The Groundhole Chronicles

di supernova_the_fifth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 4: *** Author Note ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Buongiorno a tutti!! Ok questa nuova long mi ispirava da un pezzo così mi sono decisa finalmente a buttarla giù! Spero di non annoiarvi ma di regalarvi qualche piacevole minuto!! ^^ Beh, basta convenevoli: puntualizzo solo che questo capitolo lo dedico ad una pazza che con il caldo che fa in questi giorni si è messa a recensire TUTTE le mie fic! ValeAki thank you! ^^

Enjoy!!

 

 

 

 

The Groundhole Chronicles

 

 

 

Chapter 1

 

 

 

La strada poteva essere definita tranquilla. Erano passate solo una ventina di macchine e quella era un’ora di punta.

Debhy non si lamentava; dopotutto la piazza di Groundhole era il centro di vita della piccola città. Era un piccolo parco ma fungeva anche da rotonda spartitraffico, il tutto circondato da case con negozi e graziosi bar o caffé. Lei si era recata lì per leggere in santa pace e quindi l’assenza di tutta la normale frenesia degli abitanti era decisamente gradita.

Rimise al suo posto una ciocca di capelli rossi che era scivolata da dietro l’orecchio e continuò la lettura.

Era un fantasy che però non l’aveva presa molto come storia: una classica copia ormai rivista di elfi, nani e maghi. Come sempre però, ciò che la teneva completamente incollata ad ogni singolo libro era il lieve filo romantico che si intrecciava tra i protagonisti. Era più forte di lei.

Sospirò e s’immerse nuovamente nella lettura. Quella giornata però, dava proprio l’impressione di non volerla lasciar leggere in pace.

Fu distratta dal buon profumo dei croassant e del pane da poco sfornato che proveniva dal panificio dall’altro lato della strada. Dalla panchina su cui era comodamente seduta a gambe incrociate poteva vedere ogni cliente che andava e veniva da quell’invitante locale.

Per l’ennesima volta cercò un tranquillo rifugio nella romantica storia di Kijah e Dan. Cominciò a mordicchiare il pollice com’era abitudine nei momenti di tensione e voltò pagina. La voltò decisamente troppo in fretta e in malo modo tanto che riuscì a tagliarsi la punta del polpastrello con la carta.

- Diavolo! – esclamò la ragazza portando l’indice sinistro alla bocca e cominciando a succhiare per togliere il microscopico rivoletto di sangue che cominciava a colore dal taglio.

- Bisogna stare più attenti quando si maneggia la carta. E’ apparentemente innocua ma può sempre far male. –

Era stata un’anziana signora a parlare: era buffa, se buffa era un aggettivo positivo. Lunghi capelli grigi erano legati in un’elegante crocchia e qualche ciuffo ribelle scappava ad incorniciare un viso segnato dall’età ma che comunque dava un’idea di una grande freschezza d’animo, forse a causa degli occhi, due spilli marroni che però sembravano così vivi. Il vestito era sobrio, con un ricamo di rose sull’orlo e uno scialle di lino che le ricadeva sulle spalle. Aveva con se una semplice borsetta che faceva pandant con vestito e scialle.

- Posso sedermi accanto a te per un pochino? – chiese sorridendo la signora.

- Ma certamente. –

- Che ragazza gentile. Sai, una vecchia signora come me ha sempre bisogno di riposare le ossa. – ammise ridacchiando.

Anche a Debhy scappò una risata. Era un’anziana proprio simpatica.

Vide che la signora aveva cominciato a rovistare nella piccola borsetta fino ad estrarne un cerotto che porse a Debhy. Quest’ultima l’accettò di buon grado ringraziandola con un cenno di capo.

- Sarà anche vero ma lei non da decisamente l’idea di un’anziana signora costretta a letto per dolori di artrosi. – ammise Debhy mentre era intenta a fasciare la punta del dito con il medicamento. – Tutt’altro, l’impressione che ho avuto appena l’ho vista è stata di un inaspettato vitalismo. -

L’anziana donna non rispose ma si limitò a sorridere, senza però volgere lo sguardo alla ragazza. Debhy si accorse che stava osservando una delle tante aiuole del parco; l’estate era ormai agli sgoccioli e le peonie stavano cominciando ad appassire.

Debhy si ritrovò a pensare di come le dispiacesse, dopotutto fiori così belli duravano veramente poco.

Quasi non colse la frase della signora.

- Non tutto ciò che sembra è ciò che appare tesoro. -

La ragazza rimase interdetta da quella frase. Fece scorrere le dita sulle pagine del libro ancora aperto cercando di capire ciò che l’anziana signora intendeva comunicarle.

Alzò lo sguardo dal libro e con sua enorme sorpresa, l’anziana signora era sparita.

Era lievemente scioccata. Nel giro di qualche attimo quella pacata nonnina si era volatilizzata. Non credeva di poter essere così veloce nemmeno lei. Per giunta non l’aveva nemmeno sentita alzarsi ed andare via.

Si volse verso una voce alle sue spalle che in quel momento aveva cominciato a chiamarla.

- Ehi Debhy! -

Una ragazza bionda con lunghi capelli raccolti in una fluente coda le si avvicinò fino a troneggiarle davanti. Fermandosi fece fare un piccolo salto allo sbuffo del vestito lilla che indossava.

- Ciao Claire. Qualcosa non va? Hai un’aria decisamente strana. -

Per tutta risposta il cipiglio dell’amica si accentuò. – Qualcosa non va? Dovrei dirtelo io cara mia. Sono più di cinque minuti che sono al limite del parco e che ti osservo. –

- E secondo te qualcosa non va con me perché non ti ho notata prima? – A volte a Debhy irritavano gli atteggiamenti lievemente egocentrici dell’amica.

Claire fece un passo indietro  per potersi sporgere in avanti ed essere viso contro viso con la compagna.

- Quel pensiero non mi ha minimamente sfiorata. Vederti parlare animatamente col nulla però, mi ha decisamente preoccupata. -

Debhy guardò Claire strabuzzando lievemente gli occhi.

- Non fare quella faccia, carina. Eri qui. Seduta sulla panchina e parlavi animatamente col nulla. Ora, o c’è qualcosa che non va o c’è qualcosa che non va. -

La biondina continuava a riempire di domande Debhy ma lei non ascoltava più. La frase dell’amica le riempiva la testa.

- Vederti parlare animatamente col nulla però, mi ha decisamente preoccupata. -

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


The Groundhole Chronicles

 

 

 

Chapter 2

 

 

 

 

Debhy Williams si rigirò nel letto per l’ennesima volta. Non riusciva a dormire e il caldo non le era amico.

Era più di un’ora ormai che cercava invano di prendere sonno e lasciare da parte, almeno per il momento, gli strani eventi del pomeriggio. Aveva continuato a riflettervi per ore, non aveva praticamente toccato cibo durante la cena con sua madre.

Era frustrante; non solo il suo pomeriggio era stato completamente stravolto, ma non poteva trovare nemmeno pace nel sonno.

Sbuffò e si alzò dal letto, scostando il lenzuolo a lato; se non le era possibile dormire tanto valeva affrontare il tutto razionalmente. O almeno provarci.

Trascinò i piedi fino alla finestra e si sedette sul piccolo ripiano sottostante, completamente ricoperto da cuscini di tutte le dimensioni.

Adorava i cuscini: suo padre aveva colto questa sua simpatia per quegli oggetti morbidi e coccolosi praticamente sin da quando le era nata ed allora era diventato un loro piccolo rituale comprarne uno talora avessero fatto un viaggio. Ce n’erano otto.

Debhy prese quello a forma di mela. Proveniva da New York. Era del viaggio numero sette.

Il penultimo prima della morte di suo padre, sette anni prima. Non era il più bello ma era quello che lei abbracciava più spesso nei momenti difficili.

E questo era uno di quelli.

Passò una mano a sfiorare quello che ormai era solo il flebile segno della ferita.

Il cerotto era svanito misteriosamente ma il taglio si era completamente rimarginato.

Continuava a capirci sempre meno.

Se n’era resa conto appena era rientrata a casa, quando aveva appoggiato il libro sul tavolo della cucina con la mano sinistra. Le era subito balzata all’occhio la mancanza del cerotto.

Era corsa subito in bagno e cercato in tutte le maniere di vedere il taglio sotto una luce diversa, ma indipendentemente da come rigirasse il dito sotto la lampadina era chiaramente visibile che si fosse completamente rimarginato.

Per la seconda volta in quella lunga giornata tirò un lungo sospiro. Fissando il suo riflesso ripensò a quanto non fosse stata un’ardua impresa convincere Claire che non era impazzita. A conti fatti, trovava decisamente più difficile convincere se stessa.

 

š

 

- Ehm…ok ok stavo facendo qualcosa. – cominciò Debhy ancora sotto shock.

- Ma tu non mi dire. Questo mi era passato completamente inosservato. – sentenziò l’amica in un consueto attacco di sarcasmo.

Peccato che per Debhy non fosse esattamente il momento migliore per avere a che far con del sarcasmo. Era confusa, se non completamente scioccata e voleva chiarirsi le idee. Anzi doveva.

Indi, doveva liberarsi di Claire. Quest’ultima stava nel frattempo aspettando una risposta coerente dalla sua neo-pazza amica.

- Ascolta io… -

- Tu… -

- Io…beh stavo facendo un provino per una parte nella “Commedia del Rogo”! – esclamò Debhy, ma subito si pentì amaramente, conscia che quella poteva essere solamente una stupida, stupida e cretinissima scusa di scarso livello.

Ma non è che avesse avuto tanto tempo per rifletterci su. Aveva visto l’avviso e aveva sparato la balla.

Claire alzò il viso dal livello di quello dell’amica continuando a fissarla.

- E dimmi, non ti sarebbe stato più facile chiedere a me di farti da seconda nelle prove? Piuttosto che sembrare una completa pazzoide nel bel mezzo della piazza parlando da sola? -

Debhy tirò mentalmente un sospiro di sollievo. Non ci avrebbe mai sperato in qualcosa di così semplice. E Claire era sistemata.

- Comunque, a parer mio. – continuò l’amica. – La “Commedia del Rogo” non è tutta questa gran cosa a cui aspirare. E poi non sapevo che a te piacesse recitare. -

- Infatti è qualcosa che ho scoperto io stessa recentemente! –

Se Claire avesse capito o meno la sua ultima frase per quanto veloce l’aveva pronunciata a lei non era dettato saperlo. Il viso dell’amica era più piatto di una tavola.

Decise che quello era il momento più opportuno per andarsene e ci riuscì praticamente scappando via con una frase del tipo “scusa-impegno urgente-shopping da sola- scusa”.

 

š

 

Aveva convinto Claire, o almeno ci sperava, ma i fatti restavano fatti. Aveva davvero parlato con il nulla per cinque lunghi minuti pur essendo convinta di parlare con una simpatica vecchietta?

No.

Era certa che la vecchietta fosse li per davvero. Ma allora cosa era successo? Non riusciva a spiegarselo.

Fu con questi pensieri che le braccia di Morfeo l’accolsero ancora accovacciata sulla mensola dalla finestra.

 

 

 

Essersi addormentata con la testa appoggiata alla finestra non era stata una fantastica idea. Aveva dormito certo. Ma ora aveva solo un gran mal di testa.

E le due ore di italiano che le si prospettavano davanti non le affievolivano il dolore. I corsi di recupero estivi potevano essere una vera noia. Nemmeno il fatto che i tre quarti della sua classe fossero nella sua stessa situazione le sollevava il morale. Guardò fuori dalla finestra per distrarsi un po’.

La Groundhole High School si affacciava su di una laterale nei pressi della piazza. Dalla sua classe poteva vedere il parco e la panchina dove, il giorno prima, era rimasta seduta a leggere. E dove…beh, Debhy cercò di non pensarci. Oggi era il compleanno di sua madre e lei non aveva intenzione di rovinare la bella atmosfera a causa di quel suo piccolo problema.

Sentì la professoressa richiamare due suoi compagni e decise che forse concentrarsi sulla lezione poteva, anche se lei dubitava fortemente, aiutarla a non pensare a tutto il resto. Dopotutto letteratura dell’ultimo anno era decisamente pesante.

Fece appena caso alla professoressa Johnson sbraitare per un volontario che andasse in biblioteca a ricercare un raccoglitore con documenti storici sulla città. A quanto sembrava quella si prospettava come un’altra lezione di letteratura sfociata in cultura generale. Che poi, che aveva Groundhole di speciale.

- Williams vada lei. -

Quasi a farlo apposta, la Johnson aveva scelto la vittima designata. Debhy. Quest’ultima non poté far altro che obbedire e pigramente si alzò dal suo posto per dirigersi in biblioteca.

Percorse i corridoi quasi deserti della scuola fino ad arrivare, due piani più in alto, alle grandi porte in legno che permettevano accesso all’immensa ala della vecchia scuola dedicata alla biblioteca. Era davvero immensa; se cercavi un libro, per certo lì c’era. Cominciava a credere che la loro fosse addirittura una biblioteca più fornita di quella pubblica.

Debhy si fermò davanti al banco della sig. Pruss, la bibliotecaria, e aspettò di avere la sua attenzione.

- Titolo del libro, classe e nome del professore. -

- Si ehm, veramente non saprei il titolo. – cominciò Debhy. La Pruss le era sempre risultata antipatica, schietta fino all’inverosimile e acidamente schiva. – Mi hanno mandato a cercare un raccoglitore di documenti storici di Groundhole. –

La signora Pruss la guardò sottecchi.

- Chi lo vuole? -

- Professoressa Joselyn Johnson. Per l’ultima liceo sezione L. –

Senza dire niente la Pruss scomparve dietro qualche catasta di libri per tornare meno di un minuto più tardi con un vecchio raccoglitore polveroso.

- E’ l’unico che la Johnson usa da sempre. Una volta all’anno. Cristo che puntualità. – disse sarcastica la Pruss più tra se che rivolta a Debhy. – Riportalo per la fine dell’ora. -

- Certamente. – E detto questo si allontanò dalla biblioteca con il pesante e polveroso volume tra le mani.

Decise di allungare il passo lungo le scale ma non fu un’idea saggia. Su uno degli ultimi scalini perse l’equilibrio e ruzzolò giù per gli ultimi quattro.

- Ahia! – mugugnò cercando di scollare la faccia da terra. Non era ancora riuscita a constatare se qualcuno aveva assistito al suo teatrino ma sperava che il corridoio fosse deserto.

- Tutto bene? –

Giornata no. Decisamente non lo era.

Debhy si ritrovò a fissare un ragazzo che dava l’impressione di avere la sua stessa età. L’innominato ragazzo tese una mano e l’aiutò ad alzarsi dal pavimento freddo e sporco del corridoio.

- Grazie. – sussurrò Debhy. Si sentiva una completa idiota.

Il moretto la guardò decisamente sollevato notando che era in grado di stare tranquillamente in piedi malgrado la caduta.

- Figurati. Bel volo quello di poco fa! Direi che correre per le scale non vada d’accordo con te. – sorrise.

- Eh eh così sembrerebbe… -

- Kevin, Kevin Perse. – concluse lui capendo il problema della rossa.

- Io sono Debhily Williams, ma Debhy è sufficiente. –

Tese la mano verso Kevin che la strinse. Quest’ultimo le sorrise; durò solo qualche istante perché poi un cipiglio serio gli riempì il volto.

- Cavolo ma allora ti sei fatta male. Dai ti accompagno in infermeria hai cominciato a sanguinare. – sentenziò serio.

Debhy sorpresa si tastò la tempia constatando che in effetti un po’ di sangue appiccicoso le colava lungo il viso.

Stava per accettare l’offerta di Kevin quando si ricordò del raccoglitore da portare in classe. Era caduto un metro più avanti aprendosi, ma non sembrava avesse subito danni.

- Kevin grazie ma prima devo portare questo in classe … - disse mentre si accucciava a raccogliere il faldone ocra.

- Senti quello dopo lo porto io se ci tieni mi dici la classe e vado. Dai muoviamoci. –

- Oddio. –

- Oddio cosa? – chiese il ragazzo accucciandosi di fianco a Debhy.

La ragazza fissava ad occhi spalancati la pagina su cui si era aperto il raccoglitore.

Era un cartoncino nero su cui vi era stato incollato un ritaglio di giornale di quarant’anni prima.

 

Disgrazia alla GreyHouse

 

Il giorno Sabato 14 febbraio 1972, la casa di riposo

GreyHouse è brutalmente andata a fuoco.

La causa è sconosciuta e…

 

L’articolo era lungo e descriveva i danni causati dall’incendio. Una solo foto accompagnava l’articolo, ritraendo l’unica vittima dell’incidente e pareva essere quella la causa del turbamento di Debhy.

Kevin non ne capiva il motivo ma sapeva che al momento la ragazza aveva bisogno di andare in infermeria; prese il blocco e lo richiuse trascinandosi dietro la giovane fino all’infermeria.

Come poteva poi, una fotografia crearle così tanti problemi.

Dopotutto era solamente la foto di un’anziana signora in un vestito sobrio con scialle e borsetta, come tante donne avanti con l’età. I capelli in una crocchia che lasciava scappare qualche ciuffo ribelle e un viso che faceva trasparire la sua anzianità.

L’unico elemento di particolare interesse era che era deceduta da quarant’anni no?

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Capitolo 4
*** Author Note ***


Buongiorno.....ehm....buonasera a tutti :)

Questa è solo una piccola comunicazione di servizio.
"The Groundhole Chronicles" passerà in stato di ibernazione a tempo indefinito. Adoro l'idea di questa long perciò, ovviamente, non l'abbandonerò. In questo periodo però voglio concentrarmi e finire (o almeno far sì che mi avvicini alla dirittura d'arrivo) "Nexus - the past will never let you go" l'altra mia long.

Spero che l'attesa non dispiaccia!
E se nel mentre volete ingannarla leggendo il resto delle mie pubblicazioni ben venga :D ahah
Un mega bacio

Clo

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