Are you in love with me?

di the_rest_of_me
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We're finding again us... ***
Capitolo 2: *** Welcome... but you are not dead!! ***
Capitolo 3: *** Happy Halloween! ***
Capitolo 4: *** Finally... you!! ***
Capitolo 5: *** The smell of fear! ***
Capitolo 6: *** Friends and associates... ***
Capitolo 7: *** This is our place! ***
Capitolo 8: *** Questions and myths ***
Capitolo 9: *** The first dance! ***
Capitolo 10: *** Just for you! xD ***
Capitolo 11: *** All depends on you ***
Capitolo 12: *** Strange sensations! ***
Capitolo 13: *** Just me and you! ***
Capitolo 14: *** Unexpected! ***
Capitolo 15: *** Issues of blood ***
Capitolo 16: *** Changes ***
Capitolo 17: *** Miss Mystic Falls...and the kiss! ***
Capitolo 18: *** After! ***
Capitolo 19: *** Solutions ***
Capitolo 20: *** Clarification ***
Capitolo 21: *** One kiss to understand... ***
Capitolo 22: *** Accident! ***
Capitolo 23: *** Guilt and choise ***
Capitolo 24: *** Interesting show! ***
Capitolo 25: *** Life goes on... ***
Capitolo 26: *** You don't know: I love you ***
Capitolo 27: *** Sacrifice ***
Capitolo 28: *** Wake me up... ***
Capitolo 29: *** Goodbye! ***
Capitolo 30: *** Your dresses are orrible! ***
Capitolo 31: *** Sad evening and good speech... ***
Capitolo 32: *** Departure ***
Capitolo 33: *** I wanna fun ***
Capitolo 34: *** Another room? Wonderful... ***
Capitolo 35: *** Out? Yes! Out of the room ***
Capitolo 36: *** Finally free... ***
Capitolo 37: *** Inside the cave and out of my life! ***
Capitolo 38: *** Hogwarts! ***
Capitolo 39: *** Time flows... and perchance,is she here? ***
Capitolo 40: *** A complicated situation! ***
Capitolo 41: *** I'm like you! ***
Capitolo 42: *** Thank you! ***



Capitolo 1
*** We're finding again us... ***


Angoletto per me: questa storia è il sequel di "I'm in love with you" temo che non possa essere letta da sola perciò, se vi va, fate un salto in quella e fatemi sapere cosa ne penste, sempre se vi va ^_^


Pov Liza
 
Quando mi risvegliai ero nel mio piccolo appartamento. Ero sdraiata per terra di fronte al baule, in camera da letto.
Mi osservai, indossavo ancora quell’abito che avevo a casa dei Salvatore.
Allora non era stato tutto un sogno. Era davvero successo tutto.
Cercai quella collana.
Era ancora al mio collo. La osservai attentamente.
C’era qualcosa di diverso, ma non avrei saputo dire cosa, esattamente.
Poi un rumore, che non sentivo da parecchio, mi richiamò alla realtà.
Mi guardai attorno confusa, poi capii.
Stavano suonando alla porta d’ingresso.
Andai ad aprire, dimenticando completamente che l’abito che indossavo non era esattamente alla moda.
Dimenticando che non sapevo per quanto tempo avevo dormito sul pavimento.
Dimenticando di posare il manoscritto.
Aprii.
“Liza, come stai?? Dove sei stata?” si fermò un secondo per osservarmi “E come sei vestita?”
“ciao Mike, è un piacere vederti! Ma prego accomodati e sommergimi pure di domande!”
Si accomodò, senza farselo ripetere.
Sorrisi, la differenza fra il mio secolo, privo di formalità e a volte forse anche maleducato, e quello in cui ero stata, ricco di etichette e molto formale, era evidente e, almeno ai miei occhi, comica.
“Liza, davvero… dove sei stata?”
“Mike, perdonami… quanto tempo sono mancata?”
“quattro giorni! Liza, sono quattro giorni che non ti fai sentire… non mi rispondi ai messaggi o alle telefonate… sono venuto qui così tante volte che ho perso il conto e non mi hai mai risposto… e poi perché sei vestita così?”
Solo quattro giorni?
Quindi il tempo non era andato avanti, mentre io ero indietro.
In quei quattro giorni, quindi, ero rimasta svenuta, come era successo quando ero arrivata a Mystic Falls.
Però adesso c’era Mike…
Cosa avrei dovuto dirgli?
Optai per una mezza verità.
“stavo provando un vecchio abito che ho trovato tra le cianfrusaglie di mia madre e poi credo di essere svenuta! Mi sono risvegliata adesso dopo quattro giorni, a quanto pare!”
Lui mi si avvicinò e mi prese per mano.
Un gesto così semplice ma che mi ricordò il secolo dalla quale ero stata cacciata.
Cacciata dall’amore.
Risi. Nessuno mi avrebbe mai creduto, se avessi provato a parlarne.
“Liza, andiamo in ospedale…”
“non è necessario… ho solo bisogno di togliermi quest’abito, di farmi una doccia e di mangiare… soprattutto di mangiare!”
“sei sicura?”
Mi conosceva. Sapeva quanto odiassi gli ospedali e quanto riuscissi ad essere testarda.
“al cento percento!”
Sorrise, già sconfitto.
“io cucino, tu fa’ quello che devi!”
E lo feci.
Andai in camera mia e mi spogliai.
Posai tutto nel baule, il mio abito, il manuale e tutti i diari.
La collana la tenni al collo, non mi serviva più ma ormai era parte di me.
Andai in bagno e feci quello che non facevo da troppo tempo: una lunga, calda, rilassante, profumata e meravigliosa doccia.
Uscii dal bagno indossando solo degli short e una maglietta.
Era strano tornare ad indossare quegli abiti dopo tutto quel tempo.
Legai i capelli in un’alta coda di cavallo e raggiunsi Mike in cucina.
“Mike, cosa stai cucinando?”
“pasta alla carbonara e salmone col limone!”
“È una vita che non ne mangio…!”
Mike mi guardò e sorrise.
“sei diversa! Sei cambiata!”
Gli sorrisi anche io.
“Mike, mi licenzio!”
E sentii il mio cuore più leggero.
Mi licenziai e sentii che era la cosa giusta.
Mi licenziai e vidi la sua espressione farsi più seria, troppo seria.
“Cosa non mi stai dicendo?”
“devo fare delle cose… e non posso farle qui! Devo trasferirmi!”
“Puoi prenderti delle ferie!”
“non so quanto tempo ci vorrà… un giorno, un mese o un anno… magari due!”
Sospirò.
“E dove vai?”
“Mystic Falls!”
Mi guardò come se avessi detto una grossa scemenza.
“tu non andrai a Mystic Falls!”
“E perché no?”
Ero scettica.
Da quando pensava di potermi dire cosa fare?
“ho seguito il notiziario ultimamente… ci sono stati un sacco di morti… tutti attacchi animali e tutti i corpi trovati dissanguati!”
Sorrisi. Damon era già lì.
Lo avrei visto presto. Molto prima del previsto.
Poi raggelai.
Per me erano passati quattro giorni, o forse nemmeno quelli dato che li avevo trascorsa da svenuta, e i miei sentimenti erano ancora freschi.
Per lui, però, era passato un secolo, o forse qualcosa di più, e non sapevo se Katherine gli avesse spiegato tutto, anche se ne dubitavo.
“Liza, stai bene?”
Guardai Mike e sorrisi, o almeno ci provai.
“Credo di si! Perché?”
Mi aiutò a sedermi.
“Stai piangendo! Non ti ho mai vista piangere!”
Mi tastai le guance, quasi come se non credessi a quello che mi aveva appena detto.
Poi mi osservai i polpastrelli bagnati…
“oddio… perdonatemi! Non dovrei piangere! Voi non dovreste vedermi così!”
Solo dopo aver parlato mi resi conto dell’errore.
Quel salto nel passato mi aveva fatto davvero male.
Non avevo più nessuna barriera e, a quanto pareva, nemmeno alcuna lucidità.
Mi ero rivolto ad un ragazzo del ventunesimo secolo dandogli del voi.
“Liza, sei sicura di stare bene?”
“no!”
Ma gli sorrisi.
“Scusami… devo aver battuto la testa, quando sono svenuta!”
Mi spinse sul divano, facendomi sdraiare.
“Tu adesso resti qui… io finisco di cucinare e poi ti porto il piatto qui…!”
Annuii.
“Mike…?”
“Si?”
“grazie!”
Sorrise.
Mi regalò quel suo sorriso allegro e spensierato di chi non ha nessun pensiero, anche se io sapevo che non era così…
Chiusi gli occhi e mi concessi di pensare a quello che avevo vissuto.
Pensai a Stefan.
A Damon.
A George Lockwood, e tirai un respiro di sollievo. Lui era morto e io me l’ero lasciato indietro senza dargli il tempo di agire contro di me.
Poi pensai a Katherine.
Sorrisi, presto l’avrei rivista.
Inconsciamente strinsi la collana.
“è nuova quella collana?”
Mike era di nuovo accanto a me, con due piatti di pasta.
“Si e no! Diciamo che è un vecchio cimelio…”
“non te l’ho mai visto!”
“l’ho trovato da poco!”
E non era poi così falsa, come affermazione…
“Devo chiederti una cosa…”
Mi preoccupai.
Sembrava in imbarazzo per la domanda che stava per farmi.
“Mike, è successo qualcosa?”
“no… è solo che… beh! Volevo sapere se eri disposta a rimanere finché non troverò una sostituta!”
Sospirai.
Chissà  a cosa avevo pensato.
“ma certo! Nessun problema! Adesso, però, tocca a me fare una domanda!”
“devo preoccuparmi?”
Sorrisi.
“Solo se vuoi!”
“allora mi preoccupo!”
E mi sorrise lui.
“Mi sono persa qualche festa, in questi quattro giorni?”
E li Mike scoppiò a ridere di me, con me e per me.
Aveva sempre avuto quel potere la sua risata.
Riusciva a farmi sentire presa in giro, a contagiarmi e a farmi sentire parte di qualcosa.
Mike era quasi un amico.
Non lo era davvero perché era capitato più di una volta che finissimo insieme e tra due amici, di solito non accade.
Accade tra estranei.
Accade tra conoscenti.
Ma non tra due amici.
Dopo pranzo andai a lavorare.
Non ero molto concentrata, riuscivo solo a pensare che avrei voluto mollare tutto e andare a Mystic Falls.
Mi dissi che non sarei rimasta per molto, il tempo che Mike trovasse una sostituta e sarei potuta andare via.
Cominciai a preparare tutto. Impacchettai quello che volevo portare con me.
In due settimane avevo rifatto due volte gli scatoloni.
Dopo tre cominciai a sospettare che Mike non stesse cercando una sostituta.
Dopo quattro decisi di parlargli.
Andai nel suo ufficio.
“Mike, posso parlarti?”
“Ok, devo confessare! Ho trovato la sostituta due settimane fa!”
In quel momento avrei voluto staccargli la testa a morsi.
“E non me l’hai detto perché…”
Lasciai la frase in sospeso, così come lui aveva lasciato in sospeso me.
“perché speravo che tu cambiassi idea…”
Non gli dissi nulla.
Gli girai le spalle ed uscii dal suo locale.
Non avevo intenzione di rivederlo e, se lo conoscevo almeno un po’, non avrebbe cercato nessun contatto con me per scusarsi.
Lui era un duro e i duri non si scusano.
Anche per quello eravamo solo quasi amici.
Quando arrivai a casa erano le dieci del mattino.
Mi feci una doccia.
Indossai gli short, la maglietta e le scarpe basse e nel giro di venti minuti ero pronta.
Mi ci vollero altri quaranta minuti per portare tutto in macchina.
Controllai due volte di aver preso tutto e tre di aver preso il baule.
Quando fui sicura di non aver lasciato nulla salii in macchina, accesi la radio e, con la musica a tutto volume, partii.
Destinazione: Mystic Falls.
 
Dopo quattro ore di viaggio ero esausta ed eccitata.
Quando vidi il cartello che mi dava il benvenuto in quella città sentii il mio sorriso allargarsi, spontaneamente.
Ma era tutto troppo diverso, per poter avere il minimo senso dell’orientamento.
Mi fermai quando vidi un passante.
Non sapevo chi era e non mi interessava.
“mi scusi, saprebbe dirmi come si arriva alla pensione dei Salvatore?”
Mi sorrise.
“si, signorina… deve percorrere questa strada…”
Mi diede l’indicazione, lo ringraziai e partii.
Non vedevo l’ora di arrivare.
Non ci misi molto a trovarlo.
Quando arrivai spensi il motore della macchina e mi concessi due secondi per osservare quella struttura.
Gran bel gusto, non c’era che dire.
Poi presi un profondo respiro.
Adesso che ero arrivata non ero più molto eccitata.
Ero solo spaventata.
Terrorizzata.
Avrei voluto darmela a gambe.
Bussai.
Non mi rispose nessuno.
Spinsi la porta, che scoprii essere aperta.
“c’è nessuno? Iuuuu! È deserto qui?”
Pensai che magari era destino, in quella casa non c’era nessuno e io potevo tornarmene da dove ero venuta.
Stavo per richiudermi la porta alle spalle quando sentii la sua voce.
“Liza?”
 
Pov Damon
 
Ero in camera di Stefan, con quella ragazza. Come si chiamava? Nicky o Vicki… non lo sapevo e nemmeno mi interessava.
Era la ragazza segreta di Jeremy Gilbert, il fratellino di Elena.
L’avevo appena uccisa.
Chissà come l’avrebbero presa.
Poi sentii una voce al piano di sotto.
“c’è nessuno? Iuuuu! È deserto qui?”
Mi era giunta ovattata, ma aveva qualcosa di familiare.
Avevo deciso di andare a controllare.
Poi l’avevo vista.
Indossava degli short e aveva quei meravigliosi capelli biondi legati in una coda.
“Liza?”
L’avevo detto prima ancora di riuscire a pensarlo.
Lei mi guardò e sorrise.
Ma lei non sarebbe dovuta essere lì.
Lei era morta nel 1800.
“voi dovreste essere morta!”
“oh, Damon anche a me fa piacere rivedervi! È stato per sentirmi dire che dovevo morire un secolo fa che ho guidato per quattro ore di fila!... ma dai! Ti sembra questo il modo di accogliere un’amica!”
Non aveva ancora smesso di sorridere.
Mi avvicinai a lei lentamente.
Era ancora vicino alla porta e da lì entrava la luce del sole.
“Liza, io non capisco!”
Smise di sorridere.
“giuro che ti spiegherò tutto, ma dopo adesso posso abbracciarti?”
“solo se chiudi la porta! Non ho il mio anello!”
Alzo gli occhi al cielo…
“quand’è che Stefan capirà?”
Lei sapeva?
Chiuse la porta e rimase ferma.
“allora quest’abbraccio?”
Quasi senza rendermene conto ero volato verso di lei e l’avevo presa in braccio.
Lei mi strinse a sé.
Mi fiondai sulle sue labbra.
Dimentico di tutto quello che avevo pensato in passato.
Dimentico di tutto quello che avrei dovuto chiederle.
Non mi interessava nulla, volevo solo lei  e il suo corpo.
Stavo per portarla di sotto, quando una voce fastidiosa mi riportò alla realtà.
“Ehi, io mi sto annoiando di sopra!”
Sorrisi a quella rompiscatole.
“perché non vai a trovare il tuo fidanzatino… vai dal piccolo Jeremy!”
E lei lo fece concedendomi di potermi dedicare alla mia vecchia amica.
 
Pov Liza
 
Era diverso.
Non era più quel giovane succube che avevo conosciuto nel 1864.
Era molto più sciolto.
Molto meno chiuso dalle etichette.
Aveva soggiogato quella ragazza senza crearsi alcun problema.
Sorrisi.
Dopo averla cacciata si dedicò completamente a me.
Quanto mi era mancato?
Erano passati quattro giorni ma a me sembravano tanti di più.
Volò in camera sua.
“Damon, fa piano! Sono ancora umana e potrei rompermi…”
Mi baciò sul collo.
“Giuro che farò attenzione!”
Non riuscivo a rimanere lucida.
Da quando era diventato così bravo a baciare?
“Damon… sei molto meglio adesso!”
Ero già senza maglia?
E quando mi aveva tolto il reggiseno?
“lo so!”
Risi, sommessamente, per quell’ammissione.
Poi arricciai le labbra.
Lui si fermò un attimo, per fissarmi in volto.
 
Pov Damon
 
La stavo baciando con foga.
Ritrovarla dopo aver pensato per più di un secolo che fosse morta mi aveva fatto capire che mi era mancata.
Poi lei arricciò le labbra e io mi bloccai.
La fissavo.
Amavo quando arricciava le labbra in quel modo.
Mi chinai per baciargliele.
Le lambii con la lingua.
“Perché le hai arricciate?”
“tu indossi ancora tutti gli indumenti!”
Risi, sommessamente, per quell’ammissione.
Mentre ridevo lei provvide a spogliarmi della maglia e dei pantaloni.
“vedo che ti piace ancora come arriccio le labbra!”
“mi era mancato, il vostro modo di arricciarle!”
La baciai di nuovo
 
Rimanemmo chiusi in camera mia per tutto il pomeriggio.
Non avevamo fretta né impegni.
In quel momento c’eravamo solo io lei e il nostro tempo perduto.

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Capitolo 2
*** Welcome... but you are not dead!! ***


Pov Damon
 
Era accanto a me e la stavo abbracciando.
Cioè, lei mi stava abbracciando!
“Liza… adesso devi spiegarmi un bel po’ di cose!”
Sorrise.
“Oh mio Dio… come sei diventato impaziente… io volevo divertirmi ancora un po’!”
E mi stava davvero baciando?
Si era davvero messa a cavalcioni su di me?
Ribaltai le situazioni.
Le baciai le labbra, il collo, le spalle…
“Parla!”
Ma continuai a baciarla.
“Katherine non ti ha mai detto nulla?”
“No! Cosa doveva dirmi?”
Non smisi di baciarla…
“io non… io sono nata in questo secolo… Damon, non riesco a parlare… se tu…!”
Quella “u” era stata acuta e prolungata, forse a causa del piccolo morso che le avevo dato.
Non l’avevo davvero morsa, solo sfiorata con i denti.
Mi misi seduto.
“ok, ok! Dai racconta!”
Prese un profondo respiro, per rilassarsi e iniziò a raccontarmi tutto: di un manoscritto, di una collana e di un desiderio.
“E fino a dove arriva la storia nel manoscritto?”
“Fino al 1864!”
“e il desiderio? Quale era?”
“volevo trovare l’amicizia! Quella vera!”
“E ci sei riuscita?”
“Se sono tornata nel mio secolo, evidentemente!”
Sentivo il battito del suo cuore accelerato.
Decisi che l’avrei soggiogata. Io dovevo sapere se mi aveva detto la verità.
“Mi hai mentito?”
Non distolse lo sguardo dal mio.
“No!”
Tirai un sospiro di sollievo,  la liberai dal contatto visivo e tornai a baciarla.
 
Pov Liza
 
Davvero mi aveva soggiogata?
Mi piaceva questo nuovo Damon!
Era menefreghista, opportunista, egoista e tremendamente sexy!
Fortuna che quel potere protettivo della mia collana funzionava ancora.
Tornò a baciarmi e io decisi che, questa volta, avrei condotto i giochi.
Fu divertente.
Lui non era più il timido ragazzo di un secolo prima e io non ero più costretta a fingere di esserlo.
 
Pov Damon
 
Era stato un bel pomeriggio, ma finalmente il sole non era più alto nel cielo e io potevo andare a cercare il mio anello.
“Damon, dopo che avrai recuperato il tuo anello hai impegni in particolare?”
La guardai.
Era davvero bellissima, con i capelli in disordine sul mio letto.
“No… perché?”
“andiamo a caccia?”
Risi.
“Liza, va bene che ti piacciono i vampiri.. ma vuoi cacciare? È un po’ eccessivo…”
“intendevo una caccia con finalità un po’ diverse…”
La malizia nei suoi occhi fu più eloquente delle sue parole…
“Che ne hai fatto della timida ragazza che conoscevo?”
Si alzò, diretta in bagno, indossando il mio lenzuolo come se fosse il miglior abito che avesse mai avuto.
“quella non esisteva, era solo una facciata per il tuo secolo!”
Fui davanti a lei in un attimo, bloccandole la porta del bagno.
“Questa mi piace di più!”
Si avvicinò alle mie labbra.
“Lo so!”
Ci soffiò sopra ma non mi baciò, lasciandomi profondamente insoddisfatto.
Avrei preso la mia piccola rivincita quella sera.
In quel momento avevo un’altra priorità: il mio anello.
 
Pov Liza
 
Era andato a recuperare il suo anello.
Era bello intrattenersi con questo Damon.
Non si faceva problemi di sorta.
Davvero molto meglio della precedente versione.
Andai a farmi la doccia.
Era bello avere il suo odore addosso, ma avevo bisogno di lavarmi.
Quando uscii dalla doccia indossai di nuovo i vestiti che avevo quando ero arrivata e uscii.
Dovevo prendere le valigie dalla mia macchina.
Lo feci e cercai una stanza, in cui avrei potuto metterle.
Ne trovai una molto bella e spaziosa, ma avrei dovuto pulirla.
Me ne sarei occupata in un altro momento.
Scelsi quello che avrei indossato quella sera e mi preparai nel bagno di Damon.
 
Pov Damon
 
Quando tornai andai in camera mia. La trovai in bagno.
“voi donne ci mettete un’eternità per essere pronte!”
“E a voi uomini piace il risultato…”
La osservai.
Quei pantaloncini blu mettevano in evidenza le sue gambe toniche e quella camicetta bianca faceva intravedere quello che celava sotto, ma non era per nulla volgare, coperta come era da quella collana.
“hai cambiato collana?”
“la mia è nascosta sotto la camicia!”
“non la togli mai?”
“è parte di me, come il tuo anello!”
Poi si voltò verso di me.
“Allora, come sto?”
Sorrisi, con quel sorriso sghembo che aveva fatto sciogliere migliaia di sciocche umane.
“Se non dovessimo uscire ti spoglierei…”
Alzò un sopracciglio, scettica.
“tu sei pronto?”
Mi osservai.
Avevo la mia camicia nera, i miei jeans neri e il giubbotto di pelle, nero anche quello.
“si! Sono molto sexy così!”
Mi superò, come se non avessi parlato.
“Andiamo… ah Damon mi sono pressa una stanza, spero non ti dispiaccia!”
Stavolta lo alzai, il sopracciglio.
“e chi ti dice che puoi restare?”
Arricciò le labbra, e solo per quello aveva già guadagnato la sua stanza.
“voi lascereste senza stanza una povera fanciulla in difficoltà, signor Salvatore?”
Il suo tono ironico mi fece scoppiare a ridere.
Era davvero molto meglio questa Liza.
“Andiamo…”
Le offrii un braccio e lei lo prese.
Il viaggio in macchina fu divertente.
Mi parlò di stupidaggini e io le raccontai stupidaggini.
Ogni tanto buttava lì una frecciatina, per provocarmi, e io rispondevo senza esitazione.
Era bello stare con lei.
Lo era quando eravamo due stupidi legati all’etichetta e lo era molto di più in quel momento, senza alcun tipo di restrizione.
 
 
Pov Liza
 
Era sempre stato così divertente stare con lui?
Si!
Anche quando era uno stupido succube di Katherine era così divertente e in quel momento era anche meglio.
Non parlò mai di suo fratello e quella cosa mi stranì.
Quanto avevano potuto allontanarsi?
Non mi interessava più di tanto.
“Damon, dove stiamo andando?”
“Liza, non è importante la meta ma il viaggio!”
Risi di gusto.
“da quando sei così filosofico?”
“Da sempre…! Ma non ho mai voluto mostrare il mio talento! Adesso ho smesso di nasconderlo!”
Continuai a ridere per un po’… poi sentii una canzone alla radio e alzai il volume
“Ti piace questa… cosa?”
“Nessuno ti ha mai detto che per piacere ad una ragazza dvi fingere di apprezzare la musica che le piace?”
“oh, ma io ho una particolare propensione per ascoltare Taylor Swift! ma questa??”
Era schifato.
Risi.
“chi sei tu e che ne hai fatto di Damon Salvatore?”
“Sono sempre io solo che sono stato traviato dal tempo… ho venduto i miei principi per il buon caro sangue umano e ho detto addio ai miei freni inibitori! Adesso posso godermi la vita e ogni vantaggio che ha da offrire!”
E mi poggiò una mano sulla coscia.
Gliela tolsi.
“pensa a guidare, vampiro da strapazzo!”
Rise, di quella sua risata così contagiosa.
 
Pov Damon
 
La portai in quella discoteca di cui avevo sentito parlare.
Le andai ad aprire la portiera.
“Damon… adesso si inizia a giocare!”
La baciai spingendola sulla macchina.
Quando mi staccai la vidi sorridere.
“per fortuna non ho messo il rossetto!”
Le sorrisi.
E lei si diresse verso l’ingresso della discoteca.
Fu una serata nemmeno troppo movimentata.
Io mi divertii con un paio di ragazze, le portai fuori e mi cibai di loro.
Intanto, Liza ballava con un ragazzo.
Era abbastanza carino ma vicino a lei sfigurava.
Mi avvicinai.
“Liza, ho prenotato una stanza!”
Sorrise.
“bene… andiamo?”
E lasciò quel ragazzo lì.
Risi a crepapelle.
Poverino aveva pensato di aver agguantato una preda davvero ottima.
Prima di fare dieci passi, però, lei tornò da lui.
Lo baciò.
Quando si avvicinò di nuovo a me sorrideva.
“Volevo sapere se baciava bene! Era una sera che vantava le sue doti!”
Risi.
Io e lei saremmo andati davvero d’accordo.
 
Pov Liza
 
Eravamo in macchina, diretti a Mystic Falls.
Avevo dormito praticamente due ore e non mangiavo da… da troppo tempo.
“Damon… ho una fame da lupi!”
“si, anche io!”
Sorrisi.
“allora fermati in un ristorante o in un’aria rifornimento… tu dissangui una giovane innocente e io compro un bel panino…”
E lo fece.
Quel viaggio fu stranamente rilassante.
Lui e le sue frecciatine erano così divertenti.
 
“Ah, finalmente a casa!”
Si schiarì la gola.
“Questa è casa mia!”
“Finchè sarete mia ospite la mia casa sarà anche vostra!”
Rise… aveva riconosciuto la citazione?
Non ne ero sicura, ma ne aveva capito il riferimento.
Quando entrai in casa sentii la voce di Stefan e quella di una ragazza.
“Dov’è il bagno? Devo fare pipì… ma perché se sono morta??”
Ci fu un attimo di pausa…
“io vado a prenderle dell’altro… vado!”
E io entrai…
“Stefan!”
Gli saltai addosso e lo baciai, con quanta più foga potessi metterci…
Quando mi staccai lui mi guardò, per un attimo disorientato.
“Liza?”
Sospirai…
“è mai possibile che si accolga così una vecchia amica?”
“tu… io pensavo che tu eri…!”
Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai, nemmeno poi così piano: “morta?... mi spiace deluderti sono viva e vegeta!”
Poi la vidi.
Ci guardava come se fosse stata tradita ed ebbi un tuffo al cuore.
Era uguale a lei.
Ma c’era qualcosa, nello sguardo, di completamente diverso.
Mi avvicinai a lei e iniziai a girarle intorno, per guardarla da ogni angolazione.
Poi Stefan cercò di parlare…
“lei è…”
Lo zittì con un movimento della mano.
Mi fermai, dopo due giri, per guardarla negli occhi…
“è incredibile…! Strabiliante…”
Poi si intromise Damon.
“Stefan non me l’ha presentata subito… in realtà lei non sapeva che lui avesse un fratello!”
“a Stefan non piace vantarsi!”
Lo sentii ridacchiare.
“ho detto la stessa cosa!”
Ghignai.
Poi porsi la mano a quella che sapevo essere un’Elena molto confusa.
“piacere, io sono Liza!”
La strinse: “Elena…”
Non la considerai più.
“Damon non me ne avevi parlato… è strabiliante…!”
Lui mi fu vicino in un attimo, le sue labbra a un millimetro dalle mie.
“eravamo impegnati in altro… mi pare!”
Sorrisi.
Mi baciò e, con la sua velocità da vampiro, mi portò in camera da letto…
Quando mi poggiò sul suo letto scoppiai a ridere.
“Oddio… ma hai visto che faccia ha fatto quando ho baciato Stefan?”
Rideva con me…
“E hai visto che faccia ha fatto lui?”
Chissà come erano ridotti quei due al piano di sotto…
Non mi importava realmente. Era stato uno spasso vedere le loro espressioni e poi, in quel momento, avevo ben altro da fare.
“Damon sei insaziabile!”
“nel vero senso della parola!”
E risi.
 
Angolo autrice: scusate ho modificato un po’ la puntata… ma solo di poco ^_^ più in là dovrò apportare modifiche più evidente, anche se mi dispiace…
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo… se esagerassi vi prego fatemelo sapere... ah, e perchè non mi date anche un parere sui vestiti di Liza? sempre se vi va'!! :)
Un bacio

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Capitolo 3
*** Happy Halloween! ***


Pov Stefan
 
Con Vicki sarebbe stata dura.
Sembrava non capire l’importanza dell’autocontrollo.
Dopo aver espressamente dichiarato di non essere molto propensa ad ascoltare quello che io avevo da insegnarle mi chiese dove fosse il bagno.
Con Elena non c’era molta possibilità di dialogo e, questo, non mi piaceva per niente.
“io vado a prenderle dell’altro… vado!”
Mi alzai ma non feci in tempo ad uscire che vidi una ragazza bionda venire verso di me.
“Stefan!”
Non ebbi il tempo di capire di chi si trattasse, lei mi saltò in braccio e mi baciò.
Io ero come paralizzato.
Non riuscivo a fermarla.
Poi si fermò lei.
La guardai per un attimo.
“Liza?”
Ma non poteva essere.
Lei non avrebbe dovuto essere lì.
Era sbagliato.
Magari Katherine aveva trasformato anche lei?
No! Io sentivo l’odore del suo sangue e, indiscutibilmente era ancora umana.
“tu… io pensavo che tu fossi…!”
Mi sussurrò nell’orecchio: “morta?... mi spiace deluderti ma sono viva e vegeta!”
Poi non mi dedicò alcuna attenzione e si avvicinò a Liza.
Avevo paura che la scambiasse per Katherine.
Avevo paura che le rivelasse qualcosa che lei non avrebbe dovuto sapere.
“Lei è…”
Mi zittì con un gesto della mano.
Ebbi un brivido.
Non sapevo che fare.
Le stava girando intorno come se Elena fosse un fenomeno da baraccone.
“è incredibile… strabiliante!”
Poi si intromise Damon.
“Stefan non me l’ha presentata subito… in realtà lei non sapeva che lui avesse un fratello!”
“a Stefan non piace vantarsi!”
Damon ridacchiò: “Io ho detto la stessa cosa!”
Poi non sentii più molto.
Vidi Damon avvicinarsi a lei con la sua velocità da vampiro baciarla e poi prenderla in braccio per portarla di sopra.
Continuavo a non capire.
Come poteva Liza essere nel nostro secolo e non essere un vampiro?
Come poteva aver capito che quella che aveva davanti non era Katherine?
Perché mi aveva baciato? Non lo aveva mai fatto, nemmeno quando a me piaceva, perché avrebbe dovuto farlo in quel momento?
Da quando Damon sapeva che lei era in città?
Mi sentii tradito da mio fratello, ma non era di certo la prima volta.
Chissà cosa stava pensando Elena?
La sua espressione non era delle più felici.
“chi era quella ragazza?”
“una ragazza che ho conosciuto molto tempo fa!”
Non mi sembrava soddisfatta della mia risposta, ma non domandò altro.
Io presi la tazza e andai a prendere il sangue per Vicki.
 
Pov Elena
 
Chi era quella ragazza?
Perché aveva baciato Stefan?
E poi perché aveva riservato lo stesso trattamento a Damon?
Perché mi aveva guardata così?
Perché aveva avuto quella reazione?
Come se io le avessi ricordato qualcosa.
Come se io le avessi ricordato qualcuno.
E poi c’era Stefan che non mi diceva tutto.
Potevo anche credere che la conoscesse da tanto, ma c’era qualcosa che non mi diceva.
Non riuscivo a smettere di pensare alla scena alla quale avevo assistito, ma poi dovetti farlo.
Vicki era ritornata e io ne approfittai per dirle di stare lontana da Jeremy.
Mi aggredì e io non potevo fare nulla.
Ma dovevo pensare qualcosa.
Dovevo tenere mio fratello il più lontano possibile da quella pazza.
Lui non avrebbe dovuto correre quei rischi.
Lui non doveva stare con un vampiro.
Soprattutto se quel vampiro aveva dei seri problemi di autocontrollo.
 
Pov Liza
 
Lasciai Damon a dormire, sul suo enorme letto e me ne andai nella mia stanza.
Ero intenzionata a pulirla, ma non sapevo dove trovare l’occorrente.
Scesi al piano di sotto ma trovai solo una ragazza mora alle prese con una tazza di… non lo sapevo sospettavo fosse sangue ma dalla sua faccia sembrava che stesse ingerendo sciroppo, e anche uno dei più amari in commercio.
“Ciao…!”
“E tu chi saresti?”
Smisi di sorriderle.
“Liza… tu sei Vicki?”
“Si! Te l’ha detto Damon?”
“Oh, non c’era bisogno!”
Mi si avvicinò con la sua velocità da vampiro.
Non mi sembrava molto consapevole di quello che faceva, sembrava più in preda all’istinto.
Mi annusò, pensai fosse pazza.
Poi si avvicinò pericolosamente al mio collo.
“non deve essere stato facile per te!”
Si allontanò.
“Cosa?”
“la tua vita… tua madre che passa da un uomo all’altro… tuo fratello che è il tipico ragazzo con la testa sulle spalle, popolare e nonostante tutto che piace… con una fidanzata storica che lo ha asciato per il nuovo arrivato! E poi quel tuo amore per Jeremy, il povero piccolo fratellino di Elena!”
“tu non sai niente!”
“Forse!”
Feci per girarmi, mi tirò i capelli.
“Dove credi di andare?”
“a pulire la mia stanza, se riuscissi a trovare quello che mi serve!”
Mi strattonò.
Il dolore alla cute era sempre più forte.
“Ehi, che succede qui?”
Era arrivato Stefan.
Vicki mi lasciò, immediatamente.
“oh, niente… un semplice scambio di idee!”
Mi massaggiavo il cuoio capelluto.
Sorrisi a Stefan.
“Scusa dove posso trovare secchio, stracci e detersivi?”
“per fare cosa?”
“pulire la mia stanza?”
Sembrò cascare dalle nuvole.
“Stefan, non penserai che sono tornata per un saluto, vero?”
“E allora perché sei tornata?”
Mi avvicinai a lui, tanto forse troppo.
Riuscivo a sentire il suo profumo, appena accennato.
“perché mi siete mancati! È passato così tanto!”
Mi guardò negli occhi e, per un attimo, rividi il vecchio Stefan.
Fu solo un attimo.
“Non preoccuparti… farò venire qualcuno per pulire una stanza!”
Sorrisi: “Stefan non una stanza, ma la stanza che ho scelto!”
Poi mi voltai verso Vicki.
“io adesso esco, tanto non c’è nulla da fare, qui dentro! Ci vediamo dopo, Stefan!”
Salii di sopra e mi diressi in camera mia.
Presi dalla valigia un completino e andai in camera di Damon, per farmi una doccia.
Non lo guardai nemmeno, mi sarei imbambolata a guardarlo dormire e io volevo uscire.
Mezz’ora dopo ero fuori da lì.
Lontana dalla pensione Salvatore, da Vicki, da Stefan e da Damon…
Non era poi così male.
Camminai per un po’, senza una meta precisa.
Poi mi ritrovai davanti la scuola.
Entrai, non mi avrebbero detto nulla e, se non ricordavo male, quella sera ci sarebbe stata la festa di Halloween.
Mi scontrai con una ragazza.
Era bionda e dai bellissimi occhi azzurri.
“Scusa, non ti avevo vista!”
Le sorrisi.
“oh, non preoccuparti… scusa, posso chiederti una cosa?”
“Si, certo!”
“Sono appena arrivata in città e mi chiedevo se potevo partecipare a questa festa…”
Il suo sorriso, di circostanza, si allargò fino a diventare un sorriso entusiasta.
“certo! Se per te va bene posso aiutarti a scegliere come vestirti… potremmo andare in un piccolo negozietto qui vicino!”
Le sorrisi, chissà chi era quella ragazza.
“Certo… se non ti disturbo!”
“oh, no… assolutamente! Ah a proposito io sono Caroline!”
Caroline?
Caroline Forbs?
Le sorrisi.
Forse ero più fortunata di quanto non avessi sperato.
Farmi amiche le amiche di Elena poteva tornarmi utile.
“piacere Liza!”
Mi prese a braccetto ed uscì da quella scuola.
 
Pov Damon
 
Guardai la mia sveglia.
Erano le cinque del pomeriggio.
Avevo dormito parecchio.
Mi guardai attorno, Liza non c’era.
Io avevo fame.
Mi feci una doccia e uscii, volevo andare a mangiare.
Stavo per uscire e lei rientrò.
Aveva molti sacchetti in mano.
“Ehi, buongiorno! Finalmente ti vedo fuori dal tuo letto…”
“che allusione!”
Rise.
“nemmeno troppo celata…”
“Sei andata a fare shopping?”
Guardò le buste.
“Si… stasera vado alla festa di Halloween…”
“ma dai… io volevo divertirmi!”
“Sono sicura che troverai qualcun altro con il quale divertirti o qualcos’altro da fare, magari!”
Il sorriso non era mai scemato.
“va bene… spero che tu ti annoi a quella festa!”
“Damon, non lascerò la festa per venire qui e divertirmi con te!”
Sorrisi.
Lei sì che era sveglia… certo molto di più di mio fratello.
“io esco… ci vediamo!”
“aspetta… dove stai andando?”
“al Grill?”
“vengo con te… non ci sono ancora stata!”
La vidi salire le scale.
Notai che le piacevano i pantaloncini e non potei che esserne felice.
A me piacevano le sue gambe.
 
Pov Liza
 
Andammo al Grill.
Ordinai un caffè, non volevo ubriacarmi alle cinque del pomeriggio.
Damon non era del mio stesso avviso.
Prese un bicchiere di bourbon.
Dopo neanche dieci minuti mi guardò serio.
“Liza io mi allontano per un po’… non uso la scusa del bagno perché sai che non è vera!”
Risi.
Oh, eccome se lo sapevo.
Damon non era ancora uscito del locale che mi si avvicinò un ragazzo.
Mi catturarono i suoi occhi.
Scuri.
“ciao… che ci fa una bella ragazza come te tutta sola?”
Pensai subito una sola cosa: Cascamorto!
“in realtà non sono sola…”
Si guardò intorno, cercando il mio accompagnatore.
Mi fece ridere.
Aveva un’espressione davvero poco seria.
“ok, in questo momento magari lo sono!”
Sorrise.
Aveva un bel sorriso.
“posso tenerti compagnia per un po’, allora…”
Mi dedicai al mio caffè.
“se vuoi!”
Gli sorridevo.
“che maleducato… non mi sono ancora presentato… io sono Tyler… Tyler Lockwood!”
Il mio sorriso vacillò.
“piacere, io sono Liza! Allen!”
Lui era il piccolo Lockwood?
Il discendente di George?
Non gli somigliava per niente e, di quello ne ero certa, non era ancora un licantropo.
Non c’era motivo per aver paura di lui.
“sei nuova? Non ti ho mai vista in città!”
“si, sono arrivata ieri!”
“ah, e cosa ti ha portato qui a Mystic Falls… è una città così noiosa!”
Non sapevo quanto fosse sbagliato quello che aveva appena detto.
“sono un’amante della storia e poi amo la tranquillità…”
Continuammo a parlare per un po’.
Poi guardai l’orologio.
“oddio, ma sono già le sei e mezzo?”
Avevamo davvero parlato per più di un’ora?
“scusami.. io devo andare… avevo appuntamento con una ragazza alle sette e devo ancora prepararmi!”
Si offrì di accompagnarmi fino alla pensione e di aspettarmi, così mi avrebbe portato lui da quella ragazza.
“Scusa ma tu non andrai alla festa di Halloween stasera?”
“sì!”
“beh, allora dovresti andare a prepararti… potremmo vederci lì, magari!”
Sorrise.
“Almeno fatti accompagnare a casa!”
Accettai.
Ero andata lì con Damon, ma non era più tornato.
Mi preparai il più velocemente possibile.
Caroline aveva insistito perché mi vestissi da strega.
“almeno saremo un trio, io tu e Bonnie…  tu non ti sentirai esclusa e avremmo risolto più problemi con un colpo solo!”
Quella ragazza dava troppa importanza alle apparenze ma, in fondo, non era male.
 
Arrivai a scuola con dieci minuti di ritardo.
Caroline mi venne praticamente addosso.
“pensavo avessi cambiato idea e non venissi più!”
“Oh, scusa… sono andata un attimo al Grill e ho incontrato un ragazzo!”
Mi sorrise, consapevole…
“Oh… e com’era? Carino?”
“Si! Abbastanza!”
“Ops… scusa.. lei è Bonnie… sai siamo tutte vestite da strega perché lei è una specie di veggente… una discendente del sale… non ho capito!”
La ragazza che mi era appena stata presentata mi porse la mano.
“piacere, sono Bonnie… e non discendo dal sale…”
Scoppiai a ridere, Caroline mi guardò come per dirmi che non era un dettaglio importante.
“io sono Liza! E penso che Caroline volesse dire Salem…”
“ecco sì.. proprio quello!”
Bonnie mi guardò come se io non avessi dovuto saperlo.
“scusa… ne abbiamo parlato con Stefan… sto alla pensione Salvatore! Spero non sia un problema… ma sai, sono un’appassionata della storia locale e sei miti…!”
Mi sorrise, convinta dalla mia spiegazione.
“oh, no… nessun problema!”
Non potevo permettermi di avere un’altra Bennett contro.
“la smettiamo di annoiarci con queste storie e andiamo a divertirci?”
“sì, hai ragione… andiamo!”
Fu una bella serata.
Scoprii, come se già non lo sapessi, che Tyler, Caroline e Bonnie erano amici e mi intrattenni con loro per tutta la sera.
Ero consapevole, però, che quella sera sarebbe successo qualcosa… e sapevo bene che avrebbe sconvolto un bel po’ di persone.
Povera Elena.
La sua personale tragedia stava per iniziare.
 

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Capitolo 4
*** Finally... you!! ***


Pov Damon
 
Quella era stata davvero una notte movimentata, e di certo non per la festa di Halloween.
Avevo scoperto un bel po’ di cose direttamente da Carol Lockwood, la moglie del sindaco.
Avevo ritrovato il ciondolo di Emily.
Mi ero perso Liza al Grill.
La incontrai a quella stupida festa, era accanto a Caroline.
“ehi!”
“Damon!”
Lo avevano detto insieme.
Caroline era terrorizzata, Liza entusiasta…
“che fine avevi fatto?”
Caroline guardò Liza strabuzzando gli occhi: “Tu lo conosci?”
Liza le sorrise: “Siamo amici di vecchia data!”
Risi. Aveva scelto uno speciale accostamento di parole per dire che mi conosceva da un secolo.
“Liza, davvero… non ti ho vista più ed ero uscito solo un attimo!”
“Damon, il tuo attimo è equivalso a tipo mezz’ora di tempo! E io rischiavo di fare tardi alla festa!”
“Liza, hai fatto tardi!”
Quella biondina riusciva a darmi sui nervi solo dando fiato alla bocca.
“A proposito… tu non dovresti darmi qualcosa?”
La guardai negli occhi e sentii il suo cuore perdere un battito.
“oh mamma mia… potreste rimandare tutto a domani? Damon! Adesso proporrei di andarci a sbronzare da un’altra parte!”
Liza davvero mi stava chiedendo di rimandare?
Io avevo già aspettato centocinquant’anni per poter cercare di liberare Katherine dalla cripta. Lei non poteva saperlo, però non avrebbe dovuto tentare di dissuadermi.
La fissai, con l’intento di soggiogarla.
“Adesso vai a prenderti qualcosa da bere e lasciami qui con Caroline!”
Sbuffò, non ero riuscito a soggiogarla?
“io vado, ma tu non farle niente!”
Si allontanò.
Forse se ne andò.
Non mi importava, avevo cose più importanti da fare.
 
Pov Liza
 
Lui amava Katherine.
Ci sarebbe sempre stata solo Katherine, almeno finché questa non gli avesse detto che non l’aveva mai amato…
Forse avrei dovuto aspettarmelo.
Uscii fuori e vidi Elena in macchina.
Era in lacrime.
Mi avvicinai.
“Ehi… non puoi guidare! Dai… ti accompagno a casa!”
Si fece da parte e potei salire.
“Vicki… lei… è morta!”
Annuii, non sapendo bene cosa fare!
“Jeremy sarà distrutto… ha già perso così tanto…! È tutta colpa mia!”
“sai, anche io ho perso i miei genitori, anni fa… io, però, non avevo nessun parente che potesse occuparsi di me e diciamo che non riuscivo a trovare una collocazione in nessuna famiglia a cui venivo affidata! Però non devi cedere! A tutto c’è rimedio! Certo, magari non c’è rimedio al fatto che il tuo ragazzo sia un vampiro… e anche il suo fratello sexy… però tutto si può affrontare!”
Era sotto shock?
Cosa avevo detto di tanto strano?
“Anche tu sei un vampiro?”
Risi, sommessamente…
“Oh no… Nessuno è stato così sciocco da trasformarmi!”
“Perché sciocco?”
Avrei dovuto dirle che amavo bere sangue, almeno quello di Katherine, già da umana e che non mi pareva proprio una grande idea diventare una sanguisuga di professione?
No! L’avrei tenuto per me!
“Ehm… diciamo che è una lunga storia!... Elena, forse mi sono persa!”
Lei mi indicò la strada e non parlammo più molto.
Mi domandai perché le avevo detto quelle cose sui miei.
Forse solo perché si piangeva troppo addosso e volevo che reagisse.
O magari perché l’avevo vista così diversa da Katherine, pur avendone l’aspetto, e desideravo che le somigliasse anche in qualcos’altro.
Sentivo la mancanza di quella vampira scapestrata.
“siamo arrivati!”
La voce di Elena mi distrasse dai miei pensieri su Katherine.
“Beh, spero riuscirete a trovare una soluzione… Buonanotte!”
Mi allontanai a piedi…
Sapevo che di lì a poco Damon sarebbe arrivato e avrebbe salvato la situazione e io non avevo alcuna voglia di incontrarlo… andai alla pensione, o almeno mi incamminai…
Avevo lasciato la macchina a scuola, per accompagnare Elena.
“ehi…”
Mi girai.
Tyler Lockwood in tutto il suo splendore, col suo SUV, si era fermato a pochi metri da me.
Mi avvicinai.
“Ehi…”
“vuoi un passaggio!”
Sorrisi.
“stai diventando il mio chauffeur! Non è un problema?”
Rise…
“per una bella ragazza come te? Figurarsi!”
Salii in macchina.
“Prima posso mostrarti una cosa?”
“certo!”
Mi portò nel bosco… c’era una specie di chiosco e delle cascate?
“Qui ogni anno facciamo la festa di inizio anno… mi piaceva portartici, dato che non c’eri!”
Sorrisi, stavo per rispondere ma una voce alle mie spalle mi precedette.
“Magari questo posto non è esattamente adatto per conquistare una ragazza!”
Il mio sorriso si allargò, Tyler, invece sembrava preoccupato.
“Chi ha parlato?”
Gradasso.
La paura gli si leggeva in faccia e lui faceva il gradasso.
“Tyler, è una mia vecchia amica… potresti lasciarmi qui? Abbiamo delle cose di cui parlare!”
“ma sei sicura? Voglio dire il bosco non è il posto più sicuro…”
“si, sono sicura! Grazie!”
Lo congedai, con un falso sorriso sulle labbra e l’adrenalina in corpo.
Quando il suo SUV si fu allontanato sentii uno spostamento d’aria.
Mi fiondai addosso  a lei e la abbracciai.
“Quanta foga!”
Risi.
“Katherine, questo è un paese di pazzi! Quella Caroline è stupida ed infantile, però almeno si sa vestire… Bonnie Bennett, la discendente di Emily, è ancora più antipatica della sua antenata… Elena è così piagnucolona come Stefan, non ti offendere ma è diventato palloso: « Io non berrò più sangue umano… io sono buono… »… l’unico che è migliorato è Damon… oh e per migliorato mi riferisco anche al letto…!”
Mi interruppe.
Cioè si mise a ridere e mi interruppi.
“sei qui da meno di quarantott’ore e già sei impazzita!”
“Tu sai da quando sono qui? Perché non ti sei fatta vedere prima?”
“non c’è stata la possibilità… Nessuno deve sapere che sono qui!”
Risi…
“povero Damon… farà di tutto per cercare di liberarti… e come viene ricompensato?”
“Non gliel’ho mica chiesto!”
“Katherine, dove sei stata per tutto questo tempo?”
“in giro… Londra, Parigi, Roma, Chicago, New York…”
“Las Vegas, Los Angeles!”
Ridemmo.
“In pratica hai girato il mondo!”
“In pratica! Ma da sola non è poi così divertente!”
“potrei fare una proposta: io te viaggi… tante soggiogazioni! Tutto gratis!!”
Rise.
“Liza, se mi sono fatta vedere c’è un motivo!”
Il mio sorriso scemò, di poco.
“si, lo sospettavo… speravo di essermi sbagliata ma con voi… di cosa avete bisogno?”
“Vorrei sapere gli sviluppi della situazione… cosa succede a Mystic Falls, senza correre il rischio di essere vista!”
“ah, questo si può fare…  ma voglio una cosa in cambio!”
“Cioè?”
“ci dobbiamo vedere ogni singolo giorno, altrimenti scoppio!”
Rise…
“nessun problema…! Anzi!”
“Katherine… mi sei mancata!”
“anche tu!”
Quella volta fu lei ad abbracciarmi.
Rimanemmo lì fino alle tre di notte, circa.
Parlammo.
Scherzammo.
Le raccontai degli ultimi quattro o cinque giorni, il mio racconto finì subito.
Lei mi parlò dell’ultimo secolo e mezzo, il suo racconto fu leggermente più lungo.
“Katherine… adesso come faccio a tornare alla pensione?”
Rise…
“Potete venire con me, per stanotte!”
Lo feci.
Tanto non dovevo spiegazioni a nessuno.
 
Pov Damon
 
Soggiogare il piccolo Gilbert.
Non ne vedevo l’utilità, la morte faceva parte della nostra esistenza, ma Elena era così disperata da farmi pena.
Poi ero tornato alla pensione.
Istintivamente avevo cercato Liza, ma non l’avevo trovata.
Non mi preoccupai più di tanto.
Non le sarebbe successo nulla.
Gli unici vampiri in circolazione eravamo io e mio fratello e, di certo, non le avremmo torto un capello.
Mi feci una doccia e andai a letto.
Il giorno dopo avrei recuperato quel ciondolo e magari cercato di risolvere la situazione con il Consiglio.
 
 
Il giorno dopo
 
Pov Liza
 
Ritornai alla pensione a mezzogiorno, o qualcosa del genere.
Mi venne ad aprire una bionda.
Ipotizzai potesse essere Lexi.
O almeno una Lexi imbambolata.
“ehm… posso entrare?”
“Chi sei?”
“io penso che tu mi abbia riconosciuta… tu chi sei?”
“io sono Lexi…”
Le sorrisi, affabile.
“Ciao Lexi… ho proprio bisogno di una doccia e di togliermi di dosso questo vestito di Halloween… posso entrare?”
Si spostò…
“Tu non dovresti essere morta?”
“E voi non potreste smettere di chiederlo? Se sono qui, evidentemente, non sono morta… e se non lo sono la domanda mi pare più che superflua!”
In quel momento arrivò Stefan.
“Liza lei è Lexi!”
“e io non sono morta!”
Me ne andai senza aggiungere altro.
Non avevo voglia di sentire un’altra parola.
Andai in camera di Damon e mi buttai sotto la doccia.
 
Pov Stefan
 
“ma lei come fa ad essere viva?”
“io non lo so… diciamo che da quando è arrivata non abbiamo parlato molto…”
Andammo in camera mia.
“adesso tu mi racconti cosa mi sono persa… e perché lei è tornata!”
Sospirai.
Se Lexi voleva una spiegazione era inutile dire che non sapevi nulla… Gli avrei detto tutto quello che sapevo, e cioè che Liza si divertiva molto con mio fratello, e ci saremmo divertiti a cercare una soluzione a tutti gli enigmi attorno a quella ragazza.
Lei era sdraiata sul letto.
“Ci parlerò io più tardi!”
Sospirai… se Lexi voleva fare una cosa c’era poco da discutere.
“Vado a farmi una doccia… sono una vampira ma amo lavarmi! Tu intanto preparati… stasera usciamo!”
Non avrei nemmeno tentato di discutere… se Lexi voleva uscire quella sera saremmo usciti.
 
Pov Liza
 
Ero ancora sotto la doccia quando realizzai che se Lexi era lì quel giorno era il compleanno di Stefan.
Me ne ero completamente dimenticata.
Decisi che sarei uscita a comprargli un regalo.
Chissà dov’era andato Damon… sarei stata felice di rotolarmi un po’ con lui, prima di uscire.
Quella città era così noiosa.
Dov’era tutta l’azione di cui avevo letto?
Non sapevo che sarebbe arrivata presto! Forse troppo presto.

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Capitolo 5
*** The smell of fear! ***


Pov Liza
 
Avevo appena finito di vestirmi quando vidi una presenza bionda sul letto di Damon.
“Stavi uscendo?”
Decisi che avrei anche potuto chiederle un consiglio.
“Mi sono appena ricordata che oggi è il compleanno di Stefan e volevo andare a comprargli un regalo… A proposito tu sapresti consigliarmi qualcosa? Non conosco i suoi gusti!”
“Come hai fatto?”
Ok, era lì per un motivo preciso e il motivo era scoprire quello che Stefan non aveva il coraggio di chiedermi.
“a fare cosa?”
“A sopravvivere per un secolo e mezzo e rimanere umana!”
“Diciamo che ho fatto un salto!”
Sì. Un salto temporale, ma pur sempre un salto!
“non vuoi dirmi più del necessario!”
“Non vedo perché dovrei! Non l’ho detto a nessuno, quasi! Io e te ci siamo conosciute poco fa, perché dovrei fidarmi di te?”
Sorrise.
“Perché sono amica di Stefan?”
Era un tentativo nemmeno così tanto convinto.
“Non mi fido nemmeno di Stefan, neanche lui sa!”
“E Damon?”
“Sa più di Stefan!”
Sorrise.
“Come fai a fidarti di Damon e a non farlo di Stefan?”
Sorrisi e mi sedetti sul letto.
“Io non mi fido ciecamente di Damon, ma tra me e lui c’è sempre stato un rapporto… particolare! Con Stefan, invece, è stato diverso! Lui ha sempre amato Katherine e in me vedeva una novità, un’attrattiva… un po’ come il Luna-park per i bambini…!”
“non l’hai mai visto come nulla di più di questo, vero?”
Sembrava stupita.
“Io vedevo in Stefan un bravo ragazzo, uno con cui parlare e, se non fosse stato così fastidiosamente legato all’etichetta, magari avrei anche potuto vederlo come un amico… ma un amico, Lexi, nulla di più! E lui lo sapeva!”
Sospirò.
“Non l’hai visto?”
Aggrottai le sopracciglia.
“Cosa avrei dovuto vedere?”
“Come ti ha guardata, oggi!”
Ci riflettei.
A me sembrava il solito sguardo da pesce lesso che gli avevo visto… beh, praticamente sempre!
“Quello sguardo ce l’ha solo per te… sai, nel corso dei secoli mi ha molto parlato di te e di Katherine… e hai ragione di lei era innamorato ma non riusciva a spiegare cosa provasse per te…”
Rimasi in silenzio…
Quello sguardo da pesce lesso, che io odiavo oltremodo, era tutto per me?
Non era una gran bella scoperta.
“Lexi… e allora? Spero abbia parlato bene di me! dopotutto è stata una vera fatica adattarsi a quel secolo, e ai suoi abitanti…!”
“Liza, io sono più che convinta che lui amasse te ma si autoconvincesse di amare Katherine…!”
Sospirai. Chissà cosa aveva provato, se davvero era come aveva pensato lei, quando lo avevo chiamato Damon.
“Lexi, sono solo tue congetture o lui ti ha detto qualcosa!”
“Lo conosco da così tanto tempo…”
Non disse altro.
Capii che erano le sue congetture, e avrebbero anche potuto essere corrette, per quel che mi importava.
“beh, vedila così: è passato un secolo e mezzo e lui ha superato la mia assenza… pensava che fossi morta e ancora tutti mi chiedono perché non lo sono… in questo secolo e mezzo lui è riuscito a dimenticare l’amore che provava per Katherine, e anche il presunto per me, e si è innamorato di Elena… adesso l’unica cosa a cui dovreste pensare è trovare il modo di far capire alla nostra cara amica che l’amore è più forte della paura…”
La vidi sorridere.
“Quindi tu vuoi che lui si rimetta con Elena?”
Provai un brivido.
“Perché lui no?”
Rise.
“credo che sia confuso!”
Arricciai le labbra, e il mio pensiero andò a Damon.
“Lexi fagli capire che lui ama Elena e non mi ha mai amata…”
“come fai a dirlo?”
“quando ami qualcuno fai di tutto per quella persona, anche fatti da parte o lottare… lui per me non ha lottato contro Damon… ma non si è fatto da parte! Lui non sapeva che fare perché quello che provava per me era attrazione, nulla di più…”
“Damon, invece, ti amava?”
“No… e non l’ho fa nemmeno adesso!”
“E allora perché ci stai? Perché continui a stare con lui…”
“In amore si lotta o ci si fa da parte, Lexi… e io sono nata con l’armatura addosso!”
Mi donò il primo sorriso sincero.
“come fai ad amarlo? È così insopportabile?”
“Io lo trovo così sexy!”
Rise.
“Questo glielo concedo! È sexy!”
Risi anch’io.
Poi lei si alzò dal letto. Quando fu sulla porta si girò.
“Posso farti un’ultima domanda?”
Le feci un cenno del capo, per farle capire che sì, poteva!
“Perché l’hai baciato, quando sei arrivata?”
“curiosità! Volevo vedere la sua reazione e quella di Elena! E poi se gli fosse dispiaciuto mi avrebbe fermata! È pur sempre un vampiro… ha qualche vantaggio!”
Rideva, sotto i baffi ma lo faceva.
“E quali sarebbero questi vantaggi?”
“la super-velocità, quindi poteva spostarsi! La super-vista, così vedete di notte e il super-udito, quello che Stefan starà usando in questo momento per ascoltare la nostra conversazione! Giusto?”
Lexi rise.
“Sei davvero sveglia! Anche più di come mi aveva detto Stefan”
“Stefan, puoi anche entrare, non attenterò alle tue labbra!” poi mi rivolsi a Lexi “Mi evita, nemmeno avessi la peste!”
Entrò in quel momento.
“Io non ti evito affatto!”
Sollevai un sopracciglio, ma non lo contraddissi.
“Comunque, per il futuro, se volessi sapere qualcosa… beh, basta chiedere!”
Mi sorrise.
In quel momento arrivò Damon.
 
Pov Damon
 
Quando rientrai in casa trovai una strana riunione nella mia stanza.
Liza era seduta sul mio letto e Stefan era sulla soglia con… la sua amica ultra centenaria Lexi.
“Avete organizzato un giochetto a tre nella mia stanza senza invitarmi? Siete proprio cattivi!”
Liza mi sorrise.
Era bello il suo sorriso, lo era sempre stato.
“in realtà stavano andando via, lasciandomi sola… mi faresti compagnia?”
E, di nuovo, mi stupii della malizia nella sua voce e nel suo sguardo.
“Beh, Stefan, Lexi è stato un piacere vedervi ma avete sentito la signorina, no? Abbiamo bisogno di un po’ di privacy!”
I due non ci misero più di un secondo a lasciare la mia stanza, e io ci misi ancora meno a raggiungere il mio letto e a gettarmi su di lei.
Sulle sue labbra, il suo collo…
“Dove sei stata stanotte?”
La sentii sorridere sotto le mie labbra…
Mi dedicai al suo collo.
“Un po’ in giro… hai sentito la mia mancanza?”
Non risposi, ma sorrisi sulla sua pelle.
Non ricordavo nemmeno più perché ero tornato a casa.
 
Eravamo abbracciati, o meglio, lei si accucciava sempre sul mio petto, dopo!
“a cosa ti serve?”
“Cosa?”
Ero per lo più annoiato.
“il ciondolo che hai dato a Caroline… a cosa ti serve?”
La guardai. Perché non le sfuggiva nulla?
Perché era stata troppo tempo con Katherine e aveva imparato dalla migliore!
Non le risposi.
Le feci un segno, sperando che capisse che in quella casa c’erano più orecchie di quante non avrebbero dovuto esserci!
Lo capì!
Arricciò le labbra, come amavo che facesse.
La baciai, senza rifletterci, senza aspettarmi nulla…
La baciai perché mi andava.
 
Pov Liza
 
Chissà perché mi stava di nuovo baciando.
Non lo sapevo e, giuro, non me ne importava nulla… avevo le sue labbra sulle mie…
Su di me!
Mi bastava, o me lo sarei fatto bastare…
 
Dopo quella sera la situazione fu, davvero, movimentata!
Damon uccise Lexi.
In città la situazione si animò, e non poco.
Arrivò Annabelle.
Il ballo dei fondatori.
Vari balli scolastici.
Il rapimento di Bonnie ed Elena.
Bonnie, posseduta da Emily, che distrusse il medaglione.
E il tutto non esattamente in quest’ordine.
 
Ebbi modo di conoscere John Gilbert.
Non era un’ottima compagnia, ma poteva essere pericolosa.
Un giorno lo incontrai al Grill.
Stavo aspettando Caroline, che voleva portarmi non-so-dove per mostrarmi quel meraviglioso non-so-cosa che era assolutamente da vedere.
Mi si avvicinò.
“Salve…”
Gli sorrisi.
“salve…”
Si sedette, senza nemmeno aspettare che lo invitassi.
“ci siamo visti al ballo dei fondatori!”
“Sì, mi ricordo… tu sei John Gilbert, no?”
Sorrise, ma era un sorriso che non prometteva nulla di buono, un po’ come quelli di Damon.
Ma pensare a Damon in quel momento non era salutare.
“esatto… ma potresti dirmi come ti chiami… perché spero di aver capito male!”
“Liza Allen… avevate capito bene, suppongo!”
“temo per voi di sì!”
Sorrisi, con il sorriso sghembo e un po’ minaccioso che mi aveva insegnato Damon, non dovevo pensare a lui!
“potrei sapere perché sapere il mio nome è così sconvolgente e per me pericoloso?”
“perché tu c’eri nel 1864 e l’unico modo per sopravvivere per un secolo, finora, è essere un vampiro…!”
Il ghigno, che avevo stampato in viso, si allargò.
“quindi tu pensi che sia un vampiro! Mi dispiace deluderti ma sono molto più umana io di chiunque altro qui…!”
“Pensi di riuscire a imbrogliarmi… tu eri qui, un secolo fa!”
“e io non lo nego… ma nego di essere un vampiro! Non lo sono!”
“Dimostramelo!”
Dimostrarglielo? E come?
Poi la risposta risultò la più ovvia.
“hai della verbena con te?”
La sicurezza nel suo sguardo vacillò ma mise una mano in tasca e ne tirò fuori un rametto di verbena, o almeno credevo lo fosse.
Lo presi in mano, e non successe praticamente nulla…
Volli giocare un po’.
Lo annusai.
“mmh… ha un buon odore… ti dispiace se lo tengo? Ha un ottimo profumo!”
Non mi diede risposta… si alzò e se ne andò.
Che maleducato… nemmeno mi salutò.
Ma il mio ghigno rimase immobile sul mio viso.
Quel pomeriggio fu estremamente snervante.
Io avevo assoluto bisogno di parlare con Katherine ma Caroline aveva assoluto bisogno di ciarlare su i più disparati argomenti, che alla fine si risolvevano in: “Ma perché Matt deve sempre lavorare? Non potrebbe stare con me?” oppure: “Pensi che abbia fatto male a mettermi con lui? dopotutto stava con Elena e lei è una delle mie migliori amiche da… beh da sempre…!”
In quel momento avrei voluto che Gilbert Senior avesse ragione.
Se fossi stata una vampira, almeno, avrei potuto far in modo che tacesse!
 
Quando arrivai dove Katherine alloggiava non la trovai.
Mi gettai sul suo letto e pregai che arrivasse in fretta.
Non ero dell’umore di aspettare, lo avevo fatto per troppo tempo.
Quando arrivò, dopo una vita, sorrideva.
“Katherine, togliti quel sorriso dalla faccia e ascoltami! Anzi e sopportami!”
Tolse il sorriso dalla faccia, anche se i suoi occhi sorridevano ancora.
Apprezzai lo sforzo.
“John Gilbert era convinto che fossi un vampiro…”
Sentii che reprimeva una risata e la fissai negli occhi.
“Liza, questo ti ha scombussolato così tanto?”
“cosa? No! Era solo per dirtelo… ed effettivamente è divertente… comunque il vero problema è Damon!”
Si sedette e, anche dai suoi occhi, sparì ogni traccia di sorriso.
“se tu dici che c’è un problema con Damon, dopo che gli hai fatto fare praticamente quello che voleva, allora deve essere una cosa seria…”
Sorrisi.
“o ma finché vuole uccidere tutto il mondo a me non importa… il problema è quando tenta di uccidere me!”
“Che è successo?”
Già… che era successo?
Non lo sapevo nemmeno io…
 
Inizio Flash-back
 
Ero in camera sua, non avevo ancora pulito la stanza e nessuno sembrava intenzionato a chiamare quella famosa agenzia delle pulizie.
Era arrivato in quel momento.
Dire che era furioso era un eufemismo.
“Damon cos’è successo?”
Lanciò una lampada per terra.
“ho aspettato un secolo e mezzo per poterla rivedere e adesso… è stato tutto inutile… lo capisci? Tutto inutile…”
“magari non era destino!”
Non avrei mai dovuto dirlo…
Mi fu addosso praticamente in un attimo.
Mi teneva per il collo.
“Non centra niente il destino… Emily si è rimangiata la parola…”
Non respiravo..
“Dam…non… respiro!”
“non mi interessa… io voglio uccidere… perché sono arrabbiato… io ti uccido perché sono assolutamente fuori di me…!!”
Provai davvero paura… nei suoi occhi non c’era nient’altro che rabbia, delusione, dolore!
Due lacrime riuscirono ad uscire al mio controllo e poi fu tutto buio…
 
Fine Flash-back
 
“voleva ucciderti?”
“io penso che ci sia andato molto vicino…!”
Mi tolsi il foulard che teneva sul collo, per coprire quelle macchie oscene.
“Non so se si è fermato o se è intervenuto qualcuno… quando mi sono ripresa lui non c’era e da ieri io lo evito, peggio della peste!”
Katherine si morse il polso e me lo porse.
“ci occuperemo dopo di Damon… per adesso vediamo di far sparire quei segni dal tuo collo… e dobbiamo anche evitare che Gilbert ti uccida, entro le prossime ventiquattro ore, tu non sei ancora pronta a diventare un vampiro!”
Allontanai il suo polso e le sorrisi.
“Ti ama ancora!”
E fu come se un fulmine mi avesse colpito in pieno petto.
 
Angolo autrice: ringrazio chi è arrivato fin qui.. ^_^
Non mi uccidete per quello che ha fatto Damon, ma si sa che Damon è un po’ istintivo, no? xD
Ah nell’altro capitolo ho dimenticato di specificare una cosa importante: questa frase: “Chissà dov’era andato Damon… sarei stata felice di rotolarmi un po’ con lui, prima di uscire.” Soprattutto quella in grassetto è molto “scopiazzata” da MiaBlack, che gentilmente non si è offesa per aver omesso la provenienza, ma l’ho dimenticato…
Perciò chiedo scusa e ringrazio MiaBlack per avermi prestato, involontariamente, questa frase ^_^

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Capitolo 6
*** Friends and associates... ***


Pov Liza
 
Ero ancora estremamente terrorizzata all’idea di incontrare Damon ma, come mi aveva fatto notare Katherine, non potevo evitarlo per sempre.
Ero davanti la pensione Salvatore e speravo veramente che lui non ci fosse.
Bussai.
Mi venne ad aprire Stefan con il telefono in mano e l’aria preoccupata.
“Stefan, cos’è successo?”
“tu dove sei stata? Temevo che Damon ti avesse uccisa!!”
Sospirai e tremai terrorizzata al solo ricordo.
“Non l’ha fatto…”
“Vieni, entra…”
Lo seguii fino in salone e notai che era troppo agitato.
“Stefan, cos’è successo?”
Non mi piaceva ripetermi e dal mio tono dovette capirlo.
“Elena ha visto il ritratto di te e Katherine e.. beh era sconvolta… se ne è andata… e poi non lo so penso abbia incontrato Damon e adesso sono in Georgia!”
“oh!”
Si voltò con l’espressione più cattiva, preoccupata e colpevole insieme che avessi mai visto.
“Come oh!? Io ti dico che l’uomo che ami e la ragazza che amo io sono insieme in un altro stato e tu dici solo oh?”
“Stefan, a parte che l’uomo che amo ha il cervello di un bambino viziato capriccioso e impulsivo… la ragazza che ami, poi, ti ama e è un po’ sconvolta per aver scoperto di essere praticamente identica ad un’altra persona! Se a questo aggiungi che l’altra persona è la prima donna di cui tu ti sia innamorato.. direi che Elena è da capire!”
Si sedette a peso morto sulla poltrona.
“avrei dovuto dirglielo…!”
“ti prego… cosa avresti risolto? Che lei sarebbe scappata prima!! Non mi pare un’idea geniale!”
Il suo sospiro mi irritò in maniera inverosimile.
Ma perché lui doveva farmi quest’effetto?
Perché dovevo irritarmi solo sentendolo sospirare, tra l’altro, disperato?
“Liza?”
“si?”
“Perché Damon ha tentato di ucciderti?”
Altro brivido di terrore.
“ho detto che, magari, se il medaglione era andato distrutto era stato il destino a volerlo!”
L’aria si appesantì.
Lui non parlava e io ero troppo immersa nei miei stupidi pensieri paurosi per potermene preoccupare.
Non seppi se quel silenzio fu un bene o un male, né quanto durò, ma venne interrotto dallo squillo di un telefono.
Il mio.
Era un messaggio di Katherine che mi chiedeva di andare da lei.
“Stefan, io devo andare…!”
 
Pov Damon
 
Avevo quasi ucciso Liza. Se ci pensavo non riuscivo ancora a crederci.
Ma lei non avrebbe mai dovuto dire una cosa del genere.
Il fatto che Bonnie, o Emily, avesse distrutto il medaglione di certo non significava che avrei dovuto abbandonare il mio proposito e lasciare Katherine in quella cripta.
Non avrebbe mai dovuto dire una cosa del genere.
In realtà non avrebbe nemmeno dovuto pensarla.
Poi avevo avuto quell’idea.
Sarei andato da Bree e lei, come aveva fatto in precedenza, avrebbe trovato una soluzione al mio problema.
Per strada incontrai Elena, non era assolutamente il caso di lasciarla lì, in mezzo alla strada, dopo che un vampiro aveva provato ad ucciderla, ma io non potevo tornare indietro, avrei perso troppo tempo prezioso.
La portai con me.
All’inizio non fu davvero entusiasta di quel viaggio, ma poi si lasciò andare e divenne davvero divertente.
La vidi sotto un’altra luce.
Non era solo l’Elena che c’era a Mystic Falls… quella era l’Elena-salva-la-città-con-tutti-i-suoi-abitanti-perché-è-buona oppure Elena-soprassiede-il-dettaglio-chee-il-suo-ragazzo-è-un-vampiro…
La scoprii capace di divertirsi.
La scoprii allegra.
La scoprii leggermente irresponsabile.
Scoprii di doverle la vita.
Mi aveva salvato.
Le ero, davvero, grato e, da quel momento, l’avrei aiutata, per quanto mi fosse possibile.
 
Pov Katherine
 
Dovevo parlare con Liza.
Avevo visto la macchina di Elena sul ciglio della strada e non era una cosa che mi piaceva.
Le diedi appuntamento dove alloggiavo e lei arrivò in meno di dieci minuti.
“Katherine, è successo qualcosa?”
“volevo saperlo io, se era successo qualcosa! La macchina di Elena è sul ciglio della strada!”
“a quanto pare Elena ha avuto un incidente, ieri sera… l’ha soccorsa Damon e adesso sono ad Atlanta, in Georgia!”
Cosa?
Damon aveva soccorso Elena?
Damon l’aveva aiutata e se l’era portata dietro?
C’era puzza di cattive notizie nell’aria e sapevo che lo stava pensando anche Liza, da come mi stava guardando.
“Liza, c’è qualcosa che temi?”
“si… di aver sprecato un’altra occasione, con Damon!”
Aveva paura di cosa esattamente?
Non lo capivo.
Damon, dopo un secolo e mezzo, era ancora così disperatamente innamorato di me e lei non riusciva a fargli cambiare idea.
Lui era sempre stato legato a Liza, ma non riuscivano a creare nulla, in effetti.
“forse è meglio che torni alla tua vita, in questa città… se dovessi sparire per troppo tempo potrebbero sospettare qualcosa!”
Rise.
Era tesa, terrorizzata e chissà cos’altro, ma rise.
“Oh, sì! Immagino che se non mi vedessero penserebbero che sono con la vampira ultracentenaria che Damon sta cercando di liberare da una cripta in cui non è mai stata! Direi che non fa una piega!”
Sospirò.
“Io vado! Ciao Katherine… ci vediamo!”
Uscì così.
Non disse nient’altro…
Uscì e si portò tutti i suoi pensieri e le sue domande.
 
Pov Liza
 
Avevo assoluto bisogno di svagarmi.
Decisi di andare al Grill.
Non che in quella città ci fosse molto altro da fare, dopotutto.
Mi avvicinai al banco e chiesi un bicchiere di whiskey.
Sapevo che era presto, che non avrei retto e che avrei combinato una qualche cavolata.
Non mi interessava.
Avevo bisogno di spegnere il cervello, anche se per poco.
Vidi entrare nel locale Anna.
Mi avvicinai a lei, con il bicchiere ancora in mano.
“Annabelle, che piacere vederti!”
“Liza…”
Sembrava stupita di vedermi, ma non eccessivamente, come se non fosse una novità, per lei, che io ero ritornata.
“Come va il piano per cercare di liberare tua madre dalla cripta?”
Trasalì.
“E tu come fai a…?”
“a saperlo? Dimentichi che ero amica di Katherine e che lei mi ha insegnato che bisogna sempre essere un passo avanti al proprio nemico, o amico che sia…!”
“capisco… e Katherine ti ha anche insegnato a bere super alcolici di prima mattina?”
Sorrisi.
“No, quello me l’ha insegnato la vita! Perché, non so se nella tua lunga vita tu te ne sia mai accorta, ma la vita fa letteralmente schifo! Fa davvero schifo!”
In quel momento arrivò qualcuno e mi interruppe.
Era John “Liza, hai ragione la vita fa schifo… soprattutto se ci si circonda di mostri!”
Annabelle ebbe un leggero sussultò, lo temeva.
“hai ragione, John… è meglio allontanarsi il più possibile dai mostri…andiamo…”
Mi voltai verso Annabelle.
“Anna allontaniamoci, non vorrei che John inquinasse l’aria che respiriamo!”
Lo sentii irrigidirsi.
Non amava queste prese di posizione, improvvise.
Mi avvicinai al banco e poggiai il mio bicchiere.
Io e Anna uscimmo fuori.
“Oddio, scusa, ti ho trascinata fuori.. ma io John Gilbert non lo reggo, come non reggevo le allucinate farneticazione di Jonathan un secolo e mezzo fa!”
Sorrise.
“Oh, non sai quanto ti capisco…!”
“Voglio ben vedere… tu dovevi sorbirtelo molto di più… faceva una corte tanto spudorata quanto infruttuosa a tua madre… mi faceva venire la nausea…!”
“Di nuovo… non sai quanto ti capisco!”
Parlammo per circa altri dieci secondi prima che una furia dai capelli biondi mi si gettasse praticamente addosso.
“Liza… si può sapere dove eri finita? Ti ho cercata, sono persino andata alla pensione Salvatore, e tu sai quanto io ami quel posto… oh scusa, ma eri in compagnia… piacere io sono Caroline!”
“Anna!” poi la piccola vampira mi sorrise. “Liza io devo andare… ci vediamo!”
“oh, si! Se sopravvivo”
Riuscì a stento a trattenere una risata.
“Liza, davvero devo parlarti!”
Sospirai.
Magari bere non era stata un’ottima idea, non l’avrei fatto se avessi saputo che avrei dovuto subire Caroline.
Non ero ubriaca ma nemmeno in vena di stare a sentire le sue farneticazioni.
“Caroline… non è per demoralizzarti ma io ho bevuto tipo un bicchiere di whiskey e non reggo molto bene l’alcool… dovrei imparare e smetterla di bere… ma comunque.. Caroline ho proprio bisogno che tu mi accompagni alla pensione dei Salvatore… e stai tranquilla non c’è Damon!”
La azzittii.
Ero stata davvero brava.
Non parlava più.
Poi capii perché…
Non c’era più… non era più vicino a me…
Mi battei un colpo sulla testa!
Chissà dove era andata.
Mi incamminai verso la mia macchina.
Non ero così andata da non poter guidare.
Presi le chiavi, aprii ed entrai.
Qualcuno aprì lo sportello del passeggero.
Caroline!
“scendi subito da quella macchina… ti accompagno io! Dai, dammi le chiavi…”
“Caroline, io sono in grado di badare a me stessa!”
Sorrise, sarcastica.
“no, tu sei in grado di ucciderti!”
“forse!”
Mi spostai e sorrisi.
“magari non è poi una così cattiva idea!”
“o ma dai… tu piena di vita vuoi morire? Dove arriveremo, di questo passo?”
“Caroline, a volte le apparenze ingannano!”
“già…!”
Non parlammo più.
Mi accompagnò fino alla pensione, e ci aprì Stefan.
“ehm… ciao Stefan.. posso entrare?”
“Liza, mi pare che tu abiti qui, no?”
“forse!”
Gli sorrisi.
“hai bevuto?”
“no! Cioè solo un bicchiere… non sono ubriaca”
Mi prese per la vita.
“grazie Caroline…”
Caroline entrò.
“Stefan, mi spieghi perché lei è ridotta così e perché oggi Elena non è venuta a scuola?”
Risi.
“se vuoi te lo dico io il motivo!”
Stefan mi precedette.
“niente di preoccupante…”
“no, infatti… ha ceduto al fascino… e già! Proprio un bel fascino”
Lei non capì e Stefan era preoccupato che lo facesse…
Sospirai.
“io vado a dormire… magari così non penso!”
“ti accompagno in camera di Damon”
Sospirai.
“Grazie, ma il divano va più che bene!”
Mi accontentò.
Mi poggiò sul divano.
Crollai nel giro di dieci secondi.
Forse non avrei dovuto bere dopo più di dodici ore di digiuno.
Non mi faceva esattamente bene!
 
Pov Damon
 
Quando tornai alla pensione trovai Stefan sveglio che mi aspettava.
“Cosa pensavi di fare?”
“Ehi fratellino, rilassati… io ed Elena ci siamo divertiti… e non ho abusato di lei… tranquillo!”
“Perché l’hai portata con te?”
“ah, scusami… la prossima volta la lascio in mezzo alla strada con un vampiro che tenta di ucciderla…!”
Mi diressi in salone, per prendere un bicchiere di bourbon e sul divano c’era Liza.
Stava leggendo, o almeno fingeva di farlo.
L’aveva sempre fatto, anche nel 1864, per evitare di dover affrontare le situazioni.
All’inizio non le parlai.
Mi versai il mio bourbon.
Stefan se ne era andato, possibilmente da Elena per controllare che fosse tutta integra.
“stai bene?”
L’ironia di quella domanda?
L’aveva fatta lei a me!
Io avevo quasi tentato di ucciderla e lei mi faceva quella domanda.
“Dovrei fartela io, questa domanda!”
“ma non lo farai… perché tu sei Damon e se sei arrabbiato uccidi… abbiamo capito l’antifona!”
Non sembrava arrabbiata… il suo tono era piuttosto annoiato, in netto contrasto con quello che mi stava dicendo.
Mi sarei aspettato che mi urlasse contro, che fabbricasse bombe alla verbena e chissà cos’altro.
Lei, invece, non sollevava gli occhi dal libro e non alzava il tono di voce.
“Beh, non ti ho ucciso, no?”
Già, chissà perché non l’avevo fatto!
Non mi rispose.
Annuì leggermente col capo e tornò al suo libro, che notai teneva al rovescio.
“Hai uno strano stile per leggere… con il libro al contrario…”
“Oh, ma io non sto leggendo… mi sono inventata un impiego per poter evitare di parlare con te!”
Colpito e affondato.
“Ma di solito noi non parliamo, no?”
Mi avvicinai a lei.
“Quello che facciamo, insieme, è molto più divertente!”
Sollevò appena lo sguardo dal libro, che non stava leggendo.
“io userei il passato… quello che facevamo era molto più divertente!”
Misi su un perfetto broncio.
“Hai intenzione di evitarmi per sempre?”
“No! Ho intenzione di stare lontana dalle tue lenzuola! E non per sempre… prima o poi io morirò… il bello dell’essere umana…!”
Sorrisi.
“A questo si può trovare una soluzione!”
“Grazie ma non ho intenzione di diventare una sanguisuga…”
Mi sedetti accanto a lei e la sentii irrigidirsi.
Aveva paura di me?
Possibile!
“ero arrabbiato! Ho aspettato un secolo e mezzo per vedere il mio piano andare in fumo all’ultimo secondo!”
“Damon, non mi interessa! Tu puoi fare quello che vuoi… io non voglio più tornare sull’argomento! Perciò, ti prego, smettila di parlarne!”
Ma come faceva a rimanere così calma?
Ok, forse non lo era, il suo cuore la tradiva, però non mi stava urlando addosso.
“tu non vuoi rivederla…”
Un leggero sorriso piegò le sue labbra.
“Sì, certo! Ma… beh, se qualcosa fosse andato storto non avrei cercato di uccidere l’unica altra persona che desidera rivederla… avrei cercato di farmela amica… di instaurare con lei un rapporto di solidarietà!”
Mi avvicinai alle sue labbra, lentamente.
“Sai, credo di essere stato uno sciocco, l’altro giorno!”
Annuì.
“si, lo credo anche io…!”
“e credo che dovrei rimediare in qualche modo!”
“e come credi di fare?”
Ebbi un’illuminazione.
“vieni con me!”
Mi alzai e la trascinai…
L’avrei portata lì, dove praticamente era iniziato, davvero, il nostro rapporto.
Lì, dove avevo portato solo lei.
Lì, in quel luogo dove aveva rischiato di morire.
Lì, dove avevamo trascorso la nostra giornata.
La portai al nostro Rifugio.

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Capitolo 7
*** This is our place! ***


Pov Liza
 
Ci avevo messo tutta la mia buona volontà per non urlargli contro o per non scappare a gambe levate.
Stare vicino a lui mi metteva i brividi, avevo ancora paura che potesse perdere il controllo e farmi del male.
“vieni con me!”
Si alzò e mi tirò con sé.
“Damon… mollami! Adesso!”
Avevo cercato di essere minacciosa o per lo meno decisa, ma la mia voce tremava, incontrollabilmente.
“Liza, prometto, giuro, che non ti farò del male nelle prossime ventiquattr’ore!”
Strattonai il braccio, cercando di liberarmi dalla sua presa.
“Damon, io non voglio venire da nessuna parte, con te! Lasciami… per favore!”
La mia voce si affievolì.
Lui si fermò.
Mi fissò negli occhi.
“Liza, davvero… voglio farmi perdonare! Però mi devi dare la possibilità…”
Sollevai un sopracciglio.
Questo somigliava più al Damon “vecchio” che a quello “nuovo”.
 
Pov Damon
 
Davvero gli avevo detto che volevo farmi perdonare?
Chissà perché l’avevo fatto… di sicuro, però, lei non l’avrebbe sbandierato col mondo intero.
“Almeno dimmi dove mi stai portando!”
Ricominciai a camminare: “è una sorpresa!”
Camminammo per dieci minuti e poi la sentii sbuffare.
“Damon, per quanto ancora dovrò camminare? Mi sono stancata.. e poi nel bosco? Davvero? Vuoi uccidermi senza lasciare traccia del mio corpo?”
Aveva provato a mettere del sarcasmo nell’ultima frase, ma il battito del suo cuore e il tono, incrinato, la tradirono.
Aveva davvero paura di me, e io non volevo ne avesse.
Lei doveva essere quella Liza che avevo conosciuto quando era tornata a Mystic Falls.
Lei era speciale e forse era l’unica persona che desideravo non avesse paura di me.
La presi in braccio, un po’ come si fa con le spose il primo giorno di nozze.
“Ti prego potresti fidarti di me? almeno un po’?”
Sollevò un sopracciglio e arricciò le labbra.
Sorrisi e le diedi un leggero bacio stampo.
Lei non riuscì a spostarsi in tempo, ma ci provò…
Solo il suo provarci mi infastidì oltremodo.
Iniziai a correre e lei si strinse a me.
 
Pov Liza
 
Oddio non riuscivo a vedere nulla.
Correva troppo veloce e io avevo una paura matta.
Mi strinsi più forte a lui e lo guardai.
Non mi degnava di uno sguardo e mi persi nella contemplazione del suo viso.
Aveva un naso perfetto.
Quella mandibola, marcata ma non eccessiva.
Le labbra, da baciare.
E gli occhi.
Quell’azzurro in cui mi sarei persa molto più che volentieri.
Mi soffermai sui suoi occhi e non mi accorsi che lui si era già fermato.
Lui stava ricambiando il mio sguardo e io temetti che nel mio ci leggesse tutto l’amore che pensavo di provare per lui.
Un angolino della mia mente pensò che lui non avrebbe saputo riconoscere quel sentimento, nel mio sguardo, nemmeno se gliel’avessi sbandierato direttamente sotto il naso.
Poi parlò e rovinò tutto, ricordandomi che ero ancora arrabbiata con lui e terrorizzata da lui.
“Siamo arrivati…”
Mi guardai attorno e ci misi un po’ a capire…
“Esiste ancora?”
Lo guardai con quel misto di emozioni che non voleva saperne di sparire:
Rabbia, per quello che mi aveva fatto.
Terrore, poteva rifarlo?
Gratitudine, mi avevo portato lì per chiedermi scusa.
Sorpresa, quel posto, il nostro posto, c’era ancora!
Angoscia, chissà se nel corso di quel secolo ci aveva portato qualcun altro.
Amore, nonostante tutto pensavo di amarlo…
“Certo che esiste!... Spero ti faccia piacere…!”
Sorrisi.
“Potresti farmi scendere?”
Lui mi regalò quel sorriso sghembo che amavo.
“oh, ma dobbiamo fare le cose per bene, la prima volta non l’abbiamo fatto!”
Mi accigliai.
Le cose per bene?
Cosa voleva dire?
Poi iniziò a camminare verso l’ingresso del Rifugio.
Mi teneva ancora in braccio e allora capii.
“Damon, questo lo fanno quelli che si sono appena sposati… ti stai prendendo una bella responsabilità!”
Rise…
“Liza, ti prego.. tu sei molto peggio di una moglie! Viviamo insieme… ti preoccupi della mia dieta… non ti piace come mi vesto… e hai da ridire sulle mie compagnie!”
“a parte che non viviamo assieme, tecnicamente viviamo in una pensione… non mi preoccupo della tua dieta, l’unica cosa volta che mi sono interessata l’ho fatto quel primo giorno ma solo perché io avevo fame e volevo fermarmi… chi ti ha detto che non mi piace come ti vesti? Sei sexy così! E per le compagnie? Beh, si riducono solo a delle ragazze che vuoi portarti a letto!!”
“Gelosa?”
Quello sguardo lo odiavo…
Era sempre così sicuro di sé.
“non ne ho motivo! Tra me e te c’è poco più che niente!”
La sua espressione cambiò… vidi il dolore e la rabbia attraversarli di nuovo, come quella sera…
Ebbi paura.
Non mi rispondeva e non mi degnava di uno sguardo…
Mi feci forza.
Quello era il nostro posto e tutti i problemi, che avevamo fuori da lì sarebbero rimasti lontani da noi.
“Damon?... Damon…?”
Mi guardò ma ancora c’era quella rabbia mista a delusione che mi faceva tremare.
“Dimmi che mi sbaglio…”
Mi lasciò e mi voltò le spalle.
Solo allora notai il nostro corso d’acqua.
“Pensavo che io e te fossimo amici…!”
Quel posto era davvero magico, riusciva a farlo aprire.
Mi avvicinai e lo abbracciai da dietro.
“E lo siamo!”
Sentii che stava ghignando.
Cioè non lo sentii, non si sente un ghigno ma io sapevo che lo stava facendo.
“Senti… tu ti rendi conto che io ho avuto una fottutissima paura, vero?”
“mi dispiace, davvero!”
Feci il giro e mi piazzai davanti a lui.
“Lo so!”
Mi sorrise.
Finalmente, il mio sorriso.
“ah, lo sai? E se lo sai si può sapere perché mi hai fatto chiedere scusa?”
“Oh, ma tu non hai chiesto scusa!!”
Mi prese in spalla, un po’ come un sacco di patate…
“Bene allora!”
“no… Damon… ti prego!”
Troppo tardi… mi gettò in acqua!
Era fredda…
“tu.. brutto idiota di un vampiro!”
Provai a schizzarlo, ma lui aveva la super-velocità dalla sua!
“continui ad offendermi, vedo!”
Avevo un diavolo per capello, davvero!
Lo avrei volentieri evirato.
“Damon Salvatore… adesso tu entri immediatamente qui… e ti fai schizzare finché non ne avrò abbastanza!”
Si tolse il giubbotto di pelle, con una calma che mi fece innervosire ancora di più.
“Damon… vieni qui adesso!”
Si tolse le scarpe, con estrema lentezza.
Oddio le mie meravigliose scarpe…
Questa me l’avrebbe pagata!
Feci per uscire dall’acqua, più per togliermi le scarpe che per altro.
Ma lui mi afferrò e mi tirò di nuovo in acqua…
“razza di imbecille… volevo togliermi le scarpe…!”
Rise.
 
Pov Damon
 
Le cose erano tornate al loro posto se mi chiamava razza di imbecille.
Risi.
Non ci pensai su un secondo, mi catapultai sott’acqua e la privai delle scarpe e anche di parecchio equilibrio.
Quando riemersi era pronta, mi schizzò tanta di quell’acqua che, se avessi avuto bisogno d’aria, sarei morto.
Gettai le sue scarpe sulla riva e mi avvicinai a lei.
Le presi per i fianchi e la voltai, così che non mi potesse più schizzare.
Aveva il fiatone e le guance arrossate, era bellissima.
“Liza, scusa… davvero mi dispiace!”
Sorrise, appena… ma sentivo che tremava…
Mi domandai se fosse paura o freddo.
Temetti la prima.
Io non volevo che lei mi temesse.
Io non volevo che lei mi evitasse, come aveva fatto subito dopo quello che era successo.
“cosa avresti fatto, se mi avessi ucciso…? Mi avresti seppellita nel bosco? Come una qualsiasi vittima?”
Ci riflettei…
“non lo so…! Non ci ho pensato, prima di agire!”
Sciolse l’abbraccio, o la morsa in cui la tenevo, e si avvicinò alla riva.
Si sedette ma tenne, comunque, i piedi in acqua… mi avvicinai.
“sai… quando ti ho conosciuto eri istintivo, ma mettevi comunque al primo posto i sentimenti! Non sei cambiato molto… sei più radicale!”
“Io sono cambiato, invece!”
Rise, appena.
“Damon è passato un secolo e mezzo e tu la ami ancora! È passato un secolo e mezzo e stavi per uccidermi solo perché ho avanzato un ipotesi!!”
“era sbagliata!”
Ma lei non aveva tutti i torti…
“forse… ma non voglio più parlarne…! Un’altra cosa che non è cambiata col tempo sai qual è?”
Sorrisi.
“Il mio fascino?”
Scosse la testa.
“Quello è aumentato nei secoli, quindi ha subito un cambiamento!”
“mmh.. la mia bellezza?”
“No!”
Sollevai un sopracciglio.
Non ero cambiato in un secolo e mezzo… avevo solo cambiato la mia pettinatura.
“ok.. anche quella non è cambiata ma mi riferivo a qualcos’altro”
“ e a cosa?”
“il mio ascendente su di te!”
Risi… di cuore.
Però, effettivamente non aveva tutti i torti…
Le avevo appena chiesto scusa, e se non fosse stato per il suo ascendente su di me non l’avrei mai fatto.
“però, devo dire, che nemmeno il mio ascendente su di te è cambiato…”
Sollevò un solo angolino delle sue meravigliose labbra.
“Ti sbagli… il tuo ascendente su me è aumentato!”
Sorrisi, sghembo.
“ah si? E cosa faresti se mi avvicinassi così?”
Mi avvicinai finché le sue labbra non sfiorarono le mie.
“io non farei assolutamente niente! Quello che deve farsi perdonare sei tu.. quindi tu devi fare qualcosa!”
Quando parlava le sue labbra toccavano, o meglio si scontravano con le mie…
“e cosa faresti se facessi questo?”
Mi avvicinai e poggiai le mie labbra sulle sue.
Rimase immobile.
Mi sdraiai su di lei, senza pesare su di lei.
Mi assecondò, sdraiandosi, ma non accennava a voler rispondere al mio bacio.
Continuai a baciarle le labbra…
Poi scesi lungo il collo, e la sentii irrigidirsi.
Amava quando le baciavo il collo, lo avevo capito, ma in quel momento sembrava tutto il contrario.
Poi capii.
L’avevo quasi strangolata.
“Liza…”
Non mi rispose..
Se ne stava rigida…
“guardami…!”
Sussultò… non si aspettava di vedermi con il volto trasfigurato.
“io sono questo e non devi avere paura di me… ho detto che non ti farò del male e non lo farò! Mi sembrava di averti dimostrato di tenerci a te, no?”
Non mi parlò…
Mi fissava, quasi volesse avere la conferma di quello che dicevo nel mio sguardo.
Tornai con il mio normale e bellissimo volto.
“Ti fidi di me?”
“Sono qui no?”
Sorrisi e tornai a baciarle il collo.
All’inizio non si lasciò andare… ma poi si rilassò…!
Mi dedicai a lei come se fosse l’unica cosa che sapessi fare.
Baciai e accarezzai ogni centimetro del suo corpo.
Mi feci perdonare con i baci, con le carezze… parole che non avevano bisogno di essere pronunciate arrivarono direttamente al suo cuore tramite le mie attenzioni.
Lei rispose ma solo per farmi capire che stava cominciando a perdonarmi.
Non avevamo fretta!
Dovevamo solo ritrovarci e non c’era modo migliore di farlo se non riscoprirci, lentamente…
“Damon… devo sapere una cosa?”
Non avevo ancora baciato le sue labbra e lei mi impedì di farlo.
“Dimmi…!”
“hai mai portato qualcun altro qui?”
Sorrisi.
No!
Quello era il nostro posto.
“No! Questo è il Rifugio ed è nostro!”
Sorrise, finalmente radiosa.
Finalmente senza nascondere nulla.
Ribaltò la situazione, trovandosi a cavalcioni su di me, e mi baciò, finalmente, sulle labbra.
 
Angolo autrice: ok… è smielato? È troppo dolce?
Chiedo scusa… ma io non ce la facevo più a saperli in guerra… :P

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Capitolo 8
*** Questions and myths ***


Pov Elena
 
Quel viaggio in Georgia con Damon mi aveva aperto gli occhi e mi aveva fatto capire che, magari, Damon non era solo il vampiro senza controllo che avevo conosciuto.
Dopotutto non potevo certo dimenticare che lui aveva trasformato Vicki, anche se poi non si era rifiutato di lenire la sofferenza di mio fratello.
Non potevo nemmeno fingere di dimenticare che lui mi aveva salvato da quel vampiro in mezzo alla strada, senza nessun motivo apparente.
Non potevo fingere di dimenticare nemmeno il fatto che per tutto il giorno si era comportato, con me, come un vero cavaliere.
Con lui mi ero divertita e non avevo pensato a quello che mi ero lasciata dietro.
Non avevo pensato alla macchina distrutta.
Non avevo pensato al fatto che Stefan potesse stare con me solo perché ero praticamente identica al suo primo amore.
Non avevo pensato a quello che avevo fatto a mio fratello, lo avevo fatto per lui, per non farlo soffrire ma non riuscivo a togliermi dalla mente il pensiero che non era stato giusto privarlo dei suoi pensieri, dei suoi ricordi e nemmeno della sua sofferenza ma io non potevo sopportare di vederlo soffrire ancora.
Quando tornai a casa trovai mia zia alquanto preoccupata.
La rassicurai.
Non le dissi della giornata che avevo trascorso con Damon, però.
Non le dissi nemmeno che ero passata da Stefan, prima di tornare a casa…
Le sputai solo addosso che sapevo di essere stata adottata.
Il giorno avrei parlato con Damon.
Lui, più del fratello, sarebbe stato disposto a darmi qualche risposta in più.
 
Pov Damon
 
“Damon?”
Mi volto verso Liza, che è praticamente incollata a me.
“Si?”
“Cosa hai pensato quando me ne sono andata senza nemmeno salutarti?”
Riflettei un attimo.
In realtà lei mi aveva salutato confessandomi che mi amava e in quel momento, solo in quel momento, realizzai che se per me era passato un secolo e mezzo e per tutto quel tempo avevo pensato che lei fosse morta ed ero riuscito a superare la cosa, e ad accantonare i sentimenti che pensavo potessero nascere, per lei, invece, era trascorso appena un mese, e il suo amore, se era davvero quello il suo sentimento, non poteva essersi già spento.
Mi resi conto che, forse, con il mio atteggiamento, non la stavo aiutando a superare la cosa.
Avrei dovuto dirle che io avevo sentito quello che mi aveva detto quel giorno, quando credeva che stessi dormendo?
Magari si sarebbe arrabbiata perché non gliel’avevo detto subito o perché, quel giorno, non avevo aperto gli occhi.
Non mi andava di litigare ancora.
Certo fare la pace era davvero molto piacevole, ma lei era il mio unico punto fisso.
Sapevo che di lei potevo fidarmi.
Sapevo che con lei non dovevo avere paura di quello che dicevo.
Sapevo che con lei potevo anche permettermi di sbagliare, perché lei mi avrebbe perdonato.
Decisi che non le avrei detto nulla.
Forse era stato quello il punto forte del mio legame con lei, fin dall’inizio.
Lei era riuscita a guadagnarsi la mia fiducia.
“Non lo so… è passato così tanto tempo!”
La sentii sospirare.
“Non hai ancora imparato a mentirmi!”
Sorrisi.
Anche questo era un suo punto di forza: mi capiva ma non mi forzava.
Potevo percepire quanto fosse curiosa di conoscere la risposta a quella piccola domanda, ma non avrebbe insistito.
Avrebbe avuto la risposta quando e se io avessi voluto dargliela.
Stava guardando le stelle.
“ehi Damon guarda… quella è Eltanin la stella più luminosa della costellazione del drago, la vedi?”
Seguii il suo dito e vidi quello che mi stava indicando.
“Sì.. e dovrebbe interessarmi perché?”
La sentii sorridere sarcastica.
“Perché mi ha ricordato che noi siamo in viaggio di nozze…!”
Arricciai le sopracciglia… poi capii che si riferiva all’ingresso e annuii.
“Continuo a non capire il nesso!”
“La costellazione del drago, secondo il mito, nacque per volere di Era. Sai chi è Era?”
“La moglie di Giove?”
“no, di Zeus!”
Sorrisi.
Non sapevo che lei fosse così saputa.
L’avevo vista leggere un paio di volte, anzi l’avevo vista mentre fingeva di farlo, e non avevo mai davvero pensato potesse essere così saccente.
“Ah, errore molto grave il mio, suppongo?”
“Direi… hai mischiato due culture simili ma completamente differenti… La percezione delle divinità presso i greci e presso i Latini era estremamente differente… comunque vuoi sapere la storia del drago?”
La sua domanda sembrava più retorica che reale… un po’ come se, qualunque cosa io le avessi risposto, lei mi avrebbe raccontato quella storia.
“è inerente al matrimonio?”
“In un certo senso… allora per il matrimonio di Zeus ed Era” mi guardò con il sorriso sulle labbra, un sorriso da saputella, nuovo che non le avevo mai visto ma che mi piaceva “Visto che il matrimonio c’era…? Comunque, per il loro matrimonio tutti fecero un dono agli dei e gli uomini regalarono un albero che dava come frutti delle mele d’oro. Come protezione a questo meraviglioso albero venne posto un drago a cento teste, ma Eracle, mentre compiva una delle dodici fatiche impostegli da Euristeo, lo uccise e in sua memoria fu posta in cielo la costellazione: Draco!”
“wow… il matrimonio centra poco e niente!”
Rise.
“Si lo so… ma adoro la storia del drago e soprattutto Eltanin… è così luminosa…”
Sorrisi. Era bello vedere che si interessava così tanto a qualcosa…
Con quella piccola storia mi aveva dimostrato di essere brava sia in mitologia che in astronomia.
“da quando sei così saccente?”
Sorrise, forse un po’ offesa?
“non sono saccente… conoscevo questa storia e te l’ho detta!”
Arricciò le labbra.
Amavo quando le arricciava, lo avevo sempre amato.
Loro sembravano invocare un mio bacio e io non me la sentivo proprio di deluderle.
 
Pov Stefan
 
Quella giornata era stata lunga e stressante. Bonnie aveva trovato la cripta.
Elena era in un altro stato con mio fratello, senza il suo ciondolo e perciò in balia del suo potere.
Ero sempre più preoccupato.
In più lei aveva visto il ritratto di Liza e Katherine.
Quando la vidi arrivare alla pensione mi sembrò che un grosso macigno venisse gettato via.
Tornai a respirare, anche se non mi ero reso conto di aver smesso di farlo.
Quando e dissi quello che sapevo era più spaventata di prima, ma alla fine mi baciò, forse più per trovare un appoggio che perché aveva davvero capito cosa mi aveva spinto verso di lei.
Forse solo perché aveva bisogno di un appoggio e non perché si era accontentata di quello che le avevo detto.
Quando la lasciai a casa sua avevo la brutta sensazione che avrebbe fatto qualcosa di non esattamente gradevole, per me.
Non aveva voluto dirmi nulla su quello che era successo con mio fratello e non avevo voluto insistere.
Quando tornai a casa notai che Damon non era ancora rientrato.
Non era una buona notizia.
Magari era in giro a dissanguare qualcuno.
Notai che mancava anche Liza, li avevo lasciati insieme, sul divano, quando mi ero reso conto che Damon aveva portato con sé anche Elena.
Mi sorpresi quando realizzai che non volevo che capitasse nulla a Liza.
Nonostante tutto quel tempo tenevo ancora a lei.
E lei mi ricordava Lexi, o forse era stata Lexi a ricordarmela e solo per quello avevo acconsentito a lasciare che si avvicinasse a me.
Ripensare a Lexi, però, non mi faceva bene… soprattutto se pensavo che Liza poteva trovarsi con Damon e se pensavo a cosa Damon aveva fatto alla mia migliore amica, per non dire unica.
 
Pov Liza
 
Damon mi stava ancora baciando quando squillò un telefono, il suo.
Il mio, insieme a tutte le mie cose, era rimasto a casa.
Si staccò.
“Forse devo rispondere!”
Sorrisi.
“No, non devi…!”
Ma non tornai a baciarlo e gli lasciai via libera per poter andare a prendere il suo telefono.
“Pronto?”
Lo vidi corrucciare le sopracciglia e poi distendere la sua espressione fino a formare un ghigno.
Un meraviglioso ghigno, aggiungerei.
“Arrivo subito!”
Chiuse il telefono e si rivestì.
“Liza… abbiamo una missione da compiere…”
Sembrava divertito, ma vedevo che c’era qualcos’altro…
Mi vestii e mi trascinò fino a casa Gilbert.
Sollevai gli occhi al cielo esasperata.
Non avrei dovuto sorbirmi una lagna di Elena Gilbert, vero?
 
Angolino autrice: ehi salve… so che è piccolo piccolo ma domattina posto di nuovo, state tranquille… ecco è tipo l’una e sono appena rientrati i miei e appena si accorgono che sono ancora a computer, beh chissà.. comunque piccole comunicazioni di servizio:
scusate ma non sono riuscita a trattenermi… ho parlato della costellazione del drago chiaro riferimento a Draco Malfoy… per chi non lo conoscesse il meraviglioso Slytherin in Harry Potter…
il mito delle mele e del drago è reale… cioè esiste il mito non reale nel senso che esisteva il drago e company xD
beh, spero che se anche piccolo sia stato un capitolo almeno carino… ^_^
buonanotte :P
 

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Capitolo 9
*** The first dance! ***


Pov Damon
 
Chissà cosa aveva di così urgente da chiamarmi a quell’ora.
Trascinai Liza a casa sua.
“Damon, perché siamo qui?”
Sorrisi.
“In realtà non lo so… Elena ha detto che aveva bisogno di parlare con me…!”
Arricciò di nuovo le labbra.
Mi avvicinai e le soffiai nell’orecchio…
“Se non vuoi dare spettacolo, smettila di arricciare le labbra… potrei non resistere!”
Rise ma, dopo che la risata si fu esaurita, rimise il broncio…
Sorrisi, con lei non l’avrei avuta vinta…
Mi avvicinai alla porta e suonai.
Aspettammo qualcosa come due minuti  e ci venne ad aprire Elena.
“Ciao Damon, grazie…”
Poi notò Liza: “e lei che ci fa qui? Io non ti inviterò ad entrare…”
Si fece da parte per permettermi di passare e Liza mi fu dietro: “alquanto maleducato da parte tua… però io non ne ho bisogno!”
Elena era sconvolta?
Spaventata?
Spaesata?
“Com’è possibile? Ho visto una tua foto… eri con Katherine ed era il 1864!”
“Mi sembrava di averti già detto che io non sono un vampiro!”
“si, ma io pensavo mi avessi mentito!”
Liza sorrise.
“Non è nel mio stile, mentire… quando non voglio dire una cosa lo faccio presente o ometto una parte della verità! Non mento, quasi mai!”
Il mio ghigno era sempre più largo…
“Oh, ragazze… volete una vasca col fango? Sarebbe così eccitante vedervi lottare mentre vi tirate i capelli…”
Forse ero riuscito a farle coalizzare.
Mi uccisero con lo sguardo!
 
Pov Elena
 
Era venuto ma aveva portato con sé Liza.
Quella ragazza non mi era mai piaciuta e non solo perché aveva baciato Stefan, non era stupida gelosia la mia.
Lei nascondeva qualcosa.
Salimmo in camera, dopo che Damon era riuscito ad uscirsene con una delle sue.
“allora, Elena, perché ci hai disturbati?”
Sorrideva, ma si vedeva che era davvero curioso.
“Ieri sera io ero praticamente scappata dalla pensione perché avevo visto una piccola foto di Liza e di una certa Katherine che è identica a me!”
Intervenne Liza, ma parlava solo con Damon: “ma sta parlando di quella foto in cui voi non siete voluti apparire?”
Sorrise. Damon le sorrise.
Non la guardo con il solito ghigno che dedicava a tutti, nemmeno fossero stupidi da non capire la differenza con un vero sorriso.
Con lei, però, non ghignava.
“penso di sì! L’ho vista l’atro giorno in camera di Stefan…” poi si voltò verso di me: “credo di essere stato io a lasciarlo in giro!”
Con me ghignava.
“Non ne avevo dubbi… tu centri sempre!”
Rise e Liza con lui.
“Volevo sapere cosa potevi dirmi su Katherine!”
 
Pov Liza
 
Quella ragazza doveva essere davvero stupida.
Ma gli sembrava una domanda da fare a Damon?
Non aveva ancora capito?
Beh, in realtà lei ancora non sapeva, però avrebbe dovuto capire.
Damon si irrigidì, impercettibilmente ma lo fece.
“Direi che c’è poco e niente da dire su Katherine…!”
Lo guardai e sollevai un sopracciglio.
Mi gettai sul letto, un po’ pesantemente.
“Ecco siccome credo che questo poco e niente vi impegnerà per almeno un paio d’ore io preferirei riposarmi…!”
Chiusi gli occhi.
Ma sentii il materasso abbassarsi sotto il peso di qualcuno: Damon…
Lo avrei riconosciuto anche dopo un millennio.
Il suo profumo era unico.
Mi appoggiai al suo petto e lui mi accarezzò i capelli, poi iniziò a parlare.
“Katherine era un vampiro, egoista, egocentrica, capricciosa, viziata! Credo tu sappia cosa è successo a tutti i vampiri di Mystic Falls nel 1864!”
Sorrisi, no Elena non lo sapeva.
“Quindi lei è morta?”
Risi, sommessamente, ma forse non troppo perché lei mi sentì.
“perché ridi? Sei felice che sia morta?”
Non mi disturba nemmeno ad aprire gli occhi, non per lei.
“Katherine è l’unica amica che io abbia mai considerato degna di tale titolo! Non ti permetto di insinuare che io gioisco di saperla morta!”
Il sorriso non aveva mai abbandonato le mie labbra.
“scusate ma se Katherine era solo un ammasso di difetti perché ci tenete così tanto a lei?”
Io mi arresi. Mi accoccolai meglio al petto di Damon e non risposi.
“lei non era solo quello e poi quei difetti la rendevano ciò che era… Katherine ti entrava dentro, anche se non volevi! E dopo che lei è entrata non esce! Lei diventa parte di te e puoi fare molto poco per cambiare le cose… anche se pensassi di poter provare un sentimento più sano per qualcun altro non ci riesci… perché c’è lei!”
Provai un brivido…
Mi sembrava che lo avesse detto per me…
Mi sembrava che quella frase fosse per me!
Aprii gli occhi e lo guardai.
Mi stava sorridendo ma vedendolo la mia sensazione si accentuò.
L’aveva davvero detto per me!
Sapevo di non poter competere con Katherine, ma lo avevo sperato.
Avrei dovuto accontentarmi delle briciole, per sempre?
Speravo che prima o poi qualcosa sarebbe cambiato!
 
Pov Elena
 
Tra quei due c’era un legame particolare.
Mi sentivo di troppo.
Loro non stavano facendo niente, si stavano solo guardando ma mi facevano sentire di troppo.
Non osai pensare come mi sarei sentita se si fossero baciati.
Quel primo giorno, il loro bacio, non era stato nemmeno un po’ simile allo sguardo che si stavano scambiando in quel momento.
Quel bacio sapeva di gioco e di sarcasmo.
Quello sguardo, invece, sapeva di complicità.
Non me la sentivo di interromperli ma non potevo nemmeno stare lì a guardarli, era alquanto fastidioso.
“Quindi la ami?”
Mi guardò e Liza tornò a chiudere gli occhi, come se quello sguardo tra loro non ci fosse mai stato.
“Non mi sembra che tu mi abbia chiamato qui per sapere cosa provo io, no? Oh, piccola Elena! Cosa vuoi chiedermi, che il mio dolce fratellino non ti ha detto?”
Sentii che sarebbe stata dura sopportarlo per troppo tempo.
“Perché Katherine mi assomiglia così tanto?”
“tecnicamente sei tu a somigliare a lei… e comunque io non lo so! Pensare che tu sia una discendente mi pare alquanto illogico, dato che, in quanto vampira, lei non poteva avere figli e che quando è giunta da noi, già vampira da un paio di secoli, non aveva pargoli al seguito!”
“quindi?”
Si strinse nelle spalle, senza pensare che così avrebbe disturbato Liza, che si alzò dal letto.
“quindi siete due rotture! Oh mio Dio! Elena vuoi sapere qualcosa? Non chiedere a Damon, l’unica cosa che saprà dirti su Katherine è il colore degli occhi nonché una descrizione dettagliata del suo corpo, e mi pare che tu sappia benissimo com’è il corpo di Katherine, no? Per il resto, Damon potevi anche farmi dormire… vado a cercare un letto!”
Si voltò e uscì dalla stanza.
“in realtà posso anche dirti come bacia, come caccia e come fa l’amore… così poi mi dici se anche in quello siete uguali!”
Lo osservai per cercare di capire se stesse scherzando o se, invece, fosse serio.
Mi sedetti vicino alla finestra.
“Perché non mi hai soggiogata oggi?”
“Ah, allora mi avevi chiamato per quello! Dì la verità… non riesci a resistere al mio fascino!”
Sorrisi. Era un idiota, ma se non uccideva nessuno riusciva ad essere abbastanza simpatico.
“Si, certo”
“Vedo che mio fratello ti ha ridato il tuo meraviglioso ciondolo!”
Lo sfiorai appena con le dita.
“Elena… non so perché somigli così tanto a Katherine, almeno fisicamente, perché posso assicurarti che caratterialmente non potreste essere più diverse di così…”
 
Pov Liza
 
Uscii dalla camera di Elena.
Quella sciocca faceva delle domande idiote e Damon sembrava divertirsi!
Io avevo sonno e non ci tenevo a sopportarli un solo secondo in più.
C’era una porta aperta e si intravedeva un letto.
Era vuoto e ne approfittai, crollai praticamente subito.
 
Pov Damon
 
“se non hai altre domande io andrei…”
Annuì ma era distrutta.
Il fatto che non avessi saputo aiutarla era solo un altro problema nella lunga serie, tra cui esser stata adottata.
Andammo al piano di sotto, ma Liza non c’era.
“Dov’è andata?”
La risposta arrivò subito.
“Scusate, qualcuno sa chi è quella bionda che dorme nel mio letto?”
Sorrisi.
Si era appropriata del letto di Jeremy?
Doveva essere davvero stanca.
Salii e entrai nella camera del ragazzino.
Mi avvicinai a Liza e la chiamai.
Non ottenni risposta, ma istintivamente arricciò le labbra.
La presi in braccio pensando che, sicuramente, era una tattica per non camminare fino alla pensione.
“vi ringrazio dell’ospitalità e bla bla bla.. lei ve lo avrebbe detto!”
Jeremy non sembrava convinto.
“qualcuno mi dice chi è?”
Presi una mano di Liza e gliela porsi imitando, in maniera anche ridicola, la sua voce.
“Io sono Liza… è un piacere conoscerti!”
Elena non riuscì a trattenere un piccolo sorriso e nemmeno io.
Jeremy mi guardò abbastanza infastidito e ci invitò, poco gentilmente, ad uscire dalla sua stanza puzzolente.
 
Pov Liza
 
Quando mi svegliai ero sul letto di Damon anche se ero quasi sicura di essermi addormentata su quello di Jeremy Gilbert.
Scesi al piano di sotto e trovai Stefan e Damon che litigavano.
Mi sedetti sul divano e attesi che trovassero una soluzione alquanto fittizia, ma pur sempre una soluzione.
Dopo che ebbero trovato una soluzione aiutai Damon a cercare il diario del padre.
Quel giorno trascorse velocemente.
E io e Damon trovammo quello che gli interessava.
 
Pov Damon
 
Era bello trascorrere del tempo con Liza ed era ancora più bello quando mi aiutava a raggiungere uno scopo.
Quando vidi mio fratello scendere, alla velocità della luce, mi domandai dove stesse andando.
Non me ne preoccupai più di tanto.
Io e Liza eravamo concentrate sul diario di mio padre per preoccuparci di altro.
Dopo non un quarto d’ora, dall’uscita di mio fratello, squillò il telefono.
“Liza, andiamo a un ballo!”
“Oh, no! Io non ho il vestito!”
Sollevai un sopracciglio.
“Ma la signorina Elena ha bisogno di protezione!”
Sbuffò, evidentemente contraria.
“almeno posso andare a farmi una doccia?”
“Solo se posso farmela con te!”
Mi fulminò con uno sguardo che non aveva nulla di amichevole.
“ok, ok... stavo scherzando! Mamma mia come siamo suscettibili!”
Salì di sopra e non mi degnò più di uno sguardo.
 
Pov Liza
 
Arrivammo a scuola.
In quella città avevano così poca fantasia… due feste ed entrambe le avevano fatte a scuola.
Caroline mi venne incontro praticamente subito.
“Ehi… è una vita che non ci vediamo! Ma come sei vestita? Non centra niente con il tema del ballo!”
Mi osservai i jeans… “Ehm.. lo so ma io non sarei dovuta venire! Damon mi ha avvisato solo dieci minuti fa!”
Mi trascinò.
“Vieni con me… ho un completo di riserva, per i casi disperati!”
Come avrei fatto con quella ragazza? Non lo sapevo ma qualcosa mi diceva che sarebbe stata dura liberarmi di lei!”
Mi trascinò negli spogliatoi delle ragazze e mi fece indossare una gonna davvero ridicola, così come il maglioncino.
“Ecco, stai benissimo! Adesso andiamo!”
Mi riportò in palestra e mi mollò davanti al banco delle bibite.
“Ecco prendiamo qualcosa da bere…” non mi diede nemmeno il tempo di prendere un bicchiere e si allontanò dicendo qualcosa su un festone strappato o una coppia troppo focosa…
“Vuoi qualcosa da bere?”
Mi voltai.
Dietro il banco c’era un ragazzo.
“Ehm.. si grazie!”
“Tu sei Liza, vero?”
“Ci conosciamo?”
“Sono Jeremy, Gilbert… ieri ti sei addormentata sul mio letto!”
Sorrisi.
“Oh… beh, grazie! Era comodo!”
“ma che ci facevi in camera mia?”
“dormivo… non ho trovato un posto migliore!”
Poi calò il silenzio.
Per poco, ma comunque il silenzio.
Silenzio che venne interrotto da Anna.
Voleva parlare con Jeremy ma poi si rese conto che c’ero io.
“Liza… tu che ci fai qui?”
“Voi due vi conoscete?”
“Ci siamo viste al Grill qualche giorno fa, vero Anna?”
Mi resse il gioco, anche perché sarebbe stata dura spiegare a Jeremy come, in realtà, ci conoscevamo.
“Scusatemi, io vado a cercare Caroline… potrebbe aver bisogno di aiuto per gli striscioni!”
Mi stavo allontanando, quando vidi Elena correre fuori dalla palestra.
La seguii, forse non era esattamente un’ottima idea ma le mie gambe andavano da sole.
Quando la raggiunsi era alle prese con un vampiro.
Mi nascosi, non volevo morire.
Poi la vidi conficcargli una matita nella pancia e decisi che avrei potuto aiutarla.
Entrai lì dentro.
“Tu chi sei?”
“io? Io sono Liza… mai sentito parlare di me?”
Teneva Elena per il collo.
“sei l’amica di quella vampira… Katherine!”
“uh.. ma bravo hai fatto i compiti a casa vero?”
“cosa vuoi?”
Non sembrava tranquillo.
“io? Assolutamente niente! Tu, forse, un bel po’ di guai! Perché non lasci andare Elena e non ti allontani velocemente da qui?”
Scoppiò a ridere.
“e perché dovrei farlo? Io posso cibarmi di te, senza alcun problema e poi portare via Elena…”
Detto fatto… lasciò la presa su Elena e si avventò sul mio collo.
Provai un dolore acuto e diverso, rispetto a quanto era stata Katherine a mordermi…
 
Pov Damon
 
Cercai mio fratello e gli mostrai il messaggio che mi aveva mandato Liza:
“io Elena mensa vampiro…!”
Ci catapultammo in sala mensa e lo spettacolo che trovammo non ci piacque per niente.
Il vampiro stava cibandosi di Liza.
Lo scaraventai dall’altra parte della stanza e mi fiondai su di lui.
“ti sembra questo il modo di trattare due signore?”
Lo torturai un po’ e lo feci parlare.
Quando ebbe detto tutto ciò che sapeva lo feci fuori, non mi serviva più, e mi avvicinai a Liza.
Era rimasta sola.
Stefan era troppo concentrato a resistere all’odore del sangue per potersi prendere cura di lei.
“come stai?”
Mi sorrise.
“sono stata meglio… non è stato molto carino da parte vostra arrivare tardi!”
“perdonami… ma sono stato trattenuto!”
Sorrise.
Poi la aiutai ad alzarsi e uscimmo da quella scuola.
“ti va di andare a ballare?”
“io direi che mi va di andare al Grill a bere!”
Risi.
“Oddio Liza… tu l’alcool non lo reggi!”
Sollevò un sopracciglio: “Tanto basta che tu resti abbastanza sobrio e tu, no?”
Le porsi il braccio: “bene signorina… allora andiamo a bere!”
La vidi coprire il morso che aveva sul collo con un foulard e sorridermi.
“e ti prego la prossima volta fa prima… non vorrei che mi restasse il segno!”
Mi chinai e la baciai.
“Non resterà…ma c’è un modo per accelerare la guarigione!”
Arricciò le labbra.
“No grazie… per stasera voglio bere solo un po’ di alcool… il sangue un’altra volta!”
Chissà perché ma mi piaceva che mi capisse sempre al volo.

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Capitolo 10
*** Just for you! xD ***


Pov Liza
 
Quando arrivammo al Grill non c’era praticamente nessuno.
Le persone, in quella città, avevano poca scelta o il Grill o la festa e, dato che le feste erano rare, avevano optato quasi tutti per la festa a scuola.
Ci sedemmo ad un tavolo e, poco dopo, arrivò Matt a prendere l’ordinazione.
“Liza, tu che prendi?”
“un succo di frutta!”
Damon scoppiò a ridere.
“Ma tu non eri quella che voleva ubriacarsi?”
Sollevai un sopracciglio.
“Sì, prima di vedere come guardi quella ragazza e prima di capire che mi avresti mollato qui per intrattenerti con lei!”
Fece spallucce.
Odiavo quando faceva finta di niente.
Lui non poteva permettersi di trattarmi con sufficienza.
Io non ero una sua stupida conquista del momento.
“Quindi non ti offendi se mi avvicinò vero?”
Lo trucidai con lo sguardo ma gli sorrisi.
“Chiedile se ha un amico, almeno!”
“ti accontenti anche di un’amica?”
Se ne andò.
Aveva osato davvero insinuare una cosa del genere?
Beh, me l’avrebbe pagata…
E la vendetta è un piatto che va servito freddo.
Lo guardai mentre si allontanava.
Quando arrivò il mio succo o bevvi lentamente godendomi la scena quasi fosse un film: «Damon che conquista la ragazza mora!»
 
Pov Damon
 
L’avevo notata subito, quando ero entrato.
Non perché fosse bellissima, anche se osservandola non potevo dire che non lo fosse.
Mi aveva colpito la sua risata.
Era pura, niente a che vedere con le risate artefatte delle ragazze facili con cui avevo a che fare di solito.
La presi un po’ come una sfida.
L’avrei conquistata e l’avrei portata con me alla pensione e fino alle mie nere lenzuola di seta.
“Buonasera!”
Si girò a guardarmi.
Aveva dei bellissimi occhi azzurri.
“ciao!”
Sembrava alquanto diffidente.
Chissà cosa le avevano detto dei bei ragazzi che ti abbordano in un bar con un bicchiere di bourbon in mano… Sicuramente niente di buono!
La sua amica, troppo magra, col naso aquilino e i capelli unti ad incorniciarle il viso mi invitò al loro tavolo.
“Io sono Damon… voi siete?”
Parlò quella bruttina.
“Io sono Serine… lei è Mia!”
Sorrisi a Mia…
Non mi parlò… sarebbe stata una vera e propria sfida.
“Allora ragazze siete di qui?”
Parlò Serine, di nuovo.
“No… siamo di un paesino qui vicino… abbiamo deciso di prenderci una vacanza e siamo venute qui!”
Non distolsi il mio sguardo dal volto di Mia, che non mi degnava di uno sguardo, anche se dal rossore delle sue guance mi sembrava che non mi guardasse più per imbarazzo che per altro.
“E cosa vi ha portato proprio qui a Mystic Falls?”
“Io vado a prendere da bere, scusatemi!”
La brutta mora si alzò lasciandoci soli.
Solo allora si voltò a guardarmi.
“Serine vuole diventare una giornalista e abbiamo sentito che in questa città muore un sacco di gente in situazioni quanto meno dubbie…!”
Sorrisi… finalmente aveva parlato e la sua voce era dolce almeno quanto il suo sguardo.
“e tu?”
Mi guardò come se non avesse capito.
“Tu perché sei qui? Lei vuole fare la giornalista e tu?”
La mia voce si era abbassata fino a diventare un sussurro.
“Io volevo dissuaderla, fino all’ultimo… e alla fine mi sono ritrovata in questa città stramba…”
Chissà perché era così agitata.
“Se non vai nel bosco non c’è pericolo che gli animali possano attaccarti”
Non distolse lo sguardo… non abbassò gli occhi. Continuò a guardarmi.
Poi sembrò notare qualcosa alle mie spalle.
“è la tua ragazza quella che ci sta fissando come se volesse staccarmi la testa a morsi?”
Mi voltai e vidi che Liza corrispondeva alla descrizione.
“No…! Una mia carissima amica!”
Ed era vero.
E lo pensavo davvero.
“lei ti vuole!”
“E questo lo sai perché?”
“per come mi sta guardando… come se le avessi rubato quanto di più prezioso ci fosse in questo mondo!”
Sollevai un angolino delle labbra.
“Beh, come darle torto… mi hai visto bene?”
Mi osservò, davvero.
“Sì, ti ho visto… sei davvero un egocentrico…!”
“posso permettermelo..!”
Sorrise.
“Forse… ma non puoi abbordare due ragazze e praticamente costringerne una a sloggiare!”
Dove era finita la timida che non parlava?
Quella era più divertente.
“Io non le ho detto niente!”
“Appunto…!”
Sollevai gli occhi al cielo.
Forse avrei rinunciato.
“che fai nella vita?”
Lei che chiedeva a me?
“risolvo misteri… abbindolo persone… ne proteggo altre…”
Non era del tutto falso.
Stavo cercando di scoprire come liberare Katherine e che rapporto c’era tra lei ed Elena.
Soggiogavo le persone più per divertimento che per reale necessità.
Avevo giurato di proteggere Liza  un secolo prima e stavo proteggendo anche Elena, senza un reale motivo.
“sei un poliziotto?”
“Non esattamente!”
No! Per niente, era la risposta…
“Tu… cosa fai?”
“Vado al college! Vorrei diventare una psicologa”
Chissà perché ma avevo come l’impressione che sarebbe stata una conquista dura…
 
Pov Liza
 
Quella ragazza non sembrava voler cedere alle avance di quei meravigliosi occhi azzurri.
Mi domandavo come faceva.
Io avevo ceduto solo, non proprio ma soprattutto per quegli occhi.
Mi avvicinai, con un gran sorriso sulle labbra, quando vidi che l’altra ragazza stava tornando al tavolo.
“scusate, posso unirmi a voi?”
Quella che era appena tornata mi sorrise, grata.
Forse Damon l’aveva messa a disagio, era un maestro in quel campo.
“Certo…”
“io sono Liza Allen…”
“Piacere io sono Serine Smith!”
“Mia Black!”
Guardai Damon negli occhi e vidi una strana luce nei suoi occhi.
Voleva conquistare quella ragazza, chissà cosa ci aveva visto.
Certo era bella, ma di una bellezza particolare, con quegli occhi azzurri e la carnagione scura.
“Voi non siete di qui, vero?”
“Si vede così tanto?”
Forse per quello Damon aveva messo a disagio Serine.
Rispondeva sempre lei e quella Mia non sembrava voler rispondere.
Decisi che lo avrei aiutato.
Cominciai a parlare con quella ragazza molto loquace.
In realtà bastò fare un paio di domande e praticamente quella parlò da sola.
Lo scopo?
Dare a Damon la possibilità di conquistare quella ragazza.
La gelosia mi logorava ma non potevo impedirglielo.
Tra me e lui non c’era niente e io non potevo avanzare pretese.
Aiutarlo, però, non era un’idea eccezionale, ma non sapevo resistergli.
Vederlo in difficoltà mi obbligava ad aiutarlo.
 
Pov Damon
 
Chissà come avrei fatto a ringraziarla.
Dopo che Liza mi venne in soccorso, tenendo impegnata quella ragazza dalla parlantina facile, non fu difficile far crollare Mia.
Il mio fascino era innegabile e lei non poteva resistermi.
Dopo un paio d’ore, era un osso duro, comunque, ci ritrovammo tutti e quattro alla pensione.
Liza propose a quella ragazza di farle vedere i nostri libri.
Aveva scoperto che amava non-so-quale genere di romanzo e aveva subito capito come allontanarla dall’amica.
Dal canto mio porta Mia praticamente subito fino alla mia stanza.
“Damon… credo che tu stia andando troppo veloce…”
La baciai.
Mi allontanai di un millimetro dalla sua bocca, giusto per il gusto di vederla capitolare.
“Io non sono quel genere di ragazza!”
Si avvicinò lei alla mia bocca e si allontanò dopo un bel po’ di tempo e un bacio parecchio focoso.
“Non vorrei ti facessi un idea sbagliata di me!”
Mi tirò per i capelli fino a far scontrare le nostre labbra.
La spinsi contro il muro e la accarezzai.
Era bella e ci sapeva fare.
La condussi fino al mio letto con l’intenzione di rotolare in quelle nere lenzuola di seta per tutta la notte.
 
Pov Liza
 
Damon avrebbe dovuto erigere una statua in mio onore.
Quella ragazza non la finiva più di ciarlare.
Non voleva proprio saperne di chiudere il becco.
Ringraziai il cielo quando vidi entrare Stefan.
“ehi, Stefan ciao!”
Sollevò un sopracciglio e sul suo viso era chiara l’espressione alla: «da quando mi saluti così? Non vorrai ripetere la scena del primo giorno vero?»
Lo invitai ad entrare.
“Stefan lei è Serine… è davvero simpaticissima… ti prego potresti tenerle un attimo compagnia? Io devo andare in bagno!”
Mi dileguai senza aspettare un a loro risposta.
Avevo bisogno di una pausa.
Aveva parlato ininterrottamente e Stefan aveva molta più pazienza di me.
Mi diressi in cucina, per prepararmi un caffè e mi addormentai sul tavolo, mentre aspettavo che questo fosse pronto.
 
Pov Stefan
 
Mi aveva mollato con quella specie di macchinetta sputa parole.
Non sapevo da quando la stava sopportando ma riuscivo a capire perché era scappata a gambe levate.
Fortunatamente non dovetti sopportarla per molto tempo…
Una ventina di minuti, poi scese una ragazza dalle scale.
sembrava si fosse svegliata da poco, o che non avesse dormito affatto.
“Ehm… ciao… Serine dobbiamo andare!”
Prese l’amica per la manica della maglia e la trascinò fuori di peso.
Chissà cos’era successo.
Decisi di andare a cercare Liza e la trovai addormentata con la testa sul tavolo.
La presi in braccio e la portai fino in salone.
La adagiai sul divano.
In quel momento scese Damon.
“per caso hai visto una ragazza mora, scura occhi azzurri, corpo da favola?”
Indossava solo i boxer.
“Sì, è scesa di corsa ha afferrato la sua amica ed è fuggita senza presentarsi!”
Fece una smorfia di disappunto ma non disse niente.
Poi notò Liza.
“perché è sul divano?”
“si era addormentata su una sedia, in cucina…”
Sorrise.
Quando era con lei potevo scorgere un piccolo barlume di umanità in mio fratello.
Si avvicinò e la prese in braccio.
“Chissà quanto avrà parlato quella ragazza!”
Gli sorrisi.
“Oddio… era insopportabile..!”
Ridemmo insieme, come non facevamo da tanto…
Non me ne ero mai accorto ma mi era mancato mio fratello.
Non mi illudevo che quella risata risolvesse la situazione, soprattutto considerando che io volevo tradirlo, ma era bello.
Poi si voltò e portò Liza con sé.
 
Pov Liza
 
Quando aprii gli occhi mi ci volle un minuto buono per focalizzare la stanza e per capire che qualcuno, e non dubitavo che si trattasse di quell’idiota di un vampiro sexy che mi dormiva affianco, mi aveva portato nel letto dove lui e quella Mia Black si erano rotolati.
Cercai di calmarmi prima di svegliarlo, ma quando lo chiamai dalla mia bocca uscì una specie di urlò mal celato.
“Damon Salvatore, razza di imbecille poco sviluppato!”
Aprì appena gli occhi e mi regalò un sorriso che in un altro momento mi avrebbe sciolto.
“Buongiorno anche a te!”
“COME HAI OSATO PORTARMI NELLO STESSO LETTO DOVE TU E QUELLA SPECIE DI RAGAZZA AVETE CONSUMATO UN RAPPORTO SESSUALE!”
Strabuzzò gli occhi e poi li richiuse. Il sorriso ancora ben visibile sul suo volto.
“mi hai svegliato solo per questo? Stavo sognando le belle labbra di Mia!”
Mi diede le spalle.
Ebbe il coraggio di darmi le spalle.
Gli diedi una pedata sul suo meraviglioso fondo schiena conscia che non gli avrei fatto male.
“SEI UN IMBECILLE”
Feci per alzarmi ma lui mi bloccò e si mise a cavalcioni su di me.
“scusami… prometto che la prossima volta prima cambio le lenzuola!”
Si avvicinò e fece per baciarmi.
Lo scansai e, chissà come, riuscii ad alzarmi.
“Giuro che la prossima volta se osi avvicinarti a me senza aver disinfettato la stanza e tutto il tuo corpo non ti faccio avvicinare!”
Uscii da quella stanza piena di rabbia e di gelosia.
Dovevo sfogarmi, o almeno distrarmi, così decisi di uscire.
Mi inoltrai nel bosco, cercando di trovare il posto dove stava Katherine per parlarle.
Avevo bisogno della mia amica.
Quando sentii un rumore alle mie spalle non pensai che potesse non essere lei.
“Finalmente ti ho trovata… ho bisogno di te!”
Ma quando mi voltai non vidi Katherine.
“mi dispiace… penso che tu non avessi bisogno di me!”
Mi si gelò il sangue nelle vene.
Quel vampiro, perché non poteva essere altro che quello, mi afferrò e mi diede un colpo in testa.
Poi fu tutto buio.
 
Angolo autrice: questo capitolo è tutto per MiaBlack che ne è praticamente la protagonista… spero ti sia piaciuto… penso ti rivedremo ancora xD…
Spero comunque che il capitolo piaccia anche alle altre mie amatissime lettrici ^_^
Grazie di tutto  :P

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Capitolo 11
*** All depends on you ***


Pov Damon
 
Chissà perché Liza era scappata così.
Capivo che era infastidita ma non riuscivo a capire perché lo fosse così tanto.
Dopotutto, mi aveva aiutato a conquistarla, no? Quindi non avrebbe dovuto essere così infastidita da quello che sapeva sarebbe successo.
Poi mi domandai dove era andata.
Quando era arrabbiata o voleva uscire scompariva e non sapevo dove andava.
Come potevo proteggerla se non sapevo dove andava?
Poi mi diedi dello sciocco.
Da chi avrei dovuto proteggerla?
Chi avrebbe voluto farle del male?
Accantonai l’idea che qualcuno avrebbe potuto toccarla e mi dedicai a me e alla mia ricerca.
Quel giorno avrei scoperto tante cose: mio fratello e Elena mi avevano ingannato avevano scoperto dove era il Grimorio; Elena sarebbe stata rapita; io non ero l’unico che voleva aprire la cripta.
E, soprattutto, qualcuno voleva fare del male a Liza.
 
Pov Liza
 
Quando aprii gli occhi la prima cosa che notai fu il mio mal di testa.
Poi mi guardai attorno.
Sembrava una stanza d’albergo e un albergo squallido, anche.
“Finalmente ti sei svegliata… temevo di averti ucciso!”
Mi tirai a sedere e per poco non caddi dal letto, colta da un improvviso capogiro.
Quel vampiro mi fu accanto in un attimo.
“Fai piano… non devi morire o quella mi ammazza!”
“Quella chi?”
Fece spallucce e si andò a sedere lontano da me.
“Chissà perché ce l’ha tanto con te!”
“Se mi dicessi chi magari potrei aiutarti a risolvere l’enigma!”
“Non posso dirtelo… ma tu puoi dirmi come ti chiami!”
“Liza… tu chi sei?”
A che sarebbe servito non rispondere?
Mi avrebbe forse liberato? Non credevo.
Tanto valeva fare un po’ di conversazione e magari cercare di scoprire qualcosa.
“io sono Ben…!”
Quel nome mi diceva qualcosa, ma non riuscivo a capire. C’era qualcosa che mi sfuggiva.
“da quanto sei un vampiro?”
Saltò impercettibilmente sulla sedia.
“Tu sai cosa sono?”
“tu no?”
Aspettò un po’ prima di rispondermi.
Forse aveva ricevuto precisi ordini e non voleva disubbidire.
“Non da molto!”
“Sei di qui?”
“Sì! Nato, cresciuto e morto qui!”
Sorrisi.
Mi sembrava che il fatto di essere morto non gli pesasse.
“Tu invece? Non sei di qui, ti conoscerei!”
“infatti… sono in città da poco! Ospite di amici!”
“I Salvatore”
“Sai parecchie cose di me… non mi pare corretto che io non sappia nulla di te!”
Sorrise.
“cosa c’è di corretto in un rapimento?”
Touché.
Non c’era niente di corretto in quel gesto.
Era un gesto meschino.
Mi sdraiai di nuovo.
“per caso hai qualcosa per il mal di testa? Il tuo colpo è stato piuttosto forte…!”
Sorrise in maniera perfida.
“Solo un po’ di sangue!”
Mi sembrava una sfida.
La accettai.
“Potresti versarmene un po’ in un bicchiere…?”
Una volta, quella volta, Katherine mi aveva detto che se bevevo il sangue di un vampiro non direttamente non si creava nessun legame, con questo.
“Cosa?”
“Hai sentito.. potresti darmi un po’ del tuo sangue in un bicchiere? Il mio mal di testa non passerà da solo e il minimo che tu possa fare è darmi una soluzione… andava bene un’aspirina ma tu non puoi uscire e non vedo perché due vampiri dovrebbero tenere delle aspirine nella loro stanza d’albergo…!”
“come fai a sapere che non sono l’unico vampiro?”
“perché tu stesso mi hai detto di esserlo da poco perciò qualcuno ti ha trasformato e qualcosa mi dice che è lo stesso vampiro che mi vuole qui…”
Poi ebbi un’illuminazione.
Il vampiro doveva essere Annabelle.
Non le ero mai stata molto simpatica ma da lì a pensare che mi avrebbe rapita… beh, non potevo crederci.
“Allora lo vuoi?”
Ben mi stava porgendo un bicchiere pieno di sangue.
Lo presi e lo bevvi tutto d’un fiato.
Non era buono come quello di Katherine ma potevo farmelo andar bene.
“Grazie…”
Gli sorrisi.
“Allora… che fai qui chiuso per ammazzare il tempo?”
Mi indicò il televisore.
“Guardò la tv!”
Sorrisi radiosa.
Da quando ero arrivata a Mystic Falls non l’avevo mai guardata.
“Cosa fanno adesso?”
Mi misi comoda e Ben prese il telecomando e si mise vicino a me.
“Possiamo vedere un film horror oppure uno d’azione… ho solo questi due e la tv non prende alcun canale…”
“Quale è il film d’azione?”
“The Prestige!”
Saltellai sul letto.
“Sììììì… amo quel film!”
Mi accontentò.
“Grazie!”
“Non mi ringrazi un  po’ troppo, considerando che ti tengo prigioniera?”
Risi.
“Non importa… la gentilezza va sempre premiata!”
Sorrise lui.
 
Pov Stefan
 
Ci aveva scoperti.
Aveva capito che non avevamo mai avuto intenzione di collaborare con lui e, come immaginavamo, non l’aveva presa bene.
Minacciava di ucciderci praticamente tutti…
Ma quello che mi preoccupò fu il modo in cui mi costrinse a dargli il Grimorio di Emily.
Aveva fatto bere il suo sangue a Elena e minacciava di ucciderla.
Portai Elena a casa sua.
“Stefan abbiamo fallito… non dovevamo tradire la sua fiducia… forse abbiamo sbagliato… dopotutto si stava aprendo!”
“Elena… Damon non è umano e non c’è più un briciolo di umanità in lui! Lui pensa solo a se stesso!”
“secondo me ti sbagli! Lui finge di non avere sentimenti…”
Stavo per risponderle ma squillò il suo telefono…
“Bonnie…”
Sentii che l’amica le parlava di un appuntamento che avrebbe avuto quella sera.
“ma è meraviglioso… e con chi esci?”
“Quel Ben? Ma ti piace da sempre… beh era destino”
Non tornai sull’argomento Damon, lei si sarebbe ostinata e l’avrebbe difeso.
Decisi che sarebbe stato meglio tornare a casa mia.
Così attesi che terminasse la sua conversazione e la salutai.
 
Pov Elena
 
Stefan non accettava che Damon potesse provare dei sentimenti, eppure io ero sicuro che lui ne avesse.
Quando se ne fu andato mi sdraiai sul letto.
Dovevo pensare un modo per risolvere la situazione con Damon.
Non potevo lasciare che perdesse quel po’ di fiducia che ero riuscita a guadagnarmi.
Stavo per andare alla pensione per parlare con lui, ma non riuscii nemmeno ad uscire alla mia stanza.
Qualcuno doveva avermi dato una botta in testa perché sentii un dolore e poi fu tutto buio.
 
 
Pov Liza
 
Quando la porta si aprii vidi entrare un corpo privo di sensi.
Solo dopo notai che il corpo era quello di Elena e che lo stava trasportando Annabelle.
“Ehi.. che bella rimpatriata… io… tu e la sosia di Katherine!”
Sorrisi ad Anna e al suo senso dell’umorismo.
“Scusa avresti qualcosa da mangiare? Avrei un certo languorino”
“sei tu il pasto!”
Mi guardai il braccio e arricciai le labbra.
“Direi che non è il mio piatto preferito!”
Mi sdraiai sul letto e sentii che Ben sghignazzava.
“Vai e fai quello che devi!”
Annuì e uscì senza dire una parola…
“allora Anna… perché sono qui?”
“Perché tu sarai il pasto di mia madre… il primo dopo tanto tempo!”
Rabbrividii e sperai che Damon mi aiutasse perché non avrei sopportato l’idea di morire in quel modo dopo tutto quel tempo passato cercando di farlo innamorare di me.
“E perché proprio io?”
“perché tu avresti potuto impedirlo… Katherine una volta disse che tu conoscevi tutto ciò che sarebbe successo… non ci disse come o perché lo sapevi solo che conoscevi tutto il nostro futuro…!”
Provai un brivido.
La consapevolezza che lei mi avesse tradito mi colpì come un fulmine a ciel sereno.
Non potevo crederci.
Decisi che non avrei più parlato con Anna.
Non volevo scoprire altro.
Non volevo sapere nulla di più.
Mi sdraiai e chiusi gli occhi.
 
Pov Elena
 
Quando aprii gli occhi non riconobbi l’ambiente in cui mi trovavo.
Mi guardai attorno e vidi Liza sdraiata sul letto accanto al mio e Anna, quella ragazza che avevo visto con Jeremy, seduta su una sedia.
“Cosa è successo? Perché sono qui?”
“Tu mi servi!”
Le servivo? Per cosa? E perché c’era anche Liza lì?
“a cosa?”
“se vuoi te lo spiego io… Anna vuole liberare sua madre, un vampiro chiuso nella cripta da tipo un secolo e mezzo… tu gli servi per ricattare Damon che ha il Grimorio di Emily e io come pasto per Pearl… ho dimenticato qualcosa?”
Anna sorrideva.
“sì… Ben è andato a prendere il pezzo mancante”
Ben?
Quel Ben che aveva appuntamento con Bonnie?
“sì Elena… il pezzo mancante è proprio la tua amica strega!”
Fu come un fulmine a ciel sereno.
Un attimo dopo entrò Bonnie scortata, per non dire spinta, da Ben.
“Elena come stai?”
“bene… tu?”
“Sono stata meglio…”
“ehi… ciao Bonnie… si anche io sto alla grande!”
Liza si merito uno sguardo truce dalla mia amica.
“Non mi fido di te e non mi interessa come stai!”
Lei sbuffò.
“Anna non potevi rapire Caroline… lei sì che è simpatica… per lo meno più di Bonnie”
 
Pov Damon
 
Non avevo ancora trovato niente che potesse aiutarmi.
Quel coso era troppo complicato.
C’erano un sacco di incantesimi di qualunque tipo.
A un certo punto squillò il mio telefono.
“Pronto? Qui parla il più sexy vampiro del mondo!”
Qualcuno, all’altro capo del telefono, si schiarì la voce.
“Damon, sono Anna… io ho qualcosa che potrebbe servirti e tu hai qualcosa che serve a me…!”
Mi disse dove avremmo potuto vederci e io mi affrettai ad andare a prendere la nonna di Bonnie.
Più streghe erano più possibilità avremmo avuto.
Stefan mi intralciò il cammino dovetti spiegargli tutto e dirgli dove si trovava Elena, o rischiava di impazzire.
Era andato a casa sua e non l’aveva trovata.
Era passato da Bonnie e da Caroline ma niente.
 
Pov Stefan
 
Mio fratello non sembrava felice di quello che mi aveva detto.
Sembrava preoccupato e agitato.
“Damon, cosa ti ha detto Anna?”
“che aveva con sé Bonnie, Elena e il pasto per sua madre”
Ma c’era qualcosa che non quadrava.
“Damon che succede..?”
“ho una brutta sensazione…!”
 
Pov Liza
 
Quando mi ritrovai davanti la cripta l’ansia che mi attanagliava lo stomaco aumentò.
Avevo così paura.
Credevo davvero che quella sarebbe stata la mia ultima notte.
Non pensavo che Damon avrebbe rischiato di non vedere Katherine per me.
Non era minimamente pensabile.
“Anna…!”
Ci voltammo tutti verso la voce di Damon.
Quando incontrò il mio sguardo mi sembrò stupito.
Corse e mi fu vicino in un attimo, cingendomi la vita con un braccio.
Mi avvinghiai a lui.
“Lei sarebbe la cena per tua madre?”
“Sì!”
Sollevò un angolo della sua meravigliosa bocca.
“Tu sai che non lo permetterò mai, vero?”
“o così o non apriremo la cripta”
Mi sembrò vacillare…
Non mi avrebbe salvato se avesse dovuto rinunciare a Katherine e la mia vita era nelle sue mani.
“perché vuoi lei?”
La sua presa si fece più stretta su di me.
“Perché lei sapeva e non le ha aiutate…”
Damon mi guardò.
Stava prendendo la sua decisione e io temevo che mi avrebbe portato alla morte.

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Capitolo 12
*** Strange sensations! ***


Pov Damon
 
“Perché lei sapeva e non le ha aiutate…”
Lei sapeva?
Lei avrebbe potuto impedire che accadesse e, invece, non aveva fatto niente?
“Liza, quanto c’è di vero?”
“Io sapevo e Katherine sapeva che non potevo dirle nulla! Davvero pensi che avrei permesso che le succedesse qualcosa?”
“Tu hai permesso che venisse rinchiusa qui dentro per un secolo e mezzo!”
Si morse il labbro, come per impedirsi di parlare.
“Cosa non mi stai dicendo?”
Scosse la testa ma non parlò.
La afferrai per le spalle.
“Liza, cosa non mi stai dicendo?”
“Io… non posso… mi dispiace! Scusami!”
Piangeva.
“Damon facciamola finita, ok? Dammi ad Anna, apri la cripta e controllala!”
Qualcosa mi diceva che non mi diceva qualcosa di molto importante e la cattiva sensazione che aleggiava in me si moltiplicò.
Temetti che Katherine non si trovasse lì dentro, ma non era possibile, no?
Doveva essere lì.
Alzai il viso di Liza e puntai i miei occhi nei suoi.
“io ho giurato di proteggerti un secolo e mezzo fa e lo farò… Ma il fatto che tu non mi dica tutto non mi piace e mi piace ancora meno se tengo in considerazione la bruttissima sensazione che mi sta attorcigliando lo stomaco! Sento che Katherine non è lì dentro! Lei era troppo furba per farsi fregare così e me ne accorgo solo adesso!”
Tremò tra le mie braccia e mi abbracciò.
“Grazie!”
La baciai sulla testa in un gesto d’affetto tutto nostro.
Lei riusciva a farmi dimenticare tutto.
Non sapevo dove eravamo né perché.
C’eravamo io, lei e il nostro abbraccio.
 
Pov Elena
 
L’avrebbe protetta anche a costo di non aprire quella cripta!
Ci teneva davvero a lei e vederlo così umano mi fece capire quanto Stefan si sbagliasse sul fratello.
Damon faceva solo finta di non avere sentimenti.
Lui sapeva amare e, quando lo faceva, lo faceva con tutto se stesso.
Si sarebbe fatto uccidere per proteggere quella ragazza.
Contro voglia dovetti ammettere che anche lei lo amava, in modo totalizzante.
Gli faceva fare praticamente quello che voleva ma l’amore che provava per lui era nell’aria.
I loro sguardi erano così carichi di sentimento da far male agli occhi.
Ne provai invidia.
Chissà se io e Stefan da fuori eravamo così.
A proposito, ma dov’era Stefan?
“Damon… tu devi darmi Liza! O userò Elena per far riprendere mia madre!”
Un brivido mi corse per la schiena.
Io non centravo proprio nulla in quella diatriba.
“Anna… a me non importa… per Elena devi vedertela col mio fratellino! Io ho giurato di proteggere Liza e lo farò! Per quanto riguarda lei… beh, mi ha tradito non si merita nulla!”
Anna sembrò ferita da quella decisione.
Non voleva me.
Voleva Liza.
Le interessava il suo sangue, non il mio.
E Damon… Damon aveva accettato di vendermi come una sacca di sangue solo perché io lo aveva tradito!
Lui si che sapeva essere oggettivo.
“Anna, io credo che a tua madre dovresti dare questo…”
Stefan!
Mi voltai e vidi che teneva in mano una sacca di sangue dell’ospedale.
“Tu vorresti che io dessi a mia madre del sangue in busta dopo un secolo e mezzo?”
“Proprio perché non beve sangue da più di un secolo le sembrerà il sangue più buono che abbia mai bevuto!”
Anna non era convinta.
“Anna o così o non se ne fa niente!”
Aveva parlato Damon.
Allora non voleva che io morissi.
Era tutta solo una facciata?
Io non riuscivo a capirlo.
Lui col suo modo di fare.
Lui con i suoi atteggiamenti per nulla chiari.
Lui con il suo egoismo ed egocentrismo.
Lui con il suo modo di parlare.
Lui con i suoi occhi azzurri.
 
Pov Liza
 
Ero ancora avvinghiata a lui.
Non avevo né la forza né la voglia di staccarmi dal suo fianco.
Lui aveva capito che Katherine non era lì dentro ma voleva aprire comunque la cripta?
Perché?
Cosa non mi stava dicendo?
Stava parlando con Anna… avrebbe trovato una soluzione, lui trovava sempre una soluzione in un modo o nell’altro.
Quando vidi spuntare la nonna di Bonnie capii che avevano, finalmente, raggiunto un accordo.
Non lo avevo sentito, perché ero troppo impegnata a pensare a quello che Damon aveva fatto per me e a quello che aveva capito.
Quando, dopo non so quanto tempo, qualcuno aprì la cripta io entrai con lui.
O meglio lui voleva lasciarmi fuori ma io non volevo saperne di staccarmi così ero entrata con lui.
Una volta dentro la paura mi entrò fin sotto le ossa.
“Damon… ho paura!”
“Ehi… ci sono qui io! Stai tranquilla!”
“Damon… scusa! Io non potevo dirtelo! Io non potevo…”
“Liza… so che Katherine non è in questa cripta!”
Rimasi senza parole.
“Come lo sai?”
“non hai mai voluto bere sangue da me ma ricordo chiaramente che da lei lo prendevi! Quando ti ho quasi uccisa ti ho lasciato dei segni molto evidenti ma il giorno dopo non c’erano più!”
“Da quando lo sai?”
“l’ho capito stamattina! E qui fuori mi hai dato la conferma!”
“non sei arrabbiato?”
Mi abbracciò.
“All’inizio! Ma poi ho capito che se non ne avevi parlato era solo perché non potevi! E poi io non posso arrabbiarmi con te… soprattutto se arricci il labbro!”
Sorrisi e gli arricciai le labbra.
Mi fu addosso praticamente in un secondo e mi baciò.
“Forse adesso dovremmo uscire…!”
“Sì, andiamo!”
Mi prese per mano e ci avviammo verso l’ingresso.
Poi, però, accadde l’impensabile.
Una mano mi afferrò la caviglia.
Poi mi resi conto che non era una mano.
Era una bocca che beveva dalla mia caviglia.
Urlai, non potei farne a meno.
Damon mi liberò dalla presa di quel mostro disidratato in un secondo e Stefan fu vicino a noi in un secondo.
“Liza, cos’è successo?”
“mi ha scambiato per il suo pranzo!”
E indicai un vampiro un po’ più in forze degli altri ma sempre alquanto osceno.
“Andiamo!”
Stefan guardò nella direzione da cui era entrato.
“Non possiamo uscire! Cioè Liza può ma noi no!”
Damon mi prese per il polso.
“Tu lo sapevi?”
“No!”
E non era realmente una bugia. Nel manoscritto avevo letto che Bonnie e sua nonna avrebbero tolto quell’incantesimo.
“Beh, e adesso che si fa?”
Guardai Damon e provai l’istinto, irrefrenabile, di baciarlo.
Lo feci.
 
Pov Stefan
 
Lo baciò, chissà per quale motivo.
Eppure quando si baciavano tutta la magia che aleggiava tra di loro mentre parlavano o mentre si guardavano, scompariva.
Se li guardavi parlare o guardarsi allora provavi un’inspiegabile gelosia per il loro rapporto.
Quando si baciavano, invece, non vedevi altro che due corpi in contatto. Nessun sentimento, nessuna gelosia.
“Stefan? Stefan?”
Era Elena.
“Elena…?”
“Uscite svelti!”
Non ci fu bisogno di farglielo ripetere.
Ci catapultammo fuori.
“Grazie!”
Era Anna.
“E scusate per il disturbo! Adesso ce ne andremo…”
Si trascinava dietro sua madre… non avevo mai visto un vampiro disidratato e quello che vidi non mi piacque.
 
Pov Liza
 
“Damon… io voglio tornare alla pensione!”
Mi prese in braccio e si incamminò.
“Liza, devi raccontarmi un bel po’ di cose!”
“lo so! Però, prima, devo di nuovo chiederti scusa! Davvero, Damon, io volevo dirti tutto ma non potevo!”
“E a lei? A lei avevi mai detto qualcosa?”
“No! Lei sapeva che io conoscevo ciò che sarebbe successo ma sapeva anche che non avrei potuto mai dirle nulla!”
Lo vidi serrare la mascella.
“e adesso cosa vuoi fare?”
“Liza, ho passato un secolo e mezzo a pianificare e ad aspettare il suo ritorno e lei avrebbe sempre potuto venire da me! Lei poteva venire e avremmo potuto vivere insieme!”
Era furibondo, lo vedevo, e io avevo paura.
L’ultima volta che l’avevo visto così le sue mani si erano strette attorno al mio collo e io ero quasi morta.
“Damon… non hai sprecato un secolo e mezzo! Hai vissuto, comunque!”
 
Pov Damon
 
Mi voleva consolare, ma sentivo che stava tremando.
“Liza, non devi avere paura di me!”
La sentii irrigidirsi.
“scusa!”
“e per favore.. smettila di scusarti!”
Arricciò le labbra.
E io sorrisi.
“Damon dove stiamo andando!”
“nel nostro posto… ho bisogno di stare con te lontano da tutto quello che è successo, o perderò il controllo!”
Si strinse ancora più forte a me.
“allora sbrigati…”
Non me lo feci ripetere due volte.
Corsi, più veloce che potevo, per arrivare in fretta al nostro Rifugio… nel nostro posto.
 
Pov Elena
 
Stefan mi aveva portato a casa ma io non riuscivo a smettere di pensare a quello che aveva fatto Damon per Liza.
Il rapporto tra quei due era qualcosa di unico e io ne ero gelosa.
Tra me e Stefan non era così.
Guardarli era una tortura, perché ti rendevi conto di ciò che ti mancava.
Stefan mi disse che Katherine non era in quella cripta e il mio primo pensiero fu che avrei voluto andare da Damon per consolarlo.
Immaginai che fosse distrutto dal dolore, ma non dissi niente.
“Buonanotte Elena…”
“buonanotte Stefan!”
Mi baciò e ricambiai.
Ma c’era qualcosa di sbagliato.
Accantonai quella sensazione e mi lasciai andare a quel bacio.
“Ti va di salire?”
Non se lo fece dire due volte… mi prese in braccio e corse fino al mio letto.
Mi lasciai accarezzare, mi lasciai baciare e lo baciai e lo accarezzai, ma c’era qualcosa di sbagliato, in me…
C’era quella sensazione che non voleva saperne di andare via…
La ignorai, ma non era facile.

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Capitolo 13
*** Just me and you! ***


Pov Liza
 
Quando arrivammo al Rifugio mi sembrò che il mondo si fermasse.
Quando io e lui andavamo lì dimenticavamo tutti i nostri problemi…
Lasciavamo fuori tutto quello che non fosse noi, perché lì dentro niente avrebbe avuto importanza.
Damon diventava il mio Damon senza problemi, senza sete incontrollabile, senza problemi di sorta.
Amavo quel Damon!
Ci sedemmo vicino al nostro corso d’acqua.
“Liza, adesso devi dirmi la verità!”
Provai un brivido.
Sapevo già che quello che quello che gli avrei detto non gli sarebbe piaciuto.
Sapevo che dirgli di aver visto Katherine quasi tutti i giorni, da quando ero arrivata a Mystic Falls, non deponeva a mio favore ma cos’altro potevo fare? Lui meritava la mia sincerità, su questo non avevo dubbi.
Lui meritava la mia sincerità ma io non sapevo se ero pronta a correre il rischio di fargli perdere il senno, contro tutte le apparenze ci tenevo ancora alla mia vita.
“Cosa vuoi sapere?”
Mi abbracciò da dietro e mi fece poggiare la schiena sul suo petto.
“Prima devi dirmi che non hai paura di me… Liza, non perderò il controllo con te! Ho rischiato una volta di farti del male e non lo farò più… ci tengo a te!”
Mi strinsi al suo petto, come se da quel contatto dipendesse la mia vita.
“Ti sei fermato tu, quella volta?”
“Non dovevo essere io quello che faceva le domande?”
Sentivo che stava sorridendo, non lo vedevo ma ormai conoscevo bene l’intonazione della sua voce da poterlo capire anche senza voltarmi a guardarlo.
“Hai ragione…!”
E sorridevo anche io, solo perché lo stava facendo lui, da idiota!
“Mi sono fermato perché ho visto la tua lacrima e ho ricordato quel giorno… il giorno in cui ti ho promesso che ti avrei protetto! Tu non devi piangere!”
Non ce la feci a rimanere ferma mi voltai e lo abbracciai. Solo un abbraccio, nulla di più…
“Lei è qui?”
Mi staccai e lo guardai negli occhi.
“Si!”
“Vi siete viste!”
Non era una domanda ma risposi comunque.
“Si!”
Non mi guardava più… guardava l’acqua.
“Perché non ne hai parlato con me?”
“Io… non potevo!”
“Cos’è che puoi fare, eh Liza?”
“Vivere, forse… aiutarti, per quello che mi è possibile… amare!”
L’ultimo lo bisbigliai. In realtà non volevo dirlo ma mi era sfuggito e la bomba era stata sganciata.
“Hai visto come ci prova il piccolo Lockwood? Sembra George… ti sta sempre intorno!”
Era bravo a cambiare discorso, lo era sempre stato.
 
Pov Damon
 
Aveva davvero detto amare? Davvero era innamorata di me?
Non si arrendeva, lei!
Io continuavo a perdere il senso delle cose solo perché non avevo trovato Katherine e lei continuava ad amare me!
Mi domandai come facesse!
Deviai il discorso.
Tirai fuori la prima cosa che mi venne in mente: il giovane Lockwood.
Avevo visto come le ruotava attorno: come una falena con la fiamma.
“Non è come George… Tyler è molto meno spaventoso e più simpatico, anche se non ci sa proprio fare con una più grande! È negato!”
Ridacchiava sotto i baffi ma non mi sembrava dispiaciuta per quella deviazione nel discorso.
“Ti piace, quindi?”
“Ho detto che è più simpatico di George e, considerando che io avevo una paura matta di quel Lockwood, non mi pare di aver detto che voglio sposarlo, no?”
Le sorrisi. Forse aveva ragione.
“Andava da lei, quando scappavi da noi?”
“Sì!”
Non tentava nemmeno di cambiare discorso o di non rispondere e non dubitavo che mi stesse dicendo la verità… non era da lei mentire.
“Ti ha mai parlato di me?”
Si morse il labbro.
“Liza non te ne uscire con non posso dirtelo sono cose tra amiche perché ti faccio fuori seduta stante!”
Le sorrisi, non era una vera minaccia ma vidi nei suoi occhi quello che non mi sarei mai aspettato: lacrime.
“Liza non dicevo sul serio…!”
Scosse la testa.
“Io lo so che non mi ucciderai… non è questo!”
Non voleva piangere.
“Che succede!”
Scosse la testa, di nuovo, e continuava a tormentarsi il labbro.
Le presi il volto con i miei palmi.
“Liza, guardami!”
Non lo fece subito.
“Liza?”
Mi guardò e io non aggiunsi altro.
“Io non posso parlare di questo con te!”
“Perché no? Con me tu puoi parlare di tutto!”
Scosse la testa, con così poca convinzione e forza che non pensavo fosse la stessa ragazza che conoscevo io. Lei non era la mia Liza.
La mia Liza non piangeva così.
La mia Liza era forte e non aveva paura.
La mia Liza mi parlava di tutto.
“lei mi ha tradita… io ho fatto di tutto per lei… e lei mi ha tradita! E tu la ami!”
L’ultima piccola frase mi sembrò una pugnalata.
Per tutto quel tempo lei aveva sempre saputo che io amavo la sua amica e non aveva fatto niente per allontanarmi da lei ma aveva continuato ad amare me.
Solo in quel momento mi rendevo veramente conto che anche lei aveva sofferto.
Come avevo potuto essere così cieco?
Come avevo potuto non accorgermi di nulla?
“Perché dici che ti ha tradita?”
Le prime lacrime erano riuscite a scappare dal suo controllo.
“Anna… mi ha detto che Katherine aveva detto loro che io sapevo! Ma non avrebbe dovuto dirlo a nessuno, perché in realtà non doveva saperlo nemmeno lei e questo lo sapeva…! Lei mi ha tradita e io potevo morire, oggi… se non fosse stato per te! E anche tu avresti potuto lasciarmi nelle mani di Anna e avresti seguito il tuo cuore, convinto di salvare lei e sai quale la cosa più ridicola?”
Non parlai… continuai a guardarla e lei continuò.
“La cosa ridicola è che io sapevo che lei non era lì dentro ma se tu avessi deciso di lasciarmi nelle mani di Anna non avrei potuto dirtelo! Sarei morta per niente e non avrei potuto fare niente di niente per impedirlo!”
Adesso piangeva liberamente.
La abbracciai e la strinsi a me.                              
Aspettai che smettesse di piangere.
Le accarezzai la schiena e le baciai la testa, mentre aspettavo che si sfogasse.
Era strano pensare che io avevo bisogno di lei e lei di me.
Era strano pensare che tra me e lei ci fosse quel rapporto e che ci potessimo fare poco.
Quando smise di piangere la guardai negli occhi.
Le lacrime le rigavano ancora le guance e i suoi occhi erano lucidi e gonfi ma lei era bellissima.
“Basta… non pensarci! Sappiamo come è fatta Katherine, no? Non potevamo aspettarci molto altro, mi pare!”
Annuì.
“Damon… scusami!”
La presi e la gettai in acqua.
“Ma sei pazzo?”
“Ti avevo detto di smetterla di chiedere scusa!”
Scoppiò a ridere e io con lei.
 
Pov Liza
 
Ecco perché lo amavo.
Perché lui c’era.
Perché lui mi capiva.
Perché lui sapeva sempre cosa fare e cosa dire per farmi ridere e per farmi stare bene.
Lo amavo perché lui era per me l’unico.
Si prendeva cura di me, nel suo modo strano e un po’ contorto, e mi dava tutto ciò di cui io avevo bisogno.
“Grazie!”
Si tuffò in acqua schizzandomi tutta e mi prese sulle spalle come un sacco di patate.
“Se dici un’altra volta grazie o scusa… giuro che ti annego!”
“Ok ok… non lo faccio più… scusa!”
Mi era scappato.
“Oddio.. scusa mi è scappato!”
“Ancoraaaaa!”
Mi gettò in acqua e mi tenne per un po’ lì sotto, non troppo.
Quando riemersi lui rideva e io con lui.
“avresti potuto uccidermi!”
“Sì.. sì certo!”
Mi avvicinai a lui.
“tu sai che sei incorreggibile vero?”
“Ovviamente… altrimenti dove sarebbe il bello? E poi è questo che mi rende così sexy!”
“Egocentrico!”
“Ma sono bellissimo, posso permettermelo!”
“Narciso!”
“No.. io sono meglio! Sono bello, sexy, affascinante, sono velocissimo e sono un vampiro, che adesso vanno pure di moda!”
Scossi la testa. Non era possibile che qualsiasi cosa gli dicessi lui riusciva a farla diventare una cosa positiva per se stesso.
“Presuntuoso!”
“Oh sì… puoi ben dirlo!”
Gli saltai in braccio.
“P-R-E-S-U-N-T-U-O-S-O!!!”
Rise lui.
“Ma che fai?”
“Mi hai detto puoi ben dirlo e l’ho fatto! L’ho detto bene… scandendo ogni lettera…”
 
Pov Elena
 
Quando aprii gli occhi Stefan non era accanto a me.
Sul comodino c’era un suo biglietto:
Buongiorno Elena…
Sono tornato alla pensione, non volevo che Jenna ci scoprisse!
Ti amo…
Stefan!
Sorrisi. Sarei andata a da lui così avremmo potuto andare insieme a scuola.
 
Pov Damon
 
Quando aprii gli occhi sentii un peso sul mio addome. Liza, aveva un bizzarro modo di dormire quando era con me.
Mi usava come un letto.
Sorrisi.
La sera prima avevamo giocato, scherzato e non avevamo più toccato quell’argomento spinoso che l’aveva fatta piangere.
Poi si era addormentata e io con lei.
Non mi andava di svegliarla ma dovevamo tornare alla pensione.
Il pavimento di quella grotta era scomodo, avrei dovuto portare un materasso lì dentro.
Ultimamente dormivamo più per terra che non in un bel letto.
Ridacchiai e il movimento del mio petto la svegliò.
“Buongiorno!”
“Ehi… scusa ho dormito addosso a te!”
Arrossì e non resistetti. Tenni il suo viso puntato su di me.
Volevo godermi quel rossore sulle sue guance. Lei non arrossiva mai.
“Damon… lasciami… dai!”
Era davvero in imbarazzo.
“Dai torniamo alla pensione… abbiamo bisogno di una doccia!”
Si era già alzata e il rossore era scomparso.
Lo volevo di nuovo.
“Magari insieme!”
Non arrossì.
“Sì, certo!”
Era accondiscendente.
Sorrisi. Solo lei avrebbe mai avuto il permesso e l’audacia di rispondermi così.
Ripensai alla parola permesso.
In realtà questo implicava che lei mi avesse chiesto qualcosa e di certo non era successo. Lei si era presa tutta libertà del mondo, con me… ma andava bene così.
Quando uscimmo dal Rifugio mi salì in groppa.
“Cosa diamine stai facendo!”
“Ho bisogno di una doccia adesso… quindi tu adesso corri fino alla pensione…”
Mi voltai per guardarla in faccia e per dirle che poteva anche scordarselo ma lei giocò sporco.
Quando mi girai mi imbattei nelle sue labbra, arricciate per l’occasione.
“questo è giocare sporco!”
Mi misi a correre e lei mi sussurrò nell’orecchio: “Ho imparato dal migliore!”
E sorrisi.
 
Pov Elena
 
Avevo suonato il campanello e aspettavo che qualcuno mi venisse ad aprire.
In quel momento arrivò Damon, con Liza sulle spalle.
Ridevano.
“Buongiorno Elena!”
“Buongiorno!”
Liza non mi salutò ma il suo sorriso non accennava a scemare.
“Liza, adesso puoi scendere?”
“No! Dai mi porti fino in camera?”
Lui alzò gli occhi al cielo.
“Quale camera?”
“La tua, ovvio!”
“Sì certo ovvio!”
Cercava di sembrare infastidito ma si vedeva da lontano che era felice con lei.
“Scusaci Elena, ma la signorina Allen è un po’ capricciosa stamattina”
“Io sono viziata, che è diverso!”
“Almeno sei sincera…”
“Sempre!”
E sui loro volti apparve un’espressione seria.
Mi ero persa qualcosa, ne ero sicura, ma non mi diedero il tempo di dire o fare niente.
Erano già scomparsi.
Continuai a pensare a loro per tutta la mattina e quasi non mi accorsi di Stefan, di essere arrivata a scuola e di quello che mi circondava finché Caroline non mi assalì.
“Elena… hai già deciso cosa indosserai per partecipare al concorso?”
“Quale concorso?”
Non capivo a cosa si riferisse.
“Come quale concorso…? Quello per eleggere la reginetta di Mystic Falls!”
Ritornai sulla terra.
Era stata mia madre ad iscrivermi e io non sapevo se avevo ancora voglia di partecipare, dopo tutto quello che era successo.

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Capitolo 14
*** Unexpected! ***


Pov Damon
 
“Liza? Liza? Hai finito? Anche io dovrei lavarmi!”
In quel momento uscì lei, avvolta da un asciugamano che copriva ben poco.
“Oddio, Damon.. te l’ho mai detto che sei insopportabile?”
“Sì… e ne vado fiero!”
La superai diretto in bagno ma mi accostai a lei, per provocarla un po’.
Non mi degnò di uno sguardo. Era da quando eravamo tornati che cercavo di farla arrossire, di nuovo, ma senza alcun risultato.
“Hai impegni oggi?”
“Non esattamente! Perché?”
Scrollò le spalle.
“Non mi va di stare in casa! Voglio uscire!”
Entrai in bagno e continuai a parlarle mentre pensavo al mio igiene.
“Prima devo passare da Anna e controllare se lei sapeva!”
“Posso venire con te?”
“Sì… non credo ci siano problemi!”
Continuai a prepararmi… quel giorno avrei avuto le mie risposte.
 
Pov Stefan
 
Elena sembrava assente, come se avesse troppi pensieri per la testa.
Era venuta alla pensione ma, praticamente, non mi aveva rivolto la parola.
Dopo che Caroline le ebbe ricordato di quel concorso si estraniò ulteriormente.
Non sapevo come comportarmi anche perché non sapevo il motivo per cui fosse così fuori dal mondo.
“Elena? Che hai?”
“Il concorso… mi aveva iscritto mia madre!”
Adesso capivo perché la notizia del concorso l’aveva sconvolta ma non sapevo cosa la turbasse prima che Caroline le facesse pensare a quel concorso.
“C’è qualcos’altro che ti turba?”
“No… niente di importante!”
 
Quando la riaccompagnai a casa, però, ero sempre più sicuro che mi stesse nascondendo qualcosa.
“Vuoi entrare?”
“Sì grazie!”
Eravamo in cucina quando sentimmo una notizia strana al telegiornale.
“Qui parla Andie Star. Oggi, qui a Mystic Falls, sono scomparse otto persone, stavano facendo un campeggio nel bosco accanto alle rovine di Fell’s Church. Si teme un attacco di animali. Per adesso, comunque, non sono stati trovati i cadaveri. Le ricerche continuano. Purtroppo, non ci sono altre informazioni. È tutto! Grazie per averci seguito e arrivederci!”
Guardai Elena e notai la paura nei suoi occhi.
“Pensi che possa essere stato Damon?”
“Non lo so! Non è rientrato in casa e ieri sera era abbastanza fuori di sé, avrebbe anche potuto farlo!”
“Ma Liza era in casa?”
“No… non è rientrata nemmeno lei!”
“Ti sembra possibile che lui l’abbia lasciata in giro per andare a caccia?”
Il mio dubbio non era quello. Avevo paura che Liza lo avesse seguito e avesse assistito alla caccia.
Anche se non era un’ipotesi che non mi convinceva, non tanto perché non giudicassi Liza abbastanza folle da seguire mio fratello quanto perché ero certo che lui non avrebbe occultato i cadaveri.
“Non lo so!”
“Stefan, e se non fosse stato Damon?”
Chi altro potrebbe essere stato?
“Non lo so Elena, ma forse sarebbe meglio andare da Damon a chiedergli qualche spiegazione!”
“Sì!”
Scattò in piedi come una molla e vidi sul suo viso il primo sorriso di quel giorno strambo.
C’era qualcosa che non mi convinceva e avevo una sensazione orribile.
Andammo alla pensione ma non trovammo nessuno.
 
Pov Liza
 
Ci avevamo messo un’eternità a prepararci.
Per Damon ogni scusa era buona per perdere tempo. Si era cambiato venti volte, solo per mettermi dinanzi al suo fisico, come se non l’avessi già visto.
Avevo capito che mi stava provocando ma non capivo perché!
Era da quando mi ero svegliata che non mi lasciava in pace.
Quando, finalmente, si era arreso eravamo usciti ed eravamo andati nell’hotel, dove Anna mi aveva tenuto in ostaggio.
Damon non bussò e non aspettò che gli aprissero.
Sfondò la porta ed entrò ma nella stanza non c’era Anna, c’era solo Ben che era corso a nascondersi all’ombra.
“Chi è? Cosa?”
“Ben? Sei tu?”
Entrammo e chiusi la porta. Damon gli fu addosso in un attimo.
“Dov’è Anna?”
“Io…”
Mi avvicinai e poggiai una mano sul suo braccio.
“Damon, mettilo giù!”
“Io devo sapere dov’è!”
Ma lo posò sul letto.
“Liza che diavolo sta succedendo?”
“Non lo so! Ben dove sono Anna e Pearl?”
“Ieri sera, quando siamo arrivati qui avevamo deciso che per un po’, noi tre, avremmo potuto continuare a vivere in albergo. Ma poi, alle cinque di stamattina, sono venuti qui una ventina di vampiri!”
“Cosa?”
“Sì… Anna ha detto che erano i vampiri della cripta!”
Mi voltai verso Damon e avevo così paura…
Forse lo capì perché mi prese per mano e cominciò a parlare.
“Perfetto. Hai spiegato la situazione adesso, per favore, dimmi dov’è Anna!”
Aveva detto “per favore” ma dal suo tono si poteva capire benissimo che se non gliel’avesse detto sarebbe passato alle maniere forti.
“Hanno preso una casa appena fuori città!”
E con preso non intendeva certo comprato.
Damon si voltò verso di me e sorrise.
“Bene, andiamo!”
Lo seguii fuori da quella stanza.  
L’odore della mia paura era ben evidente.
“Damon… vuoi andare in quella casa?”
“Sì!”
“hai capito che è piena di vampiri, vero?”
“hai paura?”
“Perché pensate tutti che io non debba avere paura dei vampiri? Sono umana e ho tanto sangue in circolo!”
Mi strinse forte.
“Hai forse paura?”
“No nemmeno un po’!”
E lui rise.
“Oddio è proprio vero che mentire non è nel tuo stile… lo fai da schifo!”
“Beh, grazie!”
Andammo fino alla sua macchina e cominciò a guidare verso la periferia della città.
“Damon cosa hai intenzione di fare?”
“Parlare con Anna!”
“Bene! E dopo che ti avrà detto quello che sa? Qualunque cosa sia!”
“Non lo so, Liza! Poi si vedrà!”
“Sai che non mi piace, vero?”
“Sì lo so! Ah, a proposito… ho incontrato un uomo! Mi ha fatto domande tipo: perché sei qui e se avessi mai conosciuto una certa Isobel!”
“Chi era?”
“Chi Isobel? Una che ho trasformato anni fa!”
Mi aveva detto di Isobel, senza avere il minimo indugio! Si fidava di me!
“No, dicevo chi era l’uomo?”
“Il professore di storia, un certo Rick, se non sbaglio!”
“Alarick Saltzman!”
“E tu come lo conosci?”
“Caroline! Mi ha torturato il cervello! E poi l’ho incontrato un paio di volte, tra il Grill e il liceo! Mi sembrava un po’ ossessionato da te, credo che sappia!”
“Sì, lo penso anche io! Ma non capisco perché mi perseguita!  Cos’è il maschio di Buffy?”
Solo Damon avrebbe potuto dire un’idiozia come quella.
“Siamo arrivati!”
 
Pov Damon
 
Avevo visto una casa che corrispondeva alla descrizione di quel Ben.
Non mi sembrava un granché.
Scesi dalla macchina e aspettai che Liza mi fosse accanto.
Quando arrivai davanti la porta di casa bussai.
Mi venne ad aprire una signora anziana.
“Posso fare qualcosa per voi?”
“Sì, cercavo la signorina Anna? È qui per caso?”
“Chi la cerca?”
“Un vecchio amico!”
In quel momento si affacciò Pearl.
“Tu non sei un vecchio amico di mia figlia!”
“Pearl sta tranquilla, non voglio attentare alla sua virtù! Voglio solo farle una domanda!”
Si avvicinò ma non mi degnava di uno sguardo. Il suo era concentrato su Liza.
Vedeva solo lei e sembrava stesse guardando una bistecca.
Non ero l’unico ad averlo notato, purtroppo , sempre per mia sfortuna,  Liza era troppo sveglia per perdersi quel particolare.
“lei per una domanda ad Anna!”
Strabuzzai gli occhi.
Per caso si era bevuta il cervello? Non le avrei dato Liza nemmeno per quello!
“Pearl dov’è Anna?”
Intanto Liza mi stringeva la mano in modo spasmodico. Era terrorizzata, potevo sentirlo.
Mi fu addosso praticamente in un secondo.
Cercai di difendermi, non l’avessi mai fatto.
Lasciai la mano di Liza ma fu tutto inutile.
Pearl si era ripresa e con i suoi quattrocento anni, e forse qualcosa in  più, era troppo forte per me.
Mi lasciò cieco e portò via Liza.
L’ultima cosa che sentii furono le sue urla e la cosa peggiore era che non avrei potuto fare niente.
Mi alzai, ancora cieco, e cercai di entrare in casa.
Ma se quella vecchia non mi avesse invitato non avrei potuto entrare.
“Damon, bevi questo…”
Era Anna. Per tutto il tempo lei era stata lì e io ero stato un idiota a portare Liza con me.
“è verbena?”
“no, è sangue.. ti aiuterà con gli occhi!”
Mi aiutò a berlo. Era davvero sangue.
“Tu sapevi?”
“Sì!”
“Perché non me l’hai detto?”
“Non mi avresti mai aiutato a liberare mia madre!”
“Perché ha preso Liza?”
Non mi rispose.
“Anna, per favore… voglio solo una risposta”
“La odia da sempre!”
Non era una bella notizia.
Dovevo fare qualcosa. Io dovevo salvarla.
La sentii urlare di nuovo e scattai, come una molla.
Cominciavo a distinguere i contorni, ma ero ancora pressoché cieco.
Anna mi fu addosso in un secondo.
“Damon non puoi fare niente e ti conviene andare prima che cali il sole e gli altri vampiri ti attacchino. Non ti hanno toccato perché non possono uscire con il sole!”
“non posso lasciarla! Io devo proteggerla!”
Era davvero la mia voce ad avere un tono così disperato?
“Sei poco più che cieco… cosa credi di poter fare per lei? Farti uccidere?”
“almeno avrei provato a salvarla!”
Non mi rispose subito. Forse era stupita dalla mia risposta, e in realtà lo ero anche io.
Damon Salvatore non avrebbe mai detto una cosa del genere.
Ma in quel momento io non ero Damon Salvatore, l’egoista narcisista egocentrico sadico e un po’ euforico.
Ero Damon del Rifugio.
Ero Damon di Liza.
Mi accompagnò fino alla mia macchina e mi fece sedere sul posto del passeggero poi la sentii sedersi al posto guida e iniziare a guidare.
“Dove mi stai portando?”
“Alla pensione!”
“No… fermati.. Anna ti prego!”
“Non posso!”
 
Pov Stefan
 
Quando vidi Anna entrare reggendo Damon non potevo crederci.
Lo sedette sul divano e lui si alzò e si diresse verso l’ingresso, scontrandosi praticamente con tutto ciò che aveva davanti, come se non lo vedesse.
Anna mi spiegò che Pearl lo aveva accecato e che aveva preso Liza.
In quel momento arrivò Elena che prese Damon per un braccio e lo convinse a sedersi, non sentii come.
“Anna…”
Damon sembrava sfiancato.
“come sono usciti i vampiri dalla cripta?”
“ieri sera Frederick ha morso Liza alla caviglia. Poi aveva abbastanza forze per uscire dalla cripta… ha preso degli escursionisti nel bosco e li ha portati a tutti gli altri vampiri!”
Ricordavo che Liza avesse gridato per essere stata morsa ma non pensavo che gli avessero preso tutto quel sangue.
“scusate… adesso devo andare. Se mia madre si accorge che me ne sono andata non la prenderà bene!”
E se ne andò senza aggiungere altro.
Damon si alzò, forse aveva recuperato abbastanza l’uso della sua vista.
“Damon dove vai?”
“che razza di domanda è, Elena? Vado a riprendermi Liza”
“Non puoi ti uccideranno!”
Elena era davvero preoccupata e si mise davanti a lui.
“Elena, togliti… Adesso!”
Tentò di uscire ma quando aprì la porta di ingresso non poté uscire perché trovò lì davanti Alarick.
“Finalmente possiamo parlare!”
Ma la sua intenzione non era di certo quella, se avessi dovuto giudicare dal paletto di legno che teneva in mano.
 
Pov Damon
 
“Oh mio Dio! Mi spiegate perché tutti oggi questi altarini! Devo andare da Liza! Pearl la ucciderà!”
Non riuscivo a capire perché dovessero bloccarmi proprio quel giorno.
Mi avevano sempre lasciato in pace e, quando mi serviva che lo facessero mi trattenevano.
Il professore di storia mi puntò il paletto sul cuore.
“Tu adesso ti siedi e rispondi alle mie domande…!”
“io non ci penso proprio!”
Lo scartai e tentai di uscire ma mi bloccò, con un metodo che definirei poco ortodosso: un paletto nella schiena.
Stefan mi sdraiò sul divano.
“Damon tu pensa a riprenderti! Vado io da Liza!”
Salutò Elena e uscì.
Non ero geloso ma dovevo essere io a proteggere Liza.
Dovevo essere io a salvarla.
Io a vedere la gratitudine nel suo sguardo.
Invece, ero sdraiato sul divano, con gli occhi troppo sensibili alla luce e un paletto tra le spalle.
“E tu che diavolo vuoi da me?”
 
Angolo autrice: chiedo umilmente perdono per non aver aggiornato ieri… mi credete se dico che è stata una giornata piena di contrattempi? Accendevo il computer provavo a scrivere e succedeva qualcosa… all’una di notte l’ultimo tentativo, fallito anche quello.
Beh, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che mi abbiate perdonato..
Ps: forse domani non potrò aggiornare perciò, se riesco, aggiornerò stasera! Se non dovessi farcela mi perdonerete?? Spero di sì!

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Capitolo 15
*** Issues of blood ***


Pov Damon
 
“Voglio sapere che cosa hai fatto a mia moglie!”
Cercai di tirare fuori il paletto incastrato tra le mie spalle, ma senza alcun successo.
“Prima qualcuno potrebbe aiutarmi a liberarmi di questo legno torturatore?”
Elena mi si avvicinò ma quel dannato professore di storia non glielo permise.
“Oh, per favore!”
Era una situazione quanto meno assurda.
“Cosa hai fatto a mia moglie?”
“Chi diavolo è tua moglie?”
“Isobel!”
Elena ebbe un sussultò ma non capii per quale motivo.
“Damon se io tolgo quel paletto risponderai alle domande di Rick?”
“Ma se invece mi fate andare a salvare Liza?”
Scosse la testa.
“Sei troppo debole… e poi io voglio delle risposte!”
Chissà perché era così interessata a quello che era successo alla moglie del professore.
Possibilmente la colpa era tutta del suo altruismo.
Elena era la persona più schifosamente altruista che avessi mai conosciuto.
 
Pov Elena
 
Sua moglie si chiamava Isobel?
Poteva essere la stessa Isobel che mi aveva partorito?
Sua moglie era mia madre?
Non mi sembrava possibile.
Non potevo crederci e il pensiero che Damon le avesse fatto del male, che l’avesse uccisa, non mi piaceva nemmeno un po’.
Lui mi doveva delle risposte ma non sopportavo di vederlo soffrire.
“Rick, per favore… non se ne andrà! Voglio togliergli quel paletto!”
“E se scappasse?”
“Non lo farà! Lui non andrebbe mai a suicidarsi! È troppo egoista per rischiare la sua vita così!”
“Ma se sei così certa che è una missione suicida perché hai lasciato andare Stefan? Ti preoccupi tanto per me ma a lui, che è il tuo ragazzo mangia scoiattoli, non hai detto niente!”
Aveva ragione e non credevo che l’avrei mai pensato.
Quando Stefan era uscito avevo registrato che si stesse tuffando in una missione suicida solo con un piccolo pezzo del mio cervello, tutto il resto era troppo concentrato su Damon e il paletto tra le sue spalle.
Quel dannato vampiro dagli occhi azzurri attirava la mia attenzione in un modo che non era nemmeno concepibile.
“Io… non stavamo parlando di Stefan!”
“Sì… però non mi hai detto perché sei così preoccupata per me!”
Sul suo viso comparve la solita espressione spocchiosa e arrogante ma durò meno di un secondo sostituita da una di puro dolore.
Non riuscivo a sopportare la sua espressione dolorante.
“Rick, non se ne andrà!”
“Chi te lo dice? Io devo andare da lei!”
Possibile che fosse così pazzo?
Possibile che per lei avrebbe rischiato tutto?
Dentro di me sapevo già la risposta.
“Se cercasse di scappare puoi sempre piantargliene un altro! È troppo debole per difendersi davvero!”
Mi avvicinai e cercai di tirare fuori il paletto.
“Elena, devi tirare fuori in fretta… così mi fai solo più male!”
Lo feci, o almeno ci provai.
“Grazie!”
Non si mosse, però.
“Stai bene?”
“Oh, alla grande! In questo momento vorrei andare a ballare…”
Gli sorrisi.
Come poteva essere così superficiale anche sulla sua salute?
Non riuscivo a capirlo.
“Adesso rispondi alla domanda di Rick! Cosa sai su Isobel?”
“Prima dimmi perché ti interessa tanto!”
 
Inizio Flashback
 
“Jenna, non puoi parlarmi di sincerità quando tu sei la prima a non essere sincera con me! So di essere stata adottata!”
Zia Jenna rimase in silenzio per un po’.
“Tua madre e tuo padre mi fecero giurare di non dirtelo. Ho solo fatto ciò che volevano… ma adesso che sai posso dirti quello che so io!”
Ci sedemmo in cucina e lei verso due tazze di caffè.
“Una sera si presentò nello studio di tuo padre una ragazza, non era ancora maggiorenne e stava per partorire. Disse di chiamarsi Isobel Peterson, io credo che abbia usato un cognome falso, il nome magari è vero ma il resto no. Non so dirti molto altro, mi dispiace. Un’altra cosa, che magari non centra nulla. Tuo zio John, al tempo, stava con una ragazza di nome Isobel. Isobel Flemming, però…”
Ci avevo impiegato tre secondi per scoprire che Isobel Flemming era mia madre e che mio padre era quello che per anni avevo visto solo come uno zio, e tra l’altro nemmeno uno simpatico!
 
Fine Flashback.
 
“Damon, non è importante perché a me interessa! È importante sapere se tu sai chi è!”
Sospirò, come un bambino a cui vengono negate le caramelle.
“tua moglie era Isobel Flemming?”
“Sì! Che gli hai fatto?”
Rick si stava agitando e io sapevo che quello non era il modo di parlare con Damon.
“Devo dire che tua moglie era davvero deliziosa! Quando l’ho incontrata in quel bar… mhm è stato così salutare stare un po’ con lei.. e poi era bellissima, il che non guasta!”
“L’hai uccisa perché era bellissima?”
Io mi era persa un passaggio.
Damon aveva detto che mia madre era deliziosa?
L’aveva assaggiata?
Si era cibato di lei?
Probabilmente l’aveva anche uccisa.
Non riuscivo a pensarci.
Una parte di me diceva che avrei dovuto essere infuriata con lui, la testa o il cuore, un’altra parte, invece, non riusciva ad esserlo e portava avanti le sue motivazioni:
lui non ti conosceva.
Lui non sapeva che lei fosse tua madre, e in realtà non lo sapevi nemmeno tu!
Lui non l’avrebbe fatto se avesse saputo, e l’ultima era più una tua convinzione, o una tua speranza!
“no! Ci sono andato a letto perché era bellissima… e mi sono cibato di lei perché me l’ha chiesto!”
Lui era andato a letto con mia madre?
Provai una strana stretta allo stomaco.
Non riuscivo a capacitarmene e non riuscivo a capire perché mi desse più fastidio il pensiero di un rapporto tra lui e mia madre che non quello che l’avesse uccisa.
“Io non ho mai detto di averla uccisa!”
“Il suo cadavere non è mai stato ritrovato…”
“Perché non c’è nessun cadavere”
“Lei è morta!”
La voce di Rick sembrava sempre meno convinta di quello che diceva.
“No! Non lo è!”
“se non è morta adesso dov’è?”
“Mi dispiace ma non sono responsabile per lei e non ho la più pallida idea di come lei abbia deciso di trascorrere la sua non-morte…”
Ci misi più di un minuto ad assimilare quell’informazione: mia madre era un vampiro!
 
Pov Liza
 
Dopo aver accecato Damon Pearl mi aveva trascinato dentro la casa.
“Pearl, lasciami… ti prego!”
“Perché dovrei farlo? Tu sapevi tutto! Avresti potuto impedirlo ma non hai fatto niente!”
“Anche Katherine sapeva… non da subito ma anche lei sapeva”
“Lei è la vampira più egoista che io abbia mai conosciuto, non mi aspettavo niente! Ma tu sei solo un’umana! Tu mi sei inferiore e dovresti essere rispettosa… invece mi hai lasciato a marcire per centocinquant’anni!”
Poi notò qualcosa, anche se non capii subito cosa.
“Porti ancora quella collana!”
E cercò di strapparmela dal collo.
“No…!”
Lo avevo urlato.
Se mi avesse privato della mia collana non sarei più riuscita a difendermi nemmeno dal suo di soggiogazione.
Ma al mio urlo se ne sovrappose un altro, molto più forte e carico di dolore.
Pearl stava urlando disperata.
Cercai di capire il motivo e vidi che la collana le aveva bruciato la mano.
Non sapevo come fosse possibile.
“Tu, brutta strega!”
Mi fu addosso in un attimo e mi morse il collo.
Non urlai, non volevo darle la soddisfazione di vedermi debole.
“Adesso ti pentirai di ogni cosa e, comunque, riuscirò a toglierti quella collana!”
Avevo una paura tremenda.
Come avrei potuto difendermi?
“Frederick? Prova a toglierle quella collana! se non dovessi riuscirci cibati di lei, ma non la uccidere! Deve soffrire!”
Quel vampiro, che riconobbi come quello che mi aveva morso nella cripta, si avvicinò e prese in mano la collana, ma nemmeno lui riuscì a togliermela e così mi preparai al suo morso, non potevo fare molto altro.
Non si fece attendere.
Era più doloroso di quello di Pearl  forse era una mia impressione?
Quando si staccò mi guardò con uno strano sorriso.
“Eri tu! Grazie! Mi hai dato abbastanza forza per poter uscire e cercare cibo per tutti!”
Non riuscivo a credere che fosse tutta colpa mia.
Non potevo credere che tutti quei vampiri fossero liberi perché io ero entrata con Damon.
“Prego! Spero che almeno ti sia piaciuto… un bel regalo di bentornato!”
“sì! Grazie!”
Pearl chiese di fare la stessa prova ad altri nove vampiri e tutti, inesorabilmente, fallirono.
Svenni un paio di volte e mi fecero riprendere coscienza con un vecchio metodo: l’aceto.
Quando qualcuno bussò alla porta speravo fosse Damon.
Non so cosa avrei dato, in quel momento, per vedere il suo bel ghigno.
Ma non era lui.
 
Pov Stefan
 
Ero sempre più convinto di aver fatto uno sbaglio ad andare lì  ma non potevo lasciare Liza senza nemmeno provare a fare qualcosa per lei.
Nonostante tutto io avevo sempre tenuto alla sua incolumità, anche quando l’avevo fatta ubriacare così tanto da poter essere responsabile di coma etilico, ma erano altri tempi e allora non sapevo nemmeno cosa fosse il coma!
“Stefan… che bello avere anche te qui con noi!”
“Pearl! Ti trovo in gran forma! Io vorrei sapere come sta Liza!”
In quel momento la sentii urlare.
Un urlo straziante e pieno di dolore.
“Bene! Almeno è ancora viva…!”
Non mi consolava.
“Pearl… cosa posso fare per salvarle la vita? Lei non centra nulla!”
“Oh, il piccolo Stefan non è ancora cresciuto! Cresci! Sei innamorato di lei da un secolo e mezzo e ancora non l’hai capito!”
“Io non sono innamorato di Liza! Io amo Elena!”
“Oh, sì! La sosia di Katherine, Anna mi ha parlato di lei… mi ha detto che si assomigliano solo nell’aspetto, è vero?”
“Sì! Elena non ha nulla a che vedere con Katherine…!”
“Scommetto che per te è stata una benedizione. L’aspetto della donna che hai sempre pensato di amare e il carattere completamente diverso! Tu non hai mai amato certi atteggiamenti della cara vecchia Katherine!”
“Io non mi sono innamorato di Elena perché era uguale a Katherine! Amo Elena per molti altri motivi!”
Non capivo perché stavamo parlando di quello.
“certo, lo so! Lei è così dolce ed altruista e bellissima, su questo non si discute! Sai Anna mi ha parlato della tua dieta!”
La mia dieta?
Che centrava in quel momento?
Sentii un altro urlo.
“Pearl!”
Era Liza, avrei riconosciuto la sua voce ovunque.
Stava piangendo e cercava di trattenere il dolore.
Provai ad entrare, guidato dal mio istinto ma non ero stato invitato. Dedussi che non avevano ucciso il proprietario della casa per non correre il rischio che un vampiro indesiderato entrasse di soppiatto.
Dannata Pearl e la sua prevenzione.
“Pearl, cosa posso fare per salvarla?”
“io ti propongo un patto!”
“Che patto?”
Non mi piaceva.
Lei non faceva mai nulla per nulla e in questo mi ricordava molto la sua vecchia amica.
“Oh, nulla di cui aver paura… ma prima ti devo fare entrare!”
“Cosa ti fa credere che entrerò in una casa piena di vampiri pronti ad uccidermi e forse desiderosi di farlo?”
“Il fatto che tu sia già qui e che voglia salvare Liza più di ogni altra cosa!”
In quel momento arrivò una signora.
“Vieni caro, entra!”
Entrai.
Non potevo fare molto altro. Io dovevo salvarla.
Troppe volte non c’ero riuscito.
Non ero riuscito a prenderla quando era svenuta e lo aveva fatto George Lockwood.
Non ero riuscito a impedire che si innamorasse di mio fratello.
Non ero riuscito a salvarla, quando quel legno l’aveva trafitta e l’ha fatto Katherine.
Non ero nemmeno riuscito ad impedirle di bere.
Con lei non ero mai riuscito a fare nulla.
Quella volta, però, non avrei sbagliato.
Non avrei commesso lo stesso sbaglio.
Avrei fatto di tutto per portarla fuori di lì sana e salva.
Purtroppo Pearl sapeva cosa chiedere, per mettermi in crisi.
 
Pov Liza
 
“Mia cara… è arrivato il tuo Salvatore!”
Sorrisi, in mezzo al sangue.
Chissà perché Damon ci aveva messo così tanto.
Quando, però, vidi entrare Stefan il mio cuore vacillò e il mio sorriso scomparve.
Possibile che Damon non volesse venire?
Possibile che non abbia voluto salvarmi?
“Liza!”
Mi fu vicino in un attimo.
“Cosa ti hanno fatto?”
Che razza di domanda era?
Avevo più morsi io sul corpo di quanti ne avrebbe avuti un cervo in mezzo ai leoni.
Quando Pearl si era allontanata una vampira mi aveva spezzato un braccio e una gamba e lui mi chiedeva «cosa ti hanno fatto?»
“Vorrai dire cosa non mi hanno fatto e a tal proposito devo dire che mancate di ospitalità…  non mi avete offerto nemmeno un caffè…!”
“Sì, magari con un po’ di verbena dentro!”
Era stato Frederick a parlare.
Gli sorrisi.
“No, grazie! Non ne amo il sapore e poi a me non serve… cioè mi servirebbe per non essere più il vostro spuntino ma non mi serve per tutto il resto!”
Lo vidi voltarsi verso Pearl per avere delle spiegazioni, ma quella si limitò a dire: “La sua collana!” come se quella fosse una spiegazione.
“Comunque, Stefan che ci fai qui?”
“Sono venuto per te! Per portarti di nuovo a casa!”
Risi, o almeno ci provai. Non ero esattamente nel pieno delle mie forze.
“E come hai intenzione di fare?”
A quel punto Pearl fece un passo avanti e io non potei fare a meno di appiattirmi di più contro lo schienale.
“Vedo che, finalmente, mostri un po’ di rispetto!”
Ci misi meno di un secondo a tirarmi di nuovo su e a sollevare il mento.
Sarei anche potuta morire ma sarei morta con quanto più orgoglio riuscissi a mostrare.
“Stefan, io sono disposta a darti Liza… ma tu prima devi fare una cosa…”
Lui rimase in attesa.
Dove diavolo era Damon?
“Tu devi cibarti di lei…”
“No!”
Lo guardai e sollevai un sopracciglio.
No? Lui mi avrebbe lasciata lì per seguire una dieta idiota?
Poi guardò me.
“Potrei non riuscire a fermarmi!”
Ok.
Adesso si che avevo paura e sapevo per certo che Pearl aveva detto proprio quello perché sapeva.
“O così o non avrai Liza… in più se dovessi riuscire a salvarla voglio che tu mi giuri che non ci saranno ripercussioni su di noi!”
Stefan scuoteva la testa.
“Io potrei anche provarci… ma se dovessi riuscire posso solo dirti che da me non partirà nessuna iniziativa per nuocerti… per Damon non posso fare molto! Il semplice fatto che non sia potuto venire personalmente qui è motivo di vendetta per lui!”
Sgranai gli occhi.
Perché Damon non era venuto?
Cosa gli era successo?
“Stefan, cos’è successo a Damon?”
“Ehm… diciamo che Alaric lo sta interrogando con metodi poco ortodossi!”
“Cosa? E tu l’hai lasciato lì.. con lui? sei forse impazzito? E se lo uccidesse?”
“Sono venuto qui… dovresti essermi grata!”
“Lo sono! Ma… Damon! Io… scusa!”
Mi ero davvero scusata?
E per cosa poi?
Era lui che rischiava di uccidermi, se avesse perso il controllo.
Era lui che aveva lasciato suo fratello nelle mani di un uomo che voleva solo vederlo morto.
“quindi se io riuscissi a cibarmi di lei, senza ucciderla potrei portarla via con me? e voi non mi fermerete in nessun modo, giusto?”
“Sì!”
Mi voltai verso Stefan.
“Ok, provaci… ma dopo non voglio che tu mi dia il tuo sangue, per nessun motivo! Appena fuori da questa porta portami subito da Damon, ok? Per favore! Anche se stessi per morire devi portarmi da lui”
Annuì.
“Stefan, voglio la tua parola…”
“Ce l’hai!”
Annuii io.
“Ok, vai!”
 
Pov Stefan
 
Non potevo!
Come faceva ad essere così tranquilla?
Lei non sapeva cosa facevo alle mie vittime.
Lei non sapeva come le mutilavo.
Lei non sapeva il dolore che amavo infliggere loro.
Non lo sapeva.
Mi avvicinai a lei e affondai i miei denti nel suo collo, nell’unico punto dove non ci fosse già un altro segno.
Iniziai a bere…
Avevo dimenticato quanto potesse essere buono il sangue umano.
 
Pov Liza
 
Il suo morso mi aveva fatto molto meno male di tutti quelli che avevo ricevuto.
Forse davvero la mia intenzione contava qualcosa.
Lo sentii bere avidamente e più lui beveva più io mi sentivo debole.
Non che prima fossi nel pieno delle mie forze, ma in quel momento, mentre lui beveva, non mi sentivo padrona del mio corpo.
Quando sentii che stavo per perdere i sensi e capii che lui non aveva alcuna intenzione di fermarsi lo chiamai.
“Stefan…”
La mia voce era così debole che appena la sentii. Sperai di essere riuscita a trasmettergli tutto: la speranza di rimanere viva.
La fiducia che in quel momento avevo nelle sue capacità.
L’affetto, che nonostante tutto provavo per lui.
Il desiderio di tornare a vivere e di vedere Damon.
Poi fu buio.
 
Pov Stefan
 
Il suo sangue era quanto di più buono avessi bevuto.
Il sangue non mi era mai sembrato così buono e sentivo la necessità di darle il mio, per creare un legame.
Poi capii, era per quello che mi aveva chiesto di non darle il mio sangue!
Lei non voleva un legame con me.
Continuai a bere.
C’era desiderio, nella mia sete.
Desiderio di lei.
Desiderio di sangue.
Desiderio del suo amore.
C’era rabbia.
Lei non mi avrebbe mai voluto.
Ci sarebbe sempre stato Damon nel suo cuore.
Avvertii che cominciava ad essere troppo debole ma non riuscivo a fermarmi.
Lei non mi aveva mai guardato con gli occhi con cui guardava Damon.
Lei non mi aveva mai visto come un ragazzo ma solo come il suo ospite.
“Stefan…”
Nella sua voce c’era speranza.
Fiducia.
Affetto.
Desiderio.
Non c’era quello che mi sarei aspettato.
Non c’era rabbia.
Non c’era delusione.
Non mi stava rinfacciando di non essere riuscito a fermarmi mi stava solo chiedendo di ricordarmi che io ero lì per salvarla.
Mi staccai, ma forse era troppo tardi.
Non mi rispondeva e io ero troppo agitato per controllare che fosse ancora viva.
La presi in braccio e corsi fuori da quella casa.
Non presi la macchina, corsi fino alla pensione.
Quando entrai trovai Alaric con un paletto puntato sul cuore di Damon.
Lui, vedendomi entrare con Liza in braccio, lo disarmò in meno di un secondo e lo spinse in un angolo.
Registrai appena che era privo di sensi, o forse morto, non lo sapevo e non mi interessava nemmeno in quel momento.
 
Pov Damon
 
Quando vidi entrare Stefan dalla porta con Liza in braccio provai sollievo.
Poi notai che lei non si muoveva.
Il sollievo sparì.
Non poteva essere vero.
Lei non poteva essere morta.
Mi liberai in un attimo di quel professore, rompendogli l’osso del collo.
Lo gettai lontano da me e registrai appena che Elena si era lanciata su di lui, nella vana speranza di soccorrerlo.
Ma a me non interessava.
“Cos’è successo!”
Presi Liza in braccio e la portai sul divano.
“Dopo, adesso dalle il tuo sangue!”
Non me lo feci ripetere.
Il suo cuore era troppo debole e non avrebbe resistito.
Mi morsi il polso e lo portai sulle sue labbra. Le tappai il naso, così che lei inghiottisse ciò che aveva in bocca.
Funziono ma io avevo troppa paura.
Io non ero andato da lei.
Io non l’avevo salvata e per cosa?
Per scoprire che quella donna che avevo trasformato anni prima era la madre di Elena.
Quella ragazza era sempre in mezzo, anche in cose che, apparentemente, non dovevano riguardarla.
Vidi i segni di morsi sul corpo di Liza cominciare a scomparire. Solo mentre se ne andavano riuscii a coglierne il numero.
Erano troppi per chiunque.
Sentii le ossa tornare a posto.
Aveva il braccio e la gamba destra rotti.
Sentii il suo cuore tornare a pompare sempre con più forza.
La presi in braccio e la poggiai sul mio petto.
La cullai, come se lei fosse la mia piccola bambina indifesa.
“Stefan, grazie! Non so cosa avrei fatto se fosse morta!”
 
Pov Stefan
 
Lui mi stava ringraziando?
Lui aveva detto di tenerci a lei?
Forse solo lei avrebbe potuto in quella trasformazione.
Loro, insieme, erano giusti!
“si riprenderà?”
“Sì!”
Mi rilassai appena.
“Menomale! Non è stato tutto inutile, almeno”
Non era stato inutile quel gesto ma mi ero giocato anni e anni di autocontrollo e quella volta non ci sarebbe stata Lexi a darmi una mano.
Mi alzai ed uscii da quella casa, conscio di avere un problema.
 
Pov Elena
 
Ero per caso diventata invisibile?
Nessuno mi degnava di uno sguardo mentre piangevo sul corpo di Alaric.
Damon era troppo preso da Liza.
La cullava come se fosse una bambina.
Non l’avevo mai visto così.
Stefan, invece, sembrava non mi avesse nemmeno visto.
“Damon?”
Non mi rispose.
“Damon!”
Voltò appena il capo ma non si voltò e non staccò gli occhi da lei.
“Perché l’hai fatto?”
“Lui non mi avrebbe fatto andare da Liza, nemmeno vedendola in quelle condizioni!”
“Non mi riferivo a lui! perché hai trasformato mia madre?”
“Me l’ha chiesto lei! Lei è venuta da me e mi ha chiesto di trasformarla… l’ho fatto solo perché era stata così brava da trovarmi! Si meritava un premio!”
“cos’hai intenzione di fare con lui?”
“Per adesso niente! Devo aspettare che lei si riprenda!”
In quel momento Rick si mosse.
“Damon… si muove”
Solo allora alzò gli occhi e lo guardò.
Quando lui aprì gli occhi Damon sorrise.
“Ehi professore… sei un osso duro…! Tieni credo che tu abbia bisogno di qualcosa di forte!”
Gli allungò un bicchiere di liquore.
Pensavo che Rick avrebbe rifiutato invece lo prese e lo mandò giù tutto d’un fiato.
“Che diavolo è successo?”
Nessuno sapeva rispondergli e Damon non sembrava nemmeno intenzionato a farlo, troppo preso da Liza.
“Credo di aver bisogno di un altro bicchiere…”
“serviti pure… fa come se fossi a casa tua!”
Rick si alzò e si versò un altro bicchiere di qualcosa.
Mi sentivo completamente fuori luogo.
“Ah, professore… mi dispiace per sua moglie… ma credo che dovresti superare la cosa… è stata lei a voler diventare un vampiro, ma anche se così non fosse lei non è morta, o almeno non proprio, comunque se avesse voluto avrebbe potuto venire da te e non l’ha fatto!”
 
Pov Damon
 
Quello che stavo dicendo a Rick valeva per lui ma anche per  me.
Io però ci avevo messo un secolo e mezzo.
“Sei ancora in tempo… io ci ho messo un secolo e mezzo a capire che avrei dovuto mollare le ricerche molto tempo fa… tu non hai tutto quel tempo e due anni, in proporzione, sono anche troppi!”
Si versò un altro bicchiere e lo buttò giù tutto d’un fiato.
“credo che prenderò tutta la bottiglia… mi fai compagnia?”
Mi versò un bicchiere di bourbon e me lo porse.
“Propongo un brindisi… al tempo perso rincorrendo una donna”
Brindò con me.
Elena si alzò da terra e mi si avvicinò.
“Io credo di dover andare… voi fate come se non fosse successo niente!”
Sollevai le spalle.
“Elena, qualcosa è successo… io ho quasi perso lei!”
E non me lo sarei mai perdonato, se fosse accaduto davvero!
 
Angolo autrice: ok… innanzitutto spero vi sia piaciuto… l’ho fatto un po’ più lungo così mi faccio perdonare per ieri xD
Fatemi sapere cosa ne pensate…
 

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Capitolo 16
*** Changes ***


Pov Liza
 
Quando riaprii gli occhi la prima cosa che vidi furono degli addominali.
Addominali che avrei riconosciuto ovunque.
“Damon!”
Mi strinse più forte a sé.
“Finalmente… come stai?”
Lo guardai negli occhi.
“Bene, credo!  Cos’è successo?”
“Non ricordi niente!”
“Sì… cioè volevo dire cos’è successo dopo che ho perso i sensi…!”
“Stefan ti ha portato qui praticamente moribonda!”
Sgranai gli occhi.
E se lui non avesse mantenuto la sua parola e mi avesse dato il suo sangue?
“Chi mi ha dato del sangue per guarire?”
“Io!”
Tirai un sospiro di sollievo.
Così non avevo creato un legame con nessuno. Io non lo volevo.
Non volevo nessun legame con Stefan e Damon non era pronto ad averne uno con me.
Rimasi in silenzio accoccolandomi sul suo petto.
Lui mi accarezzava i capelli e ogni tanto posava un bacio sulla mia fronte, sulle mie guance, sul mio naso.
 
 
Pov Damon
 
Avevo rischiato di perderla e solo mentre la tenevo stretta al mio petto riuscivo a capire quanto avrei perso realmente.
Lei era la mia razionalità, le baciai la fronte.
Era la mia parte infantile, le baciai le guance.
Era la mia curiosità, le baciai il naso.
“Liza… non farmi mai più uno scherzo del genere… io non posso perderti!”
Mi guardò negli occhi con quel suo sguardo magnetico, con quei suoi occhi colmi d’amore.
Ogni volta era una pugnalata al mio petto.
“scusa!”
Lei non si scusava mai!
E poi perché si stava scusando, in realtà?
Ero stato io a portarla da Pearl.
Ero stato io a non riuscire a difenderla.
Ero stato io a rischiare di farla uccidere.
“Tu come stai? Che ti ha fatto Rick?”
“Oh, io sto alla grande!”
Come faceva a preoccuparsi per me quando lei aveva rischiato di morire, e c’era andata anche molto vicina?
“come ha fatto Stefan a portarti via di lì?”
“Non lo sai?”
“cosa dovrei sapere?”
Non mi piaceva quello che vedevo nei suoi occhi.
“per salvarmi Stefan ha dovuto mordermi…!”
Scattai. Ero in piedi in un secondo.
Lei mi seguì giù dal letto e mi abbracciò da dietro.
“Pearl sapeva che avrebbe potuto non riuscire a trattenersi… Anna le aveva parlato della sua dieta…!”
Ero rigido, come un pezzo di legno.
“Lui avrebbe dovuto rifiutare. Lui non avrebbe dovuto farlo!”
“E come avrebbe fatto a salvarmi? Era lei a dettare le regole!”
Mi voltai e la guardai negli occhi.
C’era preoccupazione non rabbia, nei suoi.
“non mi interessa, Liza! Lui non avrebbe dovuto farlo! E se non fosse riuscito a fermarsi?”
“Ce l’ha fatta!”
“Sì, ma se non ci fosse riuscito?”
“Sarei morta!”
Risposta ovvia. Non mi bastava.
Stefan non avrebbe dovuto rischiare tanto.
Lei era la mia unica certezza e lui aveva rischiato di ucciderla.
“Tu non sai che rischio hai corso!”
“non importa… ormai è passato!”
Mi abbracciò più forte e io la strinsi a me.
“da oggi tu sei sotto chiave, lo sai vero?”
Mi guardò negli occhi e poi scoppiò a ridere.
“Non mi proteggerai chiiudendomi a chiave in questa casa… può entrare chiunque qui!”
E aveva ragione, come sempre…
Poi vidi un’ombra coprire quel che restava di quel breve riso, nei suoi occhi.
“Liza, che c’è?”
Scosse la testa.
La portai fino al letto e ci sedemmo.
“lo sai che mi puoi dire tutto, vero?”
Non mi rispose ma poggiò la testa sulle mie gambe.
Non mi guardava e non era un buon segno.
“quando ero lì e ho visto arrivare Stefan ho temuto che tu non fossi venuto perché non volevi… avevo paura che ti fossi reso conto che non valeva rischiare la tua vita per me! Io ho temuto che tu ti fossi reso conto che la mia presenza non era essenziale per te! Io non voglio essere un peso, Damon! Io non voglio essere di troppo! Io non voglio forzarti e non voglio metterti a disagio… io non lo so! Ma il pensiero che tu mi avresti lasciata lì mi ha fatto più male di quei morsi! E poi ho pensato a tutto quello che ci siamo detti… al 1864… a come mi trattavi quando mi hai conosciuta a tutto quello che è successo dopo!”
La feci parlare… la feci sfogare!
Non mi stava dicendo nulla, in realtà. Stava blaterando lasciando le frasi a metà ma ne aveva bisogno!
Quando finì di parlare e di piangere la presi in braccio e me la strinsi al petto.
“Tu non sei di troppo! Io avrei rischiato la mia vita per te ma non potevo andarmene, paletti volanti!” ridacchiò sulla mia spalla. “La prima settimana con te sono stato insopportabile… io e te abbiamo condiviso tanto! Abbiamo il nostro Rifugio! Abbiamo il nostro legame. Abbiamo la nostra amicizia e amiamo fare attività fisica!”
La buttai sul letto e mi fiondai su di lei in un attimo.
Ridacchiò ma aveva ancora le lacrime che le bagnavano le guance.
Le baciai e le asciugai con le mie carezze!
Si fiondò sulle mie labbra, come se fossero l’ossigeno di cui aveva bisogno.
 
Pov Liza
 
Avevo bisogno delle sue labbra.
Avevo bisogno di lui.
Volevo sentirmi amata e desiderata.
Volevo sentire amore, per una volta.
Non volevo che lui desiderasse il mio corpo.
Per una volta e una soltanto volevo che lui desiderasse me.
Troppe volte eravamo stati assieme per il piacere fisico… per una volta volevo essere amata…
Volevo essere desiderata per quello che ero, non per come apparivo.
Mi ripromisi, con una piccola parte del mio cervello, che se non fossi riuscita a farlo innamorare me ne sarei andata.
Non potevo permettermi di vivere tutta la mia vita inseguendo un amore che non accennava ad essere ricambiato.
Lui non mi aveva mai amato.
Ci teneva a me e non voleva perdermi ma non mi amava.
L’amore era altro!
Smisi di pensare! Volevo lui.
Solo lui, in quel momento.
 
Pov Stefan
 
Avevo rubato il sangue dall’ospedale.
Avevo davvero un problema, ma non potevo e non volevo occuparmene.
Andai a scuola, come ogni mattina.
Come se tutto fosse normale.
Elena mi venne incontro con un’aria un po’ combattuta.
“Stefan ti devo parlare!”
Le sorrisi raggiante e mi avventai sulle sue labbra.
“Certo, dimmi!”
La presi per mano e cominciai a camminare verso la scuola.
“Stai bene?”
“Certo! Mai stato meglio! Sto alla grande! Perché?”
Ridevo a tutti e feci il cascamorto un po’ con tutte quelle che mi passavano accanto.
“sembri diverso, oggi!”
“Oh ma è solo un’impressione… di cosa volevi parlarmi?”
“Ieri ho scoperto che Damon ha trasformato mia madre!”
“Wow… ma sei sicura? Voglio dire sarebbe una scoperta fantastica!”
 
Pov Elena
 
Cosa ci sarebbe stato di fantastico nel fatto che mia madre, quella biologica, era un vampiro?
E lui non era normale.
Stefan non si comportava mai così.
Stefan era sempre più tranquillo e comprensivo.
“No, non è fantastico! Lei è un mostro!”
Si fermò e mi guardò con uno sguardo che mi fece gelare il sangue nelle vene.
“Non mi pare che tu abbia detto la stessa cosa di me! hai detto di amarmi!”
Capii che forse non avrei dovuto dire quello.
Nel suo tono, però, non c’era delusione c’era solo sarcasmo.
“Vabbè io adesso devo andare… Ho inglese! Ciao!”
Mi baciò di nuovo e se ne andò.
Lo vidi fermarsi poco più in là con una ragazza.
Stava flirtando spudoratamente.
Non provai gelosia, non come quella che avevo provato al pensiero di mia madre con Damon!
Presi un profondo respiro e mi diressi verso la mia classe.
 
Pov Damon
 
Non riuscivo a smettere di stringerla a me.
Avevo ancora paura che scappasse o che qualcuno me la portasse via.
“Damon, se continui a stringermi così mi soffochi!”
Allentai la presa ma non la allontanai.
“Scusa!”
Sorrideva.
“cosa hai intenzione di fare, adesso?”
“Riguardo a cosa?”
“Katherine!”
“credo di aver capito che non avrei mai dovuto perdere tutto quel tempo per cercare di salvarla da un destino che lei non aveva mai dovuto affrontare!”
Annuì.
Le baciai la fronte e la vidi chiudere gli occhi.
“Io dovrei andare a parlare con lei…”
“Tu non andrai proprio da nessuna parte…”
Scosse la testa e si strinse al mio petto.
Forse mi stavo rammollendo ma non avrei permesso che le accadesse qualcosa.
 
Pov Katherine
 
Pearl non avrebbe dovuto rivelare a Liza che lei sapeva.
Lei e Anna avevano sbagliato a dirle ciò che sapevano e non l’avrebbero passata liscia…
La mia amicizia era stata minata e io non sapevo cosa fare, se non provare a parlare con la causa di tutto.
Bussai alla porta e mi venne ad aprire Anna.
“Katherine!”
“Ciao Annabelle! Tua madre è in casa?”
“Sì”
“Puoi chiamarla, per favore?”
“Sono qui, Katherine… vorrei dire che è un piacere rivederti ma mentirei!”
“Devo parlarti”
“E di cosa?”
“Perché non passeggiamo!”
Uscì dalla casa e forse fu la mossa più stupida che avesse mai fatto, oltre al fatto che si era innamorata di Jonathan Gilbert.
La infilzai con il paletto che avevo portato con me ma non volevo ucciderla. Lei mi serviva viva, per il momento.
“Questo è perché hai detto a Liza ciò che io aveva detto a te!”
Gliene infilzai un altro.
“Questo è per quello che le hai fatto!”
Gliene infilzai un terzo.
“e questo è un avviso… vai dai fratelli Salvatore e consegna loro il congegno che hai rubato a Gilbert!”
Me ne andai da dove ero venuta senza voltarmi indietro.
Non mi avrebbero fatto del male, io non mi sarei lasciata fregare così.
 
Pov Elena
 
Il concorso per eleggere la reginetta di Mystic Falls si avvicinava e io non avevo ancora deciso se fosse il caso o meno di partecipare.
Parlai con Stefan dei miei dubbi e lui mi disse che avrei dovuto partecipare per mia madre ma che, comunque, l’importante era divertirsi sempre e comunque!
Ero spaesata… non sapevo cosa fare per il concorso e non sapevo nemmeno come comportarmi con il mio ragazzo.
Era diverso da quando era tornato da quella specie di missione suicida.
Avevo tentato di chiedergli cosa fosse successo quando era andato a salvare Liza ma mi avevo solo detto che salvando Liza aveva ritrovato il vecchio se stesso.
Certo questo Stefan era più divertente ma era come se nascondesse qualcosa.
Non indagai oltre perché sapevo che non avrebbe risposto.
 
Pov Liza
 
Non riuscivo a staccarmi da lui.
Il suo profumo mi inebriava e il suo calore mi faceva sentire importante!
Avrei vluto dirgli tutto.
In quel momento gli avrei rivelato i miei sentimenti ma c’era qualcosa che me lo impediva.
Forse era solo paura o forse la brutta sensazione che mi scorreva dentro.
Non dissi nulla ma mi godetti quell’abbraccio finchè sarebbe durato.
“Ti va di scendere e mangiare qualcosa?”
“Sìììì!”
Ma non accennavo a mollare la presa.
Lui forse lo capì o forse semplicemente anche per lui quell’abbraccio era importante.
Scendemmo avvolti dal lenzuolo.
“e se Stefan tornasse?”
“Rimarrebbe scandalizzato… il mio piccolo fratellino non ha mai visto una donna nuda!”
“Ne ho viste molte più di quante tu creda e no! Non sono sconvolto anche se, forse, mi piacerebbe vedere di più!”
Liza sgranò gli occhi quando lo vide con un bicchiere di sangue in mano.
La cosa che la sconvolse fu la consapevolezza che quel sangue non era di uno scoiattolo ma di un umano.
 

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Capitolo 17
*** Miss Mystic Falls...and the kiss! ***


Pov Stefan
 
Liza non mi era mai sembrata così bella.
Avvolta in quel lenzuolo con i capelli un po’ in disordine e gli occhi felici.
D’altro canto non ricordavo di aver mai visto Damon così rilassato mentre la teneva in braccio.
“Come sta Elena?”
Damon era forse preoccupato per lei?
“Bene… è un po’ sconvolta per aver scoperto che sua madre è un mostro, cito testualmente! A me non sembra una notizia così terribile, no? C’è di peggio! Avrebbe potuto essere morta!”
Liza mi guardava con un sopracciglio alzato.
“Stefan da quando hai ricominciato a bere sangue umano?”
“Ma come, Damon, non era quello che volevi? Mi hai provocato tanto! Ma tranquillo so controllarmi… ti ho riportato Liza, no?”
Lo vidi irrigidirsi.
“A proposito di questo non avresti dovuto farlo! E se non fossi riuscito a trattenerti?”
“Ce l’ho fatta!”
“E se non ce l’avessi fatta?”
“Sarebbe morta!”
Alzò gli occhi al cielo!
“Vi siete per caso messi d’accordo?”
“No, è logica, mio caro!”
Liza lo guardò con quel suo sorriso e lo baciò.
Ero sempre più convinto che tra quei due ci fosse un legame speciale e magico ma solo se non iniziavano a baciarsi.
Quando lo facevano la magia svaniva.
I loro sguardi e i loro sorrisi ti facevano morire di gelosia ma quando vedevi un loro bacio non provavi assolutamente nulla.
“Comunque io vado… ho le prove con Elena!”
“Le prove per cosa?”
“Per il concorso di Miss Mystic Falls…! A Damon, Carol Lockwood mi ha detto di darti questa!”
Gli porsi una lettera.
“Ciao… ah, Liza non farti vedere più con solo il lenzuolo addosso!”
Me ne andai.
 
Pov Damon
 
Presi la lettera che mi porgeva Stefan e lo impalai mentalmente quando fece quella battuta allusiva su Liza.
Nella lettera Carol mi chiedeva di portarle della verbena quello stesso pomeriggio.
“Liza, oggi pomeriggio andiamo da Carol Lockwood!”
“Se non si può proprio farne a meno!! Adesso, però, io voglio un caffè e magari delle omelette”
“Agli ordini signora!”
Andai in cucina e preparai tutto quello che mi aveva chiesto.
“Perché devo venire anche io a casa del sindaco?”
“Perché non ho intenzione di lasciarti senza protezione e siccome non posso non andare tu verrai con me!”
Sbuffò ma non rispose.
 
“Carol, è un piacere vederti!”
“Damon, il piacere è mio! E questa bellissima ragazza chi è ?”
“Scusate, Carol lei è Liza Allen… Liza lei è Carol Lockwood, la moglie del sindaco di Mystic Falls”
“Molto piacere…”
Vidi che stava per inchinarsi, come faceva un secolo prima e risi.
“Hai detto Liza Allen, l’amica di Elena?”
Liza annuì, un po’ incerta.
“Mi chiedevo quando ti avrei conosciuta e perché oggi non ti sei presentata alle prove”
“quali prove?”
“Elena non ti ha aggiornato?”
“No”
Era spaesata come e più di me.
Di cosa stava parlando Carol?
“mi ha detto che avresti voluto partecipare al concorso per eleggere Miss Mystic Falls e ho accettato”
Per poco la sua mandibola non cadde per terra.
“Ah, beh… grazie io… lei.. Elena non mi ha aggiornato… in realtà… beh ecco!”
La interruppi prima che il suo discorso diventasse ancora più ingarbugliato.
“Carol vi ho portato la verbena”
La vidi irrigidirsi.
“Non preoccupatevi, lei sa! È sfuggita a un attacco proprio ieri e solo perché aveva della verbena addosso!”
“Hai visto in faccia il vampiro che ti ha aggredito?”
“No, mi dispiace! Pensavo più a scappare che a memorizzare il viso!”
“Sì, certo! È una fortuna che siate riuscita a fuggire…”
“Già”
Dopo altre domande di circostanza e convenevoli vari io e Liza ci congedammo da Carol.
 
Pov Liza
Appena fuori mi girai verso Damon.
“perché Katherine mi ha iscritto a quel concorso? Cos’ha in mente?”
“Tu sei sicura che si stata Katherine?”
Lo guardai scettica.
“Perché Elena avrebbe dovuto iscrivermi?”
“E perché Katherine avrebbe dovuto farlo?”
Ci riflettei un attimo ma non mi veniva in mente nemmeno un motivo per cui avrebbe dovuto farlo.
“Non lo so ma non mi piace nemmeno un po’!”
“Nemmeno a me!”
“Mi faresti da cavaliere?”
“Non sai proprio fare a meno di me, vero?”
“Diciamo che senza di te non ho mai ballato!”
Rise.
“Tranquilla… sarai la più bella!”
“Oh, ma di questo sono sicura! Qui non è in discussione la mia bellezza ma il motivo per cui Katherine avrebbe dovuto fare una cosa del genere!”
“Non pensarci! Non ti toccherà! Dopotutto ci teneva a te!”
Già, ci teneva… un secolo prima e forse nemmeno quello, dato che mi aveva tradito con Pearl e Anna.
“Già!”
In quel momento squillo il mio telefono.
Era Caroline.
“Pronto?”
E quella fu la fine.
Iniziò a parlare ininterrottamente di quello che avrei dovuto fare per essere pronta, il giorno dopo, al concorso.
Mi organizzò il resto del pomeriggio e mi disse di farmi trovare al Grill entro dieci minuti.
Intanto Damon, che aveva sentito tutto, non la finiva più di ridere.
Quando riagganciai il telefono scoppiò.
“Oddio ti aspetta un pomeriggio davvero tremendo!”
Lo guardai con un ghigno malefico sul viso.
“Liza, cos’è quella faccia?”
“Damon, tu verrai con noi! Non vorrai lasciarmi senza protezione, vero?”
“Ma non correrai alcun rischio con Caroline!”
“Certo, perché i vampiri fuggono terrorizzati dalle chiacchiere! Hai proprio ragione!”
Scosse la testa e si arrese al suo destino.
 
Pov Damon
 
Quello fu il pomeriggio più lungo della mia vita.
Caroline non la finiva più di parlare.
Liza non riusciva a tenere a freno l’euforia dell’amica e dopo un po’ ne fu contagiata.
Provarono almeno venti se non trenta vestiti a testa e non riuscivano a decidere.
“Damon, ma tu hai un vestito?”
“Cosa?”
“Non vorrai accompagnare Liza indossando il tuo bel giubbotto di pelle, vero? Sarebbe inappropriato!”
“io ne ho a migliaia di abiti…!”
Ma Caroline è Caroline e se lei decide che tu devi comprare un vestito tu non puoi fare nient’altro che provare tutti quelli che lei ti porge finché lei non decide che ha trovato quello giusto.
 
Pov Liza
 
Quando, finalmente, arrivammo a casa ero esausta.
“Oh mio Dio! Ditemi che non ci sarà più una giornata così stressante! Vestito, scarpe, accessori!”
Mi buttai sul divano. Damon mi fu accanto in un attimo.
“Caroline è un mostro!”
“Solo un po’!”
“Sono distrutta!!”
“Pensa che domani sarà tutto finito!”
Ma il giorno dopo, e avrei dovuto saperlo, fu davvero una tragedia.
 
“Liza… finalmente sei arrivata! Vieni abbiamo la stessa stanza per prepararci!”
Io e Caroline andammo a prepararci.
Quell’abito verde le stava benissimo e io sentivo che non tutto sarebbe andato come doveva.
“Liza, che hai? Sei così tesa!”
“Lo so… è solo che sono agitata…”
“Sei bellissima! Non preoccuparti, andrà tutto bene!”
Lo speravo ma non riuscivo a scacciare quella brutta sensazione.
 
Pov Stefan
 
Quando vidi scendere Liza da quelle scale, la prima ad essere annunciata, non riuscii a stare al mio posto.
Per una volta avrei dovuto essere io il suo cavaliere.
Per una volta avrei dovuto essere io a tenerla tra le mie braccia.
Per una volta io avrei scavalcato Damon.
Lo feci.
Mi misi davanti a lui e Liza non poté far altro che prendere la mano che le stavo porgendo.
“Stefan ma cosa fai! E Elena?”
“Ci penserà Damon!”
E la vidi irrigidirsi.
“C’è qualcosa che dovrei sapere, Stefan? Perché quest’iniziativa?”
“Il bianco i dona e la tua schiena così in vista e una tentazione..!”
Scosse appena la testa contrariata.
“Tu hai un serio problema se ti comporti così, lo sai vero?”
“Il mio problema è stato salvarti la vita e tu cos’hai fatto per ringraziarmi? Niente! Hai continuato a fingere che non ci fossi!”
“Questo non è vero! Stefan praticamente non ci siamo visti!”
“Viviamo nella stessa casa!”
“Sì e ci siamo entrambi solo la notte!”
Rimase in silenzio come folgorata da un’illuminazione.
“Tu volevi che io venissi di notte!”
“E perché no? Tutti hanno diritto a te tranne che io?”
“nessuno ha diritto a me! Io sto solo con Damon, ultimamente! È un secolo e mezzo che io sto solo con Damon! E poi dov’è finito il tuo amore per Elena?”
“non stiamo parlando di me!”
Eravamo in posizione e stavamo aspettando che gli altri finissero di farlo.
 
Pov Damon
 
Davvero Stefan l’aveva fatto?
Davvero mi aveva rubato la dama?
Davvero aveva mollato Elena per poter ballare con Liza?
Mi spostai e mi trattenni. Volevo davvero uscire e prenderlo a pugni!
Il sangue umano non gli faceva bene, si comportava come se non avesse dei doveri o una morale quando, invece, sapevamo tutti che lui aveva una morale ferrea… cioè fino al giorno prima mangiava criceti per non uccidere umani e adesso? Adesso lasciava Elena, la ragazza di cui era follemente innamorato, per poter danzare con Liza.
Quando Carol annunciò Elena, l’ultima a scendere, mi misi in fondo alle scale ad aspettarla.
“Damon, perché Stefan l’ha fatto?”
“Forse tu non sai che mio fratello ha ricominciato a bere sangue umano!”
“Cosa?”
“Non ti agitare… finiamo questo ballo e dopo risolveremo la situazione…”
Quando fummo in posizione partì la musica.
In quel momento, mentre guardavo Elena, dimenticai il perché un attimo prima avrei voluto uccidere mio fratello.
Dimenticai chi fosse Liza.
Dimenticai chi fossi io.
Esisteva solo Elena e i suoi occhi.
Elena e le sue labbra.
Elena e il mio cuore che batteva.
Era come se quella fosse la prima volta che la vedevo.
Era come se non ci fosse altro e come se non ci fosse mai stato.
Non potevo spiegare il perché ma era come se avessi trovato quello che mi mancava.
 
Pov Elena
 
Quando partì la musica vidi tutto azzurro.
C’era azzurro tutto intorno a me e dentro di me.
C’era azzurro nei miei occhi, nella mia testa, nel mio cuore e in ogni singola parte di me.
Gli occhi di Damon mi scandagliavano l’anima e c’era ben poco che io potessi fare.
Damon mi riempiva come non era mai riuscito a fare nessun altro.
Damon mi scombussolava come non era riuscito a fare nessun altro.
Damon mi avrebbe ferita, e io lo sapevo, ma non riuscivo a guardare nessun altro.
Quel ballo fu il più lungo della storia ma per me sembrò infinitamente breve.
L’azzurro era troppo accogliente per essere pronta ad abbandonarlo.
 
Pov Liza
 
“Stefan, sei un ottimo ballerino… devo riconoscerlo”
“Oh, grazie! Diciamo che sono nato con questo ballo!”
Risi.
Lo Stefan bevitore di sangue poteva anche essere divertente e imprevedibile.
Certo, non mi aveva permesso di ballare con Damon ma avevo scoperto che il piccolo Salvatore non era solo una piattola… sapeva essere anche qualcos’altro.
“mi dispiace!”
“Per cosa?”
“Per averti chiamato Damon, quando ero ubriaca… per non aver mai trascorso del tempo con te, un secolo fa… per non averti parlato del manoscritto, del desiderio e della collana… per averti tenuto fuori da tutto e per averti costretto a mordermi!”
“L’ultima non è del tutto esatta… avrei anche potuto rifiutare”
“Sappiamo entrambi che sono troppo bella per lasciarmi morire!”
Gli sorrisi, sincera.
Mi sorrise, sarcastico.
“Diciamo che sei troppo bella per non fare questo”
Non capii a cosa si riferisse.
Al ballo?
Al concorso?
Non lo sapevo ma lo avrei scoperto presto.
 
Pov Stefan
 
Chissà cosa aveva capito.
Chissà se aveva capito cosa fosse “Questo”…
Non credevo ma mi piaceva farla riflettere un po’.
Quando la musica finì e tutti si allontanarono, come avremmo dovuto fare anche noi, in teoria, io trattenni Liza e non le permisi di muoversi.
“Stefan cosa stai facendo?”
“Questo non può non essere fatto”
La tirai più vicino a me e la baciai.
Poggiai le mie labbra sulle sue e non ero intenzionato a scostarmi.
Non mi interessava se tutti ci stavano guardando, anzi volevo che vedessero.
Non mi interessava se lei non voleva, non avrebbe potuto impedirmelo.
Non mi interessava di Elena, finalmente dopo un secolo e mezzo potevo farlo.
Non mi interessava di Damon, lui non l’aveva mai amata.
 
Pov Damon
 
La stava baciando.
La stava baciando e io non ero geloso.
La stava baciando e io ero solo preoccupato.
La stava baciando e io mi preoccupavo di quello che stesse provando Elena in quel momento.
Mio fratello baciava Liza, la mia Liza e a me, praticamente non interessava.
Non sapevo cosa pensare.
Me ne andai.
Avevo bisogno di analizzare un bel po’ di cose.
Nessuno si accorse della mia mancanza, troppo presi a godersi lo spettacolo, a giudicare dal suono che avevo sentito qualcuno aveva ricevuto uno schiaffo e anche bello forte.
Quando fui sicuro di essere protetto dal bosco iniziai a correre e andai al mio Rifugio, al nostro Rifugio.
Pensai a Liza, e a quello che avevamo condiviso.
Io e lei avevamo legato lentamente.
Io e lei eravamo diventati amici, lentamente.
Io non sarei riuscito a fare a meno di lei.
Non avrei potuto vivere senza i suoi occhi, che mi rimproveravano, amavano, accarezzavano, ammonivano, punivano, lodavano…
Non avrei saputo vivere senza i suoi sorrisi, che mi mozzavano il fiato e mi donavano ossigeno…
Non avrei saputo vivere senza le sue parole, che erano sempre quelle giuste…
Non avrei saputo vivere senza i suoi abbracci, tra quelle braccia ero al sicuro…
Non avrei saputo vivere senza il suo broncio, chissà perché amavo tanto quel suo arricciare le labbra…
Io non avrei saputo vivere senza di lei…
Ma avrei potuto fare a meno del suo corpo, non era quello che mi legava a lei.
Non capivo cosa provavo però…
Poi pensai a mio fratello.
Era innamorato di Liza?
La voleva per il suo aspetto?
Aveva sempre avuto questo desiderio e il sangue aveva inibito i suoi freni o era l’euforia della nuova dieta ad averlo spinto a fare quello che aveva fatto?
E Elena? Come l’avrebbe presa?
Elena… non era saggio pensare a lei.
Solo pensando il suo nome il mio cervello era andato in tilt…
Tutti i ragionamenti che avevo fatto erano svaniti…
Dovevo capire…
Cosa volevo?
Chi volevo?
Liza o Elena?
Perché avrei dovuto volere Elena?
Non avevamo niente in comune… lei mi odiava e io non sopportavo il settanta percento dei suoi atteggiamenti, ma quel giorno ad Atlanta c’eravamo divertiti.
Non approvava i miei comportamenti, ma quel giorno ad Atlanta mi aveva salvato la vita.
Mi aveva tradito alleandosi con mio fratello per togliermi il Grimorio, ma mi aveva aiutato con quel paletto di Alaric.
Invece Liza sarebbe stata perfetta…
La conoscevo da così tanto e insieme eravamo una vera forza della natura, un po’ come uno tsunami. Avevo bisogno di una persona con cui parlare…
Di solito era Liza ma doveva parlare di lei perciò mi serviva qualcun altro.
 
“Chi è?”
“Professore, sono Damon…”
Rick aprì la porta del suo appartamento.
“Ho bisogno di un amico!”

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Capitolo 18
*** After! ***


Pov Damon
 
“Ho bisogno di un amico!”
Ed era vero, maledettamente vero!
“Perché dovrei far entrare un vampiro in casa mia?”
“Perché il vampiro te lo sta chiedendo per favore e, sempre il vampiro, ha un gran bisogno di parlare… ma se non vuoi invitarmi mi siedo qui e ti dico quello che devo!”
Mi sedetti davanti la sua porta e lui fece lo stesso dalla parte opposta.
“Cos’è successo!”
Gli raccontai tutto.
Quando finii lo guardai sperando che dicesse qualcosa di intelligente.
“io non vedo il problema… tu e Liza non state insieme… il problema dovrebbe essere di Elena!”
“Forse non hai capito… io dovrei essere geloso di Liza, in teoria!”
“Tra te e Liza cosa c’è stato?”
“Tanto! Lei è la mia razionalità, lei è i miei sentimenti, lei mi aiuta a non essere un mostro… io amo lei in tutto quello che fa!”
“Ami lei o ami ilo vostro rapporto? È importante saperlo! Magari in lei vedi solo il tuo punto fisso, il che è importante ma non significa, necessariamente che ami lei e che tu debba essere geloso!”
Cosa?
Io non capivo cosa volesse dire… amavo lei o il nostro rapporto?
Amavo lei o quello che significava per me?
“Damon cos’è l’amore?”
Lo guardai confuso… non lo sapevo.
Non sapevo dargli una risposta.
“L’amore è quello che c’è tra te e Liza, ma solo in teoria… voi vi amate nei gesti, negli sguardi e nelle parole ma manca qualcosa ed è quel qualcosa che manca a non permetterti di essere geloso!”
“E cioè? Cosa manca?”
“Il fuoco, la passione! Quando ti ho visto con lei in braccio ho visto preoccupazione e senso di colpa, nei tuoi occhi ma non c’era passione, non c’era desiderio!”
Quindi il mio non era amore perché non c’era desiderio?
Eppure quante volte avevo desiderato il corpo di Liza?
Quante volte avevo voluto abbracciarla, accarezzarla e toccarla?
“Professore, credo che tu non ci abbia visto… io e Liza sappiamo anche darci alla pazza gioia…!”
“Io non dubito che tra voi ci sia passione ma quello che dico io, quello che deve esserci in amore, è il desiderio di unire i corpi per unire le anime… non deve solo essere desiderio fisico, quello non è amore è attrazione!”
Quindi il problema dei miei sentimenti con Liza era questa mancanza di desiderio carnale e spirituale?
Non mi sembrava un vero problema.
Non mi sembrava un vero ostacolo.
Non mi sembrava nemmeno qualcosa da poter prendere in considerazione.
“Damon cosa ti attrae di Elena?”
“Niente”
Ed era vero.
Io non ero attratto da Elena, in nessun senso.
Non provavo una grande attrazione, forse perché mi ricordava troppo Katherine.
Non avevo fiducia in lei, forse perché mi ricordava troppo Katherine.
Non riuscivo a vederla con occhi diversi se non con gli occhi della diffidenza, forse perché mi ricordava troppo Katherine.
Eppure non volevo che soffrisse, forse perché alla fine sapevo che lei non era Katherine.
Volevo aiutarla a capire perché fosse così uguale a lei, perché non accettavo che ci fosse anche solo il più piccolo legame tra quelle due…
Volevo fidarmi di lei, perché c’era qualcosa nel suo sguardo che mi suggeriva che non mi avrebbe tradito, non di nuovo, non come aveva fatto Katherine.
“E allora domandati perché eri più preoccupato di quello che provava lei invece che essere geloso di Liza”
“Professore, lei non è d’aiuto… adesso ho più dubbi di prima!”
Si alzò e tornò un attimo dopo con due bicchieri di bourbon.
“Tieni, ti farà bene!”
“Lo spero!”
Ma non credevo mi avrebbe aiutato.
Ero troppo confuso!
 
Pov Liza
 
Davvero mi stava baciando?
Davvero lo aveva fatto, con Elena lì?
Davvero si era bevuto il cervello?
Forse non beveva sangue umano ma materia grigia, la sua per di più un po’  come uno zombie autolesionista.
Lo allontanai all’istante.
“Tu sei pazzo!”
Mi guardai attorno, cercavo Damon ma lui non c’era.
Mi volti e feci per andarmene ma qualcuno mi fermò.
Stefan.
“Per favore lasciami!”
Sentii il rumore di uno schiaffo e vidi Caroline, accanto a me, con la mano ancora alzata.
Ci misi un minuto buono a capire che lei aveva schiaffeggiato Stefan.
“Tu sei il ragazzo più stupido che abbia mai conosciuto! Ti rendi conto di aver tradito Elena? Ti rendi conto di averlo fatto davanti a tutti?” poi si voltò verso di me “E tu? Come hai potuto? Come hai potuto lasciarti baciare da lui? e poi tu non eri innamorata di Damon?”
Si era forse bevuta il cervello?
Era davvero necessario che lo urlasse al mondo?
Perché non faceva degli striscioni e li appendeva per tutta la città?
“Caroline, perdonami, ma io non ho fatto assolutamente nulla e Stefan ha proprio bisogno di un periodo di isolamento e di digiuno, per riprendere ad utilizzare il cervello! Cervello che pare sia andato in vacanza!”
Feci per andarmene e stavolta ci riuscii.
Volevo andarmene.
Volevo pensare.
Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare e mai come in quel momento mi sentii sola.
Damon non c’era.
Katherine mi aveva tradito e io non avevo davvero più nessuno.
Camminai nel bosco, forse volevo perdermi o forse volevo andare al Rifugio, sperando di trovarci Damon… non lo sapevo!
“Forse non sarebbe dovuto succedere!”
Mi bloccai e mi voltai per guardarla.
“Cosa vuoi adesso?”
“Volevo spiegarti…”
“Io non voglio ascoltarti!”
Mi voltai e feci per andarmene.
“Non puoi mandare alle ortiche tutto quello che c’è stato tra noi solo perché hai avuto una mezza informazione!”
“Katherine, cosa c’è da spiegare…? Tu sapevi che non avresti dovuto parlarne! Tu sapevi che quello doveva essere un segreto… sapevi che se qualcun altro l’avesse saputo per me sarebbe stato un problema ma l’hai detto lo stesso! Non ti è importato nulla di me o della mia incolumità!”
“è proprio per la tua incolumità che ho dovuto dirle tutto! Lei voleva ucciderti e ho dovuto portare avanti la tua causa… cosa avrei dovuto dire? Come avrei dovuto spiegarle il motivo per cui non poteva ucciderti?”
“Con la verità!”
Scosse la testa energicamente…
“Se le avessi detto quello che ci legava tu saresti diventata un bersaglio ancora più grande ed invitante! Credi che qualcuno si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di potermi ferire? Io non credo proprio!”
Scossi la testa, arresa!
Perché volevo discutere con lei?
In un modo o nell’altro avrebbe sempre girato la situazione a suo vantaggio.
“Perché mi hai iscritta a questo dannato concorso?”
“Volevo farmi perdonare e so che tu ami ballare con Damon… volevo che tu ricordassi i vecchi tempi, i tempi in cui io e te ci alleavamo per farti ottenere un ballo con lui! ma qualcosa è andato storto!”
“Già… quel genio di un mangia topi a tradimento ha mandato tutto a gambe all’aria! Davvero Katherine, cosa diavolo ci hai visto in lui? è più ottuso di un asino, a volte!”
Rise.
“Hai ragione… forse dovremmo disintossicarlo!”
“Forse? Katherine, non forse! Sicuro! Non posso farcela… Damon non mi vuole e non mi vorrà nemmeno fra altri cento anni e io non li ho a disposizione! Stefan che prende queste belle iniziative, poi, non è d’aiuto e quella specie di sosia idiota che ti ritrovi… oh mio Dio perché attira Damon come il fuoco farebbe con una falena?”
Katherine mi guardò come se fossi pazza e poi scoppiò a ridere.
“Liza, oddio scusa… ma proprio non è un buon momento per perdere il controllo! Devo dirti un paio di cose!”
La ascoltai mentre mi metteva a parte di quel piano assurdo di cui era venuta a conoscenza e che noi dovevamo, assolutamente, fermare.
“Non può essere!”
“Prima di tutto dobbiamo disintossicare Stefan!”
“Sono d’accordo!”
“E poi dobbiamo far capire a Damon le priorità nei sentimenti!”
“Possiamo provarci!”
 
Pov Damon
 
Quando tornai alla pensione trovai Stefan stravaccato sul divano.
“Damon, dobbiamo parlare”
“Non vedo perché!”
“perché ho baciato Liza e al ballo è successo un putiferio!”
“Liza ti ha schiaffeggiato?”
“No… in realtà è stata Caroline a schiaffeggiarmi!”
Mi sedetti sul divano accanto a lui e mi raccontò cos’era successo dopo che me ne ero andato.
La paternale di Caroline.
L’eliminazione di Elena, Caroline e Liza, per tre motivi differenti: Elena perché non aveva più il cavaliere, Caroline perché aveva schiaffeggiato il cavaliere di un’altra dama e Liza perché aveva dato spettacolo!
Carol Lockwood si era infuriata non poco e aveva convocato lui, Elena  e Caroline nello studio per una ramanzina che resterà nella storia di Mystic Falls.
“Perché non ha convocato anche Liza?”
“Lei è scappata subito dopo lo schiaffo di Caroline, praticamente”
“Cosa? E tu l’hai lasciata andare? Stefan, e se Pearl la prendesse di nuovo?”
Stavo per uscire quando entrò Pearl.
“Damon, Stefan… devo darvi una cosa”
Ci porse un sacchettino.
“Cos’è?”
“è un congegno che avevo rubato a Jonathan Gilbert convinta di avergli preso la bussola identifica vampiri! Mi resi conto dell’errore quando quella bussola mi fece scoprire…”
“Perché vorresti darla a noi?”
“A me non serve e voglio liberarmene…”
Si girò per andarsene.
“Ah, io e mia figlia lasceremo la città domani… non vi saremo più di intralcio… tutti gli altri vampiri sono già andati via! Buona serata e addio!”
Se ne andò come era venuta, in silenzio.
“Ti sembra possibile?”
“Non lo so, Damon! Ma qualcosa mi dice che quel sacchettino ci porterà molti guai!”
 
Pov Katherine
 
Accompagnai Liza alla pensione Salvatore e vidi uscire Pearl.
“Liza, tu entra e cerca di convincere Damon a disintossicare Stefan… io devo occuparmi di un’altra cosa!”
“sta’ attenta!”
“Come sempre!”
Seguii Pearl fino alla casa in cui viveva con la figlia e un servitore, come si chiamava?
Andie, Andrew… Harry, Harpy… non lo sapevo e nemmeno mi interessava.
Entrai, forse avevano ucciso quella povera donna.
“Pearl”
“Katherine.. ho fatto quello che mi hai chiesto e domani lascerò la città!”
“Bene… molto bene Katherine! Dov’è Anna?”
“Non è in casa…!”
La vidi agitarsi! Il solo pensiero che potessi fare del male alla figlia la mandava in crisi.
“mi dispiace, Pearl! Ma tu non avresti mai dovuto fare ciò che hai fatto a Liza!”
Ci misi meno di un secondo ad impalarla e  fare lo stesso con Harper.
Ecco come si chiamava!
 
Angolo autrice: ok lo so che mi odiate e so che questo è solo un capitolo di passaggio!! Ma che ci posso fare?
Questa storia va da sola non la governo io… perciò non uccidetemi! Cioè dopo quello che ho detto in teoria potreste uccidermi e la storia continuerebbe da sola ma voi non o farete, vero? Vero? VEROOOO?
Ok, dopo aver dimostrato di essere pazza vi hiedo di avere ancora un po’ di pazienza perché sta per succedere qualcosa di davvero sconvolgente!

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Capitolo 19
*** Solutions ***


Pov Liza
 
Quando entrai in casa li trovai seduti sul divano.
Stavano parlando come forse non facevano da un secolo.
Mi diressi verso le scale e cominciai a salirle.
“Liza, vieni qui, per favore!”
Feci finta di non sentire Damon e continuai a salire le scale.
Mi fu davanti in un attimo.
“Cos’è sei diventata sorda, oltre che incosciente?”
“Non mi pare che siano affari tuoi! Damon avresti dovuto proteggermi e sei andato via! Avresti dovuto ballare con me e non sei riuscito a fermare quell’idiota di tuo fratello! Avresti dovuto reagire in qualche modo quando mi ha baciato, ma non c’eri! Quando mi sono girata tu non c’eri più!”
Feci per scansarlo e salire in camera.
Avrei affrontato il problema-Stefan in un altro momento, magari quando sarei stata più lucida.
“Liza, aspetta! Non pensi che dovremmo parlarne?”
“di cosa, Damon? Del fatto che tuo fratello mi abbia baciato o del fatto che tu non riesci a capire cosa provi per me, no perché ormai un po’ ti conosco e penso di aver capito quello che è successo! Tu non hai provato assolutamente nulla quando hai visto che lui mi baciava, non è così? Magari hai provato un enorme fastidio quando si è messo davanti a te soffiandoti la dama, non tanto perché ero io ma proprio per il principio… lui non deve toglierti nulla… ti ha già tolto il posto da solista nel cuore di Katherine!”
Sapevo che quello era un colpo basso e che si sarebbe infuriato. Ma non potevo più fingere che tutto andasse bene e stare in silenzio, aspettando che lui si accorgesse della mia esistenza.
“Tu non provi un bel niente per me. ti sei affezionato come ci si affezionerebbe a un cane dopo un sacco di tempo! E poi c’è Elena. Elena così uguale a lei e così diversa. Elena che ti risponde solo con il suo altruismo. Elena che ti rimprovera, perché bevi sangue umano. Elena che ti guarda come se fossi la cosa più bella del mondo, anche se poi finge di non sopportarti. Elena che ti difende con tutti e poi ti fa le paternali. E tu sei dannatamente attratto da lei. Perché ti ricorda Katherine proprio perché è completamente diversa…”
Non parlava.
Non sembrava disattento, anzi. Aveva capito quello che gli stavo dicendo, ogni singola parola, ma non mi rispondeva.
Non mi diceva nulla e io non sapevo se fosse un bene.
Anzi, ero quasi certa del contrario.
Lui non era un tipo silenzioso e se non mi rispondeva c’era dietro qualcosa.
“perché sei andato via?”
“Dovevo pensare!”
“A cosa?”
“Al fatto che io ti amo ma non ti amo!”
Cosa stava dicendo?
Mi amava?
Non mi amava? Che razza di discorso senza senso stava facendo?
“Damon cosa diavolo stai dicendo?!”
“Tu non avresti dovuto lasciare il concorso, non con tutti quei vampiri in città… Pearl avrebbe potuto prenderti di nuovo e magari, stavolta, decidere di ucciderti subito! Non devi mai più fare una cosa del genere, mi hai capito? Tu non devi mai più mettere a rischio la tua vita. Tu non puoi permetterti di morire. Io non posso permetterlo e non voglio!”
In quel momento sentii qualcuno battere le mani.
“Ma come siete romantici…”
Scesi le scale, quelle poche che ero riuscita a salire, e mi avvicinai a Stefan a passo di marcia.
Gli diedi uno schiaffo e lo guardai negli occhi.
Sorrideva.
Gliene diedi un altro.
Sorrideva ancora.
Non potevo sopportare di vederlo sorridere.
Lui mi aveva impedito di ballare con Damon.
Lui aveva permesso che Damon ballasse con Elena, e io sapevo quanto questo fosse grave.
Il destino si beffava di me e io non potevo farci nulla, se non schiaffeggiare Stefan.
Stavo per dargli un altro ceffone ma mi bloccò il polso.
“Uno era per il bacio, il secondo perché ti ho fatto litigare con Caroline e Damon ma il terzo sarebbe stato fuori luogo!”
“Tu razza di vampiro imbecille… non avresti dovuto baciarmi!”
“Tranquilla, non era mica il nostro primo bacio!”
“Il nostro primo bacio io non lo ricordo.. ero troppo ubriaca….! Non so perché ti ho baciato ma se non sbaglio ti avevo scambiato per qualcun altro!”
Lo vidi sorridere e poi non capii quello che successe.
 
Pov Stefan
 
Non avrebbe dovuto.
Ero stato al gioco e mi ero fatto dare due schiaffi.
Ero stato al gioco e le avevo permesso di lasciare il ballo.
Ma non le avrei permesso di mettere ancora Damon in mezzo.
Lei non doveva trattarmi così e non avrebbe dovuto parlare di quello che aveva fatto quella sera.
Non avrebbe dovuto ricordarmi quel particolare.
Non avrebbe dovuto dirlo.
Sentii la rabbia aumentare e con essa il desiderio di lei, che si negava da un secolo.
Tutta la mia rabbia e il mio desiderio si traducevano in sete e io ne avevo troppa, già prima di quelle emozioni.
Non aspettai nulla.
Mi fiondai su di lei e la morsi.
Forse in maniera neanche troppo gentile.
Forse il mio morso l’aveva ferita anche più del necessario, ma in quel momento non mi interessava.
 
Pov Damon
 
La stava mordendo.
Ero incredulo.
Prima si era fatto schiaffeggiare e poi la mordeva.
Non riuscivo a credere a quello che vedevo.
Liza praticamente non si muoveva.
Possibile che non tentasse nemmeno di reagire?
Stefan aveva un modo tutto suo di mordere e potevo vedere il collo di Liza già dilaniato ed aperto più del necessario.
Mi fiondai su mio fratello e lo placcai, un po’ come se fosse una partita di football.
Lei cadde a terra, troppo spaventata per fare altro.
Stefan era più forte, adesso che aveva ripreso a nutrirsi decentemente.
Ma dovevo proteggerla.
La facevo soffrire così tanto e non avrei permesso a nessun altro di farle del male.
“Stefan, smettila! Non ti permetterò di farle del male?”
“Perché no? Tu non la vuoi? Il suo sangue non ti invita?”
“No! Io posso avere il sangue di chi mi pare, non ho bisogno di cibarmi dei miei amici”
“Non fare il moralista, la fai facile tu… non hai amici!”
Fu un colpo rendermi conto che, forse, aveva ragione.
Poi però nella mia testa comparve la faccia del professore.
Non mi aveva fatto entrare in casa ma mi aveva ascoltato, mi aveva offerto da bere e mi aveva detto quello che pensava, come avrebbe fatto un amico.
“Liza è mia amica e io non permetterò che le succeda niente!”
“Per questo l’hai portata nel bosco facendola cadere da cavallo? Per questo hai permesso che Pearl la prendesse? Per questo mi hai permesso di soffiartela da sotto il naso?”
Ruppi la prima cosa di legno che trovai e gliela conficcai nello stomaco, dopo un paio di tentativi falliti.
“Io, poi, cerco un modo per risolvere la situazione…”
“No, tu poi chiedi agli altri di sistemare la situazione per te! Prima Katherine, poi io e adesso Caroline…!”
Era vero.
Non ero mai riuscito a combinare niente di buono con Liza.
Non ero mai riuscito a proteggerla e non ero ancora riuscito a capire cosa saremmo potuti essere.
Stavo per togliere il paletto dallo stomaco di mio fratello quando parlò lei.
“Damon mi ha portato nel bosco perché lì io e lui siamo qualcosa che tu non hai mai visto e che non vedrai mai… io e lui lì siamo una cosa diversa e magica. Lui mi ha portato con sé da Pearl perché avevamo dei progetti per quella mattina e l’unico motivo per cui Pearl è riuscita a prendermi è perché ha cavato gli occhi a tuo fratello… ha lasciato che tu gli soffiassi la dama perché, senza rendertene conto, gli hai dato la possibilità di poter stare a stretto contatto con la tua ragazza, che è quello che gli interessa… e tu, razza di imbecille, non sei in grado di controllare la tua sete… non ci sei mai riuscito ed è in questi momenti che ti serviva Lexi! Beh, adesso lei non c’è più perché tuo fratello, anche lui un genio devo dire, non ha pensato che tu potessi perdere il controllo! Quindi, in mancanza di alternative io sarò Lexi, ma mettiamo in chiaro una cosa: tu non mi torcerai mai più un capello perché, altrimenti, verrò da te con un lanciafiamme e di te resterà solo la polvere, sono stata abbastanza chiara?”
Il collo le sanguinava ancora ma non mi era mai sembrata così decisa.
Stefan ridacchiò, un po’ dolorante, a causa del paletto ancora nel suo stomaco.
“io non ho bisogno del tuo aiuto come non avevo bisogno di quello di Lexi!”
“Io dico che ne hai bisogno e tu adesso andrai nel seminterrato con le tue gambe o ti ci porterà Damon di peso!”
“Ehi, non mettermi in mezzo… queste sono cose tra voi!”
Mi fulminò con lo sguardo.
“Tu hai permesso che mi facesse questo!”
Si indicò il collo.
“E per questo non hai scusanti!”
“Mi hai trovato una giustificazione a tutto e non a questo?”
Feci una finta faccia allibita ma lei non mi degnò di uno sguardo e tornò a guardare Stefan.
“Cosa vuoi fare ci vai o ti ci porta lui?”
 E mi indicò, neanche fossi stato il suo facchino.
“Io non vado da nessuna parte e lui non mi porterà nel seminterrato!”
Gli si avvicinò e si abbassò alla sua altezza.
“Allora fai l’unica cosa che sai fare quando bevi sangue umano… bevi!”
Sfilò il paletto dal suo stomaco e tirò la sua faccia sul suo collo, proprio sopra il sangue.
Lui la morse e io feci per avvicinarmi, ma poi capii.
Non si sarebbe mai fatta mordere senza un motivo.
In mano aveva una siringa, mi sembrava una di quelle del professore, chissà dove l’aveva presa.
Stefan era troppo preso dal sangue per rendersene conto e quando lei riuscì ad iniettargliela perse completamente le forze.
“Scusa, ma vedi… hai bisogno di disintossicarti, non ti sei reso conto di nulla… abbiamo bisogno di te lucido… così non servi a nessuno!”
Poi si alzò e cominciò a trascinarlo.
“Vorresti aiutarmi?”
Presi mio fratello su una spalla e lo portai nel seminterrato. Lo chiusi nella stessa cella in cui mi aveva chiuso lui.
Sembrava passato un secolo e ripensandoci mi pentii di aver ucciso Zac.
Non avevo permesso alla dinastia dei Salvatore di continuare.
L’avevo estinta, non che Zac avesse intenzione di fare dei figli, aveva paura di me.
Chissà perché!
Mi vedeva come il lupo cattivo delle favole!
E forse, dato come erano andate le cose, aveva ragione.
 
Pov Liza
 
Quando Stefan fu chiuso nella cella salii in camera di Damon e mi buttai sotto la doccia.
Il collo bruciava e mi girava la testa ma non avevo alcuna voglia di chiedere aiuto a quell’idiota di un vampiro dai meravigliosi occhi azzurri.
Avevo ben altro a cui pensare: vampiri, famiglie fondatrici, congegno pericoloso, Stefan tossico, Damon che sbavava dietro ad Elena.
Prima di tutto, però, dovevo cercare di convincere Bonnie a disinnescare il congegno e l’unica possibilità era convincere Elena a parlare con lei.
Quando riaprii gli occhi, che avevo tenuto chiusi, vidi Damon lì ad osservarmi.
“Da quanto tempo non vedi una donna nuda? Hai bisogno di studiarne l’anatomia?”
“Volevo capire una cosa!...”
Non domandai altro.
Chiusi l’acqua e presi un telo, col quale mi coprii.
Andai in quella che avrebbe dovuto essere la mia stanza ma che non era ancora stata pulita e mi vestii.
Mi seguì.
“Cosa vuoi?”
“Dove stai andando?”
“Sono fatti miei!”
Feci per uscire ma non me lo permise.
“Tu non andrai da nessuna parte da sola…”
“Adesso ti importa? Damon, fammi un favore… prima cerca di capire cosa vuoi.. quando l’avrai capito ne riparleremo!”
Lo volevo davvero lasciare lì, ma qualcosa mi diceva che non sarebbe stato facile.
Mi camminò dietro a qualche passo di distanza.
Indifferenza.
Ecco quello che avevo deciso.
Sarei stata indifferente alla sua presenza.
Come se lui non ci fosse.
Non potevo affrontarlo.
Avevo detto troppo e lui mi aveva scombussolato.
Cosa voleva dire “ti amo ma non ti amo!”?
Che diavolo dovevo capire io?
Cosa avrei dovuto pensare?
“Hai intenzione di ignorarmi per sempre?”
“Se ci riuscirò!”
Mi si avvicinò.
“Non puoi fare a meno del mio fascino!”
“Forse!”
Continuai a camminare.
“Dove stai andando?”
“se continui a seguirmi lo capirai!”
Non parlai più e non risposi ai diversi tentativi di iniziare una conversazione.
Non volevo parlare con lui.
Avrei voluto non vederlo.
“Scusa per quello che ho detto alla pensione, vorrei non averlo fatto! Cioè io amo passare il mio tempo con te. Amo il modo in cui arricci le labbra e amo il fatto che sai sempre cosa dire e cosa fare con me… amo tutto quello che facciamo insieme e amo il modo in cui mi guardi, sempre… ma non so se sei la donna che voglio al mio fianco! Cioè non so cos’è l’amore ma quello che provavo per Katherine era più viscerale e invece non riesco a capire cosa provo per te. Non è solo amicizia ma non sono sicuro di cosa sia!”
Perché me lo stava dicendo?
Perché non stava zitto?
Perché mi spezzava il cuore con ogni parola?
“e Elena?”
Mi morsi la lingua.
Stupida!
Non avresti dovuto chiederlo.
“Non c’è niente con Elena! Liza, è la ragazza di Stefan, non che mi interessi così tanto… è troppo simile a Katherine, anche se ne è l’opposto. Però, non lo so! Sento che di lei mi posso fidare, anche se mi ha tradito!”
Scossi la testa.
Forse avrei dovuto arrendermi.
Forse non potevo competere con le Petrova.
Forse Katherine ed Elena sarebbero state le uniche per cui Damon avrebbe mai perso il cuore.
Poi mi diedi un colpo in fronte.
Io ero Liza.
Io avevo viaggiato nel tempo.
Io avevo tenuto testa ad un licantropo e ad una banda di vampiri affamati.
Io ero diventata amica di Katherine Pierce.
Damon non avrebbe potuto respingermi e di certo non l’avrebbe fatto per Elena Gilbert.
Io non avrei smesso di combattere per il mio amore e il mio amore era lui.
 
«In amore si combatte o ci si fa da parte! Io sono una combattente nata!»
 
Avrei combattuto, finché ci sarebbe stata una speranza e in quel momento qualcuna c’era.
“Morditi il polso!”
Lo fece.
Bevvi da lì e vidi il sorriso sul suo volto, non potei far altro che ricambiare.
“adesso mi dici dove stiamo andando?”
“Devo parlare con Elena!”
 

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Capitolo 20
*** Clarification ***


Pov Damon
 
Voleva andare a casa di Elena?
Per dirle cosa?
Per minacciarla di starmi lontano?
Non sapevo cosa dovevo aspettarmi da lei e poi perché aveva voluto bere il mio sangue?
Glielo chiesi e mi rispose con la più ovvia delle risposte…
“Non vorrei essere additata come colei che si fa mordere dai vampiri e poi non amo le cicatrici e tuo fratello e un maestro nel lasciarne di orribili!”
“Capisco!”
Speravo ci fossero altri motivi.
Speravo, egoisticamente, che lei volesse in qualche modo sentirsi legata a me.
“Damon, io ci tengo a te e se un giorno tu terrai a me nello stesso modo allora, e solo allora, faremo uno scambio di sangue!”
Perché riusciva sempre a capirmi?
Perché capiva sempre quello che sottintendevo?
Arrivammo.
Bussò alla porta e si voltò verso di me.
“Per favore non ti impicciare, non sono fatti tuoi!”
Elena venne ad aprirci e Liza la salutò con un sorriso che di sincero aveva ben poco.
“Ciao, posso entrare? Ho davvero bisogno di parlarti…!”
“Non mi pare che tu abbia bisogno di un invito!”
Entrò e si fermò a guardarla.
Io la seguii e mi avvicinai a lei.
“Dove possiamo parlare?”
Elena ci condusse in cucina e ci sedemmo lì.
“Liza, sei venuta qui per parlarmi di Stefan? Perché se è così non ho alcuna intenzione di discuterne con te!”
“Stefan non è un mio problema… l’ho rinchiuso e, almeno per il momento, non è più un problema!”
“L’hai rinchiuso? Cosa vuol dire che l’hai rinchiuso?”
Sembrava preoccupata, nonostante tutto.
“Significa che l’ho chiuso in una cella nel seminterrato!”
Mi schiarii la gola e vidi Liza sollevare gli occhi.
“Ok, Damon l’ha portato fino a lì… ma la verbena gliel’ho iniettata io!”
“e io l’ho impalato”
“E io mi sono fatta mordere!”
“E io ci ho litigato!”
“E dove sarebbe la novità!”
Ridacchiai, dopotutto aveva ragione.
Elena, però, sembrava sconvolta dal nostro scambio di battute.
“Stefan è impalato, imbottito di verbena e rinchiuso?”
 
Pov Liza
 
Quella ragazza era una spina nel fianco.
Prima non voleva parlarne e adesso non mi permetteva di cambiare discorso.
Erano già dieci minuti che le spiegavo cos’era successo, da quando era venuto a salvarmi fino alla reclusione.
“Ma come hai potuto? Lui l’ha fatto per salvarti e guarda come lo ripaghi! Lui l’ha fatto per te e tu lo chiudi lì sotto?”
Mi alzai in piedi.
“Io sto solo cercando di aiutarlo! Lui non è in grado di gestire la sua sete e non sa dominare i suoi istinti… oddio Elena il tuo ragazzo mi ha baciata solo perché beve sangue umano! E adesso, se vossignoria non mi distrae ancora con questo discorso inutile, vorrei dirti perché sono qui!”
Mi sedetti di nuovo e solo allora Damon sembrò interessarsi.
“I vampiri che sono fuggiti dalla cripta stanno organizzando un agguato per vendicarsi delle famiglie fondatrici… dobbiamo cercare di fermarli, ma dobbiamo anche fermare tuo padre!”
Trasalì.
“Mio padre è morto!”
“Il tuo padre biologico… John! Comunque lui vuole ucciderli con un congegno, che in questo momento è nelle mani di Damon e Stefan.”
Damon mi guardò.
“Come fai a saperlo!”
“Diciamo che ho le mie fonti!”
Sgranò gli occhi.
“Lei è qui?”
“Da parecchio!”
“Tu non mi hai detto niente!”
Non lo degnai di uno sguardo, mi voltai verso Elena.
“Dobbiamo impedire che John metta le mani sul congegno, o almeno dobbiamo far in modo che il congegno sia innocuo!”
“Perché? Grazie a quel coso moriranno tutti i vampiri!”
“Appunto tutti!”
Volevo che capisse che suo zio avrebbe ucciso Damon e Stefan e io, personalmente, non avrei permesso che succedesse nulla al moro accanto a me, che per il momento mi stava uccidendo con il suo sguardo azzurro.
Elena mi sembrava un ebete, forse aveva capito che con tutti intendevo anche i due fratelli Salvatore, ma lei non parlava.
“Cosa dovrei fare io? Perché me lo stai dicendo?”
“Perché tu devi convincere Bonnie a rendere non funzionante quell’aggeggio e se glielo chiedessi io non lo farebbe!”
“Perché Bonnie dovrebbe sapere come fare?”
“Perché ha il Grimorio di Emily e lì c’è scritto quello che bisogna fare…”
Damon sgranò gli occhi.
“Liza, quell’aggeggio è stato costruito da Gilbert!”
“Questo è quello che pensava lui. Emily fece un incantesimo sulla bussola e su questo cosino che ti ha portato Pearl oggi!”
Fu un’impresa rispondere alle domande di Damon e a quelle di Elena e alla fine di quella serata, dopo tre ore, quando finalmente mi trovai di nuovo alla pensione, tirai un sospiro di sollievo.
“Ma perché tu ed Elena dovevate torturarmi così?”
Damon mi si sdraiò accanto reggendo la testa con una mano, per potermi guardare.
“Cosa pensi di fare se Bonnie non accettasse?”
Sospirai e chiusi gli occhi.
“Costringerò te e tuo fratello a rimanere chiusi in casa finché quel cosino non sarà più pericoloso e solo dopo essermene accertata acconsentirò a farvi uscire dalla pensione…! Damon non mi interessa salvare tutti i vampiri della città la mia priorità siete voi e una certa stronza di mia conoscenza..!”
“Perché ci tieni ancora a lei?”
“Per lo stesso motivo per cui lo fai tu! Katherine ti entra dentro e c’è poco che tu possa fare per buttarla fuori!”
Non parlò più ma sentivo il suo respiro vicino a me e questo, la consapevolezza che non mi avrebbe allontanata nonostante tutto, mi rese felice come non avrei dovuto essere per una cosa tanto sciocca.
Iniziai a respirare più lentamente, godendomi la sua vicinanza senza chiedere niente di più, non sarebbe stato possibile in quel momento, nonostante tutto, nonostante avessi deciso di combattere per lui, non me la sentivo di far come se non fosse successo niente.
Lui mi aveva ferita lasciandomi con Stefan, dopo che questo mi aveva baciato.
Mi aveva ferito notare come guardava Elena.
Non riuscivo a capire perché quei suoi occhi sapessero mandarmi scariche elettriche e portarmi all’inferno, un inferno fatto di gelosia.
Un inferno fatto di attesa e di speranza. Fatto di delusione e aspettativa. Fatto d’azzurro e nero.
Fatto di lui e dei suoi respiri.
Dei suoi sbalzi d’umore e dei suoi sorrisi sghembi.
Lentamente scivolai in uno stato di pace apparente.
Il respiro lento, la consapevolezza della sua vicinanza e la voglia di rimandare un confronto per niente facile.
Non avevo voglia di parlare con lui, ero sempre arrabbiata, nonostante tutto.
 
Pov Damon
 
Era sdraiata con me, accanto a me…
Era serena ma io potevo vedere che mi stava sfuggendo.
Mi stava evitando e io non potevo sopportarlo.
Lei non aveva mai fuggito una conversazione con me, non mi aveva mai evitato e anche se forse avrei dovuto lasciarle il suo tempo, non potevo permettere che iniziasse in quel momento.
“sei ancora arrabbiata con me!”
Non volevo domandare, io sapevo che era così.
Non mi rispose.
“Non potresti almeno rispondere?”
“La tua non era una domanda… tua sai che lo sono!”
Sorrisi appena.
Aveva ragione, io sapevo che lo era.
“Potrei sapere per cosa esattamente?”
“Non mi va di parlarne adesso!” tacque per un secondo e poi parlò di nuovo, con un tono più sommesso e triste “Rischierei di perdere il controllo e di dire troppo”
Non voleva aprire gli occhi.
Non voleva vedere me.
Non voleva mostrarmi quello che sentiva.
“Sai che con me puoi parlare, vero?”
“No! Io non so più niente perché ho capito che tu mi vedrai sempre come qualcuno con cui divertirti… qualcuno che ti asseconda nelle tue cavolate, una spalla ma non mi vedrai mai come una donna, non  nel senso che vorrei io, almeno!”
Sospirò sconfitta.
Aveva già detto molto più di quanto non avrebbe voluto!
“Questo non è vero! Io a te ci tengo come non credevo avrei potuto tenere a qualcuno ma è come se mancasse qualcosa…”
“Sì, io non sono Katherine! Grazie ma lo sapevo!”
Era arrabbiata, frustrata, delusa, amareggiata..
Ma quello che mi colpì di più fu che la sentii sconfitta, come se si fosse arresa a qualcosa.
 
Pov Liza
 
Avevo deciso di lottare, allora perché il mio tono era così arrendevole?
Sembravo già sconfitta, forse perché mi sentivo così!
Mi sentivo sconfitta, perché un secolo prima non ero riuscita a fargli cambiare idea.
Perché lui amava Katherine in modo incondizionato e dannoso, per se stesso e per chi lo circondava.
Perché da quando ero tornata non ero riuscita a fargli cambiare idea.
Perché, nonostante ci avessi provato, non ero riuscita a tenerlo lontano da Elena.
Perché sentivo, dentro di non poter sopportare di perderlo, non così e non per la sosia rompi scatole di Katherine.
“Puoi picchiarmi se vuoi!”
“Non voglio! Voglio che tu stia zitto!”
Lo sentii sorridere, non che un sorriso si senta, naturalmente, ma lo conoscevo troppo bene per non sapere che le sue labbra si erano mosse per formare quel sorriso sghembo che tanto amavo.
“E smettila di sorridere in quel modo idiota!”
 E dannatamente sexy, avrei voluto aggiungere, ma non lo feci!
“Non sto sorridendo!”
Ma il tono della voce lo tradì e aprii lentamente un occhio, uno solo, per dimostrare a lui quanto lo conoscessi a fondo.
“Ti conosco meglio delle mie mani, non ho bisogno di guardarti per sapere che espressione da imbecille hai su quella tua faccetta  idiota”
Scosse la testa, o almeno immaginai che lo facesse.
“Sei sicura?”
Non risposi, non ne avevo voglia, non in quel momento.
“Perché ti sei innamorata di me?”
“Perché non mi lasci un po’ in pace, eh Damon?” ero scattata come una molla.
Via dal letto.
Via dalla pace che avevo raggiunto.
Via dal torpore.
Via da lui.
“Perché io non voglio farti soffrire, io non voglio perderti!”
“Egoista!”
Sorrise appena.
“Dov’è la novità?”
Non risposi ma non aveva torto, non c’era novità in quella scoperta.
“rispondimi!”
“Non ci penso proprio! Damon perché non vedi di andare al diavolo? Io non ho mai detto di essere innamorata di te, punto primo… punto secondo, se anche lo fossi non lo direi certo al vampiro più egoista ed esibizionista che conosca! Punto terzo, perché diavolo dovrebbe interessarti? Punto quarto, non ho assolutamente voglia di stare qui a subire il tuo interrogatorio!”
Feci per uscire dalla sua stanza ma mi sbarrò la strada in un attimo.
“Scusa… io sto cercando solo di fare un po’ di ordine dentro di me non voglio allontanarti ma non posso neanche fingere, non con te”
“e io ho bisogno di un po’ di tempo per abituarmi all’idea che tu, adesso, stai cercando di capire… era più facile quando volevi rimanere nella tua ignoranza… mi crogiolavo  nell’illusione che tu sentissi cose che non provi, almeno fingevo di non essere l’unica stupida, ma adesso tu hai detto che devi riflettere e io sono l’unica stupida…!”
Lo superai ma mi fermò di nuovo.
Gli finii praticamente addosso e lui mi abbracciò.
Non disse niente e gliene fui grata.
Quando mi staccai non mi trattenne e io andai in cucina.
Volevo un caffè e magari un intero barattolo di gelato.
Ma appena arrivai in cucina sentii il bisogno di scendere da Stefan, così solo per controllare che stesse bene.
“Ehi, come mai qui? Damon non ti ha soddisfatto?”
Iniziava male.
Io ero lì per vedere come stava e lui faceva una simile battuta?
“Ero solo venuta a vedere se avevi bisogno di qualcosa!”
Feci per andarmene ma parlò di nuovo.
“sì, avrei bisogno di un po’ di sangue, di tanto sangue… ! tu non sei nessuno per tenermi chiuso qui… io non te l’ho chiesto! Io non voglio disintossicarmi. Io voglio bere e voglio farlo adesso!”
Me ne andai.
Lo sentii ancora.
“ma chi credi di essere? Tu vai a letto con mio fratello e lui nemmeno ti guarda… è un secolo che sbavi dietro di lui!”
Tornai indietro, dopo aver preso quante più sacche di sangue riuscissi a portare.
Aprii la porta della sua “cella” ed entrai.
Gettai le sacche per terra con così tanta rabbia che si aprirono quasi tutte, rovesciando il sangue praticamente ovunque.
“è questo che vuoi? Tienilo… per una volta ho cercato di mettere te al primo posto… per una volta non ho messo Damon davanti a te e tu mi ripaghi così! Sei solo un idiota, Stefan! Hai una ragazza che ti ama e che ami e la stai praticamente gettando tra le braccia di tuo fratello! Quando accadrà non prendertela solo con lui. io volevo aiutarti ma tu non vuoi… benissimo. Bevi Stefan!”
Gli indicai il sangue per terra ma lui non si muoveva.
“BEVI!”
 
Pov Stefan
 
Potevo sentire la sua rabbia.
Il battito del cuore accelerato e il tremore alle mani.
Potevo sentire la sua delusione.
Potevo vedere il suo dolore.
“BEVI!”
Era arrabbiata e stava per perdere il controllo.
“Dannazione… io sto solo cercando di aiutarti… volevo rimediare a un errore di quell’imbecille di tuo fratello… non sono Lexi ma comunque pensavo che noi due fossimo amici!”
Si avvicinò a me decisa.
“Bevi, dannazione Stefan…! È quello che vuoi? Tieni!”
Mi mise il suo polso proprio sotto il naso.
La tentazione era troppo forte.
Poi vidi quello che mi serviva in quel momento.
Stava piangendo.
Passò tutto in secondo piano.
La mia sete.
L’odore di sangue in quella stanza.
La attirai a me e la abbraccia.
Si accucciò contro di me.
La presi in braccio e uscii da quella stanza.
Andai in salone e mi sedetti su un divano con lei contro il mio petto.
Non sapevo cosa fare e la mia sete non era certo diminuita, ma lei aveva bisogno di me.
“Shh.. Liza, che è successo?”
“Sono sola, Stefan! Io non ho nessuno e non me ne ero mai realmente resa conto! Damon, tu e Katherine… io sono solo di passaggio… potrei anche non esserci, non farebbe una grande differenza! Tu e Damon avete vissuto un secolo e mezzo senza di me senza sentire la necessità di avermi accanto e quello che è successo oggi  ne è la prova. Tu mi hai ferita e anche lui ma non sembra interessarvi! Io sono sola.”
La strinsi, non sapendo cosa dire.
“Vorrei un coniglio!”
La sentii sorridere tra le lacrime.
 
Pov Liza
 
Chi l’avrebbe mai detto che Stefan potesse farmi sentire meno sola.
Lo sentii avvicinarsi al mio orecchio.
“Comunque non sei sola! Ci siamo noi e un secolo senza di te non è stato la stessa cosa… forse dovrei trasformarti, adesso!”
Sollevai la testa di scatto, terrorizzata dall’idea che potesse farlo davvero.
Ma lui scoppiò a ridere.
“Oddio! È troppo bello prenderti in giro…!”
Questo Stefan era davvero impagabile e divertente.
Risi con lui e lo abbracciai.
“Grazie!”
Non sapevo che Damon era lì e ci stava guardando.
Non sapevo che avrebbe potuto fraintendere e non sapevo che avrebbe reagito male.

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Capitolo 21
*** One kiss to understand... ***


Pov Damon
 
Era strano vederli così.
Era strano vedere Liza tra le braccia di Stefan in un modo così intimo ma quello che mi dava fastidio non era vedere Liza e Stefan abbracciati.
Mi dava fastidio sapere che lei era andata a confidarsi con lui.
Mi dava fastidio che lui la consolasse.
Mi dava fastidio che lei cercasse un appoggio in lui e non in me.
Forse, dopotutto, Alaric aveva ragione.
Ma nonostante quella consapevolezza non potevo permettere che lei mi facesse quello.
Decisi di uscire.
Andai al Grill, volevo bere, volevo dimenticare e volevo non dover pensare.
Quando entrai non guardai nemmeno chi c’era.
Mi sedetti al bancone e ordinai un bourbon.
Ero lì da una decina di minuti, e avevo già buttato giù almeno tre bicchieri, quando mi si avvicinò qualcuno.
“Ciao, Damon!”
Mi voltai e vidi l’ultima persona che mi aspettavo di vedere in quel momento.
“Mia… che bello vederti! Proprio quello che mi serviva in questo momento… un’altra che scappa!”
Lei era scappata da me e Liza aveva fatto lo stesso.
“ecco a proposito di quello… mi dispiace!”
Sorrisi.
“E perché dovrebbe? Ci siamo divertiti e sei andata via! È normale! Mi aspettavo almeno un baglietto o un bacio d’addio, ma comunque il risultato non sarebbe cambiato!”
O forse sì?
Magari se si fosse trattenuta mi sarei cibato di lei.
Magari avrei fatto qualcos’altro con lei.
Non la degnai più di uno sguardo e mi concentrai sul mio bicchiere.
Volevo che lo riempissero di nuovo e me lo riempii da solo.
Sentii che si sedeva accanto a me.
“Forse ho sbagliato a tornare!”
“Decisamente!”
Sospirò.
Non parlò più per un po’.
Mi sentii un po’ in colpa, forse era lì per dirmi qualcosa…
Presi un altro bicchiere e glielo porsi.
“Tieni… ti farà bene!”
Tentennò prima di prenderlo, ma alla fine accettò.
“Come mai sei tornata?”
“Mi sentivo in colpa per come ero andata via! Volevo rimediare in qualche modo!”
Bevvi ancora.
Cosa le dava il diritto di pensare di avere tale autorità e tale importanza per me?
Perché non era rimasta nel suo paesino?
Perché era tornata?
“e come? sentiamo”
Mi sorrise.
Aveva un bel sorriso, lo avevo dimenticato.
“Magari portandoti via da questo posto, innanzitutto!”
“E se io non volessi venire?”
Si sporse verso di me e mi tolse il bicchiere.
“Dai andiamo… voglio farti vedere una cosa…!”
Mi prese per mano e mi tirò fuori dal Grill.
“Mia, tu sai che io non voglio venire, vero?”
“Sì!”
Sorrisi appena.
Mi stava simpatica quella ragazza, nonostante fosse andata via.
Continuò a trascinarmi e io non opposi resistenza e non parlai.
Mi portò nella chiesa del paese.
“Non vorrai mica sposarmi, vero? No, perché non ho le fedi con me!”
Ridacchiò e si voltò a guardarmi.
“Come hai potuto dimenticarle? Vabbè, ormai siamo qui ti faccio vedere un’altra cosa…”
Mi guidò fino a delle scale.
Quando mi trovai nel campanile la guardai stralunato.
Perché mi aveva portato lì?
Poi si avvicinò alla finestra e si affacciò.
“Vieni!”
Mi avvicinai e mi sporsi appena, per poter guardare.
“è bellissimo!”
Lei era rapita da quello che vedeva, ma io non vedevo altro che Mystic Falls.
“Cosa?”
Si voltò a guardarmi e mi ritrovai il suo viso a un centimetro dal mio.
“Stare con te!”
Sorrisi.
Avrei tanto voluto fare una battutina, una delle mie, ma in quel momento non ne avevo molta voglia.
“mi sei mancato, sai?”
Annuii.
“Io manco a tutti!”
E questo mi fece pensare a Liza. Lei mi era mancata in quel secolo e mezzo e mi ero chiesto che fine avesse potuto fare, ma non l’avevo mai cercata.
Ero andato avanti.
“Presuntuoso”
Anche lei me lo diceva, ma il suo tono era carico d’amore, anche quando mi insultava.
Mia, invece, era divertita.
“sono andata via perché ho avuto paura!”
“Di cosa?”
Ero sarcastico e poco interessato, ma lei mi spiazzò.
“Di quello che ho sentito quella notte… non mi ero mai sentita così e sapevo che tu non provavi le stesse cose!”
Forse era così che si sentiva lei.
Forse ferivo Liza ogni volta che la sfioravo, perché lei mi amava e io, invece, non lo sapevo.
“la tua amica, poi, ti guardava con un tale amore negli occhi… mi sentivo di troppo quando vi guardavate e ho capito che forse non era corretto quello che avevo fatto e sono scappata…!”
“cosa vedi quando ci guardiamo!”
Magari lei avrebbe potuto aiutarmi, proprio perché era inconsapevole di darmi informazioni importanti.
“Quando vi guardate sembra che riusciate a parlare senza dire nulla… ma c’è anche qualcosa di più… lei ti ama!”
Sollevai un sopracciglio.
“E questo l’hai capito in mezz’ora?”
“No! In due secondi, da come guardava me!”
Sorrisi. Liza era davvero gelosa, ma nonostante tutto mi aveva aiutato a conquistarla.
“E io? Come la guardo?”
“Come se fosse la cosa più preziosa che hai, ma non come si guarda la donna che si ama! È strano! Mi hai dato la sensazione di volerla, di desiderarla ma non di amarla, o almeno non nel modo giusto!”
Mi sedetti.
Perché tutti vedevano quello?
“E quale sarebbe il modo giusto?”
Mi pentii di aver fatto quella domanda.
Non avrei dovuto farla, avrebbe capito che io provavo qualcosa per Liza o avrebbe tratto le conclusioni opposte.
Iniziò a parlare e sembrava non avere alcuna intenzione di smetterla.
Non sentii molto di quello che diceva.
La lasciai ciarlare per dieci minuti e poi mi alzai.
“Scusa, devo fare una cosa…!”
Me ne andai, lasciandola sola, in quel campanile.
Andai da Elena, avevo bisogno di capire e, per capire, dovevo tentare il tutto per tutto.
 
Pov Liza
 
Ero salita in camera di Damon, dopo quel piccolo sfogo, ma non l’avevo trovato.
Non mi ero preoccupata più di tanto, dopotutto Damon era imprevedibile e assolutamente incontrollabile, come quello che mi legava a lui.
Forse avrei dovuto essere più diretta.
Forse avrei dovuto dirgli: “ehi, Damon ti amo! Lo so che tu non lo sapevi e che hai sempre amato Katherine ma io dovevo dirtelo.. adesso fai una scelta!”
Ma non era da me.
Io non ero abituata a provare sentimenti tanto meno ad esternarli.
Mi sdraiai sul suo letto e mi addormentai.
Lo sognai, come non avevo mai fatto.
Sognai di essere al Rifugio e sognai di baciarlo.
Vedevo la scena da fuori e provai una stretta allo stomaco quando mi resi conto che lui mi toccava come lo avevo visto toccare quella ragazza al bar, Mia.
Non mi toccava come, invece, aveva fatto con Katherine quella sera del gioco.
Non mi amava quando mi toccava, mi desiderava e basta.
Poi la scena cambiò.
Eravamo insieme ma non ci stavamo baciando, né toccando… mi stava guardando e nei suoi occhi vidi quello che avrebbe dovuto esserci.
Vidi amore.
La scena cambiò di nuovo.
Era il 1864 e io mi ero appena buttata tra le sue braccia.
Lui mi stringeva, come se con quell’abbraccio avesse potuto proteggermi da tutto.
Anche quella volta lo vidi, amore.
Poi cambiò di nuovo scena.
Mi baciava ma di nuovo non vedevo niente, nel suo sguardo né percepivo nulla dal suo tocco.
Le scene si rincorsero infinite, quando mi baciava non vedevo nulla muoversi in lui.
Quando mi guardava o mi abbracciava allora vedevo amore.
Quella notte fu una delle più tormentate da che avevo memoria.
 
Pov Elena.
 
Mi girai nel letto e andai a sbattere contro qualcosa.
Aprii gli occhi e mi resi conto che non era qualcosa, era qualcuno.
Più precisamente Damon Salvatore.
Mi allontanai di scatto.
“Che diavolo ti salta in mente? Sei per caso impazzito?”
“Forse”
Sorrideva, perché diavolo doveva sorridere?
“Devo chiederti un favore!”
Lo guardai scettica.
Lui doveva chiedermi un favore?
Lui voleva qualcosa da me?
E io, ero disposta a dargliela?
“Potresti toglierti la collana? giuro che non voglio farti del male!”
mi sollevai per mettere più distanza fra me e lui.
“Per favore, o bisogno di sapere…”
Lo guardai negli occhi.
Volevo capire se potevo fidarmi.
Volevo capire se avrei potuto davvero togliere la collana senza rischiare la mia vita.
Non so cosa vidi in quegli occhi, ma lentamente, quasi come se non volessi ma non riuscissi a farne a meno, tolsi la collana e la poggiai sul letto, tra di noi.
Non sapevo bene perché l’avevo fatto ma guardarlo negli occhi mi aveva convinto che forse a lui serviva e io non potevo non accontentarlo, almeno in quello.
“Damon, l’ho fatto!”
Sollevò appena un angolo delle sue labbra e si avvicinò a me.
“Cosa ne pensi di Liza?”
Non mi stava soggiogando e non capivo perché mi stesse facendo quella domanda.
“Non mi piace… vi ruota intorno come se foste di sua proprietà, più con te che con Stefan, ma con lui sembra essere il contrario. È lui a ruotarle intorno!”
Sincera, nonostante tutto, perché sapevo che anche se non mi aveva soggiogato avrebbe potuto farlo e perché non avevo alcuna voglia di mentirgli.
“Cosa pensi che ci sia tra me e lei?”
“Lei ti ama… tu no!”
Sollevò un sopracciglio, pensieroso.
Non sembrava nemmeno essere presente, in quella stanza o con me.
“Damon, perché mi fai queste domande?”
“Perché devo capire cosa provo per lei e tutti mi dite la stessa cosa… io non la amo! Ma io non lo so… come potete essere tutti sicuri che io non la amo se non lo so nemmeno io cosa provo e poi ci sei tu!”
Strabuzzai gli occhi ma non riuscii a dire nulla.
“tu sei una calamita per i guai. Tu che ti sei messa con mio fratello e lo ami. Tu che hai i tuoi principi. Tu con i tuoi sguardi ammonitori. E io voglio capire se sono attratto da te per quello che sei o semplicemente perché sei come lei…”
Indietreggiai impercettibilmente.
“Damon… cosa?”
Non mi fece finire.
Mi baciò.
Mi baciò con passione, con foga, con voglia e con desiderio.
Mi baciò come non ero mai stata baciata e provai un brivido lungo la schiena.
Per un secondo, solo per un secondo, mi domandai perché non l’avesse fatto prima.
Poi pensai a Stefan e mi sentii in colpa.
Allontanai Damon e lo guardai negli occhi.
“Va via, per favore!”
Non ero arrabbiata.
Forse ero solo confusa o amareggiata.
 
Pov Damon
 
Ok, adesso che l’avevo baciata che diavolo dovevo fare?
Cosa pensavo di ottenere?
Avevo sentito qualcosa, ma cosa?
Cosa avevo provato e cosa significava quella strana stretta nel mio stomaco?
La soggiogai.
Non avrebbe dovuto ricordare.
Scivolai fuori dalla sua stanza e dalla sua casa e dai suoi pensieri per cercare i miei.
Tornai al Grill e trovai Mia.
Forse, adesso, avevo bisogno di una distrazione.
Mi avvicinai.
“Scusa, posso?”
Mi guardò con uno strano sorriso sulle labbra.
“adesso direi che siamo pari!”
Le sorrisi.
Non sembrava arrabbiata o infastidita.
Mi sembrava più divertita.
“e adesso? Che si fa?”
La presi per mano e la portai fuori.
“Si va a casa mia e ci si diverte!”
 

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Capitolo 22
*** Accident! ***


Pov Damon
 
Quando rientrammo in casa avevo voglia di non pensare a Liza o a Stefan o a quello che avevo provato dopo aver baciato Elena.
Condussi Mia in salone e le offrii da bere.
“no, grazie.. ho già bevuto!”
Aveva già bevuto con me.
Posai il mio bicchiere e mi sedetti di vicino a lei.
“Beh, allora dovremmo pensare a qualcos’altro per poterci divertire”
“A cosa stai pensando?”
Riusciva ad essere anche maliziosa? Quella ragazza nascondeva più di quello che voleva lasciar credere.
Mi avvicinai e le baciai il collo.
Mi avventai su quello, quasi come se ne andasse della mia vita.
Forse lasciai anche un segno del mio passaggio, ma non mi interessava più di tanto.
Non so come ma eravamo finiti distesi sul grande tappeto, troppo presi dalla nostra foga per poter pensare di spostarci.
Non volli sentire nulla, anzi volevo non pensare e quello era un ottimo metodo.
 
Pov Liza
 
Quando mi svegliai e scesi di sotto mi bloccai davanti al salone.
Per terra, sul tappeto, coperti da una misera coperta, la stessa che avevamo usato io e lui al Rifugio, c’erano Damon e quella ragazza, Mia.
Mi chiesi cosa ci facesse in casa.
Dove si erano incontrati?
Era andato lui a cercarla o era stato un incontro fortuito?
Non potevo crederci, anzi, non volevo crederci.
Lui era uscito ed era tornato con lei, dopo quello che era successo quel giorno.
Mi girai e uscii.
Presi la macchina e cominciai a guidare, senza una meta, senza un vero motivo.
Volevo solo allontanarmi il più possibile da lì.
Volevo solo andare via da lui e dalle sue azioni insensate.
Via da lui e dai miei sentimenti.
Ma non avevo considerato che se guidi piangendo e con la vista offuscata puoi commettere qualcosa di cui ti pentirai.
E io stavo guidando e stavo piangendo e, praticamente, non vedevo nulla.
Guidavo alla cieca, con il rischio di uccidermi o di uccidere.
Quando sentii quel boato provai una paura tremenda, non capivo cosa potesse essere stato.
Mi fermai e scesi dalla macchina.
Non credetti ai miei occhi.
Non poteva essere vero.
Non poteva essere successo.
Non sarebbe dovuto accadere, non davvero.
Dovevo chiedere aiuto e in fretta.
 
Pov Damon
 
Mi svegliai a causa del mio cellulare.
Stava suonando e non voleva smettere.
Decisi che avrei dovuto cambiare suoneria, quella era troppo fastidiosa.
Forse avrei potuto staccarlo e tornare a dormire ma sapevo che non ci sarei riuscito, ormai ero sveglio.
Guardai lo schermo: Liza.
Perché mi chiamava se era al piano di sopra?
Magari non si era accorta del mio rientro ed era preoccupata.
Decisi che non avrei risposto.
Prima o poi sarebbe scesa e mi avrebbe visto, mi corressi mentalmente: ci avrebbe visti.
Non appena staccai la chiamata, però, il telefono squillò di nuovo.
“Pronto?”
La sentii piangere e istintivamente mi alzai.
“Liza cos’è successo?”
“Io… oddio Damon non l’avevo vista… io… lei! Oddio devi aiutarla…”
 Non avevo capito cos’era successo ma questo non mi aveva impedito di comprendere che la situazione non era delle migliori, almeno non per Liza.
“Dove sei?”
Non appena lo disse staccai e mi vestii il più velocemente possibile.
Fui da ei in cinque minuti e quello che vidi quando arrivai non mi piacque per niente.
Liza piangeva disperata su una ragazza riversa a terra in una pozza di sangue.
La cosa peggiore era che quella ragazza la conoscevamo.
Era stata l’unica con cui Liza aveva parlato e si era intrattenuta ogni tanto.
Era stata l’unica che aveva accolto Liza, quando era arrivata in città.
Caroline era stata l’unica a definire Liza amica, anche se poi l’aveva rimproverata per essersi fatta baciare da Damon.
Mi avvicinai a Liza e la guardai in volto.
“Ti prego, fa qualcosa!”
 
Pov Liza
 
Finalmente era arrivato.
Ringraziai il cielo perché nonostante tutto non mi abbandonava mai.
Lui c’era e io amavo questo di lui.
Ma in quel momento non potevo permettermi di pensare cosa amassi di lui.
Volevo solo che Caroline si riprendesse e lui doveva fare qualcosa.
Volevo solo che tornasse ad infastidirmi con quei suoi discorsi assurdi sulla moda, e lui doveva fare qualcosa.
Volevo chiederle scusa, per essermi lasciata baciare da Stefan, e lui doveva fare qualcosa.
Dovevo chiederle scusa perché l’avevo fatta squalificare e io sapevo quanto lei ci tenesse a quel concorso, e lui stava già facendo qualcosa.
Quando Caroline aprì gli occhi Damon non aspettò un attimo e la soggiogò, facendole dimenticare quanto era successo.
Le disse che il sangue che aveva addosso era di un cervo che io avevo investito con la macchina e che lei era scivolata sulla pozza di sangue.
“Caroline, stai bene?”
Si alzò in un attimo.
“Io sì, tu piuttosto, hai una faccia schifosa… cosa ti è successo?”
Poi guardò Damon.
“Tu, brutto imbecille, cosa le hai fatto? Non avrai portato a casa quella ragazza con cui ti ho visto al Grill, vero?”
Quindi si erano incontrati al Grill.
Provai un fastidio enorme al solo sentir parlare di lei.
Avevo detto, solo il giorno prima, che per lui avrei combattuto.
Avevo detto che non mi sarei arresa.
Avevo detto che avrei stretto i denti, ma non i sembrava più una bella prospettiva.
Non riuscivo più ad immaginarmi come una guerriera dell’amore, ero stata respinta troppe volte.
Forse avrei dovuto davvero lasciargli il tempo di riflettere.
Forse, invece, avrei dovuto farlo ingelosire, quella volta con Stefan aveva funzionato.
Ero così presa dai miei pensieri che non mi accorsi di Damon che se ne era andato almeno finché Caroline non fece partire la mia macchina.
“Caroline, dov’è Damon?”
“L’ho cacciato… hai bisogno di un po’ di tempo con un’amica!”
Sorrisi, quella ragazza mi piaceva.
“Caroline, scusami! So quanto ci tenessi a quel concorso e ti hanno squalificato per colpa mia… non so davvero come scusarmi!”
“Non importa, non preoccuparti! Tanto avrebbe vinto Elena!”
“Io credo che avresti vinto tu!”
Mi sorrise, felice del mio complimento, che sapeva essere sincero.
“Dove stiamo andando!”
“ai preparativi!”
Strabuzzai gli occhi.
“Preparativi per cosa?”
Alzò gli occhi al cielo.
“Oddio, ma non sai proprio niente? Stasera c’è la parata… adesso passiamo da casa mia, io mi tolgo questo sangue di cervo di dosso e tu mi racconti cosa ha fatto quell’imbecille di Damon per ridurti così! Io ti offro una cioccolata calda e tu ti sfoghi dopodiché andiamo a scuola e tu indosserai un abito di quelli un po’ vecchiotti che troveremo in palestra!”
Cosa? Voleva che partecipassi alla parata?
“Caroline io non credo di voler partecipare!”
Non ero proprio dell’umore adatto.
Non avevo alcuna voglia di vestirmi e di sfilare per  farmi vedere con quegli abiti che mi ricordavano troppo quel secolo.
Quegli abiti che mi ricordavano troppo l’inizio di tutto.
Semplicemente non potevo.
Non potevo e non volevo, ma con Caroline era una partita persa in partenza.
“volere? Liza, tu devi partecipare!”
Marcò così tanto il verbo dovere che temetti mi avrebbe ucciso se non avessi partecipato.
La accompagnai a casa.
“allora, cos’è successo con Damon?”
Non era ancora entrata in casa e aveva già iniziato con le domande.
Cosa dovevo rispondere?
Dovevo dirle dei miei sentimenti o avrei fatto meglio a tenere tutto per me? cosa avrebbe pensato di me? ma poi, in realtà, cosa mi importava di quello che pensava? Il mio unico problema doveva essere: voglio o non voglio parlare con lei?
E io sapevo già la risposta: voglio!
Eccome se volevo.
Non ce la facevo più  non parlare con nessuno.
“credo di amarlo!”
Strabuzzò gli occhi e temetti che la sua mandibola si staccasse.
“sì, lo so! È uno stronzo e non riesci a capire come abbia potuto anche solo pensare di innamorarmi di lui, però… lui non è sempre stato così e soprattutto lui non è mai così con me…”
Come avrei fatto a spiegarle che lui era semplicemente il mio tutto da troppo tempo?
“non credo che sia poi così difficile innamorarsi di Damon… è vero è stronzo ma è anche divertente. È un po’ sadico ma anche premuroso, almeno con te ed Elena. Sono rimasta spiazzata perché tu mi sembri troppo sicura di quello che provi!”
Non capivo. Lei mi credeva ma pensava che io non dovessi pensare quello?
“non capisco… perché io non dovrei esserne sicura?”
“Beh, di solito noi ragazze tentiamo di fuggire da quello che ci fa soffrire e Damon sembra proprio uno che fa soffrire…!”
Sorrisi.
Ero sempre stata un po’ sfigata nei sentimenti e quella constatazione non fece che accrescere la mia convinzione: non ero fatta per i sentimenti. L’emozioni, proprio, non  facevano per me.
“sono un po’ masochista!”
“sì, me ne ero accorta…!”
Rise appena…
“Caroline, io non credo di riuscire a resistere ancora per molto… cioè io so di amarlo e so di non essere ricambiata.. per lui sarò solo un’ottima amica!”
Mi si sedette accanto.
“ci sono solo due cose che puoi fare…!”
La guardai curiosa e la invitai a continuare con un cenno del capo.
“la prima e continuare a ronzargli intorno, magari cercando di farlo ingelosire, e vedere come si comporta… la seconda e prendere e distanze da lui e da tutto quello che lo riguarda!”
Ecco, anche lei pensava la stessa cosa.
Avrei dovuto puntare sulla gelosia.
Facile a dirsi un po’ meno a farsi.
Lui non era mai stato geloso di nessuno se non di suo fratello e io non potevo più usare Stefan per due motivi: primo era fidanzato, non che mi importasse realmente; secondo, avevo appena raggiunto un precario equilibrio con lui, solo quella mattina, non potevo permettermi di mandare tutto all’aria.
“Non lo so… forse potrei provare a farlo ingelosire e se non succede nulla allora prenderò le distanze!”
Caroline mi sorrise incoraggiante.
“Perfetto! Allora si inizia da stasera… tu vieni alla parata e ti fai vedere con qualcuno… io vado a lavarmi, torno subito!”
La fermai.
“Caroline, aspetta… io ho un abito e vorrei indossare quello stasera… è alla pensione.. va bene se vado a prepararmi e ci vediamo più tardi!”
“Ti prego dimmi che è appropriato…”
“ti ho mai deluso in questo campo!”
“no, in effetti!”
Sorrisi e mi allontanai, diretta alla pensione e a quel baule che avevo trovato poco tempo prima.
Lo avevo aperto per curiosità e ci avevo trovato l’abito che avevo usato pe il primo ballo dei fondatori, non vedevo l’ora di indossarlo di nuovo!”
 
Pov Damon
 
La porta era aperta, il che non era un buon segno.
Anche ammettendo che Mia fosse andata via, quando non mi aveva trovato, non capivo perché avrebbe dovuto lasciare la porta aperta.
Entrai e la trovai stesa per terra, svenuta.
La presi in braccio e la portai sul divano.
Non era nemmeno vestita, indossava solo la coperta con la quale c’eravamo coperti.
“Mia, Mia.. svegliati!”
Non voleva saperne di svegliarsi.
Quella scena mi riportò indietro nel tempo.
Liza era distesa sul divano, priva di sensi e Katherine era andata a chiamare Emily, lei sapeva cosa fare.
Quella volta c’era George Lockwood.
Mi concentrai.
Emily aveva usato dei Sali ma da qualche parte avevo sentito che anche l’aceto andava bene.
Andai in cucina e ne presi un po’.
Sentendone l’odore Mia si svegliò subito.
“Oh mio Dio…”
Mi saltò praticamente al collo e si strine forte, nemmeno fossi stato un’ancora di salvezza.
“Cos’è successo…”
“non lo so… hanno suonato alla porta e ho pensato fossi tu così sono andata ad aprire… era un certo John… mi ha detto che ti stava cercando… io non volevo farlo entrare ma lui mi ha colpito alla testa… poi ho perso i sensi!”
John? John Gilbert?
Che diavolo era venuto a fare in casa mia?
Realizzai.
Liza aveva parlato di quel congegno che mi aveva dato Pearl.
Non poteva essere.
Se lui l’aveva preso eravamo tutti in  pericolo.
“sta tranquilla…”
Mia tremava, visibilmente sconvolta.
Volevo farle dimenticare tutto ma non  sapevo se ci sarei riuscito.
Entrando avevo sentito odore di verbena.
Forse John gliene aveva iniettata una piccola dose, non potevo saperlo.
“dov’eri?”
“Liza aveva bisogno di me… mi ha chiamato piangendo, stamattina! Mi dispiace, non sarebbe dovuto succedere, ma non ti preoccupare… alla fine è andato tutto bene.. stai tranquilla!”
“Ho avuto così paura…”
Si teneva stretta al mio petto e non sembrava avesse intenzione di mollare la presa.
Non so per quanto rimanemmo sul divano abbracciati.
Io non riuscivo a muovermi ma il mio cervello non voleva saperne di tacere.
Pensavo ad un metodo per evitare che Gilbert usasse quell’affare.
Pensavo a come avrei potuto scappare, se invece vi fosse riuscito.
Pensavo a Liza e mi chiedevo se lei correva dei rischi.
Ad un certo punto Liza entrò.
La chiamai e fu in salone in un attimo.
Si bloccò all’ingresso della stanza e osservò Mia appoggiata su di me ancora con solo la coperta addosso.
“volevo ringraziarti per prima… sapevo che eri impegnato ma non sapevo chi altri chiamare!”
“c’è Stefan, no? Non ti è stato d’aiuto ieri sera?”
La vidi incassare il colpo.
Forse non si aspettava che dicessi una cosa del genere.
“Lui non si sa ancora controllare e io non l’ho visto a casa stamattina… e poi io ho sempre fatto affidamento su di te ma se è un problema non accadrà più!”
Perché reagiva così?
Lei era sempre stata comprensiva con me.
Lei mi aveva perdonato cose ben peggiori di una cattiva battuta.
Perché se la prendeva tanto?
Mia, intanto ci guardava in silenzio.
Guardava in silenzio mentre io l’allontanavo, incapace di trattenerla, anche se era l’unica cosa che avrei dovuto fare.
“Gilbert è stato qui!”
Mi guardò con aria consapevole.
Aveva capito.
E, finalmente, lessi nei suoi occhi la preoccupazione.
“Ti prego, per favore, non uscire da questa casa… resta qui con lei e non permettete a nessuno di entrare… cerca di contattare Stefan e barricatevi in casa finché non vi dirò che potete uscire!”
In quel momento arrivò Stefan.
“io non posso stare chiuso qui! Devo accompagnare Elena alla parata… mi ha concesso una possibilità per farmi perdonare e non posso perderla!”
Liza lo guardò scettica.
“Come stai?”
Lui sorrise: “oggi ho mangiato tre conigli e mezzo e ho bevuto solo un sorso!”
Liza sorrise, soddisfatta.
“Ottimo! Sei stato eccezionale ma è solo un piccolo passo!”
“Lo so!”
Fischiai.
“Ehm.. della dieta parleremo in un altro momento… Liza cosa proponi di fare!”
“Io ti ho già detto cosa devi fare tu! Stare chiuso qui dentro…!”
“Io non me ne starò prigioniero in casa mia!”
“sì invece!”
Mi ero alzato, lasciando Mia ad osservarci confusa, non capiva molto di quello che ci stavamo dicendo…
Liza mi si era avvicinata con il mio stesso sguardo di sfida.
“Damon tu non ti farai uccidere per il tuo stupido orgoglio!”
“a Stefan, però, non stai dicendo nulla!”
“lui vuole rischiare la vita per la donna che ama non per orgoglio, è leggermente diverso e poi lui sarà protetto…”
“da chi?”
“credi davvero che Elena permetterà a suo padre di fare del male al suo ragazzo? E pensi davvero che John farà soffrire sua figlia uccidendole il ragazzo?”
“Non lo so e non mi interessa… io non starò chiuso in casa…”
“tu non uscirai… giuro che se cerchi i uscire ti attacco alle spalle e ti chiudo in cantina!”
“non oserai!”
“Sì che oserò..”
 
Pov Stefan
 
Oddio ma erano davvero insopportabili.
Una vecchia coppia di sposati inaciditi.
“Ehi, voi due smettetela… state litigando per qualcosa di davvero inutile… Damon non può rimanere a casa!”
Liza mi fulminò con lo sguardo e Damon mi guardò sorpreso, non si aspettava il mio appoggio.
Io mi limitai a stringermi nelle spalle.
“Elena mi ha detto che alla parata le ragazze che hanno partecipato al concorso devono essere accompagnate dallo stesso cavaliere di quella giornata, perciò Damon dovrà venire con te!”
Liza si batté una mano sulla fronte mormorando un mal celato: “Perché tutte a me?” e arricciò le labbra.
A quel gesto Damon le mise due dita sotto il mento sollevandole il viso e studiando quelle labbra così arricciate ad arte.
“Amo quando lo fai!”
Si abbassò e le poggiò un bacio sulla punta del naso.
Lei sorrise e abbassò lo sguardo per cercare il suo telefono.
“ehi, Liza che fai?”
“chiamo Caroline.. la avverto che il suo piano è fallito!”
Nessuno capii a che piano si riferisse ma nessuno domandò altro.
 
Pov Liza.
 
Il piano: «facciamo ingelosire Damon» era clamorosamente fallito e io non potevo fare nient’altro che dirlo a Caroline, che se ne era “accidentalmente” dimenticata.
 
 
Angolo autrice: mi scuso per l’enorme ritardo… stavolta la colpa è della poca ispirazione.. ho impiegato tre giorni per capire come collegare tutto quello che mi frulla per la testa… spero che almeno sia carino questo capitolo… ancora mille scuse…
Ci tengo a ringraziare tutti quelli che mi seguono, quelli che recensiscono e anche solo chi legge silenziosamente…
Ah, quasi dimenticavo…
Devo chiedere scusa a MiaBlack per il colpo in testa che ti ha dato John, ma almeno te l’ha dato piano… non è uscito nemmeno il sangue.. xD
 

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Capitolo 23
*** Guilt and choise ***


Pov Liza
 
“Se proprio devi venire vai a metterti il vestito blu!”
Ero a dir poco furiosa.
Avevo appena finito di parlare con Caroline e lei non aveva saputo dirmi altro che: “scusami, mi era completamente sfuggito di mente… beh, ma almeno se lui ci sarà tu potrai mettere in atto il piano e farlo ingelosire!”
Avrei voluto ucciderla, con le mie stesse mani ma non sarebbe stato proficuo per me, aveva ancora il sangue di Damon in circolo e se l’avessi uccisa avrei dovuto sopportarla in eterno.
“Liza, io non indosserò quel vestito…”
Lo fulminai con lo sguardo.
“Brutto vam…”
Mi bloccai appena in tempo, c’era ancora Mia seduta sul divano e, per la cronaca, indossava ancora solo la mia coperta.
“tu adesso sali di sopra e indossi il vestito blu che avevi quella sera… io vado a prepararmi. Damon, non voglio sentire storie! Niente capricci e niente preghierine!”
“No, Liza! Non se ne parla… non mi vestirò come un pagliaccio per far contenta Miss Forbs!”
Mi avvicinai a lui, lentamente e gli bisbigliai ad un centimetro dalle sue labbra: “Ti prego! Fallo per me!”
Come ultima stoccata arricciai le labbra ad arte e lo fissai negli occhi.
Cedette dopo tre secondi.
Mi lasciò lì, ancora con il labbro in fuori e cominciò a salire in camera sua.
Mi voltai verso Stefan e sorrisi.
“Liza, lo sai che fate venire la nausea, vero?”
“perfettamente consapevole!”
Poi scoppiammo a ridere.
Stavo già salendo di sopra quando mi sentii chiamare.
“Liza?”
Mi voltai verso Liza, che avevo volutamente evitato di guardare, e le feci un cenno col capo.
“Sì, è il mio nome!”
“Io vlevo chiederti scusa!”
Chiedermi scusa? E per cosa?
“Per quello che è successo con Damon!”
“Ah! Tranquilla anche perché non credo che le tue scuse siano sentite… vuoi solo avere la coscienza in pace, perché non vorresti che un’altra donna, quando un giorno ti innamorerai, facesse quello che tu hai fato con Damon! Un po’ come seguire quel comandamento della Bibbia, no? «non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te!». Se quello che vuoi è il perdono non c’è problema… io e Damon non stiamo insieme e lui è libero di stare con chi gli pare!”
Mi voltai e salii le scale.
Dovevo prepararmi e dovevo essere la più bella, quella sera.
 
Pov Damon
 
Quando scesi vidi che Mia non c’era più.
Era scappata, di nuovo.
Mi avvicinai al mio bourbon e ne presi un bicchiere.
Vicino alla bottiglia notai un biglietto, per me.
 
Ehi Damon,
sono andata via perché, davvero, ero di troppo. Liza ti ama e io mi sono sentita in colpa per averti cercato. Le ho chiesto scusa ma lei mi ha detto che non state insieme e che tu sei libero, e da quello che è successo ieri forse io un po’ ti piaccio, almeno spero!
Comunque ho deciso di andarmene perché credo di aver preso tutto ciò che tu potevi darmi!
 
Pensai che si riferisse al buon sesso e sorrisi.
Dopotutto nessuna si era mai lamentata, anzi, e lei era una delle poche fortunate ad essere entrata per più di una volta nel mio letto, anche se tecnicamente la sera prima non c’eravamo arrivati al letto.
 
Goditi la serata, mi sarebbe piaciuto vederti vestito come un damerino del 1800.
Mia.
Ps: la coperta l’ho presa io! Un piccolo souvenir del nostro incontro.
 
Sorrisi, quella ragazza era davvero strana.
Si era portata una coperta, avrei dovuto denunciarla per furto?
In quel momento entrò nel salone mio fratello.
“è andata via?”
“Sì, e si è portata via la mia coperta!”
“tua? Non era di Liza?”
In quel momento realizzai quello che avevo fatto e perché Liza si era sentita così immensamente ferita.
Non avevo solo portato una ragazza a casa, nonostante quello che ci eravamo detti.
Non avevo solo fatto tutto quello che volevo con quella ragazza.
Avevo fatto quello che volevo sulla nostra coperta.
Quella coperta che avevamo portato al Rifugio e sulla quale ci eravamo uniti.
Avevo infettato un nostro ricordo.
Non avevo solo ferito i suoi sentimenti, avevo contaminato un nostro ricordo.
Mi sentivo in colpa, ed era strano per me.
Mi sentivo sporco, esattamente come avevo sporcato il nostro ricordo.
Mi sentivo colpevole, perché l’avevo fatta soffrire.
“Damon, ti sei incantato?”
“Cosa? No! Devo salire!”
In quel momento, mentre io pensavo a come scusarmi, cosa alquanto nuova per me, Liza scese le scale.
Era bellissima, esattamente come lo era stata un secolo prima.
Eterea ed elegante come una regina.
“Wow!”
“Damon, stai benissimo vestito così!” poi guardò mio fratello.
“Wow, Stefan… eri così bello un secolo fa?”
“Sì, direi di sì!”
“No… non è possibile! Sei migliorato!”
Lui le porse il braccio e lei lo accettò.
“Grazie, ma adesso andiamo in macchina…”
“Elena?”
“Ci vediamo direttamente davanti scuola alle dieci e mezza!”
“allora dovremmo sbrigarci… sono le dieci!”
Mi avevano praticamente escluso.
Da quando ero il terzo incomodo?
Da quando ignorarmi era plausibile?
Non mi intromisi, però, nonostante la situazione non mi andasse a genio.
 
Pov Liza
 
Quando arrivammo davanti la scuola Caroline mi venne incontro con un sorriso entusiasta.
“Oh mio Dio… Liza ma il tuo abito è meraviglioso!”
“Lo so! Cosa ti aspettavi?”
Mi sorrise consapevole.
“dai forza andiamo sul carro!”
Trascinai Damon e Stefan con me.
“Ehi Stefan guarda c’è Elena!”
“Allora vogliate perdonarmi, signorina Liza!”
Mi baciò la mano, così come aveva fatto tanto tempo prima e mi sorrise.
Quando io e Damon restammo soli lo guardai e lui stava osservando Elena.
“è proprio uguale a Katherine, adesso!”
“Invece si vede che è completamente diversa! Guardala. I suoi occhi, esprimono fiducia e amicizia, anche se non sei suo amico. Il modo in cui si muove è così innocente che non puoi non rimanerne ammaliato. Ha un carattere così diverso da Katherine e si può vedere da tutto quello che fa. Addirittura respirano in modo diverso…”
Sforzai gli angoli della mia bocca e li sollevai.
“Wow, per quanto tempo l’hai osservata per sapere tutte queste cose?”
“Per troppo tempo!”
Non parlava con me.
Sembrava più una constatazione ad alta voce.
“Damon, ma che fine ha fatto Mia?”
“è andata via… mi ha detto che ti ha chiesto scusa!”
“E io le ho detto che non è necessario!”
“Forse da parte sua no! Ma da parte mia… beh, è più che necessario! Liza, mi dispiace di aver usato la nostra coperta!”
“chi te l’ha ricordato?”
Rise sommessamente.
“è così chiaro che qualcuno mi ha ricordato tutto?”
“ti conosco!”
“ok, me l’ha ricordato Stefan, ma l’importante è che io ti abbia chiesto scusa, no?”
Sorrisi, sforzandomi.
“sì, certo… come dici tu! Damon, dove hai lasciato la macchina?”
“in quel vicolo che avevi indicato tu!”
“Ottimo!”
 
Pov Damon
 
La giornata trascorse tranquillamente.
Caroline non la smise un attimo di ciarlare su quanto sarebbe stato bello vivere nell’800 e su quanto adorasse quei modi e quegli abiti.
Non ne potevo più ma per fortuna Liza sapeva sempre quando e come distrarmi.
Più di una volta mi sembrò di vedere Mia tra il pubblico ma non me ne preoccupai.
Quel giorno dovevo farmi perdonare da Liza, e stavo sopportando Caroline per riuscire nel mio intento, ma non era facile comunque con Elena così vicina e insieme così lontana.
Non sapevo perché ma quella ragazza per me era come una calamita.
 
Finalmente la parata era finita e potevamo goderci la festa: un buffet con bevande piene di verbena e un palloso discorso del sindaco Lockwood e dello sceriffo Forbs.
Quello che mi preoccupava, in realtà, era non vedere Gilbert e anche Liza sembrava agitata.
“senti Damon, che ne dici di andarcene adesso? Andiamo a casa! Tanto abbiamo fatto tutto!”
“Ok.. ma!”
In quel momento vidi quello che non mi sarei mai aspettato di vedere: dieci dei vampiri che erano chiusi nella cripta erano sparsi tra la folla e se avessi osservato meglio ero sicuro che ne avrei visto altri.
“Liza… li hai visti!”
“Sì e ho come l’impressione che dovremmo andarcene…”
In quel momento si avvicinò Caroline.
“Liza, io Matt e Tyler abbiamo deciso di fare un salto al Grill, vi va di venire? “Ok, veniamo! Vero Damon?”
“non potremmo andare a prendere qualcosa alla pensione? Sarebbe meglio! Oggi c’è troppa gente in giro!”
Caroline sembrò entusiasta della mia proposta.
Dovevo farmi perdonare, lo facevo solo per quello.
“bene allora vado a cercare Elena e Bonnie!”
 
Pov Liza
 
Io e Damon  arrivammo alla pensione in un secondo.
Stefan ed Elena ci raggiunsero subito dopo con Alaric.
Bonnie sarebe venuta con Matt, Tyler e Caroline.
Li stavamo aspettando e, un po’ per noia un po’ per nostalgia, mi avvicinai al piano e iniziai a suonare una sinfonia tanto bella quanto triste.
Ad un certo punto Damon e Stefan si piegarono tenendosi le orecchie.
Dapprima pensai che stessero scherzando ma poi vidi la sofferenza sul loro viso.
“Damon, brutto imbecille, menomale che eravamo a casa… ti immagini cosa sarebbe successo?”
Ma mentre lo rimproveravo mi ero avvicinata a lui, che ormai era a terra, e gli avevo poggiato la testa sulle mie gambe.
Gli accarezzavo i capelli e gli sussurravo parole confortanti, anche se forse inutili.
Quando, finalmente, i due furono in grado di riprendersi sorrisi a Damon.
“ti prego la prossima volta che ti dico di fare attenzione a qualcosa… fallo!”
“Sì mamma!”
E ridemmo, insieme.
Stavamo ancora ridendo quando suonò il telefono di Elena, era Bonnie.
Piangeva e sembrava alquanto disperata.
 
Pov Damon
 
Quando sentii Bonnie dire che Tyler aveva perso il controllo della macchina a causa di un rumore sconosciuto e che Caroline era morta sul colpo scattai e tolsi il telefono ad Elena.
“Bonnie dovete venire subito qui, non chiamate nessuno!”
La sentii parlare con Tyler e capii che gli aveva fatto staccare la telefonata.
“Damon prima voglio sapere perché dovrei fare quello che dici!”
“Perché oggi ho dato a Caroline il mio sangue!”
Chiusi la comunicazione subito dopo, per non darle il tempo di rispondere.
Elena mi guardava con gli occhi sbarrati.
“Damon cosa hai fatto oggi??”
“Oh, rilassati.. l’avevo fatto per salvarle la vita…”
“E perché avrebbe dovuto essere in pericolo di morte??”
A quel punto, mentre io stavo per dire qualcosa di molto stupido ma tremendamente d’effetto come, ad esempio: «un lupo stava per ucciderla!» oppure «il sesso estremo non è adatto a lei, sai con tutti quei frustini!», Liza si fece avanti.
“temo sia colpa mia. Mi sono messa alla guida non esattamente consapevole di quello che facevo e l’ho investita… fortunatamente Damon le ha dato del sangue, altrimenti sarebbe morta! Sai, credo che fosse il suo destino morire oggi!”
In quel momento, prima che Elena potesse rispondere, e chissà perché penso che non avrebbe risposto bene, qualcuno suonò alla porta.
Erano i quattro ragazzi, tre vivi e una morta ma quasi per non-esserlo.
“entrate…”
Stefan li fece accomodare e fece poggiare Caroline sul divano.
Poi un dolore acuto alla testa mi impedì di capire altro.
Mi sembrava che il cervello mi si aprisse o che mi stesse scoppiando.
Quando il dolore finì Liza stava spiegando a Bonnie quello che era successo quella mattina.
La piccola strega non la prese bene, per niente, ma non poteva certo volere che la facessi morire, no?
E poi che ne potevo sapere io che quella sera sarebbe morta??
 
Pov Liza
 
Quando Bonnie fu soddisfatta della spiegazione mi concentrai sui ragazzi.
Erano entrambi scioccati ma Tyler sembrava molto più fuori di sé di Matt.
“Ehi, ragazzi! Volete fare qualche domanda? Perché capisco che il tutto è un po’ irreale!”
Matt mi guardò, ma non era realmente presente.
“io non capisco! I vampiri esistono?”
“sì!”
“Damon è un vampiro?”
“sì!”
Sorrisi, doveva essere davvero un brutto colpo scoprirlo così.
“Caroline è un vampiro?”
“Non ancora…”
Gli spiegai tutto quello che sarebbe successo e quando avevo finito era davvero sotto shock.
Dato che lui non poteva fare nessuna domanda ne feci una io.
“chi guidava?”
Solo allora Tyler parlò, per dire l’ultima cosa che volevo sentire.
“Io!”
“Oh no!”
Dissi solo quello e Caroline riaprì gli occhi.
Si guardò attorno e poi iniziò a fare domande.
Elena le fu accanto in un attimo per consolarla.
Bonnie l’abbracciava ma si vedeva che era combattuta, da un lato voleva che la sua amica vivesse ma dall’altro non poteva accettare che diventasse un vampiro.
Dopotutto lei era una strega e odiava i vampiri, erano abomini.
Quando Elena finì di parlare Caroline mi guardò con disprezzo.
“è tutta colpa tua!”
“Tecnicamente non lo è… se io non avessi visto Damon con Mia non sarebbe successo niente!”
“sarebbe colpa mia?”
“Tu hai usato la nostra coperta!”
“sì, ma poi le ho salvato la vita!”
“Sì però ti sei fatto rubare il congegno!”
“Io non sapevo cosa fosse, è tutta colpa di Pearl… perché non l’ha buttato!”
“io non lo so! Fatto sta che l’ha preso John!”
“sì ma cosa c’entra il congegno con quello che è successo stasera?”
“il cosino funziona sugli esseri sovrannaturali e Tyler è un licantropo… due più due…!”
Tutti, in quella sala sgranarono gli occhi.
“Cosa???”
Damon era allibito.
“Secondo te perché avevo così paura di George? Temevo che mi stuprasse? Ma dai!! Era un licantropo e il gene è, diciamo, ereditario! Tyler ce l’ha!”
“quindi è colpa di Tyler!”
“Ma cosa centra? Mica lo ha deciso lui!”
“quindi è tutta colpa di John che ha usato il congegno!”
“Ma John l’ha usato per uccidere i vampiri della cripta!”
“Quindi? È colpa di Bonnie che ha aperto la cripta?”
“Non osare sai?? Sei stato tu a insistere… sua nonna è morta per aiutarti nel tuo folle piano per salvare Katherine!”
“Che non era lì!”
Ci guardammo e entrambi sapevamo cosa stavamo pensando e lo dicemmo ad alta voce.
“è tutta colpa di Katherine!”
Stefan  sorrise appena e io e Damon scoppiammo a ridere.
Chissà perché era sempre tutta colpa di quella bellissima ed egoista vampira.
Caroline si alzò e abbracciò l’amico.
“Oddio! Siamo due mostri!”
“Caroline, tu non lo sei ancora! Se non bevi del sangue morirai!”
“Io non voglio morire ma non voglio nemmeno essere un mostro!”
Stefan allora e propinò quella cosa sull’autocontrollo e io lo guardai scettica.
Lui parlava di autocontrollo?
Proprio lui che mi aveva quasi ucciso il giorno prima, o erano già due o giorni??
Mi sorrise.
“Liza oggi ho mangiato tre conigli e un sorso!”
“Ottimo!”
Gli sorrisi soddisfatta.
Caroline, però, era troppo indecisa e, allora decisi di aiutarla.
Presi un taglia carte e mi tagliai il polso, che poi misi proprio davanti a lei.
Io non avrei permesso che morisse, non lo meritava.
E poi avevo già letto che sarebbe diventata un vampiro, certo la situazione avrebbe dovuto essere diversa ma forse il destino arrivava sempre dove doveva passando per strade diverse, se si interferiva con esso.
Mentre Caroline guardava il mio polso con bramosia io pensavo che tutto si era risolto.
In teoria a Mystic Falls non sarebbe più accaduto nulla per un bel po’ di tempo.
Il problema era solo salvare la vita a Caroline e poi, almeno per me, lottare per Damon.
Non sapevo quanto mi sbagliavo.
E poi lo avevo detto poco prima: i destino arriva dove deve anche con strade diverse.
 
Angolo autrice: ok chiedo scusa per quella specie di dibattito tra Damon e Liza ma non riuscivo più a fermarmi… mi è proprio sfuggito di mano xD
Ringrazio tutti quelli che leggono e chiedo scusa se il ritmo non è più quello di prima…
Ah, MiaBlack, hai visto?? Sei sparita, solo con una letterina!!
 

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Capitolo 24
*** Interesting show! ***


Pov Caroline
 
L’odore del sangue mi stava inebriando e mandando in estasi.
Sentivo la gola bruciare in maniera spaventosa e un dolore acuto alle gengive, ma non succedeva niente.
Mi aspettavo di vedere dei canini lunghissimi ma non successe.
Volevo resistere, l’idea di bere sangue umano e di diventare un mostro non mi allettava nemmeno un po’, ma, d’altro canto, nemmeno quella di morire e poi c’era quell’enorme tentazione proprio lì, davanti a me.
Liza non voleva proprio saperne di allontanarsi e il sangue iniziava ad essere troppo.
“Caroline, bevi!”
Il suo tono era imperioso e il mio autocontrollo troppo debole.
 
Pov Liza
 
Stava per cedere.
Il suo viso mostrava tutte le sue emozioni e se da un lato non voleva diventare un mostro dall’altro il desiderio di e il richiamo del sangue erano troppo forti.
Aveva solo bisogno di un piccolo incoraggiamento, o di un ordine, dipende dai punti di vista.
“Caroline, bevi!”
E cedette, finalmente.
Si avvicinò lentamente al mio polso e poggiò, quasi con timore e reverenza le labbra sul taglio.
Iniziò a bere, dapprima piano poi sempre con più foga fino a dipendere completamente dal mio polso. Arrivò ad appoggiarvisi, come se fosse la sua ancora di salvezza.
Mi voltai verso Damon.
“va a prendere due sacche di sangue di sotto, non voglio morire dissanguata e lei ha troppa sete!”
Quando Damon tornò, dopo un secondo, cercai di tirare via il polso ma lei lo stringeva un po’ troppo possessivamente.
“Caroline, staccati!”
Non accennava a volermi dare ascolto.
“Caroline mi ucciderai!”
Sentii il morso allentarsi ma non si staccò.
“Caroline o ti stacchi adesso o ti ucciderò io! E non scherzo mai su queste cose!”
Stefan mi dette ragione con un mugolio sommesso e io mi ritrovai a sorridere.
Quando, finalmente, potei guardarla di nuovo in faccia il cambiamento era evidente a tutti.
“Oddio, mi dispiace… io non volevo farti del male…!”
“non me ne avresti fatto! Davvero! Nessuno qui te l’avrebbe permesso e nessuno ti avrebbe fatto del male, sta tranquilla!”
Mi venne incontro, un po’ troppo velocemente, e mi abbracciò, mandandomi dritta distesa sul tappeto.
“ok ok… ti ho salvato la vita ma questo era un attentato!”
Si alzò, troppo velocemente di nuovo…
“penso che lei debba imparare a controllare i suoi poteri!”
 
Pov Damon
 
Non poteva essere.
Lei non poteva essere lì, non in quel momento e, di certo, non poteva intromettersi anche in quello.
Vidi Liza sorridere, anche lei aveva riconosciuto la sua voce.
Poi, finalmente, si fece vedere.
“ciao Damon, ne è passato di tempo!”
Mi si avvicinò e io cercai di scansarla, con scarsi risultati.
Katherine era Katherine e se lei voleva avvicinarsi, beh, si avvicinava.
“Ti sono mancata?”
“come una pulce manca ad un cane!”
Mise un broncio molto simile a quello che amavo in Liza, che si alzò per avvicinarsi a noi.
“Quel cosino funziona solo se sono io a farlo!”
Katherine le sorrise, un po’ dispiaciuta.
“Non mi sembra corretto… cos’hai tu in più rispetto a me?”
“Ehm, vediamo! Lo charm?”
Lei si limitò a sollevare un sopracciglio.
“la bellezza?”
Sollevò anche l’altro.
“forse solo perché sono umana, quindi un’ipotetica scorta di sangue portatile”
Si sorrisero.
“forse hai ragione… vedo che ti sei adattata al ruolo!”
Le prese il polso e lo osservò.
Io provai un brivido ma Liza sembrava tranquilla.
“quanto tempo che è passato!”
Sembrava parlasse col sangue, più che con Liza.
“troppo, concordo!”
Il viso di Katherine aveva già cambiato aspetto, era diventato il suo vero viso, quel viso che anche da umano avevo amato.
Quando lei si portò il polso di Liza alla bocca Elena lanciò un urlo, contrariata, e Stefan si avvicinò a passo di carica.
Ma io potevo vedere che espressione avesse Liza e non mi sembrava affatto che le dispiacesse.
Sorrideva, soddisfatta, e quando si accorse che Stefan era accanto a lei, praticamente in procinto di separarle, lei lo fermò sollevando una mano.
Katherine si staccò.
“Oh, ma guarda.. vogliono tutti difenderti! Ma nessuno ti vuole, alla fine dei conti!”
Liza si allontanò da lei, come scottata, e si avvicinò al divano.
O almeno pensai si stesse avvicinando a quello.
 
Pov Liza
 
Quello non doveva dirlo.
Lei sapeva cosa provavo io.
Lei sapeva quanto ci stessi male sapendo di non essere ricambiata.
Lei sapeva e lo aveva detto lo stesso.
Me l’avrebbe pagata, in un modo un po’ strambo ma me l’avrebbe pagata.
Mi avvicinai al divano, perché sapevo che lì vicino c’era lo zaino di Rick, pieno di paletti di legno.
Ne presi uno e lo tenni in bella vista.
No, proprio non avrebbe dovuto dire una cosa del genere.
“già! Credo tu abbia ragione…”
Non avevo alcun tipo di inflessione nella voce.
Mi stavo avvicinando a lei, lentamente, con calma serafica e con un sorriso sereno sulle labbra.
Mi sarei presa una piccola rivincita.
Una piccola rivincita perché lei era entrata nel cuore di Damon.
Una piccola rivincita perché lei mi aveva tradita con Pearl.
Una piccola rivincita perché mi aveva iscritto a quello stupido concorso.
Una piccola rivincita perché mi aveva ricordato che Damon non mi amava.
Mi sorrise a sua volta.
“Liza, credo che la mia sosia sia leggermente sconvolta!”
“non è un problema che mi riguarda… la tua adorata sosia ha deciso di stare con un vampiro, non capisco perché una scena come questa dovrebbe sconvolgerla… sai sua madre è un vampiro!”
“Oh, sì! L’ho mandata io da Damon… voleva diventare un vampiro a tutti i costi… era così insoddisfatta della sua vita!”
In quel momento Alaric si avvicinò allo zaino e prese un aggeggio che sparava paletti. Rischiava di rovinare tutto.
Mi feci più vicina a Katherine e impugnai meglio il paletto.
“Ognuno fa ciò che vuole… lei voleva diventare una non-morta… solo, perché non l’hai trasformata tu? Non ne eri in grado?”
Mi guardò tra l’offeso e il divertito.
“Perché Damon si sarebbe divertito con lei, prima… e a me piace sapere che lui si diverte! Era così musone, nel 1864, te lo ricordi? O forse ricordi solo come si divertiva?”
L’allusione era chiara ma io ricordavo solo quello che lui era stato con me al Rifugio.
Mi avvicinai ancora a Katherine, così tanto da essere praticamente incollate.
“dove ti incido?? Posso sul collo?”
Me lo mostrò, dandomi l’accesso e io la incisi, piano e superficialmente.
Mi avvicinai e poggiai le labbra iniziando a bere.
Quanto mi piaceva bere il suo sangue?
Mi mandava in estasi, era una sensazione davvero sconvolgente e, forse in quel momento, non solo per me.
 
Pov Damon
 
Non riuscivo a crederci.
Liza aveva accettato lo scambio di sangue con Katherine.
Con lei aveva creato il legame, con me non aveva proprio voluto e l’aveva anche messo in chiaro.
Ero scioccato e come me tutti i presenti.
Quando si confrontavano non sembravano davvero due amiche, sembravano più due conoscenti che amassero stuzzicarsi, anche se io ricordavo il loro rapporto di un secolo prima e non era certo stato così.
Forse sapere che l’aveva tradita era stato un brutto colpo per Liza.
Forse il loro rapporto ne stava risentendo.
Poi notai una cosa che prima mi era sfuggita.
Liza beveva dal collo di Katherine e la vampira dal polso dell’amica, ma nell’altra mano Liza aveva ancora il paletto e lo stava puntando contro l’amica.
Mentre erano ancora legate Liza affondò il pugnale nella schiena di Katherine e a quel punto scoprimmo quanto fosse importante un legame di sangue.
La stessa ferita che Liza aveva inferto a Katherine si era aperta nella sua schiena, lasciandola senza fiato.
Le fui accanto in un attimo e la aiutai.
Respirava a fatica.
“che cosa diavolo pensavi di fare? Sei forse impazzita?”
Mi guardò con il sorriso nello sguardo, nonostante fosse evidente lo sforzo che faceva per non mostrare il suo dolore.
“avv…avvicinami a…le..i!”
Lo feci.
Le strisciò accanto e si avvicinò al paletto.
“Katherine, adesso lo tiro fuori…!”
Perdeva troppo sangue, se non avessimo fatto qualcosa subito sarebbe morta.
Provò a tirare fuori quel maledetto paletto ma era troppo debole e ottenne solo di muoverlo nella ferita causando un dolore più forte alla vampira e a se stessa.
“Faccio io!”
Mi fulminò con lo sguardo.
“è una questione tra me e lei! Sta lontano!”
“Liza, smettila di fare la bambina! Non voglio che tu soffra…!”
“Razza di… imbe…cille… mi fai soff..rire ogni..da…dannato g…g...iorno!”
Ammutolii.
Non credevo che ce l’avesse così tanto con me.
Provò altre due volte e finalmente il paletto venne fuori.
La prima cosa che fece fu avvicinare il suo polso alle labbra di Katherine, che non si preoccupò minimamente delle condizioni di Liza ma bevve con ingordigia.
Quando si staccò Liza era troppo pallida.
“che cosa volevi fare?”
Aveva sputato le parole.
“così capisci cosa si prova ad essere pugnalati alle spalle!”
 
Pov Katherine
 
Non mi avrebbe mai perdonata davvero per quello che avevo fatto con Pearl e, nonostante ci tenesse alla nostra amicizia, me l’avrebbe rinfacciato finché avrebbe potuto.
Mi resi conto delle condizioni in cui si trovava.
Se non avessi fatto qualcosa non avrebbe più potuto rinfacciarmelo.
Sapevo che dovevo fare qualcosa.
Sapevo che avrei dovuto aiutarla ma non riuscivo a farlo.
Temevo forse che potesse ritentarci e magari, la prossima volta, ci sarebbe riuscita davvero.
Rimasi immobile a guardarla.
 
Pov Stefan
 
Liza era svenuta e lei non faceva nulla.
Damon la guardava ma non sembrava volesse muoversi.
Corsi verso di lei e mi morsi il polso.
Non avrei permesson che morisse perché quei due se ne stavano lì contemplandola.
 
Pov Katherine
 
Quando mi accorsi di quello che Stefan stava per fare lo fermai.
Non potevo davvero aver pensato che lei ci avrebbe riprovato.
Lei non mi voleva certo uccidere, voleva solo farmi capire cosa le avevo fatto.
Io dovevo salvarla perché, nonostante tutto, lei era mia amica e lo sarebbe sempre stata.
Mi morsi il polso e lo portai alle sue labbra.
Dapprima non diede alcun segno di vita ma dopo un po’ iniziò a bere e io tirai un sospiro di sollievo.
 
Pov Elena
 
Ero scioccata.
Vedere Katherine, di persona, era davvero sconvolgente, per me.
Eravamo identiche.
Vedere quello che lei e Liza avevano fatto aveva contribuito a mandarmi fuori di testa.
Quelle due erano davvero folli.
Non riuscivano ad avere un limite.
Liza l’aveva impalata.
Non potevano essere amiche.
Non ci si impala tra amiche, no?
E poi non capivo perché Katherine la stava aiutando.
Non era la vampira con un istinto di sopravvivenza maggiore rispetto alla norma?
Non avrebbe dovuto desiderare la morte di colei che l’aveva pugnalata?
E poi c’era Stefan.
Nemmeno Damon si era mosso per aiutare Liza, lui invece era scattato, come se ne andasse della sua vita.
Aveva ringhiato, come un leone in gabbia, quando Katherine l’aveva fermato e si era tranquillizzato solo quando aveva capito che l’intenzione della vampira non era quella di far morire la “povera” biondina.
 
Pov Liza
 
Quando riaprii gli occhi vidi subito Katherine.
“adesso direi che siamo pari!”
Le sorrisi.
Sì, adesso eravamo pari e non ci sarebbe stato più nessun attrito tra noi.
“che è successo? Perché mi sono ferita anche io?”
E seppi, nel momento in cui feci la domada, dal silenzio che si era creato, che tutti volevano una risposta.
“perché eravamo collegate, Liza… mentre ci scambiamo il sangue era come se fossimo una sola persona, una sola cosa!”
“wow, un po’ come un atto sessuale più intenso!”
Damon e le sue battutine.
Gli lanciai un’occhiataccia e lui si limitò ad una scrollata di spalle.
“sì, Damon… un po’ come dici tu!”
Sapevo che non era stata un’ottima mossa quella di Katherine da quel momento Damon avrebbe iniziato con battutine sulla nostra omosessualità e non l’avrebbe più finita.
Non avevo ancora terminato di pensarlo quando disse:
“Ehi, fratellino… tu avevi mai notato la loro preferenza sessuale? Oddio… ora capisco dove passavi le notti quando non eri con me!”
Non so cosa mi dette più fastidio la battuta omosessuale o il fatto che mi avesse ricordato che Katherine andava a letto con lui.
La seconda, senza ombra di dubbio.
Lo trucidai con lo sguardo e, chissà perché, riuscii a zittirlo.
Ero ancora sdraiata sul tappeto e tentai di alzarmi.
Damon non me lo permise.
Mi prese in braccio e si sedette sul divano tenendomi stretta.
“Damon, non sono invalida!”
“Oh, ma non è per quello… non vorrei assistere ad un incontro ravvicinato tra voi due!”
Agii d’impulso e gli diedi uno scappellotto sulla nuca.
“così impari a dare fiato a quella fogna che ti ritrovi…”
Caroline rise sommessamente.
Si era appropriata delle sacche di sangue e sembrava godere della scena.
Mi rivolsi a Katherine, dopo aver dato un’occhiata in giro per la stanza e aver constatato che erano praticamente tutti fuori di sé.
“Perché sei qui? Cioè lo spettacolo è stato divertente e dalle facce degli spettatori anche d’effetto, ma non ti saresti mai fattaa vedere senza un motivo!”
Sospirò.
“Odio che tu mi conosc così bene!”
Mi limitai a stringermi nelle spalle.
“Allora?”
“ho bisogno del vostro aiuto! Il mio passato si è fatto troppo vicino!”
Non poteva essere, non era ancora il momento…
Dannazione non doveva andare così.

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Capitolo 25
*** Life goes on... ***


Pov Damon
 
Il passato di Katherine non era certo affar mio.
Se lei si era cacciata nei guai io non l’avrei aiutata e, di certo, non avrei permesso a Liza di rischiare per quell’egoista traditrice di una vampira.
Glielo feci presente.
“Damon, non sono così sciocca, so perfettamente che non mi aiuterete ma io ho delle informazioni che potrebbero tornarvi utili e ve le darei in cambio di un po’ d’aiuto… mi sembra uno scambio equo!”
“con te non c’è mai nulla di equo o giusto… tu pensi solo a te stessa e il fatto che tu sia qui ne è la prova…!”
Si limitò a stringersi nelle spalle e non mi degnò più di uno sguardo.
“Liza, come stai?”
“debole ma tutto ok, se nessuno mi uccide, però…”
“non ti piacerebbe vivere per sempre, con  me?”
“per scappare vita natural durante? No, grazie! Se risolverai il tuo problema, o se riuscirò ad ottenere quello che voglio, potrei anche farci un pensierino!”
Katherine rise.
“non credo otterrai quello che vuoi!”
“la speranza è l’ultima a morire…”
“la speranza è per gli illusi e i fragili e tu non mi sembri né l’una né l’altra cosa!”
Fu il turno di Liza di stringersi nelle spalle.
Non parlarono più e Katherine si concentrò su Elena.
La studiava e le ronzava attorno guardandola come se fosse un gelato davvero invitante.
 
Pov Elena
 
Il suo sguardo mi metteva in soggezione.
Eravamo identiche in tutto, almeno nell’aspetto.
Non cambiava nulla, il colore degli occhi o dei capelli, la corporatura…
Identiche. Speculari.
Era davvero terrificante.
“la cara dolce Elena… sei davvero insopportabile come sembri oppure è tutta apparenza!”
Non riuscivo a muovermi, né a pensare, cosa avrei dovuto rispondere?
“Oh, no è così come sembra… casta e pura! Altruista da far schifo e maledettamente insopportabile!”
Ma Liza non era troppo debole per parlare?
Perché si metteva sempre in mezzo?
Perché doveva sempre esserci lei al centro di tutto?
Intanto Katherine continuava a ruotarmi attorno.
“smettila di girarmi intorno!”
“coraggiosa!”
Sembrava davvero ammirata.
“più che altro incosciente!”
Vidi la mia sosia sorridere alla felice uscita della sua pseudo-amica.
“credo tu abbia ragione!”
Smise di fissarmi e si dedicò a Stefan.
 
Pov Liza
 
Katherine stava giocando.
Voleva farli innervosire.
Con Damon ci stava riuscendo alla grande.
Elena era a dir poco terrorizzata.
Bonnie sembrava furibonda.
Tyler era pensieroso.
Matt sembrava in trance, era sotto shock.
Caroline, invece, era così concentrata sul sangue e sulla sua nuova natura da non prestare attenzione a ciò che la circondava.
Mi avvicinai a lei, Katherine e i suoi spettacoli non mi avevano mai attirato troppo, a meno che non mi coinvolgessero.
“Caroline, come stai?”
“benissimo, ma ho ancora fame!”
“ti vado a prendere altro sangue!”
Scesi al piano di sotto, per prenderle del sangue e quando tornai trovai Damon e Stefan su Katherine.
“ehi, che diavolo sta succedendo qui? Fermatevi!”
Caroline mi fu vicino in un attimo e mi tolse le due sacche di sangue che tenevo in mano.
“Katherine, che diavolo hai fatto!”
“ho solo detto che Stefan sta con Elena solo perché sembra me e che Damon sta tradendo suo fratello per cercare di stare con lei!”
Stefan strinse la presa e io scossi la testa.
“ti prego Stefan lasciala! Katherine se vuoi il loro aiuto dovresti cercare di essere un po’ più cordiale…!”
“ma tu sai che mi aiuteranno lo stesso!”
“no, non lo so!”
Mi strinsi nelle spalle. Non potevo aiutarla in eterno e se lei si ostinava a comportarsi così non potevo davvero far nulla per lei.
“ok, Katherine siediti e dicci quello che sai!”
“no!”
“allora, fino a quando non avrai veri problemi, non tornare”
Si alzò e uscì.
Mi dispiaceva doverla cacciare così, ma non avevo altra scelta.
Lei non doveva morire, io non potevo permetterlo.
Quando fu uscita mi avvicinai a Tyler, avevo già constatato che Caroline era solo affamata.
“Tyler come stai?”
“non può essere vero!”
Lo presi per mano e lo feci sedere sul divano.
“lo è… mi dispiace ma non avrebbe dovuto succedere così!”
“io non ti credo… non è possibile!”
“perché?”
Era spaventato e prima di qualsiasi altra cosa dovevo fargli capire che era possibile.
“perché non esistono i lupi mannari!”
“sì, hai ragione… non esistono nemmeno i vampiri e le streghe…!”
Guardò Damon, Stefan, Caroline e Bonnie.
“ma io non posso essere un  licantropo!”
“ti capisco ma è solo la verità… e posso dimostrartelo!”
Non sapevo come avrei fatto a spiegargli come facevo a sapere determinate cose ma non potevo lasciarlo senza appoggio.
“come?”
“vieni con me!”
Mi alzai e gli presi la mano.
Damon mi fermò, parandomisi davanti.
“tu non vai proprio da nessuna parte!”
“vieni con me…”
Non se lo fece ripetere.
Uscimmo di casa io, Damon, Tyler e Caroline, aveva insistito per venire con noi ma aveva portato con sé due sacche.
“Caroline, quanto sangue bevi?”
“ho sete!”
Come se quella fosse una giustificazione sufficiente.
Quando arrivammo alle rovine della tenuta Lockwood iniziammo a cercare il diario Mason, suo zio.
Lui aveva già innescato la maledizione. Lui aveva appuntato tutto e io volevo che Tyler fosse pronto, alla prossima luna piena.
Trascorremmo due ore a cercarlo e quando finalmente lo trovammo Tyler volle tornare a casa per poterlo vedere da solo.
Lo accompagnammo e Caroline propose di rimanere con  lui.
Io e Damon non avevamo nulla in contrario, non ci interessava molto quello che sarebbe successo e Tyler sembrava troppo preoccupato per la sua situazione per potersi occupare di un eventuale attacco di fame dell’amica.
 
Pov Damon
 
Quando tornammo alla pensione c’era solo Stefan.
“Liza, adesso tu mi spieghi che diavolo ti è saltato in mente!”
Mio fratello non ci aveva nemmeno dato il tempo di entrare e aveva assalito Liza.
“a cosa ti riferisci?”
“al tuo legame con Katherine. Alla tua incoscienza, che diavolo ti è saltato in mente? Poteva ucciderti! Con Caroline, avrebbe potuto non riuscire a fermarsi… hai dato retta a Katherine anche per la battuta su Isobel, ferendo Elena e Alaric…”
“Stefan, smettila. Io e Katherine abbiamo iniziato a scambiarci sangue un secolo fa e poi non mi avrebbe mai uccisa, sono sua amica, nonostante tutto. Con Caroline, beh, nessuno avrebbe permesso che mi facesse del male e la battuta su Isobel… voglio mettere in chiaro una cosa: tu puoi stare con chi ti pare ma a me Elena non piace perciò non mi creerò alcun problema nel ferire i suoi sentimenti!”
“è la mia ragazza!”
“per favore… hai visto come lo guardava?”
Mi sembrò accusare il colpo.
Allora non era stata solo una mia impressione. Elena mi aveva davvero osservato.
Mi domandai il motivo di quello sguardo ma non sapevo come fare a trovare una risposta.
“va bene.. io vi lascio discutere… vado a letto!”
Mi voltai di spalle ma sentii un peso sulla mia schiena.
Liza mi era salita un po’ come un koala.
“io sono stanca è ho troppo sangue di vampiro in circolo. Mi scoppia la testa e le due ore alle rovine della tenut Lockwood non sono state le più divertenti della mia vita, perciò direi che ho bisogno di una doccia e di una bella dormita…!”
La osservai, girando appena la testa per poterla vedere.
“e perché sei sulle mie spalle?”
“perché io non ho alcuna voglia di salire tutte quelle scale… sono sfinita…!”
“io non ti porterò lì sopra…”
“e io non scenderò dalle tue spalle…”
“e io rimarrò qui a dormire…”
“e io me ne vado in camera mia dove non dovrò sentire due imbecilli litigare come due bambini dell’asilo”
Liza gli fece una linguaccia, mossa alquanto infantile ma che fece nascere un sorriso sulle labbra di mio fratello, cosa più unica che rara.
 
Pov Liza
 
Dormimmo davvero in salone, quella notte.
Damon era così testardo ma era divertente trascorrere il tempo con lui.
Dopo quella sera il tempo passò così velocemente che la minaccia di Katherine passò, quasi, in secondo piano.
Le giornate erano sempre uguali e ognuno aveva un proprio compito.
Stefan stava dietro Caroline per non permetterle di farsi o di fare del male.
Caroline stava dietro a Tyler per aiutarlo ad accettare la cosa, e soprattutto a dimentiocare il dolore della prima trasformazione.
Trasformazione che era stata dolorosa e alquanto terrificante, per entrambi.
Matt aveva lasciato la bella bionda, perché non voleva avere nulla a che fare con quel mondo.
Bonnie si era allontanata dalle sue amiche, troppo coinvolte con i vampiri, secondo lei.
Elena sembrava intenzionata a non lasciare in pace Damon e, tutto il tempo che Stefan trascorreva con  Caroline lei lo trascorreva con il maggiore dei fratelli Salvatore.
Io, dal canto mio, cercavo di passare più tempo possibile con Katherine e entrambe cercavamo un modo efficace per contrastare il suo passato che sarebbe presto diventato il nostro presente.
Una sera, tre settimane dopo quella scenetta tra me e la mia amica ultra centenaria, ci riunimmo di nuovo tutti alla pensione Salvatore.
Prima parlammo di cose più o meno futili, come poteva essere l’ennesimo ballo in maschera o il ccompito di storia del giorno successivo, Rick non voleva assolutamente aiutare i ragazzi.
Quando entrò Katherine io mi alzai per accoglierla.
“buonasera a tutti! Scusate non sono venuta per disturbarvi ma devo chiedere una cosa a Tyler… a casa tua devi cercare una pietra…”
La guardammo tutti un po’ stravolti, cioè io sapevo cosa voleva e perché ma nessuno poteva capirlo se esordiva in quel modo.
Si sedette4 con noi e descrisse ciò che Tyler avrebbe dovuto cercare. Inaspettatamente parlò anche del motivo e ci narrò la leggenda del sole e della luna.
Non sapeva quanto fosse lontana dalla verità, ma presto lo avrebbe scoperto e con lei tutti noi.
 
 
C’era qualcuno fuori dalla Pensione e aveva sentito ogni cosa.
Non sarebbe stato difficile contrastare quei pivellini, non sapevano come difendersi perché non sapevano contro cosa stavano combattendo.
 
Angolo autrice: mi scuso so che è solo un capitolo di passaggio ma presto si rimedierà.. so che è diventata una specie di storia infinita e chiedo scusa ma la mia mente malata continua a pensare e io non posso fare granché per impedirlo…
Ci tenevo a ringraziare MiaBlack che mi ha dedicaro una fanfiction, “Italia terra di incontri interessanti”.. grazie sei meravigliosa…
Poi volevo ringraziare eltanininfire che m i ha pubblicizzato nella sua storia e che ha aggiunto il nostro amato Neal… oh ma quanto sei stata dolce?? ^_^
Ah la sua storia è “le sorelle Salvatore”, spero non ti dispiaccia se ti ho fatto un po’ di pubblicità, vero??
Ok, detto questo ci tengo a ringraziare tutti.. siete meravigliosi… ^_^

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Capitolo 26
*** You don't know: I love you ***


Pov Liza
 
Trascorremmo quattro giorni tranquilli dopo le rivelazioni scioccanti di Katherine.
Tyler si stava dando da fare per trovare quella pietra e Caroline non lo mollava un attimo.
Stefan ed Elena, dal canto loro, non erano molto partecipi alla vita dei loro amici, troppo presi dai loro personali problemi.
Elena si era resa conto di non voler stare con un vampiro che non era in grado di controllarsi e la situazione era peggiorata quando si era venuti a sapere della scomparsa di tre ragazze.
Stefan aveva cercato di dirle in ogni modo di non centrarci niente con quelle scomparse ma non riusciva a convincerla.
Io cercavo di fregarmene di tutto e di tutti, tanto non avrei potuto fare niente comunque.
Damon mi ignorava, non volontariamente, naturalmente.
Lui stava solo cercando un modo per capire Katherine, o forse solo per vendicarsi un po’, e le ronzava intorno praticamente sempre, privandomi anche della mia amica.
In uno di quei pomeriggi davvero stressanti, per me, andai al Grill.
Avevo bisogno di sfogarmi un po’ e magari uscire e incontrare facce nuove mi avrebbe aiutato, per quante facce nuove si possano trovare in una città come Mystic Falls.
Mi sedetti e ordinai un the freddo.
Niente alcool.
Mi guardai attorno per un po’, ma non vidi nessuno.
Ero al Grill da almeno mezz’ora e avevo intenzione di tornarmene a casa, ma in quel momento entrò Tyler.
“Ehi, Tyler! Come va?”
“Non bene! Di quella pietra nemmeno l’ombra e poi oggi è successa una cosa strana!”
Sollevai le sopracciglia.
Cosa poteva essere di così fuori dal normale da poter essere definita strana da un lupo mannaro?
“Mio zio Mason  mi ha mandato un messaggio, ieri sera, dicendomi che poco dopo l’alba sarebbe arrivato a Mystic Falls!”
“E allora?”
Cosa c’era di strano? Magari voleva solo fare una visita. Dopotutto, per quello che sapevo io, non tornava in città da molto.
“mi sembra che l’alba sia passata da parecchio ma di mio zio nemmeno l’ombra!”
“Magari ha avuto un contrattempo, o magari ha incontrato qualcuno sulla strada… dai, tranquillo… se fosse successo qualcosa l’avresti saputo, no?”
“Sì, ma stasera c’è la luna piena e vorrei essere sicuro che fosse in un posto… ehm, diciamo adeguato?”
Sorrisi.
“Stai tranquillo… tuo zio sa quello che fa!”
“lo spero…”
 
Pov Stefan
 
Quando arrivai al Grill Liza era con Tyler.
“ehi, come va? La ricerca?”
“male… ancora nessuna novità e per oggi io ho finito.. anzi, scusate… si sta facendo tardi.. devo andare da Caroline e poi.. beh, lo sapete…”
Liza gli sorrise.
“sii prudente.. e resisti e non sarà sempre così terribile..!”
Avevo come la sensazione che quella ragazza si preoccupasse sempre troppo per chiunque e mai per se stessa.
Tyler se ne andò, senza dire nient’altro.
Mi sedetti accanto a lei.
“allora, come va con Elena?”
“punto morto…”
“mi dispiace… ma vedrai che la supererete…”
“Forse…!”
“lei ti ama e tu la ami… perché non dovreste superarla?”
“perché Damon nel frattempo si finge suo amico… gli offre una spalla su cui piangere e prima o poi lei lo guarderà con occhi diversi e io la perderò…”
“lotta per lei, ma non contro tuo fratello!”
Si era affrettata ad aggiungere quell’ultima parte.
Damon sarebbe sempre stato al centro del suo cuore?
Mi sembrava di rivedere mio fratello in lei!
Damon ossessionato da Katherine e Liza ossessionata da Damon.
Katherine, per quello che mi aveva detto, era ancora ossessionata da me e io, almeno per i primi tempi, ero stato ossessionato a Liza.
Un quadrato niente male.
Fortunatamente ne ero venuto fuori.
Io  e Liza l’avevamo risolta e adesso, per me, era solo un’amica di vecchia data, diciamo pure una nuova Lexi.
“cosa fai stasera?”
Scrollai le spalle.
“non saprei… ti va di vedere un film?”
“pizza e pop-corn?”
“aggiudicato!”
 
Per quella sera non avrebbero dovuto preoccuparsi anche di loro. Sarebbero stati impegnati. Era bello sapere che bastava sorvegliarli da lontano senza dover intervenire. Gli ordini, tra l’altro, per loro erano specifici: tenerli lontani ma non far del male a nessuno dei due. Risolto quel problema non gli restava che concludere la seconda parte del piano. Anche quella doveva scorrere senza intoppi. Aveva le informazioni che gli servivano e quel lupacchiotto era già uscito di casa.
 
Pov Elena
 
Ero in cucina.
Jeremy era in camera sua, a studiare, così aveva detto, anche se non ci credevo molto.
Zia Jenna era uscita con non Rick, quei due si piacevano, forse.
Mi sembrava strano che il marito della mia madre biologica uscisse con mia zia, nonché mia tutrice legale, ma la vita a volte è strana.
Stavo finendo di condire il mio sandwich quando sentii la porta d’ingresso chiudersi.
Forse Jeremy era uscito senza dire niente.
Quel ragazzo mi avrebbe fatto diventare pazza.
Decisi di andare a controllare in camera sua.
Ero sulle scale quando sentii una mano coprirmi la bocca.
“Shh, non gridare e io non ti farò niente… perdona l’intrusione…!”
Cercai di dibattermi ma, chiunque fosse colui che mi teneva, non aveva alcuna intenzione di allentare la presa.
Tornò a poggiare le sue labbra sul mio orecchio e bisbigliò.
“adesso ti lascio ma non devi urlare, altrimenti il tuo fratellino si farà male!”
Annuii appena, non sapevo che altro fare.
Mi lasciò e io mi girai per guardarlo.
Era un uomo elegante e sembrava abbastanza intelligente, non sembrava affatto un aggressore, almeno non se avessi dovuto bassarmi sull’apparenza.
“chi sei?”
“Perdona la mia maleducazione. Io sono Elijah… tu non mi conosci ma io conosco te, Elena!”
La sua voce mi mise i brividi.
Il suo tono gentile era completamente discorde con il suo saluto di poco prima.
“ti prego, bevi questo!”
Mi porse una bottiglia, alquanto particolare.
Aprii la bocca per ribattere qualcosa, ma non uscì alcun suono.
“ti prego, Elena.. non rendere tutto più difficile?”
Rendere tutto più difficile?
Ma lui chi diavolo era?
Che voleva da me?
Come aveva fatto ad entrare?
E perché avrei dovuto bere quella cosa? Che poteva essere di tutto, tra l’altro.
Un veleno o chissà che altro. Una pozione??
Esistevano? Avrei dovuto chiederlo a Bonnie.
Scossi la testa per scacciare quei pensieri alquanto ridicoli, visti il momento.
“perché dovrei farlo?”
“perché se non lo farai io ucciderò il tuo adorato fratellino, che in questo momento è in camera sua che studia la seconda guerra mondiale… davvero una guerra stupida, a mio parere… Hitler era davvero un fanatico e tutti quelli che lo seguivano degli idioti!”
Come era finito a parlare della seconda guerra mondiale? E poi perché mi sembrava parlasse più per esperienza che per cultura?
“Chi sei?”
“Mi pareva di aver già risposto a questa domanda!”
“Cosa sei?”
Rise. In un modo che mi fece sentire inadeguata. Trasudava eleganza anche mentre rideva.
“Sono un Antico.. adesso, bevi! Stiamo perdendo fin troppo tempo!”
“io non berrò!”
Poggiò la bottiglia per terra, con una calma che, mi atterrì.
Mi superò e si avvicinò alla porta di mio fratello.
Bussò.
Presi la bottiglia.
“Ok, la bevo!”
Troppo tardi. Mio fratello era uscito.
“Elena che succede? Chi è questo?”
“nessuno, non preoccuparti! Torna in camera…!”
Cercavo di sembrare tranquilla, ma mio fratello non era più un bambino e sapeva riconoscere le situazioni.
“Elena, cosa c’è in quella bottiglia?”
“io… non lo so!”
“Elena bevi?”
Portai la bottiglia fino alle labbra e bevvi, tutto d’un fiato, per non rischiare di cambiare idea.
Poi accadde tutto troppo velocemente.
Jeremy cercò di venire verso di me, per impedirmi di bere, e quell’uomo lo fermò e lo uccise, rompendogli l’osso del collo.
Gridai e mi catapultai su mio fratello.
Guardai subito la sua mano e tirai un sospiro di sollievo, portava l’anello di John.
“perché? Io ho bevuto!”
“sì, ma lui si sarebbe messo in mezzo… e poi l’hai voluto tu! Non sarebbe successo se avessi bevuto subito! Adesso andiamo!”
Mi prese per un braccio e nessuna delle mie proteste ebbe effetto su di lui.
 
Entrare in casa Lockwood non fu un problema per lui. Carol l’aveva invitato senza troppi problemi. Come facevano quegli umani a credere ancora alla banale scusa della ruota bucata e del telefono scarico? Pensava che sarebbe stata più dura, invece lo portò direttamente nello studio. Proprio dove voleva che lo conducesse. Lo  lasciò solo e lui poté prendere quella pietra da quel nascondiglio che gli aveva loro indicato Mason Lockwood. Finalmente si sarebbe riscattato. Finalmente dopo cinquecento anni passati fuggendo, per colpa di Katerina, avrebbe riavuto la sua libertà.
 
Pov Damon
 
Ero stato tutto il pomeriggio con Katherine, e l’unica cosa che avevo ottenuto era stato il suo sarcasmo. Decisi di andare da Elena, così solo per indispettirla un po’ e, forse, anche perché non avevo voglia di stare molto con Liza.
La evitavo il più possibile, forse per non farla soffrire o forse perché non sapevo come comportarmi.
Quando arrivai a casa di Elena entrai, senza aspettare niente e avevo tutta l’intenzione di andare direttamente in camera sua.
Purtroppo il cadavere di Jeremy mi bloccò la strada.
Mi avvicinai e in quel momento si riprese.
“dov’è Elena?”
“che ti è successo?”
Mi raccontò quello che era successo ma io non riuscivo a capire chi potesse essere quell’uomo o che cosa potesse volere da Elena.
Chiamai mio fratello.
“Pronto? Damon cosa vuoi?”
“Scusami, per caso ti ho disturbato?”
“in effetti sì! Stavo guardando un film!”
“Beh, scusami ma pensavo volessi sapere che Elena è stata rapita e Jeremy ucciso da un elegante uomo del mistero…”
“dove sei?”
“a casa di Elena!”
“arrivo…”
Fu lì in dieci minuti con Liza al seguito.
“cos’è successo? Jeremy come sta?”
“Sto bene… ma Elena non è in casa…!”
“L’ha presa lui… e in città!”
Ci voltammo verso la porta e vedemmo Katherine.
“e tu come lo sai?”
“intuito femminile!”
“Perché avrebbe dovuto prendere Elena se è te quella che cerca?”
Stefan fece la domanda che avrei voluto fare anche io.
Ci raccontò quella parte che ci aveva taciuto e che noi avremmo voluto sapere.
“quindi lei è una specie di sosia?”
“Non te ne eri accorto?”
“Pensavo fosse dovuto al fatto che siete parenti…”
“quello centra ma solo per via di un incantesimo fatto dalla strega che creò i vampiri, gli Antichi!”
“E adesso che si fa?”
“andiamo a cercarla!”
Mi sembrava la più ovvia delle possibilità.
“Non mi sembra il caso di rischiare la vita di tutti!”
Aveva parlato Liza.
“cosa? E la lasceresti morire?”
“non mi pare che possiamo fare molto contro un Antico con il suo seguito di streghe…”
“Io non me ne starò qui con le mani in mano aspettando che qualcuno ci riporti il suo cadavere!”
Stavo alzando il tono di voce con Liza, non l’aveva mai fatto.
“Per me puoi anche andare a cercarla e morire… non mi importa.. se sei così stupido da voler morire… beh, vai! Quella è la porta non mi pare che qualcuno ti stia fermando!”
Stefan mi prese per un braccio.
Lo strattonai, pensai che volesse fermarmi ma poi parlò.
“Andiamo insieme!”
Uscimmo insieme dalla porta d’ingresso con l’intenzione di salvare quella ragazza che ci aveva rubato il cuore, ad entrambi. Almeno a me stesso potevo ammetterlo.
Nelle ultime settimane, poi, quello che sentivo era cresciuto, un po’ come un piccolo incendio che si alimenta.
 
Pov Stefan
 
Setacciammo tutta la città e il bosco.
Ad un certo punto una ragazza ci sbarrò la strada.
“Ehi, cosa ci fanno due ragazzi soli soletti in un bosco?”
“Potremmo farti la stessa domanda!”
“Ma l’ho fatta prima io…”
“noi cerchiamo un’amica”
“mi spiace ma non la troverete, almeno non come l’avete lasciata…”
Damon le fu addosso in un attimo.
“Dov’è? Cosa le hai fatto?”
“io? Niente! Klaus.. beh, lui qualcosina…!”
“Portami da lui!”
La ragazza si alzò e iniziò a camminare.
“se ci tieni proprio a morire…!”
Si strinse nelle spalle e fece strada.
Quando arrivammo Elena era il pasto di quel vampiro.
Tentai di avvicinarmi ma senza successo.
Un dolore mi colpì e colpì anche Damon.
Non potevamo muoverci e non potevamo aiutarla.
 
Pov Rose
 
Non potevo crederci. Trevor era a terra, senza cuore. Era morto.
Dopo cinquecento anni in cui era stato la mia unica famiglia era morto.
Ero sola.
Non sapevo che fare.
Piansi. Non potevo reagire, o avrebbero ucciso anche me, lo sapevo.
Scappai.
Non mi avrebbero più cercata.
Ero libera ma ero anche sola.
Maledettamente sola!
 
Pov Damon
 
Io doveva aiutarla.
Volevo salvarla.
Ma non potevo muovermi.
Dannati stregoni.
La vidi morire. Così. Senza poter far nulla.
Urlai tutto il mio dolore.
Per quel dannato incantesimo e per Elena.
Era morta e io non ero riuscito a fare niente.
Era morta e non sapeva nemmeno che io l’amavo.

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Capitolo 27
*** Sacrifice ***


Pov Stefan
 
Era morta, davvero! Non riuscivo a crederci.
Nel momento in cui avevo visto il suo corpo accasciarsi a terra era come se il tempo si fosse fermato.
Avrei voluto urlare, e dentro di me lo stavo facendo, ma fuori non mostravo nulla, quasi come se non mi interessasse.
Non riuscivo a fare nient’altro se non fissare colui che l’aveva uccisa.
Non sapevo nulla di lui, se non il nome: Klaus.
Il suo volto non mi diceva nulla e nella mia testa era già associato alla morte, la sua morte.
Non sentivo più nemmeno il dolore indotto dai suoi stregoni.
Forse, mi resi conto, perché non ci stavano più torturando.
Damon aveva iniziato ad urlare contro quel mostro e aveva anche provato ad attaccarlo, ma era stato fermato da una ragazza.
Non mi preoccupai per lui, non sarebbe morto, o almeno lo speravo.
In quel momento non credevo di essere in me.
Non riuscivo a capire nulla.
Nella mia mente si rincorreva una sola frase: “lei è morta! Lei è morta!” all’infinito, senza darmi tregua.
Quasi non mi accorsi che quel mostro si stava avvicinando a me.
Quasi non lo notai.
“ciao Stefan! Ne è passato di tempo!”
Lo guardai e lo vidi per la prima volta.
Non credevo che uno sguardo potesse trasmettere tanta strafottenza e tanta cattiveria tutte insieme.
 
Pov Damon
 
Quando vidi quel Klaus avvicinarsi a mio fratello sentii anche il dolore scemare.
“ciao Stefan! Ne è passato di tempo!”
Stefan lo conosceva?
Perché non l’aveva detto prima?
Perché non aveva tentato di fermarlo?
Perché non faceva niente?
“tu lo conosci?”
Stefan mi guardò con lo sguardo più freddo e distante che gli avessi mai visto.
“Chi sei?”
Guardava me ma era chiaro che ce l’avesse con lui.
“Non ti ricordi di me, Rippah?”
Rabbrividì sentendosi chiamare in quel modo.
“Non so chi sei ma io non sono più ciò che ero un tempo!”
“Il che è un vero peccato!”
Quel mostro, il suo assassino, si limitò a stringersi nelle spalle.
“Stefan che diavolo succede?”
“penso che lascerò voi due da soli… avete bisogno di parlare…!”
Klaus si allontanò da noi per avvicinarsi ai suoi scagnozzi.
Dava ordini, anche se non li capii e non cercai di farlo.
Volevo solo sapere cosa sapesse mio fratello e cosa non mi diceva.
“chi diavolo è?”
“io non lo conosco ma, a quanto pare, lui conosce me!”
“Bene, l’assassino di Elena è un tuo vecchio amico!”
Mi voltai istintivamente verso il corpo della ragazza che mi aveva stregato e rimasi di sasso nel constatare che non c’era più il suo corpo.
Mancava solo quello.
Mancava solo lei.
C’erano ancora il vampiro, un ragazzo dai capelli scuri, e il licantropo, una ragazza bionda.
“dov’è lei?”
 
Pov Stefan
 
Solo quando Damon lo chiese notai che il suo cadavere non era più lì.
In realtà non c’era più nessuno.
Eravamo solo io, lui e Klaus, se non si contavano i due cadaveri sul pavimento.
“Tu chi sei?”
Mi ero avvicinato a Klaus, o forse lui si era avvicinato a me.
“Oh, Stefan… mi dispiace che tu non ti ricordi di me… ne abbiamo passate così tante insieme… eravamo come fratelli, noi!”
Damon mi guardò stralunato.
Non capiva a cosa si stesse riferendo e io non sapevo cosa dirgli, perché non lo sapevo nemmeno io.
“Damon, potresti lasciarci da soli?”
“Lei dov’è?”
“lei chi?”
“Elena”
Si guardò alle spalle.
“Oh, la piccola Petrova… non lo so! Magari mio fratello voleva concederle una degna sepoltura, lui e il suo codice d’onore, sapete a volte non lo capisco…!”
“dov’è?”
Damon aveva alzato il tono di voce ma aveva ottenuto solo che la mano di Klaus si stringesse sul suo collo.
“se non vuoi morire ti conviene sparire.. adesso!”
Aveva parlato piano, ma era stato molto più minaccioso che se avesse urlato.
 
Pov Damon
 
Me ne andai.
Non sapevo dove andare.
Avrei voluto cercare suo fratello, o chiunque avesse preso il corpo di Elena.
Avrei voluto tornare a casa, da Liza, lei avrebbe saputo come consolarmi.
Avrei voluto smettere di respirare, mi sentivo soffocare.
Andai al Grill, avrei solo bevuto un po’.
Trovai Rick e mi sedetti accanto a lui.
Non volevo dirgli niente di Elena ma seppi che lui già sapeva nel momento in cui mi guardò.
Prese un’intera bottiglia di bourbon e due bicchieri.
“la vita è una merda, lo sai vero?”
“se è per questo anche la morte!”
 
Pov Stefan
 
Adesso eravamo davvero soli.
Io e Klaus.
Anche mio fratello se ne era andato, forse da Liza o magari da Rick, il suo unico amico, perché era quello che era: un amico.
Anche se mio fratello avesse negato in eterno io sapevo che erano amici.
“Stefan, eri molto più divertente quando squartavi le persone!”
“sì, me lo dicono in molti!”
Sperai che cogliesse il sarcasmo nella mia risposta.
“vorrei proporti una cosa!”
Sollevai un sopracciglio.
Cosa avrebbe potuto propormi l’assassino della mia ragazza? E cosa gli faceva pensare che io avrei anche solo ascoltato la sua proposta?
“che ne dici se noi due andiamo a Chicago per un po’? dovresti solo aiutarmi a trovare dei licantropi… ma ti spiegherò tutto poi…!”
“e perché dovrei vnire con te?”
“in memoria dei vecchi tempi!”
“tempi che io non ricordo, dato che non so nemmeno chi sei!”
“oh, ma questo non ìè un problema. Tu non sai chi sono perché io ho voluto che tu non lo sapessi…”
“che diavolo vorrebbe dire?”
“che io ti ho soggiogato!”
Lo guardai stranito. Come avrebbe fatto a soggiogarmi?
Non era possibile.
Non poteva soggiogare un vampiro.
“io sono un Antico, certo che posso. Anzi io non sono solo un Antico, sono molto di più. Io sono L’Ibrido… sono sia vampiro che licantropo. Io sono invincibile e creerò un esercito che mi sarà fedele…”
Quel Klaus era pazzo. Era completamente fuori di testa.
“continuo a non capire perché dovrei venire a Chicago con te”
“per due motivi: primo lì c’è una persona che ti aspetta. Secondo: non vorrei che Liza si facesse del male!”
Lui sapeva di Liza.
Lui mi conosceva davvero.
“ne sei ancora innamorato o ti è passata? A proposito facndovi spiare non sono riuscito a capire come ha fatto a sopravvivere per tutto questo tempo rimanendo umana?”
“non la amo… anzi, non credo di averla mai amata davvero… e non lo so come ha fatto…! Un incantesimo, suppongo!”
“beh, quando ci siamo conosciuti eri assolutamente certo di averla amata…”
“io non mi ricordo di averti conosciuto!”
“te lo ricorderai se verrai con me a Chicago!”
“e se non volessi venire?”
“io non credo che tu possa rifiutare”
E qualcosa nel suo tono mi fece capire che forse era vero: non potevo rifiutare.
 
Pov Caroline
 
Quando sentii dei lamenti umani provenire da quella “prigione” mi affrettai ad aprire la porta e mi precipitai da Tyler.
Lo coprii con la coperta che avevo portato con me e presi la sua testa sulle mie gambe.
“Caroline, grazie!”
La sua voce era appena un sussurro e io mi sentivo impotente.
“shh, non devi dirlo… io lo faccio con il cuore… anzi, vorrei poter fare qualcosa di più!”
Mi guardò negli occhi e mi immersi nel marrone dei suoi.
“tu fai già troppo… rischi la tua vita per me… io, per te, sono pericoloso… potrei farti del male…!”
“l’unico modo in cui potresti davvero farmi del male sarebbe facendoti vedere in giro con qualcuno come Sarah, ad esempio…!”
Mi resi conto di quello che avevo detto solo dopo averlo fatto.
Se fossi stata ancora viva sarei arrossita, di ceerto!
“abbiamo una ragazza gelosa, qui”
“io non sono gelosa, e non di te, poi!”
“Oh, sì! Certo!”
Si mise seduto e vidi la fatica che fece. Lo aiutai.
“non sforzarti… stai bene?”
La preoccupazione nella mia voce era palese.
“Caroline, io sono felice che tu sia gelosa… perché beh, vedi… io ecco!”
Sorrisi del suo imbarazzo. Non era mai stato un asso con le parole.
Mi aspettavo di tutto ma non quello che fece.
Si fiondò sulle mie labbra e le divorò.
Era il bacio più bello, dolce, passionale e sentito che avessi mai ricevuto.
Se il mio cuore fosse stato vivo avrebbe ballato la samba.
 
Pov Liza
 
Ero preoccupata.
Erano le undici e Stefan non era ancora rientrato.
Rick mi aveva mandato un messaggio dicendomi quello che era successo ad Elena e che Damon sarebbe rimasto con lui.
Ma di Stefan non c’era traccia.
L’ultima cosa che sapevamo era che era rimasto solo nel bosco con Klaus.
Ebbi paura.
Chissà cosa gli sarebbe successo.
Tremai al solo pensiero.
Certo sapere che Damon era al sicuro mi rendeva molto più tranquilla ma non sapere dove si trovasse Stefan mi agitava.
Non potevo stare ancora per molto chiusa in casa, perciò decisi di andare da Jeremy, magari aveva bisogno di qualcosa.
Quando arrivai a casa sua trovai un’altra sorpresa ad aspettarmi.
“Anna? Tu che ci fai qui?”
Jeremy venne alla porta  e mi fece accomodare in salone.
“Liza, perché sei venuta?”
“volevo solo sapere come stessi… io volevo vedere se avevi bisogno di aiuto… di qualcosa.. ma Anna… tu perché non sei morta?”
“Liza, so che dopo quello che ti ha fatto mia madre vorresti che lo fossi…!”
Scossi la testa.
“non intendevo quello, anzi mi dispiace per Pearl.. vi eravate ritrovate dopo un secolo… mi chiedevo solo come avessi fatto a sfuggire allo sceriffo quella sera…!”
“io ero qui… ero venuta per avvertire Jeremy di non uscire di casa, lo avrebbero ucciso… ero ancora qui quando quel coso ha funzionato!”
Le sorrisi.
“sono felice che tu sia viva... Jeremy, hai notizie?”
“che notizie dovrei avere? Nn sanno nemmeno dov’è il sio corpo… non potrò nemmeno seppellire il suo cadavere!”
Era distrutto e io mi sentivo impotente. Avrei davvero voluto fare qualcosa per lui.
 
Pov Stefan
 
Alla fine l’avevo seguito.
Non volevo che Liza soffrisse per colpa mia, ci pensava già mio fratello a farla soffrire abbastanza.
E poi Chicago mi era sempre piaciuta, come città.
 
Pov Damon
 
Stare con Rick mi aiutava.
O meglio mi aiutavano le mille bottiglie di bourbon che mi aveva fatto bere.
Quando mi resi conto che, forse, era tardi e che avrei dovuto tornare alla pensione erano già le tre del pomeriggio.
Ma io non avevo né la voglia né la forza di alzarmi.
in realtà non avevo nemmeno la forza di pensare a mio fratello e a ciò che poteva essergli successo, dopo che l’avevo lasciato con quell’assassino.
 
Pov Liza
 
Avevo pranzato con Jeremy e Anna.
Erano le tre quando decisi che sarei tornata alla pensione.
Stavo per uscire ma qualcuno bussò alla porta e io rimasi ferma.
“Jeremy? Che faccio? apro?”
La sua voce mi giunse dalla cucina: “Sì… grazie!”
Quello che vidi, quando aprii non mi piacque per niente.
C’era un uomo molto elegante e reggeva una ragazza in braccio.
Ragazza che non sembrava cosciente né messa bene ma si vedeva che respirava.
La cosa scioccante era l’identità della rgazza.
Quell’uomo aveva riportato Elena, viva.
Incosciente e debole ma viva.
Lo feci entrare. Quando Jeremy lo vide, ancora sulla soglia, fece per scagliarglisi contro ma fu fermato da Anna, anche se io credevo che si sarebbe fermato comunque, aveva visto Elena.
Scoprii che quell’uomo era Elijah, uno degli Antichi.
Scoprii che aveva fatto bere ad Elena una pozione che aveva fatto preparare per Katerina, così si ostinava a chiamarla, e che quella pozione l’avrebbe tenuta in vita.
A quanto pareva, però, la pozione agiva lentamente, ridandole la vita gradatamente.
Non sapevo cosa pensare.
Perché l’aveva fatto?
Perché si era messo contro il fratello?
Perché l’aveva riportata a casa?
Glielo chiesi e lui disse solo che non era giusto che qualcuno pagasse solo perché Niklaus era vittima di una maledizione.
“Niklaus? Il sacrificio non serviva a spezzare la maledizione del sole e della luna?”
Rise.
“quella leggenda è falsa… l’abbiamo inventata io e mio fratello per nascondere il vero motivo…!”
“che sarebbe?”
“non ha importanza!”
Io, invece, credevo che ne aveva ma se Elijah aveva deciso così, c’era ben poco che io potessi fare per cercare di estrapolargli qualche informazione.
Quando se ne andò chiamai Damon.
Lui doveva sapere.
Io avevo capito quanto lui tenesse a lei e avevo deciso, la sera prima, di farmi da parte.
Lui non mi aveva mai amato, e io aveva aspettato un secolo e mezzo. Pensavo che non mi volesse perché c’era Katherine ma Elena mi aveva fatto capire che lui non voleva me e in questo la mia amica vampira centrava molto poco.
 
Pov Damon
 
Mi precipitai da lei.
Era viva e io mi sentivo rinato.
Sentivo di poter respirare di nuovo.
Sentivo di poter sorridere, di nuovo.
Quando arrivai andai subito da lei.
Dormiva ed era pallida, ma almeno era viva.
Rimasi ad osservarla per un minuto, o forse un’ora.
Quando, finalmente, mi decisi a sollevare lo sgurdo vidi Liza lì, vicino a me…
Corsi ad abbracciarla e tra le sue braccia mi trovai al mio posto.
Liza era il mio porto sicuro, il mio punto di riferimento.
Liza era la mia ancora e la mia salvezza.
Liza era la mia forza  e la mia ragione.
Liza era il mio cuore.
“grazie… e scusami!”
Mi accarezzò una guancia.
“ti lascio con lei!”
Quell’unica frase mi fece capire quanto l’avevo sempre ferita.
Io, però, sapevo che lei era forte e sapevo che quello che provava per me non era davvero amore.
Lei credeva di amarmi perché eravamo simili.
Entrambi soli.
Entrambi provati dalla vita.
Lei aveva viso in me se stessa.
Avrebbe superato tutto e il nostro rapporto sarebbe stato più forte di quanto non fosse mai accaduto.
 
Angolo autrice: innanzitutto grazie… davvero… grazie di essere arrivati fin qui… ^_^
Poi volevo chiedervi scusa… e poi capirete il perché.
Ho una notizia da darvi…
Sono stata selezionata per andare a Londra…!!! *saltella dalla gioia!!*
Oddio sono al settimo cielo.. studiare allora serve a qualcosa… la mia media mi ha permesso di andare a Londra gratuitamente… detto questo, e spero che tutti stiate gioendo per me *lo so che non lo state facendo.. ù.ù* devo darvi una brutta notizia…
Starò a Londra per tre settimane e in  questo periodo non credo di poter aggiornare… adesso si spiegano le mie scuse…
Tra l’altro la storia  è in un punto particolare… chiedo davvero scusa…
Detto questo… ce la farete ad aspettarmi fino al 5 settembre?? Spero di sì…. Non sopporterei di perdervi… *piange disperata*
Ok non vi assillo più… volevo solo dirvi che la storia non finisce così e che l’amore ha mille facce e che tra Damon e Liza sta per accadere qualcosa così come tra Niklaus e Stefan e tra Stefan e Rebekkah e tra Katherine e… ok ok basta non spoilerizzo più… però sappiate che vedrete delle coppie assolutamente inimmaginabili!!!
Vi lascio…
Ancora mill grazie a tutti e delle scuse infinite…
 

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Capitolo 28
*** Wake me up... ***


Pov Liza
 
Damon trascorse tre interi giorni con Elena.
Elena che non voleva saperne di aprire gli occhi.
Elena che riprendeva colore ma non i sensi.
Elena che stava facendo venire la tachicardia a tutti.
In più, a preoccuparmi, c’erano le continue visite di Elijah, che non sembrava voler perdere il risveglio della cara doppelganger. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che non avevamo notizie di Stefan sa quella dannata notte io mi sentivo in gabbia e sarei esplosa molto presto.
Ero tornata alla pensione, solo per riposarmi un po’, quando i mio telefono squillò. Corsi a prenderlo, nella speranza che si trattasse di Stefan, speranza vana, naturalmente.
“Liza, come sta Elena?”
“ehi, Caroline… io non lo so… me ne sono andata una mezz’oretta fa ed era come è sempre stata in questi giorni: priva di coscienza!”
“sei andata via?”
“c’è Damon con lei e anche Jeremy… Anna non lascia mai il suo amato e Bonnie sta cercando di trovare un incantesimo per aiutarla.. Elijah viene a controllare ogni tre ore… eravamo già troppi in quella casa!”
“Capisco!”
E dal tono della sua voce temetti che avesse davvero capito i motivo per cui me ne ero andata: non ce la facevo a vedere Damon distrutto dal dolore.
Non ce la facevo proprio a vedere il suo amore per Elena così brutalmente sbattuto davanti ai miei occhi, in barba al mio, di amore.
“già… tu capisci! Buonanotte Caroline!”
“ma sono solo le cinque del pomeriggio!”
“E io non dormo da almeno venti ore…!”
Sentii un risolino dall’altra parte del telefono e poi, finalmente, Caroline decise che potevo andare a riposarmi.
 
Pov Damon
 
La stavo fissando, come avevo fatto praticamente per tre giorni.
Avevo distolto gli occhi da lei solo per le prime visite di Elijah, ma dopo anche quelle erano entrate a far parte della nostra routine.
Mi sembrava strano aver ottenuto una routine con lei solo perché ei era incosciente, ma era pur sempre un punto di partenza.
In quei giorni non mi ero concesso di pensare.
Quelle poche volte che lo avevo fatto i miei pensieri erano stati tutti per mio fratello, e non potevo permetterlo, altrimenti avrei lasciato Elena sola su quel letto e sarei andato a cercarlo.
In un certo senso, poi, l’assenza di mio fratello mi faceva sperare che tra me e Elena ci sarebbe stata una piccola possibilità in più e poi, dopotutto, “in amore e in guerra tutto è lecito!”.
Stavo fantasticando su un improbabile, o forse ormai probabile, futuro tra me ed Elena, quando lei si mosse.
 
Pov Elena.
 
Sentivo uno strano dolore che mi infiammava tutto il corpo, o forse non lo stava infiammando.
Non riuscivo a capirne la natura e per quanto mi sforzassi di aprire gli occhi quelli non ne volevano sapere e rimanevano chiusi.
Mossi una mano, però, e poi anche l’altra e piano piano iniziai a stiracchiare ogni arto del mio corpo.
Ad un certo punto toccai qualcosa.
All’inizio pensai fosse una roccia.
Ne seguii il contorno con le mani e solo dopo averlo saggiato per bene mi resi conto di cosa fosse: un petto.
Riprovai nella mia impresa e cercai di aprire gli occhi.
Non fu facile ma dopo un paio di tentativi, finalmente, riuscii nel mio intento.
Quando mi resi conto di essere praticamente accoccolata a Damon mi accorsi anche che la cosa non mi infastidiva, anzi.
Era come se non avessi voluto essere da nessun’altra parte.
“Finalmente ti sei svegliata!”
“Ciao…”
La voce uscii bassa e roca, come se non la usassi da troppo tempo.
Aspettai un secondo prima di chiedere: “cos’è successo?” nella speranza che migliorasse, ma avrei dovuto sapere che la fortuna non era quasi mai dalla mia parte.
Ma Damon non poté spiegarmi nulla perché in quel momento entrò nella stanza mio fratello. Fratello che non ebbe l’accortezza di essere delicato e mi saltò addosso.
“Ehi ehi!”
Lo abbracciai e mi accorsi, solo in quel momento che stava piangendo.
“shh, non piangere”
“non ti permettere mai più a farmi uno scherzo del genere… tu non devi permetterti più!”
Era scosso dai singhiozzi e mi stringeva così forte che temevo potesse stritolarmi, uccidendomi, ma io proprio non riuscivo a capire il moticvo di quella sua reazione.
Damon si riavvicinò al letto e accarezzò la schiena di Jeremy.
“ehi, penso che tua sorella non ricordi nulla di quella sera…”
Solo allora Jeremy mi guardò e si rese conto dello sguardo interrogativo e preoccupato che gli stavo riservando.
I due presenti si lanciarono in una dettagliata spiegazione e io ero basita.
Davvero non poteva essere possibile tutto quello che stavano dicendo.
Io ero morta.
Io ero morta davvero.
 
Pov Stefan
 
Seguire Klaus a Chicago non era stata un ottima idea.
Avevo ricominciato a bere sangue umano ad un ritmo che sapevo non sarei riuscito a controllare.
Io non sapevo tenere la mia sete sotto controllo e di quel passo avrei perso tutto il lavoro fatto con Lexi.
In quei tre o quattro giorni trascorsi con lui erano cambiate un sacco di cose.
Appena arrivati a Chicago lui mi aveva portato in una specie di magazzino pieno di bare, o meglio con quattro bare. All’inizio non avevo capito perché mi aveva portato lì. poi lui ne aveva aperta una e, dopo una decina di minuti, da quella era uscita una bellissima ragazza.
Dapprima sembrava che volesse uccidere Klaus ma quando mi aveva visto un sorriso sincero era apparso sul suo volto.
“Stefan!”
Io guardai confuso quella ragazza e Klaus.
Avevo mille domande che mi frullavano in testa: come faceva a conoscermi? Perché era in una bara? Cosa aveva fatto Klaus per riportarla in vita? Come mai mi rivolgeva quello sguardo?
“Stefan, lei è Rebekah, mia sorella!”
“non si ricorda di me?”
“Gli avevo cancellato la memoria, anni e anni fa!”
“beh, restituiscigliela, adesso!”
Il tono imperioso di quella bionda fece sorridere klaus.
“mi sei mancata, sorellina!”
“oh, io non direi, altrimenti non mi avresti lasciato in una bara per tutto questo tempo!”
“era necessario!”
Il sorriso che poco prima aveva riempito la voce dell’ibrido adesso era scomparso.
Ebbi un brivido quando realizzai che i suoi cambiamenti d’umore erano repentini tanto quanto mi erano apparsi all’inizio.
“io non credo! Ma adesso ridagli ciò che aveva!”
Klaus non sembrò felice di farlo ma mi si avvicinò: “ è il momento che tu ricordi tutto ciò che io ho voluto che tu dimenticassi!”
Fu un secondo. Sbattei le palpebre e mille ricordi: di me e Klaus, di me e Rebekah, delle nostre serate, mi assalirono.
“Rebekah!”
E la consapevolezza nella ia voce fece loro capire che io adesso sapevo.
Che io adesso ricordavo.
Quello che però non sapevano ancora, quel primo giorno, era che mi avevano appena restituito i ricordi ma i miei sentimenti, ormai, erano diversi.
Ridandomi il ricordo di Rebekah, Klaus non mi aveva ridato l’amore che avevo provato per lei.
Non mi aveva ridato un vecchio sentimento, ma solo una parte del mio passato, che non  mi sarebbe dispiaciuto perdere per sempre.
Quel periodo, per me, non era stato felice ma lo era stato per il Rippah!
 
Pov Liza
 
Quando mi svegliai decisi di concedermi una doccia.
Fu rilassante.
Finita la mia doccia decisi di accendere il cellulare.
Trovai un sacco di chiamate di Damon e mi preoccupai, poi lessi il messaggio che mi aveva mandato per avvertirmi che Elena era viva e vidi la mia ultima speranza disintegrarsi, completamente.
In quei giorni avevo visto come l’amore di Damon fosse incondizionato e questo mi aveva ferita, oltre ogni immaginazione.
Mi vestii e andai a casa di Elena.
Bussai. Mi aprì Elijah.
“Liza, è un piacere vederti!”
“anche per me… lei come sta?”
“debole ma vigile!”
Il sollievo nella sua voce mi fece sorridere.
Sapevo quello che aveva provato per Katherine e vederlo così felice per aver salvato Elena mi faceva pensare che avrebbe voluto poter fare la stessa cosa con la donna della quale si era innamorato.
“Katherine non sempre è una brava persona!”
Il sorriso scomparve dai suoi occhi.
“tu cosa sai?”
“molto più di quello che dovrei, suppongo! Ma se c’è una cosa che ti posso assicurare è che sa essere un’amica migliore di quanto si possa pensare, pur con il suo egoismo!”
“non credo di voler affrontare questa conversazione con te!”
Fece per uscire ma lo trattenni.
“grazie!”
“di cosa?”
“di aver salvato Elena e di non averlo fatto con Katherine!”
Piegò leggermente il capo, come a voler chiedere spiegazioni in un modo tutto elegante e tutto suo.
“se avessi salvato Katherine secoli orsono io non l’avrei mai conosciuta e se non avessi salvato Elena Damon sarebbe morto con lei, e io non posso sopportare di perderlo, in quel senso. L’ho già perso in tutti gli altri sensi possibili!”
Annuì, consapevole.
Decisi di salire da Elena, dopo essermi congedata dal migliore Antico avessi mai conosciuto, il fatto che fosse l’unico era solo un miserabile dettaglio.
Bussai alla porta.
“avanti!”
In camera di Elena si stava svolgendo un pigiama party.
“scusate non volevo disturbare!”
Carolien mi fu accanto in un attimo.
“oddio non dire sciocchezze. Non disturbi e poi mancavi solo tu!”
E Stefan, avrei voluto aggiungere, ma mi astenni.
“come stai?”
“confusa e frastornata…”
“felice di condividere emozioni umane con te!”
Mi sorrise, forse uno dei pochi sorrisi sinceri che mi avesse mai rivolto.
Io, Bonnie, Caroline ed Elena trascorremmo una buona mezz’ora ridendo e instaurando un rapporto che fino a quel momento non c’era stato.
Rapporto che però crollò non appena Damon entrò nella stanza seguito da Jeremy e Anna.
Io non ero ancora pronta a vederlo così con lei.
Mi aveva sorriso quando era entrato nella stanza ma poi non aveva perso tempo e si era seduto accanto a lei.
L’aveva stretta al petto, non tanto con possessione quanto con preoccupazione.
Avevo aspettato appena una decina di minuti, cercando di adattarmi allo spettacolo ma non c’ero riuscita e me ne ero andata.
 
Pov Katherine
 
Avevo deciso di parlare con Liza.
Volevo lasciare Mystic Falls. Non era più una città sicura per me.
Solo per quello ero andata alla pensione.
Di certo non mi sarei mai aspettata di trovare lui, lì dentro.
“Ciao, Katerina!”
Un brivido mi aveva attraversata.
“Elijah!”
“ne è passato di tempo!”
Si aspettava che gli rispondessi? E soprattutto cosa voleva che dicessi?
Rimasi in silenzio.
“ti ricordavo più loquace!”
“non credevo che ti avrei trovato qui!”
“sapevo che saresti venuta e volevo vederti! Dopo tutto questo tempo mi sembrava scortese non salutarti…”
Era troppo formale, e io sapevo che stava tramando qualcosa.
“come potevi essere sicuro che sarei venuta qui?!”
“Stai per lasciare la città ma non l’avresti mai fatto senza prima salutare Liza! Sei prevedibile, Katerina!”
“direi che è giunto il momento che io cambi modo di agire… non è un bene che il nemico conosca le mie mosse prima ancora che io le compia…”
“quindi deduco che mi vedi ancora come un nemico!”
“diciamo che ricordo perfettamente il vostro spirito vendicativo!”
Lo vidi avvicinarsi, lentamente.
Avrei voluto scappare, ma sapevo che mi avrebbe ripresa in un secondo.
Rimasi immobile.
Mi accarezzò una guancia.
“non sei cambiata in tutto questo tempo!”
Scese con la mano fino al mio collo.
“eppure sei così diversa…”
Sentii la sua presa stringersi e iniziai ad avere davvero paura.
“Elijah, per favore!”
“Per favore, cosa?”
Per favore lasciami.
Per favore non mi uccidere.
Per favore non farmi del male.
Per favore baciami.
Sì, perché era desiderio quello che vedevo nei suoi occhi.
Non sete di vendetta.
Non rancore.
Desiderio.
Passione.
Libido!
E lui, forse, lo lesse nei miei, perché mi accontentò.
E fu così che ci trovò Liza.
Spiaccicati a muro in un bacio che sapeva di scoperta e di abbandono.
Di riappacificazione e di vendetta.
Di perdono e di punizione.
“ok, direi che per stasera io ne ho avuto abbastanza! Buonanotte!”
Salì le scale come se non ci avesse visto. Fingendo che fosse così.
 
Un mese dopo
 
Pov Stefan
 
Era già passato un mese.
Un mese con Klaus e sua sorella.
Un mese alla disperata ricerca di un branco di lupi mannari.
Un mese senza Elena.
Elena che era morta a causa del mostro che mi obbligava a stare con lui.
Mi ricattava, minacciando di uccidere Liza, e io non potevo permettere di perdere anche lei.
Lei così dolce.
Lei così gentile.
Lei così egoista.
Lei così tutto.
Io non potevo permettere che le succedesse qualcosa ma comunque, anche senza quelle minacce, forse non sarei potuto andare via lo stesso.
Rebekah sapeva essere alquanto insistente, quando voleva.
Tra le altre cose, ricerche di lupi mannari e lavoro sul mio dolore, Rebekah pretendeva che io tornassi ad amarla come avevo fatto in passato.
Eravamo nel bosco e stavamo assistendo alla morte di una trentina di lupi mannari.
Qualcosa in quella trasformazione non era andata bene e Klaus sembrava arrabbiato. No anzi non sembrava arrabbiato era furioso.
“Non è possibile…”
Distrusse qualsiasi cosa gli capitasse vicino.
 
Pov Liza
 
Dopo un mese mi ero quasi abituata alla mancanza di Stefan, anche se ne ero preoccupata.
Mi ero anche abituata alla presenza di Elijah, sempre più vicino a Katerina, ormai anche io la chiamavo così.
Il loro rapporto non era esattamente pacifico. Non facevano altro che litigare, seriamente e giungevano alle mani. Era però a quel punto che accadeva qualcosa.
Iniziavano lottando e finivano per rotolarsi sul divano o sul pavimento o su qualsiasi permettesse loro d’appoggiarsi.
Erano cambiate tante cose, troppe.
Damon trascorreva praticamente le sue giornate con Elena.
Jeremy era tornato un ragazzo responsabile con una ragazza al suo fianco, Anna.
Caroline e Tyler erano affiatatissimi e guardandoli provavo un senso di mancanza. Volevo anche io provare quell’amore che vedevo nei loro occhi, ma forse non era destino.
Non sapevo che avrei solo dovuto attendere per ottenere ciò che desideravo.
 
Pov Stefan
 
Dopo quel fallimento Klaus mi aveva costretto a fare ricerche assurde.
Stavamo girando in lungo e in largo per tutto il Paese alla ricerca di qualcuno: strega, vampiro, lupo mannaro, fanatico: che potesse sapere qualcosa.
Non scoprimmo nulla.
Un giorno, mentre stavamo facendo compagnia a Rebekah in una delle sue folli giornate dedicate allo shopping e fu in quel preciso giorno che klaus decise di soggiogarmi di nuovo.
Voleva che io provassi esattamente gli stessi sentimenti che provavo quando li avevo conosciuti.
Voleva che io mi comportassi esattamente come quello Stefan che avevo tanto cercato di evitare.
Voleva che tornassi ad essere qualcuno che non avrei mai più voluto essere.
Quello che non sapeva, e che non sapevo nemmeno io, era che l’amore che provavo per Rebekah era dovuto al fatto che lei somigliasse in maniera impressionante a Liza.
Solo in quel momento mi resi conto che avevo trovato in lei una sostituta per colei che pensavo d’amare.
Purtroppo, però, adesso io avrei anche potuto avere l’originale, perché adesso sapevo che non era morta.
Adesso potevo lottare per lei.
E per lottare avrei dovuto liberarmi di quei due.
C’era solo un modo per farl: vendetta.
 
Angolo autrice:  sono tornataaa… non solo da Londra ma anche, e soprattutto, alla mia storia!
Chiedo perdono se vi ho fatto attendere così tanto ma onestamente non sapevo come far andare avanti questa storia…
Ho temuto di aver perso il filo e di non riuscire più a concludere nulla ma forse non è così.. beh, giudicate voi!
Ringrazio tutti quelli che nonostante il mio mese di pausa continuano a seguire la mia storia.. grazie mille!!
Adesso basta, vi ho annoiato fin troppo :P

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Capitolo 29
*** Goodbye! ***


Un mese dopo
 
Pov Liza
 
Essere un’innamorata non ricambiata e circondata da coppiette felici o in fase di costruzione non era certo auspicabile. Purtroppo, però, Damon mi aveva costretta nel ruolo della povera ragazza non corrisposta.
Giorno dopo giorno vedevo il legame tra l’uomo, o vampiro, di cui ero innamorata e l’umana, in teoria innamorata di suo fratello, crescere e diventare sempre più intenso.
Elena non sembrava pensare a Stefan e io non volevo certo rovinare la felicità di Damon ricordandoglielo. Non gli avevo più visto quella luce nello sguardo da quando avevo lasciato il 1864 e anche allora non era certo rivolto a me.
Caroline e Tyler vivevano la loro storia d’amore come si dovrebbe vivere una normale storia d’amore al liceo. C’erano giorni in cui sembravano due polipi, e non si poteva sperare di vederli a meno di 10mm, e altri giorni in cui quasi non si rivolgevano la parola. Le loro piccole liti erano esilaranti, ma d’altro canto Caroline è unica in tutto quello che fa, perciò non avrei dovuto rimanere basita quando l’avevo vista soggiogare una ragazza solo perché aveva rivolto la parola al suo fidanzato.
Neanche Tyler, comunque, era da sottovalutare. Il suo lato da lupo, con gli annessi “marcamenti” di territorio, erano chiari a tutti e praticamente nessuno, anche quelli che non conoscevano la sua vera natura, si tenevano a distanza dalla bella vampira.
Jeremy e Anna erano la coppia perfetta. L’amore tra di loro era strano ma totalizzante. Poteva sembrare strano ma Anna era una boccata d’aria fresca per il piccolo Gilbert, oppure una “botta di vita” per rendere l’idea, il che è a dir poco ironico, dato che Anna era morta chissà quanto tempo prima.
Bonnie, beh, lei era solitaria, forse per scelta. Avevo visto un ragazzo girarle attorno ma lei non gli aveva lasciato alcuna speranza. Chissà perché era così restia ad innamorarsi, non che mi interessasse veramente.
Matt era un po’ sparito dalle vite di tutti i suoi amici ma almeno lui potevo capirlo: un umano in mezzo a tutti quegli esseri sovrannaturali si sente quantomeno fuori luogo.
Infine, forse, c’erano Katerina ed Elijah. Una coppia tanto strana quanto perfetta. Non avevo mai pensato che l’amore potesse essere battagliero ma loro mi avevano fatto ricredere.
Litigavano praticamente sempre, non riuscivano proprio a stare per più di dieci minuti senza infierire l’uno contro l’altra, rinfacciandosi gli errori del passato, tuttavia guardandoli era innegabile che quei due fossero legati da un sentimento estremamente profondo.
Stare accanto a loro per me era un toccasana. Mi aiutava a non pensare, inoltre ne approfittavo per fare delle ricerche e tentare di trovare Stefan.
Erano più di due mesi che non avevamo sue notizie e io non ero tranquilla.
Elijah e Katherine mi aiutavano, e anche per quello discutevano.
Elijah insinuava che lei fosse ancora innamorata di Stefan. Da lì nasceva una diatriba infinita, perché Katherine non voleva ammettere che lei, invece, amava lui. mentre loro erano impegnati a litigare, e poi a chiarire in maniera troppo fisica per essere in pubblico, io cercavo informazioni sul mio amico.
Eravamo alla pensione, io che facevo le mie ricerche con Elijah e Katerina, quando arrivarono Damon ed Elena, che si era ripresa alla grande.
“Salve a tutti…”
“ciao!”
Risposi solo quando mi resi conto che Elijah e Katerina stavano cercando più di cambiare stanza che di staccarsi. Mi sarei messa a ridere se non quello non avesse comportato che mi avrebbero lasciato da sola con quei due: la causa delle mie pene d’amore e quella delle sue.
“Ma quelli stanno sempre attaccati?”
Damon si era buttato sul divano e Elena si erano seduta accanto a lui.
“in pratica…!”
Continuai con la mia ricerca e dovetti subire per un’ora buona le loro chiacchiere sdolcinate e i loro sguardi a dir poco significativi.
Quando, finalmente, Elena decise che era arrivato il momento di tornare a casa tirai un sospiro di sollievo e mi stiracchiai. Stavo per chiudere i miei personalissimi dossier ma Damon era dietro di me.
“Cosa stai facendo?”
“niente!”
“Liza, se ne è andato… fattene una ragione!”
Lo fulminai con lo sguardo. In realtà la mia intenzione era quella di ucciderlo ma non ci riuscii.
“Sono già morto… non funziona!”
“Grazie per avermelo detto!”
Elena si avvicinò e si attaccò al braccio di Damon.
“che succede?”
Odiavo quella sua faccia da santa innocente.
Odiavo quei suoi modi da santa.
Odiavo quella sua voce da oca.
Odiavo il fatto che Damon l’amasse.
“Liza cercava di uccidermi con lo sguardo…”
“perché non le dici il motivo?”
Non sarei stata zitta, non ancora e non quella volta.
Se per farla allontanare da Damon avrei dovuto farla pensare a Stefan l’avrei fatto.
Damon ne avrebbe sofferto, beh, non  mi interessava, non in quel momento almeno.
“Liza, smettila…”
“perché lei non ha il diritto di sapere? Tu non sei preoccupato? no! Sei troppo impegnato a lavorarti la sua ragazza!”
Vidi la consapevolezza negli occhi di Elena e la sua mano stringere la presa sul braccio di Damon.
“io non mi sto lavorando proprio nessuno!”
“oh, no! Certo!”
Accondiscendenza.
L’aveva odiata fin da subito.
Era una delle cose che odiava della Liza del 1864.
“tu stai cercando Stefan?”
“ci provo, Elena… cosa che non fai tu! Io cerco di ritrovare un mio amico sparito, chissà per quale motivo, e convinto che tu sia morta… Stefan pensa che la ragazza che ama sia morta e non interessa a nessuno. Tu lo hai lasciato solo con Klaus e non ti preoccupi di cercarlo, adesso. E se l’avesse ucciso? E se l’avesse costretto a fare qualcosa che lui non voleva fare?”
“io l’ho cercato e l’ho anche trovato!”
Damon aveva incontrato Stefan?
Perché non mi aveva detto niente?
Perché non mi aveva coinvolto?
“cosa hai fatto tu?”
“ho scoperto che era a Chicago e sono andato lì. volevo riportarlo a casa ma, come puoi ben capire, non ci sono riuscito!”
“Non mi hai detto niente!”
Ero delusa.
La mia voce era una chiara accusa.
“Avresti voluto venire anche tu!”
“certo che averi voluto… perché non avrei dovuto?”
“perché quel Klaus è pericoloso e io non ero sicuro di poterti proteggere da lui…!”
“la mia incolumità non è un tuo problema…”
Non doveva esserlo. Perché si preoccupava così tanto per me, al punto da lasciarmi a casa senza dire niente, ma non riusciva ad amarmi?
“sì che lo è! Io ci tengo a te, e mi sembrava di avertelo sempre dimostrato!”
Stavolta era lui ad accusare, a rivangare.
“una volta!”
Arrendevole.
Sconfitta.
Mi sentivo così: distrutta.
“come sta?”
“male! È il solito Stefan, però, solo con qualche ricordo in più!”
“perché non è tornato?”
“mi ha detto che non era il momento e che prima doveva fare una cosa!”
“quando ci sei andato?”
“tre giorni fa!”
Tre giorni prima e io non me ne ero accorta.
Tre giorni prima e io non mi ero nemmeno resa conto che Damon non era in città.
Non lo vedevo più e quando lo vedevo era con lei.
Lei che mi guardava senza il minimo senso di colpa per quello che stava facendo a Stefan.
“ma non ti manca?”
Mi era uscita spontanea.
Una domanda che partiva dal cuore.
“lui se ne è andato e mi ha lasciato. Ci sono stata male ma non posso passare la mia vita ad inseguirlo!”
“sono passati due mesi! Quale grande amore muore dopo due mesi!”
“forse il nostro amore non era così grande!”
“forse hai trovato di meglio…”
Una stilettata più al mio che al suo cuore, soprattutto quando Damon la strinse tra le sue braccia.
Quando finalmente se ne andarono, lasciandomi con il cuore a pezzi, molto più di quanto non lo fosse già, decisi che Mystic Falls non era più un posto per me.
Presi il telefono e chiamai Mike.
 
“Pronto?”
“ehi Mike”
“Liza?”
“sì… come va?”
“tutto normale! Come mai mi hai chiamato?”
“non sei felice di sentirmi?”
“ti conosco abbastanza per sapere che vuoi qualcosa!”
“touché…”
Lo sentii sorridere dall’altro capo del telefono.
“cos’è successo?”
“niente di imprevedibile… la mia solita fortuna…”
“per avermi chiamato deve essere successo qualcosa di più… oppure volevi solo sentire la mia bellissima voce?”
“in realtà volevo sapere come ti eri organizzato al bar!”
“in che senso?”
“la ragazza che ho addestrato è ancora lì?”
“veramente da quando te ne sei andata ne ho cambiate sei o forse sette…”
Risi.
“lavorare con te non è mai stato facile!”
Rise anche lui.
“Liza vuoi tornare?”
La gioia nella sua voce era decisamente mal celata.
“non subito… tra un mese o due…!”
“non posso che esserne felice, anche se forse non dovrei… se hai deciso di tornare vuol dire che qualcosa, nel tuo piano, è andato storto..”
“tranquillo… apprezzo la sincerità!”
Rimanemmo a telefono per una buona mezz’ora e mi racconto un po’ di novità su Fairfax, la città in cui sarei tornata e dove avrei ripreso in mano la mia solita e sregolata vita.
 
Pov Stefan
 
Stare dietro ai capricci di Klaus mi aveva stancato. Non riuscivo più a pensare a niente che non fosse la mia vendetta e il mio proposito di conquistare Liza. Ma non potevo fare nulla di avventato e dovevo rimanere lì e fingere.
Fingere di voler aiutare quel mostro.
Fingere di tenere al nostro legame.
Fingere di amare sua sorella.
Fingere di trovare interessanti i suoi discorsi passati da almeno quarant’anni.
Ero con loro in un negozio di abiti super alla moda per consigliare Rebekah, che stava riscoprendo i piaceri della vita, quando, la suddetta vampira, mi pugnalò allo stomaco con un paletto meravigliosamente intarsiato.
“a cosa devo questo piacere, cara?”
“pensi che io non abbia capito che tu non provi assolutamente nulla per me!”
“questo non è vero!”
“sì che lo è!”
Klaus guardava la scena tra il preoccupato e il divertito.
“io provo per te disprezzo… è per te che io non sono a casa mia… è per te che Klaus mi ha portato qui…”
Rebekah tirò fuori il paletto per piantarmelo di nuovo nello stomaco.
Mi colpì almeno cinque volte, a raffica, finché il fratello non la bloccò.
“perché non ami mia sorella?”
Dannato potere degli Antichi.
Odiavo dover sottostare ai suoi capricci.
“Io amo Liza…”
Uno schiaffo mi colpì sulla bocca.
Rebekah mi avrebbe volentieri ucciso se avesse potuto.
“com’è possibile? Ti ho ridato i sentimenti che avevi quando eravamo insieme a Chicago!”
Risi.
“allora, amavo tua sorella perché la vedevo come una sostituta di Liza, credevo che lei fosse morta. Adesso, però, so che è viva perciò non devo amare una sostituta se so che potrei avere l’originale!”
Klaus avrebbe riso, se questo non avesse ferito la sorella, ormai lo conoscevo.
Ma il sorriso sparì dai suoi occhi in un secondo sostituito da uno sguardo tanto gelido quanto terrificante.
“tu non proverai più niente… dimenticherai cosa sono i sentimenti e soprattutto dimenticherai l’amore!”
 Mi sentii strano ma, stranamente, gli fui grato.
Bloccando i miei sentimenti aveva anche tolto gli ultimi freni che ancora non mi avevano permesso di portare avanti la mia vendetta.
 
Una settimana dopo
 
Pov Damon
 
Ero a casa di Elena quando squillò il mio telefono.
“pronto?”
“ehi, fratellone!”
“Stefan?”
“quanti altri fratelli hai?”
“dove sei?”
“più vicino di quanto pensi… ho bisogno del tuo aiuto…!”
“cosa?”
“esci!”
“ma io non sono alla pensione!”
“oh, lo so! Sei con Elena, a casa sua… allora esci o devo venirti a prendere?”
Chiusi la comunicazione e uscii fuori con Elena.
Vedere Stefan fuori da casa sua mi destabilizzò.
Vederlo con un camion per i traslochi mi lasciò basito.
Vedere Elena che continuava a tenermi la mano mi rese felice.
Vedere la reazione di Stefan, anzi la non-reazione mi confuse.
“vedo che tu ed Elena avete accorciato le distanze!”
“perché sei tornato?”
“per quella cosa che dovevo fare! L’ho fatta!”
Aprì il camion e mi mostrò tre bare.
 
Pov Elena
 
Vedere Stefan non mi aveva fatto provare nulla.
Vederlo dopo tutto quel tempo avrebbe dovuto destabilizzarmi, invece non provavo nulla.
Vedere la sua mancanza di interesse per me, poi, mi rendeva felice.
Felice perché non avrei dovuto sentirmi in colpa per la fine dei miei sentimenti.
 
Pov Liza
 
Un altro giorno alla pensione, senza niente da fare.
Un altro giorno a guardare l’amore degli altri.
Un altro giorno lontana da Damon.
Decisi che sarei partita quella sera.
Salii in camera mia e misi le ultime cose in valigia.
Ero ancora indaffarata quando entrò Katherine.
“allora te ne vai!”
“già!”
“perché non provi a superare questa cosa restando qui?”
“perché non posso superare questa cosa con Damon nei paraggi!”
“magari hai solo bisogno di incontrare un altro ragazzo che ti faccia innamorare!”
“come è successo a te con Elijah!”
Il suo sorriso la diceva lunga.
“non credo di poterlo trovare rimanendo qui a Mystic Falls!”
“ti chiamerò ogni giorno, lo sai vero?”
“no che non lo farai… in un secolo e mezzo non mi hai cercata nemmeno una volta!”
“Non sapevo dove cercarti!”
Il mio sguardo scettico diceva chiaramente: “avresti potuto scoprirlo facilmente… semplicemente non lo farai!”
“ok ok… non guardarmi così… avrei potuto cercarlo e non lo fatto… però non ripeterò lo stesso errore due volte. Tu sei una mia amica, e grazie al cielo adesso l’ho capito, e non ti lascerò scappare così facilmente…”
La abbracciai.
Mi serviva sapere di poter contare su qualcuno.
“adesso credo di dover andare a salutare almeno le persone più importanti…”
“vediamo se riesco ad indovinare chi vuoi andare a salutare… ehm vediamo… Damon, Damon… ehm, Damon e Damon! Ho indovinato?”
“oh, ma come sei spiritosa…”
In quel momento suonò il campanello.
Sentimmo che qualcuno apriva la porta e non avevamo dubbi che Elijah fosse andato a fare gli onori di casa. Era così da lui accogliere tutti.
Quando mi affacciai sulle scale vidi Stefan.
Mi precipitai giù dalle scale e, praticamente, mi fiondai tra le sue braccia.
“oh, menomale… sono così felice che tu stia bene!”
Lo abbracciavo ma lui non ricambiava.
“Stefan, tutto ok?”
“sì, a meraviglia!”
“ti ha soggiogato!”
Non era una domanda, ma una constatazione.
Avrei dovuto portare quel dannato manoscritto con me e cercare di evitare certi eventi, come quello. Stefan senza un briciolo di umanità non mi piaceva.
“meglio così. Ho potuto vendicarmi, in questo modo!”
Vendetta. Quella parola fece scattare Elijah sull’attenti.
“cos’hai fatto?”
“diciamo che ho privato tuo fratello di qualcosa!”
Negli occhi di quello che  poteva sembrare un algido vampiro vidi tenerezza.
“la mia famiglia!”
“Ah, allora è quello che ho rubato? Beh, buono a sapersi!”
No! Proprio non mi piaceva questo nuovo Stefan, ma tanto non sarei rimasta così a lungo da doverlo sopportare.
“beh, io stavo uscendo…!”
Feci per andarmene ma Elijah mi fermò.
“non mi saluti, Liza?”
“tanto devo tornare a prendere i bagagli e credo proprio che ti troverò ancora qui…”
Mi sorrise, quel suo sorriso sincero e tenero.
 
Pov Stefan
 
Era strano essere consapevole di aver provato qualcosa per lei fino alla settimana prima e non provare nulla adesso.
Era strano sapere di averla desiderata e non provare assolutamente nulla mentre mii stringeva in un abbraccio di bentornato.
Era strano sapere di aver sentito la sua mancanza fin quasi al punto di perdere il senno e non provare nulla nell’apprendere che lei stava per lasciare la città e quindi anche tutti noi.
Semplicemente era strano non provare nulla e sapere di aver provato qualcosa.
 
Pov Damon
 
Stefan non mi aveva detto cosa contenevano quelle bare che avevamo nascosto, mi aveva solo detto che faceva tutto parte del piano per vendicarsi di Klaus e tanto mi bastava.
Quel bastardo aveva ucciso Elena, non meritava nemmeno di essere vivo ma non potendo ucciderlo mi sarei accontentato di farlo soffrire, almeno un po’.
Quando tornai a casa Gilbert la trovai fuori.
Era così bella, coi jeans un po’ sgualciti e i capelli in disordine.
Quando mi vide si alzò in piedi.
“ti stavo aspettando!”
“è successo qualcosa?”
“no…è solo che dovevo parlarti”
Temevo quello che poteva dirmi. Nella mia mente si erano già delineati milioni di scenari e tutti finivano con: ho capito di amare ancora Stefan.
Non l’avrei sopportato, mi ero illuso troppo per riuscire a reggere anche questa batosta.
“Elena… io non sono sicuro di voler sapere…”
“tu devi sapere… per favore fammi dire tutto quello che devo…”
Annuii, non potevo fare molto altro.
“quando oggi ho visto Stefan è stato strano. Avrei dovuto essere felice e sollevata perché il mio, in teoria, ragazzo era tornato invece, all’inizio, ero solo preoccupata. O meglio, ero e sono felice che sia sano e salvo ma non lo ero altrettanto del su ritorno, perché avrebbe potuto significare un allontanamento da te e io l’ho capito solo oggi che non riuscirei a starti lontana!”
Non le diedi il tempo, o il modo, di dire altro.
Mi fiondai sulle sue labbra e da quelle attinsi alla mia felicità, come un assetato attinge all’acqua di un ruscello per dissetarsi.
 
Pov Liza
 
Ero già stata al Grill e avevo trovato Tyler, Jeremy, Anna, Bonnie, Matt, Rick, Jenna e qualche altro ragazzo che avevo conosciuto nei miei due mesi di permanenza a Mystic Falls.
Non mi restava che andare a casa di Elena e salutare lei e Damon.
Sarebbe stato il saluto più difficile, lo sapevo.
Caroline l’avrei chiamata dopo e salutata con calma, tanto non c’era nessuna fretta.
Quando svoltai l’angolo visi qualcosa che avrei preferito non vedere: il bacio di Damon ed Elena.
Sembrava una scena da film. Una vera e propria pappetta romantica in cui ero la sfigata di turno. Decisi che mi sarei defilata e che non li avrei salutati, ma la fortuna non era dalla mia.
“Lizaaaa!”
In quel momento arrivò Caroline che con la sua solita irruenza, generalmente meravigliosa ma dannatamente fuori luogo in quel momento, bloccò la mia ritirata.
Damon ed Elena, come in ogni film che si rispetti, si erano staccati quando avevano sentito la voce di Caroline, che stava correndo per raggiungermi.
“sono arrivata al Grill e i ragazzi mi hanno detto che vuoi partire! No, dico e quando avevi intenzione di dirmelo? E quando mi avresti salutata? E poi perché vuoi partire?”
“ehi, calma… troppe domande e io sono una sola… allora l’ho deciso all’ultimo momento, per quello non ne sapevi nulla. Ti avrei salutata subito dopo aver salutato loro” e indicai i due piccioncini che si erano avvicinati. “e il perché non è importante!”
Ma il mio sguardo corse a Damon, tradendomi.
Caroline mi saltò praticamente al collo e mi stritolò in un abbraccio spacca ossa.
“chiama, spesso!”
“Ci proverò ma non prometto nulla… ho litigato con il cellulare!”
“sì, l’avevo notato! Vabbè io torno al Grill… Liza sono felice di averti conosciuta!”
“anche io Caroline… e poi tranquilla: tu hai un eternità davanti e io ancora almeno mezzo secolo… ci rivedremo, un giorno!”
Mi stritolò di nuovo.
“sì, hai ragione! Come sempre!”
Aveva preso il vizio di dire anche la mia parte della battuta, perciò non mi resto altro da fare se non sorridere e ricambiare l’abbraccio.
Quando finalmente si staccò e se ne andò, lasciandomi sola con quei due, avrei voluto che non l’avesse fatto.
Damon mi guardava come se fossi un fantasma.
“tu vuoi partire?”
“sì… Elena ero venuta a salutarti! Lo so che il nostro rapporto non è sempre stato rose e fiori! Ah, a proposito mi dispiace per quel primo giorno, il bacio a Stefan, era solo per farti ingelosire un po’…”
Ridacchiò e mi abbracciò.
“non preoccuparti, riflettendoci adesso era una cosa divertente, se io non fossi stata la vittima!”
Poi mi sussurrò all’orecchio.
“mi dispiace per Damon, ma non l’ho deciso io! È successo!”
La allontanai e le sorrisi.
“lo so!”
Poi mi voltai verso Damon.
“quindi è arrivato il momento di salutarci!”
“no… ti accompagno fino alla pensione!”
“non riuscirai a farmi cambiare idea!”
“non era una mia intenzione! Voglio solo passare un po’ di tempo con te!”
Sorrisi.
Un sorriso sincero, premio per le sue parole.
 
Pov Damon
 
L’avrei persa.
Lei se ne andava e io la perdevo. Non potevo crederci.
Lei era stata tutto fino a quel momento e anche se aveva Elena sapevo che tutto quello che mi dava lei non poteva essere rimpiazzato.
Facemmo un tratto di strada in assoluto silenzio e dopo un bel po’ decisi di chiedere.
“dove andrai?”
“Non lo so!”
“mi chiamerai?”
“un giorno, quando sarò pronta!”
“tornerai mai qui?”
“prima o poi, certamente!”
“mi farai sapere qualcosa di te?”
“cose del tipo?”
“come stai!”
“forse potrei mandare un messaggio…”
“posso cercarti io?”
“No! Damon, per favore, non cercarmi. Non chiamarmi. Non venire dove sono io.”
“ma perché?”
“perché per me è arrivato il momento di staccare da tutto e da tutti!”
Eravamo arrivati alla pensione.
La aiutai a portare le valigie in auto e aspettai che finisse di salutare Katherine ed Elijah.
Eravamo rimasti solo io e lei, con la sua auto.
“beh, allora arrivederci!”
“arrivederci, Damon!”
“Liza, mi mancherai e ricordati che ti voglio bene!”
Mi abbracciò e pianse il suo dolore. La lasciai sfogare, ne aveva bisogno.
 
Pov Liza
 
Sciolsi l’abbraccio e salii in macchina.
Avevo fretta di allontanarmi da quella città. Avevo fretta di lasciarmelo alle spalle.
Avevo fretta di tornare ad essere me, ma ancora una volta il destino non era con me.
In mezzo alla strada c’era un uomo che passeggiava.
Frak, papillon, scarpe lucide.
Mi fermai.
“scusi! Ha bisogno d’aiuto?”
“effettivamente cercavo Liza Allen!”
“sono io!”
“oh, bene! La mia ricerca è finita!”
Dopo questo mi ricordo che era tutto nero e che non sentivo niente.

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Capitolo 30
*** Your dresses are orrible! ***


Pov Liza
 
Quando riaprii gli occhi avevo un gran mal di testa. Mi guardai attorno e non ci misi molto a capire che non mi trovavo a casa mia, sia che pensassi a Fairfax sia che mi riferissi alla pensione Salvatore, che era stata la mia casa per molto tempo. Forse anche troppo.
Dopo aver raggiunto quella certezza, che mi consolava ben poco, cercai di ricordare dove mi trovassi, ma non trovai alcuna risposta. L’ultima cosa che ricordavo era quell’uomo in frak. Risi al solo ricordo. Purtroppo, però, c’era poco da ridere nella situazione in cui mi trovavo: ero sola, in un luogo che non conoscevo, nessuno sapeva che ero scomparsa e nessuno mi avrebbe cercato, perché l’avevo ordinato praticamente a tutti.
mi guardai attorno. Ero in un salone, distesa su un divano.
“Finalmente ti sei svegliata… temevo che quell’imbecille ti avesse uccisa!”
Mi girai verso la voce che avevo sentito, nella speranza di capire qualcosa di quello che mi stava succedendo.
Vidi una ragazza bionda.
“Sono viva!”
“Lo vedo…!”
“dove siamo?”
“Chicago!”
Chicago? Non poteva essere vero?
Se quella era Chicago voleva dire che Niklaus era coinvolto e che Stefan aveva combinato più guai di quelli che pensassi.
“Capisco!”
Forse aveva già rubato le bare.
Forse aveva già fatto arrabbiare quel dannato originale.
Forse eravamo tutti in pericolo.
Forse, invece, in pericolo c’ero solo io.
“Cosa capisci?”
Beh, se mi trovavo a Chicago, per volere di Niklaus, lei non poteva essere che Rebekah. Ci pensai: ok, in teoria avrebbe potuto essere praticamente chiunque ma c’era qualcosa che mi spingeva a credere che lei fosse proprio Rebekah, la vampira che Stefan aveva amato.
“Capisco che Stefan deve avervi giocato un brutto scherzo, non è così, Rebekah?”
I suoi occhi si sgranarono. Forse non si aspettava che conoscessi il suo nome o forse non pensava che Stefan mi avesse resa partecipe dei suoi piani, cosa che in effetti non era avvenuta.
Mi fu addosso in un attimo.
“Cosa ti ha detto? Dove sono loro?”
“oh, lui non mi ha detto niente… ma diciamo che conosco il passato di Stefan e Chicago è collegato a Niklaus a doppio filo. E poi non ci voleva un genio per fare due più due. Stefan torna a Mystic Falls e io vengo rapita e portata a Chicago, sapendo il vostro passato travagliato con il caro Rippah la soluzione non mi sembra poi così difficile… però se preferivi che fingessi di essere stupida… beh, allora! Oh mio Dio… perché mi avete portata qui? Ti prego.. lasciami andare! Non ho fatto niente! Sono solo una stupida umana innamorata di un vampiro da un secolo e mezzo e incapace di dimenticarlo… ah, per la cronaca il fratello vampiro del vampiro di cui sono innamorata pensava di essere innamorato di me!”
Avrei anche continuato con il riassunto “piangente” della mia storia con i fratelli Salvatore, ma un applauso mi interruppe.
“sei una vera detective, non c’è che dire! Davvero sveglia, per essere un’umana… mi domando come abbia potuto innamorarti di Damon, dai racconti del nostro caro Rippah suo fratello è un idiota!”
“oh, ma io non ho mai detto il contrario… suppongo dipenda tutto dal fatto che ‘l’amore è cieco!’”
“mi dispiace per lo spiacevole inconveniente della botta in testa!”
“ehm, non importa… solo avrebbe anche potuto essere più gentile… poteva soggiogarmi, dopotutto!”
“non prendi verbena!”
“non esattamente!”
“Non è prudente dire a dei vampiri che non bevi verbena… potremmo ucciderti immediatamente”
Sospirai. Davvero mi faceva così stupida?
“se vi siete presi il disturbo di rapirmi da Mystic Falls e di portarmi fino a Chicago vuol dire che a qualcosa vi servo… giunti a questa conclusione capire che non mi ucciderete è facile!”
“Cominci a capire cosa intendeva Stefan quando parlava di te!”
Rebekah, a quell’affermazione, ringhiò e lasciò la stanza come una furia.
“Scusala! Lei non riesce a controllarsi!”
“Che cosa diamine avranno questi fratelli Salvatore che fanno perdere la testa? Mah, ancora non l’ho capito!”
Non mi sarei mai aspettata quello che successe.
La mia frase, che voleva solo essere una riflessione magari a voce un po’ troppo alta, fece scoppiare Niklaus a ridere. Vedere colui che era stato descritto da tutti come un mostro ridere di gusto mi contagiò e un sorriso spontaneo nacque sulle mie labbra.
“oddio, perdonami e che non mi aspettavo che tu fossi così…”
Sembrò cercare la parola adatta a descrivermi per almeno tre minuti. Quando mi sembrò che non avesse possibilità di riuscita, nella sua assurda ricerca, decisi di aiutarlo.
“Unica, magnifica, meravigliosa, spigliata, geniale, eccentrica, alternativa, esplosiva, radiosa, vitale…!”
Avrei continuato volentieri se lui non mi avesse fermato con uno sguardo che mi fece gelare il sangue nelle vene. Cambiava umore rapidamente, il caro Ibrido.
“schietta!”
Schietta? Ero solo quello? Beh, si vedeva che non mi conosceva. Avevo tenuto per me così tante cose che le persone che mi conoscevano facevano fatica a capire cosa pensassi anche quando lo dicevo.
“beh, i miei aggettivi erano molto più significativi ma penso che mi potrò accontentare…”
“Sai perché sei qui?”
“Suppongo che Stefan ti abbia fatto arrabbiare e che tu voglia usare me per vendicarti, in qualche modo!”
Annuì. Non mi rispose, semplicemente annuì.
“L’unica cosa che non capisco è perché hai deciso di usare proprio me!”
“Lui ti ama!”
“Io non credo… amava Elena prima che tu lo portassi con te!”
“Sì, ma poi l’ho soggiogato in modo che ricordasse i sentimenti che provava quando stavamo insieme a Chicago!”
“Non mi dire… volevi che ricordasse l’amore per tua sorella… ma che pensiero carino…!”
Se notò il sarcasmo, e non ne dubitai, non lo diede a vedere.
“già… l’unico problema è che non ho specificato che avrebbe dovuto tornare ad amare mia sorella. Ho detto che avrebbe dovuto ricordare i sentimenti che provava allora…”
Cercai di capire, ma proprio non riuscivo a capire cos centrassi io con il loro rapporto nel novecento. Io ero già scomparsa da un secolo e sicuramente il Rippah non pensava certo a me.
“Scusami, ma stavolta non credo di seguire il discorso…”
“Mi deludi! La risposta è tanto ovvia quanto sciocca: allora lui era ancora innamorato di te e aveva trovato in mia sorella una sostituta. Tuttavia nel novecento pensava che tu fossi morta mentre adesso era consapevole che non è così!”
Non era possibile.
Stefan mi amava davvero. Sorrisi al pensiero che la mia ‘spedizione’ folle nel 1864 aveva portato solo danno: io mi ero innamorata di Damon, Damon lo era di Katherine, Katherine di Stefan e Stefan di me. un amore semplice era chiedere troppo, naturalmente.
“La trovi una cosa divertente? Per me non lo è stata… ho perso un amico e un aiutante e mia sorella, in pratica, mi odia...!”
“Stefan non è più tuo amico da quando ha permesso alla sua coscienza di tornare a fare e disfare tutto a suo piacimento e Rebekah ti odia perché l’hai pugnalata, non perché Stefan non la ama… e poi io credo che le passerà, e anche presto, dopotutto è una degli Originali, è bellissima e Stefan non era alla sua altezza… Stefan è gentile ma è troppo preso dalle sue crisi di coscienza per lei, per voi!”
“il Rippah non era così!”
“Il Rippah, come ti ostini a chiamarlo, è morto con il tuo ricordo, in lui! adesso posso farti una domanda?”
“Non è detto che io ti risponda?”
“Come potrei servirti se lo hai soggiogato affinché non ricordasse più alcun sentimento?”
“L’amore non si spegne!”
“Tu glielo hai ordinato!”
“Confido che lui ne serbi il ricordo!”
“e se non dovesse farlo…?”
In realtà non volevo conoscere la risposta, perché la conoscevo. Niklaus non si sarebbe fatto alcuno scrupolo e mi avrebbe ucciso, come se nulla fosse.
“Ti ucciderei…!”
“Quando hai intenzione di barattarmi?”
“Oggi stesso!”
“Non farlo!”
Sollevò appena un sopracciglio, e dedussi che quello era il segno del suo disappunto.
“Perché non dovrei?”
“Vorrei che si accorgessero loro che io sono sparita… aspetta che loro lo capiscano, nel frattempo tenta tutto ciò che ti pare per cercare di riprenderti ciò che lui ti ha tolto”
“perché dovrei farlo?”
“perché sei sicuro che il suo amore non si è sopito e se così fosse non sarà un problema… se lui mi ama, come pensi tu, si accorgerà che c’è qualcosa di sbagliato e verrà lui da te… non ti sto chiedendo di rinunciare alla tua vendetta… solo di non usarmi come arma finché loro, chiunque di loro, non si accorgerà che la mia assenza è quanto meno sospetta…!”
“io cosa ci guadagno?”
Lui cosa avrebbe potuto guadagnarci? Cosa avevo da offrirgli?
Niente!
Io avevo solo me stessa e fino a quel momento avevo pensato che bastasse.
“Tu vuoi vendetta! Penso che avermi qui sia un’arma nelle tue mani… io non tenterò di scappare e non ti ostacolerò in nessun modo…”
“Ma perché dovrei accontentarti?”
“Perché si concede un ultimo desiderio ai condannati a morte!”
“Tu non sei una condannata a morte… lui ti ama e mi fermerà! Io riavrò la mia famiglia e ti lascerò in pace!”
“Io sono una condannata a morte… sono umana e se anche non mi ucciderai tu, prima o poi, la bella signora con la falce verrà da me!”
Rise di gusto…
“Il tuo ragionamento ha una sua logica, effettivametne!”
“Ti ringrazio… l’ho preparato venendo qui, purtroppo il mio consigliere non ha potuto correggerlo!”
“è un vero peccato…! Ma devo dire che è veramente ben fatto, anche senza alcuna correzione!”
“ne sono felice”
Mi alzai e mi avvicinai a uno dei dipinti appesi alla parete.
“Questo l’hai fatto tu?”
“Sì!”
“è bellissimo!”
E lo pensavo davvero.
Era uno splendido paesaggio.
Il mare sembrava voler uscire fuori dalla cornice e il solo guardarlo faceva venir voglia di gettarsi lì dentro. Il cielo era così limpido che veniva voglia di toccarlo con un dito. Le nuvole parevano così soffici che veniva voglia di toccarle.
Mi persi nell’ammirazione di quell’opera d’arte.
“Mi è sempre piaciuta l’arte, in ogni sua forma!”
“hai mai provato a praticarne qualcuna?”
“Diverse volte, ma senza alcun successo! Non so dipingere, non so danzare, non so recitare, non so scrivere, non so cantare, non so inventare, non so vivere e non so amare!”
“Sembra impossibile. Quello che so di te mi fa pensare tutto il contrario. Io credo che tu sia ricca di arte, dentro di te! Non si convince un Ibrido sadico e vendicativo a risparmiarti la vita, momentaneamente, cercando altri mille modi per vendicarsi senza un po’ di arte nel cuore!”
Mi voltai e gli sorrisi. Non poteva essere possibile. Non poteva aver davvero acconsentito a risparmiare la mia vita.
“Grazie…!”
“Tanto lo capiranno presto!”
“Se ne sei convinto!”
Mi voltò le spalle e fece per andarsene.
“Dal momento che non ti baratterò questa sera ti consiglio di prepararti! Parteciperai alla festa che Rebekah ha organizzato!”
Sorrisi felice. Almeno la mia vita sociale sarebbe ricominciata.
 
Pov Damon
 
Liza era partita da almeno dieci ore e io ne sentivo già la mancanza.
Sapevo di non averle dedicato molto tempo, da quando Elena si era ripresa, ma non pensavo che l’avrei persa. Non così, almeno.
E poi, senza di lei, avevo avuto la possibilità e la curiosità di guardarmi intorno. In poche ore mi ero reso conto di quanto tutto fosse cambiato, ma io ero stato troppo preso da Elena per rendermene conto.
Elijah e Katherine passavano tutto il loro tempo insieme, magari cercando di recuperare il tempo perduto.
Caroline e Tyler fingevano di avere una vita normale.
Stefan se ne stava per conto suo, come un animale in gabbia. In quelle poche ore aveva setacciato tutta la biblioteca della pensione alla ricerca di chissà quale indizio per poter fermare Klaus.
Troppi cambiamenti in poco tempo e io non me ne ero nemmeno reso conto, troppo preso dal mio amore che sembrava essere ricambiato.
Non mi ero nemmeno reso conto di aver cacciato Liza, finché non se ne era andato. Non me ne ero accorto finché non mi aveva salutato.
Ero stato un idiota e la cosa peggiore era che avrei voluto chiamarla, almeno sentire la sua voce dire ‘Pronto’, ma mi aveva detto di non farlo. Mi aveva chiesto solo quello e io avrei rispettato almeno questo.
Almeno per una volta avrei fatto quello che voleva.
Non ero mai riuscito ad amarla ma le avevo sempre voluto bene e se lei desiderava rimanere da sola io gliel’avrei lasciato fare, al massimo per un anno, naturalmente.
 
Pov Liza
 
Mi stavo facendo la doccia quando Rebekah entrò nel bagno di quella che era la mia stanza, gentile concessione del mio rapitore.
“Mio fratello dice che tu parteciperai alla mia festa! Hai qualcosa di decente da indossare?”
“Non ne sono sicura… non mi ha detto nemmeno che genere di festa sia!”
Chiusi l’acqua e uscii dalla doccia come se fossi sola.
“Ti prego! Un po’ di pudore… ti mostri nuda a chiunque?”
“Non credo ci sia qualcosa di cui vergognarsi, nel mio corpo… e poi sei tu che sei entrata in bagno mentre io mi lavavo!”
“di certo non l’ho fatto per vederti nuda!”
“Non l’ho messo mica in dubbio…!”
Presi l’asciugamano e mi coprii.
“Vieni, ti faccio vedere i vestiti che ho con me!”
La condussi fino alla mia valigia e la aprii. Ne uscii diversi vestiti ma non sembrava che qualcuno le piacesse.
“I tuoi vestiti sono orribili!”
“Grazie”
Sorrisi al pensiero che avevo perso una Caroline ma ne avevo trovato un’altra.
“Non vedo cosa ci sia da ridere!”
“Mi ricordi una mia amica…!”
“Noi due non siamo amiche!”
Il mio sorriso si allargò.
Non dissi nulla ma pensai che avremmo potuto esserlo. Dopotutto ero o non ero riuscita a far fidare Katherine di me?
Ero o no riuscita a diventare sua amica?
Sì!
“tieni! Indosserai questo stasera alla festa!”
E non potei che esserle grata per quel vestito.
 
Angolo autrice:  ok lo so… dopo una settimana vi do solo un capitolo di passaggio?? O.o è imperdonabile… però prometto che cercherò di aggiornare anche domani, per farmi perdonare… intanto questo capitolo era essenziale per farvi capire un po’ quello che sta succedendo alla nostra cara Liza…
Ringrazio tutti quelli che mi stanno seguendo e che sono arrivati fin qui… ragazzi sono 30 capitoli solo in questa e 26 nell’altra??  Non siete emozionati, come me?? no! Forse mi sto esaltando, anzi sicuramente xD… ok ok la smetto… invece di scrivere questo avrei potuto iniziare l’altro capitolo.. lo so… ma che ci volete fare? Sono logorroica… :P
 

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Capitolo 31
*** Sad evening and good speech... ***


Pov Liza
 
Quando Rebekah fu soddisfatta del risultato ottenuto e decise che potevo “anche essere considerata decente”, usò quelle parole, scendemmo al piano di sotto. La sala, in cui mi ero risvegliata, era piena di invitati e in un primo momento mi sentii terribilmente fuori luogo. Era da tanto che non mi trovavo coinvolta in una festa, in una vera, si intende, non quelle organizzate da Caroline nella palestra del liceo.
“Questo vestito ti sta bene!”
Qualcuno mi aveva alitato quelle parole nell’orecchio. Mi voltai e mi trovai di fronte Niklaus in smoking. Non potei fare a meno di pensare che era davvero un bello spettacolo.
“Grazie… anche lo smoking ti dona!”
Fece una specie di inchino.
“Ti va un po’ di punch!”
“Sì… ma spero che sia corretto! Ho bisogno di alcool!”
“Rebekah ti ha trattato male?”
Sorrisi.
“Diciamo che non sono abituata ad essere trattata come una barbie… ma suppongo che sia il minimo che possa aspettarmi, soprattutto dopo quello che ha detto quell’idiota di Stefan…!”
Sorrise, e il suo sorrise raggiunse gli occhi.
“Suppongo tu abbia ragione… avevo messo un vampiro di guardia, nel caso avesse deciso di farti fuori prima del tempo!”
Un brivido mi percorse la schiena.
L’ineluttabilità della morte l’avevo già accettata da un pezzo, ma rendersi conto che il tuo assassino, o ipotetico tale, ti stava parlando amichevolmente non era esattamente la stessa cosa.
“già… sarebbe terribile…”
Eravamo arrivati al tavolo del punch e lui, da ottimo padrone di casa, me ne aveva già porto un bicchiere.
“credevo avessi accettato l’eventualità di venire uccisa da me…”
“diciamo che non avevo poi molta scelta… cosa avrei dovuto fare? Scappare? Mi avresti ripresa in un secondo e portata a Mystic Falls in ancora meno, per poi uccidermi anche se avessi ottenuto quello che vuoi… comunque, per la cronaca, credo che Stefan non ti ridarà nulla se lo minaccerai di uccidermi!”
“e come mai ne sei così sicura?”
“sbaglio o non prova più niente?”
“Già, ma l’amore che provava per te, così forte e incondizionato non può essere morto!”
Sbuffai.
“Beh, spero per lui che tu ti sbagli! L’amore incondizionato non porta mai a nulla di buono!”
“parli per esperienza?”
“Ho amato poche persone, e ne sono uscita sempre a pezzi! Grazie ma l’amore non fa per me!”
“Beh, allora brindiamo!” sollevò il suo bicchiere “a un’esistenza senza amore…”
“a un’esistenza senza amore!”
L’inizio di una nuova vita molto simile a quella che avevo abbandonato quando ero arrivata nel 1864.
“scusami, devo andare dagli altri ospiti! Non cercare di scappare, hai almeno tre vampiri che ti fanno la guardia!”
“Agli ordini!”
Sorrisi. Secondo lui ero così pazza da cercare di scappare?
Mi credeva davvero così incosciente?
Katherine era fuggita e dopo tutto quel tempo aveva ancora paura a fermarsi in un posto per più di un mese.
Mi guardai attorno.
C’erano un sacco di persone a quella festa.
Certo che Rebekah ci sapeva fare con l’organizzazione.
Cominciai a camminare tra quelle persone e mi diressi verso il balcone. Avevo bisogno di un po’ d’aria per riflettere.
 
Pov Stefan
 
Klaus non si era ancora mosso, il che non era una cosa positiva, nemmeno lontanamente.
Non riuscivo a stare tranquillo. Mi ero aspettato una reazione immediata. Credevo che sarebbe venuto immediatamente a Mystic Falls e che avrebbe tentato di rendermi la vita impossibile, ma non era ancora successo nulla.
Certo erano passate quasi dodici ore ma conoscendolo era già un eternità e io sembravo un leone in gabbia. Non sapevo cosa dovevo aspettarmi. Decisi che sarei andato a caccia, per non pensare.
 
Pov Damon
 
Come potevo godermi il mio amore, adesso ricambiato, per Elena con Stefan che combinava casini a destra e a manca?
In più Katherine non era d’aiuto. Sembrava gioisse nel vedere mio fratello così impreparato alla mancata reazione di quel sadico di Klaus.
In tutto questo la partenza di Liza aveva scombussolato tutti.
Io avevo perso un punto fisso della mia vita.
Katherine aveva perso l’unica amica che avesse mai avuto, menomale che con lei c’era Elijah che si subiva i suoi scleri.
Elena era del tutto indifferente alla sua partenza, anzi ne sembrava sollevata, ma almeno cercava di nasconderlo, non come Bonnie che lo sbandierava a tutti.
L’unica ad essere realmente dispiaciuta era Caroline, che aveva perso l’unica che cedeva a fare da cavia a quegli assurdi esperimenti di moda.
Quando mio fratello uscì andai da Elena, non ne potevo più di guardarlo girare come un animale in gabbia e onestamente non mi interessava nulla di quello che aveva intenzione di fare in quel momento.
 
“Damon! Finalmente… mi sei mancato oggi!”
Abbracciai Elena e le diedi un bacio a fior di labbra. Amavo il suo sapore.
“Scusa… ma mio fratello ha deciso di punirmi con la sua presenza, oggi!”
Mi condusse fino in camera sua e mi accomodai sul suo letto.
“e per Liza? Come stai?”
“come dovrei stare? Va bene! Lei ha deciso così, e va bene!”
“io so quanto lei fosse importante per te…”
“lei è il mio punto fisso, e lo sarà sempre… in realtà la cosa che mi ha davvero scombussolato è che da quando è tornata ho sempre pensato che non se ne sarebbe più andata, anzi ero sicuro che prima o poi sarebbe diventata un vampiro… io lei Stefan e Katherine, per sempre insieme!”
Risi.
“oddio… la vicinanza di Stefan come era un tempo e le battutine di Katherine mi stanno facendo diventare matto”
“forse, ma tu lo speravi davvero… non avresti mai voluto separarti da lei!”
Cosa diavolo voleva adesso Elena?
“Stai cercando di dirmi qualcosa?”
Si sedette accanto a me.
“Niente che tu non sappia già…!”
Ma il suo sguardo non mi piacque per niente. Glielo avrei anche detto se le sue labbra non si fossero poggiate sulle mie. Poi mi sfuggì di chiederglielo, ero troppo impegnato a baciarla.
 
Pov Katherine
 
Quell’idiota di Stefan aveva provocato Niklaus, non ci sarebbe voluto molto prima che venisse a Mystic Falls per vendicarsi.
Mi avrebbe uccisa, era certo.
Dovevo scappare, ma non potevo. Elijah non mi avrebbe mai seguita, e io non volevo lasciarlo. Mi piacevano le nostre scaramucce. Anzi mi piacevano troppo anche solo per prendere in considerazione un’idea del genere.
In più ci voleva solo Liza che decideva di andarsene. No dico si rendeva conto di aver scombussolato tutti con quella sua partenza improvvisa? No, certo che no!
Per Stefan non cambiava molto, vittima com’era dei poteri di Niklaus,  ma Damon era distrutto, anche se adesso aveva l’amore di quell’idiota di Elena, chissà cosa aveva visto in lei, poi!
Caroline era venuta alla pensione e aveva dato di matto per una decina buona di minuti, inveendo contro Damon, perché quella Barbie da strapazzo l’aveva capito solo dopo tre ore dalla partenza di Liza cosa davvero l’aveva spinta ad andarsene.
Stavo girando in tondo nella stanza, vittima delle mie elucubrazioni e non mi accorsi di Elijah che entrava nella mia stanza.
“Pensieri?”
Saltai, terrorizzata.
“Oddio non ti avevo sentito…”
“Vuol dire che ti fidi! Di solito sei sempre sull’attenti, se hai abbassato la guardia ti fidi di chi ti sta attorno!”
Sorrise e io con lui. amavo il modo in cui si increspavano le sue labbra quando sorrideva.
Mi avvicinai a lui.
“ho motivo per non farlo?”
“Non mi pare… ma non me lo sarei mai aspettato da te!”
Mi avvicinai al punto che le nostre labbra si sfioravano.
“sono stanca di scappare e penso di aver trovato la persona giusta con cui fermarmi!”
Lo sentii sorridere mentre mi baciava e quella sera, forse per la prima volta, mi sentii amata e amai davvero.
 
Pov Liza
 
Se ne erano andati tutti, finalmente.
E io mi ero già data dell’idiota non so quante volte.
Avevo rovinato il trucco che Rebekah aveva applicato sul mio viso e speravo vivamente che non se la prendesse più di tanto.
Ero scoppiata a piangere quando qualcuno aveva annunciato che giorno era e quando il mio cervello aveva realizzato che era l’anniversario della morte dei miei genitori.
“Mi domandavo dove fossi finita!”
Mi voltai e mi trovai davanti Niklaus.
“pensavo che le tue spie fossero efficienti… non mi hanno tolto gli occhi di dosso per un secondo…”
Sorrise.
“oh, questo lo so! Solo era un modo carino per domandarti come mai non ti eri goduta questa serata… mi sembrava che la tua prigionia fosse abbastanza… confortevole?”
Sorrisi appena. Come si poteva definire una prigionia confortevole?
“Devo ammettere che, pur non avendo esperienza in campo, mi è sembrata davvero confortevole questa prigionia!”
“e allora come mai hai pianto!”
Arrossii. Non amavo che qualcuno mi vedesse piangere.
“brutti pensieri!”
“Hai paura della morte?”
“Non è quello… oggi… Oggi è l’anniversario de… i miei genitori sono morti esattamente cinque anni fa… oggi era l’anniversario e io… oddio sono una stupida!”
Le lacrime ripresero a scendere dai miei occhi, anche se io non volevo e io mi voltai, in modo da dargli le spalle. Non volevo che mi osservasse.
“Scusami, è solo che non riesco a controllarle… credo che oggi ci siano state troppe emozioni forti, per me!”
Mi si avvicinò e poggiò una mano sulla mia spalla.
“Sfogarsi non è qualcosa di cui bisogna vergognarsi…! Non per voi ragazze almeno…”
Non potei evitare di sorridere all’immagine che si era affacciata nella mia mente: Klaus in lacrime che si disperava per la morte della madre…
“immagina me che piango!”
Ok, quello era troppo anche per la mia malinconia e la mia tristezza. Scoppiai a ridere e finalmente lo guardai.
“oddio, è una scena raccapricciante… davvero!”
Mi sorrise e pensai che forse non era terrificante come voleva far credere.
“Grazie… credi davvero che io sia completamente senza sentimenti?”
“No… ma mi pareva di aver capito che non ami mostrare le tue debolezze… quando qualcosa potrebbe anche solo minacciare la tua figura di cattivo incontrastato tu la ripudi, e un pianto disperato non ti aiuterebbe a mantenere su la tua bellissima maschera!”
Sorrise.
“Parli come se mi conoscessi da chissà quanto!”
Pensai al manoscritto e a tutte le cose che sapevo un po’ su tutti.
“In realtà so più di quanto pensi!”
“Elijah ti ha raccontato qualcosa di interessante? So che è ancora a Mystic Falls…!”
“diciamo che Elijah è stato molto impegnato, mentre era in città, o forse di impegnate c’erano solo le sue labbra!”
Sorrise.
“era occupato con qualcuna che conosco?”
“Sì, e anche molto bene…!”
Il suo sguardo consapevole mi fece capire che sapeva.
“Katerina!”
“Già… è impossibile stare nella stessa stanza con loro senza provare un po’ di nausea… sono così sdolcinati!”
Rise.
“Elijah è sempre stato innamorato di lei… credo se la stia godendo, finché può!”
“Hai intenzione di ucciderla anche se tuo fratello è innamorato di lei da mezzo millennio?”
“Lei ha sabotato i miei piani!”
“e allora? Adesso sei riuscito a sbloccare la maledizione del sole e della luna, no?”
“adesso sì, ma comunque c’è qualcosa che non funziona, e io credo di aver capito di cosa si tratti!”
Un brivido mi percorse la schiena.
“Elena non è morta… penso che mio fratello le abbia fatto bere quella specie di intruglio che aveva fatto preparare per Katerina”
Abbassai lo sguardo, non volevo guardarlo. ero troppo tentata. Nella mia testa si delineò la possibilità, reale e concreta, di dire a Niklaus che aveva ragione e volevo spingerlo ad ucciderla, ma non potevo. Io amavo Damon e più che averlo per me desideravo vederlo felice.
“Anche se fosse non è per quello che non riesci a trasformare nessun ibrido!”
“e tu cosa ne sai?”
“Tanto… ho qualche segreto, non sono così schietta come pensi tu!”
Lui sorrise, notando il riferimento alla conversazione di quel pomeriggio.
“a me sembra che tu possa rivelarmelo… mi devi ancora un favore, no? Io ti ho accontentato!”
“Mi sembrava che quello fosse il desiderio del condannato a morte e non sapevo che un condannato dovesse restituire il favore…”
“Solitamente non lo fa perché è morto!”
Sorrisi.
“Allora devo sdebitarmi, sono in vita!”
Già.
“Ti darò degli indizi: colei che ha che ha voluto che la tua parte lupesca venisse bloccata ha fatto in modo che per sbloccarla tu avresti dovuto perdere la componente fondamentale necessaria a creare il tjuo esercito…”
“Quindi tu dici che chi non voleva che io fossi un Ibrido ha fatto in modo che se anche io riuscissi a diventare ciò che volevo non avrei potuto crearne altri?”
“Sì… beh, per stasera mi hai detto abbastanza!”
“Felice di esserti stata utile?”
Era una domanda. Temevo di aver messo nei casini Damon e Elena, e di certo non lo volevo.
“Beh, penso che adesso sia fatto tardi. A domani!”
“Buonanotte, Niklaus!”
Andai nella mia stanza e mi misi a lett.
Sicuramente non si sarebbero accorti presto della mia assenza.
Il mio ultimo pensiero fu Mike, forse lui avrebbe capito che qualcosa non andava quando non mi sarei fatta viva.

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Capitolo 32
*** Departure ***


Pov Stefan
 
Uscito dalla pensione mi ero diretto al Mystic Grill. Mi ero portato sul retro tre ragazze e le avevo uccise.
Non era da Klaus non intervenire. Se non era ancora andato a riprendersi quelle bare doveva esserci un motivo.
Andai nel bosco e lì trovai altre due prede, e facevano cinque.
Cosa poteva essere successo che gli aveva impedito di venire a riprendersi ciò a cui teneva immensamente?
Camminavo per la città senza una meta quando vidi un ragazzo dai bellissimi occhi azzurri. Sei vittime.
Magari Rebekah aveva fatto qualcosa per impedirgli di venire a Mystic Falls.
Un uomo sulla quarantina camminava con delle buste in mano. Sette.
Oppure aveva rinunciato? No, non era possibile. Klaus non avrebbe mai rinunciato alla sua vendetta, di qualunque cosa si trattasse.
Un SUV si fermò di fianco a me. lo guidava una ragazza. Otto.
Presi il SUV e mi misi alla guida.
“WELCOME TO CHICAGO”
Mi ero ritrovato lì senza quasi rendermene conto.
Una volta lì, però, sapevo esattamente dove andare.
 
“Stefan? Sapevo che te ne saresti accorto!”
Mi sarei accorto di cosa? Non riuscivo a capire.
“mi sarei accorto di cosa? Del fatto che non hai ancora fatto niente per riprenderti la tua famiglia? E chi non se ne sarebbe accorto?”
Vidi l’espressione sul suo viso vacillare. Forse avrei dovuto notare altro, ma proprio non riuscivo a capire cosa.
Io sapevo quanto lui tenesse alle sue dannate bare. Nonostante tutto erano la sua famiglia. Aveva un modo contorto di dimostrare il suo amore, ma era Klaus, non potevamo aspettarci molto altro.
“Stefan, perché sei venuto qui? Vuoi morire, per caso?”
“non mi ucciderai… solo io so dove sono le bare, e di certo se mi ucciderai non lo scoprirai mai…”
Sorrise appena.
“sei tornato davvero ad essere il caro e vecchio Rippah...però, devo chiederti dove hai messo le mie bare… non sei nella posizione di ricattarmi. Stefan, sto per perdere la pazienza…!”
Sorrisi.
“Tu non hai ancora capito. Non mi importa… io voglio la mia vendetta.. Mystic Falls ti aspetta, Klaus…”
Mi girai e feci per andarmene.
“ehi, Rippah.. te ne pentirai…!”
Mi fermai per rispondere e, in quel momento, sentii qualcuno canticchiare al piano di sopra.
“hai avuto compagnia stanotte?”
Lui si concentrò e quando anche lui sentii quel qualcuno vidi un lampo passare nei suoi occhi: vendetta! Poi, però, sembrò ripensarci.
“sto per perdere la pazienza… se non hai intenzione di dirmi dove si trova la mia famiglia ti consiglio di andartene…”
Lo fissai ancora per un secondo e in quel momento scattò.
Mi venne addossò e mi trascinò fuori da quella casa, rompendo una finestra.
Sentii una voce e una parte di me mi disse che avrei dovuto conoscerla bene. Pensai a Rebekah e mi concentrai sul corpo di Klaus su di me.
 
Pov Liza
 
Ero appena entrata in doccia quando sentii un vetro andare in frantumi.
Urlai, istintivamente. Cosa diavolo poteva mai essere successo?
Ok, vivevo in una casa con due vampiri. Anzi con un Originale e un Ibrido, ma vivere con degli essere per lo più mitologici non era poi questa grande novità per me.
Uscii dalla doccia e fui stupita di vedere Rebekah lì ad aspettarmi.
“Ti piace proprio mostrarti nuda…”
“Ti piace proprio entrare in bagno quando le persone fanno una doccia”
Sorrise appena.
“di sotto c’è Stefan…”
Sentii un brivido corrermi lungo la schiena.
Possibile che se ne fosse già accorto?
Possibile che Niklaus avesse ragione e Stefan mi amava ancora?
Possibile che il suo amore per me era più forte dei suoi poteri?
Possibile che lo avesse capito in così poco tempo?
“non è qui per te!”
No! Non era possibile!
Sorrisi appena, di un sorriso malinconico e triste.
“Allora, suppongo, non abbia trovato una spiegazione alla non-reazione di Niklaus e sia venuto a controllare di persona…”
“sei sveglia!”
“lo so…!”
Rimasi in silenzio e lei come me.
“perché lo chiami Niklaus?”
Aggrottai le sopracciglia.
“è il suo nome, mi pare…”
“sì, ma lo chiamiamo tutti solo Klaus… perché lo chiami Niklaus…!”
Cercai, davvero, una spiegazione e l’unica che mi venne fu: “penso che sia una questione di abitudine!”
Sì, perché ero abituata a leggere il suo nome per intero e non solo una parte.
Rebekah, però, non era soddisfatta della mia risposta.
“scusami, Rebekah, ma non posso dirti a cosa è dovuta la mia abitudine… di certo non avevo mai conosciuto tuo fratello, prima di questo fortunato caso!”
“ok ok, donna dei misteri… in ogni caso, forse sarebbe il caso che tu non ti facessi vedere o morirai!”
Sorrisi appena.
“Già… ma tanto non se ne accorgerebbe nessuno!”
 
Pov Damon
 
Dove diavolo si era cacciato Stefan?
Avevo una terribile sensazione e non sapevo dove fosse finito. Lo chiamai al cellulare, dopo averlo cercato, senza alcun risultato, per tutto il paese.
“Qui il telefono del quasi morto vampiro Stefan Salvatore. Se sei Damon, il fratello ruba fidanzate, sappi che il tuo caro fratellino sta tornando a casa un po’ debole e incazzato, perciò fagli trovare un paio di vittime… vi conviene ridarmi le mie bare o vi farò fuori!”
“e tu chi diavolo saresti?”
“Rebekah, la sorella di Klaus!”
“che diavolo ha fatto Stefan?”
Il mio tono sembrava più rassegnato che spaventato. Mi ero ormai arreso all’inevitabile atteggiamento di mio fratello. Sapevo di essermi comportato in maniera imperdonabile con lui, gli avevo tolto l’amore della sua ragazza, ma non poteva comportarsi in quel modo. Ci avrebbe fatto morire tutti.
“è venuto qui minacciando Klaus perché non aveva ancora reagito… me lo ricordavo più intelligente”
In quel momento entrò Stefan.
“Beh, è stato un piacere parlare con te… ma devo dare una bella strigliata a mio fratello!”
“Ciao Damon… non vedo l’ora di conoscere anche te!”
Quel “anche” mi sembrò ricco di doppi sensi.
“Si può sapere cosa diavolo è successo? Sei andato da Klaus? Volevi farti uccidere?”
Stefan non mi degnò nemmeno di uno sguardo, si voltò e cominciò a salire le scale.
“Stefan, fermati adesso?”
“Sono andato da Klaus perché vendicarmi è l’unica cosa che mi resta da fare… non sento più niente e non voglio nemmeno tornare a provare sentimenti perché non so quello che proverei dato che ti sei messo con la mia ragazza… Klaus e la mia vendetta sono le uniche cose che mi restano, ma se anche lui mi ignora…”
Non concluse la frase, si voltò e sparì nella sua stanza.
Andai da Elena.
 
Pov Elena
 
Quando Damon arrivò a casa mia sembrava preoccupato ma non voleva parlarne. Avevo provato a domandargli più volte cosa fosse successo ma aveva sorriso e glissato sull’argomento.
“come è andata la tua giornata oggi?”
“Benissimo, ho fatto un giro in paese e poi sono andato un po’ a casa… tu? Sei uscita con le ragazze?”
Si manteneva distante. Era distratto. Era freddo con me.
“ti manca lei?”
Ero sempre più convinta che lui amasse Liza, solo che non se ne era mai reso conto.
“cosa?”
“Liza… ti manca Liza?”
Mi abbracciò e mi fece sedere sulle sue gambe.
“mi manca, ma non è per lei che sono preoccupato… lei sta riprendendo la sua vita. È Stefan che mi preoccupa. Oggi è andato fino a Chicago per minacciare Klaus. Sarebbe potuto morire e io non avrei potuto fare nulla per salvarlo!”
“io… forse potrei provare a parlarci.”
“sarebbe inutile… io, te o Caroline… ormai siamo solo persone che lui conosce. Non sente più niente…”
“io non ci credo… il padre di Caroline riusciva a contrastare il controllo mentale! Magari potrebbe riuscirci anche lui!”
Sorrise poco convinto.
“potremmo proporglielo!”
 
Pov Liza
 
Scesi di sotto e trovai Niklaus seduto sul divano che disegnava.
Mi avvicinai e sbirciai il foglio sul quale stava lavorando.
Era uno splendido paesaggio. Una luna si affacciava da dietro una nuvola e si specchiava in un lago immobile.
C’era malinconia in quel disegno.
“Stefan porta con sé un bagaglio di vecchi ricordi?”
Non mi degnò di uno sguardo e io non provai più a parlare. Rimasi ad osservarlo in silenzio. Ad un certo punto Rebekah scese di sotto con delle valigie e dietro di lei c’era un vampiro con le mie valigie.
“Che succede?”
Niklaus chiuse il suo album da disegno.
“Partiamo… Rebekah andrà a Mystic Falls per cercare di risolvere questa situazione e, finché i tuoi amici non si renderanno conto che sei sparita io non farò niente per nuocerti, come promesso…”
“E dove dovremmo andare?”
“New York, Las Vegas, Los Angeles… ovunque ma non possiamo restare qui.. se Stefan ti scoprisse non avrebbe senso averti fatto quella promessa…”
Sorrisi, chissà per quale motivo ma sentivo che di lui potevo fidarmi, anche se era l’Ibrido sadico di cui avevo letto.
Sentivo che potevo fidarmi, anche se sapevo che non avrebbe esitato ad uccidermi.
Sentivo che potevo fidarmi, anche se sapevo che fine aveva fatto la sua famiglia quando aveva dimostrato di non gradire tutto ciò che lui faceva.
 
Partimmo di lì a mezz’ora. Destinazione: Los Angeles.
Quando arrivammo Niklaus mi portò direttamente in hotel.
“Non uscirai da questa stanza e non userai il telefono, sono stato chiaro?”
Mi voltai a guardarlo.
“e perché? Dov’è finita tutta la tua ospitalità?”
“dovresti essermi grata per il fatto di essere in vita, non vedo perché dovrei essere ospitale…”
“Ma perché non posso uscire? Qui non potrei incontrare nessuno, e di certo non cercherei di scappare… non sono mai stata a Los Angeles, non sono mai stata da nessuna parte, in realtà…”
Niklaus mi fu vicino in un lampo.
“Vediamo di capirci subito: ieri mi hai preso in un momento buono e ti ho fatto una promessa. Non amo rimangiarmi la parola data, per questo siamo qui. Ma se credi che ti renderò la vita facile, ti sbagli di grosso!”
Lo guardai negli occhi e, forse, quello che lesse nei miei non gli piacque perché mi morse e mi lasciò priva di sensi sul letto.
 
Quando ripresi conoscenza ero più arrabbiata di quanto non fossi mai stata.
Mi chiusi in bagno e iniziai a lavarmi.
Quell’Imbecille di un Ibrido… ma chi diavolo crede di essere? Non può permettersi di trattarmi così… lui… oddio! E se chiamassi Damon e gli dicessi tutto, almeno questa storia avrebbe una fine… sì, certo! La mia! No, è fuori discussione… però quell’imbecille… oddio, lo ucciderei in questo momento.
Ero ancora sotto la doccia, quando sentii la sua voce chiamarmi, non risposi, fingendo di non sentirlo.
Speravo che avrebbe capito e mi avrebbe atteso fuori dalla porta, ma naturalmente era chiedere troppo.
Aprì la porta del bagno ed entrò.
“si può sapere perché non rispondi?”
“non ti avevo sentito!”
Ero più che sicura che non se la fosse bevuta, ma non mi interessava più di tanto…
Finii di sciacquarmi e aprii la tenda della doccia, mostrandomi nuda.
Il periodo dissoluto della mia vita aveva portato con sé ogni traccia di pudore.
“Wow, ora capisco perché Stefan si è innamorato di te”
“nel 1864 lui questo” e mi indicai “non poteva vederlo, seppellito sotto metri e metri di stoffe!”
Fece un cenno con il capo, come per darmi ragione.
“Niklaus, che cosa vuoi?”
“ho portato la cena!”
“Non ho fame!”
Mi avvicinai alla valigia e la aprii, lui era dietro di me.
“Devi mangiare, sei debole!”
Lo guardai con un sopracciglio alzato, poi mi voltai e continuai a vestirmi.
Non gli risposi, non ce n’era bisogno, almeno dal mio punto di vista.
Volevo che uscisse dalla stanza e che mi lasciasse in pace.
Se voleva trattarmi da prigioniera, mi sarei comportata da tale.
“Non vorrai tenermi il broncio, vero?”
Non gli risposi, mi misi a letto e accesi la televisione.
Trovai un film d’azione e iniziai a guardarlo.
Lui si sdraiò ai piedi del letto e, in silenzio, iniziò a mangiare e a guardare il film con me.
Dopo un po’ iniziai ad avere fame.
Presi un contenitore a caso e iniziai a mangiare.
“Non temi che possa averlo avvelenato?”
“Spero che almeno sia indolore…”
“Eri più simpatica quando eri loquace…”
“Eri più simpatico quando non mi trattavi da prigioniera…”
Che poi perché mi dava così tanto fastidio?
Io ero anche meno di una prigioniera.
Ero un ostaggio.
Una merce di scambio.
Una, molto probabilmente, vittima.
Non mi rispose. Si alzò e uscì dalla stanza.
 
Pov Rebekah
 
Arrivata a Mystic Falls mi diressi alla pensione Salvatore.
Oh, sarebbe stato divertente stare un po’ in mezzo alle scatole a Stefan e, magari, avrei potuto giovare un po’ con Damon.
Quando arrivai mi venne ad aprire Elijah.
Ci misi meno di un secondo a gettarmi tra le sue braccia.
Era così bello, rivederlo vivo.
“Rebekah… che bello! Mi sei mancata così tanto”
“Anche tu… come mai sei qui?”
In quel momento scese Katerina.
“Oh, Katerina… ancora lei!”
Elijah sorrise, e anche quella vampira che era riuscita a scappare per così tanto tempo dalle grinfie di Klaus.
Mi voltai verso mio fratello: “sai che non la lascerà viva, vero?”
Lui annuì, ma nel suo sguardo lessi una determinazione che non gli avevo mai visto. Non gliel’avrebbe lasciata uccidere.
 
Quella sera mio fratello mi portò al Mystic Grill. Un locale squallido, frequentato da gente altrettanto squallida.
Katherine era rimasta alla pensione, non poteva farsi vedere in giro, se lo era anche Elena.
Elijah mi presentò alcune persone, se così si poteva definirle.
Un licantropo, ne sentivo la puzza, un tale Lockwood.
Una strega, e una Bennet per giunta.
Uno stregone, un certo Lucas, che sembrava accompagnare la strega.
Tre vampiri: Damon, Caroline e Anna.
Due umani: Jeremy e Matt.
E, ultima ma non meno importante, la doppelganger: Elena.
Mi sedetti accanto al biondino, che mi sembrava l’unico non in coppia.
“dov’è Stefan?”
Damon mi guardò indeciso se rispondermi o meno.
“Non è qui!”
Fu la geniale risposta che riuscì a darmi.
Sorrisi affabile.
“Oh, questo lo avevo notato… ma mi domandavo come mai, il Rippah non avesse partecipato a questa allegra festicciola tra esseri sovrannaturali” mi voltai verso Jeremy e Matt “a parte voi due, ovviamente!”
Elena si mosse irrequieta sulla sedia.
Bonnie mi fissò in cagnesco, mentre il suo ragazzo le stringeva la mano.
Damon mi sorrise, forse nelle sue intenzioni quello era uno sguardo ammaliante.
“il Rippah è troppo impegnato nelle sue ricerche…”
Mi alzai. “Beh, fategli sapere che anche se Klaus non è qui, basto io a mettervi i bastoni tra le ruote…”
Mi voltai per andarmene ma poi ci ripensai.
“Elena, io starei attenta agli aghi!”
Chissà cosa aveva  capito dalla mia ultima uscita, ma onestamente non mi interessava.
Klaus mi aveva spedito lì con dei doveri ben precisi, e io li avrei portati a termine.
 
Angolo Autrice…
 
Non ci sono parole per scusarmi… lo so… tre mesi sono una vita, ma vi giuro non sapevo che scrivere…
Lo so è imperdonabile, inammissibile, inconcepibile, e chissà quante altre cose in in-… però, spero, che vorrete continuare a seguire questa storiellina… vi prometto che non vi farò attendere più tre mesi, o almeno ci proverò…
Posso usare la scusante che quest’anno sono d’esami e in teoria dovrei studiare?? O.o
No!! Lo so, lo so… chiedo venia e per dimostrarvi le mie buone intenzioni vado a scrivere un altro capitolo e spero di pubblicarlo stasera o domani, al massimo ^_^
Ah, devo chiedere perdono, molto più che a tutti gli altri, a MiaBlack che più di una volta ha definito la mia storia una droga, di cui io l’ho privata senza preavviso e senza motivo… 

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Capitolo 33
*** I wanna fun ***


Pov Stefan
 
Ero appena uscito dalla pensione quando mi si avvicinò Rebekah.
Beh, avvicinarsi non è proprio il termine adatto. Più che altro un eufemismo. Lei mi si gettò addosso scagliandomi dall’altra parte del porticato per poi essere di nuovo su di me.
“Ciao, Stefan. È un piacere rivederti!”
Ma il sorriso sulle sue labbra non si addiceva allo sguardo nei suoi occhi.
“Rebekah…  che succede? Il fratellino non è potuto venire e ha mandato te?”
Il suo sorriso si aprì ancora di più.
“Klaus aveva altro da fare, ma non preoccuparti… io saprò essere altrettanto convincente!”
Si alzò da me e mi tirò su.
“Bene… adesso mi mostri la mia stanza per favore?”
Sollevai un sopracciglio.
“Ci sarà una stanza in questa pensione che posso usare, no?”
Le aprii la porta.
“per me puoi stare dove ti pare, ma io non ti farò da guida…”
La lasciai lì e me ne andai.
 
Pov Rebekah
 
Chissà cosa ci avevo visto in lui?
Boh. Mi voltai e feci per salire le scale quando la voce di Katerina mi bloccò.
“Stefan era un’altra persona con i suoi sentimenti… adesso è solo una pallida ombra di quello che è sempre stato…”
La raggiunsi in salone e mi versai un bicchiere di bourbon.
“Stefan non è mai stato un tipo sentimentale… o almeno, quando l’ho conosciuto io l’unica cosa che gli interessava era il sangue umano, e credimi non si faceva alcuno scrupolo per ottenerlo…”
Si strinse nelle spalle.
“Tuo fratello non è tornato con te?”
Fu il mio turno di stringermi nelle spalle.
“penso che volesse rimediare alla mia non-celata minaccia!”
Sbuffò contrariata.
“Non ho nessuna voglia di aspettarlo…”
Mi ricordava una bimba capricciosa: mio fratello era la sua bambola e lei, in quel momento, voleva giocare.
Non la degnai più di uno sguardo. Chissà perché Elijah se ne era innamorato e chissà perché Klaus non la smetteva di cercarla.
Salii le scale e iniziai a guardare tutte le stanze.
Ne trovai una che mi piaceva e, in un secondo, scesi di sotto a prendere le mie valige e le portai in quella stanza.
Stavo svuotando l’armadio quando sentii una macchina nel vialetto.
 
Pov Damon
 
Dopo quanto aveva detto Rebekah non avrei mai voluto lasciare Elena da sola, ma quella ragazza sapeva essere molto convincente e quella sera, cascasse il mondo, lei e le sue amiche avrebbero fatto un pigiama party tutto al femminile.
Riuscii almeno a convincerla che avrei potuto accompagnarle fino a casa e Elijah propose di accompagnarci.
Naturalmente non potevamo entrare tutti in una sola auto e così, per accompagnare Elena, la sua amica vampirella e la streghetta si mosse tutta la compagnia.
Mi sembrava stupido e inutile.
Era come se si stesse muovendo un’intera scorta per tre persone, se non contiamo Jeremy e Anna.
Quando le ragazze furono al sicuro in casa, lì Rebekah non poteva entrare, io e Elijah ci dirigemmo verso la pensione.
 
“Damon, non so cos’abbia in mente mia sorella, o cosa le abbia chiesto di fare mio fratello… ma qualunque cosa sia, se mi aiuterà ad avere indietro la mia famiglia, stai certo che la aiuterò!”
“grazie per la sincerità!”
Uscì dalla macchina ed entrò in quella che doveva essere casa  mia ma che era dimora fissa di quell’Antico e del mio “antico” amore.
Katherine gli fu addosso in un attimo.
“si può sapere perché non sei tornato con tua sorella?”
Elijah non fece attendere la sua reazione.
Io smisi di guardarli e di ascoltarli.
Erano davvero assurdi.
Cinquecento anni passati a sfuggirsi e poi si picchiavano così.
Chi li capiva.
Mi diressi in camera mia e quando arrivai trovai una cosa che, davvero, non mi piaceva nemmeno un po’.
“si può sapere che diavolo stai facendo?”
Rebekah lasciò perdere quello che stava facendo e mi guardò.
“sto liberando la stanza che da oggi sarà mia…”
Sollevai appena un sopracciglio.
Questa” e indicai tutta la stanza, per fargli capire di cosa stavo parlando “è la mia stanza… e tu” marcai eccessivamente il pronome “adesso sloggi e te ne cerchi un’altra…”
Sorrise appena.
Io” e lo disse con lo stesso tono che io avevo usato per dire tu “non mi muoverò di qui!”
Poi mi diede le spalle e tornò ad occuparsi dei suoi vestiti.
“Ma se tu vuoi rimanere qui, nessuno te lo impedisce…”
Mi fu vicina in un secondo e mi sussurrò in un orecchio.
“la stanza è abbastanza grande per entrambi!”
Le strattonai i capelli, non tanto per farle del male, ma perché volevo guardarla in viso.
“mettiamo subito in chiaro un paio di cose: questa è la mia stanza e tu sloggerai!”
La sua faccia mi fece capire che no, non sarebbe sloggiata.
“tu non ti avvicinerai ad Elena, in nessun modo!”
E anche questa volta l’espressione che le si dipinse in viso non mi rassicurò.
“per quanto riguarda Stefan, non ti permetterò di ucciderlo…”
“hai finito?”
La voce ferma e il sorrisino che continuava ad avere in viso non mi rassicuravano per niente.
Annuii.
Mi spinse a muro, liberandosi della mia presa sui suoi capelli.
“questa stanza mi piace e me la tengo, se tu non vuoi andartene puoi anche rimanere, non mi importa. Per quanto riguarda le tue minacce, come pensi di impedirmi di fare ciò che voglio?”
Detto questo si avvicinò a me e mi baciò.
Non potevo sfuggire a quel baciò, ma ci provai, con scarsi risultati, comunque.
Quando si staccò tornò alla sua attività, come se niente fosse.
In quel momento, mentre mi dava le spalle, realizzai che quella barbie mi avrebbe dato parecchi problemi.
 
Pov Liza
 
Quando il giorno dopo mi svegliai, la prima cosa che feci fu guardare fuori dalla finestra.
Non potevo uscire, ma avrei almeno potuto guardare Los Angeles da lì.
Riuscivo a vedere la scritta Hollywood e avrei tanto voluto essere lì.
Ero ancora affacciata quando si aprì la porta. Non mi voltai finché non sentii una voce che non era quella di Niklaus.
“Klaus mi ha detto di portarti questi” e poggiò sul letto un paio di libri e di dvd.
“vuoi un po’ di compagnia?”
“me la stai offrendo tu o lui ti ha obbligato a chiedermelo?”
“è un ordine…”
Sorrisi.
“allora no, grazie… posso farne a meno!”
Si strinse nelle spalle e uscì.
Mi diressi in bagno e mi feci una doccia.
Quando uscii, ancora con solo il telo addosso, diedi un’occhiata ai dvd.
C’era una pappetta romantica e un cartone animato.
Spostai l’attenzione sui libri, ma non erano molto meglio: un libro di favole e un saggio sul sistema solare.
Sorrisi appena.
Che diavolo aveva in mente Niklaus?
Misi nel lettore dvd la pappetta romantica e mi sdraiai ancora con solo l’asciugamano addosso.
 
Avevo quasi terminato di guardare il film, quando la mia pancia iniziò a reclamare cibo.
Mi avvicinai alla porta e la aprii. Il vampiro mi fu addosso in un attimo.
“Dove credevi di andare?”
Mi aveva praticamente gettato sul letto e lui era sopra di me.
“Ho fame e volevo chiederti di portarmi qualcosa… e poi in queste condizioni” e mi guardai per fargli notare che avevo solo un telo addosso. “Dove sarei potuta andare?”
Fece per allontanarsi, ma misi una gamba sul suo fianco, bloccandolo.
“Ormai che siamo qui, perché non ne approfittiamo?”
Lo avvicinai a me e feci per baciarlo… non mi riuscì.
Niklaus era sulla soglia e, al suono della sua voce, quell’idiota di un vampiro ci mise meno di un millesimo di secondo per scomparire.
“Non sono uscita, e non avevo intenzione di farlo!”
Entrò e chiuse la porta.
“i film non erano di tuo gradimento?”
“Preferisco la pratica!”
Mi sistemai sul letto e iniziai a fissare il tetto.
“Io avrei fame!”
Niklaus si avvicinò al telefono e ordinò qualcosa dal servizio in camera.
“Non provare più a sedurre il vampiro qui fuori, o lo farò fuori e metterò una vampira!”
Ammiccai nella sua direzione.
“e chi ti dice che non ci proverei anche con lei?”
Volevo solo provocarlo un po’… l’idea non mi piaceva poi così tanto.
“Chissà, allora inventerei un modo per impedirtelo…!”
Sbuffai e presi uno dei libri che mi aveva portato, quello sul sistema solare.
Lui si sedette accanto a me. tentò più volte di iniziare una conversazione, ma lo ignoravo, come se non fosse lì.
Più di una volta temetti potesse arrabbiarsi sul serio, ma non riuscivo a trattenermi.
Quando bussarono alla porta mi alzai e andai ad aprire.
Il cameriere era un ragazzo, poco più che ventenne. Molto, davvero molto, carino.
Lo feci entrare.
“Prego, lascia pure il carrello lì, grazie!”
Poi mi si avvicinò, per la mancia, ma io volevo divertirmi un po’.
Al diavolo tutto.
Al diavolo Mystic Falls.
Al diavolo Damon.
Al diavolo Niklaus.
Si tornava ad essere la vecchia Liza. Quella che si gode la vita, ma che non regge l’alcool.
Lo attirai a me e lo baciai. Un bacio pieno di desiderio represso.
Quando sentii di aver bisogno di aria lo lasciai andare.
“Penso che questa non sia la mancia che volevi, però!” mi voltai verso Niklaus.
“tu hai qualche soldo? Perché io non ne ho… ah, e dagliene qualcuno in più… è stato bravo!”
Mi sedetti sul letto e iniziai a mangiare, mentre quell’ibrido da strapazzo lo soggiogava, intimandogli di non avvicinarsi più a me così.
Quando rimanemmo soli sbuffai.
“si può sapere perché non posso divertirmi?”
Scrollò le spalle e uscì.
 
 

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Capitolo 34
*** Another room? Wonderful... ***


Pov Elena
 
Quella bionda appena arrivata in città si era pure iscritta a scuola.
Me la trovavo sempre tra i piedi e non ne capivo il motivo.
Era in città da poco più di quattro giorni e io già non la sopportavo.
Ronzava intorno a Damon in modo, quantomeno, fastidioso.
Dopo quella prima sera, in cui aveva lasciato che Damon tornasse alla pensione, non avevo più ripetuto quello sbaglio.
Non mi piaceva come lei lo guardava e non mi piaceva il modo che aveva Damon per allontanarla: nessuno!
Ero diventata l’ombra del mio ragazzo vampiro, per quello che potevo, ovviamente. Perché il suddetto ragazzo aveva tutti gli impegni del mondo.
Un’uscita al bar con il suo amico professore.
Una scappatella a Chicago con il fratello squartatore, per cercare di capire che fine ha fatto Klaus.
Una piccola rissa con la Barbie vampiro per la stanza.
Quello che mi consolava, naturalmente, era avere le mie amiche, ancora una volta, dalla mia parte.
Certo Caroline non aveva apprezzato molto la mia storia con Damon, ma aveva capito che al cuore non si comanda. Dopotutto non era lei che il giorno prima non sopportava Tyler e stava con Matt e il giorno dopo aveva deciso che, in realtà, la situazione era al contrario?
Poi c’era Bonnie. Lei che aveva sempre evitato i ragazzi e che adesso, in Lucas, aveva trovato il suo Amore, quello con la A maiuscola. Nemmeno lei era contenta delle mie frequentazioni. Per lei avrei dovuto cercare un umano adatto a me, e Matt aveva, a suo dire, tutti i requisiti necessari.
Fermai Caroline e Bonnie prima che entrassero in classe.
“Ragazze, vi va un pomeriggio solo tra noi, oggi?”
Caroline saltellò sul posto, e non è un eufemismo.
Quella ragazza era una forza della natura.
“Certo… è da troppo tempo che non ci dedichiamo del tempo…”
Il troppo tempo di Caroline corrispondeva a circa dodici ore e questo provocò il sorrisino nemmeno troppo trattenuto di Bonnie, ma nemmeno lei aveva nulla in contrario.
Ci mettemmo d’accordo: finita l’ultima lezione ci saremmo viste all’ingresso per poi andare a casa mia.
 
Pov Rebekah
 
Quindi quelle sciocche volevano organizzare una giornata tra ragazze? Ma non si stancavano mai di stare insieme?
Non mi interessava più di tanto.
Per ora il mio compito era giocare un po’ con loro.
Klaus voleva questo.
Voleva che si sentissero con il fiato sul collo e, magari, che commettessero qualche sbaglio, ed era quello che avevo intenzione di fare.
 
Pov Liza
 
Cinque giorni chiusa in quella stanza senza poter vedere nulla e senza poter fare nulla.
Stavo sdraiata a letto, quando mi stancavo facevo una doccia.
Un giorno avevo persino fatto una sfilata con i vestiti che avevo dietro: tutti quelli che possedevo.
Avevo indosso il mio abito del 1864 quando era entrato Niklaus.
“questo è molto meglio della tua nudità… sei bellissima…”
Arrossii.
“lo so!”
Sorrise. Il sorriso che, avevo scoperto, mi rivolgeva quando lo sfidavo, quasi come se se lo aspettasse. Quasi come se gli fosse dovuto.
Quasi come se fosse giusto così.
Sorrisi anche io, solo perché era divertente sfidarlo.
Sorrisi anche io, solo perché non avevo altro da fare.
Sorrisi anche io, solo perché infastidirlo era l’unica cosa che mi fosse concessa fare.
“volevo chiederti una cosa…”
Annuii appena, per fargli capire che lo stavo ascoltando e iniziai a togliermi il vestito.
Si avvicinò e mi aiutò.
“Per completare la trasformazione degli ibridi devo dar loro il sangue di Elena, giusto?”
“il suo sangue deve essere il primo che berranno, una volta iniziata la transizione…”
Che senso aveva non dirglielo?
Che senso aveva mentire?
Che senso aveva rischiare tutto per lei?
Nessuno!
 
Pov Mike
 
Liza aveva detto che sarebbe tornata…
Un mese o forse due..
Il tempo stava per finire e io, presto, l’avrei rivista e stavolta, per nessuna ragione, le avrei permesso di allontanarsi da me.
 
Pov Damon
 
Avevamo girato Chicago in lungo e in largo, ma di Klaus nemmeno l’ombra.
Stefan sembrava fuori di sé, e se lo conoscevo non era solo apparenza.
“Che ne dici di tornare a Mystic Falls?”
“tu non capisci, tu non lo conosci! Se non sta facendo niente vuol dire che sta architettando qualcosa, oppure che sta agendo in sordina, e non è quello che voglio.. io voglio scontrarmi con lui… io voglio la mia vendetta e se lui si nasconde come un topo non potrò averla…”
“magari si è stancato di portarsi dietro quelle bare e tu l’hai liberato di un peso!”
Non mi degnò di una risposta.
Salì in macchina e, se non avessi avuto la super-velocità dalla mia, mi avrebbe lasciato lì.
 
Il viaggio di ritorno fu silenzioso. Troppo, per i miei gusti, perché mi ritrovai a pensare al mio passato.
A quello che avevo fatto e a quello, che invece, non avevo avuto il coraggio di fare.
Pensai ai miei errori e alle cose che avevano portato qualcosa di buono.
Pensai a Katherine, a Liza e ad Elena.
Katherine era quell’amore malato che mi aveva accompagnato praticamente per tutta la mia esistenza, fino a quel momento.
Liza era la mia salvezza. Era il mio appoggio. La mia amica. La mia spalla. Lei mi appoggiava anche nelle mie follie. Lei mi sapeva prendere. Lei mi capiva. Lei mi aiutava. Lei mi amava.
E io?
E io adesso avevo Elena, ma senza Liza la mia vita non era la stessa cosa…
Mi mancava.
“vai a Fairfax!”
Stefan sollevò un sopracciglio, ma non disse niente.
 
Pov Stefan
 
Andare a Fairfax? Si era per caso bevuto il cervello?
Naturalmente non ci sarei andato.
Liza se ne era andata, e a me non poteva fregarmene di meno.
La mia priorità, in questo momento, era andare a Mystic Falls e avvicinare Rebekah, magari si sarebbe fatta sfuggire qualche informazione importante.
 
Pov Rebekah
 
Fare shopping a Mystic Falls era così noioso.
Avevano appena due negozi, entrambi molto poco forniti.
Stavo scegliendo tra un’orribile maglietta a strisce e un altrettanto orribile camicetta a sbuffo quando suonò il mio telefono.
“Pronto?”
“Sorellina, come vanno le cose?”
Sorrisi.
“Noiose… Stefan ti corre dietro come un cagnolino.. Elena e le sue amichette, praticamente non escono mai di casa… Elijah, invece, si sta divertendo parecchio con Katherine, sai?”
Lo sentii ridere dall’altra parte del telefono.
“Anima un po’ la situazione, sorellina… sai cosa fare!”
Sorrisi.
Finalmente potevo giocare un po’.
 
Pov Liza
 
Una settimana.
Un’intera settimana chiusa in quella stanza, stavo per impazzire.
Più di una volta avevo cercato di intavolare una conversazione con Niklaus, ma stavolta era lui a non volerne sapere di me.
Era lui a non rispondere alle mie provocazioni.
Avevo anche cercato di sedurlo, ma niente.
Mi aveva lasciata da sola.
La presi come una sfida, una bellissima sfida, dopo tutto quel tempo perso a correre dietro a Damon Salvatore.
Damon.
Non era una buona mossa pensare a lui.
Io mi annoiavo e pensare al bel moro dagli occhi azzurri non era salutare.
Pensare alle sue labbra.
Ai suoi baci.
Alle sue carezze.
Alle sue promesse.
non permetterò a nessuno di farvi dl male…”
“non vi farò più del male!”
Ai suoi sguardi.
Ai nostri momenti.
Al nostro Rifugio.
“Non pensavo che fosse così pessima, questa prigionia…”
Mi spaventai.
Non l’avevo sentito entrare.
“non lo è, infatti!”
Ma c’era qualcosa che non andava.
La mia voce era uscita a singhiozzi.
“allora perché stai piangendo?”
Mi toccai le guance…
“Oh, non me ne ero accorta… stavo pensando…”
Si sedette sul letto, in attesa.
Come se io volessi parlare con lui.
Come se io volessi fargli sapere quello che mi passava per la testa.
Come se io volessi fargli vedere quello che avevo nel cuore.
“Damon Salvatore…”
Lo disse lui.
Non c’era bisogno di parlare con lui.
Non c’era bisogno di fargli sapere quello che mi passava per la testa.
Non c’era bisogno di fargli vedere quello che avevo nel cuore.
“Com’era la Tati?”
Sgranò gli occhi.
“tu cosa sai?”
“poco o niente…”
“Era come Katherine e Elena…”
Sorrisi.
“nell’aspetto… ma caratterialmente, com’era? Cioè Katherine è egoista e pensa solo a salvarsi la pelle. Elena è tutto il contrario… lei morirebbe pur di salvare la sua famiglia!”
“Tati era a metà… avrebbe dato la vita per la sua famiglia, ma prima di arrivare a compiere un passo del genere avrebbe cercato ogni mezzo possibile per salvare anche la sua… era così furba ed egocentrica e allo stesso tempo meravigliosamente altruista e piena di vita!”
“Ti sei mai innamorato dopo lei?”
Sollevò appena un angolino delle sue labbra, non avevo mai notato che fossero così carnose.
“Mi pareva che, alla festa di Rebekah, avessimo brindato a una vita senza amore…”
Fu il mio turno di mostrare un sorrisino sghembo.
“senza amore, non senza divertimento…”
E gattonai fino a lui.
Mi andò bene.
Si lasciò baciare…
Ma solo quello.
“Fa le valigie. Partiamo!”
Mi rigettai sul letto, esausta.
“Un’altra bellissima stanza da guardare? Bellissimo”
Ridacchiò e uscì dalla stanza.
Preparai tutto e mi feci una bella doccia rilassante.
Chissà quale sarebbe stata la nuova destinazione.
 

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Capitolo 35
*** Out? Yes! Out of the room ***


Pov Elena
 
Jeremy era strano da un paio di giorni a quella parte.
Mi evitava e tornava sempre tardi.
Temevo che potesse aver iniziato a drogarsi di nuovo.
Anna non sapeva dirmi nulla, se non che era strano anche con lei.
Chissà cosa gli stava succedendo.
 
Pov Damon
 
Elena era sempre più distante, troppo preoccupata per il fratello per vedere che anche il mio di fratello mi dava dei veri grattacapi.
Stava dietro Rebekah, come se lei potesse dargli le risposte che voleva.
 
Per quel giorno ne avevo avuto abbastanza, di fidanzate sfuggenti e di fratelli fuori controllo.
Tornai alla pensione, solo per imbattermi in Katherine.
“Ehi, Damon… vieni! È tanto che non stiamo un po’ insieme!”
La malizia nella sua voce non mi piaceva nemmeno un po’.
“Il tuo bell’Antico non potrebbe ingelosirsi?”
Sorrise, con quel sorriso che avevo tanto amato.
“e perché dovrebbe!? Io e te siamo amici di vecchia data, no?”
Amici di vecchia data, la stessa cosa che aveva detta Liza quando aveva spiegato a Elena da quanto tempo ci conoscevamo.
“ti manca, vero?”
Mi versai un bicchiere di bourbon. Se Katherine voleva parlare, non c’era verso di farle cambiare idea.
“Chi?”
“Liza.. la mia meravigliosa amica bionda che tu” e quel tu era così pieno d’accuse che mi sentii colpito “hai praticamente cacciato da Mystic Falls…”
Sollevai un sopracciglio.
“Io non ho cacciato proprio nessuno.. lei voleva andarsene e l’ha fatto!”
Mi fu vicina, troppo vicina, in un attimo.
“Se ti vuoi prendere in giro, prego, fa pure! Ma sappiamo tutti che se ne andata perché tu non ricambiavi i suoi sentimenti, perciò ti prego, almeno non prendere in giro me!”
“Katherine, cosa vuoi?”
“Solo capire fino a che punto sei stupido e cieco, ma a quanto pare non ti rendi conto di quanto l’hai fatta soffrire, per tutto questo tempo!”
Mi girai e feci per andarmene.
“spero tu ti renda conto che stavolta non tornerà”
Già. Non sarebbe tornata, e io non sarei andato a cercarla, perché lei non aveva bisogno di me.
Perché lei doveva andare avanti.
Perché lei doveva trovare qualcuno che l’amasse.
Di nuovo l’avevo allontanata per lo stesso motivo.
Di nuovo sarebbe scomparsa, come nel 1864.
Ma forse, stavolta, non ci saremmo rincontrati dopo un secolo e mezzo.
 
Pov Liza
 
Las Vegas.
La seconda tappa del nostro viaggio.
Mi condusse in albergo.
“preparati, stasera cenerai nel ristorante dell’albergo!”
Mi voltai a guardarlo, per cercare di capire se stesse scherzando, ma mi sembrava serio.
“davvero?”
Ero così incredula? La mia voce era così felice per una cena fuori? E con fuori intendevo fuori dalla stanza.
“Sì davvero!”
E il suo sorriso mi sembrò sincero.
Non ci pensai e lo abbracciai. O meglio mi gettai su di lui come se fosse un’ancora.
Poi gli bisbigliai nell’orecchio.
“Certo, non che il ristorante sia il luogo perfetto per divertirsi…”
Ridacchiò, come faceva raramente.
“Vedrai che ti divertirai…”
Scesi e mi diressi in bagno.
Quando ne uscii trovai una… cameriera? Vampira? Non lo sapevo…
Era vestita con un abito del 1800 e preparava il mio abito del 1800, l’abito che avevo indossato alla festa dei fondatori.
“il signor Klaus mi ha chiesto di aiutarvi a prepararvi per stasera…”
Sorrisi. Forse mi sarei divertita, nonostante tutto.
 
Pov Elena
 
“Jeremy, fermati. Dove mi stai portando?”
“Eddai, voglio solo farti vedere una cosa…”
Mi portò nella palestra della scuola. Chissà cosa aveva in mente, ma io avevo una brutta sensazione.
“Jeremy, perché mi hai portato qui?”
“Non preoccuparti, Elena… gliel’ho chiesto io!”
Tyler? Perché lui era qui? Cosa voleva da me?
“Tyler, che succede? Ci sono problemi con Caroline?”
“No, va tutto bene… volevo solo stare un po’ con te…”
Mi si avvicinò lentamente.. e poi…
Fu tutto nero.
 
Pov Damon
 
Cercavo di contattare Elena da non so più quanto tempo, ma non mi rispondeva al telefono.
Provai a chiamare le sue amiche, ma nemmeno loro ne sapevano niente.
Sentii una strana sensazione attanagliarmi lo stomaco.
Quella situazione non mi piaceva.
Non mi piaceva per niente.
 
Pov Rebekah
 
Era stato più facile del previsto soggiogare Tyler e convincere lui a far togliere a Jeremy la verbena.
Se avessi fatto fare tutto il lavoro sporco a quei due nessuno avrebbe potuto prendersela con me, non veramente.
E poi dovevo solo farli spaventare un po’ e portarmi avanti con il lavoro.
Niente che il cuore morto di quei due vampiri da strapazzo non avrebbe potuto sostenere.
 
 
Pov Jeremy
 
Non sapevo perché lo stavo facendo, ma sentivo che dovevo farlo.
Portare Elena da Tyler, in palestra e andare a riprenderla dopo tre ore all’ospedale per portarla a casa, senza dire niente a nessuno.
 
Pov Damon
 
Mi stavo seriamente preoccupando.
Non era possibile che scomparisse così, sapendo che in città c’erano due Antichi, di cui una psicopatica, e non poco.
 
Pov Elena
 
Dove mi trovo?
È tutto bianco, asettico.
L’ospedale.
Ma perché sono qui? Perché ho un ago nel braccio?
Perché mi stanno prelevando del sangue?
 
Pov Liza
 
Scesi al piano di sotto scortata da quella cameriera che mi aveva aiutato.
Fu strano.
Era tutto moderno ma tutti, dal receptionist allo chouffer erano vestiti come nel 1864.
Niklaus mi venne incontro e mi porse un braccio.
“Spero che la serata sia di vostro gradimento…”
“a cosa devo l’onore?”
“Forse ve lo dirò… un’altra volta!”
Mi condusse al ristorante e ci accomodammo.
Non parlai, volevo che lo facesse lui, e lui non si fece attendere poi troppo.
“ti preferisco quando sei loquace e schietta!”
Sorrisi.
“Ti preferivo quando hai accettato di salvarmi la vita…”
“E mi pare che tu sia viva!”
Sollevai un sopracciglio.
“Mi tieni sottochiave, e io non ci sono abituata… ho pure pensato di chiamare Damon e dirgli tutto, così questa storia avrebbe una fine!”
“Damon, perché proprio lui? cosa ci trovi in quello stoccafisso?”
Cosa ci trovavo in Damon?
“non lo so… lui è… come me… mi capisce, sa cosa significa non essere amati, sa cosa significa perdere i genitori… io credo di essere stata attratta da lui per queste cose e poi… beh, lui è divertente, è sarcastico, è sadico al punto giusto e… non lo so!”
“Beh, ma anche io rispondo alla descrizione: mai stato amato, ho perso i genitori, sono divertente, sarcastico e di sicuro sono sadico!”
Scoppiai a ridere.
“allora potrei innamorarmi di te!”
“E magari tra noi ci sarebbe passione, che, a detta di tutti, tra te e Damon non c’è”
Passione.
Quante volte ce l’avevano detto?
Il nostro amore era nei nostri gesti e nelle nostre parole, non nelle nostre effusioni.
“Beh, se riuscissi a farmelo dimenticare… non sarebbe un male…”
“Chiodo scaccia chiodo?”
“Dicono che funzioni!”
Sorrise, ma quel sorriso non mi ispirò niente di positivo.
Temevo di essermi cacciata in qualche guaio.
In qualche guaio mastodontico.
Il suo era un sorriso di sfida.
 
Pov Klaus
 
Quella ragazza era una continua sorpresa.
Voleva usarmi? Bene!
Avrei tentato di capire quanto fosse difficile farla innamorare di me, dopotutto dovevo pur tenermi impegnato, aspettando che quei due imbecilli a Mystic Falls si accorgessero della sua scomparsa.
Sarebbe stato un passatempo divertente.
Il giorno dopo avrei dato inizio al piano: “conquistiamo la bionda”.
Ci sarebbe stato da ridere.
 
 

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Capitolo 36
*** Finally free... ***


Pov Elena
 
Cos’era successo?
Mi guardai attorno… ero nella mia stanza, ma avevo chiaro il ricordo di Jeremy che mi portava nella palestra della scuola e poi?
Sapevo che c’era Tyler e… l’ospedale.
Dovevo chiamare Damon, qualcosa non quadrava.
Mi alzai, ma la testa mi girava, terribilmente.
Mi appoggiai al letto e, sempre sorreggendomi sul mobilio, riuscii a raggiungere il mio telefono, sul comò.
C’erano venticinque chiamate perse di Damon.
“Elena? Che diavolo è successo? Perché non rispondevi? Ti sei cacciata in qualche guaio? Stai bene? Dove sei?”
“Damon… sono a casa, vieni!”
Dieci minuti e lui fu lì.
Lo aspettavo sul letto, troppo poche le mie forze per pensare di fare altro.
Mi fu vicino in un attimo.
“Cos’è successo? Perché sei sparita?”
“Damon, qualcosa non va!”
E gli raccontai quello che sapevo, poco ma abbastanza per metterlo in allarme.
 
Pov Damon
 
Rebekah.
Ero sicuro ci fosse lei dietro tutto e non gliel’avrei perdonata.
Mi sarei vendicato per quello che aveva fatto ad Elena… e per avermi tolto la stanza.
 
Pov Rebekah
 
“Klaus, ho quello che ti serviva…”
“Perfetto, conservalo, te lo chiederò quando sarà il momento… tu cerca un modo per recuperarne sempre di più, senza ucciderla!”
“Ok… devo fare qualcosa con Katerina?”
“No, per adesso lascia che Elijah si diverta!”
“E tu? Ti stai divertendo?”
Lo sentii sorridere.
“penso che adesso inizierò a farlo veramente!”
Riflettendoci, un po’ mi dispiaceva per quell’umana… era simpatica.
 
Pov Stefan
 
Elena che scompare.
Tyler che si fa soggiogare come un novellino.
Damon agitato.
Jeremy nelle mani di Rebekah.
E, ultimo ma non meno importante, lei che agisce nell’ombra…
C’era qualcosa che non quadrava.
Perché Rebekah aveva “rapito” Elena per poi farla tornare sana e salva?
Perché agiva nell’ombra, non era da lei, ed ero sempre più convinto che dietro tutto ci fosse Klaus.
Lo avrei scoperto e me l’avrebbe pagata.
 
Pov Elijah
 
Rebekah aveva qualcosa in mente ed ero propenso a credere che dietro il suo comportamento ci fossero le macchinazioni di Klaus.
Non mi interessava, la mia priorità era Katerina.
Avrei chiesto aiuto alle streghe, e gli spiriti di centinaia di streghe bruciate erano la mia possibilità più concreta di aiutare quell’egoista di una ruba cuori.
 
Pov Liza
 
Mi svegliai con una sensazione di leggerezza, come non mi capitava più da diverso tempo.
Sentivo che Niklaus stava tramando qualcosa, ma finché non fosse stato un pericolo per la mia vita non me ne sarei preoccupata.
Mi alzai e mi feci una doccia.
Chissà se quel giorno mi sarebbe stato concesso di vedere qualcosa, o se la serata della sera prima era solo uno strappo alla regola.
Quando uscii dal bagno, vestita, per una volta, lo trovai sdraiato sul letto intento a contemplare il tetto.
“ti piace proprio lavarti…”
“dopo essere stata per due mesi o forse più nel 1864 apprezzo di più il piacere di una bella doccia calda e rilassante… e poi non ho molto altro da fare…”
Sorrise.
“Ho portato questi, spero ti piacciano…”
“Dvd? E a cosa devo l’onore?”
“mi stavo annoiando nella mia stanza”
Sorrisi. Anche lui era solo, dopotutto.
“Vediamo cos’hai portato…”
Mi sedetti a gambe incrociate accanto a lui e presi in mano i dvd che aveva portato.
“Spiderman, è obsoleto… mission impossible, ma in che secolo sei rimasto?” lo guardai sollevando un sopracciglio “hai preso qualcosa di recente?”
Si strinse nelle spalle, prese un altro disco e me lo porse.
“Il conte di Monte Cristo?” strabuzzai gli occhi.
“sei rimasto indietro di non so quanti decenni, ma visto che è l’unico che non ho ancora visto ce lo faremo andare bene…”
Mi alzai e lo misi nel lettore dvd per poi tornare alla mia postazione sul letto.
Praticamente gli misi i piedi in faccia: lui era poggiato con la schiena alla testiera del letto e io ero sdraiata a pancia sotto ai piedi del letto.
Mi fu vicino in un secondo, imitando la mia postura.
“Dimentichi che ho il super olfatto e non ci tengo a sentire l’odore dei tuoi piedi!”
Gli lanciai addosso un cuscino.
“Imbecille…”
Ma ridevo, e lo faceva anche lui.
In fondo non era così male.
 
Pov Elijah
 
Quando entrai in quella casa gli spiriti si ribellarono, ma anche loro non potevano molto contro un Antico, soprattutto contro un Antico che avrebbe potuto vendicarsi sulle loro discendenze, avendone il tempo e, loro sapevano, anche la pazienza.
Fui stupito.
Lì dentro c’era molto più di quello che pensavo.
C’era la mia famiglia.
Mi avvicinai e aprii le prime due bare, liberando Kol e Finn.
La terza bara non riuscimmo ad aprirla, ma non ce ne curammo, eravamo di nuovo insieme, era quello l’importante.
Non mi preoccupai nemmeno di chiedere alle streghe quello per cui ero andato fin lì.
 
Pov Damon
 
Tornai alla pensione e mi diressi a passo di marcia in camera mia, momentaneamente sotto assedio.
“Tu, razza di Antica vampira… che diavolo credi di fare?”
Mi bloccai quando realizzai cosa avevo interrotto.
Rebekah non si scompose.
Stefan si alzò, un po’ scocciato, ma niente di irreparabile.
“Tanto avevamo finito…”
A me non sembrava. Erano entrambi vestiti e sembrava una delle solite risse di Katherine e Elijah: iniziata come una lotta e finita a letto.
Ma loro non erano arrivati a quella parte, la più piacevole, a causa della mia interruzione.
“che diavolo vuoi, Damon? Il bacio ti è piaciuto, ma è stato troppo poco?”
Mio fratello mi guardò con un sorrisino furbo e compiaciuto stampato in faccia.
“oh, togliti quel sorriso dalle labbra, mi ha baciato lei, ed è più forte di me, potevo fare ben poco… e sono venuto qui per sapere cosa diavolo stai tramando…”
“Cosa dovrei tramare?”
Sembrava davvero innocente.
“hai tenuto Elena in ospedale, e voglio saperne il motivo!”
Sospiro, contrariata.
“Io non ho fatto proprio niente… per quello che mi è stato riferito è stato Tyler… comunque adesso ho le prove delle cheerleader, perciò se volete scusarmi…”
Mi scansò e fece per uscire, ma venne bloccata da due “maschi alfa”.
 
Pov Rebekah
 
“Kol? Finn?”
“sorpresa sorellina!”
Mi gettai tra le braccia di Kol, solo perché mi era mancata, e contavo di fare la stessa cosa con Finn, se la sua espressione non mi avesse fermata.
Kol mi sorrideva.
“non badare a lui.. sembra che abbia ricevuto il morso di un lupo- mannaro…”
Sorrisi al mio fratellino, ma quello che disse Finn mi congelò il sorriso sulle labbra.
“Me ne andrò e non voglio avere nulla a che fare con voi… andrò a cercare Sage e, quando l’avrò trovata, non vorrò più avere nulla a che fare con voi”
Si voltò e se ne andò.
Elijah mi fa accanto e mi prese una mano.
“è meglio così, sai bene quanto possa essere vendicativo, e in questo momento non possiamo permettercelo!”
“beh, fratelli, io devo andare, non combinate casini mentre non ci sarò…”
 
Cosa devo fare? Devo avvertire Klaus?
Se non lo facessi e lui lo venisse a sapere comunque me la farebbe pagare, non posso rischiare…
 
“Klaus… c’è un cambio di programma!”
 
Pov Klaus
 
E adesso sarei dovuto tornare?
A cosa mi serviva ora lei?
Forse avrei solo dovuto ucciderla.
Ma poteva sempre tornarmi utile: c’era ancora una bara e, per quello che mi aveva detto Rebekah, era ancora chiusa.
Per il momento avrei continuato con il piano originale.
 
Pov Stefan
 
Non aspettai un secondo in più.
Uscii, diretto in quella casa.
Damon mi seguì e mi feci aiutare da lui per portare quell’unica arma che mi rimaneva nell’unico poso in cui un vampiro non poteva mettere piede: la caverna.
 
Pov Liza
 
“è successo qualcosa?”
“nulla di cui preoccuparsi!”
Arricciai le labbra.
“Non si direbbe dalla tue espressione!”
Finse di non avermi sentito.
“Rifallo”
Aggrottai le sopracciglia.
“Cosa?”
“quella cosa con le labbra…”
Sorrisi, ma con un po’ d’amarezza. Quel gesto era quello che usavo per ottenere qualcosa da Damon e, nella mia mente un po’ contorta, era solo nostro.
“Mi dispiace, non si fa a comando”
Si strinse nelle spalle.
“è un peccato… sei davvero bellissima quando lo fai!”
Nessun pelo sulla lingua: questo Niklaus mi piaceva.
Tornai a concentrarmi sul film e, almeno per un po’, finsi di non notare la tensione che lo aveva attanagliato.
 
Dieci minuti dopo.
 
Non ce la facevo più.
Era nervoso e, in parte, mi trasmetteva quello stato d’animo.
Chissà cos’era successo, non mi interessava veramente.
Presi il telefono e feci per chiamare il servizio in camera, mangiare aiutava a liberarsi del nervosismo.
Ma non avevo previsto la sua reazione.
Avevo appena sollevato la cornetta quando lui me la tirò dalle mani e mi fu addosso in un attimo.
“Cosa pensavi di fare?”
Ero spaventata.
Riusciva a passare da uno stato d’animo ad un altro con fin troppa facilità.
“Volevo chiamare il servizio in camera…”
Tornò normale, almeno in viso.
“certo che mangi sempre… ma dove le metti tutte ‘ste cose?”
Mi sollevo appena la maglietta per poter guardare la mia pancia.
Ero terrorizzata.
Come diavolo poteva essere che cambiava umore così rapidamente?
Si abbassò e mi morse un fianco, iniziando a bere.
Non mi mossi, ma mi morsi un labbro, per non lasciare uscire un suono.
Quando si allontanò, dopo poco, mi alzai.
“Ho già due morsi, se quegli imbecilli non si sbrigano a capire che mi hai rapita sarò piena di segni!”
Sorrise appena.
“se vuoi c’è un metodo per far scomparire tutto in fretta”
Si morse un polso e me lo avvicinò.
Sorrisi.
Presi un bicchiere e bevvi da lì.
“Grazie… delizioso”
Sorrise lui.
 
Pov Klaus
 
Aveva più sorprese lei di un uovo di pasqua.
Davvero aveva detto delizioso?
Quell’umana era a dir poco esilarante.

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Capitolo 37
*** Inside the cave and out of my life! ***


Pov Kol
 
Ritornare a vivere dopo secoli e secoli era spossante.
Mi ero perso un sacco di cambiamenti.
La gente era diversa.
Il modo di parlare era diverso.
La musica era diversa.
E poi c’era quella nuova cosa, da cui tutti dipendevano: la tecnologia.
Mi sentivo un bambino alle prese con il mondo per la prima volta.
Ero un po’ spaesato e confuso, ma Elijah cercava di aiutarmi il più possibile.
Rebekah, invece, non era quasi mai libera: troppi impegni a scuola, diceva lei, ma io ero sicuro ci fosse qualcosa dietro, e quel qualcosa era Klaus.
Volevo trovarlo e fargliela pagare, in un modo o nell’altro.
 
Pov Liza
 
Niklaus era sempre più strano.
Telefonava sempre a qualcuno, e non avevo dubbi che si trattasse di Rebekah.
Ma non capivo cosa avevano da pianificare, non che mi importasse, veramente.
Finché io non rientravo nei loro piani e nelle loro ripicche non mi interessava.
Ero a letto, a guardare un po’ di tv, l’unica cosa che potessi fare, quando entrò Niklaus.
“Quale ti piace?”
Mi mostrò due abiti: uno nero e uno rosso.
“Quello rosso…”
“Bene…”
Me lo porse.
“Preparati, usciamo!”
Sorrisi.
“davvero? E dove andiamo?”
Scrollò le spalle.
“Forza, ti do mezz’ora?”
“Cosaaa?? No! Ho bisogno di più tempo!”
Scosse la testa “o così o starai in camera anche stasera…”
Presi il vestito e mi catapultai in bagno, da dove urlai: “mezz’ora va benissimo!”
 
Pov Klaus
 
Dovevamo andarcene da Los Angeles, ma non prima di averle fatto vedere             qualcosa.
Volevo divertirmi, finché quegli imbecilli non avessero scoperto che era scomparsa? Bene, lo avrei fatto con stile.
Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi.
Dovevo trovare un modo per risolvere la situazione, se Finn  e Kol fossero giunti a me mi avrebbero fatto perdere tempo, e a me non andava.
Ma nello stesso tempo dovevo fare in modo che Rebekah trovasse il modo di recuperare altro sangue, Liza mi era stata molto utile.
Stavo pensando ad un modo per risolvere i miei problemi quando mi si sedette sulla pancia.
“Ehi, non credevo che il grande Ibrido si sarebbe addormentato mentre mi preparavo, sembra la scena di un film!”
Ridacchiai e lei saltellò sotto la spinta delle mie risate.
“Allora, usciamo? Dove andiamo?”
Sembrava una bimba.
Mi alzai e la strinsi fra le braccia, per non farla cadere.
“Dove vuoi andare?”
Sollevò la testa per guardarmi e notai la bellezza dei suoi occhi, per la prima volta.
“Hollywood, Beverly Hills, è qui a Los Angeles? Boh… ehm, io non lo so! Non so niente di questo posto!”
E poi lo fece: arricciò le labbra.
Mi ci avventai.
Lei mi scansò.
“Il premio solo se mi farai divertire…”
Si girò e fece per andarsene.
La seguii.
 
Pov Stefan
 
Quella bara era al sicuro, adesso dovevo scoprire cosa stava tramando Rebekah, è il metodo più rapido era cercare un alleato.
Mio fratello non aveva abbastanza tempo per dedicarsi a me, né tanto meno le motivazioni giuste.
Elijah non avrebbe tradito il fratello rischiando di fare la stessa fine della famiglia.
L’unico che in quel momento sembrava in lista era un certo Antico, bramoso di vendetta.
Kol.
Lui era la mia unica possibilità di avere un alleato e io l’avrei sfruttata.
 
Pov Liza
 
Mi stava accontentando in tutto.
Passeggiare con Niklaus era come essere sempre sulle montagne russe: brividi e sicurezza.
Soggiogò non so quante persone e si cibò di chi gli intralciava troppo la strada.
“cosa vuoi fare?”
“Ehm… siamo stati alla scritta Hollywood, abbiamo mangiato, beh tu hai bevuto!”
“Questi sono dettagli!”
Sollevai appena le spalle.
“possiamo andare a fare shopping!”
Lui scosse la testa.
“No, grazie, non ci tengo!”
“Tu cosa vuoi fare?”
“Andiamo al cinema!”
“Ma è presto! Senti facciamo così: shopping e poi cinema!”
Scosse la testa!
“No!”
“Sì!”
“NO!”
“Sì!”
Se pensava di intimorirmi con il tono da duro e lo sguardo cattivo: si sbagliava di grosso.
 
Pov Damon
 
“Stai scherzando?”
La mia ragazza umana aveva delle strane tendenze autolesioniste, nell’ultimo periodo.
“No… voglio fare un giro in moto!”
“Ok, guido io!”
“Assolutamente no! Guido io!”
Battibeccammo per… venti minuti buoni, ma alla fine lei ebbe la meglio, come al solito.
Salimmo in moto e Elena cominciò a guidare, come se non dovesse mai fermarsi.
Beh, mi sbagliavo.
Lei voleva fermarsi, e sapeva anche dove.
Rimasi scioccato quando mi resi conto di dove eravamo.
“Katherine l’altro giorno mi ha parlato di questo posto, ero curiosa di vederlo!”
Non sapevo che fare quello era il nostro posto.
Le avevo promesso che non ci avrei mai portato nessuno, ma Elena mica era nessuno!
Ero combattuto non sapevo se negare qualcosa alla mia ragazza o se tradire quella che per me era stata
per più di un secolo una certezza, un porto sicuro, un’amica, un’amante, una compagna di scorribande,
una confidente, una spalla su cui piangere. Quanto di più vicino all’amore avessi mai avuto.
Mentre io combattevo con me stesso per cercare di risolvere il mio dilemma interiore, Elena aveva già preso l’iniziativa e stava per rendere inutile qualunque mia decisione entrando nel Rifugio.
Aveva già spostato il muro di rampicanti quando mi decisi ad agire e a fermarla.
“Cosa ti ha detto Katherine?”
Elena tornò indietro e mi guardò come se avesse avuto una conferma a un dubbio della massima importanza.
“mi ha detto solo che più di una volta ci sei venuto con lei. Perché non mi ci hai mai portato? Perché non me ne hai mai parlato?”
Era troppo anche per loro: avevo amato Katherine per un secolo e amavo Elena, ma il rapporto che avevo con Liza prescindeva, e lo aveva sempre fatto, da qualsiasi altro legame io avessi mai avuto con chiunque altro.
“non mi pare di averti mai chiesto di farmi vedere tutti i posti in cui sei stata con Stefan o con Matt. Non mi pare di averti mai domandato un resoconto della tua vita sentimentale prima di armi conosciuto. Non mi pare di aver chiesto a qualcuno di raccontarmi cose di cui non volevi parlare.”
“Io, quelle cose, te le ho dette, senza bisogno che tu me le chiedessi!”
“No. Non l’hai fatto. Ma anche se lo avessi fatto, niente da a voi il diritto di venire qui. Questo posto è nostro!”
“Preferisci lei a me?”
Scossi la testa.
“Io non ho mai detto una cosa del genere!”
“è sottinteso, se ti comporti in questo modo!”
Scossi nuovamente la testa e mi girai per andarmene.
“non mi interessa quello che pensi, ma questo posto non ti appartiene. Spero tu non ci entrerai, di sicuro io non ti condurrò lì dentro!”
Cominciai a camminare e mi feci sordo ai suoi richiami.
Il Rifugio era solo mio e di Liza e persino Elena era di troppo, lì.
 
Pov Liza
 
“Spiegami di nuovo perché, invece di passeggiare sotto il sole, siamo dentro un cinema buio a vedere un film noiosissimo!”
Niklaus si strinse nelle spalle.
“Mi andava così!”
Mi raggomitolai ancora di più sulla mia poltrona.
“Beh, io voglio i pop-corn…”
Per tutta risposta lui soggiogò il suo vicino di posto affiche’ andasse a comprarmi ciò che volevamo.
“Potevi anche fare i cavaliere e andare tu a prenderli”
“Sto guardando il film!”
Sorrisi appena.
Niklaus non era come lo avevo immaginato.
Non era il mostro di cui avevo letto.
Cioè, aveva i suoi strani e incontrollabili e incontenibili cambi d’umore e altrettanti attacchi d’ira, ma quando era tranquillo era dolcissimo e premuroso e divertente.
Sbadigliai e lui mi tirò fino a farmi poggiare la testa sulla sua spalla.
“se vuoi puoi dormire!”
 
Pov Kol
 
Stefan Salvatore era davvero uno sciocco, però se non fosse stato per il suo piano idiota io mi sarei ancora trovato dentro quella bara.
“quindi, cosa vuoi fare?”
“Iniziare a cercarlo!”
“Bene, allora da dove si inizia?”
Beh, era un idiota, ma un idiota organizzato.
 
Pov Rebekah
 
Klaus non mi aveva più chiamata. Ok non era passato molto tempo ma io volevo sapere come avrei dovuto comportarmi.
Chissà cosa stavano facendo?
Caroline mi distrasse dalle mie elucubrazioni con una qualche proposta da sottoporre al comitato per l’organizzazione del ballo, l’ennesimo.
 
Pov Liza
 
Cinema, cena fuori, passeggiata.
Era stata una giornata divertente.
Quando mi riaccompagnò in stanza lo feci entrare.
“Niklaus, volevo ringraziarti!”
“Per cosa?”
“Beh, per la tua gentilezza”
Sollevò un angolo della sua bocca, in un modo davvero troppo sexy, persino per il più cattivo.
“Ma io non sono una persona gentile…”
Mi strinsi nelle spalle.
“Non in assoluto, ma con me!”
Mi avvicinai a lui e lo baciai.
Un bacio come non ne davo da tempo: lungo, bagnato, divertito, sentito,  allegro, spensierato…
Quando ci staccammo lui mi guardò sorridendo.
“a cosa devo questo?”
“avevo detto che ti avrei premiato se mi avessi fatta divertire!”
Lui si avvicinò di nuovo e mi baciò, lo lasciai fare.
Poi lui scese lungo il collo, dove affondò i denti.
Sorrisi appena.
Niklaus non era un tipo che chiedeva permessi di sorta.
Lui pretendeva e prendeva, e basta.
Pensare di controllarlo o di ricattarlo era stato da pazzi e non dubitavo che la sua vendetta sarebbe stata terribile. L’unica cosa di cui dubitavo era di riuscire a rimanere viva.
 
Pov Elena
 
In quel momento odiai Damon.
Lui mi nascondeva qualcosa e io avrei scoperto cosa.
Quel posto era importante per lui? bene! Ma perché non dirmelo? Perché non portarmici?
Cosa c’era stato, davvero, tra lui e Liza?
Era sempre più convinta che lui fosse innamorato di lei, solo che non ne era ancora consapevole.
Ma, il problema principale, in quel momento era un altro: vedere quel posto.
Cercare di capire cosa nascondeva quel posto e cercare di capire se avevano lasciato segni del loro passaggio e della loro storia.
Mi avvicinai al muro e scostai le piante.
Vidi una grotta, prima di fare IL passo che mi avrebbe condotto dentro il loro rifugio ma, forse, fuori dalla vita di Damon.

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Capitolo 38
*** Hogwarts! ***


Pov Elena
 
Passato quel muro mi ritrovai in una caverna?
Rimasi senza fiato. Era un posto bellissimo e non capivo perché Damon non mi ci avesse mai portato.
Era un posto romantico, la gelosia mi attanagliò lo stomaco.
Lui non aveva portato me lì.
Lui aveva condiviso qualcosa con Liza e non con me. eppure ero io quella che baciava.
Ero io quella che non voleva perdere.
Damon era contraddittorio e non riuscivo a farmela andare bene.
Una vocina, però, mi fece presente che lui era sempre stato così e che a me era sempre andato più che bene.
Smisi di pensare, era controproducente, e mi guardai attorno.
Notai, in un angolo, un materasso.
 
“Damon, sei impazzito? Che diavolo ci facciamo con un materasso in macchina?”
Damon sbuffò.
“Ti ricordi quel giorno di un secolo e mezzo fa quando ti sei addormentata su di me? Beh, la mia schiena è andata in pezzi, e poi l’hai rifatto, la sera che abbiamo aperto la cripta! Siccome non ci tengo a ripetere l’esperienza portiamo un materasso!”
Liza scoppiò a ridere.
“Ma prima eri umano… adesso non lo sentiresti nemmeno!”
 
Chissà quale era la sua storia.
Chissà perché era lì.
Chissà cosa ci avevano fatto.
Non volevo pensarci così smisi di domandarmelo e cercai qualcos’altro.
Vidi un libro, poco distante dal materasso.
 
“Damon, guarda… da quanto tempo è qui questo libro?”
Damon si avvicinò e lo guardò.
“A giudicare dalla copertina, direi un secolo e mezzo, o giù di lì!”
Liza lo abbracciò di slancio.
“Davvero, allora, non hai toccato niente, quando io non c’ero!”
E lo baciò.
Perché lui l‘aveva pensata, nel suo modo strano e contorto.
Perché lei, per lui, era stata importante.
 
Decisi che non volevo nemmeno sapere di che libro si trattasse.
Non volevo sapere se mi aveva mai parlato di quel libro o se, invece, aveva evitato di menzionare anche quello.
Guardai il corso d’acqua e lì vicino vidi un paio di scarpe da donna.
Mi venne in mente quella sera in cui erano venuti a casa mia, dopo quella giornata trascorsa ad Atlanta, lei era scalza.
 
“Damon, dove stiamo andando?”
“Lo scoprirai subito!”
“ma le mie scarpe sono bagnate, non posso usarle!”
Lui la prese in braccio.
“Solo fino a casa di Elena. Poi a piedi!”
 
Pov Rebekah
 
“Ehi Kol! Come va? Ti stai ambientando?”
Kol mi guardò stranito.
“come se ti importasse!”
Mi sedetti accanto a lui.
“Mi sei mancato!”
E lui mi sorrise, ma c’era qualcosa di strano nel suo sguardo. Mi stava nascondendo qualcosa, ma non sapevo se era pericoloso o meno.
 
Pov Damon
 
Se Elena fosse entrata nel Rifugio non sapevo se sarei riuscito a perdonarla.
Quel posto non le apparteneva.
Quel luogo non era fatto per lei.
Io avevo rinunciato a Liza.
L’avevo, praticamente, cacciata per stare con lei, ma non poteva chiedermi anche quello.
Non poteva pretendere si entrare a far parte anche di quello.
 
Pov Klaus
 
“Liza…”
Quel giorno la bionda non voleva saperne di svegliarsi.
“Liza, svegliati, ci aspetta una bella giornata, oggi!”
Liza si st5ropicciò gli occhi e si voltò verso di me.
“Niklaus, si può sapere perché non mi fai dormire?”
“Dai, dormirai in macchina. Ci vuole un po’ per arrivare…”
“Ma dove?”
“Florida…!”
Strabuzzò gli occhi.
“ti piace proprio viaggiare!”
Mi strinsi nelle spalle.
“vestiti comoda, ci sarà da divertirsi!”
 
Pov Liza
 
Cambiare città così spesso doveva avere un motivo che non voleva rivelarmi. Però, questi viaggi, non mi dispiacevano. Se proprio dovevo morire, e dubitavo che quella storia sarebbe andata a finire in modo diverso, lo avrei fatto dopo essermi divertita e aver viaggiato. Non avevo mai visto niente, nella mia vita.
Quando mi sedetti in macchina accesi la radio.
“Perché andiamo in Florida?”
“Ti piace Harry Potter?”
E adesso che diavolo c’entrava?
“Sì, ma che c’entra?”
“lo capirai… ma dimmi, cosa ci hai visto in Katherine?”
Sorrisi.
“Fate tutti la stessa domanda. Katherine è Katherine, c’è poco da fare. Non può rimanere indifferente a nessuno e la reazione che ha avuto tuo fratello quando l’ha vista mi sembra parli da sé!”
“mio fratello è sempre stato troppo sentimentale!”
“Tutto il contrario di te, quindi! Tu così egoista da non poter provare emozioni!”
Ma forse il mio tono, leggermente, canzonatorio lo spinse a pensare che il mio commento fosse sarcastico.
“pensi che io provi sentimenti?”
Alzai appena un sopracciglio.
“Io non penso che tu ne provi… io lo so!”
Chissà perché ma era vero.
Non ne avevo letto, lui veniva presentato come un egoista.
Nessuno aveva parlato di lui come un sentimentale, nemmeno sua sorella, e io sapevo che lei ci teneva a lui.
“e come fai a saperlo?”
Mi strinsi nelle spalle.
 
Pov Elena
 
Andai alla pensione con la moto e chiesi a Katherine se Damon fosse lì, ma non c’era.
Andai al Grill e non lo trovai nemmeno lì.
Infine, perché davvero se non fosse stato dove io mi stavo dirigendo non avrei saputo dove andare, mi diressi a casa di Alaric.
“Elena, che ci fai qui?”
“C’è Damon, per caso?”
Lo vidi annuire impercettibilmente, ma mi disse.
“No, mi dispiace, non lo visto!”
“Grazie Rick, posso entrare vero?”
Damon non aspettò che lui rispondesse per palesare la sua presenza.
“Rick, se dovevi dirle che ero qui, con quel cenno del capo, potevi anche farlo a voce…”
“ti avevo detto che non avrei detto che tu eri qui e non l’ho fatto!”
Damon scosse la testa, poi mi guardò.
“sei entrata!”
Annuii. Non avrebbe avuto senso negare, anche perché io volevo fargli delle domande. Volevo sapere. Volevo conoscere la loro storia.
“Bene!”
E uscì di casa.
 
Pov Damon
 
L’aveva fatto davvero.
Era entrata lì dentro.
Aveva oltrepassato un il limite e io mi sentivo in colpa, perché avrei dovuto fermarla con ogni mezzo.
Mi sentivo in colpa, perché non avevo mantenuto la parola data a Liza.
Mi sentivo in colpa, perché avevo permesso a Liza di andarsene, e anche se non capii cosa c’entrasse col fatto che Elena fosse entrata nel Rifugio io non riuscivo a smettere di pensare che era sbagliato che l’avessi fatta andare.
Era sbagliato che io non l’avessi fermata.
Era sbagliato che io non l’amassi.
Volevo sentirla.
Dovevo dirle quello che era successo.
 
Pov Klaus
 
Portavo il suo cellulare con me, per essere sicuro che non avvertisse nessuno e per vedere se avessero provato a chiamarla.
Quando suonò lei mi guardò stranita.
“è Damon!”
“Cosa?”
“sta  chiamando Damon…”
Guardai il display e constatai che avesse ragione.
“Rispondi!”
Scosse la testa.
“Non voglio sentirlo!”
Scossi la testa e risposi mettendo il vivavoce.
Liza non parlò e io non fiatai.
Se lui non aveva ancora capito sentendo la mia voce lo avrebbe fatto.
“Liza… so che ti avevo promesso, no giurato, di non chiamarti, ma devo dirti una cosa… Elena…”
“Damon, non mi interessa!”
Lui sospirò, Liza sorrise.
“Togliti quel sorriso dalla faccia Damon Salvatore… non ti sto parlando perché mi manchi! Semplicemente non voglio sentir parlare di Elena!”
“nemmeno se ti dicessi che ho intenzione di lasciarla?”
Liza sollevò un sopracciglio.
“cosa hai fatto? Ha baciato Stefan?!”
“peggio!”
“ha baciato Katherine?”
“peggio!”
“almeno ha baciato qualcuno?”
“No!”
Liza sospirò.
“allora se non ti ha tradito perché vuoi lasciarla?”
“è entrata al Rifugio!”
La vidi sobbalzare.
“Tu gliel’hai permesso?”
“lei lo ha fatto…”
Una lacrima sfuggì al suo controllo.
“Damon, non prendermi in giro, per favore.. se non hai mai portato nessuno lì come faceva a sapere dove era il Rifugio?”
“Katherine!”
Cercai di non perdermi nessuna delle espressioni che si susseguivano sul volto di Liza.
Pensavo avrei visto rabbia, invece vidi rassegnazione.
“sempre lei… chissà perché ma avrei dovuto immaginarlo… beh, non importa Damon! È solo un altro ricordo che se ne va!”
Tristezza, troppa.
Nella sua voce.
Nei suoi occhi.
Nei suoi gesti.
Non mi piaceva.
“Un altro?”
“la coperta, Damon… l’ha presa Mia! E non fare quella faccia! Non è nemmeno vero che ti senti in colpa!”
“Oh, ma come diavolo fai a sapere le facce che faccio? E poi io mi sento in colpa”
Liza sollevò un angolo delle labbra.
“Sì, ti credo. Adesso stacco”
Chiuse la conversazione senza attendere una sua risposta.
“Non un commento, per favore!”
“Ma dai… io avevo già pronte una sfilza di battutine!”
Si limitò ad annuire.
Chissà perché annuiva.
 
Pov Damon
 
Me ne aveva perdonate davvero tante.
Davvero troppe.
Lo sapevo ma volevo che mi perdonasse anche quella.
Provai a chiamarla di nuovo, ma non mi rispose.
Ritentai, ma ancora niente.
Odiavo quando mi ignorava, ma non potevo fare molto.
 
Pov Liza
 
Anche il Rifugio.
Lui aveva contaminato anche quello.
Lui aveva permesso che lei entrasse lì.
E poi Katherine come diavolo faceva a sapere di quel posto?
“Liza, basta pensare a Damon. Sei con me e adesso stiamo andando a divertirci nel mondo di quel maghetto idiota”
Sorrisi.
“se non ti piace perché siamo qui?”
“Perché se qualcuno si fa male in un parco giochi non fa poi tutta questa notizia…”
Sorrisi.
Un sorriso forzato.
Un sorriso malinconico.
Un sorriso lontano, ma un sorriso.
Scendemmo dalla macchina e lui mi fu vicino in un attimo e mi baciò, fino a togliermi il fiato.
“Signorina, andiamo a Hogwarts!”

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Capitolo 39
*** Time flows... and perchance,is she here? ***


Pov Liza
 
“Oddio sono esausta!”
Mi lasciai cadere sul letto. Quella giornata al parco giochi mi aveva sfiancato.
“Oh mamma, non mi sentivo così stanca e divertita da… beh, nemmeno me lo ricordo!”
Klaus si sedette accanto a me.
“beh, non dovevi divertirti molto a Mystic Falls se una sola giornata ad un parco giochi ti lascia così!”
“in realtà a Mystic Falls ho passato il tempo a: scappare da pazzi vampiri vendicativi e a cercare di conquistare l’amore di un vampiro imbecille…”
Continuavo a non guardarlo. “Non capisco che cosa hai visto in quel vampirello da strapazzo. Io l’ho visto, quella sera del sacrificio, e mi è sembrato un idiota, incapace di capire i propri sentimenti e di proteggere ciò a cui tiene!”
Sorrisi appena.
“Niklaus, non mi pare che questa ramanzina, venendo da te, sia appropriata!”
“Perché mai? Io so capire cosa provo: rabbia, sete di vendetta, ambizione…”
Mi sedetti per poterlo guardare negli occhi.
“Hai provato anche tristezza, quando tuo padre non ti ha accettato così come sei… ti sei sentito sbagliato, per un minuscolo momento, quando hai scoperto che tuo padre… beh, non era tuo padre! Provi affetto per la tua famiglia ma hai avuto paura che ti mettessero i bastoni tra le ruote e li hai pugnalati tutti… e adesso che Stefan li ha portati via hai paura che qualcuno li liberi, giusto? Temi un loro tentativo di vendetta? Forse! Ma, alla fine, tu non puoi uccidere loro e loro non possono uccidere te… l’unica cosa che ti pone in una posizione di vantaggio sono quei pugnali, ma non hai più nemmeno quelli! Sbaglio, forse?”
Niklaus mi lanciò uno sguardo che mi fece gelare il sangue nelle vene. Forse avevo esagerato.
“Niklaus, scusa, non avrei dovuto…”
“no, non avresti dovuto!”
Lo vidi arrivarmi addosso in un attimo e poi più niente.
 
Pov Damon
 
Mi ignorava.
Avevo provato a chiamarla per tutto il giorno, ma non avevo ricevuto risposta. Non staccava nemmeno le chiamate, semplicemente lasciava che il cellulare squillasse.
C’era qualcosa che mi suggeriva di preoccuparmi, ma mi convincevo che non poteva essere successo nulla.
Che lei era al sicuro.
Che lei voleva solo stare da sola.
Che lei non aveva bisogno di me.
 
Pov Stefan
 
Kol sembrava essere dalla mia parte, ma non potevo fidarmi completamente di lui.
Sapevo di aver bisogno di un altro alleato, ma onestamente non sapevo dove cercarlo.
Ero al Grill quando mi si avvicinò Damon.
“Ehi fratellino. Che ci fai qui? Nessun piano malvagio da portare a termine? Nessuna vendetta da pianificare?”
Guardai mio fratello con lo sguardo più scettico che riuscissi a rivolgergli.
“Damon, che vuoi?”
“qualcosa da fare! Ho già dissanguato un paio di turiste, ma non mi sono divertito… la tua vendetta sembra allettante!”
“e il tuo grande amore?”
Damon si appropriò di una bottiglia di bourbon.
“Il mio grande amore ha violato un luogo importante. Ha tradito la mia fiducia e ha sporcato un ricordo mio e di Liza…”
Allora quel rifugio di cui aveva parlato Katherine esisteva davvero, avevo pensato che l’avesse detto solo per fare indispettire Elena, ma a quanto pare, per una volta, si era limitata a dire la verità.
“Non ci pensare! Elena è fatta così e i suggerimenti di Katherine non hanno mai portato nulla di buono…”
“Allora… qual è la tua prossima mossa?”
“devo cercare di scoprire dove si è nascosto Klaus e magari andare a trovarlo!”
“perfetto… da dove iniziamo??”
Mi alzai.
“Io direi da Chicago!”
Mio fratello si alzò con un’espressione determinata sul volto.
“bene… andiamo!”
“Damon? Vuoi partire adesso? Così? Senza avvisare nessuno??”
Si strinse nelle spalle.
“Ho appena rubato una macchina e la voglio provare…”
 
Pov Liza
 
Dovevo imparare a tenere la bocca chiusa o Niklaus mi avrebbe uccisa prima che quegli idioti si accorgessero che ero sparita.
Quando mi ripresi lo trovai seduto sulla poltrona che mi guardava.
Mi misi seduta, combattendo contro la nausea e il giramento di testa, chissà quanto sangue aveva bevuto.
“Niklaus, mi dispiace! Davvero! Io non sono nessuno e non dovrei permettermi di dire certe cose!”
Lui mi fu vicino in un attimo e io sussultai.
“è la prima volta che ti spaventi così tanto, da quando ti ho rapita!”
“è la prima volta che ti faccio davvero arrabbiare… finora avevamo.. giocato? Beh, qualcosa del genere… era una cosa che si poteva tenere sotto controllo.. ma io penso di aver esagerato! Non avrei dovuto e non permetterò che accada di nuovo!”
“Stefan mi ha chiamato stamattina… mi ha detto che lui e il suo amato fratellino mi stanno cercando! Sono a Chicago in questo momento!”
Mi sdraiai, non riuscivo più a reggere la nausea.
“non si sono accorti di nulla… quanto tempo è passato?”
“due settimane? Forse qualcosa in più? Onestamente non lo so! Il tempo si è dilatato da quando abbiamo lasciato Chicago!”
Niklaus si sdraiò accanto a me.
“Ho perso il controllo con te come non mi accadeva da molto tempo…”
Mi morsi la lingua per non dire quello che stavo pensando, e cioè dirgli che non era quello che pensavo.
Che io sapevo come si era comportato con la sua famiglia.
Che io sapevo che se avesse potuto avrebbe rimesso tutti i suoi fratelli nelle loro bare.
Mi trattenni e non dissi nulla.
Dopo un paio di minuti, che a me sembrarono un’eternità Niklaus mi porse un bicchiere con il suo sangue.
“Ti sei morsa la lingua piuttosto di dirmi in faccia quello che pensi! Però, non farlo! è divertente litigare con te!”
Ridacchiai.
“non è così divertente, per il mio collo!”
“Ma se poi ti do sempre il mio sangue per rimediare! non hai nulla di cui lamentarti!!”
Presi il suo sangue e lo bevvi tutto d’un fiato.
“Certo… finché nessuno mi ammazza questo gioco è divertente!”
 
Pov Elena
 
Damon e Stefan erano scomparsi e io non ero più molto convinta di aver fatto la cosa giusta, dopotutto anche io avevo avuto le mie esperienze e Damon non mi aveva mai chiesto nulla.
Sì, ma il rapporto che lui aveva con Liza era diverso, speciale, totalizzante e io ne ero dannatamente gelosa.
 
Pov Katherine
 
Elena era più stupida di quanto avessi mai pensato e spingerla a tradire Damon nell’unico modo in cui l’avrebbe davvero ferito non era stato difficile.
Prevedere che Damon l’avrebbe lasciata era stato fin troppo semplice e poco divertente.
Ma il fatto che Damon e Stefan erano partiti alla ricerca di Klaus. Beh quello non l’avevo previsto e in realtà mi preoccupava.
Chissà cosa mi avrebbe fatto Klaus una volta che mi avesse trovata!
Di sicuro non sarei rimasta ad aspettare la celestiale rivelazione.
 
Pov Elijah
 
Katerina era sempre più preoccupata.
Più Stefan sembrava intenzionato a vendicarsi di Klaus e quindi a portarlo in città, più lei si agitava.
Più di una volta pensai che avrebbe lasciato la città, che avrebbe lasciato me, magari di notte.
 
Pov Liza
 
“oggi che facciamo?”
“non lo so! A te che va di fare?”
Mi alzai.
“Io non voglio stare chiusa qui dentro. E poi vorrei andare di nuovo a Los Angeles… un po’ di shopping a Beverly Hills e magari ci imbuchiamo in una di quelle feste tra celebrità!”
Due settimane.
Erano trascorse due settimane da quello scatto rabbioso di Niklaus e le nostre liti erano diventate più divertenti e meno violente. O perlomeno quando lui perdeva il controllo mi lasciava non proprio priva di sensi e mi dava il suo sangue immediatamente, senza farmi soffrire troppo.
“Non credi di fare un po’ troppe richieste per essere una prigioniera?”
Mi risedetti accanto a lui.
“Uffa, speravo lo avessi dimenticato!”
Arricciai le labbra e lui si bloccò a fissarle.
“Ti prego smettila di guardarmi le labbra quando lo faccio. È una cosa che mi ricorda troppo lui!”
Niklaus sollevò gli occhi verso il soffitto in una teatrale espressione da “Oh mio Dio, parli ancora di lui?”
“Togliti quell’espressione dalla faccia… sai benissimo cosa provo per Damon…”
“e tu sai benissimo cosa lui non prova per lui! non capisco perché ti ostini a continuare con questa stupida pagliacciata! Tu te ne sei innamorata: bene! Lui non ti ama: pazienza, la vita va avanti!”
“Oh, ma per favore! E tu sei la persona adatta per farmi questa ramanzina? Niklaus, davvero, smettila! è ridicolo questo discorso fatto da te!”
Si limitò a stringersi nelle spalle. “Forse, ma io, almeno, non ho sprecato tutta la mia vita dietro un amore impossibile!”
Fu il mio turno di stringermi nelle spalle.
 
Pov Damon
 
Quell’Ibrido era impossibile da trovare.
Forse si spostava di continuo, anche se non capivo perché non volesse farsi trovare, non che mi importasse più di tanto.
Più lui si nascondeva più io dovevo cercare. E più io dovevo cercare meno tempo avevo per pensare.
L’unica cosa che mi lasciava perplesso era quella strana sensazione che sentivo.
Ce l’avevo addosso da quando io e Stefan eravamo andati a controllare la casa di Klaus a Chicago. Lì dentro avevo sentito un odore familiare, anche se non ero riuscito a capire cosa mi ricordasse, c’erano troppi odori lì dentro per esserne sicuro, ma era un odore che avevo sentito già tante volte.
Un odore che sapeva di casa.
 
Pov Elena
 
Da quando era entrata in quella grotta, una settimana o due forse di più non lo sapevo, Damon non mi rivolgeva la parola. Mi evitava come la peste, e io cominciavo davvero a pensare di aver sbagliato.
La mia curiosità e la mia gelosia avevano avuto la meglio, ma adesso temevo di averlo perso, e per davvero.
Non sapevo che fare, così andai da Katherine.
 
Pov Katherine
 
“Cioè fammi capire. Tu hai combinato un macello con Damon e vuoi che io ti aiuti?”
“sei stata tu a mandarmi in quella grotta…”
Sollevai un angolo della bocca e feci un piccolo conto alla rovescia.
3…2…1…
“Tu volevi che Damon mi lasciasse! Mi hai praticamente gettata in quella grotta solo perché volevi che la nostra storia finisse!”
“In realtà io ho solo parlato di questa grotta. Tu hai pensato al resto…!”
Elena si sedette sul divano… avvilita? Non so. Lei aveva sempre quella faccia, un po’ sofferente.
“Oh, andiamo non fare così! Se ci tenevi a lui, veramente, non saresti entrata lì dentro! E poi, davvero, dopo tutto questo tempo, dopo tutto quello che hai visto e che ti hanno detto su di me ti sei davvero  fidata? Non hai pensato nemmeno per un minuto che ti stessi giocando uno dei miei tiri mancini?”
Fece solo un cenno di diniego con la testa.
Mi strinsi nelle spalle.
“ecco come si finisce quando ci si fida!”
“solo perché?”
“Damon è un imbecille ed è più di un secolo che cerco di fargli capire che deve stare con Liza!”
“per lei, quindi?”
“per cos’altro? Elena tu non sei importante. Sei solo una stupida ragazzina che ha avuto la fortuna/sfortuna, dipende dai punti di vista, di discendere dalle Petrova!”
 
Pov Liza
 
“oddio, ma tu sei fissato col cinema! Avremmo visto sei film in due settimane!”
“Non capisco la tua avversione per questo posto! E poi, se ti guardassi intorno, potrebbe essere divertente! Inventa uno dei tuoi giochetti!”
Pensai che, infondo, se dovevo stare con lui, il sadico Ibrido, tanto valeva farlo con stile.
“Ok, reggimi il gioco”
Gli spiegai la mia idea e vidi un luccichio sinistro nel suo sguardo. Lo stesso che, ci scommettevo, c’era nel mio.
 
“Ehi ciao. È libero questo posto?”
“Eh? Veramente i posti sono assegnati!”
Feci spallucce e mi sedetti accanto a lui.
“Beh, meglio io di un vecchio, no?”
Mi sorrise.
Era carino, ma gli mancava quel qualcosa.
“Come mai tutto solo al cinema?!”
“Mi piaceva il film?”
La sua domanda mi fece sorridere.  Mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai.
“Magari vederlo in compagnia è più divertente!”
 
Pov Klaus
 
Ero seduto nella fila subito dietro a quella del ragazzo.
Liza ci sapeva fare. Mi aveva detto del periodo di dissolutezze che aveva attraversato, ma mai avrei pensato che quella ragazza potesse essere così… seducente? Sexy? Beh, forse entrambe le cose.
Sapeva quando lanciare una frecciatina, e come farlo.
Provocava quel povero ragazzo e lo marcava talmente stretto che nemmeno se fosse stato gay avrebbe potuto rifiutare le sue avances.
A un certo punto le vidi allungare una mano, ma da dove ero seduto non potevo vedere per fare cosa.
Alla fine la vidi sorridere.
“Beh, io devo andare in bagno!”
Si alzò e lo sguardo che lanciò al ragazzo non lasciò alcun margine di dubbio: gli aveva appena dato appuntamento nel bagno del cinema.
 
Il ragazzo la seguì cinque minuti dopo. Chissà poi perché aveva aspettato.
Fui subito dietro di lui.
Quando fu entrato nel locale lo seguii e mi chiusi la porta alle spalle.
Liza gli aveva appena circondato le braccia dietro al collo e si stava avvicinando per baciarlo quando mi palesai.
“Che diavolo succede qui?”
Lei lo allontanò di scattò e la faccia che fece per poco non mi lasciò senza fiato per le risate che mi erano salite dal petto.
“Oddio.. Niklaus!”
“Tu non eri con le tue amiche?”
“I.. io… veramente!”
Non la degnai più di uno sguardo.
“e tu? Pensavi di poterci provare così, con la mia ragazza?”
Il povero ragazzo sembrava cadere dalle nuvole.
“Veramente io… mi dispiace non sapevo!”
Liza lo guardò con gli occhi sgranati.
“Cosa? Io te l’ho detto. Hai detto che per te non era un problema!”
“io credevo tu scherzassi!”
Lei lo guardò oltraggiata.
“Io non scherzo mai!”
Andammo avanti con quella pantomima per almeno dieci minuti, poi io gli diedi una fine cibandomi del povero ragazzo ingenuo, anche se Liza non mi permise di ucciderlo. Mi fermò prima e mi costrinse a dargli un po’ del mio sangue.
 
Pov Liza
 
“è stato divertente! Oddio, voglio tornare alla mia vecchia vita… Niklaus, so dove dobbiamo andare!”
Sollevò appena un sopracciglio.
“Las Vegas!”
“Guarda che non ti sposerò…”
Risi di gusto. Il Niklaus sazio sapeva essere anche spiritoso.
“oddio, lo spero proprio! Chi ti sopporterebbe per almeno altri sessant’anni!”
“Tu non vivrai tutto quel tempo, se va avanti così!”
“In realtà se va avanti così io vivrò molto di più… Niklaus, tu davvero pensi ancora che quelli si accorgeranno che sono sparita?”
“magari i due fratelli idioti no! Ma Katerina potrebbe. Ha chiamato duemila volte e tu non hai mai risposto!”
Gli sorrisi.
“tu non mi hai mai passato il telefono…”
 
Pov Stefan
 
un mese Damon, ti rendi conto? Un mese che ho rubato le bare e Klaus non ha fatto niente. Non è possibile, starà tramando qualcosa! Ne sono certo.”
“magari non ci tiene a quelle bare come pensavi tu!”
“Tu non lo conosci!”
“oh, Stefan, ti prego, non fare il melodrammatico! Anche se Klaus stesse tramando qualcosa noi non potremmo saperlo. Se invece non sta tramando niente possiamo stare tranquilli! Per il momento io mi preoccuperei di Katherine e di Rebekah. La nostra cara vampirella è sempre più agitata e manca poco che vada a cercare riparo da Liza e Rebekah, non lo so, ronza sempre attorno ad Elena!”
“Non sarai mica geloso, vero?”
Si accigliò appena.
“Stefan, le battutine a doppio senso sono solo mie, non le sai fare! E comunque sono solo preoccupato. tutte le volte che quelle due rimangono sole per troppo tempo Elena sembra più sciupata, come se avesse perso troppe forze in una volta sola!”
“Vuoi dire come se avesse perso troppo sangue in una volta sola!”
Mi girai e c’era Kol all’ingresso del nostro salotto.
“Ciao, Kol! Accomodati pure!”
Come se non avessi parlato, o perché lo avevo fatto, Kol si avvicinò al banco dei liquori e si versò una generosa dose di Whiskey.
“ho visto Rebekah prelevarle del sangue! E lo ha fatto molte volte! A casa ne ha un frigo pieno!”
“Cosa? E perché preleva il sangue di Elena? Quello di chiunque altro non va bene?”
Si strinse nelle spalle.
“Non credo lo faccia per berlo! Non gliel’ho mai visto fare! Comunque, non  mi interessa. Elena non mi sta nemmeno simpatica!”
Si scolò il nostro Whiskey e se ne andò così com’era venuto: senza una parola!
 
Pov Liza
 
“Niklaus, andiamo in discoteca, stasera?”
“Di nuovo?”
“Eddai… ti diverti anche tu!”
Si buttò sul letto a peso morto.
“Ma io volevo guardare un film!”
Mi avvicinai a lui gattonando.
“Forza… guarderemo un film al ritorno! Ci stai? Io e te… accoccolati a letto? Eh? Che ne pensi?”
Mi guardò con una strana luce nello sguardo.
Per una volta vidi malizia, ma non interruppi il contatto visivo.
“però non devi dire niente sulla scelta del titolo… qualunque film io decida tu lo guarderai con me!”
Sapevo che non mi conveniva accettare, ma che altro potevo fare?
“Ok!”
“e starai sveglia fino alla fine dei titoli di coda”
Di male in peggio.
“Ok!”
“e mi accontenterai per qualunque cosa!”
“Questo te lo scordi!”
“Allora restiamo qui, e niente discoteca”
Mi alzai dal letto.
“Bene!”
Presi la cornetta e chiamai il servizio in camera.
Se fossi rimasta con lui ancora per molto sarei diventata obesa.
Finiva sempre così: io chiedevo una cosa e lui cercava di barattare, le condizioni non mi stavano mai bene e io mi arrabbiavo e chiamavo il servizio in camera.
La mancia era sempre un bacio alquanto focoso, che veniva interrotto dal pronto intervento di quell’Ibrido da strapazzo, che tra parentesi da me aveva ricevuto solo un paio di bacetti casti a fior di labbra.
“Ingrasserai se continui così!”
“se potessi mangerei te, ma dato che il vampiro, tra noi due, sei tu, direi che mi accontento del servizio in camera!”
Ridacchiò appena.
Quando arrivò il carrello rimasi alquanto delusa.
Il cameriere era una cameriera.
Perciò niente bacio di rito e niente sfuriata dell’Ibrido, per mio grande disappunto.
“Niklaus, pagala!”
“a lei niente bacio?”
Lo guardai sollevando un sopracciglio.
“Ti sembro, per caso, il tipo?”
“Perché no?”
Non lo degnai di uno sguardo e mi dedicai al carrello. Ero così concentrata sulla mia torta al cioccolato che quando sentii un corpo sbattere contro la parete mi voltai preoccupata.
Possibile che qualcuno fosse riuscito a mettere al tappeto Niklaus?
Quando mi voltai però seppi che no! Non era possibile e che, alla fine, servizio in camera equivaleva, comunque, ad una mancia con bacio focoso.
Niklaus stava divorando quella povera ragazza e un po’ ne fui invidiosa.
Quell’Ibrido aveva un modo di baciare… unico!
 
Pov Katherine
 
Chiamavo Liza in continuazione.
Ok che volesse rimanere da sola, ma ignorarmi così mi sembrava troppo.
Avrei aspettato ancora un po’ e poi sarei andata a Fairfax per tirarle i capelli. Come diavolo si permetteva di ignorarmi.
Sì, certo, io lo avevo fatto per un secolo e mezzo, ma diamine io ero io e lei era Liza, come poteva anche solo pensare di fare la stessa cosa?
Non lo sapevo e non me ne capacitavo.
 
Pov Liza
 
“Oggi possiamo andare a fare shopping?”
Lui sbuffò.
“Daiiii… saranno quattro giorni che non compro niente! Sto andando in astinenza!”
Scoppiò a ridere.
“Oh mio dio. Siamo insieme da quanto? Un mese?”
un mese e quasi due settimane!”
“ecco perfetto! Un mese e quasi due settimane, e abbiamo fatto shopping quasi tutti i giorni!”
“Sì, lo so! Ma ormai dovresti averlo capito: lo shopping è il mio sport preferito!”
Scosse la testa, ma sapevo che quando faceva così, con quella particolare espressione e quell’angolazione della testa, beh, l’avevo avuta vinta.
“Grazie!”
Gli saltai al collo e lo abbracciai.
Quando scesi lo presi per mano e lo guidai verso alcune vetrine.
Ne superai diverse prima di scegliere di entrare in un negozio alquanto disordinato.
“fuori c’erano Gucci, Prada, Chanel e tu sei entrata… qui?”
Annuii divertita.
“da Gucci, Prada o Chanel non posso giocare con i vestiti. Qui si!”
Girovagammo per un po’ tra gli abiti esposti e anche lui iniziò ad aiutarmi.
Prendemmo tutti i completi più strambi e pazzi. Una commessa, a un certo punto, ci si avvicinò.
“Posso darvi una mano?”
Niklaus, che si era calato perfettamente nel ruolo di aiutante, le sorrise raggiante.
“Sì… stavamo cercando una maglietta, come dire, anticonvenzionale, da abbinare a questa gonna! Può aiutarci!”
La commessa si allontanò un attimo e tornò subito dopo con un top davvero non convenzionale.
Continuammo a cercare completi ancora per poco e, dopo di che, iniziò la parte divertente per me e noiosissima per Niklaus, anche se stavolta si era impegnato per prendere degli abiti che lasciassero quanta più pelle possibile in vista.
La commessa era così gentile da aiutarmi con i veri completi che avevamo scelto.
Eravamo dentro il camerino quando mi disse: “Che peccato, però!”
“Cosa, mi scusi!”
“che il suo amico sia gay!”
Chissà perché aveva pensato che Niklaus fosse gay, però sapevo che lui stava ascoltando e magari sarebbe stato divertente prenderlo un po’ in giro, sempre che non decidesse di uccidermi all’istante, dopo.
“Già, un vero peccato! Non sa cosa darei perché si accorgesse di me in quel senso… però non  c’è niente da fare”
“oh, beh… se non ci riesce una come lei!”
La guardai negli occhi con il sorriso malandrino che mi aveva caratterizzato per molto tempo, prima di ritornare ad essere una «brava» ragazza.
“Una come me in che senso, scusi?”
La vidi fremere appena, sotto l’intensità del mio sguardo.
“Ehm, cioè io intendevo.. bella e disinibita! Cioè io non indosserei mai gli abiti che ha scelto!”
La squadrai con sufficienza dall’alto in basso.
“immagino che non lo faccia perché non puoi, non perché non vuoi, giusto?”
E l’occhiata leggermente addolorata che ricevetti in cambio mi fece pentire, solo un po’, di quello che avevo detto.
A salvare la situazione arrivò Niklaus. Aprì la porta del camerino e mi guardò con l’ultimo abito che avevo addosso.
“Questo ti sta d’incanto!”
Mi si avvicinò, senza staccare gli occhi dalle mie labbra e ci si avventò.
Era il primo vero bacio che ci scambiavamo, forse.
Comunque era il primo bacio così focoso, lussurioso, languido, passionale, carnale.
Quando si staccò, dopo un bel po’, lasciandomi senza fiato, lo guardai sorridendo.
“questo per cos’era?”
“Oh, solo per dimostrare alla signorina qui che non sono gay, e che tu puoi permetterti di farmi cambiare idea!”
Lo ringraziai come pensavo di poter fare, nell’unico modo che credevo mi appartenesse, perché le parole non erano il mio forte: con un altro bacio.
 
Pov Katherine
 
Entrai nel salotto di quei decerebrati dei fratelli Salvatore come un tornado.
“Tu, sei un deficiente! Liberati dal soggiogamento di Klaus e falla finita con questa storia del «non provo sentimenti, voglio solo la mia vendetta!» e tu, Damon, sei un imbecille. È più di un mese e mezzo che Liza se ne andata e non mi risponde al telefono e tu che fai? Dai retta a quell’imbecille di tuo fratello, e non solo… stai pensando di ridare una possibilità a quell’impiastro di Elena? Davvero? Ma cosa vi ho insegnato? E poi, andiamo, stiamo parlando di Elena Gilbert. Piagnucolona, altruista da far venire la nausea…”
Sarei andata avanti ancora per molto se qualcuno non avesse interrotta la mia filippica suonando al campanello.
Andai ad aprire alquanto infuriata, quando mi trovai davanti un viso nuovo, per Mystic Falls, il che di per sé era un evento. Che si moltiplicò quando il nuovo arrivato parlò.
“ciao, sono Mike, un amico di Liza! Aveva detto che sarebbe arrivata a Fairfax al massimo due settimane fa, ma non si è fatta viva, e conoscendo le storie su questa città mi sto leggermente preoccupando. Per caso lei è qui?”
Sentii il gelo impossessarsi di me e, lo sapevo perché lo sentivo rigido come un palo, anche di Damon.
Lei non era con noi, e non era nemmeno tornata al suo paesino tranquillo.
Allora dov’era?
 
Angolino:  lo so, non linciatemi..
Non provo nemmeno a scusarmi, ma il capitolo è lungo e, spero abbiate capito, sta per succedere un vero putiferio… penso, o forse lo spero soltanto, di essere molto vicina alla fine!
Ehm, forse non avrei dovuto dirvelo, ma ormai! xD
Al prossimo capitolo… spero!
 

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Capitolo 40
*** A complicated situation! ***


Pov Damon
 
Lei era sparita.
Però non era possibile. Mi aveva risposto al telefono, magari non aveva voglia di tornare alla sua routine. Non aveva voglia di tornare alle sue abitudini.
Magari non era successo niente.
Magari questo Mike aveva contato male i giorni.
“Il fatto che non sia qui o a Fairfax non significa niente! Potrebbe aver cambiato i suoi piani!”
Katherine aveva fatto entrare Mike, che ora mi guardava come se avessi detto una cavolata.
“Mi avrebbe avvertito! Mi aveva detto che sarebbe venuta…”
“Perché vi sentite ogni giorno? Non mi risulta che siete rimasti in contatto! In realtà non so nemmeno chi sei!”
Lui si strinse nelle spalle.
“Ma da come parli mi sembra di capire che tu sei Damon, lo stronzo che l’ha fatta soffrire!”
Katherine trattenne a stento una risata e Stefan si alzò in piedi.
“Beh, voi cercate di capire cos’è successo o uccidetevi, dato come stanno andando le cose!… io vado!”
“dove vai?”
“ho una vendetta da portare a termine!”
“ma.. e Liza?”
Si strinse nelle spalle.
“Cosa vuoi che me ne importi? Ricordi? Non provo più niente!!”
Se ne andò così, senza aggiungere altro.
Mike lo guardò come se fosse pazzo.
“e quello chi sarebbe?”
“QUELLO” e calcai talmente tanto il tono che sembrava volessi ucciderlo “è mio fratello, Stefan!”
“Ma lui non era quello buono e caro… Liza lo ha definito «l’unico che non farebbe del male a una mosca»!”
Mi morsi il labbro. Liza definiva così mio fratello, ma a quanto pareva di me aveva detto le cose peggiori.
“Forse una volta!”
Mi guardò come se avessi detto chissà quale eresia.
“certo che siete tutti strani… cioè lei mi aveva detto che la vita qui non era normale, e non scorreva con la stessa velocità, però voi siete fuori dal mondo, davvero! Parlate di vendetta, non vi preoccupate di una vostra amica…”
Mi alzai e mi avvicinai a lui, lentamente.
“Perché pensi che non ci interessi niente di lei?”
“Non l’avete nemmeno chiamata, o avreste saputo che non era ancora tornata, no?”
“Io l’ho chiamata, e le ho parlato. Se qualcosa non andava me l’avrebbe detto, non pensi?”
Katherine prese la parola, per la prima volta.
“Cosa? Ti ha risposto?”
“Sì… Katherine, che hai?”
La bella vampira era a dir poco inferocita.
“Oh, questa me la paga. Quell’idiota di un’umana… ingrata. Io l’ho chiamata trecento volte almeno, e non ha mai risposto!”
“In realtà mi ha risposto solo una volta ma ha staccato subito…”
“Tu, poi, sei un cerebroleso… scommetto che l’hai chiamata solo per metterla al corrente della cavolata che ha fatto Elena, no? «oh, Liza scusami! Elena è entrata nel nostro rifugio!»… sei prevedibile, Damon!”
Mi sedetti sul divano, anche se avevo una gran voglia di ucciderla.
“già, sono prevedibile… anche lei me l’ha detto!”
 
Pov Liza
 
“Niklaus… per favore… non ce la faccio più a stare in macchina… scendiamo! Ti prego!”
“Liza, ma lo sai che sei davvero insopportabile?... ma sei stata così per tutto il mese?”
Mi strinsi nelle spalle.
“Ne sono passati quasi due e se hai perso il conto non sono poi così male, no?”
Ridacchiò.
“Forse!”
Lo guardai corrucciata, per niente soddisfatta della sua risposta.
“Oh, e va bene… sei passabile! Però con me non sei stata carina come con i ragazzi del servizio in camera…!”
Lo guardai sollevando un sopracciglio.
“Sei serio?”
Ma la mia voce non era seria o indispettita o indisponente. Era divertita.
“più che serio! Liza, davvero, mi sembra di essermi comportato bene, con te!”
“Niklaus, scusa, ma di cosa stiamo parlando? Io con te sono più carina che con loro. Cioè, loro li bacio… quando tu non li cacci prima! Si e no ne avrò baciati sei, in due mesi?”
“Nove!”
Lo guardai stralunata.
“Cosa?!”
“ne hai baciati nove! E io vorrei che tu fossi carina così anche con me!” accostò sul ciglio della strada e mi guardò con uno sguardo che mi fece raggelare il sangue nelle vene. “Anzi, pretendo che tu si così solo con me!”
Scossi il capo un paio di volte, incredula.
“Niklaus, si può sapere che diavolo vuol dire? Da quando sono passata dall’essere un ostaggio all’essere… cosa, poi? Io non ti capisco!”
Scese dalla macchina e venne davanti a mio sportello per poi aprirlo. Scesi e mi fermai di fronte a lui.
“Ti ho rapito per vendicarmi, ma poi ti ho fatto una promessa del cavolo e noi abbiamo trascorso due interi mesi insieme… e adesso non voglio che nessuno ti tocchi, in nessun senso, soprattutto in quello!”
Ridacchiai appena.
“Tu rischi di uccidermi una volta su due, almeno!”
“Non l’ho mai fatto! E non stavo parlando di quello.”
Dove voleva andare a parare? Quale diavolo era il senso? Che voleva dire?
Possibile che si fosse preso una cotta per me? No! Non era possibile!
In nessun modo, in nessun mondo, in nessun universo parallelo una cosa del genere sarebbe stata plausibile.
Eppure il modo in cui il suo viso si stava avvicinando al mio, lento e inesorabile, lasciava intendere altro.
Ok, forse lui poteva pensare che io gli piacessi.
Rimaneva da capire solo una cosa: lui poteva piacere a me?
Ripensai al tempo trascorso con lui: alle risate, alle liti, alle lacrime, al sangue che mi aveva fatto perdere e a quello che mi aveva dato. E poi fui folgorata da un pensiero.
Lui non poteva piacermi.
Lui mi piaceva.
Il che era impossibile.
Lo allontanai, o meglio gli poggiai una mano sul petto e lui si fermò.
Non so se iniziò a parlare, di sicuro io non sentii nulla, troppo presa dal mio discorso interno.
Non ci avevo ancora fatto caso, ma da un po’ di tempo non pensavo più a Damon, e anche se lo facevo era come pensare ad un amico. Solo ad un amico.
E non capivo come potesse essere possibile.
Niklaus mi aveva sempre tenuta in ostaggio, mai mi aveva fatto dimenticare il motivo per il quale eravamo insieme, però era anche stato dolce. Avevamo parlato, riso, litigato, scherzato, giocato, preso in giro ragazzi e ragazze solo per il gusto di farlo, ci eravamo confidati, scontrati, aiutati.
In quel momento realizzai che ad un certo punto della mia, non poi così terribile, prigionia ero stata colpita dalla famosa sindrome di Stoccolma.
Non poteva essere.
Lui non poteva piacermi!
Lui stava cercando di rendere la vita dei miei amici un inferno, ma dopotutto loro non avevano reso la mia così semplice.
 
Pov Katherine
 
“Quindi fammi capire, lei non è venuta da te e tu non l’hai chiamata, ma sei venuto qui?”
“beh, lei non ha mai amato le telefonate non desiderate…”
Damon sbuffò, evidentemente contrariato.
“Scusa, ma ci hai rimproverato per non averla chiamata, quando tu hai fatto la stessa identica cosa!”
Si strinse nelle spalle.
“Non volevo che mi dicesse che aveva deciso di rimanere qui per telefono. Volevo almeno che me lo dicesse in faccia, guardandomi negli occhi”
“Ma si può sapere che cavolo te ne frega? Puoi trovare un’altra cameriera per il tuo bar, no?”
E quella frase sprezzante di Damon mi fece capire.
“Tu ne sei innamorato!”
Non era una domanda, non era nel mio stile.
Io non domandavo, io affermavo, semplicemente.
Non rispose, la reazione di Damon glielo impedì.
Damon si scaraventò su di lui e lo usò come spuntino.
 
Pov Stefan
 
“dov’è tuo fratello?”
Rebekah mi guardò, con quella sua faccia da schiaffi e un’espressione che voleva essere innocente? Di sfida? Boh, forse entrambe.
“Non so di cosa tu stia parlando!”
“Io penso di sì. Per qualche motivo tuo fratello vuole una bella scorta del sangue di Elena, anche se non ho ancora capito perché, ma lo scoprirò, e puoi star certa che vi metterò i bastoni tra le ruote…!”
“Senti, Stefan, non so cosa ti aspetti che ti dica, ma io non so dov’è Klaus!”
Mi scaraventai su di lei.
“Si può sapere perché lo proteggi? Ti ha tenuta rinchiusa per un secolo? Cinquant’anni? beh, comunque troppo!”
Il suo sguardo mi disse che avevo toccato il tasto sbagliato.
“Ma parli tu? Tu e Damon non fate altro che cercare di uccidervi, ma alla fine siete sempre insieme…”
“è diverso?”
“Perché? Perché lui non ti ha infilzato con un pugnale? Hai ragione è peggio. Lui ti ha pugnalato in una maniera ancora più subdola e meschina. Lui ti ha colpito nei sentimenti, e se non fossi stato soggiogato staresti combattendo contro tuo fratello e non contro il mio!”
 
Pov Liza
 
“Liza? Liza?”
Qualcuno mi stava scuotendo tenendomi per le spalle, ma io ero ancora troppo presa dalla mia scoperta per poter rispondere.
“Liza, che succede? Mi stai facendo preoccupare!”
Sollevai lo sguardo e vidi Niklaus. Lo vidi forse per la prima volta.
“Niklaus… Io… Damon!”
Lo vidi irrigidirsi e sentii la sua presa allentarsi sulle mie spalle.
“ancora? Pensavo ti fosse passata!”
Annuii e lui si corrucciò di più.
“Liza che diavolo stai cercando di dire…”
“Non mi piace più Damon… è una parte importante di me, ma… oddio, non me ne sono nemmeno accorta… se penso a qualcuno, sempre, non è lui… io, penso a te… oddio, non è possibile! Mi hai soggiogato? La collana non funziona più, vero? Mi hai costretto a provare questo per te!”
Lo vidi sorridere, ma non faceva niente.
“Niklaus, davvero, non è possibile… io… cos’è successo?”
Si strinse nelle spalle.
“Semplicemente sono troppo irresistibile!”
Risi di cuore.
Forse sapevo perché lo sentivo sotto pelle: lui era imprevedibile, dannatamente vendicativo e terribilmente egoista… ma sapeva anche essere simpatico, dolce, bastardo, egocentrico, altruista, comprensivo, irascibile. Non erano tutti pregi, ma i suoi difetti erano parte di lui. Una parte che non mi sognavo nemmeno di cambiare.
Realizzai solo con una piccola parte del mio cervello che si stava avvicinando a me, ma stavolta non lo fermai.
Lo lasciai fare finché le sue labbra non collisero con le mie.
 
Pov Damon
 
Quella specie di umano sotto sviluppato non poteva, non doveva essere innamorato di Liza. La mia Liza.
“Giuro che io non ti capisco!”
Mi staccai da quell’essere inutile, lasciandolo in fin di vita.
“Che diavolo è che non capisci?”
“Tu non la ami! Si può sapere perché ti da così fastidio che qualcuno possa provare dei sentimenti per lei? Lei merita di essere felice e dato che tu sei così imbecille da non riuscire ad innamorarti di lei, penso che non dovresti mettere i bastoni tra le ruote a chiunque tenti anche solo di avvicinarla”
“Lui non è alla sua altezza!”
La vidi avvicinarsi a Mike e dargli il suo sangue.
“Tu non hai ancora capito, vero? Nessuno sarà mai alla sua altezza, per il tuo punto di vista, perché una parte del tuo cervello sa che l’unico saresti tu… però non puoi farci niente: il tuo cuore è irrimediabilmente affetto dalla «sindrome delle Petrova»!”
Mi accasciai sul divano.
“L’ho fatta soffrire troppo!”
“Già, ma non ci puoi fare niente!”
 
Pov Liza
 
Dopo il bacio entrammo di nuovo in auto e Niklaus guidò fino alla città più vicina: un piccolo paesino sconosciuto ai più.
Cercò un hotel, un motel, un bed&breakfast. Trovò una stanza, adesso non saprei nemmeno dire dove.
“Niklaus…”
Non mi permise di dire altro che si avventò su di me, sulle mie labbra, sul mio collo.
“Io credo di non volere che loro scoprano che tu sei qui!”
Sorrisi.
“Nemmeno io!”
Fu bellissimo.
Magico.
Meraviglioso.
Unico.
Forte.
E, la cosa che mi lasciò sbalordita, felice, stupita, scioccata fu che lui creò il legame.
E io non saprei descrivere come mi sentii: felice, come non lo ero mai stata.
Completa, come non pensavo di potermi sentire.
Amata, più di ogni mia immaginazione.
Quel legame con Niklaus era completamente diverso dal legame che avevo con Katherine: era più viscerale. Lo sentivo scorrermi sotto pelle, fin nelle ossa.
Ne fui spaventata ed elettrizzata: non avevo mai provato nulla del genere.
 
Pov Katherine
 
Mike aprì li occhi e si guardò intorno spaesato per la frazione di un secondo. Poi, però, quando incrociò gli occhi di Damon, sembrò ricordarsi tutto d’un tratto cosa fosse successo e scattò in piedi.
“Tu che diavolo sei? Voi che diavolo siete? Mi hai… morso?” sembrava scioccato, e c’era da credere che lo fosse, davvero.
“Ehi, calmati… qui siamo tutti vampiri, almeno in questa stanza!!!”
Lo vidi indietreggiare e cercare di raggiungere la porta. Gli bloccai la via.
Forse giocare un po’ con lui sarebbe stato divertente, almeno per un po’.
“pensi davvero di poter scappare???”
Si guardò alle spalle e vide Damon. “Ti prego. Io non lo dirò a nessuno.”
Ridacchiai.
“E chi ti crederebbe, anche se lo dicessi?”
Voleva essere una domanda retorica invece nel suo sguardo vidi consapevolezza!”
“Lei me l’aveva detto, e io non le ho creduto!”
“Cosa ti aveva detto?”
“Che qui c’erano vampiri, streghe e licantropi!”
“Oh, beh! Ti ha detto tutto!”
Damon, intanto, sembrava perso nei suoi pensieri.
“Forse, allora, lei è in pericolo… magari uno di voi” e lo disse con un tono talmente terrorizzato che non riuscii ad evitare di ridacchiare.
“Non credo che ci sia questo pericolo! Lei si è sempre tenuta fuori da tutti i nostri intrighi!”
Damon sollevò un sopracciglio.
“Non è vero! Ha rischiato di morire a causa di Pearl. Era terrorizzata dal Lockwood di un secolo e mezzo fa…”
“sì, ma adesso lei non è qui! E nessuno può farle del…”
 
Pov Damon
 
Quell’idiota di un umano aveva ragione.
Come avevamo fatto a non pensarci prima?
Magari qualcuno di noi, e stavolta, pensandolo, anche io provai disgusto, l’aveva presa. Dopotutto era già successo. Liza si era già trovata in pericolo a causa nostra.  Noi l’avevamo già messa a rischio di vita.
Lo dissi a Katherine e lei tentò di negare. Già, tentò, perché a metà della frase si bloccò, con lo sguardo fissò nel vuoto. La osservai da lontano e non potetti far nulla quando perse i sensi cadendo tra le braccia del biondo.
 
Pov Liza
 
Era ancora stretta a lui. Mi stringeva come se avesse paura di perdermi.
Poggiai un bacio sul suo petto.
Stavo pensando a cosa sarebbe successo da quel momento. Come si sarebbe comportato se i miei amici si fossero accorti della mia scomparsa adesso? Dopo quello che era successo tra noi? Che poi, cosa aveva significato per lui? Io, da parte mia, lo sapevo benissimo. Lui era riuscito ad entrarmi dentro e a farmi dimenticare quello che era stato il mio sole e la mia pioggia, il mio sorriso e le mie lacrime, le mie albe e i miei tramonti. Lui aveva spazzato via l’amore non corrisposto di Damon con le sue minacce e le sue risate, con i suoi scatti d’ira e i ricatti giocosi, con la violenza mal controllata e le sfide a cui non sapevo resistere.
Avrei voluto dirglielo, ma non sapevo come avrebbe reagito. Avrebbe potuto ridere della mia stupidità oppure arrabbiarsi o ancora chiamare lui stesso i miei amici e avvertirli.
Sentivo gli occhi pizzicare, perché solo in quel momento mi resi conto di cosa, davvero, significava quello che io e lui avevamo condiviso.
Tutta la mia vita mi si presentò davanti con una forza alquanto comica, se non fosse stato per il momento. Tutti gli errori, i cambiamenti, le sofferenze: la morte dei miei, la mia ribellione verso tutto e tutti, i festini, il sesso, l’alcol, i mille ragazzi… e poi era arrivato Mike.
Con lui avevo smesso di partecipare a tutti i festini, partecipavo solo ai migliori.
Con lui avevo smesso di cercare affetto nel corpo statuario dei bei ragazzi, in loro cercavo solo piacere.
Con lui avevo smesso di cercare amici, ne avevo trovato uno in lui.
Lui era quello che mi riportava a casa quando mi ubriacavo e che non permetteva a nessuno di approfittarsi di me.
Dopo lui erano crollate molte delle mie certezze: avevo trovato quel baule, letto il manoscritto e espresso il desiderio, “scoprire se ci si sarebbe potuti innamorare di Damon!”.
Si perché in quel ragazzo che soffrire per l’amore non corrisposto di Katherine, prima, e di Elena, poi, mi aveva ricordato me.
Un ragazzo che dimostra ciò che non è.
Un ragazzo che si sente non amato, non apprezzato.
Poi mi ero ritrovata in quel secolo diverso dal mio e avevo conosciuto lei.
Solo allora avevo capito la differenza tra l’amicizia di Mike e quella che invece poteva offrirmi Katherine. Dietro l’amicizia di Mike c’era sempre stato quel sentimento di protezione e di appartenenza che rendeva tutto intimo, ma nella maniera sbagliata. Katherine invece c’era, mi dimostrava affetto, ma non aveva paura di minacciarmi. Forse ero sbagliata, ma preferivo quel rapporto un po’ contorto e di certo non normale con la vampira, a quello con Mike. Con lui mi ero sempre sentita in difetto, come se non potessi ripagarlo appieno per tutto quello che lui riusciva a fare per me.
E poi Damon mi aveva sconvolto.
Il mio desiderio mi si era ritorto contro e la mia voglia di scoprire se lui potesse essere amato mi aveva portato ad amarlo.
Un amore non corrisposto che mi aveva costretta a cercarlo dopo un mese, per me, ma un secolo e mezzo per lui.
E poi.
Lui aveva trovato la sua felicità con Elena, e davvero io ne ero felice, ma non potevo sopportare di vederli insieme.
Io mi ero convinta che la nostra sfortuna ci avrebbe avvicinati.
Io mi ero convinta che, prima o poi, anche lui si sarebbe innamorato di me.
Io mi ero convinta che anche lui avrebbe realizzato che insieme saremmo stati perfetti.
Invece lui non si era avvicinato.
Lui non si era innamorato di me.
Lui non aveva visto la nostra perfezione.
E quando non avevo più retto ero scappata.
Avevo issato la bandiera bianca.
Me ne ero andata.
E Niklaus era arrivato a sconvolgermi la vita, di nuovo.
E io mi sentivo felice, come non lo ero mai stato, ma allo stesso tempo non potevo non pensare a cosa avrebbero pensato i loro.
Avrebbero pensato che li avevo traditi.
Magari avrebbero pensato che io ero scappata proprio per unirmi a lui.
Katherine non mi avrebbe mai perdonata. Non mi avrebbe dato nemmeno il tempo di spiegare cosa fosse successo.
Mi sentii sprofondare.
Perché non potevo avere una vita semplice?
Nasce, cresce, va a scuola, si innamora del compagno di banco, si sposano, fanno i figli, muoiono.
No, non potevo desiderare tanto.
Cosa avrei dovuto fare?
Magari io e Niklaus potevamo scappare in eterno e, se avessimo avuto fortuna, non li avremmo mai incontrati.
Sì, questa poteva essere un’idea.
Certo mi sarebbe dispiaciuto non vedere più quella pazza psicotica di una vampira, ma avrei potuto chiamarla, una volta o l’altra.
E, beh, Damon non avrebbe sentito la mia mancanza, aveva Elena, adesso.
Certo, io e Niklaus avremmo fatto così.
Poi un’altra illuminazione.
Niklaus mi avrebbe voluto ancora tra i piedi?
Mi avrebbe tenuto ancora con sé?
Oppure, adesso che aveva avuto quello che voleva mi avrebbe portato da loro?
“Liza… Liza che succede?”
Tentai di rispondere, ma il respiro mi si mozzò in gola.
Stavo piangendo.
Quanto si poteva essere stupidi?
Io superavo ogni limite.
“Liza, davvero! Cosa c’è?”
“Io stavo pensando alla mia vita… cioè, a loro!
Non disse niente, e gliene fui grata.
“io me ne sono andata per non soffrire più. Poi tu mi hai rapita, e lo hai fatto davvero, con minacce e tutto il resto…”
“Non vedo quale sia il problema!”
“Il problema è che mi sono innamorata, come un imbecille, e adesso, se loro sapessero che sono qui cosa penserebbero? Eh? Magari che li ho traditi. Che sono… non lo so. Oh mio Dio, Katherine penserà che io ero una tua spia già allora. Penserà che l’ho ingannata per tutto questo tempo. Penserà… e poi tu mi lascerai, magari oggi stesso. Magari, invece, li chiamerai tu e finalmente farai la tua mossa”
Mi sollevò il viso obbligandomi a guardarlo negli occhi.
“Perché dovrei farlo?”
“Hai avuto quello che volevi, no?”
E indicai noi.
Me e lui, ancora in quel letto.
Ancora abbracciati.
questo non è quello che volevo. Io voglio TE! E non per un giorno o per una volta. Io voglio te, sempre!”
E in quel momento tutto passò in secondo piano.
In quel momento non mi importava di nulla.
In quel momento ero esattamente dove volevo essere.
In quel momento mi sentii completa.
Lo baciai, per cercare di far capire anche a lui cosa quel momento significava per me.
 
Pov Katherine
 
Non poteva essere.
Non era possibile.
Lei non mi avrebbe mai fatto questo.
Lei non mi avrebbe tradito così, non adesso.
Ma, forse…
No, non potevo crederci!
Lei non mi aveva tradito, adesso.  Mi aveva sempre ingannato, e poco importava che si fosse sottoposta ad un incantesimo per dimostrarmi che era sincera.
Lei mentiva.
“Katherine, cos’è successo?”
“lei è con Niklaus…”
 
Pov Damon
 
“Cosa? Non è possibile!”
“è più che possibile. È sicuro… io l’ho visto. Loro hanno creato il legame!”
Il legame? Lei si era sempre rifiutato di creare il legame, con me.
Lei mi aveva sempre rifiutato.
Non poteva aver accettato il legame con Niklaus. Quel mostro aveva tentato di uccidere Elena.
No, non aveva tentato, c’era riuscito.
Lei non poteva avermi fatto questo. Non poteva aver tradito tutti noi in questo modo così… così.. non sapevo nemmeno come definirlo: meschino? Subdolo?
No! Non erano abbastanza. Non rendevano l’idea.
 
Pov Rebekah
 
Provai a chiamarlo per tutto il pomeriggio, ma non mi rispose.
Dovevo avvertirlo: loro stavano capendo qualcosa.
Non sapevo quanto avevano capito ma erano vicini alla verità e sapevo che Niklaus avrebbe voluto essere informato.
Ma se non rispondeva a quel dannato cellulare c’era ben poco che potessi fare.
 
Pov Stefan
 
“Rebekah è più muta di un pesce! Oh, tu sei ancora qui?”
Mike non mi degnò nemmeno di un’occhiata.
Katherine, invece, era fin troppo agitata.
“Tu lo sapevi?”
Sollevai un sopracciglio.
“Cosa?”
“Liza è con Klaus. Lei ci ha traditi… è con lui e hanno creato il legame…”
Sorrisi.
Questa era una svolta interessante.
Era arrivato il momento di chiamare Bonnie per cercare di capire cosa ci fosse dentro l’ultima bara.
La mia vendetta non mi era mai sembrata così vicina.
 
Angolo autrice:
*me si nasconde dietro l’angolino di un muro per evitare le forconate che di certo volete darmi, a ragione*
Mi dispiace, davvero… e non starò qui a dirvi che oggi 10 giugno io devo ancora studiare per togliermi l’ultima dannata interrogazione e che ho gli esami giorno 19 ma la mia tesina non è fatta..
No, davvero, non ve lo dico…
Spero, comunque che apprezzerete l’impegno…
*me rimane nel suo angolino buio perché sa che volete picchiarmi…*
Vi voglio bene, lo sapete, veroooo???
Grazie di essere arrivati fin qui… è passato quasi un anno dall’inizio di “Are you in love with me?”
Grazie davvero.. a tutti!!

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Capitolo 41
*** I'm like you! ***


Pov Liza
 
Stavamo risalendo in macchina, diretti chissà dove per chissà quanto tempo, quando mi sentii risucchiata da un’emozione. Un’emozione talmente forte da sconvolgermi, come se mi appartenesse, ma allo stesso tempo abbastanza distante da farmi capire che non era mia. Quel senso di delusione, mista a rabbia e a sete di vendetta non mi apparteneva ma avevo un’idea su chi potesse provare tutte queste cose.
Forse mi bloccai, perché Niklaus mi fu vicino in un attimo.
“Liza, che succede?”
“Io provo delle emozioni non mie… è strano! Sento che in un certo senso mi appartengono ma so anche che non sono mie!”
“è normale… il legame che abbiamo creato ti fa sentire anche le mie emozioni, e dato che hai ancora il mio sangue in circolo il legame è più forte, e lo rimarrà fino a domani almeno, quando tutto il sangue verrà smaltito!”
“Allora sei tu a sentirti deluso e arrabbiato?
Corrucciò il viso.
“No, direi che non è quello che sto provando in questo momento!”
“ma sarebbe quello che proverebbe Katherine se avesse scoperto di noi!”
“E come avrebbe potuto?”
“Con il legame! Noi lo abbiamo creato quando ci siamo conosciute e in questo secolo lo abbiamo rafforzato!”
“Quindi tu e lei siete… legate?”
“Sì!”
Non sapevo cosa pensare, né cosa fare.
Niklaus aveva un’espressione indecifrabile e io non sapevo come interpretare il suo silenzio.
 
Pov Katherine
 
“Tu lo sapevi?”
“cosa avrei dovuto sapere?”
“Che Liza, quella che pensavo fosse una mia amica, la mia unica amica, è con tuo fratello! Loro stanno insieme!”
Lo vidi sbarrare gli occhi, il che, dato il suo autocontrollo, era un sintomo evidente della sua sorpresa.
“Io non ne sapevo niente! Però, se davvero Liza è con lui non è al sicuro!”
“Fidati, lo è! Si stanno godendo la bella vita, quei due! Scommetto che si conoscono da molto prima di quanto hanno voluto farci credere, anzi sono sicura che è stato Klaus a mandarla a Mystic Falls, un secolo fa!”
“ti sbagli! Liza non è mai stata dalla parte di mio fratello! Non si conoscevano, dico davvero! L’avrei saputo, altrimenti!”
“come sapevi dove era la tua famiglia?”
“Questo è un altro discorso!”
Gli voltai le spalle e feci per andarmene.
“Tu non conosci Klaus come pensi!”
Mi fu addosso in un attimo, spingendomi verso il muro. “Io ho deciso di rimanere qui con te e per te, ma non capisco perché tu debba sempre comportarti così! Credo che il mio tempo qui sia finito. È stato un piacere, Katerina!”
Uscì con molta nonchalance, come se non mi avesse appena lasciata.
 
Pov Stefan
 
A che mi serviva avere una strega Bennett in paese e non poterla sfruttare come e quando mi serviva?
Bonnie era davvero insopportabile.
Mi toccò prelevarla con la forza da casa sua e portarla in quella grotta, ma avrei dovuto esserne cosciente: obbligare una strega, una strega di Salem e una Bennett, addirittura, a fare qualcosa che non vuole non è mai un’ottima idea.
Bonnie incendiò la bara, con qualsiasi cosa ci fosse lì dentro, privandomi dell’unica arma a mia disposizione.
“come hai potuto? Eh? Perché l’hai fatto??”
“Non sono stata io!”
“E io dovrei crederti?”
“Perché non dovresti? Stavo solo cercando di capire cosa ci fosse all’interno e si è incendiata. Ha fatto tutto da sola!”
“Ti rendi conto che è una storia che non regge!”
“è la verità!”
“Bonnie Bennett, sappi che da adesso la mia vendetta sarà diretta anche a te!”
La lasciai lì, diretto da Rebekah.
 
Pov Rebekah
 
Era una giornata movimentata.
Quando Elijah era venuto per dirmi che Katherine sapeva di Liza provai sollievo, ma solo per un attimo. Avevo avuto l’impressione, dalle poche cose che Klaus mi aveva detto, che il suo attaccamento a Liza andava aldilà del rapporto convenzionale tra rapitore e ostaggio.
“Cosa? Sei sicuro che lei lo sappia?”
“sì, ed è anche convinta che sia stato Klaus a mandarla da lei un secolo e mezzo fa?”
“Quella vampira è talmente paranoica da diventare stupida! Niklaus l’ha rapita!”
“Sì, lo sospettavo, per via del sentimento di Stefan per lei, immagino!”
“Già!”
“Beh, questo adesso non interessa a Katerina. Se Liza tornasse adesso la ucciderebbe, senza rimorso e senza ripensamenti!”
“devo avvertirlo!”
Presi il telefono, pronta a chiamarlo quando arrivò Stefan.
“avvisa tuo fratello che, se vuole, può uccidere Liza. La sua preziosa bara è andata in autocombustione!”
“che significa che è andata in autocombustione?”
“che, mentre la cara streghetta Bennett provava a capire cosa ci fosse dentro, quella ha preso fuoco!”
Presi il telefono e composi il numero di mio fratello.
“Parlaci tu, se dovesse rispondere! Non ci tengo a sapere come reagirà!”
 
Pov Klaus
 
“Rebekah, che diavolo c’è? Saranno due giorni che mi chiami ininterrottamente!”
Una risata dall’altra parte della cornetta mi fece capire che no! Non stavo parlando con mia sorella.
“Stefan!”
“Ciao Klaus! Mi fa piacere che ti ricordi di me!”
“Cosa vuoi?”
“Solo darti una brutta notizia: la tua amata bara ha preso fuoco!”
“Cosa?”
“Oddio, non mi sembra una notizia così sconvolgente. Semplicemente quella bara, a cui tu tieni tanto, si è incendiata!”
“io ti ammazzo!”
“Prima non dovresti uccidere Liza?”
“quello che devo o non devo fare lascialo decidere a me!”
“Non mi dire che ti sei affezionato!”
In quel momento volevo staccargli la testa o tirar via il suo cuore dal petto.
“Aspettati una mia visita!”
Staccai il telefono.
“Erano loro?”
“sanno che sei qui!”
Mi sorrise, con quel sorriso spento che aveva avuto all’inizio.
“Credo che ti tocchi portarmi a Mystic Falls e uccidermi, se non ti ridaranno l’ultima bara!”
“Non lo farei nemmeno se ci fosse ancora una bara da farsi restituire!”
“che significa?” e potevo davvero vedere la sua curiosità e il suo stupore.
“La bara è andata. Stefan mi ha detto che ha preso fuoco! Nulla di più. Devo andare lì e far capir loro chi è che comanda!”
“e io?”
“Tu mi aspetterai qui!”
“Non ci penso proprio a restare qui! Devo parlare con Katherine, spiegarle tutto!”
“No! Tu non lo farai! Resterai qui e mi aspetterai!”
Corrucciò la fronte in un’espressione arrabbiata, anzi infuriata. La baciai.
“Avevi un’espressione adorabile!”
“non volevo essere adorabile. Stavo cercando di essere minacciosa.”
“ehi, stai parlando con il cattivo dei cattivi!”
Ridacchiò.
“ma perché dovevo scegliere te, poi? Non potevo innamorarmi di un umano sciatto e ordinario?”
Sentii un sorriso ebete stamparmisi in faccia.
“che c’è?”
Forse ero rimasto per troppo tempo in silenzio, o forse la mia espressione era più ebete di quanto pensassi, ma non mi andava di dirle che il semplice fatto di sentirle dire che si era innamorata di me mi aveva fatto gonfiare il cuore.
Mi stavo rammollendo, ma potevo ancora fingere che non fosse così!
Potevo nascondere il sentimento dietro la passione.
Così la baciai, come se non ci fosse un domani. E non mi sbagliavo poi molto.
 
Pov Damon
 
Non poteva essere.
Katherine doveva essersi sbagliata. Eppure qualcosa mi diceva che non era così.
Sentivo che Liza era davvero con Klaus, ma non potevo credere che avesse finto con noi, per tutto quel tempo.
Lei non era come noi.
Era un libro aperto, non riusciva a mentire, preferiva non dire nulla.
Quante volte l’avevamo presa in giro per quel motivo? Innumerevoli!
Dovevo capire. Avevo bisogno di parlarle, di confrontarmi con lei, ma non sapevo dove fosse, né come contattarla, dato che non rispondeva nemmeno al telefono.
Me ne andai al nostro Rifugio, perché era lì che andavo quando avevo bisogno di stare da solo.
Era lì che andavo quando dovevo riflettere, e non avveniva così raramente come si potrebbe pensare conoscendomi.
Era lì che andavo quando il mondo mi soffocava.
Era lì che andavo quando sentivo che nella mia vita mancasse qualcosa.
Era lì che andavo quando Liza mi mancava!
 
Pov Liza
 
“non se ne parla. Non te ne andrai lasciandomi qui!”
“Liza, non posso portarti con me a Mystic Falls. Ci sarà una lotta, almeno, e non voglio che tu venga tirata in mezzo!”
“loro sono i miei amici! Devo loro almeno una spiegazione. Devo parlare con Katherine!”
“pensi che ti ascolterebbe?”
“Non lo so e non mi importa!”
“Non posso permettere che ti succeda qualcosa!”
Sbuffai.
“Niklaus, per favore!”
Sbuffò lui.
“Non si discute, Liza! Resterai qui, con una scorta del mio sangue e una guardia alla porta!”
Mi dette un veloce bacio sulle labbra e scomparve.
 
Pov Bonnie
 
Non riuscivo ancora a capire cosa era successo!
Quella bara non avrebbe dovuto prendere fuoco! Non era quello che stavo cercando di fare!
Stefan me la avrebbe fatta pagare, o almeno ci avrebbe provato. Non avevo paura di lui, ma conoscevo almeno un po’ come ragionavano questi vampiri da strapazzo. Combinavano disastri, causavano problemi a tutti e pretendevano che noi streghe li aiutassimo e quando questo, per cause che non dipendevano dal nostro controllo, non era possibile, ci accusavano di aver commesso chissà che disastro cosmico.
Presi il mio cellulare e chiamai Lucas.
Non avevo paura di Stefan, ma era più prudente se fossimo stati in due.
Lo feci venire alla grotta e lui non mi fece attendere molto. Era ancora nella fase «conquistiamo la mia neo-fidanzata accontentandola in tutto».
 
Pov Liza
 
Niklaus era partito da almeno un’ora quando capii cosa avrei dovuto fare.
Mi serviva un telefono.
Presi quello della stanza e lo portai in bagno, dove aprii l’acqua.
Composi il numero e aspettai.
Dovetti chiamare tre volte prima che quell’imbecille di Damon si decidesse  rispondere.
“Damon, finalmente! Perché cavolo non rispondevi?”
“Liza? Che vuoi? Il super cattivo ti ha stancata?”
“il super cattivo mi ha lasciata qui con un ostaggio-sitter per venire lì e vendicarsi. Damon, io non posso fuggire, ma tu puoi venire a prendermi!”
“e perché dovrei? Tu ci hai traditi! Lui ti ha mandato qui un secolo fa!”
Sospirai.
“Lo sapevo che sarebbe arrivata a questa conclusione. A volte Katherine è così cieca! Però, Damon, tu lo sai che non è così! Tu sai che io non potevo mentirvi, non ne sono capace!”
Il silenzio che seguii queste mie parole mi fece pensare di non aver più possibilità.
Damon non sarebbe venuto a prendermi.
Damon non mi avrebbe creduto.
Ancora una volta la parola di Katherine avrebbe contato più della mia.
Ancora una volta sarei rimasta sola.
Ma, alla fine, Damon parlò.
“Dove sei?”
Sorrisi, raggiante, prima di dirglielo.
Quando riagganciai mi sentii tremendamente in colpa.
In un certo senso stavo tradendo Niklaus.
Lo facevo per quell’amicizia fortissima e malata che avevo con Katherine.
Lo facevo per tutti quelli che, in un modo o nell’altro, erano entrati nella mia vita.
Lo facevo per Caroline.
Lo facevo per Damon.
Per Stefan.
Per Jeremy e Anna.
Per Bonnie ed Elena, che non sopportavo ma che avevano il loro peso nella vita delle persone che per me contavano.
Ma, soprattutto, lo facevo per me!
Perché non potevo far finta di niente mentre l’uomo di cui mi ero innamorata cercava di uccidere quelli che erano stati i miei amici, la mia famiglia, i miei affetti.
Bevvi il suo sangue.
Per sentirlo più vicino.
Per cercare di ubriacarmi di lui.
 
Pov Stefan
 
Ero tornato dove avevo lasciato Bonnie, ma non l’avevo trovata e onestamente non mi andava nemmeno di cercarla.
Mi diressi alla pensione e trovai Katherine in compagnia, anche se non la definirei dolce.
“finalmente sei arrivato. Pensavo mi avresti fatto aspettare in eterno!”
“Se mi avessi detto che saresti venuto ti avrei fatto trovare vergini da sacrificare e un altare pronto per il sacrificio!”
“Suvvia, Elena non era certo vergine!”
Sorrisi, ripensando a quello che io e la doppelganger avevamo fatto.
“Effettivamente non lo era nemmeno Katherine, quando volevi sacrificarla!”
Sorrise lui. un sorriso talmente impersonale da risultare fastidioso alla vista.
“Allora, l’hai uccisa o l’hai portata con te?”
“Nessuna delle due!”
E dal modo in cui lo disse capii che lui, in qualche modo, non sopportava nessuna delle due ipotesi.
“Ma cosa ci trovate tutti in lei?”
Una scintilla attraversò il suo sguardo e vi rimase abbastanza a lungo perché io la notassi.
“nemmeno tu eri da meno!”
“era molto tempo fa!”
Si strinse nelle spalle.
“lei non mi pare molto cambiata!”
Vidi un movimento alle spalle di Klaus. Era il professore che mi fece un cenno.
Che diavolo voleva dire?
Boh, finché non l’avessi scoperto avrei dovuto tenere Klaus buono e caro, per quanto possibile.
Avevo continuato a punzecchiarlo, cercando di non esagerare, fin quando avevo potuto.
Non ricordo più cosa gli dissi, di certo cose futili, le cui risposte non mi interessavano, non abbastanza da rimanere impresse in me, almeno.
 
Pov Bonnie
 
Stefan era stato grande.
Lo aveva distratto abbastanza a lungo da permettere a me e a Lucas di cercare un incantesimo abbastanza potente da utilizzare contro di lui.
Ne avevamo trovato uno che faceva al caso nostro.
Non sarebbe morto, ma si sarebbe essiccato così velocemente da perdere completamente le forze.  Poi avremmo potuto metterlo in una bara, bruciarlo, gettarlo in un pozzo o nel lago.
Qualcosa l’avremmo escogitata.
Entrai, insieme a Lucas, e iniziammo a pronunciare l’incantesimo.
Klaus ne venne sopraffatto quasi immediatamente.
Era un procedimento lungo e complesso e, sia io che Lucas, dovevamo rimanere concentrati per tutto il tempo necessario ad eseguire l’incantesimo, affinché riuscisse perfettamente.
Non avremmo dovuto distrarci per nessun motivo.
Non avremmo dovuto smettere di pronunciare quell’incantesimo, che sembrava una litania.
Non avremmo dovuto farlo, ma fummo costretti.
 
Pov Liza
 
Damon era arrivato e mi aveva fatto uscire di la.
In macchina aveva acceso la radio, mettendo il volume al massimo e per tutto il viaggio si era rifiutato di parlarmi, anzi si era rifiutato di prendere atto della mia presenza.
Quando entrai nella pensione mi trovai dinnanzi una scena che mi fece gelare il sangue nelle vene.
Bonnie e quell’altro stregone dei miei stivali, come cavolo si chiamava non saprei proprio dirlo, stavano essiccando il mio Ibrido.
Mi catapultai addosso a Bonnie, e detti un calcio a Lucas, eccolo il nome.
Sapevo che la concentrazione era tutto, e una rissa durante l’eseguimento di un incantesimo non ne facilitava certo la tenuta.
Quando mi rialzai mi avvicinai a Niklaus.
“Il più cattivo di tutti, eh? Se non fossi arrivata che ti avrebbero fatto?”
Gli porsi il braccio, per dargli almeno un po’ del mio sangue, dimentica di chi avevo attorno.
Grosso errore.
Katherine mi fu addosso in un attimo.
 
Pov Katherine
 
Arrivava lo salvava e cercava di rimetterlo in forze e nessuno faceva niente?
Si erano tutti impazziti?
Beh, io no!
Gliel’avrei impedito, a qualunque costo.
Lei mi aveva mentito.
Mi aveva ingannato per tutto questo tempo.
Mi catapultai addosso  a lei e le ruppi l’osso del collo.
 
Pov Damon
 
Rimasi paralizzato.
Come aveva potuto ucciderla così? Senza ripensamenti?
Senza nemmeno parlarle?
Senza chiederle se realmente lei avesse da sempre avuto a che fare con Klaus, oppure se si fossero conosciuti da poco?
Senza darmi la possibilità di chiarire con lei?
Possibilità che mi ero giocato, a quanto pareva, ignorandola durante il nostro viaggio in macchina.
Ero ancora fermo al mio posto quando arrivò la cavalleria.
Me ne accorsi appena.
 
Pov Caroline
 
Bonnie ci aveva detto di raggiungerla alla pensione dei Salvatore, perché Klaus era lì.
Non disse altro e noi non domandammo.
Eravamo una grande famiglia e ci saremmo aiutati, nonostante il brutto carattere di alcuni di noi.
Quando arrivai, però, trovai qualcosa che non mi piacque per niente.
Anzi, qualcosa che mi lasciò senza fiato.
Liza era riversa a terra, senza vita.
“Voi avete permesso che lui la uccidesse? Gli avete permesso di farle questo?”
Stefan scoppiò a ridere.
“Non l’ha uccisa lui! è stata Katherine. A quanto pare la nostra Liza voleva rimettere in forze il mostro qui di fronte!”
Trattenni il fiato, non era possibile.
La ragazza che conoscevo non avrebbe mai fatto nulla del genere.
“Non è possibile!”
“Sì che lo è! Lei ci ha sempre ingannato!”
E il tono di Katherine era talmente convinto che per un momento ci credetti anche io, ma poi ripensai a tutti i pomeriggi trascorsi con lei e tutte le cioccolate che mi aveva preparato per consolarmi sia per i brutti voti, che per i ragazzi che per le mie manie omicide e la sete di sangue.
“Non ci credo! L’ha detto lei?”
“che importanza vuoi che abbia? Loro due stanno assieme, anzi stavano assieme?”
“E allora? Tu non ti sei messa con Elijah? Elena non stava con Damon? Questo non significa che Elijah abbia tradito Klaus millenni fa, né che Elena non amasse Stefan, all’inizio!”
“non sono così vecchia”
“come?”
“Hai detto millenni fa! Non sono così vecchia”
 
Pov Katherine
 
Quell’imbecille bionda aveva ragione.
Magari Liza si era trovata coinvolta, senza volerlo.
Beh, ormai era tardi per pensarci, ma in quel momento mi resi conto di una cosa: avevo perso l’unica amica che avessi mai avuto e il vampiro del quale mi fidavo e per cui nutrivo più che semplice affetto nello stesso giorno.
 
Pov Klaus
 
Lei non avrebbe dovuto essere qui.
Lei non doveva, assolutamente venire.
Mi aveva salvato, è vero, ma adesso lei era morta.
Poi ebbi un’illuminazione.
Lei aveva bevuto il mio sangue. Non era morta, non davvero.
Potevamo ancora stare insieme.
Io e lei avevamo ancora una possibilità.
Certo se mi avessero mai disseccato.
Ma dopotutto io ero Klaus, ne sarei venuto fuori anche questa volta.
 
Pov Liza
 
Quando aprii gli occhi ero stesa per terra.
Non ricordavo come vi ero finita.
Ricordavo di aver cercato di aiutare Klaus e poi Katherine mi era venuta addosso.
Mi alzai e mi misi seduta.
“Che diavolo è successo?”
Mi guardavano tutti come se vedessero un fantasma.
“Che c’è?”
“Tu dovresti essere morta!”
Una terribile illuminazione mi piovve sulla testa: Katherine mi aveva ucciso e io avevo in corpo il sangue di Niklaus.
Sarei sopravvissuta.
Sarei diventata un ibrido.
Mi guardai attorno.
“Dov’è Niklaus?”
C’era una nota di panico nella mia voce.
“dove non potrà più nuocere a nessuno!”
Guardai Damon dritto negli occhi.
“Non mi interessano le vostre frasi sibilline. Voglio sapere dove diavolo è il mio uomo!”
“da quando lo è?”
“Da quando sono fatti tuoi?”
“da sempre?”
“Certo! Da quando ti facevi Katherine o da quando hai iniziato a farti Elena? Dimmelo Damon, perché potrei essermelo perso! Magari mi sono distratta mentre ti facevi qualcuna conosciuta in un bar o  quando ti sei sentito attratto da quella psicologa, come si chiama? Ah, sì, Mia!”
“non mi sembra il caso di parlarne ora!”
“Hai ragione. Perché dovremmo parlarne? Solo perché voi pensate che io vi abbia traditi? Aspettate, voglio raccontarvi una cosa!”
E gli raccontai tutto. Dal rapimento, ad opera di quell’imbecille in frak, alla prima volta in cui ero stata con lui.
“Ci stai prendendo in giro. Io conosco Klaus, lui non è un tipo sentimentale!”
Sbuffai.
“Tu non sai nulla. Tu non conosci nulla! Oddio, lui non è un santo, lo so, ma non è nemmeno un mostro. Tutti voi avete ucciso per raggiungere i vostri scopi e nessuno tra i presenti si è fatto molti scrupoli ad usare le persone a loro care se queste erano utili per raggiungere i loro scopi. Non vedo cosa ci sia di diverso se a farlo è Niklaus. L’unica differenza, tra di voi, è che lui è talmente potente da incutere in voi una paura matta. Ora ditemi dov’è!”
“Non te lo diremo!”
E il tono che usò Katherine mi fece venir voglia di piangere e di urlare insieme.
“Voglio che mi diciate dov’è!”
“Non potremmo anche se volessimo…”
Damon.
Come diavolo osava parlare? E per dirmi questo, poi?
Non aveva nemmeno cercato di difendermi.
Non mi aveva rivolto la parola.
“Tu sei un povero deficiente. Come ho potuto innamorarmi di te, un secolo e mezzo fa? È un mistero! Sei talmente egoista ed egocentrico da farmi venire la nausea. Ho sofferto talmente tanto per colpa tua, e tu nemmeno te ne accorgevi. Sono sempre stata al secondo posto, con te!”
“questo non è vero!”
“Magari mi vuoi bene, non dico di no! Ma io ti ho amato talmente tanto, Damon, e tu non hai mai ricambiato ma non mi hai nemmeno allontanato, facendomi soffrire ancora di più.”
“Io non… io penso di amarti, a modo mio!”
Mi avvicinai a lui.
“Adesso lo so, perché adesso provo lo stesso. Ora so quello che tu hai sempre provato per me, lo capisco perché provo lo stesso e capisco anche cosa hai sempre provato per Katherine e cosa provi ora per Elena!”
Spalancò gli occhi.
“Provi questo per lui?”
Annuii, perché non potevo fare altro.
Perché confessare a lui, a loro, i miei sentimenti era troppo per me.
Perché avevo parlato dei miei sentimenti come non credevo di poter fare.
“io.. per favore. Voglio lui. non vi farà del male, davvero, non lo farà!”
“E chi ce o assicura!”
Bonnie. Sempre lei.
Non la sopportavo.
“chi vi assicura che Katherine non vi ucciderà perché si sente minacciata? E chi vi assicura che Damon non si ciberà di voi solo perché gli va? E chi vi assicura che Stefan non cercherà di vendicarsi anche di voi, per chissà che assurdo motivo?”
“Quindi dovremmo solo fidarci?”
“Sì, Elena! Me lo dovete! Dannazione! Io sono quella che ha sofferto più di tutti, a causa vostra!”
Damon mi prese una mano e mi trascinò fuori.
“Dove diavolo mi stai portando?”
“lo vedrai!”
Mi prese in spalla e iniziò a correre.
Quando mi fece scendere sapevo dove eravamo prima ancora di aprire gli occhi, che avevo tenuto chiusi.
“Perché qui?”
“Qui io e te siamo noi, e lo saremo per sempre, anche dopo!”
“Dopo cosa?”
“Dopo voi!”
Mi trascinò dentro e vidi Niklaus, sdraiato sul nostro materasso.
Mi fiondai addosso a quel corpo inerme.
“l’hai portato tu qui?”
Si strinse nelle spalle.
“la donna che amo è entrata qui dentro, era giusto che anche l’uomo che ami entrasse qui!”
“Ti ho amato davvero, sai?”
“lo so!  Ma adesso il nostro rapporto sarà migliore. Niente sentimenti non corrisposti. Solo il nostro essere così simili e perfetti, insieme…”
Annuii.
“Damon, ho bisogno di due favori, nell’immediato!”
“Se vuoi un bacio scordatelo. Mi sa che il tuo bell’addormentato è un tipo geloso!”
E iniziò così la mia nuova vita.
Con una battuta idiota da parte di Damon e un ringhio, fioco e roco, da parte del mio bell’addormentato essiccato!

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Capitolo 42
*** Thank you! ***


The_rest_of_me camminava per le stanze deserte della pensione Salvatore, ultima tappa del suo tour d’addio. Aveva già camminato per le strade spopolate di Mystic Falls, era giunta persino al Rifugio, solo per salutare quel luogo sempre più polveroso e abbandonato.
Una lacrima scende sulla sua guancia prima che si decida a fare un grosso respiro e si schiarisca la voce: “Ci tenevo a ringraziare di cuore tutti quelli che hanno letto finora questa storia, che è stata parte di me e spero vi sia piaciuta almeno un po’! Un grazie speciale va a tutti quelli che hanno commentato e che hanno aggiunto questa storia tra le preferite, le seguite o le ricordate! Grazie a chi ha partecipato alla vita dei personaggi, un po’ matti, di questa storia! Grazie a chi ha amato Liza, come l’ho amata io!” un’altra lacrima sfuggì al controllo della poverina. In quel momento entrò un fulmine, o così sembrò a lei, che la placcò e la catapultò sul divano.
“Ti prego. Abbiamo fatto noi per tutta la storia e adesso che ti abbiamo lasciato campo libero per i ringraziamenti combini questo disastro?”
Damon Salvatore non era mai stato un tipo da mezzi termini. Elena gli fu accanto in un attimo, per evitare che perdesse il controllo.
“Damon, per favore, non trattare così the_rest_of_me! Senza di lei noi non staremmo insieme! Non in questo modo, almeno!”
La povera scrittrice, che aveva sempre provato così tanta simpatia nei confronti della doppelganger sollevò gli occhi al cielo.
“Grazie Elena! E, Damon, credo di sapermela cavare da sola! L’ho fatto per tutta la storia, perché adesso dovrei avere bisogno del vostro aiuto??”
In quel momento entrò Niklaus, che portava in braccio Liza.
“Scusami, non per contraddirti,  ma tu non hai mai avuto il controllo su nulla! Volevi che questa fosse una Daliza (?) e alla fine è venuta una Delena e Nikliza (?)!!”
“Come se ti dispiacesse!”
Niklaus la guardò come un pittore avrebbe guardato la propria modella, uno scrittore la propria musa, un regista il proprio cast, un coreografo la sua prima ballerina, un pokerista il suo asso nella manica e, ok ok ci siamo capiti.
“Non mi sembra di essermi mai lamentato in questi cento anni!”
“Ci mancherebbe solo questo!! Stai con l’Ibrido migliore del mondo!”
“Grazie Caroline, come farei se non ci fossi tu a difendermi?” “Ehi, e io che sarei??”
Tyler e le sue proteste inascoltate.
“Aspetteresti che venga a difenderti io!”
Katherine e le sue entrate meravigliose.
“Certo, Katerina! Perché tu saresti capace di metterti contro Klaus pur di difendere la tua amica, vero?”
“Ma andiamo, non è mica necessario! Loro due sono perfetti insieme, lo sappiamo tutti, Elijah!”
Intanto the_rest_of_me cercava di attirare l’attenzione e di riprendere la parola. Ma quei personaggi, che avevano fatto tutto da soli, per l’intero corso della storia, non volevano saperne di lasciarle dire quello che voleva.
“Scusate… io devo ringraziare tutti quelli che hanno recensito, come Vampirella1977 o BiteMeHarderIanSmolder…”
“scusa tu, senza offesa, ma non sai come si fanno dei veri ringraziamenti! Ora ti dimostro cosa bisogna dire” si schiarì la voce, con fare teatrale, prima di ricominciare “Ci terrei a ringraziare MiaBlack, perché è entrata nella storia e nelle mie lenzuola con una classe senza precedenti!”
E fu così che Elena scoppiò a piangere e Liza tirò uno scappellotto a Damon Salvatore.
“io, veramente, non capisco perché mi ostino ad essere tua amica! Sei un tale imbecille!”
“È quello che mi domando anche io!”
Damon si strinse nelle spalle.
“forse lo fai perché mi vuoi così bene che immaginare la tua vita senza di me ti riesce impossibile! Oppure perché ho salvato la vita al tuo bell’addormentato con una sacca di sangue e la tua con una sacca del sangue di Elena!”
Fu il turno di Liza di stringersi nelle spalle.
“già, forse è per questo!”
“Continuerete a fare così in eterno?”
“Tyler, lasciali stare! Sono così carini! La loro amicizia ha superato talmente tanti ostacoli, che io non li conto più! Comunque, the_rest_of_me ha ragione. Dobbiamo ringraziare tutti, perciò:” Caroline prese un rotolo di pergamena dalla borsetta e lo srotolò.
“si può sapere da dove viene quel coso?”
“oh, Stefan! Dovresti sapere che sono sempre super organizzata! Non potevo lasciarmi scappare quest’occasione. Perciò, ci tenevo a ringraziare: Fefy94, R i n i e, Bellador…”
“Scusa tanto, Caroline, ma penso che sia più giusto che legga io, ti pare?”
Non attese risposta e iniziò a leggere.
“Sonia88, eltanininfire, robiva, Esperanza97, samantha_cullen, googletta, safycullen97, Katherine delena, Daawn, jj96, lady hartley, you are my kryptonite, moody96, Bunny delena, giada cattaneo… grazie a tutte, di cuore, per aver recensito e perché mi siete state d’aiuto per scrivere questa storia! Ovviamente ringrazio gli eventuali futuri recensori! Chi ha inserito questa storia nelle ricordate, preferite o seguite e chi lo farà, se mai qualcuno lo farà ancora!  E poi ringrazio ognuno di voi! Damon, per le sue pazzie; Liza, per la sua tenacia; Katherine, perché infondo anche lei ha un cuore; Stefan, perché è stato cangiante; Caroline, per la leggerezza con la quale affronta la vita…”
Ma the_rest_of_me non poté continuare con il suo infinito elenco di ringraziamenti. In quel momento entrò una ragazza che tirava un Kol alquanto imbarazzato.
“Certo! Certo! Ringraziamo tutti! Ma io non vengo citata nemmeno una volta! TU..” e indicò la povera autrice (mica tanto dato quello che hanno combinato i protagonisti) con una foga tale che sembrava volesse incenerirla. “Non hai mai fatto il mio nome! Se siete qui è tutto merito MIO!!! Sono stata IO a scrivere quel manoscritto! IO ad incantare la collana… senza di ME Liza non avrebbe mai espresso quel desiderio e noi ora non saremmo qui! E non parliamo poi del mio amato Kol! Lo citi ogni tanto di sfuggita! Ad un certo punto sembrava che volessi dargli spazio e poi??? Poi lo hai CANCELLATO!!”
“Victoire, ascoltami!! Io… scusami, davvero! Ma sono stati loro!!! Hanno preso il controllo di tutto senza che io potessi fare nulla!”
“Certo! Io PRETENDO che tu scriva almeno un’altra piccola storia su di me e Kol!!! Non è possibile che io non compaia!”
E qui mise su un broncio che la fece somigliare molto ad una bambina piccola e che le fece guadagnare un bacio dal suo bel vampiro.
“Io non so se potrò!! Ho in cantiere troppe altre cose!”
E la discendente di Bonnie sbuffò, contrariata.
“Diciamo che io non insisterò.. ma tu mi prometti che penserai a scrivere qualcos’altro su di noi??? Io non voglio scomparire!”
“Noi non possiamo scomparire! The_rest_of_me, per una volta sono d’accordo con Victoire!”
Ma the_rest_of_me non aveva risposta. Dopotutto la storia continua. E chi lo sa! Magari in futuro, prossimo o anteriore (?), verrà raccontato qualcosa in più su questa storia. Perché, e dai che l’avete notato, ci sono talmente tanti buchi temporali e tante cose da risolvere che non basterebbe una vita per spiegare tutto.
Non sappiamo cosa ci riserva il futuro. Di certo, però, possiamo pensare e immaginare e, forse, non ci allontaneremo così tanto dalla realtà. 



Disclaimer: i personaggi e le ambientazioni di questa storia non mi appartengono, a parte: Liza, che è un pezzetto del mio cuore, e Mike!

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