The Dragon and The Strawberry

di denna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Pulizie di classe S ***
Capitolo 3: *** Fateful collision ***
Capitolo 4: *** Qui pro quo stellare ***
Capitolo 5: *** Otherworld ***
Capitolo 6: *** E Adesso? ***
Capitolo 7: *** Notte Folle a Fairy Hills- Part 1: Hot Springs ***
Capitolo 8: *** Notte Folle a Fairy Hills- Part 2: The Party ***
Capitolo 9: *** Notte Folle a Fairy Hills- Part 3: The Hangover ***
Capitolo 10: *** Notte Folle a Fairy Hills- Part 4: The Game. ***
Capitolo 11: *** Notte Folle a Fairy Hills- Part 5: The Kidnapping ***
Capitolo 12: *** Notte Folle a Fairy Hills- Part 6: The Silent Confession(s) ***
Capitolo 13: *** Notte Folle a Fairy Hills- Part 7: Conclusion ***
Capitolo 14: *** Risvegli ***
Capitolo 15: *** The (False )Starter ***
Capitolo 16: *** Troubles ***
Capitolo 17: *** Tra il dire e il fare… ***
Capitolo 18: *** Insomnia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Sto per pubblicare la mia prima fanfiction (a nessuno importa)!Omamma! Vi risparmio il resto dei miei gridolini isterici e quant'altro, quindi ora scendete e divertitevi, ok?

Dedicato alla mia adorata Mini che mi ha fatto conoscere questo magnifico sito, mi ha fatto da beta-reader e writer e, soprattutto, ha sopportato e appoggiato tutte le mie idee bislacche. Ti Lovvo, miss Junna :).

 

The Dragon and The Strawberry.

 

 

Prologo.

 

Regno di Fiore. Città di Magnolia. Sede di una delle Gilde più famose di tutti i tempi, non per la presenza di maghi potenti, ma più che altro per i disastri apocalittici che, quegli stessi maghi, si lasciano alle spalle nel tentativo di portare a termine le missioni a loro affidate. E il suo nome è...

 

« Kurosaki! Ma che cosa fai? Vuoi far precipitare tutti i tuoi amici nel vuoto? Idiota! »

« Sta’ zitto quattrocchi! Così mi deconcentri e faccio cadere tutti sul serio! » rispose cortesemente lo shinigami con i capelli arancioni, il volto contratto dallo sforzo di condensare le particelle di reiatsu sotto i suoi piedi. Già era difficile per lui formare un sentiero integro, ma se quel pedante secchione -con una mantellina di dubbio gusto- iniziava anche a dargli lezioni, quella stradina così fragile rischiava di sgretolarsi del tutto.

« Ma come gli è venuto in mente a quello squilibrato maniaco dei cappelli di far andare avanti lui! Eppure lo sa che Ichigo è buono soltanto a usare la forza bruta! »

« Su questo non posso darti torto, Renji. Creare un sentiero è una cosa troppo...astratta per uno come lui! In questo caso, neanche uno dei miei fantastici disegnini potrebbe essergli d'aiuto » commentò Rukia, mentre saltava con nonchalance una falla grande quanto la sua testa, creatasi proprio nel punto in cui stava per appoggiare il piede.

«Tsk! Se avessi davvero dovuto usare quegli sgorbi come guida, puoi star certa che a quest’ora saremmo già precipitati da un pezzo!» ribattè Ichigo, schivando per un pelo il pesante blocco da disegno targato Fabriano, scagliatogli contro in risposta,  che colpì in pieno la faccia di Ishida che si trovava poco più in là.

«Bel colpo, Rukia! » esclamò Renji

« Ma sei impazzita, Kuchiki-san!? Mi hai quasi fatto perdere l’equilibrio! E io poi cosa c’entro? E’ Kurosaki che ti ha offesa! » Strillò il quincy massaggiandosi il naso dolorante.

«Pessima mira, oltre che pessima disegnatrice» sogghignò Ichigo.

« Brutto…»

«ICHIGO!»

La voce profonda di Sado interruppe ogni replica sul nascere.

« Capisco che queste cose sono  difficili per te, ma, ti prego, concentrati: la situazione sta diventando pericolosa! »

« Ehm… Kurosaki-kun, credo che Sado-kun abbia ragione… Il sentiero è sempre più instabile. » disse timidamente Orihime

Il giovane shinigami si girò finalmente verso i suoi amici per controllare la situazione:

Il suo sguardo si posò subito sulla ragazza che correva dietro di lui, i lunghi capelli rossi che frustavano l’aria, tra i quali si distinguevano i fermagli azzurri fonte dei suoi poteri; dietro di lei torreggiava la figura imponente di Chad, mentre Renji e Rukia, più distanti,  chiudevano il gruppo.

Ishida, invece, fiancheggiava Ichigo: il quincy, sfruttando l’ Hirenkyaku, svolazzava tranquillamente accanto al ragazzo dai capelli arancioni, e ogni tanto si divertiva a superarlo.

Un lampo di preoccupazione attraversò gli occhi di Ichigo: la strada che aveva formato dietro di sé aveva assunto l’aspetto di un rozzo mosaico formato da tessere irregolari dello stesso colore e sembrava sul punto di cedere del tutto.

 Merda pensò. Hanno ragione, non è il momento di litigare; se non mi concentro, basterà un solo passo falso e…

CRACK! 

Il piede di Rukia sprofondò in quel cedevole materiale dorato, seguito a ruota dal resto del corpo. La ragazza non fece in tempo ad emettere un suono che Renji era già scattato nella sua direzione, riuscendo ad afferrarle la mano e arrestando la sua caduta .Tuttavia, il terreno non resse e l’intera zona andò in frantumi, trascinando i due dei della Morte nell’oscurità.

La possente mano di Yasutora Sado si mosse con velocità inumana e, all’ultimo istante, acchiappò Renji per la coda.

« AHHHH, PERCHE’ PROPRIO PER I CAPELLIIII!! » ululò lo shinigami in preda al dolore, rischiando di mollare la presa su Rukia.

Chad non riuscì a ribattere poiché, nel gesto repentino di salvare i suoi amici, si era sporto troppo oltre il bordo e ora rischiava di essere trascinato di sotto proprio dal peso di quei due. Cercò in fretta qualcosa con cui bilanciarsi e ritrovare così la stabilità e, non trovando di meglio, abbrancò Orihime per la vita, recuperando in parte l’equilibrio.

La ragnatela di crepe dorate diventò ancora più fitta.

Nel momento in cui i suoi piedi si staccarono da terra, Orihime sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene. < KUROSAKI-KUUUUN! »urlò con quanto fiato aveva in gola.

Ichigo si voltò , sgranò gli occhi, e nella sua mente fu vuoto cosmico.

Il sentiero si sgretolò del tutto.

«INOUE!! »

Ichigo si diresse fulmineo verso di lei e afferrò la sua mano, ma ormai non c’erà più nulla a sostenerli. Nella disperata ricerca di un appiglio, agguantò la mantellina di Ishida , trascinando lo sfortunato proprietario con loro nell’oscuro abisso.

Nel vuoto dimensionale riecheggiò un grido:

«IO TI DETESTO, KUROSAKIIIII!!!! »

 

***

 

« Ehi, perché quella faccia lunga? » chiese Mira con voce squillante.

Lucy aprì un occhio e lo puntò pigramente verso la ragazza davanti a lei.

« Non succede mai niente ultimamente; mi annoio da morire» disse la maga stellare sbuffando e sistemando meglio la testa sul bancone.

«Ma come? »esclamò la ragazza immagine della gilda << Pensavo ti piacesse la tranquillità: di solito, ti lamenti sempre di quanto siano pericolose le missioni che intraprendi, di quanto spesso rischi la vita, di come farai a pagare l’affitto…».

Lucy si alzò di scatto, strappando alla maga di classe  S un urletto sorpreso.

Guardò Mira con espressione stralunata.

Affitto. Pagamento. Domani.

«Waaaaaaah! Come ho fatto a scordarlo? » Gridò la biondina,lanciandosi disperata verso la bacheca, sotto lo sguardo incuriosito di un paio di occhi verdi.

«Mh? ».

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Capitolo 2
*** Pulizie di classe S ***


Eccomi qua! Volevo aspettare ancora un po', ma non ho resistito alla tentazione di aggiornare :) 
Buona lettura ^^.

Capitolo 1

 

Magnolia. Un giorno qualunque… Ma ancora per poco.

 
Lucy passeggiava contenta lungo il sentiero, canticchiando fra sé e sé e rileggendo continuamente il volantino che aveva scelto proprio quella mattina.
« Finalmente una missione alla mia portata! Facile, veloce, non troppo lontana, senza gilde oscure trai piedi o scimmie pervertite. Perfetto insomma! » esclamò ottimista. Ma il chiacchiericcio alle sue spalle la riportò alla dura verità.
« Ma...perché siete venuti anche voi!? » piagnucolò rivolta ai suoi due compagni di team.
« Come perché? Noi siamo una squadra! » rispose il Dragon Slayer alzando i pollici.
« Aye! »
La maga stellare sospirò sconsolata, non sapeva se abbracciarli o prenderli a calci nel didietro. Certo, un po' d'aiuto per ripulire la cantina di quel vecchio mago le avrebbe fatto comodo ma...era di Natsu che si stava parlando. Anche la missione più semplice del mondo poteva trasformarsi in un vero e proprio inferno, con tanto di fuoco e fiamme. Letteralmente.
Si voltò e puntò l'indice verso di loro con sguardo severo.
« Mi raccomando! Cercate di comportarvi bene e non fatemi fare brutta figura! Ah Natsu! Niente fuoco intesi? »
« Ma Lucy...il miglior modo per liberarsi dell'immondizia è...dare fuoco a tutto! » esclamò lui infiammandosi e incenerendole una ciocca di capelli.
« Ecco è proprio questo di cui parlavo! Ma è inutile tentare di ragionare con lui » sussurrò, scuotendo il capo rassegnata. Tuttavia sorrise.
La casa del vecchio mago si trovava poco fuori Magnolia, al limitare di un piccolo bosco. L'aspetto era piuttosto...antico. Il muschio ricopriva l'intera facciata come una seconda pelle e una immensa pianta di edera si inerpicava lungo le pareti, fino a raggiungere il comignolo, avvolgendolo quasi a volerlo strangolare.
Lucy si avvicinò titubante al portone incrostato di muffa, non sapendo dove battere le nocche, tanto era fitta ed estesa la vegetazione che popolava quel legno.
Trattenendo il respiro avvicinò il pugno, disgustata. Nemmeno il tempo di sfiorarla, che la porta già crollava a terra con un tonfo sordo.
La bionda sussultò, sgranando gli occhi. « Ops ».
« Ehi Lucy, fortuna che non dovevamo fare danni » esclamò Natsu compiaciuto, stuzzicandola. Stava per rispondergli a tono quando venne interrotta da una voce.
« Oh, siete maghi di Fairy Tail? »
Davanti a lei si materializzò un'alta figura, vestita con una lunga ed ampia tunica cremisi, tuttavia, non abbastanza ampia da celare i chili di troppo dovuti all'età. I lunghi capelli argentati erano raccolti in una lunga treccia, con qualche ciocca birichina che ricadeva sulla fronte.  Un paio di vispi occhi di ghiaccio si posò su di loro con fare gentile.
 Accomodatevi pure! » li accolse l'anziano con un sorriso. 
Se dall'esterno la casa appariva piuttosto fatiscente, l'interno non era da meno. Il pavimento cigolava sotto ogni loro passo e si udiva chiaramente l'allegro banchettare dei tarli con le travi del soffitto. Il vecchio mago sedette su una delle poltrone, indicando ai suoi ospiti di fare altrettanto.
« Il mio nome è Theophrastus Bombastus(1)... ma potete chiamarmi Theus. Volete un biscotto? Prego, non fate complimenti! » disse porgendo loro un vassoio di mignon ricoperti da una glassa verde e pelosa  poco rassicurante.
« Ehm, no grazie, sa...sto a dieta » balbettò Lucy, mentre Natsu si avventava sui dolci come se non mangiasse da mesi. « Crunch...gbazie...ciomp ».
La bionda lo guardò schifata trattenendo a stento un conato di vomito.
L'Exceed osservava la scena divertito, sognando però dei dolcetti ripieni di pesce.
« Allora, come già sapete, vorrei che voi liberaste la mia cantina da tutto il... ciarpame  di cui è stracolma. Non posso proprio lavorare con tutto quel disordine e sono troppo vecchio per pulire da solo. Potete iniziare portando tutta la roba fuori, poi decideremo il da farsi.  
Ora devo tornare alle mie ricerche; la cantina è in fondo al corridoio scendendo le scale, vi auguro buona fortuna » detto questo si alzò e sparì nella stanza accanto.
« Forza al lavoro! » Disse Natsu imboccando per primo la scalinata.
« Aye, sir! » gli fece eco Happy.
Lucy udì uno scricchiolio, poi uno schianto di legno spezzato, un'imprecazione sussurrata , un ruzzolare selvaggio interrotto da un fragore allarmante.
« Natsu, tutto bene? » chiese affacciandosi dalla cima delle scale.
« Si, si, non mi sono fatto niente! » rispose lui emergendo da un cumulo di macerie, mentre un rivolo di sangue gli  scendeva lungo la fronte.
« Ma stai sanguinando! » gridò la bionda mentre lo raggiungeva di corsa, rischiando a sua volta di mettere un piede in fallo su quelle scale fatiscenti.
« Non immaginavo sarebbe stata una missione così pericolosa! Aye! » esclamò l'exeed.
« Aye un corno! » rispose burbera lei. « Ora Natsu, fatti dare un'occhiata! Sei proprio peggio di un bambino » aggiunse, avvicinandosi al volto dell'amico.
« Ma ti ho detto che sto bene! » protestò, inutilmente: l'occhiata riservatagli da Lucy non ammetteva repliche.
Si fece ancora più vicina, gli sollevò le ciocche ribelli dal volto, mentre con un fazzoletto  puliva delicatamente la ferita. Natsu la guardò, bellissima, lo sguardo concentrato sul suo taglio, e arrossì, le guance in fiamme. Era strano per lui non riuscire a controllare il fuoco che gli bruciava dentro, eppure era così: le sue fiamme non sembravano appartenergli.
« Ahia, Natsu, ma che fai?! » Strillò Lucy staccando immediatamente la mano sinistra dalla fronte dell’amico.
« Cosa?» Chiese lui confuso.
« Mi hai ustionato la mano! » gridò di nuovo la bionda, agitando il braccio ad una velocità tale che ormai, i contorni apparivano sfocati.
« Ah, scusa, colpa mia, mi sono distratto »  Disse lui grattandosi la nuca.
« Avevi forse intenzione di farmi arrosto ? »   chiese sarcastica, mentre soffiava sulle dita scottate.
« No, perché dovrei? »  Rispose lui con tono dispiaciuto.
«Aye! Natsu ha ragione: perché dovrebbe? Una Lucy arrosto sarebbe veramente cattiva da mangiare, e, probabilmente, rimarrebbe anche sullo stomaco! » Commentò Happy, svolazzando sopra le loro teste.
«Zitto, gattaccio, o sarai tu a finire arrosto! E poi, una ragazza carina come me non può che avere un buon sapore! » Ribattè lei, stizzita.
« Lucy, sei strana, ma che discorsi sono? »  domandò il gatto, perplesso.
« In effetti…» Concordò il Dragon Slayer, poggiando il mento sul pugno chiuso ed osservandola, dubbioso.
«Grr… lasciamo perdere» disse sospirando la maga stellare, maledicendosi ulteriormente per avergli permesso di seguirla. Si girò verso di loro:
« Forza, dobbiamo metterci all’opera»
«Aye, sir!»
« Si!»
Passarono il resto della giornata a trasportare tutti gli oggetti dalla cantina al giardino. L’incarico, tuttavia, si stava mostrando decisamente ostico. Nonostante i ritmi serrati e l’aiuto dei suoi amici, l’enorme stanza sembrava non volersi svuotare: dietro ogni catasta di pergamene scarabocchiate e ingiallite se ne celava una di alambicchi e vecchie provette, alcune ancora piene. Scaffali ricolmi di libri  e soprammobili dalla forma bizzarra erano a loro volta circondati da armature arrugginite, animali imbalsamati e traballanti  pile  di oggetti vari che non erano riusciti a trovare una collocazione. Inoltre, muffa e polvere regnavano sovrane.
Ora capisco perché ha messo una richiesta sulla nostra bacheca- pensò Lucy, mentre si faceva strada verso una scansia. Chissà quante povere donne delle pulizie ha fatto scappare prima di contattarci!.
Giunta alla sua meta, iniziò a togliere i tomi e le boccette che vi erano riposte, quando il suo sguardo cadde su qualcosa che sporgeva vicino al suo fianco destro.
Sgranò gli occhi.
Scosse il capo, sicura di essersi sbagliata.
Guardò di nuovo.
«Ma che cavolo ci fa una spada conficcata qui?» Si chiese scioccata.  Quel mago non poteva posarla a terra o appenderla come tutte le persone normali?
 Ovviamente no.
Spazientita, afferrò l’elsa arrugginita ed iniziò a tirare con tutta la forza che aveva.
L’arma non avanzò di un millimetro.
« Hai per caso bisogno d’aiuto? Mi sembri in difficoltà»  Disse Natsu raggiungendola.
« No, ti ringrazio, è meglio che per oggi lavoriamo separati. Perché non ti occupi di quegli scaffali lì in fondo?» Rispose lei con voce piatta, indicandogli un gruppo di mobili che si trovava a una decina di metri da loro.Le fiamme di prima le erano bastate.
Il dragon slayer la fissò, inarcando un sopracciglio, poi sbuffò e le diede le spalle.
« Va bene. Vieni, Happy!»
La maga stellare sorrise soddisfatta e si rivolse di nuovo verso la sua rugginosa nemica:
A noi due
Strattonò l’impugnatura con tutta la forza di cui fu capace,  gonfiando le guance così tanto da somigliare ad un criceto.
Mollò la presa e ricadde all’indietro, spossata. Dal fondo della stanza udì un paio di voci ben note ridere di gusto.
«GUARDA  CHE VI SENTO!!» Urlò mentre il volto assumeva una pericolosa sfumatura purpurea.
Furente, puntò il piede contro lo scaffale e continuò imperterrita la sua lotta con l’oggetto.
«Esci. Maledetto. Affare.»
Al quarto tentativo, Lucy finalmente divelse la lama dal legno.
«evviva! Ce l’ho fatta!!» esclamò trionfante, agitando la spada verso i suoi compagni.
Il suo entusiasmo si esaurì  con la stessa velocità con cui Gray riusciva a spogliarsi.
Natsu si era lanciato verso di lei, emettendo un urlo, che di umano aveva ben poco.
Lucy si irrigidì e sentì i brividi fare a gara per correrle lungo la schiena.
Va bene, non era stata un mostro di simpatia quel giorno e non l’aveva trattato benissimo, nonostante lui avesse cercato di essere gentile, ma questa era una reazione un po’ eccessiva.
Voleva ucciderla?
« Ehi, N-natsu, dai mi dispiace, ti prego…»Piagnucolò nel tentativo di fermare la carica spericolata del Dragon Slayer.
Sordo a qualsiasi parola, il ragazzo coprì in un attimo la distanza che li separava, le mani protese in avanti,  le zanne snudate,il volto deformato da un ringhio, e le fu addosso.
Mentre cadeva sul pavimento polveroso, la maga stellare notò la scansia al suo fianco farsi sempre più vicina, come se volesse accompagnarla nei suoi ultimi istanti di vita.
Uno scricchiolio. Una pioggia di schegge, e infine il buio.
 
«Lucy! Ehi Lucy! Svegliati, dai!»
La ragazza aprì finalmente gli occhi: la prima cosa che notò fu il volto di Natsu che  occupava il suo intero campo visivo. Cercò immediatamente di ritrarsi, ma il peso del ragazzo la inchiodava a terra.
« Ma cos…?» disse debolmente, cercando di guardarsi attorno.
Erano completamente circondati da libri, sfere di cristallo e gingilli di ogni sorta; l’enorme scansia giaceva su di loro come a coprirli, spezzata al centro, in corrispondenza della schiena del Dragon Slayer.
«Sei ferita, Lucy?»Chiese lui fissandola intensamente
La maga sobbalzò
Era preoccupazione quella che vedeva nei suoi occhi ?
« No, sto bene» rispose lei.
Il sollievo trasparì dal volto del ragazzo.
« Grazie al cielo» sospirò.
Come aveva potuto dubitare di lui?
« Ma perchè non hai semplicemente incenerito la libreria, invece di fare tutta quella scena? Mi hai spaventato a morte!» disse, mentre sentiva la tensione abbandonarla.
« Tu avevi detto niente fuoco, Luce» rispose il drago con tono serio.
« Oh…» Fu tutto quello che riuscì a dire la maga stellare.
Allora la stava a sentire, dopotutto.
Lucy sorrise dolcemente, mentre lo sguardo scendeva lungo il volto di Natsu… poi si irrigidì e inspirò bruscamente.
« Ehm, Natsu…» disse con il tono più gentile possibile, mentre sentiva le guance infiammarsi. « Ti  sono davvero grata  per avermi salvata… ma… potresti togliere le mani dalle mie tette?»
« Cosa?«
Abbassò lo sguardo e rimase di sasso.
Quando aveva visto l’enorme libreria traballare ed emettere uno scricchiolio che non prometteva nulla di buono, si era precipitato immediatamente a salvarla, ma nella foga non aveva notato dove aveva poggiato le mani mentre la spingeva a terra. Del resto, era troppo occupato ad evitare che la sua amica si trasformasse in una frittella bionda per curarsi di un simile particolare.
E adesso le sue mani erano lì, davanti a lui, e stringevano i seni di Lucy, con tutta l’intenzione di non lasciarli andare tanto presto.
La consapevolezza di quel contatto lo scottò.
Lui, un drago di fuoco, era rimasto scottato!
Si alzò di scatto, scagliando via i poveri resti del mobile e le diede le spalle, imbarazzato. Anche la giovane maga si rimise in piedi.
« Grazie, Natsu»  disse, di nuovo sorridente, mentre si scrollava la polvere dai vestiti.
«No, grazie a te » rispose lui, mentre si fissava i palmi.
« Hai detto qualcosa?»
« No, niente!» gridò lui. « Su forza, sbrighiamoci a finire, altrimenti non farai in tempo a pagare l’affitto!».
« Hai ragione! Diamoci una mossa!» concordò lei, dirigendosi verso una catasta di sedie e tavolini da tè.
Natsu fece altrettanto, ignorando le risate soffocate del gatto dietro di lui.
A fine giornata, tutte le cianfrusaglie, frutto di decadi di esperimenti e ricerche, che avevano popolato la cantina di Teophrastus Bombastus avevano raggiunto la loro nuova locazione in giardino, formando un cumulo alto quasi quanto la casa del loro proprietario.
«AAAAAh, abbiamo finito, finalmente!» sospirò Lucy, distrutta.
« Già, e abbiamo fatto anche in tempo! Devo dire che, dopo la ventitreesima libreria, avevo iniziato ad avere dei dubbi…» disse Natsu. 
Soldi per l’affito, sto arrivando!-Pensò la maga, mentre si asciugava soddisfatta il sudore dalla fronte.
« Lucy, hai un aspetto orribile: sei tutta sporca e coperta di polvere!» La prese in giro Happy.
« Senti chi parla; non è che voi due ve la passiate meglio»Ribattè lei, facendogli la linguaccia.
Natsu scoppiò a ridere, seguito immediatamente dal gatto e dall’amica. Poi quest’ultima tornò seria.
« sarà meglio chiamare il signor Bombastus, ha detto che vuole controllare se nel mucchio c’è qualcosa che può ancora servirgli.»
« Ok, andiamo»
«Aye!»
 Non appena udì bussare, il vecchio mago distolse l’attenzione dall’intricata rete di simboli runici che stava contemplando.
« Si?» Chiese.
«Signor Bombastus, siamo noi!»
« Ah, prego, avanti» proferì lui, posando la lente d’ingrandimento sulla scrivania.
I giovani maghi entrarono nello studio: le pareti erano, come al solito, tappezzate di scaffali, ognuno ricolmo di libri, alcuni dall’aria molto antica. Tuttavia, i tomi sembravano in condizioni decisamente migliori rispetto a quelli della cantina. Una morbida moquette di un caldo castano ricopriva l’intero perimetro.
La scrivania, addossata alla parete opposta alla porta, era occupata per metà da un’ordinata colonna di pergamene fresche d’ichiostro, mentre l’altra metà era ricoperta da un’altra pila di fogli bianchi. Al centro, invece, si trovava una lunga lastra di nera ardesia, sulla quale erano incise lettere che Lucy non riconobbe.
«Signor Bombastus» ripeté la maga stellare, riportando la sua attenzione sul signore davanti a lei. «Abbiamo finito: tutte le sue cose sono in giardino ora, come ci aveva chiesto»
«Oh, bene, magnifico magnifico!» Esclamò il mago battendo le mani. «Vi raggiungo subito fuori, così la finiamo! Aspettate solo che prenda gli altri occhiali e il vostro compenso!». Detto questo, aprì il cassetto della scrivania e iniziò a rovistarci dentro.
«Faccia con comodo, non si preoccupi» disse la bionda con tono gentile, stuzzicando la moquette con la punta del sandalo.
«Accidenti, signore, questa moquette è davvero morbidissima, i miei complimenti!» Esclamò la maga stellare, chinandosi ad accarezzare con un dito quella soffice peluria.
«Sono lusingato» Rispose l’uomo girato di spalle,mentre rivoltava il contenuto del cassetto « Ma non capisco a cosa ti riferisca: io non ho la moquette».
In un picosecondo, Lucy balzò in braccio ad un sorpreso Natsu.
« Ma che ti prende ora?» sussurrò il Dragon Slayer,  mentre avvertiva le unghie della bionda penetrargli dolorosamente nella spalla.
«Schifo schifo schifo schifo schifo schifo…» Ripeteva convulsamente lei, senza dar segno di averlo sentito, e affondando il volto nella sua giacca.
Il drago raccolse la sua già esigua concentrazione per evitare di abbrustolirla di nuovo.
« Toh, eccoli, qua, ora possiamo andare» disse festante l’anziano mago girandosi.
I due ragazzi si scambiarono un rapido sguardo d’intesa, e, Natsu posò Lucy a terra con la fluidità degna di un ballerino di rock acrobatico.
Il signor Bombastus girò svariate volte intorno a quel cumulo di dimensioni monumentali, fermandosi ogni tanto per estrarre qualche antico manufatto dal quale non intendeva separarsi.
«Uhm, non posso certo separarmi da questo antico trattato di magia nera… quest’enciclopedia dei demoni potrebbe tornarmi utile…  AH! Il servizio da tè di zia Ermenegilda! Come ho potuto permettere che finisse qui?».
I giovani maghi, dietro di lui, attendevano pazientemente la fine di quella stramba selezione per essere finalmente congedati.
A Natsu toccò l’ingrato compito di riportare gli oggetti recuperati nell’abitazione. 
«Bene, direi che adesso abbiamo davvero finito » commentò il vecchio, aggiustandosi gli occhiali.
« E le altre cose, signor Bombastus?» Chiese Lucy, indicando la montagna al suo fianco.
« Ah, non ne ho bisogno; per quanto mi riguarda, potete anche bruciare tutto.»
« COOOSA!? Ma ne è sicuro?» Esclamò la bionda, mentre vedeva un sorriso mefistofelico allargarsi sul volto del suo compagno di team.
« Ehi! Natsu, Natsu! Guarda cos’ho trovato lì in mezzo!» Li interruppe Happy, sbucando dal cumulo di cianfrusaglie. Li raggiunse saltellando allegramente, stringendo tra le zampe un lungo bastone nodoso e annerito, con una  piccola pietra bianca incastonata in cima.
Il gatto agitò l’oggetto, entusiasta, mentre Il ragazzo si chinava per osservarlo.
«Natsu, non ricorda anche a te…»
«Si! Hai ragione! Bravo, Happy» Gridò il mago di fuoco, eccitato.  Si rivolse poi al’anziano:
« Ehi, vecchio, possiamo tenerlo?».
« Uh? Quella vecchia verga, dici? Prendetela pure. Anzi, siete liberi di prendere ciò che più vi piace, se volete» Rispose il signore.
« Davvero? Grazie nonnetto! Sei proprio gentile!» Disse Natsu, entusiasta, iniziando a rovistare nel mucchio.
«Aye! Grazie signore! Natsu, trova un bel souvenir!»
«Ehi, Lucy! Questa starebbe benissimo in casa tua… Prendiamola!»  esclamò il ragazzo, trascinando verso l’amica un’armatura di dimensioni colossali, completamente ricoperta di ruggine.
«Te lo scordi.» ringhiò la bionda. «Prendi solo il bastone e brucia tutto il resto.» Ordinò.
« Uhm… Va bene» Disse il drago, deluso.
« Lucy non ha il minimo senso dell’estetica…» commentò l’Exceed scuotendo il capo.
« Se ti piace tanto quell’armatura, posso gettarti nel falò insieme a lei, micetto.» Sibilò la maga stellare, con sguardo minaccioso.
«Waaaah, sei cattiva, Lucy!» piagnucolò il gatto.
Intanto, il Dragon Slayer si era voltato verso la catasta di oggetti, pronto all’azione.
Inspirò a pieni polmoni.
«Karyu no Hoko!»
Un getto di fiamme proruppe dalle fauci del ragazzo, colpendo in pieno la montagna di ciarpame che iniziò a bruciare allegramente.
Natsu osservò il suo operato con sguardo soddisfatto, mentre si strofinava la bocca con una mano.
Lucy ed Happy smisero di bisticciare per ammirare lo spettacolo offerto da quel monte infuocato.
« Ragazzi» Disse il signor Bombastus, con tono leggermente preoccupato « Mi sa che mi  sono scordato di togliere le due casse di Lacrima esplosive che erano lì in mezzo…»
I due giovani e il gatto si guardarono, gli occhi fuori dalle orbite.
«MORIREMO TUTTI!!» Strillò Happy, coprendosi le orecchie con le zampe e rannicchiandosi a terra.
« LUCY!!»
Per la seconda volta in quel giorno, Natsu si gettò sull’amica, - stavolta facendo attenzione a dove metteva le mani- atterrandola e facendole scudo con il suo corpo. Non avrebbe permesso a niente e nessuno di ferirla, l’avrebbe protetta ad ogni costo.
Chiuse gli occhi e si preparò all’esplosione.
« Toh, eccole là,  mica le avevo viste!» Esclamò allegro il vecchio mago, dirigendosi verso due scatole di legno poste in disparte.
Il Dragon Slayer spalancò la bocca così tanto che per poco non si slogò la mascella.
L’Exceed si rialzò piano, tenendo una mano sul cuore.
«Natsu… credo mi stia venendo un infarto»
« Dico, ma le pare il caso di fare scherzi del genere!» Tuonò Lucy, ormai sull’orlo di una crisi di nervi.
« Mi dispiace, ragazzi, pensavo sul serio di averle lasciate lì; mi sono spaventato anch’io.» Si scusò l’anziano.
«Ma l’importante è che stiamo tutti be…»
Un’esplosionedeflagrò dalla collina di cianfrusaglie alle loro spalle. L’onda d’urto scagliò i tre maghi e il gatto  diversi metri  più in là, insieme alle ultime parole del signor Bombastus.
«State tutti bene?» Chiese Natsu mentre si toglieva la cenere dai capelli.
« Sono ancora tutta intera, grazie al cielo» Tossicchiò la maga stellare, rimettendosi faticosamente in piedi.
«Aye, anch’io sto bene» Disse Happy, puntellandosi sulla verga per rialzarsi.
« A quanto pare ne erano rimaste un paio lì in mezzo » Commentò il vecchio mago, mentre si puliva gli occhiali anneriti.
« Non avrei mai pensato che quest’incarico potesse essere così pericoloso! E’ la seconda volta in un giorno che rischio la vita!» Esclamò la bionda.
« Ehi, Lucy, forse è meglio andare via, prima che esploda qualcos’altro… inizio ad avere paura…» Sussurrò il gatto
Per la prima volta, La maga stellare fu d’accordo con l’Exceed.
Congedarono il signor Bombastus e si diressero in fretta e furia verso la gilda, contenti come non mai di aver terminato il lavoro.
«Natsu, Happy… Il prossimo incarico sceglietelo voi…»
 
***
 
Theoprastus Bombastus si sedette soddisfatto sulla morbida poltroncina del salone: adesso aveva tutto lo spazio che gli serviva per sistemare i suoi nuovi esperimenti e ricerche.
Afferrò uno dei libri recuperati quel giorno e lo aprì sopra la lastra di ardesia che stava studiando. Girò svogliatamente le pagine, in cerca di una lettura che potesse conciliargli il sonno, quando il suo sguardo cadde su un’immagine sbiadita, eppure molto nitida nella sua mente. Lo schock lo sbalzò all’indietro, facendolo cadere dalla poltrona.
 
«Per tutti i versetti maledetti di Zeref!»
 
 
 
 
 
 
 
(1)Piccolo riferimento a Fullmetal Alchemist.

Note
eccomi di nuovo! Spero siate riusciti ad arrivare fino alla fine e che il capitolo vi sia piaciuto. (Se avete visto qualche errore o imprecisione ditemelo, vi prego) Come avete notato, stavolta, per par condicio, me la sono presa con i personaggi di Fairy Tail. Ma non preoccupatevi, rivedrete molto presto i poveracci che sono caduti nel prologo: ho tanti bei progetti in serbo per loro (ma quanto sono malvagia XD).
Scherzi a parte, ringrazio tutti quelli che mi hanno recensito e hanno messo la storia tra le seguite o tra i preferiti, davvero, sono commossa T_T.
Un ringraziamento speciale va a miss Junna che mi ha fatto da beta writer per questo chapter. Inoltre, l'idea della rovinosa caduta di Natsu è stata sua ( e poi sono io la malvagia XD)
Ci vediamo al prossimo aggiornamento, un bacio. :)

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Capitolo 3
*** Fateful collision ***


WAAAAAH! Ciao a tutti! come va? spero bene ^^. Mi scuso per il ritado, ma non me la sentivo di aggiornare con tutti i grattacapi che ho avuto questi ultimi giorni. Inoltre, è da un po' che sto litigando con il capitolo 3, che non vuole saperne di uscire dalla mia testa, e ciò ha fatto passare l'aggiornamento in secondo piano. Questo capitolo lo pubblico per festeggiare il mio primo giorno di vacanza dopo gli esami della sessione estiva, è un po' più lungo del precedente, ma non abbastanza da poterlo dividere. E poi, me lo ero immaginato con questo inizio e questa fine, non me la sentivo di tagliarlo...
Vbb, scendete e buona lettura ;)

 



Capitolo  2

 
 
La bestia ringhiò sommessamente, mentre il torace possente si alzava e abbassava a ritmo serrato. Mosse un passo verso il suo obiettivo, facendo tremare il terreno circostante, i muscoli guizzanti, pronti all’azione. Arricciò le labbra, mostrando la sua formidabile dentatura; un rivolo di bava colava dalle candide zanne e gli occhi, iniettati di sangue, erano carichi di furia omicida. Un ruggito fece vibrare i vetri delle case adiacenti.
 Happy stringeva con forza la verga del vecchio mago e guardava il mostro che aveva davanti con l’aria più seria che avesse mai avuto.
« Io sono il grande mago Nekomander il blu, servo del fuoco segreto, e dico che… TUU, NON PUOI, PASSAREEEE!»
Di fronte a lui, Natsu lanciò un urlo disumano, innalzando una colonna di fuoco alta venti metri.
Lucy osservava la scena, sconsolata.
« Non avrei mai dovuto comprare quel lacrima-film.» sospirò, mentre il Dragon Slayer materializzava una frusta infuocata che faceva schioccare vicino all’Exceed.
Però, doveva ammettere che Natsu non era niente male come attore… Se il soggetto da interpretare era una bestia.
« Oi, Lucy!» Gridò una voce alle sue spalle.
« Ciao, Gray! » Disse la maga stellare, voltandosi.
L’affascinante mago del Ghiaccio camminava verso di lei, agitando una mano in segno di saluto. Quel giorno indossava un paio di jeans neri attillati e una camicia hawaiana  nera e viola, molto simile a quella che portava durante il torneo di classe S, aperta sul davanti, lasciando così scoperti il torace muscoloso e gli addominali scolpiti.
« Ho saputo da Mira che, ieri, tu e il fiammifero siete andati in missione perché ti eri scordata di pagare l’affitto. E’ andato tutto bene?» Chiese.
« Si, si, grazie. Per fortuna sono riuscita a consegnare i soldi in tempo.» Lo guardò e sorrise. « Sei molto gentile a preoccuparti per me».
« Figurati, ero solo preoccupato che quella calamità ambulante non mandasse tutto a monte e ti lasciasse senza soldi e senza casa… A proposito» Guardò oltre la spalla di Lucy  «Che cavolo stanno facendo quei due?». Domandò perplesso.
« Lascia perdere» rispose la bionda scuotendo il capo.
Intanto, i due novelli attori continuavano la loro performance.
«TUUU, NON PUOI, PASSAREEEEEE!» Gridò nuovamente Happy, colpendo il terreno con la punta del bastone.
Natsu barcollò, agitò le braccia per ritrovare l’equilibrio e concluse la sua plateale caduta con un ultimo ruggito.
Lucy e Gray si coprirono le orecchie.
«Hey, Natsu! Non starai trascurando gli allenamenti? Persino Happy è in grado di metterti al tappeto!» Sogghignò il mago del ghiaccio.
«Gray, bastardo! Ripetilo se hai il coraggio» Tuonò il Dragon Slayer, rimettendosi in piedi.
«Natsu!» Chiamò L’Exceed. «Si è incastrato, non riesco a tirarlo fuori!» esclamò, tirando il bastone con tutte la  forza che aveva, senza riuscire ad estrarlo dal terreno.
« Aspetta, ci penso io» Disse il mago di fuoco.
Afferrò saldamente la verga e tirò, ma, con sua grande sorpresa, l’oggetto oppose una fiera resistenza. Riprovò usando entrambe le mani, ma il bastone rimase lì, saldamente piantato a terra.
«Ma… ma, è impossibile» mormorò il Dragon Slayer, allibito. Digrignò i denti e si avventò di nuovo sulla verga.
« ESCI, DANNATISSIMO AFFAREEEEEE!!» Urlò, emettendo un getto di fiamme.
« Questa scena mi ricorda qualcosa…» Ridacchiò Lucy.
«Ehi, Natsu! Ti serve una mano? Mi sembri in difficoltà!» Gridò, scoppiando in una fragorosa risata.
«Avevo ragione, sei proprio una schiappa! »Ribadì Gray, unendosi a Lucy. « Spostati,  ci provo io.»
Spinse via il ragazzo senza troppi complimenti, strinse  il bastone,puntò i piedi a terra e tirò, senza successo. Insistette, ma ottenne lo stesso risultato. Continuò, iniziando a sudare copiosamente.
«Ehi, vacci piano, ghiacciolo, ti stai sciogliendo!» Sghignazzò Natsu, tenendosi la pancia per le troppe risate.
Furioso, il mago del ghiaccio mollò il bastone e gli assestò un brutale cazzotto sul naso.
« Vuoi prenderle già di prima mattina, per caso?»  Disse Gray, scrocchiandosi le dita.
« No, ho intenzione di darle, di prima mattina»  affermò il drago, mostrando i pugni.
«  Fatti sotto, fornello rotto!»
« Prendi questo, granita ambulante!»
I due ragazzi iniziarono a darsele di santa ragione,  sotto lo sguardo rassegnato della bionda.
 E dire che sembrava una giornata tranquilla…
«Che succede qui?» Chiese Erza, materializzandosi accanto a Lucy che sobbalzò sorpresa.
« Ah! Ciao, Erza, Non ti ho sentita arrivare…» Ricordò improvvisamente la sorte che toccava a chi non rispondeva immediatamente alla  donna più forte di Fairy tail  e si affrettò a spiegare:
«Il nuovo giocattolo di Happy si è incastrato; Natsu e Gray stavano provando a tirarlo fuori, ma non ci sono riusciti. »  Disse la maga stellare.
«Capisco. E’ molto strano però: non dovrebbero avere problemi a togliere quel bastone da lì, non è nemmeno conficcato in profondità.» Asserì la maga con l’armatura,  osservando Gray- adesso in boxer- che cercava di strangolare Natsu con la sua stessa sciarpa, mentre quest’ultimo gli azzannava un polpaccio.
«Puoi fare qualcosa?» chiese titubante la bionda.
« Inizierò con il separare quei due: detesto vederli litigare; poi mi occuperò di quella strana verga.» Dichiarò la rossa, avviandosi verso i ragazzi ancora ignari della sua presenza.
Non fece in tempo ad avvicinarsi che venne colpita in pieno da un blocco di ghiaccio delle dimensioni di un piccolo macigno. Cadendo a terra, si lasciò sfuggire un piccolo kya! .
«Erza! Stai bene?» Strillò Lucy, portandosi le mani al viso.
La maga con l’armatura non rispose.
Happy, fiutando il pericolo, si allontanò, fluttuando pian piano in direzione della biondina.
Erza si alzò, si scrollò di dosso i frammenti di ghiaccio e si lisciò con calma le pieghe della gonna.
« ADESSO AVETE ESAGERATO!!» Sbraitò, gettandosi nella mischia.
«E-erza…» Balbettò Gray. Il resto della frase gli morì in gola, poiché un pugno guantato d’acciaio si abbatté sul suo povero setto nasale.
«Erza! Battiti con me!» esclamò Natsu, al culmine dell’entusiasmo.
«Ehi, sono io il tuo avversario, maledetto!»  biascicò il mago del ghiaccio, tenendosi il naso sanguinante.
« Allora vi sconfiggerò entrambi!» Affermò il Dragon Slayer, circondandosi di fiamme incandescenti.
«A me sta bene» Dichiarò Erza, riequipaggiandosi con la Tenrin no Yoroi.
«Waaaah! Ma non doveva farli smettere?» urlò Lucy, terrorizzata.
« Lucy, ho paura» Bisbigliò L’Exceed, nascondendosi dietro di lei.
«Forse sarà meglio chiamare Horologium…» Sussurrò la bionda, facendosi piccola piccola e armeggiando col portachiavi.
 
«Karyu no Hoko!»
«Ice-Make: Lance!»
« Danzate, mie spade»
 
 Pochi secondi prima di collidere,gli attacchi dei tre maghi vennero bruscamente deviati in direzione della verga, ancora incastrata nel terreno. La piccola pietra bianca sulla sommità risucchiò gli incantesimi ed iniziò a risplendere di un bagliore accecante. Il bastone iniziò a vibrare emettendo un sibilo acuto.
Un lampo di luce azurra scaturì dalla punta della verga, dritto verso il cielo
« Ma cosa diavolo… » Esclamò Gray, schermandosi gli occhi con una mano.
Un’esplosione di luce bianca scaraventò via i poveri malcapitati, scavando un cratere nel suolo circostante.
Prima di perdere conoscenza, Natsu vide un oggetto molto simile al bastone che gli aveva regalato il vecchio mago volare dritto vero i boschi di Magnolia.
« Ma che razza di magia era?» Gridò Erza, rialzandosi a fatica, l’armatura danneggiata in più punti.
« Mai visto nulla di simile!» Disse Gray, affacciandosi da dietro il suo scudo di ghiaccio.
«Perché sono perseguitata da cose che esplodono… lei dice.»
«Aye… lui dice»
«Per un attimo, ho percepito un oscuro potere magico dalla potenza sconcertante provenire da quella verga, poi c’è stata l’esplosione…» Constatò la rossa, mentre riequipaggiava la sua armatura standard.
«Si può sapere dove diavolo hai preso quell’affare? Rispondimi, testa calda! Ehi, ma dov’è?» Si guardò intorno, quasi in pensiero.
«Natsu!» Strillò la maga stellare, non appena mandò via Horologium.
Il loro amico giaceva a qualche metro da lei, immobile.
I ragazzi si precipitarono da lui, preoccupatissimi.
«E’ privo di sensi, ma non è ferito gravemente. Si sveglierà presto» Dichiarò la maga con l’armatura, dopo essersi accertata delle condizioni del Dragon Slayer.
«Grazie al cielo» sospirò Lucy, inginocchiandosi vicino al ragazzo per prendergli la testa tra le mani.
«Era il più vicino al bastone, è stato investito in pieno. Non mi sorprende che sia svenuto, anzi, è un miracolo che sia ancora intero»  Commentò la rossa.
«Non ha fatto nemmeno in tempo a difendersi.» Disse piano Lucy, dando dei delicati schiaffetti sul viso di Natsu, nel tentativo di farlo riprendere.
« Mah, nemmeno un’abbuffata di Etherion e uno sparo in bocca sono stati in grado di uccidere questo mostro; vi preoccupate troppo»  Sbuffò Gray.
« Aye! Natsu è indistruttibile!» Esclamò Happy.
Il Dragon Slayer iniziò lentamente a riprendere conoscenza: era disteso, la testa poggiata su qualcosa di morbido. Ascoltò le voci dei suoi nakama discutere animatamente su un’esplosione avvenuta poco fa.
 Ecco perché sono sdraiato- pensò.
Udì Gray dire qualcosa su di lui, probabilmente un insulto, che non capì, ma digrignò i denti lo stesso, poi sentì la voce di Lucy provenire da un punto imprecisato sopra di lui. Vicino, troppo vicino.
Confuso, sollevò impercettibilmente una palpebra.
Allora capì: aveva la testa poggiata sul grembo della sua compagna di team; lei non sembrava essersi accorta del suo risveglio e, ogni tanto  gli accarezzava i capelli, mentre era intenta ad ascoltare le congetture di Erza.
Il ragazzo si rilassò  e richiuse gli occhi.
 
Forse poteva rimanere svenuto ancora un altro po’.
 
La mano di Lucy scese lentamente lungo il viso del Dragon Slayer, la punta delle dita gli sfiorò la tempia, per proseguire lungo lo zigomo e giungere fino al mento. Infine, il suo palmo aderì perfettamente alla guancia.
Natsu si sentì avvampare.
L’altra mano gli cinse delicatamente il collo, andando a sistemarsi tra quest’ultimo e la sciarpa di Igneel.
No. Non poteva.
La temperatura del suo corpo aumentò vertiginosamente, come il giorno prima nella cantina del signor Bombastus.
Merda! Sta succedendo di nuovo.
Tentò disperatamente di controllare l’inferno di fiamme che si stava scatenando dentro di lui, pregando che la sua amica si allontanasse in qualche modo.
Doveva alzarsi, in fretta, ma non troppo: altrimenti si sarebbero insospettiti.
Era diventato così caldo da poter incendiare un oceano, tuttavia, riuscì miracolosamente a trattenersi dallo scottare Lucy. Tirò un sospiro di sollievo.
Meno male, nessuno se n’è accorto.
« Accidenti, che caldo pazzesco!»
Dannato Gray.
« Adesso che me lo fai notare, la temperatura si è alzata parecchio» Disse Erza
«Non si resiste» Ansimò Lucy, aprendo la zip della maglietta bianca e azzurra.
Il Dragon Slayer spalancò gli occhi e lo sguardo cadde inevitabilmente sull’ampia  scollatura a pochi centimetri dal viso.
Bel tempismo, idiota.
«Sono sveglio!» Gridò, mettendosi a sedere, il viso in fiamme. In tutti i sensi.
Tutti sobbalzarono, sorpresi.
«Era anche ora!» Sbottò il mago del ghiaccio.
La maga stellare fissò il volto, ora scarlatto, del drago, posò lo sguardo sulla propria maglietta, per ritornare alla faccia dell’amico che le diede le spalle.
Il suo volto iniziò lentamente a colorarsi di bordeaux.
Erza si avvicinò al ragazzo e gli posò una mano sulla fronte.
« Natsu, scotti tantissimo, si sente anche attraverso il guanto.» affermò. « Fossi in te mi farei dare un’occhiata da Polyushka, appena tornati alla gilda.»
« Cosa!? E’ lui la fonte di questo caldo?» Esclamò Gray, asciugandosi il sudore dalla fronte.
« Non è mai successo nulla di simile, mi chiedo cosa gli sia preso» Continuò la rossa.
« Dici che è grave?» Chiese Happy. Poi notò l’espressione di Lucy e soffocò una risata.
« Anche Lucy va a fuoco!»
La bionda fulminò il gatto con un’occhiataccia.
Anche Gray ed Erza osservarono Lucy, sgranando gli occhi.
Natsu iniziò, paradossalmente, a sudare freddo
« Ehi…» Esordì il mago del ghiaccio, con un ghigno.
« Non è che…» Continuò la maga con l’armatura, sorridendo maliziosamente.
Il drago era in preda al panico: non vedeva via d’uscita da quella situazione che non prometteva nulla di buono. Sentì un paio di occhi castani trafiggergli la nuca.
Igneel aiutami, ti prego!
Un largo oggetto rettangolare cadde dal cielo, centrando in pieno il viso già provato di Gray e allarmando i presenti.
Caspita, che velocità.
« E adesso che succede?» ululò esasperato Gray, rotolandosi a terra per il dolore.
Happy raccolse l’oggetto da terra.
« Cos’è?» Chiese Natsu, avvicinandosi.
« Sembra un blocco da disegno.»  Disse Lucy, rialzandosi.
« sulla copertina c’è scritto Fabriano.» Lesse l’Exceed; poi lo aprì curioso.
Natsu scoppiò a ridere, seguito immediatamente dall’amico gatto, alla vista della moltitudine di coniglietti e orsetti che popolavano le pagine bianche.
Anche Erza si avvicinò per sbirciare.
« Lucy, questo è identico a te!» Ridacchiò Happy
«Quello sgorbio? Nemmeno per sogno!» Replicò la bionda con tono offeso.
« E’ identico a te!» Ripetè il Dragon Slayer.
« Ti ci metti anche tu? Waaah! Erza, aiutami!»
La rossa sorrise, divertita da quel siparietto.
Un urlo interruppe quel momento d’ilarità. I giovani maghi volsero lo sguardo verso l'alto.
Sei sagome nere si stagliavano contro il cielo terso, precipitando verso di loro a velocità forsennata. L’impatto con il terreno sollevò una densa nube di polvere.
« Tutto bene?» Gridò Renji, guadandosi attorno in cerca dei suoi amici.
« Si, sono tutta intera. E non strillare: sono qui accanto a te!» Lo rimproverò Rukia.
« Questo non è l’Hueco Mundo…» Commentò Sado.
«Io sto bene. » Disse Orihime. «Grazie al cielo sono caduta su qualcosa di morbido».
Sotto di lei, Natsu, il volto sepolto dai suoi seni, annaspava alla disperata ricerca d’aria.
«Beata te.» Commentò Ichigo, mentre si rialzava da sopra Erza,tenendosi la fronte.    « Io credo di essere atterrato su una lastra di metallo.»
«E questi chi sono?» Urlò l’Exceed, nascondendosi di nuovo dietro Lucy.
«Stranieri? » Mormorò la maga stellare.
«Alcuni di loro hanno una specie di divisa; forse appartengono a qualche gilda estera» Azzardò Gray, mentre si avicinava cauto.
« Che cosa stai facendo?» Tuonò Ishida, furioso. « Allontanati subito da Inoue-san, Maniaco pervertito!»
Ichigo si girò verso Orihime, strinse gli occhi alla vista della posizione equivoca del Dragon Slayer, e mise mano all’impugnatura di Zangetsu.
«Non provarci!» Ringhiò Erza, spingendo via il sostituto shinigami prima che muovesse un singolo passo verso il suo compagno di team.
Intanto la fullbringer, arrossendo vistosamente, si era allontanata dal ragazzo ed aveva raggiunto Uryu, Chad, Renji e Rukia.
« Chi siete?» Chiese Ichigo.
« Le domande le faccio io» Replicò la maga con l’armatura. « Siete membri di una gilda oscura?».
«Non so di cosa parli.» Rispose il dio della morte  «E poi, sono stato io il primo a domandare, dovresti rispondermi.»
Un’ombra attraversò il viso della rossa.
I ragazzi dietro di lei rabbrividirono.
« Si vede che non sono di queste parti» Asserì Gray.
« Quasi quasi mi dispiace per lui.» sussurrò Natsu.
« Fuggite, sciocchi!» Gridò Happy.
« E piantala con quel film!» Disse Lucy, seccata.
Ichigo liberò la lama dalle bende che la circondavano e si mise in posizione.
Erza osservò l’arma del suo avversario:
«Che razza di spada sarebbe?» Domandò perplessa «Non ha né elsa, né guardia. Sicuro di voler usare quella?»
« Questa è la mia zanpakuto! E’normale che sia così!» berciò il ragazzo, irritato.
« Sappi che non ho intenzione di andarci piano, anche se sei una ragazza» Dichiarò, assumendo la posa d’attacco.
La maga riequipaggiò l’Armatura del Purgatorio.
« Nemmeno io»
Seguì un rapido scambio di colpi dopo il quale Ichigo superò volando i suoi amici, schiantandosi contro un palazzo alle loro spalle.
« Kurosaki-kun!» Strillò Inoue.
« Forse dovremmo dargli una mano» Commentò Rukia, sguainando la sua katana.
Il Dio della morte riemerse dalle macerie, lanciandosi nuovamente all’attacco.
Schivò i ripetuti fendenti della rossa, sfruttando lo shunpo, in cerca di un’apertura. Si materializzò improvvisamente alle sue spalle, pronto a scagliare un Getsuga Tenshou; tuttavia, l’avversaria lo calciò via e cambiò armatura.
« Ma che fai? Sei impazzita a spogliarti davanti a tutti?» Urlò Ichigo, con le guance color porpora, mentre vedeva sparire gradualmente la corazza dal corpo di Erza.
« Mi prendi in giro? Non hai mai visto un requip?» Chiese sbalordita la rossa,  ora vestita con l’ Hisho no yoroi
Lucy sorrise.
Chi l’avrebbe detto: è come Freed!
Lo scontro riprese senza esclusione di colpi. Grazie alla nuova armatura, la maga ora riusciva a tenere il passo dello shinigami che iniziò a trovarsi in difficoltà.
«Getsuga Tenshou!»
Erza scartò di lato evitando la falce azzurra di energia spirituale che le portò via una ciocca di capelli scarlatti. L’attacco tagliò  a metà uno dei palazzi fatiscenti che sorgevano lì.
Fortunatamente, quella mattina Natsu e Happy avevano scelto di giocare in un quartiere completamente disabitato poiché la maggior parte degli edifici -come quello appena affettato- era stata dichiarata inagibile ed andava ricostruita.
Erza lo sapeva. Per questo non aveva paura di trattenersi.
E, probabilmente, anche il suo nemico se n’era accorto.
In un battito di ciglia, il ragazzo coprì  la distanza che li separava e vibrò un fendente. La rossa lo parò in tempo, evitando che quella lama fuori misura le tagliasse il petto. Il colpo incrinò entrambe le sue spade e la buttò a terra.
Ichigo sorrise soddisfatto: gli ci era voluto un pochino per controllare la zona circostante con il Reiraku, ma ora era certo di essere solo con i suoi avversari. Guardò la moltitudine di nastri spirituali che volteggiavano lontano: alcuni erano bianchi, ma molti erano colorati; cosa del tutto insolita, poiché sapeva che solo gli dei della morte avevano il nastro rosso. Osservò con interesse il luminoso nastro dorato proveniente dalla ragazza bionda.
Hanno poteri simili ai nostri, ma non sono né poteri di shinigami, né Fullbring.
 Dove siamo finiti?
La maga con l’armatura sentì i polmoni svuotarsi per la forza dell’impatto.
Tossicchiò e si rimise in piedi.
« Danza, Sode no Shirayuki!» Pronunciò Rukia, pronta all’azione.
E’ necessario occuparsi prima di quella donna, tra tutti, sembra la più forte.
« Erza!»
Natsu balzò ringhiante verso lo shinigami dai capelli arancioni.
«Karyu no Tekken!»
Un triangolare scudo arancione si frappose tra lui e il suo bersaglio, nullificando il suo attacco e andando in frantumi.
Schivò un colpo di spada e arretrò, riprendendo le distanze.
Adesso
« Tsugi no Mae: Hakuren!» Gridò la dea della morte.
 Una valanga scaturì dalla spada- ora bianca come la neve- diretta verso la maga con l’armatura. Inaspettatamente il ragazzo si gettò in quella candida tempesta e scomparve.
« Ehi, ma è pazzo?» Esclamò Ishida.
Un vortice infuocato divampò, dissolvendo l’attacco in una nuvola di vapore. All’interno c’era Natsu.
Rukia trasalì: quel ragazzo stava scatenando un inferno di fuoco da fare invidia allo shikai di Ryujin Jakka.
Ancora avvolto dalle fiamme, il Dragon slayer si lanciò verso di lei.
«Karyu no Kenkaku!»
Forse aveva commesso un errore di valutazione.
Saltò, sottraendosi  a quella carica spericolata; si preparò a cantare un kido, quando un particolare le fece ghiacciare il sangue nelle vene.
Il ragazzo aveva afferrato il nastro di Sode no Shirayuki.
La strattonò e la fece sbattere a terra.
«Ulula! Zabimaru» Strillò Renji
La lunga lama snodata si estese, allontanando il rosato dall’amica.
Intanto, Ichigo ed Erza avevano ripreso a menar fendenti, e a farne le spese erano le case circostanti.
« Natsu! Ci penso io a lei! Tu occupati di quell’altro!» Urlò Gray.
Il Dragon Slayer annuì senza replicare-stranamente.
« Licht Regen!» Gridò Uryu.
« Ice Make: Shield!»
La miriade di frecce di reishi si infranse sullo scudo del mago di ghiaccio.
« Danzate, mie spade! Cicle Sword!»
La pioggia di lame costrinse il quincy a indietreggiare.
Chad trasformò il braccio destro.
 
Lucy scrutava lo scontro con aria seria, la mano stretta intorno all’impugnatura della frusta.
« Stanno combattendo bene, ma siamo in svantaggio: quattro contro sei» Commentò.
« Waah!, Lucy, non mi hai nemmeno preso in considerazione!» Disse arrabbiato Happy.
La bionda lo ignorò, mentre vedeva Erza correre in soccorso di Gray, e strinse gli occhi, risoluta.
Erano in inferiorità numerica, ma lei avrebbe risolto il problema.
«Apriti, portale dell’arciere: Sagittarius!»
« Apriti, portale del toro d’oro: Taurus!»
«Lucy, il tuo corpo è magnifico come sempre!» Sbavò lo spirito appena evocato.
« Non c’è tempo adesso! Aiutate Erza e Gray!» Ordinò.
« Tutto per la mia Nice-body
« Agli ordini, moshimoshi
L’ enorme toro antropomorfo si gettò nella mischia, intercettando il colpo di Yasutora Sado diretto a Gray; Sagittarius iniziò un’accanita battaglia tra arcieri con Ishida. Il mago di ghiaccio approfittò della situazione per lanciare un Ice-Make: Hammer contro Rukia; tuttavia, il martello glaciale si infranse contro lo scudo arancione, materializzatosi all’ultimo minuto.
Nel frattempo, Natsu fronteggiava Renji e Ichigo.
« Getsuga Tensho!»
« Karyu no Koen!»
Il boato dell’esplosione mandò in frantumi i vetri delle poche abitazioni rimaste in piedi.
Alle spalle del Dragon slayer, lo shinigami si preparò a colpire con Zabimaru.
« No!»
Lucy rilasciò Fleuve d’etòiles. La frusta scintillante si avvolse intorno alla lama estensibile un momento prima che vibrasse il colpo. La maga non fece in tempo ad esultare poiché venne brutalmente tirata in avanti.
« Ma che cavolo…?» Disse Renji, avvertendo l’improvvisa resistenza dell’arma, mentre l’attacco mancava Natsu di pochi centimetri.
Il rosso, l’arancio e il rosato osservarono attoniti la biondina urlante volare sopra le loro teste.
«Questa è l’ultima volta che faccio qualcosa di eroico!» gridò la maga stellare.
Atterrò distante, sbucciandosi i gomiti e le ginocchia.
Ichigo distolse lo sguardo, certo di aver visto una mutandina.
Natsu approfittò della sua distrazione per dargli un pugno.
«Non solo ha salvato il suo amico e ha distratto Ichigo, ma ha anche sfruttato il mio attacco per oltrepassare le linee nemiche. E’ più brava di quanto pensassi.» disse Renji, ammirato, prima di schivare un fendente di Erza, sbucata dal nulla.
« Bravissima, Lucy! Sei stata geniale!»  Esclamò Natsu, continuando a colpire il sostituto shinigami.
« Geniale un corno! E’ una depravata!»ribatté quest’ultimo.
La bionda si rialzò, dolorante. Notò la ragazza dai capelli rossicci a qualche metro da lei; quattro piccole creature somiglianti a delle fatine le svolazzavano intorno, come in attesa di un comando. Anche Orihime trasalì non appena si accorse della sua presenza.
Lucy si tenne pronta, brandendo la frusta. Una delle fate volò verso di lei, avvolta da un bagliore arancione, aggirò abilmente Fleuve d’etòiles e… le passò accanto, senza ferirla.
La bionda fissò l’avversaria, stupita: anche lei la osservava, con espressione quasi afflitta.
L’aveva mancata apposta?
In quello sguardo Lucy lesse tutto meno che il desiderio di combattere.
Alzò di nuovo la frusta, esitante. La ragazza materializzò lo scudo triangolare e rimase in attesa.
La maga stellare gettò l’arma a terra  e aspettò.
O la va o la spacca.
La sua avversaria fece sparire lo scudo- tuttavia le fate continuarono a vorticarle intorno- e accennò un timido sorriso.
Anche Lucy sorrise di rimando.
Non si era sbagliata.
Rukia si poggiò sulla spada, riprendendo fiato. La situazione non era delle più rosee: avevano perso il vantaggio del numero, il combattimento era in una fase di stallo e la stanchezza iniziava a farsi sentire. In più, quel piromane con i capelli rosa stava trasformando il campo di battaglia in una fornace.
Doveva trovare il modo di fermare il conflitto a qualsiasi costo, o si sarebbero ammazzati tra loro.
L’oggetto delle sue elucubrazioni piombò con un tonfo accanto a lei, imprecando e soffiando fiamme.
Bingo.
« Bakudo #1: Sai!»
Natsu gridò sorpreso, mentre le sue braccia si incrociavano dietro la schiena. Cadde in ginocchio, immobilizzato.
-Preso- Pensò soddisfatta la shinigami.
Velocissima, la dea della morte lo raggiunse e lo afferrò per i capelli.
«Prova a parlare o a sputare ancora fuoco e te ne pentirai.» Sussurrò al suo orecchio, poggiandogli la spada sulla gola.
Il ragazzo deglutì e fece un muto cenno di assenso.
« Bene» Disse lei.
Non che avesse davvero intenzione di fargli del male, in realtà.  Aveva dovuto agire in fretta ed aveva usato un kido semplice per catturarlo poiché non aveva né il tempo né la forza di cantarne uno più potente. La minaccia serviva solo a tenerlo buono, perché era certa che si sarebbe liberato molto presto se avesse agito diversamente.
« Fermi! Adesso basta!» Gridò la dea della morte con quanto fiato aveva in gola.
Tutti i combattenti si bloccarono nel bel mezzo dell’azione e si girarono verso di lei.
Sentì su di sé gli sguardi sorpresi dei suoi nakama uniti a quelli di rabbia e preoccupazione degli amici del suo ostaggio.
«Non posso crederci! Si è fatto fregare da quella ragazzina!» Disse seccato Gray.
Natsu provò l’impulso di gridare contro quel polaretto ogni insulto a lui conosciuto, tuttavia, la pressione della lama gelata sulla giugulare gli fece abbandonare l’idea. 
Rukia percepì una vena pulsarle sulla fronte, ma mantenne i nervi saldi.
Sentì il ragazzo ringhiare e rafforzò la presa sulle ciocche rosa.
« Zitto.» Sibilò.
Renji la raggiunse.
« Che intenzioni hai?» Chiese.
« Voglio negoziare.» Rispose lei. « Smettete di combattere e deponete le armi!»
Gray alzò le mani, Erza si rimise l’armatura standard (Ichigo alzò gli occhi al cielo durante il requip), Lucy richiamò i suoi spiriti stellari. La ragazza accanto a lei le rivolse uno sguardo colmo di dispiacere.
Inoue osservò da lontano la piega che avevano preso gli eventi; sperò con tutto il cuore che Kuchiki- san non maltrattasse troppo il ragazzo che aveva catturato e risolvesse presto la faccenda. La sua avversaria sembrava molto preoccupata: si mangiava nervosamente le unghie e non staccava gli occhi dal suo amico.
Forse dovrei rassicurarla-pensò.
Erza parlò con voce vibrante di collera.
« Cosa volete?»
«Risposte.» enunciò Rukia. «E che ci lasciate andare via senza opporvi. Se lo farete, ve lo restituirò illeso.»
Erza sembrò soppesare la proposta.
« Fai le tue domande»  Disse, lanciandole un’occhiata assassina tale che Natsu si sorprese che la ragazzina non fosse già caduta a terra morta stecchita.
Odiava trovarsi in certe situazioni: Ricordava ancora quando il capo di Oracion Seis, approfittando della suo problema con i mezzi di trasporto, aveva tentato di schiavizzarlo con il Nirvana. O, peggio, ripensò a quando quel maledetto gufo, usando lo stesso trucco, lo aveva mangiato ed era stato Gray a salvarlo.
E adesso era lì, prigioniero, e non era servito nemmeno un mezzo di trasporto per catturarlo!
Frustrato, si lasciò sfuggire un altro ringhio. Uno strattone lo riportò al silenzio. Si guardò intorno, aspettando la fine della trattativa.
« Voglio sapere dove siamo, per cominciare»
« Regno di Fiore, città di Magnolia» Rispose la rossa con voce atona.
Questi nomi non mi dicono niente-pensò la dea della morte.
« Abbiamo finito?»
« No, aspett…»
Il Dragon Slayer iniziò ad agitarsi furiosamente, rischiando di decapitarsi da solo con Sode no Shirayuki.
« Lucy! Lucy! LUCY!!» Gridò come un ossesso.
« E’ inutile che chiedi aiuto.» Lo canzonò Renji.
« Non sta chiedendo aiuto…» Sussurrò Rukia, sbiancando.
Un blocco di mattoni e cemento delle dimensioni di un Vulkan si era staccato dal muro di uno degli ultimi palazzi superstiti, precipitando dritto verso le due ignare ragazze rimaste in disparte.
«GUARDA IN ALTO, DANNAZIONE!» Ruggì il ragazzo.
La bionda alzò lo sguardo e si accorse del pericolo.
Troppo tardi
Il masso precipitò, producendo un fragore assordante.
Natsu sgranò gli occhi, poi emise un grido di dolore e disperazione che raggelò il sangue dei presenti. Rukia, intimorita, lasciò la presa. Sbattè il viso a terra, lottando per liberarsi dalla tecnica che lo imprigionava.
Gray ed Erza fissavano dov’era caduto il masso, pietrificati.
« Oi! Che hai da urlare tanto?»
Ichigo apparve vicino a Renji: con il braccio destro teneva per la vita Orihime, mentre, con il sinistro reggeva Lucy che aveva un’espressione piuttosto perplessa dipinta sul volto.
Il Dragon Slayer ammutolì.
« Sei ferita, Inoue?» Chiese il sostituto shinigami.
« N-no, Kurosaki-kun. Ti ringrazio» Rispose lei, arrossendo.
Il ragazzo annuì e guardò Lucy.
« Tu stai bene?»
« I-io? Si, grazie. » disse la bionda.
« Lucy!»
Happy volò tra le braccia dell’amica, gli occhi pieni di lacrime.
« Ci siamo spaventati così tanto!!» strillò.
« Lucy!»
« Inoue-san!»
Anche gli altri li raggiunsero.
«Immagino debba ringraziarti» esordì la maga con l’armatura, rivolta a Ichigo.
«Nah, non c’è bisogno.» Replicò lui.
« Capisco.»
Erza si girò verso Rukia.
« Se non sbaglio, avevi altre domande da fare»  Disse sorridendo.
La tensione sembrava aver abbandonato il campo di battaglia.
La dea della morte ricambiò il sorriso « Si infatti.».
«Ehm, ragazzi» Interruppe Happy, svolazzando sopra le loro teste «Forse è meglio rimandare a dopo le spiegazioni: sta arrivando l’esercito e credo anche qualche cavaliere delle rune…»
« L’esercito!?»  Urlò Lucy.
« Siamo nei guai! Se vedono questo macello, passeremo come minimo una settimana in prigione!» Esclamò Gray.
« Happy ha ragione. Parleremo in gilda, adesso scappiamo!» Disse la rossa, afferrando Rukia per la manica del kimono e trascinandola via con sé.
Il resto del gruppo le seguì.
« Andiamo a Fairy Tail!»
« Ma cosa…» Mormorò confuso lo shinigami dai capelli arancioni,vedendo i suoi amici allontanarsi. Si guardò intorno, notando solo ora la devastazione portata dal loro scontro.
 Per poco non ebbe un infarto.
Nemmeno se avesse giocato a  pagamento in tutti i club sportivi fino alla fine del liceo, avrebbe potuto pagare i danni che avevano causato.
« Ehi! Ehi! Aspettate! Liberatemi, almeno!» strillò Natsu rotolando a terra, nel vano tentativo di rialzarsi.
Ichigo si caricò in spalla il Dragon Slayer - ignorando le proteste di quest’ultimo- e si affrettò a raggiungere i suoi compagni.

Note:
E anche questo capitolo è giunto alla fine. Spero vi sia piaciuto il riferimento a uno dei miei film preferiti :). Quando ho visto un'immagine di Natsu versione Lord Demone Dragneel me lo sono troppo immaginato come Balrog, e Happy, poi...  XD (lo so, non sto bene, è colpa dell'università). I nostri eroi si sono finalmente incontrati, ma i veri guai devono ancora iniziare *shignazza*.
Un grazie a chi mi ha recensito, mi ha messo tra le seguite, e anche a chi ha solamente sbirciato.
Vi saluto, devo andare a litigare col capitolo 3 XD.
Un bacio :) 




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Capitolo 4
*** Qui pro quo stellare ***


Buongiorno a tutti! Mi scuso per il ritardo, ma scrivere questo capitolo è stato terribile. Davvero. Spero ne sia valsa la pena. Buona lettura!
Ah, si, come vi avevo preannunciato, in questo capitolo ho un nuovo bersaglio da maltrattare e lascerò (più o meno) in pace il Dragon Slayer. Volete scoprire chi è il malcapitato? Allora scendete! ;) 



Capitolo 3


 
« Karakura, hai detto? Mai sentita.»
«Sei sicura?» insistette Rukia.
«E’ la prima volta che sento di una città con questo nome.» affermò Erza.
« Nemmeno io l’ho mai sentita nominare.» fece eco Gray.
« La stessa cosa vale per me» confermò la maga stellare.
« Quindi la nostra città non esiste più» sussurrò Orihime «Siamo dispersi in un posto sconosciuto e non possiamo tornare a casa. Dovremmo trovarci una nuova casa, una nuova professione. Forse dovremo anche cambiare nome ed assumere nuove identità…» continuò, mentre due enormi lacrimoni sgorgavano dalle iridi grigie.
 « Ma possiamo comunque consultare le mappe della biblioteca. Magari così riusciremo a trovarla! Dirò a Levy di darci una mano: è la migliore quando si tratta di fare ricerche!» si affrettò a dire Lucy, nel tentativo di tranquillizzarla.
Forse erano stati un tantino brutali.
« Vi siamo grati per l’aiuto che ci state dando, lo apprezziamo molto.» intervenne Ishida, mentre porgeva un fazzolettino ad Inoue.
Da sopra le loro teste, Happy scambiò un rapido cenno d’intesa con la rossa, che guidò il gruppo in una stradina secondaria. Osservarono il manipolo di guardie dirette verso il cumolo di rovine fumanti che nemmeno un’ora prima era un quartiere, allontanarsi, prima di proseguire in fila indiana lungo lo stretto viottolo. Purtroppo, il loro scontro aveva attirato più attenzioni del previsto.
« Non c’è di che.» rispose la maga con l’armatura «E’ un modo come un altro per ripagarvi dell’aver salvato Lucy, nonostante fosse una vostra nemica.»
«E’ stato davvero un bel gesto» disse Lucy, sorridendo.
«Tipico di Ichigo.» commentò Renji.
« Bello quanto inaspettato.» ammise Gray, ancora restio a fidarsi dei nuovi arrivati.
« Ci dispiace avervi dato un’impressione sbagliata, ma non avevamo cattive intenzioni, ve lo assicuro.» si scusò il quincy, voltandosi verso di lui  e sistemandosi gli occhiali.
« C’è stato un fraintendimento.» Asserì Chad, da un punto imprecisato sopra la spalla del mago del ghiaccio.
«Kurosaki-kun è fatto così: quando vede una persona in pericolo, la protegge, anche se si tratta di un nemico.» dichiarò Orihime, soffiandosi rumorosamente il naso.
«Non vi preoccupate, vi crediamo, si vede che siete brave persone, Aye!»
« Sono d’accordo con Happy. Dimentichiamo definitivamente quanto è successo, va bene?» disse Erza con tono gentile.
« Accidenti!» esclamò la dea della morte, arrossendo «Così, mi fate sentire ancora più in colpa per aver preso in ostaggio il vostro amico…»
La rossa si fermò senza preavviso. Rukia sbatté contro la schiena rivestita d’acciaio.
SDENG!
« Ahi! Che male! Cosa c’è?» chiese, massaggiandosi il naso dolorante.
« Ma perché vi siete fermati così di colpo?» Gridò Renji, stretto a panino tra Orihime e Lucy.
« Altre guardie?» domandò quest’ultima, affacciandosi con difficoltà da dietro il braccio di Sado.
« No, ho controllato bene:  da questa parte non sta arrivando nessuno» fu la risposta del gatto blu che li sovrastava.
Incurante del tamponamento a catena causato, la maga con l’armatura si girò verso di loro, il viso stravolto da un’espressione di puro orrore, simile a quella di Lucy la mattina in cui scoprì di non aver pagato l’affitto.
« Dov’è Natsu?» mormorò sconvolta.
Un’atmosfera gelida pervase il gruppo- e stavolta non era colpa di Gray-, mentre le parole si facevano man mano strada nelle loro teste, acquistando un significato allarmante. Happy si bloccò a mezz’aria, mentre gli occhi spalancati raggiungevano le dimensioni di due palle da tennis.
Fu il mago del ghiaccio il primo a rompere il silenzio.
« Lo abbiamo dimenticato lì!» esclamò.
« Ed era ancora bloccato dal mio Kido!» Strillò la dea della morte, portandosi le mani al viso « Che cosa ho fatto?».
« Ero così impegnata a fuggire dalle mie colpe che ho lasciato un mio compagno indifeso alla mercé delle guardie! E’ un comportamento imperdonabile! Come ho potuto? Qualcuno mi colpisca!» Urlò Erza, fuori di sé.
Renji si avvicinò, sollevando un braccio.
« Abarai! Cosa vuoi fare? Fermati!» sbraitò Ishida, artigliandogli il polso.
« Ma lo ha chiesto lei!» ribatté il rosso, sulla difensiva.
«Nessuno colpirà nessuno, chiaro?» fece minaccioso il quincy.
« Dobbiamo tornare a prenderlo!» disse Lucy.
«  A quest’ora l’esercito sarà arrivato, potrebbero averlo già portato via…» osservò Gray, con una punta di preoccupazione nella voce.
« Devo andare a costituirmi!» dichiarò la maga con l’armatura, mentre raggiungeva di corsa la fine del vicolo.
« Aspettate un attimo.» li interruppe Inoue «Manca anche Kurosaki-kun.»
Tutti si voltarono verso di lei, sorpresi.
« Adesso che me lo fai notare, hai ragione: nemmeno Ichigo è con noi» constatò Renji.
« Magari è con Natsu!» esclamò la rossa, illuminandosi.
« E’ possibile.» concordò Rukia « Ichigo non conosce la città, potrebbe averlo preso con sé  per farsi condurre a Fairy Tail e raggiungerci!»
«Inoltre, Ichigo non abbandonerebbe mai nessuno.» affermò Chad.
« C’è da gioire sul fatto che quei due siano insieme?» domandò Gray.
« Tranquilli, il vostro amico è in buone mani: Kurosaki-kun non permetterà a nessuno di fargli del male, lo proteggerà a qualunque costo».  Assicurò Orihime, dando qualche colpetto sulla spalla di Lucy che le rivolse un cenno di gratitudine.
«Spero che Kurosaki sappia cavarsela» commentò Ishida che, come il mago di ghiaccio, non era molto entusiasta.
« L’importante è che non siano da soli.» asserì Erza.
« Già, magari in due riusciranno a non combinare troppi disastri e ad arrivare alla gilda.» concordò la dea della morte.
«Dopotutto, due teste sono meglio di una, no?» disse allegra Orihime.
Nessuno dei presenti le rispose, si limitarono a scambiarsi qualche sguardo indecifrabile, prima di riprendere il cammino.
Speriamo bene.
 

***

 
«Quindi tu sei un Dragon Slayer»
« Mh»
« Puoi sputare fuoco, produrre fiamme da tutto il corpo e anche mangiarle.»
« Mh»
«E puoi farlo perché te lo ha insegnato un drago, che era anche il tuo padre adottivo e che è scomparso il sette luglio delll’anno 777.»
«Esatto.»
«Ok, ti credo»
Era da circa mezz’ora che camminava per le strade della città, trasportando come un sacco di patate il mago di fuoco -pardon, Dragon Slayer- ,ancora immobilizzato dal Kido di Rukia. Inizialmente, il rosato si era dimenato e aveva preso a scalciare, gridando di voler essere liberato; poi, per fortuna, lo shinigami aveva avuto la brillante idea di chiedergli qualcosa su di lui e la sua gilda per distrarlo. Era intimamente contento che avesse funzionato, anche perché l’ultimo calcio aveva di poco mancato l’inguine.
Il ragazzo sulla sua spalla sorrise.
« MA COME FACCIO A CREDERTI!!» Strillò Ichigo, gettandolo a terra.
« Ahia!» Gemette Natsu.
« Ma mi hai visto combattere, perché non mi credi?» Domandò, mettendosi seduto.
« Ho accettato che sei un mago e che sputi fuoco, ma che tu sia stato cresciuto da un drago, mi sembra troppo.» Fu la risposta dello shinigami.
Il drago sollevò un roseo sopracciglio.
« Cambiando discorso» Proseguì il dio della morte «  Sicuro che questa sia la strada giusta?».
«Certo che è la strada giusta! Tra poco arriveremo a Fairy Tail.» Affermò il rosato.
« Hai detto la stessa cosa più di mezz’ora fa, non è che ci siamo persi?» Replicò Ichigo.
« Non è colpa mia se sei lento!» Sbottò il Dragon Slayer.
« Se sono lento è perché devo portarti in spalla! Quindi, , è colpa tua!» sbraitò il ragazzo dai capelli arancioni, ormai al limite della pazienza.
« Nemmeno a me piace viaggiare sulla tua schiena! E’ colpa della tua amica che mi ha lasciato così!» Gridò Natsu, alzandosi sulle ginocchia,  una vena pulsante sulla fronte.
Intanto i passanti si erano fermati a guardare quei due giovani dai capelli assurdi intenti a ringhiarsi contro, il viso a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Il drago fece un lungo respiro e si sedette a gambe incrociate. Guardò Ichigo con espressione implorante.
« Puoi liberarmi?» Chiese speranzoso.
« No, mi dispiace» Si scusò il ragazzo « Anche se sono un dio della morte, non so usare il Kido. Gli unici che possono sciogliere la tecnica sono Renji e Rukia…».
Ebbe un’illuminazione.
« Io ho spezzato questa tecnica!» Esclamò il dio della morte, ricordando il suo primo incontro con la shinigami.
Il volto del Dragon Slayer si illuminò.
« E come?» Chiese.
«Ricordo che volevo proteggere mia sorella da un Hollow, ma Rukia aveva usato su di me questo Kido, riuscivo a malapena a camminare…» Disse Ichigo, rivolgendo a Natsu uno sguardo di profonda comprensione.
« Tuttavia, dovevo salvarla, così ho spezzato la tecnica. Devo aver usato la mia reiatsu.» Conluse.
«Reiatsu?»
« La mia forza spirituale, la fonte dei miei poteri di dio della morte.» Spiegò lui.
« Ma io sono un mago, non un dio delle torte!» Esclamò il drago.
« Dio della morte.» Lo corresse Ichigo.
« Quello» Sbuffò il rosato « Quindi è tutto inutile!»
« Aspetta un secondo.» Disse il sostituto shinigami, concentrandosi e usando di nuovo il reiraku.
« Eppure, io riesco a vedere la tua forza spirituale » Dichiarò, mentre osservava il nastro, rosso come quello di un dio della morte, ma fatto di un materiale simile a delle scaglie, fluttuare intorno al ragazzo.
« Forse la reiatsu non è poi così diversa da quello che voi chiamate potere magico» Azzardò il giovane dai capelli arancioni. « Prova ad evocarlo e rompi la tecnica».
Natsu sorrise ed annuì.
« Ehi, guardate! E’ Loki-sama!» Esclamò qualcuno.
« Loki-sama? Oh, Incredibile!» Gridò una seconda voce.
« Eh?» disse Ichigo.
Due ragazze correvano a perdifiato verso di lui, agitando le braccia e lanciando urletti isterici.
Lo shinigami spalancò gli occhi come se davanti a lui fosse ricomparso Ulquiorra vivo e vegeto.
Anzi no, Ulquiorra lo avrebbe spaventato meno.
« Loki! Non sapevo che fossi in città» Disse una formosa bionda, mentre gli afferrava con forza il braccio.
« Che bella sorpresa! E’ da un sacco che non ci vediamo!» Cinguettò una morettina con i capelli a caschetto, avvinghiandosi all’altro braccio.
« Perché non ci hai più richiamate? » Chiese una terza ragazza dai capelli azzurri, sbucata dal nulla -nemmeno avesse usato lo shunpo-, abbracciandolo.
« M-ma, ma, ma veramente…» balbettò Ichigo, terrorizzato.
« Ci porti fuori a cena, Loki- sama?» Miagolò la biondina.
« Sbaglio, o sei diventato più alto?» Chiese la mora,  che non aveva intenzione di mollare la presa.
« E’ vero! Ed è anche più fico, aggiungerei» dichiarò una minuta fanciulla dai capelli rossi, mentre si abbarbicava alla sua schiena.
Le altre, intanto, avevano iniziato a palpeggiarlo senza ritegno, con sguardo famelico.
«Accidenti! Non ti ricordavo così ben piazzato!» soffiò nel suo orecchio l’azzurra, infilando una mano nel kimono per accarezzargli i pettorali.
Le guance del ragazzo si tinsero di un rosso acceso.
« Ehi, tu, aiutami!» strillò rivolto a Natsu.
Il Dragon slayer, seduto, con gli occhi chiusi e un’espressione concentrata, non diede segno di averlo sentito.
«Mhhhhhhhhhhhhhhh…» Mugugnò, mentre tentava di evocare il potere magico.
«Bastardo!» Gridò il dio della morte.
La ragazza approfittò della distrazione per  tentare di baciarlo.
La rossa iniziò ad armeggiare con la chiusura dell’hakama
« Che cosa fai? Ferma!» ululò Ichigo, il volto ormai paonazzo.
Un urlo bestiale risuonò nelle vicinanze.
Un vortice di fiamme sferzò l’aria, incendiando la minigonna di una delle sue quattro aguzzine.
«LIBERO!!» ruggì Natsu, balzando in pedi, le mani volte al cielo.
« Aaah! Aiuto, vado a fuoco!» Strillò l’azzurra
« Quello è un mostro! Scappiamo!»
Le assalitrici si diedero alla fuga con la stessa velocità con cui erano apparse.
Ichigo tirò un sospiro di sollievo.
« Grazie, eh.» borbottò sarcastico.
«Ahhh! Il dolce profumo della libertà, quanto mi è mancato!» trillò il rosato, saltellando allegramente, mulinando le braccia.
« Oi! Mi stai ascoltando?» sbraitò lo shingami.
Il drago sorrise.
« Hai visto? Ha funzionato! » esclamò, poi si inginocchiò di fronte a Ichigo.
« Ti ringrazio infinitamente per avermi restituito la libertà!» disse con tono solenne, mentre poggiava la fronte a terra.
« Ehi, non esagerare: hai fatto tutto da solo, io ti ho solo detto come liberarti.» replicò il dio della morte, grattandosi la nuca.
« Alzati, per favore, è imbarazzante.» lo supplicò.
Il ragazzo obbedì, poi si avvicinò rapidamente.
 « Sniff, sniff…ehi, forestiero, ma un nome ce l'hai?» chiese,  mentre lo annusava curioso.
« Certo che ce l’ho! Che domande!» rispose Ichigo, arretrando di qualche passo da quell’individuo più bestia che uomo,  con un’espressione a metà tra il sorpreso e lo  schifato dipinta sul volto.
« Ora che ci penso, però, nemmeno io so come ti chiami…» ammise il dio della morte.
« Io sono Natsu Dragneel di Fairy Tail» disse sorridente il rosato, tendendo in avanti la mano.
Anche Ichigo sorrise e ricambiò la stretta.
« Ichigo Kurosaki, sostituto shinigami»
« Andiamo, forza. Adesso arriveremo in un attimo alla gilda. Scommetto che i nostri amici sono già lì» affermò il Dragon Slayer.
Il giovane dai capelli arancioni lo seguì.
« Chi è Loki?» chiese.
« Un membro di Fairy Tail»
« Credo che le ragazze di prima mi abbiano scambiato per lui.»
Natsu si girò per guardarlo.
« Mah, strano: non vi somigliate per niente»
«Davvero?»
« Già! Il vostro odore è completamente diverso» dichiarò il Dragon Slayer.
Ichigo preferì non fare domande.
 
 

***

 
«Finalmente siamo arrivati.»
« Benvenuti a Fairy Tail, la gilda numero uno di fiore, Aye!»
I ragazzi osservarono stupiti l’edificio di pietra che torreggiava sopra le loro teste.
Non era alto come i grattacieli di Karakura, né grande come la Seireitei, ma era comunque imponente e maestoso. Le bandiere mosse dal vento ondeggiavano fiere, mostrando il simbolo che ognuno dei suoi membri portava con orgoglio impresso sul corpo.
Il sole di mezzogiorno illuminava la campana della torretta, proiettando raggi di luce sulla strada e decorando la gilda con riflessi dorati.
« E’ bellissima.» disse Rukia, senza fiato.
« Sembra un castello!» trillò Orihime.
« Notevole» fu il commento Uryu.
I maghi sorrisero ai forestieri.
«Guardate un po’ chi sta arrivando!» sogghignò l’exceed, librandosi più in alto per avere una visuale migliore.
«Ragazzi!»
Natsu e Ichigo camminavano verso si loro. Il rosato si sbracciava contento, mentre lo shinigami  sollevò una mano in un saluto più contenuto, ma ugualmente entusiasta.
Erza gli corse subito incontro.
« Grazie al cielo state bene, temevamo che l’esercito vi avesse preso!»
Abbracciò Natsu con foga.
SDENG!
« Male…» mugugnò il rosato, attento a non farsi sentire dall’amica.
« Sei riuscito a liberarti dalla mia tecnica, incredibile!» esclamò Rukia.
« Già.»
« E’ quasi impossibile che un umano possa spezzare la magia demoniaca con la sola forza di volontà» continuò la dea della morte, stupita.
« A quanto pare, loro non sono esseri umani normali» disse Chad.
« Ovvio, siamo maghi!» Ghignò Gray
« Si, ma c’era per forza bisogno di spogliarsi per dirlo?» chiese Uryu, mentre osservava il mago in boxer.
«Ops!»
« Come avete fatto ad evitare tutti i soldati in giro per la città?» domandò Renji. « Noi avevamo Happy che controllava dall’alto, ma voi…»
« Io non ho visto nessun soldato.» ammise Ichigo.
« Ogni volta che fiutavo una guardia gli dicevo di cambiare strada.» spiegò il Dragon Slayer.
«Fiutavi?» fece il rosso, perplesso.
«Aye! Natsu ha un ottimo olfatto!»
« Fammi indovinare: anche questo te l’ha insegnato il tuo squamoso padre adottivo?» disse Ichigo, scettico.
« Si.» rispose Natsu, stizzito « E ancora non capisco perché non vuoi credermi!»
« Perché i draghi non esistono e non adottano gli umani!» sbottò il ragazzo dai capelli arancioni.
«Igneel è reale!» strillò il rosato, furioso.
«Kurosaki» intervenne Ishida « Hai un gatto blu parlante che ti vola sopra la testa, continuare a fare il cinico mi sembra fuori luogo.»
« Inoltre, Natsu non è l’unico Dragon Slayer: in gilda ce ne sono altri due.» affermò Lucy.
« Kurosaki- kun… che cos’hai sul collo?»
La domanda di Orihime distolse il ragazzo dal ribattere.
« Cosa?»
Rukia si avvicinò per guardarlo meglio.
« Sembra rossetto…»
Renji sorrise malizioso.
« Hai dimenticato di dirci qualcosa?»
«No… E’ che… io…» bofonchiò lo shinigami, arrossendo e strofinandosi convulsamente il collo con una manica.
«Kurosaki, è l’altro lato del collo.»  fece Ishida, impedendo all’amico di scorticarsi a morte.
«Delle ragazze lo hanno scambiato per Loki.» spiegò Natsu, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del dio della morte.
« In effetti, c’è una discreta somiglianza.» asserì la maga con l’armatura, fissando il volto di Ichigo con interesse.
«E’ vero.» confermò la bionda, avvicinando pericolosamente il viso a quello del ragazzo in nero, che indietreggiò spaventato, i ricordi dell’assalto subìto ancora vividi nella sua mente.
« Quindi, qui è dove lavorate?» chiese in fretta, tentando di cambiare discorso.
« Qui è dove ognuno di noi sceglie un lavoro da portare a termine per ricevere in cambio una ricompensa.» lo corresse Erza, mentre apriva la porta d’ingresso.
« Il lavori possono essere portati a termine individualmente, oppure formando un team».
« Sembra divertente!» esclamò Inoue.
« E lo è!» confermò Natsu, rivolgendole un largo sorriso.
« A volte è anche pericoloso…» ammise Gray.
« A volte?» ribatté sarcastica la maga stellare.
Il gruppo scoppiò in una grassa risata mentre varcava la soglia dell’edificio.

Note:
Ed anche questo capitolo è concluso. Ad essere sincera, non è che ne sia tanto soddisfatta come lo ero col 2. Come avete potuto vedere, i nostri eroi (a parte Natsu che non ce l'ha proprio fatta) hanno dovuto mantenere un basso profilo per non finire in gattabuia, ma non preoccupatevi perchè nel prossimo capitolo saranno più scatenati che mai. inoltre, i cari shinigami faranno la conoscenza di tutti i componenti della gilda, quindi vi lascio immaginare cosa accadrà XD.
Ehm, si... Ichigo come Loki... L'idea mi è venuta grazie a Junna che tempo fa mi ha mostrato questa immagine: 
http://fc06.deviantart.net/fs71/f/2010/009/3/a/___and_Ichigo_Kurosaki_as_Loki_by_grimmjack.jpg
e quest'altra:
http://api.ning.com/files/L4uLIkPMs4YX1Vz0ZzMpLaZNrQgfTFK8iQEpKA1g6TVV6ArRIkDxoEBTD61**lOQVb0kRoBGJdtu7f4KyuYgyI2ExYJyJs3Z/129205093763474139.jpg
e io ho detto: "Perchè no?"  *risata  malefica* XD.
Ringrazio tutti i lettori che mi hanno recensito, chi mi ha messo tra le seguite e tra i preferiti (caspita! siete aumentati parecchio!). Siete fantastici. Grazie, grazie, grazie! ^^
Questo capitolo è dedicato a unholy spirit e mrs black che, grazie alla loro ff "Kenpachi's Sex Education Show", mi hanno fatto scoprire quanto può essere divertente torturare Kurosaki Ichigo. XD
Ci vediamo al prossimo aggiornamento, un bacione!

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Capitolo 5
*** Otherworld ***



Buon pomeriggio e buon ferragosto, cari lettori. Siete pronti per un altro parto della mia mente malata? Spero di si J
Nel capitolo precedente i  nostri  eroi erano riusciti ad arrivare (più o meno) indenni alla gilda, ma riusciranno a sopravvivere ad un benvenuto in stile Fairy Tail?  Scendete e scopritelo! ;)


 

Capitolo 4


La gilda era chiassosa come al solito: Macao e Wakaba litigavano su chi aveva guadagnato di più nell’ultimo mese, Vistar piroettava sul tavolo e Nab ciondolava indeciso davanti alla bacheca degli annunci. Laki conversava amabilmente con Cana intenta a sorseggiare un bicchiere di vino rosso. Non appena il portone si spalancò, i maghi accolsero i loro nakama con grida di entusiasmo.

Una ragazza dai capelli bianchi si diresse subito verso di loro, facendo ondeggiare l’orlo del suo lungo vestito rosso.

«Bentornati ragazzi!»

« Ciao, Mira!» la salutò Erza.

« Dove vi eravate cacciati? Non avevate lavori oggi.»

« Te lo spiego dopo. C’è il master?»

« Purtroppo è stato convocato d’urgenza dal Concilio, ma non preoccuparti,non lo tratterranno per molto: volevano solo qualche informazione» rispose l’albina. I grandi occhi azzurri si spostarono oltre la spalla della rossa.

« Loro chi sono? Nuovi amici?»

« Si.»

« Io sono Mira Jane, molto piacere!» trillò la fanciulla.

« Ichigo Kurosaki.»

« Rukia Kuchiki.»

«Orihime Inoue.»

«Uryu Ishida»

«Yasutora Sado.»

«Renji Abarai»

«Accidenti quanti nomi! Spero di riuscire a ricordarmeli!» ridacchiò.

Si riavviò una ciocca di candidi capelli.

« Cosa vi porta qui a Fairy Tail?»

«Si sono persi» spiegò la maga con l’armatura «Volevamo aiutarli a ritrovare la loro città.»

« Oh, poverini. Non vi preoccupate, faremo il possibile per aiutarvi!» dichiarò Mira, rivolgendo ai forestieri un sorriso rassicurante.

Anche Cana li aveva raggiunti, seguita subito da Laki, Evergreen, Macao e Wakaba. In breve tempo, l’intera gilda si era radunata intorno ai nuovi arrivati osservandoli con curiosità.

« Che strani vestiti.»

«Hai visto quanto è alto quello moro?»

«Com’è carina la ragazza con i capelli rossi.»

«Ciao splendore, io sono Cana, piacere di conoscerti.» esordì la maga delle carte, avvicinandosi ad Ichigo e facendogli l’occhiolino.

«I-ichigo» balbettò il sostituto shinigami, mentre provava una strana sensazione di dejà vu.

«Io invece sono Evergreen, molto lieta.» disse una ragazza vestita di verde.

Il ragazzo ebbe un brutto presentimento e si chiese se fosse il caso di prendere le distanze.

« Ichigo, sei strano, stai male?» chiese l’exceed, preoccupato.

« No, non sta male» spiegò Rukia «E’ solo timido e le ragazze nude o poco vestite lo intimoriscono».

Renji sghignazzò senza ritegno.

«Se Aizen fosse stato una donna procace e disponibile, lo avrebbe sconfitto immediatamente, altro che Hougyoku!»

«Ehi! Voi dovreste essere miei amici!» strillò la fragola, sentendosi tradita.

Cana ed Evergreen lo guardarono come due bambine che avevano appena  scoperto un nuovo giocattolo.

Si scambiarono un cenno di intesa. La cartomante si tolse la giacca, rimanendo solo con il bichini a coprirle il busto, e fece scorrere lascivamente una mano lungo il collo, fino ad arrivare al solco tra i seni, lanciando allo shinigami uno sguardo languido. Quest’ultimo avvertì il calore farsi strada fino alle sue guance.

Perché a me?

Evergreen sorrise maliziosa, mentre ancheggiava verso di lui inarcando la schiena, facendo bella mostra del suo ampio davanzale.

Orihime arrossì, Lucy si sbatté una mano sulla fronte e Rukia spalancò la bocca per lo stupore.

Gli altri ragazzi iniziarono a ridere, mentre si godevano quel provocante spettacolino.

«Smettetela!» le sgridò Mira Jane «Vi sembra il modo di comportarvi con gli ospiti? Lasciatelo in pace!»

« Scusaci, ma volevamo vederlo di persona» fece Cana, rivolta ad Ichigo, diventato viola per l’imbarazzo, mentre si rimetteva la giacca -con grande dispiacere del pubblico maschile-

« Prego, come se non fossi stato molestato abbastanza oggi.» borbottò sarcastico il ragazzo dai capelli arancioni.

Ma che problemi hanno le donne da queste parti?

 « E’ la prima volta che incontro un ragazzo con un problema simile.» ammise la fata, mentre si sistemava gli occhiali.

« Ma come?» esclamò la cartomante, stupita. « Freed ha lo stesso problema, pensavo lo sapessi, visto che siete compagni di team!».

Come un sol uomo, la gilda si girò verso il mago delle rune. Persino Laxus lo guardò con un misto di sorpresa e incredulità.

« Freed, non me lo avevi mai detto…» disse il biondo.

Il ragazzo dai capelli verdi avrebbe voluto sotterrarsi per l’imbarazzo.

« No, Laxus, in realtà…» boccheggiò.

Bixlow rise sguaiatamente, interrompendo il suo tentativo di spiegare la verità.

«Non ti facevo così innocente!»

« Tu sai che era solo una bugia, perché mi prendi in giro?» sibilò Freed, visibilmente alterato.

L’amico si limitò a mostrargli la lingua.

« Un vero uomo non arrossisce di fronte a una donna! E’ la donna che arrossisce di fronte a l’uomo» tuonò Elfman.

« Ci mancava anche quell’esaltato.» commento il mago delle rune, coprendosi il viso con una mano.

«Esaltato a chi? Ripetilo se sei un vero uomo!» sbraitò l’omone.

« Non azzardarti a darmi lezioni sulla virilità! Fai  tanto la voce grossa, ma lo sanno tutti che basta un cenno di Mira o di Ever per rimetteri in riga!» replicò velenoso il ragazzo.

Il trasformista ammutolì.

«Colpito e affondato.» disse soddisfatto Freed.

« Freed, io se fossi in te, accetterei qualche consiglio: in quanto a virilità sei piuttosto carente.» si intromise Gajil.

Mentre osservava i tre maghi battibeccare, Ichigo sentì qualcosa tirargli delicatamente l’hakama. Abbassò lo sguardo e vide una bambina con i capelli raccolti in una treccia che spuntava da sotto un cappello da cowboy.

«Ciao.» squittì la piccola.

«Ciao.» mormorò lo shinigami, sorpreso.

La bimba allungò le manine verso di lui e attese.

Ichigo capì e la prese in braccio.

Lei iniziò a toccargli la faccia, fino a raggiungere i capelli. Ritrasse una mano ridacchiando.

«Pungono!»

« Già. » rispose il ragazzo ridacchiando a sua volta.

« Mi fai andare a cavalluccio?»

« Va bene.»

La aiutò a salire sulle spalle, poi mise le  mani intorno alle piccole caviglie per evitare che cadesse all’indietro.

« Vedo che hai conosciuto Asuka.» disse Lucy

«Asuka?»

« E’ la loro figlia.» spiegò la maga stellare, indicando una donna dai capelli verde chiaro e un cappello da cowboy accompagnata da un uomo in poncho dalla chioma corvina, dietro al sostituto Shinigami.

«Asuka-chan, non stavi disturbando il signore vero?» chiese Bisca, accarezzando la testa della bimba.

«Non c’è problema, non mi ha dato fastidio.» la rassicurò il ragazzo, mentre la piccola ricominciava a giocare festante con i suoi capelli.

«Te la cavi bene con i bambini.» affermò Erza sorridendo.

« Ho due sorelle più piccole.» spiegò Ichigo.

Anche se non sono più tanto piccole - riflettè, pensando a Karin e alla sua espressione perennemente seria e a Yuzu che si prendeva cura della casa.

Il suo sguardo si adombrò per un attimo.

«Ichigo è popolare tra questo tipo di ragazze!» lo canzonò Renji.

« Chiudi il becco!» berciò il sostituto shinigami.

Una sedia sfrecciò attraverso la stanza, mancando Rukia di una manciata di centimetri.

«Forse non è stata una mossa saggia nominare Evergreen» commentò Mira, osservando il suo fratellino dilettarsi nel lancio della mobilia ai danni di Gajil, Freed e qualche malcapitato la cui unica colpa era di trovarsi sulla linea di tiro del trasformista furioso.

Lucy prese per mano Orihime e la condusse sospirando al solito rifugio sicuro sotto il bancone, mentre nella sala infuriava l’ennesima rissa.

«Ma sono dei pazzi!» strillò Ishida sconcertato.

«Così si uccideranno!» esclamò la dea della morte.

« Li dobbiamo fermare!» gridò Ichigo, restituendo Asuka a sua madre.

« Tranquilli, qua le risse ci sono tutti i giorni, Aye!» dichiarò Happy, frapponendosi tra il dio della morte e il groviglio di corpi che se le stava dando di santa ragione.

«Se volete preoccuparvi, fatelo per l’arredamento: abbiamo appena riscattato quest’edificio e alcuni dei mobili sono ancora da pagare.» dichiarò la maga con l’armatura, scrocchiandosi le dita, pronta ad intervenire.

«Al master verrà un colpo, quando tornerà.» affermò l’albina.

« Il vostro amico si è ambientato subito.» commentò Cana, osservando Renji che si era gettato nella mischia.

« Sembra di stare nell’Undicesima!» urlò il rosso entusiasta, mentre afferrava Jet e Droy e li faceva volare via come una manciata di coriandoli.

«Fin troppo...» disse Rukia con voce piatta.

Dietro di lei, Gray e Natsu avevano ripreso a litigare.

« Piantala di spingere, capitan mutanda!»

« Come faccio a spingerti se sono davanti a te, genio?»

«So solo che mi stavi spingendo, polaretto!»

«Non ti sopporto! Prendi questo, occhio a punta!»

«Fatti sotto, occhio languido!»

« Gray-sama è tornato, finalmente! Juvia era così in pensiero…» piagnucolò una fanciulla dai capelli blu.

Oh, no.

In un attimo, tutti vennero sommersi dall’oceano lacrimoso della maga dell’acqua.

« E questa chi èèèèèè?» strillò Ichigo, travolto da un’onda.

« Gray! Dille qualcosa! Falla smettere!» Ordinò Erza, prima di svanire nella risacca.

« Cosa le dico? Perché capitano tutte a me?» gemette il mago del ghiaccio.

«Aiuto, affogo!»

«Ti salvo io Natsu! Aye!»

« E chi salva me?» protestò Gray, beccandosi in pieno un’altra onda.

Lucy e Orihime attendevano pazientemente la fine della scazzottata nel loro nascondiglio. La biondina le stava mostrando le sue chiavi, descrivendole gli spiriti che evocavano.

«Questa è di Loki.»

« Il ragazzo che somiglia a Kurosaki-kun?»

«Esatto.»

« Mi piacerebbe conoscerlo.»

« Se vuoi, dopo posso chiamarlo. Di certo, lui sarà felicissimo di conoscerti.» commentò la bionda, ripensando al debole che il suo spirito aveva per le belle ragazze.

Orihime la guardò per un attimo perplessa, poi sorrise.

Un corpo si schiantò contro il muro e cadde davanti alle due fanciulle che trasalirono. Tossicchiando e imprecando, la sagoma nera si sollevò a carponi, scrollandosi di dosso i calcinacci e schegge di legno.

«Gajil.» squittì Lucy, appena lo riconobbe.

«Coniglietta.» disse il Dragon Slayer.

« Capiti a proposito: sai dov’è Levy?»

Il metallaro sembrò riflettere per un momento.

« Sarà sepolta in mezzo ai libri come al solito, probabilmente ora è in bibliotecaaaaaarghh!» gridò, mentre una mano sconosciuta lo afferrava per i capelli e lo ritrascinava nella mischia.

« Ehm, ok… grazie» mormorò la bionda.

« Gattoniamo fino alla biblioteca?» chiese Orihime.

 « Si, andiamo, così potremo iniziare le ricerche.» rispose la maga stellare. «Seguimi.» ordinò, procedendo a carponi.

«Aye!» trillò la fullbringer, in una fedelissima imitazione di Happy.

 

 

***

 

Levy era una persona deliziosa. Appena ebbero varcato la porta-e recuperato la posizione eretta- la minuta ragazza dai capelli blu si era lanciata tra le braccia di Lucy, salutandola col suo solito entusiasmo. Poi, messa al corrente degli eventi, si era armata di occhiali e gettata a capofitto nella ricerca. La maga stellare e la fullbringer erano rimaste ad aiutarla, esaminando rotoli su rotoli di mappe vecchie e nuove, mentre la maga del Solid Script esaminava i libri di storia, nel caso la città avesse cambiato nome nel tempo.

«Niente» sospirò, posando l’’ennesimo tomo su una pila ordinata al suo fianco « Ho controllato più volte, ma non esiste nemmeno un accenno su una città di nome Karakura. Nessun posto è stato chiamato così negli ultimi quattrocento anni.»

Si tolse gli occhiali, distrutta.

« Mi dispiace Lu-chan, non ho potuto esserti d’aiuto.»

«Non preoccuparti, Levy.»

« Ti ringrazio per averci dato una mano, sei stata davvero gentile» disse Orihime.

« Ma…Ma figurati! Avrei tanto voluto fare di più» ammise Levy, mentre arrossiva.

Tornarono dagli altri. La rissa si era finalmente conclusa, grazie all’intervento di Erza che aveva, a modo suo, chetato gli animi.

«Mi stai dicendo che la nostra città non esiste?» chiese Renji, massaggiandosi il livido sullo zigomo.

« Non può essere!» esclamò Ichigo, mentre afferrava una delle borse del ghiaccio che mira stava distribuendo tra i membri della gilda.

« Infatti non ho detto questo, ma non l’abbiamo trovata da nessuna parte, abbiamo controllato le cartine centimetro per centimetro, ma niente!» disse la maga del Solid Script, amareggiata.

«Non potete darci qualche informazione in più?» domandò Erza. «Per esempio, da dove siete partiti, quali villaggi avete attraversato o qualche punto di riferimento simile?»

« No, perché non ce ne sono!» sbottò il sostituto shinigami.

Dopo la notizia, l’intero gruppo dei forestieri era caduto in preda allo sconforto. Ichigo era diventato estremamente irritabile, Chad era più silenzioso del solito e Orihime, seduta vicino a Lucy, aveva perso il suo solito entusiasmo e fissava il pavimento con espressione vuota.

La rossa sorvolò sui modi bruschi del ragazzo e rivolse uno sguardo interrogativo a Rukia.

«Quello che Ichigo sta cercando di dirti » iniziò in fretta la dea della morte, temendo che la maga con l’armatura potesse riconsiderare il suo atto di misericordia. « è che il nostro è stato un viaggio…non convenzionale, ecco»

Si sistemò meglio sullo sgabello.

«Eravamo diretti in un posto chiamato Hueco Mundo che può essere raggiunto solo attraverso uno speciale passaggio detto Garganta. Non starò a spiegarvi i dettagli, ma per colpa di qualcuno-lanciò un’occhiata fin troppo eloquente in direzione di Ichigo, che si mise a fissare il pavimento- siamo caduti dal sentiero e precipitati nel vuoto.»

«Precipitati finché non siamo atterrati da voi» concluse Ishida.

« Su di noi, vorrai dire» bofonchiò il Dragon Slayer.

« Dillo come vuoi, il risultato non cambia.» replicò il quincy, aggiustandosi gli occhiali.

« Almeno tu sei caduto e basta, non ti sei beccato in pieno un’esplosione di energia magica da quel dannato bastone!» ribatté Natsu che aveva i muscoli ancora doloranti per il colpo subito, oltre che per il tempo passato immobilizzato dal Kido.

« Quale bastone?» chiese Sado, certo di essersi perso qualcosa.

« Lo stupido bastone con cui lui ed Happy stavano giocando stamattina. E’ esploso poco prima che voi arrivaste, dopo che aveva assorbito i nostri incantesimi.» intervenne Gray.

« E’vero» confermò la maga stellare, versandosi un bicchiere d’acqua. « ecco perché non lo avete visto. E’ stato uno strano spettacolo: non solo l’esplosione, anche quel lampo verso il cielo aveva un che di inquietante…» lasciò andare il bicchiere, che si infranse sul pavimento.

Erza e Gray si alzarono in piedi, Natsu alzò le sopracciglia, perplesso, Happy smise di volare e cadde a terra.

« Un lampo di luce blu…» mormorò la rossa.

«…Dritto verso il cielo…» continuò il mago del ghiaccio.

« …Esattamente nel punto da dove loro sono caduti.» terminò la maga stellare.

Ichigo sussultò.

« Ora che mi ricordo, quando stavamo precipitando nel buio, ho visto il Garganta spezzarsi, e poi un bagliore blu. Un attimo dopo, eravamo nel cielo.»

« e perché non lo hai detto prima?» sbraitò Renji.

« Non mi era sembrato importante.» si difese il sostituto shinigami. « Lo è?» chiese, rivolto a Erza.

La maga con l’armatura prese un lungo respiro prima di rispondere.

« L’unica cosa certa è che…

« Sono a casa!» gridò una voce dall’ingresso.

« Bentornato, master!» salutò Mira con il solito sorriso radioso. « Com’è andato l’incontro?»

« Mah! Il Concilio mi ha convocato perché stamattina qualcuno ha distrutto un intero quartiere.» rispose il vecchietto.

 A quelle parole, il silenzio calò nella sala.

 Quattro maghi, tre shinigami, due fulbringer e un quincy trasalirono.

«Un intero quartiere? » esclamò l’albina, mettendo il dito nella piaga. « Ci sono stati dei feriti?»

« No, per fortuna era il vecchio quartiere che andava ricostruito, quindi era disabitato.»

« Allora i colpevoli hanno quasi fatto loro un favore.» ridacchiò la ragazza immagine.

« Master, devo dirle una cosa importante…» esordì Erza, con una nota di timore nella voce.

« E’ la stessa cosa che ho detto io.» continuò Makarov, senza sentirla. « Ma loro hanno replicato che è stata comunque un’azione non autorizzata, e per di più, chiunque sia stato, ha raso al suolo pure il cantiere.»

« Master, deve sapere… » tentò di nuovo la rossa.

« Ovviamente hanno subito pensato a un mago di Fairy Tail, solo per i nostri trascorsi. E’ stato snervante, continuavano a farmi sempre le stesse domande: erano fermamente convinti che fosse colpa nostra.» proseguì l’anziano mago.

« Master, la prego.» disse sconsolata la maga con l’armatura.

« Per fortuna sono riuscito a convincerli del contrario. Inoltre, alcuni testimoni hanno affermato che a demolire la zona sono stati degli stranieri che indossavano un kimono nero e uno di loro aveva i capelli arancioni.»

Ichigo sentì una crescente sensazione di disagio.

« Ah! Che soddisfazione! » esclamò Makarov. «Per una volta che non è colpa di Fairy Tail! Questa è proprio una bella giornata! Spero che il Concilio abbia imparato che è sbagliato giudicare qualcuno a causa degli eventi passati. Ah, Erza, cosa volevi di…» Il suo sguardo incontrò quello del gruppo di ragazzi seduto al bancone, alle spalle della rossa. Facce nuove.

Tre di loro portavano un kimono nero.

Quello seduto vicino a Natsu aveva i capelli arancioni.

Il Master guardò gli sconosciuti, incapace di proferir parola.

Gli sconosciuti guardarono il vecchio, ora terreo in volto.

Orihime sorrise e fece ciao con la mano.                                                                                       

Makarov svenne.

« Questa è la volta buona che l’abbiamo ucciso.» commentò Gray.

«Non dirlo nemmeno per scherzo!» sbraitò Erza, mentre tentava di rianimare il Master.

«Prendo i sali?» chiese Mira.

«Non ce li abbiamo i sali.» disse Kinana dispiaciuta.

« Aspettate! Si sta svegliando.»

L’anziano mago riaprì gli occhi, fece cenno a Erza di allontanarsi e si rimise in piedi.

«Spiegatevi.» sibilò, rivolto a Natsu e al suo gruppo.

«Perché dai per scontato che ci entriamo noi?» chiese il Dragon Slayer.

« So per certo che ci siete di mezzo voi.» dichiarò Makarov, tentando di controllare il tono della voce, gli occhi ridotti a fessure.

«E tutto quel discorso sul non giudicare nessuno in base al suo passato?» replicò il mago del ghiaccio, in un disperato tentativo di salvarsi.

«Zitto.»

Gray, per la prima volta da anni, sentì i brividi serpeggiargli lungo la schiena.

« Ora, vi do dieci minuti per spiegarmi chi sono loro e cosa ci fanno qui, e per convincermi a non chiamare le guardie.»

Rukia ripeté la storia di poco prima, aiutata dagli interventi dei suoi nakama, poi toccò a Lucy narrare degli avvenimenti di quella mattina, dall’esplosione di luce bianca causata dalla verga, fino all’arrivo del Master in gilda, menzionando anche gli scarsi risultati delle ricerche di Levy.

 Makarov ascoltò con attenzione, lanciando qualche occhiata torva ai nuovi arrivati tra una parola e l’altra. Terminato il racconto, i ragazzi fissarono l’anziano mago, in attesa del verdetto.

Il vecchio sospirò.

« Sono felice che ci siamo chiariti! Pensavo foste dei criminali pericolosi!» esclamò tutto contento, abbandonando completamente l’atteggiamento serio di poco prima.

Ichigo cadde dallo sgabello.

« Quindi ci crede?» boccheggiò stupito « Anche se sembra una storia assurda?»

«Non sono tutti come te.» lo prese in giro il Dragon Slayer.

«Grazie al cielo, aggiungerei» disse Renji, sollevato.

«Quindi non andremo il prigione?» chiese Orihime, incredula.

«Certo che no, dolce fanciulla.» la rassicurò il vecchietto, allungando una mano verso di lei… che venne prontamente calciata via dal sostituto shinigami.

«Volevo solo posarle una mano sulla spalla!» gemette il Mater, massaggiandosi l’arto dolorante.

«Quella .Non era. La spalla.» digrignò tra i denti il ragazzo, stavolta rosso di rabbia.

« Lei ti piaaaaaceee!» ridacchiò Happy.

«No! Cioè… io» farfugliò il dio della morte, preso alla sprovvista.

Una ragazza dai corti capelli bianchi giunse a salvarlo dall’ennesima situazione imbarazzante.

«Lucy, Natsu!»

« Lisanna! » esclamò il rosato, scendendo dallo sgabello.

«Meno male che siete tornati! C’è qualcuno che vuole parlare con voi.» Sollevò il globo che aveva in mano.

«Conoscete un certo signor Bombastus?»

«Si!» gridarono i maghi, avvicinando il volto al Lacrima-comunicatore.

«Ragazzi! Che bello rivedervi!» esclamò l’anziano mago, mentre la sua immagine compariva nella sfera.

« Salve, signor Bombastus.»

«Ehilà, Theus!» fece il rosato.

«Colgo l’occasione per ringraziarvi ancora dell’ottimo lavoro svolto, la cantina non è mai stata così spaziosa. Vi richiamerò non appena dovrò ripulirla di nuovo!»

Speriamo il più tardi possibile- si augurò la bionda.

« Signor Bombastus, cosa voleva dirci?.» domandò la ragazza, scacciando il ricordo dell’esplosione in giardino dalla sua mente.

« Ah, si, giusto. Perdonami Natsu, ma devo chiederti di restituirmi il bastone che ti ho regalato ieri.»

Il Dragon Slayer sgranò gli occhi, seguito da tutti i presenti.

«Non fare quella faccia. Mi dispiace molto, ma è un oggetto magico molto pericoloso, non posso lasciartelo. Prometto che ti regalerò qualcos’altro…»

« Pericoloso?» lo interruppe Erza.

«Che cosa hai scoperto, Theus?» lo incalzò il Master.

« Si, scusa Makarov, ora vi spiego…»

Uscì un attimo dal loro campo visivo, per ritornare stringendo un libro tra le braccia. Sfogliò le pagine ingiallite del volume per qualche minuto, poi girò il tomo verso di loro, mostrando un’immagine scolorita che tuttavia Lucy, come Natsu, riconobbe immediatamente.

«E’ la verga!»

«Esatto. Questa è la Verga dei Disastri, o come la chiamava zio Agilulfo, lo Spaccamondo.»

«Nessuno dei due nomi promette nulla di buono.» asserì  la maga stellare.

«Spaccamondo mi piace di più.» commentò Natsu.

« E’ uno dei tanti oggetti che Zeref maledì secoli fa… » continuò l’anziano mago.

« Perché non mi sorprende il fatto che c’entri Zeref?» sbuffò Gajil, mordicchiando una forchetta.

« Piantatela di interromperlo! E tu non mangiare le posate!» sbottò il Master.

« Tuttavia» riprese il vecchio mago « Questa verga si distingue dagli altri artefatti demoniaci del suo creatore perché ha il potere di creare fratture dimensionali.»

«Cosa?» gridò il Dragon Slayer.

«Cosa? » gli fece eco il sostituto Shinigami.

« In pratica, il bastone è in grado di liberare un’energia magica in grado di aprire un varco tra i mondi e collegarli.» spiegò il vecchio mago.

«Come l’Anima» affermò Lucy.

«Esatto, giovane maga. Tuttavia, l’Anima era in grado di creare un passaggio tra Earthland ed Edolas, , ed era relativamente controllabile. Lo Spaccamondo è invece un oggetto instabile poiché in grado di distruggere ogni barriera  dimensionale, con risultati apocalittici.» disse il signor Bombastus, sfogliando freneticamente le pagine del libro.

« Dovete riportarmelo al più presto, continuare a tenerlo nella gilda potrebbe scatenare una tragedia!»

La maga stellare iniziò a preoccuparsi: se il signor Bombastus- che non batteva ciglio nemmeno dopo un’esplosione- era così agitato, la faccenda era più seria di quanto sembrasse.

« Il bastone è esploso questa mattina, dopo aver assorbito alcuni dei nostri incantesimi.» dichiarò Erza turbata.

Il mago nella sfera trasalì.

«Non dovrebbe essere possibile: anche se è un oggetto instabile, serve un rito per attivarlo, un rito andato perduto tempo fa.» Indossò gli occhiali, ricominciando a sfogliare il libro «Oppure, il confine tra i mondi avrebbe dovuto essere terribilmente sottile in quel momento, ma è molto improbabile: avrebbe dovuto esserci come minimo un’altra frattura già aperta che è andata a collidere con quella creata dalla verga.» concluse, passandosi una mano sul volto privo di barba.

« Sei certa di quello che hai visto?»

« Assolutamente. La verga ha scagliato un lampo verso il cielo, poi è saltata in aria.»

«Non è successo nient’altro? Non è apparso niente?» Insistette Theofrastus.

« No, non è apparso niente…» ribadì la rossa, mentre un lampo di comprensione le attraversava gli occhi castani « … e nessuno.» concluse, voltandosi verso Rukia.

«Il Garganta è una frattura dimensionale…» sussurrò la shinigami, sentendosi mancare.

Il signor Bombastus seguì lo sguardo della rossa, notando per la prima volta gli dei della morte.

«Waah! Non ci capisco niente!» gridò Natsu, esasperato.

«Nemmeno io.» ammise Ichigo. « Cosa c’entra tutto questo con Karakura?»

« La città da cui proveniamo» spiegò Chad «Non riusciamo a trovarla, lei sa perché?»

« E’ ovvio che non riuscite a trovarla! Non la troverete mai!» esclamò il signor Bombastus. « Possibile che nessuno di voi lo abbia capito?» chiese, spostando nuovamente lo sguardo sui membri della gilda.

I presenti rimasero in silenzio, pendendo dalle sue labbra.

Il mago si schiarì la voce, gli occhi azzurro ghiaccio fissi sui forestieri.

« Davanti a voi ci sono degli esseri di un altro mondo».

Note:
Ebbene, la verità è venuta a galla.Non sono soddisfattissima dell’effetto sorpresa, quindi fatemi sapere se ve lo aspettavate o meno, ok?  Ringrazio come sempre chi mi segue e recensisce, siete delle persone meravigliose <3. Per il prossimo capitolo dovrete aspettare un po’ di più, ma tranquilli: non è mancanza di ispirazione, è che ho ripreso a studiare, purtroppo. (me misera! Juvia, affogami, ti prego T_T). Adesso vi devo lasciare: Vado a combattere con l’atlante di anatomia (ne resterà soltanto uno! –ma dubito che sarò io…). Un bacione, ciao!.  

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Capitolo 6
*** E Adesso? ***


Ehm Ehm... Pirma di essere aggredita/ lapidata/crocifissa e bruciata, vi chiedo scusa per l'immenso ritardo. Ma tra lo studio, l'inizio delle lezioni e un calo di ispirazione (ebbene sì) non sono più riuscita ad aggiornare.
Per farmi perdonare, non ho tagliato il capitolo, che è un po'più lungo degli ultimi due. 
Ci vediamo alle note, buona lettura! :)


Capitolo 5

E adesso?

 

 

Un altro mondo.

Un altro mondo.

Li aveva fatti cadere in un altro mondo.

Non lo avrebbero mai perdonato, anzi, lo avrebbero ammazzato di sicuro. Poco importava che lui fosse l’unico Shinigami col Bankai impossibile da rubare, avrebbero vinto la guerra anche senza di lui. Prese in considerazione l’ipotesi di darsela a gambe,- il portone era ancora aperto- approfittando che gli altri fossero ancora sotto shock;ma lo era anche lui e il suo corpo si rifiutava di obbedirgli.

I membri della gilda li osservavano altrettanto sconvolti, alcuni anche con timore, soprattutto i quattro maghi che li avevano accompagnati fin lì.

«Wow, non avrei mai creduto di poter vedere dei viandanti dimensionali!» esclamò il mago nella sfera, saltellando entusiasta come un bambino alle giostre.

«Theus, ti ringrazio per l’aiuto, ma ora dobbiamo lasciarti.» aveva ripreso la parola Makarov.

«Ah, certamente…» rispose distrattamente l’anziano, continuando a contemplare Ichigo e Rukia.

«Theus!» lo richiamò il Master « Ti sarei grato se non ne facessi parola con nessuno, intesi?»

«AH! Ma sarebbe una scoperta sensazionale! E’ da Edolas che non abbiamo contatti con altri mondi!» si lamentò il signor Bombastus, ma lo sguardo di Makarov non ammetteva repliche. «Va bene.» disse deluso «Ci vediamo.»

L’immagine sparì dal globo.

«E ora cosa facciamo?» aveva chiesto Sado.

«Cos’è un viandante dimensionale?» domandò Orihime.

Ichigo si riscosse.

«Rukia, puoi chiamare Urahara-san con il Denreishinki?» chiese. «Magari lui può aprire un passaggio per farci tornare a casa.»

Il viso della shinigami si adombrò

«Mi spiace, non posso» mormorò.

«Come non puoi?».

 La ragazza frugò nell’hakama, tirando fuori un mucchietto di circuiti, chip e frammenti metallici.

«Devo esserci caduta sopra.» disse affranta, mentre riponeva in tasca i poveri resti del telefonino.

«Non è colpa tua, tranquilla» la rassicurò il ragazzo dai capelli arancioni. «Possiamo usare quello di Renji».

Lo shinigami chiamato in causa arrossì.

«Lo avevo messo in carica e me lo sono scordato…» ammise imbarazzatissimo.

«Sei il solito sbadato! Ma dove hai la testa?» lo sgridò Rukia.

«E ora che facciamo?» esclamò Ichigo «Dubito che quella cosa possa rintracciare Urahara.» continuò, indicando il Lacrima in mano a Lisanna «Non possiamo contare sul suo aiuto.»

« Il bastone di cui parlava quel vecchio, quello che ci ha fatto arrivare qui…» esordì la dea della morte.

«Purtroppo deve essersi disintegrato a causa dell’energia liberata, mi spiace. » rispose Erza.

«Non possiamo usare nemmeno quello.» constatò Rukia, iniziando a perdere le speranze.

«siamo condannati a restare qui!» strillò Renji.

 «Mhhhhhhhhhhh…»

«Natsu che hai?» chiese Happy.

«Niente, è che non riesco a ricordare una cosa, era davvero importante.» mormorò il Dragon Slayer, continuando a lambiccarsi il cervello.

«Kurosaki! Solo tu potevi essere così imbranato da farci finire in un altro mondo!» sbraitò Ishida.

«Dovevi solo concentrarti un pochino, ma era come chiedere la luna, eh?» rincarò il rosso.

«Non l’ho fatto apposta! E poi, siete voi che mi avete distratto! Dovevate chiudere il becco!» sbottò lo shinigami, punto sul vivo.

Orihime iniziò a piangere. «Allora è colpa mia! quando ho gridato “Kurosaki-kun” ti ho fatto perdere la concentrazione.»

«No, no, non è colpa tua, Inoue…» disse la fragola in preda al panico.

«Complimenti, fai piangere anche Inoue-san!» infierì il quincy.

«AAAAAAAAAAHHHHHHHH!» gridò il mago di fuoco, interrompendo il litigio e attirando l’attenzione di tutti i presenti.

«La verga! Usiamo quella per rimandarli a casa!» esclamò, esibendo un largo sorriso zannuto.

Gli altri lo guardarono con un misto di pietà e esasperazione.

«La botta di stamattina ha distrutto quel poco cervello che avevi?» tuonò Gray «Il tuo giocattolo infernale è andato distrutto! Mi spieghi come intendi usare una manciata di segatura per aprire un varco?»

Il drago ringhiò « Sei tu quello che ha preso una botta in testa! Di che stai parlando?»

«Sei scemo o cosa?» ruggì il mago del ghiaccio, la pazienza persa da tempo «Ho appena detto che il bastone non si può usare, perché è esploso!»

«Ma il bastone non è esploso!» sbraitò il rosato.

Un insolito silenzio scese sulla gilda.

«Cosa hai detto?» sussurrò incredula la maga con l’armatura.

«L’ho visto volare via, poco prima di essere colpito.» spiegò Natsu.

«Sei sicuro?» chiese Ichigo.

«Si. Ho buoni occhi, oltre che un buon naso.» ghignò il Dragon Slayer.

«Ti ricordi  anche da che parte è andato?» si intromise Ishida, mentre la speranza iniziava a riaffiorare nel gruppo degli stranieri.

«Più o meno… non l’ho visto atterrare, quindi non so quanto possa essere andato lontano.» rispose Natsu, pensoso.

«L’importante è che non sia andato distrutto!» disse Rukia, al culmine della felicità.

Le grida di gioia dei maghi e degli shinigami riecheggiarono per tutto l’edificio.

«Dite che funzionerà?» domandò Sado.

«Se non sbaglio, prima si parlava di un rito. Un rito che non abbiamo.» asserì Ishida.

«E’ vero.» gli diede ragione il Master « Tuttavia, quella verga costituisce l’unica, seppur remota, possibilità di farvi tornare a casa.»

«Inoltre» proseguì Erza « Il signor Bombastus ha detto che lo Spaccamondo è un oggetto pericoloso; non possiamo permettere che cada in mani sbagliate. Trovarlo è la priorità.»

«Andiamo a cercarlo!» strillò il Natsu, fiondandosi verso il portone.

Una mano gigante lo spiaccicò a terra prima che arrivasse a metà sala.

«Perché non ti fermi mai a riflettere?» lo rimproverò il Master.

«Andiamo, cosa stiamo aspettando?» Urlò Ichigo, sfrecciando verso l’uscita… E subendo la stessa sorte del Dragon Slayer.

«Uffa! Ma qualcuno mi ascolta quando parlo?» sbuffò Makarov, esasperato. Si rivolse al resto del gruppo.

«Qualcun altro vuole uscire a cercare la verga?» chiese.

Tutti i presenti scossero il capo.

«Bravi ragazzi.» commentò allegro il vecchietto.

«Uffa, nonnetto! Pensavo volessi aiutarli!» sbraitò Natsu, divincolandosi.

«Avete cambiato idea perché proveniamo da un altro mondo?» domandò Chad preoccupato.

«Per me e i ragazzi è indifferente da dove proveniate, purtroppo il Concilio non è della stessa opinione.» affermò il Master, rafforzando la presa sul Dragon Slayer.

«C’entra qualcosa questa Edolas di cui parlavate prima?» chiese Uryu.

L’anziano mago annuì.

«Circa sette anni fa, gli abitanti del mondo parallelo di Edolas hanno trasformato noi e gli abitanti di Magnolia in un cristallo gigante per rimpiazzare la loro fonte di potere magico che si stava esaurendo.» spiegò.

I forestieri trasalirono.

«Noi non abbiamo intenzione di fare nulla di simile, credetemi.» disse Rukia, senza fiato.

«Vi credo, ma dubito che i membri del Concilio saranno disposti a fare altrettanto.»asserì il vecchio mago.

«L’esercito è già sulle vostre tracce perché siete stranieri ostili, ma se scoprissero che siete originari di un altro mondo, le conseguenze potrebbero essere drammatiche. Nemmeno io potrei garantire per la vostra incolumità; ecco perché non possiamo assolutamente permettere che vi trovino. » concluse serio Makarov.

 «Dobbiamo aspettare che la situazione si calmi.» dichiarò Laxus.

«Ma se l’esercito ci sta dando la caccia, non possiamo nemmeno restare fermi con le mani in mano, aspettando che vengano a prenderci!» ribatté Ichigo lottando contro il peso dell’arto gigante.

  «Il verginello ha ragione.» commentò Cana «Alla fine verranno a cercarli anche qui.»

«Ti ringrazio… Ehi!» esclamò il ragazzo, stizzito.

Il Master rimase in silenzio a riflettere. In effetti, non avevano torto.

Sembrava una giornata così tranquilla- pensò mestamente, mentre lasciava andare il mago e lo shinigami.

«Io avrei un’idea!» intervenne Lucy, alzando una mano.

Tutti la osservarono sorpresi.

«Potremmo metterli sulla pista sbagliata.» dichiarò.

«Stai suggerendo un diversivo?» chiese Mira, interessata.

«Esatto: se gli facciamo credere che i viandanti dimensionali hanno lasciato la città, ci libereremmo dell’esercito e potremmo iniziare le ricerche della verga!» affermò la bionda, sorridendo.

«E come avresti intenzione di sviare le guardie?» chiese la dea della morte con una punta di scetticismo, ma incuriosita comunque dal piano della ragazza.

Lucy si portò una mano al mento.

« Alcuni di noi potrebbero travestirsi come voi e farsi inseguire dai soldati fin oltre le porte di Magnolia» azzardò,. «Anche se è abbastanza rischioso» ammise, diventando d’un tratto seria «Forse è meglio cercare un’altra solu…» 

«Lucy, sei un genio!» esclamò Natsu.

«E’ in gamba!» gli fece eco Renji.

Ichigo la guardò ammirato.

Forse l’aveva giudicata troppo presto.

La maga stellare arrossì a quei complimenti.

«L’idea è buona.» affermò Erza.«Master, lei che ne pensa?»

Il vecchio mago sospirò.

«E’ un piano avventato, ma, se funziona, allontanerebbe i sospetti da Fairy Tail e da loro.» asserì.

«E’ deciso! Piano M: Mascherata!» gridò allegro Natsu.

«Come facciamo con il travestimento?» domandò Chad.

«A quello pensiamo noi.» dichiarò Lisanna, scambiando un cenno d’intesa con Elfman e Mira.

«Giusto!» trillò l’albina più grande, avvicinandosi al sostituto shinigami. «Siamo o non siamo maghi?»

«Mira e i suoi fratelli hanno il potere di trasformarsi» spiegò Erza ai forestieri perplessi.

La ragazza immagine si passò rapidamente una mano davanti al viso ed un attimo dopo, Ichigo si trovò, a suo malgrado, ad ammirare se stesso in abiti femminili.

«Ehi! Il rosso ti dona!» urlò Renji mentre si rotolava a terra. Rukia, Sado, Ishida e Orihime soffocarono le risate come meglio poterono.

Il ragazzo dai capelli arancioni non ebbe il tempo di replicare, poiché Mira assunse le sembianze del luogotenente della sesta brigata.

«No, sta meglio a te!» sghignazzò, provando una sorta di gioia vendicativa, mentre i suoi amici si agitavano a terra come in preda ad un attacco di convulsioni.

« Mira! Mira! Fai la faccia di Uryu!» strillò Happy, mentre si teneva la pancia.

«Basta con le dimostrazioni, Mira.» ordinò la maga con l’armatura, asciugandosi una lacrima.

«Va bene.» disse l’albina. «Io e i miei fratelli ci spacceremo per voi.» spiegò, mentre si trasformava in Orihime.

«Wow!» esclamò la fullbringer avvicinandosi «E’ come avere una gemella!».

Elfman prese le sembianze di Yasutora, e Lisanna quelle di Ishida.

«Sono stupefatto.» ammise il quincy, osservando la trasformista sistemarsi gli occhiali in una sua perfetta imitazione.

«Anch’io sono sorpresa.» disse Rukia «Ma mancano ancora tre persone.» notò.

«Avete ragione» mormorò la ragazza immagine, mentre lei e i fratelli riacquistavano il loro aspetto.

«Rimedio io.» intervenne Lucy, mettendo mano al portachiavi.

«Apriti, portale dei gemelli: Gemini!»

«Ciao, Lucy!» trillarono i due spiriti, svolazzando intorno alla loro padrona.

«Anche Gem e Mini possono trasformarsi.» affermò la bionda. «Inoltre, sono in grado di copiare poteri e pensieri della persona di cui prendono le sembianze.»

Le creature diedero subito una prova trasformandosi in Renji.

«Renji Abarai…» esordì Gemini sorridendo «Luogotenente della sesta brigata… Il suo sogno più grande è diventare più forte del suo capitano. Gli piacciono i taiyaki, non sopporta i cibi piccanti...»

«Però!» commentò il rosso, colpito.

«E’ innamorato di…»

Fulmineo, Renji tappò la bocca al suo sosia, impedendogli di terminare la frase.

«Non avevamo detto basta con le dimostrazioni?» esclamò, mentre diventava dello stesso colore dei suoi capelli.

«Scusa.» bisbigliò la maga stellare, lanciando un’occhiataccia ai suoi spiriti chiacchieroni.

«Uffa! Adesso che ero curiosa» si lamentò Mira Jane.

«Ne mancano ancora due.» asserì Erza, evitando altro imbarazzo allo shinigami.

«Io potrei travestirmi da Rukia» si offrì Levy.

«La corporatura è simile, devi però cambiare colore di capelli.» osservò il quincy.

«Ora serve solo qualcuno che si spacci per Ichigo.» dichiarò la dea della morte.

Tutti rimasero in silenzio, pensierosi.

« Beh, visto che avevo promesso di presentarlo a Orihime…» disse Lucy, sfilando dall’anello un’altra chiave.

«Apriti, portale del leone: Leo!»

«Lucy» esordì lo spirito con voce profonda, apparendo in un bagliore di luce dorata «Dopo sette lunghi anni di assenza, accorrere ad ogni tua chiamata mi dona una gioia immensa.»

«Ehm… Anche a me fa piacere vederti, Loki» disse la bionda. «Ma, in teoria, nel tuo mondo non è passato solo un mese?» domandò.

«Il tempo è relativo» replicò il ragazzo. «Soprattutto se a misurarlo sono i battiti del mio cuore che sente la tua mancanza.»

«Si, certo.» sospirò la maga stellare. «Ho un favore da chiederti.»

Loki le rivolse un sorriso amabile.

«Qualsiasi cosa per…»

Si interruppe, notando Orihime che si era avvicinata curiosa.

«Somiglia davvero a Kurosaki-kun!» esclamò estasiata.

Lo spirito andò verso di lei e le prese la mano.

«Ti sei fatta male quando sei caduta dal cielo?» esordì con voce roca.

«Come fa a saperlo?» chiese la fullbringer, rivolta a Lucy.

«Perché una ragazza così bella non può che essere un angelo!» concluse Leo.

«Orihime, lui è Loki. Loki, ti presento Orihime.» disse le maga stellare coprendosi gli occhi con fare rassegnato.

«E’ un piacere conoscerti, Orihime» sussurrò il ragazzo, esibendosi in un elegante baciamano. La ragazza arrossì fino alla punta dei capelli.

«Non mi somiglia per niente!» ruggì Ichigo, stringendo i pugni.

« Hai ragione: lui con le donne ci sa fare.» fu il maligno commento di Renji.

« A me ricorda più Kon.» osservò Rukia.

«Potremo fare un piccolo sforzo e concentrarci sulle cose importanti?» sbottò Ishida. « Lui e Kurosaki sono abbastanza simili, andrà bene.»

«Io continuo a dire che non mi somiglia.» bofonchiò il dio della morte.

«Ma se quelle ragazze ti hanno assalito perché credevano fossi lui…» si intromise Natsu.

«Vuol dire che ti assomiglia.» completò Gray, incrociando le braccia.

«Non parlarmi sopra, frigorifero!» abbaiò il rosato.

«Delle ragazze ti hanno scambiato per me?» domandò lo spirito, sconvolto.

«Si.» mugugnò il sostituto shinigami.

«Sparisco dalla circolazione per un po’ e mi confondono con il primo che passa. Destino crudele!» affermò Leo con aria affranta, stringendo a sé Orihime ormai paonazza.

«Kurosaki-kun…»

«E con lui sono tutti!» intervenne Rukia, prima che Ichigo decidesse di rilasciare il Bankai.

Dopo aver spiegato il piano allo spirito, i sei sostituti iniziarono a prepararsi: i tre fratelli si trasformarono di nuovo, Gem e Mini, invece, avrebbero preso le sembianze di Renji in un secondo momento. Levy e Loki avevano indossato dei kimono neri, ripescati dai numerosi effetti scenici che Erza aveva conservato da quella disastrosa performance in teatro, e Reedus aveva tinto loro i capelli.

«Come sto?» ridacchiò la maga del Solid Script, passando le dita tra le ciocche corvine.

«Sei splendida, Levy!» gridarono all’unisono Jet e Droy. Perfino Gajil abbozzò un sorriso.

«Ehi!» esclamò Mira «Secondo voi, se Gajil e Levy facessero una figlia, avrebbe l’aspetto che ha Levy adesso?»

La ragazza dai capelli blu spalancò la bocca.

«Ma… ma che razza di domande sono, Mira-san?» balbettò mentre le gote le si imporporavano. Anche il Dragon Slayer di ferro sembrava imbarazzato.

«Hem- hem» fece Makarov, richiamando l’attenzione.

«Quando sarete quasi arrivati alle porte della città, attirate l’attenzione delle guardie, ma evitate lo scontro.» li ammonì. «Il potere di Gemini dura cinque minuti: in quel lasso di tempo dovrete portare l’esercito il più lontano possibile da Magnolia.» continuò serio.

«Inoltre, dovrete dare a Gemini il tempo di dileguarsi quando la trasformazione si esaurirà.»

«Quando il tempo starà per scadere, ci separeremo dal gruppo, così disperderemo ancora di più i soldati!» affermarono gli spiriti.

Il Master annuì in segno di approvazione.

«Aspettate!» intervenne Ichigo.

«Cosa c’è?» chiese il vecchio.

«E’ meglio che vada io al posto di Loki.» dichiarò deciso il ragazzo.

«Non mi sono fatto tingere i capelli di questo colore orrendo per niente!» protestò lo spirito stellare, intanto che si toglieva gli occhiali da sole.

Lo shinigami ignorò la frecciata e si rivolse direttamente ai sosia.

«Non è giusto che mettiate in pericolo la vostra vita! Non dovete sacrificarvi per forza! Se vengo con voi, potrò proteggervi.»

«E’ più ingiusto lasciare che qualcuno condanni degli innocenti senza intervenire.» replicò Makarov. «Permettere che vi incarcerino, o vi uccidano, solo perché provenite da un altro mondo, sarebbe imperdonabile e rovinerebbe la reputazione della gilda.»

«Si, ma…»

«E poi, nessuno di loro è stato costretto, si sono offerti volontari perché vogliono aiutarvi.» lo interruppe Erza.

«Sappiamo che è pericoloso, ma abbiamo promesso che vi avremmo aiutato a tornare a casa e faremo il possibile.» affermò risoluta Mira-Orihime.

«E’ così che si fa, qui a Fairy Tail!» esclamò Natsu, sorridendo.

Tutti i componenti della gilda lanciarono un grido di assenso.

Ishida, Renji e Chad erano esterrefatti, Orihime e Rukia commosse.

Il sostituto shinigami rimase senza parole. Quelle persone li conoscevano da nemmeno mezza giornata ed erano disposti a compiere un gesto simile per dar loro una mano. Si sentì in colpa per aver pensato che fossero solo una mandria di pazzi rissaioli.

«Grazie.» mormorò, fissando il pavimento.

Ultimati i preparativi, i sei sostituti lasciarono la gilda, diretti ai confini della città. Warren si sarebbe tenuto in contatto con loro per tutta la durata del diversivo.

«Si stanno avvicinando alle porte della città, Gemini ha cambiato aspetto…» annunciò il mago con due dita poggiate sulla tempia.«A breve attireranno l’attenzione dei soldati.»

Ichigo si morse un labbro. Cana gli posò una mano sulla spalla, in un gesto del tutto privo di malizia.

«Stai tranquillo, sapranno cavarsela: Mirajane è una maga di classe S, Loki è uno degli spiriti stellari più forti e gli altri non sono da meno!» lo rassicurò.

 Il ragazzo annuì.

«Si sono accorti di loro!» esclamò il telepate, alzandosi in piedi.

I maghi e gli shinigami trattennero il fiato.

«Funziona! Li stanno inseguendo!» disse in tono concitato. « Il Concilio gli ha sguinzagliato dietro quasi tutto l’esercito, ci sono tantissimi Cavalieri delle Rune.» commentò.

«Come avete potuto combinare un tale disastro in una sola mattina?» domandò sconvolto ai viandanti dimensionali.

«Non siamo stati solo noi.» si difese Rukia.

«Lascia stare le domande e continua a tenerli d’occhio!» sbottò il Master, che tentava di non pensare a cosa il Concilio avrebbe potuto fargli, se il piano non avesse funzionato.

Forse era ora di andare in pensione, non aveva più l’età per fronteggiare problemi del genere….   

«Hanno lasciato la città, Gemini ha usato il… ehm, Bankai e li ha attaccati!» continuò a fare la cronaca Warren.

Renji sgranò gli occhi.

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«Sta per esaurire il tempo, vuole usare il potere di Renji per rallentare i nemici e darsi alla fuga, come aveva detto.»

Il telepate rimase alcuni minuti in silenzio, gli occhi chiusi e un’espressione concentrata sul viso.

Tutti pendevano dalle sue labbra.

«Missione compiuta.» dichiarò sorridendo.

Makarov tirò un sospiro di sollievo, mentre i membri della gilda e i forestieri festeggiavano.

«Come stanno?» chiese Ichigo a Warren.

«E’ andato tutto bene.» rispose il mago. «Torneranno tra stanotte e domani mattina, dopo aver diffuso qualche falsa voce su un vostro avvistamento, tanto per confondere ancora di più le guardie.» spiegò.

«Hai visto? Sono stati grandi!» esclamò allegro Natsu, cingendo con un braccio le spalle del dio della morte.

«Eh, già.» sorrise il sostituto shinigami, ora molto più tranquillo.

Il Master si schiarì la voce.

«Andremo a cercare la verga?» domandò Ishida.

«Non essere precipitoso, ragazzo.» lo ammonì il vecchio. «Li abbiamo sviati, ora dobbiamo prepararci.»

«Erza.» chiamò.

«Si, Master?» scattò la rossa.

« Voglio che tu vada a comprare dei vestiti per loro.» ordinò, indicando Ichigo, Renji e Rukia. «Non possono andare in giro conciati così, almeno non adesso. Tieni, prendi questi.» disse, porgendole una sostanziosa mazzetta di banconote che la maga con l’armatura prese con mano tremante.

«M-master, questo vuol dire…» balbettò stupefatta.

«Si, Erza, quello che…» affermò il vecchio, leggermente perplesso.

«SHOPPING!» gridò entusiasta la rossa.

Anche le altre ragazze iniziarono ad urlare come delle isteriche, facendo accapponare la pelle dei maschi.

« Ma veramente…» farfugliò l’anziano mago, temendo di essere stato frainteso.

«Andiamo da Heart Kreuz, ho sentito che ci sono i saldi!» propose Lucy.

«Posso andare anch’io?» chiese timidamente Orihime. « I miei vestiti sono normali.»

«Ehm… Si, non dovrebbero esserci problemi.» confermò Makarov.

La fullbringer levò le braccia al cielo e si accodò al gruppo di fanciulle guidato da Erza che brandiva il fascio di banconote come un fiero condottiero brandisce la spada mentre guida le truppe alla carica contro i nemici.

«Spero si ricordino di comprare qualche vestito da uomo.» mormorò Laxus.

«Al limite, potrei apportare qualche modifica.» si offrì Ishida.

«No.» fu la lapidaria risposta dei due dei della morte.

Tre ore dopo, le ragazze fecero ritorno alla gilda, ognuna con almeno una busta riportante  il logo della famosa marca d’abbigliamento appesa al braccio.

«E’ stato bellissimo, Kurosaki-kun! hanno un sacco di cose carine!» trillò Inoue, tirando fuori dalla borsa il nuovo acquisto, un top nero orlato di pizzo rosa.

«Questi, invece, sono per voi.» disse Lucy, consegnando una busta a Ichigo, Renji e Rukia.

« Perché non andate a provarli subito? Così vedremo se sono della taglia giusta.» propose Erza.

 « Sì! Una sfilata!» esclamò la Fullbringer, deliziata.

«Ottima idea.» concordò Rukia, avviandosi verso il retrobottega.

« Va bene.» asserì Renji, seguendola.

«Abarai, fermo! Non puoi cambiarti insieme a Kuchiki-san!» strillò Ishida, afferrando il rosso per il kimono.

«Ah, già!» ridacchiò il luogotenente della sesta brigata.

Sono circondato da idioti- pensò rassegnato il quincy.

La dea della morte uscì, sfoggiando un grazioso abito bianco e blu, lungo oltre il ginocchio, con il simbolo della Heart Kreuz ricamato su un fianco.

Poi fu il turno di Renji, che riapparve vestito con jeans blu scuro, maglietta viola e un giacchetto marrone.

 Il Master e le ragazze annuirono in segno di approvazione.

«Sai, Kurosaki-kun, Juvia, Cana ed Ever mi hanno aiutato a scegliere i tuoi vestiti!» affermò allegra Inoue.

« Ehm, bene.» disse il sostituto shinigami, esitante, domandandosi se fosse il caso di preoccuparsi.

«Juvia è molto felice di aver aiutato Orihime-chan!» esclamò la maga dell’acqua, prendendola a braccetto.

«Anche Orihime è felice che Juvia-chan l’abbia aiutata!» affermò contenta la fulbringer.

«Quelle due mi danno i brividi.» commentò Lucy.

«Perché parlano in terza persona?» domandò il ragazzo dai capelli arancioni.

La bionda alzò le spalle.

«Non ne ho idea. Dai, ora tocca a te.»

Lo shinigami annuì ed entrò nel retrobottega. Fissò timoroso la busta, come se l’innocente sacchetto dovesse aggredirlo, prima di aprila e tirare fuori gli abiti: trovò un paio di jeans, una felpa col cappuccio, bianca con l’ interno rosso, e una T-shirt nera con su raffigurata un’aquila bianca stilizzata.

Però.

Non era un esperto di moda, ma non aveva nulla da ridire su quei vestiti, anzi. Tirò un sospiro di sollievo, si cambiò ed uscì. Le ragazze ammutolirono per un attimo, poi iniziarono a confabulare tra loro, lanciandogli ogni tanto un’occhiata accompagnata da una risatina.

« Soddisfatto?» chiese Cana con un sorriso sornione. «O preferivi qualcosa di più appariscente?»

«O più attillato?» fece eco Evergreen.

«No, va bene così, grazie.» rispose il dio della morte.

Gli era andata fin troppo bene, meglio non sfidare la sorte.

«Sei molto sexy vestito così.» dichiarò la cartomante, con sguardo pericoloso.

Ecco, appunto.

Lo shinigami la ringraziò per l’inusuale complimento e si defilò, dicendo di aver sentito Chad chiamarlo.

Freed, accompagnato da Bixlow, posò su uno dei tavoli un’ ampia cartina del regno.

«Questa è una delle più dettagliate, Master.»

« Bene, potremmo iniziare a definire le zone dove cercare, nell’attesa che Levy faccia ritorno. Lei è più adatta per questo tipo di lavori. »

«Quindi dovremo aspettare ancora?» s’informò Ichigo che era sopraggiunto.

« Si. E’ importante organizzare le ricerche per ottimizzare i tempi.» rispose Makarov.

Ichigo fece un’espressione poco convinta.

« Le informazioni fornite da Natsu sono vaghe e coprono un’ area molto ampia, mandarvi fuori senza un’idea precisa di dove andare, vanificherebbe gli sforzi fatti dai ragazzi per coprirvi.» spiegò con calma il Master.

« Non possiamo permetterci gesti avventati, la nostra impazienza potrebbe rovinare tutto.» concordò Ishida.

« Immagino, inoltre, che siate stanchi: non capita tutti i giorni di finire in un altro mondo!» ridacchiò il vecchietto.

«O di prenderle da Erza.» sghignazzò Bixlow.

« E da Natsu.» aggiunse Freed.

« E anche da…» continuò il quincy.

«Ho capito!» tuonò il dio della morte, irritato.

 «Domani saremo tutti più riposati e sarà più facile pensare ai preparativi.» affermò l’anziano Master.

«Ichigo, hanno ragione. Aspettare un giorno non cambierà di molto le cose.» ammise Renji, che li aveva raggiunti.

«E poi, tra poco sarà sera: è troppo tardi per fare ricerche.» asserì Laxus.

Il ragazzo dai capelli arancioni  sbuffò, ma annuì.

Quindi, ognuno di loro si era messo a fare qualcosa per ingannare il tempo: Inoue posava come modella per Reedus, Rukia osservava rapita il pittore e gli aveva chiesto se, a lavoro concluso, potesse disegnare per lei qualche coniglietto, Chad ascoltava i discorsi sui veri uomini di Elfman e Ishida giocava a scacchi con Freed. Sopraggiunta la sera, la gilda aveva potuto riabbracciare i trasformisti e Levy, che avevano finalmente fatto ritorno, stanchi ma illesi. Lucy aveva invitato Orihime e Rukia a stare da lei, mentre i ragazzi andarono al dormitorio maschile insieme agli altri membri della gilda, dove il Master aveva messo a disposizione alcune stanze.

Il giorno successivo passò con relativa tranquillità: Makarov, la maga del Solid Script, Mira, Laxus, Macao e Wakaba rimasero a Fairy Tail a perfezionare la mappa per le ricerche, le ragazze andarono di nuovo a far compere e ad acquistare tutto il necessario per la partenza, che sarebbe avvenuta la mattina seguente. Gli altri si erano spostati nel cortile sul retro, ad osservare Renji ed Erza che si dilettavano a tirar di spada.

Se potessimo portarla con noi, la guerra contro i quincy finirebbe in un batter d’occhio!- riflettè il rosso entusiasta, mentre il fendente della maga con l’armatura si abbatteva con violenza su Zabimaru.

 Ichigo sedeva sulla staccionata, assistendo allo spettacolo. Stranamente, non riuscì a scorgere Natsu tra gli spettatori. Ora che ci faceva caso, il rosato non si era fatto vivo quella mattina, sembrava misteriosamente scomparso.

Sarà per la faccenda di ieri?- si chiese.

 

***

 

 

«Domani saremo tutti più riposati e sarà più facile pensare ai preparativi.» affermò l’anziano Master.

«Ichigo, hanno ragione. Aspettare un giorno non cambierà di molto le cose.» ammise Renji, che li aveva raggiunti.

«E poi, tra poco sarà sera: è troppo tardi per fare ricerche.» asserì Laxus.

Il ragazzo dai capelli arancioni  sbuffò, ma annuì.

Erza sussultò.

«Ecco cosa mi ero dimenticata!» esclamò, battendo il pugno sulla mano. Si avvicinò a Natsu e lo prese per una spalla.

«Dobbiamo ancora andare da Porlyusica.»

«Ma io sto bene!» protestò il drago con voce acuta.

«I problemi vanno affrontati, se continui a rimandare, potresti peggiorare.» affermò seria la maga con l’armatura.

«Ma, ma…» balbettò il rosato, in cerca di una via d’uscita.

La rossa non lo udì nemmeno, mentre lo trascinava via con sé. Si arrestò bruscamente a pochi passi dall’ingresso.

«Ichigo» disse, voltandosi verso lo shinigami. « Perché non vieni anche tu?.»

«Cosa? Perché?» chiese spiazzato il dio della morte.

«Non sembri aver voglia di stare qui.» affermò Erza, alzando le spalle. «Pensavo volessi uscire.»

«Non mi dispiacerebbe una passeggiata.» confessò il dio della morte.

«Master, per lei va bene?» chiese la rossa.

«Fate pure.» disse l’anziano mago, intento a studiare la cartina. «Ormai la città è priva di forze armate.»

« Voi non venite?» domandò Ichigo ai suoi amici.

«Io preferisco restare qui.» rispose Rukia.

«Anch’io.» confermò Renji.

Anche Sado e Ishida declinarono l’offerta. Orihime avrebbe voluto dire di sì, ma stava posando per Reedus e le sembrava scortese andarsene e lasciare il dipinto a metà.

Quanto mi sarebbe piaciuto passeggiare con Kurosaki-kun!- pensò tristemente.

Erza camminava fiera per le vie di Magnolia, diretta verso la Foresta Est, seguita da un infelice Natsu e un perplesso Ichigo. 

«Chi è Porlyusica?» domandò distrattamente lo shinigami.

«Una donna specializzata nella cura dei maghi.» rispose la maga con l’armatura.

«Una tipa strana.» mugugnò il Dragon Slayer.

«Non è strana» lo rimproverò la rossa, voltandosi. «Solo un po’… Eccentrica.»

Come la stragrande maggioranza della gente di questo mondo-si ritrovò a pensare la fragola, mentre si tirava il cappuccio della felpa fin sopra gli occhi, poiché aveva categoricamente rifiutato la proposta di Reedus di farlo biondo.

Giunti alla dimora della guaritrice, la rossa bussò delicatamente alla porta.

«Che cosa volete?» berciò l’anziana donna, aprendo di scatto l’uscio.

Natsu deglutì, Ichigo sgranò gli occhi.

«buonasera, Porlyusica –san…» la salutò Erza, per nulla turbata dall’atteggiamento della maga.

«Tch! Spero abbiate un buon motivo per disturbarmi.» dichiarò la guaritrice.

« Natsu ha qualche problema» spiegò Erza, scegliendo con cura le parole. « Credo sia legato al suo potere magico.»

«Questo spetterà a me deciderlo.» asserì Porlyusica, mentre si spostava per farli entrare.

« Grazie. Non ti prenderemo troppo tempo.»

«Spetterà a me decidere anche questo.»

La donna dai capelli rosa condusse il Dragon Slayer verso il piccolo letto con la coperta arancione.

Ichigo si accomodò su una delle sedie vicino alla scrivania.

«Ti ho forse detto che potevi sederti?» sbraitò l’anziana,voltandosi verso di lui e lanciandogli un’occhiata incendiaria.

Il sostituto shinigami balzò in piedi, come se la seggiola fosse stata ricoperta di spine.

«No, mi scusi!» strillò spaventato.

«Non preoccuparti: fa sempre così, ma non è cattiva.» sussurrò la maga con l’armatura.

Chissà cosa farebbe se lo fosse, allora.

«Spiegatemi un po’ che cos’ha.» disse la guaritrice, intanto che iniziava a visitare Natsu.

Erza le riferì degli avvenimenti di quella mattina, dall’esplosione al misterioso aumento di temperatura causato dal drago, tralasciando la parte relativa all’ arrivo degli stranieri.  

«Ed è accaduto altre volte?» chiese Porlyusica, rivolta al rosato.

Il ragazzo ci pensò su.

«Ieri mattina, durante una missione con Lucy.» rispose.

La donna si portò una mano al mento.

«Quando, precisamente?»

«E’ successo quando lei mi ha toccato la fronte e… Io l’ho bruciata.» raccontò Natsu, con tono leggermente colpevole. «Ah, e anche quando io le ho toccato le… Ehm, la spalla.» disse, correggendosi all’ultimo.

 Ichigo lo guardò basito, Erza gli scoccò un’occhiata sospettosa.

«Spalla.» ripeté seria la donna.

«Si, ma in quel caso, sono stato io a bruciare… Cioè, sentivo caldo.» spiegò il rosato, tentando di distogliere l’attenzione dal lapsus che gli avrebbe provocato una morte orribile per mano della rossa.

Porlyusica rimase a lungo in silenzio, fissando intensamente il drago di fuoco. Il ragazzo si sentì come se quelle iridi rosse lo stessero scandagliando nel profondo, in cerca di una risposta che lui non conosceva e non poteva dare.

La maga con l’armatura e il dio della morte attendevano trepidanti il verdetto.

«Beh, insomma! Che malattia ho?» chiese il rosato, la pazienza agli sgoccioli.

 La guaritrice prese un lungo respiro e chiuse gli occhi.

«Tch! Non sei malato, sei solo innamorato, cretino!» sbraitò.

«Cosa?» esclamò Natsu, cadendo dal letto.

Erza annuì soddisfatta.

Le sopracciglia di Ichigo di sollevarono così tanto che vennero inghiottite dai capelli.

«Non ha senso! Cosa c’entra l’amore con il fatto che la scotto quando è troppo vicina?» domandò il Dragon Slayer, mentre si rialzava.

La guaritrice sbuffò.

« Ha più che senso:la tua magia, la Dragon Slayer, è influenzata pesantemente dal tuo stato d’animo.»illustrò. «Ti è già capitato altre volte di tramutare le tue emozioni in fiamme.»

Il rosato ripensò allo scontro con Erigor.

«Si, ma ero arrabbiato…»

« Rabbia, odio, tristezza, amore, puoi chiamarle come vuoi, ma rimangono emozioni e, come tali, condizionano la tua magia.» replicò seccamente l’anziana donna.

« Anche Gajil è un Dragon Slayer e non mi sembra si arrugginisca quando è vicino a Levy.» ribatté il ragazzo, con una nota di scetticismo nella voce.

«Perché lui ne è consapevole.»

Natsu la guardò smarrito.

«In pratica, il tuo potere magico si è reso conto di amare la maga stellare prima di te e siete entrati in conflitto.» affermò semplicemente. Si voltò verso la maga con l’armatura.

«Il mio lavoro qui è finito. Prendi lui e il distruttore e vattene.»

Ichigo ed Erza sussultarono.

 «Come?» boccheggiò il dio della morte.

La guaritrice sorrise divertita.

«Le notizie arrivano anche qui.» dichiarò. «Inoltre, serve più di un cappuccio per celarsi ai miei occhi, viandante dimensionale.»

Il ragazzo dai capelli arancioni si accasciò sulla sedia, stupefatto.

«Porlyusica-san, spero di poter contare sulla tua discrezione.» si affrettò a dire Erza.

«La faccenda non mi riguarda.» asserì l’anziana donna. « Non mi interessa sapere come o perché è arrivato qui.»

«Mi auguro solo che quello sciocco di Makarov sappia quello che fa.» mormorò. « Quando i mondi collidono, non succede mai nulla di buono.» affermò, mentre si chinava a raccogliere la scopa.

«Ed ora fuori di qui! IO ODIO GLI UMANI!» gridò, brandendo la ramazza.

I tre fuggirono in fretta e furia dalla dimora, inseguiti dall’anziana signora.

Ma qui non esistono persone normali?- pensò sconsolato Ichigo, mentre schivava per un pelo un colpo diretto alla nuca.

Messa una bella distanza tra loro e la vecchia misantropa, si fermarono per riprendere fiato.

«Sai» esordì  Erza, ansimando. «Lo sospettavo da un po’, ma dopo stamattina ne ho avuto la certezza.» asserì, sorridendo lievemente.

Natsu aggrottò le sopracciglia, ma non proferì parola.

Allora, perché non gli aveva risparmiato quella pagliacciata che, tutt’al più, si era rivelata inutile? La guaritrice non aveva risolto il suo problema, si era limitata a dargli un nome, e ora ne capiva meno di prima.

Che giornata assurda.

Si avviarono in silenzio verso la città.

«Erza…» disse titubante il rosato. « Cos’è l’amore?»

La rossa smise di camminare e portò una mano al mento, mentre soppesava la risposta.

« L’amore è qualcosa che non può essere capito, finché non si prova.» affermò sorridendo.

« Ed anche quando sei certo di provarlo, ogni descrizione, ogni rappresentazione, ogni spiegazione che proveresti a dare, sarebbe riduttiva, perché è un sentimento potente che non può essere ridotto a semplice definizione.» concluse, arrossendo, mentre la mano scendeva all’altezza del cuore.

Osservò le espressioni perplesse di Natsu e Ichigo.

«In pratica, l’amore è come… UNA BATTAGLIA!» esclamò la rossa.

I due ragazzi sobbalzarono.

«Istinto, spirito combattivo, passione!» continuò la maga con l’armatura, con sguardo infuocato.

Il mago e lo shinigami si scambiarono un’occhiata poco convinta che la rossa nemmeno notò, troppo presa dal suo monologo, intanto che riprendevano il cammino.

Il rosato sospirò, afflitto.

«Guarda il lato positivo» tentò di consolarlo Ichigo «Almeno non sei malato!»

Natsu gli lanciò un’occhiataccia, poi lo guardò come un condannato a morte guarda il ceppo su cui, a breve, poserà la testa.

«E adesso?»



Note che non si fila nessuno.

Spero di non avervi deluso e che il cap sia valsa l'attesa MOSTRUOSA che vi ho fatto patire.... Sono perdonata? Fatemi sapere.
Un paio di cosette prima di lasciarvi: 
Per i vestiti di Renji mi sono ispirata a questa immagine (in cui lo trovo dannatamente figo):

http://www.hsd3.org/HighSchool/Teachers/MATTIXS/Mattix%20homepage/studentwork/Nicole%20Anderson's%20Webpage/assets/Bleach-RenjiAbarai.png
Q
ualcuno di voi, invece, ha capito a quale personaggio Ichigo (o meglio, Cana e Ever) ha rubato i vestiti? Fatemi sapere anche questo ;)
Il prossimo capitolo (che non so quando uscirà fuori, ma spero presto) sarà un capitolo speciale! Si, care, perchè tratterà Di Pairingssssss!
Non vi anticipo altro, ho spoilerato fin troppo! Cmq, mi piacerebbe fare un sondaggio, quindi, se recensite, e se vi va, mettete le coppie che vi piacciono, sia di Bleach che di Fairy Tail, ok?
Ringrazio moltissimo Albus Severus Potter, Chelly Walker ,dom89 , Elizabeth Dragneel , farshid  Frency_ ,Hichan  Junnakarikeehl ,LadyDoll ,Libiky,malpensante ,Mirajane ,nancyspungen93 ,PioggiaDiLuglio ,RougeAmarantus ,S n o w ,Terry Alchemist 22 ,verdiana500 ,Wania97 ,Yuichan  che mi hanno messa tra le seguite. Ringrazio anche animelover ,Beba_Border,Cherry Megami lucy_chan93 ,che mi hanno messa tra i preferiti (ammazza, quanti siete...) e grazie anche a chi mi legge e basta.
E' davvero tutto, gente! 
Ci vediamo al prossimo capitolo, tanti baci.

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Capitolo 7
*** Notte Folle a Fairy Hills- Part 1: Hot Springs ***


CIAO A TUTTI!
Ormai non perdo nemmeno tempo a scusarmi per l’immenso ritardo, anche perché ho piena fiducia nella vostra comprensione… *si lancia addosso l’incantesimo carne di pietra e comincia a disegnare a terra un cerchio di protezione*
Piccolo avvertimento: Da questo aggiornamento in poi ci saranno spoiler per chi non segue le scan settimanali, quindi, fate attenzione ( come dice Nonciclopedia, gli spoilerrendono il testo più aerodinamico aumentandone la velocità, quindi attenzione ai colpi d'aria!)
Vi lascio alla lettura, ci vediamo giù!

Notte folle a Fairy Hills

Part 1: Hot Springs

 
« Il piano è questo.» esordì Makarov, rivolto all’intera gilda radunata nell’ampia sala. «Ci divideremo in tre gruppi.»
Sollevò in alto l’indice.
«Il primo gruppo sarà composto da Mira Jane, Luxus, Juvia, Gajil, Wendy, Freed, Bixlow, Elfman ed Evergreen.» dichiarò.
«Il secondo gruppo sarà formato da Natsu, Gray, Erza, Lucy e i forestieri.» asserì, alzando un altro dito.
«Ehi! Non mi avete contato!» protestò Happy.
« Il terzo gruppo, formato dal resto dei presenti, rimarrà qui a coordinare gli altri due nelle ricerche.» concluse.
Fece un cenno a Levy che consegnò alla rossa e al Dragon Slayer del fulmine un rotolo di pergamena.
« Le mappe con le zone da setacciare.» spiegò.
«Bene. Se non ci sono domande, avrei un ultima cosa da dire.» riprese la parola il Master.
«Vorrei che stasera rimandaste i festeggiamenti e andiate a casa.»
 «Cosa!?» esclamò Cana contrariata.
«So che molti di voi avevano in mente altri progetti.» continuò il vecchio mago, lanciandole un’occhiata d’ammonimento «Ma domani mattina dovrete alzarvi di buon’ ora e partire per una ricerca che potrebbe richiedere giorni, se non settimane. E’ meglio non far tardi.»
Erza annuì in segno d’approvazione.
«Ma… » protestò la cartomante.
«Per essere sicuro che a nessuno di voi venga in mente di venir qui a far baldoria, chiuderò la Gilda, adesso!»
Dettò questo, ingigantì le mani e spinse fuori il gruppo di maghi, alquanto scontenti, assieme ai forestieri abbastanza perplessi.
Uscì, seguito da Laxus, e chiuse il pesante portone a chiave.
«A domani, figlioli. Fate i bravi e andate a letto presto!» li salutò allegramente, prima di andarsene e lasciarsi la matassa di corpi alle spalle.
«Non avrai esagerato un po’?» gli domandò il nipote, sorridendo lievemente. «Cosa pensi che potrebbero mai combinare?»
«Quando sarai Master, ne riparleremo.» replicò bruscamente Makarov. «Ricordati che stiamo sempre parlando dei maghi di Fairy Tail!»
E anche i nuovi arrivati non sembrano da meno- considerò, ripensando al disastro del giorno prima.
Era stato fin troppo fortunato, perché rischiare?
«Accidenti, nonnetto!» sbraitò Natsu, rialzandosi da sopra Ichigo, che a sua volta era finito su Gray. «Che bisogno c’era di spingere?»
«E’ da dopo le Olimpiadi della magia che è diventato così apprensivo.» commentò il mago del ghiaccio, liberandosi dal peso del dio della morte.
«E’ comprensibile.» affermò la maga con l’armatura, rimasta miracolosamente in piedi. «Quella volta è crollato il Palazzo Reale.»
«Non ricordarmelo.» mormorò Lucy, con espressione vuota.
« Avete fatto crollare il palazzo del vostro Re?» esclamò Ishida, mentre aiutava Inoue ad alzarsi. 
«Si, ma non è stata colpa nostra…. Almeno, non del tutto.» si difese il Dragon Slayer.
«Ho seri dubbi al riguardo…» borbottò il quincy.
La maggior parte del gruppo decise, a malincuore, di seguire il “consiglio” di Makarov e tornare alle rispettive abitazioni. I ragazzi si avviarono, chi diretto al dormitorio, chi verso casa.
«E’ un peccato non poter far nulla.» disse triste Ever. «Il sole non è nemmeno tramontato, non siamo mica dei bambini!» esclamò.
«Le nostre feste sono stupende, vi sareste divertite di sicuro!» affermò Wendy, rivolta a Rukia e Inoue.
«Sarebbe stato bello passare insieme l’ultima sera prima della partenza.» commentò la maga stellare.
«Oh! Qualcuno che è d’accordo con me!» gioì Cana,.
«Ragazze! Ragazze! Venite qui, mi è venuta un’idea!» strillò, afferrando la biondina per un braccio e guidandola in direzione del gruppo di fanciulle che iniziava a disperdersi.
«Che ne dite di uscire, stasera?»disse sorridendo.
«Cana! Non hai sentito cos’ha detto il Master?» la rimproverò Erza.
«Non ho intenzione di disobbedire, sta’ tranquilla» si affrettò a chiarire la cartomante.
«Allora, cosa vorresti fare?» domandò guardinga la maga con l’armatura.
«Pensavo di passare la serata alle terme. Non sarà divertente come il festino che avevo in mente, ma è sempre meglio che rimanere a casa per tutta la sera!» spiegò la mora.
La rossa sollevò le sopracciglia.
«Non è affatto male come idea.» ammise.
«Le terme fanno bene alla pelle!» trillò Orihime.
«E’ da un po’ che non metto piede in una spa…» commentò Rukia, tentata.
O meglio, in una spa normale…- riflettè, pensando al lago di sangue infernale del membro della divisione zero.
La maga delle carte batté le mani, compiaciuta.
«Ci state?»
«Certamente… ma, questo non è comunque disobbedire al vostro master?» chiese titubante la shinigami.
«Se ha detto di andare a casa…» disse dubbiosa la fullbringer.
«Qui viene il bello!» affermò Cana, con un sorriso furbo. «Le terme sono a casa!»
 
***
Ichigo Kurosaki finì di lavarsi i denti e tornò nella camera. Si tolse la felpa e la gettò su una sedia.
Domani potremo finalmente partire. Speriamo di trovare quel maledetto affare il prima possibile.-pensò, mentre si sfilava anche la maglia.
Si sdraiò sul letto, incrociando le braccia dietro la nuca. Fissò assorto il soffitto.
Ormai, alla Soul Society si saranno accorti della nostra scomparsa. Chissà se hanno iniziato le ricerche… Saranno in pensiero?
Si girò su un fianco, in cerca di una posizione più comoda.
E se quelli attaccassero mentre noi siamo ancora qui?
Sentì un peso opprimergli il petto.
Se la caveranno senza di noi?
L’ultimo assalto si era risolto in tragedia. Il numero di vittime era stato spaventoso, quello dei feriti  incalcolabile.
Riuscirò ad arrivare in tempo, stavolta?
Un bussare deciso interruppe la sfilza di malinconici pensieri. Andò ad aprire.
«YO!» lo salutò un infervorato Natsu, accompagnato da alcuni ragazzi.
Ichigo spalancò gli occhi.
«Ciao.» disse sorpreso «Che ci fate qui?»
«Pensavamo di uscire stasera, e siamo passati a prenderti!» trillò il Dragon Slayer.
«Ma… Il vecchietto ha detto di restare al dormitorio…»fu l’incerta replica del dio della morte.
«Su, Ichigo! Non fare il guastafeste come al solito!»
«Renji! Ci sei anche tu!» esclamò il sostituto shinigami.
«Per una volta, sono d’accordo con Abarai.»
«I-ishida!» farfugliò il ragazzo dai capelli arancioni.
«Si, Kurosaki…» rispose pazientemente il quincy.
«Non penso che uscire per qualche ora possa compromettere la spedizione di domani.» considerò Chad, apparendo al fianco di Ishida.
«Inoltre, è sempre meglio che rimanere in stanza a preoccuparsi inutilmente, come immagino stessi facendo, vero?» insinuò lo shinigami dai capelli rossi.
«Ehm…»  fece la fragola, scrutando il pavimento.
«Dai, non perdere tempo! Vestiti e andiamo! Sii uomo!» tuonò Elfman.
«O vieni così.»
«Non portarlo sulla cattiva strada, Gray. Aye!» ridacchiò Happy.
«Forza, sbrigati!» lo incalzò Bixlow.
Ichigo, seppur dubbioso, recuperò felpa e T-shirt e si unì al gruppo.
«Non pensavo fossi il tipo che viola le regole.» disse, rivolto a Ishida.
«Tecnicamente, non stiamo violando le regole: il luogo dove siamo diretti, non è posto in cui “ si fa baldoria”» spiegò il quincy, leggermente offeso, mentre si aggiustava gli occhiali.
«E non è nemmeno “fuori”» aggiunse Freed, accostandosi al ragazzo dai capelli arancioni.
Lo shinigami corrugò le sopracciglia.
« Non credo di aver capito. Natsu, dov’è che stiamo andando?»
***
«Waaah! Ora si che si ragiona!» esclamò Renji, tuffandosi nell’ampia vasca.
«Non c’è niente di meglio di una serata alle terme  per rilassarsi!» dichiarò Macao, scivolando placidamente in acqua, seguito da Wakaba, Warren e Max.
«Non è stata una cattiva idea, dopotutto.» ammise Ichigo, raggiungendo a nuoto il Dragon Slayer  che si trovava a bordo piscina. «Davvero questo posto è vostro?»
«Si. Abbiamo finito da poco di costruirlo.» confermò il rosato, sorridendo.
«Sapete trattarvi bene.» commentò il dio della morte, sorridendo a sua volta, mentre osservava la vasca che avrebbe potuto tranquillamente contenere una cinquantina di persone. Poggiò la schiena contro uno degli scuri massi che delimitava il perimetro della piscina, inclinò indietro la testa  ed osservò il cielo stellato, privo di nuvole, lasciandosi cullare dal tepore dell’acqua. Emise un sospiro soddisfatto e chiuse gli occhi, finalmente rilassato.
«E’ troppo calda!» si lamentò Gray.
«Paura di scioglierti, ghiacciolino?» lo prese in giro Natsu, schizzandolo.
Il mago del ghiaccio digrignò i denti.
«Ora ti sistemo io! Freeze!» gridò. L’ acqua termale solidificò, imprigionando il drago e gli altri malcapitati in un enorme blocco di ghiaccio.
«UARGH! Sto gelandooo!» strillò Ichigo, sentendo la metà inferiore del corpo dargli un saluto di commiato.
«Tsk! I-il f-freddo n-non può n-nulla contro u-un vero u-u-uomo!» balbettò Elfman, con il muco che gli colava dal naso.
«P-perché a-allora s-stai tremando?» replicò il ghiacciolo alla fragola.
«Maledetta ghiacciaia!» sbraitò il Dragon Slayer, infiammandosi e sciogliendo la piscina gelata.
«SCOTTAAAA!» ululò il ragazzo dai capelli arancioni.
«AHHHH! Fermo, Natsu! Così finirai per bollirci vivi come aragoste!» urlò Macao.
«Aragoste! Aragoste! Aragoste!» ripeterono le bambole di Bixlow, mentre traevano in salvo il loro proprietario.
«Smettetela! Ci siamo anche noi in questa piscina!»  gridò Ishida.
«Ti faccio passare io la voglia di surgelare tutto!» ringhiò il mago di fuoco, pronto all’attacco.
« Vuoi farti pestare per bene? Ti accontento subito.» sogghignò Gray, congiungendo mano e pugno.
«Waaah! Qualcuno li fermi!» piagnucolò Droy, mentre tentava di ripararsi dietro Jet, impresa assai ardua, data la stazza del mago.
«Senza Erza, è impossibile.» asserì Wakaba, che si stava issando frettolosamente sul bordo della vasca.
«Ci penso io.» dichiarò Renji, scrocchiandosi le dita.
Delle risatine oltre il muro bloccarono l’imminente rissa. Gray annullò la magia, le fiamme attorno ai pugni di Natsu si dissolsero con la stessa rapidità con cui erano apparse.
Un sorriso ferino spuntò sul volto del Dragon Slayer.
«Bene, sono arrivate.»
Dopo gli eventi delle Olimpiadi della Magia, Makarov era finalmente riuscito a riscattare l’edificio della gilda. Poiché erano passati sette anni, servivano alcune ristrutturazioni e, giacché era avanzato un bel gruzzolo, il master aveva deciso, con l’ approvazione entusiasta di tutti i maghi -soprattutto le ragazze-  di approfittare della situazione per costruire anche una spa completa di ogni comfort…
 
A Fairy Hills.
 
Natsu fece un cenno ai ragazzi.
 
« Andiamo, forza!» ordinò.
Gli altri obbedirono e si accodarono al rosato.
«Ehi, aspettate un secondo…» li richiamò il dio della morte, osservando sospettoso il gruppo di maghi sghignazzanti, al quale si era unito anche Renji, avvicinarsi al muro che delimitava l’area riservata agli uomini.
«Voglio vedere tutto.» canticchiò il drago.
«L’obiettivo è quello.» gli fece notare il  mago del ghiaccio.
«Siete venuti per spiare le ragazze!?» proruppe furioso lo shinigami, saltando fuori dalla vasca. Sperava con tutto il cuore di sbagliarsi, ma l’espressione famelica sul volto dei nuovi-e vecchi- nakama lasciava ben poco spazio ai fraintendimenti.
Renji si girò e accostò l’indice alle labbra, intimandogli di fare silenzio.
«Suvvia! Non farne un dramma!» bisbigliò.
«Dovreste vergognarvi!» continuò il ragazzo dai capelli arancioni, raggiungendolo.
«Kurosaki, abbassa la voce, altrimenti verremo scoperti!» gli intimò Ishida; poi si rivolse a Natsu «Come sapevi che sarebbero venute qui?» domandò, interessato.
«Ho sentito Cana che ne parlava con le altre ragazze, quando stavano andando via.»
« Eravamo molto lontani, io non ho sentito nulla.» affermò il quincy, confuso.
«Fammi indovinare: udito da Dragon Slayer?» chiese Ichigo, con una nota di sarcasmo.
«Si.» fu la secca risposta del drago.
Lo shinigami decise di rimandare la discussione sulla genealogia del rosato, per concentrarsi sul problema principale.
«Almeno tu, Elfman! Non ci sono anche le tue sorelle? Gli permetteresti di spiarle?» insistette, tentando di far leva sul senso dell’onore del trasformista.
L’albino si morse un labbro, tentennando.
«E’ vero, ma gli abbiamo promesso che guarderemo tutte le ragazze, tranne le sue sorelle.» intervenne prontamente Jet.
Il dio della morte inarcò un sopracciglio.
«E tu gli credi?» fece rivolto a Elfman.
«In realtà, non ha molta scelta: se Ever scopre che è qui, lo trasformerà in una statua e lo userà per arredare la sua camera.» considerò un ghignante Bixlow.
«Insieme a tutti i presenti!» aggiunse il trasformista, alterato.
«Se Erza non ci ammazza prima.» osservò Gray.
«Non trascurate Mira Jane.» disse Freed, con voce lugubre.
I ragazzi rabbrividirono.
«Morale della favola: non bisogna farsi scoprire, quindi stiamo zitti e sbirciamo. Ormai ci siamo.» affermò il mago del Figure Eyes, avvicinandosi alla recinzione.
«Beh, io mi rifiuto di fare una cosa simile; sono una persona con dei principi!» replicò Ichigo, incrociando le braccia. Ishida gli rivolse un cenno di approvazione e fece altrettanto.
« Peggio per voi.» asserì Bixlow, intento a guardare attraverso lo spazio tra le assi di legno.
I ragazzi lo imitarono, accalcandosi vicino allo steccato. Ogni tanto, uno di loro se ne usciva con una risata, o qualche commento malizioso. Lo shinigami non potè fare a meno di pensare a quanto somigliassero a  Kon, il suo perverso peluche, intanto che distoglieva lo sguardo.
I maghi iniziarono a parlottare tra loro concitati, mentre l’entusiasmo diveniva palpabile.
Le iridi castane del ragazzo corsero involontariamente verso di loro, prima di mettersi a fissare un punto a caso nel cielo notturno.
C’è la luna piena stasera.- notò, tentando inutilmente di non far caso al coro di apprezzamenti proveniente dal gruppo di guardoni.
Nonostante considerasse tutto ciò una gigantesca stupidaggine, e maledicesse il momento in cui aveva deciso di seguire quella branca di pazzi, attaccabrighe, - e, a quanto vedeva, anche depravati-, la curiosità ebbe infine la meglio sul giovane Kurosaki.
So già che me ne pentirò- si disse, intanto che prendeva posto accanto al Dragon Slayer. 
«Hai cambiato idea?» gli chiese subdolo Macao.
«Non sono il solo, a quanto sembra.» mugugnò Ichigo, mentre si spostava per fare spazio a Ishida.
«Sta’ zitto, Kurosaki.»
 Lo shinigami lo ignorò e avvicinò l’occhio alla fessura. Le dense spirali di vapore rendevano difficile mettere a fuoco le numerose sagome che si aggiravano nella vasca. Una piccola figura prese forma tra le volute. Avvampò, appena la riconobbe.
Rukia.
La dea della morte si muoveva lenta in direzione della larga roccia candida al centro della piscina, dando spalle alla staccionata.
Ma che ci fa qui? –pensò scandalizzato.
«Wow!» disse estasiato Bixlow, lo sguardo che scendeva lascivamente lungo la schiena della ragazza. «Gran bel lato B!» affermò, ricevendo diversi mormorii di assenso e un’occhiata assassina.
Ichigo era terrorizzato. Non aveva mai violato la privacy di Rukia, nemmeno quando la shinigami aveva vissuto nel suo armadio per qualche mese, ed ora la stava spiando, accompagnato da dei semi-sconosciuti. Quello che stava facendo era profondamente sbagliato.
In realtà, non era la prima volta che gli capitava di vedere l’amica nuda,  ma non per colpa sua: non si era accorto che quell’idiota della divisione zero aveva piazzato la ragazza priva di sensi nella stessa vasca in cui si trovavano lui, Renji e Byakuya. Ripensò a come il capitano lo aveva preso in giro, vedendo la sua reazione non appena aveva notato la shinigami galleggiare nell’acqua curativa.
Beh, in realtà, il sedere di Rukia somiglia più a un’albicocca, che a una pesca.-considerò distrattamente, osservando la dea della morte sedersi sul masso. I corti capelli neri, ora bagnati, erano riavviati indietro, lasciando scoperto il viso e i grandi occhi viola. Così appollaiata, sembrava una piccola ninfa.
Si riscosse.
Se lei è qui, allora deve esserci anche…
Qualcuno si gettò in acqua, strillando entusiasta e scatenando un mini- tsunami che innaffiò Rukia. La sconosciuta riemerse.
Inoue.
La pelle della fullbringer illuminata dal chiarore lunare, scintillava; i capelli arancio scuro incollati alla schiena a causa dell’acqua, il volto rischiarato da un sorriso spensierato. Si appoggiò al masso bianco, accanto a Rukia. Vicine, ninfa e sirena.
Inoue senza vestiti.
Una lente degli occhiali di Uryu si incrinò.
Il naso di Ichigo iniziò a sanguinare copiosamente.
«Cavolo!» esclamò Gray.
«Oi, Ichigo! Stai male?» domandò Natsu, preoccupato. Gli altri si girarono a guardarlo, impensieriti.
«Cosa gli prende?»
 «E’ la prima volta che vedi una donna nuda?» chiese comprensivo Freed.
«N-no…» balbettò il dio della morte, sotto shock. «E’ già successo...» spiegò, intanto che si tamponava con un asciugamano passatogli da Ishida.
«Assurdo!» commentò  Wakaba, riportando la sua attenzione sulle fanciulle.
«La cosa più assurda è che le ha detto di rivestirsi.» disse Renji che, al contrario degli altri, non era minimamente sorpreso dalla reazione del sostituto shinigami.
«Che gruppo sanguigno ha? Nel caso servisse una trasfusione…» sghignazzò maligno Bixlow. 
Inoue venne raggiunta da Lucy, Juvia, Ever e Cana, che iniziarono a schizzarla, tra le risate generali.
Ichigo iniziò di nuovo a sanguinare dal naso e non fu l’unico.
«Porca miseria…» si lasciò sfuggire Ishida, poi si voltò.
«Oddio, Kurosaki! Sei diventato più bianco di Ulquiorra!»
« Se andiamo avanti così, morirà!» strillò Macaco, in apprensione, osservando lo shinigami in procinto di collassare.
«Qualcuno è donatore universale?» s’informò il mago delle rune, con Bixlow, Renji e Wakaba  che si rotolavano dalle risate alle sue spalle. 
«Piantatela di prendermi in giro!» berciò il ragazzo dai capelli arancioni, tornando a nuova vita.
«Chi c’è?»
I ragazzi rimasero pietrificati.
 Natsu provò una strana sensazione di dejà vu, accompagnata da un terribile presentimento.
Aspetta, dove ho già sentito questa voce?-rifletté il sostituto shinigami, aggrottando le sopracciglia. Non riuscì a darsi risposta, poiché qualcosa lo schiacciò a terra, regalandogli una dettagliatissima visione del pavimento delle terme.
«Tutti giù!» urlò il Dragon Slayer.
Ichigo udì diversi sibili, seguiti da una serie di tonfi e alcune grida soffocate,  provenire da sopra di lui.
«Perché ci sono cascato di nuovo?» esclamò Gray, che teneva  Ishida pigiato contro il terreno. «E’ l’ultima volta che ti do retta, Natsu!» affermò irato, lasciando andare il quincy.
«Non è colpa mia! Dovevate fare meno casino!» ribatté il rosato, con il braccio ben premuto sulla schiena di Ichigo.
«Ma che cavolo è successo?» domandò il sostituto shinigami, sollevando il volto ammaccato per l’impatto con il lastricato. Purtroppo per lui, il Dragon Slayer non aveva avuto la stessa delicatezza del mago del ghiaccio. Gli occhi incontrarono una lama che fuoriusciva dalla staccionata, nel punto esatto in cui poco prima si trovava la sua testa.
Deglutì e spostò lo sguardo, notando che l’intero divisorio era costellato da una ventina, tra spade e lance, conficcate nel legno.
«Per un pelo.» commentò Bixlow, osservando una punta di giavellotto a pochi centimetri dal volto.
«Ho rischiato di morire!» boccheggiò Renji, pallido come un lenzuolo.
«Questi erano dei colpi di avvertimento!» disse imperiosa la voce di Erza Scarlet, gelando il sangue dei maghi.
«Ma, di solito, il colpo di avvertimento è uno solo…» protestò sottovoce Uryu.
 «Che importa? Fuggiamo, presto; prima che decida di scavalcare!» gridò Macao, sfrecciando verso gli spogliatoi.
Il sostituto shinigami diventò paonazzo.
«M-ma non può! E’ nuda!» strillò.
«No, può riequipaggiare l’armatura in qualsiasi momento!» gli spiegò Natsu.
«Questo è il potere della grande Erza, Aye!»
«Grande?» fece perplesso il dio della morte.
« Non state a preoccuparvi per questo! Che sia nuda o meno, se ci raggiunge siamo morti!» urlò Renji, spingendo il drago e la fragola in direzione degli stanzini.
Oltrepassata l’uscita, continuarono a correre per un paio di isolati, finché Ichigo non fece notare che non potevano continuare a scorrazzare per la città coperti solo da un asciugamanino da terme. Tutti, eccetto Gray, si trovarono d’accordo e si rifugiarono in un vicolo cieco, al riparo da occhi indiscreti, per rivestirsi. Fortunatamente, durante la fuga avevano fatto in tempo a recuperare gli abiti.
«Gran bella idea, Natsu, complimenti!» infierì ancora il mago del ghiaccio, infilandosi svogliatamente la camicia.
Lo sapevo che dovevo restare al dormitorio!-  pensò afflitto il sostituto shinigami.
«Dai, Gray! Non essere così severo. Almeno, stavolta sei riuscito a vedere qualcosa.» intervenne Warren.
«Anche più di una! » rise Max.
« Non abbiamo visto Leeeevy!» si lamentarono in coro Jet e Droy.
« La ragazza che si è travestita da Kuchiki-san?» domandò Uryu, finendo di aggiustarsi i vestiti.
«E’ vero, non era lì.» affermò il mago del ghiaccio.
«Ovvio che non ci fosse.» sogghignò Bixlow. « E’ uscita con Gajil.»
La mascella dei due maghi si schiantò terra.
«Gajil! Gajil! Gajil!» ripeterono le bambole del mago del Figure Eyes, girando il dito nella piaga.
«Chi?» chiese Ichigo.
«L’altro Dragon Slayer.» gli spiegò Gray.
«Un vero uomo!» fu il commento di Elfman.
«Ah! Ecco perché quando l’ho invitato, ha detto che aveva di meglio da fare!» realizzò Natsu, battendo il pugno su una mano.
«Si piaaaacciono!» ridacchiò Happy, coprendosi la bocca con le zampine.
«LEEEEEEEEEEVYYYYYYYYYY!» ulularono alla luna due sconsolati Jet e Droy.
«Ma non avevano ancora capito di combattere una battaglia persa?» commentò il mago delle rune, scuotendo la testa, mentre osservava i maghi in lacrime.
Battaglia?
Ichigo trasalì.
Il volto di Natsu si rabbuiò.
«Ormai la serata è andata… torniamo a casa?» domandò Max.
«Ma è troppo presto!» disse contrariato Bixlow « Andiamo da un’ altra parte!»
«Qualche idea?» fece, rivolto al resto del gruppo.
« Possiamo andare in una taverna a bere qualcosa.» propose Macao.
«Mi farei volentieri un goccetto.» affermò Wakaba.
«Io avrei anche fame…» s’intromise Droy, non ancora ripresosi dallo shock.
«Tu hai sempre fame!» lo rimbrottò Jet.
«Molti di noi non hanno denaro appresso.» constatò Warren serio. « E poi, se andassimo in un pub, finiremmo sicuramente per scatenare una rissa, chiamerebbero le guardie e verremmo scoperti.» concluse.
« Su questo sono d’accordo.» asserì Ichigo, gettando un’occhiata a Natsu e Gray che avevano ripreso a guardarsi in cagnesco. «Bene, io me ne torno al dormitorio, ci vediamo domani mattina.» concluse, girando i tacchi. Purtroppo, Renji lo acchiappò prontamente per il cappuccio, impedendogli la fuga, e per poco non lo strozzò .
«AAAAAAAAAAAAHHHH!» strillò a piena voce Happy, facendo sobbalzare tutti i ragazzi .
Il Dragon Slayer si inginocchiò accanto all’amico gatto.
«Cosa c’è?»
 «Neh, Natsu, andiamo a Fairy Tail!» propose L’exceed saltellando entusiasta.
«Lì cibo e alcol non mancano di certo.» osservò Gray.
«Ma il nonnetto ha chiuso la porta, come facciamo ad entrare?» domandò Natsu, con una punta di scetticismo.
«Con questa!» trillò il Happy, mostrando una lunga chiave argentata al ragazzo dai capelli rosa. Quest’ultimo strabuzzò gli occhi.
«Ma quella è…»
«La Skeleton Key!»  esclamò Freed, guardando l’oggetto con una sorta di timore reverenziale.
«Il passepartout della gilda, la chiave che non apre solo la porta d’ingresso, ma tutte e porte dell’edificio!»
Sul volto di Macao si dipinse un sorriso compiaciuto.
«Inclusa quella…» esordì.
« DELLA CANTINA!!» completò un elettrizzato Bixlow
« Della dispensa!» esclamò Droy.
«Come hai fatto?» chiese Gray.
« Ho sentito il Master dire a Laxus che aveva intenzione di chiudere la gilda non appena spiegata l’organizzazione delle ricerche.» gli spiegò con calma il gatto. «Quindi, mentre era impegnato a parlare, mi sono intrufolato nel suo ufficio e l’ho presa!»
«Sei grande, Happy!» esclamò il rosato.
Balzò in piedi e si rivolse ai suoi nakama.
« Andiamo!» gridò, mettendosi in marcia alla volta della gilda, seguito dalla stragrande maggioranza del gruppo.
«Ma, dite che si può fare?» fece titubante Uryu.
Il drago si fermò.
« Ovviamente no.» fu la risposta. «Ma se il nonnetto non saprà, non soffrirà.» aggiunse in fretta , notando la ritrosia del quincy.
« Entriamo, beviamo qualcosa, e ce ne andiamo via senza lasciar traccia. Promesso. » insistette, nel tentativo di convincerlo.
«Non sono del tutto sicuro.» ammise Ishida. « Abbiamo provato a rispettare le regole e siamo quasi morti; mi chiedo cosa succederà se decidiamo di infrangerle…» mormorò.
«Io ci sto!» dichiarò Bixlow, spingendo il quincy ed esortandolo a seguire il Dragon Slayer.
«Anche io!» affermò Elfman, facendo altrettanto con Chad.
«Andata!» disse Renji, seguendolo e tirandosi dietro Ichigo.
Gli altri gli andarono dietro.
«Tutti a Fairy Tail!»
Il sostituto shinigami non oppose resistenza, poiché era consapevole che sarebbe servito a poco.
Tanto- riflettè- che può succedere di peggio?
Se avesse avuto il dono di Charle, avrebbe lottato con tutte le sue forze pur di non mettere piede in quella gilda.


NOTE
Ok, e la prima parte è finita, spero vi sia piaciuta, vivamente. *Calca i contorni del cerchio di protezione*
La prossima parte avrà per protagoniste le dolci fanciulle al di là del muro. Cosa combineranno? Restate in attesa e lo scoprirete!
 Scherzi a parte, ringrazio come sempre chi mi segue, recensisce e anche chi sbircia, (vi adoro!).
Un ringraziamento anche ad alcuni capitoli che sono serviti come ispiration e a ciu ho fatto riferimento:
Il capitolo 261 di Fairy Tail (penso ve ne siate accorti XD), del quale ho omaggiato la scena alle terme.
Il capitolo 519 di Bleach  “Hot Hot Heat” ( soprattutto per la copertina e per il fatto che sono coinvolte le terme)
Un capitolo speciale di Naruto, scritto per celebrare l’uscita del film, e che, guarda caso, è ambientato alle terme.XD
Maxi baci, al prossimo capitolo! *fugge a scrvere l’altra metà della seconda parte*

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Capitolo 8
*** Notte Folle a Fairy Hills- Part 2: The Party ***


Buonasera care. Perdonate la fretta, ma non sono proprio in vena per commenti vari. Vi auguro solo buona lettura. Ci vediamo giù.


Notte folle a Fairy Hills 

Part 2: The party




«Se ne sono andati.» affermò Erza, intanto che la Tenrin no Yoroi svaniva dal suo corpo.
«Chissà chi erano.» fece curiosa Cana.
« Mi è sembrato di sentire la voce di Natsu-san e Gray-san.» mormorò Wendy.
«Davvero stavano cercando di spiare? Non posso crederci!» esclamò Lisanna, coprendosi il petto.
«Ci avevano già provato una volta, ma, a quanto pare, la lezione non gli è bastata,» disse aspramente Lucy.
«Gray-sama stava guardando Juvia…» esalò la maga, sciogliendosi e svanendo nell’acqua termale.
«Uomini.» fu il freddo commento di Charle.
«Poverini, spero non si siano fatti troppo male!» disse Mira, ridacchiando.
«Ehi! Ma tu da che parte stai?» sbottò Evergreen.
«Ragazze.» le chiamò Rukia, affacciandosi da dietro la roccia bianca. «Mi spiace interrompervi, ma io vorrei tornare a casa.»
«Vuoi già andar via?» disse sorpresa la ragazza immagine. «Siamo appena arrivate, ed Erza ha messo in fuga i maschietti. E’ tutto sotto controllo.»
«Io sono d’accordo con Kuchiki-san.» intervenne Orihime, immersa fino alle orecchie. «Anche se sono andati via, non mi sento più a mio agio a restare qui.»
« Capisco. Andiamo, allora.» disse la cartomante, sbuffando.
Si cambiarono, uscirono dagli spogliatoi e imboccarono il lungo ponte di collegamento che congiungeva la spa con il dormitorio femminile. Lucy, Rukia e Orihime erano in procinto di tornare a casa della maga stellare, quando Cana si parò davanti al gruppo, proponendo un pigiama party.
«La notte è ancora giovane!» affermò con un largo sorriso. «Non accetterò un “no” come risposta!»
E loro non avevano di certo intenzione di rifiutare; quindi seguirono la cartomante fino alla sua stanza.
«Accomodatevi.» fece Cana, aprendo le braccia in un gesto teatrale.
Le ragazze si sistemarono, alcune sul letto, altre sui cuscini che Juvia, Wendy ed Ever avevano recuperato dalle loro camere. Orihime era eccitatissima, mentre la dea della morte era leggermente spaesata: non aveva mai partecipato ad un simile evento, nemmeno durante la missione a Karakura.
«E’ un vero pigiama party, come nei film! Non sei emozionata, Kuchiki-san?»
«Beviamo qualcosa.» disse la cartomante, dirigendosi verso un armadietto all’altro capo della stanza. Aprì il mobile e tirò fuori qualche bottiglia.
«Cana!» esclamò Lucy «Tieni gli alcolici anche nella tua stanza?»
«E’ la scorta di emergenza.» si giustificò la cartomante, assumendo un’espressione innocente. «Piuttosto, aiutami a portare i bicchieri!»
«Non credo sia il caso.» s’intromise Wendy. «L’ultima volta che abbiamo bevuto il sakè, non è finita bene.»
«I ragazzi ancora tremano, quando mi avvicino ad un calice.» fu il commento di Erza.
«E’ solo per sciogliersi un po’.» le tranquillizzò Cana. «Non ci ubriachiamo mica! Anche perché a me servirebbero almeno tre dozzine di bottiglie. »
«Wow…» fu il commento a mezza voce di Orihime. «Beve più di Rangiku-san!»
« A proposito di quella volta» esordì Mira, mentre si versava un generoso quantitativo di liquore nel bicchiere.  «Lucy, è vero che hai chiesto a Natsu di coccolarti?» 
La maga stellare, avvampò.
«I-io non ricordo… chi ve l’ha detto?» balbettò.
«È stata Levy.» rispose pacata l’albina, sorseggiando il liquore.
Conoscendo Mira, avrà subito un interrogatorio-  pensò la bionda, rabbrividendo.
«Ho sempre detto che Natsu ti piaceva!» trillò allegra la trasformista, accompagnata dalle risatine delle altre ragazze.
«E io ho sempre risposto che ti sbagliavi.» disse pazientemente la maga stellare. «Natsu ed io siamo amici, non stiamo insieme, e lo sai.»
«Ah, no?» si intromise Inoue, sbigottita. «Io credevo che Natsu-kun fosse il tuo ragazzo!»
«Anche io.»  ammise Rukia.
Ragazze, così non mi aiutate- pensò la bionda, con una punta di irritazione.
«No, non è il mio… ragazzo.» disse con tutta la calma di cui era capace, nonostante avvertisse già un lieve tic alla base dell’occhio. Sentì la gola improvvisamente secca e svuotò il bicchiere, realizzando un secondo più tardi di aver fatto la mossa sbagliata, poiché necessitava di essere nel pieno delle sue facoltà mentali per fronteggiare l’assalto della diavolessa.
La ragazza immagine sorrise, per nulla scoraggiata dalle smentite della maga stellare.
«Non dovre…»
«Allora, Rukia, com’è il vostro mondo?»  la interruppe Cana, mentre versava da bere alla dea della morte. Lucy le rivolse uno sguardo colmo di gratitudine. Per fortuna, esisteva ancora qualche anima caritatevole. Aveva temuto che in assenza di Levy, nessuno sarebbe giunta a salvarla dalle grinfie di Mira.
L’albina le  scoccò un’occhiata densa di disappunto, ma la cartomante le fece l’occhiolino, prima di indicare la bottiglia che aveva in mano con un lieve cenno del capo. Sul viso di Mira balenò per un istante un sorriso che definire demoniaco sarebbe stato un eufemismo.
«Quale? Il mondo reale, o la Soul Society?» domandò Rukia, che non si era minimamente accorta  dello scambio di sguardi.
«Soul Society?»
 La dea della morte si ritrovò così, tra un bicchiere e l’altro, a parlare della Soul Society, degli Hollow e dei compiti svolti da un dio della morte, sotto gli occhi sempre più increduli delle fanciulle .
«So che può sembrarvi complicato.» affermò la shinigami. «Accidenti! Se avessi avuto ancora il mio blocco, avrei potuto semplificare con qualche disegno…»
Orihime ridacchiò. La dea della morte si voltò verso di lei, aggrottando le sopracciglia perplessa.
«No, stavo pensando… la Soul Society, la nostra prima invasione… Ne abbiamo passate tante insieme, neh, Kuchiki-san?» disse la fullbringer con tono nostalgico, intanto che si versava un altro bicchierino di sakè.
«Già.» concordò Rukia, abbozzando un sorriso.
«Vi conoscete da molto?» domandò Erza.
«Circa due anni.» rispose la sinigami, bevendo un sorso.
«Sembrate  un gruppo molto affiatato.» notò la rossa.
«A me non è parso proprio.» commentò Cana, che giocherellava con una bottiglia quasi vuota.  « Ieri ho creduto che il rosso, Ichigo e il ragazzo con gli occhiali sarebbero venuti alle mani da un momento all’altro.»
«Erano sconvolti per la storia della frattura dimensionale, come tutti!» li difese Orihime.
« Anche se bisticciamo spesso, ci vogliamo bene, e ognuno di noi darebbe la sua vita pur di proteggere l’altro.» affermò Rukia «Siamo molto uniti.»
«Uniti?»
Mira si girò verso la dea della morte, spalancando gli occhi blu.
Oh, no-  pensò Lucy.
Le altre maghe rimasero in silenzio, lo sguardo che andava dalle forestiere alla trasformista.
 «Questo sì che è interessante! Uniti, in che senso?» disse questa con un sorriso che la bionda trovò decisamente inquietante.
«Sei terribile, Mira- nee» la rimproverò Lisanna.
«Cosa?»  domandò la dea della morte, certa di aver perso il filo  del discorso.
«Se, per caso, i rapporti tra voi vanno oltre la semplice amicizia…» spiegò la ragazza immagine, continuando a sorridere.
«COSA!?» disse di nuovo la dea della morte, realizzando dove l’albina volesse andare a parare. Accanto a lei, ad Orihime andò di traverso il saké e prese a tossire.
«Insomma! Siete fidanzate o no con uno di quei quattro?» domandò Cana, spazientita.
«N-No! Come vi viene in mente?» esclamò sconcertata la shinigami, tentando di ignorare il calore che le risaliva il collo.
«Ma vi piace qualcuno dei vostri amici, vero?» tornò all’attacco la diavolessa.
Le due ragazze arrossirono violentemente. Mira sorrise vittoriosa.
«Come immaginavo. Chi sono i fortunati?» trillò allegramente.
Lucy avrebbe voluto intervenire, tuttavia, distogliere l’attenzione della trasformista sarebbe equivalso a diventare di nuovo il bersaglio delle sue domande. Sapeva di comportarsi da egoista, ma la paura di un nuovo interrogatorio era abbastanza grande da far sfumare il senso di colpa. Inoltre, il suo aiuto sarebbe servito a poco.
Ormai erano nelle grinfie di Mira, il demone del pettegolezzo.
Non poteva fare più nulla.
«Tranquille, il vostro segreto è al sicuro, non ci permetteremmo mai di tradirvi.» disse l’albina tentando di apparire il più rassicurante possibile, con scarso successo.
«Potete fidarvi: siamo brave a tenere i segreti. Nessuna di noi, per esempio, ha detto a Gray che Juvia stravede per lui.»
« Quello non è mica un segreto!» replicò Cana, sghignazzando.
«Juvia ama solo Gray-sama!»
«Visto?»
«Dunque…» riprese la parola la ragazza immagine, puntando gli occhi sulla sua nuova preda. «Orihime, chi è il ragazzo che ti piace?»
«Forse, ieri Gemini si stava riferendo a lei..» azzardò Lisanna.
Rukia sentì ancora più caldo e prese un lungo sorso dal bicchiere.
«Mhh, tu credi?» fece la sorella maggiore, stringendo gli occhi e sporgendosi in avanti per osservare meglio la fullbringer. Quest’ultima afferrò istintivamente il cuscino  e lo mise davanti a sé, come se potesse farle scudo dallo sguardo inquisitorio dell’albina.
 «E’ un peccato che Renji l’abbia bloccato sul più bello, morivo dalla voglia di sapere di chi fosse innamorato.» commentò quest’ultima, sbuffando.
«Forse, Abarai-kun si vergognava: dopotutto, è un argomento personale.» disse timidamente Inoue, in un vano tentativo di convincere la diavolessa a desistere.
«Per quale ragione avrebbe dovuto vergognarsi?» replicò Cana, inarcando un sopracciglio.
«Forse, perché l’oggetto del suo amore era con noi, quel pomeriggio alla gilda.»  ipotizzo la trasformista, osservando le povere vittime.
«Rukia» esordì.  «In che rapporti sei con Renji-kun?» domandò, con la stessa nonchalance con cui si chiede l’ora a un passante.
La shinigami deglutì un paio di volte, aiutandosi con un po’ di liquore, e fissò dritto negli occhi quel demonio travestito da angelo.
«Noi ci conosciamo fin da bambini.» rispose, scegliendo con cura le parole « Siamo praticamente cresciuti insieme.»
«Davvero? Interessante.» commentò Mira.
«Si. Ormai, è più di mezzo secolo che ci frequentiamo…» dichiarò la dea della morte, non riuscendo a trattenere un sorriso.
«COOOOOSA!? Ma quanto campate voi dei della morte?» esclamò Evergreen.
«Parecchio.» rispose Rukia, mentre si concedeva un altro sorso di sakè, sotto lo sguardo invidioso delle maghe.
«Quindi lo conosci moooolto bene.» disse maliziosamente la ragazza immagine.
«Ehm…» mormorò la dea della morte in difficoltà.
«Sakè! Sakè! Portatemi dell’altro  sakè!» tuonò Erza, salvando la shinigami in extremis.
«Erza, calmati…»
«Zitta, Juvia! Sarò calma quando avrò il bicchiere pieno!»
«Ehm, io sono Lisanna.»
«Ci penso io.» intervenne Cana, dirigendosi immediatamente verso l’armadietto dei liquori. Trattene una risata, mentre osservava Erza sbraitare e Lisanna farsi piccola piccola dietro al cuscino, implorando l’aiuto della sorella troppo presa a contemplare le nuove arrivate. Il sorriso le si gelò sulle labbra, quando la mano incontrò il ruvido legno dello scaffale vuoto.
Avevano già esaurito le scorte?
Normalmente, si sarebbe infuriata, ma il rischio che la maga con l’armatura le demolisse l’alloggio se non avesse soddisfatto al più presto la sua sete, faceva passare l’essere rimasta a secco in secondo piano. In più, nessuna delle ragazze era abbastanza brilla da farsi sfuggire qualcosa di succulento. Disperata, posò lo sguardo su alcune bottiglie dal vetro scuro. Inevitabilmente, ripensò a come fossero finite ad occupare il ripiano più basso del mobile.

***

Bacchus sorrise sornione, osservando l’imbronciata maga delle carte che aveva di fronte.
«Oooh, non dirmi che sei ancora arrabbiata con me per la sconfitta subita?» la punzecchiò, mentre il sorriso si faceva più largo.
Lo sguardo omicida della ragazza fu una risposta sufficiente. Rise, niente affatto intimidito.
«Se vuoi, possiamo sfidarci di nuovo; così, magari, potrò portarmi via anche i tuoi slip!» sghignazzò.
«O io potrei portarmi via i tuoi.» replicò Cana, ghignando di rimando.
« Dubito che tu possa riuscirci, ma mi piace la tua determinazione.» affermò il falco ubriaco.
E non solo quella.
Rovistò nella bisaccia, tirò fuori alcune bottiglie e le passò alla cartomante, che lo guardò perplessa.
«E’ uno speciale liquore alle erbe, roba forte.» le spiegò.« Usalo per farti le ossa e quando sarai pronta, torna da me.»
Un sorriso compiaciuto si dipinse sul volto di Cana.
«Ci sto.»
Anche Bacchus sorrise, prima di farsi serio.
«Un ultimo avvertimento:questa roba ha un effetto sinergico spaventoso, quindi, non toccare altri alcolici, né prima, né dopo, se non vuoi combinare disastri.»

***

Esagerato.
 Ma a che pro raccontarle una menzogna?
«Insomma! Arriva o no il sakè?» gridò Erza dall’altro capo della stanza.
«Ho trovato qualcosa di meglio!» disse in fretta la cartomante, afferrando le bottiglie.
Aveva scelto il minore dei mali.- rifletté, intanto che versava da bere alle amiche.
 Forse.

***

«Siamo arrivaaaatiiii!» strillò a squarciagola Bixlow, spalancando il portone.
«E non urlare, cretino!» sbottò Macao.
«Happy, fai gli onori di casa.» disse il mago del Figure Eyes, ignorandolo bellamente.
«Aye!» trillò l’exceed sfrecciando in avanti e sparendo nelle tenebre. Si udì uno scatto e l’intera sala fu illuminata dalle decine di lacrima affisse ai grossi lampadari attaccati al soffitto.
«La cantina è di là.» indicò Wakaba.
Intanto, Renji, stringendo ancora il cappuccio della felpa, si fece strada verso il bancone. Si accomodò su uno sgabello e fece sedere l’amico accanto a sé.
«Grazie, eh.» disse sarcastico il sostituto shinigami, mentre il rosso lo lasciava finalmente andare.
«Prego.» rispose il luogotenente, sorridendo divertito.
Il ragazzo dai capelli arancioni stava per mandarlo a quel paese, ma fu distratto da Elfman, Chad, Bixlow e Gray che li raggiunsero, carichi di bottiglie e barili.
«Comincia il divertimento!» gridò Bixlow.
«Divertimento!» ripeterono i suoi “bambini”.
«Tu, datti da fare!» ordinò, lanciando una bottiglia ad Ishida, che si trovava vicino al bancone.
«Cosa?» disse confuso il quincy, afferrando l’oggetto prima che lo beccasse in testa.
«Mira non c’è.» spiegò il mago. «Ci serve un barista.»
« E perché io?» fece scettico Uryu.
Renji sbuffò e gli sottrasse la bottiglia, iniziando così a riempirsi il bicchiere e quello di Natsu, Gray e gli altri ragazzi.
«Fermo! non ho ancora l’età per bere!» esclamò Ichigo, coprendo con la mano il suo boccale. L’amico emise un verso esasperato.
« Hai ragione. L’esercito di Fiore non passerebbe sopra a un crimine così grave come bere alcol in età minorile.» affermò con sarcasmo il rosso.
«Quanti anni hai?» domandò il mago del ghiaccio, curioso.
« Diciassette.»
«Hai la stessa età di Lucy!» esclamò il rosato, che si era seduto vicino a lui.
«Pazzesco! Sei più piccolo di me!» disse Gray, incredulo.
«Perché? Tu quanti anni hai?» chiese lo shinigami, inarcando un sopracciglio.
«Diciotto.» sogghignò il mago del ghiaccio.
«Non sei tanto più grande.» commentò il ragazzo dai capelli arancioni.
«Comunque, qui non abbiamo limiti d’età, per quanto riguarda gli alcolici.» mise in chiaro Gray.
«Davvero?» esclamarono i due dei della morte.
«Si, quindi bere non aggraverà la tua posizione di ricercato proveniente da un altro mondo.» fu il commento ironico di Bixlow, che si stava facendo riempire il bicchiere da Ishida.
Lo shinigami strinse la presa sul calice, restio a scoprirne la cima.
«Dai, Ichigo! Un bicchierino non ha mai ucciso nessuno!» lo incoraggiò Renji.
il ragazzo dai capelli arancioni sospirò.
« E va bene.» si arrese, lasciando andare il calice.
 «Ma uno solo.» disse serio.
«Non ti sto mica obbligando!» rise Renji.»
«Però mi hai portato fin qui con la forza...» replicò il dio della morte.
«Che prendi?» lo interruppe Bixlow. «Sakè o vino rosso?»
«Abbiamo anche la birra.» dichiarò Max.
«E i superalcolici.» aggiunse Uryuu, che osservava affascinato la lunga fila di bottiglie sulla mensola dietro il bancone.
«Ehm, io…» esordì la fragola incerta. Non aveva mai toccato alcol, la sua conoscenza dei liquori era prossima, se non pari, allo zero. Decise di scegliere a caso.
Dopotutto, è solo un bicchiere.
«Vada per il vino rosso.» disse, piuttosto determinato.
Renji si fece passare una bottiglia panciuta da Elfman e versò un generoso quantitativo di liquido rosso scuro nel bicchiere del dio della morte.
«Alla salute!» strillò Wakaba, sollevando il calice. Gli altri lo imitarono e svuotarono i loro boccali.
Ichigo annusò sospettoso il contenuto del suo bicchiere. L’aroma fruttato lo incoraggiò a prendere un piccolo sorso. Il vino era corposo, dolciastro e con un retrogusto di prugna. Il sapore frizzantino gli solleticò piacevolmente la lingua.
E’ buono- considerò, mentre una seconda sorsata si univa alla prima. La gola pizzicò quando deglutì, e storse leggermente la bocca.
«Ok, non è male.» concesse, guardando un compiaciuto Renji.
«Yo-ho, beviamoci su!» urlò Natsu, tracannando il suo boccale. «Ora capisco perché a Cana e alle ragazze piace tanto il sake!»
«Ehi, fiammifero, vacci piano!» lo riprese Gray, che stava aggiungendo qualche cubetto di ghiaccio al suo bicchiere.
«Preoccupati per te, granita!» lo rimbrottò il drago «Scommetto che sverresti al primo bicchiere!»
«Hai perso allora, visto che sono al secondo!» ribatté il mago del ghiaccio, ghignando.
«Ma non si stufano mai?» commentò il sostituto shinigami.
«A quanto pare no.» constatò il quincy.
Renji, silenziosamente, prese la bottiglia e versò un po’ di vino nel bicchiere della fragola. 

Note:
Allora?  Mira riuscirà ad estorcere alle nuove, e vecchie, arrivate quello che vuole sapere? Il piano diabolico di Renji avrà successo? Ishida sfonderà come barista? Come al solito fremo per conoscere i vostri commenti ;). Chiedo scusa per l'attesa moostruosa e per il ritardo con cui rispondo alle recensioni, prometto che cercherò di essere più veloce la prossima volta.
al prossimo chapter, care, Vi saluto!
<3

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Capitolo 9
*** Notte Folle a Fairy Hills- Part 3: The Hangover ***


Buonassera, o dovrei dire buonanotte.... Ma è mezzanotte passata, quindi dovrei dire buongiorno? Vbb... CIAO! avete visto chi è uscita dalla tomba? :D  spero che alcuni di voi ci siano ancora. 
Appuntamento a fondo pagina come al solito. P.S Questo capitolo lo dedico alla mia adorata Mini e lo pubblico per celebrare la fine dell'odiata sessione estiva! ^^

Enjoy! 

 

Notte folle a Fairy Hills

Part 3: The Hangover

I got a Hangover, who-ho!
I've been drinking too much for sure!
I got a Hangover, who-oh!
I got a empty cup
Pour me some more!
So i can go until they close up,eh
And i can drink until i'm told up, eh
and I don’t ever want to grow up,eh
I wanna keep it going, keep keep it going, going, going, going... (Taio Cruz- Hangover)


 

«Propongo un brindisi: ai vecchi amici e ai nuovi amici.» disse Cana, dopo aver finito di riempire l’ultimo calice con il liquore regalatole da Bacchus.
«Ai vecchi amici e ai nuovi!» le fecero eco le ragazze, prima di bere.
Wendy svenne dopo il primo sorso, Charle anche, Lucy, Rukia e Orihime emisero un gemito strozzato e portarono una mano alla gola, Erza cadde a terra e iniziò a ridacchiare in maniera inquietante; Juvia ondeggiò sul posto e dovette appoggiarsi a Lisanna che fece altrettanto con Evergreen.
«Mi sembra di aver bevuto il fuoco.» sussurrò la fullbringer.
«Il sakè è acqua fresca al confronto.» commentò Juvia, senza fiato.
«Ho un nuovo migliore amico!» esclamò raggiante la maga delle carte, strofinando la guancia contro la bottiglia.
Le sarebbe toccato ringraziare Bacchus.
«Una bevanda del genere dovrebbe essere illegale!» affermò Lucy, non appena ebbe recuperato l’uso della parola.
«Conoscendo chi me l’ha data, è molto probabile che lo sia.» sghignazzò Cana, mentre si versava un altro bicchiere.
«Bacchus è stato veramente carino, non trovi?» commentò Mira che ora teneva in braccio una Wendy priva di sensi.
«Si,molto. Mi ha sorpreso.» ammise la cartomante, per niente stupita dall’acume dell’amica .
«Voi due sareste perfetti insieme!» trillò  la ragazza immagine con aria sognante. «Perché non gli dai un’occasione?»
«Prima devo riscattare il mio onore!» ribatté la maga delle carte con sguardo infuocato. «Poi, potrei anche dargli una possibilità.» concesse. Il falco ubriaco non le era per niente indifferente ed era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che si era vista con un ragazzo.
«Non ti sembra di esagerare un po’? Ormai, quella faccenda è acqua passata…» fu la replica dell’albina.
«E’ giusto che combatta la sua battaglia!» urlò Erza, rinvenendo.
«Grazie, Erza.»
«Figurati, Lisanna.»
La ragazza immagine scosse la testa con disapprovazione.
 «Un brindisi!» strillò la rossa, sollevando il bicchiere in direzione di Cana, che lo riempì immediatamente.
«Un altro?» boccheggiò Lisanna, strabuzzando gli occhi.
«Problemi?» ringhiò Erza.
«No, no.» si affrettò a dire l’albina, rabbrividendo.
«Ai nuovi amori!» disse allegra Mira, alzando il calice «Che le frecce di Cupido possano colpire i tanti cuori che battono nella gilda!»
«Che razza di brindisi è?» sbottò Lucy.
«Deve esserci un po’ più d’amore a Fairy Tail! Sono stufa che Gajil e Levy siano l’unica coppia di fatto!» spiegò l’albina, mentre accarezzava distrattamente i capelli di Wendy.
«Hai dimenticato Elf-niichan ed E…» intervenne la sorella minore, ma ammutolì, notando Evergreen che minacciava silenziosamente di levarsi gli occhiali.
«Inoltre, era anche per augurare buona fortuna a te, Rukia ed Orihime!» aggiunse la fanciulla dai candidi capelli.
«Io che c’entro?» esclamò la dea della morte.
«Oh! Orihime.» disse la trasformista, cadendo dalle nuvole. « Non ci hai ancora detto chi è il ragazzo che ti piace.»
«E’ vero! Me n’ero scordata!» affermò Cana.
La ragazza interpellata trasalì, ma non si azzardò a proferir parola.
«Allora?» insistette la cartomante. «Perché esiti?»
«Non ti fidi di noi?» domandò dispiaciuta Mira.
«Non è per quello.» chiarì immediatamente Inoue. «E’ che…» disse, sempre più esitante, lanciando un’occhiata fugace alla shinigami che le sedeva accanto.
«Tu vuoi Gray-sama!» proruppe Juvia, con espressione allucinata.
«Nessuno vuole portarti via Gray-sama! Per l’amor del cielo, calmati!» sbottò Mira, che iniziava a perdere la pazienza.
«Stavi dicendo?» disse, rivolgendosi nuovamente ad Orihime. La fullbringer, ormai con le spalle al muro, guardò i volti delle fanciulle, che impazienti  pendevano dalle sue labbra.
Non aveva scampo.
Prese un bel respiro.
Tanto valeva dirglielo.
«K-k-k…» balbettò a fatica, la gola secca, le guancie in fiamme.
«Si?» fece l’albina incoraggiante.
«Kurosaki-kun.» esalò Inoue, prima di bere d'un fiato il bicchiere come se fosse stato the freddo.
«L’imbranato?» esclamò sconcertata la cartomante.
«Cana!» strillarono in coro le ragazze, arrabbiate per la mancanza di tatto dell’amica.
«Lo sapevo!» gridò Mira euforica, alzando le mani al cielo e lasciando Wendy, che scivolò sul pavimento. Tuttavia, la piccola Dragon Slayer non si svegliò, né emise alcun lamento.
 «Scusate.» disse Cana. « Sul serio ti piace?» chiese, inarcando un sopracciglio.
«Non mi piace…» disse la fullbringer, con il volto rosso fuoco.«Io… amo Kurosaki-kun.»
Nella stanza calò il silenzio. Cana trasalì, Mira si portò le mani al viso,  Lucy sgranò gli occhi e Rukia si girò verso l’amica con sguardo indecifrabile.
«Inoue…» mormorò, gli angoli della bocca incurvati in un triste sorriso appena accennato.
«Ehm… Quando ho detto “imbranato”, intendevo…» esordì Cana, imbarazzata.
«Non c’è bisogno di scusarsi, Cana-san. Anche nel nostro mondo lo prendono in giro per questo motivo.» intervenne la shinigami, mentre poggiava una mano sulla spalla della fullbringer. «Ed usano epiteti meno gentili di “imbranato”.»
«Perché non glielo dici, Orihime?» domandò Lisanna, mentre sottraeva Wendy alla sorella.
«N-no! Non potrei mai!» strillò la fanciulla, terrorizzata solo all’idea.
«Ma non puoi nemmeno lasciarlo all’oscuro!» disse preoccupata la trasformista.
 «Ichigo-san dovrebbe essere onorato che una ragazza magnifica come Orihime-chan sia innamorata di lui!» strillò la maga dell’acqua con occhi lucidi, gettando nel panico le maghe che le sedevano vicino.
« Non può compiere un gesto così avventato! Siete impazzite?» gridò Lucy per sovrastare i singhiozzi di Juvia. «Non sappiamo come reagirebbe Ichigo!»
«E’ vero.» riprese la parola Cana. «E’ difficile capire cosa passi per la testa di quel ragazzo.»
«Nemmeno io saprei dirlo con sicurezza: invia segnali troppo contrastanti!» ammise Mira Jane, leggermente irritata.
«Ragazze, così la deprimete.» fece notare Evergreen, osservando Orihime accasciarsi sulla spalla di Rukia.
 «Non darle troppo peso.» si affrettò a rassicurarla Lucy. «Se le supposizioni di Mira fossero vere, metà della gilda avrebbe una cotta per me!» ridacchiò.
«Va bene, a volte perfino io posso sbagliare.» concesse la ragazza immagine. «Ma non ho commesso errori riguardo a Natsu… e te.»
«Ti prego, dammi tregua.» implorò la biondina.
«No. Finché non smetterai di mentire a te stessa e ammetterai che lui ti piace!» affermò risoluta la diavolessa.
«Se non ti piacesse, non gli permetteresti di dormire con te!» commentò Cana.
«Dormite insieme?» Le domandò Rukia, sgranando gli occhi.
«Infatti, io non voglio che dorma con me!» replicò la maga stellare, alzando la voce ed ignorando la nuova ondata di calore in zona zigomi. «Se Mira smettesse di dargli le chiavi di casa mia…»
«Me le chiede sempre, è così carino!» disse la trasformista, deliziata. «Dovresti smettere di continuare a cambiare serratura!» la rimproverò.
« Non mi sembra che la cosa ti dispiaccia così tanto.» si intromise Evergreen, impedendo alla maga stellare di controbattere.
«Cosa?» chiese quest’ultima.
«E’ vero! Happy dice che sorridi sempre nel sonno quando Natsu si sdraia accanto a te!» esclamò Lisanna, suscitando nuove risatine nelle ragazze ormai alticce.
Il viso di Lucy divenne delle più svariate tonalità di bordeaux. Si era spesso vantata delle sue abilità retoriche e di come queste l’avessero spesso salvata nelle occasioni in cui anche la forza bruta si era dimostrata inefficace. Ma ora, chiusa in quella stanza, sola e accerchiata, un solo pensiero albergava nella sua testa, mentre il repertorio di risposte collaudate e graffianti svaniva dalla sua mente con la stessa rapidità di un fiocco di neve che cade su una distesa di magma.
Perché Levy aveva scelto proprio quella sera per uscire con Gajeel?
 

***

«Dai! Dai! Dai! Dai! Dai! Dai! Dai!»
Yasutora Sado digrignò i denti per lo sforzo, ma non demorse.
Voleva vincere.
 Si ricordò di inspirare, evitando di andare in apnea come un comune dilettante. Nemmeno il suo avversario sembrava disposto ad arrendersi: ansimava, i tendini in rilievo sul collo, il volto deformato da un’espressione sofferente che incoraggiò il fullbringer a non  cedere terreno.
Un altro po’ e ce l’avrebbe fatta.
Lanciò un urlo disumano, mentre schiacciava la mano dell’avversario sul tavolo.
« Si!» esultò, alzando l’altro braccio.
«E con questa siamo a tre vittorie di Chad, contro le due vittorie di Elfman!» dichiarò Warren, che si stava godendo lo spettacolo insieme agli altri maghi.
Bixlow scoppiò in una delle sue tipiche risate sguaiate.
«Su, Elfman, paga pegno!» 
Il trasformista ingollò il grosso bicchiere colmo fino al bordo di vodka, che gli aveva portato Jet.
 «Non sarà un po’ troppa?» domandò Ichigo con una punta di preoccupazione.
«Altrimenti non sarebbe una penitenza.» giudicò Ishida da dietro il bancone.
 Elfman strabuzzò gli occhi e trattenne un colpo di tosse, prima di gridare “UOMO!” e sbattere il boccale vuoto sul legno.
«Un vero uomo concede sempre la rivincita!» tuonò, poggiando il gomito sul tavolo, in attesa.
«Un vero uomo non rifiuta mai una sfida!» affermò Sado, sistemandosi di nuovo di fronte a lui.
Un sorriso soddisfatto si dipinse sul viso dell’albino.
«Rendiamo le cose più interessanti, che ne dici?.BEAST ARM!»gridò.
Il braccio si ingrandì considerevolmente e si ricoprì di grosse scaglie verdi, sotto gli occhi di un incredulo Chad.
«Elfman, questo è giocare sporco.» lo rimproverò severo Freed.
«Va bene.» disse Yasutora «Allora… Brazo derecho del gigante!» gridò, attivando il fullbring.
«Ooooh!» strillarono sorpresi  i maghi.
«Questo sì che è un uomo che sa far parlare i suoi pugni!» urlò il trasformista, entusiasta.
«Cominciate!» strillò Max, abbassando il braccio, mentre i suoi nakama riprendevano il coro di incitamenti.
«Dai! Dai! Dai! Dai! Dai! Dai! Dai!»
Il sostituto shinigami sorrise, prima di prendere un’ abbondante sorsata di vino. La sua attenzione fu attratta dall’altra competizione che si stava svolgendo al suo fianco.
Natsu sbatté il boccale vuoto sul bancone.
«Un’altra!» strillò.
«Anche io!» gli fece eco Gray, imitando il rosato.
«Sei ancora in tempo per arrenderti, Natsu.» affermò. «Smettila, prima che ti senta male!»
«Sicuro di stare bene, granita? Stai ciondolando.» disse il Dragon Slayer, scoprendo i canini in un ghigno provocatorio.
«Mi vedi dondolare perché sei ubriaco!» replicò il mago del ghiaccio, tirandogli un pugno sulla spalla, che andò parzialmente a segno, suscitando una risata nel drago.
Io credo che siano ubriachi entrambi- pensò Ishida, mentre posava i boccali colmi di birra davanti ai due maghi. Il luogotenente della sesta brigata si piegò leggermente all’ indietro per raccogliere la bottiglia di vino nascosta dietro lo sgabello. Attento a non farsi scoprire, riempì appena il bicchiere del sostituto shinigami.
«Allora, vi state divertendo?» chiese Bixlow, accomodandosi sullo sgabello accanto a Renji
«Abbastanza.» rispose il ragazzo dai capelli arancioni.
Tralasciando il mancato assideramento, l’essere quasi stato bollito vivo e il tentato omicidio da parte di una donna senza vestiti con la passione per le armi bianche, la serata si stava rivelando piacevole.
Sollevò il bicchiere di vino, lo guardò perplesso per un attimo, poi alzò le spalle e buttò giù qualche sorso.
«Concordo.» affermò il mago del Figure Eyes scuotendo la testa. «Abbiamo tutto l’alcol e il cibo che ci serve, ma manca la compagnia.»
«Uh?» fece Ichigo, alzando le sopracciglia.
«Chissà se le ragazze si stanno annoiando. Forse avremmo dovuto invitarle.» continuò l’altro.
«Ma sei uscito di senno?» proruppe Freed, che li aveva raggiunti. « Ti sei già dimenticato di Erza?»
«Sono sicuro che ci avrebbero perdonato, una volta sentita l’ offerta.» replicò Bixlow, ghignando.
«Devo ammettere che un po’ vi invidio. » disse Renji, girandosi verso il Mago del Figure Eyes «La vostra gilda pullula di belle ragazze, siete fortunati.».
« Più che una gilda di maghi, sembra un’agenzia di modelle.» fu il commento del quincy intento a pulire un bicchiere.
«Non fatevi ingannare dalle apparenze: le donne sono i membri più tosti della nostra gilda.»  affermò Macao con orgoglio.
«Anche le vostre amiche non hanno nulla da invidiare alle nostre ragazze.» dichiarò Jet.
«soprattutto quella Orihime.» disse Max con espressione sognante.
«Anche l’altra. Nonostante preferisca le ragazze formose, ammetto che le tipe piccolette come lei o Levy mi intrigano.» affermò Bixlow.
«Stai lontano da Levy!» strillarono Jet e Droy.
«Non mi azzardo nemmeno ad avvicinarmi a Levy, e anche voi dovreste starle alla larga!» li ammonì il mago.
«Non si toccano le ragazze dei propri nakama, è la regola!» disse con tono serio, mentre le bambole volteggiavano minacciose alle sue spalle.
«E non vuoi che Gajil ti uccida.» mormorò Freed.
«Anche.» ammise Bixlow, prima di emettere un sospiro amareggiato.
«Peccato che il Master non le abbia messe in gruppo con noi. Ovviamente, ha ritenuto più saggio non dividervi. Avrei voluto fare un tentativo con Orihime, o con Rukia.»
«E basta!» tuonarono all’unisono i due dei della morte.
«Perché così gelosi?» domandò il mago del Figure Eyes, con un sorriso sornione. «Non sono le vostre ragazze, giusto?»
I viandanti dimensionali trasalirono.
«Ci sono tante ragazze nella vostra gilda, perché proprio loro due?» insistette il luogotenente della sesta brigata, glissando la domanda.
«Sono volti nuovi.» gli spiegò Macao. «Un po’ di curiosità è normale.»
«Sono dannatamente carine.» aggiunse Max.
«E non sono zona proibita.» terminò Bixlow.
«O almeno, credevamo che non fossero zona proibita.» precisò Freed, guardando i forestieri con rinnovato interesse.
«Zona proibita?» ripeté il sostituto shinigami, scambiando un’occhiata con Renji che alzò le spalle.
«Vedi, Ichigo.» riprese la parola Il mago del Figure Eyes «E’ importante far capire agli altri quando una donna è tua e nessuno, a parte te, ha il diritto di avvicinarsi a lei.»
«Ne stai parlando come se fossero oggetti! Vergognati!» lo interruppe Ishida, sdegnato.
«No, mi hai frainteso.»  si affrettò a chiarire Bixlow.« Sto solo cercando di spiegargli che, quando una ragazza gli piace, deve sbrigarsi a metterlo in chiaro; altrimenti c’è il rischio che arrivi qualcuno e gliela porti via da sotto il naso.»
«Come ti sentiresti, per esempio, nel vedere la bellezza dai capelli arancioni, che avrebbe potuto essere la tua donna, tra le braccia di qualcun altro?» chiese a bruciapelo.
A Ichigo andò di traverso il vino.
Il quincy sospirò.
«Non deve essere una sensazione piacevole.» ammise.
«No, per niente.» bofonchiò il rosso.
« Ti ringrazio,  terrò a mente il consiglio.» disse il sostituto shinigami, che desiderava chiudere lì quella stramba conversazione.
«Comunque, non credo che avrò un problema simile: ora non ho tempo per pensare alle ragazze.» aggiunse, mentre giocherellava con il bicchiere.
«Troppo occupato a salvare il mondo.» commentò ironico Renji.
«Sciocchezze! Non puoi dire una cosa simile alla tua età!» lo rimproverò Wakaba.
«Bene. Quindi, se quelle ragazze non sono zona proibita, ho diritto ad un’opportunità!» riprese la parola il mago del Figure Eyes, animato da nuovo entusiasmo.
«E la regola che hai accennato prima…» intervenne Ishida.
«Allora non stavi ascoltando!» sbottò Bixlow. « Il fatto che una ragazza ti piaccia non la rende automaticamente off-limits!»
«Invece sì. Non comportarti da zotico.» lo ammonì il mago delle rune accanto a lui.
«Ma Freed! se dovessi davvero applicare questa regola, tutte le ragazze della gilda sarebbero zona proibita!» protestò l’amico.
«Va bene il cameratismo, ma se dovessi stare ai comodi dei miei nakama, farei prima a morire di vecchiaia!» esclamò, colpendo il bancone con un pugno. «Guarda Natsu quanto ci ha messo!»
«Natsu! Natsu! Natsu!» trillarono le immancabili bambole, circondando il Dragon Slayer.
«Non so di cosa stai parlando.» mentì quest’ultimo. «Toh, guardate, Elfman è in vantaggio...» disse frettolosamente, tentando di sviare l’attenzione dei ragazzi.
Purtroppo per lui, non funzionò.
«Ah, no?» domandò Bixlow, con un sorriso talmente largo da mostrare anche i molari.«Un uccellino blu ci ha detto che ardi di passione per una bionda di nostra conoscenza.»
«Che sei cotto di una certa maga degli Spiriti Stellari…» gli fece eco Jet.
Il rosato sobbalzò, preso alla sprovvista. Alzò lo sguardo verso quello che, fino a mezzo minuto fa, considerava il suo amico più fidato e  custode dei suoi segreti, intento a svolazzare sopra la testa di Ishida.
 «Erano preoccupati per te e io gli ho solo detto che non eri malato.» si giustificò Happy, in risposta alla sua espressione sconvolta. «Ho sbagliato?»
« Le voci sono vere.» commentò Freed, senza fiato.
«Sei innamorato di Lucy?» domandò Macao, sgranando gli occhi.
Natsu desiderò con tutto il cuore che il pavimento lo inghiottisse, sottraendolo alle decine di occhi puntati su di lui. Cercò di improvvisare una o più scuse che lo aiutassero ad uscire da quella situazione che il suo infallibile istinto di drago aveva riconosciuto come “pericolosa”, ma tutto ciò che gli uscì dalla bocca fu un suono inarticolato.
«Io… non lo so.» disse una volta recuperate le funzioni vocali.
«Che razza di risposta è?» lo aggredì Wakaba.
«Non è difficile da comprendere. O la ami o non la ami.»  affermò il mago del ghiaccio, incrociando le braccia al petto.
«Parla per te!» ruggì il Dragon Slayer, irritato. Il polaretto era l’ultima persona che doveva azzardarsi a dargli consigli.
«Vedi di riuscire a capirlo prima che la sola vista di Lucy ti faccia incendiare la gilda!» rincarò Gray, divertito più del solito dalla vista del rosato in escandescenza.
«Non ho mai conosciuto una persona più imbranata di te!» affermò Wakaba, vuotando il boccale di birra.
«Oi! Oi! C’è Ichigo!» disse in fretta Renji, girando lo sgabello del sostituto shinigami.
«Maledetto.» sibilò il ragazzo dai capelli arancioni, mentre sentiva addosso lo sguardo carico di curiosità dei maghi.
«In effetti…» concesse Macao.
«Puoi anche evitare di ricorrere a scuse: I fatti delle terme parlano da soli.» sghignazzò Wakaba, seguito dagli altri.
«Più che altro, sembri avere un serio problema: hai visto sei ragazze nude e sei quasi morto! Stai messo peggio di Freed!» biascicò Droy, mentre mordicchiava l’ennesima coscia di pollo.
Ichigo sentì montare la rabbia.
Da quando il senso del pudore era diventato un problema?
«Ancora? Vi ho detto che era una messinscena!» gridò esasperato il mago delle rune.
«Sei proprio sicuro che non fosse la prima volta che…»
«BASTA!»  urlò il ragazzo dai capelli arancioni, alzandosi in piedi. «Non sono un incapace! So benissimo come è fatta una donna!  E mio padre mi ha fatto il discorso quando avevo undici anni! »
Traumatizzandolo, avrebbe dovuto aggiungere.
«Quindi, so pure come funzionano certe cose anche se non sono il mio primo pensiero!»
«Ma nemmeno l’ultimo.» commentò sottovoce il dio della morte con i capelli rossi.
Il sostituto shinigami digrignò i denti e gli rivolse uno sguardo tale che perfino il suo hollow interiore sarebbe fuggito a gambe levate.
 I maghi vicino a lui iniziarono a prendere le distanze.
Era stufo, terribilmente stufo di essere lo zimbello di turno a causa della sua innocenza. Non si sarebbe fatto prendere in giro anche in questo mondo, gli bastavano già le frecciatine dei suoi amici e di mezza Soul Society- soprattutto da parte dei membri dell’Undicesima.
La sua reiatsu aumentò vertiginosamente, iniziando a far vibrare la vetreria del piano bar.
«Ehm, ok, ma ora calmati.» disse cauto Macao, temendo l’arrivo di una rissa o peggio.
«Abarai, è colpa tua! Fa’ qualcosa!» sibilò il quincy.
«Sta’ tranquillo. Ha lasciato Zangetsu al dormitorio, è tutto sotto controllo.» lo rassicurò il rosso, che si stava godendo lo spettacolo.
Rukia non ci crederà quando glielo racconterò.
«E non ci voglio provare con Inoue!» buttò fuori il dio della morte, sempre più alterato. I ragazzi arretrarono ancora di più.
«E perché? Non ti piace?» domandò  a sorpresa Bixlow, l’unico a non essersi accorto dell’aura omicida emanata dal ragazzo.
Ichigo  trasalì e si voltò verso di lui. La pressione della forza spirituale si attenuò, consentendo a Macao e agli altri di tirare un sospiro di sollievo.
 Lo shinigami aggrottò le sopracciglia, come a riflettere sulla risposta più giusta da dare.
«Non ho detto questo.» disse.
 Renji e Ishida sgranarono gli occhi. Happy si immobilizzò a mezz’aria.
«E’… si, interessante.» ammise, impacciato.
«Dannazione! E’ una ragazza, non un libro fantasy!» sbottò il mago del Figure Eyes, spaventando il dio della morte che tornò a sedersi sullo sgabello.
Macao si accasciò su una sedia, tenendo una mano sul cuore. Stava iniziando a capire perché il master desiderasse così tanto andare in pensione.
« Ma scusa, se ti interessa, perché non ti butti?» chiese Freed.
« Non posso! E se non le piacessi?»  ribatté il ragazzo dai capelli arancioni.
« Allora lei ti piaaaaaaaace!» trillò Happy, atterrando sul bancone.
«Se poi lei mi respinge? Rovinerei la nostra amicizia.» continuò la fragola, ormai senza freni.
Lo shinigami accanto a lui sputò il vino, colpendo il quincy che aveva di fronte.
«Abarai! Che cavolo, il vino rosso non viene via!» strillò Ishida,  guardando con orrore le chiazze bordeaux sulla divisa bianca.
«Scusa, Ishida.» disse il dio della morte, tra un colpo di tosse e l’altro.
«In tutta sincerità, Ichigo, io credo che Inoue farebbe di tutto, meno che respingerti.» affermò, appena recuperato l’uso della parola.  L’amico gli scoccò un’occhiata dubbiosa.
«Dici?»
Tutti i ragazzi annuirono.
«Sicuro.» rispose il luogotenente della sesta brigata, sorridendo.
«E’ davvero più imbranato di Natsu!» affermò Bixlow.
«Che ti avevo detto?» ghignò Renji.
«Oi!» esclamarono Ichigo e Natsu.
«Però, devi stare attento, ragazzo.» li interruppe Macao, avvicinandosi al sostituto shinigami.
«A cosa?» fece Ichigo, preoccupato dall’ espressione seria sul viso del mago.
« Hai detto di non avere tempo per le ragazze, ma loro potrebbero non averne per te, dopo.» spiegò il mago dai capelli viola.
«Bixlow sarà anche stato un po’ rozzo con il discorso di prima, ma c’è del vero in quel che ha detto.» continuò con  voce grave. « Ecco perché voglio avvertirti.» Il suo sguardo vagò dal ragazzo con i capelli arancioni all’altro viandante dimensionale, indugiò su Nastu, per poi passare a Gray, Jet Droy, Freed e il resto dei giovani maghi.
«Lei non aspetterà per sempre.»
Uno schianto di legno spezzato fece sussultare i ragazzi, che si voltarono per individuarne la fonte.
«Oh, ha vinto Chad.» commentò Ichigo.
«Dici che il master si accorgerà della mancanza di un tavolo?» mormorò Wakaba, lievemente preoccupato.
«Possiamo chiamare Lavi domani mattina, e fargliene fare uno nuovo prima che arrivi.» sussurrò Macao, lottando contro un nuovo capogiro, mentre guardava Sado che, tra una scusa e l’altra, aiutava Elfman a rialzarsi da sopra i resti del mobile.
«Buona idea.» concordò l’altro.
Natsu approfittò della distrazione per defilarsi, Renji per svuotare la bottiglia nel bicchiere del sostituto shinigami.


 

Note
E anche il terzo atto è andato-spero- a buon fine. Spero vi piaccia la piega che stanno prendendo gli eventi :) 
scusate per l'estrema sinteticità, ma sto morendo dal sonno, quindi scappo!
Ci vediamo tra un mese con la quarta parte! Un bacione! 
<3

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Capitolo 10
*** Notte Folle a Fairy Hills- Part 4: The Game. ***


Ciao a tutti! la faccio molto breve perché:

1) sono in ritardo
2) Sono talmente a corto di idee che non mi è venuto in mente nemmeno un titolo decente, figurarsi delle note.
3)  Ci sono le note a fine pagina :)
quindi, ecco a voi la quarta parte, divertitevi!


Notte Folle a Fairy Hills

Part 4: The Game

«Io ho bisogno di una boccata d’aria.» dichiarò Rukia, alzandosi in piedi e dirigendosi verso la porta. Ci fu un tonfo e un’imprecazione soffocata.
«Aspetta! Ti accompagno.» disse Erza, raggiungendo la dea della morte intenta ad inveire contro la mostra.
«Sicura?» disse Rukia, mentre si massaggiava la fronte.
«Si, non preoccuparti. Mi sono dimenticata una cosa importante, quindi devo comunque andar via.» la rassicurò la rossa. Ed uscirono, dopo aver salutato le altre.
« Io trovo che Natsu-kun sia un bel ragazzo. Mi piacciono i suoi capelli rosa.»- disse Orihime, in uno slancio di sincerità causato dall’alcol. «E ha anche dei bellissimi occhi neri.»
«Natsu non ha gli occhi neri, ma verdi.» la corresse prontamente la maga stellare.
«Ma…»
«Sono verdi.» affermò la biondina, risoluta. «E’ un verde molto scuro. Sembrano neri, ma quando ha paura, è triste o arrabbiato si vede che...» si interruppe, notando con quale espressione le ragazze -soprattutto quella con i capelli bianchi- la stavano guardando.
Oh, Zeref.
«Per la miseria! Ti piace!» strillò Cana.
«E anche tanto, oserei dire.» fu il commento di Ever.
«E’ meraviglioso!» trillò Mira, al culmine della felicità. «Lui ti piace, tu gli piaci, fidanzatevi!» ordinò.
«Non è così facile, Mira-nee.» obiettò Lisanna.
 Ne era rimasta qualcuna ancora in possesso di sanità mentale.- gioì intimamente la maga stellare.
«E’ lo stesso discorso che abbiamo fatto per Orihime.» affermò la biondina.
«Natsu non è così tardo.» replicò Cana.
«Basta, vi prego.» singhiozzò Inoue, abbracciando il cuscino.
Lucy tirò l’ennesimo sospiro, prima di riprendere la parola.
«Ammettiamo che io sia… attratta da Natsu.» esordì, ignorando il gesto di vittoria di quelle che, fino a poco fa, riteneva delle amiche. «Non posso dichiararmi senza sapere se lui prova lo stesso!»
Le fanciulle la fissarono come se fosse uscita di senno.
«Lucy» esordì la cartomante, controllando a fatica il tono della voce. «Sei per caso cieca?»
«Come?» domandò la maga stellare, con voce più acuta del normale.
«Natsu ha già dimostrato di tenere a te in più di un’occasione.» affermò Mira Jane, intanto che lanciava un’occhiata preoccupata a Cana. «Per esempio, quando è corso a salvarti da Master Jose.»
«O quando ha abbandonato le Olimpiadi della Magia per tirarti fuori di prigione.» aggiunse Ever.
«Per non parlare della reazione che ha avuto quando ha pensato che quel masso ci avesse schiacciate.» completò Orihime.
«Ma q-quelle non sono prove!» balbettò Lucy, in difficoltà. «Natsu si sarebbe comportato nello stesso identico modo, anche se al mio  posto ci fosse stato qualcun altro!» affermò con convinzione.
Mira sospirò rassegnata, prima di fissare lo sguardo negli occhi castani della maga stellare.
«Rispondi almeno a questa domanda: se riuscissi ad avere questa fantomatica…
«Ed inutile.» aggiunse la maga delle carte, con tono tagliente.
«…Prova che confermerebbe che Natsu ha dei sentimenti per te, ti faresti avanti senza alcuna esitazione?»
«Io…»
«Attenta» la interruppe la Strauss. « Se menti, lo saprò.»
Nonostante il tono pacato, l’espressione tranquilla e il fatto che non fosse circondata da un’aura demoniaca, alla maga stellare non sfuggì la minaccia insita nelle parole della ragazza immagine. Si morse un labbro, tuttavia non distolse lo sguardo dalle iridi blu pronte a catturare ogni più piccolo dettaglio che avrebbe tradito la menzogna. Se avesse potuto, Lucy le avrebbe detto che non era necessario. Non era certa da dove provenisse quell’improvviso coraggio- forse dovuto al fatto che il tasso alcolico nel suo sangue rasentasse il coma etilico. Sapeva solo che avrebbe detto la verità, lì ed ora.
 Mira ha ragione. Basta mentire.
«Si.»
«Direi che questa serata è stata un successo!» dichiarò la ragazza immagine, con un sorriso che andava da un orecchio al’altro.
«Ma vuoi scherzare?» esplose Cana, facendo sobbalzare tutti i presenti. «E’ un fiasco totale!»
Puntò il dito verso Orihime, che arretrò.
«Lei è innamorata di un verginello imbranato con il terrore per le ragazze, l’altra è da cinquant’anni la migliore amica del ragazzo per il quale ha una cotta, Juvia continua a combattere una causa persa che porta il nome di Gray Fullbuster! E tu…» gli occhi violetti dardeggiarono verso Lucy. «Non vuoi dichiararti al ragazzo che ami, perché hai paura di “rovinare la vostra splendida amicizia”, come in un manga Shojo da quattro soldi!» concluse ansimando. Si attaccò alla bottiglia e in tre sorsi se la scolò.
«Io me ne vado. Questa serata per sole donne è diventata una serata di donne sole. Ci vediamo domani mattina.» ed uscì. 
«Ma che le è preso?» domandò con un filo di voce Lucy, che aveva ancora lo sguardo fisso nel punto in cui pochi istanti prima si trovava la maga delle carte.
«Non spaventatevi. Non è arrabbiata, è solo preoccupata per voi.» le rassicurò l’albina, sistemandosi in una posizione più confortevole.
«Mhhh, a me sembrava fuori di sé.» ribatté la maga stellare, poco convinta.
«Vi vuole bene e le dispiace vedervi così in difficoltà, senza poter far nulla.» continuò la ragazza immagine. «Sembra un po’ rude, ma in realtà è una persona molto sensibile.»
Cana Alberona diede un pugno rabbioso alla ringhiera del balcone.
Come aveva fatto a finire in un simile gruppo di disperate senza accorgersene?
Se le ragazze le avessero raccontato almeno la metà di quello che era riuscita ad estorcere loro quella sera, si sarebbe prodigata anima e corpo per aiutarle; o almeno, avrebbe evitato che la situazione degenerasse a tal punto.
Perché nessuna di loro si confidava con lei? Mira ogni tanto otteneva qualche confessione spontanea, ma nessuna ragazza si rivolgeva a lei per qualcosa che non fosse una lettura dei tarocchi. La giudicavano inadatta a fornire consigli per via dei suoi modi un po’ troppo bruschi? Le aveva sempre sentite dire che doveva essere l’uomo a fare la prima mossa.
Sbuffò infastidita.
Ma dove vivevano, nel Medioevo?
Se qualcosa le piaceva, se la prendeva senza indugiare, che fosse un ragazzo o l’ultimo barile di sakè. Aggrottò le sopracciglia.
Ok, forse paragonare un ragazzo al sakè era un po’ troppo…
Accostò di nuovo la bottiglia alle labbra, trovando il contenitore vuoto. Di umore sempre più nero, scagliò il fiasco nell’oscurità, udendo subito dopo un tonfo e un grido di dolore. Trasalì.
Ma chi…
«Neh, non mi sembra che ti stia divertendo molto.» affermò una voce familiare al suo fianco. Si voltò, aggrottando le sopracciglia.
«E tu cosa fai qui?» domandò, rivolta all’exceed appollaiato sulla ringhiera.
«Ho accompagnato un amico.» rispose Happy con un sorriso. La maga delle carte capì che non le avrebbe rivelato altro. « E tu, cosa fai qui?» chiese poi con tono innocente.
«Scappo dalle mio disastroso pigiama party.» ammise lei.
Il volto del micio si rabbuiò.
«Mi dispiace. Non vi state divertendo per colpa nostra?»
«No.» lo tranquillizzò Cana, accarezzandogli la testa.
«Posso aiutarvi in qualche modo?»
La cartomante tamburellò con le dita sul corrimano, intanto che fissava la città illuminata dalle luci notturne.
«In effetti, c’è qualcosa che possiamo fare per risollevare le sorti di questa serata.» dichiarò, mentre si girava verso l’exceed con il volto di nuovo acceso da un sorriso. Happy, che conosceva fin troppo bene quell’espressione, ghignò di rimando.
«Sono tutt’orecchi, Aye!»
 

***

Le palpebre erano sempre più pesanti, ma non aveva sonno, né si sentiva stanco. A parte una lieve fitta alla base del cranio, stava meravigliosamente. Era anche consapevole di avere un’espressione ebete, identica a quella dello shinigami seduto al suo fianco, stampata in faccia, ma non gli importava. Avrebbe potuto fare qualunque cosa, le preoccupazioni che lo avevano assalito solo qualche ora prima gli apparivano ridicole
  Era molto, troppo, irrazionalmente felice.
Il perché? Non lo sapeva e non avrebbe perso tempo a cercarlo.
Bevve un sorso di vino e il rosso lo imitò.
Natsu caracollò sul palco, strimpellando una chitarra elettrica.
«Indovinate chi sono!» strillò. «Colorful, colorful, Shooby-doo-bop!» iniziò a cantare.
I maghi presero a rotolarsi dalle risate, contagiando i forestieri che tuttavia, non capirono chi il drago stesse imitando.
«Shoo-by-doo-bop! Shalalaaaaaaargh! » gridò il rosato, mettendo un piede in fallo e cadendo dal palco.
«Si sarà fatto male?» domandò Ishida, impensierito.
«Nah. E’ caduto da molto più in alto.» lo rassicurò Gray, prendendo il cocktail che il quincy gli porgeva.
«E’ fantastico! Dovreste farlo ubriacare più spesso!» esclamò Renji.
«Veramente, è così anche da sobrio.» confessò Gray, osservando Il Dragon Slayer arrampicarsi di nuovo sul palco.
«Ma è impossibile!» proruppe Ishida, sconvolto. « Ho perso il conto dei barili che vi siete scolati!»
«Ho il sospetto che il suo corpo bruci letteralmente l’alcol che beve.» disse il mago del ghiaccio, poggiando la schiena contro il bancone in cerca di una posizione più comoda.
«Mi costa ammetterlo, ma se non se ne fosse andato, avrebbe vinto lui la gara.»
«Barrel Surfiiiiiing!» urlò a squarciagola il drago, sfrecciando davanti a loro a bordo di una porta- che Gray riconobbe come quella della dispensa- sopra una fila di barili rotolanti.
CRASH!
«Sempre peggio.» osservò Uryu, alzando un sopracciglio.
«Fenomenale!» commentò il rosso.
«Ichigo! Ichigo! Prova anche tu!» gridò Natsu, riaffiorando tra le botti fracassate.
«Uffa! Ma cosa vuole?» disse il sostituto shinigami, infastidito. «E’ la sesta volta che prova a farmi fare uno di quei giochi assurdi! Non mi lascia in pace!»
«Lo fa per te.» dichiarò Gray, abbandonando lo sgabello per raggiungere il Dragon Slayer.
«In che senso?» fece perplesso il dio della morte.
«E’ stata sua l’idea di  invitarti.» gli spiegò Renji. « Io e ishida abbiamo tentato di dissuaderlo, perché sapevamo che avresti rifiutato, ma lui non ci ha dato retta ed ha insistito per andare a prenderti al dormitorio.»
«E perché ha fatto una cosa del genere?» domandò la fragola, intenta ad osservare Gray surfare sui barili- completamente nudo- e schiantarsi contro un muro.
«Gli eri sembrato triste e voleva che ti divertissi almeno un po’.» rispose il luogotenente della sesta brigata. «Sta tentando, a modo suo, di tirarti su il morale. Sii più gentile.»
« Natsu sembra averti preso davvero in simpatia. Mi chiedo il perché, data la tua  totale mancanza di carisma.» fu il commento pungente del quincy.
«Ha parlato mister simpatia maniaco del punto croce!» replicò sarcastico lo shinigami.
Ishida fece per ribattere, ma fu anticipato dal Dragon Slayer che volò addosso al dio della morte, buttandolo giù dallo sgabello.
«Ahi!» gemette la fragola, massaggiandosi la testa.
«Scusa, Ichigo. » disse il rosato ridacchiando. «Non è colpa mia: l’avevo detto che quella porta curvava male, ma….» ammutolì.
Il dio della morte si ergeva su di lui, le sopracciglia aggrottate, studiandolo con sguardo indecifrabile.
 Renji aggiunse altro vino al bicchiere, senza perderli di vista.
Ishida si preparò a scavalcare il bancone.
«Posso provare?» chiese Ichigo, abbozzando un sorriso.
«Certo! Seguimi!» disse elettrizzato il Dragon Slayer.
I due viandanti dimensionali tirarono un sospiro di sollievo.
«Barrel surfiiiing!» urlò il sostituto shinigami, sfilando davanti a Ishida e Renji.
CRASH!
«Forse è un gioco un po’ pericoloso.» commentò quest’ultimo.
«Leva il “forse”.» asserì l’altro, con voce atona.
«E’ fantastico! Rifacciamolo!» gridò la fragola, emergendo dai barili sfondati miracolosamente incolume.
«Il mio lavoro qui è finito.» affermò Renji, scendendo dallo sgabello.
«Abarai! Dove stai andando?» lo richiamò Ishida.
«Devo fare una cosa.» disse vago il rosso. «Lascio tutto nelle tue mani!» esclamò, alzando il pollice in direzione del neo-barista.
«Vuoi abbandonarmi qui con Kurosaki in quello stato?» tuonò il quincy, indicando il sostituto shinigami in procinto di farsi un altro giro.
«Sei una persona in gamba, sono certo che te la caverai.» disse il luogotenente della sesta brigata, fronteggiando con un largo sorriso lo sguardo colmo di rimprovero del ragazzo.
«Certo, non è niente che non possa gestire…» ammise Ishida, mentre si sistemava gli occhiali.
«Perfetto, allora.» disse il rosso, avviandosi verso il portone.
« Ma non gli farò da balia!» strillò Uryu.
«Grazie!» urlò il dio della morte, mentre si allontanava.
«E non ringraziarmi!»
Afferrata la maniglia, Renji si bloccò sul posto. La baldanza che lo aveva animato fino a pochi attimi prima svanì, sostituita da un’improvvisa preoccupazione.
Happy notò la sua espressione corrucciata e gli planò incontro.
«Ti serve aiuto?»
«A dire il vero, cercavo proprio te» disse il rosso, ritrovando il sorriso.

Note:

e la quarta parte di questa folle notte infinita  è conclusa! Come al solito, fatemi sapere che ne pensate ;) chiedo scusa per la presenza di eventuali errori, questa volta sono stata un po' frettolosa...

Grazie a tutti quelli che mi seguono, recensiscono e anche solo a chi da un'occhiata! Ci vediamo presto! :D

 

 

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Capitolo 11
*** Notte Folle a Fairy Hills- Part 5: The Kidnapping ***


SaaaLve! Pensavate che mi fossi scordata di aggiornare, o che avessi mollato, eh? In realtà, sono stata piuttosto impegnata in questi ultimi tempi e ho dovuto per forza mettere da parte la scrittura ("tanto per cambiare", direte voi XD). Ma ora che ho finalmente un po' di respiro, ho deciso di aggiornare.
Come al solito, ci vediamo a fondo pagina.
Buona lettura!. 
Notte folle a Fairy Hills
Part 5: The Kidnapping
 
 
 
La festa era un trionfo.
Avevano intrapreso una serie di gare di barrel drifting (vinceva chi arrivava più vicino al muro senza schiantarsi.), Macao, Chad, Elfman e Wakaba si erano lanciati in una sfida a poker, Ishida aveva abbracciato definitivamente il suo destino di barista e si era messo a preparare tutti i cocktail della guida di Mira.
Renji era sparito. Ichigo lo aveva visto di sfuggita lasciare la gilda con Happy. Ma non era ancora tornato.
Il portone si spalancò con un fragore assordante. I maghi ammutolirono e  si voltarono, alcuni sorpresi, altri impauriti.
«Bene, bene, bene» esordì una voce ben conosciuta.
Il sostituto shinigami rabbrividì istintivamente.
« Davvero pensavate di far festa senza di noi?» domandò divertita Cana Alberona, varcando l’ingresso insieme alle altre ragazze.
Juvia si lanciò in mezzo ai ragazzi al grido di “Gray-Samaaaa!”, Ever raggiunse il tavolo da poker, prese Elfman per un orecchio e lo trascinò con decisione al piano di sopra, mentre Lisanna, con un largo sorriso stampato in faccia, prendeva il posto del fratello, sotto lo sguardo attonito degli altri giocatori. Cana puntò il bancone e vi si diresse con passo spedito. Ichigo tentò di andarsene con la scusa di alzarsi e offrirle il suo posto.
«Resta comodo» lo anticipò lei con voce suadente, mentre saliva sul piano bar.
«Allora, Ichigo, stai passando una bella serata?» domandò, intanto che si sdraiava con nonchalance sul legno, proprio davanti al sostituto shinigami che, in mancanza di vino, rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva.
«C-credo di si.» rispose lui, tentando di dissimulare l’imbarazzo.  Pregò che il calore che sentiva farsi strada attraverso il collo fino al viso non lo tradisse mutando in qualcosa di più visibile.
Provò a distrarsi guardando il suo bicchiere ormai vuoto; peccato che si trovasse vicino ad un altro paio di  cose che non avrebbe potuto ignorare nemmeno volendo. E l’abbigliamento della cartomante non aiutava.
E nemmeno il fatto di averla vista senza veli qualche ora fa…
«Ehi! La mia faccia è più a destra!» lo richiamò Cana, con una nota di divertimento nella voce.
Ichigo  avvampò.
« Io non stavo guardando le tue facce! » strillò. « No, cioè…» tentò di correggersi, dandosi mentalmente dell’idiota.
La cartomante scoppiò in una risata genuina, contorcendosi sul bancone, davanti allo sconcertato shinigami.
Le donne sono davvero strane.- concluse quest’ultimo.
«Mi sarei preoccupata di più se non lo avessi fatto!» confessò lei, asciugandosi una lacrima.
 Fece passare elegantemente una gamba sopra la testa del dio della morte e si mise seduta, occupando prepotentemente il suo intero campo visivo. Viola  per l’imbarazzo, il povero Ichigo indietreggiò nel tentativo di ristabilire il suo spazio vitale, ma scivolò oltre il bordo dello sgabello. Cana lo acchiappò prontamente per la T-shirt e lo tirò verso di sé.
«Uffa! Rilassati, non ti mangio mica!» sbuffò, mentre lo fissava come un gatto guarda l’uccellino che ha appena catturato tra le sue grinfie.
«Faccio fatica a crederlo.» mormorò tra sé e sé il ragazzo intrappolato tra le sue cosce. Riprovò ad allontanarsi, ma la maga lo teneva ancora per la maglietta e non dava segno di volerlo lasciare.
Cana non poté fare a meno di provare pena per Orihime, mentre mollava la presa con fare rassegnato.
Qua serve un miracolo.
 Oppure…
 Ebbe un’illuminazione.
«Sai cosa ti ci vorrebbe? Un brindisi!» trillò.
Si allontanò e iniziò a frugare nella borsa a tracolla, concedendo allo shinigami la possibilità di guardare qualcosa che non fosse lei o qualche sua parte del corpo.
La mora sorrise, mentre gli mostrava con aria complice una bottiglia dal vetro scuro.
«Non so… Ho già bevuto un bicchiere di vino.» disse la fragola, dubbiosa.
«Quante volte?» ridacchiò Cana.
«Cosa?»
«Dai, aiutami almeno a finire la bottiglia!» lo supplicò. « Considerala un’offerta di pace. Un bicchiere io, un bicchiere tu; poi  prometto che ti lascerò stare.»
«Ma…»
«Non preoccuparti: se mischi due liquori diversi, non ti ubriachi.» lo rassicurò la maga, mentre riempiva il bicchiere.
«Veramente sapevo il contrario…» fu la timida replica dello sinigami.
«Bevi. Se mescoli due alcolici diversi, non ti ubriachi.» ripeté la cartomante, con un sorriso da brivido che a  Ichigo ricordò molto il capitano Unohana.
«Sissignora.» capitolò il ragazzo dai capelli arancioni, prendendo il bicchiere.
«Cin-cin!» trillò la ragazza, avvicinando la bottiglia al boccale del dio della morte.
Ichigo sospirò e bevve il liquore tutto d’un fiato. Tanto valeva farla finita subito.
Non appena deglutì, sentì la gola incendiarsi. Iniziò a tossire e gli salirono le lacrime agli occhi, mentre una colata di metallo fuso si faceva strada implacabile, bruciandogli faringe, laringe ed esofago con tutti gli annessi.
 Si accasciò sul bancone.
Sto per morire.
«Ah, te l’avevo detto che è un po’ più forte del vino rosso?» domandò distrattamente Cana.
«N-no» esalò lo sventurato ragazzo.
«Devo essermi scordata.» disse la cartomante, scompigliandogli i capelli già arruffati. Lo shinigami riuscì finalmente a sollevare il viso dal ripiano di legno, per guardare la sua aguzzina con espressione sofferente. Cana non riuscì a non intenerirsi. I tipi con l’aria da imbranato erano sempre stati il suo punto debole.
Si morse il labbro.
«Scusa. Per tutto. Riconosco che ti ho provocato un bel po’ in questi due giorni.»  ammise. «Ma da me non hai nulla da temere.»
Il ragazzo dai capelli arancioni aggrottò le sopracciglia.
«Sarò pure un po’… disinibita,  ma sono una brava ragazza.» continuò lei, bevendo un’altra sorsata.
Si avvicinò al viso dello shinigami che restò paralizzato, sorpreso dalla rapidità della ragazza.
«Io non violo mai le zone proibite, nemmeno se sono bellissime.» sussurrò al suo orecchio.
Il dio della morte trasalì.
« Ma di cosa stai…»
«Cana-san, giusto?» li interruppe Uryu, decidendo finalmente di intervenire.
Sarebbe arrivato prima, ma le ordinazioni si erano accavallate.
«Vuoi qualcosa da bere?» domandò gentile alla cartomante.
«Si!» esclamò la ragazza, allontanandosi dal dio della morte. Gattonò sul piano di legno e si sporse per tirare fuori un barile da sotto il bancone. Staccò il tappo di sughero con i denti e lo sputò, colpendo in testa Jet che passava di lì.
Questa donna è un mostro – pensarono i viandanti dimensionali, mente guardavano attoniti Cana attaccarsi alla botte e tracannare rumorosamente il sakè.
«Gray-sama, bevi il sake con Juvia!» trillò la fanciulla, accomodandosi sullo sgabello e trascinando accanto a sé un Gray che avrebbe preferito essere in un qualsiasi altro luogo.
« No, Juvia. Non mi va il sake.» disse il mago del ghiaccio. La gara con il fiammifero lo aveva davvero provato. Se avesse toccato altro alcol, avrebbe rischiato di non tornare a casa sulle sue gambe.
Due enormi lacrimoni sgorgarono dagli occhi della ragazza.
«Gray-sama n-non vuole…» singhiozzò.
 Gray avvertì una inquietante sensazione di pericolo mista a dejà vu.
«Se Gray-sama non vuole bere il sake, allora può bere Juvia!» strillò, mentre il suo corpo iniziava a liquefarsi sotto lo sguardo allarmato del ragazzo.
«No! No! Va bene! Qualsiasi cosa, ma non scioglierti!» urlò terrorizzato Gray. «Uryu, ci porti il sakè, per favore?»
Il quincy  si diede immediatamente da fare.
E anche questa è sistemata- pensò soddisfatto Ishida, osservando la ragazza che si spalmava sulla spalla di un rassegnato mago del ghiaccio. Guardò impensierito la maga abbracciata alla botte.
«Cana-san…» esordì timidamente, allungando una mano verso di lei.
«NO! Mio barile!» ringhiò la ragazza, mettendo l’amato liquore fuori dalla sua portata.
«Lasciala stare, tanto non si sente male. » intervenne Gray. « Anzi, se non vuoi guai, assicurati che abbia sempre da bere. E non offrirle acqua.»  aggiunse serissimo.
«Volevo solo chiederle se preferiva un bicchiere.» ribatté Ishida.
L’espressione diffidente sul viso della cartomante si ammorbidì.
«No, va bene così, grazie. Sei molto gentile.» rispose sorridendo.
«Juvia si è convertita da maga dell’acqua a maga dell’alcol! Hic!» esclamò la ragazza dai capelli blu, scivolando giù dallo sgabello.
STOMP!
«OI!» strillò il mago del ghiaccio, precipitandosi a raccoglierla.
«Maga dell’acqua o alcol, per stasera basta col sake.» commentò il quincy, scuotendo la testa.
«Ci sono tre Gray-sama! Juvia è forse in paradiso?»
«Meglio che ti riporti a fairy Hills.» dichiarò Gray, mentre si faceva passare il braccio della ragazza sopra le spalle.
«Riesci a cavartela da solo?»  domandò titubante al viandante dimensionale, osservando lo scatenarsi dell’ennesima rissa.
 Per i loro standard, avevano resistito fin troppo.
«Si, non preoccuparti. Accompagnala a casa.» lo rassicurò Ishida, guardando Juvia che si stava abbarbicando addosso al ragazzo.
« Mi prepari un cocktail?» lo chiamò Cana dall’altra estremità del bancone.
Ichigo si alzò e fece per gettarsi nella mischia.
Gray gli sorrise grato.
«Grazie.» disse, intanto che guidava la fanciulla verso l’uscita.
«Prego.» rispose in fretta Uryu, mentre si precipitava a recuperare Kurosaki.
***
«Ecco a te.» disse il quincy, posando il bicchiere accanto alla ragazza seduta sul bancone.
«Grazie.»
Cana finì di sorseggiare l’alcolico, emise un sospiro soddisfatto e agitò il bicchiere  vuoto in direzione del neo barista intento a scambiare qualche parola- o insulto, a giudicare dal tono di voce- con il ragazzo dai capelli arancioni a qualche sgabello di distanza.
«Sempre lo stesso?» domandò cortese Uryu.
«Si.» confermò la ragazza, con un sorriso accattivante. Lo osservò preparare la bevanda senza perdersi un singolo movimento. E così fece con il cocktail successivo, quello dopo e quello dopo ancora.
«Che hai fatto ai vestiti?» gli domandò, dopo aver vuotato l’ultimo boccale.
Ishida guardò le macchie rosso scuro che decoravano la sua divisa.
«Ti riferisci a queste? Un piccolo incidente.»
«I rischi del mestiere» affermò la cartomante, mentre percorreva con le dita il contorno del bicchiere vuoto.
Il quincy si concesse un breve sorriso, prima di distogliere lo sguardo dall’indesiderata aggiunta di colore alla sua uniforme. Solo allora si accorse che la maga delle carte era scesa dal bancone e si trovava in piedi davanti a lui. Trasalì.
Come ha fatto ad avvicinarsi così in fretta? E senza cadere, con tutto l’alcol che ha in corpo?- pensò, arretrando istintivamente.
Forse Gray non aveva esagerato.
Cana si mosse con la grazia e la silenziosità di un felino, accorciando la distanza. Gli occhi lucidi non si staccavano da lui.
« Ma lo sai che senza occhiali sei molto più carino?» affermò, spostandogli la montatura sopra la fronte.
«No, perché senza occhiali non vedo.» replicò Uryu con tono monocorde, rimettendoli giù.
« Comunque, ti ringrazio» disse, mantenendo un glaciale contegno, malgrado sentisse un leggero calore sulle guance. Le posò una mano sulla spalla, impedendole di procedere oltre. Le iridi viola della cartomante saettarono verso il basso, prima di posarsi di nuovo sul forestiero. Decise di cambiare tattica.
«Forse stai bene anche con gli occhiali.» ammise. Lo stesso sorriso malizioso che Ishida le aveva visto sfoderare con Kurosaki apparve sul viso dalle gote arrossate. Il quincy deglutì.
«Non mi sento molto bene.» disse all’improvviso la cartomante,  poggiando il dorso della mano sulla fronte.
Ishida rimase disorientato per qualche secondo, prima di ricomporsi.
«Stai male?» fece preoccupato.
Bingo- gioì Cana.
«Non mi reggono le gambe.» si lamentò.
Uryu osservo la ragazza ritta in piedi. Aggrottò le sopracciglia, sospettoso.
«A me non sembra…»
« Forse è meglio che mi riaccompagni a casa.» lo interruppe la maga delle carte, lanciandogli un’occhiata eloquente.
Il ragazzo sospirò.
«Lo farei volentieri, ma non conosco la str…»
Senza ascoltarlo, Cana sollevò di peso il quincy e se lo caricò in spalla.
«Ehi! No, ferma!» strillò Uryu, colto alla sprovvista.
Lei lo ignorò e si diresse tutta contenta verso l’uscita con  la sua preda.
Era vero che gli imbranati la intrigavano… ma i tipi con l’aria da secchione la attiravano molto di più.
  Uryu si divincolò, ma la presa della ragazza era ben salda ed era impossibile liberarsi senza ricorrere alla forza; cosa che lui aborriva e non avrebbe mai fatto.
«Kurosaki!» ruggì, in un ultimo disperato tentativo di salvarsi.
Ichigo non si accorse di nulla, troppo occupato a guardare lo spettacolo di Natsu che si era messo a ruttare le fiamme.
«E posso farlo anche cantando!» strillò il Dragon Slayer.
«Provalo!» lo sfidò il dio della morte.
«Che tu sia maledetto, KUROSAAAAKIIII!» urlò a pieni polmoni il quincy, prima di sparire oltre il portone.



Note:
E così, la situazione inizia a degenerare: cosa succederà al povero Ishida? Ichigo si accorgerà della sua scomparsa? E, soprattutto, che fine ha fatto Renji? Continuate a seguirmi e lo scoprirete! XD
Scherzi a parte, spero come sempre che il cap vi sia piaciuto e di essere riuscita a strapparvi qualche risata. Ci vediamo al prossimo capitolo.
Baci Baci!

 

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Capitolo 12
*** Notte Folle a Fairy Hills- Part 6: The Silent Confession(s) ***


Buonasera! Come va? Sono finalmente riuscita ad aggiornare. Spero davvero che sia di vostro gradimento. Sono piuttosto soddisfatta della parte iniziale, molto meno di quella finale…
Incrocio le dita.
Appuntamento alle note a fondo pagina! Buona lettura.
 

 Notte Folle a Fairy Hills- Part 6: The Silent Confession(s)

 

Rukia inspirò a fondo, avidamente, finché non sentì il torace sollevato al massimo, i polmoni saturi di quell’aria meravigliosa e fresca. Trattenne il respiro per qualche secondo, prima di lasciarlo andare. Aprì gli occhi.
La luna splendeva, bianca e perfetta come la lama di Sode no Shirayuki, mitigando insieme alle stelle l’oscurità del cielo nero pece. Si godette la vista, mentre una brezza leggera le accarezzava il volto, muovendo appena i corti capelli neri.
«Yo! Rukia!» la chiamò una voce proveniente dal basso.
La shinigami sobbalzò. Si sporse oltre la ringhiera della terrazza, aguzzando la vista per individuare chi l’aveva chiamata, anche se il tono non lasciava molti dubbi.
«Renji!» strillò, non appena vide la familiare chioma rossa affiorare dalle tenebre.
«Che ci fai lassù?» Urlò l’amico.
«Non urlare! Erza mi ha detto che l’accesso ai ragazzi è vietato! Non devi farti scoprire!»
«Sei tu che stai urlando!» obiettò il rosso, gridando a sua volta.
«Aspetta, scendo.» disse la dea della morte, pregando che nessuno li avesse ancora sentiti.
«No, resta lì.»
 Renji si alzò in volo e raggiunse la terrazza. Atterrò in silenzio, con una grazia che sorprese la shinigami.
«Come hai fatto a trovare la strada?» domandò, mentre il rosso si appoggiava accanto a lei.
«Mi ha accompagnato un amico.» rispose lui con una strizzatina d’occhio. La dea della morte non riuscì a trattenere un sorriso.
 «Tutto a posto?» gli chiese.
«Si. vengo ora da Fairy Tail: i ragazzi hanno organizzato una festa clandestina.» le raccontò. « A Ichigo è venuta la sbronza rabbiosa! C’è stato un momento in cui ho creduto volesse fare una strage!»
«Cosa!? Ichigo si è ubriacato? Impossibile, come ha fatto?!» esclamò costernata la shinigami.
«Beh, diciamo che ha ricevuto un piccolo aiuto…» spiegò il rosso ammiccando. «Tu? La serata sta andando bene?» chiese, impedendole di fare ulteriori domande.
«Si.» rispose la shinigami. « Sai, non avrei mai detto che una stazione termale potesse essere un luogo tanto movimentato.» affermò, guardandolo di sottecchi. Notò compiaciuta la faccia dell’amico diventare tutt’uno con i capelli. «Stavamo facendo un pigiama party.»
«Una cosa che fate voi ragazze?»
«Si, credo. »
«Come funziona?» domandò Renji, interessato.
«Chiacchiere, pettegolezzi e sakè.» riassunse la shinigami, senza entusiasmo. Ebbe un capogiro. Afferrò saldamente il corrimano e fece dei lunghi respiri. Evitò di chiudere gli occhi.
«Combinazione pericolosa.» commentò il dio della morte, con un sorrisino.
«Non sai quanto.» borbottò la ragazza. Sentendosi un po’ meglio, rivolse nuovamente lo sguardo al cielo.
«La luna stasera è magnifica, non trovi?»
Renji non riuscì ad imitarla, rapito da qualcos’altro.
Lo sguardo assorto, la bocca curvata in un tenue sorriso. La mente dello shinigami viaggiò anni addietro, a quando erano ancora bambini e vivevano insieme agli altri ragazzi nel Ruokongai. Pensò al pomeriggio in cui aveva visto quella stessa espressione adornarle i viso. Anche allora , il mondo si era fermato e tutto aveva perso importanza, perfino il pesce che sarebbe stata la loro cena e aveva fatto tanta fatica a catturare. L’unica cosa veramente importante era davanti a lui, intenta ad ammirare un fiore.
«Perché mi stai fissando?» chiese lei, inarcando un sopracciglio.
«Ehm, no, stavo pensando a…» tentò di imbastire il rosso.
«Che hai fatto alla fronte?» lo interruppe la dea della morte, notando solo in quel momento la ferita nascosta dai capelli sciolti.
«Qualcosa mi ha colpito mentre facevo il giro dell’edificio.» le raccontò lo shinigami, intanto che lei gli scostava i capelli, mettendo a nudo la fronte. «Dalla forma sembrava una bottiglia…» la voce si spense, non appena realizzò quanto fosse vicina. Rukia si bloccò, la ciocca scarlatta ancora stretta tra le dita.
Passarono alcuni istanti. I due dei della morte erano immobili come due statue.
Renji prese coraggio e avvicinò il volto a quello di Rukia, che arretrò bruscamente.
«Scusa.» mormorò in fretta la shinigami, temendo che ci fosse rimasto male.
«Di cosa?» domandò il rosso, sorridendo comprensivo, nonostante si sentisse un pochino deluso.
«N-non è come… E’ che mi sento osservata! E’ come se perfino i mattoni avessero occhi e orecchie! Tutta colpa di quelle ragazze!» spiegò lei, rabbrividendo.
 Renji scoppiò a ridere, sorprendendola.
«E’ stato così terribile?»
«Non ne hai idea.» affermò lei. «Mi hanno tartassata di domande! Quella Mira è peggio di Rangiku-san, quando si tratta di spettegolare.»
«Peggio di Matsumoto!?» esclamò il rosso, allibito.
«Molto peggio di Matsumoto.» mugugnò la shinigami.
Stavolta, toccò a Renji rabbrividire.
«Pensa che voleva sapere a tutti i costi a chi si stesse riferendo Gemini, l’altro giorno.» aggiunse Rukia, guardandolo di sottecchi.
«Ah, ma davvero?» fece il dio della morte, in un pessimo tentativo di apparire indifferente. Con il vento che  gli agitava i capelli intorno al volto paonazzo, sembrava stesse andando a fuoco sul serio.
Rukia ridacchiò.
«Tranquillo, il tuo segreto è al sicuro.» affermò, con una strizzatina d’occhio. Riportò lo sguardo verso la luna.
Il nostro.
 Trasalì.
Probabilmente se l’era solo immaginato. Ma allora, perché aveva sentito la bocca muoversi e le orecchie udire le parole che avrebbero dovuto rimanere al sicuro nella sua testa? La mente le stava giocando strani scherzi. Tutta colpa di quel liquore. Scosse la testa, invidiando la limpidezza  del cielo privo di nubi. Si voltò.
 La vista di Renji con occhi sgranati e la bocca spalancata confermò l’atroce dubbio che l’ultimo pensiero formulato non era stato solo un pensiero.
 Le dita della shinigami stritolarono il corrimano d’acciaio sul quale sedeva.
Oh, cavolo.
Dì qualcosa, non rimanere così come un cretino!- avrebbe voluto gridargli, se la tensione non l’avesse paralizzata, rendendola incapace di fare alcunché. Poteva solo aspettare.
«Rukia…» esordì piano lo shinigami, dopo un interminabile minuto.
«Si, Renji?» pronunciò a fatica la dea della morte.
 Un’espressione raggiante sostituì quella scioccata sul volto del rosso.
«Ho deciso: quando torneremo a casa, chiederò a Kuchiki-taichou il permesso di poterti corteggiare!»
«Co-come?» boccheggiò Rukia, incredula.
Era l’ultima cosa che si aspettava di sentir uscire dalla bocca di Renji, e non sembrava nemmeno che il rosso si stesse prendendo gioco di lei.
«Renji, non serve che tu faccia un gesto simile.» affermò, non appena si riprese dalla sorpresa.
«Ma io voglio farlo. Sei pur sempre una nobile Kuchiki, anche se di adozione.» ribatté il rosso, determinato « Ci tengo a rispettare la tradizione.»
Per la seconda volta in pochi minuti, la shinigami rimase di stucco. Era stordita, non sapeva cosa dire, fare o pensare. Era solo consapevole di essere assurdamente felice. Gettò le braccia al collo di Renji.
«Sono certa che nii-sama apprezzerà il gesto!»
E alla vita.- aggiunse silenziosamente il rosso, stringendo a sé la piccola dea della morte.
***
Si era preso una pausa ed era salito sul tetto. Non avrebbe mai creduto che fosse  così difficile driftare con i barili! Aveva fatto un botto pazzesco. se non avesse usato lo shunpo, si sarebbe fatto male sul serio.
Si appoggiò alla ringhiera, godendosi la freschezza dell’aria notturna.
 Si chiese dove fossero finiti i suoi amici: Renji se n’era andato ed ora era scomparso anche Ishida...
«Ichigo!» lo chiamò Natsu, facendo il suo ingresso sul terrazzo.
«Cosa c’è?»
«Guarda qua!» disse il Dragon Slayer, mostrandogli tutto contento l’oggetto che aveva in mano. «Ho rubato le sigarette di Gray!»
«Ma siete una gilda di maghi o di ladri?» sghignazzò il dio della morte. Anche il drago rise.
«Proviamole.»
«Va bene.»
Il rosato aprì il pacchetto, passò una sigaretta ad Ichigo e ne prese un’altra per sé. Schioccò le dita. Ichigo osservò la fiammella in equilibrio sul pollice.
«Ha! Finalmente un buon uso della tua magia!» commentò, ghignando. Il Dragon Slayer gli rifilò un’occhiata torva.
Ichigo aspirò come aveva visto fare a suo padre, e un secondo dopo venne colpito da un attacco di tosse.
Natsu scoppiò a ridere.
«Ehi! E’ la prima sigaretta che fumo! Vorrei vedere te!» sbottò risentito il dio della morte.
«Detto fatto.» ghignò il drago, accendendo la propria sigaretta. A metà della prima boccata, iniziò a tossire convulsamente.
«Ha un sapore orrendo. Le fiamme sono mille volte meglio!» affermò tra un colpo di tosse e l’altro, ignorando le risate del sostituto shinigami.
«Non riesco a capire cos’abbia di così straordinario.» commentò il ragazzo dai capelli arancioni. «Io la trovo addirittura fastidiosa.» ammise. Il fumo gli pungeva la gola già provata dal liquore propinatogli da Cana.
«Allora buttala.» fece il rosato con la sigaretta stretta tra i denti.
«Non ho detto che voglio smettere.» replicò il dio della morte, prendendo una nuova boccata.
Il drago inarcò un sopracciglio, poi fece le spallucce.
«Siete quassù?» domandò una voce dall’interno, cogliendo di sorpresa i due ragazzi.
Natsu ingoiò la sigaretta, Ichigo, non essendo un Dragon Slayer, optò per spengersela su una mano.
Il viso di Max fece capolino da dietro la porta-finestra.
«Ehi, Ragazzi!» salutò il mago della sabbia. «Non riusciamo a trovare Laki e Lisanna. Per caso le avete viste?»
 I due scossero il capo.
«Grazie lo stesso.» disse il ragazzo, prima di tornare dentro.
Ichigo e Natsu tirarono un sospiro di sollievo. Natsu si voltò in fretta verso lo shinigami.
«La mano? Tutto bene?»
«E’ a posto.»  lo rassicurò Ichigo, mostrandogli la mano priva di bruciature.
 Natsu vide per un istante alcune linee blu percorrere il palmo e svanire.
«Pazzesco! Come ci sei riuscito?» esclamò, basito.
«Non sei l’unico ad avere genitori particolari.» disse il dio della morte, con un lieve sorriso.
«Wow.» commentò il rosato.
«Dai, passamene un’altra.» lo esortò lo shinigami.
Continuarono a fumare, ognuno rimuginando sui propri pensieri, scambiandosi ogni tanto qualche parola. Dopo l’allucinante conversazione avuta con i suoi nakama, Natsu si ritrovò ad apprezzare la discrezione del suo nuovo amico. Ed era certo che per lo shinigami fosse lo stesso.
Andarono avanti così fino a finire il pacchetto.
«Oh, Natsu» disse Ichigo, sbuffando una voluta di fumo. «Non è la tua amica quella?»
«Mh?» fece il Dragon Slayer, affacciandosi per osservare una figura in lontananza. Non ebbe bisogno di aguzzare la vista, anche nella notte più nera e senza l’aiuto dei lampioni l’avrebbe riconosciuta.
Lucy.
 Lucy che camminava allegra sopra il muretto che costeggiava il fiume.
Di notte.
Con un’andatura tutt’altro che stabile.
«Vado un attimo a controllare.» disse, mentre spengeva in fretta la sigaretta sul corrimano.
«Va bene.» rispose lo shinigami.
Il drago scavalcò la ringhiera e con un paio di balzi riuscì a raggiungere terra.
«Lucy!» chiamò.
«Oh! Natsu, ciao!» trillò la maga stellare, sbracciandosi e oscillando pericolosamente. Natsu deglutì, ma cercò di mantenere la calma.
« Che fai qui? Cana ha detto che eri rimasta a Fairy Hills!» affermò il drago, mentre le correva incontro.
«All’inizio avevo deciso di rimanere a dormire con Wendy, ma dopo aver scoperto che quasi tutte  erano andate alla gilda, ho pensato di raggiungervi!» gli spiegò la biondina, ora in equilibrio su un piede.  «Sono in ritardo?»
«No.» Rispose Natsu, con un sorriso tirato. «Ma ora, perché non scendi?»
La maga  sorrise sorniona.
«Va bene.» acconsentì, tendendogli la mano.
Il drago deglutì nuovamente, e dopo una breve esitazione, aiutò la ragazza a scendere
Fin qui tutto bene- pensò sollevato. Strinse appena più forte la mano, mentre lo sguardo si posava casualmente sul marchio rosa. Ripensò a una delle ultime volte che aveva preso la mano di Lucy, durante l’attacco finale di Acnologia, quando l’aveva incoraggiata dicendole che non si sarebbero mai arresi, o quando l’aveva consolata dopo che aveva perso contro Flare Corona…
 Le fiamme divamparono dentro di lui. Spaventato, lasciò bruscamente la presa. La maga stellare gli rivolse un’occhiata interrogativa.
Avrebbe tanto voluto che ora qualcuno fosse lì a sostenerlo, anzi, a salvarlo da quest’incubo che andava avanti da due giorni.
  Il ghiacciolo aveva ragione: la situazione stava peggiorando. E in fretta. Ogni contatto con la maga stellare, anche il più insignificante, lo mandava a fuoco.
Perché?
 Non aveva senso. Avevano avuto contatti molto più spinti- avvampò ripensando a quella ruzzolata nella campana. Non riusciva a comprendere il motivo per il quale la Dragon Slayer aveva iniziato a sfuggirgli di mano, a parte quello che gli aveva detto Porlyusica. Ma ancora faticava ad accettare ciò che l’anziana donna gli aveva detto. Doveva esistere per forza un’altra spiegazione.
«Natsu.» disse la maga stellare, riportandolo alla realtà.
«Si?»
«Volevo chiederti come era andata ieri con Porlyusica.»
Di male in peggio.
Quando ha imparato a leggere nel pensiero?- si chiese il drago scandalizzato.
« Ho chiesto a Happy, ma è stato piuttosto vago al riguardo.» disse la bionda.
Allora era ancora suo amico! Non lo aveva tradito, almeno non con tutta la gilda.- pensò il rosato, sentendo riaffiorare la speranza.
«Spero non sia niente di grave.» continuò la maga stellare, che non aveva notato la reazione del drago. Lo aveva intravisto andare via con Erza, e il fatto che non si fosse fatto vivo il giorno successivo l’aveva impensierita molto. «Insomma, non sei malato, giusto? Stai bene?»
Natsu deglutì, la gola riarsa sembrava rivestita di carta vetrata.
E adesso?
Alzò gli occhi, rivolgendo al cielo una muta richiesta d’aiuto. Ma non ebbe bisogno di guardare così in alto.
La supplica era stata ascoltata.

***

Ichigo guardava con interesse l’amico che faceva scendere la bionda dal muretto. Non riusciva a sentire cosa stessero dicendo, ma il drago sembrava molto nervoso, non faceva che agitarsi sul posto.
«Natsu è in difficoltà, aye!»
«E tu da dove sbuchi?» esclamò il ragazzo, sobbalzando alla vista del micio appollaiato sulla ringhiera.
«Sono sempre stato qui.» disse pacato Happy.
«Happy ha ragione: la situazione è critica e necessita d un intervento immediato.» disse una voce accanto al sostituto shinigami.
«Uargh!» strillò quest’ultimo, balzando indietro.
«Ciao, Loki.» salutò allegramente  l’Exceed.
«Sei comparso dal nulla!» urlò Ichigo. « Lucy non ti ha chiamato!»
«Verrò sempre in soccorso di Lucy, anche quando non richiesto.» affermò lo spirito stellare, mentre si sistemava gli occhiali.
«Ma non è Natsu ad aver bisogno d’aiuto?» fece notare il ragazzo dai capelli arancioni.
«Infatti.» confermò Leo.
Ichigo alzò un sopracciglio.
« Se non lo aiutiamo, Natsu potrebbe combinare qualche guaio e ferire Lucy!» spiegò Leo con un tono che tradiva tutta la sua preoccupazione.«Non posso restarmene fermo  a guardare quando c’è in gioco la felicità di Lucy!»
 «Loki, io credevo che Lucy ti piacesse.» disse cauto Happy.
Lo spirito fece un sorriso mesto.
«  E’ sera e porto gli occhiali da sole, ma vedo ugualmente bene. Il mio unico desiderio è vederla felice. E se per realizzarlo dovrò aiutare Natsu, così sia.»
«Ah. Quindi tu non piaci a lei.» commentò il sostituto shinigami, che si era rimesso ad osservare la coppia.
«Hai rovinato l’atmosfera!» lo rimproverò lo spirito stellare, alterato.
 «Come pensi di aiutarlo?» domandò Il ragazzo dai capelli arancioni.
Lo spirito si portò una mano al mento. «In verità, non ci ho pensato.» ammise.
«Io avrei un’idea.» intervenne l’Exceed, alzando una zampina. Rovistò frettolosamente nel suo fagotto, fino a tirarne fuori qualcosa che mostrò ai ragazzi.
Ichigo sgranò gli occhi.
«Mi chiedevo dove fosse finito.»
Loki studiò l’oggetto con aria critica.
«Potrebbe funzionare.»

***

Natsu sbattè le palpebre un paio di volte per esser certo che la vista (o l’alcol) non gli stesse giocando qualche brutto scherzo. Ichigo e Happy stavano gesticolando nel tentativo di attirare la sua attenzione e indicavano Loki (quand’era arrivato?) che reggeva un grosso blocco da disegno sul quale erano scritte alcune parole in stampatello. Aggrottò le sopracciglia e lesse la prima riga illuminata dalla luce di Regulus. Decise di fidarsi.
«Lucy» esordì «Non devi preoccuparti: Porlyusica ha detto che è tutto a posto, Sono sano come un… Pesce.» gli sembrò di sentire Happy sghignazzare.
Lucy trasalì.
«Quindi non sei malato?» disse.
«Ecco..»
«Sono così felice!» strillò la bionda abbracciandolo e causando una nuova ondata di calore nel drago.
«Si, Lucy, sto bene, ma c’è una cosa molto importante che devo dirti.» continuò a leggere Natsu, che era riuscito in qualche modo a controllarsi. «Ma prima devo sapere se…» fece in tempo a frenare la lingua, mentre finiva di leggere la frase.
“SEI PROPRIO SICURA DI NON PROVARE NIENTE PER LOKI? PERCHE’ SE LA  RISPOSTA FOSSE SI, SAREI DISPOSTO A FARMI DA PARTE SENZA OBIEZIONI. NON OSEREI MAI INTROMETTERMI TRA DUE ANIME GEMELLE.”
«Ehi! »  ruggì furibondo, mentre osservava Happy che tentava di riprendersi il blocco.
«Cosa c’è?» disse Lucy
«Nulla.» disse in fretta il drago, mettendole le mani sulle spalle per impedirle di girarsi. Lei sussultò, per poi sorridergli.
Anche lui le sorrise brevemente, quando si rese conto che non la stava scottando, nonostante fosse caldo come una fornace. Gettò un’occhiata ai suoi improbabili suggeritori, chiedendosi se fosse il caso di contare ancora sul loro aiuto. Senza la luce di Loki non si riusciva a leggere quasi nulla, riuscì a distinguere qualche parola che aveva a che fare col proteggere.
Sobbalzò.
 Avevano lasciato il blocco ad Ichigo?
Leo tentò di togliere l’album da disegno al dio della morte, ma questi, per tutta risposta, usò l’oggetto conteso per assestargli un violento colpo sul naso. Natsu prese mentalmente nota di ringraziarlo più tardi.
«Naaaatsu!» lo chiamò Lucy, sventolandogli una mano davanti al viso nel tentativo di attirare la sua attenzione. Il drago non la sentì, poiché stava osservando attonito i gemelli diversi ingaggiare una lotta violenta e silenziosa.
Va be’, tanto non erano stati molto d’aiuto- considerò.
Stufa di essere ignorata, Lucy gli afferrò il mento, costringendolo a guardarla.
«Va tutto bene, Natsu?» scandì.
Il drago sospirò.
Cosa risponderle?
Che aveva passato tutto il giorno lontano dalla gilda- e da lei- nella speranza di fare chiarezza e che tutto si era risolto con un nulla di fatto e un gran mal di testa?
La risposta data ai suoi nakama era stata sincera.
Non sapeva se era innamorato di Lucy.
Ma era pur vero che la maga stellare non gli era mai stata indifferente, rifletté. Avrebbe detto una bugia se avesse affermato che Lucy per lui fosse uguale a tutti gli altri maghi di Fairy Tail.  Era ovvio che lei fosse speciale… Lei era Lucy.
 Qualcosa lo spingeva verso di lei con forza inesorabile, lo stesso qualcosa che lo aveva portato a volerla maga come compagna di team, che lo spronava sempre a cercarla, a salvarla, ad accompagnarla in missioni dell’ultimo minuto per racimolare i soldi dell’affitto, introdursi a casa sua senza permesso per dormire nel suo letto…
Ma quel “qualcosa” era amore?
Non ne aveva idea.
Dopotutto, aveva ricevuto una definizione di amore, piuttosto ambigua, solo ventiquattro ore prima.
“L’amore è come una battaglia”
Che avrebbe dovuto fare? Prenderla a pugni? Qualcosa gli diceva che non era la soluzione giusta. Non sapeva cosa fare. Era totalmente ignorante in materia: Igneel era scomparso prima che raggiungesse l’età per fargli il famigerato discorso. Inoltre, era abbastanza sicuro che le cose tra draghi funzionassero diversamente rispetto agli umani.
“L’amore è come una battaglia”
Beh, una battaglia c’era decisamente, ed era dentro di lui: dubbi e confusione contro un tumultuoso  e terrificante oceano di fiamme che lo assalivano senza che lui potesse controllarle o contrastarle.
Non aveva mai avuto paura, aveva affrontato qualsiasi scontro senza mai tirarsi indietro, ma allora, perché in quel momento avrebbe preferito affrontare di nuovo Acnologia? O Rogue insieme ai suoi sette draghi?
Disperato, guardò di nuovo verso il balcone alle spalle di Lucy, in cerca di qualsiasi cosa potesse salvarlo.
Ichigo e Loki erano svaniti nel buio, solo Happy era ancora visibile; in piedi sulla ringhiera, teneva il blocco ben alto sopra la testa. Natsu lesse l’unica parola scribacchiata:
“IMPROVVISA”
Si lasciò sfuggire un lamento rassegnato.
Avrebbe dovuto seguire il suo istinto, come al solito.
 Sgranò gli occhi.
Istinto
Istinto, spirito combattivo, passione
L’amore è come una battaglia.
«Natsu, dovevi dirmi qualcosa?» insistette Lucy, scuotendo lievemente il ragazzo.
 Il Dragon Slayer non disse nulla. Strinse più forte la presa sulle spalle della maga stellare e incatenò gli occhi verdi  in quelli castani della bionda, riversando in un singolo sguardo tutti i pensieri e turbamenti che lo perseguitavano da quasi due giorni.
Lucy sgranò gli occhi. La bocca, lievemente socchiusa, restò muta.
Natsu rimase immobile, senza nemmeno osare respirare, in attesa di una qualsiasi reazione, sperando che lei avesse intuito almeno in parte quello che non sarebbe mai riuscito a spiegare a parole. Perché il suo istinto gli diceva che se esisteva una persona in grado di aiutarlo, era sicuramente Lucy. Sarebbe dovuto andare subito da lei, invece di farsi riempire la testa di strane idee dai suoi nakama; ma la paura di scottarla di nuovo lo aveva inizialmente fermato.
Lucy era una ragazza intelligente, avrebbe saputo cosa fare.
Poi lei lo baciò.
 Il Dragon Slayer rimase pietrificato. Il suo cervello, che negli ultimi giorni non aveva funzionato alla grande, smise di operare. Le braccia gli ricaddero inerti lungo i fianchi. Percepì il tenue calore delle labbra della maga stellare posate sulle sue e il suo profumo inconfondibile riempirgli le narici.
Il suo potere magico iniziò a scaldarsi fino a  ribollire, pronto a scatenare un disastro che avrebbe fatto impallidire perfino la distruzione del Cancello del Sole. Doveva allontanarsi subito, aveva sfidato la sorte troppe volte. Quel gesto inaspettato rischiava di far svanire anche il poco controllo che aveva, o meglio, credeva di aver guadagnato. Avrebbe dovuto andarsene, ma i suoi piedi sembravano essere diventati un tutt’uno con il terreno.
 Chiuse gli occhi e si preparò alla catastrofe.
Non accadde nulla.
Perfino il calore che lo aveva invaso fino a un secondo prima era svanito. Esitante, si azzardò ad aprire un occhio per controllare che fosse tutto a posto. Poi il  calore tornò, ma era diverso: non percepiva più fiamme caotiche, ma un fiume di magma che scorreva lento, ma mille volte più incandescente. La lava serpeggiò fino a pervadere ogni centimetro del suo corpo, mentre diventava sempre più calda, quasi insopportabile anche per lui, ma senza ferire la maga stellare. Infine, quando desiderò che non ci fosse, il calore sparì.
Il Dragon Slayer allacciò le braccia attorno alla vita di Lucy, attirandola a sé.
Per fortuna che Lucy è una ragazza intelligente.

***

«Si è risolto tutto per il meglio, come avevo previsto.» affermò lo spirito stellare, aggiustandosi i vestiti sgualciti.
«Missione compiuta! Siamo stati grandi! Aye!» trillò festante Happy.
«Ma se non avete fatto niente!» sbottò il sostituto shinigami, mentre osservava Loki sparire in un bagliore dorato.
«Io scendo.» annunciò, rivolto all’Exceed.
«Vai pure. Io rimango per controllare che sia tutto a posto.» disse Happy, senza distogliere lo sguardo da Natsu e Lucy.
Ichigo inarcò un sopracciglio, poi scrollò le spalle e scese le scale, sparendo nell’oscurità. Il vociare dei maghi al piano di sotto lo raggiunse, per poi mutare un frastuono di urla caotiche. Perplesso, raggiunse il salone della gilda. A quanto sembrava, la rissa di prima si era trasformata in una lotta senza quartiere, con tanto di barricate fatte con i tavoli, le sedie e le porte superstiti. Un luccichio proveniente da sotto il bancone lo distrasse dal massacro in atto. Si abbassò per individuarne la fonte.
Trasalì.
Impossibile!



 

Note

Ed anche questo capitolo è andato!   Spero davvero di essere riuscita a farmi perdonare per  i tempi mostruosi che passano tra un aggiornamento e l'altro. Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate. Ci vediamo tra un mese con la settima (e ultima) parte dello special, non mancate!

Bacioni!

 

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Capitolo 13
*** Notte Folle a Fairy Hills- Part 7: Conclusion ***


Salve, salvino, cari lettori! Come potete vedere, sono quasi riuscita a rispettare una scadenza autoimposta; Incredibile, vero? Fa strano anche a me. Ammetto di essere anche un po’ nervosa… Il perché? Tutta colpa della scena finale. Come al solito, lascio a voi i commenti *incrocia le dita e inizia a pregare*
 Bando alle ciance e via con la conclusione della notte folle!
Ci vediamo giù ;)

  

Notte Folle a Fairy Hills

Part 7: Conclusion

 

Si separarono. E si sorrisero.
« Stasera non sei l’unico ad essere tutto un fuoco.» lo stuzzicò Lucy, lasciandosi sfuggire un risolino. Anche il drago ridacchiò.  Le sfiorò la punta del naso con il suo, poi fece per posare le labbra su quelle della maga stellare…
«Naaaaaaatsuuuuuuuuu!» gridò una voce proveniente dall’ingresso principale, interrompendo i due.
«Cosa c’è?» domandò un Dragon Slayer piuttosto alterato ad un Ichigo che correva a perdifiato verso di loro. Tuttavia, la rabbia svanì all’istante quando vide l’espressione preoccupata del dio della morte.
«Cos’è successo, Ichigo?»
«Guarda!»  strillò il sostituto shinigami, mostrandogli l’oggetto che aveva in mano.
Natsu inarcò un sopracciglio alla vista del piccolo fermaglio azzurro a forma di fiore. Guardò Lucy, che gli rispose con un’occhiata altrettanto perplessa.
«E’ uno degli Shun Shun Rikka di Inoue!» continuò ad urlare il dio della morte. «L’ho trovato sotto il bancone! Come ha fatto a perderlo?»
«Deve esserle caduto quando il master ci ha spinti fuori.» asserì la maga stellare.
«Devo riportarglielo subito!» disse lo shinigami, agitato.  «Inoue dorme da te, giusto? Puoi accompagnarmi?» domandò, rivolgendosi a Lucy.
«No. Orihime non si sentiva bene ed è rimasta a Fairy Hills.» rispose la maga stellare con tono dispiaciuto.
«Ma non puoi darglielo domani?» si intromise Natsu, che non capiva il perché di tutta quell’urgenza.
«Non capite!» urlò lo shinigami, agguantando il Dragon Slayer per la sciarpa.
«Questi fermagli sono l’ultimo regalo che suo fratello le ha fatto prima di morire!» gridò fuori di sé. I piedi di Natsu si staccarono per un attimo da terra.
«Li ha sempre con sé! Sono importantissimi per lei!»
«E se si fosse accorta di averlo perso e lo stesse cercando proprio adesso? Il senso di colpa la ucciderebbe!» disse Ichigo terrorizzato, mollando il rosato.
«Vi prego, aiutatemi!» singhiozzò senza ritegno, abbracciando le gambe di Natsu.
«Ehi!» protestò quest’ultimo.
«Oh, poverino, gli è presa la sbronza triste.» constatò Lucy, mentre si allontanava.
«Va bene! Ti accompagno io a Fairy Hills!» si arrese il drago, mentre con una mano afferrava la maga stellare per impedirle di risalire sul muretto e con l’altra tentava di staccarsi di dosso lo shinigami.
Cos’hanno tutti stasera?
 «Happy!»chiamò.
«Eccomi!»  trillò il gatto blu, planando verso di loro.
«Accompagna Lucy a casa, per favore.»
«Aye, sir!»
«Te ne vai?» domandò con tono triste la maga stellare.
«Si, devo portarlo a Fairy Hills.» rispose il rosato, indicando Ichigo. « Ma faccio presto.»
Lucy sorrise.
« Ci vediamo dopo?» 
« Certo! » disse il drago, alzando  il pollice «Promesso.»
Si voltò verso lo shinigami. «Andiamo.»

***

«Eccoci qua.» disse piano Gray, aprendo la porta. Si fece da parte per far passare la ragazza, che fece qualche timido passo all’interno della stanza. Gli occhi si mossero freneticamente per catturare anche il più piccolo particolare, ammirando lo spazio con la stessa riverenza che avrebbe riservato ad un luogo sacro.
In un certo senso, per lei lo era.
«S-sei sicuro che per te vada bene, Gray-sama?» domandò la maga dell’acqua per la quarta volta.
«Sicurissimo.» rispose lui con un sospiro di velata esasperazione.
Juvia era al settimo cielo. Nemmeno nei suoi sogni più ambiziosi aveva sperato in un’opportunità simile.
Sulla strada per il dormitorio femminile, la maga dell’acqua gli aveva raccontato che Orihime si era sentita poco bene e lei le aveva offerto di passare la notte nella sua camera a Fairy Hills.
«Probabilmente, ora starà dormendo, non vorrei svegliarla.» aveva detto con aria preoccupata.
«Senza contare che potrebbe essersi chiusa a chiave.» aveva aggiunto.
 Nessuno dei due aveva il denaro per pernottare in una locanda, senza contare che Gray non avrebbe mai lasciato Juvia da sola in quello stato.
Quindi, l’unica opzione rimasta era…
Sono nella camera di Gray-sama!- fu il primo pensiero della ragazza, appena raggiunto il centro della stanza.
Con Gray-sama!- fu il secondo pensiero ancor più entusiasta.
La voce di Gray  strappò Juvia alle sue fantasticherie.
«Juvia, io vado un secondo in bagno. Tu fai come se fossi a casa tua.»
«Certo, Gray-sama.»
Gray chiuse la porta a chiave. Si lavò la faccia, sperando che l’acqua fredda- mai abbastanza per lui- riuscisse a restituirgli un minimo di lucidità.
Maledetto Natsu e la sua tolleranza estrema all’alcol!
Si guardò allo specchio e si accorse di indossare solo i boxer.
Imprecò ed iniziò a rivestirsi. Era decisamente la situazione sbagliata per rimanere seminudo.
In realtà, non avrebbe fatto molta differenza- si rese conto, sospirando.
Da quando Erza gli aveva messo la pulce nell’orecchio, i dubbi non avevano smesso di tormentarlo. Ma la rossa aveva ragione: non poteva rimandare in eterno, Juvia aveva diritto ad una risposta.
Tuttavia, era stato quasi contento che i Draghi avessero attaccato Crocus, poiché l’apocalisse imminente aveva fatto passare la faccenda “chiarimenti” in secondo piano.
Alla fine, tuttavia,  durante il ballo al palazzo reale, era riuscito finalmente a sistemare le cose con la maga dell'acqua: lui non l’amava. Ma la reazione di Juvia era stata del tutto diversa da come aveva immaginato: la maga dell’acqua non aveva allagato l’intera sala da ballo con le sue lacrime, ma aveva accettato il rifiuto come se nulla fosse.
 A dirla tutta, lo aveva proprio ignorato. Per Gray, quella era la prova definitiva che Juvia avesse qualche rotella fuori posto. Anche se era rimasto molto colpito dalla sua tenacia.
E anche spaventato.
Ed ora, le circostanze lo avevano trascinato in questa situazione, e tirarsi indietro era fuori discussione.
Non sapeva cosa sarebbe successo, ma lo avrebbe affrontato, come sempre.
Era sopravvissuto a Deliora e ad un’apocalisse, poteva sostenere anche questo. Deciso, si strappò la camicia di dosso ed uscì.
 Trovò la maga dell’acqua accasciata per metà sul suo letto, profondamente addormentata.
Gray sbattè le palpebre un paio di volte.
« Ma scherziamo! » esclamò scandalizzato, non riuscendo credere alla scena che aveva davanti, nonostante il russare degno di un marinaio ubriaco la rendesse assai veritiera.
Sbuffò e sistemò meglio la ragazza sul letto,  mentre una serie di emozioni lo attraversava: sollievo, sgomento, ma anche… Rammarico?
Scosse la testa e posò di nuovo lo sguardo sulla fanciulla assopita.
Come fa a stare tutta coperta?
Vederla così bardata gli faceva venir voglia di togliersi anche i boxer. Trasalì, realizzando l’inadeguatezza dell’ultimo pensiero. Però, doveva ammettere che era molto carina. Attento a non svegliarla, le scostò una ciocca di capelli dal viso.
«Ma cosa sto facendo!» imprecò sottovoce, mentre si precipitava a raccattare un cuscino e un calore sconosciuto gli invadeva il corpo.
Si chiese se Porlyusica non avesse sbagliato diagnosi e la malattia di Natsu fosse contagiosa.

***

Ichigo salì le scale in punta di piedi e imboccò il secondo corridoio a sinistra, come il Dragon Slayer gli aveva indicato.
«E’ la terz’ultima porta.» sussurrò quest’ultimo, dietro di lui.
«Sicuro?»
«Si. l’odore termina lì.» confermò Natsu. «Vai.»
«Tu non vieni?» domandò il ragazzo dai capelli arancioni, perplesso.
«Rimango qui a fare la guardia.» gli spiegò il drago. «Qui ci sono anche le stanze di Erza.»
Il sostituto shinigami sbiancò.
«O-ok. Buona idea.» balbettò, prima di percorrere il corridoio con una furtività degna di Soi Fon.
Erano arrivati al dormitorio senza combinare guai, più o meno. Il problema era giunto quando si erano resi conto di non sapere in quale stanza alloggiasse Inoue. Per fortuna, Natsu non si era perso d’animo: si era fatto dare il fermacapelli, lo aveva annusato un po’ e si era gettato all’inseguimento della scia dell’odore della fullbringer.
«Meno male che hai i super sensi da drago.» aveva commentato lo shinigami.
 Ichigo arrivò alla porta e bussò piano.
Nulla.
Starà dormendo. Dopotutto è molto tardi- riflettè.
 Avrebbe dovuto aspettare domani.
Sentì il rumore della chiave girare nella toppa.
Meno male- pensò sollevato.
L’ uscio si aprì appena, e una familiare chioma arancio bruciato fece capolino dall’interno.
«Kurosaki-Kun?» mormorò Inoue, stropicciandosi gli occhi.
«Ciao, Inoue…» esordì Ichigo.
 La ragazza sobbalzò.
« Kurosaki-kun! Cosa fai qui? E’ già ora di partire?» strillò, allarmando lo shinigami.
«No, è ancora notte fonda.» si affrettò a tranquillizzarla quest’ultimo, pregando che nessuno li avesse sentiti  «Sono passato per…»
Il resto della frase gli morì in gola, non appena posò lo sguardo sulla figura della fullbringer, ora visibile per intero.
 «C-c-che…» articolò a fatica, indicando la ragazza.
Orihime indossava un baby doll nero che le arrivava a stento alle cosce. La stoffa era talmente leggera da lasciare intravedere perfettamente quello che avrebbe dovuto celare, mutandine bianche decorate con stampe a fragola incluse.
Ichigo dimenticò ogni cosa, anche il motivo per cui era lì.
Orihime abbassò lo sguardo.
«Questo? Non avevo il pigiama, così Juvia-chan mi ha detto che potevo prendere in prestito uno dei suoi…»  spiegò, arrossendo leggermente. «Ma nel cassetto non ho trovato nient’altro.»
«Ah» fu l’unica cosa che il sostituto shinigami riuscì a dire. Sentì l’ormai familiare calore risalirgli il volto.
Era stato meno imbarazzante vederla nuda, che con indosso quella non-biancheria.
E meno invitante.
Normalmente sarebbe diventato viola, si sarebbe voltato e se ne sarebbe andato, mettendo quanta più distanza possibile tra lui e quella porta. Ma, stavolta, non accadde nulla di tutto questo.
Non riusciva a staccare gli occhi da lei.
Non voleva staccare gli occhi da lei.
Forse, perché, dopo aver visto tutte quelle donne nude, stava iniziando qualche modo ad abituarsi.
Forse, perché era colpa del vino.
Forse, non gli importava nemmeno sapere il perchè.
Ichigo non raccontò mai a nessuno i dettagli di quella notte, perché perfino lui faticava a rimettere insieme cosa e come fosse successo. Per esempio, non ricordava come fosse entrato in camera, e come le sue labbra fossero finite incollate a quelle di Orihime, o come lei, ricambiando con grande entusiasmo, lo avesse spinto contro la porta, chiudendola del tutto, e nemmeno come le sue mani avessero afferrato il provocante indumento della fullbringer.
Orihime sussultò quando l’ultima sottile barriera tra lei e il ragazzo cadde sul tappeto, strappata a metà. ma continuò a baciarlo, interrompendosi solo il tempo di sfilargli la maglietta. Percorsero insieme la stanza, senza staccarsi l’una dall’altro, finché le gambe di Orihime non incontrarono il bordo del letto. Lei si sollevò per guardarlo, in attesa. Anche Ichigo la guardò:  il petto che si alzava e abbassava ritmicamente, le guance rosse, lo stesso sorriso meraviglioso che aveva già visto alle terme. Senza rendersene conto, si ritrovò a sorridere a sua volta.
Con un po’ di difficoltà, si liberò dei pantaloni, prima di raggiungerla.

 

Note 

Bene… Se con il capitolo precedente metà dei lettori potrebbe avermi abbandonato, è possibile, anzi, è sicuro che con questo capitolo mi sia giocata anche l’altra metà! XD
Spero che questo finale vi sia piaciuto, vi abbia sorpreso e , soprattutto, vi abbia fatto ridere (e non vi abbia fatto fuggire a gambe levate!)
Ora che lo special si è concluso, la storia può finalmente proseguire,la trama si farà più (o meno) seria ed  inizierà ad avere un senso (se questa storia un senso ce l’ha mai avuto :P); quindi, vi do appuntamento a fine mese!
Un ringraziamento stratosferico a tutti coloro che mi hanno seguita fin qui per la pazienza dimostrata e per i commenti squisiti che mi spingono ad impegnarmi sempre di più! Vi adoro <3
Un maxi- bacio e alla prossima!

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Capitolo 14
*** Risvegli ***


Ehilà! Dopo questi mesi di silenzio, avevo intenzione di uscirmene con qualche frase/commento accattivante... ma, tanto per cambiare, non mi è venuto in mente nulla... Quindi, ho deciso di aggiornare così a freddo, per non farvi aspettare ulteriormente. Buona lettura!

Capitolo 14

Risvegli

 
Juvia aprì lentamente gli occhi. Faticò non poco nel mettere a fuoco le pareti della stanza nella quale si trovava. I muri erano tinteggiati di un pallido azzurro, che nei punti illuminati dai raggi del sole che riuscivano a filtrare attraverso le tende blu scuro, appariva quasi bianco. Pochi mobili dalla sagoma austera arredavano la  camera. Nell’insieme, l’ambiente sarebbe apparso freddo ai più, ma a Juvia quell’atmosfera non dispiaceva; anzi, la trovava piacevole. Tentò di alzarsi, ma si accorse di essere circondata da qualcosa che bloccava ogni suo movimento. Confusa, abbassò lo sguardo. 
Gray era sdraiato sul letto con lei, profondamente addormentato, le braccia avvinte attorno alla maga dell’acqua, il capo poggiato sul suo petto.
Il cervello di Juvia smise di funzionare per diversi minuti, ogni pensiero annientato da quella meravigliosa visione che superava qualsiasi sogno e fantasia mai fatta.
Gray continuò a dormire, totalmente ignaro del tumulto che stava provocando nell’animo della maga dell’acqua, agitato come un mare in tempesta. La ragazza fece del suo meglio per restare immobile. Non osò nemmeno respirare. I battiti del suo cuore impazzito le sembravano così forti che temette potessero svegliare il ragazzo e farle perdere irrimediabilmente quell’occasione unica che qualche divinità sconosciuta aveva misericordiosamente deciso di concederle. Appena riuscì a calmarsi un pochino, la ragazza ne approfittò per ammirare  ogni dettaglio del volto del mago del ghiaccio. I capelli spettinati, i lineamenti perfetti, l’insolita espressione serena che, a suo parere, lo rendeva ancora più bello. Un rumore inconfondibile la distolse dalla contemplazione. Non se n’era accorta prima, presa dall’agitazione e dalla sorpresa.
Il rumore del cuore di Gray che batteva vicino al suo, che rischiava di schizzarle fuori dal petto dalla felicità.
“questo è il cuore di Gray-sama!”- pensò, commossa.
Avrebbe dato qualsiasi cosa affinché quel momento durasse in eterno.
Juvia e Gray-sama
Gray-sama e Juvia
Gray-sama…
Gray-sama…
Gray-sama mi sta sbavando addosso!- Pensò, notando la scia di saliva che le scendeva oltre la spalla.
Ma andava bene lo stesso. Era ugualmente meraviglioso.
Tuttavia, il piccolo sobbalzo della maga dell’acqua bastò a svegliare il mago del ghiaccio.
«Uhm… Juvia» mugugnò Gray, aprendo gli occhi.
«B-buongiorno Gray-sama» disse la ragazza, con un filo di voce.
«Juvia!» strillò Gray terrorizzato, quando si rese conto di aver dormito abbracciato a lei, e di cosa avesse usato come cuscino. «Scusa! Non era mia intenzione!» disse, mentre si allontanava velocemente.
Dopo aver ceduto il letto alla maga dell’acqua, si era accontentato del tappeto e un paio di coperte. Purtroppo, il giaciglio di fortuna si era rivelato più scomodo di quanto pensasse, quindi aveva deciso di dormire al bordo del letto, il più distante possibile dalla ragazza, fermo e immobile.
O così credeva.
«Gray-sama non deve scusarsi! Gray-sama può dormire con Juvia ogni volta che vuole!» trillò allegra la maga dell’acqua.
Non sapendo cosa rispondere, il mago del ghiaccio abbassò lo sguardo, e si rese conto di essere nudo.
«Gray-sama, i tuoi vestiti.»
«Cavolo! Scusami ancora, Juvia!»
Due gaffe in un minuto. Aveva battuto il record di Natsu.
«Di cosa, Gray-sama?» disse la ragazza, che non sembrava per nulla turbata.
Gray si rese conto che il modo in cui lo stava guardando lo metteva molto a disagio. Raccattò i vestiti sul pavimento e si fiondò in bagno.
Juvia si sdraiò sul materasso e fece un sospiro soddisfatto.
 Quale modo migliore di iniziare la giornata, se non ammirando il corpo nudo di Gray-sama illuminato dal sole?
 
***
Aprì gli occhi. La testa gli faceva malissimo, come se qualcuno gli avesse conficcato una Heiling Pfeil in mezzo agli occhi. Nonostante il dolore pulsante, si mise a sedere. Una fitta traditrice gli attraversò il cranio, seguita da un senso di nausea. Represse un conato di vomito, mentre aspettava che la vista si abituasse alla poca luce che filtrava attraverso le tende.
Imprecò e si mise una mano sulla fronte.
Dove sono?- fu il suo primo pensiero coerente.
 Il suo sguardo disorientato si soffermò brevemente sui mobili modesti, sui cuscini sparpagliati sul pavimento, su un grosso specchio…
E su un peluche dalle fattezze di Gray. Il pupazzo giaceva a testa in giù, dal lato opposto della camera, e sembrava fissarlo con rimprovero.
Qualcosa si mosse accanto a lui, ma non ci badò.
Che cosa è successo?
La domanda non ricevette risposta.
 Provò a fare mente locale, intanto che tornava ad osservare la camera e il mini-Gray.
Sono in una stanza femminile-constatò dopo qualche minuto di attenta osservazione.
“Perché?”
Strinse gli occhi e si massaggiò le tempie, sforzandosi di ricordare, facendosi strada atteraverso le tenebre che avevano preso residenza nella sua mente. Due parole emersero dall’oscurità, accecandolo come fari nel buio.
Fairy Hills
Una scarica di immagini lo folgorò: Le terme, le ragazze, le spade, la festa in gilda, il barrel surfing….
Avvertì un altro movimento vicino a lui.
Natsu e Lucy che si baciavano, la zuffa con Loki, la rissa in gilda, un fermaglio azzurro.
Sgranò gli occhi. La fitta di dolore alla testa arrivò puntuale.
Era andato a Fairy Hills per…
«Buongiorno, Kurosaki-kun!» trillò Orihime al suo fianco.
«UAAAAAAAAARGH!» strillò in risposta il ragazzo dai capelli arancioni, cadendo dal letto.
«Sei venuto a prendere me e Kuchiki-san? Siamo in ritardo?» domandò la fanciulla, che non sembrava turbata dalla sua reazione. «Ho dormito troppo! Lo sapevo!» esclamò, preoccupata.
«No, Inoue, non siamo in ritardo.» rispose automaticamente il dio della morte. «Almeno credo.» aggiunse.
Perché aveva la strana sensazione che quella conversazione fosse già avvenuta? E che si fosse conclusa in un modo che non riusciva a ricordare?
Meglio chiedere a Inoue- decise, mentre si rimetteva in piedi.
 Probabilmente, lei avrebbe potuto spiegargli cosa fosse successo e, magari, anche perché lui avesse passato la notte nel dormitorio delle ragazze.
La domanda gli morì in gola, non appena la vide: Orihime era seduta sul letto, il lenzuolo di seta azzurra le era scivolato di dosso, coprendola solo dall’ombelico in giù.
Se lo spavento di un minuto fa non lo aveva ucciso, ci mancò poco che ci riuscisse l’imbarazzo.
Inoue sgranò gli occhi.
Ichigo  fece per voltarsi, ma lei lo anticipò con un urlo che, oltre a lacerargli i timpani, ebbe lo stesso effetto di un trapano che si faceva strada attraverso il suo lobo frontale.
«Aspetta, aspetta!» gridò lui, in preda al panico e al dolore, mentre si  copriva gli occhi.
«Kurosaki-kun, sei nudo!» strillò ancora più forte la fullbringer, mentre il viso le diventava color porpora.
Ichigo sbirciò tra le dita e si rese conto che aveva ragione: non indossava nemmeno i boxer.
«Anche tu sei nuda!» gridò, prima di girarsi e darle le spalle, non avendo nulla a portata di mano con cui coprirsi.
Orihime arrossì ancora di più e si tirò le lenzuola fin sopra la testa, nascondendosi alla sua vista.
Rimasero qualche minuto in silenzio, sconvolti. Una singola domanda albergava nella loro mente, ma nessuno dei due osò proferir parola.
 Come avevano fatto a finire in una simile situazione?
I ricordi presero pian piano forma nella mente di Ichigo: incastrandosi tra loro come le tessere di un puzzle, ricomposero gli eventi della sera precedente. Ma la parte finale era reale, o si era trattato di un sogno? Non era tanto certo di volerlo scoprire, anche se la situazione lasciava poco spazio ai dubbi.
Orihime abbassò il lenzuolo.
«Kurosaki-kun, è possibile che noi…» disse piano, prendendo coraggio. Lasciò in sospeso il resto della frase e guardò la schiena del ragazzo.
«Io…» esordì il dio della morte.
Delle voci provenienti da dietro la porta lo interruppero. Orihime trasalì e premette contro di sé le coperte.
«Levati di mezzo!»
«Ho detto che non puoi entrare! Il ghiaccio ti ha otturato le orecchie?»
«Juvia ha il diritto di entrare nella sua camera quando vuole, quindi…»
Sentirono il rumore di qualcosa che veniva spinto da parte, poi un tonfo e un insulto, seguito da una serie di colpi contro la porta.
L’uscio si spalancò con violenza e due ragazzi rotolarono oltre la soglia, scambiandosi pugni, calci, morsi e altro, tentando di raggiungere ogni centimetro possibile dell’avversario, finché non notarono la presenza di Ichigo e Orihime, che li stavano osservando attoniti.
 Natsu si fermò a guardarli, il pugno sospeso in aria. Gray, schiacciato sotto di lui, trasalì e mollò la presa sulla giacca del rosato.
«Gray-sama…Oh!» disse Juvia, raggiungendo i suoi compagni di gilda. Si fermò, gli occhi spalancati dallo stupore fissi sul sostituto shinigami al centro della stanza.
Un silenzio carico di stupore ed imbarazzo scese sulla camera.  I ragazzi continuarono a fissarsi tra loro, senza azzardarsi a muovere un muscolo. Fu Orihime, lanciando un urlo acuto e rotolando oltre il bordo del letto, a dissolvere l’atmosfera surreale che aveva avvolto tutti i presenti.
«Ma cosa fai? Rivestiti!» gridò Gray, puntando il dito contro Ichigo. Natsu notò quanto quelle parole suonassero strane, pronunciate dal mago del ghiaccio.
«Wow…» commentò sottovoce la maga dell’acqua, mentre lo sguardo scendeva lungo il corpo di un imbarazzatissimo Ichigo. Lo shinigami fece per voltarsi, ma si ricordò che Inoue era dietro di lui. La fullbringer gli lanciò un cuscino che il ragazzo  afferrò al volo ed usò per coprire le vergogne.
«Natsu!» strillò, pregando che il Dragon Slayer potesse dargli qualche risposta. «Che cosa è successo ieri notte? Perché siamo ancora qui?»
«E lo chiedi a me? » replicò il rosato, inclinando il capo da un lato. «Avevi detto che le avresti riportato il fermaglio e poi saremmo tornati indietro. Perché sei rimasto in camera con lei?» domandò.
Il sostituto shinigami deglutì nervosamente e scambiò una fugace occhiata con Inoue, che lo aveva raggiunto, drappeggiata nel lenzuolo azzurro.
« E tu, scusa? Non potevi chiamarmi, o bussare?» ribatté lo shinigami, evitando con cura di dargli spiegazioni.
«Ehm..» disse il drago,  a sua volta in difficoltà.
Non che non ci avesse provato: chiedendosi perché ci stesse mettendo così tanto, aveva raggiunto la porta della stanza con l’intenzione di recuperare l’amico. Ma, appena girato la maniglia, i rumori di tonfi, risatine e fruscii, accompagnati ogni tanto da un gemito, lo avevano raggiunto dall’altro lato della porta.
Il suo infallibile istinto di drago gli aveva suggerito di non entrare, nonostante avesse notato che la porta non era chiusa a chiave.
Quindi, rassegnato, si era seduto accanto all’ingresso ad aspettare.
Tanto, quanto ci vorrà?
Ma aveva finito per addormentarsi, finché la granita ambulante e Juvia non l’avevano svegliato.
«Chi è che urla di prima mattina?» ruggì una voce dall’altro capo del corridoio che fece sobbalzare tutti i ragazzi.
 L’atmosfera di imbarazzo svanì, veloce come i vestiti di Gray, e fu sostituita da puro terrore. Natsu avvertì la paura impossessarsi di lui e contagiare gli altri come un virus letale.
«Scappiamo!» strillò Gray.
«E’ troppo tardi.» disse il Natsu, con una voce che sembrava provenire direttamente dall’oltretomba. «Lei è qui.»
Orihime tremava. Ichigo si sentiva stordito e terrorizzato come la volta in cui Ulquiorra gli aveva rivelato di essere solo il numero quattro.
«Che fate voi qui?» ringhiò Erza Scarlet, raggiungendo a passo di marcia la soglia. «Sapete benissimo che non vi è permesso stare qui!»  
«S-si, ma…» balbettò Gray.
«Possiamo spiegare…» osò intervenire Natsu, lottando contro il tremore.
«Cosa?» lo fermò la rossa con un’ombra sul volto che fece accapponare la pelle dei due ragazzi. «Risparmiate il fiato. Nessuna spiegazione cambia il fatto che vi siete introdotti nel dormitorio femminile, violando le regole…»  Lo sguardo furibondo di Erza andò oltre i due maghi.
«Ichigo, perché ci sei anche tu?» domandò sorpresa, abbandonando momentaneamente il suo stato di collera.
«Ecco…» esordì il ragazzo, per la terza volta. Non riuscì a terminare la frase, poiché si rese conto che nessuna scusa poteva reggere con l’evidenza dei fatti.
«E’ una storia complicata…» provò ad aiutarlo Orihime. I ragazzi furono quasi commossi dal suo altruismo, se avessero potuto provare qualcos’altro oltre al terrore.
La maga con l’armatura notò solo in quel momento la presenza della ragazza.
«Orihime?» disse incredula, sgranando gli occhi.
La fullbringer arrossi e abbassò lo sguardo.
«B-buongiorno, Erza-san»
Erza guardò la fullbringer, poi guardò il dio della morte, poi la stanza a soqquadro; infine, di nuovo i due ragazzi.
Spalancò la bocca, ma non ne uscì alcun suono.
Natsu, Gray e Juvia sbiancarono, intuendo cosa stava per abbattersi su di loro.
Ichigo, che non conosceva Erza, temette ingenuamente che la rossa stesse per avere un mancamento.
«Erza, ti senti be…»
«SIETE TUTTI IMPAZZITI?» strillò la maga più forte di Fairy Tail, con una tale potenza che a confronto il ruggito di Grimmjow Jaegerjaques sembrava poco più di un semplice miagolio.
L’urlo sconquassò il dormitorio fino alle fondamenta. Ad Ichigo sembrò quasi di essere investito da un’onda d’urto. Juvia arretrò fino al muro. Natsu e Gray si abbracciarono.
«Come vi è saltato in mente di fare una cosa del genere? Qui! Dove la sola presenza di un ragazzo è intollerabile!»  ruggì Titania, traboccante di furia.
«Siamo mortificati» pigolò Orihime, facendosi piccola piccola sotto lo sguardo irato di Erza.
Natsu, Juvia e Gray avrebbero potuto sfruttare il fatto che la rossa si fosse momentaneamente dimenticata di loro, ma non tentarono la fuga.
Quando Titania era in collera, nessun luogo poteva definirsi sicuro.
Dall’altra parte del corridoio, una porta si aprì lentamente. Mira Jane si affacciò, guardò brevemente a destra e a sinistra ed uscì circospetta, camminando sulla punta dei piedi scalzi. Dopo pochi passi, si voltò e fece cenno di seguirla. Laxus uscì, tenendo le scarpe in mano, e raggiunse la diavolessa. Si scambiarono un breve cenno d’intesa e si diressero verso le scale. Mira si fermò, attirata dalla voce che riecheggiava attraverso il corridoio. Diede qualche colpetto sulla spalla del Dragon Slayer e indicò la porta aperta. Il dio del tuono aggrottò le sopracciglia e rimase qualche secondo in ascolto; poi, un sorriso divertito si dipinse sul suo volto. Anche l’albina sorrise, nonostante Laxus le avesse letto negli occhi lo spasmodico desiderio di conoscere ulteriori dettagli. I due maghi di classe S scesero silenziosamente le scale, approfittando che Titania fosse impegnata a strigliare i malcapitati. Non che a Laxus occorressero simili diversivi per svignarsela senza essere scoperto: nonostante le sue numerose visite al dormitorio femminile,Erza non era mai riuscita a coglierlo sul fatto.
Il drago del fulmine ghignò.
Quei polli avevano ancora molto da imparare.
E se un giorno Erza fosse stata così abile da beccarlo, avrebbe sempre potuto sfruttare a suo vantaggio l’incontro casuale avvenuto proprio quella notte.
***
Il dio del tuono salì gli ultimi gradini e imboccò il corridoio. A pochi passi dalla porta si fermò, fiutando un’odore familiare. Nonostante fosse buio, riuscì a distinguere la figura che, a qualche metro da lui, percorreva il corridoio nella direzione opposta. Anche lo sconosciuto avvertì la sua presenza e si voltò. I due si studiarono circospetti per una manciata di secondi. Laxus sorrise divertito e gli rivolse un veloce cenno di saluto, prima di voltarsi e dirigersi verso la camera della diavolessa, abbandonando il perplesso visitatore nelle tenebre.
***
«Spero che abbiate almeno fatto attenzione.» commentò freddamente, Erza, dopo aver terminato la ramanzina, lanciando ai due ragazzi un’occhiata al vetriolo.
Sentì sulla schiena lo sguardo sorpreso dei suoi nakama, ma non si scompose.
Avrebbe preferito farsi gli affari propri, ma il ruolo di “capo” del dormitorio le imponeva anche questi oneri, nei rari casi in cui una situazione simile si verificasse. L’anziana custode le aveva accennato che era successo una volta sola, anni fa, e da quell’episodio era nata la regola che proibiva ai ragazzi l’ingresso a Fairy Hills.
In più, quei due le sembravano abbastanza ingenui sull’argomento. Il fatto che fossero arrivati fino a quel punto le appariva inverosimile.
«In che senso?» domandò Ichigo, inarcando un sopracciglio.
Ecco, appunto.
«Vi ho chiesto se siete stati, insomma… attenti.» ripeté, in difficoltà. Il ragazzo continuò a guardarla come se stesse parlando in aramaico.
Ma come hanno fatto?- pensò , mentre scuoteva la testa, esasperata.
«OH!» capì finalmente Orihime. «Si, non preoccuparti, Erza-san. Per fortuna, Juvia-chan ne aveva un cassetto stracolmo!»
Erza e Gray guardarono basiti la maga dell’acqua.
«Di cosa?» domandò Natsu.
«G-gray-sama, non pensar male» balbettò Juvia, con il volto rosso pomodoro. Fu tentata di sciogliersi e scivolare via, verso il fiume più vicino. Poi abbassò lo sguardo sul pavimento, incapace di guardare negli occhi il suo amato. Notò il suo baby doll nuovo fiammante, o ciò che ne restava, ed emise un piccolo singhiozzo.
«EEEEERZAAA!» strillò qualcuno dal corridoio.
Un ragazzo apparve sulla soglia.
«Va tutto bene? Ti ho sentita gridare!» disse trafelato, rivolto alla maga con l’armatura.
Ichigo osservò il nuovo arrivato: aveva un aspetto piuttosto singolare; non tanto per i capelli blu, o i vestiti fuori posto, quanto per il tatuaggio che gli attraversava la metà destra del volto, dalla fronte alla mascella.
«G-gerard» disse a fatica la maga con l’armatura «Ti avevo detto di non uscire!» lo rimproverò.
«E tu che ci fai qui?» chiese Natsu.
«Ecco, io…» disse il mago ricercato, preso alla sprovvista.
Il volto di Erza diventò scarlatto, nonostante cercasse di mantenere un contegno.
Ichigo sgranò gli occhi.
Juvia si coprì la bocca con una mano, Orihime anche, Natsu e Gray spalancarono la loro così tanto da somigliare al celebre quadro di Munch; poi, iniziarono a ridacchiare come due idioti.
«Finitela, o vi massacro!» li minacciò la rossa.
«Tsk. Predichi bene e razzoli male» commentò imbronciato il sostituto shinigami, incrociando le braccia e lasciando cadere il cuscino.
«Kurosaki-kun!»
«Cavolo…» si lasciò inavvertitamente sfuggire la Scarlet, prima di gridargli nuovamente di coprirsi.
Si voltò verso Natsu e Gray. « Stavolta avete davvero passato il limite. Vi infliggerò una punizione così severa che rimpiangerete di essere sopravvissuti ad Acnologia!» affermò, mentre veniva avvolta da un’aura sinistra. «E tu...»
Guardò Ichigo. Il sostituto shinigami si mise istintivamente davanti a Inoue, nonostante fosse lui il bersaglio.
«Non credere di passarla liscia solo perché non fai parte di Fairy Tail! Sei colpevole tanto quanto loro due!» berciò Erza.
«Tre» disse una voce alle sue spalle.
La rossa si voltò.
«Come?» disse, lievemente confusa.
«Tre.» ripeté Natsu. «C’è anche Gerard.»
La maga con l’armatura sembrò ricordarsi solo in quel momento della presenza del ragazzo con i capelli blu.
«Giusto!» intervenne Gray, riprendendo coraggio. «Se la punizione vale per tutti i ragazzi, che appartengano o meno alla gilda, anche Gerard deve essere punito!»
«Ma non possiamo! Vi siete dimenticati che è ricercato? Non può andarsene in giro come se nulla fosse!» esclamò la maga con l’armatura.
«Si travestirà da Mystogan, come ai Giochi.» replicò il mago del ghiaccio.
Erza si morse un labbro. Squadrò il ragazzo, chiedendosi cosa stesse architettando. Perché quell’improvvisa resa? Avrebbero dovuto essere terrorizzati da cosa li attendeva, avrebbero dovuto gettarsi a terra ed implorare pietà.
 «In questo caso, penso si possa fare…»  disse lentamente, conscia di muoversi su un terreno infido.
Gray incrociò le braccia e sorrise soddisfatto.
« Bene. Ora possiamo andare?»
«Si.» rispose la rossa, tentando di apparire risoluta, sebbene avesse un cattivo presentimento.
 «Sono certo che Mira e gli altri saranno molto curiosi di sapere perché Gerard, o Mystogan, si trovasse a Fairy Hills questa notte.» disse con noncuranza il mago del ghiaccio, mentre la rossa si avvicinava porta.
Erza si fermò di colpo, come se tra lei e l’uscio fosse comparsa una barriera invisibile.
«COSA?» proruppe, voltandosi verso Gray. «Non osereste!»
«Invece si.» ribatté deciso il mago del ghiaccio. «Se decidi di punirci, noi racconteremo tutto a Mira Jane.» Sorrise sornione, consapevole di averla in pugno.
La rossa trasalì alla sola prospettiva degli effetti catastrofici che avrebbe avuto quella soffiata sulla sua vita di maga.
Se si venisse a sapere, perderei la faccia. E Mira non mi lascerebbe più in pace.
Trattenne un brivido ed incociò lo sguardo del mago del ghiaccio che ammiccò.
Lo avrebbe ucciso
Si schiarì la voce.
«Va bene» disse sconfitta. «Per questa volta lascerò perdere. Nessuno deve sapere nulla di quello che è accaduto qui. Quello che è successo a Fairy Hills, resta a Fairy Hills. Mi sono spiegata?» domandò, lanciando un’occhiata eloquente ai ragazzi.
Tutti i presenti annuirono.
«Andiamo. Gli altri ci staranno aspettando.» disse Erza con voce atona, uscendo dalla camera. Gerard fece un veloce cenno di saluto e seguì la rossa.
«Wow, questa è la prima volta che abbiamo sconfitto Titania!» disse Natsu, entusiasta.
Non è stata una vera battaglia- pensò Gray, ma evitò di farglielo notare, visto che era anche merito del Dragon Slayer se erano riusciti a farla franca. E, in verità, anche lui era piuttosto soddisfatto.
Prima o poi Erza si sarebbe vendicata, ma per ora potevano accontentarsi.
Orihime tirò un sospiro di sollievo. Ichigo la imitò. Si sentì molto più leggero, ora che  l’aura terrificante emessa dalla maga con l’armatura era svanita.
Un familiare senso di nausea lo colse alla sprovvista, risalendogli prepotentemente lo stomaco.
Juvia sembrava caduta in trance.
Come era possibile che una giornata iniziata in maniera tanto perfetta si fosse trasformata in un simile incubo? La stanza messa a soqquadro, la scoperta della sua “scorta”, il letto che aveva segretamente sperato di dividere con Gray-sama irrimediabilmente profanato e un costosissimo capo di lingerie ridotto a brandelli.
Poteva andare peggio?
La risposta arrivò quando Kurosaki Ichigo vomitò sul tappeto.
***
O. Mio. Dio.
Fu il primo pensiero di Macao Conbolt, appena i suoi occhi incontrarono lo sfacelo che regnava sovrano nel salone della gilda. I tavoli, gli sgabelli e le sedie erano ammassati in due mucchi ai due capi della stanza, in una rozza imitazione di due mura di cinta. I resti dei barili vittime del barrel surfing erano disseminati per tutto il pavimento, insieme ai frammenti di vetro che una volta erano bottiglie e bicchieri. Una sedia, incastrata in uno dei lampadari, cadde con uno schianto sul pavimento, svegliando la maggior parte dei maghi.
«Stavolta ci siamo superati!» commentò compiaciuto Wakaba, mentre  si rialzava. «Era da sette anni che non facevamo baldoria come si deve!»
Macao si coprì le orecchie, mentre avvertiva una stilettata attraverso la tempia.
« Ti sembra questo il momento di scherzare?» lo rimbrottò. «Dobbiamo rimettere tutto a posto prima che arrivi il Master!»
Entriamo, beviamo qualcosa, e ce ne andiamo via senza lasciar traccia. Come no- pensò furibondo.
Mai fidarsi dei maghi di Fairy Tail.
 Dietro di lui, Elfman ed Evergreen scesero le scale che portavano al piano di sopra e sgattaiolarono verso il gruppo di ragazzi assonnati che, barcollando e arrancando, iniziava a radunarsi al centro della sala.
«Master Makarov arriverà presto, quindi deve tornare tutto come era prima!» gridò, suscitando diversi lamenti di dolore ed imprecazioni.
«Dov’è Laki? E’ l’unica che può aiutarci!» domandò, guardando il gruppetto con apprensione.
«Qualcuno mi ha chiamato?» trillò la fanciulla dai capelli lilla, spuntando da sotto il bancone, con l’elmo di Bixlow in testa.
«Ehm, si.» disse il mago, spiazzato.
«E’ stata una notte leggendaria!» esclamò Bixlow, sbucando a sua volta da sotto il bancone e cingendo la ragazza. «Fenomenale!»
 «Fenomenale! Fenomenale! Fenomenale!» ripeterono le bambole.
I due ragazzi risero sguaiatamente, sotto lo sguardo attonito di Macao.
«Oh, cielo…» lo sgomento gli fece dimenticare per qualche istante il problema principale, poi gridò ad entrambi di unirsi agli altri e darsi da fare.
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Note:
Spero che il capitolo (che non ho tagliato, perché mi sento troppo in colpa :( ) vi sia piaciuto. Ringrazio di cuore chiunque continui a seguirmi per l'immensa pazienza e ringrazio chi di recente ha deciso di mettere la storia tra le seguite e/o preferiti. Ci vediamo al prossimo capitolo!
Ciao! :)

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Capitolo 15
*** The (False )Starter ***


Capitolo 15
The (False )Starter

 
Si misero all’opera, ognuno con un compito preciso: Jet, sfruttando la sua velocità, rimetteva a posto qualsiasi oggetto ancora integro; Elfman e Chad seguivano il suo esempio con gli oggetti più pesanti; Happy sostituiva i Lacrima danneggiati sui lampadari.
Laki si occupava di creare nuovi mobili, sotto lo sguardo vigile di Wakaba, che si assicurava che a vena creativa della ragazza non prendesse il sopravvento, e quello meno vigile di Bixlow, che preferiva ammirare la sua nuova conquista. I maghi che non possedevano una magia utile davano il loro contributo alla vecchia maniera, con scope, stracci e olio di gomito, coordinati da Macao. In un tempo da record, la gilda iniziò ad avere di nuovo un’aria presentabile; giusto in tempo per l’arrivo di Mira Jane.
«Buongiorno Macao.» disse la ragazza immagine.
«Ciao, Mira» rispose l’ex master. Nonostante la preoccupazione per l’imminente arrivo di Makarov, non riuscì a non rispondere a quel sorriso meraviglioso che sembrava illuminare l’intera gilda.
«E’ stata una bella festa?» domandò l’albina, guardandosi attorno curiosa.
«Ehm, si.» rispose Macao, soppesando le parole.
Finché la situazione non gli era sfuggita di mano
«Siamo sempre i soliti, eh?» disse la ragazza immagine, senza smettere di sorridere, come ad avergli letto nel pensiero.
«Già.» ridacchiò il mago, grattandosi la nuca. «Ma non è niente di grave. Tra poco dovremmo aver finito.»
Guardò oltre la spalla dell’albina e notò che era arrivato anche Laxus. Congedò rapidamente la ragazza immagine e corse in fretta verso il nipote del Master.
Mira  andò al bancone, urtando un paio di tavoli durante il tragitto.
«Laxus, il Master sta arrivando?» domandò Macao, intercettando il dio del tuono diretto verso il suo tavolo personale al secondo piano.
«N-non lo so…» rispose il drago del fulmine, in difficoltà.
L’anziano mago aggrottò le sopracciglia.
«Ma non vivete insieme?»
L’ingresso di Gajil e Levy, oltre a strappare una lacrima di commozione a Mira Jane, distrasse Macao, che si precipitò dal drago di ferro per implorare il suo aiuto, evitando al dio del tuono di dover fornire spiegazioni.
Grazie al cielo, il master non si fece vedere fino a lavori ultimati; e tutti poterono riprendere fiato.
«Spero che Makarov non si insospettisca.» sussurrò Wakaba all’amico, che guardava i maghi muoversi per la gilda con la stessa vitalità di una mandria di zombie.
« E’ peggio delle altre volte» constatò Macao. «Possibile che abbiamo bevuto così tanto?»
«La cantina è completamente vuota; controlla, se non mi credi. Non è rimasta nemmeno una goccia di alcol.»  asserì l’amico, scuotendo la testa.
Macao sgranò gli occhi.
«C-c-cosa? Ma l’avevamo riempita l’altro ieri!» esclamò. «Doveva bastare per tutto il mese!»  La sua voce divenne sempre più stridula, finché non riuscì ad emettere altro che un rantolo.
Wakaba avrebbe voluto tranquillizzare il compare, ma fu distratto dall’ingresso di un gruppetto capeggiato da Erza.
«Il master è già arrivato?» domandò la maga con l’armatura ad alta voce, suscitando un coro di lamenti da parte dei suoi nakama.
«No, non ancora.» rispose Wakaba al posto del compagno.
«Sta bene?» domandò la maga dell’armatura, scoccando un’occhiata preoccupata all’ex master che fissava il vuoto, immobile come una statua.
«Tranquilla, si riprenderà.» la rassicurò Wakaba, agitando una mano con nonchalance.
Ichigo barcollò fino al bancone, si sedette e si accasciò sul pianale di legno con un verso sofferente.
«Cosa ti porto?» trillò Mira.
«Ehm» Ichigo impiegò qualche secondo per rispondere. « Solo un caffè, grazie.» Dopo l’incidente nella stanza di Juvia, il cibo era fuori discussione.
Mira mise davanti al ragazzo una tazzina colma di un liquido fumante. Poi gli portò un bicchiere d’acqua e vi buttò dentro un’aspirina.
«Grazie» mormorò lo shinigami,mentre si massaggiava una tempia dolorante. Il profumo della bevanda calda lo fece sentire un po’ meglio, anche se la prima sorsata fu difficile da mandare giù. Giurò a se stesso che non avrebbe mai più toccato una goccia d’alcol.
 
Renji, sogghignando, prese posto accanto a lui.
«Nottataccia?»
«Vai all’inferno.» lo liquidò il sostituto shinigami, mentre lottava contro il dolore alla testa.
«Sei così scorbutico già di prima mattina? E dire che ieri, quando ti ho lasciato, eri la persona più felice del mondo.» commentò il rosso. «Dovresti bere più spesso.»
«No! » ribatté Ichigo. «Se sto così è solo perché mi sono lasciato convincere da te! Non seguirò mai più un tuo consiglio!»
«Per una volta, Kurosaki, hai detto una cosa giusta.» affermò Ishida, che aveva raggiunto i due dei della morte.
Natsu si accomodò accanto al ragazzo dai capelli arancioni, salutò allegramente i tre e chiamò Mira per farsi servire.
Il quincy e i due shinigami guardarono sbalorditi l’albina posare davanti al drago un piatto dopo l’altro, fino a comporre una vera e propria colazione continentale.
«Dicevamo» riprese il discorso Renji, distogliendo lo sguardo da Natsu che iniziava a trangugiare delle salsicce. «Perché te la prendi così tanto? Hai passato una bella serata, star male per un bicchiere di vino mi sembra un prezzo ragionevole. »
Ishida trasalì impercettibilmente, prima di portarsi alle labbra la tazza di tè che aveva ordinato.
« E non esagerare! Hai sopportato cose ben peggiori di una sbronza.» lo rimproverò scherzosamente Renji.
«Forse hai ragione» ammise lo shinigami, tentando di ignorare il masticare rumoroso del Dragon Slayer. L’odore del bacon fritto gli fece aggrovigliare le viscere, ma si costrinse a bere il caffè.
«Sai, non ho bevuto solo vino, in realtà. Cana mi ha offerto un liquore dal sapore terrificante.» raccontò, rabbrividendo al solo ricordo della bevanda.
«Davvero?» domandò il rosso, sorpreso. Ishida osservò i due shinigami con molta attenzione.
«Quindi, non credo di essermi ubriacato per colpa  di quell’unico bicchie…»  
Ichigo si interruppe, l’ultima sillaba ancora in sospeso sulle labbra.
Gli tornò in mente la battuta della cartomante.
Quante volte?
Strinse gli occhi e si girò lentamente verso il dio della morte con i capelli rossi, che trasalì.
Il sostituto shinigami  scambiò una breve occhiata con Ishida, che fece un cenno impercettibile col capo.
«E’ colpa tua! Tu mi hai fatto ubriacare!» proruppe furibondo, sollevando un coro di lamentele da parte dei maghi ancora in dopo-sbronza. «Hai continuato a riempirmi il bicchiere mentre ero distratto!»
«Pensavo che ci avresti messo di più.» commentò il quincy, tornando al suo tè.
«E dai, rilassati! Era per il tuo bene!» tentò di difendersi Renji, temendo che il sostituto shinigami volesse dare un seguito agli eventi della sera prima. «E non è successo nulla di grave, vero Ishida?»
«No, non credo. Finchè sono rimasto in gilda, si è comportato bene.» confermò Uryu.
«A proposito, dov’eri sparito?» domandò il sostituto shinigami, mettendo da parte il proposito di picchiare il rosso.
Ishida trasalì, conscio di aver rivelato troppo.
«Te ne sei andato?» esclamò Renji sconcertato.«Ma avevi detto che avresti badato a lui!»
«Questo non l’ho mai detto!» ribattè il quincy con tono irritato.
«Smettetela di parlare di me come se fossi un bambino!» ringhiò indignato il sostituto shinigami.
«Non fa niente. L’importante è che Ichigo non abbia fatto danni.» asserì Renji, senza ascoltarlo.
«Altroché se ne ha fatti!» si intromise Bixlow. «Si è gettato a capofitto nella mischia e ha partecipato alla rissa, ma solo perché voleva passare attraverso la sala per arrivare all’uscita.»
«Ha combattuto da vero uomo!» affermò Elfman.
«Come un demonio, vorrai dire.» lo corresse Freed, unendosi alla conversazione. «Si può sapere perché avevi così fretta di lasciare la gilda?»
Natsu smise per un attimo di masticare.
«Avevo sonno.» rispose lapidario il sostituto shinigami, prima di bere il caffè in un unico rapido sorso.
Per fortuna, l’arrivo di Lucy, Cana e Rukia sottrasse il ragazzo dai capelli arancioni alle occhiate sospettose dei suoi amici e dei due maghi.
Natsu trangugiò in fretta ciò che rimaneva  della colazione e  corse verso Lucy, ma un’occhiata fulminante da parte della maga stellare lo fermò a metà strada. Sbattè le palpebre un paio di volte, confuso da quell’accoglienza. Decise, tuttavia, di non lasciarsi intimorire.
«Oi, Lucy!»  la salutò, sfoderando il suo sorrisone che era sempre riuscito a rallegrare la compagna di team, anche nelle situazioni più difficili.
«Buongiorno, Natsu.»
La freddezza nel  tono della sua voce avrebbe potuto spegnere perfino le sue fiamme di drago.
Natsu ammutolì, mentre tutto l’ottimismo che lo aveva animato fino ad un attimo prima svaniva.
La bionda gli lanciò un’altra occhiata penetrante, prima di dirigersi verso il tavolo dove erano sedute Erza, Cana, Rukia ed Orihime.
Il rosato tornò al suo posto.I ragazzi al bancone, che avevano seguito l’intera scena, lo osservarono con un misto di curiosità e compatimento.
«Ehi, che hai combinato stavolta?» domandò Bixlow, senza malizia, ma anzi, sinceramente preoccupato.
«Io, non lo so, davvero.» rispose Natsu, fissando frastornato il punto dove si trovava la maga stellare.
«Hai dormito un’altra volta nel suo letto?» chiese Freed.
Ichigo sgranò gli occhi.
«No!» si difese il Dragon Slayer.
«Dormono insieme?» mormorò uno stupito Renji ad un altrettanto sorpreso Ishida.
«Davvero» continuò Natsu. «Ieri sono stato tutta la notte a F… ahia!»
Un calcio sullo stinco da parte del sostituto shinigami gli impedì di terminare la frase.
«Ehi, Natsu!» lo salutò  Happy, mentre lo raggiungeva con pochi battiti d’ali.
«Ciao, Happy!» rispose il Dragon Slayer, risollevandosi.
«Sai che cos’ha Lucy? Perché fa così?» domandò, sperando che  il suo amico fidato potesse illuminarlo sul comportamento della biondina.
 Un’insolità espressione seria apparve sul volto dell’ Exceed.
« Non è ovvio? E’ arrabbiata con te per ieri…» disse.
«Ieri?» ripetè il drago, senza capire.
«Perché non ti sei fatto più vedere.» continuò il micio, confuso dalla sua reazione.
I ricordi della sera precedente travolsero Natsu con la forza di uno tsunami.
L’incontro sul fuori dalla gilda, la sua Dragon Slayer che andava fuori controllo, Ichigo che picchiava Loki,  il modo in cui  Lucy aveva finalmente risolto il problema con la sua magia…
Faccio presto, promesso
«Cavolo! Hai ragione! Mi sono dimenticato!» esclamò, dandosi una manata sulla fronte.
Doveva tornare da lei, dopo aver accompagnato Ichigo al dormitorio; ma si era addormentato davanti alla porta mentre aspettava lo shinigami. Si sentì uno stupido.
Fece per alzarsi, ma venne interrotto dal suono del portone che si apriva.
Come un solo uomo, l’intera gilda guardò la piccola figura apparsa sulla soglia.
Il Master.
«Buongiorno figlioli!» disse Makarov con voce tonante. Gran parte dei maghi, ed Ichigo, si portarono le mani alla testa, soffocando un gemito di dolore.
« Bene! Vedo che siete già tutti qui, e mi sembrate in ottima forma!» commentò allegramente il nonnetto.
«Ma sta scherzando?» bisbigliò Wakaba.
«Preparatevi! Tra pochi minuti  inizieremo le ricerche!»
Makarov salì le scale e andò al piano di sopra. Chiudere la gilda per impedire a quegli scavezzacolli dei suoi figlioli di combinare disastri mentre ospitavano dei viandanti dimensionali ricercati dal Concilio era stata un’ottima idea. Si auto complimentò per quel lampo di genio, intanto che si accingeva ad aprire la porta del suo ufficio. Stranamente, la chiave non voleva saperne di girare nella toppa. Controllò perplesso il mazzo di chiavi, anche se era sicuro di aver preso quella giusta. Guardò con più attenzione la serratura, poi il suo sguardo si spostò sul duro legno di quercia che lo separava dal suo ufficio. Un brivido scese lentamente lungo la schiena piena di acciacchi dell’anziano Master, mentre una serie di immagini nefaste, che raffiguravano per la maggior parte sé stesso in manette, scortato da un gruppo di Cavalieri delle Rune verso le porte di Era, assalivano la sua mente. Makarov recuperò il controllo. Non era il caso di interpretare quella stranezza come un sinistro presagio. Tuttavia, non potè trattenere la pelle d’oca quando la chiave della dispensa girò nella serratura senza il minimo suono.
***
«E adesso che faccio?» domandò il  Dragon Slayer, rivolgendosi ai suoi amici in cerca di aiuto.
«Vai a scusarti.» propose Happy.
«E basta?»
« Spiegale perché ieri non sei tornato, come avevi promesso.» aggiunse Happy «A proposito, perché ieri non sei tornato?» domandò, ma l’amico si era già alzato, diretto verso il tavolo dove era seduta Lucy.
Venne intercettato da Ichigo, che gli afferrò la spalla.
«Che stai facendo?» domandò sospettoso il sostituto shinigami.
«Vado a scusarmi con Lucy. Devo spiegarle perché ieri non sono tornato da lei.» rispose il drago.
«Sei impazzito? Non puoi raccontarle tutto!» disse Ichigo, controllando a fatica il tono della voce.
«Ma…»
Natsu gettò un’occhiata al tavolo. Le ragazze, che stavano ascoltando Cana, non si erano accorte di loro.
«Ah.» disse il Dragon Slayer. «Ho capito. Aspetterò che Cana vada vi…»
«No, Natsu! Ti sei già dimenticato del patto?» esclamò lo shinigami.
Cana smise di parlare e li guardò curiosa. Il dio della morte si morse la lingua.
« Ma io devo spiegarle perché…» insistette il drago.
«No! Non puoi!» disse deciso Ichigo. Nessun altro doveva sapere cosa fosse successo. Per i suoi gusti, ne erano venute a conoscenza già troppe persone.
«Trova un altro modo per scusarti, ma non devi dirle niente di ieri notte, e di stamattina.» disse categorico, ponendo fine alla conversazione.
Natsu sentì montare la rabbia.
Lucy si arrabbiava spesso con lui, soprattutto quando entrava a casa sua senza permesso, ma quegli scoppi d’ira si concludevano sempre con un rimprovero, accompagnato talvolta da un calcio in in faccia, e la scelta di una nuova missione da fare insieme.
Ma, quando la faceva infuriare sul serio, Lucy non lo sgridava, non lo picchiava; si limitava a non rivolgergli più la parola, a fare le missioni da sola. Natsu aveva scoperto che quel lungo silenzio, accompagnato da occhiate taglienti simili a quella di poco prima, facevano più male di qualsiasi calcio avesse mai ricevuto. Non poteva accettare che Lucy rimanesse arrabbiata con lui in quel modo. Senza  contare che, stavolta, lui non aveva fatto nulla. Il responsabile dei suoi guai-si rese conto- era proprio davanti a lui.
«E’ colpa tua!» strillò, incenerendo con lo sguardo la causa dei suoi problemi.
«Non l’ho fatto apposta.» ribatté il sostituto shinigami, preso alla sprovvista dalla reazione del drago. «E abbassa la voce!» disse, allarmato.
«Avevi detto che le avresti riportato la molletta, NON CHE TI SARESTI CHIUSO IN CAMERA CON LEI PER TUTTA LA NOTTE!» ruggì a pieni polmoni Natsu, fuori di sé.
Notte… Notte… Notte… Notte…
L’ultima parola riecheggiò per la sala per un tempo che al sostituto shinigami parve interminabile.
Nella gilda calò un silenzio di tomba.
Ichigo lasciò cadere la mano che  stringeva la spalla di Natsu.
 Orihime diventò paonazza e scivolò sotto il tavolo.
«Voi… cosa?» fu tutto quello che riuscì a dire Rukia.
«Più che “cosa”, come ?» commentò Renji, altrettanto sconvolto.
«Hai una concezione piuttosto strana del termine “interessante”» commentò Freed, inarcando un sopracciglio.
Natsu si riscosse, rendendosi conto del disastro appena combinato. Guardò con rimorso lo shinigami, poi corse a sedersi al tavolo di  Lisanna e Gray.
«Bella mossa, stupido» lo rimproverò sottovoce quest’ultimo. Il drago non gli rispose a tono, ma fissò mestamente il tavolo.
Lo shinigami si sentiva come se la sua testa galleggiasse. Si guardò attorno, spaesato, come ad aggrapparsi alla vana speranza che nessuno avesse prestato attenzione alle parole del Dragon Slayer, o a quella ancor più inesistente che nessuno avesse capito il loro significato.   Tornò verso il bancone, curandosi appena del modo un cui i suoi nakama, Freed e Bixlow, Mirajane e tutta la gilda lo stavano osservando.
Quello che resta a Fairy Hills, resta a Fairy Hills…. Come no.- pensò dolorosamente, mentre, con movimenti meccanici, si rimetteva al suo posto. Era talmente scioccato che si rese a malapena conto che Bixlow gli stava stringendo la mano.
«E’ successo davvero?» osò chiedere Freed, mentre spingeva via il mago del Figure Eyes.
«Io, Io non ricordo. Ero davanti alla porta…» rispose il sostituto shinigami, rivolto più a sé stesso che a loro.
Davanti  a lei.
Esistevano altri dettagli, ma rischiava di morire dalla vergogna solo ripensandoci, figurarsi a raccontarlo a qualcuno. Mira lo ascoltava, intanto che puliva un bicchiere, decisa a non perdere nemmeno una sillaba.
«E poi?» lo incalzò Bixlow.
Un bagliore viola illuminò i limpidi occhi blu del mago delle rune. Bixlow rabbrividì e tornò al suo posto.
«Non so come sia stato possibile! Dovevo essere ubriaco…» continuò Ichigo.
«Altroché se eri ubriaco.» confermò Renji.
Il sostituto shinigami gli lanciò un’occhiata incendiaria.
Quanto possono aver bevuto, se perfino i collaudatissimi freni inibitori di Kurosaki sono andati a farsi benedire?- si ritrovò a pensare Ishida, mentre tentava di liberarsi dell’espressione stupita sulla sua faccia.
«E non escludo che abbia bevuto anche Inoue.» aggiunse Renji. «Rukia mi ha detto che ieri le ragazze hanno fatto un festino a base di sake ed uno strano liquore.»
« Probabilmente è lo stesso che mi ha dato Cana.» constatò Ichigo. Quella notizia, tuttavia, non lo fece sentire meglio. Gli ci sarebbero voluti mesi, se non anni, per rimettere insieme i cocci infranti della sua psiche.
 «Qualcuno mi ha chiamato?» trillò la cartomante, raggiungendo il gruppetto.
Nessuno le rispose.
«Allora, pare che ieri sia stata una notte movimentata.» disse la ragazza, soffermandosi con particolare enfasi sull’ultima parola.
Ichigo non ribatté, consapevole che avrebbe dovuto sorbirsi frecciate simili per il resto della giornata, come minimo. Si limitò ad un sospiro rassegnato.
 «Non ne voglio parlare.» disse cercando di conservare il barlume di dignità che gli era rimasto.
 L’unica nota positiva in tutto quel macello era che nessun’altra  persona del suo mondo era a conoscenza dell’accaduto. E non l’avrebbero mai saputo. Avrebbe ucciso Renji se solo avesse provato a spifferare qualcosa.
La cartomante sorrise maliziosa.
«Va bene» disse sollevando le braccia in un gesto di resa. «Non ti costringerò a rivelare fatti scottanti, se non vuoi.»
Forse avrebbe avuto più fortuna con Orihime.
«A proposito…» disse Cana, rivolgendosi ad Ishida.
«Complimenti per ieri sera, stallone!» esclamò. Diede al quincy un bacio sulla guancia e se ne andò da Mira per ordinare.
Ichigo fissò basito l’amico. Renji sogghignò.
«Hai dimenticato di dirci qualcosa, Ishida?» domandò ironico il dio della morte.
«Ecco… io, lei… l’alcol… Si, Abarai! Contento!?» sbraitò Uryu, il cui volto aveva assunto una sfumatura purpurea..
«Ishida! Ti sei approfittato di una ragazza ubriaca?» disse Ichigo, sconcertato.
«No. E’ lei ubriaca che si è approfittata di me!» ribattè Uryu.«E poi» gli occhi del quincy lampeggiarono di collera «Kurosaki, tu sei l’ultimo che dovrebbe azzardarsi a fare prediche!» tuonò.
Renji e Bixlow sghignazzavano senza ritegno.
«Questa scusa non sta in piedi. Potevi dirle di no.» replicò il sostituto shinigami.
«E’ stata molto… persuasiva» spiegò con difficoltà Uryu, sprofondando ancor più nell’imbarazzo.
«E piantala, Abarai!» ruggì, rivolto allo shinigami che si stava rotolando a terra.
«Ti ha violentato!» disse Renji, tra uno scoppio di risa e l’altro, appoggiandosi alla spalla del mago del Figure Eyes.
«COME SAREBBE A DIRE CHE NON PUOI CORREGGERMI IL CAFFE’?» ruggì Cana in faccia alla povera Kinana. Ichigo si coprì di nuovo le orecchie, insieme ad una dozzina di maghi poco distanti.
«C-cana, t-ti giuro che è la verità. Non è rimasta nemmeno una goccia d’alcol.» balbettò Kinana, mentre la voce si riduceva man mano ad un bisbiglio.
«Non so come sia possibile.» ammise Mira Jane, che continuava a pulire il bicchiere, ormai scintillante, senza staccare gli occhi da Ichigo.
«Io si.» commentò freddamente Ishida.
Cana, con una luce pericolosa negli occhi, si girò verso i maghi al bancone.
«Avete prosciugato la cantina?» sibilò.
Ichigo notò che il sibilo faceva molta più paura dell’urlo di poco prima.
«IO VI UCCIDO!» esplose la cartomante avventandosi sul malcapitato più vicino, ovvero Renji.
«Aiuto!» strillò lo shinigami, mentre le mani della ragazza si stringevano attorno al suo collo come un paio di tenaglie. «Ragazzi!» rantolò disperato.
I due non mossero un dito.
«Io non mi immischio negli affari degli shinigami.» affermò il quincy con tono glaciale, versandosi un’altra tazza di té.
« E’ solo per colpa tua se sono successi tutti questi casini!» esclamò Ichigo, mentre la rabbia tornava a montargli dentro più forte di prima.
«Possiamo parlarne dopo?» implorò il dio della morte, mentre lottava per liberarsi dalla stretta di Cana.
«Gruppo uno! Gruppo due! Siete pronti?» li chiamò Makarov, affacciandosi dal piano di sopra.
 

Note:

E così, la vera avventura sta cominciando. Sembra passato un secolo dall’ultimo aggiornamento, vero? (“un secolo no, ma comunque tanto tempo”, replicherete voi, giustamente…)
Come al solito, ho tentato di farmi perdonare pubblicando un capitolo lungo. Spero davvero che abbia soddisfatto le vostre aspettative. Come ulteriore tentativo di fare ammenda per i miei crimini (?), vi giuro solennemente che il prossimo capitolo arriverà in tempi da record, poiché sono riuscita ad accumulare abbastanza pagine per un altro aggiornamento (si, i sensi di colpa fanno miracoli). Quindi, ci vediamo presto.
Baci baci!!
 

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Capitolo 16
*** Troubles ***


Capitolo 15
Troubles

 
Tutti i presenti si radunarono al centro del salone.
«Il polverone che avete sollevato col vostro arrivo sembra essersi in parte dissolto.» disse il vecchietto, che non sembrava sollevato, nonostante la buona notizia «Suggerisco, comunque, di mantenere un basso profilo: non so quanto tempo ci abbia fatto guadagnare il diversivo di Lucy. Capisco che non è il nostro stile, ma cerchiamo di fare uno sforzo. Dobbiamo essere discreti e non dare nell’occhio.»concluse, ricevendo una serie di cenni e mormorii di assenso da parte dei suoi ragazzi.
«Oi! Prendi!»
Laxus lanciò a Ichigo un pesante zaino da trekking.
«Dentro c’è tutto quello che può servirvi.» gli spiegò Erza, mentre ne passava uno identico ad Uryu e ad un Renji più morto che vivo.
«Li abbiamo presi ieri, quando siamo andate con le altre ragazze a fare shop… Ehm, provviste.» disse Rukia, mentre si metteva in spalla uno zaino bianco al quale erano attaccate un paio orecchie da coniglio che arrivavano quasi a toccare terra.
Discreti e non dare nell’occhio. Come no.- pensò sarcasticamente Ichigo.
Ci vollero venti minuti buoni per convincere Orihime a venire fuori da sotto il tavolo. Recuperata la fullbringer, i gruppi si avviarono verso la stazione ferroviaria di Magnolia.
«Perché prendiamo il treno?» domandò Ichigo, perplesso.
«E’ il mezzo migliore per raggiungere le varie aree da controllare.Veloce e discreto.» rispose Erza, mentre si trascinava dietro il suo bagaglio titanico. Per la seconda volta in quella mattina, il sostituto shinigami si chiese cosa intendessero esattamente i suoi compagni con l’espressione “non dare nell’occhio”.
Si separarono dal gruppo di Laxus e raggiunsero il loro treno in partenza al binario sei. Mostrarono i loro biglietti al controllore per poter salire. Mentre era intento a timbrare, lo sguardo del bigliettaio indugiò per un attimo sul sostituto shinigami, che si tirò nervosamente il cappuccio fin sopra gli occhi. Cercarono una carrozza vuota, per poter discutere i dettagli delle ricerche senza doversi preoccupare di ascoltatori scomodi. Dopo aver sistemato i bagagli, (Erza aveva noleggiato un vagone apposta per i suoi), raggiunsero i loro posti. Erza si mosse sicura, sedendosi accanto al finestrino, poi rivolse agli altri ragazzi, che indugiavano di fronte alle due file di sedili, uno sguardo eloquente, e loro si affrettarono a raggiungerla. Orihime si accomodò accanto alla maga con l’armatura, seguita Rukia. Ichigo optò per mettersi accanto alla dea della morte, ma il posto fu repentinamente occupato da Renji; quindi, si sedette di fronte ad Erza. Il Dragon Slayer guardò titubante prima Lucy, poi Ichigo; infine si mise accanto a quest’ultimo. Lucy si fermò tra le due file di posti, lanciò a Natsu uno sguardo indecifrabile e si sedette all’ultimo posto, accanto allo shinigami dai capelli rossi. Ichigo notò per un istante un’ombra attraversare il volto di Natsu. Gli altri occuparono i posti rimasti.
Il treno iniziò lentamente a muoversi, interrompendo ogni tanto il silenzio con gli sbuffi della locomotiva.
«Allora, la prima tappa è una zona vicino alla città di Oak» esordì la maga con l’armatura, forse anche nella speranza di alleggerire quella strana tensione che aleggiava sul gruppo. «Da lì dovremmo raggiungere una piccola radura in un bosco fuori dalle mura. Se siamo fortunati, la verga dovrebbe trovarsi lì.»
Ishida sgranò gli occhi.
«Come fai ad avere informazioni così precise?»
«Avete detto che l’area dove cercare la verga era molto vasta.» affermò Sado, sorpreso quanto il quincy.
«E lo è» confermò la rossa. «Ma fortunatamente, ieri il Master ha avuto l’idea di mostrare le mappe a Mavis, che è riuscita a restringere il campo delle ricerche.»
«Chi è Mavis?» domandò Renji.
«Era uno dei fondatori di Fairy Tail ed è stata il suo primo Master.» gli spiegò Lucy.
« Mavis era famosa per essere una “maestra delle tattiche” e per le sue straordinarie abilità predittive. Sfruttando le informazioni di Natsu, è stata capace di calcolare tutti i possibili luoghi in cui potrebbe essere atterrato lo Spaccamondo dopo l’esplosione.» disse Erza.
«Sono parecchi, ma almeno sappiamo esattamente dove cercare.» dichiarò Gray.
«Perché non abbiamo mai visto questa Mavis? Non era nella gilda?» chiese Rukia, perplessa.
«Perché…Ehm» rispose Lucy, in difficoltà. «Lei è un fantasma.»
«FANTASMA?» ripeté Ichigo, incredulo.
Ci risiamo- pensò Natsu. «Adesso mi dirai che non credi nemmeno ai fantasmi.» disse ironico.
«Com’è possibile che non siamo riusciti a vederla?» esclamò il sostituto shinigami, senza badargli, rivolgendosi ai suoi nakama.
«In effetti, è abbastanza strano.» concordò Rukia.
«E’ impossibile.» affermò Ishida «Sicuri che sia un fantasma?» domandò ai maghi.
«Certo.» rispose Lucy, confusa.
Natsu guardò Ichigo.
«Credi ai fantasmi e non ai draghi?» fece basito.
«Ovvio. I fantasmi esistono. » rispose il sostituto shinigami.
«Uno dei compiti principali di un dio della morte è proprio di inviare le anime dei defunti nella Soul Society.» gli spiegò Rukia.
«Lo spirito di Mavis può essere visto solo da chi ha il simbolo di Fairy Tail.» disse Lucy, mostrando ai forestieri il marchio sulla mano. «Forse, è per questo che non l’avete vista.»
«E’ un peccato. Avremmo voluto ringraziarla per l’aiuto.» disse Orihime con rammarico.
Il vagone iniziò a sussultare, man mano che il treno guadagnava velocità.
Natsu si accasciò addosso ad Ichigo.
«Ehi!» protestò quest’ultimo.
«Ma cos’ha?» disse preoccupata Inoue. «Sta male?»
«Soffre di cinetosi, succede sempre.» affermò Erza, guardando il compagno di team lamentarsi.
«Non può almeno rimettersi seduto?» disse Ichigo, palesemente seccato, mentre cercava di levarsi Natsu di dosso.
La maga stellare ostentava una gelida indifferenza. Perfino Gray lo aveva notato. Erza aggrottò le sopracciglia.
«Non c’è nulla che possiamo fare per lui?» domandò il sostituto shinigami, arrendendosi all’idea che il Dragon Slayer non avrebbe abbandonato presto le sue ginocchia.
«L’unica soluzione è tramortirlo e fargli fare l’intero viaggio privo di sensi.» dichiarò la maga con l’armatura.
«Mi sembra un rimedio un  po’ drastico.» commentò incerto lo shinigami.
«Avremmo dovuto portare Wendy.» commentò Happy, fissando dispiaciuto il suo migliore amico che soffriva. «Lei lo avrebbe fatto stare meglio.»
Un suono inquietante proveniente dal Dragon Slayer li fece sobbalzare. Natsu si sollevò da sopra lo shinigami. Il pallore del suo volto metteva i brividi. Il drago ondeggiò un paio di volte, prima di ricadere sopra lo shinigami, emettendo di nuovo quel suono raccapricciante.
«Sta per vomitare!» strillò Ishida.
Tutti si ritrassero terrorizzati. Ichigo li avrebbe imitati, se non si fosse trovato intrappolato tra Natsu e il finestrino.
«Che strano, di solito sta male e basta.» commentò Lucy, che aveva  abbandonato il suo atteggiamento indifferente ed appariva sinceramente preoccupata per il suo compagno di team.
«Scusate!» esclamò Rukia, prima di alzarsi e correre in direzione delle toilettes, premendosi una mano sulla bocca.
«Deve essere colpa dell’alcol.» asserì il quincy, che cercava di aumentare la distanza di sicurezza.
«Allora, anche lui sente i postumi della sbronza.» sogghignò Gray.
«Colpiscilo! Che aspetti?» gridò Erza.
«Scusa.» bisbigliò il sostituto shinigami al rosato. Tuttavia, non poté non provare una sottile gioia vendicativa, mentre gli assestava un rapido colpo di taglio sulla nuca.
***
La prima ricerca si concluse con un nulla di fatto. Avevano raggiunto, pieni di speranza, la radura segnata sulla mappa, ma della verga nessuna traccia.
«E se qualcuno fosse arrivato prima di noi e l’avesse portata via?» aveva domandato Chad, impensierito.
«Non credo» lo rassicurò la maga con l’armatura. «L’esplosione che ha scagliato via lo Spaccamondo era molto potente e una parte dell’energia magica che l’ha provocata è stata assorbita dalla verga. Quindi, se fosse atterrata qui, avrebbe dovuto esserci almeno un cratere di impatto; mentre qui sembra tutto in ordine.» affermò con convinzione.
«Coraggio, rimettiamoci in marcia.  Andrà meglio con il prossimo luogo.» disse con tono incoraggiante.
Ripresero il treno… E Ichigo fu di nuovo costretto a stordire Natsu per evitare spiacevoli incidenti.
Non trovarono nulla nel secondo luogo segnato sulla mappa. E nemmeno nel successivo videro nulla che somigliasse lontanamente allo Spaccamondo.
Nel tardo pomeriggio, al quarto sopralluogo, il gruppo iniziò a perdere la speranza.
«Maledizione! Quanto può essere volato lontano quell’affare?» proruppe Ichigo, dando voce al malcontento generale.
«Neanche il gruppo di Laxus ha trovato nulla.» li informò Lucy, mentre riponeva il Lacrima-comunicatore nella borsa.
«Sicuri che questa Mavis abbia fatto bene i calcoli?» domandò il sostituto shinigami.
«Il Master aveva detto che non sarebbe stata un’impresa facile» gli ricordò Gray.
Ichigo sbuffò. Era stufo di viaggiare continuamente da una parte all’altra collezionando fallimenti. Inoltre, iniziava a fargli male la mano.
Sempre più demotivati, si diressero verso la prateria evidenziata sulla cartina.
«Questa è l’ultima, per oggi.» li avvertì Erza « Ci fermeremo nella città più vicina e riprenderemo le ricerche domani.»
Ichigo fece una smorfia contrariata, ma si astenne dal contestare la maga con l’armatura.
«Quindi, ancora treno?» boccheggiò Natsu, con gli occhi fuori dalle orbite.
 La rossa annuì, e il volto del drago assunse un colorito verdognolo.
Gray ridacchiò sommessamente. Tuttavia, la risata non sfuggì al sensibilissimo udito del Dragon Slayer, che recuperò immediatamente le forze e si avventò sul mago del ghiaccio.
«Guardate!» gridò Rukia, indicando un punto più avanti.
Ad una decina di metri da loro, vi era un cratere grande e profondo che squarciava la distesa verde  come una ferita.
«Ci siamo!» gridò Renji, fuori di sé dalla gioia.
«Non posso crederci.» sussurrò Chad.
«L’abbiamo trovata!» esultò Orihime.
«Finalmente!» disse Ishida.
«Andiamo!» gridò Ichigo, correndo verso la buca.Gli altri, contagiati dal suo entusiasmo, furono subito dietro di lui, seguiti dai maghi di Fairy Tail.
Torniamo a casa!
Si fermò sul bordo della buca e cercò ansiosamente la verga. Ciò che vide gli fermò il respiro.
Cinque persone ammantate di nero si trovavano sul fondo del cratere. Quella al centro stringeva in mano un lungo bastone con una piccola pietra bianca incastonata sulla cima. «Ichigo, qualcosa non va?» domandò il Dragon Slayer, che aveva notato il sotituto shinigami irrigidirsi, mentre lo raggiungeva insieme agli altri.
Gli sconosciuti trasalirono e rivolsero lo sguardo verso di loro.
I due gruppi si fissarono, senza muovere un muscolo, come se uno sconosciuto passato di lì per caso avesse scattato un’istantanea di quel momento.
Il piede di Ichigo mosse un sasso che rotolò nel cratere.
Un fascio di luce scaturì dalla mano guantata della figura più piccola, diretto verso la testa di Inoue. Ishida si lanciò verso la ragazza, spostandola dalla traiettoria del’attacco, ma non riuscì ad evitare il colpo.
«Ishida-kun!» strillò Inoue.
«Non è niente!» la rassicurò il quincy, mostrandole il braccio illeso, sul quale spiccavano numerose vene blu in rilievo. Un secondo raggio uscì dal cratere, ma Uryu lo evitò e contrattaccò con le sue Heiling Pheil. Erza equipaggiò l’armatura del purgatorio, Ichigo sguainò le sue Zangetsu, Renji e Rukia lo imitarono con le loro zanpakuto, Gray e Natsu evocarono la loro magia, Chad attivò il suo fullbring, Lucy mise mano alle chiavi.
Un sibilo acuto risuonò per l’intera radura. I maghi e i forestieri non riuscirono a superare il bordo del cratere, ma caddero in ginocchio, lanciando urla lancinanti. Ichigo si coprì le orecchie, ma il suono non si attenuò, anzi, crebbe d’intensità, rendendogli impossibile anche pensare. Era sicuro che a breve il suo cranio si sarebbe spaccato in due.
Trasalì.
Non è un rumore… non è nelle orecchie, E’…
«La mia testa!» urlò il Dragon Slayer accanto a lui.
«E’ opera sua!» gridò Lucy, con voce rotta dal dolore, indicando la figura ammantata con in mano la verga. Gray puntò verso di lei, ma un nuovo attacco lo costrinse a terra con il capo tra le mani.
Con uno sforzo sovrumano, Erza evocò una pioggia di spade che si abbatté sul cratere I nemici furono costretti ad indietreggiare. Il sibilo cessò, regalando un momento di sollievo ai ragazzi. Ishida e Gray supportarono Erza con i loro attacchi. Gli sconosciuti risalirono la buca, sfuggendo al fuoco nemico.
Con la mente finalmente sgombra, Natsu si scagliò verso il tizio più grosso, ma sbatté contro il Santen Kesshun di Orihime, apparsogli improvvisamente davanti.
«Ma che fai?» urlò il rosato furioso.
Lo scudo vibrò ed andò in frantumi. Un proiettile invisibile colpì il Dragon Slayer alla bocca dello stomaco, scaraventandolo oltre i suoi nakama.
Chad e la maga con l’armatura si lanciarono contro il fautore dell’attacco mentale.
Il mago, continuando a stringere la verga, evitò facilmente il fendente della rossa e il pugno del fullbringer. Erza sentì qualcosa di simile ad una frusta sferzarla dietro gli occhi, ma oltre al dolore, non le sembrò di aver subito danni. Chad, accanto a lei, emise un grugnito di dolore e tentò un nuovo attacco, che mancò l’obiettivo. La figura ammantata arretrò. Il fullbringer la seguì, ma sembrava che qualcosa lo stesse ostacolando, rendendo i suoi movimenti goffi e lenti.
Il tizio più grosso attaccò Yasutora, che parò il colpo con il braccio destro.
Erza scattò, brandendo l’arma contro l’avversario con la verga. Anche stavolta, l’attacco fu facilmente evitato.
Sta usando una specie di telepatia-comprese la maga con l’armatura. -Ecco perché riesce a schivare gli attacchi  così facilmente. Ha lo stesso potere di Warren, ma sembra che riesca ad usarlo anche in maniera offensiva- concluse. Il suo avversario sollevò il pollice in un derisorio gesto di conferma.
E non gli manca il sendo dell’umorismo- pensò sorridendo Erza, mentre una presenza sconosciuta le martellava la base del cranio con potenza crescente, provocandole altro dolore. Tentò di contrastare l’offensiva in qualche modo, ma la figura più piccola apparve dietro di lei. La rossa si voltò, ma il nuovo arrivato fu più rapido.
 Il raggio bianco accecante attraversò Erza da parte a parte, rompendo l’armatura del Purgatorio. Il volto della maga con l’armatura fu attraversato da un’espressione di dolore mista a sorpresa.
I ragazzi trasalirono, dimenticandosi dello scontro, mentre guardavano Titania cadere in ginocchio.
«ERZA!» ruggì Natsu. Fece per avventarsi su chi l’aveva colpita, ma i suoi piedi sprofondarono nel terreno, divenuto d’un tratto fangoso. In pochi secondi si trovò sommerso fino alla cintola.
«Ma che cavolo…?!» esclamò.
Il suo potere magico iniziò ad affievolirsi. Le forze gli vennero meno, le braccia gli ricaddero inerti lungo i fianchi, sprofondando anch’esse nel terreno. La vista si appannò, finché tutto divenne nero.
Il mago che aveva ferito Erza si apprestò a finire la  maga con l’armatura, ma Ichigo si portò con uno shunpo tra lei e la ragazza ferita, deviando il raggio con le due Zangetsu. Chad ne approfittò per prendere Erza e portarla lontano dalla battaglia.
«Apriti, portale della fanciulla! Virgo!»
«Ai suoi ordini, hime!»
«Vai a prendere Natsu!» gridò Lucy.
Lo spiritò stellare percepì l’urgenza nel tono della sua padrona, e svanì sottoterra.
La maga stellare non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo, che il terreno intorno a lei iniziò a ribollire. Uno dei nemici spuntò fuori dalla distesa di terra, trascinando per i capelli Virgo.
«Lasciala!» strillò Lucy, mentre afferrava Fleuve d’etoiles.
 Lo spirito stellare colpì il nemico con una delle catene che aveva i polsi, ma la sferzata non sembrò turbarlo più di tanto. Lucy intervenne con una frustata. Il colpo tagliò di netto il braccio del mago, liberando lo spirito stellare.
Lucy guardò preoccupata il nemico e poi la frusta.
Non avevo intenzione di colpirlo così forte….
Degli schizzi di fango spizzarono dal moncone; il braccio tagliato si trasformò in una chiazza di melma, scivolò, come dotato di vita propria, formando un tentacolo che andò ad attaccarsi al moncherino. Sotto lo sguardo atterrito della maga stellare e del suo spirito, l’arto mozzato tornò al suo posto.
«Spica Hole!» gridò prontamente Virgo. Il mago nemico precipitò nella buca che si aprì sotto i suoi piedi.
«Virgo, presto! Natsu!» gridò Lucy.
«Vado subito, hime!»
Il mago riemerse dal terreno, sbarrandole la strada.Virgo si preparò a fronteggiarlo.
Lucy guardò oltre il mago, analizzando la situazione: Gray e Ishida stavano affrontando l’avversario più grosso, che non sembrava in difficoltà, nonostante fosse in inferiorità numerica. Orihime era dietro di loro, protetta dal suo scudo. Ichigo e Chad, invece, erano occupati a tenere il nemico più piccolo lontano da Erza. La piccola figura in mantello nero era fermamente decisa a finire la maga con l’armatura, e tentava in ogni modo di aggirarli; tuttavia lo shinigami anticipava i suoi movimenti con sorprendente velocità. Lo sguardo della maga stellare si posò infine sulla distesa erbosa. Il sangue le si gelò nelle vene.
«NATSU!»
Incurante dei colpi provenienti da ogni direzione, incurante delle grida di avvertimento del suo spirito stellare, incurante del fatto che anche lei sarebbe potuta sprofondare in quella palude mortale, la maga stellare corse verso il punto dove, qualche secondo prima, aveva visto scomparire la zazzera rosa del Dragon Slayer. Il mago nemico non restò a guardare e la seguì, ma Gray ed Ishida lo ostacolarono scagliandogli contro una raffica di frecce e lance di ghiaccio. La maga stellare affondò le braccia nella fetida fanghiglia, alla disperata ricerca del suo compagno di team.
Nulla.
«Natsu!Natsu!Natsu!»
Frugò spasmodicamente nella melma, immergendo le braccia fino al gomito, ripetendo freneticamente il nome del Dragon Slayer.
 La sua mano sfiorò qualcosa. Repentinamente, afferrò l’oggetto prima che potesse sfuggirle per sempre. Nello stesso istante, sentì una stretta attorno all’altro braccio.
«Natsu!» gridò esultante la maga stellare «Ora ti tiro fuori, resisti!»
Il qualcosa che le aveva afferrato il polso iniziò a trascinarla dentro il pantano.
«Smettila di tirarmi!» sbraitò la biondina, mentre il suo viso si avvicinava pericolosamente alla fanghiglia. Il tanfo della melma le penetrò nelle narici, nauseandola. «Non. Tirare.» ripeté Lucy, digrignando i denti e lottando contro la forza che la trascinava inesorabilmente nel terreno paludoso. Girò la testa da un lato per continuare a respirare, mentre sentiva la fanghiglia gelida a contatto con la guancia. Happy la afferrò per la maglia  e tirò, con scarsi risultati.
«Porca miseria!» esclamò Ichigo, non appena notò la scena. Si mosse per raggiungerli, ma il tizio che aveva colpito Erza iniziò a bombardarlo con i suoi letali raggi luminosi.
Virgo abbrancò Lucy per la vita.
«Non si preoccupi, hime, l’ho presa!»
Lo spirito stellare tirò, mostrando una forza sorprendente che contrastava con il suo aspetto di fragile cameriera. Lentamente, le braccia della maga stellare riemersero dal fango. Una mano stringeva un lembo di stoffa nera e parte di una sciarpa, l’altra aveva una mano stretta attorno al polso in una morsa ferrea.
«SI!» urlò Lucy, fuori di sé dalla gioia, del tutto dimentica dello scontro che imperversava intorno a lei. Renji si precipitò da loro ed afferrò la mano che spuntava dal fango. Finalmente, riuscirono a tirare il Dragon Slayer fuori dalla pozza melmosa.
«Sta bene?» domandò Virgo.
«Respira ancora?» chiese Renji.
 Natsu si sollevò di scatto, tossendo fango. «Si, credo stia bene» disse sorridente la bionda, mentre gli dava delle energiche pacche sulla schiena.
«Virgo, come hai fatto a sconfiggerlo?» domandò curiosa.
«Non l’ho sconfitto. L’ho chiuso nel mio Spica Lock.» rispose il suo spirito stellare.
Lucy sgranò gli occhi.
Uno schianto assordante li avvertì che il mago si era appena liberato dall’incantesimo dello spirito stellare.
«Sono desolata, hime.» si scusò Virgo. «Verrò punita?» chiese con un tono che a Renji sembrò speranzoso.
«Attento!» strillò Lucy.
Il nemico era uscito dal terreno e si era avventato su Renji. Il rosso riuscì ad evitare l’attacco per un soffio. Lucy e Virgo si allontanarono, trascinandosi dietro Natsu.
«Zabimaru!» ruggì lo shinigami, partendo all’attacco. La terra si mosse, animata di vita propria, avvolgendosi intorno alle gambe del dio della morte. Il rosso provò a scrollarsi il fango di dosso, ma si rese conto che era diventato duro come la roccia.
«Merda! Sono bloccato!»
«Cambia la consistenza del terreno a suo piacimento. E’ un mago della terra, piuttosto bravo anche.» affermò Virgo.
Il nemico fece un rapido gesto, e i resti della sua prigione rocciosa partirono a gran velocità verso Renji, Lucy, Virgo e Natsu.
Renji mulinò Zabimaru; la lama estensibile disegnò una spirale attorno a loro, disintegrando i proiettili. Lo shinigami menò un fendente laterale. Zabimaru passò attraverso il nemico, sollevando alcuni schizzi di fango, ma non sembrò danneggiarlo.
Che sia immune agli attacchi fisici?- si chiese Renji, mentre frantumava le pastoie che aveva ai piedi con due energici colpi di zanpakuto. Forse, avrebbe dovuto provare con il kido. Stava pensando a quale incantesimo utilizzare, quando il suo avversario gli spedì contro un’altra raffica di rocce. Il dio della morte riuscì a distruggerne la maggior parte, ma un frammento lo colpì di striscio sulla fronte. Il sangue che colò dal taglio lo accecò momentaneamente. Il mago avversario ne approfittò per evocare una gigantesca mano di terra, che calò sul rosso.
«Tsugi no mae, Hakuren!»
La bufera di neve trasformò l’arto roccioso in una scultura di ghiaccio. Rukia colpì il terreno con la spada: una linea di ghiaccio si propagò dalla punta della lama fino al nemico, che arretrò in fretta.
«Sembra che il ghiaccio lo spaventi, come pensavo.» commentò la dea della morte, soddisfatta. Non le era sfuggito come, poco prima, il mago si fosse preoccupato di schivare unicamente gli attacchi di Gray.
La gamba del nemico fu catturata dal ghiaccio. Il mago tentò disperatamente di liberarsi, ma non ci riuscì.
«Lo ha preso!» esclamò Lucy, colpita.
«La sua magia è debole contro il ghiaccio.» constatò Virgo.
«Sei grande, Rukia!» disse Renji.
«Sei mio.» disse la shinigami, sorridendo. «Ban…»
L’aria tremò. Un silenzio innaturale scese sul campo di battaglia. Il sibilo tornò a tormentarli, più potente di prima. Crollarono a terra, totalmente indifesi. Un vortice li spazzò via con la stessa violenza e  facilità con le quali il vento temporalesco  sposta un mucchio di foglie secche. Ichigo vide i corpi dei suoi amici staccarsi da terra, roteare e roteare, mentre tracciavano un arco nell’aria, per poi colpire il terreno, come lui.
Si rialzò faticosamente, barcollò e cadde su un ginocchio. La testa gli girava e faceva male, come se fosse di nuovo ubriaco. Un’ombra passò sopra di lui. Vide un mezzo che somigliava ad un incrocio tra un dirigibile e un’astronave atterrare vicino al cratere. I maghi incappucciati salirono in fretta sul velivolo. Ichigo notò la verga stretta tra le mani di uno di loro.
No
Il mezzo iniziò a sollevarsi da terra.
No
Il veicolo si librò ulteriormente e partì.
«NO!» gridò Ichigo con quanto fiato aveva in gola. Scattò con lo shunpo e spiccò il volo, inseguendo il mezzo di trasporto. La navetta guadagnò velocità, ma lo shinigami le rimase alle calcagna, deciso a non farsela scappare.
Ancora qualche metro
Vide una scaletta, che dovevano aver usato per salire a bordo, sempre più vicina.
Ancora un po’
Allungò la mano che reggeva la Zangetsu più corta.
Ci sono
Lo shinigami si bloccò a mezz’aria. Sentì come se un gancio invisibile lo stesse strattonando all’altezza dell’ombelico, impedendogli di avanzare. Poi iniziò a perdere quota.
No
No. No. No.No.No.NO.NO!
«GETSUGA TENSHO!» gridò con un misto di rabbia e disperazione, brandendo l’arma più piccola.
Il colpo andò parzialmente a segno, tagliando la porzione inferiore del veicolo, che perse quota, ma non precipitò. Davanti agli occhi increduli del sostituto shinigami, il mezzo riuscì miracolosamente a risollevarsi.
Ichigo tentò di riguadagnare quota, ma il terreno continuava ad  avvicinarsi a velocità impressionante, intanto che la navetta si faceva più distante, divenendo un puntino sempre più piccolo, fino a svanire. Per quanto si sforzasse, il sostituto shinigami continuava a precipitare. Si sentì sempre più spossato. Impiegò le ultime energie per rallentare la caduta e non morire sfracellato. Atterrò con malagrazia, scavando un solco di una decina di metri nel terreno e rotolando a terra. Respirò affannosamente, i polmoni affamati d’aria. Era madido di sudore e si sentiva a pezzi.
«Ichigo! Ichigo! come stai? Sei ferito?» gridò Happy, planandogli davanti.
«No» rispose il ragazzo. «Ma sto uno schifo lo stesso.» ammise ansimando.
«Vieni,  dobbiamo tornare subito dagli altri.»  disse il micio. Ichigo non l’aveva mai visto così serio. Con uno sforzo che gli parve immane, si rialzò.
«Non credo di poterti seguire, e a piedi ci metterò un po’.» disse, grattandosi la nuca.
L’Exceed gli volò alle spalle e lo afferrò per i vestiti. Ichigo sussultò, mentre il gatto lo sollevava come se fosse privo di peso. Happy battè energicamente le ali e si diresse verso la voragine.
«Come stanno gli altri?» domandò Ichigo, dopo qualche attimo di esitazione.«Sono feriti?»
«Aye» affermò il micio.«Erza sta molto male e Gray non riesce a muovere una gamba. Anche Chad è ferito.»
Lo shinigami si morse il labbro.
Maledizione
Raggiunsero il cratere. Lo shinigami riconobbe le sagome di Erza e Gray stese a terra; Chad invece era seduto. Gli altri non sembravano feriti gravemente. Si sentì un pochino sollevato.
Appena atterrati, Inoue gli corse incontro.
«Kurosaki-kun! Stai bene?»
«Si, sto…» disse Ichigo.
«Ma cosa pensavi di fare?» gridò Rukia, raggiungendolo. «Inseguirli da solo! Sei impazzito, per caso?» continuò a gridare. Ichigo evitò il ceffone della dea della morte, approfittando del fatto che fosse molto più bassa di lui.
«Stavo solo cercando di recuperare la verga!» ribatté, risentito.
«E credevi che te l’avrebbero data amichevolmente, se fossi riuscito a raggiungerli?» disse Ishida, sarcastico. «Guarda che cosa hanno fatto!» urlò, indicando il campo di battaglia e i compagni feriti. «Non avresti avuto possibilità contro di loro!»
«Io almeno ho provato a fare qualcosa.» ringhiò il sostituto shinigami. «Tu non fai altro che lamentarti!»
«Non ha tutti i torti…» osservò Renji.
«Nessuno ti ha eletto eroe di turno» sbottò il quincy, mentre lanciava un’occhiataccia al rosso. «Smettila di comportarti come se il destino del mondo dipendesse da te, Kurosaki!»
«Ragazzi, non fate così.» intervenne Lucy.
«Statene fuori!» disse Ichigo. «Voi non c’entrate nulla!»
«Già, ma stiamo comunque cercando di aiutarvi!» ribatté Natsu, che aveva raggiunto la maga stellare. «Potresti essere più gentile! E’ da quando sei arrivato che non fai che lamentarti!»
«Io non mi lamento!» sbottò il sostituto shinigami, punto sul vivo.
«Come no…» disse ironico Gray, che si era messo a sedere.
«Hanno ragione…» commentò Renji.
«Abarai, ma da che parte stai?» lo rimbrottò Uryu.
«Per favore, non litigate…» piagnucolò Inoue.
«Ragazzi, non mi sembra il momento adatto per questo.» disse Rukia, tentando di placare gli animi.
«Non dovrei lamentarmi?» sbottò Ichigo .« Abbiamo appena perso l’unica possibilità di tornare a casa! Sono forse l’unico che ha capito la gravità della situazione?»
«Che vuoi dire? Certo che capiamo!» disse Natsu, perplesso.
«A me non sembra.» ribatté il dio della morte.
«Ichigo.» lo ammonì Rukia.
«Fino ad ora vi siete comportati come se steste facendo una scampagnata!» continuò il dio della morte, ignorandola. «Come se per voi fosse solo l’ennesima missione, o un semplice gioco!»
«Sempre meglio che starsene a brontolare e contraddire ogni cosa che facciamo!» ruggì Natsu, indignato. Si avvicinò ringhiando allo shinigami, che gli lanciò un’occhiata truce.
«Anche se non ci credi, stiamo cercando davvero di aiutarvi!» sbraitò il Dragon Slayer.
«Beh, fino ad ora avete fatto un ottimo lavoro!» disse Ichigo, con voce pervasa da un velenoso sarcasmo. «Soprattutto tu
Un’espressione di disagio cancellò la rabbia dal volto del Dragon Slayer.
«BASTA!» urlò Lucy con tutto il fiato che aveva in gola. I ragazzi ammutolirono. Tutti fissarono la maga stellare che ansimava.
«Smettetela di litigare!» gridò di nuovo, una volta ripreso fiato. «Litigare non serve a nulla, litigare non ci aiuterà a trovare la verga!»
Le lacrime iniziarono a scenderle copiose lungo le guance.
«Siamo una squadra, dovremmo andare tutti d’accordo; altrimenti, come potremo andare avanti?» domandò, guardando uno per uno non solo i suoi nakama, ma anche i viandanti dimensionali. I ragazzi non risposero. Lucy si fece sfuggire un piccolo singhiozzo.
« Posso immaginare quanto vi manchi casa vostra, e vogliamo trovare la verga tanto quanto voi.» affermò.
«Anche tu sei finita in un altro mondo?» chiese Ichigo con una punta di scetticismo.
«Si.» disse la maga stellare, con un tono di sfida.«Edolas. E non è stata una bella esperienza.»
Il sostituto shinigami e i suoi compagni sgranarono gli occhi.
«So esattamente come vi sentite.» affermò la biondina, con tono triste. «Tutti noi lo sappiamo.» disse, indicando il Dragon Slayer vicino a lei. «E, credetemi, vogliamo davvero aiutarvi. E ci dispiace per non essere riusciti a fermare quei maghi…»  disse, abbassando lo sguardo.
Ichigo sentì una stretta allo stomaco.
«No.» la interruppe, alzando una mano. «Sono io che devo scusarmi.»
I suoi amici e i due maghi lo guardarono sorpresi. Il sostituto shinigami sospirò.
«Mi dispiace per essermi comportato così. Ho esagerato.» mormorò pentito.
«Siamo tutti frustrati, Ichigo. » disse Rukia. «Tu sei stato solo il primo a cedere.»
«Si, ma questo non giustifica quello che ho detto.» ribatté serio Ichigo.
«Lucy, Natsu, e anche Renji e Ishida, perdonatemi.» disse, chinando il capo.
«Scuse accettate!» disse sorridente il Dragon Slayer.
«Lascia stare, Kurosaki.»
 «Ormai abbiamo imparato a sopportarti!» sghignazzò Renji.
«Ehi!» esclamò Ichigo.
I ragazzi si abbandonarono ad una breve risata, quando Rukia li riportò alla realtà.
«Ora che cosa facciamo?»
«Dobbiamo tornare indietro.» rispose la maga stellare. «Ed andare subito da Prorlyusica: le ferite di Erza sono serie e anche Gray non sta benissimo.»
«Io sto bene!» ribatté il mago del ghiaccio, cercando stoicamente di alzarsi. Ricadde a terra un secondo dopo, il viso contratto in una smorfia di dolore.
«Piantala, ghiacciolo!» lo rimproverò Natsu.
«Fossi in te non mi muoverei» dichiarò Ishida. « La tua gamba è rotta.»
«Meglio sbrigarsi: sono preoccupata per Erza.» li incalzò Lucy. Non aveva tutti i torti: la maga era pallida e respirava a fatica. Il sangue, nonostante il bendaggio di fortuna, continuava ad uscire dalla ferita, macchiando la camicia bianca della ragazza.
«Non è nulla, non preoccupatevi.» disse Titania, con un filo di voce. Tentò di sorridere per rassicurarli, ma perse i sensi.
«ERZA!» strillarono allarmati i maghi.
«Avremmo dovuto portare anche Wendy!» disse Natsu.
«Non c’è problema.» affermò tranquillamente Ichigo. «Non c’è bisogno di tornare indietro.»
«Che cosa?» esclamarono all’unisono Natsu e Gray.
«Sei impazzito? Non possiamo mica andare avanti così! Erza sta troppo male!» strillò quest’ultimo.
«Non ti seguo, Ichigo.» disse Lucy, con un atteggiamento più pacato.
«Non so che poteri abbia Wendy, ma le ferite non sono un problema, finché abbiamo lei.» affermò il sostituto shinigami, indicando Orihime.
«Inoue…» disse ichigo.
La fullbringer annuì e si avvicinò ad Erza.
«Soten Kisshun» sussurrò. «Io rifiuto.»
Uno dei suoi fermagli azzurri brillò di un bagliore arancione. Due delle fatine che Lucy aveva visto volarle attorno il giorno del loro incontro, uscirono dal fermacapelli e circondarono il corpo della maga con una barriera arancione.
«E adesso?» domandò Natsu, mentre guardava la rossa con un misto di curiosità e apprensione.
«Aspetta.» disse Ishida.
Le ferite, anche la più grave, iniziarono a rimarginarsi, una dopo l’altra, fino a scomparire. L’espressione tesa e sofferente abbandonò pian piano il volto di Erza.
«Pazzesco! Non ho mai visto una magia di guarigione simile! E’ velocissima!» esclamò Gray, stupefatto.
«Voi non avete maghi in grado di curare?» domandò Chad.
«La magia curativa è andata perduta molto tempo fa. Conosciamo solo due persone in grado di usarla.» rispose Erza, mentre si metteva seduta.
«Sta già bene!?» esclamarono Gray, Natsu, Happy e Lucy, con gli occhi fuori dalle orbite.
«Ma il tuo è un potere davvero notevole.» affermò Titania, guardando la fullbringer, che arrossì. «Grazie, Orihime.» disse sorridendo, appena la barriera arancione svanì.
«P-prego.» balbettò Orihime, prima di andare ad occuparsi delle ferite di Gray.
«Ora capisco cosa volevi dire.» affermò Natsu, rivolto ad Ichigo, mentre guardava Orihime risanare in pochi minuti la gamba spezzata del mago del ghiaccio.
Ichigo non rispose.
«Quindi… da quando in qua voli?»  domandò scherzosamente il drago, abbozzando un sorriso. Il sostituto shinigami lo guardò brevemente, ma rimase in silenzio. Il sorriso svanì dal volto del Dragon Slayer, che si mise a guardare i fili d’erba con sguardo afflitto.
«Tutti gli dei della morte…» esordì Ichigo.
«E i quincy!» aggiunse Ishida.
«… E i quincy sanno volare.» continuò il ragazzo, sorridendo lievemente. Natsu ricambiò il sorriso. «In realtà, non è che voliamo; si tratta più di creare delle piattaforme o scalini usando il…» aggiunse, tentando di spiegarsi meglio.
«Ma sembra che prima tu abbia avuto qualche problema, o sbaglio?» si intromise Rukia, che aveva ascoltato la loro conversazione.
«Hai ragione. Li avevo quasi raggiunti, ma ad un certo punto non sono più riuscito a continuare e ho perso le forze.» rispose Ichigo, tornando serio.
«Sembra che volare fiacchi enormemente la mia reiatsu e prima ho fatto fatica anche ad usare lo shunpo.» dichiarò.
La dea della morte aggrottò le sopracciglia, pensierosa.
«Non berrò mai più!» affermò il sostituto shinigami con decisione. «E’ tutta colpa dell’alcol!»
«E’ strano» commentò Renji, avvicinandosi. «Ieri sera, non ho avuto problemi quando sono volato sul tetto per raggiungere Ru..»
Rukia gli pestò violentemente un piede.
«Ouch! Ma che fai?» strillò il rosso.
«Tu hai fatto cosa?» domandò Ichigo, aggrottando le sopracciglia.
«Non credo sia solo colpa dei postumi della sbronza di ieri.» intervenne Erza, salvando lo shinigami dalla spinosa situazione.
«Allora, che cosa può essere?» chiese Renji, ignorando Ichigo che continuava a fissarlo.
«Come vi abbiamo già raccontato, voi non siete le prime persone di un altro mondo che abbiamo incontrato.» spiegò la maga con l’armatura.
«La storia di Edolas.» disse Rukia.
La rossa annuì.
«In quel caso, siamo stati noi i… viandanti dimensionali: la gente di Edolas ci portò nel loro mondo con l’Anima.»
«E quando siamo arrivati lì, abbiamo scoperto di non poter più usare la magia.» continuò per lei Lucy. Natsu sbuffò, ripensando a quanti problemi gli aveva causato non poter fare affidamento sui suoi poteri.
«Stai dicendo che i nostri poteri scompariranno?» esclamò Ichigo, allarmato, avvicinandosi alla maga con l’armatura.
«Sto solo dicendo che forse i vostri poteri stanno iniziando a risentire della permanenza nel nostro mondo. Ecco perché non riuscite ad usarli correttamente.» rispose la rossa.
«Ma andranno via?» disse il sostituto shinigami, afferrando la maga per le spalle. Anche i suoi amici sembravano tesi.
«Non lo so.» ammise la maga con l’armatura.
«Io non credo.» disse il Dragon Slayer.
Tutti lo guardarono sorpresi.
«Quando sono arrivato ad Edolas, i miei poteri sono spariti subito, mentre voi siete stati capaci di combattere fin dal vostro arrivo.» affermò Natsu.
I ragazzi trasalirono impercettibilmente.
«E’ vero.» disse Erza.
«Vi è sembrato di essere meno forti quando avete combattuto con noi?» domandò il Dragon Slayer.
«Meno forti, no.» rispose Rukia. «Ma mentirei se non dicessi che, da quando sono qui, ho faticato molto di più durante i combattimenti.»
«Oltre al fatto che siamo più lenti e non riusciamo a volare.» affermò Ishida.
Natsu sorrise soddisfatto.
«Visto? I vostri poteri non sono scomparsi, ma solo diminuiti per certe cose. »
Lucy annuì, capendo cosa volesse dire il rosato.
« Magari, è solo un effetto passeggero e ritorneranno normali appena vi sarete abituati al nostro mondo.»
«Potrebbe aver ragione.» asserì Erza, guardando il rosato con ammirazione.
«Wow, fiammifero, è la prima volta che ti sento dire una cosa intelligente.» commentò Gray, incredulo. Natsu lo ringraziò per il complimento con un pugno in faccia.
I forestieri sembrarono molto più sollevati. Anche i maghi sorrisero.
«Domani ci rimetteremo in viaggio» affermò Erza, sollevando il pugno. « Troveremo quei tizi e ci riprenderemo la verga. E’ una promessa!»

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Capitolo 17
*** Tra il dire e il fare… ***


Capitolo 16
Tra il dire e il fare…
 
Il sole era già a metà  della sua discesa verso l’orizzonte, quando i maghi e i viandanti dimensionali raggiunsero le porte della città più vicina. Si misero subito in cerca di un posto dove passare la notte. Nonostante Orihime avesse guarito le loro ferite in maniera impeccabile, erano stanchi morti e non vedevano l’ora di riposarsi, e di mettere anche qualcosa sotto i denti.
«Spiacente, ma siamo al completo.» disse cortesemente il receptionist.
Erza si morse il labbro.
«La ringrazio lo stesso. Sa per caso se ci sono delle taverne o altri alberghi nelle vicinanze?» domandò.
L’uomo si sistemò gli occhiali cerchiati da una fine montatura d’oro.
«C’è una taverna a pochi isolati da qui, ma dubito che abbia delle stanze libere… Anzi, dubito che a quest’ora riuscirete a trovare un posto che non sia al completo.» affermò.
La maga con l’armatura sospirò, ma non si fece prendere dallo sconforto. Guardò determinata l’uomo che aveva di fronte.
«E’ proprio sicuro di non avere posto?»
I baffi del receptionist fremettero.
«In realtà, non abbiamo camere libere, ma abbiamo delle suites…» ammise, mentre sfogliava il registro. «Ma dubito che voi possiate, ecco, permettervele.» affermò, guardando il gruppo con aria critica e indugiando particolarmente sui vestiti sporchi di Lucy e Renji, e su Natsu, completamente ricoperto di fango incrostato.
«Ne avete una che possa ospitare dieci persone?» insistette Erza, controllando a fatica il tono della voce.
«E io?» protestò Happy.
«Si, ma…»
«La prendo.» disse sbrigativa la maga con l’armatura, posando un fascio di banconote sul piano della reception. «E chiami qualcuno per i nostri bagagli!» aggiunse con tono minaccioso.
L’uomo sobbalzò e si affrettò a chiamare un paio di facchini.
«Vi auguro un piacevole soggiorno.» aggiunse con un filo di voce.
«Prego, da questa parte, signori.» disse uno dei due ragazzi alle prese con le valigie di Erza.
La suite era talmente grande da occupare un intero piano dell’hotel. I ragazzi ammirarono incantati il soffitto decorato con eleganti motivi floreali che scendevano lungo gli angoli delle pareti fino al pavimento. Un grande tavolo di legno occupava il centro della sala. Sopra vi era una ciotola di cristallo colma dei più svariati tipi di frutta, dal più comune al più esotico. Più in là si trovavano alcuni letti a baldacchino ed un divano. Una piccola scala a chiocciola conduceva ad un soppalco, dove si trovavano altri letti. L’intero ambiente era illuminato da un magnifico lampadario di cristallo.
«E’…» disse Rukia, stregata.
«Una forza!» completò Renji, entusiasta.
«Bellissima.» dissero all’unisono Lucy ed Orihime.
«Sembra una reggia.» commentò Ishida.
«E’ davvero grande.» fu il commento di Ichigo, ancora stordito da tutto quello sfarzo. Aveva visto posti del genere solo nei film; non avrebbe mai creduto che un giorno vi avrebbe passato la notte.
«E’ pazzesco! Qui c’è anche una cucina!» esclamò raggiante Natsu, uscendo da una stanza con le braccia colme di cibo.
«Posa subito quella roba!» sbraitò Erza, con gli occhi che mandavano lampi. «Fatti almeno una doccia, prima! Sei sporco di fango da oggi pomeriggio!»
«Forse è per questo che l’uomo alla reception non voleva darci la suite.» ipotizzò Chad.
«Aye!» concordò Happy, che stava mangiucchiando un trancio di salmone.
Natsu guardò la maga come un bambino imbronciato al quale la madre ha intimato di lavarsi le mani prima di sedersi a tavola.
«Va bene» mugugnò, abbandonando le cibarie.
«Anche a me piacerebbe fare una doccia.» ammise Lucy.
«Ci sono due bagni.» le fece notare Rukia, indicando una porta. La maga stellare la aprì e lanciò un gridolino.
«Ragazze!» disse, girandosi verso Rukia ed Orihime con occhi sognanti. «C’è una jacuzzi!»
«Credo che anch’io seguirò il vostro esempio, appena il fiammifero avrà finito.» affermò Gray.
«Si, ma non spogliarti adesso!» strillò Uryu, mentre osservava i boxer del mago del ghiaccio tracciare un arco nell’aria ed atterrare ai piedi delle scandalizzate Rukia e Orihime.
Intanto che aspettavano il loro turno, Erza domandò cosa fare per la cena.
«Io potrei cucinare qualcosa.» si offrì gentilmente Orihime.
«Sarebbe fantastico…» disse Erza. Si interruppe, notando Chad, Renji, Ichigo ed Ishida, alle spalle della fullbringer, scuotere energicamente la testa. «Ma anche tu sarai stanca. Non preoccuparti, chiamo il servizio in camera.»
***
La doccia calda e la cena abbondante riuscirono a risollevare l’umore dei ragazzi, viandanti dimensionali in particolare.
«Domani andremo alla ricerca delle le persone che hanno preso la verga.» affermò Erza.
«Avete qualche idea su dove siano diretti?» domandò Ichigo, mentre faceva il bis di chili con carne.
La rossa fissò la fragola sul suo cucchiaio. «In realtà no.» ammise, facendola sparire in un sol boccone.
Il sostituto shinigami strinse la presa sulla forchetta, ma il ricordo delle parole di Lucy lo fermò dal dire frasi sconvenienti.
«Hanno usato un’aeronave per fuggire, seguire le loro tracce è impossibile.» affermò il mago del ghiaccio, impegnato a tagliare una spessa bistecca.
«Quindi, come facciamo a trovarli?» domandò con cautela Rukia.
« Seguiamo la direzione che hanno preso. Alla prima città, chiederemo in giro, sperando che qualcuno l’abbia avvistata.» rispose Erza, sebbene non sembrasse molto convinta del suo piano.
«E se avessero cambiato rotta?» le fece notare Uryu. «In questo caso i posti dove cercare aumenterebbero a dismisura.»
Il malumore tornò a serpeggiare tra i ragazzi.
Al contrario, Erza sorrise. «Su quest’ultimo punto non ne sarei così sicura.»
«Come?» disse il quincy, confuso.
«Mi è appena venuta in mente una cosa.» affermò la rossa, alzandosi e abbandonando di corsa il dessert.
«Le aereonavi sono più comode dei treni, ma non sono mezzi veloci.» iniziò a spiegare, mentre tornava a tavola con un rotolo di pergamena.
«Quella lo era, credimi.» affermò il sostituto shinigami.
« Non ne dubito. Ma non sono comunque fatte per le alte velocità. » disse la rossa. «Un’accelerazione del genere non può essere mantenuta per molto tempo; altrimenti, c’è il rischio che l’aeronave si danneggi, o che  esaurisca subito il carburante.»
I ragazzi rimasero in silenzio, invitando la maga con l’armatura a proseguire.
«Penso che Ichigo, inseguendoli, li abbia costretti a spingere il mezzo al limite. Anche se non è riuscito a prenderli, è molto probabile che gli abbia fatto consumare quasi tutte le scorte di carburante.»
Un lampo di comprensione attraversò gli occhi di Ishida. «Quindi, dovranno fermarsi a fare rifornimento.»
Erza annuì. «O potrebbero averlo già fatto.»
«Questo ci fa guadagnare tempo, ma come ci aiuta a trovarli?» chiese Sado.
La maga con l’armatura srotolò la pergamena sul tavolo.
«Le aeronavi sono alimentate da Lacrima-generatori che devono essere ricaricate o sostitutite. »
«Non ti seguo.» ammise Renji.
«Ora viene il bello.» affermò la rossa. « Questa è la direzione che hanno preso.» tracciò con il dito una linea immaginaria sulla cartina. « In questa parte del paese, non ci sono molte città che possono fornire le Lacrima per le aeronavi.»
Ichigo e i suoi amici rimasero col fiato sospeso.
« E le più vicine, sono queste due.» disse, indicando due punti sulla cartina.
«E loro si saranno fermati per forza in una di queste due.» asserì Rukia.
Erza annuì. «Considerando anche che Ichigo ha danneggiato l’areonave, è molto probabile che abbiano fatto una sosta per ripararla. E se riusciamo a trovare l’officina giusta, potremmo chiedere informazioni a chi si è occupato delle riparazioni»
«Abbiamo un punto da dove iniziare le ricerche.» disse, sorridendo soddisfatta ai suoi compagni. Anche gli altri sorrisero, mentre un timido barlume di sparanza si faceva strada nella nube di malumore e pessimismo che aleggiava su di loro.
Finita la cena, i ragazzi si prepararono per andare a dormire.
Ichigo indossò il  pigiama che aveva trovato nel suo zaino, si lavò i denti ed andò verso il suo letto.
«Bene, Buona notte a tutti, ci vediamo domani matti…»
«BATTAGLIA CON I CUSCINI!!» gridò a squarciagola Natsu.
« Cosa? Fai ancora cose così infantili alla tua età?» commentò Ishida, inarcando un sopracciglio.
« E’ un pigiama party, deve esserci una battaglia con i cuscini!» rispose il Dragon Slayer.
«Questo non è un pigiama party» tentò di fargli notare il quincy, ma il drago aveva già scagliato un cuscino contro Ichigo. Il sostituto shinigami evitò il proiettile, che si abbatté sulla faccia di Gray, appena uscito dal bagno.
«NATSU!» ruggì il mago del ghiaccio, afferrando il cuscino e lanciandolo a piena forza contro il rosato.
«Ghiacciolo, dove stavi mirando?» lo canzonò  quest’ultimo, mentre il cuscino si infrangeva contro la parete, disintegrandosi in una nuvola di piume d’oca. A Ichigo parve di vedere una crepa nel punto di impatto.
Un proiettile proveniente dall’alto cancellò il sorriso dalla faccia di Natsu.
«Colpito!» esultò Renji, dal soppalco. «Rukia, presto, passami altri cuscini!»
« Abarai, anche tu…» commentò Uryu, esasperato. «Erza-san!» chiamò, sperando che la maga con l’armatura potesse rimettere in riga i suoi scalmanati compagni di team.
«Mai abbassare la guardia, Natsu!» lo rimproverò la rossa, colpendo con precisione millimetrica il Dragon Slayer e mandandolo al tappeto, sotto lo sguardo incredulo del quincy e del sostituto shinigami.
«Sembra divertente, giochiamo anche noi?» propose Orihime.
«Non te lo consiglio.» affermò Lucy, ripensando all’ultima battaglia con i cuscini alla quale aveva partecipato.
Mah, perché no?- pensò Ichigo con una scrollata di spalle. L’espressione sul volto dei maghi e di Renji faceva apparire il gioco parecchio divertente; e, sicuramente, quel gioco non sarebbe stato più pericoloso del Barrel Surfing.
«Arriv…»
Non fece in tempo a finire che quattro cuscini lo colpirono con forza inaudita, spedendolo dall’altra parte della stanza.
Forse si era sbagliato.
La scaramuccia si tramutò presto in uno scontro accanito tra Ichigo, Natsu, Chad, Erza, Gray, Renji ed Ishida, che, a suo malgrado, era stato coinvolto.
«Ci serve una strategia, altrimenti non ne usciremo vivi!» esclamò il quincy, riparatosi dietro il sofa, con gli occhiali appesi ad un orecchio a causa dell’ultimo colpo ricevuto.
«Ma va’?» disse sarcastico il sostituo shinigami accanto a lui. «Smettila di dire cose ovvie e fatti venire un’idea!»
«Perché io?» berciò Uryu.
«Sei tu l’esperto di tattiche!» replicò il sostituto shinigami.
«Su questo hai pienamente ragione.» concordò Ishida, aggiustandosi gli occhiali. Ichigo represse una rispostaccia e si girò verso Chad. «Qual è la situazione?»
Il fullbringer scosse la testa. «Abbiamo quasi finito i cuscini.»
«Dobbiamo assolutamente mettere KO Erza» asserì Ishida. « E’ lei il pericolo maggiore.Poi, sistemare gli altri due dovrebbe essere semplice.»
«E come facciamo a sconfiggerla?» chiese Natsu.
«Uno di noi farà da esca, gli altri lo copriranno e al momento giusto, la colpiremo.»
 «Vi arrendete?» domandò la voce  canzonatoria di Gray, dall’altra parte della camera.
«Questo mai, granita ambulante!» tuonò Natsu, affacciandosi oltre il divano. Sado lo tirò giù in tempo, mentre una nuova raffica di colpi si infrangeva sulla parete alle loro spalle.
Il quincy fece un lungo respiro. « E’ il momento. Vai, Kurosaki!»
«Perché io?» disse sorpreso il sostituto shinigami.
«Perché lui?» gli fece eco un contrariato Dragon Slayer.
«Tu sei il più veloce tra noi; eviterai meglio gli attacchi.» gli spiegò Uryu.
Ichigo guardò sorpreso il quincy.
« E sei negato nel combattimento a distanza; qui dietro saresti inutile.» aggiunse Ishida con tono ovvio.
«Maledetto.» disse il sostituto shinigami sottovoce, mentre raccoglieva un paio di cuscini. Lanciò un ultimo sguardo ai ragazzi.
«Io vado. Non sbagliate.» disse, preparandosi a scavalcare il sofa.
«Non l’avranno presa un po’ troppo sul serio?» commentò Lucy, che stava osservando i ragazzi, protetta dal Santen Kesshun di Orihime.
«Già.» concordò Rukia, scuotendo la testa.
«Cos’è questo rumore?» gridò Natsu, interrompendol’azione diversiva.
«Quale rumore?» fece perplesso Ichigo, che aveva già una gamba oltre il divano. Nella sala calò il silenzio, interrotto solo da un rumore simile ad un pigolio.
«E’ il Lacrima comunicatore!» esclamò Lucy, balzando giù dal letto. Attraversò timorosa la terra di nessuno ed andò a recuperare il dispositivo nel suo zaino. 
«Buonasera, ragazzi.» disse una voce proveniente dalla sfera.
«Master!»
I ragazzi si radunarono di corsa attorno alla maga stellare, per poter vedere il volto del vecchio all’interno del globo di cristallo.
«Ho delle brutte notizie, ragazzi.» disse il vecchietto, con tono colmo di dispiacere. «Credo che il Concilio non abbia creduto del tutto al nostro diversivo.»
« Ci stanno dando la caccia?» lo interruppe Renji, allarmato.
«No…» tentò di tranquillizzarlo il Master.
« Siamo stati scoperti?» domandò Ichigo, preoccupato quanto l’amico.
«Fatelo parlare!» disse spazientita Rukia.
Il vecchio la ringraziò con un cennò e proseguì.
«Ho ricevuto poco fa una chiamata da Doranbolt: la distruzione del quartiere causata dal vostro scontro non è stata archiviata come semplice incidente.»
I ragazzi trasalirono.
« Stanno continuando le indagini; e sembra che abbiano chiesto anche l’aiuto di alcuni membri del Centro di Ricerca sulla Magia.»
«Ed è grave?» chiese Chad.
«Sono scienziati che vengono chiamati quando il Concilio ha a che fare con una magia molto antica, tipo quella della verga» gli spiegò Makarov. « O con un potere magico insolito o sconosciuto… Come quello di una creatura che non appartiene a questo mondo.» aggiunse, lanciando uno sguardo significativo ai viandanti dimensionali.
«Le nostre reiatsu… Potrebbero aver lasciato tracce?» osò domandare Ishida.
«Non lo so. Magari, potrebbero aver rilevato solo il potere magico dello Spaccamondo. Doranbolt andava molto di fretta e non è riuscito a darmi spiegazioni più dettagliate. Anzi, sono sorpreso che non l’abbiano scoperto.»
«Io del fatto che ci abbia avvertiti.» ammise Erza.
Makarov fece per dire qualcosa, ma si fermò e fece un breve respiro.
«Ho richiamato il gruppo di Laxus, ma non potrò mandarlo da voi.» affermò, dopo qualche minuto di silenzio.
« Doranbolt andava di fretta, ma è riuscito a darmi due informazioni molto importanti.» continuò, in risposta alle espressioni sbalordite dei ragazzi. «La prima, è che il Concilio sospetta qualcosa; la seconda, è che sospetta di Fairy Tail.»
I maghi e i forestieri trasalirono.
«Ci stanno spiando. L’intera gilda e i suoi membri sono sotto controllo. Una sola mossa sbagliata potrebbe mettere i membri del Concilio in allerta e condurli subito da voi.» dichiarò, guardando i viandanti dimensionali. «Mi dispiace, ma d’ora in poi dovrete andare avanti da soli. Buona fortuna, ragazzi.»

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Capitolo 18
*** Insomnia ***


Capitolo 16
Insomnia
 
Ichigo continuava a girarsi nel letto, cercando di prender sonno. Rimase a pancia in su, contemplando il pregiato tessuto del baldacchino. Non poteva sicuramente dare la colpa dell’insonnia alla sua sistemazione. La verità era che non faceva altro che ripensare agli avvenimenti di quella giornata, a come si fosse lasciato scappare i maghi. E la verga. Doveva ammettere però che Ishida aveva ragione: se li avesse raggiunti probabilmente non sarebbe riuscito ad affrontarli da solo. Aveva tentato di non rimuginarci troppo sopra (aveva perfino partecipato a quella letale battaglia con i cuscini per distrarsi), ma le notizie del Master non avevano fatto altro che accrescere il senso di colpa. Ed ora, senza nessuno che potesse distrarlo e incapace di addormentarsi, la sua mente tornò alla conversazione con Makarov, indugiando particolarmente sulle parole che il vecchietto, avendo notato con rammarico l’ombra sul viso dei suoi figlioli e dei nuovi arrivati, aveva detto prima di congedarli.
«Ascoltatemi bene: nessuno, nemmeno il mago più potente, può vincere senza l’aiuto dei suoi compagni. Da adesso dovrete contare gli uni sugli altri, solo così potrete farcela. Qualsiasi cosa accada, non lasciate che niente e nessuno vi separi. Restate uniti.»
Il sostituto shinigami strinse gli occhi. Un lampo, seguito immediatamente da un tuono, annunciò l’arrivo di un acquazzone. La pioggia iniziò a picchettare sui vetri delle finestre.
Si lasciò sfuggire un verso esasperato, vedendo sfumare definitivamente la possibilità di addormentarsi. Decise di alzarsi ed andare a fare uno spuntino, in attesa che il temporale finisse.
Notò che la luce della cucina era accesa. Quindi non era l’unico che non riusciva a dormire, constatò, intravedendo una figura muoversi verso la credenza.
Il misterioso individuo sobbalzò sentendolo entrare.
«Oh! Sei tu, Kurosaki-kun!»
«Inoue?» Esclamò il ragazzo, tentando di non apparire eccessivamente sorpreso. Lei era l’ultima persona che si sarebbe aspettato di trovare sveglia: se la immaginava a dormire beata al piano di sopra, insieme a Rukia, Lucy ed Erza.
 Ichigo si rese conto che era la prima volta dall’inizio della giornata che si trovava da solo con lei. Ed era la prima volta che si trovava da solo con lei da quella sera…
Sentì come se qualcuno avesse posato un macigno invisibile sul suo petto. Ma aveva notato che anche Inoue sembrava in difficoltà.
«Perché sei ancora sveglia?» riuscì finalmente a dire, rompendo il silenzio opprimente che era calato tra loro.
«Non riuscivo a dormire, quindi, ho pensato che uno spuntino avrebbe potuto aiutarmi. Di solito funziona!» rispose Orihime, che appariva più sollevata.
«Sembra che abbiamo avuto la stessa idea.» commentò Ichigo, mentre sentiva il peso sul petto alleggerirsi. «Cosa stai preparando?» domandò, osservando curioso gli ingredienti ammucchiati sul tavolo.
« Cioccolata, toast alla banana, cannella, burro d’arachidi, sottaceti e marmellata di mirtilli.» gli illustrò allegra la fullbringer «Ne vuoi uno anche tu?»
Ichigo deglutì, mentre sentiva lo stomaco contrarsi dolorosamente, come terrorizzato dall’eventualità che il suo proprietario potesse dargli in pasto una cosa simile.
«No, grazie, ma accetto volentieri la cioccolata.»
«Va bene.» disse la ragazza, con un’alzata di spalle.
Rimasero così per un po’. Ichigo sorseggiava la bevanda calda, mentre Orihime alternava ad ogni sorso un boccone della sua prelibatezza. Il sostituto shinigami guardava assorto l’interno della tazza, ma ogni tanto lanciava qualche occhiata titubante alla ragazza accanto a lui, che non durava più di un istante, poiché temeva che lei potesse accorgersene. Conscio di non poter andare avanti così, Ichigo prese coraggio e parlò.
«Inoue» chiamò, voltandosi verso la ragazza.
«Si, Kurosaki-kun?»
«Riguardo ieri notte…»
Inoue arrossì instantaneamente. Ichigo prese un bel respiro e continuò, anche se era ben consapevole che il suo volto aveva assunto la stessa sfumatura porpora di quello della fullbringer.
«Ci ho pensato e…Senti…Ti andrebbe di lasciar perdere? Far finta che non sia mai successo? Dopotutto, è stato un incidente. Sai che che senza tutto quell’alcol io non avrei mai fatto… beh, quello che io…tu, cioè noi…»
«Ho capito, Kurosaki-kun.» venne in suo soccorso la fullbringer «Hai… Hai ragione. Anche io ho bevuto parecchio. Non avrei dovuto esagerare, ma ci stavamo divertendo così tanto e il sake era così buono!»
Ichigo si sentì sollevato, come mai lo era stato dal giorno in cui erano caduti in quel folle mondo.
«Quindi per te va bene?»
«Certo, Kurosaki-kun!»
Wow, è stato facile!- pensò sorpreso, ma rallegrato.
«Sono contento che ora sia tornato tutto come prima!»
«Già!» concordò Orihime sorridendo.
A Ichigo sembrò che i suoi occhi luccicassero, ma non riuscì avedere meglio, poiché la fullbringer li chiuse mentre faceva un grosso sbadiglio.
«Io torno a dormire. Buona notte, Kurosaki-kun.»
«Buona notte, Inoue.» rispose lui, sorridendo lievemente.
Anche il sostituto shinigami iniziava ad avere sonno, e qualche minuto dopo seguì l’esempio della ragazza. Mentre attraversava la suite, diretto verso il suo letto, si fermò a guardare le vetrate.
Finalmente aveva smesso di piovere.
***
Natsu rimase immobile, la schiena premuta contro il muro. Gettò uno sguardo fugace oltre la porta e si ritrasse, temendo di essere scoperto.
 Perché finiva sempre per incappare in quei due? Stavolta, almeno non erano in una situazione compromettente, pensò, tentando di consolarsi; ma sperava che non decidessero di rimanere in cucina tutta la notte. Il suo stomaco brontolò.
Finalmente, la ragazza lasciò la stanza, imitata poco dopo da Ichigo. Il drago tirò un sospiro di sollievo e andò tutto contento a svuotare il frigorifero.
Ah! Ora si che va meglio!- pensò soddisfatto, massaggiandosi l’addome.
«Natsu?»
Il drago sobbalzò e si voltò di scatto, sebbene non avesse realmente bisogno di ulteriori indizi per riconoscere chi l’aveva chiamato: quella era la sua voce, la voce che nemmeno ventiquattro ore prima lo aveva colpito come un pugnale gelato, che aveva urlato il suo nome in preda al terrore, ma anche con gioia.
«Lucy.» rispose, quasi con timore.
«Posso parlarti?» domandò senza preamboli la maga stellare. Natsu la guardò perplesso.
«Ma certo.»
Sebbene fosse curioso, e anche parecchio confuso, non chiese spiegazioni alla ragazza, ma si lasciò condurre verso il balcone. Dopo aver chiuso la porta-finestra, Lucy si girò verso Natsu.
«Brr, fa freddo!» commentò la biondina, chiudendo meglio la vestaglia. Natsu, perfettamente a suo agio con solo il pigiama, continuò ad aspettare in silenzio.
«Non so da dove cominciare.» ammise lei, spostando il peso del corpo da un piede all’altro. «Ma credo che un “mi dispiace” vada bene.»
«Come?»  disse il Dragon Slayer, spiazzato.
«Mi dispiace di averti trattato male stamattina. Ed averti ignorato per tutto il giorno.» continuò Lucy, distogliendo lo sguardo da lui.
Natsu sbattè gli occhi un paio di volte, mentre tentava di riordinare le idee. Non capiva più niente! Perché era lei a scusarsi?
«Quando mi sono svegliata, e ho trovato solo Happy, ho pensato che ti fosse accaduto qualcosa» iniziò a raccontargli.
«Poi mi sono ricordata cos’è successo tra noi.» aggiunse, arrossendo ed abbassando lo sguardo. Anche il Dragon Slayer si sentì piuttosto a disagio. Sospettando che qualsiasi cosa avesse detto sarebbe suonata sbagliata, infilò le mani in tasca e attese che la maga continuasse il discorso.  
«E mi sono precipitata in gilda, perché volevo parlarti.»
Doveva assolutamente parlargli. Durante tutto il tragitto, era stata tormentata dal pensiero di come avrebbe fatto a spiegare tutto al suo compagno di team senza morire per la vergogna. Come aveva potuto fare una cosa così stupida? Tutto per colpa di qualche parola di troppo che aveva avuto un effetto devastante sul suo ego reso suggestionabile dall’alcol. Aveva giurato a sé stessa che non avrebbe più accettato nessuna bevanda offerta da Cana Alberona. Tuttavia, si era sentita sollevata nello scoprire che non era stato il suo comportamento il motivo per il quale Natsu le aveva dato buca, anche se era stato Ichigo a pagare il prezzo di quell’informazione.
«Ma quando ti ho visto lì, a comportarti come se per te non fosse successo nulla.» affermò, guardando il ragazzo, che ricambiò il suo sguardo con aria colpevole. « Beh, mi sono arrabbiata.»
«Non riuscivo a capire perché ti comportassi come se ti fossi dimenticato, o come se volessi fare finta di niente. Ma poi ho capito.»
«Cosa?» fece il drago, con una nota di preoccupazione che sperò fosse sfuggita alla maga stellare.
«Cana mi ha detto la verità riguardo il liquore che ha offerto a noi e anche a Ichigo. A quanto pare, berlo insieme ad altri alcolici ne potenzia l’azione, provocando conseguenze, ehm… spiacevoli»
 
«si… ho… sentito» Fu tutto quello che Natsu si azzardò a dire, temendo di commettere errrori irreparabili.
Lucy gli rivolse un sorriso carico di affetto che lui trovò impossibile non ricambiare, quasi percependo il calore emanato da quell’espressione.
«Stavi solo cercando di aiutarmi. Ed hai pensato che comportarti così fosse la soluzione migliore.»
«Migliore?» ripetè il Dragon Slayer.
«Per evitarmi tutto… beh, questo» disse la costellazionista avvampando, indicando velocemente con un gesto sé stessa, lui e il balcone.
Aveva fatto finta di niente per non metterla in imbarazzo. Non si aspettava che Natsu fosse capace di un simile tatto; aveva frainteso la sensibilità del drago ed aveva finito per prendersela con lui.
«Ed è per questo che voglio assolutamente chiederti scusa, oltre che ringraziarti» concluse Lucy, non appena riuscì a ricomporsi.
«Quindi, ti va di dimenticare tutto?» domandò, accenando un timido sorriso.
«Ehm, si, certo.» rispose lui, sebbene fosse ancora leggermente perplesso.
«Solo… Natsu» disse Lucy.
«Si?»
Gli occhi della maga stellare si posarono di lui.
«Non ricordo benissimo tutti i dettagli di ieri sera, ma c’è stato un momento in cui mi è sembrato che volessi dirmi qualcosa di importante: avevi uno sguardo strano.»
Il drago iniziò a sudare freddo.
«Ho ragione ?»
Eccome se ne aveva. Ma, come poteva dirle la verità, adesso che tutto sembrava tornato finalmente a posto? Aver passato un giorno senza i suoi sorrisi, le sue risate, senza parlarle, era stata davvero dura. E se, una volta che le avesse detto la verità, Lucy si fosse arrabbiata di nuovo con lui?
La maga stellare si fece seria.
«Devi dirmi qualcosa, Natsu?»
 Si sarebbe sicuramente arrabbiata con lui: gli stava chiedendo di dimenticare tutto. Quante possibilità c’erano che accettasse la verità rivelatagli da Porlyusica? Lui stesso stava ancora facendo fatica. E anche dopo la serie di eventi allucinanti, non era sicuro che fosse effettivamente amore. Non lo sapeva e sicuramente non l’avrebbe saputo in tempo per rispondere.
Valeva la pena rischiare?
Il Dragon Slayer la fissò per un attimo che gli parve durare un’etenità.
«No. Nulla.»
Il volto di Lucy si distese in un’espressione di sollievo.
«Amici come prima, allora!» disse scherzosamente la maga stellare, con una strizzatina d’occhio. Anche Natsu sorrise.
I due amici si diedero il cinque.
«Ehi! Avete dimenticato me!» esclamò Happy, scendendo dalla grondaia.
«Sei rimasto ad origliare tutto questo tempo?» esclamò la maga stellare, arrabbiata.
«Aye!» replicò il micio con aria falsamente innocente.
«Aye un corno!» Lucy scosse la testa esasperata, ma non riuscì a trattenere un sorriso.
«Io allora vado, ci vediamo domani mattina.»
«Buona notte, Natsu.» disse un’ultima volta, prima di chiudersi alle spalle la porta scorrevole. Il drago la seguiì con lo sguardo fiché non sparì nel buio della suite.
«Ehi, Natsu, va tutto bene?» domandò cauto Happy.
«Si, sto bene. Ho solo un po’ freddo.»

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