Blank Page: Love Story

di Morgan Snape
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** capitolo I ***
Capitolo 3: *** capitolo II ***
Capitolo 4: *** capitolo III ***
Capitolo 5: *** capitolo IV ***



Capitolo 1
*** prologo ***


PROLOGO




Era un caldo pomeriggio di Giugno ed a Grimmauld Place regnava la calma, del resto la guerra era finita e Lord Voldemort era stato sconfitto da Harry Potter.


Il ragazzo era riuscito ad eliminare il suo avversario non senza l’aiuto di terzi: l’Ordine della Fenice, la protezione di sua madre generata dal suo estremo sacrificio e…l’intervento essenziale di Severus Piton.


Il professore non era mai stato dalla parte del Signore Oscuro, ma aveva recitato la parte del Mangiamorte fedele, mentre segretamente aveva mantenuto i contatti con l’Ordine a cui segnalava regolarmente gli spostamenti e gli obiettivi di Voldemort.


Alla fine del conflitto l’organizzazione fondata da Silente non si era sciolta, ma era rimasta attiva affinché tutti i Mangiamorte in libertà venissero catturati ed assicurati alla giustizia magica; alcuni erano fuggiti, si erano creati nuove identità e si erano trasferiti lontano dall’Inghilterra, ma altri, i più convinti sostenitori delle ideologie del loro defunto leader avevano deciso di continuare la loro guerra.


Per questo Severus Piton, come tutti gli altri componenti dell’Ordine, partecipava attivamente alla cattura dei suoi ex “colleghi”, i quali erano molto ansiosi di fargliela pagare.


Harry, Ron e Hermione erano entrati a far parte dell’Ordine della Fenice insieme a Neville, Ginny e Luna, ma con la condizione che a Settembre sarebbero dovuti tornare tutti ad Hogwarts per finire gli studi.


Proprio per questo motivo i ragazzi stavano giusto ripassando le materie del sesto anno seduti attorno al grande tavolo della cucina di Grimmauld Place, quando il patronus di Arthur Weasley interruppe la loro concentrazione.


Anche gli altri membri dell’Ordine presenti a Grimmauld Place si erano resi conto dell’intrusione ed erano accorsi ad ascoltare il messaggio.


Il patronus del signor Weasley, cioè una donnola, annunciò che proprio in quel momento si stava svolgendo un attacco ad Hogsmeade di portata tale che era necessaria la squadra al completo, così tutti si prepararono rapidamente per far fronte alla battaglia.


-Remus, manda il tuo patronus ad avvisare Severus dell’attacco- disse svelta Molly.


-Già fatto Molly. Ho convocato tutti quanti. Alberforth è già lì ovviamente-


-Benissimo, allora il ritrovo è alla Testa di Porco-


-Pronti?- Disse Hermione guardando intensamente gli amici, i quali annuirono decisi e si smaterializzarono.


Poteva essere uno shock passare dal silenzio di Grimmauld Place alla cacofonia della battaglia, ma i giovani maghi ormai erano abituati e come da protocollo si divisero in due gruppi per tenere meglio sotto controllo la situazione.


Grazie anche all’intervento degli Auror la battaglia si rivelò presto sfavorevole per i Mangiamorte, ma…


Qualcosa non quadra…pensò Harry.


Il ragazzo si guardò attentamente intorno e si rese conto che tra i maghi oscuri presenti mancavano all’appello Lestrange, Dolohov e Malfoy… eppure gli aveva visti prima!


Ad Harry si gelò il sangue nelle vene quando vide che a qualche metro di distanza da dove si trovava i tre maghi stavano combattendo contro Piton e lo avevano circondato.

I Mangiamorte stavano combattendo tre contro uno e per quanto Piton fosse un abile duellante, gli ex seguaci di Voldemort stavano combattendo slealmente, infatti il professore non si era accorto che Lucius si era smaterializzato alle sue spalle e stava per lanciargli l’anatema mortale.


-NO!-


Harry, resosi conto della situazione scattò in direzione del suo ex insegnante e si frappose tra Piton e il fascio di luce verde dell’anatema da cui venne colpito.


Tutta l’azione era avvenuta così improvvisamente che Piton non fece in tempo a scrollarsi di dosso le braccia di Harry che il suo sguardo intercettò l’inconfondibile luce verde dell’incantesimo mortale, ma ormai era troppo tardi per schivarlo, così Harry ne venne inevitabilmente investito.


All’impatto con il fascio di luce verde Harry e Piton caddero a terra, ma l’anatema fu come assorbito dal giovane che ora si agitava convulsamente. Ne seguì un silenzio carico di tensione sotto gli occhi sgranati dei presenti che non sapevano cosa aspettarsi da quel fenomeno.


-Potter! Potter mi senti? Potter!- Piton cercava di far rinsavire il ragazzo che durante le convulsioni aveva chiuso fortemente gli occhi e non rispondeva ai richiami del professore.


-Per la barba di Merlino Potter! Non capisco come intervenire se non la smetti di agitarti! Potter! …Harry!-


In quel momento il ragazzo aprì gli occhi e come se avesse avuto dell’esplosivo babbano addosso scagliò attorno a sé l’energia dell’incantesimo che lo aveva colpito e che investì la persona che gli era più vicina in quell’istante: il professore.


Quando la luce abbagliante si esaurì, tutti rimasero bloccati sul posto dallo schock, eccetto Hermione che sapeva trarre il meglio di sé nei momenti in cui la pressione dell'azione era più acuta.

Mentre si avvicinava velocemente ai due corpi distesi a terra, la sua mente si era riempita in una cascata di incantesimi di guarigione e di formule per annullare molte differenti maledizioni.

Si accasciò a terra incurante dei graffi che avrebbe sfoggiato sulle ginocchia e afferrò per le spalle il suo migliore amico. Appena capì che stava bene, pose l'attenzione sul suo professore che stava riprendendo lentamente i sensi e...si bloccò esattamente come gli altri perchè quel che vide era troppo anche per la mente brillante della giovane maga.


Hermione scosse la testa, cercando di concentrarsi nella ricerca di qualche segno, qualche indizio che il professore fosse ferito, così, seduta sulle sue ginocchia allungò le braccia e si sporse in avanti, ponendo un braccio ad un lato della testa del professore, mentre l'altro si appoggiava delicatamente sul petto dell'uomo e con i suoi occhi abbracciò l'intera scena: Severus Piton era disteso a terra, i suoi capelli neri sembravano essere diventati più lunghi ed ora erano sparpagliati come inchiostro sulla ghiaia su cui si trovava. Il corpo del mago era ancora più magro, tanto che nella posizione distesa si potevano vedere in modo definito le curve delle costole sotto gli abiti neri improvvisamente troppo larghi. Ed il viso...non portava più i segni del tempo. Hermione non aveva dubbi: quello era il volto di un ventenne e quando le palpebre dell'uomo tremarono, gli occhi di lei incontrarono quelli del mago e la ragazza non potè fare a meno di notare che anche se non erano più circondati da piccole rughe di espressione e le sopraciglia non erano più striate di grigio, le iridi erano ancora le stesse: brillanti come quelle di un uomo intelligente, ma cariche di quel gelo e desolazione di una persona affaticata dal peso del passato e del destino.


-Severus…ma…che ti è successo?!- Esclamò Lupin allarmato e con voce più acuta del normale, interrompendo così il dialogo muto tra gli occhi stupiti ed incuriositi di Hermione e Severus.

Hermione, come se avesse preso una scossa si spinse all'indietro, allontanandosi così dallo spazio vitale del professore.

Piton distolse lo sguardo e lo fissò sul mannaro.


-Non preoccuparti per me, Lupin! Io sto bene, piuttosto prenditi cura di questo sconsiderato! E’ sopravvissuto a Voldemort per mettersi in pericolo costante per il resto dei suoi…ma che avete da guardare tutti quanti?-


I Mangiamorte, accortisi che avevano perso nuovamente l’occasione di eliminare il traditore, si erano smaterializzati e sul campo di battaglia erano rimasti i membri dell’Ordine della Fenice e gli Auror.


Nessuno riusciva a proferir parola, tutti si lanciavano sguardi esterrefatti, troppo scossi dallo svolgersi degli eventi.

Solo Luna fu l’unica a rispondere a Piton battendo le mani dall’entusiasmo.


-Oh ma non è magnifico professore? E’ tornato ragazzo!-



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Auguri a tutti!!! :)


Per chi non lo sapesse, questa storia è la versione Love story della già esistente Blank page che potete trovare sul mio profilo.


Ringrazio tutti i miei recensori della suddetta fanfiction, in particolare Marpy che con le sue recensioni mi ha convinto a scriverla.


A presto!


Morgan



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Capitolo 2
*** capitolo I ***


CAPITOLO I

 

 

 

No…nonono…

 

* crash *

 

-questa poi…non è possibile!-

 

Severus Piton si aggirava agitato per la sua stanza ad Hogwarts, urtando i suoi libri accatastati di fianco al letto su cui fino a poco prima era appoggiata una boccetta di pozione soporifera, ora in frantumi sul pavimento di pietra.

Di tanto in tanto lanciava uno sguardo allo specchio ma poi si allontanava immediatamente, come scottato dalla visione del suo nuovo riflesso.

 

Oh insomma, per la barba…devo calmarmi e ritrovare la razionalità

 

Severus si fermò davanti allo specchio senza alzare lo sguardo, prese un respiro profondo, si portò il pollice e l’indice della mano destra ai lati del naso e chiuse gli occhi per alcuni secondi.

Quando li riaprì si fissò finalmente allo specchio e osservò i particolari del suo viso.

 

Dovrei essere…poco più che ventenne

 

Spostò le dita che ancora avvolgevano il naso e le passò sulla guancia destra, dove non c’era più la sottile cicatrice provocata dalla ferita inflittagli da Fierobecco, curata troppo tardi perché aveva dato priorità al ragazzo, Draco, ancora scosso per quello che era successo quell’anno.

Sfiorò l’attaccatura dei capelli, dal colore più scuro ora che non erano resi opachi dai primi fili grigi, poi scese sulle labbra, più morbide e non più sottili e segnate dalle piccole rughe d’espressione.

 

Si studiò con la stessa intensità che riservava alle pozioni e agli antichi volumi su cui amava apprendere nuove nozioni, forse perché si era reso conto che in quel momento anche lui, con il suo nuovo aspetto era diventato come quei volumi, solo che non era più consumato dal tempo, ma le pagine erano di nuovo bianche.

 

Da riscrivere.

 

Ma non ho nessuna intenzione di rimanere così…il passato non si cancella” Pensò amaramente.

 

Fissava quel nuovo, estraneo sé stesso allo specchio così da vicino che il suo respiro agitato stava appannando la superficie fredda dell’oggetto, così distolse lo sguardo dai suoi stessi occhi, i quali si sgranarono quando Severus si rese conto che non era la sola persona presente in quel riflesso e, di conseguenza nella stanza.


 


 

Intanto Harry si era svegliato, ma la signora Weasley non gli permetteva di uscire dal letto perché voleva essere certa che si fosse completamente ripreso.

Harry aveva saputo dagli altri ragazzi quello che era successo ed era molto curioso di vedere il professore e di capire come aveva preso la novità.

 

Perfetto, ora le sue minacce di usarmi come ingrediente per le pozioni diverranno realtà” pensò cupamente.

 

Cosa era successo al Bambino Sopravvissuto durante quell’attacco dei Mangiamorte? Come era possibile che fosse sopravvissuto –ancora una volta- alla Maledizione senza Perdono?

 

Harry di certo non sapeva darsi una risposta e le domande che lo stavano assillando erano le stesse che occupavano le menti dell’intero Ordine: ancora una volta Harry aveva dimostrato di essere un caso unico, speciale e senza precedenti.

 

 

-Granger! Che diavolo ci fai qui?- disse Severus con voce sorpresa, mentre rapidamente andava a chiudere la porta della stanza, superando la ragazza che lo guardò perplessa.

 

-Mi scusi, professore…stavo andando in biblioteca e ho sentito dei rumori…non sapevo che le sue stanze private fossero qui…cioè, sapevo che erano nei sotterranei ma non pensavo che…ehm…-

 

Ma brava Hermione, stai balbettando, davvero brillante….” La ragazza pensò tra sé e sé.

 

Piton interruppe le sue parole impacciate dicendo:

 

-Granger, pensavo che tutti questi anni passati ad Hogwarts ti fossero bastati per ambientarti in questo castello…la biblioteca è dall’altra parte della scuola, perciò o ti sei persa, o la continua vicinanza a Weasley ti ha bruciato i neuroni, oppure…sei venuta a ficcare il naso in questioni che non ti riguardano!-

 

-…o forse sono a conoscenza che c’è una seconda biblioteca nei sotterranei di Hogwarts?-

 

-e tu come fai a saperlo?- domandò stupefatto Piton. Se la sezione proibita della biblioteca era, per l’appunto, proibita, quella dei sotterranei…beh basti sapere che era segreta per degli ottimi motivi.

 

Hermione non riuscì a contenere la sua irritazione nella voce quando rispose:

 

-E’ scritto in Storia di Hogwarts…-

 

-Non è vero!- interruppe Piton.

 

-…nella versione manoscritta mai stampata che mi ha imprestato il Preside Silente qualche anno fa!- concluse lei, come se non fosse mai stata interrotta.

 

Severus non seppe che rispondere: nemmeno lui l’aveva mai letta! Così, per togliersi dall’imbarazzo fece ciò che gli veniva meglio quando aveva a che fare con gli studenti:

 

-Granger, se fossi ancora una mia studentessa avrei fatto imbestialire i tuoi colleghi Grifondoro alleggerendo la vostra clessidra di una cinquantina di punti! Non hai niente di meglio da fare che…-

 

-Severus, posso entrare?- Chiese Lupin dopo aver bussato alla porta del professore.

 

Piton smise di parlare e così calò il silenzio nella stanza.

 

Perché ho chiuso la porta quando ho visto che era entrata Granger?” pensò turbato.

 

-Vattene Lupin-

 

-Ma…c’è qualcuno con te? Con chi stavi parlando?-

 

-Con nessuno, riflettevo ad alta voce- disse il nozionista senza mai togliere gli occhi dalla ragazza, quasi a volerla sfidare a dire qualcosa per contraddire la sua bugia.

 

-…sai, la tua voce da ragazzo è meno profonda e lugubre di quella del Severus quarantenne…non fa lo stesso effetto perciò no, non me ne vado. Posso entrare allora?-

 

-Sai Lupin, forse dovresti farti vedere da un medimago, ma da uno bravo perché le tue orecchie da lupo devono avere qualche problema se sei ancora lì dietro ad insistere per entrare!-

 

-Andiamo Severus, non fare l’adolesce-

 

* zap * Un incantesimo era passato attraverso lo spiraglio della porta creato da Lupin.

 

-…-

 

Piton osservò con occhi fulminanti la ragazza che era stata in silenzio per tutto il tempo.

 

Come se fosse colpa mia se ora si trova in questa situazione!” pensò lei infastidita e scioccata perché Piton aveva appena lanciato una fattura a Lupin.

 

Severus alzò gli occhi al cielo e subito dopo si avvicinò rapidamente all’entrata e l’aprì con forza, ma solo quanto bastava per far passare la sua testa.

 

-Lupin, se vuoi riprendere l’uso della parola ti consiglio di lasciarmi lavorare sulla pozione invecchiante perché se commetto un errore per colpa tua ti puoi scordare la pozione alla prossima luna piena, è chiaro?- disse Severus tagliente.

 

Lupin lanciò lo sguardo al cielo esasperato dai modi dell’ex collega, annuì e ritornò in Sala Grande, dove il direttivo dell’Ordine si era dato appuntamento per la riunione straordinaria in seguito agli eventi inaspettati di quella giornata.

 

Severus aspettò di vedere Lupin scomparire dietro l’angolo prima di richiudere nuovamente la porta su cui si accasciò, per poi chiudere gli occhi e tirare un sospiro di sollievo.

 

-Perché ha mentito?-

 

Piton scattò come se avesse preso la scossa: si era dimenticato di Granger!

 

-Granger! Vuoi farmi il favore di andartene?-

 

Hermione scosse la testa e si avvicinò alla porta, aspettando che il professore si levasse per poter passare. Quando lei fu perfettamente davanti al mago, egli la guardò con un’espressione di sfida.

 

“Si aspetta che gli chieda per favore dopo questo trattamento? Non sono più una sua studentessa e adesso che ha questo aspetto può scordarsi di mettermi in soggezione!”

 

-Lei non stava preparando la pozione invecchiante…- disse lei interrompendo il silenzio carico di tensione e stupendo il professore.

 

-Oh insomma, ragazza non sono affari tuoi!-

 

-Ma…la preparerà, vero? Farà un tentativo?-

 

-Sì, ficcanaso e avrei già iniziato se non fossi costretto a sentire la tua fastidiosa voce! E ora, arrivederci!- e dopo averla accompagnata bruscamente fuori dalla stanza, chiuse la porta con un tonfo sordo.

 

Questo giovane Piton è più nevrotico del vecchio! Saranno gli ormoni!” rimuginò la ragazza, irritata e incattivita dal comportamento del professore, ma poi pensò anche che un pensiero del genere non le sarebbe mai passato per la testa fino a qualche anno fa.

 

Forse ha ragione sulla troppa vicinanza a Ronald…sto iniziando a pensare come lui! Mah, meglio non perdere altro tempo!”

 

Con uno sbuffo indirizzato verso l’alto si spostò un ciuffo ribelle dagli occhi e si avviò con passo deciso verso la biblioteca dei sotterranei in cui avrebbe dato il via alla sua ricerca per trovare una soluzione alla situazione di Piton.

 

“Perché lo fai?” le aveva chiesto Ginny. Hermione non era molto sicura della risposta: da un lato c’era la voglia di mettersi ancora una volta alla prova, dall’altro…beh non poteva certo dire di amare Severus Piton e i suoi modi orribili, ma il mago aveva fatto tanto per l’Ordine, anzi, per l’intero mondo magico, perciò le sembrava giusto rendergli il favore, in qualche modo.

 

 

 

-Ah Lupin sei tornato…la scomparsa della tua bocca mi fa dedurre che Severus è indisposto al momento?- Chiese Shacklebolt divertito.

 

-Mmmh…Oh grazie Tonks! Sì a momento è impegnato con la pozione invecchiante…non capisco perché ci tenga tanto a tornare quarantenne!-

 

 

 

Dopo due ore di preparazione la pozione era pronta.

Con trepidazione Severus versò l’intruglio nel bicchiere e preso un respiro profondo lo bevve tutto d’un fiato.

Attese la reazione prevista premendo gli occhi chiusi, come se si attendesse una fitta di dolore, attese e attese ma…non succedeva niente!

Con un ringhio di frustrazione lanciò il bicchiere che si infranse contro una delle pareti e si lasciò cadere sul letto.

 

In quel momento stava tornando Lupin per sapere come procedevano i lavori con la pozione e grazie alle sue orecchie da mannaro –che sì, funzionavano perfettamente- sentì a distanza lo schianto del bicchiere.

 

-Severus? Non ha funzionato?-

 

-Lupin ma allora sei masochista! Vattene!-

 

-Andiamo, posso entrare questa volta?-

 

-E va bene, entra così la smetterai di tormentarmi l’anima-

 

Quando Lupin vide Piton riverso sul letto con un’espressione sconfitta che non gli aveva mai visto in volto, si sentì in colpa per come lo aveva stuzzicato qualche ora prima.

 

-Non preoccuparti Severus, troveremo una soluzione al più presto, probabilmente è solo un effetto momentaneo, anche se non capisco perché ci tieni tanto a tornare più vecchio…-

 

- Non devo preoccuparmi? Lupin ho già avuto una giovinezza e sai bene come è andata, perché dovrei volerla rivivere? Preferisco lasciarmi tutto alle spalle!-

 

-Lasciare il passato alle tue spalle? Tu? Andiamo, lo sappiamo entrambi che non lo hai mai abbandonato! Tu vivi nel passato Severus! Sì, sei sempre pronto a combattere, insegni, ti dedichi alle pozioni, ma sei presente solo fisicamente, mentre non hai mai smesso di ripensare agli eventi vissuti all’età che dimostri ora-

 

-Cosa ne vuoi sapere tu di me, Lupin! E poi cos’è questa improvvisa preoccupazione per il mio stato d’animo? Perché non ti sei posto il problema prima, quando assecondavi Potter e Black nei loro scherzi idioti?-

 

-Ecco: ti ascolti quando parli? Porti ancora rancore per qualcosa che è avvenuto oltre vent’anni fa con la stessa intensità che avresti se i fatti fossero accaduti ieri! Ora ti lascio solo, ma lo sai che ho ragione…-

 

-Non mi interessa quello che pensi e non sono affari tuoi…ora vattene! Anzi me ne vado io!-

 

Severus si alzò impettito e si mise il mantello, il suo capo d’abbigliamento preferito con cui intimoriva i suoi studenti e che –anche se non lo avrebbe mai ammesso- gli dava un senso di protezione, come una corazza, ma notò che, con il suo fisico da ragazzo, che prima di raggiungere la trentina d’anni era ancora stato magro e dinoccolato, non otteneva più l’effetto desiderato.

 

Lupin considerava quello che gli era successo come un dono, una seconda possibilità, ma a Severus sembrava di aver perso tutto.

 

Amareggiato e pieno di rancore, con passo svelto raggiunse i confini di Hogwarts per poi smaterializzarsi.

 

Destinazione: Godric’s Hollow.

 

 

 

 

 

Ciao a tutti!

 

Come avrete notato i miei Hermione e Severus non vanno d’amore e d’accordo. Spero che Hermione non sia OOC, ma nella mia testa il tempo e la guerra hanno cambiato la ragazza che, seppur mantiene ancora le caratteristiche peculiari della sua personalità, è diventata più disinvolta quando si deve confrontare con gli adulti. Inoltre Piton ringiovanito non fa lo stesso effetto di un Piton quarantenne…:P

Li preferisco così: che si punzecchiano e si sopportano a malapena perché trovo che siano molto simili (entrambi so-tutto-io e riservati) e perché non riesco a vedere uno sviluppo amoroso tra questi due che sia simile al canon, cioè Lily/Severus con un Sev timidino…servizievole, insicuro…naa, questo Severus, seppur di nuovo giovane ricorda bene il suo passato e presente, sono successe troppe cose e quel Severus che ha conosciuto Lily non potrà tornare e nemmeno la sua donna amata. Come dice il titolo si ricomincia da capo e per farlo si deve ripartire da una pagina bianca. 

Prima però qualcuno dovrà convincerlo a ricominciare…per sapere chi dovrete aspettare il prossimo capitolo (a meno che non andiate a sbirciare Blank Page sul mio profilo! ;P).

 

Grazie a tutti per le recensioni e alla prossima!

 

Morgan

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Capitolo 3
*** capitolo II ***


Ciao a tutti! Devo dirvi alcune cose prima di partire con la lettura: questo capitolo è uguale a quello già pubblicato nella storia originale perché ho provato a metterci mano, ma non aveva proprio senso cambiarlo perché è quello che io definisco il “capitolo-svolta” e sentivo che doveva rimanere così come lo avevo già scritto. Scusate il ritardo nell'aggiornamento ma sto preparando la tesi. Visto che questo capitolo è una “replica”, cercherò di aggiornare in settimana con la continuazione a cui sto già lavorando. A presto!


***




Un aiuto verrà sempre dato ad Hogwarts a chi se lo merita.

 

 

 

***

 

 

 

Si dice che il tempo guarisca molte ferite e Godric’s Hollow, cittadina con oltre mille anni di storia alle spalle, era stata ferita nel profondo quando la famiglia Potter era morta in quello che per i babbani era stato un tragico incidente. Ma da quel giorno erano passati vent’anni, perciò il tempo aveva fatto il suo dovere e ormai questa zona abitata era tranquilla, con le aiuole curate, il pub pieno di persone in festa e nemmeno un’abitazione diroccata, eccetto casa Potter che nessuno aveva osato toccare in segno di rispetto e di testimonianza per quell’evento così significativo che aveva determinato la caduta di Lord Voldemort.

 

Severus si era smaterializzato direttamente davanti alla dimora dei Potter.

Alla vista della casa le memorie non tardarono a riaffiorare nitide: ricordava bene l’ultima volta che era stato in quel posto…quando percorreva con passi lenti e leggeri quelle scale che portavano al secondo piano, come se camminasse su un vecchio cornicciolo, pronto a sfagliarsi sotto i suoi piedi, con l’angoscia di scoprire se il Signore Oscuro aveva mantenuto la promessa.

I sensi di colpa lo attanagliavano ancora a distanza di anni perché ricordava bene come quella notte, prima di scoprire quanto era accaduto, aveva quasi sperato -dalla disperazione- di trovare Lily accasciata a terra, piangente con in braccio il suo bambino morto perché una profezia lo voleva come il solo in grado di sconfiggere l’Oscuro Signore. Lui l’avrebbe stretta a sé, l’avrebbe portata via da quel posto maledetto e l’avrebbe protetta per sempre.

 

Ma Severus e Lord Voldemort avevano sbagliato i conti, perché Lily prima di essere un’amica, la donna amata di Severus e di James, era una madre e l’amore di una madre è qualcosa di assoluto che nemmeno l’odio aveva potuto sconfiggere.

Severus non si era reso conto che supplicando il Signore Oscuro di risparmiare Lily, le aveva concesso di fare una scelta che aveva suggellato con le parole e con i fatti il suo amore per il figlio attraverso l’estremo sacrificio.

L’amore: un potere che va oltre qualsiasi magia.

 

Severus si perse nei ricordi, ma la voce di Lupin si fece strada nella sua mente:

 

Tu vivi nel passato…

 

Infastidito dal suo stesso pensiero, sul suo viso comparve un’espressione di fastidio e stizzito si voltò verso la via che conduceva al cimitero dietro la chiesetta in stile tardomedievale.

Si fece strada tra le lapidi con il passo sicuro di chi conosce bene il percorso e giunse alla tomba di Lily e James.

Ignorò totalmente le lettere incise nella pietra che formavano il nome del suo rivale e si concentrò esclusivamente sul nome della donna.

Fissò a lungo quelle lettere, poi, come se gli fossero mancate le forze si prostrò a terra, in ginocchio.

-Lily…quando potrò finalmente trovare la pace? Per quanto ancora dovrò aspettare prima di rivederti? Ci sono ancora gli ultimi Mangiamorte da catturare, ma la guerra è finita e tuo figlio è salvo…per quanto ancora dovrò combattere?-

Con il viso contorto in una smorfia di dolore e rabbia, si alzò la manica che copriva l’avambraccio sinistro, dove il marchio si stagliava come una macchia scura sulla sua pelle diafana.

 

-lo vedi? Nemmeno la magia strampalata di tuo figlio è riuscita a cancellare il segno della mia vergogna…ed ora se non trovo una soluzione al suo incantesimo dovrò rimanere giovane e portare il marchio con me per altri vent’anni!-

Sospirò pesantemente e si guardò intorno, come se la soluzione si potesse nascondere tra le lapidi, oppure tra le foglie degli alberi che segnavano da secoli i confini del cimitero.

 

Dopo qualche minuto di raccoglimento Severus si alzò, ma invece di tornare ad Hogwarts si diresse a passi pesanti verso la casa in cui aveva vissuto la sua infanzia. Attraversati i due isolati che lo separavano da Spinner s’ End entrò nella sua abitazione e senza indugi si diresse nella sua stanza e si distese sul suo letto, incurante della polvere e dell’aria che odorava di stantio.

Ancora vestito si avvolse nel mantello usandolo come coperta e si addormentò immediatamente.

 

Si rese conto che probabilmente stava sognando perché altrimenti non sarebbe stato in grado di spiegare come poteva essere tornato il sé stesso quarantenne e allo stesso tempo osservarsi da ragazzo, seduto sotto l’albero dove era solito trascorrere le ore libere dalle lezioni, ad Hogwarts.

 

Notò anche che il sogno doveva essere condizionato dai ricordi perché rammentava bene quel giorno: era coperto di lividi dato che era appena stato vittima degli scherzi dei Malandrini, ma non era minimamente turbato dalla questione perché sapeva che il giorno dopo avrebbe preso il marchio e le cose per lui sarebbero cambiate. Finalmente l’avrebbe fatta pagare a Potter e alla sua compagnia.

 

Il giovane Severus perse la sua espressione beffarda quando vide passare Lily, la quale gli lanciò uno sguardo di sottecchi, ma non si avvicinò. A quel tempo Severus aveva già commesso il grave errore di chiamarla Mezzosangue e lei non lo aveva perdonato.

Il Severus adulto osservò quella scena e si maledisse per l’ennesima volta per quello che aveva detto.

Improvvisamente trasalì quando sentì una mano appoggiarsi sulla spalla e giratosi di scatto rimase come pietrificato dallo shock: Lily, quella adulta, si trovava dinnanzi a lui.

 

Severus era troppo sconvolto per proferire parola, ma fu Lily a parlare per prima:

 

-Severus, sono passati così tanti anni da quella volta…non ti devi preoccupare, non sono più arrabbiata con te da molto tempo ormai-

 

L’uomo boccheggiò e per alcuni secondi non riuscì a formulare una frase, ma poi trovò la forza e parlò con voce roca:

 

-Lily io…mi dispiace…mi dispiace così tanto! Come ho potuto farti allontanare così!? Ho rovinato tutto!-

 

-Le tue scelte sono state determinanti per molte cose, nel bene e nel male, ma non devi più preoccuparti del passato, ora hai un nuovo futuro davanti a te!-

 

-E’ stata la tua magia ad avermi fatto tornare ragazzo?-

 

-Non proprio…Harry è molto più simile a me di quanto tu voglia credere: la sua magia è molto affine alla mia; è istintiva e trova la sua forza nell’amore per le persone a cui teniamo. Quando Harry si è frapposto tra te e l’anatema non sapeva se sarebbe sopravvissuto, ma aveva una certezza: non voleva che ti venisse fatto del male e così la sua magia ha risposto spontaneamente all’intensità dei suoi sentimenti. In verità… credo di aver contribuito all’incantesimo perché da quando Harry si è liberato dell’Horcrux che si era addentrato in lui, il nostro legame di madre e figlio si è come potenziato: potevo sentirlo molto più distintamente e quando ho percepito la sua paura per te, il suo desiderio di salvarti si è unito al mio…di concederti una seconda possibilità e di farti riprendere da dove avevi interrotto: dalla tua giovinezza a cui avevi rinunciato per seguire il buio sentiero tracciato per te da Voldemort-

 

-Ma…Lily non posso…non posso rimanere così perché…-

 

-perché hai paura di essere felice e pensi che sia ancora necessario pagare per i tuoi errori? Tutti abbiamo fatto sbagli Severus, anche io quando non ti ho permesso di avvicinarti ulteriormente a me perché ero stata troppo sciocca per riuscire a non preoccuparmi dell’opinione delle altre persone. Solo ora capisco quanto fossi stata debole a lasciarmi abbindolare dai giudizi degli altri! Eravamo amici e sapevo quanto tu desiderassi che diventassimo qualcosa di più…ma ero troppo debole, troppo giovane per rendermi conto che le scelte che stavo compiendo erano dettate dalle aspettative di chi credeva di sapere cosa era meglio per me…Non ho mai smesso di amare James, ma mi rendo conto che il destino non è che il risultato di una scelta tra più vie…e io avevo preso la mia decisione. Una volta scelto un percorso è difficile tornare indietro, ma non ha senso vivere nei ricordi…è il tuo momento Severus! Per una volta nella tua vita concediti di essere felice!-

 

Detto questo Lily non diede tempo a Severus di risponderle che gli diede un bacio leggero all’angolo destro della bocca ed il mago si risvegliò nel suo letto impolverato.

Scosso dall’accaduto si alzò di scatto, tanto che per un attimo barcollò per ritrovare l’equilibrio, poi si diresse rapido verso l’uscita di casa per smaterializzarsi e raggiungere il luogo dove sapeva che avrebbe trovato rifugio dal turbinio di pensieri: Hogwarts, ma resosi conto che non era in sé per poterlo fare in sicurezza cambiò idea e presa la polvere volante la lanciò nel camino del soggiorno per raggiungere la sua destinazione, più precisamente lo studio del preside.

 

 

 

 

La stanza circolare era semibuia, illuminata solo lievemente dai riflessi della luna sui vari oggetti magici d’ argento e altri materiali luccicanti.

Il silenzio era disturbato dal russare dei presidi del passato, addormentati all’interno dei loro dipinti.

Solo uno di loro aveva sentito Severus arrivare: era Albus Silente.

 

-Severus, ragazzo mio…sono stupito! La fine del conflitto deve averti fatto bene, sembri ringiovanito!- disse scherzosamente.

 

-Albus non è il momento…so che sei al corrente dell’accaduto!-

 

-Ah…sì Minerva mi ha raccontato…ma so davvero tutto Severus?-

 

-No…non tutto…- e Severus gli raccontò del sogno e dell’incontro con Lily.

 

-Severus, penso che tu debba dare ascolto a Lily e vivere questo momento, non possiamo ancora sapere se sarà una condizione permanente o meno, ma vuoi veramente sacrificare questo dono così prezioso che ti ha fatto la donna che non hai mai smesso di amare?-

 

-E tutti i tuoi discorsi sulla giustizia, Albus? Non eri tu a dirmi che si deve scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile? Non sarebbe facile godere di questa chance e ingiusto nei confronti di chi ha sofferto per causa mia?-

 

-Alcune persone hanno sofferto come conseguenza delle tue decisioni, ma anche tu hai sofferto e poi hai passato tutta la tua vita a fare ammenda cercando di salvare più persone possibili dagli attacchi dei Mangiamorte, non hai fatto abbastanza? La tua vita è stata tutta un’avventura, dolorosa, questo è certo, ma hai dimostrato di avere il coraggio di un eroe, perché non tuffarti in questa nuova esperienza?-

 

Severus scosse la testa, per nulla convinto.

 

Si avvicinò alla finestra e scrutando fuori notò un gufo in avvicinamento che portava con sé una lettera.

Mentre faceva entrare il volatile e si appropriava della missiva diretta a lui, Severus non aveva smesso di riflettere sulle parole di Silente, ma soprattutto su quelle di Lily.

 

Poi strinse la lettera accartocciandola.

 

-Albus? Ho preso una decisione-

 

-Dimmi Severus-

 

Il giovane Severus alzò lo sguardo dalla mano che stringeva la lettera e si voltò risoluto verso il preside.

 

-Va bene, onorerò la volontà di Lily accettando questa nuova sfida-

 

Albus si limitò a sorridere e a guardare Severus con i suoi occhi brillanti di soddisfazione e orgoglio per il giovane mago.

Severus si concesse di rispondere con un mezzo sorriso e piegò la lettera.

 

-Sarà meglio che vada a cambiarmi, presto sarà l’alba e a quanto pare Molly Weasley mi ha invitato per la colazione. Sarà meglio che mi presenti perché temo che il suo istinto materno le abbia annebbiato la mente e ora mi scambia per uno di quei suoi marmocchi…-

 

-Allora sarà meglio che ti sbrighi ragazzo mio! Non vorrai veramente subire la furia di mamma Weasley! Buona fortuna!-

 

Severus annuì e fece un cenno di saluto con il capo. Sapeva bene che l’augurio di Silente non si riferiva soltanto alla colazione e alla conseguente irritazione di Molly se Severus non si fosse presentato, ma anche alla nuova, grande avventura che lo aspettava da quel giorno fino a quando…già, per quanto tempo sarebbe rimasto giovane? Non sapeva rispondere, ma avrebbe fatto di tutto per vivere al meglio ogni momento che gli era stato donato in quel corpo da ragazzo.

 


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Capitolo 4
*** capitolo III ***



 

- Harry, sei già in piedi. Come stai oggi?-

 

- Sto bene Hermione, nessun problema. -

 

Da quando si era ripreso, Harry si era chiuso in sé stesso ed era molto pensieroso. Aveva saputo che il professor Piton non aveva preso bene la notizia di essere tornato ragazzo, inoltre Harry si chiedeva cosa lo aveva spinto a prendere l’Avada Kedavra per salvare l’ex Mangiamorte.

Se da un lato era vero che Piton era sempre stato dalla loro parte, era anche vero che l’uomo lo aveva sempre trattato con astio.

Hermione era sempre stata un'ottima osservatrice, perciò si era resa conto che negli ultimi tempi Harry si sentiva in imbarazzo davanti al professore, soprattutto da quando l'amico era venuto a conoscenza dei sentimenti che il mago adulto aveva provato per Lily. Probabilmente, pensava Hermione, Harry aveva iniziato a considerare il professore non come un nemico, quanto più una risorsa, una fonte da cui trarre informazioni riguardanti la vita di sua madre, della quale sapeva così poco.

 

Hermione, seduta sul letto del giovane, lo guardava mentre si avvicinava alla finestra con passi trascinati, per poi appoggiare la fronte sulla superficie fredda e umida a causa della brina mattutina. La ragazza si avvicinò, sperando che la sua presenza fisica potesse dare un po' di conforto al giovane confuso, e insieme a lui lasciò che lo sguardo vagasse sopra i campi sterminati che circondavano casa Weasley.

 

-Stai pensando a lui?-

 

-Lui chi?-  Harry fece finta di non capire.

 

Hermione sospirò e spostò lo sguardo fuori dalla finestra, lontano. Aprì bocca per cercare di convincere Harry a confidarsi, ma si bloccò e sgranò gli occhi. Sulla strada sterrata che portava a casa Weasley si era appena smaterializzato Piton.

 

-Lui!- disse Hermione.

 

Harry non rispose, era sorpreso di vedere il professore, e poi vederlo così giovane! Anche Hermione, nonostante lo avesse già visto nelle sue nuove sembianze, non poté che rimanere imperterrita davanti a quella strana visione: il mago, con vestiti scuri, ma dalla nuova fattura, più adeguata alla sua forma ancor più secca di quanto lo fosse a quarant'anni, si avviava con un passo che non riusciva ad essere posato come un tempo, ma quasi ciondolante, come è comune tra i ragazzi che quasi improvvisamente, nel tempo di un'estate si scoprono con trenta centimetri d'altezza in più. L'unico particolare a non essere mutato era lo sguardo: intenso quanto il colore scuro che li caratterizzava, e fiero; uno sguardo che, probabilmente per il ragazzo-uomo era l'ultimo baluardo del suo “vecchio io”, l'ultima armatura che lo proteggeva dal mondo esterno.

Harry appoggiò i palmi sulla finestra e si premette maggiormente sul vetro, come per accorciare la distanza che li separava e per studiare meglio quel volto nuovo, senza rughe.

Piton si accorse di essere osservato e individuò Harry alla finestra. Gli lanciò uno sguardo cupo.

 

Potter” pensò con sdegno.

 

Harry, imbarazzato per essersi fatto scoprire si allontanò immediatamente dalla finestra, come se si fosse scottato.

Hermione, invece, non era stata nemmeno considerata dal professore, tuttavia ella non poteva dire lo stesso nei confronti del mago: anche lei, come Harry non aveva potuto fare a meno di studiare l'aspetto di Piton, ma ciò che l'aveva sconcertata non era la differenza nell'aspetto fisico, quanto la fermezza dell'uomo che, nonostante non avesse più un fisico così imponente e intimidatorio, riusciva comunque ad emanare autorità e forza.

Hermione comprese che Piton non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da nessuno e che non aveva paura di rimanere sé stesso, per questo la ragazza in quel momento di realizzazione provò sentimenti che in passato non avrebbe facilmente associato al pozionista: timore, rispetto, ammirazione...invidia. Sì, invidia, perché lui, a differenza della Grifondoro, era riuscito a mantenere il suo orgoglio, perché il giudizio altrui non lo aveva fermato e nonostante i fallimenti e gli imprevisti era sempre riuscito a rialzarsi, mentre lei era sempre stata vulnerabile dato che non poteva fare a meno di dare un enorme peso al giudizio altrui, e se negli anni aveva imparato che la sua preparazione come maga doveva avvenire per la gioia stessa di conoscere e apprendere, all'inizio non era stato così: per i primi anni di Hogwarts aveva dato il meglio di sé solo per essere accettata e si era schermata dietro a scuse come “a me importa solo la mia istruzione”, “non ho tempo per uscire con i ragazzi, lo studio viene prima di tutto”, pur di non dover affrontare il fatto che una chioma di capelli crespi e qualche dente più grande non l'avrebbero resa meno bella e accettata da chi le stava accanto nella vita di tutti i giorni. Era pur sempre una ragazza intelligente e lo aveva capito subito che le sue erano solo barriere per non affrontare verità scomode: aveva solo dieci anni quando aveva detto ad Harry: “io... soltanto libri!”, ma ora, vedendo Piton si rendeva conto che gli anni erano passati, ma nel profondo era ancora quella bambina insicura.

Eppure...non era solo invidia. Hermione si avvicinò ulteriormente al vetro e cercò lo sguardo del professore, ma egli stava fulminando Harry con il suo sguardo, così colse l'occasione per osservarlo ancora meglio e capire quello che provava, poi...realizzò: era attrazione.

 

Hermione sgranò gli occhi e fece un passo indietro, proprio come aveva fatto Harry dopo che il pozionista lo aveva squadrato adirato.

 

-Sarà meglio scendere- disse con voce tremolante Hermione, che sorrise per rassicurare Harry e per nascondere il suo shock.

 

-Andrà tutto bene- gli sussurrò. Harry la guardò con affetto: come sempre Hermione riusciva a leggerlo come se fosse uno dei suoi amati volumi.

 

Mentre scendevano le scale sentirono Molly accogliere in casa Severus.

All’entrata del professore, il cicaleccio che regnava perennemente in casa Weasley si spense, lasciando il posto ad un silenzio imbarazzato. Non durò a lungo grazie all’intervento di Molly.

 

-Severus, benvenuto caro!-

 

Piton alzò un sopraciglio.

 

Sono ringiovanito ma sono sempre un docente dei tuoi figli…non uno di loro!”

 

Nonostante ciò, rispose garbatamente.

 

-Grazie per l’invito, signora Weasley-

 

-oh cos’è tutta questa formalità? Vieni pure dentro e prendi posto a tavola! Ho fatto i muffin!-

 

L’imbarazzo generale fu presto sostituito dal chiacchiericcio e l’atmosfera della stanza tornò ad essere quella calda ed accogliente di sempre: risate, spensieratezza e profumo di dolci riempirono l’aria.

 

Severus si rese conto che non aveva mai vissuto un’esperienza del genere: l’affetto e l’unione della famiglia Weasley traspirava nell’aria della stanza e, quasi con la paura di interromperla se ne stette seduto in silenzio, mangiando lentamente il suo dolce, guardando tutte quelle persone felici, mentre inconsapevolmente sul suo viso si dipingeva un sorriso.

 

Anche Harry, nonostante fosse stato seduto al tavolo dei Weasley più volte nel corso degli anni, ogni volta assaporava quell’atmosfera con la stessa reverenza che aveva per le pietanze di Molly.

Così, quando gli sguardi di Piton e Harry si incontrarono, sui loro visi regnava la stessa espressione di compiacimento e subito si voltarono da un'altra parte.

Lo sguardo di Piton cadde su Hermione, la quale era estremamente interessata al ricamo della tovaglia dato che non accennava ad alzare lo sguardo dal tavolo.

Piton la guardò sospettoso.

 

Granger nasconde qualcosa...” pensò.

 

- …Allora sarai dei nostri questo pomeriggio, Severus?- chiese il signor Weasley.

 

Piton non era stato attento al discorso, perciò fu colto impreparato.

 

-…Come dice Signor Weasley?-

 

-Questo pomeriggio! I ragazzi devono fare acquisti per il loro ultimo anno ad Hogwarts.-

 

-No, non credo che sia…-

 

-certo che verrà Arthur! Non è vero Severus?- disse Molly tirando una gomitata ad Arthur, come per ammonirlo.

 

-Io…non…-

 

-Oh non essere imbarazzato caro, sei più che il benvenuto!-

 

-…-

 

I gemelli gli lanciarono un’occhiata significativa: sembrava voler dire “nessuno osa contraddire mamma Weasley!”

 

Severus li guardò malamente e strinse le labbra.

 

A quanto pare mi aspetta una gita ad Hogsmeade…quale gioia!” pensò sarcastico.

 

 

- e di questo cosa ne pensi Hermione?-

 

Prima di rispondere, la ragazza lanciò un'occhiata di sfuggita al professore, ma questi stava guardando fuori dalla vetrina con un'espressione insofferente.

 

-...non mi piace...- sussurrò Hermione.

 

-Come dici Hermione? Ma...cosa stai guardando?- chiese Ginny perplessa.

 

Hermione trasalì e riportò immediatamente lo sguardo allo specchio.

 

-Ah! Intendevo dire che...non convince molto come colore, è così opaco!-

 

-mmm…hai ragione!-

 

Severus se ne stava seduto in una delle poltroncine con un’espressione simile a quella dei condannati a morte.

Dopo aver fatto le spese per la scuola, i ragazzi si erano divisi in due gruppi per passare il resto della giornata per conto loro.

Piton, pur di non trovarsi nello stesso gruppo dei ragazzi Weasley e soprattutto di Potter, aveva preferito accompagnare le ragazze a fare shopping.

 

Lucius…trovami e uccidimi…ora!” pensò amaramente.

 

Mentre le ragazze discutevano su che colore stava meglio con i capelli rossi, Severus guardava fuori dalla finestra del negozio.

La sua espressione apatica diventò attenta quando vide Potter separarsi dal gruppo che fissava le vetrine del negozio di Quidditch e seguire Luna Lovegood in direzione…della scuola?!

Si alzò in piedi e appoggiando le borse che gli avevano affidato le ragazze si rivolse a loro:

 

-Ahem…io vado a prendere un po’ d’aria…-

 

E appena fuori dal negozio assunse un passo rapido in direzione dei due ragazzi.

 

chissà cosa hanno in mente di fare…andare a scuola adesso che è chiusa? Sicuramente per combinare qualche disastro!”

 

Ma invece di prendere il sentiero che portava al castello, si diressero verso la Foresta Proibita.

 

Severus si fermò di colpo.

 

Perché diavolo stanno andando da soli nella foresta? Cosa nascondono? Potter, se ti sei messo nei guai di nuovo…”

 

Li seguì a debita distanza per non farsi scoprire.

 

 

-Compro quello!-

 

-Ma...Hermione, non era troppo opaco?-

 

-Ho cambiato idea...scusa ma devo proprio andare!-

 

Ginny la guardò sconcertata.

 

-Andare dove? Abbiamo ancora tempo!-

 

-Torno subito!-

 

Hermione si avviò con passo svelto verso la direzione in cui aveva visto camminare Piton.

 

Ma che cosa sto facendo?” pensò sconvolta.

 

 

Dopo aver camminato per circa cinque minuti, i ragazzi si fermarono in mezzo alla boscaglia.

 

-ecco, è qui!- disse Luna con la solita aria sognante.

 

Harry si accucciò a terra, ai piedi di una grande pietra inverdita dal muschio e cominciò a sibilare.

A Severus si gelò il sangue nelle vene: quella lingua! Ogni volta gli ricordava Voldemort!

Harry aveva parlato in serpentese e il professore non fu sorpreso di vedere un serpente sgusciare fuori dalla base della roccia, ma quello non era un serpente comune: aveva due zampine corte sul davanti e delle ali membranose sulla schiena.

 

-Ma quello è un…-

 

-Aspidiolante, professore!- Rispose Luna.

 

Sia Harry che il professore trasalirono. Piton, dalla sorpresa di vedere quella particolare specie di animale non si era reso conto che aveva parlato a voce alta.

 

-Lovegood, da quanto…-

 

-sapevo che era dietro di noi? Da Hogsmeade! Sapevo che non avrebbe resistito a lungo con le altre a fare le spese e immaginavo che la sua curiosità avrebbe avuto la meglio-

 

Corvonero…” pensò Severus, come se la parola fosse un insulto.

 

-Ma perché siete venuti fin qui? Non è il caso di addentrarsi da soli nella foresta di questi tempi!-

 

-Infatti c’è lei a proteggerci, no? Ed il perché…- Luna indicò l’Aspidiolante.

 

Severus notò che il rettile aveva un ala piegata in un modo innaturale.

 

-è stato ferito da un rapace notturno che lo ha afferrato per l’ala ma poi l’Aspidiolante ha morso il volatile e lo ha lasciato cadere da molti metri d’altezza. Così ora è confuso e ferito- spiegò Harry.

 

-poverino!- intervenne Luna.

 

Piton stava per chiedere a Potter come diavolo faceva a saperlo ma poi si rese conto della stupidità della domanda: glielo aveva raccontato il serpente, era ovvio!

Per Severus era molto strano ascoltare Potter parlare in serpentese, perché mentre le parole del Signore Oscuro erano sibili carichi di astio e malizia, quelli del ragazzo erano sussurrati gentilmente e rassicuranti, infatti l’animale si stava facendo curare senza proteste.

Non aveva mai visto Potter così attento e rilassato, come se in quel momento si trovasse nel suo elemento. Tutti volevano che il ragazzo, una volta finiti gli studi, diventasse un Auror; anche Severus pensava lo stesso: cosa mai avrebbe potuto fare quel moccioso, se non seguire le impronte del padre? Ma ora, vedendolo così felice con quell’Aspidiolante, non poté fare a meno di ricordare quando, insieme a Lily, aveva salvato dei piccoli ricci nei pressi di Spinner’s End e la felicità della ragazza nel realizzare che non sarebbero morti di inedie.

A cure ultimate, Severus dovette ammettere che il ragazzo ci sapeva fare con gli animali.

 

Altro che Auror…Potter dovrebbe dedicarsi a cura delle creature magiche!”

 

-Professore, noi stiamo andando a trovare Hagrid, vuole venire con noi?- Chiese Luna.

 

-No, credo proprio che tor…-

 

-THOR!- gridò Luna. Proprio in quel momento arrivò il grosso cane di Hagrid, e dietro di lui c’era il mezzo gigante.

 

-Harry! Luna! Oh…Professore! Anche lei qui! Venite venite, ho preparato the e biscotti!-

 

Harry guardò la faccia avvilita del professore e gli lanciò un’occhiata simpatetica.

 

-E’ inutile che mi guardi così, Potter! Aspetta che torno adulto e soprattutto tuo professore, vedremo se avrai ancora voglia di inoltrarti nella foresta!…e non sbuffare!- e lo spintonò leggermente.

 

Harry dopo un attimo di sorpresa rispose con un’altra spinta, così Piton fece un finto scatto, come a volerlo prendere e Potter corse in avanti verso la casa di Hagrid, ridendo sommessamente.

 

Piton si fermò bruscamente:

 

Ho appena…scherzato con Potter? Ma che diavolo!?”

 

-Professore? Ci è perso? Il the si raffredda!- Lo chiamò Hagrid.

 

Severus scosse la testa, come a voler cacciare il pensiero e si avviò con passi pesanti verso la casa del mezzo gigante.

 

 

Nel frattempo Hermione era riuscita a raggiungerli, ma era rimasta a distanza per non farsi scoprire.

Prima abbandono Ginny per seguirlo e poi mi nascondo per non farmi vedere dai miei amici? Avrei potuto inventare migliaia di scuse fattibili, invece preferisco spiarli? Hermione fai pace con la tua coscienza!” Si rimproverò mentalmente.
 

 

Il the era troppo zuccherato e i biscotti erano della consistenza del cemento armato. Il cane, Thor, stava sbavando sul pavimento e quel tavolo era troppo stretto per tutti e quattro, ma nessuno dei presenti dava peso a questi disagi.

Severus si rese conto che tutto ciò che importava ai presenti era la gioia che si trasmettevano l’un l’altro. Si sentiva un estraneo perché era evidente che quella situazione non era nuova per i ragazzi e per Hagrid.

Pensò alle persone sedute affianco a lui: Hagrid, un mezzogigante abbandonato dalla madre e divenuto orfano di padre quando era solo un ragazzino, poi espulso da Hogwarts per un crimine mai commesso; Luna Lovegood, la cui madre era morta davanti ai suoi occhi di bambina ed era derisa dai compagni per la sua stravaganza; infine Harry Potter, la cui storia era conosciuta da tutti.

Eppure, nonostante un tale passato, erano lì, davanti a lui a ridere e scherzare, spensierati, mentre lui, Severus Piton, manteneva una perenne facciata di fierezza e faceva di tutto per tenere tutti a distanza, si era rinchiuso in un guscio di rancore, malinconia e rimorso, rifiutandosi di trovare quella felicità che queste persone erano riuscite a trovare.

Severus prese un respiro profondo: non aveva senso provare quella fitta al cuore che stava sentendo in quel momento perché, come aveva detto Lily, ora disponeva di una seconda possibilità: un nuovo capitolo nella sua vita disastrata.

 

Questa volta non sbaglierò!” pensò risoluto.

 

Si intromise con una battuta nel discorso dei tre amici che stavano parlando del ministero della magia e i tre dopo una breve pausa di sorpresa si misero a ridere.

Severus a sua volta sorrise ed a quel punto lo stupore ebbe la meglio su Harry e Hagrid che si guardarono straniti.

Solo Luna non si era stupita di nulla: come sempre era un passo davanti agli altri.

 

- Posso chiamarti Severus? -

 

-Luna…!- disse Harry scandalizzato.

Piton guardò prima l’uno poi l’altra e prese una decisione.

 

-Va bene, ma solo quando siamo qui!-

 

-Ah quindi tornerà a trovarmi professore? Ben fatta! Si è scelto un’ottima compagnia, vero ragazzi?- disse Hagrid stritolando in un abbraccio Harry e Luna.

 

Sulla strada del ritorno Luna, Severus ed Harry camminarono fianco a fianco, in silenzio, interrotto solamente dal motivetto che Luna stava cantando sottovoce.

La mancanza di dialogo però non dipendeva dall’imbarazzo o dalla tensione; la camminata stava avvenendo nella calma e…complicità? Severus non osava pensarlo.

Ma per la prima volta, dopo tanto tempo…

 

Da quando, insieme a Lily scrutavamo il cielo attraverso i rami degli alberi, mentre le foglie venivano spinte lontano dal vento…”

 

…si sentiva a casa.

 

*crack!*

 

Severus si fermò di colpo. Gli altri ragazzi, probabilmente troppo intenti a chiacchierare, non si erano resi conto del rumore di un ramo spezzato proprio nelle loro vicinanze, oppure era il suo istinto da spia ad averlo portato subito in uno stato di allerta.

 

-Professore? Qualcosa non va?- chiese Harry.

 

-No, andate pure avanti, mi sono dimenticato di chiedere una cosa ad Hagrid- Severus preferì evitare di mettere in pericolo le vite dei suoi allievi nel caso si trattasse di una minaccia effettiva, così li lasciò andare via.

Appena furono sufficientemente lontani, Severus cominciò a camminare sempre più vicino agli alberi che delimitavano il bosco. Improvvisamente si voltò di scatto e fece in tempo a vedere solo una figura nascondersi dietro ad un tronco. Peccato che l'incmpetente spia non aveva pensato di tenere davanti al petto una borsa della spesa contenente un vestito troppo opaco per lei...

 

Severus rivolse gli occhi al cielo.

 

-Un due tre per Granger...- disse lui con voce monotona.

 

Hermione non poté fare altro che uscire dal suo nascondiglio, mentre l'imbarazzo la dominava.

 

-Io volevo solo...-

 

-Non mi interessa!- rispose secco il pozionista, che non perse altro tempo e si avviò nuovamente verso il punto di ritrovo.

 

Hermione ci mise qualche secondo per riprendersi. Non solo era stata scoperta, ma la risposta brusca del Serpeverde aveva “bruciato” un po'.

La ragazza seguì l'esempio del giovane, ma rimase qualche passo indietro al mago, mentre sul suo viso imperversava un'espressione corrucciata.

L'uomo le lanciò un'occhiata, poi invocò ancora un po' di quella poca pazienza che lo caratterizzava e la chiamò.

 

-Granger, senti...non fa niente, ora puoi smetterla di essere depressa e camminarmi dietro alle spalle?-

 

Non erano certo parole gentili, ma Hermione sospettò che quello era il massimo a cui poteva mirare con la reincarnazione di Brontolo, così fiancheggiò l'uomo e cercò di assumere una faccia indifferente.

 

-E così...hai preso quel vestito?-

 

-Sì, cosa ne pensa?- Hermione chiese coraggiosamente. 

 

Severus guardò prima l'abito, poi Hermione e riportò lo sguardo in avanti.

 

-Quel marrone è troppo opaco-

 

Hermione voleva davvero ribattere con un “Non è vero!”, ma...era così, perciò sbuffò e disse:

 

-Beh ma ora cosa faccio?-

 

Il mago si fermò ed estrasse dalla borsa il vestito acquistato dalla ragazza. Borbottò un incantesimo e l'abito diventò di un marrone molto intenso, scuro ma allo stesso tempo molto caldo.

Hermione lo guardò sbalordita. Quel marrone...sì, le sarebbe stato davvero bene!

A quel punto fu Piton a sembrare imbarazzato e non migliorò di certo la sua situazione quando disse:

 

-Questo marrone è decisamente più bello...ti dona, non per niente è il colore...lasciamo perdere!-

 

-No, voglio saperlo! Come mai proprio questo marrone?-

 

Severus si tormentò l'interno della guancia mordendoselo, poi si decise a parlare.

 

-Beh, semplice no? È il colore dei tuoi occhi! E ora muoviamoci, saremo gli ultimi!- e senza perdere altro tempo si avviò con passi svelti verso la città.

 

Hermione invece camminava sulle nuvole: ancora non capiva il perché di questo suo improvviso interesse per il mago e ciò che stava iniziando a provare la spaventava, ma nel contempo nemmeno le sue insicurezze le avrebbero impedire di sentirsi come se stesse camminando a qualche centimetro da terra.

 

Il marrone dei miei occhi...ha notato il colore dei miei occhi! E ha detto che è bello, quindi i miei occhi sono...belli!”

 

Sì, Hermione si sentiva estatica e nulla avrebbe potuto rovinarle quel momento; la sua confusione per il momento poteva aspettare.

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! Yes, I'm back! :P

 

Scusate la luuunga attesa, ma almeno ho tutta l'estate davanti per redimermi con la pubblicazione dei nuovi capitoli di questa storia e di Arma a doppio taglio. Ho anche in cantiere una nuova storia che secondo me è abbastanza originale nonostante si tratti dell'ennesima fanfiction con un viaggio nel tempo. Non vi dico altro, intanto aspetto di sapere se il nuovo capitolo di Blank Page è piaciuto e se i miei fedeli lettori ci sono ancora. :)

 

Un abbraccio! Anzi no, con questo caldo...un ghiacciolo a tutti!

 

Morgan

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Capitolo 5
*** capitolo IV ***


CAPITOLO IV

 

 

 

 

*SPLASH*

 

-Oh troll! Si è rotto!-

 

-Ron ti ho detto di stare attento…- disse Harry.

 

-questi cosi babbani…parloncini del cavolo!-

 

-palloncini Ron…i parloncini sono degli esserini che vivono nelle barbabietole e…-

 

-Luna non è importante ora, dobbiamo ancora riempire quasi una dozzina di gavettoni se vogliamo giocare come si deve!-

 

 

Severus sentì i loro discorsi attutiti dalla porta chiusa del bagno di casa Weasley. Era il compleanno di Harry e i ragazzi avevano organizzato una festa di compleanno con i giochi d’acqua.

 

Il giovane professore ovviamente non aveva nessuna voglia di partecipare, ma era stato invitato alla festa, perciò avrebbe aspettato un po’ nel piccolo salotto e poi se ne sarebbe andato.

 

Passò in cucina dove, seduta al tavolo c’era Hermione intenta a studiare con ben tre volumi diversi aperti davanti a lei.

Piton notò che la ragazza aveva uno sguardo perplesso e le mani intrecciate tra i capelli.

 

Severus, al momento di passarle accanto per raggiungere il salotto rallentò considerevolmente e quando notò che si trattava del programma di pozioni avanzate decise che avrebbe preso un bicchiere d’acqua per prendere tempo e carpire meglio in che cosa si trovasse in difficoltà la ragazza.

 

Tornando indietro dal lavandino, infatti, si fermò dietro la sua schiena e si sporse in avanti per vedere meglio la pagina su cui si era fermata. Quando capì di quale pozione si trattava, non trattenne un ghigno divertito.

 

-Ah, vedo che sta studiando la pozione Legilimante…curiosa …e facile!-

 

-Facile? Non mi sembra proprio! Ha ingredienti simili al Veritaserum, ma…-

 

-non capisce perché c’è la saliva di toro, vero?-

 

-proprio così!-

 

-Ma…perché non è fuori a festeggiare il Prescelto?- disse lui con tono derisorio.

 

-Oh la smetta, con me non attacca…lo sa che può smettere di fingere di odiarlo? Non è più una spia!-

 

Piton la fulminò con lo sguardo e seccato si diresse verso il salotto, ma Hermione lo fermò.

 

-No aspetti…aspetti un attimo, mi dispiace, io…non avrei dovuto rivolgermi a lei in questo modo è solo che…-

 

-Sembro così giovane?- disse lui. Severus non aveva ancora superato la “perdita” del suo aspetto che intimoriva i suoi studenti.

 

-Beh…sì. Allora…mi potrebbe dare una mano con la pozione?-

 

Piton la guardò per un attimo, poi sbuffò e tornato in cucina spostò rumorosamente una delle sedie e ci si sedette sgraziatamente.

 

- La pozione legilimante, come avrà capito, serve a sostituire l’incantesimo Legilimens, ma il suo effetto è molto soggettivo e…-

 

Il professore si buttò a capofitto nella spiegazione, gesticolando animatamente e mimando i gesti che avrebbe fatto se avesse avuto un calderone davanti a sé.

 

Hermione lo ascoltava attentamente, ma ad un certo punto aveva iniziato a perdere il filo del discorso perché si era resa conto di…

 

quanto sono espressivi i suoi occhi neri! È così preso dall’entusiasmo che brillano pieni di vita! E le sue mani…”

 

-Granger…Hermione! Mi sta ascoltando?-

 

-Come? Ah…ma sì certo!-

 

-mmm…- Piton non era molto convinto. Si sporse in avanti appoggiando le mani sotto il mento, come a volerle leggere la verità sul volto.

 

Hermione riuscì ad evitare di essere sottoposta sotto quell’osservazione grazie ai gemelli.

 

-Hey voi due! Cosa ci fate in casa con una bella giornata come questa? Basta fare i secchioni, è tempo di divertirsi!-

 

-Weasley vi sembra il modo di rivolgervi a me? –

 

-Oh andiamo Piton, almeno vieni a fare il tifo per noi! Stiamo vincendo contro Harry, Ron e Luna!-

 

-sì…entusiasmante…- rispose sarcastico, ma vedendo che Hermione si stava dirigendo verso di loro, decise di seguirli all’esterno.

La ragazza, infatti, aveva colto l'occasione per togliersi dall'imbarazzo: questa nuova situazione, anzi, definiamola pure infatuazione, non le permetteva di mantenere la calma e la serietà necessaria a studiare. In quel momento neppure la sua voglia di conoscenza poteva vincere contro gli intensi occhi neri del suo ex professore.

Severus si sedette ai piedi dell’alto acero che segnava il confine tra il prato e la strada sterrata e da lì osservò annoiato il gioco.

Invece Hermione fu trascinata dai Weasley che la obbligarono a giocare e in breve tempo la ragazza si trovò fradicia, con i capelli che avevano assunto un colore castano scuro e ogni ricciolo rifletteva un tono ramato grazie ai raggi del sole.

Severus, che stava assistendo alla scena, stava facendo molta fatica ad osservare la giovane: era totalmente diversa dalla sua Lily, ma entrambe non rientravano esattamente nei canoni di bellezza comuni: capelli folti, lentiggini, cromatismi caldi che si accostavano ad una pelle bianca e ad un corpo snello, causando dei contrasti netti ma che, nel complesso davano un'idea di armonia e unicità, che per Severus erano un vero e proprio magnete.

Severus era affascinato dalla Grifondoro, ormai non aveva senso non accettarlo almeno tra sé e sé, ma allo stesso tempo queste sensazioni lo disturbavano perché non sapeva se sarebbe rimasto ragazzo, inoltre era ringiovanito nel corpo, ma non nella mente e soprattutto non nella memoria, la quale era rimasta perfettamente intatta, perciò non avrebbe mai potuto ignorare il fatto che Hermione era stata una sua studentessa e che sarebbe potuta benissimo essere stata sua figlia, data la differenza di età.

Esasperato dai suoi stessi pensieri contraddittori, Severus guardò in alto tra i rami dell’albero, come se essi potessero svelare la soluzione ai suoi problemi ed improvvisamente non sentì più le urla e le risate dei giovani perché nella sua testa era calato il silenzio: quelle fronde gli avevano riportato alla mente i ricordi di quando, insieme a Lily si distendevano a terra e parlavano del loro futuro ad Hogwarts.

Era ad occhi chiusi quando bruscamente fu riportato alla realtà.

 

*splash*  

-Oh oh Harry…l’ hai combinata grossa!-

 

-Io…scusi professore…stavo puntando Fred ma si è abbassato e…perché sta sfoderando la bacchetta?-

 

Severus, con i capelli bagnati per metà dal palloncino che lo aveva colpito al lato della testa, si era avvicinato lentamente con sguardo torvo e senza dire una parola aveva puntato la bacchetta in mezzo agli occhi di Potter.

 

-Aguamenti!-

 

Harry si ritrovò bagnato dalla testa ai piedi, mentre l’atmosfera era diventata tesissima.

 

-Beh? Che avete da guardare tutti quanti? Se l’è cercato! Ed ora Ronald Weasley…passami quel palloncino per favore!-

 

Ron, come inebetito lo passò al mago che prese la mira verso Fred, il quale, avendo capito a che gioco stava giocando il suo ex professore, gli lanciò uno sguardo di sfida e cominciò a scappare, ma Piton anticipò la sua mossa e lo prese sulla schiena.

 

-Visto come si fa, Potter?-

 

Senza aspettare che i presenti si riprendessero dallo shock, i gemelli gridarono:

 

-Questa è guerraaa!- e così tutti i ragazzi –e sì, anche Severus- ricominciarono a giocare fino a quando, giunto il tramonto, Molly Weasley non li fece rientrare per mangiare la torta.

 

-La torta è in tavola!-

 

I ragazzi si precipitarono dentro lasciando i resti della loro “guerra” sparsi nel giardino. Hermione e Severus osservarono i brandelli di palloncini lasciati per terra e, dopo aver condiviso uno sguardo di arresa si inchinarono a raccogliere i pezzetti di plastica. Avevano quasi finito quando un secondo urlo di richiamo per la torta giunse dalla Tana, così i due decisero di lasciar perdere i palloncini mancanti e si diressero verso il sacco che gli altri ragazzi avevano lasciato nel cortile. Mentre Severus teneva il contenitore ben aperto per permettere ad Hermione di gettare l'immondizia, il giovane intervenne:

 

-Aspetta, ne hai dimenticato uno.-

 

Hermione lo guardò confusa: non vedeva nessun brandello di palloncino nelle vicinanze, ma si bloccò improvvisamente.

Severus, infatti, si era avvicinato e ora stava separandole i capelli con le mani e sul suo viso era comparsa un'espressione concentrata.

Hermione non riusciva più a pensare a nulla, così rimase come pietrificata a guardare con occhi spalancati il pozionista; riusciva soltanto a pensare alla sensazione delle dita di lui che separavano le ciocche di capelli annodati.

 

-Ecco fatto- disse lui semplicemente, mentre ritraeva le mani che ora stringevano un brandello arancione.

 

Hermione aprì e chiuse la bocca come un pesce, poiché non riusciva a proferire parola.

-Granger?...- sussurrò Piton.

 

-Ah...sì?- rispose lei stupidamente.

 

Severus roteò gli occhi e senza aggiungere altro si avviò verso casa Weasley.

 

Questo comportamento del mago l'aveva confusa, ma anche ferita:

 

prima mi aiuta con la pozione, poi raccoglie con me i palloncini rotti, mi toglie un brandello dai capelli e infine...mi sbuffa in faccia?”

 

Hermione, seccata da questo atteggiamento di Piton accelerò il passo e una volta entrata in casa non degnò di uno sguardo il mago e si unì al resto dei ragazzi.

Severus non si aggregò al coro di Buon Compleanno e dopo essere rimasto per un attimo in disparte contro la parete della cucina, si diresse silenziosamente verso il piano di sopra nella camera vuota di Bill e Charley.

 

-Suvvia Severus, devi proprio restare da solo in quei sotterranei? –

 

Aveva detto Molly Weasley.

 

Donna insopportabile…anche da ringiovanito non sono poi così piccolo da non poter starmene solo!”

 

Così aveva dovuto cedere e quella notte sarebbe rimasto alla Tana.

 

Erano tutti seduti a tavola con la loro bella fetta di torta alla crema pasticcera e fragole, quando Harry notò che Piton mancava all’appello.

Molly se n’era accorta da un po’, ma appena incrociò lo sguardo di Harry, capì che non era stata la sola a rendersene conto. Sorrise al giovane e tagliò un'altra fetta di torta e senza proferir parola la passò al ragazzo.

 

Harry uscì dalla cucina col piattino contenente la fetta di torta appena tagliata e lentamente salì le scale.

 

Bussò alla porta della stanza di Piton.

 

-Avanti-

 

Severus era seduto sul letto con un libro tra le mani, le gambe incrociate e con la schiena appoggiata al muro dietro di lui.

 

come è strano vederlo in una posa così umana, ma perché mi ostino a stupirmi? Sono cambiate così tante cose!” Pensò Harry.

 

-Le ho portato una fetta di torta… perché non è rimasto con noi in cucina? Se è ancora per il palloncino di prima le assicuro che…-

 

-Potter perché pensi sempre che ci sia sempre tu dietro le mie motivazioni? Il mondo non gira intorno a te!- sbottò il professore, che a sentire la parola palloncino aveva subito sentito riaccendersi il calore della rabbia nei suoi stessi confronti per il suo comportamento assunto poco tempo prima con la ragazza.

 

Harry sembrò ferito dalle sue parole e si fece scuro in volto.

 

-Ha ragione mi scusi…allora appoggio la torta sulla scrivania e la lascio solo. -

 

-No, aspetta…non avrei dovuto parlare così, è solo che…non è facile abituarmi a questa situazione-

 

-Ti capis…la capisco professore, non ti pre…non si preocc…-

 

-Pot…Harry ti ho detto che puoi darmi del tu quando siamo soli, giusto?-

 

-Eh…sì, sì… lo avevi detto! – rispose Harry imbarazzato.

 

-Caspita, fa davvero strano vederla…vederti! Vederti… così giovane!-

 

Poi aggiunse:

 

- Però…sì insomma…puoi contare su di me, su Ron, Hermione, gli altri… quello che voglio dire è che se anche la tua…condizione durasse per qualche giorno, mese o anno, noi saremmo comunque… contenti di averti tra noi-

 

Piton lo fissò attentamente.

 

Caspita! L’ ho detto veramente!” pensò Harry.

 

-Già proprio così…sarà il coraggio del Prescelto!- rispose inaspettatamente Severus.

 

-Hey! Questo è imbrogliare! Non ti ho dato il permesso di leggermi nella mente!-

 

-Oh andiamo Pott…Harry! Quante volte te lo devo dire che non si tratta di leggere? La mente non è un libro e se così fosse il tuo sarebbe pieno di scarabocchi!-

 

-questo è un colpo basso, Severus! E comunque usa i verbi che preferisci, tanto non ci capirò mai niente!-

 

-Mmm non saprei… forse ho sbagliato il metodo-

 

-Un momento! Stai dicendo che hai sbagliato metodo? Tu, Severus Piton…il Signor “Posso-imbottigliare-la-fama…”-

 

-Chiudi il becco Grifondoro!-

 

Harry rise di gusto.

 

-Non sei divertente, Potter! Non vuoi sapere in cosa consiste il metodo che ho in mente? O adesso che è morto Tu Sai Chi non ti importa più di imparare la Legilimanzia?-

 

-Beh…da quando ho scoperto che esiste questa branca della magia ho sempre pensato che potrebbe essere utile nei duelli, che cosa hai in mente?-

 

Severus si alzò dal letto e si avvicinò al comodino di Bill Weasley. Lo aprì e ne estrasse una scatolina.

 

-Ma! Severus! Non è corretto sbirciare nei cassetti altrui!-

 

-Nessuno mi ha visto sbirciare nel cassetto, giusto Harry?-

 

Harry borbottò qualcosa che suonava molto simile a “Serpeverde”, ma non si espresse oltre e si sedette ai piedi del letto.

 

Piton gli mostrò l’oggetto che aveva trovato.

 

-Queste sono carte da gioco magiche! Mi ricordo di averle provate una volta, proprio qui…cambiano colore e se non stai attento fanno la spia all’avversario, vero?-

 

Piton sorrise furbescamente.

 

-Harry…cosa ne sai del Poker?-

 

 

 

 

Piccoli passi avanti...e uno indietro. È così con i nostri protagonisti, ma non durerà per sempre...;)

Nel prossimo capitolo ci saranno nuovi confronti e qualche chiarimento tra i protagonisti e qualcuno comincerà a cedere all'evidenza, ma a differenza di Blank Page, Blank Page: Love Story avrà qualche capitolo in più, necessario per dare la possibilità ai personaggi di evolversi emotivamente in tempi conformi ai loro stessi caratteri.

 

Grazie per le recensioni nel capitolo precedente, fatemi sapere che cosa ne pensate di questo!

 

A presto!

 

Morgan

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