Fairy Dolls

di Ayako83
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Prelude ***
Capitolo 2: *** Il Commando degli Dei ***
Capitolo 3: *** Lisanna ***
Capitolo 4: *** Dolls ***
Capitolo 5: *** Fairy Tail ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Prelude ***


Capitolo 1: Prelude


 
Seduta sul treno, Lucy era intenta a guardare il paesaggio che si presentava davanti a lei: campi, boscaglia e piccoli gruppi di case ammantati nella bruma mattutina sfilavano effimeri ai suoi occhi in quella fredda giornata autunnale, quasi cercassero di ricordarle quello che era stata la sua vita fino a poco tempo prima... Un continuo via vai di persone, luoghi, emozioni... di 'Lucy'. 
"Quante saranno state?" si chiese la ragazza, mentre sul finestrino iniziavano ad apparire una dopo l'altra immagini delle 'Lucy' di cui si ricordava. E queste erano talmente nitide ai suoi occhi che la bionda, per accertarsi fossero vere, appoggiò la mano sopra una di esse cercando di toccarla.
"Puuuhn?" pronunciò una buffa figura accanto a lei.
Solo in quel momento si rese conto del suo gesto, come fosse stata richiamata alla realtà da quel verso, e con fare incerto ritrasse la mano chiedendosi "Cosa diamine stai facendo, Lucy?". Poi con la stessa mano accarezzò la testolina di quella buffa figura seduta al suo fianco.
 
"Tranquillo Plue! Non è niente" disse Lucy rivolta al suo amichetto "Forse è stata la nostalgia, o forse no... Non saprei descrivere questa sensazione...".
La bionda sospirò e chiuse gli occhi, cercando di allontanare quelle immagini e quei ricordi che ora si facevano prepotentemente strada nella sua mente.
 
"Concentriamoci sulla missione, forse è meglio... Plue, che ore sono?" chiese Lucy mentre prendeva la sua borsetta e cominciava a rovistare in essa. In risposta, l'animaletto prese un orologio a cipolla da un piccolo zainetto e, molto orgoglioso, lo mostrò alla ragazza emettendo un "Pppuuuhn!" con tono soddisfatto.
Lucy diede uno sguardo all'orologio e "Cavolo, sono già le sette e mezza? Tra quattro ore arriveremo a Magnoglia, se voglio svegliarmi in tempo devo prendere ora la medicina... " disse tornando con lo sguardo a rovistare nella borsa "Ma dove l'avrò messa... Ah! Eccola!" esclamò, tirando fuori una piccola boccetta che conteneva un liquido azzurro.
"Puuuhn!" disse ora Plue, ma questa volta con una punta d'ansia che trapelava da quel buffo verso.
"Come dici Plue? Guarda che devo solo berla, poi al resto penserà Hibiki, come al solito. Quindi non preoccuparti!"
 Ma il suo amico continuò a guardarla con un musino preoccupato fino a che Lucy, accortasene, iniziò a pizzicargli le guance gustosamente divertita, per poi rivolgergli uno dei suoi meravigliosi sorrisi, di quelli che riuscivano a rassicurare il piccolo Plue.
 
Una volta tranquillizzato il suo amico, la ragazza prese la valigetta al suoi piedi e da essa estrasse un computer portatile, lo appoggiò sulle sue gambe, lo collegò ad un piccolo scatolotto nero, lo accese e per alcuni minuti l'unico rumore udibile nella cabina fu quello dei tasti che venivano pigiati velocemente dalle sue dita affusolate. Nel frattempo Plue si assicurò che la porta della cabina fosse chiusa, poi dallo zainetto tirò fuori un piccolo cuscino e lo posizionò sul lato opposto del lungo sedile su cui la sua amica si era accomodata.
Quando Lucy ebbe terminato col computer, lo appoggiò a terra davanti a sè: sullo schermo compariva il messaggio: "5 minuti all'inizio del processo".
 
"Mi raccomando Plue, conto su di te durante queste quattro ore" disse la ragazza stappando la boccetta e annusandone il contenuto. L'odore pungente di quel liquido bluastro le fece storcere il naso. "Hibiki ha detto che questa volta la medicina è un pò più forte e potrei agitarmi un pò durante il sonno... L'importante è non svegliarmi assolutamente finchè non sarà passato l'effetto... se il trasferimento dovesse interrompersi prima che sia finito, sarebbe un guaio".
Il piccolo animaletto si mise sull'attenti, esclamando: "Puh-ppuhn!!".
Lucy gli sorrise, poi bevve l'intruglio tutto d'un fiato. Aveva un sapore talmente amaro che il suo viso si contorse in una smorfia di disgusto. Vide che Plue la stava di nuovo fissando con aria grave, quindi gli accarezzò la testa e lo baciò su quella che doveva essere la fronte.
"Buonanotte Plue" disse distendendosi sul sedile e appoggiando la testa sul cuscino che l'animaletto aveva preparato in precedenza per lei "Sono nelle tue mani". Poi chiuse gli occhi e, cullata dai lenti ma regolari movimenti del treno, si addormentò.
 
 
****
 
 
"Happy, ma dobbiamo proprio salire? Non possiamo andare a piedi?" si stava lagnando uno strano ragazzo dai capelli rosa, intanto che si accingeva a salire sul treno.
"Guarda, è anche pieno! Non troveremo mai un posto!" incalzò in direzione del suo interlocutore, un buffo gattino azzurro con le ali che stava svolazzando qua e là. Già, Happy era un gatto magico. Happy poteva volare. E parlare.
"Perchè ti lamenti tanto tutte le volte e poi sali lo stesso?" rispose infatti di rimando.
Il volto del ragazzo si accigliò lievemente. "Lo sai che non soffro i mezzi di trasporto!" disse sbuffando. "Comunque" proseguì mentre fissava dentro una cabina attraverso il vetro "questa è mezza vuota... " disse e così facendo cercò di aprire la porta, che però era bloccata.
"Accidenti! Che diamine ha questa maledetta porta?!" esclamò strattonando la maniglia.
Crack.
"Come, crack!?" disse il ragazzo con tono vagamente allarmato mentre si portava davanti al volto i resti della maniglia per osservarla meglio.
"Natsu, penso fosse chiusa a chiave! Aye!" disse il gatto svolazzando alle sue spalle. "Tu dici?" rispose il ragazzo lanciandogli uno sguardo dubbioso.
"Sulla porta c'è attaccato un cartello con scritto -riservato-... E' probabile che avessero chiuso la porta per evitare scocciatori. Ma tu hai rotto la maniglia!" gli rispose Happy con tono beffardo.
"Uhmmm... Beh, ormai il danno è fatto! Quindi.... " disse il ragazzo aprendo definitivamente la porta. "Scusa... sono liberi questi posti?" chiese, mentre senza tanti complimenti entrò nello scomparto.
 

"Ehi! Ti ho chiesto se è occupato!" disse non senza una punta di irritatazione per non aver ottenuto risposta dalla ragazza coricata sul sedile. Osservandola meglio, però, si accorse che stava dormendo profondamente. 
E mentre la stava guardando, questa mugugnò e si mosse appena nel sonno e un profumo dolce fruttato arrivò alle narici di Natsu. Non che non l'avesse notato appena aperta la porta, visto il suo olfatto sviluppato, ma ora era così intenso e vicino da non poter essere ignorato. Era un profumo a lui familiare e inebriante, che da troppo tempo non sentiva più e che ormai ricordava solo mescolato ad un odore di medicinali e disinfettante. Chiuse gli occhi ed inspirò più a fondo per assaporandone meglio la fragranza e notò una leggera variazione in essa rispetto a quella che ricordava.
 
Il ragazzo si rese conto che la sua mente aveva già iniziato a rielaborare ricordi sopiti, mentre il suo cuore aveva improvvisamente accelerato i battiti. Si impose di riaprire gli occhi ed ignorare tutto ciò che quel profumo stava risvegliando in lui, quindi si tolse lo zaino dalle spalle e lo appoggiò a terra, non senza una certa riluttanza.
 
Chissà chi era quella ragazza con quell'odore così simile a Lei.
 
 "Qualcosa non va, Natsu?" chiese Happy entrando nella cabina. Il suo amico aveva improvvisamente assunto un'espressione sofferente in volto e questo, generalmente, non portava a nulla di buono, perchè significava che per il resto della giornata sarebbe stato estremamente irascibile.
 
Natsu, richiamato dalla voce del suo compagno, riemerse del tutto dai suoi pensieri e, senza voltarsi, mosse la testa in segno di diniego. Poi si avvicinò alla ragazza e, appoggiandole una mano sulla spalla, la scosse lievemente per svegliarla.
 
Il viso della giovane si contrasse in una smorfia infastidita mentre mugugnando scostò il braccio di Natsu col dorso della mano. Poi, come se niente fosse, riprese a dormire. 
"Ma come fa a continuare a dormire?" si chiese, mentre la sua mano stava già tornando a posarsi sulla spalla, con la chiara intenzione di squoterla ancora. Più forte, però.
 
Ma Natsu ebbe appena il tempo per realizzare questo pensiero prima di sentire un battagliero "Phu-pphuuun!", seguito da un dolore lancinante al piede destro.
"Aaah! Ma che cazzo è stato?" urlò voltandosi di scatto per capire cosa fosse successo, mentre il suo assalitore stava partendo per scagliarsi in un secondo attacco.
L'assalitore in questione era un... cane? Un cane... con un corno al posto del naso, ma soprattutto... eretto sulle zampe posteriori mentre con quelle anteriori brandiva un martello come fosse una spada?
 
Natsu sgranò gli occhi un pò per la sorpresa, un pò per l'interesse che quella strana creatura suscitava, ma poi si rese conto che le sue priorità erano altre, infatti il piccolo animaletto bianco si era lanciato contro di lui con tutta la sua furia. Natsu bloccò il martello con una mano, mentre con l'altra afferrò da dietro l'aggressore e lo sollevò all'altezza del suo volto, per osservarlo meglio.
"Puhpppphhuuuuunn!" disse il prigioniero mentre cercava di divincolarsi.
"Che razza di animale è mai questo?" disse il ragazzo avvicinando il suo volto al piccolo Plue. Ma quelle furono le ultime parole che riuscì a pronunciare. Proprio in quel momento il fischio del ferroviere segnò la partenza del treno e appena quest'ultimo si mosse Natsu si accasciò sul sedile dietro di lui in preda alla nausea, lasciando la presa sul suo carcerato.
"L'abbiamo perso!" disse sospirando Happy, poi si rivolse verso il buffo cane bianco e chiese "Sono liberi questi posti?". Il suo interlocutore emise un "Puh-puhn!" annuendo con la testa.
"Bene!" rispose il gatto "Io sono Happy e lui è Natsu. Certo che ha il sonno pesante la tua amica, aye!". Poi, senza nemmeno attendere una risposta, si accomodò accanto al suo compagno.
 
 
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Salve a tutti! Dopo mesi di silenzio (non ho più fatto nemmeno una piccola recensione.... chiedo perdono a tutte/i) eccomi qua con questa fic! E' da qualche mese che mi frulla in testa e pian piano è venuta alla luce! Chiedo clemenza fin da ora per gli aggiornamenti, non so quanto potrò essere regolare (e regolare per me significa un capitolo al mese) ma ci metterò tutto l'impegno possibile! Ringrazio fin da ora chi lascerà una piccola recensione e anche chi leggerà soltanto!
Un bacio
Aya

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Capitolo 2
*** Il Commando degli Dei ***


Era passata circa mezz'ora da quando il treno era partito e i suoi movimenti cullavano dolcemente Lucy che, almeno all'apparenza, dormiva serenamente, anche se a volte il suo viso si contraeva in una smorfia di dolore. Davanti a lei, con le braccia incrociate sul petto e gli occhi chiusi, Natsu cercava in tutti i modi di non sentire la nausea: soffriva terribilmente i mezzi di trasporto e ogni volta che saliva su uno di essi, tutte le sue energie si concentravano nello sforzo di non vomitare e mantenere quel minimo di dignità che ogni uomo vero, almeno a detta del suo amico Elfman, doveva avere.
Nonostante la scarsa lucidità, il cervello di Natsu cercava di elaborare quante più teorie possibili sulla ragazza davanti a lui: chi era, da dove veniva e, soprattutto, per quale motivo avesse quell'odore. Ma nessuna delle idee finora avute era plausibile, quindi si rassegnò ad attendere che la ragazza si svegliasse per poterle chiedere direttamente. E mentre quest'ultimo pensiero attraversava la sua mente, si assopì.
 
 
 
Venne svegliato all'improvviso, da un grido acuto e disperato. Gli servirono alcuni secondi per capire dove fosse e soprattutto cosa stesse succedendo, mentre la figura davanti a lui si contorceva dal dolore. Poi un altro urlo, più forte, lo fece ridestare completamente.
 
"Nooo! Smettetela! Smettetela! Bastaaaa!" urlava Lucy prendendosi la testa tra le mani, le dita infilate tra i lunghi capelli umidi, incollati dal sudore alla pelle del viso e delle braccia, mentre la bocca era distorta in una smorfia di dolore.
Il piccolo Plue, seduto vicino alla testa della sua amica, con le zampette le accarezzava la fronte nella speranza di poterle portare un pò di sollievo, mentre il suo sguardo preoccupato si posava ora su Lucy, ora su Natsu, quasi a chiedere aiuto al ragazzo. Questi, cercando di ignorare il senso di nausea che era tornato subito a farsi sentire, si alzò e andò vicino alla ragazza "Come fa a continuare a dormire?" si chiese, mentre la sua mano si appoggiava sulla fronte imperlata di sudore di lei per accarezzarla gentilmente. Era fredda come ghiaccio.
A quel contatto, il corpo di Lucy venne attraversato da un brivido: il contrasto tra la sua fronte gelata e la mano calda, quasi bollente, del ragazzo suscitò dapprima una sensazione di fastidio poi, mano a mano che il calore la pervase, riuscì a distendere le membra e si calmò. Ma ancora non accennava a svegliarsi.
 
Natsu lasciò passare qualche secondo, poi le scosse la spalla, ma ottenne la reazione opposta: la bionda, infatti, riprese ad urlare.
 
"Lasciatela! Lasciatemi! Smettetela!" Le sue grida disperate riecheggiavano nello scomparto, mentre con le mani cercava di allontanare il ragazzo accanto a lei.
 
"Natsu, penso che dovremmo farla smettere" disse Happy avvicinandosi all'amico "Se arrivasse ora un controllore ci troveremmo nei guai. Aye!".
"Uhmm... Forse hai ragione... Ma cosa possiamo...." ma non riuscì a finire la frase. Una contrazione allo stomaco accompagnata da alcuni conati lo obbligarono a sedersi al suo posto. Doveva riuscire a controllarsi, se non voleva vomitare.
 
Un ultimo grido, più acuto degli altri, fece ghiacciare il sangue di Natsu nelle vene. Aveva già sentito un grido simile. Era stata l'ultima cosa che aveva sentito uscire dalla sua bocca. E lui non aveva potuto fare nulla per evitarlo.
Istintivamente portò una mano sulla bocca della ragazza pressando leggermente sulle labbra, per soffocarne l'urlo disperato, mentre con quella rimasta libera iniziò ad accarezzarle la guancia cercando di calmarla.
Quando sembrò più tranquilla, Natsu tolse la mano che copriva la bocca di Lucy e si concesse di osservarla meglio, mentre il profumo del suo respiro, ormai tornato regolare, tornava a pervadere l'aria catturando nuovamente l'attenzione del ragazzo.
 
Le assomigliava. Le assomigliava maledettamente. E non solo il suo odore... Osservandola aveva la netta impressione che lei fosse lì.
 
E mentre si stava nuovamente immergendo nei suoi pensieri, improvvisamente la porta venne mandata in frantumi. Schegge di legno e vetri si sparsero nello scomparto, ridestando il ragazzo che, alzando lo sguardo stupito notò tre figure in piedi davanti a lui.
 
"Pensavi davvero che noi, il Commando degli Dei, ti avremmo lasciato andare dopo aver distrutto la nostra gilda? Povero illuso!" disse la figura alla sinistra, un ometto basso e tozzo vestito in un abito attillato turchese, che non faceva altro che accentuare il suo fisico ben poco slanciato. "Hai approfittato del fatto che noi non fossimo presenti per venire a fare il galletto nel nostro territorio, ma ora la pagherai amaramente!".
Natsu lo fissò, furioso.
"Stronzate! I vostri compagni hanno pestato a sangue Alzack e Bisca per poi rubare dei documenti destinati al vecchio! Sono semplicemente venuto a riprenderli. Qualcosa in contrario?" urlò, balzando in piedi, pronto a rendere il torto subìto dai suoi amici anche a quei tre. Ma appena fu in piedi, i conati di vomito tornarono a farsi sentire. E i nemici ne approfittarono.
La figura al centro, un uomo alto dalla carnagione scura e la capigliatura leonina, si avventò su Natsu sferrandogli un pugno fortissimo alla bocca dello stomaco. Il ragazzo, che non ebbe il tempo di reagire, si accasciò a terra. 
 
 “Natsu! Qui si mette male!” urlò Happy “Tu!” aggiunse poi, rivolgendosi a Plue “Riesci a portare fuori di qui la tua amica?”
 
Il buffo animaletto scosse la testa in segno di diniego.
 
“Happy, cercherò di creare un’apertura, tu nel frattempo dovrai portare fuori di qui quella ragazza!” disse Natsu rialzandosi.
 
“Ma Natsu… Ti reggi malapena in piedi…” provò a protestare il gatto.
 
“Happy, rischia di rimanere coinvolta a causa nostra… E questo non deve succedere…  Ora vai!” replicò Natsu con un tono che non ammetteva obiezioni.
 
“Cì” rispose il micio avvicinandosi a Lucy, pronto a scappare con lei fuori dal comparto appena ne avesse avuto l’occasione.
 
“Credete davvero che vi lasceremo fare?” disse l’uomo nel vestito turchese “Nona arte magica del comando. Io, Goriak ordino: non muoverti”.
Dal bastone che il mago gli aveva puntato contro scaturì un raggio di luce che colpì Natsu, senza però fargli alcun danno, a parte un leggero formicolio che, partendo dal collo, si propagò velocemente lungo tutto il corpo.
 
“Non mi hai fatto nemmeno il solletico” disse il ragazzo, ma quando cercò di muoversi non ci riuscì.
 
“Come, non fai più il bulletto ora?” disse il mago, mentre un sorriso sardonico si dipinse sul suo volto. “Vai Jakien, finiscilo. Dopotutto, questi maghi di Fairy Tail non sono poi un gran che”.
 
E l’uomo dalla capigliatura leonina partì assestando al suo avversario un altro pugno, questa volta in faccia. Natsu volò all’indietro atterrando sul computer che Lucy aveva posato a terra qualche ora prima,  mandandolo in pezzi.
 
Piccole scintille fuoriuscirono dall’apparecchio e una di queste colpì Natsu dandogli la scossa. Non fu molto intensa, ma riuscì ad annullare l’incantesimo di comando che lo aveva colpito. Nella confusione del momento, Happy volò alla maniglia del freno di emergenza e la tirò, fermando la corsa del treno.
 
“Bene, ora sì che si ragiona” disse Natsu e, appena il mezzo fu completamente fermo, si alzò in piedi, fissando con un sorriso compiaciuto i suoi nemici.
“Ora sistemerò anche voi”.
 
Si lanciò contro Jakien, Afferrandogli la testa con la mano destra, per poi lanciarlo verso Goriak prima che potesse lanciare nuovamente l’incantesimo di comando. Lo centrò in pieno e il mago e il combattente finirono contro la parete, per poi cadere a terra svenuti.
La terza figura, un uomo non troppo alto e scarno, portava al collo un medaglione d’oro un po’ troppo grande per la sua corporatura: il peso eccessivo del pendente lo aveva fatto ingobbire, rendendo la sua figura grottesca. Rimase immobile, attendendo l’attacco del suo avversario. Quando il pugno di Natsu lo raggiunse, però, non andò a segno. Il ragazzo provò allora a scaricare sul suo avversario una raffica di colpi, che si avvicinarono senza però scalfirlo.
 
“Forse tu usi la magia Solid Shield, lo scudo invisibile” disse Natsu, cercando di indovinare cosa stesse difendendo il suo nemico.
 
“Nessun attacco fisico può distruggere la mia difesa. Forse avrai sentito parlare di me: sono Skjold, Dio della Difesa”.
 
“Nessun attacco fisico, hai detto? Allora… non sei immune agli attacchi magici?” chiese Natsu, mentre un ghigno malefico si dipinse sul suo volto, scoprendo dei canini particolarmente appuntiti.
 
“Non mi sembra che tu abbia a portata di mano una lacrima [*] al momento…” disse Skjold.
 
“E chi ha detto che ci vuole una stupida lacrima per utilizzare la magia?” rispose il ragazzo, mentre il suo sorriso si faceva più compiaciuto.
 
“N-n-non è possibile. La magia pura è morta da tempo.. Nessuno sa più utilizzarla…” disse il Dio della Difesa, la cui voce faceva trasparire una crescente agitazione.
 
“Il fatto che nessuno sappia più utilizzarla non significa che sia morta… Sento puzza di magia fuoriuscire da quel bel ciondolo che porti al collo. Potrebbe essere la sorgente del tuo incantesimo. Vogliamo verificarlo?”. La voce di Natsu era divenuta bassa e roca, simile al ruggito di un animale selvatico, mentre le pupille nei suoi occhi, da tonde che erano, si allungarono, diventando simili a quelle dei gatti.
 
“No! Non può essere!” urlò Skjold mentre indietreggiava per allontanarsi dal ragazzo.
 
“Ruggito della salamandra!” urlò Natsu, mentre una fiamma scarlatta scaturì dalla sua bocca, colpendo in pieno Skjold e i suoi compari, distruggendo però anche parte del vagone del treno.
 
“Per essere il Commando degli Dei siete un po’ debolucci, mi sa” disse con tono beffardo.
 
“Ecco che ci risiamo, Aye!” disse Happy, per nulla turbato dall’accaduto “Natsu, dovresti imparare a controllare le tue fiamme ogni tanto…. Hai di nuovo distrutto tutto. Senti… Che facciamo con la ragazza?” chiese il gatto. Natsu si voltò di scatto a guardarla, poi si inginocchiò vicino a lei, sperava non si fosse fatta niente.
 
Ma quando allungò una mano per toccarle la fronte, Lucy spalancò gli occhi, alzandosi di scatto dal sedile. Si guardò intorno e vide che la porta era stata distrutta, così come parte del vagone… Notò anche tre uomini a terra, svenuti e piuttosto malconci. Poi il suo sguardo cadde su Natsu. “Chi sei? Cosa è successo qui?” chiese la ragazza “Ero sicura di aver chiuso a chiave” continuò, guadando il ragazzo negli occhi, per nulla spaventata.
 
Natsu notò che anche la voce era maledettamente simile alla sua.  “Tu…” iniziò, ma si interruppe quando sentì il capotreno gridare “Chi è stato? Voglio il responsabile!”. Era giunto il momento di tagliare la corda, pensò il ragazzo.
 
“Oddio!” fece all’improvviso Lucy “Abbiamo già passato Magnolia?”.
 
 “Sei diretta a Magnolia, per caso?” domandò  Natsu mentre, alzatosi, si infilava lo zaino sulle spalle.
 
“Sì, ho degli affari da sbrigare là.. Allora, l’abbiamo già passata o no?” incalzò lei, inarcando il sopracciglio.
 
Natsu la fissò un attimo, mentre sentiva la voce del capotreno farsi più vicina.
 
“No! Però questo treno non si muoverà per un pò e conosco una scorciatoia.. E poi ho delle cose da chiederti! Vieni con noi!” disse con un sorriso.
 
“Eh? Ma… Devo recuperare le mie… Accidenti! Il mio pc!” esclamò la bionda nel momento in cui il suo sguardo si posò sul portatile.
 
“Non c’è tempo, vieni!” disse Natsu, raccogliendo la valigia dalla bionda e prendendola per mano, mentre Happy raccoglieva i resti del computer.
 
“Eh? Ma… fermooooo…“ urlò Lucy, ma Natsu la stava già trascinando giù dal treno, seguito dal suo amico e da Plue, mettendosi a correre per la campagna che si estendeva sconfinata.
“A pochi chilometri da qui si trova Akrifa. Possiamo fermarci a mangiare qualcosa e poi ripartiremo per Magnolia. Dovremmo arrivare verso sera. A proposito: io sono Natsu e lui è Happy!” si presentò il mago.
 
La ragazza lo guardò un attimo, poi rispose “Io sono Lucy e lui è Plue…. Senti… Non potresti rallentare un po’? Non ce la faccio più a correre!”.
 
“Dai che siamo quasi arrivati! Prometto che, se tieni duro ancora un po’, a pranzo ti lascerò i pezzi di carne più unti!” rispose il ragazzo senza rallentare l’andatura.
 
“Cosa ti fa pensare che io preferisca i pezzi più unti?” rispose lei stizzita. Non le restava che seguirlo, pensò, quel disastro che aveva visto sul treno avrebbe sicuramente attirato l’esercito e lei voleva evitare di essere notata; e poi aveva fretta di arrivare a Magnolia. Certamente quel ragazzo era impulsivo, ma sentiva che poteva fidarsi di lui.  Anzi, non sapeva nemmeno lei il perchè, ma era certa che sarebbero andati d’accordo.
 
 
 
 
 [*] come nel manga/anime, le lacrima sono cristalli che immagazzinano la magia… funzionano un po’ come le batterie! ^^

 
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Ciao a tutti! Ecco che, a distanza di un mese, arriva anche il secondo capitolo di Fairy Dolls! Sia Natsu che Lucy sono OOC, lo so… Esistono sempre le gilde, ma sono un po’ diverse da quelle che conoscete, così come alcuni personaggi… Finalmente i nostri Natsu e Lucy si sono presentati e, in un modo o nell’altro, Lucy è stata trascinata via da Natsu. Molte cose sono ancora avvolte nel mistero, ma già dal prossimo capitolo inizierà a svelarsi qualcosa…
Ringrazio ValeAki, I n o r i e Saralasse per aver recensito, mikytkd, nancyspungen93, Thedarkgirl96, Weird per averla messa tra le seguite e Krizia per averla messa tra le preferite. Ringrazio anche chi legge soltanto.
Spero di ricevere un piccolo commentino per questo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima
Un bacione
Aya-chan

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Capitolo 3
*** Lisanna ***


Raggiunsero Akrifa in poco più di un’ora di cammino. Appena arrivati in paese, Natsu prese con fare sicuro la strada principale percorrendola per qualche decina di metri, poi svoltò in un vicolo stretto alla sua sinistra. Per tutto il viaggio Lucy lo aveva seguito zitta, alzando ogni tanto lo sguardo per osservarlo sottecchi; se si tralasciava il colore dei capelli, alquanto discutibile, era davvero bel ragazzo: alto almeno due spanne più di lei, con un fisico asciutto e tonico dalla muscolatura ben definita, da quanto si poteva intuire attraverso la maglietta attillata.
 
 
“Siamo arrivati” annunciò Natsu, ridestando Lucy dai suoi pensieri. Si era fermato davanti alla porta di edificio piuttosto vecchio: l’intonaco, che un tempo doveva essere di un rosso vivissimo era ormai scolorito a causa delle molte stagioni passate e in diversi punti era caduto lasciando a nudo la struttura in mattone; alcuni vetri delle finestre del piano superiore erano rotti e i buchi erano stati sigillati con dei cartoni. Le persiane in legno cadevano a pezzi e quelle ancora intere erano state comunque rappezzate in almeno due o tre punti, mentre l’edera rampicante, che un tempo ricopriva solo la piccola tettoia sopra l’ingresso, era cresciuta in modo smisurato e incontrollato attorcigliandosi attorno alla ringhiera arrugginita del balcone soprastante per poi prendere possesso degli stipiti della finestra. Si capiva che era una taverna solo per via dell’insegna, ormai scolorita, che portava il nome ‘La taverna dei Tre Sognatori’. “Se dovessi passare qui davanti di notte penserei che è infestata dai fantasmi” pensò Lucy tra sé e sé, inarcando un sopracciglio “Se tutto va bene ci ritroveremo a mangiare con qualcuno di loro”. Natsu, vedendo lo sguardo dubbioso di Lucy si affrettò ad aggiungere “Forse non paga l’occhio visto dall’esterno, ma ti assicuro che la cucina è ottima. Soprattutto il pollo alla diavola! Ho già l’acquolina in bocca! Yummh!” disse, mostrando un sorriso compiaciuto. “Entriamo?”
Lucy lo guardò scettica. “Dire che non paga l’occhio è un eufemismo. Sembra uscita da un racconto dell’orrore”.
“Un eufe… che?” chiese il ragazzo.
“Nulla, nulla… Entriamo” fece lei agitando la mano a mezz’aria come invito a lasciar perdere quello che aveva appena detto e dirigendosi verso la porta.
 
 
 
 
L’interno della locanda, a dispetto della facciata, era umile ma ben curato. Appena entrati, due paratie in legno fungevano da disimpegno ed erano munite di pomoli che lasciavano la possibilità ai viaggiatori di togliersi gli abiti più pesanti prima di accomodarsi nella sala. Il bancone del bar si trovava lungo la parete opposta all’ingresso, in modo da offrire una visuale immediata di chiunque varcasse la porta, mentre sulla parete a destra, un ampio camino in pietra riscaldava l’ambiente nei periodi più freddi. Proprio in quel momento nel braciere la legna scoppiettava allegra e Lucy fu più che contenta di sedersi ad un tavolo poco distante da esso.
La stanza, nel complesso, era abbastanza piccola: contava sì e no una trentina di posti a sedere se si tenevano conto anche degli sgabelli disposti lungo il bancone; piccoli tavoli rettangolari erano allineati lungo le pareti dipinte di un color pesca, alle quali erano appese alcune applique a lacrima che certamente alla sera, quando la luce del sole era ormai tramontata, offrivano un luce suggestiva e confidenziale. Il pavimento era in cotto antico, un po’ consumato all’ingresso e davanti al bancone, oltre che attorno al camino; nonostante l’aspetto decisamente rustico, il locale sembrava comunque ben pulito.
Oltre a loro c’erano soltanto altri tre clienti, seppure fosse ormai ora di pranzo.
 
Lucy si guardava intorno stupita di come potessero esistere ancora posti di quel tipo: la grande città da dove proveniva, Anthea, proponeva una vasta scelta di locali all’ultima moda pronti a cambiare a ogni stagione… Non c’era il tempo di affezionarti ad un posto in particolare che subito era sparito, sostituito da qualcosa di simile, ma allo stesso tempo diverso.  “La casa è lo specchio dell’anima” aveva detto qualcuno. Lucy aveva sentito quella frase per caso e, distrattamente (o forse inconsciamente), l’aveva memorizzata. Le veniva in mente solo ora, dopo chissà quanto tempo, e la ragazza capì improvvisamente quanto fosse vera. Anche per lei, che della grande città non si sentiva per niente parte. Lei che, come il luogo da cui proveniva, continuava a mutare in qualcosa di simile, ma allo stesso tempo diverso.
 
 
“Lucy… tutto bene?” chiese Natsu vedendo la bionda piuttosto pensierosa.
 
“Natsu…. Questa ragazza è strana!” disse Happy all’orecchio dell’amico, ma senza abbassare il tono di voce.
 
Lucy ignorò completamente il gatto e rispose invece al ragazzo “Sì, tutto a posto. Stavo solo pensando a casa mia. E’ molto diversa da questo posto, forse più… fredda, potrei dire. E frenetica”. Prese in braccio Plue e iniziò a pizzicargli le guance “Sono rimasta sorpresa nel vedere che nella campagna al di fuori del mio paese esistono ancora posti del genere” terminò accennando un sorriso, poi iniziò sfogliare il menù.
 
“Lucy… E’ da quando ti ho vista in treno che voglio farti questa domanda…” iniziò un po’ incerto Natsu “Tu…” ma si interruppe, vedendo una sagoma avvicinarsi a loro.
 “Volete ordinare?” chiese con voce calma e gentile la cameriera quando fu arrivata davanti al tavolo.
 
“Certo! Per me le solite otto porzioni di pollo alla diavola! E dell’acqua” rispose Natsu con un sorriso.
 
“Io un bel pesce!” aggiunse Happy.
 
“Io… io prendo una zuppa di verdure e… delle patate al forno con dell’acqua” finì Lucy.
 
“Va bene, saremo pronti tra circa venti minuti” rispose la cameriera prima di allontanarsi verso la porta della cucina.
 
“Lucy…” riprese Natsu “Tu… Da dove vieni?”
 
La ragazza lo guardò per un attimo “Perché ti interessa?”.
 
“Niente, ero curioso…” il ragazzo fece una pausa e i suoi occhi, prima puntati sulla bionda, scesero a fissare un punto indefinito sul menù che aveva davanti. Poi, senza alzare lo sguardo, aggiunse “Ecco… in verità… Assomigli molto a una persona che conoscevo”.
 
“Natsu…” disse Happy preoccupato. Stava iniziando a capire cosa avesse turbato tanto l’amico quando erano in treno.
 
Lucy osservò Natsu intensamente per alcuni secondi, poi rispose “Mi spiace, ma non mi ricordo di te…”
 
“Ah, scusa. Non intendevo dire che io e te ci conosciamo. Dicevo solo che assomigli ad una persona che conoscevo. Per… ecco… Beh, le somigli in molte cose. Tutto qui” si affrettò a chiarire il ragazzo, questa volta alzando lo sguardo e tornando a guardare Lucy negli occhi.
 
“…. Comunque vengo da Anthea” finì Lucy.
 
“Anthea hai detto? Lucy, per caso… Il nome Lisanna Strauss ti dice qualcosa?” chiese il ragazzo speranzoso che la risposta fosse positiva.
 
“Lisanna…. Strauss, hai detto? Mmmh…” Lucy si fermò a pensare per un periodo di tempo che a Natsu parve interminabile, poi finalmente rispose “No, mi spiace. Non mi dice proprio nulla”.
 
Il ragazzo si rattristò all’istante e Lucy si sentì un po’ a disagio. Happy, dal canto suo, cercò di smorzare l’aria pesante che era venuta a crearsi cambiando argomento “Né Lucy, ti fermerai tanto a Magnolia?”
 
“Sono una maga. Ho sempre lavorato freelance prendendo piccoli incarichi, ma ultimamente mi è venuta voglia di lavorare a qualcosa di più impegnativo e l’unico modo per farlo è quello di diventare affiliata di qualche gilda. Ho pensato di provare con Fairy Tail. La mia permanenza dipenderà dal fatto che riesca o meno ad entrarvi” rispose la bionda.
 
Happy e Natsu si scambiarono un’occhiata, poi il gatto le chiese “Come mai proprio Fairy Tail?”
 
“E’ una delle migliori gilde in circolazione. E poi… Vorrei confrontarmi con membri forti per capire quali sono le mie reali capacità. Tutto qui”.
 
“Umh…” fece il ragazzo pensieroso “Lucy… Quando eri in treno… Ricordi di aver sognato qualcosa?”
 
“Eh? No, nulla. Ho forse detto qualcosa di strano?” chiese apparentemente tranquilla, ma a Natsu non sfuggì il leggero tremolio della sua voce.
 
“Stavi u..” stava rispondendo Happy, ma venne subito zittito da Natsu, che prese parola “Niente, solo che dormivi veramente profondamente. La carrozza è stata distrutta e tu non ti sei svegliata. E quando finalmente hai aperto gli occhi non eri per nulla turbata da quello che era accaduto mentre dormivi e non ti sei nemmeno chiesta cosa ci facessi io lì, accanto a te. Mi hai anche seguito, nonostante io sia un perfetto estraneo. O sei incredibilmente stupida, oppure la situazione ti faceva comodo così. In ogni caso non mi sembri portata per il lavoro di una gilda”.
 
“Come puoi dire che non sono portata se non sai nemmeno cosa so fare? E perché sarai incredibilmente stupida? Per non essermi svegliata? O per aver seguito te?” rispose lei, tremendamente seccata.
 
“Lucy, non puoi salire da sola su un treno, prendere delle dosi massicce di sonnifero e poi metterti a dormire.. Potrebbe venirti vicino chiunque. In quel modo sei un pericolo per te e per i tuoi compagni” rispose lui.
 
“Come fai a dire che ho preso del sonnifero?” chiese Lucy allarmata.
 
“Ne ho sentito l’odore” rispose lui.
 
“E anche se fosse? Era per questo che la porta era chiusa a chiave. E poi non ero sola, c’era Plue con me. Allora dimmi: come mai tu ed Happy eravate nello scomparto, visto che era riservato?”. Lucy aveva il viso in fiamme. Dove diavolo stava cercando di arrivare?
 
“Emh…” fece Natsu grattandosi la testa con fare imbarazzato “Quello… è stato un incidente… Però questo significa anche che chiunque poteva entrare, alla fine il risultato non cambia”.
 
“E quindi devo pensare che tu sia un delinquente?” ora la ragazza era veramente furibonda.
 
“No, non intendevo certo quello… Ecco…” il ragazzo non sapeva cosa dire… Il discorso aveva preso decisamente una brutta piega.
Nel frattempo, quasi a farlo apposta, la cameriera uscì dalla cucina e si avvicinò con diversi piatti fumanti; quando ebbe sistemato tutto sul tavolo e si fu allontanata, Happy prese parola “Né, Lucy… quello che Natsu vuole dire è che è pericoloso per una ragazza stare da sola dopo essersi praticamente resa inoffensiva. Se tu fossi in una gilda e dovesse succederti qualcosa, i tuoi compagni verrebbero a salvarti mettendo in pericolo le loro vite. Per quanto riguarda lo scomparto riservato… Beh, quella è tutta colpa di Natsu” terminò Happy ridendo sotto i baffi.
 
“Bell’amico! Potresti coprirmi ogni tanto…” rispose il ragazzo facendo finta di essere seccato, poi si rivolse a Lucy “Scusa, non volevo offenderti”.
 
La bionda ci pensò su un attimo, poi rispose “Scuse accettate. A patto che mi diciate di cosa vi occupate voi… Dopotutto potreste essere davvero dei delinquenti! Comunque… Buon appetito! ” e, detto questo, iniziò a mangiare.
 
Happy e Natsu non se lo fecero dire due volte:si avventarono sui piatti ancora fumanti. Dopo un primo minuto di silenzio, in cui avevano pensato solo a riempirsi la bocca e la pancia, Natsu rispose “Beh, noi… gnam gnam gnam… siamo… chomp….” parlava e mangiava –o forse era meglio dire divorava il cibo che aveva davanti-, brandendo con le mani uno dopo l’altro i cosciotti di pollo che erano nel piatto “…affiliati di… chomp… gnam gnam… Fairy Tail”.
 
Lucy sputò addosso al ragazzo l’abbondante cucchiaiata di zuppa che aveva appena portato alla bocca “C-cosa?” urlò poi, incredula.
 
“Che schifo, Lucy sputa!” disse Happy, spostandosi disgustato.
“E’ colpa vostra gattaccio. Perché non mi avete detto subito che eravate di Fairy Tail?” chiese la ragazza.
 
Natsu la guardò meravigliato continuando però a masticare poi, appena riuscì a deglutire, rispose “Beh, non siamo tutti come te che sei talmente ingenua da andare a raccontare in giro i fatti tuoi agli sconosciuti! Mi chiedo come hai fatto a sopravvivere da sola fino ad ora!”.
 
“Senti da che pulpito. Quello che si è messo contro il Commando degli Dei. Pensi davvero che non li avessi riconosciuti? Sono parte di una gilda oscura che ultimamente si è data un gran da fare” rispose Lucy guardandolo per un attimo con fare saccente, per poi tornare a concentrarsi sul suo cibo.
 
“Ah… Allora non sei poi tanto stupida quanto pensavo… Beh, comunque penso che per un po’ non daranno più problemi…” replicò il ragazzo, addentando poi un altro pezzo di carne.
 
“Senti carino, sorvolerò ancora una volta sul fatto che mi hai dato della stupida. Ma in cambio, che ne dici di farmi vedere il tatuaggio di Fairy Tail? Dopotutto potrebbe anche essere una bugia…” fece la maga.
 
“Uhmmm… Hai ragione. D’accordo” disse lui, alzandosi in piedi e togliendosi la maglia, mostrando alla ragazza il tatuaggio che portava sulla avambraccio destro, mentre Happy le fece vedere quello sulla sua schiena. Lucy li guardò e constatò che erano autentici. Ma quando fece per distogliere lo sguardo, questi andò a posarsi sul torace del ragazzo: la sua muscolatura, a dir poco scolpita, non poteva certo passare inosservata e la ragazza si concesse di soffermarsi su di lui un po’ più del dovuto.
 
 
“Come mai hai deciso di darmi informazioni tanto riservate?” gli chiese, tornando a fissarlo in volto. Doveva focalizzare la sua attenzione su altro.
 
“Beh, se vuoi entrare in Fairy Tail prima o poi lo avresti scoperto, quindi tanto vale dirtelo subito. Non è ovvio?” rispose Natsu. “A proposito: visto che raggiungeremo Magnolia solo stasera sul tardi, se vuoi per stanotte puoi fermarti a casa nostra e domattina ti accompagneremo noi in gilda. Che ne pensi?”.
 
Lucy sì bloccò per un attimo, lo sguardo fisso sul ragazzo. Era una vera fortuna che fosse già riuscita a fare amicizia con dei membri di Fairy Tail, ma stare così a contatto con loro avrebbe potuto diventare un ostacolo alla sua missione. Mentre li osservava immersa nei suoi pensieri, Natsu e Happy avevano iniziato a lanciarsi il cibo, finendo inevitabilmente per sporcare anche Lucy. Sicuramente quei due erano scaltri, ma erano ancora immaturi e, pensò la ragazza, con qualche piccolo accorgimento non avrebbero sospettato nulla.
 
“Accetto la proposta. E poi me lo dovete, mi avete rotto il computer e mi avete appena sporcato i vestiti” disse con un tono che non ammetteva repliche.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Erano le dieci passate quando finalmente arrivarono a casa di Natsu, un piccolo appartamento situato nella periferia della città. L’abitazione, che contava due stanze più il bagno, aveva l’ingresso diretto sul soggiorno. Lungo la parete sinistra c’erano un frigorifero e un piano cottura, mentre contro quella di destra era stato spinto un divano piuttosto malmesso. Al centro della stanza c’era un piccolo tavolo bianco con quattro seggiole e a destra della porta era stato posizionato il mobile con la televisione. Accanto al divano si trovava la porta per il disimpegno, che portava al bagno e alla camera da letto. La casa era  sporca e disordinata, con vestiti buttati sul divano, sulla televisione e anche sul frigorifero.
“Mettiti comoda un attimo, pulisco un po’” disse Natsu, mentre raccoglieva veloce gli indumenti sparsi in giro.
“Altro che pulizie… Ci vuole una disinfestazione, qui… “ mugugnò Lucy, tirando intanto una sedia riposta sotto il tavolo, per potersi sedere. Quando lo sguardo cadde sulla seduta, cacciò un urlo.
“Che succede? Chiese Natsu precipitandosi dalla ragazza. Quando si avvicinò a Lucy vide i suoi boxer abbandonati sulla sedia.
“Ecco dov’erano finiti! Grazie Lucy!” esclamò soddisfatto.
“Grazie non è certamente la parola che vorrei sentirmi dire. Io vado a farmi una doccia, tu cerca di togliere le tue mutande dalla circolazione prima che esca!” urlò la ragazza; poi, portandosi appresso la valigia, si chiuse in bagno.
 
 
 
Uscita dal bagno l’umore di Lucy era decisamente migliorato e ringraziò Natsu dell’ospitalità.
“Certo che casa tua è proprio un disastro. E’ proprio vero che l’ambiente in cui vivi ti rispecchia…” disse Lucy.
“Già…” rispose il ragazzo.
“…la casa è lo specchio dell’anima” dissero all’unisono. Si voltarono di scatto e si guardarono negli occhi, rimanendo così per diversi secondi.
“I-io.. ho sentito questa frase molto tempo fa..” fece Lucy imbarazzata, distogliendo lo sguardo.
“Anch’io” rispose Natsu pensieroso. “Meglio andare a letto ora..”
 
Quindi le fece vedere la camera, composta da un armadio, un letto matrimoniale un comodino.
“Né, Natsu! Io non voglio dormire con Lucy… Se durante la notte inizia a toccarmi cosa faccio?” si lamentò Happy.
“Prova a ripeterlo gattaccio. E poi cosa mai potrei farci con te?” chiese Lucy infastidita.
“Allora Natsu lo assalteresti!” esclamò il gatto.
“Neanche per sogno!” urlò stizzita Lucy. Era diventata paonazza.
“Natsuuuu! Forse è il caso che la mettiamo a dormire sul balcone!” propose Happy mentre andava a nascondersi dietro le spalle dell’amico.
“No Happy, Lucy non ti assalirà. Lei dormirà sul divano e noi ci chiuderemo in camera” rispose Natsu.
“Come? Fate dormire sul divano una povera fanciulla come me? E poi casomai sarei io a dovermi preoccupare di voi..”
“Stavo scherzando. Vai pure in camera. Sul divano dormiremo noi” disse Natsu beffardo.
 
 
 
Diverso tempo dopo, quando ormai Lucy si era addormentata, Happy, coricato sul divano assieme all’amico,  si girò nella sua direzione e gli chiese “Né, Natsu… Cosa vuoi fare con Lucy? Perché l’hai portata qui?”
 
“Non so Happy. Sento che lei conosce Lisanna. Avverto un legame tra loro. Un legame intimo, non so se mi spiego. Me lo dice l’istinto” rispose il ragazzo.
“Anche se avesse qualche legame con Lisanna, non la riporterebbe indietro… Ormai lei…” disse il gatto con voce spezzata, stava per mettersi a piangere.
“… è morta. Lo so Happy, ma voglio trovare chi l’ha uccisa. Farò di tutto per trovarli. Ora dormi. Buonanotte”.
E così dicendo si abbandonò a Morfeo, perché lo cullasse nelle ore di quella lunga notte al termine della quale, lo sentiva, sarebbe stato un passo più vicino alla verità. Quella verità che avrebbe dato un nome agli assassini della ragazza che un tempo aveva amato e che, forse tuttora, amava: Lisanna.
 
 

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Ciao a tutti!!! Eccomi qui col terzo capitolo di Fairy Dolls… Prometto che andrò avanti anche con In order to find you, l’altra Nalu (non scrivo altro, ormai sono fissata), solo che al momento la mia ispirazione è tornata a farsi sentire prepotentemente per questa fic!!
Iniziano a svelarsi alcuni misteri, come l’identità della persona che somiglia alla nostra Lucy: forse non vi aspettavate Lisanna, o forse sì… comunque ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di capire il collegamento… I nostri Natsu e Lucy sono OOC, lo so, ma in questo momento dovevano essere così: questa si chiama libertà dell’autore! Ahahahah! (Non ho scuse per la mia incapacità di mantenerli IC, mi spiace!!!)
Un’ultima nota: Anthea (il nome della città da cui viene Lucy) significa Fiore in greco!!

Passiamo ai ringraziamenti: grazie a Saralasse, _Alluka_, Altaria e Chicca17 per averla inserita nelle seguite, a Lucy_ Heartphilia e lucy_chan93 per averla inserita nelle preferite e ringrazio Saralasse, _Alluka_ e Krizia che commentano e mi sostengono!!! Grazie anche a chi legge e basta! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, attendo un qualche commento a proposito.
Alla prossima
Un bacio
Aya-chan

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Capitolo 4
*** Dolls ***


“Davvero non è più riparabile? Sarebbe un bel guaio, ora che è arrivata fino a questo punto“ domandò un uomo brizzolato sulla cinquantina, vestito in un completo nero.
“Purtroppo ha subíto dei danni alla memoria centrale, oltre che all’intera struttura. La riparazione sarebbe abbastanza costosa e richiederebbe tempi lunghissimi, almeno sei mesi. Si farebbe molto prima a ricostruirla da nuova” rispose una donna in camice bianco.
“Miss Brandy, non abbiamo tutto questo tempo, dovrebbe saperlo. I vertici vogliono dei risultati il prima possibile. Non c’è alcun bisogno che le ricordi cosa le succederebbe se, dopo tutti i soldi che sono stati investiti, dovesse fallire la missione”
“Lo so benissimo signore. Questa volta cercheremo di essere più prudenti”.
 
Lucy si svegliò, sentendo alcune voci discutere nella stanza accanto. Aprì gli occhi a fatica, per quanto potessero concederle le palpebre appesantite per il troppo dormire, cercando di focalizzare dove si trovasse. La vista annebbiata e un dolore lancinante alla testa le impedivano di mettere a fuoco le forme e l’unica cosa che riuscì a capire era che si trovava in una stanza dalle pareti bianche. Cercò di mettersi a sedere puntellandosi con le braccia e quando i polpastrelli toccarono la superficie su cui era distesa, sentirono che era morbida, ma allo stesso tempo ruvida. Ci mise un attimo, poi realizzò di essere coricata su di un materasso, ricoperto da pesanti coperte non troppo confortevoli. In quel momento, l’odore asettico di disinfettante giunse alle sue narici e, mentre cercava di sollevarsi, avvertì una fitta improvvisa all’altezza dello stomaco, che la obbligò a distendersi nuovamente. Allungò le mani cercando di toccarsi la pancia, ma sentì che queste erano impedite nei movimenti da alcuni cavi. Istintivamente sollevò il braccio sinistro per quanto riusciva e si mise ad osservarlo, cercando di focalizzare cosa poteva tenerla bloccata. Si concentrò il più possibile per riuscire a mettere a fuoco cos’era piantato nel suo avambraccio. Da quell’oggetto partiva un piccolo tubo che andava verso l’alto e, seguendolo, riuscì a distinguere un’asta con attaccata una sacca.
“Una flebo… Quindi sono in ospedale” realizzò.
Non riuscendo a muoversi pensò di chiamare qualcuno, ma nel momento in cui cercò di parlare, non riuscì ad emettere alcun suono se non alcuni rantoli sommessi; si accorse di avere la bocca e la gola asciutte, probabilmente a causa della scarsa idratazione.
 
Mentre pensava a come riuscire a farsi sentire, le voci della stanza accanto ripresero a parlare, questa volta con toni più accesi.
 
“Miss Brandy, non possiamo costruire una nuova Doll e neppure riparare il modello L-01. Le chiedo di recuperare il materiale che può ancora essere riutilizzato, ammesso che ce ne sia, e procedere allo smantellamento” ordinò l’uomo.
“Capisco signore, ma…”.
“La missione sarà presa in carico dal modello L-00”.
“Ma… Signore… Il modello L-00 potrebbe risultare instabile… Lo abbiamo scartato a causa della sua resistenza ad archivio. Durante la missione all’isola di Tenrou…”
Ma non riuscì a terminare la frase, interrotta dal suo interlocutore che, decisamente spazientito, prese parola. “Miss Brandy, sta forse insinuando che la mia memoria ha qualche problema? Ricordo benissimo cosa accadde durante quella missione. Ma se non erro il problema era stato risolto. Oppure devo iniziare a dubitare anche delle capacità  dell’ingegnere Hibiki, oltre che delle sue?”
 
La donna deglutì, poi, con lo sguardo rivolto al pavimento, riuscì solo a sussurrare:
“Come desidera, Signor Purehito”.
 
 
Lucy, che aveva udito tutta la conversazione, iniziò a tremare. Sapeva bene che essere in quella stanza non significava nulla di buono e, a giudicare dalle sue condizioni, la Doll che presto sarebbe stata smantellata era lei. Solo… Non riusciva a capire come si fosse ferita a quel modo: la vista era ancora annebbiata e iniziava a pensare che si fosse danneggiato qualche circuito interno; inoltre non riusciva nemmeno ad alzarsi, segno che anche il sistema per la deambulazione era stato compromesso. Sì, la demolizione era l’unica soluzione. Le Doll più fortunate –ma davvero si poteva parlare di fortuna?-, quelle che venivano danneggiate in modo lieve ma comunque rese inutilizzabili per le missioni, venivano trasformate in bambole per il piacere di uomini e donne lussuriosi; passavano coi loro noleggiatori le ore per cui questi avevano pagato facendo tutto ciò che essi desideravano, poi, al termine del loro lavoro, le loro memorie venivano cancellate ed erano nuovamente pronte per diventare l’oggetto del desiderio più sfrenato del nuovo cliente con cui avrebbero passato le ore successive.
 
Per questo una Doll non si sarebbe mai sognata di disubbidire agli ordini. Farlo significava perdere definitivamente la propria identità a causa della ciclica formattazione dei dati che avveniva nel passaggio da un cliente all’altro. Diventare un semplice automa era ben peggio che essere smantellata. Almeno, così la pensava Lucy.  
 
 
Doveva scappare. Cercò di scendere dal letto, ignorando il dolore alla pancia e concentrandosi sui movimenti che il suo corpo doveva fare. Si mise a sedere e poi si girò sul lato sinistro, facendo cadere le gambe penzoloni: non avvertiva alcuna reazione dagli arti inferiori, ma non sapeva cos’altro fare. Prese un grosso respiro e, aiutandosi con le braccia, si lasciò scivolare giù dal letto, ma il risultato fu disastroso: le gambe, come fossero di cemento, non si distesero e quando i piedi toccarono terra il corpo era totalmente sbilanciato in avanti a causa della spinta che la ragazza si era data. Quando realizzò che stava cadendo, Lucy cercò di portare le braccia avanti per riparare il viso ma la flebo bloccò momentaneamente il braccio sinistro; il contraccolpo fu così violento da stracciare l’ago dalla vena, mentre il suo busto compiva una leggera rotazione, facendola sbattere violentemente a terra sul fianco.
 
Il frastuono provocato dalla caduta sua e del treppiedi che sorreggeva la flebo attirò l’attenzione dell’uomo e della donna che stavano discutendo nella stanza accanto, i quali si precipitarono subito da Lucy. Le lacrime scendevano copiose dagli occhi della ragazza, rigandole il volto, segno dell’eccessiva umanizzazione del prodotto. L’uomo se ne accorse e sentenziò, deciso
 
“Miss Brandy, direi che non è il caso di indugiare oltre. La sopprima e proceda come stabilito”.
 
Gli occhi di Sherry Brandy iniziarono a bruciare, mentre il respiro le morì in gola; si sforzò di deglutire e di riprendere a respirare regolarmente per bloccare le lacrime che minacciavano di uscire: quella bambola era la prima che lei avesse mai creato. Per lei era come una sorella e non avrebbe mai avuto il coraggio di fare ciò che le era stato richiesto.
 
 
Per progettarla si era basata sul modello L-00, costruito dal suo insegnante, il professor Heartphilia. L’uomo si era talmente affezionato alla sua invenzione da darle il nome della sua defunta figlia, Lucy. Il linguaggio di programmazione usato dal professore per la sua creazione era piuttosto vecchio e spesso la Doll riscontrava dei problemi nell’esecuzione dei comandi impartiti tramite Archivio, che utilizzava un linguaggio più recente: per questo fu deciso dal consiglio di astenerla dal compiere determinate missioni. Ma questo “paradiso” per il modello L-00 durò fino alla morte del professore, avvenuta due mesi prima: da allora avevano ricominciato ad utilizzare la Doll per i più svariati incarichi.
 
“Miss Brandy, ha capito quello che le ho detto? La sopprima immediatamente”
 
“Ma…..” cercò di replicare la donna.
 
“Devo pensare ad un’insubordinazione? Se non vuole farlo lei lo farò io. E se proverà ad impedirlo, potremmo considerare la nostra collaborazione terminata”.
 
Gli occhi della donna si spalancarono, la bocca distorta in una smorfia di terrore. Questa volta non riuscì a fermare le lacrime, che iniziarono a rigarle il volto.
 
“No! No! Farò come vuole” rispose lei con voce supplichevole.
 
“Sto aspettando” replicò secco l’uomo.
 
Lucy, ancora a terra, aveva assistito impotente alla scena. Atterrita, cercò di gridare, di chiedere pietà, qualsiasi fosse stata la sua colpa, ma nessun suono uscì dalla sua bocca. Era davvero tutto finito? Non aveva alcuna possibilità di sopravvivere?
 
Sherry, intanto, si era alzata ed era andata nella stanza in cui aveva discusso con Purehito fino a qualche minuto prima, per tornare con una siringa piena di un liquido verdastro. Si chinò accanto a Lucy e le sollevò appena la testa, appoggiandola sulle sue gambe; poi avvicinò le labbra all’orecchio della ragazza
 
“Ti voglio bene” sussurrò.
 
Le baciò la fronte poi, sotto lo sguardo inquisitore dell’uomo, che voleva accertarsi che la richiesta venisse portata a termine dalla dottoressa, infilò l’ago nell’avambraccio destro della sua Doll.
 
 
 
 
 
 
“No! No!” cercava di gridare invano la ragazza.
 
“…eglia! Ehi Lucy!”
 
 
“Noooooooooo!” urlò Lucy, alzandosi a sedere di scatto, il corpo freddo madido di sudore e il volto rigato dalle lacrime.
 
“Ehi Lucy!” disse Natsu cercando di attirare la sua attenzione “Tutto bene?”
 
La ragazza indietreggiò di scatto, andando a sbattere contro la testiera del letto.
 
“Lucy! Sei decisamente più strana di ieri!” disse Happy, accucciato ai suoi piedi.
 
“Io…io…” balbettò la bionda terrorizzata, mentre i suoi occhi, si posavano ora su Happy, ora su Natsu come a cercare di capire le loro intenzioni.
 
Plue si avvicinò a lei, tirandola per la canottiera e guardandola con aria decisamente preoccupata. La bionda lo abbracciò, iniziando ad accarezzargli la testolina bianca.
 
 
Senza distogliere lo sguardo dalla ragazza, Natsu si mise a sedere sul materasso.
 
“Certo che se ti agiti così tanto nel sonno… Non posso darti tutti i torti se poi butti giù delle dosi massicce di sonnifero per dormire” bofonchiò nel tentativo di calmarla.
“Eh?” fece lei di rimando, mentre il terrore provato durante il risveglio stava pian piano passando.
 
“Beh, urlavi come una pazza!” disse sornione il gatto.
 
Il volto di Lucy, pallido, si tinse di un leggero rossore “Io… cosa ho detto?” chiese con un filo di voce.
 
“Mah… Niente di che… Gridavi come una mammoletta! Magari hai sognato un qualche insetto… O forse un topolino…” disse Natsu ironicamente, voltandosi verso Happy, che era alle sue spalle, a chiedere conferma “Vero Happy?”
 
“Cì”.
 
Un cuscino centrò in pieno la testa del ragazzo.
 
“Stupido!” urlò Lucy.
 
“Ahi!” disse Natsu massaggiandosi il punto colpito. Poi, fulmineo, si voltò di nuovo verso Lucy e si avvicinò a lei, fissandola negli occhi “Vedo che stai già meglio!” le disse sorridendo.
 
 
La bionda si irrigidì. Saranno stati si e no a dieci centimetri di distanza: la ragazza poteva sentire il respiro dell’altro sulla sua pelle e, quando il fiato del ragazzo le carezzò il collo umido di sudore, rabbrividì.
 
Solo in quel momento si accorse di avere freddo e cercò di cacciarsi le coperte fin sopra alla testa, ma le lenzuola erano intrappolate sotto il corpo di Natsu.
 
“Mmmh? Hai freddo?” chiese il ragazzo, mentre posava una mano sulla fronte di Lucy per misurarne la temperatura “Sei ghiacciata. E sudata” constatò.
 
Lucy arrossì imbarazzata e sbottò “Stavo appunto cercando di coprirmi. E se ti sposti forse ci riesco!”.
 
“Aspetta, se ti corichi ora rischi di prendere un malanno” la fermò Natsu “Happy, puoi portare un paio di asciugamani inumiditi?”
 
“Aye!” rispose l’amico, volando a tutta velocità nel bagno e ritornando poco dopo con quanto richiesto, passando una salvietta a Natsu ed una a Lucy.
 
Il ragazzo iniziò a tamponarle la schiena e la ragazza balzò in piedi strillando
 
“Cosa stai facendo?”
 
“Beh, non penserai di riuscire a tamponarti la schiena da sola? Ma scordati del resto… Per quello non ti aiuto!” disse Natsu indispettito.
“E quando mai ti avrei chiesto di asciugarmi il corpo, razza di maniaco!” urlò lei, mentre gli strappava la salvietta dalle mani e la porgeva a Plue.
 
“Ci penso da sola!” terminò secca.
 
“Bel modo di ringraziare” rispose Natsu irritato voltandosi dall’altra parte, visibilmente offeso.
 
“Umpfh” borbottò Lucy sedendosi sul letto ed iniziando a tamponarsi il viso con l’asciugamano datole da Happy. Iniziò subito a sentirsi meglio.
 
“Né, Lucy. Non soffiarti il naso nella mia salvietta” la pregò Happy.
 
La ragazza si fermò e si mise a fissare in malo modo il gatto.
 
“Certo che no! Non è mia abitudine soffiarmi il naso nelle salviette, tanto meno in quelle degli altri” rispose lei stizzita.
 
“Meno male. Altrimenti domattina non avrei saputo che salvietta usare per asciugarmi dopo il bidet. E’ una settimana che devo andare a comprarne una nuova e quella è l’unica rimasta” disse il micio tutto contento.
 
“Aaah! Che schifo!” urlò Lucy tirandogli l’asciugamano “Mi hai dato la tua salvietta del bidet?”
 
“E quale dovevo darti? Non mi fido a darti quella per il muso e quella per il bidet di Natsu… Beh… Non è propriamente in ottime condizioni… Però se preferivi quella…” fece in tutta la sua ingenuità.
 
“Gattaccio! Ti stacco i baffi ad uno ad uno!” urlò Lucy, cercando di prendere Happy che prontamente le sfuggì alzandosi in volo.
 
“Dai, stavo scherzando!” le disse cercando di calmarla.
 
“Sono già le quattro del mattino. E’ meglio se torniamo a dormire ancora un po’” li interruppe Natsu, alzandosi dal letto.
 
Stava per dirigersi verso la porta della stanza, quando sentì che qualcosa lo stava trattenendo. Si voltò e vide Lucy, il volto rosso rivolto verso il pavimento, che con la mano stava tirando un lembo della maglia.
 
“Che c’è ora?” chiese secco.
 
“Scusa per prima. Non volevo… Ecco… Essere scortese. Grazie per l’aiuto” sussurrò la ragazza.
 
“Occhei, scuse accettate” disse, ma quando fece per andarsene, sentì che Lucy non aveva ancora mollato la presa.
 
“Cosa c’è ancora?”
 
“Potreste… Tu… e Happy… Ecco… Restare… emh… finché non mi sono addormentata?”
 
Natsu si chinò portando il volto all’altezza di quello di Lucy. La scrutò per qualche secondo, poi, mentre un ghigno malvagio si dipingeva sul suo volto disse
“La principessina ha paura? Avevo ragione a pensare che fossi una mammoletta”
 
Le guance di Lucy si infiammarono, però questa volta di rabbia “Fa come se non ti avessi detto nulla. Buonanotte” disse secca, per poi tirarsi le coperte fin sopra la testa.
 
Natsu si scoprì divertito nell’osservare le reazioni di quella ragazza. Certamente il profumo e il viso erano maledettamente simili a quelli di Lisanna, ma caratterialmente erano come il giorno e la notte. Anche il fisico, aveva potuto osservare, era diverso: Lucy era decisamente più formosa.
 
Cercò di stuzzicarla ancora per vedere cosa avrebbe risposto questa volta “Potrei anche farlo… A patto che anche io e Happy possiamo dormire nel letto. Con te”.
 
Il volto della ragazza fece capolino dalle lenzuola, fissandolo seria.
 
“Se promettete di non fare nulla, ci sto”.
 
Quella reazione, decisamente diversa da quella che si sarebbe aspettato, lo spiazzò.
 
“Beh, stavo scherzando per quanto riguarda il dormire” disse grattandosi la testa, mentre si sedeva sul letto, la schiena appoggiata contro la testiera “però resteremo fino a che non ti sarai addormentata. Poi torneremo di là”.
 
Lei gli sorrise, poi, un po’ timorosa, gli chiese “Né, Natsu… Puoi darmi la mano?”
 
 
Lui la guardò perplesso, poi le rispose sorridendo
 
“Sei proprio una bambina, Lucy”.
 
E la prese per mano.
 
 
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Eccomi! Scusate il ritardo nell’aggiornare, ma sto studiando come una pazza per gli esami imminenti! Viste le tematiche trattate, ho dovuto mettere il rating arancione, almeno per ora, più avanti potrebbe anche diventare rosso… Forse a qualcuno avevo risposto alle recensioni dicendo che in questo capitolo si sarebbe capito qualcosa della missione di Lucy… Mi scuso immensamente, ma, alla fine, della missione non ho detto una fava… Però almeno avete capito qualcosa di più sul titolo (e solo su quello temo… -.-)!
Vi avviso che non sono pienamente soddisfatta di quello che ho scritto, specie per Natsu, che ogni capitolo che passa sfugge sempre di più al mio controllo, diventando sempre più OOC! L  Ma mi affido alle splendide recensioni che ogni volta lasciate per sapere cosa ne pensate voi!
Ma passiamo ai ringraziamenti: grazie a midori no yume ed ErzaScarlet_  per aver inserito questa storia tra le seguite e ringrazio Saralasse, _Alluka_ , Krizia, I n o r i e lucy_chan93 che commentano e mi sostengono!!! Grazie anche a chi legge e basta! E un ringraziamento speciale al mio otouto-chan, che legge e mi consiglia sulla parte informatica della trama (visto che sono negata)!!!
Alla prossima
Un bacio
Aya-chan

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Capitolo 5
*** Fairy Tail ***


Natsu dormiva coricato sul fianco destro, il capo appoggiato sul guanciale, quando i raggi del sole entrarono nella stanza dalla porta balcone situata sulla parete alla sinistra del letto baciandolo timidamente sul volto assopito, in quel momento dipinto del più beato dei sorrisi. Il sonno che lo stava cullando, fatto di ricordi a lungo dimenticati, lo avvolgeva nella più dolce delle carezze, donandogli una pace e una tranquillità che non provava da tempo. Ma, mano a mano che il sogno si affievoliva facendo spazio alla realtà portata dal risveglio, il suo cervello iniziava a registrare, seppure impercettibili, gli stimoli provenienti dall’ambiente che lo circondava: dapprima quel profumo, dolce e fruttato, che da sempre aveva il potere di cullarlo dolcemente e allo stesso tempo di incendiargli il cuore; poteva sentirlo riempirgli i polmoni mentre inspirava, anche se lo avvertiva come filtrato da un altro odore, più pungente e selvaggio, ma in egual modo eccitante. La pelle del suo torace e delle braccia, venuta a contatto con qualcosa dalla consistenza morbida e arrotondata bruciava, di un fuoco diverso da quello che lo incendiava in battaglia, quando questa veniva avvolta dalle sue stesse fiamme; era come se quell’oggetto, quel corpo, lo stesse marchiando col suo tocco: se avesse provato a staccarsi in quel momento, ne era certo, la sua epidermide vi sarebbe rimasta attaccata. La mano sinistra si mosse lungo il profilo di quella cosa per cercare di carpirne l’essenza: i polpastrelli si posarono sulla superficie, morbida e liscia, iniziando a carezzarla con movimenti lenti mentre scendevano, finendo per incontrare la stoffa che avvolgeva quelle forme sinuose. La lasciò proseguire lasciva, esercitando una maggior pressione con le dita, come a voler annullare la barriera costituita dall’indumento che gli impediva di avere un contatto diretto con quella pelle di donna –sì, non poteva che essere pelle di donna, realizzò il mago- morbida e profumata, mentre il corpo di lei si mosse per meglio aderire al suo torace, premendovi contro il seno formoso; il suo respiro caldo s’infranse sulla pelle del Dragon Slayer, procurandogli un brivido di piacere che corse lungo tutto il corpo, alimentando il languore che già aveva iniziato a manifestarsi al bassoventre. Il ragazzo si scoprì desideroso che quel sogno appartenente al limbo del risveglio non finisse –perché non poteva trattarsi che d’un sogno-, mentre la sua mano, che aveva ormai percorso tutta la schiena della ragazza, si soffermò un attimo sul fianco, prima di scendere ad afferrarle con vigore una natica. Era da tempo che non sfiorava più una donna, per questo ogni sensazione gli sembrava così reale. Dopotutto nessuna aveva più dormito nel suo letto da chissà quanto tempo. Nessuna.

 

 

 

 

Nessuna tranne…

 

 

Lucy!” esclamò Natsu sbarrando gli occhi, solo per scoprire che il suo volto si trovava a pochi centimetri da quello della ragazza, le braccia a cingere quel morbido corpo, le mani a esplorarne le forme. Preso dal panico, la spinse lontano da sé facendola ruzzolare giù dal letto, per poi alzarsi di scatto.

 

Ahi! Ma cosa… Natsu? Ma sei impazzito?” sbraitò lei in risposta, mettendosi a sedere e massaggiandosi la testa nel punto in cui aveva sbattuto sul pavimento “Esistono altri modi di svegliare le persone, sai?” terminò acida.

 

Tu… Stavi dormendo? Quindi tu non… cioè… ecco… n-non… non hai sentito nulla di strano?” chiese il ragazzo decisamente agitato.

 

No, nulla di strano. Perché, è successo qualcosa?” domandò fissandolo con aria interrogativa.

 

Ecco… N-non volevi saperne di svegliarti, così non mi hai lasciato altra scelta che buttarti giù dal letto!” concluse lui sbrigativo, girandosi per darle le spalle e dirigendosi verso la porta. Lucy non si era accorta di nulla e Natsu poteva riuscire a mascherare la sua agitazione, ma non avrebbe certo potuto nascondere le reazioni del suo amico lì in basso. Poteva sempre tentare di buttarla sulla storia, per giunta scontata, dell’alzabandiera mattutina, ma sarebbero sicuramente seguite domande al quale era meglio evitare di rispondere. E poi, lo sapeva, si sarebbe solo tirato la zappa sui piedi da solo. Era meglio sparire finché poteva.

Vado a fare una doccia. Tu intanto preparati” aggiunse, continuando a darle le spalle.

 

V-va bene, ma… Per cosa?” chiese la bionda, incuriosita dallo strano comportamento del ragazzo.

 

Non eri tu quella che voleva entrare a Fairy Tail? Stamattina andremo alla gilda. Mi raccomando, devi essere pronta in venti minuti” affermò Natsu uscendo dalla camera per fiondarsi in bagno chiudendosi dentro a chiave.

 

 

Lucy seguì il ragazzo con lo sguardo finché questi non scomparve dietro la porta.

 

Ma… Che gli è preso?” chiese a Happy che, acciambellato sul letto, aveva assistito a tutta la scena. Tutta. Un sorriso sornione si dipinse sul muso del gatto.

 

Credo si chiami senso di colpa! Aye!”.

 

 

Senso di colpa? E per che cosa? Per avermi buttata giù dal letto?” il viso di Lucy assunse un’aria dubbiosa.

 

Sì, perché ti ha buttata giù dal letto” confermò Happy. “Più o meno” aggiunse poi, continuando a ridere sotto i baffi.

 

Ma non mi sembra il tipo” affermò lei sempre più perplessa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Natsu si spogliò dei vestiti, lanciandoli con forza nell’angolo morto della porta, sopra ad una pila di altri panni da lavare.

 

Merda!” sibilò a bassa voce, afferrando con forza i bordi del lavabo, fissando la sua immagine riflessa nello specchio.

Merda! Merda! Merda!” continuò a ripetersi, quasi fosse un mantra capace di cancellare quello che era successo pochi minuti prima.

 

Aprì il rubinetto della doccia e si cacciò sotto il getto gelido, sperando così di riuscire a placare i suoi bollenti spiriti.

 

 

Perché era finito in quella cazzo di situazione? Già, durante la notte era rimasto con Lucy perché lei glielo aveva chiesto dopo l’ennesimo incubo che aveva avuto e lui aveva accettato; per un po’ era rimasto sveglio, ma poi aveva finito con l’addormentarsi accanto a lei.

 

Ripassò mentalmente ciò che aveva sognato, o meglio, ciò che aveva fatto, cercando una qualsiasi scusante per quello che era accaduto poco prima: ripensò alla pelle di Lucy, morbida e profumata –quel profumo che assomigliava in modo pazzesco a quello di Lisanna-, al suo respiro, caldo, che s’infrangeva sul suo torace, ai suoi seni premuti contro il suo corpo e alle sue natiche sode…

 

Scrollò la testa sotto il getto dell’acqua, cercando di cacciare quei pensieri che avevano prontamente rinvigorito la sua eccitazione.

 

Dev’essere stato a causa dell’odore…” cercò di convincersi. “Devo soltanto ignorarlo”.

 

Già. Doveva soltanto ignorarlo. Semplice, no? Ma come poteva lui, col suo olfatto sviluppato, ignorare quel profumo?

 

E’ un gran cazzo di casino” disse ridendo nervosamente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando arrivarono davanti alla porta della gilda, Lucy rimase a bocca aperta. L’edificio, costruito quasi interamente in legno, era a forma di torre divisa su tre piani, ognuno dei quali dotato di un proprio tetto a falde spioventi, ricoperti da tegole rosse, mentre l’ultimo piano era sormontato da una cupola gialla a forma di cuspide. Le pareti del piano terra erano provviste di ampie e colorate vetrate, mentre l’ingresso principale, un portone verde menta a forma di bulbo, era sormontato dall’insegna della gilda, rettangolare, sorretta ai lati da due figure in legno rappresentanti delle fate stilizzate: recava il nome, Fairy Tail, scritto in stampatello in un color rosso fiammante. Il piano centrale era provvisto di una balconata, posta proprio sopra l’ingresso, e di porte balcone i cui colori richiamavano quelli delle finestre sottostanti, mentre l’ultimo piano aveva solo piccole finestrelle gotiche in parte coperte dagli ampi stendardi su cui era ricamato il simbolo della gilda.

 

 

E’ totalmente diverso dalla Dolls Corporation” pensò Lucy mentre fissava incantata la struttura.

 

Natsu si voltò verso la ragazza, fissandola con aria interrogativa.

 

Beh? Non vuoi entrare?”chiese mentre apriva il portone della gilda.

 

 

Lucy è strana! Hai visto che faccia sta facendo? Ah, ci sono! Tiene la bocca aperta per catturare le mosche!” la canzonò Happy, mentre le svolazzava intorno facendole di tanto in tanto le boccacce.

 

La bionda ignorò completamente il gatto mettendosi a sbirciare, incuriosita, oltre la porta ormai spalancata. In passato aveva sentito parlare più volte di Fairy Tail e dei suoi affiliati: spesso incuranti delle leggi che regolamentavano l'uso della magia, più volte ripresi e ammoniti dal governo per i danni causati durante le missioni che intraprendevano, avevano evitato lo scioglimento della gilda stipulando, su consiglio di Yajima-sama, uno dei Dieci Saggi del Consiglio della Magia, un patto di collaborazione col Consiglio stesso, studiato assieme al Master di Fairy Tail, Makarov Dreyar. Questo patto, visto come un favoritismo nei confronti delle Fate, aveva alimentato il malcontento di quelli che già non vedevano di buon occhio la gilda: chi per la sua forza, che secondo loro andava ridotta e chi decisamente contrariato dalla loro indisciplinatezza; a questi si aggiunsero anche altri che fino ad allora erano rimasti neutrali, disinteressati alle azioni dei pupilli di Makarov. Per loro, il patto cambiava tutto: Fairy Tail si era venduta, diventando il cane del Consiglio e, di conseguenza, avevano preso la dovuta distanza, cercando di non interagire più del necessario con le Fate, per la paura che andassero investigando sul loro conto. Ciò nonostante, Fairy Tail era e rimaneva senza dubbio una delle gilde più forti del regno di Fiore, ma anche una delle più misteriose, e Lucy aveva sempre desiderato poterla visitare almeno una volta. E quando la Dolls Corporation decise di affidarle quella missione, la bionda ne fu immensamente felice.

 

 

 

Cosa aspettiamo?” sussurrò appena la ragazza ridestandosi dai suoi pensieri, rivolgendosi più a se stessa che ai suoi compagni, in un tono che lasciava trapelare la sua momentanea insicurezza, ma anche la sua enorme curiosità, mentre le guance si imporporavano per l’eccitazione derivata dalla gioia, come una bambina piccola che sta scartando il regalo appena ricevuto.

 

Natsu osservò dapprima perplesso, poi divertito, le diverse emozioni che andavano stemperandosi sul volto della bionda “Sei eccitata come una mocciosa!” le disse poi beffarlo, incamminandosi verso l’interno della gilda. Happy si affiancò a lui volando e Lucy e Plue li seguirono a ruota.

 

Siamo tornati!” annunciò Natsu a gran voce appena varcò la soglia. Diverse voci si levarono per salutarlo, mentre il ragazzo si dirigeva verso il bancone.

 

Ciao Reedus! Sai dov’è il master?” chiese Natsu alla figura che stava asciugando alcune stoviglie con lo strofinaccio, un uomo magro col viso spigoloso e ricci capelli castani, schiacciati sulla testa dallo strano cappello nero a punta che indossava.

Oh! Ciao Natsu, Happy! Il master è nel suo ufficio. E… buongiorno, signorina… ?“ rispose cordialmente lui, mentre rivolgeva lo sguardo prima sui suoi amici per poi posarlo su Lucy.

 

Sono Lucy. Lucy Heartphilia. Piacere” rispose lei con un sorriso “E questo è Plue” aggiunse, mentre prendeva in braccio il suo piccolo amico.

 

Piacere mio, io sono Reedus Johnner. Posso offrirvi qualcosa?”

 

Sei molto gentile, ti ringrazio. Posso avere un succo, allora? E delle caramelle per Plue. Sai, va matto per le caramelle, sono il suo cibo preferito”.

 

 

Sorridendo, il barista prese un bicchiere e lo posò sul banco, poi afferrò il manico di una caraffa che conteneva un liquido rosa -della stessa tonalità dei capelli di Natsu, notò Lucy- e ne versò una parte nel bicchiere che poi porse alla ragazza, mentre con la mano libera tirò fuori da sotto il banco una ciotola ricolma di caramelle.

 

Prego” disse Reedus, mentre riprendeva ad asciugare le stoviglie.

 

Lucy sorseggiò quel succo dal colore atipico con una certa curiosità.

 

E’ squisito!” si complimentò col barman “E’ un mix di frutti, vero?” chiese.

 

Già. E’ l’aperitivo della casa” rispose lui, mentre appoggiava il canovaccio per prendere in mano uno strofinaccio inumidito, iniziando a pulire il bancone “Ma la ricetta è segreta”.

 

 

Continuando a sorseggiare la sua bevanda, Lucy si volse dando le spalle a Reedus, mettendosi a studiare l'ambiente attorno a sé. L'interno ricordava quello dei saloon del Far West –almeno secondo quello che aveva potuto apprendere quando le era capitato di guardare alcuni vecchi film trasmessi alla Lacrima-schermo-: il bancone dava di rimpetto all'ingresso e numerosi tavoli in legno, disposti su quattro file, si estendevano fino ad esso, mentre ai suoi lati due scalinate portavano al piano superiore della struttura. Una bacheca in legno era appesa alla parete a sinistra; un uomo alto e massiccio, dalla carnagione olivastra e capelli neri a caschetto osservava con estrema attenzione ogni singolo foglietto attaccato ad essa.

 

Nab, deciditi e prendi una dannata missione!” lo apostrofò una voce proveniente dal fondo della gilda.

 

Scegliere la missione giusta è difficile, bisogna studiare attentamente tutti i dettagli per capire qual'è quella più adatta ad essere svolta!” rispose l'uomo senza nemmeno voltarsi, continuando ad esaminare foglio dopo foglio.

 

Lucy si mise quindi ad osservare i vari membri presenti al momento in gilda. Diverse persone sedevano ai tavoli chiacchierando animatamente, tuttavia la sua attenzione venne catturata da Natsu: si era allontanato dal bancone per dirigersi ad un tavolo occupato da un ragazzo dai capelli corvini stabilendo con lui un primo approccio verbale, durante il quale i due iniziarono a lanciarsi insulti a vicenda, mentre il moro si spogliava della camicia.

 

 

 

Natsu, ritorni con una bellezza del genere e nemmeno ce la presenti?” disse nel frattempo una voce alla sinistra di Lucy, cogliendola di sorpresa e facendola girare in direzione della persona che aveva parlato, un uomo alto, con folti capelli brizzolati e la barba incolta.

 

Macao, non dovresti importunare così tutte le donne che incontri. Ti ricordo che hai un figlio a cui dovresti pensare invece di stare qui a flirtare” intervenne Reedus, mentre riempiva per lui un boccale di birra.

 

Reedus, sei un guastafeste! Non stavo facendo nulla di male!” esclamò l'uomo cercando di fingersi almeno un po' stizzito, ma scoppiando poco dopo in una fragorosa risata.

 

 

Lucy riportò l'attenzione sui due litiganti, che nel frattempo erano passati dalle parole ai fatti: il Dragon Slayer si era infatti scagliato contro il compagno, colpendolo in pieno volto con un pugno.

 

Maledetto fiammifero!”. “Stupido ghiacciolo!” urlavano, mentre ad un pugno rispondeva una gomitata e a un calcio rispondeva una ginocchiata.

 

Non sarebbe meglio farli smettere?”chiese la ragazza, preoccupata dalla piega assunta dalla discussione.

 

Nah, Natsu e Gray fanno sempre così! E' il loro modo di salutarsi” le rispose tranquillo Macao mentre sorseggiava la sua birra, per nulla turbato dallo scompiglio venutosi a creare.

 

La bionda stava per ribattere quando dal piano superiore si udì un boato. La porta dell'ufficio del master esplose e miriadi di schegge di legno si riversarono sui presenti.

Sull'intera gilda calò un silenzio tombale e anche i due ragazzi, che fino a qualche secondo prima si stavano azzuffando, si fermarono di colpo, trattenendo il fiato.

 

 

Ho sentito che Natsu è tornato!”.

 

La voce echeggiò roca e profonda nell'intero edificio, mentre una figura scura, alta almeno tre metri, con braccia e gambe decisamente troppo muscolose per quel fisico, si affacciò alla balconata.

 

Master” mormorò qualcuno, ma Lucy non riuscì a capire da dove provenisse quella voce.

 

Il Dragon Slayer si girò a fronteggiare il gigante mentre un sorriso compiaciuto si dipingeva sul suo volto.

 

Vecchio, sono tornato! Ho completato la missione. Ho recuperato i documenti. E...” ma venne interrotto da un pugno sulla testa sferratogli da Makarov, che con la sua magia aveva allungato il braccio per arrivare a colpire il rosato. E mentre questi stramazzava al suolo, il Master saltò giù atterrando proprio davanti a lui.

 

Stupido moccioso insolente! Mi sembrava di essere stato chiaro a proposito. Ti avevo proibito categoricamente di andare nella sede di quella gilda! Tanto meno da solo!” Tuonò il gigante, dandogli un altro pugno sulla testa.

 

Ormai dovrebbe esserti chiaro che se venissi catturato sarebbe un problema, per te e per la gilda. Quante volte devo rip-”.

 

Cazzo, ho capito!” urlò Natsu mentre si rimetteva in piedi, non permettendo al Master di finire la frase.

 

A volte fatico a crederlo, Natsu! Fai sempre e solo di testa tua” terminò Makarov mentre il suo corpo si riduceva, fino ad assumere le sembianze di un piccolo ometto con baffi e capelli grigi. Diede un ultimo sguardo carico di rimprovero al ragazzo, poi si voltò in direzione di Lucy.

 

Chi sarebbe questa bella donzella?” le chiese quindi.

 

P-piacere. Sono Lucy Heartphilia e vorrei entrare a far parte della gilda” rispose titubante la ragazza. Doveva assolutamente fare una buona impressione sul Master. Non poteva permettersi errori. Dio solo sapeva quello che sarebbe potuto succederle se fosse tornata a casa senza completare la sua missione.

 

Makarov la squadrò dalla testa ai piedi, per poi risalire con lo sguardo solo per fissarlo nelle iridi nocciola della bionda. Passarono attimi, forse minuti, durante i quali si sentì studiata: come se, attraverso gli occhi, potesse leggere i suoi pensieri più profondi e scrutarne l'anima per trovare ogni più piccolo segreto in essa custodito.

 

Come sei arrivata alla gilda?” le chiese, continuando a fissarla.

 

Nonostante si sentisse in soggezione, Lucy sapeva che mantenere il contatto visivo fosse la cosa migliore: distogliere lo sguardo, infatti, significava cercare di impedire all'interlocutore di leggere i propri pensieri e, quindi, ammettere la propria colpevolezza o cercare di celare una qualche menzogna.

 

Mi ha portato qui Natsu” rispose quindi con tranquillità.

 

Il vecchietto non si mostrò stupito della cosa e la studiò ancora per qualche attimo. Quando finalmente interruppe il contatto visivo, sul suo volto rugoso si dipinse un sorriso sgargiante.

 

Benvenuta a Fairy Tail, Lucy. Chiedi pure a Reedus per il marchio della gilda. Io intanto devo dare una strigliata a qualcuno” sentenziò, dandole una sonora pacca di benvenuto sul sedere mentre la ragazza si lasciava sfuggire una smorfia di sorpresa e disgusto per il gesto.

 

Il Master lanciò quindi un'occhiata truce a Natsu. “Nel mio ufficio” sibilò, per poi girarsi e fare strada, dirigendosi verso la scala. Natsu lo seguì mesto, lo sguardo fisso a terra, consapevole della lavata di testa che stava per ricevere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mentre tutta la gilda aveva circondato Lucy per presentarsi e congratularsi per l'ammissione, dando inizio ai festeggiamenti, al piano superiore la tensione era palpabile. Makarov, seduto alla scrivania, fissava Natsu con aria grave.

 

Perchè?” chiese infine.

 

Volevo vendicare Alzack e Bisca. E recuperare i documenti. Niente di più” rispose Natsu cercando di dare un tono quanto più possibile dispiaciuto alla sua ammissione. Se c'era una cosa che aveva imparato negli anni era che il vecchio aveva un “debole” per quelli che ammettevano le proprie colpe e questo, generalmente, alleggeriva la punizione.

 

No, non quello. Parlavo di Lucy. Immagino che anche tu l'abbia notato” replicò il vecchietto.

 

Il ragazzo annuì col capo. “Dice di essere di Anthea” lo informò Natsu. “Ma di non conoscere Lisanna” aggiunse.

 

Makarov sospirò. “Potrebbe anche essere un nemico. Qualcuno che sta cercando te. Questo l'hai realizzato?”

 

Natsu annuì nuovamente. “Se è davvero un nemico, è meglio tenerla il più possibile sott'occhio. Sono stanco di dovermi nascondere, voglio iniziare ad agire. Ho aspettato anche troppo per i miei gusti e l'ho fatto solo per non mettere in pericolo testa di latta e gli altri. Ma ora basta. Voglio sapere quello che è successo a Lisanna. Chi l'ha uccisa. E se Lucy centra qualcosa, prima o poi mi condurrà da loro”.

 

E se fosse un'esca?” domandò il Master, cercando di capire fino a che punto Natsu avesse preso in considerazione le conseguenze della sua scelta.

 

Allora abboccherò. Ma sento qualcosa provenire da lei... Qualcosa che mi dice che mi posso fidare... E anche il mio istinto. E poi...”

 

Makarov attese che il Dragon Slayer concludesse la frase, ma questi non aggiunse nulla.

 

Allora mi aspetto che tu la tenga d'occhio” terminò per lui, mentre prendeva in mano una pergamena e la srotolava. “Ho finito” aggiunse, mettendosi la studiare l'incarto.

 

Natsu si girò e fece per uscire dalla porta, quando la voce del Master lo fermò.

 

Ah, Natsu! Un'ultima cosa..” si fermò, cercando le parole giuste. Passarono diversi secondi prima che riprendesse a parlare. “No, nulla. Vai pure” e Natsu non se lo fece ripetere due volte. Aveva evitato la punizione ed era meglio scappare prima che il vecchio se ne accorgesse.

 

 

 

 

Quando il ragazzo fu fuori dalla stanza Makarov alzò lo sguardo e sospirò, mettendosi a fissare un arazzo raffigurante una battaglia tra uomini e draghi appeso alla parete davanti a sé.

 

Non può non averlo notato. La sua essenza è la stessa di quella di Lisanna. Sarà davvero in grado di mantenere i suoi propositi?”. Questi pensieri riecheggiarono nella testa del Master di Fairy Tail, sempre più dubbioso sulla somiglianza intima tra le due donne. “Forse sarà il caso che gli affianchi qualcuno per sorvegliarla”.

 

 

 

Rimase assorto nei suoi pensieri ancora per qualche minuto, poi riabbassò lo sguardo, tornando ad esaminare la pergamena aperta sulla sua scrivania.

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti! Dopo mesi in cui sono praticamente scomparsa (gli impegni lavorativi, familiari e scolastici occupano quasi tutto il mio tempo libero) riesco a postare il nuovo capitolo di questa fic! Mi scuso con tutti i lettori per l'enorme ritardo accumulato, prima causato da un blocco dello scrittore (le ultime due pagine mi hanno fatto sudare freddo), poi dalla morte del mio computer (quando si dice: “Uffa, devo andare a recuperare la chiave USB nell'altra stanza... Beh, salverò il capitolo e tutte le sue correzioni domani”, ma un domani per il tuo pc non c'è!) e poi esami, esami, esami! E incazzature. Comunque, tornando alla fic... Mi ha davvero fatto sudare la presentazione della gilda! Dalla descrizione dell'ambiente ai personaggi che la frequentano abitualmente (come avrete notato, al bancone non c'è Mira, ma Reedus, per ragioni che capirete più avanti). Ma la parte davvero difficile è stato l'ingresso di Makarov. Avevo in mente fin dalla prima stesura del capitolo il discorso che avrebbe fatto a Natsu e volevo che avesse un'aria minacciosa mentre lo rimproverava (proprio come la sua prima apparizione nel manga!^^)... Ma il risultato è ben lontano da quello che mi ero prefissata... :(

Poi un piccolo accenno alla missione di Lucy, il motivo per cui Natsu l'ha portata con sé a Fairy Tail (chi starà cercando Natsu, e perché?) sono punti iniziali per cominciare a sciogliere un poco il nodo di questa matassa (o forse lo sto solo aggrovigliando?).

E la scena ad inizio capitolo? Vi è piaciuta? Io mi sono divertita un mondo a scriverla, soprattutto la parte di Happy, piccolissima, ma molto importante!

Ora torno ai miei libri e anche all'altra fic... ci sto lavorando, ma avevo meno materiale pronto, quindi ci vorrà ancora più tempo prima di riuscire a completare il capitolo 1... Sorry!

Un ringraziamento a 9Tails_Kurama, Distorted Soul, GigiAngeles4, Miyuri, Momo94, SanaeEric, ScarletSnow e True98 per averla inserita tra le seguite e a Miyuri per averla messa anche tra le preferite e le ricordate. Un rigraziamento a Krizia, lucy_chan93, ErzaScarlet_, _Alluka_, SanaeEric e Momo94 per aver recensito e per i tutti i complimenti fatti! MI fate andare in brodo di giuggiole! <3

Un bacione

Alla prossima

Aya-chan

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