'Poisonous snake'

di ShimizuBookman_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In the end. ***
Capitolo 2: *** "Cesare, Please.." ***
Capitolo 3: *** The snake... or the eagle? ***
Capitolo 4: *** ~Lost Dreams ***
Capitolo 5: *** "Poisonous." ***



Capitolo 1
*** In the end. ***


- Dov'è la mela?
Riprese mentre sbattè con violenza la testa dell'Assassina sul muro di granato, facendo tintinnare le catene strette sui suoi polsi.
Xavier sputò per terra del sangue, lasciando nel viso la stessa espressione beffarda di sempre.
- Non te lo dirò mai.
- Dov'è!
L'afferrò per i capelli, dandole un ulteriore botta sulla parete che la lasciò stordita per alcuni istanti, scuotendo la testa per riprendersi.
- Uccidimi, Cesare. So che è quello che vuoi, la tortura non è mai stata la tua prima ambizione..
Digrignò i denti, alzandola e facendola appoggiare al muro, stringendo una mano intorno al suo collo.
- Non sai davvero con chi hai a che fare, Assassina... sai quanti tuoi amici ho ucciso, mh? Quanti ancora ucciderò, dopo che avrò finito con te?
Sputò ai suoi piedi, lasciandosi sfuggire una risatina isterica che ricevette uno schiaffo di lui come risposta, facendole sanguinare le labbra.
- Mi fai proprio pena, Cesare.
Mormorò, riducendo gli occhi a due fessure.
Egli allentò la presa sul suo collo, avvicinando il viso al suo.
- Oh,  pena io? Guarda come sei caduta in basso.. tu, un'assassina fedele al credo ora mia prigioniera..
Quelle parole la fecero appena divincolare, scuotendo con energia i polsi incatenati, venne fermata dalla mano di lui che le tenne stretto il viso.
- Non ti hanno insegnato ad avere un pò di autocontrollo?
- Tsk.
Sputò nuovamente ai suoi piedi, girando il viso di lato e digrignando i denti, rifiutandosi di cedere.
- Se cedessi sarebbe tutto più facile.. te lo dirò un'altra volta, dov'è la.. mela dell'Eden?
- Preferirei morire da fiera combattente, piuttosto che cedere a te. 
- Essia.
Si preparò a sfilare la spada lucente sulle breve fessure che la luna regalava, e Xavier sigillò gli occhi, aspettando che la sua ora venisse.
Ma Cesare Borgia gettò l'arma a terra producendo un suono metallico e stridulo, e incollando le labbra su quelle di lei.
- No!
Mormorò lei decisa, divincolandosi mentre il peso di lui sul proprio divenne insopportabile da respingere, e trovò le sue labbra stranamente calde e dolci, al contrario del proprietario, acido e velenoso come una rosa piena di spine, no.. come una serpe velenosa.
Ricambiò maledicendo il suo nome, verso la persona che odiava, che aveva ucciso così tanti suoi amici e che però ora le stava incollata e oscurava la minuscola figura della ragazza.
Le bloccò i polsi oltre alla testa, rendendo il bacio meno casto. Le lingue cominciarono a danzare in sincronia perfetta e nulla fù udibile al di fuori di quelle mura, eccetto i mugolii di Xavier.

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Capitolo 2
*** "Cesare, Please.." ***


'Dove.. dove cazzo sono?'

Si mise a sedere e si guardò attentamente intorno, scrutando i dettagli della camera che le stava davanti.

Le tende rosso sangue erano lievemente scostate, da cui filtrava un minuscolo raggio di sole. Un pò di luce in una giornata oscura e piovosa.

Si grattò la nuca mentre passava alcune dita sulle lenzuola di velluto nero e cercava una traccia di chi l'avesse portata lì.

Non ricordava molto della sera precedente, a dir la verità. Ricordava solo che Cesare l'aveva tenuta prigioniera a Castel Sant'angelo e lì l'aveva torturata.. ma poi cos'era successo? Per un istante pensò che l'avesse drogata, ma non era nei metodi del Borgia.

Sussultò quando sentì l'altra parte del letto,che fino ad allora era rimasta coperta, scoprirsi rivelando una spalla pallida e muscolosa, insieme ad una nuvola di capelli neri, sparsi a ventaglio sul guanciale.

Con la punta delle dita cercò di non svegliare l'uomo mentre abbassava ancora le lenzuola e vedere chi fosse in realtà, chiunque fosse doveva essergli grata, l'aveva salvata da..

Tremante, fermò la discesa fino a scoprire gli zigomi in rilievo, il mento magro ma le spalle larghe e sudate, la barbetta che ricopriva parte del suo volto. Cesare Borgia.

Con orrore si scostò da lui, cercando di rimanere con le lenzuola sul seno e più coperta possibile, cercò a tentoni i suoi vestiti, senza successo.

Per un attimo pensò di svegliarlo e chiederglielo, ma poi l'idea che si potesse arrabbiare per vederla andar via le fece fermare il cuore per un istante.

Era stranamente troppo calma, troppo.. rilassata. Aveva i muscoli del torace che le dolevano, ma in modo sopportabile. Anche le spalle e le gambe non facevano troppo male, erano solo intorpidite. Alcuni lividi violacei e gialli cominciavano a spuntare sul suo collo e su parte del seno, che Xavier osservò con sguardo di disgusto e tremore.

Davvero aveva ceduto a uno come lui? Davvero gli aveva permesso di farla sua, nonostante lo odiasse così tanto da potergli tagliare la gola senza pensarci due volte? Lui la voleva tutta per sè? Non aveva intenzione di ucciderla, come aveva fatto con gli altri? E Lucrezia?

Mille domande affollarono la mente dell'assassina che si sedette a terra e si prese la testa fra le mani, tirandosi degli schiaffi sperando che tutto fosse stato solo uno stupido incubo. Ma era reale.

Non ebbe il tempo di alzarsi che sentì l'altra parte del lenzuolo impigliata, e quando si girò a controllare che cosa l'avesse fermato vide la mano di Cesare, e lui, stringerlo con sguardo arrabbiato e possessivo.

- Dove pensi di andare, assassina? Non abbiamo ancora finito noi due.

- Che vuoi Cesare? Lasciami andare, ora!

Cercò di prendere il bracciale con la lama che era caduto dal comodino e facendo così si scoprì, lasciandosi nuda e indifesa agl'occhi di lui che scorse lo sguardo lungo le forme della ragazza, leccandosi le labbra compiaciuto.

- Devo ammettere che... per non volerlo affatto, ieri sera hai ceduto parecchio..

- Che cosa? Non è vero, io non ho ceduto ad una vile serpe come te!

Gli sputò in faccia, stringendosi un lembo del lenzuolo sul corpo e puntandogli la spada contro la gola.

- Che caratterino.

Con lo stesso lembo la tirò a sè, facendole cadere lama e spada e mettendosi su di lei, oscurando la luce che entrava dalla finestra con il suo corpo.

- Lasciami andare ti dico! Ezio te la farà pagare per questo..

- Se avesse voluto fermarmi mi avrebbe ucciso tempo or sono. Invece? Ci ha lasciati soli ieri sera, mentre tu mi pregavi di essere posseduta, con quel visetto..

- Non costringermi a sputarti di nuovo in faccia, perchè lo faccio! Sei un bastardo! come hai osato?! Siamo nemici, noi due!

Lasciò sfuggire una risatina divertita dalle labbra, diversa dalla solita, mentre strusciava il bacino contro quello di lei, di nuovo nuda.

- Non.. basta, Cesare..

- Ti ho detto che non ho ancora finito, occhietti dolci. Finchè non urlerai non mi fermerò neanche dovesse entrare Ezio..

- I-io amo lui, perchè non lo capisci?

Alcune lacrime scivolarono lungo le guance dell'Assassina che lo guardò con sguardo implorante.

- Ma ami anche me.. no?

Asciugò le lacrime con i pollici, tirandosi il lenzuolo sulla schiena.

- No, io non ti amo! e tu non ami me! Hai solamente voglia di scopare..

- Anche se fosse? ho trovato una persona che la pensa come me..

- Ti sbagli!

Mentre disse questo lasciò che il corpo di Cesare scivolò nel proprio, inarcando la schiena e graffiandogli le spalle a sangue, rimanendo impotente contro il bacino di lui che si muoveva sul suo e alla fine cedette, urlando il suo nome con uno spasmo, lacerando le lenzuola a metà.

Quando lei si mise i vestiti lo guardò per un'ultima volta prima di uscire, appoggiato al guanciale con i capelli nuovamente scompigliati.

- Riferisci questo al tuo maestro.. tu non sei più sua. Sei mia, e solo mia, Xavier.

Uscì, lasciandolo solo e correndo per le strade di Roma che si affollavano sempre di più con l'arrivo del pieno giorno, pregando che Ezio l'avesse perdonata e che sarebbe stata pronta ad uccidere .. Cesare Borgia.

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Capitolo 3
*** The snake... or the eagle? ***


Saltò agilmente di tetto in tetto, nonostante la spada che le aveva donato Cesare non l'aiutasse molto nei movimenti, si diresse senza alcuna esitazione verso l'isola Tiberina. Lì sbattè i pugni sulla porta in legno furiosa, picchiettando a terra gli stivali e attendendo che qualcuno le aprisse la porta.
Dopo alcuni colpi la lasciarono entrare, dove venne accolta nell'atrio polveroso della setta, sedendosi sui divanetti dove attese che Ezio tornasse dalla sua missione. Guardò a terra con aria dispiaciuta per ciò che aveva fatto e alzò lo sguardo quando sentì le porte aprirsi e il proprio mentore entrare a grandi passi, diretto verso di lei con fare minaccioso.
- Maestro, ben tornato..
- Xavier? Cos'è questa storia?!
- Quale storia?
- Perchè alcuni dei miei assassini mi hanno riferito che ti hanno vista uscire da Castel sant'angelo? Cosa ci facevi lì?
- Ah, ecco io.. sono andata a discutere di alcune faccende urgenti con Cesare. Sai com'è, sono pur sempre una spia lì..
Gli occhi dell'assassino si spostarono sul collo di lei, lievemente violaceo per le catene e i polsi della stessa tonalità.
- Che ti ha fatto?!
- Niente! Voleva torturarmi perchè gli riferissi la posizione della mela, ma non è accaduto..
- Tu.. vieni fuori, così parliamo da soli.
Con un cenno degl'occhi fece segno agli altri assassini che li stavano guardando e a Caterina Sforza che era seduta sul divano e li osservava con altrettanta curiosità. Quella donna..
Venne tirata dal braccio fuori dalla dimora e condotta presso una stanza a parte, una specie di stanza d'attesa come la precedente, ma con molti più scaffali su cui erano disposti i modellini delle macchine di Leonardo.
- Adesso mi dici tutto ciò che è successo. Dall'inizio alla fine, voglio conoscere i dettagli.
- I d-dettagli eh.. sicuro di voler sapere tutto, Ezio?
Aggrottò la fronte, tirandosi giù il cappuccio e incollando gli occhi ghiacciati e improvvisamente gelidi su di lei.
Xavier abbassò il viso, non aveva la forza per guardarlo in viso dopo quello che aveva fatto, dopo tutto quello che lui le aveva donato, lei l'aveva buttato via come se fosse spazzatura..
- Cesare non sa la nostra posizione, nè sa dov'è custodita la mela dell'Eden. Non gli ho rivelato nulla. Ma dopo...
- Dopo?
Si avvicinò a lei, mentre senza rendersene conto stava indietreggiando verso la porta.
- Dopo, mi sono ritrovata nel suo letto, dopo che mi aveva rinchiusa e torturata. Io.. io non so come scusarmi..
Si appoggiò al tavolo dietro le sue spalle, portandosi una mano sul viso e sospirando appena, guardandola con gli occhi socchiusi.
- Organizzeremo subito una spedizione per uccidere le guardie dei borgia e poi io e te infiltreremo in quel dannato castello e assassineremo Cesare. E' chiaro, Xavier?
- Ma io..

- Osi ribattere? Contraddire il tuo mentore?
La bloccò contro la porta con il proprio corpo, incollando gli occhi possessivi sui suoi, facendola arrossire e tentare di toglierlo.
- Hai perso il controllo delle tue azioni, Ezio.. sei solo arrabbiato.
- Arrabbiato?! Arrabbiato?! Tu sei mia! Sei un'assassina come me, e tu devi stare sempre al mio fianco! Non permetto che quella vile serpente faccia di te quello che più gli aggrada!
Spaventata dal suo tono di voce chiuse con forza gli occhi, premendosi quanto più possibile contro la porta, quando lui le bloccò entrambi i polsi ai lati della testa, facendo incontrare le labbra con le sue.
Dapprima Xavier si oppose, mordendogli le labbra in modo da farlo scostare, ma poco dopo si lasciò andare, cingendogli i fianchi con le gambe mentre lui la reggeva e chiudeva gli occhi, di nuovo rilassato.
Quando sentì la lingua di lui scivolare fra le sue labbra per incontrare la propria non si oppose, abbassando anche il proprio cappuccio di velluto morbido e andando incontro ai suoi movimenti.
- Tu sei un'assassina. Lo sei da quasi più tempo di me, da quando eri una ragazzina. Non è così? Non tradire il tuo credo, altrimenti la prossima volta sarò costretto a prendere provvedimenti. Anche su di te, oltre che uccidere lui.
- Mi punirai?
Un piccolo risolino comparve sulle labbra di lui che se le leccò lentamente, tracciando il segno della cicatrice alla destra di quest'ultime.
- Che hai in mente, vecchio?
- Vecchio io? Ho ancora la forza per brandire un'arma, porta un minimo di rispetto..
- Oh avanti, quanti anni hai, 48? Sei come mio padre.
Una breve risata echeggiò dalle labbra di entrambi, sciogliendo l'atmosfera di tensione che si era andata a creare poco prima.
- Ah, ti ho portato una cosa, spero che ti piaccia.. Apparteneva al nostro antenato..
- Non dirmi che è ciò che penso!
Sorrise, porgendole un oggetto curioso che era appartenuto, anni or sono, al suo antenato, Altair Ibn La-Ahad.
- La sua lama corta! e il fodero da mettere sulla schiena.. Ezio,come?..
- L'abbiamo fatto riparare da Leonardo, anche se il metallo che lo compone non si trova più a questi tempi..
Xavier rigirò la lama nella mano con occhi lucidi e commossi, infilando la fodera a tracolla sulla schiena e il pugnale.
- L'ho trovato io tempo fa. Pensavo di usarlo, ma la mia tunica non me lo permette. Siccome la tua assomiglia molto a quella di Altair, ho pensato di donarlo a te..
- Questo è il regalo migliore che potessi darmi!
E detto questo si buttò sul suo collo, stringendolo con forza e gratitudine, separandosi poco dopo con una risatina tremula di lui.
- Fanne buon uso, come fece l'assassino che lo possedeva prima di te.
- Lo farò.
Guardò estasiata il triangolo di metallo che ora era sulla parte destra sul suo petto, passandoci sopra le dita e sfiorando ogni decorazione.
- Ma dimmi, Xavier.. perchè ci tieni così tanto a seguire le tracce di Altair?
- E' stato lui a farmi diventare quella che sono io.. attraverso i testi, il codice, i suoi insegnamenti. Mi ha fatto diventare la persona che sono ora, e ho passato parecchio tempo in terra santa a Masyaf, ad apprendere ciò che aveva tramandato ai suoi allievi. Purtroppo, da alcuni anni Masyaf non è più la sede degli Assassini.
- La rivendicheremo.
Annuì lentamente, sfiorando appena la mano di Ezio con la propria e andando lentamente in camera dove posò a terra la lama corta e il set dei pugnali da lancio, sfilandosi la tunica e posandola sul tavolo, mettendosi sul letto e avvolgendosi fra le lenzuola.
- Davvero vuoi dormire a quest'ora del pomeriggio?
- Hai altro in mente? Sono stanca per allenarmi oggi..
- Non avevo in mente di allenarci. Pensavo.. voglio rimuovere le tracce che Cesare ha lasciato su di te. Rivendicarti.
- M-ma io sono già tua, lo sai questo.
Indicò i lividi sparsi su tutto il suo corpo, alzando un sopracciglio.
- A me non sembra proprio. Almeno, non sei stata mia negl'ultimi due giorni.
- Allora cosa proponi?
- Hai capito bene.
Lasciò scivolare via la propria tunica, rimuovendosi il mantello e i lacci in acciaio insieme agli stivali e ai pantaloni. Non indossava mutande, per quello che Xavier si concesse di vedere.
Quando fù pronto si mise su di lei, strusciando i fianchi in modo dolce e possessivo, al contrario di Cesare, il cui desiderio usciva da ogni parte del corpo. Era caldo, scottava, a dire la verità. Passò le dita fra i capelli castani ormai sbiaditi dall'età e tracciando le guance magre, tracciando la cicatrice fino a scendere sul petto dove tracciò una seconda cicatrice con la lingua, facendolo tremare leggermente.
Portò le mani sulle gambe di lei, facendosi spazio per quello che gli occorreva e scivolando in lei con impazienza, cominciando subito a regalarle spinte veloci ma allo stesso tempo delicate, stringendo le dita sui fianchi di una Xavier arrendevole e improvvisamente timida, che gli graffiava le spalle gemendo di piacere ad ogni spinta.
Si abbandonò in lei con piccolo spasmo e si accasciò, poggiandosi sul suo petto dove erano ben udibili e distinti i battiti del cuore di ognuno, a contatto con l'altro.
- Anche se lui potrà prendere il tuo corpo..
Mormorò poco prima di addormentarsi, un paio di ore dopo;
- Anche se lui potrà prendere il tuo corpo, non potrà mai avere il tuo cuore, come l'ho ottenuto io.
Xavier arrossì lievemente, accarezzandogli i capelli e annuendo.
- Le nostre anime non si separeranno mai.
Era ancora confusa, dopotutto. Il suo cuore era sempre stato con Ezio, ma provava un sentimento di attrazione verso Cesare.
Avrebbe scelto l'aquila.. o il serpente?
~

// E anche il terzo cappy è finito! WOAH mi sembra increbile. Era nata come una One-Shot e alla fine è diventata una trilogia.
Beh, chissà, magari la nostra Xavier ucciderà davvero Cesare, in un quarto capitolo.
Chi sceglierà, la serpe o l'aquila? Beh restate con me e scopritelo :3







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Capitolo 4
*** ~Lost Dreams ***


Nel frattempo, a Castel Sant'angelo, Cesare stava riorganizzando le sue truppe.
- Non mi interessa come, voglio che la trovate!
Alzò il tavolo con le pietanze del pranzo, indicando minaccioso la guardia davanti a lui.
- Ma signore, abbiamo cercato in tutta Roma, non c'è traccia di Xavier..

- Osi mettere in dubbio le mie parole? Dove diavolo potrebbe essere, se non qui?! Muovetevi, idioti! La voglio qui prima di sera.
Annuì, congedandosi ed uscendo dal castello, prendendo con sè una serie di guardie e sparpagliandosi per tutta Roma.
- Cercate ovunque!
Ordinò, prendendo una massiccia dose di guardie e dirigendosi verso il colosseo.

- So che sei qui da qualche parte, Xavier, non puoi nasconderti..
- Guardie! Portatemi anche la testa di Ezio Auditore, lo voglio morto!
Sfilò la spada, facendosi strada fra la folla e dirigendosi verso l'aquedotto, guardandosi intorno con impazienza e rabbia crescente.
- So che sei con quell'assassino, devo solo sapere dove..

{ Nel covo..}

Xavier si era già rivestita da tempo e aveva indossato il bracciale, pronta a tornare a Castel sant'angelo e a farla pagare a quel dannato borgia.
Ora il desiderio di lui che era cresciuto in tutto quel tempo era crollato: al suo posto c'era solo il desiderio di vendetta. Nonostante l'assassina sapesse che la vendetta non era l'unica strada che un assassino poteva intraprendere, le sembrava la più giusta.
Una testa per salvarne mille.
Mentre indossava la lama corta sulla schiena, sentì una mano scivolarle sui fianchi e prenderla, tirandola a sè.
- Buongiorno, piccola..
- Salve, maestro.. avete dormito bene?
Passò una mano fra i suoi capelli, guardandolo amorevolmente negl'occhi grigi e liquidi, sorridendo lievemente.
- Mh si.. credo che questa sia stata la notte d'amore migliore della mia vita..
Mormorò, stiracchiando le braccia, ghignando lievemente.
Una piccola sfumatura rossa andò a colorare le guance pallide di Xavier, che alzò il cappuccio e aprì la porta.
- Io torno subito, mentore. Devo fare una cosa..
- Ti aspetto qui, o giù. Sarò in giro a fare missioni..
Annuì, uscendo e dirigendosi in gran fretta alle scuderie, dove prese un grande e potente cavallo nero, il suo Sebastièn e una volta sellato partì alla volta di Castel sant'angelo.
- Spero solo che Cesare non sia andato a cercarmi, o potrei compromettere tutta la confraternita..
Galoppò per le vie di Roma, scostando le persone dal proprio cammino e fermando bruscamente le redini quando vide una truppa di guardie dei borgia in lontananza. Scese dal cavallo e chiamò un adepto assassino per riportarlo nelle scuderie, nascondendosi dietro l'angolo del palazzo e ascoltando i discorsi delle guardie.
- Non arriverò a fine giornata, quel Cesare..
- Fa silenzio. Se dovesse sentirti ti taglierà la gola. Pensiamo piuttosto a quella ragazza, come si chiama? Xavier? Il padrone ha ordinato di trovarla a tutti i costi, e stasera desidero tornare a casa da mia moglie..
- Beato te che hai una famiglia che ti aspetta, almeno.
Sviarono l'angolo e Xavier uscì dal suo nascondiglio, tirandosi sù il cappuccio per quanto poteva, lasciando scoperte solo le labbra carnose con una piccola cicatrice sul mento.
Vide Cesare in lontananza, senza truppe al seguito e indifeso, e pensò se non fosse quello, il momento di colpire.
Quando sviò in una via deserta lo prese alle spalle, bloccandolo al muro e puntandogli la lama alla gola. Ottenne una risata divertita, mentre con un dito le abbassava il cappuccio.
- Xavier, mia principessa.. ti stavo proprio cercando.
Senza rispondere, si limitò a preme appena la lama sulla gola di lui, dalla quale spillarono delle gocce di sangue.
- Ehi ehi, non costringermi a farti del male..
- Sarai tu a farti del male, Cesare.
- E se ti portassi al castello.. usando la forza?
Invertì le posizioni, bloccandola al muro e strusciando un ginocchio fra le sue gambe.
- Sei disgustoso..
Mormorò con un tono che la spaventò alquanto, rendendolo timido ed indifeso.
- Oh avanti.. dì che ti è piaciuto due notti fa, quando abbiamo fatto l'amore..
- Non è successo quello che credi, mi hai drogata.
- Io non ho posato le mani su di te se non per possederti, mia cara..non ti ho drogata, hai fatto tutto con la tua volontà.
- Non è vero, non è possibile!
Mentre mormorava quelle parole già sentiva le labbra di Cesare sfiorare le sue, per poi immergersi in un tuffo in quelle dell'assassina, baciandola con forza e violenza, come quella notte quando i loro corpi erano entrati in contatto per la prima volta.. tutto ciò stava davvero accadendo a lei? l'aveva davvero lasciato fare, e ora stava ricambiando le sue avance?
Senza rendersene conto allacciò una gamba intorno alla sua vita, consentendo maggiormente il movimento del ginocchio di lui, mentre le mordeva le labbra a più riprese, facendo gocciolare alcune gocce di sangue su di esse, fino all'orlo della veste.
- No, basta!
Con un ringhio lo scostò con tutta la forza che poteva, facendolo cadere e ripuntandogli la lama alla gola.
- Non costringermi ad ucciderti, sai che ho la forza di farlo..
- Pecchi di autocontrollo, Assassina.
- Cosa?
Sentiva le truppe di guardie avvicinarsi e imboccare il vialetto, mentre lei si scostò e si arrampicò velocemente sul muro, appigliandosi ad una sporgenza in legno e salendo sul tetto.
- Uomini, uccidete l'assassina!
Mentre udiva quelle parole cominciò a correre sui tetti in direzione del Castello, dove Cesare non avrebbe mai immaginato di trovarla e lì.. avrebbe attuato la sua missione.
Scalò le mura usando il tirapugni come aiuto, arrivando in cima alle mura e guardandosi intorno, con la speranza che non l'avessero avvistata.
Uccise una guardia con la pistola ed evitò una freccia scoccata dalla balestra della seconda, piantando la lama nella sua gola con un rantolo soffocato.
Salì le scale con il fiato corto, arrivando alla torre più alta dove doveva incontrarsi con Ezio. Sospirò nel vederlo accucciato sul bordo e scrutare la città sotto di lui, avvicinandosi piano.
- Sono qui, maestro.
- Ci hai impiegato troppo.. hai trovato ostacoli per strada?
- Si, alcune guardie mi hanno rallentata..
Mentì, guardando la città accanto a lui.
- Cesare sa che siamo qui?
- Credo di no, non mi ha seguita..

"- E' qui che sbagli, Xavier."

Entrambi si girarono infastiditi, riconoscendo la voce del loro nemico, che ora stava alle loro spalle con tono trionfante, mentre stava con entrambi i piedi sulla botola, in modo che non potessero scappare. Non c'erano guardie dietro di lui.

- Dicevi, principessa?
Ezio guardò Xavier con un espressione mista fra il confuso e l'arrabbiato, digrignando i denti e guardando Cesare.
- Non osare chiamarla così, vile serpente.. non hai nessuna guardia che ti protegge, ora. Siamo due contro uno.. così sicuro di poterci battere?
- Oh non sono sicuro, io lo so.
Sfilò un fuciletto dalla schiena, sorridendo divertito.
- Vediamo, Assassino.. non ucciderò la tua ragazza, perchè ella è già mia. Ti risparmierò, dolcezza, ma in quanto a lui.. lo toglierò di mezzo.
Xavier si parò davanti ad Ezio, stringendo i pugni e affondando le unghie nella carne delle mani.
- Se fai fuori lui, dovrai uccidere anche me, bastardo. Vieni a prendermi.
Sputò per terra.
- Non ho intenzione di uccidere te, Xavier. Ma se ti metterai in mezzo, non avrò altra scelta.
Puntò il fucile su di lei, tirando indietro la protezione e lanciando il colpo verso Ezio.
- No!
Si mise nella mira, rimanendo pietrificata mentre crollò in ginocchio, osservandosi il proiettile conficcato sul petto, e il sangue che si allargava sotto la sua candida veste bianca.
- Xavier, no!
Chiuse lentamente le palpebre, sentendo il corpo ormai pesante, affogò nell'oscurità del proprio incubo che si era creata, attendendo la fine.
Le ultime cose che udì furono:
- A morte l'assassino, uccidetelo!
E i passi di cento guardie che si avvicinarono a loro.



E anche questo cappy è finito! Beh che dire, mi sono leggermente scazzata nel fare una fine del genere, povera Xavier.
Chissà se continuerà, o se la morte di lei è davvero giunta.
Ed Ezio? che fine farà?
Scopritelo :3






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Capitolo 5
*** "Poisonous." ***


Trovandosi stranamente nel bel mezzo di una luce accencante, Xavier aprì lentamente le palpebre e mugugnò qualcosa di incompresibile, imprecando pesantemente su quel sole che le batteva sulle iridi castane scure.
- Do-dove sono?
Si mise a sedere, cadendo subito dopo con uno spasmo sulla pancia, dove osservò il proprio torso nudo con bende e tamponi imbevuti di sangue sul comodino. Le venne quasi da vomitare, quindi impose a sè stessa di non guardare. Normalmente il sangue altrui non le faceva effetto, ma il proprio la disgustava.
- Chi mi ha portata qui?
Solo allora scorse un uomo disteso di schiena sul letto opposto, anch'esso coperto di bende e ferite più serie delle sue.
- E-ezio?
Il suo mentore mormorò qualcosa, girandosi lentamente dalla sua parte e aprendo gli occhi, rivelandoli stanchi ed affaticati. Aveva la fronte sudata ed era accaldato, con il petto che si alzava freneticamente sotto il battito del suo cuore.
- Cosa ti è successo?!
Ignorando le fitte al torace si avvicinò a lui, imbevendo un tovagliolo d'acqua e poggiandoglielo sulla fronte, guardandolo con sguardo triste e distante.
- Tu stai bene, piccola? Ero in pensiero..
- Cesare aveva la spada avvelenata.. dovevo aspettarmelo, da una serpe come lui. Ma il medico ha detto che mi rimetterò presto, con tante tante attenzioni.
Sorrise lievemente, incatenando lo sguardo sul suo prima di tossire appena, rilassando il torace.
- Non sforzarti, ci sono io.
Si sfilò le bende sanguinanti e ne mise di nuove, indossando la veste da Assassina e continuando a medicarlo.
- Cesare ti sta cercando, siamo riusciti a portarti via prima che ti prendesse lui..
- Quel vile bastardo..
- Xavier, non mentirmi..
Tossì, portandosi una pezzuola davanti alle labbra, sputando del sangue.
- Basta, Ezio! Non ti sforzare..
- Xavier, tu provi qualcosa per lui da tanto, ormai. Non mentirmi, si vede parecchio.
- Si .. vede?
Bastò questa frase per sentirsi una lama che le penetrava il cuore, facendolo sanguinare.
- Si vede, provi qualcosa per lui, lo vuoi, lo desideri.. e lo hai avuto.
- Ma io amo te!
- Lo so, si vede anche questo. So che mi ami.. ma ho notato questa cosa da un pò, standoti accanto. Tu riesci.. come si dice.. a trovare il lato positivo in un uomo che di positivo non ha niente.
- Forse hai ragione, ma io.. a volte temo di odiarlo. Lo odio anche ora, vedendo come ti ha ridotto. Sa che sei la cosa più importante della mia vita e ti vuole portare via da me.
- O ti vuole portare via da me. Infondo, Xavier, anche tu sei la cosa più importante per lui. Oltre al suo grande regno non ha nient'altro. Amore, successo e fama non vanno molto d'accordo..
- Cosa dovrei fare, secondo te? Voi siete.. i due uomini più importanti della mia vita.
- Questo posso accettarlo, ma.. so che amerai sempre me più di lui.
- Questa è una cosa scontata. Di te mi sono innamorata al primo istante in cui ti ho visto, lui.. non so descrivere quello che provo.
- Non c'è bisogno. A me basta quello che provi per me, è quello per cui vivo, prima della confraternita.
Le stampò un piccolo bacio caloroso e dolce, prima di lasciarla uscire per la missione che l'attendeva.
- Come mi devo comportare, cosa devo fare..
I suoi passi la portarono come sempre a Castel sant'angelo. Ma arrivata all'entrata invece che venir attaccata fù accolta dalle guardie che la scortarono fino alla camera privata di Cesare.
Entrò a passi pesanti, aprendo entrambi i pesanti portoni di legno ed entrando,guardandosi attorno.
Cesare si girò, dal tavolo su cui era appoggiato e le rivolse un crudele sorriso di benvenuto, poggiando le mani sui fianchi.
- Bene bene bene..Come pensavo, l'assassina è tornata da me di sua spontanea volontà..
- Non sono qui di mia spontanea volontà, bastardo! Come hai osato?!
- Osato fare cosa, principessa?
- Avvelenare Ezio! sei una serpe, un vile serpente!
- E' così che mi chiamano no? Oltre ai mille modi in cui mi nominano.. La serpe.
- Strozzi le tue prede fino a soffocarle per poi mangiarle? Sei disgustoso.
- Quali effimere parole, Xavier.. se non sbaglio, fino a una settimana fa eravamo distesi sul mio letto nuziale e mi stavi pregando di renderti mia. Non è forse questo ciò che ho fatto? Pecchi di memoria, novizia.
- Novizia? Attento a come parli, vile serpente!Non ti ho mai pregato di rendermi tua! ero solo debole!
- Debole?
Mormorò avvicinandosi pericolosamente a lei, fino a sfiorarle l'orecchio con le labbra umide.
- Debole? Era il desiderio che parlava al posto tuo, il piacere che si prova quando ci si abbandona ai sensi. Il tuo autocontrollo, è davvero fuori allenamento.
- Ho abbastanza autocontrollo per rifiutarti una volta ancora!
Cercò di prendere la spada con la punta delle dita, quando le vennero bloccati i polsi e la lama calciata via, abbandonata in un angolo della stanza.
- Ho solo assecondato la richiesta dei nostri corpi, ma è proprio ciò che hai fatto. Ti sei concessa a me.
Chiuse con forza le palpebre, arrossendo.
- Solo perchè sei affascinante, non credere di poter ottenere sempre tutto!
Si liberò, scappando fuori dalla sala prima che potesse fermarla e uscì dal castello, senza andare subito al covo.
Infondo non sapeva perchè era andata lì. Non aveva ottenuto niente con quei discorsi con lui. Era partita vincente e ne era uscita perdente, imbarazzata per quello che le aveva sussurrato all'orecchio.
- Ma dimmi te.
Sfilò dalla tasca una collana che le aveva donato tempo prima lo stesso Cesare, con una rosa nera in pietra. Se la legò attorno al collo, insieme al portafortuna di Ezio che era sempre rimasto al suo collo da quando era una ragazzina.
Fissò le due collane insieme in una piccola pozza d'acqua e storse le labbra, chinando il cappuccio e facendo una smorfia.
Come poteva essere accaduto a lei?
Non era destinata a scegliere nessuno dei due, benchè entrambi le facessero battere il cuore a mille.
Da una parte, l'amore. Dall'altra il desiderio.
Ma i ruoli non si potevano invertire. Provava desiderio per entrambi, ma amava solo e solamente uno.
L'aquila era destinata a mangiare il serpente?
O la serpe avrebbe morso l'aquila, soffocandola con il suo veleno?
Entrambi si sarebbero attorcigliati, finchè non ne fosse rimasto solo uno vincente?
Il veleno avrebbe soffocato il suo mondo, o l'aquila l'avrebbe resa libera?


E qui ringrazio infinitamente tutti quelli che hanno seguito questa storia soporifera, davvero -.-" E poisonous è finalmente finita! Strano che c'abbia impiegato così poco tempo! Ma in ogni caso, grazie a tutti!

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