Oh, how I wish that was me

di Hyles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** White Hotel ***
Capitolo 2: *** Summer Party ***
Capitolo 3: *** The Plan ***
Capitolo 4: *** Stanza numero 123 ***
Capitolo 5: *** L'incontro ***
Capitolo 6: *** Marriage ***
Capitolo 7: *** The appointment ***
Capitolo 8: *** Beach ***
Capitolo 9: *** The concert ***
Capitolo 10: *** Ciao ***
Capitolo 11: *** Ritrovarti è bellissimo ***
Capitolo 12: *** Kiss me ***



Capitolo 1
*** White Hotel ***


Adoro l’estate, il mare, le feste, le uscite con gli amici, i giochi e divertimenti ma c’è un lato negativo, quale? Andare a lavoro ogni mattina dalle 8:00 alle 15:00 oppure nel pomeriggio,  lavoro al White Hotel, l’albergo a 5 stelle gestito da  papà da oltre vent’anni. Per guadagnarmi qualcosa sono costretta lavorare, però ,forse è più per essere indipendente e non dipendere dai miei e farmi prestare dei soldi per mangiare una pizza tra amici.

Preso l’autobus andai a lavoro.
Eccomi davanti al White Hotel, guardai l’orologio era tardissimo. Entrai attraverso la porta girevole dell’albergo ed eccolo davanti a me, mio padre incavolato come una belva per il mio ritardo.
-“Papà scusami, la sveglia non è suonata!”. Cercai di riprender fiato.
-“D’accordo, ma ora vai a cambiarti c’è molto lavoro!”.
Annuendo andai nello spogliatoio per indossare la mia divisa, un completo rosso con sotto una camicia bianca. Indossai le ballerine per essere comoda ,anche se papà avrebbe voluto che io indossassi le scarpe comprese con la divisa ma  io non lo ascoltavo mai. Svolgevo diverse mansioni, una volta ero di turno alla reception altre volte aiutavo i camerieri nel ristorante. Oggi ero alla reception, una noia rimanere lì, ma non dovevo lamentarmi per il bene della mia indipendenza. Il White Hotel è frequentato da gente ricca e famosa che danno mance misere ed inutili ma per educazione accetto tutto. Riconosci facilmente una donna o un uomo d’affari, prenotano la stanza solo per due o tre giorni, gli uomini e donne ricchi per circa una settimana, gente famosa anche per una settimana o più dipende dagli impegni. Andai vicino al bancone per aspettare l’arrivo di qualcuno;
-“Helena! Helena!”. Voltandomi verso l’ingresso vidi arrivare il mio migliore amico Dylan e Emily la mia migliore amica.
-“Ragazzi cosa c’è! Sapete che quando sono a lavoro non dovete venire”. Riposi.
-“Scusaci ma è importante! Indovina chi ha ricevuto l’invito della festa di Mark Connor?”. Disse felice Emily.
-“Ehm quel Connor?”. Domandai già sicura della sua risposta.
-“Si! Lui! Ci sarà un mucchio di gente famosa! Tanti ragazzi e poi ci sarà Mark!”. Gli occhi di Emily si illuminarono, lei era innamorata di Mark dalla terza elementare ma lui non si accorgeva della sua esistenza, Emily è convinta che un giorno lui le dirà ciao. Sarei felice per lei, Mark è il ragazzo più ambito di tutta la scuola ed ogni ragazza cerca la sua attenzione tranne me … dal primo anno delle medie.
-“Dylan, Emily, devo chiedere il permesso ai miei”.
-“Che aspetti! Vai!”. Mi incitò Dylan.
-“Okay, ora vado nell’ufficio da papà e in cucina da mamma. Voi aspettatemi qui e non toccate nulla sedetevi lì!”. Indicai i divani in fondo alla hall.
Andai verso l’ascensore, papà era al primo piano. Eccomi davanti la sua porta e bussai.
-“Avanti.”
Entrai e lo vidi far i conti e sistemare le carte come orami faceva ogni giorno.
-“Helena cosa c’è?”.
-“Papà devo parlarti”.
-“Siediti pure e dimmi tutto”.
Mi sedetti sulla sedia bianca difronte alla scrivania.
-“Ecco, beh, Dylan ed Emily sono venuti qui per dirmi che noi tre siamo stati invitati alla festa di una ragazzo della nostra scuola. Posso andarci?”. Sapevo che non mi avrebbe mai dato il consenso, ma non costa nulla chiedere. Papà posò le carte e cominciò a fissarmi.
-“Quando sarebbe questa festa?”.
-“Stasera”. Dissi abbassando lo sguardo.
-“Stasera? E chi sarebbe questo ragazzo, quanti anni ha e a che ora inizia?”.
Eccolo ora iniziava con le mille domande, feci un respiro  e inizia a rispondere a tutte.
-“Il ragazzo è Mark Connor, ha 20 anni e la festa inizierebbe alle 23:30 mi pare. Ti prego papà, non devo nemmeno fare il turno oggi!”. Papà scosse la testa in segno di disapprovazione.
-“Punto primo la festa inizia troppo tardi e punto secondo non ti lascio andare alla festa di un vent’enne!”.
-“Papà ma non sarò sola! Ci saranno Dylan ed Emily poi ci sarà tutta la scuola. Ti prometto che non ti chiederò più nulla!”. Papà sospirò.
-“E che non si ripeta più! Massimo l’una e mezza ti rivoglio a casa! Sia chiaro!”.
Il mio volto si illuminò di felicità, mi alzai ed andai ad abbracciarlo forte e riempirlo di baci.
-“Ora devo andare da mamma per dirglielo”.
-“Non preoccuparti ne parlerò io a mamma della festa, ora torna a lavoro sennò niente festa!”. Disse ridendo.
Andai verso la porta,abbassai la maniglia e voltandomi verso di lui sussurrai
-“Grazie”.
Felice ritornai da Dylan ed Emily.
-“Ne hai messo di tempo per convincerlo!”. Disse Emily scocciata ed annoiata.
-“Tutto questo tempo ad aspettare ha prodotto un ottimo risultato!”. Sorrisi.
-“Significa che ti lasciano venire?”. Domandò Dylan.
-“Certo che vengo! Non potevo perdermi questa festa!”.
-“Allora ci vediamo stasera, ti passiamo a prendere alle 23!”
-“Va bene, sarò puntuale!”.
Ci salutammo ed io ritornai al bancone all’entrata.
 



SPAZIO AUTRICE 



Eccomi sono ritornata con una nuova Fan Fiction,credo che questa sarà la storia più linga che scrierò. Ho intenzione di farne più di 30 capitoli. Come sempre voglio il vostro il vostro supporto, vi chiedo anche di RECENSIRE;  mi farebbe piacere :3
Al prossimo capitolo baci xoxo

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Capitolo 2
*** Summer Party ***


Ero indecisa su cosa indossare ma dopo prove e prove indossai un tubino blu con scarpe tacco 12,i miei capelli neri come il carbone li legai con un fermaglio anch’esso blu ma brillantinato. Le 23:00 arrivarono subito,Emily e Dylan erano già dietro la porta di casa mia. Erano entrambi molto eleganti. La madre di Dylan ci avrebbe accompagnati e poi venuti a prendere all’una e mezza precisa.  La festa si svolgeva nella villa Connor, che più che una villa sembrava un castello stile moderno. Già dall’entrata si sentiva una musica assordante, suonai il campanello e ci ritrovammo davanti  a noi Mark in tutto il suo splendore. Ci fece entrare ed accomodare.
-“Emily sei bellissima!”. Disse Mark sorridendo.
-“Helena anche tu sei bellissima con quest’abito”.  Aggiunse.
-“Grazie”. Sorrisi.
-“Helena hai visto mi ha detto che sono bellissima!”. Disse Emily felice.
-“Tesoro non fidarti, ha uno sguardo che non mi convince!”. Emily non mi rispose e si avventurò all’esplorazione della festa lasciando soli me e Dylan.
-“Dylan mi accompagni a prendere qualcosa da bere?”. Domandai.
“Certo!”. Rispose.
Ci recammo verso il bancone pieno di ragazzi già ubriachi, trovammo un piccolo spazio ed ordinammo due birre. Non era una festa molto carina, c’era troppa confusione e c’era troppa gente che dava le sue dimostrazioni “amorose” troppo in pubblico, poi c’erano anche chi si recava nei piani superiori nelle camere da letto.
-“Helena vado un po’ in giro per la casa, se ti serve qualcosa chiamami!”. Mi diede un bacio sulla guancia e anche Dylan mi abbandonò.
Rimasta sola presi un'altra birra ed andai in cerca di qualcuno che conoscessi. C’erano molti ragazzi e ragazze più grandi di me e alcuni della mia scuola che conoscevo solo di vista, per la troppa confusione andai sul terrazzo a prendere aria. Sotto di me c’era la piscina dove dei pazzi si gettavano facendo “acrobazie”. La mezza notte era ormai passata, ogni tanto rientravo per ballare o per bere.
-“Cosa c’è non ti diverti Helena?”. Sentii il respiro di qualcuno sul mio collo ed una mano sul mio fondoschiena, voltandomi mi ritrovai Mark a pochi centimetri dal mio viso e dalle mie labbra.
-“No, mi sto divertendo”. Mi allontanai da lui e tolsi la sua mano dal mio sedere.
Rise come un idiota, e insistette nel mettere la sua sporca mano allo stesso posto.
-“Mark ti prego finiscila!”.
-“Cosa c’è, Helena, non ti piace?”. Iniziò col baciarmi il collo.
-“No Mark finiscila non è per niente divertente, sei ubriaco”. Cercai di levarmelo di dosso  ma non ci riuscii.
-“Non ti piace ma sono sicuro che fino a qualche tempo fa ti sarebbe piaciuto, non è vero che avevi una cotta per me?”.
-“Hai detto bene fino a qualche tempo fa, ma ora mi fai schifo, la ragazzina brutta con l’apparecchio e le numerose lentiggini non ti sarebbe mai piaciuta, invece adesso, adesso si?”. Lo spinsi lontano da me, finalmente.
-“Ora sei bellissima!”. Si avvinghiò a me e mi baciò. Ma mi distaccai da qual bacio.
-“Sei molto testarda Helena, mi piaci!”.
-“Tu mi fai schifo! Vattene!”. Urlai. Ma a quella festa sembrava che a nessuno interessasse se una povera ragazza era nelle grinfie di un maiale, ma arrivo un eroe che mi salvò da quella situazione.
L’”Eroe” sferro un pugno sul naso di Mark e mi disse di andare dietro di lui.
Arrivarono gli amici di Mark,che presero il mio salvatore e gli sferrarono innumerevoli pugni.
-“Ehi come ti senti? Vuoi che chiami aiuto?”. Il ragazzo a terra pensavo privo di sensi aprì i suoi occhi, non avevo mai visto niente di così bello; quegli occhi marroni lucenti illuminati anche dalla luce dei lampioni sul terrazzo.
-“Non preoccuparti sto bene!”. Rispose con la voce interrotta dalla tosse, si alzò in piedi ed io e un ragazzo lo aiutammo a sedersi su una poltrona. Tutta la folla che si era creata durante lo scontro era scomparsa.
Del sangue uscì dal suo labbro superiore ed anche dal suo naso, presi di fazzolettini dalla mia borsa e glieli porsi.
 -“Sicuro di non voler un’ambulanza?”. Domandai preoccupata.
-“Tu stai bene?”. Mi chiese.
-“Si”. Dissi accennando un sorriso.
-“Allora anche io sto bene!”. Io arrossii.
Poco dopo mi raggiunsero Dylan ed Emily preoccupati per quello che fosse successo. Gli spiegai di star bene e voltandomi verso il ragazzo/eroe vidi che era scomparso. Dylan chiamò la madre per farci venire a prendere e così dopo una mezz’oretta arrivò e ci riportò a casa. Da quella sera non rividi più quel ragazzo/eroe dagli occhi di un marrone brillante, dalla pelle ambrata e dai capelli scuri.
 



Spazio autrice

Eccomi con il secondo capitolo della FF, nei prossimi capitoli la storia si amplierà di più. Spero vi piaccia al prossimo capitolo <3

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Capitolo 3
*** The Plan ***


Quella mattina come di consueto  mi alzai presto per recarmi a lavoro. Era una mattinata molto bollente già alle otto c’erano 29° C. Entrata in Hotel salutai tutti, c’era uno strano movimento già di prima mattina, nella hall c’erano due giornalisti, fuori invece un furgone bianco di una mittente televisiva importante. Pensai che ben presto sarebbe arrivato qualcuno di importante. Vidi mamma al telefono parlare con qualcuno aveva l’aria di una davvero arrabbiata. Le andai in contro e aspettai che finisse di parlare.
-“Mamma ma come mai tutto questo movimento?”. Domandai curiosa.
-“Sono settimane che aspettiamo l’arrivo di un gruppo di ragazzi provenienti dl UK! Finalmente oggi arrivano! Sarà meglio che tu vada la tuo posto, così per dargli il benvenuto!”.
Annuii ed andai al mio posto pensando chi fosse questo gruppo, non ne avevo proprio idea. Alle 10:00 ricevetti una chiamata da papà che mi avvisava che il gruppo sarebbe arrivato a momenti; e così fu. Alle 10:15 papà scese ed andò verso la porta ad accoglierli nemmeno fossero dei principi. Fuori c’erano fotografi, giornalisti e ragazzine urlanti! Che strazio ogni volta che arrivava qualcuno famoso loro erano pronte lì fuori per avere una foto o un autografo. Per me non c’erano problemi ogni persona famosa che varcava quella soglia si faceva una foto con me, è una specie di rito che farò anche con questo gruppo d cui non so il nome. Papà avvisò che erano arrivati, per primi varcarono la soglia due bodyguard poi eccoli entrare. Il primo fu un ragazzo biondino, poi un ricciolo, per terzo un ragazzo molto euforico con la maglia a strisce, quarto un ragazzo castano che continuava a salutare le fan e per ultimo… non potevo crederci, era lui, il ragazzo della festa che mi aveva “salvata” dalle grinfie di Mark, cosa ci faceva con loro! Era anche famoso! Wow che figura! Vidi che si voltò verso il bancone e mi abbassai di scatto
-“Helena ma cosa fai! Alzati!”.
-“Ehm niente Jessica, mi è caduto l’orecchino!”. Risposi inventando una balla.
-“Lo prendi dopo, alzati!”.
-“Tu dimmi, sono andati via i ragazzi?”.
-“Si stanno salendo con tuo padre”.
-“Perfetto!”. Mi alzai di scatto e feci come se non fosse successo niente. Jessica rise e vidi avvicinarsi mamma.
-“Helena dopo vieni con noi, ti presenteremo i ragazzi!”.
-“Che? No mamma, non vengo!”.
-“Come? Helena, tuo padre ha detto così!”.
-“Quando dovrei venire?”. Domandai.
-“A  pranzo”
-“Perfetto!”.  Quando vidi mamma allontanarsi presi il cellulare e mandai un SMS a Dylan
“Vienimi a prendere andiamo a pranzo insieme, non accetto il no! E vedi di sbrigarti”.
Ecco come sfuggire all’incontro, non potevo mica presentarmi al tavolo e guardare il ragazzo, mi sarei sentita troppo in imbarazzo.
Come detto fatto! Uscii a pranzo con Dylan, dopo le tante chiamate di mamma mi beccai una bella rimproverata.
-“Helena, cosa ti avevo detto fai come vuoi se vuoi venire a presentarti vieni? Ti ho obbligata a venire! Tanto questa sera non avrai scampo, ci riuniremo ancora una volta per cenare visto che due componenti del gruppo  non sono potuti venire e poi mancavi anche tu!”. Mamma era molto arrabbiata, ma questa volta non avevo scelta dovevo andare e subirmi la scena imbarazzante. Annuii e andai in camera mia per prepararmi. La cena sarebbe iniziata alle 21:00 nel ristorante del nostro hotel. Un’altra costrizione di mamma fu il vestirsi elegante! Indossai un vestitino nero con una fascia sotto al seno viola poi dei tacchi non molto alti. Arrivammo puntuali al ristorante, i ragazzi non erano ancora arrivati, ma poco dopo arrivarono tutti e cinque più due uomini molto eleganti. Notai che il moro aveva ancora sul naso un cerotto, povero ragazzo. Ci sistemammo nei tavoli, papà e un uomo si misero a capotavola, io accanto a mamma e alla sua destra c’era il biondino; difronte a me il moro, il ricciolo e gli altri due ragazzi carini. Papà si alzò in piedi
-“Volevo presentarvi mia figlia Helena, su avanti alzati in piedi e saluta gli ospiti”. Imbarazzata mi alzai e sorridendo salutai tutti presentandomi. Lo stesso fecero i ragazzi.
-“Io sono Niall Horan, Io Harry Styles, Io Liam Payne, Io Louis Tomlinson ed io Zayn Malik”.
Ora conoscevo il nome del mio “salvatore”. Papà chiamò i camerieri e così ordinammo. Fu una bella serata, ovviamente non riuscivo a guardare il moro, ehm Zayn. Erano dei ragazzi carini e divertenti, papà voleva sempre inserirmi nei discorsi ma io cercavo di isolarmi il più possibile, già era una situazione imbarazzante. Finita la cena salutai tutti quanti e non vedevo l’ora di ritornare a casa per riposarmi.
-“Tesoro ti sei divertita?”. Mi chiese papà.
-“è stata una bella serata, mi sono divertita”. Risposi sbadigliando.
-“Hai notato come sono carini quei ragazzi e come ti guardava Harry?”. Disse mamma tutta sorridente.
-“Harry? Chi è Harry?”. Domandai perplessa.
-“Il ragazzo ricciolo è Harry, non ricordi?”.
-“Si ho capito il ragazzo accanto a Zayn”.
Mamma si voltò ed io appoggiai la testa contro il finestrino aspettando di arrivare a casa. Giunti a casa, tolsi i tacchi e salii di fretta le scale per infilarmi il mio bel pigiama e andare a letto.
 
 
-“Tesoro alzati!”.
-“No, mamma ho sonno! Che ore sono?”. Presi il cuscino e lo misi in faccia per ripararmi dalla forte luce che entrava dalla finestra.
-“Le 11:30, ti ho svegliata perché di sotto c’è Emily”.
Mi alzai di scatto.
-“Emily! Le avevo promesso di andare con lei a fare compere!”. Mi alzai e corsi in bagno a lavarmi e vestirmi. Dopo dieci minuti scesi.
-“Emily scusa! Ho dimenticato il nostro appuntamento!”. Andai ad abbracciarla.
-“Non preoccuparti sono già andata, sono ritornata per chiederti una cosa”.
-“Io invece devo raccontarti una cosa!”. Dissi con un sorriso a 32 denti.
-“Bella o brutta?”. Domandò perplessa.
-“Entrambe, dai vieni in camera così te ne parlo. Ti a di rimanere a pranzo?”.
-“Se non è un disturbo molto volentieri!”. Sorrise.
-“Mamma Emily rimane a pranzo con noi!”.
Salimmo in camera e ci sistemammo sul letto. Presi un cuscino e lo strinsi a me. poi iniziai a parlare.
-“Ti ricordi quel ragazzo della festa che hanno picchiato?”.
-“Si, però non l ho visto perché era già andato via”.
-“Non fa niente, questo che ti dirò è più importante. Ieri ho cenato con quel ragazzo più i suoi amici!”.
-“Ce…cenato?”. Disse balbettando.
-“Si, ieri sono arrivati in albergo e mamma mi ha costretta a cenare con loro. Sono un gruppo britannico se non erro, sono molto famosi ma non ho capito chi siano!”. Mi grattai la nuca e vidi Emily sbiancare.
-“Sono un gruppo britannico e sono venuti nel tuo albergo… Per caso sono cinque? Molto carini?”.
-“Si sono cinque e si sono carini!”. Risposi.
-“Per caso il loro nome è One Direction?”.
Ci pensai un attimo, quel nome mi era familiare, mi sa che era proprio One Direction.
-“Si! Ma non ne sono sicura. Hai una loro foto?”.
Emily frugò nella sua borsa e trovò il cellulare. Mi porse la foto e li riconobbi erano proprio loro.
-“Emily sono loro!”.
Si sdraiò sul letto, non dava più segno di vita. Mi avvicinai a lei per farla riprendere ma si alzò di scatto e si scontrò contro la mia testa.
-“Sai cosa significa questo?”.
-“Ehm no?!”.
-“Significa che li potrò incontrare, e tu me li farai conoscere?”.
-“Cosa? Emily sei impazzita? Come faccio!”. In che situazione mi ero messa, perché!
-“Ti prego! Ti prego! Ti prego! Siamo amiche o no? E le amiche si aiutano a vicenda? Tu devi aiutarmi!”.
-“Okay, okay! Ti aiuterò forse ho un idea!”.
-“Grazie Helena!”. Mi abbracciò forte tanto da stritolarmi.
-“Perché mi infilo in questi guai!”. Dissi ridendo.
-“Dai non preoccuparti, ma quale sarebbe il piano?”.
-“Semplice ci intrufoleremo  nelle loro stanze, e ci travestiremo da donne delle pulizie!”.
-“Piano geniale! Anche un po’ imbarazzante perché se ci beccano siamo fritte!”.
-“Nessun problema, oggi vieni a lavoro con me e decideremo tutto, devo solo trovarti un completo”.
Emily annuì e rise.
-“Helena, Emily il pranzo è pronto!”. Urlò mamma dal piano inferiore. Scendemmo ed andammo a pranzare.
 
 

Spazio Autrice

Eccomi con il terzo capitolo. Credo che oggi pubblicherò altri due capitoli <3 buona lettura <3

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Capitolo 4
*** Stanza numero 123 ***


Il mio turno al lavoro sarebbe iniziato alle 15:00. Andai a lavoro con Emily tutta eccitata dell’incontro con i suoi “idoli”. Arrivate in hotel vidi papà uscire dall’ascensore e lo chiamai.
-“Papà! Aspetta!”.
-“Cosa c’è Helena?”. Mi chiese.
-“Emily può rimanere qui a lavoro con me? A casa sua non c’è nessuno”.
-“Va bene, l’importante è che non perdiate tempo nel chiacchierai, d’accordo Helena?”.
-“Certo papà! Grazie!”. Dissi abbracciandolo.
-“Grazie sig. White!”. Aggiunse Emily. Papà sorrise e tornò alle sue faccende.
-“Che il piano irrompi nella camera dei One Direction abbia inizio!”. Dissi ad alta voce, subito mi tappai la bocca, ma penso che la gente mi abbia sentita.
Andammo verso il bancone per vedere i registri delle prenotazioni, diedi un foglietto ad Emily per segnare tutto.
-“Allora, stanza 120, 121, 122 e 123 sono prenotate da loro!”.
-“Ora manca scoprire chi alloggia in ogni stanza!”.
-“Già hai ragione Emily, vedremo appena arrivate, ora vado a prendere la tua uniforme! Aspettami qui e non toccare nulla!”. Emily annui ed andai a prendere un completo nello spogliatoio.
-“Ecco il tuo completo Emily!”. Le dissi porgendole l’uniforme.
-“Ma qui non posso mettermelo!”.
-“Non preoccuparti ci cambieremo in ascensore,hai quattro piani a disposizione per cambiarti”.
Preso tutto l’occorrente andammo verso l’ascensore. Ci cambiammo velocemente, sembravamo donne delle pulizie. Arrivammo al quarto piano l’ascensore si aprì ed uscimmo. Le loro stanze erano alla nostra destra, tutto sembrava tranquillo.
-“Ma sono tutte chiuse!”. Esclamò Emily delusa.
-“C’è il cartellino non disturbare!”.  Camminammo per vedere se su tutte ci fosse il cartellino
-”Helena! Qui non c’è! Entriamo? È socchiusa, non è del tutto aperta!”.
-“Se è socchiusa che entriamo a fare forse non c’è nessuno!”.
-“Dai andiamo!”. Corse verso la porta quando la fermai.
-“Emily se vuoi sembrare una donna delle pulizie prendi almeno l’aspirapolvere o uno straccio! Grazie che così ci beccano subito”. Presi alcune cose dallo sgabuzzino e glieli diedi.
-“Ora possiamo entrare?”. Disse con tono scocciato.
-“Si entriamo! Che qualcuno lassù ci protegga e non ci faccia beccare!”. Alzai gli occhi al cielo ed entrammo.
In quella stanza c’era un disordine! Abiti sul letto, lenzuola e coperte a terra, non dormivano ragazzi ma degli animali.
-“Emily secondo te di chi può essere questa stanza?”. Emily non mi rispose, accesi l’aspirapolvere e mi voltai. La vidi frugare nei cassetti.
-“Emily ma cosa fai! Se ci beccano ti giuro che i One Direction li vedrai dal binocolo!”. Dissi urlando.
-“Eccole!”. Esclamò Emily con delle mutande in mano.
-“Emily, siamo venuti qui per delle mutante? Mettile a posto”.
-“Ma sono le mutande di Niall!”. esclamò.
-“Come sai che sono di questo Niall?”. Domandai perplessa.
-“Beh perché le so riconoscere…….. e sull’elastico c’è il nome”.
-“Non è possibile!”. Dissi scuotendo la testa.
-“è molto probabile che Niall dorma con Zayn, visto che spesso dormono insieme”. Emily formulava tutte le sue ipotesi su chi dormisse in questa stanza, io intanto da brava donna delle pulizie sistemai i letti. Invece Emily andò, pensando ad alta voce, a frugare in bagno. La porta ad un tratto stava per aprirsi, subito chiamai Emily che rimase immobile. Dalla porta entrò un ragazzo biondo dalla pelle molto chiara.. in costume da bagno.
-“Buon giorno”. Dissi imbarazzata.
-“Buon giorno, voi chi siete? E cosa ci fate qui?”. ci domandò il ragazzo. Mi voltai verso Emily che era immobile a fissarlo, capii che era Niall.
-“Siamo delle pulizie, ci hanno chiamato dicendo di dover pulire questa camera”. Non sapevo proprio cosa inventarmi, Niall non rispose poi parlò.
-“Pensavo ci avvisassero del vostro arrivo, ora non voglio disturbarvi,prendo una brioche e vado! Siete molto giovani per lavorare qui”. Niall ci sorrise andò vicino ad un mobile marrone prese la sua merendina e se ne andò. Emily rimase immobile, non rispondeva era molto scossa alla vista del suo “idolo”.
-“Emily tutto okay?”. La scossi un po’ per farla rispondere.
-“Eh si si, sto bene. Ho solo voglia di urlare!”. Mi guardò con quegli occhi colmi di felicità.
-“Ti prego non urlare adesso! Ora andiamo via prima che arrivi qualcuno!”. Prendemmo tutto ed andammo di corsa fuori.
-“Stanza 123, non la dimenticherò!”.Tirai Emily verso di me che continuava a fissare ancora quella porta bianca ed andammo verso l’ascensore, ma prima lasciammo gli oggetti nello sgabuzzino.
-“Ora ci cambiamo di nuovo in ascensore se non è occupato!”. Chiamai l’ascensore e si aprì davanti a noi, ma era già occupata. Un uomo ci chiese se dovevamo salire ma subito scappammo per andare a cambiarci da qualche parte.
Decidemmo di andare a cambiarci nello sgabuzzino ma delle donne erano dentro, dopo circa 10 minuti di ricerca trovammo una porta, ci intrufolammo dentro e ci cambiammo velocemente. Dopo di che scendemmo giù prima che papà scoprisse che io non ero al mio posto.
-“Helena”.
-“Si dimmi Emily”. Sorrisi.
-“Grazie!”.
-“E di cosa?”. Dissi perplessa.
-“Come di cosa! Mi hai fatto vedere Niall anche se non ho spicciato una parola, hai saltato il tuo turno di lavoro pur sapendo che tuo padre era in circolazione per rendermi felice! Te ne sono grata”. Mi sorrise e mi abbracciò.
-“Non preoccuparti ho fatto questo con piacere. Se ho in mente qualche altro piano per incontrare i One Direction ti avviserò e lo faremo insieme; poi se vuole aggiungersi Dylan è il benvenuto! Ma non credo!”. Mi venne da ridere e Emily rise con me. Scendemmo giù e tutto era tranquillo per fortuna, nessuno si era accorto della mia assenza. La sera per festeggiare invitai Emily e Dylan a cena e raccontammo tutto quello che avevamo fatto per vedere Niall. 


Spazio Autrice

Non mi ero resa conto che il capitolo precedente è un pò lunghetto. Questo è un pò più corto. Il piano è andato alla perfezione Niall non ha sospettato di niente per fortuna xD Buona lettura baci :D a dimenticavo la mia amica Aurora mi ah chiesto di salutarla ciaoo :D baci xoxo

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Capitolo 5
*** L'incontro ***


Ripensando a tutto quello fatto ieri per poter incontrare Niall, mi metteva allegria. Presi le chiavi di casa, la borsa e il cellulare ed uscii di casa per prendere l’autobus. Scesa dal pullman mi incamminai verso l’hotel, oggi non avevo fatto tardi e potevo recarmi a lavoro con calma. Il sole d’estate mi accarezzava il volto, un leggero venticello rendeva l’aria più piacevole; credo che questo giorno sarebbe stato perfetto. Salii le scale ed entrai. Tutti erano già a lavoro. Andai un attimo da mamma in cucina, uno chef famoso in tutto il mondo, per poter prendere qualcosa da mangiare visto che avevo saltato la colazione.
-“Mamma buongiorno!”. Dissi entrando in cucina.
-“Buongiorno tesoro, dormito bene?”. Disse avvicinandosi a me stampandomi un bacio con il suo rossetto sulla fronte, poi mi ripulì.
-“Ho dormito benissimo! Comunque hai qualcosa che posso mangiare? Stamattina non ho fatto colazione”. Il mio stomaco brontolava più che mai.
-“Mh… Tieni queste ciambelle , le ha preparate Tom e sono deliziose”.
Presi la ciambella, com’era buona.
-“Squisita! Cosa c’è dentro crema al limone?”. Dissi con il boccone in bocca.
-“Si, crema al limone! Per i più golosi questa mattina serviremo questo!”. Rispose Tom continuando a miscelare qualcosa.
-“Prima che me ne dimentichi, stasera dovresti aiutarci al bouffette, c’è un ricevimento in onore agli sposi che domani celebreranno le nozze qui. Dovresti aiutarci anche domani”. Disse mamma sfregando le mani per togliere la farina attaccata.
-“Okay! Annullerò degli impegni con Dylan e Emily!”. Mi dispiaceva annullare la nostra vacanza di due giorni al lago, ma dovevo aiutare in sala.
Salutai tutti ed andai a cambiarmi, in seguito avvisai Dylan ed Emily che non sarei potuta partire con loro. La mattinata fu monotona, ma finalmente arrivò subito la sera.
-“Helena!”. Mi voltai e vidi papà.
-“Dimmi papà!”. Risposi sorridendo.
-“Volevo augurarti buon viaggio anche se durerà poco, questi sono i soldi, credo bastino!”. Mi porse una busta, l’aprii e trovai il mio “stipendio”.
-“Grazie papà, ma non ci sarà nessuna partenza, devo rimanere qui ad aiutare in sala. Mamma mi ha chiesto di aiutarla perché oggi c’è la festa che hanno organizzato gli sposi e domani il ricevimento al matrimonio”. Risposi tristemente.
-“Mi dispiace, la prossima volta andrai. Troveremo qualcuno che ti sostituisca”. Rispose sorridendo.
-“Ora devo andare a cambiarmi, non voglio far tardi”. Mi avvicinai a papà e gli diedi un bacio. Lui mi sorrise.
Dopo essermi cambiata andai nella sala. Le porte erano ancora chiuse, tutti i collaboratori erano già dentro e mi affrettai ad entrare. Vidi mamma in lontananza e le feci cenno con la mano per salutarla e lei mi mandò un bacio volate. Alle 21:30 le porte della sala si aprirono, tutti gli invitati entrarono e chi entrarono con loro? Anche i cinque ragazzi. Che ossessione. Io con altre tre ragazze ci posizionammo al tavolo in attesa dell’arrivo degli invitati. Avevano fatto cose in grande l’orchestra, circa 300 invitati, non immagino al ricevimento del matrimonio.
Non potevo crederci, tutte a me capitavano; notai che il tacco della mia scarpa si era rotto. Non avevo scarpe di ricambio. Mi abbassai cercando di aggiustarlo.
-“Salve!”. Sentii una voce e mentre stavo per alzarmi sbattei la testa contro il tavolo.
-“Ahi!”. Esclamai dolorante.
-“Tutto okay?”. Chiese ridendo.
-“S..si.. gr..grazie”. Risposi balbettando. Non potevo crederci era davanti a me. Che grande imbarazzo.
-“Cosa desideri?”. Chiesi gentilmente.
-“Un aperitivo, grazie”.  Preparai l’aperitivo cercando di non guardarlo.                                                                                           
-“Non sapevo lavorassi qui nell’albergo di tuo padre”. Alzai lo sguardo e risposi alla sua domanda.                                                     
-“Eh già, lavoro per essere indipendente”. Sorrisi e lui fece lo stesso.                                                                                
-“Come va il naso, noto che porti ancora il cerotto”.                                                                                   
-“Meglio, grazie”. Disse toccandosi il  naso.                                                                                                          
 -“Quella sera no sono riuscita a ringraziarti, lo faccio adesso, ti ringrazio davvero tanto”.                                  -“Prego, Helena, giusto?”. Disse sorridendo.                                                                         
-“Si”. Risposi imbarazzata.                                                                                                                                                                 
 -“Ora scusami ma devo tornare dai miei amici. Ciao Helena”.                                                                                    -“Ciao Zayn!”. Alla fin dei conti non era proprio una brutta serata, a parte il tacco rotto.

 

 Spazio Autrice

Eccomi con il qiunto capitolo, credo che domani ne pubblicherò altri due. Helena ha incontrato Zayn, chissà succederà qualcosa di bello tra di loro <3 
se volete saperlo continuate a leggere, baci <3 

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Capitolo 6
*** Marriage ***


Oggi è il gran giorno del matrimonio.  Per fortuna trovai papà che stava già per andare in albergo e mi feci accompagnare, non avevo voglia di prendere il pullman. Arrivai ancor più prima del solito, visto che il mio turno doveva ancora iniziare andai gironzolando per l’albergo. Ma immediatamente arrivarono le 8:00. Cercai mamma in tutta la sala ma non la trovai. Andai verso la cucina e la trovai indaffarata.
-“Ciao mamma!”. Dissi saltandole a dosso.
-“Ciao tesoro, mi hai spaventata!”. Disse ridendo.
-“Oh scusa, non volevo”.
-“Non preoccuparti, tieni ed assaggia questo”. Mi porse il cucchiaio con sopra una roba nera.
-“Che cos’è?”.  Chiesi con il sapore d’amaro in bocca.
-“Ho provato una nuova ricetta con il caviale, non ti piace?”. Mi domandò fiera della sua ricetta, non era tanto male ma io odio profondamente il caviale.
-“Mamma tu sai che il caviale non mi piace, però è buono. Servirai questo oggi?”.
-“Si, la sposa adora il caviale. Alcune ricette contengono caviale!”.
-“Poveri invitati!”. Dissi ridendo.  Guardai l’orologio, era tardissimo.
-“Mamma devo andare, dopo passo un attimo in giardino voglio vedere il vestito della sposa!”. Diedi un bacio a mamma ed andai.
Andai nella sala grande per sistemare i tantissimi tavoli e gli addobbi. Eravamo circa dieci persone tra uomini e donne a sistemare la sala. I camerieri compresa me erano circa una quarantina o forse più. Il pranzo sarebbe iniziato alle 13:30. Mancavano ancora quattro ore per fortuna. La cerimonia sarebbe iniziata alle 11:15, velocemente mi affrettai a raggiungere il giardino. Già da lontano si potevano vedere tutti gli invitati, c’era anche qualcuno del personale per fortuna non ero sola. Poco più avanti a me c’era Zayn con i suoi amici. Mentre ascoltavo quello che il prete diceva, Zayn si voltò verso di me e con un cenno di mano mi salutò, ricambiai anche io facendo la stessa cosa, poi ritornai dentro in albergo per ultimare gli ultimi ritocchi.
Alle 13:30 le porte della sala grande si aprirono, gli sposi entrarono in tutta la loro bellezza, l’orchestra in fondo alla sala cominciò a suonare la marcia nuziale, una cosa romanticissima. Adoravo tutti i matrimoni visti fino ad ora ma questo aveva qualcosa in più. Tutti gli invitati e gli sposi si accomodarono e noi in cucina eravamo pronti. Mamma insieme agli altri cuochi ci consegnò i piatti ed insieme uscimmo dalla cucina per portare tutto nelle tavole. Circa due volte servii il tavolo dov’era seduto Zayn, le altre volte servivo gli altri ospiti. Stanca morta andai in cucina da mamma per rubarle un panino, avevo mangiato solo un cornetto al cioccolato al mattino.
-“Mamma un panino per la tua povera figlia?”. Dissi sedendomi su una sedie.
-“Tesoro vuoi un piatto di pasta?”. Mi chiese.
-“No, devo tornare di la, non farei in tempo. Il panino andrà bene”.
-“Allora te lo preparo”. Annuii ed aspettai l’arrivo del mio panino. Quando mi porse il panino non controllai nemmeno cosa ci fosse dentro avevo troppa fame.
-“Grazie mamma!”. Le diedi un bacio ed andai fuori.
Erano già le 17:00 del pomeriggio, mi meraviglio quanto mangiassero gli invitati, le portate erano numerose e tutti mangiavano tutto. Finalmente ci fu una pausa, gli sposi uscirono fuori e come da rituale andarono a fare le foto, invece gli invitati ballavano o uscivano fuori nel giardino adiacente, i bambini invece giocavano tutti insieme con le babysitter e le animatrici. Vidi papà in lontananza e gli corsi in contro.
-“Papà!”.
-“Helena dimmi”. Rispose sorridendomi come ogni volta che io parlavo con lui.
-“No niente, posso farti un po’ compagnia. Mi sto annoiando”.
-“Vuoi venire a farti un giro con me in giardino?”. Mi domandò.
-“Si certo!”. Risposi euforica. Avrei fatto di tutto pur di uscire da lì dentro non ne potevo più, poi i tacchi mi avevano indolenzito i piedi. Uscita il giardino mi tolsi le scarpe e camminai a piedi nudi, papà guardandomi scoppio a ridere e tutti si voltarono verso di noi. Dopo una bella mezz’oretta di passeggiata con papà a parlare di varie cose dovetti rientrare per incominciare a servire ai tavoli. Così continuai per altre due ore quando “qualcuno” mi fece spaventare.
-“Helena!”. Quando sentii il mio nome stavo quasi per far volare i piatti in aria. Mi voltai e lo vidi.
-“Zayn mi hai fatto spaventare”. Rise.
-“Non era mia intenzione, volevo solo salutarti!”. Sorrise.
-“Non preoccuparti l’importante e che non siano caduti i piatti”.
-“Avevo intenzione di chiederti una cosa, ma vedo che sei molto occupata”. Disse gesticolando.
-“No!... cioè dimmi pure non preoccuparti”. Risposi cercando di sorreggere il più possibile i piatti.
-“Ho sentito che tra un po’ l’orchestra suonerà un lento, io sono senza  accompagnatrice e mi chiedevo se vorresti ballarlo con me?”. Dopo molto riuscì a formulare la domanda.
-“Credo di essere libera”. Risposi sorridente.
-“Devo solo lasciare questi piatti, però c’è un problema!”. Dissi abbassando lo sguardo e guardando il mio completo da cameriera.
-“Che problema?”. Domandò perplesso.
-“Il mio vestito,  ho il completo da cameriera e non sono per niente elegante e beh ballare così mi mette un po’ a disagio”.
-“Non preoccuparti sei bellissima, cioè volevo dire che così sei perfetta”. Io ovviamente arrossii.
-“Non volevo metterti in imbarazzo, scusami”.
-“Non preoccuparti, andiamo?”. Dissi e lui mi prese per mano conducendomi al centro della sala. Lui mise le sue mani sui miei fianchi ed io attorno al suo collo. Ora eravamo troppo vicini non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi, che strana scena lui tutto elegante in giacca e cravatta ed io con un completo da lavoro. Tutti che ci fissavano imperterriti.
-“Zayn continuano a fissarci tutti”. Dissi sottovoce.
-“Non preoccuparti smetteranno subito”.
-“Ne dubito”. Alzai lo sguardo e lo fissai intensamente, era ancor più bello visto da vicino. C‘era anche una notevole differenza  di altezza.
-“Credo che tu sia troppo alto per me, la prossima volta sceglierò un compagno di ballo più basso”. Zayn scoppiò a ridere e coinvolse anche me. Inaspettatamente mi sollevò e fece poggiare i miei piedi sui suoi.
-“Zayn cosa fai!”. Dissi urlando. Mi strinse ancor più a se per non farmi cadere.
-“Comoda?”. Mi chiese.
-“Più o meno, tu?”.
-“Si comodo”. Il mio terrore era di cadere, ma credo che stretta com’ero non sarebbe mai successo. Fu il ballo più lento ed interminabile che io abbia mai fatto in tutta la mia esistenza.
-“Zayn grazie per questo ballo. Ma ora devo tornare a lavoro”. Gli diedi un bacio sulla guancia e tornai in cucina.
C’era molto movimento in cucina, gente che entrava ed usciva, chi cucinava e mamma che urlava come una pazza perché non trovava le decorazioni della torta.
-“Problemi mamma?”. Dissi avvicinandomi a lei.
-“Tutto risolto, si erano smarrite le decorazioni della torta ma le hanno trovate. Mi hanno detto che hai ballato con Zayn”.
-“Chi te l ha detto?”. Dissi tossendo.
-“Tuo padre”.  Disse leccando il cucchiaio di panna.
-“Si mi ha invitata ed ho accettato, fatto male?”.
-“No, no per niente”. Sorrisi e ritornai in sala.
Il matrimonio fu stupendo e tutto era perfetto, passai una serata meravigliosa.
 

Spazio autrice

Buongiorno! Eccomi con il sesto capitolo, le cose diventano sempre più interessanti nella vita di Helena, scusate per gli eventuali errori anche rileggendo non me ne accorgo ;3. sarei felice di sapere voi cosa ne pensate di questa storia, accetto soprattutto le critiche, voglio un vostro parere e una vostra opinione. ;3 
Pubblicherò anche il settimo capitolo oggi. uona lettura! baci xoxo

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Capitolo 7
*** The appointment ***


-“Buon giorno!”. Dissi sedendomi sulla sedia per far colazione con un sorriso stampato in faccia.
-“Buon giorno tesoro!”. Disse mamma porgendo davanti a me una ciotola di cereali. Le sorrisi e cominciai a mangiare.
-“Mamma dopo posso venire con te in albergo? Ho do mendicato I-phod nel cassetto del bancone della reception”.
-“Certo dopo preparati così andiamo!”. Mi disse mettendo le tazze nella lavastoviglie.
-“Grazie! Poi aspetterò in albergo l’arrivo di Dylan ed Emily, andremo un po’ in piscina”. Mamma annuii ed io continuai a mangiare.  Finita la mia colazione corsi di sopra a prepararmi e dopo un quarto d’ora scesi giù dove mamma stava ad aspettarmi. Prese le chiavi dell’auto e partimmo.
Dopo una mezzoretta arrivammo in albergo, erano circa le 9:30, mamma andò a parcheggiare e io entrai in albergo.
Mi avvicinai vicino al bancone, salutai le ragazze ed appoggiai la borsa sul bancone. Inizia a frugare in tutti i cassetti, ma niente il mio I-phod era scomparso, domandai anche alle ragazze ma non l’avevano visto in giro.
-“Helena, controlla un po’ lì nel cassetto in fondo dove mettiamo le cose smarrite”.  Mi disse Jessica, l’altra collaboratrice. Annui i e presi la chiave del cassetto. Quel maledetto non si apriva tentai in tutti i modi.
-“Ciao Helena!”. Mi spaventai di colpo e caddi di sedere a terra, ma il cassetto finalmente si aprì. Vidi sbucare una faccia dall’alto, era Zayn che rideva e gli risposi con una smorfia. Trovai l’ I-phod e mi rialzai.
-“Ti sei fatta male?”. Disse ridendo.
-“No, volevo provare se il pavimento era comodo, ma certo che mi sono fatta male, sono saltata appena mi hai salutata!”. Il mio povero sedere era ancora dolorante.
-“Scusa non volevo farti spaventare”.Mi sorrise ed io stavo per sciogliermi.
-“Non preoccuparti, desideri qualcosa?”. Chiesi gentilmente.
-“La chiave della stanza, Niall non c’è ed io sono rimasto fuori. La stanza è la 1…”.
-“123”. Dissi porgendogli la chiave.
-“Come sai qual è la mia stanza?”. Mi domandò perplesso.
-“Em, il computer, l ho letto sul registro”. Risposi imbarazzata indicando il computer. Lui mi sorrise.
-“Già il registro, oggi niente divisa da lavoro?”.
-“Oggi no, oggi è il mio giorno liberò e lo passerò con i miei amici in piscina”. Dissi sorridente.
Da lontano qualcuno lo stava chiamando e stavano chiamando anche me. Contemporaneamente arrivò Niall alla nostra destra e Dylan ed Emily alla nostra sinistra. Emily stava svendendo e per fortuna c’era Dylan che la sorreggeva. Niall si avvicinò e mi salutò ed io ricambiai, poi un po’ perplesso disse.
-“Credo di averti già vista”. Forse ero, eravamo nei guai Niall riconobbe il mio viso, sapevo che dovevamo mascherarci anche quello prima di fare irruzione nella loro camera. In quel momento non sapevo cosa dire.
-“Come Niall non ricordi? Lei è la figlia del proprietario dell’albergo, lei è Helena White, abbiamo cenato insieme ed ieri abbiamo ballato insieme”. Quel ragazzo mi salvò la vita per la seconda volta, ero debitrice nei suoi confronti.
-“Già è vero, scusami”. Disse accennando una risatina.
-“Nessun problema.  Vidi Dylan ed Emily davanti a noi. Emily Dylan venite!”. Emily scosse la testa in segno di disapprovazione ma Dylan la spinse verso di noi.
-“Zayn, Niall voglio presentarvi due miei amici. Lui è Dylan e lei è Emily”.
Si strinsero le mani e ripeterono i loro nomi. Emily sbianco e rimase immobile mentre io e i ragazzi continuavamo a parlare. Poi dovettero andare ed io andai da Emily per vedere in quali condizioni era.
-“Tu volevi vederlo da vicino e conoscerlo ed ecco che ho realizzato il tuo sogno!”. Dissi ridendo ed Emily mi guardava minacciosa.
-“Si ma ho fatto una pessima figura, ero troppo imbarazzata”. Rispose Emily mettendo il broncio.
-“Ragazze ascoltate, io ho caldo ed ora voglio andare in piscina, continuerete i vostri discorsi lì mentre io nuoto e voi prendete il sole”. Io ed Emily annuimmo e seguimmo Dylan che si stava dirigendo verso la piscina.
Il sole brillava e un leggero venticello ti coccolava la pelle; la piscina era piena di gente e di bambini, trovammo tre lettini e ci accomodammo lì per prendere il sole,mi tolsi gli abiti e rimasi con il mio nuovo costume con i disegni della bandiera americana. Presi una rivista ed iniziai a leggere, Dylan ed Emily andarono a tuffarsi già io non avevo molta voglia.
-“Helena vieni a tuffarti!”. Emily si avvicinò a me e mi schizzo tutta.
-“Emily! Presi un asciugamano e asciugai la rivista e gli occhiali da sole. Non ho molta voglia di tuffarmi adesso”. Sbuffai scocciata.
-“E ti andrebbe di sederti a bordo piscina con me?”. sapeva essere molto convincente e annuendo andammo a sederci a bordo piscina dando una rinfrescata ai piedi.
Parlammo del più e del meno quando d’improvviso per tutta la piscina si sentirono urla, risate e qualcuno a dosso a me che in men e non si dica mi ritrovai in acqua cercando di vedere che fosse lo stupido.
-“La prossima volta cerca di far attenzione!”. Urlai contro qual ragazzo o ragazza, poi si voltò verso di me.
-“Credo che il nostro modo di incontrarci sia strano, comunque scusami Louis mi rincorreva per tutta la piscina e sono scivolato su di te”. Immaginavo fosse Zayn ormai era l’unico modo di incontrarci o lo spavento o un bel tuffo in piscina.
-“Non preoccuparti il bagno  non volevo farlo adesso, ma pazienza”. Gli sorrisi e lui fece lo stesso. Alla luce del sole i suoi occhi marroni erano brillanti come delle pietre preziose inestimabile, poi il suo sorriso, scossi la testa ed uscii dall’acqua.
-“Tutto okay?”. Mi chiese mentre avvolse l’asciugamano attorno alla vita.
-“Ehm si, tutto okay”.  Presi anch’io un asciugamano e me lo avvolsi attorno al corpo.
-“Per farmi perdonare ti andrebbe di prendere un gelato nel pomeriggio?”. Guardai Emily che mi incitava ad accettare.
-“Grazie ma non posso proprio oggi, sarà per un’altra volta”. direi che sono stata una grande stupida a rifiutare.
-“Okay, allora alla prossima. Ciao”.Mi diede un bacio sulla guancia ed andò via.
-“Tu sei una sciocca, stupida, pazza! Ma che hai fatto hai rifiutato! Helena sveglia ti ha chiesto un appuntamento!”. Emily aveva ragione ho fatto la figura della stupida.
-“Lo so ma visto che oggi è il mio giorno libero volevo passarlo con voi!”. Risposi abbassando lo sguardo.
-“Stupida! Non dire in giro che siamo amiche!”. Si sedette sul lettino ed iniziò a leggere.
-“Dici che dovrei andare da lui e dirgli che oggi posso!”. Mi sedetti accanto a lei aspettando una risposta.
-“Che cosa aspetti!”. Mi disse abbassando gli occhiali e fulminandomi con lo sguardo.
-“Okay corro!”. Andai verso la direzione dove lui era andato prima ma non riuscivo a trovarlo, poi vidi Dylan.
-“Dylan sei la mia unica speranza! Hai visto da che parte è andato Zayn?”. Dissi implorandolo. Ci pensò un attimo.
-“Si ora ricordo, è passato prima con un ragazzo ed andavano verso il bar, credo!”. Gli sorrisi e lo abbracciai forte.
-“Grazie Dylan!”. Corsi verso il bar ma non lo trovai c’erano Harry e Liam ma avevo troppa vergogna ad andare da loro e chiedergli dov’era Zayn.
-“Mi cercavi?”. Riconobbi la voce e mi voltai.
-“Si, ti cercavo. Volevo dirti che accetto l’invito per oggi.”. Sorrisi imbarazzata.
-“Okay, perfetto. Per le 5? C’è un bar molto carino qui vicino”.
-“Conosco io un altro posto, ti porto io. Non te ne pentirai”. Il bar qui vicino non mi piaceva molto, preferivo il bar che si trova quasi vicino alla spiaggia.
-“Mi fiderò di te Helena ‘rise’ ci vediamo alle 5 nella hall”. Annuendo lo salutai e tornai da Emily e Dylan.
-“Eccola che torna!”. Emily con il suo timbro di voce molto alto si sente da lontano.
-“Allora?”. Dissero in coro Emily e Dylan.
-“Allora, sono andata lì da lui e ho accettato l’invito!”. Presi l’acqua e bevvi.
-“Tutto qui e lui era felice?”. Domandò Emily curiosa.
-“Che ne so se era felice, sorridere equivale all’essere felici?”. Che domande cosa ne potevo sapere se lui saltava dalla gioia ad uscire con me.
-“Uscirete oggi?”. Domandò Dylan.
-“Si alle cinque, andremo a quel bar vicino la spiaggia”. Risposi.
-“Bel posto lì, è dove abbiamo conosciuto Dylan!”.  Dylan annui felice e venne ad abbracciarci.
-“Come farei senza di voi!”.
-“E già!”. Rispondemmo in coro io ed Emily.
-“Vado ad avvisare mamma per oggi pomeriggio, devo chiederle se posso prendere lo scooter di papà”.
-“Cosa ci devi fare con lo scooter?”. Chiese perplesso Dylan.
-“Coma andiamo in spiaggia secondo te?”. Intanto presi la mia roba per poter rientrare.
-“Hai ragione, ma potevi chiedere a qualcuno di accompagnarti”. Aggiunse Emily.
-“No, preferisco così. Ora fatemi andare devo preparami!”. Salutai Dylan ed Emily e rientrai in albergo dirigendomi verso la cucina.
-“Signora White?”.Ogni volta che dovevo chiederle qualcosa la chiamavo così.
-“Cosa c’è Helena?”. Disse già consapevole del fatto che volevo qualcosa.
-“Mi chiedevo se oggi potevo prendere lo scooter di papà, mi servirebbe perché dovrò uscire con Zayn questo pomeriggio e andare a prendere un gelato al bar vicino la spiaggia”. Il suo sguardo non prometteva niente di buono, sbatté sul tavolo la ciotola che stava usando per preparare qualcosa.
-“Helena non se ne parla! È pericoloso”.
-“Ma mamma starò attenta! Ti prego!”. Stavo quasi per supplicarla in ginocchio, non potevo perdermi un’occasione del genere.
-“Helena, ascoltami è lontano e poi tutti e due su quello scooter non mi fa sentire sicura”. Riprese la ciotola e iniziò con il suo solito silenzio.
-“Mamma ti prego, ti giuro che farò attenzione andrò piano, poi ho il patentino anche se non guido da molto lo so portare uno scooter”. L’implorazione continuò per diversi minuti.
-“Okay prendi lo scooter, le chiavi sono nel mobile in sala nel terzo cassetto. Guarda che se succederà qualcosa non te lo perdonerò mai!”.
-“Mamma grazie! Ti giuro che nulla ci accadrà!”. Le diedi un bacio per ringraziarla.
-“O cavolo è tardissimo rischio di perdere il pullman”. Dissi guardando l’orario.
-“Emily e Dylan?”. Domandò.
-“Loro rimarranno un altro po’ qui”. Le sorrisi le diedi un bacio e ringraziandola lasciai la cucina di fretta.


Spazio Autrice

Rieccomi con il settimo capitolo, spero i piaccia :3 Buona lettura! al prossimo xoxo

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Capitolo 8
*** Beach ***


Presa dalla felicità provai tantissimi abiti da poter indossare ad un appuntamento se così poteva definirsi. Dopo una lunga serie di decisioni scelsi un pantaloncino di jeans chiaro con sopra una maglietta bianca scollata dietro con sopra la scritta SMILE. Indossai delle ballerine bianche con sopra un fiocco brillantinato, frugando nell’armadio trovai una borsa a tracolla. I capelli li raccolsi in un fermaglio, un filo di trucco ed ero pronta. Scesa al piano inferiore trovai le chiavi dello scooter e scesi giù in garage. Sotto un telo verde c’era lo scooter di papà, controllai se ci fosse il carburante ed ero pronta per partire. Presi due caschi, presi le chiavi e partii. Dopo una lunga mezz’ora arrivai in albergo. Presi il casco e lo portai in mano, entrai nella Hall ma Zayn ancora non c’era. Per aspettarlo mi sedetti sulla poltrona all’entrata.
-“Helena!”. Eccolo stava uscendo dall’ascensore ed attirò la mia attenzione. Mi alzai e gli andai incontro.
-“Ciao Zayn”. Sorrisi e gli porsi il casco.
-“Con questo cosa chi devo fare?”.
-“Metterlo?”. Dissi con tono sarcastico.
-“Lo so che si deve mettere ma sai guidare……”.
-“Guidare uno scooter. Si è l’unica cosa che so guidare, con l’auto sono pericolosa.”. Aggiunsi finendo la sua frase.
Uscimmo dall’albergo e gli mostrai lo scooter. Gli feci indossare il casco e salimmo sullo scooter.  stavo per mettere in moto quando si strinse a me, stavo provando la stessa sensazione di quando ballammo al matrimonio così vicini, una sensazione strana.
-“Tutto okay Helena?”. Chiese.
-“Si, si scusa stavo pensando. Partiamo subito”. Fu un “viaggio” breve circa 20 minuti, in lontananza si poteva vedere il mare che brillava grazie ai meravigliosi raggi di sole.
-“Eccoci!”. Rallentai per poter entrare nel parcheggio del bar.
-“Carino qui, Bar  Sunshine. Bel nome”. Sorrise e porse il casco.
-“Dai vieni ti faccio strada”. Giunti nel bar un vento gelido del condizionatore ci travolse. L’aria era decisamente fredda lì dentro. Ci avvicinammo al bancone aspettando il nostro turno intanto gli suggerivo dei gusti da provare.
-“Dovresti provare il CioccoLatte, è squisito, ti manda in tilt il palato”.
Il padrone del locale gentilmente mi chiese che gusti avremmo preso.
-“Allora per me CioccoLatte, per te Zayn?”. Dissi voltandomi verso di lui che era nell’intento di scegliere il gusto.
-“Lo stesso tuo!”. Molto velocemente il gelataio preparò i nostri gelati e ce lo porse. Frugando nella borsa presi il portafogli.
-“Lascia pago io”. Poggiò la mano sul portafogli e io ubbidendo lo riposi nella borsa.
-“Ci sediamo lì?”. Chiesi indicando un tavolino in fondo al locale. Zayn annui ed andammo a sederci. C’erano poche persone nel locale la maggior parte erano fuori o sulla spiaggia.
-“Il palato è già andato in tilt?”. Chiesi ridendo.
-“Più o meno. Però e buono il CioccoLatte”. Sorrise.
Ci furono attimi di silenzio, ognuno mangiava il gelato. Non avevo argomenti su cui parlare ed immagino nemmeno Zayn, visto che era concentrato nel mangiare il gelato.
-“Fino a quando vi fermerete qui?”. Domandai.
Zayn alzò lo sguardo e smise di assaggiare il gelato e rispose.
-“Credo fino alla fine di questa settimana, tra due giorni dovremmo fare un concerto. Dopo questa settimana inizieranno le nostre vacanze, finalmente”.
-“Dove andrai in vacanza?”. Chiesi curiosa.
-“Primo ritornerò dalla mia famiglia, poi non so forse in un posto di mare. Ho bisogno di rilassarmi e scacciare via i brutti pensieri. Tu cosa farai?”.
-“Beh non saprei. Dylan andrà dalla ragazza a Barcellona e forse io ed Emily andremo a visitare qualche città o andremo in un posto di mare. Non ci siamo organizzare ancora per bene”. Il prossimo progetto era pensare alle vacanze, con tutto il movimento di questi giorni ci è sfuggito di mente.
-“Fare un viaggio sarebbe davvero l’ideale”. Alzi lo sguardo e vidi che aveva già finito il suo gelato, è stato un razzo.
-“Già finito il gelato? Ma cosa sei?”. Iniziai a ridere come un’ebete. Che figuraccia.
-“Essendo buono l ho divorato, ‘sorrise’ ma non è l’unica cosa”. Continuò sotto voce. Quell’affermazione non aveva molto senso.
-“Appena ho finito ti andrebbe di andare in spiaggia?”. Dissi guardando verso la finestra alla nostra destra.
-“Perché no! Con tutte le calorie di questo gelato una bella camminata ci vuole proprio”. Con lentezza finii il mio gelato ma non era colpa mia, se sono con persone che non conosco molto bene mangio lentamente o faccio le cose con calma.
-“Finito!”. Dissi “leggermente” ad alta voce tanto da far ridere Zayn. Presi la borsa ed uscimmo dal locale diretti verso la spiaggia. Il mare stupendo, il vento che scuoteva i miei capelli e l’odore di salsedine molto forte che si sentiva nell’aria, rendeva tutto magico, poi come dimenticare la compagnia perfetta. C’era molta gente sulla spiaggia, i bambini che giocavano con la sabbia e i genitori che li guardavano, altri che invece camminavano sulla spiaggia o prendevano il sole o chi giocava in mare. Camminare con le ballerine sulla spiaggia era un’impresa impossibile, le tolsi e le portai scomodamente in mano, la stessa cosa fece Zayn.
Camminammo per circa 10 minuti, nessuno dei de due parlava, che appuntamento, sono sicura che dopo questo Zayn non mi avrebbe invitata più. Dovevo trovare qualcosa da chiedergli, ma cosa?
-“Helena chiama terra!”. Ritrovai Zayn davanti a me. mi spaventai.
-“Cosa c’è?”. Riposi freddamente.
-“Ti sto chiamando da tempo ma tu sembri in un altro mondo, c’è qualcosa che non va?”. Subito mi ripesi.
-“Scusa, ma mi sono accorta che questo appuntamento è un totale fiasco!”. Abbassai lo sguardo per la vergogna.
-“No! ‘alzò la voce’ no, non è un totale fiasco, io mi sto divertendo”. Credo fosse impazzito, il sole gli aveva dato alla testa.
-“Ma dai! È un fiasco. Per te stare muti e in silenzio è una cosa bella?”. Abbassai lo sguardo e fissai i mie piedi ricoperti di sabbia.
-“Si nel silenzio si riescono a capire molte cose?”. Si posizionò davanti a me e con un dito mi sollevò il mento costringendomi a fissarlo negli occhi. Non sapevo avesse questo lato poetico.
-“Capire cosa?”.Dissi con tono sarcastico.
-“Beh alzò gli occhi al cielo non saprei di preciso”. Lo guardai perplessa e mi voltai per vedere da dove provenisse la musica di sottofondo. Più in lontananza c’erano circa una decina di ragazzi che ballavano. Zayn mi prese per mano.
-“Ballare sarà perfetto!”. Mi trascinò verso il gruppo ma io cercavo di fare resistenza con insuccesso.
-“No, ballare non sarà perfetto! Io mi vergogno!”. Si fermò e mi guardò minaccioso.
-“Allora se non vuoi ballare si voltò verso il mare ho una grande idea!”. Mi prese in braccio e corse verso il mare con me che urlavo come un pazza. Entrò in acqua e già sentivo l’acqua arrivarmi ai piedi.
-“Tu sei pazzo! Risi mettimi giù!”. Tutto di un botto mi mise in acqua, stavo per affogare ma per fortuna sapevo nuotare.
-“è la seconda volta che vuoi affogarmi, hai preso gusto!”. Aggiunsi cercando di riaprire gli occhi.
-“Dai per un po’ d’acqua!”. Saltai su di lui e cercai di affogarlo ma essendo più forte di mi risalì subito.
-“Per colpa tua siamo bagnati fradici! Come pensi di ritornare a casa?”. Dissi leggermente arrabbiata.
-“Poi vedremo, dopo ci asciugheremo”. Mi sorrise e ricambiai, non potevo essere arrabbiata con lui anche se ha tentato di “farmi fuori”.
Giocammo un bel po’ in acqua poi uscimmo e ci sdraiammo sulla sabbia. Era così bello, sorridente, bagnato e così, così dolce e premuroso.
-“Ora ho un po’ di freddo”. Dissi sottovoce.
-“Hai freddo?”. Si avvicinò più a me e poggiò la sua mano sulla mia guancia. Venne ancor più vicino e mi strinse forte a se, poggiai la mia testa sul suo petto,sentivo il cuore battere velocemente. Rimanemmo abbracciati fino alle 19, poi giunse l’ora di ritornare in albergo.
-“Eccoci, siamo arrivati”. Scesi dallo scooter e mi tolsi il casco, lo stesso fece Zayn.
-“Entri con me?”. Mi chiese sorridente. Annuendo lo raggiunsi ed entrammo insieme in Hotel. In lontananza vidi papà, corsi in contro seguita da Zayn
-“Papà, dopo aspettatemi che torno a casa con voi”. Lui annuendo andò verso la sala ristornate poi si voltò e si voltò.
-“Tra 10 minuti devi essere qui, io e mamma veniamo subito”.
-“è stata una bellissima giornata, grazie!”.Disse Zayn con un gran sorriso finale.
-“Anche per me arrossi mi sono divertita tanto con te!”. Gli diedi un bacio sulla guancia e Zayn se la tocco. Notai qualcosa di strano aveva i brividi sul braccio. Zayn mi salutò e andò verso l’ascensore. Aspettai l’arrivo dei miei e dopo una decina di minuti arrivarono e tornammo a casa.
 

Spazio Autrice

Grazire per aver letto i capitoli precenedti <3 siete fantistici <3 eccomi con il capitolo 8, scusate per gli eventuali errori xD il capitolo 9 è in fase di scrittura e se riesco a finirlo potrò metterlo anche oggi <3 buona lettura baci <3

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Capitolo 9
*** The concert ***


Dopo un bellissimo pomeriggio con Zayn, dovetti ritornare al lavoro. Oggi sarei stata di turno in sala per servire la colazione e il pranzo successivamente. Andai a lavoro in ritardo colpa del pullman che si ruppe per strada. Appena arrivata andai di corsa a cambiarmi. Indossai il mio completo ed andai in sala. Quella mattina c’erano molte persone. Entrai di corsa in cucina e vidi mamma in preda ad una crisi isterica verso i fornitori. Presi i patti già pronti per essere portati fuori dalla cucina. Il tavolo era il numero 7, lo trovai e vidi un gruppo di ragazzi, pian piano mi avvicinai e con un gran sorriso dissi
-“Buongiorno, ecco le vostre ordinazioni!”. Quando poggiai il piatto colmo di croissant riconobbi quei volti e difronte a me, c’erano Louis, Liam, Niall, Harry e Zayn.
-“Buongiorno!”. Mi risposero in coro sorridenti ma non tanto svegli avevano certe facce. Tolsi il disturbo cercando di dileguarmi ma Zayn mi fermò richiamando il mio nome
-“Helena aspetta! Devo parlarti!”. sicuramente mi avrebbe detto di aver passato una bella giornata con me, ma non avrebbe potuto frequentarmi perché beh essendo una ragazza normale non avevo molte speranze.
-“Dimmi”. Dissi seria.
-“Stasera daremo un concerto qui in città, il nostro penultimo concerto. Ti andrebbe di venire? Ovviamente i tuoi amici sono i benvenuti. Abbiamo tre biglietti liberi”. Dalla tasca posteriore del suo pantalone tirò fuori tre biglietti e li sventolò davanti ai mie occhi.
-“Mi farebbe davvero piacere!”. Presi i biglietti e sorridendo ritornai in cucina.
-“Mamma!”. Dissi urlando come una pazza.
-“Helena cosa c’è?”. chiese perplessa mamma.
-“Zayn ha invitato me, Dylan ed Emily al loro concerto in città, posso andarci?”. Usai la tattica del broncio e degli occhi dolci, funzionava sempre.
-“Okay, puoi andare, però chiedi a Dylan ed Emily”. Annuendo uscii fuori per chiamarli. Dylan disse subito di si, Emily prima urlo, poi credo svenne, poi se riprese, poi andò dalla madre per convincerla a venire, infine urlò perché la madre disse di si. Il  concerto sarebbe iniziato alle 20:00 non molto lontano da qui.
 
La giornata passò veloce, tornai a casa per decidere cosa mettere, poi sarei dovuta ritornare in albergo dove papà ci avrebbe accompagnati. Indossai un pantaloncino bianco, una maglia a mezza manica rossa e delle ballerine rosse. Come borsa ne presi una di mamma, bianca. Presi i soldi, chiavi e i biglietti. Andai in albergo dove vidi già davanti alla porta Dylan molto rilassato ed Emily molto agitata. Mi avvicinai a loro ed Emily mi assalì.
-“Dov’è il biglietto voglio vederlo!”. Aprii la borsa e tirai fuori i biglietti.
-“Perché sono piegati? Dovevi lasciarli  stesi, lisci. Non hai cura di un biglietto!”. Mi faceva davvero paura Emily, non l’avevo mai vista così euforica.
-“Zayn mi ha dato i biglietti già piegati, io non ho fatto nulla”. Risi e Dylan rise con me. Entrai dentro per chiamare papà
-“Allora pronti per urlare e strapparvi i capelli?”. Disse papà sfregando le mani.
-“Signor White io vado al concerto solo per accompagnarle, non mi interessa molto del concerto. Vado anche per tenere a bada Emily che potrebbe fare di tutto in queste condizioni”. Disse Dylan rivolgendosi a papà. La mia risposta fu fulminare papà con uno sguardo, invece Emily annusava il biglietto e farfugliava qualcosa di incomprensibile.
Arrivammo un’ora prima sul luogo del concerto, c’erano tantissime ragazze urlanti con striscioni grandissimi e cartelloni, altre invece compravano qualcosa alle bancarelle vicino lo stadio. In lontananza c’erano due ambulanze e suppongo che già da adesso qualcuno si sia sentita male. Salutammo papà ed andammo a fare la fila. Noi eravamo nella fila 14 molto vicini al palco. Un’ora fu interminabile, finalmente i cancelli si aprirono e potemmo entrare. Presi per mano Emily per non perderci, Dylan era dietro di noi di lui non mi preoccupavo. Tutti che spingevano come dei pazzi, chi correva a destra e sinistra, chi aveva sbagliato i posti, chi cadeva sulle scale, c’era una confusione grandissima. Scendemmo giù ed andammo nella nostra fila. Mi sedetti un attimo ero troppo stanca e per rinfrescarmi bevvi un po’ d’acqua. Le luci erano accese, ogni tanto delle ragazze urlavano per niente, il caldo era tanto forse stavo per svenire anche io. Dopo una decina di minuti le luci si spensero tutti urlarono come dei pazzi, iniziò una musica di sottofondo e nemmeno iniziata Emily già canticchiava; da delle porte laterali uscirono i ragazzi e le urla si fecero più intense. Io non cantavo mi limitavo solo ad urlare, Dylan guardava tranquillo il concerto. Non avevo mai ascoltato la loro musica anche se Emily tentava ogni volta di farmi ascoltare il CD. Per essere nella 14 eravamo molto vicine, si vedeva tutto perfettamente, c’era la ragazza dietro di me che stava per farmi diventare sorda continuava ad urlare il nome di Louis, stavo quasi per girarmi e picchiarla. Il concerto fu divertentissimo, anche mentre cantavano, ridevano e scherzavano come se nulla fosse. Verso la fine del concerto cantarono una canzone che mi colpì molto, era stupenda I Wish. Vidi Zayn verso la mia direzione e lo salutai con un cenno di mano ma credo che non mi vide; invece verso la fine della canzone ritornò verso il mio  lato e indicandomi concluse con oh, I wish that was me. una ragazza dietro di me iniziò ad urlare.
-“Non ci posso credere! Zayn mi ha indicata! Mantenetemi!”.Certo che esistono nel mondo persone strane, ma si voltò Emily e rispose alla ragazza
-“Non illuderti perché lui ha indicato la mia amica”.Mi indicò e mi voltai per non far succedere un litigio.
-“Emily, non è successo niente. Vorresti litigare anche qui?”. si voltò e tornò a guardare la fine del concerto, la stessa cosa feci io.
Il concerto ormai era giunto al temine, un uomo si avvicinò a noi tre e ci disse di andar con lui. Curiosa domandai dove ci avrebbe portati e gentilmente ci rispose che i ragazzi volevano salutarci. Andammo dietro al palco, in fondo c’erano i camerini dei ragazzi. Si udivano urla e risate, ci avvicinammo ai camerini e l’uomo bussò. Una voce all’interno ci disse di entrare.
-“Ciao!”.Dicemmo in coro.
-“Benvenuti”. Risposero i ragazzi. Andammo a salutarli e prima di fare brutte figure avvisai i ragazzi di poter accontentare Emily con una foto e un autografo. Tutti si misero in posa ed Emily in mezzo. Qualcuno mi prese per il braccio, mi voltai e vidi Zayn difronte a me.
-“Cosa c’è?”. Chiesi sorridente.
-“Volevo chiederti… cosa  ne pensi del concerto?”.
-“Davvero bello, non avevo mai ascoltato la vostra musica, ma mi piace molto. Siete bravissimi”. Si avvicinò a me e mi strinse a se. Di tutti quegli abbracci non ne conoscevo il significato, forse erano solo dei gesti d’amicizia oppure no.
-“E se andassimo tutti a mangiarci una buona pizza?”. Disse Louis sprizzante di felicità.
-“Per me va bene! E per te?”. Disse Zayn fissandomi.
-“Credo di si dovrei solo avvisare i miei,  e per voi ragazzi?”. Mi rivolsi verso Dylan ed Emily.
-“Io ci sono!”. Rispose Dylan.
-“Io devo chiamare mamma”. Rispose invece Emily.
Io ed Emily uscimmo fuori per poter chiamare i nostri genitori, rientrammo in pochi minuti così avevamo il consenso per andar con i ragazzi. Salimmo in due auto differenti e dopo una mezz’ora arrivammo in una pizzeria molto carina.
-“Eccoci arrivati!”. Disse Louis che intanto ci indicò la strada.
-“Ho una fame! Spero che qui si mangia bene.”. Dissi poggiando una mano sul mio stomaco che brontolava dalla fame.
-“Non preoccuparti, questo è un amico di Louis si mangia benissimo!”. Zayn mi prese per mano e mi condusse nel locale con gli altri. Appena entrati un uomo ci venne in contro e ci salutò, e indicandoci un enorme tavolo in fondo ci fece accomodare. Ordinammo le nostre pizze e dopo mezz’ora arrivarono. Louis, Niall e Dylan divorarono le loro pizze in un baleno; io non sapevo nemmeno se il mio stomaco riuscisse a contenere fino al sesto pezzo di pizza.
-“Basta io mi arrendo!”. Abbandonai l’ultimo pezzo di pizza e bevvi la coca-cola.
-“Prendo io!”. Dylan allungò la mano verso il mio piatto e prese il pezzo. Gli altri dovevano ancora finire tranne me, Zayn, Niall e Louis.
-“Ti andrebbe di camminare un po’?”. Mi chiese Zayn sorridente.
-“Perché no!”. Presi la borsa ed uscimmo un po’ fuori.
-“Che bella serata, non trovi?”. Zayn aveva gli occhi fissi al cielo, era perso  nell’immensità di quel vasto mondo ancora sconosciuto. Era completamente in un altro mondo.
-“Terra chiama Zayn!”. Non rispose e continuammo a camminare.
-“Mi mancherai”. Non credevo a quel che avevo sentito. Io sarei mancata a Zayn?
-“Come?”. Chiesi perplessa.
-“Mi mancherai”. Si fermò e mi sorrise. Diventai rossa, fino a quel momento non ero mai mancata a nessuno, ora figuriamoci che un cantante sentirà la mia mancanza. Mi guardò fisso negli occhi ed allargò le sue braccia; mi fiondai si di lui e lo abbracciai forte.
-“Credo che sentirò anche io  la tua mancanza!”. Alzai lo sguardo e lo vidi sorridere.
-“Il nostro ultimo giorno insieme, domani ripartiremo. Credo che sia arrivato il momento di dirti una cosa”. Si fece serio, non sapevo cosa volesse dirmi.
-“ehm… dimmi.”. diventai anche io seria, non sapevo cosa volesse dirmi. Gli indicai un panchina dove potevamo parlare meglio.
-“è un pò che ci penso, non so da che parte iniziare ‘ride’. Ricordi la prima volta dove ti ho salvata?”.
-“Si”. Risposi con un filo di voce.
-“Beh, ecco, io….”.
-“Helena! Andiamo!”. Emily ci interruppe, le dissi di aspettare e dissi a Zayn di continuare.
-“Non preoccuparti, non era importante”. Rispose. Si alzò e tornò dai ragazzi. Io andai verso Emily, stavo per ammazzarla.
-“Grazie Emily”.
-“Che ho fatto?”.  
-“Ti spiego dopo, ora chiamo papà così ci viene a prendere”. Presi il cellulare nella borsa e telefonai.
-“Ragazze non ritornate con noi?”. Domandò Harry.
-“C’è mio padre, non preoccupatevi ci accompagnerà lui a casa”. Risposi. Io, Emily e Dylan aspettammo impazienti l’arrivo di mio padre, intanto i ragazzi entrarono in auto. Ma prima che salisse Zayn in auto andai a fermarlo
-“Domani mattina passerò in albergo per salutavi”.Zayn sorrise, mi diede un baciò sulla guancia ed andò via. Papà arrivò, finalmente, così ritornammo a casa, ma quel dubbio su cosa volesse dirmi Zayn mi riempiva la testa di pensieri, troppi pensieri. La notte non riuscii a chiuder occhio, rimasi sveglia fino alle quattro quando crollai dal sonno. 


Spazio Autrice

Buona sera! Eccomi con il nono capitolo, sinceramente non credo sia uscito un gran che perchè non avevo molta fantasia. Scusate per gli eventuali errori. Grazie per aver letto i capitoli precedenti in tanti <3 
Chissà se Zayn dirà veramente quello che pensa ad Helena? scoprirete tutto nel capitolo 10, (in fase di scrittura) 
Baci xoxox  RECENSITE <3

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Capitolo 10
*** Ciao ***


L’indomani arrivo prestissimo anche se per tutta la notte non chiuso occhi. Oggi sarei dovuta andare in albergo per dire addio ai ragazzi ma soprattutto a Zayn e questo mi devastava l’anima. Come ogni giorno presi l’autobus ed arrivai in Hotel. Giù nella hall c’erano già delle valige, forse dei ragazzi. Andai verso l’ascensore ma si aprì davanti a me e vidi i ragazzi già pronti per partire.
-“Già andate via?”. Domandai con un fil di voce.
-“Si il nostro volo è stato anticipato”. Rispose Liam. Tra i ragazzi non vidi Zayn.
-“Zayn dov’è?”. Nessuno seppe darmi risposta concreta,erano vaghi, credevo fosse successo qualcosa. Liam mi prese in disparte e mi parlò.
-“Helena ascolta ‘deglutì’, non so come dirtelo, comunque questo è per te”. Tirò fuori dalla tasca un pacchettino blu e me lo porse.
-“Che cos’è?”. Domandai perplessa.
-“Un regalo di Zayn per te”. Presi in mano il pacchetto e lo scartai, al suo interno c’era in bracciale con dei ciondoli.
-“Perché non mi ha consegnato lui il regalo?”. Sapevo che sarebbe stata una risposta che mi avrebbe fatto piacere.
-“Zayn è partito, è partito stanotte prima di noi senza avvertirci”. Rimasi scossa da quella risposta, come immaginavo. I miei occhi si riempirono di lacrima, ma non volevo e non doveva piangere davanti a Liam.
-“Quando vi vedrete digli che lo ringrazio per il regalo”. Liam mi abbracciò forte.
-“Ora sarà meglio che vada, il nostro partirà tra un pò”. Mi disse Liam, andai dai ragazzi e li salutai uno per uno, poi arrivò papà e li salutò. I ragazzi varcarono la soglia dell’hotel, chissà quando ci saremo rivisti, credo mai più. Mi recai in cucina da mamma per mangiare un boccone e farmi una camomilla.
-“Helena!”. Vidi venirmi in contro Emily.
-“Emily cosa c’è?”. Chiesi perplessa.
-“Niall, i ragazzi sono già partiti?”. Domandò con affanno.
-“Ehm si, circa un’ora fa, Zayn è partito questa notte”. Mi rattristava molto quella frase.
-“Davvero? Volevo salutare Niall. Peccato!”. Mi sorrise ed invitai Emily a rimanere a pranzo con me in albergo. Il mio turno sarebbe iniziato nel pomeriggio, contavo sul lavoro per scacciare i pensieri negativi.
Tutto filò liscio, i soliti turni, le solite persone, i soliti problemi; ritornai stanca a casa e crollai di botto sul divano.
 
 
Dalla partenza dei ragazzi passarono circa 3 settimane, ero sola… Dylan era in Spagna dalla ragazza, Emily era in Tunisia per uno scambio culturale ma sarebbe ritornata presto; non poteva abbandonarmi.
Come al solito mi recai a lavoro, la mattina era particolarmente calda. Indossai una maglietta bianca e una gonna di jeans chiaro e delle ballerine bianche con un fiocco perlato sopra.
-“Buongiorno!”. Dissi sorridente entrando in spogliatoio.
-“Di ottimo umore questa mattina?”. Domandò Jess.
-“Direi di se, oggi mi sono alzata dal lato giusto del letto”. Presi la mia roba e mi cambiai. Uscii dalla stanza e vidi papà in lontananza.
-“Papà!”. Corsi ad abbracciarlo.
-“Helena buongiorno! Hai per caso visto la mamma? Devo parlarle.”. Chiese.
-“Non ancora, dovrebbe essere fuori con il camion delle consegne… credo. Ora vado a vedere e la manda da te”. Gli sorrisi ed andai da mamma.
-“Mamma ci sei?”. Tutti c’erano nella cucina tranne mamma. Mi sedetti sulla sedia ed aspettai. La vidi rientrare con papà.
-“Hai trovato prima tu la mamma!”. Dissi ridendo.
-“Perché Helena mi cercavi?”. Domandò.
-“No, io no, era papà che ti cercava”. Sorrisi.
-“Comunque nella hall c’è una persona per te, credo voglia vederti”.
-“E chi sarebbe?”. Domandai perplessa.
-“Corri e lo scoprirai!”. Corsi fuori dalla cucina perplessa su chi volesse vedermi. Arrivata nella hall non trovai nessuno ad aspettarmi. Fino a quando due mani morbide si posizionarono davanti ai miei occhi e una voce mi sussurrò dolcemente.
-“Ciao”.

Spazio Autrice

Buona sera letturi! eccomi con il decimo capitolo :3 non trovo sia un gran che, do il compito di giudicare a voi :3 l'11 è quasi finito cred che lo metterò domani, forse. baci xoxoxo RECENSITE!

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Capitolo 11
*** Ritrovarti è bellissimo ***


-“Ciao!
Tolsi quelle mani morbide davanti ai miei occhi e mi volai, ma riconobbi già quella voce che mi aveva conquistata.
-“Zayn!”. Eccolo, era lì difronte a me con un sorriso ammaliante. Sorrisi, ma ripensando a all’ultima volta che era partito senza salutarmi il mio sorriso scomparve.
-“Ciao Helena, come stai?”. Mi strinse a se, non ero più abituata a quegli abbracci.
-“Io bene grazie, tu invece?”. Accennai un sorriso.
-“Ora molto meglio, non mi chiedi cosa ci faccio qui?”. Ridacchiò.
-“Cosa ci fai qui?”. Domandai gesticolando con la mano destra.
-“Beh il tour è finito,  ed ho deciso di passare la mia vacanza quì… con te!”. Infilò le mani nelle tasche posteriori del suo jeans e guardò in un punto indefinito della hall.
-“Mi fa piacere”. Dissi con un tono di voce basso.
-“A me non sembra, credo che sarei dovuto andare altrove.”. Diventò serio. Prese la valigia e si diresse verso l’ascensore.
-“Aspetta!”. Gli urlai. Lo presi per un braccio e lo feci voltare verso di me. Senza dir niente mi strinsi a lui in un forte abbraccio, Zayn rimase immobile, impassibile; finalmente sentii le sue braccia avvolgermi dolcemente. Rimanemmo molto lì fermi ed abbracciati senza parlare.
-“è tutta colpa tua! Tu te ne sei andato via senza salutarmi  Liam che mi ha dato quel regalo da parte tua  ci sono rimasta davvero male. Non riuscivo a capire il perché di quella tua decisione”. Sentivo gli occhi lucidi ma cercai di non far scendere nessuna lacrima.
-“Scusami!”. Ci staccammo da quell’abbraccio che sembrava potesse essere eterno.
-“Credo che ti perdonerò. Grazie per questo regalo”. Mi toccai il polso e continuavo a giocherellare con il bracciale.
-“Mi accompagneresti in stanza?”. Mi prepose Zayn. Annuendo salimmo insieme in ascensore. Per pura e casuale coincidenza gli capitò ancora una volta la stanza 123. Aiutai Zayn a sistemare la sua roba e poi ritornai al mio lavoro.
-“Per qualsiasi cosa chiamami!”. Gli sorrisi ed andai via.
 
Per tutto il giorno rimasi in albergo a svolgere delle ‘faccende’, il più delle volte me ne andavo girando di qua e di là.
-“Helena!”. Vidi Zayn salutarmi in lontananza e mi fece cenno di andare verso di lui.
-“Cosa c’è Zayn?”. Chiesi sorridente.
-“Ti andrebbe di uscire questa sera… io e te”.Era dolcissimo quando era impacciato.
-“Perché no! Mi farebbe davvero piacere! Allora vado a cambiarmi, tu aspettami qui”. Gli sorrisi ed andai a cambiarmi. Dopo una decina di minuti tornai e lo vidi seduto sulla poltrona intento a leggere un giornale.
-“Eccomi!”. Dissi ad alta voce, Zayn si voltò e mi venne incontro.
-“Allora andiamo!”. Mi prese per man e mi condusse fuori, davanti a noi c’era un’auto bianca bellissima.
-“E quella macchina?”. Domandai.
-“Ho affittato l’auto per tutto il periodo che rimarrò qui, ti piace?”. Ci avvicinammo all’auto.
-“è davvero bella!”. Dissi aprendo la portiera.
Come luogo per la nostra serata ‘speciale’ andammo in centro che d’estate era pieno di luci e di spettacoli per tutti. La maggior parte dei locali erano pieni, compresi i tavolini fuori, per fortuna trovammo un posticino molto carino. Lì mangiammo pizza in totale pace per così dire, avvolte alcune fan chiedevano di poter fare una foto o un autografo, ma non mi recava nessun fastidio.
-“Scusa per il troppo movimento che c’è attorno al nostro tavolo”. Non credo fosse colpa sua, è il suo lavoro.
-“Nessun problema non preoccuparti”. Sorrisi. Non sapevo fosse un tipo così divertente, per tutta la serata mi fece ridere come non aveva mai fatto nessun ragazzo con cui fossi uscita.
-“Ti va di fare un giro prima di andare? Vorrei vedere lo spettacolo”.
-“Si andiamo, da lì arriva una musica molto carina, anche io avrei voglia di vedere cosa fanno!”. Avvicinandoci a quella musica coinvolgente notai gente che ballava ed un gruppo di cantanti sul un piccolo palco che suonavamo per gli spettatori. Zayn mi prese per mano e mi condusse in mezzo alla gente per ballare. Il modo di ballare di Zayn era molto esilarante, ma sembrava che non se ne importasse. Du tratto si fermò e cercò di riprender fiato.
-“Zayn ti senti bene?”. Domandai.
-“Si, si, sono solo un po’ stanco”. Li porsi l’acqua e bevve tutto dun sorso.
-“Ora andiamo, credo che per un po’ non ballerò”. Aggiunse Zayn
-“Credo che nessun dimenticherà il tuo balletto molto carino!”. Scoppiai in una rumorosa risata e Zayn mi guardò male.
-“Vorresti dire che non apprezzavi il mio ballo?”. Sorrise.
-“Beh eri davvero divertente, non la smettevo di ridere!” Zayn mise il broncio ed andò avanti ed io rimasi lì ferma.
-“Zayn!”. Urlai, gli corsi incontro bloccandolo ma intanto lui rideva.
-“Credevo ti fossi offeso!”.  Risi.
-“Non potrei mai con te”. Mi prese la mano e la strinse nella sua. Il cuore mi palpitò ed inizia a diventar rossa.
-“Beh questo mi rende felice”. Sorrisi.
-“Ma guarda un po’ chi c’è! Helena e il suo amichetto”. Mi voltai e rividi quel sporco maiale di Mark dietro di noi.
-“Che cosa vuoi?”. Disse Zayn alzando la voce e posizionandosi davanti a me.
-“Niente, volevo solo salutari,  non è vietato!”. Mark aveva la sua solita birra in mano, ovviamente sempre ubriaco.
-“Non apprezziamo la tua compagnia”. Aggiunsi.
-“Helena zitta”. Urlò Mark.
-“Non permetterti di parlarle così è chiaro!”. Zayn continuò a spingermi dietro tenendomi stretta la mano.
-“stai calmo, ora me ne vado”. Mark se ne andò via ridacchiando come uno stupido.
-“Ehi Zayn tutto okay?”. Gli domandai, sembrava nervoso.
-“Si Helena, sto bene, è solo che non mi piace che quello si avvicini a te”. Senza risposta lo abbracciai.
-“Nessuno è mai stato così protettivo verso di me!”. lui ricambiò il mio abbraccio.
-“Ora sarà meglio ritornare a casa, non voglio farti far tardi”.  Disse Zayn guardando l’orologio, andammo verso l’auto e indicandogli la strada mi feci accompagnare a casa.
-“Ecco siamo arrivati, grazie alle tue indicazioni siamo arrivati a destinazione”.
-“Si, non vedo l’ora di andare a letto”. Sbadigliai.
-“Allora vai, non voglio farti addormentare in macchina”. Slacciai la cintura di sicurezza ed aprii la portiera. Mi avvicinai a Zayn e gli diedi un bacio sulla guancia, poi mi fissai a guardare i suoi occhi per qualche secondo e mi persi in quell’infinita di lucentezza.
-“Buona notte”. mi sussurrò dolcemente.
-“Buona notte Zayn”. Gli risposi. scesi dall’auto ed entrai in casa con un sorriso stampato sul volto. 

Spazio Autrice

CHI NON MUORE SI RIVEDE (!) AHAHAH RIECCOMI CON L'UNDICESIMO CAPITOLO, SCUATE IL RITARDO <3 BUONA LETTURA <3


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Capitolo 12
*** Kiss me ***


In quel periodo trascorso con Zayn mi sentii bene, era dolce con me, mi regalava una rosa ogni giorno, mi coccolava come nessuno ha mai fatto. Purtroppo gli ultimi giorni di Zayn al White Hotel stavano per avvicinarsi, l’idea di non vederlo più mi riempia il cuore di amarezza, ero davvero legata a quel ragazzo forse per amore ma non sapevo se questa cosa fosse ricambiata e ogni giorno vivevo nel mio silenzio. Il mattino mi incontrai con Zayn davanti all’ingresso dell’hotel, papà mi diede le cosi dette ‘ferie’.
-“Ciao Zayn!”. Dissi sorridente, mi avvicinai a lui e gli stampai un bacio sulla guancia destra che pungeva per il crescere della barba che puntualmente dimenticava di farsi.
-“Oggi ho in servo per te tantissime sorprese! Voglio che tu ti diverta con me e non ti annoi!”.Mi sorrise, non sapevo resistere a quel sorriso, ero dipendente dal suo sorriso.
-“Non so come tu faccia ad organizzare tutto così in fretta!”. Lo presi sotto braccio e ci incamminammo verso l’auto. Il viaggio in auto durò una mezzoretta tra risate, barzellette e canzoni cantate a squarcia gola. In lontananza vidi un lago, forse quella era la sorpresa. Parcheggiammo e scendemmo.
-“Mi daresti una mano?”. Mi chiese. Andai verso di lui e aprì il porta bagagli dove tirò fuori un grande cestino da pranzo, un ombrellone e una grande tovaglia a quadri verde e gialla.
-“Vuoi sfamare un esercito?”. Dissi ironica.
-“Beh ho chiesto a tua madre di prepararci qualcosa e lei ha fatto tutto questo!”. Rispose chiudendo con una mano il portabagagli e tenendo nell’altra il cestino.
-“Questa è la sorpresa?”.domandai curiosa.
-“Questa è una parte della sorpresa.. il resto verrà dopo!”. Rispose.
-“Mi meravigli ogni giorno di più Malik!”. Risi.
Ci avvicinammo al lago e trovammo un bel posticino tranquillo lontano dalla folla di gente alla nostra destra. Prese la tovaglia e la stese a terra, il presi l’ombrellone e con il suo aiuto lo piantammo a terra. Si inginocchiò e iniziò a frugare nel cestino, io intanto rimasi in piedi a guardare il panorama.
-“Non ti siedi?”. Domandò, un raggio di sole illuminò il suo volto e i suoi occhi rendendoli brillanti di un nocciola così intenso che riuscivi a perderti in quell’immensità di bellezza e luminosità, rimasi ferma a guardalo e poi mi sedetti.
-“Mi sono persa nel guardare i tuoi occhi!”. Dissi diventando rossa come un peperone.
-“Molti amano i miei occhi, si avvicinò più a me, ma credo che detto da te sia un complimento e che i miei occhi siano veramente così belli!”. Rispose mettendo una mano davanti agli occhi infastidito dalla luce solare.
-“Ma dopo tutto non sono la bocca della verità!”. Risi e imbarazzata dal suo sguardo frugai nel cestino, nello stesso momento Zayn fece la stessa cosa e le nostre mani si sfiorarono provocando una scossa che colpì entrambi. Presi un panino con il prosciutto  mi affrettai a mangiare rischiano di soffocarmi, Zayn invece tranquillo addentava il suo panino. Io non ero per niente tranquilla, forse non ero nemmeno consapevole delle mie azioni.
-“Non credi che mangiando così velocemente ti  venga male allo stomaco?”. Disse togliendomi il panino che frettolosamente mangiavo.
-“Non essere nervosa”. Aggiunse. Ecco adesso aveva intuito il mio nervosismo, davanti a lui non riuscivo ad essere calma.
-“Scusa, non so nascondere il mio nervosismo. Mi capita spesso di essere agitata davanti alle persone!”. Dissi.
-“Mi dispiace che io ti provoco questo!”. Dissi tenendomi la mano.
-“Non preoccuparti non sei tu ma io.. che ne dici di camminare un po’?”. Mi alzai e gli tesi la mano per aiutarlo a camminare.
-“Ricordi quella volta quando siamo andati al mare? È stato un giorno bellissimo!”. Camminavamo vicini mano nella mano come due fidanzati anche se non lo eravamo. Continuava a stingermi la mano come se non volesse che io scappassi da lui ma credo che non si accorgesse della forte presa. Dopotutto mi piaceva camminare così con lui.
-“credo che queste giornate dovremmo farle più spesso!”. Dissi fermandoci a guardare il lago brillante.
-“Oggi ci divertiremo tantissimo, credo che questa giornata non la dimenticheremo mai!”. Riprendemmo a camminare. Camminammo tantissimo, poi decidemmo di ritornare indietro.  Mentre tornammo indietro, c’erano due uomini vicini al nostro ombrellone. Zayn li salutò e si allontanò per parlare con loro. Dopo pochi minuti ritornarono e Zayn allargando le braccia disse
-“Che il giro in barca abbia inizio!”.
-“Giro in barca?!”. Esclamai decisamente impaurita dalla parola barca. Mi prese per mano ed andammo con i due uomini di prima.
-“Siamo sicuri di quello che stiamo per fare?”. Domandai mentre stavamo salendo su una barca bianca con al lato una striscia rossa.
-“Ti fidi di me? io annuii, allora dammi la mano e sali!”. Salii sull’imbarcazione e mi sedetti accanto a Zayn, da lì il panorama era spettacolare,l’acqua limpida del lago, il sole che ci accarezzava la pelle con i suoi raggi non troppo violenti, una leggero venticello che scompigliava i capelli, un accompagnatore perfetto, tutto era perfetto. Il giro turistico attorno all’isoletta d’uro circa tre quarti d’ora o forse più ma comunque con lui il tempo era passato veloce. Ci riportarono sul nostro luogo di partenza e sfiniti ci sdraiammo vicini, io con la testa appoggiata sul duo braccio e lui con l’altra sua mano che mi accarezzava i capelli. Il sole man mano stava scendendo per dare spazio alla splendida luna, il lago aveva cambiato colore grazie al riflettere del sole quasi arancione.
-“Sono quasi le sei che ne dici di fare un bagno?”. Guardò l’orologio e mi fece la proposta.
-“Ma non ho il costume!”. Risposi alzandomi e posizionandomi di fronte a lui.
-“Possiamo tuffarci in mutande! Beh tu in mutante e reggiseno!”. Rise.
-“Tu sei pazzo!”. Si alzò e velocemente si tolse maglia, pantalone e scarpe e rimase con il suo box nero.
-“Io pazzo? Vuoi bagnarti ancora i vestiti come l’altra volta?”. urlò dirigendosi verso il lago. Decisi di fare anche io questa pazzia, tolsi il pantaloncino e la maglia e mi buttai in acqua con lui. L’acqua non era caldissima ed infatti tremavo tantissimo, rimasi lì fera ed immobile fin quando Zayn non mi gettò l’acqua dietro la schiena ed iniziai ad urlare e rincorrerlo tanto che cadde di faccia in acqua e stava per soffocarsi. Non riuscivo a trattenermi e mentre lui tossiva io ridevo a crepa pelle.
-“Non è divertente!”. Disse tossendo.
-“Scusa!”. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Lui mi strinse a se e mi abbraccio forte, fortissimo a se.
-“stai tremando, usciamo?”. Annuii e mi prese in braccio ed io urlai.
-“Signorina dove la porto?!”. Aggiunse.
-“Sulla tovaglia così ci asciughiamo, finalmente!”. Risposi, mi aggrappai a lui e finalmente uscimmo illesi dall’acqua. Mi fece sedere e si mise accanto a me, prese un asciugamano e me lo poggiò sulle spalle.
-“Sei bellissima”. Mi sussurrò avvicinandosi al mio orecchio. Da come lo disse mi fece venire i brividi. Mi girai verso di lui ed eravamo a pochi centimetri di distanza, io guardavo lui e lui guardava me,  in quel momento non capii nulla. Poggio la sua mano sul mio viso accarezzandolo lentamente, delle gocce d’acqua scendevano sul suo viso e cadevano a terra, socchiuse i suoi occhi e si avvicinò lentamente a me, poggiò le sue labbra sulle mie, rimasi ferma,immobile, il respiro mi mancava. Tolse le sue labbra dalle mie.
-“Scusa non dovevo farlo!”. Disse imbarazzato.
-“Sei un ragazzo che si scusa troppo!”. Cautamente mi avvicinai a lui e questa volta fui io a baciarlo, lui rise, io ero felice, continuò ad accarezzarmi il viso e baciarmi con passione e dolcezza. Quel bacio fu intenso, le nostre labbra si staccarono ancora una volta. lo abbracciai forte e lo strinsi a me per l’emozione.
-“Stai tremando!”. Disse preoccupato. Prese un asciugamano asciutto e lo poggiò sulle mie spalle, poi mi strinse più a se ed ammirammo il tramonto insieme..


Spazio Autrice


Tdaaa! sono tornata con il dodicesimo capitolo dopo un mese d'assenza! perdono! spero vi piaccia, il 13esimo lo inizio oggi <3 un bacio buona lettura!

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