Bittersweet in love (parte II)

di Levity
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A new beginning ***
Capitolo 2: *** Goodmorning House! ***
Capitolo 3: *** Una sottile linea rossa ***
Capitolo 4: *** Decisioni... ***



Capitolo 1
*** A new beginning ***


CAPITOLO 1 - A NEW BEGINNING

 

Allison Cameron dormiva tranquilla nel suo letto, accanto a lei, anch’esso profondamente addormentato c’era Gregory House. Era teneramente abbracciato a lei, non si erano mossi dalla posizione nella quale erano andati a dormire, stretti l’uno all’altra, mentre lui per farla addormentare le aveva sussurrato parole dolci all’orecchio, rendendo così il sonno dell’immunologa quieto e felice.

Gia felice… ultimamente la felicità aveva toccato entrambi, non passava giorno senza che lui dicesse a Allison quanto l’amasse, sembrava addirittura strano, paradossale… entrambi si sarebbero aspettati che la più dolce in questo rapporto fosse Cameron, ma invece era lui a non farle mancare mai le attenzioni, era lui che spesso la stringeva a se sorridendole, senza dire una parola ma solo esprimendo il proprio amore con gesti affettuosi.

Nonostante fossero passati più di due mesi non l’avevano detto a nessuno, certo, Wilson il giorno dopo dell’inizio della relazione fra i due era andato a ficcanasare, se n’era accorto, per due motivi, il primo perché la Cuddy lo aveva informato delle proprie impressioni e deduzioni, il secondo, il più profondo ma probabilmente il più vero era perché erano amici.

La loro amicizia durava da quasi dieci anni, House decisamente più vecchio di James, ma non per questo erano meno uniti, non per questo erano meno complici…

Ultimamente all’interno del reparto diagnostica si era stabilita un’atmosfera particolarmente rilassata, entrambi cercavano di comportarsi normalmente, naturalmente House faceva sempre battutine sprezzanti verso i suoi tre sottoposti, ma nel farle verso la donna che amava si sentiva sempre in colpa, e questo a volte lo spingeva ad accanirsi meno del solito su di lei, rendendo così quasi evidente che qualcosa era cambiato. Ma ne Chase ne Foreman facevano domande, ne a lei ne a lui, entrambi attendevano pazientemente che sfuggisse loro una parola di troppo, che fossero colti in flagrante a scambiarsi effusioni nascosti nello studio, ma per ora nessuno aveva sgarrato, e così la curiosità dei due assistenti non era ancora stata placata.

 

Alle 6.30 la sveglia sul comodino accanto a Cameron suonò, il uso trillo fastidioso riempì tutta la stanza, inducendo Greg a cercare un rifugio mettendo la testa sotto il cuscino. Allison si svegliò tranquillamente, abituata ormai da tempo al timbro della sveglia, la prima cosa che fece fu dare alcuni colpetti sulla spalla del suo compagno, lui mugugnò qualcosa ma non accennò minimamente a volersi alzare, perciò lei sorrise leggermente e gli diede un piccolo bacio sul punto dove prima lo aveva toccato, poi gli baciò il collo e infine la guancia, lui si mosse appena ma sorrise nel dormiveglia, poi la donna fece per alzarsi ma venne bloccata. Lui la afferrò per un braccio, volgendole ancora le spalle… ruotò verso di lei e la guardò negli occhi prima di avvicinarla lentamente a se.

Le diede un leggero bacio sulle labbra, gli occhi socchiusi...-Greg…devi svegliarti… devi andare a casa tua, a meno che tu non voglia venire al lavoro con me!- il suo tono era ironoco, sapeva che lui con quella motivazione si sarebbe alzato immediatamente! ma mentre si apprestava a dargli un altro bacio lui la cinse con le braccia e la abbracciò, facendola nuovamente stendere sul letto…

Le baciò il collo e le labbra più volte, la teneva stretta in quel morbido abbraccio…-andiamoci insieme…amore…- bisbigliò lui al suo orecchio, era la prima volta che la appellava in quel modo, lei ormai si era abituata alle tenerezze che il suo Greg le rivolgeva quando erano soli, ma ogni volta lui riusciva ancora a sorprenderla, continuamente, meravigliosamente… istintivamente Cameron si allontanò un poco da lui, per guardarlo negli occhi… aveva un espressione preoccupata quasi…-ma…ma che dici?- il suo scetticismo era comprensibile, lui aveva sempre insistito per non rendere nota la loro relazione: temeva che avrebbe potuto perdere la sua fama da “duro” dell’ospedale, e non gli piaceva ancora l’idea che tutti pensassero che era diventato un tenerone a causa della prima brunetta di passaggio… lui sapeva che non era la prima di passaggio, ma nonostante questo preferiva ancora non farsi il problema di come avrebbero reagito le persone attorno a lui nell’apprendere la notizia… suo malgrado lei aveva accettato, all’inizio le era dispiaciuto un po’ non poter dire a nessuno che lei stava con l’uomo che amava da tempo, che ora era felice… ma con il tempo aveva lasciato perdere, non le importava se gli altri non sapevano, lei lo aveva, e questo era più importante di ogni altra cosa…

-dico sul serio!- il tono di lui si fece più sicuro mentre appoggiava un gomito sul cuscino e squadrava il volto della donna, i suoi occhi di ghiaccio puntati in quelli verdi di lei, -vorrei correre in giro per l’ospedale gridando che stiamo insieme, ma…purtroppo non è che possa correre molto facilmente…- lei rise piano -e se grido potrebbe andarmi via la voce, e sarei costretto a mettermi…una dolcevita…- calcò sull’ultima parola particolarmente, sapeva quanto a lei piacesse quando metteva maglie a collo alto, diceva che gli davano un aspetto più dolce e più sensuale…

Lei gli si avvicinò nuovamente a lui, con fare malizioso, -mi fai impazzire con la dolcevita addosso, lo sai?- mentre lui sorrideva con aria furba lei gli si avvicinò ancora, ma lui con un movimento deciso e veloce l’afferrò per le spalle e gliele premette contro il cuscino, baciandola con passione… mentre lui cominciava a percorrere con le mani tutto il suo corpo, entrambi capirono che quel giorno avrebbero fatto un po’ più tardi del solito…

 

 

 

 

 

Sono tornataaaaaa!!! Eccomi qua, con il primo capitolo della seconda parte di “Bittersweet in love”!!! questo capitolo come avrete notato parla del rapporto che si è instaurato tra Cam e House, le cose sembrano andare bene direi no? Annuncio gia che tra poco ci sarà una nuova coppia al PPTH (che molti di voi gia si aspettano!) ma vi assicuro che non sarà una cosa per niente semplice…grandi casini all’orizzonte quindi!!!

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto, recensioni moooolto gradite!!

Un bacio Lev!

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Capitolo 2
*** Goodmorning House! ***


CAPITOLO 2 - GOOD MORNING HOUSE!

 

Quando House parcheggiò la moto nei sotterranei dell’ospedale l’orario di lavoro era iniziato gia da un’ora, l’uomo non ci fece particolarmente caso, anzi, rispetto al suo record personale quello si poteva chiamare discreto anticipo… non era la stessa cosa per Cameron invece, la quale, abituata ad arrivare sempre con estrema puntualità, tanto da accogliere tutti i suoi colleghi gia con il camice addosso e con il caffè versato nelle tazze, si sentiva estremamente a disagio mentre smontava dalla moto, dietro ad House.

-Accidenti! Siamo in un ritardo assurdo! Chissà che dirà la Cuddy!!!- esclamò lei togliendosi il casco in fretta. Lui rise leggermente di fronte alle sue preoccupazioni, -ehi non preoccuparti! La Cuddy mi ha perdonato tantissimi ritardi, il tuo primo potrebbe addirittura festeggiarlo!- lei sorrise ancora poco convinta però. Il diagnosta la prese per mano, e zoppicando si avviò verso l’ascensore che portava al piano terra.

-Ma… forse non dovremmo entrare così…- Cameron si fermò, sottraendo la propria mano da quella dell’amato, lui la guardò accigliato, aspettando che proseguisse il discorso. –Forse dovremmo tentare un approccio meno diretto… insomma, se entriamo per mano in ospedale si capirà subito tutto e poi la Cuddy gia sarà infuriata a causa del ritardo se ancora scopre sta cosa io…- si interruppe dopo aver parlato a raffica, un espressione poco allegra si dipinse sul volto del medico, ma nonostante tutto le rispose con voce dolce: - senti… se per caso non vuoi che lo diciamo, se per qualche motivo, che sia imbarazzo o qualunque altra cosa, non vuoi far sapere di noi due io lo accetto, posso aspettare, non cambierà niente per me, davvero…- concluse guardandola negli occhi, in quel momento lei si sentì profondamente in colpa, le sembrò quasi di averlo ferito malgrado ciò che le aveva detto.

Sorrise e scosse il capo, -scusa, ero solo un po’ titubante, insomma, non è una cosa da tutti i giorni, pensa che all’inizio faticavo io a credere che stavamo assieme, figurati come reagiranno gli altri!- lui le sorrise a sua volta -certo che voglio farlo sapere, andiamo!- finì il suo discorso e gli tese la mano, lui la prese delicatamente e la strinse nella sua, si avvicinò e le diede un rapido bacio sulle labbra, si… andiamo…-.

Giunti davanti alla porta dell’edificio vi entrarono, lei a causa del nervosismo gli stringeva la mano piuttosto forte, ma lui non vi diede peso, si sentiva anch’esso un po’teso. Camminarono normalmente, si diressero verso l’ascensore e House premette il pulsante di chiamata, Cameron si guardava attorno, non una sola persona li stava osservando, non uno pareva aver notato il cambiamento tra i due… si guardarono incerti, le loro mani strette insieme, ma nessuno che vi faceva caso, House fece spallucce: -Pazienza, se ne accorgeranno prima o poi no?- lei annuì leggermente scossa, tutto si aspettava fuorché l’indifferenza di tutto l’ospedale.

Quando l’ascensore arrivò si diedero un’ultima occhiata attorno, dopodiché entrarono, le mani ancora unite. Quello che non videro quando l’ascensore cominciò a salire al secondo piano furono le decine di infermiere e medici che iniziarono a parlare fra di loro ad alta voce, indicando l’ascensore e nominando più volte le parole “cinico bastardo ha ceduto”, quasi certamente parlavano di loro quando alcune alzarono la cornetta di un telefono e composero un numero interno iniziando poi a parlare vorticosamente, ma questo i due non l’avrebbero mai saputo.

 

Dentro l’ascensore Cameron si passò più volte una mano fra i capelli, piuttosto nervosa: -che c’è Allison?- le chiese lui premurosamente suscitando soltanto un suo sguardo irritato, -ma non hai visto? Insomma, siamo entrati mano nella mano dentro l’ospedale e non uno che abbia fatto un cenno! È impossibile accidenti! Sei uno degli argomenti principali in questo luogo, e nessuno si accorge che sei cambiato?- sbottò infuriata, lui dal canto suo si strinse nelle spalle e le sussurrò: -l’importante è che noi stiamo bene, poi chi se ne frega se gli altri non lo sanno!-.

Lei finalmente sorrise, lo abbracciò dolcemente per poi sciogliersi dalla stretta nell’esatto momento in cui l’ascensore si fermava, Allison uscì per prima, le braccia lungo i fianchi, lui le afferrò un braccio e la tirò a se, gli occhi puntati nei suoi, -ti amo da impazzire- le disse piano, non si avvicinò per baciarla come di suo solito, si limitò a stringere le mani di lei nelle proprie, e a guardarla, a contemplare la sua bellezza e il suo profumo…

Rimasero in quella posizione per parecchi minuti, poi lui tossicchiò, e le loro mani si separarono: mai le loro anime erano state così vicine, lo sapevano entrambi, e non ne erano spaventati, ne erano immensamente felici, felici di amarsi così profondamente, felici di essere entrambi pronti a dirlo al mondo…

Lui si avviò verso l’ufficio, seguito da lei, che lo guardava con occhi sognanti…quando arrivarono davanti alla porta notarono che le persiane dell’ufficio erano abbassate, e le luci spente, era piuttosto buio…-ma che diavolo…- borbottò l’uomo mentre prendeva la mano dell’amata, in un gesto protettivo, e spalancava la porta…

-BEN SVEGLIATO HOUSE!!!- un urlo di decine di voci unisone li accolse mentre facevano irruzione nella stanza, la luce si accese immediatamente, e davanti ai loro occhi si presentarono moltissime persone, infermiere, medici e amici…Cuddy e Wilson erano in prima fila, a battere le mani seguiti da tutti gli altri, entrambi sorridevano, in realtà tutti stavano sorridendo!a

Foreman si avvicinò al diagnosta: -era ora che di dessi una svegliata con Cam vecchio bastardo!- disse allegramente stringendogli la mano e suscitando le risate di tutti, compresi House e Cameron stessi… quella sera il medico strinse parecchie mani, l’immunologa versò alcune lacrime di sorpresa e di gioia, e alla fine diedero alla folla quello che si aspettarono, House le scoccò un lungo bacio sulle labbra, non passionale, ma dolce e tenero, tale che scaturì un “ohhhh” generale…

-Allora sei proprio cambiato eh!- disse qualcuno, -e io che credevo che fossi un caso irrecuperabile!!- esclamò qualcun altro divertito.

Circa tre ore dopo i festeggiamenti terminarono, ovviamente qualche medico se n’era andato via immediatamente a causa di impegni in clinica, ma persino la Cuddy aveva cercato di trattenersi il più a lungo possibile, anche se dopo circa due ore un infermiera era entrata trafelata e le aveva detto che una ditta farmaceutica la cercava al telefono da parecchio tempo e si stavano spazientendo, così era state costretta ad andarsene…-scusate, ma il dovere mi chiama, vedete di tornare al lavoro rapidamente va!- aveva detto bonariamente prima di uscire, Wilson l’aveva seguita con lo sguardo fino a che aveva potuto, poi aveva abbassato gli occhi e aveva sospirato dispiaciuto…-non preoccuparti Jimmy, non parte mica per il Tibet!- lo aveva canzonato House notando la reazione dell’amico, -anzi, io se fossi in te più tardi, questa sera, andrei a farle compagnia, magari lavora fino a tardi eheh…- poi si era allontanato tornando da Cameron, lasciando Wilson incapace di ribattere in qualsiasi modo.

 

 

 

 

Eccomi!!!! Sono tornata finalmente! Scusate per il ritardo, ma alla fine del quadrimestre ci sono sempre un sacco di impegni e non sono riuscita a scrivere… be, comunque un nuovo capitolo è qui, ed un altro è in preparazione… finalmente ho deciso che piega far prendere alla storia! (come vedete i primi cenni Wilson/Cuddy si fanno sentire, e vi assicuro che si accentueranno sempre di più!) un grazie a tutti quelli che hanno commentato! Commentate anche questa va, così so se continua a piacervi ^-^

Bacio Lev!

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Capitolo 3
*** Una sottile linea rossa ***


CAPITOLO 3 - UNA SOTTILE LINEA ROSSA

 

-MALEDIZIONE!!!- imprecò Cameron una mattina di quasi tre mesi più tardi, per la terza volta andò in bagno colta da un nuovo, improvviso attacco di nausea…

Dieci minuti dopo ne uscì pallida come un cencio, si scostò i capelli dalla fronte bollente, scosse il capo debolmente: quel giorno avrebbe fatto meglio a stare a casa! Si trascinò fino al telefono e chiamò l’ospedale, House non era a casa con lei quel giorno, in quel periodo seguivano un caso importante e difficile, per questo spesso ognuno dormiva a casa propria a causa della stanchezza.

-Sono la dottoressa Allison Cameron, volevo prendermi un giorno di malattia…- disse lei dopo che un’infermiera ebbe risposto al telefono, tossicchiò mentre dall’altro capo si sentiva il rumore di tasti del computer, -d’accordo, avviserò la dottoressa Cuddy della sua assenza, si rimetta presto- -lo farò, grazie arrivederci…- disse lei con voce piatta prima di riattaccare, brutta giornata decisamente.

Ciabattò verso la camera da letto e si sdraiò sotto le coperte, una mano sulla fronte quasi a voler scacciare il mal di testa, inutilmente, non accennava a volersene andare, strinse forte gli occhi mentre una nuova ondata di nausea l’assaliva “devo cercare di dormire un po’!” pensò amaramente mentre si voltava da un fianco e serrava ancora di più le palpebre aspettando che il sonno la cogliesse…

 

House arrivò in ufficio abbastanza puntuale, il caso che avevano tra le mani lo assorbiva completamente, e non poteva permettersi di tardare più di tanto… entrò nel suo ufficio a passo svelto, un sorriso falso stampato in viso, -buongiorno miei caaaari colleghi!- disse con voce mielosa a Chase e Foreman, poi sorrise dolcemente voltandosi verso Cameron, che però non c’era...

-Dov’è Cameron?- chiese con una nota preoccupata e confusa insieme, -non ne abbiamo idea, ce lo stavamo chiedendo da quando sei entrato, pensavamo fosse con te…- disse Foreman strizzando l’occhio a Chase che sorrise sornione. –Non è con me…- disse lui semplicemente, dando un’occhiata rapida alla lavagnetta vuota, -iniziate a elencare i sintomi del nuovo paziente, sempre se ne abbiamo uno! Io torno subito- concluse zoppicando più velocemente possibile verso lo studio della Cuddy.

-Dove’è Cameron?- disse ad alta voce irrompendo nell’ufficio della donna, -ehi calmati innamorato impensierito!- lo canzonò la donna notando il suo aspetto quasi stravolto, -ha chiamato mezz’ora fa per dire che non sarebbe venuta, non sta tanto bene…- lui si grattò il capo pensieroso, poi andò a cercare il cellulare nella tasca: non c’erano chiamate perse… -House era veramente stanca, probabilmente ha chiamato l’ospedale e si è messa a dormire!- cercò di farlo ragionare Lisa mentre lui alzando la mano le faceva cenno di zittirsi ed usciva, il telefono portato all’orecchio.

 

Un’ora dopo il telefono squillò, svegliandola da un sonno tormentato e febbricitante, ma comunque ristoratore, -p-pronto?- chiese debolmente, la voce grottesca a causa del sonno e del suo stato di salute, -Allison stai bene?- la voce di House dall’altro capo del telefono la fece sorridere: che carino, si preoccupava per lei! –si, certo! Infatti scusa ma stavo uscendo a fare shopping…- ironizzò suscitando una risata dell’uomo, -ho chiesto alla Cuddy come mai non c’eri e lei mi ha detto che non stavi bene e che avevi chiamato per stare a casa, avresti dovuto avvisarmi prima…ero preoccupato…- borbottò lui –scusa, è che ero molto stanca, stavo pure dormendo ma…- -non volevo svegliarti, scusami piccola…- la interruppe lui con voce dolce, -ti lascio tornare a dormire, fammi uno squillo tu quando sei sveglia, ti richiamo va bene?- -d’accordo- disse lei debolmente per poi riattaccare.

Passarono alcuni minuti, che ella trascorse a rigirarsi nel letto in cerca di una posizione comoda per riassopirsi, dopodiché si sedette sul letto sbuffandosi: non riusciva assolutamente a prendere sonno!. Imprecò mentalmente contro il tempismo inappropriato di House e si alzò diretta in cucina, per prepararsi qualcosa di caldo, per arrivare al frigo passò davanti allo specchio che c’era nel salotto, si diede una rapida occhiata dentro, e proseguì… dopo alcuni secondi tornò indietro, e guardò con più attenzione la sua esile figura. Si mise di profilo e cominciò a girarsi da una parte e dall’altra per avere una migliore angolazione, scosse il capo “non è possibile, ma che diavolo…” passò le mani sul proprio profilo partendo dal basso, e si soffermò sui seni, che erano visibilmente gonfi…-oh mio Dio!- esclamò cominciando a realizzare il motivo di quel cambiamento, -non è possibile, non è possibile, non è possibile!!!- continuò a ripetere per tutto il tragitto fino al bagno, dove aprì l’armadietto dei medicinali e ne estrasse una scatoletta rosa…

Non sapeva cosa pensare quando estrasse dalla confezione il test di gravidanza nuovo, lo guardò con occhi spaventati: da quando stava con House il pensiero di avere dei figli era passato in secondo piano, non avrebbe mai neanche osato proporre all’uomo l’idea di avere un figlio insieme, lui d'altronde non pareva averne la minima intenzione, da come ogni volta che passavano la notte insieme prendeva ogni tipo di precauzione si poteva intuire che non volesse nessun pargoletto tra le scatole!

Dopo aver fatto il test lo posò davanti al lavandino, in attesa del risultato…si stringeva le mani davanti alle labbra, era combattuta internamente: da un lato avrebbe voluto che fosse negativo, per non dover affrontare House, ma dall’altro sperava anche di essere incinta, questo avrebbe significato dare una svolta al loro rapporto, ma se invece lui non l’avesse accettato? Se le avesse chiesto di rinunciare e di scegliere tra lui e un figlio cosa avrebbe fatto? Non ne aveva la minima idea, e questo la spaventava molto…

Dopo alcuni minuti prese il test con mani tremanti, poi trasse un bel respiro e lo guardò: una sottile linea rossa andava definendosi nel rettangolino apposito, Cameron prese la scatola per guardarne il significato: era positivo.

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Capitolo 4
*** Decisioni... ***


CAPITOLO 4 - DECISIONE...

 

House guardò il display del suo cellulare per la quindicesima volta nel giro di un’ora, Cameron nonostante fossero passate quasi cinque ore da quando si erano sentiti per l’ultima volta non aveva ancora richiamato… “è impossibile che dorma ancora!” aveva pensato numerose volte lui, ma nonostante questo non l’aveva contattata, non voleva essere né oppressivo né fastidioso, perciò i secondi erano andati a trasformarsi in minuti, e i minuti in ore… verso le sei del pomeriggio non l’aveva ancora sentita, ed era giunto il momento di tornare a casa: per fortuna non aveva turno in clinica quella sera!

Si diresse a passo più svelto che poteva verso la propria moto, infilò il casco e appese il bastone, aveva già acceso il motore quando Wilson gli corse incontro, sventolando una mano come a chiedergli di fermarsi. –Come sta Allison?- gli chiese giungendo davanti a lui trafelato, -non ne ho idea, non l’ho più sentita…se mi lasci andare vado a vedere come sta!- aggiunse con una punta di asprezza dando di nuovo carica al motore.

-Non ti ha chiamato?- stupito lo interpellò ancora l’amico –no, probabilmente dorme!- sbottò lui prima di abbassare la visiera del casco –ciao Wilson- disse piatto per poi partire, lasciando l’altro uomo da solo, la bocca leggermente aperta, probabilmente preoccupato dalla situazione…

La moto correva sull’asfalto mentre House alla sua guida era tormentato da mille pensieri, “ma perché non si è fatta sentire? Non stava proprio bene? O forse era troppo stanca? O…forse non voleva sentirti?” cercò di scacciare l’ultimo pensiero dalla mente, non aveva fatto nulla di male da poterla spingere a fare una cosa del genere!

 

Cameron guardò nuovamente il test che stringeva in mano, l’aveva riguardato per decine e decine di volte, aveva attraversato vari sentimenti: felicità, stupore, incredulità, e ora, il sentimento che pareva non volersene andare, quello che risiedeva nella sua mente da parecchi minuti ormai era la preoccupazione…

Sapeva House non l’avrebbe mai abbandonata da incinta, aveva la reputazione da bastardo certo, ma non era così crudele, ed era certamente abbastanza maturo per prendersi le proprie responsabilità… ma lei voleva davvero che lui se le prendesse? Voleva davvero che quel cinico misantropo divenisse un esempio per suo figlio? Per quella creatura che tanto Allison aveva desiderato e che ora finalmente avrebbe avuto? Purtroppo doveva ammetterlo, Greg non era di certo un modello di integrità morale! Insomma, trattava male chiunque gli capitasse a tiro, non aveva regole e viveva la vita giorno per giorno, era scontroso, spesso umiliava le persone, era costantemente a rischio di casini! No, decisamente non era una persona da imitare…

Ma il bambino, o la bambina sarebbe stato suo! Sarebbe stato loro… da quando stavano insieme lui l’aveva sempre trattata in maniera meravigliosa, al lavoro nulla era cambiato, forse un po’ più di tenerezza, le battute ovviamente si erano ridotte visto che non poteva “accusarla” scherzosamente di andare a letto con chi che sia, ma per il resto era uguale. Però a casa… a casa era un’altra cosa, Greg liberava la nota dolce e romantica che aveva in se, la coccolava, le parlava, o, più semplicemente, la osservava in silenzio.

“saprà essere un buon padre?” si domandò troppo spesso la donna mentre ancora rigirava tra le mani il bastoncino bianco causa dei suoi problemi…

Scosse il capo: non lo sarebbe stato, probabilmente si starebbe stancato di un figlio come spesso si stancava di un caso, o di un passatempo…un passatempo… probabilmente avrebbe inteso in quel modo il loro bambino, nulla di più… certo, l’avrebbe amato, ma se quando il bambino fosse stato a scuola avesse mai avuto bisogno di aiuto per…i compiti ad esempio! Lui probabilmente non l’avrebbe aiutato, oppure lo avrebbe demoralizzato dicendogli che era una cosa semplicissima…

Ricacciò indietro le lacrime, “risolverò questa situazione…” pensò passandosi una mano sulla fronte.

 

House arrivò sotto casa della donna dieci minuti dopo “però, nuovo record personale!” pensò allegramente togliendosi il casco e dirigendosi verso le scale che conducevano al suo appartamento, arrivato davanti alla porta di casa estrasse la copia delle chiavi che possedeva da qualche mese e aprì: se Cameron riposava non era certo il caso di disturbarla facendola venire all’ingresso per aprirgli!

 

Cameron sentì la serratura scattare, e qualcuno entrare nell’alloggio… “oh no!” pensò spaventata asciugandosi una lacrima silenziosa che le rigava il volto, in una frazione di secondo prese la sua decisione, afferrò il test usato e lo ripose nella scatola originaria, dopodiché rimise il tutto dentro l’armadietto dove l’aveva preso, cercò di assumere un’espressione serena ed uscì dal bagno sorridendo: –Greg, scusami, non ti ho più chiamato! È che mi sono svegliata da poco…- disse poco convinta ad un diagnosta stupito di trovarla in piedi –come stai?- le chiese però lui semplicemente, lei annuì –molto meglio grazie…- gli si avvicinò per donargli un leggero bacio sulle labbra e lo guardò negli occhi, -eri preoccupato?- lui ricambiò lo sguardo, intenerendosi e sorridendo, -certo che lo ero, mi sei mancata oggi…- la voce tenera e suadente assieme, la baciò di nuovo, con più foga, fece attenzione a non inciampare nel bastone mentre lentamente la spingeva verso il divano, la spinse su di esse, continuando a donarle piccoli baci, poi, mentre lui prendeva a sbottonarle la camicetta lei gli mise le mani sul petto, allontanandolo da lei…

-Greg, scusa ma…non me la sento tanto, ho ancora un po’ di nausea… mi spiace…- lui annuì sorridendo, -non preoccuparti, ora vai a stenderti, io faccio…ehm ordino un brodo di pollo eh?- risero entrambi poi lei andò in camera da letto e lui prese il telefono.

-Jimmy? Non è che sai fare il brodo di pollo?- chiese con la cornetta in mano.

-certo, ma è per Cameron?- Wilson dall’altro capo del telefono si incuriosì, portandosi però in cucina già iniziando a preparare il brodo.

-nooo, è per me, è che voglio mangiare sano da oggi…certo è per lei, me lo puoi portare quando hai fatto?- alla risposta affermativa di lui riattaccò, tornando nella camera, da Allison.

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