What I Can't Say To You

di costy24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


Hermione si svegliò di soprassalto. Un altro incubo, ancora.

Si passò una mano sulla fronte sudata, e si incamminò verso il bagno.

Si sciacquò la faccia più volte con l’acqua fredda, e si guardò allo specchio fiocamente illuminato.

Sul viso pallido facevano bella mostra due cerchi bluastri, i capelli spettinati e opachi, gli occhi spenti.

La ragazza alzò le spalle e ritornò nella stanza dove le altre ragazze stavano dormendo.

Si era così abituata in quei giorni a quel viso a lei sconosciuto, poco familiare, bianco e malaticcio che ormai non ci faceva nemmeno più caso.

Stava per rinfilarsi sotto le coperte che qualcosa attirò la sua attenzione.

Riusciva ad intravedere, per quanto debole, una luce in fondo alle scale.

Prese al volo la vestaglia e infilate le pantofole, scese piano le scale.

Sul divano della Sala Comune, mezzo sdraiato, in mano il libro di Pozioni, c’era Harry.

Hermione indietreggiò, ma nella fretta cadde all’indietro, gemendo piano.

Harry si voltò di scatto e corse da lei.

-Hermione, stai bene? Tutto ok?-

-Emh.. si tutto ok, Harry, non ti preoccupare- rispose lei, alzandosi velocemente, e divincolandosi dalla presa dell’amico.

-Ora scusa, ma dovrei andare a dormire- tagliò corto Hermione, voltandosi.

-Hermione- esclamò Harry, afferrandole un braccio.

La ragazza stette per qualche secondo immobile, il volto basso, ancora girata verso il suo dormitorio.

-Harry, per favore, lasciami. Voglio andare a dormire- protestò, cercando di allontanarsi e correre via.

-Va bene, ma ti lascerò solo se me lo dirai un’altra volta. Guardandomi negli occhi, però- replicò Harry, senza lasciare minimamente la presa.

Hermione si girò lentamente, fino ad incontrare gli occhi di lui.

La ragazza deglutì sommessamente. Si specchiò in quegli occhi così verdi, e non trovando via d’uscita li spostò sul caminetto dietro ad Harry.

-Voglio solo dormire- sussurrò, lo sguardo sempre fisso verso il camino della Sala Comune.

-Guardami, Hermione. Negli occhi.- disse il ragazzo.

-Devo dormire- ribattè Hermione, riuscendo a divincolarsi dalla presa di Harry e scappò velocemente dormitorio.

Il ragazzo rimase per qualche secondo immobile, gli occhi ancora fissi sul punto in cui prima stava l’amica, incapace di capire perché diavolo si stesse comportando così.

Non era mai successo prima, Hermione non l’aveva mai evitato così palesemente, ma soprattutto così senza un motivo

E poi in quei giorni sembrava così pallida, aveva delle borse sotto gli occhi bluastre, e spesso, nelle sue serate a studiare in Sala Comune, aveva sentito la luce del bagno delle ragazze accendersi più volte nella notte, ed era quasi certo che si trattasse di lei. Almeno quello avrebbe spiegato le occhiaie, se non altro.

Harry scosse la testa, stropicciò gli occhi e raccattò il libro di Pozioni. Infine, salì le scale del suo dormitorio.

 

Hermione piangeva sommessamente, le coperte tirate fin sopra la testa.

Non doveva dirglielo. Non poteva dirglielo.

Avrebbe compromesso tutto, ma soprattutto la vita di Harry .E non poteva assolutamente permettere che Harry avesse altri problemi, altri problemi come lei.

Non poteva dirgli che ogni volte che lo vedeva, vedeva… no no, non doveva assolutamente proferire parola.

Forse… forse col tempo… avrebbe smesso di fare quegli incubi e magari… avrebbe potuto finalmente dirglielo.

 

 

 

 

 

capitolo proprio cortissimo, ma potremmo più dire che è un prologo. come di consueto non so quanti capitoli ci saranno, io vado un po' a ruota, mi vengono mille idee e solo poche mi convingono veramente... u___U

devo ringraziare Carillon, perchè mi ha avvisato di una cosa estramente importante che mi è successa. mi hanno plagiata, esattamente Sarah95. la storia è identica e lo è addirittura il titolo. sicuramente questa bambina [ha solo 11 anni] visita questo sito, dato che solo qui ho deciso di pubblicare le mie storie. se stai leggendo anche  questa storia vorrei dirti una cosa: vergognati. vuol dire che non hai abbastanza inventiva per trovarti uno straccio di storia. sappi che se scroprirò che hai osato plagiarmi di nuovo non te la caverai con un "vergognati". voglio essere clemente con te, hai solo 11 anni ed evidentemente hai apprezzato la mia storia, e questo mi fa piacere.

ma non sei assolutamente autorizzata a rubarmela. mi dispiace, ma su queste cose sono inflessibile.

lasciando stare questa piccola e spiacevole parentesi, vorrei invitarvi a commentare in tanti! :)

bacio, Costy

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Capitolo 2
*** 2 ***


2.

 

-Granger?-

-Assente, professore-

Harry si guardò intorno, preoccupato. Per Hermione era già un sacrilegio arrivare in ritardo, figurarsi saltare una lezione.

Il ragazzo incontrò lo sguardo di Ron, anche lui abbastanza sconcertato dal fatto che l’amica non si fosse presentata.

-Ma è malata per caso?- sussurrò Harry al vicino, cercando di non farsi notare dalla McGranitt.

-Non so, Ginny mi ha detto che quando si è alzata Hermione non c’era già più- bonficchiò Ron, sfogliando distrattamente il libro.

-Cosa? Non era nel suo letto?- esclamò Harry, accaldandosi.

-Ehy, abbassa la voce! Comunque può darsi che sia stata male e che sia in infermeria- ribattè il ragazzo.

-In infermeria? Quindi tu credi possibile che sia davvero malata? Hermione? – replicò Harry, alzando la voce, facendo voltare la McGranitt.

-Potter, sarebbe così cortese da renderci partecipi delle sue preoccupazioni, che non le permettono di seguire la lezione civilmente?- lo incalzò la donna.

-Emh.. mi scusi professoressa, è che non mi sento molto bene. Posso andare in infermeria un secondo? Sono sicuro che Madama Chips ha il rimedio che mi serve- si difese Harry, alzandosi e premendosi una mano sulla fronte.

-Ho forti dubbi sul suo presunto malanno, ma vada, piuttosto che sentirla discutere con Weasley- lo congedò la McGranitt.

 

 

Harry si fiondò fuori dalla classe, correndo.

Voleva assolutamente capire cosa stava succedendo ad Hermione. Si stava nascondendo da lui, da Ron, dalla scuola.

Sembrava rinchiusa in una specie di bolla, nel suo dolore, perché Hermione stava soffrendo.

Era inutile fingere che non fosse cambiato nulla, che lei avesse solo un momentaneo periodo di crisi.

Vederla così, spettinata, pallida da far spavento, gli occhi spenti, quasi vuoti , le occhiaie bluastre che le scavavano il volto gli faceva voglia di scuoterla, di riportarla in vita, di farla ritornare l’Hermione di sempre, la sua migliore amica.

Harry arrivò trapelato fino alla porta dell’infermeria, sbirciando nei letti, per individuare Hermione.

Apparte un Tassorosso mezzo addormentato, la stanza era vuota, e della ragazza non c’era nessuna traccia.

Harry sferrò un calcio allo stipite della porta.

-Dove diavolo si è cacciata?- pensò il ragazzo –Dove sei finita, Hermione?-

Harry si incamminò verso il dormitorio. Inutile ritornare in classe, da li a poco sarebbe suonata la campanella e tutta la scuola si sarebbe riversata in Sala Grande per il pranzo. Meglio evitare la folla.

Il ragazzo entrò in Sala Comune e si buttò fiaccamente sul divano. Non aveva fame.

Si accorse di alcuni libri posti accanto a lui.

-Sicuramente sono di qualche primino che li ha dimenticati- pensò e fece per spostarli sul tavolino davanti a sé, quando si accorse di conoscerli.

-Astrologia. Dove ho già visto questi libri? Ma questa è la calligrafia di Hermione! Deve averli dimenticati qui… ma quando? Non mi ricordo di averla vista studiare ieri sera, né tanto meno questa mattina, prima di colazione-

Harry fissò per qualche secondo il fuoco, assorto. Poi di colpo si alzò e uscì di fretta.

 

 

Hermione piegò le gambe, fino a toccare col mento le ginocchia.

Silenziose e lucide lacrime le rigarono il volto, che prontamente la ragazza asciugò con il bavero del maglione rosso e oro.

Improvvisamente incominciò a tremare. Aveva paura. Aveva paura di quella sé stessa che ormai non riconosceva più nemmeno lei di quell’Hermione che sembrava non trovare una via d’uscita.

-Quanto vorrei diglielo. Solo Dio sa quanto vorrei diglielo. Ma non posso. Non posso. – pensò, scrutando il cielo.

La Torre d’Astronomia era un posto perfetto per non essere disturbati e lei lo sapeva.

Per un attimo un frammento di un incubo le tornò in mente.

Harry sul pavimento, un enorme serpente attorcigliato al suo collo, lui che urlava, soffocava e le chiedeva perché. E poi quella risata. Glaciale.

-Hermione!- esclamò Harry, ansimando.

La ragazza si alzò di colpo, tentando si asciugare le ultime lacrime.

-Harry! Che ci fai tu qui?- disse Hermione, evitando accuratamente gli occhi del ragazzo.

-Eravamo preoccupati! Ero preoccupato! Prima ti comporti stranamente, sei pallida e hai due occhiaie spaventose, poi non ti presenti a lezione! Ma cosa diavolo ti succede, Hermione?- ribattè Harry, avvicinandosi alla ragazza, lentamente.

-Io… io non stavo bene e ho ritenuto opportuno non venire. Quante volte è successo a te?- rispose Hermione, retrocedendo.

-Tu che stai male? Non eri in infermeria, Hermione. Non cercare di darmela a bere, con me non funziona.- le intimò Harry.

-Harry, per la centesima volta. io non ho assolutamente nulla, non dormo perché ho un sacco di compiti e oggi non sono venuta perché stavo male. Madama Chips mi ha dato un rimedio e mi ha rispedita in dormitorio. Tutto qui! Perché credi davvero che ti nasconda qualcosa?- ribadì Hermione,e ti nasconda qualcosa?- dita in dormitorio.dosi alla ragazza, lentamente.lezione!eva perchè.a Grande per il pra irritata dalle insistenti domande.

-D’accordo. Come vuoi tu, Hermione. Io non ti chiederò più nulla,se è questo quello che vuoi- disse Harry, e lanciato un ultimo sguardo alla ragazza si allontanò.

 

 

 

 

 

ciao a tutti! come va? eccovi un altro capitolo di What I can't Say To You!

spero vivamente che vi piaccia, come potete notare è più lungo del precedente,

e si viene a conoscienza anche di un piccolo frammento degli incubi di hermione! :) e ora passiamo ai ringraziamenti!

marco- hai beccato in pieno, Hermione nn sogna certo rose e fiori per il nostro harry! ho provato ad allargare il carattere, ma mi viene in grassetto, enorme e bruttissimo, perciò per ora lo tengo così, fino a che non trovi un amisura che mi convinca! :)continua a recensirmi! :)

LadyGiuly93- grazie 1000 per i complimenti! :) adesso hai capito che genere di incubi sono? :)

marigranger- non so se questo seguito corrisponde alla tua mezza idea, ma spero di averti soffisfatto ugualmente! :)

elfetta- grazie stellina e complimenti per la tua Eldest parody, tu e la sere siete eccezionali! :)

un grazie e un bacio a tutti, e vi invito nuovamente a recensire perchè ho visto che avete letto in tanti, perciò non abbiate timore e recensite, che mi fa sempre molto piacere! :)

bacio, costy

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Capitolo 3
*** 3 ***


3.

 

 

Albus Silente posò gli occhiali a mezza luna sulle ginocchia e prese ad accarezzare Fanny.

Essere preside di una scuola di quel calibro era davvero impegnativo, e a questo pensiero l’uomo accennò ad un sorriso. Il suo sguardo si posò su tutti quei ritratti dei presidi che l’avevano preceduto in quel arduo compito.

-Chissà se anche loro si sono trovati in questa situazione. La ragazza più brillante che improvvisamente incomincia a calare di rendimento. Il ragazzo più famoso e in pericolo di tutta la scuola che non si presenta a lezione. Ma andiamo! Qui non stiamo parlando solamente di due semplici ragazzi! Hermione ha preso la sua prima A e Harry manca a lezione da 3 giorni. I due fratelli Weasley non sanno nulla e quei due a stento si parlano. Qui occorre fare qualcosa, vero Fanny?- pensò Silente, mentre il sole faceva capolino da dietro le montagne, specchiandosi nel lago.

 

 

Harry si svegliò presto, infastidito da un raggio di sole.

Cercò di convincersi che gli scorsi 3 giorni erano stati solo un brutto sogno. Hermione che non gli parlava più. Lui che si rifiutava di attaccare bottone, dopo che l’aveva trattato così e per evitare ogni possibile contatto e incontro si rifugiava nella stanza delle Necessità, saltando così le lezioni e alimentando su di sè strani voci.

Più volte infatti aveva sentito bisbigliare in corridoio o in Sala Comune che si spacciava per malato ma che in relatà si era alleato a Voldemort o che ogni giorno andava a trovare le tombe dei suoi genitori. queste voci facevano arrabbiare Harry, ma lo facevano anche ridere, pensando alla stupidità, ma soprattutto improbabilità di quelle dicerie.

- Mi ha trattato come uno qualsiasi- pensò il ragazzo –come uno che ha appena conosciuto! Io ci ho provato a capire cosa diavolo le passa per la testa, ma lei nulla! Bè, deve capire che io non sono un amico… usa e getta , non può pretendere che io la aspetti per secoli, e quando sarà pronta me lo dirà lei. Io… io non sono come Ron. E lei lo sa bene. Non mi accontento di un"va tutto ok", perché, accidenti, so che tutto non va bene!-

Harry si vestì piano, per non svegliare gli altri e sgattaiolò fuori dal dormitorio.

Si ritrovò a passeggiare sulle rive del lago e ad un certo punto, si fermò.

Hermione era seduta poco distante, lo sguardo perso nel vuoto.

Il ragazzo meditò sul d farsi. Sedersi lì con lei e chiarire la situazione o farle capire che era veramente offeso?

-Harry-

Harry si irrigidì immediatamente. Una parte del suo cervello aveva già deciso per la seconda opzione.

-Hermione- balbettò il ragazzo.

-Lo so che sei arrabbiato con me. Lo so. Ma io non posso farci assolutamente nulla, mi dispiace- disse Hermione, guardandolo fisso negli occhi.

-Ti dispiace? Ti dispiace? Hermione! Che diavolo significa non posso farci assolutamente nulla eh? Che cazzo significa? Significa che non puoi o semplicemente non vuoi? – urlò di scatto Harry.

-Ma tu che ne sai, eh? Che diavolo ne sai di me, dei sogni che faccio, della mia vita, eh? Che cazzo ne sai tu! Secondo te io mi diverto? Sono contenta di non dormire più, di vederti così,che ce l’hai con me? Pensi questo? Bè, allora ti sbagli di grosso- ribattè Hermione, alzandosi di scatto.

-E io cosa dovrei fare, secondo te? Io non sono Ron, Hermione, e lo sai!-

-Che cosa c’entra Ron adesso? Questa è una cosa tra me e te – replicò la ragazza.

-io sono stanco di inseguirti, di farti ragionare, di chiederti perché! Io sono stanco di non capirci nulla, di farmi.. le paranoie per capire cosa cavolo di tormenta e tu come mi tratti? Tu non puoi farci nulla!- urlò Harry.

Hermione abbassò il capo, mentre calde lacrime le solcavano il volto.

-Harry… mi dispiace, ma non posso- la ragazza corse via, lasciando Harry amareggiato a dare calci all’aria.

 

 

-Oh, Professor Piton, potrei rubarle per qualche istante la signorina Granger?-

-Ma certo, Preside, tanto sembra che la famosa Granger abbia perso il suo… genio .- ghignò Piton.

Hermione si alzò, ignorando il commento maligno dell’uomo e si chiuse fortemente la porta alle spalle.

-Hermione- esordì Silente, comodamente seduto sulla sedia del suo studio -Forse ti chiederai il motivo perché ti ho convocato-

La ragazza annuì.

-bene, mi è giunta voce che in queste notti sei, come dire, turbata da strani incubi che non ti permettono di dormire-

- Gliel’ha detto Ginny, non è così?- disse Hermione, con un avena di sarcasmo della voce.

-Non ha minimamente importanza chi me l’ha detto. Vorrei che tu mi confermassi, o smentissi, queste voci.- replicò pacatamente il preside.

-Bè… mi è successo un paio di volte, ma non è nulla di preoccupante, professore. Sono solo degli incubi!- rispose Hermione, insicura.

-Non mi pare che siano state solo un paio di volte. Da quanto ne so è dall’inizio dell’anno scolastico che questi incubi non le permettono una buona e sana dormita- insinuò Silente, scrutandola attentamente.

Hermione si zittì, abbassando gli occhi.

-Hermione,l’altro giorno hai preso una A in Trasfigurazione. Nulla di preoccupante, naturalmente, ma non è certo da te. Hermione… c’è qualcosa che non va? Cosa vedi nei tuoi incubi?- domandò Silente, fissandola negli occhi.

-Io… preside non è nulla di grave… ecco… diciamo che ho questi incubi, in cui una persona a me molto cara… muore… sotto ai miei occhi… e…-

-Harry ti devo dire una cosa-

-ma certo, Hermione, dimmi tutto-

-Vedi… io… ecco… io sento… per te… bè, ecco, Harry io Ti amo!-

Un enorme serpente arriva improvvisamente dal nulla che si avvolge al collo di Harry.

Il ragazzo cade all’indietro, cerca di dimenarsi e Hermione rimane ferma immobile, vorrebbe aiutarlo, ma sembra paralizzata.

-Perché Hermione me l’hai detto? Perché?-urlava Harry, le mani sul serpente.

Una risata riecheggiava gelida per tutta la scuola.

Hermione cadde all’improvviso dalla sedia, svenuta.

-Fanny! Portami qui la professoressa McGranitt! Subito!- urlò il preside, accasciandosi vicino alla ragazza.

 

 

 

 

ciao a tutti! come state? ecco un altro capitolo di What I Can't Say To You!

finalmente si scopre perchè hermione si comporta così! chissà se qualcuno l'aveva intuito... xD

e ora, i ringraziamenti!

marco_ hai ben ragione che così rischia Hermione, e infatti Harry [vedi la loro litigata] è stufo di essere trattato così! però c'è anche da dire che Herm ha un buon motivo, no trovi? continua a recensirmi! :)

Summers84_ ciao! si, hai capito proprio in pieno, hermione ha paura, ma soprattutto vuole proteggere Harry!! xD continua a seguirmi!

marigranger_grazie 1000 e spero nuovamente che anche questo ti soddisfi! xD i capitoli cerco di farli più lunghi di volta in volta e spero che questo sia della misura giusta! xD leggimi ancora!

desdeus_ mi dispiace che questa storia non ti prenda particolarmente, ma non sono d'accordo su una cosa: secondo me herm non è assolutamente OCC è solo spaventata, ma soprattuto [come puoi capire da questo chap] è innamorata. non può dirlo ad Harry perchè è suggetsionata dall'incubo e la McGranitt e Silente sn sempre dei professori! non credi che sia normale? xD! continua a seguirmi! xD

Valherm-sono contenta che ti sia piaciuta e w le H/Hr! xD

grazie a tutti comunque!  alla prossima! bacio, costy

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Capitolo 4
*** 4 ***


4.

 

Madama Chips aprì di scatto le tendine del separè dell’infermeria.

-Sta ancora dormendo. Ho dovuto somministrarle un filtro per farla dormire, continuava a svegliarsi e a farfugliare qualche parola confusa nel sonno- informò la donna, allontanandosi dai ragazzi, che osservavano straniti la ragazza.

Hermione giaceva supina su un lettino, gli occhi chiusi, il respiro regolare, il volto pallido.

Harry e Ron le si avvicinarono cautamente.

I due ragazzi stettero per qualche minuto ad osservarla in silenzio, non sapendo cosa dire, cosa fare.

Con un piccolo e sommesso gemito la ragazza dischiuse per qualche secondo gli occhi, cercando di mettere a fuoco quelle figure che l’attorniavano.

-Hermione!- disse Ron, riscuotendosi.

-Come stai? Che ti è successo? Dovevi vedere Silente! Sembrava fuori di sé! Stavamo facendo Trasfigurazione ed è arrivata Fanny, fischiettando qualcosa di stridulo e altamente irritante. La McGranitt si è fiondata fuori dalla classe e poi abbiamo visto Silente che ti portava tra le braccia, urlando alla McGranitt di sbrigarsi! Ma cosa è successo?- aggiunse frenetico il ragazzo.

-Ciao, Ron. Harry. Ho avuto solo un piccolo giramento di testa, nulla di preoccupante. È solo che in queste notti non sono riuscita a dormire bene, e in qualche modo dovevo pur recuperare il sonno perduto!- chiarì Hermione, accennando un sorriso forzato.

-Puoi tranquillamente dire che non dormi affatto, Hermione. E che quel giramento di testa è colpa di molte notti insonni, che cerchi disperatamente di rinnegare e di nascondere.- ribattè deciso Harry, fissandola negli occhi.

-Grazie per le tue preziose precisazioni, Harry, sei sempre così opportuno. Per la cronaca è solo un paio di notti che non riesco a prendere sonno, e poi, cosa ti preoccupi? Tu sei… stufo, no? Bene, nessuno ti costringe a sopportarmi ulteriormente- replicò secca la ragazza, alzando il viso, in segno di sfida.

-Ho come la sensazione che qui è successo qualcosa di cui non sono stato informato. Qualcuno è così gentile da dirmi cosa diavolo succede tra voi due?- chiese Ron, stupito.

-Non è successo nulla di particolare, Ron. Hermione, quella che non sbaglia mai, non dorme dall’inizio dell’anno, e pensa che dicendo a tutti che è successo occasionalmente , noi non la disturberemo più. Non lo capisci che stai mentendo solo e unicamente a te stessa?!? Comunque su una cosa hai ragione, Hermione. Ne ho fin sopra i capelli di essere trattato così, te l’ho già detto e ridetto, ma sembra che tu voglia continuare per la tua strada. Bè, questo vuole dire che le nostre vie non si incroceranno più!- disse deciso Harry, alzandosi di scatto.

-Ma si può sapere che problemi hai? Adesso non è più colpa mia, Harry, che ti mento, che ti tratto come uno qualsiasi, adesso sei tu il problema, che sei troppo testardo e orgoglioso per abbassare la testa e che sei disposto a buttare via un’amicizia del genere per una tale stupidata!- esclamò furiosa Hermione, alzandosi a sua volta.

-Ragazzi, ragazzi, stiamo calmi, eh? Allora, Hermione è arrabbiata, e tu, Harry, sei arrabbiato, d’accordo. Vediamo di cercare di non saltarci addosso come Ippogrifi! Cosa cavolo è successo tra di voi? Chi è "uno qualsiasi"? Ed è vero, Hermione, che è dall’inizio dell’anno che non dormi?- Ron si frappose tra loro, cercando di dividerli e di farli ragionare.

-IO sono per la carissima Hermione uno qualsiasi, visto che quando cerco di aiutarla lei mi caccia via, lei è troppo superiore per aver bisogno del mio aiuto!- gridò Harry.

-E io invece sono una bugiarda, pazza e idiota, che non tiene alla nostra amicizia, non è così?- ribattè Hermione.

-Ok, ok, questo non è esattamente calmarci! Sembrate due bambini! Ma si può sapere cosa avete da rimproverarvi così?- li fermò Ron, incominciando ad alzare la voce.

-Potter! Weasley! E anche lei, signorina, Granger! Questa, fino a prova contraria è un’infermeria, non un tribunale babbano! Quindi, signori Potter e Weasley siete gentilmente invitatati a uscire, per lasciare dormire non solo la signorina Granger, ma anche tutti gli altri pazienti!- li interruppe Madama Chips, spedendo i due ragazzi fuori dall’infermeria.

 

 

-Harry. Penso che tu mi debba delle spiegazioni.- esordì Ron, sedendosi sul muretto di fronte all’entrata principale del castello – Non ripetermi che non è successo nulla, sprecheresti solamente fiato. Io voglio sapere perché i miei due migliori amici si scannano dalla mattina alla sera, facendo finta di niente. Voglio sapere perché – aggiunse, lo sguardo fermo sul placido lago.

-Io… io non lo so, Ron. Non so perché ogni volta che mi trovo davanti a lei mi viene voglia di scuoterla, di svegliarla, ma allo stesso tempo mi viene voglia di abbracciarla. Io… io non ci capisco più niente. So che ormai qualcosa è cambiato, visto che non riusciamo nemmeno a stare nella stessa stanza senza litigare. È solo che… che vorrei che i miei pensieri non…- Harry si interruppe, il respiro affannoso, come se stesse cercando ossigeno mancante.

-Harry, veramente, cos’è Hermione per te?-

-Ma che domande sono, Ron! Hermione è… è… la mia migliore amica, no?-

-Solo un’amica? È solamente per un’amica che sei furioso e ti manca il fiato allo stesso tempo? È solo per un’amica?- lo interrogò Ron, fissandolo negli occhi.

Harry deglutì, fece per parlare, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.

-Harry, non sono io che devo dirtelo. Solamente tu sei capace di capire cos’hai dentro. Secondo me hai qualcosa su cui riflettere- Ton si alzò, e si voltò per ritornare al castello.

-Ron! Come mai in questi giorni sei così filosofico? È da un po’ che sei cambiato. Più calmo, più… grande! È successo qualcosa che ti sei dimenticato di dirmi?- Harry accennò ad un sorriso.

-Solo una parola, caro Harry: Luna- rispose Ron, lanciandogli un’occhiata d’intesa.

-Sono sicuro che lo capirà- pensò il Weasley, scuotendo la testa – Ma come fanno a non accorgersi che non possono stare lontani?-

 

-Signorina Granger- esordì pacato Silente, indicando la sedia davanti a sé- si accomodi pure-

Hermione si sedette piano, memore dell’incontro precedente.

La ragazza scacciò mentalmente frammenti di quell’incubo che la stava tormentando ormai da mesi.

-Forse ha ragione Harry. Sto mentendo a me stessa. Mi sto auto-convincendo che i miei incubi siano solo passeggeri. Lo sto allontanando! Sto allontanando Harry! Harry, per la miseria! HARRY! come posso anche solo per un secondo aver pensato che avrei potuto benissimo continuare a vivere senza di lui? Questa scuola, la Tana, la mia stessa vita senza di lui non avrebbe senso!- pensò Hermione - ma… ma se lui non ricambia? Se lui in realtà… e se quell’incubo avesse ragione? Se Harry morisse io… io non poteri mai perdonarmelo! Io non posso diglielo! Vederlo agonizzante… io… non poteri più vivere!-

-Signorina Granger! Si sente bene?- proruppe Silente, alzando il tono della voce e riportando alla realtà Hermione, che sobbalzò sulla sedia.

-Si! Si, va tutto bene signor preside!- si affrettò a rispondere Hermione, precipitosamente.

-Allora, Signorina Granger. Nel nostro precedente colloquio è successa una cosa inaspettata. Lei è svenuta, e sembra non voler dirci il reale perché. Vorrei mettere subito le cose in chiaro con lei, Hermione. Questi suoi incubi non sono da sottovalutare, assolutamente. Sappiamo entrambi che sia lei che il Signor Weasley correte ogni giorno un costante pericolo, essendo così vicini al Signor Potter. Non vorrei che lei si spaventasse, ma non possiamo ignorare questi sogni. Ne va della sua sicurezza, ma anche dei suoi amici.- riprese Silente, guardando gravemente negli occhi la ragazza che alle parole "sicurezza" e "amici"era sussultata.

-è di vitale importanza capire che cosa esattamente la spaventa a tal punto da non riuscire a dormire. Come anche la Signorina Weasley ha potuto confermare le parole "Harry" e " Non posso" sono ricorrenti nei suoi incubi. Sinceramente, Hermione, lei si ricorda qualcosa? Deve dirlo, Hermione- proseguì Silente, facendo lievemente pressione sul tavolo dove aveva appoggiate le mani.

-Io… io non sono sicura- Hermione deglutì affannosamente – credo di… di sì. Mi ricordo… Harry. Morto. E mi ricordo anche un… un serpente. Un grosso serpente- balbettò la ragazza, cercando di ricordare altri preziosi frammenti di quel sogno.

Hermione adesso sapeva che non poteva più far finta di niente. Quegli incubi la stavano lentamente distruggendo, consumando, e anche se un’inspiegabile forza le premeva il cuore, spingendola a reprimere qualsiasi contatto con Harry, anche se una strana e inquietante paura la attanagliava la gola, Hermione sapeva che ormai non poteva più tirarsi indietro.

-Sarà necessario che lei si sottoponga con me a delle lezioni di Occlumanzia. Sono certo che lei capisca la situazione, e la prego di non opporsi. Dobbiamo assolutamente capire da dove provengono questi incubi. Le lezioni incominceranno venerdì sera, verso le 19.00. Ovviamente, per la dovuta privacy si terrano qui. Se non ha domande, può andare in Sala Grande, dove, sono sicuro, anche quest’oggi gli elfi domestici avranno preparato una cena deliziosa- concluse Silente, guardando Hermione con affetto.

La ragazza si alzò, gli occhi non più bassi e timorosi, ma ormai consci di voler capire la verità.

Prima di recarsi però nella Sala Grande, Hermione uscì fuori dal castello, sedendosi sul muretto di fronte al portone, dove, a sua insaputa, qualche ora prima i suoi due migliori amici si erano seduti, parlando di lei.

Il suo sguardo vagò sul placido lago, tinto di rosa per il tramonto.

Hermione inspirò piano, cercando di raccogliere tutte le forze.

Non sarebbe stato facile, lo sapeva.

Ma ora, non poteva più mentire.

Né a lui, né a se stessa.

 

 

 

ciao a tutti! spero di avervi accontentato con questo capitolo di What I Can't Say To You! cerco di farli sempre più lunghi, perchè prima di essere una "scrittrice" sono un'accanita lettrice e so come è bello avere un lungo capitolo da leggersi! xD come in molti probabilmete avrete capito  Herm è talmente impressionata da quest'incubo che ha paura anche solo a stare vicino ad Harry. questa è un'Hermione forse più vera e più "reale" delle solite visioni di Hermione. prima di essere un personaggio coraggioso e sempre con la risposta pronta, secondo me Hermione è una ragazza, e come tutti, ha le sue paure e le sue insecurezze!  e poi Harry sembra vedere la nostra Herm in maniera diversa! xD in questo chap risulta anche una piccola parte di Ron/luna, coppia che amo particolarmente! xD  e adesso passiamo ai ringraziamenti:

desdeus: mi dispiace che continui a pensare che Hermione sia OOC, come ho provato a speigare brevemente sopra, hermione è impaurita e innamorata, ma, sopratttutto nella parte finale del capitolo, Hermione sembra aver ripreso la situazione in mano! xD continua a recensirmi, mi raccomando! xD
 marigranger: grazie 1000! sono felice che la storia ti appassioni, continua a seguirmi! xD
granger90: anche a me [e dire che sono l'autrice!] dispiace la situazione di Hermione, ma ti posso dire solamente che sono molto romantica e che AMO i lieti fine! a buon intenditore poche parole! xD
snivella: io ti adoro!!!! e ceto che apprezzo le tue lunghe recensioni!! xD grazie 1000 per i preziosi consigli, spero che questo capitolo ti abbia soddisffatta pienamente! xD
grazie 1000 a tutti quanti! bacio, costy

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Capitolo 5
*** 5. ***


5.

Harry incurvò leggermente la schiena, puntando la sua Firebolt più in alto. Sentiva il vento fresco del mattino scompigliargli i capelli, il naso che ormai si stava riducendo ad un ghiacciolo.

Il ragazzo continuava a spingere sempre di più la sua scopa, come se stesse tentando di scappare. Come. Harry stava realmente tentando di fuggire.

Fuggire dagli sguardi di disapprovazione di Ron, ma ancora di più dagli sguardi arrabbiati e così carichi di incomprensione di Hermione.

-Ron sta farneticando. Hermione è solo un’amica, una grande amica, ed è più che normale che sia preoccupato! E anche arrabbiato, visto come mi ha trattato! Però… e se..? e se Ron, dal fuori, avesse capito qualcosa che io invece non ho ancora capito? Perché in fondo dovrebbe indurmi a riflettere su cos’è Hermione per me? Bè, Hermione è… è un po’ Hogwarts. È come se fosse la mia casa, dove sono sicuro potrò ritornare sempre, senza aver paura che qualcuno mi sbatta la porta in faccia. Hermione è… è semplicemente Hermione, no? Adesso che ci penso solo lei mi da quella sicurezza che mi fa stare bene… - Harry sorrise tra sé e sé pensando al viso di Hermione in un momento di gioia.

Spinse la scopa ancora più in alto, inclinandosi, raggiungendo quasi la posizione verticale. Il vento ora non solo gli scompigliava i capelli, ma lo spingeva giù dalla scopa, premendo contro il viso e impedendogli di vedere.

Un pensiero attraversò la mente del ragazzo.

Hermione. Lui. Un bacio.

Di colpo Harry lasciò la presa della scopa, precipitando nel vuoto, nella testa ancora quell’immagine, che inaspettatamente, anche ora, mentre stava schiantandosi al suolo, lo lasciò stordito e con un leggero sorriso sulle labbra.

 

 

Hermione entrò piano in infermeria, le mani affondate nelle tasche dei jeans, e il viso contratto in una smorfia d’indecisione.

La stanza era inondata da una luce soffusa arancio e dalle ampie vetrate si poteva ammirare un tramonto meraviglioso.

Costatò con piacere che, al di fuori di Harry, non c’era nessun studente ricoverato. Meno gente c’era, meglio era.

Harry stava sfogliando distrattamente una rivista di Quiddich, che ripiegò immediatamente sul letto, non appena si accorse della ragazza. I loro sguardi si incrociarono.

-Ehi!- esordì Hermione – questa volta sei tu il ricoverato e io che ti vengo a far visita!- fece un sorriso tirato, imbarazzata per la situazione. Pochi giorni prima l’aveva insultato, e adesso si presentava come se niente fosse accaduto.

-Accidenti, avrei dovuto portarti qualcosa!- esclamò, tenendosi a poca distanza dal ragazzo, ma non osando sedersi sul letto.

Notando il perpetuo silenzio di Harry, Hermione inspirò profondamente. Come sarebbe stato facile offenderlo di nuovo, sputargli in faccia tutto il rancore che aveva nei suoi confronti, la rabbia per la sua diffidenza, per le sue frecciatine sui suoi incubi. Quanto sarebbe stato semplice litigare di nuovo, e scappare via, lontano da tutti e da tutto, auto-convincendosi che quei sogni erano stati casi isolati.

-Ma non è quello che mi sono ripromessa- pensò la ragazza, rifacendo un respiro profondo e sedendosi lentamente sul letto del ragazzo.

-Avevi ragione tu, sai? Hermione, quella che non sbaglia mai, non dorme dall’inizio dell’anno, e pensa che dicendo a tutti che è successo occasionalmente , non la disturberanno più. E no, non capivo che stavo mentendo solo e unicamente a me stessa. E so anche di aver commesso un grande errore a dirti quelle cose, ero… ero spaventata- disse tutto d’un fiato Hermione, tenendo gli occhi bassi, sulle coperte candide del letto.

Harry la guardò per qualche secondo.

-Io non so veramente cosa dire- esordì, torturando la rivista di Quiddich che nel frattempo aveva ripreso in mano.

-Io sono stata una stupida! Ma avevo paura, Harry! e ne ho ancora, sai? Tanta paura di… di vederti…- lo interruppe la ragazza, cercando di trovare le parole adatte.

-Di vedermi come Hermione?- domandò inquisitore Harry, mollando di colpo la rivista e prendendo la mano di lei. Hermione arrossì di colpo, ma non lasciò la mano, anzi strinse la presa.

-Nei miei incubi ti vedevo… morto- sussurrò la ragazza, guardando Harry negli occhi.

-Morto? E perché dovevo essere morto?- continuò stupito il ragazzo, spostando una ciocca di capelli castani dal viso dell’amica.

-Io… io… ecco… ti avevo detto una cosa – mormorò Hermione, titubante.

-Cosa Hermione? Cosa mi volevi dire?- la incitò ansioso Harry.

-Voglio sapere cosa doveva dirmi. Esigo saperlo!- pensò il ragazzo, stringendo forte la mano di Hermione, che ebbe un fremito.

-Signorina Granger, mi dispiace interrompervi, ma è ora che il Signor Potter dorma. Dopo quella caduta da quella altezza e un braccio rotto, deve proprio riposare.- Madama Chips interruppe il discorso, riportando alla realtà i due ragazzi, che si lasciarono velocemente la mano e la guardarono imbarazzati.

-Emh… si, stavo proprio per andarmene Madama Chips. Solo un secondo- rispose Hermione, alzandosi e riassettandosi le pieghe della maglietta.

Quando la donna se ne andò, la ragazza si riavvicinò al letto di Harry.

-Mi dispiace tanto, Harry- sussurrò, dandogli un piccolo bacio sulla guancia, e se ne andò.

Il ragazzo rimase per qualche secondo stupito e scosso, con la mano che toccava il punto dove l’amica l’aveva appena baciato.

Una maliziosa idea si insinuò nella mente di Harry –proprio come nel flash di questa mattina. Magari fosse stato vero…-

 

 

Hermione si buttò violentemente sul letto, gli occhi che vagavano sul soffitto.

-Non ci posso credere che ho detto quelle cose! Che gli ho rivelato il mio sogno… e se...? e se il sogno si avvera?- pensò, portandosi una mano alla bocca, come per soffocare un urlo.

-Gli ho stretto la mano! E gli ho dato un bacio sulla guancia! Oh, mio dio. io… non ci posso credere. Come diavolo mi è venuto in mente di dirgli quelle cose? Adesso penserà che sono un’idiota, e come dargli torto! gli ho rivelato che lo vedevo morto e stecchito! Meno male che è arrivata Madama Chips, chissà cos’altro gli avrei rivelato… quegli occhi mi ipnotizzano…-

La ragazza si coprì la faccia paonazza per la vergogna con le mani, scuotendo la testa violentemente.

Accorgendosi del rintocco delle campane, Hermione si riscosse immediatamente. La aspettava Silente per la prima lezione di Occlumanzia.

La ragazza raggiunse trafelata lo studio del preside, dopo aver superato i due gargoil di pietra all’ingresso.

Silente era girato verso la finestra, a contemplare gli ultimi strascichi del tramonto.

Hermione tossì piano, per richiamare l’attenzione dell’uomo.

-Oh, Signorina Granger, entri pure. Si accomodi- disse, facendole segno di sedersi.

-Allora, come credo lei ben saprà, se le mie teorie sono esatte, e che cioè questi incubi non sono certo un caso, ma bensì siano qualcosa di molto più oscuro, Voldemort padroneggia con sicurezza la Legilimanzia. Ed è per questo che è necessario capire se realmente questi sogni sono provocati da lui o dai Mangiamorte. Non so se il Signor Potter le abbia mai raccontato delle sue lezioni con professor Piton- Hermione annuì –bene, Harry avrebbe dovuto chiudere la mente, lei invece, solamente per ora, dovrà aprirla. Dobbiamo capire con esattezza se questi incubi hanno lasciato tracce dentro di lei che possano ricondurci al mittente. Quindi, se lei è d’accordo, io incomincerei.-

Hermione inspirò profondamente. Sapeva che non sarebbe stata una cosa piacevole, ma doveva farlo. Anche per Harry.

Silente impugnò la bacchetta ed Hermione fece altrettanto. La ragazza, posizionata, inspirò nuovamente e piegò leggermente la testa. Era pronta.

-Legilimens!-

Proprio come era successo all’amico 2 anni prima, l’ufficio del preside iniziò a scomparire, al suo posto una serie di ricordi sconnessi.

Aveva sette anni e stava guardando la televisione con i suoi genitori e all’improvviso saltò la corrente… la gioia della prima lettere di Hogwarts, con la cera lacca verde con lo stemma impresso delle quattro case… la prova delle Pozioni al primo anno… la giratempo e Fiorebecco al terzo … il serpente… ti amo… Harry che urlava… la voce glaciale che riecheggiava nel corridoio… freddo… tanto freddo….

Di colpo Hermione si accasciò sul pavimento. Il respiro era affannoso, la testa le girava e era rossa in viso.

-Hermione, si rialzi.- la voce del preside la riscosse. La ragazza si alzò a fatica, il viso grondante di sudore.

-Si sieda un secondo, Signorina Granger- le disse l’uomo, aiutandola a sorreggersi.

-Io… ci ho provato… ha… ha visto..?- balbettò Hermione, deglutendo a fatica.

-Ho visto, sì, il serpente, la sua… dichiarazione e la risata. Credo che per questa sera sia sufficiente. Adesso vada a rifocillarsi in Sala Grande, credo che ne abbia bisogno.- la congedò Silente.

-E, Hermione- aggiunse, facendo voltare la ragazza – non è mia abitudine interferire nella vita dei miei studenti, ma io credo che scappare da Harry non l’aiuterà- disse e sotto uno sguardo paterno, Hermione uscì dallo studio.

 

 

-Madama, la prego! Ho dormito per un’ora intera, e adesso sono riposatissimo! Ho fame, Madama, la prego, mi faccia andare in Sala Grande per mangiare un boccone e le prometto che ritornerò in infermeria in un lampo!- Harry stava implorando Madama Chips.

Doveva scendere. E non certo per la fame! Diavolo, ci sarebbe stata Hermione e lui doveva parlarci assolutamente! Un braccio rotto non l’avrebbe certo fermato!

-Signor Potter, sappia però che non risponderò di questa cosa, quando la professoressa McGranitt verrà da me a lamentarsi perché il capitano della sua squadra non si è rimesso completamente!- brontolò la donna, scuotendo la testa.

Harry intese la frase dell’infermiera come un via libera e si dileguò in fretta.

Scese di corsa le scale, investendo quasi un gruppo di studenti del primo anno.

Arrivato in sala Grande, si catapultò al tavolo dei Grifondoro, al solito posto, notando con disappunto che Hermione non c’era ancora.

-Ehy, amico, ti sei ripreso?- gli chiese Ron, addentando un cosciotto di coniglio.

-Emh, sì certo. Sai dov’è Hermione?- rispose distratto il ragazzo, continuando a guardarsi intorno, nella speranza di scorgere l’amica.

-Harry, calmati. Starà arrivando, no? Oggi aveva la sua prima lezione di Occlumanzia con Silente. Si sarà fermata un po’ di più capita. Tu, piuttosto, hai riflettuto su quello che ti ho detto?- ribattè l’amico, fissandolo a lungo.

-Io… sì, ci ho pensato. E non so cosa rispondere. Mi sono rotto un braccio appena ho provato a rifletterci! Io… non so, Ron. E se, mettiamo il caso, mi piacesse, cosa dovrei fare secondo te?- balbettò incerto Harry, infilzando con la forchetta delle povere ed innocenti patate al forno.

-Cosa provi quando ti sta vicino?-

-In che senso?-

-Ti faccio un esempio- spiegò Ron -quando sto vicino a Luna, le mie orecchie diventano ancora più rosse del solito, mi manca il fiato e tutto sembra essere più bello. Magari quello che provi tu è completamente diverso, ma io quando sto con lei mi sento bene. Lei mi far stare bene-

-Ciao!- proruppe Hermione, sedendosi di fronte ad Harry.

-Hermione, ciao!- la salutò Ron, tirando un calcio ad Harry sotto il tavolo.

-Emh… ciao- bonficchiò il ragazzo, ricominciando a torturare le patate.

-Io ti vorrei parlare- dissero all’unisono i due, arrossendo.

Ron li guardò allontanarsi vero il parco, imbarazzati e tesi.

-Ha funzionato il discorsetto ad Harry?- chiese Luna, sedendosi.

-Sì, e solamente grazie a te, mia piccola Luna…-

 

 

 

 

 

 

 

ciao a tutti! eccovi un altro capitolo di What I Can't Say To You!:)

mi scuso con tutti voi per il ritardo nell'aggiornare, ma con i mille impegni mi è stato molto difficile. allora, come potete vedere in questo capitolo, Harry sembra finalmente accorgersi di provare qualcosa per la nostra >Herm, anche se è un po' restio ad ammetterlo... da un certo punto di vista questo capitolo è molto romantico, perchè c'è l'imbarazzo dei primi movimenti [come quando si tengono la mano... <333] e poi anche perchè vi è uno scorcio di Ron/Luna! per la lezione di Occlumanzia mi sn basata all'originale, riguardandomi il capitolo e per quello che prova Herm ho ricalcato le emozioni di Harry. e ora, i ringraziamenti!

Summers84_ hai capito in pieno quello che volevo esprimere di lei, e cioè che oltre ad essere coraggiosa è anche molto fragile e dolce e fa di tutto per proteggerlo! grazie 1000 per aver recensito! :)

granger90_mi dispiace di non aver aggiornato prestissimo, ma sai, con tutte le cose che si devono fare! sono contenta che tu abbia capito al volo la mia piccola allusione... :) grazie 1000 e continua a recensirmi!

desdeus_ ormai sei un affezionato di questa fic e ogni volta che aggiorno spero sempre in un tuo commento! sono felice che Herm ti piaccia di più, forse perchè ha messo da parte quel lato fragile che l'ha un po' caratterizzata per i primi 3/4 cap e sta realizzando che quello che le è successo è una cosa seria! grazie 1000 x la recensione! :)

grazie a tutti, alla prossima! bacio, costy

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Capitolo 6
*** 6. ***


6.

 

Hermione stava torturando la manica del suo golfino grigio e con l’altra mano si sistemava alla meno peggio i capelli, che quel giorno sembravano essere più ribelli e crespi del solito.

Con la coda dell’occhio la ragazza spiò l’amico, che sembrava anche lui piuttosto teso.

Harry stava cercando di organizzare un discorso che avesse un senso compiuto e che non fosse solo un ammasso confusionario di parole.

-Emh… che ne dici se ci sediamo.. qui?- propose incerto Harry, indicando una panchina di pietra davanti al lago. Hermione annuì e si sedette a molta distanza dal ragazzo.

-Allora- esordì Harry dopo un’imbarazzante pausa di silenzio.

-Allora- ripetè Hermione, cercando di evitare più accuratamente possibile gli occhi dell’amico.

-Che cosa volevi dirmi?- chiese Harry, strofinando le mani sui pantaloni, con fare nervoso.

-No, la mia era una sciocchezza, incomincia tu- ribattè la ragazza, sorridendo incerta.

-Ma no, figurati, anche la mia in fondo non era nulla di così importante!- replicò l’amico, ricambiando il sorriso.

Un’altra pausa di silenzio, che aumentò i mille dubbi tra di loro.

-Ecco… io in realtà…- incominciò Harry, passandosi la mano fra i capelli e cercando di controllare il tremolio insolito della sua voce.

-Sì?- chiese ansiosa Hermione, finalmente incontrando i suoi occhi.

-Ti prego fa che non dica che mi odia e che non vuole più avere niente a che fare con me! Ti prego!- pensò agitata la ragazza, alzando per qualche attimo gli occhi al cielo, come per sperare un aiuto proprio da lassù.

-Mi dispiace tantissimo per quello che è successo in questi ultimi giorni, e… scusa per averti dato della bugiarda- continuò Harry, fissandola intensamente.

-Ma io stavo mentendo! Io… te l’ho già detto, avevo… paura- ribattè affrettatamente la ragazza, ricambiando lo sguardo dell’amico.

-Hermione-

-Harry-

Un’altra agoniata pausa di silenzio.

-Cosa mi avevi detto nel sogno?-

Hermione abbassò di colpo gli occhi, stringendo la stoffa della gonna tra le dita.

-Io…- balbettò la ragazza, non avendo ancora il coraggio di guardarlo.

-Ti avevo detto che ti amavo- esplose, negli occhi uno sguardo misto tra terrore e liberazione, ma anche imbarazzo e speranza.

Harry rimase per qualche secondo interdetto da quella risposta, la bocca semi aperta per lo stupore, e ancora la mano fra i capelli.

-Lo so che è un sogno molto stupido, ma… - tentò di giustificarsi la ragazza, maledicendosi per averlo davvero detto.

-N-no, nel senso, certo è un sogno, non ti devi preoccupare… e quindi dopo che mi hai detto che mi … emh… amavi un serpente mi ha… ucciso?- replicò insicuro Harry, privo magicamente della salivazione.

-Si… senti, non ridere, ti prego… io ero talmente… suggestionata da questi stupidi sogni che… che avevo paura che anche solo parlandoti tu saresti morto…- sussurrò Hermione, fissandosi le scarpe, imbarazzata dalla situazione.

-Io non riderei mai, Herm! Cosa te lo fa venire in mente? È una cosa seria, altrimenti Silente non ti avrebbe mai fissato delle lezioni di Occlumanzia, non trovi?- ribattè questa volta più sicuro che mai, il ragazzo, afferrando la mano della ragazza e costringendola a fissarlo negli occhi.

-Hermione, io ti starò sempre vicino, in qualunque situazione, e se realmente dietro a questa storia c’è Voldemort, lo sconfiggeremo insieme. Hai capito, Herm?-

-Sì, Harry. lo sconfiggeremo insieme-

Un abbraccio caldo e senza più imbarazzi avvolse i due ragazzi, spegnendo definitivamente i loro dubbi.

 

 

Harry incominciò a scrutare il polveroso scaffale della biblioteca.

Stava cercando qualche notizia che fosse utile per capire meglio i sogni di Hermione. Era ormai quasi certo che dietro a questi incubi ci fosse Voldemort e non si sarebbe certo fatto cogliere impreparato.

-Ci deve essere pur qualcosa su questi maledetti incubi, no?- pensò, incominciando a irritarsi.

Qualcosa attirò il suo sguardo. Incubi Oscuri recitava il titolo.

Il ragazzo afferrò il pesante volume, soffiandoci sopra per togliere un consistente strato di polvere.

Sedutosi, incominciò a sfogliare il libro, sperando con tutte le sue forze che ci fosse qualcosa.

Gli incubi hanno forme e dimensioni alquanto diverse. Possono anche prolungarsi per la vita, ma solitamente sono episodi passeggeri.

Harry sbuffò. Non era quello che cercava!

Gli incubi oscuri possono essere provocati da incantesimi molto potenti, uno tra i quali è L’Angorarem, incantesimo di antica provenienza celtica, che può sconvolgere la mente della persona colpita. Questo incantesimo ha la particolare di spaventare le vittime su argomenti a loro cari, facendo leva sulle emozioni più segrete della persona.

Il ragazzo afferrò di colpo il libro e uscì correndo dalla biblioteca.

 

 

 

-Harry, prego, entra-

-Professor Silente-

Harry entrò nello studio assolato, in mano il libro che aveva appena consultato, i capelli più spettinati del solito e il viso paonazzo per la corsa.

-Che cosa c’è di tanto urgente, Harry, per aver corso fino a qui?- chiese il preside, fissando attentamente il volume del ragazzo.

-Signore, credo di aver intuito il problema di Hermione! C’è dietro Voldemort, ne sono sicuro, ha usato l’Angorarem, c’è scritto qui!- rispose concitato Harry, porgendo il tomo all’uomo che lo osservò con molta cura.

-Non sono certo che Voldemort abbia proprio usato l’Angorarem, Harry- replicò pacato Silente, restituendo il libro al ragazzo.

-Però non esclude che ci sia Voldemort dietro a tutto questo! Allora è come avevo immaginato!- ribattè Harry.

-Nelle lezioni che ho tenuto con la signorina Granger, ho riscontrato una forte presenza di Magia Oscura. Però di una cosa sono certo: non era il segno di Tom. Probabilmente si tratta di qualche suo mangiamorte, ma non è Voldemort, Harry- rispose Silente, togliendosi gli occhiali a mezza luna.

-E come può aver fatto ad insinuarsi così facilmente nella mente di Hermione? E perché, poi?- domandò Harry, abbandonandosi sulla sedia.

-I sogni di una persona sono facilmente influenzabili, come hai potuto tu stesso costatare al quinto anno. Sono la parte forse più intima di una persona e per questo sono tanto vulnerabili. Ho potuto però anche costatare che la magia non è riuscita a penetrare completamente nella mente della signorina Granger, consentendole di reagire.- rispose il preside.

Harry sospirò. Cosa poteva fare ora?

-Harry, ascoltami. Hermione ha sognato quello che più sperava-

-Cioè lei desiderava che fossi strangolato da un serpente gigante?- ironizzò Harry

-No, Harry. Lo sai cosa desiderava, perché è quello che vuoi anche tu. È importante, anzi è essenziale che tu le stia accanto. Grazie alle lezione di Occlumanzia riesce a chiudere la mente agli incubi, ma ha bisogno di te e di Ron. Ma specialmente di te, Harry. l’hai letto tu stesso, Harry: Questo incantesimo ha la particolare di spaventare le vittime su argomenti a loro cari, facendo leva sulle emozioni più segrete della persona.- ribattè l’uomo, fissando il ragazzo negli occhi.

-Ma lei ha detto che non si trattava dell’Angorarem!- replicò Harry.

-Harry, tutta la Magia Oscura fa leva sulle emozioni più segrete di una persona, colpendo i loro cari. Tu ne dovresti sapere qualcosa- disse Silente.

Harry rimase per qualche secondo zitto.

In che modo doveva starle vicino? Lui… lui non era mai stato capace di consolare le persone, lui sapeva solo agire. E aveva fallito, come questa volta. Non si trattava dell’Angorarem, aveva fatto un buco nell’acqua.

-Io non so davvero come… come fare a starle vicino , Professore. Come… come si fa?- chiese Harry, imbarazzato.

-Non si impara a voler bene ad una persona, Harry. Ci si avvicina piano piano, e giorno dopo giorno, si incomincia a capire che vuoi stare sempre con quella persona, che con lei ti senti completo. Harry, non ci sono regole , qui la mente non c’entra. C’entra il cuore, Harry, il cuore-

Harry abbassò gli occhi.

Il cuore.

Cosa diavolo gli diceva il cuore?

 

 

 

La sera prima Hermione aveva sentito chiara la voce della Mangiamorte risuonarle nella testa.

La Mezzosangue ha chiuso la mente, Signore. Ho fatto di tutto per riuscire ad arrivare a Potter, e per il primo periodo c’ero riuscita. Poi quel dannato di Silente deve essersi messo in mezzo e la mezzosangue ora è bloccata. Sono desolata, Signore, io…

Bellatrix Lastrange, solo ora l’aveva riconosciuta…

 

 

 

Ron si avvicinò piano ad Hermione, che stava leggendo un libro sulla riva del lago.

-Ciao, Herm- esordì il rosso, sedendole accanto.

-Ciao, Ron-

-Come stai?- chiese piano il ragazzo, guardandola negli occhi.

-Ci sto provando, Ron, sul serio. È faticoso, ogni notte mi sveglio, ma, grazie anche a Silente, mi sento molto più forte. So che per chiudere ancora completamente la mente ci vorranno mesi, ma devo farlo. - rispose la ragazza, sorridendo.

-Grazie solamente a Silente?- domandò Ron, con un sorrisetto malizioso dipinto in volto.

-Ma no, Ron, grazie anche a te e a…-

-A Harry?-

Hermione abbassò la testa, diventando rossa.

-Bè, sì, grazie anche ad Harry- rispose di fretta, cercando di riprendersi all’ultimo minuto.

-Sai, io e Luna ci piacevamo da tanto. Dopo la mia gelosia per te, io e lei ci siamo avvicinati tantissimo- disse Ron, spostando lo sguardo dalla ragazza al lago.

-Siete una bellissima coppia, io l’avevo sempre detto- affermò Hermione, sorridendo.

Aveva sempre intuito che la ragazzina bionda di Corvonero non era indifferente a Ron, ma credeva che non avrebbero mai avuto il coraggio di dichiararsi… e invece?

- Loro stanno assieme e sono felici, a differenza mia- pensò con un po’ di amarezza la ragazza.

-Bè, io però non avevo il coraggio d’ammettere che lei potesse piacermi. Ero… confuso, credo. Con Luna mi sentivo bene, come se fossimo sulla stessa lunghezza d’onda, ma avevo paura che se avessi anche solo provato ad espormi tutto il nostro rapporto si sarebbe frantumato. Io… io volevo che qualcosa tra noi cambiasse, ma avevo troppo paura delle conseguenze- continuò Ron, riposando lo sguardo su Hermione.

-Dove stai cercando di arrivare Ron con questa storia?- chiese la ragazza, non riuscendo a capire.

-Hermione, è inutile fingere che tra voi non sia cambiato nulla. Si vede, per la miseria, da come vi guardate, da come vi cercate con lo sguardo, dai sorrisi, dai gesti, dagli abbracci! Non ci vuole un diploma in Divinazione per capire che vi piacete!- esclamò Ron esasperato, alzando gli occhi al cielo.

-Ma cosa stai dicendo? Io… insomma… io ed Harry… ma no… emh… si vede tanto che mi piace?-

Balbettò Hermione, ritornando di un bel colore vermiglio.

-Almeno quanto si vede su di lui- sorrise Ron.

-Cioè tu credi che…?-

Il ragazzo annuì vigorosamente.

-Scusa, devo andare-

Hermione corse di fretta verso il castello.

-Hermione!- urlò Ron –è al campo di Quiddich!-

-Grazie Ron!-

 

 

All’inizio aveva creduto di non potercela fare. Aveva pensato che sarebbe ricaduta in quegli incubi strazianti, che non ce l’avrebbe fatta a chiudere completamente la mente.

Pensava che sarebbe andata avanti tutta la vita a dormire due ore per notte, a quell’Hermione con il viso e gli occhi spenti.

Ma non aveva mollato. Per Ron. Per lei stessa. Per Harry.

Faceva fatica, il mal di testa era diventato parte integrante delle sue giornate, ma quegli incubi erano cessati.

-Hai fallito, mia cara Bellatrix -pensò la ragazza correndo.

-Già, la Mezzosangue ti ha ostacolato. Non sarei mai stata un mezzo per arrivare ad Harry. Mi dispiace,Bellatrix , questa volta non ci sei riuscita. Non potevi dividerci . –

Hermione continuava a correre, a correre, sempre più forte, il vento che soffiava tra i capelli, il viso rosso e accaldato, il fiatone e le gambe pesanti.

Ma niente l’avrebbe fermata.

Ed eccolo volteggiare vicino agli anelli.

Hermione inspirò.

Vai Hermione, vai e digli che lo ami!

Diglielo, Hermione, digli che senza di lui non ci sai stare.

Porca miseria, Hermione, VAI!

-Harry!- urlò la ragazza, posizionandosi nel centro del campo.

Il ragazzo si accorse di lei e incominciò una veloce discesa.

-Hermione, ciao!-

-Io… io devo dirti una cosa- incominciò la ragazza. –Anzi, sono più di una, sono mille le cose che ti devo dire! Io… io senza di te non posso vivere, Harry, io .. oh, accidenti!Sono stata un’idiota a dirti quelle cose, e lo so che abbiamo chiarito, so che ormai è tutta acqua passata, ma io mi sento in colpa e…- Hermione si fermò per qualche secondo per riprendere fiato-E Harry, io, io senza di te non ci so stare, è come se… se mi sentissi a casa con te, e lo so che è stupido come paragone, ma non so farne altri decenti…. Harry, ti prego, io non ho più gli incubi era stata Bellatrix Lastrange, ma l’ho sconfitta, sai? Ho chiuso la mente e l’ho chiusa per te! Perché no voglio deluderti, e so che non sono perfetta, non sono Cho o Ginny, io sono… sono semplicemente Hermione, ma ti giuro che cercherò di migliorare se vorrai..-

-Migliorare? Ma che diavolo stai dicendo, Hermione?- esclamò Harry, confuso.

-Io… Harry so di non essere una bellezza, vedrai che se mi faccio consigliare da quelle pettegole di Calì e Lavanda forse…- rispose Hermione, incontrando gli occhi del ragazzo.

-Hermione…-sussurrò Harry, prendendole delicatamente il viso tra le mani.

-Io… Harry, io ti amo- disse tutto d’un fiato la ragazza.

Ecco, gliel’aveva detto. Hermione aspettava una risata, un urlo del ragazzo, che la guardò fissa negli occhi.

-Adesso mi odierai, non è così? la nostra amicizia si frantumerà e non avremmo neppure più il coraggio di guardarci negli occhi….- disse Hermione tra i denti.

-Lo sai che parli decisamente troppo?- le sussurrò piano Harry.

Harry guardò Hermione.

Hermione guardò Harry.

Ci pensò un tenero bacio ad annullare la distanza tra loro….

 

 

 

 

 

 

 

Qualche sera dopo un improvviso attacco di Mangiamorte aveva colpito il castello, il marchio proiettato nel cielo.

I panico si era diffuso nel castello, ma era bastata una sola occhiata tra loro due, per farli muovere simultaneamente, per farli correre fuori, sul campo di battaglia.

Perché la resa dei conti era finalmente arrivata, perché quella sera ci sarebbe stato l’epilogo di un inferno durato 7 lunghissimi anni.

Molti erano morti in quella battaglia.

Molti furono le vittime da piangere, sotto la pioggia battente, intervenuta per lavare via tutto il male.

Molti li avevano lasciati,Luna, Ginny, molti ne avrebbero portato per sempre i segni.

Harry ed Hermione erano rimasti sempre insieme, quando avevano fatto fuori Bellatrix Lastrange, Lucius Malfoy, anche quando Harry aveva dovuto fronteggiarsi con Voldemort.

Perché Hermione era lì con lui, vicino, ma anche dentro il suo cuore.

Non ci fu tempo per un inno di vittoria sopra al corpo dell’Oscuro Signore, ma solo un lungo abbraccio, bagnato di lacrime salate, amare.

 

 

 

 

 

 

 

-Ti amo, Harry-

-Ti amo Hermione-

 

 

 

 

 

ebbene sì, questo è l'ultimo capitolo di What I Can't Say To You. volevo ringraziare davvero tutti quelli che mi hanno recensito, da desdeus che all'inizo mi ha criticata per poi apprezzarmi, a granger90, che mi ha sempre letto e recensita... grazie anche a Snivella che mi ha reso felicissima di quelle tre recensioni lunghissime e meravigliose [speravo avresti continuato! ^__^], a marco che per un po' ha smesso di recensire ma poi è ritornato, a marigranger che mi ha dato subito fiducia, ma grazie anche a ValHerm, Hermione_harry4ever, robertina, la mia elfetta, Alessandra, Summers84 e ladygiuly93.

insomma, grazie a tutti, a quelli che hanno recensito ma anche solamente letto, sono ORGOGLIOSA di essere stata recensita o solamente letto da voi!

grazie, e alla prossima [sempre H/Hr!]! bacio, costy

 

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