I just want you to know...

di MangakA_BakA
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


BUONGIORNO! Questa fic ha due coppie di base, Niam e Larry. Il primo capitolo ha un che di vagamente deprimente, ma questa NON è UNA STORIA ANGST, è una storia romantica, quindi alla fine andrà tuuuuutto bene. Forse.

 

 

Se avessero chiesto a Liam se era innamorato di Niall, lui non avrebbe saputo cosa rispondere. Erano i suoi occhi a mandarlo in confusione, il modo in cui gli si arrossavano le guance ogni volta che era agitato, il modo in cui lo faceva sempre sentire felice solo con un sorriso. A volte invidiava Harry, sempre così sicuro di sé e di ciò che provava. Era innamorato di Louis ad un livello tale che era quasi doloroso, e lo ammetteva a sé stesso e agli altri.

Guardò Niall, che stava mangiando un gelato scherzando tranquillamente con Zayn, e pensò che avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per quel ragazzino.

« Uh, qualcuno qui si è preso una cotta? »

Sussultò, sentendo la voce di Harry così vicina al suo orecchio, e la sua mano su una spalla. Si voltò a fulminarlo con lo sguardo. « Come, scusa?»

Harry sorrise. « Niente, stavo solo notando il modo in cui ultimamente guardi il nostro piccolo Niall.. e con “ultimamente” intendo negli ultimi mesi.. »

« Piccolo? Guarda che ha un anno in più di te.. » commentò Liam, evitando volutamente di rispondere alle insinuazioni dell’amico.

« Dettagli –lo liquidò Harry con un cenno della mano- Allora? Come spieghi questo tuo continuo andare in fissa sulla sua faccia? E con “faccia” intendo in particolare le invitanti, rosee labbra.. »

Liam alzò gli occhi al cielo. « Non devo spiegare proprio niente. È solo un caso, okay? Un caso. » concluse, e si alzò, decidendo di avere proprio bisogno di fare quattro passi da solo per le strade di Londra.

A volte, tutto ciò che Liam voleva era semplicemente mandare a fanculo la sua millantata “ragionevolezza”, picchiare Harry e ficcare la lingua in bocca a Niall. Ma la sua ragionevolezza era sempre lì, come un irritante folletto sulla spalla, ad impedirgli di fare cazzate.

 

A volte, Niall voleva solo che tutto tornasse come era in principio. Quando tra di loro non c’erano tutti quei problemi, quelle cose non dette, quei segreti. Quando Harry non era innamorato di Louis, quando lui non provava quelle cose per Liam e Liam non era sempre così maledettamente ed inspiegabilmente nervoso. Insomma, quando erano cinque semplici amici cui finalmente era data la possibilità di realizzare il proprio sogno.

A volte Niall si chiedeva se erano mai stati cinque semplici amici.

Quando questi dubbi lo assalivano, Niall si sentiva triste, e voleva solo che qualcuno lo abbracciasse.

Quando quella sera Liam ritornò dopo la sua passeggiata, a casa era rimasto solo lui. era da solo, in cucina, ad abbuffarsi di marshmallow.

« Niall cosa diavolo ci fai ancora a casa mia a mangiarti le mie caramelle? »

Niall sussultò, sentendo la voce di Liam. Si voltò a guardarlo con un sorrisetto colpevole dipinto in volto.

« Sono un po’ giù di morale.. –rispose, sinceramente- non mi va di rimanere da solo, mi ospiti per stasera? »

Liam sospirò, si tolse la sciarpa e la giacca e si sedette davanti all’amico. « Cosa c’è che non va? » chiese, con un sorriso dolce.

Era una delle cose che Niall amava di Liam: sapeva ascoltare. Poteva ascoltarlo senza aprire bocca anche per ore, sembrando interessato ad ogni singola cosa che gli diceva. E dopo averlo ascoltato riusciva sempre a rassicurarlo ed aiutarlo più di chiunque altro.

« Non so, è solo che… che ultimamente mi sembra tutto così diverso.. »

Liam lo guardò perplesso. « Diverso? » chiese.

Sapeva che Niall quando aveva un problema o era agitato non era in grado di spiegarsi, ed aveva bisogno di qualcuno che gli tirasse fuori le parole di bocca.

« Si, beh, noi… siamo diversi, da come eravamo all’inizio.. –a parte Zayn, lui è sempre il solito adorabile narcisista- Harry da quando è innamorato di Louis non è più lo stesso, e Louis.. fa lo stronzo in continuazione. Tu sei sempre nervoso, irritabile, ed io non so neanche perché.. sei il mio migliore amico, ed io non ho la minima idea di quali siano i tuoi problemi, di cosa ti passi per la testa! » esclamò, riuscendo finalmente a sfogare, almeno in parte, quelle che erano state le sue paturnie negli ultimi tempi.

Liam lo guardò in silenzio per qualche secondo. Sguardo sfuggente, indecifrabile. Sguardo di chi si sta sforzando di non mostrare le proprie emozioni, i propri pensieri. « E tu? » chiese alla fine, e stavolta fu Niall a guardarlo perplesso.

« Io cosa? »

« Tu in che cosa sei cambiato? »

Niall strinse i denti per un istante, a quella domanda. Come poteva spiegargli che probabilmente si era preso un’enorme, gigantesca, catastrofica cotta adolescenziale per lui?

« Io… credo di essermi preso una cotta.. »

« Credi? »

« Beh, si, batticuore, pterodattili.. quelle cose lì, insomma.. »

« Pterodattili? » Liam era ufficialmente sconcertato.

« Si, ho gli pterodattili nello stomaco ogni volta.. ogni volta. » Ogni volta che ti vedo. Non concluse la frase.

« Ogni volta? »

« Ogni volta che vedo una persona. »

La fronte di Liam, prima aggrottata, si spianò, e lui sorrise. « Beh, credevo che si dicesse “avere le farfalle nello stomaco”, ma comunque… sono felice che tu ti sia.. uhm, innamorato. »

Niall rimase immobile qualche secondo, non sapendo se sentirsi deluso da quella reazione, o solo triste. Cercò di abbozzare un sorriso, ma quella sera le sue labbra non ne volevano proprio sapere di aprirsi in un sorriso come si deve, quindi si limitò ad una mezza smorfia.

« Per quanto mi riguarda, non ti preoccupare, sto solo avendo qualche problema con Danielle, ultimamente, è per quello che sono nervoso.. »

Niall pensò che se Liam voleva consolarlo, ricordargli l’esistenza della sua fidanzata non era il modo migliore, ma ovviamente non fiatò. Si alzò e lo abbracciò. Come al solito un miscuglio di sensazioni contrastanti lo invasero, ed il petto gli si gonfiò a dismisura.

« Grazie per la compagnia, Daddy Direction.. » disse, dirigendosi verso la porta, e per la prima volta quella storia del papà gli parve assurda. Non lo vedeva più come un amico, non lo vedeva come un fratello maggiore, figuriamoci se lo vedeva come un papà.

« Niall! »

Si fermò, con la mano sulla maniglia, un moto di speranza nel petto.

« Ricordati che domani mattina abbiamo l’aereo alle 9.. »

Strinse i denti, sospirò, si voltò e sorrise.

« Certo che mi ricordo, per chi mi hai preso? Non sono mica Zayn che non si sveglia neanche se gli calpesti la faccia. (nda-??) » esclamò, poi aprì la porta ed uscì di casa, lasciando finalmente andare il respiro che aveva trattenuto fino a pochi istanti prima.

Per la prima volta il suo abbraccio non l’aveva rassicurato, ma aveva solo fatto crescere in lui nuove preoccupazioni.

Per la prima volta, Niall aveva solo una gran voglia di piangere.

 

C’erano dei momenti in cui Harry sentiva di non potercela proprio fare. Momenti in cui gli sembrava tutto così maledettamente difficile da sopportare. Momenti in cui voleva solo tornarsene a casa da sua madre e dimenticarsi tutto quanto. dimenticarsi Louis.

Tutti, a partire dalle fan e dai loro stessi amici, pensavano che lui e Louis fossero una coppia perfetta. Una di quelle coppie inseparabili, che non litigano mai.

Beh, questa era una gran cazzata. Se fino a quel momento erano stati amici inseparabili, era solo grazie alla sua infinita pazienza, alla sua capacità di sopportazione ed al suo innato talento nel fare buon viso a cattivo gioco. Ma prima o poi la sua pazienza si sarebbe esaurita, e lui sarebbe esploso. Non sapeva quando, né come, ma sapeva che prima o poi sarebbe successo. E sarebbe stata tutta colpa di Louis. Del dolce, divertente, adorabile, carotofilo (nda-licenza poetica .-.) Louis. Che alla fine non era altro che uno stronzo ipocrita. Era così che lo vedeva Harry, ma era talmente innamorato di lui che le volte in cui desiderava baciarlo fino a star male erano ancora di più delle volte in cui desiderava prenderlo a calci fino a farlo sanguinare.

 

A volte Zayn non poteva fare a meno di pensare che i suoi compagni di band fossero degli enormi finocchi con problemi di comunicazione. In quei momenti, Zayn aveva una gran voglia di pestarli tutti e quattro, e poi, forse, obbligarli a parlarsi come si deve e a dirsi in faccia tutto quanto.

 

 

 

***Autrice***

Rieccomi! Non ho molto da dire, qui sono tutti tanto depressi e nervosi e non succede sostanzialmente nulla, ma è solo per questo capitolo, poi inizieranno a succedere cose, quindi non fermatevi alla prima impressione e leggete anche il seguito. Ve ne prego ç_ç ci tengo a questa storiella <3

E SOPRATTUTTO lasciatemi qualche recensione! Pliz! Amo leggere i commenti e voglio sapere i vostri pareri/consigli/suggerimenti/critiche.

Detto questo, vi abbandono.

Cercherò di aggiornare il più presto possibile, per quanto la pigrizia mi limiti parecchio in questo =_=

Un bacione <3

E ringrazio in anticipo chiunque vorrà seguire questa storia <3

Ale

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


 

 

 

Quando quella mattina arrivarono all’aeroporto di Milano, erano tutti e cinque piuttosto giù di morale e stanchi morti. Zayn non era riuscito a dormire bene, ed era irritabile come non mai; Niall aveva affogato la disperazione nella Nutella ed aveva fatto un’indigestione con i fiocchi; Liam aveva passato la notte in bianco ad arrovellarsi su chi potesse essere la persona di cui Niall si era innamorato; Harry si era dato ad una seduta di yoga notturno per rilassare i nervi messi a dura prova da quello scemo amante delle carote, e lo scemo in questione… beh, no, Louis aveva dormito meravigliosamente, ed era insopportabilmente allegro come sempre. Liam aveva più volte provato la tentazione di buttarlo giù dall’aereo, durante il viaggio, ma la sua ragionevolezza e il visino di Niall addormentato al suo fianco l’avevano distolto dai suoi intenti.

Liam era stanco, e depresso, e sentiva di puzzare, e aveva una gran voglia di farsi una doccia e dormire, quindi quando una mandria di fans gli si avvicinò, iniziando a chiedere autografi, foto, abbracci, baci, notti di sesso –ma quanti anni aveva quella ragazzina??- e tutto quel genere di cose, non poté fare a meno di pensare che fossero terribilmente irritanti. Aveva voglia di piangere. E mandarle a quel paese. Tutte quante.

Si voltò alla ricerca dei suoi compagni, e il suo sguardo incontrò Niall. Stava facendo un autografo ad una ragazzina e le sorrideva dolcemente. Sapeva che quella notte era stato male, e l’aveva passata peggio di tutti, eppure riusciva comunque a sembrare felice, a mettere da parte il suo malessere e i suoi desideri solo per fare contente quelle ragazzine.

« Ehy ragazzi! » si voltò verso Louis, che li stava chiamando. « Venite, questa ragazza vuole una foto con tutti quanti.. »

Tutti si avvicinarono, affiancando Louis. La ragazzina gli sorrise, si girò, e quando vide Niall storse la bocca.

« Scusa, ti puoi allontanare? Preferirei che non ci fossi anche tu nella foto. »

Liam spalancò gli occhi.

Niall spalancò gli occhi.

Sorrise.

« Certo, scusa. » rispose, e fece per andarsene.

Il cervello di Liam smise di formulare pensieri ragionevoli. Lo prese per una mano, fermandolo. Non fece caso al fatto che in quel momento fosse stata scattata la foto. Non gli importava che qualcuno potesse fraintendere il suo gesto. Non gli fregava un cazzo che il suo comportamento fosse estremamente poco professionale e maturo. Non gli fregava un cazzo di niente, finché guardava gli occhi di Niall. Finché i suoi occhi erano così maledettamente tristi. Avrebbe anche potuto baciarlo lì, seduta stante, davanti a tutti, se solo fosse stato sicuro che un suo bacio avrebbe spazzato via i sentimenti che leggeva nei suoi occhi.

« Liam. » furono la voce di Zayn e la sua mano che gli stringeva la spalla, a riportarlo con i piedi per terra.

Si voltò a guardarlo, lasciando lentamente la mano di Niall, controvoglia. Zayn lo guardò negli occhi per qualche secondo, poi scosse la testa. « Non fare cazzate. » disse soltanto questo, poi si allontanò, stampandosi un sorriso in faccia e tornando a firmare autografi.

Liam rimase immobile per un po’, come stordito. Non sapeva cosa fare. Non sapeva cosa pensare. Aveva voglia di spaccare la faccia a quella bambina del cavolo. Aveva voglia di abbracciare Niall, di baciarlo ovunque, fino a fargli dimenticare ogni cosa brutta. Aveva voglia di piangere anche per lui, che non lo faceva.

Come faceva Niall a sorridere sempre?

 

Niall aveva evitato Liam per tutto il giorno. Non che non avesse voglia di parlare con lui –perché lui aveva sempre voglia di parlare con Liam-, il problema era che, appena gliene avesse data l’opportunità, era sicuro che Liam avrebbe detto qualcosa riguardo ciò che era successo con quella fan. Qualcosa che lui non voleva senza dubbio sentire. Avrebbe cercato di consolarlo, e Niall non voleva essere consolato. Lo faceva sentire solo peggio. Lo faceva sentire compatito.

Comunque, evitarlo non era stato difficile, visto tutti gli impegni che avevano avuto quel pomeriggio, tra interviste, incontri vari con le fan e il concerto (nda-a tempo perso fanno pure quello .-.). Il problema si presentò quando tornarono in hotel. Harry e Zayn erano rimasti fuori dicendo che volevano bere qualcosa,  e Louis si era rintanato in camera sua a parlare al telefono con Eleanor.

Fu inevitabile. Niall l’avrebbe volentieri evitato, ma non ci fu nulla da fare. Rimasero soli. Raggiunsero la stanza di Niall nel più completo silenzio e si fermarono davanti alla porta chiusa.

« Posso entrare? -fu Liam ad interrompere il silenzio, guardando fisso negli occhi l’amico.- Solo due minuti, ti devo parlare. »

Il cervello di Niall, il suo orgoglio, volevano rifiutare quella proposta. Lo volevano da morire. Ma, forse per il suo desiderio inespresso di rimanere da solo con Liam, forse semplicemente perché era innamorato di quel ragazzo, si ritrovò ad annuire, quasi senza accorgersene. Entrò in camera e si chiuse la porta alle spalle. Sorrise, a disagio.

« Vuoi qualcosa da mangiare? Ho un pacco di marshmallow, da qualche par… » non riuscì a finire la frase. Le braccia di Liam lo circondarono prima che potesse farlo, soffocando le parole nel suo petto.

« Smettila di sorridere. Dovresti sorridere solo quando sei felice.. »

Il cuore di Niall saltò un battito, il respiro gli si spezzò in gola. Si morse un labbro. « E cosa dovrei fare secondo te? –non voleva fingere di non aver capito di cosa stesse parlando. Non voleva continuare a sparare cazzate. Non a lui. Non quella sera.- cosa… cosa dovrei fare, eh? Mettermi a piangere ogni volta che una fan non mi vuole in una foto perché sono brutto? » strizzò gli occhi, sentendo le lacrime che iniziavano a premere per uscire, e ringraziò il cielo di avere la faccia nascosta nella camicia di Liam, e lui non potesse vederlo.

Lo sentì irrigidirsi a quelle parole.

« Tu non sei brutto.. » sussurrò, allentando leggermente la stretta. « Sei bellissimo, e chi non se ne accorge è un idiota. »

Niall alzò il viso, incontrando gli occhi caldi e dolci di Liam. Aveva un’inspiegabile nodo in gola, ed il cuore gli batteva così forte contro la cassa toracica che aveva paura l’avrebbe sfondata da un momento all’altro.

« Sei il… ragazzo più bello che conosca, e vorrei che te ne rendessi conto.. »

Fu Liam ad annullare la distanza tra i loro visi, a posare le labbra su quelle dell’amico. Fu un bacio dolce, lento. Un bacio fatto di carezze, lingue che si scontrano appena, timidamente, morsi leggeri, respiri che si uniscono. Un bacio tra persone che non hanno il coraggio di prendere veramente l’iniziativa per qualcosa di più. Un bacio di due ragazzi indecisi, che non sanno con esattezza cosa vogliono.

Soltanto un bacio.

Un bacio che a Niall parve durare un’eternità.

Quando si staccarono, le sue guance erano rosse e rigate dalle lacrime. Liam lo guardò sconvolto, senza sapere cosa dire.

Poi disse qualcosa. Fece qualcosa. E fu il qualcosa più stupido che potesse fare.

« Scusa, io… Scusa, non avrei dovuto. »

E se ne andò. E Niall rimase di nuovo da solo. Solo, e stanco anche di piangere. Aveva solo voglia di stendersi e dormire, sognando unicorni rosa e pancake per tutto il resto della sua stupida vita.

 

 

Quando Harry tornò in hotel era ubriaco. Ubriaco ed insoddisfatto. Frustrato. Aveva bevuto parecchio con Zayn, e si era ritrovato a scoparsi una illustre sconosciuta nei bagni del locale. Un tempo l’avrebbe divertito la cosa, l’avrebbe aiutato a scaricare la tensione. Ma un tempo non pensava a Louis, mentre faceva quel genere di cose. Un tempo non avrebbe desiderato che al posto di quella sconosciuta ci fosse Louis, che al posto delle sue mani ci fossero quelle di Louis, che al posto delle sue labbra ci fossero quelle di Louis.

Lo stava facendo impazzire, quella situazione. Era come avere un qualcosa sulla schiena che lo appesantiva in ogni momento. A volte era così pesante che ad Harry sembrava quasi qualcosa di materiale, di solido –ciao amore omosessuale non corrisposto, che ne diresti di andare ad assillare qualcun altro e lasciarmi in santa pace? -.

Entrò in camera, con qualche difficoltà dovuta alla sua temporanea incapacità deambulatoria, e si chiuse la porta alle spalle. La prima cosa che notò, appena si guardò intorno, fu Louis, come al solito. Louis era sempre la prima cosa che notava, indipendentemente dalla situazione.

Il ragazzo era steso sul letto, a pancia in su, ed era coperto unicamente da un asciugamano legato in vita. Harry gli si avvicinò nel modo più silenzioso che la sua ubriachezza gli permise, e lo guardò. Stava dormendo. Probabilmente era crollato appena aveva finito di fare la doccia. I capelli cadevano scompigliati in parte sul cuscino ed in parte sul suo viso, le labbra erano leggermente piegate in un sorriso involontario, il petto muscoloso si alzava ed abbassava al ritmo regolare del suo respiro.

Il materasso si abbassò, quando Harry ci salì sopra. Gli occhi di Louis si spalancarono di scatto, quando Harry si sedette a cavalcioni sul suo bacino. Sussultò, quando Harry premette le proprie labbra contro le sue.

Sussultò, ma non si mosse. Ad Harry non importava. Non gli importava che lui rispondesse al bacio. Non stava facendo ciò che stava facendo perché Louis ricambiasse le sue attenzioni per una notte. Non lo stava facendo perché voleva sentirsi amato per una notte. Non gli stava baciando il collo per sentirlo rabbrividire sotto le sue labbra. Non si stava strusciando contro di lui per sentirlo sospirare forte. Non gli stava lentamente slegando l’asciugamano per sentirlo gemere tra le sue labbra.

Lo stava facendo perché lo amava. Stava facendo tutto questo perché capisse quanto lo amava, e quanto maledettamente in basso era disposto a cadere, per questo amore.

Louis non si mosse, mentre Harry lo toccava. Non fece niente di niente, eccetto sussurrare piano il suo nome, tra i gemiti.

Ma ad Harry non importava neanche di questo. Che se ne stesse pure lì, immobile. Avrebbe anche potuto chiamare il nome di Eleanor, se gli pareva. Avrebbe potuto immaginare che le mani di Harry fossero quelle della sua ragazza, a lui non sarebbe importato. Gli bastava che non lo fermasse, e Louis non lo fece. Non fece nulla, neanche quando venne con un gemito più forte, schizzandogli sulla pancia. Non fece niente neanche quando Harry si tolse la maglietta sporca e si stese accanto a lui, sudato e con l’alito che sapeva d’alcool.

« Ti amo Louis. »

« Lo so, Harry… Lo so. »

 

 

***Autrice***

BUONGIORNO!

Sono tornata! Come avevo promesso, ho aggiornato super in fretta! (si, per me questo è aggiornare alla velocità della luce, di solito ci metto i secoli .-.)

La verità è che NON HO IDEA DI COSA SCRIVERE! Sono in hangover, mi fa male la testa e ho la nausea e praticamente non mi ricordo neanche cosa ho scritto finora.. ma ci tenevo ad aggiornare, perché questo capitolo mi piace molto, soprattutto la parte Larry.

Fatemi sapere la vostra opinione, amo leggere le recensioni, e mi fanno venire voglia di scrivere di più e di aggiornare più in fretta  :)

Detto questo vi lascio, e vado a dormire. Perché ne ho bisogno.

Un bacio, e grazie a tutti quelli che seguono questa storia, VI AMO!

Ale

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