The first song

di Sara_one_direction
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1_ L'urlo. ***
Capitolo 2: *** 2_Mr. 2_Superfigo, Mr. Nonmenefreganiente ***



Capitolo 1
*** 1_ L'urlo. ***


La protagonista della nostra storia è una quindicenne di nome Tina. Le uniche cose che la distinguevano dalla massa erano i suoi gusti un po’ antiquati, che non le permettevano di apprezzare ciò che le teenagers ordinarie amano. Per esempio Tina snobbava le riviste per ragazze e le considerava stupide. Inoltre odiava anche i personaggi famosi che vi apparivano e credeva che avessero ottenuto il successo solamente grazie al loro bell’aspetto (e non aveva tutti i torti). Così le sue compagne la tenevano alla larga, non condividendo i medesimi interessi. Si sentiva sola, ma non voleva tradire i suoi ideali solamente per stare in compagnia. Però c’era una ragazza, Sarah, la sua unica amica, cui non importava dei bizzarri gusti di Tina perché la considerava in ogni caso una bella persona. Così durante la prima superiore, tra i banchi di un polveroso liceo artistico di Milano, tra le due si instaurò un rapporto di profonda amicizia. Tina scoprì che la madre di Sarah si era trasferita dal Galles all’Italia per amore di un bell’uomo che sarebbe poi divenuto suo marito, nonché padre di sua figlia. Così la ragazza parlava fluentemente l’inglese e aveva la fortuna di passare le vacanze estive in Galles nella casupola della nonna materna. Sarah era triste all’idea di doversi separare dalla sua migliore amica per quattro lunghi mesi. Così chiamò sua nonna e raggiunse un accordo: Tina sarebbe potuta stare tutta l’estate in Galles, ma per ricompensare la nonnina di vitto e alloggio avrebbe dovuto dare una mano al negozio di quest’ultima, che noleggiava l’attrezzatura da surf sulla costa gallese, famosa per le belle onde. La mattina del 9 Giugno Sarah espose il progetto a Tina, che accettò volentieri la proposta nonostante fosse molto timorosa. Ruppe con un martelletto il salvadanaio a forma di porcellino e chiese un piccolo prestito ad una cugina per mettere insieme il gruzzoletto necessario a pagare il biglietto aereo. Il giorno dopo le due ragazze partirono insieme a Rebecca, la madre di Sarah. Era una donna bella, come la figlia, bionda e con grandi occhi verdi. Tina invece aveva capelli e occhi castani. La sua capigliatura era crespa e arruffata e la faceva somigliare vagamente ad un leone spennacchiato. Atterrate all’aeroporto di Cardiff, la capitale, scesero dall’aereo e respirarono a pieni polmoni la fresca e salubre aria del Galles. Rebecca spiegò alle due ragazze che questo era uno dei motivi per cui molti turisti, soprattutto inglesi, sceglievano di trascorrervi le vacanze. L’attrazione principale rimaneva comunque il mare, famoso per il surf. Questo sport aveva fatto la fortuna della famiglia Jones, ma purtroppo nonna Elise era rimasta sola ad occuparsi del negozio dopo la partenza dell’unica figlia e avrebbe molto apprezzato l’aiuto dell’amica della nipote. Durante il viaggio in autobus per raggiungere la città di St. David’s Tina fece appena in tempo ad accorgersi della guida a sinistra prima di addormentarsi. Raggiunta la modesta dimora dell’anziana signora, si meravigliò del fatto che vivesse in una casupola del genere pur possedendo un grande negozio, considerato uno dei migliori (se non il migliore) del settore. Ma ben presto capì che Elise era una persona alla mano, priva di grandi ambizioni, e che non desiderava altro che passare tranquillamente il suo tempo libero a curare l’orto dietro casa. Per questo non aveva speso né tempo né denaro in cose superflue e si era accontentata di ciò che già possedeva. Tina e Sarah stavano nella stessa camera e cooperavano alla caccia alle zanzare che ogni sera erano costrette a fare, brandendo simpatiche palette a forma di manine colorate, per non essere divorate dai fastidiosi insetti durante la notte. Tina, pur cavandosela bene nell’inglese scolastico, aveva notevoli difficoltà a farsi capire e per questo era grata ad Elise di averle assegnato il compito di pulire il negozio e tenerne in ordine la merce, così che non dovesse interagire coi clienti e non avesse occasione di fare figuracce. Per il resto del tempo erano Sarah e Rebecca a farle da traduttrici e tutto sommato si stava divertendo durante questa “vacanza”. Circa due settimane dopo il loro arrivo, più precisamente la mattina del 23 giugno, Tina stava spolverando gli scaffali del negozio quando sentì un urlo tremendo provenire dall’esterno. Così si affacciò alla finestra e vide una scena che non avrebbe mai più dimenticato in vita sua. Spazio autrice: Ok allora ci tengo a precisare che questa ff non la sto scrivendo io ma è di una mia amica che mi ha chiesto di pubblicarla. Lei è molto brava a scrivere e ha molta fantasia:) Comunque se vi è piaciuta lasciate una recensione:) Vi pubblico subito anche il secondo capitolo!:) BUONA LETTURA:D

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Capitolo 2
*** 2_Mr. 2_Superfigo, Mr. Nonmenefreganiente ***


Sarah stava lunga distesa sulla sabbia, svenuta. Un ragazzo a qualche metro di distanza, con un’espressione misto rassegnazione e stupore, guardava alternativamente la malcapitata e il negozio di Renting. Ma Tina era troppo preoccupata per l’amica per accorgersi di quanto bello fosse quel tipo. Così lei saltò agilmente fuori dalla finestra e si avvicinò all’amica. Era proprio svenuta. Le prese il panico: non conosceva il numero da chiamare in Galles in caso di emergenza. Era sicuramente diverso da quello italiano. Così si girò verso il ragazzo, ancora impalato nella stessa posizione, e gli gridò contro un “help” che uscì strozzato e tremante. Lui si avvicinò a sua volta e Tina poté vederlo bene in faccia. Aveva i capelli castano chiaro e il taglio simile a quello di un certo Justin Bieber (che aveva visto spessissimo sulle copertine delle riviste delle sue compagne). Soltanto che i capelli erano molto più spettinati e naturali e gli incorniciavano un bel viso ovale, con sopracciglia importanti e naso leggermente a patata. Sembrava moderatamente preoccupato, come se gli capitasse tutti i giorni di vedere ragazze svenute ai suoi piedi. Per questo Tina ebbe un moto di rabbia nei suoi confronti, ma non riuscì ad esprimerlo e stette zitta. Estrasse il cellulare dalla tasca e lo porse al ragazzo sperando che lui capisse cosa doveva fare. Mr. Superfigo lo prese in mano, digitò un numero, premette il tasto verde e cominciò a parlare in inglese rivolto ad una voce femminile dall’altra parte. Quando ebbe finito si accorse della paura che faceva tremare Tina, le poggiò una mano sulla spalla destra e la guardò intensamente negli occhi. Poi sorridendo disse piano: -it’s ok- No. Niente era ok. Era arrabbiata per quella noncuranza. Così scostò bruscamente la mano del ragazzo con il braccio. Sul volto di lui si dipinse un’espressione di incredulità stupefacente, come se fosse la prima volta che una ragazza (non particolarmente carina, per giunta) lo rifiutava. Dopo qualche minuto di silenzio lui aprì bocca di nuovo e le fece capire, parlando lentamente siccome si era accorto delle difficoltà di Tina con la lingua, qualcosa del tipo “quando si sveglia chiamami e dimmi dove siete”. Le porse un biglietto da visita e le restituì il cellulare. Tina li ripose entrambi nella tasca dei jeans corti che indossava. Poi lui s’incamminò verso il negozio non per chiedere aiuto, ma per noleggiare l’attrezzatura e iniziare a fare surf. Tina scoppiò: era troppo! Gli urlò addosso: -fuck you- perché non conosceva altri insulti in inglese. Il ragazzo nemmeno si voltò. Poco dopo arrivò l’ambulanza ed Elise uscì dal negozio, sulla cui porta girò il cartello da OPEN a CLOSED. Così Mr. Nonmenefreganiente non era stato servito. Tiè, pensò Tina soddisfatta. Salì insieme a nonna e nipote sull’ambulanza, che presto raggiunse l’ospedale più vicino. Dopo un paio d’ore da quando era stata distesa su un lettino in una stanza luminosa del secondo piano, Sarah aprì gli occhi e le prime parole che uscirono dalle sue labbra tremanti furono: -era Liam dei One Direction!!!

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