Alien Invasion

di Mr Carrot
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della fine ***
Capitolo 2: *** Chi è? ***
Capitolo 3: *** Alla scopertadi Donald Horan ***



Capitolo 1
*** L'inizio della fine ***


22 febbraio 2031, ore 14: 15.
Osservatorio spaziale di Washington D.C.
Sergente Watson: Avvistamento veicolo sconosciuto diretto nella nostra atmosfera!
Sergente Sherman: Che cazzo è?
Sergente Watson: Non ne ho la minima idea, qualche sonda che sta ritornando?
Sergente Sherman: Impossibile! La sonda che torna più presto è Apollo 15, in ritorno tra 25 giorni esatti.
Sergente Watson: A tutte le unità di ricerca e di osservazione, preparatevi, atterraggio di un veicolo sconosciuto nei pressi dell'osservatorio tra circa 15 minuti, premunirsi di tutto quello che può servire. 

Ore 14:30. Un astronave atterra, è di media grandezza, si riuniscono intorno a lei tutti gli scienziati dell'osservatorio. La porta si apre. Escono degli esseri ricoperti da una tuta spaziale, entrambi verdi, con due braccia con mano da 6 dita ciascuna, due "gambe" con i piedi da tre dita ciascuno. Non sono umani. sono diversi. Provengono dallo spazio. Sergente Watson: Sembrano... Sergente Sherman: Sono... Sergente Watson: Non è possibile, non sono mai stati rilevate forme di vita non umane, non esistono.. Sergente Sherman: Watson, questi sono alieni. E se una forma aliena non è mai stata rilevata non ce ne fotte un emerrito cazzo, li teniamo davanti ai nostri fottutissimi occhi. Mi si stanno stringendo le palle e me la sto facendo addosso.
Quei due alieni usciti da quella navicella mandavano letteralmente in aria tutti gli studi dell'osservatorio spaziale di Washington D.C. che le aveva sempre cercate, mandato sonde a non finire, ma non era stato rilevato nulla. I due sergenti erano nello sconforto più totale, avevano paura ma erano anche dispiaciuti, questa navicella aveva fatto sì che i loro studi non servissero a niente, una vita buttata nel cesso. Sergente Watson: Faccio questo lavoro da 30 anni, e non ho mai trovato una prova, NIENTE! Sono allibito... Sherman fece un passo avanti, e, con estremo coraggio parlò: Qui siete sul pianeta Terra, ma credo che voi sapete benissimo dove vi trovate. Tutta la cittadinanza vuole sapere voi chi siete, cosa volete da noi e perché siete qui. L'alieno restò impassibile. Sherman: Non capite la nostra lingua forse? L'alieno a questo punto parlò Alieno: Capiamo benissimo la tua lingua. Dai nostri calcoli risulta che noi siamo 5 volte più acculturati del vostro scienzato più acculturato di tutti i tempi, Albert Einstein. Inoltre sappiamo dove siamo, veniamo da un'altra galassia, la galassia D35, dove ci sono 10 pianeti e 10 specie diverse. Noi siamo la specie dei "Rettilozampidi", che sono simili ai vostri anfibi solo su due zampe. Veniamo dal pianeta Omicron per darvi un messaggio chiaro, e vogliamo parlare con il vostro capo.
Sherman era abbastanza sbalordito.. - Noi non abbiamo un capo - rispose - noi viviamo divisi in stati, e questi sono gli Stati Uniti, potete parlare con il nostro presidente della Repubblica - L'alieno sembrava abbastanza impaziente..e quasi sbottò: Portami da chiunque conti qualcosa, intesi? - Tu - riferendosi all'altro - aspettami qui Sherman annuì. - Prendo allora le chiavi dell'auto e andiamo alla casa bianca..- - Cosa? Siete ancora all'era dell'automobile? Siete veramente indietro come tecnologia, pensa intensamente a questa "Casa Bianca" e dammi il tuo braccio - l'alieno disse. I due scomparvero nel nulla. Il sergente Watson rimase sbalordito e non seppe fare altro che chiedersi dove quei due fossero andati. Esclamò soltanto una frase: Siamo tutti in pericolo.
L'alieno e Sherman si fermarono fuori la casa bianca. Le guardie li fermarono, ma erano sbalordite anch'esse ed erano piene di paura. L'alieno le guardò.. - Fatemi passare, è una questione importante, devo parlare con il presidente, è una cosa davvero indispensabile - - LEI DA QUI NON PASSA SENZA UN PERMESSO DA PARTE DEL PRESIDENTE, E' CHIARO? - sbottò la guardia L'alieno lo guardò fisso, poi in men che non si dica estrasse una sorta di pistola e freddò la guardia Sherman gli saltò addosso: MA COSA CAZZO FAI? MA COSA COMBINI? MA AVREMMO TROVATO UN MODO, COSA HAI FATTO? - Vai via, non mi servi più, prima che ti freddi. E tu, hai visto il tuo amico che fine ha fatto? Beh, se non vuoi che tu faccia la sua fine, fammi passare Così l'alieno andò dal presidente McKennedy, che gli aprì la porta. - Tieni, questa è una delle nostre tecnologie, dalla a quello stronzo di guardia, che resusciterà.Ora dobbiamo parlare solo io e te, caccia tutti questi - questo era l'alieno.
- Ragazzi, fatemi parlare con il nostro amico, e fate resuscitare Paul, dategli questo - e il presidente li liquidò. Per cinque ore parlarono i due, uscendo alle 19 di sera. L'alieno si materializzò alla navicella, e se ne andò. Ad ogni telefonata McKennedy diceva sempre la stessa frase: Non preoccupatevi, non è nulla di pericoloso, mi ha solo fatto capire che non eravamo i soli nel mondo, ne parlerò al tg delle 20.
Tutto il mondo aspettava il tg delle 20. Il presidente non aveva una buona cera,e fu schietto: Siamo in pericolo, GRAVISSIMO PERICOLO. Non ho detto altro prima di adesso perché i due alieni nell'atmosfera potevano sentirmi. La razza degli alieni che sono venuti qui si è impadronita di tutta la galassia D35, e ora vuole impadronirsi della Via Lattea. Tra 5 mesi arriverà il loro esercito e ci ridurrà tutti in schiavitù. Dobbiamo prepararci. Forse non verranno in molti, ho dato la mia disponibilità, naturalmente fittizia, a farci mettere sotto schiavitù, in quanto mi hanno dimostrato molte delle loro tecnologie, e direi che sono rimasto veramente sbalordito. Eserciti di tutto la Terra, questa sarà una guerra interspaziale. Dobbiamo prepararci. Affido l'incarico di preparare nuove armi più potenziate ai nostri eserciti, e in qualche mese dobbiamo brevettare mezzi guidabili alla velocità della luce. Signori, questo è il pericolo più grande dalla formazione della Terra, tutto il popolo terrestre è in pericolo. Dobbiamo essere tutti, e dico tutti, fratelli. Solo in questo modo potremmo sconfiggerli. Confido in voi. ..
Cosa stava succedendo? Era veramente tutto il mondo in pericolo?... La Terra era in pericolo, ed anche nel caos..

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Capitolo 2
*** Chi è? ***


23 Febbraio 2031
Centro di Salute Mentale di Pittsburgh.
La notizia ovviamente era rimbombata su tutti i giornali, è normale, tutta la Terra era in pericolo, e i ricoverati, almeno quelli meno pazzi, stavano leggendo il giornale, che parlava interamente di questo uragano che si stava letteralmente abbattendo sulla Terra.
Uno di loro, Donald Horan, non era basito da tutto questo. Aveva un evidenziatore giallo in mano, e sottolineava le parti che più gli interessavano. Sembrava abbastanza interessato, e ogni volta che qualcuno, stupefatto, voleva parlare con lui gli rispondeva: "Via, sono occupato". Sembrava troppo interessato, e il perché non lo sapevano in molti.
Dopo aver letto, straletto e riletto almeno una decina di volte tutto ciò che aveva sottolineato, ed essere stato un paio d'ore a riflettere su tutto ciò, si alzò dalla sedia e si recò dall'infermiere del centro.
- Devo fare una telefonata - incalzò.
- Ti devo osservare, Horan - rispose l'infermiere.
- Il contenuto della telefonata è privato, mi osservi soltanto mentre compongo il numero -
- Niente scherzi, Horan -
Donald si avvicinò al telefono, compose il numero e cacciò la guardia.
- Pronto, osservatorio spaziale di Washington - era la voce di Sherman
- Lei è il sergente Sherman, vero? - domandò Horan
- Con chi parlo? -
- Con colui che ha tutte le informazioni, ed altro, che possono fare al caso vostro. Sono al centro di salute mentale di Pittsburg, non sono un pazzo, venite qui e vi spiegherò tutto -
- Mi scusi?..Crede che abbiamo tempo da perdere? venire a Pittsburg per parlare con un ibernato, senza sapere niente? Voglio altre informazioni, altrimenti la telefonata finisce qui -
- Gli infermieri hanno il telefono sotto controllo, ci possono ascoltare, questa cosa prima di renderla pubblica la dobbiamo sapere solo io, lei, l'altro sergente, e il presidente -
- Può ricevere telefonate? -
- Si, posso. Chieda di Donald Horan. Però l'avverto che non le dirò nient'altro telefonicamente. A presto -
- A presto -
 
L'infermiere aprì la porta: " Horan quanto dura questa telefonata"?
- E' finita, "mio signore", vado a leggere il giornale -
 
Horan continuò a leggere e rileggere il giornale, aprendosi la mente ogni volta che notava qualcosa di nuovo.
 
All'osservatorio spaziale di Washington la situazione non era chiara
- Tu sei matto, andare a Pittsburgh a visitare un malato mentale perché ti ha fatto una telefonata? - Watson parlava con Sherman
- Hai qualche altra idea? Non sappiamo cosa fare, da un momento all'altro quei mostri verranno e ci asfalteranno, non hai visto quell'arma, quella ci fa fuori! Inoltre hanno dei congegni per resuscitare, cosa diavolo possiamo fare? - sbottò Sherman, che credeva nelle parole di Horan
- Come si chiama questo pazzoide? - chiese Watson mentre prendeva il telefono e digitava un numero
- Donald Horan, chi stai telefonando? -
- Parlo con l'FBI? Sono Watson dell'osservatorio spaziale di Washington, vorrei una scheda con tutti i dettagli su Donald Horan, me la invia tramite fax? -
- Signor Watson, gliela invio subito -
 
Watson guardò Sherman..
- Ora la scheda ci dice che è un malato mentale e ce ne andiamo a casa, a riflettere sul da farsi, ok? -
 
La scheda arrivò, Sherman la guardò..e la sua faccia diventò bianca..
- Cosa c'è scritto? Dai qua! - esclamò Watson
 
I due non credevano ai propri occhi, lessero insieme
- Condannato per creazione di armi di distruzione di massa e omicidio colposo, rinchiuso nel carcere psichiatrico di Pittsburg per 15 anni, dopo, avendo perso completamente la ragione, ibernato nel manicomio di Pittsburg -
I due erano pallidi...
 
Arrivò una telefonata nel centro psichiatrico di Pittsburg.
- HORAN, VIENI SUBITO, E' PER TE! - urlò l'infermiere
- Lo sapevo che prima o poi mi avrebbero chiamato - disse tutto soddisfatto Donald.
- Sherman sei tu, vero? -
- Si, sono io. Qual è l'orario per le visite? -
- La  mattina dalle 10 alle 12 e il pomeriggio dalle 17 alle 20 -
- Ok, domani mattina sarò da te -
- E il presidente? -
- Glielo riferiamo dopo,cazzo! Dobbiamo prima sapere di cosa si tratta!
 
La mattina dopo i 2 erano nel centro. 
- Dobbiamo parlare con Donald Horan - dissero all'infermiere.
- Lo trovate in sala, è sempre lì a leggere giornali o a giocare a carte - indicò l'infermiere.
 
Lo trovarono. Donald era un uomo non molto alto, un pò grassoccio, con una folta barba. Avevi gli occhi cerulei e i capelli grigi.
 
- Sei tu Horan? - incalzò Sherman
- Si, tu devi essere Sherman, e tu Watson. Sedetevi e parliamo -
 
 
Spero non sia troppo corto, ho finito così per creare un pò di suspance

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Capitolo 3
*** Alla scopertadi Donald Horan ***


- Allora, parlatemi di questi alieni, cosa avete visto? - borbottò Horan
- COSA? - Watson si alzò dalla sedia
- Tu ci devi prima spiegare perché sei rinchiuso qua dentro, cosa hai fatto e chi hai ucciso! - gridò ancora il sergente
- Harry, calmati - disse Sherman. Harry era il nome di Watson
- Vi spiegherò tutto. Però dovete calmarvi - disse cauto Horan
- Anni fa, negli anni '90, avevo 20 anni e iniziavo ad essere uno scienziato. Il mio più grande desiderio era di scovare queste creature extraterrestri. Sapevo che c'erano, non era possibile essere solo noi su un universo così grande, era da egoisti. E allora, non trovandoli, mi preparai per questa evenienza. Cercai di costruire tecnologie più avanzate, armi più distruttive, laser che uccidono, tutto ciò per un'evenienza simile - spiegò Horan
- E poi ti sei montato la testa, hai ucciso i tuoi aiutanti e se non ti fermavano eri pronto a conquistare il mondo, eh? Non voglio avere niente a che fare con te - esclamò Watson
- IO NON HO FATTO NULLA DI CIò, SE NON VUOI IL MIO AIUTO FATTI STERMINARE DA QUEI COSI, CHIARO?! - stavolta Horan si era arrabbiato, era stato ferito nell'orgoglio, si alzò dalla sedia e se ne andò.
 
Sherman lo seguì.
- Ti prego, non ascoltarlo, è solo basito dalla tua scheda. Spiegaci tutto e vedrai che si calmerà -
 
Horan riprese posto e spiegò la situazione.
- Avevo creato tante nuove tecnologie. Tante nuove armi. Tutte nascoste, avrei detto al mondo tutto ciò solo se in punto di morte questi alieni non ci avrebbero attaccato. Però un giorno tutto ciò fu fatale.
Era una giornata di riposo, ero al mare con l'allora mia fidanzata, ho una telefonata dalla polizia. Il mio laboratorio è scoppiato. Accidentalmente un mio aiutante fumatore accese la miccia di una piccola bomba che avevamo progettato. Dall'esplosione di essa scoppiò tutto, e il mio assistente rimase ucciso.
Nessuno sapeva cosa facevamo lì. Mi arrestarono, il mio laboratorio andò in frantumi, da allora non ho mai più visto la mia casa. E' quella che ci può aiutare -
 
- In che modo, Horan? -
- Lì ho tutti i dettagli di tutte le tecnologie sperimentate -
 
Watson si spazientì.
- Ecco fatto, un viaggio inutile. Quante persone sono entrate in quella casa? Quante le hanno viste? E chi le ha in mano ora? -
 
- Mi crede uno sciocco? - rispose Horan - nel mio appartamento ho un sottoscala del quale conosco solo io l'esistenza, e si apre ascoltando la mia voce e con la mia mano. Nessuno se ne è mai accorto. Sfortunatamente non ho nessun campione, quindi dobbiamo rifare tutto da capo, però ho le istruzioni. Annotavo tutto su un quaderno. Mi dovete far uscire di qui?. Ho bisogno di un tutore che si prenda la mia responsabilità.
 
Watson guardò Sherman.
- E perché io? Potresti farlo benissimamente anche tu -
- Tu mi hai portato qui, tu lo devi prendere sotto la tua custodia -
 
Sherman ci riflettè...
- Ti prendo io sotto la mia custodia, ma al primo errore ti ci risbatto qua dentro con la camicia di forza, intesi? -
- Al mio primo errore, potremmo essere morti entrambi, sai? -
- Molto spiritoso, Horan -
- Perché credi che sia spiritoso? Non potrei voler morire dopo circa 30 anni qui dentro? -
- No. So meglio di te quanto ci tieni a vedere questi mostri, e le loro tecnologie, quindi non sbaglierai, ne sono sicuro -
- Intelligente, ragazzo. Intelligente -
- Si certo, ragazzo. Preparati, entro 10 minuti saremo fuori di qui -
- 10 minuti? Devo farmi la barba, lavarmi, farmi la valigia -
- 15 minuti. Non di più. Va -
 
In men che non si dica, Horan era fuori di lì. Sembrava un figurino, con la sua t-shirt, i jeans, la barba rasata e i capelli a posto. Finalmente non sembrava un barbone.
 
- Dove andiamo di bello, gente? C'è ancora quel parco dei divertimenti sulla 7^, vorrei farmi un giretto sullo scivolo - Horan era emozionato
- Hai 60 anni, bello! Dov'è casa tua? - disse Sherman
- Ah, non molto lontano da qui, 4^ strada, 5^ isolato - ricordava molto bene Horan
 
20 minuti dopo erano lì.
Era una casa abbastanza rustica, fatta di mattoncini marroni, due finestre. Indipendente. A 2 livelli. Forse 3, considerando il sottoscala.
 
- Oh noo! E le chiavi? Non le vedo da quando sono stato arrestato! - esclamò Horan
- Bene, cervellone! Allora stiamo perdendo tempo! - disse un arrabbiato Watson+
- Scavalchiamo il cancello e poi sfondiamo, no? - propose Sherman
- AHAHHAHAHAHAHAHAAHAHAHAHAHA, AHAHAHAHHAHHAHAHAHAAHHAAHA - rideva Horan
- Ma che caz..? - i due non capivano
- VI HO FATTO LO SCHEEERZO, AHAHA, LA CHIAVE DI RISERVA E' SOTTO QUELLA PIETRA FINTAAA AHAHA -
 
Stavolta Watson si spazientì e prese per le orecchie Horan
- NON FARE PIù COSE DEL GENERE O TI UCCIDO, CAPITO?!-
- Ahi, ahi, ahi, mi fai male! - piagnucolò Horan
 
Horan aprì la porta, e fece strada per il sottoscala
 
- Bidibodibibu, apriti sesamo! - e mise la mano su una specie di rilevatore d'impronte digitali.
 
Sherman e Watson si guardavano impietriti.
 
Entrarono nella stanza, buia, senza finestre, piccola, aveva soltanto un mobiletto con 3 cassetti dai quali fuoriuscivano carte.
 
- Eccolo lì, il mio mobiletto, terzo cassetto, angolo sinistro, sotto la torcia, il quadernino, lo ricordo a memoria -
 
E così fu. Donald Horan ricordava tutto, e le guardava come se le vedesse sempre, quelle carte, capiva tutti gli appunti, riusciva a comprendere solo dal disegno quale invenzione fosse.
 
- Ora che ti serve? Domandò Watson -
- Tutto ciò di cui ho bisogno. Un laboratorio dove posso fare di tutto, tutti i materiali di cui ho bisogno - esclamò Horan
- E naturalmente 2 assistenti -
 
...Sherman guardò Watson ed Horan..
-Andiamo dal presidente -

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