La mia speranza si trova nel passato

di kiara4thebest
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Perdita di memoria ***
Capitolo 3: *** Richiesta d'aiuto ***
Capitolo 4: *** Baci mancati/teneri ***
Capitolo 5: *** Cosa può provocare un semplice indovinello.... ***
Capitolo 6: *** Nel futuro ***
Capitolo 7: *** Altri ricordi riaffiorano... ***
Capitolo 8: *** Verità dal Drago Cremisi ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Un bambino era inginocchiato verso il corpo di un uomo.
-“Papà?”-
Nessuna risposta.
-“Papà?”- disse ancora la voce.
Ancora niente.
-“Papà...”- occhi blu si velarono di lacrime che scendevano giù per il viso delicato di un bambino.
Una donna dai capelli rossi, vicina al bambino, guardava il corpo privo di vita piangente e ascoltava le chiamate del piccolo verso il padre.
-“Papà...svegliati”- disse ancora.
Ma, tutto questo, era inutile.
L’uomo non si sarebbe più svegliato.
La donna, ancora piangente strinse a sé il piccolo che continuava a guardare con orrore il corpo coperto di sangue che cercava di svegliare.
-“Mamma, perché papà non si sveglia?”- chiese il bambino
Lei non rispose, era troppo piccolo per capire che suo padre non si sarebbe più risvegliato. Piangeva sia per il consorte sia per il bambino che aveva perso suo padre a solo 6 anni.
-“Andiamo, piccolo”- disse infine la donna prendendogli la manina.
Il piccolo si sorprese chiedendo perché dovevano lasciare il suo papà, ma la mamma rispose Lo capirai quando sarai più grande, tesoro. Alla fine il bambino seguì la mamma tenendola per mano ma aveva lo sguardo sempre rivolto al corpo del papà.
Sua madre guardava suo figlio con tristezza e compassione. Da quel giorno non avrebbe più avuto la figura che poteva chiamare papà. Altre lacrime le scesero sul viso, ora si era prefissata un obiettivo, cercare di crescere il bambino facendogli sentire poco la mancanza dell’uomo.
Intanto, il bambino continuava a camminare, sempre con lo sguardo fisso sul papà e si fermò solo quando vide il corpo dissolversi in piccole scintille rosse. Corse. Corse verso il padre, s’inginocchio, avvicinò la mano, ma essa non toccò niente. Le scintille rosse cominciarono a salire su verso il cielo e di ciò che restava del padre fu solo il deck. Il bambino lo prese e capì che suo padre non lo sarebbe più tornato da lui.
Urlò.
Una sola parola.
Papà...

****

Un ragazzo, sui 14 anni, sgranò gli occhi svegliandosi di soprassalto e cadendo sul terreno. Si massaggiò la testa. Si era, per l’ennesima volta, addormentato sul ramo di un albero nel parchetto, non molto lontano da casa sua. Sospirò, aveva, di nuovo, sognato ciò che gli era successo 8 anni fa.
Intanto, una ragazza, anche lei 14enne, era nello stesso parchetto e, quando sentì un tonfo, capì che quello era il suo amico. Andò verso la direzione in cui aveva sentito il rumore e trovò il ragazzo dai capelli rossi e occhi blu come il mare.
-“Fammi indovinare: ti sei addormentato sull’albero, fai fatto quel sogno, ti sei svegliato male e sei caduto, giusto?”- disse scherzando la ragazza dai capelli biondi e occhi verdi come smeraldi.  
-“Tsk... dovresti fare l’indovina, Aiko...”- disse sarcasticamente il ragazzo.
-“Molto divertente, Yamato”- rispose lei.
Dopo essersi alzato, Yamato sospirò, non c’era notte in cui non sognava la morte di suo padre. Anche quando tentava di addormentarsi sereno di giorno per compensare il poco riposo durante la notte, sognava quel giorno che segnò tutta la sua vita.
L’unica cosa che gli restava di suo padre era il deck e... un ciondolo. Un ciondolo d’argento a forma di drago che suo padre gli aveva regalato per il suo 6 compleanno. Non se l’era mai tolto, gli sembrava che quel ciondolo facesse sentire accanto a sé suo padre.
Aiko sapeva benissimo cosa era successo all’amico, gliel’aveva spiegato suo padre, il famoso re dei duelli, Jack Atlas che non si sentiva proprio re perché solo una persona non aveva sconfitto, ma quest’ultima era morta, lasciando il proprio figlio senza papà.
-“Ma ogni notte sogni la sua morte?”- chiese guardandolo.
-“Ogni volta che mi addormento, lo sogno...”- rispose abbassando lo sguardo.
Aiko non sapeva che dire, non sapeva come farlo reagire, Yamato aveva sofferto fin troppo a causa della mancanza delle figura paterna.
-“Vabbè... torno a casa...”- riuscì a dire cominciando a camminare.
-“Ehm... ti posso accompagnare?”- chiese la ragazza sorridendogli.
Lui sorrise di rimando e annuì.
Dopo qualche minuto arrivarono davanti alla casa del ragazzo che, mentre stavano camminando, stava guardando il deck di suo padre.
Drago Polvere di Stelle... Mormorò inconsapevolmente.
Aiko lo guardò e poi posò il suo sguardo sulla carta.
-“Vorrei tornare nel passato ed evitare che mio padre morisse quel giorno!”- disse mentre una lacrima gli rigò il volto.
Ad un certo punto, la carta di Drago Polvere di Stelle si illuminò e i due ragazzi sentirono una voce misteriosa.
E così sia...  disse la voce.
Una luce accecante avvolse i due ragazzi e li fece scomparire nel nulla.
Nessuno li aveva visti se non uno spirito dei duelli, cioè Kuriboh che pensò subito che il desiderio di Yamato fosse stato esaudito.
Ma non sempre il destino riservava ciò che si voleva.
Infatti... i due ragazzi non erano finiti nel tempo in cui dovevano andare, ma bensì ancora più indietro nel passato e cioè 4 anni dopo la sconfitta di Z-one da parte di Yusei.

Salve! Lo so questo capitolo è corto ma... prometto che gli altri saranno lunghi! Si spera...
Comunque, spero che vi piaccia e indicatemi se ci sono errori o meno, tenterò di evitarli.
Accetto anche critiche se ne avete.

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Capitolo 2
*** Perdita di memoria ***


4 anni erano passati dalla sconfitta di Z-one, il drago Cremisi si era portato con sé i segni dei predestinati, lasciando vivere in tranquillità, coloro che combatterono insieme per sconfiggere le ombre che volevano distruggere la città di Neo Domino e la sua periferia, il Satellite.
I 6 ragazzi avevano fatto ciò che volevano per il loro futuro.
Aki era partita per diventare una dottoressa, Rua e Ruka, si trovavano a Londra perché quest’ultima stava studiando al college mentre il fratello era intenzionato a diventare un campione di duelli turbo come Jack. Anche Crow aveva l’intenzione di diventare campione facendo di Jack un suo rivale. Per ultimo, Yusei aveva deciso di rimanere a Satellite e Neo Domino perché sentiva che quella città era parte di lui e che avrebbe dato tutto sé stesso pur di migliorarla.
Tutti passavano una vita tranquilla fin quando, sulle loro braccia, il segno non ritornò.
Yusei, come suo solito, era intento a studiare le particelle planetarie scoperte da suo padre, ma i dati relativi ad essa erano scomparsi inseguito all’incidente così cercava di ricostruirli ristudiando queste particelle. Mentre studiava al computer come erano composte, qualcosa di molto familiare, si illuminò di rosso sul suo braccio destro. Era la testa del Drago Rosso Cremisi. Si alzò di scatto facendo cadere la sedia su cui era seduto.
-“Non è possibile...”- mormorò fra sé e sé.
Una sola cosa gli passò per la mente, i predestinati si sarebbero, ben presto, riuniti, come ai vecchi tempi.
Infatti, anche agli altri era ricomparso, nello stesso momento, il segno e, come aveva pensato Yusei, a tutti tornarono nella propria mente quel periodo in cui combattevano insieme per proteggere Neo Domino dalle eventuali minacce che incombevano sulla città.
L’uomo dai capelli neri con delle ciocche bionde a forma di fulmine sorrise. Gli avrebbe fatto piacere rivedere i suoi amici.

****

Due ragazzi, comparsi improvvisamente dal nulla, si trovavano distesi, privi di sensi, su un letto d’erba bagnata di rugiada. Il primo a riprendere conoscenza fu il ragazzo dai capelli rossi, aprì, piano piano, i suoi occhi blu mare e, all’inizio, vedeva tutto sfocato poi, a poco, le immagini, del posto in cui era, cominciarono a diventare nitide e più chiare.
Ora distinse chiaramente dei fili verdi, erano fili d’erba, si trovava su un prato! Si alzò lentamente cercando di orientarsi.
-“Ma dove mi trovo?”- disse.
Si guardò ancora attorno, c’erano alberi e prati, sembrava un boschetto. Svolse lo sguardo d’altra parte incontrando una ragazza, della sua stessa età, accanto a lui.
Aiko... mormorò.
La scosse leggermente per farla rinvenire, ma poi si accorse di una cosa. La sua mente era vuota, non si ricordava niente se non pochissime cose, come la sua amica accanto a lui e il gioco dei Duel Monsters. Non aveva idea di dove si trovava, la sua memoria sembrava fosse stata cancellata e questo aveva peggiorato la sua situazione, anzi, la loro situazione.
Si sforzò di ricordare qualcosa, ma niente, nella sua memoria non c’era che il vuoto totale, sapeva solo il suo nome cioè Yamato, quanti anni aveva, la sua amica e il gioco di carte. Cercò, di nuovo di orientarsi e capire dove si trovava, ma niente. Alla fine si arrese e cercò di svegliare la sua amica scuotendola leggermente. Piano piano, Aiko riaprì gli occhi verde smeraldo e, come Yamato, vide tutto sfocato, ma riuscì a riconoscere la figura davanti a lui, il suo amico.
-“Yamato...ma dove siamo?”- chiese mentre si alzava aiutato da lui.
-“Vorrei saperlo anch’io...”- rispose confuso.
La ragazza si guardò attorno, anche lei, per orientarsi, ma aveva perso, come Yamato, la memoria.
-“Non ricordo niente e mi fa male la testa...”- disse lei prendendosi la testa fra le mani.
-“La stessa cosa vale per me, abbiamo entrambi perso la memoria e non sappiamo dove siamo, non poteva capitarci situazione migliore...”- disse sospirando il ragazzo.
Quando proprio si accorsero di non conoscere la zona in cui si trovavano, cominciarono a camminare vero una meta non precisa alla ricerca di qualche persona a cui chiedere.
Camminavano senza sapere dove andavano e sembrava che il boschetto non finisse mai quando, ad un certo punto, gli alberi cominciavano a diminuire di quantità e si presentò davanti a loro una città. I ragazzi scorsero anche il mare e un ponte che univa la città davanti a loro a un’altra un po’ più lontana. Focalizzarono di essere in due isole collegate da quel ponte, e, in tutte e due le città, passavano lunghi percorsi dove dei motociclisti sfrecciavano con accanto dei mostri, probabilmente ologrammi.
Duelli turbo... mormorarono entrambi.
Ecco cos’erano! Duelli turbo! Nessuno dei due lo fece vedere, ma erano felici di sapere che, forse, potevano recuperare la memoria semplicemente guardando la gente di quel posto che aveva un qualcosa di familiare.
Continuarono a camminare arrivando così in città. Era un po’ affollato, ma non così tanto da essere soffocante.
-“Ehy Yamato...questo posto mi ricorda qualcosa ma non so cosa...”- gli disse.
-“Anche per me ha qualcosa di familiare”- rispose.
Si guardarono attorno per cercare di ricordare, ma ancora niente, la loro mente non reagiva a quello che vedevano. Sempre più confusi continuarono a camminare per esplorare il posto.

****

Yusei stava tranquillamente tornando a casa, aveva preferito farsi 4 passi invece che usare la Duel Runner e, anche se stava per succedere qualcosa di brutto, la cosa che lo rendeva felice era rivedere i suoi amici dopo 3 anni. Era quasi vicino casa sua, conosceva tutta la gente di quella parte del Satellite, ma continuando a camminare vide due persone che mai aveva visto in città. Erano due ragazzi della stessa età sui 14 anni, il ragazzo aveva capelli rossi e occhi blu come il mare tanto che gli sembrava fossero uguale ai suoi mentre la ragazza era bionda e aveva gli occhi verdi come smeraldi. Si guardavano attorno con aria confusa, Yusei si avvicinò a loro e chiese loro chi fossero. Tutte e due si presentarono, ma non seppero dire altro che il loro nome e quanti anni avevano e qui Yusei capì cosa era successo a quei ragazzi, Yamato e Aiko.
-“Non ditemi che non ricordate più niente”- disse l’uomo.
-“Beh... si, abbiamo perso la memoria e ci siamo risvegliati in quel boschetto”- rispose Yamato indicando il punto in cui si erano svegliati.
-“Questa faccenda non è chiara... avete un posto dove dormire?”- chiese.
I due scossero la testa e Yusei sorrise dicendo che li avrebbe ospitati lui. I ragazzi non poterono far altro che ringraziarlo, anche se, quando lo aveva visto per la prima volta, il cuore di Yamato perse un battito, lui conosceva quell’uomo, ma non ricordava dove l’aveva incontrato. Ma non solo questa impressione di conoscerlo già lo tormentava, anche un ricordo sfocato gli balenò nella mente, non riusciva a distinguere bene, ma sembrava che in questo ricordo, ci fossero tre figure, un uomo, una donna e un bambino e l’uomo aveva qualcosa di rosso sul corpo. Sangue.
Tornò alla realtà solo quando Aiko lo stava chiamando.
-“Si può sapere che hai?”- gli chiese.
-“No...niente...”- rispose non convinto lui.
Aiko aveva capito che Yamato aveva qualcosa, ma non indagò oltre e avrebbe aspettato un altro momento per chiederlo, per esempio prima che andassero a dormire.
Yusei li invitò a seguirlo e i ragazzi fecero come era stato chiesto loro. Yamato continuava a guardare l’uomo come se facesse parte anche lui dei suoi ricordi, del suo passato, ma la forte perdita di memoria non lo aiutava per niente, sapeva solo che non era un ricordo molto felice, anzi era molto infelice.
Arrivarono alla casa di Yusei dove quest’ultimo cominciò a usare il suo computer portatile per contattare i suoi amici e, come aveva previsto, anche loro avevano riavuto il segno del drago. Intanto, Yamato e Aiko si erano seduti sul divano e stavano parlando.
-“Quell’uomo fa parte di un mio ricordo infelice”- disse il ragazzo.
-“Forse lo conoscevi e...lo hai perso...”- disse ipotizzando lei.
-“In effetti, ho un ricordo sfocato di un uomo, un bambino e una donna e l’uomo era ricoperto di sangue...probabilmente è così, anche se, vorrei capire chi sia lui per me”-
La ragazza lo guardò un attimo dicendo che lei voleva scoprire piuttosto perché erano lì e perché avevano perso la memoria.
-“Magari lo sapessimo...”- disse sospirando lui.
Yamato si guardò attorno, la sua testa cominciò a fare male, quella casa l’aveva già vista, ma dove? Si prese la testa fra le mani, aveva un mal di testa terribile, come se fosse stato inondato, improvvisamente, da un enorme quantità di ricordi che neanche riusciva a vedere per quanto la sua memoria si sforzasse. 
Aiko non sapeva cosa fare quando la sua mano toccò qualcosa che era nella sua cintura, sembrava una specie di borsetta mini a forma rettangolare che conteneva qualcosa, mise la mano dentro per prendere cosa c’era dentro e le tirò fuori. Anche Yamato si voltò per guardare cosa c’era, nella mano di Aiko c’erano carte con sopra delle immagini di mostri o quant’altro e variavano tutte di colore.
-“Se non ricordo male questo è un deck per il gioco del...”-
-“...Duel Monsters, allora è solo questo che ricordate?”- disse sbucando dalla porta di camera sua, Yusei.
Yamato annuì.
-“Sentite, domani arrivano dei miei amici, magari li conoscete”- disse Yusei mentre si avvicinava verso di loro.
-“Speriamo, vorrei sapere cosa ci è successo”- disse Aiko  guardando il suo deck.
Yamato prese il suo di deck e lo guardò. Una carta del suo deck gli fece tornare in mente una scena, un bambino e un uomo che gli mostrava quella carta e il piccolo sembrava molto contento di vederla.
-“Ehy Yamato, perché non duelli con me?”- chiese Yusei.
-“Io...non lo so...”-
-“Dai Yamato! Ricordo che eri un bravo duellante!”- gli disse la ragazza sorridendogli.
-“Ok! Mi avete convinto!”- esclamò mentre si alzava.
Yusei gli diede un Dueling-disk e cominciarono il duello, il primo a iniziare fu Yusei.
-“Pesco! E, mandando al cimitero Porcospino Aculeo Bulloni, evoco specialmente Pistolero Synchron poi attivo l’effetto di Porcospino Aculeo Bulloni che, quando c’è un mostro Syncro sul mio terreno, lo posso evocare specialmente dal cimitero. Ora evoco Pulcino Sonico in posizione d’attacco. Unisco Pistolero Synchron di livello 5 a Porcospino Aculeo Bulloni di livello 2  e Pulcino Sonico di livello 1.
I desideri uniti divengono una stella che risplende di nuova luce che illuminerà la tua strada! Evocazione Synchro! Prendi il volo, Drago Polvere di stelle”-
Il cuore di Yamato perse un battito. Quell’uomo... aveva le stesse carte che aveva lui. Com’era possibile?
Yusei terminò il turno posizionando due carte coperte poi lo guardò, era rigido e tremante come se avesse scoperto qualcosa di sconvolgente.
-“Ehy Yamato! C’è qualcosa che non va?”- chiese preoccupato per il ragazzo.
-“Si, c’è qualcosa che non va...”- ammise.
Aiko e Yusei gli si avvicinarono chiedendogli cosa c’era di strano e il ragazzo rispose facendo sorprendere le persone davanti a lui.
-“Yusei...ho il tuo stesso Deck...”- disse come se non ci credesse ancora.
La ragazza e l’uomo rimasero impalati a dire un Che cosa?!
Il ragazzo confermò ciò che aveva detto mostrando il suo deck e, in effetti, era vero, confrontandolo con il deck di Yusei si poteva dire che erano completamente uguali.
Yusei cominciò ad insospettirsi sull’identità dei due ragazzi. Erano comparsi dal nulla, non ricordavano niente e contemporaneamente era ritornato il segno del drago. Che ci fosse qualche collegamento fra la loro comparsa e il ritorno dei segni? Non lo sapeva, ma l’avrebbe scoperto molto presto.    

Salve! Rieccomi con il nuovo capitolo! Spero vi piaccia perchè il mio pessimismo mi dice che fa schifo...
Comunque voglio ringraziare le persona che hanno recensito:
AceMoon
Gattino Bianco
Jack and Carly Love
Silphyde19
Grazie per il sostegno!

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Capitolo 3
*** Richiesta d'aiuto ***


Yusei disse ai due che, forse, era meglio se si riposavano, dopotutto era meglio così anche perché era tardi, ma prima voleva avvertire i suoi amici, che domani avrebbe rivisto, di prepararsi a una notizia un po’ sconvolgente.
-“Che intendi dire con sconvolgente?”- chiese Jack attraverso la web-cam della sua runner.
I 6 si stavano parlando attraverso le web-cam di ognuno e anche gli altri chiesero lo stesso.
-“Ve lo dirò quando sarete qui, è la cosa migliore”- disse semplicemente Yusei.
L’indomani arrivò e gli amici di Yusei arrivarono verso il pomeriggio, i primi furono Jack e Crow sulle loro Duel Runner, seguiti poi da Aki, Rua e Ruka.
-“Yusei!”- dissero insieme salutandolo.
-“Ragazzi! Che bello rivedervi! Sono passati 3 anni”- disse lui.
-“Anche a voi sono tornati i segni...”- disse continuando, Yusei.
Gli altri annuirono.
-“Ieri sera ci hai detto che ci avresti fatti vedere una cosa strana, di cosa si tratta?”- chiese Jack.
Yusei li guardò un attimo diventando serio poi urlò due nomi, Yamato e Aiko.
Gli altri gli chiesero chi fossero poi videro due ragazzi della stessa età uscire dalla casa del loro amico.
Stavolta, si sorpresero tutti e due, Yamato perché quando vide Aki, altri ricordi sfocati gli entrarono, di nuovo, nella mente, mentre Aiko provò una sensazione forte nel vedere Jack e, con questo, anche nella sua mente fiondarono, moltissimi ricordi che non riusciva a distinguere bene. Si prese la testa fra le mani e cadde inginocchiata al suolo. Il suo amico la notò immediatamente e le si avvicinò, stessa cosa fece Yusei che accorse subito da loro.
-“Aiko! Che cosa hai?”- chiese Yamato preoccupato.
-“Troppi ricordi che non capisco...”- riuscì a dire con voce smorzata a causa del dolore alla testa.
-“Che cos’ha, Yamato?”- disse Yusei raggiungendoli seguito dagli altri.
-“Qualcosa le ha fatto tornare nella mente molti ricordi, ma, purtroppo, sono sfocati e non li capisce”- rispose il ragazzo.
Yusei guardò i suoi amici e capì che forse era meglio presentare i due ragazzi.
-“Ragazzi, loro sono Yamato e Aiko, due ragazzi, che ho trovato, che hanno perso la memoria e che ho ospitati a casa mia”-  disse.
-“E’ un piacere conoscervi!”- disse il ragazzo.
-“Il piacere è nostro”- parlò Crow a nome di tutti.
Yusei disse a Yamato di portare dentro la ragazza e così fece. A questo punto, Jack chiese se erano quei due la cosa “sconvolgente” e Yusei annuì, ma non perché avessero perso la memoria.
-“Bensì per il deck del ragazzo”- continuò.
Rua chiese cosa avesse di così tanto strano il deck di Yamato e Yusei, per un attimo, rimase in silenzio, poi rispose lasciando tutti a bocca aperta. Uscì un COSA?! Dalla bocca di tutti.
-“Ma come può essere che Yamato abbia il tuo stesso deck?!”- esclamò Crow.
 -“Guardatemi...secondo voi ho la faccia di chi ne sa qualcosa?”- disse semplicemente Yusei.
Ovviamente, tutti scossero la testa e l’interessato sospirò.
Entrarono in casa di Yusei per parlare di cosa potesse essere successo di così grave da far tornare il segno del drago mentre i due ragazzi si trovavano nella loro stanza. Aiko era seduta sul letto con la testa fra le gambe e con la testa che le faceva male mentre Yamato era accanto a lei, cercavano, entrambi, di ricordare e di capire perché quelle persone avevano ridato loro dei ricordi,  che non riuscivano a vedere.
Esprimevano i loro pensieri anche all’altro per provare a ricollegare qualcosa insieme, ma con scarso successo, non ci riuscivano, sembrava che, forse, per un determinato tempo, dovessero dimenticare chi fossero per evitare qualcosa.

****

Da un’altra parte del Satellite, in un vicolo, apparve, improvvisamente, una piccola lucetta che continuava a diventare sempre più grande fino a che, da essa, non uscì un uomo alto coperto da una veste bianca e con uno strano oggetto all’occhio destro in cui era inciso una sottospecie di 8, sopra la veste bianca indossava una armatura grigia e, al fianco destro, portava una spada.
Avanzò per uscire dal vicolo mentre, man mano che si allontanava, la luce, da cui era uscito,  scompariva nel nulla.
La figura, che aveva dei capelli sparati in su grigi con alcuni ciuffi di un colore più chiaro, sembrava conoscere bene il Satellite perché s’incamminava per le vie della città con sicurezza e, con la fretta che mostrava di avere, pareva che dovesse raggiungere la sua meta per qualcosa di importante.
Continuava a camminare senza degnare di uno sguardo le persone che lo guardavano strane per il suo modo di vestire, alcune sembravano divertite, altre disgustate per il fatto che fosse fuori moda mentre altre ancora incuriosite perché magari veniva fuori dallo scenario di un film d’azione o fantascienza. Il diretto interessato, invece, rimaneva impassibile e sembrava che non si accorgesse neanche delle persone, se ne stava fregando di quello che stavano pensando e continuava per la sua strada ignorando tutto e tutti.
Dopo un po’, arrivò a una casa e si fermò davanti ad essa.

****

-“Come ti senti adesso?”- chiese Yamato, ancora seduto vicino alla sua amica.
-“Tranquillo, ora sto meglio di prima”- gli rispose sorridendo.
Il ragazzo chiese un’altra conferma e lei sorrise di nuovo per il suo comportamento un po’ troppo protettivo lasciando confuso l’amico.
-“Ti conosco troppo bene Yamato, per un motivo che non ricordo, sei diventato molto protettivo nei confronti delle persone a cui vuoi bene”- disse.
-“Già, hai ragione, ma vorrei sapere perché sono così... voglio dire, cosa è successo di tanto grave da farmi cambiare atteggiamento...?”- si chiese a se stesso.
-“Ora non lo possiamo sapere dato che la nostra memoria non ci aiuta”-
Yamato annuì, poi guardò fuori dalla finestra e vide una strana figura davanti alla casa, si affacciò di più per distinguerla bene.  Era vestito di bianco con una specie di armatura grigia sopra la veste, forse Yusei non l’aveva notato e quindi rimaneva lì fuori.
-“Lo conosci?”- mi chiese Aiko che, anche lei, si era affacciata alla finestra per vedere chi stava osservando.
-“No... non mi pare, però sta lì davanti da un po’ di tempo, magari Yusei non si è accorto di lui”-
-“Andiamo glielo a dire!”-
I ragazzi uscirono dalla camera per poi dirigersi verso la stanza in cui si trovavano Yusei e gli altri che stavano ancora discutendo. Prima bussarono e, lentamente, aprirono la porta.
-“E’ successo qualcosa ragazzi?”- chiese.
-“No niente, è solo che c’è un uomo fuori che se ne sta davanti alla casa senza fare niente”- disse Yamato.
-“Un uomo davanti alla casa?”- disse prima di alzarsi dalla sedia e guardare fuori dalla finestra.
Sgranò gli occhi nel vedere chi stava davanti all’edificio, si sorprese tanto quando lo vide.
Tutti uscirono per vedere chi era e anche gli altri si stupirono di chi fosse, tutti tranne Yamato e Aiko che erano sempre più confusi.
Primo?!   Dissero i predestinati.
-“E’ bello rivedervi...predestinati”- disse l’uomo.
-“Ma non eri...ehm... morto come Aporia?”- chiese Leo.
-“E’ vero ma... ma io vengo da un'altra dimensione rispetto a quella del Primo che avete conosciuto”- rispose lui.
-“E come fai a conoscerci se non ci siamo mai incontrati?”- chiese Yusei.
-“Perché la memoria del Primo che avete conosciuto si è fusa con la mia, quindi mi ricordo di voi, e... tranquilli, non sono venuto come nemico ma come persona del futuro che sta cercando qualcuno che si è disperso nel passato che è in grado di aiutarmi”- spiegò.
Da questo punto della conversazione, Yamato e Aiko cominciarono a fare più attenzione a ciò che diceva Primo perché, la prima cosa che fecero, fu di ipotizzare che fossero loro i dispersi nel passato e che a causa di questo avessero perso la memoria. Poteva essere la verità, ma non lo sapevano con sicurezza, quindi non dissero niente e continuarono ad ascoltare.
-“Spiegati meglio... anzi, prima entriamo in casa poi ci racconti”- disse Yusei.
E così tutti fecero, entrarono in casa e Primo cominciò a raccontare.
-“ Allora, io vengo da un futuro dove, purtroppo, uno dei miei simili dice che io, Jackob e Lester abbiamo fallito nella nostra missione e che, invece che restare senza far niente, dobbiamo ritentare di cancellare per sempre l’enerdy, ma io e gli altri ci siamo opposti perché, oramai, sappiamo che voi, predestinati, avreste sicuramente creato un futuro migliore. Il nostro simile, Lark, non è d’accordo e...ha deciso che sarebbe stato lui a compiere la missione, da solo. E purtroppo, è tornato indietro nel tempo così l’ho seguito. In questo momento è qui, in questa dimensione, ma purtroppo, rispetto a questo tempo, ha già distrutto una dimensione futura ed è lì che mi hanno detto di trovare delle persone che, secondo un certo Kuriboh, si sono disperse nel passato e che senza una di loro non possiamo sconfiggere Lark.”- 
Yamato e Aiko sgranarono gli occhi alla parola Kuriboh, loro avevano già sentito quel nome, ma, ovviamente, non sapevano dove.
-“Che cos’ha una di queste persone disperse che potrebbe aiutarvi?”- chiese sempre Yusei.
-“Se devo dire la verità, non mi hanno detto nulla, mi hanno solo riferito che sarebbero stati loro a rivelarsi”- rispose Primo.
-“Chissà chi sono...”- si chiese Jack.
Primo scosse la testa finendo col dire che li avrebbe aspettati e che, intanto, sarebbe stato con loro, nel caso Lark si sarebbe fatto vedere.
Intanto, i due ragazzi non sembravano impassibili al racconto, anzi, Yamato aveva reagito al nome Lark. Lui aveva già sentito quel nome, non si ricordava dove, ma quello che era sicuro, era il fatto che fosse strettamente legato a quella scena infelice che continuava a girargli per la mente. Forse era lui che aveva ucciso quell’uomo che vedeva in sogno. Non lo sapeva, ma l’avrebbe scoperto presto.
Yusei notò lo sguardo di Yamato e gli chiese se loro conoscevano questo Lark.
I due ragazzi scossero la testa, ma il ragazzo ammise che quel nome l’aveva già sentito.
Primo gli si avvicinò chiedendogli dove l’avesse sentito, ma Yamato scosse, di nuovo, la testa riferendogli che aveva persola memoria e che perciò non poteva rispondergli.
Il sospetto di Primo su quei due ragazzi si fece più forte, magari erano loro i dispersi nel passato, ma non aveva prove sufficienti per dimostrarlo perciò lasciò stare.  
-“Ma questo Lark ha già fatto altri danni oltre ad aver distrutto quella dimensione in cui ti hanno detto di cercare i dispersi?”- chiese Yusei.
-“Beh... è stato in un’altra dimensione ma... ha fatto solo una cosa... che ha lasciato un segno molto evidente”-
-“E quale sarebbe?”-
-“Beh... non so se vale la pena dirlo”-
-“Noi vogliamo che tu ce lo dica!”-
-“Ok... in un futuro non troppo avanti da quello in cui mi hanno affidato questa ricerca, ehm... ha ucciso una persona”-
-“Chi?!”- chiesero ancora i predestinati.
-“Tu....Yusei...”-

Salve! Dovrei dire che sono in ritardo.... scusate! E' che ho dovuto fare cambiamenti drastici alla trama iniziale!
Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anhe perchè a me non convince tanto... e mi sembra anche corto...
Tralasciando questo discorso, vi prego di dirmi gli errori che trovate e ringrazio molto chi ha recensito:
Jack and Carly love
Gattino Bianco
Silphyde19
Grazie tanto del sostegno! Si accettano critiche.

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Capitolo 4
*** Baci mancati/teneri ***


Dopo la rivelazione di Primo, era inutile dire che tutti rimasero sorpresi, stupiti, meravigliati e altri aggettivi relativi a questi.
Uno in particolare che era il diretto interessato, Yusei.
-“E così... morirò per causa sua... che sia in questa dimensione per uccidere anche il me di questo tempo?”- chiese Yusei ancora scioccato per la cosa di prima.
-“Probabile... ma veramente non so se si trovi in questo tempo...”- rispose.
L’unica persona, che aveva avuto una reazione strana rispetto alle altre, era Yamato. Appena Primo aveva detto che Lark aveva ucciso Yusei, si era sentito molto strano come se lo sapesse già, ma i suoi pensieri furono interrotti da un rumore proveniente dal retro della casa.
Tutti, ancora un po’ sconvolti, si recarono nel posto e, qui, incontrarono una persona non molto desiderata.
-“Lark! Che cosa ci fai qui?!”- gli urlò Primo.
-“Oh... ma guarda, il mio carissimo amico Primo, dovrei farti la stessa domanda”-
-“Prima rispondi alla mia”-  
-“Oh... così... tanto per conoscere i predestinati...”- disse ghignando.
-“Ma se tu hai tentato di ucciderli in un altro tempo?!”- ribatté Primo.
-“Ed è proprio quello che voglio fare adesso!”- disse attivando una carta magia da cui uscì un fulmine che s
tava per colpire i ragazzi.
Primo si mise davanti a loro assorbendo il colpo con la spada che aveva estratto.
-“Non intrometterti se non vuoi che uccida anche te!”-
-“Tu hai già ucciso uno di loro! Non permetterò che tu modifichi ancora il futuro!”-
-“Lo so ed è stato fantastico vedere la faccia di un bambino che ha assistito a tutto”- disse ridendo malignamente.
Yamato sgranò gli occhi  e, come per miracolo, si ricordò tutto. Poi, come se le avesse trasmesso il suo recupero di memoria, anche Aiko si ricordò tutto ciò che aveva dimenticato.
Il ragazzo si ricordò cos’erano tutti quei ricordi dolorosi.
Lui era il bambino che aveva assistito alla morte di Yusei.
Lui sapeva perché Lark aveva lo aveva ucciso, sapeva perché aveva ucciso suo padre.
Solo ora si spiegava perché Yusei gli faceva effetto, perché era suo padre mentre Aki sua madre...
E si ricordava, anche, perché aveva il deck di Yusei, era quel poco che gli rimaneva di lui.
Ad un certo punto, Lark pose lo sguardo su di lui.
-“Ehy moccioso, mi ricordi qualcuno...”- gli chiese sospettoso.
-“Sono spiacente ma non ci siamo mai incontrati!”- rispose minaccioso.
-“Eppure... mi sembra di averti già visto... comunque non sperare di rovinarmi i piani Primo! Tornerò nel tempo in cui ho già creato rovina!”-
-“Per fare cosa?”-
-“Semplice, eliminare un volta per tutte i predestinati e cancellare l’Enerdy!”- esclamò prima di sparire nel nulla.
Primo, dopo averlo visto scomparire, si rivolse a Yamato.
-“Non sono del tutto sicuro che tu non lo abbia mai visto”- gli disse.
-“Infatti è così... io l’avevo già visto...”- disse abbassando lo sguardo.
-“Dimmi una cosa... non è che sei tu il bambino che ha assistito alla morte di Yusei?”- gli chiese.
Yamato non rispose, faceva troppo male ricordare così Aiko rispose per lui.
-“Si... è lui il bambino”- rispose lei.
-“Ma allora siete voi i dispersi...”-
Tutti guardarono i due ragazzi che annuirono. Yamato affermò il fatto che erano loro ad essersi persi in quel tempo e che non sapevano perché fossero finiti in quel tempo. Spiegò anche che, a causa del viaggio temporale, avevano perso la memoria.
-“Cosa stavate facendo prima di ritrovarvi qui?”- chiese ancora Primo.
-“Niente di male, stavamo tornando ognuno a casa propria facendo la strada insieme”- disse Aiko.
-“Capisco... comunque dobbiamo fermare Lark prima che distrugga il vostro tempo! Peccato che la mia spada dopo aver subito il colpo non può più aprire portali temporali”-
Yamato si fece pensieroso non accorgendosi che Yusei lo stava fissando per poi chiedergli la questione del deck uguale.
Il 14enne alzò lo sguardo verso di lui, gli rispose che non poteva dirglielo per un motivo, se gli avrebbe detto che era suo figlio, poteva scomparire e, solo dopo aver pensato questo, si ricordò che era grazie a Drago Polvere di Stelle se, lui e Aiko, erano tornati indietro nel passato. Prese il deck di suo padre ed estrasse Polvere di Stelle, nessuno notò che stava guardando la carta se non una persona che conosceva fin da piccolo, Aiko, che lo trascinò lontano dagli altri, in un altro lato della casa dove si sedettero sul prato d’erba.
-“Yamato, è la carta di tuo padre che ci ha fatto tornare indietro nel tempo, come hai fatto?”- gli chiese la ragazza.
-“Ti giuro Aiko che non ne ho idea...”- ammise il ragazzo.
-“Ma allora come abbiamo fatto? Dobbiamo tornare assolutamente nel nostro tempo anche se a te non dispiacerebbe rimanere qua...”-
Il ragazzo si sorprese.
-“Ti conosco troppo bene, qui Yusei è ancora vivo e staresti qui con lui molto volentieri ma lo sai che non è possibile”-
-“Eh si... mi conosci proprio bene”- le disse sorridendo e avvicinandosi inconsapevolmente al viso della ragazza.
-“Beh anche tu mi conosci bene, no?”- disse arrossendo alla troppa vicinanza tra loro.
Rimasero immobili a fissarsi negli occhi per qualche attimo che parve, per loro, interminabile senza che nessuno rovinasse quel momento imbarazzante, quando il corpo del ragazzo fece avvicinare il suo viso sempre di più a quello della ragazza che stava socchiudendo gli occhi. Mancava poco al contatto quando sentirono Primo che li chiamava, i due si staccarono subito rossi in viso mentre Primo li raggiunse sorridendo malizioso.
-“Bastava dirlo che i piccioncini volevano stare da soli...”- disse guardandoli malizioso.
-“No no! Hai frainteso!! Non volevamo stare da soli!!”- dissero contemporaneamente i due ragazzi più rossi che mai e molto imbarazzati.
-“Se lo dite voi...”- disse l’uomo guardandoli comunque in modo perverso.
-“Comunque ero venuto a cercarvi per chiedervi come avete fatto a venire qui”- 
Yamato, dopo essersi ripreso dallo shock, rispose che non lo sapevano.
Ma come abbiamo fatto?  Pensò.
Tutti e due ci pensarono per tutto il giorno finché non arrivò la notte.
Yamato e Aiko si trovavano, come al solito, nella camera che aveva dato loro Yusei e, tutte e due, erano seduti sul letto della ragazza a pensare a come avevano fatto, ma, nessuno dei due, riusciva a concentrarsi, stavano pensando a ciò che Primo aveva interrotto qualche ora fa.
Se non fosse arrivato Primo!  Pensavano entrambi.
Tutti e due volevano riprendere quella cosa, ma, ovviamente, nessuno ne aveva il coraggio e, anche se non lo sapevano, stavano pensando alle stesse cose.
Possibile che mi sia innamorato/a di lei/lui?!  Pensavano.
Non ci avevano mai fatto caso a queste cose, normalmente erano riluttanti alla questione “amore”, però dopo quegli avvenimenti si erano avvicinati di più l’uno con l’altra. Si guardavano in modo diverso come attratti.
Yamato e Aiko pensavano che non poteva essere possibile dato che erano uno il contrario dell’altra, lui, ragazzo solitario e, talvolta, freddo e distaccato da quando aveva perso il papà mentre lei, ragazza solare, ma molto timida, il cui sorriso faceva nascere nel suo amico uno strano effetto. Succedeva sempre, quando lei sorrideva era inevitabile che non sentisse qualcosa di strano dentro di lui e non ne capiva mai il motivo, ma ora. Ora aveva capito di essersi innamorato.
Tsk... non può amare uno/a come me... merita di meglio  pensavano ancora.
Questo pensiero li rese tristi, ma aveva comunque i suoi effetti positivi, infatti, diede la forza a Yamato di riprendere la questione interrotta. Prese il mento della ragazza con una mano e girò delicatamente il suo viso verso il suo. Avvicinò il suo volto verso quello della ragazza che stava, lentamente, chiudendo gli occhi. Era un momento perfetto, ma c’erano sempre gli imprevisti.
Appena il ragazzo sentì la porta aprirsi si allontanò subito e, in quel poco tempo che la persona ci metteva ad aprire la porta, i ragazzi si ricomposero subito.
-“Ragaz... ho interrotto qualcosa?”- chiese l’uomo che non era altri che Yusei che aveva notato gli sguardi imbarazzati dei due.
-“No no! Assolutamente no!”- dissero entrambi diventando ancora più rossi.
-“A me sembra invece di aver interrotto qualcosa, ma vedo che non ne volete parlare”- disse Yusei sorridendo.
Si avvicinò a loro ritornando serio e disse che era venuto da loro perché la sua carta si era illuminata e dopo avergli detto questo gliela mostrò
-“Come si è illumi...”-
Non ebbe il tempo per terminare la frase che anche la carta di Polvere di Stelle che possedeva lui si era illuminata. La cosa più strana non era solo questo, ma anche il fatto che una cosa nel petto di Yamato si era illuminato.
Il ciondolo.... mormorò sapendo che Yusei e Aiko avrebbero sentito.
-“Quale ciondolo?”- chiese Yusei.
Il ragazzo tirò fuori, da sotto la maglietta, un ciondolo argento che aveva la forma di un drago e che stava emanando luce come le due carte di Polvere di Stelle, ma c’era una piccola differenza, il ciondolo emanava anche uno strano calore piacevole da sentire.
-“Chi te l’ha dato?”- chiese l’uomo.
Yamato non sapeva se rispondere o meno e vide l’uomo capire il motivo guardandolo semplicemente negli occhi.
-“Dimmi almeno una cosa, io e te ci conosciamo nel futuro?”-
-“Si... e se devo dire la verità io ti devo la vita...”-
Un Cosa? e un Eh? Uscirono dalle bocche di Yusei e Aiko.
-“Vuoi dire che Lark ti stava per uccidere quando io mi sono messo in mezzo?”-
Lui annuì.
-“Questo particolare non lo sapevo... nessuno me l’ha detto”- disse la ragazza.
-“Nessuno te l’ha detto perché nessuno lo sa... solo io ho visto la scena... infatti ho ancora i sensi di colpa... è colpa mia se sei morto... è colpa mia...”- disse abbassando lo sguardo.
Yusei gli mise una mano sulla spalla.
-“Ehy... non sentirti in colpa, ci sarà un motivo per cui mi sono messo in mezzo no?”- disse con l’intento di consolarlo.
-“Si perché sei...”- per fortuna si accorse immediatamente di quello che stava dicendo e si fermò subito.
-“Sono cosa? Yamato, chi sono io per te?”-
Il ragazzo rimase un attimo in silenzio.
-“Yusei, mi piacerebbe tanto dirtelo, ma veramente... non posso altrimenti rischio di scomparire...”-
L’uomo chiese perché e Aiko gli rispose che si sarebbe creato una anomalia temporale per cui lui sarebbe scomparso.
-“Ritornando al discorso di prima, hai un idea per cui questi tre oggetti si sono illuminati”-
Yamato li guardò: due carte di Polvere di Stelle e il ciondolo che gli aveva regalato suo padre, se ci pensava bene qualche collegamento c’era e cioè che erano tutte cose che Yusei possedeva e che poi aveva dato a lui...
Che collegamento c’è tra queste cose?  
Perché siamo tornati indietro nel passato?!
Poi, dopo questa domanda, gli venne un’illuminazione, c’era stato un particolare prima che finissero in quel tempo, lui stava guardando la carta predestinata di Yusei e aveva detto che voleva tornare indietro per evitare che suo padre morisse quel giorno, ma, stranamente, non erano nel periodo giusto.
Il ragazzo scosse la testa dicendo che proprio non ne aveva idea, ma che, sicuramente, lo avrebbero scoperto presto.
Yusei si congedò e uscì dalla stanza, dopo quello che era successo non aveva per niente sonno, così andò in giardino. Alzò lo sguardo e vide lei. Aki, la sua rosa rossa. Almeno lui la considerava sua e non aveva mai capito questo senso di possessività nei suoi confronti.
La vide seduta sul prato con la schiena appoggiata al tronco di un albero a guardare le stelle e rimase affascinato dal suo splendore. Era così carina e i suoi occhi ancora di più dato che riflettevano il cielo stellato che stava osservando...
Ma cosa sto pensando? Non mi sarò  innamorato? Pensò fra sé e sé.
Si avvicinò a lei sempre con lo sguardo rapito e le si sedette vicino.
-“Cosa ci fa qui una ragazza sola e carina a quest’ora della notte?”- chiese lui con un po’ di sarcasmo.
-“Ti dovrei dire chiedere la stessa cosa”- gli rispose.
-“Io perché, dopo tutto quello che è successo oggi, non ho sonno, tu?”- rispose guardando anche lui il cielo.
-“Io...”-
L’uomo la guardò curioso e confuso allo stesso tempo.
Ma che cos’ha?   Si chiese.
-“C’è qualcosa che non va?”- chiese lui.
-“No niente... ho solo pensato che Yamato ti somigliava un po’...”-
-“Si in effetti quel ragazzo mi somiglia sia caratterialmente che fisicamente...”-
La donna gli chiese come faceva a sapere che si somigliavano anche per via del carattere e lui rispose che anche se lo conosceva poco...
-“Sono riuscito a capire che quel ragazzo mi somiglia... non so come ma mi è bastato guardarlo e osservare i suoi modi di fare per capire”- rispose sorridendo.
Anche lei sorrise, era un talento di Yusei comprendere le persone guardandole solo negli occhi ed era grazie a questo che era l’unico che l’aveva  capita quando lei era la Rosa Nera. La famosa Strega della Rosa Nera. Quella maledizione si era spenta solo dopo che Yusei vinse quel duello fra loro due durante la Fortune Cup. Il ragazzo la guardò un attimo.
-“A cosa stai pensando?”-
Lei scosse la testa:-“A niente...”-
-“Io non ne sarei tanto sicuro... hai uno sguardo che dice tutto il contrario”-
Aki, dopo quell’affermazione, si girò verso di lui.
-“Stavo pensando... al passato... di quando tu sei stato l’unico a capirmi...”-  disse con un filo di voce, ma Yusei la sentì benissimo ed ebbe un sussulto al cuore.
Non ci credo... Io la amo...  Pensò.
E’ vero, l’amava, ma non aveva mica il coraggio di dirglielo, non gli era mai capitata una cosa del genere, insomma, non sapevo cosa fare e come comportarsi.
-“Aki...”- la chiamò.
Stavolta fu lei a guardarlo confusa.
-“Ehm... Io...”- proprio non ci riusciva, dalla bocca non gli usciva neanche una parola.
Non ce la farò mai con le parole...
E, come aveva pensato, invece delle parole gliel’avrebbe detto con un altro metodo. La guardò ancora negli occhi per poi avvicinare il suo viso al suo e cancellare quella distanza che separava i loro volti. La stava baciando. A quel contatto, la donna, prima sgranò gli occhi, poi li chiuse lentamente e ricambiò ciò che aveva sempre sognato. Continuarono a baciarsi finché la mancanza d’aria non li fece staccare l’uno dall’altra. Finalmente l’uomo ebbe il coraggio di dire quella cosa a cui prima esitava.
-“Ti amo...”- disse a bassa voce, ma lei, per la troppa vicinanza, l’aveva sentito comunque.
D’impulso lo abbracciò con le lacrime agli occhi.
-“Anch’io ti amo...”-
Rimasero abbracciati per un tempo interminabile finché non si addormentarono uno accanto all’altra sotto il cielo stellato, cullati dalla dolce brezza della notte.

Salve! Spero che questo capitolo sia piaciuto! Spero... dato che a me non convince...
Come sempre chiedo a voi di farmi notare qualche errore di qualsiasi tipo! Si accettano critiche...
Comunque ringrazio tanto chi ha recensito:
Silphyde19
Gattino Bianco
Jack and Carly Love
Jessica Fudo
Grazie per il sostegno!

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Capitolo 5
*** Cosa può provocare un semplice indovinello.... ***


Era molto presto e il sole stava sorgendo, un uomo, seduto alla base di un albero e abbracciato alla persona a cui teneva di più, stava aprendo i suoi occhi blu mare e si ritrovò, davanti, una scena dolcissima: Aki stava dormendo serenamente tra le sue braccia. Sorrise.
La mia piccola rosa rossa... Pensava mentre le accarezzava dolcemente i capelli.
La donna aprì lentamente gli occhi e lo guardò sorridendo, lui se ne accorse.
-“Ti ho svegliata?”- le chiese dolcemente.
-“No tranquillo”- rispose lei.
Poi girò lo sguardo verso il sorgere del sole e rimase molto affascinata.
-“E’ fantastico guardare il sorgere del sole... soprattutto se lo vedo accanto a te...”- disse appoggiando la sua testa sul petto di lui che la strinse di più a lui.

****

Sul tetto della casa di Yusei, fuori dalla vista del proprietario, c’era seduto un ragazzo che guardava anche lui il sorgere del sole, non si era accorto di non essere l’unico a guardare la stella più luminosa del giorno.  Era una cosa che faceva ogni mattina, non si era mai perso questo spettacolo causato dalla rotazione della terra, ma, quella mattina, sarebbe stata diversa perché non sapeva che nel tetto stava salendo anche un’altra persona. Una ragazza lo abbracciò da dietro.
-“Buon giorno Yamato! Come al solito ti svegli presto!”- gli disse sorridendo dandogli un bacio sulla guancia a cui lui arrossì un po’.
-“Giorno anche a te, Aiko”- rispose sorridendo di rimando.
Poi le chiese come mai era sveglia quell’ora, normalmente era lui che si svegliava a quell’ora e lei arrossì un po’.
-“Ecco... volevo vedere questo spettacolo... con te...”- disse timidamente arrossendo ancora di più e mentre si sedeva accanto a lui.
Ascoltando le parole “con te” pure lui arrossì.
-“D-davvero?”- balbettò imbarazzato cercando di nascondere il rossore.
Aiko non riusciva a dire una sola parola, in questi momenti odiava la sua timidezza e non aveva fiducia in se stessa, pensava che uno come Yamato non potesse amare una come lei, meritava di meglio, non per niente era il ragazzo più ambito della scuola, ma a lui non interessava nessuno, almeno così diceva.
Non potrò mai piacergli...  pensava.
Abbassò lo sguardo e una lacrima le rigò il volto. Yamato se ne accorse subito, girò il suo corpo verso di lei e le mise la mano sul volto e asciugare la sua lacrima con il pollice.
Aiko... mormorò.
A sentirsi chiamare e il contatto con la mano di lui, posò lo sguardo su di lui perdendosi nei suoi occhi blu mare e sperava una cosa: che nessuno rovinasse quel momento. Lentamente si avvicinavano l’uno all’altro, ma sembra che tutti siano contro di loro, infatti sentirono Primo che li stava chiamando e si separarono subito.
Yamato si portò una mano sulla fronte per poi passarla fra i capelli mentre lei si trattenne nel ridere divertita dalla reazione dell’amico, era la terza volta che qualcuno li interrompeva.
Non me ne va bene una!  Pensava innervosito il ragazzo che dopo qualche attimo scese giù dal tetto guardando male Primo.
-“Che cos’hai?”- gli chiese l’uomo.
-“Oh niente! Lascialo stare! Si è svegliato male!”- disse la ragazza, appena scesa dal tetto.
 Primo scrollò le spalle e poi chiese loro se avevano capito come avevano fatto a finire lì. Ovviamente i due ragazzi non l’avevano ancora capito così scossero la testa facendo, di conseguenza, sospirare Primo che non sapeva più cosa fare.  
-“E ore come facciamo? Probabilmente Lark sarà già a distruggere il vostro tempo...”- 
-“E se non fosse lì? E se invece fosse in un tempo diverso da quello da cui proveniamo?”-  ipotizzò Aiko.
-“Può darsi che ci abbia preso in giro, ma ci sono infiniti tempi! E’ quasi impossibile sapere con certezza dov’è...”-
-“Lo so io... Si nel periodo poco prima della morte di mio... ehm.. cioè volevo dire di Yusei”- disse Yamato che ricevette un’occhiata sospettosa da Primo.
-“Di mio cosa? Stavi per dire un’altra poi ti sei corretto dicendo di Yusei”-
Yamato rimase in silenzio.
-“D’accordo... ma come fai ad essere sicuro che si trovi proprio lì?”- 
-“Se devo dire la verità non lo so... Me lo sento e basta”-
-“Allora dobbiamo arrivare lì qualche giorno prima che accada”-
La ragazza chiese come, ma sapeva che avrebbe sicuramente ricevuto come risposta un non lo so... 
Peccato che le cose non andarono così, Yamato non disse che non lo sapeva, ma che poteva provarci. I due lo guardarono incuriositi e Yamato accennò a Aiko la questione della carta.
-“Sei sicuro che sia stata la carta?”- chiese lei.
Intanto anche i predestinati arrivarono, Yamato prese Drago Polvere di Stelle e, improvvisamente, la carta si illuminò di nuovo.
Quando passato e futuro si incontreranno... allora si aprirà un portale temporale... disse una voce.
-“Ma chi è stato a parlare?”- chiese Yusei.
Yamato e Aiko si guardarono.
-“Yamato... è la stessa voce che sentimmo poco prima di finire qui”- disse la ragazza.
-“Hai ragione, è la stessa...”- rispose lui cominciando a pensare alla frase che aveva detto.
-“E’ un indovinello...”- disse ancora il ragazzo.
Tutti ci pensarono, ma nessuno capiva il significato e cosa dovevano fare.
Il ragazzo dai capelli rossi si trovava sdraiato sul tetto a pensare su quella frase.
Quando passato e futuro si incontreranno.... questa è la prima parte che devo capire...
Intanto lo raggiunse Aiko:-“Stai pensando a quella frase?”-
Lui annuì semplicemente.
-“Sai una cosa? Io ho pensato che forse non intende che due tempi diversi si debbano scontrare toccare... secondo me qualcosa che viene dal futuro deve incontrare qualcosa del passato... magari persone... non saprei...”-
Yamato la stava ascoltando attentamente e il suo ragionamento non faceva una piega e non aveva tutti i torti. Se due persone provenienti da passato e futuro si sarebbero incontrate si sarebbe aperto un portale, ma lui e Aiko non erano nati in quel tempo e Primo era scomparso tempo prima e quindi sarebbe stata una considerazione stupida quella dell’incontrarsi...
Al ragazzo venne un mal di testa terribile a causa della confusione che  aveva pervaso nella sua mente, se non c’erano persone che provenivano dal futuro che erano presenti in quel tempo, allora perché la voce ha detto quella frase? Non se ne era accorto, ma Aiko lo stava fissando divertita.
-“Quanto sei buffo... hihihihi”- gli disse ridendo e lasciandolo confuso.
-“Mentre pensavi avevi una faccia... hihihih”- disse continuando a ridere.
Da confuso, il ragazzo passò a divertito e attratto, come al solito si era lasciato affascinare dal sorriso di Aiko, non poteva negarlo a se stesso, si era innamorato della sua amica. Aveva tentato più volte di dirglielo, ma, per scherzo del destino, c’era sempre qualcosa che li interrompeva!
Ma io sono sfigato!  Pensava ricordando alle tre volte in cui erano stati interrotti.
Poi tornò a pensare a quella specie di indovinello, se la voce aveva dato loro questo mini enigma c’era sicuramente una risposta, ma era difficile capire quale.

****

In un tempo futuro, stava accadendo il finimondo, edifici, palazzi, grattacieli che stavano rovinosamente crollando e cadendo sulla povera gente che tentava disperatamente di arrivare ai rifugi che si erano creati subito dopo l’inizio di quella rovina.
-“Kuriboh... sei sicuro che si siano dispersi nel passato?”- chiese una donna dai capelli lunghi color verde acqua.
-“Assolutamente!”- disse uno spirito che sembrava un batuffolo marrone con zampette verdi, piccoli artigli gialli e occhi viola. 
Lo spiritello spiegò loro che aveva visto chiaramente che uno dei due aveva espresso il desiderio di voler tornare indietro per impedire la morte di una certa persona.
-“Senza di lui che ha quella carta non riusciremo mai a contrastare gli Immortali Terrestri che stanno devastando la città”- disse un altro spirito simile a un leone.
Mentre queste persone e spiriti parlavano in uno dei quattro rifugi, sei giganteschi mostri neri con delle strane linee sul corpo, stavano disseminando terrore e distruzione per la città. Al di là del ponte che collegava quella città con un’altra c’era un’isoletta che piano piano stava scomparendo nelle profondità dell’oceano su cui era posata. 

****

Passato e futuro si incontreranno...  questa frase continuava a risuonare nella mente di Yamato che non riusciva a pensare ad altro e, stavolta, si trovava sul ramo dell’albero dove prima ci erano stati Yusei e Aki, gli piaceva stare nella natura. Aiko era, invece, sulla base dell’albero, a volte, volgeva lo sguardo verso il suo amico e, dopo averci pensato un po’, si arrampicò, anche lei, sull’albero su un ramo, vicino e un pochino più sopra rispetto a quello su cui c’era il ragazzo.
-“Pensare troppo ti fa male!”- disse avvicinandosi a lui e sorridendogli.
-“E quando mai pensare fa male?”- disse volgendo lo sguardo verso di lei.
-“Perché ti viene mal di testa e non dirmi che non è vero! Ricorda quella volta in cui hai guardato un’equazione e avevi solo 8 anni!”-  
Lui sorrise, che bei tempi che erano quelli! Adorava la matematica, ma ora invece predilige l’informatica e s’intende di meccanica.
-“Perché invece non ti rilassi un pochino? Devi staccare la spina qualche volta”- disse ancora lei non mostrando che era solo preoccupata per l’amico, ma quest’ultimo capì perfettamente.
-“Non ti devi preoccupare... non ho niente sono in perfetta forma...”- disse lui per tranquillizzarla.
Lei annuì, ma era sempre preoccupata per lui, da quando Yusei era morto non lo aveva più visto spensierato, era sempre lì a riflettere su qualsiasi cosa gli capitasse nella mente. Il ragazzo continuava a guardare i suoi occhi verde smeraldo e anche se non ne capiva mai il motivo si concentrava meglio se li osservava incantato.
Passato e Futuro... pensava guardandola. Poi gli venne un’illuminazione, se non erano persone che dovevano incontrarsi allora potevano essere oggetti! Quindi... Le carte di Drago Polvere di Stelle! Erano la stessa carta, però una era di quel tempo mentre l’altra, che aveva lui, era del futuro. Eh si, gli bastava guardare Aiko per concentrarsi meglio.
-“Ho capito!”- esclamò sempre guardandola.
-“Davvero?”- chiese lei.
-“Si! Ed tutto grazie a te”- disse baciandole la fronte e saltando giù dall’albero per andare da Yusei.
Grazie a me? Mormorò che non capiva cosa centrasse lei.
Nella mente di Yamato, però, c’era ancora una piccola domanda, Perché non ha funzionato quando le carte erano già vicine tra di loro? .
Corse da Yusei, ma  volse immediatamente lo sguardo da un’altra parte e si allontanò non facendosi vedere.
Ma mio padre era un pervertito?! Pensò la sua mente dopo aver visto qualcosa vietato ai minori di 18 anni, fortunatamente non era “quella cosa”, ma solo un roba che gli faceva disgusto.
Conoscendo quel poco di papà, penso che ci metterà un po’ a finire quello che sta facendo con mamma... pensò ancora disgustato da ciò che aveva visto, poi vide che Aiko stava venendo da lui.
-“Ehy, hai la faccia di chi ha visto un mostro”-
-“Non ho visto un mostro, ho solo visto i miei genitori fare cose sconce!”-
-“Eh? Spiacente ma nella classifica dei pervertiti, al primo posto c’è mio padre! ^-^”- disse lei.
-“Che cosa? Con quello che ho appena visto tuo padre ha un concorrente, il mio!”-
-“Ma lo sai che il mio fa cose molto più sconce di quelle che Yusei potrebbe fare”-  disse avvicinandosi inconsciamente  verso di lui con aria di sfida.
A quel avvicinamento, come se fosse stato l’istinto, il ragazzo la spinse a terra mettendosi sopra di lei.
-“Io faccio di peggio...”- disse avvicinandosi di più al suo viso.
-“Non ho mai pensato che potessi essere un maniaco...”- disse la ragazza non potendo fare nulla dato che era sotto di lui.
-“Beh, lo sono e basta”-
Restarono in quella situazione imbarazzante, consci che qualcuno poteva vederli in quella posizione, ma il ragazzo non badava tanto a questo particolare, era intenzionato a fare qualcos’altro che lui stesso aveva definito vietato ai minori di 18 anni. Ovviamente non fece niente che la sua mente pervertita voleva fare, però doveva riprendere una cosa interrotta e se qualcuno li interrompeva faceva finta di non averlo sentito o visto, per ben tre volte ci aveva provato, ma ora doveva riuscirci assolutamente.  Cancellò quella poca distanza che separava i loro volti premendo le sue labbra su quelle della ragazza che aveva chiuso gli occhi. Finalmente, il momento tanto atteso, era arrivato ed era grande la felicità che provavano tutti e due in quell’istante che per loro era un’eternità. Si staccarono lentamente per poi fissarsi negli occhi fino a quando lui non si alzò e le tese la mano per aiutarla. Lei accettò sorridendo e, con il suo aiuto, si alzò. Scioccati per ciò che era successo qualche attimo fa, lei d’impulso lo abbracciò e lui ricambiò.
-“Ti amo...”- disse contemporaneamente.
Yamato disse di andare da Primo per dirgli la risposta di quella specie di enigma e lei annuì sorridendo.
-“Ehy Primo, ho capito quell’indovinello”-
-“Davvero? A proposito state insieme?”- disse guardandoli in modo malizioso dopo aver notato che si tenevano per mano.
I due ragazzi non si erano accorti che si erano presi per mano e si allontanarono uno dall’altro rossi in viso.
-“No No!!! Hai capito male!!!”- dissero molto imbarazzati.
-“Sarà... ma non è normale per due amici tenersi per mano...”- disse con l’intenzione di stuzzicarli.
-“Ehm... tornando all’indovinello...”- cambiò discorso Yamato cercando di riprendere il colorito normale.
-“Qual è la risposta?”-
-“Il passato è la carta che ha Yusei, il futuro è la carta che ho io”-
-“Di che carta si tratta?”-
-“Di Drago Polvere di Stelle”-
-“Che cosa?! Ma allora... è questo quello di cui hanno bisogno i predestinati del vostro tempo, significa che tu sei il figlio di Yusei, vero?!”- chiese Primo molto sorpreso.
Yamato disse un semplice si.
Nessuno dei tre si era accorto che una persona aveva ascoltato tutto e si era sorpreso quando Yamato aveva detto di si. Fece scivolare la schiena sul muro della casa fino a ritrovarsi seduto sul prato ancora scioccato per la scoperta.
-“Non può essere... lui è mio figlio....”-

Salve! Questo capitolo è corto e lo so, ma tra poco vado in vacanza e volevo aggiornare specialmente per tirare su il morale a una persona che mi segue.
In questo capitolo non ci sono, ma nei prossimi a volte commenterò cosa fanno i nostri personaggi.
Questo cap l'ho scritto con una certa fretta quindi non sorprendetevi se ci sono errori! ^-^"
Comunque ringrazio:
Jessica Fudo
Gattino Bianco

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Capitolo 6
*** Nel futuro ***


La persona che aveva sentito, non era altri che Yusei, ecco perché si somigliavano così tanto, erano padre e figlio, non se lo sarebbe mai aspettato che, Yamato, potesse essere suo primogenito nel futuro e sapendo, poi, che era morto davanti a lui solo per salvarlo, non lo stupiva così tanto; lo avrebbe fatto per chiunque, ancor di più per lui. Sorrise. Era, sicuramente, il figlio che avrebbe avuto da Aki, non aveva ripreso qualcosa da lei fisicamente, ma possedeva il suo sorriso.
Non pensavo di arrivare a tanto... Pensò sorridendo di nuovo.

****

Yamato chiese come mai serviva la carta di suo padre nel loro tempo.
-“Perché, come vi avevo detto, nel vostro tempo regna la rovina a causa delle tenebre”-
-“E fammi indovinare... ci sono sei immortali terrestri che stanno attaccando la città, giusto?”-
-“Sapete tante cose.... e ditemi, quali sono i loro nomi?”-
-“Immortale terrestre Aslla piscu, Cusillu, Chacu chuallua, Ccarayhua, Uru...”- disse insieme i due ragazzi.
-“e l’ultimo... Immortale terrestre Ccpac apu... suppongo che sia il mostro che deve affrontare Drago Polvere di Stelle, giusto?”- finì Yamato.
-“Lo sapevo io che eravate intelligenti! Oltre a formare una bella coppia, ovviamente”- sorrise malizioso.
-“PIANTALA!”- gli urlarono tutti e due rossi in volto.
L’uomo robot scoppiò a ridere mentre si beccava un’occhiataccia dai ragazzi.
-“Forza, andiamo da Yusei”- disse il ragazzo riprendendo il colorito normale.
-“Non serve... sono qui”- disse sbucando da un lato della casa.
L’uomo si avvicinò ai tre.
-“Allora? Perché mi cercavate?”- disse nascondendo il fatto che sapeva chi era Yamato.
-“Mi mostri la tua carta di Polvere di Stelle?”-
Yusei annuì e prese dal suo deck la carta.
Improvvisamente, gli occhi, di Yamato, persero vita e diventarono vuoti mentre le due carte si erano avvicinate tra di loro, spostate da una forza sconosciuta. Tutti i presenti erano scioccati, tutti tranne Aiko, lei si era ricordata di una cosa accaduta tempo fa, quando lei e Yamato erano ancora dei bambini, avevano circa 5 anni e mezzo.
*FLASHBACK*
Yamato e Aiko stavano giocando in un boschetto vicino alla casa di lui, quando una statuetta di bronzo attirò la loro attenzione, rappresentava un drago fatto tutto di fiamme che sembrava avere molti anni. Il bambino si avvicinò, cautamente, per prenderlo mentre la sua amica era dietro di lui e non si era mossa, percepiva che c’era qualcosa che non andava in quella statuetta.
-“Yamato! Potrebbe essere pericoloso”- disse la bambina preoccupata.
-“Cosa ci può essere di pericoloso in una statua?”- disse prendendola in mano e rivolgendo la parte della testa del drago verso di lui.
La bambina non era comunque tranquilla e, poi, tutto successe in pochi secondi: ad un certo punto, gli occhi del drago di bronzo si illuminarono di rosso e il bambino, che era ad una distanza molto ravvicinata, aveva il riflesso del colore rosso nei suoi occhi; dopo qualche secondo, gli occhi di Yamato si spensero e sembrava essere ipnotizzato, come se il drago lo avesse in suo potere.
-“Yamato, stai bene?”- chiese Aiko notando lo sguardo spento dell’amico.
Lui, però, non la sentiva e, poi, cominciò a parlare in una lingua incomprensibile che la piccola Atlas non capiva e, qualche secondo dopo, il bambino venne circondato una un’aura di colore blu e continuava a dire frasi in quella strana lingua.
-“Non capisco, cosa gli sta succedendo?”- disse indietreggiando Aiko.
Passò qualche minuto e, Yamato, cadde a terra svenuto mentre l’aura che lo circondava scomparì e la statua, invece, sembrava che si fosse fusa con lui, la bambina si avvicinò subito scuotendolo un po’.
-“Yamato, ti prego rispondimi! Che cosa ti è successo?!”- chiedeva in continuazione la bambina che lo scuoteva per farlo rinvenire.
Il bambino aprì gli occhi molto lentamente vedendo lo sguardo molto preoccupato dell’amica.
-“Aiko, ma che cosa?”- chiese confuso toccandosi la testa e alzandosi.
-“Ma come? Non ricordi? Hai toccato la statuetta e poi...”- spiegò la bambina.
Dopo la spiegazione, il piccolo confermò che, in effetti, si sentiva, abbastanza, strano.
Alla fine, decisero di dimenticare ciò che era successo anche se era molto difficile, ma quando si rincontrarono di nuovo...
-“Aiko! C’è una cosa che devo dirti e che non ho detto a nessuno neanche ai miei!”- disse, leggermente agitato, Yamato.
-“Che cosa? Sembri molto agitato”- chiese Aiko senza riuscire a capire.
-“Riguarda la cosa dell’altro giorno penso....”-
La bambina si incuriosì:-“Ha avuto qualche effetto?”-
Lui annuì e fece la dimostrazione: si girò da un lato e osservò attentamente una foglia, dopo qualche nanosecondo, quest’ultima si sollevò senza che nessuno la toccasse, come se mossa da una forza sconosciuta e misteriosa.
-“E-ecco... questo cosa non la sapevo fare prima...”-
-“Allora quella statua ha avuto qualche effetto su di te... magari puoi fare anche qualcos’altro”-
-“E allora non voglio sapere cosa...”-
*FINE FLASHBACK*
Yamato era ancora in quello stato di trance e, quando le carte si avvicinarono abbastanza, cominciò a parlare una lingua strana che, tra i presenti, solo la ragazza aveva già sentito.
-“Ma che cosa sta dicendo?”- chiese Primo.
-“Non so...”- disse semplicemente Yusei.
Aiko non voleva rispondere, ma anche lei non sapeva che cosa stava dicendo l’amico.
Il ragazzo, dopo aver detto una frase incomprensibile, fu circondato da un’aura blu e le due carte di Drago Polvere di Stelle si illuminarono, anch’esse di blu, fino a far comparire un portale temporale.
Gli occhi di Yamato ripresero vita e il ragazzo si smosse dal suo stato di trance.
-“Che cosa è successo?”- disse con un gran mal di testa.
-“Se non lo sai tu...”- dissero Yusei e Primo ancora sorpresi.
-“E’ successa quella cosa e tu sai che intendo quando dico così”-
-“No... di nuovo...”- disse digrignando i denti.
Aiko gli spiegò cosa aveva fatto.
-“Un momento, perché hai detto di nuovo?”- chiese Primo.
-“Per una cosa accaduta quando ero un bambino... fine! Non ne voglio parlare”- abbassò lo sguardo.
-“Dobbiamo andare ragazzi”-
I due annuirono.
-“Ci rivediamo nel futuro allora...”-
Tutti spostarono lo sguardo verso Yusei, Yamato sorrise annuendo.
-“Certo che ci rivedremo nel futuro”-
Detto questo Primo, Yamato e Aiko entrarono nel portale.
Dentro quel tunnel, ognuno vedeva una cosa diversa, i suoi ricordi, Yamato, per esempio, vedeva quando era venuto al mondo, quando imparava a camminare ecc...
Dopo un po’, arrivarono a destinazione.
Caddero su un terreno erboso, i due ragazzi si guardarono intorno, era lo stesso posto in cui erano caduti la prima volta solo che poi il boschetto era stato trasformato in un parco un paio d’anni dopo.
-“Dovremo essere nel tempo in cui voi avete circa 6 anni, penso”- ipotizzò Primo.
-“Forse...”- rispose Aiko.
-“Invece è sicuro”- disse sorridendo Yamato.
L’uomo-robot e la ragazza lo guardarono sorpresi e lui indicò con la testa due bambini che somigliavano tanto a lui e Aiko.
-“Non saremo mica noi?”- chiese sorpresa alla vista.
-“Penso proprio di si”- rispose, con un sorriso sulle labbra, il ragazzo.
I bambini, per fortuna, non si erano accorti della loro presenza e continuavano a giocare con un pallone. Yamato fissò, attentamente, colui che doveva essere se stesso a quel tempo, ma in che tempo erano finiti? Al ragazzo venne un’idea strampalata, si avvicinò ai due che smisero di calciare il pallone e cominciarono a guardarlo curiosi, chiedendosi chi potesse essere.
-“Possiamo aiutarti?”- chiese la piccola Atlas.
-“Si grazie, quanti anni avete? E ditemi, per favore, che giorno che mese è e in che anno siamo”-
-“Beh abbiamo tutti e due sei anni e oggi è il 25 settembre 2065”- rispose, stavolta, il piccolo Fudo.
-“Possiamo sapere chi sei?”- chiese ancora il bambino.
-“Sono un alieno venuto dallo spazio”- disse sorridendo stupidamente, il Yamato più grande.
-“Nei limiti della scienza... io non ci credo manco morto”- disse il bambino con più o meno questa faccia --> “-.-
-“Sto scherzando ragazzino!”- disse soffocando una risata, era proprio lui.
Aiko del futuro li raggiunse.
-“Non poteva venirti un’idea più stupida di questa...”- disse sospirando.
-“Eddai! Un po’ di sarcasmo ci voleva anche se io non ho umorismo”- disse toccando la fronte del Yamato piccolo con l’indice.
-“Si può sapere chi siete?”- chiesero ancora i due bambini sempre più confusi.
Yamato s’inginocchiò per essere circa alla sua stessa altezza.
-“Scricciolo, siamo voi fra otto anni”-
-“E se non ci credi fammi una domanda che ti possa rendere sicuro”-
Il bambino ci pensò un attimo mentre la bambina rifletteva sul quanto potesse essere impressionante la stupidità maschile, come non aveva fatto ad accorgersi che lui e il ragazzo più grande erano completamente due gocce d’acqua? La sola cosa che li differenziava era solo il fisico e i lineamenti facciali più da ragazzo che Yamato del futuro aveva.
-“Dimmi la frase che mamma ci dice sempre prima di andare a dormire”-
-“Ok: Un bambino dorme tranquillo nella sua culla e la mamma lo guarda piangendo di gioia e cantando una dolce ninna nanna”-
Il bambino si sorprese tanto, era proprio la stessa frase.
-“Wow, te la ricordi”-
-“E ci credo... anche a questa età me la dice! Ti avverto me di questo tempo.... anche adesso continua a chiamarmi bambino...”- disse un po’ rassegnato al fatto che Aki lo considerasse ancora il suo Bambino.
-“Va bene vi credo... ma abbiamo gli stessi nomi... come facciamo?”-
-“Beh... noi li cambiamo”- rispose Aiko facendo l’occhiolino a Yamato.
-“Yamato il tuo nome sarà Hayato mentre il mio Ai!”- continuò.
-“Cheeeee?! Ma sei...”- si fermò, l’ultima volta che l’aveva insultata era finito male e, ovviamente, lei se ne era accorta.
-“Sono cosa?!”- disse guardandolo minacciosamente.
-“Ehm... sei.... un genio!”- disse ridendo nervosamente tentando di scampare alla furia della ragazza che, dopo qualche manciata di minuti e non secondi, si calmò.
L’idea non era male, per un po’ sarebbe stato meglio nascondere la propria identità quindi il ragazzo si autoconvinse di assumere per un po’ quella identità di Hayato. Primo li raggiunse e si presentò ai bambini.
-“Quindi voi due siete amici dei piccoli Yamato e Aiko e siete qui perché ci sono i vostri genitori per questioni di lavoro... ok, voi due siete fratelli e dato che non vi somigliate, uno di voi due è stato adottato!”-
I due ragazzi, per poco, non svenivano... dovevano fingere di essere fratelli per un certo periodo di tempo, cosa che non si sarebbero mai aspettati dalla vita.
-“Va bene...”- dissero insieme.
-“Guardate il lato positivo, starete nella natura incontaminata”- disse il piccolo Fudo.
-“E’ vero! Posso dormire sugli alberi!”-
-“Scemo... tu dormivi già sugli alberi e sai anche perché...”-
Il bambino s’incuriosì chiedendo perché.
-“Niente... lo scoprirai più avanti... non possiamo rivelarti il futuro, potremo scomparire”-
Ora dovevano fare questa messa in scena.

Papà! Non ti permetterò di morire di nuovo davanti a me! Tra 5 giorni, io ti salverò da colui che ti ha ucciso cambiando così la storia, anche a costo di dover scomparire dalla faccia della Terra!

Salve e.... aaah! >.< non odiatemi per il mio mostroso ritardo! Ve ne prego! E' solo che... ok, non ho scuse...
E questo cap?! Fa schifo ed è corto.... Perdonatemi!
Adesso che ricomincerà la scuola l'aggiornamento sarà ancora più lento!! Prego e ringrazio chi legge di essere così paziente con me...
Ringrazio:
Jack and Carly Love
Gattino Bianco
Jessica Fudo

Grazie per il sostegno!

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Capitolo 7
*** Altri ricordi riaffiorano... ***


Yamato Pov.
E’ arrivata la notte, il mio alter-ego e la piccola Aiko sono tornati a casa da un bel po’ di tempo,  come mia abitudine, mi trovo sempre seduto su un ramo di un albero, la mia amica si trova, invece, alla base della pianta e si è già addormentata usando la mia giacca come coperta, sono leggermente resistente al freddo. Primo, non so dove sia andato e, in quella notte, l’unico ad essere sveglio sono io, almeno credo. L’unico motivo, per cui non voglio addormentarmi, è che non voglio sognare di nuovo la morte di mio padre, ma il mio corpo sembra essere contrario, piano piano, le mie palpebre cedono, anche se io oppongo resistenza e, alla fine, mi addormento. Il sogno che faccio... non è il solito....

“Apro gli occhi, davanti a me c’è solo il buio totale, sono solo in un posto sconosciuto e desolato, improvvisamente, una luce accecante, mi costringe a coprirmi gli occhi e mi si presenta una scena spaventosa. C’e un neonato ricoperto di sangue, due persone a terra, probabilmente svenute e un uomo che riconosco subito, Lark! Guardo meglio le due persone...sono i miei genitori! L’unico che non ho riconosciuto è quel neonato, è a terra, sdraiato su un fianco e ricoperto dal suo stesso sangue e dopo un po’ Lark scompare e tutto, intorno a me, ridiventa di nuovo nero. Qualche secondo dopo, vedo un bambino camminare senza una meta precisa, lo guardo meglio, sono io! Comincio a capire ancora meno di cosa sto vedendo, sono proprio io quel bambino che cammina, ha gli occhi inespressivi e sembra non provare sentimenti e un corpo senz’anima. Ad un certo punto, sento una voce, ha qualcosa di familiare.

Vago nel buio totale aspettando che un giorno io possa diventare umano...

Che significa? La testa comincia a farmi male e davanti a me, appare un altro me, mi ripete la stessa frase:<< Vago nel buio totale aspettando che un giorno io possa diventare umano... >> . Io gli chiedo che cosa significa, ma lui continua a guardarmi con uno sguardo inespressivo, freddo, come se una creatura che non può provare sentimenti e piano piano scompare davanti a me che cerco risposte. Un’altra luce fa comparire davanti me la scena che non volevo sognare... Ci sono io... nascosto dietro a mio padre davanti a me pronto a proteggermi e più in là, Lark. Fanno un dialogo che non rientra nei miei ricordi.
<< Com’è possibile?! Com’è possibile che tuo figlio sia ancora vivo!? Spiegamelo Yusei! >>
<< Spiacente Lark, ma non ti dirò niente riguardo a lui! E non ti permetterò di ripetere ciò che hai fatto 6 anni fa! >>
<< Se il moccioso non può morire... allora morirai tu! >>
E detto questo parte il colpo di energia dalla mano di Lark che colpisce mio padre, che sputa sangue, al centro del corpo, all’altezza dello stomaco e del fegato e cade a terra in fin di vita mentre il mio alter-ego s’inginocchia verso di lui e urla Papà... Mio padre tossisce e dalla sua bocca sputa molto sangue e il mio me lo guarda inorridito, molto spaventato e molto preoccupato e lo scuote un po’ continuando a urlare la stessa parola. Lark scompare e qui, papà, dice qualcosa che non ricordo mi avesse detto.
<< Sai figliolo...spero che tu un giorno possa diventare umano...ti voglio bene Yamato... >>
Detto questo, lo guarda un’ultima volta e chiude lentamente gli occhi mentre il suo cuore smette di battere e nello stesso momento, arriva mia madre che appena vede papà, molte lacrime le rigano il volto e corre dal mio me abbracciandolo forte. Ciò che succede dopo lo so, ma ciò che mi stupisce è quello che io non ricordo di aver mai vissuto, quei dialoghi, quella frase e le ultime parole di papà... non ci capisco niente!”

Mi sveglio tutto sudato e ansimante, fortunatamente non sono caduto dall’albero, anche perché sotto di me c’è ancora Aiko che dorme beatamente con un faccino angelico, quanto l’adoro per questo...
Dopo i miei pensieri si rivolgono a cosa ho sognato...
Vago nel buio totale aspettando che un giorno io possa diventare umano...
Che significa?! E per di più sembra che mio padre ne sappia qualcosa...
Sai figliolo... spero che tu un giorno possa diventare umano...ti voglio bene Yamato...
Se non sono umano che cosa sono?! Cosa sono?! Non riesco a togliermi il sogno dalla testa, non mi accorgo che il sole sta appena sorgendo.
Sono passate ore da quando mi sono svegliato, Primo e Aiko hanno notato subito un cambiamento nel mio comportamento, ma non mi importa niente... Non riesco a pensare ad altro
...
Cosa mi ha nascosto mio padre? E la mamma lo sa? Chi era quel neonato che Lark ha ucciso? Troppe domande circondano la mia mente... Aiko mi guarda preoccupata mentre Primo mi guarda strano come se avesse capito che so qualcosa che loro non sanno.
Chi sono io? Se non sono Yamato Fudo chi sono?!
Sento come una scossa andare al mio cervello e finalmente tutto è più chiaro...

Io...
Io non sono altro che...

Salve a tutti! *si nasconde*
Odiatemi pure per il mio ritardo! Ma ho avuto il blocco dello scrittore! L'incubo che ogni scrittore potrebbe avere!
Ringrazio comunque chi ha recensito:
Gattino Bianco
Jessica Fudo

Grazie del sostegno!



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Capitolo 8
*** Verità dal Drago Cremisi ***


Non sapevo quanto rimasi pietrificato per aver recuperato la memoria, sapevo solo che Aiko continuava a scuotermi chiamando il mio nome preoccupata. Mi risvegliai dai miei pensieri, come se avessi appena fatto un incubo e osservai la mia amica e Primo che continuavano a guardarmi; cercai di tranquillizzarli dicendo che mi ero solo perso nei miei pensieri, ma ricevetti scarso successo, però non potevo dire loro la verità.
Non avevo idee su come ribaltare la situazione e non risposi più; cambiai argomento dicendo che dovevamo andare a incontrarci con il mio me passato e la Aiko del passato, ma notai ancora che gli altri volevano sapere cosa avevo.
Ci dirigemmo verso il punto di ritrovo cioè il parchetto e li trovammo sempre a giocare a calcetto, il mio io era bravino e Aiko Piccola forse doveva migliorare il controllo di palla, infatti me la tirò addosso, ma la fermai prendendola con le mani. La piccola Aiko mi chiese scusa e risposi si non preoccuparsi, poi mi rivolsi all’altro me chiedendogli se avesse idea di dove fossero i nostri genitori e lui rispose che probabilmente erano al laboratorio di fisica polidimensionale. A questo affermazione, diventai dubbioso. Non capivo il motivo per cui dovevano andare in un laboratorio del genere. Più ci pensavo e più le cose mi erano meno chiare, ma tralasciando questo chiesi a il mio io passato se potesse portarci li, lui annuì e ci dirigemmo; il mio nervosismo aumentava sempre di più, tra 4 giorni doveva comparire Lark che ucciderà mio padre, glielo dovevo impedire…non potevo assistere alla scena due volte nella realtà, non potevo e non ce la facevo.
Poco tempo dopo arrivammo all’edificio e c’era da aspettarsi che fosse vietato ai non autorizzati di entrare, sbuffai, quando mai ero stato un autorizzato? Mi ero sempre infiltrato dappertutto, perfino nell’ufficio di papà, se non riuscivo a intrufolarmi in uno spazio così grande, mi ero arrugginito e sembrava che un’altra persona sia del mio stesso parere. Io e Primo ci guardammo con aria d’intesa, prontamente notata da Aiko  che si assunse un’espressione alquanto preoccupata per cosa frullava nella nostra mente. Yamato Piccolo e Aiko Piccola ci guardavano confusi.
-“Fudo, pensi anche tu a quello che penso io?”-
-“Penso proprio di si, Primo”-
Un sorrisetto nacque nei nostri volti sospetti mentre Aiko chiese cosa avevamo in mente, io e Primo ci guardammo e andammo verso il retro dell’edificio seguiti dagli altri confusi.
Vedemmo delle persone trasportare qualcosa dentro alla struttura, sembravano essere materiali per costruire macchine complicate, c’erano pure qualche decina di scatole di soli bulloni!
Sempre spiando le mosse dei trasportatori e degli scienziati che dicevano loro dove portare il carico, escogitammo un modo per entrare senza farci notare, se dicessimo alle guardie che eravamo amici dei predestinati, non pensavo che ci avrebbero creduto molto.
-“Allora, i trasportatori fanno una pausa di cinque minuti ogni venti minuti per l’eccessivo peso dei carichi, abbiamo pochi secondi per entrare nell’edificio e il massimo numero di persone che può entrare contemporaneamente è due, lo faremo a turni, per prima vado io, poi Yamato e Aiko e alla fine Hayato e Ai”- dice Primo e tutti noi facemmo un si di consenso verso il piano.
-“Dovremo metterci all’incirca un’ora e quindici minuti, ma non penso che i predestinati escano da lì molto presto”- disse alla fine.
Mettemmo in atto il nostro piano e come disse, Primo fu il… primo, successivamente Yamato Piccolo e Aiko Piccolo e adesso io e Aiko dovevamo aspettare venti minuti, ma non pensavo che questi venti minuti potessero durare un’eternità avendo la compagnia di un’amica molto preoccupata per me.
Lei mi chiese se davvero io stessi bene, mi disse che voleva sapere il motivo del mio comportamento strano di stamattina; io non sapevo cosa rispondere, non avevo una scusa pronta e non riuscì a inventarmela al momento in questa situazione difficile, aprì la bocca per dire la prima cosa che mi venne in mente, ma non emisi alcun suono. Non sapevo cosa rispondere e le dissi semplicemente di non preoccuparsi e che stavo bene, se fosse stato veramente così non sarei stato così nervoso e teso, ma dato che di questo, per fortuna, lei non se ne accorse, la tranquillizzai finché potevo.
Finalmente arrivò il momento, appena i trasportatori si allontanarono e gli scienziati si girarono verso i veicoli contenenti i materiali, come saette io e la mia amica corremmo verso l’entrata con la speranza di non essere visti e fortunatamente non ci furono imprevisti, arrivammo sani e salvi dagli altri che ci aspettavano.
-“Bene, ora dobbiamo solo capire dove si trovino”-
Risposi dicendo che erano alla sala di ricerca principale ricevendo però lo sguardo di tutti puntati su di me.
-“Fudo, per l’ultima volta, cosa diamine ti sta succedendo?! Stamattina ti sei comportato stranamente e adesso sei veggente?!”-
Rimasi muto su questa domanda, non centrava la mia vera natura eppure non avevo la minima idea di come facevo a saperlo. Riflettei: il mio me passato aveva visto me futuro… Se fosse andata veramente così? Se io da bambino avessi veramente visto il mio me futuro solo che non era riuscito a salvare mio padre? Non avendo nessun ricordo che collegava quel fatto a questo, non potevo, come al solito, rispondere. Come prima, non sapevo cosa inventarmi. Aiko non mi guardava più anzi la vidi intenta a pensare, riflettere, a qualcosa e poi parlò.
-“Yamato, non ti sembra familiare questa cosa?”-
-“Anche tu lo pensi?”-
-“Si… mi sembra di aver già vissuto una cosa del genere…”-
-“Forse perché probabilmente anche noi abbiamo incontrato i nostri futuri alter-ego”-
-“Ma io non ricordo che li avessimo incontrati”-
-“Ci avranno cancellato la memoria per non cambiare troppo gli avvenimenti del futuro”-
-“E’ plausibile”- intervenne Primo –“A volte chi viaggia nel tempo, cancella la memoria a chi lo ha incontrato per non cambiare gli avvenimenti futuri”-
Pensai che finalmente mi ero salvato dalla domanda precedente, ma Aiko Futuro continuava a guardarmi preoccupata.
-“I dubbi li chiariamo dopo! Ora andiamo alla sala di ricerca principale”-
Tutti annuirono e mi seguirono dato che, anche non sapendo come, conoscevo la strada per arrivare alla nostra destinazione e dopo vari giri di corridoi arrivammo finalmente alla porta da cui sbirciammo ciò che accadeva.
-“Ora ricordo…”- per l’ennesima volta tutti mi fissarono.
-“Papà era venuto in questo laboratorio su richiesta di un suo amico perché lo aiutasse”-
-“Ti ricordi anche per cosa doveva aiutarlo?”-
-“Si.. era un argomento che riguardava….”- rimasi in silenzio per lo stupore che mi aveva assalito quando realizzai su cosa stava lavorando mio padre in questo periodo.
-“Hayato non puoi sempre essere così! Per cosa stanno lavorando?!”-
-“Per… i…viaggi nel tempo….”- dissi ancora scioccato e scioccando anche gli altri.
-Ma che centrano le scoperte del nonno con questo?”- chiese il me piccolo.
-“Vedi… la forza scaturita dai duelli, quella che alimenta il reattore Enerdy, è talmente potente che è in grado di tagliare il tessuto spazio-temporale e creare così un tunnel temporale”-
-“Concetto difficile”- disse Primo.
Rimanemmo a guardare finché un altro ricordo non mi riaffiorò nella mente e chiamai Primo.
-“Primo! Tra poco un raggio di energia proveniente dalla macchina colpirà i nostri genitori!”-
-“Cosa?!”- disse estraendo la spada.
-“Si… fra… 3 minuti e 57 sec.”-
Ci mettemmo a contare il tempo mentalmente e scaduto quest’ultimo, l’uomo robot scattò davanti ai nostri genitori e, come previsto da me, un raggio di luce partì dalla macchina al centro della sala e andò a finire sulla spada di Primo che la assorbì anche se con difficoltà.
-“Primo!”- esclamarono tutti i predestinati tranne mio padre che, stranamente, sorrise alla sua vista.
-“Salve predestinati…”-
Io, il mio me passato e le ragazze stavamo per entrare quando venimmo scoperti dalla sicurezza, presi e fatti entrare dentro la sala.
-“Signore, intrusi, questi ragazzi vi stavano spiando”- disse uno di loro.
Mio padre sembrava felice alla nostra vista, pensai che si ricordi di noi.
-“Li lasci, sono nostri conoscenti”- disse papà.
Le guardie ci lasciarono e si congedarono mentre noi andammo verso i nostri genitori.
-“Hayato con tutte queste tue previsioni mi fai davvero credere che tu sia veggente…”- disse Primo avvicinandosi a noi.
Portai una mano a massaggiarmi la testa cominciando a ridere.
-“Perdonateci ma vorremmo sapere delle cose… Primo tu che ci fai qui, voi due chi siete e voi piccole pesti che ci fate qui”- l’ultima domanda la dissero solo mamma e Jack a Aiko Piccola e Yamato Piccolo.
Primo rinfrescò la memoria a tutti ricordando loro che si erano incontrati tempo fa quando i segni erano ricomparsi, ma nessuno, tranne una persona sembrava ricordarsi di me e Aiko. Quella persona era mio padre. I predestinati chiesero chi eravamo e noi rispondemmo con le nostre false identità e dicendo che eravamo amici dei bambini.
Mio padre interruppe l’incontro per dire di tornare a casa, pensai che non voleva coinvolgere i bambini, così andammo verso l’orfanotrofio in cui erano cresciuti papà, Jack e Crow. Entrammo e gli adulti si misero a parlare dell’argomento discusso in laboratorio dopo aver, ovviamente, mandato i bambini a letto e io e Aiko li seguimmo. I nostri piccoli alter-ego cominciarono un piccolo duello seduti sul pavimento mentre io e la mia amica stavamo a guardarli sorridenti, ci rendeva felice vederli spensierati, senza nessuna preoccupazione per la mente. Mentre assistevamo, cominciammo una conversazione riguardante la situazione attuale.
-“Allora, noi siamo in questo tempo per salvare tusaichi… ma a quanto pare noi non ci ricordiamo di questo periodo…”- cominciai io tenendo segreto il nome di mio padre per nascondere a Yamato Piccolo le nostre intenzioni, sapevo che era un tipetto furbo e sapevo anche che ci stava sicuramente ascoltando.
-“Mentre il nostro tempo è nella rovina perché attaccato dalle tenebre e i draghi dei predestinati stanno combattendo contro gli immortali terrestri in scontri fisici e reali causando distruzione…”-
-“E purtroppo sono in numero inferiore…”-
-“…Perché manca uno dei draghi… e noi sappiamo quale..”- disse Aiko,  aveva capito che volevo mascherare la situazione al piccolo me.
Stetti un attimo in silenzio per capire un po’ la mia situazione, i miei ricordi erano molto chiari e più dettagliati dopo quel sogno, ma non riuscivo comunque a trovare delle risposte alle mie domande.
Si fece tardi e l’intero edificio si addormentò fra le braccia di Morfeo, mi alzai dal mio letto senza fare rumore, ero in una stanza insieme ad Aiko e non volevo svegliarla così con delicatezza aprii la finestra e salii sul tetto dove mi sdraiai per osservare il cielo stellato. Rimasi tranquillo per un po’, poi sentii un rumore dal basso, mi misi seduto e lo vidi, era salito anche mio padre sul tetto e mi guardava sorridendo.
-“Che ci fai qui, Yamato?”- mi disse sedendosi accanto a me che mi stupii al suo chiamarmi con il mio vero nome.
-“Ma come..?”-
-“Mi ricordo di te e Aiko del futuro”- disse sempre sorridendo.
-“L’avevo notato, ma come fai a sapere che sono….?”-
-“Sentii la tua conversazione con Primo in cui gli dicesti che eri mio figlio”- disse mentre io sussultai all’affermazione.
-“Sta tranquillo, sapevo benissimo che non dovevo essere a conoscenza di questo dato perché senno rischiavi di scomparire, ma… era difficile dimenticarsi una cosa del genere, così vissi cercando di non pensare che eri mio figlio e ci sono riuscito a quanto pare”- mi spiegò.
Rimasi scioccato, mio padre era riuscito a non farmi scomparire pur sapendo la mia esistenza prima ancora che nascessi. Sorrisi anch’io, questo era il motivo perché lo ammiravo tanto, riusciva a realizzare qualsiasi cosa con solo la sua forza di volontà e ciò rendeva di lui il mio idolo fino ad adesso.
-“Dimmi… sai anche… ‘quella cosa’?”- mi chiese incupendosi un poco.
-“La… mia vera natura dici..? Si… Ho scoperto la verità…”- risposi malinconico.
Papà sospirò.
-“Ce l’hai con me per non avertelo detto?”-
-“No… affatto, in qualche modo me l’hai detto…”-
-“Prima che morissi, giusto?”-
Spalancai gli occhi e lo guardai.
-“Ti ricordi… anche di quello..?”-
Lui annuì dicendo che si ricordava tutto nei minimi particolari, incontrarmi e aver saputo che ero suo figlio gli aveva fatto rimanere ben chiaro nei ricordi, quei giorni. Rimasi in silenzio a guardarlo mentre lui mi sorrise per l’ennesima volta, dentro di me provavo una pace mai sentita, mi sentivo realizzato a parlare, dopo così tanto tempo con mio padre. Mi distesi di nuovo e rivolsi lo sguardo al cielo.
-“Ricordo.. che mi dicevi sempre che nel cielo puoi disperdere tutte le tue preoccupazioni…”-
-“Certo perché dietro al cielo si nasconde l’universo, un mondo infinito di cui anche noi facciamo parte, talmente grande che se pensi a quanto è immenso, le tue preoccupazioni, emozioni, si perdono in esso”-
Sorrisi e annuii essendo d’accordo con la sua affermazione, aveva ragione, pensando all’universo alla sua maestosità e a quanto noi eravamo insignificanti se paragonati ad esso, cominciavo a calmarmi e a sentirmi più rilassato, mentre le mie ansie si affievolivano fino a sparire dalla mia mente.
Da lì non ci fu altro che silenzio e poco dopo decidemmo di andare a dormire.
Quando rientrai in stanza, sentii la sua voce.
-“Ti è piaciuto parlare con tuo padre?”- chiese sorridendo Aiko distesa sul letto mentre mi guardava.
Le sorrisi e annuii e mi sedetti sul letto togliendomi la felpa blu; Aiko poggiò il gomito sul cuscino e sorresse la sua testa con la mano del braccio appoggiato.
-“Non ti avevo mai visto così felice sai?”-
-“Davvero?”-
-“Si, sembra che aver rivisto e parlato con Yusei ti abbia davvero reso felice”-
Mi avvicinai a lei inginocchiandomi per essere alla stessa altezza del suo viso sorridente e lei riappoggiò la testa sul cuscino; ci guardammo negli occhi per un po’, poi lentamente colmai la distanza che separava i nostri due volti con un dolce bacio. Quando ci staccammo, gliene detti un altro sulla testa e le augurai buona notte mentre lei mi sorrise e il suo sorriso mi bastava. Andai a dormire anch’io, ma un altro sogno pervase nella mia mente.

“Aprii gli occhi, ma diversamente dall’altra volta, davanti a me non c’era buio, c’era luce che poi divenne più accecante tanto che dovetti mettere le braccia davanti al viso per la troppa illuminazione e appena si schiarì un po’ il luogo dove mi trovavo riaprii gli occhi e mi ritrovai davanti a un essere che mai avrei creduto di incontrare: di fronte a me, vidi un maestoso drago rosso che sembrava fatto di fiamme, il Drago Rosso Cremisi. Stemmo a guardarci negli occhi per un po’, poi sul mio petto, all’altezza del cuore, un piccolo segno circolare apparve, lo riconobbi, era il segno intero del drago che si illuminò sotto il mio sguardo stupito e sempre più confuso e quando smise di brillare, tornai a guardare Cremisi. Cominciò a ruggire, come se volesse dirmi qualcosa, ma non capivo, poi i miei occhi persero vita per un secondo e subito dopo diventarono quelli del drago qui presente. Continuavo a non comprendere, poi il ruggito del rettile diventò comprensibile a me e ciò che cercava di dirmi divenne chiaro. Mi disse che ci eravamo già incontrati e che in quell’occasione, lui mi diede la sua anima, cioè la responsabilità di fermare ciò che sarebbe successo in futuro, ma non mi disse niente perché la prima volta che ci conoscemmo era quando avevo cinque anni ed ero troppo piccolo per avere un così grande peso alle spalle. Continuò dicendomi che forse era troppo presto e che quel che era successo, doveva accadere. Io lo ascoltavo, incapace di reagire e dire qualcosa e rimasi fermo fino a quando non disse che era il momento di imparare a usare i poteri donatomi da lui in modo da saper combattere questa battaglia. Volevo fargli ancora tante domande, ma mi disse che ora il suo tempo per parlare con me era finito e che era ora di allenarsi e prima che potessi ribadire, tutto ricominciò a illuminarsi di una luce accecante finché non mi ritrovai in un altro mondo….”

 

*Angoletto mio*

Ok non ho scuse per questo mio ENORME ritardo, ma vi assicuro che non è colpa mia ma della scuola è.é

Avendo una media bassa, i miei carissimi genitori mi hanno sequestrato il pc e per un pò non ho potuto scrivere, mi scuso ancora.

Se nel testo trovate errori di qualsiasi genere, non esitate e segnarlarmeli.

Ringrazio chi ha recensito i capitoli precedenti e soprattutto chi leggerà questa schifezza.

Accetto critiche, ma non troppo pensati, grazie. 

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