You are everything for me, Flame Alchemist!

di GabbaFMA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Il Nuovo Comandante Supremo! ***
Capitolo 2: *** Sorpresa! ***
Capitolo 3: *** Risveglio.. ***
Capitolo 4: *** Confessioni.. ***
Capitolo 5: *** Colpi di Scena.. ***
Capitolo 6: *** La Storia Si Ripete.. ***
Capitolo 7: *** Cattive Sensazioni.. ***
Capitolo 8: *** Appartamento via Siska 6.. ***
Capitolo 9: *** Verità Svelate.. ***
Capitolo 10: *** Proposta alla luce del sole.. ***
Capitolo 11: *** Marcia Nuziale.. ***



Capitolo 1
*** 1.Il Nuovo Comandante Supremo! ***


                                                                                               CAPITOLO 1
*Driiiiiiiiin* la sveglia suonò alle 6 quella mattina e Riza cercò di aprire gli occhi anche se un filo di luce le rendeva la cosa difficile, si mise seduta e cercò di mettere a fuoco. Black Hayate saltò sul letto e gli si mise vicino scodinzolando, lei lo guardò e gli sorrise poi finalmente si alzò. Si diresse in cucina e mise su il caffè;si diresse in bagno e aprì l’acqua della doccia poi andò davanti allo specchio e si guardò negli occhi ancora assonnati * il grande giorno è arrivato * pensò, entrò nella doccia e mise il viso in direzione del getto dell’acqua * speriamo vada tutto bene * pensò. Uscì dalla doccia, indossò la biancheria e l’accappatoio e si diresse in cucina a fare colazione; si versò il caffè in una tazza con un po’ di latte e lo bevve tutto in un sorso, non voleva perdere ulteriore tempo. Andò in camera sua, indossò la divisa e si legò i capelli, tornò in cucina per prendere le chiavi della macchina, salutò Black Hayate e uscì dall’appartamento. Quando stava per salire in auto notò un bigliettino sotto il tergicristallo, lo lesse e sorrise:
" La signorina Riza Hawkeye è invitata alla cerimonia di proclamazione del futuro Comandante Supremo che si terrà nella sala convegni del comando di Central City" e fin qui nulla di strano, quello che la fece sorridere era un’annotazione a penna scritta sotto "Ci auguriamo che lei indossi la divisa militare femminile per la gioia dei suoi colleghi, non vediamo l’ora di vederla, i suoi ammiratori segreti M.&H.".
Scosse il capo e salì in auto * Questi uomini! Appena vedono un paio di gambe sbavano come bambini * pensò Riza divertita. Arrivò a Central con 2 ore di anticipo così decise che sarebbe andata a dirne 4 sia ad Havoc e sia a Mustang. Quando arrivò davanti alla porta dell’ufficio del comandante supremo esitò a bussare perché sentì delle voci oltre la porta e non potè fare a meno di origliare

-Non me ne frega un’accidenti dei tuoi impegni, hai capito? Se non sarai qui entro le 10 di questa mattina considerati un uomo morto sono stato abbastanza chiaro? Hai 2 ore di tempo, sfruttale!- * dalla voce sembra Roy e dal rumore sembra che abbia appena chiuso il telefono in faccia a qualcuno * pensò Riza

-Mustang per fare calmati, vedrai che arriverà, non è tipo da perdersi certe cerimonie- * questo invece è Alphonse * pensò Riza.

-Lo spero per lui- fu l’ultima cosa che sentì, poi si alzò, si sistemò la divisa , bussò e contemporaneamente entrò nell’ufficio. Roy e  Al si girarono verso di lei all’unisono, confusi.

-Bel bigliettino, molto originale devo dire e soprattutto molto anonimo- disse Riza sventolando il biglietto davanti al viso di Roy;

-Chissà chi l’avrà mai spedito, certa gente non ha proprio nulla da fare- rispose Roy usando un tono vago,

-Già lo penso anche io- annuì Riza, poi si guardarono e scoppiarono a ridere. Al tossì cercando l’attenzione dei 2;

-Oh ciao Al, sei di servizio questa mattina o sei qui per la cerimonia?- chiese Riza

-No no oggi sono di servizio, ogni tanto posso rendermi utile anche io- rispose Al fiero, Riza lo guardò dalla testa ai piedi lui se ne accorse e la guardò incuriosito,

-Perché mi stai fissando?- le chiese, lei lo guardò negli occhi e sorrise,

-Wow Al, sono passati già 2 anni da quando hai ripreso il tuo corpo e sei entrato a far parte degli alchimisti di stato, accidenti come vola il tempo, e vedo che non hai nemmeno perso tempo- gli sorrise e indicò con lo sguardo la fede che portava all’anulare sinistro, lui lo guardò e sorrise

– chi è la fortunata?- chiese Riza incuriosita,

-Bè ecco,- Al arrossì visibilmente – è May Chang – Rispose Al sorridendo, Riza ne rimase sorpresa ma non molto, in fondo un po’ se lo aspettava,

-Che bello! Allora portale i miei saluti, e dimmi, da quant’è che siete sposati? E soprattutto perché non sono stata invitata?- chiese Riza incuriosita

- Non ti si addice questa curiosità tenente, comunque sia ci siamo sposati circa 2 anni fa, quando ripresi il mio corpo e mi rimisi in sesto non persi tempo e andai da lei, ci sposammo dopo 3 mesi di fidanzamento ecco perché non ho invitato gli amici, alla cerimonia c’erano solo Ed ,Winry, zia Pinako e i parenti di May, è stato tutto così veloce che non ci ho nemmeno pensato ad invitare gli amici, poi- abbassò lo sguardo imbarazzato – poi abbiamo avuto una figlia che ora ha 18mesi e si chiama Liz- concluse Al;Riza rimase a bocca aperta,

-Addirittura una figlia, wow Al, non hai davvero perso tempo- disse Riza e entrambi scoppiarono a ridere. Riza rivolse di nuovo l’attenzione verso Roy,

-Si può sapere contro chi stavi urlando prima? Ti ho sentito da fuori- Roy fece un sospiro sconsolato,

-Chi è quella persona che sarebbe capace di rovinarmi la giornata con una sola parola?- rispose Mustang, Riza ci pensò un po’ poi sorrise

-Ed per caso?- rispose

-Esattamente lui- disse Al

-Che è successo? Non riesce a venire?- chiese Riza

-Non saprei, ieri sera l’ho sentito per telefono e mi ha detto che sarebbe arrivato in tempo se il treno non avesse ritardato, ora invece ha telefonato dicendo che ha un’ impegno improvviso e che non riesce a venire- rispose Al mettendosi una mano in viso. Riza guardò Roy che ribolliva di rabbia

-Mi spieghi perché è così importante per te che lui sia qui?- chiese Al a Mustang

-Perché gli ho spedito un’ invito ufficiale con tanto di stemma in ceralacca  degli alchimisti di stato, ciò vuol dire che essendo lui ancora un’alchimista al servizio dell’esercito non può fare come gli pare!- sbraitò Mustang. Il momennto tanto atteso arrivò e tutti stavano prendendo posto in sala. Roy, Riza, Alphonse e il resto del gruppo si sedette davanti; Mustang era agitato e non lo nascondeva.

-Il Comandante Supremo Mustang Roy è invitato a salire sul palco- una voce al microfono lo mise in agitazione, si alzò e con gli applausi dei suoi amici salì sul palco e iniziò il suo discorso; lo aveva provato per giorni ma non lo soddisfaceva così improvvisò:

- Innanzi tutto voglio ringraziare di cuore tutti voi, amici e colleghi, per essere venuti. Essere il vostro Comandante mi fa sentire realizzato, spero di essere in grado di ricoprire questo ruolo; una volta un’ amico mi disse che il potere dava alla testa e che per questo sarei dovuto stare attento- abbassò la testa e la rialzò velocemente sorridendo – durante la guerra a Ishval io e quest’ amico, il Tenente Colonnello Maes Huges, ci facemmo una promessa, lui mi disse che se un giorno fossi riuscito a salire sul grandino più alto lui sarebbe rimasto dietro di me per indirizzarmi verso le scelte più giuste, così io gli promisi che se davvero sarei riuscito ad arrivare fin dove sono ora non mi sarei lasciato condizionare dalla fama e che avrei fatto tutto il possibile per rimettere in piedi questo paese ed è questa la mia intenzione, anche se Huges non è qui fisicamente a vedere la nostra promessa che si realizza, io ho intenzione di mantenerla lo stesso; farò il possibile per questo paese, lo farò per i cittadini e per voi, ma soprattutto lo farò per Huges. Grazie- concluse e scese dal palco, mentre tornava al suo posto tutti si alzarono in piedi e gli applaudirono fragorosamente, strinse la mano a dei colleghi e si mise a sedere.
La cerimonia finì poco dopo. Mustang,Hawkeye,Havoc,Armstrong, Falman,Breda,Fury,Ross e Brosh uscirono per ultimi dalla sala.

-Bel discorso- sussurrò Riza a Roy, lui si girò e le sorrise lentamente.

-Ehi ma dov’è Al?- chiese Havoc guardandosi in giro,

-Stai zitto!- gli ordinò Riza sottovoce e gli fece l’occhiolino. Havoc la guardò confuso ma non disse nulla.

-Finalmente- disse Mustang stiracchiandosi – il peggio è passato, non ne potevo più di stare in ansia per questa cerimonia- sospirò e portò 

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Capitolo 2
*** Sorpresa! ***


                                                                            CAPITOLO 2



Roy,Riza,Havoc e Armstrong salirono sull'auto di Riza, Breda,Fury,Fallman,Ross e Brosh salirono sull’auto di Fallman.

-Allora- chiese Mustang - dove andiamo? ho voglia di festeggiare- disse senza troppo entusiasmo - è una vita che aspetto questo giorno ed ora che finalmente arrivato me lo voglio godere fino all'ultimo istante- proseguì guardando fuori dal finestrino con aria distratta.

-Bè comandante, non saprei, decideremo strada facendo- rispose Havoc, accondendosi una sigaretta.
Riza svoltò su una strada non asfaltata senza dire una parola, il viaggio sarebbe proseguito in modo silenzioso se Armstrong non avesse parlato della sua prestigiosa famiglia e di tutte le magnifiche doti che gli erano state tramandate; al povero Havoc  venne un mal di testa tremendo. Riza li spiava dallo specchietto retrovisore e ogni tanto le scappava un sorriso divertito quando Havoc faceva delle facce buffe alle spalle del generale Armstrong. Mustang invece continuava a guardare fuori dal finestrino, come se non si accorgesse di quello che stava accadendo intorno a lui
* Hai visto Maes? c'è l'ho fatta ad arrivare sul gradino più in alto,peccato che tu non possa  essere qui, a mantenere la tua promessa. Te la ricordi?* guardò in alto e fece un sorriso triste * Mi avevi promesso che mi saresti stato vicino e che mi avresti indirizzato verso la via più giusta, mi avevi anche promesso che se il potere mi avesse dato alla testa tu mi avresti fatto rinsanire. Ora chi lo farà?!* chiuse gli occhi e  chiuse le labbra in una smorfia di dolore.
L'auto si fermò di colpo e tutti sussultarono, Mustang non fece in tempo a chiedere cosa fosse successo che Havoc gli bendò gli occhi e Riza lo ammanettò, Armstrong,invece, scese dall'auto e si caricò Mustang sulla spalla,

-Ma che diamine sta succedendo?- chiese Roy scalpitando con i piedi,-Liberatemi immediatamente-ordinò, ma nessuno lo ascoltò.

-Stia tranquillo, comandante, è una sorpresa- disse Riza con  tono pacato. Nel frattempo arrivarono anche gli altri che risero per la scena che gli si presentò davanti; il comandante supremo in persona caricato sulle spalle come fosse un sacco di patate.

Il posto era desolato, solo alberi e rocce intorno a loro. Se non fosse stato per la presenza di un vecchio granaio quel posto sarebbe stato desolato. All'improvviso una luce li investì, tant'è vero che furono costretti a girarsi per ripararsi gli occhi. Quando la luce svanì con essa svanì anche il vecchio granaio lasciando il posto ad un vero e proprio capannone; dal lato destro comparì una persona,tutta sorridente che camminava con aria soddisfatta.

-Complimenti,bel lavoro Alphonse- sussurrò Havoc in modo da non farsi sentire da Mustang

-Grazie- rispose Al ,felice.
Camminarono e dopo un po’ Armstrong mise giù Mustang,

-Era ora!- disse Roy

-Non si tolga la benda dagli occhi, comandante, mi raccomando!- disse Riza, * ha tutta l’aria di essere un ordine * pensò Mustang, ma non commentò e continuò a camminare. Ad un certo punto lo bloccarono, lui sentì un cigolio * una porta, forse * pensò Roy dubbioso.

-Entrate!- l’eco di una voce in lontananza lo fece sussultare * conosco questa voce, maledetto eco, non riesco a capire di chi sia * pensò Mustang. Lo scortarono all’interno e lo fecero fermare poco dopo, a causa della benda non riusciva ad orientarsi; sentì dei passi che si allontanavano e ad un tratto si senti completamente isolato.

-Si tolga la benda, comandante!- Riza urlò dall’altra parte del capannone; Mustang obbedì senza pensarci su, non vedeva l’ora di togliersi quella maledetta benda dagli occhi; appena se la tolse dovette chiudere gli occhi per la troppa luce, mise a fuoco e appena capì cose c’era in quel capannone rimase a bocca aperta e iniziò a guardarsi in giro, troppo stupito per dire una sola parola. Il capannone era stato completamente addobbato a festa, c’era di tutto, dagli striscioni di congratulazioni, al buffet, dalla console, ai palloncini bianchi e verdi, c’erano anche dei regali; quando alzò lo sguardo le forze lo abbandonarono, cadde in ginocchio e appoggiò le i palmi della mani a terra con la testa bassa.  La rialzò cercando di capire se avesse visto male,invece aveva visto bene;sopra ai regali, attaccata ad una parete c’era una foto ingrandita, una foto che per un momento lo fece commuovere; quella foto ritraeva lui e Maes nel giorno del 23esimo compleanno di Roy, erano felici, abbracciati e con 2 boccali di birra in mano; Roy aveva dimenticato che ci fosse una foto di quel giorno ma di sicuro non aveva dimenticato quell’istante,uno dei pochi istanti in cui si era sentito davvero in pace con se stesso,senza rimpianti ne rimorsi,semplicemente felice. Si alzò, si pulì la divisa e sorrise agli altri, che lo stavano guardando con aria compassionevole. Un minuscolo dettaglio catturò la sua attenzione, si avvicinò con passo svelto e si diresse verso Al e Riza,

-Scusatemi- disse Roy facendosi strada tra di loro.

-Salve comandante congratul….Ahio! Ma sei impazzito??- Ed era seduto su una sedia, proprio dietro il fratello e il tenete Hawkeye, e si stava massaggiando la testa nel punto in cui Mustang gli aveva appena dato un pugno.

-Tu! Stupido nanerottolo insignificante mezza sega che non sei altro!! Dove diavolo sei stato? Non ti avevo detto che dovevi essere presente alla cerimonia?! Mancavi solo tu! Che razza di amico sei??- Mustang non riusciva a trattenere la rabbia,

-Ehii! Chi è che sarebbe così piccolo che non si vedrebbe nemmeno con una lente di ingrandimento potenziata da altre 10 lenti???-disse Ed furioso,

-Ma questo non l’ha mai detto nessuno- dissero tutti gli altri in coro, sospirando.

-Maledetto! Mi ero raccomandato!-continuò Mustang, furioso.

-Mustang! se io fossi venuto alla cerimonia non sarei potuto venire qui ad organizzare questa cosa per te! Quindi smettila di sbraitare e ringraziami piuttosto- disse Ed con tono di sfida. Mustang cercò di calmarsi e fece un profondo respiro,

-Hai ragione,- convenne Roy lasciando tutti a bocca aperta, compreso Ed – ti ringrazio per questa bellissima sorpresa,- fece una pausa e sorrise – ma ciò nonostante, caro il mio fagiolino, non ti perdonerò mai per non essere venuto all’evento più importante della mia vita!- concluse Mustang stizzito.
Ed non rispose, sapeva che aveva ragione. Finalmente iniziarono i festeggiamenti. Riza si andò a sedere su una sedia vicino ad una parete, era molto stanca e chiuse gli occhi per un attimo; quando li riaprì vide i suoi colleghi che stavano ridendo e che prendevano in giro la nuova, buffa, capigliatura che Sheska si era fatta un paio di giorni prima, poi notò che Mustang non era insieme agli altri, si guardò un po’ in giro e lo vide davanti all’ingrandimento della sua foto con Maes, sorrise tristemente e gli si avvicinò.

-Tutto bene?- chiese, Roy sussultò, non l’aveva sentita arrivare, si voltò verso di lei e la guardò negli occhi; Riza notò che aveva gli occhi lucidi ma non gli disse nulla, gli fece un sorriso delicato e gli chiese di nuovo se andasse tutto bene; Roy si strinse nelle spalle tremanti e provò con tutte le sue forze a non concedere alle lacrime di uscire.

-Mi manca Hawkeye, ogni giorno che passa non riesco a darmi pace, non riesco a concepire il fatto che lui non ci sia più,- disse Roy con voce strozzata –era un collega, un marito,un padre, un amico, ma per me era un fratello, l’unico che mi abbia sempre detto le cose in faccia, è stato il primo vero amico che io abbia mai avuto- strinse i pugni dalla rabbia –è morto per colpa mia,perché ero ossessionato da quella maledetta storia degli Homunculus, anche se ho ucciso il suo assassino,Envy, non mi sento meglio. L’averlo ucciso non mi ha ridato Huges, mi ha solo reso vulnerabile.- Riza lo lasciò sfogarsi senza interromperlo, aveva capito che aveva bisogno di parlare con qualcuno.

-Vieni- disse Riza, Roy la seguì senza dire una parola. Uscirono fuori, si era fatto buio e c’era solo la luce della luna ad illuminarli,

-Ora possiamo parlare in santa pace- disse Riza sorridendogli. Roy alzò lo sguardo e la fissò negli occhi per alcuni istanti, lei arrossì ma non distolse lo sguardo, un attimo dopo lui le si avvicinò e l’abbracciò stretta affondando il viso nella spalla, bagnandogliela con le sue lacrime.

–Grazie- sussurrò debolmente Roy.

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Capitolo 3
*** Risveglio.. ***


CAPITOLO 3
Rimasero abbracciati a lungo; Roy singhiozzava e Riza gli accarezzava dolcemente la testa passandogli le dita tra i capelli.

-Ti senti meglio, Roy?- chiese Riza preoccupata

-Sediamoci da qualche parte, sono le 2 del mattino e tutti gli altri si stanno divertendo li dentro- disse indicando il capannone -non voglio che mi vedano in questo stato; conoscendo Ed me lo rinfaccerebbe a vita- concluse

-D'accordo- rispose Riza seguendolo. Si allontanarono dalla festa e si inoltrarono nel bosco. Poco dopo arrivarono nei pressi di un fiume,

-Sediamoci- esordì  Roy sospirando,

-Si- rispose Riza sottovoce.

Si sedettero sull'erba, vicino alla riva del fiume; Roy si mise comodo con una gamba distesa e l'altra piegata, i gomiti a terra e la testa all'indietro con lo sguardo verso il cielo; Riza, invece, si sedette con la schiena dritta , le gambe piegate da un lato e le mani unite sul grembo con la testa bassa.

-Grazie, Riza- disse Mustang rompendo il silenzio, lei si girò di scatto verso di lui, sorpresa, poi gli sorrise,

-Per cosa?- chiese

-Per essere quella che sei; se non ci fossi stata tu, in molte occasioni, io sarei potuto morire o peggio, sarei potuto diventare un assassino- le sorrise, lei lo guardò un istante e poi distolse lo sguardo; adesso stava guardando dritto davanti a lei, oltre l'altra sponda del fiume, costringendo lo sguardo a superare gli alberi per scoprire cosa ci fosse dall'altra parte.

-Figurati, è il mio lavoro, è il mio compito proteggere un mio superiore, sono stata addestrata per questo ed è la cosa che mi riesce meglio, salvarti la vita intendo- rispose lei, seria.

-Con me puoi anche non fare la dura, lo sai- le disse Roy guardandola divertito - comunque sia,- proseguì - io non credo che ti riesca bene -

-Come scusa?- disse Riza interrompendolo,

-Aspetta fammi finire- proseguì lui, con le mani in avanti in segno di resa - dicevo che non credo ti riesca bene SOLO salvare la vita a me-disse guardando il cielo, lei lo guardò incuriosita,

-Che intendi dire?- gli chiese

-Intendo dire che salvare la vita a me è una delle tante cose che sai fare; sei altruista, sei paziente specialmente con me, sei gentile con tutti, ad esempio quando Ed e Al erano in difficoltà tu non hai esitato un attimo ad aiutarli e non è una cosa che fanno tutti , hai accolto Black Hayate nella tua casa quando nessuno era disposto a tenerlo, lo hai addestrato e ti sei presa cura di lui, e poi..- fece una pausa -sai sempre cosa dire e cosa non dire; prima con me non hai detto una parola, avevi capito che avevo bisogno di sfogarmi e non mi hai mai interrotto- si girò verso Riza e le sorrise, lei lo guardò con occhi fieri - Ah, poi c'è anche un'altra cosa- esordì all'improvviso

-Oddio no basta,- disse Riza ridendo

-Aspetta questa è l'ultima- la rassicurò lui ridendo a sua volta -ricordi quando eravamo nei sotterranei di Central City? quando ho scoperto che fu Envy ad uccidere Huges?- chiese lui,

-come potrei dimenticarmene?- rispose lei abbassando lo sguardo

-Se non ci fossi stata tu io non mi sarei mai fermato, avrei continuato a dargli fuoco fin quando tutta la mia rabbia non fosse bruciata con lui, e fidati, avrei anche potuto dare fuoco a tutto il quartier generale-si guardò la mano destra- se tu non mi avessi puntato la pistola contro e non avessi minacciato di spararmi io a quest'ora mi sentirei un mostro, per questo ti ringrazio.- si mise seduto e le sorrise - quindi non devi dire più che tu sei brava solo a salvarmi la vita, perché tu sei più di quello che cerchi di dimostrarmi.-concluse, lei lo guardò e inclinò la testa la un lato, pensierosa.

-Che c'è?- chiese lui incuriosito

-E? no..no niente, pensavo- rispose lei sorridendo

-A che pensavi?- insistette lui

-Pensavo che,- ci pensò su un attimo - pensavo che sei cambiato, non sei il Roy superficiale ed egocentrico che eri l'anno scorso, è bello vedere che anche tu provi rispetto per qualcuno- si mise a ridere

-Spiritosa,- disse lui stizzito

-Dai a parte l'ultima frase, lo penso davvero, sei cambiato, in meglio- gli sorrise

-Ho un esercito da comandare, non posso pensare solo a me stesso- disse lui divertito. Ci fu un momento di silenzio,

-Andiamo, magari gli altri si staranno preoccupando non vedendoci- disse Riza

-Tu credi?- chiese Roy sarcastico

-In effetti no- entrambi scoppiarono in una fragorosa risata e si alzarono, tornando sui loro passi.

-Aspetta- disse Roy

-Si?- chiese Riza curiosa. Le si avvicinò e le prese la mano destra, la strinse alla sua e se la portò al petto.

-Lo senti?- chiese Roy arrossendo, lei ne rimase talmente sorpresa che non riusciva a dire nulla, ma lo sentiva; sentiva il cuore di Roy battere più veloce del normale e fece un impercettibile movimento della testa come per dire "si". Lui sorrise.

-Quando sto con te, non capisco come mai, ma il cuore inizia a battermi così forte- disse Roy guardandola negli occhi; ora anche il cuore di Riza batteva fortissimo. Roy le strinse la mano destra più forte, con la sinistra le cinse un fianco e la tirò verso di se; adesso era l'uno di fronte all'altro, a pochi centimetri di distanza. Lui avvicinò lentamente le sue labbra a quelle di Riza e anche lei fece lo stesso, pochi istanti, bastavano solo pochi istanti….

-Tenente!- una voce nella sua testa la bloccò

-Hawkeye! ti senti bene?- “ ancora quella voce” pensò

-Riza vuoi svegliarti o no??- aprì gli occhi e si guardò intorno

-Ma..ma..io ero nel bosco..come?-appena si rese conto si sentì una tale stupida. Erano tutti in cerchio davanti a lei a guardarla, divertiti. Si mise una mano sul viso e si mise a ridere a crepapelle.

-Accidenti, tenente, noi ci stavamo preoccupando che non ti risvegliassi e tu adesso scoppi a ridere?- disse Ed con le braccia conserte sul petto.

-Ma.. da quanto tempo è che dormo?- chiese Riza confusa

-Fai tu, sono le 11 del mattino- rispose Al. Lei rimase a bocca aperta, stupita “ le 11? ho dormito tutto questo tempo?” pensò, non ci credeva, non era proprio da lei dormire tutte quelle ore.

-Allora Riza, cosa stavi sognando? sembravi così rilassata- chiese Roy sbucando da dietro Armstrong. Lei divenne completamente rossa non appena le tornò in mente cosa stava sognando.

-Ehm.. no nulla di particolare- ripose vagamente. “ Accidenti! perché ho fatto questo sogno? che vuol dire?” pensò Riza mordendosi le labbra. “ possibile? naah non può essere. E se fosse? non ci capisco nulla!!” pensò Riza grattandosi la testa. Gli altri tornarono alle auto, mancava solo Riza che stava camminando a passo lento rimuginando su quello che aveva sognato.

-Riza, ma vuoi muoverti?-le urlò Roy da dentro alla macchina. Lei alzò lo sguardo e alzò un sopracciglio “ Decisamente non può essere, come potrei essere innamorata di un tale cafone?” pensò irritata. Salì in auto e tornarono a Central City.

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Capitolo 4
*** Confessioni.. ***


CAPITOLO 4
Arrivata nel suo appartamento, Riza gettò le chiavi dell'auto sul tavolo della cucina, aprì il frigorifero ma lo richiuse subito dopo, proprio non aveva voglia di mangiare; la sua testa era completamente occupata dal pensiero di quel sogno, si diresse verso il bagno e aprì il rubinetto della doccia. Rimase sotto al getto d'acqua per alcuni minuti cercando di scacciare via quei pensieri, ma inutilmente. S'infilò il pigiama e si buttò sul letto di schiena con le braccia aperte “ ma perché proprio lui? accidenti Riza devi riprenderti! è un tuo superiore, anzi è il superiore di tutti i soldati, è il Comandante Supremo accidenti! devi proteggerlo dai nemici, non farti condizionare da uno stupido sogno, bellissimo, ma pur sempre un sogno!” si addormentò con questo pensiero in testa. Il mattino seguente si sveglio alle 7 ,fece colazione ed andò a Central City. Si diresse a passo spedito verso il suo ufficio, l'ultima cosa che voleva era vedere Roy quella mattina.

-Hawkeye!- qualcuno le urlo dietro, lei si girò lentamente. Roy le stava camminando dietro con passo deciso, quando le si fermò davanti lei si irrigidì “ che vorrà?” pensò Riza.

-Riza, mi dici che ti prende?- le chiese Roy con aria preoccupata.

-Cosa?ma no niente,sono solo un po’ stanca, forse sto lavorando troppo- rispose lei facendo un sorriso forzato.

-Smettila di dirmi cavolate, ti conosco da anni e non ti ho mai visto quell'espressione sul viso, forza dimmi cos'è che ti preoccupa- insistette Roy.

-Ti ho detto che non ho nulla!- rispose Riza con tono duro, fece il saluto militare, girò sui tacchi e si allontanò. “ accidenti! ma come cavolo ha fatto? mah..spero solo che non si accorga di nulla “ pensò Riza.
Roy entrò nel suo ufficio e trovò Alphonse in piedi davanti alla sua scrivania.

-Hai bisogno di qualcosa?- chiese Roy distrattamente entrando nella stanza.

-Buon giorno Comandante- disse Al sull'attenti.

-Eh finiscila Al, con me non serve tutta questa formalità, lo sai- disse Roy sedendosi.

-Eheh hai ragione, comunque sia il motivo per cui sono qui è serio- il viso di Al si incupì.

-Vai avanti- disse Mustang incuriosito.

-Il problema riguarda mio fratello- abbassò la testa

-Che ha combinato sta volta?- sospirò

-Per il momento nulla, ma si è messo in testa di fare una cosa e mi ha chiesto di non dirtelo, conoscendo mio fratello si arrabbierebbe molto ma devi assolutamente sapere- disse Al sospirando

-Di che si tratta?-

-Vuole organizzare un evento- proseguì; Mustang sembrava ancora più incuriosito e sorrise, come per invogliarlo a parlare - io non sarei
così sorridente, l'evento riguarda te e il tenente Hawkeye- Roy sbarrò gli occhi

- C-Come scusa?- balbettò

-E' stra convinto che tra voi 2 ci sia qualcosa e vuole organizzare una specie di appuntamento dato che voi non vi decidete a dichiararvi- Al parlò tutto d'un fiato.

-So che io non lo dovrei sapere ma riferiscigli questo messaggio " se ci provi considerati bruciato vivo!"- ringhiò Roy a denti stretti.

-Riferirò- concluse Al e uscì dalla stanza. Chiuse la porta alle sue spalle e si appoggiò al muro, sorridendo.

-Allora come è andata? che ha detto?- Ed parlava sottovoce come se credesse possibile che nel bagno potesse esserci qualcuno ad origliare.

-Benissimo, tutto come previsto- disse Al soddisfatto.

-Perfetto! ora ci manca solo un pretesto- disse pensieroso Ed. Passarono qualche minuto in silenzio, poi ad Al venne un'idea.

-Ma certo! tra una settimana è il mio compleanno, potremmo usarla come scusa!- gridò Al entusiasta.

-Non capisco dove vuoi arrivare- disse Ed confuso.

-E' semplice! allora noi organizziamo il mio compleanno in un luogo qualsiasi e distribuiamo gli inviti a tutti, ma ,e questa  è la parte migliore, sugli inviti di Mustang e Riza scriveremo lo stesso indirizzo che  però sarà diverso dall'indirizzo dove realmente festeggerò il mio compleanno! E' geniale!- Al non conteneva l'entusiasmo.

-Hai ragione! davvero una splendida idea, ma se per caso gli altri dovessero per sbaglio lasciare il proprio invito su una scrivania e Mustang per sbagliò lo andasse a leggere? ci scoprirebbe in un secondo!- disse Ed preoccupato per la reazione che potrebbe avere Mustang.

-Ho pensato anche a questo! quando distribuiamo gli inviti agli altri con l'indirizzo sotto ci scriviamo anche di non lasciare quel biglietto, per nessun motivo, in giro. Dovrebbe funzionare così- concluse Al.

-Sei geniale fratellino!- disse Ed sorridendogli.
Arrivò la pausa pranzo e tutti si diressero in mensa. Ed e Al continuavano a confabulare tra di loro a bassa voce; Roy, Havoc, Fury e Armstrong si sedettero allo stesso tavolo; Hawkeye e Ross invece si misero in un tavolo lontano dagli altri in modo da poter parlare in santa pace.

-Allora Riza che hai? non ti ho mai vista così giù di morale- chiese Ross preoccupata

-Ma perché tutti mi chiedete cos'ho? non ho nulla!- rispose Riza passivamente

-Puoi convincere gli uomini con questa scusa, ma non me,cara Riza! tra donne ci si intende- Ross le fece l'occhiolino e Riza le sorrise

-Eh va bene-  sospirò Riza - ti dirò cos'è che mi preoccupa così tanto, ma sappi che se per caso, se per sbaglio sento in giro qualche voce sappi che ti verrò a cercare perché sei l'unica persona che lo sa ok?- disse Riza con tono solenne

-Certo! è ovvio! non ti farei mai un torto del genere, il tuo segreto è al sicuro con me- e le sorrise

-Dunque.. da dove inizio?!.. ah si, allora hai presente la sera della festa per Mustang li al capannone?- disse Riza

-certo- rispose Maria

-bene è da quella sera che mi tormento con una domanda; molto brevemente te lo racconto, quando mi sono addormentata sulla sedia ho fatto uno strano sogno, ho sognato Roy, ho sognato che eravamo andati a farci una camminata perché lui aveva bisogno di sfogare le sue preoccupazioni così ci sedemmo sulla riva di un fiume e ci mettemmo a parlare del più e del meno. Lui era così gentile, non avevo mai visto quel lato di lui, ho sempre pensato che fosse un egocentrico, fanatico e narcisista e invece non lo era, nel mio sogno io e lui eravamo in sintonia. Comunque ci alzammo e mentre stavamo tornando al capanno lui mi prese la mano e me la poggia sul suo petto facendomi sentire i battiti del suo cuore che acceleravano ogni volta che mi avvicinavo a lui. Io non so che vuol dire, non so il motivo di questo sogno, so solo che da quel giorno non riesco a darmi pace, proprio non riesco a capire perché ho fatto quel sogno- disse Riza poggiando la schiena contro la sedia –sai mi sento meglio, avevo proprio bisogno di parlarne con qualcuno, grazie Maria – proseguì Riza sorridendole; Ross era rimasta a bocca aperta

-Tu vuoi davvero farmi credere che non sai il motivo del tuo sogno?- chiese Maria Ross con tono sorpreso

-A dire il vero una mezza idea me la sono fatta, ma non voglio crederci, o per lo meno non posso crederci, ti rendi conto cosa significherebbe?- proseguì Riza

- Si certo che lo so, significherebbe che anche tu puoi provare dei sentimenti per qualcuno, e per sentimenti non intendo il rispetto, ma qualcosa di più profondo, Riza- disse Maria incrociando le braccia sul petto

-Ma smettila, io?? Nahh.. non scherzare, e poi se anche fosse, ma non è, non potrei mai pensare di poter stare al suo fianco fuori dall’ambito lavorativo- proseguì Riza cercando di nascondere la delusione

-Eh va bene te lo concedo questo pallino, ma non sei nemmeno un po’ curiosa di sapere se lui prova qualcosa per te? In fin dei conti vi conoscete da anni ormai, non posso credere che lui non prova nulla per te e sono sicura che in fondo anche tu lo pensi, cara la mia regina di ghiaccio- entrambe scoppiarono a ridere attirando l’attenzione degli altri.

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Capitolo 5
*** Colpi di Scena.. ***


CAPITOLO  5


La pausa pranzo finì alle 13:00 e tutti tornarono al proprio lavoro. Roy si trattenne a parlare con una cuoca lamentandosi  del  riso al curry che c’era nel menu sostenendo che non fosse molto…”al curry” secondo lui. Riza lo guardava con la coda nell’occhio sorridendo tra se e se trovando la scena “divertente”.  Mustang si girò e quando la vide fece una faccia sorpresa, non si era accorto che lei era li; lei lo guardò e si mise a ridere di gusto.

- Cos’è che ti fa tanto ridere Hawkeye? - chiese Mustang gridando dal fondo della stanza.

- Trovo divertente vedere che ti lamenti per del riso al curry tutto qui- rispose lei. Mustang le si avvicinò e incrociò le braccia facendo il finto offeso.

-  Trovi divertente che io mi preoccupi del cibo che mangiano i miei soldati?- chiese lui ironicamente

- Mmh in effetti si- entrambi scoppiarono a ridere.

- Sarà meglio che vada, ho molte cose da fare- disse Riza raccogliendo le sue cose e dirigendosi verso l’uscita , Mustang la fermò prendendola delicatamente per il braccio

-Vieni con me- disse Roy;  Riza non fece in tempo a rispondere che lui la trascinò fuori dalla mensa passando per la porta sul retro.

-Mi dici almeno dove stiamo andando? È così urgente? Ho del lavoro importante da sbrigare- disse Riza cercando di riempire il silenzio che si era creato e provando a capire dove stessero andando. All’improvviso Roy si bloccò dandole le spalle ma tenendole ancora il braccio.

-Non c’è nulla di più importante- disse lui quasi sotto voce  tant’è che Riza dovette sporsi in avanti per capire cosa stesse dicendo.

-Di che parli?- disse lei sinceramente confusa.  Lui si girò quasi di scatto e la guardò fisso negli occhi.

-Non c’è nulla di più importante del tuo benessere, per me- disse lui con tono serio. Lei lo guardava confusa perché non capiva dove volesse arrivare

-Roy..- disse a lentamente

-Riza, vorrei sapere cosa ti prende ultimamente. Mi eviti, appena cerco di parlare con te trovi una scusa e vai via. Cos’è successo?- chiese lui con uno sguardo preoccupato. Riza non sapeva che fare, voleva parlare ma dalla sua bocca non uscì nulla “ e ora che m’invento?” si domandò pensierosa.

- Non ti devi preoccupare, sto bene, non è successo nu..- Roy non le fece finire la frase e l’abbracciò stretta

-Non ti credo, ti conosco troppo bene, sono l’unica persona a cui non riuscirai a mentire- le disse sottovoce all’orecchio. Riza rimase con la bocca socchiusa provando a dire qualcosa ma il cuore le iniziò a battere velocemente e non riusciva a pensare a nulla, si lasciò sprofondare in quell’abbraccio e si sentì incredibilmente bene.

- Posso essere sincero con te?- le chiese improvvisamente Roy dandole l’impressione di non voler mai sciogliere quell’abbraccio

-Certo- gli rispose lei sorridendo

- Era da tanto che aspettavo questo momento- disse lui , felice. Lei ne rimase incredibilmente stupita, lo strinse più forte e lui fece lo stesso

- Anch’io - disse Riza. Roy si divincolò lentamente dall’abbraccio, le mise la mano destra su una guancia e lentamente la tirò verso di se; lei gli mise entrambe le mani sulle guancie. Appena le loro labbra si toccarono entrambi chiusero gli occhi; fu un bacio lento, dolce e appassionato allo stesso tempo, si strinsero di più, entrambi si sentivano felici. Si allontanarono leggermente e Roy la guardò fissa negli occhi,

-  C’è una cosa che volevo dirti da tanto tempo ; è buffo, io Roy Mustang  comandante supremo di tutto l’esercito di Amestris, non ho il coraggio a chiederti la cosa più importante della mia vita- disse Roy sorridendo nervosamente

-  Anch’io volevo dirti una cosa – disse Riza sorridendogli

-Prima io- disse Roy –Riza Hawkeye, - si inginocchiò e deglutì, lei arrossì visibilmente – ti andrebbe di passare il resto della tua vita con me diventando mia moglie?- chiese Roy nervosamente, impaurito dalla possibile risposta negativa, deglutì di nuovo; Riza si inginocchiò davanti a lui, gli mise le mani sul viso e lo baciò di nuovo, lui le mise una mano su un fianco e la tirò lentamente verso di sé

- Perché hai aspettato tutti questi anni?- chiese Riza guardandolo negli occhi, lui sorrise

- Perché avevo paura – ammise e abbassò la testa

-Paura?- domandò Riza incuriosita

-Si paura, avevo paura che se te lo avessi chiesto e mi avessi detto di no il nostro rapporto si sarebbe rovinato, e non me lo sarei mai perdonato- proseguì Mustang

- E cosa ti fa essere così sicuro del fatto che io ora dica si?- chiese lei ironicamente

- Questo.. – la tirò verso di se e la baciò ancora.

-Si..- disse lei sorridendogli. Lui rispose al sorriso e l’abbracciò.

-Scusami se ho aspettato tanto e scusami se in passato ti ho fatta stare male, non posso prometterti che non ti farò più soffrire, ma una cosa te la posso promettere, ti sarò fedele e cercherò con tutto me stesso di essere all’altezza, ce la metterò tutta, promesso- disse Roy stringendola a se.

- Mi fido di te- disse lei emozionatissima. Si alzarono e tornarono verso la mensa

-Credi sia il caso di dirlo agli altri?- chiese Riza

-Per il momento no, appena fisseremo la data li avvertiremo, futura signora Mustang- disse Roy divertito

-Oddio no ti prego, suona malissimo- entrambi scoppiarono in una fragorosa risata

-Lo so ma non posso farci nulla- disse Roy

-Vorrà dire che proverò a farci l’abitudine- disse Riza prendendogli la mano e incrociando le sue dita con quelle di Roy
“ questa volta non sto sognando “ pensò Riza e poggiò la testa sul suo braccio stringendogli ancora di più la mano, sorridendo.  Il mattino seguente entrambi trovarono sulla propria scrivania l’invito per il compleanno di Alphonse Elric, era obbligatoria la partecipazione. Roy lo lesse con sospetto, ripensò alle parole di Al e sorrise “ proprio non se lo aspettano “ pensò e mise l’invito nel cassetto.

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Capitolo 6
*** La Storia Si Ripete.. ***


CAPITOLO 6



Riza era seduta alla sua scrivania con in mano un foglietto bianco /Sei invitata alla festa dei miei 20anni il 15 luglio in via Siska 6. Non è gradita la divisa militare, ti aspetto! Alphonse/
“15 luglio” pensò Riza,

-Accidenti ma il 15 luglio è domani!- disse ad alta voce, scivolò sulla sedia, allungò le gambe e poggiò la testa sullo schienale della sedia “ non posso mettermi la divisa militare.. bene.. che diavolo mi metto?” pensò quasi disperata. Dei colpi alla porta la fecero trasalire,

- Chi è? - chiese mentre si sistemava la divisa

- Il tuo incubo peggiore - rispose la voce dall’altra parte della porta; Riza si alzò e si precipitò alla porta, l’aprì e lo tirò nel suo ufficio prendendolo per la giacca

- Il tuo sogno più bello volevi dire - disse lei sorridendo

- Il MIO sogno più bello - rispose Roy dandole un bacio – andrai al compleanno di Al?- chiese Mustang

-Direi di si, mi ha invitata, non posso non andarci- rispose lei incuriosita dalla domanda

- Ci andiamo insieme, ti va?- chiese Roy timidamente

-Certo- convenne lei sorridente

-Ora devo andare, forse passerò più tardi ok?- disse Roy salutandola

- Va  bene- sorrise.

Riza tornò alla sua scrivania e si mise le mani sul viso “ ancora non posso crederci, io e Roy insieme, chi l’avrebbe mai detto “ sorrise tra se e se con occhi sognanti, si sentiva bene, finalmente era felice, davvero felice che Roy provasse i suoi stessi sentimenti . Per il resto della giornata non si videro, lui era troppo impegnato a firmare carte e permessi  e lei era troppo stanca per aspettare che finisse il suo lavoro, così si avviò  al parcheggio per andare a prendere la sua auto e tornare a casa. All’improvviso qualcuno dietro di lei le coprì la bocca, all’inizio pensò che fosse Roy che voleva fargli uno scherzo , ma cambiò subito idea quando capì che il fazzoletto emanava uno strano odore, non riusciva a respirare ne tanto meno a reagire, poi capì: “CLOROFORMIO!” e nello stesso istante in cui capì la sua vista si appannò, sentì che le gambe non riuscivano più a sostenere il suo corpo e le mani iniziavano a sudarle; pochi istanti e tutto si fece buio. Quando riprese conoscenza fece fatica ad aprire gli occhi: il suo assalitore si era ben organizzato; l’aveva legata ad una sedia puntandole una lampada proprio sul viso. Riza cercò di guardarsi intorno cercando di capire dove si trovasse “ C’è solo uno scaffale vuoto e qualche sedia” rifletté cercando di mettere a fuoco; “ Accidenti ma dove diavolo sono finita! I muri di questa stanza sono troppo stretti, impossibile che qualcuno viva qui! “.Qualcuno le si avvicinò mettendosi a cavalcioni su una sedia e posizionandosi davanti a lei rimanendo nell’ombra; Riza cercò invano di scrutare il viso del suo aggressore, l’unica cosa che vide fu uno strano simbolo disegnato sulla parte interna del polso che aveva mostrato posizionando la sedia. Pietrificò.

-Allora, Tenente, come ci si sente ad essere completamente disarmati?- domandò l’assalitore; Riza non lo ascoltò, rimase con lo sguardo bloccato sul suo polso provando a ricordare dove avesse già visto quello strano simbolo.

-Ah questo?- disse lui mostrandogli nitidamente il polso  – Eh si sono un’homunculus - disse lui sprezzante; Riza sbarrò gli occhi e il respiro le si bloccò, d’un tratto le tornarono in mente tutti gli Homunculs contro cui aveva combattuto, ma fra tutti ,colui che più avrebbe voluto uccidere, era Wrath! Rimpianse di non essere stata in grado di combattere. Dopo quella terribile esperienza si era ripromessa di stare più attenta, che nessuno le avrebbe più torto un capello e invece ora era li, legata ad una sedia, disarmata e con un Homunculs davanti ai suoi occhi; “Gli Homunculs nascono a causa delle trasmutazioni umane fallite, perciò qualcuno…” sbarrò gli occhi “chi può aver compiuto una tale imprudenza??” pensò fra sé con il cuore colmo di rabbia e terrore “ Sono in un bel casino! Non ho armi, non so chi sia costui e sono immobilizzata, questa volta è la fine” pensò rassegnata; d’un tratto alzò la testa e cercò gli occhi dell’uomo che aveva davanti.

-Vuoi parlare?- chiese lui passivamente, Riza fece cenno di si, -Non urlare, è inutile- proseguì levandole il bavaglio.

-Chi diavolo sei?- ringhiò Riza con sguardo minaccioso sentendo in bocca ancora il sapore del cloroformio.

-Ah già che maleducato, non mi sono presentato, il mio nome è Strong e se mi guardi bene in faccia noterai che ho qualcosa di famigliare- le si avvicinò, uscendo dall’oscurità; Riza gli scrutò il viso attentamente poi lacrime trattenute fino a quel momento  iniziarono a solcarle il viso,

-No non piangere, non serve a nulla- disse Strong sbuffando,

-Chi?- chiese lei a bassa voce cercando di trattenere la rabbia che aveva in corpo,

-Come scusa? Non ti ho sentito- disse lui allungando un orecchio verso di lei,

-Chi ti ha creato?-gridò Riza alzando la testa di scatto – Chi ha fatto questa mostruosità? Come ha potuto?!- continuò lei disperata

-Addirittura! Non sei contenta, Riza?- disse lui facendo un sorriso soddisfatto

-Contenta? Dovrei essere contenta perché qualcuno ha riportato in vita un uomo morto? Chi ha fatto questo? Chi ha provato a trasmutare la vita del colonnello Hughes?- Riza non riusciva a trattenersi, la sua rabbia era incontenibile “ perché Hughes? Perché hanno provato a trasmutare il suo corpo?”  pensò Riza senza darsi pace.

-Chi?... Prova ad indovinare- disse lui in tono di sfida,

-Non ho voglia di giocare, parla!- ordinò lei

-Non credo tu sia nella posizione di dare ordini- disse con tono serio – Comunque sia ti do un indizio; Chi è quella persona che non riusciva a darsi pace per la morte di questo Hughes? Che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riportarlo indietro? Non è difficile, pensaci, sei intelligente Tenente, dimostramelo! – affermò con tono di sfida; Riza ci rifletté su, “ Chi??” non riusciva ad immaginarselo, “Accidenti, no!” spalancò gli occhi, Strong sorrise.

-Mustang?- chiese Riza titubante; “ma che sto dicendo! Mustang? No, non può essere, sa i rischi che si corrono e poi lui non ha perso nulla” ricominciò a pensare.

-Oh cielo no! Quell’incapace non sarebbe mai capace ad effettuare una trasmutazione umana! -disse lui ridendo
–D’accordo te lo dirò io; Hughes aveva una famiglia giusto?-
lei fece cenno di si con la testa, confusa
– bene,  aveva anche una figlia giusto?-
fece di nuovo cenno di si, non riuscendo a capire dove volesse arrivare
– perfetto!  Ora immagina una ragazzina che perde l’amato  padre alla tenera  età di 4 anni e che sarebbe disposta a tutto pur di riaverlo indietro – a Riza venne un tuffo al cuore, incredula – bene, vedo che hai capito- disse lui.

-Ma è solo una bambina! E non conosce l’alchimia, come avrebbe potuto?- disse Riza ribollente di rabbia e ancora incerta sul credergli oppure no.

-Già ,una bambina disperata, una bambina che si è vista strappare il padre troppo presto, una bambina che iniziò a studiare l’alchimia quando aveva 6 anni, le avevano detto che si può fare di tutto con l’alchimia, ma nessuno le aveva detto gli effetti collaterali, così dopo 2 anni di duro lavoro, all’insaputa della madre, tentò la sua prima trasmutazione, ma come ben sai per ottenere qualcosa bisogna darne in cambio un’altra che abbia il medesimo valore, il principio dello scambio equivalente lo chiamate giusto!? Così quella bambina ha perso il suo corpo per riportare in vita il suo papà, proprio come successe agli Elric per riportare in vita la madre, molti anni fa.- concluse Strong quasi esausto di dare tutte quelle spiegazioni. Riza non riusciva a crederci, quella bambina non aveva mai fatto vedere il dolore che provava, nessuno si era mai accorto di nulla, eppure…

-Da quanto tempo sei qui?- chiese lei con la testa bassa e i denti stretti,

-Da questa mattina più o meno- rispose lui pensandoci su,

-Quindi sua madre ancora non si è accorta della sua assenza, a Central City non è arrivata nessuna denuncia di scomparsa, sicuramente penserà che sia a scuola - disse Riza riflettendo ad alta voce, cercava in tutti i modi di trovare le parole giuste per dirlo alla signora Hughes, ma non le trovava ”esistono parole giuste per dare una notizia del genere?” le sue lacrime iniziarono a scendere senza che lei se ne accorgesse, le rigavano il volto e i suoi occhi diventarono rossi, le bruciavano ma non riusciva a smettere di piangere.

-Perché sono qui?- chiese Riza con un filo di voce,

-Perché? Bè io volevo Mustang ma sei arrivata prima tu- disse lui come se nulla fosse,

-A cosa ti serve Mustang?-

-Lo voglio morto!-disse Strong con tono duro,

-Sei qui da nemmeno un giorno e credi di poterti permettere di--?-

-Ancora domande? Eh va bene, te le concedo, lo voglio morto perché lui ha fatto fuori molti miei simili senza pietà e così prima che lui faccia fuori me io faccio fuori lui, semplice!- rispose con tono duro,

-Non sai nemmeno perché lo ha fatto! Se i tuoi simili non lo avessero provocato lui non gli avrebbe fatto nulla! - disse Riza

-Non si sa mai, provenire è meglio che curare- le fece l’occhiolino; Riza non riusciva a trattenersi,

-Sai chi ha ucciso il padre di Elycia? Eh?- sbottò Riza,

-Non è un mio problema- rispose lui guardandola storto

-Io credo di si! Tu che lo condanni senza sapere i fatti dicendo che è un assassino! I veri assassini erano i tuoi simili! Fu un Homunculus di nome Envy a lasciare quella bambina senza un padre e tu ora vuoi condannare a morte un uomo perché si è fatto giustizia?!? Chi è il vero assassino?!  E questo era un esempio! Molta gente innocente ha perso la vita per colpa dei tuoi simili! Per creare una stupida pietra e ottenere l’immortalità! Sai qual è l’ingrediente principale per creare questa pietra?! ESSERI UMANI VIVI!!-  Riza urlò con tutto il fiato che aveva in corpo,

-….-

-Che c’è?! Adesso non fai più lo sbruffone?!- gridò Riza con aria di sfida.

-Quello che hanno fatto loro non mi interessa, Mustang li ha uccisi e io voglio vendicarli!- ribatté lui con altrettanta rabbia, Riza non aveva più forze ed era ancora stordita.

- Mi ucciderai?- domandò Riza esausta,

-Dipende, se Mustang verrà al tuo posto ti lascerò libera altrimenti si, ti ucciderò-

-Non te lo permetterò- lo guardò con aria di sfida

-Accetto la sfida- rispose Strong

-Come farà Mustang a sapere dove sono?- chiese Riza

-Ah non preoccuparti, gli ho lasciato un bigliettino sulla macchina, vedrai che se sarà intelligente come dice capirà subito dove sei- fece di nuovo l’occhiolino

- Che ore sono?- chiese Riza

- Mmmh sono le 23, perché?- rispose lui guardandosi l’orologio

-Ho sonno, potresti slegarmi e farmi dormire un po’?- chiese supplichevolmente Riza

-Va bene, ma non provare a scappare o dovrò usare questa- tirò fuori dalla tasca posteriore una pistola “ma quella è la mia Calibro 9!”  pensò Riza. Strong la slegò e lei si sdraiò a terra, chiuse gli occhi e si addormentò; Strong  si appoggiò con la schiena al muro e incrociò le braccia, chiuse gli occhi e si addormentò anche lui. Due ore più tardi Riza aprì lentamente un occhio, sicura che il suo rapitore stesse dormendo, si tirò su il più lentamente e silenziosamente possibile, con la luce accesa, prima, notò una finestrella che probabilmente portava in un’altra stanza, ci sarebbe passata sicuramente ma non doveva fare rumore, non poteva farsi ammazzare in quel modo così ridicolo. Fece qualche passo e si ritrovò proprio davanti alla finestra, prese la sedia dove era legata e ci salì sopra dandosi una piccola spinta per passare dall’altra parte. Quello che intravide la pietrificò, si portò una mano alla bocca per strozzare un urlo, gli occhi le si riempirono di lacrime e con la schiena appoggiata al muro scivolò fino a cadere a terra in ginocchio.




Spazio per me =3

Scusate l'enorme ritardo >.< ho voluto correggerlo un pò qua e un pò la xD.. spero vi sia piaciuto il capitolo! recensite mi raccomando :D
-GabbaFMA

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Capitolo 7
*** Cattive Sensazioni.. ***


CAPITOLO 7



 
Riza rimase in ginocchio a piangere per un tempo indefinito. L’aria che si respirava in quella stanza era insopportabile, aveva qualcosa di familiare per Riza, purtroppo le ritornò in mente dove aveva già sentito quell’odore: Ishval, l’odore che sentiva era di morte.  Non riusciva a distogliere lo sguardo da quello che aveva tutta l'aria di essere un cerchio alchemico, non era pratica di alchimia, ma quel cerchio lo aveva già visto a casa degli Elric, era un cerchio per la trasmutazione umana.  Era stato disegnato in modo impeccabile, comprendeva quasi tutta la stanza e dal centro del cerchio proveniva un forte odore di sangue, ma la cosa che la fece pietrificare fu un'altra, ancora più agghiacciante; dall'altra parte del cerchio, sul lato opposto della stanza c'erano dei vestiti; una gonnina rossa con un cappottino abbinato e una camicetta bianca, Riza li guardò cercando di trattenere le lacrime e di essere il più razionale possibile per la sua sopravvivenza, senza la sua pistola si sentiva indifesa e dopo aver visto quel cerchio le sue forze psicologiche la abbandonarono. Si tirò lentamente su e con lo sguardo cercò una qualsiasi via di fuga; ad un tratto, alla sua destra, vide una porta, attraversò la stanza passando con la schiena attaccata al muro cercando di evitare di toccare il cerchio alchemico. Arrivò alla porta e vi appoggiò l'orecchio provando a sentire se provenissero dei passi, guardò attraverso il buco della serratura ma non vide nulla, si tirò su e mise la mano sulla maniglia, fece un respiro profondo supplicando qualche dio di non farle incontrare nessuno dall'altra parte di quella porta, abbassò la maniglia con molta cautela cercando di non far rumore e lentamente  aprì la porta, si sporse leggermente per vedere se stava arrivando qualcuno “via libera” pensò. “E ora da che parte vado?” rifletté mordendosi il labbro inferiore;  oltre la porta si stendeva un corridoio che sembrava non avere ne inizio ne fine quasi completamente immerso nell’oscurità;  svoltò a sinistra seguendo l'istinto, passando con la schiena al muro e con molta cautela. L'illuminazione era scarsa, ma riuscì a vedere che il corridoio aveva una biforcazione “destra o sinistra?” pensò; qualcosa di freddo la stava toccando dietro alla nuca, si voltò lentamente e si trovò faccia a faccia con la sua pistola, sbarrò gli occhi e , nel terrore, iniziò a piangere.
 
-Sbaglio o ti avevo detto di non provare a scappare?- disse Strong con sguardo minaccioso, Riza non riusciva a dire una parole, abbassò la testa e strinse i denti “arriverà, lui arriva sempre”  pensò. Tornarono nella stanza da dove era scappata e Strong la fece sedere di nuovo su quella sedia che per ore era stata la sua prigione.
 
-Sei passata dalla finestra?- chiese lui serio, lei fece cenno di si serrando gli occhi al solo pensiero di quella scena agghiacciante.
 
-Quindi hai visto il cerchio- proseguì lui, di nuovo fece cenno di si
 
-Avrei voluto risparmiartelo, ma hai fatto tutto da sola- sospirò 
 
-non sono mica un mostro, bè in verità si..-ci riflettè- vabbè dai hai capito- concluse
 
-Pe-perchè non hai ripulito?- chiese Riza con un filo di voce
 
-Sono un uomo, io non pulisco- rispose lui con sufficienza
 
-E TI SEMBRA UN BUON MOTIVO PER LASCIARE LI’ I VESTITI DELLA BAMBINA CHE TI HA DATO LA VITA??-urlò Riza ribollente di rabbia
 
- Si- rispose secco lui. Lei lo guardò incredula, le bruciavano gli occhi per il pianto, ma a lui sembrava non fare ne caldo ne freddo. “ Ma che mi succede? Non ho mai provato tanta rabbia in vita mia, non mi sento più me stessa” rimuginò Riza abbassando la testa nel tentativo di nascondere le lacrime che per l’ennesima volta le stavano rigando le sue candide guance rosee. 
 
 
NEL FRATTEMPO A CENTRAL CITY
 
 
Roy Mustang era seduto alla sua scrivania a firmare delle "scartoffie", così le definiva. Erano le 23.45 e i suoi occhi iniziarono a chiudersi “Strano che Riza non sia passata, sarà già tornata a casa da un bel po’” aprì gli occhi e si alzò 
 
-Me ne vado a casa- disse a se stesso sbadigliando. 
 
-Ehi Mustang dove vai?- chiese Al incrociandolo lungo il corridoio
 
-A farmi una bella dormita- rispose Mustang senza nemmeno fermarsi
 
-Allora buonanotte, ah già Mustang aspetta, devo darti l'invito per il mio compleanno, un secondo solo che lo ritrovo- iniziò a frugarsi nelle tasche, Roy lo guardava confuso
 
-Aspetta un secondo, tu me lo hai già dato l'invito, era sulla mia scrivania sta mattina- disse Mustang perplesso
 
-Cosa? no non è vero, li ho fatti stampare oggi pomeriggio, non è possibile che tu ce l'abbia da sta mattina- disse Al sorpreso
 
-Anche Riza l'ha ricevuto, aspetta che vado a prenderlo e te lo faccio vedere- Si diresse nel suo ufficio a grandi passi, Al quasi non riusciva a stargli dietro. Entrò nel suo ufficio e si diresse alla sua scrivania, aprì il cassetto ed estrasse il foglio con scritto il luogo e la data del compleanno, Al lo lesse e guardò Mustang quasi offeso
 
-Mustang, il mio compleanno è il 16 luglio non il 15 e poi non è a questo indirizzo che festeggerò il mio compleanno, ecco tieni, questo è il vero invito- Al gli porse un'altro foglietto quasi identico
 
<>
 
Roy lo lesse e spalancò gli occhi “Se non è l'invito di Al,allora, questo foglietto chi me l'ha mandato?” rifletté cercando di capirci qualcosa; sentì un brivido salirgli lungo la schiena, una brutta sensazione aveva preso il sopravvento nei suoi pensieri, uscì dal suo ufficio e corse in quello di Riza, ma lei non c'era, andò in mensa ma niente, nella sala convegni e anche li non c'era nessuno, come ultima speranza si diresse verso i parcheggi e cercò la sua auto, spalancò gli occhi e iniziarono a tremargli le labbra
 
-Dove sei Riza?- disse sottovoce, poco dopo Al lo raggiunse dopo averlo seguito in tutte le stanze del Quartier generale e , dopo aver notato che Riza non era da nessuna parte, si preoccupò nel vedere che la sua auto però era ancora nel parcheggio, guardò Mustang e notò che aveva un'espressione turbata
 
-Mustang che succede?- chiese Al
 
-Ho un brutto presentimento, un terribile presentimento!- rispose, girò sui tacchi e corse dentro, in direzione del suo ufficio; Al lo guardò allontanarsi con espressione esasperata “Accidenti Roy, chi avete fatto incavolare sta volta?!”  pensò Al mentre, con espressione stanca e rassegnata, seguiva Mustang all’interno dello stabile.



Spazio per me =)

Scusate tutto il tempo che vi ho fatto aspettare >.< vi è piaciuto il capitolo?? :D spero proprio di si =) Mi raccomando recensite! Non vedo l'ora di leggere le vostre opinioni e soprattutto i vostri consigli (se ne avete xP) Grazie a Hummingbird Royaifan che recensisce tutti i capitoli e che mi da dei preziosissimi consigli, grazie mille =3 Grazie a Hummingbird Royaifan (di nuovo xD) per aver aggiunto la mia storia tra i preferiti, Grazie a Sumire 90, Silvery Lugia, La Sarus e Hummingbird Royaifan (per l'ennesima volta xD) per aver aggiunto la mia storia tra le seguite GRAZIE MILLE! Bé mi è sembrato giusto fare i dovuti ringraziamenti :D Spero che la storia continuerà a piacervi anche perchè ci saranno colpi di scena! :D Ooops SPOILER ;)
GabbaFMA

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Capitolo 8
*** Appartamento via Siska 6.. ***


CAPITOLO 8



Mustang entrò nel suo ufficio e prese il falso invito, le sue mani tremavano, aveva paura di ciò che avrebbe scoperto ,lo rilesse attentamente, “via Siska 6” pensò, l'indirizzo non gli era nuovo, ma non ricordava dove l'avesse già sentito;  Al entrò nell'ufficio col fiatone e gli si mise vicino, rilesse anche lui l'invito e anche a lui sembrava famigliare, poi ad un tratto si voltò verso Mustang, che era concentrato sul foglietto, con uno scatto improvviso e gli occhi lucidi, non sapeva se condividere con il suo superiore ciò che purtroppo aveva capito; respirò e parlò,

-Mustang, io credo di sapere dove si trovi quest'indirizzo- fece una pausa e un altro profondo respiro- non vorrei sbagliarmi ma credo proprio che sia il vecchio indirizzo dove abitava il Tenente Colonnello Hughes - disse Al titubante e ancora incerto sul suo ragionamento;  Roy si girò verso di lui lentamente con gli occhi spalancati,

-Ecco dove..oddio no..- si appoggiò alla scrivania con entrambe le mani e abbassò la testa - chiunque sia stato sta giocando con il fuoco, nel vero senso della parola - disse Roy, Al trattenne una risatina, non era il momento giusto per ridere,

-Hai detto che anche Riza ha ricevuto lo stesso biglietto giusto?- chiese Al, Roy fece cenno di si -Forse Riza è a questo indirizzo- ipotizzò Al.

-Non è possibile- disse Roy con tono spento

-Perché?-chiese Al confuso

-Perché "via Siska 6" non era l'indirizzo di Hughes, lui abitava in "via Siska 5 "- proseguì Roy

-E allora al 6 chi c'è?-

-Nulla, non c'è un numero 6, o meglio da come ricordo io una volta notai che sulla porta di Hughes c'era il 5 e su quella affianco c'era il 7, ricordo di avergli chiesto come mai e lui mi rispose che in quel palazzo non c'era mai stato un appartamento con il numero 6- spiegò Roy

-Che significa?- chiese Al confuso

-Cerchiamo di ragionare- disse Roy, ispezionò da cima a fondo quel foglio alla ricerca di un qualsiasi indizio, anche una minima cosa - qui c'è scritto via Siska 6 e il luogo lo abbiamo capito, poi abbiamo una data il 15 luglio che sarebbe domani,- guardò l'orologio da taschino era mezzanotte e 5 minuti- cioè oggi- si fermò a riflettere - Al?-

-Si?- rispose

-Quanti anni compierai?- chiese Roy

-21 Roy, è rilevante?- rispose lui incuriosito

-Molto,qui c'è scritto "20esimo compleanno", mi chiedo perché - Esclamò Roy perplesso

-Forse è solo un errore di trascrizione- ipotizzò Al

-Io non credo, se ci fai caso qui manca l'orario- Roy indicò il foglietto

-E' vero! non ci avevo fatto caso! - esclamò Al sorpreso

-Forse..- si fermò sovrappensiero - forse è questo l'orario-

-Probabilmente si; ricapitolando abbiamo un indirizzo,Via Siska 6, un giorno ,15 Luglio, e un orario le 20 giusto?-Disse Al

-Esatto, solo, non capisco chi possa aver avuto un'idea tanto stupida come questa, che senso avrebbe dare queste informazioni? Se hanno rapito Riza che senso ha dirmi dove cercarla? non ha davvero senso!- Roy ragionava ad alta voce.

-Magari - disse Al schiarendosi la voce - non era lei che volevano, magari volevano te e lei si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato, ma è solo un'ipotesi, potrebbe essere qualsiasi altra cosa- ipotizzò Al; Roy lo guardò - forse hai ragione, Al- disse con tono cupo.

-Hai intenzione di aspettare le 20 oppure andiamo ora?- chiese Al convinto

-Io vado. Tu non vieni, capito?- disse Roy

-Non credo proprio, potresti fare qualsiasi cavolata, ti conosco e quando sei arrabbiato, soprattutto se si tratta di Riza, tu perdi il controllo e non posso permetterti di fare casini ok?- disse Al con tono sicuro

-Hai ragione-abbassò la testa - ma con May come la metti?- chiese Roy

-May non è un problema, è una ragazza intelligente, capirà, l'ho sposata proprio perché è una ragazza razionale- disse Al sorridendo

-Al, io non so a cosa stiamo andando incontro, potrebbe essere chiunque e non voglio che rischi la vita, hai una famiglia, devi pensare
prima di tutto a loro- Ci provava in tutti i modi a dissuaderlo, ma inutilmente.

-Mi spiace ma ho preso la mia decisione- disse Al incrociando le braccia

-Ma la testardaggine è ereditaria tra gli Elric?-chiese Roy sorridendo, Al sorrise a sua volta e fece cenno di si

-A proposito, io coinvolgerei anche Ed- disse Al

-E perché dovrei coinvolgerlo? Lui non ha più l'alchimia, di che utilità mi sarebbe?- domandò Roy

-E' veloce, potrebbe darmi una mano mentre tu vai a prendere Riza - spiegò Al

-D'accordo, chiamalo pure- rispose Roy

-Vado- concluse Al e uscì dall'ufficio per chiamare Ed

Quando Mustang rimase solo si sedette alla sua scrivania e appoggiò i gomiti sul tavolo, mise il viso tra le mani e le lacrime iniziarono a solcargli il viso “Ti ho promesso che ti avrei protetta e che non avresti più sofferto per colpa mia, e invece ora sei chissà dove e la colpa è solo del sottoscritto” strinse i denti e iniziò e tremare di rabbia. Si tirò su e fece un respiro profondo cercando di tornare in se “ verrò da te e ti porterò via, ti troverò Riza” pensò.


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Riza cercava di non cedere al sonno, provava a resistere con tutte le sue forze, era 1:30 del mattino.

-Prima hai detto che avevi lasciato un biglietto a  Mustang perché mi trovasse, di che biglietto stavi parlando?e soprattutto perché?- domandò Riza

-Il perché è semplice, io voglio lui, voglio ucciderlo con le mie mani ; il biglietto tu lo conosci- disse;  Riza lo guardava confusa

-Se ti dicessi Via Siska 6?- disse lui con aria di sfida

-Ma..ma è l'indirizzo della festa di Alphonse- disse lei sorpresa

-Sbagliato! se ti dicessi via Siska 5 invece?- chiese Strong visibilmente divertito, lei ci pensò un po’ su, poi le venne in mente e spalancò gli occhi

-Ci abitava la famiglia di Hughes - disse balbettando

-Quando sei passata dalla finestra e sei arrivata nell'altra stanza non hai notato nulla di strano?- disse sbadigliando, lei ci rifletté parecchio,
poi capì

-Credo di averlo visto, solo con la coda dell'occhio, ero concentrata a guardare quell'orrore- rispose lei

-Allora? che hai notato?- insistette lui

-Su una mensola, alla mia sinistra credo di aver visto una cornice con una foto, ma non gli ho dato peso, volevo uscire di lì il prima possibile, non avevo voglia di un giro turistico- rispose lei freddamente

-Quella foto c'è l'ha portata la figlia di Hughes ieri sera, aveva bisogno di supporto morale, e che c'è di meglio della foto dell'adorato papà?- disse lui sarcastico, lei lo guardò con disgusto

-Se non ricordo male in questo palazzo non c'è mai stato un appartamento numero 6 -  rifletté Riza

-Infatti non c'era, lo ha creato la graziosa baby alchimista questo posto, in poche parole ci troviamo tra l'appartamento 5 e 7- spiegò Strong

-Non vedo porte, da dove siamo entrati?- chiese Riza guardandosi intorno

-Semplice, dalla finestra- rispose Strong.

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Capitolo 9
*** Verità Svelate.. ***


CAPITOLO 9

 

-Ed? Ed vuoi rispondermi?- Al stava cercando di svegliare il fratello chiamandolo in continuazione al telefono

-Che diavolo vuoi? ma hai visto che ore sono?- rispose Ed dall'altra parte del telefono, sbadigliando

-Si lo so sono le 2 ma devi svegliarti, questa è un'emergenza!- disse Al in tono serio

-Se riguarda Mustang non ne voglio sapere nulla, che se la risolva da solo- rispose Ed svogliatamente

-Riguarda Riza, qualcuno l'ha presa- insistette Al; Ed si  mise seduto sul letto di scatto

-Che cosa?- disse sconvolto - perché non l'hai detto subito?? sei a Central City? arrivo subito, aspettami- concluse velocemente la chiamata. Ed si alzò dal letto lentamente per non svegliare Winry si mise la divisa militare e uscì.
Arrivò a Centra City in 20 minuti e si diresse di corsa verso l'ufficio di Mustang.

-Eccomi! spiegatemi!- disse Ed con il fiatone

-Ben arrivato- disse Mustang senza neanche guardarlo

- Vieni Ed ti spiego tutto io- disse Al; Si misero seduti sulla poltrona nell'ufficio di Roy e gli spiegò tutto; il piano era entrare e distrarre il rapitore mentre Mustang andava a cercare Riza.

-Ok ricevuto! Ehi Mustang spero tu non abbia intenzione di aspettare le 20 come scritto nel biglietto- disse Ed

-Certo che no, ma non possiamo nemmeno muoverci a casaccio, intanto avviamoci verso quest'indirizzo.- rispose Roy con lo sguardo preoccupato. Scesero nel parcheggio e salirono sull'auto, Roy si soffermò alcuni istanti davanti all'auto di Riza “ sto arrivando, tieni duro “ pensò.

Impiegarono appena 15 minuti ad arrivare a destinazione, scesero dall'auto e entrarono nel vecchio palazzo ormai completamente disabitato. Roy provava un forte senso di disagio; ormai erano passati anni da quando Hughes era morto e da quel momento lui non tornò più in quella casa, fatta a eccezione per una volta. Si sentiva così responsabile di quello che era accaduto a Hughes che il suo senso di colpa gli impediva perfino di guardare negli occhi Gleysha. Salirono le scale di corsa, Mustang iniziava a sentire la tensione e la preoccupazione, l'appartamento era al secondo piano. Arrivarono davanti alla porta dell’appartamento dove una volta viveva l’unico vero amico che avesse mai avuto, socchiuse un istante gli occhi cercando la forza necessaria, Ed e Al nel frattempo si misero a destra e a sinistra della porta entrambi con una pistola in mano, Roy si mise davanti alla porta con il braccio sinistro teso e con il pollice e il medio pronti per essere schioccati. I fratelli si guardarono e fecero cenno di si poi guardarono Roy, lui li guardò e fece cenno di si, Ed diede un calcio alla porta che si aprì facendo un tonfo contro il muro; l’aria era pesante, irrespirabile. I tre alchimisti cercarono di guardare all’interno facendo attenzione a dove mettevano i piedi; l’intera stanza era inghiottita dal buio. Mustang scoccò una piccola scintilla per orientarsi ma ciò che videro fu peggio di ciò che si aspettavano; Ed stramazzò a terra con gli occhi gonfi e Al fece altrettanto, Roy guardò il cerchio, poi dall'altra parte della stanza vide i vestiti di una bambina e spalancò gli occhi.

-Hawkeye!! dove sei!!!- Mustang urlò con tutto il fiato che aveva in corpo ma non ottenne risposta; Al stava aiutando Ed a mettersi in piedi

-E'...E'... un cerchio...per la trasmutazione....umana!- riuscì a malapena a dire Ed a causa dello shock.

-Fratellone, non pensarci, non è il momento- disse Al cercando di auto convincersi

-Scusate ragazzi, mi spiace..io..non pensavo che..oddio..- disse Mustang mettendosi una mano sul viso

-Non potevi saperlo, sta tranquillo, è stato solo un momento, adesso sto bene- disse Ed forzando un sorriso -Adesso troviamo Riza!- esclamò


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Riza sentì uno strano rumore e si tirò su di scatto.

-Oh bene, sono arrivati! peccato che non abbiano rispettato l'orario, vabbè prima iniziamo e prima finiamo- disse Strong svogliatamente, si alzò e si stiracchiò - aspettami qui, torno subito- disse e le fece l'occhiolino.

Riza sentì Mustang gridare il suo nome e si sentì sollevata, ma il sollievo durò poco, Roy era in pericolo, se avesse riconosciuto quell'uomo non sarebbe stato in grado di ucciderlo e sarebbe stato ucciso lui, no non poteva permetterlo doveva uscire da quella stanza; iniziò a divincolarsi tant'è che cadde a terra e si tagliò il sopracciglio, cercava disperatamente di liberare le mani, Strong le aveva rimesso il bavaglio e non riusciva a respirare bene, stava quasi per perdere le speranze quando sentì delle voci, erano quelle di Ed e Al,” menomale che non è da solo, ti prego Roy, trovami “ chiuse gli occhi e sveni.

- Chi sei?- chiese Roy rivolgendosi ad una figura che stava uscendo dall'ombra - non costringermi a dare fuoco ad un individuo senza
saperne il nome- proseguì, ma non ottenne risposta - fa niente, sarò costretto a lasciare la tua lapide in bianco- concluse, alzò il braccio e glielo puntò contro; Strong uscì dall'ombra e si mise sotto la luce

-Tu sai il mio nome- si limitò a dire, Roy spalancò gli occhi, incredulo, abbassò il braccio e iniziò a tremare

-T-tu s-sei….- balbettò

-Lo vedi questo?- disse Strong mostrandogli il polso - lo riconosci?- disse avvicinandosi e sogghignando

-S-sei un' homunculus- aveva un nodo alla gola e a stento riusciva a parlare

-Eh già, sai in realtà io non volevo la graziosa Riza, io volevo te- disse guardandolo fisso negli occhi

-Me? perché?- chiese Roy

- Perché? mmh bè semplice, perché voglio vendicare tutti gli homunculus che hai ucciso negli anni passati- rispose

-Chi?- chiese Mustang con lo sguardo basso

- Perché fate le stesse domande?- disse Strong mettendosi una mano su un fianco e un dito sulla fronte -Eh va bene, chi mi hai chiesto, hai visto dove siamo? e immagino tu abbia visto quelli- indicò i vestiti della piccola Elycia

-Non può essere- rispose

-E invece eccomi qui, lei ha dato il suo corpo per dare la vita a me- disse con tono soddisfatto, Mustang gli sferrò un pugno nello stomaco che lo tramortì

-Accidenti, non immaginavo che avresti avuto il coraggio di picchiare un tuo vecchio amico- disse Strong dolorante, si tirò su lentamente e guardò Mustang con aria di sfida

-Tu non sei Hughes, ne tantomeno sei mio amico, perciò non avrò il minimo riguardo nei tuoi confronti, preparati!- gli urlò contro Mustang, alzò il braccio e schioccò le dita; una scintilla si trasformò in un vero e proprio laccio di fuoco che si scaraventò contro Strong. Appena le fiamme si placarono Roy gli si avvicinò

-Dimmi dov’è Hawkeye!- gli ordinò Mustang

-Non dovresti chiamare così la tua futura moglie- rispose Strong sorridendo, Mustang lo guardò ma non lo ascoltò

-Ti ho chiesto dov’è- ripeté Mustang

- Nell’appartamento numero 6- rispose l’altro con tono superficiale, Mustang si allontanò e gli lanciò un’altra lingua di fuoco carica di rabbia e disprezzo,

Strong urlava ma non cedeva, si alzò e tornò nell’ombra. Ed e Al, che erano rimasti dietro Mustang con le pistole puntate contro Strong, rimasero allibiti; capirono la situazione e decisero che Ed sarebbe andato a cercare il Tenente Hawkeye.  Cercò di passare lontano dal cerchio ma ogni volta che lo guardava gli tornavano in mente brutti ricordi che cercava di scacciare via; si diresse nella direzione da dove era venuto Strong e si guardò intorno, alzò lo sguardo e intravide un piccolo riflesso, come un vetro, si avvicinò e vide la finestra; si guardò intorno alla ricerca di una sedia o una scala in modo da vedere dall’altra parte,si arrampicò e iniziò a guardare nella stanza che si trovò di  fronte; stava quasi per scendere quando intravide delle ciocche di capelli sbucare da dietro ad una specie di mobile

-Riza!!!- gridò, ma non ottenne risposta, Mustang si girò guardò verso il buio e sorrise

-L’ho trovata- urlò Ed a Mustang

-Bene, dove sei maledetto? Non nasconderti o sarà peggio per te!- urlò Mustang contro quel buio così impetuoso. All’improvviso sentì una presenza non molto lontano da lui. Sorrise.

-Ed se sei tu grida!!- Esclamò Mustang prima di lanciare una lingua di fuoco verso un punto preciso dell’oscurità. –Ti ho beccato, bastardo!- concluse Mustang soddisfatto. Strong a poco a poco iniziò a dissolversi, era stato trasmutato da poco e non aveva molte possibilità di rigenerarsi “facile preda” pensò Mustang.

- Dov’è?- chiese Roy speranzoso

-La intravedo ma non risponde, spero sia solo svenuta- disse Ed preoccupato

-Spostati- Disse Mustang facendo scendere Ed dalla sedia su cui si era arrampicato. Mustang si sporse in avanti, oltre la finestra, e scavalcò. Corse da Riza, quando la vide cadde a terra in ginocchio, le liberò le mani e le gambe, le tolse il bavaglio e la strinse a se. Ed e Al arrivarono poco dopo

-Come sta?- chiese Al preoccupato

-E’ solo svenuta- rispose Mustang con la testa bassa e il corpo di Riza tra le braccia. Si alzarono e Al , con l’alchimia, trasmutò una porta in modo da uscire da quel luogo così tetro e raccapricciante. Scesero le scale, Ed si voltò e rimase alcuni istanti a guardare l’edificio “ Anche noi lo abbiamo fatto per disperazione, mi dispiace che anche tu abbia dovuto passare le pene dell’inferno per riabbracciare il tuo papà, Elicya” si voltò e raggiunse gli altri sull’auto.

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Capitolo 10
*** Proposta alla luce del sole.. ***


CAPITOLO 10



Ed e Al si sedettero nella sala d'aspetto dell'ospedale militare di Central City, Mustang invece faceva su e giù per il corridoio con le mani dietro alla schiena e la testa bassa, visibilmente ansioso. Il medico uscì dalla stanza di Riza con una cartelletta in mano; Roy appena lo vide gli corse incontro.

-Allora? come sta?- chiese preoccupato

-Comandante stia tranquillo, ha un piccolo ematoma sul lato destro del viso, nulla di preoccupante, sparirà in pochi giorni, perciò smetta di preoccuparsi. Adesso sta dormendo ma se volete potete entrare- disse rivolgendosi anche a Ed e Al- ma mi raccomando, cercate di non svegliarla, ha bisogno di riposo- concluse il medico e andò via. Mustang entrò nella stanza, Ed e Al preferirono lasciarli da soli, sarebbero entrati appena si fosse svegliata. Roy chiuse lentamente la porta dietro di se cercando di non far rumore, prese una sedia e si sedette di fianco al letto. La stanza era abbastanza grande per ospitare 2 pazienti ma Roy chiese espressamente (anzi più che altro ordinò) di lasciare la stanza esclusivamente per la sua sottoposta. L’odore di disinfettante tipico degli ospedali era intenso; Mustang decise di aprire un po’ la finestra che occupava quasi una parete della stanza in modo da far circolare l’aria. Quando tornò a sedersi chinò il capo poggiando i gomiti sul letto e mettendo il viso tra le mani.

-Perdonami- disse prendendole delicatamente la mano - Ti chiedo scusa, ti avevo promesso che avrei provato in tutti i modi a non farti più soffrire a causa mia, e invece guarda dove sei ora, è per colpa mia che sei qui, potrai mai perdonarmi?- disse stringendo la mano di Riza con entrambe le mani.

-Non dire idiozie- disse Riza con un sorriso debole

-Sei sveglia- disse Roy alzando la testa di scatto

-Non è colpa tua, non sono stata attenta- proseguì

-Ne riparliamo appena ti sarai rimessa, ora dormi, devi riposare- disse Roy sorridendogli e accarezzandole i capelli

-Avrò un aspetto terrificante- disse sorridendo e poggiandosi una mano sul viso

-Sei stupenda- ribatté Roy, lei sorrise e girò la testa sull'altro lato

-Ho avuto davvero paura, non mi capitava da tempo, era solo uno, avrei potuto stenderlo con un colpo e invece mi sono lasciata prendere senza lottare, forse dovrei lasciare...-disse riflettendo ad alta voce

-Ora sei tu che dici idiozie- disse Mustang girandole il viso verso di se- può capitare a tutti, non torturarti adesso- le sorrise- dormi, io starò qui, sta tranquilla- le disse Roy per rassicurarla. Riza gli strinse la mano e una lacrima involontaria le uscì dall'occhio destro e cadde sul cuscino, poi ne uscì un'altra e così via, si coprì il viso e iniziò a piangere, Roy le si avvicinò , si mise seduto sul letto vicino a lei, si abbassò e l'abbracciò, lei si tirò su lentamente e sprofondò in quell'abbraccio caldo

-Ne avevo bisogno, grazie- disse Riza singhiozzando

-Sono qui per questo- rispose lui stringendola un po’ di più; lei gli mise una mano sulla guancia e lo guardò negli occhi, sorridendo, lui la guardò e le sorrise dolcemente.

-Grazie- disse Riza

-Per cosa?- chiese lui confuso

-Per essere qui con me- rispose lei; Roy si alzò e si andò a sdraiare accanto a Riza -Fammi posto- disse sorridendo, Riza si sdraiò di lato e Roy fece lo stesso; Le allungò un braccio e lo mise sotto la testa di Riza, lei gli si avvicinò e si strinse contro il suo petto, lui ,con l'atro braccio, la chiuse in un abbraccio; si addormentarono in pochi istanti.

-Torniamo a casa?- propose Ed

-Sono d'accordo, torneremo nel pomeriggio a trovare Riza- rispose Al sbadigliando. Ed guardò il suo orologio -Accidenti sono quasi le 4 del mattino, se Winry scopre che non ci sono andrà su tutte le furie e inizierà a tirarmi chiavi inglesi come al suo solito- disse Ed melodrammatico

-Io sono fortunato, May sa che il mio lavoro avvolte mi costringe a rimanere fino a tardi fuori casa, quindi quando torno a casa non mi fa storie- disse Al sorridendo al fratello

-Beato te fratellino- rispose Ed sconsolato. Si alzarono e tornarono ognuno a casa propria.
Roy si svegliò verso le 14:00 nella stessa posizione in cui si erano addormentato, aprì lentamente gli occhi e guardò Riza, che ancora non si era svegliata.

-Perché mi fissi?- chiese lei improvvisamente facendo sobbalzare Roy

-Non mi ero accorto che eri sveglia- rispose lui

-Sono sveglia da un po’ a dire la verità- precisò lei

-Non cambierai mai- disse lui ridendo, le si avvicinò e la baciò -Buongiorno, amore mio- proseguì, lei arrossì visibilmente

-Buongiorno anche a te- rispose lei

-Sai, quando realizzai che tu eri stata rapita sono stato davvero in pensiero, e c'è stato un momento, un solo istante, in cui ho pensato che , se malauguratamente, ti avessi persa non avrei mai avuto occasione di dirti una cosa- disse Roy

-Cosa?-chiese

-Ti amo e non vedo l'ora di diventare tuo marito- rispose Roy guardandola negli occhi

-Ti amo anch'io, e a dire la verità ho avuto la tua stessa paura- disse Riza sorridendo, lui le si avvicinò e sigillò il momento perfetto con un appassionato, desiderato bacio.

Due giorni più tardi Riza fu dimessa dall’ospedale, si sentiva in forze ora ed era pronta a riprendere il suo lavoro. Il mattino dopo si diresse nel suo ufficio come suo solito e durante il tragitto si incrociò con Al

-Ehi Al accidenti scusa! Non sono venuta al tuo compleanno, perdonami- disse Riza supplichevole

-Stai tranquilla, la festa non è andata come avevo immaginato ma alla fine credo che si siano divertiti tutti, ora devo scappare, ci vediamo!- disse Al mentre si allontanava

-Va bene, oh aspetta almeno fatti dare gli auguri!- gli gridò Riza andandogli dietro, quando lo raggiunse gli diede 2 baci sulle guance e gli fece gli auguri. Aprì la porta del suo ufficio e sulla scrivania trovò decine di mazzi di fiori con biglietti di pronta guarigione, appeso al tetto c’era uno striscione con scritto “bentornata”; rimase a bocca aperta e sorrise, dalla porta iniziarono ad entrare tutti i suoi colleghi e amici. Roy le si avvicinò con una scatoletta in mano

-Questo te l’hanno tolto all’ospedale e l’hanno dato a me, ora io voglio restituirtelo- disse Roy porgendole l’anello di fidanzamento che le aveva dato quando le chiese di sposarlo. Gli altri li guardarono stupiti, Ed e Al si batterono i pugni “missione compiuta” dissero a bassa voce. Roy le mise l’anello al dito e le prese la mano

-Soldati- disse con tono autoritario e tutti scattarono sull’attenti – riposo, vi informo che a breve io e Riza ci sposeremo, Ed, Al, mi farebbe piacere se foste i miei testimoni- disse Roy girandosi verso di loro

-Ne saremo onorati- risposero all’unisono

-A quando le nozze?- chiese Havoc; Roy e Riza si guardarono

-Ve lo comunicheremo- rispose Roy –adesso andatevene- disse Roy, quando furono tutti  fuori Riza abbracciò Roy per i fianchi e sorrise

-Non me l’aspettavo- disse Riza

-Non aveva senso tenerli all’oscuro- rispose lui, lei lo baciò.

-Ora va via tu, vai a fare il Comandante- disse Riza scherzosamente

--Vado vado, fa la brava, ti amo- rispose lui uscendo dall’ufficio

-Sempre, ti amo anch’io- rispose lei. Si sedette alla sua scrivania e con occhi sognanti ripensò a quello che era appena successo “L’ha fatto davvero! E’ un uomo fantastico! E ben presto quest’uomo diventerà mio marito” pensò e sorrise tra sé e sé , arrossendo.




Spazio per me u.u

Scusate l'enorme ritardo per questo capitolo ma non ho avuto tempo T.T comunque spero vi sia piaciuto! fatemi sapere :D 

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Capitolo 11
*** Marcia Nuziale.. ***


CAPITOLO  11




Il fatidico giorno era arrivato. Erano ormai passati 3 mesi da quando Riza era uscita dall’ospedale ed ora era pronta a fare il grande passo, o almeno credeva di essere pronta.

-Riiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiizaaa!!!!- una voce femminile stava urlando da dietro alla porta della stanza nella chiesa in cui si sarebbe sposata “ oh no, è già qui “ pensò , terrorizzata, Riza.

-Arrivo!- rispose Riza dalla sua stanza. Si diresse verso l’ingresso e aprì la porta, Winry le saltò addosso facendole le congratulazioni.

-Ok Winry, ora puoi lasciarmi altrimenti soffocherò- disse sorridendole

-Si si scusami, mio dio chi l’avrebbe mai detto che la regina di ghiaccio avrebbe sposato il re del fuoco- disse Winry ed entrambe scoppiarono a ridere –D’accordo ora vestiti che manca poco alla cerimonia e abbiamo molto lavoro da fare- disse Winry guardandola dalla testa ai piedi. A quelle parole Riza fece un sospiro.

-Ehi non vi azzardate a cominciare senza di me!- May entrò nella stanza di Riza con il fiatone.

-Tranquilla May, ancora non iniziamo- la rassicurò Winry

-Bene, allora Riza siediti e lascia fare a noi- disse May facendole l’occhiolino. La misero seduta davanti alla sua scrivania, May andò in bagno, staccò lo specchio e lo mise sulla scrivania; dalla borsetta tirò fuori una lunga fila di trucchi, Riza rimase a bocca aperta.

-C’è tutto, cominciamo! – esclamò May entusiasta.  Winry le sistemò i capelli, il ciuffo glielo lasciò semplicemente cadere leggermente sulla fronte, mentre sul resto dei capelli le fece degli splendidi boccoli. May si dedicò al trucco, le mise un leggerissimo strato di fondotinta chiaro sul viso e sul decolté, un po’ di cipria rosa sulle guance, un po’ di matita sugli occhi, il mascara ed infine un rossetto rosa chiaro. Era stupenda. Winry e May le si misero davanti con le braccia incrociate e si scambiarono un sorriso soddisfatto. Adesso era il momento del vestito. Riza si alzò e andò a prendere il vestito nell’armadio, lo poggiò sul letto e tolse l’involucro di plastica che lo proteggeva; Sia May che Winry rimasero stupite dalla bellezza di quel vestito.

-Era il vestito da sposa di mia madre, l’ho fatto adattare in modo che mi stesse bene, ed ora eccolo qui- disse Riza sospirando per l’ennesima volta.

-Riza che hai?- chiese Winry con tono preoccupato

-No nulla,è solo che..- si diresse alla specchio – guardatemi, io non ho mai messo un filo di trucco in tutta la mia vita e mi sono sempre piaciuta, oggi che è il giorno più importante della mia vita anche con il trucco non riesco a piacermi e non so perché.- disse Riza guardandosi allo specchio.  May e Winry la guardarono.

-Sai, il giorno del mio matrimonio io stavo peggio- disse May avvicinandosi a Riza – ero sola, non mi aiutò nessuno a prepararmi, avevo solo Winry che mi faceva da supporto morale- proseguì May

-E’ questo il compito delle damigelle- disse Winry sorridendo

-Già, ma il fatto è che ero nel panico più totale, mi guardavo allo specchio e proprio come te ero sicura di essere orrenda, cambiai la piega dei capelli 2 o 3 volte ma continuavano a non piacermi,per non parlare poi del trucco, non riuscivo proprio a trovare un trucco o una piega che mi piacesse; sai che ho fatto?- chiese May sorridendo a Riza, lei scosse la testa – mi sono messa il mio vestito da sposa, sono andata davanti allo specchio, mi sono guardata e ho detto  “ sono perfetta così”  ho dato una sistemata ai capelli e sono entrata in chiesa- concluse May. Riza la guardò, poi si girò verso lo specchio e si fece uno sguardo deciso, dopodiché  andò in bagno a mettersi il vestito. Dopo 15 minuti Riza uscì dal bagno con indosso il suo favoloso vestito; era un abito lungo fino alle caviglie, bianco semplice, di seta lucida, sulla fascia del seno aveva dei ricami a forma di fiore fatti di fili di seta rosa antico, il velo era lungo fino a metà schiena e aveva una coroncina ornata di diamantini lucenti; di certo si sentiva una vera bellezza. Entrambe la guardarono e rimasero a bocca aperta, ammaliate dalla sua bellezza. Riza si avvicinò alla scrivania/specchio e iniziò a sistemarsi i capelli, prese 2 grandi ciocche di capelli ai lati e li legò dietro, fermandoli con una piccola rosellina bianca lasciando cadere i boccoli sulle spalle. Poi passò al trucco, prese una salviettina e si tolse tutto, prese un po’ di fondotinta e se ne mise un po’ sul viso, giusto per coprire un po’, prese il mascara e se lo sistemò. Dopo gli ultimi ritocchi si alzò sorridente e guardò le sue damigelle,

-Ora sono perfetta- disse sicura di sé.
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-Vuoi muoverti??- Mustang sbraitava a chiunque gli passasse vicino, questa volta toccò al povero Alphonse che si stava sistemando il cravattino, si girò verso Mustang e sospirò

-Vuoi calmarti una buona volta? Non devi andare in guerra, devi sposarti- gli rispose Al con tono pacato

-Sarebbe stato meglio andare in guerra, almeno mi sarei sentito meno nervoso- disse Mustang mordendosi le labbra

-Devi stare tranquillo, vedrai che andrà tutto bene, quando sarai sull’altare tutti i tuoi dubbi spariranno, fidati- gli disse Al tranquillo

-Se lo dici tu; comunque sia, dove diavolo è quell’impiastro di tuo fratello?- domandò Roy agitandosi

-Sarà qui tra poco, non ti preoccupare, non è tipo da fare tardi ad un matrimonio, specialmente se è il tuo; voi dite di non sopportarvi, ma in fondo vi volete bene- lo rassicurò Al

-Manca meno di un’ora alla cerimonia, se farà tardi non glielo perdonerò- disse Roy. Quasi 30 minuti più tardi qualcuno bussò alla porta della stanza in cui si trovavano Al e Roy-

-Chi è?- domandò Roy svogliatamente

-Sono la moglie del tuo testimone- rispose May dall’altro lato, Al sorrise e uscì dalla stanza

- May che ci fai qui?- le domandò

-Sono venuta da te, avevo voglia di vederti- rispose lei sorridendo, Al le diede un bacio

-Sei stupenda- le disse

-Anche tu sei davvero sexy- le rispose lei guardandolo maliziosamente

-May fai la brava- la rimproverò  Al sorridendo

-Certo, sta tranquillo- lo rassicurò, abbracciandolo

-Come va con Riza?- le chiese

-Ora meglio, prima non era sicura, le ho raccontato ciò che ho fatto io quando ci siamo sposati noi 2 e si è sentita meglio -rispose May –
Con Mustang invece? Immagino sia nervosissimo-

-Immagini bene, e Ed ancora non arriva, se fa tardi questa volta lo strozzo con le mie mani- disse Al, May scoppiò a ridere

-Va bene, ora sarà meglio tornare dalla sposa- affermò May

-Già, ed io sarà meglio che torni dallo sposo- convenne Al, le diede un baciò e rientrò nella stanza.

-Edward è arrivato?- chiese Roy con le mani sul viso, cercando di rilassarsi

-Non ancora, ma tu sarà meglio che inizi a vestirti, manca meno di mezz’ora all’inizio della cerimonia- disse Al

-Lo so- rispose lui nervosamente, prese il suo vestito dall’armadio e si andò a cambiare in bagno. Uscì dopo soli 15 minuti con indosso il
suo vestito nero, un semplice smoking nero, con camicia bianca e papillon intonato alla giacca e al pantalone, Al lo guardò dalla testa ai piedi

-Ti sta bene- disse

-Grazie- rispose Roy freddamente; all’improvviso la porta si spalancò e entrò Edward quasi senza fiato,

-Perdonatemi… ho fatto…più veloce…che potevo…- disse cercando di riprendere fiato

-Acciaio!!!!!- gli urlò contro Roy – se avessi tardato anche oggi ti avrei ucciso con le mie mani- gli disse stringendogli il pugno davanti agli occhi.

-Okok ma ora sono qui, perciò rilassati- disse Ed cercando di farlo calmare

-Ed perché ci hai messo tanto?- chiese Al innervosito

-Mi sono svegliato tardi- rispose cercando di discolparsi –Ehi avete visto Winry?- chiese guardandosi attorno

-E’ con Riza e May, nella stanza in fondo al corridoio- rispose Al

-Ok vado a salutarla e torno subito- disse Ed facendo l’occhiolino ad Al. Arrivò davanti alla stanza di Riza e bussò piano

-Chi è?- chiese Winry dall’altro lato della porta

-Sono l’uomo della tua vita- rispose Ed sorridente, Winry aprì la porta e uscì, l’abbracciò e gli sorrise

-Ci hai messo molto ad arrivare- lo rimproverò  Winry

-Lo so, ma non ho sentito la sveglia- rispose sogghignando

-Sei sempre il solito- scherzò

-Va bene ora vado, ci vediamo tra 10 minuti in chiesa, oh aspetta, Riza come sta?- chiese Ed

-Bene bene, Roy?-

-Nervosissimo- rispose Ed

-E’ normale, poi gli passerà tutto, ad entrambi- sorrise – baciami e vattene-ordinò Winry sorridendo

-Ai suoi ordini Signora- scherzò Ed, la baciò e se ne andò. Arrivò il momento tanto atteso, Roy era già davanti all’altare e si strofinava le
mani a causa dell’ansia, Ed e Al gli misero una mano sulle spalle in modo da tranquillizzarlo ma non servì. La marcia nuziale iniziò, Roy si mise dritto con la schiena e guardò verso il portone della chiesa. Un fastidioso cigolio iniziò non appena l’enorme portone della chiesa si aprì;  la luce del sole illuminò il tappeto rosso che portava all’altare. Quasi d’incanto apparve un’ombra controluce che avanzava a passo lento e con lo sguardo basso, aveva un bouquet di rose rosse e bianche che portava all’altezza dello stomaco;  quando Riza alzò lo sguardo e incrociò gli occhi di Roy entrambi sorrisero e si sentirono come se tutte le loro paure e preoccupazioni fossero improvvisamente svanite; Roy la guardava avvicinarsi, le sembrava un angelo, troppo bella per lui.
Quando Riza arrivò di fianco a Roy si presero per mano –Sei meravigliosa- le sussurrò all’orecchio Roy e le diede un bacio sulla guancia. La cerimonia fu veloce e si concluse con un bacio tra i due neo sposini.
Andarono a pranzo e brindarono felici. Rimasero a festeggiare fino a tarda notte, tutto era perfetto,  tutti si divertivano. Si fece quasi mattino e ognuno tornò a casa propria. Roy e Riza salirono sull’auto di Roy e si diressero verso l’appartamento in cui abitava Riza, lei aveva insistito che lui rimanesse momentaneamente a vivere con lei e quando si fosse sentita pronta  si sarebbe trasferita lei a casa di Roy, arrivarono davanti all’appartamento e Riza iniziò a sentirsi di nuovo agitata. Salirono le scale ed entrarono nell’appartamento, lei poso la borsetta sul tavolo, Roy le mise una mano sul fianco e la girò verso di se, lei lo abbracciò e chiuse gli occhi, lui ricambiò l’abbraccio e le diede un bacio sulla fronte

-Sono stanchissima- disse Riza

-A chi lo dici, è stata una giornata faticosa, meravigliosa ma faticosa-  convenne Roy

- Andiamo- disse Riza prendendogli la mano e portandolo nella sua camera. Lei si sedette sul lato destro e lui sul sinistro. Entrambi
provavano un certo imbarazzo, non erano mai restati da soli e soprattutto così in intimità. Riza si sdraiò e si girò sul lato destro, Roy si sdraiò e si girò verso sua moglie. La guardò e sorrise

-Che c’è?- chiese Riza guardandolo

-Sei bellissima- si avvicinò e la strinse a se – sei tutto ciò che ho sempre desiderato, ed ora sei qui, tra le mie braccia, e non è un sogno- la strinse di più

- E' buffo sai?-disse lei
-Cosa?- la guardò confuso
-Ora potrai amare una sola donna, ne sarai capace?-domandò la cecchina, titubante
-Per te? per te farei qualunque cosa!- sorrise e l'abbracciò, un'abbraccio caldo, dopo tutto quello che avevano passato non avrebbero permesso a nessuno di tentare di distruggere ciò che avevano di più caro: il loro amore.




Spazio per me u.u

Spero vi sia piaciuta la mia storia =3 anche questa è conclusa, spero davvero davvero che vi sia almeno interessata un pochino ^^ per me conta tanto =) non so se in futuro ne scriverò ancora di fanfic (credo di si ma non è sicuro xD)  per ora questo è tutto, se vi è piaciuta la storia mi farebbe piacere sapere che ve ne pare, accetto sopratutto le critiche, ma anche i complimenti (se me li merito), che non fanno mai male :D Alla prossima lettori!! Gabba FMA ;D

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