Slayers TNG - Il libro magico

di Alex e Diana
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione ***
Capitolo 2: *** Cap.1 - Anni dopo, un nuovo inizio ***
Capitolo 3: *** Cap.2 - Bisogno di aiuto?! Lei?! Questo è incredibile!! ***
Capitolo 4: *** Cap.3 - Così, questa è ancora Sailune... ***
Capitolo 5: *** Cap.4 -Dolore e memoria, questo è il mio passato ***
Capitolo 6: *** Cap.5 - Essere o non essere, ancora una volta ***
Capitolo 7: *** Cap.6 - Ferito e sanguinante, il mio cure continua a piangere ***
Capitolo 8: *** Cap.7 - Guarda, una penna e un libro bianco... ***
Capitolo 10: *** Cap. 9 - Il tempo non è nient'altro che tempo ***
Capitolo 11: *** Cap.10 - L'avventura inizia! E se fosse l'ultima? ***
Capitolo 12: *** Cap.11 - Medicare le ferite del cuore con tempo e lacrime? ***
Capitolo 13: *** Cap.12 - Non farlo Gourry! ***
Capitolo 14: *** Cap.13 - Ora si scopre il progetto di Amelia... ***
Capitolo 15: *** Cap.14 - Però si poteva fare anche di meglio... ***
Capitolo 16: *** Cap.15 - Qual è il mio vero essere? ***
Capitolo 17: *** Cap.16 - Rubare un bacio, come nelle vecchie favole ***
Capitolo 18: *** Cap.17 - Sorpresa sconvolgente ***
Capitolo 19: *** Cap.18 - Torna a splendere la luce sul campo di battaglia ***
Capitolo 20: *** Cap. 19 - Una trama nascosta si svela ***
Capitolo 21: *** Cap. 20 - Verità? ***
Capitolo 22: *** Cap. 21 - Zero! ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***
Capitolo 24: *** Postifazione ***



Capitolo 1
*** Prefazione ***


Prefazione

Prefazione

La sala è buia e il palcoscenico deserto, ma dietro il sipario chiuso si intravedono due sagome che si muovono. Il pubblico comincia ad agitarsi. Alla fine una ragazza abbastanza giovane viene spinta da dietro sulla scena. Tutte le luci si puntano su di lei

RAGAZZA: Ehm… salve… buonasera a tutti… siamo qui stasera…(accorgendosi di essere sola si guarda intorno smarrita) No aspettate un attimo, devo trovare il mio socio…(si volta verso le quinte e trascina sul palco anche un altro ragazzo, più o meno della sua età) Si può sapere dov’eri finito? Cosa cavolo ti è venuto in mente di cacciarmi da sola sul palco, eh?!
RAGAZZO: E dai, non te la prendere… ne discutiamo dopo, intanto vai avanti a presentare…
RAGAZZA: Va bene… dunque, come vi dicevo, questa sera siamo qui per presentarvi in anteprima assoluta…
PUBBLICO: Taglia corto e dicci che cosa ci avete fatto venire qui per fare… per colpa vostra ci siamo anche persi il “Maurizio Costanzo Show”!!
RAGAZZA: Mamma mia che insofferenti… allora: io sono Diana e questo qui e Alex e vi vogliamo presentare la nostra prima FF scritta a quattro mani…
ALEX: La storia si intitola “Il libro magico” ed è una sorta di collegamento tra la vecchia saga di Slayers e la nuova…
PUBBLICO: Che cosa?! Quel genio di Kanzaka si è deciso a continuare le avventure di Lina&Co?! Perché non ce l’avete detto prima? Se era per questo ci perdevamo anche la finale dei Mondiali!
DIANA: Se non state zitti vi faccio cacciare e continuiamo la presentazione in video-conferenza! Dai Alex, prosegui…
ALEX: Ok… stavo dicendo: è il collegamento con la nuova saga di Slayers che scriveremo noi due e che avrà dei personaggi del tutto nuovi rispetto alle precedenti…
DIANA: Questa nuova serie di FF si intitolerà “Slayers-The Next Generation” e comprenderà un numero ancora indefinito di episodi (in pratica continuerà finché avremo voglia di scrivere storie…), i cui protagonisti, dei quali vi parleremo a tempo debito, verranno introdotti per la prima volta in questa storia di collegamento, che, come genere, è un misto di avventura, azione e intrighi romantici, il tutto a sfondo psicologico… in pratica, un capolavoro!
PUBBLICO: Questo fallo giudicare alla nostra ultra-severissima commissione di critici letterari, megalomane!

Diana lancia uno sguardo assassino al pubblico

ALEX: (rivolgendosi alla platea) Stiamo calmi, eh? Questa FF è un capolavoro, punto e basta, per il semplice fatto che siamo stati noi a scriverla, ok? Scherzi a parte. Come vi stavamo dicendo prima che ci interrompeste, la storia tratta delle avventure di Lina&Co. alla ricerca del libro di magia scritto dall’entità suprema, perché sperano che contenga un incantesimo che faccia tornare Zelgadiss normale…
PUBBLICO: Ma questa trama è vecchia come il mondo! Secondo voi che cosa cavolo ci viaggia a fare Zel con quel gruppo di svitati, lui così serio e tranquillo, se non per trovare la sua cura?!
DIANA: Sempre a criticare voi, eh? Mai una volta che sappiate stare zitti! Comunque, la FF non tratta solo di questo, ma il resto della trama non ve lo diciamo, così imparate a rompere le scatole a due poveri autori! (fa una linguaccia al pubblico)
ALEX: (a Diana) Rilassati, sai come sono fatti… tagliamo corto e lasciamogli leggere la storia, così si ricredono sulla trama “vecchia come il mondo”… (al pubblico) Quanto a voi, non volendo tediarvi più a lungo con questa presentazione, mi limito a dirvi che la storia inizia 5 anni dopo la conclusione delle vicende narrate da Slayers Try.
Beh, credo che abbiamo concluso la nostra presentazione e quindi vi lasciamo alla lettura!

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Capitolo 2
*** Cap.1 - Anni dopo, un nuovo inizio ***


Capitolo 1: Anni dopo, un nuovo inizio

Capitolo 1: Anni dopo, un nuovo inizio...

 

 

Cittadina di Zakharos, regno di Zefiela, 65 miglia a sud di Sailune, in una fredda mattina di metà Marzo. Il sole non era ancora sorto sulla borgata e il cielo terso si tingeva appena dei bagliori rosati dell'alba: le strade erano deserte e nelle case la gente continuava a dormire, avvolta sotto calde coperte.

 

Ma al piano superiore del piccolo negozio di articoli magici della città, il più fornito di tutto il contado, ferveva già una certa attività: una giovane donna, di neanche 25 anni, con indosso una semplice vestaglia celeste, si aggirava per la casa, spalancando le imposte che facevano penetrare un pallido sole nella stanza.

 

L'altro locale, invece, era ancora avvolto nella penombra e vi si intravedevano appena un grosso armadio e due letti; la ragazza si avvicinò ad uno di questi, dove giaceva una figura minuta e la scosse leggermente per svegliarla. "Myr, Myr... tesoro mio... alzati... è mattina...".

 

La piccola si mosse e dopo un po' aprì gli occhi, che erano di uno splendido azzurro cupo, seri e intelligenti. "Dai mamma, lasciami dormire ancora un po'..."

 

La giovane sorrise. "E va bene, rimani pure a letto ancora qualche minuto, intanto che io mi vesto... ma poi fai la brava e alzati... per colazione ci sono le focaccine dolci che ti piacciono tanto! Guarda che altrimenti le mangio tutte io, eh!"

 

Myr si tirò seduta immediatamente. "Davvero?! Grazie mammina! Ti voglio tanto bene!"

 

"Anch'io ti voglio bene, amore." le rispose la madre, accarezzandole dolcemente i capelli "Ormai sei tutto ciò che mi è rimasto..." mormorò poi, parlando quasi a sé stessa. La bambina le lanciò uno sguardo interrogativo. "Niente, niente Myr, non parlavo con te... adesso scusami, ma devo andare a prepararmi."

 

Detto questo, la donna si staccò bruscamente dalla figlia e si diresse quasi correndo allo stanzino che si apriva su una parete e che fungeva da bagno e guardaroba, seguita dagli occhi indagatori di Myr. Ne riemerse dopo qualche minuto con indosso un vestito verde bosco, molto scollato, lungo fino ai piedi, con ampie maniche che arrivavano a coprirle i polsi e un corpino di pelle che le stringeva il busto dalla vita fin sotto il seno. Il colore scuro dell'abito contrastava singolarmente con la carnagione pallida, mettendo in risalto i bei lineamenti del volto; c'era in lei un qualcosa di evanescente, quasi di magico, che le conferiva un fascino particolare, che certo non sarebbe svanito con gli anni.

 

"Myr, adesso alzati, su, è ora... vestiti in fretta e vieni a fare colazione... ho una sorpresa per te!"

 

La bimba obbedì, saltò giù dal letto e si infilò nel bagno; la madre le lanciò un'occhiata colma di dolcezza e di malinconia. 'Sì, Myr, tu non lo sai, ma sei veramente tutto ciò che mi è rimasto...' Poi scosse la testa, come per scacciare quei pensieri tristi, raccolse i capelli in una crocchia e si diresse nell'altra stanza.

 

La donna aveva appena finito di posare sul tavolo un oggetto di forma allungata avvolto in una carta colorata, quando comparve Myr. "Oh, eccoti qui tesoro! Beh, questo è un regalo per te... buon compleanno!"

 

Sul volto della piccola si allargò un sorriso. "E' davvero per me? Grazie! Posso aprirlo, mamma?"

 

"Certo, fa pure!"

 

La bambina non se lo fece ripetere: strappò l'incarto e in breve si ritrovò in mano una corta spada con l'elsa decorata da pietre dure e istoriata con simboli indecifrabili. Myr, che aveva imparato fin da piccolissima a maneggiare le armi, la impugnò con grinta e orgoglio.

 

"Quando avevo la tua età, quella apparteneva a me e prima ancora era stata della tua bisnonna, che l'aveva ereditata da sua nonna... è molto antica e ha un grande valore, anche perché è magica, lì dentro potrai concentrare tutti i tuoi incantesimi per potenziarli. Tienila con cura, mi raccomando!"

 

"Certo mamma, non preoccuparti, la terrò come il mio tesoro più prezioso! con questa sarò invincibile, proprio come te! -Sempre e comunque fino alla morte-, come mi hai insegnato tu, vero?"

 

"Sei una brava bambina Myr, la mia più grande gioia... farai molta strada, figlia mia... ne hai la stoffa! Ma adesso non perdiamoci in chiacchere, è ora di aprire il negozio!" disse la donna, alzandosi in piedi "Tu mangia pure con calma e poi raggiungimi di sotto!"

 

"Va bene, mamma, farò in fretta"

 

"Non ce n'è bisogno, amor mio. Prenditi tutto il tempo che vuoi, ma ricordati di riordinare!" si raccomandò ancora la giovane, lanciando un bacio alla figlia. Poi si chiuse la porta alle spalle e corse al piano inferiore.

 

Lì si trovava un piccolo ma fornito negozio di articoli magici che la donna aveva aperto, facendo tutto da sola, poco più di 5 anni prima, da quando cioè si era stabilita in quella città.

Facendo scorrere un dito sulle mensole cariche di amuleti, talismani e libri di magia, ella sembrò per un momento rapita dai suoi pensieri. Ma dei colpi battuti alla porta d'ingresso la ridestarono, facendole tornare alla realtà. "Arrivo, un momento!"

 

La ragazza andò ad aprire e, quando vide chi c'era fuori ebbe un sobbalzo: un giovanotto alto, incappucciato, avvolto in un mantello color sabbia, chiuso al collo da un fermaglio con una grossa pietra rossa e una sacca da viaggio in spalla aspettava paziente che la padrona di casa lo accogliesse.

 

Per un attimo, nessuno dei due proferì parola; lei fissava l'altro in viso, con evidente sorpresa, come se non riuscisse a capacitarsi della sua presenza. Alla fine lui ruppe il ghiaccio. "Allora Lina, hai intenzione di farmi stare qui tutto il giorno?"

 

La ragazza sorrise e si fece da parte per farlo passare. "No di certo, Zel, è solo che non mi aspettavo proprio di vederti qui... come hai fatto a trovarmi?"

 

"Beh, a dirti la verità, è stato piuttosto difficile..." rispose il giovane, entrando "Tutto quello che avevo in mano per rintracciarti era un indirizzo su una lettera che mi hai spedito 5 anni fa. Perché da allora non ti sei fatta più viva?"

 

"Vedi, in quel periodo ho avuto dei problemi, diciamo, familiari... e così mi sono praticamente dimenticata di tutti voi," Fu l'evasiva risposta di lei, mentre faceva accomodare il suo ospite.

 

"Ma poi si saranno risolti quei problemi, mi auguro..."

 

"Sì certo... non del tutto, però..."

 

"Ma scusa, Lina, perché non ci hai chiesto aiuto? Siamo amici da tantissimo tempo e insieme ne abbiamo passate tante, non ti avremmo certo negato una mano!"

 

La ragazza esitò; stava per rispondere, quando fu preceduta da una vocina che veniva dalle scale che portavano all'appartamento di sopra. "Mamma, sto arrivando, scusa se ci ho messo tanto."

 

"Non ti preoccupare, tesoro, tanto oggi non apro, è venuto un amico a trovarci e non mi sembra il caso di stare in negozio."

 

"Ma allora che cosa facciamo?" chiese la piccola, che nel frattempo era arrivata dove si trovavano i due.

 

"Lina, scusa..." intervenne Zelgaddiss, incredulo, fissando Myr "Come ti ha chiamato questa bambina? Credo di non aver capito bene... ha detto -MAMMA-?!"

 

Lina arrossì e sorrise. "Credo di doverti delle spiegazioni, Zel, hai ragione..."

 

"Mamma, chi è questo signore?" domandò Myr

 

"Un attimo, tesoro, adesso ti spiego tutto. Dunque, lui è un mio vecchio amico, si chiama Zelgadiss... sai, prima che tu nascessi io facevo la maga e giravo ovunque in cerca di tesori, come ti ho raccontato, ed è stato durante uno di questi viaggi che l'ho conosciuto, il suo aspetto strano non deve spaventarti, un mago cattivo l'ha tramutato in pietra, ma il suo cuore è ancora umano, proprio come il mio e il tuo, capito?"

 

La bimba annuì e sorrise al nuovo venuto, andando a sedersi sulle sue gambe. "Ciao zio Zel! Io sono Myr Inverse e sono contenta di conoscerti!"

 

"Anch'io sono molto felice di conoscerti, Myr... sei una bambina molto bella ed educata!" si complimentò Zelgadiss, accarezzando i capelli biondo-rossicci della piccola, raccolti in una treccia. "Senti un po', Lina, adesso è il mio turno di ricevere chiarimenti... non puoi aver adottato questa bimba, ti somiglia troppo! E allora chi è suo padre? E come mai non è qui con voi?"

 

La ragazza si rabbuiò in volto. "E' giusto che ti dica la verità, Zelgadiss... anche se non è piacevole ricordare..." Lina si interruppe e si rivolse alla figlia. "Tesoro, vuoi andare a prendere qualcosa da bere per lo zio Zel, per favore?"

 

"Certo, mamma, subito" rispose la bambina obbediente. E, saltando in piedi corse di sopra.

 

Quando fu scomparsa, la giovane madre riprese a parlare. "L'ho fatta andare via, perché lei non sa chi è suo padre e non voglio che lo venga a sapere. Quell'uomo si è comportato in modo vergognoso con me, quando ha saputo che mi aveva messo incinta: se n'è andato via, lasciandomi qui da sola prima ancora che mia figlia nascesse. Non mi va che lei sappia chi è quello che le ha dato la vita, se ne vergognerebbe troppo."

 

"Mi dispiace davvero, Lina. Dimmi chi è quel vigliacco e ti giuro che se lo trovo lo rovino!"

 

La donna, sorrise, ma il suo era un sorriso triste, scettico. "No, Zel, non, lo farai. Non avresti mai il coraggio di attaccare il tuo migliore amico."

 

"Che intendi dire? Forse che io conosco il padre di Myr?"

 

"Esattamente. Lo conosci molto bene, perché Myr è figlia mia e di Gourry"

 

Zelgadiss fissò l'amica a bocca aperta, senza proferire sillaba: quella notizia l'aveva sconvolto... credeva di conoscere bene Gourry e ciò che provava per Lina, ma evidentemente si sbagliava di grosso.

 

La giovane, accorgendosi dell'incredulità di lui, proseguì il discorso. "Non esprimere un giudizio affrettato, Zel, le cose non sono andate come pensi tu... è una storia assurda e molto più complicata... vedi, da circa un anno, noi due avevamo una relazione. Era una cosa seria e più di una volta abbiamo anche pensato al matrimonio. Ma dopo un po' le cose peggiorarono. Iniziò tutto quando Gourry ricevette una lettera che non volle farmi leggere, ricordo che veniva da una città sulle montagne, ma non so quale. Fatto sta che a quella lettera ne seguirono altre due e ogni volta che Gourry ne apriva una diventava sempre più cupo e triste... cominciò a bere e spesse volte la sera non tornava a casa. Dopo circa un mese queste lettere smisero improvvisamente di arrivare, così come all'improvviso erano iniziate. La faccenda mi parve strana, ma non vi diedi importanza, perché mi sembrava che Gourry avesse ritrovato la serenità. Solo dopo mi accorsi che non era vero, ma ormai era troppo tardi..." Lina si interruppe; era evidente che per molto tempo aveva represso dentro di sé tutto il suo dolore e ora, parlandone per la prima volta con qualcuno, l'emozione la stava sopraffacendo.

 

"Lina, non voglio che tu ti sforzi di raccontarmi questa storia, se non te la senti... quando ne avrai la forza, ne parlerai, d'accordo?"

 

La donna scosse il capo. "No, no... non ti preoccupare... è tutto passato... non ho più lacrime da versare, ormai... il ricordo di quei giorni adesso mi causa solo rabbia, non dolore."

 

"Che cosa successe poi?"

 

"Circa una settimana dopo, mi accorsi di essere rimasta incinta... ero molto felice e speravo che la notizia di diventare padre avrebbe risollevato il morale a Gourry, ma mi sbagliavo... quando gli dissi che aspettavo un figlio, nostro figlio, lui mi guardò come se gli avessi detto la cosa più terribile del mondo. Mi disse che era impossibile, che lo stavo ingannando, mi lasciò senza parole... quando gli dissi di non comportarsi da stupido, lui uscì di casa come una furia e non tornò più. Da quella sera non l'ho più rivisto. Nove mesi dopo, nacque nostra figlia... anzi mia figlia, ma lui ancora non lo sa. Non sa di essere padre di Myr."

 

Zelgadiss fissava attonito la giovane che gli stava di fronte: non c'era più nulla in lei della ragazza allegra e vivace che aveva conosciuto anni prima. Quella che sedeva dinanzi a lui era una madre sola, che aveva cresciuto da sé una bambina, messa al mondo e poi abbandonata dall'egoismo di un uomo, che non aveva avuto il coraggio di prendersi le sue responsabilità, una madre che viveva unicamente per quella figlia che ormai amava più di sé stessa.

Lina era apparentemente la stessa: i lunghi capelli ramati che le cadevano sulle spalle, il viso dolce e gentile, gli occhi grandi color nocciola... quegli occhi... una volta così vivi e allegri e ora tanto seri e preoccupati...

 

La voce di lei si era spenta sul nome di Myr, lasciando la stanza immersa in un silenzio impressionante, che fu rotto dai passetti incerti della bambina, che entrò con in mano un vassoio carico di bicchieri, bottiglie e dolcetti.

 

"Ecco qua quello che mi avevi chiesto, mamma!"

 

"Brava Myr, su adesso metti tutto sul tavolo che mangiamo qualcosa insieme... Zel, immagino che tu abbia fame."

 

"Lina, mi stupisci!" rispose la chimera "Non ti ricordi più che a me basta mangiare un decimo di ciò che mangiate voi per essere già sazio? E con tutto quello che mi ha fatto ingurgitare Amelia stamattina, sono a posto per una settimana!"

 

"Che ti ha fatto ingurgitare... AMELIA?" ripeté la giovane stupita. Poi dopo un attimo, strizzò maliziosamente l'occhio all'amico. "Allora finalmente vi siete sposati, eh? Lo sapevo che Philionel doveva cedere, prima o poi! Certo che ce ne ha messo di tempo!"

 

Questa volta fu Zelgadiss a rabbuiarsi in volto. "No, Lina... non è come pensi tu, io non ho sposato Amy, anche se lo desidero ardentemente e Philionel non ha affatto dato il suo consenso... perché è morto."

 

La donna sbiancò in volto. "E' morto?! Philionel è morto?! Dio mio, Zel, quando è successo? Da quando si sono interrotte le comunicazioni tra Sailune e Zefiela, non si hanno più notizie!"

 

"E' morto l'Aprile scorso... attacco cardiaco... si era affaticato troppo durante le esercitazioni della guardia scelta, e il suo cuore non ha retto..."

 

"E Amelia? Come l'ha presa?"

 

"Bene, per fortuna. Non è più una bambina, ormai ha 23 anni. Un mese dopo, è avvenuta l'incoronazione. Ora Amy è Sua Altezza Reale Amelia Will Tesla, regina di Sailune."

 

"Incredibile... non ci credo... Philionel è morto e Amelia è diventata regina! Sono cambiate molte cose in 6 anni." mormorò Lina, incredula. Poi alzò gli occhi e si rivolse al giovanotto: "Zel, credi sia possibile che io e Myr veniamo a Sailune con te per salutare Amelia?"

 

"Mamma," intervenne la piccola Myr, sentendosi nominare "Chi è Amelia?"

 

"E' un'altra mia compagna di viaggio, tesoro, ed è la fidanzata dello zio Zel."

 

La bambina si rivolse al diretto interessato. "Davvero zio Zel? Allora sono sicura che mi starà simpatica, ma, mamma, quando la incontriamo?"

 

"Presto, Myr, molto presto, anzi, se Zelgadiss dice che è possibile, partiremo oggi stesso per Sailune! Che ne pensi, tu? Ci puoi accompagnare?"

 

Il giovane sorrise. "Non sei cambiata, Lina, sei sempre pronta a metterti in viaggio, per qualunque destinazione... ti ammiro molto per questo. L'essere diventata madre non ti ha fatto dimenticare il tuo spirito avventuroso... eccezionale."

 

Lina scosse la testa. "E' qui che ti sbagli, non sono più quella che ero una volta. Adesso non devo più pensare soltanto a me stessa, ma anche a Myr. Per lei ho smesso anche di fare la maga vagabonda. Ti sembrerà impossibile, ma sono anni che non eseguo più un Dragon Slave..."

 

"Sarà anche così come dici..." rispose Zelgadiss, posando con tenerezza una mano sul viso di lei, "...ma questa inattività non sembra ti abbia fatto poi così male, sai? Ti ho mai detto che ti consideravo bellissima? Beh, adesso lo sei ancora di più, davvero... sei bella quanto Amelia!"

 

La giovane donna arrossì; non si sarebbe mai aspettata un complimento del genere dal suo taciturno amico, che era sempre stato così timido con le ragazze. "Sei gentile, Zel... ma non penso che tu sia venuto a cercarmi solo per dirmi che sono bella, o sbaglio?"

 

La chimera ritrasse la mano e rise. "No di certo! Anzi, non era nei miei programmi dirti una cosa del genere... è stata un'improvvisata... in realtà..." continuò poi, cambiando tono e facendosi improvvisamente serio, "...in realtà sono venuto da te perché ho scoperto una cosa molto interessante e vorrei il tuo aiuto..."

 

"Di che si tratta?"

 

"Ecco, ho trovato prove attendibili dell'esistenza di una creatura superore persino a Lon."

 

"Davvero?"

 

"Questa entità suprema risponde al nome di Chronos. E? il signore del tempo e dello spazio, il creatore di tutto l'universo, nonché padre di Lon."

 

"Accidenti, deve essere un bel tipo questo Chronos! Sarebbe pericoloso averlo come avversario!"

 

"Lo credo anch'io, ma fortunatamente non siamo in quella situazione... no, ti ho nominato Chronos perché è l'autore di... di qualcosa di simile ad un libro di magia, in cui sono contenuti tutti gli incantesimi più potenti che esistano. Figurati che il Giga Slave non vi compare nemmeno, se non tra quelli di bassissima importanza."

 

"E tu vuoi trovare questo libro perché credi che contenga la chiave per farti tornare normale, giusto?" concluse Lina "Interessante, non c'è che dire, ma non capisco perché ti serva il mio aiuto."

 

"Non solo il tuo, Lina, ma quello di tutto il gruppo, anche di Xelloss. Sono venuto da te per chiederti di venire a Sailune, dove ci riuniremo di nuovo tutti, come ai tempi di Dark Star... solo uniti potremo riuscire in questa impresa. Mi rendo conto di essere un egoista a chiedervi di rischiare la vita per me, ma questa volta sento che il mio più grande desiderio potrebbe finalmente avverarsi! Naturalmente se tu non volessi venire per non lasciare sola Myr, ti capirei benissimo, è ovvio che..."

 

"Alt, fermati Zelgadiss!" lo interruppe la donna "Ti stai dimenticando con chi hai a che fare! La grande Lina Inverse non si tira indietro di fronte a nulla e sua figlia è come lei, giusto tesoro? Vogliamo forse negare una mano allo zio Zel?"

 

"No mamma! Tu mi hai insegnato ad aiutare tutti, se ci si può guadagnare qualcosa!" rispose pronta la piccola.

 

La chimera strabuzzò gli occhi. "Ma Lina! Hai insegnato queste cose anche a Myr?! Sei davvero incorreggibile!"

 

Lina non badò all'interruzione. "Sei una brava bambina, Myr. Ma questa volta, dato che si tratta di un amico, lo faremo gratis, vero?"

 

"Sì zio Zel, non ti devi preoccupare, stavolta non ti chiederemo un compenso! Siamo oneste, noi!"

 

Il giovanotto scoppiò in una risata. "Oh Myr! Sei davvero figlia di tua madre! Siete fatte della stessa pasta, e non mi stupirei se anche tu fossi altrettanto abile e spregiudicata con la magia quanto lo è Lina!"

 

La ragazza rise, divertita, mentre Myr fissava il giovanotto con sguardo innocente.

 

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Capitolo 3
*** Cap.2 - Bisogno di aiuto?! Lei?! Questo è incredibile!! ***


Capitolo 2: Bisogno di aiuto

Capitolo 2: Bisogno di aiuto?! Lei?! Questo è incredibile!!

 

 

Dopo aver fatto tutti i preparativi per il lungo viaggio, Zelgadiss, Lina e la piccola Myr erano pronti a partire. La donna sigillò la casa con un semplice incantesimo e quindi i tre si avviarono.

 

Lina indossava ancora l'abito "civile", cosa che meravigliò non poco la chimera. "Sai una cosa, Lina? E' strano vederti vestita così... mi ricordo quando, anni fa, non tolleravi neanche la vista di una gonna... figuriamoci poi indossarla... e invece ora..."

 

"Te l'ho già detto, Zel... molte cose sono cambiate da allora... non sono più una ragazzina... ho 24 anni e una figlia da crescere... non posso più permettermi di andare in giro per il modo ad attaccare bande di briganti o a sconfiggere demoni..."

 

"Tu sconfiggevi i demoni?!" intervenne Myr, con la sua vocina acuta e squillante "Davvero mamma? Non me lo avevi mai detto! Mi insegni come si fa?"

 

"Emh... Myr... sconfiggere un demone non poi così facile..." si intromise Zelgadiss "Per prima cosa devi incontrarne uno... e ti assicuro che non se ne vedono tutti i giorni all'angolo della strada... e poi per batterlo devi essere molto forte o molto fortunata... e anche questo è abbastanza raro... perciò..."

 

La ragazza toccò il braccio dell'amico. "Zel... scusa, non vorrei contraddire la tua teoria sui demoni... ma guarda chi ci sta aspettando su quel ponte..."

 

Il giovanotto si voltò e vide tre figure, di cui una a lui molto familiare. Si trattava di due donne e un uomo: lui stava seduto sospeso nell'aria, con in mano un lungo bastone di legno, gli occhi socchiusi e un sorrisetto stupido dipinto sul volto, dal pallore cadaverico. Era vestito in maniera stravagante, con una casacca gialla abbinata a dei pantaLoNi scuri, il tutto sotto un ampio mantello, chiuso da una spilla molto particolare. Nell'insieme sembrava un tipo certamente fuori dal comune, ma inoffensivo, forse un monaco di qualche strana setta.

Una delle due donne invece, stava in piedi, a braccia conserte, e aveva un'aria molto solenne, ma anche piuttosto ambigua. I lunghi capelli corvini erano divisi da una scriminatura centrale in due metà identiche, di cui quella sinistra era legata in una treccia, mentre quella destra rimaneva sciolta sulla spalla. Anche il vestito di lei era perlomeno curioso: diviso verticalmente in due parti, unite da una cucitura evidente; la metà destra era di pizzo bianco, semitrasparente, diversamente da quella sinistra che invece era fatta di seta nera.

Quanto all'altra donna, che stava appoggiata al lato del ponte, era di una bellezza invidiabile: il corpo snello, dalla carnagione mulatta, era avvolto in un morbido abito color perla, che copriva meno di quanto lasciava scoperto. I capelli biondissimi, leggermente ondulati, incorniciavano un viso dall'ovale perfetto, in cui brillavano grandi e freddi occhi di un azzurro cristallino.

 

"Ehilà Zelgadiss!" esclamò il misterioso monaco "Che cosa dicevi un minuto fa a proposito dell'incontrare un demone?"

 

La chimera assunse un'espressione stizzita e non rispose. Al suo posto però parlò Lina: "Zel si riferiva a demoni normali, non a casi particolari come te, Xelloss... vedi, Myr?" disse poi, prendendo in braccio la figlia "...quel tipo là, che sembra mezzo matto, in realtà è un demone... capito, tesoro?"

 

Vedendo la bambina, Xelloss si avvicinò a lei, incuriosito. "Dì un po', Lina... che cos'è questa cosa che tieni in braccio? Sembra un'umana... ma è così piccola..."

 

"Xelloss... lei È un'umana!" intervenne Zelgadiss "Ed è piccola per il semplice fatto che è una bambina e deve ancora crescere..."

 

"Ah, non lo sapevo... ma allora Lina adesso ti sei messa anche a rapire i bambini..."

 

Sul volto di Lina si disegnò un'espressione stupita. "Prego? Secondo te io avrei rapito Myr? E perché mai avrei dovuto fare una cosa così orribile, scusa?"

 

Il demone stava per rispondere, ma Zelgadiss lo pervenne. "Zitto Xelloss, non dire una parola! La bambina è con Lina perché è sua figlia, punto e basta"

 

Il monaco non reagì, come invece tutti si sarebbero aspettati. "Non ho capito bene quello che hai detto, ma... pazienza! In fin dei conti quello che mi interessa, anzi che interessa alle signore qui presenti, non è chi sta con Lina ma lei..."

 

La giovane alzò gli occhi al cielo. "Oh no! Ci risiamo! Che cosa volete da me stavolta? Che altro Dark Lord devo farvi fuori?"

 

"Fermi tutti!" disse la chimera, con tono autoritario "Per prima cosa, Xelloss dicci chi sono quelle due donne che ti accompagnano... poi parleremo di tutto il resto!"

 

"Greywords ha ragione, Xelloss!" intervenne la donna dai capelli neri.

 

Il demone, sentendosi apostrofato da quella voce imperiosa, si voltò verso di lei e si inchinò con deferenza. "Come desidera, Signora." Poi rivolgendosi ai tre che lo osservavano stupiti, disse: "Lina, Zelgadiss... ho l'onore di presentarvi Lord of Nightmares, la Sovrana di tutti gli esseri viventi di questo mondo... e la Dark Lord Zelas Metallium, mio superiore diretto."

 

I due amici restarono per qualche istante a bocca aperta, con la mascella che per poco non toccava terra, mentre il demone si compiaceva con sé stesso della meraviglia suscitata in loro; Myr invece, non avendo capito nulla di quanto successo, guardava alternativamente la madre e Xelloss, nel tentativo di rendersi conto dell'accaduto.

 

"Che cosa?!" esclamò infine Lina "Quella donna sarebbe l'entità più potente di questo mondo?! Quella da cui trae forza il Giga Slave?! La stessa LoN che ha preso possesso del mio corpo per sconfiggere Phibrizio che le si era ribellato?! Non ci credo!!"

 

"Esatto Lina" rispose LoN, con la massima calma "Sono stata proprio io. E devo ammettere che sei un ottimo soggetto in cui incarnarsi... l'umana con la forza magica più elevata che io abbia mai conosciuto in migliaia di anni."

 

"Saresti veramente perfetta come subordinata alle dipendenza di un Dark Lord!" intervenne Zelas, alzando un braccio ricoperto per metà di finissimi bracciali d'oro "Se non fossi mortale, ti prenderei volentieri alle mie dipendenze, come compagna per Xelloss."

 

"Con tutto il rispetto, mia signora..." disse il demone "...non penso che io e Lina andremmo molto d'accordo."

 

"Ciò che pensi non mi interessa Xelloss. E comunque la mia idea è irrealizzabile perché Lina ha degli interessi in questo effimero mondo, che, con la tipica stoltezza umana, non sa abbandonare per ottenere una posizione migliore! Ah, quanto siete sciocchi, poveri mortali!"

 

"Ora basta, Zelas" la interruppe LoN "Non siamo qui per questo. Ciò che voglio da te, Lina Inverse, è il tuo aiuto, volontario o forzato, per una battaglia che non sono in grado di sostenere da sola."

 

"Mamma, ma allora tu sei più forte di questa signora?" domandò Myr

 

"No piccola mia. Ed è questo che mi sembra strano. LoN è milioni di volte più potente di me... ma allora, perché mi vuole al suo fianco? Non le sarei di nessun aiuto contro qualcuno persino più forte di lei. Dimmi la verità, LoN: a cosa stai mirando?"

 

"Lina! Un po' di rispetto!" saltò su Xelloss, tappando la bocca alla maga "Ti stai rivolgendo alla creatrice dell'universo!"

 

"Sta buono, monaco!" lo zittì Zelgadiss "Non c'è nessun motivo di agitarsi. Penso che LoN sia molto meno permalosa di quanto tu credi, non è vero?"

 

"Hai ragione, Zelgadiss, come sempre del resto" disse LoN, serafica. "Invece Lina, per rispondere alla tua domanda: non sto mirando a niente di strano. Solo a salvarmi la vita e con la mia anche quella di tutto il vostro mondo."

 

"Salvarvi la vita, mia signora?!" esclamò il demone, strabuzzando gli occhi. "Perché non ne avete parlato nel Consiglio Supremo? Noi demoni avremmo dato tutto per aiutarvi e sono certo che anche i Ryuuzoku..."

 

"Voi non avreste potuto far nulla. Per sconfiggere Choronos mi serve un potere ben superiore a quello di voi tutti messi assieme... mi serve Lina Inverse."

 

"Hai detto -Choronos-?!" si intromise la chimera "No... non è possibile..."

 

"Ma, zio Zel, Chronos non è anche quello che ha scritto quel libro che cerchi?" domandò Myr, curiosa.

 

Questa volta toccò a Zelas esternare lo stupore dei tre demoni. "Voi sapete dell'esistenza di Chronos e del suo libro magico? Ve ne ha parlato Xelloss, non è vero?"

 

"Sì, e devo dire che mi ha fornito informazioni rilevanti... in aggiunta poi ho qualche notizia frammentaria, raccolta nella biblioteca di Sailune. So che..."

 

"Non importa ciò che sai, Zelgadiss, perché sicuramente non ha legami con Chornos." lo interruppe LoN "Di lui non si sa nulla, o almeno, il mondo non sa nulla... io sì, ma leggo nella tua mente ciò che vuoi fare e ti assicuro che le notizie in mio possesso riguardo Choronos non ti possono interessare."

 

"Mi fido della tua parola, LoN" affermò il giovanotto "Ma ora dicci cosa vuoi da Lina"

 

"E' semplice. Ho bisogno di lei perché ha la straordinaria capacità di incrementare continuamente il suo potere, imparando magie sempre più potenti... sono convinta che possa imparare anche un incantesimo abbastanza devastante da distruggere Choronos."

 

La ragazza appariva perplessa. "Grazie della fiducia, LoN. Ma sei certa di ciò che dici? Se Choronos è perfino più forte di te, come posso batterlo io? E poi, perché lo vuoi uccidere? Che legame ha con te? Cosa ti ha fatto per desiderare che scompaia per sempre?"

 

La potente demone alzò al cielo gli occhi grigi, con un triste sospiro. "Credo proprio di dovervi dire tutto, anche se avrei preferito mantenere il segreto. Choronos è il mio creatore e più di 2000 milioni di anni fa mi ha messo a capo di questo universo, perché ne facessi un mondo come voleva lui, deserto e spopolato... ma la vostra galassia, questo pianeta in particolare, mi ha affascinato talmente tanto che non ho avuto il coraggio di distruggerlo... e così ora mio padre vuole distruggere me, perché ho disubbidito ai suoi ordini."

 

"E' veramente incredibile... assurdo..." mormorò Lina. Poi alzando lo sguardo, lo fissò in quello della demone. "Va bene, LoN. Conta pure su di me! Se tu venissi eliminata, il nostro pianeta farebbe la stessa fine... non voglio che succeda! Cercheremo il libro magico con le indicazioni in nostro possesso; una volta trovatolo, imparerò l'incantesimo più potente che contiene e lo userò per distruggere quel mostro di Choronos, anche se nell'eseguirlo dovessi consumare tutte le mie forze e dissolvermi nell'energia cosmica!"

 

Udendo queste parole, Myr si aggrappò spaventata la braccio della madre. "No mamma! Tu non puoi scomparire! Devi restare con me e insegnarmi a fare l'avventuriera!"

 

Lina accarezzò la testa della figlia. "Non ti preoccupare, Myr. Io sono forte e poi ci sono i nostri amici a proteggermi... vedrai che non morirò, fidati!"

 

"Sei molto coraggiosa Lina" disse LoN "Al momento della battaglia finale sarò con te, ma fino ad allora devi cavartela da sola... o quasi..." Aggiunse con un sorriso. "So che ce la farai. Buona fortuna, piccola grande maga!"

 

Detto questo, LoN scomparve, seguita da Zelas e dal monaco. Rimasti soli, i tre si guardarono in faccia. La chimera scoppiò infine in una risata. "E' proprio destino, eh Lina? Quando non cerchi i guai, sono loro che vengono da te!"

 

"Hai davvero ragione, Zel. Beh, non c'è che dire: come ritorno in attività non è niente male! Coraggio, ci aspetta un'altra grande avventura!"

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Capitolo 4
*** Cap.3 - Così, questa è ancora Sailune... ***


Capitolo 3: Così, questa è ancora Saillune

Capitolo 3: Così, questa è ancora Sailune!

 

 

Dopo una notte di viaggio, i tre amici giunsero finalmente nel territorio governato direttamente dalla città di Sailune; restavano ormai da percorrere soltanto 15 miglia e Zelgadiss propose di fare una sosta, almeno finché il sole non fosse stato alto nel cielo.

 

Il terzetto si accampò in una radura e subito la piccola Myr, esausta, si addormentò sulle ginocchia della madre.

 

"Poverina... dev'essere davvero stanca." disse la chimera, parlando sottovoce, "Forse ho commesso un errore nel chiederti di seguirmi, Lina... tua figlia è ancora troppo piccola per affrontare un'avventura del genere, soprattutto visto come si è complicata la situazione adesso."

 

La donna sorrise. "Non ti preoccupare, Zel. La mia bambina ce la farà! So che ne ha le capacità... e poi non riusciresti mai a convincerci a tornare a casa! Ormai ci hai coinvolto in questa storia e noi vogliamo andare fino in fondo, costi quel che costi!" concluse Lina, decisa. Ma nella sua voce e sul suo volto c'erano i segni della stanchezza: da tempo non faceva più lunghi viaggi a piedi e con la gravidanza il suo corpo si era indebolito ulteriormente. Crescere la figlia da sola, poi, in aggiunta la negozio da mandare avanti, l'aveva sottoposta ad un altro grande sforzo, che si protraeva, giorno dopo giorno, ormai da 5 anni.

 

Pensando a ciò che Lina aveva passato, Zelgadiss non poté fare a meno di provare rabbia nei confronti di Gourry, che, pur amandola, l'aveva lasciata sola davanti a tutte quelle responsabilità. 'Perché si è comportato così? Che cosa l'avrà spinto a mollare tutto e a fuggire? Non riesco proprio a capire...' si diceva il giovanotto, osservando l'amica e la bimba che dormivano tranquille, sdraiate sulla nuda terra.

 

Vedendo Lina addormentata, si aveva l'impressione di trovarsi davanti una ragazza debole e indifesa, fragile come una statuetta di vetro, bisognosa di tutte le attenzioni... nella mente della chimera si affacciò il ricordo della prime volta in cui aveva bivaccato con lei in un bosco: l'aveva catturata il giorno prima, su ordine di Rezo e l'aveva portata al suo castello; poi però lui si era reso conto che il Monaco Rosso lo stava solo sfruttando per i suoi scopi e aveva deciso di ribellarsi... per ripicca aveva liberato anche quella ragazzina, che nemmeno conosceva, per impedire che il suo capo le facesse del male. Dopo essere fuggito, portandola in braccio, si erano accampati nei pressi di un laghetto; lei si era addormentata subito e anche allora, guardandola dormire, aveva avuto la stessa impressione di fragilità... quanti anni erano passati da quella volta? Nove? Dieci? No, no poteva essere trascorso così tanto tempo!

 

'E invece sì. Sono passati quasi dieci anni. Come vola il tempo! Allora avevo solo 18 anni e lei 14... ma che grande amicizia è nata tra noi! All'inizio non me lo sarei mai immaginato!'

 

Preso dai suoi ricordi, Zelgadiss si stava assopendo, ma fu bruscamente richiamato alla realtà dal rumore degli zoccoli di un gruppo di cavalli lanciati al galoppo: sulla strada vicina, infatti, stava passando un drappello di cavalieri della guardia reale di Sailune, capitanati da un giovanotto biondo, che non doveva avere più di 30 anni. Vedendolo, la chimera scosse la testa e sorrise. 'E così sta tornando al castello. Beh, credo proprio che lei non sarà felice di rivederlo... Ma non potrà farne a meno, prima o poi avrebbe dovuto incontrarlo. Spero solo che la sua reazione non sia troppo eccessiva...'

 

Dopo aver lasciato allontanare i soldati, Zelgadiss decise che era ora di ripartire alla volta della capitale; dolcemente scosse Lina e la figlia per svegliarle.

In breve le due furono in piedi e il gruppetto si rimise in marcia di buon passo. "Sai Zel, hai avuto proprio un'ottima idea quando hai deciso di fare una sosta: sia io che Myr eravamo veramente a pezzi, ma dopo questa bella dormita mi sento pronta a spaccare il mondo!" esclamò Lina, con energia.

 

Il giovanotto rise. "Sono felice che tu abbia ritrovato le forze, Lina, ma ti ricordo che quello che ci aspetta è ben più difficile che spaccare il mondo... dobbiamo distruggere colui che l'ha creato. E non credo proprio che il signor Chronos si farà sconfiggere senza fare storie."

 

"Perché dici così, zio Zel?" intervenne Myr "La mia mamma è forte, e quel brutto cattivone non riuscirà a batterla!"

 

"Vorrei poter essere anch'io tanto ottimista, tesoro mio" affermò la donna "Ma sono d'accordo con lo zio, non sarà un'impresa facile. Quindi mi devi promettere che, se la situazione si facesse troppo pericolosa, rinuncerai a seguirci e te ne starai nascosta in un posto sicuro. Va bene?"

 

"Sì mamma, te lo prometto!" rispose la bambina, con finta sottomissione. In realtà la sua indole avventurosa, che la spingeva a seguire la madre dovunque ella andasse, non si sarebbe certo adattata a seguire la conclusione della prima avventura della sua vita rintanata da qualche parte, lontana dalla battaglia. Pur non sapendo ancora a cosa stesse andando incontro, la piccola Myr ripromise a sé stessa che avrebbe vissuto quell'esperienza fino alla fine e in prima linea!

 

Dopo alcune ore, i tre giunsero alle porte della grande città: all'ingresso principale, chiuso da una imponente grata di ferro stavano due guardie, severe ed impettite nelle loro lucenti armature; dietro il pesante portone di legno massiccio si trovava invece la sede dei gabellieri. Zelgadiss sapeva di poter passare senza problemi, essendo ormai noto a tutti a Sailune come l'amante della regina, ma i funzionari non la pensavano così riguardo a Lina e a sua figlia.

 

"Alt! Fermati donna! Facci vedere il permesso di transito!" ordinò perentorio uno dei gabellieri, parandosi improvvisamente davanti a Lina con la spada sguainata.

 

Lina ammutolì, indecisa se cercare di spiegarsi con le buone o incenerire all'istante quel seccatore con una bella Fire Ball; ma, prima che potesse decidersi, intervenne in sua difesa la chimera. "Andiamo Jack, non essere così fiscale! Lei è con me e la bambina è sua figlia, puoi fidarti di loro, non sono venute qui per far del male a sua maestà!"

 

La guardia scosse la testa. "Zel, io personalmente non ho problemi a lasciarle andare, ma lo sai com'è il capitano... la regina Amelia ha tanti nemici e lui ci tiene quanto te all'incolumità di sua altezza."

 

"Senti, conosco il tuo capo meglio di te e me la sbrigherò io con lui, fidati! Dai, amico, falle passare... la signora ha fretta!"

 

"No, questa volta non posso chiudere un occhio. Il capitano mi ha detto che mi degraderà all'istante se faccio ancora entrare in città degli sconosciuti senza visto, e che il diavolo mi porti se butto al vento la mia carriera! Zelgadiss, ti sono molto affezionato, so che sei leale verso la regina, ma ugualmente non posso far passare quella donna!"

 

Lina, che fino a quel momento se n'era stata in disparte ad ascoltare, perse la pazienza. Prese un respiro profondo, strinse i pugni, buttò da un lato la chimera e si piazzò di fronte alla guardia con aria minacciosa. "Adesso stammi a sentire tu, bello mio: io non so perché ora ci siano tutte queste misure di sicurezza, dato che una volta entrare a Sailune era la cosa più semplice del mondo. Ma una cosa la so per certo: io sono già venuta qui molte volte in passato e allora non passavo neanche dal portone, mi limitavo a levitare fino alla camera di Amelia e..."

 

"Sta zitta donna!" la interruppe bruscamente il soldato. "Puoi insultare me, se vuoi, ma non permetterti di parlare di sua altezza la regina come se fosse una tua amica, è chiaro? Altrimenti finisci dentro per oltraggio al sovrano!"

 

"Sentimi gabelliere dei miei stivali, io mi posso permettere di chiamare la regina così perché la conosco da dieci anni! Capito?!"

 

"Sì certo, e io sono suo zio!" ribatté l'altro sarcastico.

 

"Sei un ignorante e pure smemorato!" gli urlò in faccia la ragazza, punta sul vivo per non essere stata riconosciuta dalla guardia, dimenticandosi però che erano passati più di sei anni dall'ultima volta che aveva messo piede a Sailune.

Stava per ricominciare a inveire contro il gabelliere, ma fu fermata da qualcuno che le tappò la bocca con una mano e con l'altra le torse un braccio dietro la schiena per immobilizzarla.

 

Lina non tentò neppure di reagire, perché si era resa conto, dalla forza della stretta, di aver a che fare con un uomo molto robusto: svincolarsi era praticamente impossibile. Volse gli occhi più che poteva e vide che altri due soldati si erano occupati di bloccare Zelgadiss e Myr: uno teneva la spada sfoderata davanti al giovanotto, per impedirgli di avvicinarsi, mentre l'altro teneva d'occhio sua figlia, minacciandola con una lancia.

 

Sempre tenendole stretto il braccio, il soldato la condusse verso un'entrata secondaria del castello, dove Lina ricordava l'esistenza di un alloggiamento delle guardie, intanto che i suoi compagni lasciavano andare Zel e Myr.

 

Una volta giunti là, la guardia lasciò la presa e la spinse verso un tavolo, cui sedeva un altro uomo in divisa, che somigliava moltissimo ad Amelia, ma era più giovane di lei: non doveva infatti avere più di 20 anni. Dopo aver fatto il saluto militare, il soldato si rivolse al suo superiore: "Capitano Kibil, le ho portato questa donna perché si è rifiutata di mostrare il visto ai gabellieri ed inoltre ha designato in maniera irriverente sua maestà la regina. La lascio in mano sua, capitano!"

 

Detto questo, il soldato batté i tacchi, salutò rispettosamente e uscì, chiudendosi la porta alle spalle. Rimasta sola con quel giovane ufficiale, Lina cominciò a sentirsi a disagio; per fortuna lui non si dimostrò ostile nei suoi confronti, anzi, pareva provasse dell'affetto fraterno verso di lei.

 

"E così ti saresti resa colpevole di oltraggio al sovrano, eh? Conoscendoti Lina, avrai semplicemente detto che tempo fa entravi levitando nella stanza di Amelia, senza superare alcun controllo e subito i miei uomini ti avranno bloccato, vero? Dimmi, Faust ti ha fatto male torcendoti il braccio?"

 

La donna era sbigottita e fissava a bocca aperta quel bel ragazzo che sembrava conoscerla da sempre. "Ma come fai tu a sapere come mi chiamo e che cosa ho detto al quella guardia?"

 

Il comandante sorrise. "Già che sciocco... tu non puoi ricordarti di me, sono cambiato molto in sette anni... troppo perché tu possa riconoscere in me il bambino che facevi giocare con i tuoi talismani e incantavi con le sfere luminose quando venivi a Sailune a trovare Amelia!"

 

"Che cosa?!" esclamò Lina "Tu saresti il cugino di Amelia? Quel bimbetto vivacissimo e tanto carino che viveva con Philionel e sua figlia al castello?! Incredibile! E adesso sei comandante della Guardia Cittadina! Però, ne hai fatta di strada!"

 

Lui annuì. "Esatto. Sono proprio io: Kibil Mel Sailune, figlio della sorella minore di Philionel, Maya."

 

Tra i ricordi di tanto tempo prima della giovane, riemersero le immagini di un ragazzetto di dieci o dodici anni, coi capelli neri, gli occhi verdi e un volto sempre sorridente dai lineamenti perfetti. Era molto magro allora, ma essendo anche molto alto, aveva un aspetto quasi ridicolo. Lina lo ricordava appassionato di caccia e abile tanto a cavalcare e a maneggiare le armi, quanto a suonare il pianoforte o a cantare. Amelia lo adorava e diceva spesso che, se non avesse avuto figli, lo avrebbe nominato suo discendente legittimo e quindi erede al trono.

 

"Beh, sicuramente sei molto diverso da come ti ricordavo." disse infine la ragazza, dopo aver osservato per qualche istante colui che le stava davanti. "Ora però Kibil, mi puoi fare un favore..."

 

"Non dirmelo: vuoi vedere Amelia, vero? Non c'è nessun problema, va pure. Se qualcun altro dentro al palazzo dovesse fermarti, non te ne preoccupare, non sarà certo per sbatterti fuori! La corte si ricorda ancora perfettamente di te e delle tue imprese."

 

"Grazie Kibil, sei un vero amico!" lo ringraziò Lina, stringendogli la mano. Quindi si diresse alla porta. "Ci rivedremo, puoi starne sicuro!"

 

"Ci conto! Ah, la strada te la ricordi, no?"

 

La donna fece un cenno affermativo e poi scomparve, chiudendosi l'uscio alle spalle. 'In realtà ho le idee un po' confuse, ma fa niente, mi arrangerò in qualche modo! Certo però che Kibil è diventato proprio un bel ragazzo... a vederlo da piccolo non ci avresti scommesso un soldo...’

 

Immersa in questi pensieri profondi, Lina si incamminò verso la porta indicatale dal soldato, sempre più desiderosa di rivedere la sua vecchia amica combinaguai.

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Capitolo 5
*** Cap.4 -Dolore e memoria, questo è il mio passato ***


Capitolo 4: Dolore e memoria, questo è il mio passato

Capitolo 4: Dolore e memoria, questo è il mio passato

 

 

Lina girovagò per un po’ nell'intrico di luminosi corridoi del palazzo reale di Sailune, pieni di enormi vetrate ed alcuni anche magicamente illuminati a giorno... era passato parecchio tempo dall'ultima volta che ci era stata, e non si ricordava bene dove fosse la sala del trono, la stanza di Amelia o un'altro posto, come la piazza d'armi o il salone principale, da cui avrebbe potuto orientarsi o meglio ancora trovare una piantina.

 

Stranamente, non c'erano soldati o guardie in nessun punto del castello che lei avesse visto, a cui chiedere la strada.

 

Decise allora di chiedere informazioni ad uno degli inservienti che incrociava di tanto in tanto.

 

Aveva appena formulato questa decisione, quando sentì un bisbiglio alle sue spalle. Due tizi che aveva appena sorpassato stavano dicendosi qualcosa. "Ehi! Ma quella non è Lina Inverse?"

 

Lina da un lato si sentì piuttosto felice di essere così famosa da venire riconosciuta così facilmente (non come era accaduto con quei rozzi gabellieri all'ingresso!) ma ora non poteva più chiedere dove si trovava. "Io, la celebre Lina Inverse, che chiede informazioni ad un qualsiasi inserviente del castello di Sailune? Che figura ci farei?!". Questo fu più o meno il discorso che le fece il suo subconscio...

 

Stava ormai per cedere alla tentazione e sfoderare la sua migliore espressione minacciosa per rivolgersi ai due tipi, dire loro che li aveva sentiti, spaventarli un pochetto ed estorcere loro quasi per caso la strada per raggiungere la stanza di Amelia, quando sentì provenire da un corridoio laterale rispetto a quello che stava percorrendo delle altre voci, molto più concitate... sembrava che delle persone stessero discutendo di chissà che cosa.

Più per curiosità che per altro, decise di avvicinarsi e controllare.

 

Prima di girare l'angolo, si fermò un attimo per ascoltare senza essere vista...

Erano chiaramente tre voci maschili, quindi niente Amelia. Chissà perchè, pensava che la principessina fosse l'unica, a Sailune, capace di scatenare dei litigi.

 

"Che le è saltato in mente di fare uscire la Guardia Reale per le esercitazioni proprio ora? E' impazzito? Non si preoccupa della sicurezza della regina? In questo castello ci devono sempre essere delle guardie!"

 

"Mi stia a sentire lei, piuttosto! Come può sperare che i Paladini della Guardia Reale rimangano l'élite dell'esercito, se non si addestrano? I miei uomini non possono stare senza far nulla a piantonare un corridoio! Ci metta le reclute, ci metta i novellini, ci metta i suoi parenti, ci metta chi vuole lei, ma non i soldati della Guardia!"

 

Quella voce squillante le era sembrata per un attimo familiare... ma non fece in tempo a pensarci che la terza voce della discussione si fece sentire. Era una voce giovane ed irruente, energica nel sostenere le proprie convinzioni.

 

"Il generale ha ragione, signore! Gli uomini della Guardia sono il fior fiore dell'esercito, addestrati per combattere in ogni circostanza e vincere ad ogni costo... non per restare immobili per ore ed ore dietro ad una porta! E' il peggiore spreco possibile per un corpo militare come..."

 

"Stia zitto, tenente! Lei non è stato interrogato!"

 

"Lei non si può permettere di parlare così ai miei uomini, cancelliere, e tantomeno al mio secondo ufficiale!" si intromise la seconda voce. "Sono io che comando i Paladini della Guardia, e sono io che decido cosa devono fare! E ora, con tutto il rispetto... si tolga dai piedi!!!"

 

La prima voce mugghiò come un vulcano sul punto di esplodere, e Lina sentì dei passi venire verso di lei. Si nascose un attimo per veder passare, avvolto in un ampio mantello rosso e con un viso quasi altrettanto paonazzo, l'imponente figura del Primo Cancelliere di Sailune.

 

L'uomo si girò verso gli altri due, che Lina non aveva ancora visto, e gridò, inferocito: "Questa me la paga, generale! Stia certo che la regina lo verrà a sapere!"

 

"Ma lei cosa crede, che faccia solo di testa mia?" rispose beffarda la seconda voce, quella che a Lina suonava tanto familiare. "Ho chiesto proprio a lei prima di dare l'ordine!"

 

Ancora più furibondo, il cancelliere si allontanò a grandi passi, trattenendosi per evitare di dire chissà che cosa.

 

Gli altri due uomini ridacchiarono, e Lina decise che era il momento di saltare fuori per soddisfare la sua curiosità.

 

Fece un passo, girò l'angolo e...

 

Si trovò davanti Gourry... a non più di quattro metri di distanza.

 

Dovette usare tutto il suo autocontrollo per evitare di fare qualcosa di sconsiderato tipo urlare, corrergli incontro e prenderlo a pugni, o sparargli un Digger Volt, e si sforzò di rimanere assolutamente impassibile... purtroppo senza riuscirci completamente.

 

Gourry. Era Gourry.

 

Anche Gourry sembrò sorpreso quanto lei... ed anche lui cercò di trattenersi. E nemmeno lui, come lei, ci riuscì.

 

Non era cambiato quasi per nulla. I capelli erano un po' più corti di quando l'aveva visto per l'ultima volta, e non aveva più il ciuffo sull'occhio destro. Ma la faccia era praticamente la stessa.

 

Solo allora decise di abbassare lo sguardo, esaminando il suo vestito... quello sì che era cambiato, e in modo anche molto significativo.

 

Indossava una magnifica divisa bianca, sulla quale portava un'armatura a placche diversa dalla sua solita, anche quella bianca, tranne che per la spalliera sinistra, dove spiccava una grande stella rossa a quattro punte con uno spesso contorno nero, e la placca pettorale, dove era disegnato un simbolo... una spada con la punta rivolta verso il basso ed una corona intorno alla lama, su di uno sfondo blu scuro. Infilata nella cintura portava una lunghissima spada in un robusto fodero, che strisciava terra dietro di lui, e con un'elsa con lo stesso simbolo.

 

A fianco di Gourry c'era un'altra persona, un ragazzo alto quanto lui, con una disordinata chioma di capelli azzurri, e due grandi occhi neri che la fissavano stupiti. Era vestito nello stesso identico modo di Gourry, tranne che per la spalliera, dove invece della stella rossa aveva tre linee gialle oblique, anche queste contornate da una linea nera. Sul petto portava lo stesso stemma, una spada ed una corona, e la sua arma, infilata nella cintura, era identica a quella di Gourry. In più, a tracolla, fissata con una corda, aveva una lunga lancia dalla punta di metallo scuro.

 

"Generale Gourry, chi è questa donna? La conosce?" chiese l'uomo, che evidentemente non l'aveva riconosciuta.

 

In altre circostanze, quello sarebbe stato un colpo piuttosto pesante per l'ego di Lina, ma ora tutto quanto riusciva a fare era stare immobile davanti a Gourry, a guardarlo negli occhi, mentre lui stava immobile davanti a lei, a guardarla negli occhi... e nessuno dei due voleva fare nulla per primo, aspettando che fosse l'altro a prendere l'iniziativa.

 

Tutti e due, per dieci, lunghi, interminabili secondi, si sentirono terribilmente ridicoli.

 

All'improvviso il ragazzo con i capelli azzurri, che sembrava aver capito chissà che cosa (forse la verità...), chiese, un po’ imbarazzato: "Vuole che la lasci solo, signore?..."

 

"Si, grazie, Luke." rispose Gourry, restando immobile.

 

Il giovane batté i tacchi, si girò rapidamente e svoltò l'angolo.

Ora il corridoio era deserto.

 

"Lina..." disse semplicemente Gourry, con voce rotta. Abbassò la testa, le ginocchia si piegarono. Per un momento sembrò un pupazzo che si smontava. Gli occhi gli si riempirono di lacrime.

 

Lina non disse nulla. Si limitò a fendere l'aria con la mano, tirando a Gourry uno schiaffo che lo colpì in pieno viso.

 

Lo spadaccino non tentò né di parare né di schivare. "Me lo meritavo..."

 

Lina si trattenne a stento dall'incenerirlo o dal fulminarlo all'istante... guardò freddamente quell'uomo che aveva tanto amato ma che l'aveva fatta anche tanto soffrire, mentre vecchie, tristi scene di un film già visto le passavano davanti agli occhi... le stesse che stavano passando davanti a quelli di Gourry, ne era certa.

 

Come l'aveva lasciata. Così, senza dirle nulla, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo. Come aveva giocato con i suoi sentimenti.

 

Ma, nonostante tutto quello che era successo, si accorse che non riusciva ad odiarlo completamente.

 

Lo odiava, certo. Lo odiava per tutto quello che le aveva fatto che non avrebbe dovuto fare, e per tutto quello che non aveva fatto, ma che avrebbe dovuto. Tante cose che non riusciva a ricordarle tutte.

 

Ma non riusciva ancora ad odiarlo del tutto. E sapeva che non ci sarebbe mai riuscita. Troppe cose erano successe tra di loro.

 

Gourry le si avvicinò lentamente. Scosse la testa, e sospirò. "E' stata solo colpa mia... so che non potrai mai perdonarmi..." le disse, con voce a malapena udibile.

 

Poi si girò, ed iniziò ad allontanarsi nella direzione da cui era uscito l'altro soldato. Un attimo prima di girare l'angolo, si voltò a guardare Lina e mormorò, parlando più a sé stesso che a lei: "Tempo..."

 

E se ne andò.

 

Lina era rimasta lì, immobile, senza dire una parola, senza muovere un muscolo.

 

Cercò di piangere, ma non ci riuscì. E non ne capì nemmeno il perchè.

 

Forse era diventata troppo fredda in tutti quegli anni per poter piangere ancora.

Forse era così triste che le lacrime non sarebbero bastate.

O forse non era nemmeno triste.

 

Tempo... dicono che il tempo sana ogni ferita, pensò Lina. Almeno, lei ci credeva. Il tempo cura tutto.

Sperava tanto che fosse vero. Sperava che le sue ferite potessero venire curate.

 

E, stranamente, sperò che succedesse la stessa cosa anche a quelle di Gourry. Sapeva che ne aveva... e non se le era fatte tutte da solo. Era stata anche lei...

 

Si sentiva in colpa.

Anche Gourry doveva sentirsi in colpa, molto più di lei...

 

Solo allora le lacrime arrivarono.

Perchè non poteva venir cancellato tutto con un gesto della mano?...

 

Non esisteva un incantesimo tanto potente da far tornare indietro il tempo, da curare le ferite dello spirito, da cambiare il passato di chi non ha più un futuro, da ridare amicizia ed amore a chi li ha perduti per sempre... da scongelare i cuori, da riaprire gli occhi, da dare un significato alla vita... da restituire la felicità, persa chissà dove tra le nebbie del tempo?

 

Oppure sì?

 

Solo allora si accorse di essere in ginocchio, per terra. Cercò di alzarsi e ci riuscì a malapena.

 

Si asciugò le lacrime con una manica e camminò a passi incerti verso quel maledetto angolo.

 

Guardò oltre, in parte sperando e in parte temendo di trovarvi ancora Gourry... e vedendo invece quel giovane soldato dai capelli azzurri che lo aveva chiamato generale.

 

Appena lui la vide, aprì la bocca un attimo, come per dire qualcosa, ma la richiuse, scotendo la testa.

 

"Venga, mi segua." disse infine "Credo che lei voglia vedere la regina Amelia, giusto? La porto alla sala del trono."

 

Lina non rispose, era troppo sconvolta per poter fare qualunque cosa che non fosse pensare a lui.

 

Il giovane tenente girò sui tacchi ed iniziò a camminare. La donna lo seguì, cercando di fare in modo che nessuno vedesse le sue lacrime... ma era difficile... terribilmente difficile...

 

Dopo un po', la sua guida si arrestò, dinanzi ad un portone decorato. "Ecco, questa è la sala del trono, signora... vado ad avvertire sua maestà che c'è una visita per lei... chi devo annunciare?"

 

La giovane non proferì parola: i suoi occhi erano fissi nel cortile del palazzo, inquadrato dalla grande finestra che le stava di fronte. Laggiù vide Zelgadiss e sua figlia che si aggiravano tra le bancarelle del mercato, che quotidianamente animava l'ampio spazio antistante l'ingresso del castello.

 

Non ricevendo risposta, il soldato ripeté la domanda. Questa volta lei trasalì e si scusò con il suo accompagnatore: "Mi dispiace non averle risposto subito... mi scusi, ero presa dai miei pensieri... dica alla regina che sono Lina Inverse... grazie..."

 

L'altro, sentendo quel nome, spalancò gli occhi per la sorpresa. "Lei è Lina Inverse?! Davvero?! E’ proprio lei la grande maga che ha sconfitto Dark Star e salvato Sailune e tutta la sua gente dalla distruzione?! Sono onoratissimo di conoscerla, signora... permetta che mi presenti: sono Luke Aoi, tenente del corpo dei Paladini della Guardia Reale, incaricati della sicurezza della persona di sua maestà la regina Amelia"

 

Lina, onorata dall'ammirazione del giovane, abbozzò un sorriso e gli tese la mano. "Molto piacere tenente Luke. Ma dammi pure del tu, non sono abituata a tutte queste formalità..."

 

Per la seconda volta nel giro di pochi minuti, sul volto di Luke Aoi si disegnò un'espressione stupita. "Dare del tu ad una persona come lei dopo averla appena conosciuta? Non sia mai signora!"

 

La ragazza prese un respiro profondo. "Luke... per prima cosa io do del tu anche a LoN, la sovrana di tutti i demoni, come davo del tu al re Philionel, quindi ti ordino di fare altrettanto con me. E secondo: io non sono sposata, quindi evita di chiamarmi signora, mi fai sentire vecchia!"

 

L'espressione stupita di Luke, divenne ora meravigliata. "Ma Lina, lei... emh... volevo dire tu, non sei sposata con il generale Gourry?! Allora tutto quello che si racconta di voi..."

 

A quelle parole, Lina arrossì, poi si oscurò in volto e chinò il capo; una lacrima sottile le scivolò sulla guancia: lei cercò di nasconderla, ma non fu abbastanza veloce perchè il tenente se ne accorse e volle saperne di più. "Che ti succede Lina? Perchè stai piangendo?"

 

"E' giusto che tu sappia, Luke, sarebbe sciocco tacere, facendo finta di niente... io conosco Gourry già da molti anni... dieci, per l'esattezza... tra di noi sono successe molte cose... alcune belle, altre brutte... abbiamo combattuto insieme prima contro Rezo e Shabranigdo, poi contro Phibrizio e infine contro Dark Star... lui era la mia guardia del corpo... mi seguiva ovunque e io ero felice di viaggiare con lui... anche se era un po' tonto, era un ragazzo adorabile e pian piano ci innamorammo l'uno dell'altra... sei anni fa andammo a vivere insieme a Zakharos, ma poi..." E con poche parole, tentando di non scoppiare in lacrime, la giovane raccontò al tenente di quelle strane lettere, di Myr e di tutto il resto.

 

Dal canto suo, Luke era sempre più sorpreso perchè le parole di Lina disegnavano un'immagine del suo generale, che lui aveva sempre ammirato e rispettato, del tutto nuova che contrastava anche in modo stridente con l'uomo coraggioso e simpatico che conosceva.

 

"E' veramente incredibile" disse infine il soldato "come le persone che crediamo di conoscere spesso ci nascondono un passato del tutto diverso... sapevo che il generale era stato mercenario ma non immaginavo che avesse avuto esperienze del genere, nè che si fosse fidanzato con... con una ragazza bella come te Lina, per poi abbandonarla in quel modo vergognoso!" concluse Luke, rosso in viso e imbarazzato per quanto aveva detto. 

 

"Luke ascolta, io non voglio che tu perda la stima che hai di Gourry a causa di quanto ti ho detto. Io non l'ho perdonato per ciò che mi ha fatto, è vero, però capisco che ha sofferto ma che ora è finalmente riuscito a rifarsi una vita qui, come io me la sono rifatta a Zakharos, con mia figlia, quindi questa vecchia storia deve rimanere sepolta nel passato... fa finta che io non ti abbia detto nulla, intesi?"

 

Il giovane stava per rispondere, ma delle voci femminili, tra cui ne spiccava una più allegra e squillante delle altre, lo informarono che si stava avvicinando la regina Amelia con le sue dame.

 

Luke si irrigidì nel saluto militare, proprio mentre quattro donne svoltavano l'angolo del corridoio.

Al centro del gruppetto stava una giovane, un po' più piccola delle sue compagne, con lisci capelli neri che le arrivavano poco oltre le spalle, adornati da una sottile corona d'oro bianco costellata di diamanti. Indossava un vestito di seta color indaco, stretto in vita da una cintura, con maniche strette fino al gomito che poi si allargavano e scendevano ampissime fin quasi a toccare terra. La profonda scollatura a cuore era poi ornata da una sottile collana di perle, che Lina ricordava di aver donato all'amica quando si erano separate anni prima, forse per sempre.

 

Pur immersa in un'animata conversazione con le sue dame, alla regina non sfuggirono le due figure che stavano in piedi presso la porta della sala del trono: ella riconobbe subito il giovane tenente, ma quando posò gli occhi su colei che gli stava accanto ebbe un sobbalzo. Si fermò di colpo, quasi avesse visto un fantasma, poi corse incontro a Lina buttandole le braccia al collo. "Lina! Sei proprio tu! Quanto tempo è passato dall'ultima volta! Sono felice di rivederti... non sai quanto mi sei mancata..."

 

Anche Lina, che pure si era riproposta di mantenere un certo distacco tra sé e quella che ora era la regina di Sailune, stretta in quell'abbraccio, non riuscì a trattenersi e strinse forte Amelia. "Amy... quanto sei cambiata... ora sei la sovrana di Sailune... non più l'ingenua ragazzina che era eternamente alla ricerca di briganti da consegnare alla giustizia e che si cacciava regolarmente nei guai..."

 

"Già sono cambiate molte cose dall'ultima volta... non ho più mio padre... ma almeno ho Zel... sono contenta che lui sia riuscito a trovarti e a portarti qui... avevo davvero voglia di rivederti... mi devi raccontare tante cose..."

 

"Anche tu Amy, amica mia... adesso che sono venuta a trovarti avremo tutto il tempo per parlare... devo farti conoscere una persona... Myr..."

 

La regina si scostò un poco, per guardare l'amica negli occhi. "Myr..." ripetè "Myr... vuol dire pace... devi farmi conoscere la tua pace... non è così?"

 

L'altra annuì, senza dire una parola. Amelia proseguì: "E così non hai trovato la tua pace con Gourry, come desideravi tempo fa... stranezze della vita... lui ora è qui, lo sai, vero?"

 

"Sì, l'ho incontrato... ma vorrei non averlo fatto... rivederlo ha riaperto in me una ferita che credevo si fosse chiusa per sempre... e invece la cicatrice fa ancora molto male... purtroppo..."

 

Amelia stava per replicare, ma Luke le toccò con discrezione il braccio, per richiamare la sua attenzione. "Vogliate scusarmi se vi interrompo, vostra altezza, ma vorrei ricordarvi che è vostro dovere ricevere i sudditi e oggi siete già in ritardo..."

 

"Lo so Luke, lo so" rispose lei con un sorriso, lasciando cadere le braccia dalle spalle dell'amica "Ora vengo... scusami, Lina, vado a sentire per un  paio d'ore i contadini che mi raccontano delle loro mucche perse nel bosco o delle galline che non fanno le uova... sai certe loro storie sono davvero assurde! Ci vediamo dopo!"

 

E con un ondeggiante gesto di saluto lasciò l'amica e si diresse nella sala del trono, accompagnata dalle dame.

 

Luke la seguì per un attimo con lo sguardo e poi si volse verso Lina; lei, a braccia conserte, sorrideva fissando l'angolo oltre il quale era sparita la regina. "E' sempre la stessa... in 6 anni non è cambiata di una virgola... eh sì, buon sangue non mente!"

 

Il tenente la fissò, stupito. "Non far caso a quello che dico, Luke. Tu non hai conosciuto Amelia e non puoi sapere come era 7 o 8 anni fa... non puoi immaginare cosa ti sei perso: ti assicuro che era spassosissima... con quelle sue prediche sulla giustizia..."

 

"Ma Lina! Come puoi prenderti gioco così della regina?!"

 

"Per me Amelia non è la regina di Sailune... per me e per i miei amici Amelia è solo Amelia... la ragazzina impacciata e buffissima che andava in giro per i boschi ad arrestare briganti nel nome della giustizia... non prendertela, Luke: noi siamo fatti così e niente ci farà cambiare..."

 

E, così dicendo, si allontanò nella direzione opposta a quella in cui si era diretta Amelia, per uscire dal castello e ritrovare Zelgadiss e sua figlia... ma nel cuore aveva ancora quello sguardo disperato di Gourry e nella testa continuava a rimbombagli la stessa frase: -E' stata solo colpa mia... so che non potrai mai perdonarmi...-

 

E invece... invece forse era possibile... tutto è possibile...

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Capitolo 6
*** Cap.5 - Essere o non essere, ancora una volta ***


Capitolo 5: Essere o non essere, ancora una volta

Capitolo 5: Essere o non essere, ancora una volta.

 

 

Rimasto solo nel luminoso corridoio, Luke restò per un momento come incantato a fissare l'angolo oltre il quale era sparita Lina: quella donna, così giovane che però era già passata attraverso moltissime esperienze, anche dolorose, gli aveva lasciato una profonda impressione.

 

Il suo comportamento apparentemente spensierato, anticonformista e sbarazzino celava in realtà una personalità complessa e per questo affascinante; tutto ciò che Lina faceva o diceva, anche la cosa più banale, restava inevitabilmente segnato dal suo carattere.

 

Il tenente ripensò alla storia che lei gli aveva raccontato: certamente doveva soffrire moltissimo mentre ne parlava, eppure non lo dimostrava affatto... preferiva tenersi tutto dentro, non scaricare sugli altri il proprio dolore. Aveva una personalità forte, mossa da una volontà insondabile e inarrestabile... una personalità che era in grado di dominare che le stava accanto, ma che non abusava mai di questo potere...

Sì, Lina aveva fascino, un fascino magnetico.

 

Solo allora Luke intuì che cosa di Lina avesse fatto innamorare Gourry e capì che quel qualcosa stava già facendo irrimediabilmente innamorare anche lui.

 

Questo aprì dentro di lui un conflitto: da una parte si sentiva libero di amare Lina e di essere riamato da lei, mentre dall'altra voleva soffocare quel sentimento perché intuiva che tra lei e Gourry c'era ancora qualcosa, nonostante tutto.

 

Stavolta però, per la prima volta nella sua vita, Luke si ribellò a sé stesso e al suo senso del dovere. 'No! In questa occasione non devo cedere! In fondo Lina mi ha detto che tra lei e il generale è tutto finito e che lei non l'ha perdonato e non ha intenzione di farlo... non lo ama più quindi perché dovrei tirarmi indietro? Perché devo rinunciare a lei e al suo amore? Lina ha diritto ad avere un'altra possibilità e sarò proprio io ad offrirgliela!'

 

Presa questa decisione, il tenente si diresse verso l'alloggiamento delle guardie appena fuori le mura, per la sua quotidiana partita a carte con il capitano Kibil, accompagnata da un goccetto di vino buono e da quattro chiacchiere tra uomini.

 

Quel breve momento di svago era l'unico che l'inflessibile tenente Luke Aoi si concedesse durante l'orario di servizio, ma quel giorno la sua mente non era concentrata sulle carte, né tanto meno sulla conversazione. Ben altri pensieri lo assalivano e infatti il suo gioco, di solito brillante, risultò pessimo.

 

Nel frattempo, l'oggetto delle riflessioni di Luke attraversava la piazza del mercato, che a quell'ora (erano quasi le tre del pomeriggio) si andava svuotando delle sue bancarelle.

 

Ne erano rimaste davvero poche, tra cui il banco del venditore di dolciumi, davanti al quale stava una mezza dozzina di persone, in attesa di portarsi a casa qualcosa con cui festeggiare la fine della settimana lavorativa; tra i clienti, Lina scorse anche le robuste spalle di Zelgadiss, sulle quali stava seduta Myr.

 

La donna accelerò il passo e li raggiunse, proprio mentre il giovanotto pagava il conto. La bambina intanto, addentava con gusto un biscotto al miele e l'espressione beata del suo viso rivelò immediatamente che il dolcetto era gradito.

 

"Allora piccola, ti sei divertita con lo zio Zel?" le domandò la madre.

 

Myr rispose con delle parole incomprensibili, accompagnate con cenni affermativi della testa, che Zel si preoccupò di tradurre: "Stai tranquilla, Lina. Myr si è divertita e si è comportata molto bene... ma veniamo a te piuttosto: dove ti ha portato quell'energumeno all'ingresso?"

 

"Non preoccuparti, come vedi sto bene. Quel soldato mi ha, per usare un eufemismo, gentilmente accompagnato fino all'alloggiamento dei militari sotto le mura, che ho scoperto essere diventato anche l'ufficio del comandante delle Guardie Cittadine. Lì ho incontrato Kibil, il cugino di Amelia... perché non mi hai detto che era diventato capitano?!"

 

Zelgadiss rise. "Ah, Kibil, certo! Non ti ho detto niente di lui perché... beh, perché me ne sono dimenticato, semplice! E comunque l'hai visto anche da sola, no?"

 

La giovane scosse il capo. "Questa non è una buona giustificazione... allora chissà quante cose ti sei dimenticato di dirmi, oltre a questa! Non c'è storia: stai perdendo colpi, Zel... l'età si fa sentire, eh?"

 

"Non prendermi in giro, Lina!" ribatté lui, punto sul vivo "Continuando il discorso, non puoi essere rimasta due ore con Kibil... dove sei andata dopo?"

 

"Nel castello" rispose pronta la ragazza "Dove ho fatto alcuni incontri... uno spiacevole, uno interessante e uno piacevole. cominciamo dall'inizio. Dunque, sono entrata e ho girato un po' per i corridoi, cercando di raggiungere la sala del trono... ma ultimamente devono aver cambiato qualcosa perché non riuscivo a trovarla."

 

"Spiacente di deluderti, Lina, ma il castello di Sailune è rimasto esattamente lo stesso da quando è stato costruito più di quattro secoli fa, quindi è la tua memoria che fa cilecca!"

 

La giovane gli fece una boccaccia e poi proseguì. "In ogni caso: svoltando un angolo, mi sono imbattuta in tre uomini che discutevano animatamente. Ho ascoltato per un po' e poi quando uno di loro se n'è andato, sono sbucata fuori e mi sono trovata davanti..." La voce le si spense: Lina non aveva il coraggio di continuare e rivivere quei momenti.

 

La chimera capì e la incitò a passare oltre, cosa che lei fece più che volentieri. "Scusa, ma... è stata un'emozione troppo forte... te ne parlerò in un'altra occasione... Allora, dopo averlo lasciato, ho continuato a girare per il castello e mi sono imbattuta in un giovane tenente, Luke Aoi, che è alle sue dirette dipendenze. Mi sono fermata un po' a parlare con lui, finché non abbiamo visto arrivare Amelia... Zel, è diventata bellissima, sembrava un'altra persona, davvero..."

 

Zelgadiss si fece rosso in viso e annuì. "Lo so, diventa più bella ogni giorno che passa... non riesco a capire come possa amarmi... mi sembra di vivere un sogno e ho paura di svegliarmi all'improvviso, solo e triste... senza di lei..."

 

Lina gli posò una mano sul braccio. "Non succederà Zel, non può succedere, perché questo non è un sogno. E' la realtà, e sono sicura che presto potrai anche sposarla, la tua Amelia... vedrai, lo troveremo quel libro! Lo troverò io per voi! Ti do la mia parola!"

 

"Grazie di tutto Lina... sei veramente una grande amica. Ti assicuro che..."

 

Ma il giovanotto non finì la frase perché Myr, sentendosi trascurata ed esclusa da quei discorsi che non capiva, aveva pensato bene di richiamare l'attenzione su di sé infilando in testa a Zelgadiss il sacchetto dei biscotti.

 

"No Myr! Cosa stai facendo a Zel?!" esclamò la madre prendendo in braccio la figlia e togliendola dalle spalle dell'altro. "Perché gli metti il sacchetto pieno in testa? Sporcherai tutti i dolcetti!"

 

"No mamma, stai tranquilla, i biscotti non si sporcano!" rispose candidamente la bambina "Non ce ne sono più!"

 

"Ha ragione lei, Lina" intervenne Zelgadiss, togliendosi dalla testa il sacchetto vuoto e mostrandolo alla donna "Quella golosa se li è mangiati tutti, dal primo all'ultimo!"

 

"Oh Myr, sei davvero incorreggibile!" la rimproverò la madre, fingendosi contrariata "Non hai lasciato neanche un biscottino per la tua mamma?!"

 

La bimba la guardò, sinceramente dispiaciuta. "Scusa... non ci ho pensato."

 

Lina sorrise. "Non ti preoccupare, tesoro mio: domani compreremo altri dolcetti, anche più buoni di questi, d'accordo?"

 

La piccola si illuminò in volto. "Evviva! Come sei buona mamma! Non vedo l'ora che arrivi domani!"

 

"Abbi pazienza, sono soltanto le tre! Anzi, mi è venuta un'idea per passare il tempo: adesso andiamo a casa e prepariamo insieme una bella torta da mangiare stasera, ok?"

 

"Ehm, Lina, scusa..." intervenne Zelgadiss, con discrezione "non vorrei stravolgere i tuoi programmi ma ti ricordo che casa tua è a più di 60 miglia da qui ed è un po' difficile tornarci per stasera, non so se mi spiego..."

 

Sul volto di Lina si disegnò un'espressione indecifrabile, un misto tra sorpresa, delusione e presa di coscienza della situazione. "Hai ragione anche tu Zel, ma questo pone un altro problema: dove andiamo a stare io e Myr? Non ho soldi per pagare la locanda e non mi va di rapinare una banda di briganti per procurarmeli!"

 

"Non è affatto necessario derubare dei ladri per procurarsi del denaro, anche perché non ti servirebbe... tu e tua figlia verrete a stare al castello di Sailune, come sempre, no?"

 

"Ti ha mai detto nessuno che sei davvero intelligente, Zelgy?"

 

"Beh, sì, me l'hanno detto circa un centinaio di persone, forse più, perché?" rispose lui, vago

 

Lina liquidò l'argomento con un gesto della mano. "No, non importa... Dunque, dato che dobbiamo alloggiare a palazzo, sarà anche il caso che tu ci porti là, no? Quindi muoviamoci, non mi va di far aspettare i cuochi che mi dovranno preparare la cena: devo comunicargli subito il menù per stasera!"

 

"Credo che la lista delle portate sia già stata decisa, Lina" intervenne una voce "Anche perché stasera si terrà a palazzo una cena di gala offerta da sua maestà la regina Amelia in tuo onore!"

 

La ragazza e il giovanotto si voltarono verso che aveva parlato e si trovarono di fronte tre soldati della Guardia: al centro stava Gourry, affiancato da Kibil e da Luke.

 

Al vederlo, la donna si irrigidì e, istintivamente, spinse la figlia dietro di sé, nascondendola alla vista dei tre soldati, quasi la volesse proteggere da quel padre che lei non aveva mai visto.

 

Solo Luke se ne accorse, ma non diede segno di averlo fatto e Gourry proseguì il suo discorso. "Comunque puoi prendere visione del menù e fare tutte le modifiche che vuoi, anche se non credo che avrai qualcosa da ridire: ho curato personalmente la scelta dei cibi, inserendo quelli che ricordavo tra i tuoi preferiti."

 

"Hey Gourry, come sei formale!" esclamò Zelgadiss per alleggerire un po' la tensione tra i due, che ormai era palpabile. "Da quando in qua parli in modo così sofisticato?"

 

Lo spadaccino sorrise forzatamente. "In effetti non è proprio nel mio stile, ma... un ufficiale della Guardia deve avere un certo contegno, no Luke?"

 

Il tenente, che si poteva definire il formalismo personificato, rispose immediatamente: "Sissignore, esatto signore!"

 

"Luke, quante volte ti ho detto che quando non siamo in servizio non voglio che tu sia così rigido e formale? Dammi del tu per favore... lasciati un po' andare qualche volta!"

 

"Nossignore, questo è impossibile. Lei resta sempre il mio generale, signore!"

 

"Luke!" intervenne Lina, posando una mano sul braccio del giovane, che subito si fece purpureo "Ricordi cosa ti ho detto prima? Io e i miei amici non siamo abituati a tutte queste formalità! Conosco Gourry e ti posso assicurare che lui non si offenderebbe se anche tu gli dessi del tu sempre, anzi, ne sarebbe felicissimo! Fidati!"

 

"Se... se lo dici tu, Lina... e se lei permette, signore..." disse Luke, esitante "...allora lo farò..."

 

Gourry annuì, ma intanto osservava sospettoso le reazioni del suo sottoposto di fronte a Lina, e si accorse con preoccupazione che Luke sembrava avere un debole per lei.

E, purtroppo, aveva il sospetto che neanche a Lina il giovane tenente fosse indifferente. Un brutto presentimento si fece strada nel suo cuore, colpendolo nell'intimo e riaprendo ferite che credeva sanate.

 

Ma il passato non si cancella con un colpo di spugna, anche se lo si vorrebbe... le sofferenze lasciano nell'animo un segno profondo e indelebile e le cicatrici che si formano tornano a far male quando uno meno se lo aspetta.

E di questo Gourry se ne stava rendendo conto a sue spese.

 

Nell'imbarazzante silenzio che si era creato, si inserì provvidenzialmente Kibil. "Beh, dato che Lina deve partecipare ad un pranzo importante, credo che avrà bisogno di un po' di tempo per rilassarsi e prepararsi per stasera, no? Quindi mi sembra opportuno mostrarle subito i suoi appartamenti. Non siete d'accordo con me?"

 

"Hai ragione, Kibil."rispose lo spadaccino, con aria assente " Per favore, occupatevi di tutto voi, io ho altre faccende da sbrigare... Lina, Zel, ci rivediamo stasera a cena! Buon pomeriggio!" E, salutando affrettatamente il gruppo, si allontanò a lunghi passi verso l'alloggiamento delle guardie.

 

"Mamma, mamma..." intervenne Myr, sbucando fuori da dietro la gonna di Lina "Chi era quel signore?"

 

"Ah, e così lei sarebbe Myr..." esclamò Luke "Complimenti Lina: tua figlia è davvero una bella bambina!"

 

Kibil strabuzzò gli occhi. "Questa sarebbe tua figlia?! Non sapevo che ti fossi sposata nel frattempo, Lina! Chi è il fortunato? E perché non è qui con te?"

 

La donna, colta alla sprovvista esitò. “Beh...” iniziò infine, chinandosi poi subito dopo per prendere in braccio la bambina e guadagnare un po’ di tempo.

Per sua fortuna, Zelgadiss si rese conto del suo imbarazzo e rispose per lei. "Vedi, Kibil... il marito di Lina è morto tanti anni fa. Era un giovane del suo paese... e purtroppo ci ha lasciati prima che Myr nascesse e non ha mai potuto vedere la sua creatura..."

 

Il capitano delle Guardie rimase interdetto. "Mi dispiace di essere stato così indelicato, Lina... non sapevo che fossi rimasta vedova... scusa."

 

"Non... non importa Kibil... ormai sono passati 5 anni... ho superato quel brutto momento..."

 

"Mamma, uffa! Perché non mi rispondi?" piagnucolò Myr, tirando i capelli alla madre per farsi notare "Non mi hai ancora detto chi era quel signore in divisa! E poi chi sono anche loro?!"

 

"Myr ha ragione, Lina! Non le abbiamo ancora presentato i suoi nuovi amici!" disse la chimera "Su ragazzi, presentatevi!"

Lina tirò un sospiro di sollievo e mentalmente ringraziò Zel per aver sviato la conversazione.

 

"Con piacere Zel! Allora Myr, io sono Kibil e lui è il mio amico Luke! siamo felici di conoscerti, principessina!" aggiunse infine, galantemente, prendendo la mano della bimba e portandosela alle labbra.

 

Myr però non capì il significo del gesto e, pensando che il giovane le volesse fare del male, ritrasse la mano e gli tirò un sonoro ceffone in faccia. Kibil rimase interdetto mentre Luke e Zel scoppiarono a ridere; dal canto suo, Lina si limitò a scuotere la testa, sconsolata: sua figlia non sarebbe mai stata una ragazza rispettosa del galateo... proprio come lei.

 

Quando riuscì a smettere di sghignazzare, cosa che richiese qualche istante, Zelgadiss propose di condurre Lina e sua figlia al castello. I due soldati approvarono l'idea e i cinque si diressero all'entrata principale della costruzione.

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Capitolo 7
*** Cap.6 - Ferito e sanguinante, il mio cure continua a piangere ***


Capitolo 6: Ferito e sanguinante, il mio cuore continua a piangere

Capitolo 6: Ferito e sanguinante, il mio cuore continua a piangere.

 

 

Appena sola nella sua spaziosa stanza, che si apriva sul lato sud del castello, con una splendida vista sul parco, Lina si buttò sul letto e trasse un profondo sospiro.

 

Chiuse gli occhi e ripercorse i molteplici avvenimenti delle giornata: le facce che aveva veduto, le parole che le erano state dette... sì, ritornare a Sailune dopo tanto tempo era stata un'esperienza bellissima.

Con un unico neo. Nella sua mente era sempre impresso il volto di Gourry, l'espressione di disperata sconfitta e supplichevole richiesta di perdono dei suoi occhi, la sua voce incrinata per l'emozione di averla rivista.

 

Le aveva chiesto scusa, aveva domandato il suo perdono... ma lei era in grado di darglielo?

 

La ragazza sentì una lacrima scivolarle sulla guancia. Rivedere l'uomo che aveva amato più di sé stessa ma che l'aveva abbandonata proprio quando lei ne aveva più bisogno le aveva provocato nel cuore un tumulto di sentimenti e sensazioni contrastanti. Una parte di lei l'avrebbe perdonato subito, l'aveva fatto già cinque anni prima, quando lui se n'era andato così, senza un perché, invece l'altra lo odiava per tutto quello che le aveva fatto... e ora, che atteggiamento prendere?

 

Lui l'amava ancora? Come si sarebbe comportato? Avrebbe tentato di riconquistarla o se ne sarebbe stato in silenzio, non volendo sconvolgere di nuovo la sua vita? E Myr? Che fare con lei? Doveva sapere la verità su suo padre o era meglio tacerle tutto?

 

"Basta! Non ne posso più!" esclamò Lina, mettendosi a sedere di scatto e prendendosi la testa tra le mani. "Perché dev’essere tutto tanto difficile? Cosa ho fatto per meritarmi di soffrire così? Perché questo deve succedere proprio a me? Perché proprio ora che ero riuscita a rifarmi una vita senza di lui? Perché?!"

 

La donna scoppiò in singhiozzi convulsi. Si sentiva sciocca ad abbandonarsi alle lacrime, sapeva che così non avrebbe risolto nulla, ma non riuscì a trattenersi.

 

All'improvviso sentì bussare alla porta. "Lina, posso entrare?"

 

La giovane sussultò: quella era la voce di Luke, ne era certa. Non poteva sbagliarsi: solo lui aveva una voce così dolce e forte insieme. Solo lui, che pure aveva conosciuto soltanto quel pomeriggio, era riuscito a farla sentire tanto a suo agio, da spingerla a raccontargli tutta la sua storia, che aveva tenuto segreta per 5 lunghissimi anni. Solo lui, Luke...

 

Lina non si diede neanche la pena di asciugarsi le lacrime; una voce dentro di lei le diceva che il giovane tenente avrebbe capito comunque che qualcosa non andava, quindi, perché cercare inutilmente di nasconderlo?

 

Aprì la porta e si trovò davanti il ragazzo, sempre avvolto nella sua impeccabile divisa; senza dir nulla lo fece entrare e gli indicò un sedia, ma lui non si sedette, aspettando in piedi che la sua ospite si fosse accomodata, da perfetto cavaliere.

 

Intanto però la osservava attentamente: Lina indossava ancora il lungo vestito verde di prima, ma si era tolta lo stretto corpino e ora l'abito le ricadeva morbido sul corpo, senza evidenziare altro che la statura minuta e il fisico snello della donna.

I capelli non erano più raccolti in una treccia come prima ma le ricadevano sciolti sulle spalle e alcune ciocche le coprivano il petto, dando all'intera figura di lei un non so che di fragile e doloroso.

 

Lina si sedette nuovamente sul letto e il soldato la imitò, senza però staccarle lo sguardo di dosso.

 

Dopo qualche istante, infine, lui ruppe il silenzio. "Lina, che cosa c'è? Hai gli occhi lucidi... hai forse pianto?"

 

La donna annuì lentamente. "Sì, ho pianto. Ho pianto come non facevo da quando Gourry mi ha lasciato... e se lo vuoi sapere, ho pianto per lui, per causa sua... Luke, se lo sai, ti prego, dimmi perché tutto questo sta succedendo proprio a me? Non ho già pagato il mio debito con la sorte, soffrendo quello che ho sofferto?" Nella sua voce era celata una preghiera disperata, che non sfuggì all'attento Luke.

 

"Non lo so, purtroppo non so risponderti, anche se vorrei farlo... però credo di sapere cosa posso fare per aiutarti. Non considerarmi sfacciato, Lina, ma tu hai bisogno di un compagno, di qualcuno che ti possa sostenere quando ne hai bisogno... tu sei forte, l'ho capito dal coraggio con cui mi hai raccontato la tua storia, ma non puoi farcela da sola... anche tu sei un essere umano, e come tutti gli esseri umani hai un nucleo fragile... ben protetto forse, ma c'è, e questa esperienza secondo me lo sta intaccando... e se qualcuno non fa qualcosa, temo che presto si romperà. E allora tu perderesti il senno o cadresti preda della disperazione più assoluta..."

 

La ragazza scosse tristemente il capo, in segno di diniego. "Non c'è nessuno che può aiutarmi, Luke... l'unico a poterlo fare era Gourry. Ma ora che lui mi ha abbandonato, sono sola al mondo... sola con mia figlia..."

 

"Non dire così, Lina! Per tutti a questo mondo esiste un compagno, devi solo crederci e lo troverai!"

 

"Io ci credevo, ma la vita mi ha dimostrato che non è vero... l'uomo può contare solo su sé stesso..."

 

A quelle parole, il tenente si alzò di scatto e andò ad inginocchiarsi di fronte alla donna, prendendole le mani con foga. "Lina tu devi avere un'altra possibilità! Ricomincia a sperare, a credere che tutto può ancora cambiare! Tu non sei sola: ci sono io con te, e ti giuro sul mio onore che non ti abbandonerò mai, per tutto il resto della mia vita!"

 

Di fronte a quel gesto di dedizione totale, Lina si sentì confusa e ritrasse le mani, arrossendo violentemente. "Luke, ti prego, non dire queste cose. Io non sono niente per te e non voglio che tu ti preoccupi oltre misura per la mia situazione. Quello di prima è stato solo uno sfogo momentaneo... adesso mi è passato tutto... sono perfettamente in grado di cavarmela da sola e non voglio assolutamente legarti a me con una promessa di fedeltà eterna, non sarebbe giusto..."

 

"Lina, io non ti ho detto parlato così perché mi fai pena o altro, ma perché me lo sento nel cuore... una voce, dentro di me, mi dice che questa è la cosa giusta da fare! Ti prego, concedimi di restarti accanto! Non voglio alcun riconoscimento, voglio solo proteggerti da tutti i pericoli che potresti incontrare..."

 

Nella mente di lei risuonarono chiare le parole che aveva udito pronunciare quasi dieci anni prima da un'altra voce d'uomo, anch'essa gentile e protettiva: -Una ragazzina come te non può fare da sola il viaggio fino ad Ataratsu Shitei, è troppo pericoloso, ti accompagnerò io, d'accordo?-

 

Tanto tempo prima, Gourry le aveva detto le stesse cose. Lei aveva accettato la sua proposta e avevano cominciato a viaggiare insieme; alla fine si erano innamorati l'uno dell'altra e poi... e poi era successo ciò che Lina non aveva immaginato neanche nei suoi peggiori incubi: era rimasta sola, sola contro tutto e contro tutti, senza più nessuno...

 

No, non poteva e non doveva accadere ancora e l'unico modo di evitarlo era continuare la sua sfida con la vita contando solo sulle proprie forze. "No, Luke, non voglio. Quando incontrai Gourry per la prima volta mi disse esattamente le stesse cose e sai bene anche tu come è finita tra noi... non me la sento di rischiare ancora."

 

"Ascoltami Lina, io non sono come Gourry... io non ti abbandonerei mai... ti prego, credimi! Dammi almeno una possibilità..."

 

"No! Non ce la faccio. E' la mia ultima e definitiva parola sull'argomento. E ora lasciami sola, per favore, devo vestirmi per stasera."

 

Di fronte a quel garbato ma fermo invito ad alzare i tacchi, al tenente non restò altro che chinare la testa e obbedire. Giunto sulla soglia, però, si voltò ancora verso la ragazza e le disse: "Se mai cambiassi idea, sappi che io sono sempre qui ad aspettarti."

 

Detto questo, uscì in silenzio. La ragazza lo seguì fin sulla porta e poi lo accompagnò con gli occhi, finché non scomparve dietro l'angolo del corridoio.

 

Quando non lo vide più, Lina crollò il capo e una lacrima le scivolò sul viso. 'Sono stata una sciocca, una vera sciocca... perché non ho gli ho detto di sì? Perché? Perché non ho avuto il coraggio di dirgli che gli voglio bene? E' tutta colpa tua, Gourry! Mi hai rovinato la vita, mi hai perfino reso incapace di amare!'

 

Nel rientrare nella sua stanza, la donna alzò lo sguardo e, quattro o cinque metri più in là, scorse un uomo, che evidentemente aveva visto uscire Luke dalla sua camera e che era rimasto piuttosto stupito di quella scena.

 

"Che cosa ci faceva Luke in camera tua, Lina?" le urlò lui.

 

Lei non gli rispose. Pallida in volto, si chiuse violentemente la porta alle spalle, desiderando soltanto rimanere sola e non vederlo più. 'Perché devi continuare a tormentarmi? Che cosa ho fatto per meritarmi questo?'

 

Nel frattempo, Zelgadiss stava accompagnando la piccola Myr a fare un giro per le stanze del castello.

Stavano passando davanti alla sala del trono, quando tutte le guardie si misero sull'attenti e un usciere spalancò la porta, annunciando il passaggio della regina Amelia e del suo seguito.

 

Il giovane prese in braccio la bambina e insieme attesero, l'uno con gioia, l'altra con curiosità, l'arrivo della sovrana. Quando lei comparve, le labbra di Zel si schiusero in un raro sorriso, mentre Myr osservava estasiata la corona luccicante che ornava il capo di Amelia.

 

"Oh ciao, Zel! Non sapevo che intendessi venire ad aspettarmi dopo le udienze! Come mai questa decisione?" gli domandò la regina, sorridendogli dolcemente.

 

"Beh, in verità stavo accompagnando Myr a fare un giro del castello e siamo qui quasi per caso..."

 

Apprendendo che Zelgadiss non era venuto lì per lei, gli occhi di Amelia lanciarono all'amato un dolce rimprovero, ma poi la ragazza si fece prendere dalla curiosità attorno alla piccola che era con lui. "Zelgy, tesoro, spiegami una cosa: chi è questa bambina? Sembra la fotocopia di Lina in miniatura... ma non può essere... no, non mi dirai che..."

 

"E invece è proprio così Amy. Questa bimba si chiama Myr ed è figlia di Lina... per questo le somiglia così tanto. Myr, questa è la regina Amelia."

 

"Allora tu sei la zia Amelia, la fidanzata dello zio Zel! Proprio come mi aveva raccontato la mamma!"

 

La ragazza arrossì. "Emh, sì, si può dire che io sono la... fidanzata di Zel... ma ora rispondi tu alla mia domanda, Myr: chi è il tuo papà? E dov'è adesso?"

 

La bambina si fece pensierosa. "Non lo so, zia Amelia..." disse infine "Non l'ho mai visto... la mamma mi ha sempre detto che è partito per un paese lontano lontano prima che io nascessi... è andato lassù, e adesso è molto felice." E indicò col dito il cielo azzurro, che si scorgeva fuori dalla grande finestra.

 

Amelia impallidì e si rivolse al giovanotto, che aveva una strana espressione dipinta sul viso. "Zelgadiss... vuoi dire che Lina si è sposata ed è rimasta già vedova... Myr avrà circa cinque anni e se dice che suo padre è morto prima della sua nascita, significa che... santo cielo, è terribile. Perché Lina non ci ha mai detto nulla, né del matrimonio, né di sua figlia, né di suo marito? Che le è preso?"

 

Zelgadiss scosse la testa. "Lina non ha parlato neppure con me, io so esattamente quello che sai tu." mentì.

 

"Eppure quando l'ho vista prima, non mi è sembrata triste... si è rabbuiata solo un attimo quando le ho domandato perché non si fosse sistemata con Gourry... per il resto mi è parsa completamente normale. Se ben ricordo, dopo la lotta contro Dark Star, quei due erano ripartiti assieme... Gourry è arrivato qui al castello circa un anno dopo, dicendomi che Lina si era messa con un altro e che lui era rimasto "disoccupato". Dev'essere stato allora che si è sposata ed è nata Myr. Le date coincidono." Amelia si interruppe per un momento "Ho deciso: vado a parlare con Lina!" esclamò poi "Voglio che mi dica come si sono svolti realmente i fatti!"

 

"No Amy, non farlo. Quello per Lina è stato sicuramente un periodo doloroso, e la faresti soffrire ancora chiedendole di ricordare... aspetta e prima o poi te ne parlerà lei stessa, ne sono certo!"

 

La regina chinò il capo. "Hai ragione, Zel. Non voglio che Lina abbia dei dispiaceri per causa mia. Bene, aspetterò. Adesso scusami, ma ho delle faccende da sbrigare. Ci vediamo stasera a cena. Ricorda, alle 8 precise nel salone delle feste!"

 

Detto questo Amelia diede un rapido bacio sulla guancia al giovanotto e poi si allontanò in direzione dei suoi appartamenti, seguita dalle dame, che la attorniavano sempre, ossequiose e sorridenti, come fanno le api con i fiori profumati.

 

Rimasto solo, Zelgadiss depose dolcemente a terra la bambina e, prendendola per mano si diresse verso la stanza che occupava Lina.

 

Ma, giunto a pochi metri dalla porta della camera, si trovò di fronte lo spadaccino che fissava l'uscio chiuso, perso nei suoi pensieri. "Ehi, ciao Gourry!" lo salutò Zelgadiss "Come mai qui?"

 

Lui, sentendosi chiamare, sussultò e sembrò ritornare bruscamente, ma con sollievo, alla realtà. "Oh sei tu, Zel... non ti avevo sentito arrivare." si scusò poi; stava per riprendere il discorso quando si accorse della presenza di Myr. Gourry impallidì all'istante e una rapida serie di espressioni diverse, riflesso dello sconvolgimento emotivo che lo aveva preso, alterò le fattezze del suo viso. "Lei... lei è... perciò io... mi sento un verme... non avrei mai dovuto comportarmi così per quella vecchia storia..."

 

Myr e Zelgadiss lo fissavano meravigliati. "Gourry che ti succede? Di cosa stai parlando? Perché ti dai del verme? Spiegati!" gli domandò poi quest'ultimo.

 

Ma il soldato non rispose, preso com'era dai suoi pensieri e dalle emozioni contrastanti che lottavano dentro di lui. Alla fine, senza dire una parola, la testa tra le mani, le guance rigate di lacrime, corse via, lasciando l'amico e la bimba perplessi e stupiti a domandarsi che cosa mai gli fosse passato per la testa di tanto terribile da sconvolgerlo in quel modo.

 

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Capitolo 8
*** Cap.7 - Guarda, una penna e un libro bianco... ***


Capitolo 7: Guarda

Capitolo 7: Guarda... una penna, un libro bianco.

 

Rimasto solo con Myr, Zelgadiss decise che era ora di ricondurre la piccola dalla madre e bussò alla porta della camera di questa.

 

Da dentro le rispose una voce stanca e triste, che il giovanotto stentò a riconoscere come quella allegra e vivace dell'amica. Entrato, la vide immobile sull'ampio balcone, col pensiero perso chissà dove a guardare con occhi spenti, forse senza neanche vederlo, il parco che si stendeva sotto di lei e che già era quasi interamente assorbito dall'oscurità inquietante della notte.

 

Fuori soffiava un vento freddo, che alzava i capelli di Lina e la faceva rabbrividire leggermente, ma lei sembrava non accorgersene neppure; Zelgadiss era certo che avesse risposto al suo bussare inconsciamente, senza rendersi conto di ciò che faceva, quasi fosse un riflesso condizionato.

 

Il giovane impose silenzio alla bambina e, avvicinandosi lentamente a Lina, le posò sulle spalle una coperta. Poi le parlò con dolcezza: "Lina, cosa ci fai qui? A cosa stai pensando? Fa freddo, ti ammalerai se non rientri..."

 

La ragazza, sentendo la voce di lui, si scosse e sembrò uscire da un sogno. "Zel... sei tu... dove sei stato fino ad ora con Myr? E lei dov'è?..."

 

Il giovane le cinse le spalle con un braccio e la ricondusse nella stanza. "Non preoccuparti, tua figlia è con me, lo è sempre stata..."

 

"Mamma, mamma! Stai male?!" le domandò Myr, ansiosamente, correndole incontro e stringendosi a lei. "Perché eri là fuori? Mi hai sempre detto che alla sera bisogna stare in casa, perché in giro ci sono gli uomini cattivi!"

 

Sentendo l'agitazione della bambina, Lina sembrò tornare completamente alla realtà e, mentre la prendeva tra le braccia, il suo volto si illuminò di un debole sorriso. "Stai tranquilla, tesoro mio, mamma sta bene, stavo solo pensando ed ero un po' preoccupata... adesso però è tutto passato. Allora, ti sei divertita con lo zio Zel?"

 

Rincuorata per le rassicurazioni della madre, Myr aveva ritrovato il suo abituale buon umore e iniziò a raccontare con eccitazione tutto ciò che aveva visto quel pomeriggio.

 

"...E poi c'erano dei signori alti, alti con delle armature tutte bianche che quando passava la zia Amelia diventavano tutti attenti, erano buffissimi! Stavano fermi davanti alle porte e non parlavano..."

 

"Sono le guardie, Myr. Sono incaricate di proteggere la zia Amelia da tutti quelli che vogliono farle del male..."

 

"Ma la zia è forte, è capace di fare tutto da sola, me l'hai sempre detto anche tu, mamma!"

 

Lina sorrise. "Certo, ma ci sono occasioni in cui per un ragazza bella come me, come te o come la zia Amelia è più facile sfruttare dei poveri ingenui come lo zio Zel che..."

 

"Ehi Lina!" si intromise Zelgadiss, fingendosi offeso "Chi sarebbe il povero ingenuo?!"

 

La donna gli lanciò un'occhiata disgustata, come se considerasse il suo intervento assolutamente superfluo e proseguì il discorso come se nulla fosse. "...Ti dicevo, amor mio, tutti gli uomini sono degli ingenui, che si fanno incantare come niente da qualche moina o da qualche curva messa al posto giusto, e una volta ridotti in quello stato puoi farne praticamente ciò che vuoi... ricordatelo, è un tecnica che funziona con il 99% degli individui di sesso maschile!"

 

Myr annuì vigorosamente, mentre il "povero ingenuo" alzava gli occhi al cielo, sconsolato. "Bene, tesoro..." proseguì la ragazza "...dopo questa breve lezione sul comportamento degli uomini, pensiamo a faccende più urgenti. Manca meno di un'ora alle otto e dobbiamo prepararci par la cena, ricordi? Quindi adesso cerchiamo un bel vestitino per te tra quelli che mi hanno portato le dame della zia Amelia, ok?"

 

Così dicendo, Lina depose a terra la figlia e la condusse nella stanzetta attigua a quella in cui si trovavano, che conteneva un grande armadio intarsiato, una cassettiera con uno specchio, un tavolo, un divano e qualche sedia.

 

La donna si diresse direttamente all'armadio di mogano e lo aprì, tirandone fuori dei bellissimi e delicati abiti da sera, a misura di bambina. "Allora Myr, quale preferisci tra tutti questi?"

 

La piccola esitò, ma alla fine puntò l'indice su un vestito color porpora, lungo fin quasi alla caviglia, con dei grandi fiocchi rosa sulle manichine a sbuffo e alla cintura.

 

"E' bellissimo, Myr!" intervenne Zelgadiss "Sono sicuro che ti starà d'incanto!"

 

Anche la madre approvò la scelta e, spinto fuori il ragazzo, vestì in fretta la piccola.

Pochi minuti dopo, Myr riapparve agli occhi curiosi di Zelgadiss, abbigliata e pettinata come un piccola principessina.

 

"C-come sto, zio?" gli domandò la bimba, piuttosto imbarazzata.

 

"Sei stupenda Myr: sarai la più bella della serata, fidati di me!"

 

"Lo zio Zel ha ragione, piccola mia" la rassicurò la madre, chinandosi su di lei e posandole le mani sulle spalle "Non devi aver paura di niente, sei perfettamente all'altezza di fare qualsiasi cosa tu voglia e questa cena non deve spaventarti in alcun modo, ok? Vedrai che alla fine sarà un'abbuffata come tutte quelle che ci facciamo io e te a casa, solo che qui non paghiamo noi!"

 

A quella notizia, Myr sorrise radiosa. "Allora è tutto a posto, mamma! Tu mi hai insegnato bene come ci si comporta alle abbuffate!"

 

"Certo amore, andrà tutto bene. Ora ti dispiacerebbe stare ancora un poco con lo zio Zel? Mamma ha bisogno di tempo per prepararsi..."

 

"Non ti preoccupare, Lina. Porterò Myr in camera mia e le farò vedere qualche trucchetto magico dei più semplici, anche se penso che sarà già un asso in questo campo, visto chi ha per madre!"

 

Lina scoppiò in una risata. "In effetti Myr è già abbastanza abile con la magia, non è vero tesoro? Ma comunque una lezione in più non le farà male!"

 

Zelgadiss annuì e si rivolse alla bambina. "Allora Myr, vieni con me che ti insegno a usare un po' di incantesimi, ti va?"

 

"Evviva! Che bello! Lo zio Zel mi insegna delle altre magie!" esclamò la piccola, entusiasta. "Allora io vado, eh mamma!"

 

"Va bene, Myr, fai la brava!" si raccomandò la donna, lanciandole un bacio.

 

Myr sorrise di rimando e poi corse fuori dalla stanza, seguita dal giovanotto. Rimasta sola, Lina scosse la testa, con le labbra atteggiate a compiaciuto sorriso, chiuse la finestra e canticchiando, andò nel guardaroba a vestirsi per la cena.

 

Finito che ebbe di prepararsi, Lina trasse un profondo sospiro e lanciò un'occhiata alla maestosa pendola che ticchettava discreta nell'angolo della stanza. 'Manca ancora un po' all'ora di cena, posso anche rilassarmi un momento.' si disse infine, sollevata da quella constatazione.

 

Infatti l'attesa di quel banchetto di gala, per cui prima aveva rassicurato sua figlia, le aveva messo addosso un'inspiegabile agitazione: la ragazza aveva paura di qualcosa, ma non sapeva di cosa e questo rendeva il tutto ancora più tremendo.

 

Si sedette lentamente alla scrivania e tirò fuori dal cassetto un piccolo libretto rilegato in pelle. Lo aprì e si trovò di fronte una pagina bianca, che con la sua purezza immacolata sembrava dirle: -Scrivi su di me quello che ti angoscia, raccontami le tue ansie, i tuoi timori e vedrai che dopo sarà tutto più semplice-

 

La donna sorrise, poi impugnò il pennino, lo intinse nel calamaio e scrisse la data, in un angolo del foglio. Poi si ritrasse di scatto, quasi intimorita per aver profanato il biancore di quelle pagine.

Ma dopo una breve esitazione, Lina scosse la testa e cominciò a scrivere di getto, lasciando che le sue emozioni le uscissero dal cuore e si fissassero liberamente sulla carta, senza la mediazione della mente.

 

...Ti detesto, ti odio... Vorrei potertelo dire, ma non ci riesco...

...Hai sconvolto di nuovo la mia vita... Vorrei poter piangere, ma non ci riesco...

...Mi chiedi perdono, dici di essere pentito... Vorrei poterti credere, ma non ci riesco...

 

La ragazza si interruppe di nuovo, stupita di aver pensato e di aver scritto parole così dure all'indirizzo di colui che aveva tanto amato.

 

Una lacrima le scivolò sul viso e cadde sull'inchiostro ancora fresco delle prime parole, cancellandole a poco a poco, così come il tempo aveva lentamente cancellato i sentimenti che esse racchiudevano.

 

Nonostante il pianto le offuscasse la vista, Lina continuò a scrivere, la mano guidata solo dal cuore.

 

...Vorrei poter ricominciare tutto da capo, vorrei poter rinascere, vorrei poter essere di nuovo felice... ma so che è impossibile. Perché la mia vita aveva significato solo accanto a te, ma ora che te ne sei andato l'incantesimo si è rotto e niente potrà più far tornare tutto come era prima... purtroppo...

 

Ma ora ho capito che non è tutto finito: non si deve mai perdere la speranza in un futuro migliore... la felicità è dietro l'angolo, basta saperla vedere e prendere al volo... perché non si può vivere per sempre nel dolore... non è giusto...

 

La pendola batté solennemente otto rintocchi; la donna sussultò a quel rumore inatteso, che venne a rompere il silenzio assoluto che regnava nella stanza. Chiuse di scatto il diario e balzò in piedi, come se si aspettasse che da un momento all'altro qualcuno bussasse alla sua porta per avvertirla che la cena era pronta.

 

E così avvenne. "Lina, posso entrare?" quella che la stava chiamando era la voce di Kibil "Amelia mi ha incaricato di farti da accompagnatore per questa sera e tra i miei doveri c'è anche quello di avvisarti che è in tavola!"

 

"Vieni pure avanti, Kibil, sono pronta, adesso arrivo!"

 

Il capitano delle Guardie entrò nella stanza e si trovò davanti Lina, avvolta in un bellissimo abito di seta senza maniche, color sabbia, stretto sotto il seno da una cintura. Il vestito scendeva fino a coprirle i piedi e la parte inferiore della gonna era impreziosita da pizzi delicati.

La ragazza aveva i capelli raccolti in un morbido chignon, dal quale sfuggivano alcune ciocche che le circondavano il viso, dandole un aspetto quasi angelico.

Portava degli orecchini pendenti di brillanti, abbinati ad un girocollo, con un ciondolo anch’esso tempestato di diamanti.

 

Kibil lanciò un fischio, ammirato. "Mai visto niente di simile, Lina. Sei splendida! Davvero... senti, permetti che ti baci la mano o farai anche tu come tua figlia?"

 

Lei rise, ricordando il sonoro ceffone che la piccola Myr aveva mollato al giovanotto, che in realtà cercava solo di essere galante. "Devi scusarla, non è che una bambina! Comunque io un po' di galateo lo conosco... se vuoi fare il baciamano, fallo pure, anche se non ne vedo la necessità!"

 

"Sai, una delle cose che ci insegnano quando ci prepariamo ad entrare nel corpo dei Paladini della Guardia Reale..." le rispose il giovane, inginocchiandosi davanti a lei "...è che con le signore bisogna sempre essere molto galanti, in qualsiasi circostanza!"

 

Lina sorrise, sfilandosi il lungo guanto che le copriva la mano destra e porgendola al ragazzo. "E scommetto che questa è una delle cose che quello zoticone di Gourry non ha mai imparato!"

 

"Ti sbagli, invece!" la contraddisse Kibil, rialzandosi e dandole il braccio "Gourry conosce perfettamente il galateo e lo mette in pratica altrettanto bene! Mi ricordo com'era quando viaggiavate insieme e ti assicuro che da allora è cambiato moltissimo, pensa che ha perfino imparato ad usare qualche incantesimo dei più semplici e, se possibile, è diventato ancora più bravo nel maneggiare le armi! Ora è praticamente imbattibile!"

 

La donna, pentendosi di aver tirato in ballo Gourry, si irrigidì e strinse forte il braccio di lui. "Scusami Kibil” lo interruppe gelida “ma preferisco non parlare di Gourry se non è strettamente necessario, ok? Adesso sbrighiamoci, altrimenti faremo tardi per la cena."

 

"Come desideri, non volevo infastidirti. Dai, vieni con me, andiamo a raggiungere gli altri nel salone delle feste!"

 

Lina annuì e la coppia si avviò. Dopo un attimo i due si ritrovarono all'ingresso di un lungo corridoio, piantonato da dei soldati, al termine del quale si intravedeva una sala illuminata, da cui proveniva un certo brusio.

 

Superate le guardie, Kibil indicò col dito il salone. "Ecco, quello è il salone delle feste, tutti gli altri ci aspettano là!"

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Capitolo 10
*** Cap. 9 - Il tempo non è nient'altro che tempo ***


Capitolo 9: Il tempo non è nient'altro che tempo, è come un verso senza rima

Capitolo 9: Il tempo non è nient'altro che tempo, è come un verso senza rima...

 

Gourry salì velocemente le scale che portavano alla torre principale del castello, dalla cui terrazza, alta decine di metri, si godeva, nei giorni sereni, una vista spettacolare.

 

Non ancora uscito dalla tromba delle scale, il ragazzo fu investito dalla luce della luna che illuminava quasi a giorno la notte, dandole un qualcosa di magico.

 

Quando lo spadaccino giunse alla sommità del torrione, scorse una figura sottile, che stava immobile davanti al parapetto a fissare la volta stellata sopra di lei.

 

Tirava una leggera brezza primaverile che alzava dolcemente i capelli della donna, ora non più raccolti ma sciolti sulle spalle. Sentendo dei passi alle sue spalle, lei si voltò, scostandosi dal viso una ciocca color rame, che il vento tentò subito di riportare dov'era.

 

Lina stava per sorridere al nuovo venuto, ma quando riconobbe Gourry, nei suoi occhi comparve un'espressione stupita. "Che cosa sei venuto a fare fin quassù?" gli domandò infine con una voce che si sforzava inutilmente di suonare tranquilla e naturale.

 

Lui, che non aveva ancora mosso più di tre passi dalla porta della torre, le si avvicinò lentamente. "Sono venuto per dirti la verità, Lina... la verità sul giorno in cui ti ho abbandonato."

 

A quelle parole, lo stupore nello sguardo di lei svanì per lasciare il posto ad un gelido distacco. Gourry notò il cambiamento, ma proseguì: "Mi rendo perfettamente conto di essermi comportato da stupido, oltre che da irresponsabile in tutti questi anni, ma..."

 

"Non cercare di scusarti, sarebbe inutile" lo interruppe la giovane, secca "Non sei stato solo stupido e irresponsabile, ma anche vile, crudele, abietto... potrei andare avanti per ore ad elencarti tutto ciò che sei stato e altrettanto ci metterei a ricordarti tutto quello che non sei stato! Se per caso non te ne fossi accorto, mi hai lasciato sola proprio nel momento in cui io avevo più bisogno di te: quando è nata mia figlia!"

 

"Adesso sei tu che sbagli!" intervenne lo spadaccino "Myr è nostra figlia, non solo tua! E sarebbe ora che le dicessi la verità su suo padre, non puoi continuare a raccontarle che sono morto!"

 

"Come posso dirle la verità se non la conosco nemmeno io?!" proruppe Lina, quasi piangendo "La vuoi capire o no che cinque anni fa te ne sei andato senza un perché? Mi hai abbandonato e non mi hai fatto più avere tue notizie... per me è come se fossi morto! Non so nulla di te, della tua vita in questi ultimi anni... Se non fosse stato per Zelgadiss, avrei continuato a non saperne niente! E forse... forse sarebbe stato meglio così..." La voce della donna si spense in un singhiozzo, mentre il pianto le bagnava il viso.

 

Davanti a quelle lacrime, Gourry, che avrebbe voluto continuare a fare il duro, si sentì vacillare: non l'aveva mai vista piangere così... Lina era sempre stata una ragazza forte, aveva sempre affrontato e superato qualunque pericolo, senza mai un cedimento, un'incertezza... era sempre stata la guida del gruppo, quella che non si perdeva mai d'animo, neanche nelle situazioni più disperate... ma ora era lì, davanti a lui, dopo cinque anni... e piangeva... apparentemente la stessa fuori, ma così diversa dentro, così fragile... così bella e fragile...

 

Lui le si avvicinò e cercò si stringerla a sé, ma lei si svincolò dall'abbraccio e lo spinse indietro. "Non provarci nemmeno!" gli disse, quasi urlando "Non hai il diritto di mettermi le mani addosso! Posso farcela da sola, esattamente come ho fatto in tutto questo tempo!"

 

"Lina... scusami... scusami..." iniziò Gourry confuso da quella reazione violenta "...davvero non mi ero reso conto di quanto tu avessi bisogno di qualcuno che ti stesse accanto... ti avevo sempre vista così forte... così determinata... non avevo capito che... che quando si diventa madre è tutto diverso."

 

"Sì... è tutto diverso..." mormorò lei, asciugandosi gli occhi con la mano "...è tutto diverso perché c'è un'altra persona nella tua vita, e questa persona va protetta e difesa, e soprattutto chi come me è abituato a pensare soltanto a sé stesso, si trova in difficoltà... deve cambiare completamente atteggiamento, e ha bisogno di un compagno su cui contare nei momenti più duri." La donna parlava lentamente, più a sé stessa che all'altro, che pure la ascoltava in silenzio, col capo chino. "Ma non sono io quella che deve parlare... sei tu. Dimmi la verità, Gourry, la verità sul perché te ne sei andato... voglio sapere." concluse, alzando con decisione gli occhi su di lui.

 

"Ne hai tutte le ragioni, Lina. Ma forse, quando avrai ascoltato tutta la storia, non vorrai più saperne di me... e faresti bene." Il ragazzo fece un pausa, come per cercare di riordinare le idee, poi riprese: "Ricordi quelle lettere che mi arrivarono e che non volli farti leggere? Bene, devi sapere che quelle lettere venivano dalla mia città natale, un paesino sperduto sulle montagne... me le mandarono i miei parenti. La prima conteneva le loro congratulazioni perché avevano saputo che mi ero fidanzato con te. Ma un mio vecchio zio, che non ti vedeva di buon occhio, all'insaputa degli altri era riuscito ad aggiungere alcune righe allo scritto, dove mi rinfacciava il fatto che io aveva già una fidanzata... Camille."

 

La donna era sbiancata in viso. "Che cosa? Avevi già una ragazza? Eppure... No, Gourry, come hai potuto farmi una cosa del genere?!"

 

"Lina ascoltami, per l'amor del cielo! Io non amavo Camille! Il nostro era un fidanzamento combinato dalle nostre famiglie per ragioni economiche! I nostri genitori avevano stipulato un contratto di matrimonio quando noi eravamo ancora molto piccoli! Io avevo appena 9 anni e lei soltanto 3! Non sapeva neanche che cosa fosse il matrimonio, povera piccola!"

 

"E allora perché ti sei sentito così legato a quella ragazzina da voler abbandonare la donna che ti avrebbe reso padre per correre da lei?"

 

"Io non sono corso da lei!" si difese Gourry "Quando ho deciso di partire l'ho fatto perché non ce la facevo più a sopportare la situazione... Camille crescendo si era innamorata perdutamente di me, nonostante la lontananza, perchè aveva sentito i racconti delle nostre avventure... Contro il Monaco Rosso, contro Shabranigdo, contro Garv e Phibrizio, contro Valgarv e Dark Star... e quando aveva avuto la notizia che stavo per sposarmi con un'altra donna aveva deciso di farla finita... era scappata di casa e pochi giorni dopo l'avevano trovata impiccata ad un albero... sulla corteccia aveva inciso le sue ultime parole: -Dite a Gourry che lo amerò per sempre ma che dall'aldilà lo perseguiterò in eterno, perché mi ha tradito-. Quando ricevetti la notizia, attraverso l'ultima lettera, era già troppo tardi, Camille era morta da più di una settimana. Non me la sentivo di restare con te... io ero felice, mentre la ragazza che mi aveva amato più della sua stessa vita era morta per causa mia... lei aveva perso ciò che considerava più importante e io mi sentivo in dovere di condividere il suo dolore, lasciando la cosa che amavo di più: te..."

 

"Sei uno stupido Gourry!" lo aggredì la donna, con gli occhi nuovamente pieni di lacrime "E a me non hai pensato? Non hai pensato che anch'io avrei sofferto per la separazione? Tu non amavi Camille, amavi me, eppure hai preferito dividere il dolore di una morta, piuttosto che la gioia di una viva! Hai preferito andare là dove non avresti potuto fare più nulla, piuttosto che restare dove la tua presenza era importante! Sai che ti dico? Secondo me non te ne sei andato perché ti sentivi in dovere di farlo, ma perché hai avuto paura di affrontare le responsabilità dell'essere padre! Sei sempre stato un vile codardo! Sempre!" La voce di lei si perse in un singhiozzo, mentre tentava inutilmente di dominarsi.

 

Dopo quel violento sfogo Lina, prendendosi il volto tra le mani, corse via, lasciando Gourry solo.

Lo spadaccino si sentiva un grande vuoto nel cuore, come un buco nero che risucchiasse ogni cosa che aveva dentro... stavolta era finita per sempre... lei non l'avrebbe mai più perdonato...

 

A meno che il tempo non avesse operato un miracolo, forse impossibile anche al più grande mago del mondo... ma la speranza è l'ultima a morire e Gourry questo lo sapeva bene. "Il tempo non è nient'altro che tempo, è come un verso senza rima... amore, ora dipende tutto da te." disse poi lentamente, a mezza voce, il giovane, le guance rigate di lacrime. Da quanto tempo non piangeva più? Forse addirittura da quel giorno lontano in cui aveva visto la tomba di Camille. Quel tumulo di terra ancora fresca coperto di rose di tutti i colori, quelle rose che piacevano tanto anche a Lina, ma che lui, stupido, non le aveva mai donato, nemmeno una volta...

 

Nel frattempo la ragazza, correndo quasi alla cieca, con la vista annebbiata dalle lacrime, trovò a fatica la porta che dava sulle scale, ma, fatti pochi passi, andò a scontrarsi con qualcosa che occupava quasi per intero il passaggio.

 

Lina alzò gli occhi e si trovò davanti il viso di Luke. "Che... che cosa ci fai tu qui?" domandò al soldato "No... non dirmi che... che hai sentito tutto..."

 

Lui annuì, con negli occhi un'espressione strana, un misto di preoccupazione e felicità. "Sì, ho sentito tutto... e non posso dire che sia successo per caso... in realtà ho seguito Gourry praticamente da quando ha lasciato la sala. Stavo iniziando a giocare a bridge con gli altri, ma poi un altro tizio è comparso letteralmente dal nulla e ha voluto prendere parte al gioco. Gli ho ceduto il mio posto e sono venuto quassù... e credo di aver fatto bene. Su, ora andiamocene, il generale potrebbe scendere in qualsiasi momento."

 

La donna annuì e lasciò che lui le cingesse le spalle con un braccio, appoggiando quindi la testa sul suo petto, lasciandosi condurre dal giovane giù dalle scale. "Luke..." mormorò dopo un po' "...è sempre valida quella proposta di farmi da guardia del corpo?"

 

"Certo che sì, Lina... ma perché me lo chiedi?"

 

"Dato che dovremo partire alla ricerca del libro magico di cui ci ha parlato Zel, e dato che Gourry sicuramente si unirà al gruppo, vorrei avere accanto qualcuno che sa come stanno realmente le cose... e l'unico qui sei tu... allora, accetti?"

 

Erano arrivati alla base della torre, che si apriva sulla vasta terrazza del castello. La luna era stata oscurata da una nube e la notte era quasi completamente buia. "Accetto, Lina, accetto e ti ringrazio dal profondo del cuore di avermi concesso la tua fiducia... grazie."

 

Lei non rispose, si limitò a stringersi a lui, nascondendo la testa tra le sue braccia e cercando in quell'abbraccio quel calore umano che per troppo tempo le era mancato. Il tenente le accarezzò i capelli con la mano, mormorando, più a sé stesso che a lei: "Io ti amo, Lina... e ti giuro che non ti farò soffrire mai più, ti difenderò anche a costo della mia vita. Per tutto il resto dei miei giorni..."

 

***

 

N.d.Diana: Le parole che Gourry pronuncia -Il tempo [...] dipende tutto da te- sono la libera traduzione italiana dei versi di una canzone dei Bon Jovi che io amo molto, "Next 100 years", il cui testo inglese è: -[...] Time ain't nothing but time/it's a verse with no rhyme/man, it all comes down to you [...]-

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Capitolo 11
*** Cap.10 - L'avventura inizia! E se fosse l'ultima? ***


Capitolo 10: L'avventura inizia

Capitolo 10: L'avventura inizia! E se fosse l'ultima?

 

Era praticamente l'alba, e tutto il castello reale di Sailune era silenzioso. Alcune guardie erano ai loro posti, ma era come se tutto il palazzo, di giorno ribollente di vita e di attività, fosse diventato improvvisamente deserto.

 

Da una piccola porta laterale delle mura, che dava sull'esterno in direzione non della città, come invece faceva il portone maggiore, ma dell'aperta pianura, uscirono quattro figure.

 

Lina pensò con nostalgia all'ultima volta che erano partiti da Sailune, per andare a combattere Dark Star...

 

Amelia era diventata la Regina di Sailune, e solo quando l'aveva vista Lina si era accorta che non poteva chiederle di accompagnarla, di combattere insieme, come ai vecchi tempi... Se per disgrazia le fosse successo qualcosa, Sailune non avrebbe più avuto un reggente, proprio in un momento difficile come quello.

 

A Zelgadiss dispiaceva di andarsene senza dirle nemmeno una parola... ma già era stato un egoista a trascinare Lina ed addirittura sua figlia Myr in un'avventura in cui potevano rischiare la vita, senza guadagnarci nulla se avessero avuto successo... ma Amelia, no, non poteva andare anche con Amelia. E lei, se aveva anche un solo briciolo di senso del dovere, non avrebbe detto nulla di fronte alla loro partenza... il suo posto era sul trono.

Ma purtroppo Zel dubitava che Amelia avesse il suddetto briciolo di senso del dovere... una persona di quella fatta non cambia facilmente.

 

Luke era stato tre anni al servizio di Amelia nell'esercito di Sailune, ed in tutto quel tempo aveva accumulato quasi due mesi interi di permesso ed i gradi di Maggiore... ma continuava a rifiutare sia gli uni sia gli altri. Ora, però, aveva deciso di servirsi delle sue licenze e libere uscite arretrate... per lei. Il giovane soldato tornò a pensare a quanto successo la sera prima sulla terrazza, come aveva stretto a sé il corpo esile di Lina, come le aveva accarezzato i capelli e le aveva detto che l'amava, e lei non aveva detto nulla, non si era sciolta dall'abbraccio, non lo aveva allontanato... era semplicemente rimasta immobile, tra le sue braccia.

Luke Aoi scosse la testa. Se anche se Lina non avesse mai ricambiato il suo amore, non avrebbe avuto rimpianti... lui voleva solo proteggerla, impedire che soffrisse ancora... sì, era questa la sua missione, e l'avrebbe portata a termine, a qualunque costo.

 

Myr era estasiata. Era alla sua prima avventura.

Sua madre le aveva raccontato in quegli ultimi giorni tutte le sue avventure, le battaglie, le ricerche di tesori della sua movimentata vita, e Myr quasi non riusciva a credere che stava per entrare per la prima volta veramente in azione, come lei, per diventare una grande avventuriera.

Nervosa, posò la sua mano sulla cintura per sentire la rassicurante pressione della spada, mentre mentalmente ripassava tutte le formule magiche che conosceva. La sua più grande paura era di essere d'impaccio al gruppo e di fare brutta figura di fronte agli amici...

 

Zelgadiss tirò rapidamente fuori da una tasca una mappa nuova ed accuratamente ripiegata e la consultò per alcuni secondi.

 

"Dove si va quando si cerca un libro di magia scritto da una superdivinità superiore potentissima, tanto per cominciare?" chiese Lina.

 

"Come ti ho già detto, mentre ero a Sailune ho consultato molte volte la biblioteca, raccogliendo tutte le informazioni possibili su questo misterioso libro. Il che vuol dire pochissime. Credo di aver cercato in un migliaio abbondante di libri, trovandone solo undici che ne parlano, dieci solo con degli accenni, e solamente uno in modo esauriente. Più quel poco che mi ha detto Xelloss, che chissà dove si sarà ficcato ora..."

 

"Bah, se lo conosco bene ci starà origliando. Prego, illuminaci." disse Lina, ostentando spavalderia. In realtà era nervosa. Come se la sarebbe cavata? Erano anni che non usava incantesimi di alta potenza... e se non ne fosse più stata in grado? La giovane maga cercò di non pensarci... almeno si era lasciata alle spalle Gourry. Certo, la ferita faceva ancora male, ma col tempo sarebbe passato tutto...

 

"Sembra che il libro in questione, scritto da questa entità superiore nota come Chronos..." iniziò Zel "...abbia il bizzarro nome di Hermonokurion."

 

"Hermonokurion..." ripeté Lina. Chissà perché, alle sue orecchie, quella parola aveva uno strano suono.

 

"E cosa significa?" chiese Myr.

 

Zel sorrise. "Non sono sicuro, è una lingua antichissima... ma comunque è qualcosa di simile a -L'oscuro dialogo perduto dello spazio, del tempo e dei sogni-... credo."

 

"Accipicchia!" fece la bambina "Vuol dire tutte queste cose?"

 

"Beh, sì. Sono riuscito a decifrarlo solo paragonandolo al Settimo Elfico Antico, una lingua anche questa semisconosciuta. Her Mono Kur Ion, cioè Discorso, Nascosto, Realtà, Irrealtà... ma è una lingua estremamente sfumata, pochissime parole bastano per esprimere concetti complicatissimi. Addirittura in questa lingua non esistono frasi, una sola parola composta basta per dire quello che nella nostra richiederebbe molte righe..."

 

"Vabbè Zel, taglia corto con l'ora di Lingue Straniere..." interruppe sbrigativa Lina.

 

"Subito. Come vi dicevo, dieci libri accennano soltanto all'Hermonokurion, ed in ambiti e circostanze del tutto diverse, ma hanno tutti un punto in comune. Sono scritti tutti dallo stesso autore."

 

"E suggerisci di cominciare là le ricerche" aggiunse la donna.

 

"Precisamente. Inoltre, ho qui con me l'undicesimo libro, che ne parla in modo più esauriente" continuò la chimera, tirando fuori dalla sua veste un sottile libro, che non doveva avere più di duecento pagine, con una modesta rilegatura. Il titolo era scritto in una lingua che Lina non conosceva assolutamente, un indecifrabile ghirigoro lungo tre righe.

 

"Che dice?" chiese Luke. Era la prima volta che parlava da quando avevano lasciato il castello.

 

"Il titolo è, appunto, -Il grande libro di Chronos sullo spazio, sul tempo e sui sogni o Hermonokurion-, e solo con l'aiuto di Xelloss sono riuscito a tradurlo completamente. Parla del libro, ma contiene per lo più frasi senza senso, una specie di descrizione vaghissima di Chronos, che sembra possegga una potenza al di là di ogni immaginazione, molti accenni alla immane forza degli incantesimi che da lui traggono potere, compresa una magia dal nome praticamente intraducibile ed impronunciabile che secondo l'autore ha il potere di togliere ogni tipo di maledizione da chiunque, ed altre note più o meno importanti. Ma nulla sul dove trovarlo, tranne la specificazione che si trova da qualche parte su questo mondo. E' già qualcosa, almeno sappiamo che abbiamo una possibilità di recuperarlo. Che non è sulla luna o roba simile."

 

"Ok, ok. Dove abita questo scrittore?" chiese Lina.

 

"Piuttosto lontano... è questo il bello. Kirin, una piccola città nel territorio dei Draghi Dorati."

 

"Draghi Dorati? L'autore è un Drago?" chiese una voce proveniente dal nulla alle spalle di Zelgadiss.

 

La chimera, senza dire una parola, si girò di scatto, fendendo l'aria con un rapido ceffone che fece un terribile rumore, come se avesse colpito qualcuno che si fosse reso invisibile.

 

Si udì un tonfo sordo, e meno di cinque secondi dopo a terra apparve Xelloss, con il contorno di una manata sulla guancia destra.

 

"CHE MALEEEE!!" si lamentò il demone. "Hai la mano troppo pesante, Zel, oserei dire granitica. Ma Rezo non poteva farti di un materiale più leggero?"

 

Zel, infuriato, prese in seria considerazione l'ipotesi di continuare il pestaggio...

 

"Wow!" fece Myr. "Come hai fatto a vederlo, zio Zel?"

 

"Ci ho fatto l'abitudine: ogni volta che andavo in biblioteca lui spiava quel che leggevo da dietro le mie spalle... se non fosse che sono troppo buono a quest'ora avrebbe una collezione di lividi tale da fargli rimpiangere Philia."

 

"Ahioahia..." continuò a lamentarsi Xelloss. Rimase a terra per un po', ma, quando vide che nessuno l'avrebbe aiutato a rialzarsi, si rimise in piedi. "Draghi dorati, hai detto? Perchè non mi hai mai informato prima?"

 

"Sei tu il demone..." sorrise Zel "...quindi sei tu che dovresti informare noi, ti pare?"

 

"Vabbè, dimmi il nome dell'autore. Può darsi che ne abbia sentito parlare..."

 

Zel si trattenne dallo scoppiare a ridere. "Certo che ne hai sentito parlare!"

 

Tutti lo guardarono incuriositi.

 

"L'autore, signore e signori, è niente meno che il drago dorato Zanard Ul Copt."

 

Tutti strabuzzarono gli occhi... e Xelloss più di tutti.

 

"Ul Copt? Ma non è il cognome della famiglia di Philia?" chiese Lina.

 

"Precisamente. Si tratta di sicuro di un parente." affermò Zel con certezza.

 

Xelloss sorrise. Ora toccava a lui sorprendere gli altri. "Ok, glielo chiederò."

 

La giovane maga assunse un'espressione perplessa. "Chiedere a chi?"

 

"A Philia, ovviamente. Sta venendo, la incontreremo lungo la strada."

 

"Chee?" esclamarono in coro Zelgadiss e Lina.

 

"Anche io mi sono dato da fare! Agisco dietro ordine di LoN, ricordalo... una esperta di magia bianca come lei ci potrà essere utilissima."

 

"Uhm..." iniziò Zelgadiss, dubbioso "Questo non è lo Xelloss che conosco. Sei troppo felice di rivederla. Non è che ci nascondi qualcosa?"

 

Xelloss sobbalzò. "No, no, no, davvero! Io... uhm, io..."

 

Lina si avvicinò a lui, lo squadrò con lo sguardo, e gli disse con un sorriso sarcastico: "Dì un po', Xel... cos'è quella catenina che hai al collo?"

 

Il demone infatti portava una sottilissima catenina d'argento, che si andava a perdere sotto la sua veste. Solo allora anche gli altri la notarono.

 

"La catenin..." iniziò Xelloss. Poi piegò il capo, disperato. "E va bene, mi arrendo, ormai l'avete scoperto..." Infatti tutti più o meno l'avevano capito, ma nessuno ci credeva. Eppure il ragionamento era indiscutibile.

 

"Porti un anello infilato in quella catenina." cominciò Zel.

 

Xelloss annuì in silenzio.

 

"E può essere solo un anello di fidanzamento dei draghi." continuò Lina. Era un'usanza dei draghi dorati, che entrambi i membri della coppia portassero al collo un anello identico.

 

Il demone annuì una seconda volta.

 

"Ti sei fidanzato... con Philia?!?" Lina assestò, con assai poca diplomazia, la mazzata finale.

 

"Dopo la battaglia con Dark Star..." A Xelloss mancava la voce. "Tempo dopo Dark Star, è successo qualcosa... qualcosa che non posso dirti, Lina. Ma comunque, qualcosa che ha avvicinato me e Philia..."

 

La maga ascoltò in silenzio. Xelloss sembrava sul punto di dire qualcosa di incredibile, ma cancellò la serietà in una risata.

 

"Non mi ero mai accorto che potesse anche essere amabile... quando non tira fuori la mazza, diciamo..." Era evidente che non aveva voglia di entrare troppo nei particolari. Ma ora tutti sapevano quel poco che bastava: il demone, lo sterminatore di draghi, si era innamorato... anche lui.

 

Ci furono alcuni secondi di silenzio, dopo i quali Xelloss si scosse ed esclamò: "E va bene, mettiamoci in marcia prima che a Sua Maestà la Regina venga qualche strana idea tipo abbandonare il suo bel trono e mettersi a seguirci..."

 

Un grido, proveniente dall'alto, esplose non appena Xelloss ebbe finito la frase.

 

"SI', A SUA MAESTA LA REGINA E' VENUTA QUALCHE STRANA IDEA! TREMATE, MALVAGI! VENGO PER SALVARE IL MIO AMATO DAL SUO TRISTE E PIETROSO DESTINO!!!! SE L'AMORE HA TRIONFATO SUL CUORE DI UN DEMONE, ALLORA PUO' TUTTO!!!"

 

Non vi erano dubbi sulla proprietaria della voce, nè ve ne furono sul perchè della sua provenienza dall'alto...

 

Amelia, appostata in cima alle mura sopra alla porta d'uscita, spiccò un salto mortale, fece due avvitamenti e, incredibile a dirsi, atterrò abbastanza bene in mezzo al gruppo.

 

Myr ne fu affascinata. "Brava, zia Amelia!"

 

La regina sorrise. "Mi sono allenata molto!"

 

"Allenata un corno!" sbottò Lina. "Tu non puoi venire con noi, hai un regno ed un popolo a cui badare! Sei troppo preziosa!"

 

"Senti chi parla!!!" replicò in tono aspro Amelia. "Tu che ti porti dietro addirittura tua figlia! Ma a lei non ci pensi?"

 

"Ma io voglio venire!" strillò Myr. "Voglio diventare un'avventuriera come la mia mamma!"

 

"Regina Amelia..." iniziò Luke con tono di leggero rimprovero.

 

"Tu stai zitto, Luke! So badare a me stessa! E voi non riuscirete a farmi cambiare idea! Il Primo Cancelliere è molto più esperto di me in quanto a faccende di governo, Sailune se la caverà anche senza la sua regina!"

 

"Ma non si rende conto di com'è tesa la situazione con il regno di Zefiela? Potrebbe scoppiare una guerra nel frattempo, ed allora sì che Sailune non potrà fare a meno di lei!"

 

"PIUTTOSTO! Sei tu, come alto ufficiale delle forze armate di Saillune, a dover restare!"

 

"Io, alto ufficiale? Ma se sono solo tenente!" esclamò il giovane, con un sorriso.

 

"Non lo saresti più se non avessi rifiutato tutte le maledette promozioni che ti ho dato! E ora state TUTTI zitti! Soprattutto tu, Zel!"

 

Zelgadiss sospirò, preso in contropiede. "Ho paura che ce la dovremo sorbire per tutto il viaggio... ti conosco abbastanza per sapere che non cambierai idea."

 

"PRECISAMENTE!" sbraitò Amelia.

 

"E come la mettiamo con la sua sicurezza, maestà? La regina deve avere sempre la sua scorta!" insistette Luke, ligio al suo dovere.

 

"IO NON SONO PIU' UNA BAMBINA! E SE VUOI UNA FIREBALL IN FACCIA PER DIMOSTRAZIONE, POSSO ACCONTENTARTI SUBITO!!!"

 

"Luke ha ragione!" confermò una voce proveniente dallo stesso punto da cui era venuta quella di Amelia prima. Con un balzo, Gourry, si lanciò dalle mura ed atterrò perfettamente a fianco di Amelia. Accompagnandosi con lo slancio della caduta, si inginocchiò rapidamente davanti a lei.

 

"E tu che ci fai qui, Gourry?" chiese Amelia stupita.

 

"Amelia, sai meglio di me che non devi andartene in giro senza una scorta e io ho giurato su quanto ho di più sacro di proteggerti! Ed è quello che ho intenzione di fare!" rispose lui con deferenza.

 

Lina lanciò un'occhiata sorpresa allo spadaccino: da dove veniva quel modo di fare così sofisticato? E dov'era finito il ragazzo ingenuo e semplice che lei aveva conosciuto?

 

"Si, va bene, va bene." interruppe la regina, seccata. "Intendo dire, come diavolo hai fatto ad accorgerti che ero uscita?"

 

"Se è per questo, Amelia, temo che tu abbia appena svegliato mezzo castello..."

 

Amelia si ricordò di aver urlato per cinque minuti buoni, ed arrossì.

 

"Maestà, le suggerisco di accettare la nostra protezione." si intromise Luke.

 

"SEEEEEE! E se io non volessi avere dei tizi che mi stanno sempre alle calcagna, per caso?" si lamentò Amelia.

 

"In tal caso" sorrise Gourry "verrei lo stesso, e tu Luke?"

 

Il tenente annuì "Perfettamente d'accordo, Gourry, sono con te!"

 

"E se vi radiassi con disonore dall'esercito??" Amelia era in una delle sue giornate –aggressive-, evidentemente... e sembrava avere voglia di tutto tranne che di due guardie del corpo troppo zelanti...

 

"Se tu morissi Amelia, per Saillune sarebbe un disastro..." iniziò Gourry.

 

"Esattamente, maestà. A noi soldati della guardia non importa della nostra vita, siamo pronti a sacrificarci, se serve per salvare lei" completò Luke.

 

"Puah!" fece Xelloss "Tutto questo altruismo idealistico mi fa venire la carie ai denti..."

 

"E va bene!" Amelia si era arresa. "Venite pure tutti e due... però per te Luke, c'è una condizione: devi darmi del "tu"! Per un po' non farò più la regina!"

 

"Del... del "tu"... a sua altezza?!"

 

"CHIAMAMI AMELIA O TI FACCIO DEGRADARE A SOTTOVICEPULISCIBAGNI ALL'ISTANTE!!!"

 

E così anche l'altra metà del castello di Sailune venne svegliata.

 

Zelgadiss si passò una mano sulla fronte... Amelia non sarebbe proprio cambiata mai, neanche in un milione di anni...

 

La chimera stava per dare l'ordine di ripartire, quando scorse una figura che correva a perdifiato verso di loro. "Ehi aspettatemi! Ci sono anch'io!" urlò, con tutta la voce che aveva in corpo.

 

Xelloss guardò in direzione di chi si stava avvicinando, con espressione di disgusto, poi si rivolse a Lina: "Ma siete sempre di corsa voi umani? Possibile che non vi rendiate conto che teletrasportarsi è molto più veloce?!"

 

La maga gli lanciò un'occhiata di compatimento. "Noi non possiamo teletrasportarci, Xelloss, solo i demoni possono farlo."

 

Nel frattempo la figura si era avvicinata al gruppo e ora stava di fronte ad Amelia, col fiato grosso e a fatica le stava dicendo: "...Bella stima che hai dei tuoi parenti, cuginetta... parti per un'avventura spettacolare e neanche mi avvisi! Cos'è, pensi che io non sia in grado di affrontare dei pericoli?"

 

La regina alzò gli occhi, con espressione sconfitta e sospirò. "E va bene, vieni anche tu Kibil... ma se andiamo avanti così dovrò portarmi dietro tutta la corte!"

 

"Se tu urlassi un po' di meno, queste cose non succederebbero!" le disse Zelgadiss, ironico.

 

Amelia lo gratificò di un'occhiata solforica, ma non proferì parola. La chimera ridacchiò sotto i baffi e poi, fattosi serio, esclamò: "Allora, dato che ci siamo tutti, in marcia! Andiamo a Kirin!"

 

 

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Capitolo 12
*** Cap.11 - Medicare le ferite del cuore con tempo e lacrime? ***


Capitolo 11: Medicare le ferite del cuore con tempo e lacrime

Capitolo 11: Medicare le ferite del cuore con tempo e lacrime?

 

"Allora, dato che ci siamo tutti in marcia! Andiamo a Kirin!"

 

Amelia si grattò un attimo la testa, e poi disse, in tono interrogativo: "Uh, non per rovinare il bel momento, o l'inizio di quest'avventura, ma... come contate di arrivarci, a questa città di Kirin?"

 

Il silenzio cadde sul gruppo, mentre tutti si scambiavano occhiate interrogative. Nessuno se l'era chiesto, a quanto pareva.

 

Amelia scoppiò in una risata imbarazzata. "E voi volevate partire senza di me? Senza di me non fareste un chilometro!"

 

Il suo momento di autostima esagerata venne interrotto da Luke, che si stava cercando nelle tasche dei pantaloni. "Ehm... Amelia..." Disse, stando bene attento a non mandarla ancora in bestia. "Io ho una cartina, ma è solo della Penisola dei Demoni, quindi Kirin non c'è. Comunque, possiamo esaminarla per decidere dove imbarcarci."

 

"Imbarcarci?" Fece la piccola Myr, curiosa.

 

Luke si girò verso di lei, e sorrise. si mise in ginocchio e spiegò la cartina per terra, davanti a lei. Anche Myr si mise in ginocchio, al suo fianco.

 

"Ecco, vedi, Myr... noi siamo qui." E gli indicò Saillune sulla cartina. "Il posto dove dobbiamo andare è fuori dalla mappa, oltre il mare, quindi dobbiamo andare in una città dove ci sia un porto, per prendere una nave che ci porti là."

 

"Beh, c'è solo l'imbarazzo della scelta." Notò Gourry. "La zona del lungomare è piena di città marittime e porti."

 

"Lo dicevo, io... meglio il teletrasporto..." Brontolò Xellos, dandosi quell'aria scocciata che gli riusciva tanto bene... quella che Lina non sopportava.

 

"E va bene, Xellos!" Sbraitò lei. "Se hai tanta voglia di fare in fretta, teletrasportaci tutti a Kirin!"

 

Xellos sobbalzò e fece un passo indietro. "EEEH?! TUTTI?!? Ma se siamo... uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, e con me... OTTO persone fino a Kirin? Tu sei impazzita, Lina! Sono ancora giovane, io, non voglio che mi venga la cervicale!"

 

"Non devi portarci in spalla, demone da strapazzo! Devi TE-LE-TRAS-POR-TAR-CI, capito?!" Insistette Lina, che evidentemente non aveva troppa voglia di complicarsi la vita... o che forse voleva solo infastidire Xellos. "E poi hai un bel coraggio a definirti giovane!" Aggiunse, alla fine.

 

"Uh, ehm, mi sono appena ricordato di un impegno urgentissimo, devo andare... ehm, ecco... a lezioni di piano, sì!" Si giustificò, o almeno tentò di giustificarsi, il demone.

 

"Da quando tu suoni il piano, scusa?" Chiese Zel con un sorriso.

 

"Eh, ecco, ci vediamo, ciao!" Disse Xellos frettoloso.

 

"FERMO!" Gridò Lina, saltandogli addosso per placcarlo. Ma Xellos svanì nel nulla, e la povera Lina rovinò a terra.

 

"Mamma! Stai bene?" Fece Myr, accorrendo.

 

"Ah... sì, sto bene, amore." Rispose lei, alzandosi e spolverandosi i vestiti. "Mi raccomando, Myr. Non ti fidare mai degli uomini. Hai visto come fanno in fretta a sparire."

 

La piccola la guardò senza capire, ma Gourry, non visto, fece un passo indietro, con un nodo alla gola. Quella frecciata era indirizzata a lui.

 

"Ah, beh, va bene, allora mettiamoci in marcia, non perdiamo altro tempo!" Disse Zel, più che altro per cercare di rompere il ghiaccio che si era improvvisamente formato nel gruppo.

 

"Va bene, ma dove andiamo?" Chiese Kibil. "Hai già deciso dove ci imbarcheremo, Amelia?"

 

"In un certo senso." Sorrise lei. "Andiamo alla città di Gidor!"

 

"Gidor, Gidor, Gidor..." Fece Luke guardando sulla cartina. "Ma... ma Gidor non è sulla costa! Anzi, è sulle montagne!"

 

"Lo so!" Fece Amelia, allegra. La sua facciona sorridente era tutta un cartello con su scritto -Ho una sorpresa per voi e non ve la dico, pappappero!-

 

"Uhm... hai intenzione di prendere un battello fluviale da lì, per caso?" Chiese Gourry, notando, sulla cartina, una linea azzurra nelle vicinanze della città.

 

"Negativo! Il fiume non c'entra per niente! Dai, forza, hai ancora due possibilità!"

 

Gourry sospirò. Probabilmente Amelia non sarebbe cresciuta mai.

 

La regina aveva un sorriso a centottanta gradi, e tutti gli altri intorno la stavano guardando strano. "Tee hee hee! Non lo indovinerete mai!" Rise.

 

"Ok." Disse semplicemente Gourry. "Avanti, andiamo. Gidor è vicina, ci arriveremo prima di sera, se tutto va bene."

 

"Ehi..." Fece Amelia, delusa. "Ma non provate nemmeno ad indovinare?"

 

"Hai detto che non lo indovineremo mai, no?" chiese Zel, con un briciolo di sarcasmo, mettendosi in marcia anche lui.

 

"Non siete nemmeno un po’ curiosi..." Ad Amelia stavano cadendo le braccia. Intanto tutti si erano messi a camminare e l'avevano lasciata lì, alle porte di Saillune, in stato semicatatonico.

 

"EHI, DOVE ANDATE?!?!" Gridò all'improvviso, facendo un salto. "Tornate qui! Anzi, no, vengo io lì! Cioè, insomma, Aspettatemiiiiiii!!!" Fece, correndogli dietro prima che la distanziassero troppo... correndo incontro all'alba, verso l'est...

 

C'erano tutti. Lina, Gourry, Amelia e Zelgadiss. Come ai vecchi tempi, come sei anni prima.

Ma quante cose erano cambiate da allora!

Quanto erano cambiate...

Stavolta c'era anche Myr.

Myr... Lina non riusciva a non pensarci. Cosa ne sarebbe stato di sua figlia? Del suo futuro?

‘E cosa ne sarà anche del MIO futuro?’ Si chiese.

Myr... Myr era figlia sua e di Gourry. Ma era come se fosse solo figlia sua, la piccola non aveva mai conosciuto la verità sul biondo spadaccino...

Ma prima o poi la scoprirà... e la sua prima domanda sarà di sicuro: "Perchè?"

Perchè le cose sono andate in quel modo?

 

"Cos'hai, mamma? Stai piangendo?" Chiese Myr, che camminava al suo fianco. Solo allora Lina si accorse di avere gli occhi umidi.

 

"Non è niente, un po’ di terra che mi è finita negli occhi quando ho cercato di prendere Xellos..." Era una verità. Ma non era solo per quello che stava piangendo.

 

Anche in quella piccola verità c'era una verità più grande. Lina l'aveva detta perchè le sembrava la cosa più ovvia per giustificare le sue lacrime, ma...

 

-Mi raccomando, Myr. Non ti fidare mai degli uomini. Hai visto come fanno in fretta a sparire- Le aveva detto, quando Xellos era scomparso.

 

Scomparso. E le aveva fatto finire della terra negli occhi.

Terra negli occhi. Pianto, dolore...

Ma le sarebbe passato. Gli occhi, piangendo, si sarebbero ripuliti dalla polvere, e tutto sarebbe tornato come prima... col tempo.

Col tempo e con le lacrime.

 

Col tempo e con le lacrime quel piccolo dolore della terra negli occhi le sarebbe passato. Ma tempo e lacrime erano anche la medicina per l'altro dolore? Per quello del suo cuore?

 

O ci voleva qualcos'altro? O ci voleva... Luke?

Solo ora si accorgeva che aveva chiesto a Luke di farle da guardia del corpo più per farlo contento che per altro.

 

Ma cosa ci voleva, allora?

 

Lacrime... tempo... tempo e lacrime, nient'altro? Sembrava troppo facile...

 

Aveva ancora un po’ di terra negli occhi.

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Capitolo 13
*** Cap.12 - Non farlo Gourry! ***


Capitolo 12: Non farlo, Gourry

Capitolo 12: Non farlo, Gourry! Ti ricordi di questo posto?

 

"Dai, forza, muoversi, muoversi con quella legna!" Gridò Amelia, indirizzandosi ad una macchia di boscaglia davanti a lei. "Ormai è buio pesto e non abbiamo uno straccio di fuoco! Muovetevi che ho fameeee!"

 

Si sentirono dei rumori, dei fruscii, poi da dietro un enorme cespuglio spuntò fuori Kibil. Le gambe gli tremavano sotto il peso di un gigantesco fascio di legna che incombeva sulle sue spalle.

 

"A-amelia, se tu ci avessi aiutato avremmo fatto prima..." Ansimò, visibilmente a pezzi e con il volto rosso per lo sforzo.

 

Subito dopo anche Zel uscì dal boschetto, con sulle spalle un fascio di legna altrettanto grande ed una faccia che era uno spettacolo. "E se tu non fossi rimasta indietro saremmo arrivati a Gidor ben prima che facesse sera..."

 

"CONTESTATE PURE, ADESSO?! DATEVI UNA MOSSA, TUTTI STANNO ASPETTANDO QUELLA LEGNA!!!" Sbraitò la regina.

 

Kibil e Zel, degnandola di una discreta quantità di occhiate omicide, trascinarono il loro pesante carico fino a un poco più a valle, dove il gruppo aveva messo su un accampamento improvvisato per la notte. Era poco più che una radura all'aria aperta, ed il terreno era già stato preparato per accogliere un bel falò per riscaldarsi, e magari per le classiche salsicce infilate su uno stecchetto e arrostite sul fuoco.

Mancava solo il fuoco... ed era toccato proprio a Kibil ed a Zel, sotto la guida semidittatoriale di Amelia, andare a trovare la materia prima.

 

Con uno sbuffo, i due scaricarono la legna al centro della radura, sotto gli sguardi divertiti degli altri. Poi Amelia si avvicinò al fuoco, smanettando con due pietre focaie. Il tentativo durò parecchio, ma il risultato fu solo quello di procurarsi un paio di tagli sulle dita con degli affilati frammenti di selce.

 

"E se provassimo con un Flare Bit?" Chiese Myr con voce innocente.

 

"Non ci provare, non ho voglia di mettermi a spegnere un incendio!" La riprese Lina.

 

"Beh, di sicuro non lo farà Amelia, l'incendio..." Osservò Kibil.

 

"Che fai, cugino, mi predi in giro?" Chiese la Regina, senza nemmeno alzare gli occhi dalle sue due inutili pietre focaie, e senza smettere di provare.

 

"Lungi da me il sol pensiero!" Scherzò lui. "Proviamo con il sistema dello sfregare due legnetti?"

 

Ma, prima ancora che potesse prendere in mano un pezzo di legno, il fuoco si accese in un lampo, divenendo immediatamente alto e scoppiettante.

 

"TAAA-DAAAAN! Visto, gente di malafede?" Gridò Amelia, facendo la sua classica posa vittoriosa con le dita a V.

 

"Guarda che è impossibile che una scintilla accenda subito un fuoco così..." Notò Zel.

 

"Vabbè, non stiamo a guardare il pelo nel fuoco!" Disse Amelia, correndo subito alle salsicce, che erano in uno zainetto che si era portata dietro. Prima che chiunque potesse muovere un muscolo, la regina era a fianco del fuoco con almeno una ventina di salsicce infilate su altrettanti spiedini, piantati vicino al falò. Myr, reagì per prima (temendo di restarne senza) e si impossessò subito di un'altra decina di salsicce.

In men che non si dica si accese una battaglia feroce per il possesso dello zaino di Amelia... Zel per un momento fissò quella indecorosa scena con un gocciolone, poi si gettò anche lui nella mischia, gridando: "Ehi, lasciatene una anche per me!!! Non potete mangiarvele tutte!!!"

 

Lina, che era uscita dalla battaglia con una buona dozzina degli ambitissimi generi alimentari, si sedette vicino a Myr, che si stava già dando da fare ad arrostire le sue...

E in quel momento, guardando attraverso il fuoco ondeggiante, li vide.

LoN, appoggiata con noncuranza ad un albero vicino, e, lì a due passi da lei, Xelloss, con quel suo sempiterno sorriso. Sembrava che solo lei li avesse notati.

 

"Myr, pensa tu anche alle mie salsicce, per favore... ma NON sbafartele tu, ok? Io torno subito." Le disse, alzandosi ed affidandole circospetta il frutto di tanta battaglia. Myr le prese ed annuì, troppo occupata ad infilzarle e a rigirarle per far sì che venissero ben cotte per risponderle.

 

Lina si allontanò verso il bosco... LoN e Xelloss erano spariti entrambi, ma non se ne stupì più di tanto. Si inoltrò nella boscaglia, cercandoli con discrezione, certa che sarebbero stati loro a mostrarsi.

 

Ed infatti non venne delusa: Xelloss e LoN la aspettavano pazientemente, in un punto riparato che si trovava più o meno al centro del bosco. Si mosse per raggiungerli e...

Rimase sorpresa quando vide, quasi nello stesso momento in cui lei si muoveva, spuntare dalla boscaglia anche Gourry.

I due si guardarono un attimo, senza sapere che cosa dire.

 

"E tu che cosa ci fai qui, ora?" Ruppe il silenzio Lina.

 

"Io?" Fece Gourry. "Avevo visto due persone vicino al bosco e..." Si interruppe un attimo. "Xelloss? Sei tu?"

 

Il demone sorrise. "Congratulazioni, Gourry! Ti sei ricordato il mio nome! La dieta a base di fosforo che ti ho consigliato funziona, allora!"

 

"Tu non mi hai mai consigliato una dieta a base di fosforo..." Obiettò lo spadaccino.

 

"Era una battuta..." Xelloss si portò una mano alla fronte e scosse la testa. "Non cambierai mai..."

 

Lina interruppe la discussione. "Immagino che questa non sia una visita di cortesia, LoN..."

 

"LoN?!!" Mormorò Gourry, annientato dallo stupore. Xelloss trattenne una risatina.

 

"Esattamente, Lina... Gourry..." Inizio LoN.

 

"Aspetta!... Vuoi dire che c'entra anche lui?" Chiese Lina.

 

"Ma certamente." Disse lei. "So delle vostre... divergenze, ma, che vi piaccia o no, voi due siete la chiave e il fulcro di tutta la vicenda."

 

"Noi due?... E' per quella faccenda dell'Hermonokurion o come diavolo si chiama?" Chiese Gourry.

 

"Hermonokurion, Gourry..." Brontolò Xelloss.

 

"E io che ho detto?" Rispose subito lo spadaccino.

 

"Mi devi spiegare ancora un sacco di cose, LoN. Cose che credo di avere il diritto di sapere. Ci ho pensato, e credo che tutta questa faccenda sia una farsa bella e buona." Iniziò Lina, portando subito avanti il colpo. "Secondo me, ci stai prendendo in giro!"

 

"Farsa?" Chiese LoN.

 

"Chronos è davvero tanto stupido da scrivere un testo di magia su carta, descrivervi un incantesimo così potente che è in grado di distruggere lui stesso e lasciarlo in questo mondo? E' una storia senza nè capo nè coda."

 

LoN scosse la testa. "Capisco che questa storia possa sembrarti strana... ma non voglio che tu ti preoccupi. Non posso spiegarti ora, ma ti chiedo soltanto di credermi."

 

Lina si grattò la testa, pensierosa. "Mi stai dicendo che dovrò andare avanti alla cieca in tutta questa storia, finchè non sarà tutto risolto?"

 

LoN annuì. "Un periodo di crisi ci aspetta... se io sopravvivo a questa crisi, anche il vostro mondo sopravvivrà. Se io vengo distrutta, anche il vostro mondo sparirà con me. Quindi, il mio bene è il vostro bene."

 

Per la prima volta Gourry si rivolse a LoN. La sua voce non tradiva esitazioni. "Se Chronos è addirittura più potente di te, allora noi come..."

 

"L'ho detto. Esiste il modo. La chiave siete voi due e la serratura è il libro magico."

 

Gourry si fece pensieroso. "Ma finchè non l'abbiamo trovato..."

 

LoN sorrise leggermente. "Non dovete preoccuparvi. Ricordatevi che ci sono io ad aiutarvi. Avrete tutto l'aiuto possibile, provvederò personalmente affinchè possiate arrivare al libro."

 

"Tu, Xelloss!" Saltò fuori Lina. "Tu, o un altro Mazoku o Dark Lord qualsiasi! Perchè non vi teletrasportate per prendere subito e senza tanti giri il libro? Se non sbaglio tu e la tua mammina Zelas avete detto che tutti i demoni erano pronti ad aiutare LoN!"

 

Xelloss la guardò serio. "Non possiamo. Nessuna creatura che abbia una natura astrale più alta di un elfo può usare, o anche solo toccare, l'Hermonokurion. E' scritto sul libro che Zelgadiss si è portato dietro, ma sembra che non ve l'abbia detto. Quel libro è materia pura, e per questo non può venire maneggiato da creature fortemente spirituali come elfi, Mazoku, Ryuuzoku..."

 

"Ryuuzoku?" Chiese Gourry. "Ah, già, i draghi..."

 

"Xelloss." Disse improvvisamente LoN. "E' ora."

 

"Sì, è vero. Buona fortuna, mia signora." Rispose il demone.

 

"Vai via?" Chiese Gourry.

 

"Già." Fece LoN. "Non vi sto abbandonando... anzi, sto andando a darmi da fare per voi." Aveva appena finito di pronunciare l'ultima parola, quando svanì nel nulla.

 

Il silenzio rimase nella foresta per alcuni istanti. Lina e Gourry si scambiarono un'occhiata come se fosse la prima volta che si vedevano in quella foresta.

 

"Beh, io vado con gli altri là al fuocherello!" Esclamò allegro Xelloss, allontanandosi.

 

Altri attimi di silenzio seguirono. Gourry si guardò in giro, mentre Lina, senza dire una parola, si diresse a passi lentissimi verso l'accampamento.

 

‘Questo è ridicolo!’ Pensò la maga. ‘Devo smetterla di pensare a Gourry... Lui mi ha abbandonata! Lui non mi merita!’ Le lacrime le stavano salendo agli occhi. Cercò di pensare a Luke, per non dover pensare a Gourry... ma non ci riuscì.

Quel ragazzo gentile e un po’ impacciato, simpatico ed educato... non c'era, nella sua testa. C'era un solo giorno con lui... e c'erano cinque anni con Gourry.

 

‘Gourry... perchè l'hai fatto? Avremmo potuto vivere felici insieme... perchè hai voluto rovinarci tutti e due? Perchè? Per Camille? Camille... chissà come si deve essere sentito Gourry quando l'ha saputo... deve essersela sentita sulla coscienza, deve sentirsela ancora sulla coscienza...’

 

"Sai che posto è questo, Lina?"

 

Lina girò lentamente la testa verso di lui... E si guardò intorno.

Quel bosco...

Quell'albero, quella piccola radura, quel cespuglio lì a fianco e quella stradina, quel passaggio tra la boscaglia...

E quello spadaccino biondo vestito di blu...

 

"Sì." Disse lei. Avrebbe voluto scappare via... ma si costrinse a rimanere e spinse fuori dalla gola le parole che faticavano ad uscire. "E' il bosco dove ci siamo incontrati... per la prima volta..."

 

"Dieci anni. Dieci anni fa."

 

"Dieci anni..." Singhiozzò lei. "Così tanto tempo..."

 

"Lina, credimi..." Fece lui avvicinandosi. Lina ebbe un sussulto, ma obbligò le sue gambe a rimanere piantate lì, come fossero inchiodate al terreno. "Ti prego..."

 

"Gourry..." Sapeva cosa stava per dirle. Lo sapeva, e sapeva che era vero. Ma non riuscì a fare altro che a rimanere immobile ad ascoltare, la sua mente era vuota. Voleva solo tornare a dieci anni prima, in quello stesso posto... Vivere ancora, per la seconda volta, i cinque anni più belli della sua vita, e saltare gli altri cinque... se solo avesse potuto.

 

Gourry si sedette, con la schiena appoggiata al tronco di un albero. Abbassò la testa un attimo. Forse per pensare alle parole giuste, o forse per trattenere le lacrime che, Lina ne era certa, stavano per venire anche a lui.

 

"Dicono che la vita abbia migliaia di strade. E' una frase che ho sentito spesso." Iniziò. Lo sguardo era triste; gli occhi azzurri si alzarono e si puntarono su di lei. "Beh, secondo me non è vero. Non ho mai avuto troppe scelte davanti a me. In genere solo due o tre alla volta."

 

Si rimise in piedi, abbassando ancora la testa ed abbandonando con i suoi occhi Lina. Cominciò a camminare.

 

"Per questo ho sempre cercato di scegliere la migliore. E' sempre stata una scelta difficile, a volte sembravano tutte brutte. E altre volte sceglievo male, o non ci pensavo abbastanza. Ma in quei cinque anni... dal giorno in cui ti ho visto, lì, che scendevi da quella strada, con quei tipacci intorno... fino al giorno in cui insieme abbiamo sconfitto Dark Star e poi dopo vivendo insieme a te... ecco, in tutti quei giorni sono sempre stato sicuro delle mie scelte. Avevo degli amici... avevo me stesso... avevo te... ed avevo un obiettivo, per quanto faticassi a capirlo a volte, e sapevo che non mi poteva succedere nulla. Ma dopo... dopo mi sono perso... Camille... era come una sorellina per me, quando ero piccolo. E quando ho saputo che... che era morta per colpa mia... io..."

Quasi cadde. Si mise in ginocchio, gli occhi bagnati levati ancora una volta verso Lina.

"Lo so che ho fatto male, Lina... lo so che ti ho causato del dolore, lo so che tu ora mi odi, e fai bene... ma credimi, ora farei qualunque cosa per non vederti più piangere! Qualunque! Ti prego! Dimmi cosa devo fare, Lina! Non voglio più vederti piangere! Non mi importa più niente di me, ho perso la mia vita... ma non voglio che la perda anche tu, per una colpa non tua..."

 

Restando in ginocchio, tirò fuori la spada che portava alla cintura. Lina fece un passo avanti, terrorizzata... più per lui che per sé.

 

Gourry rimirò la splendida lama della spada, dotazione degli ufficiali della guardia reale. Erano novantasette centimetri di acciaio lucido ed affilato, con un'elsa semplice e lineare, ma a Lina per un momento sembrò essere la Spada di Luce nelle mani di Gourry.

 

Lui parlò ancora, con la voce rotta dal pianto. "Tu non mi crederai, ma... in questi anni... ho seriamente pensato di seguire Camille..."

 

"GOURRY!" Fu l'unica cosa che riuscì a gridare Lina, troppo confusa per fare altro. Stava succedendo davvero? Tutto le sembrava avvolto in un alone di irrealtà, come un sogno...

 

"...ma non sapevo... se era la scelta giusta..."

 

La lama ondeggiò un momento. Bastò quel leggero movimento per mandare in pezzi tutto. Per Lina fu come svegliarsi da quel torpore che si era impossessato di lei quando Gourry aveva cominciato a parlare.

Con un rapidissimo scatto sbriciolò la bara di vetro che sembrava la circondasse e, di slancio, calciò la lama della spada di Gourry, facendogliela sfuggire dalla tremante presa e mandandola a volare alta...

L'arma roteò nel cielo coperto di foglie, ed infine si piantò nel tronco di un albero alle sue spalle.

Gourry si guardò sorpreso le mani, come se si aspettasse di vedervi ancora la spada, e poi girò la testa, guardando l'albero in cui si era conficcata. Poi guardò ancora Lina...

Il suo volto era rigato di lacrime, con lo sguardo dell'uomo più felice del mondo...

 

"Lina..." Mormorò. "...allora tu..."

 

Non finì la frase. In un secondo Lina caricò e lasciò partire un destro micidiale diretto al suo volto. Gourry perse l'equilibrio e da seduto finì lungo disteso a terra.

 

"IDIOTA!" Sbraitò Lina. "Tu ed i tuoi stupidi viaggi mentali! Non farmi prendere MAI PIÙ uno spavento simile!"

 

Prima che Gourry potesse fare qualunque cosa Lina aveva già girato sui tacchi, dirigendosi verso l'accampamento.

 

Affrettò il passo, spaventata da quello che aveva visto negli occhi di Gourry... gliel'aveva letto dentro: stava per farlo. Lo avrebbe veramente fatto.

Ma una parte di lei, troppo piccola perchè se ne accorgesse, nel fondo del suo cuore, era felice. Felice di averci parlato. E felice di altre cose... che Lina non volle nemmeno cercare di sapere. Le bastava.

 

Gourry si alzò dolorante, scuotendo la testa. Lina l'aveva salvato. Allora lui contava ancora qualcosa per lei...

 

Chiese a sé stesso se l'avrebbe veramente fatto... se avrebbe davvero avuto il coraggio di farlo. Ma non trovò la forza di cercare una risposta.

 

Anche lui iniziò a dirigersi, a passi lenti, verso l'accampamento.

 

"Uffa..." Borbottò sfregandosi le palpebre ancora umide. "Mi è finita della terra negli occhi..."

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Capitolo 14
*** Cap.13 - Ora si scopre il progetto di Amelia... ***


Capitolo 13: Ora si scopre il progetto di Amelia

Capitolo 13: Ora si scopre il progetto di Amelia! La realizzazione di un sogno antichissimo!

 

"Presto, ragazzi! Ci siamo! Siamo arrivati!" Gridò tutta allegra la vocina di Amelia, proveniente da un punto indefinibile della boscaglia davanti al gruppo. Il bosco si era fatto sempre più fitto man mano che si erano lasciati alle spalle Sailune dirigendosi verso Gidor e ormai era difficile vedere più lontano di un centinaio di metri. Inoltre, la pendenza del terreno era andata decisamente aumentando, nascondendo ulteriormente alla vista l'orizzonte davanti a loro.

Da dietro il tronco di un albero si fece vedere il volto della regina, subito accompagnato da una mano salutante. "Ehi, venite, presto! Dai, siamo arrivati! Ci siamo!".

 

"Prima era ultima, ed ora ha insistito per andare in testa... non la capirò mai..." Borbottò Kibil.

 

"Evidentemente non vede l'ora di farci vedere... qualunque cosa voglia farci vedere. Probabilmente un metodo miracoloso per raggiungere Kirin e quel tipo che sa del Libro Magico... Ma tu hai idea di che cosa si tratti?" Chiese Zel.

 

"Io? Mah. So che questa città, Gidor, è poco più che una fortezza dell'esercito di Sailune, lontana ed isolata. Non ho idea di cosa potrebbe esserci. Probabilmente, di qualunque cosa si tratti, dev'essere un grosso segreto militare."

 

"Kibil, tu SEI nell'esercito... e sei anche il cugino della regina..." Obiettò Zel.

 

"Non so che dirti, non ho mai sentito parlare di nulla relativo a questo postaccio."

Tutti e due girarono la testa verso Luke.

 

"Ehi, non guardate me!" Esclamò il soldato, rispondendo alla domanda non posta. "Non ne so nulla, altrimenti ve l'avrei detto!"

 

"Vabbè, ormai siamo qua." Fece notare Kibil, accorgendosi che, tra i tronchi d'albero ora più radi di prima, si intravedevano delle robuste mura in pietra. L'inizio della cittadella. "Andiamo a vedere."

 

Xelloss, saltando fuori dal nulla come suo solito, fece capolino dall'alto verso il gruppo. "Ehilà, gente! Che si dice? Avete idea di che cosa abbia in serbo la reginetta per noi?"

 

Kibil, Luke e Zel lo guardarono malissimo.

 

"Ah, dimenticavo di dirvi." Aggiunse Xelloss, ma con voce più alta, in modo che tutti lo sentissero. "Oltre a quella di Amelia, ci sarà un'altra sorpresina in quella città. Gentilmente offertavi dal signor Xelloss!" Concluse sorridente.

 

Tutti si scambiarono un'occhiata interrogativa, ma decisero di non fare domande.

Tutti tranne una. Myr si avvicinò di soppiatto a Xelloss, mentre continuavano a dirigersi verso l'ormai vicina città.

 

"Daii, signor Xelloss, me lo dice cos'è?"

 

"No, non posso! Sore wa himitsu desu, è un segreto! Ma puoi fare delle domande, se vuoi! Però posso rispondere solo "sì" o "no"!" Disse sorridente.

 

Myr ci pensò su un attimo. "E'... è qualcosa che si mangia?"

 

Xelloss ridacchiò. "No, non credo proprio."

 

"Dunque... è una cosa bella o brutta?"

 

"Bella, molto bella! Bellissima, direi. Ma sono due, non una!"

 

"Due? E come sono, sono simili?"

 

"Simili... hmm, domanda difficile. Direi di sì... abbastanza, ma non troppo... Ma guarda, ora potrai vederlo. Siamo arrivati." Disse, accennando alle mura della città, ormai vicinissime e chiaramente visibili. Un ampio portone era aperto poco più in là, permettendo l'ingresso nella città. Myr si girò appena in tempo per vedere il mantello di Amelia che svolazzando spariva dentro all'ingresso, mentre un soldato di guardia le faceva un impeccabile saluto militare.

 

Ora che erano più vicini, potevano sentire i rumori della città: gente che chiacchierava, lavori, martellamenti, gruppi di soldati che marciavano a passo cadenzato, carrozze cariche di chissà che cosa che passavano... ed una voce più forte delle altre, una voce squillante e dolce, che però sembrava litigasse ferocemente con qualcuno. Poi si sentì alto un grido di Amelia, subito seguito da uno della voce sconosciuta, e poi le due che parlavano...

 

Il gruppo, Lina e Myr in testa, si affrettò verso il portone per vedere la situazione, mentre Xelloss rimaneva indietro, sorridente.

 

Appena Lina arrivò davanti al poltrone, rimase sorpresissima... davanti a lei, allegramente abbracciata ad Amelia tra gli sguardi confusi e stupiti di un gruppetto di soldati, c'era Philia!

 

"Lina! Quanto tempo!" Gridò lei, salutandola. Lina non potè fare a meno di provare l'impulso di correre verso di lei. "Zel, Gourry! Ci siete tutti! Oh, come sono felice di rivedervi!" Continuò, man mano che tutti i componenti del gruppo la raggiungevano.

 

"Philia! Perchè non ti sei fatta sentire, perchè non ci hai mai detto niente?" Chiese Lina.

 

"Oh, scusa, Lina, ma sai com'è, ho avuto dei... ehi, cosa intendi per dire..." Fece Philia, imbarazzata.

 

Xelloss, affacciandosi al portone, tirò fuori la catenina con l'anello che portava al collo. "L'hanno capito, Philia! Non teniamolo nascosto anche a loro..."

 

Philia per un momento lo fissò, senza reagire, poi chinò il capo. "Così... lo sapete, eh? Beh, spero che mi perdonerete per non avervelo detto..."

 

"Dai, Philia!" Fece Gourry. "Non c'e bisogno che ti scusi..."

 

"...E nemmeno che tu ci dica nulla. Non c'è bisogno di sapere come hai fatto ad incastrarti con quel buono a nulla..." Ridacchiò Lina allegra. "Myr, questa è Philia. E' un drago, una carissima amica della tua mamma..." Aggiunse poi, diretta alla piccola.

 

"Myr? Ma, ma Lina, ma è tua figlia?" Philia era sorpresissima.

 

"Uh... sì, Philia." Rispose Lina, sperando che non arrivasse la seconda, prevedibile domanda. Philia aprì la bocca, ma Xelloss la strattonò discretamente per il vestito.

I due si guardarono per un secondo e Philia capì quello che Xelloss cercava di dirle. Non era una domanda da fare in quel momento. Cercando di sembrare naturale, Philia cambiò argomento. "Amelia, sei arrivata appena in tempo! I tuoi gorilla stavano per buttarmi fuori, dicendo che questo è un luogo top secret o qualcosa di simile e che non potevo restare ad aspettarvi..."

 

Amelia ridacchiò. "Lo so, devi scusarli, in effetti questo posto è protetto dal segreto militare... a ragion veduta, visto che cosa ho nascosto qua! Sarà una bella sorpresa per tutti voi!"

 

"A proposito, ho anch'io una sorpresa!" Disse Philia. "I tuoi soldati l'hanno confinata in una casa qua vicino, sempre per questa mania della segretezza, ma spero che ora possa uscire!"

 

"Una sorpresa... confinata?" Fece Myr senza capire cosa volesse dire.

 

"Ma è una persona? E' qualcuno che conosciamo?" chiese Zel.

 

"La risposta è sì alle prime due domande, no alla terza. Venite. Amelia, spero che ora dirai ai tuoi fin troppo zelanti soldati che non siamo delle spie!"

 

"Tranquilla!" Disse Amelia, seguendo Philia verso una casa vicina, che dava sulla via principale della cittadella. Philia aprì la porta chiusa a chiave ed entrò, chiamando: "Yuu-huuu! Tiina, dove sei? Dai, vieni a salutare tutti!".

 

Da una rampa di scale che portava al secondo piano scese una ragazzina sui 16 anni, vestita in modo semplice, con un vestito rosso ed una minigonna viola nemmeno troppo corta. Aveva una fascia di seta legata attorno alla vita come fosse una cintura, e portava due leggere spalliere di cuoio simili a quelli del vecchio abbigliamento di Lina, ma più piccole. Una foltissima chioma di capelli verde brillante, degni di un elfo, partiva dalla sua testa e veniva raccolta in una sobria coda di cavallo. Appena vide Philia scese di corsa, saltando gli ultimi quattro scalini, e corse da lei. Nel frattempo, tutto il gruppo era entrato nella spaziosa e confortevole casa.

 

"Ehi, che sorpresa!" Fece Amelia. "Scusa se i soldati ti hanno trattato un pò male."

 

La ragazza sorrise, un pò stupita dal gruppo di gente che la circondava. Fissò lo sguardo in mezzo al gruppo, e poi ridacchiò imbarazzata.

 

"Tiina, questi sono i miei vecchi amici di cui ti ho raccontato. Sono Lina e sua figlia Myr, Gourry, Zelgadiss ed Amelia, ed in più vedo che ci sono dei nuovi arrivi!" Fece Philia, presentandoli alla ragazzina.

 

"Piacere di conoscerti, mi chiamo Luke! Sono un soldato agli ordini della reg... ehm, di Amelia." Disse il lanciere, correggendosi subito.

 

"Ehm, salve, sono Kibil... suo cugino..." Fece, imbarazzato, indicando Amelia... Tiina lo stava guardando in modo strano.

 

Poi lei vide Xelloss, che stava entrando in quel momento, con il suo solito sorriso stampato sul volto.

 

"Papà! Ci sei anche tu?"

 

Dopo questa frase, Lina, Gourry, Amelia e Zel si ritrovarono a guardarsi annientati.

 

"Uh, che cos'è?" Fece la ragazzina, innocentemente. "E' stato qualcosa che ho detto?"

 

"Loro non lo sapevano, Tiina... e ora pensano chissà che..." La informò Philia, guardando lo spettacolo di quattro suoi vecchi amici paralizzati dallo shock.

 

"Eh... dai, non fate così... guardate che non sono davvero loro figlia..." Disse Tiina, capendo come avevano interpretato la notizia...

 

I quattro iniziarono a riaversi dalla paralisi...

 

"L'abbiamo adottata due anni fa..." Disse Xelloss. "E l'abbiamo cresciuta come se fosse stata veramente nostra figlia..."

 

"M-m-m-ma sei un drago?" Chiese Amelia.

 

Tiina sospirò. "Se vi dico che non lo so, mi credereste?"

 

Anche Philia sospirò subito dopo lei. "Me la portò un mio cugino, Yuma Ul Copt. L'aveva trovata, svenuta, in un bosco poco fuori la città dove vive. Lei non si ricordava nulla..."

 

"E' quasi ridicolo, se ci pensate." Disse Tiina. "Non so niente, solo il mio nome... l'unica cosa che mi ricordavo... E non so nemmeno che cosa sono..."

 

Tutti si guardarono l'un l'altro, senza capire.

 

"Non sono un'umana, e non sono un'elfa." Fece notare lei, alzandosi un ciuffo di capelli per far vedere la punta delle sue orecchie, perfettamente rotonda e priva della punta caratteristica degli elfi. E, d'altra parte, nemmeno una mezz'elfa avrebbe potuto avere dei capelli di un verde tanto luminoso, figuriamoci un'umana. "E nemmeno un drago o un demone." Concluse lei.

 

"Tiina..." Fece Lina, notando che la ragazza si stava intristendo. Ma poi un'altra domanda le passò per la testa. "Ma tu che cosa ci fai qui, Philia? E perchè hai portato tua figlia?"

 

"Oh, io solo un salto per salutarvi, e per avvisarvi che vi darò una mano con questa faccenda del Libro."

 

"Il Libro? Sai del Libro?" Chiese Zel stupito.

 

"Beh, LoN ha anche contattato me, oltre che Xelloss, e mi ha detto tutto."

 

"Ed ora?" Chiese semplicemente Gourry.

 

"Ed ora..." Fece Xelloss. "Ed ora io, Philia e Tiina facciamo un salto a Kirin col teletrasporto, ed iniziamo a fare delle ricerche per conto nostro, giusto per non perdere tempo prezioso. Poi vi aspetteremo."

 

"Posso restare con loro?" Chiese Tiina.

 

Philia rimase interdetta. "Tiina cara, cosa vuoi dire?" Chiese stupita.

 

"Ehm..." Fece lei, imbarazzata. "Mamma, dai, vengo con loro..."

 

"Ma perchè? Non li conosci bene, e..." Iniziò Philia.

 

"Farò conoscenza! E poi sono curiosa di sapere che cosa nascondono qua tutti questi soldati... scommetto che serve per andare a Kirin, vero?" Chiese, guardando Amelia.

 

La regina annuì e sorrise. "Non preoccupatevi, se Tiina vuole venire con noi potete lasciarla!"

 

Xelloss fece spallucce. "Se vuoi. Ci vediamo, tesoro!" Salutò, svanendo.

 

"XELLOSS! Maledizione, perchè devi fare sempre le cose così dannatamente di fretta!" Sbraitò Philia inferocita. "Mi sarebbe piaciuto fermarmi a chiacchierare un pò con Lina e gli altri, prendere un tè, e poi ero curiosa anche io di sapere cosa diavolo c'è qua di così segreto!!!"

 

"Che coppia... sprizzano tenerezza da tutti i pori. Ma come li avete conosciuti, quei due?" Bisbigliò Luke a Zel.

 

"Beh..." Fece Philia rassegnata. "Mi dispiace di dovermene andare così di fretta, ma..."

 

"Non ti preoccupare, Philia! Mi raccomando, fate un buon lavoro! Non preoccuparti per tua figlia, con noi starà bene!" Sorrise Amelia.

 

"Ciao, mamma! Stammi bene!" Disse Tiina.

 

"Anche tu, Tiinuccia mia. Ci vediamo tutti!" Salutò tutti i presenti con un largo gesto della mano, e si teletrasportò via.

 

"Bene, ora suggerirei di andare subito a farvi vedere la mia sorpresa!!!" Amelia si precipitò fuori dalla casa, ed aspettò che tutti la seguissero.

 

Lina avanzò brontolando. "Chissà che cos'ha in mente..."

 

"Dai, mamma!" Fece Myr allegra. "Sarà una sorpresa, no? Andiamo a vedere!"

 

Tutti quanti si misero in marcia attraverso la città, seguendo Amelia che camminava allegramente, salutando tutti i soldati che vedeva... i quali ricambiavano stupiti e senza capire molto cosa stesse succedendo.

 

Kibil, camminando, si avvicinò a Tiina, un pò timido.

 

"Ehm, Tiina, perchè sei voluta venire con noi? Non ci conosci, sai appena chi siamo, e poi se puoi teletrasportarti come i draghi o i demoni non hai bisogno di venire con noi per arrivare a Kirin..."

 

"Mi piace conoscere gente nuova." Rispose lei semplicemente, con un candido sorriso. "E poi, mi piace poter essere d'aiuto. Non so combattere, ma me la cavo molto bene con la magia. E poi..."

 

"E poi...?"

 

"E poi, mia madre mi ha spiegato che cosa state cercando."

 

"Il Libro?"

 

"Già." Annuì. "Dimmi, secondo te con quello potrei scoprire... la verità su di me? Chi erano i miei veri genitori? ...chi sono veramente?"

 

Kibil scosse la testa pensieroso. "Non lo so, mi dispiace. Nemmeno noi sappiamo molto del Libro."

 

"AAAARRIVATIII!" Gridò la voce festante di Amelia. Erano arrivati davanti ad un edificio enorme, con il tetto a volta. Era gigantesco, sembrava un ciclopico magazzino, ed aveva un enorme portone, tanto ampio quanto era larga la parete frontale, come se fosse un gigante a dover abitare lì dentro. La vista di quella costruzione immane spaventò un pò tutti, più che altro per le ipotesi su cosa ci dovesse essere dentro.

 

"A-Amelia, non dirmi che hai fatto costruire un cannone spara-persone intercontinentale!" Fece Lina preoccupata.

 

"Nulla di così scomodo!" Rise la regina.

 

"Una catapulta? Un marchingegno di teletrasporto? Un portale magico?" Tentò Gourry.

 

"Na-na-na-na-na!" Negò Amelia divertita. "Non indovinerete mai!" Poi si rivolse ad un ufficiale che era vicino a lei, e gli disse: "Bene, lo faccia venire qui. In fondo è merito suo, voglio che ci sia anche lui!" L'ufficiale salutò militarmente e si allontanò.

 

"Di chi stavi parlando?" Chiese Kibil. "Non credi che sia ora di dirci quale contorta idea ha generato la tua mente?"

 

"L'idea non è stata solo mia..." Iniziò lei, seguendo con lo sguardo un uomo che veniva rapido nella sua direzione, allontanandosi dall'edificio. Quando fu più vicino riuscirono a vederlo meglio: era sui trent'anni, e portava una lunga e fluente chioma di magnetici capelli bianchi. Indossava un pesante cappotto nero, lungo fino alle ginocchia, ed aveva un volto pallido, dominato da due occhi nerissimi. Quando fu al fianco di Amelia, accennò un inchino, poi si volse verso gli altri e li salutò con un cenno della mano, restando sempre serio ed in silenzio.

Amelia gli posò una mano sulla spalla (impresa difficile dato che l'uomo era almeno uno e novanta) e disse: "Ragazzi, vi presento il signor Wilville "Cid" Gabbiani!"

 

"Razza di nome..." Sussurrò Lina nell'orecchio di Luke.

 

"Il signor Cid è l'uomo che ha reso possibile quello che vedrete tra poco, grazie al suo ingegno ed al suo coraggio... ed anche al mio ingegno e coraggio, visto che l'ho aiutato! Il più antico sogno dell'uomo è sempre quello, uguale da millenni. Finora è stato soddisfatto solo in parte, ma ora..." Indicò con un ampio gesto melodrammatico l'enorme edificio "...ora il più antico sogno dell'uomo si avvera!"

 

"Una montagna fatta di cioccolato?" Chiese Myr, non si sa se scherzando o chiedendo seriamente.

 

"Dai, Amelia, non puoi continuare a tenerci così sulle spine! Diccelo, ti prego!" Fece Gourry.

 

"Si, lo voglio sapere anch'io!" esclamò Tiina.

 

Amelia ridacchiò e si girò verso l'edificio, dove si erano gia riuniti molti soldati. Uno di loro si avvicino e le diede un megafono. "Il momento è solenne!" Disse lei.

 

"Uh-oh, mani sulle orecchie, ragazzi!" Lanciò l'allarme Lina.

 

"APRITE LE PORTE!" Gridò Amelia nel megafono, assordando chiunque si trovasse nella città.

 

Le ampie porte dell'edificio iniziarono ad aprirsi, rapidamente.

 

La prima cosa che si vide fu quella che sembrava a tutti gli effetti la prua di una nave. Solo che, al posto della tradizionale statua della sirena sulla punta estrema, tradizionale portafortuna della nave, c'era quella di un angelo, di fattezze femminili, che sembrava avanzare con le enormi ali spiegate.

 

Man mano che le porte si aprivano sempre di più, si videro anche i lati della nave. Perchè era effettivamente una nave, fuor di ogni dubbio... tranne che per un dettaglio: la nave non poggiava per terra con la nuda chiglia, ma era sostenuta da un'impalcatura fissa, con delle ampie ruote nella parte inferiore.

 

Solo quando il portone fu completamente aperto capirono, seguendo i contorni della nave.

 

Sopra al ponte scoperto, fissata da due grandi piloni di sostegno, c'era un'enorme struttura di colore nero, dalla forma vagamente arrotondata ai lati e sopra, e protesa in una punta simile al becco di un corvo nella parte frontale.

 

Ai due lati, a metà strada tra la parte superiore e la nave vera e propria, c'erano due enormi cilindri metallici, ciascuno dei quali aveva alle due estremità, puntate una in avanti ed una all'indietro... una grande elica!

 

Soddisfatta nell'osservare lo stupore che aveva prodotto nei suoi amici, Amelia concluse in bellezza. "Signore e signori, quella che avete davanti a voi è la Blackwind. La prima nave volante al mondo."

 

***

 

N.d.Alex: Immagino avrete capito a questo punto che "Wilville" è la fusione dei nomi dei due fratelli Wright, Wilbur ed Orville! Ho anche inserito alcune altre citazioni riguardo all'aeronave, riferite però alla serie di videogiochi "Final Fantasy". ^_^

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Capitolo 15
*** Cap.14 - Però si poteva fare anche di meglio... ***


Capitolo 14: Però si poteva anche fare di meglio

Capitolo 14: Però si poteva anche fare di meglio... Amy, hai voluto strafare!

 

"Avanti, su... non fate così... dite qualcosa!" Li incitò Amelia.

 

"E'... è, è, è bellissimo!" Esclamò Tiina, rapita dalle linee eleganti ed aggressive dell'aeronave.

 

"Questa... questo aggeggio può portarci fino a Kirin?" Chiese Zel, avvicinandosi.

 

"Ben più in là!" Disse Amelia. "Può arrivare a cinquemila metri di altitudine ed ha abbastanza autonomia per fare il giro completo del mondo senza rifornimento!"

 

"Rifornimento?" Volle sapere Gourry. "Perchè, che cosa usa?"

 

"Va a lattuga. Vedi quelle eliche? Dentro ci sono dei criceti che corrono in una ruota e la fanno girare." Gli rispose serissima Amelia.

 

Tutti la guardarono terrorizzati.

 

"Dite un pò, ci avete creduto veramente?" Chiese lei ridendo. Gli altri tirarono un sospiro di sollievo.

 

"La Blackwind funziona con un sistema energetico sperimentale. Si chiama SAEEMC." Disse il pilota.

 

"SAEEMC?" volle sapere Lina.

 

"Sistema di Accumulazione Elastico dell'Energia Meccanico/Cinetica. Un parolone assurdo per non far capire a nessuno di cosa si tratta veramente." La informò Amelia.

 

"Ed in parole povere, vuol dire...?" Fece Gourry.

 

"Delle enormi molle a torsione, composte da una particolare lega metallica segreta e trattata magicamente. A terra vengono ricaricate da un'enorme motore a vapore, come si caricherebbe un orologio. Poi vengono portate a bordo e collegate ai motori, facendoli ruotare grazie ad un sistema di ingranaggi. Venite, vi faccio vedere." Rispose la regina, entrando nell'enorme hangar.

 

Il gruppo la seguì, cercando di immaginarsi, ciascuno a modo suo, che razza di molla intendeva Amelia. Forse era meglio andare direttamente a vederla.

 

All'interno, sul lato dell'aeronave, una grande gru, manovrata per mezzo di cavi da un gruppo di meccanici, stava issando su uno scomparto laterale aperto della fusoliera quello che, a tutti gli effetti, era un enorme palo di acciaio spesso trenta centimetri buoni ed arrotolato su di sé stesso, a spirale, più e più volte.

Le sue potentissime spire sembravano pronte a scattare e distendersi in qualunque momento e nessuno potè fare a meno di chiedersi cosa sarebbe successo se la molla fosse partita all'improvviso.

Avrebbe falciato tutti i presenti, distrutto l'aeronave e demolito l'hangar in meno di dieci secondi, con tutta l'immensa potenza che aveva accumulato con la torsione a cui era stata sottoposta.

 

"E' un'operazione molto delicata." Fece notare Amelia. I meccanici che la stavano montando sull'aeronave, infatti, erano tutti fradici di sudore. "Non disturbiamoli. Una volta montata, la molla viene assicurata in modo che tutta la sua energia venga trasferita all'elica, quindi non c'è pericolo durante il viaggio." Spiegò. Poi non resistette alla tentazione, si avvicinò

silenziosamente alle spalle di un tecnico che stava fissando un fermo che avrebbe bloccato quella mostruosa molla ritorta, e gridò: "BU'!"

Il poveretto fece un salto di dodici metri, cadendo a terra svenuto e con ciascun capello che aveva in testa che puntava in una direzione diversa. "Eh, non li fanno più i tecnici di una volta..." Ridacchiò Amelia.

 

"Toglimi una curiosità, Amelia. Questo coso è collaudato, no?" Chiese Kibil ansioso.

 

"Collaudato? Beh, più o meno..." Rispose lei evasiva.

 

Un grosso gocciolone si materializzò sulla testa di Kibil. "E che significa -più o meno-?" Chiese.

 

"Abbiamo fatto molte prove a terra, e delle prove di salita libera con la camera ad elio, e, secondo i calcoli..." Iniziò Cid, il pilota.

 

"Prove a terra? Prove di salita libera? Calcoli? Calcoli a che, calcoli ai reni?" Lo interruppe Lina. "Insomma, mi stai dicendo che quell'affare non ha mai volato sul serio!?"

 

"Dai, Lina! Che cos'è la vita senza un pò di rischio?" Sorrise la regina. Quattro secondi dopo una gigantesca Lina con un martello da venti tonnellate incombeva su di lei.

 

"UN PO' DI RISCHIOOOO? TU SEI PAZZA! SU QUELL'AGGEGGIO CI SALI TU!!" Sbraitò.

 

"Dai, mamma!" Cercò di calmarla Myr. "Se ci sale anche la zia Amelia significa che è sicuro..."

 

"Tu non la conosci..." Borbottò Lina scuotendo la testa. "E' la stessa Amelia che si è fatta sparare via con un cannone, sette anni fa!"

 

Amelia corse verso la scaletta di accesso all'aeronave. "Beh, voi andateci a piedi, a Kirin! Chi mi ama mi segua!"

 

Lina sospirò. "Me ne pentirò. Me ne pentirò amaramente. Mi odierò per questo." Brontolò seguendola. Un pò alla volta, titubanti, tutti entrarono nell'aeronave.

 

Si ritrovarono in un'ampissima sala semibuia, all'interno, piena di enormi ingranaggi fermi, simili a quelli di un enorme orologio. Due giganteschi perni spuntavano dal suolo, evidentemente collegati alle molle nel piano inferiore, ed erano collegati, tramite vari ingranaggi, ai due lati della nave, verso le gondole che contenevano le eliche. Una scala a chiocciola abbastanza larga portava sia al piano superiore che a quello inferiore.

 

"Ok, signore e signori. Benvenuti a bordo." Disse Cid. "La Blackwind richiede un equipaggio minimo di quattro persone."

 

"Questa missione è riservata e segreta." Aggiunse Amelia. "Che qualche notizia si diffonda è l'ultima cosa che ci farebbe comodo, quindi niente soldati o equipaggio di estranei. Dovremo arrangiarci noi. Non è difficile. In fondo, siamo in otto, nove contando Myr, non dovremmo avere problemi."

 

Tutti fissavano regina e pilota in silenzio, temendo di venir scelti per qualche incarico poco simpatico.

 

"Dunque, questa è la sala macchine." Disse Cid. "Sopra c'è la sala di pilotaggio e sotto la sala motori dove teniamo le due molle. Qua ci dovremo andare solo in caso di emergenza, per far fare delle manovre particolari ai motori. Se saremo fortunati, non ce ne sarà bisogno, e, se non lo saremo, me ne occuperò io, quindi meglio salire. Su vi spiegherò tutto." Disse, indicando la scala.

 

Il piano superiore come aspetto era molto meglio. Una sala non troppo grande, con parecchie sedie inchiodate al suolo. Questo preoccupò un po’, ma nessuno fece domande.

Davanti ad alcune sedie c'erano dei riquadri con delle lancette che segnavano tutte zero e, vicino, delle leve di vario genere. Erano evidentemente i posti di comando. Uno di loro, in posizione centrale, aveva, invece delle leve, un grande timone a ruota del tutto simile a quello di una nave comune.

A fianco di questa sedia ce n'era un'altra, ma senza nessuna leva o timone. Aveva davanti un tavolo di legno con su stesa una mappa geografica, e, dall'altro lato, un riquadro pieno di lancette e segnalatori, anche questi tutti al minimo.

Uno dei quattro muri della stanza, fortemente inclinato come quello di una mansarda, era totalmente composto da una spessissima lastra di vetro e dava sul davanti della nave. Si poteva vedere il ponte, poi la prua, la cima della statua posta all'estremità della nave, con le punte delle ali appena visibili ai due lati, le porte aperte dell'hangar e, infine, la città e il cielo aperto.

 

"Ottimo. Io sarò il pilota." Disse Cid, accennando alla sedia col timone. "E spero che voi ci vorrete onorare assumendo la carica di comandante della nave." Disse poi alla regina.

Amelia, ridendo, si sedette sulla sedia con davanti il tavolo e la carta geografica.

 

"E noi cosa dovremo fare?" Chiese Tiina, un pò preoccupata.

 

"Dunque, a sinistra si deve sedere il motorista, cioè chi controlla i motori." Disse Amelia. "E' un incarico difficile, che richiede mente svelta e concentrazione costante. Chi ci va?" Chiese, aspettando un volontario.

 

Ci furono venti secondi di silenzio, poi Zel fece un passo avanti. "Ho capito l'antifona, se non ci penso io qua va a finire che precipitiamo prima ancora di decollare..." Andò a sedersi al suo posto, guardando con sospetto tutte le leve ed i comandi di cui capiva poco e si fidava meno.

 

"Bravo Zelgy!" Esultò Amelia, sprizzando gioia. "Ora, invece a destra ci vuole il copilota. Deve controllare e bilanciare con attenzione la potenza e la velocità, ed assistere il pilota. Direi che lo può fare... hmmm... Kibil, vieni tu."

 

"Uh... va bene, ma cosa devo fare?" Chiese, sedendosi ed osservando spaventato tutti gli indicatori e le lancette.

 

"La domanda vale anche per me." Disse Zelgadiss, dal suo posto.

 

"Dunque, Kibil. Tu devi sempre stare attento a queste lancette. Se una di queste va nella zona rossa, cioè troppo alto, o in quella nera, cioè troppo basso, devi dirlo subito. E se vedi una coppia di lancette vicine che danno due valori completamente diversi, significa che uno dei due motori ha dei problemi e sta girando diversamente dall'altro. Anche qui lo devi dire. Ogni lancetta ha scritto su cosa indica, e ciascuna delle tue leve ha scritto su cosa comanda. Se la lancetta segna troppo alto, tira la leva corrispondente. Se segna troppo basso, spingila. Tutto chiaro, no?"

 

"Chiarissimo." Disse Kibil, guardando ancora le lancette e le leve. Ora che aveva capito un po’ meglio cosa fare si sentiva più sicuro.

 

Amelia si rivolse a Zel. "Anche per te è facile. Hai due leve, sinistra e destra, cioè motore sinistro e motore destro. Se ti diciamo "Avanti tutta", le devi mettere tutte e due avanti del tutto. "Indietro tutta", indietro del tutto. "Ferma", a metà. E così via. Se una delle leve va avanti ed una indietro per fare una manovra d'emergenza, te lo diciamo.

 

"Tutto qui?" Chiese la chimera stupita. "Mi aspettavo chissà che cosa..."

 

"In condizioni di emergenza, basta un solo pilota. tutti i comandi essenziali sono ai posti di pilotaggio. Con quattro membri di equipaggio, però, è più sicuro e più comodo!" Amelia gli diede un bacetto sorridente, e si sedette al suo posto, lasciandolo tutto rosso.

 

"Ehi, e noi che cosa facciamo?" Le chiese Lina.

 

"Vi sedete e vi godete il viaggio!" Rise lei, dando una pacca sulla spalla a Cid, seduto al suo fianco, al posto di pilotaggio. "Tutti pronti, si decolla!"

 

"Cosa? Di già?" Chiese Gourry spaventato. "No, fermate tutto, ho paura di volare, io! Voglio scendere!"

 

Ma Cid aveva già tirato una leva. Le eliche iniziarono a girare lentamente, mentre un lacerante stridio metallico avvisava tutti che le molle stavano iniziando a girare. "Signore e signori, la Blackwind è pronta al suo volo inaugurale! Siete pregati di sedervi ai vostri posti e di allacciarvi le cinture di sicurezza!" Li informò la regina.

 

"Cinture di sicurezza? QUALI cinture di sicurezza?!" Sbraitò Lina inferocita, indicando le sedie prive di ogni traccia di quei tanto preziosi dispositivi.

 

"Ah, mi sembrava di aver dimenticato qualcosa." Disse Amelia con la massima ingenuità. "Via gli ormeggi! Zelgy caro, motori avanti un quinto!"

 

"ASPETTA!" Gridò Lina, lanciandosi verso una sedia ed aggrappandovisi. Un secondo dopo una terribile vibrazione scosse tutta l'aeronave, e le porte dell'hangar iniziarono a scorrere lentamente ai lati della visuale attraverso il vetro frontale. La Blackwind stava avanzando.

 

"Wow!" Fece Tiina. "Si muove!"

 

"Ne dubitavi?" Amelia era al colmo dell'allegria. "Attenta, ora ci alziamo! Kibil, tira la leva nera. Serve a sganciare la zavorra che mantiene il peso dell'aeronave!"

 

Kibil, titubante, agì sulla grossa leva. Un'altro scossone ed un rumore tremendo segnalavano che i pesi di piombo sullo scafo esterno che tenevano l'aeronave a terra si erano staccati.

Alleggeritasi, la Blackwind iniziò a salire...

Peccato che fosse ancora per metà nell'hangar.

 

"Cretina!" Inveì Lina. "Era troppo presto! Sbatteremo contro il tetto, per colpa tua!"

 

"Mi dispiace..." Pianse Amelia con le lacrime agli occhi. Cid scosse la testa sconsolato.

 

Subito dopo, uno schianto tremendo per il quale tremò tutta la nave, da prua a poppa, fece chiaramente capire che la nave si era incastrata nel soffitto dell'edificio, per metà fuori e per metà dentro. I tecnici ed i meccanici, in preda al panico per paura che l'edificio gli crollasse in testa, si sparpagliarono terrorizzati in un batter d'occhio.

 

"Speriamo che la camera dell'elio abbia tenuto... o sarà il viaggio aeronavale più breve di tutti i tempi..." Bisbigliò Cid.

 

"Zel, avanti tutta!" Gridò Amelia. "Dobbiamo disincastrarci!"

 

Zelgadiss spinse avanti con decisione le due leve. La nave tremò, vibrò, protestò, ma alla fine, con un boato pauroso, strappò via mezzo tetto dell'hangar e schizzò via. Lina, Amelia e gli altri vennero sparati via dai loro posti come palline da flipper.

 

E la Blackwind, uscendo dalla bianca nuvola di polvere e calce che l'aveva inghiottita, si alzò maestosa nei cieli.

 

"Oohh... vola davvero!" Disse Tiina ammirata, cercando di rimettersi in piedi e tastandosi un enorme bernoccolo.

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Capitolo 16
*** Cap.15 - Qual è il mio vero essere? ***


Capitolo 15: Qual'è il mio vero essere

Capitolo 15: Qual è il mio vero essere? Domande su di me e sul mio futuro.

 

"Voi dite quello che vi pare, ma io me ne voglio andare di qui al più presto." Borbottò una figura misteriosa, uscendo guardinga da una macchia di alberi di un qualsiasi, anonimo bosco della Penisola dei Demoni. Subito altre due lo seguirono.

 

Il primo era vestito in maniera semplicissima, una maglia di stoffa grigia a maniche lunghe ed un paio di pantaloni di tela azzurra stropicciata, tenuti su da una cintura, e sulle spalle un semplice mantello bianco. Aveva lunghi e folti capelli neri, ed orecchie a punta lunga simili a quelle degli elfi. Continuava a borbottare. "Non sarei dovuto venire, non avrei dovuto accettare questa missione. Mi sento una pedina, sì... una specie di pedina che non capisce un'acca di quello che sta succedendo e nessuno glielo vuol dire. Voi dite quel che volete, dite che quest'occasione era unica, che la ricompensa che ci hanno promesso vale tutto questo e molto di più... ma io continuo a non essere tranquillo."

 

La seconda figura si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla. Era una donna dai capelli castani, vestita anche lei in una maniera semplice ed anonima, senza nessuna ostentazione. Sorrise al suo compare, strizzandogli uno dei suoi grandi occhi neri. "Dai, Siroi! Non fare così, La situazione non è poi tanto male. Solo dei piccoli inconvenienti!"

 

"PICCOLI INCONVENIENTI???" Sbraitò la terza figura, uscendo a fatica da un cespuglio dove era rimasta impigliata. Era un uomo molto alto e robusto, che vestiva, al pari degli altri, in una maniera comunissima, che sembrava studiata apposta per andare in giro inosservati. Anche lui, come gli altri due, aveva le orecchie a punta, unico tratto che poteva sembrare particolare nella sua figura, e portava, legate dietro la schiena, due parallelepipedi metallici, simili a due scatole. "Questi inconvenienti li chiami piccoli, Sarisa? Appena veniamo qua scopriamo che per qualche strano motivo non possiamo più teletrasportarci, poi ci perdiamo grazie al tuo -infallibile senso dell'orientamento- e vaghiamo per due giorni in questi maledettissimi boschi... Siroi ha ragione, andiamocene al più presto. E' tutto troppo strano, mi sa di trappola."

 

La donna si arrabbiò. "Senti, Ziel! E' anche e soprattutto colpa tua se ci siamo persi, quindi fammi il favore di startene zitto! Ormai siamo in ballo e dobbiamo ballare, quindi portiamo a termine questo schifo di missione insensata ed andiamo a ritirare la ricompensa! E poi, chi vuoi che ci tenda una trappola? Chi potrebbe avere il potere di bloccare i nostri teletrasporti?" Poi si zittì all'improvviso.

 

"La Lord di queste parti... Lord of Nightmares." Disse Siroi. "Io dico che è un giochetto suo. Da quello che mi hanno detto è sempre stata una testa calda, soprattutto verso Chronos. Sempre tra i primi a contestare la sua autorità.

 

Sarisa scoppiò a ridere. "Se è per questo ormai la contestano tutti, la sua autorità! Hai visto cosa ha dovuto fare, per costringere all'obbedienza i suoi Lords, no?!"

 

"Già." Bisbiglio Siroi pensoso. "Dalle mie parti si dice che finché un leader è rispettato dai suoi uomini, non cadrà mai."

 

"Ormai è finita per Chronos, allora... visto come lo trattano i suoi Lords! E' diventato lo zimbello di tutti, poveretto!" Rise Ziel. "La sua leadership sta affondando!"

 

Gli altri due lo guardarono strano.

 

"Era un gioco di parole sulla "Leader-ship"...sarebbe la carica di comando, ma "ship" da sola è la nave..."

 

"L'AVEVO capita. Il problema è che non fa ridere!" Disse Siroi, con tanto di gocciolone.

 

"Chronos starà di sicuro progettando qualcosa per mantenere il suo potere, ma ormai ha tutti contro. Perderà." Affermò sicura Sarisa.

 

"Toglietemi una curiosità... perchè stiamo lavorando per un perdente?" Chiese Siroi.

 

Sarisa scrollò le spalle. "Per la ricompensa, che altro?" Disse lei.

 

"E cosa ti rende così fiduciosa che lui seguirà i patti?" Chiese Ziel sorridendo.

 

"Sa benissimo che, se farà il furbo, noi potremmo passare dalla parte dei Lords non appena si ribelleranno a lui, cosa che di sicuro avverrà molto presto. La cosa di cui ha meno bisogno in assoluto è altri nemici."

 

"Belle parole, Sarisa. Ora però tocca a te portare questa roba." Disse Ziel ridacchiando e togliendosi dalla schiena le due casse metalliche.

 

"Uffa." Protestò Sarisa.

 

"Ehi, guardate!" fece Siroi, puntando il dito verso il cielo. "Sbaglio o quella è un'aeronave?" Chiese.

 

I suoi compagni alzarono gli occhi al cielo, seguendo il grande vascello volante nel suo volo sullo sfondo del cielo bianco ed azzurro.

 

***

 

Lina guardò tristemente oltre il parapetto della Blackwind, le ciocche di capelli libere dalla treccia scompigliate dal fortissimo vento.

 

Aveva troppe cose in testa e poter vedere le nuvole dall'alto era uno spettacolo incredibile. Sperava che l'avrebbe aiutata a dimenticare.

 

Ma non ci riusciva. Non poteva fare a meno di pensarci.

 

Gourry. Luke. Myr. Camille. Quei nomi le giravano in testa, mescolandosi, confondendola...

 

Cosa doveva fare? Come doveva comportarsi?

 

Gourry... Gourry l'amava ancora? E lei, lei amava davvero Gourry? Si chiese. Ma il suo cuore non volle rispondere. Forse temeva di ferirsi da solo.

 

E Luke? Luke... Luke era davvero quello che lei cercava? O no?

 

...che cosa cercava? ...e che cosa vuol dire?

 

CHE COSA cercava?

 

Myr... Myr, cosa doveva fare? Qual'era la scelta migliore per lei?

 

La verità? Il passato? Una nuova vita?

 

Camille...

 

Per la prima volta, si sentì come se fosse stata lei ad uccidere Camille.

 

Era vero. Non era stato Gourry, non era davvero colpa sua. Gourry le voleva bene. Al punto da mollare tutto quello che amava per il dolore... il dolore di...

 

E' stata colpa tua, diceva una voce nella sua testa. Tu con tutti i tuoi stupidi io e me e mio e mi e a me e mia e me stessa. Ma hai mai pensato anche solo per un secondo a LUI? A come si dev'essere sentito?

 

A come si sente ancora?

 

Eccolo lì, lo si vede attraverso il vetro, seduto dentro la cabina.

 

Ma non è davvero lui, è una cosa che gli somiglia vista da fuori. Dentro è vuoto. E' come se fosse morto. Non ha più nulla. Vive una vita falsa. Non sua. Senza futuro, senza obiettivi, senza scopo, senza amore. Senza di te. Ed è colpa tua.

 

Solo ora che ha ancora una montagna da scalare, solo ora che ha quest'ultima avventura, a fianco di sua figlia e della persona che amava, sembra un pò vivo.

 

Ma cosa succederà dopo? Non si vedranno mai più? Sarà la fine?

 

E Luke?

 

"Cosa?" Chiese Lina al vento. "Cosa?" Chiese, senza sapere neanche lei quello che voleva conoscere.

 

E forse per questo il vento non le rispose.

 

Sentì dei passi che gli si avvicinavano da dietro, lottando contro la corrente d'aria. Si girò di scatto, in parte sperando ed in parte temendo che fosse...

 

"Salve, Lina-san!" La salutò Tiina, camminando controvento per arrivare da lei, e facendosi schermo degli occhi con la mano. "Cosa stavi facendo, parlavi da sola?" Chiese.

 

Lina sospirò. "Chiamami Lina e basta. E non fare la vecchia battuta del rispondere 'Come vuoi, Lina-e-basta', per favore."

 

Tiina ridacchiò, con quel suo fare acqua e sapone, aggrappandosi al parapetto dell'aeronave a fianco di Lina. "Leggi nel pensiero?"

 

Anche Lina rise. "No, anche se devo ammettere che mi piacerebbe. Ma mi limito a prevedere il prevedibile. Piuttosto, perchè sei uscita dalla cabina? Non stai con gli altri? Dentro fa più caldo e non c'e vento." Le chiese.

 

"Mi sembra di sentire Philia." Sorrise Tiina. "Stai coperta che fa freddo, e non sudare che poi ti ammali, non andare a letto tardi... ma io sono fortunata, con Valgarv è ancora più insopportabile. Mi domando come verrà su, quel bambino."

 

"Ah, già, Valgarv. Philia aveva deciso di prendersene cura... come se la cava?"

 

"E' molto protettiva, forse troppo. Gli ha costruito un box di acciaio rinforzato, il poveretto sembra un animaletto in gabbia allo zoo. Non ho ancora capito se sia per evitare che combini guai o per impedire a Xelloss di avvicinarglisi."

 

"Xelloss." Lina scosse la testa. "Come avranno fatto quei due a mettersi insieme? Un Drago ed un Mazoku..."

 

"Con loro in casa non c'è mai occasione di annoiarsi." Disse divertita Tiina.

 

"Sono i tuoi genitori adottivi, ora?" Chiese la maga, facendosi seria.

 

Tiina annuì. Afferrò più saldamente il parapetto e si sporse un pò, a guardare il bellissimo panorama. "Già. Ma è strano avere dei genitori adottivi... e degli amici, e conoscere della gente... e nessuno, te compresa, che sappia chi sei veramente." Sospirò profondamente. "A volte mi sento una specie di nuvola. Voglio dire, sono lì, e mi sembra che tutto il mondo mi passi sotto senza che io possa toccarlo. Mi sento come qualcuno che non esiste."

 

Si sedette sul ponte, appoggiando la schiena al parapetto. Lì era un pò più riparata dal vento. "Non è semplicemente un non sapere chi sono i miei genitori. E' una cosa diversa. Se fosse solo per il non sapere chi sono i miei genitori non ne farei un dramma... sarei felice di conoscerli, certo, ma ormai sono Philia e Xelloss i miei veri genitori. No, è qualcosa di diverso."

 

Lina si sedette al suo fianco. Ora capiva perchè era venuta fuori.

Voleva parlare. Voleva ascoltare. Voleva trovare le risposte che cercava disperatamente.

 

Fosse così facile, pensò amaramente.

 

"Ti devi davvero sentire strana." Le disse. "Cioè, Zelgadiss... hai a presente, no? Il ragazzo blu..."

 

"Si, si!" Disse lei ridacchiando. "Philia mi ha raccontato tutto di voi e delle avventure che ha avuto con voi!"

 

"Beh, anche lui è un pò così... ma almeno sa cosa gli è successo. Era umano, poi è stato trasformato in una chimera. Tu, invece..."

 

Tiina sospirò ancora, più tristemente. "Philia e Xelloss hanno cercato di aiutarmi a scoprirlo, ma non ci sono riusciti. Non ne hanno la più pallida idea." Si sdraiò sul duro legno del ponte dell'aeronave, intrecciando le mani dietro la testa. Il cielo sembrava così vicino... "Pensa... potrei avere due anni. O potrei averne diecimila. Potrei essere una creatura di una razza sconosciuta, una razza che si è sempre tenuta nascosta, per qualche motivo, lontana da tutti."

 

"Forse." Notò Lina. "Ma per te è così importante saperlo? Tu sei..."

 

"Oh, per piacere!" Fece Tiina alzandosi in piedi. "Stai per tirare fuori il solito vecchio bel discorso trito e ritrito del "non importa che cosa tu sia, sei Tiina, e questo basta ed avanza!", vero?"

 

Lina si bloccò, esitante. "Sì..."

 

"Vedi, anch'io prevedo il prevedibile." Fece Tiina con un sorriso amaro. "So che Philia e Xelloss mi vorrebbero bene anche se fossi l'ultimo dei mostri, e so che anche voi siete persone che non badano a questo genere di cose. Ma per me è importante. Molto importante."

 

Guardò Lina dritto negli occhi. "E se avessi, che so, novantanove anni ed appartenessi ad una razza dove tutti muoiono esattamente a cento? E se la mia razza fosse portatrice sana di una malattia letale, e per questo si sono sempre tenuti nascosti senza avere contatti con le altre razze? E se fossi una creatura artificiale, frutto di un qualche esperimento magico creato da chissà quale stregone pazzo? E se fossi un'illusione, semplicemente un'illusione che non esiste veramente? E se..."

 

Prima che potesse dire qualcos'altro, Lina la afferrò saldamente per tutte e due le spalle e la scrollò con violenza, più volte. Poi la lasciò andare.

 

Tiina, intontita ma soprattutto sorpresa, crollò a sedere.

 

"La cosa più giusta da darti sarebbero stati un paio di schiaffi." Le disse la maga. "Ma pensavo che questo potesse bastare."

 

"Ma... perchè?" Non riusciva a capire.

 

Lina, senza risponderle, girò i tacchi e tornò verso la cabina. ma, un attimo prima di aprire la porta ed entrare dentro l'aeronave, le disse: "A volte, sarai l'unica cosa che ti resterà. A volte, tu stessa sarai l'unica certezza che ti rimarrà. Non ti distruggere con dei -se...?- senza risposta, o potresti ritrovarti senza niente. Senza nemmeno te stessa."

 

Rimase per un paio di secondi in silenzio, si sentiva solo il boato del vento.

 

"Te lo prometto, lo scoprirai." Le disse, infine. "Troverò quel maledetto libro, e se lì non ci sarà nessuna risposta troverò qualcos'altro, e poi qualcos'altro ancora, finché non salterà fuori un non-so-che-cosa che possa risponderci... a te... e a me... e a Zelgadiss... a tutti noi." Poi aprì la porta, entrò dentro rapida e la richiuse alle sue spalle.

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Capitolo 17
*** Cap.16 - Rubare un bacio, come nelle vecchie favole ***


Capitolo 16: Rubare un abbraccio, come nelle vecchie favole

Capitolo 16: Rubare un bacio, come nelle vecchie favole.

 

Dopo la discussione con Tiina, Lina era andata a chiudersi nella sua cabina, sul retro dell’aeronave, desiderosa di rimanere un po’ sola coi suoi pensieri.

 

Le domande della ragazza, così pressanti e che la sconvolgevano così tanto non erano certo uguali a quelle che si faceva lei, ma comunque poteva capirla... sapeva cosa si provava a sentirsi attanagliati da interrogativi più grandi di sé, cui era impossibile rispondere.

 

Tiina cercava un perché a quello che era, qualunque cosa fosse. Lei, Lina, cercava un perché a quello che provava, qualunque cosa provasse... sì perché ora che aveva rivisto Gourry, non riusciva più nemmeno a capire cosa provasse per lui. Amore? odio? disprezzo? o semplicemente indifferenza? Che cos’era quel miscuglio di sensazioni che le agitava il cuore?

 

Lina decise che doveva scoprirlo. Nella sua mente si affacciò a poco a poco il ricordo di un giorno di tanto tempo prima, quasi vent’anni prima... la giovane chiuse gli occhi nel tentativo di riconoscere quella figura femminile che le appariva così nebulosa...

 

Lina si stinse forte le mani... sì, quello era il viso di sua madre, quel giorno, poco prima che lei morisse, lasciandola sola con suo padre e sua sorella, di qualche anno più grande... sì, ora cominciava a ricordare!

 

Aveva litigato violentemente con un’amichetta e le aveva detto di non volerla più vedere... lei le aveva rotto il suo primo talismano magico. -Mamma io la odio! è stata cattiva con me!- si ricordava di aver detto alla madre quando le aveva chiesto spiegazioni.

 

E la sua adorata mamma... cosa le aveva risposto? Una frase bellissima, che era rimasta impressa nel suo cuore di bimba... -Non odiare mai chi hai amato, piccola mia, perché il tuo sarebbe un odio pieno di amore... si può amare chi si odiava, ma non si può odiare chi si amava, ricordatelo sempre.-

 

Una lacrima scivolò sulla guancia della ragazza.’...Come aveva ragione, mia madre! E' impossibile che l’amore si trasformi in odio. L’amore non muore mai... se è vero e sincero, niente può sconfiggerlo... neanche la lontananza, l’abbandono, il silenzio... l’amore può addormentarsi, può affievolirsi, ma non può morire, non può corrompersi fino all’odio... Un debole sorriso illuminò il viso di Lina mentre si asciugava gli occhi con la mano ‘...grazie mamma, se ora ho capito che cosa provo per Gourry, è solo merito tuo...’

 

La donna si alzò dal letto e andò ad affacciarsi al piccolo oblò che si apriva sul cielo infinito attorno alla Blackwind. "...Sì mamma, l’ho perdonato... l’avevo fatto già da molto tempo, ma il mio cuore non voleva accettarlo..." disse poi a bassa voce, quasi rispondesse ad una muta domanda che nessuno le aveva posto. “Non lo amo più come prima, ma non lo odio. Non potrei, perché il mio sarebbe un odio pieno di amore... e poi...”

 

Le riflessioni della maga furono interrotte da un bussare discreto alla porta. La giovane si voltò di scatto. "Avanti!"

 

L’uscio si aprì lentamente. "Posso entrare, Lina?" Una figura maschile avvolta in un mantello bianco avanzò con cautela. "Non volevo disturbarti... dato che non sentivo alcun rumore pensavo stessi dormendo."

 

"Ma no, figurati... stavo solo pensando, niente di più..."

 

"Stavi pensando a... no, scusami, non volevo essere indiscreto... comunque, sono venuto perché ho bisogno di parlarti."

 

"Vuoi parlarmi di quello che è successo l’altra sera sulla torre del castello di Sailune?"

 

L’uomo trattenne il respiro, evidentemente colto impreparato da quella schiettezza. "Esatto. Credo di... di non averti detto tutto ciò che volevo dirti." Rispose dopo qualche istante.

 

Lina annuì, le labbra strette, il volto teso: sapeva che quello sarebbe stato un colloquio difficile, forse il più difficile. "D’accordo, siediti e sputa il rospo."

 

Il giovanotto obbedì. Si capiva che era nervoso, benché cercasse con tutte le sue forze di nascondersi dietro un’espressione impassibile. "Ecco, Lina, io... io penso di doverti delle spiegazioni."

 

La tensione della ragazza si sciolse in un sorriso: aveva intuito ciò che preoccupava il soldato. Quell’abbraccio quasi rubato, da cui lei non aveva tentato di sciogliersi... temeva di averla offesa. "Luke, se ciò di cui vuoi parlarmi è quanto hai fatto quella sera, beh, lascia stare. Va tutto bene. Se non avessi voluto che mi abbracciassi, avrei reagito allora: è inutile che stai a preoccuparti. In quel momento avevo bisogno di una spalla su cui piangere, tu me l’hai offerta e per questo ti sono grata, davvero."

 

Luke spalancò gli occhi per la meraviglia. "Lina... come hai fatto a capire cosa volevo dirti?"

 

"Tu sei un ragazzo semplice e onesto." Rispose lei con dolcezza. "Per me la tua mente è quasi un libro aperto. Vedi, viaggiando molto, incontrando molte persone, purtroppo si viene in contatto con la gente peggiore, e se non si è capaci di capire le loro vere intenzioni, che spesso si nascondono dietro una facciata gentile, beh, allora si è praticamente condannati a fare un brutta fine."

 

"Allora... allora sai anche che cosa vorrei riuscire a dirti ora, che cosa voglio dirti dal giorno in cui ti ho conosciuta..."

 

La donna scosse il capo. "Non sono un’indovina. Posso intuire certe cose, ma ciò che c’è nel profondo del tuo cuore... beh, quello solo tu puoi rivelarmelo, se lo vuoi."

 

Il soldato arrossì leggermente e chinò il capo, visibilmente imbarazzato davanti alla disarmante sincerità con cui Lina gli parlava. Seduta sul letto, con la luce dorata del tramonto che le sfiorava la treccia rossa e le faceva brillare gli occhi, era ancora più bella.

 

Notando che il giovane non trovava il coraggio di parlare, Lina si alzò, gli si avvicinò e gli posò dolcemente una mano sulla spalla. "Coraggio, parla."

 

Luke strinse forte i pugni. ‘Adesso o mai più!’ si disse tra sé e poi, rivolto alla donna: "Lina, ti prego, non avercela con me per questo..."

 

A quelle parole, sul volto di Lina si disegnò un’espressione stupita che però la ragazza non fece in tempo a tradurre in parole, perché si trovò le labbra chiuse da quelle di Luke.

 

Il tenente si era levato in piedi all’improvviso e l’aveva baciata con foga: un bacio profondo, diretto, che portava in sé tutta la passione che egli evidentemente aveva represso dal primo momento in cui si era accorto di amarla.

 

Poi in un attimo la donna si trovò stretta tra le forti braccia di lui che la stringevano quasi avessero paura di perderla e di non poterla più riavere. Lina si sentiva confusa, da una parte avrebbe voluto allontanare da sé il giovane, ma dall’altra il suo abbraccio e il suo bacio le restituivano una sicurezza che credeva di poter trovare solo con Gourry.

 

La mano destra della ragazza era ancora sulla spalla del soldato... la fece scivolare lentamente sul suo petto, coperto dall’armatura e arrivò a cingergli la vita, con delicatezza, quasi con timore.

Lui parve accorgersi del gesto di lei e allentò la stretta sul suo esile corpo, permettendole di respirare più liberamente.

 

Alla fine Luke allontanò il viso da quello della ragazza e arretrò di un passo, quasi si aspettasse una sua reazione violenta, che non ci fu. Lina lo guardava, con negli occhi una dolcezza infinita. "Grazie Luke, è stato un gesto bellissimo..." Gli disse poi, prendendogli le mani tra le sue. "Non mi ero più sentita così felice da quando Gourry mi ha lasciato... ho finalmente ritrovato la felicità, ed è tutto merito tuo... grazie."

 

"Lina... questo significa che tu... che tu mi ami come io amo te?"

 

"Questo non lo so..." Rispose lei, scuotendo la testa. "E’ successo tutto troppo in fretta... dammi tempo di capire... e poi chissà, forse un giorno capirò che ti amo davvero, ma ora non lo so. Ti prego di scusarmi..."

 

"No, non importa, non fartene una colpa se non riesci a capirti... hai sofferto talmente tanto da cinque anni a questa parte, che mi stupisce che tu abbia trovato sempre la voglia di andare avanti nonostante tutto. Ti ammiro molto, Lina."

 

"Sei molto buono, Luke. Grazie ancora."

 

"Lina... posso restarti accanto? Mi permetterai di essere il tuo compagno? Te l’ho già detto quel giorno a Sailune. Io voglio proteggerti, impedire che tu pianga ancora. Non mi importa se non sai cosa provi, mi basta stare con te."

 

"Ma certo che puoi restare, Luke. Forse non so che cosa provo, ma di certo so che ho bisogno di te..."

 

Quelle ultime parole -ho bisogno di te- illuminarono il cuore del giovane come un raggio di luce nell’oscurità, donandogli un gioia indescrivibile, ma subito un altro pensiero sopraggiunse a turbare quella felicità... e Gourry?

 

Il soldato cercò faticosamente le parole per formulare quella domanda pressante, senza però riuscirci. Ma anche allora Lina sembrò intuire ciò che lo preoccupava perché disse: "...Non pensare a Gourry, Luke, non pensarci... è stato lui a lasciarmi: se mi amava davvero non doveva farlo. Sono certa che ora non avrà nulla da ridire se ti vede al mio fianco. Sa di aver sbagliato e sa anche che non può rivendicare nessun diritto su di me... stai tranquillo, saprà accettare la situazione ed andare avanti... come anni fa ho fatto io... credimi."

 

Lina aveva pronunciato quella frase sottovoce, cercando di non piangere e tenendo fissi gli occhi in quelli di Luke che sembrava non essersi accorto del tremito che alterava la sua voce, perso com'era nella contemplazione del suo viso. Ma quando lei tacque, il tenente sembrò ritornare bruscamente alla realtà e, senza dir nulla, quasi volesse prolungare quel sogno creato dalla dolcissima voce della giovane, la abbracciò di nuovo, accarezzandole le testa con la mano, come se quella piccola e apparentemente fragile donna fosse tutto ciò che avesse di prezioso sulla terra.

 

Anche Lina tentò di perdersi in quella stretta carica d'amore per dimenticare almeno per un attimo tutto la sofferenza che si era portata nel cuore per quei cinque lunghi anni.

Entrambi sentivano che nell'altro potevano trovare ciò di cui avevano più bisogno: affetto e protezione... forse la loro non sarebbe mai stata un'unione dettata dalla passione, ma soltanto dal bisogno di quel calore umano che è indispensabile per ognuno, ma di cui spesso la vita è avara dispensatrice.

 

Presi dai loro differenti pensieri, nè Luke nè Lina si accorsero che la porta della cabina si stava lentamente aprendo. Quando si spalancò abbastanza da rivelare la scena che si stava svolgendo all'interno della stanza, la persona che stava sulla soglia non ne sembrò affatto sorpresa: si limitò a chiudersi l'uscio alle spalle e poi si avvicinò alla coppia, tirando l'abito di Lina per far sì che ella si accorgesse della sua presenza. "Mamma, la zia Amelia mi ha mandato a dirti che la cena è in tavola... vieni a mangiare che altrimenti si raffredda tutto!"

 

Sentendo la voce della figlia, la donna si staccò rapidamente dal giovane, rossa in viso. "Myr! Quando sei entrata? Non ti ho sentito arrivare!"

 

"Sono appena arrivata, mamma... ma perchè sei così rossa in faccia? Stai male?"

 

"N-No, no Myr, non sto male... è solo che..."

 

"E poi perchè te ne stavi tutta stretta allo zio Luke? Non riesci a stare in piedi?"

 

I due giovani si guardarono interdetti: la semplicità con cui Myr poneva loro quelle domande li aveva spiazzati. Come spiegarle il sentimento che li univa? Come poteva capire cosa significava l'amore tra un uomo e una donna, lei che non aveva mai visto i suoi genitori assieme nemmeno una volta?

 

Il soldato arretrò di un passo, mettendosi sulla difensiva. "Non guardare me, Lina... io non ho la minima idea di cosa risponderle..."

 

Lina sospirò, lasciandosi cadere pesantemente sul letto, mentre la bimba si sedeva accanto a lei, curiosa. "Allora mamma? Perchè non mi rispondi?"

 

"Emh, Myr... è terribilmente difficile da spiegare... vedi... io e Luke ci stavamo... dimostrando l'affetto che proviamo uno per l'altra.... è un po' come quando io ti prendo in braccio e ti dico che ti voglio bene... è solo che... che per noi si tratta di qualcosa di diverso dal rapporto che lega me e te... riesci a capirmi?"

 

Myr la guardò pensierosa. "E' un po' come nella fiaba della Bella Addormentata? Quando il Principe Azzurro bacia la Principessa?"

 

La madre sorrise. "Come sono felice di aver passato serate intere a raccontarti le favole della buonanotte, Myr! Esatto è proprio così... quello che lega me e Luke è o stesso sentimento che c'è tra il Principe e la Bella Addormentata, o tra il Principe e Cenerentola..."

 

La bambina annuì. "Ho capito. Ma senti mamma, allora anche tu e lo zio Luke vi sposerete? Diventerà lui il mio nuovo papà?"

 

"Ma Myr..." iniziò il giovane. Subito però si interruppe, congelato da un’occhiata della donna.

 

"Questo ancora non lo sappiamo, Myr. La vita reale purtroppo non è semplice come le favole. Comunque, tu saresti felice se Luke prendesse il posto del tuo papà?"

 

"Certo! Lo zio Luke mi sta simpatico! E poi se tu gli vuoi bene, vuol dire che è una persona buona!" sentenziò la bimba; poi, rivolgendosi al soldato gli disse: "Senti zio Luke, posso chiamarti papà Luke?"

 

"P-papà?! Ehm, sì, certo piccola, certo che puoi chiamarmi papà se ti fa piacere..."

 

"Evviva!" gridò Myr, correndo ad abbracciare le gambe del giovane "Evviva! Adesso ho anch’io un papà come tutte le altre bambine! E poi il mio papà è speciale perché è un soldato fortissimo!"

 

Lina e Luke si guardarono commossi. "Vieni qui, Myr, vieni dalla tua mamma..." La chiamò poi la donna con le lacrime agli occhi.

 

La piccola obbedì e la madre si chinò su di lei abbracciandola con tenerezza.

Il ragazzo le guardò stringersi fino a diventare quasi una sola figura che emanava dolcezza e affetto. ‘Chissà quanti abbracci così devono essersi scambiate per sostenersi in tutti quegli anni...’ si disse ‘sono davvero due persone molto forti, e io devo sentirmi onorato di essere stato incluso nella loro famiglia... cerchèrò di fare del mio meglio per proteggerle, lo giuro!’

 

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Capitolo 18
*** Cap.17 - Sorpresa sconvolgente ***


Capitolo 17: Sorpresa sconvolgente

Capitolo 17: Sorpresa sconvolgente! E subito dopo, tra la confusione, forse un pericolo?

 

"Ma allora, quanto ci mette Myr ad andare a chiamare Lina?" si lamentò Amelia. "Ormai sono 20 minuti che è sparita e io ho FAME!!!..."

 

"Abbi un po' di pazienza, cuginetta!" le raccomandò Kibil "Anche perché Lina e sua figlia non sono le uniche a mancare... qualcuno di voi ha per caso visto Luke?"

 

Tutti si guardarono perplessi, tranne Gourry, che balzò in piedi di scatto con una espressione indecifrabile sul viso: sembrava quasi che intuisse cosa era successo tra i due e che ne fosse felice e triste allo stesso tempo.

 

Di tutto il gruppo, però, solo Zelgadiss riuscì a comprendere la ragione della reazione dell'amico, che nel frattempo era già corso via dirigendosi nella parte posteriore dell'aeronave, dove si trovavano le cabine, senza proferire sillaba.

Vedendolo andarsene in quel modo, Tiina cercò di seguirlo, ma la chimera la fermò, trattenendola per un braccio.

 

Lei tentò di divincolarsi, ma Zel scosse la testa con aria grave: "No, Tiina, non andare con lui... ha bisogno di rimanere solo e di chiudere una volta per tutte quella partita col suo passato che sta rimandando da troppo tempo..."

 

A quelle parole, la ragazza si irrigidì e si volse verso di lui. "Chiudere la partita col suo passato? Zelgadiss, che significa?"

 

"Durante la sua vita, ognuno di noi fa delle scelte... e queste scelte portano delle conseguenze che bisogna avere il coraggio di riconoscere, di qualunque genere esse siano..."

 

Tiina, Kibil e Amelia fissavano ora Zelgadiss con intensità: ogni volta che egli esprimeva la sua opinione su un qualsiasi argomento lo faceva con una straordinaria autorità, che induceva i suoi ascoltatori a prestargli la massima attenzione.

 

"... e Gourry ha fatto una scelta di questo tipo..." proseguì il giovane. Ma subito tacque, come indeciso se continuare o meno a raccontare ciò che aveva appreso da Lina circa la sua relazione con lo spadaccino.

 

"Che scelta, Zelgy? Spiegati tesoro, altrimenti non riusciamo a seguirti..." lo incitò la regina, curiosa.

 

"No Amy... non chiedere a Zel di continuare..." la interruppe Kibil "ho l'impressione che dovrebbe rivelarci un segreto che non gli appartiene e credo che non sia giusto che lo faccia..."

 

La chimera chinò il capo. "Effettivamente Kibil ha ragione... la storia cui ho incautamente accennato prima non l'ho vissuta io in prima persona... ma tutti voi ne conoscete i protagonisti..." ormai Zel si era deciso a parlare e sperava che Lina non gliene volesse troppo "uno è Gourry e l'altro... anzi, l'altra, è Lina..."

 

Sui volti dei presenti si disegnò un'espressione sorpresa, che si trasformò in incredulità quando Zel aggiunse: "... e la scelta di cui vi parlavo riguarda la loro separazione..."

 

"Ma Zelgy, amore," saltò su Amelia "sappiamo tutti come mai Lina e Gourry si sono lasciati! Ce l'ha raccontato Gourry stesso quando è giunto a Sailune 5 anni fa!"

 

"No, Amy, noi tutti non conoscevamo la verità... ma solo una parte di essa..." iniziò Zelgadiss.

 

"No, Zel, sei in errore anche tu" si intromise una nota voce proveniente dall'ingresso del salone "voi conoscevate una verità, la mia, quella che io vi ho raccontato come tale..."

 

"La verità è un'altra e adesso è giusto che la conosciate tutti..." continuò una seconda voce.

 

Tutti si voltarono e videro due figure a loro familiari. "Lina, Gourry!" esclamò Tiina "Ma allora avete sentito tutto?!"

 

La maga annuì e andò a sedersi ad un capo della tavola; subito Gourry la imitò, prendendo però posto all'altra estremità.

 

"Ma... Luke e Myr dove sono?" domandò Amelia, rivolta a Lina.

 

Questa non rispose e al suo posto parlò lo spadaccino. "Luke è in cabina con Myr... la sta facendo giocare... lei non sa la verità e abbiamo deciso di non rivelargliela, almeno per ora... sarebbe troppo per una bambina piccola come lei..."

 

"Troppo?" ripetè Tiina "In che senso troppo? Gourry, spiegati meglio!"

 

"Tiina, tu tra tutti sei quella che meglio può capire in che senso la storia che state per udire sarebbe troppo shockante per una bimba di appena 5 anni..." le rispose dolcemente Lina "lo puoi capire perchè anche tu hai vissuto una situazione simile a quella di Myr..."

 

La ragazza intuì ciò a cui la maga si stava riferendo e sbiancò in viso. "Intendi dire che..."

 

"Già, intendo proprio quello... Myr non sa chi è suo padre e crede che lui sia morto prima che lei nascesse... ma non è così, perchè..."

 

"... perchè suo padre sono io!" completò Gourry con evidente sforzo.

 

I presenti si guardarono increduli e poi fissarono attoniti i due giovani che sedevano uno di fronte all'altra, evitando accuratamente di guardarsi negli occhi. Nel silenzio che seguì, Amelia fu la prima a riprendersi e disse: "Ma allora vuol dire che tu ci hai mentito, Gourry.... non era vero che Lina si era sposata!"

 

Lo spadaccino scosse il capo. "No, non era vero... è stato un altro il motivo che mi ha spinto ad abbandonarla pur sapendo che era incinta..." La voce del giovane si spense in un sussurro e una lacrima gli rigò la guancia.

 

Gourry alzò lo sguardo cercando e insieme temendo gli occhi di Lina; lei lo fissava senza tradire nessuna emozione... tutto ciò che doveva dirgli glielo aveva detto quella sera sulla torre del castello di Sailune... o forse no? o forse doveva dirgli che l'aveva perdonato? che nel suo cuore c'era ancora un po' d'amore per lui?

La donna abbassò lo sguardo, indecisa: non sapeva cosa fare e l'unica soluzione che le veniva in mente era evitare i suoi occhi, fuggire da lui, da sè stessa, dalle sue domande... ma non poteva...

 

Alle ultime parole di Gourry, Kibil era balzato in piedi, indignato. "Ma perchè ti sei comportato in modo così ignobile, Gourry?!" aveva urlato, battendo violentemente le mani sul tavolo e facendolo quasi tremare "Sei stato un vigliacco! Perchè non hai affrontato le tue responsabilità?"

 

Il generale scosse la testa, ma non trovò la forza di rispondere alcunché. Davanti a quel silenzio, Lina alzò gli occhi sul giovane e gli disse: "Gourry ha agito così spinto da un'altro motivo, Kibil..." e cominciò a narrare con voce atona e impersonale la triste storia di Camille e del suo smisurato amore suicida.

 

Quando la donna tacque, sul gruppo cadde un gelido silenzio che nessuno aveva il coraggio di rompere. Dopo alcuni istanti che sembrarono eterni, Kibil trovò la forza di parlare: "Scusami Gourry... non volevo insultarti... ma anche ora che so tutta la verità, non riesco a capire perchè tu abbia agito così..."

 

"Ma questa è davvero tutta la verità?" sussurrò Amelia, quasi avesse paura di offendere i due amici ponendo loro quella domanda.

 

Lina assentì col capo. "Sì, ora sapete tutto..." disse poi, con un filo di voce "Capisco che vi siate sentiti traditi perchè non vi abbiamo detto ogni cosa, ma era troppo difficile... anche per noi..."

 

"Lina, la tua forza d'animo è stata davvero ammirevole... io la tuo posto non sarei riuscita a crescere mio figlio da sola... come hai fatto a non arrenderti mai?" la domandò ancora la regina.

 

"Ho continuato a lottare soltanto per amore di mia figlia..." rispose la maga lentamente "Volevo e dovevo darle tutto l'affetto di cui aveva bisogno, anche senza l'aiuto di nessuno!" concluse infine, alzando gli occhi decisa e lanciando a Gourry uno sguardo significativo.

 

Questi non disse nulla, si limitò a chinare la testa, ma a nessuno sfuggì che la frecciata di Lina lo aveva ferito profondamente. La donna intanto stava per ricominciare a parlare ma fu interrotta dall'apertura della porta della sala, che lasciò entrare il tenente della Guardia Reale Luke Aoi. "Ho lasciato Myr in cabina, sta giocando con una bambola che le ha dato il capitano Cid" annunciò ai presenti.

 

A quelle parole, Lina annuì, gli sorrise e poi disse: "C'è anche un'altra cosa che non vi ho detto..." alzò gli occhi per cercare lo sguardo di Luke, che le fece un cenno affermativo. "Per me è stato difficile decidere, ma alla fine credo di aver fatto la scelta giusta, sia per me che soprattutto per Myr... ho deciso di sposare Luke..."

 

A quell'annuncio inatteso, tutti i presenti restarono a bocca aperta, con gli occhi quasi fuori dalle orbite per la sorpresa. Il primo a riprendersi fu ancora una volta Kibil che però riuscì soltanto a balbettare: "Voi... voi... cosa?!"

 

Il lanciere sorrise al commilitone. "Sì, Kibil. Io e Lina abbiamo deciso di sposarci appena possibile... riteniamo che questa sia la scelta giusta per Myr, che ha sicuramente bisogno anche di un papà... Gourry..." continuò poi il giovane, rivolto al suo superiore "...sei stato proprio tu a dirmi di farmi avanti con lei e come vedi ho seguito il tuo consiglio... spero solo di non averti offeso... anche se non ci posso fare nulla... questa è la vita e nella vita a volte si prende e a volte si lascia..."

 

"Sei stato molto corretto nei miei confronti Luke, fin troppo..." rispose il generale, con lentezza "come hai detto tu stesso, questa è la vita... e nella vita non contano i gradi militari, contano le proprie scelte... e io ho fatto quelle sbagliate, per cui ora devo pagare per il mio errore... vai avanti per la tua strada, con i miei migliori auguri... Lina è una donna eccezionale: non fartela sfuggire come ho fatto io e rendila felice, se lo merita!"

 

Detto questo, Gourry si irrigidì nel saluto militare, cui Luke e Kibil risposero immediatamente, fece un profondo inchino alle ragazze, salutò la chimera con un gesto della mano e uscì in silenzio.

 

"Povero amico mio..." disse Zelgadiss, dopo qualche istante "Sta soffrendo davvero tanto in questo momento, ma cerca di non darlo a vedere affatto... è davvero forte..."

 

"Lina, ma perchè l'hai fatto?" chiese Tiina "Non ti dispiace nemmeno un po' per lui?"

 

"Sì che mi dispiace vederlo così... in fondo l'ho amato con tutta me stessa per molto tempo... ma anche lui mi ha fatto soffrire tanto, troppo... ha sbagliato e deve pagare... lo sa benissimo che da me non deve aspettarsi quella compassione che lui per primo non mi ha mai dato..."

 

"Lina ha ragione, questa è una delle tante leggi ingiuste della vita, Tiina..." le disse Kibil "Ognuno dovrebbe ricevere dagli altri quello che ha dato loro... anche se spesso chi ha fatto il bene riceve in cambio nient'altro che male... è sbagliato, lo so, ma accade... accade perchè la vita è così e purtroppo non è fatta solo di gioie e di sorrisi, ma anche di lacrime e di dolore, di silenzio e di solitudine..."

 

Amelia sospirò. Poi alzò la testa, e tutti la guardarono. Sorrideva.

 

"Ora abbiamo parlato abbastanza di cuore... è ora di passare allo stomaco! Tiina, te la cavi a cucinare?"

 

Cara vecchia Amelia... sempre in grado di tirare su il morale anche nelle situazioni peggiori in assoluto...

 

***

 

"Ecco a voi la prima portata, gentili passeggeri! Oggi la Amelia Sailune Airlines ha in serbo per voi un piatto speciale per festeggiare degnamente questo volo inaugurale!" esclamò Amelia raggiante, avvicinandosi alla tavola dove tutti erano seduti, nella stiva dell'Blackwind. "Si ringrazia la signorina Tiina per la dolcissima collaborazione ai fornelli!"

 

"Meno fumo e più arrosto, per favore, Amelia... se afferri la battuta." sorrise Gourry.

 

Amelia rimase un pò perplessa, poi disse: "Ah, ho capito! C'è un doppio senso! 'Meno fumo e più arrosto', cioè devo parlare di meno e passare direttamente a portare da mangiare... l'arrosto, appunto. Complimenti per il tuo intuito e per il tuo olfatto, Gourry!" sorrise (praticamente da un orecchio all'altro) la regina, portando a tavola un mega-piattone su cui c'erano tre polli arrosto di ragguardevoli dimensioni.

 

Otto paia di occhi affamati si piantarono su di lei.

 

L'assalto alle cibarie stava per incominciare, quando all'improvviso qualcuno, dall'esterno, bussò alla porta chiusa.

 

"Uh? Chi è?" chiese Kibil.

 

"Non ne ho la minima idea... siamo tutti qui dentro!" disse preoccupato Zelgadiss.

 

"Ehi! Se siamo tutti qui, chi sta guidando?" Gourry era ancora più preoccupato.

 

"Nessuno. Visto che siamo in anticipo sulla tabella di marcia, ho gettato l'ancora e bloccato la nave..." rispose Cid a bassa voce.

 

"Forse è il vento che fa strani scherzi..." azzardò Lina.

Ma si interruppe quando dall'esterno giunse un bussare più forte, assieme ad una voce, confusa dal vento e dallo spessore della porta: "Allora, ci aprite o no?"

 

"Non mi piace...” disse Amelia cupa “Cid, torna in sala di pilotaggio e prendi i comandi. Tira su l'ancora e stai pronto a tutto."

Senza dire una parola il pilota obbedì, allontanandosi dalla parte opposta.

 

"E la cena?" chiese Gourry nervoso, afferrando un cosciotto di pollo e divorandolo voracemente, mentre teneva l'altra mano sull'elsa della spada.

 

"Io direi di aprire..." fece Tiina timidamente.

 

"Insomma, aprite o no? Si gela qua fuori!" Di nuovo la voce dall'esterno.

 

"Apro io." disse Luke, tenendo la lancia nella mano destra ed aprendo la porta con la sinistra, lentamente. Tutti vennero investiti da una raffica improvvisa del vento gelido che soffiava fuori.

 

Dall'altra parte della soglia c'erano tre persone dall'aspetto assolutamente normale, due uomini ed una donna. I vestiti erano così comuni che anche l'ultimo dei contadini avrebbe potuto avere più fantasia nel suo abbigliamento. L'unica cosa degna di nota erano le orecchie a punta, simili a quelle degli elfi.

 

"Non avete pagato il biglietto. Qualcosa da dire in vostra difesa?" esordì subito Amelia, con tono duro.

 

"Ehm..." fece uno dei tre, guardando l'asserragliamento di uomini armati che si era trovato davanti. "Calmatevi, ragazzi... Augh. Io venire in pace dentro vostra grande nave delle nuvole, visi pallidi."

 

"Hai sbagliato fumetto, spiritosone... questo non è Tex." sbottò Zelgadiss. "E poi sei tu che sei pallido. Freddo fuori, vero?"

 

"Ok, tutto quello che volevamo è un passaggio fino a... uh... dov'è che dovevamo andare, Sarisa?"

 

"Sailune." rispose la donna.

 

"Mi spiace, ma stiamo andando della direzione opposta." fece Amelia.

 

"Come DIAVOLO avete fatto ad arrivare quassù?" chiese Kibil, curioso.

 

"Beh, con la levitazione, no?" disse quella che si era fatta chiamare Sarisa.

 

"LEVITAZIONE? A QUESTA altitudine?" esclamò Tiina. "Ma siete degli elfi?"

 

"No. Ehm..." iniziò quello dei tre che aveva parlato per primo. "Credo sia meglio presentarci. Io sono Siroi, e la mia collega si chiama Sarisa. Il mio amico taciturno è Ziel."

 

"Non sono taciturno, sono stanco morto. Trovate sempre la scusa per far portare questa roba a me!" sbottò acidamente il terzo estraneo, accennando alle due casse rettangolari d'acciaio, dall'aspetto pesante, che portava legate dietro la schiena.

 

"Beh, credo che dovremmo presentarci anche noi, a questo punto..." fece Amelia. "Io sono Amelia Will Telsa Saillune, e i miei amici sono Lina Inverse, Gourry Gabriev, Zelgadiss Greywords, Kibil Mel Saillune..." Iniziò indicandoli uno per uno.

 

"COOSA?" esclamò la donna, Sarisa, mettendosi subito in posizione di combattimento.

 

"Dai, Sarisa, calmati." fece Siroi.

 

"CALMARMI? Ma hai sentito i nomi? Sono quelli che Chronos..."

 

"CHRONOS?" chiesero gli altri ad una voce.

 

Siroi si mise una mano tra i capelli. "Sarisa, visto cosa succede a perdere troppo facilmente la calma?"

 

"S... scusa..." balbettò Sarisa, imbarazzata.

 

"E-EHI, GENTE! Gradirei delle spiegazioni..." fece Lina.

 

Siroi sbuffò. "Vabbè, sì, lavoriamo per Chronos. Ma non abbiamo nulla a che fare con voi. E' solo la mia amica ad essere troppo zelante. Sappiamo che voi state cercando di combatterlo, ma a noi non hanno dato ordini..."

 

Zelgadiss aveva già la mano sulla spada. "Siete venuti qui per noi?"

 

"Non lo sapevamo che c'eravate voi qua! Noi cercavamo un passaggio per Sailune! E' stata una coincidenza mostruosa..."

 

"Per niente." risuonò una voce nota, incorporea nell'aria. Era la voce di LoN.

 

"Questa sensazione... Lord of Nightmares, dico bene?" disse Siroi. "Era un tuo piano?"

 

Tra lo stupore generale, la figura semitrasparente di LoN si materializzò tra di loro. "Così, voi siete degli inviati di Chronos."

 

"Dei MERCENARI che lavorano per chi PAGA, prego. Quel tipo non mi piace, non mi è mai piaciuto e non mi piacerà mai." Siroi mise subito tutto in chiaro.

 

LoN sorrise serafica. "Su questo almeno siamo d'accordo. Ora che ne direste di dare a questi giovani eroi quelle due casse che il vostro taciturno, pardon, stanco amico porta con tanta fatica?"

 

"Sai già tutto, eh? Vabbè, sono disposto a darvele..."

 

"COOOSA? SIROI! E IL NOSTRO LAVORO? E LA NOSTRA RICOMPENSA?" esplose Sarisa.

 

"La ricompensa non è tutto... ho sempre desiderato dare una lezione a quel pallone gonfiato di Chronos. Se io non posso farlo, voglio almeno fargli un dispetto... dando una mano a chi ha l'occasione di dargli una bella pestata!"

 

"Qualunque cosa vi abbia promesso in ricompensa, ve la garantisco io, quando la ribellione sarà riuscita." propose LoN. "Che ne dici, Siroi?"

 

"Ne bastano due terzi per i miei colleghi, io ne faccio anche a meno..."

 

"Un terzo. Io sono con te, Siroi." fece Ziel.

 

Sarisa sbuffò, ma restò in silenzio.

 

"MA! Ma, se vogliono le casse, dovranno sconfiggere almeno due di noi in duello." concluse Siroi.

 

"CHEE?" fece Lina. "Aspetta un attimino, amico! Non sappiamo neanche che roba c'è in quelle casse!"

 

"E'... un... segreeeeetoooo!" sorrise Siroi.

 

Anche LoN sorrise. "Sore wa himitsu desu, come direbbe una vecchia conoscenza..."

 

"Non preoccupatevi, è giusto per sgranchirci... sono curioso di vedere se avete una vaga possibilità di arrivare in fondo a questa faccenda." Siroi continuava a sorridere beffardo. "Non capita tutti i giorni di incontrare qualcuno che abbia fatto fuori due Maou, due re dei demoni!"

 

Amelia fece un passo avanti. "Veramente io penso che..."

 

All'improvviso tutta l'aeronave venne scossa terribilmente. i tavoli e le sedie erano fissati a terra, ma tutto il resto, piatti, polli arrosto e persone, venne scaraventato via dal punto in cui si trovava.

 

"NOO! IL POLLO!" urlò Gourry, disperato. "Non avevo ancora mangiato la seconda razione!"

 

"Ma... ma che succede?" domandò Sarisa spiazzata.

 

"CID!" Gridò Amelia, verso la cabina di pilotaggio. "TIENI LA NAVE DRITTA! NOI ANDIAMO SUL PONTE A VEDERE!"

 

Nella confusione, LoN sparì discretamente nel nulla.

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Capitolo 19
*** Cap.18 - Torna a splendere la luce sul campo di battaglia ***


Capitolo 18: Torna a risplendere la Luce sul campo di battaglia

Capitolo 18: Torna a risplendere la Luce sul campo di battaglia!

 

In un lampo, tutti accorsero sul ponte, mentre la nave continuava a tremare e la sua struttura scricchiolava paurosamente. Sembrava che si dovesse spaccare in due da un momento all'altro.

 

Ma sul ponte non c'era nessuno... era perfettamente deserto.

 

"Che diavolo succede? Da dove viene questa vibrazione?" Gridò Zelgadiss.

 

"Da sotto!" Intuì Amelia. "Qualcosa... sembra che qualcosa scuota la nave dallo scafo inferiore!"

 

Uno scossone più forte degli altri investì la nave, e Sarisa battè violentemente la testa contro il parapetto, perdendo i sensi ed accasciandosi, in una posizione pericolosamente vicina al bordo...

 

"Sarisa!" Gridò Ziel, avvicinandosi. Uno secondo scossone, ed il corpo inerte della misteriosa donna cadde da oltre il parapetto e precipitò giù, nel vuoto. Senza esitare, Ziel si staccò da dietro la schiena i suoi pesanti bagagli e si gettò subito dopo.

 

"ZIEL!" Siroi si sporse, afferrando il parapetto per non fare la stessa fine di Sarisa. "AFFERRALA E RIPORTALA SU, TI PREGO!"

 

Senza nessun preavviso, dal cielo perfettamente sereno esplose un fulmine, vicinissimo alla Blackwind. Siroi osservò con orrore la lingua di fuoco bianco abbattersi al suolo ad una velocità incredibile, attraversando i corpi lontani ma ancora visibili dei suoi amici.

 

"NOO! SARISA! ZIEL!" Kibil dovette trattenere Siroi per i vestiti, o sarebbe caduto anche lui. Lo afferrò più saldamente e lo tirò via dal parapetto. "NON C'E NIENTE CHE PUOI FARE!!" gli urlò in faccia.

 

"Il tuo amico ha ragione. Se non sono stati inceneriti dal fulmine ormai si saranno già schiantati a terra... nemmeno loro possono sopravvivere ad una caduta simile." Disse una voce tranquilla, proveniente dal nulla. Le vibrazioni cessarono.

 

"...LoN?" Si lasciò sfuggire Luke.

 

Dalla voce provenì una risatina. "Eh, eh, ce ne vuole a scambiarmi per LoN... ma lo prenderò come un complimento."

 

"C... Chi sei?" Chiese Siroi, mettendosi in posizione di guardia.

 

"Credevi davvero che Chronos si sarebbe fidato ciecamente di voi tre? Mi deludi. Eppure ho sentito parlare molto bene di te..."

 

"Fatti vedere e ti dimostrerò quanto quelle voci siano esatte!" Esclamò Siroi rabbioso.

 

"Oh. Una sfida? Uno contro uno, magari? Guarda che sono io che sto sfidando te. Sarebbe tipico di uno come te, una leale sfida uno contro uno... ma, visto che hai tanti amici..."

 

"Loro non c'entrano!" Sbraitò, con un gesto della mano. "Sono IO che ce l'ho con TE! E ora fai vedere la tua faccia da bidone con le BUONE, o te la STRAPPERO' con le CATTIVE, quando avrò finito con te!" gridò al colmo della rabbia.

 

Un punto del ponte della nave iniziò a brillare sommessamente. Il luccichio si raccolse ed assunse la forma di una sagoma di persona, dissolvendosi subito dopo.

 

Era un ragazzo alto e snello, che non dimostrava più di vent'anni, con lunghi capelli neri. Era vestito in un modo assolutamente banale, come Siroi, ed aveva le stesse orecchie a punta. Evidentemente aveva una qualche affinità con lui...

 

"Ma perchè 'sta gente deve vestirsi tutta in questo modo senza capo nè coda..." Non potè fare a meno di commentare a bassa voce Lina, con un gocciolone.

 

"Hai sbagliato a tradire Chronos." Disse, con freddezza, fissando Siroi negli occhi.

 

"Io faccio quel che mi pare!" Fu la altrettanto fredda risposta. "Se vuoi combattere contro di me, mi va bene, non chiedo altro... ma non qui!"

 

"BASTA CON QUESTI TUOI STUPIDI COMPROMESSI! DIFENDITI!" Gridò il ragazzo, inferocito. Puntò una mano verso Siroi, e sulle sue dita iniziò a raccogliersi una violenta luce azzurra...

 

"FLOW BREAK!" Chiamò Amelia, facendo un salto in avanti. Con un lampo di luce, l'energia che lo sconosciuto stava raccogliendo si disperse nell'aria circostante e svanì. "Sei un vigliacco! E' buona norma lasciare allo sfidato la scelta del campo di battaglia, non lo sai?" Lo investì la regina.

 

Il ragazzo sembrò sul punto di esplodere di rabbia. "ORA BASTA! Ora vi faccio vedere io cosa succede a fare gli impiccioni!" Come prima, una forte luce blu iniziò a raccogliersi attorno al suo corpo, molto più forte di prima. "GAIA GRAZE! GU RU DIVA!" Gridò.

Sul ponte della nave, attorno a lui, comparvero quattro cerchi luminosi e due cerchi più grandi, con un pentacolo all'interno.

 

"Sta usando contemporaneamente due incantesimi di invocazione alla massima potenza!" Si lasciò sfuggire ammirata Lina. Quell'uomo doveva essere un mago potentissimo... Ora bisognava vedere che cosa sarebbe arrivato. Istintivamente prese per mano la piccola Myr e la spinse dietro di sè...

 

Siroi, cogliendo il momento opportuno, si gettò sullo sconosciuto, prendendolo alle spalle e assestandogli una gomitata dietro la nuca. Sorpreso, l'invocatore cadde a terra.

 

"Sei un idiota, Siroi... Hai appena firmato la tua condanna a morte..." Disse, rialzandosi, con una luce omicida negli occhi.

Nel frattempo, delle sagome luminose iniziarono ad apparire al centro dei cerchi magici...

 

"Ecco che arrivano! Pronti!" Disse Gourry, sguainando la spada, affiancato da Zelgadiss e da Luke, anche loro armati. Kibil impugnò il suo arco ed incoccò una freccia, nervosamente. Dietro di loro, Amelia, Lina, Myr e Tiina si preparavano a... qualunque cosa stesse per arrivare.

 

"Cosa speri di fare? Si vede che non ci conosci! Io i demoni me li mangiavo a colazione!" Rispose beffarda Lina. In realtà, era molto che non usava la magia, e non era sicura di riuscire ad essere d'aiuto in una battaglia... Ma non lo dava a vedere.

 

"Con voi i conti li faccio dopo... se sarete ancora vivi!" Sbraitò l'invocatore. Siroi, in un lampo, si gettò oltre il parapetto, volando rapidamente lontano dalla nave. "Scappa, vigliacco!" Gli gridò dietro, lanciandosi all'inseguimento.

 

"Almeno quei due si scanneranno lontani di qui..." Commentò Kibil.

 

In quel momento, le creature invocate apparvero davanti a loro, mentre la luce dei circoli magici svaniva.

 

Si trovarono faccia a faccia con quattro Lesser Demons, mostri demoniaci vagamente simili a troll... e a due enormi Brass Demons che sembravano essersi svegliati con il piede sbagliato, pensò Lina. Non che ne avesse mai incontrato qualcuno particolarmente di buon umore...

Perchè tutto doveva essere sempre così difficile?

 

"Diavolo!" Esclamò Luke, notando che uno dei due demoni più grossi sembrava in procinto di caricarli come un toro. "Qua finiamo come i birilli al bowling! Sparpagliatevi!"

 

Nessuno se lo fece ripetere due volte. Il demone partì a testa bassa, di corsa, ed ogni passo scuoteva l'aeronave. Tutti quelli che erano sulla sua traiettoria si dispersero rapidamente e il demone passò in mezzo senza colpo ferire.

 

"Sono in troppi!" Gridò Gourry, che si era ritrovato davanti all'altro Brass Demon. Lo colpì con un fendente della sua spada, ma il colpo scivolò sulla sua durissima pelle.

 

"Non va!" Gli gridò Zelgadiss, correndo verso di lui in posizione d'attacco. "Solo la magia astrale può danneggiare decentemente un Brass Demon!"

 

"E TU USALA!" Gourry si scansò di lato, evitando un'artigliata del demone che avrebbe potuto tagliarlo facilmente in due, e lasciando spazio a Zelgadiss. "ASTRAL BREAK!" Gridò la chimera, puntando le mani verso il demone, che venne avvolto da un violento lampo di luce bianca.

 

Quando la luminescenza svanì, il demone era ancora lì, come se non fosse successo niente.

 

Zelgadiss si fermò, sorpreso. "Un momento... qualcosa non va... un Astral Break cancella il piano astrale... quel demone dovrebbe essere già disintegrato!"

 

Il demone, che evidentemente non sapeva che avrebbe dovuto essere disintegrato, e che probabilmente non dava neanche troppa importanza alla cosa, lo colpì con una zampata violentissima. Se Zelgadiss non finì scaraventato fuori bordo, fu solo un questione di fortuna: il fatto che Tiina si trovasse sulla sua traiettoria. Zelgadiss finì contro di lei e le rovinò addosso, a mezzo metro di distanza dal parapetto che avrebbe sicuramente sfondato, precipitando.

 

"Uh... Ahh! Scusami!" Fece, alzandosi subito in piedi, accorgendosi di essere sopra di lei.

 

"I demoni sono dall'altra parte..." Borbottò Tiina, intontita. "Come sta Lina?" Chiese, poi.

 

Zelgadiss si guardò in giro, tra la confusione della battaglia. Luke e Kibil stavano combattendo contro un demone minore, e l'avevano già ferito. Gourry stava tenendo a bada il Brass Demon di prima, con pochissime possibilità... Amelia era più indietro, in stato semiconfusionale, con l'aria di chi non aveva la minima idea di dove mettere le mani...

 

"Lina e Myr! Dove sono finite?" All'improvviso le vide, appostate sopra il tetto della cabina di comando. "LINA!"

 

Lina lo notò, e gli fece l'occhiolino. "Non ti preoccupare, Zel! Ci penso io!"

 

"LINA! NON USARE IL DRAGON SLAVE! SIAMO SU UN'AERONAVE, ANDRA' IN PEZZI TUTTO E PRECIPITEREMO!!!" Urlò Zel disperato. "E poi sei fuori allenamento, e non è che avessi una gran mira anche quando eri al massimo della tua forma..." commentò a voce più bassa.

 

"Lo zio Zel ha ragione, mamma..." Fece Myr, spaventata, da dietro di lei.

 

"Diavolo. Allora che posso fare? Quei demoni sono molto più forti del normale..." Lina osservò il 'campo di battaglia', il ponte della nave. I demoni minori non erano famosi per la loro intelligenza, ma ci avrebbero messo poco a capire che sarebbe bastato loro attaccare tutti insieme per spazzarli via...

 

"ZEL! AMY! TIINA! HO UN'IDEA! TENETELI IMPEGNATI PER QUANTO PIU' POSSIBILE!!" Urlò con tutte le sue forze, sovrastando il rumore della battaglia. Saltò giù, tirandosi dietro Myr.

 

"Mamma... tu una volta combattevi i demoni con i tuoi amici, vero?" Chiese la piccola.

 

Lina sorrise. "Non devi avere paura, piccola. Sei mia figlia, devi essere forte."

 

"Forte!" Ripetè Myr. "Sarò forte come te!"

 

"Purchè non sia FUORI come te!" Commentò Gourry, continuando a combattere. Lina trattenne una risata. Neanche in una situazione simile, nonostante tutto quello che aveva passato, Gourry perdeva il buonumore.

 

"Cosa intendeva dire, mamma?" Chiese Myr.

 

"Niente, niente, scherzava!" Sorrise Lina. "Ora ascolta, Myr. Voglio che tu mi segua di corsa. Se un demone si avvicina, sai cosa devi fare, vero?"

 

"I d-demoni sono deboli alla magia astrale offensiva, alla magia bianca disabilitante ed alla magia nera." Disse Myr, con il tono di voce di chi recita una frase imparata a memoria.

 

"Brava, vedo che ti ricordi. Ora..." Lina osservò ancora la battaglia. Si stava mettendo sempre peggio. Nonostante la resistenza di Luke e di Gourry, i tiri precisi dell'arco di Kibil e gli incantesimi di Zel e di Amelia, erano ormai confinati in un angolo del ponte, con le spalle al vuoto...

 

"Devo prendere il momento giusto... Ragazzi, cercate di aprirmi la strada!"

 

"Ti vuoi buttare in mezzo ai demoni?!" Chiese Gourry, sorpreso, continuando ad indietreggiare davanti al Brass Demon. Era coperto di tagli e un'artigliata gli aveva quasi spaccato in due l'armatura. "Erano almeno dieci anni che volevo dirtelo, Lina... tu sei pazza!"

 

"Il bello dell'essere pazzi e che si vedono cose che nessun altro vede!" Ribattè Lina. "E credo di averne vista una!"

 

"Fà un pò come ti pare, basta che funzioni!" Le disse Zelgadiss. "Amelia, Tiina, presto! Spariamo un triplo La Tilt su quel demone! Vediamo quanto sono resistenti! Tiina, te la senti?" Zel non l'aveva ancora vista combattere... sembrava spaventata ed insicura, ma avevano bisogno di ogni aiuto possibile...

 

La ragazza annuì. "Farò del mio meglio."

 

"ADESSO!" Segnalò Lina, lanciandosi nella mischia con Myr che la seguiva a ruota.

 

"Ok, si balla!! Tu, che voli nell'eternità e nell'infinito, fonte di tutti i cuori, sempiterna fiamma azzurra... LA TILT!" Lanciò Zelgadiss, unendo il suo incantesimo a quelli di Amelia e di Tiina.

 

Un'enorme colonna di luce azzurra avvolse uno dei due Brass Demons, nascondendolo alla vista per un secondo. Lina, senza esitare, si lanciò in mezzo, attraversando da parte a parte la fiamma di energia, seguita subito dopo dalla piccola Myr. Quando la luce si dissolse, il demone non c'era più. Era stato cancellato completamente...

 

Gli altri demoni rimasero smarriti per alcuni secondi, sufficienti per permettere a Lina ed a Myr di passare attraverso le loro linee di corsa e di arrivare alle loro spalle... dove Ziel, prima di lanciarsi, aveva posato le casse di metallo che stava portando!

 

"Lina! Che fai?" Gridò Amelia.

 

"Qua ci dev'essere per forza qualcosa di importante!" Rispose Lina, cercando di forzarne una. "Mmmmhhh... non si apre, maledizione!!!" Sbraitò.

 

"Mamma!" La chiamò Myr. Uno dei demoni minori le aveva notate, e veniva verso di loro con passo lento.

 

"Forza, Myr, pensaci tu!" Le disse Lina. In realtà, Lina era prontissima a colpire lei quel demone... ma prima voleva lasciar fare a Myr, anche se sembrava paralizzata dalla paura. 'La espongo ad un rischio... ma sento che è la cosa giusta.' pensò. 'Myr ha detto di voler diventare un'avventuriera come me, da grande... se riuscirà a fermare quel demone, forse troverà la fiducia in sè necessaria a...'

 

Il demone ormai era molto vicino, e Lina era sul punto di lasciare le casse ed attaccare scavalcando Myr, quando la piccola, con grande fatica, fece un passo in avanti, vincendo la sua paura.

 

"L-l-luce, vieni alle mie mani e sii un lampo..." Iniziò a recitare. Quelle parole tolsero un peso dal cuore di Lina.

 

Aveva insegnato a Myr parecchi incantesimi, e lei li sapeva padroneggiare quasi tutti... ma non era ancora stata in una battaglia. Ora, forse, avrebbe iniziato ad avere più fiducia nei suoi mezzi...

 

"...e cancella l'oscurità! ELMEKIA LANCE!" Tra le piccole mani di Myr apparve una grande lancia di luce che subito lanciò goffamente contro il demone, il quale, colpito ad una spalla, crollò al suolo contorcendosi dal dolore.

 

"SI'!" Gridò Lina. Afferrò una delle due casse, la bilanciò, e la tirò nella mischia con violenza. Il pesante bagaglio colpì la nuca di un demone, e cadde ai piedi di Zel. "Pensateci voi!" Disse loro, lanciando la seconda scatola, che colpì Kibil in pieno volto.

 

"Ohhhh! Scusa Kibil... scusami scusami scusami.... scusa... ti sei fatto male?" Mormorò Lina mortificata, mentre Kibil mormorava parole per fortuna non comprensibili...

 

Il secondo Brass Demon rimasto, quello che era stato colpito alla testa dalla prima cassa, iniziò ad avanzare minacciosissimo verso di loro.

 

"Presto!" Gridò Gourry, afferrando una delle due casse...

 

Prima ancora che lo spadaccino riuscisse a capire da che parte si teneva, la cassa si aprì in due, da sola, nelle sue mani.

 

All'interno c'era qualcosa che brillava sommessamente... I demoni si fermarono, titubanti.

 

"MA QUESTA E' LA SPADA DI LUCE!" Gridò Gourry, tirando fuori l'elsa senza lama della Gornova.

 

Tutti rimasero allibiti. "Allora nell'altra scatola c'è..." Fece Luke, toccandola... come con Gourry, si aprì da sola. "La... La Hikari no Yari, la Lancia di Luce! La seconda delle cinque armi di Luce!" Mormorò, annientato dalla sorpresa, tirando fuori dalla scatola metallica un'asta di metallo simile a quello che componeva la Spada di Luce, lunga almeno due metri.

 

I demoni indietreggiarono di un passo...

 

"Sembrano capire che è giunta la loro ora!" Rise Gourry. Sembrava un monumento alla spavalderia, ora. Luke ancora non riusciva a credere a cosa stava stringendo tra le mani.

 

I demoni, spaventati, caricarono tutti insieme a testa bassa.

 

Bastò un cenno del capo tra Gourry e Luke. Il primo si spostò a sinistra della linea di carica dei demoni, il secondo a destra, prendendoli di lato.

 

"SPLENDI!!!" Gridò Gourry, e dall'elsa scaturì un'enorme fascio di luce fiammeggiante. ‘...E' ancora mia!’ pensò estasiato. ‘La cara vecchia Gornova è ancora mia, dopo tanti anni!’.

Colse Luke, dall'altro lato del ponte, con la coda dell'occhio. Anche la sua Lancia di Luce era attiva.

 

"ORA!" Entrambi sferrarono un solo colpo, di lato, verso la mischia dei demoni in carica. i due raggi luminosi delle due armi si intersecarono... ci fu un lampo accecante...

 

Quando la luce si dissolse, tutti i demoni giacevano inerti sul ponte della nave. L'attacco era durato solo pochi secondi.

 

Luke cadde in ginocchio, stringendo l'asta risplendente tra le mani. "Questa... è davvero la Hikari no Yari..."

 

"Incredibile." Fu l'unica cosa che riuscì a dire Lina.

 

"Tutto qui?" sorrise Amelia. "Una volta ti saresti buttata addosso a quei due cercando di fregargli le armi, se non sbaglio."

 

Anche Lina sorrise, ma più amaramente. "Non sono più una ragazzina."

 

"E' qui che ti sbagli." Fece Amelia. "Si smette di essere giovani solo quando non si ha più voglia di cambiare il mondo. E tu ne hai ancora da vendere! Ho notato che ti luccicavano gli occhi quando hai rivisto la Gornova!"

 

Lina riflettè su quelle parole della sua amica. Sembravano buttate lì, come molte delle sciocchezze che diceva, ma, in fondo, era vero.

 

Cosa aveva desiderato in questi anni? Niente. Era stata una tregua, sei anni di vuoto farciti di dolore. non le era importato più niente di nessuno, nemmeno di sè stessa. Forse neanche di Myr.

 

Tiina si grattò la testa. "Così era questo che portavano... ma perchè Chronos si dovrebbe interessare alle armi di luce..." Non riuscì a finire la frase. Un'enorme esplosione risuonò in lontananza. Tutti si girarono verso la direzione da cui veniva il suono, e videro un'enorme sfera di luce infuocata aprirsi e divorare il fianco di una montagna distante qualche chilometro.

 

"Sono Siroi e quell'altra persona cattiva che stanno combattendo!" Disse Myr.

 

"Già, credo di sì... che si fa?" Chiese Kibil.

 

"Beh, lui ci ha aiutato, dandoci le armi di luce e rifiutandosi di combattere vicino a noi. Credo che ora dovremmo essere noi ad aiutare lui." Fece notare Zelgadiss.

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Capitolo 20
*** Cap. 19 - Una trama nascosta si svela ***


Capitolo 19: Una trama nascosta si svela

Capitolo 19: Una trama nascosta si svela! Questo è il momento decisivo!

 

"Ma dove si saranno cacciati?..." Si chiese ad alta voce Amelia, appollaiata sulla prua della Blackwind, intenta a scrutare la zona alla ricerca di qualche segno della presenza di Siroi e del suo nemico...

 

"Di certo qua ci sono stati." commentò Zelgadiss, notando che il terreno collinoso portava numerosi segni di esplosioni. "E non ci sono andati neanche tanto leggeri, direi. Meno male che è una zona disabitata..."

 

Si interruppe quando notò un lampo luminoso scaturire dal fianco di una delle colline più alte, meno di un chilometro a sinistra della nave. "Là! Hai visto, Amelia?"

 

"Certo che ho visto!" Rispose, girandosi poi verso la cabina di pilotaggio. "CID! Bersaglio a ore dieci! Vira a sinistra e dimezza l'altitudine!"

 

Senza rispondere, il pilota eseguì, e la nave iniziò agilmente a ruotare la prua a sinistra ed a ridurre la quota.

 

"Ecco, ora siamo abbastanza vicini, li vedo tutti e due!" Disse Zel. Stavano combattendo a mezz'aria, lanciandosi a vicenda incantesimi e raggi di energia. Siroi stava sempre attento a non avvicinarsi mai troppo al suo nemico, e teneva lo scontro sulla distanza, mentre l'invocatore cercava di coglierlo di sorpresa attaccandolo dai lati ogni volta che poteva.

 

"Sembra una scena di Dragonball Z..." Commentò Amelia, con un gocciolone sulla testa.

 

"Oh, ti prego, sii seria..." Fece Zel, guardandosi intorno. "Ed ora che facciamo? Potremmo sparare incantesimi potenti nella mischia, ma rischieremmo di colpire anche Siroi."

 

"Ho un'idea! Nessuno di loro due ci ha ancora visto, sono troppo impegnati a combattere. Dobbiamo farci vedere. Dobbiamo usare un segnale che Siroi potrebbe capire, un segnale che gli faccia capire che stiamo bene e che intendiamo aiutarlo."

 

"Un segnale? Che tipo di segnale potrà capire?" Chiese Zel.

 

"Semplice!" La regina sorrise. "Gourry, Luke! Verreste qui un attimo?" Chiamò. "Lina, Tiina, ragazzi, venite tutti anche voi."

 

Rispondendo all'appello della regina, tutti si radunarono all'estrema prua dell'aeronave. Gourry aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro, e Luke continuava a rigirarsi la Lancia di Luce tra le mani. Si vedeva lontano un chilometro quanto erano felici di quell'inaspettato dono, dietro al quale c'era di certo LoN. Lina era più silenziosa del solito, ogni tanto guardava i due con aria assorta. Myr la seguiva. Amelia notò che non la teneva più per mano o per il mantello.

 

"Ok. Ragazzi, fuori le Armi di Luce. Dobbiamo far capire a Siroi che le abbiamo trovate e che abbiamo fatto fuori i demoni. Spero che afferri il messaggio e che approfitti del momento per allontanarsi. A quel punto potremo bombardare per bene quel dannato invocatore!"

 

"Ottima idea!" Commentò Gourry, sfoderando la Gornova. "Luke, facciamoci notare!" Disse, puntando la sua spada verso l'alto

 

Luke non chiedeva di meglio. Anche lui puntò la lancia in alto.

 

"SPLENDI!" Gridarono insieme. Lancia e spada lanciarono contemporaneamente, verso l'alto, un'enorme raggio di luce spiraleggiante, formando un'imponente colonna di luce.

 

"Wow, mamma!" Commentò Myr, stupefatta. "Come sono forti i tuoi amici!"

 

Lina non rispose niente, ma continuò ad osservare Luke e Gourry.

 

"Basta così!" Gridò Amelia. "Guardate!"

 

 

"Ma che diavolo...?" Fece l'invocatore, notando la colonna di luce apparire improvvisamente a poche centinaia di metri di distanza.

 

"Bene!" Commentò beffardo Siroi. "Hanno sgominato i tuoi mostriciattoli e trovato le Armi di Luce!"

 

"Cosa?!?" L'invocatore si girò di scatto verso Siroi, ma questo era già sparito.

 

 

 

"Siroi si è allontanato! Forza, facciamogli vedere cosa sappiamo fare!" Fece Amelia.

 

"Lina, ti ricordi come si lancia il Dragon Slave?" Chiese Zel, con una punta di ironia nella voce.

 

"Molto spiritoso. Alla prossima battuta così lo sparo a te, il Dragon Slave!" Commentò Lina, sorridendo.

 

"Ehi!" Notò Amelia. "Il... il tizio, l'invocatore... il cattivo, insomma! Sta venendo dritto sparato verso di noi!"

 

"Che?! Datevi una mossa, fermatelo! Devo pronunciare la formula!" Fece Lina, preoccupata.

 

"Ci penso io!" Luke fece un passo in avanti, raggiungendo il parapetto della nave, puntò la lancia ancora lucente verso l'invocatore in arrivo e gli lancio un continuo raggio di luce. Gourry gli arrivò subito a fianco, unendo la sua spada all'attacco di Luke.

 

Nonostante la distanza, i due raggi centrarono il bersaglio, bloccandolo e spingendolo indietro, facendolo fracassare contro la parete di una collina.

 

"CID! AVVICINIAMOCI, MA CON CAUTELA!" Gridò Amelia al pilota.

 

"Ok, tenetemelo fermo per un'altra manciata di secondi!" Chiese Lina. "Ora, a noi. Ti farò vedere cosa succede a dare fastidio alla leggendaria Lina Inverse! Guarda Myr, questo è il Dragon Slave!" Sorrise, creando una piccola sfera di energia rossa tra le sue mani. Istintivamente, Zel ed Amelia si spostarono dalla probabile traiettoria.

 

"E' più oscuro del crepuscolo... E' più rosso del sangue... E' sepolto sotto allo scorrere del tempo. Nel nome della pace e della giustizia, faccio appello ai poteri più remoti dell'oscurità perchè annientino i miei nemici... e chiunque sia così stupido da ostacolarmi! Fulmine Rosso del DRAGON SLAVE!!!"

 

Il potentissimo raggio di energia rossa partì dalle mani di Lina, dirigendosi rapidissimo verso il punto dove si trovava l'invocatore, inchiodato dall'attacco a distanza delle Armi di Luce...

L'esplosione fu enorme. Con un rombo immane una sfera di energia si espanse improvvisamente, cancellando la collina.

 

"Cavoli... certo che non ti sei arrugginita, Lina!" Rise Zel.

 

Anche Lina rise. Si era tolta un peso, ora che sapeva che poteva usare ancora il suo Dragon Slave...

 

"Bene! CID! ORA ANDIAMO SUL POSTO!" Segnalò Amelia verso la cabina di comando. L'aeronave accelerò verso il luogo dell'esplosione. "Occhi aperti, ragazzi. Era troppo lontano per essere certi di averlo centrato in pieno, dico bene, Lina?"

 

Lina annuì. "La prudenza non è mai troppa."

 

Tiina guardò il campo di battaglia. "A me sembra che sia sparito... se non è stato disintegrato dal Dragon Slave, ha fatto in tempo a fuggire."

 

"Comunque suggerirei di ripartire per Kirin a tutta velocità." Aggiunse Kibil.

 

"Suggerimento accettato. Luke, Zel, torniamo ai posti di comando." Disse Amelia, tornando in cabina. I due interessati la seguirono silenziosamente...

 

Erano tutti molto nervosi. troppe cose erano accadute troppo in fretta. Quelle tre strane persone, che dicevano di lavorare per Chronos... le Armi di Luce, quel misterioso personaggio che aveva sfidato Siroi... E, forse, non era ancora finita. Forse quell'invocatore era ancora vivo, e li avrebbe attaccati ancora...

 

"Troppi misteri in questa faccenda." Riflettè Gourry ad alta voce. "Chissà chi erano tutti quei tizi..."

 

"Idem." Confermò Kibil. "Per quel che mi riguarda, prima arriviamo a Kirin meglio sarà."

 

"Credete che il Libro sia lì? O nei paraggi? O sperate semplicemente che questo presunto parente di Philia, questo Zanard Ul Copt, ne sappia qualcosa?" Chiese Tiina.

 

Povera Tiina, pensò Lina amaramente. Sta cercando disperatamente quel libro per dare una ragione di essere a sè stessa. Un po’ quello che sta facendo Zel. Lui per cambiare la verità, lei per scoprirla...

 

"Non ne ho idea." Rispose Kibil con franchezza. "Ma è l'unica pista che abbiamo."

 

"Ehi..." Fece Gourry indicando un punto della collina devastata. "Che cos'è quello...?"

 

Tutti si sporsero a vedere. Sembrava che qualcosa risplendesse...

 

Improvvisamente quel luccichio emise un lampo fortissimo e svanì. Mezzo secondo dopo in lampo di luce identico esplose sul ponte della nave, a meno di tre metri alle loro spalle.

 

Colti totalmente di sorpresa, nessuno ebbe il tempo di reagire, nemmeno di girarsi. Un secondo lampo di luce, ma terribilmente più forte, coprì la nave.

 

Lina si sentì mancare, e cadde a terra paralizzata. anche gli altri fecero la stessa fine, uno dopo l'altro. La vista... no, non l'aveva persa, ma faceva fatica a vedere bene...

 

Una risata dall'alto la interruppe. Era lui!

 

"Davvero un bel trucchetto, quel tuo Dragon Slave, Lina. Ma è una bazzecola. Non vedo come LoN possa sperare di ribellarsi a Chronos contando su gente come voi!"

 

"T... tu..." Riuscì solo a dire Lina.

 

"Io? Sei curiosa, eh? Vabbè, in situazioni simili il cattivo racconta sempre tutto alla sua vittima, dato che -tanto morirà-. Peccato che poi, almeno nei romanzi, si salvi sempre. Cosa che questa volta non succederà." Rise ancora. "A questo punto, comunque, non ha più importanza. Io sono un soldato di Chronos."

 

"Solda...to..." Lina capiva sempre meno... ma sapeva che aveva ragione. Non aveva una singola possibilità di salvarsi. La reazione e la resistenza di quell'essere era stata incredibile, nemmeno un mazoku potente come Xelloss sarebbe riuscito a fare tanto. Aveva una sola possibilità... farlo parlare, sperando che qualcuno... che Xelloss, o Philia, o LoN o chi per loro, li salvasse... ma sapeva che era un'illusione.

 

"Non so cosa ti ha raccontato LoN riguardo a Chronos... comunque, lui è un'entità come LoN. Ce ne sono numerose, negli infiniti universi.

 

Come LoN, pensò a fatica Lina. Non più potente. Non il suo creatore. Ma, per quanto si sforzasse, non riusciva a capire che motivo avesse avuto LoN di mentirle, o che motivo avrebbe questo... soldato di Chronos di mentire ora.

 

"Chronos ha assoggettato LoN per un desiderio di potere. Ogni volta che si forma una gerarchia, chi è più in alto riceve potere da chi è più in basso. E' successo solo sette anni fa, un attimo, in termini di tempo come lo vedono LoN e Chronos."

 

Sette anni. Quando LoN ha preso possesso del mio corpo per distruggere Fibrizio. Deve averne approfittato in quel momento...

 

"Personalmente non mi piace Chronos. Non piace a nessuno. E mi dispiace che la tua vita e le tue avventure, come quelle dei tuoi amici, debbano finire qui..."

 

Un fulmine attraversò la mente di Lina. senza pensare, senza chiedersi se fosse vero o no, disse quello che gli suggeriva l'istinto. "LoN..."

 

L'invocatore si accigliò. "LoN, io?"

 

Lina, aiutandosi con una mano, tremante, cercò di issarsi a sedere. "Mi hai posseduta una volta... hai preso possesso del mio corpo... e ora... io sento..." Riuscì a mettersi seduta. "Per una volta, sii sincera..."

 

L'essere reclinò il capo, e sorrise. Poi, sembrò iniziare a sciogliersi in un caleidoscopio di colori. E, mentre la maschera cadeva, sotto si rivelò la figura della Lord of Nightmares. "Temevo che fossi troppo furba per questo e a quanto pare ho il brutto difetto di sottovalutarti, Lina..." Le disse.

 

"Fin dall'inizio... mi hai mentito fin dall'inizio. Questa storia non aveva nè capo nè coda..."

 

"Già. Il Libro Magico, in realtà, non esiste. Ma non ti ho mentito su tutto. Voglio liberarmi di Chronos. E l'unica mia possibilità di riuscita è riposta in voi... soprattutto in te ed in Gourry."

 

"In me ed in Gourry... Allora..."

 

"Sì. Ho organizzato io questo vostro viaggio, praticamente in ogni dettaglio. Speravo che servisse a riavvicinare te e Gourry... Ho cercato di farvi tornare vicini..."

 

"Hai... hai giocato con i miei sentimenti!"

 

"Senso di colpa." Fece LoN. Per la prima volta, Lina la vide triste. "Anche io posso provarlo, cosa credi? Camille era malata... Sarebbe morta comunque. Così... ne ho approfittato ed ho deciso di sfruttare l'occasione per separare te e Gourry. Insieme potevate essere pericolosi..."

 

"Pericolosi...?"

 

"Tutte le volte che penso a voi, mi preoccupo." Sorrise LoN. "Della gente che ha quasi fatto fuori Shabranigdo non va ignorata... ed io volevo tenervi sotto controllo. Ma ora, ho bisogno di voi due..."

 

"Tu! Potevi... salvare Camille. Guarirla... Potevi lasciarci in pace..." Lina si accasciò di nuovo. Iniziò a piangere. "Hai distrutto la mia vita... mi hai preso in giro, hai giocato con me come con una bambola..."

 

Lina sentì la pressione di una mano sulla sua spalla. Si girò...

 

Era Gourry. Si era rimesso seduto anche lui, ed ora era al suo fianco... Le sorrideva rassicurante. Lina restò immobile.

 

"LoN, hai fatto quello che pensavi fosse migliore per tutto il mondo... Ma secondo me c'è differenza tra -migliore- e -più giusto-..." Disse lui.

 

"Me ne rendo conto." Rispose semplicemente LoN. "Ma ora ho bisogno di voi due... Siamo alla resa dei conti, ormai. Se sconfiggiamo Chronos, il potere del tempo, che lui controlla ed usa per dominarmi, verrà liberato..."

 

"A che serve?" Chiese Lina avvilita, mentre le lacrime le sgorgavano dagli occhi. Anche la sua ultima avventura, il suo favore ad un amico, perchè potesse venir sciolto dalla maledizione che da anni lo perseguitava... nulla aveva più senso. "Non mi importa più niente. La mia vita è rovinata... Potevo avere un marito che mi amava infinitamente!" Lanciò un'occhiata triste a Gourry. Lui arrossì un attimo, ma non ribattè nulla. "Potevamo avere una figlia adorabile!" Indicò il corpo inerte di Myr, a cinque metri di distanza. "Potevamo essere felici... e tu ci hai distrutto. Hai distrutto la nostra vita, LoN, perchè ti faceva comodo... ed ora hai ancora bisogno di noi... Ma nulla può restituirci la vita che abbiamo perso! Si vive una volta sola!"

 

LoN Fece un passo indietro. "Già. E' vero. Ma voi... Voi meritate di vivere due volte. Meritate un'altra possibilità, la possibilità che io vi ho tolto..." Sospirò. "Volete sapere da quando conosco il senso di colpa? Da quando conosco i sentimenti, l'allegria, la passione, il dolore? Da quando ho capito quanto vi ho fatto soffrire? Volete saperlo?" Chiese, all'improvviso. Lina e Gourry, sorpresi, restarono senza parole, in un silenzio affermativo.

 

"Da quando anch'io conosco l'amore." Disse LoN.

 

Lina e Gourry restarono immobili.

 

"Non c'è più tempo." Continuò LoN. "Scusate se sono brusca, ma è arrivato il momento decisivo."

 

Appena finì di pronunciare la parola -decisivo-, tutto diventò nero. Una bolla di oscurità si espanse in una frazione di secondo, inghiottì tutta l'aeronave e scomparve nel nulla.

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Capitolo 21
*** Cap. 20 - Verità? ***


Capitolo 20: Verità

Capitolo 20: Verità? Una sola via davanti a noi. Ma con me ci sei tu, e solo questo importa...

 

Lina riaprì gli occhi. O, per meglio dire, gli occhi le furono aperti. Lei non aveva fatto niente.

Era in piedi, rigida. Ma non capiva dove. Tutt'intorno era solo nero. Un nero senza fine.

 

Non riusciva a muoversi. Giusto respirare lievemente, ma non controllava neanche quello. Tentò di fare dei respiri più profondi, ma era come se non avesse più controllo sul suo corpo. Non poteva nemmeno girare gli occhi per guardarsi intorno...

 

Il cuore le batteva, calmo e distinguibile. Quel rumore sordo le sembrava strano.

Avrebbe preferito che il suo cuore andasse all'impazzata, per la paura. sarebbe stato più normale. Ma, niente. Era una statua di marmo con un cuore e due polmoni che non controllava, e due occhi fissi in avanti che non poteva nemmeno girare.

 

"Ma almeno posso pensare... sono cosciente." disse a sè stessa, nella sua testa. Si sentiva proprio come se fosse piccola piccola nella sua testa, a guardare il nulla... come una spettatrice che, a teatro, aspetta uno spettacolo che non ci sarà mai.

 

Cercò di pensare, pensare forsennatamente. Era l'unica cosa che poteva fare.

 

Era in preda al panico, un panico infinito, il panico più totale. Perchè non capiva niente. Perchè non poteva fare niente.

 

Si ricordava vagamente di quello che era successo prima. LoN, Chronos che voleva distruggerla, gli amici, Gourry... Gourry! Luke! E l'aeronave, ed i tre mercenari, Siroi, Sarisa e Ziel, anche loro certamente figure fasulle create da LoN, e Kirin, la città a cui non erano mai arrivati, il Libro! Il Libro Magico che non esisteva, Amelia, e Kibil, Zelgadiss, oh, povero Zel!... e Xelloss, Philia, Tiina... E Myr! E LoN!

 

Avrebbe voluto semplicemente crollare a terra. Avrebbe voluto cadere all'infinito. Avrebbe voluto morire. Ma, ancora, tutto quello che le restava da fare era restare in piedi, immobile come una statua di marmo.

 

E ci rimase. Provò a contare i respiri, e poi i battiti di quel cuore che ormai non sentiva più come suo. Per fare qualcosa. Per non impazzire. Perse il conto a mille e duecentonove.

 

Poi passò del tempo. Il tempo più vuoto che avesse mai vissuto. Non pensava a nulla, non faceva nulla. Non era nulla.

 

Un pensiero le attraversò la mente. "E' questa la morte?"

 

Sapeva che prima o poi sarebbe morta. Tutti muoiono, presto o tardi.

A volte si era chiesta cosa c'era dopo la morte, se c'era qualcosa. E se fosse questo quello che c'è dopo la morte? Null'altro che il buio ed il silenzio?

 

O forse era ancora viva, e avrebbe dovuto passare lì tutto il resto della sua vita, fino alla sua morte? Era meglio quello o morire? E come poteva dirlo, visto che non sapeva quello che c'era dopo la morte? E, soprattutto, a cosa serviva pensare a queste cose? Non avrebbe potuto comunque scegliere tra le due cose, anche volendo.

...chissà se morendo avrebbe incontrato i suoi genitori.

...e chissà dov'erano Gourry... e Luke, ed Amelia, e Zelgadiss, e Kibil e Tiina e tutti i suoi amici. Erano lì con lei, bloccati nella stessa maniera?

 

O erano già morti? Li avrebbe rincontrati, quando sarebbe morta anche lei?

O forse la morte è solo la fine di tutto e basta?

 

...e Myr? Myr, la sua speranza, il suo sogno, la sua fiducia nel futuro... e se fosse morta? Morta come era lei adesso? O morta del tutto?

 

"Sei sempre in grado di stupirmi, Lina. Non ti avrei mai creduta capace di questi pensieri in una situazione simile."

 

LoN! La voce era la sua! Ed infatti, nel silenzio più assoluto, la splendida figura dai capelli corvini entrò nel suo campo visivo, guardandola con aria preoccupata.

 

-Lord of Nightmares! Io ti ho creduto! Io mi sono fidata di te! Io pensavo che tu fossi davvero in pericolo... Ho voluto aiutarti...- Cercò di gridare Lina... ma non una parola le uscì di bocca. Anche le lacrime si rifiutavano di uscire...

 

Tuttavia, LoN sembrò aver sentito tutto. "Perchè parli al passato, Lina? Non è ancora finita."

 

Lina all'improvviso si accorse di poter muovere gli occhi. Fu come rinascere, per un istante, dopo quelle ore di orribile, opprimente immobilità.

 

Si guardò intorno, su quel tanto che poteva. Al suo fianco, alla sinistra, riusciva a vedere con la coda dell'occhio l'inizio dei capelli di Myr. Non poteva vedere di più, ma le bastò. Più in là, tutti in fila e tutti paralizzati come lei, c'erano Luke, Kibil e Tiina. Poi la fila continuava, sembrava essere infinita. Era tutta gente che non conosceva, mai vista. Gente con gli abiti dalle fogge più strane e varie, gente che sembrava venire da tutti i mondi più diversi.

Girò gli occhi alla sua destra. Vide Gourry, vicino a lei quanto lo era Myr. Anche lui era bloccato in avanti, totalmente immobile. Poi vide Amelia, Zelgadiss, Xelloss e Philia. E ancora, la fila sembrava continuare all'infinito, perdendosi in quel mare nero, con degli uomini e delle donne mai visti.

 

Tornò a fissare LoN. Si era tolta un peso dal cuore. Erano tutti con lei. Ora si sentiva più sicura.

 

-Che succede, LoN? Per una volta, dimmi la verità!-

 

"Ho dovuto stare al gioco di Chronos e consegnarvi a lui."

 

-Perchè?!-

 

"Perchè..." LoN chinò il capo tristemente. "Perchè ho dovuto. Non avevo scelta. E non so se mai l'avrò, in futuro..." Rialzò la testa. "Non cercare di capirmi, Lina. So che sembra che vi abbia tradito... Vi chiedo solo questo... siate forti. Tutti. Tra pochissimo ci sarà la resa dei conti, ed allora... allora forse questo incubo potrà finire, Lina."

 

Tutti? Anche gli altri potevano sentirla? Sembrava di sì.

 

"Non vi chiedo di fidarvi di me, perchè non posso pretenderlo... dopo tutto quello che vi ho fatto. Vi ho preso in giro, ho giocato con voi... vi chiedo solo questo: forza e coraggio. Radunate tutta la forza e tutto il coraggio che avete, perchè saranno loro a salvarvi la vita. La vostra... e la mia... e quella di tutti. Oggi incomincia la mia ribellione, e tu, Lina, e tu, Gourry, siete la chiave di questa svolta."

 

LoN si girò, e le diede le spalle. Rimase così immobile per un tempo difficile da stimare. Sembrava che la realtà, ammesso che quella fosse realtà, si fosse bloccata.

 

Poi, una figura indistinta iniziò a rivelarsi, nell'oscurità, davanti a LoN. Lei si inchinò.

 

L'immagine prese forma solida, e Lina si ritrovò a guardare quello che senza nessun dubbio doveva essere Chronos.

 

Come LoN, aveva forma umana. Non dimostrava più di vent'anni, ed aveva una fittissima chioma di capelli di tutti i colori, dritta verso l'altro. Il viso era normale e perfettamente regolare, senza nessun segno particolare, e la carnagione pallida. Indossava una specie di ampissima veste a toni di grigio, che faceva uno strano effetto con i suoi capelli. La sua vista era ancora annebbiata, e faticava a distinguere i particolari meno nitidi.

 

Tutto sommato, non era come se lo era immaginato. Non sembrava molto più di LoN. Ed anche LoN sembrava saperlo, dato che si comportava con lui senza quella deferenza eccessiva che in genere si porta verso i superiori più potenti, rispettati e temuti.

 

"E così, LoN, hai deciso di arrenderti e consegnare i tuoi amici. Saggia decisione. E' stata anche divertente la storia della caccia al libro, anche se non ne capisco lo scopo. Ma lascia che ti dica che ti ammiro. Hai puntato così tanto non sui tuoi demoni, nè sui draghi, e neppure sui tuoi déi, Sharbanigdo e Cepheid... ma, escludendo il Drago ed il Mazoku qui presenti, che, diciamocelo, non hanno fatto granchè, ed escludendo anche..." guardò Tiina con una specie di curiosità divertita... "...escludendo anche questa... questa ragazzina di razza sconosciuta, diciamo. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, contando anche la chimera, sette umani. Ma perchè ti piacciono tanto, LoN?"

 

"La chiami... una passione personale, se vuole." Fu la laconica risposta. Era chiaro che LoN aspettava qualcosa... "Perchè non li scoglie?" Chiese.

 

"Oh, qui invece mi deludi! Ti sembra che mi possa fidare così alla cieca di te? di te che, prima che ti costringessi con le cattive, eri la prima a volerti ribellare a me?!" Sorrise Chronos. "Piuttosto, è vero che questa gente qua ha sconfitto uno dei tuoi Maou, Sharbanigdo, e non solo, ma anche l'unione tra il Maou Dyugradigdo e il Ryuukami Volfleed, cioè Dark Star?"

 

LoN sorrise di rimando. "So scegliermi bene gli amici, no?"

 

"Amici." Ripetè Chronos, con lo stesso tono di voce. "Così, si erano messi a cercare il libro falso, no? Che creduloni..."

 

"Già. Gli ho raccontato una storia un po’ confusa e mi sono trovata a contraddirmi un paio di volte, ma alla fine sono riuscita a portarglieli qui. Ma è stata dura farlo senza che si insospettissero."

 

‘A che gioco stai giocando, LoN? Hai in mente qualcosa...’ Pensò Lina.

 

"E dimmi... Pensi, che tra loro e tutti gli altri, più l'aiuto tuo e quello di LoD, sarei in vantaggio quando gli altri si ribelleranno?"

 

‘LoD?’ Lina capiva sempre meno...

 

"In condizioni normali, sarebbe una parità, due contro due. In più, c'è lei a fare la differenza..." Rispose LoN, col tono insofferente di chi spiega una cosa ovvia. "Ma ora veniamo a me. Rilasci LoD."

 

"Liberare LoD?" Chiese Chronos, stupito.

 

"LoD, oppure questi che ho portato. Un favore me lo deve, direi." Disse, indicando tutti loro con un gesto.

 

"Non se ne fa nulla." Chronos incrociò le braccia. "Non ti preoccupare, il tuo caro LoD sta bene. Ti porterò ad incontrarlo." Disse, sorridendo. Chronos e LoN scomparvero con un lampo di luce. Un secondo dopo, LoN ricomparve.

 

‘Ma cosa...’ Si chiese Lina.

 

"Una mia falsa immagine lo sta tenendo occupato. Dobbiamo sbrigarci, abbiamo pochissimo tempo e dobbiamo prenderlo di sorpresa!" Disse LoN, trafelata. Fece un ampio gesto, e Lina, Gourry, e tutti quanti furono sciolti all'improvviso. Tutti gli sconosciuti che erano paralizzati come loro svanirono nel nulla.

 

Appena fu libera di muoversi, la prima cosa che fece Lina fu di abbracciare Myr.

 

Ma la piccola non era per nulla spaventata. "Mamma, quello di prima era Chronos, vero?" Chiese, con aria di sfida. Lina sospirò di sollievo. Era diventata forte...

 

"Ma che diavolo...!" Sbraitò Zelgadiss. "Un imbroglio! Un maledettissimo imbroglio! Non esiste nessun libro!" Iniziò, avanzando verso LoN. "Ci hai sfruttati perchè volevi qualcuno che ti liberasse di Chronos!"

 

"Ditemi..." Iniziò LoN calmissima. "Voi avete una vita breve, e per questo cercate di viverla senza rimpianti, vero?"

 

"Vita breve?" Fece Xelloss, divertito. Non sembrava per nulla sorpreso da quella strana situazione, come se tutto rientrasse, come sempre, nei suoi misteriosi piani. Philia gli diede una gomitata. "Non sta parlando di TE, vecchio bacucco!" Gli disse con un sorriso sarcastico.

 

"Ehi! Ho solo 1115 anni..." Borbottò Xelloss. Tiina non disse nulla.

 

"Cerchiamo di viverla nel modo migliore possibile." Affermò Amelia.

 

"Cerchiamo di fare le scelte migliori, per noi e per gli altri." Aggiunse Kibil.

 

"Ma non vi è andata tanto bene." Notò LoN.

 

"Cerchi di fare dello spirito sulle disgrazie degli altri?" Chiese irriverente Luke, punto nel vivo da quel neanche tanto velato accenno al passato di Lina.

 

"Quello che vi sto dicendo è che Chronos ha il controllo del tempo, e lo esercita da questa dimensione senza tempo." Spiegò LoN, indicando il nero assoluto circostante. "Così il suo controllo è molto più preciso... ma è anche il suo punto debole. Qui è anche molto più vulnerabile, dato che qui il tempo, suo punto di forza, non esiste."

 

"Non esiste?" Chiese Tiina.

 

"Non esiste perchè non c'è nulla che possa misurarlo. Se nulla può misurare una cosa, e come se quella cosa non esistesse, no?" Disse LoN. "Se sconfiggiamo Chronos, potremmo cambiare in meglio molte cose... per me, e per voi."

 

"Chi è LoD?" Chiese Lina, sospettosa, a bruciapelo. LoN venne colta di sorpresa. "Voglio la verità. Se non lo dici non ti aiuterò."

 

"LoD... è il Lord of Darkness. E' un Lord, come me." Rispose esitante.

 

"L'avevo immaginato." Mentì Lina. "Spiegati meglio."

 

"Voi sapete che il vostro universo, di cui io sono al vertice, è costituito da quattro mondi. Ciascuno di questi mondi ha a capo un Maou, un re dei demoni, ed un Ryuukami, un dio dei draghi."

 

"Già." Affermò Gourry.

 

"Oltre a me, ci sono altri tre Lords, ciascuno con quattro mondi. Almeno, fino a poco tempo fa era così. Ora, Chronos si è piazzato un gradino sopra di noi..."

 

"Tre Lords?" Chiese Kibil, incuriosito. Fece un rapido conto. "Totale di sedici mondi, quindi."

 

"Lord of Darkness, Lord of Fantasies, Lord of Stars." Contò sulla punta delle dita LoN, partendo da uno. "A nessuno di noi è mai stato bene di essere sottoposti a Chronos, ed abbiamo organizzato una rivolta. Insieme siamo molto più potenti di lui. Così lui, temendoci, ha preso prigioniero LoD, minacciando di... di ucciderlo, sì. Nella situazione in cui è, può farlo, anche ad un Lord, ad un essere come me..."

 

"Ma sembra che la minaccia non ti tenga a freno, LoN..." Notò Lina. "Eppure dovresti tenerci a lui. O forse tieni a lui tanto quanto tieni a noi?" Chiese, con aria sfacciata.

 

LoN Sospirò. "Non rendere le cose ancora più difficili, Lina..."

 

"ANCORA PIU' DIFFICILI?!?" Esplose la maga. "Ci hai fatto imbarcare in un'impresa che è stata tutta una tua montatura! Ci hai raggirato, manovrato come pupazzi, hai giocato con i sentimenti miei, di Gourry, di Luke... hai... hai..." Iniziò a balbettare.

 

"Sfogati, Lina." La incitò LoN. "Dì tutto quello che pensi. Che sia verità o bugie, che siano cose belle o brutte. Libera il tuo cuore."

 

"Il m-m-mio c-cuore..." Fece lei, piangendo e cadendo in ginocchio.

 

"Basta, LoN!" Fece Gourry, aggressivo. "Smettila! Lina non ha già sofferto abbastanza?!"

 

Luke fece un passo in avanti, ed aiutò Lina ad alzarsi, in silenzio.

 

"Mamma..." Disse solo Myr, vedendola piangere.

 

Tutti gli altri stettero zitti.

 

"Lina!" Fece LoN. Lei alzò la testa, fissandola negli occhi. "E' il momento della verità. Per noi Lords, e per voi. Ora io devo andare. Forse noi tre Lords insieme potremo sconfiggerlo. Ma è una battaglia alla quale non potrete assistere."

 

"Non potrete... o non dovrete?" Chiese Zelgadiss. LoN si girò verso di lui, ma non rispose.

 

Lina si alzò del tutto in piedi. Myr le afferrò il mantello e cercò di attirare la sua attenzione.

 

"Mamma... io non sto capendo molto di quello che sta succedendo... ma so che ce la puoi fare!" Sorrise. "Tu sei la maga più forte dell'universo!"

 

Anche LoN sorrise. "Noi terremo occupato Chronos. Quello che dovrete fare sarà unire le vostre forze, e mandare in pezzi questa dimensione atemporale che gli dà forza."

 

"Mandare in pezzi... come?" Chiese Gourry.

 

LoN sorrise ancora. "In questa dimensione un Dragon Slave ed un fiammifero hanno la stessa potenza, se non c'è niente dietro. Non posso dirvi come fare, non è una cosa che si può spiegare a parole. Dovete volerlo."

 

"Volerlo... e basta?" Volle sapere Tiina.

 

"No." LoN era enigmatica. Il suo volto si rabbuiò, mentre fissava il vuoto. "Hanno cominciato a combattere. Devo andare subito..."

 

"Aspetta!" La trattenne Kibil. "Ma dobbiamo fare... a pezzi questa dimensione? Ho capito bene?"

 

"Se niente va storto, sì." Fece LoN, sempre più enigmatica, svanendo. Lina iniziò a tremare.

 

"Cos'hai, Lina?" Fece Luke, avvicinandosi e reggendola per le spalle.

 

"Li sento... li sto sentendo combattere." Sussurrò lei. "Non so come... ma sono legata a LoN... è una battaglia terribile... una potenza immensa..." restò in silenzio per alcuni secondi. "Non possono farcela... non ce la stanno facendo! Chronos... li sta sconfiggendo..."

 

Gourry sospirò. "Ti ricordi cosa ti avevo detto quando ci siamo ritrovati nel bosco dove ci incontrammo per la prima volta, Lina?" Le chiese. "Che non è vero che la vita ha migliaia di strade?"

 

"S...sì..." Fece lei.

 

"Ora ne abbiamo una sola. Ce l'ha già tracciata LoN, e noi dobbiamo trovare la forza di andare fino in fondo. Ma non perchè è l'unica... o perche l'ha decisa qualcun'altro, sia pure LoN."

 

"Questa storia è stata tutta una farsa..." Mormorò Zelgadiss.

 

"Già, ma com'è cominciata, questa farsa?" Gli chiese Gourry. "E' cominciata perchè volevamo toglierti la maledizione, per rendere te ed Amelia felici... perchè volevamo scoprire la vera natura di Tiina... perchè volevamo dare una ragione a noi stessi, dopo questi cinque anni così neri..."

 

Si interruppe.

 

"...Tu, che sei parte del Re degli Incubi..."

 

Si girò di scatto. "Lina! Il Laguna Blade?!" Gridò.

 

Lina stava recitando le parole dell'incantesimo a bassa voce, mentre un'aura luminosa si raccoglieva attorno a lei. In quel mondo oscuro, per contrasto, il Laguna Blade, la Lancia di Tenebre, era formata di luce...

 

"NE HO ABBASTANZA!" Gridò Lina. "Ne ho abbastanza di questa storia, degli intrighi di LoN, delle vostre domande, della vostra filosofia, di questi cinque anni neri, di questo, di quello, ne ho abbastanza di tutto!" Gridò, esasperata. "...Tu! Parte dell'universo! Gelida nera lama di oscurità! Sii la mia forza, sii la mia arma!..."

 

"Lina!" Gridò Luke. "La tua energia vitale... La stai perdendo!" Esclamò, cercando di avvicinarsi. Ma un lampo di luce lo rispedì indietro. Lina era isolata.

 

"Sta cercando di distruggere la dimensione atemporale da sola." Disse Xelloss. "Non possiamo farci niente, a meno che lei non lo voglia... e non sembra volerlo." Solo allora il mazoku si rese conto di quanto doveva aver sofferto Lina... la poveretta era praticamente sull'orlo della pazzia. "Forse l'ha già passato, l'orlo..." Pensò ad alta voce.

 

"Ti sembra il momento di parlare di cucito ai tuoi amici invisibili, cretino?!?" Gli gridò contro Philia. "Lina sta per ammazzarsi!"

 

"Tranquilla..." Rispose Xelloss. Ma in realtà neanche lui lo era.

 

"...Insieme cammineremo lungo la via della distruzione, abbattendo le anime degli dei! LAGUNA BLADE!" Tra le mani di Lina si sprigionò un fascio di luce bianca, che impugnò come una spada. Con un rapido fendente, aprì uno squarcio nell'aria nera.

 

Era come se fossero rinchiusi in una scatola scura, ed ora Lina la stesse rompendo. Attraverso il taglio nell'aria si vedeva il "fuori", ammesso che fosse la parola giusta per descriverlo... da un tutto-nero, si passava a un tutto-bianco.

 

Lina, allo stremo, con la forza della rabbia e della disperazione stava per colpire di nuovo, aprire un nuovo taglio nel nero, quando altre due lame di luce aprirono due squarci paralleli al suo.

Tutta l'aria si riempì di sottili crepe, ed il nero si sbriciolò, rivelando tutto un mondo etereo, di un bianco immacolato e sterminato.

 

Lina guardò dietro di sé. C'erano Gourry e Luke con in mano le armi di luce. In quell'atmosfera bianca, quelle armi sembravano infinitamente più sfavillanti. Entrambi le sorrisero. "Non mi importa se questa strada è la migliore o la peggiore." Fece Gourry. "Non mi importa se l'ho decisa io o se l'ha tracciata qualcun'altro, non mi importa se questa è la verità o solo un'altra illusone, e non mi importa neanche come andrà a finire. L'unica cosa che conta è che questa strada la prenderò insieme a te, Lina... e quindi, non può essere che quella giusta."

 

"E, comunque sia, non sarebbe educato non accompagnare una signora così bella, no?" Chiese Luke con un sorriso, facendo roteare la Hikari no Yari. I due si guardarono l'un l'altro, ed iniziarono a ridacchiare sommessamente.

 

Anche Myr, che era rimasta in un angolo, saltò e corse verso Lina ridendo. "Che bello! Sono la prima bambina al mondo ad avere amici così forti!"

 

Tutti gli altri, Amelia, Zelgadiss, Kibil, Tiina, Xelloss e Philia, si guardarono con aria di assenso. "Lina..." Disse Zel. "...grazie. Grazie per quello che state facendo per me."

 

"Non devi ringraziarmi. Se non fosse stato per te, non mi sarei mai imbarcata in questa avventura." Disse Lina, accarezzando la testa di Myr. "E non avrei scoperto tante cose... Ora, finalmente, sento di poter dare un cambiamento in meglio alla mia vita."

 

Fu interrotta da una voce lontana. "Io non ne sarei così sicuro, Lina Inverse." Era la voce che aveva sentito prima... quella di Chronos.

 

Lontano, ad una distanza impossibile da stimare nell'atmosfera bianca, Chronos... pesto, lacero, ferito, ma vittorioso sopra alla rivolta dei Lords, avanzava lentamente.

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Capitolo 22
*** Cap. 21 - Zero! ***


Capitolo 21: Zero

Capitolo 21: Zero! Una seconda possibilità! Voglio dare una ragione alla mia vita!

 

"C-CHRONOS!" Gridò Lina.

 

L'essere le sorrise. "I Lord sono appena morti... nonostante fossero più forti di me, messi insieme... hanno esitato, dato che avevo LoD in ostaggio... ed hanno pagato quell'errore con le loro vite." Alzò un dito e lo puntò in direzione di Lina e del gruppo. "La battaglia mi ha lasciato quasi senza forze, ma io sono comunque tanto potente da spazzarvi via in una frazione di secondo."

 

Chronos, a passi lenti, si avvicinò sempre di più, minaccioso.

 

"Le quattro dimensioni saranno già svanite, senza i Lords. E così io mi ritrovo ad essere il dio supremo di un vuoto assoluto." Notò tristemente. "I Lords sono morti, voi morirete, e tutte le creature di tutti e sedici gli universi sono svanite. Io non sono in grado di far tornare le cose come prima... nonostante tutto, ho perso. Abbiamo perso tutti."

 

"Sebbene ti chiami Chronos, il potere del Tempo non è tuo, vero?" Chiese Amelia.

 

"Indovinato, piccola. Ho solo un debole controllo, che è andato in pezzi quando avete distrutto la dimensione atemporale. Questa è la fine di tutto il cosmo..." Continuava ad avvicinarsi, ma nè Lina nè gli altri si ritrassero, nemmeno Myr. Ad ogni passo Chronos sembrava sempre meno convinto. Abbassò il dito puntato e continuò a camminare con espressione triste.

 

"La fine?" Chiese Xelloss. "Non si può fare niente?"

 

"Non si possono ritrasformare cenere, fumo e fuoco in un albero. Non si può riprendere la pioggia e riportarla sulle nuvole."

 

"Lina può fare qualcosa." Disse la voce di LoN.

 

Tutti si guardarono attorno smarriti, Chronos più degli altri. "LoN? Non può essere!!" Gridò.

 

"Sono qui." Disse ancora la sua voce, proveniente dalla mano destra di Lina. La maga se la guardò stupita. Era la mano con la quale aveva impugnato il Laguna Blade... ed il palmo ed i polpastrelli delle dita stavano brillando di luce nera...

 

"Quando ho lanciato il Laguna Blade, attingendo al tuo potere..." Iniziò lei.

 

LoN finì la frase. "...hai salvato una piccola parte di me, Lina."

 

Chronos cadde in ginocchio, piangendo. "LoN! Perchè?! Rispondimi, ti prego! Non voglio che tutto finisca!"

 

"Ma se sei stato proprio tu ad ucciderle i Lord!" Disse Philia.

 

"Ma si trattava di uccidere o di essere uccisi!" Gridò Chronos in risposta. "Oh, se davvero potessi tornare indietro... quattro dimensioni, sedici universi, migliaia di mondi sono svaniti per colpa della mia ambizione! Ora non esiste altro che il nulla!"

 

"Basta che qualcosa non funzioni tra le persone ed inizia a scorrere il sangue... anche tra i Lord." Notò tristemente Amelia.

 

"E così..." Lina si accasciò. "Così, l'universo è svanito in un soffio. Non mi sembra vero. Mi sembra assurdo."

 

"Le nostre case, i nostri amici, tante persone, speranze, sogni..." Sospirò Kibil.

 

Tiina saltò su. "No! Non è possibile! Non può finire tutto così!" Gridò. "LoN è ancora viva! C'è una possibilità! Almeno per il nostro mondo!"

 

Prima che chiunque potesse ribattere qualcosa, Chronos cadde a terra.

 

"Chronos! Che ti succede?" Chiese Zelgadiss.

 

"LoN..." Iniziò Chronos. "Ti devo dire una cosa... LoD non è morto del tutto..."

 

"Cosa?" Chiese la voce proveniente dal palmo destro di Lina.

 

"Era lì... tra le mie mani... indifeso... e... non ho avuto il coraggio di ucciderlo. Come per te in Lina, anche io ho conservato una parte di lui in me." Disse. La sua voce si faceva sempre più flebile. Chiuse gli occhi e si rilassò.

 

"CHRONOS!" Amelia lo afferrò, scuotendolo. "E'... morto... credo..." Fece lei, terrorizzata.

 

"E' stato lui stesso a volerlo..." Disse Lina. "LoN?" Chiamò. Si guardò il palmo della mano. Era tornato normale. "LoN... rispondimi!" Gridò, girandosi in tutte le direzioni.

 

"Anche lei svanita..." Disse Gourry. "Rimaniamo... solo noi."

 

Tutti si guardarono attorno smarriti. "

Non voglio..." Fece Myr. "...non voglio rimanere qui per sempre! MAMMA LINA! FAI QUALCOSA!" Era in lacrime.

 

Lina sospirò. "Io da sola non posso fare niente..."

 

"Ma non sei sola!" Fece Gourry, avvicinandosi e posandole una mano sulla spalla. Lina sentì quel tocco rassicurante.

 

"Non sei una di quelle che si rassegnano facilmente, Lina." La incoraggiò Luke. "La speranza non dovrebbe essere l'ultima a morire?"

 

"Pensate che LoN sia riuscita a tornare al nostro mondo? O... che fine avrà fatto?" Chiese Kibil.

 

"Il destino di LoN è legato a quello del nostro mondo." Affermò Lina. "Ed il destino si può cambiare. Dobbiamo cambiarlo!"

 

"Lina... dimmi la verità. Pensi che possiamo fare qualcosa?" Chiese Gourry, con tono terribilmente serio.

 

Lina si girò verso di lui. "Mi conosci da quasi dieci anni, Gourry. C'è qualcosa che io non sia riuscita a fare?" Domandò.

 

Gourry chinò il capo. "...Perdonarmi?"

 

"Ti ho già perdonato." Disse Lina, guardandolo negli occhi.

 

"Questo era quello che volevo sentire." Fece Luke.

 

"Non... non capire male quello che intendevo..." Iniziò subito Lina.

 

"Stai tranquilla. Ho capito benissimo. Tu e Gourry siete fatti l'uno per l'altra, la vostra amicizia e il vostro amore si sono cementati in cinque anni di vita, avventure, battaglie e imprese di ogni genere..."

 

"Luke..." Sussurrò Gourry.

 

"A me interessa solo che voi siate felici." Disse lui. "Sono stato un egoista, ho pensato solo a me stesso... e, così facendo, vi ho separato. Non sono migliore di Chronos."

 

"Luke!" Fece Lina. "Tu mi hai dato una spalla su cui piangere quando tutto mi sembrava perduto... Ed è la cosa che vale di più al mondo. Non lo dimenticherò..."

 

Gourry passò un braccio intorno alle spalle di Lina. I due si guardarono per un istante...

 

"Sai, Gourry... mi sento come una volta. Come quando sentivo dentro di me di poter spaccare in due il mondo."

 

"E' il suo modo di dire che è felice!" Rise Xelloss.

 

Gourry e Lina non lo sentirono neanche. I loro volti si avvicinarono...

 

E si baciarono.

 

In quell'istante, la maledizione che per cinque anni aveva gravato su di loro svanì.

 

In quell'istante, passato, presente e futuro vennero azzerati.

 

Ricominciare da zero.

 

Una seconda possibilità.

 

***

 

"Non ho preso che una minima parte del bottino!" Si lamentò Lina tra sè e sè, proseguendo lungo il sentiero del bosco con un sacco pieno di monete d'oro e pietre preziose sulle spalle. "Ma si vede che vogliono riprenderselo, e, soprattutto, farmela pagare. Non deve essergli piaciuto lo scherzetto della Fireball nell'accampamento, a quelli della Zanna del Drago..."

 

Fece uno scatto di corsa in avanti, poi si fermò e si girò. "E va bene, so che siete lì! Venite fuori!" Gridò.

 

***

 

"Ah, che sciocco, non mi sono ancora presentato!" Fece il ragazzo biondo, con un gran sorriso sul volto. "Mi chiamo Gourry, e, come avrai notato, sono uno spadaccino!"

 

***

 

... ... ...

 

 

***

 

Zelgadiss si svegliò. Si trovava ancora nel nulla bianco in cui aveva perso i sensi, ma tutti gli altri erano svaniti.

 

"Ohhh... che male." Fece, alzandosi. Era tutto indolenzito... Si massaggiò distrattamente un avambraccio dolorante con la mano... E solo allora si accorse che le sue braccia non erano più di pietra.

 

"Ma... che..." riuscì solo a dire.

Si guardò le mani. Erano rosa e soffici.

Si toccò il volto con il dito indice. Sprofondava. Non era più di pietra.

 

"Alla fine ce l'hai fatta, eh, Zelgadiss?" Chiese una voce nota alle sue spalle.

 

Zel si girò di scatto. "REZO?!"

 

Il monaco rosso annuì, guardandolo con i suoi profondi occhi viola. "Più o meno."

 

"Cos'è, questo? Un sogno? Un'illusione?" Chiese Zel. Non riusciva a crederci.

 

"Oh, no." Fece Rezo. "Sei davvero tornato normale. La maledizione che tanto ti ha tormentato, la maledizione impossibile da sciogliere, ora è svanita. Ti sei perso per anni a cercare chissà quali cure, e non ti sei accorto che la vera cura era dentro di te."

 

"Dentro... di me?" Chiese Zel, in stato confusionale.

 

"Hai sempre cercato la cura per te stesso, e non ha mai funzionato."

 

"Perchè... perchè ora si è sciolta?" Chiese.

 

"Perchè ora non è più solo per te stesso." Il monaco rosso sorrise. "E'anche per la tua adorata Amelia. Lei ti ama, ed anche tu la ami. Ora sarete entrambi felici."

 

"Non mi hai risposto!" Gridò Zel.

 

Rezo chiuse gli occhi. "Bastava volerlo. Desiderarlo. Ma non semplicemente volerlo solo per sé stessi. Volerlo per rendere felice qualcun altro..."

 

"Felice... Sono tornato umano perchè così potrò rendere felice Amelia?"

 

"In un certo senso, sì... Volere è potere, Zelgadiss Greywords. E tu hai voluto per due: hai voluto per liberare te stesso, e hai voluto per donare la felicità ad Amelia." La sua figura iniziò ad assottigliarsi...

 

"Un'ultima domanda, ti prego!" Gridò Zel, notando che Rezo stava per svanire. "Perchè... perchè solo ora? Perchè proprio adesso?"

 

"Perchè, solo guardando Gourry e Lina in quel momento, quando si sono baciati... solo in quel momento hai capito quanto significa per te l'amore di Amelia." Disse Rezo il monaco rosso, svanendo nel nulla.

 

Anche Zel svanì lentamente. Le lacrime gli bagnavano il viso, ora non più di pietra.

 

Una piccola mano si posò sulla sua spalla. Non aveva bisogno di girarsi per capire che era quella di Amelia. La sfiorò con la sua, continuando a piangere. "Amelia..." Riuscì solo a dire.

 

Per la prima volta in vita sua, Zelgadiss Greywords sentì di avere in mano una scintilla di perfetta felicità.

 

***

 

Tiina aprì gli occhi. Era sdraiata nel freddo nulla bianco in cui si trovava prima, ma era sola. Tutti gli altri erano spariti. Spaventata, si alzò in piedi.

 

'Non è vero.' Si disse. 'Non sono sola.'

 

Si girò. Dietro di lei c'erano due persone.

 

Due persone di cui non ricordava i volti, ma che riconosceva... dal profondo del suo cuore.

 

Una donna dai lunghi capelli biondi, portati sciolti. Aveva i lineamenti aggraziati, ed indossava un vestito attillato di colore rosso. I suoi occhi gialli avevano una fessura verticale come quelli dei gatti, e quegli occhi bagnati di lacrime la fissavano intensamente.

 

Un uomo dall'aspetto elegante, con una coda di cavallo di capelli bianchi ed una ampia veste bianca e viola che, cadendo dalle spalle, copriva quasi tutto il suo corpo. Anche lui, con le lacrime agli occhi, la guardava.

 

Tiina sapeva chi erano. Erano i suoi genitori.

 

Un ryuzoku ed una mazoku.

 

"Papà... mamma... io... vi riconosco!" Esclamò Tiina, mentre le lacrime iniziavano ad arrivare anche ai suoi occhi.

 

"Oh, Tiina, non sai quanto sono felice di sapere che stai bene..." Mormorò il drago.

 

"Perdonaci se ti abbiamo dovuto abbandonare ed affidarti agli Ul Copt, ma... non abbiamo avuto scelta." Disse la mazoku.

 

"Kenford! Maduin Tenryu! Mamma! Papà!" Tiina li chiamò per nome, per fissarsi meglio nella mente quelle parole che stavano sorgendo dal suo cuore... "Dove siete? Vi prego, ditemi dove siete!"

 

"Siamo stati costretti a fuggire." Disse Kenford. "Nè i demoni nè i draghi ci vedevano di buon occhio, come puoi immaginare..."

 

"Abbiamo deciso di affidarti alle uniche altre persone che potevano crescerti capendo l'amore che abbiamo provato per te, alle uniche altre capaci di amarti come se tu fossi loro figlia..." Spiegò Maduin.

 

"...Alle uniche che possono capire l'amore che può esistere tra ryuzoku e mazoku." Concluse Kenford. Solo allora Tiina si accorse che, al suo fianco, c'erano Philia e Xelloss.

 

"Vi prometto che la cresceremo con tutto il nostro amore!" Fece Philia. "Non solo noi! Lina, e Gourry, e Luke, e Amy e Zel e Kibil e tutti gli altri! Le daremo tutto il nostro amore!"

 

"Purchè non le venga la carie, con tutto questo amore..." Non potè trattenersi dal commentare Xelloss. "In fondo è anche per metà mazoku!"

 

Philia si girò inviperita, ma Kenford, sorridendo, la trattenne. "Xelloss ha ragione, Philia. Tiina è una ryumazoku, credo che potremmo chiamarla così... ha due metà opposte in sè..."

 

"Mamma, papà..." Fece Tiina, rivolgendosi a tutti e quattro. "Io voglio restare con i miei amici. Sento di poter imparare molte cose da loro..."

 

"La verità è che hai messo gli occhi su quel bel ragazzo di Kibil, ammettilo!" Sorrise Philia. "Ho notato come lo guardi!"

 

Tiina arrossì. "Beh... e poi spero anche di poter essere loro anche d'aiuto!" Cercò di cambiare discorso.

 

"Potrai essere loro d'aiuto più di quanto tu non creda, Tiina." Fece Maduin. "Tanto i demoni quanto i draghi hanno il potere di trasformarsi. Anche tu hai questo potere. Da oggi potrai usarlo, quando ne avrai bisogno."

 

"D-davvero?" Chiese Tiina. Come per risposta, una violenta luce rosa avvolse il suo corpo...

 

Quando la luce si dissolse, il suo corpo era radicalmente cambiato.

Era diventata un po’ più alta, e la sua figura si era assottigliata. Il suo volto era dominato da due giganteschi occhi rossi, ed un'enorme capigliatura di colore bianco-rosaceo le partiva dalla testa per arrivare, fittissima e disordinata, fino ai piedi. La sua pelle era diventata perfettamente candida.

 

Rimase in quello stato per pochi secondi, poi ritornò normale.

 

"Ma... ho sentito in me una forza incredibile, in quei pochi secondi!" Fece lei, emozionatissima. Ma nessuno le rispose.

 

Si guardò intorno. Non c'era più nessuno.

 

Una voce le rimbombava nella testa. -Questo tuo potere è nato dall'amore, da un amore così grande e sconfinato da unire un ryuzoku ed una mazoku. E si è svelato nel momento in cui tu hai visto un altro amore rinascere dopo cinque anni. Il tuo è un grande potere... usalo a fin di bene, e non andrà sprecato.-

 

"Te lo prometto!" Gridò Tiina al vuoto.

 

***

 

Luke Aoi si ritrovò nel bianco assoluto di prima. Ma era da solo.

 

Tranne che per un altro sé stesso.

 

In un primo momento pensò che si trattasse di un'immagine riflessa in uno specchio, poi, l'altro Luke andò verso di lui ed iniziò a parlargli.

 

"Sei sicuro di aver fatto la cosa giusta, Luke?" Gli chiese l'altro Luke.

 

Luke non perse tempo a discutere, o a chiedere all'altro sé stesso chi fosse o cosa stesse succedendo. Fece la cosa più semplice ed ovvia: rispose.

 

"Io... sì, sono sicuro." Fece.

 

"Non puoi mentire a te stesso, Luke Aoi."

 

Una lacrima gli rigò il viso. "Lina... è così bella... così... amabile..."

 

"Non ti sei pentito di aver rinunciato a lei?"

 

"Per un momento, sì."

 

"Ma..."

 

"Ma Lina e Gourry si conoscono e si amano da dieci anni. Non hanno mai davvero smesso di amarsi, e possono sentirsi felici solo stando insieme. Non cambierò idea, non cambierò la mia decisione. Loro due... hanno sofferto troppo. Non sopporterei di vederli soffrire ancora di più."

 

"Così, questa è la verità?"

 

"Sì, lo è."

 

"Molto bene, Luke. Sei stato sincero con te stesso... e lo sei stato anche con me. Cosa farai adesso?"

 

Luke strinse in mano l'asta della Lancia di Luce. "Non so se sia stato il Destino, la Fortuna o il Caso a mettermi in mano questa lancia... ma so che ora ce l'ho io, e la userò." Si irrigidì. "Sono sempre un soldato di Sailune, ed ho intenzione di usare la mia forza per difendere la giustizia... come ha già fatto la regina Amelia negli anni passati."

 

L'altro Luke ridacchiò. "Spero non nello stesso modo!"

 

"Non preoccuparti... sarò un paladino della giustizia serio!" Sorrise Luke. "E chissà... chissà se, nelle mie avventure, troverò mai un amore come quello che oggi ha ritrovato Gourry..."

 

"Beh, come mi hai detto quando sono stato promosso capitano alla faccia tua, misero tenentino, -In questo mondo tutto è possibile, anche le cose più assurde!-" Risuonò la voce canzonatoria di Kibil.

 

Luke si girò, ridendo. "Un tenente della Guardia Reale conta più di un capitano dell'esercito! E, se poi il tenente in questione sono io ed il capitano in questione sei tu, allora la superiorità è indiscussa!"

 

Nel frattempo, l'altro Luke sparì discretamente di scena.

 

"Dì un po’, Luke... hai idea di cosa stia succedendo? Mi sono svegliato e mi sono ritrovato in questa specie di non-so-che tutto bianco..."

 

Solo allora Luke si accorse di essere in mezzo al nulla e di aver appena finito di parlare con un altro sé stesso.

 

"Non chiedere a me, Kibil. Non ci sto capendo niente. Forse stiamo tutti impazzendo." Fece Luke.

 

"O forse stiamo rinsavendo tutti." Rispose Kibil. Poi chiese: "Hai visto Tiina, per caso?"

 

***

 

Lina aprì gli occhi. Dovunque guardasse non vedeva che bianco, tranne una macchia vagamente azzurra davanti a lei.

Chiuse e riaprì più volte gli occhi. quando la vista cominciò a tornargli del tutto, vide che si trattava di Gourry... non del Gourry capitano della guardia reale di Sailune, ma del Gourry che aveva incontrato in quel bosco... il Gourry di dieci anni prima.

 

Sotto i suoi occhi, quel Gourry in pochi secondi si trasformò. I vestiti e l'armatura cambiarono, cambiò il taglio di capelli, cambiò leggermente il suo volto. Ora aveva davanti il Gourry vero... non quello dei suoi ricordi.

 

"Lina!" Fece lui, preoccupato, mettendole una mano sulla spalla. "Stai bene?!"

 

"S-sì... credo..." Mormorò lei scossa. "Ma dove siamo? E dov'è Myr?"

 

"Sono qui!" Rispose una voce allegra. "Mamma!" Gridò la piccola Myr, correndo verso Lina e saltandole in braccio.

 

Lina tirò un sospiro di sollievo. "Myr..."

 

"Ciao Gourry!!" Sorrise lei, salutandolo allegramente, mentre Lina la metteva a terra.

 

Lina e Gourry si scambiarono uno sguardo d'intesa. "Myr... è ora che tu lo sappia." Iniziò Lina. "Io... io finora ti ho mentito." le disse, con il cuore gonfio di un insopportabile senso di colpa. Non capiva dov'era nè cosa stava succedendo, ma sentiva che era il momento migliore per parlare...

 

"Mamma?"

 

"Il tuo vero papà non è andato in cielo, Myr... è lui il tuo vero papà." Disse, con le lacrime agli occhi.

 

Myr sembrò spaventata. "Ma... mamma, perchè non me l'hai mai detto?"

 

Gourry fece un passo avanti. "Myr, devi saperlo... io, molti anni fa, quando tu non eri ancora nata... io sono stato molto cattivo con tua madre. Ho fatto una cosa che non dovevo fare, l'ho lasciata sola... ed ho lasciato anche te..."

 

"Papà..." Anche a Myr incominciavano a venire le lacrime. Si girò verso Lina. "Ma mamma, tu l'hai perdonato, vero? Avete fatto la pace e tornerete ad essere la mia mamma ed il mio papà, vero?" Chiese, quasi disperata.

 

Lina sorrise rassicurante, ed annuì in silenzio. Anche Myr sorrise, vedendo il suo volto illuminarsi.

 

"Mi dispiace di non essere stato un buon papà, per te, Myr..." Fece Gourry.

 

Senza neanche aspettare che finisse la frase, e magari non sentendola neanche, Myr gli saltò in braccio. "Papà Gourry! Sarai sempre il mio papà! Il papà più forte del mondo!"

 

"Ma non più forte della mamma." Le sussurrò Lina.

 

"Ovviamente!" Rise Myr.

 

Gourry si finse arrabbiato per un momento, ma subito dopo il suo volto tornò allegro. "I bambini sono davvero il nostro futuro... sono gli unici che riescono a lasciarsi alle spalle il passato triste ed a guardare avanti." Riflettè.

 

"Allora siamo anche noi ancora dei bambini!" Fece Lina. "Perchè ho intenzione di lasciarmi alle spalle i cinque anni più tristi della mia vita, e ripartire da zero!" Afferrò Gourry per il colletto e lo tirò verso di sé. "Gourry! Appena usciamo da questa specie di bicchiere di latte condensato, partiamo!"

 

"Partire?" Chiese Gourry sorpreso. "Per dove?"

 

"E che ne so?! Dovunque un Dragon Slave ed una Hikari no Ken possano servire ad abbattere mostri, trovare tesori, vincere nemici... e darci una ragione di vita, come abbiamo sempre fatto! Myr, mamma e papà tornano in avventure!"

 

"WOW!!!" Esultò Myr.

 

"Ehi, e a nostra figlia non ci pensi?" Esclamò Gourry. "E' un po’ troppo piccola per seguirci, potrebbe essere pericoloso per te, Myr!"

 

"Non vengo con voi!" Fece lei. "Voglio andare da sola, come avete fatto voi!"

 

"Ossanto cielo!" Gourry si passo una mano sulla faccia. "Ma cosa hai messo in testa a questa bambina, Lina?"

 

"La stessa roba che avevo io alla sua età!" Rise lei.

 

"Siamo a posto, allora..." Sospirò.

 

"Mamma..." Iniziò Myr. "Come usciamo da qui?" Chiese, guardandosi intorno. Non sembrava esserci un'uscita da quel nulla bianco...

 

"Beh..." Riflettè Lina. "Gli altri sono spariti quando io e te ci siamo baciati, Gourry..."

 

Ci furono dieci secondi di silenzio, durante i quali i tre si guardarono negli occhi a vicenda, sentendosi un po’ idioti.

 

Poi, Lina e Gourry si avvicinarono, e si baciarono ancora...

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Capitolo 23
*** Epilogo ***


Epilogo: Seguendo i passi dell'avventura, ancora una volta liberi come il vento

Epilogo: Seguendo i passi dell'avventura, ancora una volta liberi come il vento!

 

Una settimana dopo...

 

Quasi l'alba. Nella vasta piazza d'armi del castello di Sailune, in genere praticamente deserta a quest'ora del giorno, sta per avvenire qualcosa che non accade proprio tutti i giorni...

 

Un nuovo inizio. E' come se tutto ricominciasse, per seguire una strada simile ma diversa, per esplorare tutte le occasioni che il tempo ed il mondo può offrire. Per sentirsi vivi.

Ma l'inizio di una nuova storia significa sempre la fine di quella vecchia. E' un pò come una partenza: l'entusiasmo per il futuro, e la nostalgia per il passato.

 

"Mamma..." esclamò una vocina, seguita da dei passi...

 

Lina si scosse dai suoi pensieri e con un sorriso si girò verso Myr. "Si, tesoro? Che c'è?"

 

"Mammina... ma non ti dispiace che vada via?" Chiede la bambina, con gli occhioni spalancati. Un attimo di debolezza...?

 

"Certo che mi dispiace..." Rispose Lina. "Ma non sono preoccupata. So che te la saprai cavare... e, se sei tu a volerlo, chi sono io per impedirtelo? Ricordati che anche io ho fatto la stessa cosa che stai per fare tu ora!"

 

"Mamma..." La bambina le saltò in braccio. "Mi mancherai! Ci rivedremo?" Ma non una lacrima.

 

"Su, dai! Certo che ci rivedremo, sciocchina!" Disse lei.

 

"Ehi, Lina, Myr!" Esclamò un sopraggiungente Gourry.

 

"Papà!" Esclamò la piccola, ancora in braccio a Lina.

 

"Ciao, piccolina!" Fece lui affettuoso, mettendole una mano sulla testa ed arruffandole i capelli. "Non ti preoccupare, il mio amico Luke verrà con te! Cerca di fare onore al tuo papà ed alla tua mamma!"

 

"A proposito!" Disse Lina. "Perchè anche Luke ha deciso di partire?"

 

"Beh, Tiina vuole cercare i suoi veri genitori, ed ha deciso di accompagnare Myr in questo viaggio. Ovviamente Kibil andrà con Tiina... Quei due sembrano iniziare ad accorgersi di essere fatti l'uno per l'altra!" Rise Gourry.

 

"Ovviamente..." Sorrise Lina. Kibil e Tiina sembravano effettivamente fatti l'uno per l'altra e, sebbene lui fosse molto timido, anche solo il fatto che aveva deciso di partire insieme a lei era inequivocabile...

Tiina, d'altra parte, era abbastanza cotta di lui, e non se lo sarebbe lasciato sfuggire...

 

Myr saltò giù dalle braccia della mamma e si aggiustò la sua spada alla cintola... la stessa spada che era stata di Lina...

 

Kibil Mel Saillune le si avvicinò, furtivo, da dietro le spalle e di sorpresa la prese in braccio.

 

"Ah! Kibil!" Fece lei, con un grido di stupore.

 

Il principino scoppiò a ridere e le chiese, rimettendola a terra: "Come sta la mia combinaguai preferita? Sei pronta?"

 

"Pronta all'avventura!" Rise lei, alzando una mano al cielo e facendo il segno di vittoria con le dita a V.

 

"Gliel'hai insegnato tu, vero?" Chiese Gourry a Lina, sorridendo.

 

"Certo!" rispose Lina, anche lei con un sorriso. "Come tutto il resto!"

 

"Già..." Fece Gourry, un attimo intristito.

 

"Smettila!" Lina sapeva benissimo a cosa stava pensando.

 

Gourry risollevò la testa.

 

"Senti, Gourry..." Chiese Lina, cercando di cambiare discorso. "... uhm, volevo chiederti, Luke cosa farà?"

 

Gliel'aveva già chiesto poco prima, ma Gourry decise di far finta di niente e risponderle ancora, assecondando il suo tentativo di cambiare discorso...

 

"Ha già deciso, partirà anche lui. Ha detto che è per proteggere Myr, ma io credo che si sia un pò stancato di stare tra le quattro mura del castello e che voglia godersi un pò di avventure con i suoi nuovi amici."

 

"Ah-ha." Annuì Lina, pensierosa. "Zelgadiss?" chiese poi.

 

Fu Kibil a rispondere. "Sta bene. Finalmente si è svegliato... ora sarà in camera sua a riprendere le forze. Comunque, finalmente ce l'ha fatta."

 

"Già. La maledizione del monaco rosso è svanita... è tornato un umano in carne è ossa. Chissà come si deve sentire adesso. Alla fine la sua testardaggine ha vinto!" Disse Lina.

 

"Spero che, anche se non è più di pietra, abbia conservato quella sua testaccia dura, visto il bene che gli ha fatto!" Rise Gourry.

 

"Non è una battuta molto divertente, Gourry, ma mi fa piacere lo stesso." Disse una voce debole ma inconfondibile.

 

Zel, in una bizzarra vestaglia da camera a paperelle gialle (lo shopping di Amelia, senza dubbio!), stava scendendo a passi esitanti le scale che portavano alla piazza d'armi...

 

Non si era ancora riabituato ad avere un corpo di carne e ossa, ed era ancora debole, anche dopo una settimana di riposo... sarebbe dovuto restare a letto, ma...

'Gourry ha ragione, quell'uomo è troppo testardo per stare a sentire un qualunque parere…' pensò Lina.

 

"Zio Zel!" Gridò Myr felicissima di rivederlo.

 

In un lampo, dalla rampa di scale che Zel aveva appena percorso, si scapicollò giù Amelia, gridando: "ZELGY!! Ma che fai? Devi riposarti, non ti sei ancoraaaaaaaaAAAAAAGH!"

 

Amelia aveva tentato di saltare gli ultimi quattro scalini per fare prima, con il risultato di finire addosso a Zel e sbatterlo a terra.

 

Dalla scala scesero subito anche Xelloss e Philia, che evidentemente stavano inseguendo Amelia per impedirle di farne una delle sue... ed arrivando tardi, purtroppo!

 

"Zel! Tutto bene, sei ferito?" Chiese subito Philia premurosa, mentre Xelloss aiutava Amelia a rialzarsi...

 

"...Sono ancora vivo, non vi preoccupate..." Li rassicurò Zel, rimettendosi in piedi. Non essendo più di pietra, era anche diventato più fragile. Per fortuna, nulla di rotto.

 

"Sei una sconsiderata!" Philia rimproverò aspramente Amelia. "Per poco Zelgadiss non ci restava secco, a causa della tua incoscienza!"

 

"Ehi, Philia, non esagerare..." Disse Zel con un gocciolone.

 

Tutti quanti scoppiarono a ridere.

 

Quella scena ricordava i vecchi tempi... quando Lina e Gourry giravano il mondo in cerca di avventure e di fortuna, quando Amelia era una principessina esaltata e combinaguai che si credeva Miss Giustizia, quando Zel era sempre pronto a seguire persino la traccia più assurda per cercare una cura per la sua maledizione...

 

Ora quei tempi erano passati, ma le persone erano rimaste le stesse... non tanto fuori quanto dentro. E che cos'era quella risata corale se non una prova di questo?

 

Un altro gruppo di persone scese le scale di corsa, attirato dalla confusione. Luke, in divisa ed armatura come sempre ('Ma ci dorme dentro, per caso?' non potè fare a meno di chiedersi Lina), e, subito dopo, Tiina, in pigiama e con tutti i capelli sparpagliati in un modo assurdo.

 

Kibil, nel vederla arrivare, fece appena un passettino indietro, ma poi prese il coraggio a due mani ed andò verso di lei.

 

"Che è successo?" Gli chiese Tiina. Poi notò che tutti la guardavano. Prima abbassò lo sguardo verso i propri piedi, e poi guardò di nuovo tutti... no, non erano le pantofole ad orsacchiotto. (ma Amelia non aveva nemmeno un capo di abbigliamento normale in casa?)...

Poi capì, si portò le mani alla testa e sentì che i suoi capelli formavano una specie di nube che la faceva sembrare un albero...

 

Di nuovo, risero tutti. Proprio tutti, perchè c'erano tutti, pensò Lina. Lei, Gourry, Amelia, Zelgadiss, Philia e Xelloss. E Myr, Luke, Kibil e Tiina.

I vecchi ed i nuovi, non potè fare a meno di notare Lina con una stretta al cuore. Loro stavano per partire, come lei aveva già fatto anni prima...

 

Tante cose erano successe, tanto tempo era passato...

 

Ora si erano sistemati quasi tutti, i "vecchi". Zel era tornato umano. Amelia era diventata regina. E si erano sposati. E addirittura Philia e Xelloss si erano sposati.

Tutti tranne lei e Gourry. Loro due non erano ancora "ufficialmente" sposati. Ma chi se ne importava delle formalità?

 

"Beh..." Disse Lina. "La partenza sarebbe dovuta essere questo pomeriggio, ma visto che siete tutti qui e che vi vedo così impazienti...

 

"Possiamo partire adesso, mamma? Possiamo?" Chiese Myr, traboccante d'entusiasmo.

 

"Ehi!" Fece notare Tiina. "Non pretenderete che io parta in pigiama e con questi capelli! Datemi cinque minuti!" E corse su per le scale.

 

"E tu?" Chiese Gourry a Luke. "Non stavi dormendo? Come fai ad essere già pronto?"

 

"Mi sono svegliato venti minuti prima per preparare tutto." Sorrise Luke, indicando un mucchietto di bagagli in un angolo. Poco più di quattro sacchi da viaggio. "Come sta Myr?" Chiese.

 

"Non la teniamo più a freno! Tra cinque minuti parte da sola, se non la leghiamo!" Ridacchiò lo spadaccino. "Abbi cura di lei, mi raccomando. E fatti onore. Hai la stoffa dell'avventuriero. sarai di sicuro un paladino migliore di quello che voleva essere Amelia... senza offesa!" Disse poi, rivolto alla regina che era lì a due passi, imbronciata e a braccia conserte.

 

Luke annuì, trattenendo una risatina, ed andò dove erano stati ammucchiati i loro pochissimi bagagli. Voleva di sicuro ricontrollarli, scrupoloso com'era. Myr lo seguì di corsa, arrivando prima di lui al mucchietto come se fosse stata una gara a chi faceva prima.

 

"Beh, Gourry..." Disse Lina, affiancandosi a lui e seguendo con lo sguardo la scena. "Una fine ed un inizio."

 

"Come?" Chiese lo spadaccino.

 

"Loro iniziano. Noi abbiamo appena finito con le avventure... mi sa tanto che questa è stata l'ultima."

 

Gourry guardò Lina come se avesse visto un fantasma, le girò intorno, le posò una mano sulla testa e strizzò l'occhio.

 

"Chi vuoi prendere in giro, Lina?" Chiese. "Hai fatto finta di esserti dimenticata tutto, ma io so che te lo ricordi!"

 

"Eh?" Fece lei.

 

"Tu non hai assolutamente intenzione di tornare al tuo bel negozietto a Zefiela e di fare la vita da zitella che hai fatto finora, o sbaglio?"

 

Lina capì, ed annuì tristemente. "Che altro dovrei fare?"

 

"Tutte le cose belle finiscono, dicono." Sentenziò Gourry. "Ma che ne sappiamo noi del quando finiscono?"

 

Lina esitò, e poi disse: "Avanti, parla."

Gourry aveva chiaramente qualcosa da dirle.

 

"Ho già dato le dimissioni da Generale dei Paladini della Guardia Reale di Sailune."

 

"Eh? Perchè?" Chiese la maga, stupita.

 

"Credo di avere messo da parte almeno sessanta monete d'oro, sono i miei risparmi più il mio stipendio da ufficiale. Cosa avremmo fatto sei anni fa con questi soldi?"

 

Lina aveva capito, e non esitò a rispondere. "Ci saremmo fatti 83 portate alla taverna più vicina, e poi saremmo subito partiti verso chissà dove a cercare chissà che cosa. Una cura per Zel, un tesoro, un incarico facile e redditizio, una misteriosa arma magica, o semplicemente un'altra taverna. Saremmo andati dovunque un Dragon Slave ed una Hikari no Ken potessero servire ad abbattere mostri, trovare tesori, vincere nemici... e darci una ragione di vita, come abbiamo sempre fatto!"

 

"Subito fuori dal castello c'è un ristorantino niente male, ho sentito." Disse Gourry.

 

"E che stiamo aspettando?!" Chiese Lina, con un salto.

 

L'ultima ombra, l'ultima piccola traccia di quei cinque anni tristi e noiosi svanì nel nulla in quell'istante.

 

In quel momento Tiina riapparve dalle scale, vestita e pettinata. Kibil le andò incontro, un po’ timido, ed insieme andarono da Luke e Myr. Presero ciascuno il proprio sacco, allegri ed entusiasti. Nessuno dei quattro si chiedeva molto il perchè si stesse imbarcando in quell'avventura... sentivano semplicemente di volerlo fare.

 

Amelia, Zelgadiss, Philia e perfino Xellos erano emozionati. Ma quando si avvicinarono al gruppo per salutarli prima che partissero, notarono che Lina e Gourry erano spariti nel nulla...

 

Da un punto subito fuori il castello, e più precisamente da un ristorante, provenivano dei suoni inconfondibili. Un frastuono tintinnante che sembrava una battaglia combattuta con forchette e coltelli.

 

"EHI, LINA! MOLLA QUEL POLLO! E' IL MIO!!"

 

"FACCIAMO A META'! EHI! LE PATATE!"

 

Amelia non riuscì a trattenersi, e morì quasi dal ridere, per la terza volta nella giornata.

 

Pochi minuti dopo Myr, Luke, Kibil e Tiina partirono.

 

Lina e Gourry avevano già saccheggiato il ristorante e lasciato la città, andando... dove?

Beh, come avevano sempre fatto... andando dovunque un Dragon Slave ed una Hikari no Ken potessero servire ad abbattere mostri, trovare tesori, vincere nemici... e dare loro una ragione di vita... e la gioia di vivere.

 

 

 

*** SLAYERS - Il Libro Magico ***

THE END

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Capitolo 24
*** Postifazione ***


Postifazione

Postifazione

 

...beh, cosa dire? Ormai "Il libro magico" è arrivato alla sua naturale conclusione, ma state certi che le avventure di Myr, Kibil, Luke e Tiina continueranno, speriamo presto.

Ma in queste poche righe non abbiamo intenzione di metterci a fare pubblicità alla FF o al suo eventuale seguito, quanto di ringraziare chi ha permesso che questa storia diventasse quello che ora è.

Quindi il nostro grazie va a tutti voi lettori che ci avete seguito fino alla fine.

Ma soprattutto io vorrei ringraziare il mio collega, socio e amico Alex, per aver creduto in questa idea, per averla portata avanti... e per avermi sopportato! Io e Alex non ci conosciamo di persona, nè, credo, ci conosceremo mai; quello che ci unisce è soltanto un filo sottile (e non è una metafora!) e la grande passione che entrambi abbiamo per gli eroi di Slayers e per il loro mondo fantastico.

Grazie 1000 Alex, grazie 1000 per le tue idee, per la tua fantasia, per la tua pazienza...  grazie 1000 a tutti per tutto!

Diana

 

 

E' stata davvero una faticaccia, non c'è che dire... e quel che è peggio è che io sono un maledetto perfezionista, e mi sono dovuto autoimporre dei limiti di tempo, altrimenti per scrivere questa FF non ci sarebbero voluti sei mesi ma sei anni!!!

Comunque, finalmente è finita. Spero davvero che questa storia vi sia piaciuta, perchè è tenendo voi lettori a mente che l'abbiamo scritta.

Mi associo a Diana nel ringraziare voi che l'avete letta e... e non posso fare altro che arrossire imbarazzato davanti a quello che ha detto prima di me! ^_^

Ricambio le tue migliaia di "grazie" con altrettanti "grazie", dal profondo del cuore!

Aspettatevi altre avventure di Myr, Luke, Kibil e Tiina, nuove avventure in cui potrete conoscerli meglio... ed in cui faremo la conoscenza di altri personaggi, nuovi e vecchi, e di nuove sfaccettature di quel fantastico mondo nato dalla penna di Kanzaka e dalle matite di Araizumi e di Yoshinaka.

Un grande grazie va anche a loro, per averci, a loro insaputa, ospitato in una sia pur piccola nicchia del loro grande ed affascinante universo... un mondo nascosto oltre l'orizzonte, dischiuso tra i petali del tempo, dove la fantasia diventa realtà.

Alex

 

 

I personaggi di Lina Inverse, Gourry Gabriev, Amelia Will Tesla Sailune, Zelgadiss Greywords, Philia Ul Copt, Xellos, Zelas, Lord of Nightmares sono © di Hajime Kanzaka, Rui Araizumi, Shoko Yoshinaka

 

Myr Inverse, Luke Aoi, Kibil Mel Sailune, Tiina Kenford Tenryu, Wilville Cid Gabbiani, Siroi, Sarisa, Ziel e Chronos sono personaggi inventati da Verdiana Terraneo e Alessandro Dellamotta.

 

 

P.S. N.d.Alex: in questa fanfic sono nascoste molte citazioni, alcune riferite a Slayers stesso, altre agli argomenti più disparati... vediamo quante ne riuscite a scoprire!

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