Love story alla Depp

di Aishia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** vita da povera mortale ***
Capitolo 2: *** no! non mi arrendo ... ***
Capitolo 3: *** l'ora di mandare tutto a puttane ***
Capitolo 4: *** ...salto al cuore... ***
Capitolo 5: *** Tutto cambia,tutto si trasforma e nulla si distrugge ***
Capitolo 6: *** ...Brividi... ***
Capitolo 7: *** improvvisarsi ...cantante? ***
Capitolo 8: *** Questa è la mia vita ma ... ***
Capitolo 9: *** Questa è la mia vita ma ...perdonami ***
Capitolo 10: *** Domande senza riposta ***
Capitolo 11: *** Verità nascoste ***



Capitolo 1
*** vita da povera mortale ***


vita da povera mortale

Non sono mai stata una persona facile da comprendere,nella mia vita ho preso tutto con troppa filosofia,cercando di dare spiegazione anche alle cose più basilari … non accontentandomi di una minima risposta … e dando il meglio di me in ogni circostanza.
Mi sono sempre sentita in disparte dal resto del mondo … o troppo avanti con il tempo o troppo indietro con la vita.
Generalmente l’essere umano è ambizioso e possiede dei sogni,ma sono sempre uguali tra loro,come ad esempio l’aspirazione di ogni donna, in linea di massima è sempre quello di incontrare il grande amore ed essere felice formando una famiglia,il mio stranamente non assomigliava lontanamente a quello delle mie coetanee,la mia più grande aspirazione era quello di trovare le risposta ad ogni frangente,scoprire il perché della vita e dell’universo.
Non ho mai creduto molto al destino,ho sempre pensato che ogni cosa accada per un motivo,nobile o meno che sia,siamo noi a controllare la nostra vita,non dobbiamo considerare la possibilità che le cose accadano perché già tutto è stato scritto,siamo noi gli artefici del tutto,siamo noi gli architetti della vita.
Da bambina avevo le idee già chiare,ero sempre li pronta a fare domande,molto matura per la mia età,forse perché la mia educazione si fondava su basi solide e concise che fondamentalmente si costruivano sul perché della vita.
E cosi,già da piccolina mi interrogavo su ogni dove,avendo ovviamente molti punti di riferimento a cui potevo porre qualunque quesito.
Da bambina,quando avevo dei dubbi, andavo vicino al camino dove si trovava la grande poltrona color avorio,dove ero sicura di trovare la fonte di ogni risposta,infatti mio padre era li,pronto ad aiutarmi in ogni circostanza … mentre fumava il suo amato sigaro e leggeva tra le righe del suo giornale colmo di notizie calcistiche.
Ricordo ancora ripensando ad un piccolo episodio …
<< papà,papà posso farti una domanda?>>
Andai vicino a lui e gli sedetti in braccio,guardandolo con una strana luce negli occhi
<< certo Allison,le domande sono fonte di formazione,sono loro che ti aiuteranno a crescere, figlia mia …>>
<< beh … ecco … stamattina Kate mi ha detto che la sua nonna è volata in cielo a fare compagnia agli angeli, ma io so come è in realtà,e ora mi chiedo: perché nasciamo se un giorno all’altro dovremo morire>>
Oggi sorrido al solo pensiero,una bambina così piccola,a solo cinque anni che già viaggiava con la mente alla ricerca di risposte,cercando di comprendere cosa ci fosse aldilà di questa vita … oltre i sogni.
Ma ormai non sono più una bambina,e credo di non esserlo stata neanche allora …
Ora sono un studentessa universitaria,ho ventitre anni,quasi ventiquattro e frequento la facoltà di lettere moderne e psicologia a Venezia,luogo in cui vivo.
Come ho anzitempo detto Vivo a Venezia con i miei genitori,mio padre è un avvocato divorzista mentre mia madre lavora nella scuola universitaria come professoressa.
Avvolte mi sento anni luce lontano da loro,dal resto del mondo, vedo persone che vivono per inerzia,trascinandosi come relitti nell’immenso mare della vita.
Con lo sguardo spento e l’anima rassegnata vagano sconsolate senza una meta. Non cercano, non lottano, non combattono più. Sono vittime del loro passato,hanno patito dolori e delusioni,nel loro cuore regna sovrana la paura d’amare,nei loro volti regna la paura di affrontare la vita, temono di fare un passo falso;di sbagliare,ma io non sono d’accordo,secondo me nella vita i passi falsi si devono compiere … gli sbagli si devono fare, si deve cercare con ogni mezzo di capire il perché delle cose,di intuire cosa ha portato qualche forza superiore a farci vedere la luce … ci dovrà pur essere un motivo no?
E mentre interrogo me stessa su questa mia fissazione,gli altri cercano in ogni modo di starmi dietro,di capire cosa voglia dire … ma nulla … non comprendono e avvolte credono che nella mia genialità,ci sia anche un po’ di follia,che molto spesso -anzi troppo- prende il sopravvento.
--<< tesoro,come sempre mi fai paura! Credo che non capirò mai le tue delucidazioni>>
<< certo Sergio … non ti sforzi neanche!>>
Sergio è il mio ragazzo,il solito bravo ragazzo,consapevole delle sue qualità e dei suoi vizi;voi vi chiederete come una fanatica come me possa avere altri interessi,oltre a quello di farsi continuamente domande,ebbene si,sarò un po’ pazza ma il sangue non arriva solo al cervello,dopo un lungo giro passa anche dal cuore…
<< no … qui ti sbagli amore,è colpa tua,sei troppo filosofica!>>
Io e Sergio stiamo insieme da due anni e mezzo,il nostro rapporto è un po’ eccentrico,lui è troppo attaccato ai beni materiali,e si fida unicamente di ciò che sente sotto la pelle e ciò che il suo cuore realizzava e prova,mentre io sono molto riflessiva,l’unico organo da me utilizzato è il cervello,gli altri si trovano su un piano diverso come il cuore che serve solo a pompare sangue.
Non dico che quest’organo non sia utile,perché anzi è indispensabile,ma secondo il mio parere non si può ragionare con il cuore,perché si farebbe solamente la scelta sbagliata … è la mente l’unica via per arrivare alla verità
<< Sergio,ti ricordi della richiesta che avevo fatto la settimana scorsa?>>
<< quella di andare a Londra per un approfondimento dell’inglese?>>
<< esattamente… hanno accettato! Partirò la settimana entrante>>
Mi sorrise,sapeva che quello di studiare era il mio sogno fin da piccola,amavo imparare,amavo l’eccellenza
<< e i tuoi cosa ne pensano al riguardo?>>
Mi chiese l’uomo abbracciandomi e poggiando le sue caldissime labbra sulle mie
<< non gliel’ho ancora riferito,so benissimo che me lo negherebbero,sono convinti che io non sia in grado di stare via un mese dalle loro ali colme di protezione,ma si sbagliano Sergio,ho ventitre anni,sono matura per la mia età e loro ne sono consapevoli>>
<< hai detto un mese eh?>>
Mi chiese sobbalzando al suono delle mie parole e guardandomi circospetto
<< esattamente,la programmazione dura quel tangente e se voglio superare gli esami universitari devo approfondire anche le lingue straniere,non vorrai negarmi anche tu questa opportunità, no?>>
Sergio mi stette a fissare a lungo,sentivo che voleva dirmi qualcosa,non approvava,ma sapevo anche che non lo avrebbe fatto,non sono di certo il tipo che si lascia abbattere così facilmente e accetta un no come risposta, lui ne è consapevole …
Non mi abbatterò al primo ostacolo a cui vado incontro! Questa è solo il primo muro in cui mi imbatto e nella vita ne troverò tanti … ma li varcherò sempre a testa alta,so chi sono e quanto valgo.



NOTE DELL'AUTRICE:
salve signori e signore... ben venuto al primo capitolo della storia,cosa ne pensate?
ringrazio chi legge e chi recensisce =)
spero che la storia sia stata di vostro gradimento =) scusate se ho fatto qualche errore -.- non è colpa mia ma della mano XD ( o la testa )
bando alle cance,se qualcuno non ha ben capito qualche cosa,io sono sempre qui,anche se mi dite che fa schifo XD
grazie
un bacio
Aishia

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Capitolo 2
*** no! non mi arrendo ... ***


Benvenuti al secondo capitolo ^.^ ringrazio chi legge e chi recensisce ^_^ buon proseguimento ;)



no!non mi arrendo

Mi hanno sempre insegnato a lottare per i sogni,a non arrendersi davanti le prime difficoltà a cui si va incontro,mi sono sempre adeguata a questo tipo di insegnamento,seguendo alla lettera i miei principi e inoltre,senza mai abbattermi di fronte a nulla,vagando per le strade a testa alta.
Mi trovavo tra le mura della mia camera,seduta a gambe incrociate sul letto,in compagnia di Sergio,che dentro di se cercava le parole per dissuadermi dal partire.
Sapeva benissimo che le sue parole sarebbero state vane,ed era consapevole che non sarebbe mai riuscito a farmi cambiare idea … lo sapevamo entrambi.
non avevo mai varcato le soglie del confine veneziano,ora che avevo la possibilità di spiccare il volo,ora che potevo mettermi alla prova,venivo contrastata dal resto del mondo.
Non si cresce senza rischiare, senza mettersi in competizione con la vita, senza provare a navigare da soli e senza mettersi in gioco per i sogni.
Da un momento all’altro sarebbe arrivata la telefonata tanto attesa, che mi avrebbe dato qualche conferma,ma nel frattempo dovevo sopportare le preoccupazioni e i tormenti di Sergio,che aveva fatto una scommessa con se stesso se lasciarmi partire o meno.
Uno dei più grandi problemi che mi affliggeva erano i miei genitori, che al momento non erano a conoscenza di ciò,ma conoscendo la loro protettività nei miei confronti,sarebbero stati tutt’altro che consensienti a lasciarmi partire.
Ma nel frattempo – lasciandomi alle spalle il ‘’problema genitori’’ – stavo cercando di dissuadere Sergio,o meglio lui stava provando a persuadere me.
<< ma dai Allison ,non puoi rimandare di qualche anno?Ne avrai di tempo per partire>> Disse il mio ragazzo facendo un tiro dalla sigaretta che aveva da poco acceso, buttando poco dopo il fumo in direzione della piccola finestra adiacente al letto,in cui stavamo seduti.
<< ma Sergio mica me ne andrò per sempre! Un mese passa velocemente! E poi lo sai anche tu che fra pochi mesi dovrò dare l’esame!>>
<< ma cosa c’entra con l’inglese!>>
Stavo per perdere la pazienza,non sono mai stata un tipetto troppo calmo da sopportare le assillazioni continue di chi non mi comprendeva,o tanto meno di chi contrastava i miei sogni.
Non ero mai stata fonte di delusione né per lui,tantomeno per i miei genitori,non avevo mai compiuto passi falsi,e allora perché il mio ragazzo – che dovrebbe fidarsi ciecamente di me – non voleva lasciarmi andare?
Nella mia vita avevo puntato sempre in alto,sono da sempre stata molto ambiziosa,ed una che non si abbatte di fronte alle piccole difficoltà che la vita le propone.
Il mio sogno era quello di intraprendere la carriera di psicologia,sono sempre stata affascinata da questo tipo di mestiere,perché mette in stretto contatto con l’io delle persone,lavorando sul loro modo di essere, di pensare,e di affrontare la vita.
Di certo sarebbe stata dura trovare lavoro,per la cruente realtà che il mondo è disposto, poiché le persone che valgono non sono inserite nella società.
Tutto ciò, secondo il mio personale giudizio è un ingiustizia,perché oramai vanno avanti solo coloro che possiedono le giuste raccomandazioni e appartengono a una famiglia con una vita economica agiata,oppure i cosiddetti ‘’pezzi forti’’, non persone che hanno fatto sacrifici – e scusatemi per la parola – che si sono spaccati il culo per arrivare ad una certa posizione sociale,e che possiedono un grande livello intellettuale e grandi doti e inoltre, immense potenzialità.
Anche se trovare un luogo dove la pensino diversamente è un impresa molto ardua,per cui di questi tempi,trovare lavoro è sempre più difficile,per questo voglio organizzare al meglio il mio futuro,e dare la giusta considerazione a tutto ciò che mi circonda. Ma nessuno capisce le mie esigenze,e mi impediscono di affrontare la vita,come è più propensa per me,non sono loro a dover vivere la mia esistenza,ma io,io devo prendere le mie decisioni,né loro,né nessun’altro.
E in quel momento mi trovavo li,tra quelle quattro mura della mia confortevole camera,cercando di convincere il mio ragazzo a lasciarmi affrontare questa sfida,o meglio questa competizione con me stessa. << perché voglio approfondire il mio bagaglio personale Sergio! E ora smettila,ti stai comportando da bambino!>>
<< Io mi sto comportando da bambin …>>
Driiiin driiiiin driiin
Grazie al cielo qualcuno lassù mi aveva aiutato a scansare nuovamente l’assillazione del mio ragazzo,che da qualche ora a questa parte rischiava veramente di venire assassinato cruentamente.
La vibrazione sul mio cellulare,era il simbolo della famosa telefonata da me tanto attesa,infatti sul display del cellulare compariva il nome della persona che mi avrebbe accompagnata in questo viaggio
<< pronto Lily?>>
Lily era la mia migliore amica dal tempo dell’asilo,condividevamo super giù gli stessi interessi e le stesse passioni,ma forse lei non era del tutto considerata un extraterrestre come la sottoscritta.
<< ehy ciao Allison. Disturbo?>>
<< certo che no! ma dimmi, ti hanno chiamato?>>
<< siiiiiiiiii,mi è arrivata la chiamata degli insegnanti Londinesi un attimo fa! mi hanno accettata!Non stavo più nella pelle e ti ho chiamata,a te è arrivata?>>
Lily era inscritta alla facoltà di lingua e letteratura straniera,quindi questo viaggio,era un modo per aumentare le sue basi linguistiche e dialettiche.
Praticamente avevamo trovato questo corso, tre settimane fa, navigando su qualche sito internet, trovandolo quasi per caso,in sostanza è un noto corso di approfondimento linguistico a Londra,esso è a numero chiuso e possono entrare solo coloro che hanno avuto qualifiche importanti o come nel nostro caso che hanno ottenuto ottimi voti durante il loro percorso scolastico.
Infatti io e Lily avevamo avuto ottimi voti all’esame di maturità,lei era uscita con 92 diplomandosi in lingue, mentre io con 98 al liceo classico,dopodiché ci siamo iscritte ognuno nella corrispondente università,con il progetto di laurearci,che avverrà bene o male fra un anno,dove avrò finalmente tra le mani la laurea di attestazione a psicologa per poi trascorrere altri cinque di specializzazione!
La lingua inglese per la mia professione non servirebbe molto,magari il minimo indispensabile,ma io voglio essere una delle migliori nel mio campo e poi voglio approfondire -come avevo anzitempo detto -il mio bagaglio culturale. E poi infine l’inglese è diventata una lingua madre,si conosce in tutto il mondo … e io non devo esser da meno.
<< siiiii! Mi hanno chiamato ieri sera!sono al settimo cielo credimi!comunque Lily, questa sera che ne dici di passare a casa mia,cosi prendiamo le ultime decisioni per il viaggio?>>
<< perfetto!! Tu hai già dato la bella notizia ai tuoi?se è no,rimedia immediatamente >>
<< emh … noo, ma okay ci provo,anche se sarà un impresa al dir poco ardua >>
<< ah … prima che mi dimentichi … prima di parlare con loro,perché non chiami un notai e fai testamento … ho bisogno giusto giusto di quattrini!>>
<< okay, lascerò a te tutti i miei averi!e anche i debiti!un abbraccio,ciao>>
A telefonata conclusa mi voltai in direzione del mio ragazzo,Sergio mi guardava ad occhi sgranati,in quel momento cercavo di ricordarmi quale fosse il numero del pronto soccorso,avendo paura di un arresto cardiopatico.
<< ma allora intendi veramente partire?>>
Ma veramente pensava che scherzassi?veramente credeva che tutto questo fosse solo un passatempo? E che non prendessi sul serio una questione talmente importante?
Mi avvicinai a lui,pensando a un modo gentile per riferirgli i miei pensieri senza mandare tutto a puttane,gli presi le mani e lo guardai dritto dritto negli occhi,in modo da poter costatate le sue emozioni
<< Sergio senti,io non ti ho mai proibito nulla,in questi due anni e mezzo mi sono sempre fidata di te e ti ho sempre ritenuto una persona abbastanza matura per i tuoi venticinque anni …>> dissi piano e a rilento,scandendo bene le parole,in modo da essere più chiara possibile
<< e ora che stai cercando di dirmi>>
<< che si tratta solamente di un mese Sergio! Non sto partendo per decenni lasciandoti al tuo destino,se tu ti fidassi di me di certo ora non saresti qui a farmi sclerare inutilmente!quindi ti prego … non rendere tutto così complicato … rammenta che ci si metteranno anche i miei genitori ,e io non ho proprio voglia di litigare con nessuno,tutti voi mi avete sempre detto di lottare per i sogni,e che mi avreste sempre appoggiato,ma invece non avete fatto altro che contrastarmi,quindi ti prego … almeno tu lasciami andare … dammi il via libera>>
Questa volta forse era quella giusta … me lo sentivo,percepivo la magia nell’aria.
Lui non riusciva a guardarmi negli occhi,essendo una futura psicologa,sapeva che ero in grado di interpretare le emozioni e il linguaggio del corpo,infatti cercava di evitare il contatto diretto,così da non far trasparire nessuna emozione
<< prometti che mi chiamerai ad ogni ora del giorno e della notte e che non andrai con i Londinesi?>>
Mi avvicinai a lui e gli stampai un bel bacio sulle sue morbide labbra
<< dicono che sono dei veri fusti!>>



NOTE DELL'AUTRICE: <
rieccomi =) spero che la storia sia stata di vostro gradimento =)
questo capitolo mi è servito per far trasparire e conoscere meglio la protagonista ... spero che non sia risultato noioso :(
comunque prometto che il prossimo capitolo sarà più interessante ^^ giurin giurello u.u
infine ringrazio chi legge e chi recensisce u.u
un bacio ;)
Aishia

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Capitolo 3
*** l'ora di mandare tutto a puttane ***


l’ora di mandare tutto a puttane


Finalmente ero riuscita – con non poca fatica – a convincere il mio ragazzo a lasciarmi partire. Era stata una grande impresa,ma alla fine avevo ottenuto la sua approvazione, il primo ostacolo poteva considerarsi superato.
In un certo senso questo viaggio era un modo per acquistare la mia indipendenza, e scoprire ciò che la vita aveva da donarmi,inoltre era un modo per crescere:culturalmente e psicologicamente.
Nella mia breve esistenza non avevo mai vissuto situazioni eccitanti,in verità non avevo mai vissuto questo tipo di situazioni in genere.
l’idea di partire mi attraeva parecchio,mi sentivo euforica e su di giri,ma dovevo fare i conti con i miei più grandi distruttori di sogni … indovinate?
I miei genitori sono dei tipi piuttosto regolari,amanti della calma e rispettosi della routine familiare,ma soprattutto nei miei confronti – essendo figlia unica -sono stati sempre oppressivi,forse per paura o per scarsa fiducia,ma fatto sta che per loro dovevo sempre trovarmi a qualche metro di distanza dalla loro ala di protezione … senò chi poteva sentirli!
Potrei dire ‘’sono una ragazza casa e chiesa,ma non per mia grazia’’!
Sono sempre stati fin troppo protettivi nei miei confronti,negandomi di divertirmi quando ne avevo l’età e la possibilità,contrastandomi in ogni decisione che significasse passare una sola notte fuori di casa … e ora che dovevo partire la risposta la sapevo già.
L’unica cosa che non mi avevano ancora tolto era l’affetto di Sergio,lo consideravano un ragazzo alla mano,ottimo lavoratore e rispettoso delle loro idee.
Chi non lo sarebbe stato per non tappare quella loro boccaccia?
Ho conosciuto Sergio all’età di diciannove anni,a quei tempi era militare a Torino ma ha lasciato quella vita poco dopo avermi conosciuto.
Mi ha sempre detto:
<< mi sono innamorato di te al primo sguardo … ho incrociato i tuoi occhi e ho toccato il cielo con un dito.>>
Ma ha dovuto penare due anni sodi e tondi,poveretto.
in quel momento era nella mia camera da letto a tormentarmi le mani,Sergio era al mio fianco cercando di tirarmi su di morale.
ero al computer,informandomi sul sito dell’università,se dovevo partire … dovevo essere più che informata no?
Avremmo alloggiato in uno dei più lussuosi alberghi di Londra,a spese nostre ovviamente,tranne per il primo giorno – offerto dalla scuola – ringrazio il cielo di aver lavorato quest’anno.
In effetti mi ero dimenticata di specificare una piccola cosetta.
Mia zia Arianna lavorava in uno studio privato facendo la psicologa,e li che è nato il mio amore per quel mestiere,e considerandomi idonea per quel tipo di lavoro,ho affiancato mia zia,guadagnando più che bene.
<< Ally fra poco saprai anche cos’hanno da mangiare in dispensa! Esci da quel sito … calmati andrà tutto bene!>>
<< andrà tutto bene solo dopo aver ricevuto il fatidico e atteso ‘’ si ‘’ dai miei genitori! Non va bene per niente! >>
Non ero mai stata un tipo ansioso,ma in quel momento stavo sicuramente facendo una mutazione,sperando solo di non diventare verde.
Perché doveva essere tutto così maledettamente difficile?
In questo momento i miei stavano partecipando alla funzione religiosa,ma essendo le undici e mezza passate sarebbero arrivati a momenti,l’unica cosa da fare era quello di cercare in corpo tutto il coraggio e la pazienza necessaria
<< ma se faccio le valigie? Così almeno se mi dicono di no posso rispondere:ma papy ho già fatto le valigie vuoi che mi rompa un dito per disfarle?>>
Si stava scompisciando dalle risate,beh in effetti lo confermo ho fatto la più grande battuta del secolo, applausi!!!!
Smisi di ridere e il mio cuore perse un battito dopo aver sentito la porta dell’ingresso aprirsi e sentire un << tesoro siamo a casa>> pronunciato dalla voce solenne di mia madre che mi informava del loro imminente rientro nella loro umile casa.
Se prima mi sudavano le mani adesso mi si era sgretolate,potevo vederne i pezzetti sul pavimento.
<< Allison dove sei?>> pronunciarono a gran voce il grande capo e sua fedele consorte
<< sono in camera, arrivo subito!>>
Guardai Sergio,sospirando,stavo per avere tre infarti in un colpo … grande autocontrollo
<< tesoro devi dirglielo>>
stavo cercando in qualche parte del mio cervello il programma ‘’ teletrasporto ‘’ .
non riuscivo a poggiare i piedi per terra senza avere qualche forma di tremolio.
<< hai ragione,ora o mai più!>>
Sospira Allison,dai sono solo quattro parole ‘’ mamy,papy … parto per Londra’’ parole che in quel momento mi sembravano imprecazioni o omicidi.
Mi alzai dalla sedia e cominciai a camminare verso la porta,Sergio era dietro di me,mi stava sostenendo sia moralmente che fisicamente.
I passi mi sembravano pesanti,le gocce di sudore cadevano imperterrite senza scrupolo o vergogna.
I miei genitori si trovavano in soggiorno,mio padre era nella sua solita proltrona dinanzi al piccolo camino,con in mano il solito giornale calcistico,la mia mamma invece stava in piedi a parlare con lui e a ridere come una pazza.
Appena mi vide spuntare mano nella mano con Sergio mi sorrise.
Uno dei pregi migliori che possiede Sara Francesca Pace è il sorriso,caloroso e cordiale come non possiede nessuno
<< Allison!ciao Sergio come stai?>>
Aveva chiesto la mia mamma salutando il mio ragazzo con un abbraccio caloroso
<< tutto bene signora ...e lei?>>aveva risposto di rimando lui, da bravo ragazzo
La signora Pace in tutta risposta aveva sorriso cordialmente e già con quel gesto aveva risposto alla grande
<< mamma … papà. Vi devo parlare>>
Mia madre sorrise e si sedette nella sedia dell’enorme tavolo,così da ascoltare più attentamente le mie parole;mentre mio padre abbassò il suo giornale per concedermi uno sguardo svelto << parla cara>>
Carissimo cervello,non ti deve passare neanche per l’anticamente di lasciarmi in questo momento in mano al mio destino.
<< allora,beh,in un certo senso,certo>>ma che stavo farneticando?
La povera mano di Sergio stava per essere amputata dalla mia stretta,non riuscivo a proferir parola
<< Allison,cara … non aver paura di parlare>> mamma …
Sergio si voltò verso di me e proferì qualcosa a labiale ‘’ ci sono io con te’’.
Quelle parole furono fonte di coraggio,quindi presi tutta l’aria e il coraggio … che avevo in corpo e cominciai a parlare
<< allora,vi chiedo solo di non essere prevenuti per ciò che sto per dirvi. allora, io non vi ho mai dato modo di dubitare di me,sono sempre stata una brava ragazza a cui voi avete riposto tutta la fiducia che avete in corpo,no?>>
I due mi guardavano perplessi,sicuramente non capivano a cosa volessi alludere,ma fecero un cenno d’assenso con la testa per dare una conferma a ciò che avevo detto,e mi invitarono a proseguire
<< ebbene,come voi già sapete, sono una brava studentessa, di fatto l’hanno prossimo mi laureerò,per poi affrontare i lunghi e interminabili anni di specializzazione,ma non voglio continuare a divagare senza dire neanche una parola concreta e sensata>>
<< Allison ,cara,vai al dunque,non devi avere paura di parlare>>
Proferì mio padre,vedendo l’enorme gocce di sudore che precipitava dal mio viso.
La mia mano era ancora saldamente attaccata a quella di Sergio,il quale cercava di fare di tutto – in ogni gesto o sguardo – di infondermi coraggio.
<< ebbene,l’altro giorno io e Lily navigando su internet abbiamo trovato un sito dove dei professori proponevano di attuare un corso per un approfondimento linguistico a Londra,è uno dei migliori dove poi alla fine danno un importante attestato,io e lei abbiamo fatto domanda e ci hanno accettato … la partenza è prevista per l’inizio della prossima settimana>>
Mentre blateravo quelle parole, che uscivano dalle mie labbra con una velocità supersonica esaminavo i miei genitori,che mutavano espressione a ogni parola che aggiungevo,okay stava per esserci un’apocalisse.
Mia madre ora era diventata rossa ora era sbiancata,mio padre invece cambiava con più colori e il suo sguardo divenne arrabbiato e indemoniato
Mentre osservavo la mia vita passarmi davanti mi chiedevo se i genitori si potessero ammutinare contro gli stessi propri figli,e a giudicare dalle loro espressioni,ci stavano facendo un pensiero. Stava per scoppiare la terza guerra mondiale.
Nella sala era calato il più profondo silenzio,e sicuramente se avessero continuato a non proferir parola la mia agitazione sarebbe salita alle stelle,avrebbe fatto il giro dell’universo, girato due o tre volte intorno al sole,per poi infine catapultarsi nei confini della terra.
<< vi prego,dite qualcosa … >> Chiesi io quasi a tono di supplica.
Finalmente mio padre sembrava aver ripreso le sue facoltà mentali,si alzò dalla sua poltrona e scaraventò il giornale sul tavolo.
Vidi le sue vene contrarsi,mio padre non era un maestro di pazienza,doveva avere tutto sotto controllo e niente doveva andare diversamente dalle sue previsioni.
Okay,tappatevi le orecchie,inizia l’apocalisse.
<< tu hai fatto tutto questo senza neanche chiedere il permesso ai tuoi genitori?che ti hanno sfamato,ti hanno dato una casa e un istruzione,e tu … che fai? Ci ringrazi mentendoci?e prendendoci in giro?>>
Ma che si era fumato? Questa volta il sigaro aveva fatto fin troppo effetto
La calma con cui ero partita inizialmente,si stava per volatilizzare tra: 3-2-1
<< io che avrei fatto? Vi avrei mentito? Ma papà ti rendi conto di quello che viene fuori dalla tua bocca?? Io non vi ho affatto mentito,questo non significa per niente mentire. Te lo dico io cosa significa mentire,e se vuoi puoi anche cercarlo nel vocabolario o dove cavolo ti pare
Allora ‘’mentire’’ = Dire il falso,affermare cose non vere o diverse da come sono in realtà’’ecco cosa vuol dire questo vocabolo da te utilizzato,e a me non risulta che io ti abbia detto una menzogna!!! A te Sergio risulta?>>
Mi voltai infuriata verso il mio ragazzo che aveva uno sguardo terrorizzato,chi non l’avrebbe avuta alla vista di un demone che sputava lingue infuocate.
Lui annuì freneticamente,poverino lo avevo totalmente terrificato
<< ma fatto sta che non hai chiesto l’autorizzazione ai tuoi genitori! Coloro che ti hanno donato tutto questo! Non saresti nessuno senza di me!>>
Che cosa aveva detto???
<< non sarei nessuno senza di te?? No caro il mio’’ papino so tutto io’’ io senza di te,di voi,sarei tutto! Non mi avete mai permesso nulla,io non ho mai avuto un infanzia! Non sono mai potuta andare a divertirmi con le amiche ,perché per i signori era troppo pericoloso!!! E prima che mandi tutto a puttane vi voglio dire solo questo :io sono quello che sono,non per il tuo aiuto ma grazie a me! grazie al sudore buttato dalla mia fronte,grazie al dolore della mia schiena … grazie alla mia buona volontà ed efficienza, non grazie a te e a nessun’altro!>>
… Chi vincerà questo duello? Allison o suo padre? Restate con noi lo scoprirete tra poco … torniamo dopo la pubblicità!
Mio padre aveva gli occhi indemoniati,se avesse potuto mi avrebbe dato fuoco
<< dai Allison,e tu George calmati … Ally neanch’io sono entusiasta per quello che hai fatto,comprendi tuo padre,è preoccupato per quello che potrebbe capitarti … devi cercare di capirlo!>>
Ora anche mia mamma prendeva le sue difese
<< e voi? Voi avete mai cercato di capire me? io è ventitré anni che mi immedesimo in voi,ubbidendo come un cane e non fiatando! Ma sono stanca mamma,sono una donna matura e responsabile e prima o poi dovete farvene una ragione!non posso sempre cercare di capirlo io … è insopportabile, se una cosa non va per il suo verso scatena la guerra di indipendenza! O sono io che sono troppo matura o è lui il bambino>>
Accadde tutto talmente velocemente che non mi accorsi di nulla.
sentì dopo quelle poche parole, un dolore micidiale alla guancia,se non ci fosse stato Sergio a prendermi sarei sbattuta da qualche parte.
Mio padre per la prima volta mi aveva alzato le mani … ero esterrefatta, mia madre ci guardava ad occhi sgranati e l’avrebbe incenerito con gli occhi se avesse potuto
<< sei una bambina, ecco cosa sei! Ti credevo più matura Allison! Forse ti ho riposto troppa fiducia cazzo!e non osare mai più sfidarmi!>>
Questa era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso
<< basta! Non ti sopporto più! Io andrò a Londra con o senza il vostro consenso! E lo sai che ti dico? faccio le valigie e me ne vado da Sergio! Per voi sono morta come voi lo siete per me!!!>>
Detto questo corsi nella mia stanza seguita a raffica da Sergio,presi le valigie e cominciai a prendere tutti i vestiti che mi servivano
Dall’altra stanza si scatenò un vero e proprio inferno,i miei che inveivono l’una contro l’altra.
Mio padre per difendere se stesso e mia madre per difendere me.
<< stai bene tesoro?>>
Mi chiese Sergio abbracciandomi e dando tutto se stesso in quel gesto di affetto
Scoppiai a piangere,avevo esagerato si … ma non si doveva permettere di alzarmi le mani
<< mi dispiace … non ti ho chiesto nemmeno il permesso per stare da te …>>
<< stai scherzando vero? Tu non hai bisogno di permesso … casa mia è anche la tua>>
Dopo un paio di minuti, avevo già terminato di preparare i bagagli,infilandogli solo le cose necessarie e che mi capitarono sotto mano
Andai nel salotto dove i miei stavano continuando a litigare animatamente e solo al mio passaggio si zittirono
<< Allison tu non vai da nessuna parte!>> mi urlò mio padre
Io feci la finta tonta,girando la maniglia
<< Allison! Esci da quella casa e non preoccuparti a ritornare!>>
<< no signor Evans lei non ha nessun potere su di me …non si deve preoccupare non ho la minima intenzione di ritornare,si dimentichi di avere una figlia … addio …>>
E da quel momento uscì di scena dalla vita dei miei genitori … forse per sempre




NOTE DELL'AUTRICE:
Boujour ^___^
grazie per aver letto questo nuovo capitolo!!! spero vi sia piaciuto ^-^
ringrazio inoltre HICARU che ha recensito il capitolo precedente :D grazie grazie e grazie :)
fatemi sapere cosa ne pensate ;) è accettata ogni tipo di critica,suggerimento ... sono sempre costruttive ;)
ringrazio ancora chi legge e chi recensisce
un bacione :*:*:*
Aishia

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Capitolo 4
*** ...salto al cuore... ***


eccomiii =) !!!!!!!!!! Allora prima di tutto vorrei scusarmi per il ritardo,ma oltre a questa ff sono alle prese con altre due ossia: AMORE TRA LO SCRITTO ... e LUNA ROSSA u.u! se volete fateci un saltino xD
emh ... che dire o.o? va bene ci vediamo alla fine XD



...SALTO AL CUORE...




Mi sentivo strana. Strana ma felice! Felice come una farfalla che dopo tanto svolazzare,si posa sul fiore più bello! Assaggiando,appagata,il suo nettare talmente prelibato,da lasciarla letteralmente in estasi.
Finalmente,dopo tanto cercare,avevo trovato la mia dipendenza!non desideravo altro da tutta una vita e ora,dopo tanto vagare: l’avevo ottenuta!
Ero fuggita dalla casa dei miei genitori,che opprimevano il mio bisogno di libertà, e adesso mi trovavo nell’appartamento di Sergio,che non aveva esitato a darmi un tetto sopra la testa,e ad ospitarmi nella sua piccola dimora,che ormai conoscevo fin troppo bene.
‘’le valigie’’ erano state depositate e dimenticate nella sua camera da letto,almeno fino al momento della mia partenza,che sarebbe avvenuta alla fine di questa settimana!
Meta?
La bellissima Londra! Non vedevo l’ora di conoscere cosa avrebbe fruttato da questo viaggio!
Anch Lily,ormai, era stata informata della mia primordiale ‘’fuga’’ e cambiamento di proprietà. Non l’aveva neanche presa fin troppo male: la sua mascella mi pulì soltanto l’intero pavimento di casa!
I miei due compagni di dis … avventura,per immortalare questa nuova fase della mia vita,come primo giorno ,decisero di farmi provare il gusto della vera e propria libertà e frenesia,portandomi in una discoteca.
L’idea era grandiosa! Anche se non eclatante,ma come inizio poteva considerarsi piuttosto soddisfacente.
La sera stessa quindi,ci recammo all’Acropolis,un lido-discoteca situata lungo il lungomare veneziano.
Era passato quindi solo un giorno dalla mia fuga,e la notte appena trascorsa era stata primordiale … o almeno credo!
Avevo ballato fino a non sentire più le gambe attaccate al busto,bevendo senza sentire – tranne qualcuna- le oppressioni delle persone al mio fianco! Ma ciò non era stata una buona e salutare idea! Poiché aimè avevo scoperto fin troppo bene i rischi dell’alcol:rimettendo anche l’anima
<< Allison … non bere molto! Ti farà male non essendoci abituata. Inoltre non hai nemmeno mangiato! Posa quel maledetto bicchiere!>> ecco le parole del mio ragazzo che mi aveva espressamente ordinato di tenermi cauta e di posare il bicchierino che avevo tra le mani, giacchè io e l’alcol non eravamo mai stati ad una distanza talmente ravvicinata. E credete che gli abbia dato ascolto?
<< Nooo amore mio ma daiii! Quanto ti stai scaldando per qualche goccetto. Non ti preoccupare che io e questo delizioso bicchierino di vodka diventeremo buoni amici. Tranquillooo>>si con me c’era da stare tranquilli.
<< sei proprio andata>>
Dopo un paio d’ore,furono costretti a riaccompagnarmi a casa per piccoli problemi tecnici: gambe a penzoloni,stomaco in subbuglio e testa … beh avevo perso momentaneamente le mie facoltà celebrali,ma di quella notte ricordavo solo il decimo bicchierino ingerito,poi il nulla.

I raggi del sole entrarono dalla piccola finestra affievolendo l’ambiente,scrollando inoltre una piccola figura ancora dormiente … svegliandola.
Aprì melense gli occhi,piano piano così da abituarmi ai cambiamenti di luce. Non mi trovavo nella mia camera,ma dove?
capì subito, dopo qualche minuto di sbandamento per via del sonno e del mal di testa bestiale,quel luogo. Ero nella camera da letto di Sergio,riconoscibili dal color verde mela delle pareti,inconfondibili a parer mio. Mi sentivo strana e spaesata e inoltre non ricordavo nulla della notte appena trascorsa,avevo solo vari flashback e qualche sfumatura qua e la.
Inoltre non riuscivo a sollevare la testa da cuscino,pervia di piccoli capogiri,che non mi permettevano la manovrabilità del mio corpo.
Mentre contemplavo l’arredamento,sentì la porta della camera aprirsi con una certa dimestichezza,e da li vi entrò Sergio in accappatoio.
Entrò in punta di piedi convinto che stessi ancora dormendo,aprì l’armadio e prese i primi abiti che gli capitarono davanti , cominciando a vestirsi.
<< buongiorno>>
Sussultò al suono della mia voce,probabilmente credeva che stessi ancora dormendo,ma quando si voltò nella mia direzione,incominciò spiegabilmente a ridere a crepapelle,senza una plausibile ragione,almeno credo.
La risposta arrivò dopo vari minuti,pronunciato tra una serie di risi e singhiozzi che probabilmente gli permettevano a malapena di respirare. Solo io ero in completa catalessi?
<< a me non sembra molto buono!anzi,credo di essere stata investita letteralmente da un camion>>
Proferì cercando di alzarmi,ma un piccolo giramento di testa me lo impedì,costringendomi a rimanere nella mia posizione iniziale e abbandonare i miei intenti.
Sergio rideva ancora di più. Cercavo di rammentare,nei meandri più profondi del mio subconscio, quello che fosse accaduto la notte precedente ,cercando di visualizzare qualsiasi cosa spiegasse quel suo comportamento totalmente bizzarro e incomprensibile. Ma niente,non veniva fuori proprio un bel niente.
Dovetti aspettare a lungo la risposta,dato che si era buttato letteralmente a terra dal forte ridere e sghignazzare,lucidandomi come la mascella di Lily,il pavimento.
<< sto ridendo perché … ahahaha …aspetta ce la faccio … ce la faccio ahhaahha … sto cercando di non pensare a quello che hai combinato ieri sera,ahahah>>
Cos? Ieri sera?Allison calma! Non farti prendere dal panico,tira un sospiro di sollievo e chiedi tranquillamente,senza cominciare a sembrare un topo che ha perso di vista il suo formaggio e scopre che lo ha preso il gatto,attirandolo nella sua trappola malefica,con le fauci spalancate,pronto per il pranzetto. Cosa ci azzecca? Non lo so.
<< perché?che cosa ho fatto ieri sera? >>ero totalmente intimorita,ed terrorizzata dalla risposta,cosa potevo aver combinato?
Sergio alzò, cominciando a tossire e a ridere sotto i baffi. Voleva tenermi sulle spine?
<< diamine … rispondi!>> odiavo quel suo atteggiamento!mi faceva andare letteralmente fuori di testa! proprio in quel momento avevo tutt’altro voglia di ridere
<< lo vuoi realmente sapere? Se io fossi in te preferirei restare nel dubbio … ahahaah>>
Santa sapienza impossessati dei miei nervi e frena la mia lingua assassina,sputa fuoco e sentenze,proteggi quest’uomo dal mio sopruso.
<< si ,lo voglio sapere>>
Dissi secca ed esasperata,riuscendo finalmente a mettermi a sedere,per la gioia del mio povero busto.
Sergio concluse di vestirsi e subito dopo si sedette accanto a me,cercando di non guardarmi negli occhi,per non scoppiare nuovamente a ridere! Se lo avesse fatto sarebbe morta seduta stante.
<< allora … comincio dicendo che io con tutto questo discorso non centro nulla! È stata tutta colpa tua. Comunque iniziamo dal principio: ieri,sei stata tutto il tempo vicino a me e Lily,bevendo contro la nostra volontà non so quanti bicchierini di vodka,ma oltre a questo ti avevo sottocontrollo,fino a quando sei scomparsa dalla mia visuale. A trovarti è stata Lily,che guardava davanti a se ad occhi completamente sbarrati! Seguendo il suo sguardo sono riuscito a capire il perché della sua espressione,in quel momento ti ho trovata!>> rideva ancora sotto i baffi,ma ancora non ero riuscita a capire il succo del discorso,che cosa era successo?
<< e dov’ero?>>
Un ultimo risolino accompagnò Sergio,che stava prendendo fiato per buttarmi in faccia quell’orrenda colpa
<< eri sul palco a ballare con la cantante! Ahahahahah>>
Mi passò davanti tutta la mia vita,e sprofondai dalla vergogna sotto le coperte,mentre lui se la stava facendo sotto dal tanto ridere. Non riuscivo a credere a ciò che era appena uscito dalla sua bocca ‘’ sul palco con la cantante’’. Oh Dio dimmi che non era vero.
<< dimmi che è tutto … ti prego>>
Pronunciai a denti stretti immaginandomi la scena,e sentendomi invasa da un senso di vergogna che mi riempì tutto il corpo
<< mi piacerebbe tanto ma mentirei! E inoltre sei stata tu a chiedermelo. Beh dopo aver concluso il tuo balletto con la cantante,o almeno il quasi balletto- perché credimi … era già tanto se ti reggessi in piedi,gli hai preso il microfono dicendole :
‘’ tu! Razza di scopa con i capelli in testa,ci penso io ad animare la festa … lascia fare a me woooooooowooo’’>>
Okay non toccherò mai più una goccia d’alcol prometto … basta che sia finalmente tutto,ti prego … ti prego … ti prego
<< dimmi che non ho fatto niente di stupido>>
<< beh in effetti la festa l’hai animata! Cantando qualche canzoncina … ma almeno li sei stata eclatante anche se sempre sotto l’effetto dell’alcol-hai sbaragliato la concorrenza guadagnandoti incitazioni ed acclamazioni da tutto il pubblico! Specialmente quello maschile … >>
Cantare – una cosa umana di me-era sempre stata la mia passione,avevo cominciato da piccolina,prendendo lezioni private,ma in seguito avevo preferito smettere per non tralasciare lo studio, che per me era sempre stato al primo posto,ma cantare era ed è sempre stata una vera passione,ma prima di ieri sera,non mi sono mai esibita e credo che non lo farò mai più.
<< e per quanto ho continuato?>>
<< fin quando non le hai vomitato addosso … >>
Okay questa era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. mi alzai dalla mia postazione e tirai un cuscino addosso a Sergio che se la rideva come un pazzo
<< e perché non mi hai fermato?!!!>>
<< ahi,mi fai male! Ci ho provato ,cercando di dissuaderti e provando a farti ragionare,ho cercato di farti tornare da noi ,ma te ne sei letteralmente fregata,per giunta il pubblico ha fatto di tutto per impedirmi di venire a prenderti. A modo loro si stavano divertendo>>
<< non mi farò più vedere in giro,prenderò l’aereo e andrò al Polo Nord finché tutto il mondo non si dimenticherà di me>> ma perché proprio a me dovevano capitare?
Il suono del campanello mi fece smettere di frignare e poco dopo entrò dalla porta Lily,che appena mi vide cominciò a ridere senza freni seguita a ruota da Sergio
<< quando avete finito mandatemi un e-mail>> va bene la serata di ieri pure in onda in tv l’avevano mandata?
Non riuscivano a smettere di ridere,e questo mi metteva particolarmente a disagio,soprattutto perché a quest’ora stavano ridendo di me,non so quante persone. Che bella cosa l’indipendenza.
<< ahahahaha,Sergio già le hai spiegato tutto?>>sghignazzò ad un certo punto la mia’’ migliore amica’’ cercando di riprender fiato tra una risata e l’altra,tentativo che le risultò molto difficile.
<< certamente Lily,dovevi proprio vedere la sua faccia,era un misto tra il rosso e un viola acceso aahahahha>>
Io non ci trovavo proprio nulla dal ridere,mi alzai dal letto rossa di vergogna, e mi intrufolai speditamente nel mini-bagno.
Mi immersi nella vasca,e mi abbandonai a quel senso di calore,che il torpore dell’acqua calda emanava.
Uscì mezz’ora dopo,ero tornata al mio colore naturale,e l’imbarazzo era volato via… O quasi
Dopo essermi vestita e apprestata, mi diressi in cucina dove i miei due compari stavano già gustando la colazione , che quasi sicuramente aveva portato Lily .
La tavola era imbandita da croissant,tortine varie e caffè,tutto quel cibo mi faceva salire la nausea.
<< che faccia Allison,sembri appena uscita da una sbronza>>
Ecco che ripartivano con le loro stupide risatine,e fra poco sarebbe partito anche il mio autocontrollo e il mio gancio dentro.
<< si si ridete, sono felice che vi divertiate alle mie spalle>>
Pronunciai quelle parole con tono piuttosto secco e acido,poi presi un tazza di caffè che cominciai a bere a sorsi per non scottarmi
<< suvvia amore,stiamo solo scherzando non ti scaldare>>
Mentre stavo continuando a sorseggiare quella bevanda scura chiamatasi ‘’caffè ‘’ ,che credetemi di caffè aveva soltanto il nome,mi persi tra i miei pensieri
<< Sergio,oggi non puoi andare a casa mia a prendere il resto del mio vestiario?>>
Esaminando attentamente la valigia mi ero accorta di aver preso solo l’indispensabile che di certo non sarebbe servito molto per un mese nella bella Londra.
Avevo lo sguardo fisso sul pavimento,quel discorso mi venne in mente senza preavviso,scaturendo in me un senso di vuoto:andare o non andare questo è il problema! Ero peggio di Amleto!
<< okay. Ma sicura di non voler venire con me? infondo avete esagerato entrambi,ed è ora di far pace!>>
Se avessi seguito il consiglio di Sergio,sarei ritornata alla vita di sempre,quella vita piena di soddisfazioni,si … ma solo riguardante lo studio, per il resto sarebbe stata una vita senza il piacere di essere vissuta.
Se mi sarei ripresentata da loro, avrei perso una grande opportunità,e sicuramente me ne sarei pentita per lungo tempo,quel tempo che non sarebbe più ritornato da me,che non sarebbe più tornato indietro . avevo preso quella decisione ed ero restia a ritornare sui miei passi! Avrei continuato per quella strada. Giusta o meno che sia …
<< no Sergio,andrò da loro dopo essere ritornata da Londra,per ora ho solo bisogno di cominciare a vivere>>
Sergio mi guardava con una strana espressione in volto! Per lui era solo un esagerazione,ma per me questa era la mia vita! I miei genitori dovevano lasciarmi andare,dovevo accettare che ormai non ero più la loro piccola bambina,ma che ero diventata effettivamente un donna!ma questo non significava che mi sarei allontanata da loro … no … ma che per me era iniziata l’ora di spiccare il volo,come quella farfalla che è riuscita a trovare il suo nettare! E anch’io dovevo trovare il mio.
<< ma …>> cominciò a dire Sergio,venendo poi interrotto dalla ragazza posta di fronte
<< niente ma … questo è quello che vuole,non c’è niente da dire,e poi stasera dobbiamo divertirci!! Voi cosa proponete di fare?>>
<< tutto! Basta che di mezzo non ci sia dell’alcol!!!!>>risposi io con un tono ironico e preoccupato
A quelle parole scoppiammo tutti in una fragorosa risata,ci voleva proprio … al resto ci avrei pensato dopo.
Quello stesso pomeriggio Sergio prese l’automobile per recarsi a casa mia,per far ciò che gli avevo domandato,nel frattempo io e Lily eravamo rimaste a casa a fare del chiacchiericcio
<< stamattina mi ha chiamata Marco>>
Proferì la mia amica ad occhi bassi,e contemporaneamente facendo un tiro dalla sigaretta,rilasciando il fumo subito dopo.
Marco era stato il suo ragazzo per la bellezza di otto anni,ma si erano lasciati per circostanze inequivocabili
lui era il tipico ragazzo bello e dannato,uno di quelli che in un solo sguardo ti fanno fuori,ma troppo sicuro di se e troppo stronzo per la mia amica.
L’aveva tradita due, tre,quattro volte,ma l’amore di Lily era troppo grande e aveva continuato a perdonarlo finché all’ennesimo tradimento la mia amica aveva messo il punto e la parola fine.
<< e che ti ha detto mister Bean?>>
<< che è pentito,che vuole tornare con me,e se ritorniamo a stare insieme … andremo a convivere e che magari potremmo crearci una famiglia … >>
Mascella in caduta libera tra : 3 – 2 – 1
<< che cosa?!>> ma quello è fuori di testa o gli si è paralizzato il cervello?
Ma purtroppo Lily era ancora innamorata persa me lo sentivo,ma il problema è che lei sapeva quanto Marco fosse male per lei
<< sono tornato>> disse una vocina dall’ingresso che doveva appartenere a una persona di mia conoscenza. Proprio in questo momento cruciale doveva tornare ed interromperci?
<< Sergio sei tu?>>
<< e chi senò? La fata turchina? Mica aspettavi un altro ragazzo!?>>
Si presentò nel piccolo soggiorno con un enorme valigia in mano e con un foglietto di carta nell’altra,sicuramente la lista dei miei vestiti e dei miei libri,che gli avevo chiesto espressamente di consegnarmi
<< si,aspettavo James Bond,e secondo te avrei portato un altro ragazzo in casa tua … wow mi reputi sveglia!comunque hai preso tutto? Erano entrambi in casa??>>
probabilmente l’ultima frase mi uscì con un tono troppo acuto,perfino per me,suscitando un sorriso da parte di Lily e un sospiro da parte del portatore di valigie ambulante.
<< si è tutto,tua madre mi ha aiutato,e no … c’era solo lei …>>
Mi alzai,prendendo la valigia e cominciando a rovistare il contenuta al suo interno
<< si c’è proprio tutto,e comunque ti ha detto niente?>>
<< si, ma c’èra necessità di farmi prendere anche tutta la divina commedia? È un volume gigantesco! Comunque mi ha chiesto se stai bene,e che è molto amareggiata per quello che è successo e vorrebbe che ritornassi da loro>>
Forse non ero altro che un egoista. Ma come reagireste voi,stando per così tanto tempo rinchiusa in una sfera di cristallo?
<< okay,grazie>> che dovevo fare? Nella mia testa girano tantissimi si no si no si no
La sera decidemmo di andare a fare un falò in spiaggia,invitando anche qualche amico mio e di Sergio,arrivando a quota dieci.
io avevo deciso che non avrei toccato neanche una goccia di alcol,mentre il ‘’sesso forte’’ del gruppo si era dato alla pazza gioia,rigurgitano un’ abbondante quantità di alcol e infine a tarda notte decidemmo che sarebbe stato meglio dormire direttamente li,dentro due sacchi a pelo che aveva portato Dario,l’amico d’infanzia di Sergio.
Ritornammo a casa in mattinata,ognuno era tornato nei propri alloggi,con la promessa che quella serata avrebbe avuto un seguito.
Il pomeriggio io e Sergio restammo a casa da soli,Lily non era potuta venire,e il motivo era rimasto inspiegato.
Comunque come avevo pocanzi detto,io e Sergio eravamo rimasti a casa,sul divano davanti il piccolo schermo a litigare su quale film guardare
<< avaaaa io voglio vedere Titanic, Sergioo,è un film strappalacrime, è troppo intrigante!>>
Stavo frignando da due ore,un ragazzo così cocciuto come lui,non lo avevo mai visto.
<< per favore! Manca solo che ti metta a piangere così scateni il diluvio universale la vendetta,non c’è motivo,è poi è noioso! >>
Che risposta saccente,la sua era una costatazione infondata,non aveva mai visto il film,ne aveva solo sentito parlare,avendo così brutta impressione,e riservando all’ opera cinematografica una brutta condotta << e di grazia,che cosa avresti in mente? Cerca di trovare una buona idea o va a cercare un buon ombrello! >>
<< Rambo!!!! >> quel titolo mi apparse come una meteora,lo aveva pronunciato con talmente enfasi da fare invidia ad un ottimo attore,non che io me ne intendessi di attori.
Così il resto del pomeriggio passò litigando per la scelta del film … alla fine? Alla fine nessuno dei due si era dato per vinto,quindi lasciammo scegliere al destino …
Chiusi gli occhi e indicai il film facendo:ambarabà ciccì cocò
<< vai con gli Aristogatti!>>
Mentre eravamo concentrati sul ‘’grande schermo ’’ il mio telefono squillò
<< si pronto?>>
Nulla,sentivo solo dei piccoli singhiozzi dall’altra parte della cornetta
<< pronto chi è?>>
Chi poteva essere?magari era solo uno scherzo di cattivo gusto?stavo per chiudere la telefonata quando …
<< Allison?!>> ma …
<< pronto Lily?!>> aveva la voce strozzata e riusciva a malapena a parlare,che cos’era accaduto?
<< Allison … puoi venire a casa mia… ti prego …>>
<< ma che cos…>> tu tu tu tu
La telefonata venne interrota,mi salì il panico. Che cosa poteva essere successo?
Sergio costatò il mio cambiamento di colore e la mia faccia terrorizzata
<< Allison chi era?>> non riuscivo a parlare,ero terrificata.
Lui si alzò dal divano e si avvicinò a me,scrollandomi le spalle,e guardandomi dritta dritta negli occhi.
<< Allison che cosa diamine è successo?>>
<< Lily … dobbiamo andare da Lily! Non so che cosa le sia successo ma aveva la voce strozzata e terrorizzata e ….>> ero uscita fuori di me,in queste situazioni di emergenza non ero certamente d’aiuto. Entravo nel panico più assoluto e non capivo più nulla.
Uno schiaffo mi fece risanare e tornare in me. alzai lo sguardo su Sergio,che mi guardava serio e preoccupato nello stesso tempo
<< devi calmarti!!! Ora prendiamo la macchina e andiamo a casa sua! Ma devi calmarti!!>>
<< okay…>> risposi semplicemente
Prendemmo le chiavi della macchina che fu messa in moto.
La casa di Lily non era poi così lontano,solo qualche isolato più avanti.
Arrivati alla palazzina,scendemmoin fretta
Salì le scale in fretta e furia. La porta dell’appartamento di Lily era aperta,questo vuol dire che qualcuno doveva essere entrato.
<< Allison fa passare me davanti>>
Sergio si presentò con un piccolo bastone in mano … dove lo aveva trovato?
Entrammo piano e senza far rumore,tutto sembrava in ordine … ma Lily dov’era?
<< lily dove sei?!>> gridai ad un certo punto,guadagnandomi un occhiataccia da Sergio! Il resto non mi importava,la cosa basilare era ritrovare Lily e sapere che stava bene
<< Lily!!>> pronunciai nuovamente a voce più alta
<< sono qui…>> proferì una piccola vocina proveniente dalla stanza alla fine del corridoio,quella della camera da letto
Corsi subito per la stanza,e quando entrai il mio cuore si bloccò: sul pavimento c’erano dei piccoli pezzetti di vetro e qualche traccia di sangue,e quando alzai di poco lo sguardo trovai Lily sul letto,in posizione fetale cingersi la tempia
<< Lily!>> urlai andandole incontro,nel frattempo in stanza entrò anche Sergio,che vedendo la scena prese il telefono-cellulare digitando qualche numero.
<< ehi Lily che cosa ti è successo?>> sembrava cosciente,fatto sta che aveva gli occhi aperti e mi guardava,anche se il suo sguardo era a dir poco terrorizzato
<< sta venendo il dottore!>>mi informò Sergio,venendomi incontro con un panno bagnato e cominciando a pulirle la ferita
<< è stato lui!>> le domandai ad un certo punto. Immaginavo esattamente chi poteva averle fatto una cosa del genere,ma Lily non rispose.
Dopo una decina di minuti il campanello suonò e andai ad aprire
<< salve! Sono il dottor Kartney! Cos’è successo?>>
<< prego entri>>
Accompagnai il dottore in stanza che dopo aver dato un occhiata veloce alla mia amica,ci pregò espressamente di uscire dalla camere.
Era già tanto che mi reggessi in piedi e Sergio fu costretto ad aiutarmi a camminare verso la cucina,aiutandomi poi a sedermi
<< ehi andrà tutto bene!>> mi disse poggiando le sue labbra sulle mie
<< lo so…>> risposi con voce strozzata
Dopo mezz’ora rispuntò il dottore che annunciò che Lily stava bene ed era cosciente.
Io corsi subito da lei mentre,Sergio restò a parlare con il dottore
<< ehi>> disse Lily appena mi vide entrare
<< Lily!>> le risposi mentre la soffocai con il mio abbraccio
<< che cosa ti è successo?e sai cosa ti ha fatto il dottore?>>
<< mi ha dato qualche punto in testa,ma niente di grave! Tre giorni e mi rimetterò!>> mi sentì più sollevata,ma la mia domanda era un’altra,così avrei capito se dovevo munirmi di polvere da sparo e pistola per uccidere ad una certa mia conoscenza
<< chi ti ha fatto questo cos’è successo?>>
<< è stato Marco! questa mattina mi ha telefonata,chiedendomi di parlare,e ho accettato …lo sai quanto sono curiosa!>>
No so quanto tieni a lui
<< era salito nell’appartamento,e all’inizio eravamo tranquilli,abbiamo parlato e scherzato serenamente, fino a quando mi ha chiesto di tornare insieme! Mi ha preso alla sprovvista e non ho saputo rispondere! Allora si è arrabbiato e ha incominciato a baciarmi. Ho provato a divincolarmi dalla sua presa ma era troppo forte,ad un certo punto mi ha lasciato e ho perso l’equilibrio,cadendo da prima sulla specchiera e poi sullo spigolo del tavolo … forse sono svenuta perché dopodiché non ricordo più nulla.>>
Sergio era tornato,e aveva assistito a gran parte della conversazione! Io avevo il sangue che mi ribolliva.
Mi alzai bruscamente e corsi verso la porta,avevo intenzione di andare da lui e prenderlo a calci nel culo,e magari anche in altre aree che lo avrebbero fatto diventare una donna senza bisogno di intervento
<< Allison dove credi di andare!>> Sergio aveva capito le mie intenzioni e mi fermò prontamente,cingendomi la vita con entrambe le braccia
<< voglio castrare quel brutto figlio di puttana!>>
Lo avrei fatto,e ci avrei provato piacere! Nessuno poteva toccare le persone che amo!NESSUNO
<< ma sei impazzita?! Lo sai quant’è grosso! E più probabile che lui castri te!>>
<< lo so,lui mi potrà anche massacrare di botte … ma io almeno un pugno glielo rifilo>>
<< shshsh>> sussurrò Sergio abbracciandomi << ci penserò io a lui, per ora l’unica nostra priorità è Lily!>>
Quel giorno e gli altri due di seguito passarono accanto alla mia amica,ci davamo il turno per occuparci di lei,ma non servì a lungo,perché in che due giorni ritornò più pimpante che mai..
Fra due giorni saremmo partiti per Londra lasciando questo fatto alle nostre spalle,ma io mi ero prefissata un compito : Marco l’avrebbe pagata cara!
Il penultimo giorno prima di partire,il dottore aveva dato il via libera a Lily,dicendole di andare a svagarsi e togliendole i punti
La stessa sera andammo nuovamente in discoteca – non l’Acropolis,dopo la figuraccia dell’altra volta non ci avrei più messo piede -.
In quella piccola settimana era nata una nuova Allison,non quella sempre seria e responsabile ma era venuto fuori il mio lato ‘’trasgressivo ‘’,ironico e pazzo,certamente quello che avevo imparato ad amare.
Il giorno prima della partenza fu dedicato alle valigie e agli ultimi preparativi.
La mattinata e mezzo pomeriggio passò sistemando vestiti e altri piccoli particolari. Finito tutto ci concedemmo un po’ di riposo.
Lily era andata a dormire,per eliminare totalmente la stanchezza che l’aveva invasa,mentre Sergio aggiustava una lampadina fulminata in bagno.
Sergio era un ‘’tutto fare’’ sapeva aggiustare qualsiasi cosa avesse tra le mani,ed era molto ricercato.
<< Allison ma veramente stai leggendo quel grosso libro?>>
Ero seduta sul divano a leggere la Divina Commedia quando Sergio si piombò vicino a me guardando le 353 pagine che popolavano l’enorme volume che avevo in mano
<< tu non capisci l’arte! La Divina Commedia è un opera paradisiaca Sergio!>>
<< a sisi hai ragione, infatti lui arriva nel paradiso accompagnato da Barbara … Bernadette,emh Beee nonono Baaaa>>
Scoppiai a ridergli in faccia,era buffo e mi toglieva un sorriso ogni volta che mi stava vicino
<< B-e-a-t-r-i-c-e Sergio! Quando finirò di leggerlo lo passerò a te!>>
<< come farò senza di te …>>
Era improvvisamente divenuto cupo,avevo perfettamente capito a cosa alludesse
<< me lo chiedo anch’io … >> dissi ridendo,lui mi guardava strano,con una luce strana negli occhi,e poi …
<< sposami … Allison … >>



NOTE DELL'AUTRICE:
premetto che questo capitolo è relativamente lungo e per scriverlo ho impiegato la bellezza di due ore e mezza x.x quindi no,non l'ho riletto u.u ... quindi non mangiatemi per gli errori u.u
ho voluto svolegerlo in questa maniera,per simboleggiare la ''dipendenza''tanto voluta da Allison ,e perchè inoltre volevo tenervi sulle spine u.u ihihi lo so lo so sono malefica u,u
prometto che nel prossimo capotolo ci sarà... nono scherzo non ve lo dico xD
ringrazio inoltre: HICARU e S_BAKER94 che fino adesso hanno seguito la mia storia :D GRAZIE MILLE RAGAZZE!! ^________________________^ spero che questo vi sia piaciuto ^.^ fatemi sapere :D
infine, e vi lascio in pace : devo partire per un viaggetto e spero di trovare al mio ritorno altre recensioni o qualcuna che segua la mia storia ^_^ lo spero tanto :) ... soprattutto per l'enorme capitolo T.T xD
va bene non divago più u.u
ringrazio sempre chi legge e chi recensisce ;)
un bacione :****
Aishia

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Capitolo 5
*** Tutto cambia,tutto si trasforma e nulla si distrugge ***


TUTTO CAMBIA,TUTTO SI TRASFORMA E NULLA SI DISTRUGGE




La vita è una continua novità,e come Dalton aveva stipulato:
‘’Tutto cambia,tutto si trasforma e nulla si distrugge.’’
In una sola notte,la vita di un essere umano può mutare senza la consapevolezza del cambiamento stesso. L’esistenza di ogni individuo è legato da un filo sottilissimo,che delinea il filo della vita. Essa ti stravolge senza domande e senza chiedere permesso,apre la porta e ti sconvolge senza un preavviso. Ma tutto ciò è una cosa normalissima,è un cerchio continuo che non possiede fine,ossia:il cerchio della vita.
La mia di vita si era stravolta in meno di ventiquattro ore,anzi per la precisione in poco più di una settimana,dal giorno in cui avevo deciso di prendere le redini del mio cammino per iniziare una nuova strada. La mia.
Poco tempo fa mi sentivo estranea a questo mondo … credevo di essere solo un impiccio per l’intera superficie terrestre,ma ora,ora era tutto diverso,ora sapevo di essere qualcuno : Allison Evans Finalmente ho capito: nessuno può dire di non essere nessuno,perché insomma … ognuno è se stesso,io sono Allison Evans,tu sei Caio,lui e Sempronio,ognuno è qualcuno e tutti siamo una parte fondamentale per questo mondo.
Non per forza con la nostra esistenza cambieremo la vita di ogni uomo presente sulla faccia della terra,ma cambieremo quella di ogni uomo che ha avuto la fortuna di conoscere delle persone straordinarie come noi! Si straordinarie … ognuno di noi è eccezione e nessuno non lo è, ed è per questo che siamo semplicemente insostituibili.
Ora basta con le premesse …
La notte precedente, ,era successo un qualcosa di talmente stravolgente da farmi rimanere basita,allibita e anche sconvolta,da non capire … da non sapere se tutto quello che era avvenuto si trattasse di un sogno reale o una realtà irreale.
Ma probabilmente era entrambi …
era realistico anche il fatto che mi trovavo nella auto privata di Johnny Depp e Tim Burton,che dopo la serata stravolgente,si erano offerti di riaccompagnarmi. Nel frattempo, fuori vi era un immensa distesa di neve,costituita da piccoli fiocchi canditi che cadevano dolcemente sulle strade della città,interamente illuminata da luci,che rendevano il paesaggio solenne e maestoso, nell’atmosfera si profumava quasi l’aria di Natale,che rendeva il tutto ancora più magnifico e incantevole … anche se mancava ancora qualche mese alla natività.
Mi sarebbe piaciuto lanciarmi dalla macchina e cadere in quella distesa bianca, rotolarmi fino a sentire il mondo girare … il ghiaccio sulla pelle,e una miriade di emozioni salirmi in tutto il corpo,come la stessa che mi aveva avvolta su quel palco … la stessa che mi aveva illuminato … cambiando il mio modo di essere e di pensare.
In quell’auto non era di certo la stessa cosa. I due attori parlavano animatamente, ridendo e scherzando, senza neanche accorgersi del grande spettacolo che avevano di fronte, ,mentre io ero immersa con il pensiero in quell’immensa distesa bianca,che altro non sembrava che un infinita vallata di panna montata,che saziava con lo sguardo chiunque avesse fame,e dissetava chiunque avesse sete.
<< Allora Allison come ti senti?>> ero talmente assorta e rapita ad osservare le variazioni di ogni singolo frammento di neve che cadeva giù lenta,da sentirne quasi la voce. Sembrava condividere la sua felicità con me,oppure io stavo condividendo questo sentimento con lei? fatto sta che era una sensazione paradisiaca … mi sentivo per la prima volta in pace con me stessa e con il mondo.
<< Allison sei ancora con noi?>> mi voltai di scatto verso la voce dei due uomini che mi guardavano dall’altro capo della mia postazione,osservandomi incuriositi. Solo allora capì che la voce di prima non proveniva certo dalla neve -cosa assurda da pensare- ma da Tim,che mi fissava ironico e beffardo,con un sorriso sardonico e sarcastico che gli avanzava da un orecchio all’altro. Ripresi immediatamente l’uso del buon senso e delle mie facoltà mentali,il quale sicuramente,mi avevano momentaneamente abbandonato e ripudiato.
<< beh si. Non so nemmeno io cosa provo! Non so come descriverlo: mi potrei sentire ferita ma non sentirei alcun dolore,perché come ci si può sentire male,quando dentro di te … ti senti infinitamente bene? Non ho mai provato nulla del genere … credetemi … ed è su quel palco che sono rinata. Per la prima volta in tutta la mia vita ho capito il vero significato della libertà. Ma non sono mai stata brava a interpretare i miei sentimenti … e per questo mi sento solo e soltanto una stupida … una bambina … che deve ancora capire quello che prova. Che sciocca!>> il mio sguardo andò a finire sulla figura dell’attore Hollywoodiano:sorrideva?
Lo guardai basita … forse anche lui in quel momento mi riteneva una sciocca. Di certo,come potevo ritenere che un grandissimo attore come Johnny Depp provasse paura,angoscia o si ritenesse lontanamente sciocco?! Forse ero io la sciocca a poter pensare che attori di prim’ordine come loro potessero minimamente provare quello che sentivo io!
<< è una cosa normalissima invece mia cara Allison!>> Johnny aveva interrotto i miei pensieri con questa piccola costatazione. Mi guardava attentamente,come a voler esaminare ogni mia piccola reazione, e nel suo volto si allargò un sorriso beffardo. Si stava forse prendendo gioco di me? << è normale sentirsi dentro così tanto e non capire cosa si nasconda veramente dentro noi stessi … non riuscire a capire quale sentimento esternare prima … per far comprendere ad altri ciò che abbiamo dentro! E non devi sentirti stupida,sciocca per questo. E’ la cosa più bella che possa capitare dentro ognuno di noi: essere così felici da non saper dare un nome alla felicità stessa. Stare così bene da non riuscire a percepire nessun dolore. Non si nasce conoscendo noi stessi,ma si impara con il tempo! E con il tempo imparerai a capire quel che provi. Non ti insegnano cose del genere a scuola,ma è la vita che le insegna! Quindi Allison Evans … lascia alle spalle ogni dubbio,insicurezza e Vivi!>>
Johnny mi riassunse in poche e brevi parole ciò che provavo in quel momento. Ero rimasta letteralmente di sasso,pietrificata da ciò che aveva appena detto. Quindi gli attori non vivono solo con maschere che usano in ogni situazione,ma possiedono anche la maschera quotidiana,quella vera … quella che prova sentimenti umani e non vissuti. Johnny mi fece ricredere su molte cose,mi comprendeva e probabilmente sapeva,o meglio intuiva esattamente cosa si celava nel mio animo.
Non ebbi nemmeno il tempo di ribattere,o tantomeno ringraziarlo che la limousine si fermò di colpo
<< signorina Evans. Siamo arrivati al suo albergo>> l’autista mi informò del mio imminente arrivo,distinto guardai l’orologio,che indicava esattamente le quattro e venti del mattino.
<< si, la ringrazio!>> ringrazia l’autista e mi voltai verso i due miei amici(?) << ragazzi non so davvero come ringraziarvi. Senza di voi non sarei qui stasera,tantomeno avrei fatto tutto questo …>> i due di risposa sorrisero cordialmente!
<< non ringraziare noi! Ma la povera Celine>> già era grazie a lei e alla mia goffaggine che era accaduto il tutto.
Guardai i due,dopodiché aprì la portiera e misi la gamba fuori dall’auto. La differenza di temperatura era perfettamente percepibile,soprattutto se vi erano parecchi gradi di differenza tra l’interno e l’esterno della vettura.
Non ebbi nemmeno il tempo di posare l’altra gamba fuori che il mio intento venne ostacolato da un qualcosa di non ancora identificato. Mi voltai di scatto e scorsi un braccio,perfettamente muscoloso e prettamente mascolino tenermi per la spalla. Percorsi la fisionomia di quella perfezione fino ad arrivare allo sguardo magnetico e ammaliatore del suo proprietario.
<< fuori nevica e fa freddo! Lascia almeno che ti accompagni al portone o ti prenderai un malanno>> senza neanche accorgermene mi ritrovai a pochi centimetri dal viso perfetto e lineare di Johnny. Eravamo così vicini da poter sentire il suo respiro addosso,e il suo fiato solleticarmi il collo. potevo distinguere fermamente il suo profumo dolce e gradevole. Ma la cosa che sopra le altre mi dava alla testa era il suo sguardo magnetico … ma che dico ipnotizzante su di me!
<< okay>> riuscì a pronunciare solo dopo aver ripreso le mie facoltà linguistiche e mentali,momentaneamente andate a farsi friggere! Ma che cosa aveva di così incantevole da causarmi un effetto simile? Beh si … era un uomo molto attraente,gentile,seducente … ma la magia era nel suo sguardo … ammaliatore e calamitato da entrarti dentro l’anima e ingarbugliarti il cervello!
raggelai al tocco funesto della neve che cadeva imperterrita sulla mia pelle nuda e fredda. Di certo non ero abituata a queste temperature glaciali e rigide..
<< senti freddo?>> mi chiese Johnny alla vista della pelle d’oca che mi si era formata – chiaro sintomo di congelamento- con un piccolo movimento,si tolse il cappotto di pelle nera e lo appoggiò sulle mie spalle fredde e nude,che al solo contatto con le sue dita,bruciarono ardentemente.
Al suo tocco,tutto il freddo inizialmente provato scomparve senza lasciare minima traccia.In quel momento maledissi me stessa,anzi Lily,per aver indossato un vestito così corto e prettamente scollato.
Abbassai lo sguardo di getto,se lo avessi guardato negli occhi mi sarei disciolta istantaneamente,anche con il freddo che popolava l’aria.
<< grazie … ora va molto meglio>> la mia voce era un sussurro,come se parlassi più con me stessa che con l’attore.
Entrambi sotto lo stesso ombrello,percorremmo il piccolo vialetto prima di arrivare all’enorme portone che portava al lussuoso hotel che mi ospitava.
Oltre al freddo,sul terreno vi era anche del ghiaccio che non aiutava di certo la mia enorme instabilità e per un pelo rischiai di cadere,se non ci fosse stato Johnny a prendermi di scatto,il mio sedere avrebbe fatto la conoscenza della neve! A Venezia la vita era più comoda e confortevole e non c’era di certo pericolo : Valanga Allison!
Arrivati al portone,mi tolsi istintivamente il suo cappotto e glielo porsi cordialmente,ma con un gesto della mano fermò la mia azione avventata (?),e l’indumento ritornò nella posizione iniziale,continuando a riscaldarmi con il suo torpore.
<< tienilo pure! Domani me lo ridarai.>>
<< mah>>
Fece segno di diniego con la testa,quindi lo ringraziai con un sorriso. Di certo quella era la mia miglior risposta!
Un piccolo pensiero che avevo sorvolato riaffiorò la mia mente. Forse il freddo l’aveva definitivamente mandata in cortocircuito
<< e con l’università?>> lui sospirò e si mise a ridere. Che cosa c’era di tanto divertente?
<< non preoccuparti ci penserò io a tutto. Fidati di me. ricorda che domani dovremo essere agli Studios per le quattro. Verrò a prenderti io con la macchina! E in mattinata riceverai un mio messaggio>>
mi sorrise. Il suo sorriso era dolce e caloroso al tempo stesso,contornato dalle sue labbra perfette e complete,che davano al proprietario un aspetto ancora più affascinante e intrigante
Mi fece l’occhiolino. Si inchinò e mi prese la mano e sfiorandola la baciò. Al tocco delle sue labbra la mia pelle si bruciò,come al contatto con il fuoco … distinto ritrassi la mano.
<< notte piccola …>> si stava dirigendo speditamente verso la sua auto, ma io non potevo lasciarlo andare così,non dopo tutto quello che aveva fatto per me.
<< Johnny!!>> urlai in modo che lui potesse sentirmi. Si voltò di scatto verso di me aspettando un qualcosa che non mancò ad arrivare
<< grazie!!>> mi sorrise … entrò in auto scomparendo nel nulla tra le strade della città.
Ancora scossa e frastornata entrai in camera in punta di piedi,come se avessi paura di svegliare qualcuno,richiudendo la porta alle mie spalle.
Il cuore mi batteva forte,come in procinto di fuoriuscirmi dal petto. Mi gettai a terra a peso morto,poggiando le spalle contro la superficie fredda e liscia della porta. Portai d’istinto,come riflesso incondizionato, una mano al petto ‘’su cuore,frena la tua folle corsa … il peggio è passato’’
Che cosa mi stava succedendo? Non avevo mai sentito in me tutte queste sensazioni : il cuore che scalpitava violentemente,le farfalle che volteggiavano libere e indisturbate nel mio stomaco e il cervello in subbuglio. Erano emozioni del tutto nuove!
<< non sono calda>> mi portai d’istinto una mano alla fronte,cercando in qualche modo di scorgerne il torpore: Nulla!
Mi alzai lentamente dal pavimento,togliendomi con delicatezza il cappotto di Johnny dalle spalle,accarezzando dolcemente il tessuto di pelle nera.
Lo poggiai sulla sedia accanto al tavolo e senza neanche cambiarmi mi buttai sul letto,lasciando riposare la mia mente e il corpo.
Dopo qualche minuto i miei nervi stavano già trovando stabilità , la mia mente si stava liberando di tutta la tensione accumulata solo qualche ora prima e il mio corpo si stava riscaldando grazie al torpore delle coperte.
Gli occhi si stavano facendo pesanti,le mie palpebre scemavano ad ogni minuto che passava e dopo qualche secondo mi abbandonai ai miei sogni,lasciando in sospeso un altro che valeva la pena di essere vissuto.
Non capì se stavo ancora sognando o meno,ma sentì un piccolo tonfo proveniente da un luogo della camera non ancora ben definito …
Alzai di poco la testa per vedere che ora fosse e il display dell’orologio indicava perfettamente le sette e quaranta. Avevo dormito solo per tre ore?
Un altro tonfo mi fece raggelare,mi portai la coperta fin sopra la testa e mi rannicchiai in posizione fetale,ripetendomi continuamente‘’ fa che sia la mia immaginazione. Fa che sia solo e soltanto la mia immaginazione’’.
Sarebbe stata una bella convinzione,solo se a stroncarla non fosse stato lo stritolio della porta che si apriva. Sentii dei passi,forse erano in due,che si avvicinavano speditamente verso di me e poi …
<< aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah>> senti sopra di me un peso enorme. Aiuto i Killeeeer!!!!!!!
<< Allison! C’è bisogno di gridare?! Siamo noi!!!>> mi alzai di botto e per sbaglio diedi una forte testata a una figura che riconobbi come Maria.
<< ma sei rincitrullita?!>>okay. In tre giorni avevo lesionato due persone. Forza Allison sei candidata per l’Oscar!
<< io sarei rincitrullita? Vi sembra normale piombare in questo modo in camera mia? Santi capperi mi avete fatto venire un collasso e ovvio che non vi dia un ‘’buongiorno con tanto di caffè!!!’’>>
Aprì la luce dalla bajour adiacente al letto,Maria aveva un bell’occhio nero,tendente sul violaceo,mentre Lily era piegata in due dalle risate,guardando l’aspetto dell’amica.
<< hai una melanzana?>> mi chiese Lily scendendo dal letto,con le lacrime agli occhi, dirigendosi verso il mini frigo.
Ormai gli ortaggi sono di moda o è un impressione mia?
Mezz’ora dopo le mie amiche esercitarono tutto il loro spirito di persuasione per convincermi a raccontare –con tanto di particolari – quello che era accaduto la notte precedente,a partire dal mio ingresso sul palco,concludendo con il mio ritorno in hotel, non avrebbero ceduto finché non avessi sputato il rospo.
<< quindi mi stai dicendo che questo pomeriggio dovrai andare agli Studios di una compagnia importante,accompagnata inoltre da due grandi star come il grande Tim Burton e uno degli attori più sexy del mondo,ossia il magnifico Johnny Depp?!?>> Lo sbalordimento di Maria era più che comprensibile,anch’io stentavo a credere a ciò che mi era successo. Non avrei mai immaginato di incappare in una realtà del genere,tantomeno piombarci dentro con tutte le scarpe!
Maria e Lily era letteralmente rimaste di sasso. Anche loro non riuscivano a crederci,come la sottoscritta del resto.In lontananza avvertì una piccola vibrazione provenire dal comò. Mi sollevai dal letto gattonando verso il breve suono. Il mio cellulare era illuminato e sul display vi era il simboletto del messaggio:

buongiorno dolcezza …
riposa ancora un po’,l’università ti ha concesso un giorno di permesso … ma io no!
passerò alle quattro in punto!mi troverai sul retro. Fatti trovare pronta …
un bacio.
Johnny



Un sorriso comparve sul mio viso,accompagnato a sua volta da un lieve rossore sulle mie gote,mi sentivo accaldata.
<< esattamente mia cara Mari. L’università mi ha concesso un giorno di permesso,grazie a Johnny. Quindi ve lo chiedo per favore con tanto di mani congiunte: mi lasciate dormire?>>
Maria ingrandì gli occhi e allargò la bocca a forma di ‘’O’’,dopodiché si alzò speditamente verso di me,prendendomi il cellulare dalle mani,leggendo così il messaggino.
I suoi grandi occhi nocciola cambiarono colore diventando più scuri e il suo viso si ingrandì. alzò il volto su di me,puntandomi un dito contro:
<< 1: come fai ad avere il numero di JOHNNY DEPP??!
2:LUI come fa ad avere il tuo numero?!
3: avete un appuntamento?
4: un bacio??>>
Una persona è in grado di avere quattro collassi in meno di trenta secondi?
Presi il telefono dalle sue losche mani,tirai un sospiro di sollievo e le risposi ordinando i periodi in ordinanza alle sue domande
<< allora:
1: il numero me lo ha dato lui al dopo serata,essendo il mio sponsor come avrebbe fatto a contattarmi senza?
2: cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia,ovvero: gli ho dato il mio numero al dopo serata, perché essendo lui il mio sponsor,come avrei fatto a contattarlo?
3:non è un appuntamento,ma lui è Tim Burton mi accompagneranno agli Studios,vi ho già parlato dell’offerta di quei tizi
4: La definizione ‘’un bacio’’ alla fine di un messaggio,è specificato come un saluto cortese e cordiale,non deve per forza essere visto come una parola d’amore eh?
Lo sguardo che si lanciarono quelle due pesti non mi rassicurò per niente! Dopotutto non stiamo parlando di due ragazze normali,nel vero senso della parola ovviamente,ma di Lilian Junior III e Maria-Sophie, le più grandi cacciatrici di guai e di malasorte mai conosciute su tutta la superficie terrestre e oltre.
Le due,come ad unisono incrociarono le braccia al petto,puntando in modo malizioso lo sguardo su di me,sorridendo in modo fin troppo furbo.
<< qui c’è qualcosa che puzza>> sussurrò Lily,lanciandomi uno di quei suoi soliti sguardi fin troppo complici
<< io non di certo>> rispose invece innocentemente Maria,odorandosi le ascelle,guadagnandosi così un occhiataccia dalla compagnia.
Lo sguardo di Maria si allargò alla vista di un piccolo indumento nero,posto fin troppo disordinatamente sulla sedia adiacente al tavolino. Si buttò a capofitto sull’indumento,prendendolo tra le mani e cominciò a leggere l’etichetta,cambiando colore alla vista del nome di appartenenza
<< proprietà di Johnny Depp.Che cosa?! Johnny è stato qui?>>
<< cosa hai detto?! Ma Allison … Oh mio Dio … ma ti stai per sposare e te ne vai con …>>
Tappai immediatamente la bocca a Lily che non mi aiutava di certo con le sue stridule urla e il suo allarmismo. Per cui tirai un respiro profondo e cercai di trovare in me,le giuste parole per spiegare l’equivoco che si era formato!
<< non dire quelle parole! Frena le alette mia cara! ! Johnny non ha dormito qui e non è mai entrato nel mio appartamento! mi ha solo prestato il suo cappotto. Fuori non li avete notati i tre gradi sotto zero? Io si e anche lui,infatti mi ha prestato cordialmente il suo indumento in modo che non sentissi freddo! Questo al mio paese si chiama Bon ton!E ora sparite!>>
Mi alzai dal letto sotto lo sguardo ancora traumatizzato delle due,le presi per le orecchie e salutandole cordialmente le buttai fuori dalla porta! Che maliziose!
Finalmente sola, mi buttai a capofitto sul letto ancora disordinato,riprendendo il controllo di me stessa,riguardando da lontano quel bellissimo cappotto posto sulla sedia.
Il sonno non mi era del tutto passato,quindi mi alzai e andai nello spogliatoio per indossare qualcosa di più comodo che un vestito di lino nero finissimo. Dopodiché mi infilai sotto le coperte e accesi la televisione in un canale a caso Ebbi uno shock! Probabilmente il più grande della mia vita,ecco cosa dicevano i titoli di coda:
‘’New star is born?’’ oppure la cronaca dei telegiornali: ‘’Yesterday evening, after the big premier of the film produced by Tim Burton and Johnny Depp, all the players gathered in a great evening! and it is here that a new star was born.
Nobody knows his name but the sponsors have their own: Johnny and Tim!
Stavo per avere un shock anafilattico. In meno di ventiquattro ore ero già sulla bocca di tutti i telegiornali?
Nell’angolo più remoto della camera da letto,vi era posto un computer fisso. Mi alzai di scatto dal letto,aprendo quella scatola elettrizzata,cercando sulle pagine di Gossip,alcune notizie sulla giornata di ieri. Il mio cuore si fermò alla vista di alcuna notizie sbattute spudoratamente sulle prime pagine di giornali telematici o gossip noti e non. Che cosa avevo fatto?
Su quella notte vi erano video su di me e un intervista che non avevo fatto e molte foto insieme a Johnny e Tim.
Improvvisamente,sul comò sentì una vibrazione proveniente dal mio cellulare. Mi alzai ancora scossa e turbata dalle notizie appena lette. Lo presi tra le mani,leggendo il nome di Sergio sul display
<< pronto Sergio?>> notai nella mia voce un andatura melense e priva di entusiasmo. Ero ancora frastornata per ciò che avevo visto,o più semplicemente non ero contenta di sentire il mio ragazzo?
<< Allison! Allison che cos’ hai combinato ieri sera?>> rimasi impassibile. Come avevano fatto a sapere di ieri sera? Il mio cuore smise di battere per qualche secondo e la mia mente si mise in funzione per trovare qualche risposta attendibile,che non mandasse tutto a puttane Avevo detto a Sergio di essere rimasta in albergo e invece,mi aveva vista sul telegiornale o che so io,in un dopo serata e per giunta di star famose come Tim Burton e Johnny Depp?
Sprofondai nel panico più assoluto. Il mio fiato aumentò di colpo,trasformandosi in vero e proprio fiatone. Che cosa potevo dirgli?
<< Sergio ti posso spiegare!>> Cominciai a tremare,soprattutto le gambe che non avevano più la forza di sostenere il peso del mio corpo,costringendomi a sedere sul letto,prima di arrivare su una superficie meno comoda e confortevole
<< brava! Voglio proprio sentire la tua spiegazione! Perché credimi sono imbestialito!>>
Non avevo mai visto Sergio talmente infuriato. E’ stato sempre un tipo calmo e pacifista e non si era mai azzardato ad alzarmi la voce,almeno fino ad oggi.
Non avevo mai sentito la sua voce declinarsi in questo modo,ma dopotutto non gli davo torto.Si sentiva preso in giro e ferito. Anche io mi sarei arrabbiata al suo posto,ma avevo il sacrosanto diritto di spiegarmi ed esporre il mio punto di vista
<< mah>>
<< niente ma! Tu mi avevi detto che saresti rimasta in albergo! Io mi sono fidato di te … e neanche il tempo di accendete la televisione che ti vedo! Ora … o hai una sosia oppure mi hai mentito! Qual è la spiegazione più ovvia?>>
Era letteralmente fuori di se. Stavo cominciando ad aver paura di questo suo comportamento,non sapevo come prenderlo o come rispondere. E se ogni sillaba sarebbe stata quella sbagliata? Ma dopotutto mi stava incolpando per una cosa innocente. Non avevo fatto nulla di male e lui mi avrebbe ascoltata
<< Sergio, diamine, mi lasci parlare?>>
<< ….>>
<< grazie. Allora,è vero ti avevo detto che sarei rimasta in albergo,ma poi Lily e Maria hanno optato per una uscita fuori e io sono andata con loro. Non penso di aver fatto nulla di male,fino a quando per sbaglio ho incrociato la povera strada di Celine Dion,sfigurandole il viso e rovinandole la serata!Ho dovuto prenderne il posto altrimenti mi ritroverei al fresco. Lo so che è difficile da credere … ma come ti spiegheresti il tutto?Il resto probabilmente lo hai visto in televisione …>>
<< ?>> niente dall’altra parte della cornetta non si recepiva il nulla,sentivo solamente il respiro affannoso di Sergio crescere ad ogni secondo,mi stavo seriamente preoccupando,non volevo perderlo.
<< Sergio ti prego credimi …>> le lacrime stavano uscendo imperterrite dai miei occhi,cadendo sui miei zigomi pronunciati,morendo poi sulle mie delicate labbra.
Avevo la voce smorzata,perché non rispondeva?
<< Allison in che guaio ti stai cacciando?>> buttò giù quelle parole tutte ad un fiato,provocandomi un effetto strano,una morsa allo stomaco.
La sua voce non aveva niente a che vedere con quella che aveva utilizzato poco prima,era più tranquilla,quasi delusa e rammaricata.
<< che stai cercando di dirmi Sergio?!>>
<< sto cercando di capire perché stai facendo tutto questo! Allison che cosa intendi fare? Lo sappiamo entrambi,che stai entrando in contatto con una realtà affascinante ma crudele! Questo mondo non fa per te. Non ti appartiene! Tu lo sai meglio di me che ti ho sempre appoggiata in ogni cosa,ma questa volta no! la ritengo un idiozia,non è da te! Io non ti appoggerò,quindi scegli Allison: diventare una cantante o mia moglie! Non puoi essere entrambe mi spiace …>>
Mi sentì morire,come cadere in un abisso senza via di uscita. Mi stava mettendo di fronte ad un bivio,mi stava obbligando a scegliere : l’uomo che più amo al mondo o la cosa che più amo a questo mondo?
<< non puoi chiedermi questo … non puoi!>
Non poteva farlo,non poteva …
Ora che stavo facendo luce sui miei sogni,su me stessa! Ora che avevo finalmente scoperta la vera felicità e libertà, mi stava togliendo tutto quello che avevo!
Prima i miei e ora Sergio! Tutti coloro che amavo stavano a poco a poco troncando il mondo,forse per paura,forse per qualcosa in cui non ero ancora a conoscenza,ma a poco a poco i miei sogni si stavano infrangendo sempre di più …
<< si che posso Allison! Non ti rendi conto che non sei più tu? Fino a qualche settimana fa non sapevi neanche il perché esistessi e ora ti metti a fare la cantante? Non fa per te questa vita Allison! Io lo faccio per te … solo per te …>>
<< no Sergio,tu lo fai per te … ma … ma va bene! Farò come dici tu!>> ero distrutta,ma forse aveva ragione. Questo mondo non faceva per me! essere sbattuta sui giornali scandalistici,essere perseguitata dai giornalisti … no
<< quindi scegli me?>>
<< si …>> la mia voce era diventata un sussurro,spiazzata dagli eventi e da un uomo … colui che dovrebbe starmi accanto … che dovrebbe alimentare i miei sogni ,non distruggere le mie certezze.
<< ti amo>> Era ritornato il solito ragazzo di sempre:solare,tranquillo e affettuoso come non mai. Ma non potevo abbandonare tutto in quel modo
<< ho solo una richiesta da farti!>>
<< cioè?>>
Questo me lo doveva! Non potevo abbandonare tutto,senza,un ultimo mio saluto!
<< fra una settimana ci sarà un concerto! Ti prego fammi cantare. Sarà il mio saluto a questo mio sogno …>>
Lo sentì sospirare notevolmente,un sospiro lungo che conteneva tanti sentimenti messi insieme,rinchiusi in un minimo gesto.
<< va bene>> rispose infine
Riattaccai la chiamata senza neanche salutarlo, e mi abbandonai alle calorose coperte. Mi sentivo sola e abbandonata ...
In tutta la mia vita non ero riuscita a trovare un mio scopo,mi ero sempre sentita sola,per cui trovai conforto nello studio che mi portava in vita e mi estraniava dal mondo di cui facevo parte.
Mi piaceva leggere le favole perché immaginavo di volare in quei luoghi e diventare io la protagonista: di avere poteri magici per cambiare il corso degli eventi o di venire salvata dal principe azzurro. Ma ora preferisco mangiare una mela avvelenata che essere salvata da un principe azzurro che di azzurro ha solo il vestito.
Ora che finalmente avevo trovato un mio scopo,mi era stato portato via. La musica non era solo un passatempo o un momento di svago,per me è libertà! Libertà come per un aquila è il cielo azzurro o come me è la musica. Che cosa stavo chiedendo di tanto eclatante?
Fatto sta che mi riaddormentai,svegliandomi non so quanto tempo dopo al suono proveniente dal mio cellulare.
Mi alzai melense e di malavoglia,non avevo fatto altro che dormire e mi ero stancata anche in questo
<< pronto?>> risposi in italiano senza badare nemmeno al nome del mittente. Ero ancora stonata e avevo ancora la bocca impastata dal sonno. Chi sono? Dove sono?
<< Allison? Are you?>> la voce era familiare,e mi accorsi solo dopo aver ricollegato il cervello che stavo parlando con Johnny Depp!
<< si. Ciao Johnny sono io! dimmi …>>
<< sei pronta? Io sto venendo a prenderti … sono le quattro e dieci e dovevamo essere agli Studios ben dieci minuti fa! io spero che sei pronta perché se non fosse così sarei costretto a prenderti di peso!>> le quattro e dieci? Ma per quanto avevo dormito? E poi no che non sono pronta!
<< Johnny dammi dieci minuti e … e… ciao!>> chiusi subito la chiamata,mi levai tutto quello che avevo a dosso buttandomi a capofitto sulla doccia!
Non mi ero mai lavata,vestita e sistemata in poco più di dieci minuti,e dopo aver indossato le scarpe e preso il cappotto di Johnny,usci dalla mia camera e mi diressi verso il retro dell’edificio.
La giornata era un po’ migliorata rispetto al giorno prima,e aveva anche smesso di nevicare ma il terreno era tappezzato da un immensa distesa bianca.
Arrivai velocemente sul retro,girandomi più volte a torno alla ricerca dell’uomo più amato del mondo,ma di loro nessuna traccia mi avevano fatto forfè?
Sentì un piccolo fischio dietro di me e girandomi lo trovai: era accostato alla sua macchina,appoggiato di spalle e con un piccolo sorriso sardonico in volto.
Soffocai una risata vedendo la sua automobile,che tutto sembrava tranne quel che doveva sembrare.
Era piccola a due posti e con una ‘’piccola’’ ammaccatura sullo sportello,con un colore senape che la rendeva … strana…
<< buongiorno>> mi sorrise l’attore con educazione. Io girai intorno a quel ferro vecchio,mentre lui mi aprì cordialmente lo sportello per farmi sedere
<< Johnny cos’è questo?>> chiesi francamente e senza peli sulla lingua indicando ‘’l’auto’’ che sembrava piuttosto,una piccola auto telecomandata andata a male
<< quello gioia è un auto! E poi mai giudicare dalle apparenze no?>>
<< come dici tu …>> risposi infine consegnandogli il cappotto di pelle,non paragonabile di certo al carro attrezzi.
Dopo aver acceso la carretta ci mettemmo in moto. Solo allora potei osservare meglio l’attore. Lui e la ferraglia non combaciavano affatto : era vestito con dei jeans chiari in contrasto con una camicia nera,non abbottonata fino in superficie in modo da lasciare intravedere il petto nudo e liscio,la sua pelle abbronzata era compatta in tutto il suo corpo e i suoi capelli … un po’ scompigliati e disordinati addobbavano il suo viso d’angelo. Ma che cosa mi prendeva? Era da ieri che mi mandava in tilt i circuiti. Non potevo smettere di guardarlo,mi ero presa forse una cotta per lui? Ma no,che vado a pensare? Come minimo può essere un po’ di attrazione fisica ma niente di più.
Lui notò il mio sguardo persistente e ne sembrò lusingato …
<< perché mi stai analizzando?>> e ora cosa rispondevo? Ti stavo analizzando per capire se ho una cotta o un attrazione fisica per te? Perché mi caccio sempre nei guai?
Abbassai gli occhi,ero certa di essere arrossita fino all’ultimo filo dei capelli,oddio che figuraccia!
<< si,voglio sempre sapere con chi ho a che fare!>> Lo guardai per ammirare attentamente la sua espressione
<< di certo non posso dirtelo io. devi riconoscere tu le persone di cui puoi fidarti o quelle a cui devi stare alla larga,e questo che ti porterà lontano>> Lo guardai perplessa. Non avevo capito il vero significato di quel periodo. Feci semplicemente spallucce e tornai ad ammirare il paesaggio,che mutava ad ogni piccolo passo,cambiando di qualche sfumatura e tonalità.
Percorremmo una serie di curve per qualche minuto,finchè non scomparimmo dietro ad una radura che apriva la strada ad un enorme edificio.
Aveva una forma circolare,con un enorme scritta: the eating-money … ossia i ‘’mangia soldi’?
Parcheggiammo in un parcheggio privato. Johnny scese dalla macchina aprendomi la portiera,solo allora mi accorsi dell’assenza di una persona,ma biasimatemi! Mi sono sempre vantata del mio grande spirito di osservazione
<< ma Tim?>> chiesi ad un certo punto con il volto infinitamente serio che provocò in Johnny un piccolo sorrisetto,con un gesto della mano mi indicò l’enorme edificio di forma circolare! Anzi non aveva proprio una vera e propria forma!
<< E già dentro>> rispose semplicemente,con uno sguardo divertito in volto. Dopodiché mi fece strada verso la porta principale,indirizzandomi. In un gesto volontario posò la mano contornata di anelli nella mia schiena,causandomi piccoli brividi al suo breve tocco! Notò il mio gesto e mi guardò semplicemente con sguardo da prima preoccupato e poi divertito
<< senti freddo?>> Mi voltai verso di lui arrossendo di colpo. Cominciai a guardarmi la punta dei miei stivali,non riuscivo proprio a guardarlo in faccia,era più forte di me.
Entrammo. La struttura era immensa,formata da lunghi corridoi e smisurate stanze – io mi sarei sicuramente persa la dentro,come facesse Johnny a camminare così tranquillamente era un mistero -finché non arrivammo ad una sala registrazione,dove vi era gli uomini dell’altra sera.
Johnny si avvicinò a loro,con un sorriso stampato in faccia e li salutò cordialmente con una pacca sulla spalla
<< Allison avvicinati che ti presento>> proferì facendomi ravvicinare << allora,questo gran fusto è : Richard Flors,capo dell’agenzia e produttore della serata!>> Definirlo ‘’ fusto’’ era molto indicativo. Era un tipetto molto più basso di me- essendo io un metro e settantacinque,lui doveva essere almeno più basso di cinque centimetri e molto più(si li ho contati) – robusto,e con qualche filo in testa alla serie Homer Simpson . E inoltre a giudicare da ‘’qualche’’ ruga qua e la poteva essere sulla sessantina e più anni(contati anche quelli).
<< lui è il fratello maggiore di Rich,il suo nome è Frederic,assistente del produttore e suo socio in affari .Fred era molto diverso dal fratello,quasi fossero stati adottati.
Era molto più alto di me,con una lunga barba e capelli bianchi, sembrava una stecca messa in piedi. Diversamente dal fratello sembrava più giovane! Mah qua c’è un mistero!!! Datemi un lente di ingrandimento e lo risolverò!
Il terzo- che a quanto aveva specificato John era il minore dei tre fratelli-si chiamava Marc. Altissimo, molto di più di Fred,capelli ricci e lunghetti e niente barba! Ma erano sicuri di essere fratelli? Qui ci vuole un test del dna .
<< benvenuta signorina Evans! Ci segua andiamo nell’altra stanza,dove vi presenterò altri vostri colleghi!>> Richard mi indirizzò nella sala.Mi sentivo un pesce fuor d’acqua,i tre parlavano animatamente,solo Marc che sembrava fuori mondo e io stavamo zitti e senza respirare
arrivammo in sala. Era perlopiù una stanza confort,vi era solo un enorme divano e un tavolino posto al centro.
Seduti nell’angolo più remoto del divano,a conversare energicamente vi era Tim e altri cantanti. non avevo la più pallida idea di chi fossero. Comunque Allison annuisci e sorridi!
<< oh guarda guarda chi abbiamo qui!>> proferì quest’ultimo venendomi incontro e abbracciandomi quasi a stritolarmi
<< ciao Tim!>> risposi solo dopo aver ripreso fiato
<< vieni! ti presento i tuoi colleghi. allora: Avril Lavigne, Adele,Lisa Hanningan, John Mayer vi presento Allison Evans! E lo stesso vale per te Ally non farmi ripetere tutti i nomi!>>
Salutai con tanto di sorriso ad ognuno di loro,che risposero con gentilezza e cortesia!All’apparenza sembravano tutti molto simpatici,ma come dice Jonhhy ‘’mai giudicare dall’apparenza’’.

<< va bene ragazzi le conoscenze lasciatele a dopo! Qui non abbiamo tempo da perdere,altrimenti tra otto giorni che racconteremo al pubblico?
<< volevo solo dirvi che chi ha inciso nuove canzoni potrà cantare benissimo quelle, altrimenti sarà costretto a cantare quelle già presenti nel loro repertorio! Ora andiamo nella sala prove. Per qualunque cosa chiedete a me>> Richard sembrava un uomo abbastanza autoritario! E se non sarei stata all’altezza?- andiamo ero una spanna più alta di lui- Mi avrebbe mangiato?
In quel momento pensai che io non avevo né una canzone passata né presente. L’unico pezzo da me cantato era My heart will go on e non era nemmeno mio e ora come me la sbrogliavo?
<< mi scusi signor Richard?!>> azzardai fermandolo.
L’uomo interpellato si voltò verso di me,e i suoi fratello fecero lo stesso,guardandomi dubbiosi e perplessi. In quel momento mi sentivo un ‘’pochettino’’osservata. Ma giusto un po’.
<< c’è qualche problema signorina Evans?>>
<< si effettivamente c’è ne uno, che non credo poi sia tanto piccolo:Io non ho nessun pezzo!>>
Proferì tutto ad un fiato,come se in quel momenti avessi appena rivelato di essere stata io l’assassina di qualche omicidio premeditato. Il soffitto era totalmente realizzato a specchi e potei notare la mia figura arrossire di colpo e contro la mia volontà;in quel momento il muro assumeva un aria piuttosto invitante per andargli a sbattere la testa
Tutti i miei colleghi erano già in sala riunione e in quella stanza eravamo rimasti in sei: i fratelli Flors,io,Johnny e Tim
Quest’ultimi avevano la mia stessa espressione come per dire ‘’ e adesso?’’ ma i Flors avevano il loro asso nella manica
>
Chiese infine l’uomo al fratello,che uscì tutto trafelato dalla porta,per poi tornare con uno spartito tra le zampe alias mani.
<< ecco a lei miss. Questa è la sua canzone!>> ma allora la parolina non ti manca! Che bravo bimbo!
lo presi tra le le dita e cominciai a leggerne tra le righe.
<< spero che non ci saranno problemi! E voi signor Depp e Burton come manager e sponsor l’aiuterete no?>>
Infine entrammo anche noi in sala prove,dove c’era già la Henningam che esibita la sua voce. Era davvero molto brava e competente .chissà se sarei stata alla sua altezza.
<< ora pupa armiamoci di buona lena e vediamo con cosa abbiamo a che fare!>> proferì Tim prendendomi il foglio dalle mani. Mi aveva chiamata ‘’pupa’’?
La canzone si intitolava : ‘’’ the dawn ok Tomorrow ‘’ ossia ‘’l’alba del domani’’, almeno il titolo sembrava carino e affabile. Mi scaturiva già una serie di sensazioni,mi piaceva tantissimo analizzare i titoli delle canzoni,perché ogni titolo ha già la sua storia e il più delle volte esprime l’essere del cantante,quel che ha dentro e che esterna solo con poche parole. Il mio poteva significare la voglia di un nuovo domani,il ritorno alla nuova vita,una vita che tramonta per rinascere pronta al domani.
E così come aveva proferito il buon vecchio Tim,ci armammo di buona lena per imparare quelle note melodiose e piene di similudini,ogni parola aveva il profumo di libertà e voglia di rinascere.
Era bello provare avendo in sottofondo le parole degli altri cantanti,che si esibivano liberi nei loro pezzi
<< non così Allison! In questo modo uccidi le parole! Questo pezzo deve essere cantato con leggerezza … così:

‘’when I wake up with you
I can only understand what I want
looking together at the dawn of that tomorrow with you’’ >>



Johnny aveva perfettamente ragione,era vero che le parole le uccidevo,poiché dovevano essere pronunciate con dolcezza e soavità,senza porre troppa foga e violenza,ma dando il giusto calibro ad ogni parola.
Avevo molto da imparare,ne ero conciona.
Cantare mi rendeva libera e il mondo sembrava svanire come il resto dei problemi che in quest’ultimo periodo mi affliggevano come una lama conficcata nel petto,ma quella lamina di acciaio mi oltrepassava l’anima solo al pensiero di abbandonare la libertà di cantare.
Johnny mi vide sovrappensiero e mi distolse dai miei pensieri con uno schiocco delle dita
<< pensa al corpicino di un bambino. Se ci vai con troppa rabbia gli fai male! Invece quel bambino ha solo bisogno di dolcezza e tenerezza ed è così anche con le parole! Devi essere dolce anche con loro! Canta con dolcezza e risulterai dolce anche mentre canti!>> proferì aiutandomi con la chitarra << devi avere la stessa dolcezza e passione che avevi quando cantavi ‘’MY HEART WILL GO ON’’. E con questi due sentimenti contrapposti che riuscirai a diventare qualcuno.>>
E così il pomeriggio passò tra similitudini,stentatezze e riflessioni sulla vita.
Le prove finirono un paio di ore dopo.
E così come il giorno precedente fui riaccompagnata a casa. Tim però fu costretto a rimanere agli Studios perché doveva risolvere alcuni problemi tecnici con Richard.
Johnny più che volentieri si prestò per darmi uno strappo a casa. Eravamo già in macchina,tra le vie della bellissima Londra, a pensarci ancora non avevo avuto l’onore di visitarla.
<< oggi è stata una giornata dura eh pupa?>>
Ora che Tim mi aveva aggiunto quell’appellativo potevo dimenticare il mio nome
<< non chiamarmi pupa!mi sembra un nomignolo per una bambina di tre anni!>> sbuffai e Johnny si mise a ridere
<< ma ti si addice! Poi per me sei una bambina. Ma una bambina da proteggere! E così che ti vedo>>
Neanche il tempo di ribattere che il mio telefono vibrò: Sergio
Avevo dimenticato di chiamare Sergio,dopotutto era sempre il mio ragazzo e gli volevo bene
Potevo scrivere un altro libro : come distruggere un rapporto in due giorni!
<< pronto?>>
<< Allison ma dove diavolo sei?>> fui costretta ad allontanare il telefono dalle orecchie per paura che Sergio mi rompesse i timpani con le sue urla. Poveri timpani quante ne state passando.
Non mi facevo sentire già da un paio d’ore!Sicuramente si era preoccupato! E ora che cosa gli raccontavo? Optai per l’ennesima bugia
<< scusa! Sono uscita da poco dall’università e mi sono appisolata sul divano>> mi faceva male mentirgli,ma se gli avessi detto dov’ero e con chi,potevo dire addio al nostro rapporto per sempre. Mi sentivo una meschina,un infame e un ingrata per tutto quello che aveva fatto per me. Lo stavo perdendo,lo sentivo così distante.
<< no!e che mi sono preoccupato! Comunque stasera richiamami. Ti amo>>
<< a stasera. Ti…ti … a…richiamo io ciao!>> non riuscivo neanche a dirgli che lo amavo! Perché? Sapevo di amarlo,eppure quelle parole non uscivano fuori,perché doveva succedere ora?
Staccata la telefonata mi voltai in direzione di Johnny che mi fissava confuso
<< il ragazzo?>> mi chiese con delicatezza,avendo sicuramente sentito le grida da parte di Sergio
<< e già>> risposi malinconica. Lo guardai con la coda dell’occhio e notai nel suo viso una nota di tristezza. Johnny era l’uomo più umano che avevo conosciuto in tutta la mia vita.
<< avete litigato? No perché non ho capito granché!anzi non ho capito nulla. Ma ho appena scoperto che sei italiana!>> sorrisi
<< in effetti mio padre è di Chicago! Ma sono italiana!>>
Un grande sorriso ricomparve sul suo volto e i suoi occhi si illuminarono,mi voltai curiosa e stupita dal suo cambiamento di umore e aspettai in silenzio,attendendo le sue parole
<< ti va di venire con me?>> quelle parole mi spiazzarono e per un nano secondo non capì nulla. Feci solo un segno con la testa riuscendo a pronunciare ad un sussurro un << dove?>> talmente piano da poterlo sentire solo io
<< lo capirai presto>> mise in funzione la macchina e insieme seguimmo una piccola stradina che portava in una piccola radura. Mi guardavo intorno estasiata e un po’ preoccupata. Non avevo ben capito il luogo dove mi volesse portare. Una domanda popolava insistente nella mia testa: mi fidavo di lui?
La piccola radura diede accesso ad un cancello per poi allargarsi in un grande edificio: era enorme,anzi gigantesco,ma ridotto a brandelli e con qualche pezzo di finestra staccata dalla sua postazione,ma dove mi aveva portato?
<< Joh ma dove siamo?>> farfugliai guardandomi intorno ammaliata e dispiaciuta per il luogo ormai ridotto a relitti
<< lo vedrai presto. Tu seguimi >> Il suo volto si tramutò immediatamente. Quell’uomo aveva la capacità di cambiare umore in una velocità impressionante. Scesi dalla macchina,continuando a guardarmi in torno. Seguì con lo sguardo Johnny,che oltrepassò il cancello entrando nella proprietà di quel luogo abbandonato da Dio.
Si voltò verso di me facendomi un segno con la testa e ponendomi la mano che non esitai a prendere e mano della mano, entrammo in quel relitto abbandonato e deserto. Potevo sentirne le mura gridare aiuto e pietà o invocare perdono e misericordia. Che tristezza
L’interno non era di certo migliore: dei frammenti di muro si staccavano notevolmente dalle pareti e le finestre non stavano più appese nei loro infissi. La polvere e la sporcizia popolava quel luogo buio e tetro,ma una scritta destò i miei pensieri,posta all’apice del muro
<< Johnny ma siamo in un orfanotrofio!>>
lui si voltò melense verso di me,guardandomi con uno sguardo che non potrò dimenticare facilmente,pieno di rancore e tristezza che uscivano imperterriti dalla sua pelle.
<< la cosa terrificante è che questo orfanotrofio è ancora in uso. Nell’ultima stanza vi sono i bambini con due volontarie!>>
Il mio cuore smise di battere al suono di quelle parole amare! Come era possibile ospitare dei bambini in questo luogo abitato dalla desolazione?
All’ultima stanza del corridoio sembrava lampeggiare una luce fioca,sicuramente era la stanza dove vivevano quei poveri bambini abbandonati,senza genitori e senza un vita.
Non ero mai entrata in contatto con una realtà come quella.
In quel momenti mi venne in mente delle parole che mi ripeteva sempre mio padre: La vita può essere paragonata alla benzina…
C’è chi nasce già con il serbatoio pieno e pronto a superare ogni ostacolo che la vita ti propone,o chi nasce in riserva,senza un minimo di speranze a popolare la quotidianità.
Quei bambini aimè erano nati in riserva,abbandonati ancora prima di nascere.
Quella porta era a pochi passi da noi,Johnny si voltò verso di me,dandomi uno sguardo un po’ preoccupato e malinconico.
<< sei pronta?>>
Annuì con la testa e subito dopo,l’attore aprì quella porta dando accesso ad un luogo dove vi erano bambini,diventanti grandi troppo presto.
Nella stanza c’erano una gran quantità di bambini,rannicchiati vicini e con un gran sorriso stampato in volto,che si fece più grande nello stesso attimo in cui oltrepassammo l’apice della porta.
<< Zio Joh!!! Finalmente sei qui. Ti aspettavamo>> Johnny si abbassò alla loro altezza abbracciandoli contemporaneamente e baciandoli ad uno ad uno. Una bimba dai riccioli d’oro e due occhietti chiari e vispi si avvicinò a me timida timida. Mi abbassai per guardarla dritto negli occhi e lei mi riservò un timido sorriso
<< ciao piccola … come ti chiami?>>
<< Charlotte>>la sua vocina era una melodia per le orecchie. Era di una dolcezza unica pronta a riscaldarti il cuore,chi non poteva volerle bene?
<< sei venuta per adottarci? Io vorrei tanto avere una mamma. Tu ce l’hai una mamma e un papà?>>
Quelle parole provocarono in me una serie di sensazioni e ricordi che mi causarono profonda tristezza. Qualche lacrimuccia fece capolino dai miei occhi e la bimba parve accorgersene,ma non solo lei.
<< perché piangi?>> sorrisi melense dandole un piccolo bacio sulla fronte
<< non sto piangendo Charly! >> abbassai lo sguardo e mi asciugai le lacrime con il palmo della mano. Un peso al cuore mi impedì di continuare a parlare
Johnny si avvicinò a noi,prendendo in braccio la bambina<< allora che ne dici di giocare tutti insieme?>> e iniziò a ballare,cantare e giocare con un gran numero di bambini,mentre io rimasi in disparte seduta su delle scale,cercando con tutta la forza del mondo di non piangere. Quel posto era orrendo e ospitava dei bambini così bisognosi …
Mi sentivo una sciocca a star male per dei motivi così miseri,invece al mondo ci sono bambini che non hanno una vita,ma sono pronti a donare un sorriso a chiunque ne abbia bisogno
<< hai visto? Noi viviamo nel lusso,mentre nel mondo ci sono bambini che vorrebbero solo essere amati>> una voce roca interruppe i miei pensieri. Alzai melense la testa,guardando la figura di Johnny sedersi accanto a me,guardandosi davanti,verso un punto impreciso e indeterminato.
<< come hanno potuto abbandonare delle creature tanto meravigliose? E perché non si fa qualcosa per portarli in un luogo decente, togliendoli da questa catapecchia?>> delle lacrime spuntarono dai miei occhi,cadendo avidamente nelle mie guancia arrossate,sentì la mano di Johnny sul mio viso. Mi accarezzava dolcemente,togliendomi con il pollice pieno di anelli ,le lacrime che cadevano possessivamente e imperterrite.
<< ho scoperto questo posto per sbaglio poco mesi fa! credimi prima non era così… i bambini non avevano neanche vestiti o del cibo per sfamarsi,ma non ci ho pensato due volte e ho provveduto immediatamente! Ora ho finanziato la costruzione di un edificio per ospitare questi dolci piccole pesti!ma al momento devono restare qui, ma fra pochi mesi avranno un tetto funzionale e sicuro sopra la testa e se tutto va bene anche una famiglia>> guardai ammirata il viso angelico di Johnny. In quel momento sembrava proprio un angelo. Stava salvando le vite di tantissimi bambini,senza indugiare o esitare,non posso esistere parole per descrivere la grandezza del suo essere.
Mi accompagnò all’albergo qualche ora dopo. Durante il tragitto nessuno dei due parlò,circondati dai nostri pensieri pieni di silenzio. Il tutto finì quando arrivammo all’ingresso dell’hotel

<< allora buonanotte Johnny!>> proferì guardandolo dritto dritto nei suoi splenditi occhi,pieni di perfezione
<< notte pupa.>>
subito dopo la sua auto scomparve nel vialetto lasciando al suo passaggio tanto fumo e tristezza. Questo giorno non lo avrei mai dimentico. Sarebbe diventato una parte del mio essere.
Arrivata dentro la mia stanza chiamai subito Sergio,dandogli tutte le spiegazioni possibili ed inimmaginabili della mia assenza e mi riferì una notizia che mi sconvolse totalmente.
<< ti ho visto in televisione! Tutti i giornali parlano di te!>> eeeee???
<< cosa? E che dicono?Io non ho fatto niente>>
<< mi sono scritto una frase. Aspetta che prendo il foglio! Eccolo: futura star a Londra!E’ stata avvistata in compagnia del bel noto attore, Johnny Depp,e solo qualche giorno prima questa vocalist si è esibita in una sua serata,cantando divinamente … ma un dubbio sorge: si è esibita in ‘’ My heart will go on ‘’ di Celine Dion! E grazie ad alcune fonti si è scoperto che quest’ultima si trova in ospedale! Non si sa quale siano le sue condizioni. Ma Ci sarà qualche annesso?!Ora dimmi c’è?>> quella domanda era come una costatazione minacciosa
Ora mi stavano prendendo pure per assassina o cosa simile?
<< Sergio ma ti rendi conto del tono che stai usando?non fai altro che scaraventarti su di me! mi stai stancando. Quando ti sarai calmato fammi uno squillo! Ora scusami ma ho voglia di dormire! E anche tu ne hai bisogno!>>
Riagganciai. Non avevo voglia di tutti i suoi rimproveri! Non mi serviva un secondo padre che non sapeva fare altro che proibirmi tutto e non fidarsi di me.
A volte mi chiedo se la vita deve essere un continuo proibire. Non puoi fare: questo,quello quell’altro.
Basta! Sono stanca! La vita e mia e sono io a scegliere quello che voglio fare! Lo so perfettamente che essere una star non fa per me! ma un conto che lo dica io,l’altro che me lo buttino in faccia in questo modo! Perché? Cosa ho io meno degli altri? Lo so. non sono perfetta e allora? Non sono perfette nemmeno le star o le persone famose. Loro però non hanno nessuno che reprima quella voglia di libertà io si: il mondo! I giorni passarono in fretta,e tra una prova e l’altra, arrivammo al settimo giorno di prova,la canzone era diventata mia e le parole del testo aderivano perfettamente alla mia voce.
Ero sul palco,cercando di provare il pezzo,sotto la direzione di Johnny e Tim,i fratelli Florens e gli altri cantanti,quando in sala entrarono due uomini vestiti in nero con il colletto bianco:preti?
<< buonasera>> proferì il primo avvicinandosi al palco
<< sera>> rispondemmo in coro
Richard si avvicinò al duo,andando nell’altra stanza per parlare da solo a quei tizi e senza interruzione.
I tre ritornarono dopo mezz’ora,compiaciuti e con l’aria soddisfatta. Intanto io ci stavo capendo sempre meno
<< ragazzi fermatevi. Ho un annuncio da fare a tutti voi!>> prese un respiro profondo << vi presento Don Michyei e Don Carl,sono venuti qui per chiederci un enorme favore! Volete parlarne voi?>> chiese Richard rivolgendosi ai due
<< si grazie …>> rispose quello che dovrebbe corrispondere all’appellativo di Don Michyei <>
<< e che dovremo fare noi? >> chiese Tim,avanzando verso di loro
<< ovviamente cantare! Noi non abbiamo molti soldi,e quelli che possediamo li sfruttiamo per quei poveretti,donando loro almeno viveri e medicine! Voi dovreste cantate per loro! in cambio avrete tutto lo spazio necessario per esibirvi,tutti gli attrezzi e faremo intervenire anche i giornali e la televisione così renderemo il vostro atto di beneficienza conosciuto al mondo! Non è molto lo sappiamo ma fatelo per quei poveri bisognosi! Vi prego!>>
In sala calò il silenzio più assoluto che venne interrotto da una voce familiare
<< io ci sto!>> proferì Johnny << in fondo non penso che non si possa regalare a dei bambini un attimo di gioia! Io mi esibirò più che volentieri>>
<< anch’io ci sto!>> annunciai solenne,affiancandomi a Johnny. In fondo erano solo delle persone bisognose e un po’ di beneficenza non avrebbe mai fatto del male a nessuno! Quello sarebbe stato l’ultimo mio atto da artista.
Poco dopo anche gli altri si affiancarono alla richiesta di coloro che avevano nel cuore bisogno d’amore.
La decisione era stata presa! ci saremmo esibito in onore dei bambini. Per la loro felicità e la nostra.


NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tuttiiii ^_______^
allora,vorrei scusarmi per l'enorme ritardo ma con la scuola e le altre quattro ff che sto scrivendo ,non si capisce niente X.x
comunque spero che questo capitolo vi abbia ripagato del ritardo,spero tanto che vi sia piaciuto ^.^
mi scuso per eventuali errori ma l'ho scritto velocemente e ci ho messo un eternità * sospira perchè ancora deve ripassare l'inglese* e quindi siate clementi U.U'
A proposito di inglese,prometto che non ci capisco una mazza di questa lingua O.O quindi le frasi in codesto linguaggio vi sembreranno scritte in arabo U.U
Lettori avvisati,autrice mezza salvata XD
Okay la smetto -.-
Prima di dedicarmi ai ringraziamenti vorrei dire un ultima cosa:
Il capitolo non doveva finire in questo modo ma l’ho dovuto concludere così altrimenti sarebbe venuto troppo troppo lungo O.O, non so come sia venuto quindi consideriamolo un capitolo di transizione,ma vi prometto che il prossimo capitolo vi farà rimanere a bocca aperta *si inginocchia implorando che sia così* poiché ci saranno tantissimi colpi di scena. Va bene la smetto di anticiparvi le cose U.U
ringrazio tutti coloro che hanno recensito come:
Princess of dark : ti ringrazio infinitamente e ti prego correggi i miei errori di ingleseee >.
Orchidea Oscura,S_baker94 e tilamo grazie ragazze siete fantastiche,spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento ^_^
Vorrei fare anche dei particolari ringraziamenti a chi ha messo la storia tra le seguite come:
Middle_Riddel – Princess of Dark – Sagiko fromBrooklyn e S_Baker94
O chi nelle ricordate buffy90
E infine nelle preferite : Selen1990 e S_baker ^_^
Vi ringrazio tantissimo ragazzi siete troppo gentili e se vi va,mi potete anche lasciare un vostro parere sulla storia,mi farebbe molto piacere ^_^ Bando alle ciance
Vado a studiare =_=
Un bacione a tutti e a presto:*
Aishia

Modifica del 25 dicembre
augurii a tutto il magnifico popolo di EFP!!! ^_^ vi auguro un bellissimo natale e di ricevere tanti tanti regali u.u
Ancora auguri!!!
un bacio :*

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Capitolo 6
*** ...Brividi... ***


Salve ^_^ ... vorrei dedicare questo capitolo al mio piccolo angelo ... TI VORRO' SEMPRE BENE! oggi (20) fai un mese che sei venuta a mancare ma non TI SCORDERO' MAI!! I LOVE YOU
dopo questa parentesi ci vediamo giù ;)




...Brividi...




La vita ti riserva delle sorprese,ti sfida,e ti fa provare delle emozioni di cui non ti saresti mai aspettata di vivere.
L’ esistenza è una continua novità,ogni giorno diverso dal precedente. Ogni sentimento opposto dall’altro,la vita è questo: una continua mutazione.
In una settimana il mio mondo è cambiato,lasciandomi completamente in estasi e senza fiato … ma questa che ho in mano è veramente la mia vita?
In una settimana erano avvenute tantissime novità,una dietro l’altra, neanche il tempo di assimilare l’avvenimento che già ne accadeva un altro. Evidentemente stavo prendendo la mia realtà in mano.
Mi sentivo strana,tutti questi cambiamenti mi incutevano paura e angoscia. Non sapevo bene come affrontare le situazioni o ‘’la situazione’’.
Ma avere la propria dipendenza significa anche questo,assumere i proprio rischi e le sfide che la vita ti propone. Prima o poi tutti prendono il volo e io stavo per prendere il mio.
Le paure si lasciano alle spalle,anche quelle di prendere l’aereo, ma dico: come può un pezzo di metallo gigantesco volare?
Bella domanda,e mentre la mia mente cercava ti trovare qualche piccola soluzione,il momento della partenza era sempre più vicino e io ero li,di fronte quell’enorme aggeggio metallico,che da li a poco avrebbe sorvolato il mondo.
<< dai Allison,non c’è bisogno di sbiancare,fra due ore,massimo due e mezza saremo a Londra>>
Lily stava cercando in tutti i modi possibili ed immaginabili di tirarmi su di morale e tranquillizzarmi,causando però l’effetto contrario!
Non era certo un maestro di conforto. Anzi era tutt’altro incoraggiante.
Eravamo in aeroporto già da qualche ora,aspettando davanti l’enorme mezzo, l’imminente partenza. La passerella era stata calata già da qualche minuto,molti passeggeri stavano già cominciando la loro scalata verso la bocca dell’enorme aereo,mentre il resto dei presenti stava assaporando i minuti restanti in compagnia di parenti e amici.
Ero intenta ad esaminare quella scenetta: molti con le cascate del Niagara in viso,altri con un sorriso che arrivava da un continente all’altro,e io? io non sapevo nemmeno che faccia avessi in quel momento! Ma credo che il mio colore non sia dei più rosei.
Mi svegliai dalla mia breve catalessi soffermandomi sulle parole – a mio parere amare – della mia amica
<< due ore e mezza hai detto?>> il nodo che avevo alla gola mi permetteva a malapena di proferir qualche suono,la mia voce era ridotta ad un sussurro,forse se l’era data a gambe abbandonandomi al mio destino! Almeno lei era stata perspicace. Maledetta paura di volare!
<< ma daiii! Non fare così! Ora ti spiego io cosa succederà:
saliamo li sopra-lo hai presente quell’enorme pezzo di metallo gigantesco davanti a noi?quello si chiama aereo, A-E-R-E-O. Dopodiché dopo esserci imbarcati ci accomodiamo nelle poltrone,lo sai come si ci siede? SI?E poi il pezzo forte: si volaaaa!!! Non sentendo più niente sotto di se,volando sopra le nuvole!! Ma tranquilla tra qualche ora saremo tra le camere di un albergo super lussuoso!!!>>
che conforto … se prima mi sentivo a terra,ora mi sentivo proprio campata in aria! Perché ‘’gira vota e furria’’ capitano tutte a me?
le mie mani erano più torride del deserto del Sahara,le stavo tormentando da qualche minuto,e fra poco le avrei anche mangiate! Avevo troppi pensieri in testa,e per lo più non vedevo l’ombra di …
<< guarda c’è Sergio!>> finalmente una notizia che creava un po’ di spazio nella mia povera e spossata mente. Era scomparso da una mezz’ora circa per via del telepass,e non si era ancora fatto vivo,stavo chiamando ‘’a chi l’ha visto’’.
<< scusate scusate! Non riuscivo a trovare la macchina! Li fuori è strapieno di gente e auto! >> chissà quanto aveva corso,riusciva a malapena a reggersi in piedi. Era piegato in due con enormi goccioloni di sudore,che cascavano imperterrite dalla sua fronte: stava collassando. Inoltre le sue parole erano rese maggiormente fiacche dal fiato corto e stringato! Non era portato di certo per la maratona.
<< ma come fai ad essere così? Qui Allison stava morendo! Se non ci fossi stata io non immagino come sarebbe a quest’ora!>> oh a questa domanda posso benissimo rispondere io :sarei tranquilla,serena e non avrei certo un attacco di panico in corso!
Sergio si voltò verso di me,era mortificato. Credeva veramente alle parole di quel killer assassino e senza pudore?
Si avvicinò a me,inviluppando le sue mani sui miei fianchi,e abbracciandomi con tutta la foga che aveva in corpo. Era come se quell’abbraccio fosse l’ultimo,perché così tanta veemenza e intensità? Quella reazione mi fece salire i brividi su tutta la schiena,e per l’angoscia non era di certo un toccasana!
<< non ti scordar di me>> mi sussurrò nell’orecchio un attimo dopo,in modo da poter sentire solo e soltanto io!
Le nostre fronti si incrociarono. Per noi quello era un momento magico e dolce,non eravamo stati mai così lontani per così tanto tempo poi,già mi mancava,sapevo che quegli occhioni blu e quello sguardo da bambino dolce mi sarebbero mancati. Non parlando soprattutto che mi sarebbe mancato lui …
Non avevamo bisogno di parole,era il cuore a parlare per noi! Le parole d’amore non possono essere pronunciate ma sono dette in silenzio,attraverso la voce dell’anima.
I nostri sguardi si incrociarono per un attimo che in quel momento sembrava un eternità: avevamo già capito tutto!
Le nostre labbra si incresparono in un gran sorriso e poi si unirono in un bacio casto,dolce e tenero. Avrei voluto parlare,confessargli tutto il bene che avevo dentro, ma le parole non uscivano fuori!forse per la troppa emozione che avevo accumulato in un solo attimo,forse perché con lui non ci sono bisogno di parole!
<< ragazzi è ora di andare!>> ecco la maga della puntualità,che con la sua voce melodiosa,rovina gli attimi più belli e più romantici
Lily mi tirò per un braccio,non lasciandomi neanche il tempo di riservare un ultimo sguardo al mio ragazzo,che se ne stava li,con l’aria affranta e la tristezza negli occhi.
Non potevo andarmene così,non potevo partire non lasciandogli neanche un piccolo ricordo o qualche parola!
<< Sergio!!!>> urlai con tutta la forza che possedevo in corpo << non mi potrò mai dimenticare di te!sei troppo importante!!!>>
Le sue labbra diedero vita ad un sorriso,ecco il ragazzo che amavo e conoscevo! Ora potevo volare via tranquilla e serena.
Salimmo sulla passerella,il vento trai capelli e il cuore che pulsava tra le vene …
La ricerca dei posti era un impresa ardua,già mi sentivo male,il mio stomaco cominciava i suoi richiami e i suoi capricci
<< credo che vomiterò>> mi portai incondizionatamente la mano alla bocca e l’altra nello stomaco! AIUTO FERMATE IL MONDO VOGLIO SCENDERE
<< Tu con me non ti ci siedi!>>
Dopo esserci seduti e sistemati,l’hostess cominciò a illustrarci tutte le precauzioni in caso di atterraggi bruschi o via di seguito: ossia ‘’arrembaggi’’
Questa spiegazione non aiutò di certo il mio povero cuore,che stava per avere un arresto! C’è un dottore in sala?
I motori furono messi in moto e dopo qualche minuto ci alzammo in volo. Tutti i presenti salutarono con uno sguardo la bella Venezia,e il mio si soffermò su una piccola figura! Sergio aveva uno sguardo spento e un sorriso di circostanza in volto. Mi si stringeva il cuore a quella scena. Venezia ci rivedremo presto!!! ARRIVEDERCIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Quelle ore sembravano non passare mai,ma come da predeterminato arrivammo alla bellissima Londra in poco più di due ore!
Il paesaggio da lassù era bellissimo e paradisiaco! Le luci che illuminavano la città davano un aspetto natalizio al panorama!sembrava festa e quella scena mi scaldava il cuore,e fui invasa da un senso di gratificazione e piacere.
Anche se quelle ore in aereo non erano state delle migliori – immaginate come abbia reagito il mio stomaco a una piroetta dell’aero -il mio sforzo era stato ripagato!
La passerella fu scesa e così anche i passeggeri,che sembravano in una gara di formula uno per riuscire a metter piede a terra per primo,come se volessero benedire la terra dove erano approdati,io e Lily invece,non avevamo nessuna fretta … disorientate come eravamo.
<< mi sento spaesata!non so perché!>> Lily era visibilmente frastornata e spaesata! Ora la dovevo prendere io per il cu-fondelli come aveva fatto da prima con me?
<< Lily ovvio che ti senti così: è il fuso orario!siamo nel bel mezzo del meridiano di Greenwich,ossia nel fuso 0. Non dovrebbe essere così tanto traumatizzante,io mi sento un po’ frastornata,ma niente di più>> ora si che mi godevo la scena
Lei mi riservò un sguardo omicida,ah ah ah ora tocca a te penare mia cara!!!
Eravamo ancora all’aeroporto,con le valigie in mano uscimmo da quel folle luogo,così pieno di gente da far venire la claustrofobia anche a Pingu,e andammo alla ricerca di un auto pubblica o qualcosa del genere Le vie della bella Londra era strapiene di persone,e le strade era popolate di macchine e camion che facevano via vai da una corsia all’altra.
Facemmo dei segnali e urlammo qualcosa come ‘’ stop! Stop! e dopo circa dieci minuti si accostò una piccola autovettura color giallo canarino ma più acceso,con la scritta TAXI lampeggiante,che mi stonò parecchio!
Il finestrino dell’auto ‘’natalizia’’ si abbassò e né spuntò fuori una testolina pelata,a parer di Lily molto lucidata.
<< hello ,beautiful ladies, where do you want to go?>>
Disse l’uomo all’interno dell’auto,parlandoci con un sorriso smagliante,quasi a trentadue denti se solo li avesse avuti tutti
Okay questo era l’ ora di cominciare a parlare nella loro madre lingua. ‘’Cervello illuminati di inglese’’
<< emh,can lead us to Quality Cross Hotel?>>
Il tassista come da noi chiesto, incominciò la sua folle corsa. Ma almeno aveva capito dove portarci?
Dopo mezz’ora di paura e panico arrivammo al nostro albergo.
Era bellissimo,la struttura era gigantesca,interamente costruita in mattoni antichi,un’immensa scalinata in marmo enunciava una grandissima hall,interamente rivestita in un metallo che assomigliava per dirla lunga all’oro. Anche se non penso sia oro ma un ricavato
Al centro della sala vi era un grande bancone,dove vi erano i dipendenti dell’hotel a quattro stelle,anche se secondo il mio parere e quello di Lily ne meritava cinque. A quanto pare l’hotel disponeva anche di un pub,un bar e un ristorante,e dall’altra parte accanto all’immenso giardino ci attendeva anche una rinfrescante piscina compresa di idromassaggio.
Dopo aver pagato la pista del tassista con ben sette dollari più mancia- o si perché per loro la mancia era indispensabile! Ti guardano con tanto d’occhi se non la lasci- ,entrammo finalmente in quel paradiso terreno.
<< Allison, ma che dobbiamo fare? Io non sono molto ferrata di inglese! Chiedi tu che te la cavi divinamente!>>
Bella domanda,me la stavo facendo anch’io. ohu sbaglio o mi stava scaricando tutto a me? va be dai lasciamo cadere l’argomento! Odiavo quando faceva la leccaculo!
<< bhe,credo che le stanza siano prenotate a nome nostro,mi hanno detto così i segretari dell’università>>
<< vabbè,o la va,o la spacca>>
Ci avvicinammo al bancone,suonando il piccolo campanello che vi era posto nella superficie del banco -era un legno molto curato doveva trattarsi di ebano -nello stesso momento si presentò una donna in divisa,con una faccia da appendere al lampadario
<< cosa volete!!>>
Proferì la donna con tono’’sofisticato’’ parlandoci inglese,e avendo un modulazione da ‘’ ma voi non avete a chi fari?’’
Lily mi guardò sbigottita e mi parlò a labiale dicendomi ‘’se sono tutti così cordiali c’è da puntarsi una pistola alla testa,o darsi fuoco con un accendino’’
Feci di tutto per trattenermi e dal non scoppiare a riderle in faccia,poi cercai nei meandri più profondi del mio corpo,tutto l’ autocontrollo necessario per non mandare letteralmente a pescare quella donna, e ci riuscì rispondendole cordialmente, si, ma di un acidità che anche un limone aspro sarebbe stato più dolce
<< buonasera anche a lei,siete molto disponibili come vedo e come …sento …! ebbene lasciando in un angolo questo piccolo particolare ,vorremo sapere il numero delle nostre stanza a nome di Evans e Cabassi>>
Lily fece di tutto per non morire dalle risate e la mandò a fanculo in italiano in modo che non capisse,e lei si limitò a sorridere,causando ancora di più le risate soffocate di una Lily ormai avvolta interamente dalla pazzia.
La donna,la guardò sconvolta. Ma facendo uno sguardo da ‘’comprendiamola è una pazza o meglio: caliamo un velo pietoso’’ accese il suo computer e poco dopo ci diede il numero delle nostre suite: la 132 e 133
<< che culo siamo vicine !!!!! si. alla faccia tua cameriera! Tiè!!!!>>
Lily era veramente impazzita,o forse l’adrenalina si era impossessata di lei,togliendole l’uso della ragione. La sentirono tutti i presenti. Infatti molti si voltarono verso di noi,sorridendo,- sicuramente capivano l’italiano e scoppiarono a ridere – .Avevamo tutti gli occhi addosso.
<< Lily,io non ti conosco!>>
Dopo qualche minuto arrivò un dipendente dell’albergo che afferrò senza dir nulla i nostri bagagli e facendo solo un piccolo movimento della testa che interpretai come un ‘’seguitemi’’.
Le nostre palpebre si fecero grandi – enormi- alla vista di quelle che dovevano essere le nostre suite.
La mia stanza era predisposta da mobili moderni,e l’ambiente era suddiviso in tre sezioni : la grande sala soggiorno con un piccolo angolo bar;la lussuosa camera da letto;e un bagno confinante con Lily.
Salutai la mia amica,con la promessa che ci saremmo riviste all’ora di cena e sprofondai nell’enorme bagno per concedermi una lunga doccia fredda,che provocava brividi ad ogni goccia che accarezzava la mia pelle. Tutto accompagnato dal mio ‘’sonoro’’ canto
Dopo aver messo in ordine il bagno,andai nella camera da letto.
Nella camera vi era un enorme balcone,dove si poteva scorgere l’intera Londra. A dir poco stupenda
Ammirando quell’enorme paradiso mi venne in mente un aforisma.
Corsi subito dentro e presi un foglio con una penna per appuntarmi quella piccola frase che danzava nella mia mente:

il destino è formato da due fili sottilissimi e invisibili
nel primo vi è il filo della vita,dove il tuo cuore batte e i sentimenti scalpitano dentro te
l’altro e il filo della morte,dove hai smesso per sempre di vedere a colori e l’unica tinta che ti rappresenta è il nero
tocca a te preservare i due fili e far si che qualche passante non li tagli
mantieni in equilibrio il filo della vita e della morte,come quelli dell’amore e dell’odio
in questo modo potrai dire di esser padrone di te stesso


essendo una psicologa è normale pensare queste frasi,neanch’io avevo capito il significato di quelle brevi righe,ma mi erano saltellate nella mente,non sapendo neanche il perchè
Posai la penna e il foglio in un cassetto,e mi distesi sul comodo letto,le ore di viaggio erano state strazianti,ero a pezzi,e senza neanche ragionare sprofondai nel materasso,concedendomi alle sontuose braccia di Morfeo.
Nel sonno percepì un rumore,ma i miei occhi protestarono e si rifiutarono categoricamente di aprirsi,forse era stata solo una mia impressione.
Qualcosa di forte e di violento si buttò sopra di me
<< aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah>>
Una mano mi tappò la bocca impedendomi di parlare e gridare! Ma quell’urlo da me emanato era stato talmente forte da svegliare l’intera Gran Bretagna e probabilmente anche Timbuctù
<< ziiiittaaa!! Ma sei impazzita o cosa Allison!!!c’è bisogno di urlare??>>
Aprì con una mano la bajour adiacente al letto
<< Lily ma sei uscita fuori di cervello!?????? Se non ti dispiace stavo dormendo e ovvio che una persona normale emette un urlo quando si vede piombarsi davanti una pazza terrorista!!!!!>> ci mancava poco che mi venisse un infarto per il terribile spavento!
Ora che dovevo fare: mandarla a fanculo o ucciderla con una penna?
<< che sei soprafina … comunque Ally sono le nove e mezza di sera! Non ti dico per quanto hai dormito,sul tuo cellulare ci sono sette chiamate di Sergio,tutto questo scatenerà l’inferno,soprattutto perché non lo hai neanche chiamato quando siamo arrivate! E per giunta e non meno importante: ho fame!!>>
L’ultima frase fu specificata dal brontolio del suo stomaco che reclamava cibo,e anche il mio bussò,ma prima dovevo assolutamente informare Sergio che non ero morta sopra l’aereo,e che stavo bene! Alla faccia del’’ non ti dimenticherò mai’’
<< okay,chiamo Sergio e andiamo al ristorante! Tu aspettami di sotto>>
La mia amica uscì di scena,e dopo aver chiamato il mio ragazzo,che mi rimproverò,anzi mi fece una vera e propria scenata … scesi anch’io
La sala era strapiena di persone di qualsiasi nazionalità – francesi,arabi,inglesi musulmani- e i tavoli era quasi tutti occupati,meno qualcuno all’angolo.
Lily si era già accomodata sulla lussuosa poltrona e stava guardando la televisione degustando il vino locale,e guardava lo schermo con gli occhi chiusi a fessura ,sicuramente stava cercando di capire qualche parola della reporter.
Mi avvicinai a lei,piano piano in modo da non disturbare il suo intento, e nemmeno il tempo di salutarla che fui messa a tacere dalla sua mano,che mi afferrò prontamente la bocca,evitando a qualsiasi suono di uscire! Se vuole me ne posso pure andare
<< ci capisci qualcosa? Io no!>>
E quando mai! Menomale che deve fare la professoressa di lingue straniere
<< La giornalista parla di una premier di qualche strano film,che al momento non ho capito neanche il nome,dove parteciperanno dei grandissimi ‘’pittori’’? nono attori!!! come: De Niro,James Cameron,Banderas e poi non ho capito!ma chi sono?>>
Emh non mi scambiate per pazza ma dico il vero,non ho la più pallida idea di chi possano essere!!!
Cenammo in assoluto silenzio,ero ancora assonnata e la mia mente si rifiutava di connettersi per parlare
Dopo aver cenato entrammo nella mia camera da letto,finalmente del riposo, che toccasana!
<< vuoi qualche bibita?>>
Chiesi a Lily - buttandomi sul frigo bar - che già si era sprofondata sul mio letto,senza fare complimenti e tante pretesi. Si Lily fa come se fossi a casa tua. Non preoccuparti!
<< nono voglio solo e solamente dormire! Tu hai chiuso occhio io no!>> me lo stava forse rinfacciando?
Mi misi seduta sul letto a sorseggiare del buon the,pensando a Sergio … ripensando a quella domanda che non aveva fatto altro che tormentarmi e rodermi! Non riuscivo più a reprimere quella incessante voglia di urlarlo al mondo! Era un peso troppo grande da portare
<< Mi ha chiesto di sposarlo … >> di sicuro non lo avrei urlato al mondo,ma dirlo a Lily mi fece sentire meglio.
Mi voltai a guardarla: era rimasta immobile,si trovava sdraiata a pancia in su, guardava il soffitto ad occhi sgranati,poi il suo sguardo si spostò su di me e lei si alzò di scatto,facendomi quasi cadere a terra,che delicatezza.
<< come scusa??>> mi chiese,con voce strozzata,come se avesse le vie respiratorie ostruite. Forse non aveva ben capito,quindi glielo ripetei scandendo questa volta le parole,magari ora avrebbe capito.
<< Sergio mi ha chiesto di sposarlo>>i suoi occhi si fecero ancora più grande e la sua faccia cadde a terra,come disciolta nell’acido.
<< che cosa?? E tu che gli hai risposto?>> questa volta ad urlare così forte da svegliare un intera nazione era stata lei. Non credeva alle sue orecchie. Era scioccata,sconvolta,turbata … non si capiva!
In un certo senso mi stavo godendo la scena,mi immaginavo una reazione un po’ troppo allarmante,ma non proprio così esageratamente esagerata.
<< ero rimasta senza parole. Non sapevo cosa rispondere …>> cercavo di spiegarle il meno possibile,per vedere quando avrebbe resistito
<< ti prego Allison. Spiegati! Non parlare a monosillabi … che cos’è successo?>> di certo non molto
<< mi ha detto che mi amava a tal punto da voler condividere il resto della sua vita con me. non ce l’avrebbe fatta a lasciarmi partire senza una conferma che sarei ritornata da lui,e la mia risposta è stata … >>

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Eravamo per le strade della bellissima Londra.Il cielo come se non bastasse era pieno di nubi che annunciavano l’imminente arrivo della pioggia e di un temporale,che non avrebbe portato di certo una piccola pioggerellina passeggera, il barometro indicava un grado,e le mie sensazioni:tanta neve!
Era passato un solo giorno dal nostro atterraggio nella città dei sogni, e quella sera stessa,dopo un breve pisolino,avevamo fatto la conoscenza di una ragazza proveniente dalla magnifica Sicilia.
Maria – così che si chiama- frequentava il nostro stesso corso e alloggiava in quello stesso albergo.
L’avevamo incontrata nella hall dell’hotel,in procinto di scaraventarsi,o meglio mandare letteralmente a quel paese,la stessa dipendente che il giorno prima ci aveva riservato un grande ospitalità e cordialità.
A quanto pare alla ragazza siciliana questo trattamento ‘’da regina ‘’ non gli era calato per niente e aveva messo aria ai suoi polmoni per farle abbassare le alette! Oddio quanto l’ammiravo per questo!
Ed ora eravamo tra le trafficatissime strade delle città,con un ombrello in una mano e la cartella nell’altra,intente a pregare che la pioggia o quel che consegue,decidesse di rimandare il suo imminente arrivo.
almeno fino al nostro arrivo all’università.
Mancavano solo dieci minuti all’inizio delle lezioni,e in quel momento eravamo arrivate di fronte all’enorme cortile dell’edificio
Vi erano moltissimi studenti inglesi,la maggior parte parlavano talmente veloce da non capire neanche se fosse veramente inglese o turco.
eravamo solo un piccolo gruppetto a provenire dall’Italia,in tutto si potevano contare solo dieci persone.
Noi tre – io,Lily e Maria – un ragazzo moretto chiamato Roberto,due gemelle Alice e Anna,Loredana,Mario e Luca e l’ultimo doveva ancora farsi vivo. Forse aveva preferito rifugiarsi tra le morbide coperte del suo letto,per risparmiarsi la pioggia e non ammalare le sue povere ossa.
Neanche il tempo di presentarci che già si erano formati dei gruppi divisori. Noi rimanemmo in tre.
<< ragazze che ne dite se domani sera andiamo al Piccaddilly Circus?>>domandò Maria ,sbattendo gli occhi a mò di supplica e incrociando le mani.
Non so perché ogni minuto che passava assomigliava sempre di più a Lily,e tutto questo era molto preoccupante! Già una Lily in mezzo ai piedi era sufficiente,ma un’altra no,vi prego …
<< Piccaddilly che? Ma che cos’è un circo?>> secondo voi chi poteva essere stata?
<< no Lily … Piccaddilly Circus è una piazza londinese,una delle più grandi che la città possiede …>> beh nei giorni prima della partenza dovevo pur dare un occhiata alla città e saperne qualcosa di più! Non andavamo mica a fare un escursione. Dovevo informarmi a dovere
Lily mi guardò come se avesse davanti un extraterrestre e io feci spallucce e sorrisi di circostanza
<< sei informata come vedo Allison … comunque si,domani sera passeranno di li molti attori e anche qualche cantante! Come la mia preferita Celine Dion! Voglio chiederle un autografo vi prego non fatemi pregare>>
Lily accettò subito senza neanche pensarci due volte,io invece non ero molto convinta,ancora mi dovevo adeguare all’ambiente e poi avevo promesso a Sergio che sarei rimasta in albergo
<< non lo so ragazze ...>> lo so … lo so,sono la solita guasta feste
<< dai Ally non ti fare pregare avaaaa avaaa>> mi implorarono contemporaneamente dicendo le stesse parole,mi domando ancora come.
Va bene dai,alla fine cosa avevo da perdere?annuì con la testa ed entrambe elevarono un urlo di gioia,talmente sonoro da farsi sentire da tutta la scuola. prima l’albergo ora qui! Perfetto siamo già conosciute in tutta Londra!!! Le persone ci scambieranno per terroriste!
Okay io non le conosco lalalala.
La campanella annunciò l’imminente inizio delle lezioni,e tutti noi,come pecore al pascolo entrammo in unisono nell’edificio,non sapendo inoltre a cosa andavamo incontro.
La scuola non si presentava affatto male: le aule era immense ed enormi,e i professori sembravano molto capaci e concioni del fatto proprio!
come primo giorno le lezioni furono abbastanza veloci e spedite,gli insegnanti si limitarono a spiegarci ciò che sarebbe successo in quel tangente,parlando solo in inglese a mò di : chi capisca lo faccia senò non sono problemi miei
La sera alle ore nove e quarantacinque fummo già a casa – a causa dell’imminente voglia di Maria di fare shopping - e alla stessa ora del giorno seguente ci saremmo recate alla piazza londinese.
Eravamo già in vena di preparativi,io non avevo nessuna voglia di recarmi al di fuori dell’albergo,faceva freddo e anche se non pioveva né nevicava,il tempo non era di certo dei migliori.
Maria era al telefono con un tassista,il quale stava cercando di capire il nome dell’albergo e le parole della mia amica,che non parlava di certo un inglese ferrato e comprensibile. Lily invece era di fronte l’enorme specchiera – erano tutti nella mia stanza,non capisco ancora il perché – intenta a cospargersi la faccia di trucco,sembrava un pagliaccio mascherato,infine io ero al telefono con Sergio,tralasciando –per ordine di Lily- il fattore uscita.
Non mi piaceva affatto mentirgli,non lo avevo mai fatto in questi tre anni,e ora mi sentivo una disonesta e una traditrice,anche se non stavo facendo niente di male … credo …
Maria ci aveva espressamente raccomandato,di vestirci in modo più elegante possibile,non esagerando ovviamente. A me sembrava una vera e propria contraddizione,ma comunque,caliamo un velo pietoso anche in questo caso,ma fatto sta che presto mi ritroverò senza veli pietosi,per quanto ne ho già calati.
Questa volta,siccome la vecchia Allison era definitivamente scomparsa,avevo deciso che per una volta avrei indossato qualcosa di insolito e diverso anche per me: per cui Maria mi aveva prestato un abito di lino nero che sottolineava le forme del mio corpo snello e esile e ne accentuava ed evidenziava altre,un piccolo spacco a livello coscia,e una piccola scollatura nel decolté! E inoltre a completare l’opera indossai un paio di scarpe,tacco cinque!Se mi avesse visto Sergio,mi avrebbe ammazzata indirettamente.
<< Allison vieni che ti trucco un po’!>> Lily aveva finito di decorarsi il viso con i trucchi da carnevale e stava proponendo a me,miss acqua e sapone,di fare lo stesso? Nonono la vecchia Allison sarà sempre una parte di me.
<< tu! Che hai intenzione di fare con quel coso,oggetto del diavolo?>> ma chi l’avrebbe sopportata per un mese?
<< questo ‘’coso’’ si chiama ‘’beauty case’’ e dopo che ti avrò messo questo ‘coso’ sulla faccia sarai ancora più bella di come sei già … facendo impazzire ogni uomo di Londra>>ma che cosa aveva nel cervello? Si era dimenticata un ‘’piccolissimo’’ particolare
<< Lily … ti sei dimenticata che sto per sposarmi?>> lei fece spallucce sussurrando qualcosa come ‘’ dettagli’’
<< ti sposi??>> aveva urlato invece Maria dall’altro capo della stanza,parlando ancora al telefono per poi sussurrare un ‘’ I dont speak with you’
Io sorrisi alla scena ,mentre Maria dopo essersi ripresa dallo stupore iniziale ci annunciò che il taxi era già all’ingresso ad aspettarci. Menomale,sono scappata dalla presa di Lilian Susan Cabassi!!!
<< aspetta Allison! Tu non ti muovi di qui finché non avrò finito di decorarti la faccia!>> ho parlato troppo tardi.
Mi prese di forza,facendomi sedere sulla sedia adiacente alla specchiera,e mettendomi davanti quei ‘’ cosi’’ cominciò a dipingermi la faccia. Io chiusi gli occhi per tutto il tempo,non volevo vedere l’arlecchino che ne sarebbe venuto fuori
<< guardati! Sei un incanto>>
Nella mia breve vita non mi ero mai messa un solo trucco,e me ne pentì amaramente,perché per la prima volta trovai dinanzi a me una figura del tutto nuova. Altro che nuova Allison.
Lily mi aveva trasformato in poche mosse: negli occhi mi aveva messo un ombretto celestino per accentuare il colore chiaro del mio iride ,mi decorò il contorno occhi ponendomi una matita nera e mi abbellì le labbra con un gloss rosa chiaro e lucente.
Ciò che avevo davanti non era Allison Evans – o meglio si – ma avevo subito una mutazione.
Entrammo nel taxi dopo il terzo richiamo del tassista,e arrivammo nella piazza londinese tre quarti d’ora dopo.
Vi erano tantissime persone,e il tassista fu costretto a limitare la sua corsa lasciandoci in un punto poco trafficato.
<< secondo voi e da li che passeranno gli attori?>> l’uomo ci aveva lasciato al nostro destino,e noi non avevamo la più pallida idea di cosa fare e ora cosa sarebbe successo?
Ci avvicinammo alla folla, bloccate da uno striscione e dai dei bodyguard che limitavano il passaggio di gente troppo imprudente e sconsiderata che parlava con un linguaggio poco ortodosso.
Riuscimmo con non poche difficoltà ad immergerci nella folla e ad arrivare tra le prime file.
<< okay Mary,credo che la risposta sia evidente>> Non so quanti pugni in faccia evitai per tutte le svolazzate di mani da parte di fan in subbuglio che strillavano come forsennate ,eccitate da ciò che avrebbero visto.
Ma che avevano poi? Erano solo attori – non ne conoscevo neanche uno – che erano resi affascinanti da del trucco spalmato in faccia.
<< oh mio Dio!!! Guarda c’è De Niro!!! Lo amooo>> non avevo mai visto una Lily così esaltata in vita mia e Maria non era certo da meno,ma l’unica che non ne sapeva niente ero solo io? a giudicare dalle facce di quella gente … si … ero solo io quella spatriata dal resto del mondo.
<< no ragazze! Voi non amate di certo gli attori li per se … ma siete innamorate della loro immagine e da ciò che loro sono e trasmettono!>>dai a momenti erano attratte anche da Topolino e Pingu!
Maria perse un battito o due alla vista di Celine Dion,intenta a percorrere un immenso tappeto rosso che l’avrebbe portata dentro un grande edificio,dove –aveva detto Maria – si sarebbe svolto il dopo serata dal ritorno della premier,di un film con un nome tutto strano.
La Dion scomparse subito,concedendo ai suoi fan qualche autografo,e la povera Maria rimase con una faccia da cane bastonato e malmenato. Gli era appena venuta un idea,infatti aveva una strana luce negli occhi,talmente forte da accecare anche me.
<< devo entrare!!>> proferì a bassa voce,quasi ad un sussurro. prese per le maniche a me e a Lily e ci trascinò poco lontano dalla folla,che cosa aveva in mente?
<< devo intrufolarmi là dentro e ho bisogno di un piccolo aiutino>>la sua aria micidiale e diabolica non presagiva nulla di buono. Poi in che senso che voleva intrufolarsi e ancor più VOLEVA UN AIUTINO?!
<< io mi tiro fuori!>> dissi invece alzando le mani in aria. sapevano che era vietato l’ingresso al pubblico, e se ci avessero colto in fragranti?
<< ma dai Allison! Devi rischiare … non puoi vivere la tua viva senza provare per una volta il brivido della paura,non ci scoprirà nessuno fidati di me!>> fidarsi? Di loro? Non ero pazza a tal punto da fidarmi di una svitata come lei. Era vero che avevo dato vita ad una nuova Allison ma mica ad un serial killer!
<< no nessuno! Tranne Celine e qualche bodyguard!>>
Non avevo nessuna intenzione di intrufolarmi la dentro! Fuori discussione!
Lily e Maria si guardarono complici e contemporaneamente si inginocchiarono mettendo le mani a mò di preghiera, ma proprio a me dovevano capitare due sfigate mentecatte?
<< okay ma se succede qualcosa io non vi conosco!>>succederà sicuramente qualcosa,me lo sentivo nelle vene.
Dopo un breve urlo di gloria,Maria si allontanò,diriggendosi da un giornalaio,non avevo capito cosa volesse fare. Cosa c’entrano dei giornali con il piano?
Ritornò da noi con tre poster di Celine Dion,guardandosi furtiva. Che cosa ci dovevamo fare?
<< scusa Maria! Ma che ti servono dei poster?>> bella domanda Lily,allora le sai fare anche tu!
<< ssshh! Vedrete. Aiutatemi a cercare un modo come entrare!>>
Neanche il tempo di finire la frase,che vidi uno dei bodyguard, che prima era intento a impedire alla gente di scaraventarsi sulle star,scomparire dietro ad un angolo dell’edificio,scomparendo nel nulla.
Allora senza dire niente alle altre, percorsi la stessa strada trovando così la suddetta porta … l’ho detto io che il teletrasporto non era stato ancora inventato! Ritornai indietro,Lily e Maria si guardavano intorno alla ricerca di qualcosa o meglio qualcuno o meglio me.
<< ragazze! Venite ho trovato una scorciatoia !>> dissi prendendole per un braccio e portandole dinanzi alla scoperta che avevo appena fatto << Allison te l’ho mai detto che sei un genio? Non sai quanto ti voglio bene!>> proferì Maria abbracciandomi -lecchina- mentre Lily era intenta ad esaminare quell’ingresso.
<< allora entriamo?>>
Lì dentro era buio pesto,non vedevo all’infuori del mio naso,potevo scorgerne solo l’immensità e i corridoi che formavano l’edificio. A questo punto fummo costrette a dividerci.
<< bene ragazze! Tenete questo … se la trovate fatele firmare il poster e chiamatemi!ci vediamo tra mezz’ora all’ingresso>>
Detto questo ci separammo. Io avevo una fifa enorme … e se ci avessero scoperto?
Intorno a me vedevo solo buio,non scorgevo nemmeno dove stessi mettendo i piedi,e ogni passo era a tantoni e dettato dalla fortuna della dea bendata.
Circumnavigavo quel posto da un po’ … non so quanto tempo fosse passato dalla nostra divisione,fatto sta che sentì una vibrazione proveniente dalla mia gamba destra che mi fece letteralmente arrivare al soffitto.
Era il mio telefono: batteria quasi scarica
Dannazione avevo dimenticato di metterlo sotto carica! Mannaggia a me e ai vegetali!
Mentre imprecavo e maledicevo il momento in cui avevo accettato l’impresa ,andai a sbattere contro qualcosa,o meglio qualcuno.
Sentivo una piccola pulsazione e un breve dolore proprio sotto la fronte,ma che cosa era successo?
I miei pensieri furono interrotti da una piccola vocina alterata e preoccupata al tempo stesso.
< fui illuminata da un piccolo fascio di luce e finalmente potei vedere il volto del mio interlocutore …ma lei è …
<< ma lei è Celine Dion !>> ero rimasta letteralmente pietrificata,cosa dovevo fare? Come potevo spiegare quella circostanza?
<< so benissimo chi sono! Ora dimmi chi sei tu!>> emh aiuto! E ora cosa le inventavo?
<< beh io sono … allora … beh io sono una tua grandissima fan!!! Ti adoro Celine … sei a dir poco favolosa,splendida e meravigliosa! Prima non hai avuto neanche il tempo di stringermi la mano e quindi mi sono intrufolata per cercarti e dirti quanto ti adoro!!! Non sai quanto mi spiace.>> posso fare l’attrice!!
La sua figura sembrava più rilassata e distesa. A quanto pare ero riuscita a convincerla,menomale non oso immaginare che cosa sarebbe potuto succedermi!
<< vuoi un autografo?>> mi chiese sorridendomi riferendosi al foglio che avevo in mano
Accadde tutto talmente velocemente che non capì nemmeno io cosa stesse accadendo:
Celine prese il foglio che tenevo tra le mani,aprì subito dopo la sua borsetta e ne estrasse una penna,l’oggettino le cadde dalle mani e finì tra i nostri piedi. Prontamente mi abbassai per raccoglierla ma a quanto pare,ebbe anche lei la stessa idea … che cosa successe?
Mi scaraventai su di lei,e il rumore delle nostre teste che si incrociarono – o meglio la mia testa sul suo naso – creò un rumore talmente assordante che rimbombò nel corridoio. E secondo voi finì li?
Assolutamente no!: mi alzai di botto consapevole di aver combinato un casino,e dal modo di alzarmi –non proprio delicato –potenza e le diedi una manata sul labro …spaccandoglielo
<< ahiiiiiiii!!!!!!!!!!!!>> urlò talmente forte da risvegliare anche un morto,mettendo entrambe le mani sul naso ,lasciando cadere la torcia sul pavimento
‘’Zitta zitta’’ pensai tra me e me ,se avesse continuato mi avrebbero scoperto e sarebbe stato un guaio
.Potevo scrivere un libro:come rovinare l’aspetto di un’attrice in due mosse
L’urlo che aveva emanato fu talmente forte da fare intervenire qui un uomo e altre due persone
<< Allison ma che cosa hai fatt … ?ma quella è Celine Dion … oddio che cosa le è accaduto??>>
Maria ed Lily si trovavano dietro di me con gli occhi fuori dalle orbite, dicendo queste parole ad unisono,sconvolgendomi emotivamente … lo so sono un danno vivente
Celine era letteralmente piegata in due dal forte dolore,le avevo rotto naso e labbra in quattro e quattro otto! Ora si che ero nei guai fino al collo.
Ma ad un tratto ,Fui abbagliata da una piccola luce in sottofondo:nella sala vi era una terza persona
<< chi va la?! Celine? Celine stai bene? Che ti è successo??>> questa volta a parlare era stato un uomo e dedussi che non potevano essere ne Lily ne Maria … quest’ultimo con uno scatto fulmineo si ritrovò accanto alla cantante,e l’aiutò a rialzarsi … o almeno ci provò.
La Dion non riusciva neanche a proferir parola … mamma mia come la faceva lunga … le avevo solo rotto il naso e spaccato il labbro che vuoi che sia.
<< voi tre chi siete?! che ci fate qui! Non potete entrare!e che cosa le avete fatto?!>>
Che guaio,santo pomodoro,cipolla e melanzana! Re degli ortaggi aiutami tu!
<< scusi è stata colpa mia! Le ho dato una testata per sbagli … >>mi stavo sentendo male,il cuore mi stava letteralmente esplodendo dal petto,e le gambe non mi davano stabilità!
sarei finita in prigione: colei che ha sfigurato una delle più grandi cantanti del secolo! Al rogo!!!!
<< oh mio Dioomiodioomiodio!ecco dove ti avevo già visto!>> vidi il bulbo oculare di Maria sgretolarsi in mille pezzi,mentre le sue corde vocali urlarono talmente affondo facendo sobbalzare tutti i presenti
<< tu sei … tu sei Johnny Depp!>> concluse infine
Ma chi era questo? Anche Lily assunse una faccia terrificata e allibita,solo io non sapevo chi fosse sto Johnny Dipp o come si chiama?!
Lui non rispose,concentrandosi sulla collega ancora piegata in due e con due parti in procinto sanguigno.
Improvvisamente Le luci del corridoio si accesero, sentì un grande sospiro da parte di Maria,che pronunciò con un filo di voce il nome ‘’Tim Burton’’ << Johnny che cosa succede? È perché Celine è piegata in due!? Deve cantare fra pochi minuti … ma che …>> l’uomo si avvicinò rapidamente al duo preoccupato,controllando il volto sfigurato della Dion e infine si voltò nella nostra direzione.
Aveva lo sguardo arrabbiato,molto più infuriato di quello di mio padre prima di rifilarmi il suo gancio destro
<< non posso cantare in queste condizioni!>>proferì la cantante alzandosi,facendo vedere il suo piccolo naso trasformato in un pomodoro gigante << ora come facciamo? Non possiamo interrompere la serata! Ora o voi tre ci trovate una brava cantante in tre minuti o vi mando in un bel posticino fresco fresco>> che uomo scorbutico e arrogante! Non sapeva di aver a che fare con la donna che ha fatto fuori una cantante in solo due mosse!
<< dai Tim,non fare così troveremo qualcosa! >>proferì il signor Depp trattenendosi dal ridere vedendo Celine conciata in quel modo
Ora che le luce erano accese,potevo vedere benissimo i volti dei miei interlocutori: Maria e Lily non avevano più occhi giacchè gli era uscito fuori dalle orbite,Celine al posto della faccia non si capiva cosa aveva,Tim era un uomo all’avanguardia,ben vestito e sapeva benissimo il fatto suo,mentre quel Depp era il più bizzarro di tutti: aveva raccolto i capelli in una coda e indossava un abito nero con tanto di smoking. Erano dei tipetto molto strani …
Calò un profondo silenzio, avevo il cuore a mille e il respiro smorzato …avevo un bruttissimo presentimento,e gli occhi di Tim non presagivano nulla di buono! Se non avessimo trovato una cantante in tre minuti saremmo finite al fresco! Addio sogni di gloria! Addio carriera psicologica! Chi sarebbe venuta da una spacciatrice di labbri e nasi? Poi all’improvviso:
<< Allison può cantare!>> ditemi che Lily non mi aveva tradita indicandomi come cantante! Io non mi chiamo Allison vero?
<< chi è Allison?>> chiese il signor Burton sospirando e guardando Lily in tono un po’ più sollevato
<< lei!>> si mi aveva tradito in pieno,mi stava vendendo,dandomi allo squalo sbranatore di povere fanciulle indifese … quando tutto questo sarà finito mi avrebbe sentita! Eccome! Forse toccherà anche a lei rifarsi il naso.
<< sai cantare? Allora preparati ti do cinque minuti per imparare a memoria la canzone! Johnny porti tu in ospedale Celine?>>
Vidi i due scomparire subito dopo, e il signor Burton consegnarmi il testo della canzone tra le mani
<< avanti piccola … dovrai cantare davanti a tantissima gente e telecamere! Quindi fatti forza e seguimi …>>




NOTE DELL'AUTRICE:
eccomiii :) scusate per il ritardo :(
spero che il capitolo sia piaciuto,perchè non lo so,non so nemmeno io come sia venuto :(
quindi mi piacerebbe sapere cosa ne pensate almeno mi faccio qualche idea :)
e poi la recensione aiuta molto l'animo dell'autore,con le recensioni lo incoraggiate e magari con qualche suggerimento o accorgimento lo aiutate a migliorare... e di certo non vi mangio mica se mi lasciate un pensierino xD
ringrazio sempre Hicaru: SEI LA MIGLIORE!! e ti ringrazio sempre per le tue bellissime recensioni:D
spero che il capitolo ti sia piaciuto ;) fammi sapere( se vuoi)... :) e scusate per il mio inglese -.- non ci capisco granchè XD ( caliamo un velo pietoso -.- )
un bacio
Aishia

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Capitolo 7
*** improvvisarsi ...cantante? ***


improvvisarsi … cantante?




Lo sapevo! Lo sapevo che avrei dovuto ascoltare il mio istinto e stare alla larga da quel dannato posto.
Ero a conoscenza che,entrando,non avremmo trovato altro che guai! Ma alla fine non ho badato più di tanto alla ragione: ora rischiavo solo un infarto,sarei morta da un momento all’altro.
Ma ripensandoci,quella fine non sarebbe poi così terrificante,rispetto a tutto ciò che stavo per affrontare.
Mi trovavo in quello stesso corridoio,sola, e con un piccolo spartito in mano,dove vi erano poste le parole della canzone con cui mi sarei dovuta esibire. Tantomeno di fronte a una miriade di persone famose, e al mondo intero!
Lily e Maria erano rimaste con me fino a un quarto d’ora fa,dopodiché il signor Burton le aveva espressamente chiesto e pregato di lasciarmi provare da sola,e senza interferenze dall’esterno;ma avrebbero potuto assistere alla mia esibizione,come aiuto fisico e morale.
Il mio cuore si stava esibendo in una forma più ritmica e irregolare della tarantella,fuoriuscendomi quasi dal petto;mentre le mie mani,come il resto del mio corpo seguiva il suo ritmo smisurato,tremando e vacillando come una foglia scostata da un forte vento proveniente dal nord.
Cercavo di trovare il coraggio in me stessa,ricercando nei meandri più profondi del mio essere, la nuova Allison : audace e temeraria come quella che era venuta fuori in molte situazioni,ma aimè non ne avevo alcuna traccia.
Rabbrividivo al solo pensiero di quegli occhi pronti ad aggredirmi,e delle telecamere e videocamere allestite per proiettare la mia immagine di fronte al mondo intero e ai loro sguardi accusatori!
L’unica cosa eclatante ed esilarante al tempo stesso, era cantilenare le parole di quella melodia piacevole e flebile,che si mostrava in tutta la sua perfezione e splendore.
Dovevo essere all’altezza del mio compito, dovevo far trasparire al mio pubblico:l’animo delle note,la leggerezza e l’eleganza della musica e la bellezza comparata del suo essere.
Ero concentrata talmente affondo su quello spartito,da non accorgermi di una seconda presenza affianco a me.
Si mosse piano e senza far rumore,venendosi poi a sedere al mio fianco,ascoltando con me,per qualche minuto,la melodia.
<< Allison no? non è così che ti chiami?>> sollevai leggermente la testa,in modo da poter guardare meglio,la figura di Tim Burton vicino a me. Annuì,riprendendo da dove ero stata interrotta. In quel momento pensai il motivo della sua presenza. Era forse arrivato il momento? Fui assalita da un senso di terrore e paura che mi stava annientando a poco a poco,lentamente …
<< come procede? Conosce il testo della canzone? Per darle più tempo,ho fatto anticipare al suo posto,l’animatore … ma non ho potuto fare altrimenti e … fra pochi minuti toccherà a lei …>> Mi strinsi nelle mie gambe nude e fredde. Avevo paura. E di certo le parole dell’uomo non aiutavano di certo il mio povero e turbato animo.
<< qual è il suo cognome?>> il suo chiacchiericcio mi cominciava a dar fastidio. Come potevo provare con la sua voce snervante nelle orecchie?
Ma non mi scomposi: alzai il capo,guardandolo dritto dritto negli occhi
<< Evans … il mio nome è Allison Evans>>
Vidi nel suo volto un piccolo sorriso,e uno sguardo fiero e serio: stava di certo per pronunciare qualcosa di solenne! Glielo si leggeva nello sguardo.
<< Miss Evans,lei non immagina nemmeno quanto sia fortunata. Gli è stata appena offerta un occasione di primo ordine. Tutto ciò le potrebbe spalancare tantissime porte. Non so il motivo per cui il destino le ha fatto incrociare la strada della povera Celine,ma le prometto che: se lei mi dimostrerà di possedere il talento necessario, per salire su quel palco e lasciare i presenti,compreso me,a bocca aperta … le offrirò l’opportunità di diventare una vera e propria star ! tutti sapranno chi è Allison Evans.>> ma che cosa stava farneticando? Non avevo nessuna intenzione di vendermi al mondo dello spettacolo!
Inalai aria,respirando profondamente … cercando dentro di me le parole adatte per esporre il mio concetto e la mia opinione,e reprimere la sua … secondo me:infondata!
Mi sollevai,guardandolo dritto negli occhi … e cercando di essere il più seria possibile,cercando di reprimere il senso di angoscia che a poco a poco stava avvolgendo il mio animo.
<< senta signor Burton: la ringrazio per le sue così belle parole … ma tutto ciò non mi interessa. Io sono cresciuta con delle basi che vanno molto al di là di tutto questo! Questo mondo non fa per me,e io non voglio essere riconosciuta e conosciuta soltanto per la mia voce e le mie doti da cantante. Io ho molti obbiettivi prefissati. Ci sono persone nate per cantare,recitare …ma io non faccio parte della classifica … io non sono una di loro>>
Silenzio. L’unico suono in quella stanza,erano i rumori dei nostri sospiri,che aumentavano con il seguitare dei secondi.
Il regista abbandonò la sua figura seria e composta ,e si alzò porgendomi una mano.
<< lo vedremo dopo questa sera>> accettai il suo aiuto. Dopodiché girò i tacchi e si allontanò a passo svelto e spedito
<< dove sta andando?>> non volevo rimanere di nuovo sola. Forse con un po’ di aiuto e incoraggiamento,sarei riuscita a sopportare meglio la tensione. Ma di certo,non era la domanda giusta da porre nel momento sbagliato .
Girò piano la testa nella mia direzione e mi sorrise,come se si stesse prendendo gioco di me.
<< vado ad annunciarla miss. Tocca a lei!>> quelle parole,rimbombarono nella mia testa,finché non diventarono reali e solide.
Mi sentì invasa da un enorme senso di paura e sgomento,e da un peso sopra lo stomaco che non mi permetteva di respirare con adeguatezza e libertà. Sarei andata incontro al mio destino,sentivo di già le gambe tremare e un gran maldigola che non presagiva nulla di buono.
Tim scomparve dietro la tenda del palcoscenico,immettendosi in quel luogo maledetto. Cominciai ad incamminarmi con passo lento e melense,come se le gambe non sorreggessero più il mio peso. Scostai di poco la tenda,in modo da poter vedere meglio quello in cui stavo andando incontro,e all’improvviso il mio cuore smise di battere …
La sala era completamente piena zeppa di tavoli,riempiti da una miriade di persone,con lo sguardo puntato di fronte a loro,intenti ad esaminare ogni individuo vivente e non,che si stesse esibendo. Fra poco avrebbero esaminato anche me.
Tim,era l’individuo vivente su quel palco scenico. Cominciò a parlare in modo tranquillo e pacato come se fosse la cosa più normale del mondo. Non aveva nessuna forma di cedimento e di imbarazzo, anzi sembrava più a suo agio di ogni altro posto al mondo.
<< Signori e signore,vi ringrazio nuovamente di essere qui con noi e di non essere scappate urlando! Ma se pensate di farlo attendete …
Perché questa sera abbiamo in serbo per voi un uragano: una forza della natura pronta ad annientare chiunque vada incontro alla sua strada! Vi presento: Allison Evans in :

MY HEART WILL GO ON >>



Era scoccata la mia ora,lo percepivo e udivo da un piccolo applauso che avvertivo fuori da quella tenda. Non avevo il coraggio ...i miei muscoli si era atrofizzati e le mie gambe erano pesanti.
Tim rientrò dietro le quinte,dandomi una piccola pacca sulla spalla
<< prendi un respiro profondo,bada a non inciampare e incanta tutti con la tua voce! Io confido in te>>
Mi diede una piccola spinta,ma forte abbastanza da spingermi via. I passi erano pesanti,il cuore pulsava e pompava sangue in modo eccessivo e innaturale,e le mie orecchie sembravano scoppiare dal rumore provocato dagli applausi dei presenti. Tutto mi sembrava amplificato. Non riuscivo nemmeno ad alzare lo sguardo … non ne avevo il coraggio …
Salì piano e lentamente i gradini di legno che mi avrebbero portato al cospetto di tutto ciò che fino ad allora avevo cercato di evitare.
Andai vicino al microfono al centro palco. Ero terrorizzata dalla paura. Il respiro affannoso non mi aiutava di certo ad alleggerire il mio terrore e la mia angoscia,non ce la facevo …
Cercai di respirare profondamente … in modo da equilibrare e stabilire il mio corpo. Ma non serviva: tremavo dalla paura,e le mie gambe era pesanti,sempre di più …
Alzai lo sguardo sui presenti. Erano seri,e desiderosi di ascoltare l’uragano che Tim aveva annunciato.
Nello stesso momento,il maestro diede il via e la musica partì …
Provai a proferire qualcosa,anche una piccola sillaba … ma niente … usciva solo aria! La mia voce era scomparsa!
Mi sentivo svenire:le vene mi pulsavano e la vista si stava a poco a poco annebbiando. Non potevo perdere i sensi davanti a tutta quella gente no …
<< non ce la faccio …>> sussurrai. Ma il microfono acceso espanse la mia voce,rimbombandola in tutta la sala. La musica si fermò di botto,e i volti dei presenti si fecero preoccupati e nello stesso tempo curiosi. ‘’perché non canta? Che le succede? Ma sta male? ‘’ sentivo piccole vocine in sottofondo,farfugli sempre più evidenti,che non mi aiutavano di certo a migliorare la situazione. Ma all’improvviso, da lontano ne sentì due con tonalità molto più forti ed energetiche.
Le distinsi tra tutte
<< Forza Allison! Puoi farcela! Fa vedere a tutti di che pasta sei fatta!!!>> Le due figure che avevo avvertito pochi attimi prima erano Maria e Lily,che,da fondo sala mi incitavano con urla e battimano. Le voci si fecero forti sempre di più fin quando …
Ad un certo punto,tutta la sala si alzò in piedi incitandomi con urla e applausi e addirittura grida!
Guardai il tutto scombussolata,ma cosa stava accadendo?
<< puoi farcelaaa!!!!>>
Mi sentì rincuorata. << posso farcela>> proferì inalando aria. Mi toccai il petto: le pulsazioni erano più regolari,e avevo riacquistato la funzionalità del mio corpo!
Ora si.
Probabilmente i presenti avevano capito! Di certo in passato era successo qualcosa di simile anche a loro,e cercarono di confortarmi e incitarmi.
Potevo Farcela.
Feci un piccolo segno al maestro,che diede nuovamente il via,facendo partire la musica …
Quella melodia mi fece riprendere in mano la mia vita e le mie funzioni vitali che mi avevano da prima abbandonato e dalla mia bocca uscirono le prime note ,che a mano a mano si tramutavano in parole di senso compiuto!


Every night in my dreams…
I see you I feel you
That is how I know you go on

Far across the distance
And spaces between us
You have come to show you go on


Ce l’avevo fatta! Stavo cantando! E inoltre scorgevo dal pubblico compiacimento e ammirazione … e anche Tim,da dietro le quinte sembrava estasiato

Far across the distance
And spaces between us
You have come to show you go on

In quel preciso istante si spalancarono le porte della sala,e da li vi entrò l’uomo di prima,quel certo Johnny Dipp o come si chiama, che dopo aver salutato qualche amico con una pacca sulla spalla,rimase al centro della pista,ad ascoltarmi estasiato …

Near, far, wherever you are
I believe that the heart does go on
Once more you open the door
And you're here in my heart
And my heart will go on and on

Love can touch us one time
And last for a lifetime
And never go till we're one

Love was when I loved you
One true time I hold to
In my life we'll always go on

Near, far, wherever you are
I believe that the heart does go on
Once more you open the door
And you're here in my heart
And my heart will go on and on

You're here, there's nothing I fear,
And I know that my heart will go on
We'll stay forever this way
You are safe in my heart
And my heart will go on and on




La musica terminò poco dopo,a poco a poco,in modo da far concludere adeguatamente il suo processo.
Avevo gli occhi chiusi,inebriata dal senso di libertà e di vita che si impossesso di me,sentivo solo,in qualche parte non ancora definita della sala,un turbine di applausi e urla … partiti da tutti i presenti,che con le loro voci e le loro urla di ammirazione e meraviglia mi scioglievano il cuore.
Aprì gli occhi con estrema lentezza,e davanti a me,vidi tutti i presenti alzati,con in volto uno sguardo entusiasmato e caloroso.
Avevo nel cuore un turbine di emozione: una tormenta di sensazioni,che mi assaliva ad ogni frazione di secondo. Il tempo sembrava essersi fermato,come se in quella sala ci fossi solo e soltanto io e la mia felicità.
Finalmente avevo scorto il vero significato di quella parola,avevo compreso il suo significato e ne conoscevo tutte le sfumature e le varianti. Finalmente dopo tanto tempo,mi sentivo … felice …
Ad un tratto vidi un movimento fulmineo di Depp,che era rimasto tutto il tempo a centro sala,e ora,con un enorme agilità era saltato sul palco,posizionandosi al mio fianco.
<< sei stata eccezionale>> si avvicinò a me,dandomi una piccola e significante pacca sulla spalla,ma a quel gesto partì un enorme applauso e una serie di flash e vocine dei cameraman che proiettarono la nostra immagine al resto del mondo.
Anche Lily e Maria gridarono eccitate ed entusiaste il mio nome,guadagnandosi l’occhiata divertita dei presenti.
Tutto accadde troppo velocemente:
cominciai a tremare violentemente,le mie gambe si fecero pesanti e la mia vista si offuscò e poi il nulla.
Riaprì gli occhi qualche secondo dopo. Johnny mi teneva fra le braccia,e in volto,aveva uno sguardo preoccupato e scosso. Ma che cosa era successo?
<< stai bene?>> mi chiese subito dopo,con tono flebile in modo da non farsi sentire.
Il mio sguardo andò davanti a me,nessuno si era accorto di nulla,immersi nel loro chiacchiericcio,senza prestare attenzione a ciò che accadeva attorno a loro
Guardai Johnny,ero appoggiata al suo petto,ma con i piedi saldi sul terreno … sicuramente si era accorto di tutto ,prima che lo potessi capire perfino io. Aspettava ancora una risposa.
<< si>> proferì per rassicurarlo. Johnny mi aiutò a mettermi in piedi e mi sussurrò qualcosa all’orecchio,come un ‘’Tieni duro,ancora qualche secondo ‘’
Poi,dopo aver costatato che potevo stare in equilibrio anche da sola,si avvicinò al centro del palco,alzando le mani solenne,e guadagnandosi tutta l’attenzione verso di se
<< ancora un ultimo applauso a questa forza della natura!>>urlò l’attore,facendo scaturire un turbine più violento di applausi.
Subito dopo entrò in scena anche Tim,annunciando così il terzo spettacolo della serata. Johnny mi fece segno di dileguarmi dietro le quinte,e … seguito il suo consiglio,uscì di scena,accompagnata da applausi infiniti, incitazioni e acclamazioni.
Scesi le scala in fretta e furia,camminando spedita verso una piccola poltrona,inserita senza senso in mezzo al corridoio. Mi ci buttai di peso.
Tremavo ancora tantissimo,e potevo sentire perfettamente lo scalpitio costante del mio cuore.
Sorrisi,dopo tutto,era stata la più grande emozione della mia vita,e la scarica di adrenalina che era subentrata e che mi aveva avvolta mi diede una carica enorme.
Se solo papà avesse assistito … si sarebbe immediatamente rimangiato ciò che aveva detto poche settimane fa, e anche mamma e Sergio,sarebbero stati orgogliosi di me e di ciò che era stata capace.
<< sei stata grande>> i miei pensieri furono interrotti da una vocina poco distante da me,e scorsi due figure appartenenti a Johnny Di…epp e Tim Burton che si stavano dirigendo a passo svelto e scostante verso di me.
<< stai bene?>> alzai lo sguardo verso Johnny. Non riuscivo ancora a proferir parola,non avevo ancora ripreso possesso delle mie funzionalità linguistiche,fisiche e mentali.
<< menomale che tutto è finito bene!>> sospirò Tim,guadagnandosi un occhiata divertita dal compagno.
<< preparati per il buffet,perché ci saranno una miriade di persone,pronte a congratularsi con te.>> la stanchezza e l’emozione si stavano burlando di me,poiché avevo sentito nello stesso momento la parola’’buffet’’ e ‘’persone’’ nello stesso tangente.
Lo guardai dritto negli occhi,e a giudicare dal suo sguardo era tutt’altro che una burla.
Mi sollevai un poco,appoggiandomi sulla poltrona
<< come prego?in che senso buffet?>> chiesi ironica,guardandolo di sottecchi.
Lui si voltò verso il collega,pronunciando a labiale un ‘’ ’ perché non le hai detto niente?’’ , per poi tornare su di me,continuandomi a guardare serio.
Si avvicinò lentamente a me,abbassandosi alla mia altezza e appoggiando le braccia sulle mie ginocchia,e guardandomi con una starna luce negli occhi.
Erano i suoi occhi il suo punto forte,poiché erano immensamente magnetici ed elettrizzanti … potevano riuscire a imbambolare perfino una mandria incallita di mammut imbizzarriti.
<< abbiamo ancora bisogno di te>> proferì piano,in modo da non causare in me,qualunque tipo di shock.
Quel senso di calma e quiete che fino a qualche minuto fa si era impossessato di me,svanì,lasciando il posto a tanta angoscia e tremenda afflizione.
Mi alzai di botto,vagando un po’ a destra,un po’ a manca per il tutto il corridoio. Mi fermai di botto,avvinandomi a Johnny,che era rimasto fermo e immobile a fissarmi
<< Nonono,non se ne parla nemmeno! Non avevo idea che questa serata avrebbe avuto un seguito e non avesse fine! Oggi sono salita come di dovere su quel palco,mettendo a dura prova il mio corpo e i miei poveri nervi! Che ancora stanno circumnavigando il mio organismo senza trovare pace.Mi dispiace immensamente,ma non ho alcuna intenzione di metterci ancora la faccia …di fingermi una persona che non sono: un’artista,una cantante o quel che volete voi … perché in fin dei conti è di questo che si parla … di fingere!
… non ho alcuna intenzione di dissimulare la realtà … di dire fandonie sono per qualche acclamazione ed elogio! no questa non sono io,questo mondo non fa per me >> non credevo di poter dire così tante parole in un nanosecondo,e dopo aver preso fiato,girai i tacchi e feci per andarmene,varcando la soglia della porta,che mi avrebbe portata all’esterno.
Stavo per aprire la porta,ma una mano bloccò il mio intento.
Mi voltai di scatto, e vidi Depp che cercava il mio sguardo,mi fissava,cercando di trovare le parole giuste per farmi cambiare idea. So che avrebbe tentato in qualsiasi modo,ma non sa che ha a che fare con una testona nel vero senso della parola
<< lo sai cos’ho visto su quel palco?>> io feci spallucce,non potevo sapere il suo punto di vista,per quel che ne sapevo io, poteva anche aver visto un topo con un microfono in mano,non potevo saperne di più. Gli feci segno di continuare,volevo vedere dove volesse andare a parare,e vedere fino a che punto era pronto a spingersi
<< su quel palco ho visto una ragazza,te Allison Evans,mettere anima e corpo per la cosa che ama di più al mondo! Per quella cosa chiamata musica,che rende libero anche un prigioniero in catene;l’unica cosa che accomuna il mondo e le persone che ne fanno parte! E tu sei fatta per la musica. Come lo so? su quel palcoscenico ho visto in te una persona totalmente diversa da quella che avevo incontrato poco prima,ho visto una luce accecante nel tuo volto e i tuoi occhi brillare e splendere come se risplendessero di luce propria!tu sei fatta per questo mondo miss! Altrimenti non saresti riuscita ad imparare un pezzo di quel calibro in così poco tempo!ma tu ce l’hai fatta
e credimi se ti dico che possiedi grandi capacità! Tu hai un grande talento. Ma è deposto dentro di te,e tocca a te tirarlo fuori! Fidati di quello che ti sto dicendo Allison! Fidati di me … >>tutto quello che stava dicendo non aveva senso … la situazione in generale non aveva senso! Io non sarei mai diventata nulla di simile,non era la mia vita. Non ero io quella Allison! Non avevo nessun talento da tirar fuori.
Lui notò la mia incertezza e continuò il suo discorso! Non avrebbe ceduto. Lo sapevo
<< tu credi nel destino?>> quella domanda mi lasciò spiazzata,ma riuscì a riprendermi e a rispondere prontamente! Avrei sempre e comunque fatto rispettare la mia opinione.
<< secondo me il destino è solo una circostanza inventata dagli uomini per spiegare ciò che gli accade senza addossarsene una colpa … quindi no,non ci credo>>
Lui mi sorrise ma non si lasciò abbattere
<< Invece secondo me ti sbagli … è stato il destino incrociare la tua strada con quella della povera Celine Dion e a farti prendere il suo posto. Non so ora cosa abbia in serbo per te,ma io si …
Tu hai le capacità giuste per diventare qualcuno Allison Evans,e perché non prendere la palla in balzo e sfruttare l’occasione?
Se tutto ciò è avvenuto un motivo alla base ci dovrà pur essere,una ragione il perché è toccato a te invece che ad un’altra povera ragazza che non aspettava altro! Che ne dici di non lasciarti sfuggire questa opportunità che la vita ti sta offrendo e … buttarti?>>
era tutto talmente difficile … non potevo abbandonare tutto e buttarmi come mi stava chiedendo di fare Johnny
<< andata?>> disse in fine puntandomi la mano e sorridendomi
<< perché fai tutto questo Johnny?>> quella domanda mi venne spontanea senza un preavviso,prendendo di contropiede anche me
<< Perché come ti ho appena detto,e come non finirò mai di ripetere,ho visto in te una strana luce,la stessa che possedevo e possiedo io! Ed è per questo che voglio spingerti verso questo sogno,ma tu solo puoi renderlo reale. Io credo in te! Ed è grazie a coloro che mi hanno supportato e che si sono fidati di me che ho ritrovato me stesso,e grazie a coloro che mi hanno posto la loro fiducia che ho scoperto il mio essere e la mia vita! Ho scoperto me stesso …e ora tocca a te scoprirti! Lo so,hai paura e ti comprendo! La paura vive in me tutt’ora,ma io non mi lascio abbattere! Per cui Allison,vieni con me,con noi,alla serata! Io e Tim non ti lasceremo sola un attimo,e se riconoscerai questa vita in te … prendi il volo e lascia tutto ciò che limita i tuoi sogni a terra!>>Ma come potevo? Non potevo mandare tutto a puttane per un sogno! Per qualcosa che non consideravo reale. Come potevo buttare via le mie idee per una vita che … e poi ero venuta qui per ben altro scopo
<< non posso,ho l’università e …>>
<< non ti preoccupare! Ci penserò io a tutto … magari non succederà la fine del mondo se salti qualche ora di lezione no?>> ero alla ricerca della mia vita,e forse come aveva detto Johnny essa mi stava offrendo l’opportunità di riconoscere me stessa … perché non sfruttarla?
<< andata …>> dissi infine stringendo la sua mano
La serata finì un paio d’ore dopo e il buffè si sarebbe svolto in un altro edificio lontano da telecamere e ‘’intrusi’’. Quella parola era stata specificata da Tim guardandomi di sottecchi,avevo recepito il messaggio. Usciti da la sarebbe iniziata la mia nuova vita!
Al di fuori della struttura ai nostri piedi vi era un chilometrico tappeto rosso,mentre – nello stesso luogo dove li avevo lasciati – c’erano fan sovraeccitati e paparazzi pronti alla cronaca.
Mi sentì inondata dai flash,finché arrivammo all’enorme limousine,che ci avrebbe scortati al buffè.
Tim aprì la portiera permettendo a me e a Johnny di accomodarci nell’auto,facendo la stessa cosa all’arrivo.
Durante il viaggio,parlando con i due, capì che erano i registi di un film proiettato alla premier e i ‘’direttori’’ della serata.
Che bello! Mi trovavo con delle presunte celebrità e io sapevo a malapena il loro nome! Fantastico Allison,sempre al passo con i tempi tu eh?
L’edificio in cui si sarebbe conclusa la serata non era molto distante dal luogo che avevamo appena lasciato. Era una struttura gigantesca,rifinita in pietra antica,con un grandissimo ingresso di marmo pregiato.
Arrivati nella grande stanza dove si doveva svolgere il buffè il mio cuore smise di battere.
Di fronte a me avevo la visione dei più grandi attori Hollywoodiani a partire da De Niro a finire da Clooney.Almeno alcuni li conoscevo! Si,li avevo visti in un cartellone pubblicitario in Italia e ne avevo letto il nome! Grazie cartello!
Tutti coloro presenti in sala,dopo avermi riconosciuta, si avvicinarono per congratularsi e farmi i dovuti complimenti tra cui un tipetto da mozzare il fiato chiamatasi a quanto pare Orlando Bloom
<< ciao! Volevo congratularmi per la sua bravura miss Evans! Lei è davvero eccezionale! complimenti>>quel’uomo mi sorrise e io rimasi completamente immobilizzata,non riuscendo così a proferir parola
I minuti passavano e io stavo riflettendo sulla bellezza dell’uomo,e cercando inoltre di ricordarmi il nome
Dietro di me sentì una piccola vocina sussurrarmi ’’ ti conviene dir qualcosa … anche una parolaccia ma molto meglio di rimanere immobile con un aria zombificata , non credi?’’
Mi voltai verso la presunta vocina,dietro di me vi era Johnny,che spostava il suo sguardo da me ad Orlando da Orlando a me,sempre con quello sguardo ironico stampato in faccia!
Orlando mi guardava strano, come se aspettasse almeno un piccolo segno di vita,o quanto meno che respirassi. Accorta dell’accaduto,ripresi funzionalità delle mie corde vocali ,sorrisi cordialmente e finì per rispondere con un misero << grazie >>
Avendo capito che era meglio stare lontano da una fuori di testa come la sottoscritta,Orlando si dileguò,annuendo e sorridendo come mi ero dimentica di fare io poco prima. Che figuraccia! Lo sapevo!
<< sei una bravissima cantante,ma per conversazione lasci molto a desiderare miss Evans>> rise il signor Depp guardandomi con occhi furbi e un sorriso stampato in volto
<< oh mi scusi mister Depp,ma non è che io mi ritrovi molto spesso in queste situazioni sa?>> risi insieme a lui,avevo la sensazione di essermi dimenticata di qualcosa,ma cosa?
Rispolverai la mia mente,alla ricerca almeno di un ricordo ma quale? Poi mi venne in mente che oltre a me vi erano altre due persone … vediamo … oh mannaggia!
<< oh mio Dio Lily e Maria!>>urlai con un tono talmente preoccupare da allarmare anche Johnny,che mi guardò preoccupato e terrorizzato nell’insieme!
<< che è successo?>> chiese allarmato
<< Maria e Lily diamine!>> come potevo essermi dimenticata di loro? Sono proprio una pessima amica!!
<< due mie amiche ! con tutto quello che è successo mi sono totalmente dimenticata di loro! Non posso nemmeno chiamarle perché ho la batteria del cellulare completamente a terra! Oh maledizione!>>
Ma è possibile che accadano tutte a me? ma che cosa ho? Attiro sfortuna?
L’attore che mi era affianco prese dalla sua tasca un telefono e me lo porse
<< tieni. chiamale con questo>>
Lo ringrazia infinitamente! Con tutta la riconoscenza che avevo in corpo e digitai il numero di Lily.
nel frattempo Johnny fu avvicinato da tre uomini,che cominciarono a parlargli con un inglese talmente spedito da non capire una parola.
Io nel frattempo pregavo che le mie amiche rispondessero.
<< pronto?>>
<< Lily sono Allison>>
<< Allison!!! ma dove diamine ti sei cacciata!?! Ti stiamo cercando da più di due ore!ma dove sei? E inoltre con quale telefono stai chiamando?>>
I miei timpani era in procinto di spaccarsi in mille pezzi per la voce squillante utilizzata dalla mia amica,che aveva un tono più che preoccupato,anche io mi sarei infuriata al suo posto.
<< Lily scusatemi! È successo tutto talmente in fretta da non aver pensato a nulla!comunque sono a un buffè in compagnia di Tim Burton … Orlando Bloom ,Johnny Depp e altri attori famosi, e sto chiamando con il telefono di quest’ultimo>>
<< stai parlando dal telefono di Joooooohnny Deeeeppppp!!!!!!!>> o mio Dio! Posso dire definitivamente addio ai miei timpani
<< si! Ma smettila di urlare! Comunque non farò tardi! Voi tornate in albergo ,io arrivo il più presto possibile ciao>>
Troncai la telefonata senza neanche sentire la risposta,ero stanca ma la serata non era ancora finita
<< Allison puoi venire qui per piacere?>> mi chiese l’attore Hollywoodiano,invitandomi a partecipare alla conversazione con i tre.
Mi precipitai accanto a lui,ponendo la mano ai tizi che stavano da poco parlando con lui.
Erano tre uomini molto diversi tra loro,vestiti con abiti scuri,sembravano spie o agenti segreti,venuti per una missione con l’intento di salvare il mondo.
<< buonasera signorina Evans.Questa sera ho avuto l’onore di ascoltare la sua bellissima voce,ebbene io e i miei colleghi vorremo farle una proposta!
Fra nove giorni si terrà un festival,dove si esibiranno dei cantanti degni di stima,e dopo stasera abbiamo compreso che lei potrebbe sfondare nel mondo dello spettacolo! Le piacerebbe voler farci l’onore della sua presenza … cantando … quella sera? Ovviamente sarà pagata a fior di quattrini>>
Mascella in precipitazione,levarsi dal luogo di atterraggio!
Ero esterrefatta. Non riuscivo a credere alle mie orecchie. Mi avevano offerto di cantare ad un festival come quelli che si vedono alla tv … io? Io che fino a ieri vivevo intrappolata in un mondo non mio,io che ero intrappolata nei meandri più profondi della mia vita?
ero immobile incapace di parlare e di proferir qualunque parola … non …non potevo accettare non ne ero all’altezza!
<< beh io non …>>
<< accetta più che volentieri! E io e Tim Burton le faremo da menager!>> ma si stavano coalizzando tutti contro di me? prima Lily ora Johnny
<< perfetto!deve solo mettere una firma qui ….>>
<< nono aspetti! Io non sono sicura che sia una buona idea>> dissi prendendo fiato << scusateci un attimo>> proferì invece Johnny portandomi un po’ più lontano ,cosi da non essere sentita.
<< cha stai facendo Allison!?!>>
<< Johnny no! non posso e non voglio diventare una star!non immaginavo nulla di simile altrimenti avrei fatto a meno di venire. Non capisci … non fa per me,non ne sono all’altezza!non fa parte della mia vita questo mondo>>
Lui poggiò le sue mani sulle mie spalle e si chinò per guardarmi dritto negli occhi. Avevo capito che quegli occhi erano la sua arma vincente
<< allora qual è la vita che ti appartiene …?>>
Mi spiazzò! Ripensandoci io non appartenevo a nessuna vita,facevo parte di un mondo in cui non mi sentivo introdotta,e questa era una grande occasione per integrarmi. Annui e Johnny sorrise portandomi verso il mio futuro … verso la mia nuova vita.



NOTE DELL'AUTRICE:
Salve a tuttiii ^_^
scusate per il ritardo -.-,comunque: spero che il capitolo vi sia piaciuto ^.^ speriamo
vorrei annunciarvi che il prossimo capitolo non arriverà tanto presto :( ,poichè ho tantissimi impegni,soprattutto con la scuola -.-
vorrei ringraziare tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite ^_^ troppo gentili ^-^
e inoltre vorrei ringraziare: S_baker,Princess of dark e tilamo per il loro sostegno ^_^ grazie ragazze siete semplicemente splendide ^______^
comunque ringrazio chi legge e mi piacerebbe ricevere le vostre opinioni così da migliorarmi sempre di più :)
ora devo scappare .-. ci sentiamo presto (spero) -.-''
un bacione :*
Aishia

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Capitolo 8
*** Questa è la mia vita ma ... ***


Scusate scusate scusate e scusate!!! Non so proprio come chiedervi scusa :(
Prima di passare alla storia,visto che è passato tantissimo tempo volevo farvi il sunto del riassunto in modo che possiate ritornare a pari passo alla storia:
allora: Allison,la protagonista della nostra storia,grazie a un influenza del destino si reca a Londra,dove entra in contatto con il mondo della musica e mette in mostra le sue doti di cantante su un palco in cui sono presenti tantissimi attori,cantanti e persone famose. Ed è così che entra a far parte di questo mondo anche se il suo ragazzo e i suoi genitori fanno di tutto per imporle la vita che ormai è diventata parte della sua anima, e la spingono a ritornare con i piedi per terra. E’ al concerto che fa la conoscenza di Tim Burton e Johnny Depp con cui istaura immediatamente un gran rapporto di amicizia. Allison è stata ingaggiata dai eat- money’’ e dovrà cantare ad un concerto insieme ai suoi nuovi amici! Ma non è a conoscenza che da oggi la sua vita cambierà prendendo una piega diversa. Come?
A voi la lettura ;)
Aishia


Questa è la mia vita ma …



Ero arrivata al punto di non ritorno
Fin quando il cuore non prese il posto della ragione,dell’istinto …
Ed è li che ti accorgi che alle tue spalle avevi lasciato il tuo essere e i tuoi sentimenti …
Ed è in quel momento che la tua consapevolezza ti riporta alla vita




Era una splendida notte … forse più intensa delle altre …
Eravamo entrati alle soglie dell’autunno ma sembravamo da un bel pezzo inondati dal gelo dell’inverno. Il cielo era di un colore cupo, ancora più tetro della notte stessa. Era interamente ricoperto da nuvoloni grigi e scuri e le stelle facevano capolino dall’oscurità di quel cielo, mentre il buio della notte si contrastava con il colore soave dei piccoli fiocchi canditi che cadevano delicatamente, posizionandosi sulle vie della bellissima Londra.
Sembrava un panorama surreale, incantato, reso tale grazie all’aiuto della luna che rischiarava con i suoi raggi dorati il paesaggio della città addormentata.
Le strade erano particolarmente silenziose, distanti dal chiasso infernale di giovani ragazzi alla scoperta della vita. Nell’aria non si udiva nulla, solo il rumore del silenzio che si contrastava con il fruscio del vento. Tutto era quieto e nulla avrebbe ostacolato quella tranquillità come se fosse venerata o rispettata anche dal suono. Tutto era immerso in un mare di silenzio, così, come l’albergo in cui alloggiavo. Non si sentiva nemmeno il gracchiare delle ranocchie che solitamente animavano le mie notti di veglia e di sonno.
Anche la mia stanza era particolarmente silenziosa e tutta quella calma non permetteva alle mie povere palpebre di chiudersi e di concedersi al sonno. L’aria era troppo pesante e soffocante per i miei polmoni. Mi sentivo oppressa, asfissiata e non potevo reggere più il peso di quella notte. Non potevo reggere il pensiero dell’indomani …
L’unico rumore che si sentiva in quelle quattro mura era l’alternarsi del mio respiro irregolare. Ero sdraiata sul quel letto diventato improvvisamente scomodo e irritante, con le spalle che aderivano perfettamente al materasso e lo sguardo perso su un punto impreciso del soffitto grossolano. Avevo una mano all’altezza del petto in modo da sentire i palpitanti battiti del mio cuore, mentre il mio ventre faceva su e giù contemporaneamente al mio respiro.
Non potevo non pensare a domani … e quel pensiero mi martellava nella testa da molte ore, l’oppressione mi aveva dichiarato guerra e io l’avrei persa, non riuscendo a sopportare quel magone allo stomaco: dopotutto ci sarebbe stato l’attesissimo concerto!
Provavo gli stessi sentimenti della prima esibizione! Mi sentivo scombussolata,inadeguata e nuda al pensiero di trovarmi a dosso gli occhi di milioni di persone con i loro pensieri e i loro sguardi turgidi. Potevo sentire perfettamente quelle parole pensate e non dette. Tremavo … tremavo come una foglia scostata da un vento proveniente da nord. Vento freddo, forte e violento, che non aspettava altro che imbattersi con violenza sovrumana sul mio corpo.
Mi sollevai, toccando con i piedi nudi il legno freddo e gelato del pavimento ligneo. Portai una mano sul volto, sentendo il calore della mia pelle sul mio viso e il respiro che soffiava sulla pelle solleticandomi un po’
Fuori nevicava e il frusciare del vento che s’imbatteva cruentamente sulle ante della finestra mi fece portare l’attenzione all’esterno
Mi alzai, cercando di dirigermi alla finestra con equilibrio. Aprì la serratura e un vento freddo mi accarezzò il volto, trasportando profumi lontani,ricercati da luoghi più remoti. Chiusi gli occhi, ispirando ed espirando, gustando i piccoli brividi che il mio corpo emanava. Aprì il palmo della mano e su di essa si posò un piccolo frammento di neve che si sciolse al solo contatto con il calore del mio corpo, per poi tramutarsi in acqua di rugiada e morire poco dopo.
Aprì gli occhi delicatamente: era una strana sensazione vedere le strade ricoperte di bianco. Il paesaggio così cupo e triste mi riportava alla mente tantissime ricordi , non riuscivo a guardare al di là del mio naso … ma in fin dei conti non importa cosa stai guardando ma quello che riesci a vedere …
Sorrisi … e decisi di rientrare dentro. Ritornai sul letto, sedendomi sul materasso. Una piccola lacrima m’ inumidì gli occhi, formatasi per troppi pensieri e poco dopo sfuggì al mio controllo, bagnandomi gli zigomi e cadendo sui miei pugni serrati. Mi sentivo strana … come svuotata dentro. Tutto per domani.
Quella sarebbe stata la mia ultima occasione per sentirmi veramente viva, capace di provare veri sentimenti e di avere anch’io un cuore pulsante dentro al petto, rimasto fermo e immobile per troppo tempo.
Ora che potevo finalmente sentirmi libera, ora che avevo trovato finalmente il mio posto nel mondo, venivo contrastata da coloro che amavo ma che Che non mi rendevano la possibilità di dare accesso al mio sogno, osteggiando i miei desideri.
Mi stavano togliendo a poco a poco l’ossigeno dai polmoni, opprimendomi in tutti i modi vagamente esistenti. soffocando la mia voglia di vita che nasceva solo sul quel palco dannazione! Io ero nata per cantare … io ero nata per sfoggiare la mia voce al mondo intero!
Asciugai i miei occhi prima che un’altra lacrima potesse nascere e sconsolata mi rimisi tra le calde coperte del letto, aspettando con ansia Morfeo che non tardò ad arrivare … abbandonandomi ad un sonno senza sogni.


**




POCHE ORE DOPO …
Fui svegliata bruscamente da un assordante rumorino a solo pochi centimetri dal mio orecchio. Sobbalzai di botto, ritrovandomi seduta sul letto con le gambe all’altezza del petto, mentre la mia mente ipotizzava una possibile fine del mondo.
Cercavo di ricordare cosa fosse successo o almeno rammentare qualcosa della sera precedente e impiegai qualche minuto per ricollegare le mie funzionalità vitali.
Quel rumore non cessava il suo moto e mi sentì improvvisamente al centro del perimetro di una base militare destinato a dei bombardamenti. Solo pochi minuti dopo ricollegai quel fracasso alla vibrazione del mio cellulare, abbandonato sopra il comò la notte precedente.
Afferrai delicatamente quel aggeggino infernale, evitando così un probabile schianto aereo. Meta? un viaggio prepagato vero la soffice superficie del muro!
Il cellulare indicava l’avviso di un messaggio

Buongiorno pupa … spero di non averti svegliato!

Se così fosse ti chiedo venia e rimedio in modo da farmi perdonare …

Abbuffati ma non troppo! Alle otto e mezza circa sarò li da te … non fare tardi!

Johnny



Buttai delicatamente il telefono sull’altro capo del letto e sarei stata pronta a soffocarmi con il cuscino se un secondo rumore non mi avesse distratto. Quel frastuono- che stava disturbando i miei melodrammi mattinieri -si presentò nuovamente e impiegai qualche minuto per capire che qualcuno stava bussando alla porta.
Mi alzai con nel viso un espressione da vera ’’omicida’’. Aprì la porta con più foga del previsto, rischiando di sbatterla in faccia a qualcuno che fortunatamente parò il colpo. Mi ritrovai davanti un enorme omone in divisa: indossava un enorme uniforme bianca con la cinta e i bottoni della giacca neri che facevano pendant con il colore olivastro della sua pelle. Quest’ultimo sgranò gli occhi e mi guardò con aria prettamente terrorizzata
«buongiorno miss Evans, scusi per il disturbo ma …»cominciò a farneticare l’uomo in punta di panico. Ma non badai a lui, semmai mi soffermai sul piccolo tavolo imbandito che trasportava attraverso un carrello di metallo. Alzai lo sguardo sull’uomo, guardandolo alla serie: Bella Swan formato vampira alla vista del sangue
«allora? Che vuole? » lo interruppi io, troncando il suo monologo infinito. L’uomo deglutì più volte avvicinandomi con un piccolo movimento della mano il tavolo imbandito «queste sono le ordinazione che questa mattina presto hanno richiesto per lei …»
Mattina presto? Socchiusi gli occhi ad una fessura avvicinandomi all’omone che a sua volta cominciò a indietreggiare, finendo così per sbattere contro il muro. Non aveva più scampo!
Deglutì quando se ne rese conto pure lui. Potevo vedere perfino le piccole gocce di sudore scendere imperterrite dalla sua fronte spaziosa. Gli puntai un dito contro
«le sembra normale venirmi a svegliare alle cinque e mezza del mattino? » L’uomo fece una smorfia e aggrottò la fronte disorientato
« cinque e mezza? Miss … sono le otto in punto » sgranai gli occhi e deglutì. Mi sentì avvampare e potei notare -grazie al riflesso del tavolo - il mio viso cambiare qualche dieci tonalità diverse di colore. Presi il tavolo e a testa china ritornai dentro la camera, richiudendo la porta in faccia all’uomo. Fra poco sarebbe arrivato Johnny e io non ero nemmeno pronta!
Mi lanciai di soppiatto sopra un cornetto alla vaniglia, come se in vita non ne avessi mai assaggiato uno, per poi dirigermi in fretta e furia sotto la doccia.
Riuscì per la primissima volta in vita mia ad essere pronta in mezz’ora circa, sorprendendo anche me stessa. Diedi un breve sguardo all’orologio: Johnny doveva essere già arrivato! Presi tutto il necessario, mi diedi un ultima occhiata ai capelli, ricontrollai il trucco ed uscì richiudendomi la porta alle spalle.
Percorsi le scale dell’albergo in fretta e furia, girando poi a destra verso il lungo corridoio rudimentale che portava all’uscita del retro, guardando sempre la cartina che la sera prima mi ero fatta recapitare dal portinaio:almeno non mi sarei persa e non sarei arrivata in ritardo, guadagnandomi una strillata allo stile hollywoodiano.
Aprì la porta, ritrovandomi davanti agli occhi un immenso manto bianco. Il freddo era sovraumano e fui costretta a stringermi al giubbotto che avevo addosso, cercando nel frattempo la macchina del mio cocchiere personale. Non impiegai molto a notare quel ferro vecchio: la macchina era posteggiata sotto l’albero di pino, interamente ricoperto di neve. Sorrisi immaginandomi la macchina del grande Johnny Depp interamente coperta della neve caduta da un ramo dell’albero e l’attore impegnato a spalare la neve!
Mi presi di coraggio e avanzai verso la macchina badando a tenere i piedi ben fissi sul terreno e non il sedere spiaccicato per terra. Johnny era dentro la macchina. Si accarezzava spasmodicamente le spalle per riscaldarsi dal freddo e respirava freneticamente, provocando così, delle piccole nuvolette di fumo che finivano per fondersi con l’aria.
Bussai nel vetro e poi entrai in macchina
« buongiorno»proferì con una piccola nota di orgoglio nella voce a causa del mio impeccabile anticipo. Vidi Johnny guardare da prima l’orologio e poi la sottoscritta con uno sguardo indecifrabile. Una somma tra lo sbalordimento e l’incredulo «chi sei tu?» chiese con un tono talmente preoccupato da angosciare anche me «Che cosa hai fatto a: miss, il ritardo è padrone di me?» gli riservai un occhiata torva e gli feci una linguaccia per concluder l’opera
« è scomparsa ( almeno per oggi) lasciando spazio a ‘’ miss ex il ritardo era padrone di me ma la puntualità mi ha assorbito’’»non so neanch’io cosa voglia dire questa frase ma al diavolo gli aforismi. Anche se questo di aforisma non aveva un bel niente.
Prese le chiavi disponendole nell’apposita fessura « la tirata di orecchie di ieri è servita eh? » ignorai lui e la sua domanda provocatrice,cominciando a fischiettare « suvvia metti in moto questo ferro vecchio altrimenti arriveremo domani mattina» mi guardò come se fosse stato punto nell’orgoglio e spinse nell’acceleratore « questo ferro vecchio carina ti potrebbe portare fino in capo al mon … » neanche il tempo di concludere la frase che un enorme trambusto ci fece sobbalzare e ci ritrovammo sul parabrezza una enorme montagna di neve che inondò l’intera vettura. Sbarrammo contemporaneamente gli occhi e scoppiai a ridere, non riuscendo a trattenermi oltre. Johnny imprecò qualcosa e scese dalla macchina per controllare che tutto fosse a posto «Joh? »
«mmh?»
« credo … che come secondo lavoro la veggente possa andare! Mi ero immaginata la stessa scena » non riuscivo a frenare le risate e fui costretta a trattenere il fiato per la paura che un’altra mini – valanga precipitasse schiacciando il povero Johnny. Chi le avrebbe sentite le sue fan! «zitta e aiutami!»
Arrivammo agli Studios con dieci minuti di ritardo. Ovviamente per il caro vecchio Richard la puntualità era il massimo e non amava molto chi trasgrediva le sue regole. Era intransigente soprattutto per una ragazza ‘’puntuale’’ come me.
Posteggiammo nel nostro parcheggio privato ed entrammo nell’edificio a forma di cupola circolare con un enorme insegna intagliata su un cartellone in legno the eat-money
«buongiorno» proferì Johnny quando entrammo dalla porta d’ingresso «giorno» sussurrò qualcuno a fondo sala. L’aria era semplicemente irrespirabile e improvvisamente sentì un enorme peso all’altezza dello stomaco.
Erano seduti intorno al divano al centro sala e le loro facce non promettevano nulla di buono. Erano nervosi quando me all’idea di salire nuovamente su quel palco di fronte ad un smisurato pubblico?No! non poteva trattarsi di questo, ovviamente era abituati a questo genere di cose,ormai faceva parte della loro quotidianità, magari era solo un mio pretesto per non sentirmi unica e sola ad affrontare la situazione. Improvvisamente tutta l’ansia di questa notte si ripresentò, trasformandosi in vera e propria angoscia.
Mi voltai alla ricerca di un appiglio o magari qualcuno che non mi suscitasse più ansia di quella che avevo già e fu lì che lo vidi … l’uomo più pacato e rilassato dell’intero cosmo terrestre. Era di spalle alle prese con quell’infernale macchina del caffè
« Tim!» lo salutai andandogli vicino. L’uomo riccioluto si voltò verso di me regalandomi uno dei suoi sorrisi calorosi e familiari.
Campo libero: nessun pericolo di tagliarsi le vene
« buongiorno pupa! Vuoi un caffè? Offro io ovviamente!»
«no … no grazie! Ma che hanno tutti? È morto il pappagallo?» non stavo scherzando,infatti nella stanza accanto c’era un piccolo pappagallo centenario pettegolo pronto a prender in giro chiunque avesse a tiro. Un volta aveva deriso il mio cappello dicendo che sembrava un topo con un fiocco. Quanto lo odiavo!
<< no per fortuna il buon vecchio Pippo è ancora vivo! Ma è vero che la mia sciarpa sembra un anguilla? Mi ha fatto venire i complessi!>> scoppiai a ridere facendolo suggestionare di più. In effetti questa volta Pippo non aveva poi tutti i torti
<< comunque scherzi a parte: sono tutti agitati per stasera, sembrano che l’uniche persone tranquille come una pasqua siamo io e te!>>
<< già! tranquilla>> Altro che tranquilla. L’angoscia si stava a poco a poco impadronendo di me, logorandomi l’anima mentre l’ora X si avvicinava a vista d’occhio.Tremavo al solo pensiero di trovarmi davanti agli occhi il mondo,di scorgere il volto dei miei spettatori,di guardare nei loro occhi … erano tutte cose che non mi facevano stare tranquilla e Tim sembrò intuirlo.
Sorrise amaramente,indicandomi con un breve gesto il secondo divano vicino al muro e ci sedemmo una di fronte all’altra mentre lui continuava a sorseggiare beato il suo caffè
« senti bambina»cominciò a dire cercando di trovare l’ipotetiche parole così da rincuorarmi<< non c’è nulla da temere,specialmente non lo devi fare tu! Lo so che queste esperienze sono angosciose e Dio solo sa quanto ne avevo io inizialmente! Ma è normale, noi siamo essere umani e presto diventerà una cosa ordinaria,presto ti ci abituerai ma ci vuole solo tempo.>>Era questo il punto: io non ne avevo! Il tempo era contro di me e contro la mia voglia di libertà. . Le mie paure non facevano altro che dare asilo alla mia angoscia, alla mia inquietudine e io mi sentivo inutile e indifesa come una bambina. Non riuscivo a stare tranquilla anche se mi ripetevo che sarebbe andato tutto bene.
«mi sento talmente piccola …» proferì in un sussurro, stringendo le mani in pugno. Si alzò, poggiando la sua mano calda sulla mia «credimi se ti dico che sei la persona più grande che conosco! Non dico di età o di statura … ma di cuore mia piccola bambina! Guardati intorno li vedi? Molti di loro fanno questo lavoro da quando erano alti all’incirca come una ventina di fagioli, eppure guardali!Hanno una fifa bestiale. Nessuno si sente mai pronto veramente in queste situazioni,quindi non sei da sola! tutti stiamo vivendo questo momento allo stesso modo … pupa … Ricorda che hai la musica nel sangue e la canzone nelle vene!»
Sorrisi. Come faceva a farmi sorridere anche quando non ne avevo voglia? In questo momento ero in pieno dibattito mentale: Avevo una voglia matta di continuare la mia carriera di cantante, per sentirmi viva come non mi ero mai sentita in ventitré anni di vita,ma al contempo mi uccideva l’idea di non esserne all’altezza, di morire ogni volta che salivo su quel palco e mettevo in gioco me stessa. Sapevo di potercela fare ma non sapevo di farcela.
« Tim … come fai a trovare sempre le parole giuste?» sorrise e cominciò a grattarsi la testa come faceva sempre quando si trovava in imbarazzo « eh cara Allison , questa si chiama ‘’sapienza’’» ironizzò prima di diventare serio « scherzi a parte! La vita ti fa maturare e a volte ti insegna a trovare le giuste risposte. Ma il tempo ti fa capire che le risposte, quelle vere, non esistono! Almeno io ancora non le ho trovate. Questa è una consolazione, poiché mi fa capire che non sono poi così vecchio!» soffocai una risata. Tim era unico, sapeva mettere insieme la serietà con l’ironia
Le sue parole erano sempre così sagge! Io avevo passato una vita intera sui libri per avere almeno la forza per portarmi dietro quel bagaglio che mi avrebbe accompagnato in questo lungo viaggio chiamatasi vita, ma evidentemente non serviva a molto se non porti con te la conoscenza del cuore e dell’anima. Una frase di Tim mi fece desistere dai miei dilemmi morali
«pupì … rammenti cosa ti ha detto il grande attore Johnny Depp la prima volta che ti sei esibita?» io feci spallucce e aspettai che continuasse
« no? allora te lo dico io: puoi affrontare ogni ostacolo che la vita ti propone» sospirò «ed è così mia carissima amica,tu puoi farlo … solo tu puoi affrontare le tue sfide e devi dimostrare che puoi farcela!Tu sei Allison Evans ricordalo!Quindi le paranoie lasciale al momento in cui entrerai in scena» mi fece l’occhiolino e io di risposta gli sorrisi. Evidentemente era la verità!Mi stavo creando troppe alienazioni mentali e il problema che ne ero perfettamente cosciente. Ma in fondo potevo permettermelo : la mia vita era cambiata troppo radicalmente da permettermi di stare tranquilla!

A quanto pare però,non ero abbastanza forte per lottare contro il destino,contro le sfide impetuose della vita! Dopo questa sera avrei abbandonato quel fuoco che ardeva nel mio cuore per ritornare alla mia routine quotidiana.
« Miss Evans … signor Burton? Ci potreste fare l’onore di avvicinarvi a noi o vi reco troppo disturbo?»Ritornai al pianeta terra girandomi verso la vocina che ci aveva appena interpellato. Richard era seduto al tavolo principale con tutti i presenti intorno. Sicuramente stavano asserendo agli ultimi dettagli della serata. Ci alzammo a testa china raggiungendo l’altra parte del gruppo.
Rich ci guardò di sbieco dando via al suo monologo infinito come era solito fare.
«Allora ragazzi! Visto che siamo tutti qua e che mi avete concesso la grazia di ascoltarmi posso parlare!» proferì riservandosi un occhiata torva. Come si dice? Ah … ogni riferimento è puramente casuale «Bene ragazzi! Abbiamo provato e riprovato fino alla nausea in queste ultime settimane! Avete dimostrato la capacità per diventare qualcuno o continuare ad esserlo … Lo so che a giudicare dalle vostre facce avete una fifa del carma ma non dovete lasciarvi abbattere ne intimorire! Questa sera dovrete salire su quel palco e dimostrare al mondo di che pasta siete fatti! Che avete le palle e le carte in regola per vincere ogni sfida che la vita vi riserva. Avete convinto tutti della vostra bravura e sono tutti molto soddisfatti,tranne me!»
«COME?!? »strepitammo contemporaneamente guardandoci esterrefatti mentre Richard se la rideva soddisfatto. Johnny si avvicinò a quest’ultimo congratulandosi dello strabiliante discorso
« Bastardo!» Sussurrò una voce maschile che attribuì a Joh Mayer. Scoppiammo tutti a ridere compreso Johnny e Richard che fece buon viso a cattivo gioco mentre si rodeva dentro per l’affronto ricevuto
«dai ragazzi! Proviamo l’ultima volta e poi andate a prepararvi! Dovrete provare i vestiti,il trucco,le scarpe e tutto ciò che servirà per la serata»


Avevamo provato e riprovato senza un attimo di sosta,mettendo a supplizio le mie corde vocali. Non mi sentivo pronta mentalmente,oppressa da me stessa al solo pensiero di trovarmi davanti un pubblico smisurato. amavo cantare ma qualcosa mi bloccava,forse la paura di non farcela,forse la certezza di non esserne capace
«ragazzi è inutile! Guardiamo in faccia la realtà! » mi sedetti sul palco incrociando le gambe all’altezza del petto mentre i miei occhi si velarono di lacrime. Guardavo tutti i miei colleghi che avevano in viso un espressione beata e solidale mentre io avevo le crisi di panico e non riuscivo a trovare la forza di reagire. Tim e Johnny si avvicinarono a me,posizionandosi alla mia altezza «che c’è che non va? » mi chiese Johnny pazientemente mentre Tim si poggiò sulla sua spalla,fissandomi scuro
«tutto» strepitai come se fosse la cosa più palese del mondo « possibile che solo io sono dannatamente in apprensione,mentre il resto del mondo sembra tranquillo e beato!? Solo io diamine ho il cuore in procinto di scoppiarmi dal petto?!? È totalmente frustante e …»chiusi gli occhi cercando di contenere le lacrime e spingerle all’interno ma qualcuno mi afferrò per le spalle e sbattei contro qualcosa di duro. Quando riaprì gli occhi mi ritrovai appoggiata al petto di Johnny e il suo viso ad un soffio dal mio. Mi stava forse abbracciando?
Avevo la testa posizionata tra l’incavo della clavicola e la spalla mentre le mie mani era appoggiate al suo petto. Potevo ascoltare i battiti trepidanti del suo cuore mentre il mio perse un battito « Joh … io …»
« ssssh»
Si avvicinò al mio orecchio facendomi totalmente rabbrividire. Potevo sentire la fragranza del suo profumo ed era talmente intensa da mandarmi letteralmente in estasi e mi godetti la bellezza di quell’abbraccio rassicurante e travolgente.
Mi scostai e alzai il capo,trovandomi a pochi centimetri dal suo viso e mi persi nell’immensità dei suoi occhi scuri e penetranti. Il mio sguardo cominciò a divagare spostandosi dai suoi occhi alle sue labbra belle e perfette come quelle di un adone. Erano così belle da venir quasi voglia di prenderle a morsi. Non sapevo cosa mi portava ad avvinarmi di più al suo viso e cosa portava lui ad avvicinarsi al mio ma in quel momento era come se nulla fosse importante
Allontanati Allison! Scappa finché sei in tempo
Chiusi gli occhi e mi lasciai travolgere dai sentimenti,quei sentimenti che avevo lasciato dentro troppo a lungo e che mi pulsavano nel petto con la voglia di uscir via. in quel momento mi comparve davanti l’immagine di Sergio e mi immobilizzai improvvisamente,tornando alla realtà
Triiii triiii Non ringraziai così tanto il cellulare di avermi tolto in una situazione piuttosto imbarazzante. Mi allontanai di scatto spostandomi dai due. Solo in quel momento, quando vidi il nome di Sergio impresso sul display,mi resi conto dell’enorme sbaglio che stavo per fare. Ma non indugiai oltre e lessi il messaggio


scusami tanto amore mio ma mi manchi terribilmente
Ho voglia di vederti e ho in serbo una sorpresa per te al tuo concerto finale
Un bacio. Sergio


Mi immobilizzai smettendo quasi di respirare. Effettivamente mi stava togliendo l’ossigeno dai polmoni. Perché non capiva che così mi faceva solo del male?
Non avevo voglia di rispondere,non in quel momento.
spensi il cellulare per non essere ulteriormente interrotta e mi diressi dai miei manager. Johnny stava parlando con una figura di spalle che riconobbi come Richard,dopo tutto quell’omino basso e grassottello non poteva essere confuso con nessun’altro. Tim era seduto sulla poltroncina,fischiettando qualche canzoncina che sul momento non riconobbi.
«tutto okay pupa?» mi chiese sollevandosi di botto. Si, tutto okay tranne i miei sogni infranti, l’amore troppo morboso del mio ragazzo che si stava dimostrando a poco a poco una persona molto diversa da come lo conoscevo,e io! io cosa? Non sapevo più niente,stavo smarrendo la mia strada,la via dei miei sogni stava diventando troppo lontana e io sbagliavo via prendendo una traversa « non male» risposi semplicemente,scrollando le spalle. La mia lista melodrammatica doveva attendere almeno per ora.
Johnny si avvicinò a noi appoggiando una mano nella spalla larga del amico. Aveva sul viso un espressione tra l’ironico e l’afflitto,molto diverse tra loro per essere presenti nello stesso istante …
«Ally,fra qualche minuto arriveranno due ragazze che ti aiuteranno a vestirti e a prepararti »Mascella in caduta libera … prepararsi all’atterraggio d’emergenza,scansarti dalla pista!veicolo in collisione!!
«due ragazze per aiutarmi a … vestirmi? »non credevo alle mie orecchie e in vita mia il mio tono di voce non aveva mai assunto un tono così rialzato e stridulo. Johnny sorrise divertito e Tim scoppio a ridere come uno scemo.
«certo ci vuoi andare nuda sul palco?» mi chiese quest’ultimo non smettendo di ridere. Diventai rossa come un pomodoro quando notai le occhiate maliziose che si scambiarono i due. In quel momento Tim rischiava la morte!
Johnny tossicchiò due o tre volte e cominciò a parlare a Tim rivolgendosi però ad ambedue «Ragazzi comunque ho una brutta notizia: non potrò stare molto in vostra compagnia perché mi hanno chiamato dicendomi di recarmi a Chicago per ovvi motivi. Credo quindi che me ne andrò subito dopo la serata. Non sapete quanto mi dispiace»
Mi dispiaceva molto l’idea di dividerci,era la prima volta dal mio soggiorno nella grande Londra. Eravamo un trio formidabile ma ben presto non sarebbe stato neppure un duo, perché il mio tempo da star stava per concludersi e ben presto sarei tornata nella mia solita vita e sicuramente non avrei visto più il mio caro vecchio Tim e il mio dolce Johnny. Li avrei persi entrambi e li avrei persi per sempre …
«Non sai quanto mi dispiace Joh» sussurrai mortificata mentre inclinavo la testa così da non far intravedere tutto il dispiacere che il mio volto esprimeva.
«Signorina Evans! » mi voltai verso la voce che proveniva dalle mie spalle,trovando Richard accanto alla porta con una mano nella maniglia e l’altra sospesa a mezz’aria in modo da guadagnarsi la mia attenzione «può avvicinarsi? »
« sembra uno scoiattolo» ironizzò Tim facendomi ridere. Salutai i miei amici e andai da Richard cercando di non ridacchiare immaginandomelo con un dente a paletta e con una coda paffutella
« dimmi Richard»cercai con tutte le forze di mantenere la calma e la serietà cercando di non scoppiargli a ridere in faccia. Ma possibile che Tim mi doveva mettere sempre in difficoltà? Lui parve accorgersi del mio risolino di troppo e si irrigidì,cominciandomi a guardare con quello sguardo minaccioso che solo uno scoiattolo … emh … voglio dire, lui, possedeva
« Allison nella stanza più avanti c’è lo spogliatoio con la sala trucco! Va e non fare tardi e magari smettila di blaterare come al solito! Non ti pago per confabulare con quei due ma per cantare! »
Inclinai la testa mortificata e sgattaiolai via dalla porta rispondendo con un flebile «si certo» . Entrai nel camerino trovandomi un enorme scrivania con un enorme specchio. Da una porta mobile uscirono due ragazze che mi dissero di chiamarsi Monique e Clarisse che mi aiutarono nel trucco e nella scelta dell’abito.
Mi fecero sedere sulla sedia cominciando ad uscire accessori per il trucco e per i capelli che cominciarono a spargere sul mio viso. Io le lasciavo fare sicura che me ne sarei pentita amaramente.
<< sei un incanto>> proferì Clarisse finendo di sistemarmi il trucco e i capelli mentre Monique cercava nei mille abiti un vestito adatto al mio portamento. Mi avevano costretta a rimanere con gli occhi chiusi,così da vedermi alla fine e come avevano detto loro ‘’ L’opera si vede conclusa’’ Aprì gli occhi mezz’ora dopo ritrovandomi davanti una persona totalmente diversa e ciò che vedevo mi piaceva!g Non ero mai stata una persona molto facile ne sicura di se stessa. Non amavo vantarmi di me stessa. Lo odiavo e detestavo soprattutto ritrovarmi al centro dell’attenzione. Mi faceva sentire a disagio e insicura,per questo non amavo l’idea di trovarmi di fronte il mondo intero. «sei bellissima» proferì Monique facendomi arrossire,mentre Clarisse sembrava più che compiaciuta.

**

Ci mancava veramente poco all’ora X,me lo sentivo dal male che mi provocavano le gambe ad ogni passo e dal nodo che mi si era formato alla gola. Tim mi aveva da poco avvisato che la limousine stava per arrivare e che mancava poco al nostro debutto finale. Avevamo passato giornate intere a provare e riprovare la canzone ma non mi sentivo ancora sicura di me stessa,forse era l’ansia che si stava impadronendo di me o forse ero io che mi stavo facendo troppe paranoie.«Allison! Abbiamo una cosa per te»Monique e Clarisse si avvicinarono a me, porgendomi un enorme scatola bianca con un fiocco verde. Le guardai stupita ma senza indugiare oltre aprì il contenitore, trovando al suo interno un lunghissimo abito viola con un enorme spacco lungo la gamba e delle scarpe argentate al suo interno. Non sapevo proprio cosa dire,mi limitai ad un semplice ‘’ grazie mille’’ Un rumore alla porta ci fece sussultare e girandomi verso l’apertura vidi Tim in abito da sera
«Wow …sei …sei stupenda!»
Arrossì e abbassai il viso « grazie! Anche tu non sei male»proferì imbarazzata.
«pupì …è ora di andare»
Avanzai verso di lui,afferrando il suo braccio ed insieme ci dirigemmo verso la limousine:verso il mio mondo

Arrivammo dopo circa mezz’ora nei pressi di un grande edificio di forma circola. All’esterno vi era raggruppata tantissima gente impazzita ed eccitata che attendevano di fronte alla grande porta d’ingresso,trattenuti da delle sbarre di metallo e da degli omoni vestiti prettamente di nero, con piccoli occhiali scuri che li rendevano tutti uguali in viso. Uno di loro ci venne vicino aprendo lo sportello della vettura ed aiutandomi a scendere dalla limousine. Una serie di flash mi inondò facendomi quasi intontire. Se non fosse stato per Tim non ne sarei uscita … viva …
Percorremmo un lunghissimo tappeto rosso,ed entrati girammo verso una traversa laterale che ci diede accesso alla parte posteriore dell’edificio: dietro le quinte.
Fu li che lo vidi … in tutta la sua perfezione e splendore,così bello e perfetto da sembrare quasi un Adone. Appena si accorse della nostra presenza,ci sorrise avvicinandosi a noi.
Mi si posizionò di fronte ma non disse nulla. Continuava a guardarmi serio ma nel suo sguardo potevo scorgere tantissime sensazioni,non di certo paragonabili a quello che sentivo io al vederlo. Non riuscivo a respirare,mi sentivo come se stessi sotto acqua in assoluta apnea. Avevo un gran bisogno di riemergere per continuare a vivere, non potevo soffocare nel suo sguardo idilliaco.
«sei bellissima » proferì ad un certo punto smontando il silenzio che si era venuto a creare tra di noi
« anche tu lo sei Johnny »
Tim tossì due o tre volte per ricevere attenzione e ci voltammo contemporaneamente verso di lui
«come siamo combinati li fuori Joh!?>>
«beh Tim siamo al completo! Non si può neanche respirare! Quindi Allison … ti consiglio di prepararti psicologicamente!»molto d’aiuto no? Tim si avvicinò al palco e la sua faccia toccò il pavimento appena vide ciò che c’era lì fuori. Si girò verso di me e mi fece segno di avvicinarmi. Lo raggiunsi e scostai il grande tendone.
Il mio cuore si fermò di botto. tantissime luci proiettavano tutte in un unico punto: il centro del palco.
Tutto era il doppio di come me lo ero immaginato. Le persone era milioni e milioni tutte in estasi!
«nono io non esco!»mi sentì male! L’ultima volta avevo cantato davanti a quaranta persone non a quarantamila!
Mi appoggiai alla superficie fredda e liscia del muro. Non sentivo più la stabilità nelle gambe e scivolai a terra,mentre Tim e Joh si avvicinarono a me per prestarmi soccorso. Si abbassarono alla mia altezza e Tim si sedette al mio fianco « ehi ehi! Non svenire ora pupetta»
« non c’è la faccio … » sussurrai respirando a spasmi,mentre il mio cuore minacciava di darsela a gambe. Johnny mi prese il viso con due dita costringendomi a guardarlo negli occhi
« tu ce la fai invece! Non abbatterti… non mostrarti debole di fronte a delle piccole difficoltà come queste! Il mondo ti aspetta … il mondo è li fuori! Non rimanere indietro Allison»
«ragazzi cos’ha Allison? »chiese Richard vedendo il mio stato di mummificazione avanzata.
«attacco di panico» rispose Tin facendo spallucce mentre Richard divenne viola. In quel momento sembrava che stesse per svenire.
«Oh Cristo!Tim,Johnny … provate a far riprendere Allison entro cinque minuti o succederà un vero casino! » si allontanò imprecando come un arabo e inveendo come non avevo mai sentito fare
« andrà tutto bene!Allison la vita ti ha dato la più grande possibilità della tua esistenza … allora che aspetti? Lanciati e vedrai che una volta superato il primo momento tutto sarà più facile. Ti fidi di me? »
«si … » sussurrai con la voce rotta dall’emozione mentre presi la mano che mi aveva esposto Joh «allora canta! »
Il concerto era già iniziato e a poco a poco tutti si esibirono,ricevendo un enormità di applausi,ritornando indietro soddisfatti come non mai.
Mi sentivo semplicemente morire. Mi ero sempre domandata cosa si provasse,forse mi stavo togliendo anche questo dubbio. Ero decisa a superare anche questa paura,di sconfiggere e superare me stessa,mostrando al mondo che non ero meno degli altri e che anch’io potevo essere una grande cantante,anche se il mio cuore non smetteva il suo processo e le gambe ondeggiavano simultaneamente.
Mi ero già trovata in una situazione del genere e ne ero uscita più che egregiamente. Perché non ci sarei dovuta riuscire anche questa volta?
« Allison … io sto uscendo,tocca a te! » ingoiai il nodo che mi si era formato alla gola,mentre le mie gambe non volevano decidersi a fare un passo.
Mi sentivo la gola secca,come se fossi in un deserto senz’acqua.
Richard scostò il grande tendone e uscì,guadagnandosi una lunga serie di applausi. Si dispose al centro del palco,cominciando a parlare normalmente. In quel momento mi ingelosì di quella sua naturalezza
« signori e signore siamo quasi arrivati alla fine e di questo ringrazio voi! Al momento non abbiamo ricevuto nessun pomodoro in faccia e spero che di riserva non abbiate la pianta! Comunque ora abbiamo per voi una vera eclissi solare,una tempesta,un fulmine al ciel sereno! Una donna dalle mille doti e talenti. Sono felicissimo di averla scoperta io,ed ecco a voi: Allison Evans in … the dawn of Tomorrow »
Tantissimi applausi partirono dalla sala mentre cercavo solo la forza di fare un passo. Sentì qualcosa di freddo toccarmi la schiena nuda e voltandomi ritrovai il volto di Johnny a pochi passi dal mio
«vai … è inebriami della tua voce… »
Sorrisi amara mentre Richard ritornò dandomi una piccola pacca sulla spalla: Era il momento …
Salì sul palco stando bene attenta ad non inciampare sul lungo vestito viola che avevo indosso. Presi i lembi della veste mentre mi dirigevo a passo lento verso il centro del palco. Tenevo gli occhi bassi mentre venivo accolta con tantissime urla e applausi di ammirazione. Il cuore non finiva di pompare sangue mentre cercavo nei meandri più profondi della mia mente la tecnica del teletrasporto. Mi posizionai al centro dell’enorme palcoscenico,prendendo in mano il piccolo microfono,cercando di respirare mentre tentavo di placare i battiti incessanti del mio cuore.
Gli applausi cessarono dopo qualche minuto e in platea calò il silenzio. Fu in quel momento che mi sentì morire …
Guardavo quei volti mentre mi scrutavano incessantemente. Sentivo le gambe molli ed ebbi paura che non mi sorreggessero più e che da un momento all’altro mi avrebbero abbandonato.
Non ci riuscivo per quanto continuassi a ripetermi che tutto sarebbe andato per il verso giusto,che si trattava solo un attimo di isolamento dal mondo… ma non ce la potevo fare … ero molto più debole di quel che credevo.
In quel momento mi sentivo una nullità. Una bambina in un corpo da donna. La mia inefficacia, lo stava dimostrando il mio profondo mutismo.
Abbassai il microfono mentre gli occhi mi si velavano di lacrime. Come potevo essere così? Perché lo ero? «puoi farcela! »sentì una voce proveniente da dietro le quinte. Mi volta trovando Johnny e Tim dietro di me pronti a incitarmi. «hai una luce in te … allora canta! »mi sussurrò flebilmente. Mi voltai di botto quando dalla platea partì un applauso di incoraggiamento che mi fece destare e sorprendere. Delle piccole lacrime scesero dai miei occhi e mi sentì compresa … avevo solo bisogno di un po’ di incentivo,di sentirmi libera nella mia prigionia. Forse se avessi cominciato a cantare tutto sarebbe stata molto più facile.
Feci un respiro profondo e un piccolo cenno al maestro che diede il via alle piccole note di quella melodia che mi avrebbe accompagnata per il resto del mio soggiorno li sul palco.
A poco a poco i miei sensi ritornarono a vivere e dalle mie labbra si udirono i primi suoni

‘’when I wake up with you
I can only understand what I want
looking together at the dawn of that tomorrow with you’’



Stavo cantando! Stava succedendo la stessa cosa che mi era accaduta la volta precedente. La stessa adrenalina mi pervase e il mio cuore cominciò a battere con lo stesso ritmo della mia canzone. Tutti avevano un volto compiaciuto,lo stesso i miei due amici che avevano uno sguardo ammaliato ed estasiato. Ora Sapevo di poter combattere qualunque ostacolo che mi avesse dato la vita . In fondo lo dicevano anche le note della mia canzone.

i'll fight for the life …its obstacles will be for me source of a new life....
you're love will born me again
and I'll live forever between the notes of my song



;) La musica a poco a poco si placò e fui invasa da un enorme successione di applausi e grida che mi fece emozionare e commuovere. Il pubblicò si alzò in piedi regalandomi il calore spontaneo dei loro visi. Quei volti non li avrei mai dimenticati,sarebbero rimasti incisi e indelebili nel mio cuore.
« grazie»proferì con voce rotta dall’emozione. Il battito delle mani aumentò d’intensità e in men che non si dica mi ritrovai la piccola figura di Richard al mio fianco. Mi riservò uno sguardo più che compiaciuto
« avevo detto che era una vera e propria forza della natura e infatti … la natura si inchina al tuo cospetto mia dolce Allison…
applaudiamo!!!!» si sentirono urla,battiti incessanti e anche qualche ‘’ sei bellissima’’ o ‘’ sei meravigliosa’’
Sorrisi e uscì svelta svelta,dirigendomi dai miei amici che mi circondarono con tutto il loro affetto
Fui presa a volo da Tim che mi fece fare una giravolta attorno a se,mentre Johnny mi guardava estasiato con i suoi occhi bellissimi
« sei stata grande! » proferì abbracciandomi e avvolgendomi con il calore che emanava il suo corpo. Mi distanziai da lui,trovando il suo viso ad un soffio dal mio: potevo sentire perfettamente il suo fiato sul collo,mentre i suoi bellissimi occhi scuri incatenavano i miei,non lasciandomi via di scampo.
Mi sentivo estasiata e sentì un adrenalina dentro di me che non mi faceva stare ferma neanche un attimo. Tantissime emozione popolavano la mia anima e mi sentì finalmente bene
Mi sentivo solo una stupida,per tutta la mia incertezza iniziale ma ormai avevo superato anche quest’ostacolo che la vita mi aveva parato di fronte. Ora potevo dire di essere una cantante a tutti gli effetti. Dopotutto si diventa una star dopo il primo concerto! « Allison! » mi voltai verso due voci e vidi due figure che riconobbi come Lily e Maria venirmi incontro. Mi strinsero in un caloroso abbraccio,mentre non finivano di ripetermi quanto fossi stata grande e brava. Mi stupì,poiché non immaginavo che le mie amiche si potessero trovare tra la grande folla e cominciai a piangere per l’emozione
«ragazze vi voglio bene! » Richard venne verso di me con un viso rilassato e orgoglioso e mi prese le mani consegnandomi una grossa busta bianca,separandomi dalla nostra ricongiunzione.
« che cos’è? » chiesi all’uomo che sorrise «la tua paga … sono ben 20000 $ questa è il compenso per una vera star! Ne puoi avere quanti ne vuoi e molto di più!tutto questo grazie al tuo talento»
Rimasi pietrificata e non riuscì a proferire nemmeno una sillaba,fin quando le mie amiche non mi saltarono addosso cominciando ad urlare come delle pazze. Nella mia vita non mi ero mai sentita così felice e niente avrebbe cancellato il mio momento di gloria. Presi il cellulare per chiamare Sergio,trovando ben 5 chiamate perse da parte sua
« devo richiamarlo altrimenti mi ucciderà» scherzai allontanandomi dal resto del gruppo,mentre il telefono squillava incessantemente
« Allison! » Sergio aveva una voce allarmata e preoccupata al tempo stesso … ma in quel momento era come se non riuscissi a capire nulla. Non percepivo altro se non la felicità che nasceva dentro di me
« Sergio … oddio sono al settimo cielo … hai visto in tv il mio concer …»
« Allison devi ritornare subito in Italia !!! » quelle parole erano come un colpo di un coltello affilato,come un fulmine al ciel sereno. Non potevo andarmene ora …
« perché?! Non posso.. ancora devo fare un po’ di cose e …»
« Allison i tuoi hanno avuto un incidente … devi ritornare a casa …»



NOTE IMPLORANTI DELL'AUTRICE:
Non immaginate quanto sono mortificata! È passato tantissimo tempo dall’ultima volta che ho aggiornato … e mi dispiace infinitamente! :(
Chiedo umilmente venia e spero di ripagarvi con questo capitolo e con quello successivo che ho aggiornato insieme :)
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e abbia rispettato le vostre aspettative ^^
Quindi fatevi sentire in tanti xD e ricordate che mi sono affezionata a tutti voi *_*
Ringrazio umilmente chi ha recensito il capitolo precedente e chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate :)
Penso di non aver nient’altro da aggiungere o.O o forse si … comunque se mi verrà in mente qualcosa lo aggiungerò XD
Bene vi lascio e vi ringrazio per aver dedicato il vostro prezioso tempo a me e alla mia storia :,)
Aishia

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Capitolo 9
*** Questa è la mia vita ma ...perdonami ***


per chi clicca ''ultimo capitolo'' andate a quelle precedente! Ne ho scritti due in una volta ^^ infatti si chiama ''questa è la mia vita ma..'' chi invece lo ha già letto,mi levo tra i piedi e vi auguro un buon proseguimento ^^

Questa è la mia vita ma … perdonami




Come un fulmine al ciel sereno …
Ecco come mi sentivo,come se un fulmine o qualcosa di mortale mi avesse trafitto il petto,causando un dolore talmente arduo e reciso da non lasciarmi via di scampo. Non capì più niente,la mia mente si offuscò di botto così come le mie funzionalità vitali e il mio cuore,che aveva momentaneamente smesso di battere.
Non potevo credere a ciò che le mie orecchie avevano udito,o meglio,non volevo crederci.
« i tuoi genitori hanno avuto un incidente» più continuavo a ripetermi quelle parole più pregavo Dio che fossero solo frutto della mia immaginazione o di uno scherzo del destino
Ero immobile … o forse no
Non sentivo niente intorno a me, solo un frusciò lontano e un botto improvviso che mi fece ritornare alla realtà. Guardai a terra il telefonino diviso in due allo stesso modo in cui io ero divisa a metà. Le mie gambe traballarono come un oggetto perturbato da un potentissimo terremoto ed ebbi quasi paura di essere diventata troppo pesante per continuare a ricevere il loro sostegno.
Non vedevo niente,solo quelle parole che non facevano altro che susseguirsi una dietro l’altro,perturbandomi l’anima e il cuore ormai privo di vita. Ero rimasta agghiacciata da quella frase cruente. In quel momento compresi il vero significato della parola morire dal dolore.
Sentì due presenze al mio fianco e una leggera pressione sulle braccia ma non riuscì a capire ciò che si prostrava intorno a me,non riuscivo a metabolizzare nulla,solo il suono amaro di quelle rivelazioni.
« Allison ma che ti prende? Allison … » sentivo in lontananza delle voci ma non riuscivo a scorgerne la provenienza. Avrei voluto urlare e fammi sentire ma la voce era repressa e la gola era secca come il deserto in una giornata afosa
«Allison! Cosa ti ha detto Sergio? Allison parlaci,dacci almeno il segno che sei ancora qui con noi! Perché non risponde diamine! » Era la voce di Maria,più squillante del solito. Ma per quale losco motivo urlava tanto? Doveva essere spaventata a morte perché non smetteva di urlare e il mio braccio subiva ancora più pressione,facendomi quasi male.
« i miei genitori hanno avuto un incidente » proferì con un filo di voce mentre avvertivo il peso di quelle parole che mi si piombavano addosso con maestosa crudeltà
« che cosa?!? »
Sentì qualcosa di freddo e bagnato sul mio viso e come d’incanto mi risvegliai dal mio stato di trans,riprendendo possesso delle mie funzionalità vitali. Di una sola cosa ero certa: non potevo stare in mano in mano un solo minuto in più.
Un senso di panico mi avvolse e dopo il mio senso di trans subentrò quello di panico totale. Una miriade di sensazioni mi invasero spudoratamente e i pensieri si immettevano cruentamente nella mente,facendomi soffermare sulla gravissima situazione. No,dovevo darmi una mossa
«devo andare in Italia! Non ho tempo da perdere!! Ho bisogno di un volo ma come posso fare diamine! Devo andarmene immediat … »sentì una scossa nella guancia e mi portai una mano istintivamente sulle gote guardando davanti a me Maria che aveva una mano tesa. Stavo uscendo fuori di testa e ne ero perfettamente cosciente ma non potevo perdere tempo e continuare ad indugiare
«calmati! Se fai così non concluderai niente! Non è perdendo il nume della ragione che aiuterai i tuoi genitori. Respira e insieme decideremo cosa fare»
« Maria ha ragione,Allison,ormai è tardi non puoi ritornare ora. Prenoteremo l’aereo e domani partirai» domani mattina? Quale punto non avevano capito della frase ‘’ i miei hanno avuto un incidente’’?
Inalai aria cercando di reprimere quel senso di inquietudine che mi aveva avvolto e stretta nelle sue ali nere. Non potevo perder tempo e con la loro quiete non mi aiutavano di certo
«sentite ragazze … io quel dannatissimo aereo lo devo prendere adesso! Non ho mai sentito Sergio così preoccupato il che vuol dire che non deve essere una situazione semplice! Quindi io quel dannato aereo lo prenderò questa sera con o senza la vostra approvazione. Un aereo ci dovrà pur essere e se non c’è farò in modo che ci sia! I soldi non mi mancano e neanche la popolarità»oddio non credevo alle mie orecchie,popolarità? Le mie amiche mi guardarono basite e con un volto paonazzo,senza nemmeno la forza di dire una parola. Dovevo apparire più esanime del solito
«io verrò con te! » proferì con decisione Lily con un tono che non ammetteva repliche «non ti ho mai abbandonato e di certo non lo farò adesso che hai più bisogno di una spalla amica! »
« io invece rimarrò qui ad avvertire gli altri! Prenoto il volo dell’aereo … tu va all’albergo a fare le valigie! Appena lo trovò vi informò all’istante! »abbracciai Maria e io e Lily uscimmo frettolosamente alla ricerca di un taxi
Uscimmo frettolosamente dal retro sperando di non essere viste e riconosciute,andando alla ricerca di qualche anima mia che si fermasse,ascoltando le nostre preghiere e implorazione. Mi buttai perfino nel bel mezzo della strada per fermare un taxi che percorreva frettolosamente le strade di Londra, mentre Lily ebbe un mini infarto.
Arrivammo in albergo in circa dieci minuti e dopo essere entrata in camera cominciai a fare le valigie in fretta e furia. Sentì qualcosa di freddo toccarmi le mani e quando alzai lo sguardo incrociai quello di Lily,con il suo cellulare tra le orecchie
« Allison! Maria ha trovato un volo che parte fra tre ore! Vai a farti una doccia,cambiati e tranquillizzati,nel frattempo preparo le valigie e chiamo un taxi»
«mah»
« niente ma! Facendo così non risolverai niente,peggiori solo la situazione. Quello che dobbiamo avere noi è sangue freddo! »
Detto fatto mi rifugiai nel bagno abbandonandomi al torpore che emanava l’acqua calda. La mia mente era un organizzazione di brutti pensieri che si accavallavano una sopra l’altro. Avrei venduto la mia anima per sapere la situazione dei miei genitori ma il telefono era andato e io non avevo altro modo di contattare Sergio. Dentro di me non trovavo la forza di reagire. Che cosa era accaduto veramente?
Sbattei violentemente la testa contro il marmo freddo della doccia. Quanto mi sarebbe piaciuto risvegliarmi tra le calde e soffici coperte del mio letto e scoprire che avevo vissuto solo un brutto incubo. E io che morivo al pensiero di salire su uno stupido palco mentre i miei …

Uscì dalla doccia e mi diressi nella camera a fianco,dove Lily stava preparando frettolosamente i miei bagagli. Entrai,cercando di essere più naturale possibile e non far trasparire il mio animo agitato e preoccupato. Non sarebbe servito a nulla portare a galla la mia agitazione.
Mi poggiai sul letto,toccando dei vestiti che la mia amica mi aveva disposto ordinatamente e amorevolmente .Non so bene quali sentimenti emergessero: preoccupazione,ansia,afflizione. Non sapevo come definirlo ma fatto sta che mi sentivo solo un enorme peso allo stomaco che si attanagliava sempre di più. Mi ero lasciata travolgere dai sentimenti ma Lily era di,pronta a farmi risalire la grande parete rocciosa dove ero precipitata. La guardai fugace, intenta a parlare al telefono e a proferir numeri insensati. Sorrisi flebilmente anche se avevo tutt’altra voglia ma rimasi li,immobile a fissarla mentre discuteva al telefono. Chiuse la telefonata e mi guardò dolce e comprensiva
« andrà tutto bene vedrai! » mi sussurrò flebilmente,cercando di alleviare le mie pene. Ma un unico pensiero mi frullava nella mente senza lasciarmi il tempo nemmeno di respirare
«e se non arrivassimo in tempo? »
« ci arriveremo! Ho chiamato un taxi che ci porterà all’aeroporto! Dovrebbe essere quasi qui. Allison vedrai che arriveremo il tempo! »
Il miei occhi si velarono di lacrime. Non riuscivo a reggere tutta quell’apprensione …
Oggi era stata una giornata troppo movimentata e temevo che non sarebbe finita la. Mi sentivo talmente piccola e la colpa era mia,perché se al posto di inseguire il mio sogno sarei rimasta a casa a coltivare la mia vita,sarei stata pronta ad affrontare eventuali soprusi da parte della vita. Sarei riuscita a parare qualsiasi colpo basso.
Dopo circa mezz’ora Lily mi informò che il taxi era arrivato e dopo aver preso armi e bagagli,salimmo sulla vettura diretti all’aeroporto … pronti a prender il volo
Il viaggio mi apparve immenso,ogni minuto sembravano ore e il peso che avevo allo stomaco non sminuiva,allargandosi sempre più. Guardavo dal finestrino la mia amata Venezia … devo dire che mi era mancata parecchio e ora che la vedevo mi sentivo ‘’felice’’ del mio ritorno a casa.
Scesi frettolosamente l’enorme aereo che mi aveva riportata al mio confine con la realtà,Lily era dietro di me,intenta a trasportare la sua valigia,proseguendo senza dir nemmeno una parola. Sapeva che quello non era di certo il momento per una chiacchierata tra amiche e mi conosceva al tal punto da definire il silenzio come unica mia soluzione di salvezza. Trovammo subito un taxi,di certo Venezia non era come Londra e qui si poteva facilmente trovare un tassista pronto a portarti nel luogo desiderato senza il bisogno di girare in vano per ore e ore
« dove ve porto? »
« Al policlinico S. Marco» Partì come un razzo quando sentì il nome dell’ospedale e la vibrazione della mia voce al solo pronunciare quelle parole. Arrivammo in poco più di mezz’ora.
Non riuscivo a scendere dalla macchina,le mie gambe erano incollate alla vettura e i miei pugni serrati. Il cuore batteva all’impazzata dentro al mio petto e avvertì un peso colossale alla gola che non mi lasciava respirare adeguatamente. Lily pagò la corsa del tassista e mi aiutò a scendere dalla vettura. Avevo una paura matta di scoprire quel verdetto maledetto,sicuramente avrebbe sconvolto e cambiato la mia vita per sempre. Forse ero io che mi facevo troppe alienazione mentali. Probabilmente già erano stati dimessi dall’ospedale e presto avrei sentito le grida di mio padre per aver disubbidito a lui e alla mamma.
Sentì una presa ferrea sul braccio e girandomi,ritrovai il viso di Lily che mi sorrise istantaneamente come a confortarmi
« andrà tutto bene»
Insieme entrammo in quell’immensa struttura ospedaliera. Lily fu costretta a tirarmi di peso mentre insieme ci dirigevamo al bancone informazione. Dopo svariati minuti l’infermiera ci indicò il terzo piano.
Salimmo flebilmente la lunga rampa di scalinate mentre mi sentivo le gambe molle e il petto indolenzito a causa dell’enorme fitta al cuore. Dopo aver seguito le indicazioni della piccola freccetta arrivammo al piano stabilito.
Da lontano scorsi una figura familiare rivolta di spalle: le sue spalle larghe,quei capelli mori scompigliati e quella giacchetta celeste a righe potevano essere solo di una persona.
Sergio stava parlando con una signora grassottella sui quarant’anni che attribuì alla madre. Non so cosa mi prese in quel momento ma incominciai a correre in fretta e furia verso di loro,sentendo il cuore martellare incessantemente nel petto e con un voglia matta di uscire.
« Sergio!!! »urlai prima di buttarmi letteralmente sulle sue braccia. Rimase fermo immobile,non riuscendo a capire cosa lo aveva travolto con così foga e appena mi riconobbe mi abbracciò con impeto come se non volesse dimenticare questo fatidico momento « quanto mi sei mancata» sussurrò soffiandomi sul collo. Mi distaccai da lui,guardandolo dritto negli occhi come a voler leggere tra quelle iridi chiare « come stanno??! » chiesi in un fremito,con la voce rotta dall’emozione e a causa della folle corsa.
Abbassò gli occhi di scatto e si morse il lato della bocca come faceva sempre quando mi stava nascondendo qualcosa. Cercai di restare calma e di rimanere lucida anche se era di un impresa a dir che ardua.
« Sergio? » non accennava a darmi uno strascico di notizia e questo mi innervosì parecchio,ed era evidente dalle vene che pulsavano incessantemente nella testa e dal buco che mi sentivo dentro lo stomaco. Mi sentivo dentro l’oblio in cui mi ero creata
Presi con impeto i lembi del colletto della sua camicia attirandolo di più a me,mentre cercavo con tutte le mie forze di non stritolarlo « rispondi diamine! Come stanno? Cos’è successo? » chiesi stringendo i denti e ringhiandogli contro.
Mi guardò allo stesso modo di come si guarda una bestia inferocita. Sgranò gli occhi e spalancò un po’ la bocca. Perché non mi diceva che stavano bene? Perché non mi sussurrava dolcemente di svegliarmi da quest’orrendo incubo?
Mi prese le mani,stringendole forte forte e appoggiò la sua fronte alla mia « si stavano dirigendo all’aeroporto per venire da te» spalancai gli occhi,distogliendomi da lui e rimasi pietrificata «da me? »
« volevano scusarsi per il modo in cui si era comportati e per averti proibito di vivere la tua vita come ritieni opportuno! Volevano dirti quanto ci tengono a te e quanto ti amano»
Mi sentì morire …
Stavano venendo a Londra per scusarsi di una colpa non loro? Ma solo una cosa mi interessava sapere
« e … stanno bene? » chiesi in un fremito ingoiando il nodo che mi si era formato alla gola mentre Sergio non riusciva a guardarmi negli occhi
« erano in aiuto nei pressi dell’aeroporto! Ci mancava veramente poco ma pioveva a dirotto e la strada era bagnata … Un autotreno ha perso il controllo catapultandosi sulla macchina dei tuoi genitori,tuo padre ha cercato di evitare lo schianto ed è finito sul precipizio … ma per fortuna c’era un’altra strada ma questo non ha evitato il tragico incidente! »
« e come stanno? » i miei occhi si velarono di lacrime. Avevo paura di quella risposta che mi avrebbe incenerito all’istante
« tuo padre è in sala operatoria da qualche ora»
Era colpa mia,tutta colpa mia.
Avevano avuto un incidente perché stavano venendo da me per scusarsi … scusarsi per una colpa che avevo commesso io. Per qualcosa di cui avrei dovuto chiedere io. Ci sarei dovuta essere io in quella macchina non loro. « e mamma? » proferì con voce rotta e distrutta. Non riuscivo a parlare,mi sentivo una vera nullità. In vita mia non avevo mai fatto nulla di buono,ero una delusione per il mondo intero,una delusione per mio padre … per mia madre … Lui chiuse gli occhi strizzandoli e serrò i pugni. Cosa stava a significare quel gesto? Guardai verso sua madre che appena incrociò il mio sguardo cambiò espressione e si voltò verso Lily
No! Non poteva essere vero,questo era solo un sogno e bisognava solo chiudere gli occhi e mi sarei svegliata nel mio letto,sotto il torpore delle mie calde e morbide coperte
«Sergio … e mia madre? » domandai straziata dal dolore. Non poteva essere … no,non poteva … non poteva …
« mi dispiace»
Spalancai gli occhi e indietreggiai …
Non potevo credere alle sue parole,non poteva essere vero
Sbattei contro la superficie del muro,mentre mi sentivo pesante e le gambe leggere. L’unica cosa che volevo era urlare,urlare talmente forte da farmi sentire in ogni parte del mondo,urlare e sovrastare quel dolore che mi aveva avvolto con le sue oscure ali nere. Volevo urlare,solamente urlare.
« nooooooooooooo! » Mi buttai a terra mentre sentivo le membra contorcersi dal dolore. Non ce l’avrei fatta a sopportare quel dolore devastante e travolgente. Non potevo credere che la mia mamma era un angelo da delle ali dorate e che non avrei rivisto più il suo bellissimo viso,i suoi occhi brillanti e il suo sorriso dolce e sereno. Non ero riuscita a dirle addio,le ultime fatidiche parole erano state un ‘’ vi odio ‘’ e una partenza dettata dal cuore. Non poteva essere morta,avrei preferito me al suo posto.
Vi prego prendi il mio posto mamma,continua a vivere!continua a vivere mamma …
Cominciai a dare pugni al pavimento fin quando dalle mie mani non fuoriuscì del sangue rosso come il fuoco che era dentro di me e che mi stava uccidendo minuto dopo minuto. Sergio cercò di fermarmi
« lasciami!!! »gli urlai contro cercando di divincolarmi dalla sua presa ferrea «ti ho detto di lasciarmi! »
« non risolverai niente strillando Allison! Non riporterai tua madre indietro»
‘’ non riporterai tua madre indietro’’ quella frase mi sembrava come un seconda coltellata al cuore. Mia madre non sarebbe mai più ritornata da me,non mi avrebbe mai più abbracciata ne rassicurata. Ormai era volata via da me … per sempre.
Mi immobilizzai e mi lasciai trascinare da quel senso di sgomento che mi stava travolgendo e che stava annientando il mio essere,logorandomi l’anima.
Sentivo le gambe farsi pesanti e le palpebre cedere a quel senso di sonnolenza che mi aveva appena avvolto. Vidi nero,nero come il quell’abbisso in cui ero finita.
Aprì gli occhi,ritrovandomi in una stanza completamente bianca. Dov’ero? Ero nel mio tanto sospirato sogno?A giudicare da quel peso che mi stava annientando il petto ero nel bel mezzo della vita
« ti sei svegliata finalmente» che rispondere? Che potevo dirgli? Che in quel momento avrei preferito chiudere gli occhi per sempre,addormentarmi per sempre così da raggiungere un angelo,il più bello tra tanti.
«tuo padre è uscito dalla sala operatoria» sgranai gli occhi,alzandomi di botto « dov’è?? »
«nell’ultima sala in fondo,ma …»
Slittai dal letto,cominciando a correre come una pazza,cercando di raggiungere quella stanza più in fretta possibile. La porta era socchiusa ed entrai.
Fu in quel momento che il mio cuore si fermò. Era sul letto con dei macchinari che gli permettevano la respirazione. Era pieno di bende e potei vedere anche del sangue intravedersi su una fascia che fino a poco tempo fa doveva essere di un bianco nitido.
Mi avvicinai lentamente,cercando di trovare in me la forza di camminare.
Guardavo quella figura esanime su quel letto di morte. No! non potevo perdere anche mio padre,non avrei sopportato quel dolore così devastante.
Mi avvicinai,accarezzando quelle guancie piene di graffi e gli lasciai un flebile bacio,mentre sentivo un peso all’altezza degli occhi e una piccola lacrima scese giù,bagnando il suo volto.
«finalmente sei … qui»proferì aprendo gli occhi ad una fessura e parlando con una voce roca e soffocata. Cercò la mia mano e afferrai la sua stringendola con foga e impeto. La portai alla bocca,lasciandovi lievi baci.
« si … e ci sarò sempre papà,resteremo sempre insieme! Io e te … per sempre» sorrise amaro. Uno di quei sorrisi che ti lasciano l’amaro in bocca perché sei perfettamente cosciente che quel ‘’per sempre’’ è molto più poco di quello che credi.
«perdonami … figlia mia! Perdonami per tutto quello che ti ho fatto! » mi strinse la mano ancora di più,mentre cercavo di capire a cosa alludessero quelle parole
«non sei perdonato perché non ne ho motivo papà. Sono io che devo farmi perdonare»
Sentì la porta aprirsi e girandomi,intravidi le figure di Lily e Sergio
«ascoltami Allison! Io e tua madre ti abbiamo amato dal primo giorno in cui sei entrata nelle nostre vite! E qualunque cosa abbiamo fatto è stato per il tuo bene. E’ ora che tu venga a conoscenza del tuo passato piccola mia» mi sussurrò singhiozzando mentre delle lacrime perturbarono il suo volto affranto. Mio passato? Che voleva dire con : è ora che tu venga a sapere del tuo passato?
«che vuoi dire papà? »
«tu non sei nostra figlia … Allison! » sgranai gli occhi, rimanendo di sasso. Potevo sentire il fiato sospeso dei presenti e il mio,che cessò improvvisamente
« come? »
Annuì convinto mentre mi sfiorava il viso con le sue mani « ti ho trovata al Destination Church di Chicago quando eri ancora in fasce! Siamo stati io e il sacerdote della chiesa,insieme a un uomo chiamatasi Luke Keimbool! Mi ricordo ancora la piccola cesta con la copertina rosa in cui eri avvolta,avevi quello stesso medaglione che porti ora al collo e insieme a te c’era una lettera»
Presi quel medaglione guardando la scritta intagliata ‘’ io e te … questa vita o nell’altra’’
« tua madre la nascose nella nostra camera da letto,trovala! E ricerca il tuo passato»
… pronunciò questa frase con tanto sforzo stringendosi più a me. Non credevo più ai miei occhi. Mi avevano mentito in tutti questi anni …
« perdonami figlia mia … ti prego …così posso andarmene con il tuo perdono»
«tu non morirai papà» lui mi guardò e sorrise,mentre i suoi occhi si facevano sempre più nitidi. Qualcosa mi stava strappando anche mio padre … lo stava portando via da me.
« cos’è che ti ho insegnato bambina?La morte non esiste figlia. La gente muore solo quando viene dimenticata» mi spiegò mio padre con il fiato corto «se saprai ricordarmi sarò sempre li con te.Potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto? »
« Si. »
Il suo sguardo divenne opaco fino a spegnersi sempre di più. Quel giorno mio padre morì con un flebile sorriso sul viso.
«papà!!! Papà guardami … no papà ti prego hai troppe cose da insegnarmi ancora … ti prego!!! Ti prego non lasciarmi» non servirono a nulla le mie urla e i miei richiami. Mio padre non rispondeva più … certamente era diventato un angelo dalle ali dorate … insieme e per sempre alla mia mamma …
Quando muore una persona cara ci ritroviamo di colpo nel mondo dei vivi cui alla fine, bene o male finiamo col cedere, ma quello dei morti come un amico o un nemico immaginario o un’amante segreta, continua a invitarci, con il richiamo di quello che abbiamo perso.
Cos’è il ricordo se non uno spettro nascosto in un angolo della mente, pronto a irrompere durante il giorno o a disturbare il nostro sonno con un atroce dolore, una gioia, qualcosa che non abbiamo detto o che abbiamo ignorato? Quando muoiono i nostri cari non è soltanto la loro presenza che ci viene a mancare o i loro sentimenti, ma anche il modo in cui ci hanno permesso di conoscerli, e di conoscere noi stessi.
Sergio si avvicinò a me senza dire una parola. Lo abbraccia con tutta la forza che avevo in corpo,piangendo per coloro che avevo perso,per i miei genitori che mi avevano lasciato per sempre
Non avevo mai capito il vero significato di per sempre … l’unica cosa che sapevo è che si trattava di tantissimo tempo … più di quanto potessi immaginare.
Passarono ore e Sergio mi riaccompagnò a casa così da poter riposare un po’ e alleviare le mie pene.
Ma quel magone che mi distruggeva dentro non mi avrebbe mai lasciato andare,procurandomi una fitta al cuore che non mi avrebbe abbandonato mai,seguendomi in tutti i giorni della mia vita.
« siamo arrivati»
Mi sentì un peso sullo stomaco al pensiero di entrare in quella casa e rimanervi da sola. Mi voltai verso Sergio,cercando di contenere i sentimenti,di respingerli all’interno e di non far trapelare nulla
« non potresti rimanere con me questa notte? » un suo bacio fu la risposta ai miei tormenti. Scese dalla macchina,aprendomi la portiera e mi aiutò a scendere.
Quando aprì la porta di casa mi ritrovai con un enorme peso sullo stomaco,mentre il mio sguardo vagava nella grande parete attrezzata,ricoperta da tantissime foto mie e dei miei genitori. Scaraventai le valigie per terra,mentre i miei occhi ritornavano ad essere umidi,mentre la mia vita si preparava a un lunghissimo periodo di agonia. Una piccola mano si poggiò sulla spalla. « ehi… » proferì Sergio,abbracciandomi con tutta la forza che avevo in corpo. Ricambiai l’abbraccio,stringendomi a lui e poggiando la testa nell’incavo tra la sua spalla e il suo collo e in quel momento non potei non trattenere le lacrime. Non riuscivo a trovare quell’interruttore,non riuscivo ad essere forte. Probabilmente non lo ero mai stata.
Avevo perso i miei genitori ed era tutta colpa mia… se non avessi intrapreso questo viaggio loro sarebbero ancora qui!
« sono stata una sciocca! » Sergio restò in silenzio nell’attesa che continuassi «se solo non fossi stata così testarda loro sarebbero ancora qui con me a preparare di certo il nostro matrimonio e a sognare già una presunta nipote! Invece … non mi vedranno mai in abito bianco ne verranno mai chiamati ‘’nonni! »Sergio mi baciò la fronte senza dire niente. Sapevo che pensava le stesse cose ma era troppo buono per dirmelo in faccia
«non sono nemmeno loro figlia …»mi sentì tirare dal mento e la sua mano mi obbligò a guardarlo negli occhi << tu sei e sarai per sempre la loro bambina! Tutto questo non cambierà mai>>sussurrò dolcemente
« e quando ti riprendere,se e se vuoi,andremo a cercare quelle carte! » un brivido mi percorse l’intera spina dorsale. Anche se la verità mi faceva infinitamente male avevo una voglia matta di conoscere le mie vere origini. Forse era troppo presto? No. Non mi ero di certa dimenticata di essere figlia degli Evans,ma non potevo stare alla larga dalla verità: mio padre non lo avrebbe fatto. Di certo lui già conosceva la vera identità della mia madre biologica … ora toccava a me scoprirlo.
Mi allontanai da lui,lo presi per mano e mi diressi nella camera da letto dei miei genitori «ho capito il concetto» proferì mentre entravamo nella grande sala.
« tu controlla nel armadietto di mio padre,io in quella di mia madre>> cominciai ad aprire i cassettoni,rovistando al suo interno. Niente! Continuai a frugare in giro ma quella maledetta scrivania era completamente piena di cianfrusaglie ma della lettera di cui parlava papà: neanche l’ombra.
Mi sedetti nel capezzale del letto,buttandomi le mani in viso,cercando di reprimere le lacrime che mi stavano invadendo. «le troveremo» sussurrò Sergio con le spalle appoggiate all’armadietto.
All’armadietto certo!
Mi alzai,cercando di spostare quell’armadietto ma era troppo pesante. Sergio mi guardò interrogativo«che diavolo stai facendo? »
«ricordo che mia madre ad ogni mio compleanno mi diceva sempre questa frase ‘’ quando sarai grande e noi non ci saremo più,controlla il piccolo angolo segreto di tuo padre! Ma solo quando sarai veramente pronta’’ non ho mai capito il vero significato di quella frase,ma dietro questo piccolo cassonetto c’era un piccolo buco dove mio padre teneva i suoi sigari o ciò che riteneva importante … quindi anche quella dannata lettera! Mi aiuti? »
Sergio mi aiutò e quando l’armadio fu tolto dai piedi,trovai quel profondo buco!
Misi le mani li dentro e cominciai a cercare: uscì due o tre sigari,una banconota da cento dollari e … una busta ocra rovinata
«pensi sia questo? » mi chiese Sergio guardando prima la busta e poi me. Non so cosa provai in quel momento. Ma le miei mani cominciarono a tremare come impazzire e in quel momento mi parve di morire «ora non sono molto sicura di voler sapere il contenuto»
«Io ti sono vicino! »
Tolsi delicatamente la busta posandola sul letto e da li ne pervase una piccola lettera. Cominciai a leggerne il contenuto


Cara Allison!
Si! È così che ti chiami … hai lo stesso nome di tua nonna Allison!
Quando leggerai questa lettera probabilmente la busta sarà già ingiallita e le parole saranno nitide e difficilmente si leggeranno ancora bene!
Ma si! È così che dovrà essere.
Non avercela con me figlia mia! Sono giovane e tu sei venuta al mondo in una situazione in cui tuo padre è già marito,ha tre bellissimi bambini e il doppio dei miei anni. Non posso tenerti e a dirti la verità non penso neanche di volerti.
Non pensare male! Ti amo già più della mia stessa vita e attendo il giorno in cui ti riavrò tra le mie braccia. Ammesso che quel giorno arriverà ti metto al mondo,facendoti imparare già da neonata il vero significato della vita. Imparerai quanto è dura e crudele a volte. Si! Imparerai a tue spese. È sarà difficile: come imparare a parlare o a camminare ma imparerai!
Ho diciotto anni e io l’ho sto imparando adesso,mentre ti scrivo questa lettera lasciandoti alle cure di qualcuno che sicuramente sarà darti più di quanto ti abbia dato io,prima mettendoti al mondo e poi dandoti alle sue cure.
Ora ti lascio figlia mia,con l’augurio di una vita felice e stupenda,come tu lo sei già

Ti amerò per sempre
Tue AnnaLisette



Rimasi immobile,in silenzio,continuando a scorrere lo sguardo su quelle righe sbiadire. Non riuscivo a credere a ciò che avevo letto. Le uniche tracce che avevo erano : il nome della mia madre biologica,Chicago e la chiesa in cui mi avevano trovata
La mia vita non aveva più un senso e in quel momento mi accorsi che in tutto questo tempo mi avevano imbottito di bugie e io avevo costruito un futuro fatto pieno zeppo di falsità e menzogne! Chi sono io? Chi sono mia madre e mio padre? Avevo bisogno di risposte e rimanendo qui non le avrei di certo trovate … Chicago era la mia ultima speranza
«che cosa stai pensando? » che cosa stavo pensando? In verità a niente e a tutto. Non sapevo nemmeno io cosa pensare ne quanto meno come agire. Solo di una cosa ero certa: volevo conoscere il mio passato.
Guardai di sfuggita il computer nella camera da letto dei miei genitori e mi balenò un idea!
«niente! Scusa sono un po’ stanca… vai a letto! Io ti raggiungo fra poco»si avvicinò lentamente a me stampandomi un delicato bacio a fior di labbra. Le sue erano sempre fredde ma soffici. In un certo mi era mancato averlo vicino. Girò i tacchi andando nella camera da letto,io mi avvicinai al computer,indecisa sul da farsi.

«perché ci hai messo così tanto? » entrai in stanza e cominciai a spogliarmi,togliendo i miei sudici vestiti e mettendomi un pigiamo che presi dalla valigia. Mi stesi accanto a lui,appoggiando la testa nel suo petto
«mi sono fatta la doccia per disfare i nervi»lui si abbassò baciandomi prima le labbra e poi scendendo verso il mento e il collo,mentre io mi strinsi alle sue spalle,lasciandolo fare « mi sei mancata sai? » mi diede un altro lungo e appassionato bacio. Stavolta no… mi era mancato tantissimo!!

Aprì gli occhi lentamente,fui svegliata da delle voci in lontananza e mi ci volle qualche minuto per riprendermi e analizzare l’accaduto. Un magone mi perforò lo stomaco e un senso di nausea mi travolse.
Toc toc
Dalla porta fece ingresso una testolina mora e da li entrò Lily con un tazza di cioccolata fumante tra le mani
«ti ho svegliata? » mi sollevai,scaricando il peso del mio corpo sui gomiti,sollevandomi «se non volevi svegliarmi perché hai bussato?» chiesi ironica. Lei sorrise e si sedette vicino a me,porgendomi la tazza « come stai questa mattina? »
Soffiai sulla cioccolata in modo da non scottarmi e bevvi tutto in un sorso «come se un camion mi avesse appena travolto»
Mi prese la tazza dalle mani poggiandola sul comodino di fianco al letto e mi abbracciò. Mi aggrappai a lei con tutte le mie forze e fui costretta a reprimere quelle lacrime che si imbattevano con forza sui miei occhi «non ci posso ancora credere… non ci riesco! Non riesco a credere che i miei genitori siamo morti! »
non rispose,si limitò ad abbracciarmi forte! Con Lily era così: non servivano parole … ma un abbraccio era più che sufficiente!
«Lily devo dirti una cosa…» sussurrai ad un certo punto. Lei si distaccò da me,restando in ascolto di ciò che stavo per dirle
. Tirai un lungo sospiro e mi guardai i palmi delle mani per l’imbarazzo
«ho prenotato l’aereo per Chicago … questa sera partirò! Ma devi assolutamente promettermi che non lo dirai a Sergio!!!>> Lily mi guardò basita,scioccata,con occhi talmente sgranati da poterci cadere dentro da un momento all’altro. Tirò un lungo sospiro e …
«Tu cosa?!? Ma che cosa ti passa nel cervello? Andare a Chicago? Sola? No cara mia non te lo permetterò affatto! A meno che o io o Sergio veniamo con te! » le presi le mani,guardandola attentamente negli occhi «Lily no … è una cosa che devo risolvere io da sola … sono una donna adulta e vaccinata e ho bisogno di risposte che di certo non troverò qui …»
«ma noi verremo con te e poi secondo me è meglio che lasci questa storia è troppo pericolo!>>
«lo so … ma non so più chi sono capisci? Mi sento nella selva nera di Dante Alighieri … senza una via di uscita … mi sento imprigionata in me stessa e ho bisogno di risposte e ho bisogno di stare da sola per qualche tempo! Quindi ti prego lasciami andare …»
«prometti che mi chiamerai sempre?? »
«prometto! »

Arrivai all’aeroporto di Chicago in fretta e furia e ringraziai Dio di essere arrivata sana e salva. Solo adesso mi rendevo conto dell’enorme cavolata che avevo fatto e adesso? Per la fretta non avevo prenotato nemmeno un albergo in cui passare la notte e come se non bastasse,il cielo non prometteva nulla di buono e confortante.
Uscì dall’aeroporto,imbattendomi tra le strade trafficate della grande città,cercando disperatamente un taxi
Ero alla sua ricerca finchè non vidi un cartello con l’immagine di Johnny! Mi ricordai che lui era qui a Chicago per motivi di lavoro,ma non potevo permettermi di disturbarlo! Avrei cercato un alternativa.
All’orizzonte non si vedeva nemmeno l’ombra di un possibile taxi e fare l’autostop di certo non sarebbe stata una grandiosa idea. Qualcosa di freddo e duro mi sbattè sulla testa e poco dopo,come se non bastasse,cominciò a piovere a dirotto.
Dall’altro capo della strada intravidi un venditore ambulante e quando notò la mia presenza cominciò a farmi segno e ad indicarmi degli ombrelli. attraversai di fretta e furia la strada,mentre presi il cellulare per cercare su internet un possibile albergo e per poco una macchina non mi travolse,anche se tutta l’acqua della strada mi finì di sopra inzuppandomi tutta. Come se non bastasse inciampai sul marciapiede e caddi per terra! L’uomo che avevo visto prima mi aiutò ad alzarmi. Mi voltai,accorgendomi che l’uomo era sparito insieme alla mia borsa «non me ne va una giusta!! » urlai per la rabbia! Come potevo fare? Ero completamente fradicia,senza più un soldo e probabilmente sarei rimasta per strada questa notte. Tremavo dal freddo e le lacrime cominciarono a scorrere dal mio viso … non sapevo nemmeno il perché …
Presi il telefono –che mi aveva prestato Lily -e digitai il numero di Johnny
Tuuu tuuu «pronto? » fece una voce familiare dall’altro lato del telefono. Tirai un sospiro di sollievo e cominciai a parlare singhiozzando
«Johnny! »
«Allison?!? »
«Johnny ti prego aiutami! Sono qui a Chicago e non ho un luogo dove andare! Mi hanno rapinata e …>>
«tu cosa? » proferì tutto in un fiato e fui costretta ad allontanarmi il cellulare dalle orecchie per evitare di diventare sorda «aspetta! Dimmi dove sei che ti mando il mio autista!Dimmi dove sei? »
Guardai un insegna«Al Summit»
«okay! Tu spiegami che è successo in un'unica frase! » Mi chiesi e fui costretta ad inalare aria prima di dire quella frase che mi faceva morire ogni volta al solo pensiero
«i miei sono morti! »
«arriva subito! » proferì dopo un attimo di silenzio.
Un enorme macchina dai vetri completamente oscurati mi portò davanti a un grande albergo.
Johnny era sotto la pioggia con i capelli zuppi e lo sguardo puntato su di me. L’autista fermò la macchina e uscì velocemente dalla macchina. Ci guadavamo sotto la pioggia senza dire niente …nemmeno una parola,finchè non mi tese le braccia e io mi buttai su di lui,cominciando a piangere come non avevo mai fatto prima…
«adesso ci sono io qui …non ti accadrà più nulla! Piccola mia» adesso si che mi sentivo al sicuro… si …finalmente ero tra le sue braccia …


Okay potete smetterla di tagliarvi le vene xD
Si anche io penso che questo capitolo porta al suicidio! Ma vi prego non fatelo: la vita è bella e voi avete tanto da fare xD
Mi dispiace che sia uscito così traggico: ma voi come vi comportereste al posto della sfortunata Ally DX
Volevo scusarmi se la trama risulta simile a qualche storia ma nella mia mente mi ero già impostata tutta la storia e non ho potuto cambiare  sorry!
Bene ora vi lascio e ringrazio chiunque legga la storia! E mi raccomando: la vita è BELLA non suicidatevi xD
Un bacione forte! :*
Aishia

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Capitolo 10
*** Domande senza riposta ***


Domande senza risposte





Qual è la sensazione che si prova quando si abbandona un universo di certezze? Passare tutta la tua vita con la conforme condizione in cui ha creduto fermamente nel tuo essere, in cui eri perfettamente cosciente di ciò che eri e all’improvviso trovarti buttata in un buco nero, senza via di uscita e senza più te stesso?
Fino a poco tempo fa mi ero stupita io stessa della piega che stava assumendo la mia vita, per la prima volta tutto stava andando a gonfie vele, stava seguendo il giusto percorso … ma dopotutto una volta che la vita dona la possibilità di essere felice un solo istante, devi rimborsare quei pochi attimi di felicità e ritornare a lottare contro il mondo e contro te stesso. Mette in conto tutto, facendoti ripagare fino all’ultima goccia di felicità e benessere. Per questo ho avuto sempre paura di essere felice, perché appunto dura un attimo e poi ritornare alla realtà diventa più spaventoso che mai!
Quella notte non riuscì perfettamente a dormire, tormentata dai miei stessi pensieri e dalla paura del domani. Avevo paura di socchiudere gli occhi perché mi sarei ritrovata davanti la figura morente di mio padre e avrei rivissuto quel momento, quelle parole che non mi avevano fatto altro che male.
Qualcuno lassù mi aveva lasciata sola, abbandonandomi ad un destino infame,lasciandomi vagare da sola verso un futuro d’incertezze.

*



Quella notte mi addormentai al sorgere del sole, quando il cielo si tinse di un rosso acceso e il sole fece capolino nell’orizzonte così da innalzare un nuovo giorno in cui il mondo si preparava con ansia e attesa di scoprire se stesso e quello che sarebbe accaduto una volta aver aperto gli occhi e incominciato a vivere
Una flebile luce mi costrinse ad aprire gli occhi controvoglia e fui costretta a strizzare più volte le palpebre per abituarmi alla diversità intensità della luce e a mettermi una mano davanti al viso per evitare un ustione di secondo grado sotto quel sole cocente.
Strabuzzai gli occhi e mi guardai più volte attorno, cercando di capire dove fossi capitata o almeno ricordare il perché mi trovassi lì e non nella mia vecchia stanza da letto con Sergio ad accarezzarmi il viso,scostarmi i capelli e a ripetermi incessantemente quanto mi amava
Misi a fuoco e aguzzai la vista, cominciando a scrutare i dintorni con più interesse, notando anche i più piccoli particolari: mi trovavo in una stanza grande il doppio della mia , molto luminosa e arieggiata e con due grandi finestre coperte da tende con tessuti che sembravano quelli usati per gli abiti da sposa. Le pareti erano di un colore molto vicino a un senape o un ocra acceso e i mobili sembravano blasonati e raffinati,con due armadi accostati a pochi passi dal letto,dal legno molto elegante e sicuramente pregiato,mentre le pareti erano piene zeppe di cornici dorate con foto in bianco e nero e tantissimi specchi che mi fecero sentire in un parco giochi nella famosa ‘’stanza degli specchi’’.
Cercai di ricordare cosa fosse successo il giorno prima e solo dopo svariati minuti mi ritornarono alla mente delle immagini sfocate: Johnny ad aspettarmi davanti un enorme casa che ipotizzai si trattasse dell’ albergo in cui alloggiava , i suoi occhi così belli e carichi di una strana luce che mi guardavano fissi negli occhi e le sue braccia che mi tenevano forte e mi stringevano in modo vigoroso e possente quanto bastava da mandarmi in tilt il cervello e bruciarmi laddove la sua pelle mi toccava.
Perché tutti quei ricordi mi facevano venire uno strano vuoto allo stomaco?
Il mio sguardo andò a finire nel soffitto e se prima mi sentivo in un parco giochi ora mi sembrava di stare in una area video sorvegliata o nella casa del Grande Fratello. L’intero soffitto era uno specchio gigantesco che proiettava la mia immag …
Mi immobilizzai immediatamente e probabilmente smisi perfino di respirare quando notai una figura accovacciata al mio fianco e rannicchiata a pochi centimetri da me. Mi voltai lentamente,boccheggiando e cercando un modo migliore per liberare le mie vie respiratorie,trovandomi a pochi passi dal viso quello di Johnny. Non riuscì a ricordare il perché si trovasse nel mio stesso letto e a pochi centimetri da me e pregai di non aver fatto nulla di cui mi sarei pentita amaramente.
Rimasi per svariati minuti a guardarlo, sperando che non si accorgesse del mio sguardo persistente: dormiva beatamente a giudicare dal suo viso rilassato e dai respiri piuttosto regolari e conformi. Aveva un braccio proteso sotto il cuscino ma esposto quanto bastava da farmi intravedere le pagine di diario che aveva marchiate sulla pelle, pezzi di storia e di vita che custodiva celatamente sotto la cute, mentre l’altro braccio era a pochi passi dal mio quasi a volermi sfiorare la pelle,quasi a voler creare un contatto tra di noi. Non so quanti minuti rimasi ferma a guardare i suoi lineamenti perfetti,i suoi zigomi alti e lineari e quelle labbra nascoste sotto la sua barbetta incolta,così belle e sensuali da farmi venire quasi voglia di assaporarle e scorgerne il gusto. Sorrisi,sollevandomi lentamente e disponendo tutta la forza sulle braccia e issandomi quando bastava da avvicinarmi al suo viso,cercando di non far rumore. Volevo imprimermi nella mente quel momento,le immagini di quell’angelo che si trovava addormentato a pochi passi da me. Tesi le mani verso di lui,accarezzando delicatamente quei suoi zigomi pronunciati ,delineando il profilo del suo viso fino a giungere alle sua labbra fin troppo morbide. Non so cosa mi prese ma cominciai ad avvicinarmi a lui,in maniera spropositata,cominciando ad avvertire il suo respiro sulla pelle e sul viso,solleticandomi le gote con il suo fiato che sembrò divenire sempre più corto come se si fosse accorto della mia presenza. Socchiusi gli occhi,trovandomi finalmente ad un passo dalle sue labbra e le accarezzai con le mie,avvertendo la loro morbidezza e delicatezza e sperai che non si svegliasse,così da non rendersi conto di ciò che stavo facendo. Questo sarebbe stato il mio sbaglio più grande ma il mio errore migliore.
Aprì gli occhi quel tanto da guardarlo e memorizzate quell’attimo e quel viso perfetto e il cuore mi morì in gola quando i suoi grandi occhi color della pece si aprirono di scatto,incatenandomi e imprigionandomi nei suoi, mettendomi nel sacco
Oddio … beccata!
Rimasi immobile come una statua di marmo,ad occhi sgranati e con il cuore in procinto di uscirmi dal petto. Solo in quel momento mi resi conto dell’enorme sbaglio che stavo per fare e sperai che si trattasse solo di un brutto sogno,mentre notai grazie agli specchi, il viso divenire rosso come un aragosta cotta sotto il sole cocente d’estate.
I suoi occhi non si mossero di un centimetro,continuandomi a guardare con un sguardo che non avrei dimenticato molto in fretta e sorrise,mostrandomi anche qualche dente d’oro. Il suo sguardo si posò sulle mie labbra e sui miei occhi con una lentezza sovraumana che contribuirono a mandarmi in tilt il cervello.
Avrei voluto sotterrarmi in quel momento ma non riuscivo a staccarmi da quello sguardo così penetrante e allontanarmi da quelle labbra così succose che desiderai assaporare per tutta la vita

Su Allison datti una mossa!stai facendo la figura della pervertita … ma non avere così tanta fretta …

«mi sono dimenticata di … di andare in bagno! », mi alzai velocemente,inciampando nelle miei stesse lenzuola e persi l’equilibrio,cadendo dall’altra parte letto, maledicendo me stessa e tutta la mia futura generazione,lasciandolo da solo in quel letto e scomunicandomi per tutto il resto della mia vita per la scusa più banale che avevo trovato!

Brava Allison! Sei proprio geniale,un attrice … una dannata cretina ed emerita deficiente che si è dimenticata di andare in bagno!

Entrai in quello che doveva essere il bagno,richiudendo la porta a chiave e lasciandomi scivolare fino al pavimento,con le spalle attaccate all’anta della porta e con il respiro ancora affannato,boccheggiando. Che cosa stavo per fare? Baciare Johnny non era di certo la soluzione migliore a tutti i miei problemi ma di certo non avrei fatto altro che aggravare la situazione. Sergio non me lo avrebbe mai perdonato.
Mi passai una mano sul viso,cercando di far passare il rossore e il senso di calore che mi aveva invaso il corpo,immaginandomi ancora i suoi occhi così scuri e penetranti addosso e le sue labbra così morbide e succose …
Mi alzai,strisciando fino al lavabo,lavandomi la faccia così da ripulirmi dalla vergogna e dal senso di imbarazzo che mi aveva travolto. Stavo cercando goffamente di baciare Johnny e lui lo aveva spudoratamente notato!

Su Allison,magari potresti sperare che non si sia ancora alzato, svignartela e cambiare continente!

Uscì dal bagno in punta di piedi in modo da non far alcun rumore,dirigendomi goffamente in una seconda stanza che individuai come soggiorno , grazie all’enorme tavolino da pranzo posto al centro della stanza,con un enorme vaso di rose rosse ad abbellire il tutto e sopra di esso pendeva un enorme lampadario di cristallo molto simile a quelli che si usavano tantissimo tempo fa nei castelli reali e al muro vi era un enorme caminetto a legno con il fuoco già acceso al suo interno,in modo da riscaldare l’ambiente circostante. Mi sforzai di ricordare di come fossi entrata in quella camera il giorno prima o quantomeno di come ci fossi arrivata. Mi sentivo confusa e mi sembrava di avere un intera discoteca dentro la testa a causa di un enorme fitta che mi stava letteralmente opprimendo il cervello. Girai su me stessa due o tre volte,accorgendomi solo ora di quanto fosse grande quella stanza d’albergo. Ma no che dico! Quella non sembrava proprio una stanza ma un mini villaggio! Frugai in giro e mi guardai intorno,procedendo sempre con assoluta cautela e assolutezza ,cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare Johnny e cercai di intravederlo e capire se fosse ancora nella camera da letto e …
« stai cercando qualcuno? »

dimmi che non è vero! O questo è un incubo o la mia giornata sfortunata!

Mi voltai lentamente,trovandolo a pochi centimetri da me,con il suo solito sorriso sornione stampato in volto,che lo contraddistingueva dal resto del mondo e gli occhi piantati sul mio viso. Sgranai gli occhi di botto e lo guardai torva,notando solo pochi secondi dopo il suo torace nudo e liscio che mi fece salire la pressione a mille. Rimasi bloccata a guardarlo e con la bocca spalancata e sperai di arrivare a fine giornata almeno con un pizzico di dignità.
Johnny era li,così vicino a me e con quelle braccia così muscolose e atletiche e io non sapevo cosa fare,dovevo solo cercare di mantenere a freno gli ormoni che in questo momento schizzavano come impazziti.
«veramente … stavo cercando te! », sussurrai lentamente,dandogli le spalle imbarazzata, maledicendomi per l’ennesima volta me e la mia boccaccia,dirigendomi a passo svelto verso la finestra, ,accorgendomi dell’enorme spettacolo che avevo di fronte.
Ci dovevamo trovare agli ultimi piani dell’edificio e sotto la nostra finestra si mostrava in tutta la sua bellezza un enorme piscina,che mi incitava a buttarmi e a scappare da quell’uomo tentatore dietro di me. A pochi metri vi era un gigantesco giardino fiorito e qualche panchina di legno sparsa qua e la,accostata vicina a qualche vivaio e roseto. Era senza dubbio qualcosa di veramente eccezionale. Adoravo già questo posto « come stai? », mi chiese gentilmente e mi voltai quel tanto da vederlo avvicinarsi al tavolo da pranzo e recuperare la sua maglietta nera,così da rivestirsi. Grazie a Dio!
Come stavo? I miei genitori erano morti dicendomi che avevo passato la vita credendo di essere loro figlia,probabilmente avevo passato la notte con l’uomo più bello dell’intero cosmo terrestre e avevo tradito il mio ragazzo. Una meraviglia!
Ma dovevo togliermi assolutamente quel sassolino dalla scarpa e mettere da parte tutto l’imbarazzo che mi avrebbe inondato dopo la mia domanda ma dovevo assolutamente sapere!
«Senti Joh, questa mattina ci siamo svegliati nello stesso letto … e volevo sapere se … beh», lo sentì ridere e il suono della sua voce rimbombò nella stanza,facendomi voltare di scatto, rimanendo scombussolata io stessa per la sua reazione,al quanto … inaspettata. «No! non è come credi Allison! Non abbiamo fatto assolutamente niente,abbiamo solo dormito. Non potevo di certo approfittare di una che nemmeno si reggeva in piedi! Ancora dopo tutto questo tempo non ti fidi di me? », annuì imbarazzata e desiderai semplicemente scomparire. Johnny era un tipo a posto, ero io che stavo diventando una vera pervertita.
Mi voltai di scatto, notando all’angolo del soggiorno la mia valigia,sicuramente lasciata li insieme alla famosa lettera della mia madre biologica al suo interno e alle tante domande che stavano al suo interno e sigillate nella mia mente.
«io devo andare …», squittì torturandomi le mani. Ero venuta a Chicago per un ovvio motivo e non di certo per fare una vacanza. Dovevo sapere le mie vere origini e capire chi ero veramente, capire il perché i miei genitori biologici mi avessero abbandonata,lasciandomi al mio destino.
Alzai lo sguardo,trovandomi gli occhi di Johnny addosso,con lo stesso sguardo serio che aveva assunto poco prima in camera da letto «dove? »,mi chiese serio e tetro. Mi avvicinai alla valigia,prendendo la famosa lettera che avevo trovato,porgendogliela
«devo ritrovarla Joh! Non posso continuare a vivere con questo peso addosso,ho bisogno di ritrovare me stessa e questo non posso farlo senza aver capito le mie origini,senza sapere almeno il perché sono stata abbandonata! Ho bisogno di sapere …» Chiusi le mani in un pugno e inclinai la testa in avanti in modo che i capelli mi ricadessero sul viso,non facendo notare le lacrime che stavano facendo capolino nei miei occhi
«ma forse è un po’ troppo presto per … sapere no? »,capì a cosa alludesse e strabuzzai gli occhi,cercando goffamente di ricacciare all’interno le lacrime che stavano scendendo piano piano
«Lo so! Non fraintendermi Joh,non sto cercando di sostituire i miei genitori e neanche di rimpiazzarli. Il dolore non è sparito … è li … e fa male! Ma sono sempre stata abituata a non lasciare mai niente a metà, Ho sempre saputo cosa voglio ma ora come ora devo capire chi sono e ritrovare me stessa», Johnny sorrise amaramente e aprì la lettera,cominciando a leggere tra le righe e per la prima volta mi sentì veramente nuda,spogliata di me stessa e del mio vero io.
« sai almeno il posto dove ti hanno trovata? Sarebbe almeno un indizio per iniziare la ricerca! », sussurrò non alzando gli occhi e cercai di rimembrare le parole che mio padre mi disse prima di morire,storcendo il viso e accarezzandomi le braccia come se sentissi freddo. Ma invece non era freddo,era la paura e il terrore che stavano accrescendo dentro me.
« si mi sembra che si chiami Destination Church è una chiesetta proprio qui a Chicago»
«Chiamo il mio autista!tu va a prepararti! »strabuzzai gli occhi e spalancai la bocca presa alla sprovvista. «vieni con me? »
«non ti libererai di me molto velocemente … dolcezza! » infatti era quello che volevo …
In tutto il tragitto verso la famosa chiesetta mi tormentai le mani,uccidendo quelle unghie che avevo impiegato mesi e mesi per far crescere. Avevo le mani sudate e le gambe mi tremavano in modo sussultorio. La mente era confusa e piena di tanti pensieri che mi opprimevano e mi mandavano in tilt il cervello non facendomi pensare in modo razionale. Il paesaggio li fuori si muoveva troppo velocemente e tutto era così diverso dall’Italia. Le case erano quasi il doppio di quelle che avevamo noi e il verde non si vedeva quasi mai,rendendo il paesaggio triste e cupo o probabilmente quel paesaggio rispecchiava il mio stato d’animo non proprio rose e fiori.
Eravamo dentro una macchina dai vetri oscurati,con un autista mingherlino e che parlava un inglese non proprio comprensibile e simile a quello di mister Bean,mentre Johnny era al mio fianco,con degli occhiali scuri sul volto e un buffo cappello sul capo così da non farsi riconoscere e identificare. In quel momento non mi ero mai sentita così sola e indifesa. Desiderai solo qualcuno che mi prendesse le mani sussurrandomi un ‘’ andrà tutto bene’’ e per la prima volta sentì veramente la mancanza di Sergio.
«un penni per i tuoi pensieri», mi voltai di scatto,trovando Johnny voltato verso di me. Anche con degli occhiali così scuri riuscì a intravedere la sua anima,tormentata a causa di qualcosa di oscuro. La mia immagine si proiettò in quel vetro scuro e potei scorgere nel mio volto tanta paura e angoscia. Stavo cercando la verità ma se non fosse stata la cosa migliore da fare?
Abbassai gli occhi,imbarazzata e cominciai a torturarmi le mani che ora come non mai avevano bisogno di un intervento dall’estetista. « sai com’è … ho una voglia matta di scoprire chi sono e le mie vere origini ma nello stesso tempo questo mi … terrorizza», sussurrai in un soffio,quasi ad aver paura delle mie stesse parole.
Sentì una presa ferrea e un qualcosa di caldo avvolgermi la mano e alzai gli occhi di scatto,ritrovandomi la mano di Joh chiusa nella mia. Mi sentì più sicura e con lui al mio fianco non avrei avuto paura. In questo viaggio non ero sola
«Allison basta una parola e torniamo indietro. Stiamo per arrivare a destinazione ma se non sei ancora pronta basta dirlo e giriamo i tacchi»,quella sua apprensione mi fece quasi sorridere. Johnny era cosi! Dava tutto se stesso senza pretendere nulla in cambio,era una persona favolosa e il suo cuore era un qualcosa di leggendario. Sorrisi e lui ricambio apprensivo.
« Va bene così»
Dopo dieci minuti circa la macchina si fermò nei pressi di un piccolo edificio di pietra antica,con una piccola cupola con un croce avvolta con dei rami d’ulivo. Questa doveva essere la famosa ‘’Destination Church’’ il luogo dove mio padre mi trovò quando ero ancora in fasce,portandomi con se.
Doveva essere un edificio antico,con una finestra tonda posta al centro e con una croce a dividerla in quattro quadranti. Il portone di ingresso sembrava essere formato da un legno arcaico e rovinato dalla pioggia e dal tempo e accanto alla chiesetta vi era un piccolo albero con i rami tutti attorniati al proprio tronco,che andavano a finire sulla piccola cupola della chiesetta antica.
Rimasi bloccata e ingarbugliata nei miei stessi pensieri mentre Johnny scese dalla macchina,richiudendosi la portiera alle spalle ma io non trovai nemmeno la forza di respirare e decisi quasi di ritornare indietro e rimandare questa impresa ad un’altra era. Johnny mi aprì lo sportello, invitandomi a scendere e guardandomi paziente nell’attesa che uscissi o dessi solo qualche segno di vita.

Forza Allison! Sei una ragazza forte … quindi esci il culo da quella macchina!!
Misi un piede dietro l’altro e imboccai aria prima di entrare in quella chiesa,con Johnny dietro di me a darmi supporto morale. La chiesetta non era di certo come l’esterno: sembrava appena ristrutturata e restaurata,come l’altare che sembrava consacrato solo da qualche anno. Camminai lentamente,cercando di coordinare i giusti movimenti e cercare il modo per andare avanti, e per la prima volta, mi accorsi di quanto fossi veramente debole e insicura.
« c’è qualcuno? » urlò Johnny,cercando vita umana nei paraggi. Da una piccola porta nell’ angolo più nascosto,uscì un uomo robusto,sui quarant’anni circa e con un piccolo abito marrone,con un cinturone di cuoio sulla vita. Quello doveva essere il sacerdote della chiesa «salve figlioli e benvenuti! », esclamò con vigore l’uomo venendoci incontro a braccia aperte,mentre il suono della sua voce si espanse in tutto l’atrio della chiesa.
Io e Johnny ci guardammo di sfuggita,prima di venire travolti da quell’uomo un po’ troppo vispo ma dal viso tondo e simpatico « venite, venite!!siete qui … vediamo … per sposarvi? Tu sei incinta! »,dire che in quel momento avrei preferito sprofondare era cosa da poco! Con la coda dell’occhio vidi Johnny sorridere e abbassare lo sguardo imbarazzato,mentre io cambiai colore di quattro tonalità diverse. « veramente noi siamo venuti qui per ben altri motivi,signore», spiegò Johnny impacciato,grattandosi la fronte come faceva di solito quando era imbarazzo e il sacerdote si fermò di colpo,un po’ stordito e dispiaciuto dalla notizia «ditemi! »
Questa era l’ora della verità!
« stiamo cercando un sacerdote che era amministratore di questa parrocchia circa … ventitre anni fa! il suo nome è Luke Keimbool … ne ha notizie? », chiesi tutto ad un fiato,guadagnandomi un occhiata circospette dell’uomo « certo che lo conosco! Siamo buoni amici ma purtroppo è ormai in pensione e da un bel po’ di tempo sono io ad amministrare la parrocchia. Ma ditemi: cosa cercate da Luke?» Abbassai lo sguardo,boccheggiando,cercando di trovare dentro di me la forza per affrontare tutto,consapevole del fatto che dopo oggi la mia vita sarebbe cambiata,diventando una ricerca alla verità.
« molti anni fa in questa parrocchia è stata trovata una bambina,con un ciondolo come questo,dal signor Keimbool e poi affidata ad un uomo di nome Jonathan Evans. Ne ha mai sentito parlare?Ha mai sentito parlare di quella bambina? », quell’uomo sgranò gli occhi e mi parve di vederlo quasi smettere di respirare. Lo guardai torva,cercando una riposta,almeno nello sguardo.
Fece una smorfia e cominciò a guardarmi dalla testa ai piedi,girandomi intorno come se fosse uno della CIA o qualche agente segreto in missione segreta «tu sei quella bambina? »
«Si» , risposi fredda e pacata come se quella cosa non mi appartenesse e fosse una cosa al di fuori di me stessa. « mi spiace ma non posso aiutarla! » le mie speranze in quel momento sparirono in un battito d’ali e mi sentì sconfitta. Dovevo arrendermi in una battaglia che non mi era stato permesso combattere?
«cosa significa che non può aiutarla!! » intervenne Johnny con un tono che non si addiceva all’ambiente in cui eravamo. L’uomo indietreggiò di due o tre passi,ingoiando il rospo che aveva in gola « vuol dire proprio questo: non voglio immischiarmi in questa faccenda! » proferì andando dalla parte opposta.
Io stavo ferma li,guardando l’unica ragione per dare un senso alla mia vita,scappare via a gambe levate. Era ora di tirare fuori gli artigli. Cominciai a camminare a passo svelto,cercando di raggiungerlo e Joh che a modo suo provava a starmi dietro. Afferrai per le spalle l’uomo,costringendolo a voltarsi
« posso farle una domanda? Lei si è mai alzato la mattina con la consapevolezza di non stare andando da nessuna parte? Che la sua vita sta seguendo solo la monogamia,un'unica strada a senso unico che alla fine non la porterà da nessuna parte? Io si,mi alzo la mattina e non vedo altro che nero,quindi la prego! Mi dia solo una minima ragione per sperare che per una volta,una sola volta,la mia vita prendi una piega diversa. Solo una volta vorrei vedere la vita a colori. Quindi mi aiuti … per favore», chiusi le mani in due pugni e mi asciugai gli occhi che cominciarono a farsi pesanti,cercando di deviare il percorso di qualche lacrima che cominciò a rigarmi il viso. L’uomo,impietosito,mi fece segno di sedermi e per la prima volta vidi la luce
« non conosco di persona tuo padre ma Keimbool mi ha raccontato tutto nei minimi dettagli …», cominciò a raccontare l’uomo e io restai ad ascoltare,con Johnny al mio fianco a tenermi la mano in caso di bisogno
«Keimbool e Jonathan ti trovarono al di fuori della chiesa,avvolta in una piccola cesta. Non indossavi nulla,solo la collana che porti al collo e una lettera. Luke sapeva che un giorno saresti venuta a cercare i tuoi veri genitori e quando ti ho vista mi sono spaventato. Piccola,tu sei troppo giovane per sapere la verità e troppo ingenua per scorgere le tue origini. Torna a casa da tuo padre e tua madre …e un giorno quando sarai veramente pronta tornerai», un velo di tristezza mi avvolse e sentì gli occhi inumidirsi e farsi lucidi. Chinai la testa da un lato,boccheggiando « mio padre e mia madre sono morti qualche giorno fa in un incidente stradale. Credo di essere forte abbastanza per sopportare tutto questo mio caro amico»
«Steve! Chiamami Steve! », aggiunse prontamente,tenendomi la mano « allora come vuoi! Ma purtroppo non so un granché! Solo ciò che mi hanno raccontato! Non conosco tua madre ma Luke si! Ha sempre saputo chi fosse e infondo era una brava ragazza,anche se troppo immatura ed egoista per la sua età! Cara amica,per questo ti chiedo di interrompere le ricerche,perché non troveresti niente di gratificante su di lei e nemmeno su tuo padre. Non ci hanno pensato due volte a buttarti via e questa ricerca potrebbe essere solo dolorosa.Mi dispiace tanto ma credimi! È andata meglio così,hai trovato solo persone che ti hanno amato veramente»
«capisco» ,sussurrai abbattuta,cercando di dare un senso alle sue parole. ‘’Non hanno pensato due volte a buttarti via’’. Quelle parole mi pesarono molto e mi sentì come se una lama affilata mi avesse lacerato il petto. Era ovvio che mi avevano abbandonato ma dalla lettera,quella donna sembrava essere stata costretta a farlo! Possibile che era composta da due sfaccettature diverse?
«grazie mille Steve! Sei stato molto d’aiuto ma mi potresti dare l’indirizzo di Luke Keimbool? » Steve sorrise e sul suo viso comparvero delle fossette che mi fecero ricordare mia madre e il suo sorriso tenero e amabile. Quanto mi mancava …
« certo figliola! E buona fortuna per la tua ricerca,ti auguro di trovare quello che cerchi!pregherò per te! »


In tutto il tragitto per il ritorno quella macchina fu una consacrazione tombale. Johnny non aveva emesso suono da quando Steve aveva cominciato a parlare,l’autista non si degnava nemmeno di chiedermi il nome e io,io ero un misto di pensieri.
Ora ero interessata come non mai a dare un senso a questa storia e scoprire la vera identità di quella donna che sembrava sopraffatta da un velo di mistero. Perché mai mi aveva abbandonata e poi scritto quella lettera? Quelle parole sembravano tanto affabili e sembrava totalmente un’altra da come mi aveva descritto frate Steve. Qualcosa non andava. Ma cosa?
« In questi giorni ti organizzerò delle interviste», mi voltai verso Johnny,guardandolo basita. Non credevo alle mie orecchie «come scusa? » « così sarà più facile avere delle risposte e ritrovare tua madre», aggiunse scuro in volto,non distogliendo lo sguardo dal paesaggio. Non potevo credere che volesse raccontare la storia della mia vita a tutto il mondo e di certo non sarebbe stato il modo migliore per sapere la verità « così sarà più facile che si spacceranno per mia madre! No Johnny non venderò la mia vita alla tv,ne quantomeno ai midia! » Johnny si voltò a guardarmi e serrò le mascelle contrariato
« Ti limiterai solo a mandare un appello a quella donna e sarà lei a venire da te. Magari non è il modo migliore per ritrovare le tue origini ma grazie alla tua popolarità sarà lei a trovare noi »
Non risposi,mi limitai ad annuire e mi nascosi nel buio,cercando di reprimere quelle lacrime che cominciarono a rigarmi il viso. Ero più decisa che mai a ritrovare me stessa,le mie origini e la mia vita. Domani sarebbe stato un altro giorno. Avrei conosciuto questo Luke Keimbool.
Sarei partita alla ricerca di risposte




Eccomi ritornata dopo lunghi mesi di assenza! Chiedo pietà e perdono. Non ho veramente scusanti :(
Sono passati ben quattro mesi c.a. dall’ultima volta che avete sentito parlare di me e della mia storia,ormai finita nel dimenticatoio. Comunque spero vivamente che mi perdoniate. Prometto che non vi lascerò più u.u
Che dire? Sono tornata con qualcosa di nuovo! La nostra Allison che sta provando sempre più attrazione per il nostro bell’attore ma purtroppo deve abbandonare i vizi a causa del suo fidanzato,nonché futuro sposo Sergio!
Bel guaio eh? E Johnny? Di certo non rende la vita facile ad Ally ^^
Infine cosa non proprio da sottovalutare,Allison ha una nuova traccia per riscoprire se stessa e ritrovare la sua vera vita ed identità! Che ve ne pare di questo capitolo? Ci ho messo tutta me stessa e … ho avuto una specie di blocco dell’autore. Poi mi ero lasciata sopraffare dalla bellissima storia a quattro mani che sto scrivendo con la mia cara Princess ^^ che saluto tanto! Per chi ancora non lo sappia si chiama ‘’scusa ma ti chiamo amore’’.
Vorrei sapere se questo capitolo è stato di vostro gradimento e se io miei sforzi sono stati ripagati,quindi se volete potete sprecare qualche secondo del vostro tempo,dedicandomi una piccola recensione,almeno per farmi capire che cosa ne devo fare di me e di questa storia xD
Recensite! Salvate una vita u.u
Ora vi lascio! E per farmi perdonare vi lascio con questo bonaccione di Jonnny *-* perdonata??

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Ps: vorrei dedicare questo capitolo alla persona più importante della mia vita <3 … I love you … <3


Bacioni :*****
Aishia

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Capitolo 11
*** Verità nascoste ***


Verità nascoste





« Ti ho buttato via senza pensarci due volte ! non vedo il motivo della tua visita Allison», proferì quella donna con nonchalance,accavallando le lunghe gambe e sistemandosi una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio,guardandomi dalla testa ai piedi con i suoi occhi da cerbiatta e freddi come il ghiaccio, con un indifferenza tale da farmi sentire come un oggetto senza alcun minimo valore,un oggetto da buttar via.

La guardai basita,rimanendo in silenzio per il semplice fatto che non avevo nulla da dire. Le sue parole erano come uno schiaffo in pieno viso mentre contemplavo quei lineamenti così simili ai miei,la stessa fronte spaziosa,lo stesso taglio degli occhi e lo sguardo così sicuro e fiero di se. « ma perché tutta questa ostilità nei miei confronti? », chiesi con voce rotta e spezzata,non sopportando quel silenzio che mi stava schiacciando,guadagnandomi una risata quasi sfrontata e irriverente.
Davanti a noi vi era un enorme muro e la possibilità di abbatterlo diventava sempre più lontana.

Ispirai profondamente, finché dalle sue spalle non spuntò come dal nulla una figura maschile. Era un uomo di mezz’età,alto e dai capelli scuri e brizzolati, con due occhi insolenti e quasi minacciosi « non hai sentito tua madre Allison? Torna a casa e non farti vedere mai più! »

« … ma io … »

« mai più … mai più … mai più …», ripeterono in coro facendomi eco nell’orecchio.



« mai più … mai più … mai più …»



*



« Oddio! », mi sollevai di scatto presa dal panico,mettendomi a sedere su quel letto fin troppo duro e mi guardai intorno spaesata,boccheggiando e cercando di riprendere il fiato che mi era venuto a mancare. Mi portai una mano al petto, cercando di placare i battiti irregolari del mio cuore,talmente anomali che sembrava volermi uscire dal costato e scappar via a gambe levate senza più far ritorno. Strinsi gli occhi,cercando di intravedere in quell’oscurità il luogo che mi circondava e mi attorniava. Dov’ero?

Non riconobbi quel posto,quella stanza buia rischiarata soltanto da funesti raggi di luce che subentravano da due finestre con dei lunghi tendaggi scuri. Mi girai intorno, identificando qualche mobile sparso qua e la nella stanza. Ma dov’ero finita? Mi avevano forse rapita?

« ehi », nell’oscurità avvertì un’altra presenza oltre la mia e chiunque fosse mi strinse la mano forte,massaggiandomi il palmo in modo da rassicurarmi. Il mio cuore roteò un ulteriore volta e quella mano calda non bastò a non farmi raggelare il sangue. La luce si accese improvvisamente e fui costretta a strizzare più volte gli occhi per abituarmi al cambiamento improvviso d’intensità,portandomi l’altra mano davanti al viso e ritrovandomi Johnny sollevato da una poltrona adiacente al letto,con la sua mano stretta alla mia e i suoi occhi puntati addosso « è stato solo un brutto sogno », sussurrò un attimo dopo con la bocca ancora impastata dal sonno e gli occhi arrossati e ancora mezzi addormentati.

« ma. dove. sono?», domandai dopo aver evitato un infarto e ricollegato i fili della ragione. Ritrassi la mano imbarazzata,per poi massaggiarmi le tempie a causa del mal di testa che si era impiantato nel mio cervello e che sicuramente non pensava di lasciarmi andar via.

« in camera »

Drizzò in piedi, prendendo rapidamente un sigaro che aveva lasciato sul comò accanto a letto,accendendolo e ispirando subito dopo,trattenendo il fiato per pochi secondi per poi rilasciarlo,facendo sì che nella stanza si venisse a creare una piccola nuvoletta di fumo puzzolente che mi diede quasi la nausea.

Mi sentivo come se il giorno prima avessi ingerito un intero barile di vino e adesso stessi pagando le conseguenze del dopo sbornia. « mi sento uno schifo », bisbigliai più parlando con me stessa che con John che intanto aveva spalancato la finestra ,lasciando che un raggio di luce mi illuminasse ulteriormente la giornata «ma come sono arrivata qui? E tu ti sei affittato la mia stanza? », lo punzecchiai notando che ormai ci aveva preso gusto nel dormire nella mia camera e lo vidi sorridere nascosto dietro una ciocca di capelli che gli era ricaduta disordinatamente davanti al viso. « per sentirti uno schifo … fai tante domande», bofonchiò lanciandomi una breve occhiata. Era un modo carino per dirmi che parlavo troppo?

«sto cercando di riconnettere il cervello John! Abbi pazienza e rispondi! »

« Beh, ti ci ho portato io ieri sera visto che ti sei addormentata in macchina come una bambina d’asilo,anzi,dovresti ringraziarmi visto che il mio autista voleva lasciarti per strada! Ti ho portato sulle spalle e non è che sei proprio leggera come una rosa eh?», in quel momento cambiai qualche decina di tonalità di colore e il mio viso diventò paonazzo per la vergogna. Avrei preferito sprofondare nel cuscino,anzi,lo presi tirandolo addosso al mio ‘’aggressore’’ che sfortunatamente deviò il colpo,prendendo al volo l’arma del delitto « ehi!!»

« te lo meriti! Così impari ad offendere il mio peso piumato», drizzai io incrociando le gambe e mettendomi a braccia conserte,facendo la faccia offesa. Johnny scoppiò in una fragorosa risata « tu peso piumato? Ma se un rinoceronte ha una siluette migliore della tua! »

Spalancai la bocca e la mia mascella strisciò sul pavimento « rinoceronte? Ma ti sei guardato? Sembri uno che è appena uscito da un incontro di wrestling e si è salvato per miracolo!» alzò un sopracciglio e nella sua fronte si crearono tre lineette a mò di rete wireless che mi fecero quasi ridere

« ma tu hai mai partecipato ad un incontro di wrestling?», mi chiese con sguardo acceso,spegnendo la sigaretta nell’apposito contenitore. Lo guardai dall’alto in basso non capendo il perché di quella domanda. Storsi la bocca,riflettendoci su per qualche secondo,incerta sulla risposta « si! Alla scuola elementare!»

«allora vediamo cosa sai fare!», nel giro di pochi secondi vidi Johnny drizzare verso di me alla velocità delle luce,buttandomi sul letto e facendo l’unica cosa che non avrebbe dovuto nemmeno passare nell’anticamera del suo cervello: punto debole localizzato!!!

« oddio no, Joh! Tutto tranne il solletico!!! », le sue mani scivolavano sopra di me mandandomi in tilt il cervello e quasi non riuscì più a respirare. Sarei morta per soffocamento e dal forte ridere se non avesse smesso subito.

Si credeva simpatico l’omone … e in quel momento mi immobilizzò entrambi i polsi con la sua mano forte e muscolosa mentre con l’altra era intento a mandarmi in sala rianimazione.

Non riuscivo a respirare e ringraziai il cielo quando si fermò improvvisamente permettendo così che riprendessi nuovamente fiato. Sgranai gli occhi di scatto quando mi ritrovai il suo viso a pochi centimetri dal mio,col fiato corto che mi solleticava le gote rosee. Mi guardava strano … percorrendo lentamente i lineamenti del mio viso, spostandosi dai miei occhi alle mie labbra con una lentezza quasi snervante e quegli attimi mi provocarono un immensa morsa allora stomaco. Ammirai in silenzio le sue bellissime labbra e mi venne quasi voglia di assaggiarle e coglierne il sapore,come quando poco tempo fa mi svegliai,ritrovandolo a pochi centimetri dal mio viso con la stessa immensa voglia di baciarlo.

Mi ritrovai sotto di lui,schiacciata dal suo corpo che aderiva perfettamente al mio. Lo sentivo sempre più vicino e il suo sguardo sempre più persistente,come se volesse analizzare ogni millimetro del mio viso,ogni fibra del mio essere. Sapevo cosa stava per fare e avrei mentito a me stessa dicendo che non volevo lo stesso,che non volevo … lui …
Una vocina dentro di me gridava di fermarmi,mi dava dell’ingrata perché Sergio non si meritava un simile tradimento, mi amava più della sua stessa vita e sarebbe morto se solo avesse immaginato quello che la sua promessa sposa stava per fare. Ero venuta qui alla ricerca di risposte e la mia domanda primordiale era sapere quali sentimenti mi legassero a Johnny! Sarebbe stato un fulmine a ciel sereno ma ero una donna con un istinto diamine! Quello stesso istinto che mi stava portando dritto dritto sulle labbra di Johnny …

Socchiusi gli occhi e dischiusi le labbra,godendomi con il cuore in gola quel dolcissimo attimo in cui le sue labbra sfiorarono le mie,avvicinandosi a me in modo dolce e sensuale come se mi stesse chiedendo il permesso,come se avesse paura di rompermi o farmi male. Dentro mi sentì rinascere,come se fossi stata rinchiusa per troppo tempo dentro una sfera di cristallo e adesso avessi trovato l’unico modo per uscire,inalando finalmente quella brezza leggera che mi riportò in vita. Non mi ero mai sentita così,libera di spiccare il volo verso un nuovo orizzonte. Sergio in questi lunghi cinque anni mi aveva sempre messa alle strette, imprigionandomi dentro la sua campana di vetro e pur amandolo più di me stessa avevo bisogno di capire cosa volessi veramente. Come potevo provare un simile uragano dentro me?
Mi sollevai leggermente,avvolgendogli le mani intorno al collo e attirandolo più a me,intanto che la sua lingua cercava voracemente la mia in modo da saziare la sua fame e la mia sete. Le sue mani mi cinsero i fianchi e mi sollevò la maglia in modo da scoprirmi la schiena nuda e liscia e infiltrarsi all’interno,accarezzando ogni millimetro del mio corpo e bruciandomi la pelle al minimo tocco.
Si distanziò da me leggermente,guardando nuovamente il mio viso accaldato e paonazzo mentre io mi dedicai al suo,sfiorandogli le labbra con le mie e lasciandogli un piccolo morso che lo fece sorridere. Le sue labbra erano così morbide e sorrisi quando i suoi baffetti mi solleticarono il naso,facendomi solletico.
Mi sfiorò il collo e tirai indietro il viso,godendomi la sensazione della sua bocca attaccata al mio collo liscio,del suo respiro che mi solleticava la pelle,mandando in estasi ogni fibra del mio stesso essere. Mi sentivo un fiume in piena,un terremoto,un vulcano pronto ad eruttare.


Io volevo lui e lui voleva me,il mondo circostante faceva solo da sfondo



Mi sentì strana,forse perché l’unica persona che mi aveva stretta così forte era stata Sergio,l’unico che mi aveva toccata così,il primo con cui avevo fatto l’amore … ma le mani di Johnny avevano un tocco diverso,le sue labbra avevano un sapore nuovo,proibito.

Si sollevò leggermente,scostandomi i capelli dal viso e permettendomi di togliergli la canotta,facendomi illuminare gli occhi alla vista dei tanti tatuaggi incisi sulla sua pelle ambrata. Sapeva di buono e il suo odore penetrò nelle mie narici mandandomi in tilt il cervello. Tutto di lui mi parve perfetto … i suoi occhi erano così profondi che avrei potuto perdermi nell’infinità del suo sguardo. Avrei voluto che quell’attimo durasse in eterno,che non avesse fine.

Con una mano si insediò nelle mie vesti,accarezzandomi in modo leggiadro la mia coscia liscia « non ho mai desiderato così tanto una persona in vita mia …», sussurrò con voce spezzata,quasi strozzata,socchiudendo gli occhi e unendo nuovamente le labbra alle mie. Sorrisi quando sentì quelle parole e in quel momento mi sembrò come toccare il cielo con un dito. Avevo i brividi solo a sentirlo respirare,il suo corpo che si muoveva sinuoso su di me e le sue mani che mi toccavano la schiena nuda,contatto che mi fece gemere di piacere.

Mi accarezzò le spalle per poi percorrere i lineamenti del mio braccio e strinse le sue mani alle mie,finchè non sfiorò l’anello che avevo al dito … quell’anello …

Il cuore roteò nel mio petto e un senso di sgomento mi pervase l’anima,provocandomi un malore che mi lasciò senza fiato. Le dita di Johnny si erano posate sull’unica cosa che mi avrebbe potuto riportare alla realtà. Quell’anello era il simbolo di una promessa d’amore, di una vita insieme basata principalmente sulla fiducia e sull’affetto che mi legava a Sergio. Era giusto quello che stavo facendo?
Era giusto riscoprire me stessa,i miei sentimenti a discapito di Sergio, ovvero colui che mi era sempre stato accanto nei momenti più bui e luminosi della mia vita? Non aveva alcuna colpa ma era quello che stava pagando le conseguenze maggiori,l’unica colpa di cui si era macchiato era quella di avermi amato troppo,di aver donato se stesso per la felicità di una persona che adesso si trovava tra le braccia di un altro uomo,pronta a donare se stessa e il cuore.
I sensi di colpa mi stavano annebbiando il cervello,logorandomi l’anima. Mi sentì una stupida e un ingrata.
« Joh fermati», sussurrai boccheggiando,cercando di divincolarmi « fermati,ti prego! », ripetei con più vigore quando le lacrime annebbiarono i miei occhi e senza farmelo ripetere due volte si arrestò,ancora attaccato al mio corpo e il viso ancora ad un passo dal mio «cosa? », strizzò boccheggiando ancora sulle mie labbra. Era confuso,con il viso crucciato,cercando di capire cosa mi avesse preso. Lo guardai con la coda dell’occhio,non avendo il coraggio di incrociare il suo sguardo per l’enorme vergogna,mentre le lacrime bagnarono il cuscino.
Cominciai a piangere come una bambina,quelle lacrime che prontamente asciugò con il dorso della mano « ehi … che succede piccola? »

« non posso …»

Mi sollevai,allontanandomi da lui e mettendomi a sedere sul bordo del letto,cercando di placare i battiti incessanti del mio cuore. Mi sentivo una stupida! Io … io che avevo lasciato sempre che l’istinto prevalesse sui sentimenti,lasciando sempre che la razionalità avesse il sopravvento su tutto. Non potevo credere a quello che stava succedendo,a quello che stavo per fare. Non sarei più riuscita a guardare Sergio negli occhi,a guardarmi allo specchio con la consapevolezza di averlo tradito.
Non mi riconoscevo,quella non ero io! Non avevo mai fatto qualcosa senza pensarci,eppure Johnny mi aveva annebbiato la mente,facendo uscire la tigre che dormiva dentro di me,quel mio lato umano,quel mio lato che stavo imparando ad amare. Possibile che quello che provavo per Johnny potesse essere ‘’amore’’? Eppure era reale,c’era qualcosa che mi ardeva dentro con un incendio appiccato in una giornata focosa d’estate.

Sentì un rumore alle mie spalle e delle mani mi avvolsero da dietro. Johnny si era chinato su di me,baciandomi la schiena nuda con le sue dolcissime labbra e tirò un lungo sospiro. Strizzai gli occhi e rimasi ad aspettare … « stai bene? », mi chiese dopo un interminabile minuto

«No! », risposi prontamente,cercando di mantenere un tono di voce cauto anche se invano. Stavo tremando e non riuscivo a fermarmi, non riuscivo a placare i battiti incessanti del mio cuore.
Come cazzo avevo potuto! Come potevo essere stata così egoista,per la prima volta in vita mia avevo sgomberato la mente lasciando che i pensieri mi scivolassero addosso,avevo messo in primo piano solo quello che provavo per Johnny,quei sentimenti che invece avrebbe dovuto rimanere sommersi senza avere la possibilità di venire a galla. Non capivo più nulla! Che cosa provavo veramente? Sergio faceva parte di me da ormai cinque anni. Non potevo buttare una vita passata insieme per una storia di una notte,seppur fantastica,meravigliosa … Non avrei potuto buttare una vita di gioie,dolori soltanto per una notte d’amore che sarebbe rimasta solo tale. Johnny non avrebbe potuto donarmi quello che mi aveva dato Sergio … forse …
Dovevo mettermi in testa che la mia vita era altrove,quella non ero ‘’io’’ e così facendo mi sarei persa per sempre nei meandri più profondi di me stessa.

Johnny scese dal letto,sedendosi al mio fianco,rimanendo in silenzio a fissarmi come a volermi scorgere l’anima. Nemmeno io sapevo cosa fare,quel che volevo veramente. Quanto avrei desiderato solo …
« cosa ti succede Allison? Un attimo fa sembrava tutto perfetto e lo volevamo entrambi ma adesso … adesso mi sembri già così lontana »

Lo guardai e mi sentì morire a quelle sue parole. Come potevo liberarmi di quel peso senza ferirlo? « Joh… io? », balbettai come se stessi cercando la risposta giusta. Ma qual’era? Qual’era la cosa giusta da fare in quel momento? Guardai l’anello che avevo al dito,lo stesso che mi aveva riportata con i piedi per terra e quando alzai lo sguardo vidi gli occhi di Johnny puntati sul quello stesso anello. Cambiò circa una decina di colori alla volta e in quel momento mi sentì morire. Non volevo perderlo! Non potevo!! « non è colpa tua! »

« ho capito! Non c’è bisogno che mi spieghi nulla. Quelle lacrime hanno l’autografo di Sergio no? », non risposi per il semplice fatto che aveva dato voce ai miei pensieri. Guardai il suo viso e mi stupì del modo in cui i lineamenti erano mutati rispetto a qualche minuto prima. Il suo era sguardo colmo di delusione. Abbassai il viso colpevole.

« si », risposi più parlando con me stessa che con lui. Si alzò,riprendendosi la maglia che era volata via,senza degnarmi di un minimo sguardo « sistemati! Dobbiamo andare a far visita al prete che ti trovò quando eri in fasce. Così almeno potrai scoprire la verità e ritornare dal tuo futuro sposo. »

**



Johnny era fuggito via,lasciando dietro a se la scia di quell’attimo fuggente, quell’emozioni che adesso sembravano distanti e già legate al passato. Un attimo infinito da sembrare interminabile ma che adesso era librato via come una rondine,spiegando le sue ali verso l’orizzonte. Rimasi li,seduta su quel letto che sembrava avere già un trascorso,seguendolo mentre usciva dalla porta come se stesse uscendo definitivamente dalla mia vita. Ero inerme,riflettendo su quello che era appena accaduto,spostando lo sguardo su quelle lenzuola disfatte, ideandoci ancora su quel letto, distesi a viziarci e pronti a donare noi stessi. Sentivo ancora il suo profumo sulla pelle inebriarmi i polmoni con la sua essenza,il sapore delle sue dolci labbra e i suoi occhi puntati su di me,pronto a regalarmi se stesso e a donarmi il suo essere. E adesso?

… Adesso la magia era finita riportandomi nuovamente alla realtà …


Mi sentì sporca e nauseata perfino da me stessa perciò che avevo appena fatto,per ciò che mi ero spinta a fare. Ero arrivata a desiderare Johnny più di quanto desiderassi me stessa,bramando consapevolmente ogni fibra del suo essere,ogni suono vibrante della sua voce, ogni sguardo rubato che sembrava ardere la mia pelle al suo passaggio.
Ci facevo l’amore solo a guardarlo. Mi lasciava brividi e io vicino a lui mi sentivo un fiume in piene,un vulcano pronto ad eruttare.

Mi buttai tra quelle lenzuola morbide,ispirando profondamente alla ricerca del suo profumo. Ritrovai la sua essenza nel cuscino e rimasi ad occhi chiusi in modo da imprimerla nella mia mente,così da non mandarla via.

Che cosa stavo facendo?Stavo buttando alle spalle cinque anni d’amore con Sergio per una storia di una notte. A volte siamo incatenati al nostro passato,alle persone come se avessimo paura di dimenticare ciò che siamo,cercando di non rinunciare mai a tutto quello che abbiamo costruito dopo anni di duro lavoro ma purtroppo non si ci può fermare,rimanere immobili è uno dei modi per rimanere schiacciato da se stessi. Solamente così sarei potuta andare avanti ma purtroppo non avevo la forza di rinunciare a me stessa.

Decisi di non rimanere a rimuginare, ponendo il coltello nella piaga e non lasciando alla ferita il tempo per rimarginare. Mi preparai in fretta,psicologicamente per ciò che da li a poco mi aspettava. Avrei finalmente compreso pezzetti della mia vita di cui ero ignara,avrei scoperto le mie origini forse, avrei finalmente cominciato ad integrare quei pezzetti nel puzzle della mia esistenza. Quei piccoli frammenti che mi mancavano per capire le mie vere origini.

Scesi le scale di corsa,trovando Johnny ad aspettarmi nella hole dell’hotel,con le spalle appoggiate al muro e con le braccia conserte e strette al petto,con il volto coperto da due enormi occhialoni scuri che mi impedirono di guardare nei suoi occhi e leggergli dentro. Non disse nulla né alzò lo sguardo,limitandosi a girare i tacchi e ad affrettare il passo verso la macchina che ci avrebbe condotto verso le risposte alle mie domande. Avrei desiderato una parola,un gesto o una minima espressione dal suo volto ma altro non era che una lastra di ghiaccio e l’aria sembrava tesa come se fosse morto qualcuno.

Il tragitto fu appunto una processione tombale,ognuno rinchiuso nel suo silenzio,inondati da pensieri che logoravano la mia mentre,entrambi posti nei lati più estremi della macchina. Guardavo il paesaggio che scorreva velocemente davanti a me ma la mia mente era altrove,rivolta dietro quella fitta vegetazione verso una persona di cui conoscevo solo il nome, Kyle , colui che mi trovò insieme a mio padre quando ero ancora in fasce. Di lui conoscevo solo il nome e questo bastava a farmi venire la pelle d’oca. Probabilmente conosceva la vera identità dei miei genitori biologici, coloro che un tempo probabilmente non ci avevano pensato due volte a buttarmi via ma mi piaceva pensare che quella lettere significasse qualcosa di più,che quel gesto non fosse volontario ma dovuto! Frutto di un amore realizzato nel peccato che aveva dato i suoi frutti. Da quei frutti ero nata io.

il tempo sembrava essersi fermato del tutto e lo spazio circostante sembrava essersi ristretto,soffocandomi per asfissia. Mi voltai verso Johnny,teneva gli occhi fissi sulla strada e nascosti da quegli enormi occhiali che ricoprivano gran parte del suo viso ma nonostante ciò vedevo il riflesso del suo sguardo perso nel vuoto e il suo volto racchiuso in una maschera di marmo.

Non aveva detto nemmeno una parola,un sibilo o un flebile suono. Non si era limitato nemmeno a cercare il mio sguardo come se avessi smesso di esistere dal momento esatto in cui lo avevo rifiutato. La mia testa sembrava una bomba ad orologeria pronta a scoppiare. Mi torturai le mani e mi sentì una morsa infernale allo stomaco che mi stava divorando l’anima ad ogni minuto trascorso.


Arrivammo dopo qualche minuto in una casa di campagna indirizzataci dall’attuale prete della chiesa in cui mio padre mi ritrovò. Era una casa interamente rivestita da un legno scuro,da un porticato completamente fasciato da dell’edera riposta a spirale,con delle rose rosse che incorniciavano il tutto.

La macchina si fermò nell’immenso viale e le ruote sdrucciolarono lievemente al contatto con i piccoli sassolini. Johnny ispirò improvvisamente e aprì lo sportello,scendendo senza dire nulla come se l’aria fosse diventata irrespirabile. Guardai la sua figura per poi spostare lo sguardo verso quelle grandi mura,cercando di muovermi o limitarmi a fare un passo ma le gambe sembravano non rispondere al minimo comando. Non ero più padrona del mio corpo.
Ingoiai il rospo che mi si era formato in gola e scesi dalla macchina,indecisa se proseguire o ritornare da dov’ero venuta,lasciandomi il passato alle spalle e seguendo quel futuro così pieno d’incertezze. Che stavo facendo? Non era mai stata quel tipo di persona che si tira indietro ad ogni difficoltà ma stavo scoprendo una nuova sfaccettatura di me stessa di cui non andavo fiera. Mio padre mi aveva sempre insegnato a combattere le mie paura,senza lasciarmi sconfortare da nulla. In questo momento mi sembrò quasi di tradirlo.

Johnny era già arrivato davanti al grande portone si voltò nell’attesa che lo seguissi,facendomi segno di raggiungerlo e così avanzai lentamente,misurando perfino il mio stesso passo.

«sei pronta?», mi chiese quando fui al suo fianco, guardando terrorizzata quell’enorme porta di ebano scuro, rompendo il silenzio che aveva curato di mantenere per tutto il viaggio. Ispirai profondamente, socchiudendo gli occhi e pensando alla risposta più adeguata al momento. Ero veramente pronta? .
«Allison se non te la senti possiamo ritornare indietro! Basta una sola parola», aprì di scatto gli occhi,cercando di non incrociare il suo sguardo che ora come ora mi stava trapassando da una parte all’altra. Avrei desiderato con tutta me stessa lasciar perdere questa folle idea e ritornare a casa, da Sergio! Ma non potevo, non potevo aver percorso milioni di chilometri alla ricerca delle mie vere origini e scappare via come una codarda « ce la posso fare », sibilai con voce tremante, suonando il campanello con decisione … non molta veramente

Mi sembrò di morire quando iniziai a contare i minuti,minuti che in quel momento sembrarono ore in cui la mia mente navigò lontana. Mi guardai indietro più volte e intravidi una piccola voragine poco lontana dove buttarmi. Avevo sempre desiderato buttarmi da un dirupo,si… sarebbe stata la soluzione migliore!
La porta si aprì di scatto,facendo scricchiolare le sue assi e mi ritrovai dinnanzi gli occhi un uomo di mezz’età dai capelli grigi e brizzolati e con due enormi occhi che gli illuminavano il volto. Ci guardò basito,storcendo la bocca per poi dedicarci un sorriso affabile «posso fare qualcosa?», domandò con la sua voce roca e profonda,dopo averci esaminato bene. Aprì la bocca per poi richiuderla poco dopo non trovando le giuste parole. Iniziai a balbettare e in quel momento cambiai una decina di tonalità diverse di colore,sembravo un semaforo! Johnny mi rivolse un occhiata veloce,cercando di interpretare il mio stato d’animo o se quantomeno respirassi ancora. Si voltò verso quell’uomo lasciandogli un mezzo sorriso e puntandogli la mano … in segno di pace

« Salve signore, io sono … Leo … e lei è Allison! Siamo qui perché abbiamo bisogno del suo aiuto e lei è l’unica persona che probabilmente potrebbe farlo. Lei è Kyle Mikolson no?», rimase interdetto per svariati secondi,cercando di scrutare i nostri volti e capire meglio le nostre intenzioni,per poi allontanarsi dalla soglia della porta,permettendoci di entrare.

Avanzammo quella porta senza nemmeno dire una parola,seguendolo mentre ci conduceva in una stanza enorme con un gigantesco camino a riscaldare l’ambiente e a illuminare la stanza. Tenevo lo sguardo basso,seguendo i miei stessi passi,torturandomi le mani alla ricerca delle giuste domande per avere le giuste risposte.

« accomodatevi pure », sussurrò l’uomo facendoci segno verso l’enorme divano adiacente al camino. Johnny mi strinse una spalle e lo guardai in viso,specchiandomi nei suoi occhi. Mi persi per pochi secondi nell’immensità del suo sguardo e notai che era diverso da quello che mi aveva riservato sino a pochi minuti prima, questo cercava di darmi conforto e scuotermi. Mi specchiai nei suoi occhi e in quel momento non riconobbi nemmeno me stessa,non avevo di fronte ‘’Allison Evans’’ ma solo una ragazza dalla stessa forma ma con una trasparenza diversa. C’era qualcosa di diverso in quello sguardo,non emanava più quella stessa luce di cui andavo fiera,quel viso non aveva più le stesse conformità di un tempo. Questo viaggio,questa situazione mi stava cambiando,trasformandomi in una persona che non conoscevo,che non faceva parte di me. Chi sei? Chi era quella donna che tanto mi somigliava.

Ritornai in me stessa quando avvertì gli occhi di quell’uomo puntati addosso,cercando di capire il motivo della nostra visita. Mi sedetti sul divano accavallando le gambe mentre Johnny si accomodò nell’altra punta come se starmi troppo vicino fosse una grande colpa.

« beh … mister Mikolson mi dispiace molto disturbarla ma come le ho spiegato prima abbiamo un urgente bisogno del suo aiuto. Ci ha mandati padre Keimbool. Si ricorderà sicuramente di lui no ? », spiegò Johnny tutto d’un fiato

«certamente!» rispose senza pensarci due volte « è lui che dirige la chiesa in cui ero amministratore un tempo ma … che ha a che fare con voi?» increspai la bocca indecisa se parlare o far continuare Johnny che in quel momento sembrava cavarsela abbastanza bene ma non era Johnny a dover trovare se stesso ma io.

«signor Micholson, circa vent’anni fa trovaste nella navata della chiesa un cesto con dentro una bambina,ricorda?l’», l’uomo abbassò lo sguardo,corrucciando il viso e increspando le labbra,aprendo la bocca per poi richiuderla poco dopo. Non avrei sopportato ulteriormente quel silenzio che mi stava logorando l’anima.

«come fate a sapere quella storia?»

Tremavo. Tremavo come una foglia scostata da un vento violento e delle lacrime si fecero spazio tra i miei occhi,minacciose di buttarsi giù. Dovevo essere forte,non potevo mostrarmi debole né davanti a Johnny né a nessun altro!

« … perché sono io quella bambina … »

il suo sguardo si tramutò in una maschera di stupore e si portò entrambe le mani alla bocca, stupito,sconvolto e stupefatto. Avrei perfino giurato di vedere delle lacrime nei suoi occhi chiari

«Tu! ». esclamò senza fiato dopo svariati minuti, puntandomi un dito contro «Non ci posso credere di averti davanti agli occhi … » sussurrò in un filo di voce,balbettando per l’enorme incredulità. Una lacrima mi rigò il viso e la stanza mi sembrò troppo piccola per contenere tutte quell’emozioni che stavo soffocando e che mi stavano bruciando il petto.

Lo guardai alzarsi improvvisamente e abbassarsi,gravando il peso sulle gambe e prendendomi le mani, stringendole fra le sue. I suoi occhi erano puntati sul mio viso e delle lacrime gli rigarono il viso,contratto in una smorfia quasi di dolore « credevo che non avrei mai avuto più tue notizie … non posso credere di averti davanti agli occhi bambina,di toccarti con queste mani che hanno preso il tuo corpicino piccolo e indifeso! », sorrisi quando dalla sua bocca uscirono queste parole e mi ricordò mio padre,il suo amore incondizionato per una ragazza che non era nemmeno sua figlia. In quel momento capì tutta la sua paura a non lasciarmi andare,a tenermi sempre sotto una campana di vetro. Aveva sempre avuto paura di perdermi,che lasciassi il nido abbandonando lui e la mamma …

« come sta tuo padre dimmi! Non ho sue notizie dal giorno in cui mi telefonò dicendomi che avevano avviato le pratiche per l’adozione», mi irrigidì di scatto,ritraendo la mano. Mi sembrava di andare a fuoco e fui costretta a distogliere lo sguardo per evitare di crollare definitivamente. Johnny rimase immobile come una statua, sgranando gli occhi, aprendo la bocca per poi richiuderla incapace di dire quelle parole che non avrei mai voluto più usare

« è morto », rispose prontamente evitandomi un ulteriore pugnalata al petto. Kyle lo fulminò con lo sguardo per poi guardare me come se stessi per morire. «non. Posso. crederci! E’ una follia,un abominio! », si alzò bruscamente , girovagando per la stanza con le mani nelle tempie e con gli occhi sbarrati. Il suo amico non c’era più e i sensi di colpa lo stavano sicuramente divorando come era successo a me quando mi vidi morire i miei genitori tra le braccia.

« non ho parole Allison! Ma ricorda solo una cosa : non lasciare che i ricordi sfumino via,diventando solo granelli di polvere … i tuoi genitori vivono in te, in ogni tuo gesto! Loro sono parte integrante del tuo stesso essere »,

« a me non piace ricordare » risposi prontamente deviando il suo sguardo «mi fa troppo male » mi ritrovai la sua mano fredda accarezzarmi le guancie calde,in modo da rassicurarmi e risollevare il mio animo dannato

«è vero … ricordare fa male ma è tutto ciò che ci resta …», il suo sorriso era qualcosa di unico,mi ci sarei aggrappata solo per non cadere giù. Sapevo che mi avrebbe dato la mano per risalire in superficie e fuoriuscire da quella corazza di vetro che mi ero costruita. Avevo paura a lasciarmi andare alla vita,non volevo più soffrire e questo comportava non provare qualcosa. Lui era il tipo di persona che mi avrebbe aiutata a non cadere in quel baratro che mi stava risucchiando via.

« comunque non penso siate venuti fin qui per informarmi solo di questa tragica notizia no?», ci chiese cogliendo nel segno e ritornando al suo posto, adagiandosi sulla poltrona in modo da dedicarsi pienamente a me e a ciò che da li a poco sarebbe uscito dalla mia bocca «si c’è dell’atro », sussurrai flebilmente « voglio sapere chi sono, ritrovare le mie vere origini e coloro che mi hanno messo al mondo! », proferì tutto ad un fiato, guardandolo dritto negli occhi, cercando di far trasparire la mia sicurezza. Non c’erano remissioni di peccati e una delle caratteristiche che mi rispecchiavano di più era la testardaggine che avevo sicuramente ereditato da mio padre. Solo una domanda mi girava nella mente: che cosa avrei fatto una volta scoperto la loro identità? Non riuscivo a dare una risposta coerente alle mie idee ma dopotutto non avevo percorso tantissimi chilometri solo per sentirmi dire dei nomi ma avevo bisogno di ritrovare me stessa. La mia mamma e il mio papà probabilmente non erano i miei genitori biologici ma sicuramente era qualcosa di più grande, i genitori non sono coloro che ti generano ma coloro che si assumano le responsabilità della tua vita, che prendendo tra le mani il peso di un nuove fiore che sboccia. L’amore che provavo per loro non potrà mai essere rimpiazzato da nessun altro.

Ritornai alla figura di Kyle che stava meditando sul da farsi, incapace di decidere se raccontare la verità o tacere come avevano fatto in questi anni « Allison, torna a casa finché sei in tempo. Le risposte che cerchi non ti porteranno che in un baratro di cui non potrai uscire … inutile soffrire per qualcosa che è meglio non conoscere »,

« Ho visto morire davanti agli occhi le due persone più care in questo mondo signor Mikolson , quindi credo di poter sopportare tutto! Voglio ritrovare me stessa, capisce?Voglio ricomporre pezzi di quel puzzle rimasti troppo tempo scomposti. Non mi neghi tutto questo la prego … », sbuffò , esasperato dai miei lamenti ma lo vidi rilassarsi, mettendosi più comoda nella poltrona e accavallando le gambe. I suoi occhi si spostarono fulminei da me a Johnny. Probabilmente stava cercando di prendere tempo o probabilmente ricercava un modo più sobrio per spiegarmi il tutto turbandomi il meno possibile.
Mi voltai verso Johnny che aveva lo sguardo puntato verso l’uomo che aveva davanti. Il suo viso era serio e contratto in una smorfia nascosta dai suoi baffi folti, mentre ticchettava le dita nel divano e muoveva su e giù la gamba dal nervosismo. Non ero quindi la sola con un infarto in corso?

« Beh Allison … », cominciò l’uomo richiamando la mia attenzione « tutto ebbe inizio circa venticinque anni fa quando tua madre era poco più di una bambina e fu lei a raccontarmi questa storia e a rendermi partecipe di quegli eventi che stavano a poco a poco mettendo fine alla sua vita. Quando scoprì di essere rimasta incinta il mondo parve crollarle addosso e quella gravidanza sarebbe stata la sua condanna a morte. Suo padre era un uomo aggressivo, violento , un uomo di altri tempi e quando scoprì la dura realtà minacciò di cacciarla di casa se non avesse messo fine a quell’abominio che stava crescendo dentro al suo grembo. Tua madre, AnnaLisette, non volle sapere ragioni e decise invece di portare avanti la gravidanza. Era giovane, troppo giovane e decise che ti avrebbe messa al mondo anche con l’opposizione della sua famiglia e di un uomo in cui l’identità doveva rimanere segreta così da non aggravare la situazione. Ma tutti conoscevano la sua identità, lui era Jim Cooper, uno dei più grandi componenti della mafia, un assassino e un uomo molto spietato. L’aveva minacciata … ti avrebbe uccisa una volta venuta al mondo perché non poteva permetterti di rovinargli la vita, era un uomo sposato e quel matrimonio gli serviva da copertura per non venire annientato o scoperto, quindi minacciò di uccidervi entrambe. La situazione diventò insostenibile finchè tua madre scomparve dalla circolazione per un po’ e dopo pochi mesi ritrovammo davanti la navata della chiesa una bambina bellissima e due lettere, tra cui una indirizzata a me mentre l’altra era per la piccola …»,

« che fine fece quella lettera? », intervenne Johnny dando voce ai miei pensieri . Ero troppo sconvolta per fare domande e rimasi li, immobile e con lo sguardo perso nel vuoto e un senso di sgomento che mi tormentava il cuore. Non potevo credere alle parole che erano appena uscite dalla sua bocca, era una storia surreale e mi venne quasi difficile credere a quelle parole ma purtroppo i suoi occhi non mentivano affatto.

« la bruciai! Sarebbe stato troppo pericoloso e tuo padre non doveva sapere della tua esistenza perché altrimenti ti avrebbe uccisa. Quell’uomo ha sempre messo davanti l’orgoglio e la propria vita. La tua nascita sarebbe stata la sua rovina »,

« e che fine fece mia madre? », chiesi con un improvviso nodo alla gola. Non potevo immaginare che la mia nascita avesse comportato tutte queste conseguenze ma con tutto ciò mia madre andò contro tutti e tutto, dandomi alla luce.

« Qualche giorno dopo la tua nascita la situazione divenne insostenibile. Tua madre era tornata dicendoti di averti persa a causa di uno sfortunato incidente ma tuo padre non le credette e dopo un violento attacco d’ira cercò di mettere fine alla sua vita. Fu allora che sua madre, tua nonna, decise di portarla via con sé e da quel giorno di lei non si hanno più notizie. Quel fatto sconvolse tutti, soprattutto tua nonna che era pronta ad accettare la tua nascita e quando scoprì che tua madre ti aveva persa ne rimane molto addolorata. Solo io sapevo la verità e chiesi più volte a tua madre di riprenderti , che avevi bisogno di lei ma lei rifiutò. Dovevi rimanere nascosta, lontano dalle grinfie di coloro che non ti volevano, facendomi promettere che mai e poi mai avrei raccontato la verità. Oggi ho mancato a quella promessa mia cara, quindi abbandona la ricerca Allison. E’ inutile continuare a cercare qualcuno che non vuole essere trovato.», rimasi sconvolta e le lacrime cominciarono a rigarmi il viso. Non potevo credere a ciò che avevo appena udito … non potevo crederci.

« sono tutti andati via? Non è rimasto nessuno? », chiesi con un magone allo stomaco, mentre continuavo a piangere e a singhiozzare come se fossi una bambina di pochi anni. Johnny si avvicinò a me, sfiorando la mia mano con la sua.

«tuo padre è rimasto qui »,

«e dove si trova? », chiese Johnny alzandosi in piedi violentemente

« nella prigione di New Orleans »,

Oggi avevo scoperto la storia di mia madre, di come aveva combattuto contro il mondo pur di mettermi alla luce ma nonostante ciò aveva rifiutato di portarmi con se , lasciando in mano al destino. Aveva compiuto il suo dovere, mi aveva dato alla luce ma non si era minimante interessata del destino di una povera bambina in fasce, mettendomi al mondo facendo imparare già da neonata il vero significato della vita. La vita è talmente difficile a volte e non lascia nemmeno il tempo di respirare, di inalare aria perché il tempo viaggia troppo velocemente per corrergli dietro.

Mi alzai con gli occhi ancora lucidi, i pugni stretti e le labbra serrate. Johnny si avvicinò a me mettendomi la mano sulla spalla per darmi il minimo di conforto

« che cosa vuoi fare ora? », mi chiese cauto, come a non volermi sconvolgere più di tanto

« ho un debito da saldare Johnny! Come prima cosa voglio incontrare mio nonno e rendergli partecipe della mia esistenza, dopodiché voglio trovare mia madre e ringraziarla per avermi messo al mondo»

Sarebbe stata dura, probabilmente ci avrei impiegato anni a trovarla ma lo avrei fatto ad ogni costo. Dovevo far si che questo dolore che adesso mi stava torturando il petto si tramutasse in qualcosa di più. Mi sentivo morire dentro, mi sentivo male al pensiero che mi madre si era rifiutata di riprendermi e portarmi con se ma dovevo ringraziarla perché se così non fosse stato non avrei mai conosciuto i miei genitori, Sergio e Johnny. Dovevo incontrare AnnaLisette perché avevo un debito con lei e l’avrei conosciuta si, anche se dovrò passare la mia vita a cercarla.



Salve mi presento sono Aishia :D
Non uccidetemi vi prego!! Lo so, è tantissimo tempo che non aggiorno ovvero più di nove mesi ma ho una giustificazione più che plausibile u.u
Quest’anno ho avuto gli esami e finalmente mi sono diplomataaa :,) quindi ho dedicato ‘’molto’’ tempo allo studio mentre quello per scrivere è stato praticamente nullo.
Quindi chiedo venia a tutti coloro che hanno aspettato un continuo ma ora vi prometto che sarò più attiva e che non vi farò aspettare altri nove mesi per un altro capitolo ^-^ spero …
Potrò dedicarmi a tutte le storie rimaste in sospeso come adesso ricorderete ‘’la luna rossa’’. Quella ci sto mettendo due anni per concluderla -.- caliamo un velo pietoso va xD
Spero solo che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e mi illudo di sentirci presto! ^-^
Un bacione forte
Aishia

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