Los Angeles Adventure

di Beba_Border
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Miami, Jennifer e Chris ***
Capitolo 2: *** Pioggia e lacrime ***
Capitolo 3: *** Un'idea per dimenticare ***
Capitolo 4: *** Arrivederci Miami ***
Capitolo 5: *** Un volo interessante ***
Capitolo 6: *** Un rincontro...particolare ***
Capitolo 7: *** L'arrivo alla... CASA?! ***
Capitolo 8: *** Brividi e nuove conoscenze ***
Capitolo 9: *** Una festa... senza veli ***
Capitolo 10: *** Missione basso profilo... fallita! ***
Capitolo 11: *** Un mattino a sorpresa ***
Capitolo 12: *** Un divano per due ***
Capitolo 13: *** Chiarimenti ***
Capitolo 14: *** Pizza con sorpresa ***
Capitolo 15: *** I will be stronger ***
Capitolo 16: *** Regalo con scoppio ***
Capitolo 17: *** Un funerale, tanti cuori. ***
Capitolo 18: *** Sette anni dopo ***



Capitolo 1
*** Miami, Jennifer e Chris ***


SALVE A TUTTI! 

questa è la mia prima storia ed ho cominciato a scriverla da poco. avviso ce non so ancora come continuerà, scrivo quando mi sento ispirata ma ho già qualche capitolo scritto che provvederò a pubblicare. siccome scrivo quando sono ispirata non posso pormettervi costanza nello scrivere ma farò del mio meglio. SPERO VI PIACCIA E PERDONATEMI SE CI SONO ERRORI DI ORTOGRAFIA =)

 

 

Piccole gocce mi rigano il volto. Lacrime o pioggia? Neanche io saprei dirlo…

  

Piccole onde lambiscono delicatamente la spiaggia di Miami che oggi è più fresca, morbida ed accogliente che mai.

Sono seduta sul mio telo mare con la mia Canon affianco pronta a fotografare il momento in cui il sole comincia a mostrarsi. Adoro le albe e i tramonti: il cielo che si tinge di un alone a metà tra il rosa e l’arancio, mentre il sole, simile a una palla rosso fuoco, occupa il centro della scena come un attore in un film.

L’estate è appena cominciata e questo mi permette di poter indossare solo una semplice canottierina leggera, un paio di shorts di jeans con dei sandali e ovviamente il costume, anche se è solo mattina presto.

Dopo aver scattato le foto all’alba, decido di fare una rilassante passeggiata sulla spiaggia.

Che bella la sensazione calda e morbida dei granelli che mi si attaccano sotto i piedi nudi! Come una dolce carezza.

Mi sto godendo la quiete e la brezza del primo mattino quando, come previsto, dai parcheggi cominciano ad arrivare le urla e le risate di tutti i surfisti e delle loro ragazze frivole e snob.

Come ci si può immaginare i surfisti si lanciano a tutta velocità in mare mostrando i loro bicipiti, mentre le ragazze si svestono e si spalmano la crema solare (anche se il sole è ancora basso nel cielo) e fanno vedere come siano perfetti i loro corpi.

Che noia… le persone così le trovo davvero troppo superficiali, è come se fossero fatti tutti con lo stampino.

Decido che è meglio andarmene, raccolgo le mie cose e mi incammino verso il parcheggio.

Prendo la macchina e vado a casa delle mia migliore amica Jennifer. Oramai è abitudine che tutti i sabati io vada a fare colazione da lei con brioches e cappuccino.

 

Arrivata a casa di Jennifer suono il campanello e ad accogliermi arriva Susan, sua mamma: ha 38 anni, corpo snello ed in forma, lunghi capelli color mogano, occhi leggermente allungati di colore grigio-azzurri con un piccolo neo appena sopra l’occhio destro, labbra sottili e morbide. È una donna davvero bellissima, se penso solo che fa la modella!

Come d’abitudine, mi abbraccia e mi saluta con un’ fare molto giovanile.

“Ciao Kate. Entra pure.”

“Ciao Susan!”. Lei è sempre così cordiale con me, mi fa sentire a casa, per me è come se fosse una seconda mamma.

Vado in camera di Jennifer e la trovo intenta a mettersi lo smalto sulle unghie mentre canta “Livin’ on a prayer” di Bon Jovi. Sempre la solita… si cura sempre del suo aspetto eppure non è come le altre ragazze (come quelle della spiaggia per esempio) che si vantano solo perché hanno corpi da urlo e genitori ricchi.

Ci conosciamo da molto tempo, visto che siamo cresciute assieme, e siamo inseparabili.

Jennifer è una bella ragazza, alta e slanciata, con i capelli lunghissimi di un nero corvino che le incorniciano il viso e sono folti e lucenti. I suoi occhi verdi, che contrastano coi suoi capelli, hanno uno sguardo diretto e sincero.

Jennifer è elegante ma combattiva come nessuno; non ha paura di mostrare il suo lato più maschile sfidando i ragazzi a braccio di ferro e non ha paura di far vedere che sa essere anche una ragazza fine ed educata.

Quando arrivo in camera il vassoio con la colazione è già pronto e così ci sediamo sul letto e cominciamo a mangiare delle deliziose brioches preparate personalmente da Susan. Ogni volta che ne mangio una mi sembra di volare, sono davvero deliziose. Ho sempre cercato di farmi insegnare come farle così buone ma lei mi ha sempre detto che la ricetta è segreta.

“Finalmente la scuola è finita!” esclama Jennifer ad un tratto. Jennifer odia la scuola; o meglio non la odia ma odia il tempo che la scuola ruba alla nostra adolescenza (si, a volte ha pensieri molto strani) “Eh già! Dovremmo pensare a cosa fare durante queste vacanze” dico io.

“Si! Ho un sacco di idee! Potremmo andare a Las Vegas. Ho sempre voluto andarci” Jennifer e le sue solite pazze idee…

“Las Vegas? Mhh… non mi ha mai ispirato particolarmente. Io ho sempre sognato di andare a Los Angeles. Lì le albe ed i tramonti devono essere bellissimi da vedere”.

Jennifer concorda con me ma sappiamo entrambe che non ci possiamo permettere un viaggio simile, però perché non sognare un po’?!

All’improvviso vedo il display del mio cellulare illuminarsi e l’icona del messaggio apparire. Vado alla mia borsa e lo prendo… Chris!

Chris è il mio ragazzo. L’ho conosciuto al liceo e da allora non ci siamo più lasciati. È un ragazzo alto, con capelli corti ed arruffati color biondo cenere e con dei bellissimi occhi verdi.

Il primo giorno del mio nuovo liceo lo vidi subito tra gli altri studenti della Saint James, come non avrei potuto…

Mi stavo guardando in giro spaesata con Jennifer al mio fianco altrettanto spaesata quando ad un tratto mi accorsi di un bellissimo ragazzo che mi stava guardando e che mi sorrideva con un sorriso sincero, tenero e da mozzare il fiato.

Aveva intorno a sé una schiera di ragazze che stavano sbavando per lui, ma Chris non tolse un attimo gli occhi da me; mi fissava così tanto che cominciai a sentire le guance che pian piano si stavano facendo sempre più rosse dall’ imbarazzo. Notai che anche Jennifer guardava meravigliata Chris e quando venne verso di noi mi stavo già preparando per prenderla nel caso fosse svenuta.

Si avvicinò e ci chiese in che classe fossimo e, combinazione, eravamo nella sua stessa classe.

Il giorno dopo a scuola mi chiese di uscire e così dopo un po’ ci mettemmo assieme. Oggi sono due anni che stiamo assieme.

 

Apro il messaggio e leggo: “Ciao amore. Puoi venire da me? Se si, quando riesci?”. Subito gli rispondo che partirò da casa di Jennifer all’istante e che entro una decina di minuti sarò da lui.

Guardo Jennifer e le dico: “Jen devo andare da Chris, scusami. Avrei voluto rimanere ancora un po’”.

Alle mie parole, mi accorgo che nei suoi occhi passa un’ombra strana, che però scompare subito. Che strano.

“Oh, non c’è problema, vai pure. Ci vedremo un’altra volta” mi dice, sbrigativa, con un sorriso.

Mentre guido verso casa sua penso a come festeggeremo i nostri due anni. Andremo a cena fuori? O magari faremo un pic-nic serale sulla spiaggia? Non saprei dirlo. Lui era sempre stato così romantico durante le nostre uscite speciali… mi ricordo che quando avevamo fatto un anno di fidanzamento mi era venuto a prendere a casa, mi aveva bendato e mi aveva portato in macchina fino alla spiaggia. Appena arrivati sentii subito l’odore del mare e sentì che stavamo lasciando la spiaggia per andare su un punto dove vi erano delle rocce. Quando mi tolse la benda fui estasiata: uno spettacolo meraviglioso si aprì davanti a me. Chris aveva trovato un piccolo promontorio dove si era abbastanza nascosti da chiunque ci fosse sulla spiaggia e da dove si poteva vedere la luna che spuntava sull’ oceano. Quindi mi chiedo cosa mai avrà architettato questa volta per stupirmi.

Quando arrivo e lo vedo sul portico, capisco che c’è qualcosa che non va. 

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Capitolo 2
*** Pioggia e lacrime ***


CHIEDO SCUSA IN PRECEDENZA. questo capitolo è più corto dell'altro ma per scelte tecniche ho preferito suddividere così. =) buona lettura! =)

 


Mi fa accomodare sul divano con una serietà sul viso che non gli avevo mai visto. Non capisco come mai abbia questo comportamento e comincio a sentire una tensione che mi sale lungo la schiena. Lui si accomoda davanti a me sulla poltrona e nella stanza cala il silenzio.

Dopo qualche minuto lui cerca di parlare e noto che deve dirmi qualcosa ma non sa come poterlo fare. Mi prende le mani e comincia a parlare.

“Senti Kate, io…”

“Amore, cos’hai? Ti vedo così strano.”

Lui non risponde e mi guarda con occhi strani ed addolorati. Calmati Kate, mi dico, non può essere come pensi tu, c’è sicuramente un’altra spiegazione!

“Ho bisogno di dirti una cosa. So che quello che sto per dirti non ti piacerà e che ti ferirà, ma…”.

No. Non può essere vero! Sta davvero per…

“Vedi, io ti amo, ma ecco… ho trovato qualcuno che amo più di te e con cui sto davvero bene…” mi dice tutto d’un fiato …lasciarmi.

Finisco il mio pensiero un attimo dopo che lui termina di parlare e rimango scioccata.

“Ma, cosa dici? Io… io non so cosa dire…”

“Scusami. Mi dispiace davvero Kate”.

Lo shock si può leggere sul mio volto. Infinite sensazioni in questo momento mi stanno vorticando dentro: dolore, shock, dubbio, rabbia, amore…

“Non è vero!”. Lui mi guarda scioccato e stranito. “No, a te non dispiace affatto. Se ti dispiacesse davvero vorrebbe dire che ci terresti ancora a me e si vede che non è così. Non più almeno!”.

Chris cerca di ribattere ma io non gli lascio possibilità di parola: “Non ti voglio vedere mai più! Non ti avvicinare mai più a me e non sperare che io torni da te!”.

 

Non potendo rimanere lì, corro fuori, prendo la macchina e torno a casa di Jennifer dove, quando Susan nota il mio viso sconvolto e distrutto dal dolore, mi lascia passare senza dirmi nulla.

Corro in camera di Jennifer e le racconto cos’è appena successo ma lei non mostra stupore o dispiacere,anzi, sembra che se lo aspettasse. Non mi abbraccia come fa di solito o non mi incoraggia.

La guardo e rivedo la stessa ombra vista prima nei suoi occhi. Noto che ha lo stesso sguardo ed espressione di Chris.

 

Ed è allora che capisco. Come ho fatto a non pensarci prima? Come ho fatto ad essere così cieca, così stupida, così sciocca? Eppure gli indizi c’erano, erano lampanti. Ci sono stati fin dal primo giorno.

Jennifer è sempre stata attratta da Chris, lo ha anche ammesso, ma quando io e lui ci eravamo messi insieme lei si era accuratamente tirata indietro ed era stata felice per me. Non ci posso credere, è.. è.. semplicemente tremendo.

Non riesco a stare calma: “Sei tu! Sei tu che stai con Chris! Ecco perché prima hai fatto una faccia strana quando ti ho detto che dovevo andare da lui!”.

“Kate, io davvero non volevo! È successo per caso! Te lo giuro, io…” ancora una volta interrompo il discorso. Ora le uniche cose che sento sono rabbia e tradimento.

Le dico: “Mi hai mentito. Tu che mi conosci fin dalla nascita mi hai mentito. Come posso fidarmi ancora di te?”.

Comincio a sentire le lacrime che cercano la via verso i miei occhi e così corro fuori anche da casa di Jennifer.

 

Salgo in macchina e comincio a guidare senza avere una destinazione precisa. Alla fine arrivo alla spiaggia, mi tolgo le scarpe e comincio a camminare a piedi nudi sulla riva. Ha cominciato a piovere…

Così lacrime e gocce cominciano a fondersi sul mio viso fino a che nemmeno io riesco più a capire se stia effettivamente piangendo. Nel mio cuore oramai si è aperta una ferita così profonda che penso mai nessuno riuscirà a guarire.

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Capitolo 3
*** Un'idea per dimenticare ***


Ecco il continuo =) Come sempre spero vi piaccia!

 

 

“Los Angeles?!” mia madre rimane sconvolta dalla notizia.

“Sì, Los Angeles” rispondo.

L’ho deciso qualche giorno fa. Ero sdraiata sul mio letto, sperando di riuscire a dimenticare ciò che mi era successo e che stava straziandomi il cuore.

Ma non è stato così. Migliaia di pensieri continuavano ad assalirmi la mente.

A niente era servita la musica nelle orecchie: il rimbombo che i miei ricordi provocavano nel mio cuore era troppo forte.

Avevo appena passato una delle giornate più brutte della mia vita. Avrei voluto urlare tutta la mia rabbia, liberarmi di quel dolore e di tutti i miei . Non sapevo se mi faceva più male il fatto che il mio ragazzo mi avesse tradita o che l’avesse fatto con la mia migliore amica. Ho preso a pugni la mia scrivania, incurante delle nocche sbucciate che mi bruciavano. D’altronde, non era un modo per infliggermi un altro dolore e dimenticare il dolore nel mio cuore? Un dolore per dimenticarne un altro.

Pensavo che Chris e io fossimo una coppia perfetta, tutti lo dicevano, lo diceva persino... Lei. Per me, il suo tradimento aveva segnato la fine del nostro legame e non la volevo vedere mai più.

 

Stavo cercando un modo per sfogarmi quando notai una cosa sul mio comò: foto.

Erano tutte le foto che in questi anni di amicizia e di amore avevo scattato con il traditore e con la mia cosiddetta miglior amica.

Ogni volta che ci scattavamo una fotografia, Jennifer diceva: “Anche questo piccolo ma indimenticabile momento deve essere impresso oltre che nei nostri cuori anche in una bellissima foto da incorniciare!” e ogni volta io la incorniciavo e la mettevo sul comò con la certezza che non mi sarei mai stancata di rivivere tutti quegli attimi di gioia condivisi con lei. Ora invece mi veniva il disgusto soltanto guardandole.

Sono andata a prendere un sacco della spazzatura e tutte le foto che avevo con Jennifer o con Chris ci sono finite dentro. Quanto orribili potevano essere i ricordi.

Dopo di che mi ero seduta di nuovo sul letto e avevo ricominciato a pensare.

Pensavo ad un modo per stare meglio quando all’improvviso... eccola! L’idea che tanto avevo cercato. Era un’idea folle, certo, ma probabilmente era l’unica che mi avrebbe fatta sentire meglio: Los Angeles.

Avevo contato tutti i miei soldi, avevo acceso il computer e mi ero affrettata a cercare un volo low cost per la California. Mi ero mordicchiata le unghie notando che solo il viaggio avrebbe consumato i miei risparmi più di quanto pensassi, ma per fortuna i soldi avanzavano comunque.

Mi ero fermata un attimo ed avevo sospirato. Il problema più grande non erano i soldi, ma convincere i miei genitori.

Non sapevo come avrebbero potuto reagire ed ero preoccupata che rifiutassero.

 

La voce di mia madre mi riporta alla realtà: “Ma cucciola mia Los Angeles! È sulla costa ovest! Dall’altra parte dell’America!”.

Abbasso di nuovo lo sguardo. So che non vorrebbero mai lasciarmi andare tuttavia, non ho certo intenzione di mollare ed arrendermi. Anche perché a Los Angeles non sarei completamente da sola, sperduta e in balia di un ambiente nuovo, perché saprei esattamente a chi chiedere aiuto.

Là, infatti, abitano dei carissimi amici di famiglia che conoscono i miei genitori da quando erano piccoli, Angela e Mike Anderson.

La signora Anderson è una donna di origini italiane che solo le rughe fanno riconoscere per una quasi cinquantenne, perché è così giovanile nel modo di vestire e di comportarsi che potrebbe essere scambiata per una teenager. Mike, invece, è nato e cresciuto nello stesso quartiere di mio padre, proprio qui a Miami.

Gli Anderson hanno anche un figlio, che ha la mia età e si chiama Jason. Giocavamo insieme da piccoli perché i nostri giardini confinavano e avevamo fatto un buco nella recinzione per poter andare l’uno a casa dell’altro senza dover attraversare la strada pericolosa.

Questo almeno finché non si erano trasferiti tutti a Los Angeles.

Mike aveva ricevuto una promozione al lavoro e si era trasferito a Los Angeles con tutta la famiglia.

Avevo sempre avuto una cotta per Jason e ci ero rimasta malissimo quando se n’era andato, ma d’altronde ero solo una bambina e la cotta mi passò.

Mi ricordo ancora quando quasi tutti i fine settimana ci trovavamo tutti insieme e andavamo al cinema. Ogni volta appena lo vedevo mi si apriva il cuore e un grandissimo sorriso spuntava sulle mie labbra. Facevo di tutto per sedermi vicino a lui in modo da poterlo ammirare, ma purtroppo per lui ero solo una cara amica e basta (anche perché eravamo troppo piccoli per avere una storia).

Da quando si sono trasferiti ci hanno scritto sempre, anche se negli ultimi anni le loro lettere sono state davvero poche. L’ultima l’abbiamo ricevuta tre mesi fa.

Chissà come se la staranno passando, chissà come starà Jason e il loro cane Puffy. Ma penso, e spero, che lo scoprirò presto.

 


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Capitolo 4
*** Arrivederci Miami ***


Questo è l'ultimo capitolo che ho pronto per ora quindi dovrete accontentarvi =D aggiornerò il prima possibile, promesso =)



Faccio presente a mia madre che non mi ritroverò da sola una volta arrivata a Los Angeles e lei sembra illuminarsi leggermente in viso.

“Anzi, chiamerò subito gli Anderson! Voglio sapere se sarebbero disposti ad aiutarmi!” decido.

Mamma si lascia sfuggire un sorriso, anche se la preoccupazione le si può leggere negli occhi.

 

Prendo il telefono e digito il numero di casa di Mike e Angela e attendo che mi rispondano.

Uno squillo, poi un altro e un altro ancora. Sto per rinunciare quando dall’altra parte si sente il rumore della cornetta che viene alzata e la voce morbida e vellutata della signora Anderson.

“Pronto?”

“Pronto, Angy? Ciao, sono Kate. Come stai?”. Angy è il soprannome con il quale l’ho sempre chiamata.

Al riconoscere la mia voce, la sua si fa squillante e allegra.

“Ciao, cara! Tutto bene, grazie! E tu? È da molto che non ci sentiamo”.

“Diciamo che è andata meglio” ammetto dopo un secondo di esitazione.

“Ho avuto... qualche momentaccio, ecco. Ma non è per questo che ti chiamo. Volevo chiedervi una cosa. È un favore enorme, e se non accetterete non vi preoccupate, posso capirlo.”

“Ma certo, tesoro! Dimmi di che si tratta, avanti. Non mi tenere sulle spine!”.

La sua disponibilità mi commuove, ma arrivata a questo punto non sono certa che riceverò una risposta affermativa.

Mi metto a raccontarle ciò che mi è capitato, trattenendo a stento le lacrime quando le sue domande mi fanno sprofondare nei ricordi dolorosi, e alla fine, quando cala di nuovo il silenzio mi sento più leggera, come svuotata.

Non mi era mai successa una cosa simile e così capisco di aver avuto il primo vero sfogo di tensione della mia vita.

Angy, intanto, sospira.

Immaginando la sua confusione, le dico gentilmente: “Se preferisci prima parlarne con Mike e Jason, fa’ pure. Non c’è problema: non è una cosa immediata. Anche se vorrei andarmene il prima possibile.”

“Ti capisco, mia cara! Nessuno dovrebbe comportarsi così! È ignobile!” dice presa da un moto di rabbia ed indignazione. “E, anzi, sai che ti dico? Che puoi venire anche domani! Sono certa che Mike e Jason saranno felici di rivederti! Per quanto tempo pensi di fermarti?”

“Mah, non saprei... pensavo un mese o due, ma ditemi voi cosa preferite...” rispondo con educazione.

“Non se ne parla nemmeno! Se devi ricostruirti una vita, tanto vale che rimani un anno! Così potrai andare a scuola e non perderai neppure un giorno!” decide la signora Anderson con un tono di voce così energico che non mi sogno neppure lontanamente di contraddirla.

“Oh, Angy, grazie mille davvero! Non so cosa avrei fatto senza il tuo prezioso aiuto!” esclamo mentre la gioia scoppia in tutto il mio corpo.

“I tuoi genitori sono d’accordo, vero?” mi chiede con nota di rimprovero.

“Sì, sono stati loro a permettermi di telefonarti” la rassicuro prontamente.

“Bene. Allora salutameli e digli di chiamarmi appena saprai gli orari del volo, così ci faremo una bella chiacchierata tra vecchi amici!”

“Ma certo, Angy! Allora ci sentiamo presto. E grazie ancora!”

“E di che? Tu pensa solo a stare su nei prossimi giorni e sopravvivi finché non verrai qui!”

Chiudo la telefonata, felicissima che abbia accettato. Solo il pensiero di rivedere lei, Mike e Jason dopo tanti anni mi fa riempire il cuore di un calore pazzesco. Loro sono una seconda famiglia per me e dopo tanto tempo posso rivederli. Chissà come saranno cambiati negli anni.

 

Torno al piano di sotto e mio padre mi dice di sedersi affianco a lui. Obbedisco e mi vado a sedere.

“Allora hai deciso di partire, eh?”

“Sì” annuisco.

“Gli Anderson ti hanno risposto?” interviene mia madre, apprensiva.

“Sì, hanno proposto di ospitarmi per un anno.”

“Un anno? Così tanto, tesoro? Ma riuscirai a stare lontana da casa così a lungo?”

“Non lo so” ammetto. “Ma se non ci riuscissi potrò sempre tornare, no?!! aggiungo in tono ottimista.

“Quando pensi di partire?” “Quindi... posso davvero partire?”

“Tesoro, noi ti vogliamo bene e sappiamo quanto difficile sarebbe per te restare qui.” mi disse mio padre.

“Grazie” dico sorridendo felice.

“D’altronde, se gli Anderson ti terranno con loro per un anno, non avrai problemi con la scuola. Studia e impegnati e per noi sarà sufficiente.”Li abbraccio entrambi con grande affetto.

“Grazie, grazie! Adesso devo solo prenotare un biglietto e avvisare i nostri amici di quando arriverò” aggiungo, una volta libera dalle loro strette, correndo in camera mia.

 

 

 

Prenoto l’aereo immediatamente e sono pronta a fare le valigie. Già ma cosa metterci? Come sarà il tempo a Los Angeles?

 

Apro il mio armadio e comincio riempire la valigia come si fa col tacchino il giorno del ringraziamento. Dopo aver svuotato l’armadio dai miei vestiti estivi e dei miei costumi la valigia sembra una bomba sul punto di esplodere.

Decido di prendere una seconda valigia e riempirla con gli indumenti invernali e l’intimo (lo spazzolino e tutto quello che mi servirà per l’igiene lo comprerò là).

Preparo un piccolo bagaglio a mano dove metto le scarpe essenziali e la mia borsa con dentro portafogli e documenti.

Carichiamo le valigie in macchina e ci dirigiamo verso l’aeroporto.

Prima di partire però c’è un ultima cosa che devo fare.

 

Ci fermiamo davanti a casa di Jennifer e la vedo sotto al portico che prende il sole. Appena mi vede mi corre incontro abbracciandomi e pregandomi di perdonarla. La spingo via solo per non tirarle un pugno in faccia dato che non mi piace essere violenta.

“Sono venuta solo per dirti che me ne vado a Los Angeles e che non voglio più saperne nulla di te. Perciò ti ho riportato il nostro bracciale dell’amicizia. Addio.”

Senza neanche fare una piega mi giro, torno in macchina e partiamo verso un nuovo futuro.

Arrivati all’aeroporto i miei genitori non smettono di abbracciarmi e dirmi che mi vogliono bene e che mi dovrò far sentire non appena arrivo.

 

Me ne vado sapendo che mi mancheranno moltissimo ma che ci sentiremo spesso; ma soprattutto me ne vado lasciando colui che ho amato e che ha preferito un’altra.

Ripensandoci mi viene da chiedermi: sto scappando o sto cercando di voltare pagina?

Decido che non mi importa e che ricomincerò tutto da capo in una nuova città, con nuovi amici e che sarò felice anche senza di lui.

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Capitolo 5
*** Un volo interessante ***


Ecco qui il continuo. Stasera non la finisco più di scrivere xD ho deciso che terrò sempre pronto un capitolo da pubblicare e che lo pubblicherò non appena quello dopo sarà pronto così da avere sempre qualcosa per aggiornare =) Buona lettura!



Salgo sull’aereo provando una sensazione di libertà mista ad eccitazione per la nuova avventura che mi si stava presentando davanti.

L’aereo non è molto grande ed i sedili sono abbastanza scomodi ma in questo momento non mi importa più di tanto.

Affianco a me si siede un ragazzo alto almeno una decina di centimetri in più rispetto a me, i capelli sono ovviamente tinti ed sono di un arancione molto simile a quello delle mie amate albe, caldo ed intenso.

Mi viene l’impulso di allungare una mano e toccarli. Morbidi e lisci. Solo dopo un instante mi accorgo di ciò che ho fatto e mi ritrovo a fissare un paio di occhi azzurri con piccole striature blu che mi fanno subito pensare al mare e che mi guardano stupiti.

Ritraggo velocemente la mia mano dai suoi fantastici capelli e mi scuso diventando tutta rossa e girandomi dall’altra parte.

Sento una sommessa risata provenire dalla mia destra. Una sommessa,profonda, dolce e sexy risata.

Mi giro a guardarlo e lo vedo sorridermi ed allungarmi una mano “Ciao, io sono Matthew. Chiamami tranquillamente Matt”. Rimango un attimo ammaliata da quello splendido sorriso ma mi riprendo abbastanza in fretta: “Ciao, io sono Kate”

“Diminutivo di Katherine?”

“No. Solo Kate. Ai miei genitori non sono mai piaciuti i nomi lunghi e così hanno deciso di chiamarmi con l’abbreviazione del nome di mia nonna”

“Beh direi che sono genitori particolari”

“Su questo non c’è dubbio”.

 

Cominciamo a chiacchierare di tutto e di più. Mi racconta che a causa del lavoro dei suoi si stava trasferendo a Los Angeles ma che la cosa non gli pesava in quanto non aveva lasciato nulla e nessuno dove viveva prima, un po’ come avevo fatto io (tranne per i miei genitori).

Mentre lo sento raccontare della sua vita riesco ad ammirare il suo corpo. Le spalle sono larghe e comincio a desiderare di essere avvolta dalle sue braccia che la maglietta a maniche corte non nasconde rivelando quelle leggere scanalature segnate dai muscoli che non sono esagerati (proprio come piacciono a me insomma).

Lo guardo parlare fino a quando non si ferma improvvisamente e mi chiede: “Ma tu quanti anni hai?”.

Vengo presa un attimo alla sprovvista.

“Ehm… ne ho 17. Tu invece?”

“Ne faccio 18 il mese prossimo”

“Beh avevo intuito che fossi più grande”

“E da cosa lo avresti intuito?” mi porge la domanda ridacchiando

“Beh direi dal tuo aspetto”.

Lo vedo riflettere un attimo e poi dire: “A proposito del mio aspetto: se non ricordo male prima mi hai toccato i capelli”. Io comincio a diventare di tutti i colori conosciuti al mondo e lui ride come aveva fatto qualche ora prima

“Ahahah rilassati. Mi sono meravigliato un attimo ma non sono offeso o altro”

“Ahah grazie. E’ solo che sono di un colore così bello. Mi ricordano l’alba che vedevo da casa mia tutte le mattine.”

“Ti piace l’alba?”

“Si l’adoro. La cosa che preferisco è andare a vederla in spiaggia. Tutto il mondo è silenzioso e sembra in pace con se stesso”.

 

Sento la sua mano che si avvicina al mio viso, mi prende per il mento e avvicina il suo viso al mio.

E’ sempre più vicino, così vicino che posso sentire il suo respiro accarezzarmi delicatamente la pelle e… “Cioccolato!”.

Spalanco gli occhi chiedendomi se sia impazzito fino a quando non nota la mia espressione e mi da spiegazioni: “I tuoi occhi. Sono di un marrone bellissimo che mi ricorda il cioccolato al latte ed ho notato che quando sono illuminati dal sole diventano color nocciola. Sono bellissimi. Inoltre sono molto espressivi.”

Mi coloro leggermente di rosso “Grazie. Anche i tuoi sono molto belli. Mi ricordano il mare che guardavo mentre attendevo l’alba grazie a quelle piccole striature blu”.

 

Stava per dirmi altro quando sentiamo il pilota dire di allacciare le cinture poiché l’atterraggio sarebbe avvenuto a breve.

Sono sempre stata leggermente spaventata durante gli atterraggi (non chiedetemi perché) e Matt, notando il mio disagio e la mia paura, mi prende la mano e mi fa un occhiolino dopo avermi sussurrato a un orecchio di pensare ad altro e tutto quello a cui riuscivo a pensare era il calore della sua mano che stava avvolgendo la mia.

Atterriamo senza problemi e con calma le hostess ci fanno scendere dall’aereo ringraziando di essere stati loro passeggeri e augurandoci una buona giornata.

 

Io e Matt continuiamo a chiacchierare fino al ritiro bagagli dove entrambe le nostre valigie (molto simili tra loro) sono tra la prime ad arrivare e lui, dopo una telefonata, mi chiede scusa dicendo di dover scappare, afferra la sua valigia e corre via urlando che gli aveva fatto piacere incontrarmi.

Rimango un attimo spaesata e delusa. Speravo che mi desse il suo numero di telefono per tenerci in contatto dato che ci eravamo trovati bene a chiacchierare insieme ma non ho tempo per pensarci poiché ricevo una chiamata da Angy che mi chiede dove io sia e dice che mi sta aspettando appena fuori dall’aeroporto dove c’è la zona dei taxi.

Appena metto piede fuori dall’aeroporto prendo un bel respiro assaporando l’aria carica di avventura e freschezza e assaporando questa nuova esperienza che stava attendendo soltanto me.

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Capitolo 6
*** Un rincontro...particolare ***


Ecco un nuovo capitolo! Mi sento fiera di me stessa per riuscire ad aggiornare tutti i giorni =) Buona lettura a tutti! =D



Appena fuori dall’aeroporto giro lo sguardo da una parte all’altra in cerca di Angy. Non c’è, o almeno, io non riesco a trovarla da nessuna parte!

Continuo a girovagare per il perimetro dell’aeroporto. Il caldo è davvero insopportabile. Meno male che sono stata previdente e mi sono vestita leggera!

 

A un certo punto qualcuno mi copre gli occhi con una benda, mi chiude con una mano la bocca, mi prende come se fossi un sacco e mi porta in una macchina.

Avete in mente quando si vede una scena del genere in un film e soprattutto noi ragazze possiamo solo immaginare cosa si possa provare in quel momento? Ecco spero che non lo viviate MAI!

Posso avvertire la paura nel mio cuore che trasuda da tutti i pori.

BUMBUM, BUMBUM,BUMBUM… il mio cuore accelera così tanto che mi sembra stia per uscire dal petto e scappare a gambe levate.

L’unica cosa che vedo è il buio più totale. Questa cavolo di benda!

Sento la portiera chiudersi e non appena riesco mi slaccio velocemente la benda e mi giro direttamente verso di essa per scappare o cercare aiuto.

Ancora una volta sento una mano afferrarmi e, prima di riuscire ad urlare, mi viene chiusa la bocca.

Sento un leggero respiro sfiorarmi il collo per poi arrivare all’orecchio dove una voce suadente mi sussurra “sorpresa ‘Cucciola’”.

 

L’ultima parola era stata detta con un risolino e a quel punto capisco. ‘Cucciola’ è il soprannome con cui mi chiamava mia mamma quando ero piccola e mi chiamava così soprattutto quando gli Anderson vivevano ancora vicino a noi.

 

“Jason!” esclamo stupefatta.

“Ahahahah! Ciao Kate! Ahahahahah!” mi giro trovando Jason che ride come un matto e che si asciuga gli occhi dalle lacrime.

“Non c’è nulla da ridere! Mi hai fatto spaventare a morte! Pensavo già di venire portata chissà dove per poi essere stuprata ed abbandonata in un vicolo sperduto di periferia!” esclamo arrabbiata come non mai.

“Ahahahaha! Eddai Kattie era uno scherzo!”

“Beh a me non ha fatto ridere e da dove cavolo ti esce quel Kattie?!”

“E’ un soprannome! Ci ho messo tanto per trovarne uno carino!”

“E’ orrendo! Sai che non mi piacciono i soprannomi! Il mio nome basta e avanza!” mi ha appena fatto uno scherzo del genere e pensa che possa chiamarmi con un soprannome del genere?! Oh no mio caro…

“Uffa Kate! Era solo uno scherzetto…” mi guarda con gli occhi da cucciolo bastonato sapendo alla perfezione che non ho mai resistito a quello sguardo.

“Va beh per questa volta ti perdono. Ma dov’è Angy?”

“Stava venendo a prenderti quando le ho detto che sarei venuto io approfittando per farti anche uno scherzetto” e dicendo ciò mi guarda con un sorriso a trentadue denti come se nulla fosse. Non mi ricordavo che lui avesse un sorriso così bello e caldo… Kate concentrati! E’ il tuo vecchio amico d’infanzia! Mi dico cercando di costringere me stessa ad ascoltare ciò che mi stava dicendo.

 

Non ci riesco. Non ascolto nemmeno una parola presa come sono a notare come era cambiato negli anni.

I capelli, un tempo color biondo cenere erano diventati un biondo leggermente più dorato con le punte color nero; gli occhi erano esattamente come i miei: un marrone caldo e profondo che al sole diventavano color nocciola e come i miei sapevano esporre l’anima riuscendo a mostrare ogni singola emozione provata.

Indossava una canottiera bianca attillata che lasciava poco all’immaginazione permettendo di intravedere i favolosi addominali. Dio, ma questo è davvero lo stesso Jason che quando era piccolo quando si sbucciava un ginocchio piangeva disperato per il dolore chiamando la mamma??

 

Faccio appena in tempo a concludere il mio pensiero quando lo sento dire “Allora che ne pensi?” dannazione! Cosa mi aveva appena detto? Ero troppo presa a guardarlo che non ho ascoltato neanche una parola di quello che mi ha detto.

“Si si trovo sia un’ottima idea” dico incerta

“Perfetto! Penseremo più tardi a organizzarci, ora andiamo a casa, sarai stanca dopo il viaggio e magari avrai voglia di farti una doccia”

“Si direi che è un’ottima idea”

“Allora raccontami un po’” mi dice Jason mentre stiamo viaggiando verso casa sua “com’è andato il viaggio? Ti sarai annoiata a morte tutte quelle ore in aereo”

“Non proprio. Accanto a me era seduto un ragazzo di un anno più grande di me con il quale ho chiacchierato per tutto il viaggio. La cosa peggiore è stata il come abbiamo cominciato a chiacchierare! Aveva dei capelli di un bellissimo arancione e io senza accorgermene mi sono messa ad accarezzarglieli” dico arrossendo leggermente al ricordo.

Jason mi guarda un attimo stupito e comincia a ridacchiare “Ihihihih scommetto che non hai resistito perché l’arancione era come quello dei tramonti e delle albe che ti piacciono tanto!”

Si ricorda ancora? “Tu vuoi dirmi che ti ricordi ancora quello che mi piace?”

“Non ho mai dimenticato. Pensi che non mi ricordi quello che riguarda una persona importante per me?!”

Lo guardo stupita per un secondo e in quel momento sento il cuore che si scioglie scaldato dal dolce ricordo di noi due da piccoli ma soprattutto dalle parole da lui appena pronunciate… persona importante…

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Capitolo 7
*** L'arrivo alla... CASA?! ***


Ecco un nuovo capitolo! devo ammettere che non mi fa impazzire... spero comunque che vi piaccia! vorrei anche avvisarvi che da domani fino a domenica avrò impegni e non so se riuscirò ad aggiornare. farò il possibile, promesso =)



Arriviamo a casa sua (che da oggi sarà anche mia) e scendo dalla macchina con un sorriso da ebete.

Appena Jason chiude la macchina e ci avviamo verso casa Angy apre la porta e due secondi dopo mi ritrovo sdraiata a terra sovrastata da un alano blu di dimensioni stratosferiche che mi riempie di baci.

“Puffy!” mi si illuminano gli occhi! Quanto mi era mancato anche se me lo ricordavo diverso, ma sono passati anni oramai, sarà anche cambiato nel frattempo!

Vedo lo sguardo di Angy rattristarsi un attimo. “Quello non è Puffy. Puffy è morto due mesi fa. Lui è Bilbo. Il vecchio proprietario non lo voleva più e così lo abbiamo accolto nella nostra famiglia.”

“Oh mi dispiace per Puffy.” Dico mentre mi si può leggere negli occhi una nota di tristezza.

Poi mi giro verso il cane “Molto onorata Bilbo!” e sento un bell’abbaio potente in risposta al mio saluto.

“Ahahah dai vieni cara ti faccio vedere la tua stanza, Jason ha già portato su le tue valigie”

 

Alzo lo sguardo verso la casa e quasi cado a terra scioccata. Prima non l’avevo notato ma… è enorme! Chiamarla casa è quasi un’offesa, è più una reggia.

Un grande portico di marmo ci accoglie insieme a due statue magnifiche e se l’esterno mi ha quasi fatto cadere non potete nemmeno immaginarvi come io abbia reagito appena i miei occhi hanno poggiato lo sguardo sul lussuosissimo interno.

Una grande hall, molto luminosa grazie ad un lucernario, accoglie nella casa. Ci sono due tavolini di vetro dove vi sono dei bellissimi vasi con delle composizioni floreali a dir poco magnifiche.

Angy notando il mio sguardo ridacchia e mi propone di fare un bel giro della casa.

“Vieni cara, seguimi. Qui a destra c’è il soggiorno”.

La stanza è di un color rosso pallido con due grandi divani al centro posizionati davanti a un televisore da almeno 40 pollici (poi io non sono molto ferrata su questo argomento quindi posso solo stupirmi per la grandezza). Vi è inoltre un terzo divano leggermente più piccolo comprato apposta per Bilbo.

“WOW!” questa è l’unica parola che riesce a uscire dalla mia bocca.

“ahah in questi anni il lavoro di Mike è andato alla grande. È diventato il presidente dell’azienda e ci siamo potuti permettere un salto di qualità”

“è una casa magnifica Angy!” detto questo continuiamo il giro per la casa e dopo aver visto la cucina, i bagni, il giardino e le camere Angy mi accompagna davanti alla porta della mia stanza e mi dice che per qualsiasi cosa abbia bisogno di chiedere tranquillamente e senza timore.

La ringrazio sentendomi a casa e amata come se fosse una seconda mamma.

 

A quel punto però la stanchezza accumulata durante il viaggio e la voglia di farsi una bella doccia prevalgono e così entro in camera mia trovando Jason frugare nei miei bagagli.

“Jason cosa stai facendo?!?!” urlo arrabbiata.

La mia rabbia cresce ancora di più quando lui si gira con un sorrisone sul viso e mi chiede con fare malizioso “Portiamo una terza eh?!” e dicendo questo mi mostra il MIO reggiseno nero preferito tenuto tra le SUE mani.

Calma respira. Non c’è bisogno di staccargli le mani anche se lo vorresti con tutta te stessa. Calma,calma,calma… Oh calma sto cavolo!

“JASOOONN!!” corro verso di lui saltandogli sulla schiena tentando di riprendermi il reggiseno che tiene ancora in mano.

Dopo un po’ di resistenza riesco a rimpossessarmi di esso ma Jason, con una mossa fulminea, riesce e riprenderlo.

Peccato che per riprenderlo si sia sbilanciato trascinando anche me e finendo sul letto stesi uno sopra l’altro. Ed ovviamente chi si trova sopra? Lui.

Mi guarda ancora con quello sguardo malizioso e malandrino e si avvicina leggermente al mio viso “E’ nero, colore assolutamente sexy a mio parere. Ma la cosa che preferisco è decisamente il pizzo. Quello si che mi fa letteralmente impazzire”. Dicendo questo si avvicina sempre di più al mio viso fino a sfiorarmi le labbra con il suo respiro caldo.

Passa un dito tra i miei capelli avvolgendoli intorno ad esso. Comincia a darmi leggeri baci sulle guance.

Ogni volta che le sue labbra si posano sulla mia pelle è come se avesse accesso una piccola fiamma.

In genere sono una ragazza abbastanza calma ma sono pur sempre un’adolescente in preda agli ormoni. Così comincio a sentire di volere di più fino a quando Jason non si avvicina al mio orecchino cominciando leggermente a succhiarlo e a… “Ahia!” …morderlo.

“Ahahahah Kate non ti facevo così vogliosa. Ahah volevo solo farti un altro scherzetto. Ora vai a farti la doccia. Il tuo bagno è lì. Stai tranquilla è privato e quindi non ti disturberà nessuno, PROMESSO! Ahhahaha” detto questo esce dalla stanza continuando a ridere.

Mi ha presa in giro! E io che pensavo… lasciamo stare! Questo nuovo Jason mi sta cominciando a dare sui nervi! Meglio andare a farsi la doccia.

 

Sto per andare verso il bagno quando mi giro verso la porta e decido che è meglio chiuderla a chiave. Non sia mai che al simpatico Jason venga voglia di farmi uno scherzo mentre sono sotto la doccia.

Entro in bagno, mi spoglio e mi butto sotto l’acqua calda.

Dopo una decina di minuti esco dal bagno, mi asciugo i capelli e vado in camera mia. Prendo dalla valigia un paio di pantaloncini corti e una della mie adorate magliettone da casa con raffigurato Spongebob e li indosso.

Fatto ciò decido di mettere i miei vestiti negli armadi e di scendere insieme agli altri che sento chiacchierare in giardino.

 

Il giardino è di una bellezza stratosferica. Un lungo viale di salici piangenti porta ad un piccolo laghetto dove ci sono dei cigni e delle papere; sul lato destro c’è una grandissima piscina interrata con attorno varie sdraio ed ombrelloni, mentre a sinistra ci sono due piccole serre: una per i fiori e una per l’orto. Affianco ad esse ci sono un tavolo in vetro circondato da una decina di sedie dove ci sono Angy e Jason che chiacchierano.

Appena arrivo vicino a loro Jason mi guarda e mi chiede stupefatto “Ma cosa ci fai vestita così?”

“E’ la mia tenuta da casa Jason, perché?”

“Nono! Non ti ricordi già più? Hai detto che potevo dare una festa di benvenuto in tuo onore stasera e la persona principale non può essere vestita così!”

“Una festa? Non mi ricordo di aver mai acconsentito a nulla di simile!”

“Come no?! In macchina! Non ti ricordi? Mi hai detto che pensavi fosse un’ottima idea!”

Ripenso un attimo a qualche ora prima e… ma certo! Deve avermene parlato mentre ero intenta ad osservare il suo magnifico corpo!

“Ah già, hai ragione…”

“Bene ora che ti ricordi vai a cambiarti! Faremo una festa che sarà difficile da dimenticare!”

Prevedo una serata piuttosto agitata…

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Capitolo 8
*** Brividi e nuove conoscenze ***


Hola! Ebbene si sono riuscita ad aggiornare oggi ma fino a lunedì non riuscirò più quindi spero vi godiate questo capitolo. C'è una scena un po' piccante ma non aspettatevi chissàcchè perchè è la prima volta che ne scrivo una quindi se non vi piace e avete critiche che mi possano aiutare a migliorare io accolgo tutto =) Buona lettura!



A quel punto sono costretta ad andare a cambiarmi come mi ha detto Jason.

Vado in camera mia con una velocità tale che una lumaca sembrerebbe un fulmine, mi svesto e apro l’armadio.

Una festa di benvenuto… Cosa CAVOLO mi metto per una DANNATISSIMA festa di benvenuto?

Prendo dall’armadio una minigonna di jeans e una camicetta bianca con una cintura stretta da mettere in vita e un paio di tacchi neri; dopodiché tiro fuori dall’armadio anche un abitino nero UGUALE a quello di Marilyn Monroe che ho comprato in un negozietto a Miami per una cifra bassissima e che adoro.

Appoggio entrambi i completi sul letto e li guardo cercando di capire cos’è più adatto per una festa di benvenuto quando Jason arriva in camera mia spalancando la porta senza nemmeno bussare.

La cosa non mi andrebbe bene nemmeno in circostanze normali, figuriamoci quando sono in mutande e reggiseno!

 

Lo vedo ammiccare verso di me e avvicinarsi velocemente per poi avvolgere le sue potenti braccia attorno alla mia vita. “Jason cosa cavolo…” mi blocco paralizzata dal suo tocco.

Comincia ad accarezzarmi il collo con la punta del naso. Non poteva fare cosa peggiore. Il collo è uno dei miei punti più sensibili. Non riesco a trattenere un sommesso gemito.

Lo sento ridacchiare sul mio collo “E così il collo è un tuo punto debole eh?!” e dopo aver detto ciò comincia a passarci la lingua e a baciarmelo delicatamente arrivando fino all’orecchio per poi succhiarmi gentilmente il lobo.

 

Cerco in tutti i modi di non fare alcun verso per dargli soddisfazione e lui se ne accorge cominciando così a scendere e baciarmi la spalla per poi arrivare alla schiena.

Comincio ad avere il fiatone. Perché diavolo non lo respingo? Semplice. Non ci riesco.

Continua a salire e scendere dalla mia schiena al mio collo baciandomi leggermente e facendomi venire i brividi in tutto il corpo quando faccio l’errore più grosso che potevo commettere “Jason…” dico sospirando.

A quel punto qualcosa scatta dentro di lui.

Lancia via i vestiti dal letto, mi prende per i fianchi e mi ci butta sopra.

Ricomincia a baciarmi con più foga. La spalla, l’orecchio, il collo, le guance, il mento. Ovunque ma non sulle labbra.

Lo sta facendo apposta. Non resisto e ribalto la situazione mettendomi a cavalcioni sopra di lui e succhiandogli l’orecchio come ha fatto lui poco prima.

 

Sto per baciarlo quando… “Kate tesoro sai dov’è Jason? Ha detto che andava a cambiarsi ma non è in camera sua.”

“Ah Angy! No, non so dove sia mi dispiace!” bugiarda, bugiarda!

“Non fa nulla cara. Appena hai finito di prepararti scendi in salotto”

“Ok. Grazie Angy.”

Torno con lo sguardo su Jason e scendo dal letto velocemente. L’intervento di Angy mi aveva aiutata a sbollire l’impeto del momento e tornare con la testa sulle spalle.

“Io dovrei cambiarmi Jason. Potresti uscire?”

“Wella! Poco fa eri infervorata e ora sei così fredda? Peccato…” si avvicina e mi sussurra “comunque io preferisco il vestito”

 

Una volta uscito decido di mettermi il vestito. Solo perché mi piace troppo e lo preferisco al completo! Non è mica perché Jason lo preferisce! Cerco di convincermi.

Dopo essermi vestita, mi metto un paio di tacchi neri semplici, un filo di matita e di mascara, gli orecchini e sono pronta.

Come mi aveva chiesto poco prima Angy vado in salotto dove trovo Mike.

“Mike!” corro ad abbracciarlo. Mi era mancato tantissimo!

“Ciao splendore! Che eleganza, stai proprio bene così mia cara”

“Ti ringrazio Mike.” Rispondo arrossendo leggermente.

“Cara, la festa si terrà nel seminterrato. Vieni che ti mostro dov’è.” Mi dice Angy.

“Seminterrato? Non sapevo ce ne fosse uno.” Dico spaesata.

“Non te l’ho mostrato prima perché me lo aveva chiesto Jason. Non voleva che lo vedessi prima che fosse pronto per la festa”.

“Ah ok.” Rispondo un po’ felice che al posto del solito scherzo Jason abbia cercato di farmi una sorpresa.

 

Seguo Angy lungo il corridoio che si trova affianco alle scale nella hall e arriviamo a una porta. La apriamo e scendiamo una rampa di scale fino ad arrivare in una sala enorme con una zona bar, divanetti, tv al plasma e una zona per la musica e ballare.

“Oh mio Dio! E’ bellissimo” esclamo meravigliata.

“Lo so! L’ho progettato io!” risponde la voce beffarda di Jason alle mie spalle.

“Ah ah. Poco modesto mi dicono” ribatto sarcastica.

“Più modesto di me non c’è nessuno mia cara. Vai pure a sederti, gli ospiti dovrebbero essere qui a minuti”

“Lo puoi dire forte bello!” dice una voce sconosciuta.

“Bella Frank! Kate lui è il mio migliore amico Frank. E’ un pazzo scatenato ed è anche molto pervertito quindi fai attenzione!”

“Ehi non è vero! Brutto bugiardo!” dice mentre passa un braccio attorno al collo di Jason e gli scompiglia i capelli “E’ un piacere conoscerti Kate! Dopo aver tanto sentito parlare di questa famosa amica d’infanzia posso conoscerti!”

“Il piacere è mio Frank” dico sorridendo felice che Jason abbia parlato di me con il suo migliore amico.

“Perché non ci andiamo a sedere mentre aspettiamo gli altri? Se entrano vedendomi vicino a uno schianto come te farò un figurone” dice Frank sorridendo.

“Ahah ve bene pervy-Frank” rido chiamandolo con il soprannome appena deciso.

“Ehi!” “Ahahah dai andiamo a sederci FRANK!” “Così va meglio” dice facendo un’espressione buffissima.

Se sono tutti così i suoi amici, non sarà una serata così catastrofica.

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Capitolo 9
*** Una festa... senza veli ***


Mi scuso per il ritardo ma non mi veniva l'ispirazione. Spero che questo capitolo vi piaccia. Spero soprattutto che piaccia a maggiefuckoff dato che uno dei nuovi personaggi è dedicato a lei (questo per ricambiare il favore della tua storia)! Buona lettura!



Dopo qualche minuto comincia ad arrivare un’infinità di ragazzi che avranno circa la mia età (anche se alcuni mi sembrano più grandi) e noto che la maggior parte sono ragazze.

La cosa peggiore è che sono la tipologia di ragazze frivole e snob che odio e che c’erano anche a Miami.

Che il Dio mi salvi se devo stare un’intera serata con queste miss!

“Ciao!” mi giro verso la voce che mi ha salutata. È una ragazza abbastanza carina. È leggermente più bassa di me, ha i capelli rossi e ricci, gli occhi sono marrone scurissimo e sono visibili dietro ad un paio di occhiali squadrati molto belli a mio parere.

Mi guarda con un sorriso di una tenerezza infinita. “Ciao!” rispondo.

“Io sono Magdalena ma chiamami pure Maggie!”

“Molto piacere Maggie io sono Kate! Perdona la mia curiosità ma hai origini italiane per caso?”

“Si! Vengo da un piccolo paesino in Lombardia, Carnate”

“Ah che bello! Ho sempre desiderato conoscere qualcuno che fosse italiano. Ho sempre ammirato i paesaggi dell’Italia dalle varie foto delle riviste e di internet!”

“Davvero? Beh effettivamente in Italia ci sono posti veramente spettacolari! Anche se io sono una che ha sempre preferito l’Inghilterra. Londra mi ha totalmente rapito il cuore!”

“Eh già anche Londra deve essere davvero bella! Io purtroppo non ho mai viaggiato molto però sono stata in Francia. Sono stata in Camargue e in Provenza! Vedere i cavalli della Camargue correre vicino ai canneti e i campi di lavanda della Provenza è stata un’esperienza a dir poco sensazionale!”

“Ci credo! Se vuoi posso consigliarti qualche bel posto da andare a vedere quando andrai in Italia”

“Grazie mille!” rispondo con gentilezza e serenità.

“Vedo che ti sei già fatta un’amica!” Jason appare alle mie spalle con ben due ragazze, una mora e una bionda, a cui cingeva la vita con le braccia. Ora ho capito che tipo di ragazzo è diventato. Uno stupidissimo playboy che si vuole mettere in mostra e vuole essere sempre circondato da ragazze! Ecco perché prima si è comportato così! E dato che da me non ha ottenuto nulla cerca un ripiego. Patetico!

“Direi di si. E tu vedo che ti sei trovato due bei giocattoli fasciati da qualcosa che non credo nemmeno si possano chiamare vestiti dato che in genere in vestiti servono a COPRIRE il corpo.”

Vedo le due ragazze che hanno un’espressione tra il “adesso la ammazzo” e “come osa parlare così a Me!”, Jason che ha una faccia totalmente stupita dalla risposta appena data, Maggie che mi sussurra un “Sei mitica” e una risatina che proviene da un ragazzo seduto sul divanetto dietro di noi.

“Ahah bella battuta piccoletta ma evidentemente parli così solo perché tu non hai un corpo da poter mostrare senza dover mettere la coda tra le gambe per l’imbarazzo” risponde la bionda cercando di provocarmi.

Vuole giocare? Giochiamo.

“Amore bello non ti conviene provocare una ragazza che non conosci”

“Ah davvero? E perché cosa vorresti fare sentiamo?!”

“Beh se credi a quello che hai appena detto su di me, l’unica cosa che posso fare è smentirti”

Ok. Premetto che non avrei mai fatto una cosa simile ma quando mi rapporto con gente come quelle stupidissime galline trovo il coraggio di fare e dire cose che non mi aspetterei mai neanche io.

Prendo tutto il coraggio che ho in corpo e vado esattamente al centro della sala. Ovviamente tutti hanno sentito la discussione appena avvenuta e così mi ritrovo osservata da tutti quelli nella stanza.

Senza ulteriori indugi mi slaccio il vestito e lo lascio cadere sul pavimento.

Urla di apprezzamento dai ragazzi e sguardi scioccati delle ragazze è quello che ottengo.

Tanto è come essere in costume giusto?! Sisi, non c’è niente di cui vergognarsi!

Molto tranquillamente mi avvicino a Jason e alle due bamboline ancora scioccate.

“Direi che le reazioni dei ragazzi ti abbiano appena smentito mia cara. Anche se si ha un bel corpo non è necessario metterlo in mostra. Si passa solo per zoccole in quella maniera ma evidentemente è ciò che vuoi.”

“Tu…tu…tu…” dice lei ancora mezza scioccata dalla figuraccia che le ho appena fatto fare.

“Cavolo penso che il telefono sia occupato, meglio che riattacchi tesoro” dico evidentemente riferendomi al suo balbettare e ottenendo le risate più sguaiate mai sentite.

Dopo averle dato la lezione che si meritava, torno al centro della sala, prendo il mio vestito e, accompagnata da Maggie, me ne esco tranquillamente per poi dirigermi verso camera mia.

“Sei stata sensazionale! Ahahah la faccia di Cindy era impagabile!” dice lei ridendo come una matta

“Ti ringrazio Maggie. Quella tipologia di ragazze è quella che odio di più al mondo!”

“Idem!”

“Io sono una ragazza tranquilla che vuole vivere la sua vita senza costrizioni e senza dover fare di tutto per piacere agli altri ed essere conosciuta e popolare” dico mentre mi rimetto il vestito.

“Direi che è un po’ tardi per quello…” sento una voce che viene dalla porta. Mi giro e vedo il ragazzo del divanetto. E' biondo campo con dei stupendi occhi verdi, alto qualche centimetro più di me. Si avvicina e si presenta.

“Ciao io sono Evan. Trovo che tu sia stata assolutamente grandiosa e mi scuso per questa intrusione in camera tua.” Mi dice molto cortesemente volendo rispettare la privacy di una ragazza.

“Non ti preoccupare. Ti è andata bene che mi fossi già rivestita! Ahah! Scusa se te lo chiedo ma cos intendevi con quello che hai detto prima?”

“Beh quello che hai fatto è stato tutto registrato e postato sul blog della scuola da una delle tante ragazze che sono giù! Domani stai sicura che sarai conosciuta da tutta la scuola!”

Appena finisce ciò che ha detto mi sento svenire. Sono stata registrata?! Oddio avevo il reggiseno argento tutto ricoperto di pizzo e le mutande coordinate! Che vergogna!

“Non ti preoccupare. Hai un corpo da sballo e una lingerie ASSOLUTAMENTE SEXY quindi non hai niente di cui vergognarti!” mi dice Maggie molto caldamente e sinceramente.

“Le puoi credere. Maggie è la ragazza più sincera che possa esistere. Se ti dice una cosa stia sicura che è la verità” dice Evan.

“Vi ringrazio. Sono felice di aver incontrato gente normale.”

Vedo i due che si scambiano un sorriso a trentadue denti e che si avvicinano per poi stringermi forte in un abbraccio che mi infonde il calore di una nuova amicizia.

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Capitolo 10
*** Missione basso profilo... fallita! ***


*Si avvicina in punta di piedi* Chiedo perdono per questo ritardo ma non avevo ispirazione e avevo degli impegni che non mi aiutavano a concentrarmi. spero di farmi perdonoare con questo capitolo! Buona lettura! (maggiefuckoff c'è una sorpresa per te che me lo avevi chiesto!)



Cosa faccio? Cosa DIAVOLO faccio?

Sono sveglia oramai da mezz’ora e sono le 6.30 del mattino. Considerando che la scuola è a 5 minuti di macchina e comincia alle 8 sono DECISAMENTE in anticipo.

Il problema di tutto ciò è uno solo: la festa di ieri sera.

Alla fine tutti se ne sono andati (chi più ubriaco e chi meno) verso le 12 dato che oggi c’era scuola.

Peccato che tra loro c’era una dannatissima persona che aveva filmato tutto quello successo ieri e che, come mi era stato detto da Evan, lo aveva postato sul blog della scuola dove aveva già ricevuto 1000 visualizzazioni e non so quanti commenti.

Oramai tutti conoscono “la ragazza nuova di Miami” o come alcuni hanno scritto nei commenti la “Miamina”.

Ora cosa diavolo faccio?? Come prima cosa non devo farmi assolutamente notare oggi all’arrivo a scuola. Ci saranno già troppi sguardi indesiderati. Cerchiamo di non attirare ancora di più l’attenzione.

Deciso ciò mi faccio una bella doccia, mi asciugo e apro l’armadio. Decido di mettermi un paio di pantaloncini non troppo corti con una canotta leggera con la bandiera inglese, un paio di Vans abbinate alla maglietta, capelli sciolti con solo matita e mascara. Decido anche, per essere in tinta con il resto, di dipingere le unghie a bandiera inglese.

Starete pensando: ma come mai cura così il suo look? Se fa così sembrerà come le ragazze che odia!

No. È diverso fare le galline che vogliono solo mettersi in mostra e cercare di essere carini. Anche se odio quel tipo di ragazze adoro comprarmi nuovi vestiti e provare varie combinazioni ma vi assicuro che non sarò mai come quelle tutto fumo e niente arrosto.

Tornando a noi. Fatte le unghie scendo al piano di sotto dove c’è Mike in salotto che mi saluta calorosamente.

“Ciao bellissima. Hai dormito bene stanotte?”

“Sisi. Grazie ancora dell’ospitalità!”

“Figurati! Per te questo e altro. Se vuoi fare colazione sulla cucina troverai il caffè già pronto, il latte è in frigo e biscotti e merendine varie sono nel primo sportello in alto a destra. Ah e le tazze sono nello sportello appena sopra ai fornelli!”

“Grazie mille Mike!” detto questo mi avvio verso la cucina dove prendo una tazza, ci verso un po’ di latte che scaldo nel microonde per poi metterci dentro il caffè bollente. Prendo qualche biscotto e mi metto al tavolo a fare colazione.

Finito di mangiare guardo l’ora. Le 7,40. Chissà dov’è Jason. Se non si sbriga farà tardi il primo giorno.

In quel momento suona il campanello e sento Mike chiedermi di aprire.

Vado alla porta e mi trovo davanti Maggie ed Evan che mi salutano con un abbraccio.

“Bonjour!” mi saluta Maggie.

“Hola chica!” ed Evan.

“Come siamo internazionali stamattina! Ahah! Come mai siete qui ragazzi?” chiedo ai due.

“Per andare a scuola insieme! Le nostre case sono in fondo alla via, io ed Evan siamo vicini di casa fin da quando eravamo piccoli e, siccome per andare a scuola si passa da casa tua, ci è sembrato perfetto per andare a scuola insieme tutti i giorni!” mi spiega Maggie.

“Oh ragazzi grazie di cuore! Ma forse dovrei aspettare Jason. Sapete sarebbe scortese…”

“Kate non so come dirtelo ma… lui è già uscito… l’abbiamo visto stamattina che passava a prendere Cindy. Sai abita di fronte a noi quella strega.” Mi dice Evan.

“Perfetto! Gentile da parte sua! Io quel ragazzo non lo riconosco più! è così diverso rispetto a quando era piccolo…”

“Dai non ci pensare. Prendi la borsa ed andiamo!” dice Maggie entusiasta di poter andare a scuola insieme.

Prendo la borsa che contiene un quaderno e una penna soltanto dato che è il primo giorno e insieme ai miei nuovi amici, ci avviamo verso la scuola.

Una volta arrivati a scuola scopriamo di essere tutti e tre nella stessa classe: 4C.

È strano fare l’ultimo anno di liceo in un’altra scuola ma non mi farò fermare da niente e nessuno.

O così speravo. Leggendo i nomi dei nostri compagni leggiamo l’unico che non avremmo mai voluto leggere: Cindy Moore.

“Perfetto! L’unica con cui ho già litigato è nella mia classe! Perché la sfortuna mi perseguita?!” dico scocciata.

“Dai vedi il lato positivo! Ci siamo noi con te!” Mi dicono in coro Maggie ed Evan.

Sorrido alla loro affermazione e concordo pienamente con loro. Non mi farò abbattere, non importa chi mi si metterà contro.

Mentre sono nel giardino della scuola a chiacchierare con i miei amici, si avvicinano Cindy e il suo branco di pecore.

“Ascoltami Kate ritengo che ieri siamo partite col piede sbagliato. Niente rancori?” Dicendo questo mi allunga la mano.

Guardo i miei due amici che non sanno cosa poter dire e decido di stringerle la mano. Magari è sincera…

Come non detto. Appena afferro la sua mano mi spinge all’indietro e cado direttamente su…  “MATT?!”

Lo vedo girarsi e guardarmi prima con uno sguardo assassino e poi, dopo avermi riconosciuto, gli spunta un sorrisone e mi abbraccia.

Tutta la scuola sta guardano. Perfetto! Addio al cercare di non farsi notare!

“KATE! Menomale! Volevo rivederti ma mi sono accorto che non ti avevo chiesto il numero e prevedevo già di non rivederti più ed invece eccoti qui!”

“Eh già! Ma cosa ci fai qui? Ovviamente se posso chiedertelo” dico incerta per non oltrepassare i limiti della privacy.

“Tranquilla. Purtroppo a causa del trasferimento dei miei ho perso un anno di scuola e quindi mi tocca rifarmi l’ultimo anno di liceo. Sono in 4B e tu?”

“Io sono in 4C. Peccato non siamo assieme ma ci vedremo sicuramente in giro per la scuola!”

“Quello è sicuro!” dice Matt con un gran sorriso.

“Ehm ehm!” Sento Maggie dietro di me.

“Ah già! Ti presento Maggie ed Evan. Li ho conosciuti ieri e abbiamo già legato tanto” dico indicando i due amici dietro di me.

“Ciao ragazzi è un piacere. Io sono Matthew ma chiamatemi Matt” dice Matt con una semplicità unica.

Thump thump. Quanto è bello il suo sorriso? Aspetta… cosa sto pensando? Non è da me. Ricordati Kate i ragazzi portano solo sofferenza. Però è così bello…

Zittisco i miei pensieri quando sento la campanella suonare e Matt dire che sarebbe passato in classe nostra per poter andare tutti e quattro a mangiare assieme durante la pausa pranzo.

Una volta entrati in classe la professoressa di matematica mi chiede di presentarmi alla classe e ci fa fare subito un test per verificare se durante le vacanze avevamo solo “bighellonato in giro” o se ci eravamo anche impegnati a studiare.

Le domande non erano difficili per fortuna e l’ora è passata in fretta.

Quando suona la campana Evan e Maggie mi sommergono di lamentele “Perché diavolo abbiamo ancora ‘La Diavolessa’ come prof. Di matematica?! È odiosa!” dice estremamente scocciata Maggie.

“Sono assolutamente d’accordo con te! Un test alla prima ora del primo giorno?! Non ci posso credere!” Evan è ancora più scocciato. Evidentemente la conoscevano bene quella prof.

“Comunque tornando ad argomenti seri… come hai conosciuto uno schianto come Matt?” mi chiede Maggie con una punta di malizia nello sguardo.

“L’ho conosciuto sull’aereo per venire qui. Pensa che la prima cosa che ho fatto è stato toccargli i capelli! Ahah se ci ripenso mi vergogno ancora adesso!”

“ahahah come i capelli?!” mi chiede Evan ridendo come un matto.

“Eh sapete hanno lo stesso colore dei tramonti che adoro!” dico cercando di giustificarmi.

“Beh se adori i tramonti ti porterò prima o poi in un posto fantastico dove anche le albe sono stupende.” Dice Evan dopo aver smesso di ridere.

“Sarebbe fantastico grazie!” dico felicissima.

“Posso venire anche io quando andrete?” sentiamo la voce di Matt dietro di noi.

“Ovvio!” dico senza neanche pensare di chiedere a Evan e Maggie, ma i loro sguardi mi dicono che sono d’accordo.

“Dai andiamo a mangiare che ho fame” dice Maggie.

E così mi avvio verso la mensa con tre nuovi amici: un pazzo scatenato, un’amica sincera e un ragazzo dolce e bello da paura.

Prevedo un anno stupendo con loro al mio fianco.

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Capitolo 11
*** Un mattino a sorpresa ***


Ciao a tutti! Scusate per il ritardo ma sono in vacanza da una mia amica e stiamo organizzando per una festa quindi non ho avuto il tempo di scrivere! anche ora non ho molto tempo ed ho scritto questo capitolo un po' di fretta per non lasciarvi a bocca asciutta per troppo tempo xD Siccome il tempo a mia disposizione non è stato molto questo capitolo sarà più corto degli altri ma spero vi piaccia lo stesso.

P.S. La parte in verde rappresenta un flashback e, se mai ne scriverò altri, userò sempre quel colore.

P.S.2 Questo capitolo contiene una mia visione su un aspetto molto criticato al giorno d'oggi. Vi pregherei di non criticarla e di essere rispettosi di questa visione. Grazie. =)

 

 

Siamo in quattro. Quattro ragazzi ed una Cadillac. La Cadillac di Matt.

Abbiamo scoperto che Matt è il figlio del proprietario di una catena di alberghi e quindi che è ricco sfondato. Ma sono tutti ricchi qui a Los Angeles?!

Siamo partiti questa mattina alle sei. Matt è passato a prendere prima Evan e Maggie e poi è passato da me. Mi ricordo ancora della chiamata ricevuta le sera prima.

Squilla il telefono. Guardo lo schermo e vedo che è una chiamata di Matt.

“Hey ciao Matt! Come va?”

“Tutto bene Kate grazie. Ascoltami domani alle sei meno dieci sono da te! L’unica cosa che devi fare è metterti un costume e portarti un cambio.”

“ALLE SEI MENO DIECI DI MATTINA?! E poi per andare dove?”

“Tu fidati e stai tranquilla! Ci vediamo domani Ciock!” (Ciock è il “soprannome” datomi da Matt, anche se io lo odio, per i miei occhi che gli ricordano il cioccolato).

“Aspetta Matt! E non chiamarmi Ciock! Lo odiooo!”

Dall’altra parte del telefono sento solo la sua risata e poi la linea che si interrompe.

Così il mattino dopo all’orario stabilito ero pronta seduta sul portico di casa Anderson ad aspettare che tre pazzi scatenati mi venissero incontro con una Cadillac.

E così eccomi qui. Non ho ancora la più pallida idea di dove stiamo andando, tutti lo sanno e ovviamente non me lo vogliono dire!

“Il viaggio durerà un paio d’ore. Rilassatevi e riposatevi, soprattutto tu Ciock che mi pari parecchio stanca.”

“Ti ho detto di non chiamarmi Ciock! Lo sai che lo odio! Non mi piace. Chiamami Kate e basta. Ok?!”

“Ok,ok. Ma ora dormi.”

E detto fatto mi addormento nel giro di cinque minuti. E come al solito faccio un sogno strano.

Sono su una barca da crociera stesa su una sdraio in un costume da bagno con degli zaffiri che formano un fiore sulla parte destra dello slip e con attorno domestici e domestiche che mi portano stuzzichini e mi riempiono il calice che ho in mano.

Giro lo sguardo a sinistra e al mio fianco trovo Jason che come me viene servito e riverito che mi sorride con quel sorriso che ho sempre amato quando eravamo bambini e non quello attuale malizioso e sbruffone.

E’ così bello poter rivedere il vecchio lui. Lo continuo a guardare fino a che un colpo di tosse mi fa girare alla mia destra e vedere Matt con un fisico bello da impazzire, i suoi capelli tramontani e il suo sorriso allo stesso tempo dolce, caldo e sexy.

Mi sento come divisa a metà tra i due e contesa degli stessi che si guardano con odio l’un l’altro.

Mi sveglio da questo sogno grazie alla voce leggera e dolce di Maggie che mi chiama e mi avvisa che tra cinque minuti saremmo arrivati a destinazione.

Ho dormito quasi due ore? Dovevo essere davvero stanca…

“Mi dispiace di aver dormito così tanto ragazzi. Non volevo abbandonarvi così. Potevate svegliarmi prima…”

“Stai tranquilla tesoro. La faccia che farai quando saremo arrivati ti farò perdonare” mi dice Evan sempre amorevole. Probabilmente non l’avevate già capito ma Evan è un tipo molto dolce e molto attento alla moda e… gli piacciono i ragazzi. Ovviamente questo non è assolutamente un problema, anzi ho sempre desiderato un amico gay.

Purtroppo al giorno d’oggi c’è ancora gente con la mentalità ristretta che isola chiunque non sia come lui o chi ritiene che non sia come dovrebbe essere normalmente.

A mio parere la gente dovrebbe imparare a badare maggiormente a ciò che riguarda loro stessi e cominciare a pensare che essere diversi è una cosa bellissima che rende speciali.

Essere diversi deve portare la gente a voler scoprire i motivi di quella scelta che rende diversi e cercare di comprenderli ed accettarli. E chiunque non lo sappia fare è meglio che continui sulla sua strada senza denigrare le scelte altrui senza motivo alcuno.

Mentre Evan mi dice ciò, Matt parcheggia davanti a una bella casetta sulla spiaggia.

“Eccoci! Questo è il posto di cui ti avevo parlato! Staremo qui fino a domani pomeriggio in modo che tu possa vedere il più bel tramonto e la più bella alba di sempre!” mi dice Evan.

“Non posso crederci! Voi siete degli amici fantastici! Però non ho portato uno spazzolino e non ho avvisato Angy!” dico cominciano a preoccuparmi.

“Stai tranquilla. Abbiamo già pensato a tutto noi! Tu devi solo rilassarti!” Maggie mi guarda e sorride.

Eh già. Ho degli amici davvero fantastici!

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Capitolo 12
*** Un divano per due ***


Eccomi! sono ancora in vacanza ma sono ruscita a scrivere qualcosina dai! non mi fa impazzire ma meglio di niente no?! buona lettura!

 

 

Evan mi fa vedere la casa e mi accompagna a quella che sarebbe stata la stanza mia e di Maggie per i prossimi due giorni.

La casa non è molto grande ma è molto accogliente. Scopro che è la prima casa comprata dai suoi genitori quando si sono sposati e che l’hanno tenuta per renderla la casa di Evan dove poter portare i suoi amici.

La cosa migliore della casa è una portafinestra che dà su una veranda dove si può stare a godersi il sole su delle sdraio o l’ombra e la brezza marina su delle comodissime panchine di mogano.

Ma ciò che rende la veranda così speciale è che appena metti un piede fuori, lo ritrovi immerso nella sabbia morbida della spiaggia di Los Angeles.

 

Entriamo nella stanza che Evan ha preparato per noi e decidiamo di metterci i costumi che, sempre Evan, ha appositamente lasciato per noi sul letto.

“Siamo andati ieri pomeriggio a prendere i costumi e sono dovuta andare ad occhio per la tua taglia… spero che ti vada bene.” Mi dice Maggie un po’incerta.

“Sono sicura che mi andrà alla perfezione!” dico cercando di rassicurarla ed infatti la mia previsione si rivela esatta: il costume mi sta alla perfezione ed inoltre è stupendo!

Maggie ha fatto un’ottima scelta: è un costume a due pezzi con il pezzo sopra a fascia che si gira al centro tra le due coppe ed ha disegnata la bandiera americana. È a dir poco stupendo.

“Wow!” sento una voce affascinata e vedo il volto di Matt che mi guarda riflessa allo specchio.

“Sei davvero bellissima con quel costume! Maggie ha fatto davvero un’ottima scelta!”

“Ti ringrazio Matt.” Dico arrossendo leggermente ed abbassando lo sguardo.

“Figurati” risponde anche lui visibilmente imbarazzato.

Nel frattempo Maggie era uscita dalla stanza e noi passiamo qualche minuto nel più totale silenzio imbarazzato.

 

Dopo qualche minuto andiamo in salotto per andare con gli altri in spiaggia ma al loro posto troviamo solo un biglietto. Lo prendo e comincio a leggere ad alta voce:

 

“Quando avrete finito di flirtare spero che leggiate questo biglietto!

Mi sono dimenticato di prendere una cosa da casa e così sono andato al supermercato a comprarla e Maggie mi ha accompagnato.

Non osate andare in spiaggia senza di noi!! E poi la chiave ce l’ho io quindi dovete stare in casa per controllarla! Saremo a casa in una mezz’oretta penso. Anzi anche un’oretta… sfruttate bene questo tempo! ;)

A dopo!”

 

Finisco di leggere e io e Matt ci guardiamo negli occhi cercando di scrutare l’uno le emozioni dell’altro.

Sento il cuore che comincia a battere più forte. Più lo guardo e più il battito cresce.

“Allora? Che facciamo?” mi chiede lui interrompendo il contatto visivo.

“Non saprei… potremmo andare a prendere un po’di sole sulla veranda…”

“Io preferirei metterci sul divano a guardare un bel film. Che ne dici?”
“D’accordo ma lo scegliamo insieme!” e così cominciamo ad aprire gli sportelli del mobile fino a che non troviamo i dvd.

“Guardiamo questo! Ho sempre voluto vederlo ma non sono mai riuscito!” mi dice mostrandomi la copertina di “Paranormal Activity”.

“Noooo! Io odio gli horror! Poi non riesco a dormire per giorni interi!”

“Ahahah… e va bene cerchiamo altro” dice Matt.

Scegliamo un classico Disney “il re leone 2” e ci sediamo comodamente sul divano a guardarlo.

 

…Dopo qualche ora…

Sento caldo. Troppo caldo! Apro gli occhi e mi trovo abbracciata a Matt che dorme sereno tenendomi stretta.

È così bello mentre dorme, sarebbe un peccato svegliarlo così mi accoccolo sul suo petto e chiudo gli occhi.

Dopo qualche minuto lo sento svegliarsi e andare a prendersi un bicchiere d’acqua.

Quando decido di aprire gli occhi e smettere di far finta di dormire sento un respiro caldo che mi sfiora le labbra e che si fa sempre più pesante e vicino.

Matt?! Sarà lui per forza! Vuole baciarmi?! Mentre pensa che stia dormendo?!

Il pensiero che mi ha appena sfiorato la mente non mi dispiace per niente e sono ansiosa di sentire quelle labbra così carnose e sexy posarsi sulle mie.

“NON CI PROVARE! COSA CAVOLO PENSAVI DI FARE EH?!”

Apro gli occhi, alzo lo sguardo e vedo Jason sulla porta che guarda pieno di rabbia Matt.

Temo ch non andrà a finire bene.

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Capitolo 13
*** Chiarimenti ***


Allora sono tornata dalle vacanze e quindi cercherò di aggiornare il più velocemente possibile fino alle prossime vacanze ad agosto. spero anche che l'ispirazione che avevo oggi non mi abbandoni perchè ho scritto una pergamena questa volta e sono abbastanza fiera di ciò che è venuto fuori quindi spero che possa rimediare agli ultimi due capitoli che a mio parere non erano eccezionali. Buona lettura! <3



Avete mai provato la sensazione di stare in mezzo ad un fuoco incrociato o ad una tempesta? Ecco io in questo momento mi sento così.

Jason è appena arrivato interrompendo qualsiasi cosa volesse fare Matt ed ora si stanno guardando entrambi come fossero predatori che devono contendersi una preda.

 

“Cosa ci fai qui Jason?!” dico cercando di trattenermi dal non picchiarlo a sangue con la mazza da baseball che si trova affianco alla porta.

“Cosa ci faccio? Sono venuto a prenderti ovviamente! Quando Mike mi ha detto che eri scomparsa mi sono subito preoccupato, ma poi per fortuna Angy ci ha avvisati che saresti venuta qui con degli amici e così sono venuto a riprenderti!” mi dice spiegando la situazione.

“E PERCHE’ MAI DOVRESTI RIPRENDERMI?! COS’E’, NON POSSO PASSARE UN PAIO DI GIORNI CON DEGLI AMICI ALTRIMENTI TU NON HAI PIU’ UN GIOCATTOLO CON CUI POTER GIOCARE COME TI PARE?! DA QUANDO SONO ARRIVATA NON HAI FATTO ALTRO CHE INFASTIDIRMI E  PRENDERTI GIOCO DI ME, IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA NON MI HAI NEMMENO ASPETTATO E SEI ANDATO A PRENDERE QUELLA GALLINA DI CINDY ED HAI FATTO TUTTO SENZA PENSARE A COME IO MI POTESSI SENTIRE!” oramai ero accecata dalla rabbia e urlavo come non mai ma non potevo frenare qualche lacrima di delusione dal fuggire dai miei occhi.

Lo ammetto, comportandosi come si è comportato con me mi ha ferita perché fin da quando eravamo piccoli il nostro era un rapporto speciale e vedere come mi tratta ora mi fa male.

 

Jason ora mi guarda con uno sguardo vuoto. Non trasmette emozione alcuna.

Si avvicina e mi prende per un polso stringendo troppo forte “Ahia! Jason mi fai male! Lasciami andare subito! Nessuno ti dà il diritto di trattarmi così”

“Tu ora verrai con me senza lamentarti e chiariamo tutto quello che c’è da chiarire!” replica lui.

Mi sento tirare dall’altro braccio. È Matt.

“L’hai sentita? Non vuole venire con te. Vuole rimanere con i suoi amici. L’hai pure fatta piangere quando dovrebbe divertirsi.” Dice freddo Matt a Jason.

“Tu non ti intromettere! Non sai niente di noi. Io la conosco da più tempo e ORA voglio capire cosa l’ha fatta piangere per cercare di non commettere lo stesso errore due volte e ferirla ancora quindi per favore lasciala andare.” Dice Jason quasi supplicante alla fine della frase.

Matt mi guarda. Lo so cosa sta cercando di dirmi: è ok se ti lascio? Vuoi andare con lui?

Io faccio solo un piccolo accenno di assenso e Matt, capendo che anche io voglio chiarire la situazione con Jason, mi lascia andare, ma non prima di dire: “Potete chiarire in pace ma deve tornare entro un’ora, prima delle 4 perché verso quell’ora torneranno anche gli altri e non voglio si preoccupino se non la vedono. Torna da noi ok?!”

“Va bene. Un’ora. Stai tranquillo, vedremo un bellissimo tramonto tutti e quattro insieme. Te lo prometto” gli sorrido ed esco di casa con Jason.

 

Camminiamo per un po’ fino ad arrivare a una piccola spiaggia isolata dagli scogli e cominciamo a parlare.

“Kate potresti spiegarmi meglio? Io non capisco…”

“Come fai a non capire?! Da quando sono arrivata mi hai fatto scherzi di ogni genere, ti sei messo a frugare tra le mie cose appena arrivata e quando,prima della festa, hai provato a fare una mossa ed alla fine non hai ottenuto nulla, ti sei trovato altre due bamboline con cui giocare. La prima giornata di scuola hai preferito andare a prendere Cindy piuttosto che fare la strada con la tua amica di infanzia. Quanto pensi possa avermi ferita essere usata e poi buttata per essere rimpiazzata da delle bambole di plastica?” gli dico cercando di esprimere ciò che sentivo.

“No Kate. Non capisci…” “Cosa non capisco Jason?! Cos’è che potrei avere frainteso in tutto ciò?”

“Io ero serio.” Lo guardo con lo sguardo che esprime confusione.

“In camera tua quando sei arrivata e prima della festa. Ero serio. Quando all’aeroporto ti ho vista uscire ti ho riconosciuto subito. Eri cambiata certo, ma avevi quello sguardo che non mi è possibile dimenticare, anzi che ho pensato ogni giorno in tutti questi anni. Fin da piccolo io ho sempre avuto una cotta per te. Non avrei mai pensato di rivederti un giorno eppure eccoti qui affianco a me.” Dice lasciandomi sconvolta.

“Io capisco Jason ma sai qual è il problema? Il problema è che mi manca. Mi manca il Jason bambino che quando cadeva e si sbucciava le ginocchia piangeva chiamando la mamma. Mi manca il Jason che quando gli altri bambini mi prendevano in giro mi difendeva  per poi consolarmi con un abbraccio sincero. Mi manca perché ora non riesco più a vedere quel Jason. Ora vedo solo un Jason che fa il cascamorto con le gallinelle della scuola e che deve essere popolare e sbruffone. Per non parlare poi del Jason bullo…”

Lo vedo spalancare gli occhi della sorpresa e mi viene da ridere “Jason ho aspettato di poter riavere il mio amico di infanzia per più di dieci anni e ti aspetti che non ti abbia osservato da lontano a scuola per vedere se eri sempre il piccolo Jason che conoscevo?!”

“Hai ragione, sono cambiato ma ciò che sento per te è qualcosa di forte Kate.”

“Anche io lo sento Jason, ma quello che sentiamo non è attrazione tra un ragazzo ed una ragazza. È un rapporto di amicizia che ci ha tenuti legati anche se eravamo lontani. Ed anche se mi hai trattata così in queste settimane non posso fare a meno di sentirmi sì tradita ma anche continuamente legata a te.”

“Quindi tu non puoi vedermi in altro modo oltre ad un amico giusto?” mi chiede lui tentennante.

“Esatto. Non puoi chiedermi di amare il nuovo te quando quello che amavo quando eravamo piccoli era il vecchio te. Ora appartieni ad un nuovo mondo di cui io non posso fare parte, hai nuovi amici come anche io ne ho ma ciò non vuol dire che smetteremo di essere gli amici di infanzia che siamo e che saremo per sempre ok?” gli dico cercando di chiarire che gli voglio bene nonostante tutto.

“Ok. Capisco. Ora sarà meglio lasciarti tornare dai tuoi amici”

“Grazie” gli dico alzandomi.

“Ah! E Kate…” “Dimmi Jason” “Divertiti con loro. Sembrano dei buoni amici.”

“Lo farò sicuramente e si, lo sono davvero. Buon rientro a casa.”

 

Lo saluto con un bacio sulla guancia e torno alla casetta dove trovo Matt seduto sul divano a fare la settimana enigmistica.

“Sono tornata Matt.” Gli dico siccome non mi ha ancora notata, infatti si spaventa leggermente e si gira sorridendomi.

“Siete riusciti a chiarire tutto?”

“Si! Finalmente credo che riuscirò a riavere il mio amico di infanzia, almeno un po’”

“Bene! Mi fa piacere che siate riusciti a chiarirvi. Vieni qui” e mi fa cenno di andare da lui mentre allarga le braccia.

“Deve essere stata una conversazione pesante Kate. Rilassati pure mentre aspettiamo Evan e Maggie.” Mi dice stringendomi forte sul suo petto.

“Matt posso chiederti una cosa?”

“Certo dimmi…”

“Prima che arrivasse Jason sentivo come un calore ed un soffio sulle labbra. Sai cosa potrebbe essere stato?” chiedo cercando di stuzzicarlo a riprendere da dove eravamo stati interrotti.

“Mh… non saprei. Magari un po’ di vento caldo portato dal mare.” Dice lui cercando di mascherare il fatto ed arrossendo.

“Davvero? Così vicino e forte sulle labbra? E poi la finestra era chiusa no? Sei sicuro che non fosse altro?” gli chiedo sedendomi a cavalcioni sulle sue gambe ed appoggiando la fronte alla sua.

“Beh forse potrebbe essere stato qualcuno che voleva fare ciò che sto per fare io ora se non ti alzi.”

“Mh… e cosa potrebbe mai essere mi chiedo…” dico avvicinandomi ancora di più a lui mettendo i nostri corpi a contatto.

“Kate stai giocando col fuoco. Io non voglio che tu lo faccia per ripicca verso il tuo ex o adesso verso Jason. Volevo baciarti prima mentre dormivi perché non lo saresti venuta a sapere e avremmo avuto più tempo per conoscerci. Avevo solo bisogno di togliermi la voglia di assaggiare le labbra che stanno a pochi centimetri da me in questo momento e che volevo assaggiare sin da quando eravamo sull’aereo.” Dice in tutta sincerità.

Lo guardo con gli occhi più sinceri possibili “Guardami negli occhi. Non sei un rimpiazzo e non lo faccio per ripicca verso nessuno. Chris oramai l’ho dimenticato. Ha chiuso con me. E Jason è solo il mio amico di infanzia e niente di più. Ma tu, tu sei speciale e non intendo come un amico. Fin dal primo momento sull’aereo sono stata attratta dai tuoi modi di fare, dal tuo fascino, dalla tua risata. Poi ti ho conosciuto meglio in queste settimane ed ora sono sicura. Voglio giocare col fuoco. Mi piace giocare col fuoco e non mi importa scottarmi se sei tu la fiamma.” Gli dico esprimendo ciò che sento in questo momento per lui.

 

Matt mi guarda ancora un attimo negli occhi per poi capire che sono assolutamente sincera e, finalmente, riesco ad assaggiare le labbra che attendevo da tempo di assaggiare.

Sono morbide e il bacio è delicato e lento. Matt cerca di farmi capire quando si sia legato a me in così poco tempo ed io cerco di fare lo stesso.

In ogni bacio si riesce a sentire l’affluire di sentimenti reciproci fino a che entrambi non scambiamo solo sentimenti ma anche passione.

Cominciamo ad approfondire il bacio. Sento la lingua di Matt che si fa spazio tra le mie labbra, giocherella con la mia e accarezza i miei denti. Nel frattempo la sua mano destra mi accarezza un fianco mentre la sinistra i capelli.

Io comincio a passare le dita fra i suoi capelli che mi hanno attirato fin dall’inizio e a mordicchiargli il labbro e passarci sopra la lingua fino a che non sentiamo il campanello suonare e, un po’ accaldati, ci scostiamo l’uno dall’altra per andare ad aprire ai nostri amici che notando le condizioni in cui ci troviamo si guardano con lo sguardo soddisfatto e sussurrano “Missione compiuta!”. 

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Capitolo 14
*** Pizza con sorpresa ***


Okkk... premettendo che questo capitolo non arriva al livello di quello precedente e che l'ho scritto alle 00.00 spero vi piaccia lo stesso! (non è nemmeno molto lungo)



Guardiamo i nostri amici ridacchiando e decidiamo tutti insieme di ordinare una pizza e mangiarcela mentre guardiamo un film.

Mentre andiamo in salotto Matt mi prende delicatamente la mano, si gira e mi accenna un sorriso dolce ed amorevole.

Sento che la mano di Matt mi infonde un calore che nemmeno Chris era riuscito a darmi. È un calore si dolce ma anche pieno di passione e di voglia di appartenenza.

“Ragazzi che pizza volete?” ci chiede Evan guardando soddisfatto le nostre mani intrecciate.

“Io prenderò una pizza con le patatine fritte!” dice Maggie.

“Io una con i wurstel!” dice Matt.

“Ed io prenderò una tonno e cipolle!” dico convinta e felice di poter mangiare la mia pizza preferita.

Evan mi guarda strabuzzando gli occhi per poi dar una pacchetta sulla spalla a Matt “Povero te…”

Ci penso un attimo e poi capisco “Ah! No allora fai una margherita semplice!”

“Stai tranquilla Kate non è un problema…” dice Matt evidentemente solo per gentilezza anche perché NESSUN ragazzo vorrebbe baciare una che ha l’alito che sa di cipolla!

“No,no. Voglio la margherita!” dico convinta.

“Vaaaa bene!” Evan mi fa l’occhiolino e ordina le pizze mentre io e Maggie scegliamo il film.

“Vediamo Titanic! È una storia d’amore così bella!” chiede Maggie.

“Mmmhh… l’ho già visto un sacco di volte e poi non voglio piangere! Scegliamo una commedia!” dico non volendo piangere per un film davanti a Matt.

Alla fine scegliamo “Il ritorno della scatenata dozzina” ed aspettiamo le pizze.

 

Dopo qualche minuto sentiamo il campanello suonare ed Evan va ad aprire la porta.

“Evan?!” chiede una voce che non conosciamo.

“Justin?!” risponde altrettanto sorpresa la voce del nostro amico.

“Non sapevo lavorassi come fattorino!” “Eh già! Sai mio padre ci ha lasciati nei debiti qualche mese fa per andare a vivere con una che avrà 15 anni in meno di lui solo per divertirsi e quindi devo aiutare a pagare le bollette…”

“Oh mi dispiace… senti se hai finito il giro che ne dici di fermarti qui? Ci sono dei miei amici e stai un po’ in compagnia!” propone Evan.

“Mah si dai! Grazie mille Evan!” dice il suddetto Justin.

“Figurati! Ragazzi questo è Justin, è un mio amico delle medie. Vi dispiace se stà qui con noi?” ci chiede Evan entrando nel salotto seguito da Justin.

Non è tanto alto ma ben allenato. I capelli sono color biondo campo e gli occhi sono verdi chiarissimi. La mascella è molto squadrata e gli dà un’aria abbastanza affascinante.

“No figurati! Nessun problema” rispondo io per tutti “E’ un piacere Justin” mi alzo a stringergli la mano “Io sono Kate”

“Ed io sono Matthew ma chiamami pure Matt” dice Matt sorridendogli ma cingendomi da dietro la vita col braccio per far notare al nuovo arrivato che io sono sua. È terribilmente dolce e possessivo.

“Io sono Magdalena, per gli amici Maggie. Vieni a sederti, stavamo per vedere un film e se ti va possiamo dividere la pizza. Tanto io non la riesco mai a finire!”

“Ti ringrazio Maggie. Accetto volentieri.”

 

E così ci accoccoliamo sul divano e ci guardiamo tranquillamente il film sgranocchiando la pizza.

Finito il film Justin ci saluta tutti e ci assicuriamo di avere il suo numero di telefono per poterci rivedere più avanti.

Salutato Justin ci avviamo alle nostre stanze “Maggie guarda che la nostra stanza è di qua…” dico a Maggie pensando si fosse dimenticata la direzione.

“Vorrai dire la VOSTRA stanza!” mi dice mentre spinge Matt verso di me.

Capiamo al volo quello che vuole dire e ci guardiamo negli occhi imbarazzati. L’unica cosa che sentiamo prima di andare in stanza è un “Buonanotte piccioncini (se dormirete)” sussurrato da Maggie. 

Entriamo nella camera silenziosi e scorgo sul letto un completino intimo nero e viola in pizzo completo di autoreggenti ed una scatola non difficile da identificare.

Maggie ed Evan questa volta vi ammazzo sul serio! 

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Capitolo 15
*** I will be stronger ***


*Entra in punta di piedi* Saaaalve! Mi scuso per questo tremendo ritardo ma sono in vacanza e quindi fino a settimana prossima non riuscirò a scrivere più nulla. Mi scuso anche perchè questo capitolo sarà cortissimo perchè non avevo molte idee per la serata tra i piccioncini. Spero vi piaccia lo stesso però! Buona lettura!

 

 

Matt ed io ci guardiamo visibilmente e terribilmente imbarazzati.

Nessuno dei due proferisce parola ed il silenzio che si è creato comincia ad opprimermi.

"Ehm... ecco io..." comincia a dire Matt "prenderei le cose con un po' più di calma ecco..." continua diventando di un rosso che i peperoni lo invidierebbero.

"Si, concordo anche io. vado a chiamare Maggie e le dico che le camere rimarranno le stesse." dico io pensando la stessa cosa.

"Va bene." Mi avvio verso la porta, abbasso la maniglia e... non si apre!

"Non ci posso credere! Ci hanno chiuso dentro." dico constatando la cosa.

"Beh allora direi che dovremo dormire insieme" dice tranquillo Matt.

Lo guardo interrogativa e lui subito dice spiegandosi "Non ti preoccupare. Non ho cambiato idea ma potremmo solo dormire tranquilli" e mi sorride.

Ecco. Come faccio a resistere quando mi fa un sorriso così dolce?

Mi avvicino a lui molto lentamente e allaccio le mia braccia al suo collo. Ci guardiamo intensamente negli occhi qualche istante e ci avviciniamo fino ad unire le nostre labbra in un bacio dolce e leggero.

Ci stacchiamo e mi guarda con quegli occhi blu oceano e mi incanto a vedere le fossette che gli crea sul viso il suo sorriso.

Ci baciamo ancora questa volta un più forza e passione. Sento la sua lingua che chiede il permesso di passare tra le mie labbra e così le socchiudo.

Le nostre lingue cominciano a giocare ed inseguirsi l'una con l'altra.

Mentre ci baciamo mi abbraccia al livello della vita e mi fa sedere delicatamente sul letto.

Devo ammettere che i genitori di Evan hanno scelto un letto veramente stupendo; è molto morbido e ci si sprofonda.

Ci sdraiamo uno accanto all'altro sempre baciandoci ora più dolcemente, ora con più passione.

Finiamo la serata addormentati abbracciati l'un l'altro e col sorriso sulle labbra.

Sento di voler bene sempre più a Matt. Sono quasi spaventata da questo sentimento che per la seconda volta nella mia vita sta nascendo nel mio cuore.

Sono spaventata perchè la prima volta sono stata ferita seriamente. Sono spaventata perchè non so cosa succederà tra di noi, se saremo felici oppure se sarà una storia piena di ostacoli.

L'unica differenza ora è che sono più forte. Non lascerò che la paura mi impedisca di continuare a far fiorire il sentimento che provo per Matt e che mi porta un calore che scalda il cuore. Non rinuncerò al calore del suo corpo che in questo momento mi abbraccia, al suo sorriso dolce e sexy, ai suoi capelli morbidi, ai suoi occhi in cui mi perdo ogni volta che lo guardo e alla sua dolcezza e senso di protezione e possessione che mostra nei miei confronti.

Questa volta non mi farò abbattere.

Questa volta io sarò più forte.

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Capitolo 16
*** Regalo con scoppio ***


*trova qualcosa per proteggersi dalle occhiatacce omicide* perdonatemi per questo tremendo ritardo! non avevo la minima ispirazione... fino ad oggi! sono molto fiera di questo capitolo che sarà il più lungo scritto fino ad ora! Spero sia abbastanza per farmi perdonare! Buona lettura! =)



Una sciarpa? No è troppo prevedibile e poi gliene ha già presa una Maggie.

Una maglietta? Ma certo Kate cadi nella banalità più assoluta.

sonoo ore che sonoo in giro per il centro commerciale a cercare un regalo per il mio ragazzo, Matt.

Mi fa ancora strano poterlo definire il mio ragazzo ma mi ha fatto capire durante la nostra piccola vacanza sulla spiaggia che è accanto a me per restare e che non mi abbandonerà tanto facilmente.

È stata la mattina seguente a quella che avevamo passati abbracciati insieme che Maggie me lo aveva ricordato.

 

“Buongiorno Kate! Come hai passato la serata?” mi chiede quel piccolo diavolo sottoforma di amica.

“Benissimo grazie piccola e perfida macchinatrice!” la guardo con occhi seri che mantengo per poco prima di far sopraggiungere una risata sulle mie labbra.

“Ahahah dai seriamente raccontami! E voglio sapere tutti i dettagli più piccanti. Anche Evan è curioso” mi guarda ansiosa in attesa della risposta.

“Non è successo nulla di quello che può anche solo esservi passato per l’anticamera del cervello! Abbiamo deciso di aspettare, ci siamo baciati e ci siamo addormentati sul letto abbracciati. Nulla più, nulla meno.”

 Rispondo semplicemente.

Maggie mi guarda con occhi un po’ delusi ma poi sorride dicendo “Beh rimane comunque una cosa molto romantica e tenera! Sono felice per voi due.” E dal suo tono posso intuire la sincerità.

“Comunque spero che almeno tu abbia pensato ad un bel regalo di compleanno se non intendi concederti.” Continua seria.

I miei occhi sono così sgranati che penso possano uscirmi dalle orbite da un momento all’altro “C-c-COMPLEANNO?!” dico a voce alta entrando nel panico.

“Ma come lo so io e non la sai tu che sei la sua ragazza?! Dopodomani farà 18 anni!” dice Maggie stupita che io non me lo ricordassi.

“Oddio devo comprargli qualcosa! Dobbiamo organizzargli una festa! Non c’è tempo! Cosa posso fare?!” cominco a dire nel panico.

Maggie mi prende per le spalle “Calmati. Facciamo così: oggi quando torniamo vai al centro commerciale a comprargli il regalo e lasci a me e a Evan l’organizzazione della festa ok?”.

“Ok…”

 

Ed ora sono in uno stramaledettissimo centro commerciale per trovare un regalo per una delle persona più importanti che ho.

Pensa Kate, pensa…

Ed eccola che arriva. L’idea per il regalo perfetto.

 

…2 giorni dopo…

“TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI A TE, TANTI AUGURI A MATT, TANTI AUGURI A TEE! WOOOO!!” cantiamo tutti insieme la canzone più infantile e stupida che ci possa essere per il compleanno di un 18enne ma noi in fondo siamo dei bambinoni.

Stasera ci sono proprio tutti. I genitori di Evan ci hanno permesso ancora di utilizzare la casa al mare per dare la festa. Ci sono loro, Angy e Mike (che ho scoperto essere grandi amici dei genitori di Evan), Jason, Justin (che è stato invitato da Evan e che è osservato dal medesimo dall’inizio della festa con la bava alla bocca), ovviamente Evan, Maggie ed io.

La festa è cominciata con un aperitivo in casa, la canzoncina con la torta panna e fragole (la preferita di Matt) e poi si è spostata in spiaggia per un falò con marshmellow e storie dell’orrore.

Dopo due o tre storie i genitori di Evan, Angy, Mike e Jason tornano a casa. A quel punto decido che è ora di dare a Matt il mio regalo e, facendo l’occhiolino a Maggie (che ovviamente sà tutto ed è mia complice), prendo Matt e lo conduco in casa.

“Dove mi stai portando?” chiede lui un po’ spaesato ma divertito.

“Tu seguimi senza fare storie!” gli dico ridacchiando e mettendogli una benda sugli occhi per poi assicurarmi che non possa vederci.

A quel punto lo prendo per mano e lo porto verso il suo regalo.

 

*pov Matt*

Mi ha bendato e mi sta trascinando chissà dove. Oramai saranno dieci minuti buoni che stiamo camminando.

Ecco ci stiamo fermando. Mi toglie la benda e per un attimo mi si mozza il fiato. Siamo su un piccolo molo dove ormeggiata vedo una barca con scritto “Matt’s Boat” a caratteri cubitali.

“Non ci credo. Ti sei ricordata…”

 

*pov Kate*

“Non ci credo. Ti sei ricordata…” sussurra lui leggermente.

E come poteva essere il contrario.

Quando ero al centro commerciale mi è venuto in mente che sull’aereo Matti mi aveva raccontato di aver sempre voluto una piccola barchetta con la quale poter andare al largo e leggersi i suoi romanzi preferiti cullato dalle onde dell’oceano. Perché se io sono un’amante dei tramonti e delle albe, lui ama l’oceano e la sua sconfinata bellezza.

“Certo che mi sono ricordata. Anche se non sembrava ero molto attenta a ciò che un ragazzo bello da mozzare il fiato incontrato per caso su un aereo mi stesse dicendo.” Dico sorridendo dolcemente.

Dopo aver ammirato la sua barchetta per un po’, mi si avvicina e mi stringe “Grazie… davvero. È un regalo stupendo.” Dice sorridendo.

“E non è ancora finito…” dico arrossendo leggermente al pensiero della seconda parte del suo regalo.

“Come non è ancora finito? Vuoi dirmi che c’è dell’altro?” chiede leggermente stupito.

“Seguimi” dico e come prima lo bendo per poi condurlo verso la fine del suo regalo e l’inizio della mia vergogna più totale.

 

…in casa…

Apro la porta per controllare se Maggie è riuscita a finire in tempo i preparativi e devo ammettere che ha fatto un lavoro meraviglioso.

Lo spingo dentro la sala chiudendo la porta. Esito.

Dai Kate fatti coraggio e fallo.

Comincio leggera a sfiorargli i fianchi fino ad arrivare ai bordi della sua maglietta che lentamente gli sfilo sentendolo per un momento sobbalzare per quel gesto inaspettato.

Rimane a petto nudo di fronte a me. Allungo una mano e delicatamente comincio ad accarezzargli i pettorali per poi scendere fino all’ombelico ed arrivare fino al bordo dei boxer. È bellissimo.

Lo sento fremere sotto il mio tocco e la cosa mi piace e da un certo lato mi eccita.

Velocemente e senza darmi il tempo di continuare Matt si sfila la benda e il mio sguardo rimane incatenato al suo. Non riesco a staccarmi da quegli occhi blu oceano che emettono passione e bramosia.

Allunga una mano che mi appoggia piano sul viso comincia ad accarezzarmi la guancia, il collo, per poi fare lo stesso gesto eseguito da me pochi istanti prima, ritrovandomi solo con il reggiseno del completo compratomi da Maggie viola e nero.

 

*pov Matt*

Mi ha condotto in una stanza. Sento un po’ di umidità nell’aria ma non ci faccio molto caso in quanto Kate appoggia le mani sui miei fianchi e mi sfila la maglietta. Rimango leggermente scosso da quel gesto così improvviso. Cerco di capire le sue intenzioni quando sento la sua mano poggiarsi delicatamente sul mio petto per poi accarezzarmi la pelle fino al bordo dei miei boxer.

Dannazione… impreco dentro di me perché con quella dannatissima benda tutte le altre sensazioni sono amplificate e non posso fare altro che tremare sotto le sue dite morbide e lunghe.

Non resisto più. Mi sfilo velocemente la benda e la guardo intensamente sentendo la passione bruciarmi dentro.

Non mi sono mai sentito così bramoso di qualcuno in vita mia. Voglio toccarla, voglio sentirla fremere sotto il mio tocco come io ho appena fatto sotto al suo, voglio che sia MIA.

Allungo una mano per toccarla e dopo qualche carezza decido di ripetere il suo gesto e sfilarle la maglietta.

Maledizione! Impreco nuovamente. Stava indossando il completino che avevo solamente visto sul letto l’altra sera, quello viola e nero che era già abbastanza provocante steso sul letto,figuriamoci addosso a lei!

Solo quando decido di slacciarle il reggiseno e mi avvicino a lei noto che siamo nel bagno e che la vasca è piena e circondata di candele accese per creare l’atmosfera.

Ora capisco le sue intenzioni e decido di prendermi il mio regalo.

Le slaccio il reggiseno e lei rimane con il petto nudo di fronte a me. Tenta di coprirsi “No” le dico afferrandole le braccia e portandole vicine ai suoi fianchi. La ammiro per un attimo che pare infinito “Sei bellissima.” Dico sussurrando.

 

*pov Kate*

Mi ha slacciato il reggiseno. Mi vergogno a farmi vedere da lui e così mi copro ma lui me lo impedisce guardandomi e dicendo semplicemente “sei bellissima”.

A quel punto si avvicina ancora di più a me e mi bacia cominciando ad accarezzarmi il petto come io avevo fatto poco prima con lui. E come lui anche io fremo sotto al suo tocco. Ovunque le sue dita si poggiano sembra che un fuoco si propaghi dentro me.

Continuando a baciarmi comincia a slacciarmi gli shorts quando la voce di Maggie fuori dalla porta richiama la nostra attenzione “Kate mi dispiace disturbarvi ma è successa una cosa tremenda!”

Sentendo la sua voce davvero turbata ci rivestiamo alla svelta ed usciamo dal bagno per arrivare in salotto e trovare Jason.

“Jason ma cosa ci fai qui?” domando spaesata.

“Kate ci ha appena chiamato il commissariato di Miami. Non so come dirtelo… io non voglio neanche credere che sia vero” dice mentre le lacrime solcano il suo viso.

Miami?! Cosa centra Miami?!

“Jason…” dico, la voce spezzata dall’ansia creatasi.

“I tuoi genitori. Sono stati coinvolti in un incidente d’auto. Il conducente del camion era ubriaco e loro si sono ritrovati semplicemente a passare nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Non c’è stato nulla che i medici hanno potuto fare.” Le lacrime continuavano a scendere copiose sul viso di Jason.

Il mio cuore aveva smesso di battere.

Tutto il mondo attorno a me si era fermato.

L’ultima cosa che mi ricordo è che dopo aver sentito un amaro sapore di malinconia salato tra le mie labbra, c’è stato il buio.

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Capitolo 17
*** Un funerale, tanti cuori. ***


Salve a tutti. come promesso sono riuscita ad aggiornare in questi giorni! fino a settimana prossima non vi prometto nulla! sono via per il fine settimana quindi non riuscirò a scrivere... spero che questo capitolo basti per qualche giorno. devo ammettere che scrivendolo avevo gli occhi lucidi. :'( buona lettura =D



“Kate!” sento una voce in lontananza.

“Kate!” la voce si fa sempre più forte.

Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo nella mia stanza a casa di Angy.

Mentre mi chiedo cosa sia successo i ricordi della notte precedente mi assalgono senza pietà.

Sento che su una guancia scorre lenta una mia lacrima.

“Kate…” una voce rassicurata ma triste mi arriva dalla sinistra e mi sento abbracciare. È Matt.

“Non può essere vero… loro non possono essere morti…” comincio a sussurrare.

“Kate, tesoro, purtroppo è una realtà che dovremo affrontare” mi dice Angy comprensiva ed addolorata.

“Io non la posso affrontare! Non ce la posso fare! Loro non ci sono più! non potrò più sentire la voce della mamma chiamarmi Angelo o Cucciola, non potrò più mangiare i pancake preparati da papà… io non ce la farò a sopportare…” comincio a farfugliare andando nel panico.

“Hey guardami” mi richiama Matt “Non sarai sola. Ci saremo tutti noi ad aiutarti a superare ciò”.

Mi guardo intorno e noto gli sguardi delle persone a me più care dopo i miei genitori che cercano di infondermi forza e supporto.

“Grazie” dico guardandoli uno per uno “Grazie davvero”.

 

… tre giorni dopo…

“Erano dei cari genitori, dei buoni amici e dei bravi cittadini…” sento e non sento il parroco parlare.

L’unica cosa che posso sentire ora è il silenzio mentre guardo le bare dei miei genitori che vengono sotterrate.

“Amen. La figlia vuole dire qualcosa?” solo a quel punto alzo lo sguardo.

Mi alzo e vado a parlare di fronte a tutti coloro che si erano riuniti: la mia ‘famiglia’ di Los Angeles, amici dei miei genitori, loro colleghi… li conosco tutti uno per uno.

“Come prima cosa voglio ringraziarvi davvero di cuore per essere venuti a salutare per l’ultima volta i miei genitori. Questo è quello che dovrei dire. Ma non lo dirò. Dirò che vi ringrazio per essere qui perché sento l’affetto che provavate per i miei genitori. Vi ringrazio perché so che ognuno di voi per loro è stato un buon amico o una buona amica. Vi ringrazio per aver condiviso con loro momenti belli e speciali. Ma non vi dirò che questo è l’ultimo saluto che doniamo loro. Non potremo mai darglielo un ultimo saluto poiché loro saranno sempre nelle nostre memorie, nella nostre emozioni e nei nostri cuori.

I miei genitori mi hanno insegnato tanto nella vita e spero che la cosa valga anche per voi. Erano delle persone modeste e sincere e non si meritavano di avere una fine tanto brutta per colpa…” il mio discorso viene spezzato dalle lacrime che aumentano sul mio viso. Lacrime tristi e rabbiose. “… per colpa di un pazzo che ha deciso di ubriacarsi e che probabilmente non si sarà nemmeno reso conto di ciò che ha fatto. Di ciò che ha portato via a tutti noi. Il vuoto che ora sento nel cuore non potrà mai essere colmato ma sono sicura che riuscirò ad andare avanti poiché i miei genitori mi hanno insegnato che nella vita bisogna essere forti e che le difficoltà si superano più facilmente se si ha qualcuno accanto. Io ce l’ho. Ho chi può supportarmi e so che anche voi come me riuscirete ad andare avanti ma senza mai scordarvi cosa i miei genitori hanno significato per tutti noi. Vi ringrazio davvero col cuore.”

Oramai le lacrime solcano non solo il mio viso ma quello di tutti coloro che hanno amato i miei genitori.

Finita la cerimonia molti dei presenti vengono ad abbracciarmi e mi dicono che se avessi bisogno di qualcosa loro ci sono ed io so che sono sinceri.

Ad un tratto vedo avvicinarsi Jennifer e Chris.

“Kate… ci dispiace davvero molto per la tua perdita. Lo sai quanto significassero anche per me.” Mi dice Jennifer col viso rigato di lacrime.

“Lo so che forse siamo le ultime persone che vorresti vedere in questo momento ma nonostante tutto noi continuiamo a volerti bene e non possiamo che starti vicino”. Mi dice Chris cercando di avvicinarsi.

Faccio un passo indietro “Non credete che solo perché sono morti i miei genitori io possa dimenticare. Ma in questo momento non mi interessa ciò che è successo. L’unica cosa che posso fare è questa” ed abbraccio Jennifer stringendola forte.

Dopo un po’ la lascio “L’ho fatto solo perché so cosa hanno significato i miei genitori per te. Ora vado. Ciao Chris.” Un rapido abbraccio anche a lui e mi volto per tornare da Evan e gli altri.

Guardo ancora una volta la tomba dei miei genitori e stanca mi accascio davanti ad essa.

“KATE!” sento urlare. Matt si avvicina correndo e mi abbraccia.

“Stai tranquillo Matt. Sto bene. Sono solo molto stanca, voglio riposarmi un po’” e dicendo ciò mi accoccolo tra le sue braccia e sento una voce che parla alla mia anima:

 

Buonanotte figliola cara. Ti vorremo bene per sempre.

E dopo il saluto dei miei genitori mi addormento con un piccolo sorriso ed una lacrime tra le braccia della persona che amo.

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Capitolo 18
*** Sette anni dopo ***


Magari qualcuno mi maledirà ma si, è finita. I nostri amici hanno passato momenti colmi di amicizia, di passione, d'amore e di dolore. Ora sono cresciuti e ognuno di loro continua quell'avventura che chiamano vita. Vi auguro per l'ultima volta una buona lettura.



Da quel giorno sono passati oramai sette anni.

Evan è fidanzato da 6 con Justin che dopo la festa di Matt gli aveva chiesto di uscire finendo così per fidanzarsi dopo un mese circa.

Maggie si è trasferita ad Hollywood, è diventata un’attrice abbastanza affermata, anche se deve fare ancora strada, ed è fidanzata con William Moseley (l’attore che ha fatto Peter ne ‘Le cronache di Narnia’).

Ed io? Io sono sposata con Matt da due anni ed abbiamo una bellissima bambina, Lucinda.

Jason, dopo essere stato un anno all’estero, è tornato anche lui sposato con una bellissima ragazza italiana,Carolina, e con un figlio, Damon.

Abitano affianco a noi e i bambini passano tutto il giorno giocando e ridendo insieme.

Matt è diventato direttore di un’azienda di macchine, mentre io sto facendo carriera come cantante.

Mi sembra ieri che si scherzava e si giocava sulla spiaggia dopo scuola, che si guardavano tramonti dal tetto della casa sulla spiaggia (che è diventata la casa di Evan e Justin), che si usciva a ballare la sera.

Siamo cresciuti e abbiamo trovato la nostra via.

Come ho promesso a me stessa e come mi hanno insegnato i miei genitori sono diventata forte e sono riuscita ad andare avanti senza fermarmi.

Chissà cosa la vita ancora riserverà a me e Matt, ma sono sicura che qualunque cosa sia la potremo affrontare sempre insieme.

La vita è ancora lunga e la mia avventura non è ancora finita.

 

 

RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE HANNO SEGUITO QUESTA STORIA E CHE MI HANNO SOSTENUTA. SE DEVO ESSERE SINCERA NON MI ASPETTAVO DAVVERO DI ARRIVARE OLTRE I 10 CAPITOLI MA SONO RIUSCITA A RAGGINGERE I 18 E QUINDI SONO MOLTO FIERA DI ME E DELLA STORIA.

ANCORA MILLE VOLTE GRAZIE. VI PROMETTO CHE NON SMETTERO' DI SCRIVERE (HO GIA' IN MENTE IDEE PER DUE FF NUOVE CHE PERO' SARANNO RIGUARDANTI UN GRUPPO MUSICALE ED UN ANIME).

WITH LOVE, BEBA. =D

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