Babysitter is the way di wordsaredeadlythings (/viewuser.php?uid=91511)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Arrivo ***
Capitolo 2: *** II. Bambini + Zucchero = Disastro Preannunciato ***
Capitolo 3: *** Swimming Pool ***
Capitolo 4: *** Avenged Sevenfold VS Pulizie domestiche ***
Capitolo 1 *** I. Arrivo ***
Babysitter
is the way
Zacky l'aveva sempre
detto che i cugini erano delle palle al piede.
Sempre.
Certo, la
maggior parte delle volte lo diceva ridendo, e tutti, con il tempo, si
erano convinti che fosse tutto una presa in giro bella grossa. Ma i
cugini di Zack erano veramente
una palla al piede.
E presto anche
Brian se ne sarebbe reso conto.
*
-
Sarà una forza, vedrai -
-
Già! Prima di tutto organizzeremo una festa. Poi... be', poi
rimaniamo da soli -
Zacky si
guardò furtivamente intorno prima di ridacchiare
spudoratamente.
- Oppure
rimaniamo soli fin dall'inizio. Che ne so, ci guardiamo un film... -
- Film? Ho in mente tutt'altro -
Zacky
ridacchiò di nuovo.
- Quella
sarà la parte più bella della serata -
- Oh, puoi
scommetterci amore -
Amore. Lo aveva
chiamato amore.
Il cuore di
Zacky perse un battito, per poi cominciare a martellare furioso nelle
sue orecchie. Brian non era il massimo del romanticismo, ma a volte si
divertiva a far morire il povero Zack con quelle uscite improvvise. E
lui non era affatto contrario alla cosa, anzi.
- Non vedo
l'ora che arrivi venerdì, tesoro - Zacky
sussurrò l'ultima parola, continuando a guardarsi intorno
con aria furtiva.
-
Già, non vedo l'ora anche io! - ammise Brian, e Zacky
sorrise come un deficiente, consapevole che l'altro non potesse
vederlo.
Quel
venerdì i genitori di Zacky e quelle piattole viventi dei
suoi fratelli sarebbero finalmente partiti per un fine settimana da Zia
Beth. Visto che Zacky doveva recuperare diverse materie, sua madre gli
aveva proibito categoricamente di andare a casa della zia, e lui si era
comportato come se veramente gli importasse di passare due settimane a
farsi squadrare come un poco di buono dalla sorella di suo padre. Di
conseguenza, per tre giorni Zacky sarebbe stato il padrone indiscusso
di casa sua.
E finalmente
avrebbe potuto vedere Brian e guardare un film insieme a lui senza
doversi tenere a distanza di sicurezza. I genitori di Zacky non avevano
la minima idea che Brian non fosse solo un semplice amico per loro
figlio, e dovevano continuare a rimanere nell'ignoranza. Zacky sapeva
benissimo che informare sua madre che era anche fidanzato con il suo
migliore amico sarebbe stato solo un motivo in più per
cacciarlo di casa, e lui aveva ancora bisogno di un tetto sopra la
testa.
- E' meglio se
vado, adesso. Mamma torna tra un po' e qui c'è un casino
assurdo - affermò all'improvviso Brian, riscuotendo Zacky
dai propri pensieri.
- Oh, okay. Ci
sentiamo domani, allora -
- Ti amo -
Zacky ebbe un
tuffo al cuore e sorrise come se avesse appena ricevuto la soluzione ad
ogni suo problema.
- Ti amo
anch'io - sussurrò, per poi chiudere la chiamata.
Osservò
lo schermo spento del suo telefono, e non riuscì a trovare
un motivo valido per smettere di sorridere.
Tre giorni,
solo lui e Brian.
Non poteva desiderare niente di
meglio.
*
- Mi
raccomando, controlla sempre che il gas sia spento prima di andare a
dormire -
-
Sì mamma -
- Ti ho
confezionato i pasti per ogni giorno della settimana, sono nel frigo -
- Okay -
- Non dare
fuoco alla casa -
- Stai
tranquilla -
- E non
organizzare feste -
- Va bene -
- Oh,
un'ultima cosa - la signora Baker si voltò verso il figlio e
lo squadrò - Entro oggi pomeriggio dovrebbero arrivare i
tuoi cuginetti. Resteranno qui per questi tre giorni. Voglio che tu li
controlli quando Teresa non potrà farlo -
- Che cosa? -
strepitò il ragazzo, sgranando gli occhi.
La donna
alzò un sopracciglio, guardandolo.
- Teresa ha
molto da fare con il lavoro -
- Ma devo
studiare! -
- Non daranno
fastidio -
- Danno sempre fastidio -
- Non
rispondermi in questo modo. E non parlare così dei tuoi
cugini. Sono parte della famiglia - lo rimbeccò la donna,
autoritaria.
"La mia famiglia si ferma a
Jimmy, Johnny, Matt e Brian. Voi non ci siete"
pensò il ragazzo, furioso, ma scelse di non dire niente
comunque.
- Comunque
vedi di controllarli. Se gli succede qualcosa passerai guai seri -
minacciò la donna, per poi afferrare il suo trolley azzurro.
Si voltò verso il figlio e lo salutò con un goffo
e freddo bacio sulla guancia, che il ragazzo accettò senza
fiatare. Quei gesti d'affetto così freddi e privi di senso
erano i peggiori. Non avevano valore. Erano vuoti,
completamente vuoti.
- Fa il bravo - e,
detto questo, la signora Baker chiuse semplicemente la porta.
Zacky
sbuffò e, finalmente, diede un pugno al muro. La mano
cominciò a bruciare e pulsare per il dolore, arrossandosi
subito. Zacky ignorò il dolore: si lasciò
semplicemente scivolare fino a terra, la schiena attaccata al muro e
gli occhi chiusi.
Quei gesti di
affetto così vuoti facevano sempre troppo male.
Perché sua madre era così distante, esattamente
come tutti gli altri membri della sua famiglia. Perché non
aveva mai avuto una vera e propria famiglia, né una casa in
cui poter essere felice.
Come al
solito, i suoi piani per stare un po' con Brian erano andati a puttane.
Doveva avere qualcosa di maledettamente sbagliato dentro, altrimenti i
suoi piani sarebbero sempre riusciti, in qualche modo.
Zacky avvolse
le ginocchia con le braccia, nascondendo il viso. Non pianse: era tanto
che non lo faceva, nonostante lo volesse veramente. Rimase
semplicemente accucciato a terra per un po', in attesa. Di cosa, non lo
sapeva neanche lui.
*
- I tuoi
cugini? -
-
Sì - mugugnò Zacky, sprofondando nel suo divano.
Si abbracciò ancora le ginocchia - Non ho la minima idea di
quando arriveranno, quelle maledettissime piattole umane -
- Quandi anni
hanno? -
- La ragazzina
ne ha sette, l'altro ne ha cinque - rispose semplicemente lui,
sospirando - Volevo passare un fine settimana con te, ma neanche
questo. Fanculo, riescono sempre a trovare un modo per rovinarmi la
vita - biascicò, furioso e ferito.
Brian si
avvicinò e gli passò un braccio sulle spalle,
attirando il ragazzo verso sé. Zacky non si
lasciò pregare, ed appoggiò la testa sul grembo
dell'altro, sospirando.
- Vorrei che
non fossero così... così... - sbuffò,
lasciando la frase a metà.
- Lo so, ma non si può avere tutto dalla vita -
mormorò in risposta Brian, tirando fuori la migliore parte
Jimmy che aveva dentro. Lui era più bravo in queste cose, ma
era pur sempre Zacky, e l'idea di vederlo in quello stato lo rendeva a
sua volta triste. Non poteva vederlo in quel modo.
Brian
affondò una mano nei capelli neri del suo ragazzo,
cominciando a pettinarli e a passarli tra le dita. I capelli di Zacky
erano morbidi e lisci come acqua, piacevoli da toccare, e lasciavano
sulle sue dita un profumo di buono, il profumo di Zack. Quest'ultimo
socchiuse gli occhi e sorrise leggermente, lasciando che Brian lo
coccolasse un po'.
- Be', adesso
loro non ci sono, e non ci sono neanche i tuoi cugini. Siamo soli -
- Mmh, questo che dovrebbe significare? -
- Apri gli occhi -
Zacky
ubbidì, e si ritrovò il viso Brian a pochi
centimetri dal suo. Il ragazzo sorrise appena e inarcò la
schiena, in modo tale da poter raggiungere Brian. Le labbra dei due si
incontrarono a metà strada, e Zacky dischiuse le sue
praticamente subito, lasciando che Brian approfondisse il bacio. Gli
ormoni del ragazzo stavano letteralmente impazzendo, il suo viso
bianchissimo cominciò subito ad arrossarsi, mentre la lingua
di Brian esplorava la sua bocca. Zacky affondò la mano nei
capelli di Brian, chiudendo gli occhi, e si sentì come se
potesse toccare il paradiso con un dito.
Le mani di
Brian vagarono sui suoi fianchi, fino a raggiungere l'orlo della
maglietta. Quest'ultime si intrufolarono sotto quest'ultima, e la pelle
di Zacky a contatto con quella di Brian sembrò letteralmente
andare a fuoco. Voleva solo che continuasse a toccarlo in quel modo per
almeno un'ora o due. O anche per tutta la vita.
Brian stava
per togliergli la maglietta, quando dei tonfi costrinsero i due a
separarsi, più per sorpresa che per vera intenzione.
- C-Credo sia
mia z-zia - biascicò Zacky, ancora stravolto dal bacio di
Brian.
- Ma non
c'è nessuno in casa, giusto? - mormorò Brian,
anch'esso con il fiatone, a due centimetri dalle labbra di Zacky.
Il ragazzo
sorrise e si attaccò nuovamente al viso dell'altro. Brian
morse le sue labbra con dolcezza, continuando ad accarezzargli i
fianchi con le sue maledette mani bollenti.
I tonfi
tornarono, più forti di prima.
- Zachary! Zachary,
so benissimo che sei lì! -
Le labbra di
Brian si spostarono sul collo bianco del ragazzo, che
inclinò la testa proprio per lasciarlo fare. Era
praticamente a cavalcioni sull'altro, e non aveva la più
pallida idea di come fossero arrivati a quella posizione. E non gli
interessava minimamente.
I tonfi si
ripeterono per la terza volta, e Zacky sbuffo.
- D-Devo
rispondere, se chiama mia madre sono cazzi
miei - biascicò il ragazzo, anche se quello che stava
dicendo gli sembrava privo di senso. Tutto ciò che poteva
allontanarlo da Brian in quel momento gli sembrava privo di senso.
Brian
mugugnò, per poi sbuffare. Si divise dal ragazzo e
sbuffò.
- Fai alla
svelta - mormorò, mentre Zacky si rimetteva in piedi e
cercava di darsi una sistemata, per quanto fosse possibile.
- Cazzo -
mormorò, guardandosi allo specchio del soggiorno - Mi hai
devastato il collo! -
- Non mi
sembravi tanto contrario, cinque minuti fa - affermò
l'altro, con un che di malizioso nel tono di voce e nello sguardo.
- Non ho mai
detto che mi dispiace - Zacky strizzò l'occhio in direzione
dell'altro e scivolò lungo il corridoio che portava
all'ingresso. Cercò un'ultima volta di darsi una sistemata,
ma senza successo.
Dopo un
piccolo sospiro, decise finalmente di aprire la porta.
Zia Teresa era
una donna molto in carne, con degli orribli cappelli dai colori
sgargianti e vestiti sempre più strani. Quel pomeriggio
indossava un vestito verde petrolio di dubbio gusto, che Zacky
guardò storcendo il naso.
- Coraggio
piccoli, andate da vostro cugino Zachary - affermò la donna,
spingendo i figlioletti verso il cugino.
Lizzie aveva
sette anni, due codini biondi e un sorriso angelico, ma Zacky sapeva
bene che quella ragazzina era fin troppo sveglia per una della sua
età.
La piccola
sgattaiolò subito dentro casa.
David era
veramente molto piccolo anche per la sua età, aveva due
grandi occhi vispi e un sorriso perenne stampato sul viso. I capelli
biondi erano sparati in ogni direzione possibile ed immaginabile.
- Liz,
aspettami! - biascicò il piccolo, inseguendo la sorella
lungo il corridoio.
A quel punto Zack spostò la sua attenzione nuovamente sulla
zia, che gli mise in mano una busta bianca piena di medicinali.
-
Tienili a bada. Liz non può assumere colorante B-16, David
deve prendere le sue vitamine almeno tre volte al giorno. Stasera vengo
a riprenderli, ma credo che domani dovrai tenerli ancora tu. Tua madre
ha detto che posso lasciarteli. Vedi di controllarli, giovanotto -
"Neanche fossi un ex-galeotto"
pensò il ragazzo, contrariato. Annuì comunque.
La donna lo
squadrò in silenzio.
- Che hai
fatto sul collo? - domandò, perplessa.
Il viso di
Zacky andò a fuoco.
- Ehm....
è un'irritazione -
- Oh.
Contagiosa? -
- N-No -
Zia Teresa lo
fissò per alcuni istanti, prima di sbuffare e voltarsi.
Zacky la
osservò scendere le scale e sospirò, per poi
chiudere la porta.
I tre giorni
da solo con Brian erano andati a puttane, tutti i suoi parenti lo
consideravano un ragazzo senza speranze e per di più aveva
un ragazzo che non solo doveva nascondere in tutti i modi, ma che
riusciva anche a devastargli il collo in soli due secondi con quelle
sue stramaledette labbra perfette.
Non che gli
dispiacesse, ma a volte avrebbe fatto anche a meno di quelle scene
imbarazzanti con i membri della sua famiglia.
Zacky
sospirò, appoggiò la busta sul tavolino vicino
all'ingresso e raggiunse rapidamente il soggiorno. Quando
arrivò, trovò Brian alle prese con una Lizzie
piuttosto imbronciata, la quale lo fissava insistentemente da
chissà quanto, mentre lui lasciava vagare il suo sguardo in
giro per il soggiorno, palesemente a disagio. David stava passeggiando
per il soggiorno, toccando qualsiasi oggetto passasse sotto il suo
vispo sguardo da bambino, un sorriso enorme stampato sul visetto
paffuto.
Quando Brian vide Zacky, gli sorrise ampliamente. I suoi occhi
sembravano gridare "salvami".
Zacky sorrise appena.
-
Brian, loro sono Lizzie e David. Liz, David, lui è Brian, il
mio... - occhieggiò per un istante sul viso del ragazzo - migliore amico -
concluse, e Brian evitò di guardarlo, imbarazzato.
- Oh, forte! -
esclamò David, sorridendo - Quindi anche tu suoni come Zack?
-
-
Sì, suono la chitarra - affermò Brian, mentre
Zacky si sistemava accanto a lui.
- E sei bravo?
- domandò il piccolo, sedendosi finalmente sulla poltrona.
Strinse con le braccia le ginocchia, ed appoggiò la testa su
queste ultime, in attesa.
- Oh,
sì -
- Non montarti
la testa, Gates - lo riprese subito Zacky, e Brian scosse la testa.
- Ha parlato
quello... -
- Io non sono
montato! -
- Certo che
no, Zacky "ho
sempre tutto sotto controllo" Vengeance -
- Non ho mai
detto di avere tutto sotto controllo! -
- Ma se l'hai
detto ieri! -
- Ce l'hai la
ragazza, Brian? - esplose finalmente Lizzie, osservandolo con aria
angelica. Era seduta sul tappeto di Zacky, e sembrava la persona
più felice del mondo.
Sia Zacky che Brian zittirono, osservando la ragazzina con aria
palesemente sorpresa.
Il
ragazzo sgranò gli occhi e deglutì.
- N-No -
affermò, a disagio.
- Ti piace
qualcuna in particolare? -
Brian
arrossì, e Zacky distolse lo sguardo, tossicchiando. Cristo,
ma proprio una domanda del genere doveva fare? Maledetta ragazzina.
- Ehm... N-No,
perché? -
- Oh. Strano.
Di solito ai bei ragazzi piacciono le ragazze carine -
affermò lei, schizzando poi in piedi - Vado in bagno! -
- Seconda
porta a destra, nel corridoio - spiegò perentorio Zacky,
indicando la porta dalla quale era entrato pochi istanti prima.
Lizzie sorrise
angelicamente (come al solito) e schizzò verso la porta.
David, nel frattempo, tirò fuori dalla tasca dei suoi
bermuda estivi il suo Game Boy e cominciò a giocare. Il
volume della musica in sottofondo era alzato al massimo.
- Vedrai, sono
bambini. Si addormentano alla svelta. Non sarà poi
così male - sussurrò Brian a Zacky, afferrando di
nascosto la sua mano per poi stringerla.
Zacky lo
guardò e sorrise appena. Avrebbe dato qualsiasi cosa per
poterlo baciare, la ma presenza di David non glielo permetteva.
Brian era il
ragazzo migliore del mondo.
E magari non
sarebbe stato poi tanto male, se c'era lui a dargli una mano.
Forse.
_Cris Corner
Cioè,
questa cosa è... boh, non so definirla.
Ma perché
mi fate scrivere queste cose? Zaccaria e Sinistro (?),
perché diavolo mi fate scrivere queste oscenità?
E' COLPA VOSTRA, SOLO COLPA VOSTRA!
*si calma*
Non so neanche da dove
esce, a dir la verità. E' solo che avevo una gran voglia di
scrivere a proposito di bambini, poi mi hanno consigliato di scrivere
un'altra Synacky e BAM, ecco che esce questa... questa cosa.
Non potevo scegliere un titolo più idiota e stupido. Si
accettano suggerimenti per altri titoli... ma tanto non ci saranno,
visto che questa cosa è troppo orribile per essere letta
fino in fondo.
Se non
volete recensire, vi capisco. Dubito seriamente che qualcuno sia
arrivato fino a qui.
Fate come volete.
Oh, non saranno tanti
capitoli, comunque. Credo che saranno non più di tre.
Non so quando
pubblicherò il prossimo, ma ho già in mente come
svilupparlo, quindi non credo che dovrei metterci tantissimo.
Ho deciso di spezzare
in tre parti questa "cosa" (no, non ho il coraggio di definirla
"fanfiction") perché mi andava, sinceramente.
Boh, ora vi lascio.
Un bacio!
xoxo, _Cris
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** II. Bambini + Zucchero = Disastro Preannunciato ***
Babysitter
is the way
II.
Bambini +
Zucchero = Disastro Preannunciato
Zacky avrebbe dato qualsiasi cosa per poter
strangolare quei due bambini. Magari li avrebbe soffocati nel sonno,
oppure si sarebbe divertito a guardarli mentre si contorcevano in una
grande pozza d'acido verde e fumante. Oppure li avrebbe sgozzati
entrambi.
Scosse appena la testa, cercando di cancellare quei pensieri macabri,
mentre Liz si esibiva nell'ennesimo sbuffo del pomeriggio. David
fissava con attenzione spasmodica lo schermo brillante del suo Game
Boy, quasi come se non esistesse nient'altro all'infuori di quello
stupido marchingegno di dubbia utilità. Per il momento
l'unica utilità che aveva quel coso era quella di impedire a
David di seguire le orme della sorella e cominciare a sbuffare senza
sosta.
- Ho fame - esclamò di punto in bianco la ragazzina, facendo
sobbalzare il povero Zack.
- Brian è andato a fare la spesa - rispose Zacky,
utilizzando il suo miglior tono consolatorio. Evidentemente non era
affatto consolatorio, visto lo sguardo seccato della piccola Liz.
- Io ho fame ora
-
- Be', devi aspettare comunque, visto che in questa casa non
c'è un caz... niente
da mangiare - si corresse immediatamente il ragazzo. Se avesse
insegnato delle parolacce a Liz e David, sua zia lo avrebbe etichettato
come "poco di buono"
con maggiore veemenza.
- Ma io ho fame! - strepitò ancora la bambina, battendo i
pugnetti chiusi sulla superficie del divano.
- Se ti dico che non c'è niente ci sarà un
motivo, no? -
- Allora cucina qualcosa! -
Zacky zittì, fissando la ragazzina come se fosse una sorta
di alieno sbucato fuori dal nulla cosmico e non sua cugina di sette
anni.
- Secondo te io
so cucinare? -
- Io so
fare i tramezzini, e sono molto più piccola di te -
obbiettò la più piccola, sfacciata e impertinente
come al solito.
- Anche io so fare i tramezzini. Tutti
sanno fare i tramezzini - replicò l'altro, scuotendo la
testa.
- E allora perché non mi fai un tramezzino? -
- Forse perché non ci sono gli ingredienti per farne uno? Te
l'ho detto che in questa casa non c'è niente! -
Lizzie lo fissò per qualche istante, poi sbuffò
con maggiore veemenza e riprese a fissare lo schermo del televisore,
mentre Zacky abbozzava un sorriso trionfante.
"Uno a zero per me,
mocciosa" pensò, gongolando per il risultato
ottenuto.
Proprio in quel momento, Zacky sentì la porta di casa
aprirsi, e subito schizzò in piedi. Si scapicollò
nel corridoio di casa, e riuscì a raggiungere Brian proprio
quando quest'ultimo chiudeva la porta. Una volta arrivato
lì, però, non ebbe la minima idea di cosa fare.
Baciarlo? No, c'erano Lizzie e David lì vicino.
Abbracciarlo? Conosceva bene Brian, e non gli sarebbe bastato solo un abbraccio.
Quindi sorrise semplicemente verso il suo ragazzo, il quale teneva tra
le mani due grandi buste bianche piene di cibarie varie. Quando vide
Zacky, Brian abbozzò a sua volta un sorriso, nonostante ogni
singola cellula del suo corpo premesse per buttare via quelle
maledettissime buste e baciarlo lì, in mezzo a un corridoio
e a meno di due metri da dei bambini ignari della loro relazione.
Zacky si avvicinò al ragazzo ed afferrò una delle
due buste che teneva in mano, per poi trascinarla in cucina, seguito da
Brian. Appoggiarono le due buste sul tavolo, e finalmente Zacky vide
cosa aveva comprato il suo ragazzo.
La prima cosa che capì appena aprì la busta che
aveva in mano, fu che Brian non era affatto il tipo in grado di fare
una spesa seguendo una stupidissima lista. La seconda, fu che Brian era
irrimediabilmente drogato
di dolci.
- Brian? -
- Sì? -
- Che cazzo è questa roba? - Zacky si premurò di
abbassare la voce quando pronunciò la parolaccia.
Brian aggrottò le sopracciglia, confuso.
- La spesa -
- No, questa è la fiera delle schifezze! -
esclamò, afferrando un pacco di merendine per poi
appoggiarlo sul tavolo. Svuotò tutta la busta prima di
alzare lo sguardo sul chitarrista, che lo fissava come se non riuscisse
a capire.
Zacky sospirò.
- Ti avevo scritto una lista! -
- Sì, ma l'avevi riempita di cose immangiabili, quindi l'ho leggermente
modificata -
- Leggermente?
Brian, non hai comprato un'emerita minchia di quel che c'era scritto su
quel fottutissimo pezzo di carta! -
- Quelle cose erano immangiabili! -
- E queste sono piene di zuccheri e coloranti! -
- E allora? -
- Allora lo sanno tutti che i bambini non devono mangiare troppi
zuccheri! - Zacky sbatté un pugno sul tavolo - Ma
perché sei così coglione, certe volte? -
- Buffo, me lo chiedevo anche io - sputò l'altro, velenoso.
- Perché sono così coglione da restare qui ad
aiutarti con quei marmocchi, quando potrei fare cose molto
più divertenti? -
Zacky si rese conto solo in quel momento di ciò che aveva
effettivamente detto, ma non ebbe tempo di scusarsi: Lizzie
entrò a passo di marcia in cucina, strattonando il fratello
che, nel frattempo, continuava imperterrito a giocare con il suo Game
Boy.
- Finalmente si mangia! - esclamò la ragazzina, afferrando
una barretta di cioccolato al latte per poi scartarla. Il fratello la
seguì subito a ruota, afferrando un grosso pacco di
merendine per poi aprirlo.
Zacky non guardò neanche i bambini: afferrò
semplicemente il polso di Brian e lo trascinò via dalla
cucina, diretto in bagno, unico posto della casa dove quelle due
piattole umane non sarebbero andati e non li avrebbero sentiti.
Raggiunse il minuscolo bagno di casa sua e vi spinse dentro il ragazzo,
per poi chiudersi la porta alle spalle. Girò la chiave nella
toppa e si voltò verso Brian, pronto per mettersi in
ginocchio e scusarsi in mille lingue diverse, ma evidentemente Syn
aveva altri programmi in mente, visto che appoggiò le mani
sulle sue spalle e lo baciò con impeto.
Zacky rimase interdetto per qualche istante, per poi lasciarsi
trascinare dal bacio di Brian. Le sue labbra erano così
maledettamente calde che presto il ragazzo cominciò ad avere
i brividi. Il suo cervello si stava lentamente liquefacendo, un po' per
il caldo e un po' per l'eccitazione, mentre l'amico in mezzo alle sue
gambe cominciava a svegliarsi molto rapidamente.
Le labbra di Brian lasciarono quelle di Zacky per dedicarsi totalmente
al collo bianco e morbido di quest'ultimo. Brian aveva una passione
particolare per il collo di Zacky, ma quando il più piccolo
gli chiedeva il motivo di tale passione l'altro alzava semplicemente le
spalle, senza dargli risposte.
Brian cominciò a mordere la pelle del ragazzo senza fargli
male, mentre Zacky si tratteneva con tutte le sue forze per non gemere:
non gli avrebbe dato questa soddisfazione e, visto che l'ultima volta
lo aveva tempestato di battutine oscene per più di tre
settimane, preferiva evitare di ripetere l'errore.
- M-Mi d-dispiace per p-prima... - biascicò Zacky, per poi
mordersi le labbra. Brian morse il collo di Zacky con più
forza, e questa volta il moro non riuscì a controllare il
gemito che sgusciò fuori dalle sue labbra.
- Non importa - soffiò Brian sul collo dell'altro - Ti farai
perdonare molto
presto -
La mano di Brian si intrufolò sotto la maglietta che Zacky
stava indossando e il ragazzo squittì, sorpreso, mentre le
dita del chitarrista scivolavano sulla sua pelle, graffiandola e
accarezzandola. Se fosse morto in quel momento, Zacky sarebbe morto
estremamente felice. O estremamente eccitato. O entrambe le cose,
doveva ancora decidere.
La mano di Brian stava cominciando a scendere quando i due sentirono un
rumore violento, come quello della porcellana che si infrangeva a
terra. Brian sobbalzò, sorpreso, e si ritrovò
costretto a dividersi da Zacky, visto che quest'ultimo stava aprendo la
porta.
Zack si fiondò fuori dal bagno senza neanche controllare lo
stato del suo povero collo, e raggiunse la cucina. Una volta arrivato,
si trovò davanti ad uno spettacolo che definire osceno era poco.
La spesa di Brian era volata ovunque. C'erano carte di merendine in
ogni dove, barrette di cicciolata aperte e non finite sparse per terra,
cereali caduti a terra chissà quanti minuti prima e mai
raccolti. Lizzie era in piedi sul tavolo e stava lanciando i piatti del
servizio buono della madre di Zacky ovunque, riempiendo di detriti
tutto il pavimento, mentre David correva intorno al tavolo come un
invasato, i capelli molto più scompigliati del solito e gli
occhioni azzurri spalancati.
Zacky rimase immobile per alcuni istanti. Doveva riprendersi sia dalla
morte celebrale dovuta a Brian sia dallo shock per quello spettacolo
osceno. Sua madre lo avrebbe diseredato, e poi lo avrebbe ucciso.
David e Lizzie sembrarono accorgersi solo in quel momento che Zacky era
arrivato. Il più piccolo smise di correre ossessivamente
intorno al tavolo, mentre l'altra si fermò un istante prima
di lanciare l'ennesimo piatto contro il muro. I tre si fissarono per
interminabili secondi, immersi nel silenzio. Zacky aveva i capelli
scompigliatissimi, il viso in fiamme, il collo pieno di aloni rossi e
segni di denti e un'aria talmente tanto sconvolta che sembrava uscito
da un film horror di classe C.
- Porca puttana - esalò Brian, appena arrivato in cucina.
Fu quello il meccanismo che fece scattare gli altri due. David si
riscosse e riprese a correre intorno al tavolo, ridendo come un
invasato, mentre Lizzie riprese a lanciare i piatti. Solo che la mira
della piccola faceva tragicamente schifo, visto che, invece di lanciare
il piatto contro il muro opposto a dove si trovavano Zacky e Brian, lo
lanciò proprio contro di loro.
Zacky riuscì ad abbassarsi in tempo, ma Brian no.
Fece in tempo solo a vedere il piatto che si avvicinava a rotta di
collo verso il suo viso, per poi schiantarsi contro quest'ultimo.
L'impatto improvviso fece perdere l'equilibrio al povero chitarrista,
che crollò a terra.
Tutto quello che vide dopo fu solo una cascata di sangue che scendeva
calda e appiccicosa dal suo sopracciglio al suo occhio, costringendolo
a chiuderlo.
Poi più niente.
*
- Io li ammazzo quei due -
- Zack... -
- No, li ammazzo sul serio! - il moro sospirò, stringendo
con più forza la mano di Brian - Mi dispiace amore. Mi
dispiace veramente tanto -
Brian scosse appena la testa, sorridendo, per poi appoggiarla sulla
superficie dura e scivolosa del lettino. Alla fine Zacky era stato
costretto a lasciare i bambini dai vicini per accompagnare Brian al
pronto soccorso, visto che il sangue non sembrava smettere
più e che il taglio era bello grosso. Ora il sopracciglio di
Brian era coperto da una garza bianca, che nascondeva alla perfezione i
cinque punti che erano stati applicati sulla pelle di quest'ultimo.
Zacky era rimasto con Brian tutto il tempo, tenendogli la mano con
forza: era due volte più terrorizzato di Brian stesso.
- Non preoccuparti, dai. Sono cose che capitano - Brian sorrise appena,
stringendo un po' più forte la mano di Zacky.
- La prossima volta non comprare tutte quelle schifezze. Quei due
bambini sono degli zuccheromani -
Brian ridacchiò.
- Vedrò di non ripetere l'errore -
Zacky lo guardò e sospirò ancora.
- Vedrai che troveremo un po' di pace, prima del ritorno dei miei. Quei
due non saranno sempre con noi, giusto? -
Brian sorrise appena.
- Giustissimo
-
_Cris Corner
*coff coff*
Ehm. Okay.
Sì, mi diverto un casino ad interrompere i
tentativi di copulare di questi due poveri cristi. Davvero,
è appagante rovinare tutti i tentativi di Brian
(perché alla fin fine il porco dei due è lui e
solo lui) di scopare violentemente Zack. Mi fa sentire potente.
Anyway, capitolo cortino anche questo. L'idea di "bambini + zucchero = disastro
preannunciato" è venuta fuori direttamente da
L'asilo dei papà (credo... non ricordo come si chiami il
film).
Sono abbastanza soddisfatta del capitolo nel complesso. Mi
piaciucchia (e chi mi conosce sa che la mia autostima fa compagnia a
Lucifero, quindi questa è una grande conquista). Nonostante
sia corto (come tutti i miei scritti, ovviamente) e privo di senso
(leggere la parentesi subito prima di questa).
So perfettamente che David e Lizzie sono andati fuori di testa in poco
tempo, ma in realtà Brian e Zacky sono rimasti in bagno
molto più tempo di quanto credete :P
Una cosa è certa: primo, Brian ha una
sfiga assurda nelle mie fanfiction. Secondo, sono completamente
incapace nel descrivere delle scene potenzialmente "hot".
Accontentatevi della mia incapacità totale.
Ringrazio quelle cinque
sante che
hanno recensito lo scorso capitolo.
Cinque,
cioè, cinque recensioni. Ma awww, siete l'amore, vi
sposerò tutte!
Okay, adesso evaporo.
Il prossimo capitolo non credo che sarà l'ultimo,
devo ancora decidere. Si vedrà quando lo
scriverò.
Un bacione,
_Cris
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Swimming Pool ***
Swimming Pool
« No! »
« Ti prego! »
« Ho detto di no, piantatela di insistere »
« Per favore! Solo una volta! »
« NO! »
« DAI! »
« NO! »
Brian Haner sbuffò, chiedendosi come diavolo avesse fatto a perdere la testa per un ragazzo come Zacky. Non che lui fosse il massimo della maturità e del buonsenso, ovviamente, ma di certo non si sarebbe mai messo a discutere con dei bambini di sette e sei anni su una probabile gita in piscina.
L’idea era partita dalla testolina bionda di Liz che, dopo aver visto la pubblicità della nuova piscina di Huntington Beach, aveva cominciato a saltellare davanti alla TV, strillando come un’invasata che voleva assolutamente andare in quella piscina. E David l’aveva appoggiata immediatamente, visto che il suo Game Boy era andato miseramente perduto chissà dove negli anfratti confusionari di casa Baker.
Il problema era che Zacky, sia perché Brian era “convalescente”, sia perché la possibilità di vedere Brian mezzo nudo avrebbe ucciso definitivamente quei pochi neuroni sani che gli rimanevano, aveva detto di no.
E la discussione si era scatenata immediatamente, visto che Zacky sembrava deciso a rimanere fermo sulla sua posizione esattamente come i due bambini.
« Per favore! »
« Ho detto di NO, se è NO è NO » continuò imperterrito il moro, puntando ostinatamente gli occhi sulla televisione accesa, senza vederla.
Brian ridacchiò, osservando la scena. Avrebbe dato ogni cosa per avvicinarsi a Zacky, in quel momento: con quel broncio arrabbiato era sexy da morire. Scosse la testa, cercando di cancellare la valanga di pensieri sconci che si erano ammassati nel suo cervello: quella situazione era snervante. Ogni singola cellula del suo fottutissimo corpo premeva per trascinare Zacky in camera da letto e stuprarlo senza pensarci tanto, ma non poteva, e tutto a causa di quei due mocciosi impertinenti.
« Brian, ci porti tu in piscina allora? Zacky è insopportabile! » trillò Lizzie, voltandosi di scatto verso il chitarrista. Brian boccheggiò, per poi lanciare uno sguardo a Zacky. Il ragazzo scosse vivacemente la testa, ma il cervello di Brian si mise in moto.
In piscina i bambini sarebbero stati lontani, sempre in acqua. E quindi lui e Zacky avrebbero trovato del tempo per stare finalmente da soli. Quindi finalmente avrebbero avuto un pezzo di quel week-end solitario del quale avevano parlato per giorni e giorni.
« Vabene » le parole uscirono dalle sue labbra senza essere veramente passate per il cervello.
Zacky spalancò la bocca, inorridito, mentre Lizzie e David cominciavano a saltare felici per il soggiorno. Dopodiché Liz trascinò David nell’altra stanza, strillando « Andiamo a cercare il necessario! »
« Tu… » sibilò Zacky non appena i bambini non furono più a portata d’orecchio. Sembrava sul punto di sciorinare una valanga di insulti più o meno pesanti contro il suo ragazzo, per poi picchiarlo selvaggiamente con una clava.
« Senti » cominciò subito Brian « In piscina quei due staranno sempre in acqua. Quindi io e te saremo da soli »
« Brian, non so se hai pensato al luogo in cui stiamo per andare »
Brian corrugò le sopracciglia.
« In che senso? »
« È luglio. E andremo nella piscina più nuova di Huntington Beach. Sarà pieno di gente, cristo santissimo. Pieno. Di. Gente » sillabò l’altro, furibondo.
« Ci chiudiamo negli spogliatoi, lì non c’è mai nessuno »
« E se quei due ci vengono a cercare, eh? Che gli raccontiamo? »
Brian osservò Zacky in silenzio, perso nei suoi pensieri. C’era la possibilità che le piattole li cercassero, ovviamente. Come ovviare al problema? Ah, quanto avrebbe voluto potersi duplicare!
Brian si bloccò, afferrando il polso di Zack con la mano.
« Matt e Jimmy sono in città, vero? » affermò, all’improvviso.
Zacky sgranò gli occhi.
« Mi rifiuto di lasciare i miei cugini a quei due! Trovano sempre un modo innovativo per tentare il suicidio, non posso affidargli due bambini di appena sette anni, cristo! »
« Gli diremo di stare attenti » affermò Brian « Mi manchi, Zack » sussurrò poi, stringendo dolcemente il polso dell’altro.
Zacky lo osservò e sbuffò.
« Dammi il telefono »
Brian sorrise: fare il dolce con Zacky portava sempre ad una sua schiacciante vittoria.
*
« È enorme! » esclamò Lizzie, osservando la piscina dall’ingresso.
Effettivamente era veramente molto grande, sembrava una piscina olimpionica. L’acqua azzurrina si increspava in onde piccole e allegre, e un forte odore di cloro entrò nelle narici del povero Zacky, facendolo starnutire.
« Matt e Jimmy? » domandò Brian, controllando con lo sguardo i due bambini – era venuto lì per gettarli in acqua e non farli più uscire, non per perderli e doverli cercare.
« Dovevano essere già qui, ma per loro la puntualità è un optional » affermò Zacky, controllando l’ora sul cellulare « Dici che dovremmo entrare? »
« Mh. Aspettiamoli un altro po’. In fondo non vivono neanche molto lontano »
Zacky lasciò cadere il borsone da piscina per terra e sospirò, appoggiando la schiena al muro che separava la piscina dal parcheggio. Brian lo seguì a ruota, sistemandosi accanto a lui, mentre i bambini si rincorrevano sulla ghiaia bollente, ridendo.
« Come diavolo fanno a correre? Io sto fermo e crepo dal caldo! » sbuffò Zacky, facendosi aria con una mano.
« I bambini sono strani »
« Più che strani, direi »
Brian ridacchiò, e Zacky sorrise appena. Dopotutto era con Brian: bambini o non bambini, se c’era Brian lui stava bene. Quel ragazzo riusciva ad influenzare il suo umore in una maniera impressionante.
« Ti amo, Bri » sussurrò il ragazzo, in modo che riuscisse a sentirlo solo lui.
« Ti amo anch’io »
Zacky sentì un brivido scorrergli lungo la schiena. Avrebbe regalato anche un rene pur di poter baciare tranquillamente Brian senza pensarci, ma non poteva, ed era tutta colpa della società. Maledetta società.
« Ehy, voi due! Perché dovete sempre fare gli asociali? »
« Ah, chiudi il becco Sullivan » sbottò subito Brian, staccandosi dal muro per raggiungere i suoi amici. Diede il cinque a Jimmy e sorrise a Matt, mentre Zacky li raggiungeva. Entrambi avevano in mano dei borsoni da piscina, e Zacky avrebbe scommesso tutti i suoi risparmi sul fatto che quello di Jimmy fosse pieno di birre.
Jimmy indossava solo il costume ed era raggiante come al solito, mentre Matt, accanto a lui, indossava i suoi soliti occhiali da sole e una maglietta grigia.
« Cristo santo, Zacky, sei più bianco di una mozzarella! »
« Guarda che sei bianco tanto quanto me, Rev. È inutile che sfotti tanto »
Jimmy ridacchiò, mentre Brian si sbracciava per richiamare Lizzie e David. Il più piccolo raggiunse subito Brian, ma Lizzie rimase impalata sotto il sole a fissare Matt in silenzio con aria rapita.
« Lizzie, ti dai una mossa o devo mandare Jimmy a prenderti? » esclamò Brian, indicando con il pollice l’amico.
« E perché dovrei andarci io? »
« Semplice, sei un palazzo di ottanta piani, naturale che devi andare tu »
« Oh povero piccolo Haner »
« Fottiti, Sullivan »
« Se lui è piccolo, Johnny è microscopico allora » obbiettò Zacky, sorridendo appena.
« Lui è un nano con la cresta » affermò Matt.
I ragazzi risero, mentre Lizzie li raggiungeva e si nascondeva dietro Zacky, continuando a guardare Matt in silenzio, sempre più rapita.
« Shad, credo che tu abbia fatto colpo » bisbigliò Jimmy in direzione dell’amico, che scosse la testa ed abbozzò un sorriso.
Lizzie sospirò e poi arrossì miseramente.
« Matt, Jimmy, loro sono Lizzie e David. David, Liz, loro sono Matt e Jimmy »
Matt salutò i ragazzi con una mano, e Jimmy scompigliò i capelli impossibili di David.
« Come mai sei tanto alto? » domandò di punto in bianco il piccolo, guardando Jimmy con la testa piegata verso l’alto.
« Non ne ho la minima idea »
« Johnny? » domandò Matt, mentre Brian pagava i biglietti per tutti.
« I suoi non lo hanno lasciato venire. Deve studiare per recuperare qualche materia » sbuffò Zacky, prendendo il suo biglietto per poi entrare finalmente nella piscina. I ragazzi scesero una rampa di scale e raggiunsero gli spogliatoi.
« Ci vediamo fuori tra cinque minuti » affermò Zacky, sorridendo.
« Liz, ti serve una mano? » domandò Matt alla bimba, gentile come al solito.
Lei divenne rossa come un pomodoro e scosse la testa, per poi gettarsi negli spogliatoi delle donne.
« Le ragazze sono veramente strane » affermò David con la sua vocetta squillante, osservando la porta attraverso la quale era appena passata la sorella.
« Ben detto, piccolo. E adesso andiamo, forza! » affermò Jimmy, appoggiando una delle sue grandi mani sulla spalla sottile di David per spingerlo verso gli spogliatoi.
« C’è un grande feeling tra Jimmy e David, eh? »
« Certo. Hanno la stessa età celebrale »
I ragazzi entrarono ridendo negli spogliatoi. Quando arrivarono scoprirono che Jimmy e David erano già pronti ad andare. Matt si tolse semplicemente la maglietta, per poi ficcarla dentro il suo borsone.
« Allora, andiamo? »
« Voi andate pure, recuperate Liz e trovate un posto: noi vi raggiungiamo » affermò Brian, sorridendo rassicurante.
« Okay! » esclamò Jimmy, per poi prendere David da sotto le ascelle e caricarselo sulla spalla destra « Sei leggero come una piuma, ragazzino! Forza, andiamo »
David rise mentre uscivano dagli spogliatoi per raggiungere la piscina.
« Allora ci vediamo tra un po’! » esclamò Matt, sorridendo, per poi prendere voltarsi e prendere il borsone di Jimmy « Quel coglione si è scordato la roba… Rev, cazzo, mi hai preso per un facchino? » tuonò il cantante, per poi seguire le orme dell’amico e volatilizzarsi.
Brian e Zacky rimasero per due istanti immobili.
« Siamo soli »
« Già. »
« I bambini sono in buone mani »
« Per quanto possano essere buone le mani di quei due psicopatici »
Brian fece roteare gli occhi nelle orbite.
« Non lamentarti sempre, Zack. Siamo soli, no? Come volevamo dall’inizio »
« E immagino che tu ricordi bene i programmi che avevamo all’inizio »
Brian si voltò e sorrise, prendendo Zacky per mano.
« Certo che sì »
*
Quando Zacky e Brian tornarono, erano passati ben più di cinque minuti. Matt era bagnato fradicio, stravaccato su una sdraio e con le cuffiette dell’Mp3 nelle orecchie, mentre Jimmy era ancora in acqua a giocare con i bambini. Zacky non avrebbe saputo dire chi erano i bambini tra Liz, David e Jimmy.
« Si può sapere dov’eravate finiti? »
« Abbiamo incontrato Jake, ci siamo fermati per salutarlo » inventò Zacky sul momento, visto che Brian faceva ancora fatica a connettere. Sorridevano entrambi come due deficienti, e nessuno dei due sembrava voler smettere di farlo.
« Voi due non me la raccontate giusta » borbottò il ragazzo, osservandoli come se cercasse di carpire i segreti dell’universo da entrambi.
Zacky sbuffò, lasciandosi cadere su una delle sdraio accanto a quella di Matt. Si guardò intorno con aria tranquilla, e notò che non c’era poi così tanta gente.
Jimmy prese nuovamente David in braccio per poi lanciarlo in aria. Il ragazzino scoppiò in una fragorosa risata prima di cadere in acqua.
« Da quando Jimmy è così bravo con i bambini? »
« Da quando la sua crescita celebrale si è bloccata all’età di sei anni » affermò Matt, facendo ridacchiare tutti quanti.
« Io vado a fare un bagno » affermò Brian, alzandosi in piedi.
« Tu non vai da nessuna parte! » scattò subito Zacky, mettendosi seduto « Hai ancora la benda! »
Brian sbuffò e, con un movimento rapido della mano, si tolse finalmente quella benda bianca che copriva tutto il sopracciglio.
« Ora non ce l’ho più »
« Ti hanno messo i punti solo ieri! »
« E allora? »
« Allora non puoi andare a fare un bagno! »
« Quanto sei noioso, Zack! Non sei mia madre! »
« Infatti sono il tuo r… migliore amico! » si corresse immediatamente il ragazzo, arrossendo appena.
« Prova a fermarmi » lo sfidò il chitarrista, per poi voltarsi ed avvicinarsi alla piscina.
Zacky si alzò in piedi e fece per raggiungerlo, ma non aveva fatto i conti con Jimmy e la sua passione assurda per gli scherzi di poco gusto. Infatti il ragazzo era appena uscito dall’acqua e, invece che andare a stendersi come aveva progettato di fare prima, si esibì in un placcaggio spettacolare ai danni di Zacky e Brian. I tre finirono in acqua praticamente subito, il tempo necessario a Zacky per squittire sorpreso.
Dopo alcuni istanti i tre ragazzi riemersero, e Jimmy scoppiò a ridere, di nuovo bagnato fradicio e con i capelli appiccicati al viso. Pochi metri più in là, Lizzie e David ridevano come matti, esattamente come Matt.
« Jimmy? »
« Sì? »
« IO TI AMMAZZO » tuonò Zacky, gettandosi a peso morto contro l’amico per annegarlo.
Jimmy riuscì però a liberarsi, per poi gettarsi sopra Zacky e tentare a sua volta di annegarlo. A quel punto entrò in azione Brian, che si inabissò solo per agguantare Jimmy per le caviglie e trascinarlo sotto.
Ben presto a quella buffa guerra si aggiunsero anche Liz, David e Matt.
E a quel punto non ci fu più scampo per nessuno.
*
Quando tornarono a casa, il costume di Zacky era ancora umido e tutti e quattro erano distrutti. Cenarono velocemente, dopodiché i bambini si sdraiarono sul divano e si addormentarono praticamente subito.
Brian e Zacky si sistemarono l’uno accanto all’altro, Brian con un braccio intorno alle spalle di Zacky e quest’ultimo con la guancia appoggiata al petto del suo ragazzo. Riusciva a sentire il battito cardiaco di Brian, e quel rumore rassicurante mischiato al calore dolce dell’aria serale sembrava indurlo ad abbandonarsi tra le braccia di Morfeo.
« Domani tornano i miei » mormorò Zacky, nel dormiveglia.
« Be’, almeno è stato un bel finesettimana, nonostante i bambini »
« Già » sussurrò lui, strofinando la guancia contro il petto di Brian.
Il ragazzo lo guardò per qualche istante, in silenzio.
« Ti amo, Zack »
« Ti amo anch’io » rimase zitto per diversi istanti, per poi sospirare « Mi dispiace »
« Per cosa? »
« Se non fosse per i miei genitori io e te potremmo stare insieme senza bisogno di segreti e stronzate simili »
Brian sospirò.
« Lo so. Vedila così: un giorno i tuoi non saranno più un problema così grande e potremo stare insieme alla luce del sole, okay? »
« Vorrei che quel giorno fosse vicino… »
« Lo vorrei anch’io. Però posso aspettare »
« Davvero? » la voce di Zacky cominciava a perdersi.
« Sì, certo. Tutto il tempo che serve. E adesso dormi, stai svenendo dal sonno »
« Buonanotte Syn »
« ‘Notte Vee »
_Cris Corner
*si nasconde dietro uno scudo*
Davvero, non è colpa mia, lo giuro, è che sono totalmente incapace nel descrivere una copulazione tra Zaccaria e Sinistro! Anzi, ora che ci penso sono incapace e basta… ma lasciamo perdere, non voglio annoiarvi!
Allooora, che dire di questo capitolo?
Sinceramente, fuori c’è un caldo assurdo e ho pensato: “sarebbe bello andare in piscina. Magari con Zacky e Brian” poi il mio cervello ha fatto una serie di associazioni libere idiote ed è nata questa… questa cosa, ecco.
L’unica cosa della quale sono soddisfatta è il fatto che sono riuscita ad inserire Jimmy e Matt e a far copulare quei due, finalmente! *Zacky e Brian scoppiano in lacrime per la gioia*
Ora, cerchiamo di tornare serie: che ve ne pare di Jimmy? Ho un terrore assurdo di renderlo troppo poco realistico, visto che lo amo con tutta l’anima. E ho provato a non renderlo un idiota, ovviamente (perché nel tentativo di renderlo umano, di solito, sbaglio e ottengo l’effetto contrario, ovvero lo rendo una totale ameba idiota >.<), ma non so se ci sono riuscita o meno… che ve ne pare?
Lizzie che si infatua di Matt mi sembrava tanto tanto coccolosa. Avrei voluto aggiungere qualche pezzo per loro due, ma quanto ho tentato non ci sono riuscita perché sono “scrausa”, come si dice nella mia città. Il che vuol dire impedita senza possibilità di ritorno. Visto che scrausa è più carino (?) e più corto, uso questo.
Ultima cosa: Zaccaria, Sinistro, perché mi fate scrivere scene così dolciose? Siete l’apologia del fluff, seppiatelo >.<
…sto facendo le note d’autore più lunghe della storia.
Okay, se siete arrivati fin qui: siete dei supereroi. Vi amo.
Oh, il prossimo sarà l’ultimo capitolo!
Un bacione,
_Cris
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Avenged Sevenfold VS Pulizie domestiche ***
Questo capitolo lo dedico a Lia,
perché senza
di lei
dubito che avrei postato
anche solo il primo capitolo.
Ti voglio bene!
Avenged
Sevenfold VS pulizie domestiche
Il mattino successivo,
quando Zacky aprì gli occhi, la prima cosa che
avvertì fu un violento mal di testa. Il ragazzo
mugugnò appena, tenendo gli occhi ben serrati: era come se
qualcuno si fosse divertito a piantare spilli nel suo cervello per
tutta la notte. Il dolore era tremendo e pungente, ma ciò
non impedì al ragazzo di rendersi conto che ciò
che stava utilizzando come cuscino si alzava e si abbassava.
Zacky si
costrinse ad aprire gli occhi e, dopo un attimo di disorientamento, si
rese conto che il suo cuscino era in realtà Brian. Si era
sistemato in una posizione strana - forse per evitare di svegliarlo
muovendosi -, con la testa verso destra e un braccio appoggiato
dolcemente sulle spalle di Zack.
"Si
sarà preso un torcicollo a dormire così" pensò il
moro, osservandolo in silenzio "E
ha dormito così per non svegliare me".
Quel pensiero
lo colpì subito e lo fece arrossire e sorridere nello stesso
momento. Brian poteva anche essere un idiota irresponsabile per la
maggior parte del tempo, ma quando voleva sapeva essere dolce. E ogni
volta che Brian faceva cose del genere, Zacky si innamorava di lui un
po' di più.
Il ragazzo
sbadigliò e sbuffò, sbattendo le palpebre con
lentezza. Avrebbe veramente voluto sdraiarsi ancora e riprendere a
dormire abbracciato a Brian per tutto il santo giorno, ma non lo fece.
Il suo sguardo scivolò casualmente nel soggiorno di casa
sua, e lo stato in cui si trovava gli fece sgranare gli occhi. Si mise
seduto, cercando di non svegliare Brian, e continuò a
guardarsi intorno allibito: il soggiorno era immerso nel caos
più totale. I suoi vestiti e quelli di Brian, Lizzie e David
erano sparsi praticamente ovunque, c'erano vecchi pacchetti di
sigarette ormai finiti accartocciati in ogni angolo, patatine fritte
che riempivano il pavimento appiccicoso e un vecchio cartone di pizza
giaceva indisturbato al centro del tappeto che sua nonna aveva regalato
per Natale ai suoi. Sua madre non sarebbe stata affatto contenta delle
macchie di olio che impregnavano il tessuto sottile del tappeto. Anzi,
sua madre non sarebbe stata contenta e
basta.
- Brian? -
sussurrò con voce roca, senza neanche rendersene conto.
Il ragazzo
continuò a dormire indisturbato. Zacky lo guardò
per qualche secondo, per poi sbuffare.
- Brian! - esclamò,
a voce più alta, ma Brian non diede segno di aver sentito.
- Brian, per
l'amor del cielo... - continuò Zack, afferrando Brian per un
braccio. Cominciò a scuoterlo leggermente, ma tutto
ciò che ottenne fu un brontolio leggero e un movimento
appena accennato, e Brian si rannicchiò un po' di
più contro il divano.
Zacky lo
guardò e, scacciando con malagrazia la sensazione di
tenerezza che portava quella visione, scosse Brian con entrambe le mani
e con più forza, ma comunque non ottenne nessun risultato.
- Brian, cazzo! - si
ritrovò ad urlare - Brian, apri quei tuoi maledettissimi occhi!
Muoviti!
-
Ma niente,
Brian non sembrava volersi svegliare.
Zacky, con il
suo continuo scuoterlo, finì per farlo cadere a terra, e
solo allora il ragazzo riuscì finalmente ad aprire gli
occhi. Sembrava vagamente disorientato: i suoi capelli erano
più scompigliati del solito, e teneva gli occhi socchiusi.
Sembrava essersi svegliato dopo mesi e mesi di coma. Zacky, nel
frattempo, passeggiava istericamente avanti e indietro per il
soggiorno, evitando accuratamente di calpestare gli abiti sparsi a
terra.
Brian si
stropicciò gli occhi con gli indici delle mani, per poi
rendersi effettivamente conto che era sdraiato a terra. Si chiese
quando e come fosse finito sdraiato sul pavimento, per poi guardare
Zacky come un cucciolo smarrito, ma il moro non gli diede assolutamente
corda: continuava a passeggiare disperato per il soggiorno, le mani nei
capelli e l'aria di chi vorrebbe solo buttarsi in una tana di coniglio
e non uscirne mai più.
- Zack? Che...
che è successo? - domandò Brian, dopo qualche
minuto di smarrimento.
-
Che è successo? - esclamò
l'altro, con una voce decisamente isterica - Cos'è successo,
dici? Guardati intorno, Bri! Guardati
intorno!
- trillò, indicando un punto non definito del soggiorno.
Brian si
guardò intorno, ma non sembrò trovare risposta al
suo iniziale interrogativo, quindi si voltò nuovamente verso
Zacky. Il moro sbuffò e riprese a camminare in circolo per
il soggiorno, disperato.
- Come diavolo
farò, cristo? Quella mi ammazza! Guarda com'è
ridotto questo posto! Guardalo! - trillò,
scuotendo la testa - Mi ammazza,
mi ammazza!
-
- Zacky - lo
riprese Brian, tirandosi faticosamente in piedi per poi raggiungerlo -
Zack, calmati. Possiamo sistemare tutto: i tuoi quando tornano? -
- Stasera alle
sei! - esclamò - E sono già le due! Abbiamo solo
quattro ore, Bri! Io ce ne metto sei solo per sistemare la mia stanza!
-
Brian,
completamente dimentico del fatto che in quella casa ci fossero due
bambini del tutto ignari della situazione tra lui e Zacky, si
avvicinò al suo ragazzo e lo abbracciò.
- Troveremo un
modo. Non ti farò ammazzare per una stronzata come questa -
Zacky
sospirò, rispondendo alla stretta di Brian.
Affondò il viso sul petto dell'altro e sospirò.
- Come
facciamo? -
- Abbiamo
bisogno di rinforzi - affermò Brian, passando una mano tra i
capelli di Zack - Ho bisogno del tuo cellulare, Zack -
*
Dieci minuti e
una crisi isterica dopo, Matt, Jimmy e Johnny apparvero sulla soglia di
casa Baker. Ovviamente fu Brian ad aprirgli la porta, il che non
stupì nessuno dei tre: Zacky e Brian passavano
così tanto tempo insieme che sembravano quasi vivere nella
stessa casa, ormai.
- Brian, sono
le due e quarantacinque e io sono sveglio: dimmi che sta per scoppiare
la Terza Guerra Mondiale - affermò subito Jimmy, e Johnny
ridacchiò.
- Buongiorno
anche a te - borbottò il moro - Zacky sta per avere un
attacco di panico. Venite, almeno vi spiego tutto -
I tre ragazzi
entrarono in casa Baker, e Brian li guidò verso il
soggiorno. Zacky era rannicchiato sul divano e sembrava veramente in
procinto di avere un attacco di panico bello e buono. Accanto a lui
erano seduti David e Lizzie che, fregandosene altamente delle
condizioni del cugino, guardavano tranquillamente i cartoni animati.
- Ehy,
piccoletto! - esclamò Jimmy, passando una mano sui capelli
di David. Il ragazzino lo guardò e sorrise, riconoscendolo.
Quando Lizzie
incrociò lo sguardo di Matt, il suo viso divenne rosso come
i petali di un papavero. La piccina abbassò lo sguardo,
imbarazzatissima, cercando di darsi un minimo di contegno, mentre Matt
si sistemava su una delle due poltrone sfondate e Jimmy prendeva David
in braccio solo per sedersi sul divano. Johnny si sistemò
sul bracciolo del divano, mentre Lizzie si sistemò
sull'altra poltrona, il più lontano possibile da Matt.
- Che
è successo? - domandò Jimmy, mentre David
decideva di sedersi sul tappeto davanti alla TV per sentire meglio.
- Che
è successo? - squittì
Zacky, alzando lo sguardo - Ma siete tutti rincoglioniti stamattina?
Guarda questo posto! Guardalo! - trillò,
indicando le macchie di unto sul tappeto della madre.
Jimmy si
guardò effettivamente intorno, per poi sbuffare.
- La mia
camera è messa molto peggio di
così - affermò, sventolando una mano in aria con
noncuranza.
- Mi
ucciderà - mugugnò Zacky - Mi taglierà
la gola, mi strapperà gli occhi dalle orbite, mi
prenderà sotto con l'auto, mi farà a pezzettini,
mi distruggerà, mi farà implodere con un qualche meccanismo malefico... -
- Nah, al
massimo può chiuderti in casa e proibirti di vederci. Dubito
che potrebbe ucciderti - affermò Johnny, sorridendo come se
avesse appena risolto le cose.
In
verità le aveva solamente peggiorate, visto che Zacky
lanciò uno sguardo a Brian ed emise un rantolo disperato,
nascondendo il viso tra le braccia.
- Sono un uomo
finito, finito! - esclamò
il moro, con aria melodrammatica.
- Non sei un
uomo finito, e Johnny è un coglione - affermò
Brian, serio.
- Ma... -
- Zitto, hai
fatto abbastanza danni per oggi -
Johnny gli
mostrò amichevolmente il dito medio, mentre Brian si
sistemava accanto a Zacky. Avrebbe voluto abbracciarlo, ma non poteva:
neanche i loro amici sapevano di quello che c'era tra di loro. Forse
solo Matt cominciava ad insospettirsi, ma gli altri erano totalmente
ignari del loro legame.
- Ti aiuteremo
- affermò Brian.
- Noi... cosa? - esclamò
Jimmy, sgranando gli occhi - Amico, tu hai la minima idea di come si
mette in ordine una casa? -
- No, ma ce la
faremo lo stesso, o giuro su Dio che prendo la mia chitarra e te la
sfascio in testa - replicò subito Brian, aggressivo.
Se Brian aveva
appena minacciato l'integrità fisica della sua chitarra,
allora la cosa era piuttosto seria, quindi nessuno dei tre decise di
replicare.
- Bene -
affermò, alzandosi in piedi - C'è bisogno di
lavoro di squadra! Lizzie, David: ci aiuterete anche voi, chiaro? -
- Ma io voglio
vedere la TV! - strepitò David, gonfiando le guance.
- Ti regalo
due barrette di cioccolata e un nuovo gioco per il tuo coso -
- Si chiama Game
Boy
- affermò immediatamente Lizzie, puntigliosa come al solito.
- Okay, vi
aiuto! - esclamò David, balzando in piedi - Che dobbiamo
fare? -
Nella sala
calò un silenzio tombale, interrotto solo dal rumore della
televisione e da un mugugno disperato di Zacky. Brian scosse la testa.
- Jimmy,
Johnny, voi due pulite la cucina insieme a David. Io e Zacky ci
occupiamo del soggiorno. Matt, tu e Lizzie potete pulire la sala da
pranzo - affermò Brian, prendendo automaticamente il comando
dell'operazione.
Lizzie
arrossì miseramente al pensiero di passare l'intera giornata
insieme a Matt. Lanciò uno sguardo al ragazzo, per poi
arrossire ancora di più. Jimmy la osservò e
ridacchiò appena, scuotendo la testa.
- Dove sono
quei cosi per pulire la casa? -
- Non ne ho la
minima idea - mugugnò Zacky - Credo in cucina, sotto il
lavandino -
Matt si
alzò e andò a controllare, per poi tornare con le
mani cariche di flaconi coloratissimi. Li scaricò tutti sul
tavolino del soggiorno, mentre Zacky tornava a sedersi normalmente:
forse potevano farcela, erano in tanti, dopotutto.
- Bene. -
affermò Brian, per poi dividere in tre grandi mucchi i
flaconi - Matt, tu prendi questi - e gli indicò una parte
dei flaconi - Jimmy, Johnny, voi prendete questi - e indicò
un'altra parte - Io e Zack prendiamo questi. Non c'è bisogno
di fare una pulizia accurata: deve solo essere in ordine e non puzzare
-
- Ricevuto
capo! - esclamò Jimmy, esibendosi in un saluto da marines
che fece ridacchiare David.
- Bene,
cominciamo a pulire questa fottuta casa! -
- Agli ordini!
- esclamò Jimmy, per poi prendere David in braccio e
trascinarlo via.
Johnny scosse
la testa e li seguì, sorridendo tranquillo, con le braccia
piene di prodotti per le pulizie domestiche.
- Tu
perché sei così basso? - esclamò
David, rivolto a Johnny, prima che la porta si chiudesse, ma niente
impedì a Jimmy di esplodere in una delle risate
più fragorose della sua vita. Anche Brian, Zacky e
Matt si concessero una risata.
- Allora, Liz.
Andiamo? - domandò il ragazzo alla piccola, che
arrossì ed annuì, incapace di proferire parola.
Anche loro
sparirono verso la sala da pranzo, e finalmente Zacky e Brian rimasero
soli.
- Ehy -
mormorò Bri, appoggiando la fronte su quella di Zacky per
guardarlo negli occhi - Ce la faremo, okay? -
Zacky si
sporse verso di lui e gli lasciò un bacio sulle labbra.
- Grazie, Bri -
Brian sorrise
dolcemente.
- Di nulla.
Adesso puliamo questo posto -
*
- Allora! -
esclamò Jimmy, mentre Johnny scaricava i prodotti sul
piccolo tavolino in mezzo alla cucina e David si guardava intorno
- Da dove cominciamo? -
- Ah, non lo
so - affermò Johnny, osservando la cucina - E' un vero
macello -
- Nah, non
direi. Casa mia è messa molto peggio -
David, nel
frattempo, stava giocando con i prodotti per la casa: li prendeva in
mano e li esaminava in silenzio, osservandoli con aria rapita.
- Direi che
possiamo pulire prima le finestre, tu che dici? -
- Io pulisco
le finestre, tu passa lo straccio. David, tu... ti va di pulire il
lavandino? - esclamò Johnny, avvicinandosi al ragazzo.
- Questo a che
serve? - esclamò il piccolo, per poi spruzzare un liquido
verdastro contro la maglietta di Johnny. Il ragazzo
sobbalzò, squittendo per la sorpresa.
In meno di due
secondi, la maglietta degli Iron Maiden che il più piccolo
stava indossando si riempì di macchie verde acceso.
- La mia
maglietta! - tuonò - La mia maglietta! Cazzo, ho risparmiato
mesi per questa maglietta,
mesi! Fanculo, porca troia... -
- Johnny! -
- Che cazzo
vuoi? -
-
C'è un bambino qui, non so se hai notato -
- Ma la mia
maglietta... -
- Su, non fare
il lagnoso! -
- Lagnoso? Ma... -
Jimmy
sbuffò, per poi afferrare uno dei flaconi sul tavolo e
lanciarlo verso il ragazzo.
- Quei vetri
non si puliranno da soli -
- Tu... Ah, ci
rinuncio
- sbuffò il ragazzo, afferrando uno straccio e il flacone
che Jimmy gli aveva lanciato - Fanculo -
Jimmy scosse
la testa, per poi cominciare a riempire un secchio d'acqua, mentre
David afferrava uno dei flaconi e si avvicinava al lavandino.
Sarebbe stata
una lunga giornata.
*
"Liz,
stai calma".
La piccina se
lo stava ripetendo da più di dieci minuti ininterrottamente,
ma senza alcun risultato. Matt la faceva arrossire anche facendo un
passo in sua direzione, figurarsi quando cercava di inizare una
conversazione - tentativi invani, ovviamente.
"Liz,
per l'amor del cielo, stai calma" tentò di
ripetersi ancora la piccola, mentre si avvicinava al ragazzo per
afferrare uno degli innumerevoli flaconi per la pulizia della casa:
doveva pulire il comò in legno della televisione.
La piccola
afferrò il flacone desiderato come una ladra, per poi
voltarsi di scatto ed avviarsi verso il comò. Cercando di
camminare il più velocemente possibile, però, non
si accorse della piccola piega che era venuta a crearsi sul tappeto
davanti alla TV. Fu così che Lizzie inciampò sul
tappeto.
Si
aspettò un urto violento contro il pavimento della stanza,
ma quello non venne. Sentì semplicemente due braccia -
grandi, forti braccia - tenerla ferma a mezz'aria.
- Ti ho preso
- affermò Matt, per poi sorridere.
"Le
fossette. Ha le fossette. Lui... lui ha le... le..." Lizzie divenne rossa
come un pomodoro, ed osservò il sorriso leggero di Matt in
silenzio, sgranando gli occhi come se non avesse mai visto niente del
genere.
- Tutto bene?
Stavi per fare una bella caduta! - esclamò, senza smettere
di sorridere.
Il cervello di
Lizzie andò a farsi benedire, liquefacendosi in un istante.
-
S-Sì, t-t-tutto b-bene - balbettò lei, sempre
più rossa.
- Sicura? -
domandò l'altro, osservandola con aria preoccupata - Sei
rossissima in viso... -
- S-Sto bene!
- esclamò, divincolandosi dalla presa di Matt, il cuore che
sembrava deciso a saltare via dal suo piccolo petto per volare fuori
dalla finestra spalancata.
Lizzie
tornò a pulire il comò, cercando di calmarsi e
respirando profondamente, mentre Matt tornava a passare lo straccio
sulla tavola.
*
Tre ore dopo,
il caos che aveva precedentemente invaso tutte le stanze di quella casa
era scomparso per lasciare spazio ad un ordine improvvisato e non
totalmente perfetto, ma andava più che bene. La signora
Baker non si sarebbe assolutamente aspettata di ritrovare la casa in
quelle condizioni.
- Ce l'abbiamo
fatta! - esclamò Zacky, sorridendo.
David e Jimmy
si batterono il cinque, Matt sorrise tranquillo e Johnny e Brian si
diedero il cinque, mentre Zacky gongolava tranquillo, seduto sulla sua
poltrona verde sfondata.
Lizzie era
seduta sul divano, e osservava Brian in silenzio. Era uno sguardo
identico a quello che aveva ostentato la prima volta che lo aveva
visto, e non accennava a smettere di fissarlo.
-
C'è qualche problema, Liz? - domandò Zacky per
lui, con dolcezza: nonostante fossero comunque delle piattole, un po'
si era affezionato a quelle due piccole pesti.
Un
po'.
- Tu e Zack vi
volete tanto bene, è vero? - domandò, curiosa.
Sembrava pacifica, ma Zacky sapeva benissimo che non era
così: quando Liz faceva quel genere di domande, non era mai pacifica.
Zacky
piantò le unghie nella poltrona, mentre Brian arrossiva
appena.
-
S-Sì, perché? -
- Vi volete
bene come mamma e papà? - continuò la piccola.
Zacky divenne
color pomodoro ed abbassò lo sguardo, imbarazzatissimo, e
Brian cominciò a fissare il pavimento. Che doveva dire? Era
così stanco di fingere che lui e Zacky fossero semplicemente
buoni amici, era stanco.
- Noi... -
cominciò, ma Zacky lo interruppe.
- Una specie,
sì - affermò, per poi arrossire appena.
Brian lo
guardò, sgranando gli occhi: aveva veramente detto quella
cosa? Era una specie di... coming
out,
o qualcosa del genere?
Fu allora che
Jimmy scoppiò a ridere. Tutti si voltarono verso di lui, ma
il moro continuò a ridere per un po' prima di scuotere la
testa.
- Era
ora,
cristo santo! - esclamò Jimmy, sorridendo - Non ne potevo
più, adesso finalmente posso sfottervi quanto voglio! -
Anche Matt
sorrise, e Johnny lo seguì a ruota.
- Voi... da
quanto? - domandò Brian, sgranando gli occhi.
- Oh, da
sempre, praticamente - affermò Johnny - Non siete dei mostri
con le scuse, eh -
- Ma...
perché non... insomma, perché non ce l'avete
detto che lo sapevate? - domandò Zack, sempre più
stupito.
- Oh, certo!
Una mattina mi svegliavo, venivo lì e vi dicevo "ragazzi,
so che scopate come due ricci, ma non preoccupatevi, non mi
dà fastidio" -
-
Effettivamente è una cosa molto da te, Jim -
affermò Matt, e tutti risero, Brian e Zacky inclusi.
Fu
così che la signora Baker rivide suo figlio dopo tre lunghi
giorni di assenza: a ridere con i suoi amici nella sua casa immacolata.
L'ultimo fatto stupì la donna più di tutto il
resto.
- David,
Lizzie, vostra madre vi aspetta fuori - affermò, per poi
andare in camera, senza neanche salutare il figlio.
- No! - esclamò
David - Non voglio andare a casa! Voglio restare qui con Jimmy! -
- Oh, tenero
lui - affermò Jimmy, con una vocina in falsetto decisamente
ridicola che fece scoppiare a ridere nuovamente tutti quanti.
- Vi
accompagno - affermò Zacky, alzandosi dalla poltrona.
- Aspetta,
vengo anche io - affermò Brian, e ben presto anche gli altri
si unirono all'allegra comitiva.
Scesero le
scale fino al piano terra, e lì videro la macchina azzurra
di zia Teresa parcheggiata fuori. La donna si stava facendo aria con un
grosso ventaglio rosa acceso, e Brian ce la mise tutta per non
scoppiare a ridere sguaiatamente.
- Be', ci
vediamo allora! - escamò Jimmy, sorridente come al solito,
passando una mano sui capelli di David. Il ragazzino scoppiò
in lacrime, lanciandosi letteralmente verso il moro per poi
abbracciarlo più forte che poteva. Jimmy ricambiò
la stretta e ridacchiò - Dai, vedrai che ci rivedremo
presto... -
David
tirò su con il naso.
- D-Davvero? -
domandò, mentre Lizzie abbracciava Brian, senza scomporsi
molto.
- Oh, certo
che sì! Dobbiamo affogare ancora Zacky, ricordi? -
David
ridacchiò ed annuì, mentre Jimmy lo rimetteva a
terra. Gli scompigliò ancora i capelli, e finalmente il
piccolo partì alla volta dell'auto di sua madre, salutando
gli altri con la mano.
- Ti voglio
bene, Zack - sussurrò Lizzie quando Zacky si
chinò per abbracciarla - E tu e Brian siete tanto carini
quando dormite insieme -
Il moro
divenne color pomodoro, mentre gli altri scoppiavano a ridere tutti
insieme. Brian scosse la testa e alzò gli occhi al cielo,
sorridendo suo malgrado. Almeno con i loro amici non dovevano
più fingere. Era una grande conquista.
- Ci vediamo,
Liz! - esclamò, salutando la piccola che stava
già correndo verso l'auto. Salì sulla vettura e
zia Teresa partì immediatamente, senza neanche salutare.
- Mi
mancherà quel piccoletto - affermò Jimmy,
sorridendo - Ragazzi, io devo andare. Ho una partita a Call of Duty che
mi aspetta -
- Call of
Duty? - esclamò Matt, sobbalzando - Vengo anche io -
- Ti faccio il
culo, Sanders -
- Non ci
spererei tanto, Sullivan -
- Chi arriva
ultimo si prende il joystick rotto! - esclamò rapidamente
Jimmy, per poi partire in corsa verso casa sua.
- Tu, brutto
stronzo... - affermò Matt, correndogli dietro.
- Che idioti -
borbottò Johnny - Anche io vado, ragazzi. Devo imparare due
pezzi e sono un po' nella merda perché non li ho neanche
guardati -
E, detto
questo, si avviò verso casa sua fischiettando.
Brian e Zacky
rimasero per alcuni istanti immobili e in silenzio.
- Be', il
week-end non è andato affatto come previsto -
affermò Zack, scrollando le spalle - Ma non importa, giusto?
-
Brian sorrise
e gli strinse la mano con dolcezza.
- Giustissimo.
Mi accompagni a casa? Voglio stare un po' con te -
- Ci guardiamo
un film? -
- Tutto quello
che vuoi, Zack -
Zacky lo
guardò per qualche istante, mentre si incamminavano.
- Come mai sei
così dolce oggi? -
- Boh, non lo
so. Ma non ti ci abituare, domani tornerò il solito Synyster
Gates -
- Fa niente,
tanto ti amo comunque -
Brian sorrise,
lasciando un bacio leggerissimo sulle labbra dell'altro.
- Anche io ti
amo, Vee -
_Cris
Corner
Fiiinita!
Ecco, è finita e mi sento vuota, come al solito.
Mi sono divertita tantissimo a scrivere questa Synacky, davvero. L'ho
amata molto, visto che era da tanto che non scrivevo una long (seppur
di quattro capitoli è pur sempre una long!) senza aver
premeditato niente. Così, come veniva, seguendo
l'ispirazione. E sì, magari non è il massimo,
però mi è piaciuto tanto scriverla.
Che dire di questo capitolo? Boh. Mi diverto un casino a far sembrare
Zacky un povero pazzo isterico, già. E Brian ha sempre la
situazione sotto controllo... boh, io me lo immagino così.
Sono voluta tornare al Brian dolce e tenero del primo capitolo, come se
questo fosse un cerchio che si chiude... sì, è
una cosa stupida, ma non importa. A me Brian tenero piace tantissimo *-*
Chiedo perdono per i tredici
giorni di attesa - sì, li ho contati - e se non volete
recensire vi capirò, neanche io recensirei una storia
così cogliona con questo ultimo capitolo così
demente.
Ringrazio tutti quelli che hanno messo tra preferite/seguite/ricordate,
tutti quelli che hanno recensito e tutti quelli che hanno letto: siete
il combustibile che alimenta il mio sogno (?), grazie a tutti.
Grazie a tutte le persone che mi sostengono sempre e che si arrabbiano
quando non le avverto quando aggiorno (e le persone interessate sanno
che sono loro, lo sanno benissimo): mi fate sentire importante, grazie davvero.
E chiedo pubblicamente scusa a bleedingfingers
perché quando tornerà, tra una settimana, e
scoprirà che io ho aggiornato e lei non ha potuto leggere
subito, be', mi
ucciderà. Sei la mia principale fonte di
ispirazione, basta per essere perdonata, vero? *occhi da cucciolo*
...ho fatto di nuovo le note d'autore troppo lunge, gosh.
Be', vi saluto! Alla prossima!
Un bacione,
_Cris
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1096675
|