Scuola di Spagnolo per Heather

di JessieBelle64
(/viewuser.php?uid=155042)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Inizio ***
Capitolo 2: *** Conoscenze ***
Capitolo 3: *** Piccoli eventi ***
Capitolo 4: *** Gelosia ***
Capitolo 5: *** Nuovo arrivato ***
Capitolo 6: *** Vendetta ***
Capitolo 7: *** Organizzazione ***
Capitolo 8: *** Malattia ***
Capitolo 9: *** Bacio ***
Capitolo 10: *** Fidanzarsi ***



Capitolo 1
*** Un Inizio ***


Mia madre mi stava accompagnando in macchina all’aeroporto “John F Kennedy” per prendere l’aereo che mi avrebbe portato a Madrid,la capitale spagnola.
Arrivate a destinazione mia madre mi fece scendere dalla macchina e mi disse:-Heather non perdere l’aereo e quando arrivi al college chiamami,ok?-
Le stava quasi venendo da piangere,probabilmente le sarei mancata,io risposi:-Va bene mamma…-
Ci abbracciammo per l’ultima volta,poi presi le valige e mi avviai verso l’aereo che mi avrebbe portato in Spagna.Arrivata davanti allo sportello dell’aereo,una donna mi chiese il biglietto.
Io glielo mostrai e mi fece salire.
Mi sedetti su un sedile,senza sapere cosa fare.
Così aspettai che l’aereo partisse.
Ci volle una mezzoretta che a me parve interminabile e,come al solito,mi fece saltare un po’ i nervi.
Decisi di leggere un libro e così presi il libro “Il Richiamo Della Foresta” di Jack London e mi misi a leggere,però mi addormentai con la testa sul libro.
- - - -
Il mattino dopo mi svegliai alle 10 e 30 circa,l’aereo stava per atterrare a Madrid.
Passò circa un quarto d’ora,poi potemmo scendere.
Una volta scesa entrai nell’aereoporto per chiedere informazioni.Incontrai due ragazze,una dai capelli marroni e l’altra dai capelli neri e verde-acqua,chiesi loro:-Scusate,sapete dov’è l’ ”International University of Southern Europe”?-
Le due ragazze si guardarono tra loro poi la ragazza dai capelli marroni disse:-Vieni con noi,anche noi dobbiamo arrivare a questo college-Aveva un accento scozzese.
Mi portarono nel cuore di Madrid,lì prendemmo un taxi che ci portò proprio davanti al college.
Uscite dal taxi dissi:-Chi siete voi due?-
La ragazza dai capelli bicolore disse:-Io sono Gwendolyn Fahlenbock,per gli amici Gwen e lei è Courtney Bennett,veniamo dalla Scozia,tu sei…?-
Io risposi:-Heather Smith,vengo da New York-
Courtney a quel punto:-Direi di entrare,così c’è la possibilità di avere una stanza in comune-
Così entrammo nel college,ci avvicinammo ad una specie di cattedra dove stava seduta una donna con la faccia rugosa,i capelli marroni e gli occhi marroni di chi diceva “Guai a te se dici qualcosa di sbagliato” intuivo fosse la direttrice.
Gwen disse a quella donna:-Siamo tre ragazze iscritte-
La donna:-Nome prego-
Gwen indicandoci disse:-Courtney Bennett,Heather Smith e Gwendolyn Fahlenbock-
La donna si mise con gli occhi letteralmente attaccati allo schermo del computer,poi disse:-Siete state inserite nella camera 204 nell’ala est dell’istituto,ecco le chiavi-
Diede un mazzo di chiavi a Courtney,poi disse:-Domani vi verrà comunicato l’orario scolastico-
Ce ne andammo verso l’ala est dell’istituto e solo dopo un mucchio di scale arrivammo al quarantesimo piano,dove c’era la nostra camera.Io dissi:-Courtney potresti aprire la porta?-
Courtney annuì e aprì la porta,la stanza era abbastanza grande con un bagno e tre armadi e,ovviamente,tre letti.
Ognuna di noi mise la sua roba nel suo angolo di stanza,poi entrò una donna di media età credo,che disse:-Vi ho portato le uniformi dell’istituto-
E poggiò tre pacchi per terra,poi uscì.
Su ogni pacco c’era un cognome,io presi quello con il mio,aprii il pacco per prima e uscì una maglia rossa con una cravatta gialla e una gonna gialla,simile ai colori della bandiera spagnola.
Gwen disse in tono ironico:-Di gusto direi…-
Courtney rise e io dissi:-Visto che oggi non facciamo niente perché non facciamo conoscenze?-
Courtney annuì e disse:-Quanti anni avete?Io ne ho 16-
Gwen sorrise e disse:-Anche io ne ho 16 e tu Heather?-
Io con una faccia un po’ imbarazzata dissi:-Idem…Come mai siete qui?Io perché vorrei lavorare in Spagna-
Gwen con tono deciso di chi sa cosa vuole, disse:-Io voglio fare carriera come inviata estera e conoscendo già l’inglese e l’italiano,un po’ di spagnolo non farà male-
Courtney invece sbuffò e disse:-Io invece ci sono stata spedita dai miei genitori,vogliono a forza che io conosca qualche altra lingua-
Tutte e tre ci mettemmo a ridere,poi dissi:-Ma qui non ci sono ragazzi?-
Courtney e Gwen risero,quasi le avrei detto qualche parola pesante,ma mi trattenni.
Courtney rispose:-Ovvio che sì,solo che sono nell’ala ovest-
Io sorrisi sperando di fare qualche conoscenza maschile,poi presi il cellulare per chiamare mia madre e dissi:-Ragazze devo chiamare mia madre…-
Courtney fece cenno a Gwen di stare zitta e così fu.Composi il numero e feci squillare.
Mia madre rispose e disse:-Heather?!Sei arrivata!Come è stato il viaggio?-
Io dissi:-Tutto è andato liscio mamma,non ti preoccupare,ora però devo riattaccare ciao,ci sentiamo-
Lei ricambiò il saluto e chiusi la telefonata,poi guardai l’orologio e mi accorsi che erano già le 21 e 45,così andammo all’ala nord per mangiare qualcosa.
Dopo la mensa,tornammo in camera e ci mettemmo sotto le coperte,era stata una giornata lunga.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Conoscenze ***


La mattina dopo verso le 7 e 15 si sentì un trillo fastidiosissimo che svegliò me e le mie amiche.
Era una specie di sveglia interna.
Tutte le ragazze dell’istituto uscirono dalle loro stanze per scoprire da dove proveniva quel rumore.
Proveniva da una specie di alto parlate posizionato nei corridoi.
Il trillo s’interruppe e una voce,quella della direttrice credo,si mise a parlare:-Attenzione!Scendete in sala mensa per la colazione!-Tutte,io compresa,tornarono nelle proprie stanze per indossare la divisa.
Una volta pronte io,Gwen e Courtney,insieme ad un fiume di ragazze,andammo nell’ala nord per mettere qualcosa sotto i denti.
La mensa era un’enorme sala con circa duemila tavoli,anch’essi molto grandi.
Alla destra dell’entrata c’era un enorme bancone con i vassoi,le posate e i possibili pasti.
Presi un vassoio e un cucchiaio,per poi avviarmi a scegliere cosa mangiare.
Non era molto vasto l’assortimento,c’erano le uova sode,i toast con il burro o la marmellata,il latte e dei piatti di biscotti.
Io presi latte e biscotti,Gwen prese due toast e Courtney latte e un toast.
Ci sedemmo in un tavolo e io,per far svegliare un po’ Gwen e Courtney che parevano due zombie,dissi:-Come avete dormito?-
Gwen fu la prima a rispondere e disse:-Bene,solo che in Gran Bretagna la scuola inizia alle 9…-
Courtney disse:-Io ho avuto qualche incubo…-
Gwen si guardò intorno e si accorse che non c’erano solo femmine,ma anche maschi e disse:-Si mangia tutt’insieme-
Io inizialmente non notai le presenze maschili ma,dopo ciò che disse Gwen,mi resi conto che in un tavolo accanto al nostro c’era un gruppo di maschi.
Tra essi c’era un ragazzo dai capelli marroni e gli occhi verdi,mi colpì maggiormente tra tutti quei ragazzi,anche se non sapevo perché.
Courtney mi schioccò le dita davanti agli occhi,io mi voltai verso di lei.
-Ti piace vero?-Disse in tono provocatorio.
Divenni arrabbiata:-Tzè!Certo che no!Non lo conosco!-
Gwen con molta calma mi disse:-Heather calma i tuoi bollenti spiriti,Courtney scherzava,la conosco troppo bene-
Io e Courtney ci mettemmo a ridere.
La nostra risata fu interrotta dall’alto parlante della mensa:-Tutti gli alunni,tornate nelle vostre stanze,dovete ricevere l’orario scolastico-
Tutte e tre ci alzammo e,sempre in un mare di persone,tornammo nella nostra stanza.
Lì trovammo un foglio attaccato al muro.
Io fui la prima ad andare a leggerlo.
C’era scritto l’orario e la classe in cui eravamo capitate,era la sezione R.
Gwen mi chiese:-C’è scritto a che ora si va in classe?-
Io annuii e risposi:-Dice che le lezioni iniziano alle 8 e 10-
Courtney guardò il suo orologio da polso e disse:-Ci conviene andare,sono già le 8 meno 10,sicuramente ci vorrà un bel po’ per trovare la classe giusta-
Così uscimmo nuovamente dalla nostra stanza e ripercorremmo quelle scale e,guardando la mappa dell’istituto dove il giorno prima la direttrice ci diede la stanza,andammo nell’ala a nord-est,dove c’erano le sezioni.
Vagabondammo in un corridoio con,a destra le aule e a sinistra gli armadietti degli studenti.
Passammo le sezioni,A,B,C,D,E…Fino ad arrivare alla R.
Entrammo nell’aula e la prima cosa che notai era un cartellone con una frase in spagnolo che mi parve indecifrabile.
Non eravamo le prime ad essere un po’ in anticipo,c’erano due ragazzi e una ragazza già seduti nei banchi.
Uno dei due ragazzi era lo stesso che avevo notato in mensa,mi avrebbe fatto piacere sedermi vicino a lui,ma non volevo ammettere che mi piaceva.
Ci sedemmo nell’unico banco a tre posti della classe.
Una ragazza con in banco davanti al nostro si girò dietro e ci disse:-Salve,il mio nome è Marìa García,voi chi siete?-
Gwen disse:-Io sono Gwendolyn Fahlenbock,lei è Courtney Bennett e lei invece è Heather Smith-
La ragazza,dopo che Gwen mi indicò per presentarmi,rimase con lo sguardo puntato su di me.
Aveva i capelli biondi con una ciocca colorata di verde,gli occhi marroni ed era magra.
Masticava una gomma e mi guardava con un’aria di superiorità.
Poi disse:-Sappi che per me sarai solo una estupida-
Termine spagnolo per stupida.
Non ebbi tempo di rispondere che suonò la campanella,una decina di ragazzi e ragazze entrò in classe,seguiti dal professore.
Lui aveva i capelli biondi,con una sfumatura nera,aveva gli occhi azzurri e indossava una giacca marrone con una cravatta verde.
I pantaloni erano gialli.
Disse:-Sono Manuel Romero,il vostro insegnate,oggi non inizierò nessun argomento,vi permetterò di fare conoscenze,ma se fate chiasso metterò a tutti una nota di demerito-
Detto questo si sedette sulla sedia della cattedra e si mise a leggere il giornale.
Mi venne una tale rabbia,che razza di professore è uno che lascia così la classe e poi si mette a leggere in giornale?
Sicuramente non un professore che prende seriamente il suo lavoro.
Courtney e Gwen si misero a parlare con alcune ragazze della classe,io invece rimasi lì seduta,non sapendo da dove cominciare.
Un ragazzo mi venne vicino e disse:-Ciao io sono Carlos Castro!Tu come ti chiami linda?-
Termine spagnolo per bella.
Mi girai e vidi un ragazzo dai capelli neri,gli occhi marroni e di corporatura normale.
Io dissi:-Ehm…Io sono Heather Smith…-
Lui si sedette accanto a me e disse:-Da dove vieni?-
Timidamente dissi:-Da New York…Tu invece sei di qui vero?-
Lui annuì sorridente,poi disse:-Ti va di conoscere un mio amico?-
Io annuii distrattamente pensando che sicuramente non poteva essere il ragazzo che mi aveva colpito in mensa.
Carlos si alzò per andare a chiamare il suo amico.
Prese la sua sedia e la mise alla mia sinistra,poi si sedette e mi sussurrò:-Vedi che è alla tua destra-
Mi voltai verso destra e lì c’era,niente di meno che,il ragazzo dagli occhi verdi!
Lui con una voce che mi parve melodiosa disse:-Ciao,sono Alejandro Burromuerto,tu devi essere Heather Smith,vero?-
Io annuii cercando di nascondere la timidezza con un po’ di serietà.
Lui mi disse:-Che ci fa un’americana così lontana da casa?-
Per non sembrare scortese risposi:-Voglio lavorare qui-
Non mi accorsi che il mio tono era leggermente arrabbiato,tanto che Alejandro mi disse:-Calmati Diablita...-
Termine spagnolo per diavoletta.
Aveva un sorriso stampato sulla faccia,mi urtava il sistema nervoso,sembrava che mi volesse prendere in giro!
Poi però suonò la campanella,era già ora di pranzo.
Tutti quanti fummo di nuovo alla mensa.
Dov’ero seduta io c’erano solo Gwen e Courtney.
Il piatto del giorno era la pasta con le vongole.
Mangiammo in silenzio,stranamente mi diede fastidio,di solito amavo il silenzio,ma in quel momento mi parve insopportabile.
Finimmo il pranzo e tutte e tre,tornammo alla nostra stanza. Arrivate in camera,ci sedemmo sui nostri letti e Gwen disse con tono stanco:-Chi avete conosciuto?Io ho conosciuto un ragazzo di nome Fernando Torres-
Courtney:-Io una ragazza francese: Capucine Roussel-
Io invece dissi:-Ehm…Io ho conosciuto due ragazzi…Uno si chiamava Carlos Castro e l’altro…-
Pronunciai il suo nome in tono imbarazzato:-…Alejandro Burromuerto…-
Gwen sorrise e disse:-Uno di questi due è il ragazzo che avevi visto in mensa vero?-
Io divenni rossa come un pomodoro e risposi arrabbiata:-Sì e allora?-
Courtney disse:-Heather stai calma…-
Io non risposi per non usare parole offensive,ma cavolo perché perdevo la pazienza così facilmente?
Divenne presto sera e dovemmo scendere per cenare.
Gwen e Courtney questa volte si sedettero con le loro nuove amiche,quindi io mi sedetti da un’altra parte per non sentirmi a disagio con quelle persone che non conoscevo.
Stavo mangiando l’insalata di patate,quando vidi due ragazzi che si erano seduti al mio stesso tavolo.
Alzai lo sguardo e mi sentii in cuore il gola,erano Carlos e Alejandro.
Carlos sorrise a dismisura e disse:-Ciao linda!-
Io risposi con voce bassa:-Ciao…-
Alejandro aveva sempre il solito sorriso che diceva “ti sfotto” disse:-Diablita,sei la solita ragazza congelata-
Iniziavo ad odiare seriamente quel soprannome,mi dava un fastidio immenso!
Alejandro,vedendo la mia espressione irritata disse:-Hahaha!Te la sei presa eh?Avevo ragione,sei una piccola Diablita!-
Rideva mentre io accarezzavo l’idea di dargli un ceffone,ma non lo feci per un solo motivo:ero innamorata di lui.
Intanto finii la cena e quindi dissi:-Devo andare,ci vediamo domani in classe,ciao-
Carlos e Alejandro mi salutarono con la mano.
Mi alzai,uscii dalla sala mensa e mi avviai verso le scale.
Mentre salivo pensavo se dire o no ad Alejandro cosa pensavo davvero.
Ma chi volevo perndere in giro?
Alejandro non mi avrebbe mai ricambiato.
Arrivai alla mia stanza,mi misi il pigiama e me ne andai a letto senza aspettare Courtney e Gwen,ero stanca morta.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Piccoli eventi ***


Molti giorni passarono senza distinguersi dagli altri, fino a quando non venne sabato, l’unico giorno della settimana in cui avevamo educazione fisica.
Suonò come ogni mattina, la campanella in corridoio per farci svegliare, io fui la prima ad alzarmi e trovai tre pacchi davanti alla porta della nostra camera.
Su ogni pacco c’era scritto:”Tute da Ginnastica-Femminile”
Presi i tre pacchi e li portai dentro, poi dissi a voce alta:-Gwen, Courtney svegliatevi!-
Odiavo fare tardi e in più odiavo dovermi svegliare mentre loro continuavano a poltrire.
Gwen alzò la testa, aveva i capelli spettinati e gli occhi socchiusi.
In tono ancora dormiente mi disse:-Cos’hai da gridare tanto?-
Io le lanciai il pacco con scritta la sua taglia e la colpii in petto; dissi:-Sono le tute da ginnastica, oggi è sabato-
Lei aprì il pacco e vide una felpa e un pantalone giallo, con lo stemma della scuola sul lato sinistro del petto:un falco con le zampe su una spada.
Gwen laciò lo scatolone sul letto di Courtney per farla svegliare e ci riuscì.
Courtney alzò il busto lanciando uno sguardo arrabbiato a Gwen, poi disse:-Cosa c’è?-
Aveva un tono irritato, io senza badarci, le lanciai il pacco che la colpì in testa e dissi:-Questa è la tua tuta, ricorda che oggi è sabato-
Courtney non rispose e aprì il pacco e vedendo quegli indumenti disse:-Ma in questa scuola non hanno idea di cosa significhi “buon gusto”?-
Gwen in tono scherzoso:-A quanto pare no-
Non dissi una parola.
Dopo esserci infilate le tute, scendemmo in mensa per la colazione.
Oggi c’era il tè al latte, i toast con la marmellata di fragole e, per chi li voleva, i biscotti.
Io presi il tè e il toast, non ero in vena di mangiare.
Gwen e Courtney, come al solito, andarono a mangiare con le loro nuove amiche e io, come al solito, mi ritrovai seduta vicino a Carlos ad ascoltare le sue chiacchiere infinite.
Non ci prestavo molta attenzione, mi limitavo ad annuire distrattamente.
Tuttavia, notai che indossava una tuta rossa, sicuramente più carina di quella che indossavo io.
Carlos ad un certo punto mi diede una gomitata e disse in tono allegro:-Sta arrivando Alejandro-
Io alzai lo sguardo e vidi la sagoma di Alejandro avvicinarsi al tavolo.
Gli stava bene la tuta, il rosso gli donava, mi faceva venir voglia di strappargli via tutti i vestiti.
Si sedette e disse:-Buongiorno Diablita-
Sentendo quel nome finì il periodo di ammirazione verso di lui e iniziò quello di rabbia, gli dissi:-Ale quante volte devo dirti che non mi piace essere chiamata così?-
Alejandro rise forte, facendomi saltare via le rotelle della ragione, poi disse:-Andiamo, ti sta bene, scotti come un diavoletto tra le fiamme-
Per fortuna suonò la campanella che segnalava la fine della mensa e potei alzarmi e andare in classe.
E così tutti gli studenti andarono in classe e quando tutti i miei compagni furono seduti, entrò il professor Manuel, per la prima volta in tuta, disse:-Ragazzi e ragazze mettetevi in ordine per raggiungere l’ala sud della scuola, si va in palestra-
Così tutti quanti in modo dignitoso, uscimmo dall’aula e ci avviammo nell’ala della scuola a me ancora sconosciuta.
Arrivammo in un cortile enorme provvista di piante cespugli e prati, però noi non ci fermammo lì.
Svoltammo a sinistra, dove c’era un’enorme porta, il professore l’aprì e ci fece entrare, era la palestra.
Era molto grande, equivaleva forse a due campi da pallavolo ed era provvista di reti per tennis e pallavolo,di palloni per ogni sport e ovviamente, di sbarre per esercizi addominali e lombari.
Il professore gridò:-Corsa di 5 minuti, via!-
Tutti ci mettemmo a correre, tranne Maria che si era fatta una giustifica falsa, avrei voluto buttarle un pallone in faccia!
Vicino a me c’erano Gwen e Courtney che correvano al mio stesso ritmo.
Gwen disse:-Quella Maria si comporta come una diva-
Courtney sbuffò:-Non la sopporto!-
Io annuii, poi notai che avanti a me c’erano Carlos e Alejandro che correvano.
Carlos si fermò dopo soli 2 minuti, io, Gwen e Courtney dopo 4 e Alejandro…Non si fermò!
Come faceva a correre per così tanto tempo?
Quell’attimo di ammirazione finì presto, perché dovevo concentrarmi per giocare a pallavvelenata.
Eravamo divisi in due squadre.
Io, Gwen e Carlos capitammo insieme, mentre Courtney e Alejandro stavano nell’altra squadra.
Il professore fischiò e volarono palloni per tutte le parti.
Dopo circa 2 minuti eravamo rimasti solo io e Carlos e dall’altra parte c’era solo Alejandro.
Alejandro mi scagliò il pallone contro, ma Carlos fece un salto e fu colpito al posto mio.
Ormai eravamo solo io e lui.
Mi piaceva vederlo lì, ma non volevo perdere!
Lanciai il pallone, ma lui lo schivò abilmente.
Anche lui attaccò.
Corsi per evitare di essere colpita, ma non ebbi scampo, fui colpita alla schiena.
Caddi a terra.
Vidi la squadra di Alejandro esultare e sentii il fischio del professore, avevo perso.
Gwen e Courtney mi aiutarono a rialzarmi mentre quasi tutti i membri della mia squadra mi chiamavano con delle parole pesantissime.
Sentivo un bruciore alla schiena, era bella forte quella pallonata.
Alejandro mi venne vicino e mi disse:-Scusa se ti ho fatto male-
Io irritata risposi:-Ritieniti fortunato che…-
Non finii la frase perché mi bruciava la schiena.
Lui mi accarezzò la guancia, ma io indietreggiai, non gli volevo dare questa soddisfazione.
Il professore gridò:-Forza tutti a fare la doccia!-
Mentre lo diceva aprì una porta in fondo alla palestra dove c’era un lungo corridoio.
Tutti si avviarono in quel corridoio di color arancione, c’erano circa 6 porte e io non avevo idea di dove andare, così entrai nella prima porta.
Sentii una voce canticchiare:- Ouviram do Ipiranga as margens plácidas, de um povo heróico o brado retumbante…-
Era l’inno spagnolo.
Mi addentrai in quel bagno di colore bianco con 3 doccie, una di queste era occupata.
Cercai di capire chi c’era.
Appena lo scoprii mi catapultai fuori dal bagno, era il bagno dei maschi e la persona che canticchiava era Alejandro!
Così andai nella seconda porta che fortunatamente era il bagno delle ragazze e potei farmi la doccia.
Si erano fatte le 4 e 15 e quindi la nostra classe non pranzò e quindi io, Gwen e Courtney andammo nella nostra stanza per riposarci.
Gwen aprì la porta della stanza e si buttò sul suo letto, io e Courtney facemmo lo stesso sui nostri letti.
Gwen disse:-Sono distrutta…-
Courtney rispose:-A chi lo dici…-
Io invece dissi:-Mi brucia la schiena…-
Gwen si mise seduta sul letto e disse sorridente:-Dai che in fondo ti è piaciuto rimanere da sola in campo con Ale!-
Io arrossii e dissi arrabbiata:-Sì certo!Contaci!Mi è piaciuto ricevere una pallonata che ne valeva 10!-
Courtney sbuffò e disse:-Dai non vi punzecchiate a vicenda…-
Io tacqui e Gwen fece lo stesso.
Visto che non avevo di meglio da fare mi misi a riposare.
- - - -
Mi sentii scuotere, aprii gli occhi e vidi Courtney che diceva:-Heather alzati!Svelta!-
Dissi:-Che succede?-
Gwen apparve alla mia destra e disse:-Sai che è quasi ora di cena?-
Spalancai gli occhi e mi alzai velocemente, mi misi la divisa e finalmente potemmo andare alla mensa.
Questa volta si mangiava la pizza, io presi 3 fette, avevo molta fame.
Gwen e Courtney stranamente si sedettero con me, ma non ebbi il tempo di parlare con loro perché Carlos mi assillava con le sue “pillole di saggezza”, presto mi avrebbe fatto venire una crisi nervosa!
Come ogni volta che eravamo a mensa venne Alejandro che disse:-Diablita ti vedo distrutta-
Mi mise una mano sulla schiena e mi fece emettere un gridolino di dolore.
Lui ritrasse velocemente la mano e disse:-Scusa mi ero dimenticato…-
Carlos si alzò e iniziò a canticchiare:-Figura di…-
Alejandro lo zittì e disse:-Dillo e ti faccio più basso di quanto non sei già!-
Carlos si sedette e abbassò lo sguardo per non incontrare quello infuriato di Alejandro.
Non dissi nulla, visto che la cosa non mi riguardava.
Alejandro tornò sorridente e disse:-Che hai il gatto ti ha mangiato la lingua?-
Io dissi:-No…-
Ero ancora imbarazzata per ciò che era successo in bagno.
Alejandro allora rise e disse:-Cosa nascondi?-
Io mi arrabbiai:-Fatti gli affari tuoi!-
Non volevo dirgli dell’accaduto.
La campanella suonò, la cena era già finita.
Tornate nella nostra stanza ci buttammo nei letti, senza però sapere che domani sarebbe stato un giorno speciale.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Gelosia ***


Il mattino dopo mi svegliai per prima, alle 7 e 20.
Rimasi meravigliata che non trillò la sveglia nel corridoio!
Poi mi resi conto che era domenica, il giorno di riposo.
Una voce si fece sentire in corridoio, diceva:-Buongiorno studenti e studentesse, oggi è domenica e portete andare nel giardino della scuola, indossare i vostri indumenti e ricevere pacchi da casa-
Sentendo questa notizia mi catapultai vicino all’armadio per prendere i miei vestiti preferiti.
Dopo averli messi qualcuno bussò alla porta della camera, andai ad aprire e vidi la signora delle pulizie con in mano un pacco.
Era una giovane donna dai capelli neri che disse:-Sei tu Heather Smith?-
Io annuii.
La donna allungò il pacco verso di me e disse:-Ti è stato inviato un pacco-
Detto questo chiuse la porta e se andò.
Mi sedetti sul letto e notai una scritta sul pacco:”From:New York To:Madrid”
Lo aprii e vi trovai una lettera e un piccolo cofanetto.
Rivosi in mio sguardo sulla lettera, c’era scritto:
“Cara Heather,
sono la tua madre che ti scrive,
visto che è già una settimana che non ci vediamo,
ho pensato di farti un regalo,
è una collana a forma di cuore,
all’interno del cuore puoi mettere l’iniziale del ragazzo che ti piace,
sono certa che c’è un ragazzo che ti ha colpito!
Con affetto
Mamma”
Rimasi stupita da quanto le madri potessero esse intuitive.
Piegai la lettera e la misi nel cassetto.
Poi presi il cofanetto e lo aprii per vedere la collana.
Era d’oro e il cuore aveva sopra un diamante rosso.
Sapevo che iniziale mettere:la “A” di Alejandro ovviamente.
Presi un foglio, ci scrissi la lettera, la ritagliai a forma di cuore e la chiusi nel ciondolo della collana.
Volevo tenere sempre con me quella collana sia perché era un regalo, sia perché mi ricordava Alejandro.
Gwen e Courtney a quel punto, si svegliarono.
Dissi:-Ragazze oggi niente scuola!-
Gwen con tono irritato:-Ma no?!Vedi tu!-
Mi trattenni dal rispondere male.
Courtney disse:-Andiamo a farci un giro su!-
Io e Gwen annuimmo e tutte e tre ci mettemmo vi nostri veri vestiti e nel mentre mi misi la collana al collo, sotto la maglietta.
Arrivammo in giardino alle 9 e 30, c’era il sole che dava un aspetto primaverile al posto, nonostante fosse settembre.
Tutte e tre ci sedemmo sulla panchina a parlare di degli amici e di quanto sono importanti.
Courtney mi disse:-Heather…Che hai al collo?- Io timidamente tirai fuori la collana dalla maglietta e me la sfilai dal collo, poi dissi:-Questo me l’ha portato questa mattina mia madre per posta, dentro c’è l’iniziale del ragazzo che mi piace…-
Ovviamente Gwen disse:-Davvero?Chi è?!-
Io tentai di nascondere la realtà dicendo:-Ehm…Non è della nostra classe…-
Courtney però capì lo stesso:-E dai ammetti che ti piace Ale!-
Si mise a ridere e Gwen la seguì, quindi mi arresi e dissi:-Oh…E va bene!Però non ditelo in giro!-
Loro annuirono serie e io misi la collana nella tasca della felpa.
Courtney disse:-Oh stavo per dimenticarmene!Vi devo far vedere una cosa importantissima!-
Io e Gwen ci mettemmo a correre per seguire Courtney e, mentre correvo, non mi accorsi di aver perso il ciondolo.
Maria, che stava facendo una passeggiata da quelle parti, notò la collana, la prese e disse:-Guarda che abbiamo, un ciondolo che custodisce un segreto…Di Heather per giunta!Muy Bien!Lo userò a mio vantaggio!-
Termine spagnolo per molto bene.
Aprì il cuore e vide la lettera.
Poi con un sorriso maligno stampato sulla faccia disse:- Sicuramente è Alejandro Burromuerto, cosa si fa in questi casi?Si fa diventare jelosa la vittima!-
Termine spagnolo per gelosa.
Così iniziò ad architettare un piano.
- - - -
Tornammo al parco e ci sedemmo sotto un albero all’ombra.
Mentre stavamo parlando mi sporcai le mani di terra e dissi:-Ragazze vado un attimo in bagno…-
Così mi alzai ed entrai nella palestra per andare nei bagni degli spogliatoi.
Intanto Maria stava conversando nel corridoio delle docce con Alejandro.
Li vidi da lontano e mi arrabbiai al solo vederli parlare, in un luogo appartato per giunta!
Maria notò la mia presenza, prese con la mano la maglia di Alejandro e lo costrinse a darle un bacio sulle labbra.
Quando li vidi provai rabbia, mischiata ad ira, avrei voluto bruciare Maria con il fuoco dei miei occhi!
NESSUNO DOVEVA TOCCARE IL MIO ALE!
Maria smise di baciarlo.
Lui corse nel bagno dei maschi, mentre lei venne verso di me.
Mi disse:-Piccola…Sei dispiaciuta?Hahahaha!Oh…Una cosa, questo è tuo!-
Mi buttò il ciondolo per terra.
In quel momento avrei voluto darle un pugno proprio in faccia, per rovinarle quel visino “carino” che si ritrovava.
Ma non ci riuscii perché ero troppo sconvolta.
Fuggii verso il bagno delle ragazze con lacrime di rabbia e tristezza agli occhi.
Mentre ero nel corridoio sentii la voce di Alejandro nel bagno dei maschi:-Che figura ho fatto con la ragazza che mi piace!Maria…Io mi vendicherò brutta stronza!-
Sentendo quelle parole fui sollevata, Alejandro non ricambiava il bacio di quella sporca ragazza.
Tornai da Gwen e Courtney e le raccontai l’accaduto, Gwen mi disse:-Maria è inqualificabile, tra tutte le snob che ho conosciuto è la più ignobile!-
Courtney invece disse:-Se dovessi scegliere cosa farle, direi picchiarla, o riempirla di pallonate durante educazione fisica, o…-
Fu zittita dalla campanella del pranzo.
Giunte alla mensa, prendemmo i vassoi per farci dare il pranzo:gnocchi al sugo e pollo.
Gwen e Courtney non pranzarono con me, ma Carlos, ovviamente, sì.
Mi disse:-Heather sai Alejandro mi ha raccontato una cosa!-
Io senza emozione dissi:-Parla…-
Carlos:-Mi ha detto che Maria l’ha baciato!E che tu li hai visti!-
Io con tono stanco per camuffare la rabbia dissi:-E allora?-
Carlos rimase sbigottito alla mia risposta e disse:-Come “e allora”?!Mi ha detto che lo ha visto anche la ragazza che gli piace!-
Quest’informazione mi parve sbagliata, non c’erano altre ragazze in palestra oltre me e Maria:-E chi sarebbe la ragazza che gli piace?-
Carlos allegramente disse:-Ah non lo so!Queste informazioni di solito non le dice nemmeno a me…-
Chi c’era in palestra oltre me e Marie?!
E se invece ero proprio io?
Volevo indagare su questa faccenda.
Dovetti interrompere i miei pensieri perché stava arrivando Capitan Burromuerto.
Si sedette al tavolo e disse:-Ciao Diablita…-
ù Non pronunciava quel soprannome con l’allegria di sempre, aveva un tono imbarazzato…
Che fossi io la ragazza che gli piace?!
Io dissi:-Ehm…Ciao Alejandro…- Non mi veniva nemmeno voglia di incazzarmi per essere stata chiamata “diavoletta”, qualcosa non quadrava…
Alejandro mi disse:-Potresti venire un attimo con me?-
Io risposi in tono interrogativo:-Sì…Perché?-
Lui:-Devo dirti una cosa…-
Forse…?
No era impossibile, sicuramente era innamorato di qualcun’altra!
Era inutile illudermi così!
Mi portò nello sgabuzzino della mensa e mi disse:-Heather devo dirti…-
La sua frase fu interrotta dalla campanella di fine pranzo e dovemmo per forza salutarci.
Tornai in camera insieme alle mie due amiche.
Nessuna disse niente.
Gwen si mise a disegnare sulla scrivania, Courtney iniziò a leggere un libro sul letto e io preparavo i miei vestiti per il giorno seguente.
Mi domandavo cosa realmente Alejandro voleva dirmi, diciamolo, non poteva essere innamorato di me.
Sicuramente l’avrei saputo quando l’avrei incontrato a cena, ma quando scesi in mensa per mangiare, di lui nemmeno l’ombra, di Carlos però sì…
Mi disse:-Heather devo dirti una cosa importante!-
Io dissi un po’ stupita:-Dimmi…-
Fece un sorriso che sembrava occupargli tutta la faccia, poi disse:-Ho scoperto che a Maria piace Alejandro!-
Cercai di nascondere la furia che stava ruggendo dentro di me e dissi:-Davvero?!-
Carlos notò il mio tono leggermente arrabbiato e disse:-Cos’hai?Non mi risulta che ti piaccia Ale…Perché sei jelosa?-
Arrossii in volto e, tentando di trovare una scusa, dissi:-Ehm…Piace a una mia amica perciò mi sono arrabbiata-
Carlos la bevve:-Ah capisco!Sarà gelossissima…-
Suonò la campanella e dovetti salutare Carlos.
Quando io e le mie amiche tornammo nella stanza, loro si misero a dormire, io invece mi stesi sul letto a pensare.
Carlos una volta tanto mi aveva dato un’informazione importante, ora avevo un motivo in più per distruggere quella puttana.
Non finii di pensare perché mi addormentai a causa di una giornata troppo stressante.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Nuovo arrivato ***


Il giorno dopo era lunedì e nonostante la domenica, mi sentivo stanchissima.
Quando andammo a fare colazione, quasi non avevo la forza di reggermi in piedi.
Gwen mi disse:-Nottataccia eh?-
Io annuii, ero troppo stanca anche per parlare.
Come colazione c’erano solo il latte e i cereali, infatti tutti presero questo.
Io, Gwen e Courtney ci sedemmo vicino e, ovviamente, Carlos si sedette vicino a me per raccontarmi cosa aveva sognato:-Sai Heather ho sognato che baciavi Alejandro…Strano eh?-
Divenni rossa:-Sì…Molto strano…-
Un sogno così a me no eh?
Dopo questo pensiero venne Alejandro che, vedendomi a pezzi mi rivolse la parola:-Diablita, sembra che tu non abbia dormito…Hahaha!-
Rise, gli avrei voluto dare uno schiaffo, ma non lo feci.
Io:-Tu non ti stanchi proprio mai eh?-
Lui rise forte, poi Carlos si alzò e disse:-Ehi Ale!Devo dirti che sogno ho fatto!Ho sognato che davi un bacio a Heather!-
Alejandro ebbe uno sguardo imbarazzato:-Carlos!Se spargi questa voce ti ritroverai con una faccia in meno!-
Carlos ricadde sulla sedia e disse:-Ehm…Scusa…-
Suonò la campanella, era ora di andare in classe.
Entrammo che il professore non c’era ancora, così ci mettemmo a parlare tra di noi.
Courtney:-Gira la voce che ci sia un nuovo arrivato!-
Gwen:-Chissà in che classe lo metteranno…-
Io con tono irritato e a bassa voce per non farmi sentire:-Spero almeno che non sia identico a Carlos!-
Entrò il professor Manuel che disse:-Ragazzi e ragazze, avete un nuovo compagno di classe, si chiama Delmar Moreno…Su entra!-
Entrò in classe un ragazzo dai capelli neri che gli coprivano un occhio e con una tinta di colore fucsia su quel ciuffetto, aveva la pelle bianca come il borotalco e aveva numerose cicatrici sulle mani.
Era magrissimo, quasi più di uno stuzzicadenti, ma soprattutto…
Era un emo.
Disse con tono passivo:-Salve…-
Rabbrividivo solo a guardarlo, speravo solo di non doverlo conoscere…
Il professore disse a Delmar:-Siediti dietro la signorina Smith, c’è un posto libero-
Il ragazzo si trascinò fino al banco e si sedette senza dire una sola parola.
Il professore iniziò la lezione che, secondo me, durò molto più di cinque ore.
Quando suonò la campanella, mi venne voglia di gridare “grazie”, ma mi trattenni, anche se era stata la lezione più pallosa del semestre!
Andammo tutti a mensa e, dopo aver preso il piatto del giorno, mi sedetti al tavolo.
Vicino a me si mise Delmar.
Quando me ne accorsi rabbrividii, un emo di certo non era la migliore compagnia.
Mi disse in tono sicuro:-Come ti chiami?-
Io risposi:-Heather Smith…-
Mi squadrò con lo sguardo e sorrise maliziosamente.
Avevo sempre pensato di avere un sorriso spettrale, ma dopo aver visto il suo…
Dovetti ricredermi.
Mi prese per il polso e iniziò a correre e io fui costretta a seguirlo.
Dopo un po’ si fermò.
Ripresi fiato e mi accorsi di essere nel corridoio che collegava tutte le scale.
Si voltò verso di me, sempre con quel sorriso malvagio.
Mi lasciò il polso e mi prese per le braccia e mi trascinò con la schiena al muro.
Lo guardai negli occhi incazzata:-Delmar ma che vuoi?!-
Tranquillamente iniziò a parlare:-Heather…Quello che non hai capito, è che sono un bullo e quando una cosa mi piace, diventa mia-
Non mi diede il tempo di rispondere che spinse le sue labbra sulle mie.
Tentai di liberarmi.
Ogni sforzo era vano, quindi gli diedi un calcio nei gioielli.
Lui cadde a terra e io corsi via, volevo tornare alla mensa.
Arrivai davanti alla porta, ma non potei entrare perché suonò la campanella.
Tornai in camera.
Gwen e Courtney arrivarono più tardi.
Gwen:-Heather che è successo?Non ti abbiamo più visto in mensa!-
Vuotai il sacco:-Vi racconto tutto…Delmar mi ha portato fuori dalla mensa e mi ha costretto a baciarlo…-
Courtney sospirò:-I ragazzi, sono tutti uguali!-
Io:-Non tutti Courtney…Non tutti…-
- - - -
La sera andammo a mensa per la solita cena, questa volta a base di pesce.
Per fortuna non trovai Delmar, Carlos invece era onnipresente!
Mentre parlava come un fiume senza fine, arrivò Alejandro.
Mi guardò serio, era la prima volta che lo faceva.
Iniziò a parlare:-Heather…Ho saputo dell’accaduto…-
Non parlai, avevo già capito…
Lui:-So che Delmar ti ha infastidito…-
Annuii seccata.
Ancora:-Mi dispiace…-
Notai che aveva difficoltà a trovare le parole giuste, ma mi limitai a rimanere in silenzio.
-Driiiiiiiiiiiiin-
Il suono della campana.
Tutti nelle camere a dormire e dimenticare.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Vendetta ***


*Attenzione in questo capitolo è Alejandro a narrare!*
Era già mattina, Carlos stava ancora dormendo.
Gli tirai il cuscino in faccia.
Lui lo tolse e con tono scherzoso:-Hahahaha!Sempre molto garbato!-
Io risi:-Muoviamoci, si va a mangiare-
Andammo in mensa dove, mentre prendevo la colazione, Carlos era già seduto vicino a Heather a riempirla di chiacchiere.
Mi affrettai a prendere il piatto e andai dov’erano seduti Carlos, Gwen, Courtney e…Heather.
La ragazza di cui ero innamorato.
Mi misi seduto e le rivolsi la parola:-Diablita, come va?-
Mi guardò arrabbiata:-Smettila di chiamarmi così!-
Notavo che era distrutta, stressata, ma non ne capivo il motivo.
Poi però, pensandoci durante la lezione, capii…
Era molto arrabbiata con Delmar, il bullo-emo…
La lezione finì e tutti andarono in mensa.
Heather stava seduta con Carlos, Delmar invece era seduto a parte, lontano da tutto e tutti.
Andai verso il suo tavolo, mi sedetti e lo guardai serio.
Lui ricambiò lo sguardo serio.
I suoi occhi erano penetranti, sembrava che volesse leggere ciò che era celato nelle viscere del mio essere.
Distolsi lo sguardo e iniziai a parlare:-Delmar…Io so tutto-
Lui:-Davvero?E cosa sai?- Aveva un tono di sfida, ma non mi intimidiva per niente:-So che è successo con la mia Diablita- Lui:-La tua…Diablita?Non credo proprio che sia TUA-
Lì iniziai ad incazzrmi:-Sentimi bene!Tu devi lasciarla in pace, chiaro?- Rise:-E chi me lo vieta?Di certo non tu!-
Odiavo la sua arroganza:-Ascolta!Vieni alle 3 nel bagno maschile della palestra, ti sfido in una lotta-
Sorrise:-Accetto!Il perdente si farà espellere dall’istituto!-
Sorrisi con rabbia:-Affare fatto-
Così divennero le 3 del pomeriggio.
Ero nel bagno della palestra con i guantoni da box che mi ero fatto dare dal professore di educazione fisica.
Un paio per me e un altro per Delmar…
Sentii la sua voce:-Ciao futuro perdente-
Mi girai e lo vidi, si era già preso i guantoni che erano sul lavandino.
Li indossò e disse:-Forza andiamo!-
Uscimmo da lì e andammo nella palestra, precisamente nel campo di box a destra del campo di pallavolo.
Salimmo e la lotta ebbe inizio.
Delmar era forte per avere un corpo non troppo allenato.
Ci scambiavamo calci, pugni, spinte, finchè non mi diede un pugno in faccia, che mi fece uscire il sangue dalle labbra.
Io provavo a colpirlo, ma senza risultati, era più veloce di me.
Mi diede un altro pugno, ma questa volta nello stomaco.
Mi sentivo a pezzi, ma non volevo perdere, NON DOVEVO PERDERE.
Finalmente lo colpii con un calcio sulla schiena.
Lui s’incurvò e io ne approfittai per dagli un altro calcio sullo stesso punto.
Cadde a terra con un tonfo che si udì per tutta la palestra a causa dell’eco.
Non riusciva nemmeno a rialzarsi.
Io trionfante:-Hai perso, ti devi far espellere!-
Si inginocchiò senza alzare la testa e disse:-Hai vinto…Farò come previsto…-
Ce ne andammo in bagno, ci togliemmo i guantoni e li rimettemmo al loro posto.
Delmar prese una bomboletta di vernice dalla sua camera, poi andò nel corridoio e iniziò a verniciare i muri per mettersi nei pasticci.
La sera, dopo cena, mentre eravamo tutti nelle nostre stanze, dagli altoparlanti dei corridoi…
-Studenti e studentesse, vi avviso che è appena stato espulso un allievo di nome Delmar Moreno-
Missione compiuta.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Organizzazione ***


Erano le 7 di sabato, l’altoparlante in corridoio si mise a squillare.
Si udì la voce della Direttrice:
-Studenti e studentesse, su grande richiesta dei vostri genitori, maschi e femmine non saranno più divisi-
Gwen:-Dovremmo dividere la stanza con un ragazzo?!-
Courtney:-Non ci credo…-
Io:-Il problema è con QUALE ragazzo…-
La Direttrice:
-Dopo la colazione in classe vi verranno comunicati i compagni o le compagne di stanza-
Così andammo in mensa.
Oggi c’erano i cereali.
Carlos si sedette (come sempre) vicino a me. Mi disse:-Chissà con quale ragazza mi mettono!Spero con la tua amica Gwen!-
Lo guardai:-Come mai?Ti piace non è vero?-
Lui:-Sì, lo ammetto, ma non dirglielo ti supplico!-
Si inginocchiò per terra, io lo presi per la maglia e lo tirai su.
-Stai su!Non voglio attirare l’attenzione!-
Lui annuì, poi si girò verso destra e gridò:-Ciao Alejandro!-
Misi una mano sulla bocca di Carlos per zittirlo, ma…
-Ciao Carlos, ciao Diablita-
Tolsi la mano dalla bocca di Carlos e scocciata:-Ciao rompipalle-
Alejandro:-Dai!Che finezza!-
Rise, poi continuò:-Sentito l’ultima?Ci cambiano le stanze-
Io:-Capitan Ovvio colpisce ancora!Ti ricordo che l’hanno comunicato a tutti!-
Carlos:-Alejandro con chi speri di capitare?-
Lui:-Non mi interessa più di tanto, basta che non sia Maria-
Dimenticavo…
Chissà che sarebbe successo se Maria fosse andata a finire con Alejandro…
I miei pensieri furono bruscamente interrotti dalla campanella delle lezioni.
Entrammo in classe, il professore stava leggendo un foglio.
Sicuramente era l’elenco delle coppie per le stanze.
Alzò gli occhi per rivolgerli a noi.
Disse:-Bene…Ecco le coppie:Gwendolyn Fahlenbock e Tobias Blanco, Courtney Bennet e Carlos Castro, Heather Smith e Alejandro Burromuerto…-
Sentendo pronunciare il mio nome vicino a quello di Alejandro iniziai a pensare.
Proprio con lui dovevo capitare?
Ma in realtà ne ero contenta, perché mi piaceva tantissimo, solo che non volevo ammetterlo.
Il professore:-Fine!Andate nella vostra stanza, ecco i vostri numeri-
Diede a metà classe un numero, il nostro era 479.
Suonò la campanella e io mi precipitai fuori per poter andare a pranzo, avevo molta fame.
Mentre ero seduta Courtney sorridendo:-Bella fortuna che hai, stai con il ragazzo che ti piace!-
Intervenne Gwen:-Tu invece dovrai sopportare Carlos il chiacchierone!-
Courtney e Gwen risero e io:-Non sono fortunata, non volevo capitare con lui!-
Gwen:-Dai non fare tante scene, lo sappiamo che ti piace!-
Io urlai:-BASTA!-
Improvvisamente crollò il silenzio nella mensa e tutti mi guardavano.
Io:-Che mi guardate?!Fatevi i cazzi vostri!-
Lentamente tutti ripresero a parlare, riportando il solito brusio.
Alejandro e Carlos vennero al tavolo, Carlos si avvicinò e mi disse sottovoce:-Psssss!Sei stata messa con Ale vero?-
E lì mi incazzai:-La smettete di parlarne?!-
Alejandro mi sentì, visto che lo dissi a voce alta.
-Parlare di cosa?-
Carlos:-Ehm…Ehm…No niente…-
Alejandro ridendo:-Cosa nascondete voi due?-
Io:-Un bel niente!Smettila di fare il paranoico!-
Rise, poi:-Non me la bevo Diablita!Riconosco una menzogna quando la sento!-
Per mia gioia suonò la campanella, salva.
Uscita dalla mensa, andai nella zona dell’istituto che fino a ieri era maschile e lì trovai la mia stanza.
Entrai, la luce era spenta, premetti l’interruttore ed emisi un grido che sentì tutto l’istituto.
Gridai:-Mi fai prendere un colpo demente!-
Alejandro rise:-Eddai, ho voglia di scherzare oggi, insomma, non sono finita con Maria!-
Già, Maria…
-Pensavo che ti piacesse!-
Lui:-Ti sbagli, a me piace un’altra ragazza, muy sexy-
Termine spagnolo per molto carina.
Io idifferentemente:-Va bene, tanto non mi cambia la vita!-
Sorrise:-Sì che te la cambia invece!-
Lo guardai negli occhi:-Ho detto di NO!-
Si avvicinò a me e io indietreggiai fino a toccare la porta con la schiena.
Lui:-E io dico di sì, non opporre resistenza, ammettilo-
Io:-Ammettere cosa?Tu sei pazzo!-
Lui:-No, sono innamorato-
Con la mano presi la maniglia della porta.
Dissi:-Devo andare, Gwen vuole i compiti di biologia ciao!-
Velocemente uscii e chiusi la porta.
Mamma, che spavento, meno male che trovai una scusa credibile.
Venne ora di cena.
Mangiai nel tavolo più isolato della sala, non avevo voglia di parlare.
La sera andai a dormire, per fortuna quando mi addormentai, Alejandro non era in camera.
Poi però, mentre dormivo, Alejandro entrò in camera e disse:-Buonanotte, Diablita-
Detto questo mi accarezzò dolcemente la guancia.
Quel gesto mi fece svegliare, ma non glielo feci scoprire.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Malattia ***


La sveglia suonò e io mi svegliai…
-Oggi è domenica finalmente!-
Alejandro evidentemente mi aveva sentito:-Sì è domenica…Ah dimenticavo, buongiorno!-
Io sarcasticamente:-Divertente…-
Mi alzai dal letto e frugai nel mio guardaroba per trovare qualcosa da mettere.
Dopo aver preso una maglia ed un pantalone:-Ora vado a cambiarmi in bagno guai a te se entri!-
Lui rise:-Non ti preoccupare, non sono un curiosone-
Aprii la porta del bagno, vi entrai e poi chiusi la porta a chiave e misi un asciugamano sulla serratura.
Se c’era qualcuno di cui mi fidavo NON era Alejandro.
- - - -
Lei si chiuse la porta alle spalle.
Non volevo violare la sua privacy, chissà come era seccante per lei condividere la stanza con un ragazzo.
Anche io presi dei vestiti dal mio armadio e scelsi i miei vestiti preferiti, la camicia bianca, la maglia rossa e i pantaloni di una specie di marrone.
Dopo un po’ finii di cambiarmi e visto che Heather non usciva più bussai.
-Diablita io vado via ci si vede a colazione!-
Lei:-Smettila di chiamarmi così!-
Era piuttosto irritabile, però ne ero follemente innamorato.
Comunque uscii dalla stanza per poi andare in mensa e aspettarla lì.
- - - -
Appena lui uscì io aprii la porta del bagno e mi avviai in mensa, anche se qualcosa non andava.
Arrivata lì mi sedetti al tavolo con Gwen, Courtney e Alejandro ma…
Dov’era Carlos?
Chiesi a Courtney:-Che fine a fatto capitan chiacchiera?-
Lei:-Ha detto di non sentirsi bene, in effetti ne avevo il sospetto perché ha tossito tutta la notte…-
Gwen:-Forse ha un po’ di febbre-
Anche se in realtà non era così, perché…
-Ragazzi e ragazze vi consiglio vivamente di rimanere nelle vostre stanze, un alunno del primo anno ha contratto la varicella e ha contagiato già 3 studentesse e 2 studenti-
Alejandro:-Povero Carlos, ora non potrà uscire dall’infermeria-
Courtney:-Bhè è solo varicella, poteva essere qualcosa di molto peggio-
Suona la campanella, molti vanno nelle camere per non contrarre la varicella, ma non…Io.
Andai verso l’infermeria, che si trovava al piano terra.
Trovai un’infermiera dai capelli biondi.
Le chiesi indicando la porta a destra della reception:-Carlos Castro è in quella stanza?- Lei sorrise:-Sì, se vuoi puoi fargli una visita, ma non stare troppo se no ti ammali anche tu!-
Io annuii.
Entrai nella stanza e lo vidi, steso su un letto bianco con tipo un milione di bolle rosse in faccia.
Lui mi guardò:-Heather?Che ci fai qui?Meglio se te ne vai se no ti mischio la varicella-
Io sarcastica:-Non mi ammalerò non ti preoccupare…Volevo solo sapere se stavi meglio, tutto qui.-
Lui rise:-Sto bene, credo. Comunque sai l’ultima?-
Io:-Se riguarda una storia tra me e Alejandro è falsa!-
Lui:-No!-
Rise:-Gwen è venuta a trovarmi, dice che le facevo pena-
Io:-E con ciò?-
Lui:-Ne ho approfittato per dirle i miei sentimenti…-
Io risi e sarcastica:-Momento perfetto!-
Lui:-Invece non è andata così male…-
Perplessa:-Cosa…?-
Lui:-Quando si è avvicinata a me dopo quello che le ho detto, le ho dato un bacio sulle labbra-
Io:-COSA!?-
Rise:-Lei è fuggita subito, non so se per paura o per disgusto o perché le piaccio-
Io risi:-Direi per disgusto-
Sentii bussare, la porta si aprì un po’, in quello spiffero riconobbi metà volto dell’infermiera di prima.
Disse:-Devi andare, l’orario di visita è terminato-
Annuii, poi rivolgendomi scherzosamente a Carlos:-Vedi di guarire!-
Poi uscii.
Mentre salivo le scale per tornarmene in stanza mi misi a pensare…
-Mi chiedo se Gwen lo ricambia…Devo indagare…-
Infatti andai al piano dove era situata la stanza di Gwen.
Dopo aver trovato la porta bussai.
Sentii Gwen:-Chi è?-
Io:-Sono Heather!Apri!-
Lei aprì la porta.
Mi guardava con sguardo neutro.
Io:-Senti ti devo parlare-
Lei:-Entra pure e dimmi-
Io:-Ho saputo che ti sei baciata con Carlos…-
Lei spalancò gli occhi e gridò:-Chi te l’ha detto!?-
Io:-Me l’ha detto lui quando sono andata a fargli visita-
Lei:-Uffa ora girerà per tutta la scuola il mito che io stia con Carlos!-
Risi:-Spero per il tuo bene che nessuno oltre noi lo sappia…Ora devo andare ci si vede!-
Uscii dalla stanza per andare nella mia, sulla strada trovai Alejandro.
Lui rise:-Sai l’ultima?-
Io irritata:-No, andiamo a vedere!-
Lui:-Carlos ha…-
Lo interruppi e continuai:-…Ha baciato Gwen!Lo so!-
Alejandro rise:-Ormai lo sa quasi tutta la nostra classe-
Io senza emozione:-Allegria yuh-hu…-
Non potetti andare in camera perché era già ora di cena.
La mensa era quasi vuota, forse molti studenti erano malati o non volevano uscire…
Chiesi a Gwen che era lì:-Che fine hanno fatto tutti?-
Lei:-Alejandro, non so…Courtney non voleva uscire perché non voleva cadere malata-
Io:-Capisco…-
Così mangiammo solo io e lei.
- - - -
Dopo cena tornai in camera, Alejandro era già lì.
Mi chiedevo il motivo per cui non era venuto, ma non avevo intenzione di dimostrarlo!
Lui tuttavia mi guardò con scherno.
Lui:-Fammi indovinare…Vuoi sapere perché non sono venuto!-
Ero innamorata di quel curiosone, ma era davvero insopportabile!
Io sbuffo:-Tu sei un sognatore!-
Lui:-Può darsi, ma almeno faccio dei sogni reali-
Quest’ultima frase mi fece un po’ arrabbiare, ma allo stesso tempo rimasi sorpresa.
Era astuto e provocatore, capace di tirarti fuori la verità.
Anche senza che te ne accorga.
Io:-Ma quali reali e reali!?Sei solo un povero illuso!-
Si avvicinò a me sorridente.
Stavolta non indietreggiai.
Ero come paralizzata, come se qualcosa mi frenasse.
Lui:-Cos’è?Ti spavento?-
Rido:-Ma figurati!Tu non faresti paura ad una bambina di tre anni!-
Continua ad avvicinarsi…
E io continuo a restare ferma.
Ormai siamo vicinissimi.
Al solo pensiero di quello che poteva fare mi venne rabbia.
Inoltre mi faceva paura il suo sguardo, forse era quello che mi aveva congelato…
Mi accarezza i capelli, come se fossi una sorellina minore…
Mi sentivo protetta, ma non dovevo cedere.
Mi scanso e mi siedo sul mio letto.
Lui sorride:-Buonanotte-
Torna indietro e si mette sotto le coperte.
Io sottovoce…:-Buonanotte…-

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Bacio ***


Passa qualche settimana, tutto uguale, tutto noioso.
Un venerdì mattina però cambia qualcosa.
Dopo aver fatto colazione, entriamo in classe, il professore ci fissa per qualche secondo.
-Ragazzi, ho una bella notizia, compito a sorpresa di storia-
Io rimasi davvero sorpresa, aveva detto compito a sorpresa!
Molti di certo non avevano studiato, perché li vedevo che cercavano di leggere velocemente dai libri.
Il professore passò tra tutti i banchi, prese i libri di tutti gli studenti e li mise nel cassetto della cattedra.
Chiusi a chiave.
Dopo di che prese un gessetto e si mise a scrivere sulla lavagna.
“Scrivi una relazione sulle Guerre Civili Spagnole tra il 1936 e il 1939”
Il professore posò il gessetto.
-Avete due ore di tempo per scrivere questa relazione, prendete un foglio dal quaderno e buon lavoro- Presi il foglio, scrissi la traccia e mi misi a lavoro.
Per mia fortuna era l’argomento che meglio ricordavo, infatti scrissi molto e fui una delle prime a consegnare.
Dopo aver consegnato passai il mio tempo a disegnare sul banco.
Mi era venuta voglia di disegnare dei cuori, non so perché, o forse sì?
Sì va bene, lo sapevo, infatti per distrazione scrissi la “A” di Alejandro in un cuore.
Ma per mia fortuna me ne resi conto e la cancellai subito.
Dopo un tempo lunghissimo suonò la campanella, il professore ritirò i fogli, anche quelli incompleti.
Disse:-Dopo la mensa venite in classe per i risultati!-
Tutti uscimmo dalla classe, Carlos (era guarito), si precipitò vicino a me.
Mi dovetti sorbire per tutto il corridoio le sue chiacchiere, finché non disse una cosa importante.
-Oh!Oh!Lo sai voglio chiedere a Gwen di fidanzarsi!-
Appena lo sentii scoppiai in una risata, però smisi vedendo la faccia di Carlos.
Diceva sul serio.
Ci fissammo per un po’. Lui sorrise e disse:-Lo so, sembra strano che io m’innamori, ma è così!-
Mi veniva da ridere solo a guardarlo, ma mi dovetti trattenere.
Non aveva capito che Gwen non era interessata a lui.
Arrivammo in mensa, Courtney si sedette alla mia destra.
Disse:-Ciao Heather!Com’è andato il compito?-
Le risposi-Bene, credo…Sicuramente meglio di altri…-
Lei si guardò intorno.
-Non credi che l’assenza di Gwen si senta?-
La guardai perplessa.
-Assenza?Dov’è?-
Si avvicinò a me e mi sussurrò nell’orecchio:-Non vuole vedere Carlos-
A tono basso le risposi:-Non è il tipo che scappa di fronte a queste cose…-
Lei:-Infatti è strana ultimamente…-
- - - - Dopo aver consumato il pranzo, ritornammo in classe.
Ci sedemmo e aspettammo.
Aspettammo il giudizio del professore.
Il professore si alzò dalla sedia.
-Nessuna classe aveva mai totalizzato più di dieci persone con un 4, voi invece ne siete stai capaci-
Sospirò, poi riprese.
-Tuttavia ci sono stati tre 10-
Detto questo, perse i compiti e li distribuì.
Appena il professore posò il compito sul mio banco, guardai il voto e…
Mi venne a mancare l’aria.
AVEVO PRESO 10!
Di quelle tre persone, io ero una dei fortunati!
Sospirai di sollievo, poi mi guardai intorno e vidi le facce sconvolte di altri alunni.
Peggio per loro che non avevano studiato!
Uscimmo dalla classe, Courtney mi venne vicino.
-Quanto hai preso?Io ho preso 10!-
Sorrideva come non mai!
Così anche io sorrisi e le risposi.
-Anche io ho preso 10, chissà chi è il terzo ad aver preso questo voto…-
Sbucò dal nulla Carlos.
-Io lo so!-
Courtney salta dallo spavento.
Dice:-Carlos?!Ma sei scemo?Mi fai prendere un colpo!-
Lui rise.
-Non ci pensare!Comunque il terzo 10 l’ha preso Alejandro!-
Lo guardai.
-E tu quanto hai preso?-
Lui:-Io?Ho preso 7, almeno…Comunque sapevi che Gwen ha avuto il mio stesso voto!?Lo immaginavi?Io no!-
E ricominciò a parlare…E parlare…E parlare…
Dopo aver trovato il modo per allontanare Carlos, vado in camera mia.
OVVIAMENTE una certa persona era già lì!
Stava seduto sulla scrivania a fare non so cosa.
Ad un certo punto si girà e mi sorride.
Alejandro:-Ciao Diablita, hai preso 10 anche tu, vero?-
Come faceva a saperlo già!?
-Come fai a saperlo!?-
Lui rise, poi prese il suo cellulare e aprì un messaggio di Carlos.
-Leggi qua-
Presi il suo telefono e lessi:
“Hei!Ale!
Sai, visto che non ti sei fatto più vivo ho pensato di dirtelo via messaggio!
Heather ha preso il tuo stesso voto!
Che cosa insolita eh?!
Ci si vede!”
Carlos aveva detto tutto ad Alejandro.
Meno male che non gli parlavo dei miei segreti!
Buttai il telefono di Alejandro sul suo letto, poi mi sedetti sul mio.
Mi fissò con aria alquanto incuriosita.
-Che ti succede?-
Mi sentii arrabbiata con lui, non so perché.
-Lasciami in pace!-
Mi alzai e andai verso l’armadio per evitare di vedere i suoi occhi.
Lui però, mi seguì zitto zitto e mi ritrovai le sue mani sui miei fianchi.
-Scusami ma che stai facendo?!-
Gli chiesi.
Lui mi girò verso di lui e mi accarezzò i capelli.
-Niente, sto…Giocando-
Chiusi l’armadio alle mie spalle, anche se fosse stato aperto non sarei potuta scappare.
Ora ero davvero in trappola.
-Mi spieghi cosa vuoi fare?!-
Lui rimase in silenzio.
Dopo qualche secondo dalla mia domanda, lui poggiò le sue labbra sulle mie.
Un bacio.
Era così bella quella sensazione, sentivo che lui mi apparteneva.
Non sopportavo quell’essere, non perché era antipatico, ma perché mi aveva rubato il cuore.
Nessun ragazzo ne era stato capace, lui invece sì.
Dopo un periodo che mi parve interminabile, lui allontanò le sue labbra dalle mie.
Io ero felice dentro di me, ma la mia mente non volle ascoltare il cuore.
Gli diedi una sberla in faccia e scappai via, nel bagno delle ragazze.
Com’era possibile, io, una ragazza cattiva, indesiderata, scorbutica, odiata da tutti, era innamorata.
Che debolezza il mio cuore!
Certo, per un attimo l’amore prese il mio controllo, ma la mente non mi aveva abbandonato.
-Non posso innamorarmi, non posso innamorarmi…-
Mi ripetevo il testa.
Chi volevo prendere in giro?
Ero innamorata persa.
Dopo una mezzoretta passata in bagno, esco per andare in camera.
Decisi di saltare la mensa quella sera, dovevo punire la mia debolezza.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Fidanzarsi ***


Mattina, finalmente.
Il giorno precedente era da dimenticare!
Lasciarsi abbindolare così…
Non era da me, cavolo!
Comunque, mi alzai dal letto, andai vicino al calendario.
Domenica.
Bene, una giornata di riposo.
Presi i primi abiti che trovavo nell’armadio e scesi per la colazione.
Courtney stava parlando con Gwen.
Così andai al loro tavolo.
-Che si dice?-
Courtney scoppiò in una risata e Gwen la fissava arrabbiata.
-Non lo sai?Carlos ha chiesto di fidanzarsi a Gwen!-
Gwen ringhiò.
-Non ho detto sì!-
Risi.
Carlos aveva proprio superato il segno!
-Vabbè ora vado a fare un giro in cortile, ci vediamo più tardi!-
E così andai in cortile, era una splendida giornata.
Il sole era alto in cielo e nemmeno una nuvola.
Mi sedetti sotto un alberello quando…
-Ciao Heather!-
Mi spaventai!
-AHHH!Carlos?!Ma sei scemo?-
-No, sono Carlos!-
Me sentitelo…
Si credeva spiritoso!
-Che vuoi da me questa volta?-
-Naah, niente, volevo solo dirti che l’ho chiesto a Gwen!-
Ed era felice?!
-Fammi indovinare, ha detto no.-
Lui annuì.
-Sì, ma non importa perché io la farò innamorare!Un giorno!-
Povero illuso.
Gwen non si sarebbe mai innamorata di uno come lui.
-Bèh, hai finito?-
Si sedette accanto a me.
-No, voglio solo dirti che qualcun altro sta cercando di fare colpo…-
Rise e se ne andò.
Che si riferisse ad Alejandro?
Chissà…
Comunque sia, mi alzai per andare del bagno della palestra vicina.
A parlar di lui, eccolo lì, nel corridoio del bagno.
E adesso?
Cosa dovevo fare?
Non potevo farmi baciare una seconda volta!
No!
Entrai nel corridoio, lui mi vide.
-Ciao Diablita.-
Tante persone in una scuola…
Dovevo incontrare proprio lui!
-Ciao…-
Mi guardò dritto negli occhi.
Forse era ciò di cui parlava Carlos…
Ma non ci pensai più di tanto, mi limitai a parlare.
-Cosa vuoi?-
Rispose.
-Veramente, volevo solo chiederti una cosa, ma ho paura di sapere la tua risposta.-
…Cavolo.
-Parla, non ho tempo da perdere io!-
Gli dissi con decisione.
Lui si allontanò un po’ da me.
-Volevo solo chiederti, se vorresti fidanzarti con me.-
Che cosa?!
Fidanzarsi…
Dentro di me una grande battaglia.
L’amore e l’orgoglio.
Cosa scegliere?
Che silenzio imbarazzante.
Lui mi fissava e io lo fissavo.
Lui aspettava e io pensavo.
Alla fine, lasciai che mi guidasse la mia testa.
E mi uscì…
-…Sì.-
Solo due lettere.
Non potevo credere, davvero avevo risposto così?!
Lui sorrise e si avvicinò.
Non indietreggiai, ero come paralizzata.
-Ti amo Heather.-
Chiuse l’evento con un bacio, il primo bacio tra fidanzati.
…E così conobbi quello che oggi chiamo marito.
E che oggi mi ha regalato una splendida figlia.
L’amore esiste anche per quelli dal cuore di ghiaccio.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=861354