Anime intrecciate

di Sae
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** introduzione ***
Capitolo 2: *** cap uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 4: *** capitolo tre ***



Capitolo 1
*** introduzione ***


Anime Intrecciate

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INTRO (breve…breve…)

 

Buondì!!

Chi vi scrive, come al solito non tiene niente da fare, è Sae o meglio Sara (facciamo prima) allora sono ritornata o per meglio dire mi è venuta in mente questa storietta….è appena finito Natale e quindi …due più due fa quattro!! ^_^

Lasciate perdere quest’ultima frase…ahimè!

Comunque di che cavolo parla sta fan fic?

Dunque si svolge a Tokyo sotto il periodo natalizio è una AU Alternate Universe e i nostri amici della seconda serie dei Digimon, non stati tutti uniti da quello splendido mondo digitale.

Si baserà soprattutto sui sentimenti, il rapporto tra fratelli dopo il divorzio; sulla stratomitica (ahahaah come dice Davis) coppia tra Takero e Hikari e sinceramente non so se far apparire la fantomatica Sora…

Allora…. vi prego di non essere troppo fiscali con gli anni (anche se voi non lo siete mai…), con la fine delle superiori…perchè sincerante le tradizioni giapponesi non le conosco molto bene…

Comunque in teoria sappiate che:

 

Takero Takaschi: ha anni 18 si è iscritto all’università letteratura

Kari Yagami: ne ha 17 li compie tra poco i 18 (ohoh)

Daisuke Motomiya: ne ha 18 ex compagno di classe di Kari va a tutte le partite di calcio…

Miyako Inoue: ne ha 18 (in questo universo) ed è la migliore amica di Kari

Ken Ichijouji: ne ha 19 vive in un appartamento con Tk e Davis, frequenta l’università e vuole diventare un investigatore privato…

Taichi Yagami: eh Tai è sempre Tai! Ha ventuno anni frequenta l’università(legge) e suona nella Band di Matt

Yamato (Matt) Ishida: ha anche lui ventuno anni e frequenta l’università a tempo perso dato che la sua maggiore passione è la musica!

 

Ringrazio di cuore chi continua a seguire l’altra mia fan fic sui Digimon: Imi, Memi, Sora89,Hikarikanna insomma tutti… e anche  non l’ultima Beamarkecope!

 

Vi auguro un meraviglioso anno nuovo!!!Si viva la Ferrariiiiiiii!!!!!!!Schumi mio e Kimi mio!!!

Non ci fate caso ^^* l’ho detto io che sono pazza…

 

Con questa premessa e con la promessa a me stessa di farla molto corta, massimo tre quattro capitoli, vi lascio alla storiella!

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** cap uno ***


-Lo incontreremo prima o poi

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Capitolo uno

 

 

 

-Lo incontreremo prima o poi. Non preoccuparti, arriverà quello giusto.-

 

Il pennello scivolava sulla tela trasportando la materialità del rosso. Le dita sottili ed esili si muovevano silenziosamente e i suoi occhi non perdevano nessun suo gesto.

 

L’amica la guardava, mentre scriveva qualcosa di incomprensibile su un foglio.

 

-Non so come fai ad avere tanta speranza dentro.-

 

Un sorriso le sbocciò sul volto.

 

-Parli proprio tu! Oh…Yolei!-

 

La donna ricambiò lo sguardo della sua migliore amica. Si erano conosciute, quando avevano sei anni, erano dello stesso quartiere e c’era voluto poco per diventare così unite. Le stesse scuole, gli stessi pomeriggi attaccate al telefono.

*Basta che rimaniamo sempre così…* pensava Yolei in quella stanza dentro la casa dei Yagami.

-L’importante è che la cotta per mio fratello ti sia passata!!- Kari scoppiò in una grossa risata.

 

Yolei arrossì da capo a piedi. – Ma è una storia di dieci anni fa!! Mi piaceva perché lo vedevo grande….!-

 

Kari pulì il pennello dentro l’acqua. –Comunque sta di fatto che dovremmo pensare a cosa fare da grandi e invece siamo qui a scrivere e a dipingere.-

Yolei alzò i suoi occhi. –Ah! C’è un mucchio di tempo! Dopotutto abbiamo solo finito le superiori!-lanciò uno sguardo alla finestra.- E poi sta anche piovendo!-

Kari si voltò sorpresa. Era così intenta a dipingere che non ci aveva fatto caso, neanche alla luce che era calata. –Bhe ci credo è dicembre….-

-Io direi di prenderci un anno sabbatico!E in fondo potremmo anche iscriverci a marzo, se cambiamo idea!-

La ragazza dai capelli viola si alzò dalla sedia come se danzasse. -Potremmo viaggiare…tu ti porti dietro la tua macchina fotografica…ed io bhe…i miei blocchi di appunti!!Oh oh! Almeno potremmo provare ad andare in giro per Tokyo!!- La ragazza prese le mani della sua amica.

 

-Mettiti il cappotto!! Dai!-

-Vuoi uscire adesso??? Ma che ti sei impazzita!?! Yolei!-

 

Si ritrovò con il suo cappotto in una mano mentre la sua migliore confidente agguantava l’ombrello e le chiavi.

 

-Mi è tornato l’ottimismo!!-

 

--

 

Camminava sotto la pioggia da un’ora. Perché?

I suoi occhi azzurri dopo aver analizzato, schivavano le persone che gli passavano di fianco.

 

Ci aveva litigato.

Per l’ennesima volta ricadevano nell’uso sbagliato delle parole,che siano verbi…o avverbi o semplici virgole. Si accusavano di colpe che non erano le loro.

Più volte aveva visto quell’accusa nei suoi occhi. Quante volte avrebbe voluto gridargli che lui non era sparito di sua volontà!!

E invece si ritrovava a detestarlo, mentre avrebbe voluto solo abbracciarlo e riconciliandosi così con quella parte oscura di se stesso. Con la parte più tenera di lui, quella bramosa di avere del calore umano.

 

L’amore. Quante volte aveva provato a cercarlo tra le lenzuola di un letto fresco o tra braccia femminili …oh… quante persone aveva illuso? Quante volte si era illuso??

 

Entrò in un bar, era stanco e voleva solo sedersi.

 

Dava l’idea di uno più grande, si di una persona sicura; anzi sembrava molto più grande. Ma aveva solo… diciotto anni…compiuti a marzo…un lavoro come barista nel cuore della notte e delle carte sul suo appartamento in affitto che parlavano di università.

 

Avrebbe voluto essere come Ken o come Daisuke. L’uno con la testa sui libri, l’altro con tanti sogni nel cervello.

Si toccò i capelli bagnati e corti. Le frange dorate gli ricadevano sugli occhi.

Decise di alzarsi improvvisamente, come se qualcuno lo stesse chiamando fuori. Spalancò la porta del locale e risentì sulle sue gote quelle amabili goccioline di pioggia.

 

Era stanco di non avere una meta. Di non avere punti di riferimento. Da quando la madre Takashi era sparita con una valigia in mano.

Da quando lui e Matt non facevano che guardarsi con odio.

Come dirgli ancora una volta che non era colpa sua!? Che il destino gli aveva intrappolati in ruoli che non erano i loro? Come cambiare la scenografia??

 

--

 

-Tu sei pazza!-

Yolei si mise a ridere, le gambe che si muovevano veloci sotto la pioggia.

Ballava, ignara dell’avvenire.

-Non ti senti viva, Kari??-

 

La ragazzina chiuse l’ombrello. Scoppiò in una risata.

 

-Si e vedrai come ci sentiremo quando ci beccheremo la polmonite.-

Al pensiero Yolei rabbrividì. Camminava all’indietro da un po’ e Kari la guardava timorosa e pensierosa. E in un lampo la castana si accorse di quello che sarebbe successo.

La donna dai capelli viola, coperta solo da un semplice giubbotto, stava per riattivare di nuovo la sua attenzione.

La sbadata Miyako urtò casualmente qualcuno.

 

-Mi dispiace!!!- esclamò quella  accorgendosi di aver letteralmente fatto piegare un ragazzo dai capelli biondi. Ma dai riflessi così svelti che aveva evitato una rovinosa caduta.

 

Kari si avvicinò alla scena. Sentì la voce del giovane, esclamare in un sorriso: -Non importa.-

 

Ma chissà perché quando incontrò quegli occhi azzurri una leggera morsa si creò nel suo stomaco.

Yolei continuava a scusarsi e quello continuava a sorridere.

Ma nel suo sguardo c’era qualcosa di così triste…Kari lo capì subito.

Quando quelle iridi azzurre si fermarono su di lei si ritrovò a tremare. Yolei non si accorse della manovra della sua migliore amica e neanche del sobbalzo di colui che aveva urtato.

 

-Permettimi di offrirti qualcosa!!-

 

--

 

-Tre tazze di caffè per favore!-

Yolei fece un gesto con le dita accompagnando quella frase. Fece ritornare i suoi occhi di nuovo sul giovane.

Le ispira fiducia.

 

-Come ti chiami?? Hai la nostra età?- incominciò l’interrogatorio.

Il giovane imbarazzato, pensò solo un attimo che quello era lo stesso bar dove poco prima se ne era andato.

-Mi chiamo Takero…- sussurrò, mentre sentiva gli occhi della castana su di lui.

-Takero, bene! Io sono Yolei Inoue e questa è Hikari Yagami! Ha un fratello di nome Taichi…sai lui suona in una band…ma andiamo avanti!-

 

Gli occhi azzurri, catturati improvvisamente fecero arrossire la timida Kari.

-Suona in una band?- chiese colpito.

-Già.-

-Si e sono anche molto bravi, pensa che il loro chitarrista è micidiale! È lui che compone e scrive canzoni!! Si chiama Yamato, lo conosci??-

 

Lui abbassò gli occhi nel rispondere.

 

-Si. È mio fratello.-

 

Il silenzio che calò dovuto a una sorpresa, fu interrotto dall’arrivo del cameriere. L’odore del caffè e della pioggia facevano da sottofondo. Kari scavò nella sua memoria.

 

“ Matt, non sta passando un momento molto facile. Dà la colpa di un divorzio a suo fratello. Si erano riavvicinati  ma poi la loro madre è partita…, non ne so il motivo, ma si danno la colpa a vicenda… Comunque sta di fatto che poi Takero non è andato a vivere con loro, con lui e col padre.…Ha trovato un lavoro ed una casa…ed è riuscito a studiare. Ah! Se ci fosse successo qualcosa di simile a noi… non riesco davvero a capire tutto questo rancore da parte di Yamato. Bha…Probabilmente perché a tutti e due è stato rubato qualcosa …”

 

Yolei continuò a parlare.

Kari scrutava le mosse gentili del ragazzo. I suoi occhi luccicavano commossi.

 

“L’affetto di una madre…”

 

-Non so…forse farò lo scrittore…-

-Ah! Come me!!-

 

“L’affetto di un padre…”

 

--

 

-Bhe il mio numero ce l’hai…!! Mi raccomando, spero di vederti presto.-

Yolei incrociò le braccia al petto.

 

-Ciao.- esclamò il giovane, mentre la pioggia si era attenuata.

-Ciao Takero!-

 

-Yolei…Kari! È stato un piacere conoscervi…-

 

--

-Che ne pensi?-

 

….

 

-Kari!-

 

 

-Kari!!! Ehy sto parlando con te!!-

 

-Eh?!- La castana dai capelli corti e lisci si voltò di scatto.

Yolei sorrideva.

-Ti ricordi del discorso che facevamo prima??-

La ragazzina si accigliò leggermente facendo una smorfia.

-Dell’uomo giusto!-

Kari annuì chissà perché non ci vedeva nulla di buono in quel discorso.

-è lui, il mio uomo giusto…è Takero! Ne sono convinta!!-

 

Kari osservò la sua migliore amica. La figura dell’estraneo di cui conosceva già la storia…si allontanava velocemente.

 

-Takero…- sussurrò piano.

 

--

 

-Sono a casa.-

 

Tk si cambiò velocemente la felpa.

-Ken, Daisuke!- urlò per la casa.

 

Non c’era nessuno a quanto pare.

Meglio così, si disse risoluto.

Sfogliò le bollette tra le sue mani.

Era stanco…perché non era forte come voleva? Continuava a ripetersi.

 

--

 

-Daisuke che ci fai qui?? Non dirmi che…-

-Si!! Oh Kari questi fiori sono per te!! Che ne dici se… qualche giorno usciamo io e te??? Oppure vuoi venire a casa mia?? Dai….è qui vicino!! Offro qualcosa anche alla megera della tua migliore amica!! Vi pregoooo!!!-

 

Miyako sospirò e guardò con rassegnazione il ragazzo. Kari al suo fianco con un mazzo di fiori che le copriva il viso, era tra le nuvole. Quel suo ex-compagno di classe non si rassegnava proprio! Lei non era innamorata di lui come glielo doveva far capire.

 

Il sospirò di Yolei però le arrivò all’orecchio, ancora una volta sentì la sua voce chiara e forte.

 

-Bhe in fondo oggi mi sento così buona…che …io e Kari accettiamo stiamo un po’ con te!-

 

--

 

La serratura scattò.

-Bene non c’è nessuno!!!- Daisuke chiuse la porta dietro alle ragazze.

Yolei indicò i fiori che coprivano il viso di Hikari.

-Oh da qui, mia dolce e piccola amata!!- Davis raccolse l’invito della viola.

Prese i fiori e cercò un vaso.

 

Ne prese uno che Ken aveva portato lì…e che aveva messo sulla tavola. Kari sospirò e si guardò le mani rassegnata, sporche di verde.

 

-Dov’è il bagno? Devo lavarmi le mani.-

 

-Ah! Si….sempre dritto e poi giri a destra.!- Davis era rosso da capo a piedi.

 

La ragazza si avviò per il corridoio.

Trovata la porta la aprì senza far rumore. Ah...almeno il bagno sembrava pulito!

Si guardò intorno e si bloccò.

Divenne rossa come un pomodoro.

 

Il ragazzo che avevano conosciuto pochi attimi prima…. era nel bagno di fronte a lei. Avvolto da una asciugamano bianca solo dal bacino in giù…

 

-AAAHHH!!!- urlò lei mentre lo vedeva coprirsi del tutto imbarazzato.

-COSA CAVOLO….!!!!-

Quelle esclamazioni perforarono l’aria facendo accorrere i due che erano rimasti in cucina.

 

-KARI!!!-

-HIKARI-CHAN!!!!-

 

Daisuke aveva una padella in mano presa per istinto e la scena che gli comparve di fronte non gli piacque per niente.

-è Takero!- Yolei sussurrò quelle parole e Hikari rossa e imbarazzata si voltò di scatto a guardare il muro che le stava di fianco.

-TAKERO-KUN!!!!- urlò Davis con la rabbia negli occhi.

-EHY!- Il ragazzo alzò la voce e prese l’accappatoio di cui si era liberato un momento prima dell’intrusione e che se ne stava appoggiato sul portasciugamani.

 

-ERI NUDO?!!!!!!- -Era…NUDO?!??- Daisuke e Yolei fecero contemporaneamente quella domanda a Kari. Che divenne prima color porpora poi bianca come il latte.

-MA NO!-

-Se ha osato farti qualcosa…giuro che io!!- Davis mostro i suoi denti aguzzi.

Sul volto di Takero apparve una gocciolina.

-Ma dico o sei scemo…o sei scemo…Dai!-

-Non ti permettere!!-

 

Takero gli lanciò uno sguardo di sfida.

-Davis...è lei che entrata in bagno!-

-Per forza si doveva lavare le mani!! Sfido io!!-

Takero lasciò andare un forte sospiro.

-La prossima volta la accompagni in bagno, e ti assicuri che non c’è nessuno dentro!!-

Kari e Yolei seguivano quel dibattito. Poi la castana scoppiò a ridere. Per Daisuke fu il canto più dolce del mondo mentre a Takero diede sui nervi.

 

-OH come è bella quando gioisce…- sussurrò rosso il castano.

-Oh come sei assurdo!!- Potete uscire per favore?? Tra poco devo andare a lavorare!-

 

Takero spinse fuori il suo compagno di casa.

 

-Yolei Kari… incredibile ci siamo rivisti subito! Bhe…Ciao!- Chiuse la porta sentendo poi il grido acuto di Daisuke, domandare a cosa si riferiva.

 

--

 

Aprì il frigo mentre la voce di Yolei riempiva l’aria. Indifferente poggiò sulla tavola del formaggio e del prosciutto cotto. Prese il pane e ricambiò lo sguardo del suo miglior…nemico.

 

-A che ora stacchi?-

-L’una, le tre…non so…-

-Ma non sei stanco??? E poi domani vai a lezione! Perché non rimani con noi, sto facendo fare le pizze…Hikari e Yolei hanno deciso di rimanere anche per la cena!-

Takero aggrottò le sue belle sopracciglia. Per un sol attimo i suoi occhi inquadrarono la castana.

Kari non abbassò il suo volto. Quella sensazione le ritornò nel cuore, imprimendosi come l’inchiostro sulla carta. Sentì gli occhi di Yolei su di lei e si riscosse, osservano il contenitore dello zucchero davanti a lei.

-Non posso.- A Miyako piaceva il fratello di Yamato. I suoi occhi si rattristarono….sentì la voce del giovane rimbombarle nella mente.

-Dai!-

Takero prese il coltello e si preparò il suo panino. Con voce chiara e decisa ribadì il suo no.

Prese il suo cappotto e salutò uscendo con il pane in un sacchetto.

 

La delusione si dipinse sul volto della giovane dai capelli viola.

 

-Che peccato…-

-Aspettatemi qua.-

 

--

 

-Takero ti prego….ti pregooo!!! Rimani!!- Urlò per le scale. Tk si voltò per un sol attimo verso il sognatore castano. Gli era stato vicino in momenti difficili…. E per lui era un fratello malgrado i suoi precedenti pensieri.

Ribadì dolcemente il suo no.

-Per una sola volta che non vai!!!-

--

 

-Di chi è la margherita??-

-Mia!- Yolei agguantò il cartone mentre si sedeva di fianco a Davis. Takero passò il piatto alla piccola Kari.

-Parli sempre così poco?-le chiese mostrandosi spavaldo.

I suoi occhi lo fulminarono. Ma lei davvero non voleva.

-E tu sorridi sempre così spesso?-

 

Yolei e Daisuke sgranarono gli occhi.

-Accidenti…non si sopportano.- la voce di Daisuke preoccupò la migliore amica della sorella di Taichi.

-Sorrido sempre, ragazzina.-

 

Il tono di Takero si era dimostrato strafottente e tagliente. Kari non ebbe il tempo però di ribattere.

-Dove lavori, Takero???- Miya per fortuna era di fronte al biondo e attirò la sua attenzione.

-Al Blue Sky.-

Daisuke fece una smorfia.

-Oh! Ma è il locale più bello di tutta Tokyo!-

-Già.-

“Una forte perturbazione sta attraversando la nostra città. Pioggia fino a domani….”

-Chi ha messo il meteo??? Non c’è qualche film?!- 

 

--

Kari sfiorò leggermente con il braccio il gomito del biondo, durante la consumazione casalinga. Sentì un piacevole brivido salirle lungo la schiena. Scosse il capo e osservò la televisione mentre non aveva notato che anche Takero si era fermato a quel contatto. Ma soprattutto non aveva notato che lui stava sorridendo….

Era la prima volta che non faceva colpo su un tipetto simile. Le chiavi che giravano nella toppa comunque, lo fecero alzare di scatto e Yolei si ritrovò a rimirarselo….

 

-è Ken.- Daisuke si rigirò verso i suoi ospiti dopo aver scrutato il lungo  corridoio.

-Ehilà, buonasera signor commesso!-

-Davis!- lo rimproverò quello per nulla offeso.

-Comunque caro mio, lì c’è la tua pizza, offerta dal sottoscritto!- Lo sguardo del castano si soffermò per un attimo sul volto di Takero che sospirò. -Loro sono Yolei e la mia Kari!-

 

Ken sorrise gentilmente alla castana. Inquadrò la figura di Yolei con la stessa espressione …e ci rimase. Che carina quella ragazza! Poi si riscosse. Divenne serio.

 

-Takero…-

Il giovane aveva appena riempito il bicchiere di Daisuke.

I suoi occhi azzurri fecero rabbrividire il giovane Ichijouji.

 

-C’è Matt sotto…- con estrema lentezza aggiunse un fioco: -Vuole parlarti.-

 

Takero posò la birra sul tavolo. Ecco.

 

-Scusate…scendo un attimo.-

 

--

 

Faccia a faccia.

 

-Credevo di non trovarti.-

Yamato Ishida esordì in quel modo illuminato da uno dei lampioni.

 

-Già. Dovevo andare a lavorare…ma Daisuke mi ha chiesto un favore…e sono qui.-

-Uhm…-

 

Matt alzò il volto.

 

-Mi dispiace. E che non è un buon periodo.-

Takero avrebbe voluto tirargli un pugno.

-E per chi non lo è!-

Matt lo guardò in faccia. Ma che cosa stava facendo…?L’odio ritornò.

 

-Bhe…certo per chi conta solo sulle proprie forze….per chi  ha la presunzione di avere il controllo della sua vita non deve essere un buon periodo.-

-Se dobbiamo discutere non è questo né il luogo né il momento.-

-Io voglio sapere solo la verità.-

Yamato si avvicinò al fratello.

-Ne ho il diritto.-

 

Il cuore di Takero batteva forte. Le guance gli si colorarono di rosso.

-Ma io non la so!! Non so il motivo per il quale i nostri genitori si sono lasciati, né so il motivo che ha spinto nostra madre ad andarsene! Mi sono stancato di urlarlo! Cosa vuoi che ti dica? Che è colpa mia?? Si Matt, è colpa mia!Va bene!?-

Il fratello maggiore si passò una mano fra i capelli.

La loro conversazione fu interrotta da un’esile figura con i capelli castani rischiarata a poco a poco dalla luce dello stesso lampione. Gli occhi di Yamato brillarono sorpresi di trovar lì quella piccola donna.

 

-Hikari…!-

 

La sorellina di Taichi Yagami lo salutò prima di rivolgere i suoi occhi bramosi sulla figura di Takero.

 

-Yolei sta facendo una partita a carte contro Daisuke e….quindi rimane un altro po’…però io voglio tornare a casa. Takero mi puoi accompagnare? O magari interrompo qualcosa?-

 

In realtà Hikari aveva capito che magari poteva aiutare in qualche modo quel giovane. Yolei però davvero era stata trattenuta da Ken e da Daisuke e stava vincendo ai videogames e lei si era riuscita a districarsi…prima che il suo pretendente le proponesse qualcosa.

- No. Matt se ne stava andando.-

 

--

 

-Ecco…-

Camminavano da un po’ e Kari fu la prima a parlare spezzando contemporaneamente il vento freddo e il silenzio della sera.

 

- …spero davvero di non aver interrotto quella conversazione con tuo fratello…-

-Tranquilla. Non hai interrotto niente.-

Kari sospirò.

-Lo sai che sei davvero un tipo strano?-

-Anche tu se per questo…-

-No io dico sul serio! Ragazzino!- Kari si meravigliò di se stessa…da quando era così spigliata con qualcuno che aveva appena conosciuto?!

-Piccola mia…anche tu sei un tipetto molto particolare… e si può sapere quale portone conduce a casa tua!?-

 

Hikari lo fulminò con lo sguardo.

-Dobbiamo camminare ancora un po’.-

Lui sorrise amabilmente. Il silenzio ritornò e fu rotto di nuovo dalla ragazza.

-Tu sai che Yolei si è innamorata di te.Vero?-

Takero ci rimase, guardando le sue pozze castane scoppiò in una risata.

-Come fa ad amarmi?! Mi conosce appena!-

Kari sospirò.

-è tipico di Miyako…questo. Comunque…- si fermò davanti a un portone scuro, sorprendendolo.- Se non sei interessato a lei e la illuderai….e se la farai soffrire io…- strinse i pugni nell’oscurità.

-Calma…calma…piccola mia!- Takero avvicinò il suo volto a quello di Kari. Era tanto vicino da sentirne il delicato profumo.

-E…e se ti dicessi che al momento mi piace una ragazza molto particolare? Cosa mi risponderesti?-

Kari arrossì indecisa su cosa dire.

-Bhe! Dico che quella persona deve avere molto fegato...se accetta di stare con uno come te!-

Tk si mise a ridere di cuore. Di solito non si divertiva così con una ragazza. Di solito gli bastava stare in silenzio, recitando la parte del bel tenebroso per legarsele a sé.

La risata sparì nel silenzio e i suoi occhi continuarono a guardare come magnetizzati quelli di Kari.

Si avvicinò un po’ di più e assaporò con gli occhi chiusi le sue labbra.Un bacio.

Si staccò da lei con un sorriso che a Kari ripresasi, non piacque per niente.

SHALK!

 

Il rumore di uno schiaffo di spense come la risata di poco prima inghiottita dalla sera.

 

-Non permetterti mai più!!!- gli urlò inquadrando quella sua gota rossa e in fiamme.

Takero posò la sua mano sulla guancia e davvero non riusciva a smettere di sorridere. Le sue iridi chiare si fusero ancora una volta con quelle di lei.- Mi dispiace e che sei così bella …-

La sorella di Tai arrossì da capo a piedi. Che giornata! Si riscosse fulminandolo di nuovo e premette con forza il tasto del citofono.

-Ci si vede, piccola ragazzina.-

Esclamò lui con un pizzico di ironia e tanta fatalità.

Si allontanò nel buio ancora sconvolto da quella piacevole sensazione sulle labbra. Si, Kari doveva essere sua…perchè lui era stanco di essere solo.

 

 

 

Fine primo capitolo

 

Note mie:

 

Che ne dite? La continuo? Mi raccomando recensite per favore…e ditemi se la storia fila o no!

Baci Sara

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Capitolo 3
*** Capitolo secondo ***


Kari si gettò sul letto

Note dell’autrice: Voglio ringraziare e dedicare questo continuo a: Memi,  Francesca Akira 89, Smartgirl, Mijen, Sora89, Eles, Hikarikanna, Elisa… per il vostro sostegno e per i commenti arguti…e che mi hanno commossa profondamente!^^° Grazie a voi tutti di cuore!!

 

 

 

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Secondo capitolo

 

 

 

Kari si gettò sul letto. Il cellulare continuava a vibrare nelle sue mani. Un messaggio, una chiamata persa.

 

Al buio nella sua camera osservò il nome di Miyako splendere e illuminarle il volto.

Fin da piccola se era successo qualcosa era sempre pronta a consolarla…anche se lei voleva un supporto alle quattro di notte! Aveva sempre pensato agli altri e non si era mai chiesta…quali emozioni potevano scaturire da un bacio….

-Takero kun...- esclamò sentendosi bene.

Come dimenticare quel calore che aveva sentito, quel suo cuore che batteva all’impazzata…tanto che forse si era sentito. Le sue gambe, poi che improvvisamente facevano più fatica a reggerla…e la mente che mentre lo vedeva andar via era bombardata da migliaia e migliaia di pensieri che lo riguardavano.

 

-Takero…-

 

Possibile che le piacesse?

In fondo era un ometto che giocava a fare il grande.

-No.- disse ad alta voce.

Takero non era un ometto, lui era un uomo…il fisico e i suoi muscoli scolpiti che aveva visto in quel bagno ne erano la prova…Scosse il capo rossa nella notte.

-No.- sussurrò di nuovo a se stessa, rimproverandosi. Non era questo che intendeva.

Takero è una persona che ha sofferto, e che per questo è stata costretta a crescere in fretta. Probabilmente doveva mancargli molto Yamato… I due erano così seri, quando lei li aveva interrotti, preoccupata.

Già a differenza di Yolei sapeva più o meno a grandi linee la storia di Takero.

I genitori che divorziano e ritrovarsi a diciotto anni senza una guida materna….bhe alla fine ti sorgono dei dubbi se tutto sia stato colpa della tua nascita.

 

Si strinse al cuscino. Voleva aiutarlo,il suo cuore, la sua anima…voleva aiutarlo davvero.

--

 

-Prendi al volo!-

 

Il biondo senza fatica afferrò un cornetto schizzato a tutta velocità. Si sentiva come nuovo, mentre invece di solito dopo aver lavorato la notte prima, il lunedì era…tetro.

 

Sorrise al suo amico e confidente: Ken Ichijouji.

 

-Grazie.-

Il coinquilino gli prese a camminare di fianco con dei libri nella mano sinistra. Uno sguardo malizioso poi si dipinse sulle sue labbra sottili.

-Ti vedo…strano…oggi…-

Tk si soffermò a scrutarlo.

-Oggi, più di ieri? O più di domani?-

-Ah….non fare il filosofo con me, lo sai che non attacca!-

Tk annuì.-Di solito basta una di queste frasi per mandare in confusione Daisuke!-

-Bhe, con un futuro investigatore non credo che questo possa funzionare!-

Takero diede un morso al suo cornetto caldo. Sorrise quel calore non era la stessa alchimia che aveva provato con la sua “piccola ragazzina”.

-Ti vedo così…da, quando sei ritornato a casa ieri, dopo che hai accompagnato Kari…che ti ricordo è l’amore di Davis.-

Tk si rabbuiò per un sol attimo ma poi si scoprì con le gote leggermente imporporate.

-Si…lei…-

Ken rimase in attesa. Gli venne da pensare a Yolei. Che cosa assurda! Ma doveva ammettere che anche lui era stato bene, con quella violacea intorno. Lui per natura così timido…non era molto bravo a mettere a nudo le proprie emozioni…malgrado fosse un ottimo osservatore.

-Bhe…ecco adesso ti racconto una traccia, a cui molti autori si sono ispirati. In poche parole… è il solito triangolo che può finire nei modi più incredibili o in quelli più banali. C’è l’amico che comprendere che di solito è sempre un caso raro. C’è l’amico che non comprende…bingo! C’è sempre però la fine di tutto…-

Ken si passò una mano fra i capelli.

-Ti piace…agliai …-

--

-HAI visto ieri come era bello??Piuttosto tu non lo trovi affatto simpatico! Avete fatto uno scambio di battute al di poco glaciali!-

Kari arrovellò il suo cappello bianco in mezzo alla strada.

-Ma no…non mi è affatto antipatico!-

-Accidenti a te…- continuò quella sorridendo.- Sei entrata anche in bagno proprio quando c’era lui! Ah…hai visto che faccia ha fatto quando Ken (a proposito che belloccio!) gli ha detto di suo fratello??-

Kari si voltò verso la sua migliore amica. Erano in giro per Tokyo… tra un po’ era Natale e la frenesia dei regali già si sentiva nell’aria.

-Miyako….ho paura a dirtelo…ma….- Yolei scosse i suoi occhi verso di lei. Guardò intensamente l’amica, aveva capito che qualcosa era successo. Kari di solito era più presente e soprattutto rideva molto di più…

-Dimmi.-

-Lui non è giusto per te…Ieri lui.. mi…mi…-

La voce le si bloccò in gola. -Mi ha baciata- disse in un sussurro chiudendo gli occhi. - è un donnaiolo che illude e basta! Non è quello giusto per te!- aggiunse alzando il livello della voce.

Yolei rimase immobile per un po’.

-Ah.- disse semplicemente.

Kari rimase in ascolto il cuore le batteva forte in petto.

-Mi dispiace…-

-Tanto l’avevo capito…gli opposti si attraggono sempre.-

-Yolei!-

-Oh! Kari non devi scusarti! Anzi hai fatto bene! Me l’hai detto prima che mi intontiva di più questa storia!!-

Kari si mise a ridere.

-Grazie Miya!-

-Piuttosto…come è stato??-

-Cosa?-

-Come cosa!!-

Kari fece una faccia a punto interrogativo.

-Il bacio!!-

I tratti della castana si ingentilirono, era libera di provare quelle emozioni senza sentirsi in colpa. Volteggiò in mezzo alla strada.

-è stato come … la neve che dipinge di bianco tutta la città in una giornata scura, quando meno te lo aspetti. È stato come se i colori danzassero in armonia su una tela… per un sol attimo tutte le paure più stupide si sono allontanate da me e mi abbiano fatto sentire completa.-

-Uao… sei innamorata…-

--

 

Taichi scrisse velocemente delle note musicali su un foglio.

-Quindi…mia sorella stava con Takero…chissà come si sono conosciuti…-

Matt fece ondulare la sua zazzera bionda.

-L’ha accompagnata a casa…non so altro.-

Taichi alzò i suoi occhi castani.

-Matt.-

-Mhm…- mugugnò quello aprendo un cassetto della sua camera, con la chitarra addosso, quasi come seconda pelle.

-Non riesco a capire cosa sia successo tra te e Takero. Cosa non riesci a perdonargli?!-

Taichi continuò a parlare il suo sguardo era severo. -Lo sai che lui ha sofferto e soffre come te….se non di più.-

Yamato si girò di scatto. -Io non riesco a capire perché non è venuto da me allora...sono stato solo un pessimo fratello per lui!?-…-Non gli do nessuna colpa…non l’ho mai incolpato né del divorzio né di questa fuga dal ruolo materno…io mi sento male perché non sono riuscito ad essere il suo punto di riferimento!. Mi vergogno perché lui ha fatto tutto da solo, senza venire a chiedere aiuto a me o a mio padre. Non l’ho mai visto piangere…e sai cosa vuol dire…? Che non sono stato nulla per lui, che io non sono la sua famiglia!-

 

Il suo sfogo assomigliò al ruggito di dolore di un leone in gabbia. Taichi sorrise.-L’orgoglio, quindi è l’orgoglio che non ti fa dormire…-

-No.-

Parlò piano Matt chiudendo i suoi occhi.- è il fallimento a non farmi chiudere occhio, la consapevolezza di non averlo aiutato.-

-Lo sai cosa penso? Che sia tutto un fraintendimento. In fondo tu sei chiaro solo quando canti delle canzoni!-

Un cuscino colpi a pieno la faccia di Taichi che scoppiò a ridere.

La suoneria di un cellulare poi si pronunciò nell’aria.

-Pronto?- Matt rispose con la sua proverbiale indifferenza.

 

--

Tk era in piedi davanti a quella cabina telefonica.

-Io lo so che posso star tranquillo. Ma ti prego chiama anche Yamato, mamma.-

-Se me ne sono andata non è stato per voi. Io amo i miei figli..e che davvero non riesco a dimenticare quell’uomo, non riesco a dimenticare vostro padre e …- La voce della madre gli giunse inaspettata e le lacrime gli scesero lungo le gote. Ma non si accorse di aver stretto i pugni.

-Non capisco, davvero non ti capisco! Non è un buon motivo per avermi lasciato da solo!! Non è un buon motivo per avermi scaricato a casa di Ken!!!Ti rendi conto di quello che dici? Sei ancora innamorata di papà!? Allora forse…un motivo c’è! Non te lo sei mai domandato??-

-Lo so Takero. Ho fallito come madre.-

-Non fare la vittima! Difenditi per una volta!.-

-A Natale torno per un paio di giorni. Il mio lavoro qui è molto buono e se ti ho lasciato lì è perché  a Tokyo che hai la tua vita. Mentre Tokyo per me vuol dire solo sofferenza.-

-Bene. Ciao.- glaciale come suo padre più di sei anni fa.

-Ciao Takero.-

--

-Kariiiiii!!!!!!-

Yolei continuò a camminare trainando la sua migliore amica fra i negozi del quartiere: cercavano di  seminare qualcuno. Le cinque di pomeriggio ed è inutile dire che il consumismo le aveva spinte a uscire di nuovo in quella giornata. –Non voltarti, cammina più spedita.-

-Sei tremenda Yolei!-

La viola incrementò il passo somigliava molto in quel momento a un carrammato .

-Non credi che dovremmo fermarci…almeno lo salutiamo!-

-Non dire scemenze!! Non è Tk o Ken…è Daisuke!-

Appena pronunciate quelle parole. Le due ragazze se lo trovarono di fronte sorridente.

-Non potete sfuggirmi io sono nato in questo quartiere! Conosco le più piccole scorciatoie! Allora, dove andavi di bello mia dolce Hikari-chan!?-

--

 

-Ehy.-

-Au.-

Sora si mise a ridere dopo aver pronunciato quelle parole.

-Certo che a noi basta anche un borbotto e ci capiamo al volo!-

Sora mise da parte un pacco di fazzoletti.

-Che è successo qualcosa? Ti vedo strana!-

-Perché?-

-Bhe hai gli occhi rossi, sembra quasi che tu abbia pianto.-

 

Sora non rispose ma annui tristemente.

-Io e il mio ragazzo abbiamo rotto.-

-Ti sei lasciata con Miroku?-

-Già.-

-Bene.-

Sora sgranò gli occhi ramati.

-Come bene??-

Inquadrò la figura del biondo.

-Quel tipo non mi piaceva…ti ha fatto solo soffrire! Dai Sora fidati di Takero!-

La ragazza si mise a ridere.

-Mi sa che dovremmo incominciare a pulire…tra un po’ apriamo!-

-Agli ordini capo!-

-Piuttosto tra un paio di giorni, a Natale verrà a suonare una band….hai visto dove Yamazaki ha sistemato l’amplificatore??-

Takero si fermò bloccando le sue azioni nel locale.

-Una band?- chiese come per accettarsi di quello che aveva sentito.

-Si…- Sora si bloccò. Capì il pensiero del fratello adottivo. –Andrà tutto bene…animo!- disse cercando di sorridere anche se per lei quella era una giornata no.

 

--

 

-STAI SCHERZANDO????-

 

Taichi fece un sorrisone aprendo l’armadio della sorella.

-Kari tu vieni con me, stasera, così mi consigli…sai dobbiamo andare a suonare in un locale e mi servi assolutamente!-

-Ma….ma…ma è il BLUE SKY!!!!-

Tai fece una faccia come per dire: lo so, ma che ti prende?

Kari si rabbuiò, ma poi le sue gote si dipinsero di rosso e annuì felice.

-Ma viene anche Yolei!!!-

 

--

-Yolei… davvero tu e Kari insieme al divino Taichi state andando al Blue Sky, stasera??-

-Come lo sai brutto cavolfiore??-

-Ho incontrato il divino Taichi che tutto felice mi ha detto che avrebbero suonato lì.. e quindi…-

-Zte! Non provare a venire, questa sarà una serata rovinata con te fra i piedi!!-

-Brutta megera!!! Guarda che io e Kari andiamo d’accordissimo!!!-

Yolei osservò il castano, aveva una calcolatrice in mano e la utilizzava nel negozio di alimentari dei suoi genitori.

-Porto Ken! Se vengo…. stiamo tutti insieme e Takero può portarci da bere!! Ohohoh…sono diabolico!!!-

-Sei solo uno stolto…e poi posso anche chiedere io da sola a Ken se vuole venire o no!-

-Ti sfido megera!-

-Grrrr…dammi il suo numero, pivellino!-

-Guarda che è dietro di te.-

 

Yolei fece una faccia indescrivibile. Si voltò sorridendo.

Ichijouji era davvero lì con una scatola del tonno in una mano.

-Ciao…-

-Ciao Miyako…spero che Davis non ti stia importunando…-

Yolei fulminò il castano prima di ricambiare quello sguardo. Ken le piaceva ed era anche più carino del fratello di Yamato.

-No, è solo un lattante.-

Ken si mise a ridere.

Daisuke non gradì quell’affronto. Fece uno sguardo malizioso.

-Piuttosto…se no mi sbaglio Yolei ti doveva chiedere una cosa Ken.-

Miyako diventò rossa, spremé diverse cifre sul calcolatore di suo padre. 789543…

 

-SI ECCO…KEN….MI STAVO CHIEDENDO…SE…-

 

32748343894Y37463273247368926767825760458’967………..

 

-SEI LIBERO STASERA?????- si accorse di aver urlato, sbatte le ciglia un paio di volte come per rimediare al danno.

TUM…4234566…TUM…47483738… l’elemento elettronico era un tutt’uno con lei…oramai…

 

-Molto volentieri Miya!!!-

Daisuke si pizzicò la lingua mentre il padre della viola si sarebbe contato i capelli bianchi che aveva in testa quella sera.

 

--

Matt strofinò i suoi capelli dorati. Aveva fatto una doccia bollente e lo specchio ora si era appannato e non faceva intravedere la sua altera figura.

Le dita trasportarono via quel leggero vapore acqueo incontrando solo il freddo del vetro. I suoi occhi azzurri brillavano come due zaffiri. Non aveva mai dato molta importanza al suo aspetto. …Ma era fiero di quegli occhi. Sorrise. Questo può sembrare un pensiero vanitoso, ma non è così. Lui ama il colore dei suoi occhi perché è lo stesso che lo accomuna a Takero. Fin da quando erano piccoli le persone capivano subito che erano parenti, proprio da quella somiglianza. -Avete gli stessi occhi.-

Il cellulare vibra sul mobiletto del piccolo bagno interrompendo quello scavo introspettivo. Uno squillo: Taichi.

È in ritardo, lo sa bene, ma non può fare a meno di sentirsi così, di agire in quel modo.

È come se il suo cuore si fosse atrofizzato…come se non ci fosse niente dentro di lui. Come se il suo cuore fosse appannato come lo specchio che gli stava davanti. Forse la separazione, gli sguardi pieni d’odio, il suo sentirsi un essere inutile per così tanto tempo, gli ha provocato più danni di quelli che pensava.

Sorride di nuovo Yamato e accende il phon.

Adesso i suoi gesti sono più veloci come il filo dei suoi pensieri.

Pensa che deve ancora finire la sua canzone. La loro canzone. Taichi in quello aveva ragione, era più bravo a farsi capire cantando che a parole. Anche in quello…completamente diverso dal suo T.k. … che aveva l’ambizione di diventare uno scrittore….

Parole imprigionate in litanie senza tempo,dentro e attorno a lui.

--

-Quanto rumore che c’è!-

-è un locale che ti aspettavi…musica classica!?-

Kari si guardò in giro, dov’era Miya-chan??Ma i suoi occhi curiosi cercavano un’altra figura che occupava i suoi pensieri.

-Kari…- Si sentì chiamare. Sorrise nel vedere la sua migliore amica.

-Yolei..!- ma il saluto le morì in gola quando assieme a lei c’era anche Daisuke!

-Davis, che ci fai qui???- chiese Taichi in tono quasi burbero. Tanto, per lui nessun ragazzo meritava il cuore della sorella. -Ma.. ma divino Taichi!-

-Uh! Ciao Ken!-Sussurrò poi la castana abbastanza perché Ichijouji la sentisse.

-Si sono venuto con Yolei…-

Quelle frasi la fecero ridere e notò con piacere il rossore sulle guance della ragazza.

-Che bello!-

-Venite andiamoci a sedere…deve venire anche Matt…-

--

 

-Cosa prendete?-

Sora si avvicinò al tavolo dei nostri amici. Era vestita in modo impeccabile e non aveva più l’aria di una persona che aveva sofferto.

Taichi le sorrise di rimando. Che bella ragazza… si disse.

 

-Aspettiamo un nostro amico…-

 

Sora chiuse il libricino degli appunti, annuendo.

Kari si alzò. –Scusate io vado…a prendere ehm.. ehm…-

Yolei intervenne pronta come sempre.- Signorina, ce li prendiamo da noi i nostri drink. Solo che c’è molta confusione ed è difficile scorgere il barrista!-

-Ahm…Takero vedete…eccolo là è impegnato in una delle sue evoluzioni!-

Kari sorrise felice, Yolei ritornò a sedersi e lanciò uno sguardo di vittoria a Davis che perse di vista la sua amata, quando un omaccione si mise di striscio.

Sora si mise a ridere, sapeva del successo che avevano con le donne i sue barristi….

I capelli ramati le incorniciavano il viso; che si rabbuiò quando una figura si avvicinò a lei.

Un ragazzo le prese un braccio. Sembrava furioso.

 

--

-Ciao piccola mia, che fai sei venuta a chiedermi scusa?-

-Manco per sogno!!-

Takero si voltò un sol attimo. Versò un alcolico a un ragazzo.

Poi si avvicinò al volto di lei, finalmente libero anche se per un minuto.

-Con chi sei venuta? Non mi piace che frequenti questo posto!.-

-Perché ti sembro troppo giovane?-

Takero sorrise amabilmente. Le sfiorò una guancia.

-Perché sei troppo bella…che ti potrebbero rapire, piccola mia.-

Kari divenne paonazza.

-Non provare a fare il galantuomo! Tanto io lo so che sei un donnaiolo, cosa credi?!- Tk si mise a ridere per poi servire un analcolico.

-Allora perché sei qui?-

Kari sostenne il suo sguardo. - Controllo che non ti metti nei guai, ragazzino.-

Takero le sorrise, si avvicinò di nuovo a lei. L’altro barrista Yamazaki, lavorò leggermente per due in quel momento.

- Dopo scappiamo via, io e te.-

-Te lo scordi!- quella risposta non era affatto vera ma Kari doveva proteggersi, non voleva soffrire e soprattutto non voleva essere ingannata. Takero le sfiorò una ciocca di capelli che le ricadeva vicino alle guance. Sentì in quel momento il biondo, il suo cuore andare allo steso ritmo della musica.

Ma una scena lo bloccò a suo malincuore.

--

 

-Perché mi hai lasciato???- tuonò facendola tremare.

Sora lo fulminò…i suoi occhi prima, non  sembravano essere capaci ad un simil sguardo.

-Lasciami Miroku. -esclamò fredda e glaciale.

Quello invece la scosse, gli occhi verdi sembravano non arrendersi. Taichi saltò in piedi come una molla.

-Sora!-

-Io adesso sto bene! Io non sono il tipo che si fa solo usare! Capito??! Non voglio più stare con uno come te!-

L’uomo sembrava non volerla ascoltare. La scosse di nuovo e più violentemente tanto che il libricino degli appunti le scappò di mano. Alcune persone smisero di ballare e si fermarono a guardarli.

-Vattene!- gli sibilò sicura di se stessa.

-NO!-urlò quello furioso.

Taichi stava per intromettersi lui era uno che di solito fermava quel genere di scene.

Ma con sua sorpresa non fu la sua voce a rompere quella conversazione.

-EHI, NON L’HAI SENTITA?? Sparisci dalla sua e dalla mia vista.-

Yamato.

In piedi davanti a quell’uomo sfrontato come sempre. L’individuo si voltò come se morso da una tarantola, con una rabbia immensa nell’animo.

-Non intrometterti damerino!.-

Sora si sovrappose bloccando le parole che stava per esclamare il biondo. La sua gentilezza riparò tutto. Prese le mani dell’ex amato e lo guardò negli occhi.

-Mi dispiace davvero…ma cerca di capirmi io non sono più innamorata di te…io adesso sto con questo giovane!- sfacciatamente indicò il fratello di Takero. Non l’aveva mai visto ma sperò che quello li reggesse il gioco.

-perdonami ma io non ti merito. Ti prego…vattene ora.-

 

Miroko si guardò attorno. Ma che emerita figura… che stava facendo. Osservò per l’ultima volta Sora poi scoccò uno sguardo d’odio al biondo.

-Addio.- sibilò uscendo velocemente da lì.

 

--

Kari si voltò dove gli occhi di Takero si erano fermati. La barrista e un giovane stavano discutendo.

Trasalì quando il biondo che se ne stava fermo dietro al bancone, lasciò andare un nome.

-Matt…- quel suo tono mesto e allo stesso tempo curioso la fece rigirare verso di lui.

Chissà se soffriva molto…

-Barrista! Ehy una birra per favore!!!-

 

--

Sora si asciugò una sola lacrima con il polpastrello. Si ricordò allora del posto in cui si trovava e del ruolo che ricopriva.

Mentre si voltava riconobbe gli stessi occhi azzurri del suo migliore amico.

-Take…- il nome si bloccò. Un pensiero le passò nella mente; abbassò il volto e ringrazio, prima di riprendere il libro dei suoi appunti.

-Scusate…-

-Ciao…- fece il biondo vedendo allontanare la sua nuova ragazza… e la schiena di Daisuke.

 

--

Davis aveva lasciato il tavolo, perché non avrebbe sopportato colui che stava per prendere posto. Ken invece a malincuore, fece una smorfia mite quando il fratello di Takero si sedè.

Quello realizzò il posto in cui si trovava e gli venne spontaneo girarsi verso il bancone al centro della sala. Ma le persone che lo attorniavano non facevano vedere nulla.

-Sta lavorando.-

La voce di Ichijouji gli ricordò il compito che stavano ricoprendo il fratello minore.

Il suo sguardo glaciale gli ricadde sopra.

-Lo so.-

 

--

-Kari, vieni via dal bancone…-

La castana si voltò verso Daisuke. I suoi occhi erano commossi. Davis si sentì morire quando una lacrima rigò il volto dell’amata.

-Ehy…che fai stai piangendo.-

I suoi occhi neri avvolsero la figura di Takero, la sua voce assunse un tono severo.

-è stato lui???-

Kari scosse il capo alzandosi.

-Ho bisogno di una boccata d’aria.- Takero la vide allontanarsi…fu come un tuffo nel passato. Quante volte si era sentito così vedendo una schiena che scompariva all’orizzonte. Una persona dovette chiamarlo molte volte prima di ricevere la propria birra.

--

Sora si avvicinò al tavolo, un vassoio e delle birre fecero il loro ingresso sul tavolo.

-Mi dispiace e grazie ancora.- esclamò sorridente.

Gli occhi di Yamato si fusero con i suoi.

-Poi noi dovremmo parlare con il proprietario, siamo la band che deve venire a suonare qui…- Tai parlò molto cordialmente. Sora si illuminò e arrossì annuendo.

-Va bene, dopo potete chiedere a Takero, di solito è lui che parla con il capo…è il barrista biondo e con gli occhi azzurri non potete sbagliarvi…-

-Lo so è mio fratello.- Yamato scosse una mano, il volto di Ken fece un’altra smorfia ma quello che ci colpisce è il volto della Takenouci.

 

-Tu sei Yamato Ishida??!-

 

Il biondo si voltò sorpreso.

 

-Takero mi racconta molto spesso di te.-

 

Taichi scrutò la figura della signorina.

-Mi racconta di come non riusciate a capirvi…malgrado parlate la stessa lingua. Mi racconta di come vi guardate con odio….malgrado il legame che vi unisce!- La sua voce si addolcì. -Come fai a non fare nulla, eppure mi sembri un tipo intelligente.-

Yamato si alzò dal tavolo. Ecco la paura che gli attanaglia di nuovo lo stomaco.

-Come ti permetti di giudicare me e la mia vita, se neanche mi conosci?!-

-Mi permetto, perchè Takero veniva a piangere sulla mia spalla, quando invece avrebbe voluto venire da te!-

-Ma perché non l’ha fatto!- Matt si accorse di aver urlato. Lanciò uno sguardo d’odio e di tristezza alla Takenouci che tremò.

-Non lo so, ma credo che dovresti fare qualcosa. Lui vuole essere salvato, ma se tu non lo perdoni come fa a divenire finalmente tuo fratello?!I figli non hanno e non sono le colpe dei loro genitori!-

 

Yamato rimase in silenzio. Si diresse dopo molto tempo verso il bancone.

 

Takero lo osservò mentre si avvicinava, fece l’indifferente, ma la sua mano tremò versando un Jack Daniel’s.

 

-Dobbiamo parlare.-

--

 

-Perché piangi?? Eh Kari??-

-è per Takero…-

Daisuke strabuzzo gli occhi. Capì in quell’istante di quanto la sua vita l’avesse portato a illudersi.

-Insomma, ha paura di esprimere i suoi sentimenti, ha paura di mostrarsi per come è davvero. Vorrebbe abbracciare il fratello e invece scappa. È brutto quando due persone vivono di rimpianti.-

-Kari….-

-Io in realtà non ho fatto molte scelte, mi sono accorta di non essere poi così forte come pensavo. L’aver fatto diciotto anni non ti prepara a quello che poi è la vita. È qualcosa che devi imparare da sola ed è come una tela…-

-Un quadro?-

-Si…devi prendere delle scelte…come quando devi decidere se unire o no due colori complementari o due colori neutri…-

-Kari..posso…posso chiederti una cosa?-

La ragazzina si voltò. Annuì.

-…Tu a che colore mi assoceresti?-

-All’arancione…- Un sorriso sbocciò sulle sue labbra carnose.

-Sei sempre di buon umore, allegro …sei Daisuke.-

Il ragazzino arrossì.- Quindi tu provi solo dell’amicizia per me?-

Kari lo guardò lungamente prima di rispondere.

-Si Daisuke.-

-Bene. L’importante è amare. Perché tu sapevi…sai.. che io…-Davis arrossì. -Che io ti amo Kari…ma non ha importanza…io non potrei mai odiarti. O odiare voi due.-

Kari abbracciò leggermente il suo ex compagno di banco.

Poi si scosto.-Come voi due?-

-Bhe..non negherai che tu e Takero formate un bel quadro insieme…-

Kari sorrise la luce di un palo le animò le gote in fiamme.

-Siete intrecciati come…come … un cesto di vimini o come le chele di un granchio…-

-Grazie Daisuke…ma ricorda che io non sarei mai quella che sarei oggi se non avessi avuto un amico come te.- La castana porse la mano che lui afferrò a malincuore. Lo sapeva, che Hikari non provava niente per lui, e in fondo non gli dispiaceva aver vissuto per tutto quel tempo…solo di sogni. Gli uomini in fondo non sono fatti solo di carne ma di dolci illusioni…

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Capitolo 4
*** capitolo tre ***


Note dell’autrice: Ah eccoci arrivati al

Note dell’autrice: Ah eccomi qua, con un nuovo aggiornamento…che dire, ho inserito altri due personaggi che a mio parere mancavano…o meglio mi mancavano. Magari alcuni non approveranno ma è più forte di me, mi è venuta una ispirazione all’improvviso e il mio computer mi ha sostenuto in questa pazzia!

Sono davvero Onorata per le recensioni che ho ricevuto per questa storia…^^ per questo ringrazio in primis…la mia amica Memi che mi sprona sempre ad andare avanti, sei la migliore in assoluto amica mia!(a proposito leggete le sue storie che sono una poesia meravigliosa! Riempiono l’anima!) e: Sora 89, Hikarikanna (cioè la mitica Federica!), Kecca94,Noemi, Smartgirls, Elisa, Francesca Akira 89(ma sei la stessa che frequenta il sito di Marghe?) e anche Takari fover ed Eles…spero che ho messo tutti! Bene e ora vi lscio, Buona lettura! ^^

 

 

 

 

 

 

 

 Anime Intrecciate

Penultimo capitolo

 

 

Luci, voci che si accavalcano, risate che nascondono un fondo di malinconia; come i bicchieri dove un liquido passa i suoi ultimi minuti.

Iridi scure e chiare, che incontrano altre vite… che si spalancano, scrutando l’esistenza di altre anime, vicine o lontane anni luce dalla propria.

Suoni che come le onde del mare si infrangono contro timpani, destinate a un non ricordo o a rimanere impresse come l’inchiostro che impregna un foglio di carta.

 

-Non è questo il momento. Se vuoi ordina una birra o un drink… non puoi pretendere la mia persona.-

-Lo sai che suonerò qui tra un paio di giorni?-

-Si lo so.-

-Lo sai che tra un po’ è Natale?-

-Ce l’ho il calendario l’ho comprato con i miei soldi.-

Yamato sorrise.

-Lo sai che papà si chiede dove ha sbagliato e il perché tu non sei con me?-

Takero urtò una spalla di Yamazaki. Chiese scusa silenziosamente mentre fulminò il volto sfacciato del fratello.

-Perché sei così indifferente?!- Yamato sorrise lanciando quell’ultima frase. Lo stava ferendo per provocargli una reazione.

-Ah! Quello indifferente sono io?!- Takero lanciò uno straccio contro il bancone. Uscì velocemente spogliandosi dal suo compito di barrista.

Takero si avvicinò al fratello i pugni chiusi. –E TU, perché, devi sempre sottomettere tutti alla tua volontà?-

Il silenzio si parò tra i due Le voci nel bar aumentarono di colpo quella scena per le persone passava inosservata.

 

-Allora se pensi questo di me… Tra qualche giorno, sono qui in questo locale. E poi vediamo chi ha avuto davvero paura e chi tra noi due è così maledettamente testardo, chi VUOLE DIMOSTRARE AL MONDO che lui ce la fa… da solo.-

 

Takero si morse un labbro, si incamminò verso l’uscita, barcollando come se avesse ricevuto un colpo dritto al cuore.

Matt lo guardava mentre si allontanava per l’ennesima volta da lui. Era soprappensiero, quando lo raggiunsero Sora e Taichi; la prima timidamente il secondo con piena autorizzazione.

 

-Ma perché avete così tanto rancore dentro?!- Taichi fu il primo a parlare. Yamato sorrise alla figura esile della barrista.

-Non è rancore, ne rabbia…noi abbiamo solo paura che se torneremo assieme...potremmo romperci come quella che era la nostra famiglia. Per questo preferiamo evitarci… perché per gli Ishida è dura piangere, perchè noi non accettiamo le lacrime.-

Sora inconsciamente prese la mano del biondo e la strinse. Quelle parole le erano famigliari, aveva sentito Takero una volta pronunciare qualcosa del genere.

 

-Sai avvolte anche se due fratelli sono stati lontani per molto tempo o se non hanno mai vissuto sotto lo stesso tetto…non si lasciano mai…sanno comunicare anche se le parole dicono un’altra cosa.-

--

-Kari quello è Takero, Corri presto raggiungilo!-

-Ma tu….-

-Vai, avverto io Taichi.-

-Davis!-

-Vai!-

--

 

Yolei singhiozzò un paio di volte. Ken sorrideva mentre Taichi la imitava da quando le acque si erano calmate.

-Ti sono…sembro noiosa Ken?Sigh!?- Yolei era leggermente brilla, ci voleva poco per capirlo.

-Non lo sei affatto Miya.-

-Allora perché non riesco a trovare quello giusto Ken??-

Taichi ordinò un po’ di caffè. Yamazaki sudava freddo dietro al bancone.

-Miya…tu sei speciale, hai mai pensato che hai cercato nel posto sbagliato?!-

-Uhm….effettivamente!-Yolei si appoggiò alla spalla del giovane che divenne bordeaux.

-Effettivamente…- sussurrò prima di addormentarsi.

--

“ Perché non riusciamo a stare assieme…possibile che ci diamo sempre colpe più grandi di noi?”

Il vapore del suo respiro uscì sparendo poi nell’aria.

 

-Takeroo!-

 

Una voce famigliare lo fece torcere malgrado non volesse fermarsi.

 

-Tikeiii!!-

 

Kari. Il suo cuore sorrise e per un attimo dimenticò le parole del fratello. Lei stava con lui.

Lei aveva il fiatone ma l’aveva raggiunto.

Si stupì come un bambino, nel sentire le sue dita calde stringergli la mano fredda.

 

-Hikari…-

-Sono qui.-

Un qualcosa si scatenò dentro di lui, nessuno in modo così esplicito(con una frase e con un gesto semplice) gli aveva toccato il cuore. Era così stanco dei doppi sensi che…comprese quel bisogno di sentirla sua. Quel bisogno assillante…e piacevole. Si sentiva sicuro e felice quando ce l’aveva intorno. Tre giorni appena e lui ne era affascinato.

Come in un sogno la catturò a sé, prendendola di sprovvista, e un bacio dolce e passionale si andò a posare sul suo collo non riparato dal giubbotto…Il profumo di lei gli stordì i sensi ma gli diede la forza necessaria di staccarsi e di prenderla per mano, riprendendo a camminare.

Kari lo fissò per lungo tempo, il cuore le ronzava forte in petto.

-Tra un po’ è Natale.-

Lui ruppe di nuovo quel silenzio con una semplicità sconvolgente. Lei non rispose, riusciva a capire le frasi a dar loro rigore logico; ma era ancora presa da quella sensazione e da quel calore che aveva provato al bacio tenue di lui. Si scosse e dedicò la mente e il cuore sulla sua persona.

-E non riesco a provare nulla.-

 

Kari si sentì morire a quelle parole… per non dover piangere di nuovo, lo abbracciò. Si fermarono in mezzo alla strada mentre Takero riprendeva la voglia di vivere, di parlare.

-Il mio cuore è rimasto in una casa, dentro un letto in una giornata scura.- la sua voce era fievole mentre ammetteva quella realtà.

La sorella di Taichi cercò riparo nell’incavo della sua spalla. Cercò di trasmettergli qualcosa.

-Ma quando ti ho visto, ho capito che vale la pena… soffrire, perchè così riconosci la felicità. Forse è troppo presto…Forse ti sembrerò un superficiale ma Kari…, mi piaci immensamente piccola mia.-

La sorella di Taichi alzò il capo.

-Andrà tutto bene. Io sono qui e non ti lascio.- La sua mano esile strinse la sua così grande e generosa.

-Credo che tutte le tue esperienze ti abbiamo reso quello che sei…anche se adesso non te ne accorgi. Andrà tutto bene questo Natale, Takero. Fidati di me, questo Natale sarà diverso.-

 

--

Sora si stropicciò gli occhi.

Yamazaki, un giovane con i capelli neri si posizionò davanti a lei. Indicò silenziosamente un amplificatore. Le tre di notte e lei aveva una mazza per pulire a terra.

-Va pure sarai molto stanco…dopo che oggi Takero ha avuto una piccola emergenza.-

Yamazaki fece un tenue sorriso.

-Pulisci tu tutto?-

-Si va pure.-

-Porto fuori la spazzatura allora…ah….li c’è quello là, lo mando via?-

 

Sora sgranò gli occhi non si era accorta che seduto su uno sgabello c’era ancora un cliente.

Sorrise nel riconoscere quella figura.

-No, va ci penso io a lui.-

 

Yamazaki annuì e non fece rumore uscendo.

Sora si mise di fronte al ragazzo. Era così pensieroso da dare l’impressione che sulla sua fronte sarebbero ben presto comparse centinaia di rughe. *Ma tanto…quelle rughe non avrebbero cambiato quel viso d’angelo…*

-Posso esserti utile Matt?-

 

Lui alzò lo sguardo. Si guardò attorno. Era così preso a ripassare dentro di lui la nota di una canzone che…

-No.- prese la sua sciarpa appoggiata sul bancone.

-A me sembra di si.- Sora posò lo strofinaccio. –Dopotutto tu stasera mi hai aiutato con Miroku. Hai fame? Non avrai mangiato niente immagino!-

La ragazzina sparì per riemergere di nuovo dietro al bancone con un sacchetto bianco in mano.

-Prima di venire al lavoro ne compro sempre due. Uno è alla marmellata l’altro alla nutella. Aspetta che li riscaldo.-

Matt la stava a guardare, la trovava molto buffa, con quel suo modo di sorridere di mettere sempre il becco in cose che non la riguardavano.

La ragazzina mise il timer e aspetto curiosa che i cornetti fossero pronti.

Poi li prese con dei tovaglioli a mò di forcine.

Rise porgendogli quello con la marmellata.

Lei poi morse il suo sedendosi stancamente vicino a lui.

-Mangia…che aspetti! Guarda che il tuo viso risentirà della fame. O come le grandi rock star sei a dieta!?-

Matt le sorrise e la fece arrossire. Accolse quell’invito e per un po’ se ne stettero in completa serenità.

-Sei un tipo molto silenzioso. Anche tuo fratello lo è del resto.- Sora sorrise pulendosi le labbra con un tovagliolo rosso.

-Uhm…- fece lui finendo il suo cornetto.-Grazie.- disse poi fissandola.

-Ehy…non è niente di che…comunque sono sicura che andrà tutto bene!-

Matt si guardò di nuovo in giro. Il locale era ampio e grande.

-Ci impiegherai molto tempo prima di pulire tutto qui…-

-Si ma io sono speciale caro mio!- Sora fece la spavalda ma effettivamente sapeva cosa l’aspettava.

Matt si alzò e si tolse il cappotto. Prese la mazza per pulire a terra.

-Ti do una mano.-

Sora lo guardava con tanto d’occhi.

-Stai scherzando!-

-No.-

Il ragazzo si mise a canticchiare un piccolo motivetto che incontreremo più avanti nella nostra storia.

--

 

Sora afferrò il secchio.

Matt sollevava gli sgabelli.

Poi Sora trattenne il fiato…lo vide scivolare sul pavimento appena lavato.

-Yack…Yamato…attento che è bagnato!-

-Hai fatto la rima- le rispose quello fermando il suo moto e trovando la stabilità contro il bancone. La risata di Sora lo colpì e lo fece sorridere malgrado il rischio che aveva corso, malgrado il suo stato d’animo.

Sora si aggrappò alla sua mazza e volteggiò due volte prima di rigirarsi verso il biondo.

Sembrava serena…

-Non mi sono mai divertita tanto, pulendo questo posto!-

Matt annuì avvicinandosi alla sua esile figura.

-Ora ti accompagno a casa. È tardi e ho sonno.-

Sora fece uno sguardo imperioso.- Stai scherzando spero io sono fresca come una rosa!-

-Se…una rosa appena colta…-

La ragazza stava per rispondergli a tono ma sbadigliò. Matt allora spavaldo, la prese in braccio, facendola urlare.

-Lasciami, altrimenti scivoliamo tutte e due!!-

Matt la fece volteggiare prima di rimetterla a terra.

-Takenouci.- disse leggendo il cartellino.- Muoviti che ho sonno.-

--

 

-Sei sempre così silenzioso??! Non è che in realtà sei un vampiro o qualcosa del genere?-

-Ma che vai blaterando Takenouci!- inespressivo come al solito pronunciò quelle frasi.

-Vedi come sei? Sei un riccio! MI chiami così ma mi stai accompagnando fino a casa! Sei preoccupato per me anche se ci conosciamo da quanto? Da tre ore? Non mi freghi Yamato Ishida!!-

-Che vuoi dire? Guarda che ti accompagno solo perché il cornetto era buono.-

-Ah! Brutto essere unicellulare che non sei altro!-

-Che cosa?!!-

 

Matt aggrottò un suo sopracciglio, lei accelerò il passo dandoli leggermente le spalle.

 

-Guarda che hai a che fare con una persona intelligente!- Lei si rigirò sorridente e camminò all’indietro squadrandolo; non si era arrabbiata allora come aveva fatto credere, voltandogli la testa.

-Per me tu sei esattamente come tuo fratello, solo che lui è meno biondo e più simpatico!-

Matt emise un grugnito che fece ridere la barrista.

 

Quando la sua risata si spense, la voce della ragazza sussurrò queste parole -Sei come ero io tempo fa.- e lo fece toccando delle tonalità così serie che malgrado il giubbotto lo fecero rabbrividire

 

Il silenzio scese tra i due e poco dopo lei si fermò davanti a un piccolo cancello colore argento.

Gli sorrise di nuovo mentre faceva scattare la serratura del portoncino e mentre sembrava aver scordato quello che si era lasciata andare.

Sentiva i suoi occhi azzurri fissarla, ed ebbe l’impressione che se avesse potuto, Yamato le avrebbe letto nel profondo…. Perciò si limitò a fissargli la maglietta mentre richiudeva il cancelletto davanti a sé. Matt appoggiò le sue dita sulle sbarre metalliche.

Un sorriso gli increspò le labbra e come se lei lo avesse sentito, i suoi occhi non poterono far altro che salire inquadrando quella linea rossa e carnosa.

 

-Quello che ti dirò ti potrà stupire Takenouci…-

Lei lo fissò rapita, come se da un momento a l’altro dovesse ricordare una massima filosofica importantissima.

Lui spavaldo fece uscire le seguenti parole:

 

-Buonanotte. Sogni d’oro.-

 

Lei si infiammò mentre lo vedeva allontanarsi. Strinse i pugni.

-Ah! Sei pure un grande filosofo a quanto pare! Ztè e io che mi stavo beccando tutta l’umidità della sera aspettando con ansia quello che IL SIGNORINO ISHIDA doveva dirmi!AH questi uomini d’oggi dove avranno la testa!- scosse il capo come se stesse interpretando un grande dramma teatrale.

 

Mentre si voltava l’eco della sua risata la accompagnò facendola fermare di nuovo sulla soglia del portone. Guardò di nuovo dove lui era sparito.

Adesso ne era proprio sicura….Yamato Ishida era come la notte.

 

--

 

-C’è un odore strano.-

-Che sta andando a fuoco qualcosa??-

In pigiama Takero e Ken si guardarono stupiti. L’uno si era appena alzato l’altro invece era sveglio già da un po’ e aveva un libro in mano….

Si avvicinano cautamente alla cucina. L’odore di bruciato si faceva più forte.

 

-Daisuke???! Ma che fai mandi a fuoco la cucina?!??!-

 

Il ragazzo indossava un grembiule a fiorellini, porse dei piatti ai suoi due coinquilini.

-Buongiorno. Vi ho preparato la colazione!Frittelle!!-

Ken guardò la sua portata.

Le sue frittelle erano più o meno accettabili. –Ah Grazie mille allora!- Poi si voltò il piatto di Takero non era come il suo… il suo pasto invece era carbonizzato. Gli venne da ridere ma provò a trattenersi.

-Ahm…immagino che queste siano le prime che tu abbia fatto…Dai.- Il biondo era sconcerto.

-Bhe…il buongiorno si vede dal mattino!-

 

Il modo di dire che voleva rompere quello scambiò di battute fece beccare a Ken quattro occhiatacce in simultanee.

-No! Ma mi sono ricordato che tu mangi molto speziato e ben cotto, Takero!-

-Ma non è un buon motivo…queste mi sembrano di più la faccia di Alì Babà!-

-Prova a fare gli occhi con il succo d’acero! Vedrai ti piaceranno!- il moro sogghignò prese un tubetto e lasciò cadere sul piatto una sostanza violacea. Il fratello di Yamato cominciò a capire il motivo di quel piatto. Sorrise e diede una pacca sulla spalla al suo amico ed eterno rivale.

-Bhe devi scontarla in qualche modo.- Davis ammise la ripicca e sospirò.

-E lo vuoi fare avvelenandomi?-

-Ci posso provare!-

I due si misero a ridere. Ken li guardava sorpreso.

-Ah…state parlando di Kari!!- il suo cervello capì con un nome quello scambio veloci di battute.

Daisuke sorrise al biondo e Takero ricambiò. Ken continuava a guardarli.

-Vabbhe vado a fare la spesa…oggi non ho lezione come voi due del resto…quindi…-

Il suo momento di deconcentrazione gli fu fatale…Daisuke e Takero contemporaneamente schiacciarono sul volto di Ichijouji le frittelle bruciate e colorate.

-BUONGIORNO KEN!!!!!- gli urlarono dopo in simultanea mentre iniziava un nuovo giorno…

--

-Izumi, buongiorno!-

-Ciao Taichi!-

 

Il castano si sedè dietro al bancone aveva un vassoio in mano. Lavora part-time in un negozio di dischi da un bel po’. Il rosso, il suo compagno di vendite, se ne stava appiccicato al computer vecchio modello di quel posto. Poi Taichi gli porse un caffè che aveva appena zuccherato .

-La nostra fortuna è avere un bar qui vicino, se non ci fosse non riuscirei a ingranare la giornata!-

-Allora come va? Sei agitato Per l’antivigilia in musica?-

-No.-

Izumi sorrise notò con piacere che Taichi aveva mentito leggermente.

-Bene.-

Il castano a un certo punto fermò il suo bicchiere. I suoi occhi inquadrarono di nuovo la figura del suo amico.

-Ehy Izzy!-

Quello si voltò sorpreso.-Eh?-

-Mi è venuta una grande idea!-

--

 

-Devo proprio andare alle nove…?…Uffa però beate te che lavori qui! Sempre facce nuove! E… ah mi spieghi perché cavolo sei venuta qui?! Di mattina il Blue Sky se non sbaglio è chiuso!-

-Devono venire dei musicisti per vedere il locale, devono montare gli strumenti eccetera, eccetera…!Te l’ho già detto ieri sera! È per questo che non sono neanche andata all’accademia…ah se continuo così…e poi beata te che hai l’opportunità di navigare tra velluti e stoffe! Io devo volare tra bicchieri e tra pezze per lavare a terra!-

 

La donna sorrise leggermente, i capelli castani morbidi le scendevano sulle spalle sottili, incorniciandole il volto. Il trucco appena accennato metteva in risalto i zigomi e gli occhi grandi e scuri. Impegnata tra un corso di cucina e un negozio di abbigliamento…questa è Mimi Takikawa. Che vive insieme alla Takenouci e di cui conosce la storia da tanto di quel tempo…da confondersi e intrecciarsi con la sua.

 

-Però ieri mi hai anche detto della tua nuova fiamma! Incredibile amica mia!! Ti sei appena lasciata con Miroku e già il tuo cuore batte come mai prima! Mentre io…sono legata a un antico ricordo!.-

La barrista del Blue Sky sorrise e prese posto vicino alla sua compagna.

-Dai…amica mia…tra noi due in fondo sei tu la sognatrice ed io la realista, lo sai bene! Questo è il mio difetto e il tuo è il più grande pregio!-

-Ma che dici! Anche tu ti illudi come me…solo che io oh bhe…Un amore non svelato ti rimane dentro per sempre… ed è come se io a vivessi ancora, nutrendomi di questa speranza!è come se fossi una lasagna senza besciamella e la sognassi costantemente!-

Sora scoppiò a ridere.

-Si vede che la tua passione sono i fornelli!-

-Si e poi lo sai che io amo la cucina italiana!-

Le due interruppero la loro conversazione, le loro risate riecheggiavano perdendosi nel vasto posto in cui si erano rinchiuse.

-Ah…comunque sono fiduciosa…qualcosa succederà vedrai!-

-Si guarda io rincontrerò prima o poi il mio compagno di classe, il mio migliore amico di cui ho perso le tracce e di cui ero perdutamente innamorata…incontrerò il mio Izumi Koushiroh…-

La porta bussò ed ogni colpo era un motivetto inconfondibile. Qualcuno attendeva e Sora che non potè consolare un altro po’ la sua coinquilina.

–Chi è?- chiese prima di far scattare il lucchetto consumato.

-Taichi e il tecnico delle luci!!!-

Sora aprì…si chiese rapidamente dove era finito Yamato.

-Buongiorno, mia cara!-

-Ciao!-

-Ciao…-aggiunse Mimi all’entrata del moro. Quest’ultima sgranò gli occhi e si alzò reggendosi a malapena sopra i tacchi che aveva sempre calzato alla perfezione.

Un’altra figura illuminò la stanza; si mosse assieme al pulviscolo atmosferico; oltre a quello strano bipede con una capigliatura castana del tutto particolare. Sora la guardò incredula e scrutò l’amico del musicista.

Ci fu un momento di silenzio.

-MIMI???-

-IZZY!!!-

 

--

 

Yamato si ritrovò di fronte il cartello “Torniamo subito!” poi i suoi occhi azzurri inquadrarono un’altra scritta sotto: “Se sei Matt, siamo al Blue Sky!!”

Yamato grugnì leggermente. Chissà cosa aveva in mente quello strampalato dell’amico. Si avviluppò meglio la gola con la sua lunga sciarpa verde.

-Ah…signore…- sospirò senza accorgersene.

Matt si ritrovò la porta aperta al Blue Sky.

Entrò e una scena singolare si svolgeva davanti ai suoi occhi.

Una castana alta stringeva le mani al cassiere del negozio dove lavorava Taichi. E il suo migliore amico parlava con la ramata che in compenso lo riconobbe subito e agitò la mano.

-Che succede?- il suo tono non ammetteva giri di parole.

-Ah! Non sai!- Taichi come al solito usò il suo tono raggiante- Ho trovato contemporaneamente il tecnico delle luci e l’amore di Izumi!!!-

 

--

-Ehy tu, Takenouci.-

Sora stava chiudendo la sara cinesca che di li a poco si sarebbe rialzata di nuovo.

Si voltò verso il biondo con annessa sciarpa verde.

-Che vuoi?- grugnì quasi senza accorgersene, infastidita per il tono che aveva usato.

-Qualche mattina mi serve il locale per provare.-

-E allora? Che vuoi da me?-

-Sarai tu ad aprirmi.-

Deciso, categorico e probabilmente non avrebbe accettato risposte di alcun tipo.

-Va bene Ishida…ti sopporterò io!-

 

--

 

-Ma dai che sai chi è! L’hai visto una volta mentre entravano nel negozio dove lavora mio fratello!-

-Ah…Izumi quello timido…accidenti è assurdo come certe persone si rincontrino tra di loro.-

Kari sorrise raggiante.

-A quanto pare non si vedevano da molto tempo e siccome Izzy si era trasferito per un po’ in un'altra città, dalla nonna che era ammalata…lei ne aveva perso le tracce.-

-Ah un’altra storia finita bene almeno!-

-Spero che anche Takero e Yamato riusciranno a stare insieme questo Natale!.

-Sei preoccupata per lui?-

-Bhe….si perché so che vuol dire avere un fratello che ti protegge e che ti ama! Non voglio che si senti più solo!-

-Siete proprio fatti l’una per l’altra!-

-E tu?!? Ken Ichijouji mi sembra si sia preoccupato per te!-

-CHE FIGURACCIA! Ero sbronza e non so cosa posso averli detto! Yack! Non oso immaginarlo!!!-

 

--

 

-Bhe questo è tutto quello che mi è capitato!-

Due figure in un bar, in un pomeriggio nuvoloso.

-MI è dispiaciuto perderci di vista….avrei dovuto avvisarti Mimi…-

-Anche io avrei dovuto cercarti di più!-

La castana sorrise il cuore le batteva forte in petto. Lei era cambiata grazie a lui. Una volta era frivola, pensava solo ad un mucchio di sciocchezze…poi incontrando quel rosso con gli occhi più neri della pece qualcosa le era scattata dentro. La sua sensibilità così spiccata forse le aveva fatto capire le cose importanti della vita.

Ricordava ancora quando si era confidato con lei in un pomeriggio assolato. Quando lui le aveva raccontato la storia della sua infanzia. Izumi Koushiroh era stato adottato i suoi genitori erano morti in un incidente stradale e lui si era salvato. Ricordava ancora la sua voce tremante chiederle… “ perché io ne sono uscito indenne e loro invece no!?” e non l’aveva dimenticato Ricorda ancora che anche lei era scoppiata a piangere e che aveva cercato di consolarlo tirando in ballo il destino…

Per questo, i trucchi, l’ultima moda o l’ultima pazzia che voleva fare le era sembrata così futile da sentirsi in colpa, perché lei era già fortunata.

-Non importa…ora siamo qui, siamo assieme.-

 

Il rosso le sfiorò la mano e il cuore le ricordò bombardandole il petto, che lui non era più un sogno. Soprattutto le fece capire, che la persona che ha continuato ad amare per tutto questo tempo, era la stessa meravigliosa creatura che ricordava.

-Si. Questo è ciò che conta.-

Le foto si ingialliscono, il tempo passa…le cose cambiano, le persone evolvono…ma l’amore quello resta per sempre.

 

 

 

 

 

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