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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prefazione *** Capitolo 2: *** Cap.1 - Anni dopo, un nuovo inizio *** Capitolo 3: *** Cap.2 - Bisogno di aiuto?! Lei?! Questo è incredibile!! *** Capitolo 4: *** Cap.3 - Così, questa è ancora Sailune... *** Capitolo 5: *** Cap.4 -Dolore e memoria, questo è il mio passato *** Capitolo 6: *** Cap.5 - Essere o non essere, ancora una volta *** Capitolo 7: *** Cap.6 - Ferito e sanguinante, il mio cure continua a piangere *** Capitolo 8: *** Cap.7 - Guarda, una penna e un libro bianco... *** Capitolo 10: *** Cap. 9 - Il tempo non è nient'altro che tempo *** Capitolo 11: *** Cap.10 - L'avventura inizia! E se fosse l'ultima? *** Capitolo 12: *** Cap.11 - Medicare le ferite del cuore con tempo e lacrime? *** Capitolo 13: *** Cap.12 - Non farlo Gourry! *** Capitolo 14: *** Cap.13 - Ora si scopre il progetto di Amelia... *** Capitolo 15: *** Cap.14 - Però si poteva fare anche di meglio... *** Capitolo 16: *** Cap.15 - Qual è il mio vero essere? *** Capitolo 17: *** Cap.16 - Rubare un bacio, come nelle vecchie favole *** Capitolo 18: *** Cap.17 - Sorpresa sconvolgente *** Capitolo 19: *** Cap.18 - Torna a splendere la luce sul campo di battaglia *** Capitolo 20: *** Cap. 19 - Una trama nascosta si svela *** Capitolo 21: *** Cap. 20 - Verità? *** Capitolo 22: *** Cap. 21 - Zero! *** Capitolo 23: *** Epilogo *** Capitolo 24: *** Postifazione ***
La sala è buia
e il palcoscenico deserto, ma dietro il sipario chiuso si intravedono due
sagome che si muovono. Il pubblico comincia ad agitarsi. Alla fine una ragazza
abbastanza giovane viene spinta da dietro sulla scena. Tutte le luci si puntano
su di lei
RAGAZZA: Ehm… salve… buonasera a tutti… siamo qui stasera…(accorgendosi di
essere sola si guarda intorno smarrita) No aspettate un attimo, devo
trovare il mio socio…(si volta verso le quinte e trascina sul palco anche un
altro ragazzo, più o meno della sua età) Si può sapere dov’eri finito? Cosa
cavolo ti è venuto in mente di cacciarmi da sola sul palco, eh?!
RAGAZZO: E dai, non te la prendere… ne discutiamo dopo, intanto vai avanti a
presentare…
RAGAZZA: Va bene… dunque, come vi dicevo, questa sera siamo qui per presentarvi
in anteprima assoluta…
PUBBLICO: Taglia corto e dicci che cosa ci avete fatto venire qui per fare… per
colpa vostra ci siamo anche persi il “Maurizio Costanzo Show”!!
RAGAZZA: Mamma mia che insofferenti… allora: io sono Diana e questo qui e Alex
e vi vogliamo presentare la nostra prima FF scritta a quattro mani…
ALEX: La storia si intitola “Il libro magico” ed è una sorta di collegamento
tra la vecchia saga di Slayers e la nuova…
PUBBLICO: Che cosa?! Quel genio di Kanzaka si è deciso a continuare le
avventure di Lina&Co?! Perché non ce l’avete detto prima? Se era per questo
ci perdevamo anche la finale dei Mondiali!
DIANA: Se non state zitti vi faccio cacciare e continuiamo la presentazione in
video-conferenza! Dai Alex, prosegui…
ALEX: Ok… stavo dicendo: è il collegamento con la nuova saga di Slayers che
scriveremo noi due e che avrà dei personaggi del tutto nuovi rispetto alle
precedenti…
DIANA: Questa nuova serie di FF si intitolerà “Slayers-The Next Generation” e
comprenderà un numero ancora indefinito di episodi (in pratica continuerà
finché avremo voglia di scrivere storie…), i cui protagonisti, dei quali vi
parleremo a tempo debito, verranno introdotti per la prima volta in questa
storia di collegamento, che, come genere, è un misto di avventura, azione e
intrighi romantici, il tutto a sfondo psicologico… in pratica, un capolavoro!
PUBBLICO: Questo fallo giudicare alla nostra ultra-severissima commissione di
critici letterari, megalomane!
Diana lancia uno sguardo assassino al pubblico
ALEX: (rivolgendosi alla platea) Stiamo calmi, eh? Questa FF è un
capolavoro, punto e basta, per il semplice fatto che siamo stati noi a
scriverla, ok? Scherzi a parte. Come vi stavamo dicendo prima che ci
interrompeste, la storia tratta delle avventure di Lina&Co. alla ricerca
del libro di magia scritto dall’entità suprema, perché sperano che contenga un
incantesimo che faccia tornare Zelgadiss normale…
PUBBLICO: Ma questa trama è vecchia come il mondo! Secondo voi che cosa cavolo
ci viaggia a fare Zel con quel gruppo di svitati, lui così serio e tranquillo,
se non per trovare la sua cura?!
DIANA: Sempre a criticare voi, eh? Mai una volta che sappiate stare zitti!
Comunque, la FF non tratta solo di questo, ma il resto della trama non ve lo
diciamo, così imparate a rompere le scatole a due poveri autori! (fa una
linguaccia al pubblico)
ALEX: (a Diana) Rilassati, sai come sono fatti… tagliamo corto e
lasciamogli leggere la storia, così si ricredono sulla trama “vecchia come il
mondo”… (al pubblico) Quanto a voi, non volendo tediarvi più a lungo con
questa presentazione, mi limito a dirvi che la storia inizia 5 anni dopo la
conclusione delle vicende narrate da Slayers Try.
Beh, credo che abbiamo concluso la nostra presentazione e quindi vi lasciamo
alla lettura!
Capitolo 2 *** Cap.1 - Anni dopo, un nuovo inizio ***
Capitolo 1: Anni dopo, un nuovo inizio
Capitolo 1: Anni dopo, un nuovo inizio...
Cittadina di Zakharos,
regno di Zefiela, 65 miglia a sud di Sailune, in una fredda mattina di metà
Marzo. Il sole non era ancora sorto sulla borgata e il cielo terso si tingeva
appena dei bagliori rosati dell'alba: le strade erano deserte e nelle case la
gente continuava a dormire, avvolta sotto calde coperte.
Ma al piano superiore del
piccolo negozio di articoli magici della città, il più fornito di tutto il
contado, ferveva già una certa attività: una giovane donna, di neanche 25 anni,
con indosso una semplice vestaglia celeste, si aggirava per la casa,
spalancando le imposte che facevano penetrare un pallido sole nella stanza.
L'altro locale, invece, era
ancora avvolto nella penombra e vi si intravedevano appena un grosso armadio e
due letti; la ragazza si avvicinò ad uno di questi, dove giaceva una figura
minuta e la scosse leggermente per svegliarla. "Myr, Myr... tesoro mio...
alzati... è mattina...".
La piccola si mosse e dopo
un po' aprì gli occhi, che erano di uno splendido azzurro cupo, seri e
intelligenti. "Dai mamma, lasciami dormire ancora un po'..."
La giovane sorrise. "E
va bene, rimani pure a letto ancora qualche minuto, intanto che io mi vesto...
ma poi fai la brava e alzati... per colazione ci sono le focaccine dolci che ti
piacciono tanto! Guarda che altrimenti le mangio tutte io, eh!"
Myr si tirò seduta
immediatamente. "Davvero?! Grazie mammina! Ti voglio tanto bene!"
"Anch'io ti voglio
bene, amore." le rispose la madre, accarezzandole dolcemente i capelli
"Ormai sei tutto ciò che mi è rimasto..." mormorò poi, parlando quasi
a sé stessa. La bambina le lanciò uno sguardo interrogativo. "Niente,
niente Myr, non parlavo con te... adesso scusami, ma devo andare a
prepararmi."
Detto questo, la donna si
staccò bruscamente dalla figlia e si diresse quasi correndo allo stanzino che
si apriva su una parete e che fungeva da bagno e guardaroba, seguita dagli
occhi indagatori di Myr. Ne riemerse dopo qualche minuto con indosso un vestito
verde bosco, molto scollato, lungo fino ai piedi, con ampie maniche che
arrivavano a coprirle i polsi e un corpino di pelle che le stringeva il busto
dalla vita fin sotto il seno. Il colore scuro dell'abito contrastava
singolarmente con la carnagione pallida, mettendo in risalto i bei lineamenti
del volto; c'era in lei un qualcosa di evanescente, quasi di magico, che le
conferiva un fascino particolare, che certo non sarebbe svanito con gli anni.
"Myr, adesso alzati,
su, è ora... vestiti in fretta e vieni a fare colazione... ho una sorpresa per
te!"
La bimba obbedì, saltò giù
dal letto e si infilò nel bagno; la madre le lanciò un'occhiata colma di
dolcezza e di malinconia. 'Sì, Myr, tu non lo sai, ma sei veramente tutto ciò
che mi è rimasto...' Poi scosse la testa, come per scacciare quei pensieri
tristi, raccolse i capelli in una crocchia e si diresse nell'altra stanza.
La donna aveva appena
finito di posare sul tavolo un oggetto di forma allungata avvolto in una carta
colorata, quando comparve Myr. "Oh, eccoti qui tesoro! Beh, questo è un
regalo per te... buon compleanno!"
Sul volto della piccola si
allargò un sorriso. "E' davvero per me? Grazie! Posso aprirlo,
mamma?"
"Certo, fa pure!"
La bambina non se lo fece
ripetere: strappò l'incarto e in breve si ritrovò in mano una corta spada con
l'elsa decorata da pietre dure e istoriata con simboli indecifrabili. Myr, che
aveva imparato fin da piccolissima a maneggiare le armi, la impugnò con grinta
e orgoglio.
"Quando avevo la tua
età, quella apparteneva a me e prima ancora era stata della tua bisnonna, che
l'aveva ereditata da sua nonna... è molto antica e ha un grande valore, anche
perché è magica, lì dentro potrai concentrare tutti i tuoi incantesimi per
potenziarli. Tienila con cura, mi raccomando!"
"Certo mamma, non preoccuparti,
la terrò come il mio tesoro più prezioso! con questa sarò invincibile, proprio
come te! -Sempre e comunque fino alla morte-, come mi hai insegnato tu,
vero?"
"Sei una brava bambina
Myr, la mia più grande gioia... farai molta strada, figlia mia... ne hai la
stoffa! Ma adesso non perdiamoci in chiacchere, è ora di aprire il
negozio!" disse la donna, alzandosi in piedi "Tu mangia pure con
calma e poi raggiungimi di sotto!"
"Va bene, mamma, farò
in fretta"
"Non ce n'è bisogno,
amor mio. Prenditi tutto il tempo che vuoi, ma ricordati di riordinare!"
si raccomandò ancora la giovane, lanciando un bacio alla figlia. Poi si chiuse
la porta alle spalle e corse al piano inferiore.
Lì si trovava un piccolo ma
fornito negozio di articoli magici che la donna aveva aperto, facendo tutto da
sola, poco più di 5 anni prima, da quando cioè si era stabilita in quella
città.
Facendo scorrere un dito
sulle mensole cariche di amuleti, talismani e libri di magia, ella sembrò per
un momento rapita dai suoi pensieri. Ma dei colpi battuti alla porta d'ingresso
la ridestarono, facendole tornare alla realtà. "Arrivo, un momento!"
La ragazza andò ad aprire
e, quando vide chi c'era fuori ebbe un sobbalzo: un giovanotto alto,
incappucciato, avvolto in un mantello color sabbia, chiuso al collo da un
fermaglio con una grossa pietra rossa e una sacca da viaggio in spalla
aspettava paziente che la padrona di casa lo accogliesse.
Per un attimo, nessuno dei
due proferì parola; lei fissava l'altro in viso, con evidente sorpresa, come se
non riuscisse a capacitarsi della sua presenza. Alla fine lui ruppe il
ghiaccio. "Allora Lina, hai intenzione di farmi stare qui tutto il
giorno?"
La ragazza sorrise e si
fece da parte per farlo passare. "No di certo, Zel, è solo che non mi
aspettavo proprio di vederti qui... come hai fatto a trovarmi?"
"Beh, a dirti la
verità, è stato piuttosto difficile..." rispose il giovane, entrando
"Tutto quello che avevo in mano per rintracciarti era un indirizzo su una
lettera che mi hai spedito 5 anni fa. Perché da allora non ti sei fatta più
viva?"
"Vedi, in quel periodo
ho avuto dei problemi, diciamo, familiari... e così mi sono praticamente
dimenticata di tutti voi," Fu l'evasiva risposta di lei, mentre faceva
accomodare il suo ospite.
"Ma poi si saranno
risolti quei problemi, mi auguro..."
"Sì certo... non del
tutto, però..."
"Ma scusa, Lina,
perché non ci hai chiesto aiuto? Siamo amici da tantissimo tempo e insieme ne
abbiamo passate tante, non ti avremmo certo negato una mano!"
La ragazza esitò; stava per
rispondere, quando fu preceduta da una vocina che veniva dalle scale che
portavano all'appartamento di sopra. "Mamma, sto arrivando, scusa se ci ho
messo tanto."
"Non ti preoccupare,
tesoro, tanto oggi non apro, è venuto un amico a trovarci e non mi sembra il
caso di stare in negozio."
"Ma allora che cosa
facciamo?" chiese la piccola, che nel frattempo era arrivata dove si
trovavano i due.
"Lina, scusa..."
intervenne Zelgaddiss, incredulo, fissando Myr "Come ti ha chiamato questa
bambina? Credo di non aver capito bene... ha detto -MAMMA-?!"
Lina arrossì e sorrise.
"Credo di doverti delle spiegazioni, Zel, hai ragione..."
"Mamma, chi è questo
signore?" domandò Myr
"Un attimo, tesoro,
adesso ti spiego tutto. Dunque, lui è un mio vecchio amico, si chiama
Zelgadiss... sai, prima che tu nascessi io facevo la maga e giravo ovunque in
cerca di tesori, come ti ho raccontato, ed è stato durante uno di questi viaggi
che l'ho conosciuto, il suo aspetto strano non deve spaventarti, un mago
cattivo l'ha tramutato in pietra, ma il suo cuore è ancora umano, proprio come
il mio e il tuo, capito?"
La bimba annuì e sorrise al
nuovo venuto, andando a sedersi sulle sue gambe. "Ciao zio
Zel! Io sono Myr Inverse e sono
contenta di conoscerti!"
"Anch'io sono molto felice
di conoscerti, Myr... sei una bambina molto bella ed educata!" si
complimentò Zelgadiss, accarezzando i capelli biondo-rossicci della piccola,
raccolti in una treccia. "Senti un po', Lina, adesso è il mio turno di
ricevere chiarimenti... non puoi aver adottato questa bimba, ti somiglia
troppo! E allora chi è suo padre? E come mai non è qui con voi?"
La ragazza si rabbuiò in
volto. "E' giusto che ti dica la verità, Zelgadiss... anche se non è
piacevole ricordare..." Lina si interruppe e si rivolse alla figlia.
"Tesoro, vuoi andare a prendere qualcosa da bere per lo zio Zel, per
favore?"
"Certo, mamma,
subito" rispose la bambina obbediente. E, saltando in piedi corse di
sopra.
Quando fu scomparsa, la
giovane madre riprese a parlare. "L'ho fatta andare via, perché lei non sa
chi è suo padre e non voglio che lo venga a sapere. Quell'uomo si è comportato
in modo vergognoso con me, quando ha saputo che mi aveva messo incinta: se n'è
andato via, lasciandomi qui da sola prima ancora che mia figlia nascesse. Non
mi va che lei sappia chi è quello che le ha dato la vita, se ne vergognerebbe
troppo."
"Mi dispiace davvero,
Lina. Dimmi chi è quel vigliacco e ti giuro che se lo trovo lo rovino!"
La donna, sorrise, ma il
suo era un sorriso triste, scettico. "No, Zel, non, lo farai. Non avresti
mai il coraggio di attaccare il tuo migliore amico."
"Che intendi dire?
Forse che io conosco il padre di Myr?"
"Esattamente. Lo
conosci molto bene, perché Myr è figlia mia e di Gourry"
Zelgadiss fissò l'amica a
bocca aperta, senza proferire sillaba: quella notizia l'aveva sconvolto...
credeva di conoscere bene Gourry e ciò che provava per Lina, ma evidentemente
si sbagliava di grosso.
La giovane, accorgendosi
dell'incredulità di lui, proseguì il discorso. "Non esprimere un giudizio
affrettato, Zel, le cose non sono andate come pensi tu... è una storia assurda
e molto più complicata... vedi, da circa un anno, noi due avevamo una
relazione. Era una cosa seria e più di una volta abbiamo anche pensato al
matrimonio. Ma dopo un po' le cose peggiorarono. Iniziò tutto quando Gourry
ricevette una lettera che non volle farmi leggere, ricordo che veniva da una
città sulle montagne, ma non so quale. Fatto sta che a quella lettera ne
seguirono altre due e ogni volta che Gourry ne apriva una diventava sempre più
cupo e triste... cominciò a bere e spesse volte la sera non tornava a casa.
Dopo circa un mese queste lettere smisero improvvisamente di arrivare, così
come all'improvviso erano iniziate. La faccenda mi parve strana, ma non vi diedi
importanza, perché mi sembrava che Gourry avesse ritrovato la serenità. Solo
dopo mi accorsi che non era vero, ma ormai era troppo tardi..." Lina si
interruppe; era evidente che per molto tempo aveva represso dentro di sé tutto
il suo dolore e ora, parlandone per la prima volta con qualcuno, l'emozione la
stava sopraffacendo.
"Lina, non voglio che
tu ti sforzi di raccontarmi questa storia, se non te la senti... quando ne
avrai la forza, ne parlerai, d'accordo?"
La donna scosse il capo.
"No, no... non ti preoccupare... è tutto passato... non ho più lacrime da
versare, ormai... il ricordo di quei giorni adesso mi causa solo rabbia, non
dolore."
"Che cosa successe
poi?"
"Circa una settimana
dopo, mi accorsi di essere rimasta incinta... ero molto felice e speravo che la
notizia di diventare padre avrebbe risollevato il morale a Gourry, ma mi
sbagliavo... quando gli dissi che aspettavo un figlio, nostro figlio, lui mi
guardò come se gli avessi detto la cosa più terribile del mondo. Mi disse che
era impossibile, che lo stavo ingannando, mi lasciò senza parole... quando gli
dissi di non comportarsi da stupido, lui uscì di casa come una furia e non
tornò più. Da quella sera non l'ho più rivisto. Nove mesi dopo, nacque nostra
figlia... anzi mia figlia, ma lui ancora non lo sa. Non sa di essere padre di
Myr."
Zelgadiss fissava attonito
la giovane che gli stava di fronte: non c'era più nulla in lei della ragazza
allegra e vivace che aveva conosciuto anni prima. Quella che sedeva dinanzi a
lui era una madre sola, che aveva cresciuto da sé una bambina, messa al mondo e
poi abbandonata dall'egoismo di un uomo, che non aveva avuto il coraggio di
prendersi le sue responsabilità, una madre che viveva unicamente per quella
figlia che ormai amava più di sé stessa.
Lina era apparentemente la
stessa: i lunghi capelli ramati che le cadevano sulle spalle, il viso dolce e
gentile, gli occhi grandi color nocciola... quegli occhi... una volta così vivi
e allegri e ora tanto seri e preoccupati...
La voce di lei si era
spenta sul nome di Myr, lasciando la stanza immersa in un silenzio
impressionante, che fu rotto dai passetti incerti della bambina, che entrò con
in mano un vassoio carico di bicchieri, bottiglie e dolcetti.
"Ecco qua quello che
mi avevi chiesto, mamma!"
"Brava Myr, su adesso
metti tutto sul tavolo che mangiamo qualcosa insieme... Zel, immagino che tu
abbia fame."
"Lina, mi
stupisci!" rispose la chimera "Non ti ricordi più che a me basta
mangiare un decimo di ciò che mangiate voi per essere già sazio? E con tutto quello
che mi ha fatto ingurgitare Amelia stamattina, sono a posto per una
settimana!"
"Che ti ha fatto
ingurgitare... AMELIA?" ripeté la giovane stupita. Poi dopo un attimo,
strizzò maliziosamente l'occhio all'amico. "Allora finalmente vi siete
sposati, eh? Lo sapevo che Philionel doveva cedere, prima o poi! Certo che ce
ne ha messo di tempo!"
Questa volta fu Zelgadiss a
rabbuiarsi in volto. "No, Lina... non è come pensi tu, io non ho sposato
Amy, anche se lo desidero ardentemente e Philionel non ha affatto dato il suo
consenso... perché è morto."
La donna sbiancò in volto.
"E' morto?! Philionel è morto?! Dio mio, Zel, quando è successo? Da quando
si sono interrotte le comunicazioni tra Sailune e Zefiela, non si hanno più
notizie!"
"E' morto l'Aprile
scorso... attacco cardiaco... si era affaticato troppo durante le esercitazioni
della guardia scelta, e il suo cuore non ha retto..."
"E Amelia? Come l'ha
presa?"
"Bene, per fortuna.
Non è più una bambina, ormai ha 23 anni. Un mese dopo, è avvenuta l'incoronazione.
Ora Amy è Sua Altezza Reale Amelia Will Tesla, regina di Sailune."
"Incredibile... non ci
credo... Philionel è morto e Amelia è diventata regina! Sono cambiate molte
cose in 6 anni." mormorò Lina, incredula. Poi alzò gli occhi e si rivolse
al giovanotto: "Zel, credi sia possibile che io e Myr veniamo a Sailune
con te per salutare Amelia?"
"Mamma,"
intervenne la piccola Myr, sentendosi nominare "Chi è Amelia?"
"E' un'altra mia
compagna di viaggio, tesoro, ed è la fidanzata dello zio Zel."
La bambina si rivolse al
diretto interessato. "Davvero zio Zel? Allora sono sicura che mi starà
simpatica, ma, mamma, quando la incontriamo?"
"Presto, Myr, molto
presto, anzi, se Zelgadiss dice che è possibile, partiremo oggi stesso per
Sailune! Che ne pensi, tu? Ci puoi accompagnare?"
Il giovane sorrise.
"Non sei cambiata, Lina, sei sempre pronta a metterti in viaggio, per
qualunque destinazione... ti ammiro molto per questo. L'essere diventata madre
non ti ha fatto dimenticare il tuo spirito avventuroso... eccezionale."
Lina scosse la testa.
"E' qui che ti sbagli, non sono più quella che ero una volta. Adesso non
devo più pensare soltanto a me stessa, ma anche a Myr. Per lei ho smesso anche
di fare la maga vagabonda. Ti sembrerà impossibile, ma sono anni che non eseguo
più un Dragon Slave..."
"Sarà anche così come
dici..." rispose Zelgadiss, posando con tenerezza una mano sul viso di
lei, "...ma questa inattività non sembra ti abbia fatto poi così male,
sai? Ti ho mai detto che ti consideravo bellissima? Beh, adesso lo sei ancora
di più, davvero... sei bella quanto Amelia!"
La giovane donna arrossì;
non si sarebbe mai aspettata un complimento del genere dal suo taciturno amico,
che era sempre stato così timido con le ragazze. "Sei gentile, Zel... ma
non penso che tu sia venuto a cercarmi solo per dirmi che sono bella, o
sbaglio?"
La chimera ritrasse la mano
e rise. "No di certo! Anzi, non era nei miei programmi dirti una cosa del
genere... è stata un'improvvisata... in realtà..." continuò poi, cambiando
tono e facendosi improvvisamente serio, "...in realtà sono venuto da te
perché ho scoperto una cosa molto interessante e vorrei il tuo aiuto..."
"Di che si
tratta?"
"Ecco, ho trovato
prove attendibili dell'esistenza di una creatura superore persino a Lon."
"Davvero?"
"Questa entità suprema
risponde al nome di Chronos. E? il signore del tempo e dello spazio, il
creatore di tutto l'universo, nonché padre di Lon."
"Accidenti, deve
essere un bel tipo questo Chronos! Sarebbe pericoloso averlo come
avversario!"
"Lo credo anch'io, ma
fortunatamente non siamo in quella situazione... no, ti ho nominato Chronos
perché è l'autore di... di qualcosa di simile ad un libro di magia, in cui sono
contenuti tutti gli incantesimi più potenti che esistano. Figurati che il Giga Slave
non vi compare nemmeno, se non tra quelli di bassissima importanza."
"E tu vuoi trovare
questo libro perché credi che contenga la chiave per farti tornare normale,
giusto?" concluse Lina "Interessante, non c'è che dire, ma non
capisco perché ti serva il mio aiuto."
"Non solo il tuo,
Lina, ma quello di tutto il gruppo, anche di Xelloss. Sono venuto da te per
chiederti di venire a Sailune, dove ci riuniremo di nuovo tutti, come ai tempi
di Dark Star... solo uniti potremo riuscire in questa impresa. Mi rendo conto
di essere un egoista a chiedervi di rischiare la vita per me, ma questa volta
sento che il mio più grande desiderio potrebbe finalmente avverarsi!
Naturalmente se tu non volessi venire per non lasciare sola Myr, ti capirei
benissimo, è ovvio che..."
"Alt, fermati
Zelgadiss!" lo interruppe la donna "Ti stai dimenticando con chi hai
a che fare! La grande Lina Inverse non si tira indietro di fronte a nulla e sua
figlia è come lei, giusto tesoro? Vogliamo forse negare una mano allo zio Zel?"
"No mamma! Tu mi hai
insegnato ad aiutare tutti, se ci si può guadagnare qualcosa!" rispose
pronta la piccola.
La chimera strabuzzò gli
occhi. "Ma Lina! Hai insegnato queste cose anche a Myr?! Sei davvero
incorreggibile!"
Lina non badò
all'interruzione. "Sei una brava bambina, Myr. Ma questa volta, dato che
si tratta di un amico, lo faremo gratis, vero?"
"Sì zio Zel, non ti
devi preoccupare, stavolta non ti chiederemo un compenso! Siamo oneste,
noi!"
Il giovanotto scoppiò in
una risata. "Oh Myr! Sei davvero figlia di tua madre! Siete fatte della
stessa pasta, e non mi stupirei se anche tu fossi altrettanto abile e
spregiudicata con la magia quanto lo è Lina!"
La ragazza rise, divertita,
mentre Myr fissava il giovanotto con sguardo innocente.
Capitolo 3 *** Cap.2 - Bisogno di aiuto?! Lei?! Questo è incredibile!! ***
Capitolo 2: Bisogno di aiuto
Capitolo 2:
Bisogno di aiuto?! Lei?! Questo è incredibile!!
Dopo aver fatto tutti i preparativi per il lungo viaggio,
Zelgadiss, Lina e la piccola Myr erano pronti a partire. La donna sigillò la
casa con un semplice incantesimo e quindi i tre si avviarono.
Lina indossava ancora l'abito "civile", cosa che
meravigliò non poco la chimera. "Sai una cosa, Lina? E' strano vederti
vestita così... mi ricordo quando, anni fa, non tolleravi neanche la vista di
una gonna... figuriamoci poi indossarla... e invece ora..."
"Te l'ho già detto, Zel... molte cose sono cambiate da
allora... non sono più una ragazzina... ho 24 anni e una figlia da crescere...
non posso più permettermi di andare in giro per il modo ad attaccare bande di
briganti o a sconfiggere demoni..."
"Tu sconfiggevi i demoni?!" intervenne Myr, con la sua
vocina acuta e squillante "Davvero mamma? Non me lo avevi mai detto! Mi
insegni come si fa?"
"Emh... Myr... sconfiggere un demone non poi così
facile..." si intromise Zelgadiss "Per prima cosa devi incontrarne
uno... e ti assicuro che non se ne vedono tutti i giorni all'angolo della
strada... e poi per batterlo devi essere molto forte o molto fortunata... e
anche questo è abbastanza raro... perciò..."
La ragazza toccò il braccio dell'amico. "Zel... scusa, non
vorrei contraddire la tua teoria sui demoni... ma guarda chi ci sta aspettando
su quel ponte..."
Il giovanotto si voltò e vide tre figure, di cui una a lui molto
familiare. Si trattava di due donne e un uomo: lui stava seduto sospeso
nell'aria, con in mano un lungo bastone di legno, gli occhi socchiusi e un
sorrisetto stupido dipinto sul volto, dal pallore cadaverico. Era vestito in
maniera stravagante, con una casacca gialla abbinata a dei pantaLoNi scuri, il
tutto sotto un ampio mantello, chiuso da una spilla molto particolare.
Nell'insieme sembrava un tipo certamente fuori dal comune, ma inoffensivo,
forse un monaco di qualche strana setta.
Una delle due donne invece, stava in piedi, a braccia conserte, e
aveva un'aria molto solenne, ma anche piuttosto ambigua. I lunghi capelli
corvini erano divisi da una scriminatura centrale in due metà identiche, di cui
quella sinistra era legata in una treccia, mentre quella destra rimaneva
sciolta sulla spalla. Anche il vestito di lei era perlomeno curioso: diviso
verticalmente in due parti, unite da una cucitura evidente; la metà destra era
di pizzo bianco, semitrasparente, diversamente da quella sinistra che invece
era fatta di seta nera.
Quanto all'altra donna, che stava appoggiata al lato del ponte,
era di una bellezza invidiabile: il corpo snello, dalla carnagione mulatta, era
avvolto in un morbido abito color perla, che copriva meno di quanto lasciava
scoperto. I capelli biondissimi, leggermente ondulati, incorniciavano un viso
dall'ovale perfetto, in cui brillavano grandi e freddi occhi di un azzurro
cristallino.
"Ehilà Zelgadiss!" esclamò il misterioso monaco
"Che cosa dicevi un minuto fa a proposito dell'incontrare un demone?"
La chimera assunse un'espressione stizzita e non rispose. Al suo
posto però parlò Lina: "Zel si riferiva a demoni normali, non a casi
particolari come te, Xelloss... vedi, Myr?" disse poi, prendendo in
braccio la figlia "...quel tipo là, che sembra mezzo matto, in realtà è un
demone... capito, tesoro?"
Vedendo la bambina, Xelloss si avvicinò a lei, incuriosito.
"Dì un po', Lina... che cos'è questa cosa che tieni in braccio? Sembra
un'umana... ma è così piccola..."
"Xelloss... lei È un'umana!" intervenne Zelgadiss
"Ed è piccola per il semplice fatto che è una bambina e deve ancora
crescere..."
"Ah, non lo sapevo... ma allora Lina adesso ti sei messa
anche a rapire i bambini..."
Sul volto di Lina si disegnò un'espressione stupita. "Prego?
Secondo te io avrei rapito Myr? E perché mai avrei dovuto fare una cosa così
orribile, scusa?"
Il demone stava per rispondere, ma Zelgadiss lo pervenne.
"Zitto Xelloss, non dire una parola! La bambina è con Lina perché è sua
figlia, punto e basta"
Il monaco non reagì, come invece tutti si sarebbero aspettati.
"Non ho capito bene quello che hai detto, ma... pazienza! In fin dei conti
quello che mi interessa, anzi che interessa alle signore qui presenti, non è
chi sta con Lina ma lei..."
La giovane alzò gli occhi al cielo. "Oh no! Ci risiamo! Che
cosa volete da me stavolta? Che altro Dark Lord devo farvi fuori?"
"Fermi tutti!" disse la chimera, con tono autoritario
"Per prima cosa, Xelloss dicci chi sono quelle due donne che ti
accompagnano... poi parleremo di tutto il resto!"
"Greywords ha ragione, Xelloss!" intervenne la donna dai
capelli neri.
Il demone, sentendosi apostrofato da quella voce imperiosa, si
voltò verso di lei e si inchinò con deferenza. "Come desidera,
Signora." Poi rivolgendosi ai tre che lo osservavano stupiti, disse:
"Lina, Zelgadiss... ho l'onore di presentarvi Lord of Nightmares, la
Sovrana di tutti gli esseri viventi di questo mondo... e la Dark Lord Zelas
Metallium, mio superiore diretto."
I due amici restarono per qualche istante a bocca aperta, con la
mascella che per poco non toccava terra, mentre il demone si compiaceva con sé
stesso della meraviglia suscitata in loro; Myr invece, non avendo capito nulla
di quanto successo, guardava alternativamente la madre e Xelloss, nel tentativo
di rendersi conto dell'accaduto.
"Che cosa?!" esclamò infine Lina "Quella donna sarebbe
l'entità più potente di questo mondo?! Quella da cui trae forza il Giga Slave?!
La stessa LoN che ha preso possesso del mio corpo per sconfiggere Phibrizio che
le si era ribellato?! Non ci credo!!"
"Esatto Lina" rispose LoN, con la massima calma
"Sono stata proprio io. E devo ammettere che sei un ottimo soggetto in cui
incarnarsi... l'umana con la forza magica più elevata che io abbia mai
conosciuto in migliaia di anni."
"Saresti veramente perfetta come subordinata alle dipendenza
di un Dark Lord!" intervenne Zelas, alzando un braccio ricoperto per metà
di finissimi bracciali d'oro "Se non fossi mortale, ti prenderei
volentieri alle mie dipendenze, come compagna per Xelloss."
"Con tutto il rispetto, mia signora..." disse il demone
"...non penso che io e Lina andremmo molto d'accordo."
"Ciò che pensi non mi interessa Xelloss. E comunque la mia
idea è irrealizzabile perché Lina ha degli interessi in questo effimero mondo,
che, con la tipica stoltezza umana, non sa abbandonare per ottenere una
posizione migliore! Ah, quanto siete sciocchi, poveri mortali!"
"Ora basta, Zelas" la interruppe LoN "Non siamo qui
per questo. Ciò che voglio da te, Lina Inverse, è il tuo aiuto, volontario o
forzato, per una battaglia che non sono in grado di sostenere da sola."
"Mamma, ma allora tu sei più forte di questa signora?"
domandò Myr
"No piccola mia. Ed è questo che mi sembra strano. LoN è
milioni di volte più potente di me... ma allora, perché mi vuole al suo fianco?
Non le sarei di nessun aiuto contro qualcuno persino più forte di lei. Dimmi la
verità, LoN: a cosa stai mirando?"
"Lina! Un po' di rispetto!" saltò su Xelloss, tappando
la bocca alla maga "Ti stai rivolgendo alla creatrice dell'universo!"
"Sta buono, monaco!" lo zittì Zelgadiss "Non c'è
nessun motivo di agitarsi. Penso che LoN sia molto meno permalosa di quanto tu
credi, non è vero?"
"Hai ragione, Zelgadiss, come sempre del resto" disse
LoN, serafica. "Invece Lina, per rispondere alla tua domanda: non sto
mirando a niente di strano. Solo a salvarmi la vita e con la mia anche quella
di tutto il vostro mondo."
"Salvarvi la vita, mia signora?!" esclamò il demone,
strabuzzando gli occhi. "Perché non ne avete parlato nel Consiglio
Supremo? Noi demoni avremmo dato tutto per aiutarvi e sono certo che anche i
Ryuuzoku..."
"Voi non avreste potuto far nulla. Per sconfiggere Choronos
mi serve un potere ben superiore a quello di voi tutti messi assieme... mi
serve Lina Inverse."
"Hai detto -Choronos-?!" si intromise la chimera
"No... non è possibile..."
"Ma, zio Zel, Chronos non è anche quello che ha scritto quel
libro che cerchi?" domandò Myr, curiosa.
Questa volta toccò a Zelas esternare lo stupore dei tre demoni.
"Voi sapete dell'esistenza di Chronos e del suo libro magico? Ve ne ha
parlato Xelloss, non è vero?"
"Sì, e devo dire che mi ha fornito informazioni rilevanti...
in aggiunta poi ho qualche notizia frammentaria, raccolta nella biblioteca di
Sailune. So che..."
"Non importa ciò che sai, Zelgadiss, perché sicuramente non
ha legami con Chornos." lo interruppe LoN "Di lui non si sa nulla, o
almeno, il mondo non sa nulla... io sì, ma leggo nella tua mente ciò che vuoi
fare e ti assicuro che le notizie in mio possesso riguardo Choronos non ti
possono interessare."
"Mi fido della tua parola, LoN" affermò il giovanotto
"Ma ora dicci cosa vuoi da Lina"
"E' semplice. Ho bisogno di lei perché ha la straordinaria
capacità di incrementare continuamente il suo potere, imparando magie sempre
più potenti... sono convinta che possa imparare anche un incantesimo abbastanza
devastante da distruggere Choronos."
La ragazza appariva perplessa. "Grazie della fiducia, LoN. Ma
sei certa di ciò che dici? Se Choronos è perfino più forte di te, come posso
batterlo io? E poi, perché lo vuoi uccidere? Che legame ha con te? Cosa ti ha
fatto per desiderare che scompaia per sempre?"
La potente demone alzò al cielo gli occhi grigi, con un triste
sospiro. "Credo proprio di dovervi dire tutto, anche se avrei preferito
mantenere il segreto. Choronos è il mio creatore e più di 2000 milioni di anni
fa mi ha messo a capo di questo universo, perché ne facessi un mondo come
voleva lui, deserto e spopolato... ma la vostra galassia, questo pianeta in
particolare, mi ha affascinato talmente tanto che non ho avuto il coraggio di
distruggerlo... e così ora mio padre vuole distruggere me, perché ho
disubbidito ai suoi ordini."
"E' veramente incredibile... assurdo..." mormorò Lina.
Poi alzando lo sguardo, lo fissò in quello della demone. "Va bene, LoN.
Conta pure su di me! Se tu venissi eliminata, il nostro pianeta farebbe la
stessa fine... non voglio che succeda! Cercheremo il libro magico con le
indicazioni in nostro possesso; una volta trovatolo, imparerò l'incantesimo più
potente che contiene e lo userò per distruggere quel mostro di Choronos, anche
se nell'eseguirlo dovessi consumare tutte le mie forze e dissolvermi
nell'energia cosmica!"
Udendo queste parole, Myr si aggrappò spaventata la braccio della
madre. "No mamma! Tu non puoi scomparire! Devi restare con me e insegnarmi
a fare l'avventuriera!"
Lina accarezzò la testa della figlia. "Non ti preoccupare,
Myr. Io sono forte e poi ci sono i nostri amici a proteggermi... vedrai che non
morirò, fidati!"
"Sei molto coraggiosa Lina" disse LoN "Al momento
della battaglia finale sarò con te, ma fino ad allora devi cavartela da sola...
o quasi..." Aggiunse con un sorriso. "So che ce la farai. Buona
fortuna, piccola grande maga!"
Detto questo, LoN scomparve, seguita da Zelas e dal monaco.
Rimasti soli, i tre si guardarono in faccia. La chimera scoppiò infine in una
risata. "E' proprio destino, eh Lina? Quando non cerchi i guai, sono loro
che vengono da te!"
"Hai davvero ragione, Zel. Beh, non c'è che dire: come
ritorno in attività non è niente male! Coraggio, ci aspetta un'altra grande
avventura!"
Capitolo 4 *** Cap.3 - Così, questa è ancora Sailune... ***
Capitolo 3: Così, questa è ancora Saillune
Capitolo 3:
Così, questa è ancora Sailune!
Dopo una notte di viaggio, i tre amici giunsero finalmente nel
territorio governato direttamente dalla città di Sailune; restavano ormai da
percorrere soltanto 15 miglia e Zelgadiss propose di fare una sosta, almeno
finché il sole non fosse stato alto nel cielo.
Il terzetto si accampò in una radura e subito la piccola Myr,
esausta, si addormentò sulle ginocchia della madre.
"Poverina... dev'essere davvero stanca." disse la
chimera, parlando sottovoce, "Forse ho commesso un errore nel chiederti di
seguirmi, Lina... tua figlia è ancora troppo piccola per affrontare
un'avventura del genere, soprattutto visto come si è complicata la situazione
adesso."
La donna sorrise. "Non ti preoccupare, Zel. La mia bambina ce
la farà! So che ne ha le capacità... e poi non riusciresti mai a convincerci a
tornare a casa! Ormai ci hai coinvolto in questa storia e noi vogliamo andare
fino in fondo, costi quel che costi!" concluse Lina, decisa. Ma nella sua
voce e sul suo volto c'erano i segni della stanchezza: da tempo non faceva più
lunghi viaggi a piedi e con la gravidanza il suo corpo si era indebolito
ulteriormente. Crescere la figlia da sola, poi, in aggiunta la negozio da
mandare avanti, l'aveva sottoposta ad un altro grande sforzo, che si protraeva,
giorno dopo giorno, ormai da 5 anni.
Pensando a ciò che Lina aveva passato, Zelgadiss non poté fare a
meno di provare rabbia nei confronti di Gourry, che, pur amandola, l'aveva
lasciata sola davanti a tutte quelle responsabilità. 'Perché si è comportato
così? Che cosa l'avrà spinto a mollare tutto e a fuggire? Non riesco proprio a
capire...' si diceva il giovanotto, osservando l'amica e la bimba che dormivano
tranquille, sdraiate sulla nuda terra.
Vedendo Lina addormentata, si aveva l'impressione di trovarsi
davanti una ragazza debole e indifesa, fragile come una statuetta di vetro,
bisognosa di tutte le attenzioni... nella mente della chimera si affacciò il
ricordo della prime volta in cui aveva bivaccato con lei in un bosco: l'aveva
catturata il giorno prima, su ordine di Rezo e l'aveva portata al suo castello;
poi però lui si era reso conto che il Monaco Rosso lo stava solo sfruttando per
i suoi scopi e aveva deciso di ribellarsi... per ripicca aveva liberato anche
quella ragazzina, che nemmeno conosceva, per impedire che il suo capo le
facesse del male. Dopo essere fuggito, portandola in braccio, si erano
accampati nei pressi di un laghetto; lei si era addormentata subito e anche
allora, guardandola dormire, aveva avuto la stessa impressione di fragilità...
quanti anni erano passati da quella volta? Nove? Dieci? No, no poteva essere
trascorso così tanto tempo!
'E invece sì. Sono passati quasi dieci anni. Come vola il tempo!
Allora avevo solo 18 anni e lei 14... ma che grande amicizia è nata tra noi!
All'inizio non me lo sarei mai immaginato!'
Preso dai suoi ricordi, Zelgadiss si stava assopendo, ma fu
bruscamente richiamato alla realtà dal rumore degli zoccoli di un gruppo di
cavalli lanciati al galoppo: sulla strada vicina, infatti, stava passando un
drappello di cavalieri della guardia reale di Sailune, capitanati da un
giovanotto biondo, che non doveva avere più di 30 anni. Vedendolo, la chimera
scosse la testa e sorrise. 'E così sta tornando al castello. Beh, credo proprio
che lei non sarà felice di rivederlo... Ma non potrà farne a meno, prima o poi
avrebbe dovuto incontrarlo. Spero solo che la sua reazione non sia troppo
eccessiva...'
Dopo aver lasciato allontanare i soldati, Zelgadiss decise che era
ora di ripartire alla volta della capitale; dolcemente scosse Lina e la figlia
per svegliarle.
In breve le due furono in piedi e il gruppetto si rimise in marcia
di buon passo. "Sai Zel, hai avuto proprio un'ottima idea quando hai
deciso di fare una sosta: sia io che Myr eravamo veramente a pezzi, ma dopo
questa bella dormita mi sento pronta a spaccare il mondo!" esclamò Lina,
con energia.
Il giovanotto rise. "Sono felice che tu abbia ritrovato le
forze, Lina, ma ti ricordo che quello che ci aspetta è ben più difficile che
spaccare il mondo... dobbiamo distruggere colui che l'ha creato. E non credo
proprio che il signor Chronos si farà sconfiggere senza fare storie."
"Perché dici così, zio Zel?" intervenne Myr "La mia
mamma è forte, e quel brutto cattivone non riuscirà a batterla!"
"Vorrei poter essere anch'io tanto ottimista, tesoro
mio" affermò la donna "Ma sono d'accordo con lo zio, non sarà
un'impresa facile. Quindi mi devi promettere che, se la situazione si facesse
troppo pericolosa, rinuncerai a seguirci e te ne starai nascosta in un posto
sicuro. Va bene?"
"Sì mamma, te lo prometto!" rispose la bambina, con
finta sottomissione. In realtà la sua indole avventurosa, che la spingeva a
seguire la madre dovunque ella andasse, non si sarebbe certo adattata a seguire
la conclusione della prima avventura della sua vita rintanata da qualche parte,
lontana dalla battaglia. Pur non sapendo ancora a cosa stesse andando incontro,
la piccola Myr ripromise a sé stessa che avrebbe vissuto quell'esperienza fino
alla fine e in prima linea!
Dopo alcune ore, i tre giunsero alle porte della grande città:
all'ingresso principale, chiuso da una imponente grata di ferro stavano due
guardie, severe ed impettite nelle loro lucenti armature; dietro il pesante
portone di legno massiccio si trovava invece la sede dei gabellieri. Zelgadiss
sapeva di poter passare senza problemi, essendo ormai noto a tutti a Sailune
come l'amante della regina, ma i funzionari non la pensavano così riguardo a
Lina e a sua figlia.
"Alt! Fermati donna! Facci vedere il permesso di
transito!" ordinò perentorio uno dei gabellieri, parandosi improvvisamente
davanti a Lina con la spada sguainata.
Lina ammutolì, indecisa se cercare di spiegarsi con le buone o
incenerire all'istante quel seccatore con una bella Fire Ball; ma, prima che
potesse decidersi, intervenne in sua difesa la chimera. "Andiamo Jack, non
essere così fiscale! Lei è con me e la bambina è sua figlia, puoi fidarti di
loro, non sono venute qui per far del male a sua maestà!"
La guardia scosse la testa. "Zel, io personalmente non ho
problemi a lasciarle andare, ma lo sai com'è il capitano... la regina Amelia ha
tanti nemici e lui ci tiene quanto te all'incolumità di sua altezza."
"Senti, conosco il tuo capo meglio di te e me la sbrigherò io
con lui, fidati! Dai, amico, falle passare... la signora ha fretta!"
"No, questa volta non posso chiudere un occhio. Il capitano
mi ha detto che mi degraderà all'istante se faccio ancora entrare in città
degli sconosciuti senza visto, e che il diavolo mi porti se butto al vento la
mia carriera! Zelgadiss, ti sono molto affezionato, so che sei leale verso la
regina, ma ugualmente non posso far passare quella donna!"
Lina, che fino a quel momento se n'era stata in disparte ad
ascoltare, perse la pazienza. Prese un respiro profondo, strinse i pugni, buttò
da un lato la chimera e si piazzò di fronte alla guardia con aria minacciosa.
"Adesso stammi a sentire tu, bello mio: io non so perché ora ci siano
tutte queste misure di sicurezza, dato che una volta entrare a Sailune era la
cosa più semplice del mondo. Ma una cosa la so per certo: io sono già venuta
qui molte volte in passato e allora non passavo neanche dal portone, mi
limitavo a levitare fino alla camera di Amelia e..."
"Sta zitta donna!" la interruppe bruscamente il soldato.
"Puoi insultare me, se vuoi, ma non permetterti di parlare di sua altezza
la regina come se fosse una tua amica, è chiaro? Altrimenti finisci dentro per
oltraggio al sovrano!"
"Sentimi gabelliere dei miei stivali, io mi posso permettere
di chiamare la regina così perché la conosco da dieci anni! Capito?!"
"Sì certo, e io sono suo zio!" ribatté l'altro
sarcastico.
"Sei un ignorante e pure smemorato!" gli urlò in faccia
la ragazza, punta sul vivo per non essere stata riconosciuta dalla guardia,
dimenticandosi però che erano passati più di sei anni dall'ultima volta che
aveva messo piede a Sailune.
Stava per ricominciare a inveire contro il gabelliere, ma fu
fermata da qualcuno che le tappò la bocca con una mano e con l'altra le torse
un braccio dietro la schiena per immobilizzarla.
Lina non tentò neppure di reagire, perché si era resa conto, dalla
forza della stretta, di aver a che fare con un uomo molto robusto: svincolarsi
era praticamente impossibile. Volse gli occhi più che poteva e vide che altri
due soldati si erano occupati di bloccare Zelgadiss e Myr: uno teneva la spada
sfoderata davanti al giovanotto, per impedirgli di avvicinarsi, mentre l'altro
teneva d'occhio sua figlia, minacciandola con una lancia.
Sempre tenendole stretto il braccio, il soldato la condusse verso
un'entrata secondaria del castello, dove Lina ricordava l'esistenza di un
alloggiamento delle guardie, intanto che i suoi compagni lasciavano andare Zel
e Myr.
Una volta giunti là, la guardia lasciò la presa e la spinse verso
un tavolo, cui sedeva un altro uomo in divisa, che somigliava moltissimo ad
Amelia, ma era più giovane di lei: non doveva infatti avere più di 20 anni.
Dopo aver fatto il saluto militare, il soldato si rivolse al suo superiore:
"Capitano Kibil, le ho portato questa donna perché si è rifiutata di
mostrare il visto ai gabellieri ed inoltre ha designato in maniera irriverente
sua maestà la regina. La lascio in mano sua, capitano!"
Detto questo, il soldato batté i tacchi, salutò rispettosamente e
uscì, chiudendosi la porta alle spalle. Rimasta sola con quel giovane
ufficiale, Lina cominciò a sentirsi a disagio; per fortuna lui non si dimostrò
ostile nei suoi confronti, anzi, pareva provasse dell'affetto fraterno verso di
lei.
"E così ti saresti resa colpevole di oltraggio al sovrano,
eh? Conoscendoti Lina, avrai semplicemente detto che tempo fa entravi levitando
nella stanza di Amelia, senza superare alcun controllo e subito i miei uomini
ti avranno bloccato, vero? Dimmi, Faust ti ha fatto male torcendoti il braccio?"
La donna era sbigottita e fissava a bocca aperta quel bel ragazzo
che sembrava conoscerla da sempre. "Ma come fai tu a sapere come mi chiamo
e che cosa ho detto al quella guardia?"
Il comandante sorrise. "Già che sciocco... tu non puoi
ricordarti di me, sono cambiato molto in sette anni... troppo perché tu possa
riconoscere in me il bambino che facevi giocare con i tuoi talismani e
incantavi con le sfere luminose quando venivi a Sailune a trovare Amelia!"
"Che cosa?!" esclamò Lina "Tu saresti il cugino di
Amelia? Quel bimbetto vivacissimo e tanto carino che viveva con Philionel e sua
figlia al castello?! Incredibile! E adesso sei comandante della Guardia
Cittadina! Però, ne hai fatta di strada!"
Lui annuì. "Esatto. Sono proprio io: Kibil Mel Sailune, figlio
della sorella minore di Philionel, Maya."
Tra i ricordi di tanto tempo prima della giovane, riemersero le
immagini di un ragazzetto di dieci o dodici anni, coi capelli neri, gli occhi
verdi e un volto sempre sorridente dai lineamenti perfetti. Era molto magro
allora, ma essendo anche molto alto, aveva un aspetto quasi ridicolo. Lina lo
ricordava appassionato di caccia e abile tanto a cavalcare e a maneggiare le
armi, quanto a suonare il pianoforte o a cantare. Amelia lo adorava e diceva
spesso che, se non avesse avuto figli, lo avrebbe nominato suo discendente
legittimo e quindi erede al trono.
"Beh, sicuramente sei molto diverso da come ti
ricordavo." disse infine la ragazza, dopo aver osservato per qualche
istante colui che le stava davanti. "Ora però Kibil, mi puoi fare un
favore..."
"Non dirmelo: vuoi vedere Amelia, vero? Non c'è nessun
problema, va pure. Se qualcun altro dentro al palazzo dovesse fermarti, non te
ne preoccupare, non sarà certo per sbatterti fuori! La corte si ricorda ancora
perfettamente di te e delle tue imprese."
"Grazie Kibil, sei un vero amico!" lo ringraziò Lina,
stringendogli la mano. Quindi si diresse alla porta. "Ci rivedremo, puoi
starne sicuro!"
"Ci conto! Ah, la strada te la ricordi, no?"
La donna fece un cenno affermativo e poi scomparve, chiudendosi
l'uscio alle spalle. 'In realtà ho le idee un po' confuse, ma fa niente, mi
arrangerò in qualche modo! Certo però che Kibil è diventato proprio un bel
ragazzo... a vederlo da piccolo non ci avresti scommesso un soldo...’
Immersa in questi pensieri profondi, Lina si incamminò verso la
porta indicatale dal soldato, sempre più desiderosa di rivedere la sua vecchia
amica combinaguai.
Capitolo 5 *** Cap.4 -Dolore e memoria, questo è il mio passato ***
Capitolo 4: Dolore e memoria, questo è il mio passato
Capitolo 4:
Dolore e memoria, questo è il mio passato
Lina girovagò per un po’ nell'intrico di luminosi corridoi del
palazzo reale di Sailune, pieni di enormi vetrate ed alcuni anche magicamente
illuminati a giorno... era passato parecchio tempo dall'ultima volta che ci era
stata, e non si ricordava bene dove fosse la sala del trono, la stanza di
Amelia o un'altro posto, come la piazza d'armi o il salone principale, da cui
avrebbe potuto orientarsi o meglio ancora trovare una piantina.
Stranamente, non c'erano soldati o guardie in nessun punto del
castello che lei avesse visto, a cui chiedere la strada.
Decise allora di chiedere informazioni ad uno degli inservienti
che incrociava di tanto in tanto.
Aveva appena formulato questa decisione, quando sentì un bisbiglio
alle sue spalle. Due tizi che aveva appena sorpassato stavano dicendosi
qualcosa. "Ehi! Ma quella non è Lina Inverse?"
Lina da un lato si sentì piuttosto felice di essere così famosa da
venire riconosciuta così facilmente (non come era accaduto con quei rozzi
gabellieri all'ingresso!) ma ora non poteva più chiedere dove si trovava.
"Io, la celebre Lina Inverse, che chiede informazioni ad un qualsiasi
inserviente del castello di Sailune? Che figura ci farei?!". Questo fu più
o meno il discorso che le fece il suo subconscio...
Stava ormai per cedere alla tentazione e sfoderare la sua migliore
espressione minacciosa per rivolgersi ai due tipi, dire loro che li aveva
sentiti, spaventarli un pochetto ed estorcere loro quasi per caso la strada per
raggiungere la stanza di Amelia, quando sentì provenire da un corridoio
laterale rispetto a quello che stava percorrendo delle altre voci, molto più
concitate... sembrava che delle persone stessero discutendo di chissà che cosa.
Più per curiosità che per altro, decise di avvicinarsi e
controllare.
Prima di girare l'angolo, si fermò un attimo per ascoltare senza
essere vista...
Erano chiaramente tre voci maschili, quindi niente Amelia. Chissà
perchè, pensava che la principessina fosse l'unica, a Sailune, capace di
scatenare dei litigi.
"Che le è saltato in mente di fare uscire la Guardia Reale
per le esercitazioni proprio ora? E' impazzito? Non si preoccupa della
sicurezza della regina? In questo castello ci devono sempre essere delle
guardie!"
"Mi stia a sentire lei, piuttosto! Come può sperare che i
Paladini della Guardia Reale rimangano l'élite dell'esercito, se non si
addestrano? I miei uomini non possono stare senza far nulla a piantonare un
corridoio! Ci metta le reclute, ci metta i novellini, ci metta i suoi parenti,
ci metta chi vuole lei, ma non i soldati della Guardia!"
Quella voce squillante le era sembrata per un attimo familiare...
ma non fece in tempo a pensarci che la terza voce della discussione si fece
sentire. Era una voce giovane ed irruente, energica nel sostenere le proprie
convinzioni.
"Il generale ha ragione, signore! Gli uomini della Guardia
sono il fior fiore dell'esercito, addestrati per combattere in ogni circostanza
e vincere ad ogni costo... non per restare immobili per ore ed ore dietro ad
una porta! E' il peggiore spreco possibile per un corpo militare come..."
"Stia zitto, tenente! Lei non è stato interrogato!"
"Lei non si può permettere di parlare così ai miei uomini,
cancelliere, e tantomeno al mio secondo ufficiale!" si intromise la
seconda voce. "Sono io che comando i Paladini della Guardia, e sono io che
decido cosa devono fare! E ora, con tutto il rispetto... si tolga dai
piedi!!!"
La prima voce mugghiò come un vulcano sul punto di esplodere, e
Lina sentì dei passi venire verso di lei. Si nascose un attimo per veder
passare, avvolto in un ampio mantello rosso e con un viso quasi altrettanto
paonazzo, l'imponente figura del Primo Cancelliere di Sailune.
L'uomo si girò verso gli altri due, che Lina non aveva ancora
visto, e gridò, inferocito: "Questa me la paga, generale! Stia certo che
la regina lo verrà a sapere!"
"Ma lei cosa crede, che faccia solo di testa mia?"
rispose beffarda la seconda voce, quella che a Lina suonava tanto familiare.
"Ho chiesto proprio a lei prima di dare l'ordine!"
Ancora più furibondo, il cancelliere si allontanò a grandi passi,
trattenendosi per evitare di dire chissà che cosa.
Gli altri due uomini ridacchiarono, e Lina decise che era il
momento di saltare fuori per soddisfare la sua curiosità.
Fece un passo, girò l'angolo e...
Si trovò davanti Gourry... a non più di quattro metri di distanza.
Dovette usare tutto il suo autocontrollo per evitare di fare
qualcosa di sconsiderato tipo urlare, corrergli incontro e prenderlo a pugni, o
sparargli un Digger Volt, e si sforzò di rimanere assolutamente impassibile...
purtroppo senza riuscirci completamente.
Gourry. Era Gourry.
Anche Gourry sembrò sorpreso quanto lei... ed anche lui cercò di
trattenersi. E nemmeno lui, come lei, ci riuscì.
Non era cambiato quasi per nulla. I capelli erano un po' più corti
di quando l'aveva visto per l'ultima volta, e non aveva più il ciuffo
sull'occhio destro. Ma la faccia era praticamente la stessa.
Solo allora decise di abbassare lo sguardo, esaminando il suo vestito...
quello sì che era cambiato, e in modo anche molto significativo.
Indossava una magnifica divisa bianca, sulla quale portava
un'armatura a placche diversa dalla sua solita, anche quella bianca, tranne che
per la spalliera sinistra, dove spiccava una grande stella rossa a quattro
punte con uno spesso contorno nero, e la placca pettorale, dove era disegnato
un simbolo... una spada con la punta rivolta verso il basso ed una corona
intorno alla lama, su di uno sfondo blu scuro. Infilata nella cintura portava
una lunghissima spada in un robusto fodero, che strisciava terra dietro di lui,
e con un'elsa con lo stesso simbolo.
A fianco di Gourry c'era un'altra persona, un ragazzo alto quanto
lui, con una disordinata chioma di capelli azzurri, e due grandi occhi neri che
la fissavano stupiti. Era vestito nello stesso identico modo di Gourry, tranne
che per la spalliera, dove invece della stella rossa aveva tre linee gialle
oblique, anche queste contornate da una linea nera. Sul petto portava lo stesso
stemma, una spada ed una corona, e la sua arma, infilata nella cintura, era
identica a quella di Gourry. In più, a tracolla, fissata con una corda, aveva
una lunga lancia dalla punta di metallo scuro.
"Generale Gourry, chi è questa donna? La conosce?"
chiese l'uomo, che evidentemente non l'aveva riconosciuta.
In altre circostanze, quello sarebbe stato un colpo piuttosto
pesante per l'ego di Lina, ma ora tutto quanto riusciva a fare era stare
immobile davanti a Gourry, a guardarlo negli occhi, mentre lui stava immobile
davanti a lei, a guardarla negli occhi... e nessuno dei due voleva fare nulla
per primo, aspettando che fosse l'altro a prendere l'iniziativa.
Tutti e due, per dieci, lunghi, interminabili secondi, si
sentirono terribilmente ridicoli.
All'improvviso il ragazzo con i capelli azzurri, che sembrava aver
capito chissà che cosa (forse la verità...), chiese, un po’ imbarazzato:
"Vuole che la lasci solo, signore?..."
Il giovane batté i tacchi, si girò rapidamente e svoltò l'angolo.
Ora il corridoio era deserto.
"Lina..." disse semplicemente Gourry, con voce rotta.
Abbassò la testa, le ginocchia si piegarono. Per un momento sembrò un pupazzo
che si smontava. Gli occhi gli si riempirono di lacrime.
Lina non disse nulla. Si limitò a fendere l'aria con la mano,
tirando a Gourry uno schiaffo che lo colpì in pieno viso.
Lo spadaccino non tentò né di parare né di schivare. "Me lo
meritavo..."
Lina si trattenne a stento dall'incenerirlo o dal fulminarlo
all'istante... guardò freddamente quell'uomo che aveva tanto amato ma che
l'aveva fatta anche tanto soffrire, mentre vecchie, tristi scene di un film già
visto le passavano davanti agli occhi... le stesse che stavano passando davanti
a quelli di Gourry, ne era certa.
Come l'aveva lasciata. Così, senza dirle nulla, come se fosse la
cosa più naturale di questo mondo. Come aveva giocato con i suoi sentimenti.
Ma, nonostante tutto quello che era successo, si accorse che non
riusciva ad odiarlo completamente.
Lo odiava, certo. Lo odiava per tutto quello che le aveva fatto
che non avrebbe dovuto fare, e per tutto quello che non aveva fatto, ma che
avrebbe dovuto. Tante cose che non riusciva a ricordarle tutte.
Ma non riusciva ancora ad odiarlo del tutto. E sapeva che non ci
sarebbe mai riuscita. Troppe cose erano successe tra di loro.
Gourry le si avvicinò lentamente. Scosse la testa, e sospirò.
"E' stata solo colpa mia... so che non potrai mai perdonarmi..." le
disse, con voce a malapena udibile.
Poi si girò, ed iniziò ad allontanarsi nella direzione da cui era
uscito l'altro soldato. Un attimo prima di girare l'angolo, si voltò a guardare
Lina e mormorò, parlando più a sé stesso che a lei: "Tempo..."
E se ne andò.
Lina era rimasta lì, immobile, senza dire una parola, senza
muovere un muscolo.
Cercò di piangere, ma non ci riuscì. E non ne capì nemmeno il
perchè.
Forse era diventata troppo fredda in tutti quegli anni per poter
piangere ancora.
Forse era così triste che le lacrime non sarebbero bastate.
O forse non era nemmeno triste.
Tempo... dicono che il tempo sana ogni ferita, pensò Lina. Almeno,
lei ci credeva. Il tempo cura tutto.
Sperava tanto che fosse vero. Sperava che le sue ferite potessero
venire curate.
E, stranamente, sperò che succedesse la stessa cosa anche a quelle
di Gourry. Sapeva che ne aveva... e non se le era fatte tutte da solo. Era
stata anche lei...
Si sentiva in colpa.
Anche Gourry doveva sentirsi in colpa, molto più di lei...
Solo allora le lacrime arrivarono.
Perchè non poteva venir cancellato tutto con un gesto della
mano?...
Non esisteva un incantesimo tanto potente da far tornare indietro
il tempo, da curare le ferite dello spirito, da cambiare il passato di chi non
ha più un futuro, da ridare amicizia ed amore a chi li ha perduti per sempre...
da scongelare i cuori, da riaprire gli occhi, da dare un significato alla
vita... da restituire la felicità, persa chissà dove tra le nebbie del tempo?
Oppure sì?
Solo allora si accorse di essere in ginocchio, per terra. Cercò di
alzarsi e ci riuscì a malapena.
Si asciugò le lacrime con una manica e camminò a passi incerti
verso quel maledetto angolo.
Guardò oltre, in parte sperando e in parte temendo di trovarvi
ancora Gourry... e vedendo invece quel giovane soldato dai capelli azzurri che
lo aveva chiamato generale.
Appena lui la vide, aprì la bocca un attimo, come per dire
qualcosa, ma la richiuse, scotendo la testa.
"Venga, mi segua." disse infine "Credo che lei
voglia vedere la regina Amelia, giusto? La porto alla sala del trono."
Lina non rispose, era troppo sconvolta per poter fare qualunque
cosa che non fosse pensare a lui.
Il giovane tenente girò sui tacchi ed iniziò a camminare. La donna
lo seguì, cercando di fare in modo che nessuno vedesse le sue lacrime... ma era
difficile... terribilmente difficile...
Dopo un po', la sua guida si arrestò, dinanzi ad un portone
decorato. "Ecco, questa è la sala del trono, signora... vado ad avvertire
sua maestà che c'è una visita per lei... chi devo annunciare?"
La giovane non proferì parola: i suoi occhi erano fissi nel
cortile del palazzo, inquadrato dalla grande finestra che le stava di fronte.
Laggiù vide Zelgadiss e sua figlia che si aggiravano tra le bancarelle del
mercato, che quotidianamente animava l'ampio spazio antistante l'ingresso del
castello.
Non ricevendo risposta, il soldato ripeté la domanda. Questa volta
lei trasalì e si scusò con il suo accompagnatore: "Mi dispiace non averle
risposto subito... mi scusi, ero presa dai miei pensieri... dica alla regina
che sono Lina Inverse... grazie..."
L'altro, sentendo quel nome, spalancò gli occhi per la sorpresa.
"Lei è Lina Inverse?! Davvero?! E’ proprio lei la grande maga che ha
sconfitto Dark Star e salvato Sailune e tutta la sua gente dalla distruzione?!
Sono onoratissimo di conoscerla, signora... permetta che mi presenti: sono Luke
Aoi, tenente del corpo dei Paladini della Guardia Reale, incaricati della
sicurezza della persona di sua maestà la regina Amelia"
Lina, onorata dall'ammirazione del giovane, abbozzò un sorriso e
gli tese la mano. "Molto piacere tenente Luke. Ma dammi pure del tu, non
sono abituata a tutte queste formalità..."
Per la seconda volta nel giro di pochi minuti, sul volto di Luke
Aoi si disegnò un'espressione stupita. "Dare del tu ad una persona come
lei dopo averla appena conosciuta? Non sia mai signora!"
La ragazza prese un respiro profondo. "Luke... per prima cosa
io do del tu anche a LoN, la sovrana di tutti i demoni, come davo del tu al re
Philionel, quindi ti ordino di fare altrettanto con me. E secondo: io non sono
sposata, quindi evita di chiamarmi signora, mi fai sentire vecchia!"
L'espressione stupita di Luke, divenne ora meravigliata. "Ma
Lina, lei... emh... volevo dire tu, non sei sposata con il generale Gourry?!
Allora tutto quello che si racconta di voi..."
A quelle parole, Lina arrossì, poi si oscurò in volto e chinò il
capo; una lacrima sottile le scivolò sulla guancia: lei cercò di nasconderla,
ma non fu abbastanza veloce perchè il tenente se ne accorse e volle saperne di
più. "Che ti succede Lina? Perchè stai piangendo?"
"E' giusto che tu sappia, Luke, sarebbe sciocco tacere,
facendo finta di niente... io conosco Gourry già da molti anni... dieci, per
l'esattezza... tra di noi sono successe molte cose... alcune belle, altre
brutte... abbiamo combattuto insieme prima contro Rezo e Shabranigdo, poi
contro Phibrizio e infine contro Dark Star... lui era la mia guardia del
corpo... mi seguiva ovunque e io ero felice di viaggiare con lui... anche se
era un po' tonto, era un ragazzo adorabile e pian piano ci innamorammo l'uno
dell'altra... sei anni fa andammo a vivere insieme a Zakharos, ma poi..."
E con poche parole, tentando di non scoppiare in lacrime, la giovane raccontò
al tenente di quelle strane lettere, di Myr e di tutto il resto.
Dal canto suo, Luke era sempre più sorpreso perchè le parole di
Lina disegnavano un'immagine del suo generale, che lui aveva sempre ammirato e
rispettato, del tutto nuova che contrastava anche in modo stridente con l'uomo
coraggioso e simpatico che conosceva.
"E' veramente incredibile" disse infine il soldato
"come le persone che crediamo di conoscere spesso ci nascondono un passato
del tutto diverso... sapevo che il generale era stato mercenario ma non
immaginavo che avesse avuto esperienze del genere, nè che si fosse fidanzato
con... con una ragazza bella come te Lina, per poi abbandonarla in quel modo
vergognoso!" concluse Luke, rosso in viso e imbarazzato per quanto aveva
detto.
"Luke ascolta, io non voglio che tu perda la stima che hai di
Gourry a causa di quanto ti ho detto. Io non l'ho perdonato per ciò che mi ha
fatto, è vero, però capisco che ha sofferto ma che ora è finalmente riuscito a
rifarsi una vita qui, come io me la sono rifatta a Zakharos, con mia figlia,
quindi questa vecchia storia deve rimanere sepolta nel passato... fa finta che
io non ti abbia detto nulla, intesi?"
Il giovane stava per rispondere, ma delle voci femminili, tra cui
ne spiccava una più allegra e squillante delle altre, lo informarono che si
stava avvicinando la regina Amelia con le sue dame.
Luke si irrigidì nel saluto militare, proprio mentre quattro donne
svoltavano l'angolo del corridoio.
Al centro del gruppetto stava una giovane, un po' più piccola
delle sue compagne, con lisci capelli neri che le arrivavano poco oltre le spalle,
adornati da una sottile corona d'oro bianco costellata di diamanti. Indossava
un vestito di seta color indaco, stretto in vita da una cintura, con maniche
strette fino al gomito che poi si allargavano e scendevano ampissime fin quasi
a toccare terra. La profonda scollatura a cuore era poi ornata da una sottile
collana di perle, che Lina ricordava di aver donato all'amica quando si erano
separate anni prima, forse per sempre.
Pur immersa in un'animata conversazione con le sue dame, alla
regina non sfuggirono le due figure che stavano in piedi presso la porta della
sala del trono: ella riconobbe subito il giovane tenente, ma quando posò gli
occhi su colei che gli stava accanto ebbe un sobbalzo. Si fermò di colpo, quasi
avesse visto un fantasma, poi corse incontro a Lina buttandole le braccia al
collo. "Lina! Sei proprio tu! Quanto tempo è passato dall'ultima volta!
Sono felice di rivederti... non sai quanto mi sei mancata..."
Anche Lina, che pure si era riproposta di mantenere un certo
distacco tra sé e quella che ora era la regina di Sailune, stretta in
quell'abbraccio, non riuscì a trattenersi e strinse forte Amelia. "Amy...
quanto sei cambiata... ora sei la sovrana di Sailune... non più l'ingenua
ragazzina che era eternamente alla ricerca di briganti da consegnare alla
giustizia e che si cacciava regolarmente nei guai..."
"Già sono cambiate molte cose dall'ultima volta... non ho più
mio padre... ma almeno ho Zel... sono contenta che lui sia riuscito a trovarti
e a portarti qui... avevo davvero voglia di rivederti... mi devi raccontare
tante cose..."
"Anche tu Amy, amica mia... adesso che sono venuta a trovarti
avremo tutto il tempo per parlare... devo farti conoscere una persona...
Myr..."
La regina si scostò un poco, per guardare l'amica negli occhi.
"Myr..." ripetè "Myr... vuol dire pace... devi farmi conoscere
la tua pace... non è così?"
L'altra annuì, senza dire una parola. Amelia proseguì: "E
così non hai trovato la tua pace con Gourry, come desideravi tempo fa...
stranezze della vita... lui ora è qui, lo sai, vero?"
"Sì, l'ho incontrato... ma vorrei non averlo fatto...
rivederlo ha riaperto in me una ferita che credevo si fosse chiusa per
sempre... e invece la cicatrice fa ancora molto male... purtroppo..."
Amelia stava per replicare, ma Luke le toccò con discrezione il
braccio, per richiamare la sua attenzione. "Vogliate scusarmi se vi
interrompo, vostra altezza, ma vorrei ricordarvi che è vostro dovere ricevere i
sudditi e oggi siete già in ritardo..."
"Lo so Luke, lo so" rispose lei con un sorriso,
lasciando cadere le braccia dalle spalle dell'amica "Ora vengo... scusami,
Lina, vado a sentire per unpaio d'ore
i contadini che mi raccontano delle loro mucche perse nel bosco o delle galline
che non fanno le uova... sai certe loro storie sono davvero assurde! Ci vediamo
dopo!"
E con un ondeggiante gesto di saluto lasciò l'amica e si diresse
nella sala del trono, accompagnata dalle dame.
Luke la seguì per un attimo con lo sguardo e poi si volse verso
Lina; lei, a braccia conserte, sorrideva fissando l'angolo oltre il quale era
sparita la regina. "E' sempre la stessa... in 6 anni non è cambiata di una
virgola... eh sì, buon sangue non mente!"
Il tenente la fissò, stupito. "Non far caso a quello che
dico, Luke. Tu non hai conosciuto Amelia e non puoi sapere come era 7 o 8 anni
fa... non puoi immaginare cosa ti sei perso: ti assicuro che era
spassosissima... con quelle sue prediche sulla giustizia..."
"Ma Lina! Come puoi prenderti gioco così della regina?!"
"Per me Amelia non è la regina di Sailune... per me e per i
miei amici Amelia è solo Amelia... la ragazzina impacciata e buffissima che
andava in giro per i boschi ad arrestare briganti nel nome della giustizia...
non prendertela, Luke: noi siamo fatti così e niente ci farà cambiare..."
E, così dicendo, si allontanò nella direzione opposta a quella in
cui si era diretta Amelia, per uscire dal castello e ritrovare Zelgadiss e sua
figlia... ma nel cuore aveva ancora quello sguardo disperato di Gourry e nella
testa continuava a rimbombagli la stessa frase: -E' stata solo colpa mia... so
che non potrai mai perdonarmi...-
E invece... invece forse era possibile... tutto è possibile...
Capitolo 6 *** Cap.5 - Essere o non essere, ancora una volta ***
Capitolo 5: Essere o non essere, ancora una volta
Capitolo 5:
Essere o non essere, ancora una volta.
Rimasto solo nel luminoso corridoio, Luke restò per un momento
come incantato a fissare l'angolo oltre il quale era sparita Lina: quella
donna, così giovane che però era già passata attraverso moltissime esperienze,
anche dolorose, gli aveva lasciato una profonda impressione.
Il suo comportamento apparentemente spensierato, anticonformista e
sbarazzino celava in realtà una personalità complessa e per questo
affascinante; tutto ciò che Lina faceva o diceva, anche la cosa più banale,
restava inevitabilmente segnato dal suo carattere.
Il tenente ripensò alla storia che lei gli aveva raccontato:
certamente doveva soffrire moltissimo mentre ne parlava, eppure non lo
dimostrava affatto... preferiva tenersi tutto dentro, non scaricare sugli altri
il proprio dolore. Aveva una personalità forte, mossa da una volontà
insondabile e inarrestabile... una personalità che era in grado di dominare che
le stava accanto, ma che non abusava mai di questo potere...
Sì, Lina aveva fascino, un fascino magnetico.
Solo allora Luke intuì che cosa di Lina avesse fatto innamorare
Gourry e capì che quel qualcosa stava già facendo irrimediabilmente innamorare
anche lui.
Questo aprì dentro di lui un conflitto: da una parte si sentiva
libero di amare Lina e di essere riamato da lei, mentre dall'altra voleva
soffocare quel sentimento perché intuiva che tra lei e Gourry c'era ancora
qualcosa, nonostante tutto.
Stavolta però, per la prima volta nella sua vita, Luke si ribellò
a sé stesso e al suo senso del dovere. 'No! In questa occasione non devo
cedere! In fondo Lina mi ha detto che tra lei e il generale è tutto finito e
che lei non l'ha perdonato e non ha intenzione di farlo... non lo ama più
quindi perché dovrei tirarmi indietro? Perché devo rinunciare a lei e al suo
amore? Lina ha diritto ad avere un'altra possibilità e sarò proprio io ad
offrirgliela!'
Presa questa decisione, il tenente si diresse verso
l'alloggiamento delle guardie appena fuori le mura, per la sua quotidiana partita
a carte con il capitano Kibil, accompagnata da un goccetto di vino buono e da
quattro chiacchiere tra uomini.
Quel breve momento di svago era l'unico che l'inflessibile tenente
Luke Aoi si concedesse durante l'orario di servizio, ma quel giorno la sua
mente non era concentrata sulle carte, né tanto meno sulla conversazione. Ben
altri pensieri lo assalivano e infatti il suo gioco, di solito brillante,
risultò pessimo.
Nel frattempo, l'oggetto delle riflessioni di Luke attraversava la
piazza del mercato, che a quell'ora (erano quasi le tre del pomeriggio) si
andava svuotando delle sue bancarelle.
Ne erano rimaste davvero poche, tra cui il banco del venditore di
dolciumi, davanti al quale stava una mezza dozzina di persone, in attesa di
portarsi a casa qualcosa con cui festeggiare la fine della settimana
lavorativa; tra i clienti, Lina scorse anche le robuste spalle di Zelgadiss,
sulle quali stava seduta Myr.
La donna accelerò il passo e li raggiunse, proprio mentre il
giovanotto pagava il conto. La bambina intanto, addentava con gusto un biscotto
al miele e l'espressione beata del suo viso rivelò immediatamente che il
dolcetto era gradito.
"Allora piccola, ti sei divertita con lo zio Zel?" le
domandò la madre.
Myr rispose con delle parole incomprensibili, accompagnate con
cenni affermativi della testa, che Zel si preoccupò di tradurre: "Stai
tranquilla, Lina. Myr si è divertita e si è comportata molto bene... ma veniamo
a te piuttosto: dove ti ha portato quell'energumeno all'ingresso?"
"Non preoccuparti, come vedi sto bene. Quel soldato mi ha,
per usare un eufemismo, gentilmente accompagnato fino all'alloggiamento dei
militari sotto le mura, che ho scoperto essere diventato anche l'ufficio del
comandante delle Guardie Cittadine. Lì ho incontrato Kibil, il cugino di
Amelia... perché non mi hai detto che era diventato capitano?!"
Zelgadiss rise. "Ah, Kibil, certo! Non ti ho detto niente di
lui perché... beh, perché me ne sono dimenticato, semplice! E comunque l'hai
visto anche da sola, no?"
La giovane scosse il capo. "Questa non è una buona
giustificazione... allora chissà quante cose ti sei dimenticato di dirmi, oltre
a questa! Non c'è storia: stai perdendo colpi, Zel... l'età si fa sentire,
eh?"
"Non prendermi in giro, Lina!" ribatté lui, punto sul vivo
"Continuando il discorso, non puoi essere rimasta due ore con Kibil...
dove sei andata dopo?"
"Nel castello" rispose pronta la ragazza "Dove ho
fatto alcuni incontri... uno spiacevole, uno interessante e uno piacevole.
cominciamo dall'inizio. Dunque, sono entrata e ho girato un po' per i corridoi,
cercando di raggiungere la sala del trono... ma ultimamente devono aver
cambiato qualcosa perché non riuscivo a trovarla."
"Spiacente di deluderti, Lina, ma il castello di Sailune è
rimasto esattamente lo stesso da quando è stato costruito più di quattro secoli
fa, quindi è la tua memoria che fa cilecca!"
La giovane gli fece una boccaccia e poi proseguì. "In ogni
caso: svoltando un angolo, mi sono imbattuta in tre uomini che discutevano
animatamente. Ho ascoltato per un po' e poi quando uno di loro se n'è andato,
sono sbucata fuori e mi sono trovata davanti..." La voce le si spense:
Lina non aveva il coraggio di continuare e rivivere quei momenti.
La chimera capì e la incitò a passare oltre, cosa che lei fece più
che volentieri. "Scusa, ma... è stata un'emozione troppo forte... te ne
parlerò in un'altra occasione... Allora, dopo averlo lasciato, ho continuato a
girare per il castello e mi sono imbattuta in un giovane tenente, Luke Aoi, che
è alle sue dirette dipendenze. Mi sono fermata un po' a parlare con lui, finché
non abbiamo visto arrivare Amelia... Zel, è diventata bellissima, sembrava
un'altra persona, davvero..."
Zelgadiss si fece rosso in viso e annuì. "Lo so, diventa più
bella ogni giorno che passa... non riesco a capire come possa amarmi... mi
sembra di vivere un sogno e ho paura di svegliarmi all'improvviso, solo e
triste... senza di lei..."
Lina gli posò una mano sul braccio. "Non succederà Zel, non
può succedere, perché questo non è un sogno. E' la realtà, e sono sicura che
presto potrai anche sposarla, la tua Amelia... vedrai, lo troveremo quel libro!
Lo troverò io per voi! Ti do la mia parola!"
"Grazie di tutto Lina... sei veramente una grande amica. Ti
assicuro che..."
Ma il giovanotto non finì la frase perché Myr, sentendosi
trascurata ed esclusa da quei discorsi che non capiva, aveva pensato bene di
richiamare l'attenzione su di sé infilando in testa a Zelgadiss il sacchetto
dei biscotti.
"No Myr! Cosa stai facendo a Zel?!" esclamò la madre
prendendo in braccio la figlia e togliendola dalle spalle dell'altro.
"Perché gli metti il sacchetto pieno in testa? Sporcherai tutti i
dolcetti!"
"No mamma, stai tranquilla, i biscotti non si sporcano!"
rispose candidamente la bambina "Non ce ne sono più!"
"Ha ragione lei, Lina" intervenne Zelgadiss, togliendosi
dalla testa il sacchetto vuoto e mostrandolo alla donna "Quella golosa se
li è mangiati tutti, dal primo all'ultimo!"
"Oh Myr, sei davvero incorreggibile!" la rimproverò la
madre, fingendosi contrariata "Non hai lasciato neanche un biscottino per
la tua mamma?!"
La bimba la guardò, sinceramente dispiaciuta. "Scusa... non
ci ho pensato."
Lina sorrise. "Non ti preoccupare, tesoro mio: domani
compreremo altri dolcetti, anche più buoni di questi, d'accordo?"
La piccola si illuminò in volto. "Evviva! Come sei buona
mamma! Non vedo l'ora che arrivi domani!"
"Abbi pazienza, sono soltanto le tre! Anzi, mi è venuta
un'idea per passare il tempo: adesso andiamo a casa e prepariamo insieme una
bella torta da mangiare stasera, ok?"
"Ehm, Lina, scusa..." intervenne Zelgadiss, con
discrezione "non vorrei stravolgere i tuoi programmi ma ti ricordo che
casa tua è a più di 60 miglia da qui ed è un po' difficile tornarci per
stasera, non so se mi spiego..."
Sul volto di Lina si disegnò un'espressione indecifrabile, un
misto tra sorpresa, delusione e presa di coscienza della situazione. "Hai
ragione anche tu Zel, ma questo pone un altro problema: dove andiamo a stare io
e Myr? Non ho soldi per pagare la locanda e non mi va di rapinare una banda di
briganti per procurarmeli!"
"Non è affatto necessario derubare dei ladri per procurarsi
del denaro, anche perché non ti servirebbe... tu e tua figlia verrete a stare
al castello di Sailune, come sempre, no?"
"Ti ha mai detto nessuno che sei davvero intelligente,
Zelgy?"
"Beh, sì, me l'hanno detto circa un centinaio di persone,
forse più, perché?" rispose lui, vago
Lina liquidò l'argomento con un gesto della mano. "No, non
importa... Dunque, dato che dobbiamo alloggiare a palazzo, sarà anche il caso
che tu ci porti là, no? Quindi muoviamoci, non mi va di far aspettare i cuochi
che mi dovranno preparare la cena: devo comunicargli subito il menù per
stasera!"
"Credo che la lista delle portate sia già stata decisa,
Lina" intervenne una voce "Anche perché stasera si terrà a palazzo
una cena di gala offerta da sua maestà la regina Amelia in tuo onore!"
La ragazza e il giovanotto si voltarono verso che aveva parlato e
si trovarono di fronte tre soldati della Guardia: al centro stava Gourry,
affiancato da Kibil e da Luke.
Al vederlo, la donna si irrigidì e, istintivamente, spinse la
figlia dietro di sé, nascondendola alla vista dei tre soldati, quasi la volesse
proteggere da quel padre che lei non aveva mai visto.
Solo Luke se ne accorse, ma non diede segno di averlo fatto e
Gourry proseguì il suo discorso. "Comunque puoi prendere visione del menù
e fare tutte le modifiche che vuoi, anche se non credo che avrai qualcosa da
ridire: ho curato personalmente la scelta dei cibi, inserendo quelli che
ricordavo tra i tuoi preferiti."
"Hey Gourry, come sei formale!" esclamò Zelgadiss per
alleggerire un po' la tensione tra i due, che ormai era palpabile. "Da
quando in qua parli in modo così sofisticato?"
Lo spadaccino sorrise forzatamente. "In effetti non è proprio
nel mio stile, ma... un ufficiale della Guardia deve avere un certo contegno,
no Luke?"
Il tenente, che si poteva definire il formalismo personificato,
rispose immediatamente: "Sissignore, esatto signore!"
"Luke, quante volte ti ho detto che quando non siamo in
servizio non voglio che tu sia così rigido e formale? Dammi del tu per
favore... lasciati un po' andare qualche volta!"
"Nossignore, questo è impossibile. Lei resta sempre il mio
generale, signore!"
"Luke!" intervenne Lina, posando una mano sul braccio
del giovane, che subito si fece purpureo "Ricordi cosa ti ho detto prima?
Io e i miei amici non siamo abituati a tutte queste formalità! Conosco Gourry e
ti posso assicurare che lui non si offenderebbe se anche tu gli dessi del tu
sempre, anzi, ne sarebbe felicissimo! Fidati!"
"Se... se lo dici tu, Lina... e se lei permette,
signore..." disse Luke, esitante "...allora lo farò..."
Gourry annuì, ma intanto osservava sospettoso le reazioni del suo
sottoposto di fronte a Lina, e si accorse con preoccupazione che Luke sembrava
avere un debole per lei.
E, purtroppo, aveva il sospetto che neanche a Lina il giovane
tenente fosse indifferente. Un brutto presentimento si fece strada nel suo
cuore, colpendolo nell'intimo e riaprendo ferite che credeva sanate.
Ma il passato non si cancella con un colpo di spugna, anche se lo
si vorrebbe... le sofferenze lasciano nell'animo un segno profondo e indelebile
e le cicatrici che si formano tornano a far male quando uno meno se lo aspetta.
E di questo Gourry se ne stava rendendo conto a sue spese.
Nell'imbarazzante silenzio che si era creato, si inserì
provvidenzialmente Kibil. "Beh, dato che Lina deve partecipare ad un
pranzo importante, credo che avrà bisogno di un po' di tempo per rilassarsi e
prepararsi per stasera, no? Quindi mi sembra opportuno mostrarle subito i suoi
appartamenti. Non siete d'accordo con me?"
"Hai ragione, Kibil."rispose lo spadaccino, con aria
assente " Per favore, occupatevi di tutto voi, io ho altre faccende da
sbrigare... Lina, Zel, ci rivediamo stasera a cena! Buon pomeriggio!" E,
salutando affrettatamente il gruppo, si allontanò a lunghi passi verso
l'alloggiamento delle guardie.
"Mamma, mamma..." intervenne Myr, sbucando fuori da
dietro la gonna di Lina "Chi era quel signore?"
"Ah, e così lei sarebbe Myr..." esclamò Luke
"Complimenti Lina: tua figlia è davvero una bella bambina!"
Kibil strabuzzò gli occhi. "Questa sarebbe tua figlia?! Non
sapevo che ti fossi sposata nel frattempo, Lina! Chi è il fortunato? E perché
non è qui con te?"
La donna, colta alla sprovvista esitò. “Beh...” iniziò infine,
chinandosi poi subito dopo per prendere in braccio la bambina e guadagnare un
po’ di tempo.
Per sua fortuna, Zelgadiss si rese conto del suo imbarazzo e
rispose per lei. "Vedi, Kibil... il marito di Lina è morto tanti anni fa.
Era un giovane del suo paese... e purtroppo ci ha lasciati prima che Myr
nascesse e non ha mai potuto vedere la sua creatura..."
Il capitano delle Guardie rimase interdetto. "Mi dispiace di
essere stato così indelicato, Lina... non sapevo che fossi rimasta vedova...
scusa."
"Non... non importa Kibil... ormai sono passati 5 anni... ho
superato quel brutto momento..."
"Mamma, uffa! Perché non mi rispondi?" piagnucolò Myr,
tirando i capelli alla madre per farsi notare "Non mi hai ancora detto chi
era quel signore in divisa! E poi chi sono anche loro?!"
"Myr ha ragione, Lina! Non le abbiamo ancora presentato i
suoi nuovi amici!" disse la chimera "Su ragazzi, presentatevi!"
Lina tirò un sospiro di sollievo e mentalmente ringraziò Zel per
aver sviato la conversazione.
"Con piacere Zel! Allora Myr, io sono Kibil e lui è il mio
amico Luke! siamo felici di conoscerti, principessina!" aggiunse infine,
galantemente, prendendo la mano della bimba e portandosela alle labbra.
Myr però non capì il significo del gesto e, pensando che il
giovane le volesse fare del male, ritrasse la mano e gli tirò un sonoro ceffone
in faccia. Kibil rimase interdetto mentre Luke e Zel scoppiarono a ridere; dal
canto suo, Lina si limitò a scuotere la testa, sconsolata: sua figlia non
sarebbe mai stata una ragazza rispettosa del galateo... proprio come lei.
Quando riuscì a smettere di sghignazzare, cosa che richiese
qualche istante, Zelgadiss propose di condurre Lina e sua figlia al castello. I
due soldati approvarono l'idea e i cinque si diressero all'entrata principale
della costruzione.
Capitolo 7 *** Cap.6 - Ferito e sanguinante, il mio cure continua a piangere ***
Capitolo 6: Ferito e sanguinante, il mio cuore continua a piangere
Capitolo 6:
Ferito e sanguinante, il mio cuore continua a piangere.
Appena sola nella sua spaziosa stanza, che si apriva sul lato sud
del castello, con una splendida vista sul parco, Lina si buttò sul letto e
trasse un profondo sospiro.
Chiuse gli occhi e ripercorse i molteplici avvenimenti delle
giornata: le facce che aveva veduto, le parole che le erano state dette... sì,
ritornare a Sailune dopo tanto tempo era stata un'esperienza bellissima.
Con un unico neo. Nella sua mente era sempre impresso il volto di
Gourry, l'espressione di disperata sconfitta e supplichevole richiesta di
perdono dei suoi occhi, la sua voce incrinata per l'emozione di averla rivista.
Le aveva chiesto scusa, aveva domandato il suo perdono... ma lei
era in grado di darglielo?
La ragazza sentì una lacrima scivolarle sulla guancia. Rivedere
l'uomo che aveva amato più di sé stessa ma che l'aveva abbandonata proprio
quando lei ne aveva più bisogno le aveva provocato nel cuore un tumulto di
sentimenti e sensazioni contrastanti. Una parte di lei l'avrebbe perdonato
subito, l'aveva fatto già cinque anni prima, quando lui se n'era andato così,
senza un perché, invece l'altra lo odiava per tutto quello che le aveva
fatto... e ora, che atteggiamento prendere?
Lui l'amava ancora? Come si sarebbe comportato? Avrebbe tentato di
riconquistarla o se ne sarebbe stato in silenzio, non volendo sconvolgere di
nuovo la sua vita? E Myr? Che fare con lei? Doveva sapere la verità su suo
padre o era meglio tacerle tutto?
"Basta! Non ne posso più!" esclamò Lina, mettendosi a
sedere di scatto e prendendosi la testa tra le mani. "Perché dev’essere
tutto tanto difficile? Cosa ho fatto per meritarmi di soffrire così? Perché
questo deve succedere proprio a me? Perché proprio ora che ero riuscita a rifarmi
una vita senza di lui? Perché?!"
La donna scoppiò in singhiozzi convulsi. Si sentiva sciocca ad
abbandonarsi alle lacrime, sapeva che così non avrebbe risolto nulla, ma non
riuscì a trattenersi.
All'improvviso sentì bussare alla porta. "Lina, posso
entrare?"
La giovane sussultò: quella era la voce di Luke, ne era certa. Non
poteva sbagliarsi: solo lui aveva una voce così dolce e forte insieme. Solo
lui, che pure aveva conosciuto soltanto quel pomeriggio, era riuscito a farla
sentire tanto a suo agio, da spingerla a raccontargli tutta la sua storia, che
aveva tenuto segreta per 5 lunghissimi anni. Solo lui, Luke...
Lina non si diede neanche la pena di asciugarsi le lacrime; una
voce dentro di lei le diceva che il giovane tenente avrebbe capito comunque che
qualcosa non andava, quindi, perché cercare inutilmente di nasconderlo?
Aprì la porta e si trovò davanti il ragazzo, sempre avvolto nella
sua impeccabile divisa; senza dir nulla lo fece entrare e gli indicò un sedia,
ma lui non si sedette, aspettando in piedi che la sua ospite si fosse
accomodata, da perfetto cavaliere.
Intanto però la osservava attentamente: Lina indossava ancora il
lungo vestito verde di prima, ma si era tolta lo stretto corpino e ora l'abito
le ricadeva morbido sul corpo, senza evidenziare altro che la statura minuta e
il fisico snello della donna.
I capelli non erano più raccolti in una treccia come prima ma le
ricadevano sciolti sulle spalle e alcune ciocche le coprivano il petto, dando
all'intera figura di lei un non so che di fragile e doloroso.
Lina si sedette nuovamente sul letto e il soldato la imitò, senza
però staccarle lo sguardo di dosso.
Dopo qualche istante, infine, lui ruppe il silenzio. "Lina,
che cosa c'è? Hai gli occhi lucidi... hai forse pianto?"
La donna annuì lentamente. "Sì, ho pianto. Ho pianto come non
facevo da quando Gourry mi ha lasciato... e se lo vuoi sapere, ho pianto per
lui, per causa sua... Luke, se lo sai, ti prego, dimmi perché tutto questo sta
succedendo proprio a me? Non ho già pagato il mio debito con la sorte,
soffrendo quello che ho sofferto?" Nella sua voce era celata una preghiera
disperata, che non sfuggì all'attento Luke.
"Non lo so, purtroppo non so risponderti, anche se vorrei
farlo... però credo di sapere cosa posso fare per aiutarti. Non considerarmi
sfacciato, Lina, ma tu hai bisogno di un compagno, di qualcuno che ti possa
sostenere quando ne hai bisogno... tu sei forte, l'ho capito dal coraggio con
cui mi hai raccontato la tua storia, ma non puoi farcela da sola... anche tu
sei un essere umano, e come tutti gli esseri umani hai un nucleo fragile... ben
protetto forse, ma c'è, e questa esperienza secondo me lo sta intaccando... e
se qualcuno non fa qualcosa, temo che presto si romperà. E allora tu perderesti
il senno o cadresti preda della disperazione più assoluta..."
La ragazza scosse tristemente il capo, in segno di diniego.
"Non c'è nessuno che può aiutarmi, Luke... l'unico a poterlo fare era
Gourry. Ma ora che lui mi ha abbandonato, sono sola al mondo... sola con mia
figlia..."
"Non dire così, Lina! Per tutti a questo mondo esiste un
compagno, devi solo crederci e lo troverai!"
"Io ci credevo, ma la vita mi ha dimostrato che non è vero...
l'uomo può contare solo su sé stesso..."
A quelle parole, il tenente si alzò di scatto e andò ad
inginocchiarsi di fronte alla donna, prendendole le mani con foga. "Lina
tu devi avere un'altra possibilità! Ricomincia a sperare, a credere che tutto
può ancora cambiare! Tu non sei sola: ci sono io con te, e ti giuro sul mio
onore che non ti abbandonerò mai, per tutto il resto della mia vita!"
Di fronte a quel gesto di dedizione totale, Lina si sentì confusa
e ritrasse le mani, arrossendo violentemente. "Luke, ti prego, non dire
queste cose. Io non sono niente per te e non voglio che tu ti preoccupi oltre
misura per la mia situazione. Quello di prima è stato solo uno sfogo
momentaneo... adesso mi è passato tutto... sono perfettamente in grado di
cavarmela da sola e non voglio assolutamente legarti a me con una promessa di
fedeltà eterna, non sarebbe giusto..."
"Lina, io non ti ho detto parlato così perché mi fai pena o
altro, ma perché me lo sento nel cuore... una voce, dentro di me, mi dice che
questa è la cosa giusta da fare! Ti prego, concedimi di restarti accanto! Non
voglio alcun riconoscimento, voglio solo proteggerti da tutti i pericoli che
potresti incontrare..."
Nella mente di lei risuonarono chiare le parole che aveva udito
pronunciare quasi dieci anni prima da un'altra voce d'uomo, anch'essa gentile e
protettiva: -Una ragazzina come te non può fare da sola il viaggio fino ad
Ataratsu Shitei, è troppo pericoloso, ti accompagnerò io, d'accordo?-
Tanto tempo prima, Gourry le aveva detto le stesse cose. Lei aveva
accettato la sua proposta e avevano cominciato a viaggiare insieme; alla fine
si erano innamorati l'uno dell'altra e poi... e poi era successo ciò che Lina
non aveva immaginato neanche nei suoi peggiori incubi: era rimasta sola, sola
contro tutto e contro tutti, senza più nessuno...
No, non poteva e non doveva accadere ancora e l'unico modo di
evitarlo era continuare la sua sfida con la vita contando solo sulle proprie
forze. "No, Luke, non voglio. Quando incontrai Gourry per la prima volta
mi disse esattamente le stesse cose e sai bene anche tu come è finita tra
noi... non me la sento di rischiare ancora."
"Ascoltami Lina, io non sono come Gourry... io non ti
abbandonerei mai... ti prego, credimi! Dammi almeno una possibilità..."
"No! Non ce la faccio. E' la mia ultima e definitiva parola
sull'argomento. E ora lasciami sola, per favore, devo vestirmi per
stasera."
Di fronte a quel garbato ma fermo invito ad alzare i tacchi, al
tenente non restò altro che chinare la testa e obbedire. Giunto sulla soglia,
però, si voltò ancora verso la ragazza e le disse: "Se mai cambiassi idea,
sappi che io sono sempre qui ad aspettarti."
Detto questo, uscì in silenzio. La ragazza lo seguì fin sulla
porta e poi lo accompagnò con gli occhi, finché non scomparve dietro l'angolo
del corridoio.
Quando non lo vide più, Lina crollò il capo e una lacrima le scivolò
sul viso. 'Sono stata una sciocca, una vera sciocca... perché non ho gli ho
detto di sì? Perché? Perché non ho avuto il coraggio di dirgli che gli voglio
bene? E' tutta colpa tua, Gourry! Mi hai rovinato la vita, mi hai perfino reso
incapace di amare!'
Nel rientrare nella sua stanza, la donna alzò lo sguardo e,
quattro o cinque metri più in là, scorse un uomo, che evidentemente aveva visto
uscire Luke dalla sua camera e che era rimasto piuttosto stupito di quella
scena.
"Che cosa ci faceva Luke in camera tua, Lina?" le urlò
lui.
Lei non gli rispose. Pallida in volto, si chiuse violentemente la
porta alle spalle, desiderando soltanto rimanere sola e non vederlo più.
'Perché devi continuare a tormentarmi? Che cosa ho fatto per meritarmi questo?'
Nel frattempo, Zelgadiss stava accompagnando la piccola Myr a fare
un giro per le stanze del castello.
Stavano passando davanti alla sala del trono, quando tutte le
guardie si misero sull'attenti e un usciere spalancò la porta, annunciando il
passaggio della regina Amelia e del suo seguito.
Il giovane prese in braccio la bambina e insieme attesero, l'uno
con gioia, l'altra con curiosità, l'arrivo della sovrana. Quando lei comparve,
le labbra di Zel si schiusero in un raro sorriso, mentre Myr osservava estasiata
la corona luccicante che ornava il capo di Amelia.
"Oh ciao, Zel! Non
sapevo che intendessi venire ad aspettarmi dopo le udienze! Come mai questa
decisione?" gli domandò la regina, sorridendogli dolcemente.
"Beh, in verità stavo accompagnando Myr a fare un giro del
castello e siamo qui quasi per caso..."
Apprendendo che Zelgadiss non era venuto lì per lei, gli occhi di
Amelia lanciarono all'amato un dolce rimprovero, ma poi la ragazza si fece
prendere dalla curiosità attorno alla piccola che era con lui. "Zelgy,
tesoro, spiegami una cosa: chi è questa bambina? Sembra la fotocopia di Lina in
miniatura... ma non può essere... no, non mi dirai che..."
"E invece è proprio così Amy. Questa bimba si chiama Myr ed è
figlia di Lina... per questo le somiglia così tanto. Myr, questa è la regina
Amelia."
"Allora tu sei la zia Amelia, la fidanzata dello zio Zel!
Proprio come mi aveva raccontato la mamma!"
La ragazza arrossì. "Emh, sì, si può dire che io sono la...
fidanzata di Zel... ma ora rispondi tu alla mia domanda, Myr: chi è il tuo
papà? E dov'è adesso?"
La bambina si fece pensierosa. "Non lo so, zia
Amelia..." disse infine "Non l'ho mai visto... la mamma mi ha sempre
detto che è partito per un paese lontano lontano prima che io nascessi... è
andato lassù, e adesso è molto felice." E indicò col dito il cielo
azzurro, che si scorgeva fuori dalla grande finestra.
Amelia impallidì e si rivolse al giovanotto, che aveva una strana
espressione dipinta sul viso. "Zelgadiss... vuoi dire che Lina si è
sposata ed è rimasta già vedova... Myr avrà circa cinque anni e se dice che suo
padre è morto prima della sua nascita, significa che... santo cielo, è
terribile. Perché Lina non ci ha mai detto nulla, né del matrimonio, né di sua
figlia, né di suo marito? Che le è preso?"
Zelgadiss scosse la testa. "Lina non ha parlato neppure con
me, io so esattamente quello che sai tu." mentì.
"Eppure quando l'ho vista prima, non mi è sembrata triste...
si è rabbuiata solo un attimo quando le ho domandato perché non si fosse
sistemata con Gourry... per il resto mi è parsa completamente normale. Se ben
ricordo, dopo la lotta contro Dark Star, quei due erano ripartiti assieme...
Gourry è arrivato qui al castello circa un anno dopo, dicendomi che Lina si era
messa con un altro e che lui era rimasto "disoccupato". Dev'essere
stato allora che si è sposata ed è nata Myr. Le date coincidono." Amelia
si interruppe per un momento "Ho deciso: vado a parlare con Lina!"
esclamò poi "Voglio che mi dica come si sono svolti realmente i
fatti!"
"No Amy, non farlo. Quello per Lina è stato sicuramente un
periodo doloroso, e la faresti soffrire ancora chiedendole di ricordare...
aspetta e prima o poi te ne parlerà lei stessa, ne sono certo!"
La regina chinò il capo. "Hai ragione, Zel. Non voglio che Lina
abbia dei dispiaceri per causa mia. Bene, aspetterò. Adesso scusami, ma ho
delle faccende da sbrigare. Ci vediamo stasera a cena. Ricorda, alle 8 precise
nel salone delle feste!"
Detto questo Amelia diede un rapido bacio sulla guancia al
giovanotto e poi si allontanò in direzione dei suoi appartamenti, seguita dalle
dame, che la attorniavano sempre, ossequiose e sorridenti, come fanno le api
con i fiori profumati.
Rimasto solo, Zelgadiss depose dolcemente a terra la bambina e,
prendendola per mano si diresse verso la stanza che occupava Lina.
Ma, giunto a pochi metri dalla porta della camera, si trovò di
fronte lo spadaccino che fissava l'uscio chiuso, perso nei suoi pensieri.
"Ehi, ciao Gourry!" lo salutò Zelgadiss "Come mai qui?"
Lui, sentendosi chiamare, sussultò e sembrò ritornare bruscamente,
ma con sollievo, alla realtà. "Oh sei tu, Zel... non ti avevo sentito
arrivare." si scusò poi; stava per riprendere il discorso quando si
accorse della presenza di Myr. Gourry impallidì all'istante e una rapida serie
di espressioni diverse, riflesso dello sconvolgimento emotivo che lo aveva
preso, alterò le fattezze del suo viso. "Lei... lei è... perciò io... mi
sento un verme... non avrei mai dovuto comportarmi così per quella vecchia
storia..."
Myr e Zelgadiss lo fissavano meravigliati. "Gourry che ti
succede? Di cosa stai parlando? Perché ti dai del verme? Spiegati!" gli
domandò poi quest'ultimo.
Ma il soldato non rispose, preso com'era dai suoi pensieri e dalle
emozioni contrastanti che lottavano dentro di lui. Alla fine, senza dire una
parola, la testa tra le mani, le guance rigate di lacrime, corse via, lasciando
l'amico e la bimba perplessi e stupiti a domandarsi che cosa mai gli fosse
passato per la testa di tanto terribile da sconvolgerlo in quel modo.
Capitolo 8 *** Cap.7 - Guarda, una penna e un libro bianco... ***
Capitolo 7: Guarda
Capitolo 7:
Guarda... una penna, un libro bianco.
Rimasto solo con Myr, Zelgadiss decise che era ora di ricondurre
la piccola dalla madre e bussò alla porta della camera di questa.
Da dentro le rispose una voce stanca e triste, che il giovanotto
stentò a riconoscere come quella allegra e vivace dell'amica. Entrato, la vide
immobile sull'ampio balcone, col pensiero perso chissà dove a guardare con
occhi spenti, forse senza neanche vederlo, il parco che si stendeva sotto di
lei e che già era quasi interamente assorbito dall'oscurità inquietante della
notte.
Fuori soffiava un vento freddo, che alzava i capelli di Lina e la
faceva rabbrividire leggermente, ma lei sembrava non accorgersene neppure;
Zelgadiss era certo che avesse risposto al suo bussare inconsciamente, senza
rendersi conto di ciò che faceva, quasi fosse un riflesso condizionato.
Il giovane impose silenzio alla bambina e, avvicinandosi
lentamente a Lina, le posò sulle spalle una coperta. Poi le parlò con dolcezza:
"Lina, cosa ci fai qui? A cosa stai pensando? Fa freddo, ti ammalerai se
non rientri..."
La ragazza, sentendo la voce di lui, si scosse e sembrò uscire da
un sogno. "Zel... sei tu... dove sei stato fino ad ora con Myr? E lei
dov'è?..."
Il giovane le cinse le spalle con un braccio e la ricondusse nella
stanza. "Non preoccuparti, tua figlia è con me, lo è sempre stata..."
"Mamma, mamma! Stai male?!" le domandò Myr,
ansiosamente, correndole incontro e stringendosi a lei. "Perché eri là
fuori? Mi hai sempre detto che alla sera bisogna stare in casa, perché in giro
ci sono gli uomini cattivi!"
Sentendo l'agitazione della bambina, Lina sembrò tornare
completamente alla realtà e, mentre la prendeva tra le braccia, il suo volto si
illuminò di un debole sorriso. "Stai tranquilla, tesoro mio, mamma sta
bene, stavo solo pensando ed ero un po' preoccupata... adesso però è tutto
passato. Allora, ti sei divertita con lo zio Zel?"
Rincuorata per le rassicurazioni della madre, Myr aveva ritrovato
il suo abituale buon umore e iniziò a raccontare con eccitazione tutto ciò che
aveva visto quel pomeriggio.
"...E poi c'erano dei signori alti, alti con delle armature
tutte bianche che quando passava la zia Amelia diventavano tutti attenti, erano
buffissimi! Stavano fermi davanti alle porte e non parlavano..."
"Sono le guardie, Myr. Sono incaricate di proteggere la zia
Amelia da tutti quelli che vogliono farle del male..."
"Ma la zia è forte, è capace di fare tutto da sola, me l'hai
sempre detto anche tu, mamma!"
Lina sorrise. "Certo, ma ci sono occasioni in cui per un
ragazza bella come me, come te o come la zia Amelia è più facile sfruttare dei
poveri ingenui come lo zio Zel che..."
"Ehi Lina!" si intromise Zelgadiss, fingendosi offeso
"Chi sarebbe il povero ingenuo?!"
La donna gli lanciò un'occhiata disgustata, come se considerasse
il suo intervento assolutamente superfluo e proseguì il discorso come se nulla
fosse. "...Ti dicevo, amor mio, tutti gli uomini sono degli ingenui, che
si fanno incantare come niente da qualche moina o da qualche curva messa al
posto giusto, e una volta ridotti in quello stato puoi farne praticamente ciò
che vuoi... ricordatelo, è un tecnica che funziona con il 99% degli individui
di sesso maschile!"
Myr annuì vigorosamente, mentre il "povero ingenuo"
alzava gli occhi al cielo, sconsolato. "Bene, tesoro..." proseguì la
ragazza "...dopo questa breve lezione sul comportamento degli uomini,
pensiamo a faccende più urgenti. Manca meno di un'ora alle otto e dobbiamo
prepararci par la cena, ricordi? Quindi adesso cerchiamo un bel vestitino per
te tra quelli che mi hanno portato le dame della zia Amelia, ok?"
Così dicendo, Lina depose a terra la figlia e la condusse nella
stanzetta attigua a quella in cui si trovavano, che conteneva un grande armadio
intarsiato, una cassettiera con uno specchio, un tavolo, un divano e qualche
sedia.
La donna si diresse direttamente all'armadio di mogano e lo aprì,
tirandone fuori dei bellissimi e delicati abiti da sera, a misura di bambina.
"Allora Myr, quale preferisci tra tutti questi?"
La piccola esitò, ma alla fine puntò l'indice su un vestito color
porpora, lungo fin quasi alla caviglia, con dei grandi fiocchi rosa sulle
manichine a sbuffo e alla cintura.
"E' bellissimo, Myr!" intervenne Zelgadiss "Sono
sicuro che ti starà d'incanto!"
Anche la madre approvò la scelta e, spinto fuori il ragazzo, vestì
in fretta la piccola.
Pochi minuti dopo, Myr riapparve agli occhi curiosi di Zelgadiss,
abbigliata e pettinata come un piccola principessina.
"C-come sto, zio?" gli domandò la bimba, piuttosto imbarazzata.
"Sei stupenda Myr: sarai la più bella della serata, fidati di
me!"
"Lo zio Zel ha ragione, piccola mia" la rassicurò la
madre, chinandosi su di lei e posandole le mani sulle spalle "Non devi
aver paura di niente, sei perfettamente all'altezza di fare qualsiasi cosa tu
voglia e questa cena non deve spaventarti in alcun modo, ok? Vedrai che alla
fine sarà un'abbuffata come tutte quelle che ci facciamo io e te a casa, solo
che qui non paghiamo noi!"
A quella notizia, Myr sorrise radiosa. "Allora è tutto a
posto, mamma! Tu mi hai insegnato bene come ci si comporta alle
abbuffate!"
"Certo amore, andrà tutto bene. Ora ti dispiacerebbe stare
ancora un poco con lo zio Zel? Mamma ha bisogno di tempo per
prepararsi..."
"Non ti preoccupare, Lina. Porterò Myr in camera mia e le
farò vedere qualche trucchetto magico dei più semplici, anche se penso che sarà
già un asso in questo campo, visto chi ha per madre!"
Lina scoppiò in una risata. "In effetti Myr è già abbastanza
abile con la magia, non è vero tesoro? Ma comunque una lezione in più non le
farà male!"
Zelgadiss annuì e si rivolse alla bambina. "Allora Myr, vieni
con me che ti insegno a usare un po' di incantesimi, ti va?"
"Evviva! Che bello! Lo zio Zel mi insegna delle altre
magie!" esclamò la piccola, entusiasta. "Allora io vado, eh
mamma!"
"Va bene, Myr, fai la brava!" si raccomandò la donna,
lanciandole un bacio.
Myr sorrise di rimando e poi corse fuori dalla stanza, seguita dal
giovanotto. Rimasta sola, Lina scosse la testa, con le labbra atteggiate a
compiaciuto sorriso, chiuse la finestra e canticchiando, andò nel guardaroba a
vestirsi per la cena.
Finito che ebbe di prepararsi, Lina trasse un profondo sospiro e
lanciò un'occhiata alla maestosa pendola che ticchettava discreta nell'angolo
della stanza. 'Manca ancora un po' all'ora di cena, posso anche rilassarmi un
momento.' si disse infine, sollevata da quella constatazione.
Infatti l'attesa di quel banchetto di gala, per cui prima aveva
rassicurato sua figlia, le aveva messo addosso un'inspiegabile agitazione: la
ragazza aveva paura di qualcosa, ma non sapeva di cosa e questo rendeva il
tutto ancora più tremendo.
Si sedette lentamente alla scrivania e tirò fuori dal cassetto un
piccolo libretto rilegato in pelle. Lo aprì e si trovò di fronte una pagina
bianca, che con la sua purezza immacolata sembrava dirle: -Scrivi su di me
quello che ti angoscia, raccontami le tue ansie, i tuoi timori e vedrai che
dopo sarà tutto più semplice-
La donna sorrise, poi impugnò il pennino, lo intinse nel calamaio
e scrisse la data, in un angolo del foglio. Poi si ritrasse di scatto, quasi
intimorita per aver profanato il biancore di quelle pagine.
Ma dopo una breve esitazione, Lina scosse la testa e cominciò a
scrivere di getto, lasciando che le sue emozioni le uscissero dal cuore e si
fissassero liberamente sulla carta, senza la mediazione della mente.
...Ti detesto, ti odio... Vorrei potertelo dire, ma non ci
riesco...
...Hai sconvolto di nuovo la mia vita... Vorrei poter piangere, ma
non ci riesco...
...Mi chiedi perdono, dici di essere pentito... Vorrei poterti
credere, ma non ci riesco...
La ragazza si interruppe di nuovo, stupita di aver pensato e di
aver scritto parole così dure all'indirizzo di colui che aveva tanto amato.
Una lacrima le scivolò sul viso e cadde sull'inchiostro ancora
fresco delle prime parole, cancellandole a poco a poco, così come il tempo
aveva lentamente cancellato i sentimenti che esse racchiudevano.
Nonostante il pianto le offuscasse la vista, Lina continuò a
scrivere, la mano guidata solo dal cuore.
...Vorrei poter ricominciare tutto da capo, vorrei poter
rinascere, vorrei poter essere di nuovo felice... ma so che è impossibile.
Perché la mia vita aveva significato solo accanto a te, ma ora che te ne sei
andato l'incantesimo si è rotto e niente potrà più far tornare tutto come era
prima... purtroppo...
Ma ora ho capito che non è tutto finito: non si deve mai perdere
la speranza in un futuro migliore... la felicità è dietro l'angolo, basta
saperla vedere e prendere al volo... perché non si può vivere per sempre nel
dolore... non è giusto...
La pendola batté solennemente otto rintocchi; la donna sussultò a
quel rumore inatteso, che venne a rompere il silenzio assoluto che regnava
nella stanza. Chiuse di scatto il diario e balzò in piedi, come se si
aspettasse che da un momento all'altro qualcuno bussasse alla sua porta per
avvertirla che la cena era pronta.
E così avvenne. "Lina, posso entrare?" quella che la
stava chiamando era la voce di Kibil "Amelia mi ha incaricato di farti da
accompagnatore per questa sera e tra i miei doveri c'è anche quello di
avvisarti che è in tavola!"
"Vieni pure avanti, Kibil, sono pronta, adesso arrivo!"
Il capitano delle Guardie entrò nella stanza e si trovò davanti
Lina, avvolta in un bellissimo abito di seta senza maniche, color sabbia,
stretto sotto il seno da una cintura. Il vestito scendeva fino a coprirle i
piedi e la parte inferiore della gonna era impreziosita da pizzi delicati.
La ragazza aveva i capelli raccolti in un morbido chignon, dal
quale sfuggivano alcune ciocche che le circondavano il viso, dandole un aspetto
quasi angelico.
Portava degli orecchini pendenti di brillanti, abbinati ad un
girocollo, con un ciondolo anch’esso tempestato di diamanti.
Kibil lanciò un fischio, ammirato. "Mai visto niente di
simile, Lina. Sei splendida! Davvero... senti, permetti che ti baci la mano o
farai anche tu come tua figlia?"
Lei rise, ricordando il sonoro ceffone che la piccola Myr aveva
mollato al giovanotto, che in realtà cercava solo di essere galante. "Devi
scusarla, non è che una bambina! Comunque io un po' di galateo lo conosco... se
vuoi fare il baciamano, fallo pure, anche se non ne vedo la necessità!"
"Sai, una delle cose che ci insegnano quando ci prepariamo ad
entrare nel corpo dei Paladini della Guardia Reale..." le rispose il
giovane, inginocchiandosi davanti a lei "...è che con le signore bisogna
sempre essere molto galanti, in qualsiasi circostanza!"
Lina sorrise, sfilandosi il lungo guanto che le copriva la mano
destra e porgendola al ragazzo. "E scommetto che questa è una delle cose
che quello zoticone di Gourry non ha mai imparato!"
"Ti sbagli, invece!" la contraddisse Kibil, rialzandosi
e dandole il braccio "Gourry conosce perfettamente il galateo e lo mette
in pratica altrettanto bene! Mi ricordo com'era quando viaggiavate insieme e ti
assicuro che da allora è cambiato moltissimo, pensa che ha perfino imparato ad
usare qualche incantesimo dei più semplici e, se possibile, è diventato ancora
più bravo nel maneggiare le armi! Ora è praticamente imbattibile!"
La donna, pentendosi di aver tirato in ballo Gourry, si irrigidì e
strinse forte il braccio di lui. "Scusami Kibil” lo interruppe gelida “ma
preferisco non parlare di Gourry se non è strettamente necessario, ok? Adesso
sbrighiamoci, altrimenti faremo tardi per la cena."
"Come desideri, non volevo infastidirti. Dai, vieni con me,
andiamo a raggiungere gli altri nel salone delle feste!"
Lina annuì e la coppia si avviò. Dopo un attimo i due si
ritrovarono all'ingresso di un lungo corridoio, piantonato da dei soldati, al
termine del quale si intravedeva una sala illuminata, da cui proveniva un certo
brusio.
Superate le guardie, Kibil indicò col dito il salone. "Ecco,
quello è il salone delle feste, tutti gli altri ci aspettano là!"
Capitolo 10 *** Cap. 9 - Il tempo non è nient'altro che tempo ***
Capitolo 9: Il tempo non è nient'altro che tempo, è come un verso senza
rima
Capitolo 9: Il
tempo non è nient'altro che tempo, è come un verso senza rima...
Gourry salì velocemente le scale che portavano alla torre
principale del castello, dalla cui terrazza, alta decine di metri, si godeva,
nei giorni sereni, una vista spettacolare.
Non ancora uscito dalla tromba delle scale, il ragazzo fu
investito dalla luce della luna che illuminava quasi a giorno la notte, dandole
un qualcosa di magico.
Quando lo spadaccino giunse alla sommità del torrione, scorse una
figura sottile, che stava immobile davanti al parapetto a fissare la volta
stellata sopra di lei.
Tirava una leggera brezza primaverile che alzava dolcemente i
capelli della donna, ora non più raccolti ma sciolti sulle spalle. Sentendo dei
passi alle sue spalle, lei si voltò, scostandosi dal viso una ciocca color
rame, che il vento tentò subito di riportare dov'era.
Lina stava per sorridere al nuovo venuto, ma quando riconobbe
Gourry, nei suoi occhi comparve un'espressione stupita. "Che cosa sei
venuto a fare fin quassù?" gli domandò infine con una voce che si sforzava
inutilmente di suonare tranquilla e naturale.
Lui, che non aveva ancora mosso più di tre passi dalla porta della
torre, le si avvicinò lentamente. "Sono venuto per dirti la verità,
Lina... la verità sul giorno in cui ti ho abbandonato."
A quelle parole, lo stupore nello sguardo di lei svanì per
lasciare il posto ad un gelido distacco. Gourry notò il cambiamento, ma
proseguì: "Mi rendo perfettamente conto di essermi comportato da stupido,
oltre che da irresponsabile in tutti questi anni, ma..."
"Non cercare di scusarti, sarebbe inutile" lo interruppe
la giovane, secca "Non sei stato solo stupido e irresponsabile, ma anche
vile, crudele, abietto... potrei andare avanti per ore ad elencarti tutto ciò
che sei stato e altrettanto ci metterei a ricordarti tutto quello che non sei
stato! Se per caso non te ne fossi accorto, mi hai lasciato sola proprio nel
momento in cui io avevo più bisogno di te: quando è nata mia figlia!"
"Adesso sei tu che sbagli!" intervenne lo spadaccino
"Myr è nostra figlia, non solo tua! E sarebbe ora che le dicessi la verità
su suo padre, non puoi continuare a raccontarle che sono morto!"
"Come posso dirle la verità se non la conosco nemmeno
io?!" proruppe Lina, quasi piangendo "La vuoi capire o no che cinque
anni fa te ne sei andato senza un perché? Mi hai abbandonato e non mi hai fatto
più avere tue notizie... per me è come se fossi morto! Non so nulla di te,
della tua vita in questi ultimi anni... Se non fosse stato per Zelgadiss, avrei
continuato a non saperne niente! E forse... forse sarebbe stato meglio
così..." La voce della donna si spense in un singhiozzo, mentre il pianto
le bagnava il viso.
Davanti a quelle lacrime, Gourry, che avrebbe voluto continuare a
fare il duro, si sentì vacillare: non l'aveva mai vista piangere così... Lina
era sempre stata una ragazza forte, aveva sempre affrontato e superato
qualunque pericolo, senza mai un cedimento, un'incertezza... era sempre stata
la guida del gruppo, quella che non si perdeva mai d'animo, neanche nelle
situazioni più disperate... ma ora era lì, davanti a lui, dopo cinque anni... e
piangeva... apparentemente la stessa fuori, ma così diversa dentro, così
fragile... così bella e fragile...
Lui le si avvicinò e cercò si stringerla a sé, ma lei si svincolò
dall'abbraccio e lo spinse indietro. "Non provarci nemmeno!" gli
disse, quasi urlando "Non hai il diritto di mettermi le mani addosso!
Posso farcela da sola, esattamente come ho fatto in tutto questo tempo!"
"Lina... scusami... scusami..." iniziò Gourry confuso da
quella reazione violenta "...davvero non mi ero reso conto di quanto tu
avessi bisogno di qualcuno che ti stesse accanto... ti avevo sempre vista così
forte... così determinata... non avevo capito che... che quando si diventa
madre è tutto diverso."
"Sì... è tutto diverso..." mormorò lei, asciugandosi gli
occhi con la mano "...è tutto diverso perché c'è un'altra persona nella
tua vita, e questa persona va protetta e difesa, e soprattutto chi come me è
abituato a pensare soltanto a sé stesso, si trova in difficoltà... deve
cambiare completamente atteggiamento, e ha bisogno di un compagno su cui
contare nei momenti più duri." La donna parlava lentamente, più a sé
stessa che all'altro, che pure la ascoltava in silenzio, col capo chino.
"Ma non sono io quella che deve parlare... sei tu. Dimmi la verità,
Gourry, la verità sul perché te ne sei andato... voglio sapere." concluse,
alzando con decisione gli occhi su di lui.
"Ne hai tutte le ragioni, Lina. Ma forse, quando avrai
ascoltato tutta la storia, non vorrai più saperne di me... e faresti
bene." Il ragazzo fece un pausa, come per cercare di riordinare le idee,
poi riprese: "Ricordi quelle lettere che mi arrivarono e che non volli
farti leggere? Bene, devi sapere che quelle lettere venivano dalla mia città
natale, un paesino sperduto sulle montagne... me le mandarono i miei parenti.
La prima conteneva le loro congratulazioni perché avevano saputo che mi ero
fidanzato con te. Ma un mio vecchio zio, che non ti vedeva di buon occhio, all'insaputa
degli altri era riuscito ad aggiungere alcune righe allo scritto, dove mi
rinfacciava il fatto che io aveva già una fidanzata... Camille."
La donna era sbiancata in viso. "Che cosa? Avevi già una
ragazza? Eppure... No, Gourry, come hai potuto farmi una cosa del
genere?!"
"Lina ascoltami, per l'amor del cielo! Io non amavo Camille!
Il nostro era un fidanzamento combinato dalle nostre famiglie per ragioni
economiche! I nostri genitori avevano stipulato un contratto di matrimonio
quando noi eravamo ancora molto piccoli! Io avevo appena 9 anni e lei soltanto
3! Non sapeva neanche che cosa fosse il matrimonio, povera piccola!"
"E allora perché ti sei sentito così legato a quella
ragazzina da voler abbandonare la donna che ti avrebbe reso padre per correre
da lei?"
"Io non sono corso da lei!" si difese Gourry
"Quando ho deciso di partire l'ho fatto perché non ce la facevo più a
sopportare la situazione... Camille crescendo si era innamorata perdutamente di
me, nonostante la lontananza, perchè aveva sentito i racconti delle nostre
avventure... Contro il Monaco Rosso, contro Shabranigdo, contro Garv e
Phibrizio, contro Valgarv e Dark Star... e quando aveva avuto la notizia che
stavo per sposarmi con un'altra donna aveva deciso di farla finita... era scappata
di casa e pochi giorni dopo l'avevano trovata impiccata ad un albero... sulla
corteccia aveva inciso le sue ultime parole: -Dite a Gourry che lo amerò per
sempre ma che dall'aldilà lo perseguiterò in eterno, perché mi ha tradito-.
Quando ricevetti la notizia, attraverso l'ultima lettera, era già troppo tardi,
Camille era morta da più di una settimana. Non me la sentivo di restare con
te... io ero felice, mentre la ragazza che mi aveva amato più della sua stessa
vita era morta per causa mia... lei aveva perso ciò che considerava più
importante e io mi sentivo in dovere di condividere il suo dolore, lasciando la
cosa che amavo di più: te..."
"Sei uno stupido Gourry!" lo aggredì la donna, con gli
occhi nuovamente pieni di lacrime "E a me non hai pensato? Non hai pensato
che anch'io avrei sofferto per la separazione? Tu non amavi Camille, amavi me,
eppure hai preferito dividere il dolore di una morta, piuttosto che la gioia di
una viva! Hai preferito andare là dove non avresti potuto fare più nulla,
piuttosto che restare dove la tua presenza era importante! Sai che ti dico?
Secondo me non te ne sei andato perché ti sentivi in dovere di farlo, ma perché
hai avuto paura di affrontare le responsabilità dell'essere padre! Sei sempre
stato un vile codardo! Sempre!" La voce di lei si perse in un singhiozzo,
mentre tentava inutilmente di dominarsi.
Dopo quel violento sfogo Lina, prendendosi il volto tra le mani,
corse via, lasciando Gourry solo.
Lo spadaccino si sentiva un grande vuoto nel cuore, come un buco
nero che risucchiasse ogni cosa che aveva dentro... stavolta era finita per
sempre... lei non l'avrebbe mai più perdonato...
A meno che il tempo non avesse operato un miracolo, forse
impossibile anche al più grande mago del mondo... ma la speranza è l'ultima a
morire e Gourry questo lo sapeva bene. "Il tempo non è nient'altro che
tempo, è come un verso senza rima... amore, ora dipende tutto da te."
disse poi lentamente, a mezza voce, il giovane, le guance rigate di lacrime. Da
quanto tempo non piangeva più? Forse addirittura da quel giorno lontano in cui
aveva visto la tomba di Camille. Quel tumulo di terra ancora fresca coperto di
rose di tutti i colori, quelle rose che piacevano tanto anche a Lina, ma che
lui, stupido, non le aveva mai donato, nemmeno una volta...
Nel frattempo la ragazza, correndo quasi alla cieca, con la vista
annebbiata dalle lacrime, trovò a fatica la porta che dava sulle scale, ma,
fatti pochi passi, andò a scontrarsi con qualcosa che occupava quasi per intero
il passaggio.
Lina alzò gli occhi e si trovò davanti il viso di Luke.
"Che... che cosa ci fai tu qui?" domandò al soldato "No... non
dirmi che... che hai sentito tutto..."
Lui annuì, con negli occhi un'espressione strana, un misto di
preoccupazione e felicità. "Sì, ho sentito tutto... e non posso dire che
sia successo per caso... in realtà ho seguito Gourry praticamente da quando ha
lasciato la sala. Stavo iniziando a giocare a bridge con gli altri, ma poi un
altro tizio è comparso letteralmente dal nulla e ha voluto prendere parte al gioco.
Gli ho ceduto il mio posto e sono venuto quassù... e credo di aver fatto bene.
Su, ora andiamocene, il generale potrebbe scendere in qualsiasi momento."
La donna annuì e lasciò che lui le cingesse le spalle con un
braccio, appoggiando quindi la testa sul suo petto, lasciandosi condurre dal
giovane giù dalle scale. "Luke..." mormorò dopo un po' "...è
sempre valida quella proposta di farmi da guardia del corpo?"
"Certo che sì, Lina... ma perché me lo chiedi?"
"Dato che dovremo partire alla ricerca del libro magico di
cui ci ha parlato Zel, e dato che Gourry sicuramente si unirà al gruppo, vorrei
avere accanto qualcuno che sa come stanno realmente le cose... e l'unico qui
sei tu... allora, accetti?"
Erano arrivati alla base della torre, che si apriva sulla vasta
terrazza del castello. La luna era stata oscurata da una nube e la notte era
quasi completamente buia. "Accetto, Lina, accetto e ti ringrazio dal
profondo del cuore di avermi concesso la tua fiducia... grazie."
Lei non rispose, si limitò a stringersi a lui, nascondendo la
testa tra le sue braccia e cercando in quell'abbraccio quel calore umano che
per troppo tempo le era mancato. Il tenente le accarezzò i capelli con la mano,
mormorando, più a sé stesso che a lei: "Io ti amo, Lina... e ti giuro che
non ti farò soffrire mai più, ti difenderò anche a costo della mia vita. Per
tutto il resto dei miei giorni..."
***
N.d.Diana: Le parole che Gourry pronuncia -Il tempo
[...] dipende tutto da te- sono la libera traduzione italiana dei versi di una
canzone dei Bon Jovi che io amo molto, "Next 100 years", il cui testo
inglese è: -[...] Time ain't nothing
but time/it's a verse with no rhyme/man, it all comes down to you [...]-
Capitolo 11 *** Cap.10 - L'avventura inizia! E se fosse l'ultima? ***
Capitolo 10: L'avventura inizia
Capitolo 10:
L'avventura inizia! E se fosse l'ultima?
Era praticamente l'alba, e tutto il castello reale di Sailune era
silenzioso. Alcune guardie erano ai loro posti, ma era come se tutto il
palazzo, di giorno ribollente di vita e di attività, fosse diventato
improvvisamente deserto.
Da una piccola porta laterale delle mura, che dava sull'esterno in
direzione non della città, come invece faceva il portone maggiore, ma
dell'aperta pianura, uscirono quattro figure.
Lina pensò con nostalgia all'ultima volta che erano partiti da
Sailune, per andare a combattere Dark Star...
Amelia era diventata la Regina di Sailune, e solo quando l'aveva
vista Lina si era accorta che non poteva chiederle di accompagnarla, di
combattere insieme, come ai vecchi tempi... Se per disgrazia le fosse successo
qualcosa, Sailune non avrebbe più avuto un reggente, proprio in un momento
difficile come quello.
A Zelgadiss dispiaceva di andarsene senza dirle nemmeno una
parola... ma già era stato un egoista a trascinare Lina ed addirittura sua
figlia Myr in un'avventura in cui potevano rischiare la vita, senza guadagnarci
nulla se avessero avuto successo... ma Amelia, no, non poteva andare anche con
Amelia. E lei, se aveva anche un solo briciolo di senso del dovere, non avrebbe
detto nulla di fronte alla loro partenza... il suo posto era sul trono.
Ma purtroppo Zel dubitava che Amelia avesse il suddetto briciolo
di senso del dovere... una persona di quella fatta non cambia facilmente.
Luke era stato tre anni al servizio di Amelia nell'esercito di
Sailune, ed in tutto quel tempo aveva accumulato quasi due mesi interi di
permesso ed i gradi di Maggiore... ma continuava a rifiutare sia gli uni sia
gli altri. Ora, però, aveva deciso di servirsi delle sue licenze e libere
uscite arretrate... per lei. Il giovane soldato tornò a pensare a quanto
successo la sera prima sulla terrazza, come aveva stretto a sé il corpo esile
di Lina, come le aveva accarezzato i capelli e le aveva detto che l'amava, e
lei non aveva detto nulla, non si era sciolta dall'abbraccio, non lo aveva
allontanato... era semplicemente rimasta immobile, tra le sue braccia.
Luke Aoi scosse la testa. Se anche se Lina non avesse mai
ricambiato il suo amore, non avrebbe avuto rimpianti... lui voleva solo
proteggerla, impedire che soffrisse ancora... sì, era questa la sua missione, e
l'avrebbe portata a termine, a qualunque costo.
Myr era estasiata. Era alla sua prima avventura.
Sua madre le aveva raccontato in quegli ultimi giorni tutte le sue
avventure, le battaglie, le ricerche di tesori della sua movimentata vita, e
Myr quasi non riusciva a credere che stava per entrare per la prima volta
veramente in azione, come lei, per diventare una grande avventuriera.
Nervosa, posò la sua mano sulla cintura per sentire la
rassicurante pressione della spada, mentre mentalmente ripassava tutte le
formule magiche che conosceva. La sua più grande paura era di essere d'impaccio
al gruppo e di fare brutta figura di fronte agli amici...
Zelgadiss tirò rapidamente fuori da una tasca una mappa nuova ed
accuratamente ripiegata e la consultò per alcuni secondi.
"Dove si va quando si cerca un libro di magia scritto da una
superdivinità superiore potentissima, tanto per cominciare?" chiese Lina.
"Come ti ho già detto, mentre ero a Sailune ho consultato
molte volte la biblioteca, raccogliendo tutte le informazioni possibili su
questo misterioso libro. Il che vuol dire pochissime. Credo di aver cercato in
un migliaio abbondante di libri, trovandone solo undici che ne parlano, dieci
solo con degli accenni, e solamente uno in modo esauriente. Più quel poco che
mi ha detto Xelloss, che chissà dove si sarà ficcato ora..."
"Bah, se lo conosco bene ci starà origliando. Prego,
illuminaci." disse Lina, ostentando spavalderia. In realtà era nervosa.
Come se la sarebbe cavata? Erano anni che non usava incantesimi di alta
potenza... e se non ne fosse più stata in grado? La giovane maga cercò di non
pensarci... almeno si era lasciata alle spalle Gourry. Certo, la ferita faceva
ancora male, ma col tempo sarebbe passato tutto...
"Sembra che il libro in questione, scritto da questa entità
superiore nota come Chronos..." iniziò Zel "...abbia il bizzarro nome
di Hermonokurion."
"Hermonokurion..." ripeté Lina. Chissà perché, alle sue
orecchie, quella parola aveva uno strano suono.
"E cosa significa?" chiese Myr.
Zel sorrise. "Non sono sicuro, è una lingua antichissima...
ma comunque è qualcosa di simile a -L'oscuro dialogo perduto dello spazio, del
tempo e dei sogni-... credo."
"Accipicchia!" fece la bambina "Vuol dire tutte
queste cose?"
"Beh, sì. Sono riuscito a decifrarlo solo paragonandolo al
Settimo Elfico Antico, una lingua anche questa semisconosciuta. Her Mono Kur
Ion, cioè Discorso, Nascosto, Realtà, Irrealtà... ma è una lingua estremamente
sfumata, pochissime parole bastano per esprimere concetti complicatissimi.
Addirittura in questa lingua non esistono frasi, una sola parola composta basta
per dire quello che nella nostra richiederebbe molte righe..."
"Vabbè Zel, taglia corto con l'ora di Lingue
Straniere..." interruppe sbrigativa Lina.
"Subito. Come vi dicevo, dieci libri accennano soltanto
all'Hermonokurion, ed in ambiti e circostanze del tutto diverse, ma hanno tutti
un punto in comune. Sono scritti tutti dallo stesso autore."
"E suggerisci di cominciare là le ricerche" aggiunse la
donna.
"Precisamente. Inoltre, ho qui con me l'undicesimo libro, che
ne parla in modo più esauriente" continuò la chimera, tirando fuori dalla
sua veste un sottile libro, che non doveva avere più di duecento pagine, con
una modesta rilegatura. Il titolo era scritto in una lingua che Lina non
conosceva assolutamente, un indecifrabile ghirigoro lungo tre righe.
"Che dice?" chiese Luke. Era la prima volta che parlava
da quando avevano lasciato il castello.
"Il titolo è, appunto, -Il grande libro di Chronos sullo
spazio, sul tempo e sui sogni o Hermonokurion-, e solo con l'aiuto di Xelloss
sono riuscito a tradurlo completamente. Parla del libro, ma contiene per lo più
frasi senza senso, una specie di descrizione vaghissima di Chronos, che sembra
possegga una potenza al di là di ogni immaginazione, molti accenni alla immane
forza degli incantesimi che da lui traggono potere, compresa una magia dal nome
praticamente intraducibile ed impronunciabile che secondo l'autore ha il potere
di togliere ogni tipo di maledizione da chiunque, ed altre note più o meno
importanti. Ma nulla sul dove trovarlo, tranne la specificazione che si trova
da qualche parte su questo mondo. E' già qualcosa, almeno sappiamo che abbiamo
una possibilità di recuperarlo. Che non è sulla luna o roba simile."
"Ok, ok. Dove abita questo scrittore?" chiese Lina.
"Piuttosto lontano... è questo il bello. Kirin, una piccola
città nel territorio dei Draghi Dorati."
"Draghi Dorati? L'autore è un Drago?" chiese una voce
proveniente dal nulla alle spalle di Zelgadiss.
La chimera, senza dire una parola, si girò di scatto, fendendo
l'aria con un rapido ceffone che fece un terribile rumore, come se avesse
colpito qualcuno che si fosse reso invisibile.
Si udì un tonfo sordo, e meno di cinque secondi dopo a terra
apparve Xelloss, con il contorno di una manata sulla guancia destra.
"CHE MALEEEE!!" si lamentò il demone. "Hai la mano
troppo pesante, Zel, oserei dire granitica. Ma Rezo non poteva farti di un
materiale più leggero?"
Zel, infuriato, prese in seria considerazione l'ipotesi di
continuare il pestaggio...
"Wow!"
fece Myr. "Come hai fatto a vederlo, zio Zel?"
"Ci ho fatto l'abitudine: ogni volta che andavo in biblioteca
lui spiava quel che leggevo da dietro le mie spalle... se non fosse che sono
troppo buono a quest'ora avrebbe una collezione di lividi tale da fargli
rimpiangere Philia."
"Ahioahia..." continuò a lamentarsi Xelloss. Rimase a
terra per un po', ma, quando vide che nessuno l'avrebbe aiutato a rialzarsi, si
rimise in piedi. "Draghi dorati, hai detto? Perchè non mi hai mai
informato prima?"
"Sei tu il demone..." sorrise Zel "...quindi sei tu
che dovresti informare noi, ti pare?"
"Vabbè, dimmi il nome dell'autore. Può darsi che ne abbia
sentito parlare..."
Zel si trattenne dallo scoppiare a ridere. "Certo che ne hai
sentito parlare!"
Tutti lo guardarono incuriositi.
"L'autore, signore e signori, è niente meno che il drago
dorato Zanard Ul Copt."
Tutti strabuzzarono gli occhi... e Xelloss più di tutti.
"Ul Copt? Ma non è il cognome della famiglia di Philia?"
chiese Lina.
"Precisamente. Si tratta di sicuro di un parente."
affermò Zel con certezza.
Xelloss sorrise. Ora toccava a lui sorprendere gli altri.
"Ok, glielo chiederò."
La giovane maga assunse un'espressione perplessa. "Chiedere a
chi?"
"A Philia, ovviamente. Sta venendo, la incontreremo lungo la
strada."
"Chee?" esclamarono in coro Zelgadiss e Lina.
"Anche io mi sono dato da fare! Agisco dietro ordine di LoN,
ricordalo... una esperta di magia bianca come lei ci potrà essere
utilissima."
"Uhm..." iniziò Zelgadiss, dubbioso "Questo non è
lo Xelloss che conosco. Sei troppo felice di rivederla. Non è che ci nascondi
qualcosa?"
Xelloss sobbalzò. "No, no, no, davvero! Io... uhm,
io..."
Lina si avvicinò a lui, lo squadrò con lo sguardo, e gli disse con
un sorriso sarcastico: "Dì un po', Xel... cos'è quella catenina che hai al
collo?"
Il demone infatti portava una sottilissima catenina d'argento, che
si andava a perdere sotto la sua veste. Solo allora anche gli altri la
notarono.
"La catenin..." iniziò Xelloss. Poi piegò il capo,
disperato. "E va bene, mi arrendo, ormai l'avete scoperto..." Infatti
tutti più o meno l'avevano capito, ma nessuno ci credeva. Eppure il
ragionamento era indiscutibile.
"Porti un anello infilato in quella catenina." cominciò
Zel.
Xelloss annuì in silenzio.
"E può essere solo un anello di fidanzamento dei
draghi." continuò Lina. Era un'usanza dei draghi dorati, che entrambi i
membri della coppia portassero al collo un anello identico.
Il demone annuì una seconda volta.
"Ti sei fidanzato... con Philia?!?" Lina assestò, con
assai poca diplomazia, la mazzata finale.
"Dopo la battaglia con Dark Star..." A Xelloss mancava
la voce. "Tempo dopo Dark Star, è successo qualcosa... qualcosa che non
posso dirti, Lina. Ma comunque, qualcosa che ha avvicinato me e Philia..."
La maga ascoltò in silenzio. Xelloss sembrava sul punto di dire
qualcosa di incredibile, ma cancellò la serietà in una risata.
"Non mi ero mai accorto che potesse anche essere amabile...
quando non tira fuori la mazza, diciamo..." Era evidente che non aveva
voglia di entrare troppo nei particolari. Ma ora tutti sapevano quel poco che
bastava: il demone, lo sterminatore di draghi, si era innamorato... anche lui.
Ci furono alcuni secondi di silenzio, dopo i quali Xelloss si
scosse ed esclamò: "E va bene, mettiamoci in marcia prima che a Sua Maestà
la Regina venga qualche strana idea tipo abbandonare il suo bel trono e
mettersi a seguirci..."
Un grido, proveniente dall'alto, esplose non appena Xelloss ebbe
finito la frase.
"SI', A SUA MAESTA LA REGINA E' VENUTA QUALCHE STRANA IDEA!
TREMATE, MALVAGI! VENGO PER SALVARE IL MIO AMATO DAL SUO TRISTE E PIETROSO
DESTINO!!!! SE L'AMORE HA TRIONFATO SUL CUORE DI UN DEMONE, ALLORA PUO'
TUTTO!!!"
Non vi erano dubbi sulla proprietaria della voce, nè ve ne furono
sul perchè della sua provenienza dall'alto...
Amelia, appostata in cima alle mura sopra alla porta d'uscita,
spiccò un salto mortale, fece due avvitamenti e, incredibile a dirsi, atterrò
abbastanza bene in mezzo al gruppo.
Myr ne fu affascinata. "Brava, zia Amelia!"
La regina sorrise. "Mi sono allenata molto!"
"Allenata un corno!" sbottò Lina. "Tu non puoi
venire con noi, hai un regno ed un popolo a cui badare! Sei troppo
preziosa!"
"Senti chi parla!!!" replicò in tono aspro Amelia.
"Tu che ti porti dietro addirittura tua figlia! Ma a lei non ci
pensi?"
"Ma io voglio venire!" strillò Myr. "Voglio
diventare un'avventuriera come la mia mamma!"
"Regina Amelia..." iniziò Luke con tono di leggero
rimprovero.
"Tu stai zitto, Luke! So badare a me stessa! E voi non
riuscirete a farmi cambiare idea! Il Primo Cancelliere è molto più esperto di
me in quanto a faccende di governo, Sailune se la caverà anche senza la sua
regina!"
"Ma non si rende conto di com'è tesa la situazione con il
regno di Zefiela? Potrebbe scoppiare una guerra nel frattempo, ed allora sì che
Sailune non potrà fare a meno di lei!"
"PIUTTOSTO! Sei tu, come alto ufficiale delle forze armate di
Saillune, a dover restare!"
"Io, alto ufficiale? Ma se sono solo tenente!" esclamò
il giovane, con un sorriso.
"Non lo saresti più se non avessi rifiutato tutte le
maledette promozioni che ti ho dato! E ora state TUTTI zitti! Soprattutto tu,
Zel!"
Zelgadiss sospirò, preso in contropiede. "Ho paura che ce la
dovremo sorbire per tutto il viaggio... ti conosco abbastanza per sapere che
non cambierai idea."
"PRECISAMENTE!" sbraitò Amelia.
"E come la mettiamo con la sua sicurezza, maestà? La regina
deve avere sempre la sua scorta!" insistette Luke, ligio al suo dovere.
"IO NON SONO PIU' UNA BAMBINA! E SE VUOI UNA FIREBALL IN
FACCIA PER DIMOSTRAZIONE, POSSO ACCONTENTARTI SUBITO!!!"
"Luke ha ragione!" confermò una voce proveniente dallo
stesso punto da cui era venuta quella di Amelia prima. Con un balzo, Gourry, si
lanciò dalle mura ed atterrò perfettamente a fianco di Amelia. Accompagnandosi
con lo slancio della caduta, si inginocchiò rapidamente davanti a lei.
"E tu che ci fai qui, Gourry?" chiese Amelia stupita.
"Amelia, sai meglio di me che non devi andartene in giro
senza una scorta e io ho giurato su quanto ho di più sacro di proteggerti! Ed è
quello che ho intenzione di fare!" rispose lui con deferenza.
Lina lanciò un'occhiata sorpresa allo spadaccino: da dove veniva
quel modo di fare così sofisticato? E dov'era finito il ragazzo ingenuo e
semplice che lei aveva conosciuto?
"Si, va bene, va bene." interruppe la regina, seccata.
"Intendo dire, come diavolo hai fatto ad accorgerti che ero uscita?"
"Se è per questo, Amelia, temo che tu abbia appena svegliato
mezzo castello..."
Amelia si ricordò di aver urlato per cinque minuti buoni, ed
arrossì.
"Maestà, le suggerisco di accettare la nostra
protezione." si intromise Luke.
"SEEEEEE! E se io non volessi avere dei tizi che mi stanno
sempre alle calcagna, per caso?" si lamentò Amelia.
"In tal caso" sorrise Gourry "verrei lo stesso, e
tu Luke?"
Il tenente annuì "Perfettamente d'accordo, Gourry, sono con
te!"
"E se vi radiassi con disonore dall'esercito??" Amelia
era in una delle sue giornate –aggressive-, evidentemente... e sembrava avere
voglia di tutto tranne che di due guardie del corpo troppo zelanti...
"Se tu morissi Amelia, per Saillune sarebbe un
disastro..." iniziò Gourry.
"Esattamente, maestà. A noi soldati della guardia non importa
della nostra vita, siamo pronti a sacrificarci, se serve per salvare lei"
completò Luke.
"Puah!" fece Xelloss "Tutto questo altruismo
idealistico mi fa venire la carie ai denti..."
"E va bene!" Amelia si era arresa. "Venite pure
tutti e due... però per te Luke, c'è una condizione: devi darmi del
"tu"! Per un po' non farò più la regina!"
"Del... del "tu"... a sua altezza?!"
"CHIAMAMI AMELIA O TI FACCIO DEGRADARE A
SOTTOVICEPULISCIBAGNI ALL'ISTANTE!!!"
E così anche l'altra metà del castello di Sailune venne svegliata.
Zelgadiss si passò una mano sulla fronte... Amelia non sarebbe
proprio cambiata mai, neanche in un milione di anni...
La chimera stava per dare l'ordine di ripartire, quando scorse una
figura che correva a perdifiato verso di loro. "Ehi aspettatemi! Ci sono
anch'io!" urlò, con tutta la voce che aveva in corpo.
Xelloss guardò in direzione di chi si stava avvicinando, con
espressione di disgusto, poi si rivolse a Lina: "Ma siete sempre di corsa
voi umani? Possibile che non vi rendiate conto che teletrasportarsi è molto più
veloce?!"
La maga gli lanciò un'occhiata di compatimento. "Noi non
possiamo teletrasportarci, Xelloss, solo i demoni possono farlo."
Nel frattempo la figura si era avvicinata al gruppo e ora stava di
fronte ad Amelia, col fiato grosso e a fatica le stava dicendo: "...Bella
stima che hai dei tuoi parenti, cuginetta... parti per un'avventura
spettacolare e neanche mi avvisi! Cos'è, pensi che io non sia in grado di
affrontare dei pericoli?"
La regina alzò gli occhi, con espressione sconfitta e sospirò.
"E va bene, vieni anche tu Kibil... ma se andiamo avanti così dovrò
portarmi dietro tutta la corte!"
"Se tu urlassi un po' di meno, queste cose non
succederebbero!" le disse Zelgadiss, ironico.
Amelia lo gratificò di un'occhiata solforica, ma non proferì
parola. La chimera ridacchiò sotto i baffi e poi, fattosi serio, esclamò:
"Allora, dato che ci siamo tutti, in marcia! Andiamo a Kirin!"
Capitolo 12 *** Cap.11 - Medicare le ferite del cuore con tempo e lacrime? ***
Capitolo 11: Medicare le ferite del cuore con tempo e lacrime
Capitolo 11: Medicare le ferite del cuore con tempo e lacrime?
"Allora, dato che ci siamo tutti in marcia! Andiamo a
Kirin!"
Amelia si grattò un attimo la testa, e poi disse, in tono
interrogativo: "Uh, non per rovinare il bel momento, o l'inizio di quest'avventura,
ma... come contate di arrivarci, a questa città di Kirin?"
Il silenzio cadde sul gruppo, mentre tutti si scambiavano occhiate
interrogative. Nessuno se l'era chiesto, a quanto pareva.
Amelia scoppiò in una risata imbarazzata. "E voi volevate
partire senza di me? Senza di me non fareste un chilometro!"
Il suo momento di autostima esagerata venne interrotto da Luke,
che si stava cercando nelle tasche dei pantaloni. "Ehm... Amelia..."
Disse, stando bene attento a non mandarla ancora in bestia. "Io ho una
cartina, ma è solo della Penisola dei Demoni, quindi Kirin non c'è. Comunque,
possiamo esaminarla per decidere dove imbarcarci."
"Imbarcarci?" Fece la piccola Myr, curiosa.
Luke si girò verso di lei, e sorrise. si mise in ginocchio e
spiegò la cartina per terra, davanti a lei. Anche Myr si mise in ginocchio, al
suo fianco.
"Ecco, vedi, Myr... noi siamo qui." E gli indicò
Saillune sulla cartina. "Il posto dove dobbiamo andare è fuori dalla
mappa, oltre il mare, quindi dobbiamo andare in una città dove ci sia un porto,
per prendere una nave che ci porti là."
"Beh, c'è solo l'imbarazzo della scelta." Notò Gourry.
"La zona del lungomare è piena di città marittime e porti."
"Lo dicevo, io... meglio il teletrasporto..." Brontolò
Xellos, dandosi quell'aria scocciata che gli riusciva tanto bene... quella che
Lina non sopportava.
"E va bene, Xellos!" Sbraitò lei. "Se hai tanta
voglia di fare in fretta, teletrasportaci tutti a Kirin!"
Xellos sobbalzò e fece un passo indietro. "EEEH?! TUTTI?!? Ma
se siamo... uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, e con me... OTTO
persone fino a Kirin? Tu sei impazzita, Lina! Sono ancora giovane, io, non
voglio che mi venga la cervicale!"
"Non devi portarci in spalla, demone da strapazzo! Devi
TE-LE-TRAS-POR-TAR-CI, capito?!" Insistette Lina, che evidentemente non
aveva troppa voglia di complicarsi la vita... o che forse voleva solo
infastidire Xellos. "E poi hai un bel coraggio a definirti giovane!"
Aggiunse, alla fine.
"Uh, ehm, mi sono appena ricordato di un impegno
urgentissimo, devo andare... ehm, ecco... a lezioni di piano, sì!" Si
giustificò, o almeno tentò di giustificarsi, il demone.
"Da quando tu suoni il piano, scusa?" Chiese Zel con un
sorriso.
"Eh, ecco, ci vediamo, ciao!" Disse Xellos frettoloso.
"FERMO!" Gridò Lina, saltandogli addosso per placcarlo.
Ma Xellos svanì nel nulla, e la povera Lina rovinò a terra.
"Mamma! Stai bene?" Fece Myr, accorrendo.
"Ah... sì, sto bene, amore." Rispose lei, alzandosi e
spolverandosi i vestiti. "Mi raccomando, Myr. Non ti fidare mai degli
uomini. Hai visto come fanno in fretta a sparire."
La piccola la guardò senza capire, ma Gourry, non visto, fece un
passo indietro, con un nodo alla gola. Quella frecciata era indirizzata a lui.
"Ah, beh, va bene, allora mettiamoci in marcia, non perdiamo
altro tempo!" Disse Zel, più che altro per cercare di rompere il ghiaccio
che si era improvvisamente formato nel gruppo.
"Va bene, ma dove andiamo?" Chiese Kibil. "Hai già
deciso dove ci imbarcheremo, Amelia?"
"In un certo senso." Sorrise lei. "Andiamo alla
città di Gidor!"
"Gidor, Gidor, Gidor..." Fece Luke guardando sulla
cartina. "Ma... ma Gidor non è sulla costa! Anzi, è sulle montagne!"
"Lo so!" Fece Amelia, allegra. La sua facciona
sorridente era tutta un cartello con su scritto -Ho una sorpresa per voi e non
ve la dico, pappappero!-
"Uhm... hai intenzione di prendere un battello fluviale da
lì, per caso?" Chiese Gourry, notando, sulla cartina, una linea azzurra
nelle vicinanze della città.
"Negativo! Il fiume non c'entra per niente! Dai, forza, hai
ancora due possibilità!"
Gourry sospirò. Probabilmente Amelia non sarebbe cresciuta mai.
La regina aveva un sorriso a centottanta gradi, e tutti gli altri
intorno la stavano guardando strano. "Tee
hee hee! Non lo indovinerete mai!" Rise.
"Ok." Disse semplicemente Gourry. "Avanti, andiamo.
Gidor è vicina, ci arriveremo prima di sera, se tutto va bene."
"Ehi..." Fece Amelia, delusa. "Ma non provate
nemmeno ad indovinare?"
"Hai detto che non lo indovineremo mai, no?" chiese Zel,
con un briciolo di sarcasmo, mettendosi in marcia anche lui.
"Non siete nemmeno un po’ curiosi..." Ad Amelia stavano
cadendo le braccia. Intanto tutti si erano messi a camminare e l'avevano
lasciata lì, alle porte di Saillune, in stato semicatatonico.
"EHI, DOVE ANDATE?!?!" Gridò all'improvviso, facendo un
salto. "Tornate qui! Anzi, no, vengo io lì! Cioè, insomma,
Aspettatemiiiiiii!!!" Fece, correndogli dietro prima che la distanziassero
troppo... correndo incontro all'alba, verso l'est...
C'erano tutti. Lina, Gourry, Amelia e Zelgadiss. Come ai vecchi
tempi, come sei anni prima.
Ma quante cose erano cambiate da allora!
Quanto erano cambiate...
Stavolta c'era anche Myr.
Myr... Lina non riusciva a non pensarci. Cosa ne sarebbe stato di
sua figlia? Del suo futuro?
‘E cosa ne sarà anche del MIO futuro?’ Si chiese.
Myr... Myr era figlia sua e di Gourry. Ma era come se fosse solo
figlia sua, la piccola non aveva mai conosciuto la verità sul biondo
spadaccino...
Ma prima o poi la scoprirà... e la sua prima domanda sarà di
sicuro: "Perchè?"
Perchè le cose sono andate in quel modo?
"Cos'hai, mamma? Stai piangendo?" Chiese Myr, che
camminava al suo fianco. Solo allora Lina si accorse di avere gli occhi umidi.
"Non è niente, un po’ di terra che mi è finita negli occhi
quando ho cercato di prendere Xellos..." Era una verità. Ma non era solo
per quello che stava piangendo.
Anche in quella piccola verità c'era una verità più grande. Lina
l'aveva detta perchè le sembrava la cosa più ovvia per giustificare le sue
lacrime, ma...
-Mi raccomando, Myr. Non ti fidare mai degli uomini. Hai visto
come fanno in fretta a sparire- Le aveva detto, quando Xellos era scomparso.
Scomparso. E le aveva fatto finire della terra negli occhi.
Terra negli occhi. Pianto, dolore...
Ma le sarebbe passato. Gli occhi, piangendo, si sarebbero ripuliti
dalla polvere, e tutto sarebbe tornato come prima... col tempo.
Col tempo e con le lacrime.
Col tempo e con le lacrime quel piccolo dolore della terra negli
occhi le sarebbe passato. Ma tempo e lacrime erano anche la medicina per
l'altro dolore? Per quello del suo cuore?
O ci voleva qualcos'altro? O ci voleva... Luke?
Solo ora si accorgeva che aveva chiesto a Luke di farle da guardia
del corpo più per farlo contento che per altro.
Ma cosa ci voleva, allora?
Lacrime... tempo... tempo e lacrime, nient'altro? Sembrava troppo
facile...
Capitolo 12: Non farlo, Gourry! Ti ricordi di questo posto?
"Dai, forza, muoversi, muoversi con quella legna!" Gridò
Amelia, indirizzandosi ad una macchia di boscaglia davanti a lei. "Ormai è
buio pesto e non abbiamo uno straccio di fuoco! Muovetevi che ho fameeee!"
Si sentirono dei rumori, dei fruscii, poi da dietro un enorme
cespuglio spuntò fuori Kibil. Le gambe gli tremavano sotto il peso di un
gigantesco fascio di legna che incombeva sulle sue spalle.
"A-amelia, se tu ci avessi aiutato avremmo fatto
prima..." Ansimò, visibilmente a pezzi e con il volto rosso per lo sforzo.
Subito dopo anche Zel uscì dal boschetto, con sulle spalle un
fascio di legna altrettanto grande ed una faccia che era uno spettacolo.
"E se tu non fossi rimasta indietro saremmo arrivati a Gidor ben prima che
facesse sera..."
"CONTESTATE PURE, ADESSO?! DATEVI UNA MOSSA, TUTTI STANNO
ASPETTANDO QUELLA LEGNA!!!" Sbraitò la regina.
Kibil e Zel, degnandola di una discreta quantità di occhiate
omicide, trascinarono il loro pesante carico fino a un poco più a valle, dove
il gruppo aveva messo su un accampamento improvvisato per la notte. Era poco
più che una radura all'aria aperta, ed il terreno era già stato preparato per
accogliere un bel falò per riscaldarsi, e magari per le classiche salsicce
infilate su uno stecchetto e arrostite sul fuoco.
Mancava solo il fuoco... ed era toccato proprio a Kibil ed a Zel,
sotto la guida semidittatoriale di Amelia, andare a trovare la materia prima.
Con uno sbuffo, i due scaricarono la legna al centro della radura,
sotto gli sguardi divertiti degli altri. Poi Amelia si avvicinò al fuoco,
smanettando con due pietre focaie. Il tentativo durò parecchio, ma il risultato
fu solo quello di procurarsi un paio di tagli sulle dita con degli affilati
frammenti di selce.
"E se provassimo con un Flare Bit?" Chiese Myr con voce
innocente.
"Non ci provare, non ho voglia di mettermi a spegnere un
incendio!" La riprese Lina.
"Beh, di sicuro non lo farà Amelia, l'incendio..."
Osservò Kibil.
"Che fai, cugino, mi predi in giro?" Chiese la Regina,
senza nemmeno alzare gli occhi dalle sue due inutili pietre focaie, e senza
smettere di provare.
"Lungi da me il sol pensiero!" Scherzò lui.
"Proviamo con il sistema dello sfregare due legnetti?"
Ma, prima ancora che potesse prendere in mano un pezzo di legno,
il fuoco si accese in un lampo, divenendo immediatamente alto e scoppiettante.
"TAAA-DAAAAN! Visto, gente di malafede?" Gridò Amelia,
facendo la sua classica posa vittoriosa con le dita a V.
"Guarda che è impossibile che una scintilla accenda subito un
fuoco così..." Notò Zel.
"Vabbè, non stiamo a guardare il pelo nel fuoco!" Disse
Amelia, correndo subito alle salsicce, che erano in uno zainetto che si era
portata dietro. Prima che chiunque potesse muovere un muscolo, la regina era a
fianco del fuoco con almeno una ventina di salsicce infilate su altrettanti
spiedini, piantati vicino al falò. Myr, reagì per prima (temendo di restarne
senza) e si impossessò subito di un'altra decina di salsicce.
In men che non si dica si accese una battaglia feroce per il
possesso dello zaino di Amelia... Zel per un momento fissò quella indecorosa
scena con un gocciolone, poi si gettò anche lui nella mischia, gridando:
"Ehi, lasciatene una anche per me!!! Non potete mangiarvele tutte!!!"
Lina, che era uscita dalla battaglia con una buona dozzina degli
ambitissimi generi alimentari, si sedette vicino a Myr, che si stava già dando
da fare ad arrostire le sue...
E in quel momento, guardando attraverso il fuoco ondeggiante, li
vide.
LoN, appoggiata con noncuranza ad un albero vicino, e, lì a due
passi da lei, Xelloss, con quel suo sempiterno sorriso. Sembrava che solo lei
li avesse notati.
"Myr, pensa tu anche alle mie salsicce, per favore... ma NON
sbafartele tu, ok? Io torno subito." Le disse, alzandosi ed affidandole
circospetta il frutto di tanta battaglia. Myr le prese ed annuì, troppo
occupata ad infilzarle e a rigirarle per far sì che venissero ben cotte per
risponderle.
Lina si allontanò verso il bosco... LoN e Xelloss erano spariti
entrambi, ma non se ne stupì più di tanto. Si inoltrò nella boscaglia,
cercandoli con discrezione, certa che sarebbero stati loro a mostrarsi.
Ed infatti non venne delusa: Xelloss e LoN la aspettavano
pazientemente, in un punto riparato che si trovava più o meno al centro del
bosco. Si mosse per raggiungerli e...
Rimase sorpresa quando vide, quasi nello stesso momento in cui lei
si muoveva, spuntare dalla boscaglia anche Gourry.
I due si guardarono un attimo, senza sapere che cosa dire.
"E tu che cosa ci fai qui, ora?" Ruppe il silenzio Lina.
"Io?" Fece Gourry. "Avevo visto due persone vicino
al bosco e..." Si interruppe un attimo. "Xelloss? Sei tu?"
Il demone sorrise. "Congratulazioni, Gourry! Ti sei ricordato
il mio nome! La dieta a base di fosforo che ti ho consigliato funziona,
allora!"
"Tu non mi hai mai consigliato una dieta a base di
fosforo..." Obiettò lo spadaccino.
"Era una battuta..." Xelloss si portò una mano alla
fronte e scosse la testa. "Non cambierai mai..."
Lina interruppe la discussione. "Immagino che questa non sia
una visita di cortesia, LoN..."
"LoN?!!" Mormorò Gourry, annientato dallo stupore.
Xelloss trattenne una risatina.
"Esattamente, Lina... Gourry..." Inizio LoN.
"Aspetta!... Vuoi dire che c'entra anche lui?" Chiese
Lina.
"Ma certamente." Disse lei. "So delle vostre...
divergenze, ma, che vi piaccia o no, voi due siete la chiave e il fulcro di
tutta la vicenda."
"Noi due?... E' per quella faccenda dell'Hermonokurion o come
diavolo si chiama?" Chiese Gourry.
"Hermonokurion,
Gourry..." Brontolò Xelloss.
"E io che ho detto?" Rispose subito lo spadaccino.
"Mi devi spiegare ancora un sacco di cose, LoN. Cose che
credo di avere il diritto di sapere. Ci ho pensato, e credo che tutta questa
faccenda sia una farsa bella e buona." Iniziò Lina, portando subito avanti
il colpo. "Secondo me, ci stai prendendo in giro!"
"Farsa?" Chiese LoN.
"Chronos è davvero tanto stupido da scrivere un testo di
magia su carta, descrivervi un incantesimo così potente che è in grado di
distruggere lui stesso e lasciarlo in questo mondo? E' una storia senza nè capo
nè coda."
LoN scosse la testa. "Capisco che questa storia possa
sembrarti strana... ma non voglio che tu ti preoccupi. Non posso spiegarti ora,
ma ti chiedo soltanto di credermi."
Lina si grattò la testa, pensierosa. "Mi stai dicendo che
dovrò andare avanti alla cieca in tutta questa storia, finchè non sarà tutto
risolto?"
LoN annuì. "Un periodo di crisi ci aspetta... se io
sopravvivo a questa crisi, anche il vostro mondo sopravvivrà. Se io vengo
distrutta, anche il vostro mondo sparirà con me. Quindi, il mio bene è il
vostro bene."
Per la prima volta Gourry si rivolse a LoN. La sua voce non
tradiva esitazioni. "Se Chronos è addirittura più potente di te, allora
noi come..."
"L'ho detto. Esiste il modo. La chiave siete voi due e la
serratura è il libro magico."
Gourry si fece pensieroso. "Ma finchè non l'abbiamo
trovato..."
LoN sorrise leggermente. "Non dovete preoccuparvi.
Ricordatevi che ci sono io ad aiutarvi. Avrete tutto l'aiuto possibile,
provvederò personalmente affinchè possiate arrivare al libro."
"Tu, Xelloss!" Saltò fuori Lina. "Tu, o un altro
Mazoku o Dark Lord qualsiasi! Perchè non vi teletrasportate per prendere subito
e senza tanti giri il libro? Se non sbaglio tu e la tua mammina Zelas avete
detto che tutti i demoni erano pronti ad aiutare LoN!"
Xelloss la guardò serio. "Non possiamo. Nessuna creatura che
abbia una natura astrale più alta di un elfo può usare, o anche solo toccare,
l'Hermonokurion. E' scritto sul libro che Zelgadiss si è portato dietro, ma
sembra che non ve l'abbia detto. Quel libro è materia pura, e per questo non
può venire maneggiato da creature fortemente spirituali come elfi, Mazoku,
Ryuuzoku..."
"Ryuuzoku?"
Chiese Gourry. "Ah, già, i draghi..."
"Xelloss." Disse improvvisamente LoN. "E'
ora."
"Sì, è vero. Buona fortuna, mia signora." Rispose il
demone.
"Vai via?" Chiese Gourry.
"Già." Fece LoN. "Non vi sto abbandonando... anzi,
sto andando a darmi da fare per voi." Aveva appena finito di pronunciare
l'ultima parola, quando svanì nel nulla.
Il silenzio rimase nella foresta per alcuni istanti. Lina e Gourry
si scambiarono un'occhiata come se fosse la prima volta che si vedevano in
quella foresta.
"Beh, io vado con gli altri là al fuocherello!" Esclamò
allegro Xelloss, allontanandosi.
Altri attimi di silenzio seguirono. Gourry si guardò in giro,
mentre Lina, senza dire una parola, si diresse a passi lentissimi verso
l'accampamento.
‘Questo è ridicolo!’ Pensò la maga. ‘Devo smetterla di pensare a
Gourry... Lui mi ha abbandonata! Lui non mi merita!’ Le lacrime le stavano
salendo agli occhi. Cercò di pensare a Luke, per non dover pensare a Gourry...
ma non ci riuscì.
Quel ragazzo gentile e un po’ impacciato, simpatico ed educato...
non c'era, nella sua testa. C'era un solo giorno con lui... e c'erano cinque
anni con Gourry.
‘Gourry... perchè l'hai fatto? Avremmo potuto vivere felici
insieme... perchè hai voluto rovinarci tutti e due? Perchè? Per Camille?
Camille... chissà come si deve essere sentito Gourry quando l'ha saputo... deve
essersela sentita sulla coscienza, deve sentirsela ancora sulla coscienza...’
"Sai che posto è questo, Lina?"
Lina girò lentamente la testa verso di lui... E si guardò intorno.
Quel bosco...
Quell'albero, quella piccola radura, quel cespuglio lì a fianco e
quella stradina, quel passaggio tra la boscaglia...
E quello spadaccino biondo vestito di blu...
"Sì." Disse lei. Avrebbe voluto scappare via... ma si
costrinse a rimanere e spinse fuori dalla gola le parole che faticavano ad
uscire. "E' il bosco dove ci siamo incontrati... per la prima
volta..."
"Dieci anni. Dieci anni fa."
"Dieci anni..." Singhiozzò lei. "Così tanto
tempo..."
"Lina, credimi..." Fece lui avvicinandosi. Lina ebbe un
sussulto, ma obbligò le sue gambe a rimanere piantate lì, come fossero
inchiodate al terreno. "Ti prego..."
"Gourry..." Sapeva cosa stava per dirle. Lo sapeva, e
sapeva che era vero. Ma non riuscì a fare altro che a rimanere immobile ad
ascoltare, la sua mente era vuota. Voleva solo tornare a dieci anni prima, in
quello stesso posto... Vivere ancora, per la seconda volta, i cinque anni più
belli della sua vita, e saltare gli altri cinque... se solo avesse potuto.
Gourry si sedette, con la schiena appoggiata al tronco di un
albero. Abbassò la testa un attimo. Forse per pensare alle parole giuste, o
forse per trattenere le lacrime che, Lina ne era certa, stavano per venire
anche a lui.
"Dicono che la vita abbia migliaia di strade. E' una frase
che ho sentito spesso." Iniziò. Lo sguardo era triste; gli occhi azzurri
si alzarono e si puntarono su di lei. "Beh, secondo me non è vero. Non ho
mai avuto troppe scelte davanti a me. In genere solo due o tre alla
volta."
Si rimise in piedi, abbassando ancora la testa ed abbandonando con
i suoi occhi Lina. Cominciò a camminare.
"Per questo ho sempre cercato di scegliere la migliore. E'
sempre stata una scelta difficile, a volte sembravano tutte brutte. E altre
volte sceglievo male, o non ci pensavo abbastanza. Ma in quei cinque anni...
dal giorno in cui ti ho visto, lì, che scendevi da quella strada, con quei
tipacci intorno... fino al giorno in cui insieme abbiamo sconfitto Dark Star e
poi dopo vivendo insieme a te... ecco, in tutti quei giorni sono sempre stato
sicuro delle mie scelte. Avevo degli amici... avevo me stesso... avevo te... ed
avevo un obiettivo, per quanto faticassi a capirlo a volte, e sapevo che non mi
poteva succedere nulla. Ma dopo... dopo mi sono perso... Camille... era come
una sorellina per me, quando ero piccolo. E quando ho saputo che... che era
morta per colpa mia... io..."
Quasi cadde. Si mise in ginocchio, gli occhi bagnati levati ancora
una volta verso Lina.
"Lo so che ho fatto male, Lina... lo so che ti ho causato del
dolore, lo so che tu ora mi odi, e fai bene... ma credimi, ora farei qualunque
cosa per non vederti più piangere! Qualunque! Ti prego! Dimmi cosa devo fare,
Lina! Non voglio più vederti piangere! Non mi importa più niente di me, ho
perso la mia vita... ma non voglio che la perda anche tu, per una colpa non tua..."
Restando in ginocchio, tirò fuori la spada che portava alla
cintura. Lina fece un passo avanti, terrorizzata... più per lui che per sé.
Gourry rimirò la splendida lama della spada, dotazione degli
ufficiali della guardia reale. Erano novantasette centimetri di acciaio lucido
ed affilato, con un'elsa semplice e lineare, ma a Lina per un momento sembrò
essere la Spada di Luce nelle mani di Gourry.
Lui parlò ancora, con la voce rotta dal pianto. "Tu non mi
crederai, ma... in questi anni... ho seriamente pensato di seguire
Camille..."
"GOURRY!" Fu l'unica cosa che riuscì a gridare Lina,
troppo confusa per fare altro. Stava succedendo davvero? Tutto le sembrava
avvolto in un alone di irrealtà, come un sogno...
"...ma non sapevo... se era la scelta giusta..."
La lama ondeggiò un momento. Bastò quel leggero movimento per
mandare in pezzi tutto. Per Lina fu come svegliarsi da quel torpore che si era
impossessato di lei quando Gourry aveva cominciato a parlare.
Con un rapidissimo scatto sbriciolò la bara di vetro che sembrava
la circondasse e, di slancio, calciò la lama della spada di Gourry,
facendogliela sfuggire dalla tremante presa e mandandola a volare alta...
L'arma roteò nel cielo coperto di foglie, ed infine si piantò nel
tronco di un albero alle sue spalle.
Gourry si guardò sorpreso le mani, come se si aspettasse di
vedervi ancora la spada, e poi girò la testa, guardando l'albero in cui si era
conficcata. Poi guardò ancora Lina...
Il suo volto era rigato di lacrime, con lo sguardo dell'uomo più
felice del mondo...
"Lina..." Mormorò. "...allora tu..."
Non finì la frase. In un secondo Lina caricò e lasciò partire un
destro micidiale diretto al suo volto. Gourry perse l'equilibrio e da seduto
finì lungo disteso a terra.
"IDIOTA!" Sbraitò Lina. "Tu ed i tuoi stupidi
viaggi mentali! Non farmi prendere MAI PIÙ uno spavento simile!"
Prima che Gourry potesse fare qualunque cosa Lina aveva già girato
sui tacchi, dirigendosi verso l'accampamento.
Affrettò il passo, spaventata da quello che aveva visto negli
occhi di Gourry... gliel'aveva letto dentro: stava per farlo. Lo avrebbe
veramente fatto.
Ma una parte di lei, troppo piccola perchè se ne accorgesse, nel
fondo del suo cuore, era felice. Felice di averci parlato. E felice di altre
cose... che Lina non volle nemmeno cercare di sapere. Le bastava.
Gourry si alzò dolorante, scuotendo la testa. Lina l'aveva
salvato. Allora lui contava ancora qualcosa per lei...
Chiese a sé stesso se l'avrebbe veramente fatto... se avrebbe
davvero avuto il coraggio di farlo. Ma non trovò la forza di cercare una
risposta.
Anche lui iniziò a dirigersi, a passi lenti, verso l'accampamento.
"Uffa..." Borbottò sfregandosi le palpebre ancora umide.
"Mi è finita della terra negli occhi..."
Capitolo 14 *** Cap.13 - Ora si scopre il progetto di Amelia... ***
Capitolo 13: Ora si scopre il progetto di Amelia
Capitolo 13: Ora si scopre il progetto di Amelia! La realizzazione di un
sogno antichissimo!
"Presto, ragazzi! Ci siamo! Siamo arrivati!" Gridò tutta
allegra la vocina di Amelia, proveniente da un punto indefinibile della
boscaglia davanti al gruppo. Il bosco si era fatto sempre più fitto man mano
che si erano lasciati alle spalle Sailune dirigendosi verso Gidor e ormai era
difficile vedere più lontano di un centinaio di metri. Inoltre, la pendenza del
terreno era andata decisamente aumentando, nascondendo ulteriormente alla vista
l'orizzonte davanti a loro.
Da dietro il tronco di un albero si fece vedere il volto della
regina, subito accompagnato da una mano salutante. "Ehi, venite, presto!
Dai, siamo arrivati! Ci siamo!".
"Prima era ultima, ed ora ha insistito per andare in testa...
non la capirò mai..." Borbottò Kibil.
"Evidentemente non vede l'ora di farci vedere... qualunque
cosa voglia farci vedere. Probabilmente un metodo miracoloso per raggiungere
Kirin e quel tipo che sa del Libro Magico... Ma tu hai idea di che cosa si
tratti?" Chiese Zel.
"Io? Mah. So che questa città, Gidor, è poco più che una
fortezza dell'esercito di Sailune, lontana ed isolata. Non ho idea di cosa
potrebbe esserci. Probabilmente, di qualunque cosa si tratti, dev'essere un grosso
segreto militare."
"Kibil, tu SEI nell'esercito... e sei anche il cugino della
regina..." Obiettò Zel.
"Non so che dirti, non ho mai sentito parlare di nulla
relativo a questo postaccio."
Tutti e due girarono la testa verso Luke.
"Ehi, non guardate me!" Esclamò il soldato, rispondendo
alla domanda non posta. "Non ne so nulla, altrimenti ve l'avrei
detto!"
"Vabbè, ormai siamo qua." Fece notare Kibil,
accorgendosi che, tra i tronchi d'albero ora più radi di prima, si
intravedevano delle robuste mura in pietra. L'inizio della cittadella.
"Andiamo a vedere."
Xelloss, saltando fuori dal nulla come suo solito, fece capolino
dall'alto verso il gruppo. "Ehilà, gente! Che si dice? Avete idea di che
cosa abbia in serbo la reginetta per noi?"
Kibil, Luke e Zel lo guardarono malissimo.
"Ah, dimenticavo di dirvi." Aggiunse Xelloss, ma con
voce più alta, in modo che tutti lo sentissero. "Oltre a quella di Amelia,
ci sarà un'altra sorpresina in quella città. Gentilmente offertavi dal signor
Xelloss!" Concluse sorridente.
Tutti si scambiarono un'occhiata interrogativa, ma decisero di non
fare domande.
Tutti tranne una. Myr si avvicinò di soppiatto a Xelloss, mentre
continuavano a dirigersi verso l'ormai vicina città.
"Daii, signor Xelloss, me lo dice cos'è?"
"No, non posso! Sore wa himitsu desu, è un segreto! Ma puoi
fare delle domande, se vuoi! Però posso rispondere solo "sì" o
"no"!" Disse sorridente.
Myr ci pensò su un attimo. "E'... è qualcosa che si
mangia?"
Xelloss ridacchiò. "No, non credo proprio."
"Dunque... è una cosa bella o brutta?"
"Bella, molto bella! Bellissima, direi. Ma sono due, non
una!"
"Due? E come sono, sono simili?"
"Simili... hmm, domanda difficile. Direi di sì... abbastanza,
ma non troppo... Ma guarda, ora potrai vederlo. Siamo arrivati." Disse,
accennando alle mura della città, ormai vicinissime e chiaramente visibili. Un
ampio portone era aperto poco più in là, permettendo l'ingresso nella città.
Myr si girò appena in tempo per vedere il mantello di Amelia che svolazzando spariva
dentro all'ingresso, mentre un soldato di guardia le faceva un impeccabile
saluto militare.
Ora che erano più vicini, potevano sentire i rumori della città:
gente che chiacchierava, lavori, martellamenti, gruppi di soldati che
marciavano a passo cadenzato, carrozze cariche di chissà che cosa che
passavano... ed una voce più forte delle altre, una voce squillante e dolce,
che però sembrava litigasse ferocemente con qualcuno. Poi si sentì alto un
grido di Amelia, subito seguito da uno della voce sconosciuta, e poi le due che
parlavano...
Il gruppo, Lina e Myr in testa, si affrettò verso il portone per
vedere la situazione, mentre Xelloss rimaneva indietro, sorridente.
Appena Lina arrivò davanti al poltrone, rimase sorpresissima...
davanti a lei, allegramente abbracciata ad Amelia tra gli sguardi confusi e
stupiti di un gruppetto di soldati, c'era Philia!
"Lina! Quanto tempo!" Gridò lei, salutandola. Lina non
potè fare a meno di provare l'impulso di correre verso di lei. "Zel,
Gourry! Ci siete tutti! Oh, come sono felice di rivedervi!" Continuò, man
mano che tutti i componenti del gruppo la raggiungevano.
"Philia! Perchè non ti sei fatta sentire, perchè non ci hai
mai detto niente?" Chiese Lina.
"Oh, scusa, Lina, ma sai com'è, ho avuto dei... ehi, cosa intendi
per dire..." Fece Philia, imbarazzata.
Xelloss, affacciandosi al portone, tirò fuori la catenina con
l'anello che portava al collo. "L'hanno capito, Philia! Non teniamolo
nascosto anche a loro..."
Philia per un momento lo fissò, senza reagire, poi chinò il capo.
"Così... lo sapete, eh? Beh, spero che mi perdonerete per non avervelo
detto..."
"Dai, Philia!" Fece Gourry. "Non c'e bisogno che ti
scusi..."
"...E nemmeno che tu ci dica nulla. Non c'è bisogno di sapere
come hai fatto ad incastrarti con quel buono a nulla..." Ridacchiò Lina
allegra. "Myr, questa è Philia. E' un drago, una carissima amica della tua
mamma..." Aggiunse poi, diretta alla piccola.
"Myr? Ma, ma Lina, ma è tua figlia?" Philia era
sorpresissima.
"Uh... sì, Philia." Rispose Lina, sperando che non
arrivasse la seconda, prevedibile domanda. Philia aprì la bocca, ma Xelloss la
strattonò discretamente per il vestito.
I due si guardarono per un secondo e Philia capì quello che
Xelloss cercava di dirle. Non era una domanda da fare in quel momento. Cercando
di sembrare naturale, Philia cambiò argomento. "Amelia, sei arrivata
appena in tempo! I tuoi gorilla stavano per buttarmi fuori, dicendo che questo
è un luogo top secret o qualcosa di simile e che non potevo restare ad
aspettarvi..."
Amelia ridacchiò. "Lo so, devi scusarli, in effetti questo
posto è protetto dal segreto militare... a ragion veduta, visto che cosa ho
nascosto qua! Sarà una bella sorpresa per tutti voi!"
"A proposito, ho anch'io una sorpresa!" Disse Philia.
"I tuoi soldati l'hanno confinata in una casa qua vicino, sempre per
questa mania della segretezza, ma spero che ora possa uscire!"
"Una sorpresa... confinata?" Fece Myr senza capire cosa
volesse dire.
"Ma è una persona? E' qualcuno che conosciamo?" chiese
Zel.
"La risposta è sì alle prime due domande, no alla terza.
Venite. Amelia, spero che ora dirai ai tuoi fin troppo zelanti soldati che non
siamo delle spie!"
"Tranquilla!" Disse Amelia, seguendo Philia verso una
casa vicina, che dava sulla via principale della cittadella. Philia aprì la
porta chiusa a chiave ed entrò, chiamando: "Yuu-huuu! Tiina, dove sei?
Dai, vieni a salutare tutti!".
Da una rampa di scale che portava al secondo piano scese una
ragazzina sui 16 anni, vestita in modo semplice, con un vestito rosso ed una
minigonna viola nemmeno troppo corta. Aveva una fascia di seta legata attorno
alla vita come fosse una cintura, e portava due leggere spalliere di cuoio
simili a quelli del vecchio abbigliamento di Lina, ma più piccole. Una
foltissima chioma di capelli verde brillante, degni di un elfo, partiva dalla
sua testa e veniva raccolta in una sobria coda di cavallo. Appena vide Philia
scese di corsa, saltando gli ultimi quattro scalini, e corse da lei. Nel
frattempo, tutto il gruppo era entrato nella spaziosa e confortevole casa.
"Ehi, che sorpresa!" Fece Amelia. "Scusa se i
soldati ti hanno trattato un pò male."
La ragazza sorrise, un pò stupita dal gruppo di gente che la
circondava. Fissò lo sguardo in mezzo al gruppo, e poi ridacchiò imbarazzata.
"Tiina, questi sono i miei vecchi amici di cui ti ho
raccontato. Sono Lina e sua figlia Myr, Gourry, Zelgadiss ed Amelia, ed in più
vedo che ci sono dei nuovi arrivi!" Fece Philia, presentandoli alla
ragazzina.
"Piacere di conoscerti, mi chiamo Luke! Sono un soldato agli
ordini della reg... ehm, di Amelia." Disse il lanciere, correggendosi
subito.
"Ehm, salve, sono Kibil... suo cugino..." Fece,
imbarazzato, indicando Amelia... Tiina lo stava guardando in modo strano.
Poi lei vide Xelloss, che stava entrando in quel momento, con il
suo solito sorriso stampato sul volto.
"Papà! Ci sei anche tu?"
Dopo questa frase, Lina, Gourry, Amelia e Zel si ritrovarono a
guardarsi annientati.
"Uh, che cos'è?" Fece la ragazzina, innocentemente.
"E' stato qualcosa che ho detto?"
"Loro non lo sapevano, Tiina... e ora pensano chissà
che..." La informò Philia, guardando lo spettacolo di quattro suoi vecchi
amici paralizzati dallo shock.
"Eh... dai, non fate così... guardate che non sono davvero
loro figlia..." Disse Tiina, capendo come avevano interpretato la
notizia...
I quattro iniziarono a riaversi dalla paralisi...
"L'abbiamo adottata due anni fa..." Disse Xelloss.
"E l'abbiamo cresciuta come se fosse stata veramente nostra
figlia..."
"M-m-m-ma sei un drago?" Chiese Amelia.
Tiina sospirò. "Se vi dico che non lo so, mi
credereste?"
Anche Philia sospirò subito dopo lei. "Me la portò un mio
cugino, Yuma Ul Copt. L'aveva trovata, svenuta, in un bosco poco fuori la città
dove vive. Lei non si ricordava nulla..."
"E' quasi ridicolo, se ci pensate." Disse Tiina.
"Non so niente, solo il mio nome... l'unica cosa che mi ricordavo... E non
so nemmeno che cosa sono..."
Tutti si guardarono l'un l'altro, senza capire.
"Non sono un'umana, e non sono un'elfa." Fece notare
lei, alzandosi un ciuffo di capelli per far vedere la punta delle sue orecchie,
perfettamente rotonda e priva della punta caratteristica degli elfi. E, d'altra
parte, nemmeno una mezz'elfa avrebbe potuto avere dei capelli di un verde tanto
luminoso, figuriamoci un'umana. "E nemmeno un drago o un demone."
Concluse lei.
"Tiina..." Fece Lina, notando che la ragazza si stava
intristendo. Ma poi un'altra domanda le passò per la testa. "Ma tu che
cosa ci fai qui, Philia? E perchè hai portato tua figlia?"
"Oh, io solo un salto per salutarvi, e per avvisarvi che vi
darò una mano con questa faccenda del Libro."
"Il Libro? Sai del Libro?" Chiese Zel stupito.
"Beh, LoN ha anche contattato me, oltre che Xelloss, e mi ha
detto tutto."
"Ed ora?" Chiese semplicemente Gourry.
"Ed ora..." Fece Xelloss. "Ed ora io, Philia e
Tiina facciamo un salto a Kirin col teletrasporto, ed iniziamo a fare delle
ricerche per conto nostro, giusto per non perdere tempo prezioso. Poi vi
aspetteremo."
"Posso restare con loro?" Chiese Tiina.
Philia rimase interdetta. "Tiina cara, cosa vuoi dire?"
Chiese stupita.
"Ehm..." Fece lei, imbarazzata. "Mamma, dai, vengo
con loro..."
"Ma perchè? Non li conosci bene, e..." Iniziò Philia.
"Farò conoscenza! E poi sono curiosa di sapere che cosa
nascondono qua tutti questi soldati... scommetto che serve per andare a Kirin,
vero?" Chiese, guardando Amelia.
La regina annuì e sorrise. "Non preoccupatevi, se Tiina vuole
venire con noi potete lasciarla!"
Xelloss fece spallucce. "Se vuoi. Ci vediamo, tesoro!" Salutò,
svanendo.
"XELLOSS! Maledizione, perchè devi fare sempre le cose così
dannatamente di fretta!" Sbraitò Philia inferocita. "Mi sarebbe
piaciuto fermarmi a chiacchierare un pò con Lina e gli altri, prendere un tè, e
poi ero curiosa anche io di sapere cosa diavolo c'è qua di così
segreto!!!"
"Che coppia... sprizzano tenerezza da tutti i pori. Ma come
li avete conosciuti, quei due?" Bisbigliò Luke a Zel.
"Beh..." Fece Philia rassegnata. "Mi dispiace di
dovermene andare così di fretta, ma..."
"Non ti preoccupare, Philia! Mi raccomando, fate un buon
lavoro! Non preoccuparti per tua figlia, con noi starà bene!" Sorrise
Amelia.
"Ciao, mamma! Stammi bene!" Disse Tiina.
"Anche tu, Tiinuccia mia. Ci vediamo tutti!" Salutò
tutti i presenti con un largo gesto della mano, e si teletrasportò via.
"Bene, ora suggerirei di andare subito a farvi vedere la mia
sorpresa!!!" Amelia si precipitò fuori dalla casa, ed aspettò che tutti la
seguissero.
Lina avanzò brontolando. "Chissà che cos'ha in mente..."
"Dai, mamma!" Fece Myr allegra. "Sarà una sorpresa,
no? Andiamo a vedere!"
Tutti quanti si misero in marcia attraverso la città, seguendo
Amelia che camminava allegramente, salutando tutti i soldati che vedeva... i
quali ricambiavano stupiti e senza capire molto cosa stesse succedendo.
Kibil, camminando, si avvicinò a Tiina, un pò timido.
"Ehm, Tiina, perchè sei voluta venire con noi? Non ci
conosci, sai appena chi siamo, e poi se puoi teletrasportarti come i draghi o i
demoni non hai bisogno di venire con noi per arrivare a Kirin..."
"Mi piace conoscere gente nuova." Rispose lei
semplicemente, con un candido sorriso. "E poi, mi piace poter essere
d'aiuto. Non so combattere, ma me la cavo molto bene con la magia. E
poi..."
"E poi...?"
"E poi, mia madre mi ha spiegato che cosa state
cercando."
"Il Libro?"
"Già." Annuì. "Dimmi, secondo te con quello potrei
scoprire... la verità su di me? Chi erano i miei veri genitori? ...chi sono
veramente?"
Kibil scosse la testa pensieroso. "Non lo so, mi dispiace.
Nemmeno noi sappiamo molto del Libro."
"AAAARRIVATIII!" Gridò la voce festante di Amelia. Erano
arrivati davanti ad un edificio enorme, con il tetto a volta. Era gigantesco,
sembrava un ciclopico magazzino, ed aveva un enorme portone, tanto ampio quanto
era larga la parete frontale, come se fosse un gigante a dover abitare lì
dentro. La vista di quella costruzione immane spaventò un pò tutti, più che
altro per le ipotesi su cosa ci dovesse essere dentro.
"A-Amelia, non dirmi che hai fatto costruire un cannone spara-persone
intercontinentale!" Fece Lina preoccupata.
"Nulla di così scomodo!" Rise la regina.
"Una catapulta? Un marchingegno di teletrasporto? Un portale
magico?" Tentò Gourry.
"Na-na-na-na-na!" Negò Amelia divertita. "Non
indovinerete mai!" Poi si rivolse ad un ufficiale che era vicino a lei, e
gli disse: "Bene, lo faccia venire qui. In fondo è merito suo, voglio che
ci sia anche lui!" L'ufficiale salutò militarmente e si allontanò.
"Di chi stavi parlando?" Chiese Kibil. "Non credi
che sia ora di dirci quale contorta idea ha generato la tua mente?"
"L'idea non è stata solo mia..." Iniziò lei, seguendo
con lo sguardo un uomo che veniva rapido nella sua direzione, allontanandosi
dall'edificio. Quando fu più vicino riuscirono a vederlo meglio: era sui trent'anni,
e portava una lunga e fluente chioma di magnetici capelli bianchi. Indossava un
pesante cappotto nero, lungo fino alle ginocchia, ed aveva un volto pallido,
dominato da due occhi nerissimi. Quando fu al fianco di Amelia, accennò un
inchino, poi si volse verso gli altri e li salutò con un cenno della mano,
restando sempre serio ed in silenzio.
Amelia gli posò una mano sulla spalla (impresa difficile dato che
l'uomo era almeno uno e novanta) e disse: "Ragazzi, vi presento il signor
Wilville "Cid" Gabbiani!"
"Razza di nome..." Sussurrò Lina nell'orecchio di Luke.
"Il signor Cid è l'uomo che ha reso possibile quello che
vedrete tra poco, grazie al suo ingegno ed al suo coraggio... ed anche al mio
ingegno e coraggio, visto che l'ho aiutato! Il più antico sogno dell'uomo è
sempre quello, uguale da millenni. Finora è stato soddisfatto solo in parte, ma
ora..." Indicò con un ampio gesto melodrammatico l'enorme edificio
"...ora il più antico sogno dell'uomo si avvera!"
"Una montagna fatta di cioccolato?" Chiese Myr, non si
sa se scherzando o chiedendo seriamente.
"Dai, Amelia, non puoi continuare a tenerci così sulle spine!
Diccelo, ti prego!" Fece Gourry.
"Si, lo voglio sapere anch'io!" esclamò Tiina.
Amelia ridacchiò e si girò verso l'edificio, dove si erano gia
riuniti molti soldati. Uno di loro si avvicino e le diede un megafono. "Il
momento è solenne!" Disse lei.
"Uh-oh, mani sulle orecchie, ragazzi!" Lanciò l'allarme
Lina.
"APRITE LE
PORTE!" Gridò Amelia nel megafono, assordando chiunque si trovasse nella
città.
Le ampie porte dell'edificio iniziarono ad aprirsi, rapidamente.
La prima cosa che si vide fu quella che sembrava a tutti gli
effetti la prua di una nave. Solo che, al posto della tradizionale statua della
sirena sulla punta estrema, tradizionale portafortuna della nave, c'era quella
di un angelo, di fattezze femminili, che sembrava avanzare con le enormi ali
spiegate.
Man mano che le porte si aprivano sempre di più, si videro anche i
lati della nave. Perchè era effettivamente una nave, fuor di ogni dubbio...
tranne che per un dettaglio: la nave non poggiava per terra con la nuda
chiglia, ma era sostenuta da un'impalcatura fissa, con delle ampie ruote nella
parte inferiore.
Solo quando il portone fu completamente aperto capirono, seguendo
i contorni della nave.
Sopra al ponte scoperto, fissata da due grandi piloni di sostegno,
c'era un'enorme struttura di colore nero, dalla forma vagamente arrotondata ai
lati e sopra, e protesa in una punta simile al becco di un corvo nella parte
frontale.
Ai due lati, a metà strada tra la parte superiore e la nave vera e
propria, c'erano due enormi cilindri metallici, ciascuno dei quali aveva alle
due estremità, puntate una in avanti ed una all'indietro... una grande elica!
Soddisfatta nell'osservare lo stupore che aveva prodotto nei suoi
amici, Amelia concluse in bellezza. "Signore e signori, quella che avete
davanti a voi è la Blackwind. La prima nave volante al mondo."
***
N.d.Alex: Immagino avrete capito a questo punto che
"Wilville" è la fusione dei nomi dei due fratelli Wright, Wilbur ed
Orville! Ho anche inserito alcune altre citazioni riguardo all'aeronave,
riferite però alla serie di videogiochi "Final Fantasy". ^_^
Capitolo 15 *** Cap.14 - Però si poteva fare anche di meglio... ***
Capitolo 14: Però si poteva anche fare di meglio
Capitolo 14: Però si poteva anche fare di meglio... Amy, hai voluto
strafare!
"Avanti, su... non fate così... dite qualcosa!" Li
incitò Amelia.
"E'... è, è, è bellissimo!" Esclamò Tiina, rapita dalle
linee eleganti ed aggressive dell'aeronave.
"Questa... questo aggeggio può portarci fino a Kirin?"
Chiese Zel, avvicinandosi.
"Ben più in là!" Disse Amelia. "Può arrivare a
cinquemila metri di altitudine ed ha abbastanza autonomia per fare il giro
completo del mondo senza rifornimento!"
"Rifornimento?" Volle sapere Gourry. "Perchè, che
cosa usa?"
"Va a lattuga. Vedi quelle eliche? Dentro ci sono dei criceti
che corrono in una ruota e la fanno girare." Gli rispose serissima Amelia.
Tutti la guardarono terrorizzati.
"Dite un pò, ci avete creduto veramente?" Chiese lei
ridendo. Gli altri tirarono un sospiro di sollievo.
"La Blackwind funziona con un sistema energetico
sperimentale. Si chiama SAEEMC." Disse il pilota.
"SAEEMC?" volle sapere Lina.
"Sistema di Accumulazione Elastico dell'Energia Meccanico/Cinetica.
Un parolone assurdo per non far capire a nessuno di cosa si tratta
veramente." La informò Amelia.
"Ed in parole povere, vuol dire...?" Fece Gourry.
"Delle enormi molle a torsione, composte da una particolare
lega metallica segreta e trattata magicamente. A terra vengono ricaricate da
un'enorme motore a vapore, come si caricherebbe un orologio. Poi vengono
portate a bordo e collegate ai motori, facendoli ruotare grazie ad un sistema
di ingranaggi. Venite, vi faccio vedere." Rispose la regina, entrando
nell'enorme hangar.
Il gruppo la seguì, cercando di immaginarsi, ciascuno a modo suo,
che razza di molla intendeva Amelia. Forse era meglio andare direttamente a
vederla.
All'interno, sul lato dell'aeronave, una grande gru, manovrata per
mezzo di cavi da un gruppo di meccanici, stava issando su uno scomparto
laterale aperto della fusoliera quello che, a tutti gli effetti, era un enorme
palo di acciaio spesso trenta centimetri buoni ed arrotolato su di sé stesso, a
spirale, più e più volte.
Le sue potentissime spire sembravano pronte a scattare e
distendersi in qualunque momento e nessuno potè fare a meno di chiedersi cosa
sarebbe successo se la molla fosse partita all'improvviso.
Avrebbe falciato tutti i presenti, distrutto l'aeronave e demolito
l'hangar in meno di dieci secondi, con tutta l'immensa potenza che aveva
accumulato con la torsione a cui era stata sottoposta.
"E' un'operazione molto delicata." Fece notare Amelia. I
meccanici che la stavano montando sull'aeronave, infatti, erano tutti fradici
di sudore. "Non disturbiamoli. Una volta montata, la molla viene
assicurata in modo che tutta la sua energia venga trasferita all'elica, quindi
non c'è pericolo durante il viaggio." Spiegò. Poi non resistette alla
tentazione, si avvicinò
silenziosamente alle spalle di un tecnico che stava fissando un
fermo che avrebbe bloccato quella mostruosa molla ritorta, e gridò:
"BU'!"
Il poveretto fece un salto di dodici metri, cadendo a terra
svenuto e con ciascun capello che aveva in testa che puntava in una direzione
diversa. "Eh, non li fanno più i tecnici di una volta..." Ridacchiò
Amelia.
"Toglimi una curiosità, Amelia. Questo coso è collaudato,
no?" Chiese Kibil ansioso.
"Collaudato? Beh, più o meno..." Rispose lei evasiva.
Un grosso gocciolone si materializzò sulla testa di Kibil. "E
che significa -più o meno-?" Chiese.
"Abbiamo fatto molte prove a terra, e delle prove di salita
libera con la camera ad elio, e, secondo i calcoli..." Iniziò Cid, il
pilota.
"Prove a terra? Prove di salita libera? Calcoli? Calcoli a
che, calcoli ai reni?" Lo interruppe Lina. "Insomma, mi stai dicendo
che quell'affare non ha mai volato sul serio!?"
"Dai, Lina! Che cos'è la vita senza un pò di rischio?"
Sorrise la regina. Quattro secondi dopo una gigantesca Lina con un martello da
venti tonnellate incombeva su di lei.
"UN PO' DI RISCHIOOOO? TU SEI PAZZA! SU QUELL'AGGEGGIO CI
SALI TU!!" Sbraitò.
"Dai, mamma!" Cercò di calmarla Myr. "Se ci sale
anche la zia Amelia significa che è sicuro..."
"Tu non la conosci..." Borbottò Lina scuotendo la testa.
"E' la stessa Amelia che si è fatta sparare via con un cannone, sette anni
fa!"
Amelia corse verso la scaletta di accesso all'aeronave. "Beh,
voi andateci a piedi, a Kirin! Chi mi ama mi segua!"
Lina sospirò. "Me ne pentirò. Me ne pentirò amaramente. Mi
odierò per questo." Brontolò seguendola. Un pò alla volta, titubanti,
tutti entrarono nell'aeronave.
Si ritrovarono in un'ampissima sala semibuia, all'interno, piena
di enormi ingranaggi fermi, simili a quelli di un enorme orologio. Due
giganteschi perni spuntavano dal suolo, evidentemente collegati alle molle nel
piano inferiore, ed erano collegati, tramite vari ingranaggi, ai due lati della
nave, verso le gondole che contenevano le eliche. Una scala a chiocciola
abbastanza larga portava sia al piano superiore che a quello inferiore.
"Ok, signore e signori. Benvenuti a bordo." Disse Cid.
"La Blackwind richiede un equipaggio minimo di quattro persone."
"Questa missione è riservata e segreta." Aggiunse
Amelia. "Che qualche notizia si diffonda è l'ultima cosa che ci farebbe
comodo, quindi niente soldati o equipaggio di estranei. Dovremo arrangiarci
noi. Non è difficile. In fondo, siamo in otto, nove contando Myr, non dovremmo
avere problemi."
Tutti fissavano regina e pilota in silenzio, temendo di venir
scelti per qualche incarico poco simpatico.
"Dunque, questa è la sala macchine." Disse Cid.
"Sopra c'è la sala di pilotaggio e sotto la sala motori dove teniamo le
due molle. Qua ci dovremo andare solo in caso di emergenza, per far fare delle
manovre particolari ai motori. Se saremo fortunati, non ce ne sarà bisogno, e,
se non lo saremo, me ne occuperò io, quindi meglio salire. Su vi spiegherò
tutto." Disse, indicando la scala.
Il piano superiore come aspetto era molto meglio. Una sala non
troppo grande, con parecchie sedie inchiodate al suolo. Questo preoccupò un
po’, ma nessuno fece domande.
Davanti ad alcune sedie c'erano dei riquadri con delle lancette
che segnavano tutte zero e, vicino, delle leve di vario genere. Erano evidentemente
i posti di comando. Uno di loro, in posizione centrale, aveva, invece delle
leve, un grande timone a ruota del tutto simile a quello di una nave comune.
A fianco di questa sedia ce n'era un'altra, ma senza nessuna leva
o timone. Aveva davanti un tavolo di legno con su stesa una mappa geografica,
e, dall'altro lato, un riquadro pieno di lancette e segnalatori, anche questi
tutti al minimo.
Uno dei quattro muri della stanza, fortemente inclinato come
quello di una mansarda, era totalmente composto da una spessissima lastra di
vetro e dava sul davanti della nave. Si poteva vedere il ponte, poi la prua, la
cima della statua posta all'estremità della nave, con le punte delle ali appena
visibili ai due lati, le porte aperte dell'hangar e, infine, la città e il
cielo aperto.
"Ottimo. Io sarò il pilota." Disse Cid, accennando alla
sedia col timone. "E spero che voi ci vorrete onorare assumendo la carica
di comandante della nave." Disse poi alla regina.
Amelia, ridendo, si sedette sulla sedia con davanti il tavolo e la
carta geografica.
"E noi cosa dovremo fare?" Chiese Tiina, un pò
preoccupata.
"Dunque, a sinistra si deve sedere il motorista, cioè chi
controlla i motori." Disse Amelia. "E' un incarico difficile, che
richiede mente svelta e concentrazione costante. Chi ci va?" Chiese,
aspettando un volontario.
Ci furono venti secondi di silenzio, poi Zel fece un passo avanti.
"Ho capito l'antifona, se non ci penso io qua va a finire che precipitiamo
prima ancora di decollare..." Andò a sedersi al suo posto, guardando con
sospetto tutte le leve ed i comandi di cui capiva poco e si fidava meno.
"Bravo Zelgy!" Esultò Amelia, sprizzando gioia.
"Ora, invece a destra ci vuole il copilota. Deve controllare e bilanciare
con attenzione la potenza e la velocità, ed assistere il pilota. Direi che lo
può fare... hmmm... Kibil, vieni tu."
"Uh... va bene, ma cosa devo fare?" Chiese, sedendosi ed
osservando spaventato tutti gli indicatori e le lancette.
"La domanda vale anche per me." Disse Zelgadiss, dal suo
posto.
"Dunque, Kibil. Tu devi sempre stare attento a queste
lancette. Se una di queste va nella zona rossa, cioè troppo alto, o in quella
nera, cioè troppo basso, devi dirlo subito. E se vedi una coppia di lancette
vicine che danno due valori completamente diversi, significa che uno dei due
motori ha dei problemi e sta girando diversamente dall'altro. Anche qui lo devi
dire. Ogni lancetta ha scritto su cosa indica, e ciascuna delle tue leve ha
scritto su cosa comanda. Se la lancetta segna troppo alto, tira la leva corrispondente.
Se segna troppo basso, spingila. Tutto chiaro, no?"
"Chiarissimo." Disse Kibil, guardando ancora le lancette
e le leve. Ora che aveva capito un po’ meglio cosa fare si sentiva più sicuro.
Amelia si rivolse a Zel. "Anche per te è facile. Hai due
leve, sinistra e destra, cioè motore sinistro e motore destro. Se ti diciamo
"Avanti tutta", le devi mettere tutte e due avanti del tutto.
"Indietro tutta", indietro del tutto. "Ferma", a metà. E
così via. Se una delle leve va avanti ed una indietro per fare una manovra
d'emergenza, te lo diciamo.
"Tutto qui?" Chiese la chimera stupita. "Mi
aspettavo chissà che cosa..."
"In condizioni di emergenza, basta un solo pilota. tutti i
comandi essenziali sono ai posti di pilotaggio. Con quattro membri di equipaggio,
però, è più sicuro e più comodo!" Amelia gli diede un bacetto sorridente,
e si sedette al suo posto, lasciandolo tutto rosso.
"Ehi, e noi che cosa facciamo?" Le chiese Lina.
"Vi sedete e vi godete il viaggio!" Rise lei, dando una
pacca sulla spalla a Cid, seduto al suo fianco, al posto di pilotaggio.
"Tutti pronti, si decolla!"
"Cosa? Di già?" Chiese Gourry spaventato. "No,
fermate tutto, ho paura di volare, io! Voglio scendere!"
Ma Cid aveva già tirato una leva. Le eliche iniziarono a girare lentamente,
mentre un lacerante stridio metallico avvisava tutti che le molle stavano
iniziando a girare. "Signore e signori, la Blackwind è pronta al suo volo
inaugurale! Siete pregati di sedervi ai vostri posti e di allacciarvi le
cinture di sicurezza!" Li informò la regina.
"Cinture di sicurezza? QUALI cinture di sicurezza?!"
Sbraitò Lina inferocita, indicando le sedie prive di ogni traccia di quei tanto
preziosi dispositivi.
"Ah, mi sembrava di aver dimenticato qualcosa." Disse
Amelia con la massima ingenuità. "Via gli ormeggi! Zelgy caro, motori
avanti un quinto!"
"ASPETTA!" Gridò Lina, lanciandosi verso una sedia ed
aggrappandovisi. Un secondo dopo una terribile vibrazione scosse tutta
l'aeronave, e le porte dell'hangar iniziarono a scorrere lentamente ai lati
della visuale attraverso il vetro frontale. La Blackwind stava avanzando.
"Wow!" Fece Tiina. "Si muove!"
"Ne dubitavi?" Amelia era al colmo dell'allegria.
"Attenta, ora ci alziamo! Kibil, tira la leva nera. Serve a sganciare la
zavorra che mantiene il peso dell'aeronave!"
Kibil, titubante, agì sulla grossa leva. Un'altro scossone ed un
rumore tremendo segnalavano che i pesi di piombo sullo scafo esterno che
tenevano l'aeronave a terra si erano staccati.
Alleggeritasi, la Blackwind iniziò a salire...
Peccato che fosse ancora per metà nell'hangar.
"Cretina!" Inveì Lina. "Era troppo presto!
Sbatteremo contro il tetto, per colpa tua!"
"Mi dispiace..." Pianse Amelia con le lacrime agli
occhi. Cid scosse la testa sconsolato.
Subito dopo, uno schianto tremendo per il quale tremò tutta la
nave, da prua a poppa, fece chiaramente capire che la nave si era incastrata
nel soffitto dell'edificio, per metà fuori e per metà dentro. I tecnici ed i
meccanici, in preda al panico per paura che l'edificio gli crollasse in testa,
si sparpagliarono terrorizzati in un batter d'occhio.
"Speriamo che la camera dell'elio abbia tenuto... o sarà il
viaggio aeronavale più breve di tutti i tempi..." Bisbigliò Cid.
Zelgadiss spinse avanti con decisione le due leve. La nave tremò,
vibrò, protestò, ma alla fine, con un boato pauroso, strappò via mezzo tetto
dell'hangar e schizzò via. Lina, Amelia e gli altri vennero sparati via dai
loro posti come palline da flipper.
E la Blackwind, uscendo dalla bianca nuvola di polvere e calce che
l'aveva inghiottita, si alzò maestosa nei cieli.
"Oohh... vola davvero!" Disse Tiina ammirata, cercando
di rimettersi in piedi e tastandosi un enorme bernoccolo.
Capitolo 16 *** Cap.15 - Qual è il mio vero essere? ***
Capitolo 15: Qual'è il mio vero essere
Capitolo 15: Qual è il mio vero essere? Domande su di me e sul mio
futuro.
"Voi dite quello che vi pare, ma io me ne voglio andare di
qui al più presto." Borbottò una figura misteriosa, uscendo guardinga da
una macchia di alberi di un qualsiasi, anonimo bosco della Penisola dei Demoni.
Subito altre due lo seguirono.
Il primo era vestito in maniera semplicissima, una maglia di
stoffa grigia a maniche lunghe ed un paio di pantaloni di tela azzurra
stropicciata, tenuti su da una cintura, e sulle spalle un semplice mantello
bianco. Aveva lunghi e folti capelli neri, ed orecchie a punta lunga simili a
quelle degli elfi. Continuava a borbottare. "Non sarei dovuto venire, non
avrei dovuto accettare questa missione. Mi sento una pedina, sì... una specie
di pedina che non capisce un'acca di quello che sta succedendo e nessuno glielo
vuol dire. Voi dite quel che volete, dite che quest'occasione era unica, che la
ricompensa che ci hanno promesso vale tutto questo e molto di più... ma io
continuo a non essere tranquillo."
La seconda figura si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla.
Era una donna dai capelli castani, vestita anche lei in una maniera semplice ed
anonima, senza nessuna ostentazione. Sorrise al suo compare, strizzandogli uno
dei suoi grandi occhi neri. "Dai, Siroi! Non fare così, La situazione non
è poi tanto male. Solo dei piccoli inconvenienti!"
"PICCOLI INCONVENIENTI???" Sbraitò la terza figura,
uscendo a fatica da un cespuglio dove era rimasta impigliata. Era un uomo molto
alto e robusto, che vestiva, al pari degli altri, in una maniera comunissima,
che sembrava studiata apposta per andare in giro inosservati. Anche lui, come
gli altri due, aveva le orecchie a punta, unico tratto che poteva sembrare
particolare nella sua figura, e portava, legate dietro la schiena, due
parallelepipedi metallici, simili a due scatole. "Questi inconvenienti li
chiami piccoli, Sarisa? Appena veniamo qua scopriamo che per qualche strano
motivo non possiamo più teletrasportarci, poi ci perdiamo grazie al tuo -infallibile
senso dell'orientamento- e vaghiamo per due giorni in questi maledettissimi
boschi... Siroi ha ragione, andiamocene al più presto. E' tutto troppo strano,
mi sa di trappola."
La donna si arrabbiò. "Senti, Ziel! E' anche e soprattutto
colpa tua se ci siamo persi, quindi fammi il favore di startene zitto! Ormai
siamo in ballo e dobbiamo ballare, quindi portiamo a termine questo schifo di
missione insensata ed andiamo a ritirare la ricompensa! E poi, chi vuoi che ci
tenda una trappola? Chi potrebbe avere il potere di bloccare i nostri
teletrasporti?" Poi si zittì all'improvviso.
"La Lord di queste parti... Lord of Nightmares." Disse
Siroi. "Io dico che è un giochetto suo. Da quello che mi hanno detto è
sempre stata una testa calda, soprattutto verso Chronos. Sempre tra i primi a
contestare la sua autorità.
Sarisa scoppiò a ridere. "Se è per questo ormai la contestano
tutti, la sua autorità! Hai visto cosa ha dovuto fare, per costringere
all'obbedienza i suoi Lords, no?!"
"Già." Bisbiglio Siroi pensoso. "Dalle mie parti si
dice che finché un leader è rispettato dai suoi uomini, non cadrà mai."
"Ormai è finita per Chronos, allora... visto come lo trattano
i suoi Lords! E' diventato lo zimbello di tutti, poveretto!" Rise Ziel.
"La sua leadership sta affondando!"
Gli altri due lo guardarono strano.
"Era un gioco di parole sulla
"Leader-ship"...sarebbe la carica di comando, ma "ship" da
sola è la nave..."
"L'AVEVO capita. Il problema è che non fa ridere!" Disse
Siroi, con tanto di gocciolone.
"Chronos starà di sicuro progettando qualcosa per mantenere
il suo potere, ma ormai ha tutti contro. Perderà." Affermò sicura Sarisa.
"Toglietemi una curiosità... perchè stiamo lavorando per un
perdente?" Chiese Siroi.
Sarisa scrollò le spalle. "Per la ricompensa, che altro?"
Disse lei.
"E cosa ti rende così fiduciosa che lui seguirà i
patti?" Chiese Ziel sorridendo.
"Sa benissimo che, se farà il furbo, noi potremmo passare
dalla parte dei Lords non appena si ribelleranno a lui, cosa che di sicuro
avverrà molto presto. La cosa di cui ha meno bisogno in assoluto è altri
nemici."
"Belle parole, Sarisa. Ora però tocca a te portare questa
roba." Disse Ziel ridacchiando e togliendosi dalla schiena le due casse
metalliche.
"Uffa." Protestò Sarisa.
"Ehi, guardate!" fece Siroi, puntando il dito verso il
cielo. "Sbaglio o quella è un'aeronave?" Chiese.
I suoi compagni alzarono gli occhi al cielo, seguendo il grande
vascello volante nel suo volo sullo sfondo del cielo bianco ed azzurro.
***
Lina guardò tristemente oltre il parapetto della Blackwind, le
ciocche di capelli libere dalla treccia scompigliate dal fortissimo vento.
Aveva troppe cose in testa e poter vedere le nuvole dall'alto era
uno spettacolo incredibile. Sperava che l'avrebbe aiutata a dimenticare.
Ma non ci riusciva. Non poteva fare a meno di pensarci.
Gourry. Luke. Myr.
Camille.
Quei nomi le giravano in testa, mescolandosi, confondendola...
Cosa doveva fare? Come doveva comportarsi?
Gourry... Gourry l'amava ancora? E lei, lei amava davvero Gourry?
Si chiese. Ma il suo cuore non volle rispondere. Forse temeva di ferirsi da
solo.
E Luke? Luke... Luke era davvero quello che lei cercava? O no?
...che cosa cercava? ...e che cosa vuol dire?
CHE COSA cercava?
Myr... Myr, cosa doveva fare? Qual'era la scelta migliore per lei?
La verità? Il passato? Una nuova vita?
Camille...
Per la prima volta, si sentì come se fosse stata lei ad uccidere
Camille.
Era vero. Non era stato Gourry, non era davvero colpa sua. Gourry
le voleva bene. Al punto da mollare tutto quello che amava per il dolore... il
dolore di...
E' stata colpa tua, diceva una voce nella sua testa. Tu con tutti
i tuoi stupidi io e me e mio e mi e a me e mia e me stessa.
Ma hai mai pensato anche solo per un secondo a LUI? A come si dev'essere
sentito?
A come si sente ancora?
Eccolo lì, lo si vede attraverso il vetro, seduto dentro la
cabina.
Ma non è davvero lui, è una cosa che gli somiglia vista da fuori.
Dentro è vuoto. E' come se fosse morto. Non ha più nulla. Vive una vita falsa.
Non sua. Senza futuro, senza obiettivi, senza scopo, senza amore. Senza di te.
Ed è colpa tua.
Solo ora che ha ancora una montagna da scalare, solo ora che ha
quest'ultima avventura, a fianco di sua figlia e della persona che amava,
sembra un pò vivo.
Ma cosa succederà dopo? Non si vedranno mai più? Sarà la fine?
E Luke?
"Cosa?" Chiese Lina al vento. "Cosa?" Chiese,
senza sapere neanche lei quello che voleva conoscere.
E forse per questo il vento non le rispose.
Sentì dei passi che gli si avvicinavano da dietro, lottando contro
la corrente d'aria. Si girò di scatto, in parte sperando ed in parte temendo
che fosse...
"Salve, Lina-san!" La salutò Tiina, camminando
controvento per arrivare da lei, e facendosi schermo degli occhi con la mano.
"Cosa stavi facendo, parlavi da sola?" Chiese.
Lina sospirò. "Chiamami Lina e basta. E non fare la vecchia
battuta del rispondere 'Come vuoi, Lina-e-basta', per favore."
Tiina ridacchiò, con quel suo fare acqua e sapone, aggrappandosi
al parapetto dell'aeronave a fianco di Lina. "Leggi nel pensiero?"
Anche Lina rise. "No, anche se devo ammettere che mi
piacerebbe. Ma mi limito a prevedere il prevedibile. Piuttosto, perchè sei
uscita dalla cabina? Non stai con gli altri? Dentro fa più caldo e non c'e
vento." Le chiese.
"Mi sembra di sentire Philia." Sorrise Tiina. "Stai
coperta che fa freddo, e non sudare che poi ti ammali, non andare a letto
tardi... ma io sono fortunata, con Valgarv è ancora più insopportabile. Mi
domando come verrà su, quel bambino."
"Ah, già, Valgarv. Philia aveva deciso di prendersene cura...
come se la cava?"
"E' molto protettiva, forse troppo. Gli ha costruito un box
di acciaio rinforzato, il poveretto sembra un animaletto in gabbia allo zoo.
Non ho ancora capito se sia per evitare che combini guai o per impedire a
Xelloss di avvicinarglisi."
"Xelloss." Lina scosse la testa. "Come avranno
fatto quei due a mettersi insieme? Un Drago ed un Mazoku..."
"Con loro in casa non c'è mai occasione di annoiarsi."
Disse divertita Tiina.
"Sono i tuoi genitori adottivi, ora?" Chiese la maga,
facendosi seria.
Tiina annuì. Afferrò più saldamente il parapetto e si sporse un
pò, a guardare il bellissimo panorama. "Già. Ma è strano avere dei
genitori adottivi... e degli amici, e conoscere della gente... e nessuno, te
compresa, che sappia chi sei veramente." Sospirò profondamente. "A
volte mi sento una specie di nuvola. Voglio dire, sono lì, e mi sembra che
tutto il mondo mi passi sotto senza che io possa toccarlo. Mi sento come
qualcuno che non esiste."
Si sedette sul ponte, appoggiando la schiena al parapetto. Lì era
un pò più riparata dal vento. "Non è semplicemente un non sapere chi sono
i miei genitori. E' una cosa diversa. Se fosse solo per il non sapere chi sono
i miei genitori non ne farei un dramma... sarei felice di conoscerli, certo, ma
ormai sono Philia e Xelloss i miei veri genitori. No, è qualcosa di
diverso."
Lina si sedette al suo fianco. Ora capiva perchè era venuta fuori.
Voleva parlare. Voleva ascoltare. Voleva trovare le risposte che
cercava disperatamente.
Fosse così facile, pensò amaramente.
"Ti devi davvero sentire strana." Le disse. "Cioè,
Zelgadiss... hai a presente, no? Il ragazzo blu..."
"Si, si!" Disse lei ridacchiando. "Philia mi ha
raccontato tutto di voi e delle avventure che ha avuto con voi!"
"Beh, anche lui è un pò così... ma almeno sa cosa gli è
successo. Era umano, poi è stato trasformato in una chimera. Tu,
invece..."
Tiina sospirò ancora, più tristemente. "Philia e Xelloss
hanno cercato di aiutarmi a scoprirlo, ma non ci sono riusciti. Non ne hanno la
più pallida idea." Si sdraiò sul duro legno del ponte dell'aeronave,
intrecciando le mani dietro la testa. Il cielo sembrava così vicino...
"Pensa... potrei avere due anni. O potrei averne diecimila. Potrei essere
una creatura di una razza sconosciuta, una razza che si è sempre tenuta
nascosta, per qualche motivo, lontana da tutti."
"Forse." Notò Lina. "Ma per te è così importante
saperlo? Tu sei..."
"Oh, per piacere!" Fece Tiina alzandosi in piedi.
"Stai per tirare fuori il solito vecchio bel discorso trito e ritrito del
"non importa che cosa tu sia, sei Tiina, e questo basta ed avanza!",
vero?"
Lina si bloccò, esitante. "Sì..."
"Vedi, anch'io prevedo il prevedibile." Fece Tiina con
un sorriso amaro. "So che Philia e Xelloss mi vorrebbero bene anche se
fossi l'ultimo dei mostri, e so che anche voi siete persone che non badano a
questo genere di cose. Ma per me è importante. Molto importante."
Guardò Lina dritto negli occhi. "E se avessi, che so,
novantanove anni ed appartenessi ad una razza dove tutti muoiono esattamente a
cento? E se la mia razza fosse portatrice sana di una malattia letale, e per
questo si sono sempre tenuti nascosti senza avere contatti con le altre razze?
E se fossi una creatura artificiale, frutto di un qualche esperimento magico
creato da chissà quale stregone pazzo? E se fossi un'illusione, semplicemente
un'illusione che non esiste veramente? E se..."
Prima che potesse dire qualcos'altro, Lina la afferrò saldamente
per tutte e due le spalle e la scrollò con violenza, più volte. Poi la lasciò
andare.
Tiina, intontita ma soprattutto sorpresa, crollò a sedere.
"La cosa più giusta da darti sarebbero stati un paio di
schiaffi." Le disse la maga. "Ma pensavo che questo potesse
bastare."
"Ma... perchè?" Non riusciva a capire.
Lina, senza risponderle, girò i tacchi e tornò verso la cabina.
ma, un attimo prima di aprire la porta ed entrare dentro l'aeronave, le disse:
"A volte, sarai l'unica cosa che ti resterà. A volte, tu stessa sarai
l'unica certezza che ti rimarrà. Non ti distruggere con dei -se...?- senza
risposta, o potresti ritrovarti senza niente. Senza nemmeno te stessa."
Rimase per un paio di secondi in silenzio, si sentiva solo il
boato del vento.
"Te lo prometto, lo scoprirai." Le disse, infine.
"Troverò quel maledetto libro, e se lì non ci sarà nessuna risposta
troverò qualcos'altro, e poi qualcos'altro ancora, finché non salterà fuori un
non-so-che-cosa che possa risponderci... a te... e a me... e a Zelgadiss... a
tutti noi." Poi aprì la porta, entrò dentro rapida e la richiuse alle sue
spalle.
Capitolo 17 *** Cap.16 - Rubare un bacio, come nelle vecchie favole ***
Capitolo 16: Rubare un abbraccio, come nelle vecchie favole
Capitolo 16: Rubare un bacio, come nelle vecchie favole.
Dopo la discussione con Tiina, Lina era andata a chiudersi nella
sua cabina, sul retro dell’aeronave, desiderosa di rimanere un po’ sola coi
suoi pensieri.
Le domande della ragazza, così pressanti e che la sconvolgevano
così tanto non erano certo uguali a quelle che si faceva lei, ma comunque
poteva capirla... sapeva cosa si provava a sentirsi attanagliati da
interrogativi più grandi di sé, cui era impossibile rispondere.
Tiina cercava un perché a quello che era, qualunque cosa fosse.
Lei, Lina, cercava un perché a quello che provava, qualunque cosa provasse...
sì perché ora che aveva rivisto Gourry, non riusciva più nemmeno a capire cosa
provasse per lui. Amore? odio? disprezzo? o semplicemente indifferenza? Che
cos’era quel miscuglio di sensazioni che le agitava il cuore?
Lina decise che doveva scoprirlo. Nella sua mente si affacciò a
poco a poco il ricordo di un giorno di tanto tempo prima, quasi vent’anni
prima... la giovane chiuse gli occhi nel tentativo di riconoscere quella figura
femminile che le appariva così nebulosa...
Lina si stinse forte le mani... sì, quello era il viso di sua
madre, quel giorno, poco prima che lei morisse, lasciandola sola con suo padre
e sua sorella, di qualche anno più grande... sì, ora cominciava a ricordare!
Aveva litigato violentemente con un’amichetta e le aveva detto di
non volerla più vedere... lei le aveva rotto il suo primo talismano magico.
-Mamma io la odio! è stata cattiva con me!- si ricordava di aver detto alla
madre quando le aveva chiesto spiegazioni.
E la sua adorata mamma... cosa le aveva risposto? Una frase
bellissima, che era rimasta impressa nel suo cuore di bimba... -Non odiare mai
chi hai amato, piccola mia, perché il tuo sarebbe un odio pieno di amore... si
può amare chi si odiava, ma non si può odiare chi si amava, ricordatelo
sempre.-
Una lacrima scivolò sulla guancia della ragazza.’...Come aveva
ragione, mia madre! E' impossibile che l’amore si trasformi in odio. L’amore
non muore mai... se è vero e sincero, niente può sconfiggerlo... neanche la
lontananza, l’abbandono, il silenzio... l’amore può addormentarsi, può
affievolirsi, ma non può morire, non può corrompersi fino all’odio... Un debole
sorriso illuminò il viso di Lina mentre si asciugava gli occhi con la mano
‘...grazie mamma, se ora ho capito che cosa provo per Gourry, è solo merito
tuo...’
La donna si alzò dal letto e andò ad affacciarsi al piccolo oblò
che si apriva sul cielo infinito attorno alla Blackwind. "...Sì mamma,
l’ho perdonato... l’avevo fatto già da molto tempo, ma il mio cuore non voleva
accettarlo..." disse poi a bassa voce, quasi rispondesse ad una muta
domanda che nessuno le aveva posto. “Non lo amo più come prima, ma non lo odio.
Non potrei, perché il mio sarebbe un odio pieno di amore... e poi...”
Le riflessioni della maga furono interrotte da un bussare discreto
alla porta. La giovane si voltò di scatto. "Avanti!"
L’uscio si aprì lentamente. "Posso entrare, Lina?" Una
figura maschile avvolta in un mantello bianco avanzò con cautela. "Non
volevo disturbarti... dato che non sentivo alcun rumore pensavo stessi
dormendo."
"Ma no, figurati... stavo solo pensando, niente di
più..."
"Stavi pensando a... no, scusami, non volevo essere
indiscreto... comunque, sono venuto perché ho bisogno di parlarti."
"Vuoi parlarmi di quello che è successo l’altra sera sulla
torre del castello di Sailune?"
L’uomo trattenne il respiro, evidentemente colto impreparato da
quella schiettezza. "Esatto. Credo di... di non averti detto tutto ciò che
volevo dirti." Rispose dopo qualche istante.
Lina annuì, le labbra strette, il volto teso: sapeva che quello
sarebbe stato un colloquio difficile, forse il più difficile. "D’accordo,
siediti e sputa il rospo."
Il giovanotto obbedì. Si capiva che era nervoso, benché cercasse
con tutte le sue forze di nascondersi dietro un’espressione impassibile.
"Ecco, Lina, io... io penso di doverti delle spiegazioni."
La tensione della ragazza si sciolse in un sorriso: aveva intuito
ciò che preoccupava il soldato. Quell’abbraccio quasi rubato, da cui lei non
aveva tentato di sciogliersi... temeva di averla offesa. "Luke, se ciò di
cui vuoi parlarmi è quanto hai fatto quella sera, beh, lascia stare. Va tutto
bene. Se non avessi voluto che mi abbracciassi, avrei reagito allora: è inutile
che stai a preoccuparti. In quel momento avevo bisogno di una spalla su cui
piangere, tu me l’hai offerta e per questo ti sono grata, davvero."
Luke spalancò gli occhi per la meraviglia. "Lina... come hai
fatto a capire cosa volevo dirti?"
"Tu sei un ragazzo semplice e onesto." Rispose lei con
dolcezza. "Per me la tua mente è quasi un libro aperto. Vedi, viaggiando
molto, incontrando molte persone, purtroppo si viene in contatto con la gente
peggiore, e se non si è capaci di capire le loro vere intenzioni, che spesso si
nascondono dietro una facciata gentile, beh, allora si è praticamente
condannati a fare un brutta fine."
"Allora... allora sai anche che cosa vorrei riuscire a dirti
ora, che cosa voglio dirti dal giorno in cui ti ho conosciuta..."
La donna scosse il capo. "Non sono un’indovina. Posso intuire
certe cose, ma ciò che c’è nel profondo del tuo cuore... beh, quello solo tu
puoi rivelarmelo, se lo vuoi."
Il soldato arrossì leggermente e chinò il capo, visibilmente imbarazzato
davanti alla disarmante sincerità con cui Lina gli parlava. Seduta sul letto,
con la luce dorata del tramonto che le sfiorava la treccia rossa e le faceva
brillare gli occhi, era ancora più bella.
Notando che il giovane non trovava il coraggio di parlare, Lina si
alzò, gli si avvicinò e gli posò dolcemente una mano sulla spalla.
"Coraggio, parla."
Luke strinse forte i pugni. ‘Adesso o mai più!’ si disse tra sé e
poi, rivolto alla donna: "Lina, ti prego, non avercela con me per
questo..."
A quelle parole, sul volto di Lina si disegnò un’espressione
stupita che però la ragazza non fece in tempo a tradurre in parole, perché si
trovò le labbra chiuse da quelle di Luke.
Il tenente si era levato in piedi all’improvviso e l’aveva baciata
con foga: un bacio profondo, diretto, che portava in sé tutta la passione che
egli evidentemente aveva represso dal primo momento in cui si era accorto di
amarla.
Poi in un attimo la donna si trovò stretta tra le forti braccia di
lui che la stringevano quasi avessero paura di perderla e di non poterla più
riavere. Lina si sentiva confusa, da una parte avrebbe voluto allontanare da sé
il giovane, ma dall’altra il suo abbraccio e il suo bacio le restituivano una
sicurezza che credeva di poter trovare solo con Gourry.
La mano destra della ragazza era ancora sulla spalla del
soldato... la fece scivolare lentamente sul suo petto, coperto dall’armatura e
arrivò a cingergli la vita, con delicatezza, quasi con timore.
Lui parve accorgersi del gesto di lei e allentò la stretta sul suo
esile corpo, permettendole di respirare più liberamente.
Alla fine Luke allontanò il viso da quello della ragazza e arretrò
di un passo, quasi si aspettasse una sua reazione violenta, che non ci fu. Lina
lo guardava, con negli occhi una dolcezza infinita. "Grazie Luke, è stato
un gesto bellissimo..." Gli disse poi, prendendogli le mani tra le sue.
"Non mi ero più sentita così felice da quando Gourry mi ha lasciato... ho
finalmente ritrovato la felicità, ed è tutto merito tuo... grazie."
"Lina... questo significa che tu... che tu mi ami come io amo
te?"
"Questo non lo so..." Rispose lei, scuotendo la testa.
"E’ successo tutto troppo in fretta... dammi tempo di capire... e poi
chissà, forse un giorno capirò che ti amo davvero, ma ora non lo so. Ti prego
di scusarmi..."
"No, non importa, non fartene una colpa se non riesci a
capirti... hai sofferto talmente tanto da cinque anni a questa parte, che mi
stupisce che tu abbia trovato sempre la voglia di andare avanti nonostante
tutto. Ti ammiro molto, Lina."
"Sei molto buono, Luke. Grazie ancora."
"Lina... posso restarti accanto? Mi permetterai di essere il
tuo compagno? Te l’ho già detto quel giorno a Sailune. Io voglio proteggerti,
impedire che tu pianga ancora. Non mi importa se non sai cosa provi, mi basta
stare con te."
"Ma certo che puoi restare, Luke. Forse non so che cosa
provo, ma di certo so che ho bisogno di te..."
Quelle ultime parole -ho bisogno di te- illuminarono il cuore del
giovane come un raggio di luce nell’oscurità, donandogli un gioia
indescrivibile, ma subito un altro pensiero sopraggiunse a turbare quella
felicità... e Gourry?
Il soldato cercò faticosamente le parole per formulare quella
domanda pressante, senza però riuscirci. Ma anche allora Lina sembrò intuire
ciò che lo preoccupava perché disse: "...Non pensare a Gourry, Luke, non
pensarci... è stato lui a lasciarmi: se mi amava davvero non doveva farlo. Sono
certa che ora non avrà nulla da ridire se ti vede al mio fianco. Sa di aver
sbagliato e sa anche che non può rivendicare nessun diritto su di me... stai
tranquillo, saprà accettare la situazione ed andare avanti... come anni fa ho
fatto io... credimi."
Lina aveva pronunciato quella frase sottovoce, cercando di non
piangere e tenendo fissi gli occhi in quelli di Luke che sembrava non essersi
accorto del tremito che alterava la sua voce, perso com'era nella
contemplazione del suo viso. Ma quando lei tacque, il tenente sembrò ritornare
bruscamente alla realtà e, senza dir nulla, quasi volesse prolungare quel sogno
creato dalla dolcissima voce della giovane, la abbracciò di nuovo,
accarezzandole le testa con la mano, come se quella piccola e apparentemente
fragile donna fosse tutto ciò che avesse di prezioso sulla terra.
Anche Lina tentò di perdersi in quella stretta carica d'amore per
dimenticare almeno per un attimo tutto la sofferenza che si era portata nel
cuore per quei cinque lunghi anni.
Entrambi sentivano che nell'altro potevano trovare ciò di cui
avevano più bisogno: affetto e protezione... forse la loro non sarebbe mai
stata un'unione dettata dalla passione, ma soltanto dal bisogno di quel calore
umano che è indispensabile per ognuno, ma di cui spesso la vita è avara
dispensatrice.
Presi dai loro differenti pensieri, nè Luke nè Lina si accorsero
che la porta della cabina si stava lentamente aprendo. Quando si spalancò
abbastanza da rivelare la scena che si stava svolgendo all'interno della
stanza, la persona che stava sulla soglia non ne sembrò affatto sorpresa: si
limitò a chiudersi l'uscio alle spalle e poi si avvicinò alla coppia, tirando
l'abito di Lina per far sì che ella si accorgesse della sua presenza.
"Mamma, la zia Amelia mi ha mandato a dirti che la cena è in tavola...
vieni a mangiare che altrimenti si raffredda tutto!"
Sentendo la voce della figlia, la donna si staccò rapidamente dal
giovane, rossa in viso. "Myr! Quando sei entrata? Non ti ho sentito
arrivare!"
"Sono appena arrivata, mamma... ma perchè sei così rossa in
faccia? Stai male?"
"N-No, no Myr, non sto male... è solo che..."
"E poi perchè te ne stavi tutta stretta allo zio Luke? Non
riesci a stare in piedi?"
I due giovani si guardarono interdetti: la semplicità con cui Myr
poneva loro quelle domande li aveva spiazzati. Come spiegarle il sentimento che
li univa? Come poteva capire cosa significava l'amore tra un uomo e una donna,
lei che non aveva mai visto i suoi genitori assieme nemmeno una volta?
Il soldato arretrò di un passo, mettendosi sulla difensiva.
"Non guardare me, Lina... io non ho la minima idea di cosa
risponderle..."
Lina sospirò, lasciandosi cadere pesantemente sul letto, mentre la
bimba si sedeva accanto a lei, curiosa. "Allora mamma? Perchè non mi
rispondi?"
"Emh, Myr... è terribilmente difficile da spiegare... vedi...
io e Luke ci stavamo... dimostrando l'affetto che proviamo uno per l'altra....
è un po' come quando io ti prendo in braccio e ti dico che ti voglio bene... è
solo che... che per noi si tratta di qualcosa di diverso dal rapporto che lega
me e te... riesci a capirmi?"
Myr la guardò pensierosa. "E' un po' come nella fiaba della
Bella Addormentata? Quando il Principe Azzurro bacia la Principessa?"
La madre sorrise. "Come sono felice di aver passato serate
intere a raccontarti le favole della buonanotte, Myr! Esatto è proprio così...
quello che lega me e Luke è o stesso sentimento che c'è tra il Principe e la
Bella Addormentata, o tra il Principe e Cenerentola..."
La bambina annuì. "Ho capito. Ma senti mamma, allora anche tu
e lo zio Luke vi sposerete? Diventerà lui il mio nuovo papà?"
"Ma Myr..." iniziò il giovane. Subito però si
interruppe, congelato da un’occhiata della donna.
"Questo ancora non lo sappiamo, Myr. La vita reale purtroppo
non è semplice come le favole. Comunque, tu saresti felice se Luke prendesse il
posto del tuo papà?"
"Certo! Lo zio Luke mi sta simpatico! E poi se tu gli vuoi
bene, vuol dire che è una persona buona!" sentenziò la bimba; poi,
rivolgendosi al soldato gli disse: "Senti zio Luke, posso chiamarti papà
Luke?"
"P-papà?! Ehm, sì, certo piccola, certo che puoi chiamarmi
papà se ti fa piacere..."
"Evviva!" gridò Myr, correndo ad abbracciare le gambe
del giovane "Evviva! Adesso ho anch’io un papà come tutte le altre
bambine! E poi il mio papà è speciale perché è un soldato fortissimo!"
Lina e Luke si guardarono commossi. "Vieni qui, Myr, vieni
dalla tua mamma..." La chiamò poi la donna con le lacrime agli occhi.
La piccola obbedì e la madre si chinò su di lei abbracciandola con
tenerezza.
Il ragazzo le guardò stringersi fino a diventare quasi una sola
figura che emanava dolcezza e affetto. ‘Chissà quanti abbracci così devono
essersi scambiate per sostenersi in tutti quegli anni...’ si disse ‘sono
davvero due persone molto forti, e io devo sentirmi onorato di essere stato
incluso nella loro famiglia... cerchèrò di fare del mio meglio per proteggerle,
lo giuro!’
Capitolo 17: Sorpresa sconvolgente! E subito dopo, tra la confusione,
forse un pericolo?
"Ma allora, quanto ci mette Myr ad andare a chiamare
Lina?" si lamentò Amelia. "Ormai sono 20 minuti che è sparita e io ho
FAME!!!..."
"Abbi un po' di pazienza, cuginetta!" le raccomandò
Kibil "Anche perché Lina e sua figlia non sono le uniche a mancare...
qualcuno di voi ha per caso visto Luke?"
Tutti si guardarono perplessi, tranne Gourry, che balzò in piedi
di scatto con una espressione indecifrabile sul viso: sembrava quasi che
intuisse cosa era successo tra i due e che ne fosse felice e triste allo stesso
tempo.
Di tutto il gruppo, però, solo Zelgadiss riuscì a comprendere la
ragione della reazione dell'amico, che nel frattempo era già corso via
dirigendosi nella parte posteriore dell'aeronave, dove si trovavano le cabine,
senza proferire sillaba.
Vedendolo andarsene in quel modo, Tiina cercò di seguirlo, ma la
chimera la fermò, trattenendola per un braccio.
Lei tentò di divincolarsi, ma Zel scosse la testa con aria grave:
"No, Tiina, non andare con lui... ha bisogno di rimanere solo e di
chiudere una volta per tutte quella partita col suo passato che sta rimandando
da troppo tempo..."
A quelle parole, la ragazza si irrigidì e si volse verso di lui.
"Chiudere la partita col suo passato? Zelgadiss, che significa?"
"Durante la sua vita, ognuno di noi fa delle scelte... e
queste scelte portano delle conseguenze che bisogna avere il coraggio di
riconoscere, di qualunque genere esse siano..."
Tiina, Kibil e Amelia fissavano ora Zelgadiss con intensità: ogni
volta che egli esprimeva la sua opinione su un qualsiasi argomento lo faceva
con una straordinaria autorità, che induceva i suoi ascoltatori a prestargli la
massima attenzione.
"... e Gourry ha fatto una scelta di questo tipo..."
proseguì il giovane. Ma subito tacque, come indeciso se continuare o meno a
raccontare ciò che aveva appreso da Lina circa la sua relazione con lo
spadaccino.
"Che scelta, Zelgy? Spiegati tesoro, altrimenti non riusciamo
a seguirti..." lo incitò la regina, curiosa.
"No Amy... non chiedere a Zel di continuare..." la
interruppe Kibil "ho l'impressione che dovrebbe rivelarci un segreto che
non gli appartiene e credo che non sia giusto che lo faccia..."
La chimera chinò il capo. "Effettivamente Kibil ha ragione...
la storia cui ho incautamente accennato prima non l'ho vissuta io in prima
persona... ma tutti voi ne conoscete i protagonisti..." ormai Zel si era
deciso a parlare e sperava che Lina non gliene volesse troppo "uno è Gourry
e l'altro... anzi, l'altra, è Lina..."
Sui volti dei presenti si disegnò un'espressione sorpresa, che si
trasformò in incredulità quando Zel aggiunse: "... e la scelta di cui vi
parlavo riguarda la loro separazione..."
"Ma Zelgy, amore," saltò su Amelia "sappiamo tutti
come mai Lina e Gourry si sono lasciati! Ce l'ha raccontato Gourry stesso
quando è giunto a Sailune 5 anni fa!"
"No, Amy, noi tutti non conoscevamo la verità... ma solo una
parte di essa..." iniziò Zelgadiss.
"No, Zel, sei in errore anche tu" si intromise una nota
voce proveniente dall'ingresso del salone "voi conoscevate una verità, la
mia, quella che io vi ho raccontato come tale..."
"La verità è un'altra e adesso è giusto che la conosciate
tutti..." continuò una seconda voce.
Tutti si voltarono e videro due figure a loro familiari.
"Lina, Gourry!" esclamò Tiina "Ma allora avete sentito
tutto?!"
La maga annuì e andò a sedersi ad un capo della tavola; subito
Gourry la imitò, prendendo però posto all'altra estremità.
"Ma... Luke e Myr dove sono?" domandò Amelia, rivolta a
Lina.
Questa non rispose e al suo posto parlò lo spadaccino. "Luke
è in cabina con Myr... la sta facendo giocare... lei non sa la verità e abbiamo
deciso di non rivelargliela, almeno per ora... sarebbe troppo per una bambina
piccola come lei..."
"Troppo?" ripetè Tiina "In che senso troppo?
Gourry, spiegati meglio!"
"Tiina, tu tra tutti sei quella che meglio può capire in che
senso la storia che state per udire sarebbe troppo shockante per una bimba di
appena 5 anni..." le rispose dolcemente Lina "lo puoi capire perchè
anche tu hai vissuto una situazione simile a quella di Myr..."
La ragazza intuì ciò a cui la maga si stava riferendo e sbiancò in
viso. "Intendi dire che..."
"Già, intendo proprio quello... Myr non sa chi è suo padre e
crede che lui sia morto prima che lei nascesse... ma non è così,
perchè..."
"... perchè suo padre sono io!" completò Gourry con
evidente sforzo.
I presenti si guardarono increduli e poi fissarono attoniti i due
giovani che sedevano uno di fronte all'altra, evitando accuratamente di
guardarsi negli occhi. Nel silenzio che seguì, Amelia fu la prima a riprendersi
e disse: "Ma allora vuol dire che tu ci hai mentito, Gourry.... non era
vero che Lina si era sposata!"
Lo spadaccino scosse il capo. "No, non era vero... è stato un
altro il motivo che mi ha spinto ad abbandonarla pur sapendo che era
incinta..." La voce del giovane si spense in un sussurro e una lacrima gli
rigò la guancia.
Gourry alzò lo sguardo cercando e insieme temendo gli occhi di Lina;
lei lo fissava senza tradire nessuna emozione... tutto ciò che doveva dirgli
glielo aveva detto quella sera sulla torre del castello di Sailune... o forse
no? o forse doveva dirgli che l'aveva perdonato? che nel suo cuore c'era ancora
un po' d'amore per lui?
La donna abbassò lo sguardo, indecisa: non sapeva cosa fare e
l'unica soluzione che le veniva in mente era evitare i suoi occhi, fuggire da
lui, da sè stessa, dalle sue domande... ma non poteva...
Alle ultime parole di Gourry, Kibil era balzato in piedi,
indignato. "Ma perchè ti sei comportato in modo così ignobile,
Gourry?!" aveva urlato, battendo violentemente le mani sul tavolo e
facendolo quasi tremare "Sei stato un vigliacco! Perchè non hai affrontato
le tue responsabilità?"
Il generale scosse la testa, ma non trovò la forza di rispondere
alcunché. Davanti a quel silenzio, Lina alzò gli occhi sul giovane e gli disse:
"Gourry ha agito così spinto da un'altro motivo, Kibil..." e cominciò
a narrare con voce atona e impersonale la triste storia di Camille e del suo
smisurato amore suicida.
Quando la donna tacque, sul gruppo cadde un gelido silenzio che
nessuno aveva il coraggio di rompere. Dopo alcuni istanti che sembrarono
eterni, Kibil trovò la forza di parlare: "Scusami Gourry... non volevo insultarti...
ma anche ora che so tutta la verità, non riesco a capire perchè tu abbia agito
così..."
"Ma questa è davvero tutta la verità?" sussurrò Amelia,
quasi avesse paura di offendere i due amici ponendo loro quella domanda.
Lina assentì col capo. "Sì, ora sapete tutto..." disse
poi, con un filo di voce "Capisco che vi siate sentiti traditi perchè non
vi abbiamo detto ogni cosa, ma era troppo difficile... anche per noi..."
"Lina, la tua forza d'animo è stata davvero ammirevole... io
la tuo posto non sarei riuscita a crescere mio figlio da sola... come hai fatto
a non arrenderti mai?" la domandò ancora la regina.
"Ho continuato a lottare soltanto per amore di mia
figlia..." rispose la maga lentamente "Volevo e dovevo darle tutto
l'affetto di cui aveva bisogno, anche senza l'aiuto di nessuno!" concluse
infine, alzando gli occhi decisa e lanciando a Gourry uno sguardo
significativo.
Questi non disse nulla, si limitò a chinare la testa, ma a nessuno
sfuggì che la frecciata di Lina lo aveva ferito profondamente. La donna intanto
stava per ricominciare a parlare ma fu interrotta dall'apertura della porta
della sala, che lasciò entrare il tenente della Guardia Reale Luke Aoi.
"Ho lasciato Myr in cabina, sta giocando con una bambola che le ha dato il
capitano Cid" annunciò ai presenti.
A quelle parole, Lina annuì, gli sorrise e poi disse: "C'è
anche un'altra cosa che non vi ho detto..." alzò gli occhi per cercare lo
sguardo di Luke, che le fece un cenno affermativo. "Per me è stato
difficile decidere, ma alla fine credo di aver fatto la scelta giusta, sia per
me che soprattutto per Myr... ho deciso di sposare Luke..."
A quell'annuncio inatteso, tutti i presenti restarono a bocca
aperta, con gli occhi quasi fuori dalle orbite per la sorpresa. Il primo a
riprendersi fu ancora una volta Kibil che però riuscì soltanto a balbettare:
"Voi... voi... cosa?!"
Il lanciere sorrise al commilitone. "Sì, Kibil. Io e Lina
abbiamo deciso di sposarci appena possibile... riteniamo che questa sia la
scelta giusta per Myr, che ha sicuramente bisogno anche di un papà...
Gourry..." continuò poi il giovane, rivolto al suo superiore "...sei
stato proprio tu a dirmi di farmi avanti con lei e come vedi ho seguito il tuo
consiglio... spero solo di non averti offeso... anche se non ci posso fare
nulla... questa è la vita e nella vita a volte si prende e a volte si
lascia..."
"Sei stato molto corretto nei miei confronti Luke, fin
troppo..." rispose il generale, con lentezza "come hai detto tu
stesso, questa è la vita... e nella vita non contano i gradi militari, contano
le proprie scelte... e io ho fatto quelle sbagliate, per cui ora devo pagare
per il mio errore... vai avanti per la tua strada, con i miei migliori
auguri... Lina è una donna eccezionale: non fartela sfuggire come ho fatto io e
rendila felice, se lo merita!"
Detto questo, Gourry si irrigidì nel saluto militare, cui Luke e
Kibil risposero immediatamente, fece un profondo inchino alle ragazze, salutò
la chimera con un gesto della mano e uscì in silenzio.
"Povero amico mio..." disse Zelgadiss, dopo qualche
istante "Sta soffrendo davvero tanto in questo momento, ma cerca di non
darlo a vedere affatto... è davvero forte..."
"Lina, ma perchè l'hai fatto?" chiese Tiina "Non ti
dispiace nemmeno un po' per lui?"
"Sì che mi dispiace vederlo così... in fondo l'ho amato con
tutta me stessa per molto tempo... ma anche lui mi ha fatto soffrire tanto,
troppo... ha sbagliato e deve pagare... lo sa benissimo che da me non deve
aspettarsi quella compassione che lui per primo non mi ha mai dato..."
"Lina ha ragione, questa è una delle tante leggi ingiuste
della vita, Tiina..." le disse Kibil "Ognuno dovrebbe ricevere dagli
altri quello che ha dato loro... anche se spesso chi ha fatto il bene riceve in
cambio nient'altro che male... è sbagliato, lo so, ma accade... accade perchè
la vita è così e purtroppo non è fatta solo di gioie e di sorrisi, ma anche di
lacrime e di dolore, di silenzio e di solitudine..."
Amelia sospirò. Poi alzò la testa, e tutti la guardarono.
Sorrideva.
"Ora abbiamo parlato abbastanza di cuore... è ora di passare
allo stomaco! Tiina, te la cavi a cucinare?"
Cara vecchia Amelia... sempre in grado di tirare su il morale
anche nelle situazioni peggiori in assoluto...
***
"Ecco a voi la prima portata, gentili passeggeri! Oggi la
Amelia Sailune Airlines ha in serbo per voi un piatto speciale per festeggiare
degnamente questo volo inaugurale!" esclamò Amelia raggiante,
avvicinandosi alla tavola dove tutti erano seduti, nella stiva dell'Blackwind.
"Si ringrazia la signorina Tiina per la dolcissima collaborazione ai
fornelli!"
"Meno fumo e più arrosto, per favore, Amelia... se afferri la
battuta." sorrise Gourry.
Amelia rimase un pò perplessa, poi disse: "Ah, ho capito! C'è
un doppio senso! 'Meno fumo e più arrosto', cioè devo parlare di meno e passare
direttamente a portare da mangiare... l'arrosto, appunto. Complimenti per il
tuo intuito e per il tuo olfatto, Gourry!" sorrise (praticamente da un
orecchio all'altro) la regina, portando a tavola un mega-piattone su cui c'erano
tre polli arrosto di ragguardevoli dimensioni.
Otto paia di occhi affamati si piantarono su di lei.
L'assalto alle cibarie stava per incominciare, quando
all'improvviso qualcuno, dall'esterno, bussò alla porta chiusa.
"Uh? Chi è?" chiese Kibil.
"Non ne ho la minima idea... siamo tutti qui dentro!"
disse preoccupato Zelgadiss.
"Ehi! Se siamo tutti qui, chi sta guidando?" Gourry era
ancora più preoccupato.
"Nessuno. Visto che siamo in anticipo sulla tabella di
marcia, ho gettato l'ancora e bloccato la nave..." rispose Cid a bassa
voce.
"Forse è il vento che fa strani scherzi..." azzardò
Lina.
Ma si interruppe quando dall'esterno giunse un bussare più forte,
assieme ad una voce, confusa dal vento e dallo spessore della porta:
"Allora, ci aprite o no?"
"Non mi piace...” disse Amelia cupa “Cid, torna in sala di
pilotaggio e prendi i comandi. Tira su l'ancora e stai pronto a tutto."
Senza dire una parola il pilota obbedì, allontanandosi dalla parte
opposta.
"E la cena?" chiese Gourry nervoso, afferrando un
cosciotto di pollo e divorandolo voracemente, mentre teneva l'altra mano
sull'elsa della spada.
"Io direi di aprire..." fece Tiina timidamente.
"Insomma, aprite o no? Si gela qua fuori!" Di nuovo la
voce dall'esterno.
"Apro io." disse Luke, tenendo la lancia nella mano
destra ed aprendo la porta con la sinistra, lentamente. Tutti vennero investiti
da una raffica improvvisa del vento gelido che soffiava fuori.
Dall'altra parte della soglia c'erano tre persone dall'aspetto
assolutamente normale, due uomini ed una donna. I vestiti erano così comuni che
anche l'ultimo dei contadini avrebbe potuto avere più fantasia nel suo
abbigliamento. L'unica cosa degna di nota erano le orecchie a punta, simili a
quelle degli elfi.
"Non avete pagato il biglietto. Qualcosa da dire in vostra
difesa?" esordì subito Amelia, con tono duro.
"Ehm..." fece uno dei tre, guardando l'asserragliamento
di uomini armati che si era trovato davanti. "Calmatevi, ragazzi... Augh.
Io venire in pace dentro vostra grande nave delle nuvole, visi pallidi."
"Hai sbagliato fumetto, spiritosone... questo non è
Tex." sbottò Zelgadiss. "E poi sei tu che sei pallido. Freddo fuori,
vero?"
"Ok, tutto quello che volevamo è un passaggio fino a... uh...
dov'è che dovevamo andare, Sarisa?"
"Sailune." rispose la donna.
"Mi spiace, ma stiamo andando della direzione opposta."
fece Amelia.
"Come DIAVOLO avete fatto ad arrivare quassù?" chiese
Kibil, curioso.
"Beh, con la levitazione, no?" disse quella che si era
fatta chiamare Sarisa.
"LEVITAZIONE? A QUESTA altitudine?" esclamò Tiina.
"Ma siete degli elfi?"
"No. Ehm..." iniziò quello dei tre che aveva parlato per
primo. "Credo sia meglio presentarci. Io sono Siroi, e la mia collega si
chiama Sarisa. Il mio amico taciturno è Ziel."
"Non sono taciturno, sono stanco morto. Trovate sempre la
scusa per far portare questa roba a me!" sbottò acidamente il terzo
estraneo, accennando alle due casse rettangolari d'acciaio, dall'aspetto
pesante, che portava legate dietro la schiena.
"Beh, credo che dovremmo presentarci anche noi, a questo
punto..." fece Amelia. "Io sono Amelia Will Telsa Saillune, e i miei
amici sono Lina Inverse, Gourry Gabriev, Zelgadiss Greywords, Kibil Mel
Saillune..." Iniziò indicandoli uno per uno.
"COOSA?" esclamò la donna, Sarisa, mettendosi subito in
posizione di combattimento.
"Dai, Sarisa, calmati." fece Siroi.
"CALMARMI? Ma hai sentito i nomi? Sono quelli che
Chronos..."
"CHRONOS?" chiesero gli altri ad una voce.
Siroi si mise una mano tra i capelli. "Sarisa, visto cosa
succede a perdere troppo facilmente la calma?"
"S... scusa..." balbettò Sarisa, imbarazzata.
"E-EHI, GENTE! Gradirei delle spiegazioni..." fece Lina.
Siroi sbuffò. "Vabbè, sì, lavoriamo per Chronos. Ma non
abbiamo nulla a che fare con voi. E' solo la mia amica ad essere troppo
zelante. Sappiamo che voi state cercando di combatterlo, ma a noi non hanno
dato ordini..."
Zelgadiss aveva già la mano sulla spada. "Siete venuti qui
per noi?"
"Non lo sapevamo che c'eravate voi qua! Noi cercavamo un
passaggio per Sailune! E' stata una coincidenza mostruosa..."
"Per niente." risuonò una voce nota, incorporea
nell'aria. Era la voce di LoN.
"Questa sensazione... Lord of Nightmares, dico bene?" disse Siroi. "Era
un tuo piano?"
Tra lo stupore generale, la figura semitrasparente di LoN si
materializzò tra di loro. "Così, voi siete degli inviati di Chronos."
"Dei MERCENARI che lavorano per chi PAGA, prego. Quel tipo
non mi piace, non mi è mai piaciuto e non mi piacerà mai." Siroi mise
subito tutto in chiaro.
LoN sorrise serafica. "Su questo almeno siamo d'accordo. Ora
che ne direste di dare a questi giovani eroi quelle due casse che il vostro
taciturno, pardon, stanco amico porta con tanta fatica?"
"Sai già tutto, eh? Vabbè, sono disposto a darvele..."
"COOOSA? SIROI! E IL NOSTRO LAVORO? E LA NOSTRA
RICOMPENSA?" esplose Sarisa.
"La ricompensa non è tutto... ho sempre desiderato dare una
lezione a quel pallone gonfiato di Chronos. Se io non posso farlo, voglio
almeno fargli un dispetto... dando una mano a chi ha l'occasione di dargli una
bella pestata!"
"Qualunque cosa vi abbia promesso in ricompensa, ve la
garantisco io, quando la ribellione sarà riuscita." propose LoN. "Che
ne dici, Siroi?"
"Ne bastano due terzi per i miei colleghi, io ne faccio anche
a meno..."
"Un terzo. Io sono con te, Siroi." fece Ziel.
Sarisa sbuffò, ma restò in silenzio.
"MA! Ma, se vogliono le casse, dovranno sconfiggere almeno
due di noi in duello." concluse Siroi.
"CHEE?" fece Lina. "Aspetta un attimino, amico! Non
sappiamo neanche che roba c'è in quelle casse!"
"E'... un... segreeeeetoooo!" sorrise Siroi.
Anche LoN sorrise. "Sore wa himitsu desu, come direbbe una
vecchia conoscenza..."
"Non preoccupatevi, è giusto per sgranchirci... sono curioso
di vedere se avete una vaga possibilità di arrivare in fondo a questa
faccenda." Siroi continuava a sorridere beffardo. "Non capita tutti i
giorni di incontrare qualcuno che abbia fatto fuori due Maou, due re dei
demoni!"
Amelia fece un passo avanti. "Veramente io penso che..."
All'improvviso tutta l'aeronave venne scossa terribilmente. i
tavoli e le sedie erano fissati a terra, ma tutto il resto, piatti, polli
arrosto e persone, venne scaraventato via dal punto in cui si trovava.
"NOO! IL POLLO!" urlò Gourry, disperato. "Non avevo
ancora mangiato la seconda razione!"
"Ma... ma che succede?" domandò Sarisa spiazzata.
"CID!" Gridò Amelia, verso la cabina di pilotaggio.
"TIENI LA NAVE DRITTA! NOI ANDIAMO SUL PONTE A VEDERE!"
Nella confusione, LoN sparì discretamente nel nulla.
Capitolo 19 *** Cap.18 - Torna a splendere la luce sul campo di battaglia ***
Capitolo 18: Torna a risplendere la Luce sul campo di battaglia
Capitolo 18:
Torna a risplendere la Luce sul campo di battaglia!
In un lampo, tutti accorsero sul ponte, mentre la nave continuava
a tremare e la sua struttura scricchiolava paurosamente. Sembrava che si
dovesse spaccare in due da un momento all'altro.
Ma sul ponte non c'era nessuno... era perfettamente deserto.
"Che diavolo succede? Da dove viene questa vibrazione?"
Gridò Zelgadiss.
"Da sotto!" Intuì Amelia. "Qualcosa... sembra che
qualcosa scuota la nave dallo scafo inferiore!"
Uno scossone più forte degli altri investì la nave, e Sarisa battè
violentemente la testa contro il parapetto, perdendo i sensi ed accasciandosi,
in una posizione pericolosamente vicina al bordo...
"Sarisa!" Gridò Ziel, avvicinandosi. Uno secondo
scossone, ed il corpo inerte della misteriosa donna cadde da oltre il parapetto
e precipitò giù, nel vuoto. Senza esitare, Ziel si staccò da dietro la schiena
i suoi pesanti bagagli e si gettò subito dopo.
"ZIEL!" Siroi si sporse, afferrando il parapetto per non
fare la stessa fine di Sarisa. "AFFERRALA E RIPORTALA SU, TI PREGO!"
Senza nessun preavviso, dal cielo perfettamente sereno esplose un
fulmine, vicinissimo alla Blackwind. Siroi osservò con orrore la lingua di
fuoco bianco abbattersi al suolo ad una velocità incredibile, attraversando i
corpi lontani ma ancora visibili dei suoi amici.
"NOO! SARISA! ZIEL!" Kibil dovette trattenere Siroi per
i vestiti, o sarebbe caduto anche lui. Lo afferrò più saldamente e lo tirò via
dal parapetto. "NON C'E NIENTE CHE PUOI FARE!!" gli urlò in faccia.
"Il tuo amico ha ragione. Se non sono stati inceneriti dal
fulmine ormai si saranno già schiantati a terra... nemmeno loro possono
sopravvivere ad una caduta simile." Disse una voce tranquilla, proveniente
dal nulla. Le vibrazioni cessarono.
"...LoN?" Si lasciò sfuggire Luke.
Dalla voce provenì una risatina. "Eh, eh, ce ne vuole a
scambiarmi per LoN... ma lo prenderò come un complimento."
"C... Chi sei?" Chiese Siroi, mettendosi in posizione di
guardia.
"Credevi davvero che Chronos si sarebbe fidato ciecamente di
voi tre? Mi deludi. Eppure ho sentito parlare molto bene di te..."
"Fatti vedere e ti dimostrerò quanto quelle voci siano
esatte!" Esclamò Siroi rabbioso.
"Oh. Una sfida? Uno contro uno, magari? Guarda che sono io
che sto sfidando te. Sarebbe tipico di uno come te, una leale sfida uno contro
uno... ma, visto che hai tanti amici..."
"Loro non c'entrano!" Sbraitò, con un gesto della mano.
"Sono IO che ce l'ho con TE! E ora fai vedere la tua faccia da bidone con
le BUONE, o te la STRAPPERO' con le CATTIVE, quando avrò finito con te!"
gridò al colmo della rabbia.
Un punto del ponte della nave iniziò a brillare sommessamente. Il
luccichio si raccolse ed assunse la forma di una sagoma di persona,
dissolvendosi subito dopo.
Era un ragazzo alto e snello, che non dimostrava più di vent'anni,
con lunghi capelli neri. Era vestito in un modo assolutamente banale, come
Siroi, ed aveva le stesse orecchie a punta. Evidentemente aveva una qualche
affinità con lui...
"Ma perchè 'sta gente deve vestirsi tutta in questo modo
senza capo nè coda..." Non potè fare a meno di commentare a bassa voce
Lina, con un gocciolone.
"Hai sbagliato a tradire Chronos." Disse, con freddezza,
fissando Siroi negli occhi.
"Io faccio quel che mi pare!" Fu la altrettanto fredda
risposta. "Se vuoi combattere contro di me, mi va bene, non chiedo
altro... ma non qui!"
"BASTA CON QUESTI TUOI STUPIDI COMPROMESSI! DIFENDITI!"
Gridò il ragazzo, inferocito. Puntò una mano verso Siroi, e sulle sue dita
iniziò a raccogliersi una violenta luce azzurra...
"FLOW BREAK!" Chiamò Amelia, facendo un salto in avanti.
Con un lampo di luce, l'energia che lo sconosciuto stava raccogliendo si
disperse nell'aria circostante e svanì. "Sei un vigliacco! E' buona norma
lasciare allo sfidato la scelta del campo di battaglia, non lo sai?" Lo
investì la regina.
Il ragazzo sembrò sul punto di esplodere di rabbia. "ORA
BASTA! Ora vi faccio vedere io cosa succede a fare gli impiccioni!" Come
prima, una forte luce blu iniziò a raccogliersi attorno al suo corpo, molto più
forte di prima. "GAIA GRAZE! GU RU DIVA!" Gridò.
Sul ponte della nave, attorno a lui, comparvero quattro cerchi
luminosi e due cerchi più grandi, con un pentacolo all'interno.
"Sta usando contemporaneamente due incantesimi di invocazione
alla massima potenza!" Si lasciò sfuggire ammirata Lina. Quell'uomo doveva
essere un mago potentissimo... Ora bisognava vedere che cosa sarebbe arrivato.
Istintivamente prese per mano la piccola Myr e la spinse dietro di sè...
Siroi, cogliendo il momento opportuno, si gettò sullo sconosciuto,
prendendolo alle spalle e assestandogli una gomitata dietro la nuca. Sorpreso,
l'invocatore cadde a terra.
"Sei un idiota, Siroi... Hai appena firmato la tua condanna a
morte..." Disse, rialzandosi, con una luce omicida negli occhi.
Nel frattempo, delle sagome luminose iniziarono ad apparire al
centro dei cerchi magici...
"Ecco che arrivano! Pronti!" Disse Gourry, sguainando la
spada, affiancato da Zelgadiss e da Luke, anche loro armati. Kibil impugnò il
suo arco ed incoccò una freccia, nervosamente. Dietro di loro, Amelia, Lina,
Myr e Tiina si preparavano a... qualunque cosa stesse per arrivare.
"Cosa speri di fare? Si vede che non ci conosci! Io i demoni
me li mangiavo a colazione!" Rispose beffarda Lina. In realtà, era molto
che non usava la magia, e non era sicura di riuscire ad essere d'aiuto in una
battaglia... Ma non lo dava a vedere.
"Con voi i conti li faccio dopo... se sarete ancora
vivi!" Sbraitò l'invocatore. Siroi, in un lampo, si gettò oltre il parapetto,
volando rapidamente lontano dalla nave. "Scappa, vigliacco!" Gli
gridò dietro, lanciandosi all'inseguimento.
"Almeno quei due si scanneranno lontani di qui..."
Commentò Kibil.
In quel momento, le creature invocate apparvero davanti a loro,
mentre la luce dei circoli magici svaniva.
Si trovarono faccia a faccia con quattro Lesser Demons, mostri
demoniaci vagamente simili a troll... e a due enormi Brass Demons che
sembravano essersi svegliati con il piede sbagliato, pensò Lina. Non che ne
avesse mai incontrato qualcuno particolarmente di buon umore...
Perchè tutto doveva essere sempre così difficile?
"Diavolo!" Esclamò Luke, notando che uno dei due demoni
più grossi sembrava in procinto di caricarli come un toro. "Qua finiamo
come i birilli al bowling! Sparpagliatevi!"
Nessuno se lo fece ripetere due volte. Il demone partì a testa
bassa, di corsa, ed ogni passo scuoteva l'aeronave. Tutti quelli che erano
sulla sua traiettoria si dispersero rapidamente e il demone passò in mezzo
senza colpo ferire.
"Sono in troppi!" Gridò Gourry, che si era ritrovato
davanti all'altro Brass Demon. Lo colpì con un fendente della sua spada, ma il
colpo scivolò sulla sua durissima pelle.
"Non va!" Gli gridò Zelgadiss, correndo verso di lui in
posizione d'attacco. "Solo la magia astrale può danneggiare decentemente
un Brass Demon!"
"E TU USALA!" Gourry si scansò di lato, evitando
un'artigliata del demone che avrebbe potuto tagliarlo facilmente in due, e
lasciando spazio a Zelgadiss. "ASTRAL BREAK!" Gridò la chimera, puntando
le mani verso il demone, che venne avvolto da un violento lampo di luce bianca.
Quando la luminescenza svanì, il demone era ancora lì, come se non
fosse successo niente.
Zelgadiss si fermò, sorpreso. "Un momento... qualcosa non
va... un Astral Break cancella il piano astrale... quel demone dovrebbe essere
già disintegrato!"
Il demone, che evidentemente non sapeva che avrebbe dovuto essere
disintegrato, e che probabilmente non dava neanche troppa importanza alla cosa,
lo colpì con una zampata violentissima. Se Zelgadiss non finì scaraventato
fuori bordo, fu solo un questione di fortuna: il fatto che Tiina si trovasse
sulla sua traiettoria. Zelgadiss finì contro di lei e le rovinò addosso, a
mezzo metro di distanza dal parapetto che avrebbe sicuramente sfondato,
precipitando.
"Uh... Ahh! Scusami!" Fece, alzandosi subito in piedi,
accorgendosi di essere sopra di lei.
"I demoni sono dall'altra parte..." Borbottò Tiina,
intontita. "Come sta Lina?" Chiese, poi.
Zelgadiss si guardò in giro, tra la confusione della battaglia.
Luke e Kibil stavano combattendo contro un demone minore, e l'avevano già
ferito. Gourry stava tenendo a bada il Brass Demon di prima, con pochissime
possibilità... Amelia era più indietro, in stato semiconfusionale, con l'aria
di chi non aveva la minima idea di dove mettere le mani...
"Lina e Myr! Dove sono finite?" All'improvviso le vide,
appostate sopra il tetto della cabina di comando. "LINA!"
Lina lo notò, e gli fece l'occhiolino. "Non ti preoccupare,
Zel! Ci penso io!"
"LINA! NON USARE IL DRAGON SLAVE! SIAMO SU UN'AERONAVE,
ANDRA' IN PEZZI TUTTO E PRECIPITEREMO!!!" Urlò Zel disperato. "E poi
sei fuori allenamento, e non è che avessi una gran mira anche quando eri al
massimo della tua forma..." commentò a voce più bassa.
"Lo zio Zel ha ragione, mamma..." Fece Myr, spaventata,
da dietro di lei.
"Diavolo. Allora che posso fare? Quei demoni sono molto più
forti del normale..." Lina osservò il 'campo di battaglia', il ponte della
nave. I demoni minori non erano famosi per la loro intelligenza, ma ci
avrebbero messo poco a capire che sarebbe bastato loro attaccare tutti insieme
per spazzarli via...
"ZEL! AMY!
TIINA! HO UN'IDEA! TENETELI IMPEGNATI PER QUANTO PIU' POSSIBILE!!"
Urlò con tutte le sue forze, sovrastando il rumore della battaglia. Saltò giù,
tirandosi dietro Myr.
"Mamma... tu una volta combattevi i demoni con i tuoi amici,
vero?" Chiese la piccola.
Lina sorrise. "Non devi avere paura, piccola. Sei mia figlia,
devi essere forte."
"Forte!" Ripetè Myr. "Sarò forte come te!"
"Purchè non sia FUORI come te!" Commentò Gourry,
continuando a combattere. Lina trattenne una risata. Neanche in una situazione
simile, nonostante tutto quello che aveva passato, Gourry perdeva il buonumore.
"Cosa intendeva dire, mamma?" Chiese Myr.
"Niente, niente, scherzava!" Sorrise Lina. "Ora
ascolta, Myr. Voglio che tu mi segua di corsa. Se un demone si avvicina, sai
cosa devi fare, vero?"
"I d-demoni sono deboli alla magia astrale offensiva, alla
magia bianca disabilitante ed alla magia nera." Disse Myr, con il tono di
voce di chi recita una frase imparata a memoria.
"Brava, vedo che ti ricordi. Ora..." Lina osservò ancora
la battaglia. Si stava mettendo sempre peggio. Nonostante la resistenza di Luke
e di Gourry, i tiri precisi dell'arco di Kibil e gli incantesimi di Zel e di
Amelia, erano ormai confinati in un angolo del ponte, con le spalle al vuoto...
"Devo prendere il momento giusto... Ragazzi, cercate di
aprirmi la strada!"
"Ti vuoi buttare in mezzo ai demoni?!" Chiese Gourry,
sorpreso, continuando ad indietreggiare davanti al Brass Demon. Era coperto di
tagli e un'artigliata gli aveva quasi spaccato in due l'armatura. "Erano
almeno dieci anni che volevo dirtelo, Lina... tu sei pazza!"
"Il bello dell'essere pazzi e che si vedono cose che nessun
altro vede!" Ribattè Lina. "E credo di averne vista una!"
"Fà un pò come ti pare, basta che funzioni!" Le disse
Zelgadiss. "Amelia, Tiina, presto! Spariamo un triplo La Tilt su quel
demone! Vediamo quanto sono resistenti! Tiina, te la senti?" Zel non
l'aveva ancora vista combattere... sembrava spaventata ed insicura, ma avevano
bisogno di ogni aiuto possibile...
La ragazza annuì. "Farò del mio meglio."
"ADESSO!" Segnalò Lina, lanciandosi nella mischia con
Myr che la seguiva a ruota.
"Ok, si balla!! Tu, che voli nell'eternità e
nell'infinito, fonte di tutti icuori, sempiterna fiamma azzurra... LA
TILT!" Lanciò Zelgadiss, unendo il suo incantesimo a quelli di Amelia
e di Tiina.
Un'enorme colonna di luce azzurra avvolse uno dei due Brass
Demons, nascondendolo alla vista per un secondo. Lina, senza esitare, si lanciò
in mezzo, attraversando da parte a parte la fiamma di energia, seguita subito
dopo dalla piccola Myr. Quando la luce si dissolse, il demone non c'era più.
Era stato cancellato completamente...
Gli altri demoni rimasero smarriti per alcuni secondi, sufficienti
per permettere a Lina ed a Myr di passare attraverso le loro linee di corsa e
di arrivare alle loro spalle... dove Ziel, prima di lanciarsi, aveva posato le
casse di metallo che stava portando!
"Lina! Che fai?" Gridò Amelia.
"Qua ci dev'essere per forza qualcosa di importante!"
Rispose Lina, cercando di forzarne una. "Mmmmhhh... non si apre,
maledizione!!!" Sbraitò.
"Mamma!" La chiamò Myr. Uno dei demoni minori le aveva
notate, e veniva verso di loro con passo lento.
"Forza, Myr, pensaci tu!" Le disse Lina. In realtà, Lina
era prontissima a colpire lei quel demone... ma prima voleva lasciar fare a
Myr, anche se sembrava paralizzata dalla paura. 'La espongo ad un rischio... ma
sento che è la cosa giusta.' pensò. 'Myr ha detto di voler diventare
un'avventuriera come me, da grande... se riuscirà a fermare quel demone, forse
troverà la fiducia in sè necessaria a...'
Il demone ormai era molto vicino, e Lina era sul punto di lasciare
le casse ed attaccare scavalcando Myr, quando la piccola, con grande fatica,
fece un passo in avanti, vincendo la sua paura.
"L-l-luce, vieni alle mie mani e sii un lampo..."
Iniziò a recitare. Quelle parole tolsero un peso dal cuore di Lina.
Aveva insegnato a Myr parecchi incantesimi, e lei li sapeva
padroneggiare quasi tutti... ma non era ancora stata in una battaglia. Ora,
forse, avrebbe iniziato ad avere più fiducia nei suoi mezzi...
"...e cancella l'oscurità! ELMEKIA LANCE!" Tra le
piccole mani di Myr apparve una grande lancia di luce che subito lanciò
goffamente contro il demone, il quale, colpito ad una spalla, crollò al suolo
contorcendosi dal dolore.
"SI'!" Gridò Lina. Afferrò una delle due casse, la
bilanciò, e la tirò nella mischia con violenza. Il pesante bagaglio colpì la
nuca di un demone, e cadde ai piedi di Zel. "Pensateci voi!" Disse
loro, lanciando la seconda scatola, che colpì Kibil in pieno volto.
"Ohhhh! Scusa Kibil... scusami scusami scusami.... scusa...
ti sei fatto male?" Mormorò Lina mortificata, mentre Kibil mormorava
parole per fortuna non comprensibili...
Il secondo Brass Demon rimasto, quello che era stato colpito alla
testa dalla prima cassa, iniziò ad avanzare minacciosissimo verso di loro.
"Presto!" Gridò Gourry, afferrando una delle due
casse...
Prima ancora che lo spadaccino riuscisse a capire da che parte si
teneva, la cassa si aprì in due, da sola, nelle sue mani.
All'interno c'era qualcosa che brillava sommessamente... I demoni
si fermarono, titubanti.
"MA QUESTA E' LA SPADA DI LUCE!" Gridò Gourry, tirando
fuori l'elsa senza lama della Gornova.
Tutti rimasero allibiti. "Allora nell'altra scatola
c'è..." Fece Luke, toccandola... come con Gourry, si aprì da sola.
"La... La Hikari no Yari, la Lancia di Luce! La seconda delle cinque armi
di Luce!" Mormorò, annientato dalla sorpresa, tirando fuori dalla scatola
metallica un'asta di metallo simile a quello che componeva la Spada di Luce,
lunga almeno due metri.
I demoni indietreggiarono di un passo...
"Sembrano capire che è giunta la loro ora!" Rise Gourry.
Sembrava un monumento alla spavalderia, ora. Luke ancora non riusciva a credere
a cosa stava stringendo tra le mani.
I demoni, spaventati, caricarono tutti insieme a testa bassa.
Bastò un cenno del capo tra Gourry e Luke. Il primo si spostò a
sinistra della linea di carica dei demoni, il secondo a destra, prendendoli di
lato.
"SPLENDI!!!" Gridò Gourry, e dall'elsa scaturì un'enorme
fascio di luce fiammeggiante. ‘...E' ancora mia!’ pensò estasiato. ‘La cara
vecchia Gornova è ancora mia, dopo tanti anni!’.
Colse Luke, dall'altro lato del ponte, con la coda dell'occhio.
Anche la sua Lancia di Luce era attiva.
"ORA!" Entrambi sferrarono un solo colpo, di lato, verso
la mischia dei demoni in carica. i due raggi luminosi delle due armi si
intersecarono... ci fu un lampo accecante...
Quando la luce si dissolse, tutti i demoni giacevano inerti sul
ponte della nave. L'attacco era durato solo pochi secondi.
Luke cadde in ginocchio, stringendo l'asta risplendente tra le mani.
"Questa... è davvero la Hikari no Yari..."
"Incredibile." Fu l'unica cosa che riuscì a dire Lina.
"Tutto qui?" sorrise Amelia. "Una volta ti saresti
buttata addosso a quei due cercando di fregargli le armi, se non sbaglio."
Anche Lina sorrise, ma più amaramente. "Non sono più una
ragazzina."
"E' qui che ti sbagli." Fece Amelia. "Si smette di
essere giovani solo quando non si ha più voglia di cambiare il mondo. E tu ne
hai ancora da vendere! Ho notato che ti luccicavano gli occhi quando hai
rivisto la Gornova!"
Lina riflettè su quelle parole della sua amica. Sembravano buttate
lì, come molte delle sciocchezze che diceva, ma, in fondo, era vero.
Cosa aveva desiderato in questi anni? Niente. Era stata una
tregua, sei anni di vuoto farciti di dolore. non le era importato più niente di
nessuno, nemmeno di sè stessa. Forse neanche di Myr.
Tiina si grattò la testa. "Così era questo che portavano...
ma perchè Chronos si dovrebbe interessare alle armi di luce..." Non riuscì
a finire la frase. Un'enorme esplosione risuonò in lontananza. Tutti si
girarono verso la direzione da cui veniva il suono, e videro un'enorme sfera di
luce infuocata aprirsi e divorare il fianco di una montagna distante qualche
chilometro.
"Sono Siroi e quell'altra persona cattiva che stanno
combattendo!" Disse Myr.
"Già, credo di sì... che si fa?" Chiese Kibil.
"Beh, lui ci ha aiutato, dandoci le armi di luce e
rifiutandosi di combattere vicino a noi. Credo che ora dovremmo essere noi ad
aiutare lui." Fece notare Zelgadiss.
Capitolo 20 *** Cap. 19 - Una trama nascosta si svela ***
Capitolo 19: Una trama nascosta si svela
Capitolo
19: Una trama nascosta si svela! Questo è il momento decisivo!
"Ma dove si saranno cacciati?..." Si chiese ad alta voce Amelia,
appollaiata sulla prua della Blackwind, intenta a scrutare la zona alla ricerca
di qualche segno della presenza di Siroi e del suo nemico...
"Di certo qua ci sono stati." commentò Zelgadiss, notando che il
terreno collinoso portava numerosi segni di esplosioni. "E non ci sono
andati neanche tanto leggeri, direi. Meno male che è una zona
disabitata..."
Si interruppe quando notò un lampo luminoso scaturire dal fianco di una
delle colline più alte, meno di un chilometro a sinistra della nave. "Là!
Hai visto, Amelia?"
"Certo che ho visto!" Rispose, girandosi poi verso la cabina di
pilotaggio. "CID! Bersaglio a ore dieci! Vira a sinistra e dimezza
l'altitudine!"
Senza rispondere, il pilota eseguì, e la nave iniziò agilmente a ruotare la
prua a sinistra ed a ridurre la quota.
"Ecco, ora siamo abbastanza vicini, li vedo tutti e due!" Disse
Zel. Stavano combattendo a mezz'aria, lanciandosi a vicenda incantesimi e raggi
di energia. Siroi stava sempre attento a non avvicinarsi mai troppo al suo
nemico, e teneva lo scontro sulla distanza, mentre l'invocatore cercava di
coglierlo di sorpresa attaccandolo dai lati ogni volta che poteva.
"Sembra una scena di Dragonball Z..." Commentò Amelia, con un
gocciolone sulla testa.
"Oh, ti prego, sii seria..." Fece Zel, guardandosi intorno.
"Ed ora che facciamo? Potremmo sparare incantesimi potenti nella mischia,
ma rischieremmo di colpire anche Siroi."
"Ho un'idea! Nessuno di loro due ci ha ancora visto, sono troppo
impegnati a combattere. Dobbiamo farci vedere. Dobbiamo usare un segnale che
Siroi potrebbe capire, un segnale che gli faccia capire che stiamo bene e che
intendiamo aiutarlo."
"Un segnale? Che tipo di segnale potrà capire?" Chiese Zel.
"Semplice!" La regina sorrise. "Gourry, Luke! Verreste qui
un attimo?" Chiamò. "Lina, Tiina, ragazzi, venite tutti anche
voi."
Rispondendo all'appello della regina, tutti si radunarono all'estrema prua
dell'aeronave. Gourry aveva un sorriso che andava da un orecchio all'altro, e
Luke continuava a rigirarsi la Lancia di Luce tra le mani. Si vedeva lontano un
chilometro quanto erano felici di quell'inaspettato dono, dietro al quale c'era
di certo LoN. Lina era più silenziosa del solito, ogni tanto guardava i due con
aria assorta. Myr la seguiva. Amelia notò che non la teneva più per mano o per
il mantello.
"Ok. Ragazzi, fuori le Armi di Luce. Dobbiamo far capire a Siroi che
le abbiamo trovate e che abbiamo fatto fuori i demoni. Spero che afferri il
messaggio e che approfitti del momento per allontanarsi. A quel punto potremo
bombardare per bene quel dannato invocatore!"
"Ottima idea!" Commentò Gourry, sfoderando la Gornova.
"Luke, facciamoci notare!" Disse, puntando la sua spada verso l'alto
Luke non chiedeva di meglio. Anche lui puntò la lancia in alto.
"SPLENDI!" Gridarono insieme. Lancia e spada lanciarono
contemporaneamente, verso l'alto, un'enorme raggio di luce spiraleggiante,
formando un'imponente colonna di luce.
"Wow, mamma!" Commentò Myr, stupefatta. "Come sono forti i
tuoi amici!"
Lina non rispose niente, ma continuò ad osservare Luke e Gourry.
"Basta così!" Gridò Amelia. "Guardate!"
"Ma che diavolo...?" Fece l'invocatore, notando la colonna di
luce apparire improvvisamente a poche centinaia di metri di distanza.
"Bene!" Commentò beffardo Siroi. "Hanno sgominato i tuoi
mostriciattoli e trovato le Armi di Luce!"
"Cosa?!?" L'invocatore si girò di scatto verso Siroi, ma questo
era già sparito.
"Siroi si è allontanato! Forza, facciamogli vedere cosa sappiamo
fare!" Fece Amelia.
"Lina, ti ricordi come si lancia il Dragon Slave?" Chiese Zel,
con una punta di ironia nella voce.
"Molto spiritoso. Alla prossima battuta così lo sparo a te, il Dragon
Slave!" Commentò Lina, sorridendo.
"Ehi!" Notò Amelia. "Il... il tizio, l'invocatore... il
cattivo, insomma! Sta venendo dritto sparato verso di noi!"
"Che?! Datevi una mossa, fermatelo! Devo pronunciare la formula!"
Fece Lina, preoccupata.
"Ci penso io!" Luke fece un passo in avanti, raggiungendo il
parapetto della nave, puntò la lancia ancora lucente verso l'invocatore in
arrivo e gli lancio un continuo raggio di luce. Gourry gli arrivò subito a
fianco, unendo la sua spada all'attacco di Luke.
Nonostante la distanza, i due raggi centrarono il bersaglio, bloccandolo e
spingendolo indietro, facendolo fracassare contro la parete di una collina.
"CID! AVVICINIAMOCI, MA CON CAUTELA!" Gridò Amelia al pilota.
"Ok, tenetemelo fermo per un'altra manciata di secondi!" Chiese
Lina. "Ora, a noi. Ti farò vedere cosa succede a dare fastidio alla
leggendaria Lina Inverse! Guarda Myr, questo è il Dragon Slave!" Sorrise,
creando una piccola sfera di energia rossa tra le sue mani. Istintivamente, Zel
ed Amelia si spostarono dalla probabile traiettoria.
"E' più oscuro del crepuscolo... E' più rosso del sangue... E'
sepolto sotto allo scorrere del tempo. Nel nome della pace e della giustizia,
faccio appello ai poteri più remoti dell'oscurità perchè annientino i miei
nemici... e chiunque sia così stupido da ostacolarmi! Fulmine Rosso del DRAGON
SLAVE!!!"
Il potentissimo raggio di energia rossa partì dalle mani di Lina,
dirigendosi rapidissimo verso il punto dove si trovava l'invocatore, inchiodato
dall'attacco a distanza delle Armi di Luce...
L'esplosione fu enorme. Con un rombo immane una sfera di energia si espanse
improvvisamente, cancellando la collina.
"Cavoli... certo che non ti sei arrugginita, Lina!" Rise Zel.
Anche Lina rise. Si era tolta un peso, ora che sapeva che poteva usare
ancora il suo Dragon Slave...
"Bene! CID! ORA ANDIAMO SUL POSTO!" Segnalò Amelia verso la
cabina di comando. L'aeronave accelerò verso il luogo dell'esplosione.
"Occhi aperti, ragazzi. Era troppo lontano per essere certi di averlo
centrato in pieno, dico bene, Lina?"
Lina annuì. "La prudenza non è mai troppa."
Tiina guardò il campo di battaglia. "A me sembra che sia sparito... se
non è stato disintegrato dal Dragon Slave, ha fatto in tempo a fuggire."
"Comunque suggerirei di ripartire per Kirin a tutta velocità."
Aggiunse Kibil.
"Suggerimento accettato. Luke, Zel, torniamo ai posti di
comando." Disse Amelia, tornando in cabina. I due interessati la seguirono
silenziosamente...
Erano tutti molto nervosi. troppe cose erano accadute troppo in fretta.
Quelle tre strane persone, che dicevano di lavorare per Chronos... le Armi di
Luce, quel misterioso personaggio che aveva sfidato Siroi... E, forse, non era
ancora finita. Forse quell'invocatore era ancora vivo, e li avrebbe attaccati
ancora...
"Troppi misteri in questa faccenda." Riflettè Gourry ad alta
voce. "Chissà chi erano tutti quei tizi..."
"Idem." Confermò Kibil. "Per quel che mi riguarda, prima
arriviamo a Kirin meglio sarà."
"Credete che il Libro sia lì? O nei paraggi? O sperate semplicemente
che questo presunto parente di Philia, questo Zanard Ul Copt, ne sappia
qualcosa?" Chiese Tiina.
Povera Tiina, pensò Lina amaramente. Sta cercando disperatamente quel libro
per dare una ragione di essere a sè stessa. Un po’ quello che sta facendo Zel.
Lui per cambiare la verità, lei per scoprirla...
"Non ne ho idea." Rispose Kibil con franchezza. "Ma è
l'unica pista che abbiamo."
"Ehi..." Fece Gourry indicando un punto della collina devastata.
"Che cos'è quello...?"
Tutti si sporsero a vedere. Sembrava che qualcosa risplendesse...
Improvvisamente quel luccichio emise un lampo fortissimo e svanì. Mezzo
secondo dopo in lampo di luce identico esplose sul ponte della nave, a meno di
tre metri alle loro spalle.
Colti totalmente di sorpresa, nessuno ebbe il tempo di reagire, nemmeno di
girarsi. Un secondo lampo di luce, ma terribilmente più forte, coprì la nave.
Lina si sentì mancare, e cadde a terra paralizzata. anche gli altri fecero
la stessa fine, uno dopo l'altro. La vista... no, non l'aveva persa, ma faceva
fatica a vedere bene...
Una risata dall'alto la interruppe. Era lui!
"Davvero un bel trucchetto, quel tuo Dragon Slave, Lina. Ma è una
bazzecola. Non vedo come LoN possa sperare di ribellarsi a Chronos contando su
gente come voi!"
"T... tu..." Riuscì solo a dire Lina.
"Io? Sei curiosa, eh? Vabbè, in situazioni simili il cattivo racconta
sempre tutto alla sua vittima, dato che -tanto morirà-. Peccato che poi, almeno
nei romanzi, si salvi sempre. Cosa che questa volta non succederà." Rise
ancora. "A questo punto, comunque, non ha più importanza. Io sono un
soldato di Chronos."
"Solda...to..." Lina capiva sempre meno... ma sapeva che aveva
ragione. Non aveva una singola possibilità di salvarsi. La reazione e la
resistenza di quell'essere era stata incredibile, nemmeno un mazoku potente
come Xelloss sarebbe riuscito a fare tanto. Aveva una sola possibilità... farlo
parlare, sperando che qualcuno... che Xelloss, o Philia, o LoN o chi per loro,
li salvasse... ma sapeva che era un'illusione.
"Non so cosa ti ha raccontato LoN riguardo a Chronos... comunque, lui
è un'entità come LoN. Ce ne sono numerose, negli infiniti universi.
Come LoN, pensò a fatica Lina. Non più potente. Non il suo creatore. Ma,
per quanto si sforzasse, non riusciva a capire che motivo avesse avuto LoN di
mentirle, o che motivo avrebbe questo... soldato di Chronos di mentire ora.
"Chronos ha assoggettato LoN per un desiderio di potere. Ogni volta
che si forma una gerarchia, chi è più in alto riceve potere da chi è più in
basso. E' successo solo sette anni fa, un attimo, in termini di tempo come lo
vedono LoN e Chronos."
Sette anni. Quando LoN ha preso possesso del mio corpo per distruggere
Fibrizio. Deve averne approfittato in quel momento...
"Personalmente non mi piace Chronos. Non piace a nessuno. E mi
dispiace che la tua vita e le tue avventure, come quelle dei tuoi amici,
debbano finire qui..."
Un fulmine attraversò la mente di Lina. senza pensare, senza chiedersi se
fosse vero o no, disse quello che gli suggeriva l'istinto. "LoN..."
L'invocatore si accigliò. "LoN, io?"
Lina, aiutandosi con una mano, tremante, cercò di issarsi a sedere.
"Mi hai posseduta una volta... hai preso possesso del mio corpo... e
ora... io sento..." Riuscì a mettersi seduta. "Per una volta, sii
sincera..."
L'essere reclinò il capo, e sorrise. Poi, sembrò iniziare a sciogliersi in
un caleidoscopio di colori. E, mentre la maschera cadeva, sotto si rivelò la
figura della Lord of Nightmares. "Temevo che fossi troppo furba per questo
e a quanto pare ho il brutto difetto di sottovalutarti, Lina..." Le disse.
"Fin dall'inizio... mi hai mentito fin dall'inizio. Questa storia non
aveva nè capo nè coda..."
"Già. Il Libro Magico, in realtà, non esiste. Ma non ti ho mentito su
tutto. Voglio liberarmi di Chronos. E l'unica mia possibilità di riuscita è
riposta in voi... soprattutto in te ed in Gourry."
"In me ed in Gourry... Allora..."
"Sì. Ho organizzato io questo vostro viaggio, praticamente in ogni
dettaglio. Speravo che servisse a riavvicinare te e Gourry... Ho cercato di
farvi tornare vicini..."
"Hai... hai giocato con i miei sentimenti!"
"Senso di colpa." Fece LoN. Per la prima volta, Lina la vide
triste. "Anche io posso provarlo, cosa credi? Camille era malata...
Sarebbe morta comunque. Così... ne ho approfittato ed ho deciso di sfruttare
l'occasione per separare te e Gourry. Insieme potevate essere
pericolosi..."
"Pericolosi...?"
"Tutte le volte che penso a voi, mi preoccupo." Sorrise LoN.
"Della gente che ha quasi fatto fuori Shabranigdo non va ignorata... ed io
volevo tenervi sotto controllo. Ma ora, ho bisogno di voi due..."
"Tu! Potevi... salvare Camille. Guarirla... Potevi lasciarci in
pace..." Lina si accasciò di nuovo. Iniziò a piangere. "Hai distrutto
la mia vita... mi hai preso in giro, hai giocato con me come con una
bambola..."
Lina sentì la pressione di una mano sulla sua spalla. Si girò...
Era Gourry. Si era rimesso seduto anche lui, ed ora era al suo fianco... Le
sorrideva rassicurante. Lina restò immobile.
"LoN, hai fatto quello che pensavi fosse migliore per tutto il
mondo... Ma secondo me c'è differenza tra -migliore- e -più giusto-..."
Disse lui.
"Me ne rendo conto." Rispose semplicemente LoN. "Ma ora ho
bisogno di voi due... Siamo alla resa dei conti, ormai. Se sconfiggiamo
Chronos, il potere del tempo, che lui controlla ed usa per dominarmi, verrà
liberato..."
"A che serve?" Chiese Lina avvilita, mentre le lacrime le
sgorgavano dagli occhi. Anche la sua ultima avventura, il suo favore ad un
amico, perchè potesse venir sciolto dalla maledizione che da anni lo
perseguitava... nulla aveva più senso. "Non mi importa più niente. La mia
vita è rovinata... Potevo avere un marito che mi amava infinitamente!"
Lanciò un'occhiata triste a Gourry. Lui arrossì un attimo, ma non ribattè
nulla. "Potevamo avere una figlia adorabile!" Indicò il corpo inerte
di Myr, a cinque metri di distanza. "Potevamo essere felici... e tu ci hai
distrutto. Hai distrutto la nostra vita, LoN, perchè ti faceva comodo... ed ora
hai ancora bisogno di noi... Ma nulla può restituirci la vita che abbiamo
perso! Si vive una volta sola!"
LoN Fece un passo indietro. "Già. E' vero. Ma voi... Voi meritate di
vivere due volte. Meritate un'altra possibilità, la possibilità che io vi ho
tolto..." Sospirò. "Volete sapere da quando conosco il senso di
colpa? Da quando conosco i sentimenti, l'allegria, la passione, il dolore? Da
quando ho capito quanto vi ho fatto soffrire? Volete saperlo?" Chiese,
all'improvviso. Lina e Gourry, sorpresi, restarono senza parole, in un silenzio
affermativo.
"Da quando anch'io conosco l'amore." Disse LoN.
Lina e Gourry restarono immobili.
"Non c'è più tempo." Continuò LoN. "Scusate se sono brusca,
ma è arrivato il momento decisivo."
Appena finì di pronunciare la parola -decisivo-, tutto diventò nero. Una
bolla di oscurità si espanse in una frazione di secondo, inghiottì tutta
l'aeronave e scomparve nel nulla.
Capitolo 20: Verità? Una sola
via davanti a noi. Ma con me ci sei tu, e solo questo importa...
Lina riaprì gli occhi. O, per meglio dire, gli occhi le furono aperti. Lei
non aveva fatto niente.
Era in piedi, rigida. Ma non capiva dove. Tutt'intorno era solo nero. Un
nero senza fine.
Non riusciva a muoversi. Giusto respirare lievemente, ma non controllava
neanche quello. Tentò di fare dei respiri più profondi, ma era come se non
avesse più controllo sul suo corpo. Non poteva nemmeno girare gli occhi per guardarsi
intorno...
Il cuore le batteva, calmo e distinguibile. Quel rumore sordo le sembrava
strano.
Avrebbe preferito che il suo cuore andasse all'impazzata, per la paura.
sarebbe stato più normale. Ma, niente. Era una statua di marmo con un cuore e
due polmoni che non controllava, e due occhi fissi in avanti che non poteva
nemmeno girare.
"Ma almeno posso pensare... sono cosciente." disse a sè stessa,
nella sua testa. Si sentiva proprio come se fosse piccola piccola nella sua
testa, a guardare il nulla... come una spettatrice che, a teatro, aspetta uno
spettacolo che non ci sarà mai.
Cercò di pensare, pensare forsennatamente. Era l'unica cosa che poteva
fare.
Era in preda al panico, un panico infinito, il panico più totale. Perchè
non capiva niente. Perchè non poteva fare niente.
Si ricordava vagamente di quello che era successo prima. LoN, Chronos che
voleva distruggerla, gli amici, Gourry... Gourry! Luke! E l'aeronave, ed i tre
mercenari, Siroi, Sarisa e Ziel, anche loro certamente figure fasulle create da
LoN, e Kirin, la città a cui non erano mai arrivati, il Libro! Il Libro Magico
che non esisteva, Amelia, e Kibil, Zelgadiss, oh, povero Zel!... e Xelloss,
Philia, Tiina... E Myr! E LoN!
Avrebbe voluto semplicemente crollare a terra. Avrebbe voluto cadere
all'infinito. Avrebbe voluto morire. Ma, ancora, tutto quello che le restava da
fare era restare in piedi, immobile come una statua di marmo.
E ci rimase. Provò a contare i respiri, e poi i battiti di quel cuore che
ormai non sentiva più come suo. Per fare qualcosa. Per non impazzire. Perse il
conto a mille e duecentonove.
Poi passò del tempo. Il tempo più vuoto che avesse mai vissuto. Non pensava
a nulla, non faceva nulla. Non era nulla.
Un pensiero le attraversò la mente. "E' questa la morte?"
Sapeva che prima o poi sarebbe morta. Tutti muoiono, presto o tardi.
A volte si era chiesta cosa c'era dopo la morte, se c'era qualcosa. E se
fosse questo quello che c'è dopo la morte? Null'altro che il buio ed il
silenzio?
O forse era ancora viva, e avrebbe dovuto passare lì tutto il resto della
sua vita, fino alla sua morte? Era meglio quello o morire? E come poteva dirlo,
visto che non sapeva quello che c'era dopo la morte? E, soprattutto, a cosa
serviva pensare a queste cose? Non avrebbe potuto comunque scegliere tra le due
cose, anche volendo.
...chissà se morendo avrebbe incontrato i suoi genitori.
...e chissà dov'erano Gourry... e Luke, ed Amelia, e Zelgadiss, e Kibil e
Tiina e tutti i suoi amici. Erano lì con lei, bloccati nella stessa maniera?
O erano già morti? Li avrebbe rincontrati, quando sarebbe morta anche lei?
O forse la morte è solo la fine di tutto e basta?
...e Myr? Myr, la sua speranza, il suo sogno, la sua fiducia nel futuro...
e se fosse morta? Morta come era lei adesso? O morta del tutto?
"Sei sempre in grado di stupirmi, Lina. Non ti avrei mai creduta
capace di questi pensieri in una situazione simile."
LoN! La voce era la sua! Ed infatti, nel silenzio più assoluto, la
splendida figura dai capelli corvini entrò nel suo campo visivo, guardandola
con aria preoccupata.
-Lord
of Nightmares! Io ti ho creduto! Io mi sono fidata di te! Io pensavo che tu fossi davvero
in pericolo... Ho voluto aiutarti...- Cercò di gridare Lina... ma non una
parola le uscì di bocca. Anche le lacrime si rifiutavano di uscire...
Tuttavia, LoN sembrò aver sentito tutto. "Perchè parli al passato,
Lina? Non è ancora finita."
Lina all'improvviso si accorse di poter muovere gli occhi. Fu come
rinascere, per un istante, dopo quelle ore di orribile, opprimente immobilità.
Si guardò intorno, su quel tanto che poteva. Al suo fianco, alla sinistra,
riusciva a vedere con la coda dell'occhio l'inizio dei capelli di Myr. Non
poteva vedere di più, ma le bastò. Più in là, tutti in fila e tutti paralizzati
come lei, c'erano Luke, Kibil e Tiina. Poi la fila continuava, sembrava essere
infinita. Era tutta gente che non conosceva, mai vista. Gente con gli abiti
dalle fogge più strane e varie, gente che sembrava venire da tutti i mondi più
diversi.
Girò gli occhi alla sua destra. Vide Gourry, vicino a lei quanto lo era
Myr. Anche lui era bloccato in avanti, totalmente immobile. Poi vide Amelia,
Zelgadiss, Xelloss e Philia. E ancora, la fila sembrava continuare
all'infinito, perdendosi in quel mare nero, con degli uomini e delle donne mai
visti.
Tornò a fissare LoN. Si era tolta un peso dal cuore. Erano tutti con lei.
Ora si sentiva più sicura.
-Che succede, LoN? Per una volta, dimmi la verità!-
"Ho dovuto stare al gioco di Chronos e consegnarvi a lui."
-Perchè?!-
"Perchè..." LoN chinò il capo tristemente. "Perchè ho
dovuto. Non avevo scelta. E non so se mai l'avrò, in futuro..." Rialzò la
testa. "Non cercare di capirmi, Lina. So che sembra che vi abbia
tradito... Vi chiedo solo questo... siate forti. Tutti. Tra pochissimo ci sarà
la resa dei conti, ed allora... allora forse questo incubo potrà finire,
Lina."
Tutti? Anche gli altri potevano sentirla? Sembrava di sì.
"Non vi chiedo di fidarvi di me, perchè non posso pretenderlo... dopo
tutto quello che vi ho fatto. Vi ho preso in giro, ho giocato con voi... vi
chiedo solo questo: forza e coraggio. Radunate tutta la forza e tutto il
coraggio che avete, perchè saranno loro a salvarvi la vita. La vostra... e la
mia... e quella di tutti. Oggi incomincia la mia ribellione, e tu, Lina, e tu,
Gourry, siete la chiave di questa svolta."
LoN si girò, e le diede le spalle. Rimase così immobile per un tempo
difficile da stimare. Sembrava che la realtà, ammesso che quella fosse realtà,
si fosse bloccata.
Poi, una figura indistinta iniziò a rivelarsi, nell'oscurità, davanti a
LoN. Lei si inchinò.
L'immagine prese forma solida, e Lina si ritrovò a guardare quello che
senza nessun dubbio doveva essere Chronos.
Come LoN, aveva forma umana. Non dimostrava più di vent'anni, ed aveva una
fittissima chioma di capelli di tutti i colori, dritta verso l'altro. Il viso
era normale e perfettamente regolare, senza nessun segno particolare, e la
carnagione pallida. Indossava una specie di ampissima veste a toni di grigio,
che faceva uno strano effetto con i suoi capelli. La sua vista era ancora
annebbiata, e faticava a distinguere i particolari meno nitidi.
Tutto sommato, non era come se lo era immaginato. Non sembrava molto più di
LoN. Ed anche LoN sembrava saperlo, dato che si comportava con lui senza quella
deferenza eccessiva che in genere si porta verso i superiori più potenti,
rispettati e temuti.
"E così, LoN, hai deciso di arrenderti e consegnare i tuoi amici.
Saggia decisione. E' stata anche divertente la storia della caccia al libro,
anche se non ne capisco lo scopo. Ma lascia che ti dica che ti ammiro. Hai
puntato così tanto non sui tuoi demoni, nè sui draghi, e neppure sui tuoi déi,
Sharbanigdo e Cepheid... ma, escludendo il Drago ed il Mazoku qui presenti,
che, diciamocelo, non hanno fatto granchè, ed escludendo anche..." guardò
Tiina con una specie di curiosità divertita... "...escludendo anche
questa... questa ragazzina di razza sconosciuta, diciamo. Uno, due, tre,
quattro, cinque, sei, sette, contando anche la chimera, sette umani. Ma perchè
ti piacciono tanto, LoN?"
"La chiami... una passione personale, se vuole." Fu la laconica
risposta. Era chiaro che LoN aspettava qualcosa... "Perchè non li
scoglie?" Chiese.
"Oh, qui invece mi deludi! Ti sembra che mi possa fidare così alla
cieca di te? di te che, prima che ti costringessi con le cattive, eri la prima
a volerti ribellare a me?!" Sorrise Chronos. "Piuttosto, è vero che
questa gente qua ha sconfitto uno dei tuoi Maou, Sharbanigdo, e non solo, ma
anche l'unione tra il Maou Dyugradigdo e il Ryuukami Volfleed, cioè Dark
Star?"
LoN sorrise di rimando. "So scegliermi bene gli amici, no?"
"Amici." Ripetè Chronos, con lo stesso tono di voce. "Così,
si erano messi a cercare il libro falso, no? Che creduloni..."
"Già. Gli ho raccontato una storia un po’ confusa e mi sono trovata a
contraddirmi un paio di volte, ma alla fine sono riuscita a portarglieli qui.
Ma è stata dura farlo senza che si insospettissero."
‘A che gioco stai giocando, LoN? Hai in mente qualcosa...’ Pensò Lina.
"E dimmi... Pensi, che tra loro e tutti gli altri, più l'aiuto tuo e
quello di LoD, sarei in vantaggio quando gli altri si ribelleranno?"
‘LoD?’ Lina capiva sempre meno...
"In condizioni normali, sarebbe una parità, due contro due. In più,
c'è lei a fare la differenza..." Rispose LoN, col tono insofferente di chi
spiega una cosa ovvia. "Ma ora veniamo a me. Rilasci LoD."
"Liberare LoD?" Chiese Chronos, stupito.
"LoD, oppure questi che ho portato. Un favore me lo deve, direi."
Disse, indicando tutti loro con un gesto.
"Non se ne fa nulla." Chronos incrociò le braccia. "Non ti
preoccupare, il tuo caro LoD sta bene. Ti porterò ad incontrarlo." Disse,
sorridendo. Chronos e LoN scomparvero con un lampo di luce. Un secondo dopo,
LoN ricomparve.
‘Ma cosa...’ Si chiese Lina.
"Una mia falsa immagine lo sta tenendo occupato. Dobbiamo sbrigarci,
abbiamo pochissimo tempo e dobbiamo prenderlo di sorpresa!" Disse LoN,
trafelata. Fece un ampio gesto, e Lina, Gourry, e tutti quanti furono sciolti
all'improvviso. Tutti gli sconosciuti che erano paralizzati come loro svanirono
nel nulla.
Appena fu libera di muoversi, la prima cosa che fece Lina fu di abbracciare
Myr.
Ma la piccola non era per nulla spaventata. "Mamma, quello di prima
era Chronos, vero?" Chiese, con aria di sfida. Lina sospirò di sollievo.
Era diventata forte...
"Ma che diavolo...!" Sbraitò Zelgadiss. "Un imbroglio! Un
maledettissimo imbroglio! Non esiste nessun libro!" Iniziò, avanzando
verso LoN. "Ci hai sfruttati perchè volevi qualcuno che ti liberasse di
Chronos!"
"Ditemi..." Iniziò LoN calmissima. "Voi avete una vita
breve, e per questo cercate di viverla senza rimpianti, vero?"
"Vita breve?" Fece Xelloss, divertito. Non sembrava per nulla
sorpreso da quella strana situazione, come se tutto rientrasse, come sempre,
nei suoi misteriosi piani. Philia gli diede una gomitata. "Non sta
parlando di TE, vecchio bacucco!" Gli disse con un sorriso sarcastico.
"Ehi! Ho solo 1115 anni..." Borbottò Xelloss. Tiina non disse
nulla.
"Cerchiamo di viverla nel modo migliore possibile." Affermò
Amelia.
"Cerchiamo di fare le scelte migliori, per noi e per gli altri."
Aggiunse Kibil.
"Ma non vi è andata tanto bene." Notò LoN.
"Cerchi di fare dello spirito sulle disgrazie degli altri?"
Chiese irriverente Luke, punto nel vivo da quel neanche tanto velato accenno al
passato di Lina.
"Quello che vi sto dicendo è che Chronos ha il controllo del tempo, e
lo esercita da questa dimensione senza tempo." Spiegò LoN, indicando il
nero assoluto circostante. "Così il suo controllo è molto più preciso...
ma è anche il suo punto debole. Qui è anche molto più vulnerabile, dato che qui
il tempo, suo punto di forza, non esiste."
"Non esiste?" Chiese Tiina.
"Non esiste perchè non c'è nulla che possa misurarlo. Se nulla può
misurare una cosa, e come se quella cosa non esistesse, no?" Disse LoN.
"Se sconfiggiamo Chronos, potremmo cambiare in meglio molte cose... per
me, e per voi."
"Chi è LoD?" Chiese Lina, sospettosa, a bruciapelo. LoN venne
colta di sorpresa. "Voglio la verità. Se non lo dici non ti aiuterò."
"LoD... è il Lord of Darkness. E' un Lord, come me." Rispose
esitante.
"Voi sapete che il vostro universo, di cui io sono al vertice, è
costituito da quattro mondi. Ciascuno di questi mondi ha a capo un Maou, un re
dei demoni, ed un Ryuukami, un dio dei draghi."
"Già." Affermò Gourry.
"Oltre a me, ci sono altri tre Lords, ciascuno con quattro mondi.
Almeno, fino a poco tempo fa era così. Ora, Chronos si è piazzato un gradino
sopra di noi..."
"Tre Lords?" Chiese Kibil, incuriosito. Fece un rapido conto.
"Totale di sedici mondi, quindi."
"Lord
of Darkness, Lord of Fantasies, Lord of Stars." Contò sulla punta
delle dita LoN, partendo da uno. "A nessuno di noi è mai stato bene di
essere sottoposti a Chronos, ed abbiamo organizzato una rivolta. Insieme siamo
molto più potenti di lui. Così lui, temendoci, ha preso prigioniero LoD,
minacciando di... di ucciderlo, sì. Nella situazione in cui è, può farlo, anche
ad un Lord, ad un essere come me..."
"Ma sembra che la minaccia non ti tenga a freno, LoN..." Notò
Lina. "Eppure dovresti tenerci a lui. O forse tieni a lui tanto quanto
tieni a noi?" Chiese, con aria sfacciata.
LoN Sospirò. "Non rendere le cose ancora più difficili, Lina..."
"ANCORA PIU' DIFFICILI?!?" Esplose la maga. "Ci hai fatto
imbarcare in un'impresa che è stata tutta una tua montatura! Ci hai raggirato,
manovrato come pupazzi, hai giocato con i sentimenti miei, di Gourry, di
Luke... hai... hai..." Iniziò a balbettare.
"Sfogati, Lina." La incitò LoN. "Dì tutto quello che pensi.
Che sia verità o bugie, che siano cose belle o brutte. Libera il tuo
cuore."
"Il m-m-mio c-cuore..." Fece lei, piangendo e cadendo in
ginocchio.
"Basta, LoN!" Fece Gourry, aggressivo. "Smettila! Lina non
ha già sofferto abbastanza?!"
Luke fece un passo in avanti, ed aiutò Lina ad alzarsi, in silenzio.
"Mamma..." Disse solo Myr, vedendola piangere.
Tutti gli altri stettero zitti.
"Lina!" Fece LoN. Lei alzò la testa, fissandola negli occhi.
"E' il momento della verità. Per noi Lords, e per voi. Ora io devo andare.
Forse noi tre Lords insieme potremo sconfiggerlo. Ma è una battaglia alla quale
non potrete assistere."
"Non potrete... o non dovrete?" Chiese Zelgadiss. LoN si girò
verso di lui, ma non rispose.
Lina si alzò del tutto in piedi. Myr le afferrò il mantello e cercò di
attirare la sua attenzione.
"Mamma... io non sto capendo molto di quello che sta succedendo... ma
so che ce la puoi fare!" Sorrise. "Tu sei la maga più forte
dell'universo!"
Anche LoN sorrise. "Noi terremo occupato Chronos. Quello che dovrete
fare sarà unire le vostre forze, e mandare in pezzi questa dimensione
atemporale che gli dà forza."
"Mandare in pezzi... come?" Chiese Gourry.
LoN sorrise ancora. "In questa dimensione un Dragon Slave ed un
fiammifero hanno la stessa potenza, se non c'è niente dietro. Non posso dirvi
come fare, non è una cosa che si può spiegare a parole. Dovete volerlo."
"Volerlo... e basta?" Volle sapere Tiina.
"No." LoN era enigmatica. Il suo volto si rabbuiò, mentre fissava
il vuoto. "Hanno cominciato a combattere. Devo andare subito..."
"Aspetta!" La trattenne Kibil. "Ma dobbiamo fare... a pezzi
questa dimensione? Ho capito bene?"
"Se niente va storto, sì." Fece LoN, sempre più enigmatica,
svanendo. Lina iniziò a tremare.
"Cos'hai, Lina?" Fece Luke, avvicinandosi e reggendola per le
spalle.
"Li sento... li sto sentendo combattere." Sussurrò lei. "Non
so come... ma sono legata a LoN... è una battaglia terribile... una potenza
immensa..." restò in silenzio per alcuni secondi. "Non possono
farcela... non ce la stanno facendo! Chronos... li sta sconfiggendo..."
Gourry sospirò. "Ti ricordi cosa ti avevo detto quando ci siamo
ritrovati nel bosco dove ci incontrammo per la prima volta, Lina?" Le
chiese. "Che non è vero che la vita ha migliaia di strade?"
"S...sì..." Fece lei.
"Ora ne abbiamo una sola. Ce l'ha già tracciata LoN, e noi dobbiamo
trovare la forza di andare fino in fondo. Ma non perchè è l'unica... o perche
l'ha decisa qualcun'altro, sia pure LoN."
"Questa storia è stata tutta una farsa..." Mormorò Zelgadiss.
"Già, ma com'è cominciata, questa farsa?" Gli chiese Gourry.
"E' cominciata perchè volevamo toglierti la maledizione, per rendere te ed
Amelia felici... perchè volevamo scoprire la vera natura di Tiina... perchè
volevamo dare una ragione a noi stessi, dopo questi cinque anni così
neri..."
Si interruppe.
"...Tu, che sei
parte del Re degli Incubi..."
Si girò di scatto. "Lina! Il Laguna Blade?!" Gridò.
Lina stava recitando le parole dell'incantesimo a bassa voce, mentre
un'aura luminosa si raccoglieva attorno a lei. In quel mondo oscuro, per
contrasto, il Laguna Blade, la Lancia di Tenebre, era formata di luce...
"NE HO ABBASTANZA!" Gridò Lina. "Ne ho abbastanza di questa
storia, degli intrighi di LoN, delle vostre domande, della vostra filosofia, di
questi cinque anni neri, di questo, di quello, ne ho abbastanza di tutto!"
Gridò, esasperata. "...Tu! Parte
dell'universo! Gelida nera lama di oscurità! Sii la mia forza, sii la mia arma!..."
"Lina!" Gridò Luke. "La tua energia vitale... La stai
perdendo!" Esclamò, cercando di avvicinarsi. Ma un lampo di luce lo
rispedì indietro. Lina era isolata.
"Sta cercando di distruggere la dimensione atemporale da sola."
Disse Xelloss. "Non possiamo farci niente, a meno che lei non lo voglia...
e non sembra volerlo." Solo allora il mazoku si rese conto di quanto
doveva aver sofferto Lina... la poveretta era praticamente sull'orlo della
pazzia. "Forse l'ha già passato, l'orlo..." Pensò ad alta voce.
"Ti sembra il momento di parlare di cucito ai tuoi amici invisibili,
cretino?!?" Gli gridò contro Philia. "Lina sta per ammazzarsi!"
"Tranquilla..." Rispose Xelloss. Ma in realtà neanche lui lo era.
"...Insieme
cammineremo lungo la via della distruzione, abbattendo le anime degli dei!
LAGUNA BLADE!" Tra le mani di Lina si sprigionò un fascio di luce
bianca, che impugnò come una spada. Con un rapido fendente, aprì uno squarcio
nell'aria nera.
Era come se fossero rinchiusi in una scatola scura, ed ora Lina la stesse
rompendo. Attraverso il taglio nell'aria si vedeva il "fuori",
ammesso che fosse la parola giusta per descriverlo... da un tutto-nero, si
passava a un tutto-bianco.
Lina, allo stremo, con la forza della rabbia e della disperazione stava per
colpire di nuovo, aprire un nuovo taglio nel nero, quando altre due lame di
luce aprirono due squarci paralleli al suo.
Tutta l'aria si riempì di sottili crepe, ed il nero si sbriciolò, rivelando
tutto un mondo etereo, di un bianco immacolato e sterminato.
Lina guardò dietro di sé. C'erano Gourry e Luke con in mano le armi di
luce. In quell'atmosfera bianca, quelle armi sembravano infinitamente più
sfavillanti. Entrambi le sorrisero. "Non mi importa se questa strada è la
migliore o la peggiore." Fece Gourry. "Non mi importa se l'ho decisa
io o se l'ha tracciata qualcun'altro, non mi importa se questa è la verità o
solo un'altra illusone, e non mi importa neanche come andrà a finire. L'unica
cosa che conta è che questa strada la prenderò insieme a te, Lina... e quindi,
non può essere che quella giusta."
"E, comunque sia, non sarebbe educato non accompagnare una signora
così bella, no?" Chiese Luke con un sorriso, facendo roteare la Hikari no
Yari. I due si guardarono l'un l'altro, ed iniziarono a ridacchiare sommessamente.
Anche Myr, che era rimasta in un angolo, saltò e corse verso Lina ridendo.
"Che bello! Sono la prima bambina al mondo ad avere amici così
forti!"
Tutti gli altri, Amelia, Zelgadiss, Kibil, Tiina, Xelloss e Philia, si
guardarono con aria di assenso. "Lina..." Disse Zel. "...grazie.
Grazie per quello che state facendo per me."
"Non devi ringraziarmi. Se non fosse stato per te, non mi sarei mai
imbarcata in questa avventura." Disse Lina, accarezzando la testa di Myr.
"E non avrei scoperto tante cose... Ora, finalmente, sento di poter dare
un cambiamento in meglio alla mia vita."
Fu interrotta da una voce lontana. "Io non ne sarei così sicuro, Lina
Inverse." Era la voce che aveva sentito prima... quella di Chronos.
Lontano, ad una distanza impossibile da stimare nell'atmosfera bianca,
Chronos... pesto, lacero, ferito, ma vittorioso sopra alla rivolta dei Lords,
avanzava lentamente.
Capitolo 21: Zero! Una
seconda possibilità! Voglio dare una ragione alla mia vita!
"C-CHRONOS!" Gridò Lina.
L'essere le sorrise. "I Lord sono appena morti... nonostante fossero
più forti di me, messi insieme... hanno esitato, dato che avevo LoD in ostaggio...
ed hanno pagato quell'errore con le loro vite." Alzò un dito e lo puntò in
direzione di Lina e del gruppo. "La battaglia mi ha lasciato quasi senza
forze, ma io sono comunque tanto potente da spazzarvi via in una frazione di
secondo."
Chronos, a passi lenti, si avvicinò sempre di più, minaccioso.
"Le quattro dimensioni saranno già svanite, senza i Lords. E così io
mi ritrovo ad essere il dio supremo di un vuoto assoluto." Notò
tristemente. "I Lords sono morti, voi morirete, e tutte le creature di
tutti e sedici gli universi sono svanite. Io non sono in grado di far tornare
le cose come prima... nonostante tutto, ho perso. Abbiamo perso tutti."
"Sebbene ti chiami Chronos, il potere del Tempo non è tuo, vero?"
Chiese Amelia.
"Indovinato, piccola. Ho solo un debole controllo, che è andato in
pezzi quando avete distrutto la dimensione atemporale. Questa è la fine di
tutto il cosmo..." Continuava ad avvicinarsi, ma nè Lina nè gli altri si
ritrassero, nemmeno Myr. Ad ogni passo Chronos sembrava sempre meno convinto.
Abbassò il dito puntato e continuò a camminare con espressione triste.
"La fine?" Chiese Xelloss. "Non si può fare niente?"
"Non si possono ritrasformare cenere, fumo e fuoco in un albero. Non
si può riprendere la pioggia e riportarla sulle nuvole."
"Lina può fare qualcosa." Disse la voce di LoN.
Tutti si guardarono attorno smarriti, Chronos più degli altri. "LoN?
Non può essere!!" Gridò.
"Sono qui." Disse ancora la sua voce, proveniente dalla mano
destra di Lina. La maga se la guardò stupita. Era la mano con la quale aveva
impugnato il Laguna Blade... ed il palmo ed i polpastrelli delle dita stavano
brillando di luce nera...
"Quando ho lanciato il Laguna Blade, attingendo al tuo potere..."
Iniziò lei.
LoN finì la frase. "...hai salvato una piccola parte di me,
Lina."
Chronos cadde in ginocchio, piangendo. "LoN! Perchè?! Rispondimi, ti
prego! Non voglio che tutto finisca!"
"Ma se sei stato proprio tu ad ucciderle i Lord!" Disse Philia.
"Ma si trattava di uccidere o di essere uccisi!" Gridò Chronos in
risposta. "Oh, se davvero potessi tornare indietro... quattro dimensioni,
sedici universi, migliaia di mondi sono svaniti per colpa della mia ambizione!
Ora non esiste altro che il nulla!"
"Basta che qualcosa non funzioni tra le persone ed inizia a scorrere
il sangue... anche tra i Lord." Notò tristemente Amelia.
"E così..." Lina si accasciò. "Così, l'universo è svanito in
un soffio. Non mi sembra vero. Mi sembra assurdo."
"Le nostre case, i nostri amici, tante persone, speranze, sogni..."
Sospirò Kibil.
Tiina saltò su. "No! Non è possibile! Non può finire tutto così!"
Gridò. "LoN è ancora viva! C'è una possibilità! Almeno per il nostro
mondo!"
Prima che chiunque potesse ribattere qualcosa, Chronos cadde a terra.
"Chronos! Che ti succede?" Chiese Zelgadiss.
"LoN..." Iniziò Chronos. "Ti devo dire una cosa... LoD non è
morto del tutto..."
"Cosa?" Chiese la voce proveniente dal palmo destro di Lina.
"Era lì... tra le mie mani... indifeso... e... non ho avuto il
coraggio di ucciderlo. Come per te in Lina, anche io ho conservato una parte di
lui in me." Disse. La sua voce si faceva sempre più flebile. Chiuse gli
occhi e si rilassò.
"CHRONOS!" Amelia lo afferrò, scuotendolo. "E'... morto...
credo..." Fece lei, terrorizzata.
"E' stato lui stesso a volerlo..." Disse Lina. "LoN?"
Chiamò. Si guardò il palmo della mano. Era tornato normale. "LoN...
rispondimi!" Gridò, girandosi in tutte le direzioni.
"Anche lei svanita..." Disse Gourry. "Rimaniamo... solo
noi."
Tutti si guardarono attorno smarriti. "
Non voglio..." Fece Myr. "...non voglio rimanere qui per sempre!
MAMMA LINA! FAI QUALCOSA!" Era in lacrime.
Lina sospirò. "Io da sola non posso fare niente..."
"Ma non sei sola!" Fece Gourry, avvicinandosi e posandole una
mano sulla spalla. Lina sentì quel tocco rassicurante.
"Non sei una di quelle che si rassegnano facilmente, Lina." La
incoraggiò Luke. "La speranza non dovrebbe essere l'ultima a morire?"
"Pensate che LoN sia riuscita a tornare al nostro mondo? O... che fine
avrà fatto?" Chiese Kibil.
"Il destino di LoN è legato a quello del nostro mondo." Affermò
Lina. "Ed il destino si può cambiare. Dobbiamo cambiarlo!"
"Lina... dimmi la verità. Pensi che possiamo fare qualcosa?"
Chiese Gourry, con tono terribilmente serio.
Lina si girò verso di lui. "Mi conosci da quasi dieci anni, Gourry.
C'è qualcosa che io non sia riuscita a fare?" Domandò.
Gourry chinò il capo. "...Perdonarmi?"
"Ti ho già perdonato." Disse Lina, guardandolo negli occhi.
"Questo era quello che volevo sentire." Fece Luke.
"Non... non capire male quello che intendevo..." Iniziò subito
Lina.
"Stai tranquilla. Ho capito benissimo. Tu e Gourry siete fatti l'uno
per l'altra, la vostra amicizia e il vostro amore si sono cementati in cinque
anni di vita, avventure, battaglie e imprese di ogni genere..."
"Luke..." Sussurrò Gourry.
"A me interessa solo che voi siate felici." Disse lui. "Sono
stato un egoista, ho pensato solo a me stesso... e, così facendo, vi ho
separato. Non sono migliore di Chronos."
"Luke!" Fece Lina. "Tu mi hai dato una spalla su cui
piangere quando tutto mi sembrava perduto... Ed è la cosa che vale di più al
mondo. Non lo dimenticherò..."
Gourry passò un braccio intorno alle spalle di Lina. I due si guardarono
per un istante...
"Sai, Gourry... mi sento come una volta. Come quando sentivo dentro di
me di poter spaccare in due il mondo."
"E' il suo modo di dire che è felice!" Rise Xelloss.
Gourry e Lina non lo sentirono neanche. I loro volti si avvicinarono...
E si baciarono.
In quell'istante, la maledizione che per cinque anni aveva gravato su di
loro svanì.
In quell'istante, passato, presente e futuro vennero azzerati.
Ricominciare da zero.
Una seconda possibilità.
***
"Non ho preso che una minima parte del bottino!" Si lamentò Lina
tra sè e sè, proseguendo lungo il sentiero del bosco con un sacco pieno di
monete d'oro e pietre preziose sulle spalle. "Ma si vede che vogliono
riprenderselo, e, soprattutto, farmela pagare. Non deve essergli piaciuto lo
scherzetto della Fireball nell'accampamento, a quelli della Zanna del
Drago..."
Fece uno scatto di corsa in avanti, poi si fermò e si girò. "E va
bene, so che siete lì! Venite fuori!" Gridò.
***
"Ah, che sciocco, non mi sono ancora presentato!" Fece il ragazzo
biondo, con un gran sorriso sul volto. "Mi chiamo Gourry, e, come avrai
notato, sono uno spadaccino!"
***
... ... ...
***
Zelgadiss si svegliò. Si trovava ancora nel nulla bianco in cui aveva perso
i sensi, ma tutti gli altri erano svaniti.
"Ohhh... che male." Fece, alzandosi. Era tutto indolenzito... Si
massaggiò distrattamente un avambraccio dolorante con la mano... E solo allora
si accorse che le sue braccia non erano più di pietra.
"Ma... che..." riuscì solo a dire.
Si guardò le mani. Erano rosa e soffici.
Si toccò il volto con il dito indice. Sprofondava. Non era più di pietra.
"Alla fine ce l'hai fatta, eh, Zelgadiss?" Chiese una voce nota
alle sue spalle.
Zel si girò di scatto. "REZO?!"
Il monaco rosso annuì, guardandolo con i suoi profondi occhi viola.
"Più o meno."
"Cos'è, questo? Un sogno? Un'illusione?" Chiese Zel. Non riusciva
a crederci.
"Oh, no." Fece Rezo. "Sei davvero tornato normale. La
maledizione che tanto ti ha tormentato, la maledizione impossibile da
sciogliere, ora è svanita. Ti sei perso per anni a cercare chissà quali cure, e
non ti sei accorto che la vera cura era dentro di te."
"Dentro... di me?" Chiese Zel, in stato confusionale.
"Hai sempre cercato la cura per te stesso, e non ha mai
funzionato."
"Perchè... perchè ora si è sciolta?" Chiese.
"Perchè ora non è più solo per te stesso." Il monaco rosso
sorrise. "E'anche per la tua adorata Amelia. Lei ti ama, ed anche tu la
ami. Ora sarete entrambi felici."
"Non mi hai risposto!" Gridò Zel.
Rezo chiuse gli occhi. "Bastava volerlo. Desiderarlo. Ma non semplicemente
volerlo solo per sé stessi. Volerlo per rendere felice qualcun altro..."
"Felice... Sono tornato umano perchè così potrò rendere felice
Amelia?"
"In un certo senso, sì... Volere è potere, Zelgadiss Greywords. E tu
hai voluto per due: hai voluto per liberare te stesso, e hai voluto per donare
la felicità ad Amelia." La sua figura iniziò ad assottigliarsi...
"Un'ultima domanda, ti prego!" Gridò Zel, notando che Rezo stava
per svanire. "Perchè... perchè solo ora? Perchè proprio adesso?"
"Perchè, solo guardando Gourry e Lina in quel momento, quando si sono
baciati... solo in quel momento hai capito quanto significa per te l'amore di
Amelia." Disse Rezo il monaco rosso, svanendo nel nulla.
Anche Zel svanì lentamente. Le lacrime gli bagnavano il viso, ora non più
di pietra.
Una piccola mano si posò sulla sua spalla. Non aveva bisogno di girarsi per
capire che era quella di Amelia. La sfiorò con la sua, continuando a piangere.
"Amelia..." Riuscì solo a dire.
Per la prima volta in vita sua, Zelgadiss Greywords sentì di avere in mano
una scintilla di perfetta felicità.
***
Tiina aprì gli occhi. Era sdraiata nel freddo nulla bianco in cui si
trovava prima, ma era sola. Tutti gli altri erano spariti. Spaventata, si alzò
in piedi.
'Non è vero.' Si disse. 'Non sono sola.'
Si girò. Dietro di lei c'erano due persone.
Due persone di cui non ricordava i volti, ma che riconosceva... dal
profondo del suo cuore.
Una donna dai lunghi capelli biondi, portati sciolti. Aveva i lineamenti
aggraziati, ed indossava un vestito attillato di colore rosso. I suoi occhi
gialli avevano una fessura verticale come quelli dei gatti, e quegli occhi
bagnati di lacrime la fissavano intensamente.
Un uomo dall'aspetto elegante, con una coda di cavallo di capelli bianchi
ed una ampia veste bianca e viola che, cadendo dalle spalle, copriva quasi
tutto il suo corpo. Anche lui, con le lacrime agli occhi, la guardava.
Tiina sapeva chi erano. Erano i suoi genitori.
Un ryuzoku ed una mazoku.
"Papà... mamma... io... vi riconosco!" Esclamò Tiina, mentre le
lacrime iniziavano ad arrivare anche ai suoi occhi.
"Oh, Tiina, non sai quanto sono felice di sapere che stai
bene..." Mormorò il drago.
"Perdonaci se ti abbiamo dovuto abbandonare ed affidarti agli Ul Copt,
ma... non abbiamo avuto scelta." Disse la mazoku.
"Kenford! Maduin Tenryu! Mamma! Papà!" Tiina li chiamò per nome, per fissarsi
meglio nella mente quelle parole che stavano sorgendo dal suo cuore...
"Dove siete? Vi prego, ditemi dove siete!"
"Siamo stati costretti a fuggire." Disse Kenford. "Nè i
demoni nè i draghi ci vedevano di buon occhio, come puoi immaginare..."
"Abbiamo deciso di affidarti alle uniche altre persone che potevano
crescerti capendo l'amore che abbiamo provato per te, alle uniche altre capaci
di amarti come se tu fossi loro figlia..." Spiegò Maduin.
"...Alle uniche che possono capire l'amore che può esistere tra
ryuzoku e mazoku." Concluse Kenford. Solo allora Tiina si accorse che, al
suo fianco, c'erano Philia e Xelloss.
"Vi prometto che la cresceremo con tutto il nostro amore!" Fece
Philia. "Non solo noi! Lina, e Gourry, e Luke, e Amy e Zel e Kibil e tutti
gli altri! Le daremo tutto il nostro amore!"
"Purchè non le venga la carie, con tutto questo amore..." Non
potè trattenersi dal commentare Xelloss. "In fondo è anche per metà
mazoku!"
Philia si girò inviperita, ma Kenford, sorridendo, la trattenne.
"Xelloss ha ragione, Philia. Tiina è una ryumazoku, credo che potremmo
chiamarla così... ha due metà opposte in sè..."
"Mamma, papà..." Fece Tiina, rivolgendosi a tutti e quattro.
"Io voglio restare con i miei amici. Sento di poter imparare molte cose da
loro..."
"La verità è che hai messo gli occhi su quel bel ragazzo di Kibil,
ammettilo!" Sorrise Philia. "Ho notato come lo guardi!"
Tiina arrossì. "Beh... e poi spero anche di poter essere loro anche
d'aiuto!" Cercò di cambiare discorso.
"Potrai essere loro d'aiuto più di quanto tu non creda, Tiina."
Fece Maduin. "Tanto i demoni quanto i draghi hanno il potere di
trasformarsi. Anche tu hai questo potere. Da oggi potrai usarlo, quando ne
avrai bisogno."
"D-davvero?" Chiese Tiina. Come per risposta, una violenta luce
rosa avvolse il suo corpo...
Quando la luce si dissolse, il suo corpo era radicalmente cambiato.
Era diventata un po’ più alta, e la sua figura si era assottigliata. Il suo
volto era dominato da due giganteschi occhi rossi, ed un'enorme capigliatura di
colore bianco-rosaceo le partiva dalla testa per arrivare, fittissima e
disordinata, fino ai piedi. La sua pelle era diventata perfettamente candida.
Rimase in quello stato per pochi secondi, poi ritornò normale.
"Ma... ho sentito in me una forza incredibile, in quei pochi
secondi!" Fece lei, emozionatissima. Ma nessuno le rispose.
Si guardò intorno. Non c'era più nessuno.
Una voce le rimbombava nella testa. -Questo tuo potere è nato dall'amore,
da un amore così grande e sconfinato da unire un ryuzoku ed una mazoku. E si è
svelato nel momento in cui tu hai visto un altro amore rinascere dopo cinque
anni. Il tuo è un grande potere... usalo a fin di bene, e non andrà sprecato.-
"Te lo prometto!" Gridò Tiina al vuoto.
***
Luke Aoi si ritrovò nel bianco assoluto di prima. Ma era da solo.
Tranne che per un altro sé stesso.
In un primo momento pensò che si trattasse di un'immagine riflessa in uno
specchio, poi, l'altro Luke andò verso di lui ed iniziò a parlargli.
"Sei sicuro di aver fatto la cosa giusta, Luke?" Gli chiese l'altro
Luke.
Luke non perse tempo a discutere, o a chiedere all'altro sé stesso chi
fosse o cosa stesse succedendo. Fece la cosa più semplice ed ovvia: rispose.
"Io... sì, sono sicuro." Fece.
"Non puoi mentire a te stesso, Luke Aoi."
Una lacrima gli rigò il viso. "Lina... è così bella... così...
amabile..."
"Non ti sei pentito di aver rinunciato a lei?"
"Per un momento, sì."
"Ma..."
"Ma Lina e Gourry si conoscono e si amano da dieci anni. Non hanno mai
davvero smesso di amarsi, e possono sentirsi felici solo stando insieme. Non
cambierò idea, non cambierò la mia decisione. Loro due... hanno sofferto
troppo. Non sopporterei di vederli soffrire ancora di più."
"Così, questa è la verità?"
"Sì, lo è."
"Molto bene, Luke. Sei stato sincero con te stesso... e lo sei stato
anche con me. Cosa farai adesso?"
Luke strinse in mano l'asta della Lancia di Luce. "Non so se sia stato
il Destino, la Fortuna o il Caso a mettermi in mano questa lancia... ma so che
ora ce l'ho io, e la userò." Si irrigidì. "Sono sempre un soldato di
Sailune, ed ho intenzione di usare la mia forza per difendere la giustizia...
come ha già fatto la regina Amelia negli anni passati."
L'altro Luke ridacchiò. "Spero non nello stesso modo!"
"Non preoccuparti... sarò un paladino della giustizia serio!"
Sorrise Luke. "E chissà... chissà se, nelle mie avventure, troverò mai un
amore come quello che oggi ha ritrovato Gourry..."
"Beh, come mi hai detto quando sono stato promosso capitano alla
faccia tua, misero tenentino, -In questo mondo tutto è possibile, anche le cose
più assurde!-" Risuonò la voce canzonatoria di Kibil.
Luke si girò, ridendo. "Un tenente della Guardia Reale conta più di un
capitano dell'esercito! E, se poi il tenente in questione sono io ed il
capitano in questione sei tu, allora la superiorità è indiscussa!"
Nel frattempo, l'altro Luke sparì discretamente di scena.
"Dì un po’, Luke... hai idea di cosa stia succedendo? Mi sono
svegliato e mi sono ritrovato in questa specie di non-so-che tutto
bianco..."
Solo allora Luke si accorse di essere in mezzo al nulla e di aver appena
finito di parlare con un altro sé stesso.
"Non chiedere a me, Kibil. Non ci sto capendo niente. Forse stiamo
tutti impazzendo." Fece Luke.
"O forse stiamo rinsavendo tutti." Rispose Kibil. Poi chiese:
"Hai visto Tiina, per caso?"
***
Lina aprì gli occhi. Dovunque guardasse non vedeva che bianco, tranne una
macchia vagamente azzurra davanti a lei.
Chiuse e riaprì più volte gli occhi. quando la vista cominciò a tornargli
del tutto, vide che si trattava di Gourry... non del Gourry capitano della
guardia reale di Sailune, ma del Gourry che aveva incontrato in quel bosco...
il Gourry di dieci anni prima.
Sotto i suoi occhi, quel Gourry in pochi secondi si trasformò. I vestiti e
l'armatura cambiarono, cambiò il taglio di capelli, cambiò leggermente il suo
volto. Ora aveva davanti il Gourry vero... non quello dei suoi ricordi.
"Lina!" Fece lui, preoccupato, mettendole una mano sulla spalla.
"Stai bene?!"
"S-sì... credo..." Mormorò lei scossa. "Ma dove siamo? E
dov'è Myr?"
"Sono qui!" Rispose una voce allegra. "Mamma!" Gridò la
piccola Myr, correndo verso Lina e saltandole in braccio.
Lina tirò un sospiro di sollievo. "Myr..."
"Ciao
Gourry!!" Sorrise lei, salutandolo allegramente, mentre Lina la metteva a terra.
Lina e Gourry si scambiarono uno sguardo d'intesa. "Myr... è ora che
tu lo sappia." Iniziò Lina. "Io... io finora ti ho mentito." le
disse, con il cuore gonfio di un insopportabile senso di colpa. Non capiva
dov'era nè cosa stava succedendo, ma sentiva che era il momento migliore per
parlare...
"Mamma?"
"Il tuo vero papà non è andato in cielo, Myr... è lui il tuo vero
papà." Disse, con le lacrime agli occhi.
Myr sembrò spaventata. "Ma... mamma, perchè non me l'hai mai
detto?"
Gourry fece un passo avanti. "Myr, devi saperlo... io, molti anni fa,
quando tu non eri ancora nata... io sono stato molto cattivo con tua madre. Ho
fatto una cosa che non dovevo fare, l'ho lasciata sola... ed ho lasciato anche
te..."
"Papà..." Anche a Myr incominciavano a venire le lacrime. Si girò
verso Lina. "Ma mamma, tu l'hai perdonato, vero? Avete fatto la pace e
tornerete ad essere la mia mamma ed il mio papà, vero?" Chiese, quasi
disperata.
Lina sorrise rassicurante, ed annuì in silenzio. Anche Myr sorrise, vedendo
il suo volto illuminarsi.
"Mi dispiace di non essere stato un buon papà, per te, Myr..."
Fece Gourry.
Senza neanche aspettare che finisse la frase, e magari non sentendola
neanche, Myr gli saltò in braccio. "Papà Gourry! Sarai sempre il mio papà!
Il papà più forte del mondo!"
"Ma non più forte della mamma." Le sussurrò Lina.
"Ovviamente!" Rise Myr.
Gourry si finse arrabbiato per un momento, ma subito dopo il suo volto
tornò allegro. "I bambini sono davvero il nostro futuro... sono gli unici
che riescono a lasciarsi alle spalle il passato triste ed a guardare
avanti." Riflettè.
"Allora siamo anche noi ancora dei bambini!" Fece Lina.
"Perchè ho intenzione di lasciarmi alle spalle i cinque anni più tristi
della mia vita, e ripartire da zero!" Afferrò Gourry per il colletto e lo
tirò verso di sé. "Gourry! Appena usciamo da questa specie di bicchiere di
latte condensato, partiamo!"
"Partire?" Chiese Gourry sorpreso. "Per dove?"
"E che ne so?! Dovunque un Dragon Slave ed una Hikari no Ken possano
servire ad abbattere mostri, trovare tesori, vincere nemici... e darci una
ragione di vita, come abbiamo sempre fatto! Myr, mamma e papà tornano in
avventure!"
"WOW!!!"
Esultò Myr.
"Ehi, e a nostra figlia non ci pensi?" Esclamò Gourry. "E'
un po’ troppo piccola per seguirci, potrebbe essere pericoloso per te,
Myr!"
"Non vengo con voi!" Fece lei. "Voglio andare da sola, come avete
fatto voi!"
"Ossanto cielo!" Gourry si passo una mano sulla faccia. "Ma
cosa hai messo in testa a questa bambina, Lina?"
"La stessa roba che avevo io alla sua età!" Rise lei.
"Siamo a posto, allora..." Sospirò.
"Mamma..." Iniziò Myr. "Come usciamo da qui?" Chiese,
guardandosi intorno. Non sembrava esserci un'uscita da quel nulla bianco...
"Beh..." Riflettè Lina. "Gli altri sono spariti quando io e
te ci siamo baciati, Gourry..."
Ci furono dieci secondi di silenzio, durante i quali i tre si guardarono
negli occhi a vicenda, sentendosi un po’ idioti.
Poi, Lina e Gourry si avvicinarono, e si baciarono ancora...
Epilogo: Seguendo i passi dell'avventura, ancora una volta liberi come
il vento
Epilogo: Seguendo i passi
dell'avventura, ancora una volta liberi come il vento!
Una settimana dopo...
Quasi l'alba. Nella vasta piazza d'armi del castello di Sailune, in genere
praticamente deserta a quest'ora del giorno, sta per avvenire qualcosa che non
accade proprio tutti i giorni...
Un nuovo inizio. E' come se tutto ricominciasse, per seguire una strada
simile ma diversa, per esplorare tutte le occasioni che il tempo ed il mondo
può offrire. Per sentirsi vivi.
Ma l'inizio di una nuova storia significa sempre la fine di quella vecchia.
E' un pò come una partenza: l'entusiasmo per il futuro, e la nostalgia per il
passato.
"Mamma..." esclamò una vocina, seguita da dei passi...
Lina si scosse dai suoi pensieri e con un sorriso si girò verso Myr.
"Si, tesoro? Che c'è?"
"Mammina... ma non ti dispiace che vada via?" Chiede la bambina,
con gli occhioni spalancati. Un attimo di debolezza...?
"Certo che mi dispiace..." Rispose Lina. "Ma non sono
preoccupata. So che te la saprai cavare... e, se sei tu a volerlo, chi sono io
per impedirtelo? Ricordati che anche io ho fatto la stessa cosa che stai per
fare tu ora!"
"Mamma..." La bambina le saltò in braccio. "Mi mancherai! Ci
rivedremo?" Ma non una lacrima.
"Su, dai! Certo che ci rivedremo, sciocchina!" Disse lei.
"Ehi, Lina, Myr!" Esclamò un sopraggiungente Gourry.
"Papà!" Esclamò la piccola, ancora in braccio a Lina.
"Ciao, piccolina!" Fece lui affettuoso, mettendole una mano sulla
testa ed arruffandole i capelli. "Non ti preoccupare, il mio amico Luke verrà
con te! Cerca di fare onore al tuo papà ed alla tua mamma!"
"A proposito!" Disse Lina. "Perchè anche Luke ha deciso di
partire?"
"Beh, Tiina vuole cercare i suoi veri genitori, ed ha deciso di
accompagnare Myr in questo viaggio. Ovviamente Kibil andrà con Tiina... Quei
due sembrano iniziare ad accorgersi di essere fatti l'uno per l'altra!"
Rise Gourry.
"Ovviamente..." Sorrise Lina. Kibil e Tiina sembravano
effettivamente fatti l'uno per l'altra e, sebbene lui fosse molto timido, anche
solo il fatto che aveva deciso di partire insieme a lei era inequivocabile...
Tiina, d'altra parte, era abbastanza cotta di lui, e non se lo sarebbe
lasciato sfuggire...
Myr saltò giù dalle braccia della mamma e si aggiustò la sua spada alla
cintola... la stessa spada che era stata di Lina...
Kibil Mel Saillune le si avvicinò, furtivo, da dietro le spalle e di
sorpresa la prese in braccio.
"Ah! Kibil!" Fece lei, con un grido di stupore.
Il principino scoppiò a ridere e le chiese, rimettendola a terra:
"Come sta la mia combinaguai preferita? Sei pronta?"
"Pronta all'avventura!" Rise lei, alzando una mano al cielo e
facendo il segno di vittoria con le dita a V.
"Gliel'hai insegnato tu, vero?" Chiese Gourry a Lina, sorridendo.
"Certo!" rispose Lina, anche lei con un sorriso. "Come tutto
il resto!"
"Già..." Fece Gourry, un attimo intristito.
"Smettila!" Lina sapeva benissimo a cosa stava pensando.
Gourry risollevò la testa.
"Senti, Gourry..." Chiese Lina, cercando di cambiare discorso.
"... uhm, volevo chiederti, Luke cosa farà?"
Gliel'aveva già chiesto poco prima, ma Gourry decise di far finta di niente
e risponderle ancora, assecondando il suo tentativo di cambiare discorso...
"Ha già deciso, partirà anche lui. Ha detto che è per proteggere Myr,
ma io credo che si sia un pò stancato di stare tra le quattro mura del castello
e che voglia godersi un pò di avventure con i suoi nuovi amici."
Fu Kibil a rispondere. "Sta bene. Finalmente si è svegliato... ora sarà
in camera sua a riprendere le forze. Comunque, finalmente ce l'ha fatta."
"Già. La maledizione del monaco rosso è svanita... è tornato un umano
in carne è ossa. Chissà come si deve sentire adesso. Alla fine la sua
testardaggine ha vinto!" Disse Lina.
"Spero che, anche se non è più di pietra, abbia conservato quella sua
testaccia dura, visto il bene che gli ha fatto!" Rise Gourry.
"Non è una battuta molto divertente, Gourry, ma mi fa piacere lo
stesso." Disse una voce debole ma inconfondibile.
Zel, in una bizzarra vestaglia da camera a paperelle gialle (lo shopping di
Amelia, senza dubbio!), stava scendendo a passi esitanti le scale che portavano
alla piazza d'armi...
Non si era ancora riabituato ad avere un corpo di carne e ossa, ed era
ancora debole, anche dopo una settimana di riposo... sarebbe dovuto restare a
letto, ma...
'Gourry ha ragione, quell'uomo è troppo testardo per stare a sentire un
qualunque parere…' pensò Lina.
"Zio Zel!" Gridò Myr felicissima di rivederlo.
In un lampo, dalla rampa di scale che Zel aveva appena percorso, si
scapicollò giù Amelia, gridando: "ZELGY!! Ma che fai? Devi riposarti, non
ti sei ancoraaaaaaaaAAAAAAGH!"
Amelia aveva tentato di saltare gli ultimi quattro scalini per fare prima,
con il risultato di finire addosso a Zel e sbatterlo a terra.
Dalla scala scesero subito anche Xelloss e Philia, che evidentemente
stavano inseguendo Amelia per impedirle di farne una delle sue... ed arrivando
tardi, purtroppo!
"Zel! Tutto bene, sei ferito?" Chiese subito Philia premurosa,
mentre Xelloss aiutava Amelia a rialzarsi...
"...Sono ancora vivo, non vi preoccupate..." Li rassicurò Zel,
rimettendosi in piedi. Non essendo più di pietra, era anche diventato più
fragile. Per fortuna, nulla di rotto.
"Sei una sconsiderata!" Philia rimproverò aspramente Amelia.
"Per poco Zelgadiss non ci restava secco, a causa della tua
incoscienza!"
"Ehi, Philia, non esagerare..." Disse Zel con un gocciolone.
Tutti quanti scoppiarono a ridere.
Quella scena ricordava i vecchi tempi... quando Lina e Gourry giravano il
mondo in cerca di avventure e di fortuna, quando Amelia era una principessina
esaltata e combinaguai che si credeva Miss Giustizia, quando Zel era sempre
pronto a seguire persino la traccia più assurda per cercare una cura per la sua
maledizione...
Ora quei tempi erano passati, ma le persone erano rimaste le stesse... non
tanto fuori quanto dentro. E che cos'era quella risata corale se non una prova
di questo?
Un altro gruppo di persone scese le scale di corsa, attirato dalla confusione.
Luke, in divisa ed armatura come sempre ('Ma ci dorme dentro, per caso?' non
potè fare a meno di chiedersi Lina), e, subito dopo, Tiina, in pigiama e con
tutti i capelli sparpagliati in un modo assurdo.
Kibil, nel vederla arrivare, fece appena un passettino indietro, ma poi
prese il coraggio a due mani ed andò verso di lei.
"Che è successo?" Gli chiese Tiina. Poi notò che tutti la
guardavano. Prima abbassò lo sguardo verso i propri piedi, e poi guardò di
nuovo tutti... no, non erano le pantofole ad orsacchiotto. (ma Amelia non aveva
nemmeno un capo di abbigliamento normale in casa?)...
Poi capì, si portò le mani alla testa e sentì che i suoi capelli formavano
una specie di nube che la faceva sembrare un albero...
Di nuovo, risero tutti. Proprio tutti, perchè c'erano tutti, pensò Lina.
Lei, Gourry, Amelia, Zelgadiss, Philia e Xelloss. E Myr, Luke, Kibil e Tiina.
I vecchi ed i nuovi, non potè fare a meno di notare Lina con una stretta al
cuore. Loro stavano per partire, come lei aveva già fatto anni prima...
Tante cose erano successe, tanto tempo era passato...
Ora si erano sistemati quasi tutti, i "vecchi". Zel era tornato
umano. Amelia era diventata regina. E si erano sposati. E addirittura Philia e
Xelloss si erano sposati.
Tutti tranne lei e Gourry. Loro due non erano ancora
"ufficialmente" sposati. Ma chi se ne importava delle formalità?
"Beh..." Disse Lina. "La partenza sarebbe dovuta essere
questo pomeriggio, ma visto che siete tutti qui e che vi vedo così
impazienti...
"Possiamo partire adesso, mamma? Possiamo?" Chiese Myr,
traboccante d'entusiasmo.
"Ehi!" Fece notare Tiina. "Non pretenderete che io parta in
pigiama e con questi capelli! Datemi cinque minuti!" E corse su per le
scale.
"E tu?" Chiese Gourry a Luke. "Non stavi dormendo? Come fai
ad essere già pronto?"
"Mi sono svegliato venti minuti prima per preparare tutto."
Sorrise Luke, indicando un mucchietto di bagagli in un angolo. Poco più di
quattro sacchi da viaggio. "Come sta Myr?" Chiese.
"Non la teniamo più a freno! Tra cinque minuti parte da sola, se non
la leghiamo!" Ridacchiò lo spadaccino. "Abbi cura di lei, mi
raccomando. E fatti onore. Hai la stoffa dell'avventuriero. sarai di sicuro un
paladino migliore di quello che voleva essere Amelia... senza offesa!"
Disse poi, rivolto alla regina che era lì a due passi, imbronciata e a braccia
conserte.
Luke annuì, trattenendo una risatina, ed andò dove erano stati ammucchiati
i loro pochissimi bagagli. Voleva di sicuro ricontrollarli, scrupoloso com'era.
Myr lo seguì di corsa, arrivando prima di lui al mucchietto come se fosse stata
una gara a chi faceva prima.
"Beh, Gourry..." Disse Lina, affiancandosi a lui e seguendo con
lo sguardo la scena. "Una fine ed un inizio."
"Come?" Chiese lo spadaccino.
"Loro iniziano. Noi abbiamo appena finito con le avventure... mi sa
tanto che questa è stata l'ultima."
Gourry guardò Lina come se avesse visto un fantasma, le girò intorno, le
posò una mano sulla testa e strizzò l'occhio.
"Chi vuoi prendere in giro, Lina?" Chiese. "Hai fatto finta di
esserti dimenticata tutto, ma io so che te lo ricordi!"
"Eh?" Fece lei.
"Tu non hai assolutamente intenzione di tornare al tuo bel negozietto
a Zefiela e di fare la vita da zitella che hai fatto finora, o sbaglio?"
Lina capì, ed annuì tristemente. "Che altro dovrei fare?"
"Tutte le cose belle finiscono, dicono." Sentenziò Gourry.
"Ma che ne sappiamo noi del quando finiscono?"
Lina esitò, e poi disse: "Avanti, parla."
Gourry aveva chiaramente qualcosa da dirle.
"Ho già dato le dimissioni da Generale dei Paladini della Guardia
Reale di Sailune."
"Eh? Perchè?" Chiese la maga, stupita.
"Credo di avere messo da parte almeno sessanta monete d'oro, sono i
miei risparmi più il mio stipendio da ufficiale. Cosa avremmo fatto sei anni fa
con questi soldi?"
Lina aveva capito, e non esitò a rispondere. "Ci saremmo fatti 83
portate alla taverna più vicina, e poi saremmo subito partiti verso chissà dove
a cercare chissà che cosa. Una cura per Zel, un tesoro, un incarico facile e
redditizio, una misteriosa arma magica, o semplicemente un'altra taverna.
Saremmo andati dovunque un Dragon Slave ed una Hikari no Ken potessero servire
ad abbattere mostri, trovare tesori, vincere nemici... e darci una ragione di
vita, come abbiamo sempre fatto!"
"Subito fuori dal castello c'è un ristorantino niente male, ho
sentito." Disse Gourry.
"E che stiamo aspettando?!" Chiese Lina, con un salto.
L'ultima ombra, l'ultima piccola traccia di quei cinque anni tristi e
noiosi svanì nel nulla in quell'istante.
In quel momento Tiina riapparve dalle scale, vestita e pettinata. Kibil le
andò incontro, un po’ timido, ed insieme andarono da Luke e Myr. Presero
ciascuno il proprio sacco, allegri ed entusiasti. Nessuno dei quattro si
chiedeva molto il perchè si stesse imbarcando in quell'avventura... sentivano
semplicemente di volerlo fare.
Amelia, Zelgadiss, Philia e perfino Xellos erano emozionati. Ma quando si
avvicinarono al gruppo per salutarli prima che partissero, notarono che Lina e
Gourry erano spariti nel nulla...
Da un punto subito fuori il castello, e più precisamente da un ristorante,
provenivano dei suoni inconfondibili. Un frastuono tintinnante che sembrava una
battaglia combattuta con forchette e coltelli.
"EHI, LINA! MOLLA QUEL POLLO! E' IL MIO!!"
"FACCIAMO A META'! EHI! LE PATATE!"
Amelia non riuscì a trattenersi, e morì quasi dal ridere, per la terza
volta nella giornata.
Pochi minuti dopo Myr, Luke, Kibil e Tiina partirono.
Lina e Gourry avevano già saccheggiato il ristorante e lasciato la città,
andando... dove?
Beh, come avevano sempre fatto... andando dovunque un Dragon Slave ed una
Hikari no Ken potessero servire ad abbattere mostri, trovare tesori, vincere
nemici... e dare loro una ragione di vita... e la gioia di vivere.
...beh, cosa dire? Ormai "Il libro magico" è arrivato alla sua
naturale conclusione, ma state certi che le avventure di Myr, Kibil, Luke e
Tiina continueranno, speriamo presto.
Ma in queste poche righe non abbiamo intenzione di metterci a fare
pubblicità alla FF o al suo eventuale seguito, quanto di ringraziare chi ha
permesso che questa storia diventasse quello che ora è.
Quindi il nostro grazie va a tutti voi lettori che ci avete seguito fino
alla fine.
Ma soprattutto io vorrei ringraziare il mio collega, socio e amico Alex,
per aver creduto in questa idea, per averla portata avanti... e per avermi
sopportato! Io e Alex non ci conosciamo di persona, nè, credo, ci conosceremo
mai; quello che ci unisce è soltanto un filo sottile (e non è una metafora!) e
la grande passione che entrambi abbiamo per gli eroi di Slayers e per il loro
mondo fantastico.
Grazie 1000 Alex, grazie 1000 per le tue idee, per la tua fantasia, per la
tua pazienza...grazie 1000 a tutti per
tutto!
Diana
E' stata davvero una faticaccia, non c'è che dire... e quel che è peggio è
che io sono un maledetto perfezionista, e mi sono dovuto autoimporre dei limiti
di tempo, altrimenti per scrivere questa FF non ci sarebbero voluti sei mesi ma
sei anni!!!
Comunque, finalmente è finita. Spero davvero che questa storia vi sia
piaciuta, perchè è tenendo voi lettori a mente che l'abbiamo scritta.
Mi associo a Diana nel ringraziare voi che l'avete letta e... e non posso
fare altro che arrossire imbarazzato davanti a quello che ha detto prima di me!
^_^
Ricambio le tue migliaia di "grazie" con altrettanti
"grazie", dal profondo del cuore!
Aspettatevi altre avventure di Myr, Luke, Kibil e Tiina, nuove avventure in
cui potrete conoscerli meglio... ed in cui faremo la conoscenza di altri personaggi,
nuovi e vecchi, e di nuove sfaccettature di quel fantastico mondo nato dalla
penna di Kanzaka e dalle matite di Araizumi e di Yoshinaka.
Un grande grazie va anche a loro, per averci, a loro insaputa, ospitato in
una sia pur piccola nicchia del loro grande ed affascinante universo... un
mondo nascosto oltre l'orizzonte, dischiuso tra i petali del tempo, dove la
fantasia diventa realtà.
Myr Inverse, Luke Aoi, Kibil Mel Sailune, Tiina Kenford Tenryu, Wilville
Cid Gabbiani, Siroi, Sarisa, Ziel e Chronos sono personaggi inventati da
Verdiana Terraneo e Alessandro Dellamotta.
P.S. N.d.Alex: in questa fanfic sono nascoste molte citazioni, alcune riferite
a Slayers stesso, altre agli argomenti più disparati... vediamo quante ne
riuscite a scoprire!