Saving, Loving, Feeling.

di Emily OneDirection
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Who's Holly? ***
Capitolo 3: *** How's Forgettin' All? ***
Capitolo 4: *** I Know The Truth ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Saving, loving, feeling.




 

 
 
PROLOGO
 
 
Avevo sempre sperato nella reincarnazione, ma non ci avevo realmente creduto.
La vita era solo un’opportunità a quei tempi e non mi era capitata quella giusta.
La mia fortuna non esisteva e la mia felicità era una battuta solo nominarla.
Non avevo amici. Ero sola.
La mia famiglia era uno scherzo.
Tutto finto e immobile. Nessun movimento a parte le parole nell’aria di mia madre furiosa.
Quell’auto mi aveva salvata da tutto ciò, quegli occhi erano l’unica cosa che avevo visto.
 
Era quella solita mattina di quel solito venerdì. Non c’era niente di strano nell’aria e forse era proprio quella la stranezza.
Camminavo a ritmo della musica che mi entrava nelle orecchie. Robbie Williams, l’unica cosa a darmi conforto.
Adoravo ‘Feel’ e sapevo che l’avrei ascoltata fino alla morte.
Avanzavo verso la strada e non diedi nemmeno un’occhiata al semaforo.
Canticchiavo noncurante del resto del mondo.
“Attenta!” Sentii qualcuno che urlava. Mi voltai e vidi un’auto. Il clacson suonò.
Il mio corpo si sollevò all’impatto con il veicolo e vi finii sopra, poi caddi a terra. Mi doleva tutto. La mia gola bruciava. Vedevo a momenti sfocato e altri no.
Un ragazzo dal marciapiede si catapultò verso di me e mi prese tra le sue braccia.
Sentii in bocca un sapore di ferro e sputai per terra. “Chiamate un’ambulanza!” Esclamò. Era la voce di prima.
“Ascoltami…come ti chiami?” Stavo per chiudere gli occhi. “Sarah…” Mormorai a fatica.
Cercai di respirare ma non ci riuscivo quasi più. “Rimani sveglia, non cedere.” Mi diceva con voce strozzata.
Non potevo, non ci riuscivo, non mi importava. Mi sporsi abbastanza da vederlo in faccia. Vidi i suoi occhi color smeraldo che mi fissavano. Occhi lucidi e pieni di terrore.
“Mi spiace” Sussurrai perdendo il fiato definitivamente. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare. Era il mio angelo.
 
 
Michi’s corner (?)
 
Lo so cosa penserete, che questa è l’ennesima fic che faccio e non ho neanche terminato Sunrise & Clouds.
Tranquilli, non l’ho mollata.
Che ne pensate di questa?
Un baciooone, Michi

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Capitolo 2
*** Who's Holly? ***


1 . Who’s Holly?

 





Sentivo persone che parlavano, pregavano, piangevano. Non capivo nulla. Aprii lentamente gli occhi.
“Holly!” Urlò una donna venendo verso di me. Mi abbracciò. Non capivo.
Faceva caldo ed ero tutta sudata. Mi guardai in torno e capii di essere in una camera di ospedale. “Chi è Holly?” Domandai.
La donna che era aggrappata a me alzò lo sguardo. Notai il terrore nei suoi occhi color nocciola. Si voltò e corse via. Qualcuno deglutiva.
Io non capivo ancora nulla. “Qualcuno mi spiega che ci faccio qui?”
Una donna in camice bianco si avvicinò a me, poi si voltò verso le persone che erano riunite davanti alla porta e loro uscirono. Quando i suoi occhi ambrati incontrarono i miei scoppiai a piangere.
“Perché nessuno mi dice che succede? Perché non ricordo nulla?” Le chiesi. Doveva avere le risposte. “Perché non ho un’identità?”
Mi strinse a sé e mi calmai leggermente. “Hai avuto un incidente” Mi balenò subito in mente l’immagine di un’auto che travolgeva una ragazza.
“Un’auto mi ha investita.” Sussurrai. Scosse la testa. “No, Holland, eri dentro l’auto. Tu hai investito una ragazza.” Mi crollò il mondo addosso. Ero nel panico.
Respirai profondamente. “Non è colpa tua, non sei responsabile della sua morte. Lei si è praticamente buttata sotto l’auto quando per i pedoni era rosso.”
“Lei è morta?” La mia voce era strozzata. Avrei meritato io la morte. La dottoressa annuì. “Allora perché erano tutti preoccupati per me?”
Ecco, infatti non poteva esserci un motivo plausibile. “Hai frenato appena hai potuto e l’auto dietro alla tua ti è venuta addosso. Sei andata in coma.”
Non dissi più nulla. “Niente di fisico, crediamo solo che tu abbia un trauma cranico, per questo non ricordi nulla.”
“Crediamo?”
Cominciò a camminare avanti e indietro. “I test non mostrano nulla.” Avevo paura, solo quello.
Nella mia mente c’era solo un’insulsa domanda. “Come si chiamava?”
“Sarah”
 
Dopo quel nome ero impazzita e avevo smesso di respirare. I medici mi avevano dato dei sedativi e fatta addormentare.
Non ricordavo nulla. Non mi importava dei sedativi. Ero un pianeta in una galassia sconosciuta, un sole senza fuoco, come una bambina abbandonata a sé stessa.
Non mi spettava altro che attendere. Prima o poi sarei uscita da lì e forse mi sarei fatta una vita.
Ma a che pensavo? Avevo investito una ragazza. Avevo ucciso una ragazza. Tutto quel che ricordavo era lei che veniva colpita dalla mia auto e…e…degli occhi, occhi verdi come smeraldi.
Mi sembrava di appartenere a un altro mondo. Avevo l’impressione di essere nel posto sbagliato.
Non potevo essere stata io a investire quella ragazza, non era una cosa che mi sentivo di aver fatto.
 
Mi ero svegliata in piena notte e quella dottoressa era lì accanto a me. Deglutii.
“Dottoressa Miller, cosa mi succederà?” La mia voce era impregnata di terrore e la mia testa piena di confusione.
Tirò un sospiro e si alzò. “Tra una settimana tornerai a scuola. Dovrai cercare di vivere normalmente. Verrai spesso a fare dei controlli e dovrai andare spesso da una psicologa che tua madre ha già scelto.” Sussurrò per non disturbare gli altri pazienti.
“Mia madre? Nemmeno conosco quella donna! Come faccio a sapere se la sua scelta è affidabile? L’unica di cui mi fido è lei.” Sbottai. Mi sorrise.
Rimase immobile. “Io sono anche psicologa. Potrei aiutarti, ma devi parlarne con tua madre.”
Quella era l’unica cosa positiva che avevo sentito. Persino la voce di ‘mia madre’ era sembrata falsa mentre mi cercava di calmare mentre ero in preda all’attacco di panico.
“Ora riposa.” Sbuffai. “Ma è ciò che ho fatto finora.” Mormorai.
“Dammi retta.” Feci ciò che diceva.
 
“Signora…” Cominciai la frase e mi accorsi di non sapere neanche quale fosse il suo nome.
“Chiamami Shelby” Annuii.
“Shelby, ti dovrei chiedere un enorme favore.” Scosse la testa a mo’ di ‘quale?’. “Vorrei che la dottoressa Miller fosse la mia psicologa.”
A quella domanda si voltò di scatto verso il giovane medico. La dottoressa Miller non aveva più di ventisette anni. “Ha una laura?” Domandò. Lei annuì.
“Ehm, va bene tesoro mio.” Disse forzatamente e mi diede un bacio in fronte, poi uscì dalla stanza.
Un obbiettivo raggiunto. Me ne aspettavano altri.
 
Michi’s Corner
 
Come va la vita, ragazze?
Io ho appena finito questo capitolo e vi assicuro che chi voi aspettate arriverà presto.
Che ne pensate?
Un bacio. Michi
 

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Capitolo 3
*** How's Forgettin' All? ***


2 . How’s forgetting all?
 







 
Mi feci coraggio ed entrai in quel grande edificio. Quando la porta si chiuse dietro di me tutti si voltarono. Deglutii.
Nella mia mente giravano tanti nomignoli che pensavo mi avessero affibbiato : ‘L’assassina’, ‘Il pirata della strada’, ‘La senzamemoria’.
Avevo passato l’ultima settimana chiusa nello studio della dottoressa Miller ascoltando tutto ciò che dovevo sapere.
Mi chiamavo Holland Emily Cartwright, avevo diciannove anni, ero stata bocciata una volta, la mia media scolastica era del sei scarso e le mie migliori amiche erano quelle del club delle ‘Richers’.
Solo a quel nome mi veniva da vomitare. Appartenevo a una famiglia di ricchi e probabilmente le mie ‘amiche’ erano delle smorfiose super rifatte anche se minorenni.
Feci qualche passo cercando di ricordare il numero del mio armadietto e la combinazione. Arrivai alla meta e aprii coi numeri 89668 quella maledetta scatola di metallo.
“Ehi, quella è Holly Cartwright. Ha ucciso lei Sarah Shay.” Sentii una ragazza sussurrare. Mi vennero le lacrime agli occhi.
Presi i libri e richiusi l’armadietto. “Si, ma che ci fa a scuola? Non dovrebbe essere in riformatorio o chissà dove?” Corsi subito verso i bagni e buttai i libri a terra, accanto al lavandino.
Mi buttai di schiena contro il muro e scivolai fino a sedermi a terra con la testa tra le gambe. Le lacrime cominciarono a scorrere sulle mie guance.Lacrime amare, lacrime bastarde.
Afferrai il mio I-Phone, quello che ‘i miei’ mi avevano mollato in mano quando ero uscita dall’ospedale. Cercai Google.
Digitai quelle parole troppo finte per definire la realtà.
Sarah Shay uccisa in un incidente automobilistico dalla diciannovenne Holland Cartwright.
Migliaia di link mi capitarono a tiro e cliccai sul primo.
Ieri è stata uccisa la ventiduenne Sarah Shay, investita dalla figlia di Danielle e John Cartwright.
La guidatrice è caduta in coma in seguito all’impatto tra la sua automobile e quella che era dietro.
Non si hanno notizie di lei.
Sarah, secondo le testimonianze, stava attraversando la strada fuori dalle strisce mentre a qualche metro da lei il semaforo era rosso e perciò la diciannovenne non è accusata di alcun reato.
Tutto mi faceva risultare innocente, ma non lo ero agli occhi degli altri.
“Tranquilla, non sarai la notizia del momento per molto.” Disse sbuffando una ragazza. Alzai lo sguardo. Non era scocciata a causa mia. “Sono solo delle stupide.” Commentò.
Sorrisi. Notai che era diversa, stravagante. Indossava un vestito fucsia senza spalline coi gufi e dei tacchi viola. Sotto aveva dei jeans scuri.
I suoi capelli ondulati ricadevano sulle sue spalle sistemati ordinatamente. “Elise Agron.” Mormorò porgendomi la mano. La afferrai con l’intenzione di stringerla invece lei mi tirò su in piedi.
“Ovviamente saprai chi sono io…” Diedi per scontato fissando il pavimento. Mi mise due dita sotto il mento alzandomi la testa.
“Si, una ragazza che ha perso la memoria e non ricorda niente.” Sussurrò. Le misi una mano sulla spalla. “Come lo sai? Non era sui giornali!” Domandai.
Sospirò. “Ti sono venuta a trovare spesso” Mormorò e uscì dal bagno.
Mi voltai, presi i libri e mi diressi verso la classe di Biologia senza dire una parola cercando di fregarmene degli altri.
“Holly! Holly!” Sentii qualcuno urlare il mio nome. Abbassai lo sguardo verso una ragazza seduta che gesticolava come un’assatanata.
Doveva essere Nicole, aveva gli stessi lineamenti della ragazza in una delle foto che la dottoressa Miller mi aveva mostrato. “Nicole?” Era una domanda. Mi avvicinai a lei lentamente.
Lei annuì. “Ti ricordi di me?” Scossi la testa.
“Ragazzi iniziamo la lezione.” Annunciò la…professoressa Boyle? Non ricordavo cosa c’era scritto sulla guida scolastica. Mi apprestai all’ascolto della lezione.
Sentii picchiettare sul banco. “Com’è?” Mi chiese Nicole.
“Cosa?”
“Non ricordare nulla.” Invece di ascoltare la lezione stavo ascoltando una che mi domandava come fosse non sapere chi sono, chi sono gli altri e tutta la mia vita.
“Una merda” Tagliai corto. Fece un verso di stupore ovviamente negativo. “Che c’è?”
Si avvicinò di più a me. “Come parli?”
Sbuffai e alzai automaticamente la mano. Mi ero stufata. “Si signorina Cartwright…?”
“Professoressa non mi sento bene, potrei…” Annuì senza farmi finire. Presi le mie cose e uscii dall’aula.
Ringraziai il cielo di essere maggiorenne quindi mi restava solo insistere con mia madre per non farmi venire a prendere. Quella donna mi faceva venire il mal di testa.
“Arrivederci signorina Shaw” Dissi alla bidella uscendo dall’edificio.
Misi le cuffie all’I-Phone, misi una canzone a caso e mi tirai su il cappuccio. Mi incamminai guardando per terra.
Mi sentivo un’emerita cretina ad aver lasciato tutto così. Mi serviva però.
Non ero ancora pronta.
Mi scontrai con qualcosa. Ci misi un po’ prima di ritrovare l’equilibrio. Alzai lo guardo. Degli occhi verde smeraldo mi travolsero.
Davanti agli occhi vidi passarmi la scena dell’incidente. Avevo le lacrime agli occhi. Esitai. “Scusami” Mormorai. Dopo avermi guardato indietreggiò quasi schifato.
Lo vidi in faccia. Oltre a quelle magnifiche iridi c’erano anche quei ricci stravaganti che erano i suoi capelli.
“No no fai, perché non mi investi? Così si fa prima, no?” Mi rispose e se ne andò. Deglutii e cominciai a correre.
Correvo contro il vento, combattevo contro i sentimenti di ogni essere umano che mi si rivoltava contro. Mi sentivo un’estranea contro il mondo.
 


Michi’s corner
 
So che lui è arrivato alla fine ma la storia non può essere incentrata sulla sua presenza. Non ci deve essere in ogni attimo.
Non sarebbe una storia ma una raccolta di avvenimenti inventati con lui al centro dell’attenzione.
Ecco Elise: http://25.media.tumblr.com/tumblr_m3lt2czact1r4om7ao4_1280.png
Sarah: http://www.bopandtigerbeat.com/wp-content/uploads/shaymitchell.jpg
Holly: http://img002.lazygirls.info/people/holland_roden/holland_roden_feeding_the_meter_in_west_hollywood_jul_15_1__vfTT3sb.sized.jpg
Nicole: http://cs303601.userapi.com/u138115932/-6/x_364421ec.jpg
Dottoressa Miller : http://ranqer.com/photo2/large/69ca95c654c29aeb75ad09096faa1889/leighton-meester/leighton-meester-i-love-glamorous-gowns.jpg
Che ne pensate?
Mi ispirava.
Un bacio. Michi
 



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Capitolo 4
*** I Know The Truth ***


3 . I Know The Truth
 







 










 

Non avevo il tempo di pensare a come passare la giornata, la mia testa era troppo impegnata a esplodere.
Le mie guance erano umide e la mia coscienza continuava a dirmi che stavo facendo tutto nel modo sbagliato. Avevo avvisato da poco mamma di essere uscita da scuola.
Ero seduta a un tavolo nel bar del centro commerciale sorseggiando una Pepsi mentre fissavo il vuoto.
Ero la il ‘carnefice’ e allo stesso tempo mi sentivo la vittima.
Presi il cellulare e notai i due nuovi messaggi, aprii il primo.

Sconosciuto

So la verità. Se la vuoi scoprire vieni nel parco dietro la scuola alle due in punto.
                                                                                                                  -Qualcuno che non scoprirai mai


Cominciai a respirare affannosamente. Potevo scoprire ciò che era successo. Diedi un’occhiata all’ora. 1.47.
Holly, tu sai la verità. Non ne esiste una meno dura. Colpa tua o sua tu hai ucciso Sarah Shay.
Sembrava così vera la frase.
Perché allora cominciai a correre verso la scuola? Forse c’era dell’altro.
Arrivai nel prato dietro all’edificio scolastico col fiato corto. Erano le due in punto. Il telefono cominciò a suonare.
“Dove sei?” Mormorai dopo aver letto che il numero era privato.
Una risata venne dall’altro capo del telefono. “Non crederai che io mi faccia vedere? Vai sotto il melo…” Quella voce era truccata e inquietante. Avevo l’impressione di trovarmi in un Horror.
Senza dire altro andai sotto l’albero. “guarda verso l’alto.” Vidi una specie di diario rosso. “Lo vedi?”
“Il dia…”
“Si, era di Sarah.” Mi interruppe. Fantastico, non potevo nemmeno terminare una frase. “Com’è finito qui?” Chiesi. Sbuffò.
“Ovviamente ce l’ho messo io.” Disse scocciata la voce per poi riattaccare. “Aspe…!”
Mi infilai il cellulare in tasca e misi due mani sui rami più robusti della pianta mentre cercavo di mettere i piedi nei posti giusti per potermi arrampicare.
“Che diavolo fai?” Una voce maschile mi fece spaventare e caddi all’indietro. Scoppiai a ridere senza motivo. Lo vidi. Era il ragazzo di prima.
Tirai su col naso perché stavo per cominciare a piangere. “Sto cercando di prendere una fottutissima cosa che è sull’albero.” Risposi. Mi aiutò ad alzarmi.
“Una mela…” Sbuffai. Mi avvicinai di più a lui e rimasi pietrificata guardando i suoi occhi. Cominciai a tremare. Deglutii.
Sentivo che sarei potuta svenire da un momento all’altro solo che non sapevo perché.
Mi afferrò per i polsi. Rabbrividii. “Che hai?” Mi domandò. Mi sembrava fosse preoccupato e cercava di non mostrarlo.
“Niente.” Mi buttai all’indietro fino a sedermi sull’erba. Cercavo di respirare regolarmente nonostante mi sembrasse impossibile.
Lo vidi arrampicarsi sull’albero per poi darmi il diario tra le mani. “Volevi questo?” Domandò.
Dovevo andarmene, non volevo altri insulti. Avevo paura che scoprisse di chi era il diario.
Mi alzai cercando di reggermi in piedi e cominciai a correre. Non lo sentii dire nulla.
Arrivata alla fine del marciapiede mi sentivo meglio. Forse c’era qualcosa in quel ragazzo che mi spaventava.
Presi il telefono per vedere il secondo messaggio.

Dottoressa Miller

Tua madre ha detto che sei uscita di scuola. Tutto bene?
Sono libera dalle due e mezza alle quattro, se vuoi vieni.
Dott.ssa Miller.

Mi catapultai alla fermata degli autobus e presi il solito che portava direttamente davanti allo studio. Una volta lì nascosi il diario.
Mi avrebbe detto che era poco salutare e un milione di cose del genere.
Aprii il portone ed entrai. Guardai l’orologio. 2.20. Mi sedetti a terra e cominciai a leggere cercando di non farmi notare.

Caro Diario,
non so perché ti sto scrivendo.
Ci sono tanti modi per sfogarsi come gli amici o gli psicologi, siccome i primi non li ho più dalla fine del liceo
e i secondi li ho cambiati tre volte, sono sicura che nell’arco di sette giorni tu sarai nel secchio dell’immondizia o perso tra le mie cianfrusaglie.
Che soddisfazione, eh?
Vorrei dirti quanto odio questo mondo ma non mi fido ancora. Come posso essere sicura che non ti aprirai magicamente davanti agli occhi di mamma?
Mi devo presentare?
Sono Sarah Marie Shay, ho 22 anni fatti oggi (sei il regalo che mi sono fatta di punto in bianco), non ho amici e c’è solo il mio ragazzo-segreto.
Quando non c’è mi sento sola…

“Ciao Holly, che leggi?” La domanda della psicologa mi fece sussultare e richiusi automaticamente il libro. “Niente!” Esclamai.
Un ragazzo dai capelli castano chiaro mi fece un cenno di saluto. Ricambiai.
Mi chiedevo chi fosse. “Liam, ci vediamo la settimana prossima.” Lo salutò lei per poi stringerlo in un abbraccio.
La donna mi invitò ad entrare. Misi l’oggetto scarlatto nella borsa e poi la seguii.



 


 



 


 





Michi’s Corner

‘Vas Happenin’ readers (?) ? Vi è piaciuto il nuovo capitolo?
Come state?
Vorrei ringraziare ogni essere umano che ha recensito i capitoli passati e aspetterò quelle 10 parole da ognuno di voi con ansia.
Xo Xo Gossip Girl…Michi

 

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