Smiling for your sake ~ Mandarin scent di My Pride (/viewuser.php?uid=39068)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #01. Sole ~ You're my sunshine ***
Capitolo 2: *** #15. Alba ~ It's not over ***
Capitolo 3: *** #12. Primavera ~ Happy Birthday, Captain ***
Capitolo 4: *** #07. Allergia ~ Cherry Blossom ***
Capitolo 5: *** #11. Rondini ~ Spring breeze ***
Capitolo 6: *** #02. Profumo ~ A simple moment with you ***
Capitolo 7: *** #13. Influenza ~ By your side ***
Capitolo 8: *** #14. Bouquet ~ Smile for me, Nami ***
Capitolo 9: *** #09. Api ~ My stupid Captain ***
Capitolo 10: *** #08. Equinozio ~ Are you angry for what? ***
Capitolo 11: *** #10. Aquilone ~ You, me, and our little child ***
Capitolo 12: *** #03. Petali ~ Just a little secret ***
Capitolo 13: *** #05. Fiori di ciliegio ~ You're the reason that make me smile ***
Capitolo 14: *** #04. Stagione degli amori ~ Mating season (I wanna give you my heart) ***
Capitolo 15: *** #06. Polline ~ A night with you ***
Capitolo 1 *** #01. Sole ~ You're my sunshine ***
You're my sunshine
Titolo: You're my
sunshine
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction
[
730 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera
› 01. Sole
Humanity Face
10&Lode: #01.
Capelli
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, What if?
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto caress
› Carezza timida
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Nami
sbadigliò e si avvolse meglio nella pesante coperta di lana
che
le copriva le spalle, tentando di attenuare in quel modo gli spifferi
freddi di quella notte d'inizio primavera. Quella sera le spettava il
turno di guardia, ed era proprio per quel motivo che, dopo aver
rassicurato Sanji mille e mille volte ed essere riuscita a convincerlo
che, nay, non c'era bisogno che facesse il galante e prendesse il suo
posto, dato che il compito le spettava come al resto della ciurma, se
ne stava in cima alla coffa della Merry, intenta ad osservare
l'orizzonte munita di cannocchiale.
Dal mare, silenzioso e piatto come una
tavola, si innalzava di
tanto in tanto un venticello gelido che le faceva correre piccoli
brividi dietro la schiena, però, tutto sommato, era una
serata
piuttosto piacevole. Nami sorrise, per la prima volta contenta della
sua vita e delle sue scelte. Prima di conoscere Rufy, aveva sempre
odiato i pirati a causa del suo burrascoso passato; adesso, invece, era
certa che il suo sogno si sarebbe finalmente realizzato, e tutto grazie
a quello strano ragazzo dal cappello di paglia, che era riuscito
laddove in molti avevano fallito. Dirlo era
bizzarro, ma Rufy era stato per lei come un raggio di sole che l'aveva
salvata dall'orrore di Arlong. Certo,
mai e poi mai si sarebbe in seguito aspettata di diventare lei stessa
un pirata, eppure, col senno di poi, era convinta che quella, per
quanto potesse sembrare discutibile, fosse la miglior decisione della
sua vita.
Un rumore proveniente dabbasso la
distrasse dai suoi pensieri, e
fu con fare accigliato che abbassò lo sguardo
verso il
ponte per controllare la situazione, vedendo un'ombra sgattaiolare
svelta in direzione della cucina. E sospirò con fare
fintamente
arreso nel rendersi conto di chi fosse. «Rufy!»
lo chiamò, cercando di non alzare troppo la voce per evitare
che sottocoperta si svegliassero. «Non
azzardarti a rubare del cibo!»
Vide la figura del Capitano fermarsi
immediatamente nel sentire
la sua voce, e Nami, nonostante la distanza, vide perfettamente il
sorriso a trentadue denti che si era dipinto sulle labbra di Cappello
di Paglia. La raggiunse in un lampo allungando il braccio destro,
poggiando mani e piedi sul bordo della coffa per sorreggere il proprio
peso su di essa. «Non
volevo rubare niente», borbottò poi il ragazzo di
gomma,
facendo sì che la navigatrice assumesse un cipiglio
piuttosto
scettico. Quando Rufy diceva una cosa, però, era quella, e
forse
il suo scetticismo era dovuto proprio al fatto che non volesse fare
incursione nella cucina. «Sanji
ha detto che se trova qualcosa in meno mi farà saltare il
pranzo
e la cena per una settimana, e io non ci tengo».
Nami non poté fare a meno di
ridere a causa del tono con
cui Rufy aveva pronunciato quelle parole, come se la prospettiva di non
mangiare per tutto quel tempo lo spaventasse a morte. Il che era
ironico, giacché aveva affrontato pericoli che avrebbero
terrorizzato qualsiasi persona normale. «Allora
che cosa ci facevi qui fuori?» le venne spontaneo chiedere, e
fu
solo a quel punto che il Capitano si gettò a sua volta
all'interno della coffa, prendendo posto accanto a lei.
«Venivo a farti compagnia», disse semplicemente, e
la navigatrice si accigliò.
«Non c'è bisogno che tu lo faccia», le
venne
spontaneo dirgli, però l'espressione di Rufy parve
indurirsi,
tanto che lo vide distintamente aggrottare la fronte e gonfiare le
guance come un bambino.
«Ma io voglio
farlo»,
insistette, quasi non volesse sentir ragioni. Alla navigatrice non
restò altro da fare se non scuotere il capo, sebbene
l'avesse
fatto con aria divertita. Era difficile che Rufy cambiasse idea
rapidamente, dunque lo lasciò semplicemente fare e si
strinsero
entrambi all'interno della coffa, tentando goffamente di scaldarsi con
il calore dei loro corpi e le
timide carezze con cui, di tanto in
tanto, si sfioravano braccia e viso.
La ragazza non seppe esattamente quanto tempo passarono in
religioso silenzio, gli occhi di entrambi puntati verso il mare che
poco a poco cominciava a divenire ben più di una macchia
sfocata
grazie all'approssimarsi perlaceo dell'alba, ma fu il russare del
Capitano a richiamare la sua attenzione e ad accigliarla, facendola
voltare nella sua direzione solo per trovarlo placidamente
addormentato. Nel
vederlo, Nami abbozzò un sorriso e, accoccolandosi contro di
lui, chiuse a sua volta gli occhi, con il respiro regolare di Rufy che
le conciliava il sonno e le solleticava dolcemente i capelli.
_Note inconcludenti dell'autrice
Okay,
allora, uhm.
Cosa mi ha spinto a cominciare questa raccolta RuNami? Ebbene, non lo
so nemmeno io. Ho visto la tabellina, ho visto che alcune cose erano
tremendamente
fluff e, puff, ecco che è venuta fuori questa idea di
cominciare
una raccolta RuNami di dieci piccoli capitoli.
Chiariamo un paio di cosette, intanto: il titolo di questo capitolo
è, ovviamente, un richiamo alla canzone
«You're my
sunshine, my only sunshine, you make me happy ecc»,
forse perché, boh, per questa prima flash fiction lo trovavo
piuttosto azzeccato. Inutile poi chiedersi perché la
raccolta
abbia un titolo simile, mi sono semplicemente tornate in mente le
parole di Genzo non
è vero ho letto il numero proprio stanotte perché
non avevo nulla da fare, lol e l'ho messo, tutto qui.
Non sono ancora abituata a scrivere RuNami - in effetti le poche volte
che lo scrivo c'è sempre lo ZoSan in mezzo -, dunque
perdonate
in anticipo questa schifezza colossale x)
Commenti e
critiche sono ben accetti, ovviamente.
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** #15. Alba ~ It's not over ***
It's not over
Titolo: It's not
over
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Doppia
drabble
[
291 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami
; Monkey D. Rufy ; Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera
› 15. Alba
Humanity Face
10&Lode: #08. Occhi
Genere: Generale
; Sentimentale
; Introspettivo
Rating:
Giallo
Avvertimenti: Missing
moment ; Thriller Bark Arc
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Dilatò
gli occhi e deglutì, lo sguardo fisso insistentemente sullo
Special Zombie che possedeva l'ombra di Rufy e che aveva schiacciato ad
uno ad uno i suoi compagni come mosche. Era finita.
Più vedeva quel mostro avanzare verso di lei e Usopp,
seguendo
gli ordini che Moria aveva impartito lui, più Nami non
riusciva
a pensare ad altro se non che ormai fosse tutto finito. Non avrebbero
potuto niente contro quel colosso, per quanto avessero cercato di
opporsi a lui con le forze di cui disponevano. Zoro, Sanji, Robin,
Franky, Chopper, Brook... nemmeno loro erano riusciti ad avere la
meglio su Odr, come avrebbero sperato, anche per un singolo istante, di
riuscire ad atterrarlo prima dell'alba? I suoi fulmini erano serviti a
ben poco, così come il sale lanciato da Usopp. Erano
spacciati,
ormai.
Non riuscì neanche a
terminare quel pensiero che il piede
di quel gigante rischiò quasi di colpirla in pieno,
producendo
un'onda d'urto terrificante che la fece rotolare doloramente sul
terreno, lasciandola momentaneamente senza fiato. Tossendo,
cercò di sollevarsi, incurante del calore del
sangue che le
scivolava sul viso, sgranando gli occhi nel vedere quel mostro
sollevare nuovamente la gamba per schiacciare sotto il suo peso il
cecchino. «Usopp!»
urlò con tutto il fiato che aveva in gola, le lacrime le
offuscavano l'orlo delle ciglia e minacciavano di rotolare lungo le
guance.
Un'ombra offuscò la poca luce
che aveva cominciato a
diffondersi in tutta l'isola, e Nami, sollevando lo sguardo e nel
vedere Odr pronto a schiacciarla come aveva fatto con tutti i suoi
amici, capì che era giunta anche la sua ora. Era...
finita. Finita per sempre. Strinse
le palpebre, attendendo il momento della fine, per quanto in cuor suo
sperasse ancora in un miracolo. Dove
sei, Rufy.
It's not over unless you let it
break you.
_Note inconcludenti dell'autrice
Il
titolo di questa flash (è una specie di doppia drabble, in
verità, ma tant'è) è stato ispirato
dalla canzone It's
not over dei Secondhand Serenade, che mi sono ritrovata a
sentire per caso e mi ha dato l'ispirazione per questa storia senza
pretese.
Sarà che sono ancora in fase Thriller Bark - aye, ancora,
questa
mia fase è praticamente infinita e suppongo che
continuerà anche dopo aver finito di rivedere gli episodi ed
essere arrivata a Sabaody, quindi significa che al Comicon
avrò
lo stesso aspetto di una mummia non è
vero, avrò quel cappello e quella bandana *indica avatar*
-, ma c'è stato quel determinato momento qui descritto che,
boh,
mi ha letteralmente rapita, per quanto non sia praticamente nulla di
che.
Per chi fosse interessato, inoltre, ho aggiornato la raccolta Come
granelli di sabbia in una clessidra con il
ventunesimo capitolo. Ancora nove e si concluderà
Commenti e
critiche, comunque sia, sono ben accetti.
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** #12. Primavera ~ Happy Birthday, Captain ***
Happy birthday, Captain
Titolo: Happy
birthday, Captain
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction
[
658 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera
› 12. Primavera
Humanity Face
10&Lode: #05. Labbra
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, What if?
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto kiss
› Bacio impacciato
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Stupire
un tipo come Rufy sarebbe stato fin troppo facile e non avrebbe
richiesto nemmeno molto tempo, o almeno questo era stato il pensiero
che aveva stanziato nella mente della navigatrice per chissà
quanto tempo. Quando si era ritrovata a non meno di un paio di
settimane dal compleanno del proprio Capitano, però, si era
stranamente resa conto che stupirlo non era poi così facile
come
si era aspettata in un primo momento.
Aveva tergiversato non poco nel
riflettere sul da farsi e nel
tentativo di pensare a qualcosa con cui arebbe potuto far piacere al
ragazzo di gomma, e, dopo aver fatto un po' pressione su
Sanji,
che non ci aveva pensato due volte ad accontentarla e a svolgere
qualsiasi compito affibbiava lui - persino i più bizzarri,
c'era
da aggiungere -, rovistando fra i vecchi indumenti stipati in cambusa
aveva trovato qualcosa che avrebbe potuto fare al caso suo.
Erano passati altri giorni da quando
quell'idea aveva cominciato
a ronzarle nella testa, e aveva passato gran parte della notte a
sistemare quel giaccone che aveva scovato, cucendo i risolti ormai
strappati e orlando le maniche e le spalle come più la
aggradava. Il risultato finale era apparso migliore di quanto non
avesse creduto al principio, eppure, a meno di pochissimi minuti dallo
scoccare della mezzanotte del cinque maggio, ancora non si sentiva
soddisfatta di quel regalo che aveva confezionato con tanta cura. Forse
era un pensiero stupido, ma voleva fare molto di più per
quel
ragazzo che le aveva permesso di cominciare quel viaggio per coronare
il suo sogno.
La navigatrice si stiracchiò
e si sgranchì il
collo, gettando una rapida occhiata all'orologio prima di prendere il
giaccone sotto braccio e uscire dalla propria cabina; l'aria serale era
fresca e odorava di primavera, come se il profumo dei fiori si potesse
sentire persino in mezzo all'oceano, dove la salsedine la faceva da
padrone. La luna piena era alta nel cielo e rischiarava le tenebre,
rendendo il manto celeste più luminoso di quanto non fosse
in
realtà. Una serata splendida per un giorno speciale. Non
c'era
altro modo per descrivere quella notte.
Con un sorriso, alzò lo
sguardo verso la coffa della
Merry e decise di salire le scale di corda che portavano ad essa,
sicura di trovare al suo interno la persona che stava cercando. E non
poté evitare di aggrottare la fronte nel rendersi conto che,
per
placare i morsi della fame, il Capitano non ci aveva pensato due volte
ad allungare un braccio verso i suoi alberi di mandarini, per quanto
sapesse fin troppo bene che non poteva toccarli per nulla al mondo.
«Piantala di
ingozzarti!» sbottò la ragazza,
non risparmiandosi dal tirargli un bel pugno in testa, con il quale
riuscì a richiamare la sua attenzione. Ignorando il lamento
dell'altro, poi - ma non era di gomma, quel cretino? Come poteva fargli
male un pugno, se nelle battaglie incassava colpi ben peggiori di
quello? -, prese a sua volta posto nella coffa, guardandolo
attentamente in viso prima
di poggiargli senza tanti complimenti il giaccone che si era portata
dietro sulle spalle, godendo silenziosamente dell'espressione stupita
che parve farsi largo sul suo viso. «Buon compleanno,
Capitano».
Nami lo vide poi osservare con estrema
attenzione ogni
particolare di quel regalo, dalle mostrine sulle spalle ai bottoni che
abbellivano il lato della giacca, stringendo fra le dita di una mano la
pesante stoffa rossa di quel vestito, simile a quello che era stato
indossato dal Re dei Pirati prima della fine. «Grazie».
Un'unica parola che per il Capitano valeva più di mille
altre,
alla quale la ragazza rispose abbozzando un sorriso.
«Mi aspetto di essere ringraziata come si deve,
adesso»,
scherzò, ridacchiando a sua volta nel sentire la risata
cristallina e divertita che scaturì finalmente dalla bocca
di
Rufy. E gli gettò le braccia al collo qualche secondo dopo,
attirandolo verso di sé per sfiorare le labbra del ragazzo
con
le proprie e sigillare quel momento in un bacio al sapor di mandarino.
_Note inconcludenti dell'autrice
Ma quanto
sono cicci questi due insieme?
Più scrivo su di loro più non posso fare a meno
di amare
loro e il fluff che si portano dietro, anche se il tutto viene comunque
contornato di tanto in tanto da quel pizzico di ironia che non guasta
mai
Ovviamente, questa storia è stata scritta in primis per il
compleanno di Rufy - tanti auguri, Capitano ♥
- e per l'iniziativa ~
A home-made present… Happy Birthday Captain! ~
indetta dal forum The New
World,
dove si chiedeva per l'appunto di scrivere una storia che avesse come
riferimento centrale il compleanno del Capitano e un regalo per lui
fatto a mano. Ecco perché, dopo aver visto l'immaginetta qui
a
lato, mi è venuto in mente di scrivere qualcosa in cui
c'entrasse un giaccone in stile Gol D. Roger.
Sono troppo scontata, lo so...
._.
Commenti
e
critiche, comunque sia, sono ben accetti.
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** #07. Allergia ~ Cherry Blossom ***
Cherry blossom
Titolo: Cherry
blossom
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[
1188 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy, Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera
› 07. Allergia
Humanity Face
10&Lode: #07. Naso
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, What if?
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto sweet
› Ciambella
The season challenge: Primavera
› Allergia
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Nami
starnutì per l'ennesima volta nell'arco della giornata,
soffiandosi il naso con il fazzoletto di stoffa che si portava dietro
da quella mattina.
Si era svegliata pimpante come al
solito, e, recuperato un
cesto di vimini e un cappello di paglia per proteggersi dal sole, si
era diretta al di sopra del castello di prua della Merry e aveva
raggiunto la sua bella piantagione di mandarini, con la ferma
intenzione di potare i rami secchi e raccogliere i frutti
più
maturi. Aveva rimandato quel lavoro da parecchio tempo e si
era
sempre ripromessa di riprenderlo il prima possibile, e quel mattino gli
era sembrato il momento migliore per occuparsi dei suoi mandarini.
Peccato, però, che non avesse contato l'avvicinarsi ad
un'isola
primaverile e la conseguente allergia che l'aveva colpita non appena le
era giunto un forte profumo dolciastro alle narici.
In un primo momento la cosa l'aveva
accigliata e confusa, non lo
negava. Non era mai stata allergica al polline o a qualche specie di
fiori e non aveva dunque saputo spiegare il perché di
quell'improvviso raffreddore che l'aveva sconquassata, e sarebbe di
sicuro entrata nel panico se non avesse sentito in seguito un altro
paio di starnuti provenire dal ponte. Aveva dunque potuto appurare di
non essere stata l'unica a subire gli effetti di quel profumo,
giacché persino Zoro e Sanji si erano ritrovati ad essere le
vittime di quei malefici fiori. Chopper non aveva nemmeno
saputo
spiegar loro cosa fosse successo, poiché lui, che di solito
era
quello su cui gli odori facevano più facilmente presa, aveva
semplicemente fatto spallucce e detto che il profumo di quei fiori gli
sembrava perfettamente nella norma, così come le analisi che
aveva eseguito su di loro per essere sicuro che non fosse una specie a
cui sarebbero potuti essere allergici. I misteri della Grand Line si
spingevano ovunque, a quanto sembrava.
Nami si strofinò il dorso di
una mano sotto l'occhio
sinistro per cancellare qualche residuo di lacrime dovuto all'ennesimo
starnuto, tirando poco signorilmente su con il naso mentre si dirigeva
a passi strascicati in cabina, più che decisa ad occupare il
proprio tempo a fare qualcosa anziché starsene con le mani
in
mano come le aveva suggerito Chopper. Avrebbe dovuto mettersi a letto e
smetterla di scarrozzare avanti e indietro sul ponte per controllare la
rotta o dare ordini al posto del Capitano, però, e lo sapeva
fin
troppo bene, se avesse lasciato tutto nelle mani del resto della ciurma
- in special modo di quello sconsiderato di Rufy o di quei due idioti
di Zoro e Sanji, che come lei non ne avevano minimamente voluto sapere
di andare a coricarsi sulle amache per riposarsi - avrebbero rischiato
di finire fuori rotta e sarebbero stati di sicuro in grossi guai.
Si passò una mano fra i corti
capelli rossi e, dopo aver
starnutito ancora, agguantò il diario di bordo e fece dietro
front, riattraversando il corridoio di sottocoperta e salendo le scale
per tornare sul ponte, venendo nuovamente investita dal fastidioso
odore di quei fiori. Storse il naso e si passò un dito sulla
punta di esso, cercando in qualche modo di grattarselo per evitare che
quel profumo le stuzzicasse troppo le narici; in quel mentre il suo
stomaco si fece sentire, e arrossì imbarazzata, guardandosi
intorno come se volesse controllare che non ci fosse nessuno in giro.
Di solito era Rufy quello che non si vergognava a far udire i tremendi
borbottii della sua pancia, anche perché lei era sempre
riuscita
a ricacciare indietro i morsi della fame. Con Sanji nelle sue stesse
condizioni, però, non aveva potuto purtroppo mettere sotto i
denti uno dei suoi buoni manicaretti, con sommo dispiacere suo, del
cuoco e di tutta la ciurma. Sanji aveva sì provato a
cucinare
come se nulla fosse, ma dopo aver starnutito tre volte di seguito e
aver rischiato di tagliarsi un dito mentre sfilettava il pesce, era
stato Chopper stesso a costringerlo seduto e ad ordinargli di non
avvicinarsi alla cucina, ignorando il piagnucolio a cui il giovane
cuoco aveva dato vita. Quegli stupidi fiori stavano facendo una strage,
e ci sarebbero volute ancora quattro ore di navigazione per
allontanarsi quel tanto che bastava per non riuscire più a
sentirli.
Un tonfo sordo proveniente da poppa la
fece sussultare, tanto
che stornò bruscamente lo sguardo in quella direzione come
se si
aspettasse di veder sbucare dall'acqua un mostro marino;
sospirò
di sollievo, però, nel rendersi conto che si trattava
semplicemente di Zoro, che cercava di sollevare quei suoi assurdi pesi
da trecento chili nonostante gli starnuti che si erano impadroniti
anche di lui. Proprio non poteva fare a meno di allenarsi anche in
quelle condizioni, eh? «Che
accidenti fai?» le venne spontaneo chiedergli
nell'avvicinarsi,
sistemandosi il diario di bordo nella tasca dei calzoncini. «Lo
vedi anche tu che non riesci a sollevarlo come si deve, hai forse
intenzione di distruggere il ponte?»
Zoro le scoccò
un'occhiataccia e poi, starnutendo ancora
e passandosi l'avambraccio sul naso, rinserrò la presa sul
manubrio, fermamente deciso a riprendere i propri allenamenti senza
distrazioni. «Non
mi lascio sconfiggere da uno stupido raffreddore»,
borbottò scontroso, tornando a guardare dritto dinanzi a
sé come se volesse concentrarsi. «Né
tanto meno da degli stupidi fiori», soggiunse, ma non
riuscì nemmeno ad aggiungere altro che un nuovo starnuto lo
costrinse a lasciare il peso, che si conficcò
disastrosamente
fra le assi del ponte, lasciando navigatrice e spadaccino
più
che sconcertati. Sbatterono le palpebre all'unisono e si guardarono per
un lungo istante, prima che, come richiamato dalla povera nave stessa,
un Usopp a dir poco incavolato facesse la sua apparizione, cominciando
a sbraitare contro il Vice Capitano.
Nami scosse il capo e decise di
lasciarli alle loro questioni,
riafferrando il fazzoletto per grattarsi il naso con esso, decidendo di
dare ascolto al suo povero stomaco e di cercare dunque qualcosa da
mangiare in cucina. E le venne stupidamente da ridere nel rendersi
conto che qualcun altro aveva avuto la sua stessa idea e stava adesso
tentando in tutti i modi di trafugare cibo dal frigorifero,
mordicchiando il lucchetto nella vana speranza di vederlo spaccarsi in
due. «Rufy?»
lo richiamò, e il Capitano si ritrovò a
trasalire,
voltandosi lentamente verso di lei con gli occhi ingigantiti e
un'espressione a dir poco comica dipinta in viso.
«Non stavo rubando niente!» si affrettò
a dire
immediatamente, per quanto fosse fin troppo palese quella sua menzogna.
Le tasche dei jeans straripavano persino di mandarini, quindi tentare
di far finta di niente sarebbe stato assurdo. Però la
navigatrice si limitò a fare spallucce e ad avvicinarsi,
scansandolo dal frigo senza tanti complimenti.
«Sappi che questa è un'eccezione,
Rufy», cominciò poi, inserendo la combinazione
prima di
tirar fuori dal frigo quel che restava della ciambella doppio gusto che
Sanji aveva preparato il giorno prima, dovendo dare uno schiaffo
sulla mano del Capitano non appena la vide entrare nel suo raggio
d'azione. Richiuse l'anta in fretta, così da evitare che
quello
scemo rubasse più del dovuto, e mise nuovamente il
lucchetto, dividendo con il Capitano ciò che aveva
appena
trafugato lei stessa. Nemmeno
si chiese perché avesse smesso di starnutire, dando
semplicemente vita ad un enorme sorriso prima di unirsi a Rufy in
quella cena improvvisata fatta di pane, formaggio, e mandarini.
_Note inconcludenti dell'autrice
E
finalmente ritorno con un nuovo capitolo di questa piccola raccolta!
Diciamo che questa situazione è nata pensando un po' a me,
dato
che soffro di allergia e stanotte ho ripreso a starnutire come
una
pazza per ore senza riuscire a chiudere occhio a causa del polline che
svolazza ovunque in qualsiasi ora del giorno, e tenere le finestre
chiuse con questo caldo nemmeno a parlarne...
Anyway! Sproloquio mio a parte, spero di non essere andata troppo OOC
con i protagonisti di questa one-shot, visto che devo ancora prenderci
la
mano quando si tratta di questa coppia... eh, purtroppo io so usare
molto meglio personaggi maschili un po' rozzi, ormai sono bollata e non
posso più farci niente . Ah, nella mia mente bacata, i fiori
che
provocano quell'allergia ai membri della ciurma si chiamano «fiori
dell'amore»: chi ha difficoltà nell'esprimere i
propri
sentimenti all'amato viene colpito in pieno dal profumo di quei fiori,
e l'effetto, come si è potuto notare alla fine di questa
flash,
svanisce non appena si comprende cosa si prova per la controparte. Nel mondo dove regna la
fantasia, tutto è possibile! [cit]
Okay...
sto sclerando, non datemi retta
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** #11. Rondini ~ Spring breeze ***
Spring breeze
Titolo: Spring
breeze
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 782 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy, Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera
› 11. Rondini
Humanity Face
10&Lode: #09. Orecchie
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, What if?
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto caress
› Carezza sulla guancia
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
«Ci
stiamo avvicinando ad un'isola primaverile»,
esordì d'un
tratto Nami, lo sguardo rivolto verso la linea azzurra dell'oceano che
si stendeva oltre l'orizzonte.
Sanji, che si trovava accanto a lei con
un vassoio colmo di
dolcetti e cocktail e una sigaretta fra le labbra, inclinò
di
poco il capo di lato, non prima di aver sbuffato fuori un po' di fumo. «Come
fai a dirlo, Nami-san?» le chiese con il suo solito fare
galante,
porgendole poi un bicchiere colmo fino all'orlo.
La ragazza sorrise e lo
accettò di buon grado, bevendo un piccolo sorso. «Dal
clima, tanto per cominciare», spiegò qualche
istante dopo, sollevando poi lo
sguardo verso il cielo per indicare con la mano libera un punto preciso
fra le nuvole
bianche e sfilacciate. «E
per la presenza di quelle rondini, per quanto sia insolito che volino
così in alto mare».
«Rondini?» si intromise Rufy, comparso
chissà quando
lì sul castello di prua. I suoi occhi, in quel momento,
sembravano due fari luminosi e affamati. «Ohi,
Sanji!»
si rivolse poi al cuoco, afferrandolo per un braccio e ignorando il
modo in cui quest'ultimo cercava inutilmente di cacciarlo via da
sé. «Me ne
cucini una, se la catturo?»
«Non pensarci nemmeno, brutto idiota!»,
esclamò con
fare infuriato Nami, senza risparmiarsi dal rifilargli un pugno in
testa, e Rufy fu costretto a mollare Sanji - con suo sommo piacere,
c'era da aggiungere - e a puntellarsi sui calcagni con un lamento,
portandosi entrambe le mani a massaggiare il punto colpito.
«Ahia!» si lagnò, per quanto il suo
corpo fosse
fatto interamente di gomma. In effetti era bizzarro vedere come i pugni
di Nami sortissero un certo effetto sul Capitano, o forse si trattava
semplicemente di un riflesso incondizionato. «Che
ho detto di male?» borbottò contrariato,
rimediandoci uno
sbuffo da parte della navigatrice, che non lo degnò della
benché minima attenzione.
«Rufy, se hai fame vieni dentro, è quasi
pronto».
Sanji decise di prendere in mano le redini della situazione per evitare
che la sua dolce Nami facesse realmente a pezzi il Capitano, dato lo
sguardo omicida che gli aveva lanciato. E Rufy, nel capire al volo che
avrebbe potuto mettere sotto i denti qualcosa, non ci pensò
due
volte a seguire Sanji in cucina, trotterellandogli dietro sotto lo
sguardo scettico di Nami, che si ritrovò a sospirare e a
scuotere il capo. Accidenti, quello scemo era proprio un bambino.
Decise di non pensarci oltre, avviandosi a sua volta in cucina al
seguito degli altri membri della ciurma, che sembravano aver fiatato
proprio come Rufy l'odore del cibo. Ma su che razza di nave era
capitata? Nonostante tutto, però, la navigatrice si
ritrovò a sorridere brevemente, accomodandosi a tavola non
appena fu pronto.
Sanji servì lei per prima
come tutte le volte,
rivolgendole un sorriso galante prima di poggiare con uno sbuffo il
resto del pranzo dinanzi a quegli scrocconi dei suoi compagni, che si
fiondarono immediatamente sul cibo senza nemmeno ringraziare. Non che
fosse una novità, in fin dei conti...
scosse il capo ancora una volta e cominciò a mangiare anche
lei,
dovendo ammettere che il cuoco sapeva destreggiarsi davvero bene
davanti ai fornelli. Un pasto come si conveniva era il massimo, prima
di giungere a terra e sbarcare.
«Hai del riso sulla guancia», ridacchiò
all'improvviso Rufy, e Nami ebbe appena il tempo di girarsi verso di
lui con fare accigliato prima di sentire la lingua del ragazzo leccarle
il viso, facendole andare il sangue alle orecchie per l'imbarazzo di
quel gesto.
«Che cosa fai, razza di stupido!»
strillò
arrabbiata, colpendolo per l'ennesima volta della giornata con uno dei
suoi soliti pugni, venendo ben presto aiutata da Sanji, che, dopo aver
berciato un «Non
fare certe cose con Nami-san!»
rifilò al Capitano un calcio dritto in faccia fino a farlo
volare dall'altro lato della cucina con suo forte disappunto, dato che
non aveva per niente capito cosa fosse preso ai suoi due compagni di
viaggio.
Dal canto suo, la navigatrice aveva
cominciato a borbottare
chissà cosa fra sé e sé, rossa in viso
e con la
mano con cui reggeva la forchetta che tremava dall'emozione. Non
sembrò nemmeno preoccuparsi delle occhiate che le stavano
lanciando gli altri membri della ciurma, dovendo però
ammettere
a se stessa che, per quanto Rufy l'avesse fatto per prendersi del cibo,
quel gesto l'aveva fatta sorridere. Chissà, forse, un giorno
o
l'altro, il Capitano avrebbe capito i suoi sentimenti e avrebbe
compiuto quei gesti con più naturalezza di quanto non
facesse
adesso, e lei avrebbe potuto confessargli con il cuore in mano
ciò che provava per lui.
Ecco,
doveva convincersi proprio di questo. Del fatto che gliel'avrebbe
detto, prima o poi. O avrebbe continuato a riempirlo di
pugni fino a che non l'avesse capito da solo, quello zuccone.
_Note inconcludenti dell'autrice
In
verità questa flash fiction è un pochino stupida,
ma è nata con le migliori intenzioni, lo assicuro
Dalle mie parti è raro che si veda qualche rondine -
passerotti,
gazze ladre e quant'altro, ma le rondini volano più verso la
montagna ad est che qui -, quindi ho pensato a questa piccola flash
proprio con il pensiero rivolto alle due rondini che ho visto questa
mattina, a dispetto del tempo per niente buono
Insomma, tutto questo per dire che sono pazza e che non ci sto molto
con la testa quando scrivo, però questa piccola raccolta
RuNami
mi sta facendo sorridere come una scema nonostante tutto
Spero comunque che, per quanto semplice, la storia vi sia piaciuta :)
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** #02. Profumo ~ A simple moment with you ***
A simple moment with you
Titolo: A simple
moment with you
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 713 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera
› 02. Profumo
Humanity Face
10&Lode: #02. Collo
Piscina dei prompt: One
Piece, Rufy/Nami, "Te l'ho promesso"
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff,
Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, What if?,
Post One Piece
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto embrace
› Abbraccio protettore
The season challenge: Primavera
› Profumo
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Non era
nemmeno sorto il sole quando Nami aveva riaperto gli occhi, sollevando
debolmente il capo per guardarsi intorno.
Nella penombra che regnava nella cabina,
la navigatrice
aveva
potuto distinguere a fatica le sagome scure della mobilia spartana e i
vestiti malamente gettati su una sedia riposta contro il muro,
esattamente sotto all'oblò che affacciava sul mare
lievemente
smosso. Il turno di guardia quella notte spettava a Zoro, dunque aveva
potuto dormire un sonno tranquillo senza preoccuparsi più di
tanto, sapendo fin troppo bene quanto lo spadaccino prendesse
seriamente quel lavoro. Quando non crollava addormentato a sua volta,
almeno. Ormai erano anni che navigavano insieme e quello scemo riusciva
ancora a stupirla in qualche modo assurdo, il più delle
volte.
Sorrise appena, scansandosi qualche
ciuffo di capelli dagli
occhi prima di coprirsi il seno con le lunghe ciocche rosse che le
ricadevano sul corpo, abbassando lo sguardo per osservare l'uomo che
dormiva al suo fianco. Ancora non riusciva a credere che, dopo tutti
quegli anni trascorsi, fosse davvero riuscito a realizzare il suo
sogno. Le sembrava ieri che l'aveva incontrato ad Orange Town con
quello scapestrato di Zoro, restando a dir poco sorpresa dal fatto che
fossero pirati e non possedessero nemmeno una nave degna di tale nome,
per quanto avessero dato non poco filo da torcere a Bagy, il pirata che
lei stessa aveva derubato; ricordava perfettamente il viaggio che li
aveva visti uniti fino al villaggio di Shirop, l'incontro con Usopp, le
avventure che avevano vissuto fino alla sua entrata nella ciurma e la
nave che Kaya aveva donato loro per solcare i mari; poi il Baratie,
Sanji, la sua fuga e la rivalsa contro Arlong, e tutto grazie all'aiuto
di quello strambo ragazzo dal cappello di paglia. E da quel momento,
per lei era cominciata una nuova vita ricca di avventure, una vita
vissuta accanto a quelli che oltre suoi compagni di viaggio erano
divenuti suoi amici, ed era sicura che, se le fosse stato chiesto di
tornare indietro e scegliere, non avrebbe cambiato una sola virgola di
quanto successo in tutto quel lasso di tempo.
A quei suoi stessi pensieri si
toccò con entrambe
le mani
il ventre lievemente gonfio, sentendo l'ansia assalirla nuovamente. Non
avrebbe cambiato nulla, certo, ma adesso che Rufy era diventato l'uomo
più ricercato del mondo, sapeva fin troppo bene che la
Marina
avrebbe dato loro filo da torcere. La cosa non la spaventava affatto,
giacché non era la prima volta che si ritrovavano i marines
alle
calcagna, ma stavolta non era solo la sua stessa vita ad essere in
pericolo, bensì anche quella del bambino che portava in
grembo.
E fu proprio mentre lei era intenta in
quelle sue
elucubrazioni mentali che Rufy si
mosse fra le lenzuola e alzò una palpebra a metà,
distinguendo appena la sagoma della donna. «Nami?»
biascicò nel dormiveglia, e lei, sussultando per essere
stata
colta così alla sprovvista, abbassò rapidamente
lo
sguardo sul Capitano, cercando di calmare il battito impazzito del
proprio cuore. Immersa com'era stata nei suoi più disparati
pensieri, aveva quasi dimenticato di trovarsi in compagnia dell'uomo
che era ormai diventato il Re dei Pirati.
«Dormi, Rufy», sospirò a mezza voce
qualche istante
dopo, e fece per mettere un piede fuori dalle lenzuola quando
sentì una mano del compagno afferrarla per non permetterle
di
farlo, avvolgendo delicatamente le dita intorno al suo polso esile.
«Solo se torni qui», rimbeccò lui con
voce ferma,
nonostante il sonno di cui sembrava essere ancora vittima. Quello
stupido. Per quanti anni potessero passare, lui non sarebbe mai
cambiato. Sarebbe sempre stato il solito bambinone che pretendeva che
tutti facessero ciò che lui diceva, risultando spesso
egoista ed
egocentrico per quel suo modo di fare. Ciononostante, però,
Nami
trasse un lungo sospiro e, forse sentendosi rassicurata proprio da
quella convinzione che a stento vedeva dipinta sul viso del Capitano a
causa della penombra e dalla certezza che, qualunque cosa fosse
successa, Rufy sarebbe stato sempre e comunque al suo fianco, decise di
sistemarsi nuovamente sotto le coperte,
venendo accolta da un braccio di Cappello di Paglia, che la
attirò contro di sé con un mezzo sospiro
soddisfatto.
Nami nascose il viso nell'incavo del suo collo e sorrise, lasciando che
il calore di Rufy e il suo profumo calmassero l'inquietudine che quella
notte si era impossessata del suo animo.
_Note inconcludenti dell'autrice
Mi
ero ripromessa che non avrei scritto niente del genere, però
alla fine essa ha preso il sopravvento e mi è quasi sfuggita
di
mano, quasi avesse vita propria
L'idea all'inizio era un'altra, lo ammetto, ma ho cominciato a stendere
la flash fiction senza pensare più di tanto, arrivando
infine a
scrivere questa storia introspettiva in un momento intimo fra Nami e
Rufy (visto ovviamente dal mio punto di vista, dunque facilmente
discutibile - oh, beh, succede, se si passa la maggior parte degli anni
a scrivere su personaggi maschili e a concentrarsi sul loro punto di
vista, in particolar modo se tali personaggi sono rozzi e difficilmente
manovrabili o trattabili) in un altrettanto ipotetico futuro di One
Piece, o, per meglio dire, in una visione della giovane navigatrice su
un ipotetico futuro al fianco del suo strambo e amato Capitano. E, aye,
io ho uno stranissimo debole per Rufy quando diventa d'un tratto serio
e autoritario. Mi sciolgo letteralmente in brodo di giuggiole *Spupazza
Rufy Strong World version*
Spero che la storia vi sia piaciuta in qualche modo :)
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** #13. Influenza ~ By your side ***
By your side
Titolo: By your
side
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 414 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera
› 13. Influenza
Humanity Face
10&Lode: #03. Fronte
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff,
Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, What if?
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto kiss
› Bacio sul naso
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Con
il respiro accelerato e le palpebre tremanti, Nami tentò di
tirarsi su a sedere, sentendo le membra anchilosate e pesanti a causa
dell'influenza che l'aveva colta così alla sprovvista. Un
attimo
prima se ne stava sul castello di prua, intenta a controllare la rotta,
e un attimo dopo si era ritrovata riversa a terra sul ponte della
Merry, sentendo intorno a sé l'agitazione che era corsa su
tutta
la ciurma per quel suo crollo improvviso.
Sanji aveva come al solito esagerato,
cominciando a piangere
come uno scemo per timore che potesse morire, ed era stato cacciato a
pedate da Chopper, che gli aveva intimato di smetterla di agitarsi
più del dovuto, per quanto anche il piccolo medico non si
fosse
risparmiato dall'esclamare che avevano bisogno di un dottore fino a
quando non gli era stato fatto gentilmente notare da Usopp che il
dottore era proprio lui. Una ciurma di scemi, insomma.
Quando Chopper aveva appurato che si
trattava soltanto di una
comune influenza e non della stessa malattia che l'aveva aggredita
quando avevano lasciato Little Garden, l'equipaggio intero aveva tratto
un lungo sospiro di sollievo, lasciandola alle amorevoli cure di
Chopper.
Non si era nemmeno resa conto di quando
aveva chiuso gli occhi e
si era addormentata, ma era stata una piacevole frescura sulla fronte a
svegliarla, e solo in seguito aveva capito che si trattava di un panno
bagnato che le era stato diligentemente posto sulla fronte per
abbassare la temperatura. Doveva ammettere che aveva fatto un buon
lavoro, quell'asciugamano. Per quanto il suo corpo sembrasse non voler
rispondere, la temperatura pareva essersi abbassata, però
non
riusciva a capire perché non riuscisse a muovere il braccio
destro come avrebbe voluto.
Aggrottando la fronte, dunque, Nami
provò ancora una
volta ad issarsi a sedere, volgendo solo in quel momento lo sguardo
alla sua destra; ciò che vide la lasciò perplessa
e le
fece spalancare la bocca in una muta esclamazione sorpresa, ma
riuscì in qualche modo anche a farla sorridere, intenerita.
Con il capo
poggiato sul suo braccio e la mano stretta nelle sue, Rufy aveva
vegliato sul suo capezzale fino al punto di addormentarsi, lasciandole
in grembo il suo prezioso cappello di paglia.
Nami non poté fare a meno di
ridacchiare, stringendo le
dita intorno a quelle di Rufy prima di chinarsi un po' verso di lui e
dargli un bacio di ringraziamento sul naso. Un bacio leggero, appena
accennato, ma bastò a far sì che il ragazzo
sorridesse a
propria volta. Quell'influenza era stata un incentivo
per avvicinarli, a quanto sembrava.
_Note inconcludenti dell'autrice
Esattamente
come la storia scritta per la raccolta Waiting
for ~ 30 Shattered Pieces che ho
appena postato, anche questa flash un po' stupidina è stata
scritta per la Quinta Notte
Bianca di maridichallenge,
in particolar modo per il Pasticcino Fest, in cui mi è per
l'appunto capitato il prompt incentivo
Ecco cosa succede a scegliere il pasticcino chiamato Prati Marini
dal colore verde e blu, lol. Anche i pasticcini tifano ZoSan,
è
una cospirazione, l'ho sempre detto che ormai è canon per
chiunque! *Comincia a sclerare come una pazza e viene drasticamente
abbattuta*
Anyway, come già detto, questa flash non è niente
di che
ed è semplicissima, però ogni tanto mi piace
scrivere di
questi momenti un po' fluff e al tempo stesso un po' inconcludenti,
forse perché la realtà non ha trama e mi piace
scrivere
di situazioni che possono sembrare realistiche. Ho già
pronta la
prossima flash, e proverò a postarla domani.
Commenti e critiche, ovviamente, sono ben accetti.
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** #14. Bouquet ~ Smile for me, Nami ***
Smile for me, Nami
Titolo: Smile for
me, Nami
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 581 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera
› 14. Bouquet
Humanity Face
10&Lode: #04. Guance
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff,
Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, What if?
V Notte Bianca: Ce la fai a non pensare
al cibo per almeno mezzo minuto? @ nemofrommars [ maridichallenge
]
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto sweet
› Cioccolata
The season challenge: Primavera
› Fiori
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Quando
avevano raggiunto un'isola, erano sbarcati e Rufy le aveva chiesto di
andare a mangiare qualcosa assieme - solo loro due,
non con tutta la ciurma - come se fosse una sottospecie di
appuntamento, Nami era rimasta lì per lì
perplessa dalla decisione presa dal Capitano.
Forse se le avesse semplicemente detto
di voler andare a pranzo l'avrebbe presa in tutt'altro modo, lasciando
che quella singola richiesta scorresse come al solito senza darvi peso
poi più di tanto, ma era stata proprio la parola
«Appuntamento» uscita dalle labbra di Rufy a far
capitolare improvvisamente il suo cuore.
Sotto lo sguardo sconvolto di Sanji, che
aveva cominciato a maledire il Capitano in tutte le lingue del mondo e
a blaterare che al Raftel ce lo avrebbe fatto arrivare lui a suon di
calci in culo se solo avesse osato alzare un dito su di lei, Nami aveva
seguito Rufy e il suo naso, cominciando a sentirsi euforica ogni
momento che passava. Era stata una novità bella e buona,
quella, quindi aveva voluto per una volta fantasticare sul
perché Rufy le avesse chiesto una cosa del genere. Quando
avevano raggiunto la locanda e si erano seduti, però, la
povera navigatrice era rimasta così di sasso dal fatto che
il Capitano volesse semplicemente mangiare, che le erano quasi cadute
le braccia.
Nami strinse un pugno sul bordo del
tavolino, traendo un lungo sospiro come se volesse calmarsi. Okay, lo
sapeva fin troppo bene com'era fatto quello scemo, però...
dannazione, erano là dentro da più di un'ora e
quell'idiota aveva soltanto mangiato. «Rufy»,
cominciò pacatamente, sentendo una vena pulsarle
pericolosamente sulla fronte e storcendo il naso nel sentire un
pezzetto di carne sporcarle entrambe le guance. «Ce la fai a
non pensare al cibo per almeno mezzo minuto?»
Come se fosse stato appena svegliato da
un lungo sonno, il ragazzo sollevò il capo dal piatto mezzo
vuoto che aveva dinanzi, ingoiando tutto intero il cosciotto di carne
che aveva sorretto con la destra fino a quel momento. «Prima
ho chiesto del sake!» parve essere la sua attenuante, e fu a
quel punto che la navigatrice, lasciandosi sfuggire un'esclamazione
frustrata, decise di alzarsi e di mollarlo lì, andando a
pagare ciò che il ragazzo aveva ingurgitato prima di uscire
come una furia dalla locanda. Che finisse di mangiare da solo. Lei ne
aveva abbastanza.
«Ohi, Nami,
aspetta!», la chiamò, e la
ragazza ebbe appena il tempo di voltarsi verso di lui prima che dei
fiori rossi e gialli le arrivasse praticamente ad una spanna dal naso,
e si accigliò non poco nel rendersi conto che, con un
braccio
allungato verso di lei e un sorriso a trentadue denti dipinto in viso,
Rufy le stava offrendo un bouquet che aveva preso da chissà
dove
e persino quello che aveva tutta l'aria di essere uno scatolo di
cioccolatini. Nami sbatté le palpebre più volte,
sorridendo a poco a poco a sua volta. «Non arrabbiarti
più
e fallo più spesso», soggiunse Rufy, al che la
navigatrice
sollevò lo sguardo dai fiori per osservare lui.
«Cosa?»
«Sorridere», rispose
con fare ovvio. «Sei più bella quando
sorridi».
Nami avvampò, afferrando il
mazzo di fiori prima di dargli le spalle e far finta di niente.
«Sta' zitto e datti una mossa, torniamo alla nave»,
replicò, sentendo nelle orecchie la risata cristallina di
Rufy. Sentì il sangue colorarle maggiormente le guance e
strinse il bouquet contro il suo petto, affrettando il passo come se
volesse distanziare il Capitano. Doveva però ammettere che,
per una volta, quello scemo l'aveva decisamente sorpresa.
_Note inconcludenti dell'autrice
Altra
piccola storia scritta di getto per la Quinta Notte
Bianca di maridichallenge
- a quest'ora ormai conclutasi -,
con il prompt gentilmente offerto da nemofrommars
Sto cominciando a prenderci un pochino la mano, con questo pairing, per
quanto molto spesso non riesca a capire esattamente come muovere i
personaggi e farli interagire fra loro
Mi è più facile farlo con Zoro e Sanji,
purtroppo, forse
proprio perché sono abituata a muovere personaggi un po'
rozzi,
chiamiamoli in questo modo, ecco
Comunque sia, spero vivamente che questa storia vi sia piaciuta e che
vi abbia fatti in parte sorridere :)
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** #09. Api ~ My stupid Captain ***
My stupid Captain
Titolo: My stupid
Captain
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 553 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami
; Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera
› 09. Api
Humanity Face
10&Lode: #06. Mento
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, What if?
V Notte Bianca: Non c'è abbastanza
spazio @ kuruccha [ maridichallenge
]
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto sweet
› Torta
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Nami
sentì una vena pulsarle sulla fronte, stringendosi il
più possibile contro il muro del ripostigio nel quale si era
nascosta con Rufy per sfuggire alla marina.
Con tutti i posti che c'erano, quello
scemo di un
Capitano aveva deciso di seguire il suo naso e, senza nemmeno pensarci
due volte, l'aveva trascinata all'interno di un edificio di mattoni che
a prima vista era apparso ai loro occhi come un semplice
casinò
all'interno del quale si stava svolgendo un banale ricevimento,
ricevimento al quale, grazie al ragazzo, alla fine si erano imbucati
per poter mangiare a sbafo e Rufy si era rimpizzato di ogni cosa,
persino della torta a cinque piani - con una splendida glassa al
cioccolato che era sparita in un lampo, a ben dire - che portava lo
stemma del Governo Mondiale.
Quando si erano resi conto che non era
altro che un raduno della Marina, però, era stato ormai
troppo tardi. Braccati come degli animali da un plotone di marines,
avevano cominciato a correre trafelati per i corridoi dell'edificio
nella speranza di riuscire a nascondersi da qualche parte, e la sola
cosa che avevano trovato, e non grazie al pronto intervento di Rufy,
era stato il ripostiglio delle scope. Stesso ripostiglio in cui si
trovavano adesso e nel quale stavano cominciando a stare decisamente
stretti. E tutto per colpa di quello scemo, che non la finiva di
agitarsi a destra e a manca e a scansare gli scopettoni nella vana
speranza di fare spazio. Come se non bastasse, poi, non vedeva ad una
spanna dal naso, e imprecò a denti stretti quando
sentì qualcosa - difficile dire se fosse una mano di Rufy o
addirittura la mazza di una scopa - la colpì sotto il mento,
facendole vedere le stelle.
«Piantala di muoverti in quel
modo, Rufy!» sbottò dunque, inviperita, non
riuscendo più a sopportare quell'assurda situazione. Era da
ben dieci minuti che continuava in quel modo, e non aveva intenzione di
farsi male più del dovuto. «Qui dentro non
c'è abbastanza spazio, e tu ne prendi decisamente
troppo!»
«Allora è meglio
uscire!» esclamò con semplicità
inaudita il Capitano, spalancando la porta e ruzzolando insieme a lei
sul pavimento; la luce improvvisa le ferì gli occhi e la
costrinse a socchiudere le palpebre nel tentativo di attenuare il
disagio, ma non riuscì a rendersi pienamente conto di cosa
stesse succedendo che sentì una mano di Rufy circondarle il
polso e issarla da terra, costringendola a correre ancora una volta a
perdifiato nonostante non vedesse assolutamente nulla.
Nami poté trarre un respiro
di sollievo solo quando si ritrovarono finalmente fuori, all'aria
aperta, lontani da quel posto e in linea più ristretta fuori
dalla portata di tutti i marines che si erano radunati lì. E
tutto a causa di quello scemo, che aveva preferito seguire il suo naso
anziché pensare anche solo per un attimo alle conseguenze. E
proprio a quel pensiero, la navigatrice gettò una rapida
occhiata al Capitano, che ricambiò il suo sguardo con un
enorme sorriso sornione dipinto sulle labbra.
Poco dopo, proprio nei pressi della
Merry, il ronzio delle api nelle orecchie e il profumo di fiori
selvatici si rivelò un vero e proprio toccasana, per Nami.
Peccato che Rufy, riempito di botte fin sopra alle orecchie dalla
ragazza stessa, non la pensasse esattamente allo stesso modo.
_Note inconcludenti dell'autrice
Anche
questa storia, come la precedente, è stata scritta per la
Quinta Notte
Bianca di maridichallenge
Mi è piaciuto descrivere questo piccolo lato del loro
rapporto -
ovvero quando Nami, innervosita, prende a schiaffi e a pugni Rufy
rendendogli il viso irriconoscibile - e non ho resistito quindi ad una
fine del genere, che mi ha fatta ridere come una scema e pensare al
tempo stesso che Nami è l'unica che riesce a conciare
davvero
male Rufy x)
Scleri miei a parte, spero che la storia vi sia in qualche modo piaciuta
Da domani, inoltre, qualunque aggiornamento - raccolte, storie a
capitoli e quant'altro - slitterà verso la sera,
poiché
me ne andrò in vacanza e vedrò il pc solo dopo le
sette
passate, giusto per saluti e convenevoli
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** #08. Equinozio ~ Are you angry for what? ***
Are you angry for what?
Titolo: Are you
angry for what?
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 521 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera
› 08. Equinozio
Humanity Face
10&Lode: #10. Zigomi
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, Spoiler!,
What if?
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto caress
› Carezza inaspettata
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Secondo
il diario di bordo era il ventuno marzo, l'equinozio di primavera.
Secondo Rufy Cappello di paglia, però, quello era un giorno
talmente noioso da dover essere cancellato seduta stante dal calendario.
Non avevano un'avventura da svariate
settimane, pur trovandosi
nel Nuovo Mondo, e dopo Punk Hazard sembrava essere calato su di loro
un sottile velo di tranquillità difficilmente digeribile,
per un
tipo attivo come lui. Non che qualche attimo di pace non se lo
meritassero, ma era inutile mentire a se stesso: si stava maledettamente
scocciando.
Si grattò uno zigomo e
sbadigliò, gettando
un'occhiata al ponte della nave. Seduto sull'erba, con le braccia
incrociate dietro alla testa e la schiena poggiata contro l'albero
maestro, Zoro se ne stava bellamente a dormire come suo solito,
russando profondamente; accoccolato contro di lui c'era anche Chopper,
che, approfittando di quei momenti di quiete, aveva deciso a sua volta
di schiacciare un sonnellino, usando una coscia dello spadaccino come
cuscino. Gli altri membri della ciurma si trovavano negli angoli
più disparati della nave, dunque la sua noia si sarebbe
protratta ancora per molto.
Rufy sbuffò e si
sollevò dalla polena,
stiracchiandosi prima di scendere da essa e dirigersi verso tribordo,
sentendo la natura chiamare; si fermò di botto nel
ricordarsi di
quando tempo addietro la sessa Nami gli aveva vietato categoricamente
di usare quel luogo come orinatoio, e, con una scrollata di spalle e un
nuovo sbuffo, si diresse verso il bagno, fischiettando distrattamente
per ammazzare il tempo. Quando aprì la porta,
però, si
fermò sulla soglia a causa di uno strillo che gli
trapassò i timpani, lasciandolo momentaneamente stordito.
«Che diavolo ci fai qui, razza
di stupido?!»
sbottò inviperita la voce di Nami, prima che quest'ultima
gli
lanciasse contro una saponetta che lo centrò in piena
fronte.
«Impara a bussare, la prossima volta!»
Lasciandosi sfuggire un gemito doloroso
- e sì che lui
non avrebbe dovuto farsi male per niente, essendo di gomma, ma Nami
sembrava possedere quella particolare abilità nel riuscire a
pestarlo quasi a sangue -, Rufy sollevò senza volerlo lo
sguardo
su di lei mentre si massaggiava vigorosamente la fronte, restando
lì per lì in silenzio nell'osservare il corpo
della
navigatrice. Si soffermò senza malizia alcuna sulla curva
dei
suoi fianchi e sulle sue cosce, risalendo lentamente verso il seno. Non
si era mai reso conto di quanto fosse davvero cambiata la ragazza in
quei due lunghi anni, capelli lunghi a parte. Anche il suo corpo era
fiorito, e la cosa, probabilmente, non gli dispiaceva per niente.
«Oh, le tue tette sono cresciute tantissimo!»
commentò nell'allungare la mano e nel carezzarle un seno
tutto
d'un tratto, sinceramente stupito e con una semplicità
disarmante. «Sono grandi quasi come quelle di
Hancock!»
Il sinistro rumore che sentì
qualche istante dopo avrebbe
dovuto almeno in parte preoccuparlo, ma si accorse troppo tardi che la
navigatrice, con una vena pulsante sulla fronte che sembrava pronta ad
esplodere, aveva staccato chissà come il lavello e
gliel'aveva
tirato addosso con uno strepito rabbioso.
Quel giorno, oltre al dover bussare,
Rufy imparò a sue
spese di non dover mai paragonare il seno di Nami a quello di un'altra
donna.
_Note inconcludenti dell'autrice
Il caldo
della spiaggia mi sta decisamente dando alla testa, penso che si veda
u_u
Non ho però resistito a scrivere una cosetta del genere,
forse
perché l'idea di Rufy che piomba tranquillo nel bagno quando
quest'ultimo è occupato da Nami è così
canon che
non potevo esimermi dallo scriverci su una situazione come questa x)
Non sono mica la sola ad aver visto il Movie 3D: Mugiwara Chase,
no? Dunque sapete benissimo di che cosa sto parlando, anche se questa
flash con quel determinato episodio centra ben poco x)
Inserire anche Boa Hancock come paragone, poi, era dovuto,
perché mi pare vagamente di ricordare che Rufy l'ha vista
completamente nuda... potrei anche sbagliarmi dato che sono passati
anni da quando ho guardato quell'episodio, però, bene o
male, si
vede benissimo anche da vestita che ce le ha grosse... x)
Comunque sia, commenti e critiche sono ovviamente accetti :3
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** #10. Aquilone ~ You, me, and our little child ***
You, me, and our little child
Titolo: You, me,
and our little child
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 800 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy, Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera
› 10. Aquilone
La piscina
dei prompt: One Piece, Rufy/Nami, "Non più solo noi due"
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, What if?
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto caress
› Carezza delicata
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Rufy si
lasciò sfuggire un lungo sbadiglio, stiracchiandosi per bene
sul manto erboso che ricopriva il ponte della Sunny.
Un paio d'ore prima, si era seduto
lì insieme a Zoro, che
si era bellamente addormentato contro di lui già da un bel
pezzo, e si era limitato a tenere le braccia incrociate dietro la testa
e ad osservare il via vai di Sanji, che aveva provveduto a tutte le
faccende e a stendere persino il bucato, fischiettando un motivetto che
sembrava tanto essere Bink's sake; i restanti membri dell'equipaggio si
erano goduti quegli attimi di tranquillità esattamente come
aveva fatto lui, per quanto si fosse lagnato per tutto il tempo,
desiderando un'avventura. Era bello starsene in santa pace, una volta
tanto, però era già ka quindicesima volta in due
sole
settimana che si annoiava in quel modo.
«Ohi, Rufy!» lo
richiamò in quel mentre la
voce di Usopp, tanto che drittò letteralmente le orecchie
per
gettare un'occhiata verso il cecchino, vedendolo on quello che aveva
tutta l'aria di essere un aquilone. «C'è un bel
venticello, ti va di provarlo un po'?» gli chiese, e Rufy non
se
lo fece ripetere due volte, scattando in piedi con una risatina
divertita e svegliando persino Zoro quando, gridando «Arrivo,
Usopp!», gli diede per sbaglio un calcio nel fianco,
ignorando il
lamento che lo spadaccino si lasciò sfuggire.
Sanji, appena uscito dalla cucina con un
vassoio in mano,
scoccò ad entrambi un'occhiata scettica. «Rufy,
dovresti
cominciare a comportarti come un uomo maturo, non come un
marmocchio», gli disse con fare scostante, spegnendo la
sigaretta
sotto la suola della scarpa prima di adocchiare la figura di Nami,
comodamente seduta sul ripiano dell'albero maestro. «Oh,
Nami-swan ~♥!» cantilenò
immediatamente, e Usopp,
che aveva ben ascoltato il suo discorso, non poté fare a
meno di
sollevare un sopracciglio nel vederlo volteggiare divertito verso la
navigatrice prima di chinarsi a mezzo busto dinanzi a lei, porgendole
amabilmente il piattino sul quale aveva riposto dei pasticcini dalla
forma conica. Alla faccia del comportamento maturo. «Ecco i
muffin alle fragole che madame aveva richiesto», disse
galantemente, alzando il viso verso di lei per guardarla con occhi
colmi d'amore. «Hanno un cuore di cioccolato ricoperto di
panna,
proprio come piace a te, Nami-san».
«Oh, grazie mille,
Sanji-kun!» esclamò
deliziata, unendo entrambe le mani nell'osservare quella meraviglia
alla panna che il cuoco era stato così carino da portarle;
poi
gli sorrise, forse persino un po' imbarazzata. «E scusa se ti
assillo con queste mie voglie...»
«Assillarmi? Och, mellorine,
non sono mai stato
così felice d'essere il tuo schiavo d'amore!»
squittì Sanji, portandosi una mano al petto, quasi sentisse
il
cuore battere all'impazzata. «Chiedimi tutto quello che vuoi,
tutto quello che ti aggrada! Sarò lieto di esaudire ogni tuo
desiderio in qualunque ora del giorno e della notte!»
asserì sicuro di sé, facendo ridacchiare la
navigatrice.
«Non ci sarà
bisogno, sul serio»,
cercò di dire, sentendo una fitta allo stomaco; si
portò
entrambe le mani a coppa su di esso con un lamento, facendo
immediatamente allarmare Sanji, che si accovacciò dinanzi a
lei.
«Nami-san! Tutto
bene?» le chiese apprensivo,
calmandosi solo quando Nami sollevò un angolo della bocca in
un
sorrisino forzato.
«Ha scalciato»,
disse semplicemente, e, prima ancora
che il cuoco potesse dire qualcosa - anche perché erano i
suoi
occhi a parlare per lui, così lucidi che sembrava sul punto
di
piangere -, venne immediatamente scansato da Rufy, che gli
mollò
fra le dita l'aquilone per sfiorare con entrambe le mani la pancia
rotonda della sua compagna.
«Ha scalciato
davvero?» domandò emozionato,
ottenendo un breve annuire divertito dalla ragazza, prima che entrambi
abbassassero lo sguardo sullo stomaco. «Ehi, piccolino... qui
c'è il tuo papà», disse poi, carezzando
il ventre
gonfio. E forse, sentendo le lacrime bruciare agli angoli degli occhi,
cercò di camuffare il tutto in qualche modo, non volendo
piangere dinanzi alla sua compagna né tanto meno davanti ai
suoi
amici, che si erano tutti riuniti intorno a loro, Zoro incluso. Oh,
accidenti... se l'avesse visto Ace, gli avrebbe sicuramente dato
dell'idiota, e poi, ridendo spensierato com'era solito fare, gli
avrebbe circondato le spalle con un braccio e si sarebbe congratulato
con lui, divertito. Al pensiero di Ace quasi rischiò che
quelle
lacrime ruzzolassero lungo le sue guance, tanto che si
lasciò
scappare una risata prima di alzare lo sguardo su Nami.
«Certo
che sei diventata parecchio grossa, però...»,
soggiunse,
cercando in quel modo di scacciare in quel modo la tristezza che
l'aveva attanagliato. E ne valse la pena, giacché la
reazione di
Nami riuscì a rasserenarlo e a farlo ridere maggiormente.
«C-Come diavolo ti
permetti?!» esclamò
difatti la navigatrice, a dir poco inviperita; Rufy si
allontanò
alla svelta e cominciò a scappare inseguito da lei, con un
povero Chopper che li rincorreva a sua volta, trafelato.
«Non devi agitarti, Nami! Sei
incinta!»
Si prospettavano giorni decisamente
impegnativi, nei prossimi quattro mesi.
_Note inconcludenti dell'autrice
Erano
secoli che non aggiornavo questa raccolta, ma tra una cosa e l'altra,
il caldo in agguato che mi scioglieva i neuroni e gli impegni della
vita reale, l'ho trascurata un bel po' e me ne dispiaccio, visto che
questa è una delle coppie etero che adoro in One Piece
Non so se prima o poi uscirà una raccolta anche FRobin,
dipende
se la mia testolina bacata decide di collaborare oppure no,
però, per il momento, vediamo di finire questa, alla quale
mancano ancora un bel po' di capitoletti x)
In questa flash, comunque, c'è sia il momento fluff sia
quello
un po' più malinconico in cui Rufy ricorda Ace, e spero sul
serio di non essere andata OOC con il comportamento dei personaggi, non
essendo ancora molto ferrata nelle RuNami
Non so perché, ma Nami incinta è un argomento che
mi affascina, non chiedetemi perché ò_ò
Spero comunque che la storia vi sia in qualche modo piaciuta :3
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** #03. Petali ~ Just a little secret ***
Just a little secret
Titolo: Just a
little secret
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 660 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy, Accenni ZoSan
Tabella/Prompt: Primavera
› 03. Petali
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, What if?
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Raggiungimi in cambusa appena
cala la notte.
Era stata quella la frase che aveva letto sul biglietto che aveva
trovato, per quanto non avesse capito esattamente chi fosse stato a
scriverla.
La calligrafia era ordinata e composta,
e, avendo visto
unicamente quella di Robin, era certa che non fosse stata lei, anche
perché non avrebbe avuto nessun motivo per invitarla in
cambusa,
dormendo praticamente nella stessa stanza. Le era persino balenata
nella testa l'idea che fosse stato Franky a scriverlo proprio per la
bella archeologa, e al pensiero che tra loro ci fosse una storia
segreta, quasi aveva pensato di andare a dare realmente un'occhiata,
divertita. Però, qualche attimo dopo, si era vagamente
chiesta
se non fosse stato Rufy a scrivere una cosa del genere, e si era
ritrovata ad arrossire come una ragazzina. Era mai possibile che quello
scemo d'un Capitano avesse ideato uno stratagemma simile? Och, le
sarebbe davvero piaciuto che fosse realmente così.
Aveva dunque cercato di decifrare tutti
gli strani comportamenti
di Rufy e l'aveva tenuto d'occhio per tutto il giorno per giungere ad
una conclusione, e poco ci era mancato, una volta scesa la notte, che
si mettesse ad esultare come una stupida non appena aveva visto il
Capitano scomparire proprio in direzione della cambusa, mettendola in
agitazione. E quasi le era mancato il fiato quando, seguendolo, aveva
trovato il pavimento completamente cosparso di petali di rosa, cosa che
le aveva fatto battere il cuore all'impazzata.
Oh, accidenti... ogni tanto aveva delle
idee davvero romantiche,
quello scemo di Rufy. Con un sorriso a trantadue denti si era dunque
affrettata a percorrere tutta la zona disseminata di petali,
ritrovandosi davanti alla porta della cabina, lasciata socchiusa; dal
suo interno proveniva una luce aranciastra vagamente soffusa e un
profumo di rose e sake, che rendeva l'atmosfera stranamente sensuale ed
eccitante. Quando aveva spinto la porta, però, Nami era
rimasta
a dir poco paralizzata nel vedere distesa su un futon la figura di
Sanji, con addosso unicamente una coperta leggera.
«Ce ne hai messo di tempo,
marimo... ti eri perso?»
ridacchiò lui nel voltarsi verso la soglia, ma alla vista
della
navigatrice sbiancò, balbettando confuso.
«N-Nami-san?!» squittì colto dal panico,
e la
ragazza fu assolutamente certa che avesse anche deglutito sonoramente.
Anzi, quasi le sembrava di sentire il battito frenetico del suo cuore
contro la gabbia toracica.
«S-Scusa, Sanji-kun, non
volevo!» esclamò
immediatamente, affrettandosi ad indietreggiare; e sarebbe anche
scappata via se solo non fosse andata a sbattere contro qualcosa di
duro e massiccio, sollevando il viso solo per incontrare l'espressione
scettica di Zoro.
«Fine dello spettacolo,
Nami», ironizzò,
spingendola lui stesso fuori con tutta la delicatezza di cui disponeva,
chiudendosi poi la porta alle spalle sotto lo sguardo stralunato della
navigatrice. Forse quello avrebbe preferito non saperlo,
probabilmente...
Frastornata, fece dietro front e ripercorse passo dopo passo la strada
che la separava dal ponte, traendo un lungo sospiro una volta raggiunto
per respirare l'aria fresca della sera. Chi l'avrebbe mai detto che
Zoro e Sanji... beh, che loro due avessero quel tipo di feeling. In fin
dei conti litigavano sempre, dunque era alquanto difficile immaginarsi
una cosa del genere.
«Ohi, Nami?» La voce
di Rufy direttamente nel suo
orecchio la fece sussultare, e quasi ci mancò che si
lasciasse
sfuggire un grido sorpreso; si voltò rapida verso di lui e
lo
vide con un sopracciglio sollevato, come se non avesse compreso il
perché della sua reazione. «Tutto bene?»
le fu
chiesto, e lei, dopo un attimo d'esitazione, decise di annuire. Anche
se... non era poi così sicura di come stesse, stranuta
com'era
dalla scoperta appena fatta.
«Ti va di venire con me, Rufy?
Andiamo a mangiare
qualcosa», volle provare a scacciare quella strana sensazione
che
l'aveva assalita in quel modo, e dovette ammettere che l'espressione
luminosa di Rufy fu capace di farla sorridere.
«Sul serio?!
Andiamo!» l'afferrò lui stesso
per un polso con delicatezza prima di trascinarla verso la cucina,
allegro come un bambino.
Non c'era niente di meglio della
compagnia di Rufy per rasserenarla, certe volte.
_Note inconcludenti dell'autrice
Con
oggi è esattamente un anno che sono approdata nel fandom di
One
Piece, ed è stato un anno assolutamente fantastico, durante
il
quale ho anche conosciuto un sacco di persone meravigliose con le quali
sono tuttora a contatto sia dentro che fuori EFP
La voglia di scrivere mi aveva abbandonata, ma è stato
proprio
questo fandom a farmela tornare e a convincermi a riprendere a
scrivere, e devo dire di esserne davvero contenta, adesso,
perché non avevo ancora capito quanto maledettamente mi
mancasse
farlo
Per questo motivo voglio ringraziare tutti coloro che mi hanno seguita
fino a questo momento e le meravigliose persone con cui ho fatto
amicizia, che a loro volta mi hanno invogliata a scrivere su qualunque
cosa, non solo fanfiction, ma anche un milione di storie originali che
mi hanno emozionata e hanno emozionato. A tutti voi, quindi, dico
grazie di cuore
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** #05. Fiori di ciliegio ~ You're the reason that make me smile ***
You're the reason that make me smile
Titolo: You're the
reason that make me smile
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: Flash
Fiction [ 716 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami
; Monkey D. Rufy
Tabella/Prompt: Primavera
› 05. Fiori
di ciliegio
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff,
Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, Missing
Moment
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto sweet
› Muffin
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
A lei l'idea
di essere un pirata non era mai piaciuta.
Era cresciuta con la convizione che i
pirati fossero degli
uomini meschini e crudeli che ammazzavano gli innocenti senza alcuna
ragione e che la Marina non potesse fare niente per fermarli,
poiché l'esperienza con Arlong le aveva insegnato che
nemmeno la
giustizia era in grado di porre un freno all'orrore che i pirati
potevano seminare e al dolore che si lasciavano alle spalle. Era stato
proprio per quel motivo che, pur essendo solo una bambina, aveva deciso
di prendere in mano le redini della situazione e di combattere con le
unghie e con i denti per riprendere il suo villaggio, imponendosi di
sorridere per quanto la voglia di piangere, in lei, fosse
maledettamente tanta. Aveva tenuto duro per otto lunghi anni,
truffando, rubando e scappando come la ladra che era, tornando da
Arlong ogni qual volta riusciva a racimolare una somma abbastanza
consistente che, passo dopo passo, l'avvicinava sempre più
al
suo obiettivo finale. E aveva creduto di poter sopportare tutto fino a
quando non aveva conosciuto Rufy.
Per uno scherzo del destino, o forse per
volere del fato stesso,
aveva conosciuto quello strambo ragazzo dal cappello di paglia e aveva
stretto con lui una bizzarra alleanza, imparando pian piano a voler
bene a lui, allo spadaccino di nome Zoro e a quel bugiardo di Usopp,
sentendosi finalmente... libera. Una sensazione momentanea, una
sensazione che era terminata nel momento stesso in cui aveva visto
l'avviso di taglia di Arlong e aveva tradito quelle care persone che
l'avevano considerata sin da subito un'amica. E cosa avevano fatto
quegli idioti, dopo che lei li aveva trattati in quel modo meschino?
L'avevano seguita e, pur non c'entrando nulla con tutta quella
maledetta faccenda, si erano immischiati nella loro lotta contro gli
Uomini Pesce.
Se solo ci ripensava adesso, con le braccia incrociate sul parapetto
della Merry, le veniva da piangere di gioia. Se quello stupido di Rufy
non fosse stato così testardo dal volerla per forza con
sé, dallo sfidare Arlong stesso per liberare lei e
Kokoyashi, si
sarebbe ancora trovata nelle grinfie di quel pirata, a disegnare
cartine e a rubare nella vana speranza di riuscire a ricomprare da lui
il villaggio, pur sapendo che fosse tutto vano.
A quei pensieri si passò il
dorso di una mano sugli
occhi, sorridendo nel sollevare lo sguardo verso il cielo. Non si era
mai resa conto di quanto fosse azzurro, di come navigare potesse
risultare così piacevole e della splendida sensazione che
dava
sentire l'oscillazione della nave che cavalcava le onde, libera di
poter vivere come più desiderava.
«Ohi, Nami!» La voce
di Rufy, in quel silenzio che
l'aveva avvolta, fu come un fulmine a ciel sereno, e si
ritrovò
dunque a voltarsi nella sua direzione con fare accigliato, trovandolo
seduto contro l'albero maestro insieme a Zoro; poco lontano c'era anche
Usopp, a debita distanza mentre provava, sotto l'occhio critico dello
spadaccino, qualche altra diavoleria che aveva tutta l'aria di essere
una bomba al tabasco. «Cosa ci fai lì tutta sola?
Vieni
qui!»
«Per una volta il Capitano ha
ragione, mia dolce musa!
Onoraci della tua presenza! Ti ho preparato anche un dolce!»
cinguettò amorevolmente Sanji, uscito proprio in quel mentre
dalla cucina. Sorreggeva un piatto su cui troneggiava la più
bella torta-muffin che la ragazza avesse mai visto, con fragole
tagliate a
cubetti e cioccolato plastico dalla forma di fiori di ciliegio; il
tripudio di rosa e bianco era stato studiato nei minimi particolari e
persino il profumino che le giungeva alle narici era invitante, tanto
che, con una scrollata di spalle, si allontanò dal parapetto
e
li raggiunse, divertita. Rise, poi, nel vedere come il cuoco, con il
solo ausilio della gamba destra, tentava in tutti i modi di tenere Rufy
lontano dal cibo, sbottando inutilmente che non era per lui e che, se
proprio voleva qualcosa, avrebbe dovuto aspettare.
Nami sorrise, prendendo posto accanto a Zoro per osservare la
divertente scenetta che cuoco e Capitano stavano offrendo a tutti loro.
Godersi spensieratamente quegli attimi di tranquillità, dopo
tutti gli anni che aveva passato a scappare e a tentare di tener duro
con le sue sole forze, era... bello.
Bello, aye. Non avrebbe saputo trovare aggettivo migliore per
descrivere ciò che stava vivendo.
Rufy le aveva dato una ragione per
tornare a sorridere di cuore.
_Note inconcludenti dell'autrice
Chino
il capo e mi fustigo da sola per aver scritto una cosa del genere,
poiché non posso giustificarmi dicendo che è
colpa dello
special Episode of
Nami: Le lacrime di una navigatrice e il legame tra compagni
che è stato rilasciato in sub ita un paio di giorni fa da
OPF.
Eppure è esattamente a causa di quello special che
è
venuta fuori una cosa del genere, per quanto io stessa abbia cercato in
tutti i modi di evitarlo
Insomma, di storie malinconiche ed angst ce ne sono a bizzeffe, dunque
che senso aveva farne una anche per una raccolta che in teoria dovrebbe
essere fluff? Non lo so, quindi è per questo che mi fustigo
*si
picchia da sola*
Comunque sia, un po' di fluff alla fine c'è, visto che in
fin
dei conti Nami e Rufy, quando sono assieme, mi danno proprio la
sensazione di essere saccarosio puro, per quanto Nami non perda mai
occasione di picchiare il caro Capitano quando qualcosa non va *rotola
e ridacchia in maniera incontrollata*
Sclero mio a parte, spero che in qualche modo vi sia piaciuta
Alla
prossima.
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** #04. Stagione degli amori ~ Mating season (I wanna give you my heart) ***
Mating season
Titolo: Mating
season (I wanna give you my heart)
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[
1145
parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy, Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera
› 04.
Stagione degli amori
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life, After Punk Hazard
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto embrace
› Abbraccio inaspettato
The season challenge: Primavera
› Stagione
degli amori
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
Nami
si lasciò sfuggire un lungo sospiro afflitto e, con un
gomito
poggiato sul parapetto della nave e il mento abbandonato sul palmo
della mano, gettò una veloce occhiata verso la
città che
si scorgeva attraverso il boschetto che aveva dinanzi.
Aveva fatto decisamente male a prendere
il posto di Zoro e a
restare sulla Sunny per farle la guardia, rifiutando persino l'offerta
di Sanji-kun di sostituirla a sua volta. Se ci pensava adesso, sola e
completamente annoiata, si domandava cosa diavolo le avesse fatto
venire un'idea idiota come quella, visto che Sanji era anche in debito
con lei per l'aver approfittato del suo corpo quando Law li aveva
rimescolati. Avrebbe potuto fare compere con
Robin, provarsi vestiti costosi senza pagarne nemmeno uno e far
compagnia all'amica nel fortuito caso in cui avessero trovato una
libreria ben fornita, giacché i libri presenti nella
biblioteca
della nave li aveva praticamente divorati tutti. Era stata una vera
stupida a fare a cambio con quello scemo di uno
spadaccino. L'unica cosa positiva di tutta quella
stramaledetta
situazione era il canto degli uccelli nascosti fra le fronde degli
alberi, un canto così soave da riempirle il cuore di gioia.
E
sorrise nel vedere due passerotti che si rincorrevano in cielo, creando
archi perfetti e cinguettando allegri e pieni di vita, quasi fossero
innamorati.
Distrattamente, forse anche a causa
della noia, si chiese che
stagione potesse essere su quell'isola, per quanto il venticello
tiepido che si era innalzato dal mare e il clima mite le facessero
supporre che fosse estate. Oppure, visto il comportamento degli
animali, era probabilmente primavera. La stagione degli amori, per
l'appunto. Ecco anche spiegato come mai le sembrasse di avere tutto
intorno a sé uno stormo di rondini in festa.
Beh, almeno qualcuno che sfruttava quel
periodo c'era, le
venne stupidamente da pensare, lasciandosi sfuggire un sorrisetto
sarcastico. Le sembrava che fossero passati secoli dall'ultima volta in
cui aveva potuto passare del tempo in compagnia di Rufy, vuoi per
improvvisi inseguimenti della marina, vuoi perché quello
scemo,
il più delle volte, si fomentava anche per una sciocchezza e
non
vedeva l'ora di arrivare alla prossima isola solo per vivere una nuova
avventura. Però, e doveva ammetterlo a se stessa, non era
stato
anche grazie a quella sua spensieratezza che si era sentita attratta da
lui? All'inizio, quando l'aveva finalmente liberata dalla tirannia di
Arlong, aveva pensato che l'affetto che la legava a Rufy fosse derivato
dal debito di gratitudine che aveva nei suoi confronti, ma era stata
una vera e propria sciocca nel pensarlo anche solo per un attimo. Con i
suoi modi di fare e la sua perenne allegria, con la sua aria un po'
stupida e la sua serietà nel momento del bisogno, Rufy
riusciva
a conquistare il cuore del prossimo anche con un semplice sorriso.
Immersa com'era nei suoi pensieri, si
accorse solo in un secondo
momento che l'oggetto dei suoi pensieri era tornato alla nave e stava
risalendo a bordo, portandosi dietro quelle che avevano tutta l'aria di
essere le scorte di un intero mese. Un momento... Sanji aveva avuto il
coraggio di consegnare il cibo a Rufy? E Rufy l'aveva riportato alla
Sunny del tutto integro, senza nemmeno rubare qualcosa com'era solito
fare? Il mondo si era decisamente capovolto.
«Rufy!» lo chiamò nell'andargli in
contro, trovando
più saggio limitare i danni finché era ancora in
tempo;
si lasciò sfuggire un sospiro sollevato, però,
quando lo
vide semplicemente lasciare tutto sull'erba e sorriderle, passandosi un
braccio sulla fronte per asciugarsi le goccioline di sudore. «Fa
proprio caldo su quell'isola!» esclamò euforico,
come se
avesse visto chissà quale mirabolante meraviglia. «E
poi ci sono un sacco di belle cose! Usopp ha persino trovato della
polvere da sparo più utile di quella che usa adesso!
Dovresti
andare a vedere anche tu!»
Per
quanto l'idea fosse allettante, Nami dovette declinare l'offerta,
scuotendo brevemente il capo. «Ho detto a Zoro che avrei
tenuto
d'occhio la Sunny».
«Resto io», si offrì, e la navigatrice
gli
scoccò un'occhiata guardinga, come se temesse che il
Capitano
avesse in mente qualcosa. Era la seconda stranezza della giornata,
quella. A quota tre si sarebbe preoccupata per la sua salute e sarebbe
corsa a chiamare Chopper, anche a costo di scardinare le porte di mezza
città.
«Mi prometti che metterai questa roba in deposito e ti terrai
lontano dal frigo?» volle essere sicura, non sapendo che cosa
aspettarsi da un tipo imprevedibile come lui. Vedendolo annuire con
fermezza, però, lasciò cadere in parte la
maschera
sospettosa che aveva indossato, incrociando
le braccia al petto. «Okay... allora vado. Ma ricorda che se
manca anche solo una
misera carota, dirò a Sanji di non prepararti
più niente per un mese».
La
minaccia parve sortire l'effetto sperato, poiché Nami - e ne
fu
maledettamente sicura - vide Rufy sbiancare alla sola idea di stare a
digiuno per un periodo di tempo così lungo, e si
sentì
maggiormente rasserenata dalla consapevolezza di Rufy che lei faceva
sul serio, quando si trattava di cose simili. Si preparò
dunque
alla partenza, ma venne bloccata dal Capitano prima ancora che potesse
anche solo pensare di scendere.
«Oh, aspetta!» Aprì uno dei sacchi fra
la montagna
di borse che aveva riposto sul ponte e, borbottando chissà
cosa
fra sé e sé, frugò al suo interno,
esultando
qualche attimo dopo quando tirò fuori da esso quello che
aveva
tutta l'aria di essere un ammasso di stoffa colorata legata da un
nastro rosso. «Questo
è per te», disse poi, porgendolo a Nami senza
tanti
complimenti; lei, accigliata, dapprima se lo rigirò fra le
mani
senza sapere che cosa farsene, però, quando Rufy la
spronò a sciogliere il laccio, si lasciò sfuggire
un
sospiro divertito ed eseguì, curiosa di sapere che cosa si
fosse
inventato questa volta quello scemo di un Capitano. E rimase oltremodo
senza parole quando il suo sguardo si posò sul soprabito
rosso
che reggeva fra le mani, carezzando la seta come se le sue dita si
posassero su una stoffa simile per la prima volta. Dove diavolo aveva
trovato i soldi per una cosa così costosa? «Ti
piace?» le venne chiesto, e non le sfuggì la
risatina divertita a cui Rufy aveva dato vita. «Visto
che ho rovinato il tuo cappotto preferito, ho pensato di prenderti
questo. Robin ha detto che era carino».
La navigatrice sbatté
più volte le palpebre e fece
scorrere lo sguardo dal soprabito al volto del ragazzo, sollevando
spontaneamente un angolo della bocca nello stringere contro il seno
quel semplice pezzo di stoffa.
Certo, erano passati ben due anni da quell'avvenimento,
però...
accidenti, era stato proprio carino a ricordarsi di una sciocchezza
simile. «Scemo... non dovevi». Ma grazie,
soggiunse mentalmente, e Rufy parve leggere quelle parole nel suo
sorriso, poiché si limitò a lasciarsi sfuggire
un'altra
delle sue risate cristalline ed abbracciarla, borbottando divertito che
era una cosa da nulla, per quanto le sue guance sembrarono colorarsi
vagamente di rosso.
La stagione degli amori arrivava per tutti.
_Note inconcludenti dell'autrice
Okay,
finalmente ho messo un po' da parte Unlimited Cruise 2
- ci sto in fissa da quando l'ho comprato due giorni
fa, è
un incubo - e sono riuscita ad aggiornare anche questa raccolta.
Credo
di essere un tantinello fissata con questa stagione degli amori, vero?
E anche con la storia di Arlong Park e tutto ciò che ne
concerne, giusto? Stavolta, però, la
colpa non è completamente mia, bensì del prompt
della
challenge, come potete ben vedere... anche se, conoscendomi, avrei
comunque trovato il modo per inserire una cosa del genere. Sono una
causa persa, già.
Anyway, dopo secoli e secoli in cui è accaduto, Rufy si
ricorda
ancora del giaccone preferito di Nami, del momento in cui l'ha
strappato e delle botte che ha ricevuto, e non so perché io
stia
qui a blaterare su Drum quando la storia non è ambientata
lì ma molto più avanti. Uhm *Viene pestata
selvaggiamente*
L'idea che il Capitano le regalasse un sostituto della giacca,
però, mi piaceva molto, forse anche troppo. Sarà
che a me
piacciono anche le cose semplicissime come un sorriso, chi lo sa...
blatereggi miei a parte, spero vi sia piaciuta.
Alla
prossima e ultima storia della raccolta
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** #06. Polline ~ A night with you ***
A night with you
Titolo: A night
with you
Autore: My
Pride
Fandom: One
Piece
Tipologia: One-shot
[
1189
parole fiumidiparole ]
Personaggi: Nami,
Monkey D. Rufy, Mugiwara
Tabella/Prompt: Primavera
› 06. Polline
Genere: Generale,
Sentimentale,
Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: Heterosexual,
Slice of life
Piscina dei prompt: One
Piece, Rufy/Nami, pasticci ai fornelli
30 modi di amare,
più qualche delizia: Pacchetto embrace
› Abbraccio impetuoso
The season challenge: Primavera
› Polline
ONE PIECE © 1997Eiichiro Oda. All Rights Reserved.
«Ohi,
Rufy, mi spieghi che cosa diavolo ci trovi in quella strega?»
Senza mezzi termini, e senza dar peso al
resto dell'allegra combriccola
che faceva casino nonostante l'ora tarda - e veniva quasi da chiedersi
come mai Nami, che di solito si infuriava per un nonnulla, non li
avesse ancora messi a tacere minacciandoli di aumentare i loro debiti
del trecento percento -, Zoro aveva posto a Rufy quella fatidica
domanda, gettando un'occhiata in direzione della sua amaca. Ed era
stato proprio quel quesito a zittire tutti i presenti, che si erano
voltati verso di lui con un'espressione stralunata dipinta in viso,
come a chiedersi perché diavolo lo spadaccino se ne fosse
uscito
con una cosa del genere. Non era da lui interessarsi a idiozie simili -
sue testuali parole, a quanto sembrava -, quindi era stato alquanto
bizzarro sentirlo pronunciare proprio quel quesito.
Rufy, però, sorrise
divertito, issandosi a
sedere sulla branda con le gambe incrociate su di essa. «Nami
è come la carne», asserì semplicemente,
e se per un
attimo tutti gli altri se n'erano rimasti in silenzio, forse non
capendo il perché di quella metafora, Zoro si
ritrovò
invece a sollevare un sopracciglio, sistemandosi le braccia dietro alla
testa prima di sbuffare ilare.
«Quando si raffredda diventa
dura e stopposa?»
«Che
razza di analogia è per la mia splendida
Nami-san?!»
sbottò immediatamente Sanji, alzandosi dalla propria branda
solo
per rifilare un calcio ad entrambi e farli cadere dal letto, ignorando
i lamenti che i due si lasciarono sfuggire. «Mettetevi a
dormire
e piantatela di parlare così della mia musa,
chiaro?»
Aggrottando la fronte, Rufy si
calcò il cappello in testa, osservando di sottecchi il
cuoco. «Ma
perché ti arrabbi tanto, Sanji?» ebbe l'ardire di
chiedergli, e in men
che non si dica la suola della scarpa del compagno si stampò
bellamente
sul suo volto, e il calcio gli fece fare un volo di mezzo metro che lo
mandò a sbattere letteralmente contro la porta. Per fortuna
era di
gomma e non si faceva nulla, visto che si era ritrovato con il capo
rivolto verso il basso e le gambe dietro alla schiena. Beh, a quanto
sembrava, data la reazione di Sanji, lui e Zoro avevano detto davvero
qualcosa che aveva irritato il cuoco, anche se lui non riusciva ancora
a capire cosa.
Rufy si rimise in piedi e
scrollò le spalle,
approfittando della confusione che si era creata in quel momento per
fuggire quatto quattro fuori dalla camerata dei ragazzi. Zoro aveva
difatti cominciato a prendersela come sempre con Sanji e avevano dato
vita ad uno dei loro soliti litigi, per quanto Usopp avesse provato in
tutti i modi a sedare la rissa e ad evitare di venir coinvolto a sua
volta; uscito sul ponte, Rufy trasse un profondo respiro e sorrise,
dirigendosi fischiettando verso la cucina. Poteva provare a rubare
qualcosa, sempre se Sanji non aveva chiuso il frigorifero con un
lucchetto... cosa alquanto probabile, conoscendolo. Stava salendo le
scale quando vide di sfuggita la figura di Nami, con le braccia
incrociate sul parapetto e lo sguardo rivolto verso lo specchio nero
che era adesso il mare. Si stava rigirando fra le mani un fiorellino e
aveva le dita sporche di polline, come se fino a quel momento non
avesse fatto altro che giocarci.
«Ohi, Nami!» la
chiamò allegro, vedendola
sbattere le palpebre prima di voltarsi nella sua direzione e abbozzare
un sorrisino.
«Ehi, Rufy... Sanji-kun ti ha
cacciato?»
ridacchiò, e il Capitano inclinò il capo di lato,
non
capendo.
«Eh?»
«Vi ho sentiti, sai?»
«Di cosa parli?»
«Dei
vostri stupidi discorsi». Scosse il capo, lasciandosi
sfuggire
uno sbuffo ilare prima di lanciargli uno sguardo di sottecchi, a
metà tra il divertito e lo scocciato. «E
così io sarei come la carne, vero?»
Rufy
rimase lì per lì in silenzio, ridacchiando
qualche attimo
dopo e
grattandosi dietro al collo. Allungò poi una mano per
prendere
il fiore
che Nami reggeva e glielo mise tra i capelli, lasciandola perplessa.
«Ma
a me la carne piace», replicò tranquillo, e per
quanto a
lui sembrò una
frase da nulla, quella, Nami si ritrovò ad arrossire
lievemente,
avendo
l'accuratezza di guardare altrove. Accidenti a quello scemo. Come
poteva dire cose così fraintendili con quella
facilità
così disarmante?
«E ho anche fame, a proposito», soggiunse,
riuscendo a
distoglierla da quei suoi catastrofici pensieri.
«Però non
credo che Sanji mi preparerà qualcosa, adesso...»
«Che cosa ne dici di
aiutarmi?» gli domandò
immediatamente Nami, tornando a guardarlo. «Posso prepararti
qualcosa io».
Gli occhi di Rufy si illuminarono come
quelli di un bambino. «Dici davvero?»
Annuendo, Nami abbozzò un
sorriso. «Certo! E non ti
faccio nemmeno pagare il servizio, quindi ritieniti
fortunato».
Senza alcun preavviso, Rufy la
abbracciò
impetuosamente e la sollevò verso l'alto, ignorando lo
strilletto che la navigatrice si lasciò scappare per quello
slancio così improvviso. «Che
cosa stiamo aspettando, allora?» fece poi con una risata,
trascinandola lui stesso nella cucina;
Nami rimase lì per lì perplessa da quella
velocità, lasciandosi
sfuggire uno sbuffo divertito. Tipico di Rufy. Quando si trattava di
cibo non perdeva nemmeno un attimo, esattamente come quando sentiva
odore di avventura.
Una volta in cucina, Nami
cominciò a guardarsi
un po' intorno e diede le direttive a Rufy, ordinandogli di prendere
pentole e attrezzi mentre lei si occupava del lucchetto al frigorifero.
Sulla nave era l'unica, oltre a Sanji, a possedere una chiave per
aprirlo, e a volte la cosa poteva rivelarsi in qualche modo utile.
Peccato, però, che se durante la prima fase di preparazione
era andata
a buon fine, il resto si rivelò un completo disastro.
Avevano fatto un
bel po' di pasticci ai fornelli e non avevano rimediato nemmeno un
piatto decente, per quanto tutto quel cibo non sarebbe di certo andato
sprecato. L'unico problema era il caos presente in cucina, adesso.
«Credo
proprio che Sanji-kun si arrabbierà, stavolta»,
affermò Nami con un
sospiro, incrociando le braccia al petto. Si era ripulita i capelli
alla bell'e meglio, anche se avrebbe dovuto farsi una doccia per
eliminare lo sporco che la ricopriva da capo a piedi.
«Già».
Rufy aggrottò la fronte, abbassando lo sguardo sul casino
che avevano
combinato. Oh, accidenti... tra farina, impasto buttato in ogni dove e
pentole sparse un po' ovunque, Sanji stavolta l'avrebbe gettato a mare
con un peso legato al collo, poco ma sicuro.
Scuotendo
il capo, Nami gettò un'occhiata al Capitano, ripulendogli il
naso da
una goccia di cioccolata. «Dirò a Sanji-kun che
è
stata colpa mia», lo
rassicurò, regalandogli un sorriso. «Se sapesse
che sei
stato tu, potrebbe anche lasciarti a digiuno per un mese».
Se
nel sentire la parola digiuno era rabbrividito, Rufy
ricambiò il
sorriso nel sentire Nami affermare che si sarebbe presa tutta la colpa.
«Grazie!»
esclamò tutto contento, e fece quasi per andarsene dalla
cucina quando,
senza nessun preavviso, la navigatrice lo afferrò per un
polso e gli
mise in mano uno spazzolone, lasciandolo perplesso. «E
questo?» domandò, vedendola sorridere maggiormente.
«È per pulire tutto
questo disastro, mi
sembra ovvio», affermò tranquilla. «Ah,
e mi devi duemila berry per il mio silenzio», soggiunse,
sporgendosi
verso di lui per poggiargli un bacio su una guancia e dargli poi le
spalle, allontanandoosi in direzione della porta mentre lo salutava con
un gesto allegro della mano.
Rufy la guardò sparire oltre
la soglia,
la bocca spalancata e lo spazzolone stretto in una mano. Alla fine era
stato bellamente fregato, accidenti.
_Note inconcludenti dell'autrice
E con
questa storia un po' assurda, siamo finalmente giunti alla conclusione
di questa raccolta.
Ci ho messo molto più tempo di quanto pensassi, forse
perché non mi sento del tutto ferrata con la coppia RuNami,
però, alla fin fine, sono riuscita comunque a concluderla e
mi
sento davvero soddisfatta per aver finito una raccolta che non trattava
il pairing ZoSan come coppia centrale. Non so se ci sarà
un'altra raccolta RuNami oppure no,
però credo proprio che qualche altra piccola flash su questa
coppia verrà fuori comunque, se non qui sul mio Livejournal,
dove ormai archivio più storie di quanto non abbia mai fatto
in
tutti questi anni sul sito di EFP *rotola*
Spero comunque che questa piccola storia vi sia piaciuta e che non sia
stata una completa delusione, visto l'orario indescrivibile in cui l'ho
scritta e il casino che ho dovuto fare per formattarla su questo
scassone di pc
Alla
prossima
♥
Messaggio
No Profit
Dona l'8% del tuo tempo
alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di
scrittori.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1015719
|