Zio Jack

di Erikuccia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tragica perdita ***
Capitolo 2: *** Decisioni e veri amici! ***
Capitolo 3: *** Casa dolce casa ***
Capitolo 4: *** Incomprensioni, litigi e urla. ***
Capitolo 5: *** Sensi di colpa e scuse sincere ***



Capitolo 1
*** Tragica perdita ***



Avverto subito che questa storia mi è stata ispirata a una altra fan-fiction e un famoso telefilm.
Ho mischiato la cosa e spero che nessuno si offenda.

Altra cosa.
Come leggerete parlo di una Michelle, sorella di Jackson.
So che in realtà non ha sorelle di nome Michelle ma siccome la sua scomparsa è necessaria per la
riuscita della storia, ho deciso di non usare una vera sorella per farla mancare.
Per cui perdonatemi!

Buona lettura!!!!



 

1

POV Jack

 

VANCOUVER

-No no no e ancora no! STOOOP!- urlò il regista per la cinquantesima volta.

-Cosa c'è che non va questa volta?- domandò Kellan Lutz cominciando a irritarsi.

-Non siete veritieri! Voglio che questo film sul dopo Breaking Dawn sia meraviglioso non robaccia!- spiegò gesticolando Chris Weitz

-Senti siamo su questa scena da più di 4 ore!- mi lamentai.

-Ragazzi quando abbiamo girato New Moon eravate molto meno noiosi e molto molto più professionali di adesso!- sbraitò.

-Senti sono passati quasi 4 anni da quel film Chris! Siamo cresciuti abbiamo fatto altri lavori e siamo cambiati! Quindi non pretendere che tutto sia come allora!- commentò Kellan.

-Va bene allora 5 minuti di pausa!- urlò Chris prima di girarsi verso i suoi collaboratori.

Io e Kellan ci avviammo verso il gazebo adibito a mensa per farci uno spuntino.

-Certo che pretende troppo quell'uomo! Sono invecchiato ormai! Anche se di poco ma ormai non so più fare certe acrobazie!- disse il mio amico afferrando un panino.

-E' vero! Sto per compiere 28 anni sto diventando troppo vecchio per fare quello che dice lui!- concordai addentando una piadina.

Io e Kellan ci guardammo scoppiando entrambi a ridere. In realtà non eravamo cambiati per nulla ma le mosse acrobatiche che richiedeva il regista erano davvero impossibili da fare e quel giorno avevamo ripetuto talmente tanto quelle scene di lotta che ormai faticavo a tenere la schiena dritta.

-Ragazzi?- chiamò l'assistente alla regia.

-Si?-

-Chris ha detto che per oggi potete andare. Non ne può più delle vostre lamentele.- spiegò prima di andarsene.

-Ehy amico ci va bene oggi eh?- dissi sgomitando Kellan.

-Puoi dirlo forte! Forza andiamocene prima che cambi idea!- concordò.

Ci dirigemmo ai nostri camerini per cambiarci e poi tornare finalmente in hotel per riposare.

 

 

POV MICHELLE

DALLAS

Avevo sentito dei rumori del temporale provenienti dalla porta sul retro ma pensai che si trattasse del gatto e lasciai perdere. Ero troppo impegnata per poterci pensare.

Tutti e 5 i miei figli pretendevano la mia attenzione. Jessica e Eric di 12 e 9 anni come al loro solito litigavano sul programma da vedere in tv e mi chiamavano per dirgli chi doveva scegliere. Monroe e Christopher, i gemelli di 3 anni, si tiravano in testa le costruzioni mentre il piccolo James di quasi un anno era alla disperata ricerca del suo biberon.

-Ragazzi per piacere smettetela!- urlai e finalmente i due più grandi si zittirono.

-Mamma? Ma papà quando torna?- chiese Eric mentre separavo i gemelli.

-Dovrebbe essere qui tra poco.-

-Bene così vediamo se Jessica mi lascia il telecomando o no!- ruggì rivolto alla sorella.

Proprio in quel momento entrò mio marito Charlie dalla porta sul retro.

-Ehy tesoro sei tornato!- esclamai entrando in cucina.

-Si ma devo uscire ancora!- urlò.

-Dove vai?- chiesi.

-Non hai visto il tempo fuori?-

-Cavolo diluvia di brutto!- esclamai.

-Già tesoro e ci sono due macchina che sono incastrate nel canale. Dentro ci sono due bambini! Devo andare a aiutare! Sono venuto solo a prendere queste corde!- spiegò velocemente.

-Vengo con te!- cominciai indossando la giacca a vento -Jessica!!!!! Bada ai tuoi fratelli io e papà usciamo!- conclusi aprendo la porta.

-Dove andate?- chiese apparendo il cucina.

-Due macchine sono finite nel canale dobbiamo aiutare. Bada ai tuoi fratelli. Ciao!- esclamai chiudendomi la porta alle spalle.

Diluviava in maniera esagerata e la pioggia annullava quasi completamente la visibilità. Arrivammo vicino ai furgoni dove uomini cercavano disperatamente di evitare che due pick up venissero trascinati via dalla corrente del canale. Le madri urlavano senza sosta i nomi dei loro bambini ancora intrappolati nelle auto.

Mio marito si legò un capo della corda alla vita e due uomini legarono l'altra estremità a un albero li vicino. Io non aspettai neanche un secondo e feci esattamente come lui.

-No Michelle tu no! E' pericoloso!- urlò Charlie guardandomi.

-La corrente è troppo forte non riusciranno a trattenere ancora quei pick up! Facciamo presto!- e senza aspettare una sua risposta mi legai anche io la corda in vita. Assicurarono all'albero anche la mia corda e insieme a mio marito cominciammo a calarci verso le aiuto quasi inabissate.

Arrivammo io alla prima e lui alla seconda auto e riuscimmo a tirare fuori entrambi i bambini.

Successe poi tutto troppo in fretta. Ero appena riuscita a passare il bambino a uno degli uomini che la macchina da cui lo avevo estratto cedette e avanzò verso di noi. Guardai velocemente mio marito che lanciava sulla riva il bambino urlante ma prima che potessimo fare qualcosa fummo travolti dall'auto che ruppe le corde di sicurezza e ci lasciò in balia della corrente. E poi fu il buio.

 

 

POV JACKSON

 

VANCOUVER

Finalmente ero riuscito a dormire qualche ora in hotel. Avevo riposato per un paio d'ore e ora necessitavo assolutamente di una doccia prima di scendere a mangiare insieme ai colleghi e a Vanessa, la mia migliore amica, che fortunatamente mi aveva seguito fino qui.

Ci conoscevamo dal tempo del liceo e vivevamo insieme con altri due amici, Kellan e Nikki da almeno 5 anni.

-Jack ci aspettano giù sei pronto?- mi urlò Vanessa mentre mi vestivo.

-Si metto gli stivali e arrivo!- risposi sistemandomi la camicia.

Uscii dalla mia camera da letto della gigantesca suite e la trovai ancora seduta al tavolo che finiva di truccarsi.

-Non avevi detto che ci aspettavano?- domandai.

-Si ma credevo che ci avresti messo molto più tempo!- si lamentò guardandomi.

-Dai muoviti! Cosa ti metti tutta quella roba in faccia!-

-Va bene! Quanto rompi!- borbottò alzandosi e indossando la sua giacca.

Uscimmo dalla camera e finalmente entrammo in ascensore per scendere al ristorante.

Trovammo subito Kellan che, insieme a Nikki, cercavano di convincere il cameriere a darci il tavolo migliore della sala la quale però era già prenotato.

-Uff ragazzi quel pezzo grosso di Robert ci ha fregato il tavolo. A quanto pare noi non contiamo come 'il trio'- si lamentò Nikki rivolta a me e Vanessa.

-Dai ragazzi che ne dite se andiamo al bowling?- proposi.

-No no no Jack stiamo qui! Dopo c'è la gara di ballo e voglio proprio battere quella strafottente di Kristen! Sai che ora si fa chiamare Kiky?- esclamò Nikki guardandomi storto.

-Ok ok andiamo a quel tavolo li!- dissi prendendo per un braccio Vanessa e Nikki e trascinandole all'interno.

Mi sedetti accanto a Vanessa e di fronte a Kellan che si guardava in giro fingendosi ansioso.

-Kel che ti prende?- domandò la mia vicina.

-Che domande controllo se al 'trio' va bene che ci troviamo nello stesso loro ristorante!- disse fingendosi shockato dalla domanda.

-Secondo me avranno chiesto alla produzione un altro hotel!- commentai ridendo.

-Forse volevano farvi girare in un altro studio!- esclamò Vanessa.

-Quello è certo! Forse non volevano neanche che fossimo a Vancouver anche noi!- ridacchiò Nikki facendoci ridere ancora di più.

A quel punto il mio cellulare cominciò a suonare insistentemente. Appena vidi il numero chiamante sorrisi tra me e me. Era Michelle, mia sorella. Mi voltai per lasciar scherzare i miei amici e risposi.

-Ehy ciao sorellina!-

-Zio!- rispose una voce rotta dal pianto. Era Jessica la mia nipote maggiore.

-Jessica?-

-Zio Jack... Mamma e papà.....- ci fu una pausa dove sentii solo un pianto.

-Jessica? Jessica che succede?- domandai alzando la voce e attirando l'attenzione dei miei amici che mi guardarono allarmati.

-Zio mamma e papà...... il canale.... due auto poi i bambini e la macchina è slittata via....- altra pausa.

-Jessica tesoro fammi capire! Dove sono mamma e papà?- chiesi in preda al panico uscendo dal ristorante seguito da tutti e tre i miei amici preoccupati quanto me.

-Loro.... sono morti.- disse scoppiando poi in lacrime nuovamente.

Caddi in ginocchio. Senza fiato. Senza parole. Senza forze. Senza capire cosa fosse successo. Kellan mi sollevò e mi fece sedere su un muretto li vicino.

-Jack che succede?- chiese Vanessa.

Non risposi, guardai il telefono e vidi che la linea era caduta.

-Jack?- chiese di nuovo la mia amica.

-Mia sorella Michelle e suo marito Charlie.... Loro.... Sono morti.- dissi senza realmente sentirmi.

Vanessa mi abbracciò forte e scoppiò a piangere sulla mia spalla mentre Nikki e Kellan si sedettero accanto a me in silenzio cercando di darmi forza. 

 

. 

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Capitolo 2
*** Decisioni e veri amici! ***


2

POV JACKSON

DALLAS

Io, Vanessa, Kellan e Nikki eravamo appena entrati in un taxi per andare a quella che era la casa di mia sorella. Lo era. Ora non lo è più. Mia sorella non c'è più. Ancora no riuscivo a capacitarmi di quello che era successo. Ero però fiero di lei e del fatto che aveva sacrificato la sua vita insieme a quella di suo marito per salvare dei bambini. Ero molto orgoglioso di lei.

-Jack?- mi chiamò Vanessa facendomi alzare lo sguardo che era fisso sui miei stivali neri.

-Si?-

-Siamo arrivati guarda.- disse indicandomi il giardino della casa ora stipato di macchine.

Scesi dal taxi seguito dai miei amici e ci dirigemmo all'entrata. Sentivo un dolore enorme dentro di me. Ogni passo che mi avvicinavo sentivo il cuore accellerare e terribile sensazione di solitudine e tristezza impossessarsi di me.

Fummo accolti da mia madre che vedendomi mi abbracciò stretto e lasciò cadere solo poche lacrime. Poi fu il turno di salutare mio padre e le mie altre tre sorelle, Ryann, Kelly e Brittney.

Però appena si avvicinò il fratello di Charlie se ne andarono tutti con la scusa di andare a parlare con le altre persone presenti al funerale.

-Ciao Jackson- mi salutò Reeve.

-Ciao.- risposi solamente.

-E' arrivato il loro avvocato qualche ora fa...- cominciò a dirmi ma lo interruppi.

-So che prendersi 5 bambini è una grande spesa e sarò lieto di collaborare per il mantenimento dei ragazzi così le spese non peseranno solo su te e tua moglie!-

-Non è quello il problema....- provò a dire ma questa volta fu interrotto dai miei nipoti che, avendoci sentito parlare, erano usciti per salutarci.

-Zio Jack!- esclamarono i gemelli Monroe e Christopher insieme.

-Ciao campioncini!- li salutai mettendomi in ginocchio per stringerli a me. Loro non riuscivano ancora bene a capire cosa era successo, erano troppo piccoli.

-Ciao zio!- disse Eric abbracciandomi.

-Ciao campione!- salutai scompigliandogli i capelli. Lo guardai e apparte gli occhi lucidi per il tanto piangere stava benissimo fortunatamente.

Guardai dietro di lui e vidi la mia nipote maggiore con in braccio il più piccolo.

-Jessica! Tesoro vieni qui!- dissi e dopo aver dato un buffetto a James lo diedi in braccio a Vanessa in modo da poter stringere mia nipote. Mi abbracciò forte nascondendo il viso nel mio collo che sentii venire bagnato da calde lacrime.

-Zio... sono contenta che sei qui! Per fortuna sei arrivato.- mormorò prima di lasciarmi andare.

Sorrise mesta e si allontanò seguita da tutti i fratelli.

Sospirai e cominciai a salutare tutti i presenti ringraziandoli per la loro presenza.

Ad un tratto però Reeve mi prese da parte ancora. Non mi piaceva stare solo con lui per cui trascinai Vanessa con me.

-Dimmi Reeve come posso aiutarti?- chiesi.

-Dovrei parlarti in privato Jackson.- disse riferito alla presenza della mia amica.

-Davanti a lei puoi dire tutto. Non ci sono segreti tra di noi.- risposi.

-Bene.... Come ti dicevo prima questa mattina è arrivato l'avvocato di Michelle e Charlie.- cominciò a dire.

-E come io ti ho detto prima ti aiuterò economicamente per il bene dei bambini.- sbottai.

-Non hai capito. Michelle e Charlie hanno lasciato la custodia dei ragazzi a te.- dichiarò.

-Cosa?- domandai.

-Hai capito. Hanno dato la custodia a te.-

-Perchè?-

-Mi sono fatto la stessa domanda. Il loro avvocato ha detto che Michelle ha insistito parecchio per essere certa che lo avesse scritto bene.- disse Reeve.

-E Charlie?-

-Charlie si è sempre fidato di Michelle e ora io mi devo fidare di Charlie.- concluse prima di andarsene lasciandomi li senza parole.

-Jack? Tutto bene?- mi chiese Kellan arrivando al mio fianco con Nikki.

-Mi hanno affidato i bambini- dissi senza guardarli. Il mio sguardo era fisso su ragazzi. I due più grandi erano seduti sul divano in silenzio mentre i gemelli per terra giocavano con delle macchinine e il piccolo James dormiva nel suo passeggino.

-Cosa?- domandò Nikki.

Sospirai e spiegai tutto ai miei amici che, esattamente come me, rimasero senza parole.

-Non so cosa le sia passato per la testa!- dissi infine.

-Perchè?- mi chiese Vanessa

-Perchè Reeve e la moglie sono i genitori perfetti. Oppure Ryann o Kelly! O i miei! Io sono solo....- non sapevo come finire la frase.

-Sei solo cosa?- intervenne Kellan.

-Lo zio simpatico della california!- conclusi semplicemente.

-Certo ma che ama quei bambini dal loro primo istante di vita.- disse Vanessa appoggiandomi una mano sulla spalla.

-Ok ma ora che faccio? La loro vita è qui! Non posso portarli a Los Angeles! Soprattutto a metà anno scolastico!- esclamai iniziando a farmi prendere dal panico.

-La scuola è finita Jack!- disse Nikki sorridendomi.

-Ma che dico? Sono io che devo trasferirmi qui!-

-Non è così che risolverai le cose Jack!- borbottò Kellan incrociando le braccia.

-Devo pur fare qualcosa no? Charlie odiava la california! Devo pensare a cosa volevano loro no?-

-No, devi pensare a 5 rette per il college, 1 matrimonio e 4 cene di addio al celibato.- disse Nikki ravvivandosi i capelli.

-Non lo so ok? Basta devo pensare!- sbottai e senza dire una parola andai al piano di sopra.

Entrai in camera di mia sorella e suo marito e mi sedetti sul loro letto. C'erano ancora dei vestiti sparsi in giro e io raccolsi un maglione e inavvertitamente feci cadere un foglio dal comodino. Lo guardai, era una fotografia. Ritraeva noi 5 fratelli. Erano tutte e 4 vicino a me che cercavo di abbracciarle tutte insieme. Ardua impresa.

Accarezzai la sua immagine sorridente e guardai un'altra foto appoggiata sul cassettone. Ritraeva lei con mamma e le nostre sorelle. Foto di sole donne.

Ne guardai un'altra ancora. Eravamo io e lei da bambini. Mi spingeva sull'altalena.

Presi anche l'ultima foto che c'era e la guardai. Eravamo io e lei a casa dei nostri genitori a Midland. Era stata fatta il Natale prima. Eravamo io e lei sorridenti che ci stringevamo in un tenero abbraccio. Non resistetti più e le lacrime cominciarono a solcare le mie guancie.

Dopo alcuni minuti però notai altre due fotografie sul comodino.

Una ritraeva lei circondata dai bambini e l'altra me con Jessica appena nata tra le braccia.

Fu in quel momento che capii cosa era giusto fare.

Mi alzai e mi misi le fotografie nella tasca interna della giacca. Scesi le scale e appresi che i miei genitori e le mie sorelle erano tornati al cimitero per un altro saluto a Michelle e Charlie.

Trovai i miei amici e, prima che parlassero, presi la parola.

-Casa- dissi solo.

-Ok! Ottima scelta!- esclamò Kellan dandomi una pacca sulla spalla.

-Naturalmente cercherò un'altra casa.....- cominciai ma fui interrotto da Vanessa.

-Perchè? Hai già una casa e piuttosto grande!-

-Si Nessa ha ragione!- concordò Nikki

-Ragazzi io non posso chiedervi questo!- mormorai.

-Tu non ci chiedi niente. Hai bisogno di noi! Stiamo in un attico a 3 piani vuoi vedere che non troviamo il posto?- disse Kellan.

-Ma voi.... le vostre vite....- borbottai imbarazzato dalla loro disponibilità.

-Jack.... Per te faremmo qualsiasi cosa per cui non pensarci neanche a andartene!- esclamò Nikki sorridendomi.

-E poi amico mio noi abbiamo bisogno di te!- disse Kellan.

-E tu di noi!- concluse per lui Vanessa.

-Ma ci avete pensato bene? Non sono canarini!- mormorai.

-Non importa se ci abbiamo pensato o meno. Lo facciamo e basta.- confermò Vanessa guardandomi negli occhi.

-Grazie. Siete i migliori. Davvero- dissi commosso.

-Si lo sappiamo!- sorrise Kellan.

-Vado a dirlo ai ragazzi. Loro non sanno nulla ancora.-

Vanessa mi sorrise e mi baciò una guancia esattamente come fece Nikki. Mentre Kellan mi diede l'ennesima pacca sulla spalla.

Sospirai e mi avviai verso il divano dove erano ancora posizionati i miei nipoti.

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Capitolo 3
*** Casa dolce casa ***


3

POV JACKSON

 

LOS ANGELES

Due taxi ci avevano appena portato a casa dall'aeroporto. Quando avevo detto ai ragazzi che sarebbero venuti a vivere con noi a Los Angeles avevo notato un'ombra di tristezza negli occhi di Eric. Ne avevo parlato con Vanessa e lei mi aveva detto che sicuramente era dovuta al fatto che lasciava il posto dove i suoi genitori riposavano. Mi disse anche che sicuramente era un bene, l'avrebbe aiutato a distrarsi e non pensare, dopotutto dire che il dolore per la perdita dei genitori sarebbe passato era sbagliato. Nulla avrebbe mai colmato quel vuoto dentro il suo cuore, dentro il cuore di tutti noi, l'unica possibilità era credere che il tempo avrebbe aiutato, non a non soffrire ma ad abituarsi a non averli accanto a noi.

La sera stessa dei funerali avevamo aiutato i bambini a preparare le valigie e li avevamo portati con noi in hotel. In quelle ore passate insieme scoprii che i gemelli sapevano che la mamma e il papà erano andati in cielo ma non gli era molto chiaro cosa fosse successo.

Forse era una fortuna per loro essere così piccoli, avrebbero sofferto di meno. James invece era ancora troppo, troppo piccolo per capire che non avrebbe più visto i genitori.

Eric, il mio campione, aveva cominciato a fare degli incubi che entrambe le notti della nostra permanenza a Dallas lo avevano portato a svegliarsi più volte urlando a squarciagola.

Nonostante questo però Jessica era quella che mi preoccupava di più. Sembrava non voler accettare la realtà. Faceva tutto per non parlare della faccenda, non nominava la madre o il padre. Rimaneva spesso sola persa nei suoi pensieri immergendosi in un libro quasi volesse scappare dalla crudele realtà.

E ora eravamo finalmente arrivati a casa. Posso egoisticamente dire che era un sollievo essersi allontanati dal Texas, essere lontani da li mi dava l'illusione di soffrire meno.

Non avevamo avuto il tempo di organizzare le camere per i ragazzi ma fortunatamente Nikki e Vanessa tempo addietro avevano insistito per mettere almeno un divano letto nelle 4 stanze inutilizzate. Avevamo deciso che Jessica sarebbe stata l'unica ad avere una camera per se. Eric l'avrebbe avuta solo temporaneamente ma dopo l'avrebbe condivisa con James che, visto che si svegliava ancora parecchie volte di notte, avrebbe dormito in camera con me per un po' di tempo. I gemelli invece avrebbero dormito insieme da subito.

Salimmo in casa affidando il trasporto dei bagagli al nostro fidatissimo portiere che, sapendo che avrebbe ricevuto una succulenta mancia, fu felicissimo di occuparsene.

Entrammo nel nostro attico con il piccolo James profondamente addormentato così prima di far fare ai ragazzi un giro per la casa lo misi delicatamente sulla poltrona per lasciarlo dormire.

Tutti e 4 si guardavano intorno spaesati così cominciammo, insieme ai miei amici, un giro turistico della casa.

-Allora ragazzi cosa ne dite?- chiese Kellan scompigliando i capelli a uno stupefatto Eric.

-E' gigantesco!- rispose lui girando su se stesso.

-E' meraviglioso si!- disse Jessica.

Non si poteva darle torto. Era un attico gigantesco. Tre piani. Si entrava in un open-space circondato da un solo muro e 3 vetrate a parete. La cucina si vedeva benissimo, nera con i ripiani cromati. I divani erano in pelle nera come le poltrone reclinabili. Appesa all'unico muro faceva capolino una tv al plasma ultrapiatta 54 pollici adorna di un sistema home theater sofisticato. Sulle mensole accanto erano posizionati un lettore dvd e ben due consolle per videogames, WII e PS3. Accando a questa una grande libreria era stata usata dietro una idea di Vanessa per mettere ogni possibile dvd uscito negli ultimi 6 anni. Un grande tavolo nero lucido circondato da 10 sedie era posizionato accanto alla cucina.

Le grandi vetrate mostravano un paesaggio collinare mozzafiato.

-Cosa c'è dietro quelle porte?- domandò curioso Eric.

-La sala da pranzo. Vuoi vedere?- rispose dolcemente Nikki.

Lui annuì e andò insieme a lei nella stanza.

-Wow è gigantesco questo tavolo!- esclamò lui.

Era un tavolo, anche quello nero, rettangolare ma con li angoli arrotondati. Sulla parte superiore, sopra al ripiano nero, era posizionato uno spesso vetro che rendeva tutto ancora più lucido. Addossato alla parete vi era un mobile-credenza nero lucido con sopra un semplice ma elegante vaso pieno di rose. Il mobile conteneva i piatti, bicchieri e posate che usavamo solo in occasioni speciali.

-Andiamo di sopra così vedete le vostre camere dai!- dissi indicando l'ampia scala.

Salimmo in silenzio e arrivammo al secondo piano. In questo c'erano 4 stanze e 2 bagni.

-Allora ragazzi- cominciai a spiegare -su questo piano dormiamo io, Kellan, i gemelli, Eric e James. Alle signorine invece è stato riservato tutto il terzo piano!- conclusi.

-Vedrai Jessica ti piacerà! I nostri bagni sono pieni di trucchi e accessori per capelli!- esclamò Nikki.

-Cosa ne sai tu di cosa piace a me?- rispose lei seccata.

-Jessica!- la ripresi ma prima che potessi dire altro la mia amica mi rivolse uno sguardo come per dirmi 'lasciala stare non rimproverarla sta soffrendo'. Così tacqui.

Non mi piaceva come Jessica parlava a Nikki. Sembrava non volere avere niente a che fare con lei. Forse era per la somiglianza che aveva con mia sorella o forse perchè non mostrava apertamente la sua sofferenza per una perdita, ma sapevo che Jessica non voleva avere la mia amica Nikki vicino.

-Allora ragazzi per oggi dovrete accontentarvi di un divano letto ma domani mattina andremo a fare un po' di spese ok?- spiegò Kellan alleggerendo la tensione.

Salimmo al terzo piano. Anche questo con 4 camere e 2 bagni.

Mostrammo la camera a Jessica che mi ringraziò freddamente prima di chiedere se poteva usare il bagno.

-Certo Jess.... Quello li a destra è il bagno.... Noi andiamo giù ok?- dissi.

-Si ok-

-Senti hai fame? E' da questa mattina che non mangi. Potremmo ordinare qualcosa ti va? Non saprei... cinese, pizza, indiano, italiano, hamburger o panini vari.... Quello che vuoi!- le chiesi.

-No non ho fame.- rispose prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle.

-Bhè...- cominciò Kellan -Voi ragazzi che dite? Fame?-

-SI!- risposero in coro Eric e i gemelli.

-Cosa vi va di mangiare?- chiesi distogliendo lo sguardo dalla porta del bagno.

-Pizza!- rispose Monroe.

-No no gelato!- disse invece Christopher.

-Ma che dite voi! Mangieremo cinese! Vero zio Jack?- esclamò Eric.

-Calma calma calma....- esordì Vanessa.

-Mettiamola così....- disse Nikki -Prendiamo un paio di grandi pizze come aperitivo, per cena cinese e completiamo il tutto con una bella coppa di gelato! Che ne dite?- concluse.

-Siiiii!- urlarono gli altri 3 in coro.

Scossi la testa e dopo un ultimo 'noi siamo giù se ci cerchi' urlato alla porta del bagno tornai in salotto con tutti gli altri.

-Zio Jack?- mi chiamò Eric.

-Dimmi.-

-Posso accendere la tv?- domandò timidamente.

-Certo! Cosa vuoi guardare?-

-I cartoni!- si intromise Monroe.

-Ma si dai!- concordo Kellan.

-Ok tutti sul divano!- gridò Vanessa.

Eric, Kellan e Monroe seguito a ruota da Christopher si lanciarono ridendo sul sofà mentre James, che si era appena svegliato, scendeva dalla poltrona e li seguiva gattonando.

Mentre Nikki ordinava la cena e loro guardavano i cartoni io mi sedetti a pensare.

Come sarei stato in grado di occuparmi di loro? Il lavoro che facevo mi portava a viaggiare molto, come avrei fatto? Di certo non potevo approfittare dei miei amici e affidarli a loro. Ma non potevo neanche spostarli continuamente, soprattutto durante i periodi scolastici. E per l'appunto c'era la scuola e poi magari qualche attività extra.

-A cosa pensi?- domandò Vanessa abbracciandomi da dietro.

-A come riuscirò a crescerli. A come fare con il lavoro, al fatto di dover trovare le scuole adatte... - risposi.

-Non sei da solo, ci sono io e poi anche Nikki e Kellan. Vedrai che basterà trovare un nostro equilibrio e tutto andrà meglio!- disse lasciandomi un bacio sul collo e accarezzandomi i capelli.

-Non so se ce la farei senza di te. Per quanto io voglia bene a Kel e Nikki.... Tu per me sei indispensabile lo sai.- mormorai chiudendo gli occhi e godendomi quelle carezze.

-Zio?- mi chiamò Monroe.

-Dimmi piccolo!-

-Mi scappa la pipì!- dichiarò.

-Si anche a me!- disse Christopher naturalmente per non essere da meno del fratello gemello.

-Allora corriamo in bagno!- esclamai alzandomi, prendendoli per mano e correndo in bagno.

Fortunatamente erano riusciti a trattenerla così dopo avergli lavato le mani li lasciai tornare sul divano a vedere i cartoni.

Proprio in quel momento suonò il portiere che ci consegnò la nostra cena visto che era appena arrivata. Dopo avergli lasciato l'ennesima mancia portai tutto, con l'aiuto di Vanessa e Nikki, in cucina.

-La cena!- esclamò Eric correndo verso di noi seguito dai gemelli.

-Si tra pochissimo mangiamo ma prima apparecchiamo la tavola.- dissi attirando gli sguardi dei miei amici. Solo quando avevamo avuto cene di natura lavorativa avevamo apparecchiato il tavolo così spiegai.

-Non sono pazzo ma Michelle ci teneva che fossero ben educati a tavola! Quindi.... E poi sono piccoli e la pizza macchia.- conclusi.

-Jack ha ragione per cui forza.... prepariamo!- disse Vanessa sostenendomi.

-Eric vieni ad aiutarmi dai!- proposi -E voi due campioncini perchè non andate di sopra a dire a Jessica che la cena è pronta?- conclusi rivolto ai gemelli.

I piccoli schizzarono di sopra mentere Eric prendeva i tovaglioli che Nikki gli porgeva.

Avevamo appena finito di apparecchiare la tavola che apparvero i gemellini.

-Jessica dice che non viene!- disse Christopher arrampicandosi su una sedia.

-Si è vero ha detto di dirti che non ha fame e che se ne va a nanna!- concordò Monroe cercando di copiare il fratello e sedersi.

Non sapevo che cosa rispondere per cui fu Vanessa a prendere la parola.

-Bhè vorrà dire che le prepariamo un paio di piatti così se le viene fame basta che accenda il microonde! Piuttosto Jack... Non sarebbe meglio, almeno per questa sera, mettere dei cuscini sotto quei due piccoletti? Domani prendiamo i rialzi apposta.-

Annuii e dopo aver sistemato i gemelli su due cuscini ciascuno ed Eric con uno, andai nel panico. Ci eravamo dimenticati di James. Era troppo piccolo per la pizza o il cinese. Cosa avrebbe mangiato?

-Ragazzi?- chiamai.

-Si?- rispose Kellan mentre serviva un involtino primavera a testa.

-James.-

-Che ha? E' li che gioca con i peluches che gli abbiamo portato.- disse tranquillamente lui.

-Già ma cosa credi che mangerà?- domandai.

-Oh cavolo!-esclamò per tutta risposta.

-Siete due scemi!- si intromise Nikki.

-Perchè?- chiesi.

-Perchè fortunatamente ci ho pensato io! Ho preparato per lui una minestrina con formaggino che fortunatamente per noi avevamo in casa!- concluse semplicemente lei.

-Grazie al cielo.- sospirammo io e Kellan insieme.

Mangiammo tutti insieme aiutando di tanto in tanto i gemelli e imboccando James che si gustava la sua pappa. Il mio pensiero però era fisso al terzo piano e Vanessa se ne accorse.

-Vedrai che se le viene fame scende.- mi disse sorridendo.

Annuii e continuai a mangiare.

Finimmo la cena e i gemelli cominciarono a sbadigliare mentre James mi si era addormentato in braccio.

-Dai piccoli... a nanna!- esclamai affidando James a Nikki e prendendo gli altri due per mano.

Gli misi i pigiami e li sistemai nel divano letto nella loro camera.

-Zio? Lasci la lucetta accesa?- domandò Monroe guardandomi.

-Certo! Ora dormite! Buona notte ragazzi!- dissi uscendo e lasciando la porta leggermente aperta.

Salii al terzo piano e bussai alla porta di Jessica.

-Jess? Posso entrare?- chiesi.

-Sto bene, voglio stare da sola. Vai via.- urlò come risposta.

Scossi la testa sospirando e scesi rassegnato fino al salotto dove Eric stava giocando alla WII insieme a Kellan.

-Non vuole parlarti vero?- domandò Vanessa vedendo la mia faccia delusa.

-Mi ha mandato via.-

-Lasciala stare vedrai che le cose andranno meglio. E' meglio se ora mandi a letto anche Eric o domani non si alzerà mai in tempo per uscire e abbiamo parecchie cose da comprare.- disse tranquilla.

-Hai ragione!- cominciai -Eric dai è ora di dormire! E' piuttosto tardi e domani abbiamo da fare! Forza dai!- conclusi avvicinandomi.

-Si è meglio che il piccoletto vada a letto! Finirò di batterlo domani non voglio far crollare la sua autostima in una serata sola!- disse Kellan.

-Dice così perchè sta perdendo sai zio Jack?- esclamò Eric alzandosi dal divano e raggiungendomi.

Per tutta risposta Kellan gli fece una pernacchia che naturalmente mio nipote ricambiò.

Misi velocemente a letto anche lui e, dopo aver salutato i miei amici, mi stesi sul mio letto insieme al piccolo James. Lo guardai dormire per alcuni minuti mentre la mia mente vagava su come sarebbe cambiata la mia vita a partire dal mattino dopo. Fu così che dopo una giornata di viaggio e una prima sera con i bambini, esausto come non mai, mi addormentai.

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Capitolo 4
*** Incomprensioni, litigi e urla. ***


4

POV JACKSON

LOS ANGELES

Mi svegliai di soprassalto con qualcuno che mi tirava i capelli. Aprii gli occhi e mi trovai davanti a un James sorridente che, ancora con il ciuccio in bocca, reclamava attenzione.

-Buongiorno anche a te James!- lo salutai prendendolo in braccio.

Lui per rispondermi cominciò a ridere. Mi alzai e per prima cosa gli cambiai il pannolino poi, dopo averlo lavato, essermi lavato e vestito scendemmo in cucina dove trovammo Vanessa insieme ai gemelli che facevano colazione.

-Già svegli voi due?- domandai sedendomi con il piccolo in braccio.

-Si avevamo fame vero Chris?- disse Monroe

-Vero vero zio! Così abbiamo aperto la porta e abbiamo visto Vane che scendeva così l'abbiamo chiamata e lei ci ha prima fatto fare la pipì poi abbiamo aperto le finestre della camera poi abbiamo preparato i vestiti per dopo e poi abbiamo pettinato i capelli e poi abbiamo deciso che dovevamo fare colazione. Tu dormivi così abbiamo deciso di mangiare e poi venire a svegliarti ma ora sei qui così poi non abbiamo niente da fare.- cocluse l'altro.

-Wow che inizio di giornata pieno ragazzi!- commentai ridendo mentre Vanessa dava il biberon di latte a James.

-Non è scesa ancora vero?- domandai alla mia amica che capì subito che mi riferivo a Jessica.

-No non ancora.- rispose semplicemente.

-Ehy anche noi vogliamo fare colazione!- esclamò Kellan apparendo insieme a Eric.

-Già non mangiatevi tutto.- gridò il bambino.

Arrivarono di corsa e entrambi si fiondarono sui pancakes che Vanessa aveva pazientemente preparato. I gemelli stavano reclamando un altro bicchiere di latte al cioccolato quando delle urla spezzarono la tranquillità.

-TI HO DETTO CHE NON VOGLIO SCENDERE NON ROMPERE! NON HO BISOGNO CHE MI CONTROLLI!- gridò Jessica.

-Non ti sto controllando.- rispose tranquillamente Nikki.

-FUORI DALLA MIA CAMERA!-

E con un colpo da far vibrare i vetri la porta venne chiusa.

Mi alzai e andai incontro a Nikki che stava scendendo le scale.

-Che è successo?- chiesi.

-Niente, io e tua nipote abbiamo avuto un piccolo scambio di opinioni.- rispose sorridendo.

-Vado a parlarle.-

-No lasciala stare.- disse Nikki ma la ignorai e salii fino alla camera di Jessica dove bussai.

-Ho detto che voglio stare sola!- esclamò rudemente.

-Invece io entro lo stesso.- dichiarai aprendo la porta.

La camera era semibuia e lei se ne stava seduta sul divano letto ancora intatto segno che non aveva dormito.

-Allora? Come stai?- chiesi aprendo le tende per permettere al sole di entrare.

-Cosa importa?-

-Importa invece-

-Senti zio cosa vuoi?-

-Sapere come mai le tue soavi note sono arrivate in cucina senza una giusta ragione.-

-Perchè mi andava ora puoi andare?-

-Bene io vado ma mi aspetto che impari a rispettare chi vive con te Jessica, e preparati dobbiamo uscire.- dissi avanzando verso la porta.

-Non mi va.-

-Bene allora starai a casa con Nikki.-

-Ok.-

Annuii e sconfitto mi chiusi la porta alle spalle.

Io, Vanessa e Kellan preparammo gli altri ragazzi e uscimmo per andare a fare spese.

Eravamo fuori ormai da diverse ore e avevamo comprato quasi tutto. Avevamo scelto le camere che sarebbero arrivati a montare il giorno dopo, avevamo comprato diversi vestiti dato che in california faceva molto caldo rispetto al texas, poi avevamo preso un lettino per James e le sponde per i letti dei gemelli, ovviamente anche un giro nel negozio di giocattoli fu d'obbligo. Ora eravamo alla cassa al supermercato dopo aver fatto la spesa. Facemmo velocemente il conto e, dopo aver pagato, tornammo a casa.

-Siamo tornati!- urlò Eric entrando correndo.

-Ehy allora come è andato lo shopping?- chiese Nikki venendoci in aiuto.

-Abbiamo preso un sacco di cose vero Chris?- disse Monroe.

-Certo proprio un sacco!- concordò l'altro gemello.

-Si lo zio ha voluto comprare anche scarpe e vestiti!- spiegò Eric frugando tra le borse.

-Che bello!- esclamò Nikki.

-Jessica è scesa?- domandai.

-No, senti Jack sta soffrendo, forse dovresti portarla fuori.- mi rispose lei.

-Cosa sai tu di come sto io?- sbottò Jessica apparendo in cima alle scale.

-Jessica!- la ripresi ma non mi ascoltò.

-Devi farti i fatti tuoi Nikki!- concluse acida.

Non feci in tempo a rispondere che mia nipote era nuovamente scomparsa.

-Nikki io...- provai a dire ma fui interrotto da Kellan.

-Senti Jack. Mi dispiace per tua sorella ok? Mi dispiace che Jessica soffra così tanto ma comincia a esagerare. Nikki l'ha solo difesa. Non puoi lasciare che diventi l'imperatrice del mondo ok?- disse Kellan cominciando ad alterarsi.

Non sapevo cosa dire. Ero rammaricato per il comportamento di mia nipote ma non potevo di certo sgridarla, aveva il cuore a pezzi.

-Senti ti va se porto i bambini al parco?- mi chiese Vanessa.

-Si si portali pure!- dissi.

-Li porto anche a mangiare da mc donald's ok?-

-Si-

Così i ragazzi uscirono con la mia amica.

Scossi la testa sospirando e senza sapere cosa pensare iniziai a sistemare le numerose borse della spesa.

Passarono due giorni e le camere erano state montate. La routine insieme ai ragazzi cominciava a prendere il via l'unica che ancora non voleva saperne di accettare quella situazione era Jessica. Più volte avevo cercato di parlarle ma invano. Oltretutto i rapporti tra lei e Nikki erano sempre peggio. Non saltava giorno in cui Jessica si rivolgesse alla mia amica mancandole completamente di rispetto.

Ovviamente Kellan era infuriato con me ma, per amore dei bambini, lo nascondeva bene, mostrandolo solo quando ci trovavamo da soli.

Eric e i gemelli si stavano man mano abituando a stare li mentre James era già il più coccolato di tutti.

Poi, una sera, successe il finimondo.

Era circa mezzanotte e eravamo tutti già a letto. Io ero ancora nel dormiveglia quando sentii un urlo arrivare dalla camera accanto alla mia.

-MAMMA PAPA' MAMMA PAPA'- gridava Eric disperato.

Mi alzai di scatto e corsi fuori trovando Jessica già davanti alla porta del fratello.

-Vieni qui Eric vieni da me.- gli disse lei mentre lui usciva dalla stanza.

Ma il bambino la ignorò e si precipitò tra le mie braccia piangendo e tremando.

-Va tutto bene Eric tranquillo ci sono io!- sussurrai stringendolo me e accarezzandogli i capelli scuri. Intanto guardai Jessica che ci fissava con espressione vuota.

-Jess ti va se andiamo sul divano con il gelato a vedere un bel film?- le chiesi sorridendo.

Mi guardò disgustata e corse di sopra senza dire una parola. Senza pensarci la seguii trascinandomi dietro Eric che piangeva ancora.

-Jessica devi affrontare la situazione non è così che riuscirai a guardare avanti.- dissi.

Lei invece di rispondermi sbattè forte la porta della camera chiudendosi dentro a chiave e accendendo la radio a tutto volume. Chiusi gli occhi cercando di trovare una soluzione.

Intanto ero stato raggiunto da tutti e 3 i miei amici. Nikki si precipitò alla porta della camera di Jessica,

-Jessica aprimi! Jessica!- disse continuando a bussare.

-Cosa è successo?- domandò Vanessa.

-Io sono stato un insensibile e lei si è arrabbiata!- confessai.

-Jessica apri!- continuava a dire Nikki.

-Li dentro c'è una ragazzina che sta soffrendo!- urlai facendola finalmente smettere.

-Certo! Lo so ma non è l'unica! Anche tu e i suoi fratelli soffrono!- gridò Kellan.

-Non potete buttare giù la porta!- disse Vanessa.

-Già ditelo alla polizia che sicuramente saprà come farlo!- esclamò Nikki.

Vanessa prese dalle mie braccia Eric e io cercai di calmare i miei amici.

-Non provare ad aprire bocca Jackson! Non puoi permettere che una ragazzina sia l'imperatrice del mondo. Te l'ho già detto!- sbraitò Kellan mentre Nikki aveva ricominciato a picchiare sulla porta della camera.

A quel punto non ci vidi più, scesi di corsa le scale, arrivai al contatore della luce e staccai la corrente alle prese lasciando l'intera casa nel silenzio.

Era finalmente arrivata mattina e aprii gli occhi trovando Eric ancora profondamente addormentato al mio fianco. Aveva voluto dormire con me alla fine.

Scesi in cucina e come mi ero immaginato trovai Nikki intenta a preparare il caffè.

-Buongiorno.- mormorai abbattuto.

-Ciao.-

-Ieri sera...- cominciai ma venni interrotto.

-Dobbiamo fare qualcosa Jack. Non possiamo andare avanti così! Io ho chiamato l'agenzia affittacamere e ho chiesto di trovare qualcos'altro per me.- spiegò lei senza guardarmi.

-Si l'ho fatto anche io.- disse Kellan apparendo dalle scale.

-Ragazzi io.....- provai a dire.

-Non siamo arrabbiati con te Jackson ma non vogliamo rovinare la nostra amicizia per cui è meglio così. Ti vogliamo bene e vogliamo continuare a volertene. Ma ora devi assolutamente trovare un equilibrio con i ragazzi, la grande soprattutto.- concluse lui.

-Bhe ragazzi io ora vado. Buona fortuna per la lettura del vostro copione!- disse Nikki baciando entrambi sulla guancia e uscendo.

Quella mattina io e Kellan avevamo un appuntamento con un produttore. Negli ultimi mesi ci eravamo messi a scrivere una nostra sceneggiatura e finalmente eravamo riusciti a trovare qualcuno interessato a produrla.

Ci preparammo di tutto punto e radunammo i ragazzi, Jessica compresa.

-Allora adesso vi mettete le scarpe che usciamo. Dobbiamo andare in uno studio cinematografico.- spiegai.

-Non vengo.- disse subito mia nipote.

-Invece vieni.-

-Ho detto no.-

-Jessica.... non puoi rimanere qui da sola, Nikki è al corso di yoga e Vanessa è al suo locale per controllare tutto.- mormorai.

-Ho detto che non vengo, non può andarci lui con le vostre cose?-

-La stesura è l'ultima cosa. Siamo noi che dobbiamo andarci. Io e lui insime!- spiegai.

-Chissene frega.- disse.

-Jessica!-

-NON VENGO CHIARO?- urlò.

Guardai Kellan sconfitto che capì subito che l'avevo data nuovamente vinta a mia nipote.

-Bene allora tu non ci sei perchè.... sei a un colloquio con.... Ben Afflek... ok.- dichiarò prima di prendere le carte e uscire sbattendo la porta.

Erano passate circa 3 ore da quando il mio amico era uscito quando finalmente tornò.

-Allora!- dissi appena apparve in cucina.

-Non sopporto quel posto, è pieno di polvere...- cominciò a spiegare.

-Kellan!-

-Un colloquio durato meno di 10 minuti.- sbottò.

-Perchè tu parlavi molto veloce?-

-No perchè Ron Howard era come dire... offeso del fatto che Jackson Rathbone si ritenesse talmente importante da poterlo ignorare per Ben Afflek.-

-Ma ha letto la sceneggiatura?-

-Ci ha dato una occhiata. Ha detto che ci farà sapere! Senti Jackson, so che soffri, so che Jessica sta male ok? So che ci vorrà del tempo per accettare la situazione ok? Ricordati però che io e Nikki abbiamo lasciato il set del seguito di BD solo per aiutare te e tu ora lasciando che quella ragazzina faccia quello che vuole stai mettendo a rischio la mia carriera in modo irreparabile.- concluse freddamente prima di salire le scale e chiudersi in camera.

Restai seduto in cucina per tempo indefinito finchè non tornò Vanessa insieme a una bambina.

-Ciao Jack! Lei è Samantha, voleva sapere se Eric poteva andare a giocare con lei nel parco qui davanti. Si sono conosciuti al parco, abita 3 piano più sotto.- disse guardandomi.

-Certo!- risposi sorridendo.

-Aspetta qui te lo vado a chiamare. E non preoccuparti, non morde.- bisbigliò sparendo sulle scale per riapparire con un Eric felicissimo.

-Fai attenzione ok? Vengo a chiamarti quando è ora di tonare ok?- mi raccomandai.

-Si zio ciao!- salutò contento uscendo dalla porta con la sua amichetta.

-Serve un abbraccio?- propose Vanessa.

-Grazie!- risposi.

Mi strinse a se e lasciai che quel suo calore speciale mi invadesse.

-Dai almeno uno di loro si è fatto una amica no?- disse cercando di tirarmi su il morale.

-Già! Meglio di niente!-

-Senti io sono passata solo a prendere delle carte ma se hai bisogno resto!-

-No no grazie. Vai pure! Sistema un po' i dipendenti del tuo locale va!- dissi ridendo.

Mi diede un bacio sulla guancia e uscì di nuovo.

Poco dopo arrivò Nikki, completamente esausta, dopo la sua lezione di yoga.

-Jack prima o poi mi spaccherò a metà in quelle lezioni!- si lamentò sedendosi.

-Dai al massimo ti aggiusto con la colla.- scherzai facendola ridere.

Dopo pochi minuti scese in cucina Jessica.

-Dov'è Eric?- chiese freddamente.

-E' al parco con una amichetta.-

-Mi fa piacere che ora siate tutti così felici. Vi importava molto di loro!- sbottò.

Ecco la rabbia che trattenevo che cominciava a salire.

-Non permetterti Jessica.- risposi.

-Bhè non ti vedo soffrire molto.-

-Cosa ne sai tu di come sto io o se lo faccio vedere? Credi che non mi manchi mia sorella? Ogni secondo!-

-Se fosse morto uno di noi papà non andrebbe in giro!-

-Già e mia sorella non sarebbe come te! Cercherebbe un appiglio per andare avanti per...- ma venni interrotto da Nikki.

-Jessica quello che Jack vuole dire è che non è un male se Eric sta con qualche amico... Forse dovresti trovare qualche nuova amicizia anche tu. Nel mio corso di yoga c'è un ragazzo che ogni tanto porta sua figlia, forse potresti condividere degli interessi con lei!- disse tranquillamente la mia amica.

-Cosa ne sai tu di me? O di quel tizio o di sua figlia?- cominciò Jessica cattiva.

-Jessica smettila!- dissi ma fu come se non avessi parlato.

-Se tu conoscessi un minimo gli uomini non divideresti la casa con altri 3 amici. O magari sei troppo stupida per....- sbraitò ma non la lasciai finire.

-JESSICA ORA BASTA!- urlai.

-Vado in camera- disse girandomi le spalle ma velocemente la anticipai e la feci girare.

-No, non ci vai. Voglio che resti qui e che ti sforzi di far parte di questa famiglia. Non sei la sola ad avere perso qualcuno Jessica. Ma qui tutti quanti stiamo cercando di superare il dolore, tu invece cerchi di stare meglio facendo stare male chi ti sta intorno e cerca di aiutarti. Voglio che ora tu ti sforzi di accettare la situazione e che cerchi di essere come mia sorella ha sempre desiderato che tu fossi!- gridai con le lacrime che mi correvano giù per le guancie.

Lei mi guardò spaventata e poi corse di sopra sbattendo la porta.

Mi sedetti ancora sullo sgabello del bancone della cucina e, insieme a una stupefatta Nikki, cominciai a preparare il pranzo. 

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Capitolo 5
*** Sensi di colpa e scuse sincere ***


5

POV JESSICA

 

LOS ANGELES

Aveva urlato. Lo zio Jack, la persona che ho sempre creduto essere il migliore dell'intera famiglia, mi aveva urlato contro. Non me lo sarei mai aspettato.

Corsi in camera mia e mi chiusi dentro. Mi lanciai sul letto e, per la prima volta dopo quella sera dell'incidente, scoppiai in un pianto disperato.

I miei genitori non c'erano più e ora anche la persona a cui mi sentivo più simile mi odiava. Questo era poco ma sicuro. Lo zio Jack non aveva avuto neanche un dubbio sul fatto di tenere me e i miei fratelli con se. Lui ci aveva accolto in casa sua e io mi ero davvero comportata da cafona. Anche i suoi amici avevano rinunciato a molto per noi e io come li ripagavo? Comportandomi da vera stronza. Se ci fosse stata mia madre non si sarebbe di certo fermata a una urlata come lo zio, una sberla me la sarei presa sicuramente.

Piansi ancora più forte al pensiero di aver deluso mia madre e mio padre. Per loro l'educazione è sempre stata importantissima e io invece di onorarli dimostrando di aver appreso i loro insegnamenti cosa facevo? Li deludevo.

E poi era la prima volta che zio Jack mi sgridava. Non era mai successo. Anche quando eravamo insieme a casa dei nonni e mamma mi proibiva qualcosa, lui era il primo a venirmi vicino e fare insieme a me quello che non avrei dovuto. Se i miei genitori mi sgridavano lui mi portava sempre a fare un giro e a trovare i suoi amici. Ora invece lui mi odiava, lo avevo deluso e non mi avrebbe più vista come una volta.

Non so per quanto tempo rimasi a piangere ma sta di fatto che mi addormentai.

Mi svegliai la sera quando qualcuno bussò alla porta.

-Jessica, ti va di scendere a mangiare?- mi domandò dolcemente Vanessa.

-No, no grazie.- risposi trattenendo a stento le lacrime.

-Stai bene?- chiese ancora.

-Si ma per favore vai via ora.-riuscii a dire prima di soffocare il pianto nel cuscino che abbracciavo.

Perchè si preoccupavano per me? Non lo meritavo. Avevo detto parole imperdonabili. Non avrei mai avuto il coraggio di guardare nuovamente in faccia uno di loro, Nikki in particolare.

Lei era stata gentilissima con me e io l'avevo insultata. Non so perchè lo avevo fatto ma purtroppo non potevo cancellare i miei gesti.

Piansi tutte le lacrime che avevo in corpo e, solo dopo mezzanotte, ormai esausta, mi addormentai.

Mi sveglia dopo poche ore, le 6 per precisione. Ero riuscita a dormire, poco ma ci ero riuscita. Senza fare rumore uscii dalla stanza e andai in bagno. Aprii l'acqua e mi guardai allo specchio. Avevo gli occhi rossi e gonfi. Il viso pallido che faceva risaltare per bene le profonde occhiaie scure. Sospirai e aprendo il cassetto che avevano destinato a me insieme al sapone trovai un piccolo pacchettino. Lo aprii e, prima di guardare l'oggetto contenuto, lessi il bigliettino che lo accompagnava. "Stai tranquilla non ti odia nessuno. Questo correttore fa miracoli. Baci Vane". Le lacrime stavano tornando prepotenti nei miei occhi. Era il gesto più dolce che qualcuno avesse mai fatto per me. Ricacciai indietro le lacrime e aprii l'acqua della doccia. Il getto caldo unito al profumo dello shampoo e del bagnoschiuma riuscirono a farmi tornare in me. Quella doccia mi aveva fatto rinascere come se l'acqua avesse lavato via ogni traccia di risentimento, tristezza e prepotenza.

Mi asciugai e ancora avvolta nell'accappatoio tornai nella mia stanza dove mi vestii e usai quel correttore. Ora, apparte un leggero rossore agli occhi ero tornata in me. Scesi in cucina a causa della forte fame che avevo. Sperai, visto l'ora, di non trovare nessuno. Invece quando apparvi in cima alle scale trovai tutti in cucina che, al mio ingresso si girarono.

Vanessa mi sorrise, Kellan mi fece l'occhiolino mentre zio Jack e Nikki mi ignorarono.

-Zio Jack?- domandò Eric seduto sul divano.

-Dimmi!- rispose cupo.

-Cosa c'è da mangiare?- chiese mio fratello.

Non so cosa mi capitò ma anticipai mio zio che stava per rispondere.

-Si zio anche io ho fame. Cosa c'è da mangiare?- dissi scendendo le scale.

Mio zio era senza parole. Mi fissava esterrefatto e sollevato. Esattamente come Nikki.

-Jack allora?- esclamò Vanessa sorridendo dandogli una gomitata per risvegliarlo.

-Ah si certo mangiare! Allora cosa abbiamo in cucina? Che ne dite dei mega pancakes di zio Jack? Con nutella, fragole e panna montata?- propose lui.

-Si!- esclamò Eric.

-Perfetto- concordai.

Lo zio stava tirando fuori i primi ingredienti e il telefono cominciò a suonare.

-Rispondo io!- urlò mio fratello afferrando il cordless accanto al divano -C'è scritto 'agenzia affittacamere'....- concluse leggendo lo schermo del telefono.

-Chissà perchè chiamano qui...- disse Kellan.

-C'è gente che sbaglia numero in continuazione!- esclamò Nikki afferrando le fragole.

-Bhè qualcuno dovrà pur dirglielo!- dichiarò Eric accettando la chiamata -Pronto? ...Si si aspetti un momento...... Nikki, questo signore vuole parlare con te. Dice che li hai chiamati tu ieri mattina.- finì.

Nella stanza piombò il silenzio. Tutti gli occhi erano puntati su Nikki che non sapeva cosa fare.

Presi coraggio e afferrai il telefono dalle mani del mio fratellino.

-Per la verità- cominciai attirando gli sguardi su di me -Una persona che vive con lei adesso è stata davvero molto maleducata nei suoi confronti. Ma questa persona adesso è molto molto molto dispiaciuta e spera davvero che Nikki non abbia bisogno di un'altra sistemazione.- continuai e Nikki mi guardò scoppiando a ridere -Bhè grazie lo stesso!- conclusi riagganciando.

-Oh bhè....- disse Kellan ma lo ignorai e mi avvicinai a mio zio che mi stava fissando esterrefatto.

-Zio.... Io.... -

-Ssssssh.... Ho capito Jess! Ti voglio bene anche io!- esclamò abbracciandomi.

Sciogliemmo l'abbraccio e lui tornò alla preparazione della colazione.

-Allora.... si prospetta un week end davvero spettacolare!- disse Kellan.

-Già.... e io ho intenzione di andare a surfare un po'! Qualcuno si allega?- domandò Vanessa.

-IO!- urlò Eric iniziando a fingersi su una tavola da surf sul divano.

-Naaaaa.... niente spiaggia per me, c'è una rassegna speciale dei film di arti marziali! Se qualcuno è interessato....- disse Kellan.

-Che forte Jackie Chan!- gridò Monroe che fino ad ora era rimasto in silenzio.

-Si forte!- concordò Christopher saltando.

-Kung fu? Surf? Proprio quando ci sarà il più grande mercatino delle cianfrusaglie di tutto l'anno? Se Jessica ed io non torniamo entro domenica sera chiamate i marines!- esclamò Nikki prima di abbracciarmi e lasciarsi abbracciare.

Finalmente le cose cominciavano ad andare bene. Lo zio aveva ragione. Dovevo sforzarmi di accettare che ora quella sarebbe stata la mia nuova famiglia.

Abbracciai stretta Nikki mettendo tutto quello che non riuscivo a dire in quella stretta.

Lo zio ci guardava sorridendo, le cose cominciavano a migliorare.







ringrazio tutti quelli che leggono!
siete i migliori!

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