Il Festival dei 2 mondi

di debs_eris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 _ Un'inizio con il botto_ ***
Capitolo 2: *** 2_Di 2 mondi ce n'è uno ***
Capitolo 3: *** 3_La verità: E' ciò che sento... part. 1 ***
Capitolo 4: *** 4_La verità:...non lo posso negare. Part. 2 ***
Capitolo 5: *** 5_ Amarti m'affatica_ ***



Capitolo 1
*** 1 _ Un'inizio con il botto_ ***


In questa fan fic ho voluto mettere un pò di me, così mi ci sono inserita direttamente e visto che la fantasia ammette qualsiasi cosa seppure strana, mi sono definita la migliore amica di Naya. Sono descritta così come sono, apparte per il fatto che da brava amica ho appioppato il mio peggior difetto alla cara dolce Naya: l'essere sempre in ritardo.
Comunque questa ff non parla di me, ma è incentrata sulla coppia Heya e ho voluto far svolgere la loro storia a Spoleto, un paese umbro dove attualmente studio e dove si svolge un'importante festival che probabilmente non conoscete ma vi invito a farlo.
Bhè non voglio dilungarmi troppo, scoprirete tutto con il tempo.
Buona lettura spero vi piaccia, ma accetto ogni tipo di critica, perchè lo ammetto è una cretinata.
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

                                                                                                               * Un'inizio con il botto *




Io chi sono? Potete chiamarmi Naya, meglio conosciuta come Miss RITARDO.
Vi sfido a prendere il vocabolario e a cercare la parola ritardo, la mia foto starà lì ,con sotto la didascalia: Naya Rivera l'archetipo femminile del ritardo.
Non sono un tipo a cui piace farsi attendere, anzi tutt'altro, il fatto che è più forte di me, ogni volta inesorabilmente riesco ad arrivare in ritardo. Così tanto per cambiare anche quel giorno.
Sfrecciavo lungo la strada autoinsultandomi per la mia incredibile dote del perdere tempo e pregando che i carabinieri alle 7:30 del mattino non siano svegli.
Era una bellissima giornata primaverile di metà aprile, e avanti a me si aprivano i tre mesi dell'anno più faticosi e intensi per il mio lavoro.
Sono sempre stata un'appassionata del teatro, ho cominciato a studiare recitazione a Valencia la mia città natale, poi l'azienda dove lavorava mio padre l'ha trasferito in Italia e lui si è portato dietro tutta la famiglia. Qui ho approfondito la mia conoscienza di quel magico mondo e circa 5 anni fa mi sono trasferita in umbria dove ho cominciato a lavorare per uno dei festival internazionali più conosciuti al mondo: Il festival dei 2 mondi.

Arrivai al cosìdetto "teatro nuovo" nella città di Spoleto, città che ospita il festival,che saranno state le 7:45,entrai e subito mi saltò all'occhio una figura conosciuta girata di spalle. Cercai di avvicinarmi senza farmi sentire, impresa alquanto facile visto che la donna sculettava ascoltando la musica con le cuffiette, intenta sul suo lavoro.
Deborah, la mia migliore amica, nonchè scenografa del festival, una nanetta rossa che ho conosciuto il primo anno di lavoro qui. Umbra doc, ha studiato all'istituto d'arte della città, dove ha imparato a conoscere il festival che la città propone ogni anno. Abbiamo legato subito forse perchè un pò ci somigliamo, anche lei non ha origini completamente italiane, diciamo che è un quarto francese e poi condividiamo le stesse passioni.     
Arrivata alle sue spalle le diedi una sculacciata sul sedere scherzosamente. La rossa alzò lo sguardo e sorrise.
" Cara mia ispanica, un giorno di questi ti denuncerò per molestie" disse con fare di sfida.
" Ma perfavore, sono convinta che ti fa piacere quando ti sculaccio, visto che sono l'unica a farlo." ribattei intenta a continuare lo scherzo.
" Hey hey, il mio essere single è una scelta di vita" rispose con tono serio.
" E' perchè sei un'indecisa e un'inguaribile testona" dissi ridendo.
" Forse hai ragione, ma così è meglio anche per te, dopo non avresti più il monopolio sul mio sedere" disse facendomi l'occhiolino.
" Cavolo non ci avevo pensato."  risposi seria facendola ridere.
" Te piuttosto, è possibile che nessuno si lasci ammaliare dal tuo fascino latino?" Mi domandò.
" Bha, i soliti noiosi. Prima o poi anche il mio cuore Venere coronerà d'amore" dissi con fare teatrale.
" Speriamo più prima che poi, sono stanca di vedere la tua faccia da zitella in giro" le diedi uno schiaffetto sulla la nuca e mi sorrise con innocenza.
" Comunque..." continuò lei cambiando discorso. "... oggi sei arrivata presto, per lo meno prima del solito" sorrise ancora sarcastica.
" ah ah moooolto divertente" risposi  " i ballerini sono arrivati?" le chiesi.
" Si, stanno provando. Pensa, vengono dall'altra parte del mondo e tanto sono arrivati prima di te." Le lanciai uno sguardaccio e lei mi rispose facendomi la linguaccia.
" Forza simpaticona andiamo a conoscerli " le dissi prima di avviarmi verso la sala prove.

Ci avvicinammo alla sala, la porta era semiaperta e una musica ne fuoriusciva accompagnata dalla voce dei ballerini intenti a contare i passi. Senza fare rumore per non disturbarli, io e Deborah ci accostammo alla porta per osservarli.
Una troupe di una decina di ballerini era intenta a seguire la coreografia dettata da una ragazza difronte a loro. Erano venuti da Los Angeles per inaugurare il festival di quest'anno con il loro balletto. Erano molto bravi, eseguivano i passi con un'eleganza paurosa. Rimasi incantata a osservarli volare sulle punte. Quando la musica cessò non potei che applaudire ,seguita da Deborah ,per il meraviglioso spettacolo.
La coreografa, non accortasi prima di noi perchè girata di spalle, si voltò sorpresa della nostra presenza e ci sorrise compiaciuta per gli applausi. Il mio cuore perse un battito ma non me ne curai, *sarà l'emozione* mi autoconvinsi.
Era una bellissima ragazza, i capelli biondi tirati su da una coda di cavallo, gli occhi chiari e un sorriso da far perdere la testa.
Dopo averci regalato un'inchino assieme a tutto il corpo di ballo, venne verso di noi per le presentazioni.
" Wooow complimenti siete fantastici. Io sono Deborah la scenografa del festival, benvenuti in Italia" si presentò la mia amica sfoggiando un enorme sorriso. "...e questa..."  mi risvegliai dalla trans momentanea che quegl'occhi azzurri mi avevano causato.
"Oh... mh... piacere... mi chiamo Naya Rivera e sono una delle organizzatrici del festival" le strinsi la mano arrossendo imbarazzata. " Benvenuti siamo onorati della vostra presenza" continuai subito cercando non ricadere in quel mare blu.
" Vi ringrazio, l'onore è tutto nostro. Siamo felici di partecipare a questo grande evento." disse girandosi verso i ballerini che continuavano ad esercitarsi. " Io sono Heather, e come avreste intuito sono la coreografa" Sorrise socchiudendo leggermente gli occhi.
Non potei che sorriderle di rimando.
" Bene, ora vi lasciamo continuare i vostri allenamenti. Per qualunque cosa ci troverete nella saletta dietro al palco." dissi cercando di essere più professionale possibile per non far notare il mio disagio creato dalla presenza di quella ragazza.
" Ok, grazie mille." rispose lei sorridendo nuovamente.
*Cavolo con qesti continui sorrisi mi stà uccidendo* pensai per poi darmi della stupida.
" Di nulla e buon lavoro" salutammo io e Deborah per poi congedarci mentre la bionda se ne ritornava dai suoi ragazzi per continuare gli allenamenti.

Arrivate alla platea del teatro ci sedemmo sulle poltrone in prima fila. Io praticamente mi ci spaparanzai sopra, ero turbata e cercai di far scivolare via tutta quella tensione accumulata.
*Ma che ca**o mi succede* pensai. * Sarà la stanchezza. Che giornata di me**a.*
" Hey tutto bene Nay?" mi destai dai miei pensieri.
" Mhmm... sisi, solo un pò di stanchezza." cercai di rassicurare la mia amica.
" Già sei stanca?!... ma se non abbiamo nemmeno iniziato. Non è che ti stai mutando in un bratipo?!" disse la rossa preoccupata avvicinandosi a me e cominciando a scrutare il mio viso alla ricerca di un'indizio che le confermasse la sua stupida ipotesi. Scoppiai a ridere.
" Che scema." le dissi scherzosamente.
" Lo prendo come un complimento" rispose fiera " comunque... sono veramente bravi non trovi? Penso che quest'anno inizieremo il festival con il botto." disse annuendo sicura.
Ripensai a quegl'occhi e a quel sorriso che tanto mi avevano confuso e stravolto la giornata e poi risposi:
" Già... un'inizio proprio con il botto."

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Capitolo 2
*** 2_Di 2 mondi ce n'è uno ***


                                                                                   *Di 2 mondi ce n'è uno*


Bevevo il mio caffè sperando che la giornata andasse meglio di come era cominciata.
Era stata una nottataccia, passata a girarmi e rigirarmi nel letto senza riuscire a prendere sonno e la cosa che mi faceva più arrabbiare era che non capivo il motivo di quella mia inquietudine, o forse non volevo capire. Insomma sapevo benissimo che la causa erano un paio di bellissimi occhi azzurri e un dolce sorriso, ma sinceramente non comprendevo come potevano scaturire tutto quel disagio in me.
Poi tanto per iniziare bene la giornata avevo ricevuto una telefonata dalla redazione marketing che mi chiedeva lo slogan che avrebbe pubblicizzato il festival quest'anno, solo che tra una cosa e un'altra non avevamo ancora avuto il tempo o l'ispirazione per trovare la perfetta frase ad effetto.
Ero alle strette, a breve la campagna pubblicitaria sarebbe dovuta iniziare ed era tradizione cambiare "motto" ogni anno, saltare questa tradizione sarebbe stato demoralizzante sia per noi che lavoriamo nel festival, sia per i cittadini e gli spettatori.
Non potevo discolparmi dicendo che non era prettamente necessario o che non avevamo idee, dovevo trovare una soluzione in fretta.
* Cavolo non è passata nemmeno una settimana di lavoro e già lo stress mi sta uccidendo* pensai prendendo un'altro sorso di caffè.
Appoggiai i gomiti sul tavolino, tenendo ancora la tazza tra le mani e cominciai a giocarci distrattamente. Mi ritrovai a sospirare fissando il vuoto per alcuni secondi, riprendendomi pensando di star impazzendo.

Decisi di farmi una veloce doccia, rigorosamente fredda per svegliarmi un pò, le mie occhiaie avrebbero fatto invidia anche a un panda, poi mi vestii velocemente ed uscii di casa prima del solito.
Dovevo trovare un posto che mi distraesse e casa mia non era il luogo adatto. Mancavano 45 minuti all'inizio di un'altra faticosa giornata di lavoro così optai per dirigermi direttamente a teatro e bearmi della sua sana tranquillità finchè potevo.
E magari per una volta non sarei stata in ritardo.

Arrivai a teatro con l'intento di gettarmi a capofitto nel lavoro per non dare spazio, nella mia testa, ad altri pensieri, ma non ero l'unica mattiniera quel giorno così dovetti ripensarci.
Infatti, nell'oscurità del palcoscenico e della platea un'ombra danzava al ritmo di note invisibili. Nessuna musica accompagnava quel corpo, ma sembrava quasi si potesse udire per quanta passione sprigionava ad ogni singolo passo.
Spinta dalla curiosità mi avvicinai, riuscendoci senza farmi vedere aiutata dal buio totale che copriva la sala. La fioca luce proveniente dalla porta del retro palco illuminò l'immagine. La vidi, un groppo in gola, smisi di respirare. Era lei.
Pensai che qualcuno si divertiva a prendersi gioco di me, l'unica persona che non avrei dovuto incontrare era l'unica che avevo incontrato.
*La mia sanità mentale è messa a dura prova. Destino crudele.*
Danzava un passo dopo l'altro lasciandomi senza fiato. Una piroetta, una spaccata a mezz'aria, un'altra piroetta, si muoveva con l'eleganza di una farfalla... sospirai a quella visione.
Esagerai.
Mi tappai la bocca velocemente con le mani, troppo tardi si era accorta della mia presenza.
*Cazzoooooo*
Accese una delle luci della sala cogliendomi in flagrante. Imbarazzatissima cercai di scusarmi.
" Oh perdonami... n-non volevo disturbarti." volevo sparire.
" Hey ciao" mi sorrise. " non ti preoccupare, non pensavo ci fosse qualcuno."
" Bhè... oggi sono venuta prima, poi ti ho visto danzare e mi sono fermata ad osservarti. Sei veramente formidabile" le dissi cercando di far trasparire il meno possibile l'imbarazzo che aveva preso il sopravvento su di me.
Le sue gote si colorarono di un lieve rossore per il piccolo complimento. Era così tenera.
L'avrei voluta riempire di complimenti solo per vedere quel leggero imbarazzo che la rendeva così...così dannatamente bella.
" Grazie" mi sorrise ancora, stavo diventando liquida, mi scioglievo ad ogni sua espressione.
" sai... c'è gente a cui piace fare yoga, gente a cui piace fare una corsetta al parco e gente che per rilassarsi la mattina si mette a ballare al buio in un teatro. Bhè io sono una di quelle." disse ridendo.
Gli sorrisi di rimando. Con tutta quella dolcezza ero in serio rischio diabete, ma non mi importava. Era una sensazione troppo piacevole.
" Per oggi, comunque, può bastare"  scese agilmente dal palco, afferrando l'asciugamano bianco appoggiato su una sedia.
Indossava dei fuseaux neri che le arrivavano al ginocchio e un top anch'esso nero con delle linee bianche ,che le fasciava il seno lasciando scoperto l'ombelico.
Ingoiai a vuoto alla vista di quel lembo di pelle perlato di sudore. Cercai un modo per non cadere negli abissi del mio inconscio, perchè ogni mio pensiero cominciava a farmi paura. Una lotta difficile.
Mi cadde involontariamente l'occhio sul  suo sedere quando prese a fare qualche allungamento. Sono una pervertita.
Un nodo alla bocca dello stomaco, sudavo freddo, iniziai a torturarmi le mani. Dovevo trovare una distrazione o sarei impazzita.

" Buon giorn-,... Nay?!? che ci fai qui?" Oddio quanto amo il suo tempismo, Deborah era entrata in platea fermando la mia tortura mentale. Sospirai sollevata.
" Fino a prova contraria, IO ci lavoro QUI." le dissi rispondendo alla domanda anche se sapevo perchè me l'aveva fatta.
" è-è un miracolo." disse avvicinandosi l'indice all'occhio destro facendo finta di asciugarsi una lacrima.
Ecco appunto, la solita.
" Ah ah ah. " pronunciai sarcastica. " mi sono svegliata presto perchè non riuscivo a dormire e sono venuta su. Ecco quanto."  dissi facendo la finata offesa.
" Devo segnarmi questo giorno."  prese il cellulare in mano e cominciò a scrivere.
Alzai gli occhi al cielo scuotendo la testa. Non cambierà mai.

" Ciao Heather"  si rivolse poi alla bionda che era rimasta ad osservare la scena. " anche oggi allenamenti mattutini?"
" Eh già." rispose la ballerina sorridendo.
Mi stupii per tutta quella confidenza, ma pensai che probabilmente avevano avuto modo altre volte di incontrarsi la mattina, se Heather veramente ogni giorno prima di lavorare ballava per rilassarsi e conoscendo la mia amica, era molto probabile.

" Bene, mancano 15 minuti." disse Deborah guardando l'orologio sul polso. " Vi va un caffè?"
...........

Ci ritrovammo sedute al tavolo di un bar.
Contemplavo il mio caffè come se fosse la cosa più interessante del mondo, solo il tintinnio del cucchiaini sbattuti sulle tazzine rompevano il silenzio. Decisi di parlare, infondo era l'occasione per conoscerla meglio.
" Allora Heather..." iniziai. Debs e la diretta interessata alzarono lo sguardo dalle loro bevande per guardarmi negl'occhi "... raccontaci un pò di te." dissi tanto per iniziare il discorso vedendo poi la mia amica annuire.

Ci raccontò di aver iniziato a ballare all'età di 4 anni in una piccola scuola di ballo di Thousand Oaks, città dove è nata e cresciuta.
Ha sempre amato la danza, classica, moderna, pop, di tutti i tipi.
A 19 anni si è spostata a New York per seguire dei corsi alla Juillard una delle accademie più rinomate d' America. Grazie ai suoi fantastici risultati scolastici è stata poi notata da un proprietario di una scuola di ballo importante di Los Angeles che le ha chiesto di lavorare per lui come coreografa. Lavoro che tutt'ora fa.
" Ho sempre voluto che la mia più grande passione diventasse il mio lavoro. E ho accettato senza pensarci 2 volte" ci disse emozionata.
Era così tenera, si vedeva quanto amava ciò che faceva. Mi persi nei suoi occhi sognanti intenti a fissare un punto impreciso della stanza.
 
Ci ha parlato poi della sua famiglia, dei genitori e della sorellina di 13 anni. Di quanto li vedesse poco a causa del lavoro e di quanto le mancassero. Lacrime di malinconia ricoprirono quei suoi occhi che brillavano ancora di più. Mi si strinse il cuore.
" Scommetto che sono fieri di te." le dissi stringendole una mano. Posò lo sguardo sulle nostre mani ,stupita di quel gesto che mi era venuto spontaneo, per poi alzarlo finchè potei specchiarmi i quei due pezzi di cielo.
" Grazie." mi disse solamente mentre sul suo volto si apriva uno splendido sorriso. Rimanemmo a guardarci nei nostri rispettivi occhi ancora per qualche secondo. Non potevo resistere, rimanevo ipnotizzata ogni volta da quello sguardo così dolce.

"Così mi sento il terzo incomodo" disse poi Debs che era rimasta indisparte assistendo a quel momento.
Io e Heather ci girammo all'unisono verso la rossa che aveva incrociato le braccia al petto, scoppiammo a ridere. Quanto poteva essere cretina.
Un pò imbarazzata staccai la mia mano, che era rimasta per tutto il tempo attaccata a quella della bionda e per un millesimo di secondo i nostri sguardi si rincontrarono di nuovo.


Siamo state a parlare per quasi mezz'ora, della nostra vita, delle nostre famiglie e dei nostri lavori ,senza accorgerci che il tempo passava. Il disagio iniziale pian piano era sparito, non mi ero mia aperta così velocemente con una persona, nemmeno con Deborah che era la mia migliore amica. Ma lei era diversa, mi sentivo bene, sarei rimasta a sentirla parlare ,a vederla sorridere e a guardare i suoi occhi così belli senza mai stancarmi. Ma come vi ho detto il tempo passava ed era tardi.
Ci dirigemmo velocemente verso il teatro.

" Il mondo della musica..." iniziò la ballerina accennando un veloce inchino. " e il mondo dell'arte..." disse porgendo il braccio verso Deborah. La ballerina sapeva che la mia amica era un'appassionata d'arte e amava dipingere.
" L'antico..." continuò osservando il teatro davanti a noi con fare teatrale. " e il moderno..." ci prese per mano. Sorrisi a quelle parole e al piacevole contatto delle nostre mani.
"... questo festival è una bellissima fusione di tuttò ciò."
La guardai e mentre lei ci salutava per andare in sala prove mi si accese una lampadina.
" Già, creando un solo mondo perfetto." dissi girandomi verso la mia amica rossa che mi guardava perplessa.
" è un genio." dissi trionfante baciando la guancia della mia amica che si stava spaventando per quella mia reazione, lasciandola poi senza parole mentre correvo in ufficio. " Tu sei malata mia cara Rivera." mi urlò alle spalle.
Una bionda musa dagl'occhi cerulei mi aveva ispirato lo slogan del festival.  Di 2 mondi ce n'è uno.

****
Angolo dell'autrice:
Premetto che la storia degli slogan non è vera, quest'anno ce l'hanno aggiunto ed era proprio " Di 2 mondi ce n'è uno" così mi piaceva l'idea di metterlo nella storia, anche se in modo stupido.
Questo capitoletto poteva benissimo essere chiamato " conoscenze" ma non volevo essere "banale" così ecco qua, la più grande str****ta del secolo.
Comunque spero vi piaccia anche se dubito e lasciate qualche commentino mi ferebbe piacere sapere cosa pensate di questo orrore. =)
Alla prossima Baci. 
_Debs_

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Capitolo 3
*** 3_La verità: E' ciò che sento... part. 1 ***


                                                                                            La verità:

                                                                                    * E' ciò che sento...*  Part. 1


Era passata una settimana da quando Heather con le sue parole mi aveva ispirato lo slogan del festival, ci stavamo conoscendo meglio e avevamo spinto il nostro rapporto oltre alla barriera professionale, diciamo che stavamo diventando...amiche?
Inoltre avevo deciso di portare la prima del balletto nel teatro romano di Spoleto. La perfetta fusione tra l'antico e il moderno, come aveva detto lei.
L'idea era subito piaciuta ai miei collaboratori, anche se aveva portato non pochi disagi visto che così dovevamo riorganizzarci, ma ci eravamo messi subito al lavoro senza perdere ulteriore tempo.
Deborah aveva riproposto il bozzetto della scenografia riaddattandolo al teatro e i macchinisti si erano subito buttati sul lavoro trasformando quel sito storico in un vero e proprio cantiere.

Discutevo con il capo macchinista Mark su alcuni dettagli tecnici insieme a Deborah che supervisionava il lavoro.
" Io costruirei 2 torri alle estremità del palco ed una al centro alle spalle del pubblico,così da avere una buona illuminazione su tutta la superficie" dissi gesticolando, mostrando dove dovevano essere posizionate.
" Buona idea. Però semplici impalcature così da non appesantire la scena." aggiunse Deborah.
La scenografia non era niente di complicato, le mura antiche del teatro già ne proponevano una alquanto suggestiva. Un semplice palco veniva posizionato al centro, sopra all'originale spazio circolare chiamato orchestra e delle finte mura, che riprendevano la texture delle reali pareti del teatro, nascondevano dei piccoli camerini dove i ballerini avrebbero fatto il cambio d'abito.
" Ok. Perfetto. poi posizionerei delle luci basse intorno al palco lungo la circonferenza. Che ne dite?" vidi Deborah e Mark annuire all'idea.
" Bene, mi fido di te Mark." Il ragazzo mi sorrise per poi tornare a dettare ordini a destra e a sinistra ai suoi collaboratori.

" Bene bene... Alloooora come ti sembra?" iniziò la mia amica alusiva seguendomi mentre mi dirigevo verso il tavolo di legno vicino ai gradoni della cavea (1).
" Che dire... una bella scenografia. Sei la migl-" risposi io non capendo a cosa puntava veramente lei che mi bloccò prima che finissi la frase.
" Nonono" sospirò alzando gli occhi al cielo " mi riferivo a Mark. Hai presente il capo macchinista,alto, moro, molto carino...". Continuavo a fissarla mentre lei mi sorrideva e alzava il sopracciglio destro in modo ripetuto maliziosamente.
" Ma non ti sei accorta che praticamente ti sbava dietro?" continuò spalancando gli occhi stupita.
" Sinceramente no." risposi prontamente mentre riponevo alcuni progetti nella mia cartella.
" Provaci no?"
" E' carino non lo metto in dubbio ma ... non lo sò." risposi sincera.
" Perchèèèèè..."  la mia amica si appoggiò con tutto il corpo sul tavolino per poi farsi scivolare lentamente a terra abbattuta, portandosi via anche qualche foglio.

Non dissi niente, la osservai solamente mentre metteva in atto una scenetta tragica. Dopo qualche minuto decisi che era abbastanza, cominciava ad attirare l'attenzione.

" Hai finito di fare la cretina?"  Sbuffò e si avvicinò a me per poi sedersi sulla panca di legno vicina.
" Nemmeno una botta e via?" le lanciai uno sguardo torvo e una sberla sul braccio meritata. Di tutta risposta mi fece la linguaccia. La ignorai continuando a sistemare.
" Però continuo a non capire" ri-iniziò lei dopo qualche attimo di silenzio.
" Deve esserci un perchè, insomma farsi sfuggire un occasione del genere non è da te. Dov'è finita la mia amica sciupa-uomini?" sorrisi a quelle parole, presi un profondo respiro e mi voltai a guardarla.
" Il fatto è che c'è una persona..." iniziai vaga, per poi bloccare con una mano l'imminente commento della mia amica che mi sorrideva maliziosamente. " quando stò con questa persona mi sento...strana. Il suo profumo, il suo sguardo, il suo sorriso, ogni suo gesto mi fa impazzire. Mi ritrovo spesso a pensare ai suoi occhi, ogni volta il mio cuore sussulta quando incontro il suo sguardo ed ogni volta che mi sfiora mi sento morire. Ho paura, perchè sono sensazioni nuove per me... è-è strano e non sò come comportarmi."

Deborah è la mia migliore amica, conosce tutte le mie relazioni, conosce le grandi delusioni e le scappatelle di una notte. Mi ha sempre sostenuto e aiutato e mi sentivo di dirgli della mia confusione sentimentale, anche se non volevo entrare nei particolari perchè nemmeno io ero in grado di conoscere la vera natura di tutto ciò. Era strano, questa era l'unica certezza.

Mi fissò sorridente per qualche secondo.
" OhWoow... ti sei innamorata."

Ero stata altre volte innamorata ma mai mi ero sentita come mi faceva sentire Heather con un solo sguardo. Forse mi ero sempre illusa di essere innamorata? Madre de dios ma lei è una DONNA.
Mi sentii mancare.

" No n-non credo. Preferirei esserne sicura prima di giungere a conclusioni affrettate." dissi velocemente guadagnandomi uno sguardo storto da Deborah.
Ero imbarazzatissima e a disagio, perchè infondo sapevo. Sapevo che quello che Deborah aveva detto era una piccola verità. Quella consapevolezza cresceva in me ogni attimo di più ma,avevo troppa paura d' ammetterlo soprattutto a me stessa. Mi risultava troppo strano.
Dovevo fare ordine nella mia testa e nel mio cuore, solo così avrei potuto affermare di essere innamorata o no ,di una donna.

" Buonasera ragazze."

Sussultai, al suono di quella voce persi un battito. Mi girai e la vidi alle mie spalle, bellissima e sorridente.

" Ciao HeMo." salutò Deborah mentre io mi limitai a un semplice " Hey" sorridendole di rimando. Dovevo riprendermi dal quasi infarto che mi aveva provocato il suo arrivo inaspettato.
" Finiti gli allenamenti?" chiese ancora la rossa.
" Per oggi si." rispose la ballerina sedendosi difronte a me.
" Di che parlavate?" smisi di respirare. Implorai mentalmente la mia amica che non iniziasse il discorso.
" D'amour..." Le riservai uno sguardaccio, ma non se ne accorse. "... vedi quel bel moretto laggiù..." continuò indicando Mark intento a lavorare. Heather annuì. "...bhè sbava dietro alla qui presente Naya..."
La bionda si girò verso di me sorridendomi " E' carino".
"Già... però a quanto pare..." Ormai ero diventata un basilisco e la stavo uccidendo con lo sguardo. Tanto prima o poi gliela taglio quella maledettissima linguaccia.
Arrosii, un pò per rabbia e un pò per l'imbarazzo. La bloccai prima che rivelasse altro, anche se ormai poco poteva dire ancora.
" Hai finito" dissi con stizza. " e poi pensa per te."
" Mi dispiace cara, felicemente fidanzata con il mio gatto."  disse seria. HeMo scoppiò a ridere, mi beai di quella dolce melodia e senza volerlo sorrisi.
" Te Heather che ci dici?"
" Oh...bhè ho lasciato il mio ragazzo 3 mesi fa."
" Mi dispiace non volevo" iniziò la mia amica mortificata.
" Non ti preoccupare." sorrise " l'ho lasciato io, era uno stronzo appiccicoso." A quelle parole mi sentii stranamente felice.
" Stò aspettando il vero amore ora." si girò verso di me sorridendomi.  *Perchè? Perchè mi ha guardato? Aludeva a qualcosa?* Rabbrividii a quello stupido pensiero.
" Comunque, vi stavo cercando." continuò cambiando discorso. " Che fate stasera, bellezze?"
" Perchè?" chiese curiosa Deborah.
" Vi va di uscire? Tanto domani non si lavora."
" Uhmm..." iniziò Debs fingendo di pensare. " volevo trascorrere una noiosissima serata a guardare la tv, ma visto che sei te a chiedermelo... ci stò." rispose la rossa. Si voltarono entrambe verso di me attendendo una risposta.

Ci pensai su, insomma dovevo fare mente locale sui miei sentimenti e non sapevo se mi avrebbe aiutato quest'uscita.
*Al diavolo sarà solo una divertente serata tra amiche, nulla di più.* pernsai per poi annuire alle due ragazze sorridendo.


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Per chi probabilmente non conosce alcune parti del teatro:

(1) Cavea: l'insieme delle gratinate per gli spettatori.

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_Angolo dell'autrice_

Genteeee... ecco un'altro capitoletto. Questa è la prima parte spero vi piaccia, la seconda si concentrerà sull'uscita e sulle rivelazioni ma non voglio dirvi troppo lo scoprirete da voi.
Un grazie a tutti quelli che seguono questa pazzia e che la leggono. Lasciate qualche commentino così da sapere che ne pensate. =)
Un bacio.
_Debs_

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Capitolo 4
*** 4_La verità:...non lo posso negare. Part. 2 ***


 

                                                    La verità

                                                                        *...non lo posso negare.* part. 2







" Se vuoi fare bella figura, io inizierei arrivando in orario. Per l'amor del cielo Nay... ti prendo a calci se non ti sbrighi."

Deborah mi aveva raggiunto a casa per poi dirigerci insieme all'appuntamento e io, come al solito, ero riuscita a perdere tempo inutile indecisa su cosa mettermi.
*Per una dannata uscita tra amiche, cavolo*. Fatto stà che eravamo in ritardo.
Camminavamo velocemente per le vie di Spoleto e la mia amica mi spronava ad accelerare il passo più di quanto già non fosse.
Non era proprio una passeggiata, insomma il paese, costituito di piccole stradine rigorosamente in salita, non era facile da percorrere con quei trampoli che intelligentemente avevo deciso di indossare. Per non parlare dei fastidiosissimi, scivolosissimi, san pietrini schifosi.

" Si, ma meglio tardi che mai. Vorrei arrivarci intera." sbuffai, concentrata a posizionare correttamente un piede davanti all'altro.
" Se miss Rivera si degnasse di sbrigarsi una buona volta, ora non saremo in questa situazione.


Le feci la linguaccia.

Finalmente, facendo attenzione a non perdere l'equilibrio e cadere rovinosamente, arrivammo nei pressi del teatro nuovo, punto d'incontro.
Quando la vidi in lontananza seduta su una panchina ad aspettarci, inghiottii a vuoto mordendomi il labbro inferiore a quella visione e mi chiesi seriamente se aveva deciso di farmi impazzire del tutto.
Indossava dei succinti shorts neri sopra a delle calze a rete e un paio di stivali neri con il tacco, il mio sguardo vagò sulle lunghissime gambe accavallate per poi dirigersi in alto fermandosi ad osservare il top blu mare che le fasciava il seno in maniera peccaminosa e per concludere sul copri-spalle nero abbinato ai pantaloncini e alle scarpe. Una coda di cavallo teneva su i capelli lasciando scoperto il collo impreziosito da un ciondolo con su scritto il suo nome.
Mi morsi l'interno della guancia a quella visione paradisiaca. Improvvisamente smisi di respirare quando si accorse del nostro arrivo e ci venne incontro sorridendo.

" Wooow!... " esclamò la mia amica che si era portata più avanti per abbracciarla. Poi si voltò verso di me restando sempre affianco la biondina. " Nay penso che stasera abbiamo poche chances di fare colpo con questa bomba sexy che prende tutte le attenzioni a se" Heather rise alle parole di Deborah ed io pensai che effettivamente non aveva tutti i torti, la mia attenzione l'aveva catturata di sicuro. Annuii sorridendo imbarazzata per poi avvicinarmi a salutarla inebriandomi del suo profumo, sapeva di mare, di buono.
Le nostre guance si sfiorarono nel saluto e a quel contatto avvertii la bionda stringersi leggermente alla mia giacca in maniera quasi impercettibile. Cercai di staccarmi più velocemente possibile senza però risultare troppo affrettata, perchè la sua vicinanza cominciava a mandarmi in delirio.
" Comunque anche voi non scherzate. Una buona concorrenza" disse facendoci l'occhiolino.
Stavo letteralmente morendo, ogni suo gesto, ogni suo sguardo, ogni suo sorriso era un colpo al cuore.
Si preannunciava un'interessante serata.
- - - - - - - - - - -

" Secondo te come fa?"
" Sinceramente non ne ho la più pallida idea."
" Secondo me va a duracel, oppure a pile ricaricabili."
disse la mia amica prendendo un'altro sorso del suo drink.
" Si si. Oggi pomeriggio si è messa sotto carica prima di raggiungerci." annuì convinta delle sue parole.
" E' una teoria interessante." dissi annuendo anche io.

Dopo una divertente cena in pizzeria avevamo deciso di andarci a divertire in qualche locale. Peccato che Spoleto è il così detto " paese di vecchi" e non fornisce del buon divertimento per tre giovani donzelle come noi, così presa la mia macchina ci spostammo verso Perugia, città sicuramente più movimentata.
Arrivammo a un piccolo locale, una specie di dico-pub, non era una discoteca, era più piccola e sicuramente meno caotica, si poteva bere e ballare. Un posto carino.
Io e Deborah eravamo sedute al bancone della sala bar sorseggiando i nostri drink, osservando con gli occhi spalancati una Heather intenta a scatenarsi in pista, chiedendoci da dove cavolo prendesse tutta quell'energia.
Insomma, dopo otto ore di allenamento con la troupe tutti i giorni, tutte le settimane, come riusciva a trovare la forza di ballare anche il sabato sera.
Ballava sinuosa scandendo, con sensuali movimenti di bacino, il ritmo della musica.
La guardavo incantata divertirsi sicura di ogni passo, sicura di se. Non sò esattamente che faccia avessi mentre la osservavo, ma sicuramente non era molto diversa da quella della mia amica affianco a me che era rimasta praticamente senza parole. L'unica differenza che io penso di aver cominciato a sbavare, ad un tratto, davanti a quel corpo maledettamente sexy.

" Wow... ci da dentro la ragazza. Naya la conosci? Vi ho visto entrare insieme."

Il mio cervello si riprese dal momentaneo stato vegetativo in cui si era perso e mi voltai a guardare il barman che mi aveva rivolto parola.

" Si Chord. E' una ballerina di Los Angeles, una collega."

Conosco bene Chord, avevo avuto con lui una piccola storia che si era rivelata fondata solo sul sesso e così come ogni cosa senza amore e passione era finita in poco tempo. Lo conoscevo abbastanza bene per sapere quanto fosse pervertito e morto di f**a.

" Los Angeles... mhmm... quanto tempo ho per conquistarla prima che se ne ritorni in America?."

Lo conoscevo abbastanza bene, per sapere che quel " conquistarla" stana a significare " me la voglio fare". Sentii il sangue ribollire nelle vene, una strana sensazione partire dal mio stomaco fino ad arrivare alle mie mani che, strette a pugno sul legno del bancone, fremevano dalla voglia di incontrare il naso del biondino che avevo davanti. Per evitare di dare sfogo ai miei istinti assassini, ritornai ad osservare la pista decidendo di non dare troppo peso alle sue parole. Che senso avrebbe avuto spaccargli la faccia, un'attimo di soddisfazione personale per poi chiedersi il perchè di quel gesto avventato. Era meglio evitare e lasciar correre come se niente fosse.

Heather ancora danzava, si vedeva quanto amasse ballare, sul suo viso splendeva sempre un sorriso. Passo dopo passo, canzone dopo canzone, sembrava inarrestabile.
Ogni tanto qualche ragazzo si avvicinava cercando di avere qualche approccio con la biondina che, sembrava fregarsene della gente che le stava in torno. Devo ammettere che questa sua indifferenza verso quei poveretti mi rendeva... felice?

Ad un tratto, nella frenesia della danza, il suo sguardo incontrò il mio. Mi sorrise dolcemente e mi fece cenno con l'indice di raggiungerla in pista.
Scossi la testa. * Ma siamo pazzi nonononono...*
Il pensiero di ballare con quella ragazza mi agitava non poco e poi mi sarei sentita ridicola, insomma come si può competere con una ballerina.
A quanto pare però si era impuntata sull'idea di "umiliarmi" inconsciamente, si era avvicinata e mi aveva afferrato per un braccio, trascinandomi letteralmente con lei.

" Forza Naya... non farti pregare."

Sembravo una bambina. Cercai di vincolarmi , ma aveva messo un faccino da cucciolo irresistibile e cedetti senza nemmeno rendermene conto. Implorai Deborah mentalmente di venire in mio soccorso, ma quella schifosa era troppo impegnata ad accogliere le avances di un moretto per accorgersi che la sua migliore amica aveva bisogno di aiuto. Ero in trappola. Fanculo.
Me lo sentivo quel tenero cucciolo si sarebbe trasformato in una sexy pantera.

Così mi ritrovai a muovermi seguendo la musica, mentre Heather mi girava intorno sculettando.
Si avvicinò al mio orecchio:

" Dovresti usare di più questo bel sederino. Sculetta." disse dandomi una pacca scherzosa sul fondoschiena.
In quel momento ringraziai le luci soffuse che nascondevano il rossore delle mie gote.

Poi ritornò a scatenarsi, ancheggiando e strusciandosi ogni tanto su di me.
Cercai di sciogliermi un pò , per nascondere l'imbarazzo che copriva il mio volto. Mi stava facendo impazzire, ormai non era la prima volta che quella biondina mi faceva uno strano effetto ma, continuavo a pensare che fosse alquanto inadeguato poichè scatenato da una donna.
Dovevo raffreddare i bollori. Spesso chiudevo gli occhi e pensavo ai mutandoni di mia nonna e per un breve periodo funzionava come metodo. Ma non era semplice.
Per il resto della serata cercai di rilassarmi _ impresa ardua _ lasciandomi trasportare dalle note di quella musica che, ogni volta che il mio corpo veniva a contatto con quello di HeMo _ quindi molto spesso_ mi rimbombava in testa, facendomi perdere ogni cognizione.

- - - - - - - - - -

Saranno state le 2:00 a.m. passate quando decidemmo che forse era ora di andare, anche se era domenica, preferivamo non prendercela troppo comoda.
Il tragitto dal locale a Spoleto sarebbe durato all'incirca un'oretta e visto che guidavo io ed avevo la responsabilità su altre 2 vite oltre alla mia ,decisi di fermarmi ad un piccolo autogrill per prendere un caffè.

" Volete un caffè?" chiesi alle altre due che come me cominciavano a sentire la stanchezza dopo una pesante giornata.
" Nono, altrimenti non dormo. Grazie mille." rispose subito HeMo
" Te?" Chiesi a Deborah che come suo solito si era spaparanzata sul sedile posteriore.
" No tanto guidi te." mi sorrise.

Ci misi poco più di una decina di minuti quando ritornai in macchina mi accorsi che quelle due si erano tranquillamente addormentate. Deborah aveva allungato le gambe sui sedili, poggiando la schiena sullo sportello e le cuffiette nelle orecchie ascoltando la SUA musica,ancora non mi capacitavo come riuscisse ad addormentarsi con quel fracasso spacca timpani, mentre Heather era seduta sul posto del passeggero avanti ,con la cintura allacciata e la testa appoggiata sul finestrino che ad ogni suo respiro si appannava leggermente. Sembravano 2 angioletti e pensare che fino a poco prima sembravano dei leoni, ora al massimo 2 gattini teneri. Bha...

Durante il viaggio decisi di accendere la radio per farmi un pò di compagnia. Girai un paio di stazioni quando finalmente una melodia mi attirò. Alzai leggermente il volume e iniziai a canticchiare facendo attenzione a non svegliare nessuno.

...We found love in a hopeless place
We found love in a hopeless place.


La canzone era già iniziata concludendo la prima strofa.

Shine a light through an open door
Love and life I will divide
Turn away cause I need you more
Feel the heartbeat in my mind

It’s the way I’m feeling I just can’t deny
But I’ve gotta let it go

We found love in a hopeless place
We found love in a hopeless place
We found love in a hopeless place
We found love in a hopeless place


Mentre cantavo il ritonello senza volerlo mi girai verso HeMo che continuava a sonnecchiare placidamente. Sorrisi, era veramente splendida. Senza nemmeno pensarci, portai una mano sulla sua guancia per scanzarle una ciocca ribelle che le copriva il viso, per poi carezzarle delicatamente quel lembo di pelle e quella chioma dorata. Mi riscossi subito da quel momento che mi stava trasportando fin troppo, accorgendomi che stavo ancora guidando. Fortunatamente, grazie all'orario c'era poco traffico sull'autostrada così non avevo rischiato di schiantarmi.

Yellow diamonds in the light
And we’re standing side by side
As your shadow crosses mine

We found love in a hopeless place
We found love in a hopeless place
We found love in a hopeless place
We found love in a hopeless place

We found love in a hopeless place
We found love in a hopeless place
We found love in a hopeless place
We found love in a hopeless place


Continuavo a canticchiare battendo le mani sul volante a ritmo. Riflettei sulle parole dalla canzone, parlava chiaramente d'amore e in un piccolo pezzo diceva: E' il modo in cui io mi sento, non posso negarlo. Sembrava quasi una dichiarazione.
Non potevo negare che provavo qualcosa per quel angelo che mi era accanto, ma la paura contrastava quel sentimento.

La magia di quel momento finì quando arrivai sotto l' hotel che ospitava la compagnia di ballerini e quindi anche HeMo.
A malincuore la risvegliai delicatamente chiamandola piano.

" HeMoooo... Hey siamo arrivate."
La ragazza mugugno qualche parola senza senso schiacciando il viso sul finestrino. Risi per quella scena troppo tenera. Quando finalmente aprì gli occhi, scattò ,come una molla ,sul sedile facendomi indietreggiare leggermente.
" Oddio... mi sono a-addormentata?" mi chiese strofinandosi leggermente gli occhi.
" Già, ma non preoccuparti. Comunque siamo arrivate." le dissi sorridendo dolcemente.
" Oh_ grazie. Sai è comoda la tua macchina."
" Ho notato."
dissi sorridendo ancora, mentre lei abbassava gli occhi imbarazzata. Le alzai il viso con una mano.
" Hey è normale, eri stanca." mi sorrise teneramnente.
" Ok forse è meglio che vada. Ci vediamo lunedì, cioè..." abbassò lo sguardo sull'orologio al polso che segnava le 3:15. "...domani."
Si avvicinò a me me mi stampò due baci sulle guancie, il secondo fin troppo vicino all'angolo della bocca e rabbrividii leggermente. Si staccò la cintura e aprì lo sportello girandosi poi verso Deborah ancora addormenteta.
" Salutamela."
" Ok... "
sorrisi.
" Ciao"
Scese dalla macchina salutandomi con un gesto della mano.
" Ciao" risposi per poi seguirla con lo sguardo fino a quando non sparì dietro il portone dell'albergo.


Ero arrivata a casa, Deborah si era svegliata durante il tragitto era scesa dalla macchina e si era seduta sul dondolo in giardino mentre parcheggiavo in garage. Sarebbe rimasta a dormire da me, non volevo averla sulla coscienza quella notte.
Le passai affianco per raggiungere la porta ed aprire casa, però mi bloccò.

" Nay... vieni siediti qui." mi disse dando qualche pacca sul seggiolino affianco a lei.
" Non sarebbe meglio andare a dormire?!"
" Daiii... minuto più minuto meno che ti cambia ormai."

Sbuffai leggermente e la raggiunsi. Restammo qualche minuto in silenzio a dondolarci guardando il cielo mano nella mano. Era luna piena.
" Hai mai letto il simposio di Platone?" mi chiese lei seria. Non capivo cosa centrasse in quel momento quell'uscita improvvisa ,così mi limitai a scuotere la testa confusa.
" Bhè...dovresti, c'è una bella discussione sull'amore." mi disse sorridendomi. Alzai un sopracciglio ancora più confusa lasciandola continuare.
" Aristofane racconta una bellissima leggenda, la mia preferita. Egli spiega che all'origine l'umanità comprendeva tre sessi: quello maschile, quello femminile e quello androgino che erano maschi e femmine allo stesso tempo. Tutti gli individui erano composti da 2 teste, 4 braccia e 4 gambe unite nello stesso corpo e ciascuno di essi aveva 2 organi genitali ,entrambi maschili negli uomini, tutti e due femminili nelle donne mentre gli androgini avevano un'organo maschile e uno femminile. Erano esseri perfetti,perfezione che discendeva dai loro genitori. Il sole per l'uomo, la terra per la donna e poi vi era la luna che possedeva le caratteristiche di entrambi. Finchè affiancati dall'altra metà la loro vita era serena perchè vivevano solo dell'amore che questa poteva donargli. Ma gli dei sopraffatti dall'invidia verso la loro felicità ,decisero di dividerli per sempre in 2 parti distinte.Così da allora ogni parte cerca la sua metà, i semiuomini cercano i semiuomini, le semidonne altre semidonne e la metà uomo degli androgini la metà donna e viceversa, nella speranza di ricongiungersi ad essa e ricreare quell'essere così perfetto e questo intenso desiderio di ritrovare l'anima gemella viene chiamato amore."
Restai in silenzio assimilando tutto il racconto, ma continuavo a non capire.
" Perchè mi dici ciò?"
" Pensi che non mi sia accorta?! Basta osservarti per capire ed io l'ho fatto per tutta la serata."

Una stana consapevolezza prese largo in me stringendomi un nodo allo stomaco. Possibile che era così evidente.
" Tu hai paura di quello che provi solo perchè credi che sia sbagliato e che tu possa essere giudicata." Sentii un fastidioso pizzicorio agli angoli degl'occhi mentre la vista si appannava lentamente coperta da una patina umida.Inghiottii a vuoto per bloccare l'imminente pianto.
Mi strinse ancora di più le mani. " Quello che voglio dire è che nessuno può dire se un sentimento è sbagliato oppure no. Non è sbagliato se una persona ti fa stare bene, se ogni volta che incontri il suo sguardo ti senti sciogliere, se ogni suo gesto ti provoca un sorriso.
A prescindere dal sesso. Non puoi rinunciare ad amare ,non puoi rischiare di perdere una persona per paura. I pregiudizzi lasciali agli stolti che giudicano senza sapere. Tu non soffocare i tuoi sentimenti dentro il tuo cuore, finirà che saranno loro a soffocare te.  "
La guardavo commossa mentre le lacrime cominciavano a rigarmi il volto.
" Io non ti giudicherò mai sappilo. A me basta che tu stia bene." continuò sorridendomi.
" Poi stai parlando con una che pomicia con il suo gatto" mi disse asciugandomi la guancia carezzandola dolcemente. Sorrisi per quanto poteva essere scema.
" Bhè... sia chiaro non ci slinguazzo, chissà che ci fa con quel muso quel pelandrone. Ci limitiamo a nasino nasino." si corresse. Scossi la testa ridendo per qualche secondo poi ritornai a fissarla seria.
" Non sò... non mi è mai successa una cosa del genere."
" Hey, non ho detto che ti devi dichiarare così da un momento all'altro. Magari è solo una cosa passeggera. Tu però pensaci su."
Sospirai.
" Sai che avvolte mi fai paura?!" le dissi guardandola divertita. Rise.
" spesso mi faccio paura anchio."
La guardai adagiarsi mollemente sulla panchina e osservare la luna. " Grazie" si girò verso di me, sul suo viso si aprì un enorme sorriso. " E di che, servo a questo. Qualcosa dovrò pure fare nella mia noiosissima vita." ritornò poi a guardare il cielo e la sfera di latte che lo dominava, poi mi lanciò uno sguardo con la coda dell'occhio e io la guardai stranita. " Adesso comincio a capire la tua mania di palparmi il sedere." disse divertita schivando un mio scapellotto.
" Cretina."
- - - - - - - - - -




Angolo dell'autrice:
Ecco la seconda parte tutta per voi. Scusate l'attesa ma ho avuto qualche impiccio. Spero che valga l'attesa. =)
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite, le ricordate e le preferite, ma soprattutto chi recensisce. Grazie di cuore. Aspetto anche consigli per migliorarmi che non fanno mai male.
Baci _Debs_

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Capitolo 5
*** 5_ Amarti m'affatica_ ***


                                                                                           *Amarti m'affatica*






E' veramente frustante.
E' veramente frustante non riuscire a tenere sotto controllo qualcosa.
Non potevo bloccarlo o soffocarlo o reprimerlo dentro di me, non potevo fregarmene e fare finta di niente, perchè c'era forte e incontrollabile e mi stava facendo impazzire.
Anche quella mattina di maggio, sdraiata a pancia in su sul mio letto con gli occhi fissi a contemplare il soffitto bianco della mia camera, immobile.
Un unico pensiero.
Un unica consapevolezza.
Quel sentimento nato così da un giorno all'altro, inaspettatamente, sconvolgendomi la vita.
Non potevo certo autoconvincermi _ è una fase, vedrai che presto ti passerà_ pff... quale fase? Avevo 25 anni, non ero un'adolescente in cerca di nuove avventure per soddisfare stupide crisi ormonali, ero una donna che di esperienze ne aveva fatte, forse, anche troppe , ma quella era una cosa nuova_probabilmente posso sembrare immatura,ma  Heather potevo definirla "l'unica eccezione"_ e mi spaventava da morire.
Avevo paura del pensiero bigotto del mondo esterno, un mondo che cerca scandalo in ogni cosa, che giudica e sputa sentenze senza prima soppesarle. Sarebbe stato tutto più semplice in un mondo privo di pregiudizzi, discriminazioni e intolleranza. Sarebbe stato tutto più naturale.
Avevo paura, una paura folle di lasciarmi andare e perdere tutto.
Avevo paura di amare, potevano questi 2 sentimenti, all'apparenza così contrastanti , legare così bene in certe situazioni?
Bhò...
So solo che era veramente frustante.
Così, ogni volta che il mio cervello non era occupato a fare altro, tutte le insicurezze prendevano il soppravvento, come quando ero nella mia stanza ad osservare il soffitto diventato improvvisamente interessante, o in macchina con un leggero sottofondo di musica, o al lavoro tra il vociare dei miei colleghi che ignoravo completamente troppo presa dai miei pensieri.
L'unico rimedio era lo stesso veleno, un dolce sorriso e due preziosi zaffiri, così profondi e penetranti, così ammalianti nei quali perdersi era una piacevole tortura, che mi fissavano intensamente e... cosa? Mi fissavano?
Oh cazzo.
Senza nemmeno accorgermene, troppo intenta a psicoanalizzarmi, ero arrivata a lavoro.
Stavamo, o per meglio dire stavaNo, osservando gli schizzi dei costumi dei ballerini disegnati precedentemente da Deborah. Quest'ultima dicuteva con Chris_ il costumista_ sui vari aspetti pratici ed economici sotto la silenziosa attenzione di Hearther che ascoltava con interesse.
Avrei dovuto partecipare anche io in quanto organizzatrice ,facendo attenzione a far rispettare il budget previsto dall'ente festival ma, ero troppo impegnata a ehm... fottermi il cervello. Già.
Probabilmente inconsciamente,durante il monologo dedicato ai sui suoi stupendissimi occhi devo aver cominciato a fissare HeMo, che stava ricambiando lo sguardo.
Spezzai immediatamente il contatto visivo imbarazzata, speravo vivamente di non essermi prolungata più del dovuto ad osservarla.
Cercai disperatamente di seguire la discussione tra Deborah e Chris, ma sembrava impossibile, continuavo a sentire il suo sguardo sulla mia pelle. Portai una mano agli occhi, massaggiandoli lentamente, un pò per la stanchezza, un pò per nascondere l'imbarazzo.
 Erano passati diversi giorni da quel sabato, durante i quali avevo sempre cercato stupidamente il minor contatto possibile con Hemo, avevo bisogno di riflettere ma, ormai, più lo facevo più stavo da schifo e trovarmi lì a un soffio dalla biondina non migliorava la situazione.

Intanto ci aveva raggiunto tutto il corpo di ballo, ogni ragazzo o ragazza era in balia di un frenetico Chris, che armeggiava tra puntine, spille e metri da sarto.
Decisi di trovare una scusa per fuggire da lì, mi sentivo un pò codarda, ma la situazione stava diventanto insostenibile e ero convinta che la mia presenza in quel momento non fosse necessaria.

" Bene." dissi alzandomi dalla piccola poltroncina su cui mi ero stravaccata. " Visto che qui nn servo, vado allo studio marketing per controllare come va avanti la preparazione dei calendari e dei volantini." esordii sorridendo.
Chris alzò il pollice destro in segno di "OK", Heather mi guardò solamente e mi sorrise mentre Deborah mi fissò,aveva capito che qualcosa non andava, sospirò.
" Ok Nay. Ah ricordati che oggi pomeriggio iniziano le prove al teatro romano. Devi esserci. Alle 3:00"
" Ci sarò." dissi raggiungendo la porta.
" E non fare uno dei tuoi soliti ritardi." mi girai e la guardai indignata.
" ah-ah." ed uscii non prima di vedere un sorriso divertito sul volto della mia amica e su quello di Hemo.
Non avrei mai pensato che fosse così appagante far sorridere qualcuno e con lei ogni volta era una piccola soddisfazione.


Scesi lentamente tra i vicoli di Spoleto, i soliti pensieri a tormentarmi, fino ad arrivare allo studio marketing.
" BIG MAMAA..." urlai appena entrata.
" Sono quiii..." sentii rispondere da dentro l'ufficio infondo al corridoio.
Raggiunsi velocemente Amber o "Big Mama" per gli amici, la capo redattrice dello studio marketing del festival, una ragazzona che avevo conosciuto al terzo anno di lavoro, a Spoleto. Lei ,con 4 anni più di me, aveva partecipato in altri studi marketing per eventi dentro e fuori la regione umbra, arrivando poi anche a lavorare per il festival dei 2 mondi. Siamo diventate molto amiche, per lei sono la sorellina che non ha mai avuto e lo stesso vale per me.
Mi affacciai all'interno dell'ufficio, appoggiata allo stipite della porta, con un enorme sorriso dipinto in viso.
" Hey, mucchietto d'ossa con le tette, che ci fai qui?" alzai gli occhi al cielo per quel sopranome, infondo non ero così magra.
" Ciao B.M." sorrisi abbracciandola. " Sono venuta a vedere come va avanti il lavoro qui."
*e sono scappata da colei che mi sta facendo impazzire, ma questo è irrilevante. Si certo speraci.* pensai tra me.
" Va tutto meravigliosamente, proprio oggi abbiamo inviato i file alla tipografia che dovrebbe iniziare subito a stampare i calendari e i volantini, mentre i cartelloni li mando lunedì."
" Perfetto."

" Vuoi dare un'occhiata? Guarda qua." mi disse indicandomi lo schermo del computer.
Il calendario del festival era fornito di tutti gli orari degli spettacoli con le rispettive collocazioni: al teatro romano, al teatro nuovo, in piazza del duomo, in piazza del mercato, etc...; ad ogni singolo show era, poi, allegata una foto. Era tutto perfettamente impaginato.
"Wow." esclamai estasiata. " Proprio un bel lavoro." Amber sorrise compiaciuta.
" Poi naturalmente è pieghevole e da chiuso sulla parte frontale c'è lo stemma del festival con lo slogan e nel retro tutti gli sponsor." aggiunse.
" Sei grande Big Mama." l'abbracciai
" Lo sò, lo sò sono la migliore non c'è che dire."
" E sei anche molto modesta."
" Già, qualità di pochi."
rispose ridendo e io feci altrettanto.

" Allora Nay come stai?" mi chiese improvvisamente Amber cambiando discorso, mentre sistemava qualche scartoffia sulla scrivania.
" Così..." risposi alzando leggermente le spalle.
" Mhmm... così bene o così male?"
" Non sò, c'è un bene che mi fa stare anche male" risposi vaga prendendo un foglio accartocciato e iniziando a giocarci.
" C'è dietro una persona?"
" Si, ma il male non è causato direttamente da quella persona, è creato da me stessa inconsciamente pensando a quella persona." dissi. Mi fidavo di Amber quindi decisi di dirle la verità anche se in modo molto complicato.
" Mi si sta friggendo il cervello." rise.
" Ahahahah... a chi lo dici." risposi ridendo a mia volta.
Sospirai. Poteva essere così faticoso amare?
Non volevo tornare a bruciare nel fuoco delle mie paure, per l'ennesima volta in quella giornata così cercai di cambiare discorso subito.

Rimasi a parlare con Amber per un tempo indeterminato sul festival e su altre diverse questioni, andai a pranzo e alle 3:00 in punto mi trovai al teatro romano, incredibilmente puntuale.
Forse anche troppo ,perchè ancora non era arrivato nessuno. Così decisi di riposarmi nell'attesa, mi posizionai seduta in modo alquanto trasandato su un gradone dell'enorme scalinata della cavea del teatro e chiusi gli occhi massaggiandomi lentamente le tempie.
Ad un tratto, mentre sbuffavo rumorosamente leggermente scazzata, sentii due fresche mani prendere il posto delle mie nel lento massaggio. Trasalii per la sorpresa per poi rilassarmi lentamente sotto quel piacevole tocco. Non avevo idea di chi fosse, avevo ancora gli occhi chiusi, l'unica cosa che potevo immaginare era che fosse una donna, lo percepivo dal tocco delicato e dalle fine dita che stavano magicamente rilassando i miei muscoli e facendo scomparire i tanto tormentati pensieri che ultimamente mi accompagnavano come un'ombra.

" Chiunque tu sia, penso d'amarti." sbiascicai in preda al relax. Una breve risata mi bastò per capire chi fosse, spalancai gli occhi sussultando. Heather.
" Non sò esattamente cosa hai detto, ma spero che sia qualcosa di bello."
*Caz-- , comincia ad essere un'abbitudine fare diachiarazioni inconsciamente, perfortuna ho parlato in italiano* pensai tra me. Risi nervosamente e mi voltai leggermente in imbarazzo. Lei sorrideva come sempre e il mio cuore si ritrovò ancora una volta a perdere un battito.
" Hey." dissi solamente. Forse bloccata dal principio d'infarto che mi stava colpendo in quel momento. Come ho già detto prima, era da un pò che non avevamo una conversazione sole e mi sentivo non poco a disagio.
" Hey, come stai? Ti vedo un pò stanca."
" Niente, un pò di stress." bhè era una mezza verità. " Ma dove sono gli altri?" le chiesi preoccupata, ormai erano quasi le 3:15 passate e Deborah non era mai stata così in ritardo, di solito ero io a farlo.
" Oh, l'allenamento è alle 3:30" rispose con un sorriso divertito mentre io spalancavo gli occhi sorpresa.
" Cosa? Ma Deborah mi ha detto di essere qui alle 3:00." dissi scatenando altre risate dalla biondina.
" Credo l'abbia fatto per ovvie ragioni."  mi ammutolii vivamente sdegnata per la mancanza di fiducia della mia amica ma, soprattutto, perchè anche Hemo mi stava prendendo scherzosamente ingiro.
Alla vista della mia espressione rise anche più forte.
" Daiii... Nay non prendertela." a quella richiesta mi sciolsi letteralmente, era così dolce.
" E tu che ci fai allora qui?" chiesi. Infondo se sapeva il giusto orario, perchè era arrivata così in anticipo.
" Sinceramente ero venuta per dedicarmi al totale relax, qui al teatro si sta meravigliosamente, perfortuna ho trovato una piacevole compagnia." rispose sorridendomi. Avvampai, come faceva ad essere così tranquilla.
" E' da un pò che non parliamo, cominciavo a pensare che mi stessi evitando." disse scherzando.
Beccata. Sorrisi leggermente voltandomi verso il palco non sapendo bene cosa rispondere.
" Ma no, il lavoro tra una cosa e un'altra mi ha preso molto tempo." buttai lì ,la prima scusa plausibile. Lei annuì in comprensione alzandosi dal posto dietro di me e venendo a sedersi di fianco travolgendomi con il suo profumo.
Inspirai profondamente.
Bastava il suo sguardo, il suo sorriso, il suo profumo ed ogni pensiero evaporava come acqua al sole. Bastava lei.
Sembra un contro senso, ma era la pura verità. Era lo stesso effetto di un vaccino, il veleno che contrasta il veleno, il disagio iniziale e poi tutto scompare come se niente ci fosse mai stato. Lei era il mio vaccino, il rimedio a quei pensieri che mi turbavano.
Era piacevole anche il solo rimanere in silenzio al suo fianco, il solo cullarsi della sua presenza, il solo sentirla vicina. Chiusi leggermente gli occhi per assimilare al meglio quella sensazione di benessere.

Non passarono molti minuti prima che i primi ballerini si fecero vivi, tutti elettrizzati di fare la prima prova sul palcoscenico, costruito appositamente per il loro spettacolo, al teatro romano.
" Ok io vado a prepararmi, senza di me non si inizia." si alzò velocemente sbattendo le mani sulle cosce. " Dopo però non fuggire, magari andiamo a prendere un'aperitivo anche con Debs. Così parliamo." mi disse sorridendo.
" O-ok. Starò qui a godermi lo spettacolo." E' incredibile quanti significati poteva avere questa frase.
" Brava." Sorrisi e lei fuggì raggiungendo gli altri, che intanto si erano appropinquati a fare un bel riscaldamento iniziale.

Osservai tutto il corpo di ballo eseguire degli allunghi e vari esercizi per sciogliere i muscoli, mentre una Heather era intenta a posizionare lo stereo con la musica.
Ancora tutto l'impianto elettrico e le luci non funzionavano, così dovevano arrangiarsi e per le prove bastava.

" Ecco la mia ispanica preferita." sentii alle mie spalle. Mi voltai incontrando lo sguardo divertito di Deborah.
" Primo io con te non parlo, secondo perchè ne conosci altre?" mi rigirai stizzita incrociando le braccia al petto.
" e-mmm... No, però tu saresti la mia preferita comunque." rispose sedendosi accanto a me.
" Sparisci."
" Nayaaa... Nayyy..." cantilenò lei cominciando a strusciarsi contro di me come un gatto che fa le fusa.  "Ma lo sai che ti voglio bene."
" Fanculo, ruffiana malfidata."
" Eddai era un scherzo innocente e alla fine ha funzionato." disse divertita da come il suo piano sia riuscito con successo. Sbuffai.
" Sisi... ma questa me la lego al dito." rimbattei tenendo ancora un tono serio.
" Va bene." rispose prima di stamparmi un bacio sulla guancia.

Iniziarono le prove. Era interessante vedere come si svolgevano di solito.
Tutti seguivano perfettamente Heather che, ogni tanto, si bloccava per far notare qualche imprecisione o sbaglio. Li osservai danzare passo dopo passo, ogni tanto si fermavano per prendere fiato e dissetarsi, erano veramente molto bravi.
Ma ciò che più mi interessava di quel bellissimo quadretto era sicuramente lei , che ad ogni movenza mi faceva battere forte i cuore. Era meravigliosa, anche sudata e con i capelli fuori posto.
Sospirai rumorosamente.

" Aaaah...Mia nonna diceva sempre: Coeur qui soupire n'a pas qu'il desire." esordì Deborah.
" E'?"
" Cuore che sospira non ha quello che desidera."
tradusse. " Sò che ti ho detto di pensarci su, ed è giusto predersi il proprio tempo, però è da quella sera che ti vedo distante, stanca, pensierosa... non deve farti questo effetto." continuò.
" Lo sò, ormai sono consapevole di ciò che provo, ma la paura mi blocca."
" Capisco che non è facile, ma cerca di vivere la cosa poco alla volta senza problemi e paure, che ti bloccano e basta. Poi tutto verrà da se e un giorno se ti sentirai pronta allora farai il primo passo, ma fa tutto senza che tu ti senta costretta o in obbligo. Vivila serenamente."

Aveva ragione, mi stavo creando troppi problemi fin dal principio e mi stavo lentamente auto- distruggendomi.
La guardai commossa, sapeva sempre come aiutarmi. L'abbracciai forte e le sussurrai in un'orecchio:
" Ma lo sai che sei la mia rossa preferita?"
" Perchè ne conosci altre?"
mi fece il verso.
" Bhè sinceramente si. Angelica, Marta..." alzò velocemente la mano bloccandomi.
" Ok ok." Sorrisi. Lei mi fece la linguaccia.
Riportai la mia attenzione sul palco, su Hemo intenta a spiegare un passo più complicato a uno dei ballerini, bella e sorridente come sempre.
Già, dovevo viverla.







Angolo dell'autrice:

Ecco un nuovo capitoletto, mi dispiace per il ritardo ma ho avuto una seria crisi mistica e mi bloccavo ogni 2 righe a scriverlo. Non sò cosa ne è venuto fuori e sincermente non sono molto sicura del risultato, ma volevo aggiornare prima di Mercoledì che ricomincia la scuola. Quindi ecco questo "coso" che può essere definito capitolo di transizione, devo iniziare un pò a smuovere le acque.
Spero che vi piaccia anche se non ne sono sicura. =)   Lasciate tutti gli insulti che volete.
Ringrazio tutti, chi recensisce perdendo il suo prezioso tempo, chi preferisce e chi legge solamente. Alla prossima.
_Debs_

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