Quando il passato ritorna

di shelly2010
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un ritorno improvviso ***
Capitolo 2: *** Malintesi e segreti ***
Capitolo 3: *** Il ramoscello d'ulivo ***
Capitolo 4: *** Il segreto di Usagi ***
Capitolo 5: *** La decisione di Fabiola ***
Capitolo 6: *** Stessa mattina, ma a chilometri di distanza ***
Capitolo 7: *** La svolta ***
Capitolo 8: *** Io sarò sempre con te ***



Capitolo 1
*** Un ritorno improvviso ***


Capitolo 1   -   Un ritorno improvviso
 
 
Una leggera brezza passava attraverso i vetri della finestra lasciata aperta in quel caldo pomeriggio di fine giugno, muovendo impercettibilmente i fogli che erano stati posati sulla scrivania.
Usagi spostò sbuffando la cartella clinica che teneva aperta davanti a sé e chiuse gli occhi per poter assaporare meglio quel breve momento di refrigerio dopo un’afosa e pesante giornata di lavoro passata a cercare di migliorare lo stato psicologico dei suoi piccoli pazienti.
- Che stanchezza… e pensare che è appena lunedì! Se l’andamento della settimana si vede dal suo inizio, sono proprio messa male! -pensò sospirando, mentre contemporaneamente si massaggiava delicatamente le tempie, che avevano iniziato a pulsarle fastidiosamente, un po’ a causa del caldo e un po’ per lo stress della giornata lavorativa.
- Disturbo per caso? - chiese all’improvviso una voce dal tono vagamente ironico, facendola sussultare. Usagi aprì di scatto gli occhi e si voltò verso la direzione da cui essa proveniva e vide il suo interlocutore osservarla con un sorriso ironico dipinto sul viso, mentre stava comodamente appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate sul petto. - Se vuoi schiacciare un pisolino posso sempre passare più tardi – continuò l’altro, ridacchiando divertito.
- Quanto sei stupido a volte… - brontolò Usagi quasi tra sé. - Dai Mamo-chan… vieni dentro e cancella immediatamente quel sorriso stupido che hai dipinto sul viso! - gli intimò con espressione vagamente offesa.
- OK… come vuole lei, mia principessa - le rispose l’uomo, facendole un piccolo inchino, mentre avanzava verso la scrivania, trattenendo a stento una risatina, guadagnandosi così un’occhiataccia da parte della donna.
Usagi lo guardò storta per un attimo, osservando con aria critica gli occhi blu dell’amico che brillavano divertiti e la sua abbronzatura recente, messa in evidenza dal camice bianco da medico che indossava in quel momento, e tenuto aperto sopra una camicia azzurra e un paio di jeans; come spesso capitava, pensò che, nonostante il fatto che spesso la faceva innervosire, gli doveva molto, perché senza il suo appoggio sicuramente in passato sarebbe andata alla deriva.
Aveva conosciuto Mamoru in un momento particolare della sua vita, quando lei non sapeva proprio a chi rivolgersi in cerca di aiuto, e aveva trovato sin da subito un valido sostegno da parte sua; dopo un’iniziale diffidenza da parte della ragazza, la quale a causa di alcune delusioni del passato stentava a fidarsi del prossimo, erano diventati grandi amici. Ed era stato proprio Mamoru a proporla per quell’impiego come psicologa infantile presso la clinica pediatrica dove anche lui lavorava, una volta che era venuto a conoscenza della sua laurea in psicologia e del suo desiderio di poter un giorno operare con i bambini.
Distogliendosi dai suoi ricordi, Usagi emise un sospiro rassegnato e disse: - Comunque cosa ci fai qua? Oggi non doveva essere il tuo giorno di riposo?
- Hai detto giusto… doveva: ho fatto cambio turno con un collega perché mi serviva il week end libero!
- Ah… e dove sei andato di bello? – gli chiese, scrutandolo da cima a fondo con aria indagatrice. - Hai l’aria di essertela proprio spassata in questi giorni…
- Si dice “avere vita sociale”, Usagi…  - le rispose Mamoru con un sospiro. - Quella che, alla fine, dovresti avere anche tu, invece di startene sempre rintanata in casa – continuò lui, facendola sbuffare sonoramente: non era la prima volta che loro due affrontavano quell’argomento, e il risultato era sempre lo stesso.
- Lo sai bene che per me la situazione è leggermente diversa dalla tua: non posso permettermi di andare in giro a bighellonare come tutte le mie coetanee… - gli rispose Usagi con aria seria.
- Un po’ di svago non ti farebbe per niente male, invece… - la contraddisse Mamoru. Poi, notando l’espressione contrariata dell’amica, decise di chiudere anche quella volta l’argomento dicendo: - Vorrà dire che la prossima volta verrai con me.
Usagi stava per ribattergli, quando entrambi furono distratti da un discreto bussare alla porta e dall’entrata nella stanza di un’infermiera.
- Dottor Chiba, sono pronti i documenti per le dimissioni del paziente della camera n. 103: dovrebbe venirli a firmare – disse la donna.
L’interpellato sospirò rassegnato e disse, alzandosi dalla sedia su cui era seduto: - Il dovere mi chiama! – poi, voltandosi verso Usagi, le chiese: - Stai per uscire, vero? – e al cenno affermativo dell’amica continuò: - Allora aspettami un attimo, per favore… il tempo di firmare quei documenti e sono subito da te, così andiamo a prenderci un aperitivo.
- Va bene… ma qualcosa di veloce, perché non ho molto tempo, lo sai… - gli rispose Usagi.
- Ok… ok… a dopo allora – disse l’uomo uscendo, seguito a ruota dall’infermiera, la quale le rivolse un piccolo sorriso e un cenno di saluto, prima di uscire anche lei dalla stanza.
Usagi rimase a fissare il vuoto per qualche minuto sovrappensiero, poi con un sospiro riprese in mano la cartella clinica che poco prima aveva spostato e si rimise al lavoro.
 
Usagi e Mamoru si recarono presso il bar situato proprio davanti alla clinica dove entrambi lavoravano e si sedettero a un tavolino all’aperto.
Subito una cameriera si avvicinò a loro e, con un sorriso affabile, chiese loro cosa volessero ordinare: entrambi presero un aperitivo analcolico a base di frutta. Dopo aver segnato le loro ordinazioni su un notes, la ragazza si congedò da loro con un altro sorriso e si diresse verso l’interno del bar per soddisfare le loro richieste.
Una volta che furono lasciati soli, Mamoru si rilassò comodamente contro lo schienale della sedia e disse: - Allora… come mai prima avevi quell’aria distrutta? Cosa è successo oggi?
Usagi non gli rispose subito, cercando di prendere tempo, ma alla fine si decise a dire: - Tu mi conosci troppo bene… comunque sul lavoro non è successo un granché… cioè, niente che non sia normale amministrazione… è a casa che ho il mio bel da fare, lo sai…
L’uomo assunse immediatamente un’espressione comprensiva e disse: - Te l’ho detto anche prima: devi prenderti un periodo di ferie e distrarti un po’… non è normale che una ragazza della tua età pensi soltanto al dovere e mai a divertirsi…
- Le ragazze della mia età solitamente non hanno i miei stessi problemi… - gli rispose Usagi, per poi decidere di cambiare completamente argomento: – Allora… dove sei andato di bello nel week end? Da come sei abbronzato direi se sei stato parecchio all’aria aperta… o sbaglio?
- Non sbagli! – le rispose ridacchiando Mamoru. – Comunque sono semplicemente andato alla casa al mare del mio amico Motoki e ho passato delle intere giornate a fare wind surf… sai che è uno sport che adoro! Prima o poi dovrai venire con me: quel luogo è veramente stupendo… il turismo di massa non lo ha ancora scoperto, quindi si può stare completamente in pace senza essere disturbati.
- E chissà quanti cuori avrai infranto in questi tre giorni… - lo stuzzicò lei, maliziosa.
- Non mi interessa conquistare cuori – le rispose Mamoru in tono un po’ brusco. – Ce n’è uno solo che vorrei per me e tu lo sai bene…
A quelle parole Usagi arrossì violentemente e distolse lo sguardo; per fortuna fu salvata dal rispondergli dall’arrivo della cameriera con le loro ordinazioni.
Per un attimo scese il silenzio tra di loro: Mamoru iniziò a bere il suo drink, mentre Usagi prese a giocherellare un po’ con la cannuccia contenuta nel bicchiere, mentre guardava distrattamente le persone che le passavano accanto.
E fu così che notò le tre ragazze che stavano arrivando proprio nella sua direzione: tutt’è tre erano molto belle e camminavano con passo sicuro, attirando su di loro l’attenzione dei passanti, ma loro non se ne accorgevano neanche, troppo intente com’erano a ridere e scherzare.
Usagi sospirò con invidia: un tempo anche lei passeggiava per le vie della città insieme alle sue amiche proprio come loro tre, ma ormai quei momenti facevano parte di un passato lontano… adesso aveva altro a cui pensare.
Delle tre, quella che attirò maggiormente l’attenzione della biondina fu la ragazza che si trovava al centro del gruppo: era la più alta e con un fisico mozzafiato; aveva lunghi capelli scuri e sguardo magnetico. Si rivolgeva alle sue amiche con un sorriso dolce dipinto sulle labbra e istintivamente Usagi provò il desiderio di conoscerla meglio. Rimase turbata da quella sensazione: era la prima volta che le capitava qualcosa del genere, e non riusciva a spiegarselo.
Intanto le tre ragazze passarono accanto a lei e Mamoru senza prestare loro attenzione, e Usagi le seguì con lo sguardo: fu in questo modo che notò un tatuaggio sulla spalla sinistra della ragazza che aveva colpito la sua attenzione a forma di rosa blu, messo in evidenza dalla maglia scollata sulla schiena da lei indossata.
- Il mio fiore preferito – pensò con sorpresa.
Ad un certo punto vide la sconosciuta alzare un braccio in segno di saluto verso qualcuno e spiccare una corsa, per poi buttarsi tra le braccia di un ragazzo, che la strinse stretta a sé per poi baciarla subito dopo con trasporto, mentre le sue amiche li guardavano ridacchiando divertite.
Un altro sospiro d’invidia uscì dalle labbra di Usagi: quanto sarebbe piaciuto anche a lei essere baciata in quel modo… All’improvviso, però, mise a fuoco la figura del ragazzo e si sentì gelare il sangue nelle vene.
- No… non può essere! –pensò agitata, soprattutto perché aveva visto il ragazzo alzare la testa all’improvviso e guardarla sbarrando gli occhi: l’aveva riconosciuta. Non riusciva a staccare lo sguardo da lui, e lo vide dire qualcosa all’orecchio della sua compagna, la quale si voltò anch’ella a guardarla. Poi, con orrore, vide il ragazzo prenderla per mano e dirigersi verso di lei.
- Usagi… ehi… ti senti bene? – le chiese improvvisamente la voce di Mamoru riscuotendola dal suo stato di shock.
- Come? – gli chiese con aria stralunata. – Oh sì… mi sono semplicemente distratta un attimo, non ti preoccupare – disse con un sorriso tirato, mentre Mamoru la guardava con espressione perplessa.
 
Seiya guardò per l’ennesima volta l’orologio sospirando: come sempre, quando uscivano insieme quelle tre arrivavano sistematicamente in ritardo.
- Ma quanto ci impiegano? – sbuffò Yaten seduto alla sua destra. – Possibile che per comprare un paio di scarpe ci voglia tutto questo tempo?
- Sono donne… e si sa che quando si tratta di shopping il tempo non è mai abbastanza – sospirò Seiya, per poi voltarsi verso il fratello con un sorriso divertito e chiedergli: - Cos’è… senti già la mancanza della tua fidanzatina? Stare lontano da lei per cinque minuti ti risulta impossibile?
- La smetti di fare il cretino? – gli rispose Yaten con espressione infastidita, mentre nel contempo arrossiva per l’imbarazzo. – E’ solo che mi scoccia dover sempre aspettare i loro comodi…
- Sì sì… facciamo finta di crederci… - scherzò Seiya ridacchiando.
- Personalmente penso che il tempo passato in giro per negozi sia del tutto sprecato… molto meglio passarlo con un’ottima e sana conversazione – si intromise Taiki con aria saccente.
I suoi fratelli si guardarono in faccia per un secondo e poi scoppiarono entrambi a ridere.
- Sì… perché con lei passi il tempo solamente a chiacchierare – lo prese in giro Seiya.
Ad un certo punto, però, la sua attenzione fu catturata da tre figure che stavano avanzando verso di loro e si dimenticò completamente di quello che stava facendo, ammirando quella che da un paio d’anni era la sua ragazza: in quel momento lei stava ridendo con le sue amiche e Seiya si ritrovò imbambolato ad osservare lo stesso sorriso che lo aveva fatto innamorare.
- Mamma mia quanto è bella! Stento ancora a credere che tra tutti i ragazzi che le giravano intorno all’università abbia scelto proprio me – pensò, continuando ad ammirarla, e sorridendo dolcemente nel notare gli sguardi maschili che, come accadeva sempre, la seguivano passo per passo mentre lei avanzava, completamente incurante della cosa.
Con un moto di orgoglio notò il volto della ragazza illuminarsi non appena lo scorse; la vide alzare un braccio per salutarlo e poi spiccare una corsa per volargli letteralmente tra le braccia, lasciando indietro le sue amiche che avanzavano camminando lentamente.
- Ciao amore! Scusa per il ritardo… ma c’erano talmente tante occasioni che non potevano essere trascurate… però ti prometto che poi saprò come farmi perdonare – gli disse con un sorriso malizioso, abbracciandolo nel contempo intorno al collo.
Seiya vide quelle labbra così invitanti e non seppe resistere: si chinò quindi verso di lei e le catturò in un bacio che diventò man mano sempre più passionale, mentre da qualche parte intorno a loro sentiva delle risatine divertite, ma per lui tutto era estraneo in quel momento, troppo preso com’era ad assaporare le labbra e la lingua della sua ragazza.
Quando entrambi ebbero bisogno di ossigeno, Seiya si staccò da lei rivolgendole un sorriso molto soddisfatto, per poi alzare la testa: facendo ciò, il suo sguardo corse inavvertitamente verso i tavolini all’aperto di un bar situato poco lontano e subito sgranò gli occhi per la sorpresa.
- Possibile che sia lei? – pensò tra sé meravigliato. – Sì… è indubbiamente lei: soltanto Usagi può pettinarsi in un modo così buffo.
- Seiya… ti senti bene? – gli chiese la fidanzata un po’ preoccupata nel vederlo assumere improvvisamente quell’espressione assente.
- Come? Ah sì… scusa… - le rispose Seiya tornando alla realtà. – Vieni che ti presento una persona… - le disse prendendola nel frattempo per mano e intrecciando così le loro dita.
- Chi? Dove? – chiese la ragazza piuttosto sorpresa.
- Ti ricordi che ti avevo parlato della mia migliore amica ai tempi della scuola? Ho appena visto che è seduta a un tavolino di quel bar laggiù e mi piacerebbe andare a salutarla… - le spiegò Seiya.
La ragazza si girò verso il luogo che le aveva indicato Seiya e notò una bella ragazza bionda seduta di fronte a un uomo moro che dava loro le spalle: - Possibile che sia lei la famosa Usagi? L’unica ragazza che mi ha fatto veramente sentire gelosa in questi anni? – si chiese sentendosi un po’ nervosa per l’imminente incontro: sin da quando avevano iniziato ad uscire insieme, Seiya le aveva sempre parlato di Usagi descrivendola come una ragazza perfetta, e lei intimamente temeva che dopo il loro rincontro le cose tra lei e il ragazzo non sarebbero più state come prima.
Intanto Seiya l’aveva trascinata proprio verso quelle due persone e con voce che a lei parve un po’ tremante lo sentì chiedere: - Usagi… sei proprio tu?
Come se la scena fosse girata al rallentatore, Usagi si voltò molto lentamente nella loro direzione e guardò Seiya dritto negli occhi, il quale in quel momento la stava guardando con un piccolo sorriso.
Riuscendo a mantenere un’espressione fredda per mascherare il turbamento che invece sentiva dentro, Usagi disse semplicemente: - Cosa ci fai qui Seiya? Non dovresti essere in Italia in questo momento?
 
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Ciao ragazze!
Eccomi qua con un’altra storia. Cosa ne pensate? Aspetto con ansia i vostri commenti al riguardo!
Un bacione
Shelly

 

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Capitolo 2
*** Malintesi e segreti ***


Capitolo 2   -   Malintesi e segreti
 
 
- Cosa ci fai qui Seiya? Non dovresti essere in Italia in questo momento? – gli chiese Usagi in tono secco, non facendo nemmeno il minimo cenno di un sorriso.
Seiya rimase un po’ spiazzato dal tono di voce utilizzato dalla donna e dalla sua espressione: nella sua memoria ricordava una ragazza solare e allegra, con tanta gioia di vivere, mentre adesso si ritrovava davanti una donna seria e glaciale, che con la ragazza dei suoi ricordi aveva ben poco da spartire.
Non sapendo bene come comportarsi, si grattò nervosamente la nuca e le rispose: - Sì… effettivamente adesso abito in Italia, ma Yaten ha appena aperto uno studio qui a Tokyo perché vuole tornare a vivere in Giappone, così io e Taiki abbiamo approfittato di questa opportunità per portare le nostre ragazze a conoscere la città in cui siamo cresciuti. A proposito di questo… ti presento Fabiola, la mia fidanzata – poi, rivolgendosi alla donna che lo affiancava, continuò: - Fabi… lei è Usagi… ti ricordi che te ne avevo parlato? – le disse con un sorriso dolce.
Fabiola si accorse immediatamente che il suo fidanzato si sentiva fortemente in imbarazzo in quel momento, perciò decise di dargli man forte: mise da parte la gelosia che in quel momento rischiava di sopraffarla, e con un sorriso che sperò apparisse il più sincero possibile, porse la mano alla biondina dicendo: - Certo che mi ricordo! Piacere, io sono Fabiola: sono contenta di conoscere finalmente la famosa Usagi!
Usagi si rese subito conto che la prima impressione avuta su quella ragazza era risultata esatta: era effettivamente molto simpatica e cordiale, oltre che molto bella. Decise quindi di mettere momentaneamente da parte i vecchi rancori, e con un sorriso strinse la mano che le veniva porta dicendo: - Il piacere è tutto mio… non pensavo di essere così famosa – Poi, voltandosi verso Mamoru, fece anch’ella le presentazioni: - Ti presento Mamoru: è un mio collega, ma soprattutto è il mio migliore amico… - disse, rivolgendo all’uomo un caloroso sorriso.
Nel sentire quelle parole, Seiya provò una strana sensazione alla bocca dello stomaco, proprio come se gli avessero appena dato un pugno lì: una volta quello era l’appellativo che veniva dato a lui… era lui il migliore amico di Usagi; ora sapere che il suo posto era stato occupato da un’altra persona non gli faceva molto piacere. Aveva una gran voglia di chiederle il motivo per cui la loro grande amicizia era finita così miseramente, ma quello non era né il momento né il luogo giusto per farlo; decise perciò di fare buon viso a cattivo gioco, e porgendo la mano all’altro uomo gli disse: - Piacere… io sono Seiya! – seguito poi a ruota da Fabiola, la quale si presentò a sua volta.
I due uomini si guardarono fissi negli occhi con una vaga aria di sfida, fino a quando furono costretti a tornare alla realtà dalla voce di Usagi, la quale chiese al suo ex migliore amico: - E di che cosa si occupa Yaten?
- Come? Scusa? Cosa hai detto? – chiese confusamente Seiya, come se fosse appena caduto giù dalle nuvole.
- Ti chiedevo di che cosa si occupa Yaten – gli ripeté Usagi, alzando lievemente le sopracciglia con fare interrogativo. – Hai detto che ha appena aperto uno studio qui a Tokyo…
- Ah… sì – ridacchiò Seiya, continuando a grattarsi la nuca per il nervosismo e sentendosi un vero sciocco in quel momento. – E’ diventato un avvocato e ha avuto la licenza per esercitare anche qui in Giappone – spiegò, mentre contemporaneamente pensava: - Sto proprio facendo la figura dello stupido. Quando mai mi sono sentito in imbarazzo a parlare con Usagi? Forse è il lungo silenzio che ci ha divisi in tutti questi anni a farmi sentire così impacciato davanti a lei, oppure chissà… comunque non sembra più la stessa Usagi che conoscevo: certo, siamo cresciuti e maturati in questi anni, ma in lei noto un’aurea di tristezza che non riesco a comprendere…
 
Usagi cercava di mostrarsi fredda e controllata, ma dentro di sé era agitatissima: non poteva credere che Seiya fosse proprio lì davanti a lei, dopo tutti quegli anni di silenzio. Come era possibile? Perché il destino ce l’aveva così tanto con lei? Adesso che finalmente era riuscita a trovare un briciolo di serenità, ecco che lui ritornava a rammentarle il passato.
Con la coda dell’occhio guardò nella direzione di Mamoru e capì che l’amico aveva compreso alla perfezione la situazione che si era andata a creare. Immediatamente sentì un moto di affetto profondo per lui. Tra loro due era sempre stato così, sin dall’inizio: un semplice sguardo bastava per comprendersi e questo rendeva la loro amicizia unica e speciale. Non avrebbe mai dimenticato che era grazie principalmente a Mamoru e al suo sostegno se era riuscita ad andare avanti in quegli ultimi anni, e di questo gli era profondamente grata.
Mamoru le rivolse un piccolo sorriso di incoraggiamento e lei si sentì immediatamente molto meglio. Raddrizzò la schiena e si rivolse nuovamente a Seiya, chiedendogli di Yaten… più per rompere quell’imbarazzante silenzio che era andato a crearsi, che per vero interesse.
Seiya parve stralunato e profondamente in imbarazzo, dandole quasi l’impressione di essere appena caduto dalle nuvole. Le spiegò che il fratello era diventato avvocato e che aveva ottenuto la licenza per poter esercitare anche in Giappone.
- Ci avrei scommesso… che altra professione avrebbe potuto intraprendere Yaten Kou se non l’avvocato, visto la lingua tagliente che si ritrova? – pensò Usagi con ironia.
E all’improvviso, senza essere stata preannunciata prima, arrivò la domanda che la donna temeva forse più di tutte, lasciandola completamente spiazzata: - E cosa mi dici delle altre? Stanno tutte bene? – le chiese Seiya con interesse.
Usagi venne immediatamente travolta da mille ricordi dolorosi; lanciò una rapida occhiata a Mamoru, il quale la guardava con espressione comprensiva, e alla fine si decise a rivelare: - Non frequento più il vecchio gruppo di amici… da quando sei partito sono cambiate molte cose…
Seiya allargò gli occhi per la sorpresa: Usagi e le sue amiche erano inseparabili, proprio come lo erano Fabiola, Clara ed Elisa… cosa poteva essere successo da rompere definitivamente la loro amicizia?
- Usagi… ma cosa ti è capitato? Che avessi deciso di porre fine alla nostra amicizia potevo anche capirlo, nonostante la cosa mi facesse molto male: infondo adesso viviamo in due Paesi diversi, molto lontani l’uno dall’altra, e passare il tempo a confidarci come facevamo in passato è praticamente impossibile… ma le tue amiche? So quanto erano importanti per te… perché ti sei allontanata da loro? –pensò con dolore l’uomo, e una domanda gli sfuggì dalle labbra: - Perché non siete più amiche? Mi ricordo quanto eravate inseparabili voi quattro… avete per caso litigato? Magari per un ragazzo… - chiese con un sorriso malizioso, cercando di instaurare con lei il vecchio rapporto di complicità che li legava in passato, sbagliando completamente tattica, perché quelle parole servirono per far perdere a Usagi completamente le staffe; infatti la biondina si irrigidì istantaneamente e gli disse in tono secco: - Ma cosa ne vuoi sapere tu di quello che mi è capitato in tutti questi anni? Tu eri troppo preso dalla tua nuova vita in Italia per ricordarti di me… e adesso pretendi di voler sapere tutto come se niente fosse? Beh… te lo puoi proprio scordare, caro mio!
Seiya rimase molto male dalla reazione della donna e non sapeva come replicare.
Nello stesso tempo, Fabiola aveva assistito, allo scambio di battute tra Seiya e Usagi, cercando di non intromettersi, e capì immediatamente quanto fosse rimasto ferito lui dalle parole della sua ex amica. Una profonda rabbia iniziò a montarle dentro, facendola esplodere: - Ehi tesoro… scendi dal piedistallo su cui sei salita, che il mondo non gira tutto attorno a te! Se Seiya non si è più fatto vivo, devi prendertela soltanto con te stessa!
Con estrema soddisfazione, la donna vide Usagi guardarla sorpresa; ma il suo entusiasmo durò poco, perché Seiya si intromise, dicendole in tono mesto: - Lascia stare Fabi… non importa.
La fidanzata lo guardò sorpresa e gli disse: - Ma… Seiya…
- Non importa, davvero! – le disse con un sorriso triste, che convinse ben poco la donna, la quale però decise di non insistere ulteriormente. Poi, voltandosi verso Usagi, Seiya continuò: - Io e i miei fratelli siamo riusciti a prendere in affitto la stessa casa in cui abitavamo in passato: se per caso cambiassi idea, sai dove trovarmi – poi prese per mano Fabiola e con lei si diresse in silenzio verso i suoi fratelli.
 
Rimasti soli, Usagi e Mamoru si guardarono in silenzio per un lungo momento, fino a quando l’uomo decise di rompere il silenzio e chiedere: - E’ lui, vero? Non ti sembra di avere esagerato un tantino?
Lei lo guardò con occhi fiammeggianti e rispose: - Sì è lui… e perché, di grazia, ti sembra che io abbia esagerato? Ti ricordo che stiamo parlando della stessa persona che per anni si è definito il mio migliore amico e poi all’improvviso è sparito dalla circolazione! Lo stesso…
- Ehi… calma, calma! – la interruppe subito Mamoru, alzando contemporaneamente una mano. – So bene chi è: abbiamo passato tanto tempo a parlare di lui… anche troppo, secondo il mio modesto parere… quello che stavo per dire, prima che tu mi interrompessi, è che non puoi fuggire all’infinito… prima o poi dovrai affrontarlo e parlargli, e questo lo sai meglio di me, non puoi negarlo…
Usagi lo ascoltò in silenzio con espressione molto seria; poi chinò la testa e con voce bassa disse: - Non so come fare… è tutto troppo complicato…
Mamoru sospirò passandosi una mano tra i capelli; poi, prendendole una mano, le disse in tono incoraggiante: - Vedrai che una volta che avrai incominciato tutto di verrà naturale. E poi ricordati che ci sono qui io a sostenerti…
- Questo lo so – gli rispose con un sorriso dolce. – Tu ci sei sempre quando ho bisogno di aiuto… però non conosci Seiya: non è cattivo, intendiamoci, ma se si mette in testa di essere stato raggirato o truffato sono guai per il malcapitato… - continuò con aria preoccupata.
- A questo punto, allora, riflettici bene sopra e poi agisci: tanto non puoi certo corrergli dietro adesso per dirgli tutto dopo il modo in cui lo hai trattato… dormici sopra e poi ne riparliamo, ok? – le disse con un sorriso incoraggiante, accarezzandole delicatamente con la punta delle dita una guancia. – Dai… vieni che ti accompagno a casa. – e, detto questo, fece segno alla cameriera per farsi portare il conto.
 
Mamoru fermò la sua auto davanti alla casa di Usagi: spense il motore e poi si voltò verso di lei.
- Ti sei calmata un po’? Oppure sei ancora nervosa per l’incontro con Seiya? – le chiese preoccupato.
- Non ti preoccupare: sto un pochino meglio… e poi hai ragione… mi devo decidere a parlargli, solo che non è così facile… – gli rispose Usagi in tono triste.
- Usagi… io non sono nessuno per dirtelo, però quella è la cosa migliore da fare – le disse lui dolcemente.
La biondina alzò di scatto la testa ed esclamò: - Non dire più una simile sciocchezza, capito? Non è vero che tu non sei nessuno: tu sei importante… io… io non so come farei se non ci fossi tu! Io ti voglio bene… sei il mio migliore amico!
- Vorrei essere qualcosa di più di un semplice amico per te, lo sai… - le disse lui in tono serio.
- Mamo… ne abbiamo parlato un sacco di volte: io non mi sento pronta per avere una relazione… e non voglio farti soffrire inutilmente… tengo troppo a te per farti questo…
- Ma a me… - iniziò a protestare Mamoru, subito interrotto dalla donna, che gli mise una mano sulla bocca per zittirlo, e gli disse: - So già cosa stai per dirmi, ma no… non sarebbe giusto nei tuoi confronti e non mi sentirei la coscienza a posto – addolcendo il suo rifiuto con un sorriso. – Ci vediamo domani in clinica: grazie per il passaggio… e per tutto il resto – e, dicendo questo, gli diede un bacio sulla guancia per poi scendere dall’auto e dirigersi verso il cancello.
Mamoru la guardò aprire la serratura con le chiavi, poi con un sospiro rassegnato mise in moto e partì; Usagi lo vide svoltare l’angolo mentre una fastidiosa sensazione di abbandono si faceva strada in lei: ultimamente sentiva le farfalle allo stomaco quando lui le stava vicino, ma non poteva permettersi di lasciarsi andare…
Con un sospiro rassegnato, si voltò ed entrò in casa.
 
Quella sera Fabiola si ritirò presto per andare a dormire. Per tutto il giorno si era comportata come al solito, ma dentro di lei sentiva una forte inquietudine che minacciava di sopraffarla.
L’incontro improvviso con la famosa Usagi aveva riportato alla luce le vecchie paranoie dei primi tempi della sua frequentazione con Seiya, quando lui non faceva altro che parlarle di questa amica perfetta… e vederlo così demoralizzato a causa del trattamento ricevuto da “miss perfezione” non aiutava di certo a placare le sue paure, anzi…
In quel momento aveva un assoluto bisogno di qualcosa che le sciogliesse i nervi, perciò decise di farsi un bel bagno, anziché la solita doccia: aprì quindi il rubinetto della vasca, e mentre aspettava che questa si riempisse d’acqua, vi versò dentro una porzione abbondante dei suoi sali da bagno preferiti al muschio bianco.
- Visto la giornata traumatica di oggi, voglio viziarmi un po’ –pensò tra sé, mentre si spogliava e si immergeva nell’acqua calda e profumata.
Come accadeva solitamente, i vapori acquei riuscirono a rilassarla e la donna chiuse gli occhi, assopendosi un pochino.
All’improvviso fu destata da qualcosa che aveva infastidito i suoi sensi, ma nella confusione del dormiveglia non riuscì a capirne subito la causa; soltanto quando si sentì massaggiare delicatamente le spalle e la schiena si rese conto che il colpevole non era altri che Seiya, il quale era entrato nella vasca con lei, mettendosi alle sue spalle… lei doveva essere stata proprio addormentata, per non essersi accorta di venire spostata per fargli posto.
In silenzio, Fabiola chiuse nuovamente gli occhi, ma si spostò per fare aderire la sua schiena al petto di lui.
Dopo un attimo in cui entrambi rimasero immersi nei propri pensieri, Seiya decise di rompere il ghiaccio dicendo: - Mi spieghi cosa c’è che non va?
Fabiola fu presa completamene in contropiede: tutto si sarebbe aspettato, tranne che lui avesse capito il suo reale stato d’animo. Certo, loro erano soliti comprendersi con un solo sguardo, ma quella volta era stata molto attenta nel cercare di non fargli capire i suoi reali pensieri… evidentemente Seiya la conosceva meglio di quanto lei pensasse.
La mora voltò unicamente la testa per guardarlo e disse: - Sono preoccupata per te: da quando hai rivisto Usagi sei diventato di colpo triste. Mi spieghi perché non hai voluto che le rinfacciassi il fatto che non ti è stata vicina quando hai avuto l’incidente? Se non mi avessi fermata, io…
- So cosa avresti fatto… - le rispose lui con un sorriso divertito. – Conosco abbastanza il tuo carattere schietto per sapere che di sicuro le avresti detto il fatto suo… ma ho preferito di no: alla fine temevo di dare l’impressione di essere come un cagnolino in cerca di coccole da parte sua, e il mio orgoglio si è rifiutato. Solo che fa male… io credevo davvero nella nostra amicizia, le volevo molto bene… e purtroppo gliene voglio ancora… non posso credere che lei abbia lasciato tutto alle sue spalle senza un briciolo di rammarico…
Nel sentire quelle parole, Fabiola si voltò completamente per mettersi davanti a lui e lo abbracciò, facendogli sentire in questo modo il suo amore e il suo appoggio, mentre gli accarezzava dolcemente i capelli, che lui aveva liberato dal perenne codino.
Come accadeva sempre, Seiya si infiammò nel sentirla così vicina, mentre Fabiola cominciò a provare il consueto formicolio alla bocca dello stomaco: per un attimo i due innamorati si guardarono intensamente negli occhi, poi le loro labbra si avvicinarono, dando vita a un bacio che man mano diventava sempre più esigente. Seiya iniziò ad accarezzare i seni della donna, facendola gemere di piacere, mentre lei inarcava la schiena per accogliere al meglio le sue carezze, che si fecero man mano sempre più intime, fino a quando Seiya non entrò finalmente in lei, soffocando contemporaneamente i gemiti della donna con la sua bocca.
Quella notte Seiya la cercò più volte, facendo l’amore con lei con passione e amore, soffocando in questo modo la delusione provata per un’amicizia finita, con la forza del sentimento reciproco che li univa.
 

 

________________________

 
Eccomi qui con un altro capitolo. Siete shoccate? Alcune di voi avevano ipotizzato che la misteriosa ragazza di Seiya fosse Rea… e invece no: si tratta di Fabiola, alias Cri Cri, mia cara amica nonché socia; in questo capitolo si sono conosciuti anche i nomi delle altre due ragazze: si tratta di Clara (Deauk) ed Elisa (Blackstar85), ma il loro ruolo salterà fuori più avanti nella storia.
Ovviamente ho avuto il consenso di tutt’e tre per utilizzare i loro nomi, altrimenti non mi sarei mai permessa di inserirle nella storia.
Adesso aspetto con ansia i vostri commenti, che spero arrivino numerosi… scommetto, comunque, che in tante in questo momento state invidiando Cri Cri! ^___^
Un bacione
Shelly

 

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Capitolo 3
*** Il ramoscello d'ulivo ***


Capitolo 3   -   Il ramoscello d’ulivo
 
 
Bunny rimase ferma per un attimo davanti alla porta: tirò un profondo respiro e bussò leggermente. Una voce proveniente dall’interno le diede il permesso di entrare e lei fece capolino nella stanza dicendo: - Ciao Mamo-chan… ti posso disturbare un minuto?
Mamoru alzò la testa di scatto e si tolse gli occhiali da lettura che aveva indossato per studiare la cartella clinica che si trovava sulla scrivania, aperta davanti a lui: - Usako… lo sai che non mi disturbi mai… vieni pure!
Usagi entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle prima di iniziare a parlare: - Ecco… volevo sapere se per sabato sera hai già preso degli impegni, oppure se sei libero…
- Hai finalmente deciso di uscire dal guscio in cui ti sei rinchiusa e deciso di venire a fare follie con me? – le chiese scherzando Mamoru, alzando nel frattempo un sopracciglio in tono ironico.
- Ma quanto sei stupido!? – disse Usagi diventato rossa per la vergogna e sentendo il cuore che, suo malgrado, accelerava i battiti. – Te l’ho chiesto perché stanotte ho ripensato molto al tuo consiglio di ieri, cioè al fatto che devo parlare con Seiya per chiarirci, perciò ho pensato di invitare lui e la sua ragazza a cena da me proprio sabato sera… ma avrei bisogno di un appoggio morale per affrontare la cosa e ho pensato a te…
Mamoru la guardò per un lungo istante in silenzio e poi le rispose: - Lo sai che su di me puoi sempre contare… non ti preoccupare: sabato ci sarò!
- Grazie Mamo-chan… sei un tesoro! – gli disse andando ad abbracciarlo e dandogli d’istinto un bacio sulla guancia.
Lui la guardò negli occhi e la sua espressione le fece arrivare il cuore in gola per l’emozione.
- Allora ti aspetto sabato… pensavo per le 19.30… per te va bene? Così tu ci sarai già quando loro arriveranno… - gli disse Usagi arretrando con le guance rosse.
- Sì va benissimo – le rispose l’uomo con un tono di voce che lei non riuscì ad interpretare: sembrava… rassegnato.
Usagi si limitò a fargli un sorriso e uscì di corsa, mentre il cuore sembrava che volesse uscirle fuori dal petto.
Di rimando, Mamoru rimase per un lungo attimo fermo a fissare la porta da dove la ragazza era uscita; poi, con un sospiro, si rimise al lavoro.
 
Fabiola sentì suonare il campanello della porta d’ingresso proprio mentre si accingeva ad andare in cucina per preparare la cena.
Aspettò un attimo per vedere se una delle sue amiche andava ad aprire, ma come al solito di loro non si vide nemmeno l’ombra. Sbuffando, si diresse verso l’ingresso e, senza premunirsi di controllare prima chi fosse il visitatore improvviso, aprì la porta, trovandosi così davanti Usagi.
Per un attimo rimase a fissare la biondina ferma sulla porta, completamente sorpresa di trovarsela davanti; poi si riscosse e le chiese: - Ciao Usagi, a cosa devo la tua visita?
- Ehm… c’è per caso Seiya in casa? – le chiese Usagi in imbarazzo.
- No, mi spiace: è uscito con i suoi fratelli e non so a che ora ritornerà… devo riferirgli qualcosa? – le chiese Fabiola guardinga, cercando di capire se questo improvviso interessamento di Usagi per Seiya poteva essere in qualche modo un pericolo per la sua relazione con lui.
- Ecco… sì… sono passata per chiedere a te e a Seiya se sabato sera siete liberi e potete venire a cena a casa mia… - le rispose Usagi leggermente intimidita.
Fabiola la guardò sorpresa per un lungo momento, per poi chiederle sospettosa: - Posso chiederti il motivo di questo tuo cambiamento? Ieri non mi sei sembrata così ben disposta nei confronti del mio ragazzo…
Capendo alla perfezione la situazione, Usagi si affrettò a dire: - Ho pensato molto a quello che è successo ieri e mi dispiace per il modo in cui mi sono comportata… comunque sabato sera non saremo soli noi tre, ma ci sarà anche Mamoru, quel mio amico che si trovava con me ieri… non so se te lo ricordi…
- Sì, mi ricordo perfettamente di lui. Comunque non so se Seiya sarà disponibile… dovrei chiederglielo prima di risponderti – le rispose la mora, decisa a non darla subito vinta alla sua “rivale”.
- Sì, certo, capisco perfettamente… ti lascio un biglietto con segnato sia il mio indirizzo di casa, sia il mio cellulare… mi basta anche un semplice SMS di conferma o di rifiuto… la cena sarebbe per le 20.00… adesso però devo andare che si è fatto tardi: ciao e scusa per il disturbo – disse tutto di un fiato Usagi, mettendo in mano all’altra donna il foglietto di cui aveva parlato prima, fiondandosi giù dalle scale, lasciando Fabiola piuttosto perplessa di questo.
 
Dopo circa mezz’ora la porta dell’appartamento si aprì nuovamente, facendo accorrere questa volta tutte e tre le ragazze, che si apprestarono ad accogliere i rispettivi fidanzati, tornati finalmente a casa.
Il primo ad entrare fu Seiya, il quale agguantò la sua fidanzata e improvvisò un balletto mentre nel frattempo cantava
 
Tu mi porti su e poi mi lasci cadere
tu mi porti su e poi mi lasci cadere...

Quando t'ho incontrato è scattato il gioco della seduzione
tutti e due a stendere la merce più invitante sul bancone
sguardi sfuggevoli,
pose svenevoli,
fughe in avanti e misti inconvenevoli,
siamo animali sensibili all'odore
e siamo umani in cerca dell'amore...

tu l'hai capito che cos'è che io cercavo
qualcuno che ogni attimo mi dicesse brava
tu mi hai attratto ed io mi sono innamorata
e come un 747 sono decollata
sorretta dal tuo sguardo come vento sulle ali
e verso il sole qualche cosa mi diceva sali...
oh sali!
oh sali!

tu mi porti su e poi mi lasci cadere
tu mi porti su e poi mi lasci cadere
ah che bellezza!
ah che dolore!
ah che bellezza!
ah che dolore!
ah che bellezza!
ah che dolore!
così che va la vita, così che va l'amore...

Un giorno mentre tutti ci dicevano che coppia innamorata
ho visto nei tuoi gesti il sospetto di non esser ricambiato
e poi se a un certo punto ci lasciamo
tu sei qualcosa, ma io che cosa sono?
pensiero che si insinua nelle crepe anche dell'anima più pura
l'amore più bellissimo ad un tratto cede il posto alla paura
ali di cera che si sciolgono al sole,
pensieri,
parole,
ali di cera che si sciolgono al sole,
è sempre imprevedibile la rotta dell'amore e cado,
oh cado!

tu mi porti su e poi mi lasci cadere
tu mi porti su e poi mi lasci cadere
ah che bellezza!
ah che dolore!
ah che bellezza!
ah che dolore!
ah che bellezza!
ah che dolore!
è sempre imprevedibile la rotta dell'amore...

ah che bellezza!
ah che dolore!
ah che bellezza!
ah che dolore!
ah che bellezza!
ah che dolore!
così che va la vita, così che va l'amore...

tu mi porti su e poi mi lasci cadere
tu mi porti su e poi mi lasci cadere...

tu mi porti su
tu mi porti su
sto imparando a volare (sto imparando a volare)
sto imparando a volare (oh oh oh)
sto imparando a volare (sto imparando a volare)
tu mi porti su (sto imparando a volare)
sto imparando a volare (sto imparando a volare)
volare (volare)
volare (volare... oh oh)
volare (volare) oh oh

tu mi porti su
tu mi porti su
poi mi lasci cadere

tu mi porti su
tu mi porti su
poi mi lasci cadere

volare, oh oh
volare, oh oh
tu mi porti su.

 
Mentre Seiya la trascinava in quel ballo strampalato in giro per la stanza, Fabiola rideva divertita.
- Ti avverto che è in vena canterina… - le disse Yaten sornione, mentre entrava anch’egli nella stanza, seguito a ruota da Taiki.
- Parli così perché sei soltanto geloso delle mie capacità canore… visto che tu sei stonato e non puoi cantare serenate alla tua fidanzata… - lo rimbeccò Seiya in tono falsamente risentito.
- Guarda che io non ho bisogno di cantarle una serenata per conquistarla, come invece devi fare tu… - gli rispose saccente l’argenteo e, come per provare la sua teoria, si avvicinò alla sua fidanzata e le catturò le labbra con un bacio.
A quel gesto Clara perse immediatamente la sensazione del tempo e dello spazio, troppo concentrata a ricevere il bacio del suo ragazzo e ad abbandonarsi alla carezza della sua lingua. Senza quasi rendersene conto, passò le sue braccia attorno al collo di lui e lo avvicinò di più a sé in un chiaro invito a proseguire.
- Ehi, voi due… non vi sembra il caso di andare nella vostra stanza a fare certe cose? – intervenne Taiki un tono stizzito.
- Ma la smetti di essere così puritano? Giuro che a volte non sembri neanche nostro fratello! – lo prese in giro Seiya, il quale presto seguì l’esempio di Yaten e catturò le labbra di Fabiola in un lungo bacio.
Sospirando rassegnato, Taiki si avvicinò alla sua ragazza e le diede un bacio sulla guancia dicendo: - Ciao tesoro… hai passato una bella giornata?
- Sì… non c’è male… - gli rispose Elisa con un sorriso tirato, guardando nel frattempo con la coda dell’occhio le altre due coppie e invidiando mentalmente le sue amiche, fortunate nell’avere accanto a sé due fidanzati che non si vergognavano di dimostrare l’amore che provavano per loro.
Quando finalmente mise fine al bacio, Seiya guardò Fabiola negli occhi, continuando però a tenerla stretta per i fianchi, e le chiese: - E tu hai passato una bella giornata?
- A dire la verità la mia ha avuto un risvolto del tutto inaspettato… - disse la ragazza con tono misterioso.
- Cosa intendi dire? – le chiese Seiya dubbioso.
- Non hai idea di chi è venuto qui circa mezz’ora fa a cercarti… - gli rispose lei con un sorrisetto.
- Chi? – la incalzò lui.
- Usagi – disse semplicemente Fabiola.
- Usagi è stata qui? E cosa voleva? – le chiese Seiya curioso e un po’ perplesso.
Fabiola alzò le spalle in tono noncurante e rispose: - E’ venuta a invitare noi due a cena sabato sera… molto probabilmente si è pentita di averti trattato male ieri e vuole porgerti il ramoscello d’ulivo della pace… mi ha lasciato un biglietto con il suo numero di cellulare e l’indirizzo di casa sua: mi ha detto di mandarle un sms per farle sapere se ci saremo o no sabato…
- E tu cosa vorresti fare? So che per te andare a cena da lei sarebbe pesante, di conseguenza se mi dici che non hai voglia di andarci, le rispondo di no – le disse Seiya, guardandola dritta negli occhi.
- Non ti preoccupare per me: so che ieri sei rimasto molto male per l’accoglienza che Usagi ti ha riservato… andremo a quella cena e non è detto che alla fine non mi risulti simpatica anche a me quella ragazza…
- Grazie Fabi… non so proprio che farei senza di te! – le rispose Seiya abbracciandola forte.
- Spero tanto che continuerai a pensarlo anche quando avrai lei davanti – pensò tra sé Fabiola, dando voce alla sua più grande paura.
 
Usagi si guardò intorno per controllare che tutto fosse in ordine: era molto agitata per quella cena, che poteva anche portare alla rottura definitiva dei suoi rapporti con Seiya, interrotti per un lungo tempo.
Con un sospiro, andò a raddrizzare un bicchiere che in definitiva non aveva bisogno di essere sistemato, ma serviva a lei per sciogliere un po’ la tensione.
Il suono del campanello alla porta la fece sobbalzare, sintomo della sua tensione effettivamente alle stelle. Usagi alzò lo sguardo verso l’orologio: - 19.30 spaccate: puntuale come la solito! – pensò con un sorriso tenero, per poi andare ad aprire.
- Ciao Mamo-chan… grazie per essere venuto in orario… ho proprio bisogno di un appoggio morale… sono molto, molto nervosa – gli disse facendo entrare in casa l’amico.
- Non ti preoccupare: vedrai che andrà tutto bene – le disse lui con un dolce sorriso, dandole un bacio sulla guancia.
Come entrò in casa, l’uomo fu accolto da un piccolo fulmine biondo che gli si lanciò contro gridando: - Mamoru, ci sei anche tu! Lo sai che stasera abbiamo ospiti a cena? Sono un vecchio amico di scuola della mamma e la sua fidanzata!
- Ehi, scricciolo… vieni qui e dammi un bacio grosso grosso – disse Mamoru prendendo in braccio la bambina, che non si fece pregare due volte e glielo diede abbracciandolo forte, facendo sorridere Usagi con dolcezza mista a un velo di tristezza: Mamoru era la figura maschile che sua figlia conosceva meglio, e questo fatto non mancava mai di farla sentire in colpa nei confronti della bambina.
- Dai Akiko… lascia stare Mamoru, da brava: fra mezz’ora arriveranno i nostri ospiti e tu non ti sei ancora vestita… corri subito a prepararti signorina, marsch!
La bambina corse subito nella sua camera a vestirsi come le aveva detto la madre.
Usagi si voltò verso Mamoru e gli disse con un sorriso: - E’ sempre più vivace ogni giorno che passa… scusa per il fatto che ti ha assalito in quel modo…
- Ma stai scherzando, spero!? Tua figlia è adorabile ed a me fa un enorme piacere quando mi dimostra affetto proprio come ha fatto prima – le rispose Mamoru per rassicurarla.
Il tempo passò piuttosto velocemente e presto arrivarono le 20.00. Con la stessa puntualità osservata da Mamoru poco prima, il campanello della porta d’ingresso suonò, annunciando l’arrivo degli ospiti.
Tirando su le spalle e facendo un grosso respiro per cercare di calmarsi, Bunny disse: - Ecco… ci siamo!
- Vedrai che andrà tutto bene – la rassicurò Mamoru.
Lei lo guardò, annuì con la testa ed andò ad aprire la porta.
 

 

________________

 
Eccomi qua con un altro capitolo… cosa ne pensate? E così si è scoperto che Usagi ha una figlia… chissà cosa succederà adesso… aspetto con ansia i vostri commenti!
La canzone inserita in questo capitolo è “Tu mi porti su” di Giorgia, di cui non ho nessun diritto.
Il nome che ho dato alla figlia di Usagi, Akiko, significa “figlia della luna”: mi è sembrato carino il collegamento. ^___^
Un bacione a tutte quante!
Shelly

 

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Capitolo 4
*** Il segreto di Usagi ***


Capitolo 4   -   Il segreto di Usagi
 
 
Mentre si recava verso l’entrata per accogliere i suoi ospiti, Usagi sentiva il cuore che le batteva all’impazzata nel petto per l’agitazione al solo pensiero di quello che, molto probabilmente, sarebbe successo di lì a poco.
- Speriamo che stasera vada tutto bene e che non succeda nulla di tragico… – pensò preoccupata, mentre apriva la porta con le mani che le tremavano leggermente.
Sulla soglia apparvero Seiya e Fabiola che le sorridevano altrettanto imbarazzati.
- Ciao… ehm… siete arrivati in perfetto orario… prego accomodatevi pure – disse Usagi sempre più agitata, facendo entrare i suoi ospiti, mentre Mamoru le indirizzava un piccolo sorriso di incoraggiamento.
- Testolina buffa… ti abbiamo portato un dolce e una bottiglia di vino: spero che nel corso degli anni tu non abbia cambiato i gusti perché è una torta al cioccolato – disse Seiya nel tentativo di stemperare quell’atmosfera pesante che si stava creando.
- No… i miei gusti sono rimasti gli stessi di allora… grazie: siete stati molto gentili… non dovevate disturbarvi – disse la ragazza, prendendo tra le sue mani il dolce per portarlo in cucina, mentre diceva: - Vi ricordate di Mamoru, vero?
- Certo! Piacere di rivederti… - disse Seiya con un sorriso, stringendogli amichevolmente la mano; gesto ricambiato prontamente dall’altro, subito seguito a ruota da Fabiola, la quale ripeté il gesto del fidanzato accompagnato da un caldo sorriso.
Proprio in quel momento la porta che collegava la zona giorno alla zona notte si aprì, facendo apparire una bambina bionda di circa cinque anni.
Seiya e Fabiola rimasero sorpresi da quella apparizione. Arrivando a capire alla perfezione la sua identità, il ragazzo disse scherzando: - Testolina buffa… non mi avevi detto che nel frattempo eri diventata mamma! – facendo in questo modo gelare sul posto Usagi, la quale si trovava ancora in cucina a sistemare la cena che avrebbe servito di lì a poco.
Immediatamente uscì dalla stanza, proprio nel momento in cui la bambina alzava su quelle persone a lei sconosciute i suoi occhi dal colore e dalla forma inconfondibile, shoccando completamente i due ospiti.
L’aria si raffreddò all’istante, mentre la bambina, completamente ignara di quello che stava accadendo attorno a lei in quel momento, si rivolse a Seiya e gli chiese innocentemente: - Tu sei l’amico della mia mamma?
Seiya continuava a fissare la bambina come se si trovasse in un altro mondo; poi, ritornando subito in sé, le rispose con voce roca: - Sì… sono un amico della tua mamma.
Sentendosi come se stesse camminando sulle spine, Usagi lanciò uno sguardo a Mamoru in cerca d’aiuto, messaggio che l’uomo comprese immediatamente e subito attirò l’attenzione della bambina dicendo: - Scricciolo… mi fai vedere la tua collezione di bambole delle guerriere Sailor? Me lo avevi promesso, ma alla fine non me le hai mai mostrate…
La bambina, distratta dalla richiesta di Mamoru, lo prese per mano e lo portò verso la sua stanza, mentre Usagi rivolgeva all’amico un sorriso di ringraziamento per l’aiuto che le stava dando in quel momento.
Non appena i due furono usciti dalla stanza, Seiya si rivolse verso Usagi e le disse in tono freddo: - Mi sembra che hai qualcosa da dirmi… o sbaglio forse?
Usagi cercò di temporeggiare e gli rispose: - E cos’è che dovrei dirti, scusa?
- Usagi… non scherzare con me! – le disse aggressivo il ragazzo, alzando leggermente il tono di voce. – Quella bambina… tua figlia… è l’esatta fusione fisica di me e te… credo proprio che a questo punto tu mi debba delle spiegazioni…
A questo punto la biondina iniziò ad arrabbiarsi seriamente e, lanciando fulmini con gli occhi, gli gridò contro: - Mi dici cosa pretendi adesso, eh? Sei sparito dalla mia vita improvvisamente… ti ho mandato messaggi su messaggi che non hanno mai ricevuto una sola risposta. Quando ho scoperto di essere rimasta incinta durante quella notte… l’unica notte in cui siamo stati insieme… dopo la quale, ti ricordo, mi avevi scongiurato di dimenticare tutto per non rovinare la nostra “splendida” amicizia… ero sola, completamente sola… i miei genitori non hanno accettato la cosa e mi hanno mandata via di casa… le mie “care” amiche mi hanno girato le spalle… e il padre del bambino che aspettavo era sparito all’improvviso! Ero disperata e non sapevo da che parte picchiare la testa… se non avessi conosciuto Mamoru in quel periodo, molto probabilmente avrei fatto un gesto di cui mi sarei pentita per il resto della mia vita! E tu adesso vieni qui a pretendere, e solo perché CASUALMENTE hai scoperto di avere una figlia? Seiya… sai dove ti dico di andare in questo momento?
Seiya rimase shoccato per la confessione della ragazza e, a bassa voce, disse: - Ho avuto un incidente con la moto… ho picchiato la testa e sono stato in coma per due settimane… poi c’è stato tutto il periodo della riabilitazione… sono rimasto in ospedale per due mesi ed i tuoi messaggi, che dici di avermi mandato, non li ho mai ricevuti.
- Coma? Incidente? – chiese Usagi inizialmente spiazzata, per poi essere travolta da una rabbia che racchiudeva cinque anni di risentimento e gli gridò addosso: - Ehi… ma per chi mi hai presa? Credi che io sia rimasta la ragazzina ingenua che sono stata anni fa? Guarda che non abbocco Seiya… dovresti inventarti una storia più credibile.
A quel punto Fabiola, la quale era stata in silenzio per tutto questo tempo completamente shoccata per la scoperta appena fatta, decise di intervenire in difesa del suo fidanzato e disse: - Ehi… modera i termini stupida oca starnazzante! Quella dell’incidente è la pura verità: Seiya ha faticato a riprendersi e ha passato giorni davvero difficili, dove ha anche avuto molte ricadute, con anche delle perdite di coscienza improvvise che hanno fatto temere ad un danno permanente…
- Quella che dovrebbe moderare i termini credo proprio che sia tu, invece – la interruppe una voce dura come il marmo dietro di lei.
Voltandosi, i tre ragazzi videro Mamoru ritto davanti alla porta che guardava scuro in volto i due ospiti.
- Forse Usagi doveva dirti subito di questo non appena ti ha rivisto l’altro giorno, ma ti assicuro che in quel periodo ha veramente mosso mari e monti nel tentativo di rintracciarti, ma senza successo… sembravi sparito nel nulla. E alla fine lei ha rinunciato, convinta che voi due non vi sareste mai più rivisti… - disse Mamoru rivolto a Seiya.
- Io avevo il diritto di sapere di avere una figlia – continuò cocciuto Seiya. – Usagi comunque non si è comportata bene…
- Tu non hai la benché minima idea di quello che lei ha dovuto passare in quel periodo, quindi sei pregato di chiudere il becco – gli rispose secco Mamoru.
- Non finisce qui… Usagi, non sto scherzando: io ho dei diritti su quella bambina e li farò valere, ci puoi contare – le disse Seiya in tono di minaccia.
A questo punto un forte odio prese a crescere dentro Usagi: potevano toccarle tutto, ma non sua figlia. Con un gesto repentino, gli tirò uno schiaffo in piena faccia, per poi gridargli: - Non osare toccare mia figlia, altrimenti non ti servirà nasconderti in Capo al mondo per sfuggire da me… e adesso fuori tutti e due da casa mia – gridò, facendo seguire le sue parole ai fatti e aprendo la porta in chiaro invito ad andarsene.
Seiya e Fabiola le passarono davanti in silenzio guardandola in tono vagamente accusatorio, per poi sparire dalla sua vista.
Più per sfogare la rabbia che sentiva dentro che altro, Usagi sbatté la porta alle loro spalle, per poi scoppiare in un pianto nervoso.
Subito Mamoru accorse da lei abbracciandola stretta per cercare di confortarla.
- Stai calma Usako… vedrai che non potrà fare niente per toglierti Akiko… le sue sono soltanto minacce prive di fondamento. Sei sempre stata una madre esemplare e chiunque può dichiararlo – le disse, mentre le accarezzava la schiena nel tentativo di calmarla.
- Mamo… non posso pensare che possa riuscire nel suo intento… se mi dovesse portare via mia figlia io… io… - disse con voce rotta dal pianto.
- Shhhh… vedrai che non sarà così… ricordati che io ci sarò sempre al tuo fianco, e farò di tutto per impedire che ti venga strappata tua figlia – la confortò, continuando ad accarezzarle la schiena con gesti lenti e rassicuranti.
Dopo qualche minuto Usagi parve calmarsi leggermente e si staccò dall’abbraccio dell’amico per guardarlo fisso negli occhi e ringraziarlo per l’appoggio che, come sempre, lui non le aveva fatto mancare.
Il suo, però, fu un gesto che il ragazzo non aveva previsto, perciò non aveva fatto in tempo a nasconderle lo sguardo pieno d’amore e tenerezza che le stava rivolgendo in quel momento. Usagi interpretò bene la sua espressione e fu percorsa da mille brividi lungo la schiena. Immediatamente si accorse delle labbra di Mamoru così vicine alle sue… una tentazione alla quale questa volta non seppe resistere: annullando in un lampo la breve distanza che li separava, gli chiuse la bocca con la propria, cogliendolo completamente alla sprovvista.
Il primo istinto di Mamoru fu quello di approfondire il contatto, ma aveva desiderato tanto quel bacio e voleva che lei fosse completamente lucida in quel momento. Mettendole quindi le mani sulle spalle, le disse: - Usa… aspetta: in questo momento sei troppo sconvolta per capire quello che stai facendo… non vorrei che dopo te ne dovessi pentire…
Il rifiuto di Mamoru fu per Usagi come un pugno ricevuto in pieno stomaco: presa dalla vergogna, si allontanò di scatto da lui e gli disse tenendo gli occhi bassi: - Scusami… non volevo essere inopportuna…
- Usa… guardami per favore! – le disse in tono imperativo; quando lei finalmente si decise ad alzare lo sguardo, lui continuò in tono più dolce: - Non c’era cosa che avrei desiderato di più prima che ricambiare il tuo bacio, però ho paura che poi tu te ne possa pentire…
- Pensi che il mio sia stato soltanto un capriccio, vero? Beh… non è così… è da tempo che mi sento attratta da te in un certo modo, solo che prima di oggi non te l’ho mai detto perché non riuscivo a trovare il coraggio necessario per buttarmi un’altra volta in una relazione, mentre adesso…
Mamoru la bloccò immediatamente, chiudendole le labbra con le dita, per poi sospirare, scompigliandosi i capelli: - Usako ascolta… lo sai benissimo cosa sento per te, perché non ne ho mai fatto un mistero… e sai anche il profondo affetto che provo per tua figlia… però in questo momento confesso che stento a credere alle tue parole: più che altro mi sembra di essere un rimpiazzo, ecco, qualcuno che ti può far dimenticare quello che è appena accaduto con Seiya.
- Ma non è così! – protestò Usagi, cercando di fargli capire come si sentisse in realtà.
Mamoru però fu irremovibile e le rispose: - Penso che tu adesso credi veramente in quello che dici… però ho paura che quando tornerai calma tu possa pentirti di quello che hai fatto… ne riparleremo meglio quando ti sarai un po’ calmata, va bene? – le disse con tenerezza, accarezzandole una guancia.
Ad Usagi non restò altro che annuire in silenzio, sconfitta.
- Va bene… allora vado a fare addormentare Akiko… - gli disse in tono mesto, senza guardarlo negli occhi.
Mamoru provò dolore nel vederla così triste, però sapeva di avere fatto la cosa giusta, per il bene di entrambi.
- Non ti preoccupare per la bambina: si è già addormentata da un pezzo. Mi stava facendo vedere le sue bambole, quando all’improvviso non l’ho sentita più e l’ho vista che dormiva stesa nel suo letto… l’agitazione per stasera deve averla affaticata più di quello che sembrava…
- Povera piccola… non mi ero nemmeno accorta di averla stressata così tanto… - disse Usagi con tristezza.
In silenzio Mamoru le mise una mano su una spalla e le disse: - Andrà tutto bene, vedrai… non sei sola… io ci sarò sempre… adesso però vado… è meglio così, credimi – le disse, interpretando giustamente lo sguardo della ragazza. – Ma domani mattina ne riparleremo meglio, con più tranquillità.
Usagi annuì e lo accompagnò alla porta: - Grazie Mamoru… e scusa per poco fa… - gli disse ancora un po’ in imbarazzo.
Lui non le rispose, limitandosi a lanciarle uno sguardo che le fece accelerare i battiti del cuore, per poi chinarsi su di lei e sfiorarle la guancia con un bacio.
- Ci vediamo domani – le disse dolce, guardandola dritta negli occhi, raddrizzandosi soltanto quando lei acconsentì con un piccolo sorriso.
Quando chiuse la porta alle spalle di Mamoru, Usagi vi si appoggiò contro, sospirando, e sfiorandosi le labbra con le dita: - Non posso credere che finalmente ho trovato il coraggio di lasciarmi andare con Mamoru e che lui, invece, non creda al fatto che io fossi sincera… - poi fece vagare il suo sguardo lungo la sala da pranzo, dove la tavola era ancora apparecchiata di tutto punto e pensò: - Chissà cosa succederà adesso… Seiya attiverà davvero i suoi propositi di portarmi via Akiko? E se davvero dovesse riuscirci… come farò io senza la mia bambina? – si chiese, mentre una lacrima solitaria le scendeva lungo la guancia.
 
Yaten e Clara si trovavano nella loro stanza: erano soli in casa perché anche Taiki ed Elisa erano appena usciti per andare al cinema.
La ragazza si stava spazzolando i suoi capelli castani quando all’improvviso l’argenteo le arrivò da dietro abbracciandola per la vita e baciandole una spalla, provocandole in questo modo tanti brividi lungo la schiena.
Appoggiando la spazzola sul tavolino lì vicino, si voltò verso di lui circondandogli il collo con le braccia, per poi catturargli le labbra con un bacio che man mano si fece sempre più profondo.
Yaten fece scorrere lentamente le sue mani sul corpo di lei, mentre Clara lentamente gli sbottonava la camicia, lasciandolo in breve tempo a torso nudo e iniziando ad accarezzargli i pettorali scolpiti.
All’improvviso i due ragazzi furono interrotti dalla porta d’ingresso che veniva sbattuta e dalla voce alterata di Fabiola. Mettendo fine a malincuore al bacio, si guardarono in silenzio per un lungo momento, fino a quando Clara decise di rompere il ghiaccio dicendo: - Cosa sarà successo? Non ho mai sentito Fabiola urlare in quel modo… non con Seiya, per lo meno…
Sospirando rassegnato, Yaten le rispose: - Ho capito: forse è meglio andare a vedere cosa è successo… - e, dicendo così, aprì la porta della stanza.
 
Fabiola era furibonda. Per tutto il viaggio di ritorno, aveva mantenuto un atteggiamento glaciale, evitando accuratamente di guardare Seiya, altrimenti lo avrebbe sicuramente ammazzato. Il moro, però, la conosceva molto bene, e continuava a voltarsi per guardarla preoccupato.
Non appena furono dentro casa, Seiya tentò di abbracciarla, ma lei lo scansò in malo modo allontanandosi.
Il ragazzo la guardò come un cucciolo bastonato e tentò di dire: - Fabi…
Ma Fabiola era arrivata al limite di sopportazione, perciò sbottò, gridando: - Abbi almeno la compiacenza di stare zitto, Seiya! Ti rendi conto di quello che mi hai fatto? Mi avevi assicurato… giurato… che tu ed Usagi eravate stati soltanto amici... che tra voi non era mai successo nulla… e adesso vengo a scoprire questa novità!
- Ma è stata soltanto una notte… e per me non ha avuto nessuna importanza, te lo giuro! – le rispose lui disperato.
- Una notte di troppo per i miei gusti! E dimmi… cos'altro dovrei scoprire sul tuo conto Seiya? Perché a me questo sembra già tanto! Hai una figlia, Seiya! Una figlia, capito? Con quella... quella... non ci sono parole per definirla... – e dopo aver preso fiato, lo guardò dritto negli occhi e gli disse: - Mi dispiace Seiya, ma tra noi due finisce qui! Forse sarei passata sopra al fatto che hai una figlia con lei e ti sarei stata anche vicina se mi avessi detto la verità su voi due… ma in questo modo hai distrutto completamente la mia fiducia in te ed io non posso essere la fidanzata di un uomo di cui non mi fido!
Yaten e Clara guardavano sconvolti prima l’uno e poi l’altra: dov’erano mentre il mondo si capovolgeva? Cos’è che aveva appena detto Fabiola? Seiya aveva una figlia con Usagi?
Capendosi immediatamente con uno sguardo, i due ragazzi decisero di agire e Clara andò da Fabiola, mentre Yaten pensò al fratello.
- Vieni tesoro… adesso hai bisogno di calmarti un po’… - e , abbracciandole le spalle, l’accompagnò verso la stanza che, fino a poco prima, l’amica divideva con quello che era il suo fidanzato.
Nel frattempo Yaten si avvicinò al fratello e gli disse: - Cos’è questa storia? Come fai tu ad avere una figlia insieme ad Usagi?
Ancora sconvolto per la scoperta di essere diventato padre, nonché del fatto che la sua ragazza lo avesse appena lasciato per non essere stato capace di dirle la verità, Seiya si passò una mano tra i capelli e si sedette di getto sul divano che si trovava lì vicino.
- E’ un casino, Yaten… si è trattato soltanto di una notte, poco prima che noi partissimo per l’Italia: eravamo usciti noi due da soli e avevamo alzato entrambi un po’ troppo il gomito… ed è successo. Quando però siamo tornati sobri, avevamo deciso di comune accordo di fare finta che non fosse accaduto nulla. Poi noi tre siamo partiti e stop… e adesso vengo a sapere che, da quell’unica notte, Usagi era rimasta incinta…
- Tu quindi non sapevi dell’esistenza di questa bambina? – gli chiese Yaten indagatore.
- E come facevo a saperlo, me lo spieghi? Ti ricordo che io ho avuto quell’incidente che mi aveva fatto rimanere in ospedale per mesi e in quel periodo lei è sparita dalla circolazione…
Yaten prese a camminare in circolo per la stanza pensieroso, per poi fermarsi e chiedere al fratello: - E adesso cosa intendi fare?
- Non voglio perdere Fabiola… lo sai quanto tengo a lei… - gli rispose mesto Seiya.
- Non sto parlando di lei! – lo rimproverò secco l’argenteo. – Anche se poi dovrai sistemare tutto questo casino con quella povera ragazza… io intendevo con tua figlia… cosa vuoi fare?
- Non lo so… da una parte vorrei buttarmela alle spalle… ma dall’altra provo un profondo odio nei confronti di Usagi per avermi tenuto all’oscuro per tutto questo tempo del fatto che fossi diventato padre … - gli rispose Seiya.
- Hai pensato che, se dimostrassimo che Usagi ti ha tenuto deliberatamente all’oscuro dell’esistenza della bambina, potremmo farle passare dei guai seri? – gli rivelò Yaten, completamente calato nel suo ruolo di avvocato.
Seiya guardò per un attimo il fratello e pensò tra sé: - Ma è proprio questo quello che voglio? Dichiarare guerra a quella che era la mia migliore amica e che ora è la madre di mia figlia? Testolina buffa… cosa c’è successo?
 

 

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Ciao a tutte!
Eccomi qui con un nuovo capitolo di questa storia. Vi confesso che scriverlo è stato molto difficile per me, essendo ricco di emozioni, sia positive ma, soprattutto, negative. Spero comunque di aver fatto un lavoro decente… lascio a voi l’ardua sentenza! ^____^
Un bacione
Shelly

 

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Capitolo 5
*** La decisione di Fabiola ***


Prima che iniziate a leggere questo capitolo, voglio avvisare chi sta seguendo questa storia sin dall’inizio, che - per motivi personali - il personaggio di Valentina è stato sostituito da quello di Clara.
Vi auguro buona lettura. Ci ritroveremo a fine capitolo. ^____^
 

 

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Capitolo 5   -   La decisione di Fabiola
 
 
Non appena le due ragazze entrarono nella stanza da letto, Clara affrontò immediatamente il discorso con la sua amica: - Allora? Mi spieghi cos’è questa storia di Seiya che avrebbe una figlia con Usagi?
- E’ un disastro, Clara… un vero e proprio disastro – le rispose l’altra andando a sedersi sul letto, mentre una lacrima iniziava a scenderle lungo la guancia. – Seiya mi aveva assicurato che tra lui ed Usagi non era mai accaduto nulla… che si era trattato soltanto di un’amicizia molto forte… ed invece all’improvviso scopro che sono stati a letto insieme! Lui sostiene che si è trattato soltanto di una notte e che è stato qualcosa di poco conto, ma per quanto mi riguarda c’è stata una notte di troppo.
- Fabi… lo sai quanto ti voglio bene e sarò sempre dalla tua parte… ma non ti sembra di essere un po’ troppo dura con lui? Insomma… capisco che sia difficile da digerire la notizia che il tuo fidanzato abbia una figlia con un’altra, ma infondo si è trattato di un episodio accaduto prima che voi due vi conosceste… e poi, da quello che ho capito, lui non sapeva niente dell’esistenza di questa bambina… - le disse l’amica, cercando di farla ragionare.
- Non si tratta della bambina, Clara: anche se con difficoltà, sarei riuscita ad accettare la sua esistenza se solo Seiya mi avesse raccontato la verità… ed è questo il fatto che mi ha fatta infuriare: che lui non mi abbia raccontato la verità! Sai quanto sia importante per me la sincerità in un rapporto, e adesso io non sarei più capace di fidarmi di lui… tutte le volte starei lì a chiedermi se in quel preciso momento mi sta nascondendo qualcosa…
Clara guardò la sua amica con espressione piena di tenerezza, provando nel frattempo una morsa al cuore nel vederla soffrire in quel modo: con un gesto improvviso, andò da lei e l’abbracciò stretta, cercando di farle capire il più possibile il suo affetto e la sua solidarietà; capendo alla perfezione le intenzioni dell’altra, Fabiola ricambiò l’abbraccio e, finalmente, si lasciò andare in un pianto liberatorio.
 
La porta di casa si aprì, facendo entrare Elisa e Taiki di ritorno dalla loro serata al cinema.
Non appena furono all’interno dell’appartamento, guardarono alquanto stupiti Seiya e Yaten, i quali si trovavano seduti sul divano e le cui espressioni con promettevano nulla di buono.
- Si può sapere cosa è successo qui dentro? E dove sono Fabiola e Clara? – chiese Elisa preoccupata.
I due ragazzi la guardarono in silenzio e l’espressione colpevole di Seiya le fece gelare il sangue nelle vene.
- Allora… vi decidete a parlare, oppure devo essere costretta a tirarvi fuori le parole con la forza? – chiese Elisa in tono piuttosto brusco.
- Ecco… la verità è che stasera ho scoperto qualcosa di cui ero totalmente all’oscuro e Fabiola non l’ha presa molto bene… - disse Seiya girando intorno alla cosa.
- Seiya Kou smettila di fare certi giochetti con me e vai dritto al sodo: si può sapere cosa hai scoperto stasera? E perché Fabi non l’ha presa bene? – chiese Elisa con le mani sui fianchi in atteggiamento bellicoso, fulminandolo nel frattempo con lo sguardo.
Seiya non le rispose, mantenendo lo sguardo basso verso il pavimento, di conseguenza decise di rispondere per lui il fratello: - Seiya ha appena scoperto che Usagi ha avuto una figlia da lui e Fabiola lo ho lasciato in tronco – disse Yaten a bruciapelo.
- Co… cosa? Ma non è possibile… insomma… - ma lo sguardo colpevole di Seiya disse più di mille parole, perciò la ragazza lo aggredì dicendo: - Ci sei andato a letto? Eppure avevi giurato a Fabi che tra di voi non era successo niente… come hai potuto mentirle in questo modo?
- E’ stato soltanto una volta ed eravamo entrambi ubriachi… ti giuro che io non ne sapevo niente… della bambina, intendo… se lo avessi saputo, sicuramente ne avrei parlato con lei…
- Sai dove ti puoi mettere i tuoi giuramenti, Seiya? – gli rispose la ragazza, incenerendolo con lo sguardo. – Possibile che non ti rendi conto del male che le hai fatto? Adesso lei dov’è?
- E’ nella nostra stanza… o almeno, quella che fino a un’ora fa lo era… si è chiusa dentro insieme a Clara e non è più uscita da lì…
Senza aspettare che lui finisse la frase, Elisa si precipitò verso il punto da lui indicato, lasciando da soli i tre fratelli.
Nella frenesia del momento, nessuno si era accorto che Taiki era stato zitto per tutto il tempo ed era impallidito in modo preoccupante.
 
Un lieve bussare alla porta distolse momentaneamente Fabiola e Clara dai loro discorsi.
- E adesso chi sarà? – sbuffò Fabiola arrivata ormai al limite di sopportazione per quella giornata. – Giuro che se è Seiya che mi vuole parlare per cercare di farmi “ragionare”, è la volta buona che gli spacco la faccia! – esclamò irritata.
Clara guardò l’amica a metà tra il divertimento e la preoccupazione: da una parte la faceva sorridere il fatto che Fabiola parlasse in quel modo riferita a Seiya, fatto del tutto inusuale per lei, ma dall’altra era molto preoccupata per l’amica… conosceva alla perfezione l’amore profondo che Fabiola provava per il fidanzato, e aveva davvero paura che da questa batosta difficilmente si sarebbe rialzata.
- Disturbo per caso? Posso entrare? – chiese Elisa, facendo capolino dalla porta.
Valutando le espressioni delle altre due, la ragazza si affrettò ad entrare nella stanza chiudendosi la porta alle spalle e, rivolta a Fabiola disse: - Ehi Love… si può sapere cosa è successo? Io e Taiki siamo tornati a casa e abbiamo trovato Seiya e Yaten seduti sul divano con una faccia da funerale… e mi hanno accennato a una figlia che Seiya avrebbe avuto con Usagi… si stanno sbagliando, vero?
Alle parole dell’amica, Fabiola emise un urlo di frustrazione che fece sobbalzare per lo spavento le ragazze che si trovavano con lei nella stanza.
- Quel traditore… falso… ipocrita! Mi aveva giurato che con lei non c’era stato niente… e invece spunta fuori una figlia! – urlò la mora, mentre calde lacrime le scorrevano lungo le guance.
Le due ragazze erano completamente ammutolite, non sapendo cosa dirle per cercare di farla calmare: entrambe dentro di loro sapevano che l’accaduto era stato un vero shock per l’amica, e difficilmente lei avrebbe accettato la cosa con tranquillità.
- Adesso cosa hai intenzione di fare? – le chiese Elisa con tono di voce molto basso. – Voglio dire… con Seiya e la bambina.
- Seiya con me ha chiuso definitivamente! Come ho detto a Clara, la sincerità in un rapporto per me è basilare, e Seiya non è stato per niente sincero con me. Se mi avesse detto sin dall’inizio della sua nottata brava con Usagi, molto probabilmente all’inizio non l’avrei presa bene, rosa dalla mia proverbiale gelosia, però alla fine sarei venuta a patti con la cosa e l’avrei accettata… e sicuramente anche la notizia della nascita di questa bambina l’avrei presa in modo del tutto diverso, standogli vicino e sostenendolo al meglio… ma così, adesso mi viene da domandare cos’altro mi abbia nascosto del suo passato…
- Ma cosa farai? – intervenne Clara. – Rimarrai qui con il rischio di incontrarlo ogni minuto?
- Certo che no! Io tornerò il prima possibile in Italia: non voglio rimanere in questo posto un minuto più del necessario! – esclamò convinta Fabiola.
- Ma dove andrai? Il nostro appartamento lo abbiamo affittato in vista del nostro viaggio in Giappone, ti ricordi? – le chiese Elisa sconcertata: non era da Fabiola fare colpi di testa, ma a quanto pareva lo shock subito aveva minato in qualche modo il suo senso della responsabilità.
- Telefonerò ad Elena e chiederò aiuto a lei… - rispose subito Fabiola.
- Elena? Intendi la tua amica storica? – le chiese Clara curiosa.
- Sì… io e lei siamo come sorelle e sono sicura che non mi negherà un aiuto, nonostante suo marito sia molto amico di Seiya… - le rispose Fabiola cocciuta.
Clara ed Elisa si guardarono per un momento negli occhi, convinte che la loro amica stesse uscendo fuori di senno.
Captando il loro sguardo ed interpretandolo alla perfezione, Fabiola si innervosì ancora di più, ma per non rischiare di finire con il litigare anche con le sue amiche, disse loro: - Adesso vi dispiace lasciarmi un attimo da sola? Ho bisogno di pensare…
Sentendosi letteralmente messe alla porta da lei, le due ragazze uscirono in silenzio, lasciandola finalmente da sola.
Non appena le sue amiche se ne furono andate, Fabiola prese subito in mano il suo cellulare e compose un numero che sapeva perfettamente a memoria.
Il destinatario della telefonata rispose dopo due squilli esordendo: - Era ora che ti facessi sentire… stavo cominciando a pensare di dover mobilitare l’ambasciata italiana in Giappone per avere tue notizie!
- Ciao Elena… scusami… hai perfettamente ragione: il fatto è che non appena siamo arrivati qui abbiamo dovuto cercarci una sistemazione, poi Seiya ha incontrato delle sue vecchie conoscenze e il tempo è volato senza che me ne accorgessi… - le rispose Fabiola contrita.
Dall’altra parte del telefono, Elena captò immediatamente che qualcosa non andava, interpretando alla perfezione il tono di voce dell’amica, perciò le chiese: - Fabi… tutto ok lì in Giappone, vero?
- No… non va per niente bene, invece – le rispose l’altra, sentendo un grosso nodo in gola.
- Cosa è successo? Non dirmi che hai conosciuto la famosa Usagi e ti sei fatta prendere dalla gelosia come al tuo solito… - la rimproverò bonariamente l’altra.
- Sì alla prima domanda… ni alla seconda… comunque c’è dell’altro… - le rispose con voce flebile Fabiola.
- E cosa ci sarà d’altro? Non dirmi che lì in Giappone hai scoperto qualche scheletro nell’armadio di Seiya di cui non avresti mai immaginato l’esistenza… - scherzò Elena, convinta che quella opzione fosse del tutto inesatta: conosceva bene Seiya e sapeva quanto amasse la sua amica… per di più aveva anche conquistato l’amicizia di Davide, suo marito, il che voleva dire che era sicuramente persona della massima fiducia. Il silenzio però che accompagnò la sua battuta fece preoccupare non poco la ragazza, la quale disse: - Fabi… sei ancora lì? Fabi… dai… guarda che se non parli attivo immediatamente il teletrasporto e in mezzo minuto sono lì in Giappone!
Quest’ultima battuta, così tipica di Elena, fece sorridere per un breve attimo Fabiola, la quale alla fine si decise a rivelare tutto all’amica: - Seiya ha una figlia insieme ad Usagi – disse tutto d’un fiato.
Questa volta fu il turno per Elena di rimanere in silenzio. Quando finalmente si decise a parlare, disse: - Deve esserci qualche interferenza sulla linea telefonica… perché ho appena sentito una cosa assurda… e cioè che Seiya è diventato padre di una bambina e che la madre non sei tu…
- Non c’è nessuna interferenza telefonica e tu hai capito benissimo: Seiya ha avuto una figlia con Usagi – ripetè Fabiola seria.
- Ma ne sei sicura? Voglio dire… vi conosco entrambi e so quanto Seiya sia pazzo di te… - le disse Elena, non riuscendo proprio a capacitarsi del fatto che tutto questo fosse realtà.
- L’ho vista con i miei occhi, Elena: d’aspetto è tutta sua madre, ma ha gli occhi e il sorriso di Seiya… non possono esserci errori! – le confermò Fabiola.
Dopo un altro breve momento di silenzio, Elena si decise a parlare nuovamente: - Ok… allora sappiamo che Seiya ha avuto una figlia con Usagi… ma la mia domanda è: tu cosa pensi di fare?
- L’ho lasciato in tronco… tu mi conosci bene: sai quanto non sopporto la falsità in un rapporto… non riuscirei più a guardarlo negli occhi… - cercò di giustificarsi Fabiola, convinta che anche Elena volesse farla tornare sui suoi passi come avevano fatto le altre poco prima, ma non fu così: la ragazza conosceva meglio di chiunque altro l’amica, perciò si limitò a chiederle: - E dove andrai adesso? Io non posso stare con il pensiero di te là da sola in Giappone… con di più questo macigno enorme nel cuore.
Fabiola sentì un moto d’affetto per l’amica in quel momento e le disse: - Stai tranquilla: non ho nessuna intenzione di rimanere qui un minuto di più… ed è anche per questo che ti ho telefonato: io e le altre abbiamo affittato il nostro appartamento in vista di questo viaggio nipponico, e non so dove andare a dormire… non è che mi prenoteresti una stanza d’albergo?
- Ma dico… stai scherzando? Tu mi dici di avere il cuore a pezzi, che non puoi tornare a casa tua perché l’hai data in affitto, e pretendi che io ti manda in albergo? E no signorina: tu torni in Italia e vieni a stare a casa mia fino a quando ti sentirai pronta a riprendere in mano la tua vita!
- No Elena… sei gentile, ma non posso accettare: cosa direbbe poi Davide a vedermi arrivare così all’improvviso? – le ripose, non volendo che l’amica litigasse con il marito a causa sua.
- Tu non ti preoccupare, che a lui ci penso io… e poi, conoscendolo, sono certa che non appena avrà saputo la verità sulla tua permanenza a casa nostra, amicizia o non amicizia, vorrà prendere Seiya per il collo a causa di quello che ti ha fatto – la rassicurò Elena, per poi aggiungere in tono più leggero: – Oppure… prendi la scusa di Davide, ma in realtà hai il terrore del mio “feroce” cane da guardia? – le chiese in tono malizioso.
- Ah… beh… sì, certo… la tua temibile “belva” mette davvero paura… se non mi ricordo male, l’ultima volta che sono venuta a trovarti è bastata una fetta di prosciutto per farla venire ai miei piedi – scherzò Fabiola.
- Una fetta di prosciutto e una grattatina sulla pancia… - ridacchiò Elena, per poi continuare: – Allora… cosa hai deciso? Vieni? E guarda che non ammetto un rifiuto…
- Visto che mi lasci la scelta, sì… verrò a casa tua… grazie – le rispose Fabiola in tono sarcastico.
- Perfetto! Non vedo l’ora che tu sia qui… - le disse euforica l’altra.
- Grazie… adesso prenoto l’aereo e poi ti farò sapere l’orario del mio arrivo – le rispose la ragazza.
E dopo essersi scambiate qualche altra battuta, le due amiche misero fine alla loro conversazione.
Appoggiando il cellulare sul tavolo lì vicino, Fabiola si lasciò andare a un sorriso tenero: Elena era sicuramente l’antidoto migliore per il suo cuore ferito… non vedeva l’ora di raggiungere l’amica per farsi avvolgere dal suo affetto.
 
Quella notte diverse persone faticarono a prendere sonno: Fabiola pensava al suo amore da favola che si era frantumato all’improvviso, lasciando soltanto dei cocci che difficilmente si sarebbero ricomposti. In un’altra stanza poco lontana, Seiya continuava a rigirarsi sul divano che gli faceva da giaciglio per quella notte, e ripensava al fatto di essere diventato del tutto inaspettatamente padre, ma più di tutto si riprometteva di parlare con Fabiola non appena la ragazza si sarebbe fatta vedere la mattina successiva… doveva assolutamente chiarire con lei… non poteva permettersi di perderla in questo modo.
In un’altra parte della città, infine, Usagi era stesa girata sul fianco e osservava la sua bambina che dormiva pacificamente ignara di tutto: non riuscendo ad addormentarsi, era andata nella stanza della figlia e l’aveva prelevata per portarsela nel letto con lei e cercare conforto nel tiepido calore del suo corpicino. Per lei sua figlia era la persona più importante al mondo e non sapeva cosa avrebbe fatto se Seiya fosse riuscito nel suo intento, portandogliela via. Una lacrima dispettosa prese a scenderle lungo la guancia: se solo ci fosse stato Mamoru in quel momento… si sarebbe fatta avvolgere nel suo forte abbraccio e dal suo amore. Immediatamente tornò con il pensiero al bacio che gli aveva dato quella sera e che lui aveva rifiutato, convinto che per lei non avesse molta importanza.
- Ti farò capire quanto tu sia importante per me… e dopo non avrai più dubbi sul fatto che, anch’io, sono innamorata di te – e, con questa promessa nel cuore, finalmente si addormentò.
 

 

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Ciao a tutte!
Eccomi qua con un nuovo capitolo!
Come avete potuto appurare leggendolo, sono entrata anch’io nella storia… o meglio, per ora è comparsa soltanto la mia voce… questo è dipeso da un’espressa richiesta della vera Fabiola, la quale ha voluto che anch’io comparissi accanto a lei nella storia. Vi anticipo che mi descriverò alla perfezione, perciò mi conoscerete per quello che sono nella realtà… per ora avete scoperto che mio marito si chiama Davide e che Shelly non è altri che la mia dolce cagnolina, che per una fetta di prosciutto farebbe di tutto! ^____^
Adesso lascio lo spazio a voi: aspetto con ansia le vostre recensioni!
Un abbraccio
Shelly

 

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Capitolo 6
*** Stessa mattina, ma a chilometri di distanza ***


Piccola premessa prima che iniziate a leggere. In questo capitolo salterò spesso da una coppia all’altra: per rendere più comprensibile il testo, metterò * * * all’inizio di ogni cambiamento di scena.
Auguro a tutte buona lettura. Ci rivedremo a fine capitolo.
 

 

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Capitolo 6   -   Stessa mattina, ma a chilometri di distanza
 
 
L’orologio segnalava le 6.00 di mattina quando la porta della stanza di Fabiola si aprì lentamente e la ragazza uscì da essa cercando di fare il meno rumore possibile, trascinandosi dietro la valigia strapiena dei suoi effetti personali.
Procedendo molto lentamente, si avviò verso la porta d’ingresso. Nel fare ciò, passò davanti alla porta del salotto dove in quel momento Seiya stava dormendo e si fermò per un breve momento con lo sguardo molto triste; poi, con un sospiro, riprese il suo cammino fino all’entrata e, prima di uscire, si voltò indietro, abbracciando con lo sguardo tutto l’ambiente, per poi uscire definitivamente da quell’appartamento.
 

 

* * *

 
Il campanello che suonava insistentemente alla porta d’ingresso fece sobbalzare Usagi dal letto.
Il suo primo istinto fu quello di guardare la figlia per vedere se si fosse svegliata, ma la bambina continuava a dormire pacificamente: quando dormiva in quel modo, neanche le cannonate avrebbero svegliato Akiko.
Rassettando le coperte alla bambina, la quale in quel momento era sdraiata a pancia in giù e con la bocca leggermente aperta, si alzò controvoglia, sbuffando in direzione dello scocciatore inopportuno che l’aveva svegliata.
Non appena aprì la porta di casa, si trovò davanti Mamoru che, bello come il sole, le scoccò un sorriso smagliante, facendole vedere al contempo un sacchetto contenente delle brioches calde.
A quella vista Usagi fu presa da due emozioni contrastanti: sul principio il suo cuore prese a battere all’impazzata nel trovarsi davanti il ragazzo, mentre allo stesso tempo valutò lo stato disastroso con cui si era presentata alla porta, capelli completamente spettinati e una vestaglia appoggiata alla bell’e meglio sulla camicia da notte e che aveva visto giorni migliori, maledicendo il fatto di non essersi data una sistemata prima.
- Come fa Mamoru ad essere sempre così perfetto anche alle prime luci dell’alba? – pensò mentalmente un po’ stizzita, dicendo invece: - Mamo-chan… cosa ci fai qui a quest’ora? – gli chiese curiosa, facendosi nel frattempo da parte per farlo entrare in casa.
Passandole accanto, il ragazzo le sfiorò un braccio con luna mano, provocando in lei dei brividi lungo la schiena, che però stette ben attenta a non farli trasparire esternamente: quello non era il momento giusto per affrontare con lui quell’argomento, rimanendo però con la decisione di farlo prima o poi.
Nel frattempo Mamoru rispose alla sua domanda dicendo: - Stanotte ho pensato a quello che è accaduto ieri sera, perciò ho deciso che la soluzione migliore per te è parlare con Motoki.
- Motoki? – gli chiese confusamente lei, non riuscendo a capire dove volesse andare a parare il ragazzo.
- Sì Motoki… il mio amico avvocato, ricordi che te ne avevo parlato? Lui potrebbe spiegarti quali sono i tuoi diritti dal punto di vista legale, e di conseguenza poi saprai come rispondere alle varie richieste che Seiya ti farà circa Akiko…
- Ma io non conosco questo tuo amico… non mi posso di certo presentare così all’improvviso a casa sua e pretendere che mi aiuti, ti pare? – protestò Usagi.
- Non ti preoccupare: gli ho già parlato e ci aspetta alla sua casa al mare… è per questo che sono qui a quest’ora… se partiamo subito, in un paio d’ore dovremmo essere lì.
- Ma la bambina sta ancora dormendo… mi dispiace svegliarla presto anche la domenica… - protestò nuovamente Usagi, interrotta però dalla porta che si aprì proprio in quel momento facendo comparire la bambina che strofinava con le manine gli occhi ancora pieni di sonno.
- Mamma… mi sono svegliata e non ti ho trovata… - poi, vedendo con chi stava parlando la donna, cacciò un urlo di gioia e si fiondò tra le braccia dell’uomo. – Ciao Mamoru!
- Ehi scricciolo! Allora… ti va di fare una gita al mare oggi? – chiese alla bambina prendendola in braccio.
- Sìììì!!!! – urlò Akiko felice.
- Visto? Anche tua figlia è d’accordo con me sul fatto che la scelta migliore è andare da Motoki – disse Mamoru rivolto ad Usagi con uno strano luccichio negli occhi che fece venire le farfalle nella pancia alla ragazza.
Cercando più che altro di darsi un contegno e non far trapelare troppo il suo turbamento, la ragazza si rivolse alla figlia e le disse in tono falsamente severo: - Allora se vuoi andare al mare, signorina, vai subito in cucina a mangiare la tua colazione e poi potrai metterti il costume…
La bambina non se lo fece ripetere due volte e corse dove la madre le aveva detto, lasciando Usagi e Mamoru momentaneamente da soli.
La biondina guardò l’amico con espressione piena di riconoscenza e, avvicinandosi a lui, gli mise la fronte sulla spalla dicendogli nel contempo: - Grazie… se non ci fossi tu non so proprio come farei… - guadagnandosi un abbraccio da parte dell’uomo, che le fece immediatamente accelerare i battiti del cuore. Alzando la testa, Usagi fece scontrare i suoi occhi azzurri con quelli blu di lui e, dopo un momento che parve interminabile, avvicinarono le teste, facendo sfiorare in questo modo le loro labbra.
Ma il momento magico durò poco, perché dalla cucina Akiko gridò: - Mamma! Io sono qui pronta, ma tu quando arrivi a prepararmi la colazione?
Sospirando lievemente a causa dell’interruzione della figlia, Usagi guardò Mamoru, il quale le rivolse un piccolo sorriso tenero; poi, insieme, si diressero verso la cucina.
 

 

* * *

 
Quella mattina Seiya si svegliò pieno di energia e pronto ad affrontare Fabiola e chiarirsi finalmente con lei.
Con un sorriso stampato sul viso, nonostante dentro di sé si sentisse molto agitato, Seiya varcò la soglia della cucina trovando seduti attorno al tavolo i suoi fratelli con Elisa e Clara, ma di Fabiola non c’era nemmeno l’ombra.
Immediatamente il sorriso scemò dal viso del ragazzo e guardando uno per uno gli occupanti della stanza con sguardo preoccupato, disse: - Sapete dov’è Fabiola? Ho assolutamente bisogno di parlarle…
Nessuno rispose alla sua domanda, ma Clara ed Elisa si guardarono in volto con espressione molto seria.
Il ragazzo captò immediatamente quello scambio di sguardi e, interpretandoli alla perfezione, le affrontò dicendo: - Voi due sapete dove è andata, non è vero? Ditemelo immediatamente!
- Con che diritto vieni qui a darci ordini, Seiya? Dovresti soltanto stare zitto tu, dopo il casino che hai combinato! – lo rimproverò Clara, fulminandolo con lo sguardo.
- Clara… fammi il piacere e stai zitta! Anche perché a nessuno interessa il tuo parere in questo momento: dimmi soltanto dov’è Fabiola e poi chiudi il becco! – le disse in tono brusco Seiya.
- Ehi… vediamo di calmare i toni, ok? – intervenne Yaten in difesa della sua fidanzata, guardando storto il fratello.
- Calmatevi un po’ tutti quanti qui dentro – disse Elisa, per poi rivolgersi a Seiya e dirgli in tono di sfida: - Vuoi sapere dove è andata Fabi? Ti accontento subito: è partita per tornare in Italia.
Il moro si freddò all’istante sul posto, cercando di convincersi di aver capito male: - In Italia?... Ma non è possibile: voi avete affittato l’appartamento… - per poi bloccarsi e dire: - Elena… è andata da lei, non è vero? – e, al segno affermativo delle due ragazze, si passò una mano tra i capelli e continuò: - C’era da aspettarselo… a che ora aveva l’aereo? Magari riusciamo a fermarla in tempo…
- Mi dispiace Seiya… ma questo noi non lo sappiamo – gli rispose Clara, tornata calma di colpo alla vista dell’espressione abbattuta dell’amico/cognato. – Ad un certo punto ieri sera è voluta rimanere da sola, e penso che l’aereo lo abbia prenotato in quel momento, perciò io ed Elisa non siamo a conoscenza del suo orario di partenza.
- Provo a chiamarla sul cellulare… magari riesco a fermarla in tempo – disse speranzoso lui, correndo in camera sua e tornando subito dopo con il telefono in mano e il numero di Fabiola già digitato. – No… ha il telefono spento… - disse subito dopo, lanciando il suo cellulare sul tavolo.
Yaten diede in silenzio una pacca sulle spalle al fratello in segno di sostegno morale: nessuno sapeva cosa dirgli in quel momento per sollevarlo un po’ di morale.
- Io le vado dietro – esclamò all’improvviso Seiya, facendo sobbalzare gli altri.
- Dove vai? Ma sei impazzito? – gli chiese Yaten sorpreso: quella storia stava diventando ridicola, con il fratello e Fabiola che si rincorrevano da un continente all’altro.
- Io non permetterò che la nostra storia finisca in questo modo… sono stato chiaro Yaten? – disse Seiya con uno sguardo che fece indietreggiare d’istinto il fratello.
- Va bene… va bene… però non scaldarti in questo modo! La mia era soltanto un’opinione personale – disse l’argenteo, cercando di farlo calmare.
- Un’opinione non richiesta, quindi di troppo – gli ribatté Seiya secco, per poi continuare: - Devo assolutamente trovare il primo volo per l’Italia… - e, detto questo, si allontanò, lasciando gli altri a guardarsi preoccupati.
 

 

* * *

 
- E questo è quanto: pensi che Usagi riuscirà ad evitare che il padre della bambina gliela porti via? – chiese Mamoru all’amico.
Erano giunti a casa di Motoki circa una mezz’oretta prima e Makoto, la moglie del biondo, aveva subito attirato Akiko con la promessa di mille giochi per permettere a loro di parlare con tranquillità.
Motoki camminava avanti e indietro per la stanza concentrato nei suoi pensieri, mettendo in agitazione Usagi. Dopo circa cinque minuti, l’uomo finalmente si fermò e disse: - Nel vedere com’è tranquilla e felice la bambina, non c’è da mettere in dubbio che Usagi sia una buona madre… il problema non è tanto questo, quanto che il padre non è stato avvertito della nascita della bambina…
- Ma io l’ho avvertito non appena ho scoperto di essere incinta! – replicò Usagi disperata. – O meglio… gli ho mandato innumerevoli messaggi, ma lui non mi ha mai risposto…
- Usako… a dir la verità Seiya ieri sera ha sostenuto di non aver mai ricevuto quei messaggi… - precisò Mamoru, convinto che in quel momento bisognava essere il più precisi possibili per sbrogliare quella matassa.
- Dunque… se ho capito bene: Usagi sostiene di aver tempestato di messaggi il padre della bambina e di non aver mai ricevuto da lui nessuna risposta, mentre lui dice che quei messaggi non li ha mai ricevuti, giusto? - chiese Motoki, e ad un cenno affermativo di entrambi disse: - Voi due non avete mai pensato all’ipotesi che entrambi abbiate ragione? – chiese il biondo all’improvviso.
- In che senso? Non riesco a capire… – disse Usagi perplessa.
- Vedi Usagi, io sono convinto che tu dica la verità quando sostieni di aver mandato quei messaggi per avvertire il padre di tua figlia, ma sto iniziando a pensare che anche lui non stia mentendo quando sostiene di non averli mai ricevuti… non avete mai pensato al fatto che, forse, qualcuno potrebbe aver fatto in modo che quei messaggi sparissero senza che il ragazzo li avesse mai visti? – chiese Motoki guardando prima l’uno e poi l’altra.
- Io però li ho mandati direttamente sul suo cellulare e sulla sua casella di posta elettronica, di conseguenza Seiya avrebbe dovuto riceverli di sicuro – insistette testarda la ragazza.
- Non è detto – la interruppe all’improvviso Mamoru serio. – Ti ricordi che ieri Seiya ha accennato ad un incidente ed a un suo periodo di degenza in ospedale? E se quei messaggi fossero arrivati esattamente in quel periodo e qualcun altro li ha ricevuti al posto suo?
- Sì… ma chi? Gli unici che eventualmente hanno accesso al cellulare e alla casella di posta elettronica di Seiya sono i suoi fratelli… - e, detto questo, la ragazza sbarrò gli occhi presa da un’idea improvvisa.
- Ti è venuto in mente qualcosa, vero? – chiese Motoki soddisfatto che la sua teoria si stesse rivelando esatta.
Usagi si limitò ad annuire con la testa e a dirgli: - Ai suoi fratelli non sono mai piaciuta un granché, e di questo non ne ho mai capito il motivo, visto che a loro non ho mai fatto niente di male… penso… anzi, credo… che potrebbe essere stato uno di loro due a farli sparire… se non addirittura entrambi.
I due ragazzi la guardarono soddisfatti per aver trovato una possibile risposta a quell’enigma, ma la biondina non si unì a loro, completamente persa nei suoi pensieri.
- Se quello che è venuto fuori questa mattina è esatto, io ho sempre incolpato Seiya per qualcosa di cui non ha la minima colpa, tenendolo così lontano da sua figlia per tutto questo tempo… come ho potuto essere così stupida? Eppure lo conoscevo meglio di chiunque altro: non dovevo arrendermi e continuare a insistere per avere una sua risposta. E adesso cosa succederà? Sicuramente lui in questo momento mi starà odiando nello stesso modo in cui io l’ho odiato in tutti questi anni… riusceremo mai a tornare quelli di una volta? – chiese temendo fortemente per il futuro.
 

 

* * *

 
L’aeroporto di Malpensa era gremito di gente che partivano o tornavano a casa.
Dopo aver recuperato il suo bagaglio, Fabiola si fece largo tra la folla guardando insistentemente a destra ed a sinistra, cercando con lo sguardo la sua amica, ma di Elena non si vedeva nemmeno l’ombra.
- Ma dove si sarà cacciata? Se fosse in ritardo sono sicura che mi avrebbe mandato un messaggio sul cellulare… - pensava, mentre nello stesso tempo continuava a guardarsi intorno.
All’improvviso una figura seduta su una panchina attirò la sua completa attenzione: incamminandosi lentamente verso di lei, ostentò un’espressione falsamente indifferente per poi dire, una volta giunta a destinazione: - Sempre con il naso sui libri, vero Elena? Mai una volta che ti becco a sfogliare una rivista scandalistica… sempre con quei mattoni da 3750 pagine in mano!
- Sei sempre la solita esagerata! E poi questo non è un “mattone”: è un romanzo giallo molto avvincente e tu, come al solito, mi hai interrotta sul più bello… - la rimbeccò l’altra, tirandole fuori la lingua.
- Non so proprio come fa a sopportarti quel sant’uomo di tuo marito! – le rispose Fabiola guardando in alto con espressione fintamente esasperata. – Davide ne deve avere di pazienza… io al suo posto sarei già scappata a gambe levate.
- E invece lui non scappa perché sa che non troverà mai una donna come me che lo sopporta in ogni sua paturnia! – sbuffò la bionda, per poi alzarsi e dirle: - Dai… ti perdono tutte le cattiverie perché so che in questo momento hai la testa altrove – rivolgendole un sorriso dolce, seguito da un abbraccio colmo di affetto.
Quello fu il colpo di grazia per Fabiola, la quale finalmente sfogò tutto il suo dolore tra le braccia dell’amica.
 

 

______________________

 
Ed eccomi qua con un nuovo capitolo… cosa ne pensate? E’ un po’ triste, ve lo concedo, però da qui si è scoperto un indizio molto importante: i messaggi che Usagi ha mandato a Seiya, e che lui dice di non aver mai ricevuto, sono stati fatti sparire veramente dai fratelli del ragazzo? Per saperlo non vi resta che continuare a seguire questa storia! ^____^
Aspetto con ansia i vostri commenti, per me preziosi per scoprire se questa storia sta piacendo.
Un abbraccio
Shelly

 

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Capitolo 7
*** La svolta ***


Capitolo 7   -   La svolta
 
 
“E questo è tutto” disse Fabiola rivolta all’amica dopo averle confidato gli ultimi avvenimenti tra lei e Seiya.
Come se tra loro due ci fosse stato un tacito accordo, non avevano affrontato l’argomento per tutto il tragitto fino alla casa di Elena, ma non appena varcarono la soglia – accolte da una festosa Shelly, che metteva il suo musino nelle borse di entrambe in cerca di qualche leccornia – la biondina l’affrontò, volendo sapere tutto per filo e per segno.
Fabiola le raccontò tutto stando seduta sul divano in pelle nera che troneggiava la piccola sala dell’appartamento, mentre Shelly – percepito lo stato d’animo della ragazza – le mise il suo musino sulla gamba in segno di solidarietà, lasciandola completamente spiazzata da quel gesto di sensibilità canina, molto differente da quello delle persone.
“Sei di una dolcezza infinita” le disse con un sorriso, accarezzandole la testa.
“Sì… effettivamente Shelly è davvero una cagnolina speciale” le rispose Elena guardando il suo cane con sguardo pieno di affetto, per poi spostare la sua attenzione sull’amica e chiederle: “Cosa hai intenzione di fare? Con Seiya, intendo…”
“Tra noi due è finita definitivamente!” le rispose l’altra in tono deciso. “Lo sai quanto sia importante per me la sincerità in un rapporto, e Seiya non lo è stato per niente con me!”
“Tanto sono certa – conoscendolo - che lui verrà qui a cercarti: gli do tempo due giorni al massimo, e vedrai che lui sarà qui!” le disse Elena con un sorriso, facendo venire un tuffo al cuore a Fabiola, la quale si sforzò di essere indifferente alla cosa e le rispose, distogliendo però gli occhi dall’amica: “Se – e sottolineo se – verrà, io non lo voglio nemmeno vedere!”
“Sì sì… quando lo vedrò ci crederò!” la prese in giro la biondina. “Voi due siete stati inseparabili sin dal giorno in cui vi siete conosciuti… non credo proprio che riuscirete a stare lontani l’uno dall’altro per troppo tempo…”
“Questa volta è diverso, Elena… c’è una figlia di mezzo e il fantasma di Usagi che è tornato prepotente tra noi…” le rispose Fabiola.
A questo punto Elena divenne di colpo seria e le disse: “Non lasciare che la gelosia abbia il sopravvento su di te: ti conosco Faby… so che tu agisci in modo istintivo su tutto per poi pentirtene… non voglio che anche questa volta sia così…”
A questo punto Fabiola cambiò repentinamente discorso e chiese all’amica: “Adesso tu cosa fai? Scommetto che devi andare a lavorare… mi dispiace di averti fatto perdere delle ore di lavoro a causa del mio arrivo improvviso…”
“No mia cara…” le rispose Elena. “Ho preso qualche giorno di ferie per poterti stare vicina al meglio”.
A questa dichiarazione, Fabiola sgranò gli occhi e le chiese: “Hai preso delle ferie? Tu che vai a lavorare anche con la febbre alta? E perché, scusa?”
“Perché una mia carissima amica in questo momento ha bisogno di me, e quindi il lavoro può aspettare” le rispose Elena secca. “Comunque… tu cosa vuoi fare? Sei stanca per il viaggio? Ti vuoi riposare?”
“No… per il momento non sono stanca e l’ultima cosa che voglio è riposare…” le rispose Fabiola.
“Bene… allora so io cosa ti ci vuole in questo momento…” le rispose la biondina con uno strano scintillio negli occhi. “Ti porto dalla mia amica Licia per farti coccolare un po’… trattamento viso completo e una bella messinpiega… ti va bene?”
“Non c’è niente da fare: tu mi conosci troppo bene e sai sempre cosa di cui ho bisogno!” le rispose ridacchiando Fabiola.
“Perché ti voglio bene tesoro!” le rispose di rimando l’altra.
 
“Ecco qua… adesso lasciamo agire la maschera per circa un quarto d’ora e poi passiamo ai capelli, va bene tesoro?” le disse Licia con un sorriso affettuoso.
Fabiola si limitò ad annuire con la testa, essendo impedita a parlare dalla maschera per il viso che Licia, l’amica di Elena, le aveva appena applicato.
Quando erano arrivate in quel salone di bellezza, Elena aveva chiesto espressamente di Licia, la quale l’aveva immediatamente presa sotto la sua ala protettrice quando la biondina – con grande disappunto di Fabiola – le aveva spiegato a grandi linee quello che le era successo.
La ragazza - un tipino minuto tutto pepe, con lunghissimi capelli scuri e grandi occhi verdi – però le era risultata subito molto simpatica, perciò decise di sorvolare sulla lingua lunga di Elena.
Quando le due amiche furono lasciate sole nella cabina, Elena all’improvviso ruppe il silenzio e disse: “Lo so che ti ha dato fastidio che raccontassi a Licia la tua situazione, ma credimi: l’ho fatto per il tuo bene. Conosco Licia e so che è molto sensibile alle sofferenze di cuore… di conseguenza, le ho raccontato la tua storia affinché lei si dedicasse a te nel migliore dei modi”.
Improvvisamente Fabiola sentì un moto d’affetto per l’amica: come aveva potuto solo pensare che lei le avesse fatto un torto simile? Eppure la conosceva bene e doveva sapere che non l’avrebbe tradita mai…
 
Le due amiche passarono un paio d’ore in quel salone di bellezza e alla fine il risultato fu stupefacente: Fabiola aveva la pelle del viso fresca e levigata e i capelli avevano cambiato completamente forma e colore grazie a un taglio azzeccato e a delle sapienti mechés color rosso ciliegia.
“Sai cosa ci vorrebbe per te, tesoro? Una bella serata allo “Zero” per dimenticare tutti i tuoi dispiaceri e divertirti…” le disse Licia poco prima che le due ragazze si congedassero da lei.
“Giusto… dobbiamo andare allo “Zero”! Hai avuto una grandissima idea, Licia! Facciamo stasera? Sì sì… dai… anzi… vuoi unirti a noi?” le propose Elena entusiasta.
“E cosa sarebbe questo “Zero”?” chiese un po’ preoccupata Fabiola all’amica.
“Una discoteca all’aperto in funzione soltanto nei periodi caldi… e guarda caso ha da poco aperto i battenti per la stagione” le spiegò Elena con un sorriso.
“Una discoteca? E da quando tu e Davide frequentate le discoteche, scusa?” le chiese dubbiosa Fabiola.
“Da mai in effetti” le rispose Elena ridacchiando. “Però stasera Davide non sarà dei nostri: sarò una serata di sole donne! Dai… bello bello… da quando sono sposata non ho più fatto cose così… sempre e solo uscite con altre coppie!”
“Ma… io non so se sia il caso…” disse reticente Fabiola, facendo un po’ di resistenza.
“E dai Faby… non fare troppo la difficile!” protestò Elena. “E poi te l’ho detto: faresti un favore anche a me, visto che è una vita che non esco sola con le amiche…”
“E va bene… andiamo in questa discoteca!” concesse Fabiola. “Ma guarda che non voglio problemi con il tuo Davide: se dovesse protestare, io gli darò man forte!”
“Vedrai che Davide non avrà nulla da dire al riguardo” le rispose sicura Elena, pensando mentalmente che il suo uomo sicuramente sarebbe stato solidale con lei nell’idea che Fabiola avesse bisogno – in quel momento – di tutta la distrazione possibile per non pensare al suo dolore.
 

 

* * *

 
Dopo aver parlato a lungo con Motoki, Usagi e Mamoru si recarono alla spiaggia per vedere cosa stesse facendo Akiko e per liberare anche Makoto dall’incombenza di dover badare a lei. Con loro enorme sorpresa, però, sia la donna che la bambina protestarono per l’interruzione e ad Usagi non restò che permettere alla figlia di seguire la sua nuova amica in casa per aiutarla a preparare il pranzo.
In questo modo la biondina rimase da sola con l’amico e concordemente decisero di fare una passeggiata sulla spiaggia.
Procedettero per un po’ in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri.
Ad un certo punto Usagi provò un grande desiderio di sentire Mamoru vicino in ogni modo possibile e, con un’audacia che non le era abituale, gli afferrò la mano intrecciando le sue dita con quelle di lui.
Mamoru si fermò all’istante, guardando stupito le loro mani intrecciate, per poi guardare la ragazza al suo fianco e dire: “Usako…”
“Shhhh…” gli disse dolcemente lei, mettendogli un dito sulle labbra per zittirlo, provocandogli mille brividi in tutto il corpo. “Lo so cosa stai pensando in questo momento, ma posso dirti che ti stai sbagliando completamente Mamo-chan. Se credi di essere un ripiego, fai un grosso errore, perché non è assolutamente così… io sento qualcosa per te e adesso so che non è semplice amicizia… ti prego, non rifiutarmi anche questa volta…”.
L’uomo rimase in silenzio per un lungo momento a guardarla, poi – come se stesse andando al rallentatore – chinò la testa e posò le sue labbra su quelle della ragazza.
Immediatamente una scossa elettrica li attraversò entrambi, portandoli a stringersi maggiormente all’altro.
Con la lingua, Mamoru iniziò a leccarle le labbra in cerca di accesso in esse; permesso che gli fu accordato immediatamente e presto le loro lingue presero ad accarezzarsi ed intrecciarsi tra loro.
Si staccarono solamente quando entrambi ebbero bisogno di ossigeno per respirare: con il fiato corto si guardarono intensamente negli occhi, sorridendo felici; poi Usagi appoggiò la testa sul petto del ragazzo, ascoltando in questo modo il battito frenetico del suo cuore, mentre lui la stringeva maggiormente a sé.
Rimasero in quella posizione per un lunghissimo momento.
 

 

* * *

 
Le ragazze erano uscite da poco e Davide si era messo seduto comodo sul divano, con accanto Shelly, a guardare la televisione, quando il trillo del campanello alla porta lo fece alzare di scatto.
Con un sorriso stampato sul viso, conoscendo il modo di essere smemorata della moglie, disse: “Che cosa ti sei dimenticata questa volta?” ma il suo sorriso gli morì nell’istante in cui vide la persona ferma sulla porta: “Seiya… cosa ci fai tu qui?” chiese sorpreso.
“Fabiola è venuta qui, vero?” fu l’unica risposta dell’altro.
Conoscendo la vena pettegola dei vicini, Davide si fece da parte per farlo entrare e soltanto quando chiuse la porta lo affrontò dicendogli con voce dura: “Sì Fabiola è venuta qui da noi… mi spieghi adesso cos’è questa storia di te che hai avuto una figlia da Usagi?”
Grattandosi la nuca in chiaro segno di disagio, Seiya gli rispose: “Sì… ecco… io non ne sapevo niente… è stata tutta una sorpresa anche per me…”
“Avevi fatto credere a tutti quanti che Usagi per te era sempre stata soltanto un’amica… ma a quanto pare non è così…” insistette Davide serio.
“E’ stato soltanto per una notte, te lo assicuro… me l’ero anche quasi dimenticato… e l’ho scoperto soltanto per caso dell’esistenza di questa bambina…” gli spiegò Seiya, per poi continuare: “Ma dov’è Fabi?”
“Sono andate allo Zero” disse secco Davide, che in quel momento avrebbe volentieri riempito di pugni l’amico per la sua leggerezza.
“Lo Zero? E che cos’è?” chiese Seiya dubbioso.
“E’ una discoteca all’aperto in funzione soltanto nel periodo estivo…” gli spiegò Davide.
“Portami là” esclamò deciso Seiya.
“Cosa?” gli rispose Davide preso in contropiede.
“Hai capito benissimo: dai… forza…” lo incitò l’altro nervoso.
Brontolando sul fatto che non si poteva rimanere in pace nemmeno un minuto, Davide prese le chiavi della sua auto e si apprestò ad uscire con l’amico.
 

 

* * *

 
L’auto di Mamoru si fermò nel vialetto davanti alla casa di Usagi.
Voltandosi verso il sedile posteriore, la ragazza sorrise dolce nel notare che, durante il viaggio, sua figlia si era addormentata come un sasso.
“Quando dorme sembra davvero un angioletto” sussurrò dolce.
Mamoru si chinò sulla bambina prendendola teneramente in braccio, cercando di non svegliarla, e seguì Usagi dentro casa.
Quando ebbero sistemato la bambina a letto, i due ragazzi si recarono verso il salotto in silenzio e si sedettero vicini sul divano.
Dopo un attimo di silenzio, Mamoru prese una mano della ragazza e iniziò a giocherellare con le sue dita, dicendo poi: “Usako… quello che è successo oggi tra noi…” ma fu interrotto dalla biondina, la quale – voltandosi di scatto verso di lui – gli chiese: “Te ne sei pentito?”
“Questo mai” esclamò lui, per poi continuare: “Solo… ecco… volevo sapere cosa provi tu realmente per me…”
A questa domanda Usagi abbassò per un attimo la testa, immersa nei suoi pensieri, per poi rispondergli: “Per tanto tempo sono rimasta legata al ricordo di Seiya… quando ho fatto l’amore con lui io ne ero pienamente cosciente, e pensavo che anche per lui fosse lo stesso, ma mi sbagliavo… io l’ho amato per tanto tempo fingendomi solo sua amica, mentre per lui ero soltanto questo… un’amica… quella del cuore, forse… ma alla fine solo quello. Poi lui è partito ed io ho scoperto di essere incinta… il resto lo sai benissimo perché lo hai vissuto insieme a me… la verità, Mamo, è che tu non mi sei mai stato indifferente, solo che – vista l’esperienza passata – avevo paura a lasciarmi andare con te”.
“E cosa ti ha fatto cambiare idea così all’improvviso?” le chiese lui serio.
“Il fatto che tu sei sempre stato dolce con me… che sei adorabile con mia figlia… che non mi hai mai fatto pressione alcuna…” poi, dopo aver fatto un grosso respiro, alzò la testa e lo guardò dritto negli occhi dicendogli: “Il mio cuore ha sempre battuto per te, da quando mi hai dato il tuo appoggio per non abortire… allora ero poco più che una ragazzina e per me eri il mio eroe… poi sono cresciuta, ma tu eri sempre lì al mio fianco, l’amico sempre pronto ad aiutarmi e a darmi consigli utili… e ho capito che mi ero innamorata di te, solo che non volevo costringerti a portare il peso di stare con una ragazza-madre”.
“A me non è mai importato Usako… tu lo sai bene: voglio bene a tua figlia come se fosse mia” le disse con occhi sinceri.
“Lo so… e lei ricambia il tuo affetto in pieno, te lo assicuro: tu sei la figura più vicina a un padre che lei abbia mai conosciuto” gli rivelò seria.
“E tu? Tu cosa pensi di me Usagi?” le chiese serio.
“Io ti amo Mamoru” gli disse altrettanto seria lei, sentendo nel frattempo il cuore che le batteva forte nella gabbia toracica.
“Non sai quanto ho aspettato questo momento Usako…” le disse Mamoru con voce piena di emozione. “Anch’io ti amo” e, detto questo, le chiuse le labbra con un bacio che risultò sin da subito molto passionale.
Senza staccarsi da quelle labbra che da tempo sognava, Mamoru la prese in braccio e la portò nella camera da letto, appoggiandola molto delicatamente sul letto.
Per un lungo momento la fissò intensamente in viso, per poi riprendere a baciarla.
In poco tempo i loro vestiti vennero ammucchiati sul pavimento, e quando Mamoru finalmente entrò in lei, ad entrambi sembrò di essere arrivati in Paradiso.
 

 

* * *

 
Le luci della discoteca illuminavano la pista da ballo, mentre una musica assordante fuoriusciva da grandi altoparlanti.
Non appena arrivarono, Seiya e Davide si guardarono immediatamente intorno alla ricerca delle loro donne, ma senza successo.
Erano ancora impegnati nella loro ricerca quando una voce alle loro spalle li fece voltare.
“Allora alla fine sei venuto veramente”
Elena guardava seria quello che era stato il fidanzato della sua migliore amica, senza lasciar trapelare i suoi veri pensieri.
“Fabiola dov’è?” fu l’unica risposta del ragazzo.
Con un cenno del capo, Elena indicò un punto poco più in là, dove Fabiola era seduta a un tavolino con lo sguardo perso nel vuoto.
Seiya fece per dirigersi verso di lei, ma fu bloccato seduta stante da Elena, la quale gli disse in tono lievemente minaccioso: “Sta molto soffrendo per causa tua… perciò se è tua intenzione prenderla ancora in giro, ti invito ad andartene immediatamente”.
“Io non ho preso in giro proprio nessuno!” esclamò Seiya esasperato. “Non lo sapevo della bambina… e per quello che è successo con Usagi in passato, beh… si è trattato soltanto di una volta e per me non ha avuto nessuna importanza… me ne ero quasi dimenticato, figurati…”
A quella risposta Elena lasciò libero il braccio del ragazzo, che finalmente poté dirigersi verso la sua ragazza… o almeno quella che lui considerava tale.
 
Fabiola stava sorseggiando il drink che teneva in mano molto lentamente, mentre la sua mente era occupata da pensieri non propriamente belli.
Ad un certo punto sentì qualcuno alle sue spalle dire: “Finalmente ti ho trovata”
La ragazza sussultò lievemente e pensò: “Sto andando completamente fuori di testa: adesso sento anche la sua voce…”.
Ma non fece in tempo a elaborare completamente questo suo pensiero che le apparve davanti il viso di Seiya, il quale la stava guardando in modo grave.
All’improvviso una forte rabbia si impossessò della ragazza che, buttando in malo modo il bicchiere che teneva in mano sul tavolo, disse: “Si può sapere cosa ci fai tu qui adesso?”
 

 

___________________________________

 
Ciao a tutte!
Eccomi qua con un nuovo aggiornamento di questa storia, dove avete avuto l’occasione di conoscere anche mio marito… ^___^
Allora… Seiya ha raggiunto Fabiola in Italia per chiarirsi con lei e rappacificarsi.
Nel contempo, tra Usagi e Mamoru siamo giunti a una vera svolta nel loro rapporto… come andrà a finire?
Preciso che lo “Zero” esiste davvero ed è una discoteca all’aperto che si trova dalle mie parti e che funziona soltanto nei periodi estivi.
Un bacione a tutte.
Shelly

 

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Capitolo 8
*** Io sarò sempre con te ***


QUANDO IL PASSATO RITORNA
Capitolo 8   -   Io sarò sempre con te

 

 
 
“Si può sapere cosa ci fai qui adesso?” domandò Fabiola con astio, guardando quello che ormai poteva definire a tutti gli effetti il suo ‘ex’ fidanzato.
“Sono venuto per parlare con te… per chiarire…” fu la pronta risposta di Seiya, il quale non si faceva di certo intimorire dall’espressione di lei, decisamente poco amichevole.
“Io non ho niente da dirti, quindi mi sembra chiaro che hai fatto un viaggio per niente e perso il tuo tempo inutilmente, mi spiace” gli ribatté Fabiola, cercando di alzarsi da dove era seduta, prontamente fermata da Seiya, il quale le mise una mano sulla spalla per fermarla.
 Quel gesto ebbe il potere di fare adirare ancora di più la ragazza, che si voltò verso di lui con aria minacciosa e gli disse a denti stretti: “Posso sapere cosa vuoi ancora da me, Seiya? Non ti è bastato quello che hai fatto finora?”
“Ti ho detto che devo parlarti e chiarire questo increscioso incidente…” le rispose lui, iniziando a sua volta ad adirarsi.
“Increscioso incidente, dici? Seiya… qui si sta parlando di una bambina… non di una cavolata qualunque! Che poi ci sarebbe anche da discutere del fatto che mi hai deliberatamente tenuto nascosto che eri andato a letto con Usagi…” gli urlò contro Fabiola, completamente fuori di sé per la rabbia, infischiandosene caldamente che tutti gli avventori del locale potessero assistere al loro litigio.
Sbuffando scocciato, Seiya le rispose: “Ancora con questa storia? Ti ho già detto che è capitato soltanto una volta, e perché entrambi eravamo ubriachi… non te ne ho mai parlato prima perché per me era un fatto di poca importanza…”
Nel sentire quelle parole, Fabiola non ci vide più per la rabbia e la delusione che provava in quel momento e – senza quasi accorgersene – gli diede uno schiaffo in pieno viso.
Seiya rimase stupito da quella mossa della ragazza e la guardò a bocca aperta, accarezzandosi nel frattempo la parte lesa.
“Ma cosa ti è preso, si può sapere?” le chiese indignato.
“Si può sapere cosa è preso a te, invece!” gli sbraitò contro lei. “Dov’è finito il ragazzo dolce di cui mi sono innamorata? Possibile che non ti rendi conto delle assurdità che stai dicendo in questo momento? Mettendo da parte per un attimo il fatto che hai fatto l’amore con Usagi… ti rendi conto che adesso sei padre? E non conta il fatto che tu non ne eri a conoscenza… ora lo sai, ed è tuo dovere di uomo affrontare le tue responsabilità e prenderti cura di quella bambina!”
“E cosa dovrei fare, scusa? Mettermi insieme ad Usagi per il bene di quella bambina che – nostro malgrado – abbiamo avuto insieme? Anche se non provo nulla per lei? Nemmeno un briciolo di quell’amicizia che una volta ci univa? Anche… anche se io amo te?” concluse con un briciolo di voce, mentre gli occhi esprimevano tutto il dolore che lui stava provando in quel momento.
Fabiola lo guardò in silenzio per un lungo momento, per poi dire: “Non ti sto dicendo questo… solo… non puoi fare finta che la bambina non esista… e di conseguenza sarai costretto a frequentare anche Usagi”
“Io vorrei soltanto che noi due tornassimo insieme come prima…” le disse semplicemente lui, sentendosi all’improvviso sconfitto.
“Mi dispiace… ma non sarà più come prima: io… io non posso fare finta di nulla! Quella bambina esiste e non sarò io a tenerla lontana da suo padre” disse, voltando la testa per non fargli vedere le lacrime che stavano scendendo lente lungo le sue guance.
“Faby… io…” disse Seiya, ma una voce alle sue spalle lo interruppe: “Vieni Faby… andiamo a casa… ho già avvertito Licia che noi ce ne andiamo, ma lei preferisce rimanere qui: ha incontrato dei suoi amici e si farà accompagnare da loro” disse Elena seria, abbracciando teneramente le spalle della sua amica e ignorando completamente Seiya. Tuttavia, quando gli passò accanto disse: “Ovviamente io e Davide non ti lasciamo in mezzo a una strada: dormirai sul divano del salotto, ma domani mattina ti voglio fuori da casa mia, intesi?” e, detto questo, le due amiche si allontanarono verso l’uscita del locale, mentre Seiya sentiva il suo cuore rompersi in mille pezzettini.
 

 

* * *

 
Usagi si svegliò di soprassalto con una strana sensazione che proprio non riusciva a comprendere. Quando aprì gli occhi, capì da cosa essa dipendeva: Mamoru non era più lì con lei nel letto.
Presa completamente dal panico, si mise di scatto seduta mentre dentro di sé pensava: “No… non può succedere ancora come nel passato! Allora sono io che ho qualcosa che non va, visto che dopo aver fatto l’amore con me scappano tutti!”
Voltandosi però, si accorse che Mamoru non era ancora andato via, ma in quel momento si stava rivestendo in silenzio.
Coprendosi il seno con il lenzuolo, Usagi sussurrò: “Mamo-chan…”
Nel sentire la sua voce, Mamoru lasciò cadere la maglietta che teneva in mano in quel momento e si voltò verso di lei con un largo sorriso stampato in viso: “Non volevo svegliarti, scusa…” disse, e stava per aggiungere: “Non adesso, per lo meno…”, quando si accorse dell’espressione della ragazza e, interpretandola alla perfezione, si azzittì all’istante. Ignorando la maglietta che stava per indossare poco prima, si avvicinò lentamente al letto, sedendosi sopra e, accarezzandole delicatamente una guancia, le disse: “Che cosa c’è Usako? Con me puoi parlare, lo sai…”
Usagi tenne ostinatamente lo sguardo abbassato dicendo: “Io… ecco… mi vergogno così tanto! Per un attimo… ecco… ho avuto l’impressione di tornare al passato, a quando… sì, insomma… a quando mi ero svegliata e non avevo trovato Seiya… sai cosa intendo…”
Mamoru la guardò per un attimo in silenzio, per poi dire: “Usako… guardami per favore…”, ma lei continuò a tenere lo sguardo basso, di conseguenza lui fu costretto a metterle una mano sotto il mento, facendole alzare molto dolcemente la testa per poterla guardare dritta negli occhi. “Io non mi allontanerò dal tuo fianco nemmeno se tu lo volessi… soprattutto dopo quello che è accaduto tra di noi questa notte… io ti amo Usagi e comunque prima non me ne sarei andato in sordina come hai erroneamente immaginato, ma ti avrei svegliata… beh… alla fine non sono poi così altruista come tu credi: volevo un ultimo bacio dalla mia donna prima di andare a casa. Ma tornerò domani mattina presto – cioè, volevo dire stamattina, considerata l’ora che si è fatta - per fare colazione con te e Akiko, per poi accompagnare a scuola lei e noi due andare al lavoro insieme…”
“Allora perché non rimani qui con me invece di andartene?” gli chiese Usagi, rimanendo comunque molto guardinga.
“Non sai quanto mi costa andarmene adesso… credi che a me non costi fatica andare via? Beh… se lo pensi, sbagli di grosso! E guarda bene: lo faccio unicamente per la piccola… stai certa che se non fosse per lei, adesso sarei lì con te nel letto… e magari ti avrei anche svegliata per fare ancora l’amore…” ridacchiando nel notare il rossore che si diffuse sulle guance della ragazza, segno del suo imbarazzo in quel momento. “Ma dobbiamo stare attenti e procedere per gradi con lei… farla abituare piano piano alla novità…” concluse serio.
A questo punto Usagi finalmente comprese l’atteggiamento del ragazzo e, dopo aver annuito con la testa, gli rivolse finalmente un caloroso sorriso dicendo: “Sì, hai ragione Mamo-chan… come sempre, d’altronde…”
“Ecco… è così che mi piaci” le disse lui, catturandole le labbra con un bacio che si fece subito molto passionale. Staccandosi da lei a fatica, le disse: “E’ meglio che vada… strega ammaliatrice, altrimenti rischio davvero di non rispondere più delle mie azioni” dichiarò, provocando in lei una risatina divertita, mentre il cuore si gonfiava di amore per lui.
Mamoru finì di vestirsi velocemente per poi voltarsi verso di lei e dire: “Ok… io sono pronto… allora vado… ci vediamo fra… tre ore” disse, consultando l’orologio che aveva al polso.
“Sì… aspetta che ti accompagno alla porta” gli rispose Usagi, facendo per scendere dal letto, bloccata prontamente da Mamoru, il quale disse: “Aspetta… ti passo io la camicia da notte. Guarda che non scherzavo prima quando dicevo che rischio di non rispondere delle mie azioni… e non posso immaginare cosa potrebbe succedere se ti vedessi completamente nuda davanti a me…”
Usagi, che in un primo momento era rimasta perplessa dal comportamento del suo fidanzato, si aprì in una risata argentina, mentre dentro di sé pensava che forse – finalmente – anche per lei sarebbe arrivata un po’ di felicità.
 

 

* * *

 
Quando Davide entrò in camera quella sera, trovò la moglie già a letto che lo attendeva.
Mentre si chinava per dare una carezza alla piccola Shelly che dormiva nella sua cesta, le disse: “Pensavo che stessi ancora parlando con Faby… l’ho vista molto scossa prima…”
Come risposta, Elena negò con la testa per poi dire: “Si è chiusa nel più assoluto mutismo e non ne vuole parlare… la conosci, e sai com’è testarda a volte, perciò non ho voluto insistere più di tanto. Sono convinta che quando si sentirà pronta a parlare verrà lei a cercarmi”.
 
Fabiola si voltò per l’ennesima volta nel letto: quella sera sembrava proprio che il sonno non volesse arrivare… e di certo il fatto che Seiya in quel momento stava dormendo sul divano del salotto non aiutava di certo. Per di più le era venuta una gran sete, ma per andare a prendere un bicchiere d’acqua doveva passare per forza per il salotto, il che voleva dire dove lui stava dormendo, e assolutamente non aveva voglia né di vederlo né di parlargli.
“Tutte a me capitano… mai una volta che io possa stare tranquilla!” sbuffò, voltandosi per l’ennesima volta, senza però risolvere un granché.
Dopo altri cinque minuti in cui si girava e rigirava nel letto, l’arsura divenne per lei insopportabile, di conseguenza si alzò con uno sbuffo tirando indietro le lenzuola e decise finalmente di alzarsi.
Cercando di fare il meno rumore possibile, la ragazza aprì piano la porta scorrevole che divideva la zona notte da quella giorno e – quasi in punta di piedi – entrò nella stanza e si diresse decisa verso il mobile che conteneva i bicchieri.
Aveva fatto però pochi passi quando nel buio sentì la voce di Seiya dirle: “Adesso ti fa ribrezzo anche parlare con me, tanto da muoverti in casa come una ladra pur di non incontrarmi?” chiese, per poi mettersi seduto e guardarla.
Presa completamente in contropiede, Fabiola si fermò sul posto, non sapendo bene cosa dire.
Rimasero così per un lungo momento a fissarsi senza dire una parola. Ad un certo la ragazza, non potendone più di tutta quella tensione, decise di abbandonare l’idea di bere e si voltò per tornare nella sua stanza. Ma Seiya fu più veloce di lei e, alzandosi di scatto, la raggiunse con pochi passi e la bloccò afferrandola per un braccio e dicendo con voce supplichevole: “Ti prego Faby… non andartene! Io… io ho bisogno di te per affrontare tutto questo. Da solo non ce la potrò mai fare…”
Fabiola non resistette a quelle parole: da sempre, non gli aveva mai fatto mancare il suo appoggio su ogni cosa, e anche quella volta non fu da meno.
“Devi andare a parlare con Usagi e chiarire una volta per tutte la situazione con lei: anche se ti ha nascosto una questione importante come quella della nascita di vostra figlia, non puoi portargliela via… a prescindere dal fatto che per la bambina sarebbe un trauma difficilmente sopportabile, non si può negare che lei sia una brava madre e con la piccola abbia fatto un ottimo lavoro” disse, senza modificare la sua espressione seria, anche se sapeva che Seiya non l’avrebbe comunque vista, considerato il buio che avvolgeva la stanza.
“Lo so… io quella frase l’ho detta soltanto perché trascinato dalla rabbia, ma non separerei mai una madre dalla propria figlia… non sono così crudele, e tu dovresti conoscermi e saperlo questo” disse Seiya, scoppiando a piangere, rivelando finalmente il dolore che stava provando in quel momento. “Io… io non so cosa fare… sono completamente perso e ho l’impressione che prima o poi annegherò in mezzo a tutto questo”.
Intenerita da quelle lacrime, Fabiola gli rivolse un piccolo sorriso affettuoso e – vinta dalle forti emozioni che stava provando in quel momento – lo abbracciò, facendogli mettere la testa nell’incavo tra la spalla e il collo per consolarlo.
“Vedrai che tutto si sistemerà e andrà a posto… tu però devi promettermi di agire in piena coscienza e di non farti trascinare – come tuo solito – dall’irruenza” gli disse, accarezzandogli lentamente la schiena scossa dai singhiozzi che, piano piano, stavano scemando.
Fabiola sentiva la pelle umida a causa delle lacrime di lui, ma non si scostò, continuando a tenerlo abbracciato a sé, muovendo le mani su e giù lungo la sua schiena in un movimento quasi ipnotico.
Quando finalmente i singhiozzi cessarono, Fabiola si scostò da lui cercando di riprendere in mano la situazione, ma fece i conti senza l’oste, infatti non tenne conto della profonda attrazione e amore che – nonostante tutto – continuava ad esistere tra loro due. Si guardarono per un lungo momento nella penombra, mentre i loro visi – attratti come se fossero due calamite – si avvicinarono lentamente fino a quando le loro labbra si sfiorarono, prima un tocco lieve e leggero, per poi diventare più deciso e passionale. Agendo completamente d’istinto, Fabiola socchiuse la bocca per dargli libero accesso, e quando le loro lingue si incontrarono e intrecciarono furono entrambi percorsi da una scarica elettrica.
Seiya la strinse maggiormente a sé, come se temesse che lei potesse scappare nuovamente da un momento all’altro.
Si separarono soltanto quando entrambi ebbero bisogno di ossigeno per respirare.
Non riuscendo a rimanere separato per troppo tempo da lei, Seiya continuò a tenerla stretta, continuando nel frattempo a baciarle dapprima una guancia, per poi scendere giù lungo il collo fino ad arrivare ad una spalla, lasciando nel frattempo una scia umida lungo il suo percorso che portò la ragazza ad emettere un gemito di piacere incontrollato.
Quella era musica per le orecchie del ragazzo, che a quel suono alzò la testa e la guardò dritta negli occhi – almeno, per quello che gli sembrò essere gli occhi – e le disse con voce roca: “Ho voglia di fare l’amore con te”
Fabiola bevve quelle parole, completamente persa nel suo mondo che all’improvviso era tornato dorato, ma non gli rispose, limitandosi a guardarlo in silenzio, consapevole del fatto che lui già sapesse la sua risposta, visto che la conosceva come le sue tasche.
Con un sospiro, infatti, Seiya l’abbracciò nuovamente stretta al suo petto e, affondando il viso tra i suoi capelli, le disse: “Lo so che non lo faresti mai per paura che Elena e Davide ci potrebbero sentire, però ho voluto soltanto farti sapere quello che provo in questo momento… io ti amo Faby, e il fatto che tu mi avessi lasciato e non volessi più parlarmi mi stava uccidendo poco alla volta”
“Anch’io ti amo Seiya” gli rispose lei, dando finalmente voce a quelle emozioni che provava.
“Rimani con me stanotte, ti prego… senza fare nulla, te lo prometto. Ho soltanto voglia di tenerti stretta a me e sentire il tuo calore” disse Seiya, senza smettere di tenerla abbracciata a sé.
Fabiola annuì, il viso sprofondato contro il petto di lui, completamente rapita dal suono del cuore del ragazzo che batteva contro il suo orecchio.
Separandosi impercettibilmente da lei, non con molta fatica, Seiya la prese per mano e la guidò verso il divano, dove si sdraiò in posizione supina, accogliendo immediatamente lei tra le sue braccia, la quale si accoccolò al suo fianco.
Dopo un attimo di silenzio, in cui entrambi assaporarono totalmente la loro vicinanza, Fabiola ruppe il ghiaccio sussurrando: “Cosa pensi di fare adesso? Con Usagi e la bambina intendo…”
Lui rifletté un attimo su quella domanda e alla fine rispose: “Andrò a parlare con Usagi, cercando di chiarire quello che effettivamente è successo, rassicurandola che non le porterò via la bambina, ma chiedendole di permettermi di conoscerla e di essere una presenza costante per lei d’ora in avanti… devo anche chiarire la questione dei messaggi che Usagi dice di avermi mandato: la conosco… conoscevo… molto bene e non è mai stata una bugiarda. Sono sicuro che quei messaggi lei me li ha davvero mandati… ma dove saranno finiti?”
Fabiola lo ascoltò parlare senza interromperlo nemmeno un attimo e quando lui pronunciò quella frase, lei alzò lo sguardo su di lui e gli disse con un sorriso: “Lo scopriremo insieme”
Seiya ricambiò d’istinto il sorriso di lei e, traendola maggiormente a sé, le disse: “Grazie”.
Finalmente completamente in pace con se stesso, Seiya si lasciò piano piano cadere tra le braccia di Morfeo, seguito a ruota da Fabiola subito dopo.
 

 

* * *

 
Il suono della sveglia posta sul comodino accanto al letto arrivò implacabile quella mattina, come sempre del resto.
Usagi allungò una mano per spegnere quello strumento infernale per poi mettersi supina e fissare il soffitto con espressione assorta, riflettendo su come la sua vita fosse completamente cambiata nel giro di poche ore. Ora lei e Mamoru stavano insieme, erano diventati una coppia, e non sarebbe più stata sola ad affrontare il mondo che la circondava.
All’improvviso il pensiero che lui sarebbe arrivato da un momento all’altro, come promesso, la fece scendere di corsa dal letto per prepararsi.
Si precipitò in bagno per una doccia veloce e lavarsi i denti; mentre si pettinava i lunghi capelli valutò l’idea di truccarsi un pochino, ma decise che era meglio di no: Mamoru l’aveva vista in ogni modo possibile ed immaginabile, anche con un enorme pigiamone di pile una volta che aveva avuto la febbre, e tra loro non c’erano mai stati imbarazzi di sorta… non voleva che ciò accadesse proprio adesso.
Uscendo dalla stanza da bagno, tornò nella sua camera, aprendo immediatamente l’armadio per scegliere un abitino carino e pratico da indossare: va bene non volere cambiare le abitudini che c’erano sempre state tra di loro, ma nello stesso tempo non voleva neanche che lui pensasse di essersi fidanzato con un relitto ambulante.
Una volta pronta, andò verso la cameretta della figlia per svegliarla.
Varcata la soglia, si fermò un attimo, guardando la bambina con espressione colma d’amore profondo, mentre un’angoscia profonda le attanagliava il cuore al pensiero che di lì a poco Seiya avrebbe rovinato tutto, distruggendo quello che lei aveva costruito in quegli anni.
“Sei la mia gioia più grande e non gli permetterò di portarti via da me. Lotterò con le unghie e con i denti per tenerti con me… e adesso mi sento anche più forte, perché non sono più sola in questa battaglia”pensò, avvicinandosi nel frattempo al letto della bambina, per poi sedersi sopra e dire dolcemente: “Ehi cucciola… dai che è ora di alzarsi…”
A quelle parole Akiko prese il cuscino tra le sue piccole braccia e disse: “Ancora cinque minuti mamma, ti prego…”
Usagi sorrise divertita nel notare quanto la figlia le assomigliasse: quante volte lei aveva pronunciato quella stessa frase quando sua mamma andava a svegliarla per andare a scuola?
Scacciando immediatamente dalla testa l’ombra che le offuscò per un attimo la mente a causa di quel pensiero, si alzò e le disse: “Va bene… ma che siano soltanto cinque minuti, non un secondo in più, altrimenti finirai per arrivare tardi a scuola”
Akiko non le rispose neppure, ma Usagi non si era aspettata una risposta da lei in realtà.
Uscendo dalla stanza, andò verso la cucina per preparare la colazione.
 
“Dai forza Akiko: muoviti a bere quel latte, altrimenti spengo subito la televisione, intesi?” la rimproverò severa Usagi, mentre guardava – forse per la milionesima volta – l’orologio appeso alla parete di fronte, domandandosi dove fosse finito Mamoru: in genere era la puntualità fatta persona, ma quel giorno era in clamoroso ritardo.
Immediatamente la paura della sera prima prese a sopraffarla nuovamente, odiandosi subito dopo per quel pensiero: Mamoru le voleva bene, ne era certa, e non l’avrebbe abbandonata al suo destino… loro erano amici, prima di diventare anche amanti, e qualcosa voleva pur dire, no?
Ma una vocina insistente, che lei proprio non riusciva a far tacere, prese a dirle che anche un’altra persona si dichiarava suo amico e poi l’aveva lasciata senza troppi complimenti.
Come se fosse stato evocato dai suoi pensieri, il campanello alla porta prese a suonare. Rassicurata all’istante, e sentendosi anche una completa sciocca per quei pensieri che avevano attanagliato la sua mente, Usagi si diresse verso la porta, non prima però di essersi rivolta alla figlia e dirle con espressione il più possibile minacciosa: “Muoviti a bere quel latte, altrimenti spengo la televisione, capito? E guarda che non sto scherzando!”
Quando aprì la porta di casa, la prima cosa che vide fu il sorriso radioso che le rivolse Mamoru non appena se la trovò davanti.
“Buon giorno” le disse, chinandosi verso di lei e dandole un bacio a stampo sulle labbra.
“Meno male che sei arrivato, Mamo-chan: stamattina non è proprio giornata!” fu la risposta che lei gli dette.
Il ragazzo la guardò con un sopracciglio sollevato come a porle una muta domanda, perciò Usagi si affrettò a spiegargli: “Stamattina Akiko è completamente immersa nel mondo dei sogni e sta impiegando una vita intera a bere una misera tazza di latte mentre guarda i cartoni animati… magari nel vederti si da’ una mossa, visto che per te ha una vera e propria adorazione”
“E da quando le permetti di vedere la televisione mentre mangia?” le chiese lui divertito, entrando finalmente in casa.
“Beh… presto la sua vita sarà completamente stravolta dalla notizia che Seiya è suo padre e chissà da cos’altro ancora, perciò ho pensato che per una volta potevo anche fare uno strappo alla regola” gli disse con espressione vagamente colpevole, facendolo scoppiare a ridere divertito.
Non resistendo oltre, Mamoru l’abbracciò stretta e le sussurrò all’orecchio: “Sei una grande madre, Usako… e non devi temere nulla perché niente e nessuno riuscirà a separarti da tua figlia… comunque adesso vado a vedere cosa posso fare per velocizzare la pigrona” concluse, strizzandole un occhio e avviandosi con passo deciso verso la cucina.
Usagi rimase per un attimo sul posto, sentendosi completamente grata nei confronti di quel ragazzo che le era stato accanto sin da subito, dandole sempre il suo completo sostegno e rispettando i suoi tempi, senza farle pressione alcuna. E alla fine la sua pazienza era stata premiata, perché lei adesso era totalmente e incondizionatamente innamorata di lui.
Finalmente si decise a muoversi ed entrò in cucina proprio nel momento in cui Mamoru stava dicendo a sua figlia: “Ciao Scricciolo! Mi domandavo se qualcuno avesse voglia stamattina di farmi compagnia e mangiare una buona ciambella con me” facendole passare il sacchetto contenente i dolci davanti al naso.
Nel sentire la voce del ragazzo, la bambina distolse la sua attenzione dalla televisione, voltandosi verso di lui.
Usagi si aspettava di vedere la scena che si ripeteva tutte le volte quando Mamoru andava a trovarle, cioè la bambina che gli buttava le braccia al collo e gli riempiva il viso di baci.
Questa volta, però, Akiko ebbe una reazione completamente diversa: non appena mise a fuoco la figura di Mamoru davanti a lei, scoppiò a ridere come una matta.
Usagi e Mamoru si guardarono in faccia perplessi, non riuscendo proprio a capire cosa avesse causato una simile reazione nella bambina.
“Akiko… si può sapere cosa ti è preso adesso?” chiese Usagi, ma l’unica risposta che ottenne fu che la bambina prese a ridere ancora più forte. “O mamma… aiuto… mia figlia ha bisogno di una cura disintossicante!” scherzò, facendo sorridere divertito Mamoru, il quale si rivolse verso la bambina e le chiese: “Ehi piccola… mi spieghi perché ridi?” inginocchiandosi nel frattempo alla sua altezza.
Akiko lo guardò per un attimo, tornando momentaneamente seria, per poi – buttandogli le braccia al collo – e dirgli in un orecchio, ma a tono abbastanza forte da permettere a Usagi di sentire chiaramente: “Io conosco un segreto”
Usagi si sentì gelare sul posto, mentre la paura che sua figlia avesse scoperto la verità su chi fosse suo padre prese a farsi strada nella sua mente.
Mamoru le lanciò un’occhiata come muto avvertimento di stare tranquilla, per poi rivolgersi nuovamente alla bambina e dirle sorridente: “Un segreto? Davvero? Ma lo sai che a me puoi dire tutto…”
In risposta la bambina gli rivolse un largo sorriso e gli disse: “Mamoru, tu sei diventato il fidanzato della mia mamma, vero?”
La reazione di Usagi e Mamoru in quel momento fu la stessa: sbiancarono visibilmente in volto, mentre mentalmente si domandavano cosa avesse visto la bambina per porre una simile domanda.
Riscossosi dopo un attimo, Mamoru si schiarì la voce e chiese: “Ehm… perché mi chiedi questo?”
“Vi ho visti ieri pomeriggio in spiaggia: vi stavate baciando sulla bocca! La mia amica Ayame mi ha detto che se due persone si baciano sulla bocca vuol dire che sono fidanzate!” fu l’innocente spiegazione della bambina, che però continuò dicendo: “A dir la verità mi ha detto che a volte anche le mamme e i papà lo fanno… questo vuol dire che adesso sei il mio papà?”
Mamoru fu sopraffatto dall’emozione in quel momento, ma decise di essere completamente sincero con lei e le rispose: “No piccola… io non potrò mai essere il tuo papà, anche se mi piacerebbe tantissimo, credimi…”
Gli occhi della bambina diventarono improvvisamente lucidi per quella delusione, ma le lacrime non arrivarono mai a bagnarle le guance paffute: cambiando improvvisamente espressione, infatti, divenne seria, sembrando per un attimo molto più grande della sua età. Annuendo, disse: “Va bene, ho capito… però io ti vorrò sempre bene lo stesso” dandogli un bacio sonoro sulla guancia.
Mamoru sentì il cuore gonfiarsi di profondo amore per quella bambina e, abbracciandola stretta, le disse: “Anch’io piccola mia… te ne vorrò sempre, proprio come se fossi davvero mia figlia”
Finalmente soddisfatta, Akiko finì in un battibaleno la sua tazza di latte, mangiando una delle ciambelle portate da Mamoru, per poi correre nella sua stanza e prepararsi per andare a scuola.
Una volta che rimasero soli, Usagi andò ad abbracciare per la vita il ragazzo, appoggiando la sua fronte al petto di lui e dicendo: “Se dovessero riuscire a portarmela via io…”, ma fu prontamente interrotta da Mamoru, il quale le disse: “Non succederà, puoi starne sicura… e se ciò dovesse accadere, ti giuro che lotterò insieme a te per impedirlo”
Leggermente rassicurata da quelle parole, Usagi lo strinse maggiormente mentre un sorriso iniziava ad illuminarle il viso.
 

 

* * *

 
“Sei sicura di non volerti fermare ancora? Adesso che le cose sono state chiarite può fermarsi anche Seiya senza problemi” scherzò Elena.
“Ehi… grazie eh… è sempre piacevole sentirsi apprezzati dagli amici” intervenne Seiya con finto tono risentito.
Le due ragazze però non gli prestarono il dovuto interesse: Fabiola si rivolse all’amica e le disse: “Sì Ele… noi togliamo il disturbo, anche perché abbiamo quella certa questione che tu sai da risolvere…”
La bionda annuì in silenzio, per poi abbracciare forte la sua amica e dire: “Va bene… ma mi mancherai tantissimo!”
“Anche tu… grazie di tutto” le rispose la rossa, per poi staccarsi da lei e rivolgersi al fidanzato ritrovato e chiedergli: “Andiamo?”
Seiya annuì e le rispose: “Sì… è ora di andare”
Un ultimo abbraccio tra le due amiche e poi i due fidanzati andarono via.
Elena li guardò allontanarsi tenendosi abbracciati. Quando furono abbastanza lontani, pensò: “Mi auguro che le cose migliorino… certo che si sono proprio cacciati in un bel pasticcio…”
 

 

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Ciao a tutte!
Eccomi qui ritornata dopo tanto tempo con questa storia, che un pochino avevo abbandonato.
Colgo l’occasione per augurarvi a tutte voi una buona Pasqua in pace e serenità.
Un bacione
Shelly

 

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