Fra angeli guerrieri e nuove minacce a Hogwarts

di Elizabeth_Lovegood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una notte movimentata ***
Capitolo 2: *** Undici anni dopo ... ***
Capitolo 3: *** Smistamento ***
Capitolo 4: *** Tra Sogni strani, duelli di magia, e disastrose lezioni di Erbologia ***
Capitolo 5: *** Tra Scontri involontari, Sorrisi sinceri e Temporali non previsti ***
Capitolo 6: *** Tra voci zuccherose, fitte allo stomaco e tremende bugie ***
Capitolo 7: *** Tra shopping sfrenato, cadute accidentali e profezie svelate ***
Capitolo 8: *** Tra professori svitati, sguardi intensi e balli in maschera ***
Capitolo 9: *** Tra luci e colori , ragazzi misteriosi e baci sbagliati ***
Capitolo 10: *** Tra verità scoperte ,sbagli compresi e scontri inevitabili. ***
Capitolo 11: *** Tra Discussioni, Album di fotografie , ricordi di famiglia ed inaspettate partenze ***
Capitolo 12: *** Tra Viaggi in macchina , Importanti rivelazioni , tregue programmate e lotte all'ultima risata ***
Capitolo 13: *** Tra Battaglie a palle di neve, baci inaspettati e ritorni tanto attesi ***
Capitolo 14: *** Tra grandi incomprensioni, gelosia devastante e lezioni di combattimento ***
Capitolo 15: *** Tra presunti rapitori, sogni rivelatori e nuovi enigmi ***
Capitolo 16: *** Tra nuove scoperte, cadute accidentali, risvegli sconvolgenti e dolorose constatazioni ***
Capitolo 17: *** Fra importanti confessioni, lotte all'ultima risata e nuove scoperte ***
Capitolo 18: *** Fra grandi battaglie, altre scoperte, piccoli battibecchi e nuove conoscenze ***
Capitolo 19: *** Fra allenamenti nella Stanza delle Necessità, importanti raccomandazioni e nuovi incontri ***
Capitolo 20: *** Fra cadute grottesche, comportamenti strani e verità nascoste ***
Capitolo 21: *** Fra misteriosi piani, temi dimenticati e terribili rivelazioni ***



Capitolo 1
*** Una notte movimentata ***




 

Una notte "movimentata"
(Prologo)

 


 

Era una notte buia e tempestosa, sotto il cielo plumbeo una ragazza che poteva avere si e no 25 anni correva sotto la pioggia cercando di sfuggire a delle creature non ben identificate. Fra le braccia aveva una bambina di 3 mesi circa avvolta in numerose coperte. Arrivò alla porta di una casa molto lussuosa. Stanca e trafelata  bussò alla porta.
Le aprì una donna sui cinquant'anni con un fisico slanciato, grandi occhi verdi e capelli castani uguali a quelli della ragazza. Quando la vide la donna fece  uno strano sorriso e la invitò ad entrare. Appena entrata la ragazza disse:
« Mamma ti prego cerca di capirmi io .. »
« Io cosa !  Come hai potuto sporcare così il nome della nostra famiglia di maghi purosangue ? Come, come hai avuto il coraggio di sposarti senza il nostro consenso con quell'essere. »
«Mamma non ti azzardare a chiamarlo così solo perchè lui non è come noi, non è un mago.. » ma la ragazza venne interrotta di nuovo.
«Ellison sarei stata più felice se tu avessi sposato un babbano piuttosto di uno come lui, un reietto che non appartiene né al nostro mondo né a quello dei babbani. »
« Mamma ora non c'è tempo per discutere un gruppo di demoni mi stava inseguendo, Elizabeth è in pericolo la stanno cercando.»
Disse la ragazza indicando la bambina che aveva in braccio. La madre guardò intensamente la creatura che la figlia aveva in grembo e disse :
« Suppongo che anche lei sia come il padre, ha i suoi stessi occhi grigio ardesia. »
« Mamma ti prego accettala non farla sentire diversa io non so quando potrò tornare Jake ha bisogno di me, ci stanno cercando e io voglio stargli accanto, non posso portare con me anche Elizabeth è stata esposta al pericolo già troppe volte e io voglio che viva un' infanzia serena per quanto è possibile. » detto questo la ragazza guardò la madre, l'abbracciò e le diede la bambina.
« Presto vai Ellison  stanno tornando ! Non preoccuparti della bambina la tratterò bene, in fondo anche lei è una maga anche se solo in parte e poi è pur sempre mia nipote. »
« Oh  grazie mamma grazie.  » e detto questo la ragazza fece un sorriso a sua madre e si smaterializzò
La donna rimasta sola, si rimise a contemplare la bambina che rideva felice e spensierata. Fece un sorriso sincero e sussurrò più rivolta a se stessa che alla bambina « Benvenuta in famiglia Elizabeth Guardian. »









 

*Angolo Autrice*
 

Ciao a tutti !!! Queta è la mia prima long !! Come vi sembra??
Lasciatemi una recenzione VI PREGO VI PREGO VI PREGO
Bene dopo questa mia scena patetica vi saluto e spero che continuerete
a leggere la mia storia.P.s questo non è un vero e propio capitolo ma soltanto un Prologo.
Un bacio.
 

Elizabeth_Lovegood

 

 

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Capitolo 2
*** Undici anni dopo ... ***




Undici anni dopo ...
(Capitolo 1)

 

 





11 anni dopo quella fatidica notte.

 

« Eliz sbrigati o arriveremo in ritardo, sono già le dieci e mezza e il treno per Hogwarts parte alle undici in punto . »
« Sì arrivo subito nonna devo ancora mettere le ultime cose nel baule. »  disse la ragazza vagando per tutta la stanza in cerca del suo adorato libro, Storia di Hogwarts dal quale non riusciva mai a separarsi. Mezz'ora dopo scese a fare colazione, vide la loro elfa domestica Winnie intenta a cucinare e la nonna seduta sulla sedia che la osservava con cipiglio severo.
« Nonna perchè mi guardi in quel modo ? »
« Mi chiedi anche il perchè ? Sono quasi le undici dovremmo già essere alla stazione di King's Cross. Elizabeth sei la solita ritardataria ! » disse arrabbiata la donna.
« Ok nonna mi dispiace io ...» iniziò la ragazza ma, venne interrotta.
« Va bene, ho capito non c'è bisogno che fai quell' espressione pentita, sei davvero uguale a tua madre oltre ad avere i suoi capelli castani hai anche un bel caratterino degno di lei. Ma ora basta parlare  è tardi dobbiamo andare sennò perderemo il treno. »
Detto questo la nonna ordinò a Winnie di caricare i bagagli sull'auto e  partirono. Arrivarono appena in tempo  e dopo aver superato la barriera del binario 9 e 3/4 la ragazza si girò verso la nonna, la guardò intensamente con i suoi occhi grigi ardesia e le disse:
 « Nonna mi mancherai un sacco. Ti  voglio bene » e l'abbracciò stretta.
« Oh Eliz, anche io ti voglio bene e ricordati sempre di scrivermi ok ? »
« Certo che ti scriverò. Ciao nonna ! » e detto questo salì sul treno.
Per 10 minuti girovagò in cerca di uno scompartimento libero ma non lo trovò, così entrò in uno scompartimento occupato solo da un ragazzino dai capelli biondo leggermente scuro e con gli occhi grigio perla che guardava assorto fuori dal finestrino. Elizabeth si sedette nel posto di fronte a lui e in quel momento il ragazzino la notò, si girò verso di lei e disse:
« Ciao io sono Scorpius Malfoy e tu sei ? »
« Mi chiamo Elizabeth Guardian ma tutti mi chiamano Eliz.  Piacere di conoscerti ! » e detto questo gli porse la mano, lui la strinse  felice e da lì iniziarono a conoscersi parlando del più e del meno, ridendo e scherzando.
« Tu in che casa vorresti essere smistata ? » le chiese Scorpius ad un certo punto.
« Non lo so,  anche se a dire il vero le case che mi ispirano di più sono Grifondoro e Serpeverde ma non credo di essere adatta ... »
« Come non credi di essere adatta ! Secondo me saresti un'ottima Serpeverde e lo scherzo che mi hai detto di aver  fatto a tuo cugino il natale scorso ne è la prova. Certo che ci vuole furbizia e astuzia per mettere in atto uno scherzo come quello. Comunque spero di essere smistato in Serpeverde e spero che tu sia nella mia stessa casa ! »
« Mi piacerebbe anche a me, sai mi piace parlare con te credo che potremo diventare ottimi amici. »
« Già lo penso anche io ! Comunque è meglio se andiamo a metterci la divisa siamo quasi arrivati. » disse Scorpius di rimando.
Una volta scesi dal treno i ragazzi del primo anno vennero condotti da Hagrid sulle barche per fare l'attraversata del lago nero . Elizabeth si mise sulla stessa barca di Scorpius insieme ad un'altra ragazza, con i capelli rossi e crespi e con gli occhi blu intenso e ad un ragazzo, moro con gli occhi verdi prato e un sorrisetto furbo sulle labbra. Non sapeva per quale ragione ma quel ragazzino la irritava anche solo con lo sguardo . Dopo qualche minuto la ragazza disse :
«Ciao io sono Rose Weasley e lui è mio cugino Albus Severus Potter e voi chi siete  ? »
«Io sono  Elizabeth Guardian, ma se vuoi puoi chiamarmi Eliz e lui è Scopius Malfoy.»
La ragazzina guardò il biondino per un istante, poi storse il naso e distolse lo sguardo. Scorpius era visibilmente deluso, ma ormai c'era abituato, nessuno cercava mai di conoscerlo; era il figlio di un ex mangiamorte e questo bastava ad allontanare tutti, tutti tranne Elizabeth e Albus Severus Potter che aveva appena iniziato a conversare di quidditch con il suddetto ragazzo.






   *Angolo Autrice*

   Ciao a tutti !!!! vi piace questo nuovo capitolo??Questo è solo l'inizio ancora non siamo entrati nel vivo della storia!!
Detto questo vi saluto. Un bacio.

Eilzabeth_Lovegood


 

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Capitolo 3
*** Smistamento ***


Smistamento
(Capitolo 2)

 







 

Dopo il giro in barca i ragazzini varcarono il portone di Hogwarts scortati dall'insegnante di Erbologia, Neville Paciock e rimasero affascinati alla vista dell' enorme castello gotico. Il professore li condusse in Sala Grande e li fece sedere in attesa dello Smistamento. Elizabeth era  molto tesa, desiderava davvero tanto essere smistata a Serpeverde magari insieme a Scorpius. Quel ragazzino le stava molto simpatico al contrario di quel  Potter, che con quel suo sorrisino ironico e furbo e con quel suo vantarsi non faceva altro che irritarla. Durante il viaggio in barca non aveva fatto altro che parlare del suo " ottimo "  modo di giocare a quidditch e del suo talento di cacciatore ereditato dalla madre Ginni Weasley, ma insomma chi si credeva di essere. Persa in quei pensieri la ragazza non si era neanche accorta che la preside Minerva McGranitt aveva pronunciato il suo nome. « Guardian Elizabeth.» ripeté la preside stizzita.
Solo allora Eliz si riscosse dal torpore nella quale doveva essere caduta e si diresse con passo titubante verso lo sgabello dove  era stato poggiato il cappello parlante. La preside prese il cappello e glielo mise in testa. In un primo momento non si sentì nulla, poi il cappello cominciò a parlare.
« Uh difficile, davvero difficile, vedo molto coraggio e anche un buon cervello non c'è che dire anche se non hai intenzione di usarlo molto in ... come dire ambito scolastico. »
A quelle parole la ragazzina ridacchiò. Il cappello continuò il suo discorso : 
« Vedo anche molta furbizia, ambizione e una certa tendenza al vendicarsi dei torti subiti anche se con giusta moderazione, ingegno e voglia di mettersi alla prova. Bene direi che ho deciso. Serpeverde ! »
A quelle parole dal tavolo dei Serpeverde partirono urla e applausi, Eliz venne accolta con calore dai suoi compagni di casa ricevendo complimenti e pacche sulla schiena ad ogni passo che faceva. Dopo un pò, la preside chiamo anche il suo amico Scorpius
« Malfoy Scopius Hiperion.» disse con voce secca.
Il ragazzino si avvicinò titubante e la preside gli mise il cappello.
« Uh un Malfoy, molto insolito vedo abbastanza coraggio, una grande voglia di riscattarsi, molta ambizione
e ingegno. Sei molto diverso da tuo padre ma credo comunque che la casa migliore per te sia Serpeverde ! »
Ancora una volta  dal tavolo dei Serpeverde partirono urla e fischi di gioia. Eliz ara al settimo cielo, si avvicinò a Scorpius e lo abbracciò di slancio, il ragazzo ricambiò subito l'abbraccio dell'amica e le disse :
« Io lo sapevo che saresti stata smistata in Serpeverde. » e detto questo si sedette a fianco a lei.
Dopo un po'  la preside chiamò anche quell'insopportabile Potter.
«Potter Albus Severus. » disse annoiata. Il ragazzino si avviò verso lo sgabello con passo leggermente insicuro, prese il cappello e se lo mise in testa .
«Uh bene un altro Potter, bé sicuramente ti aspetti di finire a Grifondoro, vedo coraggio e orgoglio, ma vedo anche molta furbizia e ingegno, uno strappo alla regola a volte fa bene, quindi Serpeverde ! »
In quel momento Eliz si sentì sprofondare, era finita nella casa che preferiva con Scorpius ma avrebbe avuto tra i piedi quell'idiota di Potter per ben sette anni. I suoi pensieri vennero interrotti dalle parole della preside che chiamò «Weasley Rose. »
La ragazzina si avviò verso lo sgabello e si mise in testa il cappello
« Ah un'altra Weasley, vedo un gran cervello degno di tua madre ma anche un grande coraggio e molta destrezza. Bene ho deciso. Grifondoro. »
Il tavolo rosso-oro scoppiò in un enorme boato e Rose venne accolta fra loro con calore. Alla fine dello Smistamento, il prefetto di Serpeverde condusse i primini nel loro dormitorio e, durante il percorso spiegò loro alcune cose riguarganti Hogwarts.
« Bene allora buona notte Eliz ci vediamo domani a colazione. » disse Scorpius rivolto all'amica
« Sì ci vediamo domani. Buona notte ! » rispose la ragazza.
« Ehi a me non mi auguri la buona notte ?! Sei davvero maleducata sai ? » si intromise l'insopportabile Potter sfoderando il suo solito sorrisetto.
« Beh perchè dovrei ! Secondo me ti meriti proprio una notte insonne almeno così avrai  tanto tempo per pensare, cosa che non fai molto spesso vero? » rispose stizzita e irritata la ragazza .
Detto questo alzò i tacchi e si diresse vero il suo dormitorio ma prima di entrare sentì chiaramente la risata di Scorpius e  un
« Scorp  smettila di ridere. » da parte dell'insopportabile Potter. Pensando a quella scenetta  Eliz si stese sul letto con il sorriso sulle labbra e si addormentò felice di essere finalmente ad Hogwarts e di aver trovato un nuovo amico.

 







*Angolo Autrice*
 


Ciao a tutti !! spero che questo capitolo vi sia piaciuto !!
Allora che ne dite della nostra Eliz ,Serpeverde  e che non sopporta il secondo genito di casa Potter??.Volevo dirvi che ho deciso di ambientare il prossimo capitolo della storia , al sesto anno della nostra Elizabeth che ne pensate?
Recensite in tanti. Alla prossima


Elizabeth_Lovegood




 

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Capitolo 4
*** Tra Sogni strani, duelli di magia, e disastrose lezioni di Erbologia ***


Tra Sogni strani, duelli di magia e disastrose lezioni di Erbologia

                 (Capitolo 3 )



 




Cinque anni dopo.
Dormitorio Femminile Serpeverde 6° Anno.  




Si trovava nella foresta proibita, gli occhi gonfi di pianto,  la divisa di Hogwarts strappata in più punti e la paura che la perseguitava. Elizabeth correva, scappava neanche lei sapeva da cosa o da chi sapeva soltanto che doveva correre, doveva uscire da quella foresta e in fretta, si guardò indietro e vide un'ombra scura avvicinarsi sempre più così si mise a correre sempre più velocemente. Le gambe le facevano male ma lei non si fermò. Ad un certo punto inciampò sulle radici di un albero e cadde a terra, l'ombra si avvicinava sempre più ma... 
« Eliz svegliati su è tardi. » disse Natalie, una ragazza alta con i capelli castano chiaro e gli occhi grandi e blu. Era una delle cinque ragazze con la quale divideva il dormitorio, quella con la quale aveva legato di più  nell'arco di sei anni, la considerava la sua migliore amica, insieme a Scorpius ovviamente.
« Sì ora mi alzo. » le rispose Elizabeth ancora scossa da quell'orribile sogno o forse è meglio dire incubo.
La ragazza si alzò dal letto, aprì il baule e si mise a cercare la sua divisa. « Maledizione ma dove l'ho messa ! » disse più rivolta a se stessa che ad altri.
« Guarda è li per terra. Certo che sei davvero disordinata. » le rispose Natalie ridendo.
« Sì lo so. » le disse Eliz con un sorriso.
«Bene allora ti aspetto ! »
«Grazie. »

Dopo un quarto d'ora le due ragazze scesero a fare colazione e si sedettero al tavolo dei Serpeverde.
« Eliz, hai una faccia strana cosa è successo ? » domandò l'amica.
« No niente non preoccuparti, ho solo fatto un brutto sogno. » le rispose la ragazza.
« Di nuovo ? Ma è sempre lo stesso ? » le chiese Natalie incuriosita.
« Sì sempre lo stesso, anche se questa volta sembrava tutto più nitido e reale ! »
« È davvero strano ! Secondo me questi incubi che hai significano qualcosa !»
« Non lo so ! » rispose Eliz incerta. Era da un bel po di tempo che faceva quei sogni tormentati, li aveva raccontati anche a sua nonna ma ogni volta che le raccontava uno dei suoi incubi, l'espressione della donna si incupiva e si intristiva, e ogni volta che le chiedeva spiegazioni se ne andava via borbottando scuse poco probabili. Le stava nascondendo qualcosa, ne era certa e molto presto avrebbe scoperto di cosa si trattava.
Qualche minuto dopo Eliz, vide Scorpius ed Albus che entravano in sala grande e che si avvicinavano a loro. Quando arrivarono, la ragazza saluto Scorpius con un bel sorriso e ignorò totalmente l'insopportabile Potter, che nonostante il tempo passato, era rimasto sempre il solito ragazzino irritante che non faceva altro che vantarsi del suo talento a quidditc e delle sue " nuove conquiste " in ambito amoroso.
« Ti volevo ringraziare per il  caloroso saluto che mi hai rivolto, ma tu sei sempre così acida ? » Esordì Potter  con un sorrisetto sarcastico
« No, lo sono solo con chi lo merita ! » ribattè la ragazza
« Mi vuoi dire che ti ho fatto? »
« Mi irrita il fatto che tu ti creda sempre il migliore ! »
« Non è vero io non mi credo sempre il migliore e ... »
« Adesso basta !  Certo che voi due siete sempre i soliti, risparmiatemi le liti almeno la mattina presto. » gridò Scorpius visibilmente scocciato. I due sbuffarono contrariati e smisero di "parlare" . Dopo un po' arrivò il professor Paciock con gli orari delle lezioni.
« Io ho Incantesimi le prime due ore con i Grifondoro, subito dopo un'ora buca e poi Aritmanzia e Trasfigurazione con i Corvonero e Cura delle creature magiche con i Tassorosso e voi? » chiese Natalie .
« Bene anche io ho le stesse materie solo che al posto di Aritmanzia ho Erbologia ! » rispose felice Eliz guardando l'amica. Poi si girò verso Potter che, con un ghigno stava guardando il suo orario, un istante dopo alzò gli occhi dal foglio, guardò Elizabeth con un sorrisetto vittorioso e disse  :
« Io ho il vostro stesso orario solo che al posto di Cura delle creature magiche  ho Divinazione. Quindi Guardian, preparati non ho intenzione di lasciarti neanche un attimo di pace! »
"Fantastico, avrò quell'idiota di Potter  fra i piedi per tutto il giorno" pensò la ragazza sconsolata.
« Tu ci provi davvero gusto a provocarmi vero? »  gli chiese sarcastica.
« Oh, non immagini quanto. » rispose l'insopportabile Potter con un ghigno stampato in faccia.
« Al  ti consiglio di non sfidarla, sa essere davvero perfida quando vuole, ti ricordi quando l'anno scorso ti ha appeso alla torre di astronomia? » disse Scorpius sorridendo al ricordo dell'amico che urlava e imprecava contro Elizabeth e di lei che lo guardava e rideva insieme a Natalie.
« Sì ricordo, purtroppo. » rispose Albus, infastidito da quell'episodio.
« Eliz anche io ho il tuo stesso orario solo che al posto di Erbologia ho Antiche Runa con i Corvonero» aggiunse Scorp rivolto all'amica.
« Bene, ma è meglio che ci dirigiamo in aula, la lezione sta per cominciare.» disse ad un tratto Eliz.

                                                                                                                                                           

                                                                                                         ***


 



Aula di Incantesimi 1° e 2° ora


 

Elizabeth arrivò nell'aula di incantesimi seguita da Scorpius, Natalie e da Potter, prese posto nel secondo banco della seconda fila insieme a Natalie mentre Scorpius si era seduto nell'ultimo banco in fondo all'aula  vicino ad Albus. Dopo pochi minuti arrivò il professor Jenkis, un uomo sulla quarantina, abbastanza alto, con i capelli neri e un bel sorriso sul volto. Entrò in classe ed esordì dicendo
« Buongiorno ragazzi mi aspetto che diate il meglio di voi quest'anno. L'anno prossimo affronterete i M.A.G.O e dovete essere preparati, voglio che tutti riescano a superare il mio corso con almeno un Oltre Ogni Previsione. Bene, oggi ho deciso di farvi fare dei piccoli duelli tra voi per vedere come ve la cavate con gli incantesimi. Le coppie saranno un ragazzo ed una ragazza, verranno scelte da me e non voglio sentire discussioni riguardanti le coppie sono stato chiaro? »I ragazzi annuirono.
« Ora scelgo le coppie, Malfoy con Cambell .» disse.
Elizabeth guardò  il suo migliore amico, che si girò e le  sorrise a sua volta. Beato lui che doveva duellare con Natalie.
« a seguire Guardian con .... » continuò a dire il prof. "Ti prego non Potter, ti prego ti prego" pensava nel frattempo la ragazza.
« Potter.»
Quando il professore pronunciò quel nome, la ragazza sbiancò di colpo. Si girò e guardò prima Natalie, poi Scorpius e infine Potter che la osservava a sua volta con il suo sorrisetto divertito.
« Adesso che ho scelto le coppie fatemi vedere di cosa siete capaci. Potter, Guardian visto che siete due degli studenti più bravi nella mia materia ho deciso di far cominciare voi, quindi, mettetevi al centro della classe e iniziate a duellare. » disse il professore. I ragazzi si misero uno di fronte all'altro, si guardarono intensamente ed iniziarono il duello. Il primo ad attaccare fu Potter  che pronunciò « Expelliarmus ». Un lampo di luce rossa attraversò l'aula, ma la ragazza riuscì a schivarlo con abilità e pronunciò decisa « Aguamenti ». Il getto d'acqua che uscì dalla bacchetta della ragazza colpì in pieno Potter, che si ritrovò imprigionato in una grande  bolla d'acqua. Dopo un po' il ragazzo riuscì a liberarsi e lanciò ad Eliz uno sguardo di sfida. Subito dopo sfoderò la bacchetta e pronunciò « Levicorpus ». In un tratto, la ragazza si ritrovò sollevata in aria e dopo poco cadde rovinosamente a terra. Albus la guardò e rise di gusto. Allora  Elizabeth si alzò arrabbiata, prese la bacchetta da terra e urlò «Stupeficium», il ragazzo venne colpito in pieno, fece un volo di tre metri e cadde a terra. Si avvicinò a Potter e lo guardò, compiaciuta di essere riuscita a schiantarlo ma, dopo un pò il professore tuonò:
« Guardian, Potter, vi sembra questo il modo di fare una dimostrazione? »
« Anche se devo ammettere che siete stati davvero bravi, i vostri incantesimi erano perfetti, comunque, 30 punti a Serpeverde per la magnifica esecuzione degli incantesimi. Bene la lezione è terminata andate pure ragazzi.» li congedò il professore. Una volta usciti dall'aula, Scorpius si avvicinò ad Elizabeth lasciando Albus in compagnia di Natalie.
« Eliz, devo ammettere che ho avuto paura che vi sareste ammazzati, durante il duello. Non so se avrei mai retto la perdita dei miei due migliori amici.» disse Scorpius con un sorriso.
« Scorp, ancora non riesco a capire come mai sei amico di quell'insopportabile di Potter .»
« Tu non lo sai, ma credo che voi abbiate parecchie cose in comune. » disse il ragazzo con un sorrisetto strano.
« Cosa stai insinuando Scorp? » disse Eliz confusa.
« Oh niente. » le ripose l'amico abbassando lo sguardo.

                                                                                  

 

                                                                                                          ***






 

Serra Di Erbolgia 4° ora.


 

Elizabeth correva a tutta velocità verso la serra. Era in ritardo, come al solito la lezione stava per cominciare e lei non era ancora arrivata. Entrò in aula con dieci minuti di ritardo, il professore la guardò con aria stanca e poi disse:
« Bene ora che la signorina Guardian ci ha degnato della sua presenza possiamo iniziare la lezione. Ah dimenticavo 10 punti in meno a Serpeverde. »
La ragazza sbuffò al suono di quelle parole e si sedette nell'unico posto vuoto, vicino a Potter. Certo che quel giorno la fortuna non era proprio dalla sua parte.
« Ragazzi, oggi  tratteremo un nuovo argomento. Guardate la pianta che avete di fronte a voi e ditemi come si chiama.» disse il prof.
« E' una pianta di bobotubero. »rispose prontamente una ragazza di Corvonero.
« Bene 10 punti a Corvonero. »
« Mettetevi al lavoro, prendete dei bozzi dalla pianta, estraete il pus e poi diluitelo, vi sarà utile in alcune pozioni. E ricordate, il pus di Bobotubero puro è estremamente urticante. » disse il prof.
Elizabeth guardò la pianta e sospirò. Non era mai stata tanto portata in quella materia, preferiva di gran lunga Pozioni e Incantesini. Prese schifata, i bozzi che ricoprivano la pianta, poi cercò di estrarre il pus, inutilmente. Provò a mettere più forza mentre Potter rideva della sua totale incapacità in Erbologia. Spinta dall'ira, la ragazza mise così tanta forza che il pus di Bobotubero le finì tutto addosso. Un secondo dopo sentì prurito d'appertutto. Il professor Neville si avvicinò a lei con sguardo rassegnato e le disse:
« Sei sempre il solito disastro signorina Guardian. Si vede proprio che non è per niente tagliata in questa materia. Signor Potter l'accompagni in infermeria.»
Solo allora il ragazzo smise di ridere e annuì in direzione del prof. I due si diressero in Infermeria. Appena entrarono Madama Chips li guardo arrabbiata.
« Bene siamo soltanto all'inizio dell'anno e siete venuti qui già tre volte. Questa è la quarta! Avanti ditemi cosa è successo, avete di nuovo litigato e vi siete messi e fare un duello in mezzo al Campo da quiddic ? » chiese stizzita.
« Veramente no, mi è soltanto caduto del pus di Bobotubero addosso. » rispose Eliz perplessa.
« Oh, bene si sieda signorina Guardian e beva questa pozione.»
Dopo un po' i ragazzi uscirono dall'infermeria e si apprestarono ad andare nell'aula di trasfigurazione. Il resto della giornata passo, tutto sommato in modo tranquillo escludendo tutte le punture di vermicoli che si ritrovava addosso e i soliti battibecchi con Potter che le facevano sempre perdere il controllo della situazione. Quell'idiota aveva passato tutta la giornata a sbeffeggiarla, raccontando a tutti il suo incidente con il pus di Bobotubero, imitando anche i suoi gesti. Oh Potter l'avrebbe pagata e anche molto cara di questo Elizabeth ne era certa. Si Stese sul letto, stanca con Natalie che le chiedeva per l'ennesima volta come faceva ad essere così disastrosa in Erbologia che era una delle materie più facili della scuola. La ragazza non le rispose, si mise sotto le coperte e si addormentò profondamente.






 

*Angolo Autrice*


Ciao a tutti che ne dite del nuovo capitolo??
Fatemi sapere il vostro parere sulla storia anche se negativo.Accetto le critiche e
soprattutto le apprezzo.Quindi recensite in tanti.Alla prossima.


 

Elizabeth_Lovegood


 

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Capitolo 5
*** Tra Scontri involontari, Sorrisi sinceri e Temporali non previsti ***


Tra Scontri involontari, Sorrisi sinceri e Temporali non previsti
      (Capitolo 4)



 

Qualche settimana dopo.
Sala Comune  Dei Serpeverde.
Pomeriggio.


« Potteer. » L'urlo di Elizabeth riecheggiò per tutta la sala comune. Alcuni primini la guardarono terrorizzati, mentre gli studenti più grandi l' osservarono sbuffando infastiditi. Ormai erano a conoscenza dei molti litigi che avvenivano fra lei e Albus Severur Potter da quando era iniziato il loro primo anno.
« Ridammi immediatamente il mio libro, stupido, decerebrato. » gridò ancora la ragazza in direzione di Albus.
« Dai Al, ridalle quel libro lo sai quanto ci tiene al libro Storie di Hogwarts. » disse Scorpius all'amico allarmato.
« Scorp perchè la difendi, non ricordi più quello che mi ha fatto la settimana scorsa ? Bene ti rinfresco io la memoria, durante la notte mi ha colorato i capelli di fuxia e per una settimana sono stato costretto ad andare in giro con quell'orribile colore di capelli, visto che nessuna pozione è stata in grado di riportarli alla normalità. » disse il ragazzo arrabbiato.
Scorpius sospirò, ormai era abituato a tutti gli scherzi che quei due si facevano a vicenda e dei loro contini battibecchi.
«Te lo meritavi Potter, tu non avevi fatto altro che prendermi in giro a causa della mia incapacità in Erbologia per tutta la settimana e non solo, hai anche riferito il mio incidente durante quell'ora davanti a tutti gli studenti, nella Sala Grande. Ti sei alzato in piedi e ti sei messo a dire nei minimi particolari quello che era successo. Credo che quello che ti ho fatto io sia il minimo. » ribatte Eliz arrabbiata.
« E adesso ridammi il mio libro  ! » continuò la ragazza.
«Be Guardian se lo vuoi vieni a prenderlo. » la provocò Albus.
La ragazza allora, si alzo dal divano sul quale era seduta un attimo prima e si mise a rincorrere Albus per tutta la sala comune. Il ragazzo sembrava davvero divertito da quella situazione. Ad un certo punto, si fermò ed Eliz  che ancora stava correndo, si accorse troppo tardi che Potter aveva deciso di fermarsi così gli arrivò addosso. Stava quasi per cadere a terra a causa di quell'impatto violento, quando Albus la prese per la vita e l'attirò a se per non farla cadere.
Per un attimo Albus la guardò negli occhi in modo indecifrabile, poi abbassò lo sguardo e mollò la presa. Tutta la sala comune seguiva la scena con morbosa curiosità e dopo un pò Albus, decise di andare al campo di quidditch per allenarsi un pò con Scorp e soprattutto per stare lontano da occhi indiscreti.
Non si era neanche accorto di avere ancora in mano il libro di Elizabeth. Cosi la ragazza gli si avvicinò, stanca e rossa in viso per la corsa che aveva fatto e gli chiese stizzita.
« Bene, ora dopo avermi fatto fare questa corsa stancante, potrei riavere il mio libro? »
Il ragazzo la guardò e sorrise, non ghignò ma le sorrise in maniera sincera, prese il libro e glielo porse.
« Volevo anche dirti grazie per avermi presa e per non avermi fatta cadere. » continuò lei abbassando gli occhi.
Dopo aver fatto un'altro sorriso ad Eliz, Albus si allontanò verso il campo da quidditch seguito da Scorpius.
Elizabeth rimase sorpresa dal suo comportamento. Non lo aveva mia visto rivolgerle un sorriso sincero, di solito l'unico che era in grado di fargli fare quei sorrisi era il suo migliore amico Scorpius. Decise di non pensarci e con il libro fra le mani, decise di andare in riva al lago nero per ritrovare la calma e leggere in santa pace.


Al campo Di Quidditch

« Al ti diverti propio a farla andare su tutte la furie vero? » chiese Scorpius all'amico, con un sorriso.
« Non immagini quanto e poi mi piace troppo quando si arrabbia e gli occhi le si infiammano pieni d'ira. » Rispose Albus.
« Ehi , non è che ti sei innamorato della mia migliore amica? Sai quando l'hai presa mentre stava per cadere avevi uno sguardo davvero strano. » continuò Scorpius.
Albus si fermò di scatto e si girò verso l'amico con gli occhi sbarrati, poi si riprese e lo guardò con divertimento.
« No certo che no, lei non mi interessa. » rispose Albus inquieto. L'amico lo notò ma non disse niente. Dopo un po' andarono a prendere le loro scope e iniziarono ad allenarsi.
Scorpius giocava nella squadra di quidditch della sua casa e aveva il ruolo di cercatore mentre Albus era un cacciatore. Mentre si allenavano molte ragazzine, sedute nelle tribune, li guardavano con occhi sognanti. Dopo l'allenamento i ragazzi posarono le scope e stavano per tornare al castello, quando una ragazza del quarto anno sbarrò loro la strada.

                                                                                       



 

                                                                                                                 ***




Elizabeth aveva appena smesso di leggere il suo adorato libro e si era messa a guardare il Lago Nero, persa nei suoi pensieri. Quei sogni strani la destabilizzavano e anche lo strano comportamento di sua nonna riguardo gli incubi che aveva la insospettiva non poco. Sua nonna sapeva più di quello che voleva far intendere, ne era certa e lei sarebbe riuscita a capire quello che le nascondeva. Dopo un po' arrivò Natalie con un sorriso allegro stampato in faccia.
« Natalie perchè quel sorriso? »le chiese Eliz
« Ho appena saputo che la preside McGranitt ha deciso di organizzare un ballo per festeggiare il Natale. » rispose entusiasta.
« Ma io volevo tornare da mia nonna durante le vacanze natalizie. » ribattè Eliz.
« E dai Eliz, per una volta che a natale non torni da tua nonna non credo che succederà niente. Non puoi perderti questo ballo. »
« Natalie, lo sai che non mi sono mai piaciuti i balli scolastici, sono tutti pieni di ragazze messe in ghingheri, che l'intero pomeriggio non hanno fatto altro che stare davanti allo specchio. Io non sono tagliata per queste cose, preferisco di gran lunga passare le festività in allegria, ridendo e scherzando insieme ai miei cugini e parenti e anche insieme a te e a Scorpius che siete i miei migliori amici. » rispose Eliz.
« No non ammetto repliche quest'anno NOI andremo a quel ballo. Dai ti divertirai e poi ci saranno tutti, ti prego Eliz fallo per me. » le disse l'amica con gli occhi da cucciolo.
« E va bene, ma ricorda che lo faccio per te e non pensare nemmeno per un momento che per questa festa mi farò agghindare come un albero di natale ci siamo capite? » ribattè Elizabeth minacciosa.
« Sì che bello! » rispose Natalie allegra, non prestando minimamente attenzione al tono minaccioso dell'amica.
« Oh si è fatto tardi è meglio ritornare in sala comune. » continuò Natalie.
« Sì tu vai, io ti raggiungo fra un pò. » rispose Eliz. E detto questo, Natalie si avviò a passo svelto verso la sala comune. Eliz ritornò ad osservare il Lago Nero, assorta. Aveva firmato la sua condanna a morte,  andare in un ballo pieno di ragazze superficiali che non fanno altro che mettersi in mostra era tutto il contrario di quello che voleva fare. Infatti, tornare a casa per le vacanze natalizie le avrebbe permesso di scoprire qualcosa in più su quello che nascondeva sua nonna, ma oramai era fatta. Aveva promesso a Natalie che sarebbero andate insieme a quel ballo e lei non aveva intenzione di rimangiarsi la parola. Avrebbe cercato di estorcere informazioni a sua nonna dopo natale. Così si avviò a passo di marcia verso l'entrata del castello, ma mentre stava attraversando il campo da quidditch, qualcosa catturò la sua attenzione.

                                                                                                                      

                                                                                                             
 

                                                                                                                                              ***




Albus e Scorpius rimasero fermi a fissare la ragazza in attesa che si spostasse ma, quella porse la mano ad Albus. 
« Ciao io sono Agnes e tu sei Albus Severus Potter vero? » chiese sbattendo le ciglia e ammiccando in direzione del ragazzo.
Albus la guardò, aveva i capelli biondi perfettamente curati, occhi azzurri contornati dalla matita nera e un bel sorriso.
« Sì sono io. » rispose il ragazzo.
« Sai sei davvero molto bello ! » continuò Agnes continuando a sbattere le ciglia.
Nel frattempo Elizabeth aveva assistito a tutta la scena."Certo che quella ragazza è davvero un oca, non fa altro che sbattere le ciglia come se avesse qualcosa di fastidioso negli occhi. " pensò la ragazza.
Nello stesso istante Albus si girò verso di lei.
« Bene, che ci fai qui Eliz ? Volevi vedermi mentre mi allenavo a quidditch ? » chiese il ragazzo con un sorrisetto
« Sappi Potter, che io non sprecherei mai il mio tempo per vederti giocare. Per chi mi hai preso,  per una delle tue galline? » rispose Eliz guardando la ragazza vicino a lui.
Agnes ebbe bisogno di un pò di tempo per capire quello che voleva dire Eliz, così dopo un pò rispose.
«Oh Al non preoccuparti, appena avrai finito di parlare con questa ehm ... ragazzina scialba potrai tornare da me. » disse con tono civettuolo. Detto questo la ragazza se ne andò verso il castello sculettando.
Sentendo quelle parole, Eliz sentì la rabbia esploderle dentro "Come si permette quella ragazzina senza cervello di trattarmi in quel modo" pensò la ragazza. Guardò Albus che aveva sul voto un sorriso compiaciuto, probabilmente causato dalla risposta di Agnes e in un secondo la sua rabbia salì ulteriormente di livello . I suoi occhi grigio ardesia diventarono ancora più luminosi e allo stesso tempo minacciosi. Guardò il cielo, che fino a qualche minuto prima era calmo e privo di nuvole, incupirsi all'improvviso e coprirsi di grossi nuvoloni grigi che preannunciavano un tremendo acquazzone. Quel cielo plumbeo e pieno di nubi rispecchiava completamente l'umore nero di Eliz, che era rimasta ferma a fissare il cielo. Dopo un po' iniziò a piovere a dirotto e i fulmini solcarono il cielo, illuminandolo in maniera sinistra. Solo allora, Elizabeth, si riscosse e decise di rientrare nel castello seguita da Albus e Scorpius che la guardavano sorpresi e sgomenti. Ritornaro in sala comune bagnati fradici e si diressero nei loro dormitori senza dire una parola. Una volta entrata nel dormitorio, Eliz si diresse verso il suo letto e si sdraiò. Stava quasi per addormentarsi quando Natalie si alzò dal letto e le si avvicinò.
« Dai dimmi cosa è successo. E non provare a dirmi niente, te lo leggo in faccia che ti è successo qualcosa di importante. Avanti racconta. » l' esortò  l'amica.
Elizabeth, allora si mise a raccontare tutto quello che era successo al campo da quidditch e si soffermò particolarmente nel raccontare dell'improvviso temporale. Quando ebbe finito di raccontare Eliz aggiunse.
« Credo di essere stata io a causare il temporale, anche se non ho ancora capito come ho fatto, non avevo la bacchetta e poi non conosco incantesimi che riescano a far scoppiare un temporale. Credo che anche questo avvenimento sia strettamente legato ai sogni che faccio. Che ne dici? »
« Sono d'accordo con te, però adesso è meglio non pensarci, forza mettiamoci a dormire. » Detto questo Natalie si alzò e si sdraiò nel suo letto.
Poco dopo entrambe si addormentarono profondamente.

 

 

 *Angolo Autrice*
 


Ciao a tutti !! Che ne dite di questo capitolo ??
La nostra Eliz , man mano, sta scoprendo il segreto che si cela dietro la sua identità . Il temporale è solo l'inizio.
Fatemi sapere se il capitolo è di vostro gradimento, lasciatemi delle recensioni.
vi prego vi prego vi prego.
Bene dopo questa scena patetica vi saluto.Un bacio.


Elizabeth_Lovegood

 

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Capitolo 6
*** Tra voci zuccherose, fitte allo stomaco e tremende bugie ***


Tra Voci Zuccherose, fitte allo stomaco e tremende bugie





Dormitorio Serpeverde.
Mattina.





 

Una ragazza che poteva avere si e no venticinque anni, con i capelli castani e gli occhi verdi, in braccio teneva una bambina. Stava discutendo con un ragazzo alto, con i capelli neri e con gli occhi  grigio ardesia.
«  No Alli, io non voglio abbandonare  nostra figlia.» disse l'uomo accarezzando la testa della bambina.
« Ma Jake non possiamo portarla con noi la stanno cercando, pensano che lei sia la ragazza della profezia, dobbiamo nasconderla, solo così riusciremo a proteggerla.Torneremo a prenderla quando sarà il momento giusto. » disse decisa la donna.
L'uomo la guardò negli occhi. Elli aveva ragione, dovevano nasconderla. Guardò per un attimo la bambina, aveva i suoi stessi occhi, sorrise amaramente, poi si girò verso la ragazza.
« Dove la vuoi portare ? » chiese Jake.
« Da mia mamma, li sarà al sicuro.» rispose la ragazza.
« Cosa? Lo sai cosa pensa di me non l'accetterà mai. Non voglio che mia figlia si senta un'esclusa. » ribatte Jake.
« Sono sicura che l'accoglierà come se fosse sua figlia, non temere.» disse Elli sicura.
« Va bene ma ora vai, ci stanno per raggiungere, lo sento.» continuò il ragazzo.
I due si guardarono per un momento, poi la ragazza si allontanò correndo, mentre Jake estraeva una bellissima spada argentata e si metteva a correre nella direzione opposta a quella presa dalla ragazza.


Eliz si svegliò perplessa dal sogno che aveva fatto. Erano le sette e mezza e lei non era ancora pronta per andare a lezione. Così decise che, per il momento, avrebbe smesso di pesare ai suoi sogni strani e si sarebbe concentrata sulla lezione di Pozioni che l'attendeva.  Si mise a correre per tutta la stanza alla ricerca delle sue scarpe ma non le trovò.
«  Ehi Eliz per caso stavi cercando queste? » chiese Natalie mostrandole un paio di scarpe.
« Sì grazie.» rispose la ragazza afferrandole.
« Sei pensierosa, hai fatto qualche altro sogno ? » chiese l'amica come se sapesse leggere nel pensiero.
« Sì, ma ti racconto dopo, ora è meglio se ci sbrighiamo sennò arriveremo in ritardo a Pozioni. » rispose Eliz.
Insieme si diressero verso la sale grande per andare a fare colazione. Scorpius ed Albus erano già arrivati, il biondino appena le vide le rivolse un sorriso poi guardò Eliz in modo penetrante e le chiese :
« Ieri sei stata tu a far scoppiare quel temporale vero? »
« Io non ne sono sicura ... ma non so come ho fatto, non avevo la bacchetta e credo che i miei sogni centrino con l'accaduto. » rispose la ragazza.
Scorp la guardò perplesso, nessuno poteva creare un temporale senza utilizzare la bacchetta. Intanto Albus, seduto accanto all'amico ascoltava la discussione con grande interesse. Ad un certo punto, una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri si avvicinò a lui. Era Agnes. Appena la vide Eliz, smise di parlare e la fissò con ira. Quella ragazza aveva il potere di farla infuriare soltanto con lo sguardo. Agnes la guardò con un espressione di superiorità.
« Oh ciao Al, oggi ti va di "studiare" insieme a me ? » disse con voce così zuccherosa da far venire le carie solo a sentirla e sottolineando con un sorrisino la parola " studiare".
A quell'affermazione, Eliz sentì una strana stretta alla bocca dello  stomaco, così si alzò dal tavolo e se ne andò dicendo che era tardi e doveva ancora rivedere il tema di Pozioni. Una volta arrivata nel dormitorio vide che non c'era nessuno. "Sicuramente saranno tutti in sala grande a fare colazione" pensò la ragazza. Si sdraiò sul suo letto e pensò alla strana reazione che aveva avuto pochi minuti fa, sentendo parlare quella troietta.
" Non è che sono gelosa ?" si chiese mentalmente.
" No certo che no, e poi di chi? di Potter? la persona che odio? Ma neanche per sogno. Me ne sono andata soltanto perchè disprezzo le gatte morte e non voglio neanche vederle da lontano" si rispose .
Dopo questa riflessione si alzò di scatto e si diresse a passo di marcia nell'aula di pozioni. Quando arrivò molti studenti erano già in aula, vide Scorpius e Potter all'ultimo banco infondo alla classe, poi vide Natalie seduta al secondo banco che gli faceva cenno di sedersi vicino a lei. Appena la vide, si diresse verso il banco e si sedette accanto all'amica. Natalie la guardò con cipiglio severo, poi le chiese:
« Eliz, ti conosco, dimmi cos'è successo stamattina a colazione. Perchè sei andata via in quel modo? »
«  Be ...  l'ho detto dovevo ricontrollare il tema di pozioni. » rispose Elizabeth leggermente titubante.
« Tu non me la racconti giusta. » rispose l'amica e stava per continuare con il suo interrogatorio, quando entrò  in aula il professor Lumacorno.
« Bene ragazzi, oggi ho deciso di farvi iniziare con una pozione molto difficile, il distillato della morte. Solo due persone sono state in grado di preparare un perfetto distillato della morte, una di queste è stata  il signor Harry Potter. Seguite le istruzioni che troverete nel libro a pagina 312 e , inoltre chi riuscirà a preparare la pozione in modo corretto riceverà, oltre ad un Eccellente nella mia materia, anche un altro premio. Ora cominciate. »
Elizabeth aprì subito il libro alla pagina indicata, cominciò a leggere la lista degli ingredienti e si mise a preparare la pozione. Dopo mezz' ora,la ragazza era riuscita a far assumere alla pozione un colore nero ribes. Proprio in quel momento il professore si diresse verso il suo banco e si mise ad osservare con interesse la pozione che era riuscita ad ottenere.
« Molto bene signorina Guardian, a quanto vedo è già riuscita a portare la sua pozione ad un livello intermedio. Lei è davvero un abile pozionista ed una delle mie allieve migliori. » Le disse il professore con un sorriso. La ragazza, lusingata, sorrise a sua volta. Dopo qualche minuto il professore guardò la pozione di Natalie e le disse.
« Non male signorina Cambell.»
Detto questo il professore si allontanò e si diresse nel banco dove erano seduti Scorpius ed Albus. Quest'ultimo aveva un' espressione dubbiosa e una mano fra i capelli. Il professore si avvicinò al calderone, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, il calderone di Albus si mise a ribollire in maniera sinistra. Il professore si guardò intorno con aria sconvolta e quando il calderone ribollì di nuovo, guardò gli studenti con preoccupazione.
« Uscite tutti di qui, questa pozione sta per esplodere !» disse agitando in aria le braccia.
I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte, uscirono alla svelta dall'aula seguiti dal professore. Un secondo dopo si sentì un violento scoppio e quando tutti rientrarono in aula, si resero subito conto dell'orribile odore che vi era e della sostanza verde che ricopriva la maggior parte delle pareti e dei calderoni.
Il professore guardò Albus con un'occhiataccia, mentre Eliz sogghignava per quello che aveva appena combinato l'insopportabile  Potter.
«  A causa di questo incidente causato dal signor Potter la lezione è sospesa .» disse seccato il professore.
« E signor Potter, domani pomeriggio è pregato di venire in quest'aula e come punizione di pulirla da cima a fondo. » Aggiunse il professore. Il ragazzo sbuffò sonoramente ma non ribattè . Quando il professore si allontanò molti ragazzi esultarono e si congratularono con Potter per averli salvati da quella lezione, al contrario Elizabeth era furibonda. Pozioni era la materia che più adorava insieme ad Incantesimi ed ora per colpa di quello stupido non era riuscita a completare il suo distillato della morte vivente. Guardò Potter con ira e poi si avviò verso la sala comune insieme a Natalie e Scorpius, visto che ancora mancavano due ore alla lezione seguente.


 

                                                                                                                         ***





Sala Comune dei Serpeverde
Pomeriggio.


 

Era seduto su uno dei divanetti della sala comune, vicino a lui c'era Scorpius, con il libro di trasfigurazione in mano, la pergamena e l'inchiostro che cercava di completare il tema. Dopo un po', il biondino chiuse il libro e si giro verso Albus.
« Quindi oggi andrai a studiare con la ragazza di questa mattina ? »Chiese il ragazzo  in direzione di Albus.
Il ragazzo parve sorpreso da quella domanda. Si era completamente dimenticato che aveva accettato di studiare con Agnes, era ancora scosso per quello che aveva combinato a Pozioni e anche per la punizione che lo attendeva il giorno successivo.
« Si, credo che più che studiare mi divertirò un mondo. » rispose Albus con un sorriso malizioso.
« Ehi Al, qui fuori, c'è una ragazza del quarto anno che chiede di te. » Si intromise Ted Nott, appena entrato in sala comune.
« Sì ora vado. Ci vediamo dopo Scorp.»  e detto questo si alzò ed uscì dalla sala comune

                                              

Elizabeth era stesa sul letto del suo dormitorio, era sola, Natalie era in biblioteca a studiare Antiche Rune e le altre ragazze con le quali divideva il dormitorio erano tutte in sala comune. Stanca di rimanere chiusa nel castello decise di andare fuori a prendere una boccata d'aria. Scese in sala comune dove trovò Scorpius, stranamente solo.
« Ciao Scorp, che ci fai da solo? » gli domandò Eliz.
« Oh niente, Albus è andato a studiare con Agnes e io ho appena finito di finire Trasfigurazione.» rispose il ragazzo.
« Oh allora che ne dici di andare al parco ? » chiese all'amico.
« Certo andiamo.» le rispose Scorpius. Una volta arrivati si sedettero sotto un albero uno accanto all'altro, si misero a parlare del più e del meno ridendo e scherzando, ma tutt' un tratto, Eliz si fece seria.
« Sai Scorp, oggi ho fatto un' altro sogno, ma questa volta non ero io la protagonista, io credo di aver sognato i miei genitori. » esordì la ragazza. Poi gli raccontò il sogno che aveva fatto nei minimi particolari. Alla fine del racconto Scorpius esclamò:
« Ma Eliz allora i tuoi genitori sono ancora vivi, nascosti da qualche parte. Tua nonna ti ha mentito, ti aveva detto che erano morti a causa di un' esperimento di Pozioni. »
« Sì a quanto pare mia nonna mi ha mentito su molte cose. E poi cos'ha a che fare questa profezia con me ? Perchè i miei genitori sono stati costretti a scappare? E chi è che mi stà cercando? » disse Elizabeth pensierosa.
« Oh Eliz non preoccuparti riusciremo a trovare le risposte a queste domande. Comunque la prima cosa da fare è chiedere spiegazioni a tua nonna.» ribattè Scorpius.
« Sì hai ragione. Dopo il ballo di Natale ritornerò a casa da mia nonna e chiederò spiegazioni.» rispose Eliz decisa.
« Bene, adesso però è meglio se torniamo in sala comune si è fatto tardi.»
Detto questo i due ragazzi si alzarono, si diressero verso la sala comune e salirono ai rispettivi dormitori. Eliz si stese sul letto e stava per addormentarsi, quando Natalie si avvicinò a lei e le chiese di raccontargli il sogno di quella mattina. La ragazza le raccontò tutto e dopo aver discusso su quegli strani avvenimenti e sulle bugie della nonna, si rimisero nei rispettivi letti e si addormentarono.





*Angolo Autrice*

Ciao a tutti sono di nuovo io !! Che ne dite di questo capitolo??
Recensite in tanti
.Vi prego vi prego vi prego.
Bene dopo quest'altra figuraccia vi lascio. A presto.

Elizabeth_Lovegood


Eccovi le immagini dei protagonisti 

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Capitolo 7
*** Tra shopping sfrenato, cadute accidentali e profezie svelate ***


Tra shopping sfrenato, cadute accidentali e profezie svelate




18 Dicembre.
Dormitorio Serpeverde.

 





« Eliz, svegliati oggi dobbiamo andare a Hogsmade per comprare i vestiti per il ballo di Natale .» urlò Natalie saltando sul letto della sua migliore amica.
Elizabeth mormorò qualcosa nel sonno e si girò dall'altra parte ignorando i borbottii di disapprovazione dell'amica. Natalie, allora, si mise ad urlare ancora più forte.
«Elizabeth Guardian ! Svegliati immediatamente o ti butto giù dal letto. » La ragazza aprì gli occhi, ancora impastati dal sonno,  si stiracchiò e si sedette sul letto, intontita.
«Va bene ora mi alzo. » rispose con un sbadiglio.
Si alzò di malavoglia e  si diresse verso il bagno per lavarsi e vestirsi. Una volta pronta, le due amiche  uscirono dal dormitorio e andarono verso il portone di Hogwarts dove l'ormai anziano  custode, Argus Gazza, controllava i vari permessi degli studenti che desideravano andare al villaggio. Gli diedero i loro permessi e salirono sulla carrozza . Una volta arrivate le due ragazze si diressero verso il centro del villaggio.
« Che ne dici se prima andiamo da Mielandia? Ho appena finito la mia scorta di api frizzole »  chiese Eliz all' amica.
« No prima compriamo i vestiti, le scarpe e gli accessori e poi ci andiamo. » rispose decisa Natalie.
Elizabeth sbuffò contrariata, avrebbe dovuto subire almeno due ore di interminabile shopping con tanto di prova dei vestiti, "Fantastico ! " pensò annoiata. L'amica la prese per mano e la trascinò dentro un negozio dell'aria elegante, con una grande insegna sulla quale vi era scritto a lettere cubitali il nome del negozio: Stratchy&Sons . Appena entrarono, una ragazza alta, con i capelli neri e gli occhi azzurri, le accolse calorosamente.
«Benvenute, io sono Marie se avete bisogno di aiuto non esitate a chiamarmi .» disse la commessa con voce affabile.
« Grazie mille, stiamo cercando un vestito per il ballo di Natale che si terrà a Hogwarts. Hai qualche consiglio da darci ? » chiese Natalie con tono cortese.
Elizabeth si preparò mentalmente al peggio, chissà quanti vestiti le avrebbero fatto provare, insomma poteva dire addio all'idea di passare da Mielandia e dai Tiri Vispi Weasley. Come aveva pensato, Marie andò immediatamente a prendere un vestito rosa confetto, lungo, pieno di nastrini  fucsia e merlettini di vario genere, che le mostrò  con un gran sorriso stampato in faccia. Elizabeth guardò con disgusto il vestito che la commessa le stava mostrando  e con un sorriso forzato, disse alla ragazza che non le piaceva e che preferiva qualcosa di più semplice. Natalie la guardò contrariata. Evidentemente non aveva ancora capito che Eliz non avrebbe mai indossato un vestito che l'avrebbe fatta sembrare un' uovo di pasqua gigante. Qualche minuto più tardi, la commessa riapparse con in mano un vestito lilla, lungo, tempestato di brillantini e con in vita un enorme fiocco viola scuro. Ma neanche questo sembrava piacere alla ragazza. Dopo due ore, Elizabeth non era ancora riuscita a trovare un vestito che le piacesse, erano tutti troppo caricati, pieni di fiocchi e merletti che lei detestava. Al contrario, Natalie era riuscita a trovare il vestito adatto a lei . Era corto sopra il ginocchio, la gonna svolazzava ad ogni soffio di vento e la parte superiore era a fascia . Dopo un'altra ora, la commessa stanca di andare avanti e indietro per il negozio cercando di soddisfare la richiesta di Elizabeth decise di andare a servire un 'altro cliente, dicendo che c'era molto da fare è che lei doveva aiutare anche gli altri clienti. Così la ragazza, decise di cercare il vestito da sola visto che Natalie era andata al reparto di calzature per comprare un paio di scarpe che si abbinassero con il vestito. Diede un occhiata in giro e dopo un po', vide un vestito davvero bello. Era di colore azzurro mare, lungo, con un leggero spacco davanti, la parte di sopra era a fascia e vi erano un po' di brillantini in vita. Lo prese fra le mani e dopo qualche minuto arrivò Natalie con in mano un paio di trampoli bianchi con gli strass. L'amica diede un'occhiata al vestito che Eliz teneva in mano e fece un grande sorriso.
« Questo vestito è davvero bello. E' perfetto per te. » disse l'amica estasiata.
« Sì lo penso anche io e poi adoro l'azzurro. » rispose Eliz.
«Bene ora dobbiamo comprare le scarpe. Ne ho viste un paio che si accoppiano perfettamente con l'abito che hai scelto. » e così dicendo prese  Eliz dal braccio e la trascinò al reparto calzature. Una volta entrate Natalie prese un paio di scarpe azzurre piene di strass con un tacco alto 10 cm. Appena Eliz vide quelle scarpe, fissò l'amica contrariata e disse con decisione:
« Stai scherzando ! Io non metterò mai quelle cosa hai piedi. Per prima cosa non ci so camminare e poi non ho intenzione di avere un mal di piedi terribile per colpa di quegli strumenti di tortura !»
«Quelle che tu chiami "strumenti di tortura" sono soltanto delle semplici scarpe con il tacco. » rispose l'amica infastidita.
«Io opterei per delle ballerine azzurre. » rispose Eliz, prendendo dallo scaffale un paio di ballerine azzurre con qualche brillantino.
«E va bene vada per le ballerine. Sei sempre la solita testarda.» disse Natalie con finto rimprovero.
« Lo so ! » rispose Eliz ridendo.
Dopo un po' andarono alla cassa, pagarono i loro acquisti ed uscirono dal negozio. Dopo aver girovagato per le vie del villaggio ed essere passate da Mielandia per comprare un po' di api frizzole, le ragazze tornarono al castello.

                                                                                                                




                                                                                       ***







Il giorno seguente.
Mattina.





Eliz si svegliò stranamente presto, andò in bagno, si lavò, si vestì e scese a fare colazione insieme a Natalie. Arrivate in sala grande si sedettero al tavolo dei Serpeverde, dove erano già seduti Scorpius ed Albus. Appena le vide, il biondo si avvicinò alle ragazze e con tono allegro disse:
« Buongiorno ! Come mai così mattiniere? »
«Oggi Eliz si è svegliata presto, un vero miracolo. » rispose Natalie guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'amica.
«Cosa ? Elizabeth che si sveglia presto? Fra un pò arriverà l'apocalisse. » Si intromise Albus.
Eliz sbuffò infastidita, ma dopo qualche istante, un ghigno sadico le si dipinse sul volto e rispose:
«Potter mi è rimasta ancora un po' di quella pozione per colorare i capelli, se non la finisci immediatamente credo che sarò costretta ad utilizzarla su di te. » rispose con tono pacato.
Il ragazzo sbiancò immediatamente, non voleva di certo passare un 'altra settimana con i capelli colorati di fucsia.
«Bene ora dopo le vostre solite frecciatine è meglio che io e Scorpius ci muoviamo, sennò arriveremo in ritardo alla lezione di Antiche Rune. » disse Natalie decisa, scuotendo Scorpius per un braccio.
« Vedete di non ammazzarvi durante la nostra assenza. » continuò il biondino guardando sia Eliz che Albus. Dopo qualche minuto Natalie e Scorpius si diressero nell'aula di Antiche Rune, lasciando da soli i due ragazzi.
« Guardian è meglio se ci sbrighiamo, l'aula di Divinazione si trova nella torre nord del castello. » disse con decisione Albus.
«Noto con piacere che per una volta, hai detto qualcosa di sensato. » rispose la ragazza in modo tagliente.
Qualche minuto dopo, i due ragazzi correvano a perdifiato cercando di raggiungere in tempo l'aula della professoressa Cooman.
« Guardian è tutta colpa tua, sei tu che mi hai fatto sbagliare strada. » disse Albus arrabbiato.
«Senti chi parla! Sei tu che hai preso il corridoio sbagliato per ben due volte. » rispose convinta la ragazza.
«Lasciamo perdere che è meglio va. » ribattè Albus.
Detto questo i due ragazzi continuarono a correre, ma Eliz inciampò come suo solito, nel gradino fantasma . Albus non ebbe nemmeno il tempo di chiedere cosa fosse successo che Elizabeth gli cadde addosso. I due ragazzi si ritrovarono  a terra, uno addosso all'altro. Albus aveva messo le mani sui fianchi della ragazza e la guardava intensamente, con uno dei suoi rari sorrisi sinceri, mentre Eliz era terribilmente imbarazzata. Cercò di alzarsi, ma la presa di Albus era ancora salda sui suoi fianchi.
«Credo che adesso puoi mollare la presa. » disse imbarazzata in direzione del ragazzo.
Appena si accorse di quello che stava facendo, lasciò subito la ragazza come se si fosse scottato. Elizabeth, allora si rimise in piedi seguita da Albus. I due continuarono a correre e non parlarono più per tutto il resto del tragitto. Arrivarono stanchi e trafelati, con un quarto d'ora di ritardo. La professoressa Cooman, non disse niente e si limitò a guardarli con il suo solito sguardo stralunato. Eliz prese posto vicino ad una Corvonero talmente assorta nello scrivere appunti che nemmeno si accorse della sua presenza. Mentre Albus prese posto infondo all'aula, vicino ad un timido Corvonero. Dopo qualche minuto di silenzio la professoressa iniziò a spiegare.
«Benvenuti nella mia aula, aprite l'occhio interiore che c'è in voi e cercate di vedere il futuro della persona che vi è accanto usando la sfera di cristallo che avete sul banco. » disse con voce velata. Al suono di quelle parole, la ragazza di Corvonero si riscosse e si concentrò sulla sfera per leggere il futuro ad Elizabeth. Dopo qualche minuto, la ragazza si era messa le mani nei capelli e osservava la sfera con espressione sconvolta. Vedendo quella scena la Cooman, raggiuse il tavolo di Eliz .
«Oh cara spostati, fammi vedere cosa dice la sfera. » disse la professoressa rivolta alla Corvonero.
La ragazza si alzò e fece sedere la docente. La Cooman puntò i suoi occhi sulla sfera e dopo qualche minuto, sul suo viso si disegnò un espressione di puro terrore. La professoressa guardò Eliz, sconvolta e con voce tremante disse:

« Oh  povera ragazza, non avevo mai visto una predizione così oscura dai tempi della seconda guerra magica. Ma questa volta i mangiamorte sono solo un problema secondario. »
« Un grande pericolo sta per abbattersi sul nostro mondo, un pericolo che credevamo sconfitto, solo colei che viene dai due mondi in conflitto riuscirà a scegliere il nostro destino, la vittoria o la sconfitta. » e detto questo guardò Eliz negli occhi con il suo solito sguardo stralunato e con decisione aggiunse.
«Tu sei la prescelta. »
Sentendo quelle parole, Elizabeth sbiancò, come poteva essere lei la prescelta e sopratutto cosa poteva significare la frase " solo colei che viene dai due mondi in conflitto riuscirà a scegliere il nostro destino" , lei non poteva provenire da due mondi, era semplicemente una strega. Nel frattempo, tutti gli occhi dei suoi compagni erano rimasti fissi su di lei. Si guardò intorno e vide Albus che la guardava con preoccupazione e sgomento. Nella sua testa rimbombava solo una frase, un pericolo che sembrava sconfitto da molto tempo sarebbe tornato, il tempo di pace era finito per tutti.






* Angolo Autrice *
Ciao a tutti sono ancora io !!
Che ne dite di questo capitolo ?? La situazione si complica ancora di più e adesso a dare ancora più
complicazioni ad Eliz c'è anche la profezia della Cooman. Lasciatemi delle recensioni
vi prego vi prego.
Bene detto questo vi saluto. Alla prossima.

Elizabeth_Lovegood

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Capitolo 8
*** Tra professori svitati, sguardi intensi e balli in maschera ***


Tra professori svitati, sguardi intensi e balli in maschera






Sala comune Serpeverde.
Pomeriggio.



Le lezioni pomeridiane erano appena terminate, Elizabeth e Natalie erano sedute sul divanetto della sala comune vicino alla finestra. Eliz era ancora sconvolta da quello che era successo durante la lezione di Divinazione e guardava la sua amica con un cipiglio pensieroso.
« Eliz, smettila immediatamente di fare quella faccia e dimmi con precisione, che cosa è accaduto durante l'ora di quella pazza della Cooman. » disse Natalie con un tono di voce che non ammetteva repliche.
« Te l'ho detto, ha parlato di una profezia e ha detto che io sono la prescelta. Ma la cosa che mi ha colpito di più è stata una delle frasi che ha detto " solo colei che viene dai due mondi in conflitto riuscirà a scegliere il nostro destino " . Insomma cosa vuol dire? » chiese all' amica con preoccupazione.
« Non lo so, ma di sicuro questa storia centra con quegli strani fenomeni che riesci a far capitare come il temporale, per esempio. » rispose Natalie decisa.
Dopo qualche minuto entrarono in sala comune anche Scorpius ed Albus, che si sedettero sul divano vicino alle due ragazze. Il moro guardò per qualche istante Eliz, non si erano più rivolti la parola da quando la ragazza gli era caduta addosso, poi si mise a guardare fuori dalla finestra con sguardo perso.
«Oh ciao Eliz, ho sentito che quella svitata della Cooman ti ha fatto una predizione delle sue, dai non preoccuparti per quello che ti ha detto. » intervenne Scorpius.
« Non sono preoccupata, sto solo pensando alla profezia che mi ha detto e secondo me tutto questo ha a che fare con i miei genitori e con le  cose che la nonna mi ha nascosto, ne sono certa.» disse la ragazza sicura.
« Bene ma adesso smettiamola di pensare a strane profezie e segreti nascosti parliamo piuttosto, del ballo che si terrà fra sei giorni. » aggiunse Natalie eccitata. Elizabeth scosse la testa, dopo tutto quello che era successo si stava quasi per dimenticare del ballo di Natale al quale era stata costretta a partecipare. Guardò Natalie intenta a raccontare per filo e per segno tutti i dettagli sul tanto atteso ballo. Si girò e si mise a guardare la finestra con espressione assorta. Quando puntò lo sguardo sulla finestra si accorse che Albus la stava guardando con grande intensità, ma dopo qualche secondo distolse lo sguardo. Quello sguardo fece ricordare alla ragazza quello che era accaduto durante la loro corsa verso l'aula di divinazione. Gli era caduta addosso  e quando l'aveva guardato negli occhi aveva notato quello sguardo così indecifrabile e quel sorriso sincero che appariva sul suo volto, raramente. In quel momento  il suo cuore aveva iniziato a  battere furiosamente contro la gabbia toracica e ..." ma a cosa sto pensando ?" si chiese Eliz mentalmente. " Lui è il mio peggior nemico ! Come posso anche solo pensare certe cose di lui? Sicuramente il mio cervello si è fuso  a causa di tutte le cose che stanno succedendo ed ha smesso di ragionare" riflettè con lo sguardo ancora puntato sulla finestra.
« Eliz Eliz, mi senti ? » chiese Natalie sventolando la mano davanti al viso dell'amica.
«Sì certo ! Cosa stavi dicendo ?» chiese Elizabeth, visto che non aveva ascoltato una sola parola di quello che aveva detto l'amica.
« Stavo dicendo che per questo ballo non c'è bisogno di avere un accompagnatore perchè sarà un ballo in maschera, tutti dovranno portare una mascherina sul viso e a mezzanotte ognuno dovrà  rivelare la propia identità. » rispose Natalie eccitata dall'idea.
« Bene direi che quest 'idea mi piace.» sentenziò infine Eliz.
Quando le due ragazze salirono in dormitorio, Scorpius si avvicinò ad Albus che stava ancora guardando fuori dalla finestra e disse:
« Amico ti ho visto, hai fissato la finestra per tutto il tempo e poi ti sei girato per guardare Eliz. Dai dimmi cosa ti succede. »
« Io .. non mi succede niente. » ribattè Albus seccato.
« Sì come no. L'ho sempre saputo che tu ed Elizabeth eravate perfetti per stare insieme. »
« Certo. Non ti sei reso conto di quello che succede ogni volta che ci troviamo nella stessa stanza? Prima ci insultiamo a vicenda e poi ci lanciamo incantesimi e fatture per non parlare di quello che ha fatto ai miei capelli il mese scorso.» ribattè il moro.
« Sì ma ricorda che il confina tra amore ed odio è molto più sottile di quello che credi. » rispose Scorp con l'aria di qualcuno che la sapeva lunga.
« Scorp, smettila di parlare usando frasi fatte.»
« Se sono vere perchè non ripeterle ? » esclamò il biondino
« Sì certo, credici se ti va.»
A quell'affermazione Scorpius fece un sorriso, ormai aveva capito quello che era accaduto ad Albus anche se lui stesso non se n'era ancora reso conto.


 

                                                                                                    ***







24 dicembre.
Dormitorio femminile Serpeverde.
Pomeriggio.

 

« Elizabeth Guardian ritorna qui immediatamente devo ancora truccarti e farti i capelli. » Urlò Natalie con in mano una pochette e una spazzola.
La ragazza si era nascosta dietro il letto e cercava di sfuggire alle grinfie della sua migliore amica.
« Dai Eliz ti giuro che non ti coprirò di trucco te ne metterò solo un po'  ma andiamo esci da li, il ballo comincia fra due ore e ancora non siamo pronte. » continuò Natalie esasperata.
La ragazza uscì con estrema lentezza dal suo nascondiglio e si sedette sul letto di fronte alla sua migliore amica.
« Dai, ora che sei uscita posso finalmente mettermi all'opera. » disse Natalie con un sorrisino che non prometteva nulla di buono.
« Direi che è meglio iniziare dai capelli, i boccoli ti staranno alla perfezione. » continuò decisa.
E detto questo, impugnò la bacchetta e pronunciò un incantesimo arriccia capelli. Dopo qualche minuto, morbidi boccoli ricadevano ordinatamente sulle spalle di Elizabeth.
« Perfetto ! » esclamo Natalie, guardando i bellissimi capelli dell'amica.
« Ora è arrivato il momento di truccarti. » continuò eccitata la ragazza.
« Non se ne parla! Lo sai che il trucco non mi piace molto. » disse Eliz decisa.
« Dai, soltanto un po' di matita e mascara tutto qui. » rispose Natalie. La ragazza sbuffò leggermente ed acconsentì con un cenno del capo. L'amica sorrise soddisfatta, prese la pochette e tirò fuori i suoi "attrezzi da lavoro" , si voltò verso Eliz ed iniziò a truccarla.
Quando finì, Natalie la osservò con sguardo critico, poi sorrise e  disse:
« Sei davvero bellissima !»
« Lo credi sul serio? » Domandò la ragazza.
« Certo, dai guardati allo specchio. » rispose decise l'amica.
La ragazza prese lo specchio, titubante e si guardò. Natalie aveva ragione, non era mai stata così bella. Si voltò verso l'amica con un sorriso e poi l'abbracciò forte.
« Grazie. Non riuscivo quasi a riconoscermi. » Disse Eliz.
« Be, se non riesci a riconoscerti ora figurati quando ti metterai la maschera. » rispose Natalie intenta ad arricciarsi i capelli.
« Ma io non ho nessuna maschera come faccio ad andare al ballo ..»
« Ehi non preoccuparti, mia mamma mi ha inviato delle maschere bellissime. Tieni, questa è perfetta per te.» rispose l'amica porgendo ad Elizabeth una maschera bianca e azzurra con qualche nota musicale stampata sopra.
« Wow è fantastica.» disse la ragazza prendendo la maschera.
«Bene, ora che siamo pronte possiamo andare.» disse Natalie, prendendo la sua maschera e mettendola sul viso. Elizabeth fece altrettanto e insieme uscirono dal dormitorio e si diressero in sala grande.



 


* Angolo Autrice*


Ciao a tutti sono tornata !
 Questo è un capitolo di passaggio e mi dispiace molto che sia venuto così corto.
Ringrazio le persone che seguono, recensiscono e leggono questa storia.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Lasciatemi qualche recensione.
Spero che leggerete anche i prossimi capitoli della storia.
Un abbraccio.


Elizabeth_Lovegood

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Capitolo 9
*** Tra luci e colori , ragazzi misteriosi e baci sbagliati ***


Tra luci e colori , ragazzi misteriosi e baci sbagliati





Sala Grande.
Ballo in Maschera di Natale.


Appena entrarono in sala grande, la due ragazze rimasero affascinate. La sala, per l'occasione era stata addobbata  con ghirlande natalizie e decorazioni rosso, verde e argento. In un angolo della sala vi era un tavolo pieno di cibi e bevande (niente alcolici ovviamente), al centro era stata allestita una pista da ballo dove alcuni ragazzi stavano già iniziando a ballare e la musica era dolce e rilassante perfetta per l'atmosfera che vi era quella sera. Tutti si guardavano intorno cercando di riconoscersi a vicenda prima di mezzanotte e molti ragazzi si soffermarono a guardare Elizabeth e Natalie, che erano ancora ferme davanti all'entrata dell'immensa sala.
Nel frattempo un ragazzo, che indossava un' elegante completo nero e una maschera nera e argento, osservava Eliz con grande intensità e i suoi occhi grigio perla brillavano insieme alle luci della  festa. Dopo qualche minuto la ragazza si girò e notò il ragazzo che la stava fissando. Lo guardò attentamente, quello  sguardo magnetico la metteva in soggezione ma allo stesso tempo la incuriosiva e l'affascinava. Scacciò subito quel pensiero dalla testa e si girò verso Natalie:
« Wow, la sala è addobbata in maniera magnifica. »disse all'amica.
«Be, direi che la Mcgranitt ci sa propio fare con le feste. » aggiunse Natalie.
« Dai Eliz andiamo a cercare Scorpius ed Albus. » esclamò l'amica  ad un certo punto.
« No aspettiamo che siano loro a trovarci e a riconoscerci. »rispose.
« Va bene, ma ora andiamo a ballare. »
Detto questo Natalie afferrò Elizabeth per un braccio e la trascinò verso la pista da ballo. Mentre ballavano le due ragazze si guardavano intorno cercando di riconoscere qualcuno, ma riuscirono a scorgere soltanto Agnes che indossava un vestito rosa confetto e dei trampoli rosa al posto delle scarpe. L'insopportabile ragazza si guardava intorno, cercando con lo sguardo qualcuno. Dopo un po si avvicinò alle due ragazze (senza però riconoscerle) e chiese con la sua solita vocina :
« Per caso avete visto Albus Potter, un ragazzo bello con gli occhi verdi ? »
« Non so se te ne sei accorta ma a Hogwarts esistono un sacco di ragazzi con gli occhi verdi, è come cercare un ago in un pagliaio. » rispose Eliz stizzita.
«Oh non ci avevo pensato, ma adesso è meglio che vada a cercarlo sapete è sicuramente cotto di me. » rispose con la solita voce zuccherosa e concludendo con una risatina stridula. Eliz era rossa di rabbia, nessuno riusciva a farle saltare i nervi come quell'oca senza cervello, qualsiasi cosa le dicesse .
« Dai Eliz lasciala perdere, alla fine non ti ha detto niente di che. »disse Natalie.
«Sì hai ragione. » rispose la ragazza.
« Bene e adesso andiamo a ballare. »
Detto questo Natalie si fiondò sulla pista da ballo e sparì tra la folla. Eliz la cercò invano per qualche minuto e poi decise di prendere qualcosa da bere al tavolo delle bevande. Si avviò verso il tavolo e ordinò un'acquaviola poi si sedette su uno dei comodi divanetti che vi erano nei vari angoli della sala e si mise ad osservare la pista da ballo. "Chissà dove è finita Natalie " si chiese mentalmente la ragazza, poi ad un tratto vide l'amica che ballava con un ragazzo biondo e decise di non andare a disturbarla visto che almeno lei si stava divertendo.
Dopo un pò, il ragazzo dagli occhi grigi e i capelli castano chiaro che prima la stava guardando, le si avvicinò e le disse.
« Ciao ti va di ballare ?»
Eliz lo osservò attentamente, i suoi occhi esprimevano qualcosa che alla ragazza sfuggiva, ma come ipnotizzata decise di accettare l'invito del ragazzo misterioso.
Il ragazzo la condusse verso la pista da ballo e iniziarono a danzare.
« Io sono Alex. » disse presentandosi.
« Io mi chiamo El... »
« Lo conosco gia il tuo nome, Elizabeth Guardian. » ribattè con un sorrisetto strano.
« Ma come fai a saperlo? » chiese  la ragazza, sbigottita.
«So molte più cose di quanto immagini. » rispose, enigmatico.
Elizabeth lo guardò perplessa e ammaliata. Quel ragazzo la metteva in soggezione ma allo stesso tempo l'incuriosiva e l'attraeva. Alex la guardò a sua volta con quegli occhi grigio argento.
« So molte cose di te, della tua famiglia e della profezia che ti riguarda, dolce Elizabeth.» disse accarezzandole una guancia. La ragazza rimase spiazzata, come faceva quello sconosciuto a sapere tutte quelle cose su di lei?. Il ragazzo, come se le leggesse nel pensiero aggiuse:
«Non preoccuparti, capirai tutto alla fine della serata. Ci vediamo Elizabeth.»
Detto questo se ne andò lasciandola sola al centro della pista da ballo.

 
                                                                                                        ***




Albus e Scorpius arrivarono alla festa con un leggero ritardo, tutti i ragazzi erano già presenti.
«Andiamo a ballare così magari riusciremo a riconoscere Elizabeth e Natalie. » esclamò Scorpius in direzione dell'amico.
« Va bene. » acconsentì il ragazzo.
Detto questo i due ragazzi si diressero verso la pista da ballo ma proprio mentre stavano per arrivare a destinazione, una ragazza bionda con gli occhi azzurri e che indossava un vestito corto di colore rosa confetto, si piazzò davanti ad Albus. La ragazza lo guardò per qualche istante cercando di riconoscerlo, poi cercò di togliergli la maschera nera e verde, per cercare di capire chi fosse. Albus la fermò appena in tempo, la guardò e comprese che la ragazza che aveva di fronte era Ages. Sbuffò sconsolato "questa ragazza è peggio di una sanguisuga" pensò irritato.
« Albusss sei tu vero ? » disse ad un tratto la ragazza.
« Sì sono io. » rispose il moro con un finto sorriso.
«Oh sai ti ho cercato dappertutto. Che ne dici di andare a ballare? » continuò Ages che nel frattempo si era  era avvinghiata al suo braccio.
«Ehm va bene. » rispose infine. La ragazza, allora lo prese e lo condusse verso la pista da ballo. Mise le sue mani sul collo del ragazzo, mentre Albus le mise sulla vita di Agnes ed iniziarono a ballare. Per tutta la durata della canzone la ragazza non aveva fatto altro che parlare ed avvinghiarsi, ma Albus non le dava retta. Stava osservando attentamente la sala cercando di riconoscere Elizabeth quando, ad un tratto, la vide. Era vestita di azzurro, i capelli ricadevano in bellissimi boccoli e sul viso aveva una maschera azzurra e bianca, non portava i tacchi come sempre d'altronde ma aveva un paio di ballerine azzurre. Stava ballando con un ragazzo dagli occhi grigi, che non faceva altro che fissarla e sorriderle. Squadrò il ragazzo con diffidenza e una rabbia terribile lo assalì, non riusciva a capire il motivo di tutta quella rabbia e così decise di lasciar perdere e di divertirsi, infondo Ages era una bella ragazza si sarebbe sicuramente divertito. A quel pensiero, un ghigno spuntò sul suo viso.
« Agnes che ne dici di andare da qualche altra parte? »
«Oh ma certo. » rispose la ragazza in tono civettuolo e insieme uscirono dalla sala grande.

                                                                                           


                                                                                         ***





Rimasta sola al centro della pista, Eliz decise di andare fuori della sala.  Si diresse a passo di marcia fuori dalla stanza e si mise a passeggiare per i corridoi di Hogwarts, che a quell'ora erano bui e deserti. Si guardò intorno, osservando i quadri e le pareti dei corridoi. Le era sempre piaciuto il silenzio e la calma, il poter riflettere in tutta tranquillità, al contrario non le erano mai piaciute tanto le feste, dove la calma e la tranquillità non esistevano. Girovagò ancora per i corridoi del castello, quando ad un certo punto, sentì dei rumori provenienti da una della aule che vi erano li intorno. Incuriosita, la ragazza decise di andare a vedere a cosa erano dovuti quei suoni e così si avvicinò alla porta dell'aula e l'aprì di scatto. Non riusciva a credere ai suoi occhi Agnes era avvinghiata ad Albus e si stavano baciando con trasporto. Eliz spalancò gli occhi incredula, non riusciva a capire il perche ma alla vista di quella scena fu invasa da una profonda tristezza ma anche da molta rabbia e delusione. In quel momento, un fulmine solcò il cielo e una grande luce, proveniente dalla finestra, invase tutta la stanza. I due ragazzi si staccarono e si girarono verso Eliz.
«Scusate se vi ho interrotto. » disse meccanicamente la ragazza.
«Eliz ... aspetta da quanto tempo  sei qui? » chiese Albus preoccupato, mentre Agnes era ancora attaccata a lui. La ragazza li guardò con rabbia mista a disgusto e un altro fulmine solcò il cielo, che fino a dieci minuti fa era serano e pieno di stelle.
«Da abbastanza e adesso e meglio che vada. »
Detto questo Eliz uscì dall'aula e si mise a correre per i corridoi di Hogwarts verso una meta non precisa. Non riusciva a spiegarsi il motivo di tutta quella rabbia e delusione, alla fine lei odiava Albus o forse non era così?.  Ad un certo punto si fermò di scatto e si accorse di essere arrivata al parco della scuola. Si diresse verso le sponde del lago nero e si mise ad osservare il cielo che ormai era diventato cupo, pieno di nubi scure e solcato da fulmini.
« Elizabeth Guardian. »  Una voce calda e decisa l'aveva appena chiamata.
Si girò di scatto e rimase totalmente sorpresa.







* Angolo Autrice *


Ciao a tutti !!
* schiva pomodori e ortaggi vari *
Bene, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
I misteri si infittiscono ancora di più , adesso entra in scena anche Alex che , vi annuncio fin da ora,
avrà un ruolo abbastanza importante all'interno della storia. Infine volevo ringraziare le 13 persone che seguono la storia e le due che l' hanno messa tra i preferiti,
un grazie anche a chi recensisce e chi invece legge solamente ( spero comunque che i lettori silenziosi si facciano sentire tramite le recensioni xD. )
Laciatemi delle recensioni. Un bacio.


Elizabeth_Lovegood

Ps: Eccovi qui i vestiti delle ragazze
Elizabeth Elizabeth


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Capitolo 10
*** Tra verità scoperte ,sbagli compresi e scontri inevitabili. ***


 

 

Tra veritè scoperte , sbagli compresi e scontri inevitabili.

 

 




Davanti a lei c'era Alex , privo di maschera e vestito con un paio di jeans  scuri e una maglietta nera, aveva i capelli scompigliati e un sorrisetto leggermente inquietante sul volto. Eliz lo guardò stupita, " ma come ha fatto a cambiarsi così velocemente? e poi come ha fatto a trovarmi? " si chiese mentalmente. Quel ragazzo era un vero mistero, sapeva molte cose su di lei anche se non lo conosceva e tutto questo era davvero strano . Il ragazzo, nel frattempo, si era avvicinato a lei talmente tanto che la ragazza riusciva a distinguere ogni singola sfumatura del suo sguardo. Si allontanò, imbarazzata e si sedette sotto un albero. Il cielo era ancora scuro, pieno di nubi e solcato da fulmini, segno della rabbia che provava verso Albus e Agnes. In quel momento Alex si mise a guardare il cielo e sorrise, poi guardò Eliz con una strana luce negli occhi e decise di andarsi a sedere vicino a lei.
« Elizabeth, non ti sei mai chiesta perchè riesci a far accadere cose che nessun altro riesce a fare, come quella di riuscire a far cambiare il tempo atmosferico in base al tuo umore? »chiese Alex ad un certo punto.
Eliz rimase sorpresa, come aveva fatto a capire che quel radicale cambiamento del tempo era dovuto a lei?. Alex , come se leggesse nel pensiero aggiunse:
« So molte cose su di te e sopratutto so le risposte alle tue domande. »
« Davvero ? allora spiegamelo tu. Perchè riesco a controllare il tempo atmosferico? Cosa significa la profezia della Cooman? »
« Ti dirò tutto a tempo debito. » rispose in modo enigmatico.
« Ma come fai a sapere tutte queste cose su di me ? Chi sei veramente ? »
« Lo capirai dolce Eliz, lo capirai . » disse avvicinandosi pericolosamente alla ragazza.
Lo guardò negli occhi che sembravano ancora più grigi a causa del cielo in tempesta e ancora una volta, rimase ammaliata dai suoi occhi, si allontanò confusa da lui e si mise ad osservare il lago nero, uno dei luoghi che l'aveva sempre affascinata, le dava un senso di pace e allo stesso tempo l'incuriosiva.  Aveva dall'inizio dell'anno che molte domande assillavano la sua mente e l'identità di quel ragazzo si aggiungeva ad esse. Ad un tratto Alex disse:
«C'è un motivo se riesci a fare cose che nessun mago è in grado di fare, riuscire a far cambiare il tempo atmosferico è il minimo, con un po' di allenamento e con la consapevolezza di quello che sei, riusciresti a fare molto di più. »
«Con la consapevolezza di quello che sono ? Sono solo una strega come tante altre, niente di più ! »rispose la ragazza, nervosa.
« E' qui che ti sbagli, tu non sei solo una strega, tu sei come me anche se solo per metà . »
«E tu cosa sei ? »
«Io sono un Angelo guerriero proprio come te e tuo padre, Elizabeth Guardian. » rispose, alzandosi di scatto e guardandola in modo penetrante. La ragazza rimase stupefatta, lei non poteva essere un angelo guerriero. Quelle creature leggendarie erano sparite da molto tempo.
« Una delle caratteristiche degli angeli guerrieri è quella di riuscire a cambiare il tempo atmosferico, cosa che tu riesci a fare, tu sei esattamente come me Elizabeth. » disse sfiorandole una guancia. La ragazza si ritrasse bruscamente.
«Io non posso essere un angelo guerriero. » rispose decisa .
«Certo che lo sei e i fulmini e i temporali che fai capitare lo dimostrano. Forse hai sentito cose false sul nostro conto lascia che ti spieghi quello che è accaduto. »disse Alex, sedendosi in riva al lago.
La ragazza lo imitò e il ragazzo iniziò a parlare:
«Quando i maghi sono riusciti a sconfiggere Voldemort, noi insieme ai demoni abbiamo deciso di attaccare il mondo magico che era ancora debole a causa della scia di distruzione lasciata dal precedente nemico, credevamo di avere la vittoria in tasca considerando che i maghi dovevano essere provati dalla guerra appena vinta, ma non fu così. I maghi in breve tempo, riuscirono a vincere grazie all'astuzia e al coraggio, che erano elementi che non avevamo considerato. Siamo stati molto avventati e non siamo riusciti a servirci a pieno dei nostri poteri, li avevamo sottovalutati. Quella guerra ci aveva dimezzati e i sopravvissuti decisero di nascondersi, in attesa del prescelto che ci avrebbe aiutato a conquistare il mondo ed a distruggere i maghi e finalmente quel momento è arrivato. » concluse guardando Eliz.
«La profezia parla chiaro, sei tu che sceglierai il nostro destino, schierati dalla nostra parte, insieme governeremo il mondo a modo nostro e i maghi non avranno scampo. »aggiunse, sfoderando un ghigno malefico.
Elizabeth sussultò, non riusciva a credere che suo padre fosse un angelo guerriero pronto a distruggere il mondo magico, ma c'era qualcosa che ancora mancava a quel racconto, qualcosa che le sfuggiva. Guardò il ragazzo di fronte a lei, che aveva ancora quel ghigno stampato in faccia, si aspettava una risposta affermativa da parte sua.
La ragazza lo sfidò con lo sguardo e con voce decisa disse:
« Credevi davvero che avrei tradito la mia famiglia e i miei amici per unirmi a voi ? Mi dispiace per voi, ma io non tradirò mai il mondo magico. »
« Mi sorprendi Eliz, non avevo mai visto una Serpeverde leale. Sei sicura di non essere una stolta Grifondoro ? » replicò beffardo.
« Dalla storia che mi hai raccontato ho capito che i maghi, vi hanno sconfitto con grande facilità quindi non sarebbe ne saggio ne astuto schierarsi dalla parte dei perdenti non trovi ? E poi anche i Serpeverde sanno essere leali oltre che astuti e ingegnosi. » rispose la ragazza con un ghigno soddisfatto e orgoglioso.
Sentendo quello risposta il ragazzo si arrabbiò e aggiunse :
« Be, mi sa che hai fatto la scelta sbagliata, sei ancora in tempo per ripensarci. »
« Non ho alcuna voglia di ripensarci. »esclamo Eliz arrabbiata.
« Allora non mi lasci altra scelta. »concluse il ragazzo.
In quel preciso istante, Elizabeth, vide sbucare dagli alberi li intorno due ragazzi piuttosto alti e con gli occhi grigio perla, come quelli di Alex . Li guardò attentamente mentre si avvicinavano a lei con aria di sfida e da dietro la loro schiena intravide della grandi ali nere come la pece .
Indietreggiò, spaventata, e le labbra dei tre ragazzi si aprirono in un ghigno soddisfatto.

 

                                                                                                          ***

Albus si guardò intorno, era da almeno dieci minuti che vagava per i corridoi di Hogwarts in cerca di Elizabeth, che, era scappata via appena lo aveva sorpreso in quell'aula vuota, mentre si stava baciando con Agnes. Quando aveva sentito il suo tono di voce freddo e distaccato, indecifrabile, ma sempre orgoglioso, si era sentito triste, come se fosse stato svuotato dentro. Si fermò di scatto in mezzo al corridoio del secondo piano e si sedette per terra, sconfortato.
" Sono uno stupido ! " si disse mentalmente. Nella sua testa riusciva ancora a vedere l'espressione furente e disgustata di Eliz e a sentire il rumore di quel fulmine che aveva solcato il cielo, proprio in quell'istante. Dopo alcuni minuti, sentì dei passi riecheggiare nel corridoio e da un angolo comparve Agnes, con  un espressione stupita in volto.
«Albus, dai andiamo di la così riprendiamo da dove abbiamo lasciato, quella ragazzina se n'è andata, ora non ci sarà più nessuno pronto a disturbarci. » disse la ragazza con un sorrisino.
«Non mi interessa la tua " compagnia " e adesso scusami, ma devo andare in un posto. » rispose con un ghigno, alzandosi e inoltrandosi in un altro corridoio buio. Girovagò ancora per il castello, in cerca della ragazza, quando, ad un certo punto sentì un  fulmine  e poi un altro ancora. Insospettito si diresse verso il parco e rimase stupefatto da quello che vide.

                                                                                                           

                                                                                                          ***

Elizabeth era terrorizzata, afferò saldamente la bacchetta, con gesto esperto l'agitò e con decisione pronunciò - Stupeficium - . L'incantesimo colpì uno dei tre ragazzi , che cadde a terra con un gran tonfo . Gli altri due la guardarono divertiti e un secondo dopo, la ragazza si rese conto che l'angelo che aveva schiantato si stava già rialzando da terra.
«Credevi davvero che sarebbe bastato uno stupeficium per batterci ? Mi ero dimenticato di dirti che alcuni incantesimi hanno un effetto minimo su noi angeli guerrieri. » esclamo Alex sogghignando.
Elizabeth era sorpresa da quella notizia, ma non si perse d 'animo e mentre quei tre avanzavano ancora, verso di lei, alzò di nuovo la bacchetta e con voce decisa pronunciò - Levicorpus - . Alex, si ritrovò sospeso a diversi metri di altezza a testa in giù. Elizabeth lo guardò con un ghigno sadico stampato in viso e con un altro colpo di bacchetta lo spedì contro la corteccia di un albero. Il ragazzo, si alzò da terra, ancora intontito e guardò con ira Eliz. Un piccolo fulmine solcò il cielo e le colpì la mano costringendola a lasciare la bacchetta. La ragazza si ritrovò disarmata, si guardò intorno, in cerca di qualcosa che potesse servirle per contrastare quei tre ragazzi , ma intorno a lei c'erano solo alberi e vegetazione. Cercò di riprendere la sua bacchetta, ma Alex fu più veloce di lei, la prese e la lanciò lontano dalla ragazza. Eliz, indietreggiò spaventata e i tre angeli, che , nel frattempo l'avevano raggiunta , ghignarono.
«Sei in trappola, Eliz, non sei ancora abbastanza forte per riuscire a batterci, ti conviene allearti con noi. » disse Alex con una sorrisetto inquietante in volto.
La ragazza non si scompose e rivolgendogli un sguardo orgoglioso rispose:
« Non cambierò mai idea, riuscirò a batterti anche senza bacchetta visto che  anche io sono un angelo guerriero. »
Il ragazzo, sentendo quella risposta, rise di gusto e  rivolse alla ragazza uno sguardo scettico, alzò le mani al cielo e in un istante, una grossa nuvola grigia comparve nel cielo, già nuvoloso. La pioggia scendeva rapida accompagnata da fulmini, tuoni e lampi che rendevano il paesaggio tetro e deprimente, Eliz era con le spalle al muro, non aveva la bacchetta e non sapeva come difendersi. In quello stesso istante, Alex estrasse una spada argentea, simile a quella che la ragazza aveva visto nelle mani di suo padre nel sogno e la puntò alla sua gola.
«Di le tue ultime parole, Elizabeth. » disse Alex ridendo sadicamente. La ragazza guardò il cielo come se potesse suggerirle un modo per scappare e tutt'un tratto sentì una voce all'interno della sua testa che diceva:
" Figlia mia, concentrati, fai uscire tutta la rabbia che c'è in te, solo così riuscirai a trasformarti "
Decise di seguire quel suggerimento così, la ragazza, concentrò tutte le sue forze su un ricordo che la faceva particolarmente arrabbiare e chiuse gli occhi. Una folata di vento gelido invase i due ragazzi da capo a piedi, Alex abbassò la spada e guardo la ragazza in modo dubbioso,  " E' troppo debole e sa ancora troppo poco per riuscire a trasformarsi " si disse mentalmente.
Ma contrariamente alle sue aspettative, la ragazza riaprì  i suoi occhi grigio ardesia, che mai erano stati tanto luminosi, lo sfidò con lo sguardo e alzò le braccia al cielo. In un istante, un grande tornado prese forma davanti ai loro occhi. Alex e gli altri angeli guerrieri rimasero impressionati, mentre Eliz, sollevata a dieci metri da terra guardava con una furia mai vista i tre individui che l'avevano attaccata. In quel momento, dalla schiena della ragazza apparvero un paio di ali nere con riflessi blu e  un vestito nero  e grigio ardesia comparve al posto del vestito azzurro. Ritornò a terra e guardò con rabbia i tre ragazzi che aveva di fronte, estrasse la sua spada argentea con riflessi bluastri e con una potenza mai vista attaccò Alex con fendente diretto all' addome, il ragazzo, rimasto sorpreso, non riusci a schivarlo e la spada gli procurò un taglio lungo ed abbastanza profondo. L'angelo guerriero gemette di dolore e gli altri due accorsero in suo aiuto sfoderando anch'essi la spada e puntandola contro Eliz. La ragazza alzo di nuovo le braccia al cielo e due potenti tornadi risucchiarono i due ragazzi che si guardarono sorpresi, prima di essere risucchiati dal vortice. Alex, intanto, aveva impugnato di nuovo la spada e aveva colpito Elizabeth al fianco. La ragazza urlò di dolore e Alex si approfittò di quel momento per disarmarla e bloccarla contro un albero.
«E adesso cosa vuoi fare? Sei forte, ma non abbastanza per battermi. Una volta per tutte di le tue preghier .. » ma , non riuscì a continuare la frase perchè, venne sbalzato in aria da un potente schiantesimo.
«Elizabeth ! Stai bene ? »
La ragazza si voltò verso il proprietario della voce e rimase piacevolmente sorpresa dallo scoprire che si trattava di Albus Severus Potter. Il ragazzo la guardò preoccupato e l'abbracciò di slancio. La ragazza si lasciò abbracciare, ma quando si staccarono, una fitta al fianco la fece gemere di dolore. In quel momento Alex si alzò da terra e si diresse verso i due ragazzi ma,  proprio in quel preciso istante arrivò un'arrabbiata Minerva Mcgranitt insieme ad altri professori di Hogwarts, che cercò di fermarlo pronunciando un Levicorpus.
Alex lo schivò e  decise di ritirarsi, visto che erano arrivati i rinforzi, così spiegò le sue ali nere e sparì nel cielo scuro. La preside, seguita dai professori  , si avvicinò  subito ad Eliz.
«Potter, accompagna la signorina Guardian in infermeria. E signorina, quando sarà guarita la convocherò nel mio ufficio, ci sono alcune cose che deve sapere. » disse la mc granitt, seria.
Detto questo, Albus mise un braccio attorno alla vita della ragazza, guardò per un' attimo le bellissime ali nere con riflessi blu che spuntavano dalla schiena della ragazza e la guardò in viso rivolgendole un muta domanda. Eliz, lo guardò a sua volta e disse :
«Ti spiegherò tutto più tardi . »
«Va bene . » disse semplicemente e insieme si diressero verso l'infermeria.






* Angolo Autrice *
Ciao  a tutti ! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Questo è stato uno dei capitoli più impegnativi che ho scritto .
Finalmente si è scoperto qualcosa in più su Elizabeth.
Riguardo a questo , volevo dirvi che , gli angeli guerrieri sono delle creature inventate da me , quindi vi chiedo di non copiare questa mia idea , oppure la mia terribile vendetta si scaglierà su di voi ( non per niente sono una
Serpeverde )
* ride come una povera pazza*
Recensite in tanti. Un bacio.

Elizabeth_Lovegood

 




















                                    
                                                                                                        









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Capitolo 11
*** Tra Discussioni, Album di fotografie , ricordi di famiglia ed inaspettate partenze ***


Tra  Discussioni , Album di fotografie , ricordi di famiglia e inaspettate partenze






Una volta arrivati in infermeria, madama Chips fece stendere Eliz su un lettino e le somministrò una pozione che in due ore avrebbe risanato del tutto il profondo taglio che aveva sul fianco.
« Bene e adesso si riposi signorina Guardian. » disse l'infermiera risoluta e con passi decisi si diresse verso il suo studio.
Appena l'infermiera se ne andò, Albus si avvicinò al letto della ragazza.
« Come va ? stai bene?  » chiese preoccupato.
« Sì sto bene. Ma perchè ti trovavi nel parco di Hogwarts ?  Non eri "occupato"  a fare "altro" ?  » rispose la ragazza tagliente.
« Che c'è sei gelosa ? » chiese con un ghigno.
« No per niente, non so se l'hai capito ma io non ti sopporto.  »
« Oh ne sei sicura? » sussurrò Albus avvicinandosi al suo orecchio.
La ragazza cercò di rimanere impassibile, si mise seduta sul letto e avvicinandosi al viso di Albus disse con tono deciso.
« Certo che ne sono sicura !  »
Il ragazzo rimase spiazzato da quel gesto e deglutì leggermente a causa della sua vicinanza con la ragazza. Elizabeth ghignò vittoriosa, si allontanò da lui e si rimise sdraiata.
« E allora perchè sei scappata via appena mi hai visto baciare Ages ?  » chiese il ragazzo con un ghigno.
« Che cosa avrei dovuto fare? Rimanere li a guardarvi come una stupida ? Me ne sono semplicemente andata, come avrebbe fatto chiunque. » rispose
Albus rimase per un attimo senza parole, Eliz aveva ragione, cosa avrebbe dovuto fare se non andarsene? Ma dopo qualche minuto replicò con un ghigno.
« Tu non te nei sei semplicemente andata sei letteralmente scappata via, ammettilo sei gelosa vero?  »
«No per niente ! Io me ne sono solo andata. E poi se non sbaglio, sei tu che sei venuto a cercarmi come se mi dovessi delle spiegazioni. Perchè sei venuto a cercarmi? Cosa dovevi dirmi?  » chiese la ragazza.
« Oh ... io niente ero uscito per prendere una boccata d'aria.  » rispose inventando una scusa sul momento.
« Certo, perchè non vuoi ammettere che eri venuto a cercarmi ?  » chiese Elizabeth di rimando.
« Va bene lo ammetto, ero uscito perchè volevo venirti a cercare, contenta?  » rispose il ragazzo leggermente seccato.
La ragazza ghignò e rispose:
« Uhm ... sì , ora mi sento appagata. »
In quel preciso istante entrarono in infermeria un preoccupatissimo Scorpius seguito da una Natalie ugualmente turbata. Si avvicinarono al letto e osservarono l'amica che oltre ad avere la ferita sul fianco, da dietro la sua schiena si potevano intravedere delle ali nere con riflessi blu.
I due ragazzi la guardarono con aria interrogativa e dopo un po' Natalie chiese:
« Elizabeth cosa è successo ? Chi ti ha fatto quel taglio e quelle ali da dove sono spuntate ?  »
La ragazza si mise seduta sul letto e iniziò a raccontare quello che le era successo dopo il ballo. Quando ebbe finito di raccontare l'accaduto guardò i suoi amici, che avevano assunto un ' espressione sbigottita e stupefatta e dopo un lasso di tempo che parve interminabile Scorpius prese la parola.
« Allora tu sei un' angelo guerriero. Ho sentito parlare raramente di queste creature e personalmente credevo che fossero scomparse  ma non ne ho mai sentito parlare della guerra e questa cosa è davvero strana, visto che tutte le battaglie e le ribellioni vengono sia raccontate dai superstiti, che narrate nei libri di storia della magia moderna. Ho letto alcuni di questi libri e in nessuno di essi c'era raccontata questa battaglia.  » disse deciso.
« Ma non è possibile che non venga menzionata da nessuna parte, credo sia meglio andare in biblioteca e fare delle ricerche più approfondite .  » aggiunse Natalie, decisa ad aiutare la sua amica.
« Sì, Natalie ha ragione dobbiamo fare delle ricerche.  » l'appoggiò Elizabeth.
In quel momento entrò  il professor Paciock insieme alla la preside McGranitt, che con il suo solito tono deciso ed altero prese la parola .
«Credo che non c'è ne sarà bisogno signorina Guardian le spiegherò tutto io, ho visto che si è ripresa quindi adesso vi chiedo di venire tutti quanti nel mio studio.  »
Detto questo, la preside si diresse a passo di marcia verso la porta dell'infermeria e con un cenno della testa fece cenno ai ragazzi di seguirla. Gli studenti non se lo fecero ripetere due volte e con passo svelto seguirono la preside insieme al professor Paciock.


                                                                                                   ***


Arrivati di fronte ad una grande statua, la donna si fermò e con tono serio disse la parola d'ordine « Api frizzole . » in quel momento la statua si mosse e venne rivelato il lungo corridoio che portava all' ufficio della McGranitt, lo percorsero ed entrarono.
La stanza era grande e circolare, sulla scrivania vi erano un sacco di oggetti magici e libri sulla trasfigurazione avanzata,  alle pareti vi erano i quadri di tutti i presidi che la scuola aveva avuto. Eliz si soffermò a guardare il ritratto di Severus Piton, che la osservava con la solita aria diffidente ma anche con una punta di curiosità .
 La ragazza aveva sempre ammirato quell'uomo che aveva cercato di riparare ai suoi errori cercando di aiutare il figlio della persona a cui aveva tenuto di più durante il corso della sua vita. Fece un piccolo sorriso di ammirazione in direzione del quadro di Piton e distolse lo sguardo da esso andandosi a sedere in una della poltrone che vi erano vicino alla scrivania.
« Bene ragazzi, mentre eravate in infermeria ho sentito una parte dei vostri discorsi e sì, il signor Malfoy ha pienamente ragione, tutte le guerre sono sempre state raccontate all'interno dei libri di storia della magia ...  »
« Ma allora perchè non si sa niente di questa guerra?  » chiese Elizabeth.
« Ora le spiego signorina Guardian. Dopo la guerra contro Voldemort, come ben sapete, siamo stati costretti ad affrontare la guerra contro gli angeli guerrieri e i demoni. Quando li abbiamo sconfitti, prima di andare a ritirarsi, alcuni degli angeli guerrieri sopravvissuti  si presero per mano e dei fasci di luce violacea si propagarono tutt' intorno a noi .
Appena quei raggi di luce scomparirono, molti di noi non riuscivano più a ricordare cosa era successo e sopratutto nessuno ricordava più i particolari della guerra. Ecco perche  nessuno ne parla mai, perche tutti l'hanno dimenticata.  »
« E lei come fa a ricordarsela  allora?  » chiese Scorpius pensieroso.
 « Io sono una delle poche, insieme al professor Paciock, al signor Potter e alla signorina Luna Lovegood che riesce a ricordare l'esistenza della guerra.  »
« Quindi voi ricordate solo l'esistenza della guerra, non vi ricordate come siete riusciti a sconfiggere il nemico ?  »
« No signorina Guardian, non riusciamo a ricordare come abbiamo sconfitto gli angeli guerrieri, nè le caratteristiche di lotte che usavano.  »rispose la preside .
« Che peccato, se avessimo avuto qualche informazione in più sarebbe stato più facile lottare contro di loro. » intervenne Albus.
« Si, ma non dimenticate che Elizabeth è dalla nostra parte, lei è la prescelta e ancora non sa tutto il grande potere che si nasconde in lei, ma presto riuscirà a scoprirlo. » disse la Mc Granitt fiduciosa.
« Io non credo di essere all' altezza della situazione.  » disse la ragazza.
Albus la guardò stupito, si mise di fronte a lei e con tono deciso disse:
« Hai creato tre tornadi e sei riuscita a mettere al tappeto due angeli guerrieri, come ti viene in mente di dire che non sei all'altezza della situazione? »
Eliz lo guardò e  fece un piccolo sorriso di ringraziamento, Albus ricambiò con un sorrisino sincero.
«  Ah signorina Guardian, volevo dirle che dopo le vacanze, inizierà un allenamento speciale per cercare di controllare i suoi poteri e per migliorare la sua tecnica di combattimento e un'altra cosa, sua nonna mi ha chiesto di comunicarle che per cause di lavoro non potrà essere a casa durante le vacanze. »
La ragazza si rabbuiò, aveva così tante domande da fare a sua nonna, voleva sapere delle notizie riguardanti suoi genitori. Si alzò dalla poltrona pronta per andarsene insieme ai suoi amici quando la preside la chiamò:
« Signorina Guardian, sua nonna mi ha chiesto di darle questa.  » disse, porgendo alla ragazza una meravigliosa collana argentea con un bellissimo ciondolo a forma di stella.
« Era di sua madre.  » aggiunse la preside.
La ragazza la prese, la guardò con attenzione e se la mise al collo.
« Mi ha chiesto di darle anche questo.  » disse porgendo alla ragazza un album di foto.
Eliz  lo prese è iniziò a sfogliarlo. Sulla prima pagina c'era una foto magica che raffiguravano due giovani ragazzi sorridenti che si prendevano per mano. Girò ancora pagina e vide i due ragazzi della foto precedente che tenevano in braccio una bambina.
La ragazza guardò la preside e sorrise, la donna sorrise di rimando.
«Grazie. » mormorò la ragazza in direzione della Mc Granitt e detto questo uscì dall' ufficio.

                                                                                                            ***


Sala comune Serpeverde.
Giorno dopo il ballo.
Pomeriggio.


Era l'ultimo giorno di scuola, molti ragazzi avevano già preparato il baule e si apprestavano al ritorno a casa. Eliz scese in sala comune e si sedette su uno dei divanetti di pelle nera, aveva deciso di rimanere a Hogwarts visto che sua nonna era fuori per lavoro.
Prese fra le mani  la catenina che le portava al collo e osservò il ciondolo a forma di stella che aveva fra le mani. Dopo un po' sentì un forte rumore di passi e dalle scale che portavano al dormitorio dei ragazzi scese Scorpius, sudato e trafelato :
« Eliz, sbrigati, prepara le valige, sei ufficialmente invitata a passare le vacanze a casa mia, insieme a Natalie e ad Albus. » disse  piazzandosi davanti a lei.
« Cosa? E tu mi avvisi solo ora?  » disse la ragazza infuriata.
« Forza prepara le valige. Non preoccuparti ho già chiesto il permesso a tua nonna e lei ha detto di si.  »
« Mia nonna si trova dall'altra parte del mondo in questo momento, come hai fatto ad avere la risposta così in fretta?  »
« Be, essere un Malfoy ha i suoi vantaggi, uno di  essi è quello di avere molte conoscenze . » rispose ghignando.
La ragazza sorrise, felice di poter passare le vacanze insieme al suo migliore amico e con uno scatto fulmineo uscì dalla sala comune e si catapultò in dormitorio per preparare il suo baule.
Una volta che ebbe finito di sistemare le sue cose, la ragazza scese  in sala comune dove i suoi amici la stavano aspettando. Tutti insieme si diressero verso il cancello di Hogwarts,  salirono sul treno e presero posto dentro uno scompartimento vuoto.






* Angolo Autrice*

Ciao a tutti ! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto :D
Volevo approfittarne per ringraziare le 17 persone che seguono la storia , le 5 che la preferiscono , le  2 che la ricordano e le 5 che hanno recensito lo scorso capitolo. Un grazie anche ai lettori silenziosi ( Che spero, si facciano sentire presto tramite le recensioni :D). Recensite in tanti. Un grande abbraccio.


Elizabeth_Lovegood


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Capitolo 12
*** Tra Viaggi in macchina , Importanti rivelazioni , tregue programmate e lotte all'ultima risata ***




Tra Viaggi in macchina , Importanti rivelazioni , tregue programmate e lotte all'ultima risata






Il viaggio in treno fu abbastanza tranquillo, nonostante i continui battibecchi di Eliz ed Albus e i disperati tentativi di Natalie e Scorpius di farli smettere di litigare. I ragazzi scesero dal treno e si guardarono intorno in cerca dei genitori di Scorpius. La stazione di King's Croass era tremendamente affollata a causa di tutti gli alunni che avevano deciso di ritornare a casa per le vacanze e questo rendeva difficile scorgere i signori Malfoy . Dopo qualche attimo di ricerca, una donna alta con i capelli biondo scuro,
 un bel sorriso e gli occhi azzurri insieme ad un uomo dai capelli biondo platino e gli occhi grigio intenso,  si fermarono vicino a loro . Astoria  rivolse un dolce sorriso a Scorpius e abbracciò il figlio felice, mentre il signor Malfoy si limitò a sorridere guardando con curiosità il resto dei ragazzi .
« Mamma, papà, loro sono Elizabeth, Albus e Natalie. » disse Scorpius indicando gli amici.
« Oh è un vero piacere conoscervi. Scorpius ci ha parlato molto di voi. » disse la donna riservando a tutti un grande sorriso, mentre Draco scrutava i ragazzi uno per volta fino a soffermarsi su Albus.
Lo squadrò da capo a piade, ma poi sorrise debolmente.
« Bene ragazzi, è tardi salite in macchina forza.  » disse il signor Malfoy.
« Papà da quando in qua usi la macchina? » chiese il ragazzo, incerto.
« Da quando tua madre mi ha fatto capire che girando come dei normali babbani non avremmo dato dell'occhio, anche se detesto profondamente quelle diavolerie che usano i babbani. » rispose.
I ragazzi salirono in macchina e dopo un'oretta arrivarono a Malfoy Manor. Più che una casa, villa Malfoy sembrava un vero e proprio castello. Scesero dalla macchina, attraversarono il grande giardino perfettamente curato e entrarono in " casa ".
« Bene ragazze vi mostro la vostra stanza. Albus, tu dormirai nella stanza di Scorpius. » disse Astoria con un sorriso.
La donna condusse le due ragazze nella loro stanza.
« Spero che la stanza vi piaccia . » disse con un sorriso.
« Si certo è davvero bella. » disse Eliz osservando i copriletti verdi e argento che ornavano i due letti.
« Ora devo andare, il pranzo sarà servito alle 14:00 » le informò e se ne andò.
Le ragazze misero le valige sul letto e iniziarono a svuotarle, sistemando i vestiti nel grande armadio di legno scuro che vi era nella stanza. Appena ebbero finito di sistemare le loro cose, Natalie si buttò sul letto pensierosa. Eliz la guardò sconvolta, quando era così immersa nei suoi pensieri significava che era successo qualcosa.
« Natalie, sei pensierosa cos' hai? » chiese la ragazza sedendosi sul letto.
« Niente e solo che, durante il ballo ... »
« Dai dimmi ! » disse curiosa.
« Durante il ballo ho danzato per tutta la sera con un ragazzo. Ci siamo messi a chiacchierare del più e del meno, mi sentivo a mio agio con lui vicino, non mi era mai capitata una cosa del genere. » disse con sguardo sognante.
« Si,  ti avevo visto mentre ballavi con un ragazzo dai capelli biondi e ho deciso di lasciarvi soli. Lui ti piace molto giusto? »
Natalie arrossì e rispose:
« Si mi piace molto, ma c'è un problema. »
« Quale? »
«Ecco io ... »

Flashback

Eravamo al centro della pista da ballo, era da almeno due ore che danzavamo senza fermarci un' attimo e nel frattempo, il ragazzo misterioso ed io stavamo  parlando di un ' interessante partita di quiddithc. Io l' ascoltavo rapita, mi era sempre piaciuto quello sport anche se non ero molto brava a giocare e il modo con cui raccontava gli avvenimenti mi piaceva. Parlammo del più e del meno per tutta la durata del ballo, e io non riuscivo a fare a meno di guardarlo. Il suo aspetto mi sembrava familiare, aveva i capelli biondi e gli occhi grigio argento, non riuscivo a scorgere i lineamenti del suo viso a causa della maschera che copriva metà del suo volto, ma tutto di lui mi sembrava estremamente familiare, anche il suo profumo .
« Bene ragazzi è arrivata la mezzanotte, al mio tre toglietevi tutti quanti la maschera, siete pronti? » chiese la Mc Granitt.
Tutti gli studenti annuirono e urlarono « Sii .»
« Bene allora , 1 ... »
Guardai  il ragazzo misterioso mentre si portava una mano sul volto, pronto a togliersi la maschera. Feci lo stesso anche io.
« 2 ... »
Mi sorrise dolcemente e io mi sentii sciogliere, scostò di poco la maschera dal suo viso.
« E ... 3 , ragazzi toglietevi tutti le maschere. »
Io sorrisi, sorrise anche lui, ci togliemmo le maschere nello stesso momento, lo guardai e rimasi sbalordita. Davanti a me c'era ...

Fine flashback

« Eliz il ragazzo che ho incontrato alla festa  è Scorpius Malfoy. » disse sussurrando la ragazza.
« Ma è fantastico ! Ho sempre pensato che voi due sareste stati perfetti insieme. » disse sorridendo.
« Io non sono moto sicura questa cosa potrebbe rovinare la nostra amicizia, quindi ho deciso che prima di tentare un approccio diverso dall'amicizia con lui, devo capire se prova quello che anche io provo per lui. >> disse saggiamente.
« Ottima decisione e io sarò sempre pronta ad aiutarti. » esclamò abbracciandola.
« Grazie ! »
« Se no a cosa servono le amiche ! » rispose sorridente e insieme uscirono dalla stanza e si avviarono verso la sala da pranzo.
                                                                                 
                                                                                             ***

Le ragazze scesero in sala da pranzo, tutti erano già seduti al tavolo, Natalie si mise accanto a Scorpius che appena si sedette fece un flebile sorriso che notò soltanto Eliz. La ragazza sorrise, era felice per la sua amica. Si guardò intorno in cerca di un posto dove sedersi e notò, con orrore, che l'unico posto rimasto era quello vicino ad Albus, infondo all'enorme tavolo che era stato imbandito.
Non riusciva proprio a sopportare quel ragazzo, qualsiasi cosa faceva l'irritava a dismisura. Sospirò e si andò a sedere mentre un insopportabile ghigno comparve sul viso del secondogenito dei Potter. Per tutta la durata del pranzo, Eliz non disse una parola. I suoi due migliori amici stavano ridendo e scherzando, Draco e Astoria guardavano il figlio,
 felici e lanciavano occhiate di gradimento a Natalie, che a quanto pare, era riuscita a farsi apprezzare dai coniugi Malfoy. Eliz non sapeva cosa fare, così si limitò a concentrarsi sul piatto che aveva davanti e a continuare a mangiare, senza proferir parola. Nel frattempo Albus la guardava con la coda dell'occhio.
« Uh ... sei silenziosa. » disse ad un certo punto.
La ragazza si girò verso di lui e con calma disse:
« Stavo riflettendo. »
« E su cosa ? » chiese curioso.
« Non credo che ti riguardi. Uhm anzi ... credo di si, stavo pensando, qual'è il colore che più detesti ? » chiese con aria dolce ad innocente.
Il ragazzo la guardò sorpreso, sicuramente c'era qualcosa sotto, così decise di stare al suo gioco.
« Cos' hai in mente Eliz ? Quando sei così gentile stai sicuramente progettando qualcosa e in questo momento progettare scherzi ai danni del  sottoscritto non sarebbe una cosa saggia. Dovremmo essere uniti per aiutare i nostri amici  ad accorgersi l'uno dell'altra. » disse abbassando il tono di voce.
« Quindi anche tu hai capito che quei due si piacciono? » rispose la ragazza in un sussurro cercando di non farsi sentire dai due amici.
« Certo, non sono mica stupido. » disse accigliandosi.
« Ah davvero non lo sei? » chiese con finta aria stupita.
« Sei davvero spiritosa sai ? A parte questo che ne dici di fare una tregua? » aggiunse abbassando ulteriormente il tono di voce.
« Uhm va bene, ma sia chiaro, lo faccio solo per i miei amici. »
« Allora, tregua. » disse il ragazzo, con un ghigno, porgendole la mano.
Eliz l'afferrò, la strinse e disse decisa « Tregua. »
Detto questo i due ragazzi osservarono Natalie e Scorpius che parlavano tranquillamente seduti dall'altra parte del tavolo, si guardarono e ghignarono complici, poi ritornarono a focalizzare la loro attenzione sul piatto che avevano davanti.

                                                                                         ***

Villa Malfoy.
Pomeriggio inoltrato.


I ragazzi erano tutti riuniti in uno dei tanti salotti che vi erano a villa Malfoy, i genitori di Scorpius erano usciti per consegnare gli inviti per la festa di Capodanno che si teneva ogni anno a villa Malfoy. Natalie era totalmente entusiasta per quella festa
e girava per casa con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto, mentre Eliz, appena aveva sentito la notizia non aveva fatto altro che sospirare e borbottare parole sconnesse con aria annoiata.
« Eliz smettila di borbottare e per una volta pensa che una festa è l'occasione perfetta per divertirsi. » disse l'amica sedendosi su un divanetto di pelle.
« Si certo ! Ti ricordo che l'ultima volta che sono andata ad una festa sono stata attaccata da tre angeli guerrieri e ho scoperto di essere una specie di mezzo angelo. » ribattè la ragazza, arrabbiata,  sedendosi accanto all'amica.
« Questa volta non succederà niente. I miei genitori hanno fatto così tanti incantesimi di protezione che neanche lord Voldemort sarebbe riuscito ad entrare. » si intromise Scorpius sedendosi in mezzo a Natalie ed Elizabeth.
« Di che stavate parlando? » chiese Albus entrando in salotto.
« Niente, Eliz e la sua ossessione nello detestare le feste. » rispose concisa la ragazza.
« Ogni volta la stessa storia cos' è che non ti piace delle feste? » chiese sedendosi vicino ad Eliz.
« Non mi piacciono e basta e poi dopo quello che è successo alla festa di Natale mi piacciono ancora di meno. »
« Io invece, mi sono propRio "divertito" » disse il ragazzo ghignando, alludendo al bacio con Agnes.
« Me lo immaginavo. » rispose la ragazza infuriata, non sapendo neanche il perchè.
Scorpius e Natalie sospirarono, quei due non riuscivano proprio a non punzecchiarsi a vicenda, si alzarono dal divano stanchi di quelle continue discussioni e lasciarono i due ragazzi da soli.
« Oh, ho notato una nota di rabbia nella tua risposta, non è che sei gelosa? » domandò il ragazzo con il solito ghigno.
« No di te non me ne importa niente. » rispose Eliz arrabbiata alzandosi a sua volta e mettendosi di fronte al ragazzo.
« Ne sei sicura? » chiese il ragazzo prendendola per i fianchi e avvicinandola a se.
La ragazza spalancò gli occhi sorpresa da quel gesto, poi si liberò dalla stretta di Potter e rispose:
« C - certo ! E poi noi due non avevamo una tregua ? Quindi smettila ! » disse la ragazza.
« Di fare cosa? » chiese con una faccia da angioletto.
« Di darmi fastidio, dovremmo essere uniti per aiutare i nostri amici a capire quello che provano l'uno per l'altro. » rispose infastidita.
« Non so se l'hai notato, ma l'abbiamo appena fatto, se ne sono andati per lasciarci discutere e nel frattempo stanno passando del tempo da soli. Direi che li stiamo aiutando in maniera eccellente. » esclamò il ragazzo sogghignando.
La ragazza sbuffò contrariata, quel maledetto di Potter aveva ragione, inconsciamente avevano aiutato i loro amici ad avvicinarsi di più.
« Bene, adesso dobbiamo lasciarli soli il più possibile. » continuo il ragazzo guardandola.
« Io salgo nella mia stanza non ho la benchè minima intenzione di passare tutto il pomeriggio con te, preferisco passare il tempo a fare quel tema di pozioni che Lumacorno ci ha assegnato per le vacanze. » disse la ragazza .
Detto questo si girò e si diresse fuori dal salotto, ma prima che potesse salire le scale Albus la bloccò per un polso e l'avvicinò a se.
« No non ti libererai di me così facilmente e poi devi ancora ammettere che avevo ragione e il piano che ho ideato per farli stare da soli è stato perfetto. » disse Potter con un ghigno.
« Io non ti darò mai ragione, Potter e poi tu volevi soltanto infastidirmi, infatti dubito che tu, con il cervello che ti ritrovi sia stato in grado di pianificare una cosa così complicata, è stato soltanto un caso che Scorpius e Natalie abbiano deciso di andarsene invece che sentirci litigare. » disse la ragazza convinta e orgogliosa.
« Non ammetti che ho ragione? Bene che la guerra abbia inizio. » disse con uno strano sorriso.
Si voltò verso la ragazza e iniziò a fargli il solletico sulla pancia. Eliz si mise a ridere sguaiatamente, non riusciva proprio a sopportare il solletico e la pancia era uno dei suoi punti deboli, si appoggiò alla parete e si accasciò a causa delle troppe risate. Albus continuava a farle il solletico senza sosta mentre lei rideva e nel frattempo cercava di liberarsi dalla sua presa.
« Smettila ahahah. » Il ragazzo si fermò un secondo e la guardò negli occhi in modo penetrante.
Eliz approfittò di quel momento per liberarsi dalla presa del ragazzo e si mise a correre per i vari corridoi di villa Malfoy, fino ad arrivare al salotto. Albus le corse dietro senza mai fermarsi, quando si accorse che la ragazza era stanca morta e al limite della sopportazione, fece un ultimo scatto e le si parò davanti.
Elizabeth si fermò stanca e trafelata e guardò il ragazzo di fronte a se che aveva sul volto uno dei suoi soliti sorrisi vittoriosi. La ragazza non si perse d'animo e nonostante il dolore alle gambe cercò di scappare mettendosi a correre con tutta la velocità che possedeva. Ma Albus la bloccò subito, la prese per i fianchi e sussurrò :
« Credevi davvero di riuscire a superarmi? »
La ragazza sussultò per la troppa vicinanza, ma si riprese in fretta, mise le mani sul petto del ragazzo cercando di spingerlo via ma non ci riuscì.
« Potter, lasciami immediatamente. » disse infuriata continuando a dimenarsi senza sosta. Il ragazzo non la lasciò minimamente e continuò a fargli il solletico.
Eliz si mise a ridere nuovamente ancora più forte, mentre sul viso del ragazzo comparve un' altro ghigno.
« Al ... ahahaha ... basta. » Albus si fermò perplesso, non l'aveva mai chiamato con il suo diminutivo. La guardò in modo penetrante e lo stesso fece anche lei, il ragazzo la teneva ancora stretta a se. Ad un certo punto sentirono dei passi provenire verso di loro, Albus si allontano da Elizabeth e si sedette sul divanetto di pelle, mentre la ragazza rimase in piedi, ancora sorpresa.
« Ehi ragazzi spero che abbiate finito di litigare . » dissero Natalie e Scorpius sorridendo felici e guardandosi di tanto in tanto.
« Si io e Potter abbiamo smesso di punzecchiarci a vicenda. » rispose Elizabeth, ai due ragazzi.
« Ora è meglio che andiamo a cena, sono già le 20:00. » disse Scorpius.
Tutti insieme i ragazzi, lasciarono il salotto e andarono in sala da pranzo , mangiarono con gusto le prelibatezze cucinate dai servizievoli elfi domestici al servizio della famiglia Malfoy e passarono il resto della serata chiacchierando tranquillamente fra loro e coinvolgendo i genitori di Scorpius in alcune conversazioni.
Astoria, si dimostrò una donna particolarmente simpatica e affabile, sopratutto con Natalie per la quale aveva nutrito una leggera simpatia.
Elizabeth, si trovò molto bene a parlare con Draco Malfoy, che all'inizio poteva apparire un po' freddo, ma aveva un carattere abbastanza gentile quando voleva. Dopo quella sera passata a ridere ed a scherzare i ragazzi, si diressero verso le loro stanze, stanchi e andarono subito a dormire.







* Angolo Autrice *
Ciao a tutti !
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto !
Come sempre ringrazio  le 19 persone che hanno messo la storia fra le seguite , le 5 che l'hanno messa fra le preferite e le 2 che la ricordano, ma anche chi recensisce e chi legge solamente ( Fatevi sentire tramite le recensioni XD )
Nell'ultima parte del capitolo ho deciso di mettere qualcosa su Draco e Astoria che ne dite?
Detto questo vi saluto. Un grande abbraccio.

Elizabeth_Lovegood

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Capitolo 13
*** Tra Battaglie a palle di neve, baci inaspettati e ritorni tanto attesi ***



Tra Battaglie a palle di neve, baci inaspettati e ritorni tanto attesi






Villa Malfoy.
Giorno del ballo di Capodanno.




Il soggiorno di casa Malfoy era davvero meraviglioso, per l'occasione vi erano state messe qua e la decorazioni verdi e argentate e dal soffitto pendevano alcuni rametti di vischio.
Infondo alla sala vi era un tavolo pieno delle più ricercate e costose pietanze, una musica dolce e melodiosa proveniva dallo stereo babbano che Astoria aveva deciso di comprare nonostante la disapprovazione di suo marito,  
che non riusciva a capire l'importanza di quegli " stupidi oggetti babbani" come li definiva lui. Natalie ed Elizabeth entrarono nelle sala e si misero a cercare i due ragazzi, che in quel momento si trovavano di frante al tavolo delle bibite. Si diressero in quella direzione e si fermarono di fronte a loro.
« Ciao ragazzi. » disse Natalie allegra, lasciando ondeggiare il suo bellissimo vestito  viola scuro.
« Ciao ... Sei davvero molto ... Ehm ... bel vestito. » balbettò Scorpius imbarazzato.
« G-grazie. » rispose la ragazza.
Albus ed Eliz  si rivolsero un occhiata complice e con un sorrisetto guardarono i due amici, che erano  terribilmente imbarazzati.
« Nat io vado fuori a prendere una boccata d'aria ci vediamo dopo. » disse la ragazza prendendo la giacca ed uscendo dalla sala.
« Vado fuori anche io. » disse di rimando Albus, prendendo il cappotto e rivolgendo al suo amico una strizzata d'occhi.
Una volta rimasti soli, i due ragazzi si guardarono intorno e dopo attimi che sembrarono secoli Scorpius decise di prendere la parola.
« Eh ... Che ne dici se andiamo a ballare? » chiese.
« Sì, andiamo. » rispose di rimando.
 Insieme si diressero al centro della pista da ballo sotto lo sguardo sereno e felice della signora Malfoy, che li guardava mentre volteggiavano sulla pista e si scambiavano sorrisi e sguardi.
 

                                                                                                                ***

Eliz era appena uscita dalla villa e si era diretta al giardino che era tutto ricoperto di neve a causa delle precipitazioni della notte precedente. Guardò lo splendido paesaggio che c'era di fronte a lei e in quel momento, un brivido di freddo la fece tremare. Si strinse nella sua giacca ma, ad un certo punto, sentì qualcosa di soffice e caldo posarsi sulle sue spalle.
Si voltò stupita e vide di fronte a lei un Albus Severus Potter sorridente e che le aveva poggiato il  suo cappotto sulle spalle.
« Ma non hai freddo? » chiese la ragazza non riuscendo a credere ai suoi occhi.
« Un po', ma ho visto che stavi tremando e ho pensato che ti sarebbe servito più a te che a me. » rispose un po' impacciato.
« Wow allora riesci ad essere gentile una volta ogni tanto non me l' aspettavo . » disse la ragazza cercando di riacquistare il suo solito cipiglio sarcastico.
In quel momento Albus si avvicinò a lei e le sussurrò all'orecchio :
« Ci sono molte cose che non conosci di me Elizabeth. »
La ragazza rabbrividì all'istante anche se, questa volta la causa non era il freddo. Sul viso del ragazzo apparve un ghigno compiaciuto.
« Hai ancora freddo ? Se vuoi ti riscaldo io. » rispose allagando le braccia e sfoderando uno dei suoi soliti ghigni.
La ragazza per tutta risposta, si avvicinò a lui con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono e si fermò proprio ad un centimetro dal suo viso.
« Uhm ... Si buona idea anche se io avevo qualcos'altro in mente. » detto questo prese un pò di neve e gliela tirò in faccia lasciandolo alquanto sorpreso.
Eliz si allontanò da lui ridendo di gusto e osservando di sottecchi la sua espressione sorpresa. Dopo qualche minuto, Albus si riprese dal momentaneo attimo di sbigottimento così prese un pò di neve e la modellò fino a darle la forma di una palla.
« Bene Guardian, se avevi intenzione di fare una battaglia a palle di neve io sono pronto. » disse, lanciando la palla di neve che aveva in mano.
La ragazza la schivò agilmente, e gli rivolse una linguaccia.
« Non hai una buona mira Potter. » disse convinta.
« Ah sì ? Questo è tutto da vedere. » esclamò prendendo un'altra palla di neve e lanciandola contro Eliz, che questa volta venne presa in piena faccia.
I due continuarono a giocare a palle di neve per un bel pò ridendo e prendendosi in giro a vicenda. Albus non si era mai sentito così bene con una ragazza, di solito quelle che frequentava non volevano perdere tempo in quel modo, preferivano saltargli addosso e farsi vedere dal resto della scuola per pavoneggiarsi dicendo di essere uscite con il figlio del famoso Harry Potter.
 Ma al contrario delle altre, Elizabeth non l'aveva mai giudicato in base al cognome che portava ed anzi, lo aveva detestato fin dal primo anno per il suo modo di fare e di comportarsi e la cosa non era cambiata nel corso di ben sei anni. Ma durante quell'anno qualcosa era cambiato nel loro rapporto di " odio " , infatti si era reso conto di non
riuscire a smettere di pensare a quella ragazza sbadata ma terribilmente ingegnosa e vendicativa, che non faceva altro che prenderlo in giro e burlarsi di lui da sempre. Adorava i suoi occhi e l' espressione di fastidio che si apriva sul suo volto ogni volta che lo vedeva, amava provocarla. Inoltre anche l'atteggiamento di Eliz nei suoi confronti era cambiato, infatti ogni volta che si avvicinava la ragazza o arrossiva o deglutiva e questo lo compiaceva molto.
 Si riscosse da quei pensieri e la guardò mentre, nascosta dietro un albero, cercava di ripararsi dalle palle di neve.
Ghignò nella sua direzione, ma si accorse troppo tardi che la ragazza si era spostata dal suo nascondiglio e si era messa dietro di lui.
« Non hai scampo, Potter.»  disse, lanciando una palla di neve che il ragazzo schivò prontamente.
« Questo lo credi tu. » rispose sorridendo.
Eliz prese una palla di neve e glie la lanciò contro cercando di colpirlo alla testa, senza riuscirci.
Albus sorrise e ne approfittò per avvicinarsi alla ragazza.
« A quanto vedo sei tu ad avere una pessima mira. » disse sussurrando.
La ragazza deglutì per la vicinanza e si girò verso di lui, ghignando sadicamente. Albus, confuso da quell'espressione, cercò di capire cosa le passasse per la testa ma non ebbe il tempo di riflettere perchè proprio in quel momento, la ragazza prese un bel po' di neve e gliela spalmò sulla faccia facendolo rabbrividire di freddo.
« Mai abbassare la guardia Potter. » disse sorridendo vittoriosa.
Albus si tolse la neve dalla faccia e la guardò sorpreso. Proprio in quel momento dal cielo scesero candidi fiocchi di neve che preannunciavano una bella nevicata.
Il ragazzo alzò lo sguardo al cielo, aveva sempre adorato la neve. Eliz lo guardò senza riuscire a distogliere lo sguardo. In quei giorni aveva scoperto molti lati nascosti del carattere di Albus, come il senso di protezione che aveva mostrato il giorno del ballo di Natale, il suo lato gentile e la lealtà verso gli amici. Anche se rimaneva sempre il solito pallone gonfiato che credeva di poter avere tutto.
Osservò lo scendere dei fiocchi di neve e dopo un po' si voltò verso il ragazzo che aveva ancora lo sguardo rivolto al cielo.
« Credo che sia meglio entrare, qui c'è un freddo terribile. » disse la ragazza.
Albus si girò verso di lei e la guardò in modo penetrante, la prese per i fianchi, avvicinò pericolosamente il suo viso a quello della ragazza e la fece arretrare fino a farle sbattere la schiena contro il tronco di un albero.
Eliz lo osservò sorpresa e per tutta risposta il ragazzo le rivolse uno sguardo penetrante.
« Albus cosa ... » ma non ebbe il tempo di completare la frase che le labbra del ragazzo si poggiarono sulle sue.
In un primo momento rimase ferma, presa dalla sorpresa ma poi si lasciò trasportare e rispose con sentimento portando le mani sui capelli neri di Albus, mentre lui la stringeva forte attirandola a se.
Si staccarono alcuni minuti dopo, entrambi con il fiato corto e si guardarono increduli.
« Eliz, vieni c'è qualcuno che ti vuole vedere. » disse Natalie uscendo dal grande maniero e andando incontro alla sua amica.
« Ecco ... io arrivo subito. » rispose, correndo all'interno della casa e lasciando solo il ragazzo.
 

                                                                                          ***



La ragazza entrò all'interno del grande maniero seguita da Natalie, curiosa di sapere  chi la stesse cercando. Entrò nel grande salotto di villa Malfoy nel quale si era tenuta la festa e si accorse che tutti gli invitati se ne erano già andati, infatti nella stanza erano rimasti soltanto  i genitori di Scorpius che la guardavano pensierosi.
« Elizabeth tua nonna è qui, è appena tornata dal viaggio di lavoro e vuole parlarti dice che è per una questione molto importante. Si trova nella stanza degli ospiti ti sta aspettando. » dissero i due coniugi.
La ragazza non se lo fece ripetere due volte, salì rapidamente al piano di sopra in direzione della camera, ed entrò.
Trovò la nonna seduta sul letto con un gran sorriso sul volto e la ragazza non potè fare altro che accennare un piccolo sorrisino  forzato. Non era ancora riuscita a perdonare sua nonna per tutte le bugie che le aveva detto, le aveva nascosto le sue vere origini e le aveva fatto credere che i suoi genitori fossero morti e per quest' ultima cosa non l'avrebbe mai perdonata.
« Eliz, so che sei arrabbiata con me perchè ti ho nascosto la verità sui tuoi genitori, ma dovevo proteggerti se avessi saputo che i tuoi genitori erano vivi saresti sicuramente andata a cercarli e questo ti avrebbe messa in pericolo. »
« Io avevo il diritto di sapere, forse non subito ma meritavo di conoscere la verità. » ribattè la ragazza, seria.
« Sei proprio come tua madre decisa e ferma nelle tue convinzioni. » disse la donna, sovrappensiero.
La ragazza la guardò, quanto avrebbe voluto poter riabbracciare i suoi genitori. Si sedette sul letto vicino alla nonna e disse:
« Ora voglio sapere tutta la verità, so che mio padre è un angelo guerriero ma non ho ancora capito che ruolo aveva avuto durante la guerra contro i maghi e voglio sapere anche se tu ricordi qualcosa della guerra, visto che potrebbe tornarmi utile. » disse la ragazza.
« Io non ricordo niente della battaglia solo gli angeli guerrieri sono in grado di farlo, mentre per quanto riguarda tuo padre credo che tu possa chiedere direttamente a lui. » disse la donna con un sorriso.
La ragazza spalancò gli occhi, non poteva crederci suo padre sarebbe tornato, sul suo viso comparve un grande sorriso e proprio in quel momento qualcuno aprì la porta della stanza.
Sulla soglia vi era un uomo sulla quarantina d'anni, con i capelli neri con alcune striature grige, alto e magro, gli occhi grigi bluastri come quelli di Elizabeth e un sorriso felice stampato sul volto. Accanto a lui c'era una donna un po' bassina, con i capelli castani, gli occhi verde intenso e un espressione di pura gioia sul viso.
« Papà, Mamma ! » disse la ragazza felice, correndo ad abbracciare i suoi genitori.
« Finalmente, non sai per quanto tempo ho sognato di riabbracciarti piccola mia. » disse Jake felice di poter rivedere sua figlia.
« Non sai quanto è stato doloroso per noi abbandonarti, ma adesso staremo sempre con te non ti lasceremo mai più.» continuò Ellison con le lacrime agli occhi.
« Eliz ho sentito la domanda che hai fatto a tua nonna e ora voglio risponderti. » disse il padre, iniziando a raccontare quello che era accaduto.
« Quando gli angeli guerrieri hanno deciso, durante il gran consiglio, di fare una guerra per sterminare i maghi e governare sul mondo ci furono molte discussioni e diverbi. Non tutti i nostri simili volevano diventare degli assassini alla pari di Voldemort e così una parte di noi decise di non partecipare alla guerra, fra questo gruppo c'ero anche io.
Appena gli altri seppero di questa decisione ci minacciarono cercando di riportarci dalla loro parte, senza nessun risultato. Da quel momento io e gli altri ci rifugiammo nel mondo magico. All'inizio eravamo riusciti a mimetizzarci fra i maghi ma alcune persone più sveglie, come la preside della tua scuola, tua nonna e tua madre riuscirono a scoprire
il nostro segreto e noi gli rivelammo tutto quello che sapevamo sulla guerra. Tutti ci aiutarono anche se qualcuno non riusciva ancora ad accettarci. Io e tua madre ci siamo conosciuti proprio in quegli anni, lei è stata una delle poche ad accettarmi e sopratutto ad amarmi. Ho partecipato alla guerra rimanendo dalla parte dei maghi e il resto della storia la conosci, la profezia su di te e la guerra. » concluse il racconto.
« Quindi tu ricordi i particolari della guerra? » chiese speranzosa.
« Solo chi ha evocato l'incantesimo riesce a ricordare perfettamente cosa è avvenuto, ma posso sempre aiutarti a scoprire i tuoi poteri e a maneggiare la spada. » disse sorridendo.
« Ma, le vacanze sono quasi finite e non riuscirò mai ad imparare tutto prima del rientro a Hogwarts. » ribattè la ragazza.
« Non preoccuparti ho chiesto alla professoressa Mg Granitt il permesso di poter entrare nella tua scuola due volte a settimana per insegnarti a padroneggiare i tuoi poteri. » rispose Jake.
« E' fantastico ! » esclamò Eliz, abbracciando suo padre.
Proprio in quel momento arrivarono i signori Malfoy con un sorriso sul volto.
« Abbiamo ordinato agli elfi domestici di preparare altre stanze degli ospiti, se volete potete rimanere tutti quanti qui per passare il resto delle vacanze tutti insieme. » disse in direzione della nonna e dei genitori di Elizabeth.
« Perchè no, in effetti la nostra famiglia è stata sempre in ottimi rapporti con i Malfoy. » disse Ellison ripensando ai giorni che aveva trascorso a villa Malfoy insieme alla sua famiglia, quando era più piccola.
« Sì, per me va bene. » disse la donna guardando la figlia.
« Anche per me. » rispose il marito di rimando.
« Bene, allora vi mostro le vostre camere. » intervenne Astoria, uscendo dalla stanza seguita dagli ospiti.
 

                                                                                              ***



 

Villa Malfoy.
Camera delle ragazze.
Tarda serata.




Eliz si distese sul letto e ripensò alla giornata che aveva trascorso, da una parte era felice per il ritorno dei suoi genitori e per le lezioni che avrebbe avuto con suo padre ma dall'altra era molto confusa a causa del bacio con Albus.
Lei credeva di detestarlo, anche se durante il corso di quell'anno aveva scoperto molti altri aspetti della sua personalità che le piacevano, ma oltre quello rimaneva sempre il solito irritante e ironico ragazzo di sempre, quello che non perdeva occasione di punzecchiarla e farla arrabbiare.
Chiuse gli occhi e decise di mettere da parte quei pensieri su Albus, visto che durante quella giornata erano accadute davvero molte cose e in quel momento aveva altro a cui pensare, i suoi genitori erano tornati, una profezia gravava sul destino del mondo magico e  una guerra contro gli angeli guerrieri era alle porte e lei doveva essere pronta per affrontarla nel migliore dei modi.
Si rigirò nel letto cercando di prendere sonno ma non ci riusci, così si mise seduta e guardò il letto nel quale vi era Natalie. A quanto pare neanche lei riusciva a dormire visto che si rigirava continuamente cercando di prendere sonno.
« Nat sei sveglia ? » chiese la ragazza sottovoce.
« Si non riesco e dormire. E un' altra cosa, volevo ringraziarti per avermi fatta rimanere da sola con Scorpius. Sai abbiamo passato la serata ridendo e scherzando e mi sono divertita molto. E tu cosa hai fatto con Albus ? » chiese la ragazza con un sorrisino malizioso.
« Ehm ecco volevo parlarti proprio di questo, allora abbiamo iniziato a punzecchiarci a vicenda e poi ci siamo messi a giocare a palle di neve. » rispose.
« Cosa? Avete giocato a palle di neve ? » domandò sorpresa e un pò divertita.
« Sì, ma non è tutto ... ecco noi ... stava nevicando e ... » balbettò la ragazza ancora incredula.
« Avanti smettila di balbettare ! Mi puoi dire cose è successo di così sconvolgente da farti parlare in quel modo? » chiese sorpresa dalla reazione dell'amica.
« E va bene, io e Albus ci siamo baciati. » disse arrossendo all'istante.
Natalie la guardò con occhi pieni di felicità, saltò giù dal suo letto e si mise a saltellare per la stanza urlando
« Siii ! Finalmente ! »
Elizabeth la guardò sconvolta e urlando a sua volta disse:
« Smettila di gridare ! Sei diventata pazza ! Così sveglierai tutti quanti. »
« Scusa e che sono davvero felice. Finalmente avete capito i sentimenti che provate l'uno nei confronti dell'altro. » rispose sprizzando gioia da tutti i pori.
« Veramente io sono molto confusa, sono successe troppe cose in questo periodo e quello che è avvenuto non fa che complicare le cose. » disse sovrappensiero.
« Ti capisco, ma almeno adesso ai capito che Albus non ti è per niente indifferente. » rispose la ragazza.
« Sì, Potter mi fa uno strano effetto a volte non lo sopporto proprio, ma in alcune occasioni ... ecco ... » disse balbettando leggermente.
« Ti piace e non provere a dire di no, io l' ho sempre saputo che voi due eravate fatti l'uno per l'altra. » intervenne con tono di chi sapeva molto sull'argomento.
« Sì certo, comunque ora è meglio andare a dormire. Buonanotte » disse Elizabeth sdraiandosi sul letto.
« Notte. » rispose l'amica stendendosi sul letto.

 





* Angolo Autrice *

Ciao a tutti !
Scusate per il ritardo ma purtroppo è iniziata la scuola e non ho più molto tempo per scrivere.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto :D
  Come sempre ringrazio  le 23 persone che hanno messo la storia fra le seguite , le 5 che l'hanno messa fra le preferite e le 2 che la ricordano, ma anche chi recensisce e chi legge solamente ( Fatevi sentire tramite le recensioni XD )
Alla prossima. Un grande abbraccio.


Elizabeth_Lovegood


                
                                                                                                                                


 

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Capitolo 14
*** Tra grandi incomprensioni, gelosia devastante e lezioni di combattimento ***




 

Tra grandi incomprensioni, gelosia devastante e lezioni di combattimento






Eliz e Natalie entrarono in aula proprio due minuti prima che entrasse il professore d' incantesimi. Si sedettero in uno dei banchi rimasti liberi e si misero ad ascoltare il docente, che stava spiegando la funzione e il procedimento di alcuni incantesimi di livello avanzato. Proprio in quel momento entrarono in aula un Albus Severus Potter ansimante ed uno Scorpius Malfoy altrettanto affaticato e stanco. L' insegnante rivolse loro una terribile occhiataccia e con tono apparentemente calmo disse:
« Signor Potter nonostante sia molto portato per la mia materia questo non l'autorizza a presentarsi in ritardo alle mie lezioni e la stessa cosa vale per lei signor Malfoy. Andate a sedervi,  per questa volta visto che è il primo giorno di scuola dopo le vacanze non toglierò punti alla vostra casa. »
I ragazzi sospirarono di sollievo e presero posto nell' ultimo banco vuoto rimasto. Eliz alzò gli occhi dal quaderno degli appunti ancora bianco e guardò Albus mentre si dirigeva verso il banco.
 Il ragazzo la fissò a sua volta, poi abbassò lo sguardo cercando di focalizzare la sua attenzione sulla spiegazione del professore. Era passata già mezz' ora dall'inizio della lezione ed Eliz non era ancora riuscita a concentrarsi, era distratta. Aveva troppi pensieri per la testa come il ritorno dei suoi genitori e  sopratutto il bacio con Albus, che non riusciva a scacciare dalla sua mente ormai da parecchi giorni. Tutto quello che era successo fra lei e il ragazzo che per ben sei anni aveva considerato come il suo peggior nemico non aveva fatto altro che confonderle le idee. Inoltre, non  erano ancora riusciti a parlarsi dopo l'accaduto, visto che lei aveva passato quasi tutto il suo tempo con i genitori, che erano appena ritornati.
Si girò in direzione di Albus e notò che il ragazzo aveva lo sguardo fisso su di lei. Proprio in quel momento il professore si girò verso Eliz e le si piazzò davanti.
« Signorina Guardian, mi sa dire che effetti provoca l'incantesimo Dismundo? » chiese con un sorriso.
La ragazza lo guardò sorpresa, " Ora come faccio a rispondere, non ho ascoltato una solo parola di quello che ha detto". Osservò il suo quaderno degli appunti totalmente vuoto e sospirò leggermente, poi le venne un'idea e un ghigno le si dipinse sul volto.
Guardò l'amica che capì immediatamente le intenzioni della ragazza e le passò gli appunti.
« Certo professore, l'incatesimo Dismundo fa vedere mostri o spaventose visioni  alla persona alla quale viene lanciato. » rispose sicura, osservando di sottecchi Natalie che le sorrideva complice indicando gli appunti.
« Benissimo 15 punti a Serpeverde. » disse il professore strofinandosi gli occhi e strizzandoli più volte.
Le  ragazze uscirono dall' aula d' incantesimi e decisero di andare al parco visto che avevano il resto della mattinata libera. Uscirono dalla scuola e si sedettero sotto uno dei grandi alberi che vi erano li intorno.
« Grazie per avermi passato gli appunti. » disse ad un tratto Eliz in direzione dell'amica.
« Di niente, anche se non riesco ancora a credere che non se ne sia accorto. » rispose Natalie.
« Gli ho lanciato un incantesimo non verbale che fa appannare la vista. » esclamò ghignando.
« Ecco perchè non faceva altro che strofinarsi gli occhi, hai avuto davvero un ottima idea. » disse l'amica.
Dopo qualche minuto le due ragazze videro Albus avvicinarsi.
« Eliz ... dobbiamo parlare di quello che è successo. » disse in imbarazzo.
« Non preoccupatevi io vado a controllare il tema di pozioni, ci vediamo più tardi. » li anticipò Natalie, alzandosi e dirigendosi verso l'entrata della scuola.
« Ecco ... il bacio che ci siamo dati ... » cercò di dire, ma non riuscì a continuare la frase perchè una ragazza dai capelli biondi gli si buttò addosso stritolandolo in un abbraccio soffocante.
« Albusss finalmente ! non immagini quanto mi sei mancato . » disse Agnes con la sua solita vocette melensa, stringendo ancora di più il ragazzo.
Eliz alzò gli occhi al cielo " Ci mancava solo questa" pensò irritata.
« Agnes io ... » cercò di dire ma come al solito la ragazza non gli fece completare la frase.
« Lo so che ti sono mancata, se vuoi dopo possiamo "salutarci" meglio in privato. » esclamò con tono malizioso e sensuale.
Albus ridacchiò divertito " Certo che questa ragazza non ha un minimo di dignità " pensò.
« Lo so che la mia proposta ti piace, ma adesso devo andare a lezione. » disse la ragazza avvicinandosi ad Albus, prendendolo per la cravatta della divisa e baciandolo con passione.
Eliz osservò immobile quella scena, un espressione di pura delusione e disgusto le si dipinse sul viso e una rabbia terribile l'assalì completamente.
Si girò di scatto con lo sguardo rivolto verso il terreno, una goccia di pioggia scese dal cielo diventato improvvisamente scuro e pieno di nubi temporalesche.
« Eliz non hai capito è stata lei a baciarmi io ... » cercò di spiegare Albus.
« Certo, ammesso che sia vero, ho visto che non hai per niente disdegnato la sua proposta indecente giusto?! » disse con rabbia rimanendo girata e con gli occhi bassi.
« No tu hai ... »
« Non dire stupidaggini ! Tu sei e sarai sempre un stupido donnaiolo e come tale ti interessi solo di ragazze come lei che non esitano un attimo e si buttano ai tuoi piedi. » rispose con rabbia, alzando la testa e girandosi verso di lui con quegli occhi che non erano più del solito colore grigio ardesia ma erano di un blu scuro, brillante ed innaturale che metteva quasi terrore.
Proprio in quel momento, violente folate di vento fecero ondeggiare paurosamente le chiome degli alberi che vi erano intorno e un potente fulmine solcò il cielo creando sinistri bagliori azzurrini sul viso della ragazza.
Un terribile ghigno comparve sul viso di Eliz e i suoi occhi blu scuro si illuminarono. Un miriade di fulmini e saette solcarono il cielo illuminando tutto il parco, grosse gocce di pioggia caddero dando origine ad uno spaventoso temporale e sette enormi tornadi spuntarono dal nulla spazzando via tutto quello che si trovava sul loro cammino. Albus rimase sbalordito, guardò la ragazza che aveva ancora quel ghigno sul viso e lei lo scrutò a sua volta allargando quel ghigno che non le apparteneva, quell'espressione che non era la sua.
« Eliz che hai ? » disse preoccupato.
La ragazza non rispose e proprio in quel momento, un altro fulmine cadde vicino ad Albus, squarciando a metà un albero che si trovava nelle vicinanze.
Il ragazzo la guardò sorpreso e preoccupato " Quella non è Elizabeth lei non mi ha mai rivolto uno sguardo così pieno di odio e non avrebbe mai cercato di farmi del male. " pensò tra se e se.
 « Eliz smettila ! » disse urlando.
Un altra potente folata di vento fece ondeggiare prepotentemente le chiome degli alberi . La ragazza si voltò verso di lui e con quel ghigno ancora sul viso.
« La finirò soltanto quando ne avrò voglia. » disse sibilando e ridendo malvagiamente.
« No Eliz, questa non sei tu ! Torna in te ! » disse esasperato, dirigendosi verso di lei e cercando di abbracciarla.
Proprio in quel momento  si diresse verso di loro un alquanto allarmata preside Mc Granitt  e da un altrettanto preoccupato Jake che aveva in mano una strana boccetta azzurro chiaro.
Il padre si avvicinò alla figlia e prima che lei se ne rendesse conto, versò lo strano liquido argenteo contenuto nella boccetta, sugli occhi della ragazza. Immediatamente gli occhi di Eliz ritornarono del loro colore originario, i tornadi si dissolsero nel nulla e il cielo tornò sereno.
« Cos'è successo ? Io stavo litigando con Potter e poi ... Papà perchè sei quì ? » disse la ragazza confusa.
« Signorina Guardian lei ha scatenato un grande temporale e io ho chiamato suo padre, era l'unico in grado di placare i suoi poteri. » rispose la preside.
« Ma io ... » cercò di dire.
« Lo so che non volevi ora ti spiego quello che è accaduto. Vedi Elizabeth, noi Angeli Guerrieri abbiamo una grande energia che alcune volte può risultare difficile da controllare e per questo pericolosa, sopratutto quando entrano in gioco i sentimenti rabbia, orgoglio e delusione. Quando un Angelo Guerriero perde il controllo sono guai seri, perchè oltre a far uscire fuori le sue grandi potenzialità perde
totalmente la ragione lasciandosi influenzare dai sentimenti d'ira che prova in quel momento. Ecco tu avevi perso il controllo ma non preoccuparti, con le mie lezioni riuscirai a governare i tuoi poteri. » spiegò Jake alla figlia.
« Grazie papà. » disse  avvicinandosi a lui ed abbracciandolo.
« Allora ci vediamo più tardi per la lezione. » continuò la ragazza sciogliendosi dall'abbraccio.
Salutò la preside e rivolse un' occhiataccia ad Albus e poi si diresse all'interno dalla scuola.

 

 

                                                                                                                    ***




 

Sala comune di Serpeverde.
Pomeriggio.

 


Eliz era seduta su uno dei divanetti neri che vi erano in sala comune mentre cercava, inutilmente, di concentrarsi sulla lettura del libro di Trasfigurazione. Rilesse per l' ennesima volta la stessa pagina e poi chiuse il libro di scatto.
Era da tutto il giorno che non riusciva a concentrarsi per niente sopratutto dopo quello che era successo quella mattina. Si alzò di scatto e stava quasi per andare nel suo dormitorio quando qualcuno la chiamò.
« Eliz la preside mi ha detto quello che è successo stamattina, come va? » disse Scorpius sedendosi sul divanetto.
« Diciamo che stò bene, anche se ho un sacco di pensieri per la testa. Insomma io ho creato fulmini, temporali e tornadi senza neanche rendermene conto, non ero in me. Dentro sentivo moltissima rabbia e l'energia che aveva bisogno di sprigionarsi e io non riuscivo a ragionare. E' stato davvero orribile, era come se non riuscissi più ad essere me stessa. » rispose la ragazza pensierosa.
« Ora è tutto passato, con le lezioni di tuo padre riuscirai a governare i tuoi poteri e quello che è successo non accadrà mai più. » replicò il ragazzo abbracciando l'amica.
« Grazie Scorp. » disse sciogliendosi dall'abbraccio.
« Secondo te a cosa servono gli amici ?! A proposito, posso venire con te? Sono curioso di vedere come te la cavi con la spada e poi visto la tua sbadataggine ci sarà da divertirsi, chissà che cosa combinerai con quell'arma in mano. » disse il ragazzo ridendo.
« Dovrai stare attento, sai magari potrei infilzarti per sbaglio con la spada. » rispose la ragazza con un piccolo ghigno.
Il ragazzo sorrise, aveva sempre apprezzato la pungente ironia che da sempre contraddistingueva la sua migliore amica.
« Allora posso venire ? » chiese ignorando la minaccia.
« Mi dispiace ma mio padre mi ha detto di non far venire nessuno perchè mi serve concentrazione e sopratutto non ci deve essere nessuna distrazione. » rispose.
Proprio in quel momento entrarono in Sala Comune Natalie ed Albus che stavano discutendo animatamente. Appena Eliz vide il ragazzo, si alzò di scatto dal divano.
« Scusa Scorp ma ora devo andare nella Radura dei Thestral, è li che si terrà la lezione di controllo dei poteri. Ci vediamo più tardi. » disse iniziando a dirigersi con passo veloce verso l'uscita del dormitorio.
« Eliz aspetta ! » urlò Albus andando verso di lei è bloccandola per un polso.
« Lasciami, devo andare alla lezione e sono già in ritardo. » disse freddamente.
Albus la lasciò andare e la guardò fin quando non uscì dalla sala. Si lasciò cadere sul divanetto vicino a Scorpius e si mise a contemplare assorto, il paesaggio fuori dalla finestra
" Maledetta Agnes è solo colpa sua se mi trovo in questa situazione. Devo dimostrare ad Eliz che a me non interessa per niente quella stupida senza cervello. " pensò il ragazzo convinto, abbandonando la sala comune e dirigendosi verso il dormitorio maschile.

 

 

                                                                                                               ***






 

Radura dei Thestral.
Pomeriggio Inoltrato.

 




Eliz arrivò stanca e trafelata al posto stabilito per la lezione, era in ritardo, come al solito d'altronde. Si guardò intorno e vide che suo padre era fermo al centro della radura, le ali nere che gli spuntavano da dietro la schiena e quegli occhi uguali ai suoi, che l'osservavano con una punta di divertimento.
La ragazza si avvicinò e un sorriso apparve sul viso di Jake.
« Sei in ritardo, sai neanche io riesco ad arrivare in orario infatti il più delle volte arrivo sempre con almeno mezz'ora di ritardo. » disse sorridendo.
« Beh, questa volta sei riuscito ad essere puntuale a quanto vedo. » ribattè.
« Diciamo che ti ho anticipato di appena cinque minuti. » esclamò Jake ridendo.
La ragazza fece altrettanto; le piaceva il carattere di suo padre in alcune cose era del tutto simile al suo.
« Adesso iniziamo. Per prima cosa concentrati su un avvenimento importante e trasformati in un Angelo Guerriero. » continuò Jake.
La ragazza chiuse gli occhi e si concentrò. Ad un tratto, un bellissimo paio di ali nere con riflessi blu le apparve da dietro la schiena, insieme alla spada argentea contenuta nel fodero legato alla cintura, che teneva stretta in vita. Sorrise soddisfatta, spiegò le ali e prese il volo sotto lo sguardo stupito di suo padre che l'ammirava mentre saliva di quota e si librava nel cielo. Eliz assaporò la bellissima sensazione del vento che le scompigliava i capelli e osservò il meraviglioso spettacolo del parco di Hogwarts che si stanagliava in tutta la sua bellezza sotto i suoi occhi. Le era sempre piaciuto volare, quella sensazione di estrema leggerezza che provava quando staccava i piedi dal terreno la faceva sentire libera e inafferrabile, proprio come il vento che in quel momento le sferzava il viso.
Planò ed atterrò di fronte a Jake che la guardava orgoglioso.
« Sei davvero portata per il volo, complimenti. Ora però è meglio iniziare ad allenarci con la spada. Quando riuscirai ad avere il pieno controllo dell'arma sarai in grado di controllare meglio te stessa ed i tuoi poteri. Forza fammi vedere quello che sai fare. »
Detto questo il padre estrasse l'arma e la puntò contro Eliz, che non perse tempo e sguainò a sua volta la spada argentea. Un espressione di pura concentrazione si aprì sul volto di entrambi ed in particolare in quello di Eliz, che stava cercando di capire come poter tenere testa a suo padre che aveva anni di allenamento alle spalle.
I suoi pensieri vennero interrotti da un fendente dritto nella sua direzione che riuscì a mala pena a schivare. Barcollò, cadendo quasi per terra e guardò Jake, che aveva un espressione seria sul viso.
« Concentrati, pensa soltanto a maneggiare la spada non pensare a come riuscire a battermi, lasciati guidare dall'istinto, combattere è nel tuo DNA quindi focalizza tutta la tua attenzione sull'arma. » disse.
Cercò di concentrarsi e menò un fendente che suo padre schivò con facilità.
« Concentrati di più e segui il tuo istinto, non sopprimere i tuoi sentimenti cerca piuttosto di controllarli e focalizza la tua attenzione solo sull'arma. » disse.
La ragazza chiuse gli occhi e focalizzò nella sua mente l'immagine della spada che aveva in mano. Li riaprì di scatto e con espressione seria menò un fendente che suo padre riuscì a stento a schivare. Jake sorrise orgoglioso di sua figlia e tentò un affondo che Eliz parò prontamente, muovendosi con una velocità disarmante. Suo padre la guardò sorpreso, non aveva mai visto nessuno muoversi con quella velocità. Un sorriso gli increspò le labbra; aveva capito una cosa fondamentale. Si voltò verso sua figlia e l'osservò mentre veniva verso di lui con quella velocità sorprendente e menava un fendente che lui riuscì a schivare per un pelo.
« Così si fa Eliz sei bravissima ! » disse riprendendo l'equilibrio.
La ragazza sorrise orgogliosa di se stessa e di quello che era riuscita a fare. Proprio in quel momento Jake tentò un altro affondo che la ragazza riuscì a schivare abilmente, grazie a quella velocità che ormai la contraddistingueva.
I due si fermarono, affaticati dall'intenso combattimento e rimasero a guardarsi, poi un idea balenò nella mente di Eliz e con un sorrisetto alzò la spada ed attaccò, sfrecciando velocemente. Jake sorrise, sicuro che sarebbe riuscito a parare anche quel colpo, ma non aveva considerato le intenzioni della ragazza, che all'ultimo momento aveva cambiato la traiettoria del suo attacco e aveva sferrato un potente fendente con il quale era riuscita a disarmare Jake. L' arma cadde a terra con un tonfo sordo ed Eliz la raccolse e la porse al padre con un sorriso vittorioso. L'uomo la prese e la rimise nel fodero, poì osservò sua figlia con sguardo stupefatto. Proprio in quel momento, la spada che Eliz teneva ancora stretta in mano, si illuminò di una luce argentea. La ragazza mollò subito la presa, ma l'arma invece di cadere a terra, rimase sospesa nell'aria avvolta da quella luce accecante.
Jake sorrise, aveva capito che cosa stava succedendo. Man mano, la luce divenne sempre più fioca e l'arma  scese lentamente poggiandosi sull' erba fresca.
« Papà, ma cosa ... » disse insicura.
« Dai prendila. » rispose Jake con fare ovvio.
La ragazza la prese con un pò d'incertezza e se la rigirò fra le mani. La guadò attentamente e vide che sull'impugnatura era apparsa una scritta in lettere blu elettrico.
« Velias. » lesse Eliz perplessa.
« Papà cosa vuol dire? » chiese.
« Velias significa, nella nostra lingua originaria, veloce come il vento. Ora ti spiego, ogni Angelo Guerriero ha una caratteristica particolare che lo contraddistingue nelle battaglie. Quando questa caratteristica viene rivelata, la spada prende il nome del talento che ha chi la possiede. Tu sei velocissima Eliz, non so se te ne sei accorta ma sei davvero veloce, è questa la tua caratteristica vincente. » spiegò Jake.
« Wow è fantastico ! » esclamò.
La ragazza guardò di nuovo quella scritta che vi era sul manico della spada e sorrise.
« Velias, suona davvero bene. » disse ridendo.
Suo padre fece altrettanto poi prese la spada di Eliz e se la rigirò fra le mani.
« La spada è una parte di te, rappresenta la tua migliore abilità quindi usala bene e riuscirai a dare il massimo durante il combattimento. » disse in direzione della figlia, porgendole l' arma.
« Certo. » disse convinta.
« Bene, per oggi la lezione è finita. Ti conviene andare a cena, è tardi. » continuò Jake.
« Ok vado. Ciao papà. » disse la ragazza con un sorriso.
Ripose la spada nel fodero, uscì dalla foresta proibita ed entrò nel castello.

 

 
 








* Angolo Autrice *

 

Ciao a tutti :D
Mi dispiace per aver ritardato nel postare questo capitolo. Purtroppo mi si è rotto il computer
e ho dovuto riscrivere daccapo tutto il capitolo -.-
A parte questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto :D
Volevo ringraziare, come sempre  le 23 persone che seguono questa storia, le 5 che la preferiscono, le 2 che la ricordano e anche chi legge solamente ( Fatevi sentire tramite le recensioni :D )

Grazie mille per le 60 recensioni che mi avete lasciato :D
Un grande abbraccio.

 

Elizabeth_Lovegood
 

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Capitolo 15
*** Tra presunti rapitori, sogni rivelatori e nuovi enigmi ***


 


 

Tra  presunti rapitori, sogni rivelatori e nuovi enigmi





Una volta uscita dalla foresta proibita, Eliz decise di andare direttamente nel suo dormitorio e di fare una bella dormita, visto che quel giorno era stato davvero stancante. Sospirò, erano decisamente successe troppe cose, prima il litigio con Potter e poi la lezione di suo padre.
Si fermò un attimo, estrasse dal fodero la sua spada ed osservò per l'ennesima volta quel nome scritto con caratteri blu elettrico. " Velias, questo nome non lo so, ma mi sembra di conoscerlo da sempre. " pensò la ragazza.
Ripose la spada nel fodero e ricominciò a camminare, rimanendo sovrappensiero. Attraversò alcuni corridoi ancora vuoti, visto che quasi tutti qui studenti erano ancora in Sala Grande per la cena. Stava quasi per arrivare nel corridoi dei sotterranei che l'avrebbero condotta in Sala Comune, quando venne afferrata da dietro.
Cercò di liberarsi, ma la presa era troppo forte, così tentò di urlare ma quel qualcuno che la teneva stretta aveva appena poggiato una mano sulla sua bocca, impedendole di urlare. La ragazza cercò di riconoscere il suo aggressore, ma non ci riuscì a causa dell' oscurità che vi era nel corridoio.
« Smettila di muoverti. » disse il presunto rapitore. La ragazza riconobbe immediatamente quella voce ed un moto di rabbia l'invase.
« Potter ! Casa diavolo vuoi ?! E sopratutto come ti è saltato in mente di prendermi in quella maniera, sei diventato matto? » disse arrabbiata.
« Io volevo spiegarti quello che è successo oggi con Agnes. » rispose con decisione.
« Non devi spiegarmi niente. Puoi fare tutto quello che vuoi con quella li, basta che mi lasci in pace. » esclamò la ragazza.
« Io non voglio fare niente con Agnes. » disse esasperato, afferrandola ancora più stretta per la vita e facendola arretrare verso il muro.
« Lasciami ! » disse la ragazza dimenandosi.
« No ! Fin quando non mi permetterai di spiegarti tutto. » rispose avvicinandosi pericolosamente al viso della ragazza.
Eliz degludì e un sorriso comparve sul viso di Albus.
« Fai in fretta. » rispose la ragazza con espressione scocciata.
« Vedi è stata lei a baciarmi, io non volevo farlo. Poi quella tizia è solo un'insopportabile sanguisuga. Non sai quante volte ho cercato di togliermela dai piedi. » rispose.
« Oh poverino, mi dispiace tanto, deve essere difficile avere un' immenso stuolo di ammiratrici vero? » disse con ironia.
« Sei davvero gelosa e possessiva, non conoscevo questo lato di te, ma non preoccuparti, sono tutto tuo. » rispose con il solito ghigno che lo contraddistingueva, avvicinandosi ancora di più alla ragazza.
Eliz cercò di allontanarsi schiacciandosi ancora di più sul muro, come se volesse trapassarlo.
« Tu sei soltanto un presuntuoso, lasciami stare ! » rispose con le guance un po' arrossate.
« No io non ti lascerò fuggire hai capito? Anzi ti dimostrerò che per me Agnes non conta niente. » disse il ragazzo deciso, mollando la vita di Eliz e dirigendosi in Sala Grande.
La ragazza lo guardò fin quando girò l'angolo del corridoio. " Cos' avrà in mente? " pensò con curiosità.
Poi si scostò dal muro dove era rimasta appoggiata ed entrò in Sala Comune. Si sedette su una poltrona nera vicino al fuoco e si mise a leggere, cercando di concentrare la sua attenzione su qualcosa che non fossero gli avvenimenti di quel giorno.
Proprio in quel momento, dal buco del ritratto, entrò Scorpius che prese una poltrona e si sedette vicino all'amica.
« Ho visto Albus entrare in Sala Grande con una strana luce negli occhi. Per caso vi siete visti? » chiese il ragazzo.
Eliz rimase sbalordita dalla tremenda perspicacia dell'amico, a volte sembrava capace di leggere nel pensiero.
« Sì purtroppo l'ho visto. » rispose con astio.
« Mi sa che non è stata una conversazione riappacificatrice, vero? » chiese con un po' di sarcasmo.
« Niente affatto, quello stupido io ... io ... » cercò di dire, ma Scorpius la fermò.
« Sì ho capito. » disse con un sorrisino. " Certo che quei due sono proprio fatti l'una per l'altra, Eliz è gelosa marcia. " pensò fra sè.
« Cambiando argomento, volevo chiederti com' è andata la lezione?  » chiese il ragazzo.
« Benissimo. » disse la ragazza, iniziando a raccontare tutto quello che aveva fatto con suo padre.
« Cosa? La tua spada si chiama Velias? » esclamò una volta che Eliz ebbe finito di parlare.
« Perchè sei così sorpreso? » chiese allora la ragazza.
« Io ho già sentito questo nome, anzi, mi sembra di averlo visto scritto su un' antico libro appartenente alla mia famiglia. » disse Scorpius sovrappensiero.
« Davvero ?! Anche a me sembra molto familiare, come se ... lo conoscessi da sempre. » rispose allora Eliz.
I due ragazzi si guardarono negli occhi, ed entrambi capirono quello che l'altro voleva dirgli. C' era qualcosa di strano in quella faccenda e loro avrebbero scoperto di cosa si trattava.
« Scorp, chiedi ai tuoi genitori se possono mandarti quel libro, credo che ci sarà molto utile. » disse Eliz.
« Certo, domani gli invierò un gufo, sono sicuro che faranno il prima possibile. » rispose.
In quel preciso istante entrò anche Natalie, che si buttò subito sul divano con malagrazia.
« Nat, che succede? » chiesero in coro i due ragazzi.
« Maledetto tema di Trafigurazione, non sono riuscita a scrivere una sola parola. » rispose esasperata.
« Non preoccuparti, Scorpius sarà felice di aiutarti. Vero? » disse Eliz anticipando l'amico.
Il ragazzo le sorrise riconoscente e si affrettò a rispondere.
« Certo, dai vieni Nat. » disse porgendogli la mano.
« Grazie. Eliz, ricordati che dopo voglio sapere tutto quello che è successo all'allenamento. » disse Natalie.
« Certo. »  rispose .
Dopo di chè la ragazza prese la mano di Scorpius, la strinse ed insieme si diressero in biblioteca.
Eliz sorrise, almeno per loro due tutto stava procedendo bene. Si alzò dalla poltrona e salì le scale, per andare nel Dormitorio femminile. Si buttò sul letto senza neanche mettersi il pigiama e si addormentò profondamente.

 

 

                                                                                      ***

 

 


Un uomo alto, con grandi occhi di colore grigio ardesia correva disperatamente per le vie della piccola cittadina, ormai distrutta. Ad un tratto sentì una grande esplosione, si voltò di scatto ed osservò con ira l'uomo che era di fronte a lui.
Aveva i capelli biondi, gli occhi grigio scuro e da dietro gli spuntavano un paio di ali nere come la pece, senza alcun riflesso.
« Oh eccoti qui Jake, pensavo non ti avrei più rivisto. » disse l'uomo ghignando e sbarrandogli la strada.
« Che cosa vuoi ? » rispose arrabbiato.
« Consegnami la bambina. » esclamò con quella voce metallica.
« Mai, non ti permetterò di prendere mia figlia. » disse con decisione.
L'uomo rise malvagiamente.
« E' la cosa più giusta da fare, noi l'educheremo bene e riusciremo far uscire tutte le sue potenzialità. »
« Non riuscirai a portarmela via e sopratutto non ti permetterò di farle il lavaggio del cervello. » disse con rabbia.
« Credo che dovrai abituarti a vivere senza di lei. Preparati a combattere. » disse sguainando la spada e lanciandosi su Jake, che però riuscì a schivare l'attacco.
L'uomo gli si lanciò di nuova addosso come una belva furiosa e cercò di colpirlo con un fendente, ma Jake riuscì a pararlo ancora una volta.
I due si fermarono un' attimo e si guardarono negli occhi.
« Tu non puoi competere con me, ricordati che io ho una delle principali caratteristiche esistenti, una di quelle che determina la Triade della guerra. » disse il padre di Eliz con orgoglio, mostrando la spada nel quale vi era inciso il nome Paasias.
L'uomo sbarrò gli occhi, ma poi disse con sicurezza:
« Potrai anche avere una caratteristica importante, ma sarà difficile competere con tutti noi. »
E proprio in quel momento, un gruppo di Angeli Guerrieri venne verso di loro con le spade sguainate.
« Attaccate. » disse l'uomo con un ghigno. In un attimo tutti quegli angeli si scagliarono contro Jake.


« Papà, Nooo. » disse Eliz dimenandosi fra le coperte verdi- argento del suo letto a baldacchino.
Si svegliò di soprassalto, scossa dal sogno che aveva fatto e si mise seduta sul letto. Natalie la guardò allarmata, si alzò e si sedette accanto a lei.
« Eliz, cosa hai sognato? » chiese con preoccupazione.
La ragazza le spiegò tutto e l'amica si portò una mano sulla fronte.
« Certo che questi incubi non ti abbandonano mai comunque, ieri Scorpius mi ha detto tutto riguardo a Velias e credo che tuo padre non ti abbia detto proprio tutto sulle caratteristiche degli angeli guerrieri. » disse l'amica.
« Già l'avevo pensato anche io. Chiederò tutto a mio padre appena lo rivedrò e nel frattempo leggerò il libro che Scorpius ha chiesto hai suoi genitori. Così avrò le idee un po' più chiare. » rispose Eliz.
« Buona idea ! Ma adesso è meglio muoverci, ricordati che alla prima ora abbiamo lezione di Cura delle creature magiche con i Tassorosso. » affermò alzandosi dal letto e afferrando la ragazza per il pigiama.
« Ok  non c'è bisogno che mi tiri. » rispose Eliz.
E detto questo, le due ragazze scesero dal dormitorio e si diressero verso la Sala grande per fare colazione.
Si sedettero al tavolo dei Serpeverde e si misero a mangiare. Eliz prese una deliziosa crostatina con la nutella e si versò un bel bicchiere di succo di zucca, mentre Natalie scelse del semplice latte con i biscotti.
Proprio in quel momento Scorpius entrò in Sala Grande e si andò a sedere vicino a Natalie, che subito si girò nella sua direzione e lo salutò con un bel sorriso e un bacio sulla guancia. Eliz guardò l'entrata della sala e si stupì di non vedere Albus, lui e Scorpius scendevano sempre insieme per la colazione.
« Non perdere tempo Eliz, Albus non c' è. Stamattina non sono riuscito a svegliarlo, ho addirittura tentato di svegliarlo con un Aguamenti ma non è servito a niente. » disse il ragazzo con un sorriso.
« Io non ... » cercò di dire
« Lo sapevo che lo stavi cercando fra la folla non negarlo. » ribattè Scorpius.
« Volevo soltanto evitare di vederlo. » disse la ragazza incrociando le braccia.
Quando i tre ragazzi finirono di fare colazione, presero le loro borse e si diressero verso il parco dove ci sarebbe stata la lezione di cura delle creature magiche.

 

                                                                                           


                                                                                    ***

 






Sala Comune dei Serpeverde.
Pomeriggio.

 


Eliz era seduta su una dei tanti divanetti neri che vi erano in Sala Comune, era sola visto che Natalie e Scorpius avevano deciso di passare un po' di tempo da soli. Sorrise fra sè, felice per i suoi due migliori amici e si mise a contemplare le fiamme che scoppiettavano all'interno del camino.
Ripensò al sogno che aveva fatto la scorsa notte e si chiese cosa fosse la Triade della quale parlava suo padre e del nome della spada che non era riuscita a decifrare. " Paasias, chissà cosa vuol dire. " pensò la ragazza, mettendosi sdraiata sul comodo divanetto. Proprio in quel momento, un primino piuttosto spaesato, entrò in Sala Comune con una lettera in mano.
Si guardò in torno, come se cercasse qualcuno e poi si diresse lentamente verso di lei.
« Tu sei Elizabeth Guardian? » chiese il ragazzino.
Eliz annuì
« Tieni questa è per te. » rispose porgendole la lettera e rimanendo fermo come un palo.
« Grazie. » rispose Eliz e il ragazzino si diresse svelto verso il suo dormitorio.


Eliz, è appena arrivato il libro che mi avevi chiesto, l'ho sfogliato e sono rimasto davvero impressionato.
 Raggiungimi in biblioteca, credo che questo libro potrà dare alcune risposte alle tue domande.
S. H. M




La ragazza lesse il biglietto e si diresse con impazienza in biblioteca dove trovò Scorpius con il libro aperto in mano, ma che guardava insistentemente Natalie e gli rivolgeva sorrisi e carezze. Mentre dall'altra parte del tavolo c' era Albus che guardava alcuni volumi che parlavano di poteri alternativi e caratteristiche magiche poco comuni.
Si avvicinò al tavolo e si sedette vicino a Potter visto che era l'unico posto rimasto libero. Scorpius si girò verso di lei e le porse l'enorme e vecchio libro, indicando alcune righe scritte in grassetto.

 


La triade della guerra rappresenta le tre caratteristiche supreme che rendono un Angelo Guerriero, potente e imbattibile come non mai. Nel corso della storia solo due persone sono riuscite ad ottenere la Triade ma entrambe, non sono riuscite a controllare tutti gli immensi poteri che ne derivano e sono stati distrutti dalla loro stessa debolezza.
 Tuttavia, pochi sono coloro che possiedono anche una sola caratteristica appartenente alla Triade. Le tre importanti caratteristiche sono ...




« Ragazzi, ma le pagina è strappata. » disse Eliz sconfortata.
« Lo sappiamo, sicuramente qualcuno non voleva farci sapere quello che c'era scritto in seguito. Ma il punto è perchè tuo padre ti ha nascosto questi dettagli? » disse Scorpius pensieroso.
« Secondo me aveva paura che tu cercassi di riformare la Triade. » rispose Natalie.
« No io non credo, insomma io non sarei mai riuscita a creare la Triade, non solo ho imparato da poco a controllare i miei poteri ma io non avrei mai rischiato la mia vita soltanto per il potere. » obbietò Eliz.
« Sì Eliz ma ricorda che non tutti sono come te, secondo me la pagina è stata strappata per prevenzione, pensa che cosa succederebbe se qualche altro Angelo Guerriero decidesse di ricreare la Triade e scoprisse le tre caratteristiche principali, sarebbe un bel guaio. »  disse sicuro Albus, guardandola serio.
Tutti si girarono verso di lui, era da un bel pò che se ne stava zitto sfogliando i libri che vi erano sul tavolo e quell'intervento aveva stupito tutti i presenti.
« Sì potrebbe essere, anche se ancora non ho capito perchè mio padre non mi ha parlato della Triade e della caratteristica che possiede. » esclamò Eliz sovrappensiero.
« Non lo so Eliz, ma non preoccuparti, la prossima volta che vedrai Jake glielo chiederai così riusciremo a capire cosa centra tutto questo con te. » rispose Natalie.
Detto questo Scorpius e Natalie rimasero in biblioteca per finire di studiare Antiche Rune mentre Eliz, prese il libro che parlava della Trilogia e si diresse verso la Sala Comune. Albus rimase li per qualche altro minuto cercando di concentrarsi su un tema che doveva finire, ma poi decise di andarsene ed uscì dalla biblioteca.

 





 

* Angolo Autrice *

 

Ciao a tutti :D
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto !
Come sempre volevo ringraziare le 24 persone che seguono la storia , le 5 che la preferiscono e le 2 che la ricordano, ma anche chi legge solamente ( Che spero comunque si faccia sentire tramite le recensioni :D )  Un ringraziamento speciale per Albus Severus Potter  e Loreena McKenzie che hanno recensito il capitolo precedente.
Un grande abbraccio.

 


Elizabeth_Lovegood
*]*       s 

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Capitolo 16
*** Tra nuove scoperte, cadute accidentali, risvegli sconvolgenti e dolorose constatazioni ***


 



Tra nuove scoperte, cadute accidentali, risvegli sconvolgenti e dolorose constatazioni.







Alcune settimane dopo.
Sabato notte.


Passarono alcune settimane, durante le quali Eliz  non aveva fatto altro che trascorrere gran parte del tempo che aveva a disposizione a leggere il libro nel quale avevano trovato le informazioni sulla Triade e si era anche accorta che alcune pagine erano strappate. Aveva trascorso interi pomeriggi in biblioteca insieme a Natalie, per cercare altri volumi che parlassero di quegli argomenti, ma era stato tutto inutile, visto che i libri che parlavano degli Angeli Guerrieri non solo erano pochi ma avevano soltanto informazioni sommarie.
Per tutto quel tempo era anche stata costretta ad evitare Scorpius visto che era sempre in compagnia di Potter, che ogni volta che l'incrociava per i corridoi non faceva altro che cercare di parlarle per farsi perdonare. Lei non aveva voluto sentire ragioni, e ogni volta che Albus si avvicinava, iniziava a correre per i corridoi e ad usare scorciatoie per seminarlo.
Era notte, Eliz si rigirò fra le coperti verdi - argento del suo letto per l'ennesima volta; non era ancora riuscita a prendere sonno al contrario di Natalie, che invece dormiva beata.
Spazientita e stanca di continuare a rigirarsi nel letto, si mise a sedere, prese la bacchetta e sussurrò " Lumos ". Immediatamente, una flebile luce apparve sulla parte superiore della bacchetta ed illuminò un tantino la stanza.
La ragazza si guardò intorno e fissò il comodino dove era poggiato il grande ed antico libro. Si alzò dal letto, lo prese e scese in Sala Comune visto che non riusciva a dormire. Si sedette su uno dei divanetti vicino al caminetto e lo sfogliò per l'ennesima volta, come se le risposte alle sue domande potessero comparire da un momento all'altro scritte su quelle vecchie ed ingiallite pagine. Proprio in quel momento ricordò la conversazione che era avvenuta fra lei e Scorpius.

Piccolo flashback

« Cosa? La tua spada si chiama Velias? » esclamò una volta che Eliz ebbe finito di parlare.
« Perchè sei così sorpreso? » chiese allora la ragazza.
« Io ho già sentito questo nome, anzi, mi sembra di averlo visto scritto su un' antico libro appartenente alla mia famiglia. » disse Scorpius sovrappensiero.
« Davvero ?! Anche a me sembra molto familiare, come se ... lo conoscessi da sempre. » rispose allora Eliz.

 Fine Fllashback

La ragazza fissò quelle vecchie pagine ingiallite e riflettè sulla conversazione, Scorpius aveva visto scritto quel nome quindi le pagine non solo erano state strappate di recente, ma i contenuti tolti riguardavano non solo la Triade ma anche la sua abilità principale. Sfogliò il libro in modo frenetico, fino ad arrivare alla pagina dove si parlava della Triade. Dopo il sogno che aveva fatto su suo padre era rimasta così incuriosita da tutta la faccenda, da essersi dimenticata il vero motivo per il quale aveva chiesto a Scorpius di prendere quel libro. Cercò fra le pagine il nome Velias, ma non l'ho trovò scritto da nessuna parte.
Si lasciò cadere pesantemente sul divanetto e si mise ad osservare insistentemente il soffitto bianco che aveva di fronte; tutto questo poteva significare soltanto una cosa, la sua caratteristica principale aveva a che fare con la Triade e quasi certamente apparteneva ad essa. Doveva assolutamente scoprire se le sue supposizioni erano vere. Dopo un lasso di tempo che le parve infinito si alzò dal divano ed entrò nel suo dormitorio. Prese l'orologio da polso babbano che aveva sul comodino e guardò l'ora; erano le 4 di mattina. Si sdraiò di nuovo nel suo letto con quel pensiero ancora nella mente e una domanda che la tormentava; " Perchè mio padre non mi ha detto niente riguardo alla Triade ed alla mia caratteristica? " pensò la ragazza, rigirandosi fra le coperte.
Proprio in quel momento le venne in mente che anche Jake aveva una caratteristica importante; " Paasias, devo assolutamente scoprire cosa significa ! " si disse mentalmente.
Così si alzò per l'ennesima volta, guardò il letto dove Natalie dormiva profondamente e uscì dal dormitorio cercando di fare meno rumore possibile. L'unico posto nel quale avrebbe potuto trovare qualcosa riguardo le caratteristiche e la Triade era il reparto proibito della biblioteca e visto che non riusciva a dormire, avrebbe perlomeno cercato di scoprire qualcosa in più sulle caratteristiche.
Entrò in Sala comune e stava quasi per uscire dal buco del ritratto, quando sentì una voce alle sue spalle.
« Eliz, dove credi di andare a quest'ora? » disse Albus scendendo dalla scale che conducevano al dormitorio maschile.
« Non sono affari tuoi, Potter. » ribattè la ragazza calcando sul cognome.
« No o mi dici dove stai andando, oppure andrò a dire tutto ai prefetti. » disse con il suo solito ghigno.
« Cos'è un ricatto? » rispose.
« Se vuoi intenderla così, sappi che potrei aiutarti, ti ricordo che ho il mantello dell'invisibilità, potrei anche prestartelo. » disse girandole intorno.
« Va bene, devo andare nel reparto proibito della biblioteca per cercare qualcosa riguardo la Triade e la caratteristica che possiedo. Mio padre non mi detto tutto e io penso che l'abilità che ho è in relazione con la Triade. E tanto per la cronaca, non ho bisogno del tuo aiuto. » disse decisa.
« Credo che sarai costretta ad accettarlo visto che se non mi permetti di venire con me, dirò tutto ai prefetti. » rispose aprendo ancora di più quel suo ghigno.
Eliz sbuffò irritata, ma acconsentì, visto che non aveva alcuna intenzione di farsi beccare e di ricevere una punizione. Il ragazzo salì in dormitorio, prese il mantello e raggiunse Eliz che aveva incrociato le braccia sotto il seno, ancora arrabbiata.
Albus la guardò con la coda dell'occhio e sorrise, poi prese il mantello e coprì sia se stesso che Eliz. Uscirono in punta di piedi cercando di non fare rumore, si strinsero meglio nel mantello per evitare di far vedere i piedi da sotto. Percorsero numerosi corridoi bui, cerando di fare il meno rumore possibile, quando ad un certo punto, sentirono un rumore alle loro spalle.
Eliz si strinse ancora di più nel mantello avvicinandosi inconsapevolmente ad Albus, che ghignò e approfittò della situazione per stare più vicino alla ragazza. Ad un tratto, videro il professore di Trasfigurazione svoltare l'angolo ed avvicinarsi verso loro con la bacchetta alzata e usata come una piccola torcia. Il professore gli passò accanto senza notarli, ma prima di andarsene, voltò il viso verso di loro come se in un certo senso avesse percepito la loro presenza. I ragazzi, spaventati, trattennero il fiato e solo quando l'insegnante si allontanò ricominciarono a respirare normalmente. Camminarono per altri corridoi fin quando arrivarono alla meta prestabilita. Si piazzarono davanti alla porta della biblioteca,la ragazza uscì la mano dal mantello e con la bacchettò alzata pronunciò un flebile " Alohomora ".
La porta si aprì con un leggero cigolio e i due ragazzi entrarono richiudendosela alle spalle. La stanza era avvolta nell'oscurtà più totale, si tolsero il mantello e pronunciarono un flebile " Lumos " per cercare di rischiarare l'ambiente. Vagarono per i vari scaffali pieni zeppi di libri, fin quando non trovarono la sezione proibita. Si guardarono intorno ed osservarono con attenzione lo scaffale pieni di libri antichi che avevano davanti.
« Ok iniziamo a cercare. » disse Eliz prendendo una sedia e salendoci sopra per riuscire ad arrivare ai ripiani più alti.
« Perchè non provi ad appellare i volumi? » commentò il ragazzo con fare ovvio.
« Questa è la sezione proibita e ti ricordo che i libri che si trovano qui non possono essere appellati per ragioni di sicurezza. » esclamò con stizza.
Albus la guardò per una frazione di secondo e poi cominciò a cercare fra gli scaffali. Prese alcuni libri che sembravano poter fare al caso loro e si sedette su uno dei tavolini della biblioteca, mentre Eliz era ancora sopra la sedia che cercava di prendere un libro dall' aria molto vecchia. Il ragazzo cominciò a leggere ma non trovò niente di nuovo, ma solo le solite informazioni sommarie.
« Uff ci sono quasi. » sussurrò la ragazza rivolta a se stessa.
Albus trattenne a stento una risatina, si diresse verso Eliz e con un sorrisetto bisbigliò:
« Ferma, lo prendo io. »
« No, non c' è bisogno. » sussurrò.
Stava quasi per afferrarlo quando perse l'equilibrio. Chiuse gli occhi, pronta a subire l'impatto con il freddo pavimento della biblioteca, ma questo non arrivò mai. Riaprì gli occhi e si ritrovò stretta fra le braccia di Albus che oltre ad aver evitato la sua brutta caduta era anche riuscito non far cadere la sedia sulla quale era fino a cinque minuti fa.
Il ragazzo la strinse più forte, poi a malincuore, l'adagiò su un'altra sedia. Si girò verso lo scaffale e allungò il braccio per prendere quel tanto agognato libro. Si sedette vicino ad Eliz che era arrossita a causa di quello che era successo prima, " Perchè mi fa quest'effetto? " si chiese sconsolata. Voltò lo sguardo e si mise ad osservare la finestra, mentre il ragazzo aprì il libro e glielo porse.
Sfogliò velocemente le pagine, si fermò di scatto e lesse attentamente quello che c'era scritto e poi diede il libro ad Albus per fargli vedere quello che aveva scoperto.


 

La triade è composta da due importanti caratteristiche a noi note che sono Paasias e Velias, la terza caratteristica è ancora ignota, poichè solo chi sarà in grado di riuscire a controllare perfettamente le due caratteristiche citate, scoprirà la terza caratteristica e diventerà padrone effettivo dalla Triade.




La ragazza sfogliò il libro ancora più furiosamente, alla ricerca di altre informazioni, ma non trovò altro. Proprio in quel momento, sentirono  un rumore di passi provenire verso di loro. Albus prese il mantello, coprì sia se stesso che Eliz, e insieme uscirono dalla biblioteca il più in fretta possibile. Appena entrarono in Sala comune, i due ragazzi stanchi a causa dalla nottata trascorsa in cerca d'informazioni,
si sedettero sul comodo divanetto di pelle e accesero il fuoco nel camino. Ormai erano le sei di mattina e quindi non aveva senso tornare a dormire.
« Eliz avevi ragione, tu hai una delle due caratteristiche, senza contare quella che è ancora ignota, ovviamente. » disse con tono assonnato.
« Grazie per aver affermato l'ovvio. » rispose stizzita, sbadigliando per il sonno.
« Smettila di essere così acida. » esclamò con tono calmo, sistemandosi meglio sul divanetto.
« Uhm ... lasciami in pace. » disse chiudendo gli occhi, sopraffatta dalla stanchezza.

 

                                                                                         ***



 

Domenica mattina.
Sala comune dei Serpeverde.
Ore 8: 00.




Albus aprì leggermente gli occhi, ancora impastati dal sonno, e li strofinò con vigore per svegliarsi. Cercò di stiracchiarsi ma il suo braccio era bloccato da qualcosa; si guardò intorno e solo in quel momento capì che non si trovava nel suo dormitorio bensì in Sala comune, steso su uno dei tanti divanetti neri. Voltò di scatto la testa verso il braccio che non riusciva a muovere e si accorse che Eliz era sdraiata accanto a lui, con la testa poggiata sul suo arto.
La guardò con un sorriso e si mise ad accarezzarle i capelli, approfittando dell'occasione. Proprio in quel momento, la ragazza cominciò a muoversi e aprì gli occhi. Appena vide Albus accanto a lei, si alzò di scatto dal divano e si mise a sedere in modo rigido. Il ragazzo fece un ghigno compiaciuto in direzione della ragazza.
« Ti do così tanto fastidio da non riuscirmi a stare vicino? Oppure è un'altra la ragione ? » chiese ghignando ancora di più.
« Mi dai soltanto fastidio. » rispose, girandosi dall'altra parte.
« Io credo che sia tutto il contrario. » disse facendola voltare.
« Tu non mi interessi e ora scusami ma devo salire in dormitorio per raccontare quello che ho scoperto a Natalie. » disse alzandosi dal divano e dirigendosi verso il dormitorio femminile.
Albus la guardò, mentre saliva le scale che portavano al dormitorio e sussurrò fra sè e sè " Riuscirò a dimostrarti che a me non interessa Agnes, lo vedrai."
Eliz aprì la porta e si sdraiò sul suo letto disfatto; era domenica e Natalie stava ancora dormendo anche se erano già le otto e un quarto. Poggiò la testa sul cuscino e tentò di riaddormentarsi, senza ottenere nessun risultato. Così si vestì e si mise a leggere un libro sdraiandosi sul letto.
Dopo un po' Natalie aprì gli occhi e appena vide Eliz già sveglia assunse un'espressione di puro stupore. Si stropicciò gli occhi e si alzò dal letto, avvicinandosi a quello dell'amica che era totalmente concentrata sulla lettura del libro.
« Non è possibile. Tu sei riuscita a svegliarti prima di me? Tu che la domenica, dormi sempre sino alle undici e salti anche la colazione? » disse la ragazza sedendosi accanto a lei.
« Beh, è una storia lunga. » disse la ragazza, staccando gli occhi dal libro e iniziando a raccontare tutto quello che era successo la notte precedente.
« Questa faccenda della Triade diventa sempre più misteriosa e inoltre ora hai anche scoperto di avere una delle caratteristiche principali sta diventando tutto più complicato.  » commentò la ragazza.
« Sì hai ragione, poi la faccenda delle caratteristica segreta mi incuriosisce ancora di più e un'altra cosa che non mi convince è il fatto che mio padre non mi ha detto niente, insomma è una cosa importante, doveva dirmelo. » rispose Eliz.
« Beh fra qualche giorno verrà per la lezione, quindi potrai chiedere direttamente a lui il motivo. » disse Natalie sicura.
« Sì e sarà costretto a spiegarmi tutto. » rispose la ragazza.
« Ora è meglio non pensarci più. Che ne dici di scendere a fare colazione? E' la prima volta che ti vedo sveglia a quest'orario di domenica mattina. » esclamò l'amica.
« Certo ho una fame da lupi mannari. » disse la ragazza uscendo dal dormitorio, seguita da Natalie.


 

Pomeriggio inoltrato.



Eliz era seduta su uno dei tanti tavoli della biblioteca, sepolta sotto una montagna di libri, che cercava disperatamente di riuscire a trovare le informazioni che le servivano per completare la sua ricerca di Storia della magia.
Si accasciò sulla sedia, stanca di dover studiare una materia tanto noiosa ed inutile e rimise i libri nella borsa a tracolla. Si mise a girovagare per i corridoi di Hogwarts, visto che Natalie e Scorpius avevano deciso di passare del tempo da soli nella stanza delle necessità.
Annoiata da tutto quel girovagare senza meta, decise di uscire fuori dal castello per godersi un po' di pace e tranquillità. Appena attraversò la soglia del grande portone, una brezza fresca le sferzò il viso e sorridendo, si diresse verso la radura dei Thestral dove si era tenuto l'allenamento con Jake.
Guardò il cielo nuvoloso, dal quale si poteva scorgere qualche flebile raggio di sole e si fermò al centro dello spiazzale, guadandosi intorno. Chiuse gli occhi e si concentrò, come le aveva detto suo padre durante la prima lezione e subito dopo, un bellissimo paio di ali nere dai riflessi argentei spuntarono dalla sua schiena.
Spiegò le ali e si librò nel cielo, l'aria fresca le sferzava il viso e con un bel sorriso sulle labbra salì di quota fino a quando si trovò a
poter osservare da vicino le nuvole bianche che coprivano il cielo. Il volo era la cosa che le piaceva di più in assoluto, aveva il potere di farle svuotare la mente  e di liberarla dai pesanti pensieri che l' opprimevano. Salì ancora più in alto, incurante del vento che si faceva sempre più freddo a causa dell'altitudine e poi scese in picchiata fermandosi ad una decina di metri dal terreno della radura ed atterrò lentamente.
Ormai il cielo era scuro a causa dell'orario tardo e così Eliz decise di tornare in Sala Comune. Percorse alcuni corridoi fin quando sentì delle voci e anche qualche risatina provenienti da dietro l'angolo che stava per svoltare. Sì fermò di scatto e incuriosita, si nascose dietro una colonna e sporse un po' il viso.
A quella vista, non potè provare altro che un gran sentimento di rabbia e delusione. Le due persone che stavano chiacchierando altri non erano che Albus ed Agnes.


 

* Angolo Autrice *


Ciao a tutti :D
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto! Come sempre ringrazio le 25 persone che seguono questa storia, le 5 che la preferiscono e le 2 che la ricordano. Un grazie anche ai lettori silenziosi( che spero si facciano sentire tramite le recensioni) e a chi ha recensito lo scorso capitolo.
Un grande abbraccio. A presto.

 

Elizabeth_Lovegood

 














 

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Capitolo 17
*** Fra importanti confessioni, lotte all'ultima risata e nuove scoperte ***





Fra importanti confessioni, lotte all'ultima risata e nuove scoperte 









Rimase lì, pietrificata da quella vista, e si sporse ancora cercando di vedere meglio il viso di entrambi. Vide Agnes con un sorrisetto malizioso sul viso, mentre Albus era di spalle. Un moto di rabbia l'invase completamente, ma decise di rimanere li, per scoprire quello che si stavano dicendo.
Proprio in quel momento, la bionda decise di parlare:
« Al lo so che ti piaccio, dai andiamo in qualche aula vuota. » disse con il solito tono mieloso e quasi supplicante.
« Certo che non hai un minimo di dignità! Ti ho appena detto che non m'interessi. » rispose il ragazzo sbuffando spazientito.
Appena sentì quelle parole, un sorriso radioso spuntò sul viso di Eliz e stava quasi per uscire dal nascondiglio quando sentì la replica della ragazza.
« Dai Al non dirmi che ti sei innamorato, tu che hai passato anni a cercare le ragazze solo per divertirti ! Io ti sto proponendo quello che desideri, cioé un bel po' di divertimento. » disse avvicinandosi a lui, appoggiandosi alla spalla sua spalla e cominciando a toccargli i capelli.
Albus la scostò da se e con un sorrisetto divertito e rispose:
« Sei davvero patetica. »
La ragazza s'irrigidì e lo guardò stupita, riprendendo solo dopo qualche minuto il suo solito sorrisino irritante.
« Dai Al non ti sto chiedendo molto. »  gli sussurrò ad un orecchio.
Il ragazzo l'allontanò ancora una volta e con un sorrisetto disse:
« E' incredibile la tua totale mancanza di dignità, sei soltanto una stupida e sai, non sopporto più il tuo starmi continuamente intorno. Lo vuoi capire che la tua presenza non è gradita? »
Agnes lo guardò stupita.
« Non dirmi che ti sei innamorato di quella scialba di Elizabeth. » disse emettendo una risatina stridula.
Il ragazzo la guardo con ira; nessuno poteva insultare Eliz, l'unica ragazza che non si era mai soffermata sull'importanza del suo cognome, l'unica che riusciva a farlo ridere di cuore, cosa che solo il suo migliore amico riusciva a fare e la sola che, con il suo carattere, era riuscita a fargli capire cosa significava provare amore per qualcuno.
 Si sorprese da solo per il pensiero che aveva avuto; lui non aveva mai creduto all'amore, ma a quanto pare si era dovuto ricredere.
« Sì io mi sono innamorato di Eliz e mi dispiace soltanto che adesso lei cerchi di evitarmi come se avessi la Spruzzolosi soltanto per colpa tua. Ma te la farò pagare, hai capito? » disse con rabbia.
Eliz, che era ancora nascosta, sgranò gli occhi incredula non riuscendo a credere a quello che aveva appena sentito, " Lui ha detto che si è innamorato di me. " pensò sbalordita. In quel momento, nella sua mente rivide tutti gli istanti passati con lui nel corso di quei sei anni di conoscenza, tutti gli scherzi che si erano fatti,
le battutine che ogni giorno si scambiavano e i duelli di magia in mezzo ai corridoi, fino a quando arrivò a rivivere anche il giorno della festa di Capodanno a villa Malfoy. Sorrise al pensiero di quella serata passata a giocare a palle di neve e al ricordo di quel meraviglioso bacio che si erano scambiati. Si stupì di se stessa, insomma credeva di detestarlo ma invece si era accorta che era tutto il contrario.
Rimase ancora li, ferma come se le avessero appena lanciato un Pertificus Totalus e continuò ad osservare la scena.
Agnes guardò il ragazzo incredula ed indietreggiò spaventata;  non aveva mai visto Albus Severus Potter così arrabbiato, di solito riusciva sempre a mantenere la calma.
Si guardò intorno come se stesse cercando una via di fuga e dopo quelle che le sembrarono ore il ragazzo continuò dicendo con tono minaccioso e con un sorrisetto sadico:
« E adesso vattene mi hai causato già abbastanza problemi. »
La ragazza non se lo fece ripetere due volte e se ne andò lasciandolo nel corridoio. Proprio in quel momento Eliz uscì dal suo nascondiglio e si avvicinò ad Albus che era ancora girato di spalle e che di conseguenza non l'aveva ancora vista. Il ragazzo si girò di scatto e quando vide Eliz, un espressione di pura sorpresa spuntò sul suo viso.
« Ehm tu, ecco ... hai sentito ...? » disse balbettando imbarazzato.
<< Sì ho sentito tutto. » rispose la ragazza, abbassando il capo.
Albus ridacchiò e si avvicinò ancora di più, prendendole il mento con due dita e costringendola ad alzare la testa.
« E allora ? » disse.
« A- allora cosa? » chiese imbarazzata.
« Cosa provi per me? » disse il ragazzo abbassando il tono di voce ed avvicinandosi ancora di più a lei.
Eliz deglutì sonoramente ed Albus ghignò, soddisfatto di riuscire a provocarle quell'effetto. La ragazza, inaspettatamente, si avvicinò ancora di più e lo guardò negli occhi con un sorriso sulle labbra. Albus l' osservò confuso dal suo repentino cambio di espressione, ma non ebbe il tempo di dire neanche una sillaba che le labbra di Eliz si posarono sulle sue.
In un primo momento rimase intontito, ma appena realizzò quello che stava succedendo sorrise sulle labbra della ragazza ed approfondì il bacio cingendole i fianchi e facendola arretrare fino al muro.  Eliz mise le mani sul suo petto e si lasciò trasportare da Albus, che nel frattempo, si era messo ad accarezzarle i capelli ed a mordicchiarle lievemente il labbro inferiore.
Diversi brividi le percorsero la schiena, così si stinse ancora di più al ragazzo continuando a baciarlo e portò le mani sulla sua nuca accarezzandogli delicatamente i capelli corvini. Sì staccarono alcuni minuti dopo, entrambi con il fiato corto ma rimanendo comunque vicini e quando riuscirono di nuovo a respirare regolarmente Eliz prese la parola.
« Credo che questo basti come risposta. » gli sussurrò all'orecchio.
Il ragazzo la guardò e  gli sussurrò a sua volta, ghignando.
« No non mi basta. »
« Uhm e sentiamo cosa dovrei fare? » rispose stando al gioco.
Il ragazzo, per tutta risposta, la prese per i fianchi e fece congiungere di nuovo le loro labbra. Eliz rispose al bacio con vigore e  si strinse ad Albus  che in un attimo, la sollevò da terra e la prese in braccio, senza smettere di baciarla.
« Al, mettimi giu ! » disse la ragazza con tono autoritario, una volta terminato il bacio.
« Ehm ... fammi pensare ... no. » rispose il ragazzo con un ghigno.
« Dai fammi scendere. » continuò la ragazza.
« Prima vorrei sentirmi dire due paroline che per me sono importantissime. » disse con un sorriso.
« Ehm ... ti amo. » sussurrò imbarazzata, abbassando lo sguardo.
« Cosa? Non ho sentito. » ribadì ghignando.
« Ti amo ! » disse alzando la voce e guardandolo negli occhi.
Sul viso di Albus si aprì un grande sorriso e con tono dolce disse:
« Anche io. »
Proprio in quel momento passarono dal corridoio Scorpius e Natalie, di ritorno dal loro pomeriggio trascorso insieme e si sorpresero nel vedere i due migliori amici in quella situazione.
« Ehm ragazzi mi dispiace ... interrompervi, ma è tardi domani avrete tutto il tempo di dirvi le vostre frasi da diabete. >> disse Scorpius in direzione dei due ragazzi.
« Anche tu quando sei con la tua ragazza fai venire il diabete quindi parla per te. » rispose Albus fissando la mano dell'amico che era stretta intorno a quella di Natalie.
« Va bene ragazzi, ma adesso è meglio andare a mangiare. » affermò Natalie.
Albus sbuffò ma poi rimise a terra Eliz e si diressero tutti insieme verso la Sala grande.



                                                                                           ***








Qualche giorno più tardi.
Sala comune dei Serpeverde.
Pomeriggio presto.





Eliz si alzò dal divanetto sul quale era seduta sbuffando spazientita. Quel pomeriggio suo padre sarebbe venuto per una nuova lezione ma  lei non ce la faceva più ad aspettare;
era impaziente di chiedergli tutto quello che c' era da sapere sulla Triade e voleva anche conoscere il motivo per il quale gli aveva nascosto quelle cose così importanti che riguardavano lei e la sua caratteristica.
Si sedette di nuovo sul divano, prese un libro e si mise a leggere per cercare di passare il tempo e per rilassarsi un po'. Proprio in quel momento i suoi occhi vennero coperti da due mani che si posarono su di essi.
« Chi sono? » disse una voce che conosceva bene.
« L' essere più stupido della terra? » rispose la ragazza ridendo di gusto.
Il ragazzo tolse le mani dai suoi occhi ed Eliz si girò per guardarlo. Albus era li, dietro di lei, con le braccia conserte ed un broncio sul viso. A quella vista non potè fare altro che ridere di gusto, sprofondando ancora di più nel soffice divanetto.
« Non pensare di cavartela così, meriti una punizione per quello che hai detto. » disse il ragazzo ghignando ed avvicinandosi a lei.
« A sì e cos' hai intenzione di farmi? » rispose divertita.
Albus, per tutta risposta, si mise di fronte a lei ed iniziò a farle il solletico dappertutto, facendola ridere e contorcere come non mai.
« Al ... ahahahah ... Smettila ahahah. » disse fra una risata e l'altra.
« Solo se mi dai un bacio. » rispose il ragazzo, attirandola e se.
Eliz non se lo fece ripetere due volte e posò le sue labbra su quelle del ragazzo. Continuarono a baciarsi per qualche altro minuto e poi si misero a parlare, prendendosi in giro a vicenda. Il pomeriggio passò così, fra baci, insulti, ancora baci e chiacchiere tranquille.
« Miseriaccia! Sono le 7: 00 io dovevo  essere a lezione già dalle 6: 30 » affermò la ragazza alzandosi di scatto dal divano.
« Uff, va bene, vai sei già in ritardo. » sospirò rassegnato.
La ragazza non se lo fece dire due volte e con uno scatto fulmineo uscì dalla Sala comune, diretta verso la radura dei Thestral.

                                                                                              
                                                                                              ***







Radura dei Thestral.
Pomeriggio inoltrato.



Eliz corse a perdifiato fino alla radura per cercare di non arrivare in ulteriore ritardo.  Durante la sua corsa travolse almeno quattro primini che si erano trovati improvvisamente seduti per terra come se fossero stati travolti da un uragano.
Dopo 10 minuti riuscì finalmente ad arrivare alla destinazione che si era prefissata e dopo qualche minuto d' attesa, vide suo padre che correva verso di lei con respiro affannato. Si fermò di fronte a lei, sfinito dalla corsa e cercò di far entrare quanta più aria possibile nei suoi polmoni.
« Eliz ... scusa per  il ritardo. » disse con il fiato corto.
La ragazza  rise felice.
« Perchè stai ridendo ? » chiese curioso.
« Io sono arrivata appena due minuti prima di te papà. » rispose con un sorriso.
Jake fece altrettanto iniziando a guardare sua figlia con occhi brillanti.
« Papà perchè mi guardi in quel modo? » chiese la ragazza.
A quella domanda sorrise ancora di più da quando aveva ritrovato sua figlia non aveva potuto fare a meno di notare tutti gli aspetti del suo carattere che aveva trovato anche in lei, nel suo modo di essere e nel suo carattere.
Ma quella risata, quella sua testardaggine e l'ingegno gli riportavano alla mente l'unica donna che aveva amato, la sua Allison.
Non riuscì a trattenere un' altro sorriso al pensiero della moglie, si girò verso la figlia e le rispose.
« Niente è solo che sei così simile a me ed a tua madre. » disse guardandola negli occhi. La ragazza sorrise.
« Sono orgogliosa di essere simile a voi, che avete rinunciato alla vostra libertà per proteggermi. » disse, andando ad abbracciarlo.
Quando si staccarono, Jake assunse un'espressione pensierosa e osservò Eliz con insistenza, come se fosse tentato di dirle qualcosa di importante. Girò la testa da un lato e riprese la sua solita espressione, ma ormai la ragazza aveva capito che stava cercando di confessarle qualcosa e aveva anche intuito che forse, l'argomento, riguardava proprio le caratteristiche e la triade.
Decise di rispettare i suoi tempi aspettando che lui dicesse qualcosa riguardo a quegli argomenti, ma quel momento non arrivò.
« Allora, prima di cominciare con il combattimento con le spade, volevo vedere se adesso sei in grado di controllare il tempo atmosferico senza creare danni. » disse sorridendo.
La ragazza gli rivolse un' occhiataccia e lui rise di gusto.
« Stavo scherzando. Comunque, chiudi gli occhi e concentrati, focalizza nella tua mente  il tipo di clima che vorresti e alza le braccia al cielo. » rispose pacato.
Eliz fissò il cielo, chiuse gli occhi ed aprì la mente. Subito dopo, alzò le braccia al cielo e in un istante  le nuvole che sino a qualche momento fa oscuravano il il sole sparirono lasciando finalmente scorgere una parte del cielo azzurro e il sole, che fino a qualche minuto fa erano coperti. La ragazza sorrise, soddisfatta e si girò verso suo padre che stava ancora guardando il cielo.
« Ottimo lavoro Eliz ! » disse ad un tratto, abbassando gli occhi e puntandoli sulla figura della figlia. La ragazza, si accorse ancora dello sguardo strano del padre e così decise di agire.
« Papà c' è qualcosa che devi dirmi? » chiese, fissandolo seria.
« Sì c'è qualcosa che non ti ho detto ... vedi noi angeli guerrieri ... » ma non riuscì a continuare la frase perchè la ragazza lo bloccò.
« So già la storia della Triade e delle caratteristiche. So anche che io e te ne abbiamo due importanti Paasias e Velias, ma quello che mi chiedo è perchè non me lo hai detto?  E poi che cosa significa Paasias ? » disse, in modo calmo.
Jake sospirò, avrebbe dovuto dirgli tutto fin dall'inizio.
« Volevo dirti le cose un po' per volta, in modo da non farti confondere e per non farti sentire troppo peso sulle spalle. Insomma su di te grava una profezia ed hai scoperto da qualche mese di essere un Angelo Guerriero, non volevo aumentare il carico di rivelazioni. Per quanto riguarda la mia caratteristica, Paasias significa forza sia fisica che psicologica. Ma come l' hai scoperta? » disse Jake.
La ragazza lo guardò e subito le venne in mente quello strano sogno che aveva fatto qualche giorno fa.
« Ho fatto un sogno dove c'eri tu che cercavi di proteggermi da un uomo biondo  e con una voce orribilmente metallica, nel quale sei stato tu stesso a rivelarla. » rispose la ragazza.
Appena pronunciò quelle parole Jake assunse un' espressione corrucciata.
« Un uomo con una voce metallica?  » disse ancora.
Eliz non potè non notare l' espressione di puro disgusto che apparve sul suo volto dopo quell' affermazione e si soffermò a pensare all'individuo che aveva visto nel sogno. Non sapeva spiegarsi il motivo, ma adesso che ci rifletteva bene i suoi tratti le sembravano in un certo senso familiari. Si riscosse da quei pensieri e cercò di rimuovere dalla sua mente quella fulminea supposizione che aveva avuto.
« Papà tu lo conosci bene vero? E con questo intendo che oltre ad aver cercato di portarmi via ti ha anche fatto qualcos'altro giusto? » chiese Eliz con perspicacia.
Jake rimase leggermente sorpreso, ma poi abbassò lo sguardo come se gli pesasse troppo rispondere a quella domanda.
« Quell'uomo un tempo era il mio migliore amico, ma poi la sete di potere gli ha dato alla testa ed è diventato una persona cinica a calcolatrice che voleva soltanto avere il potere su tutto. Accecato dalla fame di conquista  ha deciso di mettersi a capo di quegli Angeli Guerrieri che volevano distruggere il mondo magico ed ha  organizzato quella guerra della quale ti ho già parlato.
Come ti ho già detto alla fine sono stati i maghi a vincere e così  lui è stato costretto a ritirarsi ed a fuggire dalla battaglia per salvarsi la pelle. » disse Jake.
« Ma non è finita,  da sua moglie ebbe un bambino che cercò di educare in modo tale che un giorno, il ragazzo sarebbe riuscito a portare a termine il suo piano per la conquista del potere. » continuò guardando fisso di fronte a se.
Eliz ebbe un fremito. Allora le sue supposizioni potevano essere fondate, quell'uomo poteva essere ...
« Suo figlio è proprio quel ragazzo che ti ha attaccato durante la notte della festa di Natale. Si chiama ... » ma non riusci a continuare la frase perchè venne interrotto.
« Non c'è bisogno di dirgli il mio nome, Eliz mi conosce già abbastanza bene vero? »  disse una voce conosciuta alle loro spalle.
La ragazza si girò e con suo grande stupore si trovò davanti un ghignante Alex con ancora le ali nere spiegate, che veniva verso di loro seguito da una donna alta, con capelli biondissimi, gli occhi scuri, delle lunghe ciglia nere e che aveva stampato in volto un sorriso sardonico.
« Alex. »  disse la ragazza con tono duro e guardandolo con espressione disgustata.
« Ci dispiace di aver interrotto la vostra riunione di famiglia, ma sapete, abbiamo cose più importanti da fare e una di queste è quella di togliervi di mezzo. » intervenne la donna con un sorriso inquietante sul volto.
Eliz non si fece intimorire da quella minaccia ed al contrario, estrasse la spada dal fodero prendendola per l'elsa e la mise davanti al volto, suo padre fece altrettanto.
« Non mi fai paura. »  disse con tono rabbioso.
La donna rise di gusto di fronte a quell'affermazione ed Eliz non riuscì a non arrabbiarsi.
« Che coraggio ragazzina, ma ricorda una cosa io non perdo mai e non sarai di certo tu a battermi. »  disse spavalda.
Alex sogghignò in direzione di Eliz.
 « Ti conviene non sfidarla così apertamente, Brittany è una delle migliori, dopo di me ovviamente. »
La ragazza lo guardò con ira e con fierezza disse:
« Come ho già detto, non mi fate paura. E poi se fosse stata davvero una delle migliori di certo non avrebbe scelto mi schierarsi dalla parte di perdenti, come voi. » disse con tono sarcastico e tagliente.
I due la guardarono con ira.
« Come osi definirci perdenti ! Sei una presuntuosa e visto che credi di essere tanto forte, dimostralo. »  disse Alex  sguainando la spada ed avvicinandosi a lei.
« Vedrai di cosa sono capace. »  rispose a sua volta stringendo fra le mani la sua adorata Velias.











* Angolo Autrice *


Ciao a tutti ! Scusate per il ritardo ma la scuola non mi dà tregua. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto :D
Che ne dite di Brittany ?
Come sempre ringrazio le 27 persone che seguono la storia, le 5 che la preferiscono e le 2 che la ricordano. Ringrazio anche chi ha recensito lo scorso capitolo e anche tutti i lettori silenziosi.
Un grande abbraccio. A presto.

Elizabeth_Lovegood

Eccovi la foto di Brittany


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Capitolo 18
*** Fra grandi battaglie, altre scoperte, piccoli battibecchi e nuove conoscenze ***


Fra grandi battaglie, altre scoperte, piccoli battibecchi e nuove conoscenze








« Come osi definirci perdenti ! Sei una presuntuosa e visto che credi di essere tanto forte, dimostralo. »  disse Alex  sguainando la spada ed avvicinandosi a lei.
« Vadrai di cosa sono capace. »  rispose a sua volta stringendo fra le mani la sua adorata Velias.
I due si guardarono negli occhi, cercando di prevedere la mossa dell'altro, ma Alex, stanco d'aspettare, decise di attaccare  la ragazza tentando un colpo diretto al fianco. Eliz fece un piccolo ghigno nella sua direzione e con una velocità sorprendente schivò l'attacco come se niente fosse.
« Ma che ... ? »  sussurrò Alex perplesso, mentre il ghigno sul viso della ragazza si allargava ancora di più.
« Credevi davvero che mi avresti trovata debole ed impreparata come il giorno del nostro primo scontro? »  chiese con tono di scherno, mostrando l'elsa della sua arma con orgoglio.
Alex ribollì di rabbia, ma voltò lo sguardo verso la spada della ragazza ed intravide una scritta. Quando riuscì a coprire il significato di quella parola, non potè fare a meno di sgranare gli occhi sbalordito.
« Oh poverino, non ti aspettavi che potessi avere una delle caratteristiche della Triade giusto? »  chiese ancora usando quel tono derisorio.
« Tu e tuo padre siete uguali, credete di essere imbattibili solo perchè avete una delle caratteristiche della Triade. Vi avviso che non siete gli unici a possederle. Guarda qui. »  rispose con un ghigno mostrando l'elsa della sua spada.
Eliz rimase a bocca aperta non potendo credere hai suoi occhi.
« Paasias. »  lesse con un sussurro.
« Esatto, così almeno combatteremo con armi pari. Anche se già si sa che tu non puoi nulla contro di me. »  disse ancora impugnando meglio la spada e tentando ancora un affondo.
Questa volta, Eliz riuscì a pararlo anche se con un po' di difficoltà dovuta soprattutto all'immane potenza con la quale Alex aveva sferrato il colpo. Barcollò ma riuscì subito a rimettersi in equilibrio e lo guardò mentre sorrideva beffardo.
« Ricorda di non sottovalutare mai l'avversario. »  esclamò la ragazza alzando la spada e menando un fendente in modo talmente veloce, che  Alex non riuscì neanche a schivarlo. Barcollò anche lui e cadde rovinosamente a terra, lasciando andare la spada.
Eliz ghignò vittoriosa e con l'immane sveltezza che ormai la contraddistingueva, si diresse verso di lui, non accorgendosi che alle sue spalle c'era Brittany, con la spada alzata.
« Questo è il risultato della tua presunzione, Alex. »  esclamò la ragazza.
« Tu invece dovresti imparare a guardarti sempre le spalle. »  rispose con un ghigno.
Eliz si girò di scatto e vide la spada di Brittany  arrivare in direzione della sua schiena. Con uno scatto fulmineo, riuscì a spostarsi dalla traiettoria del colpo, che comunque riuscì a prenderla di striscio. La ragazza represse un gemito e girò la testa per controllare la ferita abbastanza lunga ma poco profonda che le aveva procurato.
A quella vista Brittany ghignò sadicamente e si avvicinò alla ragazza.
« Avrai anche la caratteristica della velocità, ma ancora non sei in grado di padronarla del tutto, mocciosetta. »  disse mantenendo quell'odiosa espressione.
Eliz, invece di arrabbiarsi, ghignò nella sua direzione e con tono tagliente aggiunse:
« Parli proprio tu, che pur di riuscire a colpirmi l'hai fatto mentre ero di spalle? Sei patetica. »  
Un espressione di pura ira si aprì sul viso della donna, che  con modesta agilità impugnò meglio l'arma e si avventò su Eliz, che con la sua velocità disarmante riuscì a spostarsi dalla parte opposta. Nel frattempo Alex era riuscito ad alzarsi da terra e aveva subito cominciato a correre verso
 Eliz con la spada sguainata, ma era stato intercettato da Jake, che lo aveva subito messo alle strette menando un fendente diretto allo stomaco, che il ragazzo era riuscito a schivare a mala pena, procurandosi comunque una ferita abbastanza grande ma poco profonda.
Alex gemette di dolore e Jake non riuscì a reprimere un sorrisetto vittorioso.
« Sei un codardo, attaccare un persona quando è impegnata in un altro combattimento è un azione davvero meschina. »  disse con tono deciso, tenendo alta la sua arma.
Il ragazzo lo guardò con rabbia e si scagliò su di lui tentando un affondo diretto al fianco, che lui  riuscì a schivare grazie alla sua abilità ed esperienza. Alex l'attacò di nuovo con immane ferocia e questa volta riuscì a colpirlo sull'addome. Jake gemette di dolore e  sul viso del ragazzo spuntò un ghigno sadico.
Impugnò la spada mentre l'uomo era ancora distratto e lo colpì una seconda volta, puntando alla schiena e procurandogli una ferita lunga e profonda. Jake cadde a terra gemendo ancora e Alex si avvicinò a lui con quel sorriso sadico ancora sul viso.
« Ecco cosa si conclude ad essere leale. Non sai quanto sarebbe felice mio padre di vederti in questo stato, steso a terra e con suo figlio che stà per ucciderti. »  disse con cattiveria.
Jake lo guardò con insistenza e per un momento credette di avere di fronte a se quello che un tempo era stato il suo migliore amico, con quegli occhi pieni di odio ed ambizione sfrenata. Scosse la testa e cercò di muoversi, ma le ferite gli facevano troppo male.
Il ragazzo sorrise compiaciuto davanti a quella scena e rivolse un ultimo ghigno in direzione di Jake.
« Figlio mio sono fiero di te, stai facendo tutto quello che anche io avrei fatto. »  disse una voce metallica alle loro spalle.
Alex si girò e osservò con un sorriso ed osservò suo padre, mentre  scendeva dal cielo in picchiata con le ali nere spiegate e si posava sul terreno ad alcuni metri di distanza da loro.
Guardò il padre di Eliz con gli occhi grigi pieni di soddisfazione e poi rivolse al figlio un'occhiata piena di orgoglio.
« Jake questa è la fine che ti meriti, ucciso dal figlio dell'amico che un tempo hai tradito. »  disse con soddisfazione.
« Io ho soltanto deciso di seguire la via giusta Ethan , sei tu che ti sei fatto accecare dal potere. »  rispose affannato e stanco per lo sforzo di parlare.
« Non mi va sentire le tue stupide giustificazioni, voglio soltanto vederti morire per mano mia. »  esclamò serio prendendo la sua spada e puntandola al collo di Jake.
Stava quasi per colpirlo, quando in lontananza sentì un urlo.
« Noooo, non ci riuscirai. »  
Appena sentì quelle parole, una luce blu l'accecò ed un potente tornado lo scaraventò lontano dal corpo di Jake, facendolo sbattere su un albero e facendogli perdere i sensi.
Jake, rimasto sorpreso, volse lo sguardo al cielo diventato improvvisamente scuro e minaccioso e proprio allora si accorse dell'esile figura di sua figlia  Elizabeth che si librava nel cielo con le ali  spiegate. La ragazza atterrò vicino a lui con un'espressione di pura rabbia sul viso e si diresse a passo sicuro verso Alex che era rimasto sorpreso dalla potenza di quel tornado.
« La pagherai cara per quello che hai fatto a mio padre. »  disse con occhi brillanti  e che avevano un colore misto fra il grigio ed il blu intenso.
Il ragazzo sgranò gli occhi stupefatto e non ebbe neanche il tempo di replicare che subito un potente fendente lo colpì all'addome. Alex urlò di dolore, cadde al suolo privo di forze e sopraffatto dal dolore e sul viso di Eliz non potè non aprirsi un sorriso vittorioso. Menò un altro fendente diretto allo stomaco e stava per colpirlo di nuovo, quando Brittany la prese alla sprovvista tentando un affondo diretto alla coscia proprio mentre era di spalle. Eliz si accasciò a terra, ma con uno scatto fulmineo, riuscì a spostarsi prima che la donna la colpisse di nuovo.
Si alzò premendosi la mano sulla gamba ferita, non riuscendo a reprimere un singulto, ma nonostante il dolore, partì all'attacco con la sua velocità disarmante e si scagliò contro Brittany, che immediatamente si ritrovò con una ferita profonda sul fianco. La donna non perse tempo e con uno scatto veloce disarmò Eliz e serrò la mano attorno al suo collo, puntandole la spada all'addome. La ragazza respirava a fatica a causa di quella presa potente e la donna sorrise sadicamente guardando quella scena.
« Ma guarda, credevi di potermi battere così facilmente? Sei una povera illusa e ora nessuno potrà aiutarti visto che tuo padre è troppo debole. »  disse, stringendo ancora di più la presa.
Eliz cercò di prendere più aria che poteva, ma la morsa di Brittany era troppo forte. Con le poche forze rimaste, girò lo sguardo ed osservò suo padre che era ancora disteso a terra, ma che cercava disperatamente di alzarsi per andare ad aiutarla, mentre Alex era steso al suolo privo di forze.
« Preparati a morire, ragazzina. »  disse ancora la donna, aumentando la presa ed avvicinando sempre di più la spada all'addome della vittima.
La ragazza tentò di prendere ossigeno invano e proprio in quel momento sentì dei passi in lontananza. Chiuse gli occhi aspettando che Brittany le traforasse la pelle con l'arma, ma questo non avvenne mai.
« Non ti azzardare a sfiorarla brutta bastarda. Levicorpus ! »  pronunciò una voce conosciuta alle sue spalle.
Ad un tratto, quella forte stretta che le comprimeva il collo si allentò fino a quando non scomparve del tutto, e finalmente potè di nuovo tornare a respirare regolarmente.
Si guardò intorno e vide Brittany che veniva sospesa in aria per  poi essere scagliata violentemente al suolo. Con il fiato corto a causa della prolungata assenza di ossigeno, si avvicinò al punto dove aveva udito la voce e subito due forti braccia la strinsero.
« Stai bene? »  chiese Albus,  guardando le varie ferite che vi erano sul suo corpo e soffermandosi sulla gamba.
« Sì più o meno, ma mio papà ha subito delle ferite più gravi. »  rispose preoccupata, sciogliendo l'abbraccio e dirigendosi barcollando un po', verso Jake che era ancora steso per terra.
Appena l'uomo la vide, un sorriso si aprì sul suo volto, sostituto poi da una smorfia di dolore dovuta alle varie ferite che aveva ricevuto. Jake le accarezzò la guancia, ma poi un espressione di puro terrore si aprì sul suo viso. La ragazza lo guardò in modo interrogativo e lui le disse con un po' di voce:
« Attenta, dietro di te. »  
Eliz si girò e vide davanti a se il padre di Alex che sorrideva sadicamente.
« Alla fine, hai avuto quel che meritavi Jake. La tua ora è vicina. »  disse con cattiveria.
« Prima dovrai vedertela con me. »  rispose Eliz, alzando Velias in modo deciso.
« E anche con me. »  disse una voce in lontananza.
Eliz si girò in quella direzione e vide la figura di sua madre Allison venire verso di loro con la bacchetta sguainata.
« Mamma come hai fatto a sapere che eravamo in pericolo? »  chiese.
« La preside mi ha avvisato subito appena ha saputo quello che stava succedendo. E' stato quel ragazzo a comunicarlo agli insegnanti. »  disse la donna indicando Albus.
Appena disse quella frase, apparvero in lontananza Scorpius e Natalie seguiti dalla preside e dal corpo docenti di Hogwarts.
« Per questa volta l'hai scampata Jake, ma ricorda, presto ci rivedremo e ti assicuro che avremo un esercito talmente forte che per voi sarà impossibile batterci. »  disse voltandosi ed aprendo le sue ali.
Alex si riprese dallo svenimento proprio in quel momento, spiegò le ali e prese in braccio Brittany che era ancora svenuta, poi i due spiccarono il volo librandosi nel cielo.
Eliz cadde in ginocchio sul terreno, sopraffatta dal dolore ed Albus vedendola in quello stato la prese in braccio. Guardò ancora una volta in direzione di suo padre che era sostenuto da Allison per un braccio e dal professor Paciock dall'altro e che insieme tentavano di portarlo in infermeria. Girò il capo, lasciandosi  cullare dalla presa rassicurante di Albus e chiuse gli occhi appoggiando la testa sul suo petto, stanca a causa del combattimento.





                                                                                                                        




                                                                                                  ***
















Eliz aprì lentamente gli occhi, e solo dopo qualche minuto riuscì a focalizzare il bianco soffitto dell'infermeria. Cercò di mettersi seduta, ma un lancinante dolore al fianco ed alla gamba la fece desistere dal suo intento, facendole sfuggire un piccolo gemito.
« Eliz non ti muovere, sei ancora debole. »  disse Albus che era seduto su una sedia accanto al suo letto.
« Mio padre dov'è ? »  chiese la ragazza, preoccupata.
« Lui è stato curato ed ora è nel letto accanto al tuo. Sta dormendo. »  disse il ragazzzo indicandogli un letto sul quale dormiva un' uomo coperto da fasciature sul petto e sulla schiena, vicino al quale vi era un donna seduta su una sedia che aveva poggiato la stesta sul letto e che in quel momento giaceva addormentata.
Eliz sorrise, sua madre non l'aveva lasciato solo neanche per un minuto. Proprio in quel momento Jake si svegliò e appena si accorse delle presenza di Allison si mise ad accarezzarle i capelli. Poi sì girò verso di lei e sorrise.
La ragazza posizionò meglio la testa sul cuscino e si mise a pensare a quello che era successo. In un istante, rivide il corpo di Jake a terra, mentre la presa di Brittany si faceva sempre più forte sul suo collo e infine il miracoloso arrivo di Albus.
« Ma, come ai fatto a capire che eravamo in pericolo? »  chiese la ragazza ad un certo punto, rivolta al ragazzo che le stava a fianco.
« Ecco, si stava facendo tardi e così ho deciso di andare a chiamarti. Sono uscito dal portone principale di Hogwarts e ho visto Alex e quella donna venire verso di voi in volo. Non sapevo cosa fare se avvisarvi ed aiutarvi oppure andare a chiamare la preside, ma poi ho optato per la scelta più ragionevole.
Così sono rientrato di corsa nel castello e mi sono messo a cercare la McGranitt, aiutato da Scorpius e Natalie che stavano passando per il corridoio proprio in quel momento. Quando siamo riusciti a trovarla l'abbiamo avvisata e il resto lo sai. »  rispose il ragazzo.
« Uhm perchè tu sei arrivato prima degli altri? »  chiese con un tono fintamente innocente, non riuscendo a trattenere un ghigno.
« Perchè io sono stato più veloce. »  rispose incerto.
« Certo come no, ora puoi dirmi il vero motivo. »  disse la ragazza.
« E quale sarebbe? »  chiese cercando di non sembrare impacciato.
« Questo dovresti saperlo tu. »  rispose  guardandolo negli occhi.
« Ok ero troppo preoccupato per te per aspettare gli altri ed a quanto pare ho fatto bene visto quello che ti stava facendo quella tizia. »  ribattè alzando un po' il tono di voce, come era solito fare quando veniva messo alle strette da lei.
« Ecco così va meglio. »  rispose la ragazza ghignando.
« Oh no litigate già come una coppia di sposini. »  disse Scorpius, che era appena entrato nell'infermeria.
« Sta zitto Scorp. »  dissero in sincrono i due ragazzi, facendo scoppiare a ridere il loro amico.
« Ora parlate anche in contemporanea? »  disse ancora non riuscendo a reprimere le risate.
I due ragazzi sbuffarono e lo guardarono storto, ma invece che intimorirlo riuscirono soltanto a farlo ridere più forte.
« Spiritoso. »  rispose Albus ancora seccato, abbracciando Eliz e stringendola a se.
 Il padre della ragazza osservò quella scena con un sorriso, poi guardò la figlia e le fece l'occhiolino.La ragazza sorrise, consapevole di quello che aveva in mente suo padre e si accocolò meglio fra le braccia di Albus.
« Ti permetto di stare così vicino a mia figlia solo perchè sono ancora troppo debole per venire a staccarti le orecchie e per tentare di tagliarti le mani. »  si intromise Jake fingendo di guardare storto Albus.
Il ragazzo si allontanò, come se si fosse scottato ed Eliz e suo padre risero di gusto di fronte a quel comportamento.
Albus li guardò perplesso e si girò verso Scorpius che stava sorridendo apertamente alla presa in giro. Solo in quel momento capì lo scherzo che gli aveva fatto Jake.
« Ah ah, molto divertente. Adesso ho capito da chi ha preso Elizabeth, la capacità di saper fare scherzi letali alle persone. Mi stava fecendo venire un infarto. »  disse con tono sarcastico rivolgendosi a Jake. L'uomo rise di gusto appena sentì quell'affermazione e proprio in quel momento, anche Allison si svegliò.
« Ma di quali scherzi letali stai parlando? »  si intromise Eliz.
« Oh ti sei già dimenticata quella volta che mi hai appeso fuori dalla Torre di Astronomia? »  rispose il ragazzo con un sorrisetto.
« Te lo meritavi. »  ribadì la ragazza ghignando.
« Ma ti avevo soltanto preso un po' in giro. »  cercò di difendersi.
« Mai tentare di sfidarla, te l'ho sempre detto amico. »  aggiunse Scorpius con tono falsamente serio.
Tutti si misero a ridere di gusto, compresi Jake ed Allison mentre Albus fece una piccola smorfia.
« Bravi ridete, io rischio di morire ogni giorno rimanendo insieme ad Eliz. »  disse ancora fingendo un tono preoccupato.
« Allora ti conveniva non dire niente, visto che adesso che anche mio padre è con me i miei scherzi saranno ancora più terribili. »  disse ghignando e ottenendo da Jake uno sguardo d'approvazione.
Albus deglitì e tutti scoppiarono a ridere ancora una volta.
« Stai scherzando vero? »  disse ancora il ragazzo.
« Uhm questo dipende da te. »  rispose sorridendo ed andandolo ad abbracciare.
In quel momento, entrò in infermeria anche la preside McGranitt.
« Elizabeth, io e tuo padre abbiamo parlato a lungo qualche giorno fa ed abbiamo deciso che oltre a lui anche un altro Angelo Guerriero che possiede la tua caratteristica ti aiuterà ad allenarti. Sai non vogliamo che tu corra altri rischi e quindi vogliamo che tu impari a usare completamente il tuo potenziale. >> disse la preside
« Ma papà mi basti già tu come insegnante. »  disse la ragazza.
« No che non ti basto, hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a capire come utilizzare al meglio Velias ed io non posso farlo. »  rispose facendo una piccola smorfia.
« Va bene e spero proprio che questo ragazzo riesca ad aiutarmi con la mia caratteristica. »  continuò.
« Eliz nessuno potrà mai insegnarti davvero ad usare Velias, certo potrà darti qualche consiglio, ma la maggior parte del lavoro lo dovrai fare tu scoprendo te stessa e le tue capacità. »  rispose Jake serio.
« Ok ce la metterò tutta. »  disse la ragazza.
« Brava così ti voglio, sii combattiva. »  la esortò Jake.
« Credo che suo padre abbia ragione signorina Guardian. Adesso è meglio che lei e suo padre vi riposiate, sarete sicuramente, ancora provati dallo scontro. Vi auguro buon riposo. »  disse la preside uscendo dalla stanza.
« E voi che ci fate ancora qui? Forza uscite fuori immediatamente. »  disse ad un certo punto Madama Chips, uscendo dal suo studio ed iniziano a spingere fuori dalla stanza Albus, Scorpius e perfino Allison.
Appena la stanza rimase vuota, Eliz si accomodò meglio fra le calde coperte del letto e si mise a pancia sotto; si sentiva molto stanca e così, dopo qualche minuto si addormentò cedendo a Morfeo.



 

* Angolo Autrice *


Scusate per il ritardo :)
Ringrazio come sempre le persone che hanno inserito la storia fra le seguite/ ricordate/ preferite e anche a chi ha recensito o semplicemente letto.
Un grande abbraccio.
Alla prossima.

 

Elizabeth_Lovegood




Per farmi perdonare eccovi le foto di Jake, Agnes ed Ethan ( Padre di Alex) 





 

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Capitolo 19
*** Fra allenamenti nella Stanza delle Necessità, importanti raccomandazioni e nuovi incontri ***





 

Fra allenamenti nella Stanza delle Necessità, importanti raccomandazioni e nuovi incontri











Stanza delle Necessità
Domenica mattina.





Erano passati alcuni giorni da quando era stata dimessa dall'infermeria e tutto trascorreva per il meglio. Di tanto in tanto la ragazza si dirigeva verso la Stanza delle Necessità per allenarsi un po' con la spada, aiutata anche da Albus e da i suoi amici che si offrivano di combattere contro di lei, uscendo sempre perdenti da ogni sfida.
Anche quella domenica mattina Eliz decise di passare il tempo affinando le tecniche con la spada, così arrivò fino al corridoio del settimo piano, si mise di fronte ad una parete e fece tre passi avanti ed indietro pensando intensamente ad una sala piena di armi e materiale da combattimento.
Una porta apparve proprio dove prima vi era il muro e la ragazza afferrò il pomello e con uno scatto l'aprì  entrando e chiudendosela alle spalle. Si guardò intorno e rimase soddisfatta nel vedere tutte le armature, le spade di diversa grandezza e lunghezza e tutte le attrezzature adatte per la guerra. Si concentrò intensamente e subito dopo, comparve una cinghia attorno alla sua vita, nella quale vi era la sua spada all'interno del fodero.
Afferrò l'elsa, la tirò fuori con uno scatto e si diresse verso uno dei manichini di legno che vi erano. Prese la bacchetta magica e stava quasi per pronunciare l'incantesimo che avrebbe animato quella sagoma di legno, quando sentì il rumore di una porta che si apriva alle sue spalle. Rimase immobile al centro della sala, curiosa di vedere chi era riuscito ad entrare nonostante la stanza fosse già occupata.
Appena vide una sagoma conosciuta ed un paio di occhi verdi osservarla, si riscosse e sul suo viso si aprì un sorriso.
« Ma non avevi detto che non avresti più messo piede qui dentro, perchè avevi rischiato di morire l'ultima volta che avevi combattuto contro di me? » chiese la ragazza in direzione di Albus.
« L'ho detto solo perchè ero scosso, insomma, avevo la tua spada a pochi centimetri dallo stomaco e tu avevi un sorrisetto vittorioso e sembrava che volessi ammazzarmi. » rispose il ragazzo guardandola in modo penetrante.
« Ma non è vero non avevo fatto nessun sorrisetto. » ribadì piccata.
« Questo lo credi tu, eri inquietante. » rispose ancora.
« Se ero così inquietante perchè sei tornato qui? » chiese  la ragazza.
« Voglio la rivincita, sai non mi piace perdere. » rispose dirigendosi verso il mucchio di armi posto in un angolo della stanza e andando a prendere una spada di medie dimensioni.
« Ok ma non ti lamentare se non riuscirai di nuovo a vincere. » disse ghignando.
« Oh non perderò ne sono certo. » rispose di rimando.
« Questo lo vedremo. » ribadì Eliz  impugnando meglio la spada e avanzando verso di lui con un sorrisetto.
Albus la guardò negli occhi, poi attaccò puntando alla schiena, ma la ragazza riuscì a schivarlo facilmente e lui, a causa della rincorsa che aveva preso per  caricare il colpo, inciampò e cadde a faccia in avanti sbattendo il naso. Eliz rise sguaiatamente, si avvicinò al ragazzo che era ancora steso sul pavimento e lo afferrò per un braccio aiutandolo ad alzarsi.
Barcollò leggermente e si tocco con una mano la punta del naso che era diventato rosso a causa dell'urto, mentre Eliz lo reggeva ancora per un braccio non riuscendo a smettere di ridere.
« Sei tremenda. Ridi delle mie disgrazie? » disse in tono teatrale togliendo la mano dal naso un po' gonfio e rosso.
Eliz rise ancora di più, prese la bacchetta, la puntò sulla parte lesa e pronunciò flebilmente un incantesimo curativo. Immediatamente il rossore ed il gonfiore scomparvero ed Albus si avvicinò all'orecchio della ragazza.
« Grazie. » sussurrò  ghignando ed avvicinandosi a lei, entrambi con ancora le spade in mano.
Eliz si ritrasse all'improvviso ghignando, lo disarmò con facilità e gli puntò l'arma all'addome.
« Ehi ma non vale. » brontolò guardandola.
« Prima regola di combattimento: Mai abbassare la guardia. » ribadì sorridendo e porgendogli la spada che gli aveva preso.
« Ah sì ? Allora te la sei cercata. » disse il ragazzo menando un fendente diretto alla gamba.
Eliz lo schivò con facilità e attaccò a sua volta cercando di colpirlo al petto con un affondo, che lui riuscì a schivare per un pelo.
« Sei migliorato. » disse al ragazzo, abbassando la spada per qualche minuto.
« Lo so. » rispose avvicinandosi a lei e guardandola negli occhi.
La ragazza si incantò di fronte al suo sguardo e non si accorse che Albus aveva ancora la spada in mano. In un attimo, il ragazzo le fu ancora più vicino e con uno scatto, riuscì a disarmarla facendola rimanere a bocca aperta a causa della sorpresa.
« Ma, ma ... » cercò di dire ma venne interrotta.
« Non cercare di giustificarti. Prima regola: Mai farsi distrarre. » ribadì con un ghigno, porgendogli la spada.
La ragazza sbuffò sonoramente e  gliela strappò dalle mani, seccata. Si diresse verso uno dei tanti manichini che servivano ad allenarsi e cominciò a colpirlo con la spada, menando fendenti forti e decisi. Albus rise di gusto di fronte a quella reazione, posò la spada in un angolo buio della stanza  e la seguì, afferrandola poi per i polsi e facendola voltare nella sua direzione.
« Dai non te la prendere. » disse avvicinandola a se.
« Non me la sono presa. Ma adesso non ho tempo devo allenarmi. » rispose la ragazza. Albus sbuffò.
« Ti alleni da giorni. Dovresti rilassarti almeno per oggi. » ribadì prendendole la spada dalla mani e gettandola lontano.
Eliz cercò di riprenderla, ma lui lui la prese per le spalle e la condusse verso un divanetto di pelle nera che era appena comparso dal nulla. La ragazza si sedette sul divano ma subito sentì un rumore che proveniva dalla finestra che vi era di fronte a lei. Sì avvicinò ad essa e notò che, sul davanzale, vi era un grande gufo bruno che picchiettava il vetro con il becco, facendo segno di voler entrare.
Aprì l'anta e subito il gufo si avvicinò a lei, lasciò cadere una lettera sul palmo della sua mano e poi spiccò il volo uscendo attraverso la finestra.
Guardò attentamente la busta e riuscì a distinguere il sigillo della sua famiglia. L'aprì di scatto sotto gli occhi curiosi di Albus, che nel frattempo si era avvicinato e la lesse sottovoce.


Cara Eliz,

Mi dispiace di non essermi fatta più sentire da quella volta che io e i tuoi genitori siamo stati invitati a casa Malfoy.
So tutto quello che è successo a scuola e volevo dirti che purtroppo, neanche fuori dalle mura di Hogwarts la situazione non è migliore.
Molti Angeli guerrieri si sono alleati dalle parte di Alex e si sono messi già all'opera, seminando il panico per le vie di Godric' s Hollow.
Il ministero della magia è in difficoltà, ed il capo degli Auror Harry Potter, insieme al vice capo Ron Weasley stanno tentando di diminuire i danni, cercando di combattere la nuova minaccia e sono riusciti a scacciarli per ora, ma sanno già che ritorneranno ancora più numerosi ed agguerriti.
La guerra è alle porte e presto saremo tutti costretti a scendere in campo.
Ma non preoccuparti, sono sicura che sarai pronta per combattere a tempo debito.
Jake mi ha detto che dovrai essere seguita anche da un altro Angelo Guerriero.
Conosco personalmente il ragazzo che ti aiuterà,  e so per certo che ti insegnerà moltissime cose su come sprigionare al tua forza.
Mi manchi tanto.
Con affetto.

Tua nonna.



Appena finì di leggere si voltò verso Albus che aveva lo sguardo fisso su di lei. L'abbracciò di slancio, facendole cadere la lettera dalle mani, mentre lei le appoggiava sul suo petto.
« La guerra è aperta e presto dovrò fare i conti con Alex e gli altri. » disse sovrappensiero.
« Non temere sarai all'altezza della situazione. » rispose il ragazzo, sussurrandole all'orecchio.
« Lo spero. » disse ancora.
« Ne sono certo. » rispose ancora Albus, stringendola e se.









                                                                                                                                     ***










Sala Grande.
Ora di pranzo.




Eliz ed Albus si diressero verso il tavolo dei Serpeverde che era già pieno di studenti e in lontananza scorsero Scorpius e Natalie intenti a baciarsi dolcemente sotto lo sguardo disgustato degli altri ragazzi che vi erano li vicino.
 I due ragazzi ghignarono in contemporanea e si avvicinarono silenziosamente ai due amici che erano ancora intenti a baciarsi.
« E poi sono io lo smielato vero? » disse a voce alta Albus.
Scorpius e Natalie si staccarono di malavoglia e il ragazzo si voltò verso l'amico con un'espressione scocciata.
« Adesso non possiamo neanche baciarci in pace? » chiese.
« Certo che potete  ma non in mezzo all'intera Sala Grande. » ribadì ancora ghignando.
Scorpius si sedette composto nella sua sedia e fece scendere la ragazza dalle sue ginocchia.
« Bene, ora che avete finito di " assaggiarvi " a vicenda possiamo mangiare. » disse ancora il ragazzo, servendosi  un'abbondante porzione di patate al forno accompagnata da un enorme bistecca e iniziando ad abbuffarsi.
Eliz l' osservò sconcertata, distolse lo sguardo e mise sul suo piatto una considerevole porzione di patate.
« Maledizione Al come fai a mangiare così velocemente? » chiese Scorpius  all'amico. Albus ingoiò il grosso boccone che aveva e rispose:
« Gene Weasley. » disse il ragazzo sorridendo.
Tutti scoppiarono a ridere divertiti e poi ricominciarono a mangiare con appetito.
Appena tutti ebbero finito di mangiare, i resti di cibo che erano nei piatti scomparvero. Tutti gli studenti iniziarono ad  alzarsi dal loro tavolo per tornare in dormitorio, ma proprio in quel momento la preside McGranitt li ammonì con un gesto della mano e li esortò  a riprendere nuovamente posto ai rispettivi tavoli.
Eliz che si era appena messa in piedi si rimise seduta, sbuffando.
« Secondo voi cosa dovrà dirci la preside? » chiese Scorpius agli amici.
« Non lo so, forse vuole dirci che ci sarà un altro ballo. » ipotizzò Natalie felice all'idea di una nuova festa. Eliz sospirò pesantemente. Dopo quello che era successo al ballo di Natale  odiava i ricevimenti ancora più di prima.
« Spero proprio di no. » commentò la ragazza roteando gli occhi. L'amica la guardò male ma poi sorrise, sapeva perfettamente quello che Eliz aveva dovuto passare durante quell'ultimo ballo.
La loro conversazione venne interrotta dall' inizio dell'annuncio della preside, che si alzò in piedi come soleva fare ogni qual volta che doveva dire qualcosa d'importante.
« Bene ragazzi, come già credo che sappiate, avete sentito di tutte le aggressioni e gli scontri che stanno avvenendo a Godric' s Hollow e che si stanno spostando anche a Hogsmade. Gli Angeli guerrieri si stanno muovendo e presto  riusciranno anche ad entrare qui a Hogwarts.
E' per questo che da domani in poi si terranno lezioni supplementari sulla Difesa contro le Arti Oscure e sugli Incantesimi, per farvi allenare e per prepararvi al nuovo pericolo che incombe su di noi e sul mondo dei Babbani. Inoltre, le gite a Hogsmade  verranno annullate per motivi di sicurezza e dovrete tornare nei vostri dormitori prima del coprifuoco che inizierà alle 21:30. » disse la donna con tono serio.
Gli studenti non dissero una parola, ma si limitarono a guardarsi seri fra loro ed a bisbigliare qualcosa riguardo la notizia appena ricevuta. Quasi tutti ormai erano a conoscenza di quello che stava accadendo nel mondo magico e delle nuove forze che cercavano di invaderlo e molti sapevano anche della profezia su Elizbeth.
« Ora potete andare nei vostri dormitori. » disse ancora la McGranitt, andando a sedersi nel tavolo riservato agli insegnanti.
Tutti i ragazzi uscirono dalla Sala Grande con un grande brusio. In quel momento Eliz, Albus, Scorpius e Natalie si misero in piedi e stavano proprio per raggiungere la porta quando la preside si alzò di nuovo e gli andò incontro.
« Signorina Guardian, venga nel mio studio. Suo padre è qui e vuole presentarvi una persona. » disse con un'espressione seria.
La ragazza salutò gli amici e seguì la preside, attraversando varie scale e corridoi un po' stretti. Era molto curiosa di scoprire chi sarebbe stato il suo nuovo insegnante e con questo stato d'animo entrò nella stanza piena di ritratti di altri presidi e libri di Trasfigurazione. Si guardò intorno e vide suo padre seduto su una delle sedie vicino alla scrivania e un' uomo girato di spalle che guardava fuori dalla finestra con attenzione, come se avesse appena visto dei dissennatori nei paraggi.
Jake le corse in contro e l'abbracciò.
« Eliz, dobbiamo cominciare subito il nuovo addestramento, gli Angeli Guerrieri dalla parte di Alex ed Ethan stanno aumentando, e non solo, anche molti maghi oscuri si sono messi dalla loro parte. Tu devi essere pronta anche se abbiamo poco tempo. » disse serio, interrompendo l'abbraccio.
« Purtroppo è così e sono già molto vicini. Dobbiamo iniziare subito l'allenamento. » aggiunse il ragazzo che stava ancora guardando fuori dalla finestra. In quel momento si girò verso di lei, puntando i suoi occhi azzurri sulla sua figura, squadrandola un po' e aprendosi poi in un sorriso.
« Scusa se non mi sono presentato io sono Alec piacere. » aggiunse porgendogli la mano.
« Piacere mio. » rispose Eliz stringendogliela. Il ragazzo si passò una mano fra i capelli biondo scuro e si sedette sulla sedia libera rimasta accanto a Jake; poteva avere si e no 18- 19 anni.  
« Bene credo che sia meglio iniziare l'allenamento oggi stesso, ma prima sarebbe opportuno che tu mostri  un po' il castello ad Alec, visto che quando siamo arrivati qui mi ha confuso talmente tanto fino a farmi perdere la strada per l'ufficio della McGranitt. » disse Jake ridendo e guardando il ragazzo che sbuffava contrariato.
« Uffa non è vero. » rispose  incrociano le braccia come un bambino troppo cresciuto.
Eliz e suo padre si misero a ridere sguaiatamente di fronte a quella scena seguiti  dalla preside e  dopo qualche minuto, anche sul viso del ragazzo si aprì un sorrisino.
« Bene adesso che avete smesso di ridere di me, sarei davvero felice di fare un giro per la scuola, così la prossima volta non farò perdere nessuno. » rispose ridacchiando.
Jake si mise a ridere nuovamente e la preside fece un cenno con la testa verso la porta per invitare i ragazzi ad uscire dell'ufficio.
Eliz ed Alec varcarono la soglia della porta e si incamminarono di nuovo verso la Sala Grande.
« Allora che ne dici di iniziare adesso il tour panoramico? » chiese la ragazza.
« Certo che sì. » rispose in seguito, affiancandola e scrutandola con quegli occhi azzurri.
Detto questo, si incamminarono per uno dei vari corridoi.










*Angolo Autrice*


Ciao a tutti ! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto anche se è un po' di passaggio.
Il prossimo capitolo sarà più interessante XD
Come sempre ringrazio chi recensisce e chi l'ha inserita fra le Seguite/ Preferite/ Ricordate ma anche chi legge solamente.
Alla prossima.

Elizabeth_Lovegood



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Capitolo 20
*** Fra cadute grottesche, comportamenti strani e verità nascoste ***












Fra cadute grottesche, comportamenti strani e verità nascoste












Hogwarts.
Pomeriggio presto.
Domenica.









Eliz percorse vari corridoi seguita da Alec che guardava ogni singolo dettaglio, all'interno del castello, con aria meravigliata e curiosa. Continuò a camminare tenendo lo sguardo alzato per osservare ogni più piccolo dettaglio che aveva intorno, senza curarsi di guardare dove metteva i piedi. Tanto che ad un certo punto, inciampò cadendo rovinosamente a terra. La ragazza si fermò e si girò nella sua direzione non riuscendo a trattenere le risate. Il ragazzo cercò di rimettersi in piedi, inciampando di nuovo e finendo a gambe all'aria.
Eliz si avvicinò a lui continuando a ridere e gli porse la mano. Alec l'afferò, si tirò su e mise il broncio, incrociando le braccia al petto.
« Smettila di ridere adesso, capita a tutti di inciampare. » disse passandosi una mano fra i capelli.
« Ahahah non ci riesco sei davvero buffo. » obbiettò lei.
Il ragazzo sorrise un po' tirato.
« Dai vieni, ti faccio vedere la Sala Grande e poi ti mostro le varie aule. » continuò ancora Eliz dirigendosi verso un corridoio abbastanza grande.
Arrivarono davanti ad una grande e maestosa porta. Abbassò la maniglia  ed entrò seguita dal ragazzo, che appena vide il meraviglioso soffitto che riproduceva la bellissima giornata di sole che vi era quel giorno, rimase a bocca aperta.
« Ovviamente il tetto e magico, se vuoi saperne di più ti consiglio di leggere il libro " Storie di Hogwarts " » disse la ragazza.
Il ragazzo continuò ad osservare quello spettacolo a bocca a perta e solo dopo alcuni minuti distolse lo sguardo per contemplare il resto della Sala. Scorse quattro lunghi tavoli sopra ai quali, dal soffitto, pendevano uno stendardo per ogniuno, con diversi colori e animali raffigurati.
« Quelli cosa sono? » chiese curioso.
« Sono gli stendardi delle quattro Case di Hogwarts. Quello rosso ed oro è lo stendardo dei Grifondoro, alla quale appartengono i coraggiosi. Quello blu e bronzo rappresenta la casa dei Corvonero, dove si trovano gli intelligenti e talvolta i saccenti. Mentre  quello giallo e nero rispecchia i Tassorosso, che incarnano i valori di lealtà e bontà. Infine vi è quello dei Serpevede, casa nella quale si trovano le persone ingegnose, furbe ed ambiziose. » spiegò Elizabeth sorridendo.
Alec l'ascoltò interessato e senza osservare lo stemma che aveva sulla divisa disse:
« Sei Grifondoro? »
« Da che cosa lo deduci? » rispose ridacchiando.
« Ehm ...  da quello che mi ha raccontato Jake mi sembri coraggiosa e tanto pazza da metterti contro tutto e tutti per salvare quello in cui credi. » disse con naturalezza.
« Grazie ma non sono Grifondoro. » disse la ragazza, mostrandogli lo stemma  verde e argento cucito sulla sua divisa.
« Sono una Serpeverde e ne vado fiera. » continuò ancora.
« Non ne dubito, ma hai un non so che di Grifondoro. » disse ancora ridacchiando.
« Non mi conosci ancora bene e non hai visto il mio essere Serpeverde. » continuò la ragazza.
« Va bene mi arrendo. » rispose Alec alzando la mani in segno di resa.
« Allora continuiamo il giro. » disse Eliz dirigendosi verso l'uscita e cominciando a percorrere un lungo corridoio.
Visitarono diverse aule e stanze, percorrendo ogni angolo di Hogwarts quando, ad un tratto, mentre stavano per entrare nella biblioteca, arrivò un trafelato Albus  che correva verso di loro.
« Eliz ti ho cercato d'appertutto, la McGranitt è andata ad Hogsmade per aiutare il ministero a proteggere il villaggio e la scuola è rimasta sotto il controllo del professor Pacioch. Devi stare attenta, anzi dobbiamo fare attenzione, credo che l'attacco al villaggio sia solo una scusa per riuscire ad attaccare la scuola con più facilità. » disse il ragazzo ansimando per la lunga corsa che aveva fatto.
« Va bene ma adesso riprendi fiato. » commentò la ragazza.
Albus prese un lungo respiro e quando riuscì finalmente a respirare in modo normale, si accorse della presenza di Alec.
« E lui chi è? » chiese con tono neutro, senza staccargli gli occhi di dosso ed esaminandolo con lo sguardo.
« Ciao io sono Alec, il nuovo insegnante di Eliz. » rispose cordialmente, porgendogli una mano in segno di saluto.
Albus lo osservò ancora e poi gliela strinse con poco entusiasmo. Eliz ridacchiò di quel suo comportamento così rigido e distaccato.
« Dai smettila di guardarlo in questo modo. » disse Eliz ghignando.
« Amico non sono un cane a tre teste. » intervenne Alec di buon umore.
Eliz rise ancora di più ed Albus sbuffò spazientito.
« Ti stavo solo ossevando, niente di che. » rispose il moro.
« Va bene, come vuoi tu. » disse Alec con un sorrisino.
Proprio in quel momento, attraversò il corridoio una sorridente Agnes che stava passando il tempo spettegolando con una delle sue amiche. Ad un tratto smise di parlare e si girò verso di loro con un sorrisino malizioso in direzione di Alec.
« Oh ciao Lizzie, chi è quel ragazzo accanto a te? » chiese con la sua solita vose melensa e zuccherosa.
« Prima di tutto non ti azzardare mai più a chiamarmi Lizzie, io sono Elizabeth chiaro? E un'altra cosa, stammi lontano, hai già creato abbastanza problemi e ti ricordo che non ti conviene sfidarmi. » ribadì Eliz ghignando.
« Ma a me non interessa parlare con te, voglio " conoscere meglio " lui. » disse indicando Alec.
Il ragazzo assottigliò lo sguardo ed osservò meglio la figuara di Agnes. La trovava carina, ma banale nel complesso, era una delle solite ragazze che lo fermavano per strada e gli chiedevano il nome. Detestava quel loro modo di comportarsi ed atteggiarsi di fronte a lui, era totalmente falso, malizioso e si vedevo benissimo che non era per niente il loro vero modo di essere. Le persone in questo modo lo mandavano in bestia e non riusciva mai a trattenersi dal rispondergli male.
« Scusa ma non mi interessano le ragazzine piene di ormoni come te. » disse ghignando.
Eliz rimase a bocca aperta sentendo quelle parole dette con così tanto disprezzo ed ironia. Aveva considerato Alec fin da subito, un ragazzo divertente, dolce ed un tantino sbadato e sentir uscire dalla sua bocca quelle parole l'aveva piacevolmente sorpresa; aveva fatto uscire una parte nascosta di se.
« Ma come ti permetti ?! » rispose la ragazza arrabbiata.
« Non sono io quello che si è messo a fare occhiate maliziose ad un sconosciuto. » ribadì piccato il ragazzo.
« Volevo solo essere ... gentile. » ribattè ancora.
" Sì certo gentile" sussurò Albus ad Eliz ridacchiando. La ragazza soffocò un sorrisetto.
« Non mi interessano le tue " gentilezze" , sai a me interessano le ragazze vere e non le false come te. » disse deciso.
Agnes lo guardò in modo strano. Nessuno l'aveva mai trattata così male, addirittura Albus non le aveva risposto in modo così sgarbato la prima volta che l'aveva vista. Non era mai stata umiliatà così in vita sua, di solito ai ragazzi piaceva il suo atteggiamento sfacciato, ma a quanto pareva quel ragazzo rappresentava qualcuna delle poche eccezzioni.
La ragazza si sentì quasi dispiaciuta da quella reazione, ma cercò di non dargli peso.
Indossò uno dei suoi sorrisetti mielosi e se ne andò via girandosi di spalle e incamminandosi verso il suo dormitorio.
Alec continuò a guardarla mentre se ne andava e poi spostò lo sguardo verso Eliz, che aveva un espressione sorpresa sul viso.
« Alec non mi aspettavo tutto questo da parte tua. Comunque a me sembrava un po' strana Agnes, non credi anche tu Al? » disse con un sorrisino.
« Uhm sì,  ma non credo siano affari nostri. » ribadì il ragazzo.
« Concordo. » disse soltanto.








                                                                                                        









                                                                                                               ***













Parco di Hogwarts.
Radura dei Thestral.
Pomeriggio inoltrato.









Eliz si diresse verso la radura dove già vi era Alec, seduto sotto un albero ad aspettarla. Il ragazzo le andò incontro portando con se uno strano manichino che sembrava fatto di ... aria ?!
Rimase a bocca aperta guardando quella sagoma che si muoveva camminando accando a lui.
« Ma che cos'è? » chiese incantata.
« Oh questo è il tuo Eseís* . Avanti toccagli la fronte, ti spiegherò dopo cos'è ed a che cosa serve. » rispose guardandola con un sorriso.
« Va bene. » rispose.
Detto questo, sfiorò la fronte della sagoma con un dito ed immediatamente il manichino si animò, prendendo le sue fattezze fisiche ed aprendo gli occhi grigio- ardesia, uguali ai suoi. La sua pelle però, rimase comunque fatta di una sostanza che sembrava aria, o meglio vento che vorticava velocemente e senza mai fermarsi.
« Allora l'Eseìs è una tua perfetta copia. Possiede la tua stessa caratteristica principale, Velias,  e riproduce perfettamente il tuo modo di combattere; è molto utile nell'allenamento. Dai prova ad attaccarlo. » disse il ragazzo con entusiasmo.
La ragazza prese la sua spada argentea e sferrò l'attacco con grande maestria. L'Eseìs però riuscì a schivarlo con altrettanta abilità ed attaccò tentando un affondo diretto, che per poco non sfiorò la coscia di Eliz, ma che riuscì comunque a farle perdere l'equilibrio, facendola cadere.  
« Miseriaccia. » disse, cercando di mettersi in piedi.
Alec ridacchio, divertito da quella reazione e poi l'aiutò ad alzarsi tendendole una mano. La ragazza si tirò sù prontamente ed impugnò meglio la spada, dirigendosi verso la sagoma fatta d'aria. Menò un potente fendente che la prese di striscio e con maestria tentò di colpirla nuovamente, ma quella riuscì a pararlo eggreggiamente.
« Beh almeno sei riuscita a colpirla. » disse accennando un sorrisino.
« Spiritoso. » rispose di rimando la ragazza, lanciandogli un'occhiataccia.
Ritornò all'attacco e con la sua disarmante velocità, assalì l' Eseìs che la schivò con altrettanta maestria e bravura. Eliz fece un sorrisino vittorioso e con rapidità, sì girò di scatto, sì mise dietro la sagoma e la colpì con un affondo diretto alla schiena, che la prese di stiscio ancora una volta.
« Non male, stai andando davvero bene per essere la prima volta che lotti contro il tuo Eseìs. » commentò Alec.
« Grazie. » rispose la ragazza.
Continuò a lottare senza sosta, tentando affondi rapidi e precisi, che spesso riuscivano soltanto a sfiorare la sagoma. Abbassò la testa un' attimo, prese un respiro profondo e con la mano si spostò i capelli dal viso leggermente sudato, a causa dello sforzo.
« Guarda che possiamo anche fermarci qui per oggi, sei stata già molto brava. » disse Alec scuotendola per le spalle e guardandola negli occhi.
« No voglio continuare. » affermò la ragazza, liberandosi dalla sua presa ed impugnando meglio l'arma.
Guardò la sua copia dritto negli occhi. Il cielo venne coperto da nubi grigiastre, mentre un fulmine azzurrino cadde li vicino, nella foresta e i suoi occhi divvennero un misto fra il grigio e il blu intenso. Con uno scatto fulmineo si lanciò su di essa, menando un fendente diretto alla schiena, che riuscì a colpirla in pieno.
L'Eseìs barcollò un po' poi cadde a terra e si ruppe in mille pezzi sotto lo sguardo stupito di Alec.
« Wow non ci credo. Non ho mai visto nessuno capace di distruggere il proprio Eseìs durante il primo combattimento. » disse stupefatto.
« Beh c'è sempre una prima volta. » rispose la ragazza sfoggiando un ghigno compiaciuto e riposando con grazia la spada argentea nel fodero.
« E poi ... i tuoi occhi ... hai raggiunto l'equilibrio. » continuò ancora, indicando le sue iridi.
« Cosa intendi? » chiese curiosa.
« Durante la lotta sei riuscita a mantenere il controllo dei poteri, hai ottenuto l'equilibrio. » rispose Alec con un sorriso.
In quel momento la sagoma si ricompose ed Alec guardò Eliz che nel frattempo era rimasta immobile ad osservare la scena.
« Ogni volta che viene distrutta, la copia si ricompone acquistando tutte le conoscenze e le tecniche che hai appreso durante la lotta. » spiegò il ragazzo.
« Fantastico ! » commentò entusiasta.
« Già. » continuò ancora guardandola e poi abbassando la testa. Non voleva nasconderle la verità, ma non poteva ancora dirle tutto; non era il momento giusto.
« C'è qualcosa che non va? » chiese aggrottando le sopracciglia e toccandogli una spalla.
« N-no niente. » rispose, sorridendo leggermente.
Eliz lo scrutò attentamente, ma poi decise di lasciar perdere.
Ad un tratto una figura scura solcò il cielo ormai buio. La ragazza assottigliò lo sguardo tentando di scorgerla meglio, ma in quel momento la terra tremò violentemente.
Sì girò verso Alec e prese velocemente Velias, pronta ad affrontare qualunque attacco.
Immediatamente, da un cespuglio, comparve una figura incappucciata della quale non si scorgeva il viso. Eliz non perse tempo ed alzò la spada pronta a difendersi, mentre l'uomo prese la sua arma e tentò di colpirla con un affondo piuttosto stentato. La ragazza lo parò facilmente, con movimenti precisi e ghignò dell'impreparazione del suo avversario.
Sferrò un potente montante che lo colpì di striscio.
« No Eliz, ferma sono io. » intervenne l'uomo, con una voce conosciuta.
Si tolse il capuccio dalla testa, rivelando un bel paio di occhi verdi e i capelli neri e ribelli.
« Al ma che diavolo combini ?! » chiese gesticolando.
« Volevo ... farti uno scherzo. » disse passandosi una mano fra i capelli e spettinandoli ancora di più del solito.
« Sei un idiota! Ti sembra questo il momento degli scherzi? » rispose ancora, incrociando le braccia.
« Ma dai non fare così. » disse lui, prendendola per la vita ed attirandola a se per baciarla.
« Sì ragazzi siete davvero carini, ma non credo sia il mom... » cercò di dire ma venne interrotto da un Albus leggermente seccato.
« Zitto. » disse il ragazzo continuando a baciare Eliz.
Ad un certo punto sì sentì un rumore proveniente dalle loro spalle. I due si staccarono e si girarono per scoprire quale fosse la causa, ma appena si voltarono videro la sagoma di un ragazzo  con gli occhi grigi, i capelli castani, le ali nere pece ancora spiegate e un insopportabile ghigno sul viso.
Eliz prese la spada e gliela puntò contro, assottigliando lo sguardo, mentre Albus prese in fretta la bacchetta e la alzò prontamente.
Alec fece altrettanto, sguainando la sua arma e mettendosi davanti ai due ragazzi per fronteggiarlo meglio.
« Oh ma guarda, ci sei anche tu. » disse, puntando i suoi occhi grigi, in quelli azzurri di Alec.
Il ragazzo sussultò di fronte a quello sguardo; non prometteva niente di buono, lo sapeva.
« Voi vi conoscete di persona? » chiese Eliz guardando il suo insegnante.
Lui la osservò in modo strano e poi puntò lo sguardo davanti a se, come se fosse turbato da qualcosa.
« Oh sì, ci conosciamo molto bene. Perchè non glielo dici tu? » aggiunse Alex ghignando.
Il ragazzo si riscosse di scatto e si voltò verso di loro.
« Eliz ... ecco io ... devo dire una cosa ... sia a te che a tuo padre ecco io ... » cercò di dire a disagio.
« Oh Elizabeth, io ed Alec siamo fratelli. » rispose ghignando.
Eliz si voltò verso il suo insegnante; non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito e rimase lì, ferma, a fissarlo sbigottita, insieme ad Albus che aveva un'espressione sorpresa.









Eseís* : Parola greca che significa copia ( il manichino indica la ragazza stessa ecco il perchè del nome)




















* Angolo Autrice*


Ciao a tutti ! Scusate per il mio immenso ritardo, ma purtroppo la scuola assorbe molte delle mie energie.
Per farmi perdonare, eccovi le foto di Alex ed Alec.
Che ne dite?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Un grande abbraccio.

Elizabeth_Lovegood









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Capitolo 21
*** Fra misteriosi piani, temi dimenticati e terribili rivelazioni ***


Fra misteriosi piani, temi dimenticati e terrificanti rivelazioni








« Eliz ... ecco io devo dire una cosa sia a te che a tuo padre ecco io ... » cercò di dire a disagio.
« Oh Elizabeth, io ed Alec siamo fratelli. » rispose ghignando.
Eliz si voltò verso il suo insegnante; non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito e rimase lì, ferma, a fissarlo sbigottita, insieme ad Albus che aveva un'espressione sorpresa.
« No ! Non è possibile. » disse la ragazza, ancora sorpresa.
« Oh certo che è vero. Diglielo anche tu Alec, avanti. » disse girandosi verso il fratello.
Il ragazzo boccheggiò a disagio, passandosi una mano fra i capelli, come soleva fare quando era nervoso o imbarazzato e con voce fioca aggiunse:
« Sì, lui è mio fratello. Siamo entrambi figli di Ethan. »
Eliz si girò di scatto e guardò Albus, che aveva un'espressione seria sul viso e stava scrutando a fondo i due ragazzi, guardando prima l'uno e poi l'altro.
« Cos'era questo?! Un tentativo per imbrogliare Eliz e per poter vedere meglio le sue mosse? » chiese il ragazzo con rabbia, soffermandosi su Alec.
« Ma cosa intendi? » replicò, anche se immaginava già la risposta.
« Fai il finto tonto !? Tu volevi fingere di stare dalla nostra parte in modo da guadagnare la nostra fiducia, per poi tradirci, passando informazioni a tuo padre e ad Alex. » rispose ancora, con rabbia.
« No ! Io volevo e voglio aiutarvi ... ecco ... è per questo che non vi ho detto che lui è mio fratello. » rispose sotto pressione.
Albus rise di gusto e lo guardò in modo penetrante e tagliente.
« Avanti, dacci la tua versione allora. » ribattè
« Io non volevo che voi mi giudicaste soltanto in base al fatto che sono figlio del nemico. Volevo aiutarvi, ma se vi avessi detto tutto fin dall'inizio avreste avuto dei sospetti riguardo alla mia sincerità. E' per questo che ho preferito non dirvelo. » rispose Alec con decisione.
« Non ti credo. » disse Albus, diffidente.
Eliz sospirò e si avvicinò al suo ragazzo con le mani sui fianchi.
« Al ragiona, se Alec avesse deciso di tradirci e di fingersi un amico soltanto per prendere informazioni su di me e sulle varie entrate del castello, di certo Alex non sarebbe venuto qui a dirci che lui è suo fratello, non credi? » affermò con ovvietà.
« Ottima osservazione figlia mia. Io lo sapevo già Alec, mi ero premurato di controllare personalmente tutto quello che riguardava te,  non si è mai troppo prudenti. » commentò Jake, che era arrivato proprio in quell'esatto momento. Guardò Eliz con orgoglio ed approvazione e puntò gli occhi sul ragazzo, che non riusciva a credere a quello che aveva sentito.
« Quindi lo sapeva? E mi ha comunque dato la sua fiducia? » chiese il ragazzo, incredulo e felice.
« Certo, non hai scelto tu di chi essere figlio e quindi ho voluto darti una possibilità. » rispose.
Sul viso di Alec spuntò un sorriso radioso e con gioia disse:
« Grazie della fiducia. »
« Oh te la meriti tutta. » rispose ancora il padre di Eliz.
« Aspettate un attimo Alex dov'è finito? » chiese la ragazza, guardandosi intorno più volte.
« Forse ha visto che eravamo troppi ed ha deciso di ritirarsi. » ipotizò Albus.
« Non lo so ma c'è qualcosa di strano. » sentenziò Jake infine.
 


Nel frattempo, nel rifugio segreto degli Angeli Guerrieri dalla parte di Alex ...



« Dobbiamo convincerla a passare dalla nostra parte. » disse Ethan, camminando avanti ed indietro per la grande stanza circolare e dalle pareti color porpora.
« Ma padre, lei non accetterà mai di unirsi a noi. » ribatè Alex  con tono deciso.
« Oh allora le faremo vedere cosa significa mettersi contro di noi. » continuò l' uomo ghignando.
« Cosa hai in mente?  So già che sarà qualcosa di terribilmente malvagio. » chiese curiosa Brittany, sorridendo sadicamente e andandogli vicino.
« Lo scoprirai più tardi. Sono certo che ti piacerà. » rispose ancora l'uomo, prendendo un foglio di carta e scrivendo alcuni nomi.
Diede la lista a Brittany, che la prese prontamente e il sorrisetto sadico che aveva sulle labbra si aprì ancora di più.
« Oh sì, fantastico, ho già capito cosa hai intenzione di fare. » disse ancora rigirandosi il foglietto fra le mani.
Alex li guardò perplesso, poi assotigliò lo sguardo verso il pezzo di carta e fece una faccia un po' contrariata.
« Ma papà non puoi  ... » cercò di dire, ma venne interrotto.
« Niente ma, qui si fa come scelgo io oppure farai la sua stessa fine. » rispose alzando la voce.
Il ragazzo abbassò la testa biascicando un sì poco convinto e uscì dalla sala, dirigendosi verso la sua stanza.
« Non starlo a sentire, è un ottima idea. » rispose prontamente la donna.
« Oh lo so e non vedo l'ora di metterla in atto. » rispose infine.
I due ghignarono contemporaneamente.




                                                                                       




                                                                                                   ***











Stanza delle necessità
Pomeriggio presto.







Eliz sospirò pesantemente, asciugandosi il sudore dalla fronte e attaccò ancora la sua copia, cercando di distruggerla una volta per tutte. Menò un potente fendente che venne schivato prontamente, poi si spostò velocemente per non farsi colpire. Rotolò su un fianco e colpì l'avversario con un  affondo preciso e secco diretto all'addome. La copia si ruppe in mille pezzi e dal fondo della stanza risuonò un applauso.
« Oh Eliz migliori a vista d'occhio. » disse Alec emergendo dalla penombra e andandole incontro.
« Grazie. » rispose lei stanca e con il fiatone. Si diresse verso la finestra, la aprì e prese una grande boccata di aria fresca.
« Va bene per oggi può bastare. » disse ancora porgendole un'asciugamano.
La ragazza la prese, se  la passò sulla fronte e poi uscì dalla stanza seguita dal ragazzo.
Percorsero vari corridoi, fino a quando arrivarono alla Sala comune di Serpeverde.
« Io devo prendere i libri per la lezione di Cura delle Creature magiche che inizierà fra mezz'oretta. Devo ancora ricontrollare il mio tema, tu mettiti pure a girovagare tranquillamente per la scuola visto che la McGrannit è d'accordo al fatto che tu e mio padre rimaniate qui durante tutto il giorno. » disse la ragazza, sussurrando la parola d'ordine e facendo aprire il passaggio nascosto dietro il dipinto.
« Va bene, ma visto che ci sono ne approfitto per andare a fare una scorpacciata di dolci da Mielandia, la mia scorta personale è finita da poco. » rispose massaggiandosi lo stomaco.
« Sono a corto di zuccheri. » continuò ancora. Eliz scoppiò a ridere di gusto, poi sparì all'interno del ritratto.
 

In Sala comune

Scorpius e Natalie erano seduti su una delle tante poltrone di pelle e cercavano disperatamente di scrivere qualcosa per quanto riguarda il tema sulle 10 specie di Drago presenti nel mondo magico, o almeno Natalie cercava disperatamente di scrivere qualcosa di sensato, mentre Scorpius aveva quasi finito.
« Mi puoi far dare un occhiata al tuo tema? » chiese la ragazza facendo gli occhi dolci.
« Non mi incanti con quell'espressione e no, non ti farò copiare di nuovo il mio tema. » rispose il ragazzo calmo.
« Ma tu lo sai che sono una frana in Cura delle creature Magiche. Ti prego aiutami. >> tentò ancora, alzandosi dalla sua poltrona ed andandogli incontro.
« Va bene, ma tu cosa mi offri in cambio? » disse ghignando ed avvicinandosi a lei.
« Tu stai diventando troppo simile ad Albus. » rispose sbuffando.
« Albus da quando è con Eliz è più mieloso che mai. Ma lasciamo perdere lui. » ribadì il ragazzo avvicinandosi ancora di più, sfiorandole le labbra con le sue.
Natalie sorrise e premette di più le labbra. Il ragazzo  l'attirò a se facendola sedere sulle proprie ginocchia e cominciò a baciarla delicatamente mettendole le mani sui fianchi.
In quel momento il varco della Sala comune si aprì e sulla soglia comparve Elizabeth, di ritorno dall'allenamento.
Natalie scese dalle ginocchia del ragazzo, si sporse verso il tavolino ed afferrò il compito di Scorpius, iniziando a prendere spunto da esso per completare il suo tema. Lui scosse la testa; ormai ci era abituato.
« Ehi ragazzi. » intevenì Eliz.
« Lei è una sfruttatrice. » disse in risposta Scorpius, incrociando le braccia al petto ed  indicando Natalie, che era tutta concentrata nel copiare il tema.
« Non è vero. » ribadì alzando un attimo la testa dal foglio.
Eliz sorrise di fronte a quella scena e in quell'istante entrò in Sala Comune anche Albus.
« Dai Al, ragazzi, la lezione sta per cominciare. L'hai fatto il tema? » disse la ragazza, prendendo i libri ed il suo tema, appena ricontrollato.
« Quale tema? » chiese lui, con un espressione confusa in viso.
« Il tema sulle 10 specie di drago ricordi? » intervenì Natalie ridacchiando.
« Oh no l'ho dimenticato. » rispose, mettendosi una mano sulla fronte.
« Va bene io... sto male. » continuò ancora dirigendosi verso il dormitorio maschile come un razzo.
I ragazzi si misero a ridere di gusto e si incamminarono verso il parco per affrontare la lezione di Cura delle creature magiche.



 

                                                                                                     



                                                                                                    ***









« Oh finalmente la lezione è finita, non ne potevo più. » disse Eliz, passandosi le mani sul braccio pieno di lividi e di tagli causati da quelle orribili creaturine che avevano dovuto nutrire  durante l' ora.
« A chi lo dici. » continuò Scorpius, prendendo la bacchetta e iniziando a curarsi le piccole feritine che aveva anche lui.
« Dai non è stato così terribile. » ribadì Natalie sorridendo.
« Certo per te non è stato orribile perchè non di hanno fatto nemmeno un graffio. Maledette bestiacce ! » ribadì il ragazzo, continuando a curarsi i vari tagli.
« Non esagerate, sono solo due graffi. » continuò divertita.
Eliz e Scorpius sbuffarono contrariati, e insieme a Natalie si incamminarono verso i sotterranei, ma appena svoltarono l'angolo, videro una scena che li lasciò perplessi e basiti. Eliz sbarrò gli occhi incredula e un espressione di puro fastidio le si dipinse sul viso.
« Dai sono sicuro che ... sta parlando con lei per una buona ragione. » disse incerto Scorpius, spostando il suo sguardo su Albus ed Agnes che stavano parlando con lo sguardo pieno di peroccupazione.
« Non è possibile! » disse la ragazza rivolgendosi ad Albus e agitando le braccia in aria.
« E' così... purtroppo. Ma davvero ti importa così tanto di lui ? Non pensavo che potesse accadere sul serio. » chiese lui ghignando.
« Ehm... ma che hai capito a me non importa di lui, mi importa del fatto che questo può signisicare solo una cosa. La guarra è alle porte e questo è solo l'inizio. » rispose assumendo un espressione pensierosa.
« Ma di che state parlando? » intervenì Eliz, andondo incontro ai due ragazzi.
« Oh Lizzie è successa una cosa orribile. » disse Agnes, insolitamente seria.
« Allora per prima cosa smettila di chiamarmi Lizzie e poi cos'è successo? » chiese ancora la ragazza.
« Oh Eliz vedi... » cercò di spiegare Albus, ma venne interrotto dall'arrivo della preside.
« Signorina Guardian è successo un fatto che sicuramente la sconvolgerà, vede suo padre e Alec sono stati rapiti dai seguaci di Alex. Gli auror hanno già dato inizio alle ricerche. Mi dispiace. » intervenì la McGranit.
Eliz rimase sconcertata.
« No ! Non può essere. » disse soltanto.










* Angolo Autrice *

Scusate se ci ho messo tanto nel pubblicare questo capitolo, spero comunque che sia stato di vostro gradimento.
Rigrazio come sempre tutti quelli che seguono/preferiscono/ricordano questa storia, chi recensisce ma anche chi legge solamente.
Alla prossima,


Elizabeth_Lovegood


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