48 Hours (to fall in love)

di DadaOttantotto
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il ragazzo si dirige deciso verso quello che gli hanno detto essere il capo. Un uomo alto e corpulento, che ricorda un po' un gorilla, secondo Pierre. Lo guarda con circospezione. Quell'uomo ha un non so che di inquietante.
Gli da un piccolo colpetto sulla spalla. Quando l'uomo si volta e lo guarda, esibisce uno dei suoi sorrisi migliori.
- Pierre Bouvier, Simple Plan - esclama, battendosi il petto con il palmo della mano.
Anche l'uomo sorride. Tende la mano a quello strano ragazzo che sta di fronte a lui.
- Molto piacere, signor Bouvier. Io sono Andrea Redis. Avrei il compito di occuparmi di lei e il suo gruppo in questi due giorni, fino al concerto di domani sera. Purtroppo sono sorte delle complicazioni, ed io dovrò assentarmi. Non vi preoccupate, però. Vi lascerò in buone mani!
Poi, rivolgendosi ad una ragazza poco lontano
- Isabella?
Questa li raggiunge sorridendo.
- Signor Bouvier, le presento Isabella, la mia assistente. Prenderà il mio posto per queste quarantotto ore. Ora devo proprio andare. Arrivederci!
Lo guarda andarsene, poi torna ad osservare la ragazza che ha davanti. Alta qualche centimetro in meno di lui, occhi verdi e capelli castani.
Niente male, pensa.
- Bene, signor Bouvier. Cosa vorrebbe fare?
- Pierre.
Isabella lo guarda con aria interrogativa.
- Come, scusi?
- Mi chiamo Pierre, non signor Bouvier. E ti dispiace se ci diamo del tu? Sarai sicuramente più giovane di me. Posso chiederti quanti anni hai?
- Ve-Ventisei...
-Eh, sì... sei più giovane. Allora, possiamo darci del tu?
Colpita dal modo di fare di quel ragazzo, rimane un attimo interdetta. Tentenna un po' prima di rispondergli.
- Beh... io credo di sì...
- Perfetto! Un'altra cosa... posso chiamarti Izzie? Isabella è un bel nome, ma è un po' lungo...
- Sì, non ci sono problemi signor Bouv... volevo dire, Pierre.
- Bene, allora andiamo che ti presento gli altri!
Raggiungono una grande sala, dove quattro ragazzi, indiscutibilmente molto conosciuti anche in Italia, stanno bevendo un caffè seduti su un divanetto. Alcune fan scattano delle foto, loro le lasciano fare.
Pierre sorride e richiama la loro attenzione con un fischio. Questi si alzano e li raggiungono, sempre seguiti dalle ammiratrici.
- Cosa avete promesso a quelle ragazze? - domanda loro il cantante.
Chuck lo guarda con un'espressione innocente.
- Noi? Niente! Ci hanno solo offerto il caffè, in cambio ci hanno chiesto di fare qualche foto.
- E voi avete acconsentito?
- Un buon caffè non si rifiuta mai...
Pierre scuote la testa ridacchiando. Poi, ad un tratto, sembra ricordarsi della persona che ha a fianco.
- Questa è Isabella, ma abbiamo il permesso di chiamarla Izzie.
Abbiamo? Io il permesso l'avevo dato solo a lui, pensa la ragazza.
- E loro sono Chuck, David, Jeff e Seb. - dice, indicandoli ad uno ad uno.
Dopo le consuete strette di mano, Pierre inizia a fischiettare. Nessuno ne sembra meravigliarsene, tranne naturalmente Isabella. E' decisamente sconcertata dal comportamento di quel ragazzo. Certo, l'avevano avvertita che era un tipo molto socievole e un po' strano...
- Allora, che si fa? - chiede Jeff al resto del gruppo.
- Non saprei... - risponde David
Pierre smette di fischiare e li osserva serio.
- Io ho fame - sentenzia.
- Andiamo a mangiare. Izzie?
- Sì, andiamo...
I sei si incamminano. Isabella si avvicina a David e, parlando sottovoce:
- David?
- Sì? - fa il bassista, leggermente sorpreso.
- Vorrei chiederti una cosa. Pierre è sempre così... espansivo?
Il ragazzo si lascia scappare una piccola risata.
- Ti ha sommerso di parole, vero?
Isabella annuisce.
- Non è sempre così. A volte è anche peggio. Comunque sembra che tu gli stia simpatica.
- Ma se ci conosciamo da soli dieci minuti!
- Aspetta che prenda confidenza. Allora sarai spacciata... - conclude David sorridendo.
Il diretto interessato spunta dalla porta, quasi avesse sentito il loro discorso.
- Quale parte di "Io ho fame" non avete capito? - chiede irritato.
- Quella in cui tu la pianti di rompere le scatole, Pierre. - gli risponde l'amico.
- Io... rompere... ma per favore! E' forse un delitto essere affamati a mezzogiorno? Ma io non lo so... - esce dalla stanza, agitando seccato la mano sopra la testa.
David ridacchia leggermente guardando la ragazza accanto a lui. La sua faccia è un misto di sorpresa e sbigottimento.
- VOI DUE, MUOVETEVI PRIMA CHE LO UCCIDA!!!
L'urlo di Chuck li riporta alla realtà.
- Sarà meglio andare. Vedi, Pierre sa diventare molto fastidioso quando vuole...
Mentre David si incammina, Isabella si porta una mano alla fronte.
Saranno quarantotto lunghe ore, pensa.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


48hourscap2
Nonostante avessero in ogni modo cercato di far capire a Pierre che non erano neanche le dieci di mattina, lui continuava a ribadire quanto fosse affamato, visto che era mezzogiorno.
Inutili i vari tentativi dei suoi amici. Per questo alla fine avevano deciso di accontentarlo, per lo meno per non sentirlo più lamentarsi.
- Adesso sei contento, Bouvier? - gli chiede Seb sorridendo.
- Fi, molto!! Buono quefto panino! Cofa c'è dentro? - risponde il cantante con la bocca piena.
Alcuni pezzi di cibo finiscono sul tavolino del bar, sotto gli sguardi disgustati degli altri.
- Pierre!!! Che schifo!!!!
- Scufate...
A quella scena, Isabella non può fare a meno di ridere. Li aveva osservati per un po', ed era giunta all'ovvia conclusione che quei cinque non avessero molto di normale. Però aveva dovuto ammettere che erano veramente simpatici.
- Certo che siete proprio strani... - dice.
Il suo telefonino inizia a squillare. Appena legge il nome comparso sul display, decide di non rispondere. E' proprio l'ultima persona che vorrebbe sentire in quel momento.
Ma non fa in tempo a rimettere l'oggetto nella borsa che il ragazzo accanto a lei se ne impadronisce.
- Pronto? - fa, mentre Izzie lo guarda sorpresa e anche un po' irritata.
- Isabella? - chiede titubante la voce all'altro capo del telefono.
- No, qui Comeau. Chuck Comeau.
Seguono alcuni istanti di silenzio assoluto. Lo sguardo del batterista si fa interrogativo mentre restituisce il cellulare a Isabella.
- Credo che sia svenuta...
La ragazza afferra il telefono con foga.
- Carlotta? Carlotta, rispondi!!
- Se-sei con i Simple Plan?
Tira un sospiro di sollievo.
- Sì, sono qui con me.
- Ma, intendi i Simple Plan... Simple Plan?
- Quanti Simple Plan conosci?
- E io ho parlato con Chuck?
- Prima che svenissi, sì.
Di nuovo silenzio.
- Carlotta?
Niente. Poi...
- TU SEI CON I SIMPLE PLAN E NON MI HAI DETTO NIENTE?!?!?
Isabella deve allontanare il telefono per non rischiare di diventare sorda. I ragazzi la guardano, chiedendosi cosa potrebbe avere quella ragazza per urlare tanto. Non avendo capito una sola parola della conversazione, a parte i loro nomi, sono incuriositi.
- Sai che non posso dare informazioni sul mio lavoro...
- Nemmeno se la tua migliore amica è la fan n° 1 del gruppo con cui stai?
- Ehm... no... mi dispiace...
- Sei cattiva... ma ti capisco. Salutameli tanto, ok?
- Grazie mille, Charlie. Ti voglio bene. Aspetta un secondo...
Rivolge il telefono verso il gruppo.
- Ragazzi, dite "Ciao" a Carlotta...
- CIAO, CARLOTTA!!!!
Il loro grido fa girare molti dei clienti del locale, mentre il proprietario li guarda infastidito. Isabella gli fa un cenno di scuse.
- Hai sentito? Carlotta? Charlie, sei svenuta di nuovo?
- No, no... sono qui... un mondo di grazie, amica mia! Ciao!!
Detto ciò riattacca.
- Ehm, Izzie...
Si volta verso un Chuck dall'espressione vagamente rammaricata.
- La tua amica sta bene? Voglio dire... non credevo di poter fare quell'effetto ad una donna anche solo per telefono...
- Ma sentitelo, il modesto... - fa Jeff sorridendo.
Isabella non riesce a trattenersi. Scoppia in una fragorosa risata.
- Cosa c'è da ridere? - le chiede sorpreso il batterista.
- Chuck, tu le faresti lo stesso effetto anche se ti vedesse in una foto o sullo schermo di un computer! Per lei sei l'uomo perfetto...
- Oh poverina... - esclama Pierre, scatenando l'ilarità dei presenti.
- E tu? Chi è il tuo uomo perfetto?
La domanda la lascia spiazzata. Abbassa automaticamente lo sguardo, fingendo di controllare qualcosa sul tavolino.
- Scusa, non sono cose che mi riguardano. - dice il cantante.
- No, non ti preoccupare... è solo che... sai, quando trovi troppe persone "imperfette", smetti di cercare il principe azzurro... o almeno questo è quello che è successo a me...
- Mi dispiace...
- Non è niente, davvero... allora cosa vorreste fare? - dice Izzie, cercando di cambiare discorso.
David poggia il gomito sul tavolo e sorregge la testa con la mano. Guarda la ragazza con un'espressione annoiata.
- Di solito cosa si fa qui da voi per divertirsi?
- Beh, non saprei... voi come vi divertite?
Chuck e Pierre si scambiano un'occhiata d'intesa, sorridono maliziosamente.
- Ragazzi... no... per favore... - li implora Seb. Poi afferra Isabella e la tira con sè sotto il tavolino del locale.
- Che succede? - chiede lei spaventata.
David e Jeff li raggiungono poco dopo. Il bassista ha della salsa su una guancia.
- Mi volete dire che cosa sta succedendo?!?
- Pierre e Chuck stanno... ecco, loro stanno... giocando un po'.
Izzie si tira leggermente al di sopra del tavolo per poter vedere. Evita per un soffio un pezzo di pane.
- Ma... si stanno tirando il cibo!
- Ehm...
Il proprietario del bar sta urlando loro cose irripetibili.
- Ok - dice la ragazza - Al mio tre prendiamo quei due, ci mettiamo a correre e usciamo di qui il più velocemente possibile. Capito?
I tre annuiscono.
- Bene. Allora... uno... due... TRE!!!
Escono come furie dal loro nascondiglio. Mentre lei e Seb agguantano Chuck per la maglietta, Jeff e David sollevano di peso Pierre. Si precipitano alla porta e la oltrepassano. Poi continuano a correre come fulmini per qualche centinaio di metri.
- Ma... siete... completamente... matti? -  chiede col fiatone quando finalmente si fermano.
- Tu ci... hai... chiesto come... ci divertiamo... - le risponde il cantante, poggiando le mani sulle ginocchia e cercando di riprendere fiato.
- E fate sempre così?
- A volte...
- Beh, sarà meglio trovarvi uno svago meno... pericoloso.
- Tipo?
- Vi andrebbe di fare una semplice passeggiata per adesso?
Seb sorride contento.
- Si va a passeggiare!
Isabella si volta, pronta a partire. Ma qualcosa, o meglio qualcuno, ostacola il suo cammino. E lei ci va a sbattere contro.
Alza lo sguardo.
- Tu...

Un grazie a Magical_Illusion che ha messo questa storia tra le seguite! E grazie anche a chi la legge soltanto!
Baci8

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


48hours cap 3
Il ragazzo dagli occhi azzurri la guarda sorridendo.
- Ciao, piccola...
Isabella sembra risvegliarsi da uno stato di ipnosi.
- Non sono più "piccola" da parecchio tempo per te, Marco.
- E' così che si saluta un vecchio amico?
Le posa una mano sul braccio, ma lei lo respinge.
- E chi ti dice che siamo ancora amici? Sei sparito, nessuno ti ha più visto per più di un anno!
- Mi dispiace...
- Ti dispiace? Sai quanto tempo ci ho messo io a dimenticarti? E adesso rispunti qui come se niente fosse e mi vieni a dire che ti dispiace?
La ragazza è ormai un fiume in piena. Neanche si accorge di urlare.
- Avevo intenzione di passare da te questo pomeriggio. Devo spiegarti tante cose, piccola.
Marco tenta di avvicinarsi a lei. Con uno spintone Isabella lo spinge via.
- Stammi lontano! Non voglio nessuna spiegazione da te! Anzi, non voglio più nemmeno vederti! E smettila di chiamarmi "piccola"!

Intanto, poco lontano...
- Chi è quello lì? - domanda Pierre con una punta di astio nella voce.
- Come faccio a saperlo? - gli risponde Chuck, aprendo le braccia - Sarà un suo ex...
- Un ex un po' insistente, direi - continua il cantante.
Vede il ragazzo posare una mano sul braccio di Isabella. Lei glielo toglie poco gentilmente.
Improvvisamente sente l'impulso di spaccare la faccia a quel bell'imbusto. Stringe involontariamente i pugni.
- Pierre, tutto bene? - chiede David con tono preoccupato.
Si accorge di avere tutti i muscoli in tensione. Li rilassa e fa un respiro profondo.
- Sì, sì...
- Davvero? Se non ti conoscessi, penserei che tu sia geloso...
- Sembra stiano litigando... - dice, cercando di cambiare discorso.
- Pare di sì... anche se non capisco una sola parola di quello che gli sta urlando...
- Neanche io. Ma non credo che lei sia molto contenta di vederlo.
- Sono d'accordo. Non sono affari nostri, però - afferma Seb.
Il ragazzo si avvicina a Izzie, lei lo respinge e riprende a gridare.
E' la goccia che fa traboccare il vaso per Pierre. Si dirige a passo deciso verso la coppia.
- Mi sembrava di avere detto che non sono affari nostri!!! - urla Seb, ma ormai Pierre non lo ascolta più.
Si piazza tra i due e guarda deciso il ragazzo negli occhi.
- Ciao. - esclama, in un misto di italiano, inglese e francese.
- Ciao - gli risponde l'altro, sorpreso e un po' seccato.
- Pierre, che diavolo stai facendo?
- Non credo che la signorina voglia parlare ancora con te.
- Pierre...
Marco sorride sarcastico.
- E chi lo dice?
- Io.
- E tu chi sei?
- Pierre Bouvier. Problemi?
I due sono pericolosamente vicini. I loro nasi quasi si sfiorano, i loro occhi lasciano trasparire l'odio che provano l'uno nei confronti dell'altro.
Isabella riesce a infilarsi tra i due litiganti. Con l'aiuto di Jeff, li fa indietreggiare.
- Buoni voi due... che vi è preso?
Marco sbuffa infastidito. Poi si volta.
- Se mi cerchi, sai dove trovarmi, Isabella.
- Non credo proprio ti cercherò.
- Fai come vuoi - conclude allontanandosi.
Pierre si strofina le mani, soddisfatto. Tira fuori uno dei suoi migliori sorrisi, ma quando incontra gli sguardi dei suoi amici, capisce che sorridere non gli servirà a molto.
- Pierre Bouvier, che pensavi di fare?
- Scusami, Izzie... pensavo che quel tipo ti stesse dando fastidio...
- E hai deciso di intervenire?
Il cantante abbassa la testa, guardandosi le scarpe.
- Pierre è sempre stato un po' impulsivo... - interviene Chuck in difesa dell'amico.
- Già - aggiunge Dave - Non voleva crearti problemi...
- Non importa... anzi, lo ringrazio...
- EH? - esclamano i cinque all'unisono.
- Se non fosse intervenuto, non sarei mai stata capace di dire a Marco di andarsene....
Pierre la guarda serio negli occhi.
- Quindi non sei arrabbiata?
- No, tranquillo.
Isabella sorride dolcemente, togliendo ogni dubbio dalla mente del cantante.
- Ti va di parlarne? - azzarda Seb.
- Non dovevamo fare una passeggiata?
-Beh, possiamo benissimo fare le due cose insieme...

- Quindi, quello era un tuo ex...
- Non "un" mio ex. Marco era "il" mio ex. Siamo stati insieme sei anni. Poi, un bel giorno e senza motivo, è sparito. L'ho cercato dappertutto, mi sono preoccupata tantissimo. Ho chiesto informazioni in giro finchè non ho scoperto che era partito per Londra e non si sapeva se e quando sarebbe ritornato.
- A quanto pare l'ha fatto.
- Non so perchè se ne sia andato, non so perchè sia di nuovo qui e non so nemmeno se voglio saperlo. Però, rivederlo ha riaperto una ferita che credevo ormai chiusa da tempo.
Il parco davanti a loro si estende per metri e metri. Il verde dell'erba è leggermente più chiaro di quello degli occhi di Izzie.
Pierre nota che questi sono velati di lacrime.
- Mi dispiace... - ripete per l'ennesima volta da quando avevano iniziato a camminare.
C'è un qualcosa in Isabella che lo attira, ma ancora non sa cosa sia. Forse lo sguardo, il carattere... Sa solo che, quando aveva affrontato quel Marco, si era trattenuto a stento dal prenderlo a pugni.
E questo non è normale, pensa.
- Terra chiama Pierre! Pierre, rispondi!
La voce di Chuck lo riporta alla realtà.
- Eh? Che c'è?
- Sei ancora con noi, amico?
- E dove vuoi che sia?
- Non lo so. Sembravi distante, lontano da qui...
- Sì, scusate. Stavo solo pensando...
- Oh, adesso sì che sono preoccupato... - esclama Jeff.
Tutti ridono, tranne Pierre che, con sguardo minaccioso, inizia a rincorrere il povero chitarrista.
- Cosa vorresti dire, eh? Che io non penso?
- Non spesso! - gli urla l'altro di rimando.
- Vieni qui! Se ti prendo, ti butto nella fontana!!!
- Tanto non mi prendi!!
Isabella scuote la testa sorridendo. Improvvisamente, un'onda di acqua gelida la colpisce, insieme ai tre ragazzi vicino a lei.
Volge lo sguardo verso il colpevole di quel bagno non desiderato. Pierre ha stampato in faccia un sorrisetto divertito.
- Bouvier, io ti uccido!!! - urla Chuck.
Tutti i passanti osservano sorpresi cinque ragazzi e una ragazza rincorrersi nel parco. E non viene difficile paragonarli ai bambini che giocano intorno a loro.
Stanchi e senza fiato, i sei si fermano e si sdraiano sull'erba.
- Certo che siete proprio strani...
- Fa parte del nostro fascino - dice David.
- Tsè, fascino... - fa Isabella, con tono ironico.
Restano per alcuni minuti senza parlare, intenti a contemplare il cielo.
E' Pierre a rompere il silenzio.
- Ho fame - fa, serio.
- DI NUOVO? - esclamano gli altri, in coro.
- Ehi, stavolta non potete darmi torto! E' mezzogiorno passato!!
Izzie controlla l'orologio. Pierre ha ragione. E poi un certo languorino sta venendo anche a lei.
- Ok, allora andiamo a mangiare. - dice, alzandosi. - Però dovete fare i bravi questa volta!
- Promesso!
- Mmm, chissà perchè ma non sono del tutto convinta che andrà tutto bene...

Grazie di cuore a _eleNina_ per la sua recensione, e a Magical_Illusion e _eleNina_ per aver inserito questa ff tra le seguite!
Spero che anche questo capitolo vi piaccia!!
Baci8

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


48 hours cap 4
Contrariamente a quello che Isabella aveva pensato, il pranzo era andato bene.
Fin troppo bene, pensa.
Quando aveva chiesto loro cosa volessero mangiare, tutti avevano risposto che volevano assaggiare qualcosa di tipicamente italiano.
Spaghetti!, aveva sottolineato David.
Così li aveva portati in un piccolo ristorante di sua conoscenza, dove i ragazzi si erano comportati davvero educatamente.
- Oh, si sta meglio con la pancia piena! - esclama Pierre - Siamo stati bravi, vero?
- Sì, devo ammettere che siete stati dei bravi bambini...
- Grazie, mamma... - fa Chuck, divertito.
- Non ci speravo proprio, a dir la verità. Non è che state progettando qualcosa di losco, vero?
- Donna di poca fede. Sappiamo anche essere civili, quando vogliamo.
- Menomale!
- Che facciamo adesso, Izzie? - chiede Jeff.
- Qualsiasi cosa voi vogliate fare, basta che non sia pericoloso o che ci metta nei guai.
- Beh, io un'idea ce l'avrei...

- Guarda questa, Izzie - disse Chuck, tirandole la macchina fotografica.
La prese al volo. Rise vedendo l'immagine sul piccolo display dell'oggetto.
- E' quando correvi dietro a quelle ragazze, vero?
Si erano divertiti come matti a fare delle fotografie in situazioni... particolari, si potrebbe dire.
E in quell'occasione, Chuck si era messo a correre dietro due ragazze, fingendo di fare jogging come loro. Quando le due si erano accorte che uno strano ragazzo le stava seguendo, si erano affrettate a scappare, mentre il batterista le rincorreva urlando.
- Possiamo svilupparle queste foto? Vorrei tenerle come ricordo, se non vi dispiace.
- Certo!
Così, ad ogni istantanea che il fotografo mostra loro, i sei ridono ricordando l'occasione in cui questa è stata scattata.
C'è Seb nella fontana (cortesia di Chuck), David che fa il verso ad un mimo, Jeff incastrato su uno scivolo per bambini, Pierre e Isabella fare a gara a chi trattiene il respiro più a lungo...
Senza farsi notare dagli altri, il cantante fa segno all'uomo di stampare due copie dell'ultima fotografia.
- Fortuna che dovevamo fare qualcosa che non ci mettesse nei guai! Se una persona di quelle che ci ha visto avesse chiamato la polizia, avremmo guadagnato come minimo una bella multa!
- Esagerata! Almeno ammettilo che ti sei divertita!
Isabella ride di gusto.
- Sì, non posso negarlo. Siete proprio simpatici. Ragazzi, che ora abbiamo fatto?
Pierre controlla distrattamente l'orologio. Poi sorride.
- Sono le ore 17:40, signorina. E comincio a sentire un certo appetito...
- Mi chiedo dove la metti tutta la roba che ingurgiti, Pierre. - dice Izzie, prendendolo un po' in giro.
Il ragazzo si stringe nelle spalle. E un altro dolce sorriso appare sul suo viso.
Sorriso che Isabella non può fare a meno di considerare davvero amabile.
Scuote la testa, come a voler scacciare qualsiasi cosa ci sia dentro.
- Tutto ok? - chiede Chuck, perplesso.
Lei, ancora immersa nei suoi pensieri, non risponde.
- Izzie?
Si sente prendere per le spalle. Si volta e si ritrova davanti gli occhi castani del cantante.
- Stai bene? - fa, preoccupato.
Annuisce, quasi sperduta in quelle due iridi.
- Ma che diavolo vado a pensare? - esclama.
- Izzie, parlare da soli è il primo sintomo di pazzia...
Improvvisamente si rende conto di quello che ha fatto. Non può credere di averlo detto ad alta voce.
- Ehm... scusate, stavo pensando ad una cosa...
Il suono del telefonino la risveglia del tutto.
- Ciao, Charlie.
- Sai, cominciavo ad abituarmi alla voce di Chuck...
- Se vuoi te lo passo, è qui vicino a me. - dice Isabella, divertita.
- Mmm, sarebbe bello... purtroppo adesso non ho il tempo di svenire, vado un po' di fretta. Volevo chiederti se è ancora valida la pizza a casa tua stasera.
Izzie si sbatte la mano sulla fronte. Si è completamente dimenticata di aver promesso alla sua migliore amica di mangiare con lei quella sera.
- Non te ne sarai scordata, vero?
- No, figurati...
- Allora ci vediamo?
- Charlie, mi dispiace... non posso lasciare il gruppo... non ti arrabbiare...
- E chi si arrabbia? Del resto sono solo due settimane che non ci vediamo, perche dovrei arrabbiarmi?
Il cervello di Isabella inizia a lavorare con la rapidità di un fulmine. Ha in mente un'idea, ma è piuttosto rischiosa. Se il suo capo dovesse venire a saperlo...
Ma il Sig. Redis è fuori città per due giorni, dovremmo essere tranquilli, si dice.
- Aspettami solo un secondo, Carlotta...
Si rivolge ai ragazzi dietro di lei e sussurra:
- Vi andrebbe di cenare da me questa sera?
I cinque annuiscono. Pierre sembra più felice degli altri.
- E vi darebbe fastidio se ci fosse anche la mia amica Carlotta?
Scuotono la testa quasi contemporaneamente. Questa volta è Chuck a dare l'impressione di essere il più contento.
- Charlie, ci sei ancora?
- Sì, ma fai veloce che devo andare!
- Per la pizza di stasera va bene... fa lo stesso per te se ci sono cinque invitati in più?
- In-intendi i Simple Plan?
- Beh, se non vuoi gli dico di non venire...
- MA SEI MATTA? Va benissimo!!! - urla Carlotta, elettrizzata.
- Ok, allora facciamo alle 20 da me?
- Perfetto! Ti devo un favore enorme! Ciao, a dopo!
- Ciao! - dice Izzie, chiudendo la conversazione.
Bene, ho la vaga idea di aver combinato un casino, pensa la ragazza mentre raggiunge i suoi amici.

Davanti alla reception dell'hotel dove alloggiano, tutti i Simple Plan ascoltano con attenzione quello che la ragazza di fronte a loro sta dicendo.
- Verrò a prendervi intorno alle 19:30... pensate di farcela ad essere pronti per quell'ora?
- Sì, capo! - esclama Seb, sorridendo divertito.
- Bene, ci vediamo dopo allora!
Tutti alzano una mano in segno di saluto.
Inaspettatamente, Pierre si avvicina alla ragazza e le da un bacio sulla guancia. Cosa che fa diventare Isabella dello stesso colore di un pomodoro. Per nascondere l'imbarazzo, si volta e si dirige con passo veloce verso l'uscita dell'albergo.
David, Chuck, Seb e Jeff osservano sorpresi il cantante avviarsi in direzione dell'ascensore. A loro sembra che il ragazzo sia un po' troppo felice per una semplice cena.
- Pierre è strano - fa il bassista, rivolto agli altri.
- Pierre è sempre strano - lo corregge Jeff.
- Ok, ma è più strano del solito.
- Sono d'accordo. Mi chiedo cos'abbia...
- Vi muovete? Dobbiamo prepararci! - grida Pierre, interrompendo il loro discorso.
- Arriviamo, arriviamo... - fa Chuck - Non so cosa gli stia succedendo, ma sarà meglio tenerlo d'occhio.
- Lo credo anch'io - conclude Seb.

- Bouvier, perchè ci metti così tanto a scegliere cosa indossare? - chiede il batterista, incuriosito dallo strano comportamento dell'amico.
Dopo essersi fatto una doccia, infatti, il ragazzo aveva iniziato a rovistare tra le sue cose in valigia. Senza peraltro trovare qualcosa che gli andasse a genio.
- Uffa! Non ho niente da mettermi! - sbuffa Pierre.
Chuck sorseggia un po' d'acqua da una bottiglietta, guardando il cantante ancora indaffarato.
- Che ti prende, Pierre?
Questi si siede sul letto e lo guarda serio. Inspira profondamente prima di dire, tutto d'un fiato:
- Credo di essermi innamorato di Isabella.
Al batterista va di traverso l'acqua che sta bevendo.
- Pu-puoi ripetere? - chiede, tra i vari attacchi di tosse.
- Dai che hai capito...
- Avevo notato che c'era qualcosa di strano... ma non così strano!
- Non mi chiedere com'è successo, perchè non lo so nemmeno io. Diciamo che quella ragazza mi piace... so che è sbagliato, ma non posso farci niente.
- Come hai intenzione di comportarti?
- Non lo so. Vediamo come si evolve la serata... e tu, con Charlie? - dice Pierre, sorridendo.
- Io cosa? Non la conosco nemmeno!
- Beh, per dire che tu sei l'uomo perfetto, dev'essere sicuramente matta... o perlomeno cieca...
Un cuscino gli arriva direttamente in faccia.
- Vuoi la guerra? Benissimo! - esclama, lanciando il guanciale contro l'amico.
David, però, interrompe le loro ostilità bussando alla porta.
- Siete pronti?
- Quasi! - gli urla di rimando Chuck.
Poi, strizzando l'occhio a Pierre
- Muoviti a farti bello se vuoi fare colpo stasera..
.

Grazie mille per le recensioni a:
Magical_Illusion: anche io adoro la loro musica, e le canzoni che sento più vicine a me sono Jump, Worst day ever, Perfect e Shut Up. Io, però, ho una certa... ehm, chiamiamola predilezione, per Pierre (non so se si era notato :)......).
Ti ringrazio per leggere e commentare la mia storia!
_eleNina_: grazie mille! Sono felice che la mia ff ti piaccia! Grazie per averla recensita!
Grazie anche a chi la legge soltanto!
Baci8!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


48 hours cap 5
- Ma come siamo carini, Bouvier! - nota con ironia David, squadrando da capo a piedi il cantante.
- Grazie. Anche tu non sei malaccio, Desrosier. Ma sai che io ho altri gusti...- gli risponde Pierre, un sorriso sarcastico stampato in faccia.
- Carino e simpatico, direi...
- A che ora ha detto che sarebbe venuta a prenderci Izzie? - li interrompe Seb.
- Alle 19:30, se non sbaglio - Jeff controlla l'orologio, tirandosi leggermente su la manica della camicia nera che indossa - Quindi a momenti dovrebbe essere qui.
Pierre si sfrega le mani soddisfatto. Tra poco rivedrà Isabella e non potrebbe essere più contento.
E mentre Chuck sorride guardandolo, gli altri tre si osservano confusi. Cos'ha Pierre per essere tanto felice? E come mai ci ha messo così tanto a prepararsi,  lui che di solito per vestirsi da un'occhiata nella valigia e prende le prime cose che possano stare bene insieme?
Una macchina accosta vicino a loro. Dal finestrino spunta il viso di una ragazza sorridente.
- La vostra carrozza, signori!
Tutti e cinque i ragazzi si affrettano a salire sull'auto.
- Dovrete stringervi un po' voi lì dietro... - dice Isabella, guardando Chuck, David, Jeff e Seb cercare di trovare una sistemazione abbastanza comoda.
- No problem! - le risponde il chitarrista - In qualche modo faremo, non ti preoccupare. Solo una cosa...
- Quale?
- Vorrei proprio sapere chi è che mi ha infilato un ginocchio nel didietro!!!
- Ops, scusa tanto Seb... - esclama Dave.
Nessuno è in grado di trattenere una risata.
Pierre, tranquillamente sistemato sul sedile anteriore, osserva sorridendo la ragazza accanto a lui. Indossa un paio di jeans e una camicetta rossa, che risalta i suoi occhi verdi. E il cantante non può fare a meno di notare quanto quell'abbigliamento le stia bene.
- Sei davvero carina, Izzie...
All'interno dell'auto cala il silenzio. I ragazzi seduti dietro sono perfettamente immobili. Persino Chuck, l'unico a sapere quello che prova l'amico, è stupito dall'iniziativa di Pierre. Non aveva detto che avrebbe aspettato di vedere come si sarebbe evoluta la serata?
- Cos'hai detto scusa? - chiede Jeff, un po' perplesso.
- Eh? Io? No, no... nulla... io... ni-niente....
Neanche lui si rende conto di quello che ha appena detto. Va bene la sincerità, ma è sicuro di aver esagerato.
- Ma tu...
- Non ho detto niente. E adesso andiamo, per favore? - lo interrompe il cantante, con tono secco.
Poi, accorgendosi di essere stato sgarbato, cerca di buttarla sul ridere.
- Andiamo, che Chuck non vede l'ora di incontrare Charlie! - dice sorridendo dolcemente, ma rimediandosi un sonoro scappellotto dal batterista.
- Non dire fesserie, stupido. Più che altro, scommetto che hai fame...
Pierre si massaggia la pancia, poi si stringe nelle spalle.
- Beh, forse un pochino...
- Sei sempre il solito, Pierre. - esclama Izzie, mettendo in moto l'auto.

Mentre Jeff e Seb cercano di non far cadere le pizze che tengono in mano, Isabella gira la chiave nella toppa.
- Benvenuti nella mia umile dimora! - esclama, facendo entrare i ragazzi.
- Ma che bell'appartamentino...  - mormora David.
- Fate come se foste a ca...
- Non dirlo!! - la ferma il bassista - Non dire quella frase, altrimenti di casa tua non resterà che un vago ricordo, fidati.
- Ok. Allora dirò: posate pure lì le pizze ed accomodatevi sul divano.
- Sì, credo che questo sia plausibile.
Ma, neanche il tempo di sedersi e suona il campanello. Isabella sorride, cercando di non farsi vedere dagli altri.
- Chuck, potresti andare ad aprire, per favore?
- Certo!
Quando spalanca la porta, il batterista si trova davanti una ragazza alta, bionda e con gli occhi azzurri. In mano tiene una bottiglia di vino.
- Ciao! Tu devi essere Charlie! Piacere, io sono Chuck!
- Io so-sono... oh mio dio... Ch-Chuck... no, volevo dire... tu sei Chuck... io sono... ohhh...
- Lasciala entrare o credo sverrà sul pianerottolo! - interviene Pierre, avvicinandosi.
- Pi-Pi-Pierre...
A quel punto, temendo per la salute dell'amica e volendo evitare svenimenti o infarti, Isabella si fa largo tra i due e prende Carlotta per un braccio.
Quando la ragazza vede il resto del gruppo accomodato sul divano, Chuck riesce a salvare la bottiglia prima che questa incontri il pavimento.
- Ragazzi, questa è Carlotta, o Charlie - dice la padrona di casa, indicandola - Charlie, questi sono i ragazzi. Credo che i loro nomi tu li conosca già.
- Ci-ciao...
- Dai, aiutami a preparare tutto...
- Aspetta, devo dirti una cosa importante. - fa Carlotta seria - In privato - aggiunge.
- Beh, puoi parlare in italiano, tanto capiscono poco e niente.
Ma l'espressione dell'amica induce Izzie a farla accomodare in camera da letto.
- Che succede? - chiede, leggermente preoccupata dall'atteggiamento di Charlie.
Questa si schiarisce la voce, poi con tono solenne annuncia:
- Marco è tornato.
Quelle parole sono per Isabella più forti di una pugnalata al cuore. Sente le lacrime salirle agli occhi e un nodo formarsi in gola, ma cerca di cacciare via entrambi.
- Lo so. - dice solo.
- Lo sai?
- Sì. Ci siamo incontrati, o, per meglio dire, ci siamo scontrati.
- E...?
- E cosa?
- Cosa vi siete detti?
Isabella si siede sul letto, prendendosi la testa tra le mani. NON devo, NON devo piangere per lui, continua a ripetersi mentalmente.
- Ha detto che dovevamo parlare, che doveva spiegarmi tante cose...ma io gli ho detto che non ho intenzione di rivederlo. E poi è intervenuto Pierre.
- Pierre??? E che ha fatto?
- Niente, ha preso le mie difese. E Marco se n'è andato, tutto qui.
Si accorge, suo malgrado, di non riuscire più a controllare le lacrime. Quindi le lascia cadere liberamente, tradendo ogni suo buon proposito di non darla vinta a quel "non bene classificabile" del suo ex.
- Mi dispiace...
Un rumore le fa sobbalzare entrambe. Qualcuno sta bussando alla porta, facendo ricordare a Izzie di avere degli ospiti in salotto e che le pizze in cucina si stanno raffreddando.
- Avanti - dice.
Il viso di Pierre spunta sorridente.
- Scusate il disturbo, ma non vi abbiamo più visto e non sapevamo cosa fare...
Poi il suo sorriso sparisce ed entra nella stanza avvicinandosi alle ragazze.
- Izzie, che hai? Stai piangendo... stai bene? - chiede con tono decisamente preoccupato.
- Sì, tranquillo... tutto bene...
- Se vuoi parlarne...
Carlotta li osserva. C'è qualcosa tra quei due, ne è sicura. Anche se forse ancora non lo sanno. E lei si convince di dover dare loro una mano.
Decide quindi di mettere in pratica l'idea che le è appena venuta.
- Pierre, per favore, cerca di tirare un po' su il morale a Isabella. Sai, è triste per il suo ex fidanzato... mi ha detto che l'hai già visto...
Il ragazzo stringe i pugni. Ogni volta che sente parlare di quel Marco gli vengono i nervi a fior di pelle.
- Sì, ho già avuto il piacere.
- Ok, allora io vado di là, così potete parlare in pace. Fate i bravi, mi raccomando! - esclama, dirigendosi verso l'uscita.
Non si volta nemmeno per vedere Isabella lanciarle ogni sorta di maledizioni con gli occhi. Sorride maliziosamente mentre richiude la porta alle sue spalle, contenta di aver trovato un modo per far sì che la sua migliore amica ritorni a sorridere.

Eccomi qui, finalmente!!! Sono in tremendo ritardo, mi dispiace!! Prometto che cercherò di fare in modo che non succeda più!!
Ringrazio di cuore _eleNina_ per la sua recensione! Che ti devo dire, la gente non legge questa storia perchè probabilmente non le piace... chissà! Comunque ti ringrazio per seguirmi sempre! Spero che anche questo capitolo ti piaccia!!
Ringrazio anche chi questa storia la legge soltanto...
Un baci8!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


48 hours cap6
Mille grazie, Charlie, pensa Isabella mentre Pierre prende posto vicino a lei.
- Ehi, non mi dire che stai piangendo per quello là! - esclama il ragazzo. - Quello non si merita neanche mezza lacrima.
Invece si meriterebbe un bel pugno sul naso. E sarei felice di essere io a darglielo.
- Lo so, Pierre. E' che proprio non mi riesce di dimenticarlo...
Questo non va bene.  Nè per te, nè per me.
- Sai, secondo me non dovresti dimenticarlo.
Che diavolo sto dicendo?
- Ah no?
- No, perchè ricordare quello che ti ha fatto ti servirà a crescere. E, se dovesse succedere un'altra volta, saprai come affrontarlo e come soffrire di meno.
Ma come siamo profondi, Bouvier...
Izzie, però, non sembra riuscire a smettere di piangere. Anzi, il flusso delle sue lacrime aumenta, e Pierre si trova spiazzato. Non ha idea di cosa si debba fare in questi casi. E allora si affida all'istinto. La prende tra le braccia e le fa appoggiare la testa al suo petto.
I singhiozzi di lei si fanno sempre più forti, fino a scoppiare in un pianto angosciato. Nel contempo, stringe convulsamente la maglietta del ragazzo.
- Dai, non fare così... non sopporto di vedere una bella ragazza in lacrime... - mormora, mentre le accarezza i capelli.
Alza il capo fino ad incontrare gli occhi del suo interlocutore.
- Hai detto che sono bella?
Touchè.
- Beh, sì... sarei un ipocrita se dicessi il contrario...
Vai, Pierre... vai!
- Insomma, non posso negare che tu sia carina...
Izzie lo fissa incredula. Anche lei pensa che Pierre sia un bel ragazzo, ma non lo avrebbe mai ammesso con così tanta facilità come ha appena fatto lui.
- Come fai a pensare che io abbia un aspetto anche solo decente? Devo sembrare un mostro...
- Sei il mostro più bello che mi sia mai capitato di incontrare - afferma lui con sicurezza.
Inconsciamente i loro visi si avvicinano. Isabella inclina la testa e chiude gli occhi, mentre la mano di Pierre corre alla sua guancia.  Il ragazzo sente il respiro di lei accarezzargli il volto e si bea di quella sensazione. I loro nasi sono ormai talmente vicini da sfiorarsi quando...
- Izzie? Va tutto bene? Di là ti stiamo aspet... Oh, scusate...
Ottimo tempismo, Jeff, pensa Pierre.
- Eh? No, arrivo subito. Mi do una rinfrescata e sono da voi.
Isabella si alza, lasciando Pierre solo con il suo disappunto e il suo amico.
- Ho interrotto qualcosa? - chiede ingenuamente il chitarrista.
- No, figurati... - gli risponde sarcastico l'altro, alzandosi a sua volta.
Insieme escono dalla camera e raggiungono il resto del gruppo in salotto. Il cantante lancia un'occhiata al batterista comodamente sprofondato sul divano insieme a Carlotta.
- Mi dispiace. Stavo parlando con Charlie, non mi sono accorto che fosse venuto a cercarvi - si difende Chuck.
- Non ti preoccupare...
- Ma almeno le hai parlato? - fa Carlotta, sporgendosi curiosa verso il ragazzo.
- Certo che le ho parlato!
- Bravo. Allora hai quella faccia perchè Jeff vi ha interrotto?
- Beh, non ha proprio interrotto un discorso...
- Eccomi! - esclama Izzie, facendo la sua apparizione nella stanza, risultando di nuovo perfetta. - Adesso mangiamo, ve lo prometto. Solo che dovrò riscaldare tutte le pizze... Charlie, mi daresti una mano?
Quando questa si alza, Pierre prende il suo posto, trovandosi così seduto vicino all'amico. Sospira pesantemente, poggiando la schiena su un cuscino.
Se Jeff non avesse interrotto, l'avrei veramente baciata?, pensa. Insomma, la conosco da meno di un giorno... non posso essermi già innamorato di lei!
- Che ti succede, Pierre?
- Stavo per baciare Izzie - dice il cantante in un respiro.
- TU STAVI PER FARE COSA? - urla invece Chuck, attirando l'attenzione di tutti su di se.
- Complimenti... - sussurra Pierre.
Il resto del gruppo si avvicina ai due con fare circospetto. David si accomoda vicino a Pierre, osservandolo attentamente.
- Cosa stava per fare il signor Bouvier?
- Niente! - si affrettano a rispondere Chuck e l'amico.
- Sì, certo. Andate a raccontarla a qualcun'altro.
Batterista e cantante si guardano per qualche minuto.
- Ehi, non ci dovrebbero essere segreti all'interno del gruppo! - esclama Seb, indignato.
- Ha ragione - dice Chuck.
Pierre sospira nuovamente, si prende la testa e poi guarda gli amici con aria sconsolata.
Inizia a raccontare tutta la storia, tralasciando commenti sarcastici sull'interruzione di Jeff.
- Sai che è sbagliato, vero? - domanda Dave, serio.
- Lo so...
- Sai che domani sera tu ripartirai per gli Stati Uniti e lei rimarrà qui, vero?
- Lo so...
- Cosa intendi fare?
- Questo non lo so...
- Cos'è che non sai, Pierre? - chiede Izzie, porgendogli la sua pizza.
Il cantante le sorride dolcemente prima di risponderle:
- Non so se sarei riuscito a resistere a lungo senza cibo!
Lei scuote la testa ridacchiando.
- Sei sempre il solito...
- Già! - esclama il ragazzo.
- Salvato in corner - sussurra Seb quando Isabella si volta.
Pierre si stringe nelle spalle, poi da un morso alla pizza.
- Bon appétit! Si dice così, giusto? - fa Charlie, con un curioso accento francese.
- Oui, Madamoiselle!! - le risponde Chuck, dandole un piccolo buffetto sulla guancia.
E poi quello strano sarei io, pensa Pierre sorridendo tra se e se.
Tra un morso alla pizza e una battuta, la serata passa in men che non so dica. E in poco tempo è già l'ora per i ragazzi di tornare in albergo.
- Non possiamo proprio restare? - dice il cantante, sbuffando seccato.
- No, lo sai. -  replica Jeff, altrettanto scocciato  - Sei sicura di non volere un aiuto a riordinare?
- Sicura! Farò tutto domani, non vi preoccupate. - Izzie accenna uno sbadiglio, poi sorride ai suoi invitati - Adesso però dovete andare. Charlie vi darà un passaggio fino all'hotel. Ti dispiace, Charlie? Sono proprio stanca...
- Non c'è problema! - ribatte la ragazza, facendole l'occhiolino.
Ha capito benissimo che l'intenzione dell'amica è quella di farla rimanere un po' di  più con il bel batterista, e le è decisamente grata.
- Au revoir, mes amis!
- Au revoir, Isabella!! - esclamano i ragazzi in coro poco prima di uscire.
Dopo essersi chiusa la porta alle spalle, Izzie si guarda intorno.
La casa è piuttosto incasinata, ma niente che non si possa risolvere in seguito ad una doccia e una bella dormita.
E' così che, più tardi, si ritrova sotto le coperte, godendosi il caldo del suo morbido letto.
Ma il suo sonno viene disturbato da quello che, inizialmente, le sembra un suono distorto proveniente da un altro mondo. Impiega qualche minuto a comprendere che invece si tratta del suo cellulare.
Chi è che rompe a quest'ora?, pensa dopo aver gettato un'occhiata alla sveglia e aver constatato che sono solo le quattro di mattina.
- Pronto? - sbotta, la voce ancora impastata.
- Ciao, Izzie! - esclama qualcuno (che, contrariamente a lei, sembra molto sveglio) all'altro capo del telefono.
- Pierre?!?!?
- Presente! Scusami per l'ora...
- Non ti preoccupare. E' successo qualcosa?
Isabella è in uno stato d'apprensione terribile. Fosse accaduto qualcosa a Carlotta, o ai ragazzi...
- No, no, stai tranquilla. Mi chiedevo solo se potessimo parlare un po'...
- Io e te? - chiede sbigottita.
- Beh, se non c'è qualcun altro in casa tua, direi di sì. Io e te.
- V-Va bene...
Una moltitudine di pensieri le affollano la mente: l'appartamento è un disastro, io sono in pigiama... ma, soprattutto... cosa avrà da dirmi di tanto importante Pierre Bouvier per svegliarmi alle quattro?
- Quando arrivi?
Dopo qualche istante in cui sente solo il suo respiro, il ragazzo risponde:
- Veramente sarei già qui sotto...

Rieccomi!! Ci metto un po' ad aggiornare, scusate...
Ringrazio di cuore _eleNina_ per la sua recensione e per aver inserito questa ff tra le preferite!!! Spero che anche questo capitolo ti piaccia!!!!!!
Un grazie anche a sweety5 per aver inserito la storia tra le seguite!!
E, come al solito, ringrazio anche chi questa storia la legge soltanto!!
Un baci8 a tutti e a presto (spero)!!!!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


48 hours cap7
- I tassisti italiani non sono molto simpatici - esclama Pierre, togliendosi la giacca e porgendola  a Izzie.
- Non se li chiami a quest'ora e non fai altro che parlare per tutto il viaggio! - risponde questa con un sorriso.
- Io non ho fatto niente...
- Ne sono sicura! Piuttosto, cosa ci fai qui alle quattro?
Già, che ci faccio io qui alle quattro?, pensa Pierre guardando la ragazza che ha di fronte.
- Io... - comincia - Io... devo.... devo parlarti.
- E non potevi aspettare fino a domani... o meglio, fino alle nove di stamattina?
Il ragazzo scuote la testa.
- No, è una cosa importante.
- Ok, allora dimmi tutto! - esclama Izzie, sedendosi sul divano e facendo segno al cantante di prendere posto accanto a lei.
Pierre si lascia cadere pesantemente sul sofà, facendolo traballare.
Calma, Pierre. Vacci piano...
- Quindi... sono le quattro...
Complimenti, genio!
- Così sembra... - risponde la ragazza, perplessa.
Poi il silenzio cade tra i due, incapaci persino di guardarsi in faccia.
- Gli altri sanno che sei qui?
Il cantante si passa una mano tra i capelli, sospirando.
- Sì, certo.
Ed è vero... più o meno. Aveva cercato di svegliare Chuck per avvisarlo della sua "gita notturna", ma quello gli aveva risposto con un grugnito ed un invito poco gentile ad andare a quel paese. Di destare gli altri, poi, non se ne parlava.
- Sicuro? - continua lei, vedendolo poco convinto.
- Certo! Non ti preoccupare!
Izzie sorride.
- E' proprio quando dici così che mi preoccupo...
- Oh, ma grazie - sbotta il ragazzo, fingendosi offeso - Sono commosso da tutta questa fiducia!
Bene, almeno il discorso è avviato!
- Dai, non fare così.
Ora Isabella è vicina, fin troppo. Pericolosamente vicina. E Pierre, quando se ne rende conto, capisce che è arrivato il momento di parlare. In fondo, è venuto per quello, no? E' per quello che non ha chiuso occhio, ha preso una taxi in piena notte, scaricato tutta la tensione sul tassista, il quale è arrivato addirittura a chiedergli di smettere di parlare. E' per quello che l'ha svegliata alle quattro di mattina, pronto a beccarsi una ramanzina. Che, grazie al cielo, non era arrivata. Anzi, Izzie sembra felice di averlo in casa.
Motivo in più per iniziare a parlare, non credi, Bouvier?
- Ehm... non avresti qualcosina da sgranocchiare? Sai, sono parecchie ore che non metto qualcosa sotto i denti...
CHE COSA?? Ti ha dato di volta il cervello??
La ragazza lo osserva confusa. Pierre Bouvier l'aveva tirata giù dal letto alle quattro di mattina solo per mangiare? Era di quello che doveva parlarle?
- Dovrebbe esserci del gelato in freezer...
- Andrà benissimo.
Quando Isabella si alza e si dirige in cucina, il cantante si prende la testa tra le mani, trattendo la voglia di darsi un pugno da solo.
Imbecille. Sono un emerito imbecille, pensa. Come diamine ho fatto? "Qualcosa da sgranocchiare"... ma come mi è uscita?
Nel frattempo, Izzie sta chiudendo il freezer con un gesto di stizza.
Cioè, pensa, Pierre arriva alle quattro, mi sveglia... per chiedermi del cibo? Non ha senso. O forse ce l'ha, conoscendo il soggetto.
Si volta e apre la credenza, intenzionata a prendere due ciotoline.
- Al diavolo - sussurra.
Poi afferra due cucchiai dal cassetto delle posate e li depone sul tavolo. Sarà così che mangeranno il gelato, direttamente dalla vaschetta. Si rifiuta di lavare altre stoviglie per uno che si presenta in casa sua prima dell'alba con il suo solito appetito. Piccola, stupida, vendetta personale.
- Quanti cd! - esclama il ragazzo dall'altra stanza.
- Adoro la musica - le urla di rimando lei.
Posa su un vassoio di plastica cucchiai e gelato, incurante del fatto che questo sia ancora congelato.
- Mi piace ascoltarne un po' quando torno a casa da lavoro, oppure mentre cucino - esclama, rientrando in salotto.
Pierre passa in rassegna tutta la sua collezione, soffermandosi su alcuni artisti che gli sono famigliari.
- Good Charlotte! Sai che li conosco?
- Anche io.
- No - replica il cantante - intendevo dire che siamo amici. Se vuoi posso presentarteli...
- Stai tentando di far colpo su di me?
Sì, e spero di esserci riuscito.
- Assolutamente. Cercavo solo di essere gentile.
Continua a guardare i cd, ignorando volutamente di spostare lo sguardo sulla ragazza.
- Ehi, non mi avevi detto di essere una nostra fan! - dice, sollevando una copia dell'ultimo album.
- Non me lo avevi chiesto - risponde tranquillamente Izzie.
Giusto.
- Che cosa  sei venuto a fare, Pierre?
Quella domanda lo coglie alla sprovvista, ma ormai sa di non poterci più girare intorno. E' arrivato fino a lì grazie a chissà quale miracolo, non può lasciar perdere tutto in quella maniera. Com'era quel proverbio che il tassista gli aveva detto? Pierre ricorda solo un 30 e un 31...
- Se ti dico una cosa - esordisce, prendendo posto sul divano vicino alla ragazza - prometti di non prendermi per pazzo?
Isabella alza la mano sinistra, mentre posa la destra sul petto, a livello del cuore.
- Promesso.
- Izzie, credo di essermi innamorato di te.
Oh, finalmente.
La ragazza non riesce a credere alle proprie orecchie. Quella frase, che il cantante ha pronunciato tutta d'un fiato, le sembra davvero assurda. Anche se, a pensarci bene, non le dispiacerebbe che fosse vero...
- Pierre, non è...
- Possibile? - risponde lui - Lo credevo anche io. Almeno finchè non mi sono soffermato a chiedermi cosa avesse portato il mio sedere canadese su un taxi alle quattro di mattina.
Vorrebbe dire qualcosa, ma la gola le si è improvvisamente seccata, impedendole persino di respirare. Un ragazzo le ha appena confessato di essersi innamorato di lei. E non un ragazzo qualunque... Pierre Bouvier.
Ma come rivelare che quel sentimento poteva essere ricambiato? Come, prima di tutto, ammetterlo a se stessa?
Il ragazzo le prende la mano, bloccata a mezz'aria per la sorpresa, e si avvicina.
- Isabella - mormora. E quello è abbastanza per mozzarle nuovamente il respiro - Dimmi che è sbagliato, che tu non provi lo stesso per me, e troverò un altro tassista da tormentare. Tornerò in albergo, e sarà come se non fosse successo niente, te lo prometto.
Ok, è arrivato il momento, pensa Izzie.
- Pierre, io...

Miracolo!! E dopo 7 mesi, finalmente il nuovo capitolo!!! Mi vergogno di me stessa per tutto il tempo che è passato... scusate!!!! :(
Meglio passare ai ringraziamenti per le recensioni allo scorso capitolo:
simplyunica: ma grazie! Sono contenta che la storia ti piaccia!! Mi dispiace per averci messo tanto, ma l'ispirazione è venuta a mancare.... per il prossimo capitolo, spero di riuscire prima!
BurberryFendi93: sono felice che Izzie e Pierre (ma anche C&C, come li chiamo io, cioè Chuck e Charlie) ti piacciano!! E, naturalmente, anche la storia!! Per quanto riguarda l'aggiornare presto... ci proverò, promesso! Grazie mille per i complimenti!!!
April: Ti chiedo mille... un milione di volte scusa per non averti ringraziato per la recensione al capitolo 5!! Scusa!!! Sono imperdonabile.... :( Grazie mille, comunque! Sono felice che la storia ti piaccia!!! Un grazie di cuore a tutte e tre, ma anche a chi legge soltanto!
Alla prossima!
Baci8

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


48 hours cap8
- Pierre, io...
- No, non dire niente - la interrompe lui, alzandosi di scatto dal divano - Non ce n'è bisogno. Ho capito.
- Hai capito... cosa?
- Sono stato troppo precipitoso. Chissà cosa speravo di ottenere presentandomi a casa tua a quest'ora!
- Pierre...
Ma il ragazzo nemmeno l'ascolta, troppo impegnato nel suo discorso. Sottolinea ogni parola con vari movimenti delle braccia, quasi ad evidenziare l'importanza del suo monologo.
- Oh, ma non ti devi  preoccupare! La colpa è mia, sono un caso patologico. Finisco sempre per innamorarmi di chi non mi ricambia. Sono un emerito cretino.
- Pierre...
- Che poi certe figure potrei anche evitarmele. Voglio dire... mi rendo conto che mi piace una ragazza? Bene, me ne sto buono e zitto al mio posto. Così non corro nemmeno il rischio di essere rifiutato.
Niente, non c'è modo di fermarlo. Qualsiasi tentativo di intromettersi in quella marea di parole che è riuscito a tirar fuori nel giro di una manciata di minuti si rivela vano. Isabella sbuffa, ascoltando la fine dell'ennesima frase.
Basta, bisogna che faccia qualcosa, si dice.
Titubante, allunga la mano fino a raggiungere il petto del ragazzo. Poi, afferrando con forza la sua maglietta, lo avvicina a sè e preme le labbra sulle sue.
Di certo questo fa effetto, riuscendo a farlo stare zitto per qualche secondo. Ma riesce anche a mandargli in corto circuito il cervello. Pierre cerca di pensare, di formulare un pensiero di senso compiuto, ma in quel momento gli sembra tutto fuorché possibile.
Poggiando le mani sulla spalliera del divano e reggendosi sulle braccia per non rischiare di caderle addosso, inizia a ricambiare il bacio con delicatezza, mordicchiandole di tanto in tanto il labbro inferiore.
- Quindi volevi dirmi che eri d'accordo con me - mormora il cantante quando si separano per riprendere fiato.
-Esattamente - replica la ragazza. - Ma interromperti è una vera impresa!
Pierre si lascia cadere sul sofà vicino a lei e le passa un braccio intorno alle spalle.
- Ti chiedo scusa. E' che quando sono nervoso parlo più del solito.
Rimangono lì, stretti l'uno all'altra, parlando del più e del meno. Lui le racconta delle sue origini, del gruppo, di com'è essere famoso, di suo fratello. Lei, invece, gli parla del suo lavoro, di Marco, dell'amicizia che la la lega a Carlotta.
- Charlie è una tosta, l'ho capito subito - commenta Pierre.
- Sì, lo è. Non hai idea dell'aiuto che mi ha dato quando stavo male per quel bastardo del mio ex.
Automaticamente, Pierre digrigna i denti. Reagisce sempre male quando sente parlare di quel Marco, non ci può fare niente.
- Come hai fatto a innamorarti di me, Bouvier?
Sposta lo sguardo sulla ragazza che tiene tra le braccia, perdendosi per un attimo nei suoi occhi verdi.
- Non ne ho idea - ammette. - So solo che prima non eri altro che la nostra accompagnatrice, e un attimo dopo... ti vedevo con occhi diversi.
- Così, improvvisamente?
- Sì. E tu? Cosa ti è piaciuto di me? A parte il mio irresistibile fascino, ovviamente.
- Proprio questo.
- Il mio irresistibile fascino?
- No, scemo - esclama Isabella, tirandogli un leggero pugno sul braccio. - Il fatto che riesci sempre a farmi ridere, che mi ascolti e sai come consolarmi, che sei gentile e simpatico.
- E che sono bello.
- E che sei bello, sì. Oh, che sei modesto, soprattutto!
- Scherzi? Quello è il mio pregio più grande - ribatte il cantante sorridendo. - Sono bello, bravo, simpatico, gentile e modesto.Cosa potresti volere di più?
Izzie si lascia andare a una risata prima di sporgersi verso di lui e baciarlo un'altra volta.
- Niente - risponde. - Assolutamente niente.

- Chiamala, Chuck.
- La sto chiamando, David.
- Allora perché non risponde?
- Non lo so perché non risponde.
- Ma deve rispondere, perché...
- Vedi di darti una calmata, ok? Qui di agitato ci sono già io.
Il batterista compone il medesimo numero per la decima volta nel giro di dieci minuti, lanciando di tanto in tanto occhiate preoccupate all'uomo che sta appoggiato al muro a braccia conserte.
Di certo non è lui che si aspettavano sarebbe arrivato all'hotel quella mattina. Quando si erano svegliati, per prima cosa si erano accorti che ne mancava uno. Si sono chiesti dove fosse Pierre, lo hanno chiamato, ma niente. Il cantante sembrava sparito nel nulla.
- Pronto?
Chuck trattiene a stento un sospiro di sollievo.
- Izzie! Finalmente!
- Che succede? - gli chiede lei con voce assonnata.
- Pierre è da te?
- Sì, è qui.
- Cristo, ci ha fatto venire un infarto!
- Ma non vi aveva avvertito? Lui mi ha detto che...
- No, non sapevamo niente. Ma ora dovete venire immediatamente all'hotel.
- Perché?
Rivolge un ultimo sguardo all'uomo, soppesando al meglio le parole da usare.
- Perché qui c'è qualcuno a cui non sta bene che Pierre sia con te e non con noi.

*controlla la data dell'ultimo aggiornamento e corre a nascondersi*
Eccomi qui! Quella che aveva promesso di aggiornare al più presto è tornata! Dai, in fondo quanto è passato... un anno e mezzo? Che volete che sia?
Ok, mi scuso. Davvero.
Devo darvi una notizia: la storia è quasi finita. Uno o due capitoli al massimo. Spero di non farvi aspettare tanto! :)
Lasciatemi ringraziare Marish_The Moron, BurberryFendy93, _Selene e Calimon per le recensioni allo scorso capitolo! Spero di ritrovarvi anche in questo!
Bon, non mi resta altro da dire se non "Alla prossima!"
Un baci8!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


48 hours cap 9 - Signor Redis, posso spiegarle.
E' la frase che ha già ripetuto almeno una decina di volte da quando, dopo aver svegliato un Pierre stravaccato sul divano e aver dato a entrambi una veloce rassettata, aveva raggiunto l'albergo dove alloggiava il gruppo.
- C'è poco da spiegare, Isabella - replica scocciato il suo capo. - Il nostro lavoro non consiste nel portarci a casa gli artisti che dobbiamo seguire!
- Lo so benissimo, ma...
- Niente ma. Mi ha messo davvero in una posizione difficile, signorina.
Isabella chiude gli occhi, respirando a fondo. Aveva sentito quelle parole altre volte da quando lavorava per Redis e finiva sempre allo stesso modo. Si chiede cosa proverà quando dovrà andare in ufficio e mettere tutto in una scatola.
- Mi dispiace, sul serio, ma penso lei non sia più adatta per questo lavoro.

Pierre serra ripetutamente le mani a pugno, in preda a un nervosismo che non riesce a controllare.
E' tutta colpa sua, solo e soltanto colpa sua. Cosa gli era venuto in mente di andare a casa di Isabella! Magari se non si fosse addormentato, se fosse tornato subito indietro... ora è lei a sopportare il peso della sua stupidità.
- Secondo voi cosa le sta dicendo?
Volge lo sguardo verso Dave, impassibile accanto a lui.
- Niente di buono, a giudicare dalle loro facce... Dio, sono un cretino.
- Dai, Pierre, non serve a niente adesso colpevolizzarsi. Pensiamo piuttosto a un modo per tirarla fuori dai guai in cui l'abbiamo messa.
E in quel momento il cantante vorrebbe saper parlare italiano, per riuscire a spiegare a Redis che l'unica cosa che Izzie ha fatto di male è star dietro a uno come lui e non averlo mandato via. Che lui è uscito dalla sua camera di sua spontanea volontà, che non l'ha costretto di certo lei a salire sul taxi alle quattro di notte. Che il deficiente è lui, non lei.
Tuttavia ci prova; si avvicina ai due e, in quel miscuglio di inglese e francese che solo lui è in grado di creare, tenta di far capire al direttore tutto quello che è successo da quando ha lasciato l'albergo. Ma l'altro non lo ascolta, nemmeno lo lascia finire di parlare. Lo informa che da quel momento in poi dovranno far riferimento solo a lui, li saluta e se ne va.
Pierre lascia cadere le braccia lungo i fianchi, sospirando sconfitto. Non ce l'ha fatta. E a rimetterci è stata la sua Izzie.
- Mi... mi dispiace - mormora, la testa bassa, incapace di sostenere il suo sguardo.
- Ci dispiace - lo corregge Seb. - C'eravamo tutti e cinque a casa tua.
Isabella si passa una mano tra i capelli, cercando di trattenere le lacrime.
- Non è colpa vostra, ragazzi. Io vi ho portato a casa, io vi ho fatto mangiare lì. Non è colpa vostra.
Detto questo, risale sull'auto e si allontana, lasciandoli soli a rimuginare su quanto appena successo.

Non c'era stato nessun commento, nessuno sguardo, niente di niente. Tutti i suoi colleghi avevano fatto finta di niente quando lei era entrata in ufficio, armata di scatola di cartone e quel che restava del suo orgoglio, per portar via le sue cose.
Quella stessa scatola ora sta sul tavolino del salotto, lo stesso dove, solo poche ora prima, aveva ascoltato la dichiarazione d'amore di Pierre. Sembra fissarla, la scatola, quasi sfidarla a svuotarla del suo contenuto. Non ne ha voglia. Non ancora.
Ha appena perso il lavoro. E' una cosa di cui per ora non si rende completamente conto. Cosa farà domani? E il giorno dopo? Dovrà lasciare l'appartamento, senza stipendio non se lo può permettere.
Non ti preoccupare, le ha detto Carlotta, finché non ti sarai sistemata starai da me.
Non vuole pesare sulle spalle di nessuno, Isabella. Non c'è abituata. Indipendente dall'età di diciotto anni, ha sempre cercato di cavarsela da sola, senza chiedere aiuto. Non cambierà di certo adesso.
Il suono del campanello la distoglie dai suoi pensieri. Si alza di malavoglia dal divano e, trascinando i piedi, va ad aprire la porta. E' esattamente chi pensava che fosse.
Pierre si muove nervoso, spostando il peso da una gamba all'altra, passandosi ripetutamente la mano nei capelli. Le maniche corte della maglietta rossa che indossa lasciano intravedere il complicato tatuaggio sul braccio sinistro.
- Mi dispiace - biascica.
- Va tutto bene, Pierre.
- No che non va bene! Ti ho causato solo problemi...
- Non è vero - risponde Isabella, abbracciandolo. - I problemi me li sono procurata da sola portandovi qui ieri sera. Mi rincresce solo non poter venire al concerto.
- Certo che puoi!
- Ci sarà Redis e, a dirla tutta, non ho proprio voglia di vederlo.
La prende per le spalle, allontanandola da sé solo lo spazio necessario a guardarla bene in faccia.
- Vieni all'aeroporto. Dobbiamo ripartire subito dopo il concerto, ma è... io ho bisogno di vederti ancora una volta prima di tornare in America.
Non può andare via senza salutarla, non può lasciarla così. Cielo, si è preso una cotta davvero pesante questa volta...
- Ok, ci vediamo lì. Ora vai o farai tardi, Bouvier.
Si congeda da lei con un veloce bacio sulle labbra, un leggero contatto che dovrebbe bastargli fino a quando non la incontrerà di nuovo. e, già lo sa, saranno ore lunghissime.
- Risolverò tutto, te lo prometto - asserisce serio. - Rimedierò a tutto il casino che ho combinato.

Sono tornata! A tempo di record! XD
Allora, questo è il penultimo capitolo. Ciò vuol dire che con il prossimo si chiuderà tutto. Che ne sarà di Izzie e Pierre? E di Charlie e Chuck? Bon, lo scoprirete solo leggendo! :)
Ringrazio Lucreh_Sharp_Bouvier per la recensione allo scorso capitolo!
Alla prossima! :)
Baci8

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


48 hours cap 10
- E queste sono le bacchette che ho usato durante il concerto. Le ho autografate... beh, non so se è importante.
- A saperlo mi portavo una borsa - commenta Charlie sorridendo.
- E' troppo? Voglio dire, troppe cose?
Carlotta mostra braccia piene di regali.
- Di certo mi ricorderò di te.
- Io non... non sapevo cosa ti piacesse... e poi volevo lasciarti qualcosa di mio...
- Ehi, va tutto bene.
Carlotta vorrebbe avere le mani libere, per accarezzargli quel bel viso corrucciato e far sparire ogni traccia di tormento. Ma non può, allora gli sorride di nuovo. E spera che serva a qualcosa.
- Non so quando ci rivedremo - esclama Chuck in tono mesto.
- Non sarà tanto presto, questo è sicuro.
- Già. Essere quasi dall'altra parte del mondo, senza di te, non sarà affatto facile.
- E' per questo che hanno inventato i cellulari, internet, i social network...
Quello che gli piace della sua Charlie è proprio questo: ha sempre una risposta, una soluzione a ogni problema. E' una ragazza pratica e in continuo movimento, ma trova sempre un po' di tempo per quelli che le stanno a cuore.
Il problema è che, lui, di tempo da dedicarle ne ha ben poco.
- Allora ti chiamerò e ti scriverò - asserisce convinto.
- Sì, ma stai attento al fuso orario. Non ho proprio voglia di essere svegliata in piena notte da un batterista malinconico!
Ridendo, Chuck si mette sugli attenti, portandosi la mano alla testa.
- Agli ordini, capo!
Le mancherà tutto questo. Cielo, se le mancherà. L'ultima cosa che si sarebbe aspettata era di innamorarsi nel giro di due giorni. E di un membro del gruppo che venera, per giunta.
Appoggia delicatamente i regali a terra, così da non avere più le braccia impegnate. Vuole poterlo toccare, ne ha bisogno. Vuole stringerlo e riempirsi il cervello con il suo profumo, per non dimenticarlo mai.
E lo fa. Lo abbraccia con tutta la forza di cui è capace, quasi fino a stritolarlo. Sorride quando lo sente ricambiare la stretta e sussurrarle un "Je t'aime" che la fa sciogliere.
Resisteranno, ne è sicura. Perché ormai sono una cosa sola, un'entità indivisibile.
Perché sono Chuck e Charlie. O, come li ha soprannominati Pierre, "C & C".
E una 'C' non può esistere senza l'altra sua 'C'.

Si stringe le braccia intorno al corpo, cercando quel calore che la giacca a vento non riesce a darle. Fa dannatamente freddo per essere quasi estate. O forse è solo lei ad avere freddo, visto che la sua migliore amica indossa una maglietta a maniche corte e sembra stare benissimo. O forse sono le tonnellate di regali con i quali Chuck l'ha sommersa a tenerle caldo.
- Ci siamo.
Solita frase di circostanza. Pierre si maledice per non riuscire a trovare qualcosa di meglio da dire, ma il suo cervello è momentaneamente in standby.
- Già - replica la ragazza. - Qui finisce tutto.
- Perché dovrebbe finire? - fa il cantante, confuso.
- Perché? Beh, prova a pensarci un attimo. Tu stai per partire per l'America. Io rimarrò qui. Ci saranno chilometri di distanza tra di noi. Come...
- Non lo so come faremo, ok? Ma ce la faremo. Ne sono sicuro.
Isabella rabbrividisce, sfregando con forza le mani sulla braccia infreddolite.
Non vorrebbe lasciarlo andare, ma sa che deve. Non può di certo sottrarre Pierre ai suoi molteplici impegni, alla sua vita da rockstar. Anche se, a dirla tutta, l'idea che un sacco di persone, soprattutto belle ragazze, gli girino continuamente intorno non gli piace affatto.
- Se lo dici tu - sbotta.
- Lo dico io, sì. E ricorda che io sono Pierre Bouvier e ho sempre ragione.
Vedendolo così persuaso, non può non lasciarsi andare a una risata.
- Che c'è? Che ho detto di così divertente?
- Niente, è che... 'Io sono Pierre Bouvier e ho sempre ragione' - esclama, scimmiottando il ragazzo. - Eri così serio mentre lo dicevi che per poco non convinci anche me!
- Beh, è così. Se dico che ce la faremo, ce la faremo.
Sì, ce la faremo, si dice. Perché io voglio farcela. E anche lei.
- Pensi che anche loro ci proveranno? - chiede, mentre con un cenno del capo indica il batterista e la sua nuova fidanzata.
Il suo amico sembra così felice... certo, anche triste perché si deve separare da Carlotta, ma è la felicità a farla da padrona. Allora, perché non può provarla anche lui? Perché il dover lasciare, seppur temporaneamente, Isabella gli impedisce di essere felice? Dovrebbe esserlo, invece. Izzie è la cosa più bella che gli sia capitata da molto tempo, eppure non ci riesce.
- Credo di sì - risponde Isabella. - Charlie ha aspettato anni prima di incontrare Chuck, non se lo lascerà scappare tanto facilmente.
- Va bene... cioè... quando uno trova la persona... la persona giusta, diciamo...
- Che stai cercando di dirmi, Bouvier?
- Che forse... forse un giorno, più avanti, quando riusciremo a trovare una situazione stabile... magari sarai quella che mi farà mettere la testa a posto, ecco.
E detta da lui, che al matrimonio non ci ha mai pensato, nemmeno lontanamente, quella frase potrebbe risultare davvero assurda. Ma con Izzie è diverso. Con lei la prospettiva di una vita di coppia più stabile non lo spaventa più così tanto.
- Va bene - gli risponde la ragazza, sorprendendolo. - Rimarrò qui ad aspettarti. E nel frattempo vedrò di trovarmi un nuovo lavoro, giusto per pagarmi il biglietto dell'aereo.
- Oh, riguardo a quello...
- Cosa?
- Il lavoro. Io mi presenterei in ufficio domani mattina.
- Ma se sono stata... si può sapere cosa hai fatto?
- Diciamo che al tuo capo non piace la cattiva pubblicità.
E prima che lei se ne accorga, prima che riesca a fare un qualsiasi movimento Pierre l'afferra per un braccio e l'attira a sé, tenendola stretta contro il suo petto.
- Mi mancherai, bellissima ragazza italiana - mormora, lasciandole un delicato bacio tra i capelli.
- Mi mancherai anche tu, pazzo cantante canadese.
Ce la faranno, perché lo vogliono. Perché Izzie tra quelle braccia si sente al sicuro come mai prima. Perché Pierre attraverserebbe l'oceano a nuoto per tornare da lei.
Perché insieme sono qualcosa di speciale. E nessuno dei due intende rinunciarci.

Ed eccoci qua, all'ultimo capitolo. E' stata una bella avventura e mi dispiace che sia finita, ma così doveva essere :)
Ringrazio Skizzata98, therockshow, Miss V Blackmore, _Selene, Burberry Fendi93, Calimon, Marish_TheMoron, She loves Simple Plan_, MiriamSPFamily, Fatadz e ScininaMcdonald per le recensioni; Anya_20,
Burberry Fendi93, Just a little late, MiriamSPFamily e therockshow per aver inserito la storia tra le preferite; BetrayedCalimon, FatadzShe loves Simple Plan_ScininaMcdonald, Miss V Blackmore, sweety5, Tbdt92therockshow e _Selene per averla inserita tra le storie seguite.
E se ho dimenticato qualcuno, me ne scuso profondamente.
Bon, non mi resta che dire: Alla prossima, gente!! :)
Baci8 grande!

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