No regrets, just love.

di harryslies
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 – We’re all in this together. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 – It’s hard to tell who owns my heart. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 – Your words cut like knives. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 – We gotta fight for this love. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 – Into my arms you won’t be alone. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 – Standing out in the rain I need to know if it’s over. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 – Questo è l’amore che fa cambiare, in ogni parte di te. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 – If we take the chances to change circumstances. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 – Out in the middle of nowhere. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 – But the truth is I’ve grown fond. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 – Amarti qui, prima che sia troppo tardi. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 – In the game of love you reap what you sow. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 – And she will be loved. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 – I will catch you if you fall. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 – Now we know it’s nearly over. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 – I waited all my life just to find a love that feels this right. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 – You've got the light to fight the shadows. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 - Show me how to fight for now. ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 – I promise you I will learn from my mistakes. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 – We’re all in this together. ***


Emily aprì velocemente la porta di casa, scese i soliti quattro scalini prima di attraversare il vialetto e dirigersi verso scuola. Era in ritardo ed era anche il suo primo giorno di scuola, il primo giorno dell’ultimo anno di liceo. Odiava essere in ritardo perché finiva sempre per dimenticare qualcosa a casa e le sue giornate iniziavano sempre col piede sbagliato. Ma più di tutto odiava le persone ritardatarie.
Chiuse in fretta il cancelletto dietro di sé e iniziò a camminare più velocemente che poté per raggiungere la scuola. Mentre camminava cercava di aggiustarsi la camicia bianca della divisa scolastica e il maglioncino marrone: successivamente notò che doveva aggiustare anche la gonna, troppo stropicciata.
Con suo immenso piacere riuscì, in poco più di sette minuti, ad arrivare a scuola pur avendo rischiato di far cadere la sua colazione e alcuni libri dalla tracolla che, nella fretta, aveva dimenticato di chiudere.
In realtà Emily era arrivata a scuola alle 7.30, molto prima dell’ora di inizio lezioni.
Qualche giorno prima aveva ricevuto un’email da Louis, il suo migliore amico, che, purtroppo, non vedeva da parecchi anni. Si erano dovuti separare quando avevano entrambi dieci anni perché la famiglia di Louis doveva trasferirsi in un’altra città. Quel giorno Emily pianse fino a sera, non poteva credere che il suo migliore amico la abbandonasse e che non potessero più trascorrere interi pomeriggi insieme. Per qualche anno si erano ancora sentiti attraverso varie email ma poco dopo Louis scomparve senza dirle più nulla ed Emily si chiuse sempre più in sé stessa.
Quella mattina si sarebbero rincontrati per la prima volta dopo parecchi anni ed Emily sperava che Louis avesse mantenuto quei grandi occhi azzurri di cui era innamorata e quel sorriso che la faceva stare bene in ogni momento.
Emily era davvero impaziente di rivederlo anche perché Louis le aveva detto che avrebbero trascorso l’ultimo anno di scuola insieme; allo stesso tempo voleva fargli tante domande: ad esempio voleva chiedergli come mai non le aveva più scritto, come mai sarebbero stati nella stessa scuola se lui abitava molto lontano e ovviamente voleva sapere che cosa aveva fatto in tutto quel tempo.
Arrivata davanti a scuola vide un ragazzo seduto sulla scalinata che si guardava intorno. Appena la vide si alzò in piedi e le corse incontro.
«Louis!», gridò Emily praticamente saltandogli addosso.
«Emily, quanto mi sei mancata», disse Louis stringendo a sé la ragazza.
«Mi sei mancato molto anche tu, in questi anni non ho fatto altro che pensare a te».
«Anche io. Scusami se non ho risposto più a nessuna delle tue email ma ho attraversato un brutto periodo, mi farò perdonare», le disse Louis sciogliendo l’abbraccio e guardandola dritto nei suoi occhi verdi.
«Mi devi raccontare cos’è successo, cos’hai fatto in tutti questi anni. Dopo la scuola vieni a casa mia e parliamo», disse Emily più sorridente che mai.
Louis le sorrise, le mise un braccio intorno al collo ed iniziarono ad incamminarsi dentro la scuola in cerca degli orari di inizio delle varie lezioni.
Emily si improvvisò guida per un giorno e fece fare un bel giretto turistico della scuola a Louis accompagnandolo fino alla segreteria per scoprire dove fosse il suo armadietto. Fortunatamente non era molto distante dal suo così decisero che, ad ogni intervallo e ogni volta che avevano dieci minuti liberi, si sarebbero trovati davanti all’armadietto di Emily. Quello sarebbe stato il loro luogo di ritrovo come lo era l’albero nei giardini vicino casa di Emily quando erano più piccoli.
Chiacchierando con Louis, Emily scoprì che aveva cambiato casa tre volte in pochi anni e che sua madre si era finalmente decisa a tornare ad Holmes Chapel: questa volta aveva deciso che non si sarebbe più trasferita. Con suo immenso dispiacere, aveva anche scoperto che, poco prima che Louis smettesse di scriverle, i suoi genitori si erano separati: immediatamente collegò i fatti e si sentì anche un po’ in colpa per averlo criticato spesso quando era da sola in camera, pensando che non gli importasse più niente della sua migliore amica.
Nonostante i vari traslochi, Louis aveva frequentato alcune scuole non lontano da Holmes Chapel e ci era tornato parecchie volte da quando aveva incontrato, durante una vacanza, quattro ragazzi che lui definiva fantastici. Inoltre le aveva detto che anche loro frequentavano quella scuola ed era sicuro che quello sarebbe stato l’anno più bello di tutti.
Dopo averle schioccato un bacio sulla guancia, Louis iniziò a cercare la sua classe di matematica pur avendo rifiutato l’aiuto di Emily.
Lei si diresse di nuovo verso l’uscita dove l’aspettavano Beth e Amelia, le sue due migliori amiche, che aveva conosciuto poco dopo la “scomparsa” di Louis.
«Ehi Emy, come stai? Ti vedo bella pimpante», disse sorridente Beth.
«Vi ricordate che oggi dovevo incontrare Louis, quel mio vecchio amico?».
«Si, quello che ti ha abbandonata», rispose Amelia visibilmente ancora addormentata.
«Non mi ha abbandonata. Mi ha detto perché non si è più fatto sentire, nessuna litigata. All’ora di pranzo ve lo faccio conoscere», rispose Emily.
Le tre ragazze iniziarono a dirigersi verso la propria classe e, come ogni anno, le prime quattro lezioni Emily doveva farsele sempre da sola perché le tre ragazze avevano spesso orari diversi. Salutò le amiche e si diresse verso l’aula di storia sperando che quelle prime quattro ore, storia, fisica, inglese e biologia, passassero velocemente.
Entrata in classe si sistemò al suo solito posto, seconda fila vicino alla finestra. Le piaceva da morire guardare gli alberi muoversi col vento quando si annoiava o quando voleva pensare. Aveva salutato alcuni amici con cui aveva fatto parecchie lezioni l’anno precedente ma con nessuno di loro aveva stretto un legame forte come quello che aveva con Beth e Amelia.
«Ho incontrato quattro ragazzi fantastici parecchie estati fa, devo farteli conoscere. So già che ci divertiremo da matti», quelle parole le rimbombavano in testa e Emily cercava di capire chi potessero essere quei misteriosi quattro fantastici ragazzi che frequentavano la sua stessa scuola. Non trovava nessuno che potesse stare bene con Louis, il suo Louis. In quella scuola c’erano troppe persone che si concentravano sullo studio, c’erano quelli che svolgevano tutte le attività possibili che offriva la scuola e quelli del gruppo di teatro.
Emily ritornò sulla terra quando uno zaino fu lanciato sul banco di fianco a lei. Si girò di scatto e alzò la testa. Già, c’erano anche quei quattro deficienti che si credevano degli dei scesi in terra che si facevano qualsiasi ragazza della scuola e che, solo perché giocavano nella squadra di football, pensavano di essere padroni della scuola.
«Steven», disse il ragazzo.
«Styles», rispose fredda Emily. Sperava vivamente che quei quattro fighetti non fossero gli amici tanto speciali di Louis perché davvero non li sopportava.
«Tutto qui? È questo il modo di salutare un vecchio amico? », disse sorridente il riccio.
«Da quando tu sei un mio vecchio amico?», rispose Emily senza guardarlo come faceva sempre da quando l’anno precedente avevano condiviso quasi tutte le lezioni.
«Siamo stati parecchio insieme l’anno scorso», continuò il riccio.
«Senti, tu non mi piaci, per niente. O evapori e non ti fai più vedere o almeno fammi il piacere di stare zitto e di non disturbarmi», disse seccata Emily.
Sperava davvero che quei quattro idioti non fossero gli amici di Louis, non li sopportava. Solo Liam e Niall li trovava leggermente simpatici: Liam l’aveva incontrato un paio di volte nei corridoi da solo e gli era sembrato una persona molto dolce; Niall, nato in Irlanda e trasferitosi ad Holmes Chapel, era decisamente quello più simpatico nonostante Emily avesse mantenuto le distanze. L’anno precedente avevano frequentato la stessa classe di chimica e avevano lavorato parecchie volte insieme. Durante gli esperimenti lei aveva appurato che era davvero un grande chiacchierone, inoltre la faceva ridere. E poi c’erano Harry e Zayn, i due che praticamente facevano a gara a chi si aveva più ragazze nel letto.
Alzò gli occhi al cielo ricordandosi chi aveva di fianco e pregò che quella lezione finisse velocemente.


Fortunatamente per Emily, le quattro ore del mattino erano passate abbastanza velocemente e, arrivata davanti al suo armadietto, notò che le sue due migliori amiche stavano allegramente chiacchierando con Louis.
«Ma guarda chi si rivede», disse Amelia.
«Vedo che sei bella fresca, molto più di stamattina», disse ridendo Emily.
«Lo sai come sono al mattino, mi ci vuole un po’ per svegliarmi».
«Vedo che avete già conosciuto Louis», disse Emily.
«Già, siamo nella stessa classe di matematica», sorrise Beth.
«Si, siamo nella stessa classe di colui che ti ha abbandonata», disse Amelia.
«Non mi ha abbandonata», sottolineò Emily.
«Mi farò perdonare», disse Louis avvolgendo le spalle di Emily con un braccio.
I quattro si diressero verso la mensa chiacchierando del più e del meno. Arrivati nella mensa e dopo aver preso qualcosa che fosse commestibile, si sedettero ad un tavolo vicino alle finestre, Louis accanto ad Emily e Amelia e Beth davanti a loro.
«Vado a chiamare i miei amici così te li presento. Li faccio venire a mangiare con noi», disse Louis.
«Va bene», sorrise controvoglia Emily.
«Chi sono questi amici? », disse Amelia, la solita curiosa.
«Non lo so. Mi ha solo detto che li ha incontrati parecchie estati fa e che vengono a scuola qui. Spero solo che non siano quei quattro imbecilli della squadra di football, non li sopporto», rispose Emily.
«Già, nemmeno io», disse Beth mentre Amelia annuiva.
«Il fatto è che non mi sembra possibile che siano suoi amici, lui è così diverso da loro».
«E invece siamo amici, Steven. È un piacere rivederti».
«Piacere che non è ricambiato, Styles», rispose più fredda del solito Emily.


Al termine del pranzo più silenzioso del secolo, Emily e le tre ragazze si allontanarono velocemente da quel tavolo. Quei quattro non potevano vederli e non avevano nessuna intenzione di passare altro tempo con loro.
Terminate anche le due ore del pomeriggio, Emily trascinò Louis a casa sua perché voleva assolutamente delle spiegazioni.
«E sarebbero quelli i fantastici ragazzi che hai conosciuto?», disse seria Emily.
«Cosa c’è che non va in loro?».
«Cosa c’è che non va? Sono degli emeriti imbecilli!», disse Emily aprendo la porta di casa e facendo entrare Louis.
«È esattamente come la ricordavo», disse Louis sorridendo facendo sorridere anche Emily che poco dopo ritornò seria per concludere il discorso.
«Davvero, Louis, non posso credere che tu abbia frequentato quei coglioni per tutto questo tempo. L’unica cosa che fanno durante l’anno è portarsi a letto mille ragazze diverse oltre ad infastidire altri studenti», puntualizzò Emily dopo essersi seduta sul divano.
«Non li conosci», rispose Louis sedendosi accanto a lei.
«Probabilmente li conosco meglio di te e sono sicura che non sono così simpatici come dici. Io non li posso neanche vedere!», disse arrabbiata Emily.
«Devi solo conoscerli e poi cambierai idea», disse Louis avvolgendole le spalle con un braccio mentre Emily appoggiava la testa contro la sua spalla sinistra.
«Dubito».
«E poi ho visto come hai guardato Harry. Ti piace?».
Emily si allontanò da Louis guardandolo stupita.
«Come scusa?».
«Ho visto come hai guardato Harry e sono sicuro che ti piace», disse sorridendo Louis.
«È leggermente carino, tutto qui».
«Leggermente? È un figo assurdo!», disse quasi urlando Louis.
«Tu mi preoccupi. E comunque non mi piace. Trovo solo che sia un bel ragazzo e nient’altro», disse Emily tirando un cuscino addosso a Louis prima di riappoggiarsi contro la sua spalla.
Sapeva che quell’anno sarebbe stato fantastico, con lei c’era il suo Louis.





NOTE
Eccomi qua con una nuova e fresca (?) storia (:
Desideravo tanto scrivere una ff su quei cinque scemi degli One Direction e finalmente, l'altro giorno, mi sono impegnata e ho iniziato a scrivere (:
Spero che piaccia anche a voi, anche se per ora siamo ancora al primo capitolo.

Spero anche di ricevere qualche recensione, soprattutto per capire se la storia vi piace oppure no: se fa schifo smetto di scrivere.
Detto questo, vi auguro una buona lettura (:
Un bacio, Elisa :D
P.S. Se volete aggiungermi su twitter, se anche voi avete un account, io sono @harryslies (:
P.P.S. Ho scritto un'altra ff, vi lascio il link, così potete andare a leggerla, se volete (: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1038842&i=1

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 – It’s hard to tell who owns my heart. ***


Era già passata una settimana dall’inizio della scuola e tutti i pomeriggi Emily li aveva trascorsi con Louis dimenticando leggermente Amelia e Beth. Sapeva che quelle pazze delle sue amiche si stavano preparando mille domande riguardo Louis e quel pensiero la faceva sorridere: era felice di averle nella sua vita insieme a Louis.
Quel pomeriggio Emily sarebbe andata a casa di Louis per trascorrere l’ennesimo pomeriggio insieme. Aveva scoperto che Louis non abitava molto distante da lei e questo la riempiva di gioia: sembrava fossero tornati a quando avevano dieci anni.
Emily si diresse abbastanza velocemente verso casa di Louis perché le aveva detto che avrebbero passato un pomeriggio fantastico e inoltre aveva in serbo per lei una bella sorpresa.
Dopo qualche minuto di esitazione suonò il campanello di casa Tomlinson. Appena la porta si aprì, vide il volto sorridente di Louis che immediatamente la fece entrare. Rimase incantata dalla bellezza di quella casa che già da fuori era favolosa.
«Allora che fai? Vuoi rimane sulla porta tutto il tempo?», disse Louis riportando Emily sulla terra.
«Scusami, la tua casa è davvero favolosa», rispose Emily.
«Lo so, sono felice che ti piaccia», sorrise Louis. «Harry, muovi il culo e vieni qui».
«Come? Perché c’è anche lui?», sussurrò Emily.
«Ciao», disse il riccio mettendo in mostra il suo magnifico sorriso.
«Ciao», rispose fredda Emily al saluto del ragazzo.
«Harry, tu fai accomodare Emily, io vado a controllare la torta», disse frettolosamente Louis prima di scomparire in cucina.
«Che torta?», chiese curiosa Emily.
«Louis ha voluto farti una torta e mi ha chiamato per aiutarlo, ma siamo entrambi negati in cucina», disse sorridendo Harry.
«Okay», disse Emily ridendo insieme al ragazzo.
«Vuoi darmi le tue cose? Le metto in camera di Louis», disse il riccio prima di salire di corsa le scale. Tornò qualche secondo dopo sorridendole.
«Vieni, andiamo a vedere che sta combinando Louis in cucina».
Emily lo seguì sorridendo: ripensò velocemente a ciò che era successo in quei pochi minuti e rimase davvero sorpresa dalla gentilezza di quel ragazzo che aveva sempre odiato con tutto il suo cuore.
Entrati in cucina videro Louis trafficare con lo zucchero a velo e lanciare varie stoviglie nel lavandino per liberare il tavolo. Dopo avergli dato una bella pulita, abbracciò Emily e la fece accomodare vicino a Harry e offrì ai due un bel pezzo di torta al cioccolato.
«Siamo sicuri che non si avvelenata?», disse scherzando Emily.
«Io non ho messo veleno», dissero in coro Harry e Louis facendo ridere Emily.
«Alla fine non è poi così male», disse Louis.
«È davvero buona, non sapevo foste così bravi in cucina», rispose Emily mangiando un altro boccone di torta.
«Non intendevo la torta. Intendevo dire che Styles alla fine non è tanto male».
In quel momento sia Emily sia Harry quasi si strozzarono con la torta e diventarono rossi come due peperoni. Emily corse in aiuto di Harry, che sembrava stesse per morire, dandogli qualche pacca sulla schiena.
«Ma hai battuto la testa per caso? Stavi per farci morire e ovviamente fai sempre le tue solite osservazioni che non stanno né in cielo né in terra», disse Emily guardando dritto negli occhi Louis.
«Ma guardatevi, siete stupendi insieme. Tu che abbracci lui e lui che fa il gentiluomo».
A quelle parole, Emily tolse subito la mano dalla schiena di Harry che, fortunatamente, era ancora vivo.
«Tommo, sei un coglione».
«E tu sei sempre una ragazza molto fine. Scommetto che ora non pensi più che Harry sia un montato, un donnaiolo, un coglione, un poco di buono…».
«Abbiamo finito?», disse imbarazzata Emily.
«Si. Vado a stendere dato che la lavatrice dovrebbe aver finito e se non lo faccio mia madre mi uccide», disse Louis.
«E mi lasci qui da sola?».
«Non sei da sola, c’è il dolce Styles qui con te», Emily si voltò verso Harry, che ancora una volta mostrava il suo grande e bel sorriso.
Emily rimase leggermente spiazzata, non credeva che Louis l’avesse fatto davvero, non credeva che Louis l’avesse lasciata con quel ragazzo a lei completamente sconosciuto. Emily odiava trovarsi in situazioni imbarazzanti come quella, così iniziò a giocherellare con il cucchiaino nel piatto.
«Vuoi un altro pezzo di torta?», chiese il riccio.
«No grazie, dopo due sono già piena», sorrise controvoglia Emily.
La ragazza osservò il riccio allungarsi sul tavolo per raggiungere il piatto con la torta e notò con piacere che aveva proprio un bel fisico: era davvero un bel ragazzo ma per lei rimaneva sempre uno dei quattro imbecilli della sua scuola. Allo stesso tempo non riusciva a capire come potesse essere stato così gentile con lei, non sembrava neanche lui.
«Il comportamento che ho ha scuola è una sorta di scudo».
«Buono a sapersi, non mi devi spiegazioni», disse fredda Emily.
«Perché sei così fredda con noi?».
«Non mi piacete e non voglio avere niente a che fare con voi».
«Cazzo», disse il riccio. Emily si voltò e vide il ragazzo intento a pulirsi la maglia, sporca di cioccolato.
«Non sai neanche mangiare», disse sorridendo Emily.
«Non è divertente, questa è la mia maglia preferita».
Emily si alzò e prese un pezzo di carta, lo bagnò leggermente e si diresse verso il riccio.
«Aspetta, lascia fare a me».
Emily gli alzò la maglietta e di nuovo fu colpita dal magnifico fisico di quel ragazzo: in quel momento sperava di non essere arrossita, sarebbe stata la fine.
Con piacere notò che la macchia stava andando via ma non riusciva a pensare ad altro che al ragazzo che aveva davanti a sé, al suo fisico e al magnifico profumo che emanava.
Ad un tratto Emily alzò il suo sguardo che andò immediatamente a perdersi nei profondi occhi verdi del riccio che sfoderò ancora una volta il suo bellissimo sorriso.
«Smettila di sorridere in questo modo», disse ridendo Emily.
«Perché? Cosa c’è che non va nel mio sorriso?».
«È stupendo», sussurrò Emily.
«Che coppia stupenda che siete», urlò Louis entrando con un salto in cucina.
Emily e Harry si voltarono spaventati.
«Sei un coglione Tommo», disse Harry.
«Sono d’accordo con lui», disse Emily.
«La balla della lavatrice funziona sempre», disse orgoglioso Louis.
«Come?», disse Harry.
«Non siete molto svegli. Vi pareva normale che io potessi andare a stendere? Era una balla per farvi stare da soli ed io ero proprio qui dietro che vi spiavo. Sono un genio», concluse Louis prima che Emily gli saltasse addosso seguita a ruota dal riccio.
 
 
I tre ragazzi trascorsero il pomeriggio chiacchierando, tirandosi i cuscini e guardando un film. Emily rimase tutto il tempo sdraiata sopra le ginocchia di Louis mentre Harry la fissava ogni secondo. Un’altra cosa che Emily non sopportava era essere fissata dalle altre persone, come se cercassero di leggere i suoi pensieri e i suoi segreti più profondi.
Poco dopo la fine del film, Emily recuperò il suo iPhone che si era incastrato tra i cuscini del divano in una delle tante lotte che l’avevano vista protagonista quel pomeriggio.
«Oddio, è tardissimo», strillò la ragazza. «Devo andare a casa di corsa».
«Vado a prendere le tue cose», disse Harry correndo in camera di Louis.
«Va bene, ci vediamo domani a scuola», disse Louis abbracciando Emily.
«Vado anche io Lou, è tardi anche per me», disse il riccio salutando l’amico e uscendo di casa insieme ad Emily.
«Tardi anche per te? Pensavo fossi il tipo che rimane fuori casa tutta la notte e ritorna alle otto del mattino», disse Emily scendendo gli scalini davanti casa di Louis.
«Ti accompagno a casa».
«Come?», chiese stupita Emily.
«Ti accompagno a casa», ribadì il riccio.
«Non ho bisogno della scorta», disse Emily.
«Lo so, ma dato che sono un gentiluomo ti accompagno fino a casa».
«Va bene», disse Emily. Era stanca e non aveva voglia di rovinare la bellissima giornata che aveva trascorso; inoltre sapeva che Harry l’avrebbe seguita finché non avesse messo piede in casa.
«Quindi conosci Louis da sempre?», chiese il riccio.
«Si, da molto tempo», rispose Emily.
«Fin dal primo giorno che ci siamo incontrati ha sempre parlato bene di te, ti descriveva come una ragazza fantastica, carina, divertente, a cui piace ridere e alla quale piacciono le persone che la fanno ridere. Mi sei simpatica».
«Grazie», disse Emily imbarazzata.
«C’è una possibilità che tra noi due ci possa essere un’amicizia come quella che tu hai con Louis?».
«Ehm, non lo so», disse stupita Emily.
Non sapeva cosa dire, quel ragazzo la stava sorprendendo ogni secondo di più.
Emily iniziò a pensare che forse Harry non era così tremendo come aveva sempre creduto; non sembrava proprio lui, non c’era niente di odioso, di stupido, di insopportabile che le ricordasse l’Harry, suo compagno di scuola.
«Sono arrivata», disse Emily indicando la villetta dietro le sue spalle. «Ci vediamo».
«Ciao», disse il riccio.
Emily tirò fuori dalla borsa le chiavi di casa e aprì il cancelletto, probabilmente i suoi genitori non erano ancora arrivati dato che non vedeva nessuna luce accesa dentro casa. Richiuse gentilmente il cancelletto dietro di sé e iniziò a percorrere il vialetto. Mentre camminava continuava a sentirsi osservata, sperava che Harry non fosse rimasto ancora lì a guardarla.
«Emily», la chiamò il riccio raggiungendola davanti alla porta di casa.
«Dimmi», disse la ragazza.
«Ehm, volevo dirti che mi sono divertito oggi pomeriggio, spero anche tu».
«Molto», disse sorridendo la ragazza. «Ci vediamo domani a scuola, Harry», continuò Emily abbracciando leggermente il riccio che ricambiò il gesto.
Emily rimase sulla porta di casa finché il riccio non uscì dal vialetto; poco dopo Harry si voltò e Emily ricambiò il saluto a distanza prima di vedere scomparire i ricci del ragazzo scomparire dietro l’isolato.
Entrata in casa, Emily non poteva credere di aver trascorso un pomeriggio con uno dei ragazzi che aveva sempre odiato: lui per lei era un completo sconosciuto, uno sconosciuto che l’aveva accompagnata a casa come se fosse una bambina. Non voleva avere niente a che fare con quei quattro ma poi si ricordò di Louis: gli era sembrato così felice insieme a loro.
In quel momento Emily decise che si sarebbe impegnata a sopportare lui e gli altri tre solo ed esclusivamente per Louis.




Alluuuuur (:
Ecco il secondo capitolo, lo posto presto così si capisce più o meno come potrebbe continuare la storia (forse, bho, non lo so)
Ringrazio quell'unica persona che ha messo la mia storia tra le preferite, grazie mille (:
Spero che vi piaccia questo capitolo, non sono ancora magnifici ma siamo solo all'inizio (:
Fatemi sempre sapere che ne pensate tramite una recensione, per capire se devo continuare a scrivere oppure se è meglio che mi dia all'ippica.
Ho anche un giochino da proporvi: sapete dirmi da quali canzoni arrivano i titoli dei capitoli? :D
Spero che qualcuno indovini (:
Intanto, buona lettura :D
Un bacio, Elisa (:

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 – Your words cut like knives. ***


La mattina successiva, Emily si svegliò di nuovo in ritardo, proprio come il primo giorno di scuola. Mentre si lavava la faccia e si vestiva, malediceva quella stupida sveglia che non suonava mai all’ora giusta, ripromettendosi che l’avrebbe cambiata al più presto: non voleva alzarsi tardi tutto l’anno.
La mamma, che fortunatamente l’aveva svegliata, le stava già preparando la colazione che Emily avrebbe mangiato per strada. Appena vide la figlia saltare giù dalle scale le sporse la colazione, augurandole buona fortuna per il compito che avrebbe avuto alla prima ora.
Emily uscì di corsa e iniziò a camminare più in fretta che poté.
«Buongiorno».
«Che ci fai tu qui?», chiese Emily appena vide il ragazzo dopo aver chiuso il cancello di casa.
«Vengo a scuola con te», disse sorridente il ragazzo.
«Harry, non per essere cattiva, ma non pensare che dopo ieri pomeriggio noi siamo diventati grandi amici. Per me sei sempre il solito idiota della squadra di football, quindi vedi di non prenderti troppe libertà: questa è la prima ed ultima volta, non voglio più vederti davanti a casa mia», disse Emily con tono leggermente brusco.
«È successo qualcosa?», chiese il riccio.
«Si, sono in ritardo e ho anche un compito alla prima ora quindi vedi di stare zitto se ti è possibile», rispose Emily.
«Ma perché sei arrabbiata con me? Che ho fatto? Ieri sembrava ti fossi divertita a casa di Louis».
«Senti, non avevo nessuna intenzione di frequentare te e i tuoi amichetti ma, dato che siete amici di Louis, cerco di sopportarvi solo perché lo vedo davvero felice. E ora, se ti è possibile, continua ad ignorarmi come hai sempre fatto e continua anche a comportarti come tuo solito perché con me i tuoi giochetti da bravo ragazzo fuori dalla scuola non funzionano», rispose fredda Emily prima di scomparire in fondo al corridoio della scuola.
Fortunatamente era riuscita ad arrivare in classe un secondo prima che suonasse la campanella ma non si sentiva per niente pronta ad affrontare il compito di fisica.
«Hey Emily. Che succede?», disse Beth dal banco dietro Emily.
«Stamattina quell’idiota di Styles era davanti a casa mia che mi aspettava e non mi ha lasciata ripassare dato che mi sono anche svegliata tardi», rispose seccata Emily.
«Ma di cosa ti preoccupi? Sarà un’altra A+ che si aggiunge alla tua collezione», disse scherzando Beth.
«Speriamo», sospirò Emily.
 
 


L’ora di pranzo era arrivata velocemente e le tre ragazze si sistemarono al solito tavolo vicino alle finestre. Amelia e Beth erano visibilmente curiose di sapere com’era andato il pomeriggio con Louis e soprattutto Beth era curiosa di sapere cos’era successo con Harry.
«Allora?», chiese Amelia ad Emily che sembrava immersa nel suo mondo. «Emily?».
«Dimmi».
«Com’è andata ieri da Louis?», fece la bionda.
«Tutto bene, mi ha fatto anche una torta» rispose Emily.
«Si, ma io voglio sapere che è successo con Styles», disse Beth.
«Cosa?», disse un po’ troppo ad alta voce Amelia.
«A quanto pare Emily se l’è trovato davanti a casa stamattina», continuò Beth.
«E non mi dici niente?», continuò Amelia.
«Non è successo assolutamente niente, sapete come la penso riguardo quel gruppetto. La cosa bella che quell’idiota era a casa di Louis ieri pomeriggio. Quando sono andata via ha avuto la bella idea di accompagnarmi a casa», disse Emily.
«E che è successo?», disse curiosa Amelia.
«Ma niente, mi ha detto che gli piacerebbe essere mio amico e avere un legame come quello che ho con Louis. Con me non attaccata il comportamento da bravo ragazzo dopo la scuola», rispose Emily.
«Lo so che però non è finita qui. Emily, ti conosciamo troppo bene, non ci puoi nascondere niente», disse Beth.
«Va bene, diciamo che l’ho abbracciato, se così può dire». Emily vide le amiche letteralmente senza parole. «Non l’ho fatto apposta, sembrava un cane bastonato. Se non l’avessi mai fatto», disse Emily pentita.
La ragazza fu spaventata dall’arrivo di Louis che subito si sedette al suo fianco.
«Oggi vi aspetto a cena a casa mia, tutte e tre, alle sei», disse Louis. «E anche tu Emily devi venire non accetto scuse, poi dopo quello che è successo ieri», disse il ragazzo dando leggere gomitate ad Emily.
«Non è successo nulla, Louis. Se ieri non gli ho staccato la testa a morsi, è solo perché tu sei felice con loro e basta. Io continuo a non sopportarli e non vengo se stasera ci sono anche loro», disse la ragazza.
«Dai Emily, non fare la bambina, ci divertiremo», sorrise Louis.
«Ti odio Tommo».
«Ti voglio bene anche io Emily», sorrise Louis.




Quel pomeriggio, Beth ed Amelia si trovarono a casa di Emily perché volevano aiutarla a scegliere qualcosa da indossare a casa di Louis. Praticamente le due ragazze si erano autoinvitate ma Emily non ci faceva più caso dato che trascorrevano insieme quasi tutti i pomeriggi. Pur circondata dalle sue amiche, Emily era la meno entusiasta della serata che avevano in programma.
«Dai Emily, muoviti. Sono già le sei meno dieci», disse Amelia fuori dal bagno.
«Sono pronta», disse Emily aprendo la porta del bagno.
«Sei bellissima», dissero in coro le due amiche.
Emily era sicuramente meno elegante delle altre due ragazze che indossavano vestito e tacchi. Ad Emily piaceva essere comoda e, per quella sera, decise di indossare degli shorts neri leggermente a vita altra, una camicia bianca senza maniche e i suoi amati stivaletti neri.
Le tre amiche uscirono velocemente da casa di Emily e arrivarono a quella di Louis dopo dieci minuti. Appena il ragazzo le fece entrare, Beth ed Amelia rimasero incantate dalla bellezza di quella casa, proprio com’era successo ad Emily la prima volta. L’unica restia ad entrare era Emily.
«Hai intenzione di rimanere fuori tutta la sera?», le chiese Louis.
«Louis, mi dispiace ma io…». 
Emily non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che fu trascinata per un braccio dentro casa da Louis che successivamente controllò che la porta fosse ben chiusa come a dire che non poteva scappare.
Dopo aver conosciuto Niall, Liam e Zayn, le tre ragazze si accomodarono sul divano insieme a Louis che, com’era suo solito fare anche da piccolo, intratteneva gli ospiti con le sue battute e le sue storielle. Emily notò con piacere che le sue due amiche si stavano divertendo a chiacchierare con Niall e Liam mentre Zayn e Harry non avevano ancora aperto bocca.
In quel momento Emily decise di alzarsi e di andare a vedere cosa stava combinando Louis in cucina, dalla quale era probabilmente stato risucchiato almeno un’ora prima.
«Vuoi che ti dia una mano?», gli chiese Emily.
«Perché non sei di là a divertiti con gli altri?», chiese Louis.
«Perché sono venuta a darti una mano», disse sorridendo Emily.
«Sempre la solita cocciuta vero? Sarà un’impresa farti cambiare idea su quei quattro», disse Louis.
«Mi dispiace», disse Emily. «Per te farò uno sforzo, ma non ti assicuro niente», concluse la ragazza.
 
 


La serata proseguì e terminò nel migliore dei modi, Emily si era lasciata andare e con suo grande piacere notò che Niall, Liam e Zayn erano davvero simpatici, proprio come aveva detto Louis. Non poteva credere potessero essere così diversi fuori dalla scuola e non riusciva a capire come potessero trattare le ragazze come delle bambole, soprattutto Harry e Zayn.
Sapeva che Louis aveva avuto qualche “effetto benefico” su di loro come l’aveva avuto anche su Emily: Louis rendeva migliori le persone, era davvero un angelo.
Usciti da casa di Louis, Niall, Liam e Zayn si diressero insieme verso le rispettive case; stessa cosa fecero Amelia e Beth.
Dopo aver salutato tutti i ragazzi e le amiche, anche Emily si incamminò verso casa.
«Perché mi segui?», disse fredda Emily.
«Ti accompagno a casa», rispose Harry.
«Perché?», disse Emily voltandosi verso il ragazzo.
«Perché sono un gentiluomo», rispose Harry sfoderando il suo magnifico sorriso.
«Lasciami stare e vattene», disse Emily rigirandosi e iniziando a camminare più velocemente.
«Nemmeno con me attaccano i tuoi giochetti, smettila di fare la bambina».
«Bambina? Ma come ti permetti? Tu non mi conosci e mai mi conoscerai. Non tutte le ragazze cadono ai tuoi piedi solo per entrare nel tuo letto. Cerca di capirlo, non tutte le ragazze sono stupide e io non voglio avere niente a che fare con un coglione come te», disse quasi urlando Emily che si era nuovamente fermata davanti al ragazzo. 
Quando si voltò per ricominciare a camminare fu bloccata dalla stretta di Harry che l’aveva presa per un avambraccio e le faceva male.
«Tu non mi conosci quindi nemmeno tu puoi darmi del coglione», disse il ragazzo alzando il tono della propria voce.
«Harry, lasciami, mi fai male», disse Emily.
«Cristo, hai diciotto anni e ti comporti ancora come una bambina capricciosa», continuò il riccio.
«E tu come un coglione oltre che come un puttaniere», disse arrabbiata Emily.
«Non è vero!», urlò Harry stringendo sempre di più l’avambraccio di Emily.
«Ti sarai fatto praticamente tutte le ragazze della scuola e inoltre sei uno stronzo», disse Emily.
«Non è vero! Tu non sai niente, sei solo una secchiona sfigata che non ha una vita sociale e giudica le persone senza nemmeno conoscerle», gridò Harry che non mollava il braccio di Emily.
«Harry, ti prego. Mi fai male», sussurrò Emily mentre le lacrime iniziavano a rigarle il volto.
In quel momento, Harry, colpito dalle lacrime della ragazza, le lasciò l’avambraccio e la vide scappare via correndo verso casa.








Eccomi di nuovo qua a postare un nuovo capitolo (:
Prima di tutto ringrazio tutti coloro che leggono la mia nuova storia, ne sono molto felice (:
Spero che continuiate a farlo lasciandomi anche qualche recensioncina in più dato che non ne ho ancora ricevuta nessuna :(
Potete anche dirmi che ne pensate tramite twitter se volete (io sono @harryslies)
Comunque, parliamo della storia :D
In questo capitolo, il nostro caro Harry diventa un po' cattivo ma anche Emily non si trattiene (:
I primi due capitoli erano solo un inizio, ora potete (spero) iniziare a capire meglio come sono i rapporti tra Emily ed Harry (:
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Lo posto ora perchè poi domenica (o lunedì se ho dei problemi) parto e dovrei stare via una settimana, per poi tornare per qualche giorno e poi partire di nuovo (: è un casino, lo so :D
Il quarto capitolo è già scritto, quindi quando torno, se riesco, lo posto per non lasciarvi troppo sulle spine. Intanto mentre sono al mare, durante le mie vacanze, spero di avere qualche illuminazione e scrivere qualcosa (:
Va bene, ci vediamo/sentiamo quando torno (:
un bacio, Elisa :D

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 – We gotta fight for this love. ***


Emily era seduta sul bordo della vasca a fissare i segni che Harry la sera prima le aveva lasciato sull’avambraccio sinistro. Ripensando alla sera prima, poteva ancora sentire le unghie di Harry che si infilavano nella sua pelle.
Si asciugò le lacrime che avevano di nuovo iniziato a rigarle il volto e si affacciò alla finestra del bagno: se avesse visto Harry davanti a casa non sarebbe andata a scuola. Per sua fortuna il ragazzo non c’era così prese velocemente la sua tracolla e tirò giù la manica sinistra del maglioncino che indossava per nascondere i segni che le aveva lasciato Harry: sua madre le avrebbe fatto troppe domande.
Mentre si dirigeva verso scuola, Emily sapeva che quella sarebbe stata una giornata molto lunga. Appena ebbe messo piede dentro la scuola, si diresse velocemente verso la sua classe, non voleva incontrare nessuno, né Amelia né Beth e nemmeno Louis.
Emily trascorse tutte le quattro ore della mattinata a fissare gli alberi del cortile scossi dal vento mentre teneva costantemente la mano destra sulle ferite che le aveva lasciato Harry.
All’ora di pranzo, Emily riuscì ad evitare le sue amiche andandosi a sedere sotto uno dei tanti alberi del cortile. Il vento le muoveva i lunghi capelli castani e, mentre continuava a fissare i segni delle unghie di Harry, le lacrime iniziarono a rigarle di nuovo il volto.
Quel ragazzo non le aveva semplicemente lasciato dei segni su un avambraccio, le aveva spezzato il cuore, le aveva urlato contro nel bel mezzo della notte, le aveva rivolto parole che continuavano a rimbombarle in testa e in quel momento si era sentita così debole.
 
 

***

 
 
Amelia aveva girato mezza scuola alla ricerca di Emily, che quella mattina non aveva ancora visto. Era strano che Emily saltasse anche solo un giorno di scuola, non era da lei. E poi se non fosse venuta avrebbe comunque avvisato lei e Beth.
Entrata nella mensa, sperò che la sua amica fosse al tavolo con Louis, Beth e gli altri ragazzi ma con suo immenso dispiacere non fu così.
“Ragazzi avete visto Emily? Non la trovo da nessuna parte”.
“In effetti nemmeno io l’ho vista stamattina”, disse Beth.
“Magari è rimasta a casa perché non aveva voglia di venire”, disse tranquillo Louis.
“Non è da lei, ci avrebbe avvertire se non aveva intenzione di venire. E ieri sera non ha nemmeno risposto ai cinque messaggi che le ho mandato oltre ad avermi chiuso un bel po’ di chiamata in faccia”, disse Amelia.
“Ragazzi voi avete visto Emily?”, chiese Beth.
“No, io e Liam non avevamo nessuna lezione con lei oggi”, rispose Niall.
“Zayn?”, fece Beth.
“Non sono sicuro, ma forse l’ho vista andare fuori in cortile”, disse il moro mentre Harry si alzò di scatto.
“Harry? Che succede?”, fece Louis trattenendolo per un braccio.
“Niente”, rispose il ragazzo.
“Harry? Tu sei rimasto da solo con lei ieri sera quando non siamo andati via. Che è successo?”, disse leggermente alterata Amelia.
“Harry?”, disse Louis alzandosi in piedi. Il riccio era visibilmente arrabbiato ma sembrava anche intenzionato a raggiungere Emily.
“È sola una stronza che non sa quello che dice”, rispose il riccio. “E io sono un coglione”, concluse cercando di liberarsi dalla presa di Louis.
“Tu rimani qui, Zayn tienilo d’occhio”, disse Louis prima di correre verso il cortile seguito da Amelia e Beth.
 
 

***

 
 
Emily aveva trascorso giornate intere, dopo la partenza di Louis, nei giardini vicino casa sotto il loro magico albero, il loro luogo di ritrovo. Aveva versato tante lacrime mentre ripensava alle giornate trascorse insieme. Quella situazione la rendeva ancora più triste: si sedeva sotto un albero, col vento che le spostava i capelli, solo quando aveva bisogno di stare da sola.
Sapeva però che, gli amici che ora facevano parte della sua vita, sarebbero arrivati da un momento all’altro e non l’avrebbero mai lasciata sola. Poteva già sentire in lontananza le voci di Louis ed Amelia gridare il suo nome.
Qualche secondo dopo si sentì stritolare dall’abbraccio dell’amica che l’aveva raggiunta.
“Emily, mi hai fatta davvero preoccupare”, disse Amelia.
“Mi dispiace”, si scusò Emily.
“Cos’è successo ieri sera tra te e Styles?”, chiese la ragazza.
“Niente”, rispose Emily sperando che la ragazza credesse alla sua bugia.
“Che hai al braccio?”, fece Louis.
“Niente”, replicò Emily cercando di nascondere il braccio dietro la schiena.
“Fammi vedere”, disse Louis sollevando leggermente la manica sinistra del maglioncino. “Questo sarebbe niente? Guarda che segni hai sul braccio!”, gridò Louis.
“Emily!”. Sentendo quella voce tutti e quattro i ragazzi si voltarono immediatamente.
“Harry, fermati!”, urlò Zayn rincorrendo il riccio. “Mi spiace Louis, non siamo riusciti a trattenerlo”, si scusò il moro.
“Emily, possiamo parlare? Ti prego”, chiese Harry supplicando la ragazza ancora seduta per terra.
“Tu non ti avvicini più a lei, guarda che lei hai fatto”, disse Louis indicando l’avambraccio di Emily che lei cercava di nascondere. “Siamo molto amici ma questo non dovevi farlo, non dovevi nemmeno provare a pensare di sfiorarla. Voglio assolutamente delle spiegazioni”, disse severo Louis. Tutti i ragazzi attorno ad Emily notarono con stupore lo sguardo di Harry, che continuava a fissare i segni sul braccio di Emily. Sembrava davvero scosso.
“Ti prego Emily, possiamo parlare? Cinque minuti”, supplicò di nuovo la ragazza il riccio.
“Ti ho detto che la devi lasciare in pace”, disse alzando il tono della voce Louis.
“Louis, va bene. Lasciatemi da sola con lui”, disse Emily.
“Emily, sei sicura?”, fece Beth.
“Andate, per favore”, rispose la ragazza.
Poco dopo che gli altri ragazzi si allontanarono, Harry si avvicinò ad Emily e si inginocchiò di fronte a lei. Prese il braccio della ragazza nonostante lei cercasse di opporre resistenza.
“Emily”, disse il riccio. “Emily, guardami”, disse obbligandola a guardarlo negli occhi. “Mi dispiace, n-non volevo farti del male”, continuò il riccio. “Emily, ti prego, dimmi qualcosa”.
“Che dovrei dirti?”, disse la ragazza.
“Non lo so, dimmi qualcosa, ti prego”, la implorò il riccio.
“Per poi rischiare di essere picchiata? No grazie”, disse Emily distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
“Cazzo, Emily! Ti ho detto che mi dispiace”, disse alzando il tono della voce Harry e obbligando la ragazza a guardarlo di nuovo negli occhi.
“Un semplice mi dispiace non basta. Oltre ad avermi piantato le tue unghie nella pelle, mi hai spezzato il cuore”, disse Emily senza riuscire a trattenere le lacrime.
La ragazza spinse leggermente il riccio e si alzò intenzionata a raggiungere la propria classe, non voleva stare lì con Harry un minuto di più, ma il riccio si alzò velocemente e la seguì.
“Emily, fermati. Non abbiamo finito di parlare!”, gridò il riccio prima di afferrarle di nuovo il braccio.
“Harry, lasciami”, disse la ragazza.
“No, ti ho detto che non abbiamo finito di parlare”, disse Harry. “Quando smetterai di fare la bambina? Perché devi trattarmi in questo modo?”.
“Come ti tratto?”, chiese la ragazza.
“Perché sei arrabbiata con me? Perché mi odio così tanto?”.
“Te l’ho già detto perché”, disse la ragazza tra i singhiozzi.
“Perché non puoi provare a conoscermi?”, chiese il riccio abbracciando la ragazza che cercava inutilmente di liberarsi dalla stretta di Harry.
“Ti odio, Harry. Ti odio”, disse Emily tra i singhiozzi stringendo i pugni contro il petto del ragazzo.









Eccomi, sono tornata dal mare (:
Finalmente posso postare il nuovo capitolo e non vi lascio col fiato sospeso per troppo tempo.
Come al solito, ringrazio le persone che seguono e che hanno messo tra le preferite la mia storia, sono felice che vi piaccia (:
Spero di vedere anche qualche recensioncina in più per capire se la storia vi piace oppure fa schifo :D
Comunque, il capitolo fa schifo, come tutti gli altri, però le cose si fanno più interessanti, o almeno spero (:
Il prossimo capitolo devo ancora scriverlo (non mi mangiate vi prego) quindi non so quando lo posterò, ma spero che mi venga l'illuminazione e di non farvi troppo aspettare.
Buona lettura a tutti :D
(se volete seguirmi su twitter, sono @harryslies)
Una bacio, Elisa

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 – Into my arms you won’t be alone. ***


Era trascorsa una settimana da quando Beth, Amelia, Louis e tutti gli altri, erano venuti a sapere cos’era successo tra Emily ed Harry.
Era già trascorsa una settimana dall’ultima volta che Emily era stata vista a scuola insieme ai suoi compagni ed amici.
Ciò che era successo con Harry l’aveva completamente ferita e rattristata; quel ragazzo aveva fatto riaffiorare tutte le preoccupazioni e i timori di Emily che, in quel momento, si sentiva debole ed indifesa.
Emily aveva deciso, dopo quel giorno, che doveva prendersi una pausa, una pausa da qualsiasi cosa o persona che la potesse ferire e far stare male.
Era da molto tempo che Emily non si fermava per più di un giorno per pensare a se stessa e per prendersi cura di sé. E ora, Emily aveva capito che era necessario fermarsi.
Quel ragazzo, che fino a qualche mese prima non l’aveva mai considerata, era entrato nella sua vita e pretendeva di fare parte; quel ragazzo, per cui Emily provava solamente un senso di odio e anche di disgusto a volte; quel ragazzo che era, per disgrazia di Emily, anche uno dei migliori amici del suo migliore amico; quel ragazzo, che era semplicemente perfetto, ma maledettamente stronzo.
 

Una settimana prima

 
Erano entrambi ancora lì in piedi nel cortile della scuola: Harry continuava a stringere a sé Emily ed Emily posava ancora entrambi i pugni contro il petto del riccio.
Harry continuava ad osservare il cielo, triste, con il mento posato sulla testa della ragazza. Osservando il cielo diventare sempre più grigio, cominciava a pentirsi delle parole rivolte alla ragazza la sera precedente: non poteva credere di essere stato così brusco e maleducato, lui non si era mai comportato in quel modo nonostante la sua reputazione di donnaiolo lo rendesse famoso in tutta la scuola.
Quel suo comportamento era iniziato quando suo padre aveva abbandonato la famiglia, lasciando lui, sua madre e sua sorella da soli: non avrebbe mai potuto perdonarlo, aveva visto sua madre e sua sorella soffrire troppo per lasciar correre.
Harry fu riportato sulla terra quando sentì Emily sollevare leggermente il viso; in un istante, entrambi si persero negli occhi l’uno dell’altro.
In viso triste di Emily faceva stare dannatamente male Harry che subito, con entrambe le mani, asciugò le poche lacrime che ancora rigavano il volto della ragazza.
«Posso accompagnarti a casa?», chiese dolcemente Harry.
Emily, senza aprire bocca, annuì.
Subito Harry prese la tracolla di Emily e, notando che la ragazza stava leggermente tremando, si sfilò la giacca della divisa scolastica e la porse ad Emily.
Usciti dal cortile della scuola, Harry cinse con un braccio Emily, avvicinandola a sé. Con suo immenso stupore, Harry notò che la ragazza non si oppose a quel gesto, cosa che avrebbe fatto sicuramente in un’altra occasione.
Emily non l’avrebbe mai detto ad Harry, ma si sentiva al sicuro e protetta tra le sue braccia.
Arrivati davanti al cancelletto della casa di Emily, Harry, vedendo che la ragazza aveva lo sguardo perso nel vuoto, iniziò a cercare le chiavi di casa all’interno della tracolla di Emily; una volta trovate, aprì il cancelletto e successivamente anche la porta d’ingresso.
«Tieni la tua tracolla», disse Harry. «Ci vediamo domani», disse il ragazzo voltandosi e dirigendosi verso casa propria.
«Harry», disse Emily. Il ragazzo si voltò e risalì gli scalini appena scesi.
«Giusto. Ti chiederei la giacca, se non è un problema», disse il riccio.
Emily consegnò la giacca ad Harry che si diresse di nuovo verso casa.
«Harry», disse Emily cercando di trattenere le lacrime mentre il ragazzo si voltò nuovamente a guardarla. «Potresti rimanere? Ti prego», disse quasi in un sussurro la ragazza mentre alcune lacrime avevano iniziato a rigarle di nuovo il viso.
Harry ripercorse il vialetto, risalì nuovamente gli scalini e avvolse il viso di Emily con entrambe le mani.
«Rimango solo se mi prometti che smetterai di piangere», disse dolcemente Harry.
Emily annuì silenziosamente ed entrambi entrarono in casa.
Una volta dentro, Harry poggiò la sua giacca sull’appendiabiti.
«Emily», disse afferrando una mano della ragazza. «Ti prego, smetti di piangere», continuò il riccio afferrando anche l’altra mano e stringendole entrambe tra le sue. «So che mi odi, ma, ti prego, fallo per me. Non posso vederti così».
Dette quelle poche parole, Harry abbracciò nuovamente Emily.
«Emily, ti prego. Se ti preparo qualcosa di caldo, smetti di piangere?», provò nuovamente il riccio.
Senza aspettare una risposta da parte della ragazza, Harry si diresse in cucina dopo aver fatto accomodare Emily in salotto. Harry trovava strano muoversi nella cucina di Emily, la ragazza che tanto lo odiava, senza sapere minimamente dove poter trovare qualcosa di caldo da offrire alla padrona di casa.
Dopo aver aperto qualche armadietto, trovò delle bustine di tè e si accontentò di quelle. Quando l’acqua incominciò a bollire, spense il gas e portò la tazza piena di tè, lo zucchero e anche qualche biscotto in salotto da Emily.
Dopo essersi seduto di fianco ad Emily, Harry porse la tazza di tè alla ragazza che, nel frattempo, si era avvolta in una grande coperta rossa.
Nessuno dei due aveva più aperto bocca e, l’unico suono che si sentiva nell’aria, era il sorseggiare lento di Emily.
Harry era stato nuovamente rapito dai suoi mille pensieri, non riusciva a dimenticare i segni che aveva lasciato sull’avambraccio sinistro di Emily.
Un secondo dopo, Harry sentì Emily poggiare la testa contro la sua spalla: il riccio si sentì arrossire.
Subito alzò il braccio sinistro avvolgendo Emily, che si avvicinò di più al ragazzo. Harry tolse dalle mani della ragazza la tazza e l’appoggiò sul tavolino che si trovava davanti a loro; Emily si avvicinò ancora di più ad Harry, poggiando una mano sul suo petto mentre il riccio avvolse Emily anche col braccio destro.
«Che ti avevo detto?», disse Harry. «Basta piangere», concluse il riccio asciugando le lacrime che rigavano il volto di Emily.
 
  
Qualche ora dopo, Harry vide che Emily si era addormentata; osservandola, pensò che fosse bellissima pure mentre dormiva e riuscì, in qualche modo, a catturare l’immensa fragilità che Emily cercava sempre di nascondere.
Ancora una volta si sentì uno stupido, non poteva credere di averle spezzato il cuore: erano esattamente quelle le parole che, nel cortile della scuola, aveva usato Emily.
Sua madre gli aveva sempre detto che doveva trattare le donne come delle principesse, ma, fino a quel momento, le uniche principesse che facevano parte della vita di Harry, erano sua madre e sua sorella. Harry sapeva che il modo in cui trattava le varie ragazze, della scuola e non, rattristava incredibilmente sua madre, sua sorella Gemma gliel’aveva detto parecchie volte. Troppe ragazze erano entrate in casa Styles, troppe ragazze erano entrate solo per raggiungere la camera di Harry.
Il riccio fu riportato sulla terra quando delle chiavi furono inserite nella serratura della porta.
«E tu chi sei? Che ci fai in casa mia?».
«Salve signora, sono un amico di Emily», si presentò Harry alla madre di Emily.
«Che è successo?», chiese la madre di Emily indicando la figlia sdraiata sul divano.
«Non si è sentita molto bene a scuola e l’ho accompagnata a casa. Si è addormentata qualche ora dopo che siamo arrivati», mentì Harry; non poteva certo di alla madre di Emily che aveva spezzato il cuore di sua figlia.
«Grazie, non dovevi disturbarti», disse sorridendo la madre di Emily.
«Sua figlia ha il suo stesso sorriso, signora», disse Harry. «Qual è la camera di Emily? La porto a letto».
«Non preoccuparti, lasciala sul divano. La sveglierò tra poco per la cena, se ne ha voglia».
«Cena? Oddio è tardissimo», esclamò Harry guardando il suo orologio. «Mi scusi, ma ora scappo. Mi scuso per il disturbo».
«Figurati e grazie per esserti preso cura di mia figlia».
«È stato un piacere…ehm…dovere…ehm…forse è meglio che vada», concluse imbarazzato Harry.
 
 
«Emily».
«Harry».
«Emily, svegliati».
«Harry, ti prego, non andare».
«Emily, è andato a casa. Sono le otto, vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?», disse la madre di Emily alla figlia, la quale si mise subito seduta sul divano.
«Tutto bene? È successo qualcosa con quel ragazzo? Hen…Henry».
«Harry, mamma. E comunque no, non è successo nulla», disse Emily. «Vado a dormire».
«Non vuoi nulla da mangiare?».
«No grazie, sono stanca», disse Emily.
«Va bene, se hai bisogno chiamami, okay?», fece la madre di Emily.
La figlia la guardò prima di salire le scale, annuì e subito dopo scomparve nella sua camera.
 

Una settimana dopo

 
Emily era ancora immersa nei suoi pensieri; l’unica cosa che la riportò nel presente fu sua madre, che stava bussando dalla parte opposta della porta della sua camera.
«Avanti», disse Emily.
«Tesoro, sei sicura di non voler scendere?».
«Sono sicura mamma», rispose Emily dopo essersi voltata verso la madre.
«E cosa dovrei fare? Devo cacciarlo via?». Emily si voltò di nuovo a guardare fuori dalla finestra, come stava già facendo prima. «Emily? È una settimana che andiamo avanti così. Preferivi lasciarlo fuori al freddo? Ha iniziato quando è stato qui. I primi giorni rimaneva seduto sugli scalini qui davanti; pure papà è andato a chiedergli se voleva entrare e lui ha rifiutato. Almeno questi ultimi due giorni ha voluto entrare ma è stato tutto il tempo ad aspettarti sul divano. Gli abbiamo anche detto che poteva venire su da te, ma lui ha rifiutato», disse la madre di Emily; successivamente andò a sedersi sul davanzale della finestra insieme alla figlia. «Sembra un ragazzo così dolce…».
«Sembra mamma», fece Emily interrompendo la madre.
«Allora vedi che è successo qualcosa».
«Non è successo niente», disse Emily.
«Allora vieni giù, almeno vieni a salutarlo. E se poi vuoi che se ne vada, io e papà lo manderemo via».
«Va bene, dammi cinque minuti», disse rassegnata Emily.
Quando la madre uscì dalla sua stanza, Emily prese una maglia pulita dall’armadio e la indossò. Prima di uscire dalla sua camera, fece un respiro profondo e si diresse verso il salotto.
Appena la sentì scendere le scale, Harry si alzò in piedi.
«Emily», disse il riccio illuminandosi in volto.
«Ciao Harry».








Eccomi qua, di nuovo a postare (:
Scusate se vi ho fatto aspettare, ma in questo periodo sono in montagna dove nè cellulare nè computer funzionano.
Sono tornata questi due giorni e ne ho approfittato :D (il sesto capitolo l'ho già scritto devo solo trasferirlo sul computer)
Spero che questo capitolo vi piaccia, io ho adorato scriverlo: questo e anche il successivo (:
Non vorrei solo darvi un'idea sbagliata della protagonista: Emily non è una piagnucolona ma ciò che sta succedendo con Harry la fa stare molto male.
Nel prossimo capitolo ci saranno due grandi sorprese, ma non vi anticipo nulla (: però se vedo che lasciate qualche recensione in più (dicendomi che ne pensate della storia per ora), potrei anche cercare di aggiornare mentre sono in montagna, se riesco.
Detto questo, ringrazio le persone che hanno messo la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite; GRAZIE MILLE (:
Ringrazio anche i tanti lettori invisibili: VI VEDO COMUNQUE! No, scherzo; vi ringrazio, spero solo di non farvi perdere tempo (:
Va bene, ora scappo a guardarmi la cerimonia di apertura delle olimpiadi :D
Un bacio (:
P.S. scusatemi se trovate qualche errore, non ho avuto il tempo di rileggere. Scusatemi anche per la lunghezza del capitolo, so che è un po' corto :D
(seguitemi su twitter se volete: io sono @harryslies.)
(sapete dirmi il titolo della canzone dalla quale ho preso il titolo?)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 – Standing out in the rain I need to know if it’s over. ***


«Devi raccontarci tutto».
«Sono d’accordo con lei».
«Non se ne parla».
«Emily, siamo le tue migliori amiche. Puoi raccontarci tutto, lo sai», disse Beth.
«Lo so, ma non è successo nulla».
«Emily, pure tua madre, quando siamo arrivate, ci ha dito che un ragazzo riccio con gli occhi Verdi è stato qui. Anche a lei piacerebbe sapere qualcosa di più», fece Amelia, solitamente la più burlona, cercando di convincere l’amica.
«Va bene, ma che volete che vi dica?», chiese Emily abbracciando un cuscino del suo letto.
«Prima di tutto ci piacerebbe sapere che è successo qualche giorno fan nel cortile della scuola. Non vi abbiamo più trovati», disse con un velo di malizia.
«Non è come credi. Abbiamo parlato e poi mi ha accompagnata a casa e, da quanto dice mia madre, è stato qui fino all’ora di cena», disse Emily fissando il cuscino che stringeva fra le braccia.
«Che cosa? Emily, siete stati da soli tutto il tempo?», chiese curiosa Beth.
«Ricordo solo che mi ha preparato un tè, poi devo essermi addormentata tra le sue braccia», confessò Emily arrossendo leggermente.
«Non ci posso credere. Ma non l’odiavi tanto?», chiese stupita Beth.
«Lo odio, non lo sopporto, ma è davvero dolce quando vuole. Ma ha stupita quel giorno dopo scuola, ma ciò che provo nei suoi confronti non è cambiato».
«Emily, perchè non puoi dargli una possibilità? Anche solo per essere amici. Era strano a scuola; in questi giorni è sempre stato per conto suo e nessuno, nemmeno Louis, è riuscito a sapere dove andava dopo scuola. I ragazzi l’hanno cercato anche a casa sua e non l’hanno mai trovato», disse Amelia.
Emily, ascoltando il racconto dell’amica, nascose il volto tra le mani.
«Io so dove è stato in tutti questi giorni», confessò Emily. «Mia madre mi ha detto che è stato tutti I giorni qui, seduto sugli scalini qui davanti. Gli ultimi due giorni i miei l’hanno fatto entrare ed è rimasto seduto in salotto fino a tardi ad aspettarmi», concluse Emily sollevando di nuovo il capo.
«E tu?», fece Beth.
«Non sono scesa».
«Perchè?», chiesero in coro le amiche.
«Ve l’ho già detto, non voglio avere niente a che fare con lui».
«Ma non sei curiosa di sapere come mai è venuto?», chiese Amelia.
«So già perché è venuto», disse Emily.
«Perché dobbiamo sempre tirarti fuori le parole di bocca con le tenaglie? Parla e basta se proprio vuoi concludere il discorso», disse Beth sgridando l’amica.
«Ieri sono scesa e abbiamo parlato. Mi ha detto che era preoccupato per me dato che non mi aveva più vista a scuola. Mi ha detto che non è riuscito a dormire perché si sentiva in colpa per quello che mi aveva detto e voleva solo sapere se stavo bene».
«E poi?», chiese Amelia sapendo che l’amica non aveva raccontato ancora tutto.
«Mi ha chiesto di uscire insieme», disse con gli occhi lucidi Emily.
«E tu?», fece Beth incitando l’amica a continuare.
«Gli ho detto che forse era il caso che tornasse a casa».
«Ma Emily, perché non gli hai detto di si?», chiese Amelia.
«Mi ha spezzato il cuore, non dimenticherò quello che mi ha detto, mi ha ferita. Non posso dimenticare in così poco tempo», disse Emily senza riuscire a trattenere le lacrime.
«Emily», fece Beth afferrando una mano dell’amica. «Sappiamo che Harry ti ha fatto del male, ma dovrai perdonarlo prima o poi. Louis ci ha detto che è Preoccupato sia per te sia per Harry, non l’hai mai visto così a terra per una ragazza. Pure Harry ci ha detto che si vergogna profondamente per ciò che ha fatto». Dopo una breve pausa, Beth continuò. «Emily, noi crediamo che tu debba ascoltarlo. Permettigli di scusarsi e se vorrai continuare ad odiarlo, nessuno te lo impedirà. Ma glielo devi, per essersi preso cura di te».
Dopo le parole dell’amica, Amelia iniziò a frugare all’interno della sua borsa; poco dopo ne estrasse un foglietto e lo porse ad Emily.
«Questo è il suo numero. Se non lo vuoi chiamare almeno mandagli un messaggio e digli che ha cambiato idea e accetti l’invito di ieri», disse Amelia.
Emily afferrò il foglietto, lo aprì e fissò il numero scritto dall’amica.
«È una pessima idea», disse Emily. «Solo per questa volta», fece la ragazza indicando le amiche con fare minatorio. «So già che mi pentirò subito dopo aver premuto il tasto invia».
«È la cosa giusta Emily».


 
Ti vengo a prendere alle 15.30.
Emily continuava a rileggere quel messaggio, non poteva ancora credere di uscire con Harry. Se non fosse stato per la perfetta puntualità del ragazzo, Emily avrebbe premuto invia e gli avrebbe detto che un impegno improvviso le aveva sconvolto i piani.
Appena sentì il campanello suonare, Emily prese velocemente la borsa, si mise il cappotto ed aprì la porta.
«Ciao», disse dolcemente Harry voltandosi di scatto.
«Ciao», fece Emily chiudendo a chiave la porta di casa.
«Per te va bene se andiamo a prenderci qualcosa di caldo e poi andiamo a sederci nel parco qua dietro a parlare un po’?», chiese Harry.
«Certo», rispose Emily.
I due iniziarono ad incamminarsi; si fermarono, qualche isolato dopo casa di Emily, ad una caffetteria. Il tempo non prometteva niente di buono ma per il momento sembrava non volesse ancora piovere.
Emily ed Harry arrivarono poco dopo al parco dove avevano previsto di fermarsi. Si sedettero sulla panchina vicina all’albero sotto il quale Emily e Louis solitamente si ritrovavano.
«Emily», iniziò Harry.
«Dimmi».
«Mi dispiace molto per quello che ho fatto», disse il ragazzo voltandosi verso Emily. «So che è difficile da credere, ma sono davvero pentito, non avevo nessuna intenzione di ferirti».
«Eppure l’hai fatto», disse fredda Emily.
«Cazzo Emily. Perché ti comporti come una stupida?».
«Io? Ha parlato il ragazzo maturo, quello che…».
«Emily ora smettila!», disse Harry alzando il tono della propria voce. Ci fu una breve pausa, successivamente Harry riprese. «Perché dobbiamo sempre litigare? Perché non possiamo essere amici come tutte le persone normali?».
«Te l’ho già detto perché. L’unica ragione per cui ti frequento e ti sopporto è perché tu sei un grande amico di Louis. Lo faccio solo per Louis, perché gli voglio bene e perché lo voglio vedere felice», disse Emily alzandosi dalla panchina e iniziando ad incamminarsi verso casa.
Anche Harry si alzò velocemente ed inseguì la ragazza che sembrava non avere nessuna intenzione di fermarsi.
«Emily, che devo fare per farmi perdonare da te?», chiese Harry sconsolato.
Emily non rispose; la ragazza accelerò il passo, casa sua era a pochi metri di distanza. In quel momento, Emily pensò che il tempo fosse dalla sua parte, sembrava quasi rispecchiasse il suo stato d’animo: mancava poco ad un bel temporale.
«Emily fermati!», urlò Harry. «Non abbiamo finito di parlare, non puoi andartene così».
«Che vuoi ancora?», gridò a sua volta Emily prima di aprire il cancelletto di casa.
«Come posso farmi perdonare da te? Ti prego, dimmi cosa devo fare», disse Harry implorando la ragazza.
«Lasciami stare», rispose Emily con gli occhi lucidi. «Mi dispiace, Harry», concluse la ragazza asciugandosi una lacrima che aveva iniziato a rigarle il volto.
Poco dopo, Harry si ritrovò da solo davanti a casa di Emily. L’aveva vista scappare via per la seconda volta e sapeva che, se avesse potuto, l’avrebbe vista di nuovo piangere da sola, senza nessuno che potesse abbracciarla o, farla sentire al sicuro o amata.
E mentre la pioggia incominciava a cadere impetuosa, Harry iniziava a chiedersi se avrebbe dovuto davvero dimenticarsi di Emily; probabilmente la sua era una semplice cotta, probabilmente si era innamorato semplicemente della persona sbagliata.
Eppure una parte di lui non voleva cedere, doveva assolutamente sapere se quella fosse stata la sua ultima occasione di creare qualcosa con Emily. Nessuna ragazza era riuscita a resistergli ed Harry si trovava impreparato, non sapeva come comportarsi; non si era mai trovato in una situazione simile: normalmente gli bastava un sorriso per conquistare una ragazza che gli interessava. Eppure con Emily era tutto diverso, troppo diverso e troppo complicato. Con lei aveva sbagliato tutto fin dal principio, nessuna ragazza gli era mai sembrata più difficile da decifrare.
La pioggia iniziava cadere sempre più forte, tuoni e lampi dominavano il cielo scuro come la pece. E sotto quella tempesta, Harry decise che Emily era l’unica ragazza per cui era pronto a lottare, non l’avrebbe mai lasciata andare, non poteva e non voleva lasciarla andare. Se l’avesse persa non se lo sarebbe mai perdonato.
Raccolto tutto il coraggio che possedeva in corpo, aprì il cancelletto e successivamente salì i pochi gradini della villetta di Emily. Dopo un respiro profondo, suonò il campanello.
Dall’altra parte, Emily, dopo aver posato il cappotto sull’appendiabiti e lanciato la borsa sul divano, posò il bicchiere d’acqua che aveva preso in cucina e cercò di ricomporsi: si asciugò le lacrime e fece un respiro profondo non sapendo chi potesse trovarsi davanti.
«Harry», disse stupita appena aprì la porta.
«Avevi ragione fin dall’inizio, sono un coglione», disse Harry.
«Sei ridicolo tutto bagnato», disse sorridendo Emily.
«Non m’importa».
Subito dopo Harry afferrò il viso di Emily con entrambe le mani e le diede un lungo bacio.
Finalmente Emily sentì il sapore delle labbra del riccio, sapore che più volte, nei suoi sogni, aveva provato ad immaginare.
Poteva anche sentire delle piccole gocce di pioggia, provenienti dai ricci di Harry, bagnarle il viso.
Poco dopo, Harry interruppe il bacio.
«Forse ho affrettato troppo le cose, forse ho aspettato troppo. Sembrerà una cosa stupida, ma non voglio perderti Emily», confessò il riccio prima di un secondo e lungo bacio sotto la pioggia.








Eccomi qua!
Sono tornata ieri dalla montagna ed ora posto un nuovo capitolo (:
Spero che vi piaccia, io ho adorato scriverlo (:
Vi dico subito che la montagna mi ha fatto bene: ho scritto ben cinque capitolo (compresi questo e quello prima)
Per ora devo ancora portare sul computer l'ottavo, il nono e il decimo, ma in questi giorni penso di farcela.
Rigranzio come sempre tutte le persone che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate, mi fa molto piacere che la storia vi piaccia. Spero di vedere anche qualche recensione in più, per sapere se la storia piace anche a coloro che non si fanno vedere (ma grazie comunque).
Se vedo qualche recensione in più, prometto che aggiornerò prima :D
Vi faccio anche una domandina: avete indovinato le canzoni alle quali mi sono ispirata per il titolo? Fatemelo sapere tramite una recensione (:
Se volete, seguitemi su twitter. Io sono @harryslies. Se non avete un account qui, vi dico quando aggiorno su twitter (:
Va bene, credo di aver detto anche abbastanza :D
Buona lettura,
Elisa (:
P.S. Scusatemi se c'è qualche errore, non ho fatto in tempo a ricontrollare. Perdonatemi (:

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 – Questo è l’amore che fa cambiare, in ogni parte di te. ***


«Non voglio perderti».
Tre semplici parole continuavano a rimbombarle in testa; tre semplici parole si erano impadronite di lei, tanto che Emily rimase sveglia a ripensare a quei due semplici baci fino a tardi.
Poteva ancora assaporare il sapore delle labbra di Harry, sentiva ancora il suo tocco leggero ma anche sicuro. Istintivamente incominciò a sorridere come una bambina in un negozio di caramelle. Harry aveva forse fatto centro?
Emily riuscì ad addormentarsi dopo le quattro e si risvegliò ancora in uno stato di felicità mai provata prima. Aveva avuto altri ragazzi, ma Emily non si era mai impegnata seriamente; solo Michael le aveva rapito il cuore durante il secondo anno di liceo. I due erano stati insieme per otto mesi fino a quando Emily non beccò il suo ragazzo con Ashley, la zoccola della scuola. Ma questa volta era ancora diversa.
Dopo aver spento la sveglia, Emily si fiondò in cucina per fare colazione cercando di riempire il vuoto, che sentiva dentro, con il cibo. Appena fu pronta, si diresse verso la porta ma fu fermata dalla madre, curiosa di sapere come mai la figlia fosse così sveglia e pimpante al mattino. Facendo finta di nulla, Emily la salutò ed uscì di casa.
Una volta fuori, sentì improvvisamente una stretta avvolgerle lo stomaco e il vuoto sotto di lei. Non appena sentì nuovamente la terra sotto i suoi piedi, si voltò.
«Buongiorno bellissima», fece Harry cercando di baciarla. Subito Emily fermò il ragazzo.
«Che stai cercando di fare?», chiese la ragazza.
«Cerco di baciare la mia ragazza», sorrise il riccio.
«La tua ragazza?».
«Esatto», ribadì Harry.
«Da quando scusa?», chiese perplessa Emily.
«Immagino da ieri. Stiamo insieme da più tempo?», chiese spiritoso il ragazzo.
«Ti sbagli. Non siamo mai stati insieme, non stiamo insieme e non staremo mai insieme», puntualizzò Emily iniziando a dirigersi verso la scuola.
Harry rimase spiazzato sul pianerottolo con una faccia perplessa. Poco dopo rincorse e raggiunse Emily.
«Te l’hanno mai detto che sei davvero spiritosa?», fece Harry sghignazzando.
«Harry, sono seria», disse Emily.
«Sicura?».
«Certo».
«So che ti è piaciuto», sostenne il riccio mentre Emily si fermò di fronte a lui con una faccia perplessa. «Non puoi nasconderlo», concluse Harry.
Emily rimase con la bocca aperta, dalla quale non uscì non una frase delle mille che viaggiavano nella sua mente. Distolse quindi lo sguardo cercando di nascondere il sorriso che s’impadronì del suo viso.
«Lo sapevo, guardati», fece Harry prendendo Emily per mano e obbligandola a fermarsi. «Hai un sorriso stupendo, sapevo che ti era piaciuto».
«Non è vero», mentì Emily.
«Hai anche ricambiato il bacio», puntualizzò Harry.
«Questa è la tua immaginazione. È stato solo uno stupido bacio, niente di più», disse la ragazza.
«Due baci, Emily. E ti sono piaciuti, soprattutto il secondo».
«Ti sbagli», disse Emily ricominciando a camminare verso la scuola.
Harry aveva pienamente ragione, quelli erano i baci più belli dei suoi diciotto anni. Aveva sempre avuto un  debole per quel ragazzo: quand’era più piccola aveva sempre sperato e sognato quel momento, ma crescendo si era accorta di quanto infantile doveva essergli sembrata; inoltre era riuscita a far aprire gli occhi alla piccola Emily e a farle capire quanti difetti erano stati rinchiusi in un solo ragazzo. Ma forse, quei due baci, avevano in parte liberato la piccola Emily, rinchiusa da anni: la nuova Emily, però, non le avrebbe mai concesso la completa libertà.
«Emily, non sono mica scemo».
«Ho mai detto questo?», chiese la ragazza.
Harry afferrò nuovamente una mano di Emily costringendola a guardarlo negli occhi.
«Emily, perché non mi puoi dare una possibilità? Perché non ci possiamo provare?».
«Perché ti odio Harry», fece la ragazza.
«Suvvia Emily. Oramai credo più agli alieni che al tuo “ti odio”», osservò Harry.
«Non funzionerebbe mai», disse Emily distogliendo lo sguardo dagli occhi verdi di Harry.
I due ragazzi erano ormai a qualche metro dalla scuola e potevano già intravedere alcuni compagni entrare nell’edificio. Harry portò Emily in un vialetto nascosto dietro la scuola.
«Perché non può funzionare?», chiese il riccio.
«Siamo troppo diversi», rispose la ragazza.
«Come posso convincerti? Un modo esiste per forza».
«Non riuscirai mai a c…».
Emily non ebbe il tempo di concludere la frase, in un secondo si trovò le labbra di Harry sulle sue e il suo battito iniziò ad accelerare. Harry poté sentire Emily sorridere a contatto con le sue labbra, facendogli capire che quello era il modo di convincerla.
«Sei ancora convinta che non possa farti cambiare idea?», chiese il riccio al termine del bacio. Emily abbassò lo sguardo sorridendo.
«Harry», disse sospirando.
«Non dire niente», fece il riccio subito prima di un secondo bacio: nuovamente sentì Emily sorridere. «Allora?».
«Allora è ora di entrare perché sta per suonare la seconda campanella», disse Emily.
«I tuoi tentativi di cambiare discorso con me non funzionano», ribatté Harry baciando per la terza volta la ragazza.
«Ora smettila», disse Emily interrompendo il bacio. «Devo scappare, se arrivo tardi la prof mi uccide», concluse Emily che, con un velo di indecisione, schioccò un leggero bacio sulla guancia di Harry prima di correre via.
Qualche minuto dopo, Emily fu bloccata, in mezzo al corridoio della scuola, da una figura bionda che le aveva bloccato la strada.
«Emily, è una bella giornata oggi. Ti vedo su di giri».
«Ti sbagli. Scusami, ma devo andare in classe».
«Siete una bella coppia tu ed Harry».
«Ashley, non so di cosa parli», fece Emily.
«Vi ho visti nel vicolo mentre vi baciavate», continuò la bionda.
«Ti sbagli, non ero io. Sarà qualche poveraccia del secondo anno che ha preso il tuo posto», fece Emily prima di lasciarsi Ashley alle spalle.
Ashley era la tipica cheerleader zoccola della scuola, quella che sta col più popolare. Ovviamente era stata anche con Harry, si erano frequentati per parecchio tempo e, la scuola, era sempre stata al corrente di tutto a causa dei numerosi sbandieramenti di Ashley, anche contro la volontà di Harry. Lui l’aveva lasciata qualche mese prima, dopo uno dei suoi millesimi tradimenti e, da quel momento, lei aveva fatto di tutto per riaverlo.
Quella mattina, Emily non poteva incontrare persona peggiore.
 
 
 
 
Durante l’intervallo, Emily provò a cercare le amiche nei corridoi, senza successo: sembravano essersi volatilizzate, così come Louis. Pensò che dovevano essere col suo migliore amico da qualche parte, insieme a Liam, Zayn e Niall. Decise quindi di andare a posare qualche libro nel suo armadietto.
Quella mattina la scuola era più affollata del solito, troppi ragazzi del primo e del secondo anno girovagavano senza meta per i corridoi, creando ancora più confusione.
Dopo essersi fatta strada tra qualche gruppetto di ragazzi, che si era fermato al centro del corridoio, arrivò al suo armadietto. Appena lo aprì, vide un foglietto cadere per terra. Lo prese e lo aprì.
Ti aspetto all’uscita per cercare di convincerti ad essere la mia ragazza. Inevitabilmente, Emily sorrise. Non conosceva la calligrafia di Harry, ma chi poteva mai essere?
Pochi secondi dopo, si sentì pizzicare il fianco destro, ma, una volta voltatasi, alla sua destra non vide nessuno di conosciuto. Voltandosi verso sinistra, vide Harry camminare nel corridoio sorridendole. Emily ricambiò il sorriso e posò nuovamente lo sguardo sul foglietto.
«Buongiorno migliore amica», le disse all’orecchio Louis. «Cosa abbiamo tra le mani? Un bigliettino di qualche ammiratore segreto?», chiese Louis.
«Ciao Louis, sono contenta anch’io di vederti», disse Emily.
«Allora, chi ti scrive?».
«Nessuno», fece Emily nascondendo il biglietto nell’armadietto e chiudendolo velocemente. «Devo andare in classe».
«È qualche bimbo del primo o del secondo anno?», chiese curioso Louis seguendo la ragazza.
«No», rispose Emily.
«È qualcuno che conosco?».
«No comment».
«Mi sto avvicinando. Mi dici chi è?».
«Te lo puoi scordare. Ciao Louis», concluse Emily entrando nella sua classe di spagnolo.
Louis fu raggiunto poco dopo da Amelia e Beth che lo trascinarono velocemente nella classe di matematica.
«Voi sapete se Emily si vede con qualcuno?», chiese il ragazzo.
«No, perché?», fece Amelia.
«Si è trovata un bigliettino nel suo armadietto e non mi vuole dire che gliel’ha scritto».
«Noi non sappiamo niente», disse Beth.
«Ma siamo intenzionate a scoprire chi è questo ammiratore», continuò Amelia.
Beth guardò l’amica, non pienamente sostendo ciò che aveva appena detto: sapeva che Emmily avrebbe parlato con loro, aveva solamente bisogno del suo tempo.
Poco dopo, Louis parlò di nuovo.
«Ragazze, avete visto Harry?».
 
 
 
 
Appena suonò la campanella che decreteva la fine dell’ultima ora della giornata, Emily fece un enorme sospiro di sollievo. Uscì velocemente dalla sua classe, si diresse verso il suo armadietto e ne estrasse alcuni libri che avrebbe dovuto portare a casa; successivamente si diresse verso l’uscita della scuola. Pochi metri prima di uscire, Amelia e Beth le si pararono davanti.
«Emily, dove vai così di corsa?», fece Beth.
«Devo scappare, ho un impegno».
«Con qualcuno che conosciamo?», chiese Amelia.
«Ragazze, sono in ritardo. Vi spiegherò tutto, promesso».
«Davvero?», fecero in coro le amiche.
«Si», disse Emily allontanandosi.
Le duer agazze si guardarono senza sapere come fermare l’amica; poco dpo si misero alla ricerca di Louis pensando potesse sapere qualcosa. Lo videro davanti alla palestra a chiaccherare con Liam, Zayn, e Niall.
«Louis, sai che deve fare Emily oggi pomeriggio?», chiese Amelia.
«No», disse confuso Louis. «Ragazze, avete visto Harry?», fece il ragazzo dagli occhi azzurri.
«No, da nessuna parte. Abbiamo girato mezza scuola per trovarti», disse Beth.
«Secondo me quei due nascondono qualcosa», disse Amelia sotto lo sguardo confuso di tutti.
 
 
 
 
«Eccomi. Scusami, sono in ritardo», disse Emily.
«Sei affannata e ti scusi per il ritardo. Qualcosa mi dice che ti sto convincendo nel modo giusto», ribattè Harry.
«Sono una persona alla quale non piace arrivare tardi agli appuntamenti», spiegò Emily.
«Quindi questo è un appuntamento?».
«Non dire cretinate», disse Emily tirando un pugno al ragazzo.
«Questo è quello che credi tu».
Harry avvolse i fianchi di Emily con entrambe le braccia, la sollevò da terra e la portò nel vicolo dietro la scuola.
«Harry, ora devo andare a casa, lasciami», mentì la ragazza cercando di liberarsi dall’abbraccio del riccio.
«Hai dimenticato una parte del biglietto».
«Come?», fece Emily, non capendo dove Harry volesse andare a parare.
Il ragazzo avvicinò a sé il viso di Emily e la baciò: sentì, ancora una volta, la ragazza sorridere a contatto con le sue labbra e successivamente ricambiare il bacio. Harry cominciava davvero a convincere Emily o almeno lei non sembrava rifiutare i suoi baci.










Sono di nuovo qua, con un ennesimo capitolo che a nessuno piacerà (:
Le cose tra Emily ed Harry iniziano a farsi interessanti. 
Ho amato scrivere questo capitolo, non so perchè, forse perchè Harry mi gioca sempre brutti scherzi e ha strani effetti su di me (:
Non vi anticipo nulla, non voglio rivelarvi nulla di quello che succederà più avanti. Sono perfida, lo so ahahahahah
Comunque, spero di farvi innamorare ancora di più di Harry con questo capitolo (piacerebbe anche a me trovare un ragazzo come Harry, ma anche Harry va benissimo)
Va bene, ho dei problemi ahahahahah ringrazio tutte le persone che hanno messo la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Vi ringrazio davvero tanto, sonon contenta che la storia vi piaccia (o almeno credo dato che le visualizzazioni continuano ad aumentare)
Vi dico subito che forse la prossima settimana non ci sono, probabilmente andrò in montagna (ancora)
Spero di riuscire a postare i capitoli che ho scritto questa settimana per non farvi stare sulle spine per troppo tempo: mentre sarò in montagna cercherò di scrivere ancora, promesso :D
Vi chiederei solo un piccolo favore: potete farmi sapere che ne pensate della storia fino ad ora, del capitolo o di qualsiasi altra cosa?
Vedendo pochissime recensioni mi demoralizzo un po' e non so se continuare dato che non so se ne vale la pena oppure no :D
Prometto che se vedo qualche recensione in più, posto prima (:
Se volete seguirmi su twitter, sono @harryslies :D
Non mi resta che augurarvi una buona lettura.
Un bacio, Elisa
P.S. scusatemi se ci sono degli errori ma non ho avuto il tempo di rileggere il capitolo, perdonatemi :D

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 – If we take the chances to change circumstances. ***


Emily continuava a mettere a posto la casa: aveva sistemato la sua camera, la cucina, i due bagni e stava riordinando per la terza volta il salotto. Da un momento all’altro sarebbero arrivate Amelia e Beth e aveva promesso loro che avrebbe sputato il rospo.
Cercava di non torturarsi le unghie, ma il nervosismo le stava giocando un brutto scherzo. Non sapeva cosa aspettarsi dalle amiche: sarebbero state contrarie o l’avrebbero appoggiata?
Erano già quattro giorni che desiderava parlare con le amiche, ma, a causa degli impegni scolastici, avevano dovuto rimandare l’uscita programmata, trasformandola nel solito pomeriggio di chiacchiere a casa di Emily.
Appena sentì squillare il campanello, Emily si fiondò alla porta per accogliere le amiche.
«Emily, che ci dovevi dire di così importante?», chiese Beth una volta accomodatasi in salotto.
«Vi avevo promesso che vi avrei spiegato tutto», rispose Emily.
«Ora ricordo, quella strana giornata a scuola. Devi ancora dirci com’è andata l’uscita con Harry», disse Beth.
«Era proprio di questo che vi volevo anche parlare», cominciò Emily. Amelia e Beth si scambiarono uno sguardo confuso, poi Emily riprese. «Mi ha baciata quel giorno, due volte», confessò Emily guardando le amiche rimaste a bocca aperta. «Non mi guardate così, volevate la verità e ve l’ho detta».
«Emily, è una cosa stupenda, ma cosa c’entra con quello che è successo a scuola?», chiese Amelia.
«Quel giorno l’ho trovato davanti a casa e siamo andati a scuola insieme. Voleva convincermi ad essere la sua ragazza; prima di entrare, mi ha baciata altre volte nel vialetto ed era suo il bigliettino che ho trovato nell’armadietto. Diciamo che è da quel giorno che andiamo avanti così», disse Emily sentendosi pizzicare le guance che iniziavano ad arrossire.
«Quindi state insieme?», chiese Amelia.
«Non credo che sia il termine adatto, forse è più giusto dire che ci stiamo f…».
«Finalmente!», urlarono le due amiche fiondandosi su Emily per abbracciarla. Appena poté respirare di nuovo, Emily concluse la sua frase.
«Frequentando, solo frequentando», puntualizzò la ragazza.
«Si certo, con te è tutto un mistero. Siamo felicissime per te», disse Beth.
«Dicci tutto, bacia bene?», chiese Amelia.
«Certo, cosa ti aspetti da uno così», disse ridendo Emily che trascinò anche le altre in una risata di gruppo, risata che fu presto interrotta dal suono del campanello.
«Aspettavi qualcun altro?», fece Beth.
«No. Aspettate, vado a vedere chi è», fece Emily alzandosi dal divano e dirigendosi verso l’uscita.
Non potevano essere i suoi poiché erano entrambi al lavoro e sarebbero tornati tardi: l’avrebbero informata di un possibile cambio di turno.
Aprì la porta pensando a chi si sarebbe potuta trovare davanti quando un paio di labbra le stamparono un bacio sulle sue facendola indietreggiare.
Non sentendo l’amica parlare, Amelia e Beth si diressero verso la porta preoccupate. Quando videro Harry, capirono immediatamente tutto.
«Harry, non puoi venire quando ti pare a casa mia», disse Emily interrompendo il bacio.
«Avevo voglia di vederti», disse il riccio subito prima di un secondo bacio.
Amelia si schiarì la voce interrompendo i due piccioncini.
«No, non stanno insieme», disse Beth ridendo.
«Merda. Scusami Emily, non volevo».
«Non preoccuparti, stavamo giusto parlando di questo. E voi due, piantatela», disse Emily rivolgendosi alle due ragazze prima di chiudere la porta.
I pomeriggi precedenti, Harry aveva fatto altre due sorprese ad Emily, una delle quali mentre i suoi erano in casa. «È venuto a prendere degli appunti di scuola» era stata la scusa di Emily per non far insospettire i suoi.
«Come mai sei qui?», chiese Emily una volta seduti tutti sul divano.
«Volevo dirti, ora dirvi, che Louis ha intenzione di organizzare una festa per Halloween, una festa in maschera», disse Harry.
«Quel ragazzo è pazzo», affermò Emily.
«Potremmo andarci insieme, io e te intendo», fece il riccio.
«Neanche per sogno, ne abbiamo già parlato», disse Emily.
«Emily, perché non potete stare insieme e basta?», chiese Amelia.
Emily abbassò lo sguardo pensierosa. Le amiche avevano notato che qualcosa non andava, stessa cosa Harry che strinse una mano alla ragazza.
«È successo qualcosa?», chiese Harry dolcemente. Emily non disse nulla. «Emily?», fece nuovamente il riccio.
«È strano, è troppo presto. Magari più avanti, ma non ora», mentì Emily.
«Va bene, non c’è problema», disse Harry stringendo la ragazza a sé.
Le amiche incontrarono lo sguardo preoccupato di Emily e capirono che quella non era la verità: la conoscevano troppo bene per non capire quando stava mentendo.
«Harry, ora è meglio che tu vada», disse Beth.
«Sicura che stai bene?», chiese il riccio ad Emily.
«Si, ora vai», disse Emily poggiando una mano sul petto di Harry. Non voleva che Harry si preoccupasse per lei, quindi Emily si sforzò e gli rivolse un sorriso timido. Lui le baciò la fronte e, un secondo dopo, uscì.
Emily continuava a fissare la porta mentre le amiche si accomodarono di fianco a lei.
«Che è successo?», fece Amelia.
«Noi non siamo Harry, capiamo quando menti», precisò Beth.
«Ashley», disse Emily.
«Come?», fece Amelia.
«L’ho incontrata nel corridoio della scuola e mi ha detto che ha visto me ed Harry baciarci. Due giorni fa mi ha detto che lo rivuole e che non devo rovinarle i piani altrimenti saranno guai», confessò Emily.
«Ma ormai lui non l’ha più cagata quindi perché dovrebbe rimettersi con lei?», chiese Amelia intenta a difendere l’amica da quella strega di Ashley.
«Emily, glielo devi dire. Harry deve sapere che ti ha detto Ashley», disse Beth all’amica.
«Sappiamo com’è fatto Harry, sappiamo che andrebbe a dirle qualcosa e lei farà le sue solite scenate: non voglio che succeda qualche casino, alla festa voglio divertirmi», spiegò Emily.
«Ma non potrai controllarlo, sarà da solo e tutte le ragazze lo punteranno non sapendo che state insieme», Beth fu fulminata con lo sguardo da Emily e si corresse. «Va bene, che vi frequentate. Potete sempre uscire allo scoperto alla festa così le bimbe del secondo anno si metteranno le ovaie in pace».
«Non lo so, non ne sono convinta», disse Emily confusa.
«Harry, in fondo, è un bravo ragazzo. Ti vuole bene e ti proteggerà, ma se non saprà cosa ti turba, non potrà aiutarti», disse Beth cercando di convincere l’amica confusa.
«Va bene, glielo dirò», disse Emily.
Aveva avuto la conferma che Harry si preoccupava per lei qualche settimana prima e sapeva che non avrebbe permesso a nessuno di farle del male, ma Ashley era imprevedibile: per riavere Harry avrebbe fatto di tutto e questo spaventava Emily più che mai.
Louis era mancato per molto tempo ed Emily non sapeva che cosa aspettarsi dalla sua festa. La sorpresa che aveva ricevuto alla festa di Ashley, le era bastata e non voleva perdere Harry come aveva perso Michael.
Ripensando al passato, Emily decise che avrebbe detto ad Harry la verità, o almeno una parte.
 
 
 
 
Quella sera, prima di andare a dormire, Emily prese il suo cellulare e cominciò a pensare alle parole giuste da scrivere ad Harry.
Più volte aveva riscritto il messaggio, non una andava bene; non voleva sembrare troppo gelosa di una persona che secondo lei stava solo frequentando. Non voleva nemmeno dire ad Harry che Ashley l’aveva minacciata: voleva semplicemente mettere in guardia Harry e assicurarsi che non combinasse casini come era solito fare alle feste. Emily non sapeva esattamente se Harry provava ancora qualcosa per la finta bionda; alla festa di fine anno erano stati beccati insieme e durante l’estate Ashley aveva fatto sapere al mondo intero della loro notte magica. Per Emily non era difficile ammetterlo, Ashley era davvero molto bella: se fosse stata un ragazzo avrebbe anche lei perso la testa per quella bionda.
-Ho paura che qualche ragazza del secondo, e forse anche del terzo anno, possa fare qualche pazzia alla festa di Louis-, scrisse Emily: aveva cambiato ancora idea, non avrebbe detto niente di Ashley.
-Che genere di pazzie?-, rispose velocemente Harry.
-Ho sentito che si stanno già preparando per catturare la loro preda, stanno pianificando tutto come se fosse una battuta di caccia. E la preda sei tu-.
Emily aveva sentito parlare alcune ragazze nei corridoi della scuola di questa “battuta di caccia”: le prede principali erano Harry e Zayn. Inorridì e le vennero i brividi al solo pensiero di quelle bimbe, con dei mini vestiti, pronte a vendersi pur di provarci con i più popolari della scuola.
-Emily, non preoccuparti. Non succederà nulla, te lo prometto-, rispose Harry cercando di rassicurare la ragazza.
-Grazie. Buonanotte Harry-, scrisse Emily.
-Buonanotte bellissima-, rispose Harry.










Tadaaaaaan! Ecco un altro capitolo (:
Sto aggiornando troppo velocemente, mmm, non va bene (:
Scherzo, ma dato che la prossima settimana probabilmente non ci sono, anzi, non ci sono proprio, posto qualche capitolo in più per non farvi aspettare fino a settembre :D
Che brava che sono ahahahahah
Comunque, parliamo del capitolo. Fa abbastanza cacare, non mi piace molto, ma è solo un capitolo di passaggio per ciò che succederà dopo (:
Non vi dico nulla altrimenti non è più una sorpresa (anche se si puòà già immaginare) (:
Ringrazio infinitamente tutte le persone che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate (: grazie mille davvero, mi rendete davvero felice :D
Vi chiedo sempre un piccolo favore: mi fate sapere che ne pensate della storia tramite una recensione? Questa volta è molto importante, anche perchè devo decidere come farla continuare. Vi spiego, avrei in mente due idee che mi piacciono per far continuare la storia ma non so quale scegliere. Pensavo che, da un certo punto in poi, potrei creare un bivio quindi far finire la storia in due modi diversi. 
Non so, fatemi sapere se la trovate una buona idea altrimenti faccio un unico finale e buonanotte al secchio (:
Se poi volete far conoscere la mia ff a qualche vostra amica con efp, fate pure ahahahahahah (:
Come al solito, su twitter sono @harryslies, seguitemi se volete (:
Buona lettura a tutti,
Elisa (:

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 – Out in the middle of nowhere. ***


Erano già trascorsa due settimane dall’annuncio di Harry e Louis aveva appeso volantini in tutta la scuola per sponsorizzare la sua festa: fortunatamente i costume non erano più obbligatori come aveva precedentemente annunciate Harry.
Il giorno della festa arrivò molto velocemente ed Amelia e Beth stavano aspettando Emily per recarsi insieme a casa di Louis. Amelia indossava uno splendido abito marrone chiaro corto leggermente attillato; i lunghi capelli biondi li aveva raccolti e fermati con una pinza in stile Halloween. Beth aveva anche lei optato per un vestito corto, ma azzurro pastello smanicato, più svolazzante di quello di Amelia. Emily indossava un vestito a maniche lunghe composto da un corpetto nero e una gonna sulle sfumature del grigio: dal corpetto partiva il pizzo nero che completava l’abito ricoprendo le spalle e andando a formare le due maniche lunghe. Emily e Beth avevano optato per lasciare i lunghi capelli, rispettivamente castani e neri, sciolti: una con i boccoli, l’altra liscia. Una volta pronte, uscirono e fecero attenzione a non uccidersi con i tacchi durante il tragitto.
Arrivate davanti a casa di Louis, poterono già sentire la musica provenire dal salotto e, giudicando dai ragazza fuori nel cortile, capirono che qualcuno aveva già esagerato con l’alcol. Una volta dentro, Zayn e Liam presero i loro cappotti e iniziarono a fare il punto della serata.
«Allora, abbiamo alcuni dell’ultimo anno già ubriachi fradici, alcune ragazze del secondo anno che si sono fatte già una ventina di ragazzi e poi abbiamo la nostra cara Ashley che si è già fatta notare», concluse Liam.
«Dov’è Niall?», urlò Beth all’orecchio di Zayn.
«È al bar a tenere d’occhio la quantità di alcol che viene distribuita: cerca di tenere la maggior parte per sé».
Dopo le parole del moro, Beth si diresse verso il bar a cercare il biondo per il quale aveva una cotta da qualche mese.
«Dove sono Harry e Louis?», strillò Amelia.
«Louis deve essere da qualche parte a ballare come uno scatenato; l’abbiamo perso di vista quando è iniziata ad arrivare più gente. Mentre Harry deve essere già al terzo drink: parlava con delle ragazze in cortile, ma per ora non ha combinato niente», terminò Liam. Emily cercò di mascherare il suo sospiro di sollievo ed Amelia le passò una mano sulla schiena per tranquillizzarla.
Poco dopo, Liam ed Amelia si immersero nella folla cercando di raggiungere gli altri amici.
«Michael ha chiesto di te quando è arrivato», disse Zayn ad Emily.
«Chi?», urlò Emily non capendo il nome.
«Michael, dovrebbe essere al bar anche lui», spiegò Zayn. Emily gli sorrise e si allontanò intenzionata a raggiungere il suo ex con in quale aveva riallacciato i rapporti. Non era stato facile, ma, dopo aver concordato che erano troppo giovani per una storia seria, erano tornati i buoni amici di una tempo.
«Mike, come va?», urlò Emily.
«Emily, sei stupenda», disse Michael.
«Grazie, anche tu. Come sono andate le vacanze? Non ci siamo visti questo mese».
«Lo so, sono dovuto tornarne in America a causa di alcuni problemi di famiglia», spiegò il ragazzo nato a New York e trasferitosi successivamente ad Holmes Chapel.
«Mi dispiace, spero non sia successo niente di grave».
«Sono davvero contento di rivederti», disse Michael sfoderando il sorriso di cui Emily si era innamorata qualche anno prima.
«Anche io».







«Beth!», urlò Harry. «Beth! Hai visto Emily?», chiese il riccio cercando di farsi sentire nonostante la musica.
«Dovrebbe essere al bar, l’ho vista lì qualche minuto fa», spiegò la mora.
Harry si diresse verso il bar, ma, appena vide Emily con un ragazzo a lui sconosciuto, corse nuovamente da Beth e la trascinò con sé per avere spiegazione.
«Chi è quello?».
«L’ex di Emily», spiegò Beth.
«Che cosa?», urlò Harry.
«Non preoccuparti, è finita da quasi due anni ormai», disse Beth cercando di calmare i bollenti spiriti di Harry.
Nonostante le spiegazione ricevute, Harry si diresse velocemente verso il bar improvvisato in un angolo del salotto; una volta arrivato di fianco ad Emily, le mise un braccio attorno ad un fianco cercando di non farsi notare dalla folla.
«Chi è?», disse Harry all’orecchio della ragazza.
«Lui è Michael, un mio vecchio amico. Michael, lui è Harry», spiegò Emily facendo le presentazioni nonostante Harry fosse abbastanza conosciuto all’interno della scuola.
«Piacere, sono Michael», disse il ragazzo. «State insieme?».
«No, siamo solo amici», disse Emily scostando Harry che subito allontanò il braccio dalla ragazza. Emily sperava davvero che Harry non facesse casini o che almeno si trattenesse per una sera: con Michael non aveva funzionato, era un ragazzo sveglio e aveva già capito tutto.
La serata procedeva bene e i tre chiacchieravano tranquillamente sotto gli sguardi curiosi di Louis, Niall, Liam e Zayn che non trovavano una spiegazione all’improvvisa amicizia tra Harry ed Emily.
Nonostante sembrasse a suo agio, Emily aveva notato che Ashley continuava a tener d’occhio lei ed Harry. Non sopportava il fatto che dovesse controllarli come una spia ed Emily si stava seriamente irritando. Un secondo dopo, Ashley fu davanti a lei.
«Emily, posso parlarti?», fece la bionda.
«Che vuoi Ashley?», chiese Emily con un tono scocciato dopo essersi allontanata dai due ragazzi.
«Te lo porterò via di nuovo, te li porterò via entrambi», disse Ashley con ari di sfida, prima di lasciare Emily tra la folla scatenata.
Emily osservò la bionda tuffarsi tra danze scatenate insieme ad altri ragazzi: pochi minuti dopo la vide strusciarsi come una saponetta e mettere la lingua dentro la bocca di un ragazzo del terzo anno.
Emily abbassò lo sguardo scandalizzata, scosse la testa e non capì come una ragazza, che poteva sembrare un angelo fuori, dentro fosse così orrenda.







La serata procedeva stupendamente, ma Harry ancora non riusciva a divertirsi: non riusciva a scacciare quegli orribili pensieri che si erano impadroniti della sua testa. Emily e Michael l’avevano lasciato da solo al bar andando a cercare Louis. Harry continuava a sorseggiare il suo drink, questa volta analcolico: sapeva quali effetti aveva su di lui l’alcol e aveva deciso di andarci piano, soprattutto per Emily. Ciò che turbava Harry era Ashley: in pochi giorni, l’aveva vista troppe volte parlare con Emily nei corridoi della scuola. Non si sarebbe dato pace finché non avesse saputo cosa voleva la sua ex da Emily.
Appoggiò il bicchiere sul bancone, si alzò e si diresse verso Ashley, che si faceva notare al centro della pista da ballo. Dopo essersi fatto strada tra una ventina di ragazzi ubriachi, che stavano in piedi per qualche strana forza della natura, arrivò ad Ashley.
«Ashley, dobbiamo parlare».
«Di cosa?», squittì la bionda.
Harry le afferrò un polso e la portò al primo piano dove la festa sembrava non essere arrivata.
«Harry, che c’è? Mi stavo divertendo», urlò Ashley ancora stordita dalla musica alta.
«Che vuoi da Emily?», chiese il riccio. Ashley non rispose e alzò lo sguardo al cielo visibilmente scocciata. «Lasciala stare», disse Harry.







«Ragazze, avete visto Harry?», chiese Emily alle amiche.
Amelia e Beth scossero la testa senza poter aiutare l’amica. Emily aveva visto una testa riccia al bar, ma l’aveva confusa con la testa di un ragazzo del primo anno, troppo alto per la sua età.
«L’hai trovato?», chiese Amelia.
«No. Aveva detto che mi avrebbe accompagnata a casa dato che i miei sono via per il weekend», spiegò Emily.
«L’ho cercato anche fuori a non l’ho trovato. Ho chiesto in giro ma nessuno l’ha visto», disse Beth all’amica.
Emily decise quindi di salire al primo piano: magari Harry si era nascosto in camera di Louis per sfuggire alle ragazzine del primo anno. Sorrise a quel pensiero sapendo che Harry aveva occhi solo per lei. Ma la dea bendata non era mai stata dalla parte di Emily per molto. Terminate le scale, Emily vide Harry ed Ashley insieme: sentiva che qualcosa non stava andando nel verso giusto e ne aveva avuto la prova. Sapeva che Ashley avrebbe creato qualche casino ma sperava che Harry fosse abbastanza forte da resisterle.
«Harry», disse nonostante il groppo in gola e gli occhi lucidi. «Lo sapevo», fece Emily prima di correre via in lacrime.
Gliel’aveva detto e l’aveva fatto ma Emily l’aveva ignorata; aveva dato una possibilità ad Harry e lui l’aveva sprecata.
Emily prese il cappotto e uscì velocemente: non sarebbe stata dentro quella casa un secondo di più.







«Harry, ma come hai potuto?», urlò Amelia dopo aver visto Ashley scendere le scale dopo il ragazzo.
«Non è come sembra, vi spiegherò tutto. Dov’è andata Emily?», chiese il riccio.
«Dove vuoi che sia andata? È scappata via», disse furiosa Amelia. «Sei un bastardo!», gridò mentre Beth cercava di trattenerla per evitare di portare Harry all’ospedale.







«Emily! Emily, fermati!», gridò Harry rincorrendo Emily che, nonostante i tacchi, aveva fatto già parecchia strada. «Emily!», fece ancora Harry afferrando un braccio della ragazza.
«Cosa vuoi?», gridò la ragazza in lacrime.
«Lascia che ti spieghi».
«Che cosa? Credo di aver capito tutto, quello che ho visto mi è bastato», disse Emily tra i singhiozzi riprendendo a camminare.
«L’ho cercata io per parlare. Le ho detto di lasciarti stare; vi ho viste nei corridoi parlare parecchie volte e vederti stasera preoccupata non mi faceva stare bene», cercò di spiegare Harry.
«E hai pensato che metterle la lingua in bocca mi potesse far stare meglio, vero?».
«Emily, lei mi è saltata addosso. Era ubriaca fradicia, non sapeva quello che stava facendo. Perché non mi puoi credere?», disse Harry cercando di far ragionare la ragazza.
«Mi è un po’ difficile avendo visto com’eri preso da lei. È ovvio che provi ancora qualcosa per Ashley. Basta dirlo, mi metterò il cuore in pace», disse Emily cercando di rimanere calma, senza successo.
«Ma andiamo, Emily, non dire cazzate».
«Cazzate? Adesso sarei io quella che si inventa le cose?».
«Emily, se solo mi ascoltassi», disse Harry.
«Non ti voglio ascoltare», gridò Emily. «Non dovevo nemmeno farlo tre settimane fa. Forse è meglio andare per strade separate», concluse Emily lasciando pietrificato Harry.
«Cosa?», gridò il ragazzo.
«Hai sentito perfettamente. Tu continua ad essere il più popolare della scuola. Io continuerò ad essere la secchiona sfigata, a quanto è quello che so fare meglio», gridò Emily voltandosi verso Harry.
«Emily, dici sul serio?», urlò Harry.
«Certo che dico sul serio», gridò Emily voltandosi verso Harry che stava attraversando la strada.
Un secondo dopo, si udì un rumore di pneumatici sull’asfalto: una macchina spuntò dal nulla ad una velocità impressionante; l’unica cosa che vide Emily, fu il corpo di Harry sbalzato in avanti dall’auto. In un attimo, Emily sentì le gambe cedere e, poco dopo, la sirena assordante di una ambulanza riempì l’aria agghiacciante di Holmes Chapel.










Buonccciorno lettori (:
E siamo di nuovo qui, con un nuovo capitolo :D
Questo è ancora uno di quelli che ho scritto in montagna quindi potrebbe fare, anzi fa, altamente cagare.
Ma vogliamo parlare di quello che sta succedendo nella storia? Ahahahahah no, non vi dico nulla. Vi dico solo che Harry...
Ahahahahah scherzo non vi dico nulla (: sono perfida, lo so. E vi farò anche aspettare parecchio perchè lunedì dovrei partire di nuovo per la montagna e non ho la minima idea di quanto tempo ci starò.
Niente internet, niente telefono, solo COMPITI, yuppiyeaaah -.-
No, seriamente. Devo portarmi avanti con i compiti (praticamente non ne ho fatto nemmeno mezzo)
Comunque, spero che il capitolo vi piaccia, anche se a me fa un po' schifetto (?)
Le descrizioni non sono il mio forte quindi per i vestiti delle tre ragazze vi metto anche delle foto. Cercate, più o meno, di immaginarveli come quelli delle foto anche se potrebbero costare 23872352903573 dollari/euro (:
Comunque, i vestiti sarebbe questi:
Emily, Beth e Amelia (: quello di Emily è in assoluto quello che preferisco :D
Ringrazio come sempre tutte le persone che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate, mi fa piacere vedere che aumentate (forse è un segno, la mia storia non fa così schifo. no fa tremendamente schifo)
Ringrazio anche tutti coloro che continuano a recensire i capitoli, mi fa molto piacere sapere che seguite la storia e appena potete mi dite ciò che pensate (:
Va bene, ho scritto anche troppo direi, ops (:
Un bacio, Elisa (:
P.S. scusatemi se ci sono degli errori :D

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 – But the truth is I’ve grown fond. ***


4.47. Domenica. 1 Novembre.
Emily aveva sempre odiato gli ospedali principalmente per il clima di tristezza che vi si respira all’interno. Erano ormai trascorse due ore e venti dal loro arrivo, Emily non riusciva a distogliere lo sguardo dall’orologio appeso al muro di fronte a lei: sperava che “l’esperienza” del viaggio in ambulanza non le si presentasse mai, ma quella sera la dea bendata non era dalla sua parte. Aveva già avvisato Amelia, Beth e i ragazzi, sarebbero arrivati da un momento all’altro.
Emily non riusciva a distogliere lo sguardo dalla porta davanti a sé; il trucco ormai era leggermente colato a causa delle troppe lacrime e i piedi le facevano male nonostante avesse tolto i tacchi già da un po’.
Sobbalzò quando la porta in fondo al corridoio si aprì, ma fu sollevata vedendo i suoi amici correrle incontro.
«Emily, come stai?», disse Beth. «Abbiamo fatto più velocemente possibile».
«Com’è successo? Come?», disse Louis a gran voce visibilmente in preda al panico. Liam cercò di calmarlo posandogli un braccio intorno alle spalle.
«Mi stava venendo incontro, stavamo litigando. Quando ha attraversato la strada è sbucata una macchina dal nulla e l’ha preso in pieno», disse in lacrime Emily continuando a rivivere la scena dell’incidente nella sua testa.
«Ma una buona volta voi due non potete parlare come tutte le persone normali?», gridò Louis in faccia ad Emily. La ragazza fu colpita dritta al cuore dalle parole del suo migliore amico, non le aveva mai parlato in quel modo.
«Louis, non è colpa di Emily», lo rimproverò Zayn.
«Hai ragione. Emily, scusami», disse abbracciando la sua migliore amica. «Sono solo preoccupato per Harry».
«L’hanno già operato e ora è nella sua camera già da un’ora», disse Emily nascondendo il viso tra la spalla e il collo del ragazzo.
«Scusatemi, voi siete gli amici di Harry? Sono il dottor Shawn. L’operazione è andata bene, durante il trasporto in ospedale un’emorragia ha impegnato i medici senza portare a gravi conseguenze. Cadendo sull’asfalto si è fratturato una gamba e ha subito una lieve slogatura alla spalla sinistra». Emily si coprì il volto con le mani: le parole del dottore trafiggevano il cuore della ragazza come dei coltelli. «Niente che non possa guarire in qualche mese. Il vostro amico deve ritenersi molto fortunato: è un miracolo che abbia riportato delle ferite così “lievi” considerato il brutto incidente. Se volete, ora potete entrare, ma cercate di non farlo affaticare», concluse il dottore che fu assalito da un improvviso abbraccio di Louis.
Il primo ad entrare nella stanza di Harry fu proprio Louis, seguito a ruota da Amelia, Beth e gli altri ragazzi. Emily si sentiva tremendamente in colpa e non trovava la forza per varcare la soglia di quella stanza. Decise di sedersi nuovamente nel corridoio nonostante Beth avesse cercato di convincerla ad entrare. Emily si coprì nuovamente il volto con le mani cercando di scacciare l’immagine dell’incidente dalla sua testa.






«Harry, come stai?», fece Beth.
«Non lo so, spero bene», disse in un sussurro il riccio.
«Ci hai fatto morire», disse Niall ancora sconvolto.
«Ti ricordo che sono io quello che ha rischiato di morire», disse Harry cercando di alleggerire il clima che si era creato all’interno della stanza. «Dopo i fari della macchina, non ricordo più niente. Spero sia un bene», concluse Harry.
«Appena l’abbiamo saputo, abbiamo cacciato via tutti ed interrotto la festa. Però non abbiamo detto nulla», spiegò Liam.
«Io ho chiamato tua madre e tua sorella. Mi hanno detto che arriveranno il più velocemente possibile. Proprio questo weekend dovevi finire in ospedale? Proprio mentre tua madre e tua sorella erano a Londra?», disse Louis.
«Grazie Tommo», disse Harry. Dopo una breve pausa, continuò. «Dov’è Emily?».
I quattro ragazzi si guardarono perplessi ancora una volta.
«È qua fuori», spiegò Beth.
«Ti prego», fece Harry e subito la ragazza capì facendo cenno di si con il capo.
La ragazza uscì dalla camera dirigendosi verso l’amica.
«Emily, Harry chiede di te».
«Non ce la faccio».
«Si che puoi. Sei una delle ragazze più forti che conosca», disse Beth cercando di convincere l’amica.
«È colpa mia se è successo. Non ho la forza per vederlo», disse con gli occhi lucidi Emily.
«Andiamo, asciugati le lacrime ed entra», disse Beth facendo alzare l’amica e porgendole un fazzoletto. Emily fece un respiro profondo ed entrò nella camera di Harry sperando che non fosse conciato troppo male.
«Emily», sussurò Harry appena la vide. Le lacrime ricominciarono inevitabilmente a rigare il volto della ragazza.
«Mi dispiace», riuscì a dire Emily.
«E di cosa?».
«È colpa mia se ti è successo tutto questo».
Harry le fece cenno di avvicinarsi e di sedersi accanto a lui; con la poca forza a sua disposizione, le afferrò una mano e la strinse.
«Emily, non è colpa tua. Non darti colpe che non meriti».
«Se non avessimo litigato, se ti avessi detto subito la verità, se…».
«Emily, smettila. Non è colpa tua», la interruppe Harry. Gli altri ragazzi ancora non capivano il senso di quelle parole e del loro comportamento. Avevano sicuramente perso qualche pezzo, ma non riuscivano a capire quale.
«Mi dispiace tanto», sussurrò Emily.
«Ti prego, non piangere», disse Harry. Emily si fece coraggio e si asciugò le lacrime; dopo un respiro profondo, diede un leggero bacio sulle labbra di Harry. La ragazza sentì immediatamente il sapore del sangue sulle sue labbra e questo la fece sentire ancora più in colpa.
Dietro di lei, gli altri quattro ragazzi rimasero a bocca aperta e, voltati verso Amelia e Beth, mimarono un “che cosa?” con le labbra.







«Credo che ci dobbiate delle spiegazioni», disse Louis.
«Da quant’è che vanno avanti quei due?», chiese Zayn.
«Da tre settimane, più o meno», spiegò Beth.
«È in assoluto la storia più lunga di Harry», scherzò Liam.
«Ora capisco la reazione di Emily alla festa», disse Niall.
«È davvero molto complicato. Non sappiamo cosa possa succedere tra loro dopo questo», disse Amelia.
Beth, notando  le facce perplesse dei ragazzi, ampliò il breve discorso dell’amica.
«Ashley ha minacciato più volte Emily dicendole che le avrebbe portato via Harry, ma lei sperava che Harry fosse abbastanza forte per resisterle quindi non gli ha detto nulla. Il resto ce lo devono dire loro», concluse la mora.
«Quei due sono davvero impossibili. Dovrebbero scrivere un libro: “Come complicarsi la vita”, sarebbe un successone», disse Louis scuotendo la testa.
Louis considerava Emily ed Harry due delle persone più importanti della sua vita e non poteva credere che, per un loro comportamento infantile, uno dei due avesse quasi perso la vita. Tutti e sei i ragazzi sussultarono quando la porta in fondo al corridoio si aprì: videro la madre e la sorella di Harry correre verso di loro, fortunatamente nessun altro medico.
«Oddio Louis, che è successo?», fece Anne, seguita a ruota dalla figlia.
«Una macchina è sbucata dal nulla e l’ha preso in pieno, mi dispiace moltissimo», disse Louis abbracciando la madre e poi la sorella di Harry.
«Ora dov’è?», fece Anne.
«È lì dentro», disse Louis indicando la porta della camera di Harry.







Emily aveva spostato la sedia, posizionata vicino alla finestra, accanto al letto di Harry. Continuava a stringergli la mano per fargli forza, ma, in quel momento, desiderava che qualcuno l’aiutasse a rimanere forte.
«Emily, voglio parlarti di Ashley e di quello che è successo alla festa», sussurrò Harry.
«Adesso devi solo pensare a riposarti. Ne parleremo quando starai meglio», disse Emily.
«Voglio parlarne adesso, non si sa mai cosa potrebbe accadere. Potrei andarmene improvvisamente…».
«Non dirlo neanche per scherzo. E poi credo che tu abbia già detto tutto», lo interruppe Emily.
«Non voglio lasciare a metà questa conversazione, ti prego».
«Va bene, ma cerca di non affaticarti», lo ammonì la ragazza.
«Ho cercato io Ashley, le volevo parlare. Speravo di convincerla a lasciarti stare», disse Harry prima di una pausa. «Vi ho viste parecchie volte parlare e tu mi sembravi troppo preoccupata. Ho sbagliato a parlarle alla festa, dovevo farlo prima», concluse il riccio visibilmente affaticato.
«Io dovevo dirti tutto subito, senza tentare la fortuna», spiegò Emily.
«E adesso che succederà? Io non voglio perderti Emily, sei troppo importante per me», disse Harry.
Il discorso si interruppe nel momento in cui Anne e la figlia entrarono nella camera di Harry. La madre si avvicinò immediatamente al letto scostando leggermente Emily; Gemma rimase ai piedi del letto coprendosi il viso con una mano.
«Harry, abbiamo fatto più in fretta possibile. Quando Louis mi ha chiamata mi stava per venire un infarto».
«Scusami mamma», disse in un sussurro il ragazzo.
Anne si spostò dalla parte opposta del letto per abbracciare la figlia visibilmente scossa alla vista del fratello così malconcio. Emily stava osservando la scena con gli occhi lucidi cercando di farsi forza e non piangere. Poco dopo, Anne si accorse di lei.
«E tu chi sei? Che ci fai qui non mio figlio?».
«Salve sono Emily», disse insicura la ragazza.
«Mamma…», fece Harry prima di essere interrotto da Emily che gli afferrò una mano.
«Io…Harry…Sono la sua ragazza», disse Emily raccogliendo tutto il coraggio a sua disposizione.










Ribuonccciorno (:
Che sorpresa, vi ho postato il capitolo anche se avevo detto che l'avrei postato al mio ritorno. Che brava che sono (:
Ahahahahahah no, scherzo. Non sapevo che fare e ho voluto farvi sapere come andava a finire l'incidente ecc.
Qualcuno ha pensato che Harry fosse morto dato l'inizio? ahahahahahah se si, mi dispiace, ma ci voleva un po' di suspense.
E probabilmente non ci sono riuscita (epic fail).
Parlando della storia...avete visto che è riuscita a dire Emily? Finalmente ha accettato il fatto che lei ed Harry stanno insieme (e non che si "frequentano") sono orgogliosa di lei (?)
Scusatemi se il capitolo non è molto lungo, vorrei anche io scrive di più, ma proprio non ci riesco. Se aggiungo cose mi diventa una storia troppo banale e non mi piace proprio come esce. Mi farò perdonare però con il prossimo capitolo, è più lungo (o almeno spero che lo sia)
Ma la cosa più divertente di questo capitolo sono Liam, Niall, Louis e Zayn che non avevano mica capito che tra Harry ed Emily c'era qualcosa ahahahahahah io me le immagino fin troppo le loro facce scioccate dopo aver visto Emily ed Harry baciarsi ahahahahahah
Okay, torniamo seri per un attimo (: ringrazio di cuore tutte le persone che seguono la mia storia, lo dirò ad ogni capitolo, ma lo dico davvero col cuore :')
Grazie a tutte quelle persone che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate che sono aumentate da quando ho postato il capitolo col primo bacio tra Emily ed Harry , grazie tutti coloro che ci sono fin dal primo capitolo e grazie a chi si è aggiunto dopo :')
Grazie mille, sono felice di poter condividere i miei sogni/pensieri con voi e farvi sognare come faccio io ogni giorno (:
Va bene, ora vi auguro una buona lettura. Ci vediamo/leggiamo (?) quando torno dalla montagna (forse tra una/due settimane) :D
un bacio, Elisa c:
(seguitemi su twitter se volete, io sono @harryslies)

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 – Amarti qui, prima che sia troppo tardi. ***


Una settimana prima di capodanno



«Emily, c’è Louis al telefono», disse Susan alla figlia porgendole il cordless.
«Pronto?».
«Emily, come va?», disse Louis.
«Tutto bene», disse senza molta convinzione la ragazza.
«Se hai intenzione di mentire, dovresti essere più convincente. Che succede?».
«Niente».
«C’entra Harry, vero?», chiese Louis conoscendo già la risposta, anche se l’amica gli avrebbe detto il contrario di ciò che avrebbe realmente voluto sentire.
«Perché dovete sempre inserirlo in qualsiasi discorso?», chiese Emily seccata.
«Emily, è dal giorno dell’incidente che non vi parlate ed è dal giorno dell’incidente che siete due depressi. Perché è tanto difficile da ammettere che hai bisogno di lui nel stesso modo in cui lui ha bisogno di te?», disse Louis sgridando l’amica.
«Non è così semplice», disse Emily mentre alcune lacrime iniziarono a rigarle il volto.
«E allora dimmi come stanno le cose perché nessuno di noi ha capito cosa vi e ti passa per la testa».
«Louis, se fosse così facile sarei a casa sua ogni santo pomeriggio. Sicuramente l’incidente ha fatto più male a lui, ma il senso di colpa che provo da quel giorno mi sta uccidendo. Non riesco nemmeno a guardarlo in lontananza nei corridoi a scuola perché rivivo continuamente la scena dell’incidente. Poteva morire, Louis, poteva morire per colpa mia», disse Emily in lacrime.
«Emily, non è colpa tua, smettila di dire queste cose. Siete due delle persone più importanti della mia vita, voglio vedervi felici. Promettimi che gli parlerai o almeno rispondigli a qualche messaggio, ci assilla in continuazione e continua a chiederci perché non gli rispondi», disse Louis.
«Va bene, lo farò», disse Emily con un sorriso immaginando i ragazzi stressati dalle continue domande del riccio.
«Grazie, sei la migliore amica del mondo».
«Grazie mille, anche tu Louis. Ti voglio bene», disse Emily.
 
 

30 dicembre

 
 
La neve continuava a cadere dal cielo grigio di Holmes Chapel e, nel giro di qualche ora, aveva già imbiancato tutta la strada e il paesaggio si era trasformato in uno spettacolo meraviglioso. Emily era avvolta in una coperta e si stava godendo quel magnifico fenomeno naturale seduta sul davanzale della finestra nella sua camera. Finalmente erano arrivate le vacanze natalizie, un ottimo periodo per ricaricare le batterie ed essere pronti per gli ultimi mesi di scuola.
Era passato più di un mese dall’incidente di Harry ed Emily non lo aveva ancora visto: si erano giusto incontrati qualche volta nei corridoi della scuola, ma Emily era sempre scappata via prima ancora che lui potesse prendere fiato per salutarla.
In quasi otto settimane erano cambiate parecchie cose ed Emily era quasi certa che niente sarebbe tornato come prima. Beth e Niall stavano insieme da quasi un mese ed Emily li invidiava molto: erano così dolci, si volevano molto bene e finalmente vedeva Beth godersi la vita dopo la separazione dei suoi genitori. Emily sapeva che lei aveva Harry ad aspettarla a casa, ma, dopo l’incidente, non era riuscita nemmeno una volta ad andarlo a trovare insieme agli altri. Il senso di colpa le attanagliava lo stomaco e non la faceva dormire: anche solo vedere Harry in lontananza a scuola la faceva stare male.
Inoltre, Emily sapeva che Ashley trascorreva tutti i pomeriggi a casa di Harry per prendersi cura di lui e questo la faceva stare ancora peggio. Probabilmente Ashley si meritava di essere la ragazza di Harry più di quanto lo meritasse Emily. Le amiche le avevano detto che Harry iniziava a non sopportare più Ashley, non la voleva più tra i piedi in casa sua: avrebbe preferito mille volte di più avere Emily al suo fianco, ma, nonostante questo, la ragazza non si era ancora avvicinata alla casa del riccio.
Emily era incantata dalla neve e, ormai, aveva già trascorso due ore attaccata alla finestra. Mancava un giorno a capodanno e Louis l’aveva invitata a casa sua, insieme agli altri, per festeggiare insieme l’anno nuovo. Testarda com’era, Emily aveva rifiutato l’invito sapendo che ci sarebbe stato anche Harry, ma alla fine aveva ceduto quando l’amico le aveva detto che il riccio, con le stampelle, non si sarebbe potuto muovere di casa.
Emily fu riportata sulla terra quando sentì il suo iPhone vibrare sulla scrivania. Dopo aver preso il telefono, si riaccomodò sul davanzale della finestra e aprì il messaggio.
-Emily, ho bisogno di vederti, ho bisogno di parlare con te, ho bisogno di abbracciarti, ho bisogno di te. Non puoi neanche immaginare quanto mi mancano la tua voce, il tuo sorriso, i tuoi baci. Perché continui ad ignorarmi? Mi fa stare male tutto questo. Mi manchi-, recitava il messaggio.
Emily cercò di trattenere le lacrime, tutto quello faceva stare male anche lei. Voleva solo il meglio per Harry e saperlo triste le spezzava il cuore. Quello era solo uno dei tanti messaggi che Harry le aveva mandato dal giorno dell’incidente: l’ennesimo messaggio che si aggiungeva alla lista dei ricevuti a cui Emily non aveva ancora risposto. Quei messaggi erano la prova dell’amore di Harry e della sua dolcezza; dolcezza che faceva completamente impazzire Emily; dolcezza che le aveva finalmente fatto trovare il coraggio di rispondere ad Harry.
-Manchi molto anche a me-, scrisse velocemente Emily prima di lanciare il telefono sul letto.
Anche per Emily era difficile stare lontana da Harry, anche a lei mancava il sorriso del riccio: con Harry si sentiva protetta e senza di lui si sentiva troppo vulnerabile. Ma Emily pensava, e sperava, che la lontananza avrebbe fatto bene ad entrambi: il tempo fa dimenticare le persone ed Emily sperava che Harry si dimenticasse di lei, non voleva farlo soffrire dandogli false speranze quando nemmeno lei sapeva esattamente cosa fare della propria vita.







Emily si stava preparando per uscire ed andare a casa di Louis, ma la neve non sembrava volersi fermare. Si stava pentendo di aver rifiutato il passaggio in macchina che le aveva offerto Zayn, così prese il telefono e lo chiamò sperando non fosse già arrivato da Louis. Nonostante fosse già a casa dell’amico, Zayn si offrì volentieri di prendere la macchina e cinque minuti dopo fu sotto casa di Emily. Se non fosse stato per Zayn, probabilmente sarebbe arrivata da Louis come un pupazzo di neve, un pupazzo di neve con qualche livido. Fortunatamente, molti degli abitanti di Holmes Chapel avevano deciso di rimanere a casa perciò i due arrivarono da Louis senza rimanere incastrati nel traffico. Una volta scesi dall’auto, Emily rischiò di cadere su una lastra di ghiaccio formatasi nel vialetto davanti a casa di Louis: in suo aiuto arrivò Zayn, che la prese al volo prima che si sfracellasse sul ghiaccio.
Entrati in casa, Louis prese il cappotto di Emily mentre Zayn scomparve velocemente in salotto. Sentendo Amelia sghignazzare insieme a Liam e Niall, Emily si diresse velocemente a vedere che stavano combinando gli amici.
«Gente, perché ridete come degli idioti?», chiese Emily entrando in salotto con un enorme sorriso sulle labbra, anche lei contagiata dalla risata di Niall.
Un secondo dopo, quando vide la testa riccia di Harry, l’enorme sorriso si spense e, al suo posto, l’immenso senso di colpa iniziò a diffondersi dentro Emily.
«Emily», disse Harry alzandosi dal divano aiutandosi con le stampelle.
«Che ci fa lui qui?», chiese la ragazza, con voce tremante, a Louis che era accanto a lei. «Avevi detto che non sarebbe venuto», continuò Emily diventando, ad ogni parola, sempre più fragile ed insicura.
«Ora voi due parlate. Andate in camera mia e, quando avete finito, venite giù e ci divertiamo tutti insieme. E guai a voi se fate strane cose sul mio letto», disse Louis facendo l’occhiolino ad Harry.
«Louis!», gridò il riccio non approvando la battuta che aveva fatto l’amico. Non era il momento adatto per fare battute spiacevoli sulla reputazione di Harry e, l’unica cosa che il riccio voleva davvero fare con Emily, era chiarire le cose per tornare ad essere felici insieme.
Appena Harry iniziò a salire le scale, facendo non poca fatica con le stampelle, Louis spinse Emily e la obbligò a seguire il ragazzo, minacciandola di lasciarla fuori a congelare. Controvoglia, la ragazza si diresse verso la camera di Louis; appena entrò e vide Harry già seduto sul letto, si chiuse la porta alle spalle e rimase immobile lì davanti.
«Emily», incominciò il riccio. «Perché mi stai facendo questo? È da quasi due mesi che non parliamo. Che succede?», chiese il riccio osservando Emily che era appoggiata alla porta con le braccia conserte. Vedendo che la ragazza non si muoveva, Harry prese le stampelle e si alzò avvicinandosi ad Emily. «Emily, non so più cosa pensare, non so se mi odi o se sei arrabbiata con me. Questo tuo silenzio mi sta uccidendo», disse il ragazzo visibilmente scosso e con gli occhi lucidi. «Ti prego, Emily. Guardami», fece Harry poggiando le stampelle contro il muro e stando in piedi sulla gamba sana; successivamente sollevò il viso di Emily con una mano. «Che succede?».
«Harry, io non ce la faccio a stare insieme a te, non riesco neanche a guardarti negli occhi. Il senso di colpa mi sta consumando dall’interno, ogni giorno di più e sempre di più ogni volta che ti vedo. La cosa migliore è stare lontani l’uno dall’altra. Dovresti dimenticarti di me, Harry, è la cosa più giusta», disse Emily con gli occhi lucidi. Harry riprese le stampelle, non ancora completamente in forma per stare senza di esse per molto tempo.
«Emily, ma che stai dicendo? Come potrei dimenticarmi di te? Ti penso ogni giorno, non so come farei senza di te», disse Harry mentre alcune lacrime iniziavano a rigargli il volto.
Emily lo vide abbassare la testa mentre le lacrime del riccio cadevano sul pavimento. Una fitta al cuore, colpì Emily che si sentì, improvvisamente, un’incredibile egoista. In un secondo, le braccia della ragazza avvolsero il collo di Harry.
«Scusami Harry, ti prego scusami. Mi sento così egoista in questo momento», disse la ragazza affondando una mano nei ricci di Harry. «Perdonami ti prego, non avevo nessuna intenzione di farti soffrire. È solo che ogni giorno, quando ti vedo, rivivo l’incidente in ogni suo minimo particolare. E, pensare che per colpa mia stavi per morire, mi fa stare ancora peggio», fece Emily stringendo a sé Harry: poteva sentirlo piangere e non riusciva a credere di essere arrivata fino a quel punto. «Ti prego, perdonami. Avevi ragione, sono una stupida. Dovevo stare al tuo fianco in questo brutto periodo, per farti riprendere più velocemente».
In quel momento, il senso di colpa per l’incidente di Harry si mescolò al senso di colpa per averlo fatto piangere, per averlo fatto sentire solo e per averlo fatto soffrire. Poco dopo, Emily sciolse l’abbraccio per guardare Harry negli occhi.
«Harry», disse dolcemente. «Ora i ruoli si sono ribaltati e te lo chiederò io. Ti prego, smetti di piangere». Emily sorrise pensando a quante volte era stato Harry a dirle quelle parole.
La ragazza prese il volto di Harry fra le mani e con i pollici gli asciugò le lacrime; lo guardò dritto dentro i suoi occhi verdi e gli diede un leggero bacio sulle labbra. Quel bacio era pieno di paura ed indecisione perché Emily non sapeva cosa aspettarsi da Harry: poteva comportarsi in mille modi diversi e, il perdono di Harry, era l’unica cosa che Emily desiderava sentire.
«Mi dispiace», sussurrò Emily alla fine del bacio. «Harry, basta piangere. Non mi puoi rovinare così i tuoi occhi, sono stupendi. Capisco i miei che fanno cagare, ma i tuoi sono così verdi e queste lacrime li fanno sembrare grigi, ti prego», disse sorridendo Emily che trascinò a sua volta Harry. «Mi è mancato tantissimo questo sorriso», disse la ragazza stringendo nuovamente a sé il riccio.
«Mi sei mancata, Emily», disse Harry.







Erano passate da poco le 23 e Louis e compagni non avevano ancora visto Emily ed Harry. I due piccioncini stavano parlando da quasi due ore e Louis era curioso di sapere com’era andata a finire la loro conversazione. Beth e Niall erano abbracciati e stavano ascoltando Liam ed Amelia parlare di immersioni e possibili vacanze che avrebbero potuto organizzare tutti insieme durante l’estate.
Zayn stava ascoltando distratto i discorsi degli amici mentre continuava a divorarsi delle patatine da dentro una ciotola, proprio come se stesse assistendo ad uno spettacolo.
«Basta, ora vado a vedere che combinano», disse Louis alzandosi di scatto dal divano.
«Stai calmo, quando avranno finito di parlare verranno giù», disse Beth.
«Non ce la faccio, sono quasi due ore che sono su e da qui non si riesce neanche a sentire cosa si dicono», fece Louis, preso da uno stato d’animo che era un misto di curiosità e preoccupazione.
«Faccio in fretta. Vado solo a sentire se stanno parlando oppure se sono morti, torno subito».
Gli altri ragazzi scossero tutti la testa sapendo che quella di Louis non era una buona idea, ma sapendo anche che non avrebbero potuto fermarlo. Nel salotto calò il silenzio e tutti i presenti rimasero in ascolto e seguirono Louis con lo sguardo. Appena il ragazzo girò l’angolo, non ebbe neanche il tempo di salire il primo scalino che fece un salto di mezzo metro, spaventato da Emily ed Harry appostati sulle scale. Alla vista dell’amico spaventato a morte, Emily, Harry e tutti gli altri scoppiarono a ridere. Emily si accasciò sul pavimento per colpa delle risate mentre, dietro di lei, Harry rischiò quasi di cadere.
«Siete degli imbecilli», disse Louis appena riprese fiato.







Mancavano pochi minuti alla mezzanotte e, dopo i festeggiamenti per il ritorno di Emily ed Harry insieme, la combriccola si stava preparando ad accogliere il nuovo anno. Louis e Zayn corsero in cucina per prendere lo spumante e i bicchiere e Liam si offrì di stappare lo spumante allo scoccare della mezzanotte.
Terminato il conto alla rovescia, le urla di gioia di Niall, Liam e Louis riempirono la casa, tanto da farla diventare uno zoo. Tutti i ragazzi brindarono ad un nuovo anno pieno di gioia e di allegria.
Emily abbracciò le amiche esprimendo il desiderio di averle accanto a sé per sempre, sperando in un anno migliore dei precedenti. Beth fu, poco dopo, rapita da Niall che le diede un lungo bacio e che le offrì un bel bicchiere di spumante per festeggiare.
Emily abbracciò singolarmente ognuno dei ragazzi presenti nel salotto ringraziandoli per essere nella sua vita.
«Mmm, non va bene».
«Come?», disse Emily.
«Credo che tu abbia dimenticato qualcuno», disse Harry cercando di sottolineare il fatto che non aveva ricevuto l’abbraccio di Emily.
«No, non mi sembra», disse sorridendo la ragazza.
«Vieni qui», disse Harry avvolgendo con un braccio i fianchi di Emily e avvicinandola a sé. Appena le labbra del ragazzo si posarono su quelle di Emily, il branco di scimmie iniziò ad urlare. Harry poté sentire Emily sorridere a contatto con le sue labbra, felice di aver risistemato le cose.
«Buon anno, amore mio», disse poco dopo Harry.
 

 

Se que tú me haces mal
y sé que me dañas
y sé que es mejor parar
de quererte aquí
antes de que sea tarde


 








Tadadadan! (?)
E siamo di nuovo qui con un nuovo capitolo :D
Ve lo aspettavate? ahahahah certo che si
Vogliamo parlare di queste schifezza che ho appena postato? Lo so, è terribile -.-
Non sapevo bene come impostarlo, la prima parte infatti l'ho aggiunta dopo che avevo scritto quasi metà capitolo.
Non so perchè, ma mi piace molto la parte "descrittiva" (faccio scrifo nelle descrizioni) dove racconto ciò che è successo.
E poi...a chi piace il messaggio che Harry ha mandato ad Emily? Io me ne sono innamorata, è qualcosa di meraviglioso (probabilmente non ero io quando l'ho scritto). E diciamo che il messaggio che ha mandato Emily è "ispirato" ad un messaggio che ho mandato io ad un tipo ahahahah va bhè lasciamo perdere che è meglio (:
Non so, poi c'è qualcosa nel dialogo tra Harry ed Emily che mi piace, non so.
Lascio voi decidere (: ditemi che ne pensate :D
Momento dei ringraziamenti.
Alluuuuur, ringrazio tutte quelle gentilissime persone che hanno messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e coloro che commento ogni capitolo che posto. Non sapete quanto mi fa piacere leggere le vostre recensioni e vedere che la storia vi piace :')
Dopo questo, ho una bella notizia: mentre ero in montagna ho scritto altri DUE capitoli, PREPARATEVI! c:
Va bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto (:
Un bacio, Elisa (:
P.S.seguitemi su twitter, io sono @harryslies
P.P.S.no, non parlo spagnolo, ma ho trovato questa canzone (che ho usato per scrivere il capitolo) che mi piaceva un sacchissimo (?) e allora ho deciso di metterne un pezzo alla fine (:

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 – In the game of love you reap what you sow. ***


Le vacanze natalizie si avviavano al termine ed Emily era finalmente riuscita a godersele grazie all’aiuto di Harry e degli altri ragazzi che le avevano fatto superare il ricordo dell’incidente. L’unica cosa che rimaneva di quel giorno era il gesso che Harry ancora portava alla gamba destra.
Emily si stava preparando per andare a prendere Harry a casa di Louis, dove era andato a dormire la sera prima. La ragazza non voleva neanche immaginare in che condizioni avrebbe trovato la casa del migliore amico dopo quella serata. Qualche giorno prima, Harry aveva chiesto ad Emily di accompagnarlo a togliere il gesso e la ragazza aveva accettato senza pensarci due volte. Così Emily prese le chiavi della macchina della madre e fu pronta per diventare tassista per un giorno.
Dopo aver parcheggiato davanti a casa di Louis, suonò il campanello e si preparò psicologicamente al macello che vi avrebbe trovato all’interno.
«Emily, il tuo ragazzo non è ancora pronto», disse Louis aprendo la porta di casa.
«Non è vero», urlò Harry dal salotto.
«È  da mezz’ora che sta cercando di mettersi i pantaloni e ancora non ci è riuscito», disse Louis cercando di non farsi sentire dal riccio.
«Ti ho sentito e comunque sono pronto», disse Harry sbucando dal salotto sfoderando il suo sorriso.
«Buongiorno riccio», sorrise Emily baciando il ragazzo.
«Vi prego, sto per vomitare», disse schifato Louis.
«Non guardare allora», ribatté Harry.
«Bambini, smettetela. Louis, dammi le cose di Harry e poi metti a posto questo porcile, se lo vede tua madre ti ammazza», disse Emily mentre Harry stava cercando di trattenere le risate. «E tu riccio, vedi di fare il bravo altrimenti all’ospedale ci vai da solo», lo minacciò Emily.
Presa la borsa di Harry e salutato Louis, Emily ed Harry si avviarono verso la macchina. Emily era davvero contenta che Harry si togliesse il gesso, principalmente per due motivi: primo perché significava che Harry si stava riprendendo bene; secondo perché sembrava davvero un impedito con quelle stampelle ed Emily avrebbe dimezzato le ore trascorse a fargli da baby sitter. Inoltre in quei giorni Harry si lamentava più del solito: si lamentava che il gesso gli dava prurito, che aveva fame, che aveva sete: peggio di una donna incinta.
«Emily, siamo arrivati? Ho fame e ho anche sete», disse Harry lamentandosi come un bambino. «Mi dai un bacio?», chiese il ragazzo cercando di impressionare Emily con una faccia da cucciolo.
Arrivata davanti all’ospedale, Emily parcheggiò la macchina e scese lasciando chiuso dentro il riccio.
«Emily, che fai?», chiese preoccupato Harry.
«Hai quattro anni? Non mi sembra. Stai per partorire? Nemmeno. Se non la pianti di fare il bambino, dico al dottore di metterti il gesso pure sulla bocca», disse Emily rimproverando il ragazzo.
Dopo le scuse di Harry, Emily lo liberò dall’auto ad entrarono nell’ospedale. Insieme si misero ad aspettare in sala d’attesa che il dottore chiamasse Harry.
«Sono contenta di salutare questo gesso», disse Emily poggiandosi su una spalla di Harry mentre lui le circondava le spalle con un braccio.
«Io no invece».
«Come no? Ma stai scherzando?», disse Emily.
«Tra poco la gamba sarà guarita completamente e non avrò più nessuna scusa per farmi coccolare da te», disse dispiaciuto Harry.
«Ma che scemo che sei», disse Emily baciando il ragazzo.
«Ragazzi, siete pronti?», chiese sorridente un’infermiera invitandoli ad entrare in sala per togliere il gesso.
 
 
 
 
 
 
«Arrivederci ragazzi».
«Arrivederci».
«Speriamo di non vederci più dottore», disse scherzando Harry.
Una volta usciti dall’ospedale, Emily aiutò ancora il riccio a salire in macchina. Il sole si era fatto strada tra le nuvole e riscaldava leggermente l’aria fredda di gennaio.
I due ragazzi si stavano dirigendo verso casa Malik dove Amelia, Beth e gli altri ragazzi aspettavano Harry ed Emily per festeggiare la scomparsa del gesso del riccio. Ancora una volta, Emily pensava a quanto fosse fortunata ad avere quei pazzoidi suoi amici nella sua vita. Fina da piccola aveva sempre desiderato essere circondata da buoni amici ma, dopo la scomparsa di Louis, dubitava che il suo sogno potesse diventare realtà.
«È quella lì», disse Harry indicando una villetta marrone.
Zayn abitava in una bellissima villetta, probabilmente costruita durante i primi anni del 1900, perfettamente tenuta. Emily era incantata dal giardino e dalle piante che incorniciavo perfettamente la porta d’ingresso: quella era la casa dei suoi sogni e, quando era piccola e ci passava davanti, si era sempre chiesta chi fosse il proprietario.
Uscita dall’auto, pronta per andare ad aiutare Harry, fu bloccata da una chiamata della madre.
«Mamma, ti avevo detto che ti avrei chiamata io».
«Lo so, ma sai che sono un po’ ansiosa quando si parla di ospedali», disse Susan.
«Non preoccuparti, è andato tutto bene. Il dottore ha detto che sta guarendo bene e presto potrà camminare senza stampelle. Ora siamo da Zayn, un nostro amico, mangiamo qua e poi torno», disse Emily tranquillizzando la madre.
«Va bene, ci vediamo dopo».
«Ciao mamma», fece Emily concludendo la chiamata.
Emily non aveva ancora detto ad Harry che la madre sapeva tutto, sapeva cosa c’era tra loro e da quanto andava avanti. Susan ed Emily erano molto legate ed Emily le diceva sempre tutto, prima o poi, e la madre era contenta che sua figlia frequentasse un ragazzo come Harry: sapeva che era un bravo ragazzo nonostante fosse conosciuto come un donnaiolo.
Emily stava leggendo e rispondendo ad alcuni messaggi che le erano arrivati quando fu spaventata da Harry che la baciò su una guancia.
«Harry, mi hai spaventata», disse Emily prima che il riccio posasse le labbra su quelle della ragazza. «Perché non mi hai aspettata? Non devi sforzarti troppo ora che hai appena tolto il gesso», poté dire Emily prima che il ragazzo la baciasse di nuovo.
Successivamente la ragazza abbracciò il riccio e posò la testa contro il suo petto.
«Sono contenta di essermi liberata di questo gesso così ci siamo liberati anche di quei pantaloni della tuta», disse sorridendo Emily, contenta di rivedere il suo ragazzo con un paio di jeans addosso.
«Piccioncini, avete intenzione di stare lì per molto? Il pranzo è quasi pronto», disse a gran voce Zayn appoggiato allo stipite della porta d’ingresso.
«Tu invece hai intenzione di rimanere lì a fissarci?», disse Emily allentando l’abbracciò. «Perché non vieni ad aiutarmi con la borsa di questo qui? È più pesante di quella di una donna», fece ancora Emily mentre Zayn era arrivato in suo soccorso.
«Ciao Emily», la salutò abbracciandola il moro.
«Zayn, vacci piano», disse geloso Harry.
«Stai tranquillo, non è lei che mi interessa», fece Zayn.
Una volta entrati, Emily rimase nuovamente incantata dalla bellezza di quella casa: pur sembrando una casa antica, l’arredamento era moderno ma la famiglia di Zayn aveva mantenuto i vecchi pavimenti in legno, un vero spettacolo. Entrata in salotto, Emily fu assalita dalle sue amiche che la stritolarono in un abbraccio. Una volta liberata dalle amiche, Emily aiutò Harry a sedersi sul divano cercando di posizionare la gamba, ancora molto delicata, in modo che non gli desse troppo fastidio; successivamente si sedette sul bracciolo del divano accanto al riccio.
«Piccioncini, come state?», chiese Louis.
«Louis, ci siamo visti qualche ora fa e poi smettila di chiamarci così», disse Emily mentre Harry le avvolse i fianchi con un braccio.
«Ma siete così carini», disse Louis in falsetto.
«E tu sei così idiota», ribatté Emily facendo partire la risata di Niall che a sua volta trascinò tutti gli altri in una risata di gruppo.
«Va bene, torniamo seri. Com’è andata dal dottore?», chiese Liam.
«Tutto bene, la gamba tornerà come nuova presto. Purtroppo non ci sono buone notizie per il cervello, quello è ancora più danneggiato di prima», disse Emily mentre Harry la guardava stupito.
«Te la sei scelta tu, Harry», disse Zayn ridendo.
«Il mio cervello non ha nessun problema», disse il riccio.
«Si certo, l’importante è che tu ne sia convinto», disse Emily dandogli un bacio sulla guancia mentre tutti ridevano senza controllo.
 
 
 
 
 
 
Terminato il pranzo insieme agli amici, Emily ed Harry decisero che era ora di tornare a casa. O meglio, Emily decise che era ora di andare: prendersi cura di Harry era davvero complicato e l’aveva completamente sfinita. Emily caricò ancora una volta Harry in macchina e iniziarono a dirigersi verso la casa della ragazza. Avrebbero trascorso il resto del pomeriggio da Emily, da soli senza che gli altri fossero tra  i piedi. Una volta arrivati, Emily fece accomodare Harry in salotto e poi si diresse in cucina a salutare la madre. Quando tornò in salotto, trovò un Harry preoccupato.
«Non mi avevi detto che c’era anche tua madre. Che devo fare?», chiese il riccio.
«Harry», lo salutò Susan.
«Salve signora», disse incerto il riccio.
«Chiamami Susan. Sono contenta che tu stia meglio. Mia figlia si è presa cura di te nel modo giusto?».
«C-Certo», fece il riccio.
«Harry, stai tranquillo. Lei sa tutto», disse Emily cercando di tranquillizzare il suo ragazzo.
«C-Cosa?», fece il riccio non capendo dopo volesse andare a parare la ragazza.
«Che state insieme. Lo so, non preoccuparti», disse Susan sorridendo.
«Davvero? Perché non me l’hai detto Emily?», chiese Harry ad una Emily sorridente. «Ora mi vuole uccidere?», chiese timoroso il riccio a Susan.
«No, ma forse potrebbe farlo mio marito».
Emily e la madre iniziarono a ridere insieme mentre Harry non sapeva se prendere quelle parole come uno scherzo o scappare prima di morire. Harry era felice di vedere la sua ragazza e la madre andare così d’accordo, avevano lo stesso rapporto che lui e sua madre coltivavano da anni e questo avrebbe semplificato notevolmente le cose.
«Va bene, ora vi lascio da soli», disse Susan. «Divertitevi».
«Grazie Susan», disse sorridendo Harry.
«Ciao mamma», la salutò Emily. Successivamente, la ragazza si sedette accanto al riccio. «Quindi mi sono presa cura di te nel modo giusto?», domandò la ragazza.
«Direi proprio di si», rispose Harry.
«Non pensi che meriti qualche ricompensa?».
Harry sorrise e avvicinò a sé Emily, le diede un bacio e la ringraziò per tutto ciò che aveva fatto per lui in quei giorni.
«Posso farti una domanda?», chiese Harry.
«Certo».
«Ho visto che tu e tua madre siete molto legate».
«Da cosa nasce questo legame?», fece Emily mentre Harry annuiva. «Mia madre mi ha avuta quando aveva sedici anni ed è stato difficile per lei andare avanti nonostante i suoi genitori l’abbiano sempre aiutata. Non so come o perché, ma siamo molto legate. Posso dirle qualsiasi cosa e lei sa che prima o poi le dirò ciò che succede, ho solo bisogno del mio tempo», disse Emily.
«E tuo padre come ha reagito quando ha saputo della gravidanza?», chiese il riccio.
«All’inizio era spaventato ma è stato accanto a mia madre fin dal primo giorno, non se n’è mai andato. Alternava la scuola al lavoro e ha fatto di tutto per me e mia madre. Probabilmente ora si amano più di prima», disse Emily mentre poggiò la testa contro il petto del riccio che avvolse con un braccio le spalle della ragazza. «La loro è una vera storia d’amore, non si può paragonare alle favole. Spero un giorno di poterne vivere una anche io», disse Emily schioccando un leggero bacio sulla guancia del riccio. «A che ora devi tornare a casa?», chiese la ragazza.
«Posso stare qui ancora per qualche ora», rispose sorridendo il riccio.
«Vuoi che ti accompagni a casa?».
«No, hai già fatto tanto per me oggi. Chiedo a mia sorella se mi può venire a prendere», rispose il riccio.
«Sicuro? Magari ha qualche altro impegno».
«Non ti preoccupare. Anzi glielo chiedo adesso e le dico di venire ora se può così te la faccio conoscere».
«C-Cosa?», fece preoccupata Emily.
«Stai tranquilla, non ha mai mangiato nessuno. E poi le ho già parlato parecchie volte di te».
«Che le hai detto?», chiese Emily.
«Non te lo dico», disse sorridendo il riccio che fu subito preso d’assalto dall’attacco di Emily che cominciò una vera e propria guerra del solletico.
Un’ora dopo arrivò Gemma ed Emily, appena sentì suonare il campanello, non sapeva esattamente come comportarsi. Aveva paura che la sorella di Harry la giudicasse per il comportamento che aveva tenuto durante i mesi dopo l’incidente del fratello e aveva paura che non l’avrebbe mai perdonata per aver fatto soffrire Harry. Emily sperava che Harry le avesse parlato e sperava che avesse accettato tutto ciò che era successo, soprattutto la causa dell’incidente.
«Ciao, tu devi essere Gemma, la sorella di Harry», disse Emily, dopo aver aperto la porta, con tutto il coraggio a sua disposizione.
«Esatto. Tu invece dovresti essere Emily, la ragazza misteriosa della quale mio fratello è tanto innamorato», disse Gemma sorridendo. Il sorriso di quella ragazza colpì dritta al cuore Emily: era identico al sorriso di Harry. Inoltre anche la ragazza aveva ereditato buona aprte della bellezza della madre, così come Harry.
«Vieni, entra», disse Emily prendendole il cappotto e facendole strada verso il salotto.
«Ecco il mio fratellino mezzo catorcio», disse Gemma appena vide il fratello.
«Emily, vieni», disse Harry invitandola a sedersi in braccio a lui. «Lei è quell’antipatica di mia sorella Gemma».
«Quello antipatico qui sei tu caro. Lei l’ho appena conosciuta e già mi sta simpatica», disse Gemma.
«Concordo con lei», fece Emily.
«E questa dovrebbe anche essere la storia più lunga che tu abbia mai avuto», disse Gemma soffermandosi a pensare a quante altre ragazze avesse avuto il fratello. «No, non è ancora la più lunga. C’è stata una certa Ashley», sentendo quel nome Emily si irrigidì di colpo ed Harry, notando quel leggero movimento, le passò una mano sulla schiena. «Dio, quanto era odiosa. Ti prego Emily, non lasciare che quella troietta si rimetta con Harry. Potrei ucciderla se la vedo ancora dentro casa nostra», disse Gemma.
«Lo farò», sorrise Emily.












Eccomi qua, sono tornata (:
lo so, vi ho fatto aspettare un sacco di tempo per un capitolo che fa cagare. i'm sorry (:
vi dico subito che ho avuto parecchi problemi con il computer, un virus me l'ha bloccato per giorni.
pensavo anche di aver perso il file dove avevo scritto la ff e lì ho perso qualche anno di vita pensando che avrei dovuto riscrivere i capitoli nuovi. per fortuna li avevo ancora salvati sull'ipod ma non vi dico che momento ho passato :D
parliamo del capitolo. lo so, fa a dir poco pena, non succede niente di importante ma prepara per il successivo (?)
che altro posso dire se non che fa schifo? non c'è niente da dire riguardo questo capitolo, fa pena D:
devo ringraziare tutte coloro che mi hanno aspettata e che continuano a leggere la mia storia, mi fa molto piacere sapere che vi piace come scrivo, che vi piacciono i personaggi, ecc.
ringrazio anche tutti coloro che sono "nuovi" e tutti coloro che mi lasciano una recensione dicendomi cosa ne pensano del capitolo.
leggere tutte le belle cose che mi scrivete mi fa molto piacere, davvero :') e mi spinge a continuare a scrivere soprattutto (:
ringrazio anche tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le preferite/ricordate/seguite/sbiribubi (?)
va bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto (:
se volete seguirmi su twitter, io sono @harryslies (:
inoltre, mentre non sapevo che fare tra un esercizio di matematica e l'altro, ho scritto una one-shot. vi lascio il
link. se avete voglia, passate a leggerla e magari mi lasciate anche una recensione dicendomi che ne pensate? pleeeeeeease :D grazie mille
un bacio, Elisa c:
P.S. qualcuno ha trovato la frase "misteriosa" che non c'entra molto con il contesto in cui è stata messa e alla quale non sapete dare una risposta? se si, scrivetemela in una recensione, nel prossimo capitolo svelerò di cosa si tratta :D

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 – And she will be loved. ***


(Consiglio di leggere il capitolo con She will be loved dei Maroon 5 come sottofondo)



Emily non riusciva a distogliere lo sguardo dal giardino, ancora innevato, della scuola e dai rami spogli scossi dal vento. Si stava chiedendo, per l’ennesima volta, come mai le ore di scuola passassero così lentamente, come mai dovesse rimanere chiusa dentro quell’edificio: avrebbe sicuramente preferito uscire e riempire di neve i pantaloni di Harry, così come lui aveva fatto con lei qualche giorno prima. Sorrise a quel pensiero e all’immagine, che si materializzò nella sua mente, di un Harry  pieno di neve nei capelli: in quel momento, Emily ricordò qual era stata la causa della neve gelida nei suoi pantaloni.
Emily venne riportata sulla terra dal libro che la professoressa Peterson, con molta delicatezza, posò sulla cattedra dopo che aver ripreso uno dei suoi compagni di classe durante un pisolino. Con quella donna le lezioni di spagnolo erano peggio di un sonnifero o di una botta in testa che ti stordisce per qualche ora ed Emily non avrebbe resistito ancora per molto nonostante, per sua fortuna, mancassero pochi minuti al termine della lezione. Inoltre i messaggi che le aveva mandato Harry non l’aiutavano sicuramente a concentrarsi e la voglia di vedere il riccio aumentava man mano che la lancetta dell’orologio si avvicinava alle tre.
Terminata l’ora di spagnolo, Emily poté finalmente uscire da quel buco infernale, chiamato anche classe, e dirigersi verso l’armadietto per prendere alcuni libri che le sarebbero serviti durante il weekend.
«Buon giorno bellissima», disse Harry sbucando dietro Emily e schioccandole un bacio sulla guancia.
«Harry, sono le tre del pomeriggio».
«Buon pomeriggio bellissima», disse nuovamente Harry ricompiendo l’azione precedente. «Che succede?».
«Sono stanchissima», disse Emily chiudendo l’armadietto mentre Harry l’avvicinò a sé. «La Peterson mi ha fatto venire un sonno tremendo».
«Quindi niente sorpresa?», chiese Harry.
«Me n’ero dimenticata, scusami», disse Emily portando una mano sulla fronte.
«Vuoi fare un’altra volta?», chiese il riccio.
«No, va bene oggi. Mi dici almeno di cosa si tratta?», chiese sorridente Emily.
«No, altrimenti che sorpresa è», disse Harry stringendo a sé la ragazza.
«Ti odio quando fai così. Vado solo a cercare Amelia, tu vai a chiedere a Zayn a che ora dobbiamo trovarci domani», disse Emily mentre il riccio era rimasto a guardarla con un mega sorriso sulle labbra. «Forza muoviti», lo incitò la ragazza.
Dopo aver osservato il riccio immergersi nella folla che aveva riempito il corridoio, Emily si mise alla ricerca dell’amica. Fortunatamente per lei, la trovò davanti al suo armadietto.
«Amy, vieni alla festa domani?», chiese la ragazza.
«Non credo».
«Come? Perchè?». Amelia sospirò non trovando le parole giuste da dire. «È per Zayn? Perché è la sua festa».
«Siamo andati a letto insieme un paio di volte», disse Amelia senza molta convinzione.
«Solo un paio?», fece Emily sarcastica.
«Va bene, più volte».
«Ormai è un po’ che va avanti così. Non sei stanca di questo? Non vorresti che le cose cambiassero?», chiese Emily sapendo che l’amica si era presa una cotta per il moro.
«Lo vorrei, ma per lui non è così. Ne abbiamo già parlato e ti ho già detto perché non è possibile», disse triste la bionda.
«Domani ci divertiremo, te lo prometto. Ora devo scappare ma ci vediamo domani», disse Emily abbracciando l’amica.
«Ciao bellissima», disse Amelia invidiando la situazione sentimentale dell’amica e sapendo che probabilmente a lei una simile fortuna non sarebbe mai capitata.
Uscita dalla scuola, Emily vide Harry seduto sul muretto dell’edificio scolastico intento a chiacchierare con Zayn. Emily non aveva mai visto Amelia interessarsi realmente ad un ragazzo, ma sapeva che ciò che si era creato con Zayn rattristava l’amica: Zayn non era mai stato un ragazzo interessato a lunghe relazioni e spesso andava a letto con una ragazza diversa ogni giorno. Sarebbe stato difficile fargli cambiare idea; era la prima volta che Amelia si faceva usare da un ragazzo, solitamente non sarebbe mai successo, ed Emily sapeva che da parte della migliore amica c’era qualcosa di più. Decise quindi di avvicinarsi ai due ragazzi, non sapeva esattamente cosa fare ma avrebbe parlato con Zayn.
«Zayn, posso parlarti un attimo?».
«Certo», fece il moro.
Dopo essersi allontanati da Harry, Emily parlò di nuovo.
«Che intenzioni hai? Che pensi di fare con Amelia?».
«Non capisco», disse confuso il moro facendo uscire dalla bocca il fumo della sigaretta.
«So che succede tra te e Amelia, non sono qui per farti la predica. Ti chiedo solo di non farla soffrire, per favore», disse Emily fissando gli occhi color cioccolato del moro.
«Lo farò», sorrise Zayn.
«Grazie. Ci vediamo domani alla festa», disse Emily dopo aver abbracciato il ragazzo.
«Emily», disse il moro prima che la ragazza si allontanasse troppo.
«Si?».
«Amelia viene alla festa domani?».
«Non lo so, probabilmente no», disse triste Emily prima di tornare da Harry lasciando il moro immerso nei suoi pensieri.
«Mi tradisci con Zayn?», disse Harry appena Emily gli fu accanto.
«Ehm, si. L’hai scoperto», disse sospirando la ragazza.
«Come?».
«Sto scherzando, smettila di dire queste cagate senza senso», disse Emily infastidita.
«Sei ancora più bella quando ti arrabbi», disse Harry baciando la ragazza. «Sei pronta per la sorpresa?».
«Certo».
«Va bene, ma prima ci vuole la benda», disse Harry coprendo gli occhi della ragazza.
Pochi secondi dopo, Emily si attaccò al braccio di Harry sicura che si sarebbe uccisa non potendo vedere dove mettere i piedi. Harry non era certo conosciuto per i suoi lampi di genio e quella benda ne era la prova: non era stata una grande idea bendare Emily e farla camminare lungo le strade innevate mentre lui aveva ancora un stampella.
Fortunatamente i due ragazzi arrivarono a destinazione relativamente presto e, soprattutto, tutti interi. Appena Harry le tolse la benda, Emily si trovò di fronte ad una villetta.
«Mi hai comprato una casa?», disse scherzando la ragazza.
«No, ti ho portata a casa mia», disse il riccio.
Nonostante si fossero frequentati per tre settimane prima dell’incidente, Harry non l’aveva mai portata a casa sua e nemmeno dopo: quella era la prima volta. Una volta entrati, Harry prese il cappotto della ragazza e la fece accomodare in salotto; poco dopo sparì al piano di sopra. Emily cominciò a guardarsi intorno e notò con piacere che la madre di Harry aveva buon gusto per l’arredamento. Successivamente Emily si avvicinò al camino notando diverse fotografie. Molte erano state scattate parecchi anni prima, in una aveva riconosciuto Gemma e poco più distante ne trovò una di Harry. Sorrise vedendo che aveva mantenuto lo stesso sorriso e gli stessi occhi di quando era più piccolo.
«Cosa guardi?».
«Harry! Mi vuoi far morire?», disse Emily spaventata dal ragazzo.
«Non guardare le foto di quand’ero piccolo. Ero orrendo», disse Harry cercando di togliere la cornice dalle mani della ragazza che si fiondò velocemente sul divano.
«Non è vero, eri così tenero», disse Emily mentre Harry si sedette al suo fianco.
«Ora non sono più tenero?».
«Ehm, no», disse Emily prima di scoppiare a ridere.
Il ragazzo l’avvicinò a sé ed Emily si rannicchiò accanto al riccio per via della temperatura e della neve che stava ricominciando a cadere. Emily era felice di trascorrere la maggior parte delle sue giornate con un ragazzo come Harry, la rendeva felice e ogni giornata cupa si trasformava solo alla vista di quel ragazzo. Incominciò a chiedersi se anche lui, oltre a Louis, avesse un buon effetto su di lei.
In quell’istante, Emily sentì la porta d’ingresso aprirsi e, tra due voci, riconobbe quella di Gemma.
«Emily», la salutò Gemma appena la vide.
«Ciao Gemma», sorrise Emily.
«Sono andata a prendere la mamma, come mi avevi detto. Principino, vuole qualcos’altro?», domandò Gemma al fratello.
«Mamma? Harry, la sorpresa sarebbe conoscere tua madre? Non mi dire che ti stai vendicando», disse Emily visibilmente preoccupata.
«Già», fece Harry andando ad abbracciare la madre. «Mamma, lei è Emily. L’avevi già vista in ospedale».
«Piacere signora», disse Emily stringendo la mano di Anne.
«Chiamami Anne».
«Piacere Anne. Siamo venuti subito qui dopo scuola. Se Harry mi avesse detto che l’avrei incontrata, sarei passata a casa a cambiarmi», disse Emily.
«Non preoccuparti. Harry mi ha parlato molto di te, ma non mi aveva detto che eri così carina», disse Anne.
«Grazie», disse Emily arrossendo mentre Harry le avvolse le spalle con un braccio. «Lei è davvero bellissima».
«Ci credo, è mia madre», disse Harry ridendo.







Amelia era sdraiata sul suo letto, gli occhi fissi sul soffitto, le cuffie nelle orecchie e “She will be loved” dei Maroon 5 in continua ripetizione. Ogni tanto guardava l’orologio appeso sopra la scrivania e ogni volta la lancetta si avvicinava sempre di più alle 21. Fuori ormai era buio, ma poteva vedere la neve, illuminata dalla luce di un lampione, cadere lentamente sull’asfalto. Trovava la voce di Adam Levine incredibilmente rilassante e in quel momento si chiedeva se lui avesse ragione: sarebbe stata amata anche lei un giorno?
Ciò che si era creato con Zayn la turbava ed Emily aveva dannatamente ragione, come sempre. Avrebbe voluto cambiare quella terribile situazione, avrebbe voluto essere qualcosa di più per Zayn e non una delle tante ragazze con cui si divertiva a letto. Purtroppo quello era l’unico modo per sentirlo suo, almeno in parte; erano buoni amici, si divertivano insieme, ma Amelia era sicura che non avrebbe mai potuto chiedergli di più. Avrebbe tanto voluto scomparire dalla faccia della terra, si sentiva una persona orribile. Quando sentì una lacrima bagnarle una guancia, capì che desiderava avere ciò che avevano Emily e Beth: desiderava un ragazzo che l’amasse, che la facesse sentire bella e felice.
Amelia fu spaventata dal suo iPhone, posato sulla pancia, che cominciò a vibrare a causa del messaggio appena arrivato.
-Vieni stasera alla festa?-, recitava l’sms. L’aveva aperto senza nemmeno leggere il mittente, sicura che fosse Emily. Rimase colpita notando che quel messaggio le era stato mandato da Zayn.
-Non credo-, rispose velocemente Amelia.
-Come mai?-, chiese Zayn un secondo dopo.
Amelia lesse il messaggio più volte prima di posare il telefono, accanto a lei sul letto, con gli occhi lucidi. Come mai? Non poteva certo dirgli che era triste perché voleva trasformare ciò che si era creato tra di loro e farlo diventare qualcosa di speciale. In quel momento malediceva Adam Levine che continuava a ripeterle che anche lei sarebbe stata amata, non sarebbe mai successo.
Poco dopo, Amelia sentì nuovamente il suo telefono vibrare.
-Non vieni nemmeno se ti vengo a prendere?-, lesse Amelia sorridendo.
Aveva promesso ad Emily che sarebbe andata alla festa, per divertirsi e dimenticare per qualche ora tutte le preoccupazioni. E Zayn, nonostante quella fosse la sua festa di compleanno, si era offerto di lasciare tutti al locale per qualche minuto e andarla a prendere. Se Emily fosse stata lì, le avrebbe detto di accettare senza pensarci due volte.
-Tra dieci minuti?-, scrisse nuovamente Zayn sapendo di poterla convincere.
-Va bene-, scrisse Amelia.
La bionda si alzò velocemente dal letto e si diresse verso il bagno; si lavò via le poche lacrime e si truccò. Tornata in camera chiese a sua sorella Grace di prestarle un vestito e lei accettò volentieri. Quel sabato mattina, Amelia aveva lavato e stirato i lunghi capelli biondi che Emily tanto le invidiava. Si mise un paio di orecchini e, appena sentì il campanello suonare, si precipitò ad aprire la porta. Messe le scarpe e presa la borsa, uscì di casa e Zayn la fece salire in macchina. Dieci minuti dopo entrarono nel locale ed Emily, appena vide l’amica seguire Zayn, le saltò addosso abbracciandola.
«Ecco chi andava a prendere Zayn», le disse cercando di farsi sentire nonostante la musica.
Amelia le sorrise, contenta che il moro l’avesse convinta ad andare alla festa.
«Andiamo a divertirci?».
«Sono qui per questo», disse Amelia sorridendo.







La serata procedeva nel migliore dei modi ed Emily, Amelia e Beth si stavano scatenando sulla pista da ballo, con dei cocktail in mano, nonostante non fossero grandi amanti della discoteca. Emily e Beth avevano lasciato i rispettivi ragazzi al bar per stare in compagnia dell’amica. A loro si era anche unito Michael, che, forse a causa di qualche drink di troppo, aveva quasi baciato la sua ex: fortunatamente Harry era intento a parlare con Liam, Zayn, Niall e Louis e non aveva notato nulla. Poco dopo, Beth si diresse verso il bar in cerca del suo ragazzo, pregando che non fosse già ubriaco fradicio.
«Allora, come ha fatto a convincerti?», chiese Emily.
«Mi ha scritto se venivo alla festa, io gli ho detto di no e lui mi ha chiesto perché. Non gli ho risposto e lui mi ha detto che sarebbe venuto a prendermi», disse Amelia sperando che l’amica non notasse il rossore appena comparso sulle sue guance.
«Sei cotta, amica mia», disse Emily.
Le due amiche continuarono a ballare insieme sotto le luci accecanti del locale. Poco dopo, Amelia notò che Zayn teneva lo sguardo fisso su di lei ormai da un po’ e non sapeva se ricambiare o continuare a far finta di niente. Tra un ballo e l’altro, Amelia ed Emily furono raggiunte da un ragazzo alto e muscoloso, sicuramente più grande, che cominciò a ballare con loro. Amelia sentiva che si stava prendendo un po’ troppe libertà, ma lasciò correre pensando solo a divertirsi. Fu colta di sorpresa quando king kong la afferrò per i fianchi iniziando a baciarla e a metterle le mani un po' troppo sotto la gonna.
«Smettila», disse cercando di liberarsi dalla stretta del ragazzo.
«Hai sentito ciò che ha detto?», fece Emily cercando di aiutare l’amica, senza successo.
Per le due ragazze, quel tipo era troppo grosso ed Emily non riuscì ad aiutare l’amica nonostante stesse colpendo ripetutamente king kong. Appena l’energumeno iniziò a tirare giù la cerniera del vestito di Amelia, neanche avesse sentito il rumore della zip, Zayn vide ciò che stava succedendo e si alzò di scatto dalla sedia del bar.
Fu seguito a ruota da Harry che aveva notato che anche Emily era in difficoltà. Un secondo dopo, Amelia vide un pugno colpire la faccia di king kong e successivamente Zayn accanto a lei. Harry fece lo stesso appena vide l’energumeno afferrare per un braccio Emily, ma, purtroppo per lui, incassò due pugni sul viso.
Le due ragazze, visibilmente scosse, indietreggiarono: Emily si fiondò poi su Harry seduto per terra con un labbro sanguinante e un occhio che iniziava a gonfiarsi; lo aiutò ad alzarsi, porgendogli la stampella, e lo portò nel bagno delle donne, con la sua pochette, per medicargli le ferite. Dopo aver rifilato qualche altro pugno a king kong, Zayn afferrò Amelia per un braccio ed entrambi si diressero verso l’uscita del locale.







«Harry, ma che diamine ti è passato per la testa?», urlò Emily mentre il riccio era seduto su una panca posizionata all’interno del bagno delle donne.
«Emily, cercavo di proteggerti. Quando ti ha presa per il braccio, non ho più ragionato», cercò di spiegarsi il riccio.
«Ho notato e con il tuo “non ho più ragionato” ti ha quasi distrutto la faccia», disse Emily rimproverando il ragazzo e, nello stesso momento, bagnando un pezzo di carta con dell’acqua. «Quando imparerai a smettere di dare ascolto ai tuoi attributi e inizierai a ragionare con il tuo cervello?», disse Emily poggiando il pezzo di carta umido sul livido sotto l’occhio e togliendo il sangue dal labbro di Harry.
«Credo mai», disse ridendo il riccio.
«Non sto scherzando Harry», disse Emily bagnando un fazzoletto con del disinfettante, che aveva in borsa insieme al suo mini-kit del pronto soccorso in caso di risse nelle discoteche, e poggiandolo sul labbro del riccio.
«Brucia», disse Harry tirando indietro la testa.
«Grazie per avermi difesa», fece Emily dopo qualche minuto.
«È il minimo che debba fare, sei la mia ragazza. È mio dovere difenderti», disse Harry ricevendo un bacio sulla guancia da Emily che successivamente andò a buttare il fazzoletto pieno di sangue. «Sotto quelle maledette luci non l’avevo notato. Guarda quanto è corto il tuo vestito, ci credo che quel tipo è impazzito. Guai a te se lo rimetti, non hai il mio permesso», disse Harry mentre Emily si sedette in braccio a lui.
«Oh ma stai zitto Styles», fece Emily prima di baciare il ragazzo.







«Sali in macchina», disse alzando il tono della propria voce Zayn.
Amelia ubbidì in silenzio, ancora scossa dall’accaduto. Entrato in macchina, Zayn accese il motore e partì senza ascoltare gli amici che cercavano di fermarlo. Era furioso, Amelia l’aveva notato dal suo sguardo, puntato sulla strada e che in quel momento le faceva paura. Poco dopo, Zayn si fermò davanti a casa di Amelia, osservò i segni che aveva sulla mano, il sangue  che stava leggermente colando e diede un pugno al volante.
«Che cazzo ti è passato per quella testa?», disse a gran voce il moro. «Cosa?».
«Stavamo solo ballando», disse sottovoce Amelia, spaventata dalle parole del moro.
«Solo ballando? Cazzo Amelia, quello ti stava per togliere il vestito lì, in mezzo a tutti, senza farsi nessun problema», gridò Zayn mentre gli occhi della ragazza iniziarono a riempirsi di lacrime. «Cazzo Amelia, parla!».
«Ma cosa vuoi che ti dica? Cosa ti importa di me?», urlò la ragazza senza poter trattenere le lacrime.
«Cristo, sei importante per me! Come vuoi che te lo dica? Mi sono distrutto una mano per te», disse nuovamente a gran voce il moro.
Amelia uscì dalla macchina cercando di tornare il più velocemente possibile dentro casa sua, dove si sarebbe sentita certamente più al sicuro. Dopo qualche passo fu bloccata dalla stretta del moro.
«Amelia, che ti succede?», disse dolcemente Zayn.
Appena vide la ragazza continuare a versare lacrime e non trovare le parole giuste per dire qualcosa, l’avvicinò a sé e l’abbracciò.
«Mi dispiace Zayn, scusami. Ho avuto paura, molta paura che quel tipo…».
«Adesso basta, nessuno proverà più a farti del male. Sei stata una stupida a pensare che non mi importasse niente di te, come potrei mai essere così crudele», disse Zayn interrompendo la ragazza. Il moro sciolse l’abbraccio e afferrò il viso di Amelia con entrambe le mani. «Non permetterei a nessuno di farti del male», disse dolcemente Zayn guardando negli occhi la bionda prima di posare delicatamente le sue labbra su quelle di Amelia.












Buonccccccciorno anzi, buonpomericccccccccio (:
Che ve ne pare della canzone? Cioè, io l'adoro, credo sia la mia canzone preferita. Poi non parliamo di quel gnoccolone di Adam Levine, la sua voce è fenomenale :D
Cooooooomunque, parliamo della storia :D
Questo capitolo è ancora uno di quelli che avevo scritto quest'estate in montagna quindi fa un po' schifo, mi dispiace (:
La prima parte mi piaceva parecchio, volevo far andare Emily a casa di Harry, ma poi non mi piace come l'ho fatta finire. Fa davvero schifo la fine della prima parte ma lasciamo perdere -.-
Volevo scrivere qualcolsa di diverso (credo) e allora mi è venuta in mente Amelia e le ho fatto fare la parte della ragazza sola che invidia le amiche (:
Mi dispiace per lei perchè so perfettamente come ci si sente :')
Non per vantarmi o altro (assolutamente no) ma mi piace un sacco l'inizio della seconda parte *.*
Amelia che pensa a ciò che le sta accadendo, che è triste e poi quel gran figo di Malik che la fa cadere completamente ai suoi piedi e che la convince ad andare alla festa :D (forse mi faccio coinvolgere troppo)
Poi secondo me She will be loved è assolutamente perfetta, diciamo che questo capitolo l'ho dedicato alla povera Amelia (:
Sono una un po' fuori di testa: nello scorso capitolo Zayn diceva "Non è lei che mi interessa" quando ha abbracciato Emily.
Era questa, se vogliamo, la frase "misteriosa" dello scorso capitolo (:
Diciamo poi che Zayn ha aspettato un po' troppo e alla fine è successo quello che è successo (:
Mi sto dilungando ahahahahahahahah
Ringrazio infinitamente tutte le persone che leggono la mia storia, che non si sono rotte le palle al rpimo capitolo e che continuano a seguirmi. Grazie mille, davvero :')
Ringrazio anche tutte le persone che hanno messo (e spero metteranno) la storia tra le preferite/ricordate/seguite :')
Vi lascio anche il
link della mi OS, scritta da molto.
Spero davvero che il capitolo vi sia piaciuto (:
Vi chiedo solo una cosa. SPERO DI NON AVERVI FATTO VENIRE IL DIABETE, MA VI PREGO DITEMI SE TROVATE I CAPITOLI, O PARTI DI CIO' CHE SCRIVO, TROPPO SDOLCINATE. VI PREGO DITEMI SE SONO TROPPO SDOLCINATA, NON VORREI ESSERE TROPPO FREDDA MA NON CREDO DI ESSERE TROPPO SDOLCINATA.
Vi prego, ditemi se secondo voi dovrei cambiare alcune cose della mia scrittura, ecc.
Se avete voglia seguitemi su twitter, sono @harryslies (:
Un bacio, Elisa c:

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 – I will catch you if you fall. ***


Erano trascorse due settimane dal compleanno di Zayn e dalla lite nella discoteca. La neve non sembrava aver intenzione di smettere di cadere e le strade di Holmes Chapel venivano imbiancate giornalmente. I telegiornali avevano annunciato un inizio anno molto freddo, con frequenti nevicate e così fu. Le giornate scolastiche iniziavano a farsi più pesanti, essendo l’ultimo anno, ma Emily cercava di rimanere concentrata nonostante Harry non l’aiutasse.
Beth e Niall avevano festeggiato da poco i due mesi ed Emily pensava che il biondo avesse fatto una sorpresa dolcissima all’amica: tutte le ragazze sono incantate dalla bellezza dei fiori, ma il mazzo che Niall aveva regalato a Beth era magnifico. Emily ed Amelia sapevano che Niall era un ragazzo davvero dolce ed entrambe erano state colpite dalla sorpresa del biondo.
Le cose tra Amelia e Zayn procedevano bene, avevano messo da parte per un po’ i rapporti sessuali cercando di dedicarsi più a loro stessi e le cose sembravano funzionare: erano così dolci e, per la prima volta, Zayn frequentava la stessa ragazza da circa due settimane. Emily aveva iniziato ad associare alcune frasi, dette da Zayn i giorni precedenti, ad alcune azioni svolte dal moro e, con sua immensa sorpresa, ora riusciva a trovare una spiegazione per tutto.
Inoltre aveva visto parecchie volte Amelia e Zayn parlare nei corridoi e il moro aveva, ogni volta e ogni giorno, un sorriso meraviglioso stampato sul viso: si sarebbe notato da chilometri di distanza e l’avrebbe notato anche la persona più stupida sulla faccia della Terra, Zayn era innamorato di Amelia.
Cosa succedeva ad Emily?
Emily aveva Harry, un bambino rinchiuso nel corpo di un diciottenne, quasi diciannovenne. Emily si chiedeva spesso se anche lei ed Harry, visti da qualcuno al di fuori di loro due, sembrassero come Beth e Niall o come Amelia e Zayn. Emily era innamorata di Harry, ma non sapeva come prendere la loro relazione: erano rimasti separati per due mesi e le cose riguardo i “tempi” iniziavano a complicarsi.
«Emily?».
Avevano iniziato a frequentarsi circa la seconda settimana di ottobre fino al 1 novembre.
«Emily?».
Dopo quel giorno, nonostante Emily avesse detto alla madre di Harry che lei e il riccio stavano insieme, la ragazza non si era più fatta vedere.
«Pianeta Terra chiama Emily».
Quando avrebbero dovuto festeggiare il loro primo mese insieme? Nonostante tutto, Emily la trovava una cosa ridicola: per lei l’unica cosa che una coppia avrebbe davvero dovuto festeggiare era l’anniversario, ma il loro quando sarebbe stato se non conoscevano una data?
«Emily puzzi di cacca».
«Come?».
«Finalmente sei tornata sulla Terra», disse Harry sorridendole. Emily lo guardò confusa. «Non ti avevo mai vista così concentrata. A che pensavi?».
«Niente».
«Dai, puoi dirmi tutto lo sai», disse Harry dolcemente.
«Lo so».
«Allora parla», la invitò il riccio.
«Noi da quanto tempo stiamo insieme?», chiese Emily.
«Cosa?», chiese Harry stupito e confuso.
«Non importa, lascia perdere», disse Emily pentendosi di aver parlato.
«Emily, cosa ti preoccupa di questo?».
«Il fatto è che Beth e Niall hanno una data, Amelia e Zayn hanno una data e poi ci siamo noi che non sappiamo nemmeno perché stiamo insieme», disse tutto d’un fiato Emily.
Harry avvicinò la ragazza a sé, non poteva credere alle parole di Emily e non riuscì a trattenere una risata. Non credeva fosse così importante avere una data dalla quale far partire la loro relazione, ma, ripensandoci, poteva comprendere le preoccupazione della ragazza.
«Come non sappiamo perché stiamo insieme?», chiese stupito il riccio.
O forse no, non avrebbe potuto capire.
«Il fatto è che ci sono state quelle tre settimane, poi l’…».
Nonostante Emily fosse molto più tranquilla, il ricordo dell’incidente era ancora radicato nella sua mente, faceva ancora parte di lei. Non riuscì nemmeno a terminare la frase, alzò lo sguardo al cielo cercando di non far cadere le lacrime che si erano impadronite dei suoi occhi.
Emily si sedette in braccio ad Harry e lo abbracciò; il ragazzo fece lo stesso affondando una mano nei lunghi capelli della ragazza. Harry sapeva che, nonostante volesse sembrare forte, Emily era debole e l’incidente aveva distrutto la debole corazza che la ragazza si era costruita dopo che lui l’aveva precedentemente frantumata. Harry sapeva che lui era l’unico che poteva difenderla e sapeva, nonostante Emily non gliel’avesse mai detto, che lui era il suo scudo.
«Emily», disse il riccio dolcemente.
«Scusami Harry».
«Emily, smettila di pensare a quel giorno. Io farò di tutto per fartelo dimenticare, farò di tutto per farti stare bene, per farti felice. Ci sarò sempre io al tuo fianco, non dimenticarlo», disse Harry.
La ragazza sciolse delicatamente l’abbraccio e guardò il ragazzo negli occhi. Il colmo era che l’unica persona che poteva starle accanto e aiutarla a dimenticare il passato era anche l’unica persona che era stata coinvolta nell’incidente.
«Grazie. Come farei senza di te?», disse Emily dolcemente posando le sue labbra su quelle del riccio. Terminato il bacio, affondò una mano nei ricci del ragazzo e si perse nei suoi occhi verde smeraldo.
«31 dicembre», disse il riccio.
«Cosa?», fece Emily confusa.
«La data», rispose il riccio. «Stiamo insieme perché sono innamorato di te, perché mi fai stare bene, solo guardarti migliora ogni mia giornata. Stiamo insieme perché non so come farei a stare troppo lontano da te, non so come farei se non potessi vederti tutti i giorni. Stiamo insieme perché ho bisogno di te», disse Harry.
Un secondo dopo, le braccia di Emily avvolsero il collo di Harry. Quelle parole avevano riscaldato il cuore della ragazza e lei non poteva credere a cosa aveva appena sentito.
«Harry, così mi fai piangere», disse Emily sorridendo.
«Emily, stiamo insieme perché ho bisogno di te nello stesso modo in cui tu hai bisogno di me», concluse Harry.
«Lo sai che queste sono le stesse parole che Louis mi aveva detto una settimana prima di capodanno al telefono?», chiese Emily sciogliendo l’abbraccio e guardando negli occhi Harry.
«Lo so, ho detto io a Louis di dirti queste parole», disse Harry sorridendo.
Emily afferrò il viso del riccio con entrambe le mani e, un secondo, posò le sue labbra su quelle del ragazzo che si sbilanciò all’indietro.
Emily sapeva che Harry era la cosa migliore che mai le fosse capitata, Harry era quel pezzo mancante del puzzle che le impediva di essere davvero felice: con lui si sentiva finalmente completa.
«Ho eliminato le tue preoccupazioni?», chiese Harry terminato il bacio.
«Perfettamente», disse sorridendo Emily prima di posare nuovamente le sue labbra su quelle del riccio.
In pochi secondi, un semplice ed innocente bacio si trasformò in un bacio appassionato, Harry baciava con sicurezza le labbra morbide di Emily e lei giocava con i ricci del ragazzo. Poco dopo, Harry si staccò dalle labbra di Emily e cominciò a baciarle il collo. La ragazza avvicinò il riccio a sé avvolgendogli le spalle con entrambe le braccia. Emily poteva sentire le mani del riccio percorrerle la schiena fino ad arrivare ai fianchi: un secondo dopo, furono sotto la maglia della ragazza che Harry stava lentamente alzando con tocco leggero, ma allo stesso tempo sicuro, segno di molte altre ragazze spogliate prima di lei.
«Harry, vacci piano», disse Emily bloccando le mani del riccio arrivate già al gancio del reggiseno. «Non è il momento», continuo la ragazza.
«Quando sarà il momento?», chiese Harry, visibilmente impaziente, tra un bacio e l’altro.
«Non ora. I miei stanno per tornare a casa, vuoi che mio padre ti uccida?», fece Emily appena il riccio le permise di respirare.
«Ma Emily…».
«Ma Emily niente. Trattieniti Harry, non voglio organizzare il tuo funerale domani», disse Emily interrompendo il riccio che continuava a baciarle le labbra.
«Va bene», disse triste Harry facendo ridere la ragazza.
Emily schioccò un bacio sulla guancia del ragazzo, lo prese per mano e lo costrinse a seguirla in cucina. Lo fece accomodare vicino al bancone e gli porse un bicchiere di coca cola.
«Rimani per cena?», chiese Emily dopo aver preso una bottiglia di succo alla pesca dal frigorifero.
«Mangiare insieme ai tuoi?», chiese dubbioso Harry.
«Guarda che non ti mangiano mica e mio padre l’hai già conosciuto, gli sei simpatico», disse Emily rimettendo in frigo la bottiglia di succo e cercando di nascondere un bigliettino attaccato al frigo.
«Che stai nascondendo?», chiese curioso Harry.
Emily fece finta di niente, nascondendo il bigliettino dietro la schiena e sorridendo al riccio che si alzò dalla sedia e iniziò a dirigersi verso la ragazza. Emily si ritrovò in trappola, bloccata tra il frigorifero e le braccia di Harry che le impedivano di scappare.
«Fammi vedere».
«No», disse Emily.
La ragazza fu immediatamente presa di mira dall’attacco di Harry che iniziò a solleticarle i fianchi: in pochi secondi, Emily si ritrovò piegata in due dalle risate ed Harry non sembrava volesse smettere. Il riccio sapeva quanto la ragazza soffrisse il solletico e sapeva anche che mancava poco ad un suo cedimento. Poco dopo, cercando di liberarsi, Emily lasciò cadere il foglietto che fu preso, con uno scatto felino, dal riccio che poi balzò in piedi.
«Vado a prendere la mamma al lavoro e la porto fuori a cena. Papà», lesse Harry mentre Emily cercava di riprendere fiato dopo l’attacco del riccio. «Questo che significa?», chiese Harry.
«L’anniversario dei miei», disse Emily.
«Mi hai mentito», fece Harry riavvicinandosi pericolosamente ad Emily.
«Tanto non riesci a rimanere serio, stai per scoppiare a ridere», fece Emily. «No, Harry. Che hai intenzione di fare?», chiese la ragazza cercando di liberarsi dalle braccia del riccio che le impedivano nuovamente di scappare.
Un secondo dopo, le braccia di Harry avvolsero i fianchi della ragazza che fu sollevata da terra dal riccio. Emily non riusciva a smettere di ridere ed Harry la trasportava in giro per la casa solleticandole nuovamente i fianchi; arrivati in salotto, Harry adagiò la ragazza sul divano e, con sguardo malizioso, cercò di riprendere dal punto in cui fu precedentemente interrotto da Emily.
Il riccio posò entrambe le mani sul divano, ai lati della testa della ragazza, e avvicinò il suo corpo a quello di Emily poggiandosi sulle mani per non farle del male. Emily gli avvolse il collo con il braccio destro e lo baciò sentendo subito che Harry aveva iniziato a giocare nuovamente con la sua maglia; poteva sentire una mano fredda di Harry percorrerle la schiena e arrivare nuovamente al gancio del reggiseno.
«Harry», disse Emily tra un bacio e l’altro. «Harry, che ti avevo detto?», disse allontanando il viso del riccio.
«Ma i tuoi non ci sono», fece Harry baciando Emily.
«Non importa».
«Va bene», disse nuovamente in modo triste il riccio. «È ancora valido l’invito per cena?», chiese sorridente Harry.
«Certo», disse Emily baciando il ragazzo. «Ma cucini tu».












Eccomi di nuovo dopo una enormissimissima pausa.
Vi chiedo umilmente perdono, ma con l'inizio della scuola e con l'andare a scuola guida nel pomeriggio, non ho molto tempo per fare altro (:
Mi scuso subito per questo capitolo che fa immensamente cagare ed è anche cortissimo :( mi dispiace, ma non sono riuscita a farmi venire in mente nient'altro.
Pensavo di continuarlo e avevo anche qualche idea, ma non avevo perso l'ispirazione e mi sembrava fosse più "carino" così (:
Non vorrei farvi stare antipatica Emily, ma diciamo che mi assomiglia molto. Io sono molto indecisa su tutti e tutto (:
Diciamo che Emily vuole avere tutto sotto controllo per paura che qualcosa possa andare storto (ma chissà a chi assomiglia) :D
Mentre Harry inizia a volere qualcosa di più (:
Non vi dico nulla anche se il prossimo capitolo lo devo ancora scrive. Ho delle idee e quando avrò un po' di tempo mi metterò a scrivere (:
Spero veramente che il capitolo vi piaccia anche se a me fa un po' schifo, come tutti gli altri -.-
Ringrazio coloro che continuano a mettere la storia tra le preferite/ricordate/seguite :') sono molto contenta che la storia vi piaccia (:
E ovviamente ringrazio anche tutti coloro che mi fanno sempre sapere cosa ne pensano dei vari capitoli, spero di trovare ancora le vostre recensioni che mi invogliano ancora di più a continuare la ff (:
Va bene, ho detto troppo D:
Se avete voglia passate a leggere la mia OS "It's fearless" e ditemi che ne pensate (:
Seguitemi anche su twitter se volete, io sono @harryslies (:
Un bacio a tutti, Elisa c:

P.S. scusate per gli errori ma non ho avuto il tempo per ricontrollare il capitolo (:

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 – Now we know it’s nearly over. ***


Continuava a guardare l’orologio, in due minuti aveva girato il polso sinistro più di una decina di volte. Lo sguardo distratto si posava sulle lancette che sembravano rimanere immobili nonostante l’illusione dello scorrere inesorabile del tempo. La mente era completamente da un’altra parte: troppi pensieri, troppe preoccupazioni, troppe domande da formulare nel modo corretto e troppe risposte imprevedibili. Il vero problema era trovare la frase giusta da dire nel momento sbagliato.
Harry era seduto su una panchina davanti a casa di Emily, lo sguardo si spostava dall’orologio al cielo grigio di Holmes Chapel. Emily era a meno di dieci metri da lui, l’aveva accompagnata a casa dopo la scuola senza dilungarsi troppo in passeggiate, chiacchierate o smancerie varie. Qualche giorno prima, Harry aveva detto ad Emily che, quel pomeriggio, avrebbe avuto un colloquio di lavoro molto importante e che sarebbe rimasto fuori per quasi tre ore.
Il riccio poggiò i gomiti sulle ginocchia e nascose il volto tra le mani, non sapeva che fare. Non si sentiva ancora pronto per parlare con Emily e, se avesse tentato di nascondere le sue preoccupazioni in qualche modo, lei l’avrebbe sicuramente capito. Il suo futuro era già scritto ma voleva avere delle certezze prima di parlarne con la sua ragazza. Inoltre era da quasi tre settimane che Emily era all’oscuro di alcune uscite di Harry e, tutte le scuse che si era inventato, lo facevano stare male. Così come Emily poteva raccontare tutto ad Harry, anche lui poteva farlo con la ragazza. Emily aveva visto il riccio pensieroso da quasi una settimana nonostante le bellissime parole che le aveva rivolto qualche giorno prima.
Per la prima volta, Harry comprese che il tempo non si sarebbe mai fermato per nessuna ragione al mondo. Il riccio tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il suo telefono.
-Ti voglio bene-, scrisse velocemente prima di inviare il messaggio ad Emily.
Harry sapeva che quelle tre parole non avrebbero migliorato la sua situazione, nonostante ci stesse sperando da giorni.
Ad aggiungersi alle preoccupazioni del riccio, c’erano le immagini di Emily e Louis. Harry li aveva visti parecchie volte, nell’ultima settimana, insieme nei corridoi. Li aveva visti parlare in ogni loro momento libero, durante gli intervalli e durante i cambi d’ora. Li aveva visti abbracciati più spesso di quanto lui avrebbe voluto e, nonostante se ne vergognasse profondamente, li aveva seguiti entrambi dopo scuola. Sapeva che Louis ed Emily erano molto amici, ma Harry si era intristito vedendo la sua ragazza trascinare, dentro casa sua, Louis in un modo che non aveva mai fatto nemmeno con lui.
Harry allentò il nodo della cravatta, si sentì soffocare ma non sapeva esattamente se fossero le sue preoccupazioni a fargli mancare il fiato o la cravatta, forse troppo stretta. Era sempre riuscito a tenere tutto sotto controllo, odiava che qualcosa potesse andare storto, ma nelle ultime settimane, oltre ad avere diversi impegni scolastici, aveva iniziato a soffrire di insonnia. Rimaneva ore ed ore sveglio la notte a pensare a come poter migliorare la sua situazione, a come poter parlare dei suoi problemi ad Emily senza creare troppi disastri e, soprattutto, rimaneva ore a chiedersi perché aveva deciso di non parlarne con nessuno dei suoi amici. Sapeva che di loro si sarebbe potuto fidare ciecamente, ma questa volta le cose erano diverse e loro l’avrebbero reso solo più stressato e ansioso con i loro consigli, che in altre situazioni si erano rivelati molto utili.
Harry si rimise la giaccia del suo completo, del quale andava molto fiero, scosse velocemente i capelli, li sistemò e iniziò a dirigersi verso casa chiedendosi perché dovesse sentirsi così triste, solo, spaventato ed insicuro proprio il giorno del suo compleanno.







«Louis, muoviti».
«Sto arrivando».
«Stai arrivando troppo lentamente, cazzo», disse Emily a gran voce.
«Stai calma, andrà tutto bene», disse il ragazzo dagli occhi azzurri, cercando di tranquillizzare l’amica.
«Non andrà tutto bene se non ci muoviamo», disse Emily.
«Perché ti agiti tanto?», chiese il ragazzo. «Emily, non ti fa bene».
«Tommo, taci e aiutami», disse Emily lanciando un sacchetto di palloncini in faccia a Louis che successivamente guardò la ragazza stupito. «Scusami, ma muoviti», disse infine Emily.
I due amici stavano organizzando una festa a sorpresa, con tanto di palloncini e cartelloni di buon compleanno. Il festeggiato era Harry, per questo Emily era così agitata.
Una settimana prima aveva telefonato a Gemma e aveva cercato di organizzare con lei una piccola festa. La sorella del riccio le aveva permesso di organizzare il tutto a casa loro e, col fatto che Harry sarebbe stato impegnato per qualche ora quel pomeriggio, Gemma aveva prestato ad Emily il mazzo di riserva delle chiavi di casa Styles. Emily si era portata dietro Louis con cui, da circa una settimana, stava organizzando il tutto.
Gli ultimi sette giorni li avevano trascorsi insieme, sia per organizzare la festa di Harry sia per “recuperare il tempo rubato dal riccio” ai due migliori amici. Era da un po’ di tempo che Emily e Louis non parlavano ed entrambi ne avevano parecchio bisogno.
Emily scoprì che Louis si era innamorato di una ragazza più piccola di lui e che pensava seriamente di chiederle di uscire. Emily adorava trascorrere interi pomeriggi insieme a Louis, sentirlo parlare e raccontare le sue storie divertenti la rendeva felice e le ricordava i vecchi tempi e i numerosi casini che avevano combinato insieme anni prima.
Emily adorava il modo in cui Louis la stringeva a sé quando, seduti sul divano, guardavano i film insieme il venerdì sera; Emily adorava il modo in cui Louis la faceva sentire al sicuro e adorava il suo modo di fare e le battutine stupide che le raccontava in continuazione; Emily adorava Louis, era l’amico migliore che una ragazza potesse mai desiderare e, per fortuna, era il suo migliore amico.
«Emily, questi dove vanno?», chiese il ragazzo.
«Mettili lì», disse Emily indicando una colonna accanto alle scale che portavano al secondo piano.
«Dove sono finiti Liam e Niall?», chiese il ragazzo.
«È la stessa cosa che mi sto chiedendo io», disse Emily prendendo fiato dopo aver gonfiato un palloncino. «Avevano detto che andavano a prendere le bibite, ma secondo me Niall si sta mangiando tutto il supermercato».
«E Zayn?».
«Zayn è con Amelia, sono usciti a pranzo insieme», rispose la ragazza.
«Che teneri, un’altra dolce coppietta», disse Louis in falsetto.
«Te l’ho mai detto che sei un idiota?», chiese ironica Emily.
«Certo certo. E tra te e Styles come vanno le cose?».
«Tomlinson, continua a gonfiare i palloncini altrimenti ti ficco la pompetta su per il culo», disse Emily.
«È inutile che cerchi di cambiare discorso», fece Louis togliendo dalle mani della ragazza il palloncino che stava gonfiando.
«Louis, ridammelo. Harry arriverà tra poco», fece Emily.
«Se non sbaglio dovreste aver fatto un mese di recente».
«Chi sei, mia madre?».
«No, sono il tuo migliore amico e voglio sapere come vanno le cose tra te e quello scassa palle di Styles», disse Louis con tono severo.
«Perché dobbiamo parlare di queste cose?», fece Emily.
«Perché non voglio che ci siano altri casini tra di voi. E perché ho visto Harry un po’ triste in questi ultimi giorni», disse Louis obbligando Emily a sedersi sui gradini delle scale.
«Non è successo niente, va tutto…bene, credo», disse Emily con un po’ di indecisione.
«Sei sicura?».
«Certo. Ora preferisci aiutarmi a gonfiare i palloncini o preferisci parlare della mia vita sentimentale?», chiese Emily che voleva trascorrere un po’ di tempo col suo migliore amico senza parlare del suo ragazzo.
Appena Emily si alzò in piedi, Louis la afferrò per i fianchi, la sollevò da terra e cominciò a portarla in giro per tutta la casa come se fosse un sacco di patate. Appena Emily sentì di nuovo la terra sotto i piedi, iniziò a picchiare Louis con i palloncini che avevano gonfiato durante tutto il pomeriggio. Emily perse quasi l’udito dopo che il ragazzo le scoppiò tre palloncini ad un centimetro dalle sue orecchie.
Terminata la lotta, i due ragazzi dovettero rigonfiare almeno una decina di palloncini e dovettero risistemare il salotto. Per loro fortuna, in quel momento arrivarono Zayn, Amelia e Beth, incontrata per strada. La coppietta si era ricordata di passare a ritirare la torta di compleanno per Harry e Beth aveva comprato altri pacchetti di patatine sapendo che il suo ragazzo ne avrebbe lasciate ben poche agli altri invitati. Grazie all’aiuto di Beth ed Amelia, Emily riuscì a gonfiare tutti i palloncini che aveva comprato e che ora ricoprivano quasi completamente l’intero pavimento del salotto.
Erano ormai le cinque del pomeriggio e fuori iniziava a farsi buio. Emily si stava prendendo una pausa sul divano, dopo aver usato quasi tutto il suo fiato per gonfiare i palloncini. Appena sentì vibrare la tasca dei suoi pantaloni, tirò fuori il telefono. Fece un sorriso leggendo il mittente del messaggio, sorriso che diventò ancora più grande dopo aver letto il testo dell’sms.
«Oh, ti voglio bene. Oddio, ma che dolce», fece Louis, nuovamente in falsetto, prendendo in giro il messaggio del riccio.
«Louis, piantala. Lui almeno è dolce e non mi manda i messaggi stupidi che mi mandi tu», rispose la ragazza.
«Zayn, posso iniziare a mandarti dei messaggini dolci?», chiese Louis al moro facendo lo stupido.
«Ma certo tesoro», rispose il moro portando la conversazioni a livelli decisamente bassi.
«Io però non ti do il permesso», fece Amelia rimproverando il ragazzo dagli occhi azzurri e scatenando la risata dei presenti.
Poco dopo, il campanello di casa Styles suonò e tutti rimasero paralizzati pensando potesse essere già Harry. Fecero un sospiro di sollievo quando, aperta la porta, si trovarono davanti Liam e Niall con due buste piene di bibite. Emily li rimproverò per aver fatto tardi e successivamente li aiutò a mettere le bibite in frigo.
«Harry dovrebbe arrivare a momenti», fece Liam chiudendo il frigo pieno di bibite.
«Come?», fece Emily in preda al panico.
«L’abbiamo visto a due isolati da qui mentre eravamo in macchina», disse Niall con già alcune patatine in bocca.
«Quando pensavi di dirmelo? Quando sarebbe stato ad un passo dalla porta?», fece Emily rimproverando nuovamente il biondo.
Velocemente, la ragazza si avvicinò alla porta e, senza farsi vedere, sbirciò dalla finestra sperando di intravvedere il riccio da qualche parte. Appena lo vide dall’altra parte della strada, corse in cucina, spense tutte le luci e disse a tutti i ragazzi di prepararsi perché il festeggiato stava arrivando.
Pochi minuti dopo sentirono le chiavi di Harry inserirsi all’interno della serratura e tutti quanti fecero un respiro profondo, pronti per assalire il festeggiato. Appena Harry si chiuse la porta alle spalle e accese la luce dell’ingresso, ci fu un enorme boato che per poco ad Harry venne un infarto. Sul viso triste del riccio comparve immediatamente un enorme sorriso. Un secondo dopo le braccia di Emily avvolsero il collo di Harry e le sue labbra si posarono su quelle del ragazzo.
«Buon compleanno Harry».







«Diamine, Louis. Muoviti siamo in ritardo», disse Emily già fuori da casa sua aspettando, con le chiavi in mano, il ragazzo e trattenendosi dal chiuderlo all’interno.
«Eccomi eccomi».
«Dio, Louis. Devi lavorare sulla puntualità», disse Emily facendo girare velocemente le chiavi all’interno della serratura.
I due ragazzi iniziarono ad incamminarsi, Louis che cercava di tenere il passo di Emily mentre lei non sembrava intenzionata a rallentare. Era passato qualche giorno dal compleanno di Harry e, nonostante fosse più grande di un anno, non sembrava essere cambiato di una virgola. Ma forse Louis era peggio Harry. Quella sera il ragazzo dagli occhi azzurri aveva passato la notte da Emily, la ragazza non aveva mai riso così tanto in vita sua. Louis le aveva detto più volte che dovevano recuperare il tempo perso e sembrava, così come aveva detto Louis stesso, che Harry li stesse allontanando.
«Ancora con questa storia?».
«Avanti Emily, ammettilo. Iniziata la scuola quando tu ed Harry ancora vi odiavate, noi due passavamo molto più tempo insieme».
«Sei geloso?», fece la ragazza.
«Certo, non ti sembra ovvio? Abbiamo perso parecchi anni e volevo, in qualche modo, provare a recuperarli anche se ora sarà molto più difficile».
«Louis, noi due saremo sempre migliori amici. Harry non cambierà mai il rapporto che c’è tra di noi. Te lo prometto», disse Emily fermandosi e guardando il ragazzo negli occhi.
«Sei sicura?».
«Certo».
«Questo era quello che volevo sentirmi dire», fece Louis avvolgendo le spalle di Emily con un braccio e iniziando nuovamente a camminare.
Emily rimase un po’ perplessa, non pensava che Louis potesse preoccuparsi così tanto del loro rapporto di amicizia e non riusciva a credere che potesse aver paura che Harry distruggesse tutto. Ma, in fondo, anche Emily avrebbe desiderato recuperare tutto il tempo perso: fermare il tempo, tornare indietro e divertirsi eliminando qualsiasi preoccupazione.
«Comunque, non mi piace che tu trascorra quasi tutti i tuoi pomeriggi a casa di Harry».
«Perché? Cosa c’è di male?», chiese Emily sorridendo.
«Quel ragazzo non mi piace».
«Ma è il tuo migliore amico», disse Emily scoppiando a ridere. «Tu hai dei seri problemi», concluse Emily suonando il campanello di casa Styles.
Appena la porta si aprì, Louis salutò Anne e lasciò Emily da Harry incamminandosi verso casa sua pensieroso: il riccio gli aveva finalmente raccontato una delle grandi preoccupazioni che lo tormentavano e Louis stesso non sapeva come aiutare al meglio l’amico. Lui avrebbe mantenuto il segreto ma Harry doveva parlare con Emily al più presto prima di complicare le cose più del dovuto.
Emily si diresse in cucina dove trovò Gemma impegnata a sfornare dei meravigliosi muffin fatti qualche ora prima con la madre. L’odore di cioccolato e nocciole riempiva tutta la casa ed Emily aveva sempre perso la battaglia con quei dolci tanto che, rischiando di ustionarsi le dita, ne prese uno dalla teglia con il consenso delle cuoche. Appena addentato, sentì il cioccolato sciogliersi delicatamente in bocca e subito il croccante delle nocciole fargli da contrasto. Ad interrompere Emily dal suo momento di paradiso fu Anne ricordandole che Harry la stava aspettando al piano di sopra. Dopo essersi complimentata con le cuoche, la ragazza sparì su per le scale.
«Harry, posso entrare?», chiese da dietro la porta e bussando leggermente.
Appena ricevette una risposta, Emily aprì la porta e, con suo enorme piacere, trovò la stanza del fidanzato più ordinata del solito. Probabilmente Anne aveva costretto il figlio disordinato a riordinare la sua camera e l’armadio.
«Che stai facendo?», chiese Emily vedendo il ragazzo quasi completamente dentro l’armadio.
«Sto mettendo a posto…Eccola», urlò Harry riemergendo dal vortice di vestiti.
Emily sorrise vedendo il ragazzo felice di aver ritrovato una delle sue maglie preferite. Le aveva fatto una testa enorme dicendo che forse aveva perso nello spogliatoio della scuola quella t-shirt ed Emily non avrebbe resistito un giorno di più a sentire Harry lamentarsi.
«Vuoi una mano?», chiese la ragazza.
«Davvero mi aiuteresti?», fece il riccio con tono disperato.
«Certo», rispose sorridendo Emily. «Ma non mangiare il mio muffin».
«Solo un morso, questi sono i miei preferiti», la implorò il riccio.
Emily fu costretta a cedere, come al solito, allo sguardo da cucciolo che Harry sfoderava ogni volta. Emily notò con piacere che l’armadio di Harry non era così disordinato come le era sembrato ad una prima occhiata, tutto ciò che doveva fare era mettere in ordine i capi puliti stirati qualche ora prima da Anne. Emily pensò che quella fosse un’altra cosa da aggiungere alla lista di ciò che gli uomini non sono in grado di fare senza l’aiuto di una donna.
«Cosa posso fare per ringraziarti?», fece Harry avvolgendo, con entrambe le braccia, i fianchi della ragazza e schioccandole un leggero bacio sulla guancia destra.
«Non mangiare il mio muffin», disse la ragazza posando le sue labbra su quelle del riccio. «E prestarmi questa felpa», concluse Emily con un sorriso enorme stampato sul viso.
«Va bene», fece Harry trovandosi, in un secondo, le labbra della ragazza sulle sue. «Quando ti ho chiesto di venire qui, non avevo intenzione di farti riorninare il mio armadio», disse Harry.
«Non preoccuparti», sorrise Emily tentando di incontrare le labbra del riccio, senza successo. Il ragazzo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni il suo cellulare ed iniziò a rispondere al messaggio appena ricevuto allontanandosi da Emily.
La ragazza, non ricevendo il bacio desiderato, prese la terza pila di magliette e la ripose all’interno dell’armadio; successivamente sistemò alcune camicie che Harry aveva appeso in modo disordinato. Con la coda dell’occhio, Emily osservava il ragazzo seduto sul letto che continuava a rispondere ad ogni messaggio.
«Si può sapere a chi stai scrivendo?», chiese sorridendo Emily sfilandosi il golf e mettendosi la felpa chiesta in prestito ad Harry poco prima.
«Un amico», rispose distratto il ragazzo.
Emily annuì silenziosamente piegando il suo golf e riponendolo all’interno della sua borsa. Dopo aver sistemato tutti i vestiti del riccio, Emily chiuse entrambe le ante dell’armadio e vi si appoggiò con la schiena. La ragazza cominciò ad osservare le pareti tappezzate da centinaia di foto: ce n’erano alcune di Harry e Anne, alcune con Gemma, altre con Louis e gli altri ragazzi. Sorrise vedendo una foto di loro due insieme, la foto preferita di Emily. Ad incorniciare il tutto, c’erano alcuni riconoscimenti sportivi che Harry aveva sistemato su una mensola sopra la sua scrivania, piena di libri, fogli e penne ovunque, segno che qualche ora prima il riccio aveva fatto i compiti. Emily spostò lo sguardo dalla scrivania ad Harry, ancora attaccato al suo iPhone. La ragazza alzò gli occhi al cielo, infastidita.
«Harry», disse con tono sconsolato.
«Scusami, Emily», disse il ragazzo alzandosi dal letto e riponendo il telefono in tasca. Poco dopo si avvicinò ad Emily e, con una mano, avvicinò il viso di lei al suo, schioccandole un leggero bacio sulle labbra morbide. «Grazie», disse dopo il bacio.
Emily posò un braccio sulle spalle del riccio e lo avvicinò a sé sorridendo. Le labbra di Harry si posarono nuovamente su quelle di Emily. Il bacio fu presto interrotto da Harry, che si scostò dalla ragazza e tirò nuovamente fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni. Appena aprì il messaggio per leggerlo, Emily sfilò il telefono dalle mani del ragazzo.
«Fammi vedere chi ti scrive», fece la ragazza sorridendo.
«No, Emily», disse Harry cercando di riprendersi il cellulare.
Il sorriso che si era impossessato del viso di Emily si spense appena la ragazza lesse il messaggio e il mittente di esso.
«Faccio andare via velocemente Emily e poi usciamo», lesse la ragazza mentre i suoi occhi iniziavano a riempirsi di lacrime. «Esci con Ashley?», domandò infine la ragazza.
«No, Emily. Non è come sembra», cercò di spiegarsi il ragazzo.
«Da quanto tempo uscite insieme? Da quanto va avanti questa storia?», fece Emily scorrendo i messaggi ricevuti dal ragazzo. «Andate avanti così da un mese?».
«Emily», disse sconsolato il riccio.
«Sapevo che c’era qualcosa che non andava», fece la ragazza prendendo la sua borsa e dirigendosi verso la porta mentre alcune lacrime cominciavano a scorrere sulle sue guance.
«Emily, dove vai?».
«Me ne vado, non ti sembra ovvio?», fece la ragazza.
«Aspetta».
«No, Harry. E non provare a seguirmi, non voglio portarti all’ospedale un’altra volta».
Appena Emily si chiuse la porta alle spalle, Harry lanciò sul letto il suo telefono e si appoggiò alla porta della sua camera. Aveva combinato un altro casino e lo sapeva benissimo: questa volta sarebbe stato più difficile dare spiegazioni ad Emily tralasciando alcuni particolari.












Eccomi qua, sono tornata (:
Non riuscirete a liberarmi tanto facilmente della mia ff muahahahah :D
Prima di tutto, vi chiedo UMILMENTE PERDONO per avervi fatto aspettare così tanto per questo capito. Spero solo che non vi siate stufate di aspettare e mi abbiate abbandonata D: Probabilmente, dopo tutto questo tempo, vi aspettavate un capitolo migliore D: mi dispiace, speravo con più tempo di sfornare qualcosa di meglio.
Alcune di voi mi hanno detto che avrebbero voluto vedere più momenti Lemily (?) e in questo capitolo mi sono impegnata per far comparire un po' di più Louis. Nei prossimi ci sarà ancora, ma non voglio dirvi nulla. Spero solo che la mia ff vi piaccia ancora, ho spesso paura che non vi attiri (?) più come prima (: spero solo di non deludere le vostre aspettative (:
Ancora una cosa (: Lo so, riesco sempre a far litigare Emily ed Harry ma la mia idea iniziale (se non si era capito) era quella di una storia complicata. Poi io sono sempre triste quindi forse sono portata più per scrivere cose deprimenti (: Io credo che le ff che sono sempre tutte rose e fiori dopo un po' possano sembrare quasi finte (forse anche la mia ff)
Va bene, mi sto facendo troppo problemi (:
Ditemi che ne pensate del capitolo, di Emily, di Harry, di Louis e, se avete sentito la premiere di Take Me Home, parlatemi dell'album :D
Spero di vedere anche qualche recensione, mi fa sempre piacere leggere ciò che scrivete e mi stimola a migliorarmi e a scrivere :D
Un bacio, Elisa
P.S. seguitemi su twitter se volete, sono @harryslies (:
RINGRAZIO IMMENSAMENTE TUTTI COLORO CHE SEGUONO LA MIA STORIA O L'HANNO INSERITA TRA LE PREFERITE/RICORDATE :')
P.P.S. forse il capitolo è un po' lungo?! ahahahahahah mi sono lasciata catturare dall'ispirazione :D

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 – I waited all my life just to find a love that feels this right. ***


(Consiglio di leggere il capitolo con, come sottofondo, They Don't Know About Us degli One Direction)



Emily stava sistemando la sua camera, dopo qualche giorno di studio intenso sulla sua scrivania si era creata una pila di libri e diversi fogli spuntavano ovunque. Tutto ciò che aveva lasciato lì sopra prima di mettersi a studiare ormai era più che sepolto. La scuola la stava distruggendo, le verifiche e le interrogazioni si accumulavano sempre di più ed Emily si sentiva soffocare: la paura di non avere abbastanza tempo per svolgere tutti i compiti assegnati la tormentava giorno e notte.
Fortunatamente quel pomeriggio era riuscita a liberarsi dei compiti per qualche ora potendo così permettere a Louis di andare da lei. Emily sbuffò pensando a tutte le domande che il ragazzo le avrebbe posto riguardo Harry, erano passati due giorni da quel pomeriggio a casa Styles e, l’ultima persona di cui voleva parlare Emily, era proprio Harry.
Durante uno dei suoi discorsi mentali, Emily prese alcuni libri di scuola e cercò di sistemarli sulla mensola sopra la scrivania ma, considerato il poco spazio presente, dovette ricavare un posto nell’armadio di fianco a lei. In quel momento tutto ciò che desiderava fare era bruciare ogni singolo libro, non ne poteva più della scuola.
Emily sussultò sentendo qualcuno bussare alla porta.
«Ciao Emily».
«Louis. Come va?».
«Io bene, tu?», chiese il ragazzo dagli occhi azzurri.
La ragazza non rispose ma continuò a disporre i libri nello scaffale mentre il ragazzo si sedette sul letto. Emily iniziò di nuovo a maledire qualsiasi cosa e persona le passasse per la testa.
«Questo silenzio è una cosa negativa?».
«Perché sei voluto venire Louis?», chiese Emily.
«Credo che tu lo sappia benissimo».
«Hai bisogno di qualche compito? Ho già fatto fisica, storia e…».
«Emily», disse con tono severo Louis mentre la ragazza smise di parlare. «Dimmi che state scherzando».
«Non scherzo mai quando si parla di scuola», fece Emily.
«Non fingere di non capire. Che cazzo è successo questa volta tra te ed Harry?», disse Louis alzandosi in piedi ed alzando il tono della sua voce.
«Non ne voglio parlare».
«No cazzo, ora mi dici che diamine avete combinato. Non è possibile che voi due passiate il vostro tempo a litigare. Perché vi dovete comportare come due bambini?», disse Louis quasi urlando.
«Perché non lo chiedi ad Harry?», ribatté Emily.
«Gliel’ho già chiesto. Anzi, lui è venuto a casa mia quasi in lacrime dopo che te ne sei andata da casa sua. Quando succedono queste cose, tu tieni tutto dentro e soffri per conto tuo, ma Harry è diverso, soprattutto in questo periodo», disse Louis facendo una pausa. «Quando succedono questi casini lui ha bisogno di parlare subito con qualcuno e io non lo voglio vedere ogni due secondi a casa mia perché avete litigato».
Louis vide Emily asciugarsi una lacrima che aveva iniziato a scorrere sulla sua guancia destra. La ragazza continuò a sistemare la scrivania senza dire una parola quando Louis le tolse dalle mani tutto ciò che aveva e l’abbracciò.
«Usciva con Ashley mentre stavamo insieme», disse Emily abbracciando il ragazzo.
«Sai perché uscivano insieme?».
«No».
«Dovresti lasciarlo spiegare, è la cosa giusta», disse Louis.
«Come faccio a fidarmi di lui se ogni volta c’è di mezzo un’altra ragazza? Non è facile, soprattutto se si tratta di Ashley», disse Emily scostandosi dal ragazzo.
«Lo so che non è facile, ma devi ascoltarlo. Gemma mi ha detto che questi due giorni li ha trascorsi nella sua camera. Ogni volta che entrava a vedere come stava, lo ha sempre trovato attaccato al telefono ed immagino che ti abbia riempita di messaggi», disse Louis facendo sorridere Emily.
«Già».
«Anche se è stupido, Harry ti vuole bene. So che non aveva nessuna intenzione di ferirti, ma non sempre tutto rimane sotto il nostro controllo».
«Grazie per esserci sempre», disse la ragazza abbracciando Louis.
«È questo ciò che deve fare un migliore amico».







Come qualche giorno precedente, Emily si trovava di nuovo incollata alla sua scrivania, sommersa dai compiti. Il problema di quel pomeriggio era rimanere concentrata dopo la chiacchierata con Louis. Così come le aveva detto il ragazzo, Harry aveva molte spiegazioni da darle, ma Emily non era sicura di volerle sentire. Forse era arrivato il momento di dare un taglio alla loro relazione, forse non erano destinati a stare insieme.
Nonostante tutto, Emily non era sicura che sarebbe stata meglio senza Harry: lui le rallegrava le giornate, accoccolarsi tra le sue braccia era ciò che desiderava ogni giorno.
Ogni storia d’amore arriva al capolinea e probabilmente la loro ci era appena arrivata. Lo dimostravano le numerose litigate e i problemi che avevano avuto i mesi precedenti. Con i diversi e numerosi impegni scolastici, Emily aveva deciso che non sarebbe riuscita a sostenere anche le delusioni d’amore che la storia con Harry le procurava. Sapeva fin dall’inizio che non avrebbe funzionato, ma, in un momento di follia, aveva dato ascolto al suo cuore nonostante il cervello le dicesse di stare lontana dal riccio.
Emily aveva già da qualche secondo lo sguardo perso nel vuoto e, con tutte le forze, cercava di trattenere le lacrime. Non poteva negare che la storia con Harry la rendesse felice ma, la paura di incontrare un altro ostacolo, la rendeva ancora più fragile e convinta che Harry le avrebbe soltanto fatto del male. Inoltre i messaggi di scuse che aveva ricevuto i giorni precedenti non l’aiutavano a cambiare idea riguardo la storia con Harry.
-Lo so che è difficile da credere dopo tutti i casini che ho combinato, ma mi dispiace per quello che ho fatto. Emily, ho davvero bisogno di parlarti. Se dopo le mie spiegazioni non vorrai più vedermi, ti capirò e mi metterò il cuore in pace. Ti amo, Emily-.
La ragazza, dopo aver letto il messaggio di Harry che le era appena arrivato, appoggiò nuovamente il telefono sulla scrivania e guardò fuori dalla finestra cercando di trattenere le lacrime. Solo sapere che Ashley era coinvolta, la faceva imbestialire e la rendeva ancora più triste. L’unica cosa della quale era certa, era che, se avesse dovuto davvero porre una fine alla sua storia con Harry, gliel’avrebbe detto personalmente: tutto ciò che doveva fare era trovare il coraggio di parlarne col diretto interessato.
Nonostante fosse immersa nel suo mondo, Emily si accorse del campanello che aveva già suonato due volte. Se fossero stati i suoi genitori, li avrebbe uccisi sapendo che avevano la chiavi di casa con loro e non avevano trovato la forza di tirarle fuori. Ma, ripensandoci, doveva essere Louis dato che le aveva detto che sarebbe passato per prendere alcuni compiti.
Pur rischiando di uccidersi scendendo le scale, Emily riuscì ad arrivare davanti alla porta di casa tutta intera. Si diede una sistemata pur sapendo che era conciata malissimo e sapendo che Louis l’avrebbe presa in giro tutto il pomeriggio.
«Emily».
Appena la ragazza si rese conto di chi aveva davanti, le venne una fitta al cuore e tentò di chiudere la porta.
«Ti prego, Emily. Lascia che ti spieghi», fece Harry.
La ragazza riaprì la porta e lasciò Harry parlare, così come le aveva consigliato Louis. Il ragazzo sorrise vedendo che Emily indossava la felpa che gli aveva chiesto in prestito il giorno della loro ultima litigata.
«Non ti ho tradita con Ashley, devi credermi. Non potrei mai farlo dopo tutto quello che abbiamo passato e dopo tutto ciò che ho fatto per avere una possibilità con te», cominciò Harry.
Il ragazzo fece una breve pausa, doveva utilizzare le parole più giuste per spiegare ad Emily cos’era successo durante quel mese in cui si era visto con Ashley.
«È stata lei a scrivermi, voleva soltanto parlare. All’inizio voleva solo scusarsi per tutte le cose orribili che mi aveva fatto passare. Voleva anche sapere come farsi perdonare da te, ma poi abbiamo iniziato a parlare come due vecchi amici».
Emily continuava a rimanere in silenzio, ogni parola di Harry le creava una fitta allo stomaco e i suoi occhi iniziavano a riempirsi di lacrime che, fino a quel momento, era riuscita a trattenere.
«Mi ha detto che prova ancora qualcosa per me, ma le ho ripetuto che ormai il mio cuore appartiene ad un’altra ragazza e che non sarebbe mai più riuscita a prendere il suo posto», disse Harry fermandosi e facendo un respiro profondo. «Ti prego, Emily. Perdonami, avrei dovuto parlartene prima, ma lo sai che sono uno stupido e combino solo casini. Ti amo con tutto il mio cuore e non avrei mai voluto farti del male».
Emily distolse lo sguardo dagli occhi verdi del riccio, le sue parole le trafiggevano il cuore come coltelli e lei non avrebbe resistito ancora per molto. Harry continuava a cercare un contatto visivo con la ragazza, ma il suo cervello cercava di capire come facesse Emily ad essere così bella con una felpa, dei pantaloni della tuta e con i capelli raccolti in modo disordinato. Sapeva di aver sbagliato non parlando con Emily della sua situazione, ma Harry era un campione nel crearsi problemi da solo.
«Ti prego, Emily. Dimmi qualcosa. Non voglio che la nostra storia finisca ora e in questo modo», fece Harry mentre Emily lo guardò negli occhi.
Il riccio, vedendo le lacrime scorrere sul viso della ragazza, capì che doveva essere arrivato troppo tardi. Tentò di avvicinarsi ad Emily, ma lei si allontanò.
«No, Emily. Io ti amo, non voglio che finisca così».
Gli occhi lucidi di Harry mostravano tutto il suo dolore così come quelli della ragazza. Emily si avvicinò al riccio, gli asciugò le lacrime che avevano iniziato a cadere e gli schioccò un bacio sulla guancia destra. Il ragazzo, durante quel breve bacio, posò una mano contro la schiena della ragazza che, subito dopo, avvolse con entrambe le braccia il collo del riccio. Un secondo dopo, Emily sciolse l’abbraccio, guardò per l’ultima volta Harry negli occhi e rientrò in casa sapendo che quel pomeriggio non sarebbe più riuscita a studiare.







«Quindi si sono davvero lasciati?».
«Si».
«Davvero?».
«Si, Amelia. Si sono lasciati, mi dispiace che non siano corsi entrambi a dirtelo».
«Louis, che ti prendere? Non è il caso di aggredirla in questo modo, ha semplicemente fatto una domanda».
«Hai ragione, Beth. Scusami, Amelia», disse Louis continuando a fissare il suo piatto d’insalata.
«Scusami tu, Louis. È solo che non riesco a credere che siano arrivati a questo punto», fece la bionda.
«Nemmeno io. Non puoi immaginare quanto mi faccia stare male questa situazione. Sono due delle persone alle quali voglio più bene e mi rattrista vedere che non riescono ad essere felici insieme», sospirò Louis.
«Lou, vedrai. Si sistemerà tutto», fece Liam.
«Altrimenti sistemeremo noi tutto», disse Niall concludendo la frase dell’amico.
Zayn aveva appena circondato i fianchi di Amelia col braccio sinistro e l’aveva avvicinata a sé mentre continuava a fissare prima Harry, seduto ad un tavolo alla sua destra, poi Emily, anche lei da sola, alla sua sinistra. Non era l’unico che sembrava assistere ad una partita di tennis e lui, così come tutti gli altri, non riusciva a capire come potessero Emily ed Harry litigare sempre.
Tutti e sei erano seduti insieme nella mensa durante la loro pausa pranzo e sentivano incredibilmente la mancanza di Emily ed Harry al tavolo con loro. I momenti in cui il silenzio iniziava a diventare troppo lungo erano sempre interrotti da qualche battuta stupida di Emily oppure da qualche osservazione idiota di Harry che poi trascinavano tutti gli altri in grandi risate.
«Perché devono sempre litigare? Mi spezza il cuore vederli divisi sapendo quanto si vogliono bene», soffiò Beth appoggiando la testa sulla spalla di Niall.
«Andrà tutto bene, si sistemerà tutto», le disse il biondo schioccandole un bacio sulla fronte.
Erano trascorsi pochi giorni dall’ultima volta in cui avevano visto Harry ed Emily insieme e già ne sentivano la mancanza come se fossero stati separati per mesi.
Ma, questa volta, tutti sapevano che le cose non sarebbero tornare facilmente come prima, nonostante tutti ci sperassero.







Emily continuava a fissare il cortile della scuola, ancora una volta bloccata in classe dalla professoressa Peterson e le sue interminabili lezioni di spagnolo. Nonostante si trovasse in un periodo pieno di interrogazioni e verifiche, da quando aveva lasciato Harry, Emily trascorreva le sue giornate nella sua camera, seduta sul davanzale della finestra, con le cuffie nelle orecchie.
Fissava i rami spogli scossi dal vento, la pioggia o la neve cadere così come faceva in quel momento a scuola: l’unica differenza stava nel trattenere le lacrime davanti ai suoi compagni di classe. Emily odiava sembrare debole e, pur di non chiedere aiuto, trascorreva delle ore chiusa in bagno a piangere tutte le lacrime a sua disposizione.
In situazioni del genere, Emily non andava neanche a sfogarsi con Amelia e Beth, sicura che loro non avrebbero compreso le sue sofferenze. Le aveva viste tristi, più volte, insieme ai ragazzi fissare prima lei e poi Harry nella mensa e, conoscendole, cercavano un modo per far tornare tutto come prima.
Il bussare improvviso alla porta fece sobbalzare quasi tutti i compagni di classe di Emily; lei, però, non si mosse di una virgola, continuava a fissare il cortile. Non prestava attenzione nemmeno al bidello appena entrato, che in altre situazioni poteva sembrarle una piccola via di fuga dalle lezioni della Peterson.
«Emily», disse la donna sulla cinquantina. «Emily?».
«Scusi, professoressa. Ero distratta», fece la ragazza tornado sulla Terra.
«L’avevo notato. Ora penso che lo sarai ancora di più, a quanto pare c’è un pacco per te», disse la Peterson mentre Emily non capiva il senso di quella frase.
Quando la donna indicò la porta, solo allora Emily notò il bidello con un mazzo di rose rosse che si stava avvicinando a lei.
«Consegna speciale», disse l’uomo sorridendole.
Emily ricambiò immediatamente il sorriso e si scusò con la professoressa per quell’interruzione improvvisa.
La ragazza prese la busta incastrata tra le dodici rose e, pur immaginando chi potesse essere il mittente, l’aprì: la calligrafia aveva confermato i suoi sospetti e, improvvisamente, una fitta allo stomaco cominciò ad diventare più insistente.
-Dodici rose rosse per San Valentino? Che regalo banale. Io sono banale, fin troppo. A quanto pare litigare e far soffrire le ragazze sono le uniche due cose che so fare bene, fin troppo bene. Sono davvero un tipo banale, oltre che uno stupido. Non so come tu abbia fatto ad innamorarti di me, sono una persona orribile. Non sono in grado di parlare con la mia ragazza (sei la mia ragazza, vero?) di ciò che mi preoccupa e, puntualmente, la faccio soffrire-. Emily sorrise pur sapendo che non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime ancora per molto. -So che ti avevo detto che mi sarei messo il cuore in pace e non ti avrei più cercata, ma questi giorni senza di te sono stati invivibili. Riesco a capire quanto tengo a te e quanto ti voglio bene, solo quando sono sul punto di perderti. E non ti scriverei tutto questo se non avessi pensato di averti persa davvero. Non smetterò mai di dirtelo e ti inseguirò finché non mi ascolterai. Emily, ti amo. Harry-.
Emily finì di leggere la lettera mentre un sorriso si era impadronito del suo viso. Si asciugò velocemente le due lacrime che avevano iniziato a segnarle le guance, sotto lo sguardo curioso dei suoi compagni di classe.
Appena suonò la campanella, Emily uscì di corsa dall’aula, voleva assolutamente parlare con Amelia e Beth dell’accaduto. Continuando a camminare nel corridoio col mazzo di rose in mano, notò Harry, con le braccia conserte, appoggiato proprio accanto al suo armadietto. Sorrise quando lui sfoderò il suo sorriso appena la vide.
Arrivata davanti al suo armadietto, inserì la combinazione e l’aprì, sotto lo sguardo curioso del riccio, riponendo all’interno alcuni libri e prendendo il suo cappotto. Dopo averlo indossato, richiuse l’armadietto e, sempre col sorriso stampato sul viso, si diresse verso l’uscita.
Sapeva benissimo che Harry la stava seguendo a qualche metro di distanza, ma si spaventò appena sentì la sua testa poggiarsi sulla sua spalla e le sue braccia avvolgerle la vita.
«Che bel mazzo di rose. Chi te l’ha regalato?», chiese ironico il riccio.
«Un tipo», rispose distrattamente Emily cercando di non ridere.
«Sono davvero belle. Ha buon gusto il ragazzo».
«In realtà, lui dice e crede di essere banale», disse Emily.
«E tu credi che…?», cominciò il riccio.
«E io credo che il mio ragazzo sia un idiota», disse Emily completando la frase.
«Che hai detto?», chiese sorpreso il riccio.
«Io? Niente».
«Avanti, ripetilo», le disse Harry pronto per un possibile attacco di solletico.
«Mi dispiace, Harry», fece Emily guardando gli occhi verde smeraldo del riccio.
«Per cosa?», domandò il ragazzo schioccandole un bacio sulla guancia destra.
«Mi dispiace di averti lasciato in quel modo qualche giorno fa, senza dirti neanche una parola», disse Emily abbassando lo sguardo.
«Ti prego, non mi ricordare quel momento», disse Harry ancora visibilmente scosso. «Cosa pensiamo di fare?», fece il riccio mentre, con la mano destra, sollevò il mento di Emily.
«Non credo di essere in grado di sopportare, oltre ai problemi derivanti dalla scuola, anche le delusioni d’amore», fece Emily prima di enorme sospiro.
«Quindi è davvero finita?», chiese Harry, quando anche l’ultimo briciolo di speranza che gli era rimasto iniziava a svanire.












eccomi qua, di nuovooooo! (:
scusatemi per l'attesa, mi dispiace tanto farvi aspettare.
è tutta colpa della scuolaaaaa! queste ultime due settimane sono state davvero un inferno: tra un po' non riuscivo a trovare nemmeno il tempo per andare in bagno tanto avevo da studiare ahahahah
e tanto per cambiare, ho avuto un altro mio "periodo di depressione" durante il quale rimanevo seduta con le cuffie nelle orecchie a fissare il vuoto per ore, senza un motivo preciso (:
in realtà è tutta colpa di They Don't Know About Us, che mi ha fatto cadere in depressione.
PARLIAMO DEL CAPITOLO muahahahah
quanto può essere dolce Harry?! io lo amo (anche se in questo periodo siamo in crisi e abbiamo qualche problema) quando Emily ha lasciato Harry, mi sono quasi messa a piangere (solo io posso piangere per le cose che scrivo -.-)
in questo capitolo si può capire un po' meglio che diamine ha combinato Harry (:
la mia idea iniziale era di aggiungere ancora una parte, ma ho deciso di metterla nel prossimo capitolo muahahah
spero di non metterci troppo tempo a scrivere, però vi assicuro che l'idea c'è già e appena ho due minuti liberi mi metto a scrivere (:
come al solito ringrazio tutti coloro che mettono la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e tutti coloro che mi fanno sapere ciò che pensano della storia (:
non vorrei sembrare cattiva, ma, dato i numerosissimi impegni scolastici che mi impone la quinta liceo, i prossimi capitoli li posto se vedo qualche recensione che per me significa che la storia piace. altrimenti la finisco qui e buonanotte al secchio, anche se ci sono immensamente affezionata (:
seguitemi su twitter (@harryslies), se volete seguire i miei "aggiornamenti" (:
un bacio a tutti quanti,
Elisa c:

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 – You've got the light to fight the shadows. ***


(Consiglio di leggere il capitolo con, come sottofondo, Read All About It di Emeli Sandé)



Amelia si stava spazzolando i lunghi capelli biondi mentre ripensava al giorno precedente. Aveva trascorso l’intera giornata di San Valentino insieme a Zayn e si era divertita come non mai. Sorrise ripensando a tutto ciò che avevano fatto insieme e, per la prima volta nei suoi diciotto anni, non si era mai sentita più fortunata. Aveva degli amici stupendi ed un fidanzato meraviglioso, non il solito bastardo che prima ti porta a letto e poi ti spezza il cuore.
Dopo aver riposto la spazzola nell’armadio, Amelia uscì dal bagno e tornò in camera. Prese il suo zaino, facendo attenzione a non svegliare sua sorella Grace, e, infine, uscì chiudendosi la porta alle spalle. Dopo aver salutato la madre, uscì di casa incamminandosi verso quella di Beth.
Le due ragazze avevano deciso di andare a scuola insieme, lasciando soli i rispettivi fidanzati. Erano un po’ di giorni che Emily non si univa a loro; solitamente se Emily non c’era, era perché aveva appuntamento con Harry, ma, dopo il loro ultimo litigio, la ragazza aveva trascorso meno tempo insieme alle sue due migliori amiche.
«Allora? Com’è andata ieri?».
«Benissimo, il miglior San Valentino della mia vita», fece Amelia più allegra che mai.
«Immagino, Zayn è un ragazzo davvero dolce», rispose Beth.
«Anche Niall è un tesoro. Che ti ha preparato di speciale?», chiese curiosa Amelia.
«Mi ha portata fuori a cena in un ristorante davvero stupendo. L’unica cosa che non voglio sapere è il conto della cena», disse Beth facendo ridere Amelia.
«Chissà Emily ed Harry», fece Amelia dopo una breve pausa.
I magnifici sorrisi sui visi delle due ragazze svanirono lentamente. Entrambe sospirarono ripensando all’orribile situazione nella quale si trovavano Emily ed Harry.


 


 

Un giorno prima



L’ultimo ad aver parlato era stato Harry e il silenzio, che si era creato dopo le sue ultime parole, lo stava facendo impazzire. Harry aveva tremendamente paura che la risposta di Emily alla sua domanda potesse essere “Si, è davvero finita”. Quelle semplici parole gli avrebbero spezzato il cuore.
Harry amava Emily con tutto se stesso: non aveva mai provato niente di simile per nessun’altra ragazza e quel sentimento gli sembrava ancora più strano sapendo quanto si erano odiati a vicenda gli anni precedenti.
Harry sentiva le lacrime diventare sempre più insistenti, non voleva separarsi da Emily: lei lo rendeva davvero felice; in qualche modo, Emily era anche riuscita a far riavvicinare Harry e suo padre e lui le era immensamente grato.
«Ti prego, Emily. Non voglio che la nostra storia finisca qui, ma se questo è ciò che vuoi dimmelo subito. Questo tuo silenzio mi sta uccidendo», fece il riccio.
«Harry».
«Emily, ripensa a tutto ciò che abbiamo fatto insieme…», iniziò nuovamente il ragazzo.
«Harry».
«Emily, davvero, ripensa a tutte le belle giornate che abbiamo trascorso insieme, ripensa a qualche mese fa quand’eravamo nel vialetto. Ripensa a capodanno, a tutte le scemenze che abbiamo fatto insieme agli altri…».
«Harry».
«Non puoi dimenticare tutto così e far finire tutto. Ho bisogno di te, ti…».
«Harry, stai zitto un attimo», fece Emily tappando la bocca del ragazzo che non smetteva più di parlare. «Io ti amo, Harry, ma è difficile stare insieme ad una persona che non parla dei suoi problemi. Bisogna parlarsi in una relazione altrimenti si finisce come noi: litighiamo sempre, anche per le cose più stupide, e quando non litighiamo e ci stiamo divertendo c’è sempre qualcosa che va storto», disse Emily prima di una breve pausa.
«Emily», fece il riccio.
«No, Harry. Lasciami parlare», disse Emily interrompendo subito il ragazzo. «Non voglio una storia così seria da portarmi al matrimonio nel giro di un anno, ma non voglio nemmeno una storia fatta solamente di litigate e problemi nascosti. Mi dispiace», concluse la ragazza incamminandosi verso casa.
«Emily, posso cambiare. Ti prego, dammi un’ultima possibilità», fece Harry seguendola.
«Sono le ultime possibilità che rovinano una relazione», disse la ragazza accelerando il passo.
«Emily, ti prego. Ascoltami».
«Non credo ci sia molto altro da dire».
«Perché non puoi perdonarmi, dimenticare quel che è successo e darmi un’altra occasione?», chiese Harry.
Emily sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime: si era ripromessa, qualche giorno prima, che non avrebbe più pianto per Harry. Lo amava con tutto il cuore, non poteva negarlo, ma ogni giorno la faceva stare male. Le sue parole non dette, i problemi nascosti e le litigate la rendevano sempre più fragile ed Emily se ne accorgeva ogni giorno sempre di più.
«Emily, ti prego», fece Harry mentre la ragazza saliva i quattro gradini della sua villetta. «Emily», disse afferrandole un braccio e costringendola a guardarlo negli occhi. «Non mi hai nemmeno detto qualcosa riguardo quello che ti ho scritto».
La voce di Harry aveva perso la solita calma che la caratterizzava. Era evidente che il riccio aveva paura di perdere Emily, si poteva leggere nei suoi occhi e si poteva notare nei suoi movimenti.
«Era dolce», fece la ragazza accennando a un sorriso mentre apriva la porta di casa.
«Tutto qui?», chiese Harry aprendo, in modo disperato, le braccia.
«Perché stai ancora provando a farmi cambiare idea?».
«Perché ti amo, Emily. È così difficile da capire?», disse il riccio alzando il tono della sua voce e facendo indietreggiare la ragazza.
«Anche io ti amo, Harry, ma…».
«Allora qual è il problema?», fece Harry quasi urlando.
«Non sono sicura di fidarmi ancora di te».
Harry fu colpito dalla realtà di quelle parole, forse Emily aveva ragione. Si era sempre fidata di lui e lui era sempre riuscito a deluderla. Emily l’aveva anche perdonato più volte di quanto Harry realmente meritasse.
Il riccio sospirò scuotendo la testa, consapevole dei numerosi sbagli commessi. Louis gli aveva detto più volte di parlare con Emily dei suoi problemi, ma lui non l’aveva mai ascoltato.
Non aveva dato retta nemmeno a sua sorella Gemma e a sua madre che volevano entrambe il meglio per lui ed Emily. Gemma aveva anche minacciato Harry di raccontare tutto ad Emily, ma poi non l’aveva fatto, sperando che il fratello dimostrasse di essere abbastanza maturo per affrontare i suoi problemi.
Harry alzò gli occhi al cielo per non far cadere le lacrime che si erano impadronite dei suoi occhi. Odiava non avere più nulla sotto il suo controllo e non sapeva cosa fare. Iniziava a credere che Emily avesse ragione: come poteva fidarsi di lui dopo tutte le bugie? Harry si era spinto troppo oltre e questa volta doveva accettare le conseguenze delle sue azioni.
Inoltre, Harry sapeva quanto fosse testarda Emily e sapeva anche che non sarebbe più riuscito a farle cambiare idea: l’unica soluzione era dimenticarsi di lei. Il riccio sapeva che non sarebbe stato facile, ma aveva promesso ad Emily che l’avrebbe lasciata in pace se lei non l’avesse più voluto vedere.
Il cielo sopra di loro iniziava a scurirsi e l’aria gelata iniziava ad essere più pungente.
Così come nella mente di Harry, anche in quella di Emily, viaggiavano migliaia di frasi, non ancora dette, che forse avrebbero potuto salvare la loro relazione.
Harry si avvicinò lentamente ad Emily e le schioccò un bacio sulla guancia destra, molto probabilmente l’ultimo bacio che avrebbe potuto darle.
«Mi dispiace che sia finita così, ma so che riusciremo a superare anche questo», fece Harry porgendo la sua mano destra ad Emily.
La ragazza la osservò per qualche minuto ripensando a tutto ciò che aveva condiviso con Harry, a tutti i sorrisi che quel ragazzo le aveva regalato e a come le aveva permesso di sentirsi davvero felice.
Emily si era sempre chiesta, prima di iniziare la sua storia con Harry, come mai la vita dovesse sempre mettere alla prova gli uomini nei modi più diversi; spesso si era chiesta come mai non potesse avere qualche secondo di vera felicità, ma doveva sempre lottare per non mostrare la sua debolezza di fronte agli ostacoli incontrati lungo il cammino.
Iniziata la sua storia con Harry, Emily aveva creduto che la vita le avesse concesso un momento di pausa; aveva creduto, con tutta se stessa, da quel momento in poi, di non dover più nascondere le sue debolezze.
Emily sentiva di avere una possibilità per essere davvero felice e questa possibilità era Harry.
E stringere quella mano protesa verso di lei sarebbe stato come accettare la fine della loro relazione, probabilmente per sempre, e rinunciare ad essere felice, ma Emily non era sicura che fosse realmente ciò che desiderava.
In quei pochi istanti, Harry era riuscito a metterla in difficoltà, a farla dubitare delle scelte prese. Quel bacio, che lui le dava sempre sulla guancia destra e che riusciva sempre a metterla in difficoltà in ogni situazione, l’aveva resa ancora più insicura.
Emily aveva paura che, chiudere le cose con Harry, la riportasse nello stato d’infelicità dal quale aveva tanto faticato per uscire. Aveva paura che, chiudere le cose con Harry, significasse perdere una delle persone più importanti della sua vita, che l’aveva aiutata in tutti i modi.
Emily aveva paura e, sapere quali sarebbero state le conseguenze delle sue azioni, la spaventava ancora di più.
Così, con le lacrime che le segnavano le guance, Emily afferrò, con entrambe le mani, il viso del riccio e posò le sue labbra su quelle del ragazzo, facendolo indietreggiare leggermente. Erano giorni che non aveva nemmeno sfiorato quelle labbra e le sembrava fossero trascorsi secoli dal loro ultimo bacio.
Harry le era dannatamente mancato e, sentire le mani del riccio, contro la sua schiena, avvicinarla al suo corpo, la faceva sentire protetta. Emily era convinta che Harry l’avrebbe ancora ferita e resa debole, ma era consapevole che, senza di lui, avrebbe fatto difficoltà a superare qualsiasi cosa.
«Perché l’hai fatto?», chiese stupito il riccio terminato il bacio.
«Ti odio perché mi fai sempre cambiare idea su tutto e ti odio per come ti sei comportato, ma so che senza di te tutto sarebbe più difficile», rispose Emily senza trattenere le lacrime.
«Quindi mi stai dando una seconda possibilità?».
Emily sorrise, nonostante le lacrime, e, prima che potesse dire qualsiasi cosa, Harry posò le sue labbra su quelle della ragazza.






 
Harry osservava Emily abbottonarsi i jeans e infilarsi la felpa che gli aveva chiesto in prestito giorni prima. Improvvisamente, un sorriso si fece largo sul suo viso: non credeva di essere così fortunato e, dopo il perdono di Emily, aveva davvero compreso quanto lei fosse speciale.
Il riccio si alzò velocemente dal letto e si avvicinò alla ragazza, che stava sistemando alcune cose all’interno del suo armadio. Le scostò leggermente i lunghi capelli castani e posò le sue labbra sul collo di lei, che sorrise immediatamente.
Appena si voltò, Emily abbracciò il riccio e lo strinse a sé poggiando la testa contro il petto scolpito del ragazzo. Lui le baciò la fronte e continuò a sorridere, felice di aver risolto i problemi che caratterizzavano la loro relazione.
«Mi sei mancato, Harry», sussurrò Emily.
Il riccio le baciò nuovamente la fronte cogliendo la nota di tristezza nelle parole della ragazza. La strinse a sé più forte, facendole capire che non se ne sarebbe andato e che, questa volta, non avrebbe fatto più nulla per deluderla.
«Hai voglia di venire da me?», chiese il riccio.
«Per cosa?».
«Ho una sorpresa per te. È San Valentino oggi, ricordi?».
«Pensavo di averla già ricevuta la mia sorpresa», fece Emily sorridendo.
In un secondo, Harry posò le sue labbra su quelle di Emily. Le era incredibilmente mancata e, averla nuovamente tra le sue braccia, lo riempiva di gioia.
I giorni precedenti si erano incontrati numerose volte nei corridoi, ma Emily non si era mai fermata nonostante Harry cercasse di attirare la sua attenzione.
«Questa sorpresa è diversa e sono sicuro che ti stupirà», fece il riccio terminato il bacio.
Poco dopo, i due ragazzi uscirono dalla villetta di Emily e si diressero verso casa Styles.
Durante il tragitto, Emily aveva chiamato la madre per dirle che sarebbe andata a casa di Harry quel pomeriggio.
Susan, dopo aver collegato tutte le parole dette dalla figlia, urlò di gioia, felice che Emily avesse sistemato le cose con il suo ragazzo.
Susan era innamorata di Harry e, nonostante fosse al corrente del comportamento che teneva prima di frequentare Emily, sapeva che per sua figlia era perfetto perché non aveva mai visto Emily così sorridente dopo la fine della sua storia con Michael.
Inoltre, Susan aveva avuto la dimostrazione di quanto Harry tenesse a sua figlia dopo tutto ciò che aveva fatto per lei. Ed il bellissimo mazzo di rose che spiccava sul tavolo in cucina, andava solamente ad aumentare la stima che Susan provava nei confronti del riccio.
Una volta arrivati a casa Styles, da vero gentiluomo, Harry prese il cappotto di Emily e lo posò sull’appendiabiti. Immediatamente, le braccia del riccio avvolsero Emily. La ragazza si voltò e guardò il riccio negli occhi sorridendogli.
«Stai bene?», chiese Harry sistemando una lunga ciocca di capelli dietro l’orecchio di Emily.
«Si», rispose lei affondando una mano nei ricci del ragazzo.
«Sei sicura?».
Emily annuì e avvolse il collo del ragazzo con entrambe le braccia.
Il sole stava cercando di farsi spazio tra le nuvole e sembrava voler regalare una bella giornata a tutti gli abitanti di Holmes Chapel. La pioggia e la neve erano cadute, su quasi tutta l’Inghilterra, senza tregua e il sole era l’ultima cosa che tutti gli inglesi speravano di vedere.
Harry condusse Emily nella sua camera chiedendole di concedergli cinque minuti. La ragazza annuì e si sedette sul letto del riccio in attesa del suo ritorno.
Emily notò nuovamente che la camera di Harry era incredibilmente ordinata; in un angolo, però, vide una grande quantità di palline di carta. La ragazza ne prese una, stirò leggermente la carta, e lesse le prime righe.
Sorrise pensando a quante volte Harry avesse cambiato idea riguardo cosa scriverle. Inoltre, Emily sapeva quanto Harry odiasse scrivere lettere o bigliettini alle persone, sia ad amici o semplici conoscenti sia ai propri familiari.
Emily fu distolta dai suoi pensieri quando la luce, nella stanza di Harry, si spense. Immediatamente, chiamò il ragazzo per capire quale fosse il problema. Poco dopo, vide la porta della camera aprirsi ed Harry entrare.
Il ragazzo si avvicinò ad Emily lentamente fino a posare le sue labbra su quelle della ragazza, che si sdraiò sul letto. Ad Emily era mancata incredibilmente la sensazione che provava, ogni volta, che Harry le si avvicinava.
Emily fu scossa dai brividi che le mani fredde di Harry, contro la sua schiena, le crearono. Harry aveva iniziato a lasciare una scia di baci lungo il collo della ragazza, che col braccio destro circondava le spalle del riccio.
Emily, pur provando piacere da quel contatto, riusciva a trattenere a stento le lacrime. Harry si staccò dalla ragazza soltanto quando iniziò a sentirla singhiozzare e sentì una sua lacrima bagnargli una guancia.
Tutto ciò che fece Harry fu stringerla a sé, farla sentire al sicuro tra le sue braccia.
Emily non sapeva esattamente cosa l’avesse portata, in un secondo, a sentirsi incredibilmente triste. Inoltre, si sentiva tremendamente in colpa per non essere in grado di offrire ad Harry ciò che meritava e desiderava, come lui faceva sempre con lei.
«Ti prego, non piangere», fece Harry dolcemente, afferrando il viso della ragazza con entrambe le mani. «Non c’è fretta, nessuno ti obbliga a fare sesso con me questa sera», disse Harry vedendo la ragazza scuotere la testa. «E se non è per questo, ricordati che io ci sarò sempre per te, in ogni momento e in ogni situazione. Non credere mai di essere sola al mondo. Non credere di non essere mai abbastanza e non pensare, nemmeno per un secondo, che la tua vita valga meno di quella degli altri. Sei una delle persone più meravigliose che conosca e meriti tutto ciò che di buono questa vita può offrirti».




 

Un giorno dopo

 

Amelia e Beth erano ormai arrivate davanti a scuola, l’ultima parte del loro tragitto era stata caratterizzata dal silenzio creato delle considerazioni che, ognuna delle due ragazze, stava facendo nella propria mente.
Amelia aveva deciso di accompagnare Beth al suo armadietto prima di affrontare la sua prima lezione della giornata. Beth si era anche ricordata, dopo numerosi richiami da parte della bionda, di riconsegnare ad Amelia il quaderno di matematica, chiesto in prestito per copiare alcuni appunti.
Amelia, pur essendo ancora intontita, come tutte le mattine, notò la testa riccia di Harry spiccare tra la folla.
«C’è Harry», fece toccando il braccio di Beth. «E sembra anche più felice del solito», continuò Amelia preoccupata, non riuscendo a capire chi fosse la persona con cui il riccio stesse parlando.
Le due ragazze guardarono il riccio temendo che avesse già trovato un rimpiazzo per la povera Emily, che molto probabilmente avrebbe avuto bisogno di più tempo per superare quella terribile situazione.
Appena videro che la mano di Harry era intrecciata a quella di Emily, entrambe urlarono di gioia, attirando l’attenzione degli studenti nel corridoio e, in particolare, quella dei due diretti interessati.
Le due ragazze non lasciarono ad Emily nemmeno il tempo di prendere fiato che subito le saltarono addosso. Quell’enorme abbraccio, pieno di gioia e segno di grande amicizia, confortò incredibilmente Emily, che era stata lontana, per parecchi giorni, dalle sue amiche. Sciolto quell’abbraccio, Amelia e Beth si fiondarono su Harry, che rimase colpito dal gesto delle due ragazze. Il riccio capì immediatamente che, quell’abbraccio, era un segno di perdono, ma anche di riconoscenza, era il modo migliore mediante il quale Amelia e Beth potevano esprimere la loro gratitudine ad Harry, nel rendere, ogni giorno sempre di più, Emily felice.
Quell’abbraccio rappresentava ciò che milioni di belle parole non sarebbero mai riuscite ad esprimere.













eccomiiiiiiiiiii (:
vi chiedo subito IMMENSAMENTE e INCREDIBILMENTE scusa per avervi fatto aspettare così tanto tempo per poi leggere questo schifo di capitolo -.- spero, con i prossimi capitoli, di non farvi aspettare troppo, ma quest'ultimo anno di liceo è veramente tremendo. non ho tempo per fare niente che non siano compiti -.-  cercherò di trovare dei momenti in cui scrivere, ma non vi posso dare un'ipotetica data di quando posterò il prossimo capitolo (che devo ancora iniziare a scrivere). i'm soooooo sorry :(
spero solo di non deludervi, spero solo che la storia vi piaccia ancora. so che vi potrebbe venire voglia di picchiare Emily perchè è sempre depressa e piange sempre, però la storia l'avevo immaginata così fin dall'inizio, non sto scrivendo cose a caso solo per continuarla.
e già dall'inizio volevo creare una storia in cui i due protagonisti non hanno una relazione facile come succede in quasi tutte le ff. vi assicuro che, alla fine (se mai ci arriverò), tutte le cose strane verranno spiegate e non ci saranno cose lasciate in sospeso. in più capirete anche tutti i compartamenti dei vari personaggi (:
parlando del capitolo...l'ho scritto in 3825482653 giorni diversi e ho cambiato tantissime cose ogni volta che lo rileggevo. mi dispiace per avervi fatte preoccupare per Harry ed Emily, ma alla fine tutto è tornato a posto e non poteva succedere diversamente (:
ringrazio IMMENSAMENTE tutti coloro che ancora, dopo diciassette capitoli, hanno la pazienza e la voglia di leggere la mia storia. ringrazio IMMENSAMENTE anche tutti coloro che continuano ad aggiungerla tra le seguite/preferite/ricordate (: grazie mille perchè mi rendete felice anche quando sono completamente sommersa dai compiti :D
ringranzio, in modo particolare, @ella2412 (: le tue recensioni, te l'ho già detto, mi rendono davvero felice e spero che la storia non ti abbia stufata (:
ho già detto che ringrazio tutti IMMENSAMENTE?! ahahahahahah
va bene, me ne vado.
spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero che mi diciate anche che ne pensate con una recensione (anche di due parole) :D
seguitemi su twitter così saprete come sono messa con i capitoli della ff (@harryslies)
un bacio, Elisa c:

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 - Show me how to fight for now. ***


Il mese di marzo era arrivato facendosi largo tra gennaio, febbraio, svariate interrogazioni e verifiche e iniziava anche a dirigersi verso la fine, come se nulla fosse. La neve aveva finalmente smesso di cadere e, al suo posto, erano entrate in scena le tipiche piogge di marzo che costringevano Emily a trascorrere le sue giornate a casa, incatenata alla scrivania a studiare. Fortunatamente per lei, i professori l’avevano graziata e non avevano concentrato tutti i compiti in classe in un’unica settimana.
Emily era, già da qualche ora, seduta sul davanzale della finestra nella sua camera ad osservare la pioggia cadere regolarmente sull’asfalto: le nuvole grigie non avrebbero lasciato trasparire nemmeno un raggio di sole.
Emily aveva perso completamente le speranze e si era vista costretta ad annullare il picnic che, con gli altri ragazzi, aveva programmato.
La pioggia aveva sempre intristito Emily: a differenza della neve, la pioggia mandava completamente all’aria tutti i piani; la neve, almeno, le avrebbe concesso una possibile battaglia di neve con i figli dei suoi vicini.
Sorrise appena vide Marcus saltare dentro una pozzanghera creatasi sul marciapiede davanti alla loro casa. Immediatamente, ripensò a quando il bimbo di sei anni le aveva mostrato i suoi stivali in gomma rossi, nuovi di zecca, dei quali andava molto fiero.
Emily adorava quel bambino, così solare e così allegro, non stava mai fermo un secondo. La sua sorellina di tre anni, Shailene, non era da meno. I bellissimi capelli biondi che teneva, quasi sempre, raccolti in due codini, le illuminavano il viso. Gli occhi azzurri le donavano quel tocco di vivacità che, ad una prima occhiata, non permettevano di cogliere il carattere solare simile a quello del fratello.
Shailene. Emily avrebbe chiamato così sua figlia. La piccola Shay, così si faceva chiamare la bimba dei suoi vicini, aveva stretto un enorme legame di amicizia con Emily.
Anche Emily era una bambina solare ed allegra da piccola, ma gli ostacoli, incontrati durante il percorso di crescita, avevano spento, sempre di più, quel meraviglioso carattere: soltanto negli ultimi anni, con le nuove amicizie strette a scuola, Emily aveva riacquistato parte della sua vera natura.
«Buongiorno bellissima».
Emily si spaventò visibilmente appena sentì le labbra di Harry lasciarle un lieve bacio sul collo e i ricci sfiorarle il viso. La ragazza mise in pausa la canzone in riproduzione in quel momento e tolse le cuffie dalle orecchie.
«Tu mi farai morire d’infarto prima o poi», fece la ragazza sentendo il suo battito cardiaco notevolmente accelerato.
Il riccio sorrise alle parole pronunciate da Emily e le avvolse la vita con entrambe le braccia prima di stamparle un bacio sulla guancia destra.
«Cosa ci fai qui?», chiese Emily, sorpresa di vedere il suo ragazzo da lei non avendo ricevuto nessuna sorta di preavviso.
«Avevo voglia di vederti», sussurrò il riccio all’orecchio di Emily. «E poi sapevo che non ti saresti mossa di qui con la pioggia quindi sono venuto a farti compagnia in questa terribile giornata», continuò il ragazzo mentre, sul viso di Emily, si faceva largo un enorme sorriso.
«Sono impegnata con quelle due bestie oggi», fece Emily indicando Marcus e Shailene.
«Chi sono?».
«Sono i figli dei miei vicini. Mi hanno chiesto se potevo fargli da baby sitter. Loro devono partire per Londra tra un’ora e rimarranno fuori fino a tardi e non potevano portarli con loro», spiegò Emily.
«Ho scelto la giornata sbagliata per venire da te, dovevo chiamarti».
«Non preoccuparti», fece Emily mentre si voltò per guardare negli occhi il riccio.
«Tornerò a casa», disse, sospirando, Harry prima di lasciare un bacio sulle labbra della ragazza.
«Perché non rimani? Come me e i bambini. Ci divertiremo», sorrise Emily avvicinando Harry a sé tirandolo per la felpa.
«Sei sicura?», fece il riccio prima che Emily accennasse ad un si con la testa. «Va bene».
Emily avvicinò, ancora di più a sé, Harry finché non riuscì a circondargli il torace scolpito con entrambe le braccia. Poggiata la testa contro il petto del riccio, rimase a fissare il paesaggio fuori dalla finestra, immergendosi nuovamente nei suoi pensieri.
«Che succede?», chiese Harry avvolgendo le spalle della ragazza con entrambe le braccia.
Emily iniziava ad odiare il fatto che Harry riuscisse, in ogni momento, a cogliere tutto ciò che non andava nel verso giusto e che la preoccupava. Emily sapeva che era una cosa meravigliosa il fatto che Harry riuscisse, così facilmente, a decifrare il suo stato d’animo senza che lei accennasse a nessun particolare. Il preoccuparsi di Harry dimostrava quando tenesse a lei ed Emily, pur sapendolo, si stupiva ogni volta.
«Avevo solo bisogno di un abbraccio», fece la ragazza sottovoce contro il petto del ragazzo che, subito, le lasciò un bacio sulla fronte.
«Quando mi dirai veramente, senza che io te le debba chiedere, cosa ti turba?», fece Harry sorridendo.
«Quando mi presterai questa tua nuova felpa?», ribatté Emily.
«Ti odio quando cambi discorso in questo modo».
«Ti voglio bene anche io, Harry».




«Lui chi è?».
«Un mio amico, rimarrà con noi oggi».
«Nome?», fece Marcus, con tono severo, rivolgendo la domanda al riccio.
«Harry».
«Quanti anni hai?».
«19».
«Ora fai parte del mio plotone quindi seguirai i miei ordini», disse, con tono autoritario, Marcus.
«Ai suoi ordini capitano», rispose, a tono, Harry mentre Marcus gli ordinava di seguirlo.
Emily sorrise sapendo che Marcus non avrebbe concesso nessuna tregua ad Harry e lo avrebbe sfinito con le sue battaglie immaginarie. La piccola Shay era rimasta nascosta dietro la gamba destra di Emily mentre il riccio veniva interrogato dal fratello ed Emily le accarezzò la testa assicurandole che Harry era un bravo ragazzo.
Nonostante fosse una bambina solare, Shailene faceva difficoltà a parlare con gli estranei: l’unica eccezione era stata Emily.
«Soldato!», urlò Marcus dal piano di sopra verso Harry, che era tornato indietro per lasciare un bacio sulle labbra di Emily.
«Arrivo capitano!», urlò il riccio, in risposta, facendo ridere la ragazza.
Scomparso Harry, Emily prese in braccio Shailene e si diresse in cucina per cominciare a preparare il pranzo.
I Watson si erano trasferiti, da Glasgow ad Holmes Chapel, qualche anno prima per questioni di lavoro e per rimanere vicini ai genitori della signora Watson. Emily era contenta che i suoi nuovi vicini non fossero troppo impiccioni o pazzi, come lo erano state alcune coppie precedenti.
Dopo aver accesso il gas sotto la pentola sul fornello, Emily osservò Shailene disegnare ed intraprendere un lungo monologo riguardo i colori dei vestiti che meglio avrebbero donato alle sue bambole.
Terminato il pranzo, la piccola Shay si era addormentata tra le braccia di Emily che, a sua volta, era accoccolata tra le braccia di Harry. Marcus si vide costretto ad abbassare i toni e a continuare le sue battaglie con i soldatini in un altro momento.
Emily poggiava una guancia contro la testa di Shailene e ripensava a tutto ciò che quella mattina la turbava. Mentalmente, pianificò le giornate seguenti, oltre ad un incontro speciale ed urgente con Amelia e Beth per discutere di argomenti abbastanza delicati.
Ciò che era accaduto con Harry un mese prima, aveva fatto capire ad Emily che, nascondere la verità al riccio, avrebbe portato alle stesse conseguenze.
E questa volta, la situazione era molto più seria e probabilmente, se le cose sarebbero andate in una certa direzione, non avrebbe fatto molto piacere ad Harry.
«Emily?».
Sarebbe stata in grado di prevedere le reazioni di tutti, tranne quella di Harry. Ed era proprio questo ciò che preoccupava Emily: si parlava del suo futuro ed Emily voleva che Harry ne facesse parte. Emily aveva tempo fino ad aprile per decidere e sapeva benissimo che il tempo, per lei, non si sarebbe mai fermato.
«Emily?».
«Dimmi».
«Perché sei triste?», chiese dolcemente Marcus osservando i suoi trenini.
«Già, perché sei triste?», fece Harry incrociando le braccia e fissando Emily.
«Non sono triste», disse a sua discolpa la ragazza.
«Invece si».
«Sono d’accordo con Marcus», fece Harry.
«Vado a portare Shailene nella sua camera», fece Emily alzandosi dal divano con la piccola accoccolata tra le sue braccia. «E non sono triste», disse, a bassa voce, prima di salire le scale che portavano al piano di sopra.
Una volta adagiata delicatamente Shailene nel suo lettino, Emily la coprì con la coperta color pesca. La piccola continuava a stringere a sé il suo orsacchiotto di peluche, che Emily le aveva regalato un anno prima e che era anche il suo pupazzo preferito.
Emily sorrise pensando a quante cose, lei e Shailene, avevano in comune nonostante la notevole differenza di età.
Prima di uscire dalla camera di Shailene, la ragazza fece un respiro profondo cercando di non far trasparire la sua tristezza, già colta, precedentemente da Marcus.
«Ora mi dici cosa succede», sussurrò Harry, all’orecchio di Emily, appena uscì dalla camera di Shailene.
«Va tutto bene».
«Emily, lo sai benissimo che non ti credo», fece Harry afferrando per un braccio la ragazza e allontanandola dalla camera di Shailene.
«Dov’è Marcus? Non posso lasciarlo da solo», disse Emily, preoccupata che il bambino potesse farsi male.
«Sta bene, è di sotto», fece il riccio bloccando la ragazza contro il muro del corridoio. «Allora?».
«Sto bene», soffiò Emily distogliendo lo sguardo dagli occhi verdi del riccio.
«Cazzo Emily, non sono così stupido da non capire che c’è qualcosa che non va», fece il riccio severo.
La ragazza riuscì successivamente a liberarsi dalla presa del riccio e si avviò verso il salotto per controllare che Marcus stesse bene. Dopo pochi passi, Harry le cinse la vita con entrambe le braccia e la bloccò nuovamente contro il muro. In un secondo, le labbra di Harry furono su quelle di Emily e le braccia della ragazza avvolsero il collo del riccio.
Harry aveva eliminato qualsiasi distanza bloccando Emily tra il muro e il suo fisico scolpito. Le mani di Harry scivolavano lentamente sotto la maglia della ragazza mentre le lasciava una scia di baci lungo il collo. Ogni volta che Harry le si avvicinava così pericolosamente, Emily sentiva il suo battito cardiaco accelerare notevolmente.
Il modo in cui Harry la toccava, la riempiva di brividi. Ogni volta che la distanza tra i loro corpi si azzerava, provava le emozioni più diverse e, il tocco leggero di Harry, la faceva sempre impazzire.
Le mani del riccio si spostarono velocemente sotto le cosce della ragazza. Appena Harry la sollevò da terra, Emily circondò i fianchi del riccio con le gambe e cominciò a lasciargli piccoli baci lungo il collo.
Emily capì le vere intenzioni di Harry dal modo in cui l’aveva bloccata tra lui ed il muro e dal modo in cui l’aveva baciata qualche minuto prima.
«Harry, fermati», fece Emily appena sentì Marcus chiamare il suo nome.
«Voi due non eravate soltanto amici?», chiese il piccolo arrivato in cima alle scale e fissando Emily in braccio ad Harry.
«Noi siamo amici», rispose la ragazza.
«Gli amici non si baciano. Che schifo», fece Marcus, con una smorfia disgustata, provocando la risata di Harry ed Emily.




«Quindi cosa pensi di fare?».
«Non ne ho la minima idea».
«Emily, devi decidere e devi assolutamente dirlo ad Harry», fece Beth con tono severo, nonostante si potesse cogliere una nota di tristezza nelle sue parole.
«Lo so, ma come faccio a dirglielo?», domandò Emily.
«Posso capire quanto sia difficile, ma, fidati, è meglio che tu glielo dica ora piuttosto che due giorni prima di partire», rispose Beth.
Il silenzio creatosi dopo le parole della mora venne interrotto da un lungo sospiro di Emily che, successivamente, scosse la testa.
«Devi per forza trasferirti?», chiese Amelia.
«Dipende se mi prendono all’università», rispose Emily.
«Ma quelle che ci sono a Londra non ti piacciono? Proprio in America te ne vuoi andare?», fece Amelia visibilmente triste all’idea di una possibile partenza dell’amica.
«Mi dispiace moltissimo ragazze».
«Gli altri lo sanno già?», chiese Beth.
«No, lo sapete solo voi».
«Louis non sa niente?», fece incredula Amelia.
«No e non so come potrebbe reagire», disse Emily portandosi entrambe le mani sul viso. «Il problema più grande rimane comunque Harry».
Ormai erano settimane che Emily cercava di trovare un modo per raccontare tutta la verità al riccio, ma non era mai riuscita a trovare le parole giuste. E la sua indecisione l’aveva portata ad avere sempre meno tempo prima di una sua possibile partenza.
Dopo tutto ciò che era successo tra lei ed Harry, Emily non sapeva come potesse reagire il riccio. E l’avrebbe capito se si fosse arrabbiato con lei o l’avesse lasciata: se il trasferimento fosse stato a Londra, la loro storia aveva ancora qualche possibilità di funzionare, ma Emily si sarebbe trasferita dall’altra parte del mondo. Come avrebbero fatto?
«Emily, devi dirglielo subito. Almeno potrete godervi questi ultimi mesi insieme», fece Beth, accennando ad un sorriso pur sapendo che avrebbe detto addio alla sua migliore amica.




-Ho bisogno di parlarti, è molto importante. Sto venendo da te-.
Emily rilesse, per l’ennesima volta, il messaggio inviato qualche minuto prima ad Harry. Amelia e Beth erano tornate a casa qualche ora prima ed Emily, alle dieci di sera, aveva deciso che avrebbe parlato con Harry.
La chiacchierata con le amiche le aveva finalmente fatto capire quanto poco tempo avesse da trascorrere con Harry prima di una sua ipotetica partenza. Di tempo ne aveva già sprecato fin troppo e sapeva che le cose, senza Harry, sarebbero andate diversamente quindi doveva goderselo finché poteva.
Emily si strinse nel suo cappotto a causa dell’arida gelida e pungente nonostante il sole avesse regalato una bella giornata agli abitanti di Holmes Chapel. Rimase qualche minuto ad osservare il cielo, impreziosito da una grande quantità di stelle e dalla luna che rischiarava la notte buia.
Il bel tempo di quei giorni aveva rallegrato incredibilmente Emily e lei aveva ancora in programma un picnic con gli altri ragazzi, ma, purtroppo, essendo all’ultimo anno, la scuola concedeva sempre meno tempo da trascorrere con gli amici. Inoltre, il picnic sarebbe stata una delle poche occasioni utili per raccontare la verità anche agli altri ragazzi.
Diverse furono le immagini che viaggiano all’interno della mente di Emily riguardo le serate pazze che aveva trascorso insieme alle sue migliori amiche, ad Harry ed insieme a Louis e agli altri ragazzi. In un secondo, l’immagine di Niall e Louis truccati e travestiti da donna la fece sorridere: i due ragazzi, sotto l’effetto dell’alcol, avevano detto e fatto cose inimmaginabili. Inoltre le parrucche, una rosa e l’altra lilla, li rendevano ancora più ridicoli.
In poco tempo, Emily arrivò davanti a casa Styles: il fiatone che si ritrovò dopo essersi fermata, le fece capire che aveva camminato più velocemente di quanto credesse.
Dopo aver indugiato per qualche minuto, aprì il cancelletto della villa e, percorso il vialetto, si ritrovò di fronte alla porta principale.
“Ora o mai più”, fu l’unico pensiero di Emily.




Harry era sdraiato sul suo letto e continuava a fissare il soffitto della sua camera. Il messaggio di Emily l’aveva reso nervoso e, infatti, non smetteva di guardare l’orologio: Emily sarebbe arrivata a momenti.
Harry aveva notato già da qualche giorno che Emily stava nascondendo qualcosa e vedere la sua ragazza preoccupata e sempre sovrappensiero, non lo rendeva tranquillo. Inutilmente, aveva cercato di parlare con lei, ma Emily aveva sempre schivato qualsiasi tipo di domanda.
Anche Louis non sapeva niente nonostante lui pensasse il contrario. Era molto strano che Emily non avesse detto niente nemmeno al suo migliore amico e questo lo faceva preoccupare ancora di più: doveva essere una questione davvero seria.
Aveva interrogato anche Amelia e Beth qualche giorno prima, ma, anche da loro, Harry aveva ricevuto la stessa risposta di Louis.
Harry era sicuro che Amelia e Beth gli avessero mentito, era impossibile che nemmeno loro sapessero niente. Harry conosceva Emily e sapeva che non avrebbe mai tenuto loro nascosto un problema per troppo tempo, ma, con sua grande sorpresa, Emily aveva fatto il primo passo e l’aveva preceduto.
Era trascorsa già un’ora da quando Harry aveva ricevuto il messaggio di Emily, solitamente lei non impiegava più di quindici minuti ad arrivare: il pensiero fisso che fosse successo qualcosa alla sua ragazza lo rendeva ancora più ansioso.
Si affacciò alla finestra della sua camera sperando di vedere Emily in lontananza. Sentiva il cuore battere più velocemente e l’ansia crescere ogni minuto.
L’aria fredda e pungente lo costrinse a rientrare poco dopo; prese il telefono, poggiato sul suo letto, sperando di trovare un messaggio di Emily, ma non fu così.
Decise quindi di chiamarla sperando che gli rispondesse.




Emily osservava in silenzio il ragazzo seduto accanto a lei sul divano.
Lo osservava rielaborare le parole che le erano appena uscite di bocca; lo osservava pensare e cercare di capire se avesse semplicemente sentito male; osservava i suoi occhi, puntati verso il basso, e la nota di tristezza che diventava sempre più evidente al loro interno.
Qualche secondo prima, Emily aveva visto spegnersi lentamente il sorriso che era affiorato sulle labbra del ragazzo appena l’aveva vista.
Emily giurava anche di aver sentito il cuore del ragazzo spezzarsi in mille pezzi.
«Dimmi qualcosa, ti prego», fece la ragazza.
«Cosa vuoi che ti dica?», disse il ragazzo puntando ancora lo sguardo verso terra.
«Louis, ti prego, perdonami».
«Emily, non devi scusarti se è ciò che davvero desideri. Harry lo sa?», fece il ragazzo.
«No».
«E quando partirai?», domandò Louis.
«Probabilmente a inizio giugno».
«Cosa aspetti a dirglielo? Tra meno di due mesi tu potresti partire e sai com’è fatto Harry. Ti conviene parlargli subito».
«Lo so. È già da molto che vorrei dirglielo, ma non so come fare», fece Emily abbassando lo sguardo.
«Parlagli e basta, non pensarci troppo».
Poco dopo quelle parole, Louis strinse a sé Emily, visibilmente triste. Il ragazzo cercava di consolarla nonostante desiderasse non trovarsi lì in quel momento.
Avrebbe preferito non sapere niente, avrebbe sicuramente preferito sapere la verità insieme agli altri ragazzi e, soprattutto, insieme ad Harry in modo da non dovergli mentire, per l’ennesima volta, solamente per coprire Emily.
Voleva immensamente bene ad Emily, ma era stanco di dovere mentire ad uno dei suoi migliori amici: il loro rapporto di amicizia prima o poi ne avrebbe risentito ed era l’ultima cosa che desiderava.
Entrambi sobbalzarono quando sentirono il telefono di casa Tomlinson squillare. Louis si alzò velocemente, asciugandosi di nascosto una lacrima che aveva iniziato a segnargli una guancia, e andò a rispondere al telefono.
Dall’altra parte della cornetta, trovò un Harry fin troppo agitato e che continuava a parlare senza nemmeno prendere fiato.
«Harry, che succede?».
Sentito quel nome, Emily si irrigidì all’istante.
«Harry, stai calmo. Non le è successo niente, è qua con me», fece il ragazzo. «Te la passo».
Dopo quelle parole, Louis porse il cordless alla ragazza che tentava in tutti i modi di far capire al ragazzo che non aveva nessuna intenzione di parlare con Harry.
Lo sguardo di Louis, però, non le concedeva nessun’altra opzione.
«Harry».
«Emily. Dio santo, avevo paura che ti fosse successo qualcosa. Che ci fai da Louis? Non dovevi venire da me? Mi hai fatto preoccupare», disse Harry, ancora tremendamente agitato.
«Lo so, scusami».
«Ho chiamato tutti, da Beth a Liam, che giustamente si è chiesto perché lui dovesse sapere dov’eri».
«Non volevo farti preoccupare», fece Emily.
«Cosa volevi dirmi? Sembrava davvero importante», fece Harry.
Le parole del riccio furono sentite pure da Louis, il cui viso aveva assunto un’espressione seria. Lo sguardo severo di Louis, puntato su Emily, non le permettevano di fare altro: era arrivato il momento di dire tutta la verità ad Harry.
«Harry, io volevo dirti che…».
«Dirmi che?», fece il riccio nella breve pausa creata dalla ragazza.
«Volevo dirti che ti amo», disse Emily osservando Louis, disperato, mettersi le mani nei capelli.
Poco dopo, la ragazza concluse la chiamata, sicura che una piccola bugia avrebbe fatto meno male di una dura verità.












Eccomi quiiiiii!
Voglio subito chiedere, a TUTTI, immensamente scusa per aver fatto passare così tanto tempo dal mio ultimo aggiornamento.
Non potete neanche immaginare quanto mi sia dispiaciuto, questa storia è davvero molto importante per me e, non riuscire a trovare il tempo per scrivere, è stato davvero triste. Triste perché quest'ultimo anno di liceo non mi ha permesso di fare nient'altro che compiti e ho dovuto sacrificare tutto il resto, in primis questa storia.
Inoltre è stato davvero molto frustrante non riuscire a scrivere anche in quei pochi momenti liberi che avevo, mi sono davvero odiata per non aver avuto un po' di ispirazione quando avevo tempo per scrivere.
Ora che ho finito la scuola (non potete nemmeno immaginare la mia tristezza nel dover dire addio al mio liceo, nonostante l'abbia odiato molto in questi cinque anni), cercherò di scrivere più che posso, ma non vi prometto niente: fino a luglio sono impegnata con gli esami -.-
Parliamo del capitolo! Questo è decisamente più triste di quello precedente, dove, bene o male, le cose tra Harry ed Emily finivano bene. Vi dico subito che la parte finale del capitolo mi fa davvero schifo: in realtà, pensavo di farlo finire in modo diverso, ma mi sembrava troppo tragico e quindi ho optato per questa fine (spero non vi faccia pena).
Tutto si basa sul fatto che Emily aveva fatto domanda ad un'università in America e, con molte probabilità, si dovrà trasferire. Ed è per questo che Emily, già all'inizio del capitolo, è triste.
Devo dirvi che la capisco benissimo Emily per non aver detto niente ad Harry, nemmeno sotto le minaccie di Louis: quasi sicuramente è la stessa cosa che avrei fatto io (:
Vi avevo detto che la storia tra i due protagonisti non sarebbe stata facile e spero sia un po' diversa da quelle che si trovano, ormai, in quasi tutte le fan fiction: non sempre le storie d'amore sono facili e semplici come nei film!
Cooooomunque, spero che il capitolo vi piaccia, nonostante sia stato scritto in momenti diversi (e nonostante a me faccia schifo) (:
Fatemi sapere che ne pensate con una recensione (:
Per me è davvero importante perché così posso capire se è il caso di modificare qualche cosa la prossima volta che scrivo. Prometto che non mi offendo! (già una ragazza mi aveva dato un consiglio e io l'ho accettato senza fare obiezioni)
Grazie ancora a tutti coloro che ancora seguono la storia, vi prometto che la prossima volta aggiornerò prima (:
Se volete seguitemi anche su twitter, sono @harryslies (:
Vi lascio, infine, con il link di una nuova ff che sto scrivendo. Mi piacerebbe sapere anche che ne pensate di questa mia nuova idea (: click here!
Un bacio, Elisa C:

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 – I promise you I will learn from my mistakes. ***


«Harry Styles che va in bianco non si è mai visto prima», disse ad alta voce Zayn.
«Cosa c’è di strano?».
«Stiamo parlando di te, Harry. È strano e basta», disse nuovamente Zayn. «Da quanto tempo è che non fai del buon sesso?».
«Da quando sto con Emily», fece il riccio.
Harry era sdraiato sul suo letto mentre lanciava in aria una piccola palla di spugna. Zayn era seduto sulla poltroncina, collocata poco distante dal letto, e aveva iniziato il suo interrogatorio nei confronti del riccio.
Harry non ricordava come fossero arrivati a parlare di sesso, ma la cosa lo disturbava. Ora che stava con Emily, gli sembrava fin troppo strano parlare della sua vita sessuale e sentimentale con gli altri ragazzi. Parlare della sua storia con Emily lo faceva sentire fin troppo vulnerabile e quella situazione gli faceva credere che tutte le difese, che si era costruito in quegli anni, fossero crollate la prima volta che aveva posato le sue labbra su quelle di Emily. E, inoltre, aveva paura che gli altri ragazzi lo giudicassero per il suo nuovo modo di comportarsi.
Se un discorso del genere fosse stato affrontato parecchi mesi prima, Harry non si sarebbe sicuramente tirato indietro dal raccontare come andavano le cose con le sue nuove conquiste. Eppure, ora si trovava a disagio a parlare di sesso insieme a Zayn.
«Emily ti ha proprio cambiato», disse ridendo il moro. «Magari se faceste sesso, molti dei problemi che caratterizzano la vostra relazione non ci sarebbero».
«Vi prego, possiamo smetterla di parlare di sesso e di Emily? Sarà la sua ragazza, ma rimane comunque la mia migliore amica», fece Louis infastidito, scollandosi dallo schermo del portatile sulla scrivania di Harry.
Harry rise alle parole del ragazzo, quasi più a disagio di lui nell’affrontare quel genere di argomento. 
La risata di Harry fu una risata di liberazione, una vera risata dopo molto tempo. Eppure, ciò che aveva detto Louis non aveva niente di così esilarante.
Tutti i ragazzi avevano notato che Harry, nell’ultimo periodo, era fin troppo stressato. Non soltanto per la scuola, che stava mettendo in crisi anche gli altri, essendo tutti all’ultimo anno. C’era qualcosa sotto che nessuno, nemmeno Louis, sapeva. C'era qualcosa che rendeva Harry ansioso, paranoico ed eccessivamente riservato su qualsiasi tipo di argomento. 
E sicuramente l’aveva notato anche Emily, stressata quanto Harry, se non di più. 
Era più che evidente che entrambi si nascondevano qualcosa a vicenda, nonostante tutti i problemi che avevano precedentemente avuto dopo le loro numerose bugie. Eppure, nessuno dei due sembrava aver imparato dai propri sbagli. E, soprattutto, nessuno dei due avrebbe mai pensato che i loro problemi avrebbero potuto avere ripercussioni sugli altri ragazzi.
Nessuno ne era rimasto estraneo, tutti conoscevano le cause delle loro litigate, erano al corrente di ogni fraintendimento, di ogni bugia. Erano al corrente di tutto perché, in un modo o nell'altro, erano stati tutti coinvolti nei loro problemi e perché volevano dannatamente bene ad Emily ed Harry. Vederli sempre in lotta non faceva bene a loro, come non faceva bene agli altri ragazzi.
«Io sono convinto che dovreste fare sesso. Almeno per risolvere alcuni dei vostri problemi», fece il moro sospirando. «Tra me ed Amelia funziona».
«Zayn, tu ed Amelia fate sempre sesso», precisò Louis, alzando gli occhi al cielo.
«Almeno non abbiamo problemi».
«Il sesso non può aggiustare sempre tutto», fece Harry.
Louis e Zayn colsero la nota di tristezza tra le parole del riccio, che furono seguite da un suo lungo sospiro.
I due ragazzi si guardarono. Nessuno dei due riuscì a trovare negli occhi dell’altro qualcosa che non fosse un sentimento di preoccupazione. Nessuno dei due riuscì a trovare le parole giuste da dire in quel momento. Nessuno dei due riusciva più a capire cosa viaggiasse all’interno della testa di Harry, cosa lo facesse sentire triste e così spaventato.
E il silenzio fu tutto ciò che riempì la stanza di Harry in quel momento.
Poco dopo, fu proprio lui a spezzarlo mostrando un lato di sé che nessuno dei due ragazzi aveva mai visto prima.
«Io la amo con tutto me stesso. Non m’importa se per fare sesso con lei dovrò aspettare ancora».
«Harry», fece Zayn prima di essere interrotto dal riccio.
«Io l'aspetterò se ora non è pronta. Voglio che sia una cosa speciale, non voglio forzare i tempi. Voglio che sia una cosa naturale che accade dopo un certo periodo di tempo che si sta insieme», fece Harry.
«Sei proprio cotto», fece Louis sorridendo, notando gli occhi lucidi del riccio.
«Alla fine potrei essere io quello che non è ancora pronto per questo passo».
«Tu sei semplicemente innamorato di Emily, sei follemente innamorato di lei. Se non fosse così, avreste fatto sesso dopo una settimana», precisò Zayn, alzandosi dalla poltroncina e posando una mano sulla spalla del riccio.
Harry abbassò il capo sorridendo. Era contento di sentire quelle precise parole dette da coloro che erano alcune delle persone più importanti della sua vita. Era felice di sapere che ciò che mostrava agli altri non era più un immenso e desideroso bisogno di sesso per dimenticare tutti i problemi riguardanti la sua famiglia. 
Era felice di sapere che ciò che provava in ogni centimetro del suo cuore e di se stesso, era anche lo stesso sentimento che gli altri riuscivano a percepire dall’esterno.





«Ti amo».
Emily si voltò e sorrise.
Le sue mani si posarono velocemente attorno al viso del riccio per poi incrociarsi tra i suoi capelli, le labbra di Emily si stamparono dolcemente su quelle di Harry.
«Ti amo anch'io», fece la ragazza terminato il bacio.
Emily rimase ad osservare le iridi verde smeraldo di Harry. Si perse, letteralmente, dentro quel mare verde.
Il colore degli occhi del riccio era più intenso del solito ed Emily si rimproverò per non essersi soffermata più a lungo, le volte precedenti, ad osservare quelle due meraviglie.
In quel momento, il verde degli occhi di Harry era come un tranquillante nella notte più tormentata dagli incubi. I suoi occhi erano come una boccata d'aria fresca dopo anni di prigionia, la terra ferma su cui poggiare i piedi dopo una traversata burrascosa.
Eppure, la nota di tristezza, all'interno degli occhi di Harry, diventava sempre più insistente, minuto dopo minuto.
«Che succede?».
«Niente».
«Harry, lo sai che puoi dirmi tutto», fece dolcemente Emily.
Harry fece un lungo sospiro, il sorriso sulle labbra della ragazza iniziò a svanire lentamente. Harry strinse tra le sue mani quelle della ragazza prima di posare le sue labbra su quelle di Emily.
«Perdonami», fece lievemente.
«Per cosa?», chiese confusa la ragazza.
«Per tutto ciò di sbagliato che continuerò a fare. Ti prego di perdonarmi perché so già che ti deluderò e ti farò di nuovo star male», disse il riccio tutto d'un fiato.
Emily portò nuovamente le sue mani attorno al viso del riccio. Con i pollici asciugò le lacrime che avevano iniziato a rigare le guance di Harry, prima che lui posasse la sua testa sulla spalla sinistra della ragazza.
Emily odiava vedere Harry in lacrime.
Harry era la sua roccia e vederlo debole e vulnerabile rendeva anche lei indifesa. Harry l'aveva consolata infinite volte ed Emily si ritrovava a gestire uno dei pochissimi momenti di crisi di Harry.
Harry era un ragazzo indipendente, fiero di se stesso, riusciva a mantenere tutto sotto il proprio controllo e mostrare il suo lato debole era l'ultima cosa che poteva passargli per la testa. Era cocciuto come pochi ed era impossibile fargli cambiare idea su qualcosa: una volta che un'idea si radicava nel suo cervello, era la fine.
Emily aveva notato da qualche giorno che Harry era più soprappensiero del solito, ma non gli aveva fatto pressioni per sapere quale fosse il problema. Sapeva che Harry, prima o poi, le avrebbe detto tutta la verità.
O meglio, ci sperava. Emily ricordava benissimo a cosa avevano portato le bugie di Harry e sperava, con tutta se stessa, di non doversi più trovare in una situazione simile.
Inoltre, Emily non aveva chiesto niente ad Harry perché sapeva che anche lui aveva notato che c'era qualcosa che la turbava. Harry vinceva sempre quando si trattava di far parlare Emily, riusciva sempre a scoprire cosa nascondeva. Ed era proprio per questo che Emily non aveva chiesto nulla ad Harry, perché sapeva che lui l'avrebbe poi costretta a vuotare il sacco.
E lei non era ancora pronta.
Il tempo a sua disposizione, per dire ad Harry del suo trasferimento in America, cominciava a diventare sempre meno. Il tempo continuava a scorrere inesorabile ed Emily iniziava a trovarsi, sempre di più, con l'acqua alla gola.
Cosa avrebbe fatto nel momento in cui Harry avrebbe visto le valigie, mezze piene, nella sua camera? Come avrebbe trovato una scusa plausibile per spiegare quella strana situazione? Come avrebbe potuto guardare ancora Harry negli occhi senza provare un minimo di senso di colpa per avergli tenuto nascosto il suo trasferimento?





«Liam!», urlò Amelia.
La voce della bionda si perse poco dopo nell'aria del sud dell'Inghilterra. Il suo era un avvertimento per l'amico, per evitargli una pallonata in piena faccia, che non tardò molto ad arrivare. 
Le risate degli altri ragazzi riempirono ben presto il silenzio mentre Liam si massaggiava la guancia destra. Successivamente, il ragazzo prese il pallone da calcio da terra e si avvicinò pericolosamente a Louis, responsabile del tiro precedente. La partita di calcio che era stata organizzata dai due capitani delle squadre, Harry e Louis, era degenerata in un tiro a segno. Ed il povero Liam era diventato il bersaglio principale.
Liam aveva messo a disposizione la sua casa nella campagna del sud dell'Inghilterra per quel fine settimana ed aveva invitato gli altri ragazzi a trascorrere due giorni lontani dalle scrivanie e dai compiti. L'idea di Liam sembrava funzionare, sembravano tutti più rilassati e spensierati, come lo erano stati all'inizio dell'anno.
Louis era letteralmente piegato in due dalle risate mentre Zayn si era completamente accasciato a terra. Amelia ed Emily si sorteggiavano a vicenda mentre Harry, pur non riuscendo a trattenere le risate, aveva cercato di capire se Liam stesse bene. Beth aveva visto il pallone arrivare all'ultimo, prima di vederlo contro la guancia dell'amico. 
«Lou, sei un coglione!», urlò Liam colpendo il ragazzo dagli occhi azzurri con il pallone.
La risata di Niall aveva ormai riempito l'aria di campagna e non sembrava voler smettere. Nessuno sembrava in grado di smettere di ridere, nemmeno Liam. Forse era un bene perché, per la prima volta dopo mesi, le preoccupazioni non avevano preso il sopravvento sulle loro vite.
Fu solo grazie a Beth che la situazione tornò alla normalità. La ragazza aveva appena annunciato che il pranzo era pronto e, in un battito di ciglia, Niall aveva affiancato la sua ragazza davanti al barbecue. Le aveva lasciato un dolce bacio sulle labbra prima di prendere posto a tavola, affamato come sempre. Liam aveva concesso una tregua a Louis, aiutandolo ad alzarsi da terra, prima di avvicinarsi al tavolo posizionato vicino al campetto da calcio che gli altri ragazzi aveva creato con alcuni bastoni raccolti da terra.
Emily ed Amelia presero posto l'una accanto all'altra mentre Zayn ed Harry aiutavano Beth a portare sulla tavola i due grandi piatti stracolmi di carne insieme alle altre portate. Liam aveva preso posto accanto ad Emily, rubando il posto al riccio che lo fulminò con lo sguardo. 
«Mantieni le distanze, Liam», fece Harry, che si avvicinò immediatamente ai due ragazzi.
«Sei troppo protettivo, Harry. Rilassati, non la mangio mica», rispose il ragazzo.
«È la mia ragazza, è normale che sia iperprotettivo», fece Harry avvolgendo con entrambe le braccia Emily.
La ragazza alzò gli occhi al cielo sorridendo. Il suo gesto fu presto seguito dalla risata di Niall. Infine, Harry schioccò un bacio sulla guancia di Emily prima di prendere posto accanto al biondo, dall'altro capo del tavolo.
«Dovresti comprare delle vere porte, Liam», fece Louis. «Harry non sa giocare e butta giù ogni volta i bastoni».
Il riccio guardò l'amico perplesso e ferito per la sua affermazione, sicuro che fosse più bravo di lui a calcio.
«Hai ragione, prima o poi le comprerò», rispose il ragazzo, infilzando un pezzo di carne con la forchetta ed infilandolo in bocca.


Terminato il pranzo, Emily, Beth e Amelia si erano offerte di mettere a posto la cucina mentre gli altri ragazzi si riposavano nel giardino. Beth lanciò un'occhiata fuori dalla finestra, nella speranza di vedere gli altri ragazzi impegnati tra loro. Stava aspettando l'occasione giusta per parlare con Emily e finalmente il momento era arrivato.
«Emily, non credi che questo sia il momento giusto per parlare con Harry?».
«Si, è il momento perfetto per rovinare il weekend a tutti», fece lei sarcastica, rivolta verso la ragazza.
«Emily, se non lo fai adesso non avrai più tempo», disse sconsolata Amelia mentre riponeva i piatti nella lavastoviglie.
Emily osservò le amiche, consapevole che avevano ragione. Eppure, non sembrava intenzionata a fare qualcosa per migliorare la situazione disastrosa in cui si trovava. Beth ed Amelia sapevano che era stressata, le occhiaie che incorniciavano i suoi occhi erano più visibili del solito nonostante cercasse di nasconderle dietro il correttore. Emily sembrava fin troppo tranquilla, sembrava avesse tutto fin troppo sotto controllo. Ed il fatto che non si fosse ancora messa a piangere o a gridare quanto quella situazione la stesse distruggendo, preoccupava ancora di più le amiche.
«Glielo dirò, ve lo prometto. Solo che non lo farò oggi», fece Emily uscendo dalla cucina e dirigendosi verso gli altri ragazzi in giardino.
«Cos'è che dovresti dirmi?», chiese Harry, una maschera di tristezza e confusione ad incorniciargli il viso.
Emily sentì il suo cuore accelerare improvvisamente i battiti. Harry era di fronte a lei, gli altri ragazzi dietro di lui increduli e confusi.
«Louis ha appena parlato di America. Non capisco. A cosa si riferisce?», fece Harry, la voce s'incrinò e perse la solita calma che la caratterizzava.
«Louis, perché l'hai fatto?», chiese Emily, rivolta al suo migliore amico, con gli occhi lucidi.
«Cazzo, Emily. Non vedi che questa tua bugia sta rovinando tutto? Non solo la tua relazione, ma anche la nostra amicizia», disse il ragazzo alzando il tono della propria voce.
«Perché gliel'hai detto?», chiese nuovamente Emily.
«Perché tu non l'avresti mai fatto. Avresti continuato a rimandare e rimandare finché non avresti avuto più tempo», disse Louis. «Avresti dovuto prenderti questa responsabilità fin dall'inizio invece di tenerglielo nascosto fino ad ora».
Harry si prese la testa fra le mani prima di afferrare Emily per un braccio ed allontanarla dal gruppo. Gli occhi dei presenti si posarono sui due ragazzi e li seguirono finché non si fermarono poco più lontano da loro. Amelia si avvicinò a Zayn, che la strinse forte tra le sue braccia prima di schioccarle un bacio sulla guancia destra. Beth intrecciò la sua mano destra a quella sinistra di Niall mentre Liam inseguiva Louis su per le scale, prima che il ragazzo si chiuse all'interno della sua stanza.
«Emily, ti prego. Dimmi cosa sta succedendo», fece Harry, cercando di sembrare più calmo possibile, nonostante la sua voce dimostrasse esattamente il contrario.
«Mi hanno accettata all'università in America», fece tutto d'un fiato Emily.








Hola genteeeeeee!
No, non è un miraggio, sono tornataaaaaa! (dopo secoli, OVVIAMENTE)
Come al solito, la prima cosa che faccio è scusarmi con tutti quelli che seguono, o forse seguivano, la storia. Non ho avuto molta ispirazione in quest'ultimo periodo, cosa che mi ha davvero dato fastido oltre che resa triste, e la storia è stata un po' messa da parte. Questo anche perché quest'anno ho avuto la maturità e quindi tutto si è complicato ancora di più. Durante queste vacanze, ho scritto molto (soprattutto per l'altra mia storia) e questo capitolo era già mezzo completato da mesi ma non riuscivo a concluderlo.
Questo non vuol dire assolutamente che mi piaccia, ho cercato di concluderlo oggi in modo da postarlo e non dover portare la storia avanti secoli e secoli. La parte finale credo sia la peggiore, ma preferisco aver postato ora il capitolo piuttosto che far passare altri mille anni e magari scrivere qualcosa di più schifoso.
Vi dico subito che il prossimo capitolo sarà l'ultimo. 
Non è vero, I'm kidding. Vi dico però che ci sarà il casino più totale. Questo capitolo me lo sto scrivendo in testa da quando ho iniziato la ff quindi spero di riuscire a postarlo presto pregando di scriverlo come me lo sto immaginando e farvelo piacere (:
La prossima settimana sarò a Madrid con i miei amici quindi vedrò quello che posso fare, se ho tempo per scrivere lo farò sicuramente.
Ringrazio immensamente chi ancora, dopo tutto questo tempo, segue ancora la storia. Grazie di cuore a tutti, non potete capire quanto mi faccia piacere. Ringrazio immensamente anche tutti coloro che impiegano cinque minuti del loro tempo per dirmi che ne pensano della storia con una recensione. Mi piacerebbe che tutti voi lasciaste una recensione, anche per dirmi che la storia vi fa schifo o per criticarmi, ma ognuno è libero di fare ciò che vuole (:
Detto questo, spero che abbiate passato delle belle vacanze (perché sono già finite?!) e spero che passiate anche a leggere e recensire l'altra mia storia 'Impossible', mi farebbe moltissimo piacere (:
Seguitemi su twitter, sono sempre @harryslies (ricambio tutti)
Un bacio, Elisa c:
P.S. Non c'entra un fico secco ma...KEATON STROMBERG MI SEGUE SU TWITTEEEEEER, NON CI CREDO (:

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