La bilancia del Fato

di MatteoFury
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I: Guerra ***
Capitolo 2: *** Capitolo II: La resistenza di Jartel ***
Capitolo 3: *** Capitolo III: Arath della Luce ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV: Trasformazione ***
Capitolo 5: *** Capitolo V: Ratash dell' Odio ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI: Il cammino verso Jartel ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII: Oltre la Foresta ***
Capitolo 8: *** Capitolo: VIII: Jartel ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX: Lucretia dell' Equilibrio ***
Capitolo 10: *** Capitolo X: Diventare un pericolo ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI: Addestramento frenetico ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII: La calma prima della tempesta ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII: L'assalto di Jartel ***



Capitolo 1
*** Capitolo I: Guerra ***


Introduzione

 

Libra, un pianeta da sempre governato dagli sbalzi di potere delle persone, ogniuna delle quali infulenza il proprio destino e la propria vocazione tramite le azioni e le volontà, un mondo dominato da un potere mistico e talmente antico che pochi hanno la forza di poter sfruttare a proprio vantaggio. I tre più anziani e capaci, che si erano dedicati anima e corpo nello studiare e nell' usare questo potere vivevano nella torre-bilancia di Tarq, l'enorme capitale dell' intero pianeta, in cui arrivavano da ogni parte persone bisognosa del potere dei Tre. Ognuno sapeva controllare solo ciò a cui si era dedicato fin dall' inizio: Oscurità, Equilibrio e Luce. Ogniuno era indipendente dall' altro, l'unica regola era quella di non sovvertire all' ordine naturale delle cose, in modo da non alterare l'Equilibrio del Mondo. La collocazione temporale è quella Medievale.
 

Capitolo I: La guerra
 

Era ormai da Dieci anni che i Tre "Saggi" erano scomparsi nel nulla, i primi a notarlo erano state le persone che, andando per ricevere gli aiuti sperati, erano tornati a mani vuote e sbigottiti, annunciando che i detentori del Potere erano semplicemente spariti. Dopo qualche mese un gruppo Anarchico, approfittando dell' occasione, iniziò a spargere il Caos e ad alterare l'equilibrio dei poteri che fino ad allora era sempre restato immutato. Da allora era stato un susseguirsi di razzie e conquiste da parte del gruppo Anarchico che aveva già conquistato e ridotto in schiavitù un terzo del pianeta. Il resto della popolazione libera dall' oppressione resisteva con forza nelle varie Fortezze. Ogni Fattoria, ogni lembo di terra coltivabile strappata al nemico doveva essere sfruttata al massimo delle sue possibilità per sostenere gli uni o gli altri, se queste si esaurivano bisognava sperare negli aiuti dalle altre Fortezze. Ma la guerra andava avanti da dieci lunghi anni, e nessuno sembrava volersi arrendere malgrado le perdite.

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Capitolo 2
*** Capitolo II: La resistenza di Jartel ***


Capitolo II: La resistenza di Jartel
 

Il Capitano Gora era sulle mura della Fortezza di Jartel, poco più che un villaggio fortificato e armato con qualche balista sui torioni, guardava quel paesaggio desolato che si estendeva davanti alla porta Est da quattro giorni, da quando l'esercito Anarchico era arrivato e aveva distrutto tutto quello che aveva trovato per la sua strada, le truppe dei "Liberatori" così si facevano chiamare, era da qualche ora arretrato per riorganizzarsi, dando un po' di tregua ai soldati sfiniti e feriti. Teneva un' armatura pesante, un po' ammaccata per via della battaglia appena conclusa, con ricami d'oro, l'elmo che teneva sotto il braccio era della stessa fattura dell' armatura, solo meno appariscente. Un uomo con il fisico di un generale che aveva affrontato parecchie battaglie, alto un metro e ottanta. Come arma teneva una spada a una mano, leggera ma resistente anche a un colpo di maglio, al braccio sinistro uno scudo rotondo con l'effige del Sole. In lontananza poteva ancora vedere il fumo che si innalzava dalle case in fiamme... poi la sua attenzione fu attirata dal suono di qualcuno che saliva di corsa le scale delle mura, quando lo vide lo riconobbe immediatamente, era Mathon, uno degli ufficiali al suo comando, che una volta arrivato si mise sull' attenti.

"Signore, i rinforzi da parte della Fortezza di Athau sono appena arrivati alla porta Ovest, un centinaio di arcieri e una cinquantina di fanti in tutto."

Disse con voce quasi meccanica, era un buon soldato, ma troppo legato alle formalità.. non gli sarebbe dispiaciuto avere qualcuno con cui parlare tranquillamente senza che quest' ultimo iniziasse a chiamarlo "signore", con un sospiro poi parlò quasi fra se e se.

"Dovremo farceli bastare, fai salire tutti gli arcieri sulle mura, metà deii fanti devono difendere la porta, l'altra metà falla salire insieme agli arcieri, devono proteggerli con gli scudi dai dardi nemici.. chi non è più in grado di combattere che vada con i ricognitori verso la Fortezza più vicina, non so quanto reggeremo ancora."

Era la pura e semplice verità: se il nemico si stava riorganizzando significava che il prossimo attacco sarebbe incominciato presto, forse prima del previsto, ma loro sarebbero rimasi saldi e avrebbero difeso la posizione, se il nemico fosse riuscito a superare quella Fortezza avrebbe potuto accerchiare le altre, si stavano difendendo a vicenda tutti, quello era il piano.. ma per quanto avrebbero potuto continuare?

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Capitolo 3
*** Capitolo III: Arath della Luce ***


Capitolo III: Arath della Luce
 

In un villaggio nei pressi meridionali della catena montuosa Grande Zanna le cose andavano peggio che a Jartel, essendo la Fortezza vicina a una zona strategica particolarmente importante, se l'esercito Anarchico fosse riuscito a passare per di li avrebbe guadagnato un' importante vittoria e un passaggio strategico verso le altre Fortezze. Gli aiuti promessi dal villaggio vicino stavano tardando, e l'esercito nemico si stava preparando a un attacco in massa, nella parte sottostante le mura della porta Ovest era stato allestito un' ospedale per i fanti messi peggio che non potevano muoversi, ma dato che le donne erano scappate verso i villaggi sicuri erano i fanti stessi a occuparsene, facendo il possibile per i compagni feriti.
Tra questi c'era Arath, un ragazzo di appena diciannove anni, l'età giusta per essere reclutato, un metro e settantacinque con capelli bianchi e occhi verdi. Finora era riuscito a non farsi ammazzare per dei casi fortuiti, e questa era una gran cosa per lui, in quei giorni di assedio aveva visto morire sotto i suoi occhi parecchi amici.. non era una cosa facile, soprattutto se si considera che molti erano amici che conosceva dall' infanzia, ma tirava avanti, lo faceva per rendere onore al loro ricordo, perchè se si fosse arreso i sensi di colpa lo avrebbero distrutto.. loro erano morti per difendere ciò a cui tenevano, lui non poteva essere da meno.
Adesso però era intento a tirare fuori dalla gamba una freccia che aveva colpito un ragazzo biondo, che non doveva avere più di ventidue anni, la freccia gli aveva mancato per poco l'osso e aveva trapassato la carne con facilità conficcandosi dentro, ora doveva spezzarla per sfilarla senza complicazioni, mentre l'altro a ogni movimento del ragazzo sussultava e gridava più forte.. faceva venire la pelle d'oca.

"Stai calmo.. dannazione dategli qualcosa da mordere!"

Esclamò stizzito Arath in direzione di un altro fante, che velocemente prese un pezzo di carne cruda al ragazzo, che fu lesto a far mordere al fante ferito, in modo che non si mordesse la lingua per il dolore, non voleva certo farlo morire dissanguato, accanto aveva pronti un panno caldo e umido, l'avevano riscaldato mettendolo dentro il pentolone dove di solito cucinavano la carne riempito d'acqua, ormai il panno era tiepido, l'ideale per metterlo sopra la ferita e tamponare il sangue, non avevano di meglio dopotutto.

"Bene... adesso appena senti male mordi con forza il pezzo di carne d'accordo?"

Detto ciò portò la mano sinistra sulla metà della freccia, spezzandola di netto, per poi strapparla letteralmente via attraverso la ferita, in modo che non rimanessero schegge, subito iniziò a sanguinare, così tamponò velocemente con il panno umido e pulito sulla ferita, il fante sembrò trarre un sospiro di sollievo, poi Arath fu richiamato dal Vice-capitano che gli fece cenno di avvicinarsi, cosa che fece lasciando il ferito nelle mani del fante che in precedenza gli aveva passato il "Morso", avanzando con passo tranquillo, l'armatura leggera che sferragliava a ogni movimento.

"Sei stato bravo.. hai avuto qualche insegnamento nel campo medico ragazzo?"

Chiese complimentandosi dell' operazione con la freccia appena effettuata, in effetti era un' operazione rischiosa se non sapevi come eseguirla con competenza, le schegge potevano restare conficcate nella gamba e provocare oltre al dolore anche sgradite complicazioni nella ferita e nell' abilità motoria, non era una cosa che facevi a cuor leggero, potevi seriamente rischiare di compromettere la vita della persona, anche dopo molti anni.

"Mia madre mi ha dato alcune nozioni, ho sempre avuto una certa abilità nel curare gli altri, anche se non avevo mai praticato in maniera effettiva.. Signore."

Disse chinando un po' il capo imbarazzato, per poi aggiungere velocemente l'appellativo, a cui il Vice-Capitano fece una smorfia muovendo la mano come se quell' ultima parte fosse inutile, o ancora peggio, non voluta. Gli sfuggì un sorriso spontaneo, e l'altro gli diede una pacca sulla spalliera destra ricambiando il sorriso, per poi girarsi verso il Capitano che stava facendo segno di tornare sulle mura.. sembrava anche parecchio preoccupato, sul suo volto si leggeva quasi il terrore.

"Beh.. meglio che ti sbrighi a tornare alla tua postazione.. credo che qui stia per succedere qualcosa di grosso.. Svelti voi! Tutti sulle mura forza!"

Gridò infine il Capitano in direzione degli arcieri e dei fanti che dovevano proteggerli, Arath non perse tempo, sfoderò la sua spada e preparò lo scudo assicurandolo bene al braccio, per poi salire e posizionarsi davanti all' arciere che doveva coprire, per poi guardare con orrore ciò che il nemico aveva portato davanti alle mura. Era più grande di qualsiasi catapulta avesse mai visto, avrebbe potuto buttare giù le mura con un solo, unico colpo bene indirizzato, coloro che facevano funzionare la macchina erano coperti da cinque scudi rettangolari ognuno, non c'era possibilità per una freccia di superare una testuggine del genere.
Un tremito attraversò i difensori quando, in groppa a un cavallo nero, quello che doveva essere il generale nemico iniziò a muoversi avanti e indietro con il suo destriero, una sorta di cupola grigia, quasi impercettibile lo copriva, poi prese a parlare, e Arath sussultò come metà dei difensori strabiliati.

" Vi siete difesi bene fino ad adesso, ma è tempo per voi di arrendersi, o di morire senza nessun tipo di Onore, se non quello di essere sventrati dal più forte sul campo di battaglia. Arrendetevi e diventerete semplici schiavi, combattete e morirete nel modo peggiore."

la voce era quella di un ragazzo, Arath non avrebbe saputo valutarne l'età, ma difficilmente sarebbe stato più grande di lui, forse solo per un paio di anni, i difensori però sembravano non vedere quella sorta di aura grigia, e la prospettiva di poter uccidere il generale nemico serpeggiò tra gli arcieri, che all' ordine del Capitano scaricarono un torrente di frecce sul bersaglio, il quale sembrò venire colpito dalla maggior parte di esse.. per poi risultare indenne subito dopo, attorno a lui cinquanta frecce puntellavano il terreno, neppure una aveva sfiorato il Generale nemico.
E fu il Caos, la catapulta gigante lanciò un masso infuocato contro le mura, solo i più fortunati vicini alle scale riuscirono a correre via dal pericolo, gli altri vennero investiti da un esplosione non appena il masso colpì le mura, scaraventando i difensori ad almeno cinque metri di distanza.. e Arath non era tra i fortunati.
Si alzò a fatica, la testa che sembrava pesante come il piombo, il petto che gli faceva male e le orecchie che fischiavano, ovunque guardava i nemici si gettavano sui soldati, molti ancora scombussolati, l'apertura nelle mura era abbastanza larga che in nemici entravano come un fiume in piena, urlando e uccidendo chiunque fosse sulla loro strada. Prese velocemente la spada, ignorando una ferita sul fianco destro, non molto profonda ma decisamente brutta per via del fuoco propagato dall' esplosione, buttando via lo scudo inutilizzabile e scavalcando uno dei tanti cadaveri mentre correva, era in Vice-Capitano.
Dietro di lui per quanto le orecchie gli fischiassero poteva sentire il respiro affannato e il passo veloce di qualcuno che gli correva dietro, ma non stette a girarsi per guardare se era amico o nemico, doveva solo allontanarsi il più velocemente possibile da li, o sarebbe stato ucciso come gli altri. Doveva avvertire le altre Fortezze, non dovevano essere prese alla sprovvista.. maledizione!
Era quasi arrivato in una piccola foresta che percorreva le pendici della Catena Montuosa, quando mise un piede in fallo e cadde rovinosamente a terra, dietro di lui il nemico rallentò la corsa, sicuramente si sentiva la vittoria già in tasca contro un povero ragazzino spaventato. Quando quello alzò la lama gli venne istintivo, alzò la mano sinistra verso di lui come per bloccare inutilmente il colpo, che però non arrivò mai.
Un lampo bianco, l'urlo di dolore del soldato nemico.. poi il silenzio, solo Arath e il suo respiro frenetico, che guardava incredulo ciò che aveva fatto: il nemico era stato sbalzato indietro di due metri, l'elmo era saltato via per il colpo, e con sgomento potè vedere che il corpo fumava, terribilmente ustionato.. ed era stato lui a farlo.
Si rialzò guardandosi le mani e aspettandosi di vederle bruciate, ma nè la destra nè la sinistra erano nemmeno lontanamente bruciate, solo accaldate per il sudore, raccolse la spada da terra, poi iniziò a correre nella foresta in direzione della Fortezza più vicina, non c'era un attimo da perdere, i nemici avrebbero ripreso presto l'avanzata anche se avrebbero dovuto crearsi un varco nella vegetazione per quella loro catapulta.. e doveva anche scoprire come aveva fatto.. cosa aveva fatto.
Aveva paura.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV: Trasformazione ***


Capitolo IV: Trasformazione
 

I "Liberatori" presero rapidamente la Fortezza, sbaragliando i soldati spaventati e ancora sotto choc che tentavano di opporre una inutile resistenza.. valorosa, ma decisamente inutile. I feriti e coloro che si erano arresi erano stati messi contro un muro, in attesa di qualcosa che loro non potevano nemmeno immaginare... per loro fortuna. In quegli uomini.. in quei "Liberatori" non c'era alcuna traccia di una ogni sorta di pietà, nemmeno l'ombra, sembravano freddi e distaccati come se stessero semplicemente eseguendo qualcosa di ordinario, non avevano nemmeno sete di sangue nei loro occhi, e questo spaventava i superstiti più di ogni altra cosa. Non avevano nemmeno esultato nel prendere la Fortezza, una vittoria schiacciante e importantissima, l'esercito Anarchico non aveva mai fatto una tale conquista da almeno quattro anni, quando era riuscita a prendere il controllo della Capitale.
Poi un rumore di zoccoli ruppe la serie monotona di lamenti, grida e richieste di perdono. Dal cavallo, proprio davanti ai prigionieri, scese il Generale dell' Esercito Anarchico, neppure si tolse l'elmo, l'armatura nera come il cavallo da cui era appena sceso, guardandoli uno per uno. Indicò i tre più malconci con la mano, senza proferire parola, questi vennero presi e portati a una certa distanza dagli altri, che con terrore puro poterono vedere i loro compagni venire uccisi con un netto taglio alla gola.
Poi guardò gli altri, tra questi il fante a cui Arath aveva estratto la freccia, questi poterono solo vedere gli occhi della persona che avevano di fronte, di un azzurro che sconfinava nella trasparenza, il solo guardarli faceva loro male, ma non potevano fare altro poichè non riuscivano a distogliere lo sguardo da questi.
Il Generale disse in tono basso qualche parola, poi si allontanò risalendo sul cavallo nero, infine parlò a quelli che erano contro al muro.

"Ora combattete per me, ogni mia volontà sarà la vostra volontà, ogni mio ordine sarà per voi un obbligo e la vostra spada mi servirà per sempre."

Intanto, sia i feriti che gli arresi adesso avevano lo stesso sguardo neutro degli attaccanti che avevano conquistato la Fortezza, sembravano pendere dalle labbra di quel ragazzo che, nonostante la giovane età, era già un Generale di quell' esercito di folli. Dunque era questo il potere della sua voce, potere che sapeva già usare con una certa disinvoltura obbligando gli altri a fare ciò che lui voleva, un potere pericoloso e letale per chi lo ascoltava, che trasformava in burattini le persone.
E lui era il burattinaio.

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Capitolo 5
*** Capitolo V: Ratash dell' Odio ***


Capitolo V: Ratash dell' Odio



Il giovane Generale era tornato nella sua tenda dopo l'assalto e l'assuefazione dei pochi soldati ancora in vita, aveva ordinato espressamente alle sue truppe di non alzare nemmeno un dito su coloro che si fossero arresi e i feriti, più le persone erano deboli più facile era per lui assogettarle al suo volere, e la condizione fisica contava molto: Senza la dovuta forza fisica la mente reagiva lentamente e il suo potere aveva il tempo di isolare la volontà di rivolta che il cervello esercitava.
Sorrise, un sorriso spietato e terribile, davanti a lui non ci sarebbero dovuti essere ostacoli.. il suo fine era troppo importante per essere ostacolato, chi osava veniva ridotto al silenzio o all' obbedienza. Si, perchè lui era l'artefice di tutto quello, si era mobilitato personalmente per conquistare quel punto tanto importante non appena aveva saputo che stava dando prova di una grande e strenua resistenza, questo per lui era inaccettabile, non aveva nemmeno dovuto sprecare un briciolo del suo enorme potere per abbattere quelle mura, una semplice esplosione unita a quel masso infuocato aveva risolto tutto.. e lui che credeva che sarebbe stata una sfida degna di lui, puah!
Sputò per terra mentre percorreva con passo pesante l'enorme tenda rossa sangue, la spada che gli pendeva al lato sinistro, l'elsa che andava a formare un teschio totalmente bianco con dei rubini incastonati li dove dovevano esserci gli occhi. Non poteva credere che aveva perso del tempo con quella stupidaggine quando tutte le Fortezze della zona stavano ammassando truppe nel Villaggio di Jartel.. quella si che era una vera rogna, a meno che non volesse combattere lui stesso avrebbero dovuto fabbricare un' altra Catapulta come quella, ma non poteva farlo in tempi così brevi.. avrebbe dovuto sfruttare la breccia creata e accerchiare Jartel per farla cadere.. non aveva alcuna intenzione di usare il suo potere su una singola Fortezza, dopotutto il suo esercito da solo adesso era enorme.. ma non aveva nemmeno voglia di aspettare che quegli stupidi dei suoi uomini riuscissero a prenderla, ci sarebbe voluto come minimo un mese, senza contare possibili interferenze esterne.
Ma il correre dei suoi pensieri fu bloccato dall' entrata del Capitano che aveva assegnato per questa missione, che comunque si era conclusa solo grazie al suo intervento.. e comunque gli aveva ordinato espressamente di non disturbarlo a meno che non ci fossero stati avvertimenti di enorme interesse.. cosa diavolo era successo in quella mezz'ora che lui non c'era stato? Cosa abbastanza urgente da permettergli allora di entrare nella tenda per venirlo ad avvertire?

"Mio Signore, uno dei soldati che difendevano la Fortezza è riuscito a fuggire.."

Bastarono quelle poche parole a fargli andare il sangue alla testa, gettò via l'elmo che finì a terra con un tonfo, poi qualcosa iniziò a muoversi attorno a Ratash e al Capitano, che indietreggiò un po' vedendo la follia espandersi per il volto del suo Generale, quella sorta di oscurità che ruotava sempre più pericolosa era palpabile, poteva assomigliare a una sorta di barriera.. una barriera di solito protegge però, non da un senso di paura così elevato.
Adesso si poteva vedere bene il volto del giovane, corti capelli rossi e una lunga cicatrice che solcava l'occhio destro, sicuramente un colpo di spada.. chissà chi poteva essere riuscito a infliggerglielo, ma se prima i suoi tratti potevano sembrare quelli di un ragazzo nato sul campo di battaglia, ora erano la maschera stessa dell' ira più nera, nei suoi piani nessuno doveva riuscire a scappare.

"E come avrebbe fatto questo soldato a fuggire? Avevo dato ordini chiari Capitano.. e tu sai cosa succede a chi disubbidisce ai miei ordini.."

La sua voce rispecchiava perfettamente ciò che aveva dentro, sentiva la voglia di distruggere quello stupido essere che non era riuscito a far rispettare i suoi ordini, la sua parola era legge, chi non rispettava la sua legge moriva nel peggiore dei modi. E il Capitano lo sapeva bene questo, oh se lo sapeva.. ma allora perchè era stato così stupido da farsi scappare qualcuno? Perchè dannazione le cose si stavano mettendo in quel modo? Aveva tolto di mezzo quei Tre caproni che avrebbero dovuto preservare l'equilibrio di quel mondo per avere gioco facile, non aveva mai avuto problemi.. e adesso tutto andava a rotoli per un dannato fante?

"Mio Signore... abbiamo trovato il cadavere di uno dei nostri vicino alla foresta... non è stato ucciso con una semplice spada... Mio Signore... la prego no!

Ma ormai era troppo tardi per chiedere il perdono, la spada fu estratta dal fodero e affondò fino all' elsa nel petto del povero Capitano che emise solo un verso strozzato prima di morire, ma il sangue che doveva uscire non si vide, venne come attratto dalla spada che in qualche istante divenne cremisi prima di tornare del normale colore dell' acciaio assorbendolo, quando estrasse la spada il Capitano sembrava una mummia raggrinzita, era quello che capitava a chi trasgrediva gli ordini.
Rinfoderò l'arma per poi prendere l'elmo da terra e riposizionarlo sul capo, l'oscurità che fino a poco prima era stata tangibile era scomparsa, ora avrebbe dovuto andare ad assicurarsi che cosa diavolo era accaduto, il Capitano aveva detto che il loro soldato non era stato ucciso da una spada.. e se fosse stata un' arma convenzionale l'avrebbe detto.. ma allora da cosa era stato ucciso? Non voleva nemmeno osare a pensare che qualcuno dotato del Potere gli era appena sfuggito, sarebbe stata la goccia che faceva traboccare il vaso, il fatto che un nemico che deteneva il Potere stesse andando ad avvisare le altre Fortezze limitrofe... non poteva accettarlo.
Ma purtroppo quando arrivò al margine della foresta, laddove c'era il corpo non potè fare altro che arrendersi all' evidenza: Quelle bruciature sul corpo, quel fumo che saliva ancora dal cadavere poteva essere stato provocato solamente da un uso massivo di potere, forse chi l'aveva usato nemmeno sapeva controllarlo.. forse fino a quel momento non aveva mai saputo cosa c'era nascosto in lui.. nei recessi del suo essere.. ma se ciò era vero adesso sapeva, o almeno intuiva, ciò che aveva fatto.. lui poteva essere la seccatura più grande che avesse mai incontrato in quei dieci anni di guerra, qualcuno che poteva davvero riuscire a fermare la sua avanzata una volta venuto a conoscenza del suo potere.
E gridò, gridò la sua rabbia verso l'inettitudine dei suoi uomini, sul fatto che un nemico potente potesse essergli sfuggito da sotto il naso.
Avrebbe dovuto fare qualcosa alla svelta se non voleva rischiare, tornò verso l'accampamento, l'esercito sarebbe partito immediatamente.. e da quel momento avrebbe guidato personalmente ogni attacco dalla prima linea.

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Capitolo 6
*** Capitolo VI: Il cammino verso Jartel ***


Capitolo VI: Il Cammino verso Jartel



Era quasi alla fine della Foresta Arath, stava scappando come una lepre in direzione di Jartel, ci sarebbero voluti come minimo due giorni di viaggio forzato, la ferita al fianco faceva ancora male, ma si ostinava a non pensarci, pensava invece a quello che sarebbe successo se fossero riusciti a prenderlo prima di aver raggiunto la Fortezza di Jartel, ogni Fortezza infatti stava mandando soldati proprio in quel punto.. loro erano stati lasciati a proteggere il villaggio perchè l'importanza del luogo era alta.. e poi erano ordini dal Generale in comando, non lo aveva mai visto ma sapeva per certo che non appena era scoppiata la guerra aveva preso il comando delle truppe e da allora si impegnava anima e corpo per cercare di tenere la situazione. Questa volta però qualcosa era andato storto, i rinforzi non erano arrivati, qualcosa non quadrava, in dieci anni di guerra per quanto avessero perso terreno non avevano mai avuto un problema di ritardi dei rinforzi.. cosa diavolo era capitato?
Saltò la radice volante di un albero, provocandosi un' altra fitta al fianco che gli mozzò il fiato, non sarebbe mai riuscito ad arrivare a Jartel in quelle condizioni, motivo in più per andare nel villaggio vicino, Lorai, li avrebbe chiesto informazioni sul mancato invio delle truppe e a rimettersi in sesto per continuare il viaggio.. doveva solo riuscire a superare la fortezza e a camminare per un po' di chilometri.. poteva farcela, Strinse la spada.. no, doveva farcela.
Appena superata la foresta si fermò, le gambe che tremavano e il volto malido di sudore, doveva ancora camminare fino al villaggio.. la disperazione gli attanagliò il petto, come minimo erano sette chilometri di camminata sotto il sole.. non c'era assolutamente nulla se non un' enorme distesa verde che gli faceva venire la voglia di buttarsi a terra, riposare, aspettare che qualcun' altro riuscisse a portare il messaggio.. ma non c'era nessuno oltre a lui.

-Devo farcela.. non posso arrendermi così.. il nemico potrebbe avanzare da un momento all' altro.-

Pensò scuotendo la testa, il sudore che gli colava dalla fronte, ora ricordava tutte quelle storie di eroi che sua madre gli raccontava da piccolo, eroi che avanzavano senza mai fermarsi per raggiungere il loro scopo, quegli eroi non avevano mai paura di niente.. ma lui non era un eroe, era riuscito a salvarsi per uno qualche strano motivo e ora le sue gambe non lo reggevano più, era solo un ragazzo che aveva pensato di giocare alla guerra quando era stato reclutato e che aveva capito cos' era la vera sofferenza guardando i suoi amici cadere davanti a lui, gli occhi vitrei, i volti che non avrebbero mai più sorriso.
Riprese a camminare con fatica, stringendo i denti ogni volta che la ferita si faceva sentire, l'erba verde che quasi lo invitava a stendersi su di essa quasi promettendogli il riposo che cercava, ma lui continuava, anhe se con difficoltà sempre maggiore.
Poi un rumore sempre più fragoroso riempì le sue orecchie, tanto da fargli credere che persino la sua mente stesse bruciando per il sole che gli batteva sulla testa incessantemente, alzò lo sguardo e quasi non ci credette. Erano almeno duecento cavalieri in armatura pesante, dotati di una lunga lancia.. e stavano cavalcando a rotta di collo verso di lui! Sbattè le palpebre un paio di volte, per essere sicuro di non avere le allucinazioni, ma le allucinazioni non facevano rumore. Quello alla testa del gruppo di Cavalieri si fermò a qualche metro da lui, mentre gli altri Cavalieri formavano un cerchio attorno a lui e a quello che doveva essere il Capitano.

"Soldato, Identificati! Cosa ci fai qui? Perchè non sei a difendere il Villaggio sulle pendici della Catena?"

Il tono era duro e gli occhi socchiusi, come se stesse tentando di capire se aveva davanti un disertore o semplicemente se qualcosa di molto più preoccupante era accaduto, non poteva ancora sapere ciò che era successo, benchè oltre la Foresta si poteva notare un sottile pennacchio di fumo nero salire, Arath con le ultime forze rimaste piantò la spada nel terreno per tenersi in piedi, le gambe tremavano sempre più violentemente e si vedeva che era solo questione di tempo prima di svenire. Scosse il capo, poi iniziò a dire in tono tremante, più per la paura che per la fatica.

"Signore... mi chiamo Arath Serran.. se voi siete i rinforzi che aspettavamo per proteggere il Villaggio vicino al passo.. è tutto perduto, nessun' altro si è salvato, io ci sono riuscito per pura fortuna.."

La sorpresa sul volto di tutti i Cavalieri, la paura quando compresero ciò che quel ragazzino così malconcio e ferito aveva detto: per loro era l'immagine stessa della Fine del Mondo, se quella Fortezza era caduta erano tutti in pericolo, bisognava far evaquare i civili nelle zone sicure, avrebbero dovuto indietreggiare.. la cosa non prometteva bene. Era tutto un mormorio, poi il Capitano urlò ai suoi cavalieri, prima di rivolgersi nuovamente al ragazzo.

"Silenzio! Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato prima o poi! Adesso ragazzo.. sei stato davvero molto bravo e coraggioso, ma dimmi.. come hanno fatto a conquistare la Fortezza? Era ben protetta.."

Si poteva vedere bene che quel Capitano era una persona capace e intelligente, capace di comandare le truppe a lui assegnate e prendere decisioni in poco tempo, però aveva bisogno di sapere come aveva fatto il nemico a prendere una delle Fortezze meglio protette della zona, se non per la sicurezza del suo Villaggio, per quella di tutti gli altri.. non poteva tralasciare nulla, anche se aveva pietà per come era messo quel soldato, non poteva aspettare.

"Hanno... hanno una Catapulta enorme.. e in prima linea c'era il Generale nemico.. le nostre frecce non hanno avuto effetto, era come protetto da una cupola.. io..."

Cercò di dire mentre gli occhi si abbassavano sempre di più e la stretta sulla spada iniziava a scivolare, non avrebbe retto di più, la ferita era più pericolosa di quanto avesse pensato all' inizio e si era anche infettata, una leggera patina verdognola si poteva vedere vicino ai bordi, aveva bisogno di cure e alla svelta se non voleva che peggiorasse. Per fortuna il Capitano notò in tempo lo stato del ragazzo, scese dalla cavalcatura e gli andò incontro, sorreggendolo appena in tempo, Arath svenne in avanti proprio quando il Capitano lo prese per le spalle.

"Tu, soldato, aiutami a metterlo in sella.. questo ragazzo si è dimostrato essere un valoroso soldato.. appena tornati al Villaggio invieremo dei messaggeri alle Fortezze vicine.. appena si sarà ripreso andrà personalmente a Jartel, deve avvertire personalmente il Capitano Gora.. forse lui saprà come tenere la situazione, e noi andremo con lui."

Disse con tono di comando, per poi mettersi il ragazzo sulla sella con l'aiuto di un cavaliere e rivolgersi infine a tutto il gruppo, era spaventato per ciò che aveva detto, se era vero che il Generale nemico aveva attaccato personalmente la Fortezza tutto era perduto, avrebbero abbandonato il Villaggio e sarebbero andati a rinforzare le difese di Jartel.

"E ora in marcia, forza!!"

****************
 

Arath si risvegliò su un letto comodo, la vista ancora annebbiata, battè un paio di volte le palpebre per permettere agli occhi di riprendere una visuale ottimale, poi si guardò attorno muovendo solo la testa lentamente, il letto su cui si trovava era di paglia pulita, di solito solo gli ufficiali o persone di alto rango potevano permettersi di cambiare la paglia, sicuramente non era finito nella casa di un povero.. ma allora di chi diamine era quella casa? Ricordava solo i cavalieri e il Capitano in testa che gli faceva delle domande.. lui che rispondeva, poi il vuoto. Cercò di alzarsi, ma non appena sollevò la testa dal giaciglio sentì un' ondata di nausea e si arrese. Qualche minuto dopo dei passi sul legno lo avvertirono dell' arrivo di qualcuno, perciò non fu sorpreso quando sentì la voce del Capitano.

"Era ora che ti svegliassi.. eri conciato proprio male, quando sei arrivato qui eri grigio-verde.. ho sentito che il medico della zona ti ha preso per i capelli, ha passato le due ore peggiori della sua vita a quanto ne so."

Doveva avere sui trent' anni, capelli corti e biondi, occhi azzurri, alto all' incorca quanto Arath. Il tono era sfinito e l'ombra di un sorriso stanco sul volto fecero capire al giovane che in tutto quel tempo si era dato da fare per riorganizzare le truppe, chissà se aveva già mandato dei messaggeri.. stava per chiederglielo, quando l'altro alzò la mano per fermarlo, aveva già capito dallo sguardo cosa stava per chiedergli, naturalmente non aveva perso tempo, aveva mandato tutti i civili nelle Fortezze più a Ovest possibile, non era uno sprovveduto, e naturalmente aveva mandato messaggeri alle altre Fortezza.

"Ho già provveduto a mandare messaggi nei Villaggi vicini.. ma aspettavo che tu ti svegliassi per partire, tu andrai personalmente a Jartel, devi parlare con il Capitano Gora, ho mandato un messaggio anche a lui avvertendolo del nostro arrivo."

Qualcosa però non quadrava alle orecchie di Arath, soprattutto la parte finale.. cosa stava a significare "il nostro arrivo"? Possibile che stesse abbandonando il suo Villaggio... ma forse aveva ragione, non avrebbero potuto fare nulla per fermare l'avanzata dei "Liberatori" da soli, meglio andare in una Roccaforte ben protetta, oltretutto Jartel poteva ospitare tre migliaia di soldati tranquillamente, era quello il motivo per cui tutti stavano mandando le truppe li.

"Va bene... quando si parte?"

Chiese con una sorta di groppo alla gola, andare a parlare con il Capitano di una Fortezza tanto grande non gli era mai sembrato possibile, tutti conoscevano il Capitano Gora.. le sue gesta erano incredibili, ancora di più forse di quelle del Generale, aveva difeso strenuamente la sua Fortezza, nessun attacco era mai riuscito a penetrare le mura, sapeva valutare il momento giusto per il contrattacco e la difesa, uno stratega fantastico in poche parole.

"Non appena riuscirai ad alzarti, se riesci anche subito.. io aspetterò fuori dalla porta che tu sia pronto, poi tutti noi ci dirigeremo verso Jartel come dei fulmini. Comunque il mio nome è Vargul."

Disse appena prima di dirigersi verso la porta, il sorriso ancora sul volto, dopotutto li aveva salvati da rovina sicura, se fossero arrivati al Villaggio sarebbero stati colti alla sprovvista dall' Esercito Anarchico.. e se era vero che in prima linea c'era il Generale nemico allora si poteva benissimo dire che era come andare al suicidio. Nessuno al di fuori del suo esercito aveva mai visto il suo volto, quel ragazzo era l'unico ad averlo visto ed esserne uscito vivo. E questo faceva salire la stima di tutti i soldati del luogo verso quel giovane che era riuscito a fare tanto per il suo Mondo.
Dopo qualche minuto Arath uscì, il sollievo di non doversi più preoccupare della ferita, che era stata curata in modo ottimale, era visibile sul volto del ragazzo, che era anche decisamente felice di essere riuscito a portare a termine metà della sua missione, il resto sarebbe stato facile, con un buon cavallo Jartel era al massimo a un' ora di marcia.

"Il tuo cavallo è quello li ragazzo, ora sbrighiamoci, abbiamo già perso una zona strategica importante, non possiamo perderne un' altra! Al galoppo!"

Disse il Capitano indicando al ragazzo un cavallo marrone, per poi incitare gli altri soldati a spronare i cavalli una volta che Arath fu salito, schioccò le redini e il suo cavallo partì come quello degli altri, non gli sembrava vero, stava cavalcando insieme a uno dei plotoni d'elite dell' Esercito, fino a tre ore fa non avrebbe nemmeno potuto immaginarlo.. ma ancora non aveva scoperto cosa aveva fatto a quel soldato.. lo aveva ucciso, lo aveva ridotto a un cumulo di carne fumante.
Ma come?

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Capitolo 7
*** Capitolo VII: Oltre la Foresta ***


L'esercito dei "Liberatori" stava avanzando a rilento, Ratash sapeva che la Foresta avrebbe rallentato i loro piani, ma per prendere alle spalle Jartel quello era l'unico modo se non si voleva passare per la Catena Montuosa Grande Zanna, e ci sarebbe stato da ridere nel cercare di portare una macchina da guerra quale era la catapulta per un percorso così ripido e pericoloso, già non ci passavano per paura le persone, che solo se obbligate percorrevano quel sentiero irto di difficoltà, figurarsi un Esercito! Ratash era come sempre sul suo purosangue nero, la solita nebbiolina grigia che gli alleggiava attorno, nell' avanguardia, tanto lui non aveva nulla da temere.. o quasi.
Ripensò al soldato carbonizzato ai margini della foresta, chiunque l'avesse fatto era per lui un' enorme problema, ma sapeva che finchè non avesse imparato a usare il Potere lui non aveva nulla da temere, se solo l'Esercito avesse saputo cosa aveva tra le mani, quale incredibile arma lui poteva essere.. un' arma in grado di sbaragliare ogni avversario normale sul campo di battaglia e, forse, potersi confrontare persino con lui. Già si pregustava lo scontro, finalmente una sfida degna della sua attenzione, sperava solo che non fosse come quei Tre idioti alla Torre-Bilancia, sarebbe stato un tale spreco di tempo.. ma era sicuro di non doversi preoccupare per questo, avrebbe finalmente trovato un avversario degno di questo nome, e una volta ucciso, il suo corpo senza vita ai suoi piedi avrebbe saputo che il suo potere non poteva essere battuto, nessuno avrebbe avuto più la forza di sfidarlo.
Intanto guardava la Catena Montuosa, si sentiva un suo pari, un colosso che si estendeva per chilometri e chilometri, una forza della natura vera e propria, la sommità più bassa arrivava in altezza almeno a duemila metri, ogni zona aveva la propria zona di foresta, ma solo quel punto si poteva oltrepassare senza necessariamente salire sulla Catena, ogni foresta era piccola, ma decisamente molto folta e difficile da superare, per questo i suoi uomini stavano abbattendo gli alberi, creando una strada in linea retta abbastanza larga da far passare la catapulta, aveva deciso di non usare il fuoco, se si fosse scatenato un incendio sarebbe stato dannoso anche per loro, senza contare che trasportare una catapulta sopra della cenere avrebbe potuto farla persino incagliare, non doveva assolutamente rischiare in ritardi, prima trovavano quel dannato fante prima le cose sarebbero andate meglio, di certo non era rimasto indenne dall' esplosione, forse l'avrebbero raggiunto facilmente.
Infatti oltre la Foresta si estendeva per qualche chilometro il nulla più assoluto, nessun riparo dal sole, nessuna pozza d'acqua, solo un Villaggio, decisamente troppo lontano per un ferito.. inoltre se non si sbagliava di grosso un uso massivo di Potere, quanto era stato usato dal fante in questione per uccidere il suo soldato, toglieva parecchie energie, forse il ragazzo pieno di adrenalina in corpo non si era nemmeno accorto del brusco calo di forze.. ma non appena l'adrenalina fosse scemata? Sarebbe finito che se lo sarebbero trovato per strada svenuto o, nel migliore dei casi, a gattonare implorante di aiuto.. che cosa magnifica.
Il suo corpo sussultò preso da una risata incontrollabile, folle, gli occhi azzurri che scintillavano, sarebbe di sicuro stato così.. lui aveva dovuto perfezionare il suo potere per anni prima di raggiungere la forza necessaria per riuscire a uccidere i Tre, e comunque non era stato facile.. gli avevano dato qualche problema, ma solo perchè loro avevano studiato tutta una vita il Potere.. lui in qualche anno era riuscito persino a superarli!
Intanto davanti a lui gli alberi cadevano che era un piacere, non ci sarebbe voluto molto perchè fossero riusciti a superarla, poi da li sarebbe stato tutto più semplice, dopotutto per la conquista del mondo questo ed altro, oltre al fatto che adesso aveva pensato anche a una variante per quel detentore del Potere: Sottometterlo alla sua volontà. Certo sarebbe stato difficile, molto difficile, ma se la fortuna fosse stata dalla sua parte ci sarebbe riuscito senza troppi problemi.. magari avrebbe dovuto usare un po' la forza, ma se non ci fosse riuscito restava sempre il piano originale.

************
 

Erano finalmente usciti dalla boscaglia, una grande linea retta tagliava di netto la Foresta in due parti, dal mezzo apparvero Ratash e il suo esercito, il primo guardò ad occhi socchiusi il territorio, per poi far avanzare le truppe, non c'era traccia del fante.. che fosse riuscito ad avanzare così tanto da raggiungere la salvezza? Difficile, ma non impossibile, dopotutto il Villaggio era solo a qualche chilometro e se fosse riuscito a raggiungerlo adesso il suo piano avrebbe avuto un' ulteriore problema. Possibile che per anni le cose andassero bene e poi gli cascasse tutto così come un castello di carta per colpa di un soldato semplice?
Continuarono ad andatura regolare per un po', poi qualcosa lo costrinse a fermarsi, li c'erano delle tracce, le vedeva distintamente, l'erba attorno alla zona che stava guardando era irregolare, schiacciata.. non era possibile che fosse una cosa naturale: Qualcuno era passato li, e non da molto, o le tracce sarebbero svanite. Scese da cavallo dirigendosi con passo lento, ogni passo che faceva la sua rabbia aumentava, il soldato allora aveva trovato aiuto.. dannazione.  Si tolse il guanto di Maglia passando la mano per terra, chiudendo gli occhi.
Sentì perfettamente un' imperfezione nel terreno, facendo scorrere un dito capì che poteva benissimo essere stata lasciata da una spada leggera, probabilmente a una mano e non molto affilata, dotazione standard per i soldati semplici dell' Esercito.. naturalmente, ma il resto? Come mai c'erano segni di zoccoli? Significava che in quella zona era stata spedita l'Elite dei cavalieri del Sole? I solchi profondi facevano pensare a un cavaliere in tenuta pesante, doveva essere così. Beh... a quanto pare il fante gli è comunque servito a sapere cosa lo attendeva, l'Esercito del Sole era così disperato da mandare la sua Elite così al fronte.. ci sarebbe stato da divertirsi. Risalì sul suo cavallo rimettendosi il guanto, era tempo di riprendere l'avanzata.

"Avanti, avanziamo verso i Villaggi! In marcia forza e tenete pronti la Catapulta."

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Capitolo 8
*** Capitolo: VIII: Jartel ***


Capitolo VIII: Jartel



Dopo un' ora di cavalcata continua Arath non si sentiva quasi più le gambe, non sapeva come facessero gli altri cavalieri con quelle loro armature pesanti a non doversi stiracchiare un po' gli arti, forse per via del lungo addestramento, o forse perchè erano appunto gli Elite dell' Esercito del Sole, dove solo i migliori potevano sperare di arrivare, premiati dal Generale in persona. Sospirò ostinandosi a pensare che presto sarebbero arrivati a Jartel e da li sarebbe potuto scendere dal cavallo.
Il Capitano Vargul sembrò capire i pensieri del ragazzo perchè gli indirizzò un sorriso divertito e comprensivo, facendo avvicinare il suo cavallo, erano entrambi alla testa del gruppo: Capitano e soldato semplice allo stesso livello. I cavalieri erano sembrati imbronciati all' inizio ma sapevano della scelta del Capitano, avrebbe dovuto tenere d'occhio il ragazzo ancora debole.. Arath non poteva sapere che tutti e duecento i soldati erano stati fuori dalla casa aspettando notizie dal medico, che appena uscito era stato investito di domande sullo stato di salute di quel "Giovane soldato coraggioso", era stato solo per Vargul che il medico non si era ritrovato a rispondere a duecento domande in contemporanea.

"Prima volta su un cavallo ragazzo? Scommetto che non sei mai uscito dal villaggio.. ma vedrai che ci farai l'abitudine."

Disse con il solito tono tranquillizzante che aveva avuto dalla partenza, lo stesso di quando gli chiedeva se andava tutto bene, Vargul sembrava averlo preso in simpatia e sotto la sua ala protettrice.. sembrava quasi una figura paterna. Era la prima volta che Vargul si preoccupava tanto per qualcuno che non fosse dei suoi cavalieri, e di sicuro questi ultimi non erano ragazzini da tranquillizzare in quel modo. Una sorta di luccichio negli occhi gli era apparso quando Arath gli aveva raccontato di come era scappato, uccidendo il soldato che poi aveva notato essere carbonizzato.
Alla domanda Arath annuì con un debole sorriso, era rassicurante sapere che un Capitano di uno squadrone d'Elite si stava preoccupando così tanto per lui.. ma ancora non ne capiva il motivo.

"E comunque guarda, ci siamo, la porta Ovest di Jartel."

Esclamò il capitano con un sorriso ancora più ampio, anche se ora non era più ne felice nè comprensivo, era più serio e meditabondo, come se stesse pensando a come dire a Gora che presto la Fortezza meglio protetta della zona avrebbe ricevuto un attacco su due fronti: Nemmeno quel luogo sarebbe stato più al sicuro. E se quella Fortezza fosse caduta tutta la zona circostante sarebbe stata presa di conseguenza, un' enorme responsabilità gravava su quella Fortezza.. sarebbe stata in grado di reggere il colpo?
Dalle mura si affacciarono una decina di arcieri, che una volta che ebbero riconosciuto il corpo d'Elite fecero cenno di aprire le due grandi e pesanti porte d'entrata, dove il gruppo entrò senza rallentare la velocità per le vie della città verso una struttura centrale fortemente presidiata, il fulcro di tutte le operazioni che partivano verso tutte le Fortezze della Catena Montuosa e la distesa di Rooth.
Le all' entrata tenevano le lance a X in modo da bloccare il passaggio, sull' elmo un pennacchio rosso, che si estendeva anche come decorazione sull' armatura. Una delle due aprì la porta, annunciando l'arrivo della squadra d'Elite del Capitano Vargul, che per tutta risposta incrociò le braccia come se quella fosse una prassi che detestava con tutto il cuore, era snervante in effetti quell' attesa, Arath capiva benissimo quali fossero i pensieri di Vargul e non potè fare a meno di sorridere, guadagnandosi una smorfia alla mo' di "Lasciamo perdere" da parte del Capitano visibilmente esasperato.
Dopo un po' si sentì uno sferragliare di armatura, dopodichè dalla porta uscì un uomo con un fisico decisamente imponente, che guardò le due guardie visibilmente accigliato, sembrava non essere la prima volta che questo capitava e sapeva che non sarebbe stata nemmeno l'ultima.. almeno così sperava.

"Quante volte vi ho detto che dovete farlo entrare senza farlo attendere! Forza entra Vargul... e lui chi sarebbe?"

Gli occhi bruni del Capitano Gora si socchiusero come per valutare quello che Vargul stava facendo, e cioè aiutare un ragazzino pallido che lo guardava come se lui fosse una qualche sorta di Eroe, per poi sospirare verso Vargul e far segno a entrambi di entrare, se lui intendeva portarsi dietro quel ragazzo significava che c'era più di una buona ragione di cui lui doveva essere informato. I tre percorsero un corridoio pieno di arazzi e statue dallo sguardo truce che ad Arath facevano venire la pelle d'oca, sembrava che il loro sguardo lo seguissero ogni sua mossa.
Una volta arrivati un una stanza enorme e con un grande tavolo con sopra una mappa di tutta la zona Gora si girò verso i due con sguardo stanco e preoccupato, aveva inviato Vargul a difendere con la sua Elite il Villaggio appena prima della Catena.. che diavolo era successo? E perchè si portava dietro quel ragazzino?

"Bene Vargul.. credo tu mi debba delle spiegazioni, perchè non sei al Villaggio che ti avevo mandato a proteggere? Lo sai quanto è importante, non resisterà ancora a molto se non verrà protetto al meglio!"

Iniziò Gora innarcando un sopracciglio e incrociando le braccia con fare scorbutico, ma sapeva che l'altro non si sarebbe fatto impressionare, sapeva che Gora dopo la dura scorza dell' apparenza era un buono.. ma non aveva voglia di cercare di rabbonirlo per stavolta, piuttosto diede una leggera spinta facendo avanzare di un paio di passi Arath, che fu sorpreso quanto Gora nel vedere che Vargul stava mandando a spiegare lui: Un ragazzino. Tuttavia si fece coraggio, deglutendo e iniziando a parlare.

"Signore... oh mi scusi, Capitano Gora io mi chiamo Arath Serran, del Villaggio che difendeva il Passo attraverso la Foresta della Catena. L'esercito nemico.. ha distutto il Villaggio."

Disse con una nota di paura nella voce, non sapeva come avrebbe potuta prenderla il Capitano che, non appena aveva usato l'appellativo "Signore" aveva fatto una terribile smorfia, cosa che lo aveva portato a scegliere di usare solo il suo grado e il nome. Ma Gora invece di scagliarsi su di lui con una miriade di domande, prenderlo per le spalle e scuoterlo in cerca di risposte piantò gli occhi in quelli del ragazzo, erano occhi spaventati quelli che vedeva. Passò la mano destra sul volto come per comprendere la terribile verità che il ragazzo gli aveva detto, velocemente, troppo velocemente.. e troppo terribile.

"Come...?"

Riuscì a dire a malapena Gora, adesso non sembrava più sicuro di se, forte e minaccioso: sembrava quasi essere stato spaventato a morte, al solo pensiero che la sua Fortezza sarebbe presto stata presa su due fronti.. la prospettiva era orribile, dopotutto ogni buon Capitano ha come primo pensiero ogni mattina il bene delle sue truppe, e adesso pensa già alle conseguenze di quanto ciò poteva significare: Morte, quella dei suoi soldati in un attacco da due parti, la sua nel difendere la sua Fortezza.. ma prima doveva sapere la potenza bellica del nemico, poi avrebbe potuto o meno disperare.

"Hanno una Catapulta enorme Sign... Capitano Gora, non è una catapulta normale.. e alla testa dell' Esercito nemico c'era il Generale.. era protetto da una cupola grigia, nessuna delle nostre frecce ha avuto effetto.. poi è stato il Caos, la catapulta ha sparato un masso infuocato e le mura sono esplose, nessun' altro è riuscito a salvarsi..."

Era la terza volta quel giorno che riviveva quella scena, aveva quasi sperato di avanzare a piedi e metterci davvero due giorni per riprendersi da tutto quello... invece con i cavalieri era arrivato un' ora dopo essersi risvegliato.. Ma per fortuna Vargul doveva aver capito dalla voce del ragazzo che non avrebbe retto a quei pensieri ancora a lungo, così si voltò verso Arath e si rivolse con un sorriso mesto, dopo avergli dato un colpetto leggero sulla spalla.

"Credo che tu adesso debba andare un po' fuori.. gira per Jartel, se vuoi puoi farti accompagnare da uno dei miei soldati, ma intanto credo che ritroveresti comunque la strada verso il Castello. Io e il Capitano Gora dobbiamo ancora parlare."

Arath guardò prima Vargul che Gora, quest' ultimo fece un' impercettibile cenno del capo e capì che poteva andare, uscì dalla stanza facendo il tragitto inverso, sapeva che Vargul capiva le sue stesse emozioni meglio di lui e questo non lo faceva stare molto meglio, aveva un sacco di pensieri per la testa, molti dei quali confusi. Ma dopotutto era comprensibile: la sua intera esistenza in una sola giornata era stata sconvolta nel peggiore dei modi: Tutti quelli che conosceva erano morti. E sentiva che le cose sarebbero andate solo peggiorando.
Intanto nella stanza, una volta che Gora ebbe chiuso la porta Vagul si sedette su una sedia, in volto ora c'era una sorta di strana paura, ma non sembrava pensare alle sorti della Fortezza.

"Credo che debba dirti qualcosa Gora.. qualcosa che potrebbe essere la nostra unica possibilità di salvezza e che potrebbe concludere questa guerra che si prolunga per dieci anni."

*****************
 

Jartel era un' enorme cittadina prima della Guerra, in ogni via c'era un mercato diverso, ovunque andavi la gente parlava felice e gioviale e non c'era un solo luogo tranquillo, era una cittadina piena di vita e di felicità, tremila persone la abitavano, senza contare chi veniva da fuori per affari, Jartel controllava tutti i Villaggi limitrofi, se capitavano Carestie, Innondazioni o altre catastrofi dalle zone limite della Catena Montuosa fino alla fine della grande Distesa di Rooth, tutto era competenza di Jartel. Le case signorili, quelle che davano sul Castello avevano ancora i loro giardini attorno, ma mentre prima erano verdi e rigogliosi ora erano infestati da erbacce e rinsecchiti. Più in la, allontanandosi dal Castello, c'erano le case della media e bassa borghesia, quelle dei mercanti e degli artigiani, con sotto i mercati con le sbarre di legno sull' entrata e finestre, nulla era più come prima, il verde non veniva più curato, i mercati abbandonati, la gente fuggita, tranne quelli che potevano combattere.
Quando Arath sembrò toccare il fondo della tristezza però qualcosa lo riscosse dai suoi pensieri: fu solo un attimo, ma gli era sembrato di vedere un' ombra infilarsi per una delle viuzze secondarie.. era sicuro di aver visto giusto, ma diamine se era stata veloce. Si guardò un' attimo attorno, il tempo necessario per accertarsi che non ci fossero soldati, poi iniziò a correre rapido verso la viuzza. Restò di sasso quando vide che la via era in realtà un vicolo cieco, ma allora cosa diavolo..?
Poi la vide di nuovo, stavolta l'ombra sembrò stare a guardarlo per un secondo, prima di sparire di nuovo: l'ombra era salita sul tetto, ma come era diavolo possibile? Guardò attentamente il muro e notò dei piccoli mattoni che formavano una specie di scaletta ad arrampicata, gli venne in mente quando con i suoi amici si divertiva a salire sugli alberi, ma lui non era mai stato particolarmente portato, aveva sempre preferito restare in disparte. E ora doveva inseguire qualcuno per i tetti.. assurdo!
Con un sospiro si tolse l'armatura e la cotta di maglia, che comunque erano ridotte a un colabrodo, restando con una leggerissima maglietta e delle brache marroni, poi iniziò la salita. All' inizio non fu affatto difficile, riuscì ad arrampicarsi sfruttando i mattoni sporgenti, anche se questi minacciavano di spezzarsi al suo peso, aveva fatto la scelta giusta a togliersi l'armatura: per quanto leggera non avrebbe retto.
Con fatica riuscì a salire, guardandosi attorno, nessuno.. e stavolta non c'erano ombre a guardarlo, gli sembrava tanto una presa in giro, aveva fatto tutta quella fatica per nulla? Iniziò a camminare con cautela, le tegole della casa che facevano rumore a ogni suo passo ogni volta che ci saliva sopra, e queste al contrario dei mattoni sembravano reggere il suo peso solo per puro miracolo. Ma anche i miracoli hanno un limite.
Con uno schianto sordo una tegola, dopo che ebbe appoggiato troppo peso sulla gamba destra, si spaccò con uno schianto sordo, facendo ruzzolare Arath.. che non trovava più appigli. Ma proprio quando superò il bordo del tetto qualcosa gli prese un lembo della maglia: Una mano, con un certo sforzo venne riportato sul tetto, la fatica nel respiro affannato del suo salvatore.. un respiro troppo leggero per essere quello di un uomo. Seduta sul tetto, la mano che ancora teneva come una tenaglia il lembo di stoffa della maglietta, c'era una figura incappucciata, a occhio e croce non doveva essere più di un metro e settanta.. ma era indubbiamente una figura femminile, due leggere forme si intravvedevano dal mantello che aderiva al corpo. Sotto al cappuccio un volto gentile di una ragazza lo stava guardando con un sorriso che di gentile non aveva molto, da quanto era vicino oltre ai capelli corvini che le cadevano sul volto poteva vedere degli occhi verdi brillanti e vivaci.
Poi avvertì una presenza fredda vicino al collo, non ebbe bisogno di guardare in basso per capire che aveva un coltello puntato alla gola, quella ragazza era sicuramente una ladra.. ma perchè lo aveva salvato se adesso voleva minacciarlo con un coltello, non aveva alcun senso logico!

"Bene bene.. un piccolo guerriero del Sole, che cosa ci fai così lontano dal castello e dalle mura? Avevi voglia di guardarti in giro.. o cercavi qualcuno?"

Chiese quasi sussurrando, il suono della sua voce era così invitante.. sentiva la volontà di dirgli tutto, quando qualcosa si mosse dentro di lui, facendogli capire che era proprio quello che la ragazza voleva, era una magia.. una sorta di indottrinamento, non sapeva come facesse a conoscere questa cosa, ma era un avvertimento così sicuro che non ebbe dubbi nel crederci. I suoi occhi si chiusero un po' di più a fessura, cosa diavolo voleva quella ladra, e perchè aveva avvertito quel senso di benessere nell' ascoltare la sua voce? Era stato quasi come se la sua volontà stessa gli venisse strappata.

"E perchè dovrei dirlo a te? Non mi sembra che tu mi voglia uccidere.. non ancora almeno."

Bastarono quelle parole e gli occhi della ladra ebbero un tremito, ora sul suo volto non c'era più alcuna traccia del sorriso beffardo di prima, ora sembrava spaventata e pronta a tutto, forse non era stata la scelta migliore che avrebbe potuto fare il ragazzo, ma non gli importava: adesso lei non era più nelle condizioni di dettare legge, per il momento almeno. I suoi occhi ora erano attenti e scrutavano il volto di Arath come per cercare qualche sorta di traccia, stette un po' in silenzio prima di parlare in un sussurro.

"Come facevi a sapere dove ero? Come hai fatto a seguirmi.. rispondi o giuro che ti ammazzo."

Questa volta non era affatto come se la volontà gli venisse strappata, il suono delle sua voce adesso era invitante per un altro motivo, se non avesse risposto avrebbe potuto tranquillamente dire addio alla sua vita, ma c'era ancora molto che doveva fare, non aveva alcuna voglia di morire per tenersi dentro una cosa tanto idiota come quella, sperava solo che lei gli avesse creduto.. o lo avrebbe ucciso senza esitazione, lo sapeva bene. Glielo leggeva sul suo volto: adesso anche lei era preoccupata.

"Io.. non lo so, ho visto come un' ombra che si muoveva veloce.. e poi ho visto di nuovo un' ombra che mi guardava da quassù.. è la verità lo giu.."

Venne bloccato da un movimento della mano sinistra di lei, che inaspettatamente ripose il pugnale, adesso sembrava decisamente preoccupata, ma non più così tanto da ucciderlo, già quando aveva detto di aver visto un' ombra lei aveva stretto le labbra, sembravano un' unica linea retta ora, si chiese a cosa stesse pensando, se avesse deciso di buttarlo giù per il tetto o di lasciarlo andare, poi gli occhi di lei scintillarono minacciosi e divertiti, prima di dire un' unica e sola parola: "Salvati".
Inaspettatamente venne spinto da una forza invisibile giù per il tetto, sotto di se sentiva il vuoto, urlò dalla sorpresa, prima i cadere verso il basso, la consapevolezza di stare andando verso morte certa, dall' altezza di sei metri d'altezza, era un volo senza possibilità di salvezza, soprattutto se a testa in giù come stava andando ora. Chiuse gli occhi, non voleva morire, aveva rischiato molto per arrivare a quel punto, era riuscito a sopravvivere al massacro al Villaggio per morire così stupidamente? Attorno a lui sentì l'aria ronzare, poi il tonfo contro il terreno.. ma senza il dolore che si aspettava, aprendo gli occhi vide una nebbiolina grigio pallido che lo circondava, prendendogli poco a poco le forze.. poi questa scomparve dissolvendosi, lasciandolo con il fiatone.
Quando si girò la ragazza era accanto a lui, si era tolta il cappuccio mostrando dei lunghi capelli neri che le cadevano lungo la schiena, sorrideva come se il suo dubbio adesso fosse una certezza, il ragazzo non aveva mentito e si era guadagnato il diritto di vivere, solo questo per il momento.. se avesse voluto anche qualcos' altro avrebbe dovuto dimostrare di poterla sorprendere. Si avvicinò a Arath che si era alzato tremante.

"Tranquillo, è normale per tutti le prime volte sentirsi così.. chi l'avrebbe mai detto, un altro che può vantarsi di detenere il Potere, gli Dei elargiscono questo Potere raramente.. ma sarà interessante vedere se saprai usarlo nel modo giusto.. hai mai usato questo Potere?"

Il tono di voce era tranquillo e, per la prima volta, benevolo.. non si era aspettata che il ragazzo potesse ritrovarsi illeso, ricordava benissimo la sua prima volta nel creare una barriera difensiva e non era andato tutto rose e fiori. Trattenne una risata quando lui la guardò con uno sguardo di fuoco, aveva fatto prendere un bello spavento a quel ragazzo doveva ammetterlo, ma aveva dovuto metterlo alla prova e quale maniera migliore di quella? E poi di cosa si lamentava, era vivo e vegeto!

"Dannata.. per poco non mi ammazzavi.. aspetta, il Potere?"

Disse capendo in un secondo dove la ragazza voleva arrivare a parare, allora quello che aveva usato era il Potere, lo stesso che detenevano i Tre prima di morire.. e che deteneva anche il Generale nemico.. ecco come aveva fatto a restare immune alle frecce e a far esplodere le mura del Villaggio.. dannazione ora si che era nei guai, sicuramente aveva già visto il cadavere al limitare della Foresta.. aveva messo tutti in estremo pericolo. Annuì alla domanda della ladra che intanto non aveva fatto nemmeno un movimento alla domanda del ragazzo, continuando solo a guardarlo divertita.

"L'ho usato contro un soldato nemico che tentava di uccidermi.. l'ho ridotto in un ammasso di carne fumante.. dannazione alla testa dell' Esercito dei "Liberatori" c'era un Generale con una cupola grigia attorno, ha distrutto le nostre difese.."

Non ebbe la forza di continuare, come minimo ora si stava dirigendo li con la metà del suo esercito, quella che non stava assaltando Jartel, ecco perchè quel giorno non avevano ancora attaccato, stavano aspettando l'ordine. Il terrore si diffuse anche sul viso della ragazza, aveva sentito storie su un Generale nemico dotato del potere... il Generale in capo dei "Liberatori", quel ragazzo gli aveva dato un' ottima ragione per andare dritti da loro.

"Tu devi andare ad avvisare il Capitano Gora.. no, io non posso, mi arresterebbero.. siamo tutti in pericolo, quando hai fatto torna qui, ti insegnerò quello che posso prima che arrivino alla Fortezza.. vai!

Disse la ladra, facenno cenno di dignego quando il ragazzo aprì bocca, aveva capito da subito che era un bravo ragazzo, ma le cose che lei aveva fatto non potevano essere cambiate per quanto fossero state per una buona causa. Lo guardò correre verso il Castello dopo aver annuito, corse nuovamente verso il tetto diretta verso il suo rifugio, da li avrebbe avuto un' ottima visuale e avrebbe potuto vedere il ritorno del ragazzo. Ci sarebbero voluti due giorni all' arrivo dei nemici, dovevano essere pronti.

***************
 

Vargul e Gora stavano ancora parlando, guardando la mappa e calcolando quanto ci avrebbero messo i Villaggi vicini a mandare le truppe di rinforzo, quando la porta fu apertà di schianto da Arath, pallido in volto, stremato e malido di sudore, aveva corso per tutta la strada senza fermarsi, aveva persino litigato con le guardie che non volevano farlo passare, per poi entrare a rotta di collo nel Castello superando di gran carriera le statue del corridoio. I due Capitani guardavano allibiti il ragazzo che aveva gli occhi spalancati, mentre tentava di prendere fiato per parlare.
Avrebbe sconvolto le vite di tutti, ma forse le avrebbe anche salvate da morte certa.

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Capitolo 9
*** Capitolo IX: Lucretia dell' Equilibrio ***


Mentre la ladra scalava agilmente il muro della casa, come senza peso continuava a pensare del ragazzo di prima, aveva ucciso un soldato usando il Potere senza saperlo controllare nè conoscerlo, una bravata del genere avrebbe potuto benissimo uccidere il ragazzo senza alcuna difficoltà lasciandolo stremato e senza alcuna energia, era un miracolo infatti che fosse riuscito a sopravvivere. Per quanto ne aveva capito infatti il ragazzo aveva benissimo fatto una cosa di grande difficoltà: aveva concentrato davanti a lui la luce solare per poi rilasciarla sul nemico senza nemmeno premeditarlo, dopotutto come avrebbe potuto pensare di essere in grado di fare una cosa del genere?
Con uno scatto felino saltò dal bordo della casa, aggrappandosi a un gancio e dandosi la spinta con le gambe per superare una piccola via laterale, dirigendosi come solo lei sapeva fare verso il suo rifugio, circondata da una nube d'ombra che la faceva risultare invisibile, fino ad allora solo il ragazzo era riuscito a vederla, e solo perchè loro due condividevano quel particolare potere.
Si lasciò sfuggire un sorriso divertito, non gliel' avrebbe mai detto, ne andava del suo orgoglio, ma quel ragazzo l'aveva veramente impressionata tantissimo.. era riuscito a resistere al Potere che lei aveva trasmesso alla sua voce ed era riuscito a creare una Cupola Protettiva perfetta con solo conseguenza di un po' di fiatone, pazzesco.
Salì un' alta casa aggrappandosi alle imperfezioni che trovava, per poi salire in una specie di torretta improvvisata e tornare visibile.. se qualcuno fosse riuscito a scorgerla naturalmente, e da tre anni nessuno era mai riuscito a vederla, nessuno tranne il Capitano Gora, che l'aveva sorpresa a rubare da un panificio.
Ricordava ancora la scena con rabbia, si era illusa di essere tanto brava da abbandonare la sua protezione d' ombra quanto bastava per sfidare la sorte. E la sorte quella volta si era tramutata nel Capitano Gora, che l'aveva inseguita per un bel pezzo prima di perdere le sue tracce proprio nella via dove l'aveva vista rifugiarsi il ragazzo.
Ecco perchè quella situazione non gli era piaciuta e aveva deciso di vedere se la storia si fosse ripetuta o se il ragazzo avesse osato di più. Si poteva benissimo dire che il ragazzo aveva osato un po' troppo per i gusti di Lucretia, ma era una cosa che capiva perfettamente, anche lei nei suoi panni avrebbe fatto lo stesso, questa somiglianza la spaventava un po' ma la affascinava anche, sarebbe stato divertente quei due giorni allenarlo all' uso del Potere, magari si stava lasciando andare un po' troppo con quel soldato, ma a occhio e croce aveva a malapena due anni in più di lei.
Si, Lucretia aveva diciassette anni, magra e agile, occhi verde intenso, capelli neri lunghi.. e con una terribile storia.
Ma era già una delle ladre più abili e pericolose della zona, forse del Mondo visto che aveva dalla sua il Potere. Per quanto ne sapeva lei che detenevano il Potere oltre a se stessa c'erano solo il ragazzo incontrato prima.. e il Generale dei "Liberatori", quest' ultimo aveva fatto uccidere i pochi che potevano essere un problema per lui.
Adesso la ragazza guardava verso il castello con la speranza di vedere tornare l'altro, pregava anche che lui non dicesse come aveva fatto a sapere tutto ciò, che si inventasse qualcosa, dopotutto era un bravo ragazzo, lei gli aveva detto che se fosse andata da Gora quest' ultimo l'avrebbe fatta arrestare, perciò sperava che il ragazzo non dicesse niente di stupido.

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Capitolo 10
*** Capitolo X: Diventare un pericolo ***


Capitolo X: Diventare un pericolo



Vargul era seduto davanti a Gora, la gamba destra appoggiata sul ginocchio della sinistra, preoccupato come Gora non lo vedeva da tempo, doveva esserci proprio qualcosa di importante sotto perchè qualcosa lo preoccupasse tanto.. e sapeva che non era per quello che il ragazzo aveva appena detto. Entrambi si guardarono per un po', poi Gora si sedette a sua volta per ascoltare ciò che l'amico aveva da dirgli, lo conosceva da quando erano ragazzotti e sapeva quando qualcosa non andava per il verso giusto. Dopo un qualche istante Vargul si raddrizzò, facendo scendere la gamba e tornando in una postura più consona e più seria prima di iniziare a parlare.

"Questo ragazzo come hai appena sentito è l'unico sopravvissuto del Villaggio dove stavo per prestare soccorso... per favore non interrompermi, abbiamo poco tempo e potrebbe non bastare nemmeno per spiegare tutto quello che ti devo dire."

Disse bloccando duramente Gora che aveva appena aperto bocca per parlare a sua volta, il quale si ritirò contro lo schienale di legno della sedia con lo sguardo puntato verso l'amico, cosa diavolo poteva esserci di così pericoloso in quel ragazzo da rendere così scorbutico e intrattabile Vargul? Non l'aveva mai visto così teso, nemmeno quando la Capitale era stata presa dai "Liberatori".

"Questo ragazzo mi ha raccontato come ha fatto a salvarsi, e per quanto lui creda in un evento fortuito io so che cosa lo ha salvato: Lui è sicuramente un Portatore del Potere. Mi ha detto che il soldato che lo stava inseguendo è diventato un pezzo di carne arrosto dopo un lampo accecante, non credo che lui abbia capito cosa ha realmente fatto..."

Continuò senza fermarsi Vargul, l'espressione sempre più tesa, come se non sapesse come far capire all' amico cosa questo stava a significare, ma purtroppo l'altro capì in fretta, sbiancando e diventando dello stesso colore del cavallo bianco dell' arazzo che aveva alle spalle, aprendo la bocca come per cercare di dire qualcosa, sembrava un pesce fuor d'acqua, spaventato a morte e sull' orlo di una violenta crisi di nervi: Ecco il motivo per cui aveva portato quel ragazzo con se, perchè quello sguardo quasi paterno nei confronti del giovane, oltre ad essere stato un bravo e coraggioso soldato lui deteneva il Potere. Ma c'era un problema enorme adesso.

"Ma se anche il Generale in Capo sa usare il Potere.. avrà già capito cosa ha fatto il ragazzo! Dannazione ci hai portato o la nostra più grande salvezza o la nostra distruzione in persona!"

Iniziò a strepitare alzandosi di scatto dalla sedia, gesticolando come un pazzo, la fronte ora una fontana di sudore, il volto una maschera di terrore, come avrebbero fatto a reggere un' offensiva simile? il Nemico non si sarebbe fermato fino a quando non avrebbe preso il ragazzo.. o non lo avesse ucciso. Intanto anche Vargul si era alzato, solo che lui rispetto a Gora non gesticolava e non urlava, sapeva che una cosa simile era un terribile e nefasto presagio, ma come aveva detto lui poteva essere la loro più grande salvezza.
Continuarono a litigare su questo punto e sullo spostamento delle truppe, dovevano trovare qualcuno che insegnasse al ragazzo come usare il Potere, ma dove trovarlo, e soprattutto: Come lo avrebbero convinto se fossero riusciti a trovarlo? Naturalmente anche le truppe che sarebbero servite a difendere la Fortezza sarebbero dovute arrivare entro due giorni, prima dell' attacco dell' Esercito o sarebbe stato tutto inutile.
Poi il rumore della porta che si aprì di botto, facendo tremare i delicati candelabri d'oro li fece voltare esterrefatti: Il ragazzo era tornato, e sembrava aver visto la morte in persona.

*****************
 

Raccontò il suo girare per la Città, dalle ville signorili fino alle case e i mercati, per poi trovare la scusa assurda che, salendo su un tetto per guardare meglio la città nel suo intero, era caduto dal tetto che decisamente non aveva retto il suo peso, ritrovandosi ad affrontare un volo di sei metri e rimanendo illeso, avvolto da una protezione grigia. I due uomini si guardarono con un sorriso scaltro, avevano notato le grandi pecche del racconto: Se il ragazzo avesse voluto vedere veramente la città nel suo insieme sarebbe dovuto semplicemente andare sulla torre d'osservazione, senza salire su un tetto.. che decisamente non gli avrebbe mai dato una visione ottimale. Gora ridacchio un' attimo, anche se si vedeva che stava decisamente per svenire per la quantità di informazioni, non tutte gradite, che lo stavano bombardando da quando erano arrivati Vargul e Arath. Soprattutto quest' ultimo.

"E così hai incontrato la Ladra di Jartel.. non sorprenderti, non crederai che la tua storiella potesse sembrarmi vera.. ebbene l'hai trovata, e sembra che ti abbia lasciato in vita.. fammi indovinare, anche lei può usare il Potere?"

Era andato dritto al punto, non gli era mai piaciuto girare attorno alle cose, era solo una perdita di tempo inutile, sorrise ancora di più quando vide l'espressione allarmata del ragazzo che poi divenne quasi rassegnata, era intelligente al punto giusto da capire quando era necessario nascondere le cose e quando ammetterle, meno male. Lo vide annuire e lui gli disse cosa era accaduto, al punto del lancio dal palazzo Vargul non fu per niente comprensivo, quella ragazza aveva rischiato di uccidere la loro unica e migliore possibilità, ma adesso ne avevano ben due.. avevano anche un' insegnante.

"Bene.. beh credo che dovrò venire con te ragazzo, a incontrare questa ladra, non la farò arrestare stai tranquillo, non sono un deposta ma devi capire che dovevo far rispettare le leggi.. per quanto questa città sia occupata dai soldati rubare è pur sempre un crimine."

Disse con tono tra il rassegnato e il tranquillo, mentre un po' di colore tornava sul volto del Capitano Gora, mentre si iniziava a dirigere verso la porta, cingendo le spalle di Arath con un braccio senza alcuna difficoltà, sapeva dove l'avrebbe trovata, avrebbe aspettato il ragazzo nello stesso punto dove lo aveva lasciato. Non osava immaginare a quali dannati compromessi sarebbe dovuto scendere, se gli fosse andata bene avrebbe dovuto come minimo darle la proprietà del Castello! Scoccò uno sguardo verso Vargul alla mo di - Questa è tutta colta tua -, che sorrise tranquillamente di rimando prima che uscissero.
 

****************
 

Lucretia stava ancora guardando verso il Castello quando vide due figure avvicinarsi, innarcò un sopracciglio quando vide che, oltre al ragazzo di prima, c'era il Capitano Gora totalmente privo di una qualunque scorta. Ciò poteva significare due cose: O il ragazzo non gli aveva detto niente sul Potere, o il Capitano aveva fiutato il pericolo e adesso stava correndo ai ripari.. e che ripari. Sorrise furba, la sua solita nuvola d'ombra l'avvolse come di consueto mentre si dirigeva verso i due, le forme gentili che si muovevano fluide per i tetti mentre scendeva diretta verso di loro, entrando nel vicolo e tornando visibile, prima di uscire e ritrovarsi davanti ai due.

"Ebbene... a cosa devo l'onorevole visita del Capitano Gora? Sei qui per arrestarmi?"

Troppo tardi il ragazzo si era ricordato di avvertire il Capitano del Potere nella voce della ragazza, ma non ce ne fu bisogno: infatti lei stavolta non ricorse a un tale metodo, la voce era perfettamente normale, nemmeno una nota strana che potesse far pensare a quella che aveva tentato di usare con lui all' inizio. La ragazza si era tirata giù il cappuccio, prima Arath per quanto era spaventato non le aveva mostrato molta attenzione, ma guardandola così, senza un coltello alla gola un calore si iniziò a diffondere sulle guance.. cosa che la ragazza sembrò notare, perchè gli indirizzò un sorrisetto a dir poco enigmatico.

"Ho saputo che tu sai usare il Potere, non voglio perdermi in chiacchere inutili: voglio che addestri questo ragazzo, tra due giorni qui arriverà l'Apocalisse, voglio che lui sia pronto a combattere anche con questo Potere.. se sarà come temo non ci saranno solo soldati semplici, ma credo che tu lo sappia meglio di me visto che l'hai mandato indietro ad avvertirmi."

Il tono non ammetteva repliche, ognuno doveva fare la sua parte, anche quella diavolo di ladra, per quanto non gli piacesse che qualcuno fosse riuscito a prenderlo in giro con trucchetti arcani doveva ammettere che se Arath non fosse stato allenato abbastanza entro due giorni sarebbero caduti nel Caos vero e proprio, due ragazzi, per quanto giovani potevano essere la loro salvezza, almeno per prendere tempo e prepararsi adeguatamente. Diversamente da quanto si aspettava il Capitano, la ragazza sorrise, facendo però la sua richiesta.. che fece avvampare Arath fino alla punta delle orecchie.

"Bene Capitano, può contare sul mio aiuto, ma voglio una cosa, sempre se riusciremo a sopravvivere all' attacco: Voglio che il ragazzo lasci questa Fortezza a pericolo concluso e venga con me, se dovrò addestrarlo adeguatamente serviranno tempo e pace, una pace che qui di sicuro non avrebbe, dobbiamo andare alle Rovine di Katnum, dove i primi Detentori studiavano il Potere."

Il Capitano strabuzzò gli occhi, capiva tutto, capiva la pace e il tempo.. ma le Rovime di Katnum! Era come andare in bocca al nemico, erano oltre il fronte. Restò allibito per un po' voleva cercare di capire se quella ragazza era pazza oppure se sapeva molto più di quanto sembrava in apparenza. Se era tanto potente da condurre il ragazzo fino alle Rovine allora d'accordo, ma non voleva mandare la sua possibilità di salvezza dritta nel centro dell' Impero nemico senza avere una certezza più che assoluta.

"Se credi di essere abbastanza forte da attraversare metà Impero Liberale da sola allora va bene, ma questo si vedrà dal fatto se sopravviveremo alla battaglia e quante saranno le perdite, non voglio che per un mio sbaglio i territori del Sole vengano sopraffatti ragazzina, spero tu abbia capito."

Quando lei annuì seria lui fece un passo indietro, guardando il ragazzo con attenzione e con una sorta di timore negli occhi, era la loro possibilità di vittoria unita a quella ragazza tanto furba quanto potente, sapeva di non stare sbagliando nel metterlo nelle sue mani, sperava però che lei non si prendesse troppe libertà con il suo nuovo allievo.. dopotutto era un ragazzo e si sa come sono i ragazzi, facilmente volubili soprattutto davanti alle belle ragazze. Gli diede una pacca sulla spalla, poi si mise in cammino verso il Castello. Lucretia non aspettava altro, si voltò verso Arath e gli rivolse un altro sorriso enigmatico che gli fece venire i brividi lungo la schiena .

"Bene, dimmi il tuo nome e poi iniziamo subito d'accordo? Meglio prepararti il più possibile prima che l'Esercito dei "Liberatori" ci attacchi con tutta la sua forza."

Concluse facendogli l'occhiolino.
Arath avvampò di nuovo fino alle orecchie.

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Capitolo 11
*** Capitolo XI: Addestramento frenetico ***


Capitolo XI: Addestramento frenetico


Lucretia come promesso una volta che Arath le ebbe detto il proprio nome iniziò l'addestramento, la ragazza non diede un attimo di tregua al ragazzo, che da parte sua ci metteva tutta la buona volontà nel seguire ciò che lei gli insegnava, partendo dal fatto che prima ancora di vedere quanto sarebbe stato portato per l'usare il Potere doveva vedere la sua capacità di combattimento, infatti spiegò con tono severo quando lui provò a lamentarsi che non avrebbe potuto appoggiarsi solo al Potere per sopravvivere alla battaglia che li attendeva da li a due giorni soltanto. La ragazza sfoderò il suo coltello, una mangifica arma con l'impugnatura nera venata d'argento, mentre il ragazzo raccoglieva la sua spada, intenzionato ad andarci leggero con quella ragazza. Questa per tutta risposta iniziò a girargli attorno lentamente, studiandolo, per poi trovarsi il sole che stava tramontando alle spalle. Poi scattò con una rapidità tale che il ragazzo riuscì solo a parare il colpo e a indietreggiare appena in tempo da sentire sul volto un rivolo d'aria che veniva spostata dal coltello, un fendente che se fosse andato a segno lo avrebbe ucciso sul colpo. Se pensava che Lucretia ci fosse andata leggera ci sbagliava di grosso, i suoi colpi erano mirati a destabilizzare e a ferire, il coltello che tracciava nell' aria attacchi talmente veloci da essere quasi invisibili.

"Piega quelle gambe, muovile di più! Tieni le braccia salde e la guardia alta!"

Lucretia dava intanto consigli ad Arath, che decisamente non la stava soddisfando: Sembrava aver preso alla leggera la situazione e adesso si trovava in puro svantaggio, sapeva che l'addestramento dei Soldati Semplici dell' Esercito del Sole era molto precario e serviva solo per insegnare ai novizi a tenere in mano una spada e andare alla carica, per poi il più delle volte ritrovarsi morti dopo due secondi di combattimento, dopotutto molti Capitani usavano quelle truppe come diversivo per creare una via all' Elite, che poi poteva infilarsi nei ranghi nemici e fare strage, la loro forza non era nell' addestramento ma nel numero, e questo lei lo stava iniziando a vedere purtroppo. Aveva bisogno che il ragazzo sopravvivesse per poter andare alle Rovine di Katnum, da sola non sarebbe riuscita ad attraversare mezzo Impero Liberale da sola e questo lo sapeva bene.
Infine perse definitivamente la pazienza, un colpo mirato e preciso e colpì l'avambraccio sinistro del ragazzo che era indifeso, lasciandoci una sottile linea vermiglia, quel tanto che bastava da vederlo stringere gli occhi, che però sembrarono incendiarsi dal furore. Arath parò di piatto il colpo di pugnale che stava per ricevere sulla spalla destra, spingendo indietro Lucretia che finalmente vedeva un degno avversario in quel ragazzo. Si studiarono per qualche istante, poi Arath balzò fendendo l'aria dove poco prima c'era il braccio di Lucretia, che si era prontamente portata alla sinistra del ragazzo puntando di nuovo verso il braccio già ferito lievemente e di nuovo indifeso. Ma il colpo non arrivò, la ragazza potè infatti vedere il baluginio della lama del ragazzo che si dirigeva verso la sua testa, facendo un balzo indietro ed evitando per un soffio la lama che comunque era girata di piatto per stordirla, ma anche il ragazzo aveva imparato qualcosa da quel combattimento, mosse rapidamente il piede sinistro dietro a quello della ragazza che cadde per terra rialzandosi con un' elegante capriola all' indietro. Quel semplice taglietto aveva trasformato quel ragazzo nella persona di cui avevano bisogno, magnifico.. se solo avesse potuto prevederlo l'avrebbe fatto anche prima! Con uno sguardo tra il divertito e il furbo la ragazza rivolse un sorrisetto di quelli pericolosi ad Arath che non fece in tempo a capire cosa stava succedendo se non quando fu troppo tardi. La ragazza prese il coltello mettendolo parallelo al suo braccio, per poi esclamare una qualche parola. L'ultima cosa che vide Arath prima che un lampo accecante lo investisse furono gli occhi verdi della ragazza, poi il nero.
Ma non era nè svenuto nè bruciato vivo, semplicemente era stato accecato, sentiva i passi svelti della ragazza che gli andavano incontro e si concentrò su questi, poi quando furono abbastanza vicini e il fischio di un coltello fendette l'aria alzò la spada creando una sorta di arco verso il rumore che aveva sentito. Non voleva assolutamente perdere! Poi qualcosa di strano accadde, la spada e il pugnale si colpirono di taglio con un clancore metallico, per poi sentire una sorta di fuoco partirgli dall' interno e venire scagliato fuori con forza, la pressione contro la propria spada che si allentava.
Una volta che i suoi occhi riuscirono a vedere più che qualcosa che non fosse una figura sfocata potè notare Lucretia seduta contro il muro della casa vicina che lo guardava senza parole per la sorpresa di quello che aveva fatto e di essere stata battuta nel suo stesso campo, il coltello a qualche metro di distanza.
Ma stavolta il brusco calo di energie non ci fu, o almeno non elevato come le altre volte, era semplicemente un po' più stanco di qualche istante prima, ma non minacciava di svenire.
Arath la aiutò ad alzarsi riuscendo solo a guadagnarsi un' altro sguardo mezzo impiverito, se solo avesse saputo cosa passava davvero per la mente della ragazza! Era al settimo cielo, naturalmente adesso stava facendo la sostenuta, ma era decisamente più felice di quanto ne era mai stata, quel ragazzo si stava dimostrando un vero guerriero.. forse non era tutto tempo sprecato.

"Mi dispiace, non so cosa sia successo... non è colpa.."

iniziò Arath come per scusarsi, per poi venire zittito dal sopracciglio alzato della ragazza che quasi lo sfidava a dire che non era colpa sua, certo che era colpa sua, ma non le importava, lo sguardo però stava a significare - Prova a farlo di nuovo e ti ammazzo - da che pulpito visto che aveva iniziato lei con il Potere.. ma a un suo cenno entrambi si sedettero, ora lei era decisamente più seria mentre iniziava a spiegare al ragazzo le basi del Potere: e cioè l'insieme delle parole, o dei pensieri, uniti alla volontà di usarlo, anche se inconsciamente. Il Potere infatti veniva usato sia con le semplici parole che con i pensieri, anche se per usare questi ultimi servivano forza, concentrazione e sapienza per far si che ciò che si voleva ottenere non fosse traviato da una distrazione qualsiasi, altrimenti si potevano ottenere effetti non voluti.

"Tu finora ti sei affidato al tuo potere tramite il tuo istinto Arath, ora devi imparare a controllarlo insieme alle tue emozioni e ai tuoi pensieri. Io ti insegnerò ciò che ti serve perchè tu non faccia follie con il tuo potere, che come hai già capito, usa le tue stesse energie per venire evocato e usato a sua volta. Se tu in uno spazio aperto usassi la parola Jool che significa luce e la parola Daet che significa Illumina moriresti sul colpo, senza avere la minima possibilità di bloccare ciò che hai appena fatto. Al massimo se proprio vuoi illuminare lo spazio attorno a te puoi usare la parola Rooth che significa sfera con Jool per evocare un globo di luce.. naturalmente starà fermo al suo posto e prenderà energia dal tuo corpo finchè non bloccherai il Potere pensando di spezzare ciò che stai facendo."

Spiegò con estrema chiarezza Lucretia, la voce più dura e chiara quando spiegava i limiti che aveva il Potere nel venire usato, non voleva proprio vederselo morto per una formula detta in modo errato o per un' eccessiva autostima, tutti ci andavano leggeri per capire i propri limiti, persino lei una volta aveva rischiato la vita e proprio per quello poteva permettersi di fare quel tipo di precisazioni. Non gli disse come faceva a sapere tutto quello, erano affari suoi e di certo non avrebbero Arath a sopravvivere alla battaglia che da li a due giorni si sarebbe scatenata.
Si mise poi a insegnargli le regole della Grammatica che servivano per le Formule Arcane o degli Incantesimi del Potere, soffermandosi molto sull' importanza degli accenti, delle aspirazioni e della fonetica che questi dovevano avere per essere usate correttamente e senza rischi. Non avrebbe mai detto che le sarebbe piaciuto insegnare a quel ragazzo, invece fu per lei come un salto indietro nel tempo: Si rivide in quel ragazzo anni indietro, mentre sua madre le spiegava le stesse cose.. alt! Doveva insegnare a quel ragazzo come sopravvivere, non poteva permettersi di fantasticare sui ricordi, soprattutto se questi la portavano ad essere malinconica. Non poteva pensare solo a se stessa.
Continuarono quell' allenamento fino a notte fonda, poi dovette quasi allontanarlo a forza, anche lei aveva bisogno di dormire dopotutto e se fosse stata stanca non sarebbe stata utile a nessuno, soprattutto visto quello che doveva insegnargli. Quando tornò sulla sua torre però la ragazza era la quintessenza della felicità nell' aver trovato come allievo qualcuno così portato e interessato.. anche se guardava un po' troppo giù rispetto ai suoi occhi per i suoi gusti.

***************
 

Ma Arath e Lucretia non erano i soli a prepararsi duramente, Gora e Vargul avevano appena sistemato i rinforzi arrivati in modo esemplare, milletrecento tra soldati pesanti e cavalieri e millecento arcieri arrivati da ogni Fortezza vicina, anche se il merito non andava tanto ai Capitani delle Fortezze quanto al Generale che appena ricevuta la notizia di cosa era successo aveva intimato a tutte le Fortezze ficine a Jartel di inviare i loro migliori soldati per proteggerla dall' assalto che stavano per subire, l'ordine era stato diramato senza possibilità di contestazione alcuna da parte dei Capitani che avevano inviato le loro forze d'Elite a difesa di quel caposaldo che doveva a tutti i costi resistere.
Arath e Lucretia guardarono stupefatti tutte quelle forze in campo, Jartel adesso era al massimo delle sue capacità belliche, persino le Baliste sui torrioni Ovest erano state caricate: Non sarebbero arrivati più aiuti per loro, ora avrebbero dovuto resistere fino alla fine. Lo stesso Gora si presentò la dove Arath e Lucretia avevano creato il loro campo di addestramento personale, ormai un capannello di soldati curiosi li guardava combattere: la Ladra di Jartel contro il Sopravvissuto che se le davano di santa ragione finchè entrambi non cadevano stanchi e sorridenti a terra, nessuno si arrendeva prima dell' altro.
Al suo arrivo i soldati si aprirono in due ali facendo spazio al Capitano che si mise a guardare la scena, i due combattevano senza sosta, non c'erano colpi proibiti per loro, ogni scorrettezza valeva e ogni colpo inflitto all' avversario anche se minimo era un punto a proprio favore. Arath dopo appena un giorno si era trasformato da un ragazzino spaurito a un guerriero preciso e letale grazie a quella Ladra misteriosa che stava compiendo il miracolo. Il duello durò ancora un po' poi entrambi abbassarono le armi con un cenno, dirigendosi verso il Capitano Gora che li attendeva con uno sguardo a metà tra il divertito e l'orgoglioso.

"Non mi sembra il caso che voi andiate in battaglia vestiti come dei mendicanti, per entrambi ho preparato delle corazze, dovrebbe andare bene anche per te ragazza, l'ho fatta fare leggera e della tua misura.. per quanto sia inusuale per il nostro fabbro fabbricare armature per delle donne credo abbia fatto un buon lavoro."

Dietro di lui quattro soldati portavano due bauli, i quali una volta aperti mostrarono un' armatura completa pesante come quella degli Elite per Arath e una un po' più minuta e leggera con delle leggere curve per non stringere i seni della ragazza, aveva anche delle aperture in modo che la Ladra poteva muoversi con la solita agilità senza che questa impacciasse i movimenti.
Entrambi iniziarono a tempestare di ringraziamenti il Capitano che ridacchiò muovendo la mano e scansando le lusinghe dicendo loro di tornare pure al loro addestramento. Non potevano di certo permettersi di perdere tempo per delle cose da nulla come quelle. Una volta messi al sicuro i bauli ripresero il duello con ancora più foga di prima, i soldati che guardavano ammirati e rapiti i movimenti rapidi, precisi e violenti dei ragazzi. Soprattutto della Ladra, ma Lucretia non degnava di uno sguardo nessuno di quelli, per lei c'erano solo loro due e le loro armi che cozzavano l'una contro l'altra. Appena il capannello di curiosi se ne fosse andato avrebbero ripreso l'addestramento al Potere. Per quello serviva loro calma e concentrazione, Arath doveva apprendere ciò che poteva e lei insegnargli tutto quello che aveva appreso in due anni in un tempo brevissimo, ormai mancava un solo giorno all' attacco.
A un giorno di marcia Ratash sentiva già il sapore della battaglia.

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Capitolo 12
*** Capitolo XII: La calma prima della tempesta ***


Capitolo XII: La calma prima della tempesta


L'esercito dei Liberatori era quasi arrivato alla loro meta dopo due giorni di viaggio continuo, con sola fermata un Villaggio che avevano trovato seguendo le tracce dei cavalieri del Sole, villaggio che avevano trovato abbandonato e lasciato a se stesso. Non era servita nemmeno la catapulta, all' interno non c'era nessuno contro cui combattere, ma quello che Ratash aveva trovato aveva confermato i suoi dubbi e le sue paure: Il soldato era stato curato e portato via, con grande probabilità verso Jartel.. che avessero capito chi avevano tra le mani? Che sapessero che lui poteva essere la loro più grande risorsa da li a dieci anni? Le probabilità erano molto alte, non aveva perciò perso tempo e aveva ordinato alle truppe di dare alle fiamme il Villaggio. Chiuse gli occhi riguardando nella propria mente la scena, le fiamme che divoravano tutto ciò che potevano, bruciando il villaggio fino all' ultima costruzione. Che cosa stupida costruire i Villaggi con strutture il legno, ma almeno a Jartel ci sarebbe stato da divertirsi.
E ora la vedeva da lontano, la Fortezza che aveva loro dato così tanti problemi, le torri di guardia dove erano posizionate le Baliste, armi letali per la sua Catapulta, avrebbe dovuto tenerla fuori gittata.. forse "Aiutando" un po' la spinta del proiettile incendiario. Sorrise freddo Ratash mentre continuavano a dirigersi verso la battaglia, l'eccitazione che saliva mentre pensava a una sfida veramente degna di questo nome, certo aveva contro una possibile fonte di guai, ma quante speranze poteva mai pensare di avere quel soldato da solo contro di lui? Rise folle, mentre cercava di rassicurare più se stesso che i suoi uomini che quel problema sarebbe stato spazzato via in un lampo. Poi una volta che fu abbastanza vicino alzò una mano facendo fermare l'intero Esercito, dando l'ordine di suonare il corno.
Mentre i suoi uomini piantavano l'accampamento lui sarebbe andato a fare quattro chiacchere con i difensori sulle mura.. e con il loro Capitano. Il sole stava calando per lasciare presto lo spazio al tramonto.
E il corno suonò la prima volta

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"No, non così.. la pronuncia deve essere più roca, più profonda.. riproviamo un' altra volta."

Erano ancora li, Arath e Lucretia, quest' ultima tentava di insegnare all' altro la giusta pronuncia della parola "Fuoco", era solo la seconda volta che provava a ripeterla ma trovava particolare difficoltà con le parole che iniziavano con un tono alto e poi andavano a scendere, questa era proprio una di quelle e Lucretia era fermissima proprio per questo: Doveva imparare ad avere dimestichezza con tutte le parole del Potere, non solo quelle che gli erano facili. Da parte sua Arath cercava in tutti i modi di riuscirci ma non sembrava in alcun modo rendere meno flessibile la sua maestra.. e forse aveva ragione davvero lei.

"Daccordo, d'accordo ho capito.."

Ma prima che riuscisse a continuare un lungo suono eccheggio fuori dalle mura: era un Corno da guerra, e non bisognava essere dei geni per capire di chi fosse. Si guardarono entrambi per un terribile attimo, prima di correre verso le scale che portavano alle mura della porta Ovest, era una fortuna che entrambi avessero messo le rispettive armature. Corsero come dei matti e quando salirono trovarono sulle mura oltre cinquecento arcieri, e in mezzo che li attendevano preoccupati, Gora e Vargul entrambi scuri in volto che guardavano una figura solitaria in groppa a un purosangue nero una figura con l'armatura dello stesso colore e una cupola grigia che lo proteggeva, cupola che solo Arath e Lucretia potevano vedere. Con una nota di panico il ragazzo rivide la scena appena prima della presa del Villaggio sulla Catena. Stava per parlare e avvisare il Capitano Gora quando questo gli fece un cenno impercettibile, aveva già capito chi stava avanzando verso di loro.
Una volta che Ratash ebbe fermato il suo cavallo guardò sulle mura, davanti a lui c'era uno schieramento di arceri che lo tenevano sotto tiro, ma colui che guardava davvero era il Capitano Gora, per poi sorridere tranquillo, sarebbe stato più facile di quanto avesse immaginato.

"Capitano Gora, ho sentito molte storie sulle sue gesta.. e devo dire che mi ha impressionato parecchio. Ecco perchè sono venuto io stesso qui davanti a lei, si arrenda, ordini alle sue truppe di mettere giù le armi e di aprire le porte della Fortezza, non può resisterci.. so che credete di avere una possibilità tra di voi, voglio che questo soldato venga portato d'innanzi a me. Si arrenda, adesso!"

Appena il Generale nemico ebbe iniziato a parlare Arath capì che c'era qualcosa che non quadrava, la voce sembrava della stessa sfumatura gentile di Lucretia al loro primo incontro.. era Voce intrisa di Potere! Guardò Lucretia che si affrettò a spostarsi dietro gli arcieri con Arath alle calcagna e alzare le mani oltre le porte, in modo che il Generale nemico non potesse vederli. A un cenno i due iniziarono a bassa voce a formulare l'incantesimo, non sapevano quanto Potere avesse intriso nella propria voce il Generale, ma di sicuro non si sarebbe aspettato un doppio attacco e comunque non di due persone che sapevano parlare la lingua del Potere.

"Gor' ra Thul ko Vaal!"

Spezza l'Incantesimo della Voce! Era quello l'incantesimo giusto per contrastare ciò che stava facendo il Generale, infatti appena prima che lui riuscisse a fare le prime richieste il tono di voce che loro sentirono era tornato quello normale di un ragazzo, mentre l'altro continuava a parlare senza rendersi conto che il suo incantesimo era appena stato spezzato, che le sue parole non avevano più alcun potere sui difensori, che adesso erano anche più determinati di prima: Quei due ragazzi con poche, strane parole erano riusciti a contrastare quel maledetto. Gora alla fine di tutto quello guardò il generale con sfida, in volto un sorriso sicuro, la ragazza aveva mantenuto la prima parte di promessa, potevano iniziare a sperare.

"E così tu pensi che ci arrenderemo così facilmente Generale dell' Inganno? Non ci prostreremo ai tuoi piedi come fanno i vermi che stanno al tuo livello, sparisci e torna dalle tue truppe.. saremo pronti a ricevervi."

A quello Ratash trasalì come se un fulmine lo avesse appena colpito, cosa significava tutto ciò? Non potevano opporsi al suo Volere.. perchè nessuno si era mosso contro Gora? Perchè le porte non erano state aperte... Perchè il suo Potere non aveva funzionato? E se fosse stato il soldato.. il Portatore del Potere, solo lui poteva avere una forza tale da contrastarlo e proteggere tutte quelle persone.
Ma non era possibile, o era caduto in una trappola di quest' ultimo che si era finto ignorante del Potere che aveva oppure aveva usato un contro incantesimo in maniera del tutto istintiva, dannazione.

"La pagherete per quest' insolenza Capitano Gora, ero venuto con una mano aperta per portare la pace, ma avete voluto il pugno di guerra per proteggere una cosa tanto frivola quale la vostra libertà, morirete per avere osato così tanto!"

Detto ciò tornò a rotta di collo verso l'accampamento che intanto era stato allestito dalle sue truppe, più turbato di quanto mai lo fosse stato da li a dieci anni.. quel maledetto continuava a mettergli i bastoni tra le ruote, tutto ciò non andava affatto bene. Soprattutto per lui.
Appena Ratash se ne fu andato lontano abbastanza i difensori esplosero in un ruggito di gioia girandosi verso i loro due salvatori che avevano assistito alla scena con il sorriso sul volto. Avevano visto giusto e il loro Potere insieme aveva contrastato quello minimo che il Generale aveva donato alla propria voce, non avevano nemmeno faticato, era stato facilissimo, ben più di quanto avessero mai creduto. Ma sapevano che in battaglia il Generale sarebbe stato un osso molto duro, lo avevano punto nell' orgoglio e questo poteva renderlo molto pericoloso e incline a usare tutta la sua potenza.

"Devo complimentarvi con voi a quanto pare, ci avete salvati dal diventare le marionette personali di quel folle, spero riuscirete a salvarci anche all' alba di domani.. sarà un lungo giorno."

Disse Gora con un gran sorriso stanco sul volto, guardando la Ladra e Arath,  mentre Vargul annuiva orgoglioso di quei due che avevano appena dimostrato di poter contrastare almeno in parte il Potere del Generale nemico. Le truppe erano state quasi sconvolte nel sentire parlare un ragazzo, ma dopotutto appena a qualche metro da loro avevano due ragazzi che avevano appena salvato tutti loro, percui si erano ripresi in fretta, spiccicando lodi sulla loro bravura e sul loro coraggio, secondo gli ordini del Capitano Gora infatti sarebbero stati in prima linea sulle mura, in modo da rendere inutili gli attacchi del Generale e della Catapulta mentre quest' ultima sarebbe stata bersaglio delle Baliste o degli stessi ragazzi che sarebbero comunque rimasti vicini alle scale e insieme pronti nel peggiore dei casi a ripiegare verso la prima serie di case. Quel giorno Arath non dormì al castello, bensì sulla torretta improvvisata di Lucretia, da dove sarebbero stati più vicini alle mura. Lucretia gli insengò qualche altra parola, poi si coricarono entrambi in attesa dell' alba, entrambi avevano paura ma nessuno lo ammetteva cercando di incoraggiare l'altro.
E si addormentarono tranquilli.

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII: L'assalto di Jartel ***


Arath e Lucretia stavano ancora dormendo, quando vennero svegliati di soprassalto dal rintocco della campana del Castello, era appena l'alba. Si aiutarono a mettersi le armature a vicenda, in modo da fare prima, poi iniziarono a correre per i tetti, Lucretia era esperta del luogo e aveva evocato il Potere su entrambi in modo che non avessero quasi peso, le tegole non avrebbero retto alle loro armature.
Sulle mura in assetto da battaglia c'erano come l'altra volta Gora e cinquecento arcieri, in resto era con Vargul alla porta Est, i soldati sarebbero rimasti giù, gli arcieri avrebbero potuto tranquillamente proteggersi con i merli delle mura. Non battè ciglio quando i due ragazzi arrivarono, riportando poi lo sguardo sulla situazione: Almeno quattrocento arcieri, un centinaio di lanceri e almeno trecento soldati solo contro la porta Ovest, oltre a quell' enorme Catapulta e il Generale nemico.
Tutti stavano aspettando il segnale d'inizio, gli arceri presero le frecce dalle faretre incoccandole pronti a scagliarle come una pioggia mortale contro i nemici, mentre i due ragazzi si preparavano al peggio. Non era la prima volta per Arath ritrovarsi sotto le frecce nemiche, ma stavolta era una sensazione nuova, tutti i difensori che stavano sulle mura confidavano nella forza e nella protezione che sarebbero riusciti a dare da quella dannata catapulta, il loro terrore più profondo.
E il Corno suonò la seconda volta.

****************

 

Ratash da parte sua era tranquillo, aveva ampliato le sue protezioni ed era pronto a uccidere chiunque gli si parasse davanti.. che sapesse usare il Potere o meno, ormai era diventato un problema e lui i problemi li toglieva dalla sua strada. Annuì verso il soldato che teneva il Corno, in attesa di dare il via all' attacco. Quando questo suonò le frecce iniziarono a partire da ambo le parti, gemiti di dolore e urla riempirono la distesa, molte delle frecce dell' Esercito del Sole andarono a segno, i soldati nemici che cadevano copiosi mentre i soldati del Sole si riparavano dietro i merli, solo due vennero colpiti e caddero dalle mura.
Ratash naturalmente era illeso alla testa dell' esercito, guardava sulle mura, erano in una situazione strategica.. ma non sarebbero potuti resistere ancora a lungo, la sua catapulta per quanto il suo raggio d'azione fosse elevato non avrebbe potuto entrare in azione senza venire colpita dalle Baliste sulle torri, ma i suoi arcieri stavano cadendo come mosche.. la schermaglia stava andando male per lui.
Si portò al fianco della catapulta, in modo da poter parlare con il soldato che era addetto alla leva.

"Questo è il momento, scaglia il masso infuocato!"

L'altro si limitò ad annuire per poi eseguire, il masso iniziò la sua salita.. senza però perdere momentaneamente quota, volando verso le mura indifese della Fortezza.. quei massi erano Incantati da lui, all' impatto sarebbero esplosi con forza distruggendo le mura. Per quanto queste potessero essere protette infatti non potevano sostenere un colpo del genere.. e anche il soldato con il Potere avrebbe avuto un piccolo contrattempo. Infatti Ratash non si era limitato a dare più spinta al masso, ma lo stava personalmente sostenendo nella sua avanzata, per quanto questo potesse essere complicato. Avrebbero fatto breccia, questo era poco ma sicuro... non gli erano mai piaciuti gli assedi duraturi, non aveva senso aspettare che gli arcieri sulle mura sterminassero i suoi uomini.
 

****************
 

Ma quello che non poteva sapere è che erano in due a combatterlo, purtroppo questa volta anche con l'aiuto di Lucretia Arath dovette lasciare perdere l'idea di fermare il masso, la potenza del Generale nemico era troppo elevata, avevano tentato di rallentarlo quando era appena partito dalla catapulta, ma avevano dovuto rapidamente cambiare strategia.. se di fermarlo non c'era verso potevano però isolare l'esplosione che questo avrebbe causato una volta arrivato sulle mura. Così i ragazzi fecero: entrambi avevano capito cosa dovevano fare, alzarono le mani in modo da comprendere l'intero masso nel loro incantesimo.

"Root ko hael!"

In un istante il masso fu avvolto da un' alone color porpora, i soldati guardarono esterrefatti il masso che, una volta arrivato contro le mura, produsse sono un forte colpo come un masso normale e poi esplose.. ma senza distruggere le mura, l'esplosione avvenne interamente all' interno della cupola porpora che una volta finito il tutto scomparve. I due ragazzi un po' più stanchi ma decisamente contenti del risultato sorrisero, mentre un' altra salva di frecce volava contro il nemico dagli arcieri adesso decisamente più sicuri. Il Generale nemico era scioccato, come diavolo aveva fatto quel maledetto.. la sua arma.. aveva vanificato la potenza della sua arma!!
Un urlo disumano uscì dalla bocca di Ratash quando si riprese da una sorta di blocco totale del corpo, gli occhi adesso accesi di una luce folle. Fece impennare il cavallo, andando verso uno dei suoi lanceri e prendendogli di mano l'arma, per poi dirigersi al galoppo verso la porta Ovest sotto lo sguardo incredulo sia dei soldati suo Esercito che di quello del Sole che tentarono di fermarlo lanciandogli addosso un' intero sciame di frecce. Nessuna di queste bloccò la sua avanzata, che terminò a una trantina di metri dalla porta, la lancia improvvisamente circondata da lampi rossi come il sangue, appena prima che la lanciasse.
Con un boato da far accapponare la pelle la porta Ovest esplose con violenza innaudita, tanto da far tremare anche le mura e i soldati sopra di esse. Il silenzio era assoluto, entrambi gli eserciti erano sconvolti: I Liberatori perchè adesso sarebbero potuti entrare tranquillamente in città, i Soldati del Sole perchè la loro prima linea di difesa era appena stata disintegrata da quel demonio in armatura nera. Poi Ratash estrasse la spada e gridò ai suoi uomini rompendo il silenzio come una lama nel petto dei difensori.

"Uccideteli tutti! Che muoiano per avermi osato sfidare!"

I "Liberatori" sembrarono riscuotersi dallo sconcerto sentendo l'ordine che loro dovevano eseguire fino alla morte, ucciderli tutti, vendicare l'onta che quei vermi avevano osato fare al loro Generale, non avrebbero avuto alcuna pietà. L'Esercito si lanciò con un urlo in una corsa folle verso la porta ormai distrutta, mentre gli arcieri sulle mura tentavano di uccidere quanti più soldati potevano, ma era inutile, erano troppi persino per loro, che intanto stavano vendendo falciati e buttati giù dalle mura a gruppi di dieci: Il Generale stava scatenando la sua ira su chi aveva osato tanto contro di lui, non era riuscito a uccidere Gora perchè qualcosa lo aveva protetto da una sua spinta che l'avrebbe fatto volare giù dalle mura.. ma presto avrebbe avuto la sua testa.
 

**************
 

Intanto i ragazzi insieme a Gora e una cinquantina di arcieri erano scesi in tempo per evitare l'ira del Generale nemico.. avevano salvato questi ultimi unendo come sempre le loro forze nel generare uno scudo protettivo il tempo necessario perchè questi si lanciassero giù dalle scale, per gli altri non potevano fare niente, quel tipo era troppo forte, avrebbero dovuto attendere che lui si indebolisse nello sfogare la sua rabbia, poi avrebbero potuto prenderlo in un tiro incrociato.. se fossero riusciti a sopravvivere. Si riunirono con i loro soldati appena in tempo, poco dopo infatti apparvero quelli nemici che si fiondarono rapidamente sulla prima linea di spadaccini. Arath e Lucretia si buttarono nella mischia velocemente, tanto che Gora non potè fare altro che guardare impotente i due ragazzi che facevano scempio dei nemici insieme agli altri soldati. La ladra era uno spettacolo in combattimento, ogni volta che il pugnale lampeggiava un soldato nemico cadeva, Arath non era da meno, parava e contrattaccava con sicurezza, passando sotto la guardia nemica e abbattendoli uno dopo l'altro. Gora era strabiliato. Finì in fretta, dopotutto erano appena una quarantina di nemici, nelle vicinanze i suoni della battaglia proseguivano. Nella città si iniziavano a spargere incendi, molte delle truppe dell' esercito nemico non avevano trovato  Ma il problema non era il numero dei nemici, che era appena sopra il loro, ma la loro ferocia: l'ordine impartito era di uccidere tutti e questi cercavano di eseguirlo fino alla morte. Non si stancavano mai, erano sempre pronti a rialzarsi finchè non ricevevano un colpo fatale, ma non ignoravano le ferite e questo era già qualcosa, il tempo che questi si contorcevano per il dolore serviva ai Soldati del Sole per abbatterli definitivamente.
Piano piano però iniziarono a indietreggiare, l'arrivo dei lanceri fu devastante, i soldati del Sole non potevano più attaccare a colpo sicuro come prima, incalzati dalle lunghe lance.
Si iniziavano ad avvicinare al Castello, una volta arrivati li sarebbe stato il capolinea, non sarebbero potuti arretrare oltre. E Gora questo lo sapeva bene.
Ma mentre stavano indietreggiando dei fischi riempirono l'aria, poi una ventina di soldati e lanceri Liberali caddero a terra visibilmente morti. Arath voltò lo sguardo e quasi non credette ai propri occhi, Vargul era sul tetto del Castello insieme a una ventina di arcieri. Aveva abbandonato la Porta Est non appena aveva sentito l'esplosione portandosi dietro quei pochi uomini, quanti bastavano per coprire la ritirata di Gora e dargli la possibilità di contrattaccare, la Porta Est non sarebbe caduta a quanto pare, e una volta sventata la minaccia dell' assalto da quel lato metà dei soldati sulle mura sarebbero arrivati.
Gora non perse tempo, i suoi uomini si lanciarono sui soldati nemici mentre questi venivano ancora decimati sotto le frecce, queste ultime smisero di venire scagliate una volta che i soldati si scontrarono. La battaglia finalmente sembrava essersi riequilibrata finalmente, il nemico non riusciva più avanzare, anzi, lentamente iniziarono anche a indietreggiare. Gora aveva deciso però di tenere i fuori dalla battaglia, non avrebbero dovuto stancarsi, anzi dovevano riprendere fiato mentre riconquistavano terreno. Non ci avrebbe mai creduto se non lo avesse visto con i propri occhi.
Dopo qualche minuto i difensori erano riusciti a riprendere metà del terreno che avevano perso da quando la battaglia all' interno della Fortezza, non senza perdite, ma decisamente meno ingenti di quelle subite dai nemici, che adesso senza l'aiuto dei loro fidati lanceri cadevano rapidamente sotto i colpi degli Elite dei Guerrieri del sole. E quando i nemici tentarono di riorganizzarsi riunendosi in una grande piazza, dirigendosi contro la squadra del Capitano Gora un rumore di zoccoli fece tremare l'aria: Le truppe di rinforzo dalla parte Est erano arrivate! Più di trecentocinquanta cavalieri in tenuta pesante presero dai fianchi le truppe nemiche, le quali iniziarono a difendersi dai nuovi arrivati, i quali per quanto numerosi e forti non riuscirono totalmente a imporsi, visto che il nemico aveva avuto la stessa identica idea: I cavalieri che avevano avuto l'ordine di accerchiare i soldati nemici erano stati accerchiati a loro volta. Gora strinse i pugni, era stato giocato, i suoi rinforzi adesso erano troppo occupati con i nuovi arrivati per aiutarli, avrebbero dovuto pensarci ancora loro. Ma ancora prima che potesse fare un passo diverse persone volarono in aria, scagliate con una forza tanto forte che persino Gora, nelle retrovie riuscì a sentire l'aria che si spostava.
Davanti a loro, nel mezzo di quella battaglia senza quartiere c'era Ratash, aveva abbandonato l'elmo e adesso potevano vederlo in volto, un volto distorto dalla rabbia e dall' ira, aveva scagliato via persino i suoi stessi alleati per avanzare verso Gora, il quale ordinò alle truppe di ritirarsi, mentre Arath e Lucretia avanzavano verso il Generale nemico, visibilmente stanco, avrebbero provveduto a tenerlo lontano da Gora e i suoi uomini, insieme potevano riuscire a battelo. Per tutta risposta l'altro evocò senza una parola un globo di fuoco del diametro di un metro e mezzo, sparandolo verso Arath, il quale creò rapidamente e con poche decise parole uno scudo argentato contro il quale il globò si andò a infrangere. Sul volto di Ratash era apparso un sorriso assassino, era lui allora quello che cercava.. molto bene, non gli importava sapere che fosse la ragazza, la avrebbe tolta di mezzo. Alzò una mano urlando una semplice parola "Kairì", poi dal suo palmo partì un fulmine diretto verso Lucretia, la quale non creò uno scudo, bensì formulò una vera e propria frase, di quelle che aveva detto al ragazzo che raramente si usavano durante una battaglia, il fulmine cambiò di un paio di gradi la propria direzione, per poi girarle attorno e tornare alla stessa velocità verso l'evocatore. Gli occhi di quest' ultimo si allargarono per lo spavento, mentre si toglieva rapidamente dalla traettoria, il fulmine che gli passava a tre pollici di distanza dall' armatura, rallentando di poco e andando a colpire un soldato che stava combattendo contro un cavaliere del Sole.
Le protezioni di Ratash erano state appena spazzate via dal suo stesso incantesimo!
Ora ratash non sorrideva più, non aveva contro un solo detentore del Potere, bensì due.. e decisamente, la più potente era sicuramente la ragazza, ora capiva come avevano fatto a contenere la sua esplosione. ma le cose adesso si complicavano alquanto: era stanco, provato e aveva sprecato molte energie sfogando la sua rabbia contro semplici soldati, sarebbe riuscito facilmente a battere uno dei due.. ma entrambi? Prese la spada che scintillò sinistra, mentre nell' altra mano caricava una spirale di fulmini, voleva vedere quanto erano potenti quei due.. ma stava anche rischiando e lo sapeva.
Scagliò il Potere su entrambi, i fulmini che si dirigevano verso i due potenti e minacciosi, ma sia Arath che Lucretia erano pronti, mentre dalle mani del ragazzo una volta formulato l'incantesimo uscivano fiamme roventi, da quelle della Ladra uscivano gli stessi fulmini lanciati dal Generale. Inutile dire che questi tre incantesimi si scontrarono tra di loro, i fulmini di Lucretia e le fiamme di Arath che vorticavano contro l'incantesimo di Ratash, visibilmente in difficoltà. Poi tutti e tre vennero sbalzati indietro da un' esplosione, i tre incantesimi insieme avevano creato una voragine lunga sei metri, larga tre e alta quasi due, era impossibile per loro attraversarla con sicurezza, una volta arrivati alla salita l'altro avrebbe potuto facilmente portarsi in una situazione di vantaggio particolarmente elevata, l'unico modo era aggirarla. Arath e Lucretia passarono per i due lati mentre Ratash indietreggiava in modo da non essere preso dai lati, l'unica possibilità adesso era lo scontro corpo a corpo, quei due erano troppo potenti insieme, combattendo con il Potere sarebbe stato sconfitto con facilità, mentre le loro due forze insieme avrebbero dimezzato le fatiche.
Ratash combatteva di forza, mirando con fendenti potenti a disarmare o uccidere, i suoi colpi erano come quelli di un maglio, pericolosi e potenti, tanto da creare piccole raffiche d'aria ogni volta che sferrava un attacco. Arath e Lucretia invece agivano di velocità e di precisione, mirando a scoprire i punti deboli dell' altro che però continuava a minacciare gravemente la vita dei due, ben più di una volta Lucretia dovette tirare indietro Arath in modo da evitargli di essere decapitato e lo stesso fece il ragazzo in un paio di occasioni con la Ladra. Le spade iniziavano a divenire pesanti, avevano combattuto molto tutti e tre, chi con il Potere chi con la spada. Infine un colpo riuscì a raggiungere Lucretia alla spalla, provocandole una ferita non molto profonda, ma decisamente dolorosa. Ratash sfruttò l'occasione e con un movimento della mano la Ladra venne scagliata a una decina di metri di distanza per poi atterrare senza un lamento. Ratash non poteva sapere che quell' errore gli sarebbe costato caro.
Arath infatti vedendo la scena, senza poter fare nulla si scagliò contro l'altro ragazzo, che venne preso alla sprovvista e riuscì a malapena a deviare il colpo di spada, prima di sentire l'urlo inferocito dell' altro che lo colse totalmente di sorpresa.

"Crath Rooth ko Fogrh!"

Il Generale venne scagliato all' indietro, mentre quello che appariva come un muro di fiamme del diametro di due metri lo prendeva in pieno, Arath gli era appena a un metro e mezzo di distanza, nessuna possibilità per Ratash di proteggersi o evitare il colpo. Venne sbattuto a quindici metri di distanza, l'armatura fumante e il volto terribilmente ustionato dalla parte sinistra, un' ustione che partiva da metà fronte e arrivava fino a sotto l'occhio, era riuscito a chiudere gli occhi in tempo perchè il fuoco non li investisse, ma era stremato e terribilmente ferito, avrebbe avuto bisogno di tempo per riprendersi. Strinse la spada, guardando con odio quel ragazzo che era riuscito a batterlo, sarebbe ritornato, avrebbe riformato l'esercito e, una volta diventato più forte, gliel' avrebbe fatta pagare. Con poche parole e usando le restanti forze Ratash svanì in un lampo che abbagliò per qualche istante Arath. lasciandolo senza parole, stordito e stanco come non mai. Si appoggiò a una casa per riprendere almeno il fiato, visto che i suoi polmoni sembravano essersi totalmente svuotati, per poi iniziare a dirigersi verso Lucretia con passo incerto, la vista che iniziava ad annebbiarsi mentre l'adrenalina che fino a qualche attimo prima lo percorreva svaniva con una velocità impressionante.
Avanzò per poi inginocchiarsi vicino a lei, la ferita sanguinava parecchio, ma sembrava viva.. il petto si abbassava e si alzava, anche se decisamente più veloce del normale.. era solo svenuta. Un sorriso di sollievo attraversò il ragazzo prima di cadere a poca distanza dalla Ladra, svenendo per la mancanza di forze.
Gora e Vargul arrivarono poco dopo, dirigendosi di gran carriera verso i due ragazzi per terra, fecero portare la Ladra e Arath su due barelle, diretti verso il castello dove c'era ancora l'unico medico della Fortezza. Erano sopravvissuti, quella ragazza aveva mantenuto tutte le sue promesse in maniera esemplare, ancora meglio: aveva fatto fuggire il Generale nemico. Quella era la prima sconfitta dell' Esercito dei "Liberatori" da dieci anni a quella parte, uno dei più grandi risultati che avessero mai ottenuto, avrebbero cantato di quel giorno fino alla loro morte, e le generazioni dopo di loro avrebbero fatto lo stesso. Adesso doveva però mantenere la sua di parola, lasciando andare una volta che si fossero rimessi in sesto la Ladra di Jartel e Arath in direzione delle Rovine di Katnum, in attesa di potere riuscire a contrattaccare nei territori dell' Impero Liberale.. e riprendersi oltre le loro terre anche la rivincita per tutto ciò che avevano passato. Il resto dell' Esercito nemico si era ritirato infatti verso quei territori, i "Liberatori" sopravvissuti alla battaglia non appena avevano visto il lampo che aveva decretato la fuga del loro Generale si erano ritirati in massa, come eseguendo un' ordine programmato da tempo.
Adesso era il loro momento di attaccare.

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