Bittersweet in love (parte II) di Levity (/viewuser.php?uid=19442)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A new beginning ***
Capitolo 2: *** Goodmorning House! ***
Capitolo 3: *** Una sottile linea rossa ***
Capitolo 4: *** Decisioni... ***
Capitolo 1 *** A new beginning ***
CAPITOLO
1 - A
NEW BEGINNING
Allison
Cameron dormiva tranquilla nel suo letto, accanto a lei,
anch’esso
profondamente addormentato c’era Gregory House. Era
teneramente abbracciato a
lei, non si erano mossi dalla posizione nella quale erano andati a
dormire,
stretti l’uno all’altra, mentre lui per farla
addormentare le aveva sussurrato
parole dolci all’orecchio, rendendo così il sonno
dell’immunologa quieto e
felice.
Gia
felice… ultimamente la felicità aveva toccato
entrambi, non passava giorno
senza che lui dicesse a Allison quanto l’amasse, sembrava
addirittura strano,
paradossale… entrambi si sarebbero aspettati che la
più dolce in questo
rapporto fosse Cameron, ma invece era lui a non farle mancare mai le
attenzioni, era lui che spesso la stringeva a se sorridendole, senza
dire una
parola ma solo esprimendo il proprio amore con gesti affettuosi.
Nonostante
fossero passati più di due mesi non l’avevano
detto a nessuno, certo, Wilson il
giorno dopo dell’inizio della relazione fra i due era andato
a ficcanasare, se
n’era accorto, per due motivi, il primo perché la Cuddy
lo aveva informato
delle proprie impressioni e deduzioni, il secondo, il più
profondo ma
probabilmente il più vero era perché erano amici.
La
loro amicizia durava da quasi dieci anni, House decisamente
più vecchio di
James, ma non per questo erano meno uniti, non per questo erano meno
complici…
Ultimamente
all’interno del reparto diagnostica si era stabilita
un’atmosfera
particolarmente rilassata, entrambi cercavano di comportarsi
normalmente, naturalmente
House faceva sempre battutine sprezzanti verso i suoi tre sottoposti,
ma nel
farle verso la donna che amava si sentiva sempre in colpa, e questo a
volte lo
spingeva ad accanirsi meno del solito su di lei, rendendo
così quasi evidente
che qualcosa era cambiato. Ma ne Chase ne Foreman facevano domande, ne
a lei ne
a lui, entrambi attendevano pazientemente che sfuggisse loro una parola
di
troppo, che fossero colti in flagrante a scambiarsi effusioni nascosti
nello
studio, ma per ora nessuno aveva sgarrato, e così la
curiosità dei due
assistenti non era ancora stata placata.
Alle
6.30 la sveglia sul comodino accanto a Cameron suonò, il uso
trillo fastidioso
riempì tutta la stanza, inducendo Greg a cercare un rifugio
mettendo la testa
sotto il cuscino. Allison si svegliò tranquillamente,
abituata ormai da tempo
al timbro della sveglia, la prima cosa che fece fu dare alcuni colpetti
sulla
spalla del suo compagno, lui mugugnò qualcosa ma non
accennò minimamente a
volersi alzare, perciò lei sorrise leggermente e gli diede
un piccolo bacio sul
punto dove prima lo aveva toccato, poi gli baciò il collo e
infine la guancia,
lui si mosse appena ma sorrise nel dormiveglia, poi la donna fece per
alzarsi
ma venne bloccata. Lui la afferrò per un braccio, volgendole
ancora le spalle…
ruotò verso di lei e la guardò negli occhi prima
di avvicinarla lentamente a
se.
Le
diede un leggero bacio sulle labbra, gli occhi
socchiusi...-Greg…devi
svegliarti… devi andare a casa tua, a meno che tu non voglia
venire al lavoro
con me!- il suo tono era ironoco, sapeva che lui con quella motivazione
si
sarebbe alzato immediatamente! ma mentre si apprestava a dargli un
altro bacio
lui la cinse con le braccia e la abbracciò, facendola
nuovamente stendere sul
letto…
Le
baciò il collo e le labbra più volte, la teneva
stretta in quel morbido
abbraccio…-andiamoci insieme…amore…-
bisbigliò lui al suo orecchio, era la
prima volta che la appellava in quel modo, lei ormai si era abituata
alle
tenerezze che il suo Greg le rivolgeva quando erano soli, ma ogni volta
lui
riusciva ancora a sorprenderla, continuamente,
meravigliosamente…
istintivamente Cameron si allontanò un poco da lui, per
guardarlo negli occhi…
aveva un espressione preoccupata quasi…-ma…ma che
dici?- il suo scetticismo era
comprensibile, lui aveva sempre insistito per non rendere nota la loro
relazione: temeva che avrebbe potuto perdere la sua fama da
“duro”
dell’ospedale, e non gli piaceva ancora l’idea che
tutti pensassero che era
diventato un tenerone a causa della prima brunetta di
passaggio… lui sapeva che
non era la prima di passaggio, ma nonostante questo preferiva ancora
non farsi
il problema di come avrebbero reagito le persone attorno a lui
nell’apprendere
la notizia… suo malgrado lei aveva accettato,
all’inizio le era dispiaciuto un
po’ non poter dire a nessuno che lei stava con
l’uomo che amava da tempo, che
ora era felice… ma con il tempo aveva lasciato perdere, non
le importava se gli
altri non sapevano, lei lo aveva, e questo era più
importante di ogni altra
cosa…
-dico
sul serio!- il tono di lui si fece più sicuro mentre
appoggiava un gomito sul
cuscino e squadrava il volto della donna, i suoi occhi di ghiaccio
puntati in
quelli verdi di lei, -vorrei correre in giro per l’ospedale
gridando che stiamo
insieme, ma…purtroppo non è che possa correre
molto facilmente…- lei rise piano
-e se grido potrebbe andarmi via la voce, e sarei costretto a
mettermi…una
dolcevita…- calcò sull’ultima parola
particolarmente, sapeva quanto a lei
piacesse quando metteva maglie a collo alto, diceva che gli davano un
aspetto
più dolce e più sensuale…
Lei
gli si avvicinò nuovamente a lui, con fare malizioso, -mi
fai impazzire con la
dolcevita addosso, lo sai?- mentre lui sorrideva con aria furba lei gli
si
avvicinò ancora, ma lui con un movimento deciso e veloce
l’afferrò per le
spalle e gliele premette contro il cuscino, baciandola con
passione… mentre lui
cominciava a percorrere con le mani tutto il suo corpo, entrambi
capirono che
quel giorno avrebbero fatto un po’ più tardi del
solito…
Sono
tornataaaaaa!!! Eccomi qua, con il primo capitolo della seconda parte
di
“Bittersweet in love”!!! questo capitolo come
avrete notato parla del rapporto
che si è instaurato tra Cam e House, le cose sembrano andare
bene direi no? Annuncio
gia che tra poco ci sarà una nuova coppia al PPTH (che molti
di voi gia si
aspettano!) ma vi assicuro che non sarà una cosa per niente
semplice…grandi
casini all’orizzonte quindi!!!
Spero
che questo primo capitolo vi sia piaciuto, recensioni moooolto gradite!!
Un
bacio Lev!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Goodmorning House! ***
CAPITOLO
2 - GOOD MORNING HOUSE!
Quando
House parcheggiò la moto nei sotterranei
dell’ospedale l’orario di lavoro era
iniziato gia da un’ora, l’uomo non ci fece
particolarmente caso, anzi, rispetto
al suo record personale quello si poteva chiamare discreto
anticipo… non era la
stessa cosa per Cameron invece, la quale, abituata ad arrivare sempre
con
estrema puntualità, tanto da accogliere tutti i suoi
colleghi gia con il camice
addosso e con il caffè versato nelle tazze, si sentiva
estremamente a disagio
mentre smontava dalla moto, dietro ad House.
-Accidenti!
Siamo in un ritardo assurdo! Chissà che dirà la Cuddy!!!-
esclamò lei
togliendosi il casco in fretta. Lui rise leggermente di fronte alle sue
preoccupazioni, -ehi non preoccuparti! La Cuddy
mi ha perdonato tantissimi ritardi, il tuo
primo potrebbe addirittura festeggiarlo!- lei sorrise ancora poco
convinta
però. Il diagnosta la prese per mano, e zoppicando si
avviò verso l’ascensore
che portava al piano terra.
-Ma…
forse non dovremmo entrare così…- Cameron si
fermò, sottraendo la propria mano
da quella dell’amato, lui la guardò accigliato,
aspettando che proseguisse il
discorso. –Forse dovremmo tentare un approccio meno
diretto… insomma, se
entriamo per mano in ospedale si capirà subito tutto e poi la Cuddy
gia sarà infuriata a
causa del ritardo se ancora scopre sta cosa io…- si
interruppe dopo aver
parlato a raffica, un espressione poco allegra si dipinse sul volto del
medico,
ma nonostante tutto le rispose con voce dolce: - senti… se
per caso non vuoi
che lo diciamo, se per qualche motivo, che sia imbarazzo o qualunque
altra
cosa, non vuoi far sapere di noi due io lo accetto, posso aspettare,
non
cambierà niente per me, davvero…- concluse
guardandola negli occhi, in quel
momento lei si sentì profondamente in colpa, le
sembrò quasi di averlo ferito
malgrado ciò che le aveva detto.
Sorrise
e scosse il capo, -scusa, ero solo un po’ titubante, insomma,
non è una cosa da
tutti i giorni, pensa che all’inizio faticavo io a credere
che stavamo assieme,
figurati come reagiranno gli altri!- lui le sorrise a sua volta -certo
che
voglio farlo sapere, andiamo!- finì il suo discorso e gli
tese la mano, lui la
prese delicatamente e la strinse nella sua, si avvicinò e le
diede un rapido
bacio sulle labbra, si… andiamo…-.
Giunti
davanti alla porta dell’edificio vi entrarono, lei a causa
del nervosismo gli
stringeva la mano piuttosto forte, ma lui non vi diede peso, si sentiva
anch’esso un po’teso. Camminarono normalmente, si
diressero verso l’ascensore e
House premette il pulsante di chiamata, Cameron si guardava attorno,
non una
sola persona li stava osservando, non uno pareva aver notato il
cambiamento tra
i due… si guardarono incerti, le loro mani strette insieme,
ma nessuno che vi
faceva caso, House fece spallucce: -Pazienza, se ne accorgeranno prima
o poi
no?- lei annuì leggermente scossa, tutto si aspettava
fuorché l’indifferenza di
tutto l’ospedale.
Quando
l’ascensore arrivò si diedero un’ultima
occhiata attorno, dopodiché entrarono, le
mani ancora unite. Quello che non videro quando l’ascensore
cominciò a salire
al secondo piano furono le decine di infermiere e medici che iniziarono
a
parlare fra di loro ad alta voce, indicando l’ascensore e
nominando più volte
le parole “cinico bastardo ha ceduto”, quasi
certamente parlavano di loro
quando alcune alzarono la cornetta di un telefono e composero un numero
interno
iniziando poi a parlare vorticosamente, ma questo i due non
l’avrebbero mai
saputo.
Dentro
l’ascensore Cameron si passò più volte
una mano fra i capelli, piuttosto
nervosa: -che c’è Allison?- le chiese lui
premurosamente suscitando soltanto un
suo sguardo irritato, -ma non hai visto? Insomma, siamo entrati mano
nella mano
dentro l’ospedale e non uno che abbia fatto un cenno!
È impossibile accidenti! Sei
uno degli argomenti principali in questo luogo, e nessuno si accorge
che sei
cambiato?- sbottò infuriata, lui dal canto suo si strinse
nelle spalle e le
sussurrò: -l’importante è che noi
stiamo bene, poi chi se ne frega se gli altri
non lo sanno!-.
Lei
finalmente
sorrise, lo abbracciò dolcemente per poi sciogliersi dalla
stretta nell’esatto
momento in cui l’ascensore si fermava, Allison
uscì per prima, le braccia lungo
i fianchi, lui le afferrò un braccio e la tirò a
se, gli occhi puntati nei
suoi, -ti amo da impazzire- le disse piano, non si avvicinò
per baciarla come
di suo solito, si limitò a stringere le mani di lei nelle
proprie, e a
guardarla, a contemplare la sua bellezza e il suo profumo…
Rimasero
in quella posizione per parecchi minuti, poi lui tossicchiò,
e le loro mani si
separarono: mai le loro anime erano state così vicine, lo
sapevano entrambi, e
non ne erano spaventati, ne erano immensamente felici, felici di amarsi
così
profondamente, felici di essere entrambi pronti a dirlo al
mondo…
Lui
si
avviò verso l’ufficio, seguito da lei, che lo
guardava con occhi sognanti…quando
arrivarono davanti alla porta notarono che le persiane
dell’ufficio erano
abbassate, e le luci spente, era piuttosto buio…-ma che
diavolo…- borbottò l’uomo
mentre prendeva la mano dell’amata, in un gesto protettivo, e
spalancava la
porta…
-BEN
SVEGLIATO HOUSE!!!- un urlo di decine di voci unisone li accolse mentre
facevano irruzione nella stanza, la luce si accese immediatamente, e
davanti ai
loro occhi si presentarono moltissime persone, infermiere, medici e
amici…Cuddy
e Wilson erano in prima fila, a battere le mani seguiti da tutti gli
altri, entrambi
sorridevano, in realtà tutti stavano sorridendo!a
Foreman
si avvicinò al diagnosta: -era ora che di dessi una
svegliata con Cam vecchio
bastardo!- disse allegramente stringendogli la mano e suscitando le
risate di
tutti, compresi House e Cameron stessi… quella sera il
medico strinse parecchie
mani, l’immunologa versò alcune lacrime di
sorpresa e di gioia, e alla fine
diedero alla folla quello che si aspettarono, House le
scoccò un lungo bacio
sulle labbra, non passionale, ma dolce e tenero, tale che
scaturì un “ohhhh”
generale…
-Allora
sei proprio cambiato eh!- disse qualcuno, -e io che credevo che fossi
un caso
irrecuperabile!!- esclamò qualcun altro divertito.
Circa
tre ore dopo i festeggiamenti terminarono, ovviamente qualche medico se
n’era
andato via immediatamente a causa di impegni in clinica, ma persino la Cuddy
aveva cercato di
trattenersi il più a lungo possibile, anche se dopo circa
due ore un infermiera
era entrata trafelata e le aveva detto che una ditta farmaceutica la
cercava al
telefono da parecchio tempo e si stavano spazientendo, così
era state costretta
ad andarsene…-scusate, ma il dovere mi chiama, vedete di
tornare al lavoro
rapidamente va!- aveva detto bonariamente prima di uscire, Wilson
l’aveva
seguita con lo sguardo fino a che aveva potuto, poi aveva abbassato gli
occhi e
aveva sospirato dispiaciuto…-non preoccuparti Jimmy, non
parte mica per il
Tibet!- lo aveva canzonato House notando la reazione
dell’amico, -anzi, io se
fossi in te più tardi, questa sera, andrei a farle
compagnia, magari lavora
fino a tardi eheh…- poi si era allontanato tornando da
Cameron, lasciando
Wilson incapace di ribattere in qualsiasi modo.
Eccomi!!!!
Sono tornata finalmente! Scusate per il ritardo, ma alla fine del
quadrimestre
ci sono sempre un sacco di impegni e non sono riuscita a
scrivere… be, comunque
un nuovo capitolo è qui, ed un altro è in
preparazione… finalmente ho deciso
che piega far prendere alla storia! (come vedete i primi cenni
Wilson/Cuddy si
fanno sentire, e vi assicuro che si accentueranno sempre di
più!) un grazie a
tutti quelli che hanno commentato! Commentate anche questa va,
così so se
continua a piacervi ^-^
Bacio
Lev!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Una sottile linea rossa ***
CAPITOLO
3 - UNA SOTTILE LINEA ROSSA
-MALEDIZIONE!!!-
imprecò Cameron una mattina di quasi tre mesi più
tardi, per la terza volta
andò in bagno colta da un nuovo, improvviso attacco di
nausea…
Dieci
minuti dopo ne uscì pallida come un cencio, si
scostò i capelli dalla fronte
bollente, scosse il capo debolmente: quel giorno avrebbe fatto meglio a
stare a
casa! Si trascinò fino al telefono e chiamò
l’ospedale, House non era a casa
con lei quel giorno, in quel periodo seguivano un caso importante e
difficile,
per questo spesso ognuno dormiva a casa propria a causa della
stanchezza.
-Sono
la dottoressa Allison Cameron, volevo prendermi un giorno di
malattia…- disse
lei dopo che un’infermiera ebbe risposto al telefono,
tossicchiò mentre
dall’altro capo si sentiva il rumore di tasti del computer,
-d’accordo,
avviserò la dottoressa Cuddy della sua assenza, si rimetta
presto- -lo farò,
grazie arrivederci…- disse lei con voce piatta prima di
riattaccare, brutta
giornata decisamente.
Ciabattò
verso la camera da letto e si sdraiò sotto le coperte, una
mano sulla fronte
quasi a voler scacciare il mal di testa, inutilmente, non accennava a
volersene
andare, strinse forte gli occhi mentre una nuova ondata di nausea
l’assaliva
“devo cercare di dormire un po’!”
pensò amaramente mentre si voltava da un fianco
e serrava ancora di più le palpebre aspettando che il sonno
la cogliesse…
House
arrivò in ufficio abbastanza puntuale, il caso che avevano
tra le mani lo
assorbiva completamente, e non poteva permettersi di tardare
più di tanto…
entrò nel suo ufficio a passo svelto, un sorriso falso
stampato in viso,
-buongiorno miei caaaari colleghi!-
disse con voce mielosa a Chase e Foreman, poi sorrise dolcemente
voltandosi
verso Cameron, che però non c’era...
-Dov’è
Cameron?- chiese con una nota preoccupata e confusa insieme, -non ne
abbiamo
idea, ce lo stavamo chiedendo da quando sei entrato, pensavamo fosse
con te…-
disse Foreman strizzando l’occhio a Chase che sorrise
sornione. –Non è con me…-
disse lui semplicemente, dando un’occhiata rapida alla
lavagnetta vuota,
-iniziate a elencare i sintomi del nuovo paziente, sempre se ne abbiamo
uno! Io
torno subito- concluse zoppicando più velocemente possibile
verso lo studio
della Cuddy.
-Dove’è
Cameron?- disse ad alta voce irrompendo nell’ufficio della
donna, -ehi calmati innamorato
impensierito!- lo canzonò la donna notando il suo aspetto
quasi stravolto, -ha
chiamato mezz’ora fa per dire che non sarebbe venuta, non sta
tanto bene…- lui
si grattò il capo pensieroso, poi andò a cercare
il cellulare nella tasca: non
c’erano chiamate perse… -House era veramente
stanca, probabilmente ha chiamato
l’ospedale e si è messa a dormire!-
cercò di farlo ragionare Lisa mentre lui
alzando la mano le faceva cenno di zittirsi ed usciva, il telefono
portato all’orecchio.
Un’ora
dopo il telefono squillò, svegliandola da un sonno
tormentato e febbricitante,
ma comunque ristoratore, -p-pronto?- chiese debolmente, la voce
grottesca a
causa del sonno e del suo stato di salute, -Allison stai bene?- la voce
di
House dall’altro capo del telefono la fece sorridere: che
carino, si
preoccupava per lei! –si, certo! Infatti scusa ma stavo
uscendo a fare
shopping…- ironizzò suscitando una risata
dell’uomo, -ho chiesto alla Cuddy
come mai non c’eri e lei mi ha detto che non stavi bene e che
avevi chiamato
per stare a casa, avresti dovuto avvisarmi prima…ero
preoccupato…- borbottò lui
–scusa, è che ero molto stanca, stavo pure
dormendo ma…- -non volevo
svegliarti, scusami piccola…- la interruppe lui con voce
dolce, -ti lascio
tornare a dormire, fammi uno squillo tu quando sei sveglia, ti richiamo
va
bene?- -d’accordo- disse lei debolmente per poi riattaccare.
Passarono
alcuni minuti, che ella trascorse a rigirarsi nel letto in cerca di una
posizione comoda per riassopirsi, dopodiché si sedette sul
letto sbuffandosi:
non riusciva assolutamente a prendere sonno!. Imprecò
mentalmente contro il
tempismo inappropriato di House e si alzò diretta in cucina,
per prepararsi
qualcosa di caldo, per arrivare al frigo passò davanti allo
specchio che c’era
nel salotto, si diede una rapida occhiata dentro, e
proseguì… dopo alcuni
secondi tornò indietro, e guardò con
più attenzione la sua esile figura. Si mise
di profilo e cominciò a girarsi da una parte e
dall’altra per avere una
migliore angolazione, scosse il capo “non è
possibile, ma che diavolo…” passò
le mani sul proprio profilo partendo dal basso, e si
soffermò sui seni, che
erano visibilmente gonfi…-oh mio Dio!- esclamò
cominciando a realizzare il
motivo di quel cambiamento, -non è possibile, non
è possibile, non è
possibile!!!- continuò a ripetere per tutto il tragitto fino
al bagno, dove
aprì l’armadietto dei medicinali e ne estrasse una
scatoletta rosa…
Non
sapeva
cosa pensare quando estrasse dalla confezione il test di gravidanza
nuovo, lo
guardò con occhi spaventati: da quando stava con House il
pensiero di avere dei
figli era passato in secondo piano, non avrebbe mai neanche osato
proporre all’uomo
l’idea di avere un figlio insieme, lui d'altronde non pareva
averne la minima
intenzione, da come ogni volta che passavano la notte insieme prendeva
ogni
tipo di precauzione si poteva intuire che non volesse nessun pargoletto
tra le
scatole!
Dopo
aver fatto il test lo posò davanti al lavandino, in attesa
del risultato…si
stringeva le mani davanti alle labbra, era combattuta internamente: da
un lato
avrebbe voluto che fosse negativo, per non dover affrontare House, ma
dall’altro
sperava anche di essere incinta, questo avrebbe significato dare una
svolta al
loro rapporto, ma se invece lui non l’avesse accettato? Se le
avesse chiesto di
rinunciare e di scegliere tra lui e un figlio cosa avrebbe fatto? Non
ne aveva
la minima idea, e questo la spaventava molto…
Dopo
alcuni minuti prese il test con mani tremanti, poi trasse un bel
respiro e lo
guardò: una sottile linea rossa andava definendosi nel
rettangolino apposito,
Cameron prese la scatola per guardarne il significato: era positivo.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Decisioni... ***
CAPITOLO
4 - DECISIONE...
House
guardò il display del suo cellulare per la quindicesima
volta nel giro di
un’ora, Cameron nonostante fossero passate quasi cinque ore
da quando si erano
sentiti per l’ultima volta non aveva ancora
richiamato… “è impossibile che
dorma ancora!” aveva pensato numerose volte lui, ma
nonostante questo non
l’aveva contattata, non voleva essere né
oppressivo né fastidioso, perciò i
secondi erano andati a trasformarsi in minuti, e i minuti in
ore… verso le sei
del pomeriggio non l’aveva ancora sentita, ed era giunto il
momento di tornare
a casa: per fortuna non aveva turno in clinica quella sera!
Si
diresse a passo più svelto che poteva verso la propria moto,
infilò il casco e
appese il bastone, aveva già acceso il motore quando Wilson
gli corse incontro,
sventolando una mano come a chiedergli di fermarsi. –Come sta
Allison?- gli
chiese giungendo davanti a lui trafelato, -non ne ho idea, non
l’ho più
sentita…se mi lasci andare vado a vedere come sta!- aggiunse
con una punta di
asprezza dando di nuovo carica al motore.
-Non
ti ha chiamato?- stupito lo interpellò ancora
l’amico –no, probabilmente
dorme!- sbottò lui prima di abbassare la visiera del casco
–ciao Wilson- disse
piatto per poi partire, lasciando l’altro uomo da solo, la
bocca leggermente
aperta, probabilmente preoccupato dalla situazione…
La
moto correva sull’asfalto mentre House alla sua guida era
tormentato da mille
pensieri, “ma perché non si è fatta
sentire? Non stava proprio bene? O forse
era troppo stanca? O…forse non voleva sentirti?”
cercò di scacciare l’ultimo
pensiero dalla mente, non aveva fatto nulla di male da poterla spingere
a fare
una cosa del genere!
Cameron
guardò nuovamente il test che stringeva in mano,
l’aveva riguardato per decine
e decine di volte, aveva attraversato vari sentimenti:
felicità, stupore,
incredulità, e ora, il sentimento che pareva non volersene
andare, quello che
risiedeva nella sua mente da parecchi minuti ormai era la
preoccupazione…
Sapeva
House non l’avrebbe mai abbandonata da incinta, aveva la
reputazione da
bastardo certo, ma non era così crudele, ed era certamente
abbastanza maturo
per prendersi le proprie responsabilità… ma lei
voleva davvero che lui se le
prendesse? Voleva davvero che quel cinico misantropo divenisse un
esempio per
suo figlio? Per quella creatura che tanto Allison aveva desiderato e
che ora
finalmente avrebbe avuto? Purtroppo doveva ammetterlo, Greg non era di
certo un
modello di integrità morale! Insomma, trattava male chiunque
gli capitasse a
tiro, non aveva regole e viveva la vita giorno per giorno, era
scontroso,
spesso umiliava le persone, era costantemente a rischio di casini! No,
decisamente non era una persona da imitare…
Ma
il bambino, o la bambina sarebbe stato suo! Sarebbe stato
loro… da quando
stavano insieme lui l’aveva sempre trattata in maniera
meravigliosa, al lavoro
nulla era cambiato, forse un po’ più di tenerezza,
le battute ovviamente si
erano ridotte visto che non poteva “accusarla”
scherzosamente di andare a letto
con chi che sia, ma per il resto era uguale. Però a
casa… a casa era un’altra
cosa, Greg liberava la nota dolce e romantica che aveva in se, la
coccolava, le
parlava, o, più semplicemente, la osservava in silenzio.
“saprà
essere un buon padre?” si domandò troppo spesso la
donna mentre ancora rigirava
tra le mani il bastoncino bianco causa dei suoi problemi…
Scosse
il capo: non lo sarebbe stato, probabilmente si starebbe stancato di un
figlio
come spesso si stancava di un caso, o di un passatempo…un
passatempo… probabilmente
avrebbe inteso in quel modo il loro bambino, nulla di
più… certo, l’avrebbe
amato, ma se quando il bambino fosse stato a scuola avesse mai avuto
bisogno di
aiuto per…i compiti ad esempio! Lui probabilmente non
l’avrebbe aiutato, oppure
lo avrebbe demoralizzato dicendogli che era una cosa
semplicissima…
Ricacciò
indietro le lacrime, “risolverò questa
situazione…” pensò passandosi una mano
sulla fronte.
House
arrivò sotto casa della donna dieci minuti dopo
“però, nuovo record personale!”
pensò allegramente togliendosi il casco e dirigendosi verso
le scale che
conducevano al suo appartamento, arrivato davanti alla porta di casa
estrasse
la copia delle chiavi che possedeva da qualche mese e aprì:
se Cameron riposava
non era certo il caso di disturbarla facendola venire
all’ingresso per
aprirgli!
Cameron
sentì la serratura scattare, e qualcuno entrare
nell’alloggio… “oh no!”
pensò
spaventata asciugandosi una lacrima silenziosa che le rigava il volto,
in una
frazione di secondo prese la sua decisione, afferrò il test
usato e lo ripose
nella scatola originaria, dopodiché rimise il tutto dentro
l’armadietto dove
l’aveva preso, cercò di assumere
un’espressione serena ed uscì dal bagno
sorridendo: –Greg, scusami, non ti ho più
chiamato! È che mi sono svegliata da
poco…- disse poco convinta ad un diagnosta stupito di
trovarla in piedi –come
stai?- le chiese però lui semplicemente, lei
annuì –molto meglio grazie…- gli
si avvicinò per donargli un leggero bacio sulle labbra e lo
guardò negli occhi,
-eri preoccupato?- lui ricambiò lo sguardo, intenerendosi e
sorridendo, -certo
che lo ero, mi sei mancata oggi…- la voce tenera e suadente
assieme, la baciò
di nuovo, con più foga, fece attenzione a non inciampare nel
bastone mentre lentamente
la spingeva verso il divano, la spinse su di esse, continuando a
donarle
piccoli baci, poi, mentre lui prendeva a sbottonarle la camicetta lei
gli mise
le mani sul petto, allontanandolo da lei…
-Greg,
scusa ma…non me la sento tanto, ho ancora un po’
di nausea… mi spiace…- lui
annuì sorridendo, -non preoccuparti, ora vai a stenderti, io
faccio…ehm ordino
un brodo di pollo eh?- risero entrambi poi lei andò in
camera da letto e lui
prese il telefono.
-Jimmy?
Non è che sai fare il brodo di pollo?- chiese con la
cornetta in mano.
-certo,
ma è per Cameron?- Wilson dall’altro capo del
telefono si incuriosì, portandosi
però in cucina già iniziando a preparare il brodo.
-nooo,
è per me, è che voglio mangiare sano da
oggi…certo è per lei, me lo puoi
portare quando hai fatto?- alla risposta affermativa di lui
riattaccò, tornando
nella camera, da Allison.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=113219
|