Capitolo
1
Raving
World
“Ma hai
visto?”
“Certo che è strana
forte…”
“E quegli occhi…a me
mettono paura”
“è qui da una
settimana e non ha parlato con nessuno, a parte Malfoy”
“Eh, andiamo
bene!”
Fosse dipeso solo da
Eva, avrebbe volentieri allungato un ceffone più forte che poteva a quelle due
oche che parlavano di lei nell’angolo del corridoio, volutamente abbastanza
forte così che la ragazza potesse sentirle. Ma purtroppo non dipendeva solo da
lei, e la ragazza passò avanti, ostentando a suo malgrado un sorriso tranquillo.
Eva si fermò in un
corridoio deserto.
“Sei in
ritardo”
Fuori dall’ombra
saltò suo cugino, totalmente e decisamente tranquillo. Eva lo fissò un attimo,
annoiata.”Non rompere Draco. Ho dovuto fare una faticata tremenda per
trattenermi dall’uccidere due oche in corridoio. Quindi, per favore, sta
zitto”
Draco assunse
un’espressione corrucciata.
“Sai cosa non
dobbiamo fare, Eva. Oramai i purosangue sono pochi. Non possiamo permetterci di
cadere a certi livelli. Voldemort era la cosa sbagliata, certo, ma non possiamo
permetterci comunque di mischiarci con persone inferiori alla nostra razza. Noi
siamo i Puri. Sono loro ad essere sbagliati.”
Eva si appoggiò alla
finestra, sospirando.
“Lo so, Draco. Mia
madre mi ha fatto questo discorso migliaia di volte. So che noi
siamo…differenti. Ma non posso permettere che certa plebaglia ci insulti. Non
dovrebbero nemmeno essere ammessi qui.” Storse appena un poco il naso,
suscitando uno scoppio di ilarità in Draco. “Scusami, sembri un topo quando fai
in quel modo…” La ragazza lo fulminò all’istante.
“Comunque ricordati:
sei qui perché ti ho aiutata io. A quest’ora, altrimenti, saresti ancora a
marcire in quella Scuola Americana, e probabilmente saresti trattata con
disprezzo da tutti, perché loro sanno chi sei veramente, sanno qual è la tua
storia…qui non lo sa nessuno, Mon Amiè. Nessuno sa che tu sei la figlia
di…”
Malfoy piegò il viso
, colpito da uno schiaffo.
“Non devi nemmeno
dirlo, intesi? Sono i patti Malfoy. Non provare mai a tirar fuori questa storia.
Io qui sono Eva Penelope Carter. CARTER, hai capito?”
Malfoy
ghignò.
“Ho capito. Ma
attenta a quello che fai, dolcezza…”Strinse minacciosamente gli occhi,
tenendogli il mento tra le dita. “Una sola mia parola su tutta la faccenda, e
sei carne da macello”
“Sei in ritardo,
Carter!”
Eva sbatté con
violenza la porta dietro di se. Magnifico. Pure il ritardo. Si accinse a pensare
che quando le cose non andavano bene una mattina, non erano certo fatte per
metà. Quella giornata sarebbe stata orrenda, dall’inizio alla fine. Si mise a
sedere, buttando i libri sul tavolo. La professoressa non commentò la sua
performance, ma continuò imperterrita a spiegare come se nulla fosse successo.
La ragazza accanto a Eva la osservava con un mezzo sorriso.
“Non preoccuparti. È
successo anche a me.”
Eva sgranò gli
occhi, un poco sorpresa. Allora non erano tutti scortesi in quella scuola.
Affascinata da quella constatazione, sciorinò uno dei suoi sorriseti
falsi.
“Bè, grazie. Mi tiri
veramente su di morale!” Disse con una nota di sarcasmo.
“Suvvia…bisogna
essere allegri. Non preoccuparti per la prof. È tutto fumo e niente
arrosto.”
Eva si accinse a
osservarla meglio. Aveva una moltitudine di capelli rossi corti e spettinati,
gli occhi di un verde luminoso e una marea di lentiggini sul naso. Era magra,
uno spillo infilato in quella che pareva una divisa al suo ennesimo
uso.
“Mmmh…va bene, farò
finta di crederti” rispose. Lei sorrise di nuovo. Eva si ritrovò a pensare che
probabilmente si stava slogando una mascella, o forse aveva il callo.
“Virginia Weasley.
Ginny è meglio” disse, porgendo la mano. Eva la osservò. Una Weasley. Suo cugino
gliene aveva parlato. Cacciò dalla testa l’idea di lui che sbraitava e,
soprendendo se stessa, tese la mano, stringendo quella della ragazza.
“Eva Penelope
Carter. Eva va benissimo”.
Ginny rise al
umorismo sottile della ragazza, per nulla interessata alla lezione.
“bene… allora Eva…da
dove ti sei trasferita?” Eva si irrigidì appena. Detestava parlare troppo di
se.
“Mmmh…America”rispose soprappensiero
“Wow! Cavolo! Deve
essere dura per te eh? “
“Bè, facile non di
certo.” Eva stava cominciando a innervosirsi sul serio. Cominciò ad agitare un
ginocchio, muovendolo ritmicamente su e giù. Fortunatamente, la prof interruppe
la loro conversazione..
“Weasley e Carter,
un po’ di attenzione per favore!”
Ginny, dal canto
suo, sbuffò. Le stava simpatica quella nuova ragazza. Certo, le sembrava un po’
strana, ma tutto sommato era divertente parlare con lei. Quando la campanella
suonò, si voltò per parlare di nuovo. Ma, con una punta di disappunto, notò che
era sparita. Le lezioni per quel
giorno erano finite, e quindi difficilmente Ginny l’avrebbe rivista.
“Accidenti!” sbottò
davanti alla Signora Grassa.
“No no, non è la
parola giusta!” rispose il quadro.
“Cos..? Ah, si! Nimenae Mirta . “
La Signora Grass ala
fece passare. Ginny arrivò in Sala Grande, e vide Harry ,Ron e
Hermione.
“Ciao ragazzi!”
disse , saltellando verso di loro. Diede un bacio sulla fronte di Harry e si
mise a sedere in braccio a lui, che le cinse con affetto la vita, baciandole a
sua volt ala guancia. Ron li osservò un istante con sguardo trucido, ma decise
di far finta di niente. Hermione invece li guardava allegra, tutta
contenta.
“Allora, com’è
andata oggi Ginny?” Le chiese. La ragazza si animò, attaccando subito a
schiccherare.
“Oh, bene bene
grazie! Mi sono divertita un sacco! E poi ho conosciuto quella ragazza nuova,
Eva, quella di Serpeverde…”
Alla sua
affermazione, l’atmosfera cambiò. Harry si irrigidì, Ron aggrottò le
sopracciglia., e Hermione li osservò con uno sguardo lievemente
preoccupato.
“Stagli lontano,
Gin” disse Ron “è pericolosa. È una Serpeverde. Non mi fiderò mai di
loro!”
“Maddai, Ron! Malfoy
ci ha aiutato durante la battaglia decisiva”
“è vero” disse
Harry”Ma di quelli come lui non ci si può fidare. Tutte quelle fisse sulla razza
superiore…stagli alla larga, Gin.”. Ginny si alzò dalle sue ginocchia,
arrabbiata.
“Insomma! Questo si
chiama dare pregiudizi! Ma perchè dovete fare di ogni erba un fascio? Non
potrebbe essere una cosa diversa, ogni tanto?” E detto questo fece dietrofront e
uscì, dirigendosi in biblioteca.
Era fumante di
rabbia. Mentre camminava tra gli scaffali, però, l’attenzione cadde sul oggetto
della discusione di poco prima. Eva stava li, seduta, sfogliando distrattamente
un grosso tomo.
“Ehi, ciao!” Disse
sorridendo Ginny. Eva alzò gli
occhi.
“Uh,
ciao!
“Come te la
passi?”
“Ti serve
qualcosa?”
“No no, certo che
no…”
“E allora perché
tutte queste domande?”
“Bè volevo apere
come stavi!”
“Ci siamo viste oggi
a lezione!” ginny pensò che era strana, ma sorrise ugualmente. Eva, dal canto
uo, sorpresa da quel sorriso, si ritrovò a rispondere.
“Vieni, usciamo di
qui!Ti offro un thè!” Disse Ginny, prendendola per la mano.
Poco dopo stavano in
sala grande, a sorseggiare con assoluta calma un thè.
“Allora, come mai ti
sei trasferita qui agli united States?” domandò Ginny.
Eva sorrise appena
da sopra la sua tazza di thè. “Mmmh…problemi di famiglia” borbottò a bassa
voce.
“Sarà stato
difficile lasciare tutti i tuoi amici”
“Bè…si. Ma è stato
più difficile lasciare Chris.” Eva si fermò. Perché lo aveva menzionato? Chris.
Chris. Gli occhi li si riempirono di lacrime. Voleva andare via.
“scusami,
Ginny”
Si alzò, correndo
fuori.
Chiedo scusa se
l’ultima parte è scritta di striscio ma non avevo molto tempo e volevo
assolutamente finire il capitolo!
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