glad you came. -

di outofmyhead
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** the story of us. ***
Capitolo 2: *** I'm a lightweight better be careful what you say. ***
Capitolo 3: *** I'm so confused..just tell me, am I out of time? ***
Capitolo 4: *** stop the tape and rewind. ***
Capitolo 5: *** sex lies and Paris. ***
Capitolo 6: *** Every rose has its thorn. ***
Capitolo 7: *** They don't know about us. ***



Capitolo 1
*** the story of us. ***


 

Glad you came.


21th September 2012 « Signorina Evelyne siamo quasi arrivati. » Jeffrey guardò dallo specchietto retrovisore i posti a sedere dietro dove c’era posizionata al lato destro con le gambe perfettamente accavallate Evelyne Pierce. Un metro e settantadue di superbia e di egocentrismo puro, nascosto sotto un bel faccino che non sarebbe mai passato inosservato. Evelyne era bella, desiderata, popolare ma era soprattutto ricca, schifosamente ricca. Apparteneva ad un importante famiglia borghese che le permise di crescere nel modo più viziato possibile, sin da piccola era sempre stata abituata alle ricchezze e alle buone maniere rendendola così sempre più subdola e orgogliosa. « Grazie Jeffrey, puoi anche lasciarmi fuori all’ingresso principale. » Evelyne distolse per un momento lo sguardo dal finestrino per allungare la mano all’interno della sua Prada color miele in modo da recuperare lo specchietto, voleva assicurarsi di essere più perfetta del solito. Aveva i capelli tremendamente lunghi e perfetti di un castano non molto chiaro, li amava terribilmente e forse era la cosa che più amava di se stessa, quella giornata erano perfettamente lisci il ché li rendeva ancora più lunghi del solito, il colore dei suoi capelli inoltre si associava incredibilmente al colore dei suoi occhi di un castano molto più scuro e intenso. Era il ventuno settembre quando tutto sarebbe iniziato nuovamente. La scuola, la dittatura. Erano in tre coloro che dettavano legge alla Harlington. Almeno lei si divertiva a definire la situazione in questo modo. La macchina si fermò, e in quello stesso istante Evelyne tornò a guardare fuori dal finestrino, alzò lo sguardo nel rivedere quel Campus che ogni anno le faceva iniziare una nuova battaglia. Rimase a guardarlo qualche secondo e si lasciò scappare un tenero sorriso, per poi ritornare alla realtà. Scosse la testa facendo un grosso sospiro, si passò velocemente una mano tra i capelli. Jeffrey si sistemò il cappello prima di scendere dall’auto per aprirle velocemente lo sportello e fu così che Evelyne scese, insieme alla sua borsa tenuta fedelmente a braccetto. Si posizionò sul marciapiede, esattamente di fronte all’enorme cancellata della Harlington, era già affollata, forse più del solito. Si guardò attorno notando il resto delle auto con i vetri oscurati che portavano il resto degli studenti, o almeno quelli che potevano come lei permettersi un autista personale. « Jeffrey, mi raccomando ai bagagli pensaci tu. » Evelyne si rivolse a lui facendogli cenno con una mano, e lui sorrise gentilmente in segno di risposta. Lei si voltò nuovamente, e prima di varcare l’enorme cancellata fece un grosso sospiro, era abbastanza nervosa ma era solo questione di pochi minuti. Si aggiustò la giacca blu e il colletto della camicia bianca, assicurandosi che anche la gonna fosse a posto, amava indossare la divisa della sua scuola, amava che gli altri potessero vedere che lei apparteneva a quell’alta classe sociale che non tutti erano in grado di avere. Sfoderò un piccolo sorriso che alzava leggermente le sue guance rosate e si incamminò verso gli enormi giardini che circondavano il Campus, riusciva a sentire il perfetto odore dell’erba appena tagliata, probabilmente era stata tagliata la mattina stessa, prima che i cancelli furono aperti. Gran parte di persone si voltarono nel vederla, ma lei non si preoccupò più di tanto dato che era troppo impegnata a cercare nella borsa il suo palmare in modo da poter contattare Zoe e Haley, sperando che almeno loro due fossero già arrivate, prima che si imbattesse in colui che lei voleva evitare.

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Capitolo 2
*** I'm a lightweight better be careful what you say. ***



-I'm a lightweight better be careful what you say.
-dove diavolo sei? Sei in ritardo.-Evelyne digitava velocemente un messaggio con il suo amato blackberry, era forse il suo quarto migliore amico. Sospirò poi alzando lo sguardo portando una mano sul fianco destro continuando a guardarsi attorno con la speranza che una delle sue amiche potesse spuntare.Mentre aspettava si teneva occupata a squadrare chiunque le passasse di fianco, da quelle che già aveva tolto da mezzo a quelle che erano appena arrivate. Chiunque si mettesse contro lei e il suo bel gruppetto finiva sempre per ritrovarsi da solo e a finire alla fine della scala sociale che dominava la  Harlington. Un paio di ragazze si avvicinarono per salutarla, lei non aveva neanche la minima idea di chi fossero ma comunque si piazzò sulle labbra compiaciuta un falso sorriso amichevole e ricambiò il saluto solo ed esclusivamente perché entrambe possedevano una Balenciaga di un blu quasi elettrico. Appena le due si allontanarono, Evelyne roteò gli occhi scuotendo la testa. Si stava alterando perché non vedeva nessuna delle due arrivare, stava per comporre il numero di Haley quando poi spuntò finalmente dal nulla, con passo avanzato e un sorrisino piazzato sulle labbra iniziò a salire i gradini dell’enorme scalinata che era collegata all’ingresso, Evelyne nel vederla fece un sospiro di sollievo con tanto di mezzo sorriso. «Scusa. Scusa. Scusa. Mio padre mi ha fregato l’autista questa mattina.» disse la bionda mentre era ancora qualche metro distante, alzando entrambe le mani, una volta finalmente vicine le due grandi amiche si abbracciarono, non si vedevano davvero da tanto tempo. «Avrei potuto perdonarti! Ma non vedo nessun cappuccino nelle tue mani.» Evelyne alzò le mani di Haley in modo scherzoso, per poi ridere insieme e in quello stesso istante spuntò Zoe da dietro. «E io che ci sto a fare?» Disse alzando la busta di carta targata Harnold. Haley spalancò le braccia in modo che anche lei rientrasse nell’abbraccio. I vecchi tempi erano decisamente tornati. « Mi siete mancate. » affermò Zoe arricciando le labbra mentre scartava la busta in modo da prendere i cappuccini ustionanti, Evelyne e Haley sorrisero guardandosi. Le tre si sedettero, scesero nuovamente i gradini della Harlington in modo da poter chiacchierare e gustarsi il cappuccino prima che la fastidiosa e irritante campanella suonasse. «Ev! Ti vedo in gran forma, Parigi ti ha fatto bene.» Zoe si sedette sul lato destro della panchina, in modo che le due potessero sedersi accanto. Evelyne sospirò alzando entrambe le sopracciglia mentre sorseggiava il cappuccino. «Potrei dire che l’unica cosa che mi ha fatto bene è stato lo shopping, i parigini sono una tale noia.» disse senza esitazione, le due risero. «Quindi quello che ci scrivevi era tutto vero? Non ne hai trovato neanche uno?» disse Haley mentre teneva un braccio piegato e gesticolava con l’altra mano, la stessa con la quale teneva il bicchierone di carta. Evelyne scosse la testa. «Niente.» rispose secca.  «E tu Haley? Ci hai tenuta molto vaga sulla tua storiella estiva.» Disse la mora sfoderando un sorriso malizioso. La bionda rise scuotendo la testa. «Vi ho detto tutto quello che c’era da sapere.» Disse alzando entrambe le mani. Evelyne sorrise, sapeva benissimo che Haley mentiva e non amava raccontare così facilmente i suoi fatti personali, soprattutto quando si trattava di sesso. «E tu piccola Zì? Sei davvero stata tutta l’estate attaccata al collo di Liam?» Evelyne inclinò leggermente la testa prendendo una ciocca di capelli arricciata che ricadeva sulla spalla di Zoe. La mora la guardò qualche secondo senza rispondere, odiava quando Evelyne usava quel suo tono tanto ironico ma, sapeva bene che lei era fatta così. «Sì, è il mio ragazzo. Non vedo perché dovrei stare altrove.» Disse alzando di poco le spalle, mentre poggiò il cappuccino sul suo ginocchio. Evelyne sfoderò un mezzo sorriso. «E sentiamo, avete fatto anche altro? O vi siete solo divertiti a darvi quei noiosi baci che solo Payne è capace di dare?» Zoe la guardò, nuovamente in modo infastidito. «Sì Evelyne. Abbiamo fatto solo quello, dato che io ero impegnata ad aiutare mio padre con il lavoro. Non tutti possono permettersi un viaggio a Parigi, concedendosi anche delle lamentele.» la mora si rese conto di quello che aveva appena detto, forse si rese di più conto del tono che avesse utilizzato e sapeva bene che Evelyne lo odiava più di qualunque altra cosa. Zoe era molto meno fortunata rispetto alle sue due amiche, era una normale ragazza che poteva permettersi il minimo indispensabile e che era in quella scuola solo grazie ai risparmi del padre e della madre dopo tanti anni di lavoro, dato che almeno per lei volevano solo il meglio e fortunatamente si trovava in quel gruppo dove Evelyne stessa l’aveva accettata, dato che Zoe era stata una delle poche persone che le era stata vicino dopo la morte del padre. «Penso davvero che tu non volessi utilizzare quel tono. Vero?» Evelyne si alzò dalla panchina, incarnando un sopracciglio. «Hai ragione è che sono troppo nervosa, mia madre e mio padre litigano continuamente e lei dice che vuole andarsene da casa.» Zoe abbassò lo sguardo giocherellando con un dito sull’orlo del bicchiere. Haley la guardò, arricciò le labbra e si avvicinò a lei. E l’abbracciò confortandola. «Non dovresti esserlo più, dato che ormai non li rivedrai per un bel pò di tempo.» Evelyne portò la borsa a braccetto e inclinò leggermente la testa mente teneva il bicchiere in mano con il braccio perfettamente dritto che le arrivava al bacino. Zoe guardò Haley, che le sorrise. Evelyne in quello stesso momento alzò lo sguardo notando che sulla strada principale dritti verso l’entrata principale c’erano Harry Styles e Niall Horan. Appena li vide lei si sedette nuovamente, in modo che potesse stare di spalle. «Il punto è che non sono tranquilla restando qui, non li ho sotto controllo.» Zoe e Haley continuavano a parlare tra di loro mentre Evelyne se ne stava seduta in silenzio immersa nei suoi pensieri, voltava di poco il capo in modo da seguire con la coda dell’occhio i due appena arrivati, fino a quando non sparirono e così lei tornò ad alzarsi, sospirò nervosa. «Entriamo? Sta per suonare.» Disse Evelyne, controllò velocemente l’ora sul suo orologio che ricopriva una piccola parte del suo polso sinistro. Le due si alzarono e tutte e tre si avviarono verso l’entrata, superarono gli scalini e finalmente si ritrovarono nuovamente in quell’edificio, una volta entrate si guardarono attorno, c’era chi le guardava, chi invece si divertiva a sparlare nel vederle oppure chi le fissava ma con occhi di odio e di invidia. «Ci vediamo dopo, io devo andare a ritirare dei libri di testo e il mio orario.» La bionda sparì prendendo la strada del corridoio sulla sinistra che portava verso la segreteria, Zoe invece decise di aspettare ancora qualche secondo prima di entrare dato che Liam ancora non era arrivato. «Certo che dovresti essere tu a far aspettare il tuo ragazzo invece succede l’esatto contrario.» Evelyne fece un espressione quasi di disaccordo e Zoe sorrise nel vederla. « a bene, io vado. Ci vediamo dopo.» Sospirò poi avviandosi verso il suo armadietto. Mentre camminava, si passò una mano tra i capelli, e teneva gli occhi fissi sullo schermo del suo cellulare, dopo un po’ arrivò finalmente al suo armadietto, che aprì dopo qualche secondo. Nello stesso momento in cui lei ci stava posando i vari libri si senti qualcuno da dietro, che fece aderire il suo petto perfettamente con la sua schiena, e il viso avvicinato completamente al suo orecchio tanto che lei riusciva a sentire il caldo respiro di quella figura. Evelyne si ritrovò improvvisamente bloccata, completamente senza respiro. «Ciao Pierce. Ti sono mancato?» sussurrò al suo orecchio. Evelyne fece un grosso sospiro e si voltò. «Ciao Styles. Passato bene le vacanze?» Disse lei facendo un sorriso sarcastico, dandogli uno spintone in modo da allontanarlo. Lui fece un risolino guardandola, mentre teneva due libri sotto al braccio. Camicia perfettamente sbottonata all’inizio, niente giacca. Il solito ribelle. «Ma dai, come se tu non lo sapessi.» Disse lui facendo un sorriso malizioso, lei lo ignorò chiudendo l’armadietto. Lui fece un mezzo sorriso notando la sua indifferenza. «Andiamo. Vuoi farmi credere che non hai neanche minimamente pensato a quella meravigliosa notte estiva a Parigi?» disse lui inclinando di poco la testa utilizzando un tono quasi ironico. Lei si voltò nuovamente scocciata. «No, non ci ho pensato neanche una volta. Sai com’è tu per me sei così inesistente che mi dimentico anche quando ti vedo.» Disse lei facendo un sorriso sarcastico, prese nuovamente il cellulare dalla borsa e iniziò ad incamminarsi, lui sorrise nuovamente e iniziò a seguirla, portando una mano attorno al suo collo in modo che lei si avvicinasse a lui. «Sono così inesistente che con me hai quasi perso la verginità Lei lo guardò male e gli diede una gomitata così forte da farlo allontanare. «te lo ripeto una seconda volta. Sei inesistente.» lei si allontanò definitivamente andando verso l’aula della lezione che avrebbe avuto a quell’ora.

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Capitolo 3
*** I'm so confused..just tell me, am I out of time? ***



I’m so sorry, i’m so confused..just tell me, am I out of time?

Era appena suonata l’ultima campanella che segnava la fine di quella giornata scolastica. Haley uscì velocemente dall’aula dirigendosi verso la mensa, aveva una fame assurda. Posizionò la borsa sulla sua spalla e si avviò verso l’uscita, percorse il lungo corridoio pieno di studenti di qualsiasi fascia d’età e notò da lontano fermo a sfogliare un quaderno a righe Louis Tomlinson, il suo migliore amico. Fece un mezzo sorriso dandogli una pacca sulla spalla, lui si voltò di scatto. «Bionda! Che diavolo di fine avevi fatto?» lui allargò velocemente le braccia per salutarla con un tenero abbraccio, Louis era quasi sempre tenero ma non dava a vederlo facilmente bisognava capirlo da sé. «Stamattina ero con le ragazze.» disse lei posizionandosi avanti a lui. «Mi consideri il tuo migliore amico e poi sono l’ultimo che vieni a trovare. Potrei segnarmela questa.» con buffa espressione le diede un pizzico sul braccio. «Io cosa dovrei dire che tu non mi consideri proprio la tua migliore?» Disse lei facendo un risolino, più che di divertimento di nervoso. Louis non amava etichettare le persone come migliori amici, o pessimi amici diciamo che lui apriva il cuore solo a chi effettivamente se lo meritava, Haley aveva imparato a conviverci. Lui sospirò scuotendo la testa. «Andiamo a mangiare, prima che ti prenda a schiaffi.» lui gli fece segno di seguirlo con la testa, lei aggiustandosi la borsa sulla spalla si avviò insieme a lui. Uscirono fuori arrivando fino al cortile principale che era suddiviso in tante strade, ognuna di essa portava ad un edificio diverso. In quello stesso momento si imbatterono in Zoe e Liam che discutevano vicino ad un alto albero, lei cingeva sul petto una serie di libri e quaderni mentre lui portava a tracolla la sua fedele borsa, Haley guardò velocemente Louis e lui fece lo stesso. «Lasciali perdere, sono cose di coppia. Noiose cose di coppia.» Louis fece un mezzo sorriso tornandoli a guardare di sfuggita, Haley sorrise abbassando leggermente lo sguardo, pensava che probabilmente per Zoe era il momento meno adatto per litigare con qualcuno vista la sua situazione familiare. Una volta arrivati all’entrata della mensa, videro arrivare anche Niall ed Harry.«Ho una fame così grande che potrei anche mangiarti viva.» Niall guardò Haley portandosi una mano sullo stomaco, la bionda aggrottò le sopracciglia facendo un espressione quasi disgustata, Harry e Louis risero. «Avete per caso visto Evelyne? E’ da questa mattina che non la vedo.» Disse Haley passandosi la lingua sulle labbra, facendo una veloce controllata a destra e sinistra, Niall fece un una smorfia scuotendo la testa. «Anche io l’ho vista l’ultima volta questa mattina. Era un po’ nervosetta, Parigi deve averle fatto male.» Harry fece un mezzo sorriso compiaciuto, mentre spalancava le porte della mensa i quattro entrarono, cercando di dirigersi verso il primo tavolo libero. Una volta seduti Haley mandò un veloce messaggio ad Evelyne. «Dai, smettila di preoccuparti. Sarà in giro da qualche parte con Zayn.» Louis allungò lo sguardo nel vedere il messaggio che la bionda stava velocemente componendo, lei sospirò poggiando il cellulare sul tavolo.  «Oppure sarà già nel dormitorio a disfare le sue innumerevoli valigie.» La bionda si poggiò al tavolo, guardandosi attorno. «Oppure sarà nel dormitorio a fare altro.» Harry rispose con tono ironico mentre si alzò dal tavolo, sospirò poi avviandosi verso un alta compagnia di amici, Haley scosse la testa per la solita sfacciataggine che il riccio era abituato ad utilizzare. Ecco che dopo qualche secondo Evelyne entrò in mensa, guardandosi attorno in modo da cercare gli amici, Haley alzò un braccio in modo che l’amica potesse vederla lei ricambiò il cenno. «Pierce!» mentre si avvicinava, Harry le spuntò improvvisamente avanti facendola sobbalzare leggermente. Si portò una mano sul petto. «Styles ma sei un idiota!» disse dandogli un colpo sul petto, lui fece un mezzo sorriso guardandola, lei sospirò scocciata. «Potresti smetterla di pedinarmi? E’ da questa mattina che mi stai dietro, e dovresti sapere che la tua presenza mi reca fastidio.» disse lei cercando di sorpassarlo. Lui si posizionò nuovamente avanti a lei. «Io pedinarti? Tu stai fuori.» disse sfoderando una grossa risata, lei roteò gli occhi cercando di sorpassarlo nuovamente. Stavolta però lui la lasciò andare. «Scusate, ma il primo giorno è sempre il più pesante. Ciao Louis e ciao Horan.» Evelyne si sedette velocemente accanto a Niall, poggiò la borsa sul tavolo, mentre come suo solito digitava un qualcosa sulla tastiera del blackberry, dopo qualche secondo lo poggiò e guardò velocemente i tre. Fece un sorriso sarcastico. «Cosa sono queste facce? E’ solo il primo giorno di scuola e siete già tutti abbattuti.» disse lei alzando un sopracciglio, Haley la guardò. «dove sei stata?» le chiese. «ad occuparmi delle matricole, dove altrimenti? Quest’anno sono addirittura aumentate, tra i nuovi e quelli aggiunti penso che ci perderò una settima dietro.» Disse sospirando riprendendo il cellulare tra le mani, Louis e Niall si guardavano facendo una serie di smorfie, si conoscevano da tanti anni con le ragazze ma non erano mai riusciti a capire bene a cosa servisse tutto questo. Per loro bastavano che le nuove e vecchie arrivate respirassero ed erano capaci di fare servizietti a loro graditi. «Hai per caso visto Zayn in giro?» Niall chiese guardando Evelyne che se ne stava attaccata al suo telefono. «No. Non l’ho visto, bel modo di comportarti d’altronde. Non si è degnato neanche di farsi vedere.» Fece un sorriso sarcastico, senza distogliere lo sguardo dallo schermo. Evelyne e Zayn Malik si frequentavano da ben quattro e lunghi anni, inizialmente andava tutto perfettamente ma quell’ultimo periodo i due erano parecchio distaccati, le cose andavano sempre peggio. Lei era convinta che lui si fosse innamorato di qualcun altro, ma era solo questione di scoprire chi fosse, e la puttana a lei ancora sconosciuta sarebbe deceduta in men che non si dica.    

Parlando del diavolo spuntano le corna!
In quel preciso momento Zayn entrò nella mensa alla ricerca dei suoi amici, salutò velocemente Harry ed un'altra serie di persone che si trovavano al tavolo dove lui era stato ospitato, dopodiché si avviò dalla sua combriccola. Evelyne alzò immediatamente lo sguardo, lo abbassò poi velocemente cercando di fare l’indifferente, Zayn salutò prima tutti e poi infine si sedette e si rivolse a lei, che però continuava a starsene con sguardo abbassato. «Potresti anche far finta di avermi visto.» Disse lui allungano una mano verso la sua, facendo un mezzo sorriso. Lei lo guardò. «Ma davvero? Invece tu potresti anche far finta di non avermi visto.» Lei scostò violentemente la mano e fece un sorriso sarcastico, lui confuso la guardò. «Ma che ti prende?», «Che mi prende? Un intera estate non ci siamo sentiti e tu adesso speri davvero che venendo qui, il primo giorno di scuola, possa tornare tutto come prima? Ma sei stupido forte allora.» disse lei abbastanza alterata, infatti gran parte di persone sedute accanto a loro se ne stavano ad assistere alla scena, e anche Niall, Louis e Haley se ne stavano in silenzio senza intervenire anche come Harry che dal tavolo in cui si trovava stava ascoltando tutto attentamente. «Ti dispiace se ne parliamo in privato, da soli?» disse lui a bassa voce, cercando di calmarla. Lei lo guardò facendo un risolino nervoso. «Io con te non ho nulla da dire, puoi anche andartene a quel paese.» Tornò a guardare dall’altro lato, notando che tutta la mensa li stava completamente fissando. «Potreste anche immergere i vostri bei faccini all’interno del vostro triste piatto da pranzo.» Evelyne si rivolse a tutti i presenti facendo un sorriso sarcastico, e così tutta la mensa tornò a voltarsi di scatto e a parlare dei fatto loro. Lei sospirò, arricciando le labbra. Zayn, non disse nulla ma era invaso da una rabbia indescrivibile. Non sopportava quando Evelyne desse spettacolo così avanti a tutti, erano i loro problemi e non degli altri. Si alzò di colpo sbattendo la sedia, creando nuovamente l’attenzione di tutti gli altri la guardò un ultima volta per qualche secondo per poi uscire fuori di scatto, sbattendo così anche le porte. Lei non si smosse di un centimetro mentre invece Haley si alzò. «Dove stai andando?» Evelyne la guardò dal basso. «A cercare di calmarlo, sai com’è fatto quando è arrabbiato.» la bionda gesticolò con la mano destra indicando poi l’uscita. «Non vedo perché a te dovrebbe interessare, quindi. Per favore siediti ci penserà quella troia che l’ha consolato quest’estate.» Evelyne rispose con tono gentile, indicando la sedia. Louis guardò Haley. «Forse è meglio se ci vado io.» Disse Louis alzandosi, quando fu interrotto dall’amica con la mano, facendolo risedere. «No Louis, ho detto che ci vado io, è anche amico mio. Quindi mi interessa eccome.» la bionda con una mano prese velocemente la sua borsa che era poggiata sulla sedia accanto alla sua, Evelyne le fece un occhiata che Haley non si sarebbe dimenticata facilmente nell’arco di quella giornata. «Forse è meglio se ci vado io oppure Niall.» Louis sapeva bene che Evelyne non sopportava quando gli altri si immischiavano nei suoi affari personali, quindi cercava di far ragionare Haley che però era davvero intenzionata ad uscire. Infatti nell’arco di cinque secondi era già fuori la mensa. «Lasciala perdere, ci penso io stasera.» Evelyne si passò una mano tra i capelli, accavallando le gambe, tornando poi a comporre dei messaggi. Haley uscì di scatto, e trovò Zayn sotto allo stesso albero che prima era occupato da Liam e Zoe, stava fumando, brutto segno. «Dovresti sfogare la tua ira in un altro modo.» disse lei avvicinandosi del tutto, poggiandosi all’albero. Lui si voltò, la guardò e sorrise. «L’unico altro modo che ho di sfogare la mia ira, sei capace di darmelo solo tu». Lei sorrise, Zayn portò entrambe le braccia sull’albero, in modo da bloccare Haley. Si avvicinò poi lentamente alle sue labbra, sfiorandole per poi baciandola completamente.

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Capitolo 4
*** stop the tape and rewind. ***



-stop the tape and rewind.
La notte era calata, la Harlington era perfettamente illuminata dalla luce notturna che proveniva dai lampioni che quasi invadevano l’enorme cortile. Era un edificio grande, con tanta storia alle spalle.Era mezzanotte in punto, l’ora del coprifuoco, cosa poco rilevante quella sera dato che Evelyne si trovava già in camera a sistemare il resto dei suoi vestiti mentre le altre due amiche che erano nella sua stessa stanza non erano ancora rientrate. Una era probabilmente nel letto del ragazzo a scambiarsi tenere coccole mentre l’altra era a fare baldoria chissà dove con chissà quale sconosciuto. Il coprifuoco veniva quasi sempre violato, dato che non c’era un qualcuno che controllasse in modo specifico, e i ragazzi tendevano quasi sempre ad approfittarsene. La porta bussò improvvisamente, Evelyne si girò con nonchalance anche se non aveva la minima idea di chi fosse, Haley oppure Zoe avrebbero usato la chiave per entrare, non avrebbero di certo bussato. Per un secondo pensò che potesse essere addirittura Zayn con magari un mazzo di fiori e delle scuse esigenti, ma non ci sperava poi così tanto. Andò così ad aprire, trovandosi avanti la persona che meno si aspettava ma che comunque l’aveva tormentata per tutta la mattinata. Harry. «Un motivo valido per la quale sei qui? E poi cosa ci fai nel dormitorio femminile? Se ti beccano ti becchi una sospensione.» Evelyne gesticolò con una mano, mentre era poggiata con l’altra alla porta. «Sono venuto a trovarti, dopo la giornata di oggi devi essere sfinita.» Disse lui sorridendo maliziosamente, lei roteò gli occhi sospirando. «Dio Styles, dimmi cosa vuoi e facciamola finita.» Si portò una mano sul fianco, restando poggiata con l’altra alla porta. Lui stava per rispondere, quando si sentì un improvviso rumore di tacchi, si guardarono entrambi, Harry entrò velocemente in stanza, chiudendo la porta alle sue spalle. «Ma cosa diav...» fu interrotta da lui, che poggiò velocemente una mano sulla sua bocca e gli fece segno di non parlare, una sospensione non era decisamente il caso per Harry, visti i suoi precedenti. Iniziarono a guardarsi, Evelyne si perse in quel colore di occhi che il riccio possedeva,era quasi impossibile da descrivere, lui fece lo stesso continuò a guardarla senza fermarsi fino a quando lei non gli diede una spinta. «Razza di idiota senza cervello! Avrei preferito che ti beccassero così non ti avrei visto più per tutto l’anno!» disse lei allontanandosi di un passo, passandosi le dita sulle labbra. Lui rise. «Mi spieghi perché tutto questo accanimento verso i miei confronti? A Parigi ti ero così simpatico.» disse lui facendo una buffa espressione, arricciando le labbra. Lei lo guardò male. «Infatti eravamo a Parigi. Ubriachi.» disse lei per poi specificare. Lui si avvicinò, lei fece ancora un passo indietro, ed un altro ancora fino ad arrivare vicino l’armadio aperto. Erano completamente vicini, ancora una volta. Lui alzò le braccia in modo da bloccarla, restò a fissarla qualche secondo, lei non si smosse minimamente si era ripetuta la situazione precedente. «Non ti bacerò Styles.» disse lei continuando a guardarlo, lui fece un lieve mezzo sorriso. «So bene che vuoi farlo.» disse lui, avvicinandosi lievemente, lei si scostò e lui si fermò a guardarla nuovamente, dopodiché abbassò le braccia. «Va bene.» Disse lui sorridendo, in modo nervoso. Alzò poi un sopracciglio, avvicinandosi verso la porta. «Staremo a vedere.» disse poi aprendola, lei lo guardò confusa, scosse poi la testa voltandosi cercando di ignorarlo. Lui fece un mezzo sorriso nel vedere il suo atteggiamento e uscì dalla stanza sbattendo la porta, facendola sobbalzare. Evelyne si voltò lentamente, si portò una mano sul petto sentiva il battito cardiaco leggermente accelerato, si sedette sul letto e iniziò a pensare. Odiava Harry, l’aveva sempre fatto. Erano simili e lo odiava proprio questo, non sopportava chi assumesse quell’atteggiamento nei suoi confronti, quell’atteggiamento che lei stessa era solita ad utilizzare. Si pentiva terribilmente di quel diciassette agosto. Si pentiva terribilmente di averlo cercato quella sera. Si pentiva terribilmente di essere quasi stata con lui. Decise di fare un grosso sospiro per calmarsi e riprendere ad utilizzare il suo solito atteggiamento di strafottenza. In quello stesso momento entro Haley dalla stanza, non l’aveva vista per l’intera giornata, da quando si erano ‘scontrate’ nella mensa. «Ciao Ev.» disse la bionda chiudendo la porta alle sue spalle, Evelyne incrociò le braccia e la guardò. Haley riconobbe subito quello sguardo, sospirò aspettandosi una grande e bella bisticciata notturna. «Dove sei stata tutto il giorno?» chiese lei, mentre seguiva i movimenti della bionda. «In giro.» rispose Haley, fredda. Evelyne si avvicinò e con una mano alzò il suo busto dalla spalla. «La scenata di oggi. Non deve ripetersi.» disse lei, facendo un sorriso sarcastico. Haley la guardò annuendo. «Mi dispiace. Non si ripeterà più.» la bionda si allontanò, dirigendosi verso il bagno. Evelyne aggrottò le sopracciglia e la guardò. «Cosa ti ha detto Zayn?» disse poi seguendola con lo sguardo. Haley la guardò facendo poi una smorfia. «Non l’ho trovato.» mentì spudoratamente. Evelyne sbuffò. «Dopo il tuo comportamento di oggi non sei riuscita neanche a parlargli? Sei una buona a nulla.» disse quasi con tono alterato, sbattendo le ante dell’armadio. Haley non disse nulla, sapeva che qualsiasi cosa avesse detto anche se giusta Evelyne avrebbe fatto in modo di dare a lei la colpa, andò quindi nel letto, cercando di addormentarsi.
«Finalmente hai deciso di farti viva?» Zoe stava rientrando in camera, aveva tutti i capelli e la camicia fuori posto, se Evelyne non avesse saputo che tipo di persona era Zoe avrebbe sicuramente pensato qualcosa di impuro quel momento. «Scusatemi, ma ero andata da Liam per parlarci e ci siamo addormentati.» disse lei, iniziando a spogliarsi, Evelyne la guardò quasi con ribrezzo, poi fece un sorriso amichevolmente finto. «Ma che cosa tanto, smielata e disgustosa!» disse poi facendo una buffa espressione, Haley che era nel letto si fece scappare un risolino. Zoe poi roteò gli occhi scuotendo la testa. «Tra tutte e due non ho proprio idea con chi prendermela di più. Mi avete lasciata DA SOLA! Il primo giorno di scuola, con tutto quello che c’era da fare. Volete che per caso vi spedisca nel dimenticatoio? C’è gente che pagherebbe per avere il posto di tutte e due.» Evelyne era decisamente alterata, si portò le mani sui fianchi. Tutti gli anni il primo giorno di scuola le tre si riunivano e decidevano quello che erano solite a fare di solito. C’era da preparare le iscrizioni ai vari club, alle varie attività eppure lei con grande orgoglio quella giornata se ne occupò da sola, senza chiedere l’aiuto di nessuno. «Mi dispiace, davvero. Ma avere un ragazzo e occuparsi della dittatura allo stesso tempo non è semplice.» Zoe allargò le braccia, con un viso quasi dispiaciuto. Evelyne si avvicinò guardandola, fece un sorriso ironico e poggiò una mano sulla sua spalla. «Vedi mia cara Zoe. Questo non è un mio problema, quindi. Da domani ci diamo un po’ più da fare. Ti sbaciucchi con Liam a fine serata. E con questo. Buonanotte» si allontanò velocemente, senza dare a Zoe il tempo di rispondere, andò nel letto e spense con indifferenza la luce.

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Capitolo 5
*** sex lies and Paris. ***


Sex, lies and Paris.

Flashback.                                                                                                                     
Mercoledì sedici agosto 8.07 pm.
«Sono ancora io, per favore. Richiamami.» Evelyne,portò nuovamente il blackberry sul bancone di legno che circondava l’enorme ed elegante bar del suo Hotel. Abbassò per un secondo lo sguardo pensando a cosa aveva sbagliato in quella sua relazione con Zayn, lui era diverso, non le dava più le stesse attenzioni che era solito offrirle. Fino a qualche mese prima sarebbe stata più che certa del fatto che Zayn l’amasse tremendamente, ma non lo era più. Aveva sempre pensato che lei era il tipo di ragazza che tutti desideravano, quel tipo di ragazza che faceva perdere facilmente la testa all’altro sesso,eppure non si sentiva poi così sicura di questo. Quella sera se ne rese del tutto conto, ma non se ne sarebbe mai fatta una ragione.                                                                              
Era a Parigi, da sola. Con sua madre che non aveva tempo per passare quella vacanza con lei, anche durante il caldo più afoso il lavoro la teneva impegnata.Evelyne sorseggiò l’ultima goccia di Martini Royale e poggiò nuovamente il bicchiere sul bancone, prese la sua borsetta e si alzò dirigendosi verso l’uscita. Sentiva un forte bisogno di uscire, di incontrare qualcuno e passare il resto della notte con lui, per tutta la giornata non aveva fatto che pensare a Zayn, del resto lo aveva fatto anche tutta la settimana precedente. Si guardò attorno, chiese al portiere notturno di farsi chiamare un taxi. Mentre aspettava fece qualche passo più avanti, Parigi era davvero bella, completamente illuminata e piena di gente, era la pura eleganza sottoforma di città ed è quello che lei preferiva maggiormente, lì poteva trovare tutto quello che aveva sempre sognato, la raffinatezza ma soprattutto la moda.                                                      
«Evelyne Pierce, a Parigi. Da sola, lo scoop dell’anno.» una voce si sentì provenire da dietro di lei, Evelyne si voltò di scatto. Aggrottò le sopracciglia sorpresa. «Harry? Cosa ci fai qui?» disse mentre si avvicinava. Non si erano mai del tutto sopportati, lui era il classico esempio di colui che Evelyne vedeva come un bambino viziato con fin troppi soldi. Lui fece spallucce portando le mani in tasca. «Mi sto godendo l’estate, tu piuttosto?» chiese. Lei sospirò. «Io me la sto solo rovinando invece. Ma comunque non sono affari tuoi.» disse poi voltandosi, incrociando le braccia. Lui fece una smorfia, per poi incamminarsi verso la sua limousine, Evelyne lo seguì con lo sguardo. «Dove stai andando?» gli chiese, senza smuoversi, lui voltò solo il capo. «A cercare un posto dove poter fare baldoria.» disse poi lui facendo spallucce mentre apriva lo sportello. «Ma non sono affari tuoi.» aggiunse poi con tono ironico, Evelyne fece un lieve mezzo sorriso. Si avvicinò. «Posso venire con te?» restò a guardarlo, prima di qualsiasi parola oppure azione i due si guardarono per cinque secondi esatti fino a quando lui si spostò, in modo che lei potesse entrare, una volta dentro lui la seguì chiudendo poi lo sportello. Evelyne non aveva esattamente intenzione di passare così quella serata, ma pensò che almeno lo stava facendo con qualcuno che bene o male conosceva, era pur sempre uno dei migliori amici di Zayn, che per un verso questa cosa non aiutava. «Per essere seduta con me, in una limousine mi viene da pensare che stai messa proprio male.» Harry si posizionò meglio sul sediolino, mentre teneva una gamba piegata poggiata sull’altra. Lei lo guardò male. «Stai zitto, prima che mi penta di quello che ho fatto.» Evelyne sospirò accavallando le gambe, guardando dall’altro lato. Lui sorrise. «Cosa è successo?» chiese con tutta la naturalezza del mondo, lei lo guardò e prima di rispondere abbassò di poco lo sguardo. «Penso che quell’idiota del tuo amico, stia per lasciarmi.» con un tale imbarazzo alzò poi lo sguardo per guardarlo. Harry fece una smorfia. «Allora prima che lo faccia lui, sii la prima ad agire.» allungò la mano per prendere due bicchieri dal cassetto che era accanto allo sportello, gli e ne porse uno che lei prese. «Sappiamo tutti benissimo come sei fatta,non sopporteresti mai che qualcuno ti lasci.» disse lui facendo un mezzo sorriso, prese poi una bottiglia di champagne che teneva chiusa in un piccolo mini - bar. Evelyne sorrise, era raro che accadesse specialmente quando era in compagnia di uno come Harry Styles. Non sapeva se sarebbe di nuovo successo ma in quel preciso momento sentiva di non voler essere in nessun altro posto al di fuori di quello in cui si trovasse. Lei sospirò guardandosi le mani poggiate sulle gambe. «Hai ragione. Dovrei mollarlo.» si fece versare un sorso di champagne per poi buttarlo giù nel modo più veloce che lei avesse mai fatto. Harry rise. «Vacci piano. Potrebbe colpirti fortemente alla testa.», «Vuoi farmi divertire oppure no?» lei portò nuovamente il bicchiere in avanti in modo che lui potesse riempirlo di nuovo, Harry la guardò e sorrise versando nuovamente lo champagne, Evelyne stavolta lo sorseggiò più lentamente. «Oh. Siamo arrivati.» si voltò un secondo, guardando fuori dal finestrino, aprì lo sportello e allungò la mano per prendere quella di Evelyne. I due scesero, trovandosi avanti ad un locale che era situato perfettamente sulla spiaggia. Evelyne si guardò attorno, mollando la presa di Harry, le piaceva quello che vedeva e sicuramente tra qualche minuto le sarebbe piaciuto ancora di più. Si avviarono verso l’interno, la musica si sentiva anche dall’esterno, subito riuscirono ad entrare ed una volta dentro si poteva notare la marea di gente che c’era. Il locale si divideva in due piani e in due parti la quale una era esterna, dato il caldo i due si avviarono nella seconda parte che si affacciava sulla spiaggia che era riempita da coppiette sdolcinate, per un secondo Evelyne pensò a Zoe. «Bel posticino. Come l’hai scoperto?» Chiese lei mentre con entrambe le mani teneva la borsetta Chanel. «Diciamo che questo non l’ho cercato tramite google.» Harry gli fece un occhiolino, dopodiché si allontanò per andare a prendere qualcosa da bere, Evelyne sorrise per la sua risposta e poi si voltò poggiandosi alla ringhiera di ferro che divideva il locale dalla spiaggia, avrebbe tanto voluto togliersi le scarpe e far scivolare i piedi nella sabbia umida, non si ricordava neanche l’ultima volta che l’aveva fatto. «Vodka alla fragola, la tua preferita.» Harry arrivò da dietro portando un braccio attorno alla sua vita mentre teneva in mano il suo drink, guardò il bicchiere e lo prese. Si voltò. «Come diavolo fai a sapere che è la mia preferita?» confusa, gesticolò con la mano che stringeva il bicchiere. «Quando siamo in una scuola dove tu sei l’argomento preferito di quasi tutti i giorni, si vengono a sapere tante cose sul tuo conto. Anche cosa ti piace bere quando organizzi quelle tue feste noiose.» Harry invece teneva in mano una birra, che sorseggiava di tanto in tanto, Evelyne fece un risolino. «Accidenti, vista da fuori deve essere davvero tremenda come cosa. Anche se non mi stupisco più di tanto che la gente passa le proprie ore a parlare di me.» Fece un lieve sospiro, iniziando a sorseggiare la vodka, lui rise. «Bene. Adesso che si fa?» chiese lei guardandosi attorno, si trovavano fuori ad una sottospecie di terrazzo pieno di lettini e di tavolini, quasi tutti occupati da gente che si stava dando decisamente da fare. Harry la seguì con lo sguardo notando cosa stesse guardando. «Ti andrebbe di ballare?» chiese lui facendo spallucce. «Ma tu non odi ballare?» disse lei alzando un sopracciglio. Lui aggrottò la fronte. «E tu come lo sai?» Lei sorrise. «Quando sei il capo-scuola è difficile non sapere le caratteristiche di ognuno.» lei fece un sorriso compiaciuto portando il bicchiere alle labbra, diede un ultimo sorso e poi sorpassò Harry dirigendosi verso la pista da ballo, lui non si smosse, sorrise alle sue parole e poi si voltò mordendosi il labbro. La seguì sulla pista fino a quando non le prese da dietro i fianchi per poi mettersi avanti a lei. «Attento alle tue mani Styles» Evelyne fece un sorrisino sarcastico, portando le braccia attorno al collo di lui. «Sto facendo lo sforzo di ballare per te. Dovresti apprezzare ogni tanto questo genere di cose Pierce.» Fece un mezzo sorriso continuando a tenere entrambe le mani sui suoi fianchi. «Chi ti dice che non lo sto apprezzando?E comunque. Grazie.» lui rise. «Evelyne Pierce che ringrazia qualcuno? Questo è davvero il mio giorno fortunato, non dirmi questo genere di cose.. potrei tornare a settembre e sputtanarti in giro.» con tono ironico continuava a guardarla, avendo una buffa espressione, lei rise dandogli un colpo sulla spalla. Qualche secondo dopo, iniziarono a guardarsi, la cosa che risaltava maggiormente sotto quella luce erano i gli occhi di Harry, di un colore che Evelyne non aveva mai visto prima d’ora forse perché non si soffermava mai a guardare qualcuno più di due secondi. Continuavano a muoversi insieme fino a quando lui non cercava di avvicinarsi sempre di più. Lei non sapeva cosa fare, non riusciva a guardare altro se non le sue labbra che le sarebbe piaciuto baciare quasi fino a vomitare, sentiva un qualcosa dentro di lei che voleva a tutti i costi avere un contatto con lui. In un'altra situazione si sarebbe sicuramente allontanata e avrebbe mollato uno schiaffo alla persona che si trovava avanti, ma quel in momento invece sentiva che non si trattasse di una persona qualunque. Sapeva di non essere ubriaca ma sapeva anche che se ne sarebbe pentita, e quindi avrebbe approfittato della situazione per dare la colpa all’alcol, sentiva troppo un bisogno di assaporare il suo sapore. La mano di Evelyne che era poggiata sulla spalla di Harry iniziò a salire fino ad arrivare al suo collo, lui si avvicinò ancora di più portando una mano dietro la schiena di lei, in modo che si potesse attaccare completamente al suo corpo. Evelyne riusciva a sentire il respiro caldo di Harry sulla sua pelle, avrebbe giurato che anche lui aveva quella sensazione quasi atroce, e infatti ne ebbe la conferma appena vide lui avvicinarsi al suo viso, fino a poggiare le sue labbra sulle sue.                                                                                                    
Non ci fu esitazione nel ricambiare il bacio, lui la strinse ancora di più e lei portò anche l’altra mano attorno al suo collo. Le lingue perfettamente intrecciate, e i corpi perfettamente attaccati, sicuramente coloro che si erano voltati a guardarli stavano assaporando quella scena nel modo più impuro possibile.  
Quando finalmente quel bacio che sembrava essere così tanto passionale finì i due si guardarono, Harry fece un mezzo sorriso. «Devo dire che è stato piacevole e..interessante.» sussurrò, lei aveva voglia di ripeterlo, anzi. Aveva voglia di ripeterlo anche altre dieci volte, ma no in quel modo. «Che ne dici se..andassimo da qualche parte più appartata?» lei si allontanò staccandosi da lui, si diresse verso l’esterno del locale, Harry cercò di seguirla evitando l’ammasso di gente che si buttava su di lui. In un'altra situazione quella gente non gli avrebbe recato fastidio, ma in quel preciso instante voleva solamente seguire Evelyne e ripetere la scena precedente. Lei arrivò alla sua limousine, l’aprì entrando dentro aspettando che lui la raggiungesse. Si posizionò al centro, facendo un sospiro. Sembrava essere quasi nervosa. Anzi. Lo era. Harry uscì dal locale, si guardò attorno e corse verso la limousine, aprì velocemente lo sportello ed entrò dentro, afferrando velocemente il viso di Evelyne per poi tornare a baciarla. Lei ricambiò immediatamente, portando entrambe  le mani sul suo viso, lo portò sullo schienale, mettendosi completamente sulle sue gambe, mentre la mano di lui iniziò ad accarezzarle la gamba, facendola salire sempre di più fino sotto al vestito, passò poi a baciarla sul collo mentre lei era ormai sull’orlo dell’eccitazione, come anche lui del resto. Riusciva perfettamente a sentire l’effetto che gli stava facendo. Harry iniziò a sbottonarle il vestito, così come anche lei iniziò ad aiutarlo, iniziando a strusciarsi su di lui. Continuavano a baciarsi con foga, sempre con più passione. «Dio. Mi stai facendo impazzire.» Harry ansimando riuscì a dire, era ormai chiaro che desiderava fare solo una cosa in quel momento, ma evidentemente non era abituato ad aspettare così tanto. Lei gli morse il labbro inferiore, così forte da provocargli un lieve dolore. Improvvisamente squillò il cellulare, lei si staccò di colpo iniziando a scavare nella borsa rimanendo nella posizione in cui era, mentre Harry continuava a baciarle il collo. «Pronto?» disse subito. Era sua madre, che per tutto il giorno non si era fatta viva e giustamente aveva pensato di farlo proprio in quel momento. «Cosa? Ha chiamato? Cosa ha detto?» Evelyne improvvisamente spinse Harry, tornando a ricomporsi nello spazio accanto a lui, mentre teneva ancora il telefono all’altezza dell’orecchio.                                                                  
Zayn. Aveva chiamato. Si era fatto vivo. Improvvisamente Evelyne attaccò di corsa il cellulare e scese dall’auto, Harry la guardò confuso e scese dall’altro lato, allargò le braccia vedendola incamminarsi. «Dove diavolo stai andando?» gli disse, lei senza voltarsi continuò a camminare. «E’ stato tutto un errore. Devo andare.» Disse per poi voltarsi qualche secondo all’ultimo momento, Evelyne con un cenno fermò velocemente un taxi, per poi entrarci di colpo. Harry rimase lì a guardarla andare via, non ci poteva credere.
 

«Sveglia!Sveglia! C’è da fare colazione e poi riunire il comitato studentesco!»
Erano le sette e quarantacinque. Evelyne iniziò a svegliare Zoe e Haley che se ne stavano ancora beatamente a dormire, lei stava dando un ultima sistemata ai suoi capelli, aggiungendo un cerchietto rosso, trovava che si abbinasse perfettamente con il blu della divisa. Zoe si alzò, passandosi una mano sul viso dirigendosi in bagno, Evelyne la guardò per farle capire che doveva sbrigarsi. In quel preciso momento la porta bussò, chi poteva mai essere alle sette e quarantasette di mattina?

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Capitolo 6
*** Every rose has its thorn. ***



Every rose has its thorn.

Era lì immobile sulla porta a guardarla. Zayn continuava a fissare Evelyne, che teneva le braccia incrociate, ferma dall’altro lato della porta senza dire nulla. Non sarebbe di certo stata lei la prima a parlare.
«Buongiorno.» disse lui abbozzando un sorriso. Evelyne alzò un sopracciglio e prima di rispondere sospirò, intanto Haley era finalmente uscita dal letto e se ne stava dietro l’armadio ad ascoltare la conversazione. «Sei qui. Questo non rende decisamente buono questo giorno.» disse lei facendo un sorriso sarcastico, lui scosse la testa alzando gli occhi verso l’alto. «Ti va se ne parliamo avanti ad un caffè? Per favore.» disse lui quasi con espressione di pietà. Evelyne voleva rifiutare, aveva tanto voglia di sbattergli la porta in faccia e ripagarlo con lo stesso trattamento che lui le aveva offerto. Ma. Qualcosa dentro di lei voleva assolutamente quel caffè. Abbassò le braccia facendole cadere sui fianchi. Entrò un secondo in stanza e prese la sua borsa, si guardò velocemente allo specchio e si avviò verso la porta, Zayn fece un mezzo sorriso compiaciuto, lei lo guardò. «E’ inutile che ti piazzi quel sorriso da idiota. Se sarai poco convincente il caffè ti finisce dritto in faccia.» lei lo guardò facendo un lieve sorriso quasi sarcastico, mentre si chiuse la porta alle spalle. Haley appena sentì la porta chiudersi, abbassò lo sguardo iniziando a pensare a ciò che era appena accaduto. Ogni giorno che passava dietro a quelle mura si convinceva del fatto che lei non sarebbe mai stata come Evelyne.
Zayn portò Evelyne fuori dal campus, non voleva che qualcuno li disturbasse. «Allora come stai?» chiese lui per spezzare quel silenzio che era quasi irritante, lei fece una smorfia. «Ti interessi solo adesso a saperlo? Sto bene.» Disse mentre si passava una mano sul lato destro della giacca per farla adagiare perfettamente al suo lineamento. Zayn sospirò quasi scocciato una seconda volta. «Mi interessa saperlo Evelyne. Altrimenti non te lo avrei neanche chiesto. Mi dispiace okay? Mi..» lei alzò una mano per interromperlo. «Non sono ancora pronta per le scuse. Ne parliamo avanti a quel caffè.» lui la guardò allentando il passo, mentre lei si trovava decisamente più avanti rispetto a lui, di colpo si fermò. «Cosa fai? Ho detto che voglio le scuse durante quel caffè, non che non le voglio più. Prima arriviamo e prima me le darai.» Lei allargò il braccio destro gesticolando, lo stesso braccio dalla quale pendeva la sua jimmy choo color avorio. Zayn la guardò e fece un mezzo sorriso, poi scosse la testa avvicinandosi ed entrambi ripresero il passo. Ci vollero pochi minuti per arrivare alla caffetteria che di solito ospitava gli studenti della Harlington.Dopo qualche minuto di fila, Zayn porse il bicchiere ad Evelyne con il caffè ustionante. Cappuccino macchiato con dolcificante. Il suo preferito. Uscirono da lì e si avviarono verso l’immenso parco che si intravedeva dall’altro lato della strada, alle prime ore del mattino era decisamente piacevole passeggiarci. «Cosa hai fatto quest’estate?» Evelyne aveva lo sguardo basso, mentre fissava le sue ballerine e con la mano destra teneva la sua borsa dal manico e con la sinistra invece teneva il caffè all’altezza del suo viso. «Sono stato in vacanza a Berlino, almeno durante una parte dell’estate.» disse lui alzando le spalle lievemente. Evelyne annuì compiaciuta, guardandosi attorno, odiava quel silenzio e per la prima volta era con Zayn e non sapeva cosa dirgli. «Comunque volevo davvero dirti che mi dispiace. E che sono stato uno stupido a non farmi sentire per tutta l’estate.» lei alzò lo sguardo e lo guardò, si fermarono. «Sì, lo sei stato e anche tanto.» lei alzò le spalle aspettando che lui ammettesse completamente i suoi errori. «Tu non ce la fai proprio a perdonarmi vero?» Zayn, sospirò continuando a guardarla. Avvicinò una mano al suo viso, e con il pollice iniziò a percorrere la sua guancia, Evelyne fece un lieve sorriso e poggiò la sua mano su quella di Zayn. «In realtà avrei solo voglia di fartela pagare per il periodo orrendo che mi hai fatto passare.»,«Potrei farmi perdonare.» lui si avvicinò lentamente al viso di lei, e sfiorò lentamente le sue labbra. Evelyne ricambiò il bacio senza pensarci due volte, aveva sempre amato le labbra di Zayn, erano così terribilmente delicate e sexy. Dopo un po’ si allontanarono, lui la guardò e sorrise. Evelyne si morse il labbro, per assaporare ancora di più quel gusto alla vaniglia che ormai era permanente sulle labbra di Zayn. «Penso sia meglio che torniamo al campus, prima che venga a me la voglia di morderti quel labbro.» Evelyne scosse la testa facendo un risolino. «Io devo fare una commissione, ci vediamo a pranzo.» Prese velocemente il cellulare in mano e fece un sorriso compiaciuto, Zayn annuì e dopo qualche secondo si allontanò mentre Evelyne lo guardava andare via, iniziò a comporre velocemente un numero, portò il cellulare all’orecchio destro e aspettò una risposta dall’altro lato. «Possiamo dare inizio ai giochi. La vendetta è appena iniziata.» Evelyne attaccò velocemente, alzò un sopracciglio continuando a guardare la figura di Zayn allontanarsi, dopodiché si voltò e si incamminò verso la strada di ritorno.

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Capitolo 7
*** They don't know about us. ***



- they don't know about us. 

«Potremmo organizzare un ballo per l’inizio dell’anno! Di solito Evelyne approva queste iniziative.» Zoe se ne stava in compagnia di Haley seduta sulle scalinate della palestra a cercare una buona idea per iniziare al meglio quel nuovo anno scolastico. Haley se ne stava seduta di fianco a lei, con entrambe le gambe cinte sul suo petto a pensare, fissando costantemente un albero che si trovava alla loro destra. «Haley!» Zoe le diede uno spintone che la fece immediatamente sobbalzare. Haley la guardò con aria interrogativa, con un espressione quasi da rimbambita. Se Evelyne fosse stata presente sicuramente le avrebbe attribuito quell’aggettivo. «Si può sapere che ti prende? È da stamattina che siamo insieme e io continuo a parlare a vanvera. Se l’avessi fatto mentre ero da sola mi sarei sentita meno stupida.» Zoe inclinò di poco il capo sul lato destro, mentre era rivolta verso Haley che sorrise a quelle parole. «Scusa Zì. E’ proprio che non ci sto con la testa stamattina.» la bionda sospirò, lasciando cadere le gambe verso lo scalino successivo in modo da allungarle, portando un piede sull’altro. «Ti va di parlarne?» chiese Zoe, mentre chiuse il quaderno che teneva poggiato sulle sue gambe, ed era lì pronta ad ascoltare l’amica. «Mi piacerebbe tanto in realtà.» Haley arricciò le labbra, guardando Zoe, sapeva che poteva fidarsi di lei ma non voleva metterla in mezzo a quella situazione che era davvero tanto complicata, ma d’altronde sentiva un forte bisogno di parlarne con qualcuno, prima ancora che potesse scoppiare. Zoe portò una mano sulla spalla di Haley accarezzandogliela, la sua risposta era in quel gesto. «Quest’estate..sono stata molto vaga nel raccontare quello che è successo. Non è vero che ho avuto varie storielle come al solito..ho passato l’estate con una sola persona.» Haley raccontava quello che si era tenuta dentro per fin troppo tempo, senza contare che in quelle parole c’era una grande presenza di tristezza e di paura. Zoe la guardava quasi come se avesse avuto un illuminazione. «Ma l’ho fatto con qualcuno con la quale non avrei mai dovuto farlo.» Aggiunse dopo sempre con un tono quasi spento. Zoe scosse la testa sospirando. «Haley, non devi aver paura di mostrare i tuoi sentimenti, non c’è niente di male ad innamorarsi di qualcuno oppure solo frequentarlo, anch..» fu subito interrotta dal tono forte e diretto di Haley. «ERA ZAYN!» Disse la bionda a voce alta, in modo da superare quella di Zoe che la guardò immediatamente con gli occhi completamente spalancati. «Chi,che cosa?!?». Rimase lì a fissarla con la bocca completamente aperta e la testa leggermente abbassata, Haley si portò una mano sul viso quasi come per nascondersi dalla vergogna. «Stai scherzando vero? Dimmi che è uno scherzo!» Zoe non riusciva a crederci, o forse non voleva. «Cazzo Zoe! Magari stessi scherzando. Non puoi capire in che casino mi sono ritrovata.» la voce di Haley era quasi tremante, si poteva tranquillamente paragonare ad un lamento. Zoe nel vederla così si sentiva terribilmente male. L’abbracciò istintivamente anche se sapeva che forse in quel momento era la cosa più sbagliata da fare, ma era pur sempre la sua migliore amica. «Questo non è un casino. Questa è una tragedia.» Zoe sospirò mentre teneva stretta Haley che aveva la sua testa affondata nella spalla dell’amica, era pronta a piangere e a sentirsi peggio di quanto già non lo fosse.
Per quanto Evelyne non fosse già di grande fama alla Harlington. Tra i suoi tanti ruoli importanti non poteva mancare quello di essere presidentessa del comitato organizzativo degli eventi sociali. La cosa oltre a renderla terribilmente impegnata la rendeva anche terribilmente amata da tutto il corpo studentesco, che per qualsiasi cosa non esitava a chiedere direttamente a lei. C’era gente che avrebbe pagato per avere anche un briciolo di quello che era lei. Tutti la invidiavano e tutti la amavano. Nessuno riusciva a spiegare come ci riuscisse, dato che era solito a trattare gli altri nel peggior modo possibile.                                                                                                   
Era il tardo pomeriggio. Quando Evelyne era nel teatro della scuola, dove aveva radunato tutti coloro che si erano iscritti al corso di arte drammatica. Il corso di recitazione che lei gestiva costantemente da una serie di anni. Era sul palco, con dei fogli tra le mani, mentre era circondata da una serie di ragazzi che continuavano ad ammirarla con grazia, mentre lei decideva a chi assegnare i rispettivi compiti. «Tu ti occuperai delle luci lassù, mentre tu di quelle laggiù.» Evelyne indicò prima il ragazzo che si trovava alla sua destra e poi quella che si trovava sul lato sinistro, di fianco al ragazzo centrale, teneva gli occhi fissi sui fogli tra le sue mani. Improvvisamente cadde dall’alto uno degli attrezzi di scena, causandone la completa rottura, tutti sobbalzarono Evelyne si voltò di scatto. Allargò le braccia lasciandole cadere sulle gambe. «Cosa diavolo state combinando? Riparate immediatamente quell’affare!» urlò indicando l’oggetto appena caduto. Roteò gli occhi e scosse la testa, allontanandosi, andando verso il centro del palco. Improvvisamente la porta dietro alla fila di poltrone si aprì ed entrarono Niall ed Harry. «Cosa diavolo ci fate qua? Non vedete che è occupato?» Evelyne portò entrambe le mani sui fianchi, alzò un sopracciglio e vedeva i due avanzare sempre di più. Niall guardò Harry che poi parlò. «La nostra amata preside ci ha mandato qui ad aiutarti. Siamo. In punizione.» Il riccio fece un sorriso sarcastico, sedendosi subito in una delle poltrone rosse che si trovavano in prima fila, Niall rimase accanto a lui con le mani in tasca, annuendo alle parole di Harry. «Quale razza di idiota si fa mettere in punizione il secondo giorno di scuola?» una voce dei ragazzi che erano ancora in cerchio e che stavano cercando di sistemare il disastro appena avvenuto, parlò. Evelyne fece un mezzo sorriso a quelle parole. Harry lo fulminò con lo sguardo. «Colpa del qui presente che si è fatto beccare a pomiciare nei bagni.» Niall guardò di traverso Harry, quasi con disgusto, Evelyne sospirò portandosi nuovamente la mano destra sul fianco. «E tu che c’entri?» disse lei indicando il biondo irlandese. «Gli facevo da guardia.» disse lui quasi imbarazzato, il gruppo poco distante rise in coro, Evelyne li guardò male. «Smettetela voi! Pensate a fare quello che stavate facendo!» tutti si zittirono e tornarono a lavorare. Harry la guardò facendo un mezzo sorriso. Evelyne scese dal palco e si avvicinò ai due, sapeva che avrebbe dovuto essere paziente in quel caso, ma la cosa che la turbava maggiormente e che avrebbe passato gran parte dei pomeriggi settimanali con Harry, che sicuramente era lì pronto a darle il tormento. «Va bene. Cosa sapete fare?» Evelyne guardò entrambi che sembravano quasi spaesati. «A me piace infilare tubi.» il riccio rispose divertito senza togliere lo sguardo da Evelyne, la stava fissando da quando si era seduto su quella poltrona rossa, teneva entrambe le mani unite e le gambe leggermente aperte. Evelyne lo guardò immediatamente male, appena capì il doppio senso di quelle parole, gli diede velocemente un colpo con il piede, che lo fece abbassare. «Non possiamo fare qualcosa di semplice? Tipo..dipingere la scena.. o qualcosa del genere?» Niall si guardò attorno, mentre teneva le spalle leggermente alzate, Evelyne lo guardò, quasi come se avesse avuto un illuminazione, aveva trovato un modo per tenerli entrambi a bada. «Idea perfetta! Lì c’è tutta l’attrezzatura, andate! Susu.» fece un sorriso sarcastico, battendo lievemente le mani, indicando la parte alta del palcoscenico dove c’erano varie cose da sistemare e vari attrezzi che sarebbe stati utili ai due. Harry e Niall entrambi con un entusiasmo pari a zero andarono verso la direzione indicata e iniziarono a studiare la situazione.                                                                                          
 «Domani inizieremo con i provini, dovete essere tutti qui. Stessa ora, mi raccomando.» Evelyne si trovava nuovamente al centro del palco, perfettamente composta e ordinata. Si rivolse a tutti i presenti che risposero in coro con un ‘d’accordo’, niente di preparato. «Potete andare.» aggiunse dopo con tono quasi irritato. «Grazie a dio! Ho una fame assurda.» Niall buttò con nonchalance il pennellone pieno di pittura bianca nel rispettivo secchio, Evelyne si voltò notando che lì c’erano ancora Harry e Niall, quest’ultimo lasciò l’aula salutando velocemente mentre il riccio se ne stava ancora seduto a finire il suo lavoro, Evelyne lo guardò quasi con espressione perplessa. «Styles. Non hai sentito? Puoi andare.» Disse lei, senza smuoversi minimamente, ormai tutti gli altri erano usciti alla svelta mentre lui continuava a rimanere immobile, senza rispondere. Evelyne si avvicinò, odiava essere ignorata, sospirò mettendosi al suo lato destro e notò le cuffiette, scosse la testa togliendole velocemente, lui si voltò di scatto sobbalzando. «cosa diavolo?» disse lui abbassando il braccio con il pennello. «Il ‘turno’ è finito, puoi andartene.» disse lei indicando la sala completamente vuota, Harry si voltò e fece un sorriso divertito nel notare che effettivamente non c’era nessuno. Posò il pennello e strofinò le mani completamente piene di pittura. Evelyne sospirò e si allontanò. «La ami proprio questa scuola. Fai così tante cose. Presidentessa del comitato organizzativo degli eventi sociali. Accidenti Pierce. Ti sei superata.» Harry la guardò, usando un tono del tutto ironico tenendosi fisso sulla faccia un sorrisino quasi irritante, Evelyne lo guardò facendo un mezzo sorriso. «Ho solo lo spirito organizzativo.» disse lei facendo spallucce, lui sorrise.
Accidenti! Una prima conversazione tra Evelyne Pierce e Harry Styles senza troppi conflitti. Ci sono progressi in vista.

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