Se tu fossi come il vento...

di gwendolyn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cos'altro dire? - Prologo. ***
Capitolo 2: *** Era meglio se non ti avessi mai conosciuta ***
Capitolo 3: *** Abituata a fare diversamente ***
Capitolo 4: *** Incontri involontari ***
Capitolo 5: *** Dimenticare ciò che conta PARTE 1/2 ***



Capitolo 1
*** Cos'altro dire? - Prologo. ***


Cos'altro dire? - Prologo
 
Perchè fa così male?
Perchè mi sento così triste?
Davvero dentro al tuo cuore c'è solo il vuoto?
 
Stava sotto ad un lampione accanto ad una fontana ormai da due ore, dal bar accanto si sentiva una canzone dei Green Day: qualcosa sul cielo e sull'amore, qualcosa su due ragazzi che non sono arrivati ad un lieto fine.
Le facevano male al cuore quelle parole, si sentiva protagonista di una storia troppo ricorrente al giorno d'oggi. Sarebbe successo anche a lei, lo sapeva.
Tra le mani teneva un cellulare, aspettava una sua telefonata ma lui non l'avrebbe chiamata e lei ormai lo doveva sapere.
I suoi vestiti ed i suoi capelli erano tutti fradici a causa della pioggia, e anche il rossetto rosso si stava sciogliendo su quelle labbra sottili.
Era strano, lei sapeva sempre tutto eppure amava sperare e aspettare, e spesso anche credere in un miracolo che aveva nulle possibilità di avverarsi.
Ma alla fine non serve a nulla sperare di sfuggire al destino, bene o male si avvererà sempre e comunque.
Il destino è come la morte: una cosa inevitabile.
 
Ad un certo punto davanti a lei era passata una coppietta che si teneva per mano non curante della pioggia, un sorriso sul volto di Dawn si era formato: non di gioia, ma perchè aveva capito che era stato tutto inutile. 
Quanto tempo sprecato inutilmente, quante parole mai dette, quanto calore mancato. 
Ma, dopotutto, lui glielo aveva sempre detto che non la amava. 
 
Si era incamminata verso casa a passo lento,  convinta che prima o poi sarebbe riuscita a dimenticarlo, ad accettare il fatto che lui non ricambiasse quell'affetto.
Ma aveva realizzato anche che per imparare a stare senza di lui doveva cominciare col distruggere quei pochi contatti che li tenevano ancora uniti.
Si era fermata in un bar, e prima ancora di finire il thè preso poco prima aveva composto il suo numero e aveva portato il cellulare all'orecchio in attesa di una sua risposta.
La voce era un poco raffreddata ma comunque molto decisa, e senza rendersene completamente conto aveva pronunciato quelle parole che non credeva di essere capace di dire "Non ho più bisogno di te"
 Non aveva aspettato una sua risposta, aveva messo giù, già sapendo che non l'avrebbe mai richiamata per avere delle spiegazioni.
Scott stava con lei perchè solo lei lo amava, solo perchè lei cercava di capirlo, solo perchè lei era stata capace di perdonarlo. Non perchè la amava, infatti non le avrebbe mai dato il calore che lei era solita regalargli.
 
Dawn era rimasta a fissare quel thè marroncino, aveva tante domande da fare, ma non sapeva a chi porle. Forse a lui, ma tanto non le avrebbe mai risposto: non la prendeva mai sul serio.
Lei ormai era stanca di tutto, non era nemmeno più convinta di come sarebbe stato il suo futuro. Non riusciva a vederlo, non più.
 
Quando avrebbe smesso di piovere?
 
 
 
 
 
 
________________________________________________
Ok. Non so scrivere le Long, eppure ne sto per scrivere un'altra.
E perchè? Mah questo lo dovreste chiedere a Dott_Gwen .______.
Non so quanto durerà questa cosa a capitoli, dipende dal grado di gradimento suppongo u.u
E' una Dott a tutti gli effetti, e (voglio specificare) la storia non sarà tutta triste (prime anticipazioni xD)
I capitoli saranno più lunghi (partendo comunque dalla fine della 4 stagione) e questo Prologo dovrebbe essere l'unico capitolo corto :)
L'altra Dott che avevo promesso (quella sulla Drabble Essere forti, custodire nelle proprie mani la vita di qualcuno) verrà pubblicata a settembre.
Fatemi sapere se vale la pena continuare questa roba Long u.u
Ero indecisa sull'OOC così l'ho messo per sicurezza.

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Capitolo 2
*** Era meglio se non ti avessi mai conosciuta ***


Era meglio se non ti avessi mai conosciuta
 
Sei una ragazza fragile, insicura.
Sei una ragazza strana, che vive nel suo mondo.
Allora perchè ho paura di ciò che provo per te?
 
"Lasciala per sempre, oppure amala come nessuno l' ha mai amata"
Era questo il consiglio che gli aveva dato Zoey tramite un messaggio, dopo aver saputo che Dawn aveva rotto definitivamente con lui.
Zoey dopo il reality era diventata una vera e propria impicciona, a volte Scott si domandava se non fosse lei la vera causa dei continui litigi con la sua ormai ex fidanzata.
Aveva spento il telefono, ovviamente non aveva risposto: perchè mai avrebbe dovuto sprecare i propri soldi per rispondere ad una ragazzina con la mania del protagonismo?
 
Si era seduto sul divano, intento a guardare qualche stupido programma, qualche prototipo del reality al quale aveva partecipato un anno prima.
Era meglio se se ne fosse stato a casa, a dare una mano con la fattoria, invece di subire mille torture per poi tornare a casa come un perdente. E in più era stato anche deriso da tutti passando per un patetico sociopatico.
Proprio lui che si era definito 'Il grande Scott', che aveva agito astutamente fin dall'inizio, che aveva manipolato le persone senza che se ne rendessero conto. Possibile una cosa del genere? Pare di sì.
E poi il reality era finito, e lui pur di non restare da solo aveva accettato di frequentare Dawn, nonostante non gli facesse nè caldo nè freddo. 
Non poteva di certo sapere che l'avrebbe rimpianto prima o poi.
 
- flashback - 
Scott stava per essere liberato dalla sua prigionia,  ovviamente era solo in quella stanza spaziosa: nessuno era venuto a fargli coraggio. Solo, come sempre solo. Erano tutti nella camera accanto, dato che anche Alejandro stava per essere liberato, tutti volevano vedere se era tornato il figo di una volta.
 
Per fortuna poco dopo era entrato il dottore, che quasi subito aveva aperto la scatola di ferro e, con l'aiuto di un' infermiera, l'aveva estratto e posizionato su un letto.
Era sotto l'effetto di antidolorifici e sonniferi vari, il suo corpo era immobile. Ma la sua mente funzionava bene, purtroppo per lui.
Gli avevano fatto delle iniezioni, probabilmente, ma queste non gli avevano provocato dolore. Era da due mesi che non sentiva nulla.
 
Erano bastate due ore, e la Iena era tornata come nuova.
Stava per provare ad alzarsi, quando qualcuno aveva bussato alla porta: era Dawn.
Era entrata, senza attendere una risposta, e si era posizionata davanti a lui, che la fissava incredulo come non mai.
Ci era voluto poco però per far tornare in sé Scott che sussurrò un duro "Che vuoi?" potendo constatare che gli era tornata la voce.
"Aiutarti" aveva risposto Dawn calma, nonostante la rabbia mischiata all'indifferenza che leggeva negli occhi del ragazzo.
Scott si era messo a ridere sguaiatamente, di colpo, sembrando addirittura uno psicopatico grave.
"Davvero, Scott... Non puoi restare da solo" aveva continuato Raggio di luna non curante della sua reazione.
 
Il ragazzo era incerto sul da farsi: continuare quella discussione o tagliare corto e mandarla via bruscamente? 
Aveva deciso di metterla alla prova, si era alzato in piedi senza smettere di guardarla negli occhi. Lei aveva dovuto alzare il viso, essendo lui più alto.
"E quindi? Cosa vorresti fare? Chiedere ad una di quelle stupide bestiacce di venire a vivere con me? " aveva detto sarcasticamente scuotendo la testa.
"No, voglio instaurare un rapporto con te." aveva risposto ancora una volta calma, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Scott non credeva a ciò che aveva sentito, che stupidata si era mai inventata quella stramboide?
"Ehi frena, frena. Sai quante ragazze posso avere io? Sai quante fanno la fila per uscire con me?" aveva ribattuto il ragazzo con fare altezzoso, con una convinzione esagerata considerata la situazione.
"Nessuna" aveva detto lei.
Questo era davvero troppo per Scott, che ormai si era pentito della scelta fatta: non doveva far continuare quella discussione, doveva mandarla via fin da subito.
Era infuriato ed indignato: come osava affermare una cosa del genere? Cosa ne sapeva lei? 
Alla fine aveva realizzato che non sarebbe servito a nulla porsi domande del genere, e la sua testa aveva cominciato a formulare un'idea...
Mettersi insieme? E perchè no? Poteva sempre approfittare di lei in qualche modo... Anzi, in tanti modi.
Lui la conosceva bene ormai: avrebbe dato, senza mai chiedere nulla in cambio.
"Ok, accetto" aveva dichiarato lui, sorridendo,
 
- fine flashback -
 
A quanto pare anche questa volta aveva fatto male i suoi conti: non ricevendo nulla in cambio, passa la voglia di dare.
Era ovvio, ma non per uno come Scott. 
Non aveva nemmeno tenuto conto del dispiacere (o rimpianto) che avrebbe provato, ma oramai era tardi.
Era tardi perchè lei si era stancata di lui... Era stanca della sua neutralità, della sua vita monotona in cui lei pareva nemmeno esistere.
Lei voleva salvarlo, ma non ci era riuscita. 
Ferma com'era nella convinzione che dentro di lui ci fosse qualcosa di buono, aveva sbagliato.
Scott si era pentito di aver accettato quella sciocca proposta, Dawn si era pentita di averla proposta.
 
Stava guardando la televisione da mezz'ora, guardando per modo di dire perchè non ci stava facendo caso più di tanto. Aveva altro da fare, altro a cui pensare. Si sentiva un'annullità, aveva pianto in mondovisione.
Che vergogna, un uomo non può piangere, non deve.
Troppi pensieri aveva per la testa, anche Dawn era tra quelli. Perchè? Dopottutto non gli piaceva, eppure...
Non riusciva a non pensarci, non riusciva a pensare a cosa sarebbe successo domani, dato che lei non era più con lui.
Quei messaggi, quelle parole, quelle visite. Lui odiava tutto questo, eppure in quel momento avrebbe dato il mondo per un misero messaggio. Per non sentirsi dimenticato, per sentirsi amato.
Lui ne era certo: lei provava qualcosa per lui, altrimenti perchè darsi tanto da fare?
" Perchè diavolo è successo a me, perchè diavolo mi sono innamorato?! Se tu non ci fossi sarebbe più facile, spero che tu scompaia per sempre dalla mia vita!" 
L'aveva detto così, senza pensarci su più di tanto. Era arrabbiato, stanco, deluso. Non sapeva nemmeno lui perchè aveva pronunciato quelle parole.
Poi aveva realizzato che nella frase c'era un mi sono innamorato. Un errore? Perchè l'ha detto se non l'amava? 
Mi sarò confuso, si ripeteva . Io non la amo, io non amo nessuno.
 
Come faccio a convincermene?
 
 
 
 
 
________________________________________________
Non era così che doveva venire, uffa.
Zoey sarà molto OOC comunque ._. Informazione gratuita.
Mi sono immaginata uno Scott confuso, che non sa bene ciò che vuole.
Povero, provo tenerezza per lui ._.
Vabbè, fatemi sapere se la storia prosegue bene :3

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Capitolo 3
*** Abituata a fare diversamente ***


Abituata a fare diversamente. 

 
Vorrei entrare in quelle foto sbiadite.
Vorrei rivivere quei momenti, riassaporare quegli attimi.
Davvero non eravamo niente?
 
Erano passate tre settimane dall' ultima volta che Dawn aveva avuto notizie di Scott; ormai erano arrivate le vacanze natalizie e tra feste e cene varie lei era certa che per un lungo periodo non lo avrebbe rivisto.
Mancavano pochi giorni a Natale e lei si stava preparando per andare a casa dei suoi nonni assieme ai suoi genitori.
Non si lamentava mai, non si inventava mai delle scuse per evitare di passare una settimana in una delle città più fredde del Canada. Fort Selkirk.
Aveva cominciato a preparare le valigie e mentre sceglieva i vestiti da prendere aveva intravisto un album azzurro buttato in un angolo dell'armadio.
Lei sapeva, conosceva fin troppo bene le foto contenute all'interno.
Le aveva messe lei, c'erano tutte le foto che erano state fatte alle varie feste di Geoff.
Ed è sempre stata sempre lei a buttarlo in quel angolo, sperando di dimenticarsene e non vederlo mai più.
Avrebbe dovuto buttarlo, dargli fuoco... Ma ai ricordi non sapeva rinunciare, aveva paura che un giorno se ne sarebbe potuta pentire.
Poi aveva sentito sua madre avvicinarsi alla porta e aveva chiuso l'armadio, pensando che avrebbe fatto delle domande vedendolo lì.
Ma la madre aveva proseguito per la sua strada, così Dawn aveva deciso di sedersi sul letto per meditare un po' prima della partenza.
Pensava che l'avrebbe aiutata a calmarsi, ma così non era stato. Pensava a cosa avrebbe fatto dai suoi nonni ma le veniva in mente sempre Scott, al punto che si domandava se aveva fatto la scelta giusta, lansciandolo.

"Non hai le palle per ribellarti" le ripeteva spesso Scott con tono brusco.
E lei restava ferma davanti a lui, a testa bassa. Non sapeva mai cosa dire, come ribattere.
Non voleva ferire il suo orgoglio, non voleva contraddirlo nonostante lei amasse quel posto e soprattutto i suoi nonni.
Aveva paura di litigare con lui perchè aveva paura di perderlo, aveva paura di lasciarlo solo come molti avevano già fatto.
Le sembrava di abbandonarlo, di lasciarlo cadere di nuovo in quel mondo che solo lui conosceva, in quel mondo dove lui andava sempre a nascondersi per scappare dalla solitudine.
Anche quando c'era lei, a volte lo faceva... 
In quei momenti Dawn si sentiva una nullità perchè falliva. Non riusciva a salvarlo, non riusciva a far nulla per aiutarlo.
E poi lei si era stancata di tutto, l'aveva lasciato e stava per partire.
Stava scappando? No, voleva soltanto un poco di serenità.
Aveva chiuso la valigia e si era diretta verso il centro per comprare i regali che le mancavano.
Nevicava piano, delicatamente, come se quei  fiocchi avessero paura di ferire il suo esile corpo, coperto soltanto da una giacca a vento.
Camminava a passo lento e con lo sguardo puntato al cielo, voleva sentire quei fiocchi poggiarsi sulle sue guance e poi tramutarsi in acqua.
 
Scott invece stava vagando per le strade di Toronto, a casa sua si stavano svolgendo i preparativi per accogliere i dei cugini per Natale, ma a lui ovviamente non gliene fregava niente.
Lui odiava queste cose, sciocchezze senza senso, le definiva.
Odiava anche la neve: troppa umidità, troppo freddo.
E i fiocchi che gli cadevano addosso, bagnandolo, gli davano ancora più fastidio.
Si era fermato davanti ad un incrocio ed aveva alzato lo sguardo , per un attimo, per assicurarsi che non ci fossero macchine in arrivo, e poi l'aveva vista.
Dawn era alla sua sinistra, a 5 metri da lui.
Scott sembrava in preda ad un panico assolutamente inadatto ad uno come lui, non sapeva cosa fare: aspettare che passi o passarle davanti come se niente fosse?
Certo, la risposta sembrava ovvia ma a quel punto non riusciva più a muovere le gambe, gli sembrava di essere inchiodato al suolo innevato, gli sembrava anche di sentire una voce nella sua testa: Aspetta, diceva. Ma aspetta cosa? Scott non capiva.
Sul suo volto si era formana una smorfia strana, forse di paura o di dolore.
Ma paura di cosa? Di Dawn? Era ridicolo, e Scott lo sapeva bene. 
"Dai, passa in fretta, muoviti!" si diceva nella sua testa, come se la ragazza fosse un gatto nero.
Non riusciva a capire che bastava calmarsi, che bastava prendere coraggio e andare come se niente fosse.
Ma ad aspettare troppo, si era già fatto tardi: Dawn si era fermata a 50 cm da lui e lo fissava.
Non sembrava stupita, ma anche se lo era non lo avrebbe mai dato a vedere.
Anche Scott avave girato la testa verso di lei, anche lui la stava fissando.
Era arrabbiato, glielo si leggeva in faccia. Nei suoi occhi c'era solo il vuoto, quel vuoto che fa paura, che non fa trasparire l'anima delle persone.
Dawn non riusciva a leggere il suo monologo interiore, non riusciva a percepire la sua aura, non riusciva a fare nulla.
Le sembrava che quella scena che stava vivendo fosse uguale a quella che vedeva nei film, cose assurde.
Eppure quella era la realtà, e un compromesso non lo avrebbero mai trovato.
Dawn lo sapeva,dopotutto loro trovavano un' intesa solo la notte...
Aveva sospirato, ormai rassegnata. Era abituata a rassegnarsi  sempre, non poteva fare diversamente.
Aveva abbassato lo sguardo e aveva ripreso a percorrere la propria strada non girandosi e facendo finta di niente. Come ha sempre fatto lui con lei, d'altronde.
Aveva sentito tutti i ricordi caderle addosso, le avevano provocato un senso di tristezza e mi malinconia.
Anche lei aveva un suo mondo, che si era creata quand'era ancora bambina, dove stava in armonia con tutti, dove il male non esisteva, dove nemmeno l'amore esisteva. Era così diverso dal mondo creato da Scott...
Anche lei, anni prima, era stata male come  lui ... Ma si era rialzata, aveva trovato la felicità raccogliendo i frammenti di tutte le cose brutte che le erano capitate.
Aveva imparato a tenersi tutto dentro, a non spiegare mai il perchè delle proprie lacrime.
Si era fermata, quando ormai era a tre isolati dall'incontro e aveva estratto dalla propria borsa una una foto.
C'erano lei e Scott all'ultima festa organizzata da Geoff. Sembravano felici. Sembravano, era questo il punto.
 
 
E se ad un punto, ne aggiungo altri due...?
 
 
 
 
 
 
 
___________________________________
Sembra quasi strano che io aggiorni così presto xD Infatti il capitolo è corto, ma il prossimo sarà abbastanza lungo ._.
Aspetto recensioni, ovviamente. Altrimenti non aggiorno D:>
Non penso che su 344 visite solo 9 abbiano le mani per scrivere -_________-

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Capitolo 4
*** Incontri involontari ***


Incontri involontari.

 
E' strano vedere le nostre aspettative frantumarsi.
E' strano pensare che poteva andare diversamente.
Tu non dovresti essere qui, sai?
 
"E' solo uno stupido!" continuava a ripeterle Zoey da ormai mezz' ora.
Dawn odiava riversare i propri problemi sugli altri, ma la rossa era così insistente...
"Zoey... Ora me lo vuoi dire perchè mi hai chiamata?!" chiedeva già da quanche minuto, senza ottenere nessuna risposta.
"Ma insomma, stai per partire e io... " cercava di trattenere le lacrime, ma per lei era sempre stato difficile salutare le persone.
"Grazie, sei una vera amica" disse Raggio di luna prima che la compagna potesse aggiungere altro.
"Fugurati... "
Dopo aver parlato per altri dieci minuti principalmente di Scott, Dawn aveva dovuto spegnere il cellulare e finire di prepararsi.
Una decina di maglioni  caldi, tre paia di pantaloni di pantaloni e la valigia era già piena. Così l'aveva chiusa sperando di evitare tragici incidenti come la sua apertura in aeroporto.
Si era recata verso la finestra per guardare un' ultima volta quel panorama spettacolare che non avrebbe rivisto per qualche giorno.
Era strano, si sentiva malinconica e un poco triste.
Un po' per la partenza, un po' per il paesaggio, un po' per Scott.
Lui le mancava nonostante tutte le incomprensioni, nonostante non fosse capace di trasmettere calore, nonostante fosse così diverso da lei.
Come aveva fatto ad innamorarsi di uno come lui? Questo non lo sapeva nemmeno lei.
Ma tanto pensarci era inutile, ormai era tardi: era stata lei stessa a distruggere quello che amava definire un rapporto.
Aveva troppe domande, troppi pensieri non collegati tra loro, troppi pareri contrastanti che le rimbombavano nella testa ...
Perchè deve essere così difficile... ? Si domandava.
Glielo avevano detto in tanti, che non sarebbe durata.
Eppure lei aveva preferito credere a quei pochi che le dicevano "Segui il tuo cuore, Dawn... Vedrai che non te ne pentirai." 
Una frase detta e ridetta a tante coppie, eppure ognuna di loro aveva avuto un destino diverso... 
"La mia vita non è destinata ad intersecarsi con la tua..." aveva detto sedendosi sul pavimento e mettendosi le mani tra i capelli.
Poi aveva avvicinato le ginocchia al petto sorridendo
, ma non era un sorriso felice, era un sorriso di chi voleva evitare di sembrare infelice.
Infatti poi le era scesa una lacrima. 
Le sue labbra tremavano: non riuscivano a reggere un sorriso.
"Scott..." aveva sussurrato stringendo forte le ginocchia, cercando di soffocare i singhiozzi.
 
Lei ricordava tutto dall'inizio alla fine, persino le date precise di ogni incontro che aveva organizzato... Anche se la maggior parte di essi non erano mai avvenuti: Scott, se non aveva voglia, non veniva. 
E non si curava nemmeno di avvisarla, come se volesse farsi una risata vedendola da sola nel parco su una panchina o sotto il solito lampione.
Si sarebbe dimenticato di lei in poco tempo, magari non si sarebbe neanche accorto della sua assenza.
Dawn pensava che forse era meglio così, sarebbe stato più facile anche per lei.
Eppure... Quando l'aveva incontrato nei suoi occhi aveva letto qualcosa di strano.
Delusione. Scott che prova un simile sentimento? Era improbabile ma non impossibile.
Non lo dava a vedere ovviamente...  Lui non era quello debole tra i due.
Era Dawn, quella debole, quella che amava piangere senza mai dire il motivo.
 
***
 
Scott era tornato a casa semi frastornato dall' incontro di poche ore prima.
All' entrata la madre gli aveva allungato la posta con un sorriso tipico di chi ha bevuto qualche bicchierino di troppo.
Il ragazzo aveva aperto la lettera sulla quale c' era scritto:
 
Egr. Ex - Partecipante di TD,
Invitiamo lei, come tutti gli altri ex-concorrenti, a venire sull' isola Wawanakwa entro fine dicembre per ritirare tutti i documenti di garanzia e cose varie.
Ricordiamo che le date in cui sono presenti degli aerei per l'isola solo le seguenti:
- 5 dicembre
- 15 dicembre
- 30 dicembre
 
All. Biglietto aereo.
 
"Cretino... e la manda oggi che è il 15?" si era detto.
Aveva buttato nel cestino la lettera e messo in tasca il biglietto, poi si era diretto verso l'uscita intento a prendere quel aereo. 
Piuttosto che stare in quella casa un secondo di più era disposto anche a rivedere Chris.
"Tesoro, ma dove vai?" gli aveva urlato la madre che era rimasta per tutto il tempo a fissarlo.
"Sull'isola, mamma. Prima o poi torno!" aveva esclamato quando era ormai a dieci metri dall' entrata.
Scott era felice, si sentiva realizzato. Per qualche giorno si sarebbe liberato dei suoi genitori, e soprattutto non avrebbe pensato a quella cretina di Dawn.
Possibile che si fosse fatto mollare da una ragazza? Da lei per di più. Probabilmente il cretino era lui.
Aveva preso un autobus diretto all' aeroporto: in meno di 15 minuti sarebbe stato lì.
E non aveva neanche un bagaglio quindi avrebbe fatto tutto in fretta e si sarebbe riposato sull' aereo.
Quando era arrivato si era subito diretto a leggere le Partenze.
 
Isola Wawanakwa - Data: 15 dicembre - Ora: 15.30 - Imbarco in corso... 
 
"Sono previsti ben due scali prima di arrivare all' Isola... Quindi l'aereo non è privato, dannazione." aveva detto ad alta voce senza rendersene conto.
Ci aveva messo un po' per comprendere che aveva solo 5 minuti per passare tutti i controlli e salire, ma ovviamente aveva fatto in tempo a fare tutto in 4 minuti esatti.
Era salito sull'aereo, notando che c'era davvero tanta gente
Aveva guardato il biglietto e poi aveva sbuffato: aveva il posto 12B quindi doveva stare in mezzo.
Aveva intravisto il suo posto e nello stesso momento l'aereo si stava preparando per partire.
Le porte si erano chiuse e le Hostess mettevano fretta ai passeggieri che non avevano ancora preso posto.
Quando era arrivato al suo posto si era fermato di colpo a fissare la propria postazione: a sinistra c'era una signora sui 40 anni che lo guardava male e a destra, accanto al finestrino, c'era Dawn.
Classica sfortuna che mi perseguita, si era detto guardandola.  
A Scott tremavano le gambe e non sapeva nemmeno il perchè, sentiva il caldo invadergli le ginocchia. 
Era confuso, aveva sentito uno strano dolore trafiggergli il cuore, voleva scappare. 
Ma era tardi, senza che se ne potesse rendere completamente conto un'hostess l'aveva spinto verso il suo posto e lui si era ritrovato seduto accanto alla sua ex.
Era strano, una cosa semplicemente ridicola.
Non gli era servito tanto tempo per riprendersi e per permettere alla rabbia di prendere il spravvento.
"Mi perseguiti, vero?" le aveva chiesto senza guardarla. Si vedeva lontano un miglio che cercava di far finta di essere indifferente, ma le sue mani continuavano a muoversi come se avesse dei seri problemi psicologici. Ma era solo arrabbiato...  E confuso.
Dawn aveva sospirato, non se lo sarebbe mai immaginata che sarebbe finita in aereo con lui.
Sarebbero state le 6 ore più lunghe di tutta la sua vita, ne era certa.
"No, Scott... Oggi dovevo andare dai miei nonni e poi ho ricevuto la lettera e ..."
"E sei qui, ho capito. Certo, come no." la aveva interrotta sbuffando.
"Sì ho rimandato il viaggio. Non potevo di certo andarci il 30!" aveva risposto alquanto incerta.
"Potevi andarci il 5." le aveva fatto notare girandosi verso di lei.
Lei aveva distolto lo sguardo e gli aveva risposto "Ho ricevuto la lettera oggi, e scommetto che lo stesso è successo a te."
Scott non le aveva risposto, si era limitato a guardarla male ed a girarsi dall'altra parte.
Dawn sapeva che solo le loro lettere erano arrivate tardi, ma aveva preferito non dire niente.
Quasi tutti i concorrenti c'erano andati il 5, infatti ci voleva andare anche lei quel giorno  insieme a Zoey, ma non aveva potuto non avendo il biglietto. 
Si era girata a guardare fuori dal finestrino, ma non si vedeva nulla.
Nuvole, solo nuvole. Oppure era neve? Non riusciva a comprenderlo nemmeno lei.
Si era messa il più comoda possibile dato che Scott, sdraiandosi, aveva invaso anche il suo spazio.
Lei non voleva disturbarlo: odiava quando l'ira s'impossessava di lui.
Aveva chiuso gli occhi cercando di non pensare a cosa sarebbe successo durante quel viaggio.
Tanto sarebbe durato solo due giorni: questa sera sarebbero arrivati, domani avrebbero firmato e ritirato tutti i documenti e il giorno dopo sarebbero tornati a casa.
E tornerà tutto com'era prima di partire pensò Dawn prima di addormentarsi.
 
***
 
"Tutti i passeggeri devono scendere ! Ripeto, tutti i passeggeri devono scendere! Chi proseguirà il viaggio dovrà essere qui tra mezz'ora esatta" aveva annunciato una hostess con un microfono.
Dawn si era svegliata contro voglia e mezza intontita, Scott stava per fare una battuta ma si era trattenuto.
Dopotutto ci aveva già dialogato prima, e già si era pentito di averlo fatto.
Non doveva nemmeno rivolgerle la parola, dopo essere stato piantato.
Ma, per quanto fosse preso dal'orgoglio, capiva che era anche colpa sua. Non del tutto, solo un pochino.
"Scott..." l'aveva chiamato "Cosa succede?" gli aveva chiesto uscendo dietro di lui dall'aereo.
"Uno scalo" le aveva risposto involontariamente.
Lei aveva annuito non ancora del tutto lucida, lui invece si stava maledicendo per averle risposto.
Non erano ancora arrivati nella sala d'attesa quando ad un certo punto Scott si era fermato di colpo. 
E se provassi a riconquistarla? Questo pensiero era assolutamente poco adatto a lui.
Si era sentito stupido, cosa diavolo gli veniva in mente?
Si era avvicinato al bar, poco distante c'era Dawn seduta ad un tavolino.
Stava mangiando una brioche con del thè. Scott sembrava paralizzato, la guardava non notando tutte le persone che gli passavano davanti.
Forse, se le avessi dato un minimo di affetto, sarebbe rimasta.
 
Chissà se basta così poco...
 
 
 
 
 
________________________________________________
Ho aggiornato in anticipo, contenti? u.u
Amo il rating giallo, comunque :3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto perchè non potrò aggiornare per un po' D:
Ma tornerò u.u Io prima o poi torno sempre xD No, ok, la settimana prossima ci sono... ma anche prima.
Ammesso che io non crepi durante il viaggio...
Fatemi sapere se vale la pena aggiornare, per favore.
Anche chi non ha mai recensito prima.

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Capitolo 5
*** Dimenticare ciò che conta PARTE 1/2 ***


Dimenticare ciò che conta. Parte 1/2

Credevo di conoscerti.
Credevo di sapere tutto.
Cosa mi nascondi?
 
 
A Scott non piacevano le situazioni troppo ingarbugliate, avrebbe anche pagato per non averci a che fare.
Ma a volte, quando si scappa dai problemi, pare che essi ci seguano.
Non c'erano più tavoli liberi e Scott, con la sua tazzina di caffè in mano, si era deciso ad andare accanto a Dawn  per vedere la sua reazione.
Il loro aereo non poteva ripartire per altre dieci ore a causa della neve, e lui non poteva restare in piedi per tutto quel tempo.
Era passata un'ora da quando quella notizia aveva suscitato il malumore in tutti i presenti.
Perfino Dawn, la quale riusciva sempre ad apparire serena, sembrava preoccupata e un poco spaventata. Continuava a guardare fuori dalla finestra, cercava di trovare delle risposte in quella neve fitta.
Non le piaceva quel posto: tutte quelle pareti grigie, tutta quella gente frettolosa e a volte anche arrabbiata.
E lei su quella sedia da sola. Si sentiva sola. Avere tante gente attorno non significa avere la mente occupata e chiusa ai propri pensieri.

 
 
"Certo che puoi..." aveva detto tutto d'un tratto con un fil di voce. Non le serviva girarsi per capire che lui era lì.
Scott si era seduto accanto alla ragazza cercando di sembrare il più indifferente possibile, ma la voglia di guardarla cresceva sempre di più in lui.
Si sentiva stranamente incuriosito da quel volto che aveva visto tante volte, ma com'era possibile che non avesse mai notano la sua bellezza?
Era pallida, bassa e fragile come quelle bambole di porcellana che si vendono nei negozi d'antiquariato. 
Davvero una così gli poteva piacere?
 
Pensare ad altro. Ecco la soluzione a tutti i problemi di tutte quelle persone che amano farsi mille paranoie.
Forse era la soluzione giusta anche per lui, ma lui era già indifferente di suo...
"Senti Scott, è quasi sera e ci hanno detto che la partenza è prevista per le cinque di domani mattina... Dobbiamo andare anche noi in albergo." aveva detto Dawn, con una semplicità e naturalezza inadatta al momento. Sembrava quasi che si fosse dimenticata dell'avvenuto, che non avesse ancora realizzato che si trovava davanti al suo ex.
Scott non aveva risposto, si era limitato ad alzarsi e dirigersi verso l'uscita.
La ragazza lo seguiva da lontano, pensando che probabilmente lui non la voleva tra i piedi. Alla fine era sempre stato così, non solo in questa situazione.
Mi dispiace che sia finita così, si era detta Dawn guardandolo da lontano.
Lei non sapeva cosa provava Scott, non poteva comprendere cosa significasse per lui essere stato lasciato di punto in bianco. 
Da una come lei soprattutto.
Se lo meritava, questo era certo, ma a lei dispiaceva infliggere dolore alle persone. Soprattutto a quelle a cui si affezionava, e il ragazzo era - per sua sfortuna - tra quelli.
Le venne in mente il giorno in cui lo aveva lasciato, le parole che gli aveva detto. Davvero ne era stata capace?
E poi l'ha visto cambiare, non si sarebbe mai aspettata una reazione dal genere da parte sua, dopotutto lui era Scott Il Subdolo, quello che se ne fregava di tutti.
E invece... Anche lui ha un cuore e dei sentimenti.
Anche lui sa cos'è la delusione e cosa significa perdere qualcuno a cui si tiene... O semplicemente qualcuno la cui presenza era solita esserci.
 
Mi sbagliavo, ancora una volta...
 
 
 
 
 
 
 
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Scott Il Subdolo è il suo nomignolo originale.
Comunque scusate per il disastrosamente disastroso ritardo e la cortezza T_T
Ma è per un buon motivo in quanto la seconda parte è troppo lunga e potevo dividere il testo solo in questo punto...
Ditemi cosa ne pensate, come sempre ^^

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