Babysitter is the way

di wordsaredeadlythings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Arrivo ***
Capitolo 2: *** II. Bambini + Zucchero = Disastro Preannunciato ***
Capitolo 3: *** Swimming Pool ***
Capitolo 4: *** Avenged Sevenfold VS Pulizie domestiche ***



Capitolo 1
*** I. Arrivo ***


Babysitter is the way













Zacky l'aveva sempre detto che i cugini erano delle palle al piede.
Sempre.
Certo, la maggior parte delle volte lo diceva ridendo, e tutti, con il tempo, si erano convinti che fosse tutto una presa in giro bella grossa. Ma i cugini di Zack erano veramente una palla al piede.
E presto anche Brian se ne sarebbe reso conto.



*



- Sarà una forza, vedrai -
- Già! Prima di tutto organizzeremo una festa. Poi... be', poi rimaniamo da soli -
Zacky si guardò furtivamente intorno prima di ridacchiare spudoratamente.
- Oppure rimaniamo soli fin dall'inizio. Che ne so, ci guardiamo un film... -
- Film? Ho in mente tutt'altro -
Zacky ridacchiò di nuovo.
- Quella sarà la parte più bella della serata -
- Oh, puoi scommetterci amore -
Amore. Lo aveva chiamato amore.
Il cuore di Zacky perse un battito, per poi cominciare a martellare furioso nelle sue orecchie. Brian non era il massimo del romanticismo, ma a volte si divertiva a far morire il povero Zack con quelle uscite improvvise. E lui non era affatto contrario alla cosa, anzi.
- Non vedo l'ora che arrivi venerdì, tesoro - Zacky sussurrò l'ultima parola, continuando a guardarsi intorno con aria furtiva.
- Già, non vedo l'ora anche io! - ammise Brian, e Zacky sorrise come un deficiente, consapevole che l'altro non potesse vederlo.
Quel venerdì i genitori di Zacky e quelle piattole viventi dei suoi fratelli sarebbero finalmente partiti per un fine settimana da Zia Beth. Visto che Zacky doveva recuperare diverse materie, sua madre gli aveva proibito categoricamente di andare a casa della zia, e lui si era comportato come se veramente gli importasse di passare due settimane a farsi squadrare come un poco di buono dalla sorella di suo padre. Di conseguenza, per tre giorni Zacky sarebbe stato il padrone indiscusso di casa sua.
E finalmente avrebbe potuto vedere Brian e guardare un film insieme a lui senza doversi tenere a distanza di sicurezza. I genitori di Zacky non avevano la minima idea che Brian non fosse solo un semplice amico per loro figlio, e dovevano continuare a rimanere nell'ignoranza. Zacky sapeva benissimo che informare sua madre che era anche fidanzato con il suo migliore amico sarebbe stato solo un motivo in più per cacciarlo di casa, e lui aveva ancora bisogno di un tetto sopra la testa.
- E' meglio se vado, adesso. Mamma torna tra un po' e qui c'è un casino assurdo - affermò all'improvviso Brian, riscuotendo Zacky dai propri pensieri.
- Oh, okay. Ci sentiamo domani, allora -
- Ti amo -
Zacky ebbe un tuffo al cuore e sorrise come se avesse appena ricevuto la soluzione ad ogni suo problema.
- Ti amo anch'io - sussurrò, per poi chiudere la chiamata.
Osservò lo schermo spento del suo telefono, e non riuscì a trovare un motivo valido per smettere di sorridere.
Tre giorni, solo lui e Brian.
Non poteva desiderare niente di meglio.



*



- Mi raccomando, controlla sempre che il gas sia spento prima di andare a dormire -
- Sì mamma -
- Ti ho confezionato i pasti per ogni giorno della settimana, sono nel frigo -
- Okay -
- Non dare fuoco alla casa -
- Stai tranquilla -
- E non organizzare feste -
- Va bene -
- Oh, un'ultima cosa - la signora Baker si voltò verso il figlio e lo squadrò - Entro oggi pomeriggio dovrebbero arrivare i tuoi cuginetti. Resteranno qui per questi tre giorni. Voglio che tu li controlli quando Teresa non potrà farlo -
- Che cosa? - strepitò il ragazzo, sgranando gli occhi.
La donna alzò un sopracciglio, guardandolo.
- Teresa ha molto da fare con il lavoro -
- Ma devo studiare! -
- Non daranno fastidio -
- Danno sempre fastidio -
- Non rispondermi in questo modo. E non parlare così dei tuoi cugini. Sono parte della famiglia - lo rimbeccò la donna, autoritaria.
"La mia famiglia si ferma a Jimmy, Johnny, Matt e Brian. Voi non ci siete" pensò il ragazzo, furioso, ma scelse di non dire niente comunque.
- Comunque vedi di controllarli. Se gli succede qualcosa passerai guai seri - minacciò la donna, per poi afferrare il suo trolley azzurro. Si voltò verso il figlio e lo salutò con un goffo e freddo bacio sulla guancia, che il ragazzo accettò senza fiatare. Quei gesti d'affetto così freddi e privi di senso erano i peggiori. Non avevano valore. Erano vuoti, completamente vuoti.
- Fa il bravo - e, detto questo, la signora Baker chiuse semplicemente la porta.
Zacky sbuffò e, finalmente, diede un pugno al
muro. La mano cominciò a bruciare e pulsare per il dolore, arrossandosi subito. Zacky ignorò il dolore: si lasciò semplicemente scivolare fino a terra, la schiena attaccata al muro e gli occhi chiusi.
Quei gesti di affetto così vuoti facevano sempre troppo male. Perché sua madre era così distante, esattamente come tutti gli altri membri della sua famiglia. Perché non aveva mai avuto una vera e propria famiglia, né una casa in cui poter essere felice.
Come al solito, i suoi piani per stare un po' con Brian erano andati a puttane. Doveva avere qualcosa di maledettamente sbagliato dentro, altrimenti i suoi piani sarebbero sempre riusciti, in qualche modo.
Zacky avvolse le ginocchia con le braccia, nascondendo il viso. Non pianse: era tanto che non lo faceva, nonostante lo volesse veramente. Rimase semplicemente accucciato a terra per un po', in attesa. Di cosa, non lo sapeva neanche lui.



*



- I tuoi cugini? -
- Sì - mugugnò Zacky, sprofondando nel suo divano. Si abbracciò ancora le ginocchia - Non ho la minima idea di quando arriveranno, quelle maledettissime piattole umane -
- Quandi anni hanno? -
- La ragazzina ne ha sette, l'altro ne ha cinque - rispose semplicemente lui, sospirando - Volevo passare un fine settimana con te, ma neanche questo. Fanculo, riescono sempre a trovare un modo per rovinarmi la vita - biascicò, furioso e ferito.
Brian si avvicinò e gli passò un braccio sulle spalle, attirando il ragazzo verso sé. Zacky non si lasciò pregare, ed appoggiò la testa sul grembo dell'altro, sospirando.
- Vorrei che non fossero così... così... - sbuffò, lasciando la frase a metà.
- Lo so, ma non si può avere tutto dalla vita - mormorò in risposta Brian, tirando fuori la migliore parte Jimmy che aveva dentro. Lui era più bravo in queste cose, ma era pur sempre Zacky, e l'idea di vederlo in quello stato lo rendeva a sua volta triste. Non poteva vederlo in quel modo.
Brian affondò una mano nei capelli neri del suo ragazzo, cominciando a pettinarli e a passarli tra le dita. I capelli di Zacky erano morbidi e lisci come acqua, piacevoli da toccare, e lasciavano sulle sue dita un profumo di buono, il profumo di Zack. Quest'ultimo socchiuse gli occhi e sorrise leggermente, lasciando che Brian lo coccolasse un po'.
- Be', adesso loro non ci sono, e non ci sono neanche i tuoi cugini. Siamo soli -
- Mmh, questo che dovrebbe significare? -
- Apri gli occhi -
Zacky ubbidì, e si ritrovò il viso Brian a pochi centimetri dal suo. Il ragazzo sorrise appena e inarcò la schiena, in modo tale da poter raggiungere Brian. Le labbra dei due si incontrarono a metà strada, e Zacky dischiuse le sue praticamente subito, lasciando che Brian approfondisse il bacio. Gli ormoni del ragazzo stavano letteralmente impazzendo, il suo viso bianchissimo cominciò subito ad arrossarsi, mentre la lingua di Brian esplorava la sua bocca. Zacky affondò la mano nei capelli di Brian, chiudendo gli occhi, e si sentì come se potesse toccare il paradiso con un dito.
Le mani di Brian vagarono sui suoi fianchi, fino a raggiungere l'orlo della maglietta. Quest'ultime si intrufolarono sotto quest'ultima, e la pelle di Zacky a contatto con quella di Brian sembrò letteralmente andare a fuoco. Voleva solo che continuasse a toccarlo in quel modo per almeno un'ora o due. O anche per tutta la vita.
Brian stava per togliergli la maglietta, quando dei tonfi costrinsero i due a separarsi, più per sorpresa che per vera intenzione.
- C-Credo sia mia z-zia - biascicò Zacky, ancora stravolto dal bacio di Brian.
- Ma non c'è nessuno in casa, giusto? - mormorò Brian, anch'esso con il fiatone, a due centimetri dalle labbra di Zacky.
Il ragazzo sorrise e si attaccò nuovamente al viso dell'altro. Brian morse le sue labbra con dolcezza, continuando ad accarezzargli i fianchi con le sue maledette mani bollenti.
I tonfi tornarono, più forti di prima.
- Zachary! Zachary, so benissimo che sei lì! -
Le labbra di Brian si spostarono sul collo bianco del ragazzo, che inclinò la testa proprio per lasciarlo fare. Era praticamente a cavalcioni sull'altro, e non aveva la più pallida idea di come fossero arrivati a quella posizione. E non gli interessava minimamente.
I tonfi si ripeterono per la terza volta, e Zacky sbuffo.
- D-Devo rispondere, se chiama mia madre sono cazzi miei - biascicò il ragazzo, anche se quello che stava dicendo gli sembrava privo di senso. Tutto ciò che poteva allontanarlo da Brian in quel momento gli sembrava privo di senso.
Brian mugugnò, per poi sbuffare. Si divise dal ragazzo e sbuffò.
- Fai alla svelta - mormorò, mentre Zacky si rimetteva in piedi e cercava di darsi una sistemata, per quanto fosse possibile.
- Cazzo - mormorò, guardandosi allo specchio del soggiorno - Mi hai devastato il collo! -
- Non mi sembravi tanto contrario, cinque minuti fa - affermò l'altro, con un che di malizioso nel tono di voce e nello sguardo.
- Non ho mai detto che mi dispiace - Zacky strizzò l'occhio in direzione dell'altro e scivolò lungo il corridoio che portava all'ingresso. Cercò un'ultima volta di darsi una sistemata, ma senza successo.
Dopo un piccolo sospiro, decise finalmente di aprire la porta.
Zia Teresa era una donna molto in carne, con degli orribli cappelli dai colori sgargianti e vestiti sempre più strani. Quel pomeriggio indossava un vestito verde petrolio di dubbio gusto, che Zacky guardò storcendo il naso.
- Coraggio piccoli, andate da vostro cugino Zachary - affermò la donna, spingendo i figlioletti verso il cugino.
Lizzie aveva sette anni, due codini biondi e un sorriso angelico, ma Zacky sapeva bene che quella ragazzina era fin troppo sveglia per una della sua età.
La piccola sgattaiolò subito dentro casa.
David era veramente molto piccolo anche per la sua età, aveva due grandi occhi vispi e un sorriso perenne stampato sul viso. I capelli biondi erano sparati in ogni direzione possibile ed immaginabile.
- Liz, aspettami! - biascicò il piccolo, inseguendo la sorella lungo il corridoio.
A quel punto Zack spostò la sua attenzione nuovamente sulla zia, che gli mise in mano una busta bianca piena di medicinali.
- Tienili a bada. Liz non può assumere colorante B-16, David deve prendere le sue vitamine almeno tre volte al giorno. Stasera vengo a riprenderli, ma credo che domani dovrai tenerli ancora tu. Tua madre ha detto che posso lasciarteli. Vedi di controllarli, giovanotto -
"Neanche fossi un ex-galeotto" pensò il ragazzo, contrariato. Annuì comunque.
La donna lo squadrò in silenzio.
- Che hai fatto sul collo? - domandò, perplessa.
Il viso di Zacky andò a fuoco.
- Ehm.... è un'irritazione -
- Oh. Contagiosa? -
- N-No -
Zia Teresa lo fissò per alcuni istanti, prima di sbuffare e voltarsi.
Zacky la osservò scendere le scale e sospirò, per poi chiudere la porta.
I tre giorni da solo con Brian erano andati a puttane, tutti i suoi parenti lo consideravano un ragazzo senza speranze e per di più aveva un ragazzo che non solo doveva nascondere in tutti i modi, ma che riusciva anche a devastargli il collo in soli due secondi con quelle sue stramaledette labbra perfette.
Non che gli dispiacesse, ma a volte avrebbe fatto anche a meno di quelle scene imbarazzanti con i membri della sua famiglia.
Zacky sospirò, appoggiò la busta sul tavolino vicino all'ingresso e raggiunse rapidamente il soggiorno. Quando arrivò, trovò Brian alle prese con una Lizzie piuttosto imbronciata, la quale lo fissava insistentemente da chissà quanto, mentre lui lasciava vagare il suo sguardo in giro per il soggiorno, palesemente a disagio. David stava passeggiando per il soggiorno, toccando qualsiasi oggetto passasse sotto il suo vispo sguardo da bambino, un sorriso enorme stampato sul visetto paffuto.
Quando Brian vide Zacky, gli sorrise ampliamente. I suoi occhi sembravano gridare "salvami".
Zacky sorrise appena.
- Brian, loro sono Lizzie e David. Liz, David, lui è Brian, il mio... - occhieggiò per un istante sul viso del ragazzo - migliore amico - concluse, e Brian evitò di guardarlo, imbarazzato.
- Oh, forte! - esclamò David, sorridendo - Quindi anche tu suoni come Zack? -
- Sì, suono la chitarra - affermò Brian, mentre Zacky si sistemava accanto a lui.
- E sei bravo? - domandò il piccolo, sedendosi finalmente sulla poltrona. Strinse con le braccia le ginocchia, ed appoggiò la testa su queste ultime, in attesa.
- Oh, sì -
- Non montarti la testa, Gates - lo riprese subito Zacky, e Brian scosse la testa.
- Ha parlato quello... -
- Io non sono montato! -
- Certo che no,  Zacky "ho sempre tutto sotto controllo" Vengeance -
- Non ho mai detto di avere tutto sotto controllo! -
- Ma se l'hai detto ieri! -
- Ce l'hai la ragazza, Brian? - esplose finalmente Lizzie, osservandolo con aria angelica. Era seduta sul tappeto di Zacky, e sembrava la persona più felice del mondo.
Sia Zacky che Brian zittirono, osservando la ragazzina con aria palesemente sorpresa.
Il ragazzo sgranò gli occhi e deglutì.
- N-No - affermò, a disagio.
- Ti piace qualcuna in particolare? -
Brian arrossì, e Zacky distolse lo sguardo, tossicchiando. Cristo, ma proprio una domanda del genere doveva fare? Maledetta ragazzina.
- Ehm... N-No, perché? -
- Oh. Strano. Di solito ai bei ragazzi piacciono le ragazze carine - affermò lei, schizzando poi in piedi - Vado in bagno! -
- Seconda porta a destra, nel corridoio - spiegò perentorio Zacky, indicando la porta dalla quale era entrato pochi istanti prima.
Lizzie sorrise angelicamente (come al solito) e schizzò verso la porta. David, nel frattempo, tirò fuori dalla tasca dei suoi bermuda estivi il suo Game Boy e cominciò a giocare. Il volume della musica in sottofondo era alzato al massimo.
- Vedrai, sono bambini. Si addormentano alla svelta. Non sarà poi così male - sussurrò Brian a Zacky, afferrando di nascosto la sua mano per poi stringerla.
Zacky lo guardò e sorrise appena. Avrebbe dato qualsiasi cosa per poterlo baciare, la ma presenza di David non glielo permetteva.
Brian era il ragazzo migliore del mondo.
E magari non sarebbe stato poi tanto male, se c'era lui a dargli una mano.
Forse.












_Cris Corner



Cioè, questa cosa è... boh, non so definirla.
Ma perché mi fate scrivere queste cose? Zaccaria e Sinistro (?), perché diavolo mi fate scrivere queste oscenità? E' COLPA VOSTRA, SOLO COLPA VOSTRA!
*si calma*
Non so neanche da dove esce, a dir la verità. E' solo che avevo una gran voglia di scrivere a proposito di bambini, poi mi hanno consigliato di scrivere un'altra Synacky e BAM, ecco che esce questa... questa cosa.
Non potevo scegliere un titolo più idiota e stupido. Si accettano suggerimenti per altri titoli... ma tanto non ci saranno, visto che questa cosa è troppo orribile per essere letta fino in fondo.
Se non volete recensire, vi capisco. Dubito seriamente che qualcuno sia arrivato fino a qui.
Fate come volete.
Oh, non saranno tanti capitoli, comunque. Credo che saranno non più di tre.
Non so quando pubblicherò il prossimo, ma ho già in mente come svilupparlo, quindi non credo che dovrei metterci tantissimo.
Ho deciso di spezzare in tre parti questa "cosa" (no, non ho il coraggio di definirla "fanfiction") perché mi andava, sinceramente.
Boh, ora vi lascio.
Un bacio!
xoxo, _Cris 

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Capitolo 2
*** II. Bambini + Zucchero = Disastro Preannunciato ***


Babysitter is the way









II.
Bambini + Zucchero = Disastro Preannunciato










Zacky avrebbe dato qualsiasi cosa per poter strangolare quei due bambini. Magari li avrebbe soffocati nel sonno, oppure si sarebbe divertito a guardarli mentre si contorcevano in una grande pozza d'acido verde e fumante. Oppure li avrebbe sgozzati entrambi.
Scosse appena la testa, cercando di cancellare quei pensieri macabri, mentre Liz si esibiva nell'ennesimo sbuffo del pomeriggio. David fissava con attenzione spasmodica lo schermo brillante del suo Game Boy, quasi come se non esistesse nient'altro all'infuori di quello stupido marchingegno di dubbia utilità. Per il momento l'unica utilità che aveva quel coso era quella di impedire a David di seguire le orme della sorella e cominciare a sbuffare senza sosta.
- Ho fame - esclamò di punto in bianco la ragazzina, facendo sobbalzare il povero Zack.
- Brian è andato a fare la spesa - rispose Zacky, utilizzando il suo miglior tono consolatorio. Evidentemente non era affatto consolatorio, visto lo sguardo seccato della piccola Liz.
- Io ho fame ora -
- Be', devi aspettare comunque, visto che in questa casa non c'è un caz... niente da mangiare - si corresse immediatamente il ragazzo. Se avesse insegnato delle parolacce a Liz e David, sua zia lo avrebbe etichettato come "poco di buono" con maggiore veemenza.
- Ma io ho fame! - strepitò ancora la bambina, battendo i pugnetti chiusi sulla superficie del divano.
- Se ti dico che non c'è niente ci sarà un motivo, no? -
- Allora cucina qualcosa! -
Zacky zittì, fissando la ragazzina come se fosse una sorta di alieno sbucato fuori dal nulla cosmico e non sua cugina di sette anni.
- Secondo te io so cucinare? -
- Io so fare i tramezzini, e sono molto più piccola di te - obbiettò la più piccola, sfacciata e impertinente come al solito.
- Anche io so fare i tramezzini. Tutti sanno fare i tramezzini - replicò l'altro, scuotendo la testa.
- E allora perché non mi fai un tramezzino? -
- Forse perché non ci sono gli ingredienti per farne uno? Te l'ho detto che in questa casa non c'è niente! -
Lizzie lo fissò per qualche istante, poi sbuffò con maggiore veemenza e riprese a fissare lo schermo del televisore, mentre Zacky abbozzava un sorriso trionfante.
"Uno a zero per me, mocciosa" pensò, gongolando per il risultato ottenuto.
Proprio in quel momento, Zacky sentì la porta di casa aprirsi, e subito schizzò in piedi. Si scapicollò nel corridoio di casa, e riuscì a raggiungere Brian proprio quando quest'ultimo chiudeva la porta. Una volta arrivato lì, però, non ebbe la minima idea di cosa fare. Baciarlo? No, c'erano Lizzie e David lì vicino. Abbracciarlo? Conosceva bene Brian, e non gli sarebbe bastato solo un abbraccio.
Quindi sorrise semplicemente verso il suo ragazzo, il quale teneva tra le mani due grandi buste bianche piene di cibarie varie. Quando vide Zacky, Brian abbozzò a sua volta un sorriso, nonostante ogni singola cellula del suo corpo premesse per buttare via quelle maledettissime buste e baciarlo lì, in mezzo a un corridoio e a meno di due metri da dei bambini ignari della loro relazione.
Zacky si avvicinò al ragazzo ed afferrò una delle due buste che teneva in mano, per poi trascinarla in cucina, seguito da Brian. Appoggiarono le due buste sul tavolo, e finalmente Zacky vide cosa aveva comprato il suo ragazzo.
La prima cosa che capì appena aprì la busta che aveva in mano, fu che Brian non era affatto il tipo in grado di fare una spesa seguendo una stupidissima lista. La seconda, fu che Brian era irrimediabilmente drogato di dolci.
- Brian? -
- Sì? -
- Che cazzo è questa roba? - Zacky si premurò di abbassare la voce quando pronunciò la parolaccia.
Brian aggrottò le sopracciglia, confuso.
- La spesa -
- No, questa è la fiera delle schifezze! - esclamò, afferrando un pacco di merendine per poi appoggiarlo sul tavolo. Svuotò tutta la busta prima di alzare lo sguardo sul chitarrista, che lo fissava come se non riuscisse a capire.
Zacky sospirò.
- Ti avevo scritto una lista! -
- Sì, ma l'avevi riempita di cose immangiabili, quindi l'ho leggermente modificata -
- Leggermente? Brian, non hai comprato un'emerita minchia di quel che c'era scritto su quel fottutissimo pezzo di carta! -
- Quelle cose erano immangiabili! -
- E queste sono piene di zuccheri e coloranti! -
- E allora? -
- Allora lo sanno tutti che i bambini non devono mangiare troppi zuccheri! - Zacky sbatté un pugno sul tavolo - Ma perché sei così coglione, certe volte? -
- Buffo, me lo chiedevo anche io - sputò l'altro, velenoso. - Perché sono così coglione da restare qui ad aiutarti con quei marmocchi, quando potrei fare cose molto più divertenti? -
Zacky si rese conto solo in quel momento di ciò che aveva effettivamente detto, ma non ebbe tempo di scusarsi: Lizzie entrò a passo di marcia in cucina, strattonando il fratello che, nel frattempo, continuava imperterrito a giocare con il suo Game Boy.
- Finalmente si mangia! - esclamò la ragazzina, afferrando una barretta di cioccolato al latte per poi scartarla. Il fratello la seguì subito a ruota, afferrando un grosso pacco di merendine per poi aprirlo.
Zacky non guardò neanche i bambini: afferrò semplicemente il polso di Brian e lo trascinò via dalla cucina, diretto in bagno, unico posto della casa dove quelle due piattole umane non sarebbero andati e non li avrebbero sentiti.
Raggiunse il minuscolo bagno di casa sua e vi spinse dentro il ragazzo, per poi chiudersi la porta alle spalle. Girò la chiave nella toppa e si voltò verso Brian, pronto per mettersi in ginocchio e scusarsi in mille lingue diverse, ma evidentemente Syn aveva altri programmi in mente, visto che appoggiò le mani sulle sue spalle e lo baciò con impeto.
Zacky rimase interdetto per qualche istante, per poi lasciarsi trascinare dal bacio di Brian. Le sue labbra erano così maledettamente calde che presto il ragazzo cominciò ad avere i brividi. Il suo cervello si stava lentamente liquefacendo, un po' per il caldo e un po' per l'eccitazione, mentre l'amico in mezzo alle sue gambe cominciava a svegliarsi molto rapidamente.
Le labbra di Brian lasciarono quelle di Zacky per dedicarsi totalmente al collo bianco e morbido di quest'ultimo. Brian aveva una passione particolare per il collo di Zacky, ma quando il più piccolo gli chiedeva il motivo di tale passione l'altro alzava semplicemente le spalle, senza dargli risposte.
Brian cominciò a mordere la pelle del ragazzo senza fargli male, mentre Zacky si tratteneva con tutte le sue forze per non gemere: non gli avrebbe dato questa soddisfazione e, visto che l'ultima volta lo aveva tempestato di battutine oscene per più di tre settimane, preferiva evitare di ripetere l'errore.
- M-Mi d-dispiace per p-prima... - biascicò Zacky, per poi mordersi le labbra. Brian morse il collo di Zacky con più forza, e questa volta il moro non riuscì a controllare il gemito che sgusciò fuori dalle sue labbra.
- Non importa - soffiò Brian sul collo dell'altro - Ti farai perdonare molto presto -
La mano di Brian si intrufolò sotto la maglietta che Zacky stava indossando e il ragazzo squittì, sorpreso, mentre le dita del chitarrista scivolavano sulla sua pelle, graffiandola e accarezzandola. Se fosse morto in quel momento, Zacky sarebbe morto estremamente felice. O estremamente eccitato. O entrambe le cose, doveva ancora decidere.
La mano di Brian stava cominciando a scendere quando i due sentirono un rumore violento, come quello della porcellana che si infrangeva a terra. Brian sobbalzò, sorpreso, e si ritrovò costretto a dividersi da Zacky, visto che quest'ultimo stava aprendo la porta.
Zack si fiondò fuori dal bagno senza neanche controllare lo stato del suo povero collo, e raggiunse la cucina. Una volta arrivato, si trovò davanti ad uno spettacolo che definire osceno era poco.
La spesa di Brian era volata ovunque. C'erano carte di merendine in ogni dove, barrette di cicciolata aperte e non finite sparse per terra, cereali caduti a terra chissà quanti minuti prima e mai raccolti. Lizzie era in piedi sul tavolo e stava lanciando i piatti del servizio buono della madre di Zacky ovunque, riempiendo di detriti tutto il pavimento, mentre David correva intorno al tavolo come un invasato, i capelli molto più scompigliati del solito e gli occhioni azzurri spalancati.
Zacky rimase immobile per alcuni istanti. Doveva riprendersi sia dalla morte celebrale dovuta a Brian sia dallo shock per quello spettacolo osceno. Sua madre lo avrebbe diseredato, e poi lo avrebbe ucciso.
David e Lizzie sembrarono accorgersi solo in quel momento che Zacky era arrivato. Il più piccolo smise di correre ossessivamente intorno al tavolo, mentre l'altra si fermò un istante prima di lanciare l'ennesimo piatto contro il muro. I tre si fissarono per interminabili secondi, immersi nel silenzio. Zacky aveva i capelli scompigliatissimi, il viso in fiamme, il collo pieno di aloni rossi e segni di denti e un'aria talmente tanto sconvolta che sembrava uscito da un film horror di classe C.
- Porca puttana - esalò Brian, appena arrivato in cucina.
Fu quello il meccanismo che fece scattare gli altri due. David si riscosse e riprese a correre intorno al tavolo, ridendo come un invasato, mentre Lizzie riprese a lanciare i piatti. Solo che la mira della piccola faceva tragicamente schifo, visto che, invece di lanciare il piatto contro il muro opposto a dove si trovavano Zacky e Brian, lo lanciò proprio contro di loro.
Zacky riuscì ad abbassarsi in tempo, ma Brian no.
Fece in tempo solo a vedere il piatto che si avvicinava a rotta di collo verso il suo viso, per poi schiantarsi contro quest'ultimo. L'impatto improvviso fece perdere l'equilibrio al povero chitarrista, che crollò a terra.
Tutto quello che vide dopo fu solo una cascata di sangue che scendeva calda e appiccicosa dal suo sopracciglio al suo occhio, costringendolo a chiuderlo.
Poi più niente.


*


- Io li ammazzo quei due -
- Zack... -
- No, li ammazzo sul serio! - il moro sospirò, stringendo con più forza la mano di Brian - Mi dispiace amore. Mi dispiace veramente tanto -
Brian scosse appena la testa, sorridendo, per poi appoggiarla sulla superficie dura e scivolosa del lettino. Alla fine Zacky era stato costretto a lasciare i bambini dai vicini per accompagnare Brian al pronto soccorso, visto che il sangue non sembrava smettere più e che il taglio era bello grosso. Ora il sopracciglio di Brian era coperto da una garza bianca, che nascondeva alla perfezione i cinque punti che erano stati applicati sulla pelle di quest'ultimo. Zacky era rimasto con Brian tutto il tempo, tenendogli la mano con forza: era due volte più terrorizzato di Brian stesso.
- Non preoccuparti, dai. Sono cose che capitano - Brian sorrise appena, stringendo un po' più forte la mano di Zacky.
- La prossima volta non comprare tutte quelle schifezze. Quei due bambini sono degli zuccheromani -
Brian ridacchiò.
- Vedrò di non ripetere l'errore -
Zacky lo guardò e sospirò ancora.
- Vedrai che troveremo un po' di pace, prima del ritorno dei miei. Quei due non saranno sempre con noi, giusto? -
Brian sorrise appena.
- Giustissimo -
















_Cris Corner


*coff coff*
Ehm. Okay.
Sì, mi diverto un casino ad interrompere i tentativi di copulare di questi due poveri cristi. Davvero, è appagante rovinare tutti i tentativi di Brian (perché alla fin fine il porco dei due è lui e solo lui) di scopare violentemente Zack. Mi fa sentire potente.
Anyway, capitolo cortino anche questo. L'idea di "bambini + zucchero = disastro preannunciato" è venuta fuori direttamente da L'asilo dei papà (credo... non ricordo come si chiami il film).
Sono abbastanza soddisfatta del capitolo nel complesso. Mi piaciucchia (e chi mi conosce sa che la mia autostima fa compagnia a Lucifero, quindi questa è una grande conquista). Nonostante sia corto (come tutti i miei scritti, ovviamente) e privo di senso (leggere la parentesi subito prima di questa).
So perfettamente che David e Lizzie sono andati fuori di testa in poco tempo, ma in realtà Brian e Zacky sono rimasti in bagno molto più tempo di quanto credete :P
Una cosa è certa: primo, Brian ha una sfiga assurda nelle mie fanfiction. Secondo, sono completamente incapace nel descrivere delle scene potenzialmente "hot". Accontentatevi della mia incapacità totale.
Ringrazio quelle cinque sante che hanno recensito lo scorso capitolo.
Cinque, cioè, cinque recensioni. Ma awww, siete l'amore, vi sposerò tutte!
Okay, adesso evaporo.
Il prossimo capitolo non credo che sarà l'ultimo, devo ancora decidere. Si vedrà quando lo scriverò.
Un bacione,
_Cris




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Capitolo 3
*** Swimming Pool ***


Swimming Pool
 

 
 
 
 
« No! »
« Ti prego! »
« Ho detto di no, piantatela di insistere »
« Per favore! Solo una volta! »
« NO! »
« DAI! »
« NO! »
Brian Haner sbuffò, chiedendosi come diavolo avesse fatto a perdere la testa per un ragazzo come Zacky. Non che lui fosse il massimo della maturità e del buonsenso, ovviamente, ma di certo non si sarebbe mai messo a discutere con dei bambini di sette e sei anni su una probabile gita in piscina.
L’idea era partita dalla testolina bionda di Liz che, dopo aver visto la pubblicità della nuova piscina di Huntington Beach, aveva cominciato a saltellare davanti alla TV, strillando come un’invasata che voleva assolutamente andare in quella piscina. E David l’aveva appoggiata immediatamente, visto che il suo Game Boy era andato miseramente perduto chissà dove negli anfratti confusionari di casa Baker.
Il problema era che Zacky, sia perché Brian era “convalescente”, sia perché la possibilità di vedere Brian mezzo nudo avrebbe ucciso definitivamente quei pochi neuroni sani che gli rimanevano, aveva detto di no.
E la discussione si era scatenata immediatamente, visto che Zacky sembrava deciso a rimanere fermo sulla sua posizione esattamente come i due bambini.
« Per favore! »
« Ho detto di NO, se è NO è NO » continuò imperterrito il moro, puntando ostinatamente gli occhi sulla televisione accesa, senza vederla.
Brian ridacchiò, osservando la scena. Avrebbe dato ogni cosa per avvicinarsi a Zacky, in quel momento: con quel broncio arrabbiato era sexy da morire. Scosse la testa, cercando di cancellare la valanga di pensieri sconci che si erano ammassati nel suo cervello: quella situazione era snervante. Ogni singola cellula del suo fottutissimo corpo premeva per trascinare Zacky in camera da letto e stuprarlo senza pensarci tanto, ma non poteva, e tutto a causa di quei due mocciosi impertinenti.
« Brian, ci porti tu in piscina allora? Zacky è insopportabile! » trillò Lizzie, voltandosi di scatto verso il chitarrista. Brian boccheggiò, per poi lanciare uno sguardo a Zacky. Il ragazzo scosse vivacemente la testa, ma il cervello di Brian si mise in moto.
In piscina i bambini sarebbero stati lontani, sempre in acqua. E quindi lui e Zacky avrebbero trovato del tempo per stare finalmente da soli. Quindi finalmente avrebbero avuto un pezzo di quel week-end solitario del quale avevano parlato per giorni e giorni.
« Vabene » le parole uscirono dalle sue labbra senza essere veramente passate per il cervello.
Zacky spalancò la bocca, inorridito, mentre Lizzie e David cominciavano a saltare felici per il soggiorno. Dopodiché Liz trascinò David nell’altra stanza, strillando « Andiamo a cercare il necessario! »
« Tu… » sibilò Zacky non appena i bambini non furono più a portata d’orecchio. Sembrava sul punto di sciorinare una valanga di insulti più o meno pesanti contro il suo ragazzo, per poi picchiarlo selvaggiamente con una clava.
« Senti » cominciò subito Brian « In piscina quei due staranno sempre in acqua. Quindi io e te saremo da soli »
« Brian, non so se hai pensato al luogo in cui stiamo per andare »
Brian corrugò le sopracciglia.
« In che senso? »
« È luglio. E andremo nella piscina più nuova di Huntington Beach. Sarà pieno di gente, cristo santissimo. Pieno. Di. Gente » sillabò l’altro, furibondo.
« Ci chiudiamo negli spogliatoi, lì non c’è mai nessuno »
« E se quei due ci vengono a cercare, eh? Che gli raccontiamo? »
Brian osservò Zacky in silenzio, perso nei suoi pensieri. C’era la possibilità che le piattole li cercassero, ovviamente. Come ovviare al problema? Ah, quanto avrebbe voluto potersi duplicare!
Brian si bloccò, afferrando il polso di Zack con la mano.
« Matt e Jimmy sono in città, vero? » affermò, all’improvviso.
Zacky sgranò gli occhi.
« Mi rifiuto di lasciare i miei cugini a quei due! Trovano sempre un modo innovativo per tentare il suicidio, non posso affidargli due bambini di appena sette anni, cristo! »
« Gli diremo di stare attenti » affermò Brian « Mi manchi, Zack » sussurrò poi, stringendo dolcemente il polso dell’altro.
Zacky lo osservò e sbuffò.
« Dammi il telefono »
Brian sorrise: fare il dolce con Zacky portava sempre ad una sua schiacciante vittoria.
 
*
 
« È enorme! » esclamò Lizzie, osservando la piscina dall’ingresso.
Effettivamente era veramente molto grande, sembrava una piscina olimpionica. L’acqua azzurrina si increspava in onde piccole e allegre, e un forte odore di cloro entrò nelle narici del povero Zacky, facendolo starnutire.
« Matt e Jimmy? » domandò Brian, controllando con lo sguardo i due bambini – era venuto lì per gettarli in acqua e non farli più uscire, non per perderli e doverli cercare.
« Dovevano essere già qui, ma per loro la puntualità è un optional » affermò Zacky, controllando l’ora sul cellulare « Dici che dovremmo entrare? »
« Mh. Aspettiamoli un altro po’. In fondo non vivono neanche molto lontano »
Zacky lasciò cadere il borsone da piscina per terra e sospirò, appoggiando la schiena al muro che separava la piscina dal parcheggio. Brian lo seguì a ruota, sistemandosi accanto a lui, mentre i bambini si rincorrevano sulla ghiaia bollente, ridendo.
« Come diavolo fanno a correre? Io sto fermo e crepo dal caldo! » sbuffò Zacky, facendosi aria con una mano.
« I bambini sono strani »
« Più che strani, direi »
Brian ridacchiò, e Zacky sorrise appena. Dopotutto era con Brian: bambini o non bambini, se c’era Brian lui stava bene. Quel ragazzo riusciva ad influenzare il suo umore in una maniera impressionante.
« Ti amo, Bri » sussurrò il ragazzo, in modo che riuscisse a sentirlo solo lui.
« Ti amo anch’io »
Zacky sentì un brivido scorrergli lungo la schiena. Avrebbe regalato anche un rene pur di poter baciare tranquillamente Brian senza pensarci, ma non poteva, ed era tutta colpa della società. Maledetta società.
« Ehy, voi due! Perché dovete sempre fare gli asociali? »
« Ah, chiudi il becco Sullivan » sbottò subito Brian, staccandosi dal muro per raggiungere i suoi amici. Diede il cinque a Jimmy e sorrise a Matt, mentre Zacky li raggiungeva. Entrambi avevano in mano dei borsoni da piscina, e Zacky avrebbe scommesso tutti i suoi risparmi sul fatto che quello di Jimmy fosse pieno di birre.
Jimmy indossava solo il costume ed era raggiante come al solito, mentre Matt, accanto a lui, indossava i suoi soliti occhiali da sole e una maglietta grigia.
« Cristo santo, Zacky, sei più bianco di una mozzarella! »
« Guarda che sei bianco tanto quanto me, Rev. È inutile che sfotti tanto »
Jimmy ridacchiò, mentre Brian si sbracciava per richiamare Lizzie e David. Il più piccolo raggiunse subito Brian, ma Lizzie rimase impalata sotto il sole a fissare Matt in silenzio con aria rapita.
« Lizzie, ti dai una mossa o devo mandare Jimmy a prenderti? » esclamò Brian, indicando con il pollice l’amico.
« E perché dovrei andarci io? »
« Semplice, sei un palazzo di ottanta piani, naturale che devi andare tu »
« Oh povero piccolo Haner »
« Fottiti, Sullivan »
« Se lui è piccolo, Johnny è microscopico allora » obbiettò Zacky, sorridendo appena.
« Lui è un nano con la cresta » affermò Matt.
I ragazzi risero, mentre Lizzie li raggiungeva e si nascondeva dietro Zacky, continuando a guardare Matt in silenzio, sempre più rapita.
« Shad, credo che tu abbia fatto colpo » bisbigliò Jimmy in direzione dell’amico, che scosse la testa ed abbozzò un sorriso.
Lizzie sospirò e poi arrossì miseramente.
« Matt, Jimmy, loro sono Lizzie e David. David, Liz, loro sono Matt e Jimmy »
Matt salutò i ragazzi con una mano, e Jimmy scompigliò i capelli impossibili di David.
« Come mai sei tanto alto? » domandò di punto in bianco il piccolo, guardando Jimmy con la testa piegata verso l’alto.
« Non ne ho la minima idea »
« Johnny? » domandò Matt, mentre Brian pagava i biglietti per tutti.
« I suoi non lo hanno lasciato venire. Deve studiare per recuperare qualche materia » sbuffò Zacky, prendendo il suo biglietto per poi entrare finalmente nella piscina. I ragazzi scesero una rampa di scale e raggiunsero gli spogliatoi.
« Ci vediamo fuori tra cinque minuti » affermò Zacky, sorridendo.
« Liz, ti serve una mano? » domandò Matt alla bimba, gentile come al solito.
Lei divenne rossa come un pomodoro e scosse la testa, per poi gettarsi negli spogliatoi delle donne.
« Le ragazze sono veramente strane » affermò David con la sua vocetta squillante, osservando la porta attraverso la quale era appena passata la sorella.
« Ben detto, piccolo. E adesso andiamo, forza! » affermò Jimmy, appoggiando una delle sue grandi mani sulla spalla sottile di David per spingerlo verso gli spogliatoi.
« C’è un grande feeling tra Jimmy e David, eh? »
« Certo. Hanno la stessa età celebrale »
I ragazzi entrarono ridendo negli spogliatoi. Quando arrivarono scoprirono che Jimmy e David erano già pronti ad andare. Matt si tolse semplicemente la maglietta, per poi ficcarla dentro il suo borsone.
« Allora, andiamo? »
« Voi andate pure, recuperate Liz e trovate un posto: noi vi raggiungiamo » affermò Brian, sorridendo rassicurante.
« Okay! » esclamò Jimmy, per poi prendere David da sotto le ascelle e caricarselo sulla spalla destra « Sei leggero come una piuma, ragazzino! Forza, andiamo »
David rise mentre uscivano dagli spogliatoi per raggiungere la piscina.
« Allora ci vediamo tra un po’! » esclamò Matt, sorridendo, per poi prendere voltarsi e prendere il borsone di Jimmy « Quel coglione si è scordato la roba… Rev, cazzo, mi hai preso per un facchino? » tuonò il cantante, per poi seguire le orme dell’amico e volatilizzarsi.
Brian e Zacky rimasero per due istanti immobili.
« Siamo soli »
« Già. »
« I bambini sono in buone mani »
« Per quanto possano essere buone le mani di quei due psicopatici »
Brian fece roteare gli occhi nelle orbite.
« Non lamentarti sempre, Zack. Siamo soli, no? Come volevamo dall’inizio »
« E immagino che tu ricordi bene i programmi che avevamo all’inizio »
Brian si voltò e sorrise, prendendo Zacky per mano.
« Certo che sì »
 
*
 
Quando Zacky e Brian tornarono, erano passati ben più di cinque minuti. Matt era bagnato fradicio, stravaccato su una sdraio e con le cuffiette dell’Mp3 nelle orecchie, mentre Jimmy era ancora in acqua a giocare con i bambini. Zacky non avrebbe saputo dire chi erano i bambini tra Liz, David e Jimmy.
« Si può sapere dov’eravate finiti? »
« Abbiamo incontrato Jake, ci siamo fermati per salutarlo » inventò Zacky sul momento, visto che Brian faceva ancora fatica a connettere. Sorridevano entrambi come due deficienti, e nessuno dei due sembrava voler smettere di farlo.
« Voi due non me la raccontate giusta » borbottò il ragazzo, osservandoli come se cercasse di carpire i segreti dell’universo da entrambi.
Zacky sbuffò, lasciandosi cadere su una delle sdraio accanto a quella di Matt. Si guardò intorno con aria tranquilla, e notò che non c’era poi così tanta gente.
Jimmy prese nuovamente David in braccio per poi lanciarlo in aria. Il ragazzino scoppiò in una fragorosa risata prima di cadere in acqua.
« Da quando Jimmy è così bravo con i bambini? »
« Da quando la sua crescita celebrale si è bloccata all’età di sei anni » affermò Matt, facendo ridacchiare tutti quanti.
« Io vado a fare un bagno » affermò Brian, alzandosi in piedi.
« Tu non vai da nessuna parte! » scattò subito Zacky, mettendosi seduto « Hai ancora la benda! »
Brian sbuffò e, con un movimento rapido della mano, si tolse finalmente quella benda bianca che copriva tutto il sopracciglio.
« Ora non ce l’ho più »
« Ti hanno messo i punti solo ieri! »
« E allora? »
« Allora non puoi andare a fare un bagno! »
« Quanto sei noioso, Zack! Non sei mia madre! »
« Infatti sono il tuo r… migliore amico! » si corresse immediatamente il ragazzo, arrossendo appena.
« Prova a fermarmi » lo sfidò il chitarrista, per poi voltarsi ed avvicinarsi alla piscina.
Zacky si alzò in piedi e fece per raggiungerlo, ma non aveva fatto i conti con Jimmy e la sua passione assurda per gli scherzi di poco gusto. Infatti il ragazzo era appena uscito dall’acqua e, invece che andare a stendersi come aveva progettato di fare prima, si esibì in un placcaggio spettacolare ai danni di Zacky e Brian. I tre finirono in acqua praticamente subito, il tempo necessario a Zacky per squittire sorpreso.
Dopo alcuni istanti i tre ragazzi riemersero, e Jimmy scoppiò a ridere, di nuovo bagnato fradicio e con i capelli appiccicati al viso. Pochi metri più in là, Lizzie e David ridevano come matti, esattamente come Matt.
« Jimmy? »
« Sì? »
« IO TI AMMAZZO » tuonò Zacky, gettandosi a peso morto contro l’amico per annegarlo.
Jimmy riuscì però a liberarsi, per poi gettarsi sopra Zacky e tentare a sua volta di annegarlo. A quel punto entrò in azione Brian, che si inabissò solo per agguantare Jimmy per le caviglie e trascinarlo sotto.
Ben presto a quella buffa guerra si aggiunsero anche Liz, David e Matt.
E a quel punto non ci fu più scampo per nessuno.
 
*
 
Quando tornarono a casa, il costume di Zacky era ancora umido e tutti e quattro erano distrutti. Cenarono velocemente, dopodiché i bambini si sdraiarono sul divano e si addormentarono praticamente subito.
Brian e Zacky si sistemarono l’uno accanto all’altro, Brian con un braccio intorno alle spalle di Zacky e quest’ultimo con la guancia appoggiata al petto del suo ragazzo. Riusciva a sentire il battito cardiaco di Brian, e quel rumore rassicurante mischiato al calore dolce dell’aria serale sembrava indurlo ad abbandonarsi tra le braccia di Morfeo.
« Domani tornano i miei » mormorò Zacky, nel dormiveglia.
« Be’, almeno è stato un bel finesettimana, nonostante i bambini »
« Già » sussurrò lui, strofinando la guancia contro il petto di Brian.
Il ragazzo lo guardò per qualche istante, in silenzio.
« Ti amo, Zack »
« Ti amo anch’io » rimase zitto per diversi istanti, per poi sospirare « Mi dispiace »
« Per cosa? »
« Se non fosse per i miei genitori io e te potremmo stare insieme senza bisogno di segreti e stronzate simili »
Brian sospirò.
« Lo so. Vedila così: un giorno i tuoi non saranno più un problema così grande e potremo stare insieme alla luce del sole, okay? »
« Vorrei che quel giorno fosse vicino… »
« Lo vorrei anch’io. Però posso aspettare »
« Davvero? » la voce di Zacky cominciava a perdersi.
« Sì, certo. Tutto il tempo che serve. E adesso dormi, stai svenendo dal sonno »
« Buonanotte Syn »
« ‘Notte Vee »

 
 
 
 
 
_Cris Corner
 
*si nasconde dietro uno scudo*
Davvero, non è colpa mia, lo giuro, è che sono totalmente incapace nel descrivere una copulazione tra Zaccaria e Sinistro! Anzi, ora che ci penso sono incapace e basta… ma lasciamo perdere, non voglio annoiarvi!
Allooora, che dire di questo capitolo?
Sinceramente, fuori c’è un caldo assurdo e ho pensato: “sarebbe bello andare in piscina. Magari con Zacky e Brian” poi il mio cervello ha fatto una serie di associazioni libere idiote ed è nata questa… questa cosa, ecco.
L’unica cosa della quale sono soddisfatta è il fatto che sono riuscita ad inserire Jimmy e Matt e a far copulare quei due, finalmente! *Zacky e Brian scoppiano in lacrime per la gioia*
Ora, cerchiamo di tornare serie: che ve ne pare di Jimmy? Ho un terrore assurdo di renderlo troppo poco realistico, visto che lo amo con tutta l’anima. E ho provato a non renderlo un idiota, ovviamente (perché nel tentativo di renderlo umano, di solito, sbaglio e ottengo l’effetto contrario, ovvero lo rendo una totale ameba idiota >.<), ma non so se ci sono riuscita o meno… che ve ne pare?
Lizzie che si infatua di Matt mi sembrava tanto tanto coccolosa. Avrei voluto aggiungere qualche pezzo per loro due, ma quanto ho tentato non ci sono riuscita perché sono “scrausa”, come si dice nella mia città. Il che vuol dire impedita senza possibilità di ritorno. Visto che scrausa è più carino (?) e più corto, uso questo.
Ultima cosa: Zaccaria, Sinistro, perché mi fate scrivere scene così dolciose? Siete l’apologia del fluff, seppiatelo >.<
…sto facendo le note d’autore più lunghe della storia.
Okay, se siete arrivati fin qui: siete dei supereroi. Vi amo.
Oh, il prossimo sarà l’ultimo capitolo!
Un bacione,
_Cris

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Capitolo 4
*** Avenged Sevenfold VS Pulizie domestiche ***


Questo capitolo lo dedico a Lia,
perché senza di lei
dubito che avrei postato anche solo il primo capitolo.
Ti voglio bene!







Avenged Sevenfold VS pulizie domestiche














Il mattino successivo, quando Zacky aprì gli occhi, la prima cosa che avvertì fu un violento mal di testa. Il ragazzo mugugnò appena, tenendo gli occhi ben serrati: era come se qualcuno si fosse divertito a piantare spilli nel suo cervello per tutta la notte. Il dolore era tremendo e pungente, ma ciò non impedì al ragazzo di rendersi conto che ciò che stava utilizzando come cuscino si alzava e si abbassava.
Zacky si costrinse ad aprire gli occhi e, dopo un attimo di disorientamento, si rese conto che il suo cuscino era in realtà Brian. Si era sistemato in una posizione strana - forse per evitare di svegliarlo muovendosi -, con la testa verso destra e un braccio appoggiato dolcemente sulle spalle di Zack.
"Si sarà preso un torcicollo a dormire così" pensò il moro, osservandolo in silenzio "E ha dormito così per non svegliare me".
Quel pensiero lo colpì subito e lo fece arrossire e sorridere nello stesso momento. Brian poteva anche essere un idiota irresponsabile per la maggior parte del tempo, ma quando voleva sapeva essere dolce. E ogni volta che Brian faceva cose del genere, Zacky si innamorava di lui un po' di più.
Il ragazzo sbadigliò e sbuffò, sbattendo le palpebre con lentezza. Avrebbe veramente voluto sdraiarsi ancora e riprendere a dormire abbracciato a Brian per tutto il santo giorno, ma non lo fece. Il suo sguardo scivolò casualmente nel soggiorno di casa sua, e lo stato in cui si trovava gli fece sgranare gli occhi. Si mise seduto, cercando di non svegliare Brian, e continuò a guardarsi intorno allibito: il soggiorno era immerso nel caos più totale. I suoi vestiti e quelli di Brian, Lizzie e David erano sparsi praticamente ovunque, c'erano vecchi pacchetti di sigarette ormai finiti accartocciati in ogni angolo, patatine fritte che riempivano il pavimento appiccicoso e un vecchio cartone di pizza giaceva indisturbato al centro del tappeto che sua nonna aveva regalato per Natale ai suoi. Sua madre non sarebbe stata affatto contenta delle macchie di olio che impregnavano il tessuto sottile del tappeto. Anzi, sua madre non sarebbe stata contenta e basta.
- Brian? - sussurrò con voce roca, senza neanche rendersene conto.
Il ragazzo continuò a dormire indisturbato. Zacky lo guardò per qualche secondo, per poi sbuffare.
- Brian! - esclamò, a voce più alta, ma Brian non diede segno di aver sentito.
- Brian, per l'amor del cielo... - continuò Zack, afferrando Brian per un braccio. Cominciò a scuoterlo leggermente, ma tutto ciò che ottenne fu un brontolio leggero e un movimento appena accennato, e Brian si rannicchiò un po' di più contro il divano.
Zacky lo guardò e, scacciando con malagrazia la sensazione di tenerezza che portava quella visione, scosse Brian con entrambe le mani e con più forza, ma comunque non ottenne nessun risultato.
- Brian, cazzo! - si ritrovò ad urlare - Brian, apri quei tuoi maledettissimi occhi! Muoviti! -
Ma niente, Brian non sembrava volersi svegliare.
Zacky, con il suo continuo scuoterlo, finì per farlo cadere a terra, e solo allora il ragazzo riuscì finalmente ad aprire gli occhi. Sembrava vagamente disorientato: i suoi capelli erano più scompigliati del solito, e teneva gli occhi socchiusi. Sembrava essersi svegliato dopo mesi e mesi di coma. Zacky, nel frattempo, passeggiava istericamente avanti e indietro per il soggiorno, evitando accuratamente di calpestare gli abiti sparsi a terra.
Brian si stropicciò gli occhi con gli indici delle mani, per poi rendersi effettivamente conto che era sdraiato a terra. Si chiese quando e come fosse finito sdraiato sul pavimento, per poi guardare Zacky come un cucciolo smarrito, ma il moro non gli diede assolutamente corda: continuava a passeggiare disperato per il soggiorno, le mani nei capelli e l'aria di chi vorrebbe solo buttarsi in una tana di coniglio e non uscirne mai più.
- Zack? Che... che è successo? - domandò Brian, dopo qualche minuto di smarrimento.
- Che è successo? - esclamò l'altro, con una voce decisamente isterica - Cos'è successo, dici? Guardati intorno, Bri! Guardati intorno! - trillò, indicando un punto non definito del soggiorno.
Brian si guardò intorno, ma non sembrò trovare risposta al suo iniziale interrogativo, quindi si voltò nuovamente verso Zacky. Il moro sbuffò e riprese a camminare in circolo per il soggiorno, disperato.
- Come diavolo farò, cristo? Quella mi ammazza! Guarda com'è ridotto questo posto! Guardalo! - trillò, scuotendo la testa - Mi ammazza, mi ammazza! -
- Zacky - lo riprese Brian, tirandosi faticosamente in piedi per poi raggiungerlo - Zack, calmati. Possiamo sistemare tutto: i tuoi quando tornano? -
- Stasera alle sei! - esclamò - E sono già le due! Abbiamo solo quattro ore, Bri! Io ce ne metto sei solo per sistemare la mia stanza! -
Brian, completamente dimentico del fatto che in quella casa ci fossero due bambini del tutto ignari della situazione tra lui e Zacky, si avvicinò al suo ragazzo e lo abbracciò.
- Troveremo un modo. Non ti farò ammazzare per una stronzata come questa -
Zacky sospirò, rispondendo alla stretta di Brian. Affondò il viso sul petto dell'altro e sospirò.
- Come facciamo? -
- Abbiamo bisogno di rinforzi - affermò Brian, passando una mano tra i capelli di Zack - Ho bisogno del tuo cellulare, Zack -

*

Dieci minuti e una crisi isterica dopo, Matt, Jimmy e Johnny apparvero sulla soglia di casa Baker. Ovviamente fu Brian ad aprirgli la porta, il che non stupì nessuno dei tre: Zacky e Brian passavano così tanto tempo insieme che sembravano quasi vivere nella stessa casa, ormai.
- Brian, sono le due e quarantacinque e io sono sveglio: dimmi che sta per scoppiare la Terza Guerra Mondiale - affermò subito Jimmy, e Johnny ridacchiò.
- Buongiorno anche a te - borbottò il moro - Zacky sta per avere un attacco di panico. Venite, almeno vi spiego tutto -
I tre ragazzi entrarono in casa Baker, e Brian li guidò verso il soggiorno. Zacky era rannicchiato sul divano e sembrava veramente in procinto di avere un attacco di panico bello e buono. Accanto a lui erano seduti David e Lizzie che, fregandosene altamente delle condizioni del cugino, guardavano tranquillamente i cartoni animati.
- Ehy, piccoletto! - esclamò Jimmy, passando una mano sui capelli di David. Il ragazzino lo guardò e sorrise, riconoscendolo.
Quando Lizzie incrociò lo sguardo di Matt, il suo viso divenne rosso come i petali di un papavero. La piccina abbassò lo sguardo, imbarazzatissima, cercando di darsi un minimo di contegno, mentre Matt si sistemava su una delle due poltrone sfondate e Jimmy prendeva David in braccio solo per sedersi sul divano. Johnny si sistemò sul bracciolo del divano, mentre Lizzie si sistemò sull'altra poltrona, il più lontano possibile da Matt.
- Che è successo? - domandò Jimmy, mentre David decideva di sedersi sul tappeto davanti alla TV per sentire meglio.
- Che è successo? - squittì Zacky, alzando lo sguardo - Ma siete tutti rincoglioniti stamattina? Guarda questo posto! Guardalo! - trillò, indicando le macchie di unto sul tappeto della madre.
Jimmy si guardò effettivamente intorno, per poi sbuffare.
- La mia camera è messa molto peggio di così - affermò, sventolando una mano in aria con noncuranza.
- Mi ucciderà - mugugnò Zacky - Mi taglierà la gola, mi strapperà gli occhi dalle orbite, mi prenderà sotto con l'auto, mi farà a pezzettini, mi distruggerà, mi farà implodere con un qualche meccanismo malefico... -
- Nah, al massimo può chiuderti in casa e proibirti di vederci. Dubito che potrebbe ucciderti - affermò Johnny, sorridendo come se avesse appena risolto le cose.
In verità le aveva solamente peggiorate, visto che Zacky lanciò uno sguardo a Brian ed emise un rantolo disperato, nascondendo il viso tra le braccia.
- Sono un uomo finito, finito! - esclamò il moro, con aria melodrammatica.
- Non sei un uomo finito, e Johnny è un coglione - affermò Brian, serio.
- Ma... -
- Zitto, hai fatto abbastanza danni per oggi -
Johnny gli mostrò amichevolmente il dito medio, mentre Brian si sistemava accanto a Zacky. Avrebbe voluto abbracciarlo, ma non poteva: neanche i loro amici sapevano di quello che c'era tra di loro. Forse solo Matt cominciava ad insospettirsi, ma gli altri erano totalmente ignari del loro legame.
- Ti aiuteremo - affermò Brian.
- Noi... cosa? - esclamò Jimmy, sgranando gli occhi - Amico, tu hai la minima idea di come si mette in ordine una casa? -
- No, ma ce la faremo lo stesso, o giuro su Dio che prendo la mia chitarra e te la sfascio in testa - replicò subito Brian, aggressivo.
Se Brian aveva appena minacciato l'integrità fisica della sua chitarra, allora la cosa era piuttosto seria, quindi nessuno dei tre decise di replicare.
- Bene - affermò, alzandosi in piedi - C'è bisogno di lavoro di squadra! Lizzie, David: ci aiuterete anche voi, chiaro? -
- Ma io voglio vedere la TV! - strepitò David, gonfiando le guance.
- Ti regalo due barrette di cioccolata e un nuovo gioco per il tuo coso -
- Si chiama Game Boy - affermò immediatamente Lizzie, puntigliosa come al solito.
- Okay, vi aiuto! - esclamò David, balzando in piedi - Che dobbiamo fare? -
Nella sala calò un silenzio tombale, interrotto solo dal rumore della televisione e da un mugugno disperato di Zacky. Brian scosse la testa.
- Jimmy, Johnny, voi due pulite la cucina insieme a David. Io e Zacky ci occupiamo del soggiorno. Matt, tu e Lizzie potete pulire la sala da pranzo - affermò Brian, prendendo automaticamente il comando dell'operazione.
Lizzie arrossì miseramente al pensiero di passare l'intera giornata insieme a Matt. Lanciò uno sguardo al ragazzo, per poi arrossire ancora di più. Jimmy la osservò e ridacchiò appena, scuotendo la testa.
- Dove sono quei cosi per pulire la casa? -
- Non ne ho la minima idea - mugugnò Zacky - Credo in cucina, sotto il lavandino -
Matt si alzò e andò a controllare, per poi tornare con le mani cariche di flaconi coloratissimi. Li scaricò tutti sul tavolino del soggiorno, mentre Zacky tornava a sedersi normalmente: forse potevano farcela, erano in tanti, dopotutto.
- Bene. - affermò Brian, per poi dividere in tre grandi mucchi i flaconi - Matt, tu prendi questi - e gli indicò una parte dei flaconi - Jimmy, Johnny, voi prendete questi - e indicò un'altra parte - Io e Zack prendiamo questi. Non c'è bisogno di fare una pulizia accurata: deve solo essere in ordine e non puzzare -
- Ricevuto capo! - esclamò Jimmy, esibendosi in un saluto da marines che fece ridacchiare David.  
- Bene, cominciamo a pulire questa fottuta casa! -
- Agli ordini! - esclamò Jimmy, per poi prendere David in braccio e trascinarlo via.
Johnny scosse la testa e li seguì, sorridendo tranquillo, con le braccia piene di prodotti per le pulizie domestiche.
- Tu perché sei così basso? - esclamò David, rivolto a Johnny, prima che la porta si chiudesse, ma niente impedì a Jimmy di esplodere in una delle risate più fragorose della sua vita.  Anche Brian, Zacky e Matt si concessero una risata.
- Allora, Liz. Andiamo? - domandò il ragazzo alla piccola, che arrossì ed annuì, incapace di proferire parola.
Anche loro sparirono verso la sala da pranzo, e finalmente Zacky e Brian rimasero soli.
- Ehy - mormorò Bri, appoggiando la fronte su quella di Zacky per guardarlo negli occhi - Ce la faremo, okay? -
Zacky si sporse verso di lui e gli lasciò un bacio sulle labbra.
- Grazie, Bri -
Brian sorrise dolcemente.
- Di nulla. Adesso puliamo questo posto -

*

- Allora! - esclamò Jimmy, mentre Johnny scaricava i prodotti sul piccolo tavolino in mezzo alla cucina e David si guardava intorno    - Da dove cominciamo? -
- Ah, non lo so - affermò Johnny, osservando la cucina - E' un vero macello -
- Nah, non direi. Casa mia è messa molto peggio -
David, nel frattempo, stava giocando con i prodotti per la casa: li prendeva in mano e li esaminava in silenzio, osservandoli con aria rapita.
- Direi che possiamo pulire prima le finestre, tu che dici? -
- Io pulisco le finestre, tu passa lo straccio. David, tu... ti va di pulire il lavandino? - esclamò Johnny, avvicinandosi al ragazzo.
- Questo a che serve? - esclamò il piccolo, per poi spruzzare un liquido verdastro contro la maglietta di Johnny. Il ragazzo sobbalzò, squittendo per la sorpresa.
In meno di due secondi, la maglietta degli Iron Maiden che il più piccolo stava indossando si riempì di macchie verde acceso.
- La mia maglietta! - tuonò - La mia maglietta! Cazzo, ho risparmiato mesi per questa maglietta, mesi! Fanculo, porca troia... -
- Johnny! -
- Che cazzo vuoi? -
- C'è un bambino qui, non so se hai notato -
- Ma la mia maglietta... -
- Su, non fare il lagnoso! -
- Lagnoso? Ma... -
Jimmy sbuffò, per poi afferrare uno dei flaconi sul tavolo e lanciarlo verso il ragazzo.
- Quei vetri non si puliranno da soli -
- Tu... Ah, ci rinuncio - sbuffò il ragazzo, afferrando uno straccio e il flacone che Jimmy gli aveva lanciato - Fanculo -
Jimmy scosse la testa, per poi cominciare a riempire un secchio d'acqua, mentre David afferrava uno dei flaconi e si avvicinava al lavandino.
Sarebbe stata una lunga giornata.

*

"Liz, stai calma".
La piccina se lo stava ripetendo da più di dieci minuti ininterrottamente, ma senza alcun risultato. Matt la faceva arrossire anche facendo un passo in sua direzione, figurarsi quando cercava di inizare una conversazione - tentativi invani, ovviamente.
"Liz, per l'amor del cielo, stai calma" tentò di ripetersi ancora la piccola, mentre si avvicinava al ragazzo per afferrare uno degli innumerevoli flaconi per la pulizia della casa: doveva pulire il comò in legno della televisione.
La piccola afferrò il flacone desiderato come una ladra, per poi voltarsi di scatto ed avviarsi verso il comò. Cercando di camminare il più velocemente possibile, però, non si accorse della piccola piega che era venuta a crearsi sul tappeto davanti alla TV. Fu così che Lizzie inciampò sul tappeto.
Si aspettò un urto violento contro il pavimento della stanza, ma quello non venne. Sentì semplicemente due braccia - grandi, forti braccia - tenerla ferma a mezz'aria.
- Ti ho preso - affermò Matt, per poi sorridere.
"Le fossette. Ha le fossette. Lui... lui ha le... le..." Lizzie divenne rossa come un pomodoro, ed osservò il sorriso leggero di Matt in silenzio, sgranando gli occhi come se non avesse mai visto niente del genere.
- Tutto bene? Stavi per fare una bella caduta! - esclamò, senza smettere di sorridere.
Il cervello di Lizzie andò a farsi benedire, liquefacendosi in un istante.
- S-Sì, t-t-tutto b-bene - balbettò lei, sempre più rossa.
- Sicura? - domandò l'altro, osservandola con aria preoccupata - Sei rossissima in viso... -
- S-Sto bene! - esclamò, divincolandosi dalla presa di Matt, il cuore che sembrava deciso a saltare via dal suo piccolo petto per volare fuori dalla finestra spalancata.
Lizzie tornò a pulire il comò, cercando di calmarsi e respirando profondamente, mentre Matt tornava a passare lo straccio sulla tavola.


*

Tre ore dopo, il caos che aveva precedentemente invaso tutte le stanze di quella casa era scomparso per lasciare spazio ad un ordine improvvisato e non totalmente perfetto, ma andava più che bene. La signora Baker non si sarebbe assolutamente aspettata di ritrovare la casa in quelle condizioni.
- Ce l'abbiamo fatta! - esclamò Zacky, sorridendo.
David e Jimmy si batterono il cinque, Matt sorrise tranquillo e Johnny e Brian si diedero il cinque, mentre Zacky gongolava tranquillo, seduto sulla sua poltrona verde sfondata.
Lizzie era seduta sul divano, e osservava Brian in silenzio. Era uno sguardo identico a quello che aveva ostentato la prima volta che lo aveva visto, e non accennava a smettere di fissarlo.
- C'è qualche problema, Liz? - domandò Zacky per lui, con dolcezza: nonostante fossero comunque delle piattole, un po' si era affezionato a quelle due piccole pesti.
Un po'.
- Tu e Zack vi volete tanto bene, è vero? - domandò, curiosa. Sembrava pacifica, ma Zacky sapeva benissimo che non era così: quando Liz faceva quel genere di domande, non era mai pacifica.
Zacky piantò le unghie nella poltrona, mentre Brian arrossiva appena.
- S-Sì, perché? -
- Vi volete bene come mamma e papà? - continuò la piccola.
Zacky divenne color pomodoro ed abbassò lo sguardo, imbarazzatissimo, e Brian cominciò a fissare il pavimento. Che doveva dire? Era così stanco di fingere che lui e Zacky fossero semplicemente buoni amici, era stanco.
- Noi... - cominciò, ma Zacky lo interruppe.
- Una specie, sì - affermò, per poi arrossire appena.
Brian lo guardò, sgranando gli occhi: aveva veramente detto quella cosa? Era una specie di... coming out, o qualcosa del genere?
Fu allora che Jimmy scoppiò a ridere. Tutti si voltarono verso di lui, ma il moro continuò a ridere per un po' prima di scuotere la testa.
- Era ora, cristo santo! - esclamò Jimmy, sorridendo - Non ne potevo più, adesso finalmente posso sfottervi quanto voglio! -
Anche Matt sorrise, e Johnny lo seguì a ruota.
- Voi... da quanto? - domandò Brian, sgranando gli occhi.
- Oh, da sempre, praticamente - affermò Johnny - Non siete dei mostri con le scuse, eh -
- Ma... perché non... insomma, perché non ce l'avete detto che lo sapevate? - domandò Zack, sempre più stupito.
- Oh, certo! Una mattina mi svegliavo, venivo lì e vi dicevo "ragazzi, so che scopate come due ricci, ma non preoccupatevi, non mi dà fastidio" -
- Effettivamente è una cosa molto da te, Jim - affermò Matt, e tutti risero, Brian e Zacky inclusi.
Fu così che la signora Baker rivide suo figlio dopo tre lunghi giorni di assenza: a ridere con i suoi amici nella sua casa immacolata. L'ultimo fatto stupì la donna più di tutto il resto.
- David, Lizzie, vostra madre vi aspetta fuori - affermò, per poi andare in camera, senza neanche salutare il figlio.
- No! - esclamò David - Non voglio andare a casa! Voglio restare qui con Jimmy! -
- Oh, tenero lui - affermò Jimmy, con una vocina in falsetto decisamente ridicola che fece scoppiare a ridere nuovamente tutti quanti.
- Vi accompagno - affermò Zacky, alzandosi dalla poltrona.
- Aspetta, vengo anche io - affermò Brian, e ben presto anche gli altri si unirono all'allegra comitiva.
Scesero le scale fino al piano terra, e lì videro la macchina azzurra di zia Teresa parcheggiata fuori. La donna si stava facendo aria con un grosso ventaglio rosa acceso, e Brian ce la mise tutta per non scoppiare a ridere sguaiatamente.
- Be', ci vediamo allora! - escamò Jimmy, sorridente come al solito, passando una mano sui capelli di David. Il ragazzino scoppiò in lacrime, lanciandosi letteralmente verso il moro per poi abbracciarlo più forte che poteva. Jimmy ricambiò la stretta e ridacchiò - Dai, vedrai che ci rivedremo presto... -
David tirò su con il naso.
- D-Davvero? - domandò, mentre Lizzie abbracciava Brian, senza scomporsi molto.
- Oh, certo che sì! Dobbiamo affogare ancora Zacky, ricordi? -
David ridacchiò ed annuì, mentre Jimmy lo rimetteva a terra. Gli scompigliò ancora i capelli, e finalmente il piccolo partì alla volta dell'auto di sua madre, salutando gli altri con la mano.
- Ti voglio bene, Zack - sussurrò Lizzie quando Zacky si chinò per abbracciarla - E tu e Brian siete tanto carini quando dormite insieme -
Il moro divenne color pomodoro, mentre gli altri scoppiavano a ridere tutti insieme. Brian scosse la testa e alzò gli occhi al cielo, sorridendo suo malgrado. Almeno con i loro amici non dovevano più fingere. Era una grande conquista.
- Ci vediamo, Liz! - esclamò, salutando la piccola che stava già correndo verso l'auto. Salì sulla vettura e zia Teresa partì immediatamente, senza neanche salutare.
- Mi mancherà quel piccoletto - affermò Jimmy, sorridendo - Ragazzi, io devo andare. Ho una partita a Call of Duty che mi aspetta -
- Call of Duty? - esclamò Matt, sobbalzando - Vengo anche io -
- Ti faccio il culo, Sanders -
- Non ci spererei tanto, Sullivan -
- Chi arriva ultimo si prende il joystick rotto! - esclamò rapidamente Jimmy, per poi partire in corsa verso casa sua.
- Tu, brutto stronzo... - affermò Matt, correndogli dietro.
- Che idioti - borbottò Johnny - Anche io vado, ragazzi. Devo imparare due pezzi e sono un po' nella merda perché non li ho neanche guardati -
E, detto questo, si avviò verso casa sua fischiettando.
Brian e Zacky rimasero per alcuni istanti immobili e in silenzio.
- Be', il week-end non è andato affatto come previsto - affermò Zack, scrollando le spalle - Ma non importa, giusto? -
Brian sorrise e gli strinse la mano con dolcezza.
- Giustissimo. Mi accompagni a casa? Voglio stare un po' con te -
- Ci guardiamo un film? -
- Tutto quello che vuoi, Zack -
Zacky lo guardò per qualche istante, mentre si incamminavano.
- Come mai sei così dolce oggi? -
- Boh, non lo so. Ma non ti ci abituare, domani tornerò il solito Synyster Gates -
- Fa niente, tanto ti amo comunque -
Brian sorrise, lasciando un bacio leggerissimo sulle labbra dell'altro.
- Anche io ti amo, Vee -
















_Cris Corner


Fiiinita!
Ecco, è finita e mi sento vuota, come al solito.
Mi sono divertita tantissimo a scrivere questa Synacky, davvero. L'ho amata molto, visto che era da tanto che non scrivevo una long (seppur di quattro capitoli è pur sempre una long!) senza aver premeditato niente. Così, come veniva, seguendo l'ispirazione. E sì, magari non è il massimo, però mi è piaciuto tanto scriverla.
Che dire di questo capitolo? Boh. Mi diverto un casino a far sembrare Zacky un povero pazzo isterico, già. E Brian ha sempre la situazione sotto controllo... boh, io me lo immagino così. Sono voluta tornare al Brian dolce e tenero del primo capitolo, come se questo fosse un cerchio che si chiude... sì, è una cosa stupida, ma non importa. A me Brian tenero piace tantissimo *-*
Chiedo perdono per i tredici giorni di attesa - sì, li ho contati - e se non volete recensire vi capirò, neanche io recensirei una storia così cogliona con questo ultimo capitolo così demente.
Ringrazio tutti quelli che hanno messo tra preferite/seguite/ricordate, tutti quelli che hanno recensito e tutti quelli che hanno letto: siete il combustibile che alimenta il mio sogno (?), grazie a tutti.
Grazie a tutte le persone che mi sostengono sempre e che si arrabbiano quando non le avverto quando aggiorno (e le persone interessate sanno che sono loro, lo sanno benissimo): mi fate sentire importante, grazie davvero.
E chiedo pubblicamente scusa a bleedingfingers perché quando tornerà, tra una settimana, e scoprirà che io ho aggiornato e lei non ha potuto leggere subito, be', mi ucciderà. Sei la mia principale fonte di ispirazione, basta per essere perdonata, vero? *occhi da cucciolo*
...ho fatto di nuovo le note d'autore troppo lunge, gosh.
Be', vi saluto! Alla prossima!
Un bacione,
_Cris

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