- Harry, sei già in piedi. Come stai oggi?-
- Sto bene Hermione, nessun problema. -
Da quando si era ripreso, Harry si era chiuso in sé stesso ed era molto pensieroso. Aveva saputo che il professor Piton non aveva preso bene la notizia di essere tornato ragazzo, inoltre Harry si chiedeva cosa lo aveva spinto a prendere l’Avada Kedavra per salvare l’ex Mangiamorte.
Se da un lato era vero che Piton era sempre stato dalla loro parte, era anche vero che l’uomo lo aveva sempre trattato con astio.
Hermione era sempre stata un'ottima osservatrice, perciò si era resa conto che negli ultimi tempi Harry si sentiva in imbarazzo davanti al professore, soprattutto da quando l'amico era venuto a conoscenza dei sentimenti che il mago adulto aveva provato per Lily. Probabilmente, pensava Hermione, Harry aveva iniziato a considerare il professore non come un nemico, quanto più una risorsa, una fonte da cui trarre informazioni riguardanti la vita di sua madre, della quale sapeva così poco.
Hermione, seduta sul letto del giovane, lo guardava mentre si avvicinava alla finestra con passi trascinati, per poi appoggiare la fronte sulla superficie fredda e umida a causa della brina mattutina. La ragazza si avvicinò, sperando che la sua presenza fisica potesse dare un po' di conforto al giovane confuso, e insieme a lui lasciò che lo sguardo vagasse sopra i campi sterminati che circondavano casa Weasley.
-Stai pensando a lui?-
-Lui chi?- Harry fece finta di non capire.
Hermione sospirò e spostò lo sguardo fuori dalla finestra, lontano. Aprì bocca per cercare di convincere Harry a confidarsi, ma si bloccò e sgranò gli occhi. Sulla strada sterrata che portava a casa Weasley si era appena smaterializzato Piton.
-Lui!- disse Hermione.
Harry non rispose, era sorpreso di vedere il professore, e poi vederlo così giovane! Anche Hermione, nonostante lo avesse già visto nelle sue nuove sembianze, non poté che rimanere imperterrita davanti a quella strana visione: il mago, con vestiti scuri, ma dalla nuova fattura, più adeguata alla sua forma ancor più secca di quanto lo fosse a quarant'anni, si avviava con un passo che non riusciva ad essere posato come un tempo, ma quasi ciondolante, come è comune tra i ragazzi che quasi improvvisamente, nel tempo di un'estate si scoprono con trenta centimetri d'altezza in più. L'unico particolare a non essere mutato era lo sguardo: intenso quanto il colore scuro che li caratterizzava, e fiero; uno sguardo che, probabilmente per il ragazzo-uomo era l'ultimo baluardo del suo “vecchio io”, l'ultima armatura che lo proteggeva dal mondo esterno.
Harry appoggiò i palmi sulla finestra e si premette maggiormente sul vetro, come per accorciare la distanza che li separava e per studiare meglio quel volto nuovo, senza rughe.
Piton si accorse di essere osservato e individuò Harry alla finestra. Gli lanciò uno sguardo cupo.
“Potter” pensò con sdegno.
Harry, imbarazzato per essersi fatto scoprire si allontanò immediatamente dalla finestra, come se si fosse scottato.
Hermione, invece, non era stata nemmeno considerata dal professore, tuttavia ella non poteva dire lo stesso nei confronti del mago: anche lei, come Harry non aveva potuto fare a meno di studiare l'aspetto di Piton, ma ciò che l'aveva sconcertata non era la differenza nell'aspetto fisico, quanto la fermezza dell'uomo che, nonostante non avesse più un fisico così imponente e intimidatorio, riusciva comunque ad emanare autorità e forza.
Hermione comprese che Piton non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da nessuno e che non aveva paura di rimanere sé stesso, per questo la ragazza in quel momento di realizzazione provò sentimenti che in passato non avrebbe facilmente associato al pozionista: timore, rispetto, ammirazione...invidia. Sì, invidia, perché lui, a differenza della Grifondoro, era riuscito a mantenere il suo orgoglio, perché il giudizio altrui non lo aveva fermato e nonostante i fallimenti e gli imprevisti era sempre riuscito a rialzarsi, mentre lei era sempre stata vulnerabile dato che non poteva fare a meno di dare un enorme peso al giudizio altrui, e se negli anni aveva imparato che la sua preparazione come maga doveva avvenire per la gioia stessa di conoscere e apprendere, all'inizio non era stato così: per i primi anni di Hogwarts aveva dato il meglio di sé solo per essere accettata e si era schermata dietro a scuse come “a me importa solo la mia istruzione”, “non ho tempo per uscire con i ragazzi, lo studio viene prima di tutto”, pur di non dover affrontare il fatto che una chioma di capelli crespi e qualche dente più grande non l'avrebbero resa meno bella e accettata da chi le stava accanto nella vita di tutti i giorni. Era pur sempre una ragazza intelligente e lo aveva capito subito che le sue erano solo barriere per non affrontare verità scomode: aveva solo dieci anni quando aveva detto ad Harry: “io... soltanto libri!”, ma ora, vedendo Piton si rendeva conto che gli anni erano passati, ma nel profondo era ancora quella bambina insicura.
Eppure...non era solo invidia. Hermione si avvicinò ulteriormente al vetro e cercò lo sguardo del professore, ma egli stava fulminando Harry con il suo sguardo, così colse l'occasione per osservarlo ancora meglio e capire quello che provava, poi...realizzò: era attrazione.
Hermione sgranò gli occhi e fece un passo indietro, proprio come aveva fatto Harry dopo che il pozionista lo aveva squadrato adirato.
-Sarà meglio scendere- disse con voce tremolante Hermione, che sorrise per rassicurare Harry e per nascondere il suo shock.
-Andrà tutto bene- gli sussurrò. Harry la guardò con affetto: come sempre Hermione riusciva a leggerlo come se fosse uno dei suoi amati volumi.
Mentre scendevano le scale sentirono Molly accogliere in casa Severus.
All’entrata del professore, il cicaleccio che regnava perennemente in casa Weasley si spense, lasciando il posto ad un silenzio imbarazzato. Non durò a lungo grazie all’intervento di Molly.
-Severus, benvenuto caro!-
Piton alzò un sopraciglio.
“Sono ringiovanito ma sono sempre un docente dei tuoi figli…non uno di loro!”
Nonostante ciò, rispose garbatamente.
-Grazie per l’invito, signora Weasley-
-oh cos’è tutta questa formalità? Vieni pure dentro e prendi posto a tavola! Ho fatto i muffin!-
L’imbarazzo generale fu presto sostituito dal chiacchiericcio e l’atmosfera della stanza tornò ad essere quella calda ed accogliente di sempre: risate, spensieratezza e profumo di dolci riempirono l’aria.
Severus si rese conto che non aveva mai vissuto un’esperienza del genere: l’affetto e l’unione della famiglia Weasley traspirava nell’aria della stanza e, quasi con la paura di interromperla se ne stette seduto in silenzio, mangiando lentamente il suo dolce, guardando tutte quelle persone felici, mentre inconsapevolmente sul suo viso si dipingeva un sorriso.
Anche Harry, nonostante fosse stato seduto al tavolo dei Weasley più volte nel corso degli anni, ogni volta assaporava quell’atmosfera con la stessa reverenza che aveva per le pietanze di Molly.
Così, quando gli sguardi di Piton e Harry si incontrarono, sui loro visi regnava la stessa espressione di compiacimento e subito si voltarono da un'altra parte.
Lo sguardo di Piton cadde su Hermione, la quale era estremamente interessata al ricamo della tovaglia dato che non accennava ad alzare lo sguardo dal tavolo.
Piton la guardò sospettoso.
“Granger nasconde qualcosa...” pensò.
- …Allora sarai dei nostri questo pomeriggio, Severus?- chiese il signor Weasley.
Piton non era stato attento al discorso, perciò fu colto impreparato.
-…Come dice Signor Weasley?-
-Questo pomeriggio! I ragazzi devono fare acquisti per il loro ultimo anno ad Hogwarts.-
-No, non credo che sia…-
-certo che verrà Arthur! Non è vero Severus?- disse Molly tirando una gomitata ad Arthur, come per ammonirlo.
-Io…non…-
-Oh non essere imbarazzato caro, sei più che il benvenuto!-
-…-
I gemelli gli lanciarono un’occhiata significativa: sembrava voler dire “nessuno osa contraddire mamma Weasley!”
Severus li guardò malamente e strinse le labbra.
“A quanto pare mi aspetta una gita ad Hogsmeade…quale gioia!” pensò sarcastico.
- e di questo cosa ne pensi Hermione?-
Prima di rispondere, la ragazza lanciò un'occhiata di sfuggita al professore, ma questi stava guardando fuori dalla vetrina con un'espressione insofferente.
-...non mi piace...- sussurrò Hermione.
-Come dici Hermione? Ma...cosa stai guardando?- chiese Ginny perplessa.
Hermione trasalì e riportò immediatamente lo sguardo allo specchio.
-Ah! Intendevo dire che...non convince molto come colore, è così opaco!-
-mmm…hai ragione!-
Severus se ne stava seduto in una delle poltroncine con un’espressione simile a quella dei condannati a morte.
Dopo aver fatto le spese per la scuola, i ragazzi si erano divisi in due gruppi per passare il resto della giornata per conto loro.
Piton, pur di non trovarsi nello stesso gruppo dei ragazzi Weasley e soprattutto di Potter, aveva preferito accompagnare le ragazze a fare shopping.
“Lucius…trovami e uccidimi…ora!” pensò amaramente.
Mentre le ragazze discutevano su che colore stava meglio con i capelli rossi, Severus guardava fuori dalla finestra del negozio.
La sua espressione apatica diventò attenta quando vide Potter separarsi dal gruppo che fissava le vetrine del negozio di Quidditch e seguire Luna Lovegood in direzione…della scuola?!
Si alzò in piedi e appoggiando le borse che gli avevano affidato le ragazze si rivolse a loro:
-Ahem…io vado a prendere un po’ d’aria…-
E appena fuori dal negozio assunse un passo rapido in direzione dei due ragazzi.
“chissà cosa hanno in mente di fare…andare a scuola adesso che è chiusa? Sicuramente per combinare qualche disastro!”
Ma invece di prendere il sentiero che portava al castello, si diressero verso la Foresta Proibita.
Severus si fermò di colpo.
“Perché diavolo stanno andando da soli nella foresta? Cosa nascondono? Potter, se ti sei messo nei guai di nuovo…”
Li seguì a debita distanza per non farsi scoprire.
-Compro quello!-
-Ma...Hermione, non era troppo opaco?-
-Ho cambiato idea...scusa ma devo proprio andare!-
Ginny la guardò sconcertata.
-Andare dove? Abbiamo ancora tempo!-
-Torno subito!-
Hermione si avviò con passo svelto verso la direzione in cui aveva visto camminare Piton.
“Ma che cosa sto facendo?” pensò sconvolta.
Dopo aver camminato per circa cinque minuti, i ragazzi si fermarono in mezzo alla boscaglia.
-ecco, è qui!- disse Luna con la solita aria sognante.
Harry si accucciò a terra, ai piedi di una grande pietra inverdita dal muschio e cominciò a sibilare.
A Severus si gelò il sangue nelle vene: quella lingua! Ogni volta gli ricordava Voldemort!
Harry aveva parlato in serpentese e il professore non fu sorpreso di vedere un serpente sgusciare fuori dalla base della roccia, ma quello non era un serpente comune: aveva due zampine corte sul davanti e delle ali membranose sulla schiena.
-Ma quello è un…-
-Aspidiolante, professore!- Rispose Luna.
Sia Harry che il professore trasalirono. Piton, dalla sorpresa di vedere quella particolare specie di animale non si era reso conto che aveva parlato a voce alta.
-Lovegood, da quanto…-
-sapevo che era dietro di noi? Da Hogsmeade! Sapevo che non avrebbe resistito a lungo con le altre a fare le spese e immaginavo che la sua curiosità avrebbe avuto la meglio-
“Corvonero…” pensò Severus, come se la parola fosse un insulto.
-Ma perché siete venuti fin qui? Non è il caso di addentrarsi da soli nella foresta di questi tempi!-
-Infatti c’è lei a proteggerci, no? Ed il perché…- Luna indicò l’Aspidiolante.
Severus notò che il rettile aveva un ala piegata in un modo innaturale.
-è stato ferito da un rapace notturno che lo ha afferrato per l’ala ma poi l’Aspidiolante ha morso il volatile e lo ha lasciato cadere da molti metri d’altezza. Così ora è confuso e ferito- spiegò Harry.
-poverino!- intervenne Luna.
Piton stava per chiedere a Potter come diavolo faceva a saperlo ma poi si rese conto della stupidità della domanda: glielo aveva raccontato il serpente, era ovvio!
Per Severus era molto strano ascoltare Potter parlare in serpentese, perché mentre le parole del Signore Oscuro erano sibili carichi di astio e malizia, quelli del ragazzo erano sussurrati gentilmente e rassicuranti, infatti l’animale si stava facendo curare senza proteste.
Non aveva mai visto Potter così attento e rilassato, come se in quel momento si trovasse nel suo elemento. Tutti volevano che il ragazzo, una volta finiti gli studi, diventasse un Auror; anche Severus pensava lo stesso: cosa mai avrebbe potuto fare quel moccioso, se non seguire le impronte del padre? Ma ora, vedendolo così felice con quell’Aspidiolante, non poté fare a meno di ricordare quando, insieme a Lily, aveva salvato dei piccoli ricci nei pressi di Spinner’s End e la felicità della ragazza nel realizzare che non sarebbero morti di inedie.
A cure ultimate, Severus dovette ammettere che il ragazzo ci sapeva fare con gli animali.
“Altro che Auror…Potter dovrebbe dedicarsi a cura delle creature magiche!”
-Professore, noi stiamo andando a trovare Hagrid, vuole venire con noi?- Chiese Luna.
-No, credo proprio che tor…-
-THOR!- gridò Luna. Proprio in quel momento arrivò il grosso cane di Hagrid, e dietro di lui c’era il mezzo gigante.
-Harry! Luna! Oh…Professore! Anche lei qui! Venite venite, ho preparato the e biscotti!-
Harry guardò la faccia avvilita del professore e gli lanciò un’occhiata simpatetica.
-E’ inutile che mi guardi così, Potter! Aspetta che torno adulto e soprattutto tuo professore, vedremo se avrai ancora voglia di inoltrarti nella foresta!…e non sbuffare!- e lo spintonò leggermente.
Harry dopo un attimo di sorpresa rispose con un’altra spinta, così Piton fece un finto scatto, come a volerlo prendere e Potter corse in avanti verso la casa di Hagrid, ridendo sommessamente.
Piton si fermò bruscamente:
“Ho appena…scherzato con Potter? Ma che diavolo!?”
-Professore? Ci è perso? Il the si raffredda!- Lo chiamò Hagrid.
Severus scosse la testa, come a voler cacciare il pensiero e si avviò con passi pesanti verso la casa del mezzo gigante.
Nel frattempo Hermione era riuscita a raggiungerli, ma era rimasta a distanza per non farsi scoprire.
“Prima abbandono Ginny per seguirlo e poi mi nascondo per non farmi vedere dai miei amici? Avrei potuto inventare migliaia di scuse fattibili, invece preferisco spiarli? Hermione fai pace con la tua coscienza!” Si rimproverò mentalmente.
Il the era troppo zuccherato e i biscotti erano della consistenza del cemento armato. Il cane, Thor, stava sbavando sul pavimento e quel tavolo era troppo stretto per tutti e quattro, ma nessuno dei presenti dava peso a questi disagi.
Severus si rese conto che tutto ciò che importava ai presenti era la gioia che si trasmettevano l’un l’altro. Si sentiva un estraneo perché era evidente che quella situazione non era nuova per i ragazzi e per Hagrid.
Pensò alle persone sedute affianco a lui: Hagrid, un mezzogigante abbandonato dalla madre e divenuto orfano di padre quando era solo un ragazzino, poi espulso da Hogwarts per un crimine mai commesso; Luna Lovegood, la cui madre era morta davanti ai suoi occhi di bambina ed era derisa dai compagni per la sua stravaganza; infine Harry Potter, la cui storia era conosciuta da tutti.
Eppure, nonostante un tale passato, erano lì, davanti a lui a ridere e scherzare, spensierati, mentre lui, Severus Piton, manteneva una perenne facciata di fierezza e faceva di tutto per tenere tutti a distanza, si era rinchiuso in un guscio di rancore, malinconia e rimorso, rifiutandosi di trovare quella felicità che queste persone erano riuscite a trovare.
Severus prese un respiro profondo: non aveva senso provare quella fitta al cuore che stava sentendo in quel momento perché, come aveva detto Lily, ora disponeva di una seconda possibilità: un nuovo capitolo nella sua vita disastrata.
“Questa volta non sbaglierò!” pensò risoluto.
Si intromise con una battuta nel discorso dei tre amici che stavano parlando del ministero della magia e i tre dopo una breve pausa di sorpresa si misero a ridere.
Severus a sua volta sorrise ed a quel punto lo stupore ebbe la meglio su Harry e Hagrid che si guardarono straniti.
Solo Luna non si era stupita di nulla: come sempre era un passo davanti agli altri.
- Posso chiamarti Severus? -
-Luna…!- disse Harry scandalizzato.
Piton guardò prima l’uno poi l’altra e prese una decisione.
-Va bene, ma solo quando siamo qui!-
-Ah quindi tornerà a trovarmi professore? Ben fatta! Si è scelto un’ottima compagnia, vero ragazzi?- disse Hagrid stritolando in un abbraccio Harry e Luna.
Sulla strada del ritorno Luna, Severus ed Harry camminarono fianco a fianco, in silenzio, interrotto solamente dal motivetto che Luna stava cantando sottovoce.
La mancanza di dialogo però non dipendeva dall’imbarazzo o dalla tensione; la camminata stava avvenendo nella calma e…complicità? Severus non osava pensarlo.
Ma per la prima volta, dopo tanto tempo…
“Da quando, insieme a Lily scrutavamo il cielo attraverso i rami degli alberi, mentre le foglie venivano spinte lontano dal vento…”
…si sentiva a casa.
*crack!*
Severus si fermò di colpo. Gli altri ragazzi, probabilmente troppo intenti a chiacchierare, non si erano resi conto del rumore di un ramo spezzato proprio nelle loro vicinanze, oppure era il suo istinto da spia ad averlo portato subito in uno stato di allerta.
-Professore? Qualcosa non va?- chiese Harry.
-No, andate pure avanti, mi sono dimenticato di chiedere una cosa ad Hagrid- Severus preferì evitare di mettere in pericolo le vite dei suoi allievi nel caso si trattasse di una minaccia effettiva, così li lasciò andare via.
Appena furono sufficientemente lontani, Severus cominciò a camminare sempre più vicino agli alberi che delimitavano il bosco. Improvvisamente si voltò di scatto e fece in tempo a vedere solo una figura nascondersi dietro ad un tronco. Peccato che l'incmpetente spia non aveva pensato di tenere davanti al petto una borsa della spesa contenente un vestito troppo opaco per lei...
Severus rivolse gli occhi al cielo.
-Un due tre per Granger...- disse lui con voce monotona.
Hermione non poté fare altro che uscire dal suo nascondiglio, mentre l'imbarazzo la dominava.
-Io volevo solo...-
-Non mi interessa!- rispose secco il pozionista, che non perse altro tempo e si avviò nuovamente verso il punto di ritrovo.
Hermione ci mise qualche secondo per riprendersi. Non solo era stata scoperta, ma la risposta brusca del Serpeverde aveva “bruciato” un po'.
La ragazza seguì l'esempio del giovane, ma rimase qualche passo indietro al mago, mentre sul suo viso imperversava un'espressione corrucciata.
L'uomo le lanciò un'occhiata, poi invocò ancora un po' di quella poca pazienza che lo caratterizzava e la chiamò.
-Granger, senti...non fa niente, ora puoi smetterla di essere depressa e camminarmi dietro alle spalle?-
Non erano certo parole gentili, ma Hermione sospettò che quello era il massimo a cui poteva mirare con la reincarnazione di Brontolo, così fiancheggiò l'uomo e cercò di assumere una faccia indifferente.
-E così...hai preso quel vestito?-
-Sì, cosa ne pensa?- Hermione chiese coraggiosamente.
Severus guardò prima l'abito, poi Hermione e riportò lo sguardo in avanti.
-Quel marrone è troppo opaco-
Hermione voleva davvero ribattere con un “Non è vero!”, ma...era così, perciò sbuffò e disse:
-Beh ma ora cosa faccio?-
Il mago si fermò ed estrasse dalla borsa il vestito acquistato dalla ragazza. Borbottò un incantesimo e l'abito diventò di un marrone molto intenso, scuro ma allo stesso tempo molto caldo.
Hermione lo guardò sbalordita. Quel marrone...sì, le sarebbe stato davvero bene!
A quel punto fu Piton a sembrare imbarazzato e non migliorò di certo la sua situazione quando disse:
-Questo marrone è decisamente più bello...ti dona, non per niente è il colore...lasciamo perdere!-
-No, voglio saperlo! Come mai proprio questo marrone?-
Severus si tormentò l'interno della guancia mordendoselo, poi si decise a parlare.
-Beh, semplice no? È il colore dei tuoi occhi! E ora muoviamoci, saremo gli ultimi!- e senza perdere altro tempo si avviò con passi svelti verso la città.
Hermione invece camminava sulle nuvole: ancora non capiva il perché di questo suo improvviso interesse per il mago e ciò che stava iniziando a provare la spaventava, ma nel contempo nemmeno le sue insicurezze le avrebbero impedire di sentirsi come se stesse camminando a qualche centimetro da terra.
“Il marrone dei miei occhi...ha notato il colore dei miei occhi! E ha detto che è bello, quindi i miei occhi sono...belli!”
Sì, Hermione si sentiva estatica e nulla avrebbe potuto rovinarle quel momento; la sua confusione per il momento poteva aspettare.
Ciao a tutti! Yes, I'm back! :P
Scusate la luuunga attesa, ma almeno ho tutta l'estate davanti per redimermi con la pubblicazione dei nuovi capitoli di questa storia e di Arma a doppio taglio. Ho anche in cantiere una nuova storia che secondo me è abbastanza originale nonostante si tratti dell'ennesima fanfiction con un viaggio nel tempo. Non vi dico altro, intanto aspetto di sapere se il nuovo capitolo di Blank Page è piaciuto e se i miei fedeli lettori ci sono ancora. :)
Un abbraccio! Anzi no, con questo caldo...un ghiacciolo a tutti!
Morgan
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