I'm gonna wake up dead!

di Kitsune911
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In a horror movie ***
Capitolo 2: *** Just survive till Pierre comes ***
Capitolo 3: *** It's you and me. Without any monster! ***



Capitolo 1
*** In a horror movie ***


Premessa: L’ho scritta di notte… e si vede! XD

 

 

In a horror movie

 

Stanco. Questa era l’unica parola che avrebbe potuto descriverlo in quel momento. O anche esausto. E assonnato. E forse anche un po’ delirante. E anche strano, perché no?

Ecco, strano. Era decisamente strano che si sentisse così dopo un concerto. David dopo un concerto era allegro, felice, esaltato, saltellante, ancora pieno di energie, di certo non stanco, esausto, assonnato, delirante e strano.

Non capiva cosa fosse andato storto quella sera. Aveva suonato le solite canzoni, cantato le solite parti, sparato le solite cazzate. Come al solito si era infilato una mano nelle mutande in I’m just a kid e buttato nella folla in I’d do anything.

Dove aveva usato tutte le sue energie allora? Non aveva neanche giocato con Pierre    ;)

E poi, sbadigliando come un gatto, si ricordò della pastiglia che Chuck gli aveva cacciato giù a forza qualche ora prima.
Chuck! Lo aveva drogato! Era un piano malefico del batterista!

Lo aveva sentito che si lamentava del fatto che fosse sempre iperattivo e che non stesse zitto un secondo e poi… - David si immaginò una musichetta piena di suspence nella sua testa – TRAAACK! Gli aveva infilato una pasticca in bocca e lo aveva costretto a mandarla giù.
Si guardò attorno con gli occhi sbarrati. Potevano attaccarlo alle spalle, doveva stare attento.

Era già stato fortunato a sopravvivere all’attentato di Chuck.

Rotolando e strisciando per terra si avvicinò di soppiatto al salottino del bus, dov’era il resto della band. La porta scorrevole era chiusa. Sicuramente stavano tramando qualcosa contro di lui!
Delle risate! Pensavano a come si sarebbero divertiti ad ucciderlo…!
Chissà come aveva potuto convivere con quei tipi loschi senza accorgersi che lo volevano morto.

In realtà aveva sempre sospettato che Chuck e Seb lo odiassero, ma di Jeff e Pierre si fidava. Come avevano potuto fargli questo?
Era certo che avessero aderito tutti al piano malefico del batterista.

Continuava a sentire delle risate provenire da dietro la porta.

Lottando contro l’effetto della droga, la aprì leggermente per poter vedere dentro. D’un tratto si rese conto che anche i suoi nemici avrebbero potuto vederlo. Si alzò di scatto da terra e corse barcollando a spegnere la luce. Ora era al sicuro. Lui non riusciva più a vedersi, quindi era invisibile.

Si ributtò per terra e rotolò ancora verso la porta, urtando il tavolo con una gamba, il muro con un braccio e la testa contro la porta stessa.

Rimase incosciente per alcuni minuti.

Quando si risvegliò, i 4 serial killer erano ancora nelle stesse posizioni di prima, con gli occhi fissi sullo schermo della televisione. Guardavano un cartone animato.

Magari era da lì che traevano l’ispirazione per progettare la sua morte! Sì… quel bambino con la testa ovale era il loro capo…

Scrutò la faccia di Pierre. Doveva aspettarselo che prima o poi l’avrebbe tradito. E anche quello pelato… quel Jeff… non gli era mai piaciuto, in fondo…

Ormai David lottava per tenere gli occhi aperti. Si tirò uno schiaffo per tenersi sveglio. Il dolore alla guancia –oltre che alla gamba, al braccio e alla testa- lo avrebbe aiutato a restare concentrato.

Non poteva permettersi di dormire, o avrebbe rischiato di svegliarsi morto.

Spostò lo sguardo su Chuck, il più cattivo di tutti. Fingeva di guardare quel cartone, ma in realtà aspettava il momento opportuno per attaccarlo.

E quel Seb, poi… lui non aveva la faccia pericolosa, dopotutto…

Ma ad un certo punto guardò nella sua direzione.

David si buttò all’indietro, picchiando ancora la testa contro al pavimento.

Lo aveva visto?! Lo aveva visto !?!?! Doveva scappare!! Era arrivata la sua fine!

Si alzò in piedi con la testa che girava per l’effetto della droga –e delle botte che aveva picchiato-. Ricadde per terra.

Sentendosi come un topo in gabbia si riavvicinò alla porta e sbirciò dentro. Seb era ancora lì. Forse l’aveva scampata, per il momento.

Non sapeva più cosa fare, non capiva più niente.

Decise che non sarebbe scappato.

Se era giunto il suo momento, gli sarebbe andato incontro.

Si alzò, spalancò la porta ed entrò nella stanza, sotto gli occhi confusi degli altri 4, che si chiedevano cosa stesse facendo per fare tutto quel casino.

Barcollò fino al divano e si sedette accanto a Pierre, sperando che dopotutto il cantante gli volesse abbastanza bene da dargli una morte indolore.

Forse già la droga che aveva in circolo lo stava uccidendo, per questo si sentiva sempre più stanco…

Si strinse le ginocchia al petto e aspettò. Perché ci metteva tanto? Perché non lo finiva?

Dopo due minuti ancora respirava.

Scoppiò a piangere.

“David, cosa c’è, piccolo?”

Pierre aveva un tono preoccupato. Temeva forse che la droga non fosse abbastanza potente?

“Uccidetemi! Dai, sono stufo, tanto lo so che mi volete morto, facciamola finita e basta!”

Tutti si scambiarono sguardi esterrefatti.

Pierre gli sollevò il mento per guardarlo in faccia.

“E’ strafatto! Guardate che occhi!!”

In effetti le pupille di David erano così dilatate da nascondere l’iride.

“Oh, merda…”

“Che c’è Chuck?”

Il batterista aveva l’aria colpevole.

“Gli ho dato un Ritalin prima del concerto… volevo solo farlo calmare un po’…!”

“Uno intero? Ma sei pazzo? Deve prenderne un quarto ogni tre giorni, pezzo d’imbecille!! Me lo ammazzi così!!”

Pierre era fuori di sé. Il suo povero bassista stava vivendo in un film horror chissà da quanto, ormai.

Era terrorizzato, lo sentiva tremare accanto a se.

“Vieni Dave”

Lo sollevò quasi di peso per portarlo a letto.

“Dormi. Nessuno ti farà del male, te lo prometto.”

David si agitò.

“NO! No, Chuck vuole uccidermi! E anche Seb! Prima mi ha guardato, mi ha spaventato a morte! E anche Jeff! Vuole strapparmi tutti i capelli per farci una parrucca!! Mi sveglierò morto, vedrai!”

Pierre non sapeva se ridere o piangere. Non l’aveva mai visto così spaventato.

“Resto qua con te, ok? Ti proteggo io da quei cattivi…”

Si sdraiò accanto al più piccolo.

“Dormi, non aver paura…”

David finalmente si abbandonò all’effetto della “droga”.

Pierre era abbastanza convincente. D’altronde, se proprio doveva svegliarsi morto, era contento di passare la sua ultima notte accoccolato accanto a lui.

 

 

 

 

Un finale semi-Hott Baguettes proprio non poteva mancare, no?

E il bambino con la testa ovale è Stewie dei Griffin! XD

Il Ritalin è una medicina che si usa per curare l’ADD, non so né che effetti abbia né in che dosi vada presa, ma non sapevo in che altro modo drogare Dave… che uso sempre come cavia, tra l’altro! Povero…

Stavo quasi pensando ad un seguito, ma prima voglio sapere se vi è piaciuta questa, per cui… RECENSITE RECENSITE RECENSITE!!!

 

(E anche l’altra mia ff comico-idiota Zebra Painting se non l’avete ancora fatto u__u) 

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Capitolo 2
*** Just survive till Pierre comes ***


Secondo capitolo! Non mi sembra divertente come il primo… ç__ç Cercherò di migliorare con il terzo! Come al solito, se vi piace non dovete fare altro che recensire e io posterò il prima possibile il seguito! ;)

 

 

Just survive till Pierre comes

 

Era mattina ormai. Pierre si svegliò con David tra le braccia. Aveva avuto incubi tutta la notte; si svegliava di soprassalto, spaventato, e si guardava intorno con gli occhi sbarrati, temendo che qualcuno volesse fargli del male.

Pierre cercava di calmarlo, ma non era facile se il bassista non si fidava molto neanche di lui. Aveva provato a spiegargli che era colpa del Ritalin se si sentiva così, ma David era convinto che fossero tutti assassini e niente gli avrebbe fatto cambiare idea.

Il cantante si alzò e trovò Jeff, Seb e Chuck già svegli, nel salottino.

“Non chiudiamo la porta se no quello pensa che lo vogliamo ammazzare!”, esordì Jeff sghignazzando.

Pierre lo fulminò con lo sguardo.

“Non c’è niente da ridere, testa pelata! È terrorizzato, pensa che tu voglia farti una parrucca coi suoi capelli!”

Non ottenne altro che far ridere l’altro più forte.

“E oggi abbiamo un’intervista, vi sembra in grado di venire?”

“Posso restare qua io con lui…”
”No, Chuck, meglio di no… Sei quello che lo spaventa di più…”

“Resto io!”, si offrì Seb.

Pierre scosse la testa.

“No, ha paura dei tuoi occhi…”
Il piccolo Sebby ci rimase male.

“Ma come? Gli sono sempre piaciuti!”

“Sì, ma è drogatooo!! Non capisce più una cippa!! ED E’ TUTTA COLPA DI CHUCK!! Resterei io, ma non posso mancare alle interviste, lo sapete anche voi…”

Il saggio Seb parlò di nuovo.

“Resta Jeff! Pensa che voglia strappargli i capelli, non proprio ucciderlo, no? È il meno peggio, secondo me…” 

Tutti guardarono Jeff, che riprese a sghignazzare come un mongolo.

“Oohh, sìì, ci divertiremo!”

“Se quando torno scopro che gli hai fatto qualcosa che non dovevi ti appendo al muro, intesi?”

“Tranquillo, Bouvier, te lo tratto bene il tuo ragazzo”

 

David, dal suo letto, stava ascoltando tutto.

Pierre! Come poteva abbandonarlo così? Lo avrebbe lasciato solo col pelato per chissà quanto tempo! Non sarebbe mai riuscito a sopravvivere fino al suo ritorno!

Lo sapeva… Lo sapeva che non poteva fidarsi neanche di lui… Erano tutti uguali, lì pronti a fargli del male.

E cosa doveva fare lui ora? Scappare fuori dal bus e sperare che non lo raggiungessero o rimanere lì e magari fare finta di dormire?

Il resto della band si stava avvicinando alla porta, ormai, bloccandogli la via d’uscita. Non poteva fare altro che stare lì.

Poi, sentì dei passi avvicinarsi… Il cuore cominciò a battergli all’impazzata.

Era Chuck! No, era quello con gli occhi di ghiaccio! O quello pelato!

Quando la tenda che chiudeva il letto venne aperta da Pierre tirò un sospiro di sollievo e gli gettò le braccia al collo.

“Non lasciarmi qua con Jeff! Ti prego… ho paura… resta con me, non andartene! Non abbandonarmi!”

Pierre lo strinse forte.

“Non posso stare qua, tesoro… tornerò presto, vedrai. E non devi avere paura di Jeff, lui non ti fa niente! “
David non si staccava più da lui.

Continuò a stringerlo a sé, finchè Chuck non lo chiamò per andare all’intervista.

“Ti voglio bene. Torno presto…”

Un bacio sulla guancia e Pierre se ne era andato.

David rimase immobile. Sentiva Jeff fischiettare come nei migliori film horror. Non voleva alzarsi, era pericoloso là fuori.

“Daaaaviiid?”

Trattenne il fiato, con il cuore in gola. Rimase lì qualche minuto. Sembrava che Jeff stesse affilando un coltello.
Lo voleva uccidere! Ecco, ora era veramente giunta la sua ora. D’altronde era già stato un miracolo che fosse sopravvissuto alla sera prima e alla notte, non poteva pretendere di vedere anche la fine di un altro giorno…

Andava bene così. Magari sarebbe andato in un posto migliore, pieno di bassi sempre accordati… O magari sarebbe diventato un fantasma e avrebbe perseguitato il suo assassino e i suoi colleghi.

Avrebbe disegnato dei capelli sulla testa di Jeff con il pennarello indelebile, avrebbe messo delle lenti a contatto colorate a Seb mentre dormiva e avrebbe rotto tutte le bacchette a Chuck. O avrebbe strappato le penne ad una gallina e le avrebbe attaccate alla pelata del killer… E avrebbe passato le sue giornate a fissare Seb per farlo sentire osservato –lo sanno tutti che se un fantasma ti guarda tu te ne accorgi -  e Chuck… avrebbe fatto finta di accoltellarlo ogni due ore, ecco.

A Pierre non avrebbe fatto niente. Lui lo aveva difeso ed era sempre stato carino con lui…

Ritornò alla realtà quando sentì dei passi sempre più vicini a lui.

Merda! Stava venendo ad accoltellarlo! Improvvisamente l’idea di diventare un fantasma perse tutto il suo fascino.

Jeff spalancò la tenda del letto. In mano non aveva un coltello, ma un’enorme forbice.

“E’ ora di spuntare un po’ i capelli, Dave, non credi?”

Urlò con quanto fiato aveva nei polmoni. Rotolò giù dal letto e corse verso la porta. Non si apriva! L’aveva bloccato dentro! Era in trappola, non aveva altre vie di fuga.

Jeff gli andava incontro con una lentezza esasperante.

David scivolò lungo la porta e si rannicchiò sul pavimento, con gli occhi fissi sulla forbice con cui il chitarrista lo minacciava.

Jeff continuava ad avanzare, sempre più lentamente, finchè non si fermò a pochi passi da lui. Si sedette per terra e cominciò a ridere.

“Ahahahaha oddioo… ahahaha de-devi vedere la tua faccia! Ahahahaha….”

David non capiva. Ma allora non l’avrebbe ucciso!?! Voleva solo spaventarlo, quel bastardo! Beh, ci era riuscito…

 

Nel frattempo Pierre stava tornando con gli altri al tour bus. Per fortuna l’intervista era durata poco ed era stato via solo un’ora. Sperava che Jeff non avesse fatto casini. Non voleva vedere David spaventato come la sera prima, voleva che si sentisse sempre al sicuro. Sapeva che normalmente era così, era stato il Ritalin a mandarlo fuori di testa, però si sentiva in colpa per averlo lasciato solo con una persona di cui aveva paura, anche se era Jeff.

Una volta arrivati, Pierre si precipitò dentro al bus, scontrandosi con il chitarrista.

“Dov’è, come sta e cosa gli hai fatto?”
”E’ sul divano, sta bene e non gli ho fatto niente”

Pierre lo guardò sospettoso –sapeva che stava mentendo, glielo leggeva negli occhi-, e poi andò da David.

Qualcosa non andava. Aveva le pupille ancora più dilatate del giorno prima.

Appena lo vide, il bassista gli saltò in braccio.

“Pierre! Sei tornato!” Sorrideva.

“Hey piccolo, tutto ok?”

David annuì.

“Jeff mi ha spaventato a morte, ma poi mi ha dato una pastiglia e ora non mi fa più paura nessuno…”

Pierre spalancò gli occhi.

“Aspettami qui…”

Andò a passo di carica verso Jeff.

“Lo sapevo! Sei la solita testa di cazzo, cosa hai fatto?”

“Ooohhh, mi sono solo divertito un po’ a spaventarlo, quando ci capita ancora un’occasione del genere?!”

“E dopo che l’hai spaventato cosa hai fatto?”

Pierre era furioso.

“Poi mi dispiaceva vederlo lì con la faccia da cucciolo, allora gli ho dato un Ritalin per farlo calmare e ora è tutto a posto…”

“Tutto a posto un cazzo! Ora siamo da capo imbecille, deficiente e idiota che non sei altro!!”
Jeff diede un’occhiata a David, che stava guardando Pierre con uno sguardo da innamorato.

“Oh-oh… non ci avevo pensato…”

Pierre si battè una mano sulla fronte con fare teatrale, solo per evitare di sbattere la testa pelata di Jeff contro al muro.

Tornò da David, che non gli aveva tolto gli occhi di dosso un secondo.

Quasi non fece in tempo a sedersi sul divano che il più piccolo gli era già tra le braccia. Rimasero lì abbracciati per un po’, poi Pierre decise di chiarire subito le cose.

“Dave, guardami… nessuno di noi vuole farti del male, non siamo assassini e non abbiamo la minima intenzione di ucciderti!”

David gli sorrise.

“Ma certo che no, Pierre, lo so!”

Il cantante lo guardò sorpreso. Possibile che l’effetto della nuova pastiglia di Ritalin avesse annullato quello della vecchia?

David continuava ad abbracciarlo.

Era contento che finalmente non avesse più paura di loro e non fosse più sotto gli effetti della “droga”.

Ma poi David gli disse di amarlo e Pierre capì che quello era soltanto l’inizio.

 

 

O.o Pierre incazzato ci va giù un po’ pesante, meglio che cambi il rating!


Volevo precisare che le incoerenze nella storia, ad esempio David che prima ha paura anche di Pierre, poi si fida, poi pensa che lo abbia tradito ecc, e anche Jeff che prima vuole solo i suoi capelli e poi lo vuole uccidere… sono tutte volute, ho cercato di dare l’idea della confusione del povero bassista! XD

 

Grazie mille a chi ha recensito il primo capitolo e a chi recensirà anche questo!! A presto <3

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Capitolo 3
*** It's you and me. Without any monster! ***


Tatatataaaannn!!! 3° capitolo *___* Visto come si è concluso l’altro, questo non può che essere molto hott-baguettoso… Spero che vi piaccia!

 

 

 

It’s you and me. Without any monster!

 

Dopo la sua “dichiarazione-da-strafatto” David non si era più staccato da Pierre. Era sera ormai e tutta la band, seduta comodamente sul divano, stava guardando un film. Il più comodo di tutti sembrava essere proprio David, seduto in braccio a Pierre, con la schiena appoggiata al suo petto. Era lì da ore, per la gioia del cantante, che aveva perso la sensibilità alle gambe già da un pezzo. Ma proprio non ce la faceva a dirgli di spostarsi, per non parlare di buttarlo giù dal divano, poi… Così si limitava ad abbracciarlo da dietro, cercando di muoversi il meno possibile per non disturbarlo. Doveva ammettere che non gli dispiaceva affatto quel contatto, anzi… Lo faceva sentire protetto avere il bassista così vicino a sé ed era sicuro che per lui fosse lo stesso.

Gli altri ogni tanto si lanciavano delle occhiate strane, come se dopo anni non fossero ancora abituati alle loro dimostrazioni d’affetto. Forse, in realtà, si stavano solo chiedendo se David avesse potuto ricominciare a dare di matto da un momento all’altro. Cosa che si chiedeva anche Pierre, tra l’altro, vista la reazione avuta all’ultimo Ritalin…

David, che sembrava più tranquillo che mai, si girò, mettendosi seduto a cavalcioni su di lui e appoggiando la testa nell’incavo del suo collo. Pierre sospirò a quel nuovo contatto, guadagnandosi un’occhiata di Jeff, a cui fece un gestaccio, ricordandogli che non l’aveva ancora perdonato per quel che aveva fatto quella mattina.

Cominciò ad accarezzare piano i capelli al moretto, il cui respiro si fece sempre più lento e regolare.

Rimasero lì così per un’altra ora, finchè Pierre non fu sicuro che il più piccolo fosse profondamente addormentato. A quel punto, si alzò prendendolo in braccio e lo portò nel suo letto, stando attento a non svegliarlo.

Diede la buonanotte agli altri e andò a letto anche lui.
Stava sognando Jeff coi capelli di David –le paranoie del bassista lo avevano contagiato, evidentemente- quando quest’ultimo si infilò nel suo letto. Lo guardò sorpreso, aspettandosi una spiegazione, ma Dave si limitò a guardarlo, come se chiedesse il permesso di restare lì. Pierre gli sorrise, prima di abbracciarlo e farlo mettere comodo accanto a lui.

Dormirono appiccicati uno all’altro tutta la notte e così si svegliarono la mattina dopo.

 

A David la mattina non era mai piaciuta; gli sembrava che fosse sempre troppo presto per fare qualsiasi cosa. Certo, svegliarsi con Pierre l’aveva aiutato molto. E anche l’aver fatto colazione insieme. E anche lo starsene spaparanzati sul divano a guardare i cartoni.

Seb entrò nella stanza sbadigliando, lanciò un’occhiata al moro per assicurarsi che non scappasse via urlando e poi si sedette accanto a Pierre.

David lo guardò malissimo e si avvicinò di più al cantante.

Dopo poco si unì a loro anche Jeff. Il bassista lo seguì con lo sguardo finchè non fu sicuro che si sarebbe seduto il più lontano possibile da Pierre.

Quando il povero Chuck provò a guadagnarsi il posto sul divano che nel frattempo Seb aveva lasciato libero, fu spaventato da una soffiata degna del gatto più incazzato del mondo.

Inutile dire che quel suono agghiacciante proveniva da David.
Chuck si fermò a metà dell’azione, non ancora seduto e non più in piedi.

Tutti gli occhi erano rivolti verso Dave, che si avvicinò ulteriormente a Pierre, con fare protettivo.

Chuck preferì uscire dalla stanza, per non correre rischi. Jeff fece lo stesso, pensando che fosse meglio lasciarli soli.

“Cosa c’è?”

“Non voglio che si avvicinino a te…”

“E perché no?”

David non rispose. Abbassò lo sguardo e si strinse nelle spalle.

“Vieni qui, cucciolo…”
Pierre se lo tirò in braccio come la sera prima. Era solo gelosia, quella del bassista, o c’era qualcosa sotto che non voleva dirgli? Non era possibile che il Ritalin non gli facesse alcun effetto, considerando quello che era successo negli ultimi due giorni… Decise che per il momento non avrebbe indagato.

 

 

Intanto Chuck, Seb e Jeff li guardavano dall’altra stanza.

“E’ andato ancora fuori di testa il nano?”

“Boo, si comporta in modo un po’ strano…”

“E’ David… lui si comporta sempre in modo strano”

“Intendevo ancora più strano del solito!”

“E guardate Pierre come se lo coccola, non si staccano un attimo uno dall’altro! Hott Baguettes non ha mai avuto più senso di ora…”

Si misero tutti a ridere, prima di decidere che avrebbero fatto di tutto per rovinare quei momenti.

Iniziò Jeff. Andò vicino alla coppia e cominciò a stuzzicarli entrambi.

“Ma lo sapete che sembrate gay?” disse con finto tono disgustato. “Andatevene in albergo, per favore”

David si strinse più forte a Pierre, ma nessuno dei due reagì.

“No, seriamente ragazzi, mi fa impressione pensare di dormire vicino a voi stanotte…”
”Non siamo gay, idiota, lo sai benissimo. Finiscila”

Pierre cominciava a infastidirsi.

“Hey, David, vuoi che ti tagli i capelli? Sono un bravo parrucchiere, sai?”

David gli lanciò un’occhiata omicida.

“Vaffanculo, Jeff!”

“Hey, piano con le parole, nanerottolo! Un po’ di rispetto per gli adulti!”

Il bassista sbuffò e si alzo dal divano, causando un gemito di protesta al cantante.
”Nooo… dove vai?”

“Fuori. C’è gente antipatica qui…”

“Ehm… David? Siamo sul bus… in un’autostrada… penso sia un po’ pericoloso uscire…”
David lo guardò fisso per qualche secondo.

“Oh… sì, è vero…”

Chuck, che stava entrando nella stanza in quel momento, scoppiò a ridere.

“Cazzo, Dave, stai messo bene eh?”

“Sì, chissà di chi è la colpa!”
”Non guardare me, è stato Jeff stavolta”

“Ma se tu non mi avessi dato quella maledetta pastiglia la prima volta non sarebbe successo niente!!”

David iniziava ad innervosirsi sul serio. 

Allungò una mano verso Pierre per invitarlo a seguirlo. Lui gli prese la mano e si fece guidare dal più piccolo verso il suo letto.

“Qui va meglio”

“Decisamente”

Non fecero neanche in tempo a mettersi comodi, che Seb cominciò a chiamarli a squarciagola, neanche gli stessero tirando il collo come a una gallina.

Si precipitarono da lui, pensando che fosse successo qualcosa, ma quando lo raggiunsero lo trovarono davanti alla tele che rideva come un pazzo. Stava guardando Spongebob.

“Ahahahahahaha, ma quanto è divertente Spongy? Ahahahaha Patrick poi!”
David e Pierre si lanciarono un’occhiata di pietà.

“Che nessuno provi più a dire che quello drogato sono io!”

Tornarono a letto e Pierre ripensò a quello che aveva detto Dave.

“Ma non sembri drogato come ieri… Sei normale…”

Il bassista lo guardò, indeciso se parlare o no.

“Pierre… cosa vedi là?”

Indicò un punto davanti a sé.

“Il letto di Jeff…”

David sorrise.

“Io vedo tante bellissime lucine colorate che girano in tondo. Ora al centro delle luci c’è un piccolo canguro verde che saltella e balla. E sul soffitto vedo dei topolini che corrono in cerca di formaggio. Sul pavimento invece ci sono dei pinguini che trainano una slitta. Jeff lo vedo come un mostro a 3 teste, tutte pelate naturalmente. Chuck invece lo vedo con in mano una mazza chiodata enorme e con una faccia cattivissima, per questo non volevo che si sedesse vicino a te. E Seb ha 7 occhi dei colori dell’arcobaleno. Fanno paura!

Tu invece coi capelli viola sei bellissimo, Pie”

E lo baciò.

 

 

 

 

 

^__^ Ecco qui il capitolo Hott-Baguettes! Ma quanto stanno bene insieme quei due?! Questo sarà l’ultimo capitolo, ma di certo non la mia ultima fanfiction, per cui… tenetevi pronti a recensire che prima o poi torno!

Intanto, vorrei tanto sapere le vostre opinioni su questo capitolo e sulla storia in generale! J un bacio a tutti i lettori!

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