Summer paradise with you.

di Rey_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15. ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16. ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17. ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18. ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19. ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20. ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21. ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22. ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23. ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24. ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25. ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26. ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27. ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28. ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29. ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30. ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31. ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32. ***
Capitolo 34: *** Epilogo. ***
Capitolo 35: *** I'm baaaack (piccolo avviso). ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.
 
 
 
 
Avete presente quelle amicizie che nascono nei luoghi di villeggiatura?
Si, quelle amicizie che ti fai quando vai in vacanza sempre nello stesso posto e che ogni anno scopri che ci sono ancora.
Quelle amicizie che vengono coltivate solo nei tre mesi dell’estate, ma che molte volte sono più sincere di quelle che hai a casa.
Ecco, la loro era un’amicizia così.
Si erano conosciuti lì, in quella spiaggia davanti alla casa di lei, in una fresca mattinata di giugno, quando erano bambini e le loro mamme erano troppo indaffarate a fare qualcos’altro per tenerli d’occhio.
 
 
 
Giugno 1997
 
 
 
Il piccolo bambino stava giocando con le biglie, quando la bimba dai lunghi capelli neri e i grandi occhi verdi, era passata sulla pista correndo dietro al suo aquilone.
L’aveva distrutta, provocando il pianto disperato del bambino che ci stava giocando. La piccola si fermò, avvicinandosi.
-Perché piangi?- gli chiese curiosa. Il bambino si asciugò le lacrime e le fece una smorfia.
-Perché hai distrutto la mia pista!- urlò. La bambina si spaventò e si ritrasse un poco.
-Mi dispiace, non l’avevo vista.- gli disse scusandosi. Il bambino la guardò per un po’, poi le sorrise.
-Mi aiuti a ricostruirla?- le chiese. La bambina sorrise, molto più entusiasta di quel nuovo gioco che del suo aquilone. Lo lasciò a terra e si mise seduta accanto al bambino, cominciando a scavare insieme a lui. Lui le sorrise.
-Come ti chiami?- le chiese con voce timida e arrossendo.
-Cheryl. E tu?- gli chiese la bambina, sorridendo.
-Liam.- gli rispose lui, facendo partire una biglia e scatenando la risata cristallina di Cheryl. Lei lo osservò attentamente, facendolo arrossire.
-Mi piacciono i tuoi occhi, Liam.- gli disse infine. Lui aggrottò le sopracciglia.
-Perché?- le chiese. Lei sorrise, sentendo la madre che la chiamava dalla porta di casa e si alzò, avviandosi.
-Perché sono come il cioccolato. E a me piace il cioccolato.- gli disse ridendo, cominciando a correre verso casa.
Il bambino sorrise e la guardò allontanarsi, non sapendo che da quel giorno, quella camminata e quel sorriso dolce, avrebbero riempito le sue giornate.
 
 
 
 
 
Settembre 2002
 
 
 
-Cher, vai a salutare Liam!- sentì urlare la madre. Lei si coprì la testa con il cuscino e mugugnò qualcosa. Non voleva.
Non voleva andare a salutarlo.
Non voleva dirgli addio.
Da quanto si erano conosciuti, cinque anni prima, ogni estate lui ritornava in vacanza lì e ogni estate si ritrovavano, lasciandosi alle spalle un intero inverno silenzioso, in cui non si erano visti, ne sentiti.
Era sempre così, e ogni volta che si rivedevano erano amici più che mai.
Quel giorno però non era affatto un giorno allegro.
Era il quattro settembre, giorno in cui Liam sarebbe dovuto ripartire per tornare a Wolverhampton, a casa sua.
Però, l’anno dopo non sarebbe tornato come sempre.
I suoi genitori stavano divorziando, quindi non sarebbero più tornati in vacanza tutti insieme.
Quella mattina, Cher, avrebbe dovuto salutarlo per l’ultima volta.
-Cheryl, muoviti! O se ne andrà!- le urlò di nuovo la madre. Con uno sbruffo si alzò e scese al piano di sotto.
Quando la madre la vide, sorrise dolcemente.
La sua bambina, che aveva appena compiuto nove anni, stava crescendo. E cominciava a dover affrontare gli scherzi che il destino da quel giorno le avrebbe riservato. Lei le passò accanto, mettendo il muso.
-Tesoro, non fare così. Vedrai che vi rincontrerete.- le sussurrò. La bambina alzò lo sguardo.
-No, mamma. Sai che non accadrà mai. E lui si dimenticherà, io mi dimenticherò. Perderemo tutto quello abbiamo adesso.- sussurrò, ricacciando giù le lacrime che, da quella mattina, tentavano di uscire. La madre le fece una carezza.
-Non dire così.- sussurrò. Poi le diede una leggera spintarella verso la porta. –Ora vai a salutarlo, sai che suo padre non aspetta.- le disse. Cheryl annuì e a passo pesante uscì fuori casa. Nel vialetto di fronte al suo, il papà e la mamma di Liam stavano caricando i bagagli sulla macchina, tutti e due con espressioni neutre sul viso, senza guardarsi.
Liam se ne stava in disparte, con un piccolo pacchetto tra le mani, a fissare speranzoso la porta dalla quale uscì Cheryl. Appena la vide, sorrise e le andò incontro. Lei non fece neanche in tempo a rendersene conto che lui le afferrò le spalle e la strinse in un abbraccio.
Gli occhi le si riempirono di lacrime, mentre lui sprofondava il suo viso nel suo collo.
-Non andartene, Liam.- sussurrò. Gli scappò un gemito.
-Non voglio, Cher. Non voglio dirti addio.- si lamentò tra i suoi capelli. Lei si morse il labbro e dopo un po’ lui si staccò. Si guardarono negli occhi e si sorrisero. Il cuore del giovane ragazzo perse un colpo, alla vista del dolce sorriso della ragazzina.
Gli faceva sempre quell’effetto, da un po’ di tempo ormai. Lei arrossì e distolse lo sguardo. Lui tossicchiò e le porse il piccolo sacchetto di seta trasparente che aveva tra le mani. Lei lo afferrò e lo guardò curiosa.
-Che cos’è?- gli chiese. Lui tirò su con il naso.
-E’ la mia biglia preferita. La più bella che ho.- sussurrò. Lei lo guardò sorpresa.
-Voglio che la tenga tu, così non ti dimenticherai di me.- continuò Liam. Sul viso di Cher spuntò un sorriso dolce.
-E così avrò una scusa per tornare, un giorno.- concluse mettendo il broncio. Cheryl scoppiò nella sua solita risata cristallina, facendo sorridere Liam.
Poi il clacson della macchina suonò, accompagnato dal richiamo frustrato dell’uomo alla guida. Liam sospirò e strinse Cher in un altro veloce e caldo abbraccio.
-Non ti dimenticare di me, Cher.- le sussurrò all’orecchio. Lei scosse la testa e gli stampò un bacio sulla guancia che fece venire i brividi a Liam.
-No, te lo prometto. Ti voglio bene.- gli disse allontanandosi. Il cuore del ragazzino perse un colpo.
Non gliel’aveva mai detto così chiaramente.
Si riprese in un istante e le sorrise.
-Ti voglio bene anch’io, Cher.- mormorò. Il clacson suonò di nuovo.
-Muoviti, Liam!- urlò il padre. La ragazza sorrise, mentre Liam cominciava ad avvicinarsi alla macchina.
-Ciao.- sussurrarono all’unisono.
Poi lei lo guardò salire in macchina e lo seguì con lo sguardo finchè non sparì dietro la curva. Strinse nel suo piccolo pugno la biglia di Liam, promettendosi che l’avrebbe custodita con cura.
Promettendosi che non l’avrebbe dimenticato e che un giorno si sarebbero rivisti.
Promesse che volarono via con il vento leggero di fine estate.
Passarono gli anni, e loro andarono avanti con la loro vita.
Crescendo e dimenticandosi di quella piccola amicizia che li aveva accumunati e aveva legato i loro cuori.











HOLA C:
Ed eccomi quì con un'altra Ff.
L'avevo detto che non vi sareste liberate di me ^^
Ok, capisco che questo è solo il prologo e praticamente non dice una minchia, però spero che lascerete qualche recensione, giusto per sapere cosa ne pensate.
Se qualcuno se la caga, ho già il primo capitolo pronto.
Bine, spero vi piaccia. ç.ç
#With love.
-S.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Capitolo 1
 
 
 
Giugno 2012
 
 
 
Cher.
 
 


-Cheeeeryl, svegliati!- la voce fastidiosa della sorella le risuonò nell’orecchio. Mugugnò qualcosa e si rigirò nel letto, sotterrando la testa sotto il cuscino.
-Andiamo, Cher. Voglio andare al mare.- mugugnò ancora la sorella.
Cheryl sbruffò e soffocò un grido.
-Jenny, hai quindici fottutissimi anni. Basta che esci da casa, fai quattro passi e sei arrivata al mare. Lasciami dormire in pace.- si lamentò, serrando gli occhi. La ragazza però non mollò.
-Dai, Cher. Non mi va di andare da sola.- si lamentò. Cher sbruffò.
-E a me non va di accompagnarti. Puoi lasciarmi dormire, per favore?- le chiese ancora. Jenny fece una smorfia.
-Ok, ma poi non rivolgermi più la parola.- disse decisa. Cheryl sospirò e poi aprì gli occhi.
Ormai era sveglia, tanto valeva fare compagnia alla sorella.
-Ok, ok. Vengo anch’io.- le disse. La ragazza sorrise.
-Emh...Cher. Sai che se vuoi andare al mare devi alzarti dal letto, vero?- le chiese dubbiosa, dopo alcuni minuti in cui non si era mossa. Cher sospirò di nuovo e si alzò. Le passò accanto e le scompigliò i capelli.
-Certo che lo so, piccola idiota. Aspettami, vado a mettermi il costume.- le disse chiudendosi velocemente in bagno.
Un’altra giornata monotona le si era presentata davanti.
Cheryl, ormai diciannovenne, non ne poteva più.
Tutti i giorni, sempre la stessa storia.
Sveglia, lavoro, e sorella. Da quando il padre se n’era andato, la madre aveva smesso di fare la madre, dedicandosi a crearsi una nuova vita, lasciandole praticamente sole.
Cheryl era dovuta crescere in fretta, si era dovuta preoccupare di accudire la sorella, perdendosi in un soffio tutta la sua adolescenza e caricandosi di responsabilità che erano troppo grandi per le sue deboli spalle.
Ma doveva farlo, non aveva avuto altra scelta.
 
 
 
 
 
 
 


Liam.
 
 



Viaggiavano in auto ormai da più di due ore e i ragazzi erano sfiniti. Niall era crollato, poggiando la testa su Zayn che era sulla buona strada per seguirlo nel mondo dei sogni. Liam accelerò, guardandoli dallo specchietto, e sorrise.
Louis, accanto a lui, cambiò per l’ennesima volta la stazione della radio, non soddisfatto delle canzoni che venivano trasmesse.
-Louis, piantala. Così me la rompi.- lo riportò all’ordine Liam. Lui sbuffò.
-Oh, ma andiamo. Dove ci stai portando? Qui non prende neanche la radio.- si lamentò per l’ennesima volta. Liam alzò gli occhi al cielo e lo ignorò.
Da quando aveva annunciato loro, tre giorni prima, che la meta delle vacanze estive l’avrebbe scelta lui, Louis si era lamentato senza sosta.
Lui voleva divertirsi, scatenarsi in città.
Mentre Liam aveva pensato che, per riprendersi dall’estenuante tour, era meglio fare una vacanza rilassante, in un posto sconosciuto alle loro fan, tranquillo e, soprattutto, dove aveva sempre avuto il desiderio di tornare.
-Lou, smettila di lamentarti…- mormorò Harry dietro di lui, maneggiando con il cellulare. Il ragazzo si girò verso di lui e lo fulminò con lo sguardo. Liam sorrise.
-Vedrai Louis, ti divertirai.- gli disse. Louis sbruffò.
-Si, certo. In mezzo alle mucche.- mormorò accennando fuori dal finestrino, dove stavano appunto pascolando alcune mucche. Liam scoppiò a ridere, tirando giù il finestrino e respirando l’aria di quel posto.
Cominciavano ad avvicinarsi sempre di più e già si poteva scorgere la linea blu del mare.
Quel mare che aveva sempre amato.
Inaspettatamente, respirando quella brezza fresca, si sentì a casa.
-Liam.- lo richiamò Harry, sporgendosi verso di lui. Liam tornò con la mente al presente e si concentrò sul riccio, che lo guardava con uno sguardo sorprendentemente serio.
-Si?- gli chiese.
-Ci sono ragazze in questo posto, vero?- gli chiese, con tono teatrale. Louis scoppiò a ridere, risvegliando Zayn, che lo fulminò con lo sguardo. Liam gli sorrise, rassicurandolo.
-Certo, Harry. Non stiamo andando su Marte. E’ solo un piccolo paese sconosciuto.- cercò di spiegare. Harry annuì, sollevato.
Alla parola ragazze, la mente di Liam ebbe un guizzo, portandogli davanti agli occhi il ricordo di un verde splendente. Non riuscendo a collegarlo a niente, si riconcentrò sui ragazzi. Zayn, ormai sveglio, sbruffava e si passava la mano tra i capelli, cercando di non smuovere Niall, comodamente sdraiato su di lui.
-Quanto manca?- chiese con la voce ancora impastata dal sonno. Liam sorrise, di nuovo.
-Siamo quasi arrivati.- annunciò. I ragazzi sospirarono tutti, sollevati.
Quando entrò nel paesino un’ondata di nostalgia lo travolse.
Da quando i genitori si erano separati, non era più tornato in quel posto e la sua vita frenetica aveva fatto sì che la sua mente dimenticasse tutti i bei momenti passati lì.
Ormai la sua memoria era a breve termine, era già tanto se si ricordava cosa aveva mangiato il giorno prima a pranzo.
Quando parcheggiò la macchina, davanti il vialetto della loro casa estiva una fastidiosa sensazione gli invase lo stomaco.
Come se mancasse qualcosa.
Come se dovesse fare qualcosa di importante.
Provò a scavare nei suoi ricordi, ma niente.
Respirò la brezza marina e sorrise ai ragazzi, che scesero dalla macchina stiracchiandosi.
Sarebbe stata un’estate fantastica, se lo sentiva.
 
 
 
 
 




Cher.
 
 
 
 
-Ho fame.- mormorò Jenny, facendo zapping con il telecomando.
Quella ragazza non aveva pace. Dopo aver passato tutta la mattinata tra spiaggia, acqua e partite di beach volley, Cher l’aveva costretta a tornare a casa e in quel momento le stava preparando il pranzo.
-Ancora un po’ di pazienza, è quasi pronto.- le disse, cercando di placarla. Jenny annuì.
-Ma mamma quando torna?- chiese. Cher sospirò.
-Non lo so. Non me l’ha detto.- le rispose, posandole il piatto di pasta sotto al naso. Jenny fece spallucce e si concentrò sul suo pranzo, mentre Cher la guardava sospirando.
Non vedeva la madre da due giorni, quando se n’era andata con l’ennesimo buzzurro che aveva incontrato.
Faceva sempre così: conosceva un uomo, faceva una fuga d’amore con lui, per poi ritornare a casa delusa, al verde, e con il cuore spezzato.
Però se Cheryl le provava a dire di lasciar stare, che sarebbe stata più felice se avrebbe pensato solo al suo bene e, soprattutto, a quello delle figlie, lei cominciava ad urlare e si chiudeva in camera, senza ascoltare ragioni.
Era diventata una cosa impossibile, tanto che Cher ormai ci aveva rinunciato.
Prendeva le cose così come venivano, senza tanti coinvolgimenti.
‘You’re insecure, don’t know what for…’
La suoneria del cellulare della sorella la riportò alla realtà. Jenny si precipitò a rispondere e parlottò sottovoce, con squittii e urletti insensati. Cher alzò gli occhi al cielo e cercò di ignorarla, sintonizzando la tv sul canale della musica.
Jenny tornò a tavola e le sfilò il telecomando dalle mani, facendole la linguaccia, ma senza cambiare canale.
Come la sorella, amava anche lei la musica.
Era la cosa che più le accumunava.
Ma soprattutto, amava un gruppo di giovani cantanti che erano proprio in quel periodo in cime alle classifiche di tutto il mondo.
Proprio in quel momento, partì la loro canzone alla tv. Jenny urlò entusiasta e scattò in piedi, cominciando a ballare e a cantare. Cheryl scosse la testa e si concentrò a lavare i piatti.
-Senti, Cher. Senti quanto sono bravi!- le disse sempre gridando.
-Si, si.- le rispose sovrappensiero la ragazza. Jenny sbuffò, ma lasciò perdere in fretta. Sospirò, come sospirano le ragazze innamorate.
-E poi guarda quanto sono belli…- mormorò. Cheryl alzò gli occi al cielo e non si voltò.
Sinceramente, non le interessava vedere i visi di cinque montati che avevano avuto un po’ di fortuna. E non capiva neanche tutto l’entusiasmo di sua sorella.
Probabilmente era una delle solite band che faceva innamorare le ragazzine, per due o tre anni rimanevano sulla cresta dell’onda, e poi venivano dimenticati da tutti.
-Non ci credo che sei andata così in fissa.- mormorò alla sorella, mentre la canzone finiva. Jenny spense la tv, con un sorriso ebete stampato sulla faccia.
-Che vuoi? Mi piacciono.- le rispose facendo spallucce. Cher scosse la testa.
-E’solo una stupida band inglese. Tra qualche anno dimenticherai anche i loro nomi.- le disse. Jenny le fece una smorfia.
-Anglo-irlandese.- precisò. Cher cacciò via le sue proteste con un gesto della mano.
-E non li dimenticherò. Loro sono tutto.- disse, ammorbidendo il tono di voce. Cher alzò gli occhi al cielo.
-Ti prego.- mormorò schioccando la lingua. Jenny decise di finirla lì. Sapeva che con la sorella non ci si poteva discutere.
E poi, se non ci era dentro, non poteva capire cosa significavano quei cinque ragazzi per lei.
Erano l’unica cosa che in quel periodo la faceva sorridere.
L’unica cosa che la distraeva dalla continua assenza della madre, dalla noiosa scuola, e dalla quasi patetica vita sociale che aveva.
Non poteva permettersi di dimenticarli un ipotetico giorno.
Non dopo tutto quello che stavano facendo per lei.
Dopo un po’ che rimasero in silenzio, perse tra i loro pensieri, Jenny cominciò a parlare.
-Era Nikki, al telefono.- disse. Cher alzò un sopracciglio.
-E allora?- le chiese. Jenny la guardò, facendo gli occhi da cucciolo.
-Hadettosepossoandareadormiredalei.- disse tutto d’un fiato, sperando che la sorella non la sentisse e le rispondesse sovrappensiero.
Cosa improbabile, conoscendola.
Cher la guardò attentamente, poi sbruffò.
-No, Jenny. Ci sei andata anche ieri.- le rispose. La ragazzina le fece gli occhi dolci.
-Dai, ti prego. E poi non è vero, è dall’altra settimana che non ci vado.- le disse. Cher evitò il suo sguardo, sapendo che non avrebbe potuto resistere.
-No, Jen.- ribadì.
-Ma perché?- sbottò la ragazzina. Cher finalmente la guardò.
-Sei piccola e non puoi stare fuori casa quando ti pare.- le disse. Jenny alzò gli occhi al cielo e schioccò la lingua.
-Oh, l’ha detto tu che ormai ho quindici fottutissimi anni. Sono grande, e poi non sei mia madre, non puoi impedirmelo.- continuò con voce ferma.
Aveva ragione e quindi era inutile provare a insistere, tanto Jenny avrebbe fatto comunque di testa sua.
-Ok, ma non farci l’abitudine. Però io domani mattina lavoro, quindi non fare casini.- le disse raccomandandosi. Jenny fece un urletto di gioia e le baciò la guancia.
-Grazie, sorellona.- urlò dirigendosi in camera sua, per prendere le sue cose.
Cher sospirò e sparecchiò la tavola.
Almeno avrebbe passato una serata tranquilla, con la casa tutta silenziosa per se, e avrebbe potuto leggere in santa pace, per una volta.
Non sapeva però, che quei suoi buoni propositi, sarebbero stati spazzati via dai nuovi villeggianti che erano appena arrivati nella casa di fronte alla sua.
Quei cinque nuovi villeggianti che stavano per sconvolgere la sua vita.
 
















HOLA C:
Ok, stamattina sono di poche parole.
Praticamente sto ancora dormendo ç.ç
Vabbè, ecco il primo capitolo.
Ancora non ci si capisce praticamente niente, lo so.
Però un po' di pazienza, si sa, i primi capitoli sono quelli che devono dare lo sprint (?) alla storia.
Bene, sparisco.
Spero che vi piaccia e che lascerete qualche recensione, giusto per farmi sapere cosa ne pensate C:
#With love.
-S.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Capitolo 2
 
 
Cher.
 
 
Dopo aver pulito accuratamente la cucina e aver accompagnato la sorella a piedi a casa dell’amica, Cheryl era rientrata in casa, si era infilata il pigiama, ovvero un paio di pantaloncini e una vecchia canottiera, ed era sprofondata nel divano, pronta a passare la serata con il suo fedele libro.
Dopo una decina di pagine, si era estraniata dal mondo reale, entrando a far parte di quello narrato nel libro.
Finché una musica assordante, proveniente dalla casa di fronte, invase la sua mente, deconcentrandola e riportandola alla realtà. Sbatté gli occhi, confusa e poi sbruffò.
L’estate era appena ricominciata, logico che il suo paesino si sarebbe popolato di persone irrispettose, giunte lì solo per divertirsi.
Era così tutti gli anni.
E lei ogni volta, per quei tre mesi d’estate, era costretta a litigare e litigare con i suoi nuovi vicini di casa, che la ricordavano come unico difetto di un’estate storica trascorsa in quel luogo spettacolare.
Soffocò un grido di frustrazione e si preparò ad andare a litigare anche quella sera.
A passo spedito uscì di casa, fregandosene che era praticamente mezza nuda, e si diresse direttamente alla casa di fronte alla sua, dalla quale provenivano urla e musica assordante.
Bussò con foga alla porta, finché questa non si spalancò mostrando un ragazzo moro con gli occhi azzurro cielo.
Cheryl sospirò e decise di provarci prima con le buone.
-Ciao. Io abito lì di fronte e…- fece per dire, ma il ragazzo la ignorò, girandosi verso l’interno della casa.
-Harry! E’ una ragazza, la lascio a te!- urlò, prima di rivolgerle un sorrisetto e sparire, lasciandola lì come un idiota, a bocca aperta. Stava per invadere la casa, quando un ragazzo riccio, dagli occhi di un incredibile verde smeraldo comparì sulla porta.
Le sorrise e la inchiodò con lo sguardo.
-Ciao, bellezza. Posso esserti utile?- le chiese con tono strascicato, probabilmente per sembrare seducente o qualcosa di simile.
Ma con lei queste cose non avevano mai avuto effetto.
E in quel momento tutta la sua pazienza era già sfumata via. Lo guardò e cercò di non urlare.
-Si. Potresti smetterla di fissarmi come se fossi una bambolina e potresti abbassare il volume della musica, stavo cercando di leggere.- disse tutto d’un fiato, cercando di mostrarsi calma, senza riuscirci.
Il riccio fece un sorrisetto.
-Mh, interessante. E cosa stavi leggendo?- le chiese. Cher spalancò la bocca, incredula.
-Non sono cose che ti riguardano. Devi solo abbassare il volume.- gli disse, cercando di non mettersi ad urlare. Lui scoppiò a ridere.
-Mi dispiace, dolcezza. Ma non è possibile. A me e ai miei amici piace ascoltare la musica a volume alto. Spiacente, ma non posso accontentarti.- disse facendo spallucce, fintamente dispiaciuto. Cher lo fulminò con lo sguardo.
-Beh, si da il caso che a me piace leggere in silenzio. Come la mettiamo?- ribatté lei. Il ragazzo rise di nuovo.
-Mettila come ti pare. Ora scusa, devo andare. Buona lettura.- le disse frettolosamente, prima di richiuderle la porta in faccia. Lei rimase a bocca aperta, imbambolata per alcuni minuti.
Poi si rese conto che non poteva dargliela vinta e si attaccò al campanello, finché la porta non si riaprì.
-Brutto idiota, ti conviene…- partì minacciando, con un dito rivolto verso il ragazzo. Poi si accorse che però non era lo stesso di prima.
-Oh.- riuscì solo a dire, imbarazzata.
Aveva davanti a se un ragazzo alto, ben piazzato, con i capelli biondo scuro e un sorriso dolce che aleggiava sul suo viso. Ma gli occhi furono la cosa che la colpì di più.
Erano color cioccolato.
E a lei piaceva il cioccolato.
Una vaga sensazione di fastidio, come se non riuscisse a ricordare qualcosa, la invase, finché il ragazzo parlò.
-Ciao. Devi essere la nostra vicina di casa. Io sono Liam.- si presentò, porgendole la mano.
Lei rimase a scrutarlo per un po’, sempre con quella vaga sensazione fastidiosa nello stomaco.
Lui dopo un po’ abbassò la mano e arrossì imbarazzato.
-Ehm, scusa per la musica. Proverò a fargli abbassare il volume.- mormorò lui passandosi una mano tra i capelli. Lei si riprese e annuì.
-Si, sarebbe il caso.- biascicò. Lui annuì e lei fece per andarsene.
-Ehi.- la richiamò lui. Lei si voltò e lo trovò a sorridere, di nuovo con quel suo sorriso incredibilmente dolce.
-Non so come ti chiami.- le disse. Lei sorrise, beffarda.
-Oh, lo so. Non te l’ho detto.- gli disse facendo spallucce, per poi girarsi e tornarsene in casa, sbattendo la porta. Attese qualche minuto e sentì il volume della musica abbassarsi, fino a quasi sparire.
Molto meglio.
Tornò tra le pagine del suo libro, senza però riuscire a coinvolgersi come prima.
Quel ragazzo le aveva ricordato qualcosa. O meglio, qualcuno.
Però non riusciva a capire chi.
 

 
 
 




Liam.
 
 
 


Liam la guardò allontanarsi, osservando attentamente quella camminata dritta e decisa e poi sentì sbattere la porta. Senza sapere perché, sorrise.
-Liam? Che cosa stai facendo?- gli chiese Niall, che stava passando di lì. Liam ebbe un sussulto e chiuse la porta.
-Niente.- rispose frettolosamente. Il biondino lo guardò.
-Tutto bene?- gli chiese. Liam annuì.
-Si.- rispose. Poi si riprese del tutto. –Che ne dici di abbassare un po’ il volume?- gli chiese. Niall fece spallucce.
-Non parlare con me. Prenditela con Louis, è lui che fa i casini.- si tirò subito indietro il ragazzo. Liam sbruffò.
Neanche un giorno che erano arrivati e già si facevano riconoscere. Raggiunse i ragazzi nel salone e spense lo stereo.
-Ma che fai?- esclamò Louis sorpreso. Liam lo guardò male.
-Siete una cosa assurda. Siamo arrivati si e no da due ore e già facciamo lamentare i vicini.- disse serio.
-E che vicini.- mormorò Harry maliziosamente. Liam alzò gli occhi al cielo.
-Contenetevi, per favore. O volete che ci sbattano fuori?- chiese Liam. Louis alzò gli occhi al cielo.
-Non sarebbe una cattiva cosa…- mormorò.
-Lou, piantala. Se proprio non volevi venire, potevi rimanertene a Londra.- intervenne Zayn, stanco dei continui lamenti dell’amico. Lui fece una smorfia.
-Ok, faccio il bravo. Posso riaccenderlo? Tengo il volume basso.- chiese Louis facendo gli occhi dolci. Liam alzò di nuovo gli occhi al cielo ma non poté fare a meno di sorridere.
-Va bene, va bene.- acconsentì. Louis illuminò la stanza con un sorriso e corse a riaccendere lo stereo, tenendolo a volume basso.
Liam scosse la testa e si chiuse in camera a disfare le sue valigie.
Louis quando ci si metteva sembrava un bambino. Era il più grande tra di loro, quello che avrebbe dovuto essere il più responsabile.
Ma era tutto meno che responsabile. Quel ruolo ormai era stato affibbiato a Liam, era lui quello che si doveva prendere cura della casa e doveva assicurarsi che i ragazzi non si cacciassero nei guai.
Era una cosa piuttosto faticosa, ma lui non si lamentava.
Avrebbe fatto tutto per i suoi amici.
Quando finì di sistemare la sua nuova stanza, scese al piano di sotto e raggiunse i ragazzi buttandosi sul divano accanto a Zayn.
-Allora, domani che si fa?- chiese Harry. Liam fece spallucce.
-Io direi di andare al mare.- propose Niall con un sorrisone.
-Oh, si. Sono d’accordo.- si aggiunse Louis. Dal suo sguardo, si poteva capire che aveva in mente di fare qualche sua solita pazzia.
Bisognava solo aspettare il giorno dopo per scoprire quale.
-Si, mi piace il mare.- acconsentì Harry. –Pieno di ragazze in bikini…- continuò. Zayn alzò gli occhi al cielo.
-Hazza, possibile che tu non riesca a pensare ad altro?- gli chiese. Harry fece un sorrisetto.
-Sono un ragazzo, è normale che pensi queste cose.- si giustificò. Liam scosse la testa.
-Anche noi siamo ragazzi, Harry. Sei tu che sei troppo esagerato.- gli disse. Lui gli fece una smorfia.
-Bene, quindi si va al mare?- chiese conferma Niall. I ragazzi annuirono, tutti in sincrono.
-Si, Niall. Ma tu vedi di portarti la crema, o la sera assomiglierai a un peperone.- scherzò Louis. Niall gli fece una linguaccia.
-Si, si. Tranquillo.- mormorò, prima di chiudere gli occhi e rilassarsi sul divano. Liam si alzò con uno sbadiglio.
-Io vado a dormire, ragazzi. Buonanotte.- mormorò.
-Buonanotte.- risposero tutti in coro, mentre lui si dileguava nella sua stanza.
Nonostante le continue lamentele di Louis, era contento di averli portati lì.
Sapeva che si sarebbero divertiti e che sarebbe stata un’ estate magnifica.
Di nuovo, la sensazione che gli mancasse qualcosa gli invase lo stomaco.
Cercò di ignorarla il più possibile, senza ottenere buoni risultati.
Era come se si fosse dimenticato di qualcosa di importante.
Non riusciva a venirne a capo.
Viaggiò tra i ricordi che gli procurava quel posto, ma, a parte incredibile giornate soleggiate, la risata della madre e la felicità del padre, non ricordava nient’altro.
Alla fine si addormentò, con un’ espressione frustrata stampata sul viso.










HOLA C:
Bene, bene.
Ecco il nuovo capitolo :D
Ok, lo so che è un po' corto, perdonatemi, ma anche il mio cervellino è andato in vacanza.
E l'ispirazione non torna a farmi visita da ormai un bel po' ç.ç
Comunque, SI INCONTRANO! :DD
Anche se non nel modo migliore, scoprono che esistono (?) e qualche barlume di ricordo comincia ad affiorare...
*si sfrega le mani*
Bene, se arriva qualche recensione, avrei già il continuo pronto.
Comunque, GRAZIE  a chi legge/ricorda/ segue/ preferisce.
E soprattutto a chi RECENSISCE *.*
Siamo ancora pochine, ma è già un buon inizio.
Ok, ora sparisco.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3
 
 
 
Cher.
 
 


Alla fine, quella notte, non era riuscita a dormire per niente.
Vuoi perche quella fastidiosa sensazione alla bocca dello stomaco non l’aveva mai abbandonata, vuoi perché i suoi nuovi vicini, piano piano, avevano rialzato il volume della musica, riportandolo allo stato iniziale.
Ma lei, troppo stanca e decisamente troppo pigra per alzarsi di nuovo dal divano, aveva deciso che quella volta avrebbe lasciato perdere.
Dopotutto era la loro prima sera lì ed erano giovani, dovevano avere più o meno la sua età, era giusto che si divertissero.
Avrebbe dovuto farlo più spesso anche lei.
Così, la mattina si risvegliò con due occhiaie che le arrivavano fin sotto i piedi e un mal di schiena assurdo per aver passato la nottata su quello scomodo divano.
Però, ligia al dovere, si impose di indossare la sua divisa da lavoro, rendersi civilmente presentabile e raggiungere la tavola calda sulla spiaggia dove lavorava ormai da cinque anni.
Mike, il figlio del capo, ventenne, carino e suo amico da una vita, la accolse con un sorriso raggiante.
-Nottata in bianco?- le chiese, mentre le porgeva la prima tazza di caffè della giornata. Lei lo mandò giù tutto d’un fiato e gli scoccò un’occhiata.
-Ci hai preso in pieno.- gli rispose con un sorrisetto.
-Beh, se non ci fosse mio padre ti rimanderei a casa, ma…- fece per dire il ragazzo, osservando preoccupato il viso scosso dell’amica.
-Ma il vecchio orco c’è, quindi ti tocca lavorare.- lo interruppe una voce burbera. Cher sorrise all’armadio che le si parò davanti.
Si, sembrava un orco all’apparenza.
Ma aveva un cuore d’oro, e lei lo sapeva bene.
Dopotutto, chi prende a lavorare una quattordicenne nei guai, con una sorella da crescere praticamente da sola, sapendo solo che è una cara amica di tuo figlio?
Beh, Tom l’aveva fatto, e non se ne era mai pentito. Ormai era diventato quasi il padre che non aveva mai avuto.
-E’ andata a divertirsi ieri notte, signorina?- le chiese dandole un buffetto su una guancia. Cher fece una smorfia.
-No, ho quasi rischiato di strangolare i nuovi vicini.- rispose innervosendosi al solo pensiero di quei ragazzi maleducati con cui aveva avuto a che fare.
E con cui avrebbe dovuto avere a che fare per tutta l’estate.
Mike scoppiò a ridere, mentre il padre, scuotendo la testa con un sorriso, spariva in cucina.
-Nuovi vicini rumorosi? Come, non avevi detto che quelli dell’anno scorso sarebbero stati insuperabili?- le chiese divertito. Lei sospirò e sorrise, versando il caffè alla prima cliente della giornata. Una donna sulla quarantina, con il volto inespressivo e i capelli disordinati.
Ecco, è proprio così che non voglio finire tra qualche anno.
Si riscosse dai suoi pensieri e rispose alla domanda del ragazzo biondo che le stava accanto.
-Beh, mi sono sbagliata. Questi sono decisamente peggio. Devono essere quattro, o cinque. Tutti ragazzi e uno più insopportabile dell’altro, a quanto ho capito.- Mike rise di nuovo, improvvisamente interessato.
-Mmh, la cosa mi piace. Almeno sono carini?- chiese entusiasta.
Si, anche lui era alla ricerca del principe azzurro.
E quando dico principe, intendo principe.
Maschio.
Con l’organo in più.
E preferibilmente gay.
Come Mike.
Cher alzò gli occhi al cielo.
-Non ci ho fatto caso.- mormorò. Ma Mike non la stava più ascoltando, troppo occupato a fissare con un sorriso splendente la porta, da cui arrivava un vociare maschile fastidioso.
-Beh, se sono quelli lì, direi decisamente più che carini.- esclamò indicando il gruppetto di ragazzi che stava entrando.
Cher seguì il dito del suo amico e sobbalzò. Riconobbe una massa di capelli ricci e la collegò al sorriso strafottente del ragazzo che le aveva sbattuto la porta in faccia la sera prima. Si rabbuiò e Mike capì all’istante. Il suo sorriso si allargò e si trasformò presto in una risata quando vide l’amica prendersela nervosamente con dei bicchieri, sbattendoli mentre li sistemava sul bancone.
Lui la bloccò, poggiandole una mano sulle sue e le sorrise, comprensivo.
-Tranquilla, me ne occupo io. E piantala di torturare quei poveri bicchieri, o mio padre ti ucciderà.- Cher sospirò di sollievo e gli lanciò uno sguardo riconoscente.
-Grazie, davvero.- gli disse sincera. Non aveva proprio voglia di rivolgere di nuovo la parola a quei tipi.
Soprattutto se doveva farlo gentilmente e con un sorriso di cortesia stampato sul viso.
-Nessun problema.- le rispose Mike, con un sorrisetto malizioso. Cher roteò gli occhi e gli diede una spintarella esasperata, mentre lui, con un sorriso luminoso, si avviava verso il tavolo in cui erano seduti i ragazzi.
 
 
 
 
 
 




Liam.
 
 
 
 


-Zayn, piantala di coprirti. Non c’è nessuno.- sibilò Liam. Era innervosito dal comportamento dell’amico, che si era tutto incappucciato, messo gli occhiali da sole, per cercare di nascondersi.
-Taci. Non voglio essere assalito da fan urlanti.- rispose lui facendo una smorfia. Liam alzò gli occhi al cielo e decise di lasciar perdere, concentrandosi sul menù che aveva davanti.
-Zayn, Liam ha ragione.- intervenne Louis. Liam lo guardò sorpreso e lui sospirò.
-Probabilmente qui le uniche che ci conoscono sono le mosche. E’ grasso che cola se prende il segale della tv in questo posto.- continuò con una smorfia. Liam sbruffò.
-E’ proprio per questo che ho deciso di venire qui. Per staccare un po’ dalla nostra vita frenetica. Vedrai che mi ringrazierai.- gli disse sicuro. Louis fece per ribattere.
-Si, si. Certo. Quando si mangia?- intervenne Niall, interrompendo la discussione e saltellando sul posto. Liam scoppiò a ridere, seguito dopo un po’ da Louis.
-Sta arrivando il cameriere, abbi un po’ di pazienza.- gli disse, posandogli una mano sulla spalla.
-Ehi, avete visto chi c’è lì?- esclamò il riccio, risvegliandosi improvvisamente. Liam seguì il suo sguardo e incrociò per un attimo gli occhi splendenti della ragazza che era al bancone.
Il suo cuore ebbe un guizzo e lui distolse subito lo sguardo, riportandolo su Harry, che aveva messo su il suo solito sorrisetto strafottente.
-Chi è?- chiese Zayn curioso, togliendosi finalmente gli occhiali e lanciando sguardi furtivi alle sue spalle, pronto all’assalto delle fan, che chiaramente non sarebbe arrivato.
Il sorriso di Harry si allargò.
-E’ la tizia che ieri voleva che abbassassimo il volume della musica.- rispose, ammiccando verso di lei, che gli diede prontamente le spalle, cercando di ignorarli il più possibile.
-Si, la nostra vicina acida.- si aggiunse Louis, osservandola. Lei, come se avesse ricevuto una pugnalata, strinse le piccole spalle e rabbrividì, sentendosi tutti gli occhi puntati su di lei.
Harry fece per alzarsi.
-Vado a parlarle.- annunciò. Liam, inaspettatamente, lo bloccò trattenendolo per un braccio. Harry lo guardò sorpreso e lui arrossì lievemente, mollando la presa.
-Per una volta, lascia stare la tua anima da playboy e passa una giornata tra amici.- la buttò lì, cercando di mantenere un tono di voce normale. Harry lo guardò per qualche secondo e poi tornò al suo posto, sbruffando.
-Va bene, va bene.- acconsentì. Liam trasse un lieve sospiro di sollievo.
-Oh, ecco il cameriere!- esultò Niall, sorridendo.
Improvvisamente si concentrarono tutti sul ragazzo sorridente che aveva in mano il blocchetto per le ordinazioni, dimenticandosi della ragazza al bancone, che proprio in quel momento li stava osservando.
 
 
 
 



Cher.
 
 
 


Guardò Mike riavvicinarsi al bancone con un sorriso raggiante stampato sul viso e si impose di non fare una smorfia di disappunto. Ci mancava solo che il suo amico rimanesse folgorato da quelli lì.
Quando la raggiunse, sbatté il foglietto delle ordinazioni sul bancone e sparì in cucina. Quando le passò accanto, però le si accostò con un sorrisetto.
-Sono semplicemente fantastici.- squittì, prima di urlare le ordinazioni al cuoco. Cher alzò gli occhi al cielo ed evitò anche solo di guardarli.
-Me l’immagino.- mormorò. Mike fece una risatina.
-Sul serio, da vicino non sono niente male. Soprattutto il moro con gli occhi scuri…- commentò lanciandogli occhiate di apprezzamento. Cher scoppiò a ridere.
-Ecco le ordinazioni!- tuonò il cuoco alle loro spalle, facendoli sobbalzare. Mike si affrettò ad afferrare il vassoio pieno di cibo che gli stava tendendo e, mettendo su un sorriso perfetto, fece per ritornare al tavolo.
-Ehi, Mike!- lo richiamò il padre. Il ragazzo si bloccò e si voltò verso di lui.
-Ha chiamato tua madre. Ha un bisogno urgente di te a casa.- gli disse.
-Ma ho un tavolo da servire.- protestò il ragazzo imbronciandosi. Il padre scacciò via le sue proteste con un gesto della mano.
-E Cher che cosa ci sta a fare qui?!- disse, come se fosse la cosa più ovvia. Cher sbiancò e Mike si imbronciò ancora di più, posando il vassoio sul bancone.
-Dai, muoviti. Che quella donna ti sta aspettando.- esclamò il padre con voce burbera. Mike piegò le spalle e lanciò un sorrisetto dispiaciuto a Cher, prima di girarsi ed uscire in fretta dal locale.
Cher deglutì, fissando il vassoio davanti a lei.
-Cher, sei ancora fra noi?- le chiese Tom, schioccandole le dita davanti agli occhi.  Lei si riprese all’istante e annuì.
-Bene. Allora vai a servire quel benedetto tavolo.- le disse con un sospiro esasperato. Cher annuì di nuovo e afferrò il vassoio avviandosi verso il tavolo.
Si avvicinò titubante e poggiò il vassoio delicatamente. Deglutì nervosamente quando cinque paia di occhi si posarono contemporaneamente su di lei, fissandola. Ignorò il suo cuore che batteva forte e si concentrò sul sorriso del biondino, che sembrava quello più entusiasta della sua presenza.
Poi notò che stava fissando insistentemente il cibo e capì in un secondo che non era di certo lei il motivo del suo ampio sorriso.
Per poco non si mise a ridere, poi però il ragazzo moro dai vispi occhi azzurri si schiarì la gola e lei si riprese.
-Buongiorno!- esclamò lui, illuminandola con un sorriso. Lei rimase sorpresa.
-Si, certo.- balbettò, poi arrossì.
-Ehm, allora. Qui ho tre cornetti alla nutella…- cominciò e il biondino alzò prontamente la mano.
Lei lo guardò per un secondo confusa, poi gli passò i cornetti, ricevendo in risposta un grandioso sorriso soddisfatto.
-Poi, una fetta di crostata…- continuò, per vedere di nuovo la mano del biondino scattare in alto. Lei gli lanciò un’occhiata strana e tutti gli altri scoppiarono a ridere, facendolo arrossire.
-Senti, facciamo prima. Tutte le cose da mangiare puoi darle a Niall. E i cappuccini a noi.- le semplificò il tutto il ragazzo moro, quello dall’aria misteriosa che aveva colpito Mike. Lei gli fece un sorrisetto riconoscente e servì il resto che era rimasto sul vassoio.
Quando fece per mettere il cappuccino davanti al ragazzo biondo scuro, l'unico che la sera prima le aveva risposto gentilmente, il bicchiere le scivolò di mano e tutto il contenuto si versò sulla maglietta del ragazzo, che istintivamente scattò all’indietro.
Lei sbiancò e poi arrossì, tutto nel giro di mezzo secondo.
-Oh, merda.- esclamò portandosi una mano sulla bocca. I ragazzi la guardarono divertiti e lei si sentì sprofondare.
-Merda, scusa. Scusami…davvero…- balbettò afferrando uno straccio nervosamente cercando di riparare i danni. Il ragazzo alzò lo sguardo su di lei e le sorrise.
-Tranquilla, non fa niente.- le disse. Lei scosse freneticamente la testa e arrossì ancora di più.
-Dio, sono un idiota. Scusami.- ripeté. Il ragazzo fece una debole risata e le bloccò le mani con le sue. Il cuore di lei ebbe un fremito e i suoi occhi corsero ad incrociare lo sguardo del ragazzo. Lui le lasciò immediatamente le mani, come se fosse stato colpito da una scossa elettrica e cercò di mascherare l’espressione improvvisamente seria aprendosi in un sorriso.
-Non c’è problema, davvero. E’ solo una stupida maglietta.- ribadì, sfoderando un sorriso dolce che per un attimo fece balbettare il cuore di Cher.
Lei annuì e si fermò.
-Ok, vado subito a preparare un altro cappuccino.- mormorò arrossendo fino alla punta dei capelli e avviandosi a passo svelto verso il bancone.
Andò nel retro del locale e cercò di riportare cuore e respiro ad un ritmo regolare, sperando con tutte le forze che una voragine si aprisse sotto di lei e la facesse sprofondare, in modo che non avrebbe più dovuto incrociare gli sguardi divertiti di quei ragazzi.
Soprattutto di quello a cui aveva fatto il bagno col caffè.
I suoi occhi la confondevano, liquidi e caldi, proprio come la cioccolata.
E non riusciva a spiegarsi perché il suo cuore aveva tremato solo all’accenno di un suo sorriso.
Stava forse impazzendo? 







HOLA C:
Lo scorso capitolo ha avuto 4 recensioni ed io vi adoro per questo *.*
Siete davvero carinissime, grazie :3
E quattro l'hanno già messa tra le preferite e le seguite e una tra le ricordate.
Ragazze, siete fantastiche!
E spero che continuerete ad aumentare, perchè a questa storia ci tengo molto.
E non perchè adoro Liam o altro, ma perchè è una cosa che mi è successa più o meno qualche tempo fa e quindi c'è molto di mio in questa storia.
Comunque, tornando a noi u.u
In questo capitoletto cominciano a capirsi un po' di cose, e Cher riesce a fare la sua prima figura di merda.
*manda al diavolo la finezza*
Perchè ce ne saranno di altre, oh si.
Bene, se qualcuno se lo caga e recensisce in fretta, posterò presto il continuo.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.


Ps. Passate a dare un'occhiata anche all'altra mia Ff? C:

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4
 
 
Cher.
 
 
 
Sentì sbattere la porta al piano di sotto, ma non aveva neanche la forza di chiamare sua sorella e dirle che era ancora viva.
Era stata una giornata molto faticosa alla tavola calda, forse la più faticosa di sempre.
E non si era di certo aperta nel migliore dei modi.
Solo a ripensare al sorriso di quel ragazzo sentiva le guance andarle a fuoco. Grazie al cielo non l’aveva più incontrato e dopo il servizio che gli aveva riservato non credeva che si sarebbe fatto rivedere tanto presto.
Sospirò e sfogliò la pagina del suo libro, rendendosi conto amaramente che non aveva afferrato nemmeno una parola di quello che aveva letto.
-Cher?- la chiamò Jenny dal piano di sotto. Cher sbuffò e chiuse il suo libro, poggiandolo sul comodino.
-Sono in camera.- disse, più forte che poté. Sentì i passi svelti della sorella che salivano le scale e poi la raggiunse, buttandosi sul letto accanto a lei. Cher la strinse con un braccio e lei le si accoccolò sul petto.
-Ti avevo detto di non fare tardi.- la riprese debolmente Cher. Jenny fece spallucce.
-Non è tardi. Sono solo le dieci.- le rispose prontamente. Cher le carezzò i capelli e rimase in silenzio.
La sua sorellina stava crescendo e lei non poteva farci niente.
-Com’è andata a lavoro?- le chiese Jenny, sbadigliando. Cher sospirò e continuò a giocare con i capelli lisci e biondi della sorella.
-E’ stata una tortura.- rispose, per poi sorridere lievemente.
-C’è stato il pienone tutto il giorno, non ho avuto un attimo di pausa.- continuò. Jenny sospirò.
-Tu invece che hai fatto?- le chiese Cher, notando che la sorella rimaneva stranamente in silenzio.
-Sono andata a fare spese.- le rispose.
-E che hai comprato?- le chiese ancora Cher, curiosa.
-Oh, non ti interessa.- le rispose Jenny, sciogliendo l’abbraccio e facendo un gesto annoiato con la mano. Cher si incuriosì ancora di più.
-Si, invece. Che ti sei comprata?- le chiese ancora.
-Un disco.- le rispose, dopo qualche minuto di silenzio. Cher capì al volo e le lanciò uno sguardo contrariato.
-Non dirmi che ti sei comprata il disco dei One…riflession, o quello che sono!- esclamò. Jenny la fulminò con lo sguardo.
-Direction, Cher. One Direction. E se tu mettessi da parte i tuoi pregiudizi, piacerebbero anche a te.- le disse con voce seria. Cher le scoccò un’occhiataccia.
-Io non ho giudicato nessuno.- borbottò. Jenny sospirò.
-No, non l’hai fatto. Li hai semplicemente categorizzati come ragazzini che fanno musica per le ragazzine. Solo perché piacciono a me.- le disse esasperata. Cher sbarrò gli occhi.
-Non è vero. Sento anch’io la musica che ascolti tu.- rispose prontamente Cher. Jenny roteò gli occhi e si alzò, dirigendosi verso lo stereo sul comò.
-Bene. Allora ascoltali, e poi dimmi cosa ne pensi.- disse con espressione decisa, facendo partire il disco. Tornò sul letto e si raggomitolò accanto alla sorella.
La musica partì, una musica leggera e rilassante. Cher sospirò e chiuse gli occhi.
Un ragazzo cominciò a cantare, una voce potente, ma allo stesso tempo dolce, che fece aumentare le pulsazioni del cuore di Cher.
Cercò di distrarsi ascoltando la sorella che canticchiava conoscendo la canzone a memoria. La guardò e vide un piccolo sorriso dipingersi sul suo volto, mentre cantava. Sorrise anche lei e le strinse una mano.
-Non sono male.- affermò. La sorella aprì gli occhi e fece un gran sorriso. Si tirò su di scatto e batté le mani.
-Lo sapevo!- esultò. –Sapevo che sarebbero piaciuti anche a te, prima o poi.- continuò illuminandosi in un sorriso. Cher rise.
-Ehi, vacci piano. Ho solo detto che sono passabili.- cercò di frenare il suo entusiasmo. Ma Jenny non la ascoltò nemmeno.
-Passabili? Oh, andiamo Cher, piantala. Sono bravissimi. Le loro voci ti trasportano in un’altra dimensione, ti fanno…- cominciò a parlare a macchinetta. Cher la fermò, facendo una risata.
-Ok, ok. Ho capito. Però fammeli sentire, altrimenti come faccio a dire se mi piacciono o no?- le chiese. Jenny annuì e le sorrise, accoccolandosi di nuovo sul suo petto.
-Chiudi gli occhi e ascolta col cuore, Cher.- le sussurrò. La sorella obbedì e si rese presto conto che doveva darle ragione.
Le voci di quei ragazzi erano speciali.
Una per una, e messe insieme erano ancora più belle.
Una diversa dall’altra creavano un’armonia spettacolare, facendola rilassare e sorridere inaspettatamente.
Così, sulle note di quelle canzoni a lei sconosciute, si addormentò con un’espressione di pace e tranquillità stampata sul viso.
 
 
La mattina dopo, si risvegliò con lo stesso sorriso con cui si era addormentata e un senso di pace interna che non aveva mai provato. Con un sospiro decise di sfruttare quella mattinata libera per fare una bella corsetta sulla spiaggia.
Non ci era più andata, da quando la madre era partita l’ultima volta, aveva dovuto lavorare tutti i giorni.
Ma Tom, capendo che era troppo stanca, aveva deciso di darle una mattinata libera tutta per lei.
E cosa c’è di meglio che una corsetta rilassante sulla spiaggia per iniziare la giornata?
Si vestì in fretta, lasciò un biglietto alla sorella, scrivendole che sarebbe scesa in spiaggia e uscì nell’aria fresca della mattina.
Non aveva guardato neanche l’orario, ma doveva essere molto presto, visto che in giro non c’era quasi nessuno.
Con un sorriso, fece partire la musica del suo I-pod, musica abbastanza movimentata, e cominciò a correre a passo lento. Quando arrivò sulla spiaggia e raggiunse il bagnasciuga, cominciò ad aumentare il passo, spinta anche dal ritmo movimentato delle canzoni che stava ascoltando.
Dopo un po’, la spiaggia cominciò a popolarsi di famiglie e bambini che cominciavano a buttarsi in acqua, così, decise di rigirarsi e di tornare indietro.
Quando arrivò nei pressi del tratto di spiaggia sotto casa sua, ormai non stava più facendo caso a dove andava, conoscendo a memoria la strada. Si perse per un attimo a guardare due giovani ragazzi che si schizzavano in acqua, quando qualcosa di forte le colpì la testa e la scaraventò a terra.
Chiuse gli occhi e fece appena in tempo a girarsi di lato, per non sprofondare con la faccia nella sabbia.
La testa le pulsava di dolore, quando cominciò a sentire voci preoccupate correre verso di lei.
-Oddio, l’ho uccisa!- esclamò una voce, più che preoccupata.
-Piantala, Lou. E’ solo caduta.- disse un’altra voce, sopra di lei. Sentiva i loro respiri su di lei, ma non trovava la forza per aprire gli occhi e guardare chi fossero.
-Che avete combinato?- chiese un’altra voce, esasperata e un po’ preoccupata.
-L’ho uccisa.- ripeté la voce di prima, con una nota acuta.
-Ci penso io.- mormorò qualcun altro. Tutti rimasero in silenzio per un secondo.
-Niall, non credo sia…- cominciò a dire qualcuno, poi una cascata gelida le piombò sulla faccia. Aprì gli occhi di scatto, tossendo e qualcuno la aiutò ad alzare la testa.
-Stai bene?- le chiese una voce, vicinissima al suo viso. Mise a fuoco il viso del ragazzo che aveva davanti e sobbalzò.
Il ragazzo del caffè.
Arrossì e annuì con vigore, facendo per alzarsi.
-Ehi, vacci piano. Louis ti ha presa in pieno.- mormorò il ragazzo, trattenendola seduta.
-Sto…sto bene.- mormorò lei. Poi alzò lo sguardo, scandagliando tre paia di occhi che la fissavano preoccupati, per poi focalizzarsi su quelli più vicini ai suoi.
Quelli color cioccolato.
-Davvero, non è niente.- affermò di nuovo, la mente che le si faceva piano piano più lucida.
Il ragazzo la guardò ancora per qualche secondo, poi la lasciò rialzarsi, sorreggendola per un braccio.
-Sicura di star bene?- le chiese ancora, quando lei barcollò leggermente. Annuì e cercò di tirare fuori un sorriso rassicurante.
-Si, davvero.- disse, cercando di sembrare convincente. Poi guardò imbarazzata il suo braccio, stretto nella presa del ragazzo e passò a guardare anche gli altri due.
Si soffermò sul ragazzo moro, che la stava osservando con aria colpevole.
-Scusa, è stata colpa mia. Ti giuro che non volevo prenderti. Non ho mai avuto una buona mira. Mi dispiace.- le disse blaterando frettolosamente. Lei sorrise, alla vista della preoccupazione nei suoi occhi azzurri, e lo zittì con un gesto della mano.
-E’ tutto a posto, tranquillo.- si ritrovò a dire. Il ragazzo la illuminò con un sorriso e si avvicinò, tendendole la mano.
-Sono Louis, e giuro che ti farò da servo per una giornata intera, se mi perdoni.- le disse con un’ espressione buffa. Lei scoppiò a ridere.
-Non ce n’è bisogno, davvero.- disse ridendo e stringendogli la mano.
-Io sono Cher.- disse con un altro sorriso.
-Cher.- mormorò il ragazzo accanto a lei, quello del caffè, con espressione persa, come se fosse lontano anni luce da quella conversazione. Lei lo guardò curiosa, mentre l’altro ragazzo si faceva avanti.
-Si, Cher. Non spaventarti, lui non è normale.- le disse il biondino che si era divorato mezzo ristorante la mattina prima, indicando l’amico. I suoi occhi ghiaccio sembravano sorridere, per quanto erano luminosi.
-Io sono Niall.- si presentò, stringendole goffamente la mano. Lei gli sorrise e poi lui mollò la presa. Per un secondo si sentì in imbarazzo e si passò una mano tra i capelli.
-Ehm, io dovrei tornare a casa…- cercò di tirare fuori una scusa plausibile per andarsene. Il ragazzo dagli occhi azzurri annuì.
-Oh, certo.- disse facendo un passo indietro. –Se vuoi ti accompagno.- continuò, incatenandola con lo sguardo. Lei si ritrovò ad annuire, messa in soggezione da quello sguardo limpido. Lui le sorrise.
-Bene, allora io accompagno Cher. Non fate danni senza di me.- si raccomandò,  per poi scoppiare a ridere e cominciando ad avviarsi con lei.
-E Niall, fai risvegliare Liam, per piacere, sembra imbambolato.- continuò facendo una smorfia sconsolata. Il ragazzo biondo scuro, a sentire quelle parole, sembrò risvegliarsi da un sonno profondo.
-Cher…- ripeté di nuovo. La ragazza arrossì.
Chissà a cosa stava pensando.
Perché il suo nome l’aveva sconvolto tanto?
-Ehm, si. Dove state andando?- chiese arrossendo lievemente e passandosi una mano tra i capelli. Louis scosse la testa e Niall gli diede una pacca sulla spalla.
-Louis accompagna Cher a casa, ma che ti prende amico?- gli chiese. Liam puntò gli occhi in quelli verdi splendenti di Cher, facendola rabbrividire.
Il suo cuore perse un battito e le gambe le tremarono per un secondo, finchè lui non distolse lo sguardo, spostandolo sull’amico.
-L’accompagno io.- si propose improvvisamente. Niall spalancò la bocca, mentre Louis scosse categoricamente la testa.
-Non pensarci. Ho causato io il danno, io lo risolvo.- disse con decisione, afferrando Cher per un braccio e trascinandola via, senza ascoltare proteste.
 
 
 





Liam.
 
 




Guardò Louis allontanarsi con il suo passo spedito stringendo il braccio della ragazza e sentì qualcosa bruciargli all’interno dello stomaco.
Cher.
Quel nome l’aveva immobilizzato, fossilizzato, l’aveva riportato inspiegabilmente a quando era bambino.
Aveva rivisto la scena di lui che giocava a biglie sulla spiaggia, passione che si era anche dimenticato di possedere.
Non capiva perché, ma solo il sentir pronunciare quel nome, da quella voce, aveva risvegliato qualcosa in lui.
Qualcosa che sentiva di non poter controllare.
-Amico, ma che ti è preso?- gli chiese Niall, dandogli una pacca sulla spalla. Lui lo guardò, stralunato, e scrollò le spalle, senza rispondere.
-Andiamo, hai traumatizzato quella ragazza.- gli disse lanciandogli uno sguardo contrariato. Liam scrollò di nuovo le spalle.
-Non lo so. E’ come…come se già la conoscessi.- sussurrò, perdendosi tra i suoi pensieri. Niall fece una risata, una di quelle sue contagiose che riuscì a strappare un sorriso all’amico.
-Beh, stai sicuro che dopo questa non la conoscerai mai. Sarà terrorizzata da te.- gli disse scherzando. Liam schioccò la lingua, divertito. In quel momento arrivarono gli altri due ragazzi che mancavano all’appello.
-Oh, ma buongiorno.- disse sarcasticamente Niall. Harry alzò le mani.
-Non prendertela con me, ci ho messo mezz’ora solo per far uscire Zayn dal bagno.- si giustificò il riccio indicando l’amico, con il ciuffo perfettamente sistemato e l’aria ancora un po’ assonnata.
-Che volete? Io devo essere perfetto per le mie fan.- mormorò sbadigliando. Liam rise.
-Le tue fan che qui non ci sono.- gli ricordò con un sorriso. Zayn scrollò le spalle.
-Dettagli.- disse facendo un gesto annoiato con la mano e guardandosi intorno, aspettando che qualcuna lo riconoscesse. Ma intorno a lui c’erano tutte persone più o meno anziane o bambini troppo piccoli per sapere chi fossero.
-Dov’è Louis?- li interruppe Harry, accorgendosi dell’assenza dell’amico.
-Oh, ha accompagnato Cher a casa.- disse con nonchalance Niall, sdraiandosi sul suo asciugamano. Il riccio strabuzzò gli occhi.
-Cher?!- chiese, non capendo. Il biondino fece un gesto annoiato della mano e chiuse gli occhi.
-Si, la nostra vicina di casa. L’ha quasi uccisa con una pallonata e ora la sta riaccompagnando a casa.- spiegò. Sulle labbra di Harry spuntò un sorriso malizioso.
-Si da da fare, allora.-  mormorò. Liam schioccò la lingua, leggermente infastidito.
-E’ fidanzato, Harry.- gli ricordò. Lui fece spallucce.
-Si, ma El non è qui.- disse, come se fosse la cosa più ovvia. Zayn alzò gli occhi al cielo.
-Si, ma Louis non è come te. Non tradirebbe mai la sua Eleanor.- disse Zayn. Harry fece un altro sorrisetto.
-Si, dicevi anche che Danielle era perfetta per Liam. Ma a quanto pare…- mormorò il riccio.
-Harry.- lo riprese prontamente Liam, con sguardo serio. Harry lo guardò.
-Ti ho detto che non voglio sentire parlare di lei.- gli ricordò con amarezza. L’espressione di Harry si fece colpevole.
-Già, scusa. Non succederà più.- mormorò lui abbassano lo sguardo. Liam annuì.
-Vado a farmi una doccia.- annunciò infastidito. I ragazzi annuirono e lo guardarono allontanarsi a passo spedito.
Quel nome gli aveva rovinato la giornata e in quel momento aveva decisamente bisogno di pensare a qualcos’altro.
Qualcos’altro come un paio di occhi verdi splendenti e una risata cristallina che sembrava avesse già sentito da qualche parte nel suo passato.
Non riusciva a venirne a capo. Per capire, doveva assolutamente provare a parlare con lei.
E doveva farlo al più presto.











HOOOLA C:
Allora ragazze, come va?
A me una merda D:
Ieri ho visto le foto del nostro Nialluccio (?) in Spagna con quelle bionde, more, rosse...
Era circondato da ragazze.
Ed io ero davanti al computer a rosicare peggio di un castoro (?)
Ora capisco perchè tifava Spagna e perchè voleva tanto andare in vacanza lì.
Fuck that shit!
Certo che è brutto essere gelosa di una persona che non sa neanche della tua esistenza u.u
Vabbè, cambiamo discorso che è meglio.
Il capitolo...Mmh il capitolo, vediamo.
Quì la nostra Jenny fa aprire gli occhi a Cher, o meglio, le orecchie, e le fa capire che voci afsaldjlif che hanno.
Io faccio il tifo per Jenny! 
Yeah (?)
Si capisce che sto sclerando?
E' il caldo, niente di preoccupante u.u
Ok, è meglio che sparisco.
Spero vi piaccia ç.ç
A cinque recensioni pubblico il continuo.
Perchè la lasciate qualche recensione, vero? *fa gli occhi da cucciolo*
Daaai, che cinque non sono tante! :D
#With love.
-S.

Ps. Seguitemi su Twittah!
Sono @S_Yolo_1D
Ricambio tuuutte C:

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5
 
 
 

Cher.
 
 


-Cher, è arrivato un cliente!- la chiamò Mike. Lei sbuffò, lasciando stare gli scaffali sotto al bancone che stava ormai sistemando da più di mezz’ora. Si tirò su e incrociò lo sguardo del ragazzo del caffè fisso su di lei. Indietreggiò impercettibilmente e sbatté la testa contro uno sportello aperto, chiudendolo.
-Oh, grazie.- le disse Mike, che aveva appena finito di armeggiare proprio con quella dispensa. Lei gli fece una smorfia e si massaggiò la testa nel punto in cui aveva sbattuto. Lui con una risata sparì in cucina. Lei si girò verso Liam, che la stava guardando divertito.
-Le botte in testa sono il tuo forte, insomma.- disse indicandola. Lei fece un sorriso, mentre il cuore cominciava ad accelerare.
-A quanto pare.- mormorò, ignorando il rossore che si faceva largo sulle sue guance alla vista del sorriso del ragazzo. Lui rimase per qualche secondo in silenzio, scrutandola e facendola arrossire.
-Bella maglietta.- mormorò lei, indicandola, cercando di rompere l’imbarazzante silenzio che si era creato. Lui rise e la guardò.
-Grazie. Hai intenzione di rendere al gusto di caffè anche questa?- le chiese con voce incredibilmente dolce. Lei rise.
-Nah, questa mi piace.- gli disse scherzando. Lui annuì con un altro sorriso.
-Meglio così. Piace anche a me.- affermò, facendo un finto sospiro sollevato. Lei rise di nuovo e incrociò il suo sguardo, per un secondo meravigliato.
-Facciamo che ti faccio un cappuccino? Offre la casa.- gli disse con un sorriso. Lui annuì e lei si voltò verso la macchina del caffè, liberandosi finalmente dal suo sguardo che le faceva stringere lo stomaco.
-Allora, vedo che sei ancora viva dopo la passeggiata con Lou…- la buttò lì, cercando di aprire un discorso più o meno decente. Lei fece spallucce e sorrise.
-Si, non è tanto male il ragazzo.- mormorò, girandosi verso di lui e porgendogli la tazza. Lo guardò e vide il suo sguardo farsi per un attimo freddo, per poi riaprirsi in un sorriso.
-Non l’avrei mai detto. Di solito spaventa tutte le ragazze con i suoi discorsi idioti.- mormorò. Cher rise.
-Oh, si. Ne ha fatti di discorsi idioti. Ma io sono abituata a mia sorella, che non è da meno. Quindi…- disse facendo spallucce e lasciando la frase in sospeso. Lui le sorrise di nuovo, scatenandole un qualcosa nello stomaco che neanche lei riusciva a spiegarsi.
-Fidati. Non c’è nessuno peggio di Louis. A volte sa metterti davvero paura.- le disse, con sguardo complice. Lei scoppiò a ridere, scatenando anche la risata del ragazzo. Dopo un po’ si calmarono, persi nei loro pensieri.
-Come mai siete qui?- chiese lei improvvisamente, incrociando lo sguardo di Liam. Lui aggrottò le sopracciglia, confuso, e lei arrossì.
-Voglio dire, questa non è una meta molto scelta dai ragazzi. Se non l’hai notato qui ci sono solo anziani e bambini. Perché voi, cinque ragazzi piuttosto scatenati, siete voluti venire qui in vacanza?- chiese di nuovo, spiegandosi meglio. Lui sembrò rifletterci su per un po’.
-Beh, è che noi abbiamo una vita piuttosto frenetica nella nostra città. Siamo venuti qui per prenderci una pausa.- le spiegò, rimanendo sul vago. Lei si fece ancora più curiosa.
-Davvero? Che fate? Intendo come lavoro.- gli chiese, con un luccichio curioso negli occhi. Lui la guardò sbalordito, come se avesse detto qualcosa di incredibilmente stupido e lei ripassò a mente la sua frase, cercando errori grammaticali, o sulla costruzione, ma non trovò niente di strano.
Non le era sembrata una domanda tanto fuori luogo.
Lui si riprese dopo qualche istante e scrollò le spalle.
-Mah…noi…beh…- balbettò, senza rispondere. Sembrava che non trovasse niente da dire.
Louis lo salvò in calcio d’angolo, entrando nel locale seguito dal ragazzo riccio con gli occhi verdi.
-Buongiorno, bellezza!- esclamò con tono di voce a dir poco alto e con un sorriso splendente. Con la coda dell’occhio vide Liam trarre un debole sospiro di sollievo, poi si concentrò su Louis che si sporse sul bancone verso di lei, schioccandole un veloce bacio sulla guancia, sorprendendola.
Da dove veniva tutta quella confidenza?
 
 
 




Liam.
 
 
 
Louis entrò proprio al momento giusto, salvandolo dagli occhi curiosi di Cher che sembrava lo stessero scavando fino alle ossa.
-Buongiorno, bellezza!- urlò con il suo solito sorriso. Si avvicinò a lei e, inaspettatamente le schioccò un bacio veloce sulla guancia.
Liam rimase di ghiaccio, non immaginando che fossero arrivati già a quel punto.
-Ciao, amico.- mormorò Harry prendendo posto accanto a lui e lasciandogli una pacca sulla spalla.
-Ciao.- mormorò Liam, lanciando sguardi furtivi al viso di Cher, che era arrossito leggermente.
Ancora niente di preoccupante, insomma.
-Buongiorno.- rispose lei, illuminando i tre con un sorriso. Harry ricambiò al volo.
-Ciao, bellezza.- gli rispose con un sorriso languido. Liam alzò impercettibilmente gli occhi al cielo ed ebbe la soddisfazione di vedere il viso di Cher irrigidirsi un poco.
-Tu sei…- mormorò strizzando gli occhi, cercando di ricordare il suo nome. Harry sorrise, strafottente.
-Harry Styles al suo servizio, signorina.- mormorò, sfilandosi un cappello immaginario. Come se le sue mosse e il suo nome potessero ammaliarla.
Ma con lei non avrebbe mai funzionato.
Liam l’aveva appena scoperto, lei non aveva la più pallida idea di chi fossero.
Per lei erano solo semplici ragazzi che avevano deciso di andare in vacanza in un posto insolito.
Lei gli fece un sorrisetto e poi spostò gli occhi sul suo nuovo amico Louis.
-Allora, cosa volete?- chiese loro, con l’ennesimo sorriso.
Quel sorriso dolce e luminoso che sembrava non l’abbandonasse mai.
Liam ne era estasiato e si ritrovò ad ammirarlo senza riuscire a distogliere lo sguardo.
Le sue labbra erano piene e sembravano anche morbide, i suoi detti erano perfettamente bianchi ed allineati. E quando sorrideva, piccole rughe di espressione apparivano ai lati dei suoi occhi, rendendola ancora più carina.
-… e tu Liam?- chiese Louis. Lui si riscosse dai suoi pensieri e capì di essersi perso un bel pezzo di conversazione. Arrossì leggermente e si passò una mano tra i capelli.
-Io…?- ripeté con sguardo interrogativo. Louis lo guardò stranito.
-Cosa prendi?- gli chiese. Lui scosse la testa.
-Oh, niente. Sono apposto così.- disse. Louis scosse la testa sconsolato e ricominciò a chiacchierare con la ragazza che scoppiò in una risata cristallina, facendo ridere anche Harry, accanto a lui.
Ma Liam non riusciva a rimanere concentrato, sentiva le loro parole ovattate, perso nel suo mondo.
Poi il rumore della sedia che strusciava sul pavimento lo risvegliò dai suoi pensieri e lo riportò alla realtà. Si voltò verso Louis e Harry, che si erano alzati e stavano salutando Cher.
-Allora, ci vediamo dopo, ragazza.- stava dicendo Louis. Lei annuì e gli sorrise.
Poi guardarono lui.
-Che fai Liam, non vieni?- gli chiese Louis. Lui scosse la testa.
-Cinque minuti.- disse semplicemente, lanciando una veloce occhiata a Cher, che spalancò un poco la bocca dalla sorpresa. Louis fece spallucce e si avviò verso la porta, seguito da Harry.
Quest’ultimo, si fermò un secondo, sembrò pensarci su un attimo, poi si rigirò e tornò davanti a Cher. Le fece un sorriso sincero e Liam rimase stupito.
Non l’aveva mai visto sorridere così ad una ragazza.
-Beh, Cher, scusa per l’altra sera.- le disse, leggermente imbarazzato. Cher aggrottò impercettibilmente le sopracciglia.
-Per cosa?- gli chiese. Lui arrossì lievemente e si passò una mano tra i capelli.
-Beh, per averti sbattuto la porta in faccia. Non è stato carino, ecco.- si spiegò. Cher sorrise, sollevata.
-Tranquillo.- gli disse solo. Harry la illuminò con un altro sorriso, fece un gesto con la mano e affiancò Louis che lo stava aspettando sulla porta. Poi, insieme a lui, raggiunsero gli altri ragazzi che erano sulla spiaggia. Liam si voltò verso Cher, schiarendosi la gola. La ragazza sussultò e arrossì lievemente.
-Ehm, allora…mi chiedevo…- cominciò Liam, arrossendo violentemente. Cher incrociò le braccia al petto e lo guardò alzando un sopracciglio, curiosa.
Voleva chiederle di andare a fare una passeggiata insieme, o semplicemente prendere un caffè insieme.
Insomma, di fare qualsiasi cosa insieme.
Aveva bisogno di parlare con lei e capire perché gli sembrasse che la conoscesse già.
Però poi tornò Louis, che rovinò tutto.
-Ehi, Cher.- esordì, con un gran sorriso. Lei spostò gli occhi subito su di lui, ricambiando, e Liam lo fulminò con lo sguardo.
-Lavori, oggi pomeriggio?- le chiese Louis.
Liam si sentì sprofondare.
Che volesse chiederle di uscire?
Il cuore gli martellò furioso nel petto e le mani cominciarono a sudargli.
-No, perché?- rispose Cher.
-Beh, noi volevamo andare in una spiaggia qui vicino a fare surf. Si dice che ci saranno delle onde fantastiche. Ti va di venire con noi?- le chiese, illuminandola con il suo solito sorriso entusiasta.
Cher annuì subito, quasi entusiasta quanto lui.
-Certo! Io amo fare surf!- esultò. Liam arrossì davanti alla sincerità e alla bellezza del suo sorriso e dentro di se cominciò ad imprecare contro Louis, che stava ridendo dell’improvviso entusiasmo della ragazza.
-Bene! Allora passiamo a prenderti alle tre.- la avvisò. Lei annuì, poi Louis corse dagli altri, a dire loro che sarebbe venuta anche lei.
Liam si sentì sprofondare. Lui odiava il mare, odiava il surf, odiava l’acqua.
Da bambino aveva avuto un’esperienza traumatizzante che aveva cercato di dimenticare e che l’aveva spinto a non mettere più piede in acqua. Il mare preferiva guardarlo da lontano, senza bagnarsi.
Cher, con il sorriso ancora stampato sul viso, lo guardò.
-Verrai anche tu?- gli chiese.
Stava per dire di no, che non ne aveva voglia, che non gli interessava il surf.
Ma qualcosa negli occhi incredibilmente verdi della ragazza gli fece cambiare idea.
Si ritrovò a sorriderle e ad annuire, reprimendo la voce della sua coscienza che continuava a ripetergli che sarebbe andata a finire male.
-Certo. Non posso lasciare i ragazzi da soli, chissà cosa combinano!- esclamò, scatenando la risata cristallina di Cher.
-Liam, ti muovi?!- urlò Niall dalla porta. Lui si riscosse e fulminò per un secondo l’amico con lo sguardo.
-Dai, dobbiamo tornare a casa per organizzarci!- continuò il biondino, senza capire.
-Si, si. Arrivo.- borbottò Liam alzandosi.
-Beh, allora a dopo.- disse rivolgendo a Cher un altro sorriso. Lei ricambiò, prontamente.
-A dopo.- annuì la ragazza, che poi salutò con la mano Niall, che ricambiò sorridendo. Poi, quasi correndo, Liam raggiunse i ragazzi e se ne tornò a casa con loro.
Sempre con la vaga sensazione che quel pomeriggio non sarebbe affatto andato bene.
Però, continuava a ripetersi, ci sarebbe stata lei. E un possibilità in più per parlarci e conoscerla meglio.
 
 
 
 
 


Cher.
 
 

-Woooh, la nostra Cher ha un appuntamento!- urlò Mike, sbucando fuori dalla cucina e stringendola in un abbraccio da orso. Lei si scostò, infastidita, e arrossì.
-Piantala, Mike. Vado solo a fare surf.- gli disse con voce tranquilla.
-Si, a fare surf con cinque ragazzi incredibilmente attraenti.- squittì il ragazzo, interrompendola. Cher alzò gli occhi al cielo.
-Sembra che tu sia più eccitato di me.- commentò. Lui batté le mani, per niente demoralizzato dal comportamento dell’amica.
-Beh, se vuoi vado io al posto tuo.- mormorò maliziosamente.
-No!- rispose subito Cher. Mike scoppiò a ridere e la indicò.
-Lo vedi?! Dai, dimmi chi ti piace tra i cinque.- la spronò, incrociando le braccia e studiandola con lo sguardo. Lei arrossì violentemente e si volto, armeggiando con le tazzine sul bancone.
-Non dire idiozie, non li conosco neanche.- borbottò. Mike sorrise.
-Si, ma a quanto pare c’è qualcuno che fa accelerare il tuo cuoricino.- mormorò, sfiorandole il petto con un dito. Lei si ritrasse.
-Non credo proprio. Te l’ho detto. Basta con i ragazzi.- disse con voce decisa. Mike alzò gli occhi al cielo.
-Ma piantala, Cher. Ancora con quella storia? Quel Will era un idiota, non sono mica tutti così!- esclamò, spazientito. Cher lo bruciò con lo sguardo.
-Io credo di si. E poi non mi interessa, mi ero detta basta con i ragazzi. E le cose di certo non cambieranno.- borbottò di nuovo.
-Certo, certo. E intanto il primo che ti si presenta con un bel sorriso e ti chiede di fare surf…- mimò due virgolette con le dita, l’espressione scettica sul viso- …tu accetti subito, senza fare storie.- continuò.
Cher non lo guardò neanche.
-Solo perché amo fare surf ed è una vita che non lo faccio.- cercò di giustificarsi. Ma sapeva che l’amico non gliel’avrebbe data vinta. La conosceva quasi meglio di lei, le sapeva leggere dentro meglio di chiunque altro.
E se lui diceva che c’era qualcuno che in quel momento le interessava, anche se lei ancora magari non se n’era accorta, era così. Senza discussioni.
-Si, certo. Solo perché c’è quel biondo a cui hai fatto il bagno di caffè che ti fa arrossire ogni volta che ti sorride.- la riprese Mike, prendendoci in pieno. Lei quasi si strozzò con la sua saliva.
-Ma che stai dicendo? Io non arrossisco, soprattutto davanti ai ragazzi.- mugugnò lei, testarda. Mike scoppiò in un’altra risata.
-Si, certo. Cher, ti ho vista.- le disse scandendo bene le ultime parole. Lei sostenne per un po’ il suo sguardo sicuro e poi si arrese, con un sospiro.
-E va bene. Forse, e dico forse è carino. Niente di più.- sussurrò. Mike sorrise, e decise di lasciar cadere il discorso, più che soddisfatto della resa dell’amica.
-Bene. Ora torniamo a lavorare. Se mio padre arriva e ci vede con le mani in mano ci uccide entrambi.- mormorò infastidito. Cher annuì.
-Ah, Mike.- lo richiamò. Lui la guardò curioso.
-Ci pensi tu a Jenny? Non mi va che rimane sola tutto il tempo.- gli chiese facendogli gli occhi dolci. Mike sbuffò.
-E va bene. Un’intera serata con un’adolescente, l’ho sempre sognato.- disse alzando gli occhi al cielo. Cher sorrise, sollevata e lo strinse in un veloce abbraccio.
-Grazie, sei l’amico migliore del mondo.- gli sussurrò all’orecchio. Lui le pizzicò un fianco, facendola ridere.
-E tu sei la ruffiana più ruffiana del mondo.- ribatté con una smorfia divertita. Cher gli fece la linguaccia, proprio nel momento in cui Tom faceva ingresso nel suo locale.
-Allora?! Finito di chiacchierare? Lì ci sono dei clienti!- li riprese con voce burbera, indicando due tavoli pieni. Cher sobbalzò e annuì, correndo a prendere gli ordini, mentre Tom scuoteva la testa.
Per tutta la mattinata ebbe la testa tra le nuvole, pensando al pomeriggio che l’aspettava, con quei ragazzi semi-sconosciuti.
Ma la cosa che più la faceva sorridere era il pensiero dell’acqua che scorreva veloce sotto la tavole, del vento tra i capelli e della sensazione di libertà che solo il surf sapeva darle.
Poi, in un secondo di distrazione, gli occhi color cioccolato di Liam gli invasero la mente, e capì che non era solo per il surf che non vedeva l’ora che arrivasse il pomeriggio.










HOLA C:
Boh, oggi non ho niente da dire u.u
Sono particolarmente scazzata perchè ieri i miei sono andati al mare senza di me e mi hanno fatto rosicare tutta la giornata.
Povera io, tutta sola a casa a non fare niente e a rincoglionirsi davanti alla tv :(
#Come odiare il ciclo sempre di più.
Poi, però, alla faccia loro, la sera sono andata al cinema all'aperto che hanno montato quì nel mio piccolo paesino sperduto (?)
e mi sono vista 'Scialla'.
Sono rientrata all'una e mezza.
Calcolate che stasera probabilmente non sarò più viva perchè mio padre mi ucciderà.
Prendetevela con lui se non saprete come andrà a finire la storia (?)
A papà, e SCIALLA! Fammi godere la vita (?)
Ok, dopo questo spettacolare riassunto della mia vita, passiamo al capitolo.
Bene, bene. Sembra che quì cupido abbia lasciato il segno *si sfrega le mani*
Però i due mi sembrano un po' ritardati
E cazzo, come fate a non riconoscervi?! O.o
Ok, basta.
Però nel prossimo capitolo...
No, sto parlando troppo.
Quello che succederà nel prossimo capitolo...
LO SCOPRIRETE SOLO RECENSENDO! LALALA (?)
Bieeen, è meglio che sparisco.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.

Ps. Che avevo detto al'inizio dell' 'HOLA' ?
Non avevo niente da dire?
HAHAHA.
Cazzate.
Io ho sempre qualcosa da dire u.u
La maggior parte sono cose senza senso.
Ma questi sono dettagli.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


Capitolo 6
 
 
#Piccola premessa:
Bene, grazie all’aiuto di alcune persone, ho capito che la mia idea di scrivere in terza persona è stata una gran cazzata D:
Sapevo dall’inizio che non avrei resistito, però ho voluto provarci lo stesso.
Quindi, a titolo informativo (da dove mi è uscita questa espressione non ne ho idea O.o), da questo capitolo, comincerò a scrivere in prima persona.
Buona lettura.
Love yaaa!
 
 




Cher.
 
 


-Quindi..hai capito?- chiesi per l’ennesima volta a mia sorella, che alzò gli occhi al cielo sbruffando.
-Si, te ne vai con i tuoi amici a fare non mi interessa cosa e non m interessa dove, e tra poco arriverà Mike che mi farà compagnia per tuuuutto il pomeriggio.- ripeté con aria annoiata. Sorrisi soddisfatta e le scompigliai i capelli.
-Brava sorellina.- mi complimentai. Lei alzò gli occhi al cielo di nuovo.
-Bene, posso andare in camera mia adesso?- mi chiese esasperata. Scoppiai a ridere e annuii, mentre la guardavo salire le scale scuotendo la testa.
Proprio in quel momento suonò il campanello. Tutta eccitata andai ad aprire la porta, trovandomi davanti lo splendido sorriso entusiasta di Louis.
-Ciao, ragazza!- esclamò. Il mio sorriso si allargò ancora di più, se possibile.
-Sei pronta?- chiese, quasi saltellando. Io annuii, presi la borsa ed uscii, chiudendomi la porta alle spalle. Guardai il furgoncino arancione davanti al mio vialetto e all’interno scorsi quattro figure sorridenti, pronte a partire. Arricciai il naso.
-Ma è sicuro quel coso?- chiesi a Louis, osservando quel furgoncino decrepito. Lui scoppiò a ridere e mi spinse verso di esso, aprendomi lo sportello.
-Certo, sciocchina.- mi prese in giro. Salii e salutai tutti con un sorriso, mentre Louis prendeva il posto del guidatore.
-Guidi tu?!- gli chiesi preoccupata. Lui scoppiò a ridere di nuovo, seguito dagli altri.
-Ha insistito tanto, facciamolo contento.- mormorò Niall, facendomi l’occhiolino.
Sapevo ancora poco di loro, ma se c’era una cosa che avevo capito e di cui ero sicura, era che Louis era un totale pazzo.
E l’idea di mettere in mano a lui tutte le nostre vite, non mi esaltava più di tanto.
-Beh, vai piano.- mi raccomandai, con voce flebile, scatenando le risate degli altri ragazzi. Il ragazzo seduto accanto a lui, dal lato del passeggero, si voltò verso di me e mi illuminò con un sorriso dolce.
Il mio cuore perse un colpo quando incrociai i suoi occhi.
-Tranquilla, mi sono messo qui apposta per controllarlo.- mi assicurò Liam con un altro sorriso. Non riuscii a rispondere e mi limitai solo a sorridergli, finché lui non si rigirò, prestando attenzione alla strada.
-Allora…Ti piace fare surf?- mi chiese il riccio, seduto accanto a me, posandomi un braccio intorno alle spalle.
-Ecco che parte all’attacco…- mormorò Zayn divertito verso Niall, che scoppiò nella sua risata contagiosa. Cercai di ignorare quello scambio di battute e mi concentrai su Harry, che mi stava fissando con quegli occhi incredibilmente verdi.
Quasi più verdi dei miei.
-Beh, si. Mi piace.- gli risposi, restando sulle mie.
Se pensava di potermi sedurre o quant’altro in quel modo, poteva anche mettersi l’anima in pace.
Io avevo detto basta ai ragazzi.
Soprattutto a quelli come lui.
-A me invece piace fare altre cose…- mormorò maliziosamente, per poi scoppiare a ridere, seguito da Louis che mi lanciò uno sguardo divertito dallo specchietto. Gli feci una smorfia e lui mi fece l’occhiolino.
-Oh, sono contenta per te.- risposi al riccio, scrollandomi di dosso il suo braccio, facendolo rimanere basito.
-Oh, oh. La ragazza ti tiene testa.- lo stuzzicò Zayn, dandogli di gomito.
-Si, si. Certo.- mormorò il riccio, infastidito, guardando fuori dal finestrino. Niall mi porse la mano ed io gli battei il cinque, scatenando la sua risata contagiosa.
-Non prendertela, Harry.- gli dissi, fintamente dispiaciuta, posandogli una mano sul braccio.
-Non sei il mio tipo.- gli spiegai. Lui mi fece un sorrisetto.
-Non esserne così sicura, ragazza.- mi disse maliziosamente. Alzai gli occhi al cielo.
-Dio, Harry. Sei una cosa impossibile.- sbuffò Liam, anticipandomi.
Lo guardai sorpresa, ma lui non si voltò verso di noi, fissando il paesaggio che scorreva fuori il finestrino.
I ragazzi ripresero a ridere e scherzare, ma io rimasi in silenzio, ad osservare la nuca di Liam, persa tra i miei pensieri.
-…vero Cher?- mi chiese Louis ridendo. Mi risvegliai all’istante e gli lanciai uno sguardo interrogativo.
-Mh?- mormorai.
I ragazzi scoppiarono a ridere e vidi un angolo della guancia di Liam sollevarsi, segno che stava sorridendo anche lui.
-Perfetto, ne abbiamo trovata un’altra che vive in un altro mondo…- mormorò Louis alzando gli occhi al cielo. Arrossii e sorrisi timidamente. Niall scoppiò a ridere.
-Ecco, Liam. Abbiamo trovato la tua compagna di pensieri perfetta!- esclamò, dandogli un pizzicotto sulla spalla. Arrossii fino alla punta dei capelli ed incrociai lo sguardo di Liam dallo specchietto. Lo distolsi immediatamente, per poi tornarci qualche secondo dopo e notare che mi stava ancora guardando.
A quel punto sorrisi e lui ricambiò al volo, facendo sussultare il mio cuore. Poi Louis frenò bruscamente e scese.
-Siamo arrivati!- annunciò, con un gran sorriso.
Tra urletti entusiasti e risate, scendemmo tutti dal furgone e, con le tavole in mano, ci avviammo tutti insieme verso la spiaggia.
Respirai l’odore salmastro che tirava e mi sentii subito meglio. Mi voltai verso i ragazzi, che si stavano avviando a passo spedito verso l’acqua, e notai che ne mancava uno. Mi voltai verso il furgoncino e vidi Liam, la mascella tesa, poggiato allo sportello, indeciso sul da farsi. Aggrottai le sopracciglia e mi avvicinai a lui.
-Che fai, non vieni?- gli chiesi. Lui mi guardo e arrossì per un secondo.
-Oh, si. Dammi cinque minuti, io…- balbettò. Scoppiai a ridere e i suoi occhi brillarono.
-Dai, non fare lo scontroso e vieni con me.- gli dissi, tendendogli la mano. Arrossii all’istante, pentendomi di quel gesto, che avrebbe potuto essere frainteso. Ma lui, con un guizzo veloce, afferrò la mia mano e la strinse con la sua. Incrociai il suo sguardo sorridente e ricambiai, tremando al calore della sua stretta.
Poi, senza proferire altra parola, ci avviammo per raggiungere gli altri ragazzi sulla spiaggia.
 
 
 
 


Liam.
 
 


Camminavo verso i ragazzi con passi leggeri sulla spiaggia.
Il sole era splendente e, stranamente, mentre mi avvicinavo all’acqua non provavo nessuna sensazione sgradevole.
In quel momento tutto era offuscato dal battito incontrollato del mio cuore che mi rimbombava nelle orecchie e dal calore della sua mano stretta nella mia.
Con quel sorriso dolce, aveva afferrato la mia mano e ora la stava stringendo, e mi stava trascinando verso l’acqua.
Più ci avvicinavamo, più aumentava il ritmo del passo, segno che non vedeva l’ora di immergersi in quella distesa blu scuro.
All’improvviso si fermò, lasciandomi la mano, e fissò i ragazzi, che stavano buttando le loro cose sulla spiaggia e si stavano spogliando, pronti per buttarsi in acqua.
Seguii il suo sguardo e la vidi scandagliarli uno per uno, fissandoli e arrossendo visibilmente.
Una sensazione fastidiosa mi invase lo stomaco, come un bruciore. Sbuffai impercettibilmente e fulminai i ragazzi da lontano. Louis si voltò verso di noi e ci fece un gesto con la mano.
-Andiamo, Cher! Ci sono delle onde magnifiche!- esclamò ridendo, mentre gli altri lo afferravano e lo buttavano in acqua, cominciando a schizzarsi e a giocare tra loro. Sentii la risata cristallina di Cher e mi voltai ad osservarla, ammirato. Lei non ci fece caso e, con un movimento veloce, si sfilò il vestitino leggero che aveva sopra il costume, rivelando un corpo a dir poco perfetto, morbido e con le curve al punto giusto.
Sentii le guance andare a fuoco e una tempesta di ormoni scatenarsi dentro di me.
Mantieni la calma.Continuavo a ripetermi, dentro di me. Lei piegò con cura il suo vestitino e poi si girò verso di me, sorridendomi. Una ciocca di capelli le andò a finire sugli occhi, spostata dal vento.
Ebbi il forte impulso di afferrarla e sistemargliela dietro l’orecchio, ma lei mi anticipò, con un altro movimento veloce.
-Dai, andiamo Liam. O ci perderemo tutte le onde migliori!- mi incitò, porgendomi di nuovo la mano.
Non so con quale forza di volontà mi costrinsi a scuotere la testa e a non stringere quella manina relativamente piccola e morbida nella mia.
-No, io… Vai tu, io rimango un po’ qui.- le dissi. Lei stava per ribattere, quando Niall la interruppe.
-Dai, Cher! Non farti pregare!- la richiamò, scoppiando di nuovo a ridere. Lei si voltò e cominciò a saltellare sul posto, impaziente.
-Sicuro?- mi chiese ancora. Feci una risatina.
-Si, tranquilla. Vai, prima che vengano a prenderti di peso.- esclamai. Lei non se lo fece ripetere due volte e, con un sorriso che le illuminava tutto il viso, cominciò a correre verso l’acqua, per poi buttarsi tra le onde cristalline.
La guardai mentre rideva e cavalcava un onda come se fosse la cosa più facile del mondo.
Dopo un po’ Zayn mi raggiunse e si buttò sulla sabbia accanto a me.
Seguì il mio sguardo e osservò il corpo di Cher muoversi leggiadro tra le onde.
-E’ bella, eh?- mi chiese, dandomi di gomito. Io gli lanciai un’occhiataccia, prima di riportare gli occhi su di lei.
-Sai, Liam. Penso che tu dovresti scioglierti un po’…- commentò. Io lo guardai.
-Che intendi dire?- gli chiesi, non capendo dove volesse andare a parare.
-Da quando Danielle…- cominciò. Gli lanciai uno sguardo di ghiaccio. Sapeva che non volevo più sentir parlare di lei.
Mi aveva letteralmente distrutto e solo al pensiero il cuore mi pulsava di dolore.
-Oh, insomma, sappiamo da quando.- si riprese lui –Beh, sei cambiato. Non sei più il ragazzo divertente con cui si può sempre scherzare. Sei diventato troppo…serio.- concluse, lanciandomi uno sguardo sincero. Sospirai e mi passai una mano tra i capelli.
-Lo so.- mormorai. Lui mi sorrise e mi diede una pacca sulla spalla.
-Quella ragazza sembra in gamba.- mormorò, tornando al discorso iniziale.
-Già.- commentai. Lui sorrise.
-Sai, penso che dovresti…- cominciò. Lo bloccai.
-Oh, no Zayn. Non ho intenzione di buttarmi sulla prima che capita per dimenticarmi di Danielle.- gli dissi. Lui ci rifletté su.
-Beh, hai ragione. Ma io non ti sto dicendo di fare chi sa cosa. Magari prova a conoscerla, potrebbe piacerti più di quanto pensi.- mormorò lui. Sovrappensiero, mi ritrovai ad annuire.
Da una parte aveva ragione.
Cher era di sicuro una ragazza in gamba, una delle poche.
Ed era già a buon punto sul fatto di piacermi.
Arrossii, vergognandomi dei miei pensieri, e decisi di cambiare discorso.
-Allora, hai preso qualche onda buona?- la buttai lì. Lui mi lanciò uno sguardo torvo.
-Da quando ti interessa? Credevo non saresti neanche venuto, tu odi l’acqua.- mi ricordò. Io feci spallucce.
-Infatti sono rimasto sulla spiaggia.- gli feci notare, mentre finalmente riuscivo a tornare con lo sguardo su Cher, che si stava schizzando allegramente con Niall.
-Si, certo.- commentò lui –Io credo sia più per il fatto che tu non sia riuscito a dire di no ad una certa persona…- continuò maliziosamente. Mi voltai velocemente verso di lui, che aveva messo il broncio.
-Se te l’avessi chiesto io mi avresti sicuramente detto di no.- mugugnò. Scoppiai a ridere e gli diedi una spallata.
-Piantala, idiota.- gli dissi ridendo. A lui scappò un sorriso, poi si stese sull’asciugamano, pronto a prendere il sole.
-Si, si. Ora sta zitto. Ho bisogno di rilassarmi.- disse sospirando, prima di chiudere gli occhi. Non gli risposi, rimanendo ad osservare in silenzio i miei amici che si divertivano nell’acqua e cercando di ricordare perché io ne fossi terrorizzato.
 
 
 
 


Cher.
 
 


-Che ne dite, andiamo a prendere Liam e lo buttiamo in acqua?- suggerì Louis, con un sorriso furbetto. Harry si unì subito a lui, entusiasta all’idea di fare qualche scherzo. Niall dissentì, con una smorfia.
-Non credo sia una buona idea. Lui odia il mare.- disse. Rimasi sorpresa.
Se odiava il mare, perché aveva accettato di venire a fare surf con noi?
In effetti, se ci riflettevo bene, da quando eravamo arrivati non aveva messo piede in acqua. Ma non me ne ero neanche accorta, troppo presa dalla mia tavola e le onde splendide di quel pomeriggio.
Louis allontanò le proteste del biondino con un gesto della mano.
-Un bagnetto non lo ucciderà di certo.- mormorò, poi fece segno ad Harry di seguirlo. Io rimasi in acqua con Niall ad osservarli da lontano, con un vago sorriso divertito sulle labbra.
-Non finirà bene…- mormorò Niall, preoccupato. Gli lanciai uno sguardo interrogativo ma lui non rispose, si limitò a scrollare le spalle, mentre i ragazzi si avvicinavano silenziosamente a Liam, che si stava rilassando accanto a Zayn sull’asciugamano. Con un urlo, Louis lo afferrò per le spalle, mentre Harry gli prendeva entrambe le gambe.
-Ma che cazz…?- esclamò Liam, sorpreso. Poi si accorse della meta dei ragazzi e sbiancò.
-No, Louis. Non ci prova…- ma fu interrottò dalla risata dei ragazzi che lo buttavano in acqua. Riemerse quasi subito, tossicchiando, con un espressione a dir poco furiosa sul viso.
Oh,oh.
-Ma che diavolo vi è saltato in mente!?- esplose, contro di loro. Louis scoppiò a ridere.
-Oh, andiamo. Era ora che ti bagnassi un po’!- esclamò, scatenando anche le risate del riccio. Zayn li fissava sbalordito dalla spiaggia, mentre Niall scuoteva amareggiato la testa.
-Ora vedrai come si arrabbia…- mormorò.
-Dici?- gli chiesi io. Lui annuì, un po’ sconsolato.
-Dio, sei un idiota, Louis!- urlò di nuovo. Lo osservai attentamente.
Il viso era rosso dalla rabbia e la maglietta bagnata gli si era appiccicata addosso, mettendo in mostra tutti i suoi muscoli scolpiti.
Sentii le guance andare a fuoco e distolsi lo sguardo.
I suoi occhi, però, non erano arrabbiati.
Erano decisamente pieni di terrore.
-Dai, Liam. Era solo uno scherzo.- intervenne Harry. Liam soffocò un grido, visibilmente frustrato.
-Andate al diavolo, tutti e due!- urlò esasperato, uscendo velocemente dall’acqua e allontanandosi su per il vialetto che ci aveva portati alla spiaggia. Niall li fulminò con un’occhiataccia.
-Questa ve la potevate pure risparmiare.- commentò. Louis non rispose e Harry alzò gli occhi al cielo.
-Beh, lui poteva pure evitare di fare questa scenata.- commentò.
Mentre i ragazzi continuavano a discutere, presi la decisione di uscire dall’acqua e seguire Liam.
Non so, per andargli a parlare.
I miei piedi si muovevano automaticamente verso di lui, ed io non riuscii a fermarli.















HOLA C:
Calcolate che sto litigando da mezz'ora con mia madre per poter pubblicare questo benedetto capitolo.
E il bello è che mi ha categoricamente vietato di mettermi al computer.
Ma io mi ci sono messa lo stesso, solo per voi.
AMATEMI! (?)
Il problema è che se rientra e mi becca, sono fottuta.
Quindi non mi trattengo più di tanto.
Ringrazio frettolosamente tuuuutte quelle che leggono e recensiscono.
6 RECENSIONI WOOH! *.*
Ok, scappo come una ladra (?)
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.


Ps. Tempo fa ho scritto una OS che praticamente non si è cagato nessuno D:
E visto che poverina è lì tutta forever alone, non è che vi va di passare a dare un'occhiata?
Graaazie C:
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1091165&i=1

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. ***


Capitolo 7
 
 


Cher.
 



Mi avviai per il vialetto e lo risalii tutto, fino a scorgere Liam seduto su uno scoglio che fissava il mare con aria assorta, tenendosi le gambe strette al petto. Aveva ancora la maglietta bagnata, da cui si potevano benissimo vedere i suoi muscoli in tensione. Deglutii arrossendo e mi avvicinai lentamente a lui.
Con un sospiro mi accomodai a pochi centimetri di distanza da lui, stringendo anch’io le gambe al petto.
-Ehi.- esordii con un sussurro. Lui mugugnò qualcosa di incomprensibile continuando a fissare la distesa blu del mare.
-Stai…- feci per dire, ma lui mi interruppe con un gesto secco della mano.
-Si, sto bene. Non ne voglio parlare.- mi disse frettolosamente, con voce tesa. Ci rimasi un po’ male.
-Oh.- riuscii solo a balbettare, ammutolendomi e puntando anch’io lo sguardo sullo sconvolgente blu del mare. Lui, dopo qualche minuto di silenzio, sospirò e si voltò verso di me, lanciandomi un breve sguardo, che ricambiai, perdendomi per un secondo nei suoi occhi.
-Scusa, Cher. Ti ho risposto male, non dovevo.- si scusò, con espressione dolce. Io feci spallucce e abbozzai un sorriso.
-No, va bene. Sei arrabbiato.- gli risposi. Lui mi guardò e sembrò per un attimo intenerito dallo stupido tremore della mia voce e dal colorito delle mie guance che, ci avrei potuto giurare, erano rosso fuoco.
-Si, ma non con te. Non avrei dovuto risponderti così.- continuò. Io alzai le spalle e lo guardai, arricciando un labbro.
-Beh, da una parte è colpa mia. Sono venuta io a parlarti quando sapevo che eri arrabbiato. Voglio dire…- Lui mi bloccò, stringendomi le labbra tra pollice e indice con una risata.
-Tu parli decisamente troppo.- disse, continuando a ridere e mollando la presa. Mi unii anch’io alla sua risata, seppellendo la voglia di toccare il punto in cui lui aveva poggiato le dita, che in quel momento sembrava bruciare.
Quando smise di ridere, vidi che la serenità era tornata a regnare nei suoi occhi dolci e mi scappò un sorriso soddisfatto.
L’avevo fatto ridere, nonostante un attimo prima bolliva di rabbia.
Ero fiera di me.
-Perché te la sei presa così…tanto?- gli chiesi, dopo svariati minuti di silenzio, cercando di essere il più delicata possibile, per evitare di scatenare di nuovo la sua rabbia. Lui si irrigidì per un attimo, poi si voltò verso di me tranquillizzandomi con un piccolo sorriso.
-Prometti di non prendermi in giro?- mi chiese. Io sorrisi, mettendomi una mano sul cuore e alzando l’altra davanti a me.
-Giuro su tutti i poster di mia sorella, e ti assicuro che sono tanti, che non proverò neanche a ridere.- affermai. Lui scoppiò a ridere, dandomi un buffetto sui capelli.
-Sei incredibile.- commentò, scuotendo leggermente la testa. Io arrossii e mi guardai la punta dei piedi. Poi lui tornò silenzioso e mi venne il dubbio che si fosse dimenticato di cosa stavamo parlando.
-Allora?- cercai di spronarlo delicatamente. Lui sospirò e mi lanciò una lunga occhiata indecifrabile che mi mandò il cuore in gola.
-Ok, te lo dico. Io…ho paura dell’acqua.- disse, arrossendo violentemente. Io rimasi a bocca aperta, sorpresa, ma riuscii a ricompormi appena prima che lui mi lanciasse un’occhiata per controllare se avessi mantenuto la promessa.
Sembrò soddisfatto della mia espressione neutra.
-Dici sul serio?- non riuscii a trattenere la domanda.
Mi sembrava assurdo credere che un ragazzo della mia età avesse paura dell’acqua.
Un ragazzo, poi!
Lui roteò gli occhi e annuì, arrossendo leggermente.
-Wow.- commentai. Lui poggiò il mento sulle ginocchia.
-Già.- replicò.
-E perché?- gli chiesi infine. Lui mi lanciò un’occhiata strana.
-Come sarebbe a dire ‘perché’? Ho paura e basta.- rispose. Io aggrottai le sopracciglia, poco d’accordo con la sua risposta.
-Beh, c’è sempre un perché. Ogni cosa ha il suo perché.- gli dissi riflettendo –E ci deve essere anche un perché tu hai paura dell’acqua.- continuai, lanciandogli un’occhiata eloquente. Lui scrollò le spalle.
-Sarà, ma io non so risponderti.- mi disse. Io mi intestardii.
Non era possibile che lui odiasse una cosa che io amavo tanto, senza neanche un valido motivo.
-Beh, prova a pensarci. Cos’è che ti spaventa di questa meraviglia?- gli chiesi, indicando il mare davanti a noi. Lui ci pensò qualche minuto, osservandolo attentamente, come se da un momento all’altro potesse spuntare fuori un pesce che avrebbe dato una risposta al posto suo.
-Non lo so. E’ da quando sono bambino che mi succede.- sussurrò.
-Che ti succede cosa?- gli chiesi. Lui alzò le spalle.
-Quando metto piede in acqua, un’immagine sfocata di me da piccolo mi travolge. Ci sono io che rido tra le onde e un attimo dopo mi ritrovo sotto senza riuscire a risalire a galla. Poi, quando l’immagine sparisce, comincio ad immaginare cosa potrebbe esserci là sotto, tutte quelle correnti che potrebbero afferrarmi e trascinarmi nel più profondo degli abissi…- disse rabbrividendo. Scoppiai in una risata leggera.
-Sbaglio, Liam, o sei un po’ paranoico?- replicai, trascinandolo nella mia risata. Lui sorrise e annuì, leggermente imbarazzato.
-Forse.- mi concesse.
-Sai, anche a me è successo.- sussurrai. Lui mi guardò, curioso.
-Cosa?- mi chiese.
-Di rischiare di annegare. Anch’io stavo giocando in acqua e sono andata sotto.- gli spiegai.
-E poi?- mi chiese, uno sguardo leggermente preoccupato. Alzai le spalle.
-Poi qualcuno mi ha tirato su e…eccomi qui!- esclamai con un sorriso, tentando di alleggerire l’atmosfera. Ci riuscii, perché lui rise.
-E ora non hai paura?- mi chiese ancora. Io sorrisi e scossi la testa.
-Il mare è troppo bello per esserne spaventati.- dissi, quasi tra me e me. Poi mi alzai di scatto, tendendogli una mano. Lui mi guardò per un qualche secondo confuso, poi afferrò la mia mano ed io lo tirai su, senza mollare la presa e cominciando a trascinarlo.
-Vieni con me.- gli dissi. Lui mi guardò, visibilmente preoccupato, ma mi seguì senza fare storie.
-Dove?- chiese. Io non gli risposi e continuai a trascinarlo. Superai un ammasso di scogli e qualche pianta selvatica e arrivai in una spiaggetta invisibile dalla strada che probabilmente conoscevo solo io. L’avevo scoperta per caso qualche anno prima, arrivandoci a nuoto e non me ne ero pentita.
Era piccola, circondata da alberi e scogli e sicuramente adatta per appartarsi con un ragazzo.
Ma non era esattamente quello che volevo fare io in quel momento.
Quando arrivai a qualche passo dalla riva, lui si fermò dietro di me e mi tirò la mano, bloccando il mio passo spedito. Mi voltai verso di lui e lo guardai seriamente.
-Che hai intenzione di fare?- mi chiese preoccupato.
-Liam, quanti anni hai?- gli chiesi a mia volta.
-Quasi diciannove.- rispose confuso.
Se ce l’avevo fatta io, poteva sicuramente farcela anche lui.
Sorrisi e strinsi la sua mano, per dargli coraggio in qualche modo.
-Ecco, è arrivata l’ora di imparare a nuotare.- lo informai decisa.
Lui fece una risatina nervosa.
-Io so nuotare. Quindi, no grazie.- rispose, tirandosi indietro.
-Liam.- lo richiamai, stringendo ancora più forte la sua mano.
-Oh, no. No, no e no!- protestò.
-Oh, andiamo. Un po’ di coraggio!- esclamai esasperata. Lui scosse la testa.
-Non ci penso neanche. E poi mi hanno detto che è pieno di mostri là sotto.- mormorò fissando l’acqua terrorizzato.
-Tipo?- gli chiesi. Lui spostò gli occhi su di me.
-Granchi, tracine, meduse e altri pesci pericolosi.- elencò. Schioccai la lingua e per poco non scoppiai a ridere.
-Ma piantala!- esclamai, ricominciando a trascinarlo. Lui puntò i piedi.
-Per favore, Cher.- implorò. Mi fermai e puntai lo sguardo nel suo, seria.
-Liam.- Lo ripresi. Lui mugugnò qualcosa.
-Che c’è?- chiese con un lamento.
-Vuoi ancora che i tuoi amici abbiano qualcosa su cui sfotterti e farti degli scherzi?- gli chiesi. Lessi finalmente un segno di resa nel fondo dei suoi occhi.
Con un sospiro intrecciò le dita alle mie e lo presi come un si.
Non me lo feci ripetere due volte e mi avviai a passo spedito. Lui si fermò di nuovo.
-Aspetta.- disse. Mi girai verso di lui, pronta a tirare fuori qualche altra frase a effetto per tentare di convincerlo, quando lui mi lasciò la mano e con un gesto veloce si sfilò la maglietta, buttandola a terra.
Rimasi a bocca aperta, osservando il suo fisico scolpito e qualcosa cominciò a bruciarmi dentro, mentre il cuore ebbe un sussulto prima di cominciare a correre incredibilmente veloce. Lui tornò ad intrecciare le sue dita tra le mie.
Poi vide che non mi muovevo e mi lanciò un’occhiata confusa.
-Ci hai ripensato? Perché io posso benissimo…- fece per dire. Io mi ripresi e scossi velocemente la testa, evitando di guardarlo al di sotto del mento.
-No, no. Andiamo.- mormorai stringendogli la mano.
Quando finalmente immerse i piedi nell’acqua, fino alle caviglie, mi lanciò uno sguardo implorante.
-Non lasciarmi.- si raccomandò. Io gli sorrisi ed aumentai la stretta mentre, piano piano, cominciammo ad avviarci verso acque più profonde.
 
 
 
 
 


Liam.
 
 


Quando uscii dall’acqua, ormai senza stringere più la mano di Cher, mi sentii una persona diversa.
Era una sensazione stupida, in fondo mi ero solo fatto un bagno, una cosa totalmente normale per tutti, ma per me era stata una conquista.
Grazie alla stretta forte di Cher e al suo sorriso incoraggiante, quel ricordo di me da bambino non mi aveva assalito ed ero riuscito a nuotare con tranquillità, riscoprendo quanto amassi il mare e quanto mi ero perso evitandolo per anni.
-Beh, grazie.- gli dissi visibilmente riconoscente. Lei fece un risolino, illuminandosi.
-E’ stato un piacere.- mi rispose, facendo un piccolo inchino. Io scoppiai a ridere, soffermandomi ad osservarla, con le gocce d’acqua salata che le scivolavano lungo il corpo e il volto sorridente incorniciato dai suoi lunghi capelli più scuri del solito.
Poi sentimmo le voci dei ragazzi che ci chiamavano e lei sussultò.
-Oh, muoviti, non devono scoprire questo posto!- esclamò, tutta intenta a raccogliere la mia maglietta da terra, afferrarmi la mano e trascinarmi via correndo.
Non feci caso a dove mettevo i piedi, troppo impegnato ad osservare le nostre dite intrecciate.
La sua pelle chiara contrastava con la mia piuttosto abbronzata e le sue piccole dita quasi scomparivano tra le mie.
Mi ritrovai a sorridere come un ebete, quando sbucammo fuori da dietro gli scogli e incontrammo Louis che si stava guardando intorno preoccupato.
-Oh, eccovi!- esclamò visibilmente sollevato, quando ci vide. Cher mollò immediatamente la mia mano e io le lanciai uno sguardo contrariato, che lei non notò. Poi mi lanciò la mia maglietta che io afferrai al volo e infilai con un gesto veloce.
-Ma dove eravate finiti?! Vi stiamo cercando da un’eternità!- ci rimproverò, per la prima volta con sguardo serio. Cher arrossì.
-Oh, beh. Siamo andati a fare una passeggiata.- balbettò, lanciandomi uno sguardo in cerca di appoggio. Louis guardò prima lei, poi me, poi di nuovo lei, poi di nuovo me e si soffermò sul mio costume e i capelli bagnati. Un espressione sospettosa si fece largo sul suo viso.
-Ah, Liam. Scusa per prima. Non pensavo te la saresti presa.- mi disse, continuando a saltare con lo sguardo da me a Cher. Io scossi la testa e gli sorrisi.
-E’ tutto a posto.- gli dissi con un gesto della mano e con la coda dell’occhio vidi Cher sorridere.
-Oh, li hai trovati!- esclamò un Niall trafelato, che si diresse a passo spedito verso Cher, stringendola in un abbraccio. Cher sbarrò gli occhi, sorpresa, ed io mi irrigidii.
-Oh, Cher. Pensavo che Liam ti avesse uccisa e buttata in mare.- sussurrò scoppiando a ridere e sciogliendo l’abbraccio. Cher si unì alla sua risata e alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa, mentre Niall mi faceva una smorfia.
-Ragazzi, li abbiamo trovati!- urlò Niall, verso la spiaggia. Zayn e Harry ci raggiunsero, tutti e due con il fiatone.
-Ma dove diavolo siete stati?- esplose Harry. Io feci spallucce, mentre Zayn si limitava a guardare me e Cher con un sorrisetto malizioso che gli avrei piacevolmente strappato dalla faccia.
-In un posto segreto, Harry.- gli rispose Cher, con un sorrisetto. Trattenni a stento una risata, guardando il riccio mentre la fulminava con un’occhiataccia.
-Non sei divertente. Vi abbiamo cercato per tutta la spiaggia.- mugugnò. Cher fece un altro sorrisetto.
-Beh, almeno siamo riusciti a farti fare qualcosa.- gli rispose. Harry le fece una smorfia.
-Molto simpatica, davvero.- mormorò.
-Beh, voglio vederlo anche io questo posto segreto.- mormorò Niall, mettendo il broncio. Io scoppiai a ridere e Cher scosse la testa.
-Mi dispiace, ma è segreto.- gli disse facendo spallucce.
-E allora perché Liam ce l’hai portato?- le chiese. Lei sembrò punta nel vivo e sussultò, lanciandomi una breve occhiata, arrossendo leggermente.
-Perché io sono più bello di te.- intervenni scherzando. Cher annuì, sorridendo, stando al gioco. Niall mi fulminò con lo sguardo e io scoppiai a ridere di nuovo.
-Si, vabbè. Ed io sono più bello di tutti voi quindi vi riporto a casa che si è fatto tardi.- ci interruppe Louis, avviandosi verso il furgoncino.
-Perché, che ore sono?- chiese Cher preoccupata, rivolgendo al sole che stava tramontando uno sguardo di fuoco, come se fosse colpa sua se si era dimenticata dello scorrere del tempo.
-Le otto e mezza.- rispose Zayn tranquillo. Lei sobbalzò.
-Merda, è tardissimo!- esclamò. Harry le fece un sorrisetto.
-Oh, povera, i genitori hanno messo il coprifuoco alle sette?- le chiese. Lei lo fulminò.
-No, idiota. Io ho una sorella a cui badare, sai?- replicò. Lo sguardo del riccio si fece interessato.
-Oh, una sorella. E’ acida come te o lei si salva?- le chiese ancora. Lei si irrigidì, facendo un passo verso di lui.
-Non provare neanche a guardarla. E poi è piccola per te.- sibilò. Lui scoppiò a ridere.
-Ok, ok. Piantatela di litigare e andiamo.- intervenni, mettendomi tra i due, che continuarono a squadrarsi per un po’ e poi annuirono salendo sul furgoncino. Harry fece per sedersi accanto a lei, ma io lo bloccai.
-Sali davanti, mi metto io qui.- gli sussurrai. Lui annuì senza proferire parola e mi accontentò.
Mi misi accanto a lei, sfiorandole la spalla con la mia e la sentii sussultare. Mi girai verso di lei e le sorrisi. Lei ricambiò al volo e il mio cuore perse un colpo, alla vista del suo viso così vicino al mio. Zayn scosse la testa, notando il nostro scambio di sguardi ma io lo ignorai.
Poi Louis accese la radio, cominciando a cantare e a beare le nostre orecchie della sua bellissima voce. Dopo un po’ si aggiunse anche Harry, mentre Niall e Zayn si erano addormentati l’uno sulla spalla dell’altro.
Vidi gli occhi di Cher brillare ascoltando le voci dei miei amici e sorrisi, spostando lo sguardo fuori dal finestrino.
Loro continuarono ad improvvisare quel piccolo concerto, finchè sentii una piccola pressione sulla spalla. Mi voltai e con sorpresa notai che Cher si era addormentata poggiando la testa sulla mia spalla. Sorrisi, con il cuore in gola, e le spostai una ciocca di capelli dietro l’orecchio, prima di spostare di nuovo lo sguardo sul paesaggio che scorreva con una sensazione di calore nel cuore.




















HOLA C:
Ringraziate la dea bendata (?) che ha fatto in modo che mia madre non mi beccasse.
Si, perchè a volte mi dice tanto culo *fanculo, la finezza non fa parte di me*
Praticamente sono riuscita a spegnere il computer appena un attimo prima che lei entrasse in casa.
Beh, se non è culo questo!
Quindi, non trovando altre scuse per mettermi in punizione, sono libera di stare al computer.
Yeah! 
*scappano tutte terrorizzate*
Ok, ok. Passiamo al capitolo.
Ma Cher è troppo dolce quì! :3 E riesce finalmente ad aiutare Liam ad affrontare la sua paura.
Però sono ancora troppo rincoglioniti per capire che il giorno in cui hanno rischiato di affogare (poveri piccoli) era lo stesso, e la persona che ha tirato su Cher, era Liam.
Penso che di questo passo non lo capiranno mai.
Oppure si.
Chi lo sa? ^^
IO.
MUAHAHAH.
E voi però dovrete ancora aspettare *sguardo malefico*
Bene, è ora che vado.
Spero vi piaccia e che lascerete qualche recensione C:
#With love.
-S.


Ps. Seguitemi su Twittah! :D
Sono sempre @S_Yolo_1D
Ricambio tuuuutti!


Pps. Lo so che vi stresso, però ci sarebbe sempre la mia OS che nessuno si caga D:
Lascereste qualche recensione, please? C:
Anche se fa cagare.
E' sempre bello saperlo (?)
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1091165&i=1

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***


Capitolo 8
 
 
 

Cher.
 
 
 


-Buongiorno, Mike!- esclamai entrando nel locale e scorgendolo mentre era tutto indaffarato a preparare due caffè alle signore sedute al bancone.
-Ehi, straniera che mi ha abbandonata con la sorella senza farsi più sentire!- mi salutò lui, tutto d’un fiato. Scoppiai a ridere e lo raggiunsi dietro il bancone, scoccandogli un bacio sulla guancia. Lui mi fece una smorfia e servì le signore, che ci guardavano divertite, mentre io mi affrettavo a lavare le tazzine che erano nel lavandino.
-Allora, c’è qualcosa che devi dirmi?- mi chiese, dandomi un pizzicotto sul fianco. Sobbalzai e gli lanciai un’occhiata divertita, arrossendo lievemente.
-Beh, c’erano delle onde grandiose.- gli risposi. Lui alzò gli occhi al cielo e cominciò a farmi il solletico.
-Dai, Mike, spaventeremo i clienti!- esclamai ridendo, cercando di togliermelo di dosso. Lui si calmò e mi lanciò un’occhiata eloquente.
-Dai, dimmi com’è andata.- mi ordinò. Scrollai le spalle e distolsi lo sguardo.
-Non c’è niente da dire. Mi sono divertita, i ragazzi sono tutti simpatici. Tutto qui.- risposi  rimanendo sul vago. Lui strabuzzò gli occhi.
-Tutto qui?! Te ne vai in giro con cinque ragazzi per tutto il pomeriggio e tutto quello che hai da dire è che sono simpatici?!- mi chiese con voce acuta. Alzai le spalle, senza guardarlo.
-Eh, no. Ora mi racconti tutto.- mi ordinò di nuovo. Sbuffai e gli lancia un’occhiata esasperata.
-Ok, bene. Siamo arrivati e siamo subito andati a fare surf. Dopo un po’ i ragazzi hanno voluto fare uno scherzo a Liam, che se l’è presa, ma poi si è risolto tutto.- raccontai, cercando sempre di rimanere sul vago. Non mi andava di raccontargli della conversazione che avevo avuto con Liam.
Avrei dovuto anche rivelare il suo ‘segreto’ e non mi sembrava leale. Dopotutto lui si era fidato di me, io non potevo di certo andare in giro a sbandierare i fatti altrui.
-Mmh…Liam…- mormorò scrutandomi. Distolsi lo sguardo e lo ignorai.
-Perché sei arrossita quando hai detto il suo nome?- mi chiese improvvisamente. Mi voltai verso di lui, guardandolo sbalordita.
-Stai scherzando?- gli chiesi. Lui mi lanciò un’occhiata furba, scoppiando a ridere.
-Non negarlo, è così!- esclamò indicandomi. Scossi la testa.
-Tu sei fissato.- commentai.
-Cheeeer.- cantilenò. Lo guardai.
-Io ti conosco, dovresti saperlo.- mi stuzzicò.
-Si, Mike. Anch’io ti conosco. E con questo?- gli chiesi, cercando di restare sulle mie. Lui scoppiò di nuovo a ridere.
-Non capisco perché devi negare l’evidenza.- commentò. Alzai gli occhi al cielo.
-Io non sto negando proprio niente. Sono andata a fare surf con degli amici, punto.- dichiarai, con voce decisa.
-Degli amici, tra i quali c’è uno che già ti ha rubato il cuore…- mormorò maliziosamente.
-Piantala.- gli intimai, innervosita.
Non lo sopportavo quando faceva così.
Si era fissato che a me dovesse piacere un ragazzo, perché secondo lui non stavo bene da sola.
Ora che finalmente pensavo di aver trovato più o meno degli amici, si era convinto che dovesse piacermi per forza uno di loro.
Si, ok, Liam mi trasmetteva delle sensazioni strane, ma quello non voleva dire niente.
Ci stavo andando piano, perché lui doveva accelerare le cose?
-Ok, scusa. Ti sei arrabbiata?- mi chiese, sporgendo il labbro all’infuori. Lo fulminai con un’occhiataccia, ma poi gli feci un debole sorriso.
-No. Però a volte sei insopportabile, Mike.- gli dissi. Lui scoppiò a ridere e mi schioccò un bacio sulla guancia.
-Lo so. Me l’ha detto anche tua sorella.- disse facendo una smorfia. Scoppiai a ridere anch’io.
Quando si trattava di dire qualcosa, mia sorella non aveva peli sulla lingua.
Dava le sue sentenze senza preoccuparsi di niente, a volte poteva anche sembrare crudele, ma io sapevo che cercava di essere sincera con tutti.
-Piuttosto, com’è andata ieri? Non mi ha raccontato niente.- gli chiesi, servendo del caffè ai tavoli. Lui mi camminava dietro e sbruffò.
-Oh, probabilmente non ti ha detto niente perché aveva esaurito la voce.- borbottò –Ci credi se ti dico che è stata tutto il tempo a chiacchierare di questo gruppo di cantanti, dicendomi quanto sono fantastici, bravissimi, bellissimi!- continuò imitando gli squittii che mia sorella produceva ogni volta che parlava di loro.
-Oh, si. Ci credo.- gli dissi con una risata. Poi il volto di Mike si fece improvvisamente serio e mi fermò. Lo guardai confusa.
-Piuttosto, tu sai chi sono questi ragazzi, vero?- mi chiese seriamente. Scrollai le spalle.
-Oh, si. I One…one…Direction! Sì!- esultai, per essermi ricordata almeno per una volta il loro nome. Lui strabuzzò gli occhi.
-Sai solo questo?- mi chiese deglutendo nervosamente. Alzai gli occhi al cielo.
-Mike, capisco che mia sorella ti ha contagiato, però ora non venirmi a sgridare se non so tutto di questi tizi!- esclamai ridendo. Lui scosse la testa, sembrava particolarmente nervoso.
-No, Cher, ascoltami. Tu non sai davvero chi sono? Voglio dire, hai mai visto una loro foto?- mi chiese. Lo guardai.
-Mike, mi stai mettendo paura.- sussurrai. Lui fece un gesto della mano.
-Rispondi.- mi ordinò. Scossi la testa.
-Beh, probabilmente mia sorella me l’avrà messa sotto al naso una loro foto, ma non ci ho mai fatto caso. Quindi, no. Non so chi siano.- affermai. Lui strabuzzò gli occhi.
-Cher, credo che ci sia qualcosa che tu debba sapere…- mormorò, passandosi una mano tra i capelli e guardandomi seriamente.
-Cosa?-gli chiesi, con una vaga sensazione di nervoso nello stomaco. Lui aprì la bocca per rispondere, quando una voce lo interruppe.
-Ehi, Cher!- esclamò Niall, entrando nel locale. Mi voltai verso di lui, che aveva un grande sorriso stampato sulla faccia, e lo salutai.
-Parli del diavolo…- mormorò Mike dietro di me.
-Ehi, biondino. Che ci fai qui?- gli chiesi. Mike sospirò e se ne tornò dietro al bancone. Niall si avvicinò e mi schioccò un bacio sulla guancia.
-Niente, stavo facendo una passeggiata e ho pensato di passare a salutarti.- mi rispose, facendo spallucce. Gli sorrisi e tornai dietro il bancone anch’io, offrendogli una tazza di caffè, mentre Mike lo scrutava a braccia conserte. Gli diedi una gomitata e lui, alzando gli occhi al cielo, sparì in cucina.
-Grazie.- mormorò Niall, bevendo in un sorso il caffè. Gli sorrisi.
-Allora, dove sono gli altri?- gli chiesi, restando sul vago. Sentii Mike scoppiare a ridere dietro di me e lo fulminai con lo sguardo.
Niall alzò le spalle.
-Sono in spiaggia.- mi informò. Annuii.
-Ecco, veramente, sono passato qui per un motivo valido.- disse arrossendo. Aggrottai la fronte.
-E cioè?- gli chiesi sospettosa. Lui arrossì ancora di più e mi lanciò uno sguardo implorante.
-Ecco, i ragazzi hanno organizzato un torneo di beach volley. Però nessuno è voluto stare in coppia con me, perché dicono che non sono bravo.- confessò, abbassando lo sguardo e facendo un sospiro teatrale. Cercai di non ridere.
-E quindi?- gli chiesi. Lui mi guardò di nuovo, cercando di trattenere un sorriso.
-Ecco, mi chiedevo, non è che vorresti venire a giocare?- mi chiese. Scoppiai a ridere.
-Beh, io starei…- feci per dire, indicando il bar, ma Mike mi interruppe, togliendomi di mano le tazzine che stavo sistemando.
-Certo che vuole venire!- squittì. Niall lo illuminò con un sorriso, mentre io gli lanciavo un’occhiata sorpresa.
-Mike, devo lavorare.- gli ricordai. Lui fece un gesto secco della mano.
-Non dire fesserie. Mio padre non c’è, rimango io qui. Tu vai e spaccagli il culo!- esclamò, alzando un pugno al cielo.
-Mike!- esclamai sorpresa, mentre Niall scoppiava a ridere, trascinando anche Mike.
-Dai, Cher, ho bisogno di te.- mi implorò Niall, con i suoi occhioni azzurri. Sbruffai e annuii.
-Ok, ok. Andiamo a fargli vedere di cosa siamo capaci!- esclamai, facendo il giro del bancone e prendendo Niall a braccetto. Poi mi fermai e tornai indietro. Scoccai un bacio veloce sulla guancia di Mike.
-Grazie.- mormorai. Lui schioccò la lingua.
-No, davvero. Farò per una settimana anche il tuo turno.- gli dissi, prima che Niall mi riafferrasse e mi portasse fuori. In lontananza vedevo i ragazzi che si scambiavano la palla con passaggi precisi e potenti. Liam faceva coppia con Zayn ed entrambi sembravano piuttosto concentrati, mentre Louis era con il riccio. Ma più che scambiarsi la palla sembrava stessero prendendo in giro gli altri due, perché ridevano come idioti.
Inutile dire che erano tutti in costume e quello fu davvero un bello spettacolo per i miei occhi.
Arrossii e mi avvicinai all’orecchio di Niall.
-Niall, dimmi la verità. Sei così tanto scarso?- gli chiesi. Lui fece un sorrisetto.
-Ho le mie qualità nascoste.-mormorò, prima di allontanarsi e cominciare a sbracciarsi per farsi vedere dai ragazzi.
Ma che razza di risposta era quella?
Quando i ragazzi mi videro ebbero tutti una reazione diversa. Louis si illuminò in un sorriso, Harry mi fulminò con lo sguardo, Zayn sembrava indifferente, troppo occupato a fissare Liam, e Liam…
Liam aveva gli occhi puntati nei miei e più mi avvicinavo a loro, più il suo sorriso si allargava, mandandomi il cuore in fibrillazione.
 
 
 



Liam.
 
 




Quando la vidi avvicinarsi insieme a Niall non potei fare a meno di trattenere un sorriso. Quella mattina sembrava anche più bella e raggiante del solito.
Quando lei ricambiò il mio sguardo e mi sorrise dolcemente, il mio cuore sussultò.
Ma lo ignorai, rivolgendo a Niall un’occhiata interrogativa.
-Visto che nessuno di voi vuole fare coppia con me, sono andato a recuperare Cher.- borbottò, facendo la linguaccia e prendendola a braccetto, scatenando la sua risata cristallina. Louis si fece avanti, con un vago sguardo minaccioso.
-Non sai contro chi ti sei messa, ragazza.- sibilò, per poi scoppiare nella sua solita risata. Cher alzò il mento, per niente spaventata. Zayn mi posò una mano sulla spalla.
-Già, ti sei scelta il compagno sbagliato. Ti faremo a pezzetti.- esclamò Zayn.
-Beh, noi abbiamo delle qualità nascoste.- affermò lei, scambiandosi un’occhiata complice con il biondino, che annuì, trattenendo a stento una risata.
-Vedremo.- sussurrò Zayn al mio orecchio. Scossi la testa, divertito.
-Allora, che facciamo? Continuiamo a minacciarci o cominciamo a giocare?- chiese Harry spazientito, probabilmente non troppo felice che Cher fosse lì.
Non gli andava a genio quella ragazza, forse per il fatto che era stata la prima a tenergli testa e a non cadere tra le sue braccia al suo primo sorriso.
-No, giochiamo.- affermò Louis, lanciando un altro sguardo minaccioso a Cher, che gli fece una smorfia divertita.
-Beh, noi diamo la precedenza alla coppia dalle ‘qualità nascoste’.- disse Zayn, mimando le virgolette e sedendosi sulla sabbia. Lo seguii ed osservai Cher, mentre si riscaldava, facendo un po’ di allungamento.
-Bene. Li distruggeremo subito.- affermò Harry, scrocchiandosi le nocche delle mani, con un’espressione che doveva sembrare minacciosa, ma che riuscì solo a far ridere Cher.
Dopo altri sguardi minacciosi e risate, cominciarono a giocare.
Cher si muoveva veloce e compensava la poca bravura del biondino, alzando palloni perfetti e permettendogli di mettere a segno un punto dietro l’altro.
Dopo i primi minuti di resistenza del riccio e Louis, non ci fu più storia.
Cher recuperava ogni singolo pallone, senza farne cadere nemmeno uno a terra. Si buttava, rotolava sulla sabbia, senza preoccuparsi di niente, sempre con il suo sorriso entusiasta stampato sul viso.
Zayn, accanto a me, la fissava sbalordito.
-Altro che qualità nascoste. Questa ragazza è un portento.- esclamò, visibilmente sorpreso.
-Già.- affermai con un sorriso.
Dopo l’ultima alzata di Niall, con una perfetta schiacciata di Cher all’angolino del campo, la partita finì e Louis ed Harry si buttarono a terra, sfiniti. Mentre Cher li guardava con un sorriso divertito sulle labbra, perfettamente in forma. Niall le andò vicino e le batté il cinque. Lei si portò le mani sui fianchi e si avvicinò a Louis.
-Chi è che dovevate distruggere?- gli chiese, facendogli il verso. Louis si alzò di scatto e la afferrò, prendendola in spalla, scatenando le sue risate.
-Ora ti faccio vedere io.- mormorò, cominciando a correre verso l’acqua. Cher rideva e scalciava.
-Mettimi giù, Lou!- esclamò tra le risa.
-Non ci penso neanche.- affermò lui, buttandosi in acqua insieme a lei. I ragazzi li seguirono correndo e urlando e si buttarono su di loro, cominciando a schizzarsi.
-Andiamo, Liam!- mi incitò Zayn, alzandosi e raggiungendoli. Titubante mi alzai anch’io e mi avvicinai alla riva, osservando le piccole onde che si infrangevano ai miei piedi, dubbioso.
Poi vidi dei piedi avvicinarsi e alzai immediatamente lo sguardo, incrociando gli occhi sorridenti di Cher.
Arrossii e le sorrisi.
-Allora?- mi chiese lei, capendo al volo i miei dubbi. Sospirai e le lanciai un’occhiata contrariata, facendo un passo avanti e poi un altro, affiancandola.
Lei mi illuminò con un sorriso raggiante, che io ricambiai con uno un po’ più timido.
-Bravo, ragazzo.- si complimentò lei. Schioccai la lingua e le lanciai un’occhiataccia, facendola ridere. Poi arrivò Louis che le poggiò un braccio sulle spalle e mi guardò sbalordito.
-Non ci credo, Cher. Sei riuscita a farlo entrare in acqua?!- chiese, portandosi una mano sulla bocca, fintamente scioccato. Lo ignorai e fulminai il suo braccio, decisamente troppo stretto sulle sue spalle. Lei rise e annuì.
-Beh, dopo la partita che ha visto, deve aver paura di qualcos’altro. Altro che acqua, qui è Cher che lo terrorizza!- esclamò Niall, raggiungendoci. Scossi la testa.
-Vi ho mai detto che siete degli idioti?- chiesi loro, che scoppiarono a ridere.
-Ogni singolo giorno.- mi informò Louis.
-Louuu, vuoi venire qui?- si lamentò Harry, richiamandolo.
-Subito, amore!- esclamò Louis, dirigendosi verso di lui con Niall al seguito, lasciando me e Cher di nuovo soli.
Le sorrisi, mentre lei li guardava intenerita.
-Sono pazzi.- commentò, per poi rigirarsi verso di me.
-E non hai ancora visto niente.- le risposi. Lei rise leggermente, disegnando strani cerchi sulla superficie dell’acqua, con la sua piccola manina. In quell’istante volevo afferrarla e stringerla tra le mie.
Non so cosa mi diede la forza di trattenermi.
-Sei davvero fortunato ad avere amici come loro.- mormorò, guardando anche lei la sua mano. Mi avvicinai e le diedi una gomitata giocosa.
-Ora sono anche amici tuoi.- le ricordai. Lei mi illuminò con un sorriso.
-Lo so.- affermò. Io le sorrisi, poi lei fece finalmente quello che non avevo avuto il coraggio di fare io. Con un guizzo veloce mi afferrò la mano e la strinse. La guardai sbalordito, ma lei non ricambiò lo sguardo, arrossendo.
-Dai, andiamo da loro.- mi incitò, tirandomi per la mano.
Annuii ed intrecciai le dita alle sue, sotto l’acqua. Con la coda dell’occhio la vidi sorridere, mentre cominciammo ad avvicinarsi ai ragazzi che si stavano schizzando, senza neanche accorgersi di noi.
E in quel momento avrei tanto voluto prenderla e portarla via con me, per rimanere da soli, per parlare con lei per ore e scoprire tutti i piccoli segreti che si nascondevano dietro quello splendido sorriso e quei magnetici occhi verdi che mi mandavano lo stomaco in subbuglio.















HOLA C:
8 recensioni.
NO, DICO. 8 RECENSIONI *.*
Sto cominciando ad amarvi, ragazze C:
Boh, oggi sono un po' giù di morale.
Ho letto di quel tizio che minaccia di morte il nostro Lou e sono in pensiero per lui.
Io davvero non capisco come certa gente possa fare certe cose.
Cioè, non è normale odiare un ragazzo solo perchè è riuscito a realizzare il suo sogno.
E' praticamente lo stesso discorso che faccio con mio fratello tutti i santi giorni.
Lui li odia, o meglio, dice di odiarli per fare un dispetto a me. 
E praticamente litighiamo ogni singolo momento perchè io li difendo a spada tratta (?) e lui non capisce perchè mi accanisco tanto.
Dice che sono solo 'cinque gay, tra l'altro brutti, che non sono capaci a cantare.'
E io non capisco perchè devono dire che sono gay.
Solo perchè sono riusciti a fare quello che volevano fare?
E poi, anche se fosse? Che problema è se sono gay? Ognuno è libero di essere quello che vuole.
Bah, ci sarebbe da ammazzarlo mio fratello.
E poi il bello è che sotto la doccia le canticchia anche lui le loro canzoni.
Pensa che non me ne sia accorta, ma non è così. *sguardo malefico*
Vabbè, dopo questo poema che vi ho scritto, vi do la brutta notizia.
DOMANI VADO IN VACANZA!
Per me è bellissimo, però c'è il piccolo problemino che non potrò pubblicare altri capitoli.
Non odiatemi D:
Ora sparisco, vado a fare le valigie.
Spero che il capitolo vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9. ***


Capitolo 9
 
 


Cher.
 



Il tintinnio del campanello appeso all’entrata mi risvegliò dal mio stato di Zombie.
Erano le cinque del pomeriggio ed io ero stata tutto il giorno a lavorare alla tavola calda, senza vedere nessuna faccia conosciuta.
Mike aveva dovuto accompagnare sua madre e suo padre a non so fare cosa in città e quindi la tavola calda era rimasta completamente nelle mie mani.
Inutile dire che ero completamente stremata e al pensiero che mancassero ancora parecchie ore di lavoro, sentivo la stanchezza assalirmi.
Alzai lo sguardo controvoglia e vidi Liam che si avvicinava sorridendo. Il mio cuore ebbe un sussulto e mi risvegliai del tutto, ricambiando prontamente il sorriso.
-Ciao.- mi salutò lui.
-Ehi.- risposi io. Mi sembravo un idiota, stavo tremando e avevo improvvisamente la gola secca.
Possibile che quel ragazzo dovesse farmi quell’effetto?
-Come va?- mi chiese. Scrollai le spalle.
-Tutto bene. Cosa ti porto?- gli chiesi. Lui scosse la testa e arrossì lievemente.
-No, io…Sono venuto qui per parlarti.- confessò, puntando il suo sguardo nel mio.
-Oh.- riuscii a balbettare. Lui annuì e sorrise.
-Quando finisci, ti va di andare a fare una passeggiata?- mi chiese tutto d’un fiato. Mi rabbuiai all’istante.
-Oh, Liam, scusa. Ma oggi non finisco. Sono da sola qui e devo rimanerci fino all’orario di chiusura.- sussurrai abbattuta.
-Ah.- sospirò. Alzai lo sguardo verso di lui e lo trovai a sorridere.
-Oh, non fa niente. Ti faccio compagnia.- si propose facendo spallucce. Io gli sorrisi.
-Ti ringrazio, ma non credo che resisterai. E’ una cosa piuttosto noiosa, soprattutto quando non c’è nessuno.- mormorai, indicando il locale quasi vuoto. C’erano solo due gruppetti di donne anziane che sorseggiavano il loro the, rimanendo per i fatti loro. Lui fece spallucce e sorrise di nuovo.
-Non importa. Troveremo qualcosa da fare.- disse. Io alzai un sopraciglio.
-Tipo?- gli chiesi. Lui scrollò le spalle e ci pensò su per un po’.
-Beh, potremmo fare…il gioco delle domande.- propose lui. Gli lanciai un’occhiata contrariata.
-Odio quel gioco.- mormorai. Lui scoppiò a ridere.
-E perché?- mi chiese. Scrollai le spalle e mi poggiai al bancone, la testa vicino alla sua, che era seduto dall’altro lato.
-Perché lo trovo incredibilmente stupido.- risposi. Lui aggrottò le sopracciglia.
-Secondo me, invece, è molto utile. A volte ti aiuta a scoprire aspetti nascosti delle persone. Certo devi saper fare le domande giuste.- rispose riflettendo. Scrollai le spalle.
-Bah. Io continuo a pensare che sia stupido.- commentai. Lui sorrise, improvvisamente malizioso.
-Io invece penso che tu abbia paura delle domande che potrei farti.- mormorò. Schioccai la lingua e lui scoppiò a ridere.
-Non credo proprio. Giochiamo.- accettai la sfida. Lui annuì e ci pensò per un po’.
-Allora…Tra te e quel Mike…Cosa c’è?- mi chiese lui frettolosamente. Io scoppiai a ridere.
-Stai scherzando?- gli chiesi. Lui scosse la testa.
-Devi rispondere.- dichiarò. Io risi ancora più forte.
-Lui è il mio migliore amico.- affermai –Il mio migliore amico gay.- continuai. Lui rimase a bocca aperta.
-Dici davvero?- chiese. Annuii con un sorriso.
-Wow. Non l’avevo capito.- sussurrò, visibilmente sollevato.
-E da quanto tempo lo conosci?- chiese. Feci un gesto con la mano, guardandolo divertita.
-No, ora tocca a me.- gli ricordai. Lui sorrise e annuì. Io mi portai una mano sul mento, riflettendo.
C’era una curiosità che mi bruciava ormai da giorni, ma avrebbe potuto essere fraintesa, non ero sicura che fargli quella domanda sarebbe stata una buona idea.
-Mmh…Andiamo per le cose leggere…- mormorai, lui annuì con enfasi –Allora…Il tuo cantante preferito?- gli chiesi. Lui sorrise.
-Leona Lewis.- rispose. Sorrisi.
-Davvero? Piace anche a me!- esclamai, sorpresa che potessimo avere qualcosa in comune.
-Ti piace il calcio?- mi chiese lui.
-Ovvio.- risposi io. Lui si illuminò.
-Il tuo film preferito?- gli chiesi io. Lui sorrise e arrossì lievemente.
-Toy story.- rispose titubante. Scoppiai a ridere.
-Sul serio?- chiesi continuando a ridere. Lui mi fece una smorfia divertita e annuì.
-Qual è stata la prima cosa che hai pensato quando mi hai visto?- chiese improvvisamente lui, interrompendo la mia risata. Deglutii e arrossii.
-Che mi piacciono i tuoi occhi.- gli risposi arrossendo violentemente. Lui strabuzzò gli occhi, non riuscendo a trattenere un sorriso.
-E perché?- chiese.
-Non ci provare, tocca a me.- gli ricordai. Lui sbruffò.
-Mmh…Qual è la cosa che più ti piace fare?- gli chiesi. Lui si illuminò.
-Cantare.- rispose sicuro. Sorrisi.
-Davvero?- gli chiesi. Ma lui ignorò la mia domanda.
-Perché ti piacciono i miei occhi?- chiese, riportando il discorso all’argomento di prima. Arrossii di nuovo e distolsi lo sguardo.
-Perché hanno lo stesso colore del cioccolato.- sussurrai –E a me piace il cioccolato.- spiegai. Lui sobbalzò ed io fui investita dalla stessa sensazione di fastidio allo stomaco che mi aveva colpita la prima volta che l’avevo visto. Scrutai i suoi occhi e vidi che anche lui era perso nei suoi pensieri.
Non riuscivo a reprimere quella sensazione, era come quando ti svegli la mattina e non riesci a ricordare il sogno che hai appena fatto.
Sai solo che era un bellissimo sogno, ma non ti ricordi nemmeno di che parla.
Una sensazione fastidiosissima.
-Ehm…Sei figlio unico?- buttai lì la prima domanda che mi venne in mente, per cercare di interrompere quel silenzio imbarazzante. Lui si riscosse dai suoi pensieri e mi scrutò attentamente, prima di aprirsi di nuovo in un sorriso.
-No, ho due sorelle. Tu?- chiese. Io scossi la testa.
-Ho una sorella più piccola.- gli risposi sorridendo. Poi presi coraggio.
-Hai…insomma sei…Sei fidanzato?- gli chiesi tutto d’un fiato, evitando il suo sguardo. Lui si irrigidì e vidi le sue mani stringersi a pugno. Non ebbi la forza di incrociare lo sguardo che sentivo fisso su di me.
-Non più.- rispose. Incrociai i suoi occhi.
-Che vuoi dire?- gli chiesi. Lui sorrise, beffardo, ma con ancora un po’ di tensione negli occhi.
-Tocca a me.- mi ricordò. Arrossii e abbozzai un sorriso, attendendo la sua domanda.
-Chi ti sta più simpatico dei ragazzi?- mi chiese –A parte me, ovvio.- continuò scherzando. Lo colpii sulla spalla e ci pensai su.
-Louis.- risposi infine. Lui si irrigidì un poco.
-Lou, e perché?- chiese. Io sorrisi.
-Perché cerchi sempre di barare? Lo sai che tocca a…- feci per dire, ma fui interrotta dalla suoneria di un cellulare. Lui sobbalzò e tirò fuori un blackberry dalla tasca dei suoi pantaloncini.
Guardò lo schermo e sbiancò, alzandosi frettolosamente.
-S-scusa, devo rispondere.- mormorò senza guardarmi, avviandosi a grandi passi verso l’uscita.
 
 



Liam.
 
 
 


Guardai lo schermo dove lampeggiava il nome di Danielle con la foto che le avevo scattato qualche settimana prima che la lasciassi.
Deglutii nervosamente, indeciso sul da farsi, mentre sentivo gli occhi di Cher puntati sulla mia schiena, mentre uscivo a grandi passi dal locale. Titubante, spinsi il tasto verde del cellulare e lo portai all’orecchio.
-Ciao.- mormorò una voce calda, dall’altro lato. Mi irrigidii, mentre un’ondata di ricordi mi travolse.
Lei sorridente mentre mi ripeteva che mi amava.
Poi lei sempre con il suo sorriso, ma tra le braccia di un altro ragazzo.
-Che vuoi?- le chiesi, mandando a fanculo la mia gentilezza.
-Parlare con te. Mi manchi.- sussurrò. Innervosito, cominciai a camminare, risalendo tutta la spiaggia e ignorando le persone che mi passavano accanto.
-Danielle, non ricominciare…- mormorai. La sentii sospirare.
-Dico sul serio, Liam. Mi manchi davvero e vorrei tornare tanto indietro per evitare di…- singhiozzò. Chiusi gli occhi.
Ormai non mi facevano più effetto le sue lacrime da coccodrillo. Non ero certo io quello che l’aveva tradita, buttandosi tra le braccia del primo che capitava.
-Potevi pensarci prima, Dan. Ora è troppo tardi.- le dissi.
-Perché?- sbottò lei –Non è troppo tardi! Non dire così, ti sto chiedendo scusa. Perdonami Liam!- urlò. Sospirai.
-Mi dispiace, non posso farlo. Un semplice ‘scusa’ non può riportare le cose a come stavano prima. Tu mi hai deluso, Dan. Mi hai spezzato il cuore. Non c’è niente che tu possa fare per rimediare.- le dissi.
-Non dire così, dammi un’altra possibilità.- supplicò. Sospirai e scossi la testa, nonostante sapevo che lei non potesse vedermi.
-Mi dispiace, Danielle. Ciao.- sussurrai, portano il dito sul tasto rosso.
-No, Liam, non riattaccare, ti prego! Vengo lì, da te, dove sei. Mi farò perdonare!- urlò, ma io le attaccai in faccia, senza risponderle.
Non avevo voglia di sentire le sue continue suppliche, tanto era inutile.
La sua occasione l’aveva avuta e l’aveva buttata al vento, facendomi così tanto male da spezzarmi il cuore.
Non avevo intenzione di soffrire di nuovo, ora che ero riuscito a dimenticarla. Con un sospiro, infilai il telefono in tasca e tornai alla realtà, pensando che avevo una conversazione in sospeso con Cher.
A pensare a lei, mi spuntò automaticamente il sorriso sul viso e mi avviai a passi svelti verso il locale.
Quando entrai, però, notai quattro ragazzi seduti al bancone, che chiacchieravano allegramente con Cher.
Sbuffai e fulminai con lo sguardo i miei amici, che sembravano sempre arrivare al momento sbagliato. Mi avvicinai a loro e Cher mi sorrise.
-Ehi, ma che fine avevi fatto?- mi chiese. I ragazzi mi fissarono e Zayn mi lanciò il suo solito sguardo malizioso. Lo ignorai e rivolsi a Cher il sorriso migliore che potessi farle.
-Una telefonata importante. Tutto risolto.- le risposi. Lei annuì e mi sorrise di nuovo.
I ragazzi ci guardavano sospettosi.
-Che c’è?- chiesi loro. Louis mi lanciò una lunga occhiata.
-Quando ci siamo svegliati dal pisolino pomeridiano non c’eri.- disse. Scrollai le spalle.
-Sono venuto a fare compagnia a Cher, visto che russavate come trattori e non sono riuscito a dormire.- tentai di giustificarmi.
-Si, proprio per quello.- sussurrò Zayn maliziosamente. Lo colpii con un calcio sullo stinco e lui mi fece una smorfia. Niall attirò l’attenzione di Cher, che ci stava fissando.
-Ehi, piccola Cher, non è che potresti darmi qualcosa da mangiare?- le chiese facendole gli occhi dolci. Scoppiammo tutti a ridere, compresa Cher.
-Ma certo, Niall. Cosa ti porto?- gli chiese. Lui si illuminò in un sorriso.
-Quello che vuoi. Basta che sia cibo.- le rispose, passandosi teatralmente una mano sullo stomaco. Cher rise di nuovo e sparì in cucina a preparare qualcosa a mister stomaco infinito.
-Ragazzi, che si fa oggi?- chiese Harry, con aria annoiata.
-Mah, io direi di finire il torneo che non abbiamo portato a termine.- disse Zayn con un lampo di sfida negli occhi.
-Cher, tu sei con noi?- urlò rivolto alla cucina. Lei sbucò fuori con un piatto in mano, che porse immediatamente a Niall.
-No, mi dispiace. Devo lavorare tutto il giorno.- rispose, con sguardo abbattuto.
-Oh.- fece Niall a bocca piena.
-Affofa neanfe io foffo giocafe.- esclamò sputacchiando qua e là. I ragazzi si scansarono da lui, disgustati.
-Niall, chiudi quella bocca.- sibilò Harry, passandosi una mano tra i capelli. Cher rise, divertita dalla scena.
-E quindi che facciamo?- chiese Zayn. Harry si stiracchiò.
-Io penso che me ne andrò in spiaggia a prendere il sole…e qualche bella ragazza.- disse ammiccando. Alzai gli occhi al cielo. Niall deglutì e mi guardò.
-Andiamo anche noi, Liam?- mi chiese. Io lanciai uno sguardo frettoloso a Cher e annuii.
-Allora vengo anch’io.- si unì Zayn, alzandosi. Niall, molto educatamente, si pulì la bocca e lo seguì, insieme ad Harry.
-Lou, tu che fai?- chiese il riccio. Lui ci pensò su un attimo, poi, tenendo lo sguardo puntato su di me, rispose.
-Io me ne rimango qui a fare compagnia a Cher. Vi raggiungo più tardi.- annunciò, continuando a guardarmi. Io scrollai le spalle e seguii i ragazzi. Poi ci pensai su e feci forse la cosa più cattiva che mi fosse mai passata per la testa, ma non riuscii a trattenermi.
-Ah, Lou.- lo richiamai. Lui si voltò verso di me, curioso.
-Si?- chiese. Sorrisi.
-Prima ha chiamato Eleanor, la tua ragazza –marcai bene la parola –Ha detto se la richiami il prima possibile.- gli dissi.
Era vero, El aveva davvero chiamato mentre lui dormiva, ma forse quello non era il momento adatto per dirglielo. Lui assottigliò lo sguardo e annuì,  mentre Cher ci osservava tranquilla.
Nessun ombra di gelosia nei suoi occhi.
Con un sorriso più luminoso del solito mi voltai e seguii i ragazzi in spiaggia, con i sensi di colpa verso Louis che mi attanagliavano lo stomaco.
Ma avevo dovuto farlo, non potevo lasciarla a lui.
 
 
 


Cher.
 
 


Quando finalmente l’ultimo cliente fu uscito dal locale, mi affrettai a sistemare le ultime cose ed uscii, con un grande sospiro di sollievo. Chiusi in fretta la porta e mi voltai.
-Ah!- lanciai un urlo spaventato, quando vidi una figura poggiata al muretto accanto a me. Sentii soffocare una risata e la figura fece un passo avanti, mostrandosi alla luce del lampione. Sospirai di sollievo e mi portai una mano sul cuore, che batteva all’impazzata.
-Liam- sussurrai –Mi ha quasi fatto venire un infarto.- gli dissi con un’occhiataccia. Lui rise.
-Scusa, non volevo spaventarti.- rispose. Scrollai le spalle e lo raggiunsi, cominciando a camminare verso casa.
-Che ci fai qui?- gli chiesi. Lui fece spallucce e mi sorrise.
-Ti stavo aspettando.- rispose solo, guardandosi le scarpe. Schioccai la lingua.
-Fino a lì c’ero arrivata da sola.- mormorai, sarcastica. Lui puntò gli occhi nei miei e mi sorrise.
Inutile dire che il mio cuore cominciò a battere talmente forte che sembrava volesse uscirmi dal petto.
-Beh, quando ho visto Lou tornare a casa ho pensato di dargli il cambio.- disse facendo spallucce –E poi è buio, non mi andava che tornassi a casa da sola.- continuò, distogliendo lo sguardo.
-Ti ringrazio, ma sono solo pochi metri, e lo faccio tutti i giorni. Non ce n’era bisogno.- gli dissi. Lui fece un gesto con la mano, allontanando le mie proteste.
-Volevo farlo, ok?- disse, con un leggero tremore nella voce. Gli sorrisi e gli sfiorai una spalla.
-Allora grazie.- gli risposi. Lui mi illuminò con un sorriso e ficcò le mani in tasca, continuando a camminare al mio fianco.
-Allora, Lou ha una ragazza.- cominciai, tanto per rompere il solito silenzio imbarazzante che si era creato. Lui si irrigidì e mi lanciò un’occhiata indecifrabile, annuendo lievemente.
-Ti dispiace?- mi chiese. Scoppiai a ridere.
-E’ per questo che gli hai detto che aveva chiamato davanti a me?- chiesi e lui distolse lo sguardo –Hai paura che a me possa piacere Louis?- continuai. Lui evitò il mio sguardo e si schiarì la gola.
-Perché, non è così?- mi chiese. Risi.
-No!- esclamai, come se fosse la cosa più ovvia. Lui finalmente incrociò il mio sguardo, con un sorriso luminoso stampato sul suo faccino dolce. Io assottigliai lo sguardo.
-Perché me lo chiedi?- gli chiesi. Lui deglutì, nervosamente, e scrollò le spalle.
-Così, perché mi era sembrato…- balbettò, tornando con lo sguardo sulle sue scarpe.
Non ci credetti nemmeno per mezzo secondo, ma decisi di lasciar perdere.
Tra di noi era calato il solito silenzio imbarazzante e continuammo così fino a che non arrivammo a casa.
-Eccoci qui.- sussurrai, fermandomi all’inizio del mio vialetto.
-Già.- mormorò lui, dondolandosi sui talloni. Gli sorrisi.
-Allora buonanotte.- dissi, e feci per girarmi. Ma lui mi afferrò un polso e mi tirò verso di se, schioccandomi un dolcissimo bacio sulla guancia. Rimasi paralizzata e arrossii fino alla punta dei capelli.
-Buonanotte.- sussurrò al mio orecchio, poi, senza dire nient’altro, né guardarmi negli occhi, si girò e  passo svelto rientrò in casa, chiudendosi la porta alle spalle. Io rimasi qualche altro minuto lì, ad osservare la porta chiusa davanti a me, sperando che per qualche motivo si riaprisse e mi beasse della vista del sorriso dolce di Liam.
Poi scossi la testa e mi ripresi, rientrando in casa.
Avevo bisogno di una bella dormita per calmarmi.
Quel ragazzo non poteva avere quell’effetto su di me, dovevo fare qualcosa.











HOLA C:
Solo una cosa:
AMATEMI!
Calcolate che, invece di aiutare mia madre a preparare le cose, visto che devo partire oggi pomeriggio, mi sono piazzata al computer, ho buttato giù un po' di idee e ho scritto questo capitolo.
Solo che non ho tempo di rileggere, quindi probabilmente ci sarà qualche errore.
E non ho neanche tempo di stare quì a commentarlo, o sparare qualche cazzata delle mie u.u
Devo scappare, prima che mia madre mi uccida sul serio.
Ringrazio frettolosamente tutte quelle che leggono e recensiscono questa Ff,
le 16 che l'hanno  messa tra le preferite,
le 3 tra le ricordate,
e le 23 tra le seguite.
GRAZIE, davvero C:
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.


Ps. Preparatevi, perchè l'idea che ho per il prossimo capitolo sarà un po' BOOOM!
Capito come? XD

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Capitolo 11
*** Capitolo 10. ***


Capitolo 10      
 
 

Liam.
 
 
 

Quella mattina decisi di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia. Era relativamente presto e i ragazzi ancora ronfavano, così uscii, respirando l’aria fresca. Fissai per qualche secondo la porta della casa di Cher, indeciso se chiamarla o no.
Ero tentato di farlo, per passare un po’ di tempo da solo con lei, sembrava come se fosse indispensabile averla accanto.
Ma poi ci ripensai, decidendo che dopo l’intera giornata di lavoro del giorno prima aveva bisogno di un po’ di riposo. Così, infilai le cuffiette e cominciai a camminare, raggiungendo presto la spiaggia.
La sera prima, ero stato tentato di rubarle un bacio, ma non sapevo cosa all’ultimo momento mi aveva fatto cambiare idea.
Forse il suo sguardo incredibilmente innocente o molto più probabilmente la paura che lei mi rifiutasse e mandasse all’aria quella specie di rapporto di amicizia che si era creato.
Avevo deciso che ci sarei andato piano, senza accelerare le cose, dopotutto avevo un’intera estate da passare con lei.
Sorrisi, raggiungendo finalmente la spiaggia e togliendomi le scarpe per bagnarmi i piedi nell’acqua gelida del mare.
-Liam!- mi sentii chiamare. Tolsi una cuffietta, dubbioso, ma non sentii niente. Mi guardai intorno e scorsi una piccola figura che si sbracciava da sopra gli scogli.
Guardai meglio e il mio cuore partì in quarta quando capii che si trattava di Cher. Sorrisi e raggiunsi gli scogli. La guardai da lì sotto e lei mi sorrise.
-Che ci fai lì?- le chiesi con un sorriso. Lei fece spallucce, gli occhi coperti dai capelli che le svolazzavano al vento.
-Mi piace stare qui su. Dai, sali! E’ uno spettacolo!- esclamò, facendomi segno di raggiungerla. Non me lo feci ripetere due volte e cominciai ad arrampicarmi, attento a dove mettevo i piedi. Quando arrivai sullo scoglio su cui era appollaiata lei, misi il piede su un punto scivoloso e le finii praticamente addosso. Lei scoppiò a ridere, poggiandomi le mani sul petto, per evitare di venire schiacciata dal mio peso.
-Scusa.- borbottai alzandomi, le guance in fiamme. Lei scosse la testa e strinse le gambe al petto, riportando lo sguardo all’orizzonte. Mi accomodai accanto a lei e feci lo stesso, spalla contro spalla.
-Come mai in giro così presto?- mi chiese, portando per un secondo lo sguardo su di me. Io le sorrisi.
-Potrei farti la stessa domanda.- le risposi. Lei alzò gli occhi al cielo e cercò di scostarsi dal viso i suoi lunghi capelli neri, spostati dal vento.
-Si, ma l’ho fatta prima io. Quindi rispondi.- mi disse, con un sorriso furbo. Sospirai.
-Non riuscivo a dormire.- le risposi, fissando la distesa blu davanti a noi.
-Come mai?- mi chiese lei, seguendo il  mio sguardo.
-Pensieri.- dissi semplicemente. Lei mi lanciò un’occhiata curiosa e poggiò delicatamente la testa sulla mia spalla, con un timido sorriso. Sobbalzai e cercai di limitare i battiti frenetici del mio cuore.
-A che pensavi?- mi chiese in un sussurro.  Deglutii sapendo che quello che stavo per dirle, avrebbe potuto rovinare all’istante quel momento di intimità che si era creato.
-A te.- le risposi, dopo un po’. La sentii sussultare ma, con mio grande sollievo, non si mosse, continuando a stringersi accanto a me. Sospirai impercettibilmente.
-A me?- chiese, con una nota di curiosità nella voce. Io annuii, con un vago sorriso.
-Si.- annuii. Lei alzò la testa verso di me, incatenandomi con i suoi occhi smeraldo, in quel momento incredibilmente più verdi che mai.
-E a cosa pensavi?- mi chiese. Fissai le sue labbra, con il cuore in gola.
-A quanto tu mi abbia sconvolto la vita.- risposi in un soffio, pentendomene all’istante. Lei arrossì e aggrottò impercettibilmente le sopracciglia.
-In senso buono, vero?- chiese. Io scoppiai a ridere, lieto che l’imbarazzo della situazione fosse già scivolato via. Mi avvicinai e le scostai i capelli dagli occhi, passandoli tra le dita.
-Certo.- affermai. Lei annuì e mi illuminò con un sorriso.
-Bene.- disse, riappoggiando la testa sulla mia spalla. Istintivamente, senza dare ascolto al mio cervello che in quel momento mi stava dando dell’idiota, passai un braccio intorno alle sue spalle e la strinsi a me. Lei sospirò e mi lasciò fare, accoccolandosi sul mio petto. Le accarezzai il braccio, lentamente, e la sentii rabbrividire.
-Posso chiederti una cosa?- domandai, decidendo di giocarmi il tutto e per tutto.
Tanto ormai mi ero fregato da solo.
-Certo.- mormorò lei ad occhi chiusi.
-Vuoi uscire con me, oggi pomeriggio?- le chiesi. Lei sorrise e mi guardò.
-Vuoi dire un appuntamento?- chiese, con un sorriso entusiasta. Io annuii, cercando di contenermi. Il suo sorriso si allargò ancora di più, ci pensò su un attimo ed ero sicuro al cento per cento che stesse per accettare, ma poi il suo sguardo si fece scuro e sospirò.
-Non sai quanto mi piacerebbe poterti dire di si.- disse, con voce frustrata.
-Allora fallo.- la incoraggiai io. Lei mi guardò dritto negli occhi incatenandomi con il verde smeraldo dei suoi.
-Non posso.- rispose sospirando. Aggrottai le sopracciglia.
-Non pensi che io possa …- cominciai dubbioso, ma lei mi bloccò all’istante, rassicurandomi con un sorriso.
-No, no. Non fraintendere, devo lavorare.- mi disse. Con un sospiro di sollievo le sorrisi.
-Ah.- riuscii a balbettare. Lei fece spallucce.
-Scusa.- disse, abbozzando un sorriso e appoggiando di nuovo la testa sulla mia spalla. La strinsi a me.
-Non fa niente, sarà per un’altra volta.- le dissi e lei annuì con convinzione.
Dopo qualche minuto di rilassante silenzio, lei si tirò su e puntò lo sguardo all’orizzonte, pensierosa.
-Posso chiederti una cosa?- le chiesi improvvisamente. Lei si voltò verso di me con un sorriso.
-Certo.- sussurrò.
-Come mai lavori così tanto? Voglio dire, sei tutti i giorni alla tavola calda, i tuoi genitori non…- cominciai.
-Io non ho i genitori.- mi interruppe, con voce leggermente tremante. Io rimasi a bocca aperta
-Oh, Cher, mi dispiace. Io…-
-No, tranquillo. Ormai ci ho fatto l’abitudine.- mi interruppe lei, con un debole sorriso ed io rimasi in silenzio ad aspettare che continuasse. Si strinse nelle spalle e si guardò le mani, strette tra loro.
-Beh, da quando mio padre è morto, quindici anni fa, mia madre ha deciso che fosse meglio dedicarsi alla sua vita, piuttosto che occuparsi delle sue figlie.- rispose, con tono amaro.
-E cos’ha fatto?- le chiesi. Lei sospirò.
-I primi tempi ci spediva a casa della nonna e lei se ne andava in giro per il mondo con il ragazzo del momento. Poi, quando ho cominciato ad essere abbastanza grande, e anche mia nonna è venuta a mancare, rimanevo a casa da sola, con mia sorella.- disse sussurrando.
-E tua madre?- le chiesi ancora.
-Mia madre se n’è sempre fregata. Jenny l’ho praticamente cresciuta io, nonostante sono solo poco più grande. Lei preferiva girare il mondo, divertirsi e poi tornare a casa ogni tanto per vedere se eravamo ancora vive.- concluse con un sospiro frustrato. Io le poggiai una mano sulla spalla, improvvisamente senza niente di adeguato da dire.
-Mi dispiace.- mormorai. Lei alzò lo sguardo verso di me  e posò la sua mano sulla mia, sorridendo debolmente.
-Ormai è passato.- sussurrò. Io annuii e le sfiorai il braccio.
-E ora lei dov’è?- le chiesi ancora. Lei scrollò le spalle.
-Da qualche parte in Europa con il suo nuovo ragazzo. Sicuramente prima o poi si rifarà vedere, ma solo per qualche giorno, sembra non sopportare l’aria di casa.- disse, soffocando un sospiro di frustrazione.
-Certe volte penso che mi odi, non c’è altro motivo. Perché mai avrebbe dovuto abbandonarci così?- chiese retoricamente, con un sorriso amaro. Scossi velocemente la testa.
-No, Cher, non pensarle nemmeno queste cose. E’ chiaro che lei non ti odia. Lei non può odiarti. Sei la persona più buona che conosca, è impossibile.- le dissi con voce sicura. Lei fece un sorrisetto.
-Tu sei troppo buono.- commentò. Io le sorrisi, carezzandole la guancia.
-Dico solo quello che vedo.- mormorai, beccandomi un suo sorriso divertito.
Dopo un po’ di tempo passato in religioso silenzio, lei sospirò e mi illuminò con un altro sorriso, eliminando tutta la malinconia di un attimo prima. Poi si alzò e mi porse la mano.
-Andiamo, devo tornare al lavoro.- mi disse. Afferrai la sua mano e mi tirai su, guardando l’orologio sorpreso che il tempo fosse passato così in fretta.
Quando ero con lei sembrava che mi dimenticassi di tutto il resto del mondo.
Con cautela la aiutai a scendere gli scogli e, quando mettemmo i piedi sulla superficie solida della spiaggia, le afferrai la mano, incurante ormai che come gesto potesse essere frainteso, e lei intrecciò le sue dita alle mie, senza guardarmi.
In silenzio, l’accompagnai fino alla tavola calda. Arrivati lì davanti, scorsi all’interno un indaffarato Mike che si muoveva tra i tavoli completamente pieni. Lei sorrise guardandolo.
-Credo proprio che sia arrivata l’ora che vada a dargli una mano.- scherzò, riportando lo sguardo su di me. Le sorrisi e lei mollò la presa.
Un senso di vuoto mi assalì lo stomaco e fui costretto a infilare la mano improvvisamente gelida in tasca, per evitare di riafferrare la sua.
-Grazie, Liam.- sussurrò, incatenandomi con lo sguardo.
-Di cosa?- le chiesi leggermente confuso. Lei mi regalò un sorriso dolce.
-Per avermi fatto compagnia e per avermi ascoltata. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno.- confessò, sollevata.
-Quando vuoi.- le dissi sorridendo.
-Sai, non prendermi per pazza, ma sento che posso fidarmi di te, che posso dirti tutto.- confessò, abbozzando un sorriso. La mia mano, ormai dotata di vita propria, sfuggì al mio controllo ed andò a sfiorare la sua guancia, soffermandosi sulla sua pelle incredibilmente morbida, come quella di un bambino.
-Mi fa piacere che pensi questo di me. Devi sempre dirmi tutto, io ci sarò sempre per te.- le assicurai. Lei sorrise, avvicinandosi impercettibilmente. Io le carezzai di nuovo la guancia e lei afferrò l’altra mia mano, stringendola con la sua.
-Anche tu mi dirai sempre tutto, senza nascondermi mai nulla?- mi chiese, con gli occhi pieni di speranza.
-Certo.- affermai con un sorriso.
-Promesso?- chiese di nuovo lei, fissandomi con i suoi grandi occhi verdi.
-Promesso.- annuii, pentendomene all’istante e rendendomi conto che già stavo infrangendo la mia promessa, nascondendole una parte importante della mia vita, forse la più importante.
Lei sorrise, sollevata e si avvicinò ancora di più a me.
Con un guizzo veloce mi stampò un bacio sulle labbra.
Non durò che una frazione di secondo, ma bastò a mandarmi il cuore in fibrillazione e a farmi tremare le gambe. Lei sorrise, arrossendo e entrò velocemente nel locale, senza dire nient’altro.
Rimasi imbambolato lì per qualche altro minuto, sicuramente con un sorriso da ebete stampato sulla faccia e, per la prima volta, mi sentii totalmente dipendente da una persona.
Ormai lei aveva assunto il controllo di me, dipendeva tutto da lei.
E non mi ero mai sentito così bene in tutta la mia vita.
                                                                                                                                           
 
 
 

Cher.
 
 



-Cheeer!- urlò mia sorella, buttandosi sul letto accanto a me. Mugugnai qualcosa e sprofondai la testa nel cuscino.
Era tardi, ed ero appena riuscita a prendere sonno dopo un’altro estenuante pomeriggio di lavoro. Il fatto che mia sorella stesse saltando sul letto per cercare di svegliarmi doveva essere solo un brutto incubo.
-Cher, Cher, Cher, svegliaaaati!- cantilenò, scuotendomi e saltando sul letto. Sbuffai e mi rigirai, trattenendo a stento l’istinto di ucciderla.
-Jen, ti prego, dimmi che non lo stai facendo per davvero.- sibilai. Lei si bloccò e riuscii ad aprire un occhio per vederla lanciare un’occhiata confusa.
-Facendo cosa?- mi chiese. Sbuffai.
-Svegliarmi nel bel mezzo della notte!- urlai. Lei sbuffò.
-Cher, sono solo le undici.- mi informò con voce calma –E poi ho una cosa troppo importante da dirti!- esclamò, ritrovando l’entusiasmo di poco prima. Sbuffai di nuovo e mi misi seduta.
All’improvviso la sensazione delle labbra morbide di Liam sulle mie mi assalì e arrossii senza neanche rendermene conto.
Ero scappata subito dopo, toppo confusa e decisamente spaventata dal fatto che lui avrebbe potuto prendermi per pazza.
Cercai di ritornare al presente, mentre Jenny si buttò accanto a me, mostrandomi il giornale che aveva tra le mani come se fosse oro.
-Che c’è?- le chiesi. Lei squittì.
-Senti qui.- mi ordinò, poi portò lo sguardo sul giornale e iniziò a leggere elettrizzata.
-Liam Payne, membro dei One Direction, avvistato insieme ad una ragazza misteriosa nella località di Weymouth. Si pensa che anche gli altri membri del gruppo siano lì. Che sia una vacanza di fuoco per le cinque direzioni?- lesse tutto a voce alta, tra urletti e squittii, ma io ascoltai poco e niente.
Appena Jenny aveva associato quel nome familiare al nome della sua band preferita, il mio cervello era andato in standby.
-Cher, ti rendi conto?! Loro sono qui!- urlò. Io mi riscossi, cercando di togliermi dalla testa il sorriso dolce di Liam che non mi permetteva di pensare lucidamente.
-Jen, Jen, ascoltami.- sussurrai, posandole le mani sulle spalle, cercando di calmarla.
-Come hai detto che si chiama questo tizio?- le chiesi, con il cuore che batteva a mille.
-Liam, perché?- mi chiese confusa. Chiusi gli occhi e sospirai.
-Ti prego, dimmi che non è quello che penso.- mormorai tra me e me.
-Jen, come si chiamano gli altri ragazzi di questa band?- le chiesi. Lei sorrise, entusiasta del fatto che finalmente mi interessavo a loro, mentre il mio cuore stava impazzendo.
-Louis, Harry, Zayn e Niall. Perché?- mi chiese ancora.
Fu come se il mondo mi crollasse addosso.
-Non ci posso credere.- sussurrai.
-Cher, mi stai facendo preoccupare. Che succede?- mi chiese Jenny. La guardai, senza vederla veramente, e sospirai di nuovo, giocandomi il tutto e per tutto.
-Jenny, posso vedere una loro foto?- le chiesi. Lei mi illuminò con un sorriso.
-Certo!- esclamò, porgendomi il suo cellulare. Spinsi un tasto a caso e lo schermo si illuminò, mandando in frantumi tutte le mie sicurezze.
Sullo schermo, c’erano cinque ragazzi sorridenti più belli che mai.
Cinque ragazzi che ormai conoscevo bene.
Tra cui uno di loro spiccava, alla sinistra dello schermo, con un sorriso dolce stampato sul viso.
Quel ragazzo dall’aria incredibilmente innocente.
Quel ragazzo che, non so come, avevo trovato il coraggio di baciare solo poche ore prima.
Quel ragazzo che mi aveva mentito spudoratamente.
-Sono belli, vero?- mi chiese, gongolante. Annuii distrattamente e mi alzai, con un groppo in gola.
Mi ero fidata di lui, quel pomeriggio, e lui mi aveva assicurato che mi avrebbe sempre detto tutto.
Stronzate.
Mi aveva sempre mentito, fin da quando ci eravamo conosciuti.
Ricacciai giù le lacrime che tentavano prepotenti di uscire.
-Dove vai?- mi chiese Jenny. La guardai per un attimo.
-Tu resta qui e non muoverti. Torno tra cinque minuti.- le dissi con voce seria. Lei annuì, portando lo sguardo sulla tv, accendendola e ignorando la mia aria nervosa.
Io, incurante di essere praticamente in pigiama e quindi mezza nuda, afferrai il giornale di mia sorella, dove spiccava una loro foto, e mi diressi a passo svelto verso la porta di fronte a quella di casa mia.
Bussai pesantemente alla porta, finchè questa non si aprì, mostrando un Louis più che sorridente e sorpreso di vedermi.
-Ehi, Cher. Cosa ci fai…- fece per dire. Io lo ignorai, superandolo e piazzandomi davanti a Liam, che stava passando di lì proprio in quel momento.
Lui mi sorrise e fece per dire qualcosa, ma io lo bloccai, mettendogli davanti agli occhi quella pagina di giornale che mi aveva decisamente sconvolto la giornata. Lui rimase a bocca aperta e mi lanciò uno sguardo colpevole.
-Cosa significa questo?- gli chiesi, cercando di rimanere calma.
-Cher, io te l’avrei detto…- mormorò.
-Ah, si? E allora perché non l’hai fatto?- gli chiesi, alzando il tono di voce. Lui abbassò lo sguardo.
-Cosa succede?- chiese Zayn, entrando nella stanza seguito dalle altre due direzioni.
Sbattei in faccia anche a lui la pagina del giornale, ormai completamente furiosa.
-Succede che voi siete cinque fottute persone famose, e non me l’avete detto!- urlai, fulminandoli tutti con lo sguardo.
-Io pensavo lo sapessi.- replicò Zayn, tranquillamente. Diventai rossa dalla rabbia.
-Beh, invece no!- urlai di nuovo. Niall si avvicinò, cercando di calmarmi con lo sguardo.
-Cher, calmati. Perché te la stai prendendo tanto?- mi chiese, con i suoi occhi da cucciolo, che stranamente riuscirono a calmarmi un poco.
-Me la sto prendendo perché mi avete nascosto questo!- gli dissi, indicando il loro nome scritto in bella vista sulla pagina del giornale. Harry fece spallucce.
-E allora? Siamo una band famosa, in teoria dovremmo essere noi arrabbiati con te perché non ci conosci.- rispose tranquillamente. Lo incenerii con lo sguardo.
-Non sono io quella che ha tenuto nascosta la sua identità ai suoi amici!- gli urlai contro. Lui fece un gesto annoiato con la mano.
-Beh, ora lo sai. Non c’è bisogno di fare tante storie.- mormorò ancora. Liam gli diede una gomitata che lo zittì. Spostai lo sguardo su di lui, delusa.
-Non ci credo che tu mi abbia tenuto nascosta una cosa del genere.- gli sussurrai. Lui mi guardò implorante.
-Cher…- mormorò. Abbassai lo sguardo e scossi la testa, con una risata amara.
-Avevi detto che mi potevo fidare di te…- mormorai. Lui fece un passo avanti, ma io mi voltai di scatto e raggiunsi la porta. Louis mi afferrò per un polso e mi trattenne.
-Cher, aspetta…- mormorò. Sciolsi la sua presa e li guardai male per un ultima volta.
-Lasciatemi in pace. Non vi voglio più vedere.- sibilai, prima di correre verso casa e sbattermi la porta alle spalle.







HOLA C:
Ok, dovete amare mia cugina e il suo pc che sta tenendo la connessione in un modo fantastico.
Fate un bell'applauso! :D
*clap clap*
Bene, bene.
Non so quanto BOOOM vi aspettavate, spero di non avervi deluso u.u
Oggi sono di poche parole perchè sono al maaaaare e ho appena adocchiato un bel ragazzuolo (?) che sta girando quì intorno. ^^
Quindi scappo e vado a rifarmi gli occhi, sempre mantenendomi nei confini della fedeltà.
Altrimenti i miei cinque ragazzi diventano gelosi (?)
HAHAHA.
Sto messa male, lo so u.u
Bien, spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11. ***


Capitolo 11
 
 

Cher.
 
 
 

Quando il Campanello suonò, segno che un altro cliente era entrato, non alzai nemmeno lo sguardo dai bicchieri che stavo sistemando, troppo stanca anche per fare un minimo movimento con la testa.
La sera prima, dopo quella specie di sfuriata che avevo fatto ai ragazzi, mi ero buttata a letto, senza riuscire a prendere sonno.
Ero decisamente incredula e mi sentivo un idiota.
Loro erano una delle band più famose del momento, anche mia sorella ne andava pazza, ed io non li avevo riconosciuti.
Ma la cosa che mi aveva fatta più innervosire era il fatto che Liam mi avesse mentito.
Gli avevo raccontato praticamente tutta la mia vita e lui aveva omesso la parte più importante della sua, senza motivo.
Non riuscivo a capire perché l’avesse fatto e, l’unica cosa che mi veniva da pensare, era che non si fidava abbastanza di me.
Forse aveva paura che lo sarei andato a gridare ai quattro venti, rovinandogli l’idea di passare una vacanza in pace, senza ondate di fan che gli invadevano il vialetto di casa.
Ma a fare questo ci avevano pensato i giornali, pubblicando quell’articolo su Liam Payne e la ragazza misteriosa, che poi ero io.
Non mi sarei stupita se nel giro di pochi giorni il mio paesino sperduto si fosse riempito di ragazzine urlanti, alias Directioner, alla ricerca dei loro One Direction.
-Buongiorno!- disse Mike, accogliendo il nuovo cliente al posto mio.
-Ciao, amico.- rispose una voce allegra, più che familiare. Alzai gli occhi appena in tempo per vedere Niall rivolgere un sorriso luminoso al mio amico per poi sedersi al bancone, proprio di fronte a me. Distolsi subito lo sguardo, trovando incredibilmente interessanti le venature del legno del bancone. Mike si schiarì la gola, nascondendo una risata.
-Bene, io ho da fare in cucina. Cher, ci pensi tu?- mi chiese.
Ovviamente lui sapeva tutto, avevo passato praticamente tutta la mattinata a sfogarmi con lui.
E il bello era che anche lui sapeva chi erano, ma non me l’aveva detto.
Lo fulminai con lo sguardo, senza rivolgergli la parola, promessa che mi ero fatta dopo aver scoperto che anche lui mi aveva mentito.
Sembrava che a tutti piacesse nascondermi la verità.
‘Cosa facciamo oggi?’
‘Mah, andiamo a raccontare qualche bugia  a Cher.’
Mike mi fece un sorrisetto e sparì in cucina, sicuro che prima o poi l’avrei perdonato. Tanto, come diceva lui, io non riuscivo a tenere il muso a nessuno, soprattutto se si trattava del mio migliore amico.
Niall si schiarì la gola e io gli lanciai uno sguardo veloce.
-Ciao, Cher.- esordì, con la sua solita voce allegra. Borbottai qualcosa, evitando il suo sguardo fisso sul mio viso.
-Sei ancora arrabbiata?- chiese. Lo guardai negli occhi, incredibilmente dolci e azzurri.
-Cosa, hanno mandato te perché hai la faccia da cucciolo? Ce l’ho anche con te, Niall.- gli dissi, cercando di rimanere fredda. Lui sbuffò.
-Mi dispiace, Cher. Davvero, non te l’ho nascosto di mia volontà, non mi era sembrato importante. E neanche ai ragazzi. Davvero, non volevamo mentirti.- disse, cercando di sembrare convincente. Alzai gli occhi al cielo.
-Certo, non ti era sembrato importante! Ma ti rendi conto?! Non mi hai detto praticamente la cosa più importante di te!- esclamai. Lui scrollò le spalle.
-Non è la cosa più importante di me. E’ solo il mio lavoro, una cosa che amo fare, si, ma io sono Niall. Non uno dei One Direction. E noi non te l’abbiamo detto probabilmente perché volevamo che tu ci conoscessi per quello che siamo.- mormorò. Trattenni a stento un sorriso intenerito.
Solo in quel momento mi resi conto che forse la mia reazione era stata esagerata, che potevo permettere loro di spiegarsi, prima di urlargli contro e arrabbiarmi. A lui non sfuggì il mio sguardo di resa e si illuminò in un sorriso.
-Dai, Cher, dacci un’altra possibilità. Non siamo così male, lo sai anche tu!- esclamò, lanciandomi un’occhiata speranzosa. Io scrollai le spalle, restando sulle mie.
-Non lo so. Io…io mi sono fidata di voi, e voi mi avete mentito per tutto il tempo!- esclamai, cercando un appiglio per restare offesa, testarda fino alla fine. Lui sorrise e mi costrinse a guardarlo poggiandomi un dito sotto al mento.
-Dai, lo sappiamo tutti e due che non puoi resistere…- mormorò, sbattendo più volte le ciglia. Lo spinsi via, senza riuscire a trattenere un sorriso divertito. Lui lo vide e batté le mani, con un gran sorriso.
-Ah-ah! Hai sorriso, è andata!- esclamò indicandomi. Alzai gli occhi al cielo e feci per ribattere, ma la voce di Tom che mi chiamava dalla cucina mi interruppe.
-Devo andare. E non correre dai tuoi amici tutto contento. Io non ho perdonato nessuno.- ribadii, prima di scappare in cucina.
Era un comportamento da idiota testarda, ma ero così, non ci potevo fare niente.
 
 
 
Sentii un baccano provenire da fuori e mi alzai dal divano per affacciarmi alla finestra in salone. Nel vialetto di fronte al mio, un gruppetto di ragazzine urlanti aveva messo le tende, aspettando che uno dei loro amati One Direction si affacciasse.
Al buio potevo scorgere tutti i cartelloni che avevano preparato, con i loro nomi scritti sopra, le magliette che indossavano, tutte con la stessa foto, e i loro visi speranzosi che si sporgevano e si attaccavano alle finestre per cercare di vedere qualcosa.
Un sorrisetto diabolico mi balenò sul viso.
Probabilmente si saranno tappati in casa terrorizzati.Pensai e con soddisfazione richiusi la tendina e accesi la tv, cercando qualcosa di decente da guardare.
Dopo qualche minuto sentii bussare alla porta insistentemente.
Ma non alla porta principale, quella sul retro.
Che cosa strana.
Titubante mi avvicinai alla porta e la socchiusi, affacciandomi e ritrovandomi davanti due magnetici occhi verdi splendenti.
-Ciao, Ragazza Arrabbiata!- mi salutò Harry con un gran sorriso. Alzai  gli occhi al cielo e aprii del tutto la porta, guardando i cinque ragazzi di fronte a me che mi fissavano con occhi speranzosi.
-Che volete?- chiesi loro, già immaginando quale sarebbe stata la loro richiesta. I ragazzi mi sorrisero, tutti contemporaneamente. Ma prese la parola il riccio, quello più sfacciato.
-Vedi, se ti affacci alla finestra…- cominciò. Lo interruppi.
-Ho visto. C’è un gruppo di ragazzine appostate davanti la vostra porta. E allora?- gli chiesi con voce monocorde. Lui mi sorrise, mostrando le fossette.
-Potrestiospitarcifinoachenonsenevanno?- mi chiese tutto d’un fiato, velocemente, sperando che non capissi bene.
Ma io era piuttosto abituata a quel genere di richieste.
Mia sorella faceva sempre così, e avevo imparato ad analizzare ogni singola parola che sentivo.
Feci un sorrisetto.
-Scordatelo.- gli dissi, prima di sbattergli la porta in faccia. Qualcuno si attaccò al campanello.
Soffocai un grido di frustrazione.
-Dai, Cher!- urlò la voce di Louis, mentre quel dannato dito continuava a premere sul campanello.
Cercai di ignorarlo e feci per alzare il volume della tv, quando sentii il rumore di spinte e qualcuno borbottare.
-Sei sempre il solito. Togliti di mezzo.- sentii mormorare. Curiosa, tolsi il volume alla tv e aspettai.
-Cheryl.- esordì una voce dal timbro dolce.
Liam.
-Lo so che in questo momento ce l’hai con noi perché ti abbiamo mentito. Però, per favore.- mi pregò.
Già cominciavo a cedere e feci un passo verso la porta.
Ero totalmente in balia delle sensazioni che provavo solo a sentire la sua voce, dovevo darmi una regolata.
-Staremo buoni, come se non ci fossimo neanche. Non darci in pasto alle fan scatenate. Appena se ne andranno spariremo e non ti daremo più fastidio, promesso.- continuò sempre con la sua voce dolce e convincente.
Alzai gli occhi al cielo, sapendo che mi sarei pentita amaramente per quello che stavo per fare.
Con uno sbruffo aprii la porta e mi trovai davanti il sorriso entusiasta dei ragazzi. Alzai di nuovo gli occhi al cielo.
-Va bene. Ma appena se ne vanno, sloggiate. E non fate casino, mia sorella sta dormendo.- mi raccomandai e i ragazzi annuirono, mentre mi sfilavano accanto. Niall mi abbracciò velocemente, sorprendendomi.
-Grazie, Cher. Lo sapevo che prima o poi ci avresti perdonati!- esclamò scoppiando a ridere. Al suono della risata contagiosa del biondino, non riuscii a trattenere un sorriso.
-Io non ho ancora perdonato nessuno.- borbottai. Il biondino mi fece l’occhiolino e seguì gli altri, che si erano già accomodati, invadendo il mio salotto.
-Grazie davvero, Cher.- mi disse Liam riconoscente. Io, davanti a tutta quella serietà, feci spallucce e arrossii, imbarazzata.
Cercai di non pensare a quello che era successo il giorno prima e distolsi lo sguardo dalle sue labbra, per evitare di cascarci di nuovo.
Raggiunsi i ragazzi, seguita da Liam che mi camminava a pochi centimetri di distanza e potevo sentirne il respiro sul collo. Deglutii, improvvisamente tesa, e cercai di concentrarmi sugli altri, che ormai avevano preso possesso del divano e di conseguenza della mia tv.
-Harry, togli quei piedi dal mio divano.- sibilai. Harry sbruffò e si beccò una pacca sulla testa da Zayn. Lo fulminò con lo sguardo e tirò i piedi giù lentamente.
-Fai il bravo.- lo ammonì il moro. Il riccio annuì e sbruffò di nuovo, continuando a cambiare canale.
-Ehm, Cher…- cominciò Louis. Lo guardai di sottecchi e lui mi sorrise.
-Mi dispiace, davvero, di non averti detto tutta la verità.- cominciò. Io incrociai le braccia al petto, aspettando che continuasse. Lui fece gli occhi dolci e allargò le braccia, in cerca di un abbraccio. Io alzai un sopracciglio.
-Però non posso pensare che tu ce l’hai con me e non mi parli. Per favore, facciamo pace?- mi chiese, sbattendo le sue lunghe ciglia. Sbuffai e mi avvicinai, lasciandomi stringere tra le sue braccia. Gli altri ragazzi fecero un urletto entusiasta e si unirono al nostro abbraccio.
-Idioti, c’è mia sorella che dorme!- sibilai, sciogliendo l’abbraccio e fulminandoli con lo sguardo.
-Quindi ci hai perdonati?- chiese Niall, saltellando sul posto con un gran sorriso. Scoppiai a ridere.
-Si, ma niente più bugie.- mi raccomandai, con sguardo serio. I ragazzi annuirono tutti sorridendo e poi ritornando ad interessarsi ad altre cose. Sospirai, passandomi una mano tra i capelli, quando sentii un respiro caldo al mio orecchio.
-Dobbiamo parlare.- sussurrò Liam con voce calda. Deglutii, ignorando il battito accelerato del mio cuore e annuii. Lui mi prese la mano e fece per trascinarmi in cucina, quando sentii dei passi strascicati provenire dalle scale e mi voltai di scatto.
Mia sorella stava scendendo lentamente, stropicciandosi gli occhi.
Sobbalzai, consapevole di quello che sarebbe successo di lì a poco.
-Cher, ma che cos’è questo casi…- si bloccò e spalancò gli occhi, quando notò cos’era stata la causa del suo brusco risveglio.
La vidi impallidire per un secondo, mentre li fissava uno ad uno.
-Oh. Mio. Dio.- sussurrò, quando i ragazzi si aprirono tutti in un sorriso.
-Oh mio Dio, ci sono i One Direction nel mio salotto!- strillò, con un acuto che avrebbero sentito nel raggio di chilometri. Louis schizzò in piedi e le tappò la bocca con la mano.
-Non urlare, o ci scopriranno.- la implorò. Gli occhi di Jenny si aprirono ancora di più, mentre cominciavano a tremarle le mani. Annuì debolmente e Louis la lasciò andare.
-Oh, mio Dio. Non ci posso credere.- sussurrò, portandosi le mani davanti alla bocca, continuando a fissarli uno ad uno. Lasciai immediatamente la mano di Liam e mi avvicinai a lei posandole una mano sulla spalla.
-Stai bene?- gli chiesi. Lei mi lanciò uno sguardo stralunato.
-Sto bene? Mi chiedi se sto bene!? Mi sveglio nel bel mezzo della notte e trovo i miei idoli nel mio salotto! Ti prego, dammi un pizzicotto e dimmi che non sto sognando.- sussurrò ancora. Louis le diede un pizzicotto sul braccio.
-Ahi!- protestò lei, sobbalzando. Louis la guardò innocentemente, allargando le braccia.
-L’hai detto tu di farlo.- si giustificò. Lei lo guardò con occhi meravigliati, massaggiandosi il braccio. Io scossi la testa e riportai la sua attenzione su di me.
-Jen, non andare fuori di testa. Sono davvero loro e sono davvero nel nostro salotto. Ma sono ragazzi normali.- le dissi. Lei mi guardò.
-Tu li conosci.- mi accusò. Io annuii e lei sbarrò gli occhi.
-E come diavolo hai fatto?- mi chiese. Io scrollai le spalle.
-Hai presente quegli amici con cui sono uscita negli ultimi giorni?- le chiesi. Lei annuì.
-Ecco, erano loro.- confessai. Lei li guardò di nuovo, come se fossero alieni, e scosse la testa.
-Non ci credo. Tu sei amica loro e non mi hai detto niente!?- strillò di nuovo, diventando tutta rossa. Sospirai.
-Non sapevo che loro erano i tuoi amati One Direction. Te l’avrei detto.- le dissi. Lei mi guardò ancora per qualche secondo, poi decise di passarci sopra, riservandosi le urla e le accuse per quando saremmo rimaste sole.
Si girò verso di loro, che ci scrutavano in silenzio e sorrise, dandomi una gomitata sulle costole.
-Almeno presentami.- sibilò tra i denti.
-Oh, giusto!- esclamai –Ragazzi, lei è mia sorella Jenny. Come avrete capito è una vostra grandissima fan.- spiegai, beccandomi un’altra gomitata su un fianco. I ragazzi sorrisero tutti, divertiti, e Harry fece segno a Jenny di sedersi accanto a lui. Lo fulminai con lo sguardo, ma lui non se ne accorse, troppo concentrato sulla sua nuova preda.
Non mi preoccupai tanto, Jenny era un osso duro come me, però non ero sicura che sarebbe potuta resistere al sorriso che il riccio le stava rivolgendo.
Sentii una mano afferrare la mia e mi voltai verso Liam che, con sguardo serio, intrecciò le dita alle mie, tirandomi un poco. Annuii e con uno sguardo furtivo verso i ragazzi, che non si accorsero per niente di noi, troppo interessati alla loro piccola fan, trascinai Liam in cucina, chiudendomi la porta alle spalle. Lui si appoggiò alla credenza e incrociò le braccia. Io lo raggiunsi, a sguardo basso e mi misi accanto a lui, percependo all’istante l’elettricità che c’era tra di noi e che mi costringeva quasi a stringermi a lui. Intrecciai le mani tra di loro, per evitare di toccarlo.
-Devo chiederti scusa.- cominciò. Io alzai gli occhi verso di lui, che si stava guardando le scarpe.
-Mi dispiace, tu mi hai detto praticamente tutto di te, mentre io sono stato sleale, nascondendoti una parte importante della mia vita. Mi dispiace, davvero.- continuò. Io scossi la testa.
-Non importa, ora lo so.- risposi facendo spallucce. Lui si spostò ancora di più accanto a me e mi afferrò il mento con la mano, costringendomi a perdermi nei suoi occhi dolci.
-No, ci tengo a scusarmi per bene. Non voglio che tu perda la fiducia in me. Ti giuro che non ti mentirò più.- disse con convinzione. Io rimasi imbambolata ad osservare i suoi occhi per qualche secondo, poi annuii distrattamente, dischiudendo le labbra e desiderando con tutta me stessa che lui annullasse la poca distanza che c’era tra di noi. Lui sorrise debolmente e socchiuse gli occhi.
Mi preparai a gustare il sapore delle sue labbra sulle mie e il mio cuore accelerò improvvisamente, quasi volesse uscirmi dal petto per gridare tutto quello che provavo in quel momento.
 
 
 


Liam.

 
 



Le sue labbra si erano dischiuse pericolosamente, in una richiesta muta, e io non me l’ero fatto ripetere due volte. La mia mano stretta a sfiorare la sua guancia morbida e le mie labbra ad un soffio dalle sue.
Solo Dio sa quali erano le mie sensazioni in quel momento.
Era un turbinio di sentimenti, non sapevo definire come mi sentivo in quel momento, riuscivo solo a distinguere il bruciante desiderio di annullare la distanza tra di noi una volta per tutte.
-Ehi, Cher, c’è qualcosa da mangiare? Di là c’è Niall che sta per divorare…il…divano…- la voce di Zayn si affievolì, mentre entrava di corsa in cucina e ci sorprendeva vicini, molto vicini.
Sobbalzai e lei si allontanò di scatto da me, arrossendo visibilmente.
Le sue guance si colorarono di un rosa scuro e in quel momento mi sembrò talmente bella che rischiai di afferrarla e stringerla a me all’istante.
Mi passai una mano tra i capelli e fulminai Zayn con un’occhiata, mentre lei si schiariva la gola, nervosamente. Zayn mi lanciò un’occhiata maliziosa.
-Cosa…cosa dicevi?- balbettò. Lui fece un sorrisetto e indicò la porta che conduceva al salone alle sue spalle.
-A Niall è preso il suo solito attacco di fame. Rischia di mangiare un tuo cuscino, o direttamente le dita di qualcuno nell’altra stanza.- mormorò divertito –Non è che hai qualcosa di commestibile per placare il suo stomaco?- le chiese.
-Oh, si, certo.- balbettò, aprendo sportelli a caso, fino a trovare qualche pacco di patatine, o merendine che gli porse immediatamente. Zayn ci fece un altro sorrisetto e fece per andarsene, lasciandoci di nuovo soli. Poi però, sulla porta, sbucò Louis con un gran sorriso. Alzai gli occhi al cielo, senza farmi vedere, e capii che ormai era sfumata via la mia occasione.
-Dio, Cher, tua sorella è troppo forte! Perché non ce l’hai presentata prima?- esclamò con la sua solita voce allegra. Cher si aprì in un bellissimo sorriso.
-Perché lei è solo mia.- gli disse facendo una smorfia. Louis rise, divertito.
-Oh, non credo che dopo stasera lo sarà più. Sembra che il nostro Hazza l’abbia puntata…- mormorò maliziosamente. Cher si irrigidì e a passo svelto si affacciò dalla porta della cucina, osservando la scena. Mi avvicinai anch’io e notai Harry e Jenny chiacchierare fitto fitto, seduti vicini sul divano, mentre Niall li ignorava bellamente, troppo occupato a guardare un programma di cucina in tv.
I due sembravano divertirsi e la ragazzina somigliava talmente tanto a Cher che a volte faceva le sue stesse espressioni e per un secondo potei notare i suoi occhi brillare davanti al sorriso di Harry, proprio come quelli di Cher brillavano quando era con me.
La cosa ovviamente non sfuggì a Cher che, a bocca aperta, lanciò un’occhiataccia da lontano al riccio, che non si accorse di niente, e li raggiunse sul divano, facendosi spazio tra di loro con espressione frustrata. Louis scoppiò a ridere di gusto, insieme a Zayn, mentre io la guardavo divertito.
Jenny la fulminò con lo sguardo, mentre Harry si allontanava alzando gli occhi al cielo. Lei incrociò le braccia al petto, imperterrita, e ignorò la sorella che la stava letteralmente uccidendo con lo sguardo.
Lentamente mi avvicinai e mi lasciai cadere su una poltrona accanto a loro, mentre Niall cominciava ad affondare i denti nelle merendine che gli aveva appena passato Zayn.
Dopo un po’ che rimasero tutti in silenzio, Harry bisbigliò qualcosa all’orecchio di Louis, che annuì divertito e si alzò, andando verso Cher.
-Ehi, amica, non è che mi diresti dov’è il bagno?- le chiese, con sguardo eloquente.
Cher lo fulminò con lo sguardo e lanciò una breve occhiata a Jenny, che le pizzicò un fianco.
Ci pensò su un attimo e poi si alzò, facendo di nuovo unire i due nuovi ‘piccioncini’, anche se non credevo che fosse davvero così, conoscendo Harry.
Probabilmente era solo interessato a fare nuove conoscenze, e poi era troppo piccola anche per un pervertito come lui.
-Ehi, Jen. Non pensi sia ora di andare a dormire?- chiese alla sorella, indicandole l’orologio, che segnava l’una passata. Il viso di Jenny si fece rosso di rabbia.
-Non ho sonno.- sibilò.
-Io invece si.- mormorò Niall con uno sbadiglio, dopo essersi spolverato tutte le cose da mangiare. –Dove dormiamo noi?- chiese. Cher spalancò un poco gli occhi.
-A casa vostra.- rispose come se fosse la cosa più ovvia. Zayn scosse la testa.
-Non se ne parla. Io non esco da questa casa finché il vialetto non si libera. E in questo momento è ancora pieno di nostre fan, quindi significa che noi dobbiamo rimanere a dormire qui.- disse, incurante che Cher avrebbe potuto benissimo buttarci fuori di casa.
Ma sembrava essere convinto che lei non l’avrebbe mai fatto, probabilmente la conosceva meglio di quanto credevo. Lei sospirò arrendendosi.
-Bene. Allora due di voi possono dormire qui, il divano si apre.- spiegò -La prima porta a sinistra è la camera degli ospiti, arrangiatevi. Ah, Lou, il bagno è in fondo a destra. Fai con comodo.- continuò, con un sorrisetto, senza perdere di vista Harry.
Sembrava dannatamente gelosa della sorella e quella cosa me la fece adorare ancora di più.
Piano piano cominciavo a scoprire vari lati del suo carattere e più andavo avanti, più capivo che cominciava a piacermi in modo esagerato.
-Bene, allora io vado a dormire. Jen, finirai di parlare con il tuo principe domani, ora è tardi.- disse. La ragazzina con uno sbuffo si alzò e la raggiunse, affiancandola mentre si avviava verso le scale.
-Buonanotte, ragazzi.- ci disse, con un sorriso assonnato.
-Buonanotte.- mormorarono tutti all’unisono.
Harry e Louis si diressero immediatamente nella camera degli ospiti, mentre Zayn e Niall si sdraiavano sul divano stiracchiandosi.
Io, seduto sulla poltrona, aspettai in silenzio il tempo che si addormentassero.
Poi, in punta di piedi, salii le scale e mi avvicinai davanti alla porta chiusa dietro la quale era sparita Cher pochi minuti prima.
Titubante, bussai leggermente, attendendo il suo timido ‘avanti’ che non tardò ad arrivare.
 
 








HOLA C:
Soooo, dovete continuare ad amare mia cugina e il mare che in questi giorni mi sta facendo venire una marea (appunto) di ispirazione :DD
No, davvero, non ho mai avuto così tanta voglia di scrivere ^^
Attente, perchè potrei bombardarvi di capitoli da un momento all'altro (?)
E' il sole che mi sta dando alla testa, di solito non sono così pazza.
*continua ad esserne convinta*
Ok,ok, passiamo al capitolo.
JENNY LI HA BECCATI!
Oh, yeah!
Finalmente li ha conosciuti e forse succederà qualcosa con uno di loro...mmh...
No, basta parlare.
Ora scappo al mare a cercare di ritrovare quel ragazzuolo che sembra sparito dalla circolazione.
Che sia scappato vedendomi? O.o
Bah.
Probabile.
Bien, spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.


Ps. Non è che sareste così gentili da passare a dare un'occhiata alla Ff della mia amica?
Su, su! Fate le buone bimbe (?) C:
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1151032

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Capitolo 13
*** Capitolo 12. ***


Capitolo 12.
 
 

Cher.
 
 


Mi ero appena messa sotto le coperte, quando sentii bussare alla porta. Con il cuore in gola sussurrai un ‘avanti’ che quasi faticai a sentire anch’io. La porta si socchiuse lentamente e, titubante, sbucò la testa di Liam, che mi sorrise dolcemente.
-Posso entrare?- chiese sussurrando. Il mio cuore perse un colpo e mi ritrovai ad annuire, completamente senza fiato. Lui aprì ancora di più la porta ed entrò, richiudendosela alle spalle. Io mi tirai un poco su, mettendomi seduta sul letto e coprendomi bene con il lenzuolo. Lui mi fissò per qualche secondo, arco di tempo in cui il mio cuore impazzì letteralmente, poi si aprì in un timido sorriso, che cercai di ricambiare al volo.
-Ti ho svegliata?- mi chiese, rimanendo appoggiato alla porta, con le mani dietro di se. Io scossi la testa meccanicamente.
-No, mi sono appena messa giù.- sussurrai. Lui annuì, rimanendo fermo per qualche altro secondo.
Era come se fosse indeciso sul da farsi.
Io certo non potevo aiutarlo, era venuto lui da me e non avevo la più pallida idea di cosa volesse fare.
Dopo un po’ si schiarì la gola e si passò una mano tra i capelli, nervoso.
-Ti va di parlare un po’?- mi chiese. Annuii e gli feci segno di avvicinarsi. Lui deglutì e fece qualche passo avanti lentamente, fermandosi al bordo del letto. Gli lanciai uno sguardo incoraggiante.
-Puoi sederti, Liam, non mordo.- gli dissi, cercando di alleggerire la tensione che era nell’aria. Gli scappò un sorriso e si mise seduto all’angolo del letto, poggiando le braccia sulle gambe con un sospiro.
-Che c’è?- gli chiesi avvicinandomi a lui e sfiorandogli una spalla. Lui si irrigidì ed io allontanai subito la mano, tornando al mio posto. Strinsi le gambe tra le braccia e poggiai la schiena al muro, aspettando che parlasse. Con un altro sospiro si avvicinò a me e prese la mia stessa posizione, spalla contro spalla.
-Devo dirti una cosa.- bisbigliò, evitando il mio sguardo.
-Cosa?- gli chiesi. Lui si fece ancora più vicino, facendo aumentare i battiti ormai incontrollati del mio cuore. Prese fiato.
-Non ci riesco.- si arrese sbruffando. Aggrottai le sopracciglia e mi scappò un sorriso a vederlo così impacciato.
-Provaci.- cercai di spronarlo. Lui mi lanciò uno sguardo veloce e potei giurare, anche se solo con la luce pallida della luna, di vederlo arrossire per un secondo. Titubante, mi afferrò una mano e cominciò a giocarci, fissandola.
Al contatto, una scossa di calore schizzò su dal braccio per terminare con una fitta nello stomaco. Arrossii e fissai anch’io le nostre dita intrecciate.
-Vorrei riuscire a spiegarti quello che mi sta passando per la testa, davvero, ma non ci riesco.- bisbigliò con un sospiro frustrato.
-Perchè?- gli chiesi. Lui trattenne il respiro per qualche secondo, poi sbuffò di nuovo, inchiodandomi con i suoi occhi dolci.
-Perché tu non puoi nemmeno immaginare l’effetto che mi stai facendo in questo momento.- sussurrò, facendosi più vicino. I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza e mi accorsi che avevo smesso di respirare. Avvicinò la mia mano stretta nella sua al petto e la poggiò sul suo cuore. Sotto le dita, potevo quasi sentire le sue pulsazioni accelerate. Incrociai il suo sguardo e lui fece un timido sorriso.
-Lo senti? Non batteva così forte da tempo.- confessò, arrossendo lievemente. Il mio cuore perse un battito ed io rimasi completamente senza parole.
Non ero abituata a confessioni del genere, né tantomeno a trovarmi in una camera da letto, al buio e da sola con un ragazzo.
Un ragazzo che da quando avevo conosciuto aveva scatenato in me strane sensazioni.
Un ragazzo per il quale cominciavo a provare sentimenti a me sconosciuti, mai provati prima.
-Liam…- cominciai nervosa, bloccandomi all’istante. Lui sorrise, avvicinandosi sempre di più.
Socchiuse gli occhi e sfiorò delicatamente le mie labbra con le sue.
Un brivido di piacere mi risalì la schiena e lui mi strinse tra le sue braccia, facendomi sdraiare sul letto e spostandosi sopra di me.
Un calore improvviso mi invase il corpo e le famose farfalle cominciarono a svolazzare nel mio stomaco. Lentamente, cominciò a giocare con le mie labbra, risalendo con la mano la mia schiena, spostandosi sul fianco, stringendomi a se.
La testa mi pulsava e sentivo il cuore battere più forte che mai, mi mancava quasi il respiro.
A fatica, staccai le mie labbra dalle sue, per riprendere fiato. Lui si scostò, sorridendo imbarazzato.
-Scusa.- bisbigliò. Io cercai di sorridere e di rallentare il mio cuore, che non ne voleva sapere di andare ad un battito regolare. Si tirò su, poggiando di nuovo la schiena al muro. Fissai per qualche secondo il soffitto, in silenzio, cercando di realizzare quello che era appena successo. Dopo qualche minuto, mi tirai su e mi misi accanto a lui. Senza proferire parola, lui afferrò di nuovo la mia mano e la strinse tra le sue.
-Allora…- mi schiarii la gola –Cos’era che dovevi dirmi?- gli chiesi, cercando di rompere il solito silenzio imbarazzante che si era formato tra di noi. Lui abbozzò un sorriso e mi fissò negli occhi.
-Mi sembra di avertelo fatto capire.- mormorò.
-Oh…- riuscii a balbettare, arrossendo. Lui fece spallucce e sorrise di nuovo.
In quel momento mi sentivo terribilmente in imbarazzo, non avevo idea di cosa fare ed ero soprattutto scossa dall’effetto che mi aveva fatto un solo bacio di Liam, durato solo dieci secondi.
Non osavo neanche pensare cosa avrei provato se fosse successo qualcos’altro.
Scossi velocemente la testa, per liberarla dai pensieri, proprio mentre Liam si avvicinava di nuovo a me.
Deglutii perdendomi nel calore dei suoi occhi cioccolato, mentre lui posava un altro dolce bacio sulle mie labbra, provocandomi una scarica elettrica che mi scosse tutto il corpo.
-Ti da fastidio?- bisbigliò, ad un soffio dalle mie labbra. Chiusi gli occhi e scossi la testa, riavvicinandomi a lui. Lo sentii sorridere, mentre affondava una mano tra i miei capelli, carezzandoli e stringendomi in un abbraccio. Affondai il viso nel suo petto, ascoltando i battiti accelerati del suo cuore.
-Non so cosa mi prende, Cher. Ma quando sono con te mi sento bene.- confessò.
-Anch’io.- gli risposi senza pensare. Lui soffocò un sospiro di sollievo e mi strinse un’ultima volta, prima di lasciarmi andare ed alzarsi dal letto. Gli afferrai un braccio e lo bloccai, aggrottando le sopracciglia.
-Dove vai?- protestai. Lui mi guardò confuso.
-E’ tardi, sei stanca, ti lascio dormire.- spiegò. Scossi la testa e arricciai le labbra.
-Resta qui.- sussurrai, con il cuore in gola. Non riuscivo a capire cosa mi prendeva, sapevo solo che in quel momento non volevo assolutamente che uscisse da quella stanza, in quel momento avevo bisogno di lui accanto a me.
Lui sbarrò un poco gli occhi, ma non se lo fece ripetere due volte. Si avvicinò a passo lento e si lasciò cadere sul letto, sdraiandosi accanto a me. Lo coprii con il lenzuolo e mi accoccolai al suo petto, chiudendo gli occhi. Lui si irrigidì per qualche secondo, poi sentii il suo braccio stringersi sulle mie spalle e sospirai di sollievo.
-Buonanotte.- mormorai. Lui mi carezzò i capelli e mi posò un leggero bacio sulla fronte.
-Buonanotte.- rispose con un sussurro.
In quel momento il mio cuore batteva talmente forte e il mio stomaco era così in subbuglio che non ho idea di come feci per addormentarmi.
Forse la troppa stanchezza, o forse la sensazione del calore di Liam su di me, fatto sta che crollai nel giro di due minuti, stretta tra le sue braccia e con una sensazione di pace nel cuore che non provavo da tempo.
 
 
 
 


Liam.
 
 



Riaprii lentamente gli occhi, svegliato da un calore insolito accanto a me e qualcosa di pesante che mi bloccava il braccio, ormai addormentato e insensibile.
Quando realizzai la situazione in cui mi trovavo, arrossii violentemente e il mio cuore perse un battito.
Cher, ancora addormentata con un sorriso sereno sul viso, era stretta al mio petto, con la testa poggiata sul mio braccio e la mia maglietta stretta tra le dita.
Rimasi ad osservarla per qualche secondo, beandomi della vista del suo volto rilassato così vicino al mio e della sensazione di pace e calore che provavo solo stringendola tra le braccia.
Poi, come a voler rovinare un momento magico, il mio stomaco brontolò, ricordandomi che non mangiavo niente dal pranzo del giorno prima. Con uno sbruffo silenzioso allentai la presa su Cher e cercai di sgusciare via senza svegliarla. Poggiai delicatamente la sua testa sul cuscino e lei mormorò qualcosa, ancora nel bel mezzo del suo sogno. Sorrisi e le sfiorai la guancia con un dito, poi mi alzai ed uscii dalla sua stanza in punta di piedi, chiudendomi la porta alle spalle.
Scesi le scale con un sorriso da ebete stampato sulla faccia, ripensando a quello che era successo la notte prima.
Mi passai la lingua sulle labbra e quasi sentii il sapore di Cher ancora impresso sopra.
Le sue labbra erano talmente morbide e delicate che soffocai a fatica l’istinto di tornare indietro e riempirla di baci per tutto il giorno.
Sorpassai Niall e Zayn ancora addormentati sul divano ed entrai in cucina, notando Jenny tutta intenta a preparare il caffè.
-Ce n’è anche per me?- le chiesi. Lei sobbalzò, sorpresa, e si girò verso di me, gli occhi ancora mezzi chiusi che si aprirono di scatto. Le sorrisi e lei sbatté le palpebre più volte, mettendomi bene a fuoco.
-Liam Payne che entra nella mia cucina e mi chiede se c’è del caffè. Bene. Tutto normale. E’ strano se dico che mi sembra tutto un sogno? Un assurdo e meraviglioso sogno.- mormorò tra se e se, afferrando quasi automaticamente due tazze versandoci il caffè e porgendomene una. Scoppiai a ridere e vidi i suoi occhi brillare, quasi meravigliati.
-Grazie.- dissi indicando la tazza –E non è un sogno, ma mi fa piacere sapere che ne potrei fare parte.- scherzai, facendole l’occhiolino. La vidi arrossire lievemente e spostare lo sguardo lontano da me, ridendo nervosamente.
-Tu e i tuoi amici ne fate parte ormai da tempo, credimi.- mormorò, poi si portò le mani davanti alla bocca e spalancò gli occhi.
-Dimmi che non l’ho detto davvero.- esclamò. Io risi.
-Non l’hai detto davvero.- la accontentai. Lei sospirò.
-Grazie.- mormorò con sollievo, mentre un assonnato Niall entrava in cucina, stropicciandosi gli occhi.
-Buongiorno.- mormorò crollando sulla prima sedia vuota. Io sorrisi divertito, guardando Jenny che sbarrava gli occhi mentre osservava il biondino sbadigliare.
Trattenni una risata pensando che quella ragazza non avrebbe resistito a lungo. Ancora doveva realizzare che eravamo veramente noi e svegliarsi ritrovandosi i propri idoli in giro per casa non doveva avere proprio un effetto stabilizzante.
Soprattutto se i tuoi idoli giravano solo con un paio di boxer.
Fulminai con lo sguardo Harry, che era appena entrato in cucina, indossando solo il minimo indispensabile per coprire il suo punto strategico. Spostai lo sguardo verso Jenny e la vidi impallidire improvvisamente, per poi arrossire piano piano, fino a diventare di un colorito piuttosto scuro,  mentre fissava Harry che si avvicinava a lei, incurante della reazione che stava provocando.
-Buongiorno, dolcezza.- bisbigliò, illuminandola con un sorriso. Gli occhi si Jenny si aprirono ancora di più.
-B-buongiorno.- balbettò, cercando di mantenere lo sguardo in alto, per evitare di guardare in punti poco casti. Scossi la testa, divertito, mentre Harry rubava dalle mani di Jenny la sua tazza di caffè, per berne un sorso e restituirgliela. Lei la guardò, dubbiosa se poterci bere o doverla cambiare.
Harry fece il giro del tavolo e si accomodò sulla sedia accanto a Niall, lasciandogli una pacca sulla spalla, per poi spostare lo sguardo su di me.
-Dove hai dormito stanotte, amico?- mi chiese, con un vago sorrisetto malizioso sul viso. Gli occhi di Jenny si fissarono subito su di me ed io arrossii leggermente.
-Fatti gli affari tuoi.- borbottai.
-Buongiorno, gente!- esclamò Louis entrando in cucina con un gran sorriso. Sospirai di sollievo, mentre tutta l’attenzione si spostava su di lui e su Zayn, che gli stava dietro.
-Dov’è Cher?- chiese, guardandosi intorno. I ragazzi fecero spallucce.
-Sta ancora dormendo.- lo informai, con tono tranquillo. Cinque paia di occhi si fissarono contemporaneamente su di me, sospettosi. Deglutii nervosamente, poi Cher mi salvò, entrando in cucina con un sorriso.
-Risposta sbagliata, sono sveglia.- disse con voce allegra. La guardai, ancora con la canottiera sgualcita e i pantaloncini corti della sera prima, mentre si chinava a baciare la sorella sulla guancia e sorridere ai ragazzi. Improvvisamente mi sentii teso, in imbarazzo, senza sapere cosa fare. Lei, titubante, si girò verso di me, mantenendosi a distanza di sicurezza e mi sorrise timidamente, con un velo rosa che le colorava le guance. Cercai di ricambiare il sorriso e di resistere all’impulso di baciarla di nuovo. Cercando di apparire tranquilla, aprì il frigo e poi una dispensa, poi si girò verso Jenny.
-Jen, è finito tutto.- la informò. Lei fece spallucce.
-Lo so.- rispose.
-Ti avevo detto di fare la spesa, ieri.- la rimproverò con sguardo di fuoco. Jenny si picchiettò una mano sulla fronte.
-Scusa, me ne sono dimenticata.- si giustificò, mordendosi il labbro inferiore. Cher sbuffò ed evitò palesemente di guardarmi.
Perché evitava il mio sguardo?
Che si fosse pentita della sera prima?
Deglutii, nervosamente e cominciai a battere il piede a terra, rimediandomi un’occhiata curiosa di Zayn, che ignorai bellamente.
Prima che si scatenasse una discussione tra sorelle, intervenne Louis, che si fece avanti con un gran sorriso poggiando un braccio sulle spalle di Cher.
Un bruciore mi invase lo stomaco e mi ritrovai a fulminare con gli occhi il braccio di Louis, che non si accorse di niente.
-Ok,ok. Non è un problema. Ce ne andiamo tutti a fare colazione alla tavola calda!- esclamò. Cher sospirò, fulminò con lo sguardo Jenny per un’ultima volta e poi annuì.
-Ok, cinque minuti e sono pronta.- mormorò, lanciandomi un’occhiata di sottecchi, prima di chiudersi in bagno seguita poco dopo dalla sorella. Io spostai di nuovo lo sguardo su Louis, che allargò le braccia.
-Sono un fenomeno, trovo sempre la soluzione a tutto.- si vantò. Zayn scosse la testa, sconsolato, mentre Niall scoppiava nella sua solita risata contagiosa.
Però non riuscii ad unirmi a lui, troppo occupato a cercare di decifrare la sensazione fastidiosa che avevo provato verso Louis qualche minuto prima.
Feci un po’ di resistenza, poi mi obbligai ad ammettere quello che era.
Gelosia.
Ero geloso di Cher.
Lei era mia, punto.
 
 
 
 


Jenny.
 
 



Camminavo accanto a mia sorella, dirette alla tavola calda dove lavorava e quasi non potevo credere a quello che avevo davanti agli occhi.
Cinque ragazzi che ridevano e scherzavano come bambini.
Cinque ragazzi bellissimi che popolavano i miei sogni e rallegravano le mie giornate con le loro voci.
Non potevo credere che davvero fossero lì con me, che mi parlassero, che mi sorridessero e che mi trattassero come se mi conoscessero da una vita.
Ma era così, ero davvero con loro, i miei idoli, e senza neanche un minimo sforzo avevo realizzato il mio sogno, che probabilmente era lo stesso di altre milioni di ragazze.
Ed era tutto merito di mia sorella.
Le strinsi la mano sorridendole e lei mi lanciò un’occhiata curiosa. Io scrollai le spalle e lei tornò a perdersi tra i suoi pensieri.
C’era qualcosa che non andava quella mattina. Era agitata, arrossiva ogni due secondi e fissava insistentemente una persona.
Seguii il suo sguardo fino a posarlo su Liam, di spalle, che faceva di tutto per non girarsi verso di noi. Sentii Cher grugnire di frustrazione e le strinsi di nuovo la mano.
-Che c’è?- bisbigliai. Lei mi guardò, indecisa se dirmelo o no. Alla fine scrollò le spalle.
-Ne parliamo dopo.- sussurrò. Annuii e mi concentrai di nuovo sui ragazzi.
Louis stava ridendo con la sua risata cristallina che avevo sentito milioni di volte nei loro video, seguito a ruota da Niall. Zayn se ne stava per i fatti suoi, continuando a lanciare occhiate curiose a Liam, evidentemente si era accorto anche lui che c’era qualcosa che non andava.
Poi c’era Harry.
Inutile dire che tra i cinque era quello che mi aveva colpito di più al primo sguardo.
Le Directioners mi avrebbero ucciso se avessi detto che era il mio preferito, ma da una parte era così.
Insomma, io li adoravo tutti, ma lui aveva qualcosa di speciale per me.
Forse il sorriso, assolutamente splendido.
O le fossette, così tenere.
O gli occhi, così verdi e magnetici da mandarmi il cuore in gola.
Ed averlo a pochi metri di distanza, non aiutava affatto.
Fino a due giorni prima era stato solo una fantasia, una persona su cui farsi i soliti filmini mentali, ma in quel momento era veramente lì, ed io potevo parlarci, conoscerlo.
Non mi sembrava vero.
Persa tra i miei stupidi pensieri, non mi accorsi che eravamo arrivati alla tavola calda e i ragazzi avevano preso posto, mentre Cher era andata a chiamare Mike che probabilmente era in cucina. Titubante, mi accomodai accanto a Niall, che mi illuminò con un sorriso.
Stavo per svenire.
-Allora, Jen.- cominciò Louis –Da quanto tempo sei nostra fan?- mi chiese, scoppiando a ridere. Arrossii leggermente.
-Da sempre. Sai, in questo posto non ci sono molte cose da fare oltre che guardare la tv e stare al computer. Vi seguo praticamente da quando siete ‘nati’.- confessai, senza giri di parole.
Era inutile negare di essere una loro fan sfegatata, e poi andavo molto fiera del fatto che c’ero stata da sempre, che li avevo visti praticamente crescere e diventare le star mondiali che erano in quel momento.
-Wow.- esclamò Niall a bocca aperta.
-Allora devi sapere tutto di noi.- mormorò Harry, maliziosamente. Alzai gli occhi al cielo, fingendomi indifferente.
-Si, so anche quanto tu sia incredibilmente pervertito, Harry.- gli dissi, con un sorrisetto. Il suo sorriso si allargò e si passò una mano tra i ricci morbidi.
Cercai di mantenere il mio respiro regolare, mentre Cher tornava al tavolo con Mike al seguito.
Si mise accanto a Louis che le passò un braccio intorno alle spalle.
-E allora se tu ci conosci da così tanto tempo, perché Cher non aveva idea di chi fossimo?- chiese Louis, lanciandole un’occhiata divertita. Cher alzò gli occhi al cielo e si lasciò scappare un sorriso.
Feci spallucce.
-Non si è mai voluta interessare a quello che le dicevo di voi.- dissi, mentre Niall lanciava un’occhiata dispiaciuta verso Cher, che scoppiò a ridere.
-Sapevo che eravate degli idioti, me lo immaginavo, tutto qui.- disse lei scherzando. Louis spalancò la bocca e cominciò a farle il solletico, mentre lei cercava di svincolarsi dalla sua stretta. Sentii un sospiro di frustrazione accanto a me e mi voltai verso Liam, che aveva le mani strette a pugno e uno sguardo gelido.
Oh-oh.
Zayn, seduto alla sua destra, lo colpì con una spallata e lui distolse lo sguardo dai due, calmandosi un poco.
C’era qualcosa che non quadrava.
-Allora, Cher. Avevi detto che li odiavi e che non li avresti mai perdonati.- mormorò Mike, con un’occhiata eloquente. Cher smise di ridere e sospirò.
-Oh, è impossibile odiarci. Cher lo dovrebbe sapere bene.- esclamò Niall, scatenando la risata cristallina di mia sorella.
-Ci ho ripensato.- rispose infine Cher, abbozzando un sorriso. I ragazzi risero tutti, mentre Liam continuava a fissare insistentemente Cher che notai faceva di tutto per evitare di incrociare il suo sguardo.
Ma che diavolo era successo?
Mi accostai  a Niall, che era seduto alla mia destra, mentre gli altri continuavano a ridere e a scherzare tra di loro.
-Ma cosa gli prende?- chiesi, indicando Liam, con i pugni stretti che fulminava senza tante preoccupazioni Louis, che stava ancora stuzzicando Cher.
Niall fece spallucce e gli scappò un sorrisetto soddisfatto.
-Pare che cupido abbia lasciato il segno.- bisbigliò, per poi scoppiare a ridere da solo. Mi scappò un sorriso anche a me, maledicendo  mia sorella che non si era accorta di niente.
Era proprio ottusa quando si trattava di certe cose.
Aveva di fronte un ragazzo che praticamente pendeva dalle sue labbra e neanche se n’era accorta.
Dovevo farle aprire gli occhi, prima che Liam uccidesse Louis, cosa che mi sembrava fosse intenzionato a fare.
Non volevo che i miei idoli litigassero tra loro.
Non ora che finalmente li avevo conosciuti.










HOLA C:
BAM!
E' successo! :D
Si sono baciati, anche se poi al loro risveglio le cose sono un po' confuse.
Lo so, ci ho messo una vita a pubblicare questo capitolo.
Ma l'ho riscritto praticamente venti volte e ancora non ne sono soddisfatta.
Però mi sono imposta di pubblicarlo lo stesso, perchè altrimenti non l'avrei mai fatto u.u
E poi c'è anche il POV di Jenny, e io la adoro! *.*
Bene, non sto quì a rompervi le palle perchè vado di fretta.
La mia dolce mamma (?) mi porta al cinema a vedere SWATH (Biancaneve e il cacciatore).
Quindi scappo.
Ah, scusate se vi avevo fatto credere in un possibile bombardamento di capitoli.
Ma sono tornata a casa, senza mare, senza la mia cuginetta e senza ispirazione ç.ç
Bien, spero vi piaccia.
#With love.
-S.


Ps. Ve lo chiedo di nuovo, sperando che non mi odiate.
Passereste a leggere la Ff della mia amica? C: 
Link: 
http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1151032
Dai, ieri era anche il suo compleanno, fatele un piccolo regalo!
Grazie :3

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Capitolo 14
*** Capitolo 13. ***


Capitolo 13
 
 


Liam.
 
 


Aspettai un momento di distrazione dei ragazzi, tutti concentrati sul racconto di Jenny, che stava parlando di quando ci aveva scoperti e di come aveva seguito tutte le nostre esibizioni, e lanciai un’occhiata eloquente a Cher, che aveva gli occhi piantati su di me. Lei arrossì ed io mi alzai.
-Ehm, torno subito. Scusate un attimo.- balbettai, quando gli sguardi dei ragazzi si posarono su di me. Loro annuirono distrattamente, riconcentrandosi su Jenny. Io mi avviai verso la porta, facendo segno a Cher di seguirmi.
Dovevo assolutamente parlare con lei e capire il perché di quella incredibile freddezza nei miei confronti.
Volevo sapere se si era pentita di avermi baciato.
E se così fosse stato, mi promisi che l’avrei accettato e sarei passato oltre.
Ma in fondo al cuore sapevo che non ci sarei riuscito minimamente.
Lo strano sentimento che stava nascendo nei suoi confronti si faceva sempre più importante ogni secondo e ormai ci ero già troppo dentro per evitare il coinvolgimento del cuore.
Uscii e mi avviai a grandi passi verso gli scogli dove l’avevo trovata quella mattina, un posto rilassante, dove avremmo potuto parlare tranquillamente. Quando la vidi avvicinarsi, titubante, il cuore cominciò a martellarmi nel petto e mi maledii per la stupida fretta che avevo nelle questioni di cuore.
Partivo sempre in quarta, rischiando di bruciarmi.
Cosa che succedeva la maggior parte delle volte.
Lei si arrampicò e raggiunse il punto in cui ero raggomitolato io, prendendo posto accanto a me, in silenzio.
-Ehi.- cominciai io, con un sussurro. Lei spostò gli occhi su di me, con il suo sguardo vagamente tormentato. Mi stupii delle mille emozioni che potevo leggere nei suoi occhi e dell’effetto che facevano al mio stomaco, ormai in subbuglio.
-Che succede?- le chiesi, sempre sussurrando, avvicinandomi un poco a lei. Lei chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore, leggermente tremante.
-Mi dispiace di averti ignorato, prima.- sussurrò lei, riaprendo gli occhi e inchiodandomi con quel verde smeraldo pieno di emozioni. Scossi la testa, per liberarla dai pensieri e rimanere concentrato su di lei.
-E’ tutto un casino.- continuò, sospirando. Senza farne a meno, mi sporsi verso di lei e afferrai la sua mano che giaceva immobile sulle sue gambe. Gli angoli delle sue labbra si sollevarono in un debole sorriso.
-Cosa è un casino?- le chiesi. Lei incrociò il mio sguardo curioso e si indicò, abbozzando un sorriso.
-Io sono un casino.- disse. Sorrisi e scossi la testa.
-Ma che dici?- le chiesi. Lei mi sorrise.
-No, davvero. Tu non sai in che casino ti stai andando a ficcare, Liam. Io sono tutto tranne che una ragazza semplice. L’hai visto anche tu stamattina. Sono completamente lunatica, paurosa, faccio sempre quello che mi passa per la testa, senza pensarci. Sei ancora in tempo per ripensarci, dico sul serio.- continuò. Trattenni a stento un sorriso e le sfiorai la guancia con la mia mano libera.
-Nessuno è perfetto, Cher. Abbiamo tutti dei difetti.- le assicurai. Lei scosse la testa.
-Si, ma i miei sono troppi. Davvero, Liam, io…- cominciò. La bloccai, poggiandole un dito sulle labbra.
-Non mi interessa quanti difetti tu abbia. Ormai è troppo tardi.- mi lasciai scappare, sentendo il sangue colorarmi le guance.
A lei scappò un sorriso.
-A meno che tu non ti sia pentita di avermi baciato, e che stia cercando una qualsiasi scusa per scaricarmi…- continuai improvvisamente impacciato, facendo spallucce. Lei mi strinse la mano e si avvicinò pericolosamente a me, socchiudendo gli occhi.
Il cuore mi fece una capriola nel petto, mentre lei sfiorava le mie labbra con le sue.
La sentii rabbrividire e scostarsi subito.
-Il fatto è che ho paura, Liam.- sussurrò, distogliendo lo sguardo.
-Di cosa?- le chiesi. Lei mi guardò, di nuovo con lo sguardo tormentato.
-Di soffrire, di stare di nuovo male. Ho paura che tu posso bruciarmi il cuore. E ci sono già passata, non è affatto bello.- mormorò. Io scossi la testa e le afferrai il viso tra le mani.
-Cher, io non ti farei mai del male. E credimi, se ti dico che ti capisco. Anche io ci sono già passato, e so che non è una gran bella cosa.- le assicurai. Le scappò un sorriso.
-Certo che non siamo proprio il ritratto dell’allegria, noi due.- commentò. Io mollai la presa con un sorriso.
-Puoi dirlo forte.- scherzai. –Comunque, non ci stiamo facendo nessuna promessa, ci andremo piano.- continuai, cercando di rassicurarla. Lei distolse lo sguardo e rimase in silenzio.
-Sempre che tu lo voglia.- dissi nervosamente. Lei alzò di nuovo lo sguardo su di me, senza proferire parola e mandandomi il cuore in gola.
Avevo un’enorme paura che potesse rifiutarmi, e lì sì che sarebbe stata una bella botta per il mio cuore.
E il suo silenzio non faceva che aumentare le mie insicurezze.
-Cioè, non…non importa se tu non provi quello che provo io. Puoi dirmelo, io…-
-Smettila, Liam.- mi interruppe lei, finalmente. Soffocai un sospiro di sollievo quando la vidi sorridere dolcemente. Aspettai che continuasse. Lei prese fiato e mi inchiodò con lo sguardo.
-Non sono una che va a baciare il primo che capita. E’ ovvio che…che provo qualcosa, insomma.- balbettò, rossa in viso.
In quel momento era così bella che rischiai di zittirla con un bacio, ma mi trattenni, per sentire cos’altro aveva da dire.
-Te l’ho detto. Ho solo paura di soffrire. E poi tu sembri fare sul serio e questa cosa mi spaventa.- confessò. Io lo guardai confuso.
-In che senso ti spaventa?- le chiesi. Lei scrollò le spalle.
-Hai capito, ho paura che la cosa possa diventare troppo seria. E poi cosa succederà quando finirà l’estate?- chiese, lo sguardo serio.
Mi girava la testa per le troppe emozioni contrastanti e non trovai una risposta appropriata.
-Te lo dico io. Quando finirà l’estate tu te ne ritornerai a casa tua, con i tuoi amici ed io resterò qui. E se ora ti lascio entrare nel mio cuore, quando te ne andrai me lo distruggerai.- continuò.
Aveva ragione, l’estate prima o poi sarebbe finita.
E compresi a pieno tutte le sue paure, non potevo biasimarla.
Ma la distanza poteva avere la meglio su quel sentimento soffocante che provavamo l’uno per l’altra?
Conoscevo la risposta, ma non volevo accettarla.
Io volevo solo Cher.
Ne avevo bisogno come l’aria.
E rendermene conto e ammetterlo era destabilizzante al massimo.
-Perchè non dici niente?- mi chiese, quasi implorante. La guardai negli occhi, incredibilmente verdi, pieni di una dolcezza infinita. Non ascoltai minimamente il mio cervello, seguii solo l’istinto e il desiderio bruciante di scacciare via tutte le sue paure, per permetterle di lasciare spazio ai sentimenti che stava reprimendo.
Mi sporsi improvvisamente verso di lei e catturai le sue labbra con le mie. Lei si irrigidì per un secondo, poi ricambiò il bacio, infilando una mano tra i miei capelli. La strinsi a me e feci in modo che tutto quello che provavo per lei in quel momento fosse messo in chiaro da quel bacio.
Lentamente mi staccai, senza allontanarmi.
-Non mi importa cosa succederà, Cher. Viviamo il presente. Non lasciamo ad una stupida paura il controllo su di noi. Se tu provi qualcosa per me come io la provo per te, metti da parte tutto e stai con me.- le dissi, a fior di labbra. Lei sorrise, forse rincuorata dalle mie parole e i suoi occhi le diventarono lucidi.
 
 
 





Cher.
 
 
 


-Non mi importa cosa succederà, Cher. Viviamo il presente. Non lasciamo ad una stupida paura il controllo su di noi. Se tu provi qualcosa per me come io la provo per te, metti da parte tutto e stai con me.- sussurrò ad un soffio dalle mie labbra.
Erano esattamente le parole che avevo bisogno di sentirmi dire.
Avevo cercato di reprimere il sentimento che provavo per lui solo per una stupida paura, rischiando di lasciarmi scappare tutte le emozioni che provavo solo grazie ad un suo sorriso.
Sorrisi, sfiorando di nuovo le sue labbra con le mie. Sentii sorridere anche lui, mentre si lasciava andare ad un sospiro di sollievo. Poi mi allontanai, senza però lasciare la sua mano, ancora stretta nella mia.
-Hai appena detto che ci saremmo andati piano.- gli ricordai, con un sorriso divertito. Lui ricambiò, con uno più luminoso che mi scatenò le farfalle nello stomaco.
-Hai ragione.- annuì –Torniamo dai ragazzi?- chiese, intrecciando le sue dita alle mie. Un po’ riluttante, perché avrei voluto rimanere sola con lui un altro po’, annuii.
Dopotutto avevamo appena detto che ci saremmo andati piano, dovevo accontentarmi. Lui balzò giù dagli scogli, facendomi segno di seguirlo. Saltai anch’io e, inutile dirlo, gli finii addosso.
Lui mi strinse tra le braccia con una risata, mentre cadevamo tutti e due sulla sabbia.
In quel momento mi ritrovai sopra di lui, con le sue braccia strette intorno ai fianchi e solo un sottile strato d’aria che separava i nostri visi.
Lui si preoccupò subito di annullare la distanza tra di noi, con un altro dei suoi baci incredibilmente dolci.
Sentii il mio cuore martellarmi furioso nel petto e il sangue salirmi al cervello. Con una risata lui si staccò, facendomi riprendere fiato.
-Ok,ok. La smetto.- si arrese. Mi unii alla sua risata, mentre mi aiutava ad alzarmi. Ci incamminammo verso la tavola calda e lui mi afferrò la mano.
-E’ troppo presto per tenerti la mano?- chiese scherzando. Gli scoccai un’occhiataccia e intrecciai le dita tra le sue, per fargli capire come la pensavo. Lui scoppiò a ridere, non l’avevo mai visto così allegro e pensare che gran parte era merito mio mi riempì di soddisfazione.
Facendo dondolare le nostre mani intrecciate, raggiungemmo i ragazzi che erano rimasti nella tavola calda.
 
 
 



Jenny.
 
 



-E cos’altro sai di me?- mi chiese Zayn, per l’ennesima volta. Sbuffai e maledii la mia boccaccia che aveva detto loro che li conoscevo da parecchio tempo.
Era tutta la mattinata che continuavano a farmi le domande. Volevano sapere tutto, come se non fosse di loro che stessi parlando, ma di persone sconosciute e incredibilmente affascinanti.
Sembravano divertiti dal fatto che praticamente conoscessi tutto di loro ed io ero particolarmente felice del fatto che loro erano esattamente come immaginavo.
Ero convinta del fatto che i ragazzi che apparivano davanti alle telecamere fossero più o meno una montatura, che loro erano diversi, invece dovetti ricredermi.
Loro erano veramente come apparivano.
Belli, simpatici, affascinanti e incredibilmente stupidi, come tutti gli altri ragazzi.
Erano normali.
E la cosa non poté che rallegrarmi e farmeli apparire più reali.
-Zayn, ti ha detto tutto, lasciala in pace.- borbottò Niall, accorrendo in mio aiuto. Io gli sorrisi, riconoscente, stupendomi per l’ennesima volta di quanto fossero azzurri e trasparenti i suoi occhi.
Sempre incredibilmente allegri, sapeva farti sorridere solo con uno sguardo.
-Parlaci di te, Jenny. Tu sai tutto di noi, mentre noi non sappiamo niente di te.- mi disse Louis, attirando l’attenzione su di se. Arrossii all’istante, improvvisamente senza niente da dire.
Non mi piaceva parlare di me, la mia vita non era tanto esaltante e non mi piaceva raccontare i fatti miei a degli sconosciuti.
Anche se loro tanto sconosciuti non erano.
Scrollai le spalle e tentai di tenermi sul vago.
-Beh, ho quindici anni. Vivo qui con mia sorella, faccio il liceo linguistico e non ho molti amici, fine.- risposi, cercando di spostare l’attenzione su qualcos’altro.
-Allora, come avete conosciuto mia sorella?- chiesi. Ma non fregai nessuno, tutti improvvisamente interessati alla mia storia. Louis mi sorrise, divertito.
-Come mai non hai tanti amici?- mi chiese. Io scrollai le spalle.
-Perché non mi trovo bene con nessuno. Qui hanno tutti la puzza sotto il naso, sono tutti perfettini ed io la gente così non la sopporto.- risposi sinceramente.
-E cosa fai tutto il giorno?- chiese Zayn, poggiando il mento sulla mano e mordendosi il labbro inferiore. Sbarrai gli occhi.
Non avrei dovuto pensarlo, ma in quella posizione era incredibilmente sexy.
Distolsi lo sguardo, imbarazzata.
-Beh, sto sulla spiaggia o con mia sorella. Ogni tanto vado a trovare Nikki, un’amica che abita in un paese qui vicino. E’ l’unica che si salva.- risposi. Il sorriso di Niall si allargò.
-E noi ci salviamo?- chiese, speranzoso. Gli sorrisi, intenerita.
-Certo, siete i ragazzi più simpatici che io abbia mai incontrato.- lo rassicurai, scompigliandogli i capelli, senza rendermi conto che stavo toccando i capelli di Niall Horan, uno dei miei idoli.
Mi sembrava ancora di vivere un sogno, non sapevo quando mi sarei resa conto che era davvero la realtà.
-Non mi sembra tanto un complimento, sai. Hai appena detto che qui sono tutti con la puzza sotto il naso.- intervenne Harry, riflettendo. Mi girai verso di lui, ignorando i battiti accelerati del mio cuore che presero il via appena incrociai il verde dei suoi occhi.
-Prendilo come vuoi. Io ho detto la verità.- gli risposi, ringraziandomi mentalmente per non aver balbettato. Lui fece un sorrisetto divertito.
-Hai un ragazzo, Jen?- mi chiese e il suo sorriso si allargò.
Sentii il sangue colorarmi le guance.
Aveva intenzione di farmi svenire?
Deglutii e scossi la testa.
-Ma che domande sono, Harry?- intervenne Niall, contrariato. Harry non distolse nemmeno per un secondo gli occhi dai miei e fece spallucce, continuando a sorridere.
Se adoravo tutto di lui,a partire dai suoi occhi e il suo sorriso, c’era anche qualcosa che odiavo.
Tipo la sua sicurezza e il suo sorrisetto strafottente che mi metteva in soggezione.
-Oh, ragazzi. Stanno tornando Liam e Cher!- intervenne Zayn, indicando fuori dalla finestra mia sorella che camminava mano nella mano con Liam Payne.
Wow.
-Wow.- diede voce ai miei pensieri Harry, con un fischio.
-Sbaglio o si stanno tenendo per mano?- chiese conferma Niall, mentre sul viso di Zayn si fece largo un sorrisetto soddisfatto.
-Non sbagli.- rispose Louis, con tono incredibilmente freddo. Mi voltai verso di lui e scorsi un po’ di nervosismo nei suoi occhi, nonostante stava ridendo fino a due secondi prima.
Poi mi girai verso la porta, dove stavano entrando i due.
Guardai mia sorella e vidi i suoi occhi brillare, pieni di un qualcosa che non avevo mai visto in lei.
Automaticamente, sorrisi.
Sembrava quasi…felice.













HOLA C:

Some nights, I stay up cashing in my bad look
Some nights, I call it a draw
Some nights, I wish that my lips could build a castle
Some nights, I wish they'd just fall off...


BOH, STO ANDANDO IN FISSA CON QUESTA CANZONE *.*
L'avete mai sentita? E' Some nights, dei Fun.
Beh, se non l'avete mai fatto, fatelo (?). 
Ne vale la pena.
Comunque, CIAAAAO! :D (?) 
Boh, mi andava di salutarvi così u.u
Allora, che si dice?
Io mi sto bruciando il cervello al computer, non avendo nient'altro da fare.
I miei neuroni mi stanno lasciando, uno alla volta... (?)
Ok, la pianto di sparare minchiate.
Veniamo alla parte più importante: il capitolo.
Ragazze, non trovate che sia incredibilmente dolce?
Sarà che mentre lo scrivevo mi stavo ingozzando di nutella, ho rischiato di farmi venire il diabete :3
Spero che vi piaccia, perchè io lo adoro, mi è piaciuto davvero tanto scriverlo.
Forse è la prima volta che mi capita che mi piace qualcosa che scrivo.
Incoraggiante, eh? 
Ok, sparisco.
Lasciate qualche recensione, please?
Ah, ah, aspetta!
Vorrei ringraziare di cuore le 35 ragazze che tengono questa storia tra le preferite,
le 6 tra le ricordate 
e le 34 tra le seguite.
GRAZIE, davvero.
Bien, spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.

Ps. Ehm, *tossisce* 
Lo so, vi sto scassando altamente, ma la Ff della mia amica è un po' forever alone.
Passereste a leggerla, per favore? *occhi da cucciolo*
Vi ringrazio se lo fate :3

Link: 
http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1151032





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Capitolo 15
*** Capitolo 14. ***


Capitolo 14
 
 
 

Cher.
 
 


Quando entrammo, avevamo gli occhi di tutti puntati addosso, ognuno con un espressione diversa sul viso.
Zayn con il suo solito sorrisetto malizioso rivolto verso Liam, come se lui sapesse qualcosa a noi sconosciuto.
Niall con un sorriso talmente entusiasta che riuscì a far sorridere anche me.
Harry che ci guardava indifferente, mentre notai che mia sorella continuava a lanciargli occhiate di sottecchi.
E poi c’era Louis che ci ignorava completamente, troppo intento a smanettare con il cellulare, probabilmente impegnato a mandare un messaggio alla sua ragazza.
Comunque, forse consapevoli del nostro imbarazzo, non dissero niente e, appena sentii il sangue colorarmi le guance, sotto gli occhi seri di Liam distolsero lo sguardo, facendo finta di non aver notato le nostre mani intrecciate.
Ci sedemmo a tavola, io accanto a Jenny, che mi lanciò un’occhiata alla ‘mi dovrai raccontare tutto’ e Liam accanto a Zayn che continuava a lanciargli sguardi maliziosi e lo colpì con una spallata giocosa.
-Allora, di che stavate parlando?- chiesi, cercando di interrompere l’assordante silenzio che si era creato. I ragazzi sembrarono riprendersi tutti da uno stato di coma profondo, cominciando a muoversi e a lanciarsi sorrisetti tra di loro.
-Jenny ci stava raccontando tutte le cose che sa su di noi.- mi informò Zayn, visibilmente lusingato che una ragazzina sapesse tutto della loro vita. Mi finsi interessata, evitando di incrociare lo sguardo di Liam, che sapevo mi avrebbe fatto perdere il filo del discorso.
-Oh, e sono tante?- chiesi, girandomi verso Jenny, appena in tempo per vederla distogliere lo sguardo da Harry, che ovviamente non si era accorto di niente.
Lei arrossì leggermente e alzò gli occhi al cielo.
-Non farmi ripetere tutto, per favore, rischio di rimanere senza voce.- borbottò lei. Niall scoppiò a ridere.
-Si, Zayn le avrà fatto ripetere le stesse cose almeno tre volte.- mormorò scuotendo la testa, sconsolato. Jenny annuì, con espressione esausta.
-Qualcosa mi dice che ti fa piacere sentir parlare di te, eh?- scherzai, ammiccando verso Zayn, che mi fece l’occhiolino.
-Oh, non vorrebbe altro, credimi.- intervenne Louis, aprendo bocca per la prima volta, visibilmente annoiato dalla nostra conversazione, senza alzare nemmeno lo sguardo su di noi.
Aggrottai la fronte, non l’avevo mai visto così scontroso e disinteressato.
Abituata a vederlo sempre allegro e col sorriso sulle labbra, mi ritrovai a chiedermi cosa fosse successo in quel poco tempo che mi ero assentata con Liam.
-Già, mi sembra strano che una ragazza a me sconosciuta, quasi mi conosca meglio di mia madre!- esclamò Zayn, fintamente sconvolto. Jenny fece un sorrisetto imbarazzato.
-Zayn, credo che tutte le ragazzine di questo mondo siano come Jenny.- gli dissi.
-Dici davvero?- chiese lui, gli occhi che gli si illuminarono. Sorrisi e annuii, mentre Liam scuoteva la testa, sconsolato. Ci scambiammo un sorriso, che mi mandò il cuore in gola e che, ovviamente, non sfuggì ai ragazzi che però non commentarono.
-E’ normale, siamo la band più famosa al momento.- gli ricordò Harry, sicuro di se. Schioccai la lingua, mentre Jenny annuiva con vigore.
-Dimmi, ma tu sei sempre così sicuro di te?- chiesi al riccio, vagamente infastidita. Lui fece una smorfia, mentre Jenny mi fulminava con lo sguardo.
-Non sono affari che ti riguardano.- mi rispose lui, fulminandomi con lo sguardo. Lo fulminai a mia volta ma, prima che riuscissi a ribattere, Mike corse al tavolo e mi interruppe.
-Cher, non odiarmi, ma sta arrivando mio padre e se ti vede qui a non fare niente…- non finì nemmeno la minaccia. Scattai in piedi.
-Hai ragione, Mike. Scusa.- gli dissi. Lui sorrise e scrollò le spalle. Mi voltai verso i ragazzi.
-Beh, ci vediamo dopo.- dissi, sembrava quasi una domanda. I ragazzi sorrisero tutti, alzandosi.
-Si, noi ce ne andiamo un po’ in spiaggia.- parlò Niall per tutti. Chiacchierando tra loro si avviarono verso la spiaggia, seguiti da una Jenny tutta sorridente.
Non li avrebbe mollati un secondo, ne ero sicura.
Qualcuno si schiarì la gola alle mie spalle. Mi voltai e fissai Liam, vagamente imbarazzato che si passava una mano tra i capelli. Gli sorrisi, aspettando che parlasse.
Lui deglutì e cercò di sorridere.
-Ehm, oggi pomeriggio lavori?- mi chiese tutto d’un fiato, sfuggendo al mio sguardo. Tesi le labbra, cercando di trattenere un sorriso.
-No, perché?- gli risposi, facendo finta di non aver capito.
Adoravo vederlo così impacciato e insicuro, era incredibilmente tenero.
-Beh, lo so che abbiamo detto di andarci piano, però…ti andrebbe di…non so…- balbettò. Sorrisi e decisi di rendergli tutto più semplice.
-Si, Liam. Mi va, di fare qualsiasi cosa. Smettila di balbettare, però!- esclamai, prendendolo in giro. Lui sospirò di sollievo e mi fece una piccola boccaccia. Poi sorrise, improvvisamente entusiasta.
-Bene, allora ci vediamo…- cominciò, mettendosi una mano sul mento e pensandoci su.
-Alle quattro e mezza qui davanti?- chiesi io. Lui annuì con vigore ed io gli sorrisi.
-Bene, allora a dopo.- gli dissi frettolosamente, sotto lo sguardo implorante di Mike, che voleva lo andassi ad aiutare. Lui sorrise di nuovo e si sporse verso di me, schioccandomi un dolce bacio sulla guancia, vicinissimo alle labbra.
Sobbalzai e arrossii.
-A dopo.- sussurrò, poi si girò e a passo svelto raggiunse gli altri sulla spiaggia.
 
 
 
 


Liam.
 
 




Un ragazzino corre sulla spiaggia, rincorrendo una ragazzina poco più piccola di lui, con lunghi capelli neri che le svolazzano sulla schiena.
-Tanto non riuscirai a prendermi!- esclama la bambina scoppiando in una risata cristallina che lo fa sorridere. Lui accelera il passo e in poco tempo la raggiunge, afferrandola e facendola rotolare sulla sabbia.
-Presa!- esulta, cominciando a farle il solletico. Lei comincia a ridere, facendo arrivare la sua risata ai bagnanti vicino a loro, che sorridono guardandoli.
 
 
La suoneria del cellulare mi svegliò. Balzai in piedi e mi affrettai ad afferrarlo e a rispondere, senza neanche leggere il nome sul display, ancora un po’ scosso dal sogno appena fatto.
Sembrava quasi un ricordo, e quella bambina assomigliava vagamente a qualcuno.
-Pronto?- mormorai con la voce impastata dal sonno.
Ehm…ciao.’ Esordì una voce calda, quasi imbarazzata.
Cher.
Deglutii, mentre il cuore cominciava a battere veloce. Afferrai la sveglia sul comodino e maledii con tutte le mie forze Niall, che si era dimenticato di svegliarmi.
Emh, io starei qui. E ti sto aspettando…’ continuò lei, imbarazzata dal mio silenzio. Mi schiaffeggiai la faccia, per tornare in me.
-Dio, Cher, mi dispiace. Mi sono addormentato, scusa!- risposi, scattando verso l’armadio e afferrando una maglietta, mentre con l’altra mano prendevo le scarpe, tenendo il telefono incastrato tra la guancia e la spalla.
Le sentii sospirare.
Oh, non importa. Possiamo fare un’altra volta, se non vuoi…’ balbettò poco convinta.
-No,no. Scherzi? Cinque minuti e sono lì.- le assicurai. Un altro sospiro, questa volta di sollievo.
Allora ti aspetto.
Riattaccai e scattai in bagno, per sciacquarmi velocemente e rendermi presentabile.
Scesi di corsa le scale, quasi scontrandomi con Louis.
-Ehi, dove vai così di corsa?- chiese lui, con il suo solito sorriso allegro sulla faccia. Non lo guardai neanche, puntando la porta, colto dall’improvvisa eccitazione di vederla.
-Da Cher.- gli risposi frettolosamente. Lui si bloccò e gli scappò un ‘ah’ cambiando completamente tono di voce, che mi costrinse a fermarmi e a guardarlo negli occhi.
Il suo sorriso era scomparso alla stessa velocità con cui era apparso e il suo sguardo era diventato completamente indecifrabile.
-Che c’è?- gli chiesi, bloccandomi sulla porta, un piede già fuori. Lui scrollò le spalle e si sforzò di sorridere di nuovo.
-Salutamela.- disse solo. Feci per ribattere, quando spuntò fuori dalla cucina Niall, con una quantità indefinibile di cibo tra le mani. Lo fulminai con lo sguardo e lo indicai.
-Tu.- sibilai. –Ricordami che dopo devo ucciderti.- gli dissi. Lui sbarrò gli occhi, poi si ricordò.
-Oh, scusa. Dovevo svegliarti, vero?- chiese innocentemente. Gli lanciai uno sguardo talmente di fuoco che lui scoppiò a ridere, sorpreso.
-Beh, dai, a che ora avevi detto?- chiese.
-Alle quattro.- risposi gelido. Guardò l’orologio che aveva al polso.
-Beh, sono le cinque. Non sei tanto in ritardo.- disse facendo spallucce.
-Ti odio.- sibilai, facendolo ridere ed uscendo velocemente di casa, chiudendomi la porta alle spalle.
Iniziai a correre, diretto alla tavola calda, dove c’era Cher seduta sul muretto, le braccia incrociate ed un espressione scocciata sul viso.
Lei alzò lo sguardo quando sentì i miei passi accelerati. Riuscii a fermarmi a pochi metri da lei, con il respiro affannato e piegandomi sulle ginocchia per riprendere fiato. Lei mi guardava, in silenzio, un vago sorriso che spuntava agli angoli delle labbra.
-Scusa…mi…sono…addormentato…- dissi con il fiatone.
-Niall…si…è…dimenticato…di…svegliarmi.- continuai, cercando di giustificarmi. Lei sorrise, divertita dalla mia difficoltà a respirare.
-E’per questo ti sei fatto tutta la strada di corsa?- chiese, finalmente lasciandosi andare ad uno splendido sorriso. Mi raddrizzai e annuii, cominciando a respirare regolarmente. Lei scoppiò a ridere e balzò giù dal muretto, barcollando per un attimo e finendo vicinissima a me. La afferrai per un braccio, evitando che si schiantasse sul marciapiedi e lei mi sorrise, rossa in viso.
-Grazie.- sussurrò. Io ricambiai il sorriso e mollai la presa, senza spostarmi di un millimetro. Il suo corpo emanava calore, o forse ero io che sentivo il bisogno di starle vicino.
-Certo che come inizio non è proprio il massimo: stava per andare all’aria il primo appuntamento.- cercai di scherzarci su. Lei scoppiò nella sua risata cristallina, che mi fece sorridere automaticamente.
-Beh, è colpa tua.- mi accusò, con un sorrisetto. Io annuii.
-Anche un po’ di Niall. Gli avevo ordinato di svegliarmi.- borbottai, mettendo il muso. Lei scoppiò di nuovo a ridere, poi si calmò e per un secondo le brillarono gli occhi.
-Perché, è un appuntamento?- chiese, arrossendo lievemente. La guardai titubante.
-Non lo è?- le chiesi di rimando. Lei alzò gli occhi al cielo.
-L’ho chiesto prima io.- protestò. Io le sorrisi e le afferrai di scatto la mano, intrecciando le dita tra le sue.
-Beh, io direi di si.- azzardai. Lei sorrise, illuminandosi e facendomi sussultare.
-Allora si, è ufficialmente il nostro primo appuntamento.- dichiarò, stringendomi la mano. Ricambiai il sorriso, con una vaga sensazione di nervosismo stranamente piacevole nello stomaco.
 
 
Dopo aver passeggiato per gran parte del tempo sulla spiaggia, parlando del più e del meno, avevamo deciso di fare un giro in paese, camminando per le vie popolate. Eravamo finiti nella piazza principale e pareva che avevamo esaurito gli argomenti di cui parlare, dato che camminavamo in silenzio da ormai un bel po’ di minuti.
-Allora, andiamo al cinema?- le chiesi, continuando a tenerle la mano e fermandomi davanti all’unico cinema del paese, che aveva solo una sala. Lei fece una smorfia.
-Che film danno stasera?- chiese, avvicinandosi alla bacheca accanto all’entrata.
-I passi dell’amore.-esclamammo insieme. Lei si voltò verso di me e mi sorrise. Ricambiai al volo e indicai l’entrata.
-Ti va?- le chiesi.
Avevo visto e rivisto quel film, praticamente lo conoscevo a memoria ed ero abbastanza fiero di poter dire che non ero mai scoppiato il lacrime come tutti quanti dicevano succedesse.
Al massimo gli occhi lucidi, ma ero sempre riuscito a trattenermi.
Lei mi guardò, un lampo di sfida negli occhi.
-Ok, a patto che non debba consolarti alla fine.- disse con voce divertita. Schioccai la lingua.
-Penso proprio che sarà il contrario.- scherzai, pizzicandole il fianco. Lei mi fece la linguaccia e mi lasciò la mano, andando a prendere i biglietti.
-Vedremo.- mormorò, porgendomene uno e trascinandomi dentro.
Ci accomodammo sulle poltroncine rosse, uno accanto all’altra, nel centro della sala. Oltre noi due c’era un’altra coppietta più o meno della nostra età e poi gruppi di adulti sparsi qua e là. Eravamo si e no una ventina di persone.
Lei si sistemò meglio sulla poltroncina e, quando abbassarono le luci e cominciò a scorrere la pubblicità sullo schermo, l’elettricità improvvisa che sembrava essere tra di noi, sembrò aumentare e mi travolse, spingendomi verso di lei. Incrociai le braccia al petto, per evitare di saltarle addosso e mi schiarii la gola.
-Vuoi un po’ di popcorn?- le chiesi, indicandole il tizio in fondo alla sala. La guardai e notai che era nella mia stessa posizione. Riuscii a scorgere la sua espressione solo grazie alla debole luce dello schermo.
Era tesa, nervosa. Cercò di fare un sorriso e annuì. Così mi alzai, le gambe leggermente tremanti e mi affrettai ad andare a prendere qualcosa da sgranocchiare durante il film.
Quando tornai al mio posto, erano già iniziati i titoli d’inizio del film e lei era sprofondata ancora di più nella poltroncina. Prese il cestino di popcorn dalle mie mani e puntò gli occhi sullo schermo rifilandomi un flebile ‘grazie’ con il sorriso sulle labbra. Io non le risposi e mi misi comodo, concentrandomi a mia volta sul film che stava cominciando.
Concentrazione che durò si e no cinque minuti.
Avrei voluto giustificarmi dicendo che conoscevo il film a memoria, quindi non avevo bisogno di seguirlo.
Ma la verità era che ero totalmente affascinato da Cher e non riuscivo a smettere di fissarla.
La vidi sorridere soddisfatta quando Landon, nella mensa, aveva difeso Jamie.
Mordersi il labbro, un po’ emozionata, quando lui l’aveva baciata, dicendole che l’amava.
E potei giurare di vedere una piccola lacrima spuntare dal suo occhio, quando lei gli aveva rivelato di essere malata.
Fu proprio in quel punto che lei, senza neanche voltarsi verso di me, mi afferrò la mano, che era passivamente poggiata sul bracciolo, e la strinse nella sua, quasi facendomi male.
La guardai, mentre si torturava con il denti il labbro inferiore e con il pollice cominciai ad accarezzarle la mano, cercando di tranquillizzarla.
Vidi un sorriso spuntare all’angolo della bocca e capii che era tutto per me, per un secondo distratta dal film.
Fu quando Landon disse le ultime parole: ‘Il nostro amore è come il vento. Non lo vedo, ma lo percepisco.’, parole che lei ripeteva tra se e se, che le lacrime cominciarono a uscirle silenziose dagli occhi, scivolando sulle sue guance e finendo tutte sulle sue labbra semichiuse.
Labbra che provai l’improvviso impulso di baciare, per sentire il loro sapore probabilmente salato.
Quando si riaccesero le luci, lei mi lasciò la mano, asciugandosi gli occhi con i polsi e tirando su col naso.
Evitai di fare commenti sarcastici, prendendola in giro per il fatto che aveva perso, e mi alzai, lasciandola passare davanti a me e seguendola fino all’uscita. Lei mi rivolse un sorriso imbarazzato, gli occhi ancora leggermente arrossati.
-Oh, non prendermi in giro!- esclamò, con una smorfia. La guardai sbalordito.
-Ma non ho detto niente!- Esclamai a mia volta. Le scappò un sorriso.
-Si, ma so che lo stai pensando. Non è colpa mia, ho cercato di resistere…- piagnucolò mettendo il broncio. Scoppiai a ridere e l’abbracciai di slancio. Lei nascose il viso nel mio petto ed io le accarezzai i capelli.
-Povera piccola emotiva Cher.- sussurrai al suo orecchio. Lei sorrise e mi pizzicò il fianco, facendomi saltare, mentre continuavo a ridere.
-Sei cattivo.- mormorò, sciogliendo l’abbraccio e incrociando le braccia al petto, dandomi le spalle.
Dopo un po’ smisi di ridere e mi avvicinai a lei.
-Dai, non prendertela.- le sussurrai all’orecchio. La sentii sussultare, poi le si girò verso di me, inchiodandomi con i suoi occhi verdi.
-Tanto lo so che hai pianto anche tu. Ti ho visto!- esclamò, puntandomi un dito al petto. Strabuzzai gli occhi.
-Ma se non hai distolto nemmeno per un secondo lo sguardo dallo schermo!- le risposi, cercando di non scoppiare di nuovo a ridere. Lei mi lanciò un’occhiataccia.
-Si, ma ti ho sentito.- ci riprovò. Scossi la testa, divertito.
-Ti stai sbagliando, non l’ho nemmeno guardato il film!- confessai di getto, senza pensarci. Lei parve sorpresa ed io arrossii lievemente.
-Si, certo. E allora che avresti fatto tutto il tempo?- chiese, mettendosi le mani sui fianchi, come una bambina dispettosa. Arrossii ancora di più.
-Ho guardato te.- le dissi, senza tanti giri di parole. Lei rimase senza parole e arrossì violentemente.
Decisi di cambiare discorso, per toglierla dall’imbarazzo della situazione.
-Dai, ti accompagno a casa, si è fatto tardi.- le dissi con un sorriso, tendendole la mano. Lei ci pensò su per qualche secondo, poi afferrò la mia mano, intrecciando le nostre dita. Le sorrisi e, in silenzio, cominciammo a camminare verso casa sua.
Arrivati al suo vialetto ci fermammo e incrociammo per un secondo gli sguardi.
-Beh, la prossima volta andiamo a vederci un film comico.- propose lei, per rompere il solito silenzio imbarazzante.
-Per me non c’è problema. Non sono io quello dalla lacrima facile.- la stuzzicai. Lei mi lanciò un’occhiataccia e fece per andarsene, innervosita. Soffocai una risata e la bloccai, afferrandola per un polso e facendola girare.
La sua resa fu così immediata che il suo petto si scontrò con il mio, mozzandomi il respiro. Lei mi guardò dritta negli occhi e, sciogliendo la mia presa, mi allacciò le sue braccia dietro al collo. Deglutii e cercai di sorridere.
-Sono stato bene, con te.- sussurrai.
Il suo viso così vicino al mio stava mandando in tilt il mio cervello e rischiai di sparare qualche frase senza senso. Lei si illuminò in un sorriso.
-Anch’io.- mi rispose.
Deglutii di nuovo, sentendo il suo respiro sulle labbra e il suo profumo dolce invadermi le narici.
Lei sorrise, chiudendo gli occhi e avvicinandosi ancora di più a me, in una richiesta muta.
Io le passai le braccia intorno ai fianchi e feci aderire il suo corpo al mio.
Una brivido mi colse di sorpresa, facendomi sussultare.
Le sue labbra erano lì, a pochi centimetri dalle mie, dischiuse, e attendevano.
Io non me lo feci ripetere due volte e le unii con le mie, perdendomi in quel bacio che sapeva di mare, di fresco, di fragole, di lei.
Lei ricambiò il bacio, stringendosi ancora di più a me e mandandomi il sangue al cervello.
Dopo un po’, si staccò, abbozzando un sorriso.
La lasciai andare, nonostante fosse l’ultima cosa che volessi fare.
-C’è mia sorella che sicuramente ci sta guardando.- sussurrò, ancora senza fiato. Mi voltai, appena in tempo per vedere la tendina della finestra richiudersi e sorrisi, lasciandola del tutto.
-Allora buonanotte.- sussurrai. Lei annuì, poco convinta.
-Buonanotte.- sussurrò a sua volta, voltandosi e aprendo la porta. Prima di richiuderla mi regalò un ultimo sorriso che sapevo sarebbe stato con me tutta la notte.













HOLA C:
Buonasera, bellezze!
Che si dice?
Io ho passato tuuuutto pomeriggio con il mio cuginetto che viene da Roma.
Che poi cuginetto non è, perchè è più grande di me.
Wooh, ho fatto la rima! O.o
Vabbè, calcolate che sto un po' rosicando perchè mi ha presentato la sua ragazza, ormai stanno insieme da nove mesi ed io mi sono sentita incredibilmente sola.
Si, sono un po' depressa, perchè mi sono resa conto che non mi si caga nessuno D:
E vedere mio cugino così innamorato, mi ha fatto rendere conto di tutto quello che mi sto perdendo.
La smetto?
Si, è meglio di si.
Non mi va di scaricare tutta la mia depressione su di voi u.u
Scusate, non lo faccio più.
Bene, passiamo al capitolo:
Il primo appuntamento!
Oooh, non trovate che sono dolcissimi?:3
Penso che mi sto innamorando dei miei personaggi (?)
Comunque, penso che il prossimo capitolo sarà incentrato un po' di più su Jenny.
Però non ne sono sicura :)
Ora scappo, perchè sto diventando seriamente pesante D:
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15. ***


Capitolo 15
 
 
 


Jenny.
 
 
 




Sbirciai fuori dalla finestra e vidi Liam ficcare letteralmente la lingua in gola a mia sorella.
Ok, probabilmente era stata una cosa carica di dolcezza, come sapeva fare solo Liam sonoilpiùdolcedelmondo Payne.
Ma in poche parole quello che stavano facendo era limonare come due assatanati.
Dopo un po’ si staccarono di scatto e Liam si voltò verso la finestra da dove li stavo spiando. Lasciai andare immediatamente la tendina e mi accucciai contro il muro.
Contai fino a venti e sentii la porta di casa sbattere.
Merda, ora mi uccide.
Aspettai che Cher entrasse in salotto e mi vedesse, per farmi una sfuriata, invece quando entrò, con un’espressione da ebete stampata sul viso, si buttò sul divano, senza badare a me.
Si lasciò scappare un sorriso sognante ed io la raggiunsi, accoccolandomi accanto a lei, che mi strinse le spalle con un braccio.
-Com’è andata?- le chiesi, anche se immaginavo la risposta.
Lei spostò gli occhi che le brillavano su di me e sorrise, raggiante.
-Da favola.- commentò. Ridacchiai.
Lo immaginavo.
-Dai raccontami.- la implorai, tutta elettrizzata.
Voglio dire, non capita tutti i giorni che tua sorella esce con uno dei tuoi idoli e poi li becchi a baciarsi davanti casa.
Altro che prima pagina, se le directioners lo fossero venute a sapere si sarebbe scatenato il finimondo!
Lei arrossì, leggermente imbarazzata.
-No, non sono affari tuoi.- mormorò, poco convinta. Mi imbronciai.
-Andiamo, Cher. Noi ci diciamo tutto.- mugolai, facendole gli occhi dolci. Lei mi lanciò un’occhiataccia e si arrese sbruffando.
-Beh, all’inizio abbiamo passeggiato sulla spiaggia, chiacchierando…-
-Che vi siete detti?- le chiesi, assetata di informazioni. Lei mi scoccò un’altra occhiataccia.
-Niente, ci siamo un po’ raccontati di noi, per conoscerci meglio…-
-E ti ha baciata?- le chiesi ancora. Lei sbruffò.
-Vuoi che ti racconti, o continui a tirare ad indovinare?- mi chiese, esasperata.
-Ok, sto zitta.- mi arresi, facendole segno di continuare.
-Beh, ci siamo detti praticamente tutto della nostra vita, ora non sto a dirtelo, tanto su di lui saprai già tutto.- disse ed io annuii.
-Poi siamo andati al cinema.- continuò, e la vidi arrossire improvvisamente.
Io sorrisi automaticamente, era troppo bella quando arrossiva e poi vederla così emozionata mi rendeva estremamente felice.
-A vedere…?- cercai di spronarla, notando che si era persa tra i suoi pensieri.
-I passi dell’amore.- mi rispose, lanciandomi un’occhiata tormentata. Scossi la testa e chiusi gli occhi.
-Non dirmi che ti sei messa a piangere.- sussurrai. Lei sospirò e annuì.
La guardai male.
-Oh, lo sai che non resisto.- piagnucolò. Scossi di nuovo la testa
Era una cosa impossibile, quella ragazza.
Ogni volta che vedeva un film anche il minimo commovente, scoppiava in lacrime.
Era terribilmente emotiva, a differenza mia.
Io non piangevo mai, o quasi.
Non mi piaceva esternare le mie emozioni in modo palese, insomma, perché gli altri dovevano sapere cosa provavo?
-Sei incredibile, e lui che ha fatto?- le chiesi, sperando che la dolcezza che esprimeva quel ragazzo al primo sguardo non fosse soltanto una farsa.
Lei si illuminò, tornando a sorridere.
-Oh, è stato carinissimo. Non mi ha presa in giro, a differenza tua.- mi disse, facendomi la linguaccia. Io ricambiai con una smorfia, prima di scoppiare a ridere seguita a ruota da lei.
-E poi?- le chiesi, quando si calmò. Lei fece spallucce e sorrise di nuovo.
-Poi mi ha riaccompagnata a casa e…il resto l’hai visto.- rispose, lanciandomi uno sguardo eloquente. Io sorrisi e arrossii.
-E’ dovere di una sorella minore spiare cosa combina la maggiore.- tentai di giustificarmi.
-Si, certo.- borbottò lei, arrossendo.
-Quindi…ti piace?- le chiesi, arrivando al dunque.
Le sue guance andarono in fiamme, e capii che non avevo bisogno di una risposta, le si leggeva tutto negli occhi.
-Oh, eccome se ti piace.- mi risposi da sola. Lei arrossì ancora di più ed io le diedi una spallata giocosa.
-E dai, dillo.- la spronai con una risata. Lei mi ignorò, diventando sempre più rossa e tenendo lo sguardo dritto davanti a se.
Alla fine si arrese e mi guardò, gli occhi incredibilmente emozionati.
-Si, mi piace. E anche parecchio, questa cosa mi fa paura.- confessò. Io la abbracciai di slancio.
-Sono contenta per te, sorellina. E stai tranquilla, lui non ti farà del male.- le assicurai.
Quel ragazzo non avrebbe fatto del male nemmeno ad una mosca.
Era troppo dolce e sensibile, e poi avevo visto come la guardava.
Anche a lui piaceva parecchio, non avevo dubbi.
Lei parve sollevata dalle mie parole e sorrise di nuovo, alzandosi e sbadigliando.
-Beh, è ora di andare a dormire.- mormorò, stiracchiandosi.
-Non sognarlo troppo.- mi raccomandai, lanciandole un’occhiata divertita. Lei scosse la testa sconsolata e mi stampò un bacio sulla guancia, prima di ritirarsi in camera sua.
Mi raggomitolai sul divano, ancora con il sorriso stampato sulle labbra.
Finalmente era riuscita a lasciarsi alle spalle quel coglione di Will ed era riuscita a dare una possibilità ad un ragazzo.
E che ragazzo.
Quanto avrei voluto essere al posto suo.
Certo, non con Liam.
Avrei voluto semplicemente che qualcuno mi rivolgesse lo stesso sguardo che Liam riservava a mia sorella ogni volta che i suoi occhi si posavano su di lei.
 
 



La mattina dopo mi svegliai abbastanza tardi e notai con piacere che mia sorella era già uscita.
Probabilmente era andata a lavoro, oppure Liam l’aveva rapita.
Mi trascinai in cucina a passo pesante, cercando di svegliarmi e mi preparai una tazza di caffè.
Mentre contemplavo il cucchiaino che giravo lentamente nella tazza, suonò il campanello.
Sobbalzai e mi affrettai ad andare ad aprire la porta.
Mi ritrovai davanti un paio di occhi incredibilmente azzurri e sorridenti.
-Buongiorno, bellezza!- mi salutò Louis, con il suo tono allegro. Io rimasi per un secondo interdetta, mentre lui continuava a sorridere e mi passava accanto, entrando in casa senza neanche chiedere il permesso.
Ma non era per lui che ero rimasta totalmente imbambolata.
Era per il ragazzo che lo accompagnava e che in quel momento mi stava fissando con aria curiosa, inchiodandomi con i suoi occhi incredibilmente verdi.
-Che c’è, ragazzina, il gatto ti ha mangiato la lingua?- mi chiese, illuminandomi con uno splendido sorriso.
Il mio cuore fece una capriola.
-B-buongiorno.- balbettai, mentre lui mi sfilava accanto con una risata. Chiusi la porta e mi voltai verso di loro.
Louis si stava guardando intorno con aria curiosa, alla ricerca di qualcosa, mentre Harry mi fissava a braccia conserte, l’espressione neutra sul viso.
-C’è Cher?- chiese Louis, rivolgendomi un gran sorriso. Scossi la testa automaticamente.
-No, dev’essere uscita. Non lo so, io mi sono appena svegliata.- mormorai con voce monocorde.
Ehi, non è colpa mia se sono scioccata per il fatto che due dei miei idoli mi sono piombati in casa!
E’ una cosa piuttosto sconvolgente.
Louis si rabbuiò per un secondo, poi mi lanciò uno sguardo ammiccante.
-Questo spiega il perché del tuo strambo abbigliamento.- commentò Harry indicandomi.
Abbassai lo sguardo osservando la canottiera striminzita che mi lasciava scoperta una parte della pancia e i pantaloncini che mi fasciavano le gambe mettendo in mostra le mie curve.
Arrossii violentemente e incrociai le braccia al petto, facendo ridere Harry, che continuava a risalire il mio corpo con lo sguardo.
-Hai finito di farmi la lastra?- gli chiesi scocciata. Lui mi guardò sorpreso e Louis lo colpì con una botta sulla testa.
-Piantala di darle fastidio, Hazza.- lo ammonì, per poi farmi l’occhiolino.
-Beh, allora noi andiamo a cercare Cher.- disse, avviandosi a passo svelto alla porta.
-Oh, aspettatemi. Vengo anch’io!- esclamai. Louis fece una smorfia impaziente, già pronto ad uscire.
-Ehm…- cercò una scusa per scaricarmi.
-Facciamo così, aspetto io Jenny.- si intromise Harry.
Il mio cuore perse un colpo e lo guardai sorpresa. Louis si illuminò in un sorriso.
-Ok, allora a dopo.- disse frettolosamente, prima di richiudersi la porta alle spalle.
Deglutii, nervosamente e guardai Harry con aria interrogativa. Lui alzò le spalle e fece un sorrisetto.
-Non farti strane idee, l’ho fatto per Lou. Non sapeva come scappare a cercare la sua amica.- disse la parola mimando due virgolette con le dita. Arrossii e alzai le spalle.
-Allora puoi pure andare, vi raggiungerò da sola.- gli dissi, mostrandomi indifferente. Lui soffocò una risata ed io evitai accuratamente di guardarlo negli occhi, per non fargli capire quanto ero turbata dal fatto che eravamo soli in casa.
Turbata in senso positivo, ovviamente.
Ma avevo capito il tipo: decisamente troppo sicuro di se.
Se fosse venuto a sapere cosa mi provocava la sua presenza così vicino a me, si sarebbe montato la testa ancora di più.
-Non credo sia il caso che ti lasci sola.- mormorò. Lo guardai e vidi nei suoi occhi un che di divertito e strafottente.
Affilai lo sguardo.
-Che vorresti dire?- sibilai.
-Beh, non vorrei che per raggiungerci ti perdessi o finissi sotto una macchina.- continuò, con aria indifferente, nascondendo la risata con un colpo di tosse.
Schioccai la lingua, più che infastidita.
-Scusa? Guarda, bello, che io conosco questo posto come le mie tasche. E non ho di certo bisogno di un baby-sitter. Quindi puoi anche sparire, grazie.- gli dissi, indicandogli la porta.
Lui non si mosse, rimanendo poggiato al muro con le braccia incrociate e il suo solito sorrisetto strafottente stampato sulle labbra.
-Grazie del complimento, ma è meglio che rimanga a tenerti d’occhio. Non vorrei averti sulla coscienza.- concluse con una risatina.
Aggrottai le sopracciglia, ripercorrendo a mente il dialogo, per capire quando gli avessi fatto un complimento.
Non che non li meritasse, ma sicuro non gliel’avevo fatto di mia spontanea volontà.
Arrossii di colpo, quando ricordai, e schioccai la lingua.
-Io non ti ho fatto nessun complimento. E dico davvero, puoi anche andartene. Non ho bisogno di te.- gli dissi acidamente.
Lui scrollò le spalle, continuando a sorridere.
-Nah, ti aspetterò. E ti scorterò da tua sorella, bambina.- scherzò, marcando bene l’ultima parola.
Assottigliai gli occhi e lo fulminai con lo sguardo.
-Io non sono una bambina.- sibilai. Lui scoppiò in una risata fragorosa.
Quella risata che avevo sentito milioni e milioni di volte nei loro video, ma mai mi era sembrata così meravigliosa.
Poi mi ricordai che stava ridendo di me, e gli lanciai un’occhiataccia.
-Oh, si che lo sei. Sei piccolina.- mi prese in giro, con un tono di voce da idiota.
Diventai rossa dalla rabbia.
Odiavo quando mi prendevano in giro, in tutti i casi.
E il fatto che lui era uno dei miei idoli, non lo risparmiava.
-Smettila di dirlo, non sono piccola. Ho quindici anni.- sibilai.
Lui continuava a ridere, io sbruffai e a passo pesante mi chiusi in bagno, sbattendomi la porta alle spalle.
Mi preparai il più lentamente possibile sperando che, quando fossi uscita dal bagno, lui non ci sarebbe stato più.
Ma così non fu e, quando aprii la porta, lo trovai lì fuori ad aspettarmi a braccia incrociate con un sorriso sul viso che non avrebbe dovuto sembrarmi meraviglioso.
Lo fulminai con lo sguardo e non dissi niente, aprendo la porta di casa e aspettando che uscisse, per poi uscire anch’io e chiudermela alle mie spalle.
-Ti sei offesa?- chiese, dopo qualche minuto che camminavo avanti a lui in silenzio.
-No.- risposi fredda, scatenando la sua risata.
-Dai, stavo scherzando.- cercò di giustificarsi, continuando a ridere. Grugnii qualcosa, infastidita.
-Non mi interessa se stavi scherzando.- dissi, poi mi resi conto che così mi tradivo da sola.
-Non mi interessa quello che pensi di me.- cercai di migliorare.
-Non mi interessi tu, punto.- altro tentativo.
Lui accelerò il passo e mi raggiunse, posandomi un braccio intorno alle spalle. Sbarrai un poco gli occhi e il mio cuore perse un colpo.
Ma cercai di fare finta di niente, senza muovermi di un millimetro.
Lui si avvicinò, potevo sentire il suo respiro fresco sul collo.
-Non cercare di sembrare indifferente, lo so che ti piaccio.- mi sussurrò all’orecchio. Mi allontanai di scatto e schioccai la lingua.
Se c’era una cosa che odiavo, erano le persone troppo sicure di se.
E si, anche se probabilmente Harry mi piaceva più del dovuto, non gliel’avrei data vinta tanto facilmente.
Io non ero come tutte le altre ragazzine che cadevano ai suoi piedi al primo sorriso.
Ero in grado di contenermi, io.
Almeno credevo.
-Peccato che tu sia troppo piccola.- continuò, fingendosi triste.
Lo incenerii con lo sguardo.
-Io non sono piccola.- ribadii. –E anche se fosse, non mi interesseresti.- continuai, scattando in avanti e avviandomi a passo spedito, senza aspettarlo.
Lo sentivo camminare dietro di me, ma non osai voltarmi nemmeno una volta.
Sapevo che non aspettava altro, ed io non gli avrei dato la soddisfazione di perdermi di nuovo nei suoi occhi che mandavano in tilt il mio cervello, per non parlare del cuore.
Rimanendo in silenzio, persi tra i nostri pensieri, anche se dubitavo che il riccio riuscisse a pensare qualcosa, arrivammo presto alla tavola calda.
Entrai, senza aspettarlo e lasciando la porta proprio mentre stava per entrare lui, sbattendogliela in faccia.
Cercai di trattenere la risata e raggiunsi gli altri ragazzi, che erano seduti al solito tavolo.
Mi misi accanto a Niall che mi sorrise e mi stampò un bacio sulla guancia.
-Buongiorno, dolcezza.- mi disse.
Rischiai di svenire.
Dolcezza.
Cioè, Niall Horan che dice a me dolcezza.
Era un sogno, è l’unica spiegazione.
Rise della mia espressione sbalordita e si girò a salutare Harry, che si era seduto accanto a Zayn, massaggiandosi la fronte e fulminandomi con lo sguardo.
Sorrisi, beffarda.
Ben ti sta.
-Ciao, ragazzi.- salutò tutti con un sorriso, per poi posare gli occhi su di me e incenerirmi di nuovo con lo sguardo.
Niall scoppiò a ridere.
-Jen, perché continua a guardarti male, cosa gli hai fatto?- mi chiese, beccandosi un’occhiataccia da Harry.
Io scrollai le spalle.
-Poverino, è troppo grande per tenersi la porta da solo. Ha bisogno anche di un maggiordomo.- risposi, ricambiando lo sguardo fisso di Harry, senza distoglierlo, anche se le mani cominciavano a tremarmi.
Ma di certo non per paura.
Le nascosi sotto il tavolo e decisi di cambiare discorso.
-Allora, Lou è riuscito a trovare mia sorella?- chiesi, guardando i ragazzi.
Zayn mi sorrise e mi indicò Louis, che era seduto al bancone accanto a Liam e si stavano squadrando non molto amichevolmente.
-Cher è appena andata in cucina.- mi informò Niall.
-E si spera che ne esca presto, con del cibo, magari.- continuò con una smorfia e massaggiandosi lo stomaco.
Scoppiai a ridere.
-Ma allora è vero che hai sempre fame, tu?- chiesi ridendo. Lui annuì, fiero di se.
-Ho bisogno di energie per diventare grande.- borbottò.
-Non pensi di essere già abbastanza cresciuto?- gli chiesi. Lui mi sorrise e scosse la testa, facendomi l’occhiolino.
L’occhiolino.
Mi aveva strizzato l’occhio.
Rischiavano di farmi venire un infarto.
Ero pur sempre una Directioner, abituata a vederli solo attraverso uno stupido schermo.
-Già, qui c’è qualcun altro che dovrebbe ancora crescere.- mormorò Harry, ammiccando verso di me.
-Stai parlando di te, Harry?- lo rimbeccò Zayn, con un’occhiata divertita. Harry schioccò la lingua e mi indicò, strafottente.
-Ora basta, mi hai stancata.- sbottai, alzandomi. Niall e Zayn mi guardarono sbalorditi, mentre Harry sembrava soddisfatto, come se farmi innervosire era stato il suo unico scopo da quella mattina.
Feci per andarmene, ma Niall mi bloccò per un polso.
-Dove vai?- mi chiese, con sguardo dolce.
Mi intenerii per un secondo, poi Harry tossicchiò, per trattenere l’ennesima risata ed io sciolsi bruscamente la presa del biondino.
-Scusa.- mormorai, poi mi voltai verso il riccio, riservandogli un’occhiata di ghiaccio.
-Sai, giravano voci su quanto tu potessi essere stronzo. E mi stupisco del fatto che sono riuscita sempre a difenderti. Che gran cretina che sono stata, eh?- gli dissi acidamente.
Lui mi guardava, imperturbabile. Zayn lo guardò male e Niall scosse la testa, sconsolato.
Scossi la testa anch’io, guardandolo vagamente disgustata.
-Sai che ti dico, quelli lì avevano ragione. Sei un coglione, Harry Styles.- sbottai, allontanandomi.
-Grandioso, ci hai fatti perdere una fan!- sentii borbottare da Zayn, mentre mi chiudevo la porta alle spalle e mi dirigevo a passo spedito verso la spiaggia.
Non so con quale coraggio ero riuscita a dire quelle cose ad Harry, sotto i suoi occhi magnetici che avevo sognato notti intere.
Si, lui mi piaceva.
Ma se conoscerlo significava scoprire quanto alta fosse la sua stronzaggine, allora preferivo che rimanesse uno sconosciuto da guardare solo in foto e di cui ascoltarne la voce solo nelle cuffiette.

















HOLA C:
Come promesso, ecco il capitolo su Jenny.
Lo so, non è un granché, però ho cercato di farlo il meglio possibile.
Beh, almeno i ragazzi si conoscono meglio e Jenny scopre che Hazza non è proprio un santo, ecco.
Ma le cose si sistemeranno, non voglio odio nelle mie Ff :)
Boh, oggi non ho tante cose da dire.
Sono piuttosto stanca perchè ho passato la mattinata a fare shopping, chiudendo il tutto con un bel pranzo da McDonald's.
Una botta di salute, insomma.
Direi che dopo quest'estate la mia carriera da pallavolista si chiuderà amaramente (?) u.u
Vabbè, ora vi lascio.
Ah, volevo dirvi che, visto che ho concluso l'altra Ff *scappa la lacrimuccia*, mi concentrerò di più su questa.
Quindi cercherò di postare capitoli più velocemente :)
Ora sparisco.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.


Ps. #Piccolo favorino:
Passereste a leggere questa Ff? 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1185203&i=1
E' carina, fateci un salto :)




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Capitolo 17
*** Capitolo 16. ***


Capitolo 16
 
 
Liam.

 
 
 


Guardai Jenny sfilarmi accanto e uscire dal locale sbattendo la porta, furiosa, proprio mentre Cher usciva dalla cucina.
-Grandioso, ci hai fatti perdere una fan!- sbottò Zayn, verso Harry.
-Dove andava Jenny?- chiese Cher confusa. Io feci spallucce e mi girai verso i ragazzi.
Niall stava fulminando Harry, che aveva lo sguardo basso e le braccia incrociate, vagamente colpevole.
-Che è successo, ragazzi?- chiese Louis. Harry non alzò nemmeno lo sguardo, mentre Niall continuava a lanciargli occhiatacce.
-Harry ha offeso Jenny, che è scappata via.- spiegò Zayn, con l’aria vagamente annoiata.
-Come al solito, non è capace di non fare l’idiota.- commentò Niall, sospirando.
Louis trattenne a stento una risata, divertito per non so cosa, mentre le guance di Cher diventavano di una tonalità sempre più tendente al rosso.
-Cosa le hai detto?- sibilò, avvicinandosi al tavolo e incrociando le braccia al petto.
Harry alzò lo sguardo su di lei, per una volta senza la sua aria da strafottente, e fece spallucce.
Cher allora guardò gli altri due, in cerca di spiegazioni.
Mi avvicinai anch’io a loro e mi posizionai accanto a Cher, sfiorandole la spalla.
La sentii sussultare, ma cercò di ignorarmi, in quel momento era più importante scoprire cosa aveva combinato il ricco.
Louis mi seguì e si mise all’altro lato di Cher, osservando la scena divertito.
-Allora?- chiese di nuovo Cher, innervosita.
Harry fece spallucce.
-La verità.- si limitò a dire. Cher roteò gli occhi e sbruffò.
-Quale verità, precisamente? E perché se n’è andata via?- chiese ancora. Harry fece spallucce di nuovo.
-Non so cosa si siano detti mentre venivano qui, ma pare che l’abbia presa in giro sulla sua età.- spiegò di nuovo Zayn.
-E poi Jenny gli ha detto che è un coglione.- continuò Niall, con un vago sorrisetto soddisfatto.
Cher scosse la testa.
-Ok, io non so cosa tu gli abbia detto.- cominciò, puntando lo sguardo su Harry che non poté fare a meno che ricambiarlo. I suoi occhi ardevano, per quanto era nervosa.
-Ma io non posso andare a vedere come sta, o Tom mi uccide. Quindi tu ora alzi il culo e vai a sistemare le cose.- continuò, con voce ferma. Harry sbarrò gli occhi.
-Non ci penso neanche!- esclamò sorpreso. Le guance di Cher si fecero ancora più rosse, accese di rabbia.
-Harry Styles, alza quel culo e vai a chiedere scusa a mia sorella. Subito.- sibilò.
I ragazzi la fissarono sconvolti, non l’avevamo mai vista così arrabbiata.
Evidentemente, se c’era una cosa che non dovevamo toccarle, era la sorella.
E Harry aveva fatto proprio la mossa sbagliata.
Decisi di aiutarlo e poggiai delicatamente una mano sulla spalla di Cher, cercando di calmarla.
Lei liberò Harry dalla morsa del suo sguardo e si voltò verso di me, sospirando.
Io guardai Harry.
-Dai, Hazza. Vai a sistemare le cose.- mormorai, con un cenno della testa.
-Già, devi farlo.- mi appoggiò Niall, lo sguardo incredibilmente serio.
Harry sbruffò e si alzò controvoglia.
-Non mi piace quando vi alleate tutti contro di me.- borbottò, avviandosi verso la porta.
Cher lo guardò uscire e poi finalmente si calmò.
-E’ tanto grave?- chiese a Zayn. Lui arricciò il naso.
-Nah, Harry riuscirà a sistemare le cose. Riesce a farlo sempre.- commentò Zayn e Niall annuì.
Cher sospirò.
-Bene.- mormorò.
-Cher, ho bisogno di una mano in cucina!- la chiamò Mike a gran voce. Lei sbuffò e si voltò per un secondo verso di me.
-Beh, io ho da fare. Ci vediamo dopo?- mi chiese. Le sorrisi e annuii.
Lei si sporse verso di me e mi baciò frettolosamente la guancia.
Un brivido mi percorse la schiena e mi ritrovai a sorridere come un ebete.
-A dopo, ragazzi!- salutò tutti, sparendo in cucina.
Io ero rimasto imbambolato, mentre i ragazzi cominciarono a uscire dal locale.
Niall mi afferrò il braccio e mi trascinò con loro.
-Ormai l’abbiamo perso.- mormorò scuotendo la testa.
 
 
 
 


Jenny.
 

 



Vidi Harry avvicinarsi e sbruffai, raggomitolandomi ancora più stretta, seduta sulla sabbia.
Camminava senza staccarmi gli occhi di dosso, con le mani nelle tasche dei pantaloni e i ricci che gli svolazzavano al vento.
In quel momento era talmente bello che il mio cuore faceva le capriole.
Scossi la testa, cercando di rimanere in me e di ricordarmi che ero arrabbiata con lui.
Anche se era difficile, con i suoi occhi verdi fissi nei miei che mi facevano perdere la concentrazione.
Si fermò a pochi centimetri da me e si lasciò cadere sulla sabbia, stendendo le gambe lunghe davanti a se.
Non lo degnai di uno sguardo e lui, dopo vari sospiri, si girò verso di me e parlò.
-Sei arrabbiata?- chiese con un sussurro.
Ma quanto sei perspicace.
Non gli risposi e continuai a mantenere lo sguardo dritto davanti a me, nonostante morissi dalla voglia di incrociare i suoi occhi verdi che sentivo fissi su di me.
-Ok, sei arrabbiata.- si rispose da solo. Alzai le sopracciglia.
Ma che bravo.
-Però sai una cosa? Ogni minuto che passi arrabbiata perdi sessanta secondi di felicità.- disse, trattenendo una risata.
Mi voltai di scatto verso di lui e lo guardai mordersi un labbro, per evitare di ridere.
-Ma guarda qui: Harry Styles che fa il filosofo. Questa mi mancava.- gli dissi acida. Lui sorrise, soddisfatto per qualcosa.
Solo dopo un po’ mi resi conto che era riuscito a farmi parlare e a rompere la promessa che mi ero fatta di non guardarlo nemmeno per un secondo.
Merda.
Ero dell’idea che riuscisse ad ottenere tutto quello che voleva, sempre.
-Sono sorprendente, eh?- chiese, colpendomi con una spallata. Mi allontanai, distogliendo lo sguardo.
-No, sei idiota. E’ diverso.- commentai. Lui rise senza rispondere.
A sentire quel suono divertito e allegro, non riuscii a trattenere un piccolo sorriso che sperai lui non vedesse.
-Che c’è, sei venuto qui per continuare a prendermi in giro?- gli chiesi, cercando di rimanere seria.
Lui smise di ridere e fece spallucce.
-No, mi ha spedito qui tua sorella per chiederti scusa.- confessò.
-Ah, viva la sincerità!- esclamai. Lui fece spallucce.
-Perché dovrei dirti che sono venuto qui di mia spontanea volontà quando non è vero?- chiese retoricamente.
-Beh, perché magari avrebbe potuto farmi piacere.- ribattei, per poi serrare gli occhi rendendomi conto di quello che avevo detto.
Mi morsi la lingua.
Stupida, stupida, stupida!
Lui almeno ebbe il buon senso di non ridere e di lanciarmi solo un’occhiata indecifrabile, che decisi di ignorare.
-Peccato che non sia così.- disse facendo spallucce, nascondendo un sorriso divertito.
Mi voltai verso di lui, lanciandogli un’occhiataccia.
-Mi faresti un favore, Harry?- gli chiesi. Lui mi guardò, improvvisamente curioso.
-Dipende.- rispose, restando sulle sue.
Io sorrisi allegramente.
-Andresti in un posto, per me?- gli chiesi ancora. Lui capì al volo, ma cercò di restare al gioco.
-Mmh, dove?- chiese, trattenendo a stento una risata.
Lo incenerii con lo sguardo.
-Si chiama Fanculo, e si trova laggiù.- gli risposi, indicandogli un posto impreciso, ma lontano da me.
-Buon viaggio.- continuai, voltandomi di nuovo e invitandolo silenziosamente a lasciarmi in pace.
Ma ovviamente non fui accontentata.
-Nah, non ne ho voglia.- disse, dopo averci pensato un po’.
Sbruffai e lo ignorai. Lui soffocò una risata e mi afferrò il mento, per costringermi a voltarmi verso di lui.
Sobbalzai al contatto delle sue dita sul mio viso e cercai di ignorare la mandria di rinoceronti che si era scatenata nel mio stomaco.
Altro che farfalle, lì dentro c’era un intero zoo.
I suoi occhi erano fissi nei miei e per un secondo dimenticai anche il mio nome.
-Mi dispiace di averti presa in giro, non succederà più.- sussurrò.
Io deglutii, senza riuscire a distogliere lo sguardo dal suo viso e annuii distrattamente, senza capire bene cosa mi aveva detto.
Lui mi illuminò con un sorriso e mollò la presa.
-Devo ancora andarci adesso?- chiese, tornando alla sua espressione strafottente.
Scossi la testa e lo colpii sulla spalla.
-Idiota.- commentai, facendolo ridere.
-Ragaaaazzi!- urlò Niall, buttandosi sulla sabbia accanto a noi. Feci una smorfia.
-Niall, mi hai riempita di sabbia.- sibilai, mentre Harry si alzava di scatto per togliersi la sabbia di dosso. Il biondino scoppiò a ridere e si tirò su, porgendomi una mano per aiutarmi.
L’afferrai senza pensarci e lui mi tirò su delicatamente.
-Allora, avete fatto pace?- ci chiese, alternando lo sguardo da me a Harry, che fece spallucce, indifferente.
-Si, quello che è.- commentò con un gesto annoiato della mano.
Lo ignorai, guardando il resto del gruppo che si avvicinava a noi.
-Allora, che si fa?- chiese Louis, con un gran sorriso. Io feci spallucce, mentre lui dava una pacca sulla spalla ad Harry che continuava a fissarmi insistentemente e cominciava a darmi sui nervi.
‘Che vuoi?’ gli mimai con le labbra. Lui sorrise semplicemente e scosse la testa, distogliendo finalmente lo sguardo.
-Beh, io direi di andare da qualche parte. Jenny, tu che sei di qui, conosci qualche posto carino?- chiese Zayn, attirando la mia attenzione.
Stava sorridendo e credetemi se vi dico che non c’era niente di più sexy del sorriso di Zayn Malik.
Cercai di contenermi e ci pensai, arricciando le labbra.
-Mmh, non lo so. Potremo andare in una spiaggia qui vicino molto carina. Scusate, ragazzi, ma non ci sono posti tanto elettrizzanti qui.- risposi, facendo spallucce.
I ragazzi annuirono.
-Ok, dai. Portaci in questa spiaggia. Tutto, basta che andiamo a divertirci!- esclamò Louis, prendendomi a braccetto. Risi con lui e ci avviammo a piedi, tanto non era molto lontano.
-Ehm, io rimango qui ragazzi.- disse Liam. Ci voltammo tutti verso di lui, che si passò una mano tra i capelli, imbarazzato.
-E perché?- chiese Niall.
Io sorrisi, immaginando la risposta.
-Dovrà rimanere con Cher, no?- intervenì Louis, facendo una smorfia. Liam diventò tutto rosso.
-Si, e allora?- ribatté. Louis scrollò le spalle, lasciando cadere il discorso.
-Bene. Allora ci raggiungerete dopo.- intervenni io, afferrando Louis e trascinandolo con me.
Liam annuì e a passo svelto si diresse alla tavola calda, mentre noi, in silenzio, continuavamo a camminare verso la spiaggia.
 
 
 


Cher.
 
 




-Bene, dopo che vi dirò questa cosa sono sicuro che mi amerete.- esordì Tom, uscendo dalla cucina e piazzandosi davanti al bancone dove io e Mike stavamo quasi per addormentarci.
Erano più o meno due ore che non entrava nessuno alla tavola calda e considerando il tempo che stava cambiando, presagendo un imminente acquazzone, non credevo che qualcuno si sarebbe fatto vivo molto presto.
Tom ci guardò, sorridendo affettuosamente.
-Dai, per oggi basta. Chiudiamo prima, tanto non c’è anima viva. Puoi tornare a casa, Cher.- mi disse e mi sentii come un bambino il giorno di Natale.
Sorrisi, di nuovo raggiante, e abbracciai Tom di slancio, che mi diede un buffetto sulla schiena scoppiando a ridere.
-Grazie, Tom. Ci vediamo domani!- esclamai, correndo fuori, alla ricerca dei ragazzi.
Non li vedevo, così decisi di chiamare Jenny al cellulare, sicura che fosse con loro.
Poi, però, prima che riuscissi a premere il tasto verde delle chiamate, una mano mi bloccò sfilandomi il cellulare.
Mi voltai, pronta a fulminare con lo sguardo chiunque fosse stato, quando incrociai gli occhi cioccolato di Liam e mi sciolsi completamente.
-Ti stavo aspettando.- sussurrò, infilandomi il cellulare nella tasca anteriore dei jeans.
Sentii le mie guance colorarsi di rosso, mentre il punto in cui mi aveva toccato sembrava bruciare.
Mi schiarii la gola e cercai di sorridere.
-E gli altri dove sono?- gli chiesi. Lui scrollò le spalle e mi afferrò una mano, attirandomi a se.
-Jenny li ha portati non so dove. Ora siamo solo io e te.- sussurrò, soffiando sulle mie labbra.
-Harry ha chiarito tutto con Jenny?- chiesi ancora.
Non riuscivo a capire perché non riuscissi a chiudere la bocca per lasciarmi baciare.
-Credo di si. Stavano ridendo quando sono arrivato io.- sussurrò, avvicinandosi ancora di più.
Socchiusi gli occhi, mentre sentivo il suo respiro caldo sulle labbra.
-Sei sicuro? Jenny stava bene?- chiesi ancora. Lui si lasciò scappare un sorriso e annuì distrattamente, mentre fissava insistentemente le mie labbra.
-E Harry…- non mi lasciò finire l’ennesima domanda.
Con un movimento veloce catturò le mie labbra con le sue, zittendomi e facendomi dimenticare anche quello che stavo per chiedere.
-Tu parli decisamente troppo.- disse, staccandosi e ridendo.
Gli feci una boccaccia e lo ritirai a me, per sfiorargli le labbra in un bacio sfuggente.
Poi mi staccai, tirandolo per la mano.
-Dove andiamo?- mi chiese. Feci spallucce.
-A fare una passeggiata.- risposi.
-Con questo tempo?- ribatté lui, lanciando un’occhiata al cielo.
Le nuvole scure si addensavano sopra di noi e l’atmosfera si faceva sempre più inquietante.
Sorrisi.
-Non pioverà. Siamo a inizio Luglio, non può piovere.- dissi, sicura.
Le ultime parole famose.
Ci avviammo lungo la spiaggia, lui che mi teneva la mano, io che cercavo di rallentare il battito incontrollato del mio cuore.
-Guarda, quella è la casa dove abitavo prima!- esclamai, indicandogli una casetta con il cancello sulla spiaggia, lasciando la sua mano e correndo verso l’entrata. Mi fermai a pochi passi, ammirandola e facendomi travolgere da milioni di ricordi. Lui mi raggiunse e mi cinse i fianchi con un braccio.
-Davvero? E perché vi siete trasferite?- mi chiese, guardando me, invece che la casa.
Incrociai il suo sguardo.
-Perché non potevamo più pagarla, così siamo andata in quella dove siamo ora, che prima era della nonna.- spiegai. Lui annuì e si perse tra i suoi pensieri.
Mi lasciai andare anch’io e mi ricordai di tutte le volte che ero riuscita a scappare a mia madre, che tentava di mettermi in punizione.
Ma io non riuscivo a resistere al richiamo del mare e, avendo un cancello che dava proprio sulla spiaggia, nessuno era mai riuscito a tenermi in casa più dello stretto necessario.
Amavo quella casa e avevo odiato mia madre quando ci aveva costrette a lasciarla.
-Non so perché, ma mi sembra di esserci già stato qui…- mormorò ad un tratto Liam.
Lo guardai e notai che stava scrutando assorto quel tratto di spiaggia e le case che lo circondavano.
Gli carezzai la guancia, riportando la sua attenzione su di me.
-E’ normale, qui tutte le case sono uguali.- dissi facendo spallucce.
Lui sembrava poco convinto.
-Si, ma questo posto mi ricorda qualcosa…- mormorò.
-Non so che dirti.-
-Forse l’avrò visto quando ero bambino…- continuò, perso tra i suoi pensieri.
-Da bambino? Che vuoi dire?- gli chiesi, aggrottando le sopracciglia.
Lui abbassò lo sguardo su di me e sorrise.
-Beh, quando ero piccolo venivo spesso al mare qui, almeno è così che mi ha detto mia madre.- spiegò.
Strabuzzai gli occhi.
-Davvero?- chiesi. Lui annuì.
Ecco perché mi sembrava di averlo già visto.
Un dubbio mi fece sussultare lo stomaco: che noi ci conoscessimo già da prima?
Non riuscii a fargli la domanda, perché un tuono squarciò il cielo, facendoci sobbalzare.
Portammo tutti e due lo sguardo verso i nuvoloni neri sopra di noi e in quel momento una pioggerella fitta cominciò a bagnarci.
-Non ci posso credere!- esclamai, allargando le braccia. Lui scoppiò a ridere di gusto, avvicinandomi a se.
-Che dicevi a proposito che siamo a Luglio e che…-
-Oh, zitto.- lo interruppi con una risata. Lui si scostò i capelli bagnati dalla fronte e si chinò su di me.
-Non provare a baciarmi, Payne. Sarebbe troppo da film.- gli dissi divertita. Lui fece una smorfia.
-Così rovini l’atmosfera.- si lamentò. Io scoppiai a ridere e mi allontanai da lui.
Lui non mi lasciò andare tanto lontano, mi afferrò per i fianchi e mi riavvicinò a se, stringendomi forte.
-Dai, è sempre stato il mio sogno.- piagnucolò. Scoppiai di nuovo a ridere e vidi un sorriso spuntare all’angolo delle sue labbra imbronciate.
-Sei un bambino capriccioso.- lo stuzzicai.
-E tu sei una mammina cattiva.- ribatté lui.
Risi di nuovo e non protestai quando la sua bocca si avvicinò pericolosamente alla mia.
Lo lascia fare, quando infilò una mano tra i miei capelli bagnati, mentre l’altra andava a stringermi i fianchi.
Lo lasciai fare quando con un sorriso furbetto mi stampò un bacio all’angolo della bocca.
Poi, incapace di attendere ancora, gli allacciai le braccia dietro al collo e lo tirai a me.
Con una risata annullò tutte le distanze e mi baciò.
Come non aveva mai fatto prima.
Con una passione e un desiderio tale da mandarmi il sangue al cervello.
Sarà stato banale, un bacio sotto la pioggia come quelli che si vedono solo nei film, o che si leggono nei libri.
Probabilmente quelli che ci stavano guardando ci presero per due idioti.
Probabilmente il giorno dopo ci saremmo svegliati con la febbre e ce ne saremmo pentiti.
Ma in quel momento non ci pensai.
In quel momento pensai solo che quello era decisamente il bacio più bello della mia vita.
















HOLA C:
Sssssalve, ragazze.
Allora, l'avevo detto o non l'avevo detto che avrei aggiornato presto? :D
Già, già.
Questo significa proprio che non ho un bel niente da fare u.u
Le mie amiche mi hanno abbandonata oggi, e probabilmente passerò tutta la giornata forever alone.
Ma...ma...ma l'avete sentito che HARRY VERRA' A ROMA QUESTO WEEK END?! O.o
Ok, non voglio farmi strani sogni, perchè di solito sono tutte minchiate.
Ma vi immaginate? 
Io che girò per la città e che incontro il nostro Hazza tutto figo che fa shopping?
Dio, non posso pensarci ç.ç
E' meglio che mi dileguo.
Oh, ragazze.
Spero vi piaccia il capitolo.
Vi direi che non tempo per rileggerlo, ma la verità è che mi manca la voglia.
So, sorry se c'è qualche errore! ;)
#With love.
-S.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17. ***


Capitolo 17
 



Cher.
 
 



-Cher, io esco!- urlò mia sorella, già con la mano sulla porta. Mi affacciai dalla cucina, dove avevo appena finito di lavare i piatti del pranzo.
-Dove vai?- le chiesi, nonostante sapessi già la risposta.
Era domenica, io avevo il giorno libero e lei aveva il solito appuntamento con la sua amica Nikki.
Si vedevano solo quel giorno, a causa della lontananza e della rigidità dei genitori di Nikki.
Proprio per questo io non l’avevo mai vista, non ne avevo mai avuta l’occasione.
Mia sorella sbruffò, impaziente.
-Dai, lo sai. Vado da Nikki.- mi ricordò. Io le sorrisi e la raggiunsi, schioccandole un bacio sulla guancia.
-Non fare tardi.- mi raccomandai. Lei alzò gli occhi al cielo, lasciandosi scappare un sorriso divertito.
-Si,si. Dici sempre la stessa cosa. Torno per cena.- mormorò, aprendo la porta e uscendo di casa.
Prima che la richiudesse però, alzai lo sguardo e incrociai Louis che mi salutava dal furgoncino che si allontanava dal vialetto di fronte al mio.
Ricambiai il saluto, sorridendo a Zayn che era con lui. Poi sfrecciarono a tutta velocità, sparendo dietro la curva.
Nel frattempo Jenny si era allontanata con il suo passo veloce, ed io ero rimasta sola senza niente da fare.
Rimasi ferma a contemplare la porta di fronte alla mia per qualche minuto, poi decisi.
Non vedevo Liam dal pomeriggio prima.
Dopo quell’ultimo bacio eravamo corsi a casa, salutandoci in fretta e furia, zuppi dalla testa ai piedi.
E cominciavo a sentirne la mancanza, nonostante fossero passate meno di ventiquattro ore.
Ormai quel ragazzo mi aveva totalmente sconvolta, non potevo farci niente.
Così, senza pensare che probabilmente avrei potuto disturbare, o che non ero in condizioni ottimali per farmi vedere da lui, chiusi la porta alle mie spalle e mi avviai a passo deciso verso il vialetto di fronte al mio.
Bussai alla porta e attesi.
Dopo qualche secondo, Liam venne ad aprirmi.
Appena mi vide, il suo viso si illuminò in uno splendido sorriso, che non potei fare a meno di ricambiare.
-Ciao, Cher!- esclamò. Io arrossii.
-Che ci fai…etciù!- si voltò di scatto per starnutire. –Scusa.- mormorò, rigirandosi verso di me.
Solo allora lo osservai bene.
Nonostante fosse Luglio, e anche se il sole proprio non si faceva vedere la temperatura era alta, lui era avvolto in una coperta, aveva il naso arrossato e gli occhi gonfi e lucidi.
Aggrottai le sopracciglia.
-Liam, che ti succede?- gli chiesi, continuando ad osservarlo. Lui abbozzò un sorriso.
-Beh, la nostra avventura sotto la pioggia ha dato i suoi frutti.- mormorò. –Vieni, entra.- continuò, lasciandomi passare.
-Ti sei ammalato?- gli chiesi, cercando di non ridere.
Lui annuì, mentre io lo guardavo divertita. Si voltò di scatto e starnutì di nuovo, soffiandosi il naso con il fazzoletto che aveva in mano.
-Scusa, oggi non credo di essere tanto di compagnia.- mormorò, dirigendosi a passo pesante verso un’altra stanza, dove c’era il divano su cui si buttò, facendomi segno di raggiungerlo.
-Non importa.- mormorai facendo spallucce. Mi misi accanto a lui e sentii subito la solita elettricità stravolgermi e pregarmi di avvicinarmi ancora di più.
-Come mai sei venuta?- mi chiese con un gran sorriso. Feci di nuovo spallucce e distolsi lo sguardo.
-Avevo voglia di vederti.- confessai di getto, arrossendo fino alla punta dei capelli.
Lui allungò una mano verso di me e mi sfiorò la guancia, costringendomi ad incrociare i suoi occhi dolci.
-Anch’io, però Zayn mi ha categoricamente vietato di uscire.- disse, facendo una smorfia divertita. Scoppiai a ridere.
-Ha fatto bene, sei in condizioni pessime.- commentai, sfiorandogli le guance rosse. Poi posai una mano sulla sua fronte, rovente al contatto. Strabuzzai gli occhi.
-Ma Liam, ti sei misurato la febbre?- gli chiesi sorpresa. Lui scosse la testa e starnutì di nuovo.
-No, non avevamo il termometro. I ragazzi sono andati a comprarlo insieme a qualche medicina…- mormorò, soffiandosi di nuovo il naso.
-Beh, potevate chiedere a me!- esclamai e lui fece spallucce, affondando tra i cuscini e chiudendo gli occhi, visibilmente stanco.
Gli sfiorai di nuovo il viso, sembrava non potessi farne a meno e lui mi afferrò l’altra mano, stringendola tra le sue.
-E ti hanno lasciato qui da solo?- chiesi in un sussurro. Lui aprì un poco gli occhi e scosse la testa.
-No, c’è Niall al piano di sopra. Credo stia dormendo.- mi informò. Annuii e mi avvicinai ancora di più, poggiando la testa sulla sua spalla.
-Mi dispiace, è colpa mia se stai così.- dissi. Lui scoppiò a ridere e poggiò la testa sulla mia.
-Non dire fesserie. E’ colpa della pioggia.- rispose lui. Io alzai il viso verso il suo, ritrovandomi le sue labbra a pochi centimetri di distanza. Lui mi sorrise ed io feci lo stesso.
Chiusi gli occhi, pronta al contatto.
Stava per baciarmi, quando si tirò indietro di scatto. Aprii gli occhi e lo trovai a sorridere imbarazzato.
Gli lanciai un’occhiata contrariata e lui rise, sfiorandomi le labbra con il pollice.
-Vorrei farlo, credimi. Ma ti attaccherei la febbre e non voglio che anche tu stia male.- spiegò. Mi imbronciai.
-Vuol dire niente baci finché non guarisci?- chiesi, per poi arrossire rendendomi conto di averlo veramente detto.
Ma dov’era finita la Cher responsabile che voleva andarci piano?
E’ andata a farsi fottere dai baci elettrici del ragazzo che hai accanto.
Non potevo farne a meno, erano diventati come una droga.
E doverlo ammettere era sconvolgente e anche alquanto patetico.
Lui scoppiò a ridere, piegando la testa all’indietro e facendomi imbronciare ancora di più.
Poi si chinò su di me e mi sfiorò la fronte con le labbra, stringendomi in un abbraccio.
Sorrise dolcemente.
-Si, dovrai farne a meno.- disse con aria melodrammatica. Feci una smorfia, facendolo ridere di nuovo e mi accoccolai al suo petto che tremava dalle risate. Lui mi scompigliò i capelli e si calmò, accendendo la tv.
-Ah, ecco perché stavi ridendo come un mulo.- mormorò Niall, scendendo dalle scale fiondandosi sul divano accanto a noi.
-Ciao, Cher!- esclamò con un gran sorriso, schioccandomi un bacio sulla guancia.
Arrossii violentemente e feci per sciogliere l’abbraccio di Liam, imbarazzata.
Insomma, la cosa non era ancora ufficiale e ai ragazzi non avevamo detto niente, nonostante fossi sicura che avessero capito tutto.
Ma Liam non mi lasciò fare e mi strinse ancora di più a se. Incrociai il suo sguardo tranquillo e mi rilassai di nuovo tra le sue braccia.
-Cosa stavate facendo?- chiese Niall, scrutandoci e fissando il braccio di Liam che mi avvolgeva con sguardo soddisfatto.
Io feci spallucce, mentre Liam starnutiva di nuovo, voltandosi dall’altra parte.
Niall fece una smorfia disgustata.
-Stai uno schifo.- commentò il biondino.
-Lo so.- mormorò Liam, soffiandosi il naso. Niall recuperò il sorriso e mi lanciò un’occhiata maliziosa, per quanto potesse apparire maliziosa sul suo viso incredibilmente innocente.
-Allora, sbaglio o voi due dovete dirmi qualcosa?- chiese, indicandoci e guardandomi fisso negli occhi.
Io arrossii, mentre Liam afferrava un cuscino accanto a se e lo tirava in faccia a Niall che lo prese al volo ridendo.
-Fatti gli affari tuoi, biondino.- gli disse sorridendo. Lui scoppiò a ridere e mi lanciò un’altra occhiata maliziosa.
-Tanto prima o poi noi due dovremmo parlare…- mi disse, facendomi l’occhiolino, per poi scoppiare a ridere di nuovo.
Non feci in tempo a rispondere che Niall si alzò di scatto.
-Ok, ok. Ora vi lascio soli. Vado a mangiare qualcosa.- esclamò, senza lasciarci il tempo di rispondere e si chiuse in cucina, dove sapevo che sarebbe rimasto per un bel po’.
Ormai avevo capito che quello era il suo habitat naturale, l’unico luogo in cui si sentiva veramente a suo agio.
-Allora…- cominciò Liam, senza niente di preciso da dire. Incrociai il suo sguardo e mi ritornò in mente all’istante quello che era successo il giorno prima.
No, non il bellissimo bacio sotto la pioggia.
Quello che mi aveva detto, il fatto che da bambino veniva in vacanza qui.
Mi aveva talmente sconvolto quella notizia, che ci avevo pensato tutta la notte.
Probabilmente per lui non era tanto importante, ma forse poteva spiegare il perché mi era sembrato già di conoscerlo la prima volta che l’avevo visto e perché avevo provato quella fastidiosa sensazione che mi mancasse qualcosa.
Solo che da sola non ero riuscita a venirne a capo per niente, sembrava che se ci fossero stati dei ricordi, erano tutti volati via, senza lasciare traccia.
Forse parlandone con lui ci avrei capito di più.
-Hai detto che da piccolo venivi in vacanza qui…Non ti ricordi niente?- aprii il discorso. Lui mi guardò, sorpreso della domanda e poi scosse la testa.
-Poco e niente. Ero abbastanza piccolo l’ultima volta che ci sono venuto. Poi i miei genitori hanno divorziato ed io ho represso dalla mente tutto quel periodo. Ricordare mi faceva male.- spiegò con una piccola smorfia. Annuii.
-Scusa.- mormorai.
-E di cosa?- chiese lui, con una piccola risata. Scrollai le spalle.
-Beh, ti ho fatto ripensare a quel periodo.- spiegai. Lui scosse la testa e strofinò il naso con il mio.
-Sei troppo dolce, piccola Cher.- mormorò ad un soffio dalle mie labbra. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare a quel calore.
-Hai detto che non vuoi baciarmi. Però se fai così non aiuti.- sussurrai, senza aprire gli occhi. Lo sentii ridere e mi baciò delicatamente la punta del naso, facendomi rabbrividire.
-Hai ragione.- mormorò allontanandosi, senza però sciogliere l’abbraccio.
Poi gli scappò uno sbadiglio e le palpebre gli tremarono.
-Oh, hai sonno. Probabilmente stavi per riposare.- mormorai, poi feci per alzarmi. –Vado, magari torno più tardi.- continuai. Ma lui mi trattenne, stringendomi a se, sempre ad occhi chiusi.
-Non essere stupida. Puoi rimanere. Non ho…- uno sbadiglio lo interruppe ed io feci una risatina.
-Scommetto che stavi per dire che non hai sonno.- mormorai. Gli angoli delle sue labbra si sollevarono leggermente, sembrava troppo stanco anche per sorridere. Gli sfiorai la guancia e mi accoccolai di nuovo a lui.
-Ok, resto qui. Ma tu vedi di dormire un po’.- gli sussurrai. Lui annuì e aumentò la stretta.
Nel giro di due minuti il suo respiro si fece più regolare e la sua espressione più rilassata.
Sorrisi, sentendolo addormentare tra le mie braccia.
 
 
 


Liam.
 
 




Mi risvegliai, con il naso tappato e un gran mal di testa.
Le mie tempie pulsavano e in quel momento sentivo incredibilmente caldo.
Cercai di spostarmi, per trovare una posizione più comoda e magari tornare a fare quello splendido sogno in cui c’era Cher, però qualcosa di pesante su di me mi impediva qualsiasi movimento.
Aprii svogliatamente gli occhi e mi ricordai all’improvviso cosa fosse successo.
Ero sdraiato sul divano, con Cher tra le mie braccia che sonnecchiava beata.
Ecco perché non riuscivo a muovermi.
E perché avevo caldo, la solita sensazione che provavo grazie alla sua vicinanza mi stava bruciando dentro a fuoco lento, come una colata di lava.
Le spostai una ciocca di capelli nera dal viso e sorrisi, mentre lei arricciava le labbra, ancora nel sonno.
Era così bella, e così piccola stretta tra le mie braccia.
Sentii vari rumori provenire dalla cucina e decisi di alzarmi, per cercare qualcosa contro quel terribile mal di testa.
Cercai di fare il più delicatamente possibile, sgusciando fuori dal divano e poggiando la testa di Cher su un cuscino. Lei si mosse e biascicò qualcosa, ma non si svegliò ed io sospirai di sollievo, dirigendomi in punta di piedi verso la cucina.
-Oh, buongiorno!- esclamò Niall, come al solito a bocca piena, quando mi vide entrare.
Feci una smorfia e mi posai una mano sulla fronte.
-Non gridare.- mormorai, preso da una fitta di dolore. Lui scoppiò a ridere non rispose.
Che c’era di così divertente proprio non lo capivo.
-Avete trovato qualcosa per il mal di testa?- chiesi agli altri, che stavano chiacchierando tra loro.
Louis mi lanciò una scatolina.
-Prendine solo una, playboy.- mi disse, stranamente senza un filo di allegria nei suoi occhi.
-Giornata storta?- gli chiesi, mentre ingoiavo una pasticca con un bicchiere d’acqua. Lui fece una smorfia.
-E’ nervoso da quando siamo tornati a casa.- spiegò Zayn, lanciandogli un’occhiataccia.
-Già, oggi non gli si può dire niente.- si aggiunse Niall, facendo una smorfia.
Lo guardai sorpreso, la medicina che cominciava già a fare effetto. La nebbia che mi sentivo al posto del cervello cominciava a svanire.
-Che ti è successo, Lou? Hai trovato il salone occupato e non hai potuto giocare alla play?- gli chiesi scherzando.
Con mia sorpresa, non rispose alla mia battuta, ma si limitò solo a squadrarmi.
-E tu che hai deciso, prendi il ruolo di Harry?- ribatté, osservandomi attentamente.
-Che intendi dire?- gli chiesi, ricambiando il suo sguardo. Nel frattempo gli altri due si erano ammutoliti, ascoltando la nostra conversazione, la tensione che si palpava nell’aria.
Louis scrollò le spalle.
-Oh, non lo so. Hai sedotto una ragazza mentre ancora sei fidanzato.- mormorò. Diventai rosso dalla rabbia.
-Io non sono fidanzato, lo sai benissimo Louis.- gli risposi furioso.
E sapeva anche benissimo quanto odiassi parlarne.
-Non è quello che pensa tutto il resto del mondo.- rispose lui, facendo spallucce.
-Lou…- mormorò Zayn, con un’occhiata ammonitrice.
-Non mi interessa cosa pensano gli altri. Tu lo sai che non è vero e non riesco proprio a capire perché tiri fuori questa storia.- sibilai, incrociando le braccia al petto. Louis distolse lo sguardo, facendo di nuovo spallucce.
-E cosa c’entra poi questo con Cher?- continuai. Louis mi guardò.
-C’entra che le stai mentendo.- rispose.
-Io non sto mentendo proprio a nessuno. Non sto più con Danielle da un pezzo e tu lo sai bene. E anche se fosse, cosa interessa a te di quello che faccio con Cher?- gli chiesi e lui sussultò.
L’avevo punto nel vivo.
Distolse immediatamente lo sguardo e alzò le spalle.
-E’ mia amica, non voglio che soffra.- mormorò, poco convinto.
-E ti risulta che io ho mai fatto soffrire qualche ragazza?- gli chiesi ancora, ammorbidendo il tono di voce. Lui sospirò e scosse la testa.
-Ecco. E ti assicuro che non è questo il caso.- continuai, chiudendo il discorso.
-Ciao, ragazzi.- mormorò proprio Cher, entrando in cucina stropicciandosi gli occhi. I ragazzi le fecero un mezzo sorriso, ancora tesi per la discussione appena messa in scena. Louis le lanciò un’occhiata, mentre io lo fissavo a braccia incrociate.
Si accorse del mio sguardo e, a testa bassa, uscì dalla cucina, probabilmente per andarsene in camera sua.
-Che ha Louis?- chiese Cher, sorpresa, mentre le sfilava accanto.
Niall e Zayn fecero spallucce, lanciandomi occhiate furtive. Cher se ne accorse e mi guardò, con sguardo interrogativo.
Io scrollai le spalle.
-Non lo so. Oggi era strano e basta.- mormorai.
-E’ il caso che vado a parlarci?- chiese lei, facendo un passo verso la porta.
-No!- esclamai, forse con più enfasi del dovuto, beccandomi tre paia di occhi che mi fissarono sorpresi.
-Voglio dire, lasciamolo sbollire. Quando si calmerà ci dirà lui cosa gli prende…- tentai di recuperare. Cher annuì poco convinta e proprio in quel momento entrò Harry.
-Oh, Hazza. Dove sei stato?- chiese Niall, accorrendo in mio aiuto. Sospirai di sollievo, mentre Cher mi si avvicinava. L’avvolsi con un abbraccio e lei mi sorrise, arrossendo.
-A fare un giro.- rispose lui, passandosi una mano tra i ricci.
-Beh, che ne dite di ordinare una pizza?- propose Niall.
-Si, è quasi ora di cena. Cher resti con noi?- si aggiunse Zayn. Lei ci pensò.
-Beh, volentieri. Ma mia sorella…-
-La vado a chiamare io.- si propose immediatamente Harry. Lei lo guardò alzando un sopracciglio e lui sembrò arrossire.
Cioè, Harry Styles che arrossisce.
L’avrei preso in giro allo sfinimento.
-Beh, l’ho vista arrivare adesso e…Oh, ci vado io e basta.- mormorò, per poi rendersi conto che la gaffe era irrecuperabile.
Cher fece spallucce e lui lo prese come un segno di assenso, quindi uscì sbattendo la porta.
-Beeene.- mormorò Zayn.
-Oggi siamo tutti un bel po’ strani, eh?- continuò, retorico.
Niall fece spallucce.
-Io ho fame. Quindi direi di essere nella norma.- commentò convinto. Scoppiai a ridere, insieme a Zayn e lui si imbronciò.
-Oh, e che ho detto?- chiese offeso. Cher si staccò da me e si avvicinò a lui, per scompigliargli i capelli.
-Niente, piccolo Niall. Sono solo due cattivoni.- gli disse con voce dolce. Niall la illuminò con uno dei suoi sorrisi e l’abbracciò, facendomi la linguaccia.
-Ecco. E adesso io e la mia Cher ci andiamo a fare una bella partita alla play.- mormorò, trascinandola in salone. Io li seguii divertito e, passando davanti alle scale, notai Louis seduto in cima, che ci guardava in silenzio.
Gli feci segno di raggiungerci, ma lui scosse la testa e si girò, andando a chiudersi in camera.
Non capivo il perché del suo comportamento, anche se avevo un vago presentimento.
Presentimento che non mi piaceva affatto.



















HOLA C:
Bene,bene.
Sembra che comincino i probleeemi u.u
A quanto pare il nostro Lou nasconde qualcosa, ma non posso dirvi cosa, anche se probabilmente l'avrete capito.
Vabbè, però non è detto che si scatenerà una guerra.
Tutto dipende da come mi gira quando scriverò il prossimo capitolo ^^
Ah, la cosa che Harry era a Roma, come previsto, era una cazzata.
Mi sembrava troppo strano che si fossero resi conto che Narnia esiste (?)
Vabbè, riponiamo le ultime speranze nel cassetto, tanto non verrano mai u.u
Ok, ora scappo.
Me ne vado un po' in giro con le amiche :)
Ah, quasi dimenticavo!
Facciamo tanti auguri a Lottie, la sorella del nostro Tommo :3
*canta la canzoncina*
So, sparisco.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.



Ps. Passereste dalla Ff della mia amica?
Daaai, che è tanto carina :)
Link: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1151032

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Capitolo 19
*** Capitolo 18. ***


Capitolo 18
 




Jenny.
 
 




Sentii bussare pesantemente alla porta e mi affrettai ad aprire, prima che venisse buttata giù.
-Ce l’hai fatta. Pensavo mi avessi abband…- mi bloccai, quando afferrai che la persona che avevo davanti non era proprio mia sorella.
Harry mi sorrise, mostrando le fossette, per la prima volta senza un’ombra di strafottenza sul viso.
Sembrava sincero e tranquillo.
Aggrottai impercettibilmente le sopracciglia e deglutii, imbarazzata.
-Ah, sei tu.- sussurrai.
Lui mi sorrise di nuovo e una morsa mi strinse lo stomaco.
-Eh, già. Sono io.- rispose, soffocando una risata.
Mi poggiai alla porta, con nessuna intenzione di dargli confidenza, ero sicura che nel giro di due minuti ricominciasse a prendermi in giro.
-Che vuoi?- gli chiesi, incrociando le braccia al petto.
Lui non smetteva di sorridere, sembrava che avesse una paralisi facciale e, se il suo sorriso non fosse stato così bello da mozzarmi il fiato, sicuramente mi sarei innervosita.
-Non mi fai entrare?- mi chiese, indicando la casa.
Rimasi impassibile.
-Sono sola.- risposi, con la prima cosa che mi passava in mente.
Lui sembrava perennemente divertito, qualsiasi fosse la mia risposta.
Fece spallucce e si morse il labbro inferiore, scatenandomi una sensazione di bruciore nello stomaco.
-E allora? Hai paura a rimanere sola con me?- mi provocò.
Per tutta risposta, feci un passo indietro e lo lasciai entrare.
Lui rise leggermente, mentre chiudeva la porta dietro di se con un calcio.
Cercai di mandare giù il nodo che avevo in gola e di evitare il suo sguardo, dirigendomi sul divano.
Lui mi raggiunse sedendosi accanto a me.
Appena realizzai la situazione e pensai che uno come lui avrebbe potuto approfittare della vicinanza e del comodo divano, schizzai in piedi come una molla, spostandomi sulla poltrona lì accanto.
Il suo sguardo mi metteva in soggezione, era impenetrabile e non avevo la più pallida idea di quello che gli stava passando per la testa.
Lo vidi soffocare una risata e guardarmi curioso.
-Allora, che stavi facendo?- mi chiese, per aprire il discorso. Scrollai le spalle, tesa.
-Niente, sono appena tornata e mi stavo chiedendo dove fosse mia sorella.- risposi automaticamente. Lui annuì, come se si aspettava quella risposta.
-E tu…come mai sei venuto qui?- azzardai la domanda.
Lui puntò i suoi occhi verdi nei miei.
-Non avevo nessuno con cui parlare.- mormorò.
-Oh, quindi sono una specie di ultima spiaggia.- ribattei offesa. Lui si lasciò andare ad una risatina leggera.
-Beh, avevo voglia di parlare e la prima persona che mi è venuta in mente sei tu. Vedila come vuoi.- rispose, facendo spallucce.
Arrossii e mi alzai, sotto il suo sguardo penetrante.
-Oh, beh. Di cosa vuoi parlare?- gli chiesi, mentre agitata raggiungevo la cucina, con lui al mio seguito, per bere un bicchiere d’acqua fresco.
Quasi mi affogai con l’acqua, mentre lui continuava a sorridere, facendo spallucce.
Stavo andando a fuoco.
-Non lo so, tu hai qualcosa da dirmi?- chiese lui, con un sorrisetto.
Io deglutii.
-Senti, sei venuto qui, mi sei piombato in casa senza motivo e ora vorresti anche che riesca a collegare il cervello per dirti qualcosa di decente?- sbottai, arrossendo violentemente.
Lui si morse il labbro ed io desiderai con tutte le mie forze di scomparire, in quel preciso istante.
-Già, temo di aver chiesto troppo.- mormorò divertito.
Io distolsi lo sguardo.
Sono una cogliona.
Oh, si se lo sono.
Lui si avvicinò, arrivando ad un passo da me, che ero poggiata al bancone della cucina.
Il suo sguardo era fisso nel mio e mi stava letteralmente mandando in tilt il cervello.
I suoi occhi brillavano e il suo sorriso sembrava splendere.
Dio, era talmente bello che rischiai di saltargli addosso all’istante.
Forse il pensiero che molto probabilmente lui mi avrebbe respinto mi convinse di non farlo.
Non avrei resistito ad un suo rifiuto, di certo non dopo aver provato quelle sensazioni solo per una sua presa in giro.
Il mio coinvolgimento verso di lui sembrava già al limite, dovevo darmi una regolata.
Lui mi arrivò ad un palmo dal naso e mi sfiorò la guancia con un dito, lasciando una scia di fuoco su tutto il profilo del mio viso.
-Che c’è? Sei tesa.- sussurrò, il suo sospiro fresco mi solleticò le labbra.
Deglutii rumorosamente.
-E’ colpa tua.- mi lasciai scappare.
La sua mano, nel frattempo, era scesa lungo il mio collo, sulla mia spalla e su tutto il profilo del mio braccio, lasciando percorsi di fuoco, che bruciavano, provocandomi continue scosse elettriche.
Arrivò al mio polso, che sfiorò, per poi afferrarmi la mano e stringerla con la sua.
Il cuore mi batteva talmente forte che avevo paura potesse uscirmi dal petto e il mio respiro si faceva sempre più corto.
Lui si avvicinò sempre di più, fino a sfiorare la punta del mio naso con il suo.
Ero convinta che stesse per baciarmi, quando si allontanò stringendo le labbra e mollando la mia mano.
I suoi occhi brillavano di desiderio trattenuto e non capii cosa l’aveva spinto a tirarsi indietro.
Mormorò qualcosa tra se e se.
Riuscii a cogliere solo le parole ‘non posso’ e ‘troppo piccola’.
Lo guardai contrariata e lui distolse lo sguardo, in silenzio.
-Ancora con questa storia?- gli chiesi con voce fredda. Lui alzò gli occhi su di me.
-Quale storia?- chiese a sua volta. Mi avvicinai a lui, con sguardo di fuoco e puntandogli un dito contro.
-Io non sono piccola.- scandii bene tutte le parole. –Piantala di dirlo.- continuai con voce secca.
Gli scappò un sorriso incredibilmente tenero e allungò una mano verso di me, poi gli squillò il cellulare.
Lo tirò fuori dalla tasca dei jeans e sbruffò, rifiutando la chiamata.
Lo guardai alzando un sopracciglio e lui sostenne il mio sguardo, arricciando le labbra, pensieroso.
-Vuoi venire a cena con me?- chiese lui, improvvisamente.
Mi bloccai, colta di sorpresa.
Lo fissai e lui mi sorrise, mostrando quelle fossette che gli davano un’aria incredibilmente tenera.
-I-io?- gli chiesi. Lui scoppiò in una risatina leggera.
-No, la sedia dietro di te.- scherzò lui. Io arrossii violentemente e deglutii.
-Dici sul serio?- chiesi ancora e lui annuì, esasperato. Mi ravvivai i capelli.
-Beh, dammi cinque minuti. Vado a cambiarmi…- mormorai, osservando i miei squallidi pantaloncini e la canottiera striminzita che usavo per stare comoda. Lui scosse la testa e sorrise, afferrandomi un braccio.
-No, sei perfetta così. Andiamo.- disse frettolosamente, trascinandomi fuori di casa.
-Ma…Harry…- provai a protestare.
Poi capii la sua meta e mi bloccai, proprio davanti la porta di casa sua, che aveva appena aperto.
-Intendevi questo per ‘cena fuori’?- gli chiesi infastidita, sentendomi stupida e anche un po’ umiliata.
Lui mi guardò e allargò le braccia, fintamente innocente.
-Cosa pensavi?- mi chiese. Lo fulminai con lo sguardo.
-Oh, ce l’avete fatta. Vi avviso, Niall si sta divorando la pizza. Sbrigatevi se volete mangiare qualcosa.- disse Zayn, che ci vide fermi sulla porta.
Lanciai un ultimo sguardo di fuoco a Harry, che trattenne a stento una risata e raggiunsi i ragazzi in salone. Harry mi venne dietro, sedendosi accanto a me e continuando a lanciarmi occhiate divertite.
Chi sa cosa mi aspettavo.
Dovevo capirlo che sarebbe stato tutto uno scherzo.
Insomma, Harry Styles che chiede a me di andare a cena?
Che idiota che sono stata solo a pensarci.
Certo lui me ne aveva dato modo, con quelle sue carezze elettriche e il suo quasi bacio.
Perché ci aveva ripensato proprio all’ultimo?
 
 
 
 



Cher.
 
 
 





-Ragazzi, ma Louis?- chiese Jenny, guardandosi intorno. Stavamo mangiando la pizza, tutti sereni, chiacchierando del più e del meno. Sembrava che nessuno sentisse la sua assenza, ma io si.
E la curiosità di sapere cosa gli era preso mi bruciava dentro e non mi lasciava concentrare sui discorsi dei ragazzi.
Liam continuava a scrutarmi pensieroso, aveva capito che c’era qualcosa che mi turbava.
-E’ in camera sua.- rispose Liam, freddo.
Quella sua risposta e quel suo tono infastidito, mi fece pensare automaticamente che doveva essere successo qualcosa tra i due, che Liam voleva tenermi nascosto.
Mi alzai, sotto lo sguardo sorpreso di tutti.
-Ok, non mi interessa se è intrattabile. Vado a chiamarlo, non mi va che passa la serata da solo.- dissi.
Vidi Liam irrigidirsi e allungare una mano verso di me, pronto a fermarmi.
Zayn gli diede una botta sul braccio e lui ritirò la mano, lasciandomi andare.
Cercai di non dare tanto peso a quello scambio di gesti, anche perché non ne capivo il motivo e chiesi quale era la camera di Louis per poi raggiungerla a passo svelto.
Bussai delicatamente.
-Chi è?- chiese Louis, infastidito.
-Sono io.-risposi, sentendomi un po’ un idiota.
Sentii dei rumori veloci e poi la porta si spalancò. Louis si puntellò con le braccia sugli stipiti e mi fissò, lo sguardo serio.
-Che c’è?- mi chiese. Io lo guardai e arricciai le labbra.
-Beh, sono venuta a chiamarti. Siamo tutti di sotto, manchi solo tu.- lo informai. Lui sospirò.
-Non ho voglia di scendere.- disse semplicemente, poi fece per richiudere la porta.
Lo bloccai, infilando un piede tra la porta e il muro.
-Aspetta, Lou…- mormorai. Lui sbuffò e riaprì la porta.
Mi osservò per qualche secondo, poi mi afferrò un braccio e mi tirò dentro, chiudendomi la porta alle spalle.
Si appoggiò con le braccia alla porta dietro di me, chiudendomi ogni via d’uscita.
Il suo respiro era stranamente irregolare, mentre il suo sguardo bruciava nel mio, gli occhi azzurri più vividi che mai.
-Che vuoi, Cher?- chiese, quasi esasperato.
-Capire cosa ti prende.- dissi, incrociando le braccia al petto. Lui si allontanò, distogliendo lo sguardo e si buttò seduto sul letto. Mi avvicinai e mi misi accanto a lui, con più delicatezza.
-Niente, mi gira solo un po’ male.- mormorò. Lo guardai e gli sfiorai un braccio.
-Non ci credo che al signorino Louis sonosempreallegro giri solo male. Che è successo?- insistetti.
Lui scrollò le spalle, senza nemmeno un accenno della sua solita allegria.
-Tutto bene con…Eleanor?- chiesi.
Mi sembrava strano fargli quella domanda, lui non mi aveva mai parlato apertamente di lei, però fu la prima cosa che mi venne in mente.
L’unico motivo valido per cui il sorriso sempre acceso di Louis si fosse trasformato in una smorfia di frustrazione.
Lui si irrigidì e mi lanciò un’occhiata indecifrabile.
-Si, tutto a posto. Credo.- balbettò, sembrava anche lui sorpreso dalla mia domanda.
Lo guardai negli occhi, scrutandolo per bene e lui arrossì lievemente.
-Lou, a me puoi dirlo lo sai.- sussurrai. Lui ricambiò lo sguardo e prese fiato.
Poi si morse il labbro, indeciso.
-Si, è per Eleanor.- sbruffò, buttando fuori tutto il fiato che aveva trattenuto. Sorrisi dolcemente, mentre lui evitava il mio sguardo.
-Che succede?- gli chiesi, carezzandogli i capelli. Lui sussultò e puntò di nuovo gli occhi nei miei.
Fece per dire qualcos’altro, prendendo un’altra manciata di fiato.
-Non mi va di parlarne.- sbuffò infine.
Decisi di lasciarlo stare e sorrisi.
-Ok. Però non rimanertene qui su da solo. Scendi con noi, vedrai che si sistemerà tutto.- gli dissi, sicura. Lui annuì, sorridendo debolmente ed io mi alzai.
-Ehm, Cher?- mi richiamò. Mi voltai verso di lui, che era in piedi a braccia aperte, con uno sguardo tenero e implorante.
-Prima mi abbracci?- chiese, mordendosi il labbro. Scoppiai a ridere e mi avvicinai a lui, lasciandomi stringere in un abbraccio caldo e veloce.
Almeno per me.
Quando cercai di staccarmi, lui mi strinse ancora più forte.
Tossicchiai, divertita e anche un po’ impacciata.
-Dai, andiamo di sotto.- mormorai. Lui annuì, leggermente rosso in viso e mi seguì sulle scale.
-Oh, ce l’avete fatta!- esclamò Niall vedendoci arrivare.
-Ragazzi, scusate per prima. Mi dispiace se vi ho trattati male.- mormorò Louis, guardando tutti, per poi fissare gli occhi su Liam, che annuì teso.
Mi avvicinai a lui e lui mi strinse i fianchi con un braccio, l’espressione tesa che si rilassò all’istante trasformandosi in uno splendido sorriso.
I ragazzi cercarono di distogliere lo sguardo, mentre Jenny ci fissava gongolante.
Forse era felice che fossi riuscita a trovare un ragazzo normale, degno di essere definito tale e che guarda caso era uno dei suoi idoli.
Scossi impercettibilmente la testa, mentre lei mi faceva una boccaccia e si voltava verso Harry che avevo notato la stava fissando da tutta la serata.
Jenny gli riservò uno sguardo infastidito e Harry si lasciò scappare un sorriso che sembrava quasi di scuse.
Aggrottai le sopracciglia, quei due avevano combinato qualcosa.
Decisi di lasciarli perdere, però. Jenny era abbastanza grande e con la testa sulle spalle da decidere da sola cosa fare.
E poi era inutile preoccuparsi: quel ragazzo non era il massimo della dolcezza e dell’affidabilità, però non era cattivo e sicuramente non avrebbe mai fatto del male a mia sorella.
Sempre che poi non volesse vedersela con me.
 
 




Liam.
 
 






Avevamo finito di mangiare ormai da un bel pezzo e i ragazzi stavano dando il meglio di loro scherzando e tirando fuori le battute più tristi e vecchie del mondo.
Scossi la testa divertito, mentre Cher scoppiava a ridere per l’ennesima volta, con la sua risata cristallina che era musica per le mie orecchie.
Improvvisamente, quella stanza  mi sembrò troppo affollata e il desiderio di stringerla tra le mie braccia e di rimanere solo con lei, diventò quasi soffocante.
Le strinsi la mano che era intrecciata alla mia e lei si voltò di scatto verso di me, capendo al volo quello che mi passava per la testa.
Ricambiò la stretta e, con un sorriso timido, si rivolse ai ragazzi.
-Ehm, ho bisogno di un po’ d’aria.- disse, avviandosi verso la porta di casa.
Poi si voltò verso di me, l’ombra di un sorriso furbo sulle labbra.
-Liam, ti va di accompagnarmi?- mi chiese. Io sorrisi e lei mi lanciò un’occhiata complice.
-Certo.- sussurrai, fingendomi sorpreso.
Zayn scosse la testa, ovviamente non c’era cascato, mentre Niall ci guardava con un sorrisetto quasi emozionato.
Quel ragazzo era il romanticismo fatto persona e davvero non capivo come le ragazze non potessero notarlo.
Tra i cinque della band, sembrava che fosse quello meno apprezzato dalle fan.
Beh, non sapevano davvero cosa si perdevano.
Cher mi strinse di nuovo la mano e, sotto gli occhi di tutti, uscimmo fuori di casa, finalmente all’aria aperta e finalmente soli.
-Sai, non dovresti uscire, tu.- mi ammonì lei, con un sorriso.
-Perché?- le chiesi, aggrottando le sopracciglia. Lei mi sfiorò la fronte con un dito.
-Fino a due ora fa avevi la febbre, non dovresti prendere freddo.- mi ricordò, vagamente apprensiva. Io le sorrisi facendo spallucce e la attirai a me, stringendola forte.
-Ma ci sei tu a riscaldarmi.- sussurrai. Lei arrossì e poggiò la testa sul mio petto.
-Bella risposta.- si complimentò. Scoppiai a ridere e, senza sciogliere l’abbraccio, la guidai su una panchina, lontano dalla finestra di casa, dove probabilmente quegli impiccioni ci stavano spiando.
Mi misi seduto accanto a lei e lei spostò le gambe sulle mie, stringendosi a me. Io le sorrisi e le posai un bacio sulla fronte, rilassandomi.
-Allora, che ti ha detto Louis?- le chiesi, dopo vari minuti di silenzio.
Lei si mosse, poggiando la testa nell’incavo del mio collo, facendomi venire i brividi.
Scrollò le spalle e sospirò.
-Qualche problema con Eleanor.- rispose lei.
Non ci credetti nemmeno per un secondo.
Non sentiva Eleanor da un po’ di giorni.
Si, forse la lontananza si faceva sentire, ma ero più che certo che non ci fossero problemi tra i due. Eleanor era una ragazza d’oro, seriamente innamorata di lui e niente e nessuno avrebbe potuto cambiare questa cosa.
A meno che a cambiare non fosse stato il sentimento di Louis verso di lei.
-Che c’è?- mi chiese lei, notando che mi ero irrigidito. Cercai di rilassarmi e alzai le spalle, sotto il suo sguardo curioso.
-Non lo so. Mi sembra strano.- mormorai. Le scappò un sorriso.
-Beh, sono problemi suoi. Noi non ci dovremmo impicciare.- mi ricordò.
-Hai ragione.- ammisi con un sorriso. Lei annuì e si accoccolò di nuovo al mio petto.
La strinsi forte, beandomi di quel calore e di quella sensazione di pace che provavo solo quando ero con lei.
-Cher, devo dirti una cosa.- cominciai, dopo qualche altro minuto di silenzio.
Lei alzò immediatamente lo sguardo su di me, preoccupata dal mio tono di voce, che era cambiato improvvisamente.
-Cosa?-
-Non voglio che tu fraintenda, o che ti arrivino voci non vere.- continuai.
Quello che mi aveva detto Louis qualche ora prima mi aveva messo un senso di angoscia nello stomaco che dovevo scacciare via a tutti i costi.
E l’unico modo era metterla al corrente di quello che succedeva nella mia vita da ‘persona famosa’.
-Ecco, io stavo con una ragazza, fino a qualche mese fa.- confessai. Il suo sguardo si fece subito curioso ed io deglutii, sentendo l’eco del dolore che avevo provato quando avevo scoperto chi era veramente.
-Però è finita, l’ho trovata con un altro.- continuai, abbassando lo sguardo e stringendo i pugni.
La sua mano si posò sulla mia.
-Perché me lo dici?- chiese sussurrando. Incrociai i suoi occhi, incredibilmente dolci e profondi.
-Perché nessuno sa quello che mi ha fatto e probabilmente la gente pensa che noi stiamo ancora insieme. Ma non è così, io ora…ora ci sei tu.- balbettai.
Lei sorrise di nuovo, arrossendo leggermente.
-Eri innamorato di lei?- mi chiese ed io per un secondo non seppi che rispondere.
-Si, credo.- dissi alla fine. –Ma ora non provo più niente, se non il rimpianto di aver sprecato del tempo con una persona che non conoscevo veramente.- le spiegai, la voce incredibilmente tesa.
Lei rimase in silenzio, senza saper bene cosa dire ed io mi sentii un po’ più leggero.
Tenerle nascosto quel piccolo angolo del mio passato mi aveva pesato per tutto il tempo. Ora lei lo sapeva e non dovevo più preoccuparmi di niente.
-E tu, sei mai stata innamorata?- mi ritrovai a chiederle. Lei si irrigidì improvvisamente, le labbra serrate e lo sguardo freddo.
-Che c’è? Domanda sbagliata?- le chiesi con un sorriso. Lei si rilassò e un angolo della sua bocca si sollevò.
-No.- sbuffò. –E’ che non mi piace parlarne.- continuò.
-Ok, se non vuoi dirmelo…-
-No, te lo dico.- mi bloccò lei, lanciandomi uno sguardo veloce.
-Anch’io stavo con un ragazzo tempo fa, Will, ma non è finita bene.- cominciò. Rimasi in silenzio, aspettando che continuasse.
Lei prese un bel respiro profondo e prese a fissarsi le mani, che si torturavano tra di loro.
-All’inizio stavamo bene, filava tutto liscio. Poi i suoi genitori si sono separati e lui è cambiato radicalmente.- deglutì. –Era violento, non mi trattava tanto bene, ma a me non importava, credevo di essere innamorata, quindi sopportavo tutto. Finché poi non è arrivato quel giorno.- continuò, tremando leggermente.
Sentivo che quello che stava per raccontarmi non era affatto piacevole ed ebbi l’impulso di tapparmi le orecchie per non sentirlo, ma rimasi fermo, continuando ad osservarla.
I suoi occhi si gonfiarono di lacrime ed io le sfiorai la spalla tremante.
-Avevamo un appuntamento a cena. Lui arrivò ubriaco e mi trascinò in un vicolo buio.- un fremito le scosse le spalle, mentre riviveva quella scena.
-Si, insomma, provò a fare…quello…ma io non volevo e lui non era per niente in se.- deglutii teso e strinsi i pugni.
-Fortunatamente, Mike passava di lì in quel momento. Beh, sarà anche gay, ma sa mettere paura. Lo mandò via e dopo quell’episodio Will non si fece più vedere né sentire.- concluse, una lacrima muta che le scivolò sulla guancia.
L’abbracciai, avvolgendo le sue spalle tremanti e piccole, stringendola forte.
-Mi dispiace. Mi dispiace tanto.- sussurrai tra i suoi capelli. Lei mi strinse la maglietta dietro la schiena.
-Ti giuro, Cher, non permetterò mai che ti accada di nuovo una cosa del genere.- le dissi, allontanandola un poco per guardarla negli occhi. Il suo sguardo era intenso, profondo e pieno di gratitudine.
-Lo so.- abbozzò un sorriso.
Io mi chinai su di lei e le sfiorai le labbra con un bacio veloce, incredibilmente dolce. Lei si strinse a me ed io le carezzai i capelli.
-Ricordami di ringraziare Mike, quando lo vedo.- mormorai. Lei scoppiò a ridere, facendo tornare la serenità nei suoi occhi, dimenticandosi all’istante quell’episodio.
-Grazie, Liam.- sussurrò, vicinissima alle mie labbra.
Mi imposi di rimanere concentrato e di non baciarla.
-Per cosa?- soffiai.
-Per esserci.- sussurrò.
Poi, incapace di attendere ancora, la baciai, cancellando ogni segno di dolore dal suo viso.
L’avrei protetta e l’avrei resa sempre felice.
Fossero le ultime cose che avrei fatto.

















HOLA C:
Aaaallora, che si dice?
Io quì sto morendo di caldo ç.ç
E sto seriamente amando mia zia che ha messo la sua piscina a disposizione.
Sono praticamente tutto il tempo lì e penso che si sia un po' stufata di me XD
Però, FA CALDO ç.ç
Non ne posso più.
Vabbè, tornando a noi.
Ho notato una cosuccia (?)
Stiamo diminuendo, ragazze.
Io lo so che è estate che probabilmente avrete milioni di cose più belle da fare che leggere questa cacata e recensire.
Però ci sono tante ragazze che leggono (almeno per quello che dice il numeretto delle visualizzazioni, può anche darsi che Efp sia impazzito O.o) e le recensioni diminuiscono sempre di più.
Ok che non voglio obbligarvi a fare niente, però che vi costa lasciarmi un piccolo commento?
Cioè, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate.
Dai, fatevi sentire! :)
Vabbè, smetto di rompere.
Ah, voglio dirvi che mi piace questo capitolo, perchè succedono un saaaacco di cose *fanculo la modestia*
Probabilmente non ve ne fregherà una mazza, ma volevo dirvelo uguale u.u
Non mi succede spesso che mi piace qualcosa che scrivo, quindi questo è un evento che va precisato (?)
So, sparisco.
Spero vi piaccia ç.ç
Ah, se qualcuno volesse parlarmi, su Twitter sono @S_Yolo_1D (come su Efp)
#With love.
-S.



Ps. Se io posto il primo capitolo di una nuova Ff, qualcuno se la caga? :3
Fatemi sapere, in caso mi butto sotto un treno e smetto di scassare le palle.
Looove ya!




Pps. Ah, ovviamente io non ho niente contro Danielle.
Cioè, penso stia bene insieme a Liam, però nella storia era necessario che fosse, come dire, poco fedele u.u

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Capitolo 20
*** Capitolo 19. ***


Capitolo 19
 



Jenny.
 
 
 
 



-Ragazzi, dov’è il bagno?- chiesi, ancora ridendo per l’ennesima battuta idiota di Louis.
Da quando era sceso con Cher, non aveva smesso neanche un secondo di parlare, ritrovando il sorriso che prima sembrava essere scomparso.
Inutile dire che ogni cosa che usciva dalla sua bocca era una cretinata, capace di farti ridere fino allo sfinimento.
Per un secondo provai pietà per i ragazzi: era tosta avere a che fare con uno come lui tutti i giorni.
Ma sembrava che si volessero veramente bene e questo, anche se io non c’entravo niente, mi rendeva felice.
-Seconda porta a sinistra.- mi rispose Niall con uno splendido sorriso, indicandomi un corridoio.
Ricambiai il sorriso e balzai giù dalla sedia, avviandomi a passo svelto, tenendomi una mano sulla pancia.
Tutte le risate e i litri incontrollati di coca cola che mi ero scolata cominciavano a dare i loro frutti.
Quando uscii dal bagno, mi scontrai con qualcuno, che evitò la mia caduta, stringendomi tra le braccia.
-Ehi.- mormorò con voce roca.
Piccoli brividi mi risalirono la schiena quando collegai quella voce ad un viso.
Alzai la testa ed incrociai gli occhi limpidi di Harry.
Deglutii e sciolsi velocemente l’abbraccio, passandomi una mano tra i capelli.
-Scusa.- sputai fuori la parola, senza mostrare alcuna emozione.
Lui sorrise e alzò le spalle.
Prima che cominciasse a dire qualcosa, mi allontanai, pronta a tornare dai ragazzi e senza alcuna voglia di passare altro tempo con lui.
Aveva il potere di farmi perdere la testa, poi scoprivo che era tutta una presa in giro.
Davvero non lo sopportavo.
Ma, ovviamente, non mi lasciò fare. Mi afferrò velocemente il polso e mi tirò verso di se. Lo guardai sbalordita, mentre dal polso scese fino alla mano, intrecciando le sue dita tra le mie.
-Vieni con me.- sussurrò.
Non so perché, probabilmente il mio cervello si era scollegato alla vista del suo sorriso, o il mio cuore aveva preso il sopravvento, ma senza dire niente lo seguii.
Lui mi strinse la mano e in silenzio mi fece entrare in una stanza, probabilmente la sua.
Chiuse la porta alle sue spalle e mi lanciò uno sguardo talmente profondo che mi fece tremare le mani.
Deglutii, tesa, e lui valutò il mio sguardo spaventato, prima di scoppiare in una risatina divertita.
-Tranquilla, non ho intenzione di saltarti addosso.- sussurrò, avvicinandosi e stringendomi di nuovo la mano. Mi superò e aprì una finestra.
Con un balzo saltò fuori, sul tetto. Mi affacciai e lui mi fece cenno di raggiungerlo.
Io scossi la testa, valutando l’altezza e lanciandogli un’occhiata terrorizzata.
Non sarei saltata nemmeno se mi avesse pregata in ginocchio.
Lui tornò indietro, camminando a gattoni e mi sorrise, tendendomi una mano.
-Dai, su. Non fare tante storie.- mi disse, divertito.
-Non ci penso neanche, Harry. Niente mi assicura che tu non voglia ammazzarmi.- risposi, facendo un passo indietro. Lui sbruffò e alzò gli occhi al cielo, allungando la mano sempre di più verso di me.
Incrociai le braccia al petto e arricciai le labbra.
-Dai, Jen. Non fare la bambina.- mi stuzzicò.
Ormai aveva capito che quello era il mio punto debole e non aveva un minimo di dispiacere ad usarlo. Lo fulminai con lo sguardo e mi dondolai sui talloni, indecisa.
-Dai, Jen. Da qui c’è una vista magnifica.- mi spronò, sempre con la mano tesa verso di me.
Sembrava davvero che quel sorriso riuscisse ad annullare ogni mio accenno di resistenza verso di lui.
Era colpa sua se la mia concentrazione andava a farsi fottere, colpa sua se mi ritrovavo ad acconsentire ad ogni proposta che mi veniva fatta da lui.
Almeno era quello che mi ritrovai a pensare, mentre osservavo la mia mano nella sua, incredibilmente morbida e calda, e il suo sorriso vittorioso, mentre mi aiutava a raggiungerlo sul tetto.
Quando sentii la superficie stabile sotto di me, mi misi comoda e mi guardai intorno.
Aveva ragione, quando diceva che da lì c’era una vista magnifica.
Il mare silenzioso, davanti a noi, era illuminato dalla pallida luna, che quella notte era piena.
Lui rise, davanti alla mia espressione sbalordita ed io mi voltai verso di lui, incrociando il suo sguardo limpido.
-Non so come fai a farmi fare sempre quello che vuoi.- mormorai, un po’ frustrata, stringendomi le gambe tra le braccia.
Lui mi si avvicinò e si mise accanto a me, dandomi un buffetto sulla guancia.
-Ho questa potenzialità.- rispose facendo spallucce.
Schioccai la lingua e scossi la testa, provocando la sua risata divertita.
Poi mi imbroncia, ricordandomi di come mi aveva presa in giro solo poche ore prima e distolsi velocemente lo sguardo da lui, fissandolo sulla luna.
Sembrò capire al volo e si avvicinò ancora di più.
-Non dirmi che ce l’hai con me.- mormorò. Gli lanciai uno sguardo veloce.
-Sei tu che te le cerchi.- risposi. Lui allungò la mano verso di me e fece per sfiorarmi la guancia.
Trattenni il respiro, pronta a sentire il fuoco scoppiarmi dentro, quando lui ci ripensò e ritirò il braccio.
Lo guardai, aggrottando le sopracciglia.
-Scusa.- mormorò, puntando gli occhi verdi nei miei.
Forse lo immaginai, ma sembrava che in quella semplice parola ci fossero milioni di significati, milioni di giustificazioni per cui aveva ritirato quella stupida mano.
Sospirò e si morse il labbro inferiore, come per impedire alle parole di uscire.
-Che c’è?- gli chiesi, scrutando la sua espressione tormentata.
Prese fiato, come se volesse rispondermi, poi scosse la testa sbruffando.
Io mi imbronciai, davvero non capivo cosa gli prendeva.
Nel suo sguardo potevo quasi leggere del…desiderio.
Che però cercava di reprimere con tutto se stesso.
Poi sbottò, come se fosse nel bel mezzo di una conversazione.
-E’ tutta una stupida questione di numeri, dannazione!- esclamò, prendendosi la testa tra le mani.
Sobbalzai, prendendo seriamente in considerazione il fatto che fosse impazzito.
Lui alzò improvvisamente lo sguardo su di me.
I suoi occhi bruciavano nei miei, forse un po’ spaventati.
-Che cosa stai dicendo?- gli chiesi.
Lui sembrò calmarsi.
-Quanti anni hai, Jenny?- mi chiese, con un sospiro stanco.
Sbarrai gli occhi.
-Quindici.- risposi, senza riuscire a tirare fuori una risposta sarcastica, per ricordargli che gliel’avevo detto almeno un milione di volte.
Lui sospirò, frustrato.
-Lo vedi?! Io ne ho diciotto. Non va bene!- esclamò di nuovo, alzandosi in piedi.
Barcollò e si sbilanciò, gli afferrai la mano di scatto e lo tirai giù.
-Attento, stai per cadere, idiota.- lo rimproverai.
Lui si lasciò cadere accanto a me, vicino, troppo vicino.
Mi sorrise, mentre il suo respiro mi solleticava le labbra.
Mi sfiorò la fronte con la mano, scostandomi una ciocca di capelli, la pelle che bruciava sotto il suo tocco.
-A che pensi?- gli chiesi, notando nei suoi occhi che c’era qualcosa che lo turbava. Lui mi sfiorò di nuovo la guancia, senza spostarsi, continuando a far bruciare il suo sguardo nel mio.
-Credimi, non lo vorresti sapere davvero.- mormorò con un sorrisetto malizioso.
Schioccai la lingua, mentre la sua mano scorreva sul mio viso e con il pollice mi sfiorò le labbra.
Una scossa di calore partì dal punto in cui mi aveva toccato per terminare con una fitta nello stomaco.
-Non hai ideai di quanta voglia abbia di baciarti adesso.- confessò, fissandomi le labbra.
Deglutii rumorosamente.
-E allora perché non lo fai?- ribattei, stanca di tutti quei giochetti.
Lui scosse la testa, sorridendo amaramente, e mollò la presa lasciandomi lo spazio per respirare.
-Dimmi una cosa, Harry.- mormorai, quando lui si tirò su, interrompendo la magia del momento e mantenendosi a debita distanza.
Lui mi lanciò un’occhiata curiosa.
-L’unica cosa che non sono riuscita a spiegarmi di te.- continuai.
Lui aspettò ed io mi morsi il labbro, fissandolo attentamente, per captare ogni sua reazione.
-Sei davvero stato con quella…Caroline Flack?- chiesi, facendo la faccia da finta sbalordita.
Lui scoppiò a ridere di gusto, sorpreso ma anche sollevato dalla domanda.
Chi sa cosa si aspettava che gli chiedessi.
-Perché me lo chiedi?- riuscì a balbettare tra le ristate.
-Piantala di ridere e rispondi.- gli ordinai, incrociando le braccia al petto.
-Si, davvero.- rispose sorridendo.
-E…perché?-
-Perché mi piaceva.- disse semplicemente.
Spalancai la bocca e lui mi guardò divertito.
-Oh, andiamo Harry! Ma è vecchia, potrebbe essere tua madre.- sbottai sorpresa.
Lui fece spallucce e mi sorrise.
-Beh, l’età non conta.- rispose.
Bingo!
L’avevo fregato, e quello era stato il mio intento dall’inizio del discorso.
Immaginavo che avrebbe risposto così e ormai non poteva più tornare indietro.
Mi scappò un sorriso vittorioso e battei le mani, puntandogli un dito contro.
Lui sembrò capire, perché sbiancò leggermente.
-L’hai detto!- esclamai. Lui scosse la testa divertito e si passò una mano tra i ricci.
-Non c’entra niente.- mormorò. Io continuavo a sorridere.
-Si, invece. Se l’età non conta niente…- gli feci il verso. –Allora non dovrebbe interessarti che io ho tre anni in meno di te.- secca, decisa, non poteva obiettare.
-E’ diverso.- provò a contraddirmi. Risi, incrociando le braccia al petto.
-In cosa, sentiamo.-
Lui ci pensò su, fissando un punto impreciso dietro la mia spalla.
-Beh, lei è più grande, quindi non mi dovevo preoccupare di farle del male, o ferirla.- mormorò, passandosi due dita sotto al mento, riflettendo. Poi puntò lo sguardo nel mio.
-Tu, invece, sei piccolina. E fragile, e non voglio che tu stia male per uno stronzo come me.- concluse, sorridendo teneramente.
-E’ la cosa più assurda che abbia mai sentito.- commentai, con una smorfia contrariata.
Lui fece spallucce.
-E’ così che la penso.- affermò, deciso.
-Beh, allora sei un idiota. Non vuol dire che se una persona è più grande di te non possa soffrire, e non è detto che una ragazza di quindici anni dev’essere una specie di pulcino indifeso. Io sono più forte di quanto credi e dovresti smetterla di nasconderti dietro inutili scuse.- lo accusai.
Lui sembrò punto nel vivo.
-Non sono stupide scuse.- obiettò, imbronciandosi.
-E’ così che la penso.- gli feci il verso. Lui si morse il labbro per evitare di ridere.
-Ok, tregua.- disse, alzando le braccia davanti a se.
-Potresti avere ragione.- continuò.
Allargai le braccia e lo guardai in modo eloquente.
-Ma…-
-Sai, Harry, penso che tu soffra di personalità multipla. Non mi piace questa cosa.- lo interruppi.
Davvero non capivo il suo ragionamento:
Primo, se ti piace una persona, non importa l’età.
Secondo, se ci tieni veramente, non ti preoccuperesti di farle del male, insomma in teoria sarebbe il contrario.
Perché diavolo il suo cervello funzionava al contrario?
-Ma…- continuò.
-Piantala di trovare scuse. Non c’è nessun ‘ma’. Non c’è bisogno che ti inventi chi sa che. Se non ti piaccio non è un problema, basta dirlo.- sbottai, interrompendolo di nuovo.
Lui sbarrò gli occhi, sorpreso dalla conclusione a cui ero saltata.
-Non ho mai detto questo, Jen.- mormorò. Sbruffai.
-E allora, per favore, fai chiarezza in quel cervello e poi fammi un fischio quando decidi cosa fare. Tutti questi giochetti mi stanno facendo impazzire.- mi arresi, stanca. Lui sembrò capire e sorrise, di nuovo, sfiorandomi la guancia con una carezza.
-Jenny, che diavolo ci fai lì su?!- esplose la voce di Cher. Abbassai lo sguardo e la vidi con le mani sui fianchi, arrabbiata, che ci fissava.
Harry si ritirò di scatto, mentre Liam, accanto a Cher, osservava la scena divertito.
-Calmati, Cher, stavo solo prendendo un po’ d’aria.- le risposi con aria annoiata.
Spalancò la bocca.
-E ti sembra il caso di farlo su un tetto?! Scendi subito, potresti cadere!- urlò di nuovo. Alzai gli occhi al cielo.
Ora ci mancava anche Cher con le sue sfuriate.
-Calmati, Cher. E’ sicuro qui, ci vengo tutte le sere.- si intromise Harry, accorrendo in mio aiuto.
Cher lo fulminò con lo sguardo.
-Harry Styles giuro che se non porti subito giù mia sorella…- non finì la minaccia, perché Harry con uno sbuffo mi afferrò per i fianchi e mi aiutò a passare per la finestra, rientrando in camera.
Lui sgusciò dietro di me, mentre sentivo sbattere la porta al piano di sotto.
-Jenny, sbrigati dobbiamo andare a casa!- mi richiamò mia sorella.
Chiusi gli occhi, con un sospiro frustrato.
Giuro che la uccido.
Per evitare che continuasse ad urlare come una pazza isterica, mi avviai verso la porta della camera. Sentivo Harry dietro di me, in silenzio.
Quando aprii la porta e feci per uscire, lui non me lo permise.
-Sai che ti dico? Hai ragione.- sussurrò improvvisamente, chiudendo la porta davanti a me. Mi afferrò per le spalle e mi fece voltare verso di lui, intrappolandomi tra la porta e il suo corpo, poggiandosi con le mani sulla porta dietro di me, senza lasciarmi lo spazio nemmeno per respirare.
Avvenne tutto in così poco tempo che il mio cuore rischiò di scoppiare, quando le sue labbra si posarono prepotenti sulle mie.
Mi schiacciò contro la porta, facendo aderire il suo corpo al mio e mi baciò con così tanta passione da mandarmi il sangue al cervello.
Poi, lentamente, lasciando una scia di piccoli e dolci baci sul mio collo, si staccò, sorridendomi.
Socchiusi gli occhi, cercando di riprendere fiato.
-Wow.- mi scappò, passandomi la lingua sulle labbra, dove c’era ancora il suo sapore.
Sapeva di fragole, di buono.
Lui si illuminò in un sorriso e mi sfiorò la guancia con la mano.
-E ora questo…?-
-Hai ragione, non importa quanti anni tu abbia. Mi piaci, Jen. E ti prometto che non ti farò del male.- mormorò, soffiando sulle mie labbra.
-Wow.- ripetei. Lui scoppiò a ridere.
-Jen, andiamo!- mi richiamò mia sorella.
Sbruffai, con seriamente l’intento di ucciderla una volta rimaste sole, e mi voltai per aprire la porta, ancora un po’ scossa dalle sue parole e dal suo bacio.
-Allora…ciao.- dissi, facendo un gesto con la mano e evitando accuratamente il suo sguardo limpido, che sembrava sprizzare gioia senza sosta.
Lui mi ritirò velocemente verso di se e mi stampò un bacio veloce sulle labbra.
-Ciao.- sussurrò, mollando la presa e lasciandomi andare.
Con il sorriso da ebete sulla faccia, barcollai sulle scale fino a raggiungere mia sorella, che stava salutando gli altri ragazzi.
Io li ignorai, troppo concentrata a cercare di rallentare il battito del mio cuore, che mi martellava nel petto.
-Qui sembra che qualcuno abbia perso la testa.- mormorò Zayn, divertito, mentre Harry scendeva lentamente le scale, raggiungendoci.
Arrossii, sotto lo sguardo curioso dei ragazzi e quello un po’ frustrato di Cher, che lo spostò immediatamente su Harry, fulminandolo.
Però lui non se ne accorse, guardava solo me.
Gli sorrisi, poi afferrai Cher per la mano.
-Beh, allora buonanotte ragazzi.- dissi velocemente, aprendo la porta e trascinando Cher con me.
Dietro di noi sentii fischi e battutine sarcastiche,  ma un ‘e anche Hazza è andato.’ con la voce squillante di Niall, si sentì più di tutti, facendomi automaticamente sorridere.
Mi sembrava assurdo, ma lui mi aveva veramente baciata.
Io gli piacevo davvero, almeno per quanto mi aveva fatto capire.
Sentivo che quello era l’inizio di un qualcosa di importante, ma non avevo paura, non se sapevo che sarei stata con lui.
-Ho interrotto qualcosa?- chiese Cher, vagamente imbarazzata, mentre rientravamo in casa.
La fulminai con lo sguardo, ma poi le sorrisi.
-Ti perdono solo perché è grazie a te che li conosco.- mormorai. Lei mi abbracciò ed io la strinsi forte.
-Scusa.- sussurrò al mio orecchio.
Scrollai le spalle.
-E ora, ovviamente, devi raccontarmi tutto.- continuò con un sorriso entusiasta.
Merda.



















HOLA C:
Haha.
Che bella cosa che ho appena letto.
Non so se lo sapete, ma tra le tappe del tour 2013 dei ragazzi, ovviamente, NON c'è l'Italia.
Che bella notizia, eh?
Devo essere sincera?
Mi stanno girando le palle che non ho, altamente.
Allora: siamo le fan più belle del mondo,
l'Italia è un paese magnifico,
ci piacerebbe venire lì,
e poi...
POI NON C'E' NEANCHE UNA CAZZO DI TAPPA QUI!
Scusate la poca finezza, ragazze, ma sono al limite.
Sono stanca di vederli solo su una stupida foto e di ascoltarli solo grazie ad un paio di stupide cuffiette.
Voglio dire, anche noi ci meritiamo di vederli, cazzo!
Forse più di tutti.
Vabbè, lasciamo perdere lo sfogo personale, va u.u
Passiamo al capitolo.
Beh, è un po' un capitolo Boom, no? :D
Voglio dire, HAZZA BACIA JENNY!
Ce l'ha fatta, finalmente, quel coglioncello :')
Anyway, ora sparisco e vado a mangiaaare.
Spero vi piaccia ç.ç
E che le recensioni aumentino, invece che diminuire.
Dai, ragazze, quì mi sembra di scrivere per i muri u.u
#With love.
-S.




Ps. Ho appena postato una OS, vi dispiacerebbe passare e dirmi cosa ne pensate? :)
Graaazie.

Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1199290&i=1

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Capitolo 21
*** Capitolo 20. ***


 Capitolo 20
 
 

Cher.
 
 
 



Quel giorno era stato relativamente tranquillo.
Come tutti i giorni avevo lavorato ed ero riuscita a vedere Liam solo la mattina presto, perché poi era dovuto andare con gli altri ragazzi ad un programma televisivo locale per fare una specie di intervista o non so cosa.
Anche Jenny, che stranamente non aveva niente da fare, mi aveva accompagnata alla tavola calda e mi aveva aiutata, per quanto la sua voglia di lavorare fosse pari a zero.
Quella mattina era stata piuttosto divertente, perché lei sospirava sognante ogni due secondi ed io ridevo sotto i baffi perché ne sapevo il motivo.
Dopo averglielo estratto quasi con le pinze, mi aveva raccontato dell’emozionante bacio che le aveva dato Harry la sera prima.
Ero felice per lei, perché sembrava veramente presa da quel ragazzo, anche se avevo un po’ paura di quello che poteva succedere una volta finita l’estate.
Lui se ne sarebbe di sicuro tornato nella sua città e se quella specie di attrazione che lei provava verso di lui si fosse trasformata in qualcos’altro di più potente, le si sarebbe spezzato il cuore alla sua partenza.
Inutile dire, che in quello che stava vivendo lei, mi rispecchiavo anch’io.
Anche Liam sarebbe ripartito a fine agosto, e solo il pensiero che tutto sarebbe finito, che probabilmente ci saremmo dovuti lasciare così, mi faceva venire un groppo in gola che faticavo quasi a respirare.
Così preferivo non pensarci, e vivere alla giornata, godendomi ogni attimo con lui e scoprendo nuove sensazioni che non avevo mai provato prima.
La sera, tornata a casa, ero troppo stremata per passare a salutarli. Sapevo che erano tornati: il furgoncino arancione spiccava, parcheggiato sul vialetto, ma pensai che fosse giusto si riposassero un po’ e si rilassassero senza la continua chiacchiera di mia sorella, che mi avrebbe sicuramente seguita se fossi andata a trovarli.
Qualcosa mi diceva che niente sarebbe più riuscito a tenerla lontana da quella casa e da chi ci abitava dentro.
Mentre Jenny si chiudeva in camera ad ascoltare un po’ di musica, io mi rilassai sul letto, sperando di riuscire a prendere sonno.
Niente mi avrebbe fatto pensare a quello che sarebbe successo di lì a poco.
-Tesori, sono a casa!- esordì una voce, accompagnata dal rumore della porta d’ingresso che sbatteva. La sentii dalla mia stanza, il cuore che si bloccò e pulsò di dolore, e sbiancai.
Mi alzai e scesi di corsa le scale.
-Mamma!- squittì Jenny, mentre si tuffava tra le sue braccia e si lasciava stingere.
Mi fermai a pochi metri da loro e osservai la scena a braccia incrociate, la mascella tesa.
Guardai la donna davanti a me, più abbronzata del solito e con il volto splendente, che si aprì in un sorriso quando incrociò il mio sguardo, che però rimase serio.
Jenny sciolse l’abbraccio e mi guardò, leggermente preoccupata.
-Tu non vieni ad abbracciarmi?- mi chiese mia madre, allargando le braccia. Spostai per un attimo gli occhi su mia sorella, che mi fissava speranzosa e cercava di spronarmi con lo sguardo. Poi, con un sospiro, mi avvicinai a lei e mi lasciai stringere in un veloce abbraccio. Jenny si rilassò, sospirando di sollievo.
Sapeva quanto ce l’avessi con la mamma perché ci aveva lasciate sole, e sapeva anche quanto odiassi il fatto che lei continuasse a volerle bene comunque.
Ma era sempre la sua mamma, la donna che l’aveva messa al mondo.
Poco importava che dopo se n’era fregata di crescerla e renderla la ragazzina per bene che era.
A quello avevo dovuto pensare io.
-Allora, dove sei stata stavolta?- le chiesi, fredda, mentre Jenny si avvicinava a me e mi stringeva la mano, per intimarmi di stare tranquilla e di non rovinare tutto come mio solito.
Lei mi sorrise, come se nulla fosse.
-Beh, Michael…- e pronunciò il suo nome come se fosse un Dio da venerare –Mi ha portata due settimane in Italia, un posto fantastico, ed ora ha intenzione di andare a Paris! La città dell’amour!- esclamò estasiata. Non ne fui tanto sorpresa, era normale che non si fermasse a casa più del dovuto, cioè una bella dormita e vestiti nuovi.
Ma Jenny spalancò la bocca, incredula.
-Come, te ne vai di nuovo?- le chiese, quasi sussurrando. Mamma venne verso di noi e afferrò il viso di Jenny tra le mani, sfiorandomi per sbaglio un braccio.
Mi allontanai, come se avessi preso una scossa elettrica, lasciando mio malgrado la mano di Jenny.
-Tesoro, lo sai che la mamma adora viaggiare. E poi Michy non mi lascerebbe qui. Lui mi vuole tutta per se.- squittì, con gli occhi che le brillavano.
Sentii il mio viso diventare una maschera di ghiaccio, mentre Jenny sfuggiva dalla sua presa allontanandosi.
-Anche io ti voglio tutta per me, perché non resti con noi?- le chiese, con quegli occhi incredibilmente grandi e in quel momento pieni di domande.
Mamma sospirò e guardò verso di me, in cerca di un aiuto che io non le avrei sicuramente dato.
-Jen…- cominciò, ravvivandosi i lunghi capelli biondi –Devi capire che la mamma ha bisogno di fare questo viaggio, ha bisogno di stare sola con Michael, ha bisogno…-
-Io ho bisogno di te!- strillò Jenny, interrompendola, con le lacrime agli occhi.
In quel momento, tutta la maschera da grande che si era costruita, andò in mille pezzi, mostrando la ragazzina fragile che era veramente.
Mi si spezzò il cuore a vederla così vulnerabile e così piccola, in tutto il suo dolore.
-Io ho bisogno di te, ma tu non ci sei mai. Tu pensi solo a divertirti con quello. Perché non pensi anche a me? Perché non mi vuoi bene?- chiese, singhiozzando.
Chiusi gli occhi, non potevo vederla così. Era uno strazio dover comprendere tutto il dolore che quella donna le aveva provocato.
-Jen, non dire così…- mormorò.
-No, non toccarmi!- strillò mia sorella e aprii gli occhi giusto in tempo per vederla schiaffeggiare la mano che la mamma tendeva verso di lei, guardandola con odio, girarsi e correre verso la sua stanza.
Chiusi di nuovo gli occhi quando sentii la porta sbattere e sospirai.
Mia madre sbruffò e sbatté un piede nervosamente a terra.
-Beh, grazie per essere intervenuta in mio aiuto.- mi disse, sarcastica. Io aprii gli occhi e la fissai, incredula.
-Come, scusa? Io sarei dovuta intervenire? Per aiutare te?- le chiesi con vago disprezzo. Lei annuì.
-Almeno potevi fare in modo che tua sorella non mi odiasse.- continuò. Scoppiai in una risata amara.
-Ma ti rendi conto di cosa dici?- le chiesi, facendo un passo avanti. Ormai ero al limite, non rispondevo più delle mie azioni.
-Io non c’entro proprio niente. Se lei ti odia è esclusivamente colpa tua.- le puntai un dito contro, continuando a fare passi verso di lei –Sei tu quella che non c’è mai.- un altro passo –Tu quella che ci hai abbandonate per andarsela a spassare con il tizio di turno. Tu che non ti sei mai interessata a lei.- un altro passo minaccioso –Tua figlia, quella splendida ragazzina che sei riuscita a far piangere, nonostante in quindici anni non l’avesse mai fatto, tu te ne sei fregata di lei, l’hai lasciata crescere senza una madre e, mi dispiace dirtelo, per quanto mi riguarda è stato meglio così.- le sputai tutto in faccia con tutto l’odio che avevo represso negli ultimi anni, avvicinandomi fin troppo al suo viso.
Quella volta non ero riuscita a trattenermi, non dopo l’ennesima volta che era ripiombata nelle nostre vite come se nulla fosse e aveva spezzato di nuovo il cuore di Jenny.
Il mio ormai era diventato di ghiaccio nei suoi confronti, ogni cosa che faceva non mi faceva più effetto.
Almeno credevo.
Dopo le mie parole cariche di disprezzo, fece l’unica cosa che non doveva fare.
Lasciò partire la sua mano che mirò velocemente al mio viso, colpendolo con uno schiocco secco.
Lei mi aveva dato uno schiaffo.
La guardai sbalordita e portai una mano sulla guancia, che bruciava di dolore.
Lei sembrava più sorpresa di me, perché si coprì la bocca con le mani, gli occhi che mi guardavano pieni di scuse silenziose.
Ma ormai l’aveva fatto.
-Cher…- cominciò con voce tremante. La bloccai, alzando un dito davanti a me chiudendo gli occhi.
-Non…- respirai. –Non ti azzardare a rivolgermi la parola.- sibilai ad occhi chiusi. La sentii sussultare.
-Sai che ti dico?- le chiesi, riaprendo gli occhi. Non le diedi nemmeno il tempo di rispondere e le sorrisi, sprezzante.
-Vattene. Ma, si. Vattene con quell’idiota e non tornare più.- un altro respiro profondo.
-Noi stiamo meglio senza di te.- quelle parole, così cariche d’odio, che non pensavo avrei mai trovato il coraggio di dirle.
Lei rimase a bocca aperta, visibilmente ferita. Ma non me ne pentii nemmeno per un secondo, l’aveva voluto lei.
Mi avviai verso la porta.
-Dove…dove vai?- balbettò la domanda.
-Fuori di qui, non voglio vederti. Dì a Jenny di chiamarmi quando te ne sarai andata.- le dissi gelida, senza degnarla di uno sguardo e uscendo sbattendomi la porta alle spalle. Presi un respiro profondo e cercai di reprimere le lacrime che minacciavano di uscire come un fiume in piena.
Era riuscita a deludermi un’altra volta, a deludere Jenny, e a rovinare quel momento di serenità che eravamo riuscite a crearci senza di lei.
Attraversai la strada e bussai delicatamente alla porta della casa di fronte alla mia, sperando che fosse lui ad aprirmi la porta e mandando all’aria la promessa che mi ero fatta di lasciarli in pace almeno quel giorno.
Louis stava ridendo quando spalancò la porta. Poi mi vide, l’espressione sconvolta e sull’orlo di una crisi di pianto, e il suo sorriso si spense all’istante.
-Cher, che è successo?- chiese preoccupato, con voce stridula, facendomi entrare. Incrociai gli sguardi silenziosi dei tre ragazzi che erano nella stanza, poi tornai a Louis, non avendo trovato ciò che cercavo. Tirai su col naso e mi stropicciai gli occhi.
-Ciao, Lou.- dissi, reprimendo un singhiozzo che era appena venuto a galla –C’è…c’è Liam?- continuai, lanciandogli uno sguardo tormentato. Lui strabuzzò gli occhi.
-Certo, è in camera sua.- mi disse, poi fece per abbracciarmi, ma io sgusciai via.
-Scusa, Lou. Io devo…devo…- non riuscii a continuare, ormai le lacrime avevano preso il sopravvento. Lui capì e si scansò, indicandomi le scale.
-Terza camera a destra.- mi informò con un sorriso dolce.
-G-grazie.- riuscii a balbettare, prima di avviarmi e salire le scale velocemente. Arrivata davanti alla porta bussai delicatamente.
Un ‘avanti’ infastidito mi giunse alle orecchie ed io spalancai la porta.
Liam mi vide e sobbalzò, lasciando scivolare a terra il libro che aveva tra le mani.
-Cher? Che diavolo…?- fece per alzarsi, ma io lo bloccai con uno sguardo, entrai e mi chiusi la porta alle spalle. Lui mi guardava, la preoccupazione fatta persona, e, quando incrociai i suoi occhi, non ci pensai due volte.
A passo tremante mi avvicinai e mi lasciai cadere sul letto, accoccolandomi accanto a lui.
Lui mi strinse immediatamente tra le braccia e lì, nel calore del suo abbraccio e col battito accelerato del suo cuore nel mio orecchio, scoppiai a piangere singhiozzando.
Lui mi carezzò i capelli e cercò di asciugare la lacrime che inondavano le mie guance, inutilmente.
-Cher, cos’è successo?- bisbigliò teso al mio orecchio. Scossi velocemente la testa, bagnando di lacrime amare la sua maglietta.
-Mia…madre…io…- cercai di dire, ma i singhiozzi me lo impedirono. Lui mi carezzò i capelli e mi baciò dolcemente la fronte, stringendomi ancora di più a se.
-Ok, ok. Non fa niente. Qualunque cosa sia, la risolveremo. Insieme.- mormorò. Io annuii rincuorata e mi lasciai stringere forte.
Sapevo che niente si sarebbe risolto.
Quando una madre ti spezza il cuore, abbandonandoti, non c’è niente che nessuno possa fare.
Ma, per una sera, decisi di ascoltare Liam e sperare che davvero tutto si sarebbe risolto.
Finché c’era lui al mio fianco, tutto sarebbe andato bene.
 
 
 
 


Liam.
 
 



Lasciai che si calmasse e si addormentasse tra le mie braccia.
Mano a mano che il suo respiro si faceva regolare e le sue lacrime cessavano di scorrere sulle sue guance arrossate, mi rilassai.
Mi aveva sconvolto vederla così. Mi sembrava così fragile e nei suoi occhi potevo scorgere un dolore mai visto prima.
Tempo prima mi aveva raccontato quale era il rapporto con sua madre e quello che era accaduto, così, grazie a quell’unica parola, avevo capito cosa aveva potuto sconvolgerla tanto: lei era tornata.
Quando fui sicuro che si fosse addormentata, le sfiorai le guance, per toglierle anche gli ultimi residui di quelle lacrime amare, e mi alzai lasciandola dormire e chiudendomi la porta alle spalle, per poi raggiungere i ragazzi al piano di sotto.
Il primo a venirmi incontro fu Louis, lo sguardo incredibilmente preoccupato e le mani che si torturavano tra di loro.
-Che è successo?- chiese, mordendosi il labbro inferiore e osservandomi attentamente.
Anche gli altri ragazzi smisero di fare quello che stavano facendo e mi guardarono preoccupati.
Quella scena allentò un po’ la morsa che avevo nello stomaco, anche loro volevano bene a Cher e lei non si sarebbe mai più sentita sola.
Non con noi accanto.
Sospirai.
-Deve essere tornata la madre…- mormorai, affacciandomi alla finestra e notando una macchina che non avevo mai visto prima parcheggiata nel vialetto a confermare il mio sospetto.
-E allora?- chiese Niall, non capendo.
Mi voltai verso di loro, che mi guardavano confusi. Evidentemente Cher non aveva raccontato niente a nessuno, solo a me.
-E’ una storia complicata, e piuttosto personale. Se vuole ve la racconterà lei.- sussurrai, scrollando le spalle.
-Beh, allora io vado a parlarle, mi sembrava piuttosto sconvolta.- mormorò Louis con voce decisa, avviandosi verso le scale. Lo afferrai per un braccio, bloccandolo sul posto.
Lui mi riservò un’occhiata di ghiaccio.
-Sta dormendo, pensi che l’avrei lasciata sola in quelle condizioni? Ha bisogno di riposare.- sibilai. Lui sciolse bruscamente la mia presa e si mise seduto su una sedia, annuendo suo malgrado.
-Ok, ragazzi. Manteniamo la calma, per favore.- mormorò Zayn, preoccupato dalle occhiatacce che io e Louis ci stavamo lanciando.
-Beh, Liam, dicci qualcosa. Io non ci sto capendo niente e mi sto preoccupando.- intervenne Niall, per una volta serio, senza il solito sorriso sdrammatizzante.
Sospirai e mi passai una mano tra i capelli.
-Cher mi ha raccontato che sua madre le ha praticamente abbandonate. Loro vivono da sole da una vita, lei si fa viva ogni tanto giusto per vedere come stanno.- mormorai.
-E che cosa fa tutto il tempo?- chiese Harry.
Scrollai le spalle.
-A quanto dice Cher se ne va in giro per il mondo con il suo compagno.-
-E allora perché ora è tornata?- chiese Louis.
-Non ne ho idea. So solo che Cher sta una merda, quindi deve essere successo qualcosa.- mormorai.
Harry scattò in piedi, lasciando cadere la sedia a terra.
-Vado a vedere come sta Jen.- dichiarò. Bloccai anche lui, trattenendolo per un braccio.
-No. Stiamocene buoni, per favore. Non avrei neanche dovuto dirvi niente. Sono cose private, Hazza, se vuole verrà lei da te.- dissi, cercando di ragionare. Anche lui controvoglia, annuì e si rimise seduto.
-E allora che facciamo?- esplose Louis. Evidentemente si sentiva impotente quanto me, avrei voluto tanto essere qualcuno in grado di prendere in mano la situazione e fare qualcosa per far sentire meglio Cher. Ma sapevo che era impossibile e che era una faccenda che doveva risolvere da sola.
-Niente, Louis. Dobbiamo solo farle vedere che noi ci siamo.- rispose Zayn. Louis annuì e poi mi lanciò uno sguardo indecifrabile, ma io ero troppo stanco per cercare di capire cosa gli passava per la testa, quindi neanche ci provai.
Rimanemmo in silenzio per il resto della serata, finché Niall e Zayn dichiararono che erano troppo stanchi per rimanere ancora svegli e si chiusero nelle loro stanze.
Io e Louis rimanemmo seduti a tavola, ognuno perso nei suoi pensieri, mentre Harry continuava a camminare avanti e indietro, preoccupato.
-Harry, piantala. Mi stai facendo venire da vomitare.- sibilò Louis, al culmine della pazienza.
Harry si passò una mano tra i capelli, senza fermarsi.
-Lo so. Ma non posso pensare che lei sia lì tutta da sola. Se sta così male Cher, figurati Jenny!- esclamò.
Sbruffai.
-Harry, è con sua madre. Non con una persona qualunque.- gli risposi. Lui sbarrò gli occhi.
-Si, ma hai visto come sta Cher?!- ribatté lui.
-Io sto bene.- mormorò Cher, entrando in cucina. Scattai in piedi, insieme a Louis, mentre lei sorrise debolmente.
-Cher…- sussurrai. Lei mi bloccò con un gesto della mano.
-Sto bene, davvero. E mi dispiace di essere piombata qui e avervi sconvolto con quella scenata.- disse, accennando una risata. Scossi la testa e feci per dire qualcosa.
-Stai scherzando, vero? Non devi pensarle nemmeno queste cose. Noi siamo qui per te.- mi batté sul tempo Louis, che si sporse verso di lei a braccia aperte.
Deglutii nervosamente.
Lei si lasciò stringere nel suo abbraccio, mentre aveva gli occhi puntati su di me.
Il suo sguardo mi rilassò, quando capii che non era proprio quello l’abbraccio di cui aveva bisogno.
Tentai un sorriso e lei sospirò, sciogliendo la presa.
-Grazie, davvero.- sussurrò, allontanandosi da Louis.
Harry fremeva, e se n’era accorta anche lei.
Si voltò verso di lui e gli sorrise debolmente.
-Posso chiederti un favore?-
-Tutto quello che vuoi.- esplose lui, sperando che l’unica cosa che gli chiedesse fosse di andare a vedere come stava Jenny.
-Potresti andare da Jen? Io…io non me la sento.- sussurrò. Harry sospirò di sollievo.
-Certo.- mormorò.
Lei lo bloccò.
-Cerca di essere cauto, non so in che condizioni è, per favore.- lo implorò. Lui annuì, sorridendo.
-Tranquilla, è in buone mani.-
Cher annuì riconoscente e lui uscì di casa a passo svelto, sbattendosi la porta alle spalle.
Cher si lasciò scappare una risatina.
-Si vede che ci tiene, eh?- mormorò, quasi sorpresa.
Incapace di attendere ancora, ignorai Louis, immobile in mezzo alla stanza, gli girai attorno e mi fiondai su Cher, prendendola tra le braccia.
La sentii sospirare, mentre mi stringeva le braccia intorno alla schiena.
Sentii anche un’esclamazione soffocata provenire da Louis, dietro di noi, ma la ignorai, troppo concentrato su Cher.
-Stai bene?- le sussurrai all’orecchio.
Che domanda stupida.
Lei annuì e si scostò un poco, per guardarmi negli occhi.
I suoi erano gonfi di lacrime trattenute.
-Liam, posso chiederti un favore?-
-Certo.- risposi sorpreso.
-Posso…posso dormire qui? Io…non voglio vederla. Tanto andrà via presto, è solo per una notte, io…- la zittii, baciandole dolcemente le labbra.
-Puoi rimanere quanto vuoi, Cher. Non devi preoccuparti.- mormorai. Lei sorrise, riconoscente e sprofondò la testa nel mio petto.
-Grazie.- sussurrò.
Per tutta risposta la strinsi più forte.
Non importava se non voleva raccontarmi cosa fosse successo, se non voleva affrontare i suoi problemi, se voleva solo scappare.
In quel momento capii che l’avrei appoggiata in tutto quello che avesse voluto fare, anche a costo di andare in capo al mondo, l’importante era restare con lei.













HOLA C:
I'm baaaaaack! :D
Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto, ma mi ci sono voluti giorni per riprendermi D:
Dio, la Puglia è fantastica!
Davvero è stata una vacanza meravigliosa, il mare è uno spettacolo, la gente è simpaticissima e i ragazzi di certo non scarseggiano ^^
Calcolate che nel mio stesso stabilimento c'era un tipo che era il sosia di Liam con i capelli ricci *.*
Una meraviglia!
Vabbè, passiamo al capitolo:
quì c'è un altro ritorno inaspettato D:
Non so perchè l'ho scritto, mi è venuta questa idea mentre ero in macchina e mi sono fatta venire un crampo alla mano per scriverla di getto.
Bien, spero vi piaccia ç.ç
Ora vado ad aggiornare l'altra Ff, passate se vi va! (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1202234&i=1)
#With love.
-S.

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Capitolo 22
*** Capitolo 21. ***


Capitolo 21.
 
 


Jenny.
 
 





Sentii bussare per l’ennesima volta alla porta e per l’ennesima volta la ignorai, sprofondando la testa nel cuscino.
Ero stufa.
Stufa che lei si ricordasse di noi solo una volta l’anno, stufa che tornasse per rimanere si e no un giorno, stufa che passasse la vita in giro per il mondo, lasciandoci sole e stufa che nonostante tutto continuassi a volerle bene e a ricascarci ogni volta come un’idiota.
Quando l’avevo vista entrare in casa con quel sorriso raggiante mi si era riempito il cuore e mi ero detta: si, questa volta rimarrà con noi.
Ci sono voluti solo trenta secondi di conversazione per capire che mi sbagliavo di grosso e che lei come suo solito sarebbe ripartita, per andare chissà dove, lasciandosi di nuovo alle spalle noi, quella che in teoria doveva essere la sua famiglia.
Mi tremò il cuore a ricordare lo sguardo deluso di Cher mentre mi buttavo tra le sue braccia.
Sapevo quanto lei non sopportasse il mio affetto sconfinato verso nostra madre, ma non ne avevo potuto farne a meno.
Avrei dovuto ascoltare Cher di più.
Bussò di nuovo insistentemente alla porta. Con un grido di frustrazione ci scagliai il cuscino contro.
-Non voglio parlarti, lasciami in pace!- urlai verso la porta, con tutto l’odio che avevo in corpo.
-Tesoro, per favore.- supplicò, provando ad aprire la porta, che era chiusa a chiave.
-Ti ho detto di andartene!- urlai di nuovo.
Sentii un sospiro, poi tutto silenzio.
La odiavo, la odiavo per tutto quello che ci aveva fatto e per tutto quello che continuava a farci.
E odiavo me stessa perché ero io che le permettevo di farmi del male, avrei dovuto tagliare i rapporti con lei, come aveva fatto Cher.
Bussò di nuovo alla porta, questa volta più delicatamente.
-Quale parte della frase ‘voglio essere lasciata in pace’ non hai capito?- urlai sarcastica e infastidita.
-Jen, sono io. Per favore, apri.- voce roca, delicata e incredibilmente dolce.
Harry.
Il cuore mi rimbalzò nel petto e non pensai nemmeno a guardarmi un secondo allo specchio, per controllare in che condizioni fossi, e mi fiondai alla porta, aprendola velocemente.
Non gli diedi il tempo di dire niente, che lo tirai dentro e gli chiusi la porta alle spalle, per paura che lei approfittasse della situazione per tirare fuori una delle sue patetiche scuse.
Lui sospirò, guardandomi, e i miei occhi si riempirono di lacrime.
-Vieni qui.- sussurrò, afferrandomi le mani e tirandomi verso di se.
Sprofondai la testa nel suo petto e mi imposi di non piangere, di contenermi e di fare poco la vittima.
Lui non doveva vedermi così, o avrebbe ritirato fuori la storia che ero ‘piccola e fragile’ e io avevo già troppi problemi di mio, non volevo sorbirmi anche tutti i suoi stupidi dubbi.
Lui mi strinse forte a se.
-Non so cosa sia successo, ma stai tranquilla, io sono qui per te.- mormorò tra i miei capelli.
Inutile dire che i rinoceronti nel mio stomaco stavano ballando la conga.
Con riluttanza sciolsi l’abbraccio e tentai un sorriso.
Lui ricambiò al volo, sistemandomi i capelli dietro le orecchie.
-Grazie, ma sto bene. Solo un’incomprensione con mia madre, tutto qui.- spiegai. Lui sorrise e capii che sapeva che gli stavo mentendo.
-Jen, lo sai che puoi dirmi tutto, vero?- sussurrò, puntandomi i suoi occhioni verdi nei miei.
-Lo so, ma non ho voglia di parlarne. Poi lei presto se ne andrà e tutti ritornerà alla normalità.- mormorai amaramente.
Lui annuì con un sorriso.
-Bene.-
-Fammi indovinare…- cominciai lanciandogli un’occhiata divertita. Lui alzò le sopracciglia, curioso.
-Ti ha mandato mia sorella a vedere come stavo, vero?- gli chiesi, accennando una risata.
Lui scoppiò a ridere e mi tirò di nuovo velocemente tra le sue braccia.
-Si, ma sarei venuto comunque.- confessò –Anche se me l’avessero impedito, sarei sgattaiolato da te.- continuò con voce divertita.
Sghignazzai.
-Si, si certo.- lo presi in giro. Lui si staccò e mi guardò, sbalordito.
-Non mi credi?- chiese e dalla smorfia che fece capii che stava cercando di nascondere un sorriso.
Io scossi la testa e gli feci una boccaccia.
Allora lui scattò in avanti e mi afferrò per i fianchi, prendendomi in spalla come se pesassi due chili.
Mi buttò non molto delicatamente sul letto e cominciò a farmi il solletico, l’unica cosa a cui non potevo resistere.
In meno di due secondi scoppiai a ridere, seguita a ruota da lui, che muoveva le sue mani senza sosta su di me.
-Ha-arry, smettila!- riuscii a dire tra le risate.
Lui, ovviamente, non mi diede retta, avevo quasi le lacrime agli occhi, quando riuscii a spingerlo via e a farlo rotolare sul materasso.
Lui però mi tenne stretta per i fianchi, facendomi finire sopra di lui.
Tutte le risate cessarono, rimpiazzate da un’atmosfera seria e dal mio cuore che batteva all’impazzata.
Lentamente, allungò la testa verso di me e mi sfiorò le labbra con un bacio che mi fece salire il cuore in gola.
Si staccò quasi subito, lanciandomi uno sguardo incredibilmente profondo.
Lentamente, rotolò sul materasso, invertendo la posizione e tenendosi sulle braccia per non pesarmi.
Continuava a guardarmi e i suoi occhi incredibilmente verdi stavano mandando a puttane la mia concentrazione.
Non mi ricordavo nemmeno  il mio nome, tantomeno il motivo per cui lui fosse lì, nella mia stanza, sul mio letto.
Volevo solo che le sue labbra dischiuse si poggiassero sulle mie all’istante.
Come se mi avesse letto nel pensiero, mi baciò, con la stessa passione della sera prima, mentre una sua mano risaliva i miei fianchi, provocandomi piccoli brividi di piacere.
Quel semplice bacio si stava trasformando in qualcosa di decisamente più importante e forse non alla mia portata, che avevo esperienza pari a zero, quando mia madre bussò di nuovo alla porta.
Sobbalzai e dallo spavento rotolai fuori dal letto, finendo a terra.
-Ahi!- esclamai, con le gambe all’aria. Harry si affacciò dal letto e l’espressione preoccupata sparì, guardandomi in faccia.
In meno di un secondo scoppiò a ridere di gusto. Mi alzai, massaggiandomi la coscia e lui si lasciò andare sul letto, tenendosi la pancia tra le mani.
-Tesoro, tutto bene?- chiese mia madre dall’altro lato della porta.
Lasciai perdere Harry, che ormai era andato, e decisi di scatenare tutta la mia rabbia repressa su di lei.
Spalancai la porta, ritrovandomi davanti mia madre, visibilmente sollevata dal fatto che le avessi aperto la porta.
Sbirciò all’interno, aggrottando le sopracciglia quando vide Harry piegato in due dalle risate.
-Che.Cosa.Vuoi.?- gli chiesi, furiosa. Lei portò il suo sguardo su di me e si mise le mani sui fianchi.
-Vedere cosa stavi facendo. Non dovresti chiuderti in camera con un ragazzo.- mormorò.
Scoppiai a ridere.
-E a te cosa importa?- le chiesi, sarcastica. Il suo viso si arrossò dalla rabbia.
No, non mi sarebbe più interessato il suo pensiero.
Poteva anche tenersele per se le sue ‘preoccupazioni’.
-Sono sempre tua madre, non parlarmi così.- mi rimproverò lei. Le risate di Harry finalmente cessarono e sentii il suo sguardo su di me.
-No, ti stai sbagliando.- mormorai, con voce di ghiaccio –Tu non sei niente. E sono cavoli miei se voglio chiudermi in camera con un ragazzo, sono cavoli miei tutto quello che voglio farci. Tu devi uscire dalla mia vita, punto.- sibilai.
Lei mi fissò, in silenzio.
Non credeva che sarei riuscita anch’io a ribellarmi a lei e ad essere forte come Cher.
Beh, c’ero appena riuscita.
Sentii Harry avvicinarsi e posarmi una mano sulla spalla. Lo guardai, ma lui stava fissando mia madre, così riportai anch'io gli occhi su di lei che ci scrutava in silenzio.
-Ehm, credo sia il caso che me ne vada…- cominciò. Mi voltai verso di lui e vidi che era totalmente in imbarazzo, così decisi di salvarlo e non immischiarlo nei litigi e nelle incomprensioni che non lo riguardavano.
Annuii e gli presi la mano, riservando uno sguardo di ghiaccio a mia madre.
-Ti accompagno.- gli sussurrai. Lui annuì a sua volta, con uno splendido sorriso e uscimmo dalla stanza, aggirando mia madre che era rimasta ferma in mezzo al corridoio.
-Dove credi di andare?- mi chiese lei, cercando di mettere un po’ di autorità nel suo tono di voce.
Le lanciai un’occhiata veloce, come se non avesse neanche parlato e trascinai Harry dietro di me verso la porta.
-Sono le dieci di sera, Jennifer.- mi fece notare, seguendoci a passo svelto. Mi bloccai sulla porta e presi un bel respiro.
-E allora?- chiesi, voltandomi verso di lei.
-E’ tardi, non hai il permesso di uscire.- mormorò. Per poco non scoppiai a ridere.
-Scusa? Pensi che puoi ancora dirmi cosa devo o non devo fare?!- esplosi.
-Jen, posso andare anche da solo, davvero. Ci vediamo domani…- provò ad intervenire Harry. Lo zittii con un’occhiata.
-Signorina, non rivolgerti a me in questi toni.- mi rimproverò lei. Schioccai la lingua e mi lascia andare ad una risata amara.
-Ma per favore…- sibilai, scuotendo la testa e aprendo la porta di casa.
-Jenny!- mi richiamò lei, mentre richiudevo la porta.
-Lascia stare, ti prego.- le dissi, sbattendole la porta in faccia.
Sospirai ed Harry mi strinse la mano, lanciandomi un’occhiata furtiva.
-Jen, sei sicura che…-
-Non dire niente. Ti prego.- lo implorai. Lui mi scrutò a lungo, facendomi perdere nel suo sguardo, poi annuì e mi sfiorò la guancia con la mano, per poi chinarsi su di me e baciarmi delicatamente le labbra.
-Andiamo da qualche parte.- sussurrai, quando si staccò. Lui annuì e, intrecciando le sue dita tra le mie, cominciò a camminare a passo svelto.
In silenzio, mi lasciai guidare sulla spiaggia, dove ci appollaiammo vicini, abbracciati tra le dune, invisibili dalla strada.
-So che non sono affari miei, però se vuoi parlarne…- cominciò. Incrociai i suoi occhi verdi e sentii il mio cuore prendere il volo.
Ne avevo bisogno e lui era sicuramente una delle poche persone di cui mi potevo fidare. Così, con un bel respiro, cominciai a sfogarmi, raccontandogli tutto del rapporto che c’era tra me e mia madre.
 
 



Cher.
 
 





Harry ormai non tornava più ed io ero troppo stanca, quasi non riuscivo più a tenere gli occhi aperti.
La preoccupazione piano piano era scivolata via, sapendo che Jenny era con lui, potevo stare tranquilla.
Mi scappò uno sbadiglio e Liam, seduto accanto a me sul divano, sorrise.
-Hai sonno?- sussurrò. Io annuii e chiusi gli occhi, lasciandomi andare con la testa sul suo petto.
-Se vuoi andare a dormire vai. Io…- uno sbadiglio mi interruppe –Io dormo qui sul divano.- continuai, senza riaprire gli occhi e sentendo il sonno impossessarsi di me.
Lo sentii ridere al mio orecchio.
-Non ti lascio dormire su questo pezzo di legno.- ribatté lui. Io feci spallucce, senza neanche la forza per rispondergli.
-Dico davvero, domani ti sveglieresti con la schiena a pezzi.- continuò, con una nota nervosa della voce. Socchiusi un occhio e lo guardai, le guance arrossate e il sorriso incerto.
-Con il sonno che ho potrei dormire ovunque.- mormorai, cercando di convincerlo e rendergli le cose più facili. Lui scosse la testa e sospirò.
-Dormi con me.- disse tutto d’un fiato, come se gli ci fosse voluto uno sforzo sovraumano.
Aprii gli occhi, improvvisamente sveglia, e lo scrutai attentamente.
-Dici sul serio?- sussurrai la domanda. Lui sorrise e annuì.
-Ho un letto a due piazze, staremo comodi.- spiegò, cercando di renderla la proposta più naturale possibile ma, anche se sapevo che non c’era malizia in quella richiesta, che lo faceva probabilmente solo per farmi dormire in modo decente, le farfalle mi si scatenarono nello stomaco al solo pensiero di condividere il letto con lui.
Un qualsiasi contatto sarebbe stato micidiale, avrebbe acceso la scintilla che c’era tra noi e a dirla tutta avevo un po’ paura.
Ma mi fidavo di lui, se c’era una cosa che mi aveva dimostrato era che era sicuramente un bravo ragazzo e che ci teneva a me.
-Ok.- mormorai con un filo di voce, arrossendo. Lui annuì e mi cinse i fianchi, aiutandomi ad alzarmi. In silenzio, cercando di non svegliare Louis che si era addormentato sulla poltrona accanto a noi, raggiungemmo la sua stanza.
Non appena si chiuse la porta alle spalle e mi lanciò uno sguardo indecifrabile, il mio cuore si riattivò e capii che nonostante la stanchezza non sarei riuscita ad addormentarmi tanto facilmente.
Mi indicò il letto e cercò di sorridere.
-Io…io non voglio obbligarti a fare niente. Voglio dire, possiamo solo dormire…- cominciò a balbettare, arrossendo.
Sorrisi e gli tesi la mano.
-Stai tranquillo, Liam.- sussurrai. Lui annuì e intrecciò la sua mano alla mia.
Ci lasciammo cadere sul letto e lui mi coprì con le coperte, lasciandomi accoccolare al suo petto. Mi strinse a se e con la mano libera prese a giocare con i miei capelli, mentre strofinavo il naso sul suo collo, annusando il suo odore dolce.
Lo sentii rabbrividire e aumentare la stretta.
-Mi dispiace che tu sia triste.- mormorò. Sorrisi.
-Io non sono triste.- ribattei in un sussurro. Lui si strinse nelle spalle.
-Hai pianto, e non ti avevo mai vista così giù di morale.- spiegò.
-E’ passato. Ora non sono triste, smettiamo di parlarne.- lo implorai. Lui annuì e mi baciò dolcemente la fronte.
Con uno scatto fulmineo alzai la testa e incontrai le sue labbra, che si incollarono alle mie in un bacio che di casto non aveva proprio niente.
Cercai di mantenere il controllo, nonostante mi sentissi bruciare in ogni angolo del mio corpo.
Lo sentii sorridere sulle mie labbra e si staccò, riaprendo gli occhi.
Incrociai il suo sguardo e vidi i suoi occhi brillare di non so cosa.
-Non so che intenzioni tu abbia, ma sono sempre un ragazzo. E così…- mormorò indicando prima me e poi lui –Così non mi faciliti le cose.- continuò con una risata un po’ nervosa. Mi unii anch’io a lui e annuii.
-Capito, sto buona.- mormorai. Lui sorrise e si chinò di nuovo su di me, per sfiorare le mie labbra con le sue.
Poi si staccò ed io intrufolai di nuovo la testa nel suo collo.
Lui sospirò e mi baciò i capelli.
-Dormiamo?- chiese lui, con una nota di desiderio impercettibile nella voce.
Il cuore mi batteva a mille e non sapevo decifrare le sensazioni che avevo nello stomaco.
Ero spaventata, impaziente, felice?
Non riuscendo nemmeno a carpire uno dei mille pensieri che mi passava per la testa, da brava codarda quale ero, mi arresi e decisi di prendere la strada più facile.
-Dormiamo.- risposi. Lui sospirò. Non riuscii a capire se era deluso o solo rassegnato.
Ma per non farmi prendere dal senso di colpa decisi di non pensarci e mi convinsi del fatto che sicuramente ci sarebbero state altre occasioni.
Dopo qualche minuto di silenzio lo sentii riprendere fiato.
-Vieni a Londra con me.- disse improvvisamente. Io alzai lo sguardo verso di lui.
-Cosa?- chiesi.
-Devo andare a Londra con i ragazzi il prossimo weekend.- spiegò –Vieni con me.- chiese di nuovo.
-Beh, io…-
-Ti prego, non ce la farei a stare lontano da te per tre giorni.- mugolò. Sorrisi, colpita dalla sua dolcezza.
-Ok, ma Jenny…-
-Credi che Harry la lascerebbe qui?- mi interruppe accennando una risata.
-Hai ragione.- mormorai.
-Allora?-
-Londra sto arrivando!- esclamai, scherzando. Lui rise e mi baciò con trasporto.
-Grazie, piccola.- sussurrò sulle mie labbra.
Io gli sorrisi senza riuscire a reprimere uno sbadiglio.
-Ok, ok. Dormiamo.- acconsentì con un’altra risata.
Annuii e sprofondai la testa nel suo collo.
-Allora buonanotte.- mormorò.
-‘Notte.- mormorai sbadigliando. Lui mi strinse ancora per un po’, poi piano piano sentii il suo respiro farsi regolare e le sue spalle rigide rilassarsi, segno che si stava addormentando.
Così mi lasciai andare anch’io, sorridendo tra il calore delle sue braccia e ascoltando il battito accelerato del suo cuore, in sincrono con il mio.










HOLA C:
*afferra una padella stile Rapunzel per parare i colpi*
Scuuusate per il ritardo, ragazze.
Pensavo fosse passato uno, massimo due giorni dall'ultima volta che avevo pubblicato.
Invece sono quattro LOL.
Quest'estate sta passando troppo in fretta, decisamente, e presto ricomincerà la scuola #sigh
Non posso pensarci, mi viene la nausea :s
Occhei, torniamo a noi:
allora, che ne dite del capitolo?
Devo ammettere che avevo quasi scritto che Liam e Cher arrivavano al sodo...poi però ci ho ripensato, non so perchè.
Però credo che succederà prima o poi ^^
Ah, vi avviso: il prossimo capitolo sarà mooolto movimentato, quindi recensite in fretta!
Non mollatemi proprio adesso, ho bisogno di voi e dei vostri pareri :3
Fatevi sentire, please!!
Bien, spero vi piaccia.
#With love.
-S.



#Angolo pubblicità (?)
Aaallora, ho iniziato da poco un'altra Ff e vorrei sapere cosa ne pensate, vi va di fare un salto?
Graaazie c:
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1202234&i=1


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Capitolo 23
*** Capitolo 22. ***


Capitolo 22
 
 

Cher.
 
 
 


-Grazie davvero, Tom.- stavo dicendo per l’ennesima volta.
Quel giorno, dopo che mi ero svegliata tra le braccia di Liam e avevo rischiato di farmi venire un infarto, la mia unica preoccupazione era stata trovare le parole giuste per convincere Tom a darmi un weekend libero per accompagnare Liam e i ragazzi a Londra.
Avevo paura che lui si rifiutasse categoricamente, invece era stato fin troppo gentile, dicendomi che potevo prendermi tutto il tempo che volevo, che avevo bisogno di staccare un po’ e di andare a divertirmi come facevano tutti i ragazzi normali della mia età.
Solo che io non ero mai stata un ragazza normale, conoscevo la parola ‘divertimento’ solo per sentita dire, non avevo mai avuto il privilegio di provarla su di me.
Avevo visto Jenny solo di sfuggita quella mattina, se ne tornava dalla spiaggia stretta tra le braccia del suo Harry e avevo paura a chiederle se avessero dormito lì, quindi lasciai perdere e la ascoltai mentre mi pregava di lasciarla andare con Harry a Londra.
Cercai di frenare un po’ il suo entusiasmo, niente era ancora sicuro, e la accompagnai a casa. Appena entrate, notammo con piacere che mamma se n’era andata, lasciandoci come suo solito un biglietto di scuse, seguito dal suo nuovo numero di cellulare e stupide suppliche affinché la chiamassimo presto e la perdonassimo.
Con un sorriso complice, stracciammo il biglietto e decidemmo insieme di tagliarla finalmente fuori dalla nostra vita, come avremmo dovuto fare molto tempo prima.
Poi, con il cuore in gola, mi ero avviata verso la tavola calda, sperando che quello fosse stato il mio ultimo giorno di lavoro e che Tom mi avrebbe dato il permesso di partire, l’indomani, con il primo aereo che avevano prenotato i ragazzi.
-Oh, Cher, smettila. Te lo meriti, non ho mai avuto una lavoratrice come te, anzi mi stupisce il fatto che tu non me l’abbia chiesto prima!- scherzò Tom, scacciando il mio ennesimo ringraziamento con un gesto della mano. Mi unii per un secondo alla sua risata.
-Dai, finisci qui e poi sei libera.- mi concesse con un sorriso, prima di ritirarsi nel suo ufficio. Sospirai di sollievo e mi affrettai a pulire gli ultimi tavoli che erano rimasti.
Quel giorno avevo lavorato da sola, Mike mi aveva raggiunta da poco per fare il turno serale.
-E quindi mi lasci qui da solo.- borbottò Mike, avvicinandosi a me e mettendo il broncio. Gli sorrisi e gli lanciai la pezzetta per pulire il tavolo, mentre io mi chinavo a raccogliere cartacce.
-Eh, già. Me ne vado a Londra, ragazzo.- scherzai. Lui sospirò teatralmente.
-Io starò qui, solo, a lavorare tutto il giorno, con quello scorbutico di mio padre e senza la mia migliore amica.- continuò a borbottare. Lasciai perdere quello che stavo facendo e mi avvicinai a lui, abbracciandolo.
-Dai, sono solo tre giorni. Ti porterò qualcosa di carino.- gli promisi, sapendo quanto lui adorava i souvenir di ogni tipo. Mi sorrise all’istante e mi circondò i fianchi con le sue esili braccia.
-Era questo che volevo sentirti dire.- esclamò al mio orecchio. Scoppiai a ridere e sciolsi la presa.
-Ruffiano.- commentai. Lui fece spallucce, con un sorriso, e cambiò totalmente discorso.
-Allora, ho saputo che è tornata tua madre…- cominciò. Mi irrigidii e annuii.
Lui mi lanciò uno sguardo dispiaciuto e mi si avvicinò, stringendomi in un altro abbraccio.
-Come stai?- mi chiese. Io scrollai le spalle e gli sorrisi.
-Bene. Se n’è già andata, tutto a posto.- sillabai, evitando di mostrare quello che davvero provavo dentro, cioè un infinito senso di rammarico e tristezza.
Ma lui mi conosceva bene e sapeva che gli stavo mentendo.
Mi lanciò uno sguardo eloquente, sorridendo dolcemente.
-Sapevi che se ne avevi bisogno potevi venire da me.- mormorò, preoccupato. Annuii e tentai un sorriso.
-Si, ma non era il caso. Non ero così sconvolta, sapevo che prima o poi sarebbe tornata. E poi c’era…-
-Liam, lo so.- mi interruppe facendomi l’occhiolino.
Notai un po’ di gelosia nel fondo dei suoi occhi.
-Tutto a posto, Mike?- gli chiesi. Lui scrollò le spalle e sorrise, sciogliendo l’abbraccio.
-Si, solo che è tanto che non parliamo e a dire la verità ci sono rimasto un po’ male quando ho saputo che lei era tornata e tu non sei corsa da me come fai di solito.- spiegò, leggermente imbarazzato.
Sospirai e gli sorrisi.
Aveva ragione, mi ero lasciata prendere troppo da Liam e avevo trascurato il mio migliore amico.
Ero imperdonabile.
Quella volta fu il mio turno di abbracciarlo e di cercare di sistemare le cose.
-Scusa, Mike, hai ragione.- sussurrai. Lui sorrise e scrollò le spalle.
-Non ce l’ho con te. Mi sono solo sentito un po’ escluso, tutto qui.- cercò di spiegarsi. Lo strinsi ancora più forte.
-Mi dispiace, sono una pessima amica.- ammisi, abbattuta. Lui scoppiò a ridere e mi scompigliò i capelli.
-Non essere tragica, sei la migliore amica che possa esserci. Solo che sei stata un po’ distratta negli ultimi tempi. Ma posso capirti, l’amore fa quest’effetto un po’ a tutti.- disse facendomi l’occhiolino e illuminandomi con uno dei suoi sorrisi allegri.
-Mi perdoni?- gli chiesi, guardandolo fisso negli occhi. Lui alzò gli occhi al cielo.
-Non c’è niente da perdonare. Lo sapevo, non dovevo dirti niente. Tu ora ti senti in colpa senza motivo.- sbruffò.
-Sicuro?- gli chiesi. Lui sbruffò di nuovo e mi sorrise.
-Sicuro. Dai, vai o farai tardi.- mi disse. Sospirai di sollievo e gli baciai la guancia.
-Prometto che quando torno passeremo una giornata solo noi due, come ai vecchi tempi.- gli dissi, sicura. Lui mi illuminò con un gran sorriso.
-Ci sto.- acconsentì.
-Perfetto, ora vado.- dissi.
Era arrivato il momento dei saluti.
Lui mi abbracciò di slancio.
-Mi raccomando, non tornarmi incinta.- mi sussurrò all’orecchio. Lo allontanai di scatto, guardandolo sbalordita.
-Mike!- esclamai. Lui scoppiò a ridere e allargò le braccia.
-Può sempre succedere!- tentò di giustificarsi. Scossi la testa divertita e gli baciai la guancia.
-E tu non fare danni qui da solo.- mi raccomandai. Lui annuì solennemente.
-Allora ciao.- lo salutai, aprendo la porta.
-Ti voglio bene.- mi disse lui. Alzai gli occhi al cielo, sembrava uno di quegli stupidi addii che si vedono nei film.
Forse era per il fatto che non avevo mai lasciato quel posto e anche per lui era strano vedermi andare via, anche se solo per pochi giorni.
-Si, anch’io.- gli dissi facendogli l’occhiolino. Poi afferrai la busta della spazzatura che dovevo buttare come ultima commissione ed uscii, chiudendomi la porta alle spalle.
Canticchiando una melodia sconosciuta mi avviai verso i secchioni che erano poco distanti.
-Ciao.- una voce mi sbucò alle spalle.
Cacciai un urlo così forte che probabilmente anche Mike mi sentì, ma non uscì a controllare. Un mano mi tappò la bocca seguita da una risata divertita.
Riconoscendola, sospirai di sollievo e cercai di rallentare i battiti del mio cuore spaventato.
Lui mi lasciò andare e i suoi vispi occhi azzurri mi guardarono divertiti.
-Louis, fattelo dire, sei proprio un idiota.- commentai, alzando gli occhi al cielo. Lui mi fece la linguaccia.
-Che ci fai qui?- gli chiesi, ricominciando a camminare. Lui mi tolse la busta dalle mani, liberandomi di quel peso, e fece spallucce.
-Passavo di qui e ti ho vista uscire.- spiegò. Io annuii e gli camminai a fianco, finché non raggiungemmo i secchioni e lui lanciò la busta dentro, per poi battere le mani per pulirsi.
-Grazie.- gli dissi. Lui fece di nuovo spallucce e mi sorrise.
D’un tratto, sotto il suo sguardo indecifrabile fisso su di me, mi sentii vagamente in imbarazzo.
Ma lui era Louis, e sapevo che quell’atmosfera tesa poteva essere solo frutto della mia fantasia.
-Allora, vieni a Londra con noi?- aprì il discorso lui, sorridendo entusiasta. Io annuii e cercai di ricambiare il sorriso.
Lui si ficcò le mani in tasca e si guardò intorno, nervoso.
Non sapevo perché, ma lo sentivo distante, non più lui, come se qualcosa nel nostro rapporto fosse cambiato.
Non sembrava più il mio amico che amava scherzare e prendermi in giro.
Quella sera era particolarmente serio e, alla luce della luna, i suoi occhi blu brillavano, pieni di un qualcosa che non riuscivo a decifrare.
-Sei elettrizzata!?- mi chiese, cercando di mostrarsi entusiasta come al solito, ma quel qualcosa continuava a bruciare nel fondo dei suoi occhi, non rendendolo se stesso.
Annuii di nuovo e cercai di riprendermi e di smettere di pensare troppo.
-Si, anche se mi piacerebbe sapere cosa andiamo a fare lassù. Liam non mi ha detto praticamente niente.- mormorai.
Avrei potuto giurarlo, al nome di Liam, Louis ebbe un fremito e si irrigidì leggermente.
Ma cercai di ignorarlo, ripetendomi che stavo diventando troppo paranoica e che vedevo cose che non c’erano.
-Beh, noi abbiamo due interviste in tv e un concerto privato. Poi abbiamo un giorno libero tutto per noi!- mi informò, con un gran sorriso.
Ricambiai, un po’ delusa, capendo che probabilmente sarei stata tutto il tempo da sola con mia sorella e che non sarebbe stata proprio la vacanza che immaginavo insieme a Liam.
-Oh, quindi sarete tutto il tempo occupati.- mi lasciai scappare. Lui sorrise e mi passò un braccio intorno alle spalle, stringendomi a se.
-Tranquilla, ti farò compagnia io.- sussurrò, alzando le sopracciglia. Mi morsi il labbro e mi uscì una risatina nervosa, mentre scioglievo la sua presa e mi allontanavo di un passo.
-Oh, non ce n’è bisogno. Tu pensa a stare con Eleanor. Perché ci sarà anche lei, vero?- gli chiesi, curiosa di vedere come era la sua famosa ragazza e impaziente di conoscerla e vedere veramente se era la ragazza adorabile che tutte le fan credevano che fosse, compresa mia sorella.
Lui si irrigidì e il sorriso scomparve del tutto dal suo viso.
-Non so. In questo momento è in vacanza con i suoi genitori, non credo che riuscirà a raggiungerci.- mormorò. Io annuii, un po’ delusa.
-Oh, beh. Però potresti raggiungerla tu nel tuo giorno libero.- mi illuminai. Lui si sforzò di sorridere.
-Poi vedrò.- mormorò, cercando di mettere fine al discorso. Era infastidito da non so cosa, così decisi di assecondarlo e di smettere di parlare di lei, dato il fatto che ogni volta che ci provavo Louis si rabbuiava e diventava scontroso.
Non volevo rattristarlo e se c’erano problemi tra di loro, li avrebbero risolti da soli.
-Che hai, Lou?- mi lasciai scappare, notando che nei suoi occhi non c’era più traccia della serenità che li distingueva. Lui scrollò le spalle.
-Ti ho mentito.- sussurrò evitando il mio sguardo.
-Su cosa?- gli chiesi sorpresa. Lui puntò i suoi occhi azzurri nei miei, confondendomi un poco.
-Non passavo di qui, prima. Ci sono venuto di proposito, per vederti.- confessò. Sbarrai gli occhi, più che sorpresa.
-Oh.- scossi la testa, per riordinare i pensieri e mi sforzai di sorridergli. Lui non ricambiò e sbruffò, sbattendo nervosamente un piede a terra.
-E…perché? C’è qualcosa che devi dirmi?- gli chiesi, notando che c’era qualcosa che mi nascondeva. Lui mi guardò di nuovo, i suoi occhi che bruciavano nei miei e fece un passo avanti, avvicinandosi.
-In realtà…si.- disse dopo qualche secondo di estenuante silenzio. Gli sorrisi, cercando di incoraggiarlo a continuare.
-Cioè, no.- sbruffò lui, distogliendo lo sguardo e puntandolo sulla luna.
-Lou?- chiesi preoccupata. Lui sbruffò di nuovo e si morse il labbro inferiore, come a voler trattenere le parole che volevano uscire ad ogni costo.
Poi si prese la testa tra le mani, serrando gli occhi.
-Non riesco a capire cosa mi prende.- mormorò, per poi riaprire gli occhi e avvicinarsi ancora di più. Mi arrivò ad un palmo dal naso e mi costrinse ad indietreggiare, colpita da quella vicinanza, e a finire con le spalle al muro.
Lo guardai preoccupata, mentre i suoi occhi erano puntati nei miei.
-Cosa non capisci?- balbettai, cercando di tranquillizzarlo con lo sguardo. Lui scosse la testa e si riavvicinò, solo che io non potevo più indietreggiare.
-Niente. Non ci capisco più niente.- sbottò. Poi si indicò la testa.
-Qui dentro c’è una confusione che tu neanche immagini.- continuò.
-Ed io cosa posso farci?- gli chiesi, sperando che potessi rendermi utile in qualche modo e alleviare la sofferenza che gli si leggeva sul viso.
-Niente, è questo il problema! E’ colpa tua se sto così, e non puoi farci niente.- sbottò di nuovo, alzando le braccia al cielo. Sbarrai gli occhi.
-Colpa…mia? Cosa ti ho fatto?- chiesi sorpresa. Si lasciò scappare un sorriso, forse intenerito dalla mia sincera preoccupazione. Allungò una mano verso di me e mi sfiorò la guancia con un dito.
Mi ritrassi, non capendo il motivo di quel gesto.
-Niente di proposito. Tu sei…dannatamente perfetta, è questo il problema.- mormorò, talmente piano che feci fatica a sentirlo, tanto che pensai di essermi soltanto immaginata quelle assurde parole.
-Louis, mi stai spaventando. Cosa stai dicendo?- gli chiesi, la voce tremante dalla preoccupazione.
-Devo…devo fare una cosa per capirlo.- sussurrò, fissandomi.
-Capire cosa?- chiesi ancora. Lui scosse la testa e non rispose, puntando i suoi occhi nei miei.
Nel suo sguardo c’era tormento, tristezza, confusione e…desiderio.
Si avvicinò ancora di più, finché non sentii il suo respiro irregolare soffiarmi sulle labbra.
Prima che potessi rendermene conto, con un guizzo veloce, Louis mi afferrò il volto con entrambe le mani e le sue labbra si incollarono alle mie.
Mi baciò con foga, prepotenza, e le sue labbra sottili erano così diverse da quelle morbide e calde di Liam da darmi la nausea.
Cercai di liberarmi, ma la sua stretta era forte e lui continuava a baciarmi ignorando le mie proteste.
Così non mi restò altro da fare che arrendermi e aspettare che finisse di fare i suoi comodi, per poi probabilmente chiedergli spiegazioni, o picchiarlo direttamente.
Lasciai andare la braccia lungo i fianchi e cercai di rimanere il più immobile possibile.
All’improvviso, proprio mentre stava cercando di farmi aprire le labbra serrate, si staccò da me, barcollando e rimanendo in piedi grazie solo al poco equilibrio che gli era rimasto.
-Louis, ma che diavolo stai facendo!?- urlò Harry, che l’aveva appena afferrato per un braccio e mi aveva liberato dalla sua stretta.
Mi passai una mano sulle labbra, che avevano il suo sapore, disgustata. Louis mi guardò, sbalordito, poi si girò verso Harry, che stava aspettando spiegazioni.
-Allora?- urlò di nuovo Harry, spostandosi automaticamente accanto a me. Louis si passò una mano tra i capelli.
-Non lo so.- sussurrò.
-Cosa?- chiese Harry, sembrava furioso e io lo ringraziai mentalmente perché stava praticamente facendo quello che avrei dovuto fare io, ma in quel momento ero talmente stupita che il mio cervello si era messo in pausa e non riuscivo a capirci più niente.
-Non lo so, cazzo!- esplose Louis, tenendosi la testa tra le mani.
-Merda, Lou. E’ Cher, la ragazza di Liam! Ma che diavolo ti è passato per la testa?- urlò ancora Harry.
Stavano litigando, di brutto.
Non li avevo mai visti urlarsi contro così e mai avrei pensato sarebbe successo.
Louis mi puntò gli occhi azzurri addosso ed io rabbrividii.
-Ti ho detto che non lo so! Non sono riuscito a resistere, ok?- rispose Louis, sempre urlando, senza staccarmi gli occhi di dosso.
Mi fischiarono le orecchie, mentre il sorriso di Liam mi invase la mente.
Perché Louis mi aveva baciata?
E cos’era che avrebbe dovuto capire con quel gesto?
-Oh, merda, Louis! A volte vorrei proprio che non avessi un buco al posto del cervello!- sbottò Harry, alzando le braccia al cielo. Louis gli lanciò un’occhiataccia.
-Piantala, tu lo sapevi cosa mi stava succedendo.- gli ricordò. Harry strabuzzò gli occhi.
-Dio, no! Non lo sai neanche tu, come potevo saperlo io? Louis, Cher. Ti dice qualcosa? Liam ti ucciderà per questo…- mormorò, lanciando un lamento disgustato.
Liam.
D’un tratto, il pensiero del sorriso che mi aveva rivolto quella mattina e del bacio con cui mi aveva dato il buongiorno, mi riportarono alla realtà.
Guardai i due ragazzi che stavano litigando sotto i miei occhi e scossi la testa, cercando di liberarla dai troppi pensieri contrastanti.
-Devo…devo andare da lui.- balbettai, ancora scossa. Harry e Louis si voltarono di scatto verso di me.
-No!- urlarono contemporaneamente. Io li guardai sbalordita.
Anzi, guardai Harry, perché non avevo né la voglia, né il coraggio di incrociare lo sguardo di Louis.
-Perché? Io…devo parlargli.- borbottai, facendo per avviarmi.
Harry mi afferrò per il braccio e mi bloccò.
-No, Cher, non puoi.- mi disse, visibilmente preoccupato.
-E perché?- esplosi io.
-Non puoi dirgli niente Cher, succederebbe un casino.- sussurrò, un fremito che gli percorse il corpo. Scossi la testa, lanciando uno sguardo veloce verso Louis, che si era lasciato scappare un gemito.
-Oh, no. Non puoi chiedermi questo. Io non gli mentirò.- dissi decisa. Harry scosse la testa e aumentò la stretta, mentre Louis si avvicinava a noi.
-Devi farlo Cher, se glielo dici si rovinerà tutto.- sussurrò terrorizzato. Gli scoccai un’occhiataccia.
-Potevi pensarci prima.- sibilai. Lui si avvicinò ancora di più, alzando le mani davanti a se.
-Mi dispiace, ok? Non avrei dovuto farlo, non so cosa mi è preso. Ma per favore, non dirglielo, manderai a puttane un’amicizia.- cercò di convincermi.
-Io mando a puttane un’amicizia?!- chiesi sconvolta –O tu, con quella tua stupida boccaccia?!- continuai. Harry sospirò e mollò la presa, preparandosi alla mia furia che avevo trattenuto fino a quel momento.
-Ok, piantatela.- mormorò, massaggiandosi le tempie. -Cerchiamo di ragionare.- continuò con voce decisa, guardando prima Louis e poi me.
-Ora, se tu dici a Liam cosa è successo, lui probabilmente ucciderà Louis e nel gruppo si scatenerà una guerra e tu non vuoi che tutto si distrugga, vero?- mi chiese, fissandomi con i suoi occhioni convincenti.
Scossi la testa.
Di certo, io, non avrei mai voluto che succedesse qualcosa al gruppo, non avrei mai permesso che si fosse sciolto o che avessero litigato.
Ma Louis aveva fatto la cazzata, e Liam era importante per me e gli avevo promesso che non gli avrei mai mentito.
-E tu, non hai intenzione di rifare una cosa del genere, vero?- chiese rivolto a Louis. Lui scosse velocemente la testa, cercando di convincermi con lo sguardo.
-Bene, allora non si può chiudere un occhio per una volta? Cher, per favore, non scatenare una guerra.- mi implorò.
Ero riluttante, non avrei mai voluto mentire a Liam di mia spontanea volontà, a quanto ne sapevo le bugie non portavano mai niente di buono, ma quella volta non riguardava solo me.
C’erano in mezzo altri tre ragazzi e milioni di fan e un’amicizia indistruttibile almeno alle apparenze.
Sarei dovuta stare buona e lo sapevo fin dall’inizio.
Annuii e Harry e Louis si lasciarono andare ad un sospiro di sollievo.
-Grazie.- mormorò Harry, visibilmente riconoscente. Annuii di nuovo.
-Ora, però, vado dal mio ragazzo.- sibilai, guardando Louis.
-E tu, non provare a riavvicinarti a me.- gli dissi, puntandogli un dito contro. Lui abbassò lo sguardo e annuì, mentre Harry gli si avvicinava sospirando.
-Avrei dovuto immaginarlo…- mormorò tra se e se.
Li ignorai e mi avviai a passo svelto verso la casa dei ragazzi, quasi corsi per arrivare il prima possibile.
Bussai pesantemente alla porta e lui venne ad aprirmi quasi subito.
-Ehi!- mi salutò con un gran sorriso. Cercai di ricambiare, ma sicuramente non ne uscì che una strana smorfia.
Ma lui probabilmente non se ne accorse, perché mi aveva già presa tra le braccia e mi aveva dato uno dei suoi baci mozzafiato.
-Ciao.- sussurrò sulle mie labbra.
-Ciao.- mormorai a mia volta, scatenando la sua risata. Una morsa mi strinse lo stomaco e serrai le labbra, per evitare di lasciarmi scappare qualcosa e fare casini.
Mi trascinò dentro e chiuse la porta, sciogliendo la presa. Salutai i ragazzi, che stavano guardano la tv, Niall con la bocca piena di pop corn, prima di perdermi di nuovo negli occhi di Liam.
-Hai già fatto le valigie?- mi chiese lui, entusiasta. Annuii con un sorriso.
Lui sbuffò.
-Beata te, io sto impazzendo!- esclamò alzando gli occhi al cielo. Scoppiai a ridere e gli baciai la guancia.
-Dai, ti aiuto.- mi offrii. Lui mi illuminò con un grano sorriso e mi baciò di nuovo.
-Meno male che ci sei tu.- sussurrò, poi mi afferrò per la mano e mi strascinò su per le scale.
-Ci vediamo dopo, ragazzi!- urlò verso il salone.
-Si, si. Cercate di non fare troppo rumore!- urlò in risposta Zayn, scatenando la risata contagiosa di Niall. Liam rise e si chiuse la porta alle spalle. Aggirai le valige ai piedi del letto e mi buttai a peso morto sul materasso, facendogli segno di raggiungermi. Lui mi guardò alzando un sopracciglio.
-Ma non dovevi aiutarmi?- chiese contrariato, avvicinandosi comunque a me. Lo afferrai per un braccio e lo tirai sul letto.
-Dopo.- borbottai. Con una risata lui si stese accanto a me e mi strinse tra le braccia.
Mi accoccolai sul suo petto e chiusi gli occhi.
In quel momento avevo solo bisogno di lui e del suono del battito accelerato del suo cuore nel mio orecchio.
Non mi serviva altro.
 
 
 
 
HOLA C:
Sbam!
Dite la verità, ve lo aspettavate, eh?
Beh, io l’avevo detto che non sarebbe stato sempre tutto rose e fiori u.u
E devo ammettere che questo è un gran bel problema che va risolto al più presto.
Scusate il ritardo, ragazze, ma domenica si è scatenato un temporale di tipo 10 minuti e mi è saltata la connessione.
Non so quanto duri, quindi vado di fretta.
Vorrei scusarmi infinitamente per non aver risposto alle recensioni *sisenteunamerda*
Però veramente non ho tempo, la connessione potrebbe saltare da un momento all’altro, quindi preferisco sbrigarmi a pubblicare il capitolo.
Però sappiate che le ho lette tutte e siete tutte davvero dolcissime :3
Grazie, ragazze!
L’unica nota positiva è che senza internet non ho proprio niente da fare, quindi mi sto portando avanti con la storia.
Ho riscritto la scaletta e un po’ di capitoli, in tutto dovrebbero essere trenta, o giù di lì. Anche se non so ancora esattamente come farla finire, si accettano suggerimenti! ;)
Volevo cercare di portarla a termine prima dell’inizio della scuola, perché sarà un po’ impossibile averne due in corso, però con questa merda di connessione la vedo un po’ brutta.
Bien, ora scappo.
Spero vi piaccia ç.ç
Pregate con me che la connessione regga, ne ho bisogno D:
#With love.
-S.

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Capitolo 24
*** Capitolo 23. ***


Capitolo 23
 
 

Liam.
 
 




-Ragazzi muovetevi, o perderemo l’aereo!- sbottai, guardando i ragazzi che ancora correvano per casa, cercando le ultime cose da prendere.
Con non molta sorpresa, avevo scoperto che gli unici a preparare le valigie la sera prima eravamo io e Zayn.
Mi ci era voluto l’aiuto di Cher e tanta della sua pazienza, ma alla fine ce l’avevo fatta.
Invece Niall e Louis le avevano bellamente ignorate e Harry non era proprio rientrato in casa, troppo occupato a passare il suo tempo con Jenny, nonostante anche lei sarebbe venuta e a Londra sarebbero potuti stare tutto il tempo che volevano insieme.
Louis stava litigando con la sua valigia, che non voleva chiudersi, mentre Niall cercava di mettere il più cibo possibile nel suo zainetto che sarebbe stato il suo bagaglio a mano.
Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai a Louis, mentre Zayn aiutava Harry con le sue cose.
Lo spinsi via e sostituii le sue mani frenetiche con le mie, più tranquille e decise a non litigare con la chiusura lampo, come stava facendo lui.
Quando lo toccai, si irrigidì completamente e distolse lo sguardo.
Per un secondo mi chiesi il perché di quella reazione, ma poi decisi di ignorarla, avevo già troppi problemi a cui pensare.
-Lascia stare, ci penso io. Tu vai a chiamare le ragazze, non vorrei che sono in ritardo anche loro.- gli dissi. Lui deglutì nervosamente e si passò una mano tra i capelli, bloccandosi sul posto. Mi fermai e alzai lo sguardo su di lui, che faceva di tutto per non incrociare i miei occhi ed era palesemente nervoso.
-Allora, che stai aspettando?- gli chiesi.
-Ehm, io…-
-No, vado io a chiamare le ragazze.- si intromise Harry, lanciando un’occhiataccia a Louis.
-Tu aiuta Zayn a caricare le ultime cose.- gli disse, evitando anche lui di guardare verso di me. Louis annuì e sospirò di sollievo, raggiungendo Zayn.
Ma che diavolo sta succedendo?
-Io sono pronto!- urlò Niall, proprio nell’esatto istante in cui riuscii a chiudere la valigia strabordante di Louis. Saremmo stati via solo tre giorni, ma lui come suo solito si portava dietro mezza casa.
-Anche io ho fatto.- esclamai, caricando l’ultima valigia sul furgoncino, mentre Harry usciva dalla casa di fronte mano nella mano con Jenny, seguito da Cher che aveva solo un piccolo trolley.
Lei si avvicinò a me ed io la guardai stupito.
Essendo una ragazza, avevo immaginato che si sarebbe portata come minimo due valigie, come aveva fatto la sorella, invece mi sbagliavo.
Notò il mio sguardo sorpreso sul suo mini-trolley e fece spallucce.
-Lo stretto indispensabile, non avevi detto così?- chiese conferma. Scoppiai a ridere e annuii.
Poi mi sporsi per salutarla meglio con un bacio, ma Zayn suonò il clacson, già alla guida del furgoncino.
-Dai, ragazzi. Sull’aereo avrete tutto il tempo di slinguazzarvi. Cerchiamo di arrivarci, però!- ci richiamò. Cher arrossì violentemente ed io alzai gli occhi al cielo, afferrandole la mano e aiutandola a salire sul furgoncino.
Il viaggio fu abbastanza veloce, dato il fatto che Zayn guidava decisamente oltre il limite di velocità.
Arrivammo all’aeroporto dove ci affrettammo a scaricare tutte le valigie e a raggiungere il posto dove si faceva il check-in.
Superato quello, ci fu il controllo delle valigie e tutto il resto epoi finalmente ci fecero salire sull’aereo.
Per tutto il tempo, Louis fu stranamente silenzioso.
Me ne accorsi perché gli tenni gli occhi puntati addosso, dopo quella strana reazione la mattina, ero diventato particolarmente sospettoso e anche un po’ paranoico quando avevo notato che Cher aveva salutato tutti i ragazzi tranne lui, al quale aveva riservato un’occhiata a dir poco fredda.
Sfortunatamente per lui, sull’aereo fu costretto a sedersi accanto a Cher, mentre io ero dall’altro lato.
Non si guardarono nemmeno per un secondo e non si rivolsero la parola.
Non chiesi loro cosa fosse successo, pensai che Cher me l’avrebbe detto quando fossimo rimasti soli, ma comunque non poteva che essere uno stupido litigio.
Si volevano bene, a quanto avevo capito, e probabilmente Louis le aveva fatto qualche dispetto per il quale lei aveva deciso di tenergli il muso, almeno così speravo.
Dopo che l’aereo fu decollato, Cher sospirò e poggiò la testa sulla mia spalla. Sorrisi e la circondai con un abbraccio.
-Hai paura?- le chiesi sussurrando. Lei chiuse gli occhi e annuì debolmente.
-Soffro di vertigini. Però basta che non guardo fuori dal finestrino ed è tutto a posto.- sussurrò in risposta. Al suono della sua voce, Louis sobbalzò e deglutì.
Si accorse che lo stavo guardando e distolse lo sguardo, posando gli occhi sulle sue scarpe.
-Tranquilla, ci siamo io e Louis a proteggerti.- scherzai, guardando Louis complice, quasi aspettando di vederlo scoppiare a ridere e fare una battuta delle sue.
-Già.- mormorò invece lui, con voce debole, mentre sentivo Cher irrigidirsi tra le mie braccia.
Sbuffai, quella situazione non mi piaceva affatto e tutta quella tensione tra di loro cominciava ad innervosirmi.
Mi voltai, per vedere Harry tenere lo sguardo puntato su Louis, mentre Jenny cercava di chiacchierare con lui, ma evidentemente il riccio aveva altro per la testa che lo preoccupava.
Sentii Cher sospirare sonoramente e la strinsi ancora di più a me.
-Che c’è?- bisbigliai al suo orecchio. Lei mi sorrise e scrollò le spalle, sporgendosi per lasciarmi un veloce bacio sulle labbra.
Pensavo che quel bacio si sarebbe approfondito, come succedeva sempre, ma lei si ritirò quasi subito, lanciando un’occhiata preoccupata a Louis, che cercava di ignorarci il più possibile, con le cuffiette nelle orecchie e gli occhi semichiusi.
Sbruffai, vagamente irritato da tutto quel silenzio imbarazzante e quelle occhiate furtive che si lanciavano i due seduti accanto a me.
Non volevo intromettermi negli affari loro, se avevano litigato era bene che facessero pace da soli.
Io non potevo certo intromettermi e schierarmi dalla parte di qualcuno: una era la mia ragazza, l’altro uno dei miei migliori amici.
Era meglio farsi i fatti proprio e aspettare che risolvessero da soli qualunque cosa fosse successa.
Solo che la curiosità cominciava a divorarmi dentro e fui più volte tentato di chiedere loro cosa diavolo avessero combinato.
Poi però il sonno ebbe la meglio su Cher e, dato il fatto che anche Louis aveva gli occhi chiusi, anche se dubitavo stesse dormendo, decisi di rilassarmi e di provare a dormire anch’io, visto che quel volo non si presentava come il più allegro che avessi mai fatto.
Quando riaprii gli occhi, svegliato dalla voce metallica che diceva che eravamo quasi giunti a destinazione, trovai Cher poggiata con la schiena rigida sul sedile e Louis nella stessa posizione, a braccia incrociate e con lo sguardo fisso davanti a se.
-Ehi.- mormorò Cher, appena mi vide con gli occhi aperti. Le sorrisi e sbadigliai, stiracchiandomi.
-Quanto ho dormito?- chiesi. Lei scoppiò a ridere, anche se la tensione che aveva negli occhi non accennava a sparire.
-Tutto il viaggio.- mi informò. Sorrisi e mi tirai su.
-Voi avete dormito?- chiesi loro. Louis mi lanciò uno sguardo di sfuggita.
-Con te che hai russato tutto il tempo? No.- mi rispose, accennando un sorriso divertito. Aggrottai le sopracciglia.
-Io non russo.- ribattei. Louis alzò gli occhi al cielo e rise leggermente.
-Come un trattore, fidati.- mormorò. Mi voltai verso Cher, che cercava di ignorare il nostro battibecco.
-Cher?- la richiamai.
Lei si voltò verso di me, curiosa, come se l’avessi appena svegliata da un sogno ad occhi aperti.
-Io russo?- le chiesi, mettendo il broncio.
Lei scoppiò a ridere.
-Non farmi rispondere.- mormorò. Sbuffai, incrociando le braccia al petto e vidi Louis mordersi un labbro per evitare di ridere, almeno un po’ di serenità era tornata tra loro, anche se dubitai che durante la mia dormita si fossero rivolti la parola, perché ancora evitavano accuratamente di guardarsi.
-Vi odio, quando vi alleate contro di me.- borbottai. Cher sobbalzò e mi guardò stupita, come se avessi detto una cosa che non avrei dovuto dire, mentre un lampo di terrore apparve negli occhi di Louis.
Li scrutai attentamente, mentre cercavano entrambi di tornare calmi.
-Certo che siete proprio strani, voi due.- commentai. Cher sospirò e abbassò lo sguardo, mentre Louis la fissava, come a volerle intimare di non fare qualcosa.
Mi venne il dubbio che forse dietro c’era qualcosa di molto più grande di un semplice litigio, ma cercai di sotterrare la mia paranoia e di godermi quel poco che restava del viaggio, cercando di fare conversazione, anche se i miei vicini di posto non collaboravano molto.
Quando atterrammo, Cher mi afferrò la mano e mi trascinò il più lontano possibile da Louis, affiancando Niall e cominciando a chiacchierare di cose futili, come se volesse distrarmi.
Appena entrati in aeroporto, una folla di ragazze cominciò ad urlare ed io tornai subito in me, rimettendomi la cosiddetta maschera di cantante e persona famosa, pronto a fare milioni di foto e a passare probabilmente il resto della mattinata lì dentro per cercare di accontentare tutte le nostre fan.
Cher mi lasciò immediatamente la mano e mi voltai verso di lei appena in tempo per vederla sorridere, comprensiva, ed indietreggiare con la sorella, che aveva già lasciato Harry, impegnato a farsi scattare le prime foto e a firmare i primi autografi.
Sgusciai via dalla folla per raggiungere le ragazze.
-Andate con Caroline.- dissi loro, indicando la nostra stylist, che ci seguiva ovunque e ci aveva raggiunti all’aeroporto proprio per aiutarci a far passare inosservate Cher e Jenny.
-Vi porterà a casa nostra, ci vediamo quando abbiamo finito qui.- continuai, avvicinandomi quel tanto che bastava per schioccare un bacio sulla guancia a Cher senza farmi vedere dagli altri, coperto dalle nostre guardie del corpo.
Lei arrossì e annuì, prendendo Jenny per mano e seguendo Caroline fuori dall’aeroporto.
La seguii un po’ con lo sguardo, finché non sentii il mio nome chiamato da una ragazza e fui costretto a voltarmi, mettendo su il mio migliore sorriso, e a prestarmi alle richieste di quelle ragazze, mostrandomi disponibile, anche se quello che veramente volevo fare era seguire Cher e farle vedere Londra come si deve.
 
 
 
 
 


Jenny.
 
 




La donna di nome Caroline ci portò con la sua macchina in una villa talmente grande che pensavo fosse un castello. Ci mollò lì dicendoci che i ragazzi ci avrebbero raggiunti presto e che potevamo fare come se fossimo a casa nostra.
Si, come no.
Probabilmente casa nostra era grande quando il loro salone, ci saremmo sicuramente perse lì dentro.
A bocca aperta, Cher mi strinse la mano, mentre giravamo per l’enorme casa, scoprendo milioni di stanze e anche una specie di sala giochi, tutto quello che dei ragazzi adolescenti sognano di avere in casa, insomma.
Dopo aver fatto un giro accurato, andammo in quello che sembrava il salone più grande della casa e ci accomodammo su un divano bianco immenso, grande quanto il mio letto.
Con un sospiro, poggiai la testa sulla spalla di Cher, mentre lei continuava a guardarsi intorno meravigliata.
-E’ proprio la casa dei miei sogni…- mormorai. Lei annuì.
-Già, non me ne andrei mai da questo posto.- mormorò a sua volta.
-Mettiamo le tende qui?- le chiesi scherzando. Lei rise e mi diede una spallata giocosa.
-Ti piacerebbe vivere con loro, eh?- mi chiese, ammiccando.
-A te no?- ribattei divertita. Lei fece spallucce e arrossì.
-Non proprio con tutti…- balbettò.
Scoppiai a ridere.
-Se pensi di poter avere Liam tutto per te, credo che sbagli di grosso. I ragazzi ucciderebbero per tenere con loro il loro papà.- scherzai. Lei scoppiò a ridere e scosse la testa.
-Idiota.- mormorò. Io feci spallucce e decisi finalmente di cambiare discorso.
Avevo una domanda che mi premeva da quella mattina, dopo aver visto il comportamento che aveva avuto con uno dei ragazzi e, visto che la conoscevo bene, sapevo che c’era qualcosa che non andava.
Harry si era rifiutato di dirmi qualsiasi cosa, affermando che se avrebbe voluto me ne avrebbe parlato lei.
Quindi, eravamo sole, la curiosità mi bruciava dentro e leggevo un po’ di tensione nei suoi occhi.
Non c’era momento migliore per scatenare l’interrogatorio.
-Allora…- cominciai, attirando la sua attenzione.
-Vuoi dirmi che è successo con Louis?- le chiesi, andando subito al sodo, non mi piaceva girarci tanto intorno.
Lei sbiancò e deglutì nervosamente.
-L-louis? Niente, perché?- cercò di sembrare vaga. Le lanciai un’occhiata eloquente.
-Cher, sono tua sorella. Dovresti sapere che non puoi nascondermi niente. E poi ti si legge in fronte che c’è qualcosa che non va. Cos’è successo?- le chiesi, fissandola attentamente, mentre distoglieva lo sguardo e si torturava le mani.
-Niente. Solo uno stupido litigio.- mormorò a voce talmente bassa che faticai a sentirla.
Schioccai la lingua.
-Cher…- mormorai. Lei sbuffò e mi guardò, gli occhi pieni di tormento.
-Ok, te lo dico. Ma tu devi promettermi di tenertelo per te e di non fare mosse azzardate.- mi intimò, con sguardo serio.
Cominciai seriamente a preoccuparmi.
-Che ha combinato?- le chiesi. Lei sbruffò di nuovo e distolse lo sguardo.
-Prova ad indovinare…- borbottò, arrossendo leggermente.
Ci pensai.
Avevo notato un certo interesse da parte di Louis nei confronti di Cher, ma avevo pensato fosse solo di amicizia, come gli altri ragazzi.
E anche se fosse stato qualcosa di più non avrei mai pensato che avesse fatto qualche mossa azzardata, ci sarebbe andata di mezzo la loro amicizia.
Sbiancai, immaginando cosa avesse potuto fare, tanto da sconvolgere Cher.
-Non dirmi che…-
-Si. Mi ha baciata.- mi interruppe Cher, con un ringhio. Spalancai la bocca.
-E…e Liam?- chiesi preoccupata.
Quello si che era un gran bel casino. Lei mi lanciò uno sguardo terrorizzato.
-Liam non lo sa, e i ragazzi mi hanno imposto di non dirglielo. Succederebbe un casino.- disse.
-I ragazzi?- chiesi confusa. Lei annuì.
-Si, Harry ci ha visti. E si è arrabbiato parecchio.- mi informò.
-Wow.- commentai.
Mi sentii un po’ esclusa: il fatto che Louis aveva baciato mia sorella e che Harry lo sapeva e non mi aveva detto niente mi infastidì un pochino, ma lo ignorai, concentrandomi sul problema più grande.
-Già.- borbottò lei –Un gran bel casino.- continuò, rubandomi le parole di bocca.
-E Louis?- le chiesi. Lei mi lanciò uno sguardo di fuoco.
-Louis si può anche sognare che gli rivolgo di nuovo la parola.- mormorò stizzita.
Sospirai.
-Che ti ha detto quando ti ha baciata?- le chiesi, cercando di capirci qualcosa di più.
-Ha blaterato qualcosa su come fosse confuso e che doveva baciarmi per capire… Non lo so, ero troppo sconvolta per capirci qualcosa.- mormorò infastidita.
-E tu dopo che hai fatto?- le chiesi ancora. Mi guardò e fece spallucce.
-Me ne sono andata, imponendogli di non avvicinarsi più a me.- rispose, come se fosse stata la cosa più giusta da fare.
-E non pensi di aver esagerato un po’?- mi lasciai scappare. Lei mi guardò, palesemente confusa e anche un po’ indignata.
-Io?!- chiese sarcastica. Feci spallucce e cercai di farla ragionare.
-Beh, se Lou ti ha baciata ci sarà un motivo, no? Non hai pensato che forse lui prova qualcosa per te, e l’ha fatto per fartelo capire? Dovresti parlarci e mettere in chiaro le cose.- dichiarai, sicura.
Lei scosse la testa.
-Non ci penso proprio. Non ci parlo neanche sotto tortura. E’ stato un idiota, ora ne paga le conseguenze.- borbottò. Scossi la testa e le lanciai un’occhiataccia.
-Sei proprio testarda.- commentai.
-Ma tu da che parte stai?- mi chiese.
-Dalla parte giusta. E dovresti starmi a sentire e risolvere le cose al più presto.- ribadii. Lei alzò gli occhi al cielo e fece per ribattere, ma venne interrotta dal motore di una macchina che arrivava nel vialetto.
-Non  farne parola con nessuno.- mi ammonì, alzandosi per andare a salutare i ragazzi.
Annuii, un po’ infastidita dalla sua testardaggine e sicura che avrebbe dovuto risolvere le cose, prima che peggiorassero e scoppiasse la tempesta.
Perché sarebbe successo, prima o poi.
-Siamo arrivati!- esclamò Niall, spalancando la porta con un gran sorriso.
-Allora, avete visto che casa, eh?- mormorò, facendoci l’occhiolino.
-Già, ho quasi pensato di stabilirmi qui e passare il resto dei miei giorni ad infastidirvi.- scherzai e lui fece la faccia da finto terrorizzato.
-No, ti prego.- mormorò, mettendosi una mano davanti alla bocca.
Scoppiai a ridere e lui mi abbracciò, stampandomi un bacio sulla guancia, stupendomi di tanto affetto.
Poi si staccò e andò a prendere Zayn a braccetto.
-Scusate ragazzi, ma io ho bisogno di dormire. Ci vediamo più tardi.- dichiarò con la sua voce squillante, trascinandosi dietro Zayn che faticava anche a tenere gli occhi aperti.
Scossi la testa divertita mentre li vedevo scomparire in quelle che dovevano essere le loro camere.
Nel frattempo, Harry mi si era avvicinato e mi aveva salutato con un veloce bacio a fior di labbra, forse un po’ imbarazzato dalla presenza dei suoi amici.
-Io vado a fare una passeggiata e a prendere un po’ d’aria.- mormorò Louis, a sguardo basso, uscendo di casa.
Lo guardai, notando le sue continue occhiate tristi verso Cher e poi guardai lei, che faceva di tutto per non incrociare il suo sguardo, anche se si vedeva che voleva farlo e magari darmi ascolto e parlargli.
Liam sbadigliò.
-Anch’io sono stanco.- mormorò, faticando a tenere gli occhi aperti. Vidi Cher tornare in se e sorridergli, afferrando la sua mano.
-Andiamo, ti porto a dormire, bimbo.- lo prese in giro. Lui con un sorriso divertito le pizzicò un fianco e lei gli fece una boccaccia.
-A dopo.- disse, girandosi verso di noi e avviandosi con Liam verso la sua stanza. Mentre camminavano, lui le cinse i fianchi con un braccio e la attirò a se, baciandole i capelli.
Automaticamente sorrisi, erano così teneri insieme.
Dentro di me mi appuntai di fare un bel discorsetto a Louis per aver rischiato di rovinare tutto, poi mi ricordai che Cher mi aveva implorato di farmi gli affari miei e di non parlarne con nessuno e sbuffai, sconfitta.
-Stanno bene insieme, eh?- sussurrò Harry, accanto a me. Mi voltai verso di lui e gli sorrisi.
-Si, sembrano davvero felici.- risposi. Lui mi si avvicinò e mi strinse in un abbraccio. Poi annuì, schioccandomi un bacio sulla guancia.
-Già, non avevo mai visto Liam così. Sembra tutta un’altra persona.- commentò, sorridendo.
-Anche Cher. E’ più tranquilla e più sorridente quando è con lui.- mormorai, poi lo guardai divertita –Quindi avverti il tuo amico che se osa fargli del male lo castro.- lo minacciai. Lui scoppiò a ridere.
-Non succederà mai, tranquilla.- mormorò. Annuii, non avevo bisogno della sua conferma.
Bastava vedere come gli occhi di Liam si illuminavano quando la guardava e come arrossiva quando lei gli sorrideva.
Era innamorato, e anche lei, ormai non avrebbero più potuto fare a meno l’uno dell’altra.
-E tu?- chiese Harry, distogliendomi dai miei pensieri e puntandomi i suoi occhi verdi nei miei.
-Io cosa?- chiesi confusa. Lui mi sorrise, mandando in tilt il mio cuore.
-Tu sei felice?- mi chiese, l’insicurezza che attraversò il suo sguardo. Sorrisi, baciandogli delicatamente le labbra.
-Con te, si.- gli dissi. Lui mi illuminò con un gran sorriso e mi strinse in un abbraccio stritolante.
-Anche io.- sussurrò al mio orecchio –Non ti lascerò mai andare, piccola Jen.- continuò, affondando la testa tra i miei capelli.
Sorrisi e chiusi gli occhi.
-Non te lo permetterei mai.- ribadii. Lui rise e mi strinse ancora più forte.
In quel momento mi resi conto che anch’io forse…forse mi ero innamorata.
-Dai andiamo, ti porto a fare una passeggiata per le stradi di Londra.- disse, tirandomi per una mano.
-Non sei stanco?- gli chiesi, ricordandomi che quasi tutti i ragazzi erano andati a schiacciare il loro pisolino pomeridiano.
Lui scosse la testa e mi sorrise.
-E…e le fan? Se ci vedono insieme?- insistetti.
Lui sbuffò.
-Non ti devi preoccupare di questo. Dai, andiamo.- mi implorò con un sorriso impaziente.
Tentennai ancora un po’, ma poi decisi di seguirlo.
Il bisogno di passare del tempo con lui e la voglia di vedere Londra erano troppi, per chiudermi in casa a non fare niente.
Mi illuminò con un sorriso e mi trascinò fuori casa, pronto ad immergersi nelle strade affollate della città.














HOLA C:
No, dico.
L'avete vista la twitcam, ieri?
Dio, sono meravigliosi, quanto mi sono mancati *.*
Calcolate che ho cominciato a sorridere come una deficente e il sorriso non mi ha più abbandonata per il resto della giornata.
A quanto pare hanno questo potere di rendermi felice sparando qualche cretinata e facendo i coglioni :')
Boh, li amo ogni giorno di più. Dite che sono esagerata? :3
Vabbè, passiamo al capitolo.
Quì sembra che Liam comincia ad avere qualche sospetto, anche se non immagina minimamente la verità.
Povero cucciolo indifeso :3
Scusate se il capitolo non è un gran che, è solo un capitoletto di passaggio.
Il prossimo sarà un po' meglio, credo.
Wow, 17 recensioni! *.*
Grazie, ragazze, non ne avevo mai ricevute così tante ad un capitolo.
Fanculo, ci sono tante Ff che ne ricevono 50 a capitolo, ma a me non interessa.
Sapere che comunque quello che scrivo piace a qualcuno mi riempie di gioia.
Grazie, davvero :')
Ora scappo.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.




Ps. Probabilmente molte di voi già lo sanno, ma per chi se la fosse persa, sto scrivendo un'altra ff.
Non è che ci fareste un salto? 
Grazie a chi lo fa c:
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1202234&i=1



Pps. Sorry se ci sono errori, non ho tempo per rileggere :)

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Capitolo 25
*** Capitolo 24. ***


Capitolo 24
 


Cher.
 
 



Appena Liam si fu addormentato, precisamente trenta secondi dopo aver poggiato la testa sul cuscino, sgusciai dalla sua presa ed uscii silenziosamente dalla stanza.
Ero troppo agitata e sicuramente non sarei riuscita a dormire.
Anche se avrei preferito un milione di volte rimanere tra le sue braccia, avevo bisogno di prendere una boccata d’aria per schiarirmi un po’ le idee.
Le parole sagge di mia sorella mi ronzavano nella testa, convincendomi che forse ero stata davvero troppo dura con Louis e che avrei dovuto almeno dargli la possibilità di scusarsi.
Solo che ero decisamente troppo orgogliosa e ancora un po’ arrabbiata per andare a cercarlo e dargli la possibilità di chiarire.
Mi misi la felpa di Liam che aveva lasciato ai piedi del letto ed uscii fuori, nell’aria fresca di Londra.
Nonostante fossimo ad agosto, c’era un vento freddo che tirava, scompigliandomi i capelli e facendomi rabbrividire.
Appena fatti due passi notai una figura seduta sulle scalette davanti all’entrata. Strinsi gli occhi, cercando di riconoscerlo nella nebbia, fino a quando lui non si girò e mi rese il lavoro più facile, regalandomi uno dei suoi sorrisi inequivocabili.
-Ah, sei tu.- sussurrò Louis, guardandomi. Borbottai qualcosa e feci per tornare indietro, con l’intenzione di non rivolgergli nemmeno la parola, ma la sua voce implorante mi bloccò sul posto.
-Aspetta, Cher. Parliamo.- disse e lo sentii alzarsi e raggiungermi. Chiusi gli occhi e feci un respiro profondo, senza voltarmi verso di lui. Dopotutto mi ero appena detta che avrei dovuto dargli una possibilità.
-Cosa devi dirmi?- sillabai.
Lo sentii sospirare e poggiarmi una mano sulla spalla. Evitai di fare scatti bruschi per non offenderlo, anche se mi sentivo decisamente a disagio.
-Per favore, dammi un attimo di tregua.- sussurrò con voce implorante.
A quel punto non riuscii più a resistere e con un sospiro mi voltai verso di lui, che sorrise all’istante.
-Ok. Parliamo.- mi arresi. Il suo sorriso si allargò, come se non aspettasse altro, e tornò a sedersi sulle scale, facendomi segno di raggiungerlo.
Sospirai di nuovo e lo accontentai, sedendomi accanto a lui, attenta a non sfiorarlo nemmeno.
Mi sentivo a disagio, lui era diventato come il mio migliore amico e dover mantenere le distanze mi faceva sentire come spezzata in due.
-Mi dispiace.- cominciò. Io alzai gli occhi ed incrociai il suo sguardo, sincero e implorante.
-Ok, proverò ad essere sincerò, così capirai perché l’ho fatto e mi perdonerai.- disse, quasi per auto convincersi. Annuii semplicemente, non mi sentivo in grado di emettere qualsiasi altro tipo di suono.
Lui prese un bel respiro e cominciò.
-Ecco, quando ti ho vista la prima volta, mi sei subito piaciuta. All’inizio pensavo che stessi impazzendo, ma poi mi sono reso conto che più andavo avanti e più il mio affetto per te aumentava, fino a quando mi sono trovato ad essere geloso di Liam e ho capito… Insomma, mi sembrava di aver capito.- mormorò, per poi sorridere.
Sentivo che stava arrivando la parte brutta, e quasi avevo voglia di andarmene e non sentire cosa aveva da dire.
Ma mi costrinsi a rimanere ferma, in silenzio, e a guardarlo aspettando che continuasse.
Fece una smorfia, un po’ di sofferenza, un po’ di pentimento.
-Mi ero auto convinto che mi piacevi, Cher. Cioè, tu mi piaci, ma ora ho capito che non si tratta di amore, o attrazione fisica. Mi piaci come amica, e purtroppo sono riuscito a capirlo solo dopo quello stupido bacio.- confessò.
Con un gran sospiro di sollievo, sorrisi.
Mi sembrava di essermi liberata di un peso che mi schiacciava il petto.
Lui si accorse del mio sorriso, ma continuò.
-Mi mancava Eleanor e tu sei una ragazza fantastica, bellissima e io sono pur sempre un ragazzo, preda dei miei istinti. Erano un po’ di giorni che ci pensavo. Mi dicevo ‘ehi, ti piace Cher, smettila di negarlo’. Così ho provato un paio di volte a venirti a parlare, però pensavo a Liam, a quanto gli voglio bene e a come avrei rovinato le cose e ritornavo indietro, dandomi dell’idiota solo per averci pensato. Poi non ce l’ho più fatta: eravamo soli ed io ero troppo confuso…- sospirò e cercò di sorridere.
-Beh, devi aver capito che non sono tanto normale, e a volte per capire quello che provo ho bisogno di fare qualche cazzata.- concluse, con un sorriso amaro.
-Quindi non ha significato niente, per te?- gli chiesi, sperando che fosse così.
Lui scosse la testa, sorridendo.
-Ti voglio bene, ma finisce lì. Pensavo che dopo averti baciata mi sarei sentito meglio, soddisfatto. Invece sto una merda, perché ho rovinato la nostra amicizia e ho tradito Eleanor, l’unica che io abbia mai amato.- continuò, distogliendo lo sguardo, un fremito che gli scosse le spalle.
-Oh, Lou. Sono così sollevata…- mormorai. Lui mi guardò e fece un gran sorriso, che ricambiai.
-Mi dispiace di averti fatto stare male, e di averti costretta ad avere un segreto con Liam.- si scusò. Io feci spallucce.
-Ora è tutto passato, no?- chiesi conferma. Lui mi illuminò con uno dei suoi sorrisi che in quei giorni mi era mancato da morire e annuì con enfasi.
-Quando ho finito con i ragazzi, vado da El.- mi disse dopo un po’. Rimasi a bocca aperta e lui annuì, arrossendo leggermente.
-Si, vado a provare a sistemare le cose, anche se probabilmente mi odierà per quello che ho fatto.- cercò di scherzarci su, il suo modo di sdrammatizzare. Gli posai una mano sul braccio e gli sorrisi.
-Vedrai che capirà.- gli assicurai e lui sorrise tristemente.
-Speriamo. A quanto pare devo comportarmi da stronzo per capire che sono innamorato di lei.- mormorò.
Io non risposi, per paura di dire qualcosa di sbagliato.
Dopo un po’ alzò di nuovo lo sguardo su di me e allargò le braccia.
Lo capii al volo e, sicura che in quel gesto non ci fosse altro che affetto, mi tuffai in quell’abbraccio, chiudendo gli occhi nel calore rassicurante del mio amico.
-Mi sei mancata, Cher.- sussurrò.
-Oh, anche tu.- mormorai stringendolo forte. Lui rise e mi scompigliò i capelli.
Poi sentii il rumore della porta che si apriva e mi allontanai, voltandomi a vedere chi era.
-Ehi, sei qui.- mormorò Liam, stropicciandosi gli occhi e raggiungendoci a passo barcollante. Si lasciò cadere sulle scale accanto a me e mi poggiò la testa sulla spalla.
-Si, e tu non stavi dormendo?- gli chiesi divertita. Lui fece spallucce e sbadigliò, ad occhi chiusi.
-Mi sono svegliato e tu non c’eri. Sono venuto a cercarti.- spiegò. Louis scoppiò a ridere ed io scossi la testa.
-Ma se non ti reggi in piedi!- esclamai. Lui fece di nuovo spallucce e aprì gli occhi, puntandoli su di noi.
-Avete fatto pace?- chiese. Sobbalzai, mentre Louis sbarrava gli occhi, sorpreso.
-Ehi, pensate che sono rincoglionito? Si vedeva lontano un miglio che avevate litigato.- mormorò imbronciandosi. Tirai un sospiro di sollievo e mi costrinsi a sorridere.
-Si, abbiamo fatto pace.- mormorai, lanciando un’occhiata a Louis, che si era ripreso e stava cercando di sorridere.
-Già, questa ragazza non riesce a rimanere arrabbiata con nessuno.- scherzò, pizzicandomi un fianco. Gli feci la linguaccia e Liam sbadigliò di nuovo.
-Bene. Poi un giorno…- un altro sbadiglio lo interruppe –Un giorno mi direte perché avete litigato.- concluse, riappoggiando la testa sulla mia spalla. Con il cuore a mille e la voce leggermente tremante, mi tirai su, aiutandolo ad alzarsi.
-Si,si. Però ora noi andiamo a dormire, prima che crolli qui fuori.- gli dissi, prendendolo a braccetto. Lui annuì e mi cinse i fianchi con un braccio.
-A dopo, Lou.- mormorai. Lui mi salutò con la mano e con uno splendido sorriso.
Aiutai Liam a raggiungere la camera da letto e mi chiusi la porta alle spalle, mentre lui si buttava a peso morto sul letto.
Con un sorriso lo raggiunsi e mi raggomitolai accanto a lui, che mi strinse immediatamente tra le braccia.
Mi inchiodò con i suoi occhi dolci e strofinò il naso con il mio, fino a fare incontrare le nostre le labbra in un bacio pieno di tenerezza.
Poi si lasciò scappare un piccolo sbadiglio.
-Dormi.- gli ordinai con un sorriso.
Lui annuì, aveva già chiuso gli occhi.
-Però mi prometti che quando mi sveglio starai ancora accanto a me?- mi chiese con voce da cucciolo. Gli stampai un bacio veloce sulle labbra.
-Non mi muovo da qui.- gli promisi. Lui annuì e sorrise, stringendomi ancora più forte.
In quel momento capii che non sarei andata da nessuna parte, senza di lui.
Ormai era diventato parte di me, forse la cosa più importante della mia vita.
Separarmi da lui sarebbe stato come dividermi in due, ormai era impossibile.
 
 
 
 


Jenny.
 

 
-Allora, dove mi porti?- gli chiesi per l’ennesima volta, facendo dondolare le nostre mani intrecciate. Lui sorrise e mi lanciò un’occhiata esasperata.
-Aspetta un altro po’, siamo quasi arrivati.- mi rispose, la stessa risposta che mi aveva dato alla stessa domanda che gli avevo posto almeno un centinaio di volte.
Odiavo le sorprese e soprattutto dover andare in un posto di cui non ero a conoscenza.
Gli strinsi la mano.
-Dai, dimmelo.- lo implorai ancora. Lui alzò gli occhi al cielo, divertito, e si fermò in mezzo alla strada. Mi tirò velocemente a se e mi strinse tra le braccia, stampandomi un bacio inaspettato sulle labbra. Sbarrai gli occhi, mentre lui si allontanava quel poco per lasciarmi appena lo spazio per respirare.
-Tu parli decisamente troppo. Abbi un po’ di pazienza.- mi pregò con uno splendido sorriso. Sbruffai e a malavoglia annuii.
Lui si allontanò e, tenendomi ancora la mano, cominciò di nuovo a camminare.
Io lo seguii in silenzio, le labbra serrate, decisa a non emettere più alcun suono finché non fossimo arrivati.
Lui se ne accorse, perché dopo parecchi minuti in cui non parlavo, si girò verso di me e mi lanciò un’occhiata divertita.
Io evitai di guardarlo, stringendo ancora di più le labbra e facendolo ridere.
-Ti sei offesa?- chiese. Io scossi la testa e trattenni un sorriso.
-Hai intenzione di non parlare più?- continuò, sempre con quell’espressione divertita sul suo viso perfetto.
Feci spallucce e la sua risata si fece più forte. Mi lasciò la mano, per piegarsi in due, le lacrime agli occhi.
Alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia al petto, mentre lui si divertiva da solo.
-Ehi, ma quello è Harry Styles.- sentii mormorare. Mi voltai verso la voce e notai un gruppo di quattro ragazzine, più o meno della mia età, che guardavano l’idiota piegato in due dalle risate davanti a me con ammirazione.
-Si,si è lui.- bisbigliò un’altra, mentre si avvicinavano.
Sbruffai e gli diedi una gomitata, inducendolo a calmarsi. Lui tornò in se e si asciugò gli occhi.
-Che c’è?- mi chiese.
-Delle tue fan ti hanno riconosciuto.- gli sussurrai a mezza bocca. Lui alzò lo sguardo e sorrise alle ragazze che ci stavano fissando.
Sentii degli squittii di felicità e delle esclamazioni soffocate, mentre continuavano ad avvicinarsi.
Lui le salutò con la mano, per poi abbassare gli occhi su di me.
Sospirai.
-Ok, ti aspetto lì dentro. Fai quello che devi fare.- gli dissi, indicandogli il locale dietro a noi, una caffetteria molto carina.
Lui annuì con un sorriso ed io mi allontanai, passando davanti alle ragazzine che mi lanciarono occhiate confuse.
Una mi fermò, posandomi una mano sul braccio.
-Ehi, a te l’ha fatto l’autografo? Dici che è il caso che ci avviciniamo?- mi chiese, un po’ speranzosa. Cercai di sorridere.
-Si, è abbastanza gentile. Ma non avvicinarti troppo.- mormorai, lasciandomi scappare l’ultima parte della frase come se fosse un avvertimento.
Lei mi guardò confusa.
-E perché?- chiese. Io scrollai le spalle.
-Non farlo e basta.- conclusi con sguardo serio, prima di passare oltre ed entrare nel locale.
Il campanello suonò e un ragazzo sulla ventina dietro al bancone mi sorrise.
-Buongiorno.- mi disse, scrutandomi attentamente con i suoi occhi azzurri. Sorrisi cordialmente e mi andai a sedere ad un tavolo accanto alla finestra, per tenere d’occhio la situazione.
Harry stava sorridendo, quel sorriso che avevo visto milioni di volte in milioni di foto, ma non era lo stesso che usava con me.
Sembrava quasi fosse messo su per far contente le ragazze, come se non avesse per niente voglia di sorridere.
Ma le ragazze non se ne accorgevano, loro non avevano mai visto un suo vero sorriso, di quelli sinceri che io avevo imparato ad amare.
Mentre si lasciavano andare ad urletti di gioia e gli facevano domande su domande, una ragazza biondina scattava centinaia di foto una dietro l’altra, senza pausa, come a voler immortalare ogni suo singolo respiro.
Sospirai, leggermente infastidita, però mi costrinsi a pensare che probabilmente anch’io avrei fatto la stessa cosa, se non avessi avuto la fortuna di conoscerlo.
-Ehm, cosa ti porto?- mormorò una voce accanto a me.
Riluttante, distolsi lo sguardo dalla scenetta che avevo davanti gli occhi e mi voltai verso il ragazzo che stava in piedi accanto al tavolo, con il blocchetto delle ordinazioni in mano e un sorriso stampato sul viso.
Era carino, abbastanza alto, con gli occhi azzurri quasi quanto quelli di Niall e i capelli lunghi che teneva legati in una cipolla alta.
Gli sorrisi e raddrizzai le spalle.
-Ancora niente, sto aspettando una persona.- lo informai. Lui annuì ed io riportai lo sguardo su Harry, che stava abbracciando la ragazza bionda per farsi scattare l’ennesima foto.
-Star.- mormorò il ragazzo accanto a me, un po’ infastidito. Mi voltai verso di lui, che aveva sostituito il sorriso allegro con una smorfia e gli lanciai un’occhiata interrogatoria.
Lui scrollò le spalle.
-Girano sempre da queste parti e tutta la tranquillità di questo posto va a farsi fottere.- spiegò.
-Lo conosci?- gli chiesi, indicando Harry, che continuava a chiacchierare sorridendo.
Lui annuì, guardandolo sempre infastidito.
-Lui meglio di tutti. Fa parte di quella band, no? One…one qualcosa.- disse scrollando le spalle.
-One Direction.-
-Si, quella.- approvò, riportando lo sguardo su di me –Viene sempre qui con qualche ragazza nuova.- continuò.
Il mio cuore si fermò per un secondo.
-Davvero?- chiesi. Lui annuì.
-Già, una volta è venuto con cinque ragazze diverse nell’arco di una settimana.- mi disse, incurante delle pugnalate al cuore che mi stava dando con le sue parole.
Rimasi a bocca aperta, mentre il mio cuore aveva un fremito.
-Lucas, muovi quel culo!- urlò una voce dal bancone. Il ragazzo sobbalzò e mi sorrise, tornando in se.
-Scusa, devo andare. Quando arriva chiunque tu stia aspettando, chiama.- mi disse, facendo l’occhiolino, prima di dileguarsi tra i tavoli e sparire in cucina.
Un po’ scossa, tornai con lo sguardo su Harry. Le ragazze si erano tutte allontanate, ne rimaneva solo una, la biondina tutta foto, che gli stava sorridendo e gli girava attorno in un modo fin troppo provocatorio.
Trattenni a stento l’istinto di alzarmi e andare a strapparle i capelli uno per uno, quando si avvicinò ancora di più e gli infilò un bigliettino nella tasca dei jeans. Harry sorrise, di nuovo, e lei gli scoccò un bacio sulla guancia dicendogli qualcosa all’orecchio per poi allontanarsi sculettando.
Harry la seguì con lo sguardo, facendo aumentare sempre di più la mia irritazione, per poi affrettarsi ad entrare nel locale.
Vagò con lo sguardo tra i tavoli, fino ad incrociare i miei occhi e sorridere, avvicinandosi frettolosamente.
Distolsi immediatamente lo sguardo, decisa a tenere il broncio per il suo comportamento da stronzo.
Lui si mise seduto accanto a me, sempre con il sorriso stampato sul viso.
-Ehi, scusa se ci ho messo tanto.- mormorò. Io lo guardai e feci spallucce.
-Tranquillo, non sono stata sola.- risposi acidamente, salutando con la mano Lucas, che mi guardava sconvolto da dietro il bancone.
Accennò un sorriso, guardando Harry come se avesse visto un fantasma.
Risi sotto i baffi, non si aspettava minimamente che la persona che stavo aspettando fosse la stessa di cui mi stava parlando male fino a due minuti prima.
Vidi Harry seguire il mio sguardo e irrigidirsi.
-Che significa? Fai conquiste in mia assenza?- chiese freddo. Mi limitai a fare spallucce e a dimostrarmi impassibile.
-Anche tu ti dai da fare, appena mi allontano.- gli ricordai. Lui sbuffò.
-Non è la stessa cosa. Quelle sono mie fan, devo farlo.- si giustificò. Feci di nuovo spallucce.
-Non mi risulta che oltre a firmare autografi e fare foto, le star debbano accettare anche i numeri di telefono dalle loro fan.- ribattei, lo sguardo di ghiaccio.
Lui sorrise e si infilò una mano in tasca, estraendo il foglietto che gli aveva lasciato quella biondina e rompendolo in mille pezzi.
-Contenta?- chiese. Trattenni un sorriso e feci di nuovo spallucce. Allora lui si sporse verso di me e mi attirò a se, facendomi venire i brividi.
-Sei adorabile, ma lo sai che non devi essere gelosa delle mie fan, vero?- mi sussurrò all’orecchio. Mi allontanai quel tanto per guardarlo dritto negli occhi, quelle iridi verdi che mi mandavano il sangue al cervello.
-Lo so, non sono gelosa. Mi da solo fastidio se loro ci provano con te.- spiegai. Lui sorrise, mettendo in mostra le sue adorabili fossette.
-Ma tu sai che io non ricambio, quindi devi stare tranquilla.- ribatté. Gli lanciai uno sguardo scettico.
-Sei un ragazzo, e posso dire di conoscerti abbastanza bene da sapere che non sei molto bravo a resistere.- mormorai. Lui rise leggermente, avvicinandosi sempre di più.
Ormai era ad un soffio dalle mie labbra, e tutta la mia concentrazione stava crollando.
-Allora dovresti anche sapere che non ti farei mai una cosa del genere.- soffiò, le mie labbra che si dischiusero automaticamente.
-Sei sicuro?- gli chiesi. Lui sorrise e annuì, avvicinandosi ancora di più per baciarmi.
-Allora, cosa posso portarvi?- ci interruppe Lucas, piombando accanto a noi con il solito sorriso sulle labbra.
Harry si allontanò sbruffando e gli riservò un’occhiata gelida, che lui ignorò prontamente.
-Ehm, un cappuccino, grazie.- gli dissi. Lui annuì e scrisse velocemente sul suo blocchetto.
-E per te, Mr. Styles?- chiese, voltandosi verso di lui. Harry gli sorrise amabilmente.
-Ehi, Lucas, ancora lavori qui?- gli chiese con aria vagamente strafottente. Lui gli riservò un’occhiata di ghiaccio.
-Si, e tu fai ancora conquiste?- ribatté, ammiccando verso di me. Lo sguardo di Harry si fece di fuoco.
-Non guardarla neanche.- gli intimò. Lucas fece spallucce, l’ombra di un sorriso sulle labbra e poi si voltò verso di me.
-Attenta con lui, ti ho detto come fa, no?- mormorò, per poi allontanarsi. Harry schioccò la lingua infastidito.
-Cos’è che ti avrebbe detto?- chiese. Scrollai le spalle.
-Niente.- mormorai. –Lo conosci da tanto?- gli chiesi, per cambiare discorso.
-Eravamo compagni di classe al liceo.- spiegò. –Poi io sono diventato quel che sono e lui è rimasto a lavorare in questo posto.- concluse con un sorrisetto.
Lo guardai male.
-Non mi piace quando ti comporti così.- lo informai. Lui sbarrò gli occhi, un po’ sorpreso.
-Così come?- chiese.
-Te la tiri. Non mi piace, non sei veramente te quando fai così. Piantala.- gli intimai. Lui sorrise.
-Come vuoi, scusa.- mormorò. Gli sorrisi e lui si sporse verso di me per schioccarmi un bacio dolcissimo sulle labbra.
-Perdonato?- mormorò sulle mie labbra. Io sorrisi e annuii.
Poi arrivò Lucas, che mi porse il mio cappuccino e se ne andò, senza dire niente.
-E’ sempre stato un po’ contro di me, era invidioso dei miei successi.- sibilò Harry, seguendolo con lo sguardo.
Feci spallucce.
-Tu non dargli modo di odiarti e vedrai che ti lascerà stare.- gli assicurai. Lui annuì e poi mi illuminò con un sorriso.
-Dai, sbrigati. Ti porto a vedere Londra dall’alto.- mi disse. Io mi illuminai e mi affrettai a bere il mio cappuccino, per poi lasciare i soldi sul tavolo, afferrare la mano di Harry e lasciarmi tirare con entusiasmo da lui verso la London Eye che ci aspettava in tutta la sua altezza.








HOLA C:
Dio, sto a pezzi u.u
Calcolate che ho iniziato la preparazione atletica con la mia squadra di pallavolo dopo tre mesi di passaggio dal letto, al computer, al divano, senza fare niente.
Ho detto tutto.
Non mi sento più le gambe, per non parlare delle braccia.
Non so nemmeno come ho fatto ad arrivare al computer LOL
Però ne vale la pena, niente è paragonabile alla sensazione di sentire la palla tra le mani e di sentirsi parte di una squadra :D
Poooi, sono troppo contenta perchè domenica, la mia squadra del cuore (di calcio) ha fatto una gran partita, battendo una delle big #yay
Devo dire che mi stavo cagando sotto dalla paura, ma Lei non mi delude mai :3
Ok, ok, la pianto di spiattellare i fatti miei che non interessano a nessuno u.u
Passiamo al capitolo:
beeene, finalmente i due si sono chiariti :DD
Devo ammettere che il capitolo non mi convince tanto, l'ho riscritto tipo 30 volte ma ancora non mi piace un granchè.
Però lo pubblico lo stesso, perchè mi devo dare una mossa se voglio portare a termine la ff prima dell'inizio della scuola.
Scuola #sigh
Non ci voglio nemmeno pensare D':
So, sparisco.
Spero vi piacia ç.ç
Ah, il prossimo sarà un po' BOOM.
Ma boom in negativo, quindi preparatevi e recensite in fretta! :)
#With love.
-S.

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Capitolo 26
*** Capitolo 25. ***


Capitolo 25
 

Cher.
 
 


Il giorno dopo mi svegliai come al solito tra le braccia di Liam.
Avevamo di nuovo dormito insieme, ma ormai non mi sembrava più tanto strano.
Al contrario, sarebbe stato traumatico tornare a casa nel mio letto e dovermi addormentare senza il calore delle braccia di Liam che mi stringevano a se e del suo respiro fresco nel mio orecchio.
Mi alzai controvoglia, stiracchiandomi la schiena e stampando un bacio sulla guancia soffice di Liam, che era sveglio e si stava rigirando nel letto.
Mugugnò qualcosa ed io ridacchiai, avviandomi verso il bagno. Lo sentii sospirare rumorosamente per poi prendere un bel respiro.
-Cher?- mi richiamò, con la voce impastata dal sonno.
Mi voltai verso di lui, già con un piede nel bagno.
-Cosa?- gli chiesi. Lui mi sorrise ed arrossì leggermente.
-Ti amo.- mi disse, con lo stesso tono in cui avrebbe detto ‘ho fame’ o ‘non ho per niente voglia di alzarmi’.
Rimasi a bocca aperta, il cuore che mi martellava furioso nel petto.
-C-cosa?- balbettai. Il suo sorriso si allargò e si alzò dal letto, stiracchiandosi per bene.
-Ti amo, Cher.- ripeté, tranquillamente.
Pensai che stessi sognando, ma poi il suo sguardo leggermente insicuro e speranzoso mi fece rendere conto che si aspettava che anch’io dicessi qualcosa.
Peccato che non ci sarei riuscita con la sua stessa leggerezza. Lui mi sorrise di nuovo, incoraggiante, ed io mi schiarii la gola, cercando di fargli capire tutto quello che provavo in quel momento con lo sguardo.
Che in linea di massima era: confusione, amore, eccitazione, felicità, amore, sarei potuta andare avanti all’infinito, per cercare di decifrare tutte le sensazioni e i pensieri che mi giravano per la testa in quel momento.
-Cher…Non dovevo dirlo?- chiese titubante, avvicinandosi a me. Mi posò una mano sulla guancia e mi costrinse ad incrociare i suoi occhi dolci.
Scossi la testa e tentai un sorriso.
-No, è che mi hai colta di sorpresa.- mormorai arrossendo. Lui sorrise e mi carezzò la guancia.
-Non devi rispondermi per forza. Se tu non… insomma se non provi la stessa cosa…- farfugliò. Sorrisi e mi alzai sulle punte dei piedi, per zittirlo con un bacio.
Si bloccò e mi guardò sorpreso.
-Ti amo anche io, Liam.- gli dissi infine, per poi sgusciare dal suo abbraccio e chiudermi in bagno, rossa fino alla punta dei capelli e con il cuore che rischiava di uscirmi dal petto per quanto batteva veloce. Chiusi gli occhi, poggiandomi alla porta, e cercai di calmarmi e far tornare il mio respiro ad un ritmo regolare.
Mi preparai in fretta, cercando di non pensare a niente e, quando uscii dal bagno, trovai tutti i ragazzi in salone, già pronti, un po’ assonnati, ma pronti ad uscire.
-Buongiorno.- mormorai, raggiungendo mia sorella seduta sul divano.
-‘Giorno, Cher.- dissero tutti in coro. Liam mi si avvicinò e mi stampò un bacio leggero sulle labbra.
-Oggi abbiamo un sacco di cose da fare, con i ragazzi. Probabilmente non ci vedremo prima di sera.- mi informò. Un po’ triste, annuii e lui mi regalò uno dei suoi splendidi sorrisi, prima di raggiungere i ragazzi che erano già usciti.
Quando si chiuse la porta alle spalle, Jenny sbuffò, sprofondando nel divano.
-Odio la loro vita da star.- mugugnò. Scoppiai a ridere e le scompigliai i capelli.
-Se non fosse stato per quella tu non li avresti mai conosciuti.- le ricordai. Lei sbuffò di nuovo e affondò la testa nel divano.
-Si, ma ora che facciamo noi due senza di loro?- chiese, la voce attutita dal cuscino. La tirai su e le sorrisi.
-Sicuro non ce ne staremo qui con le mani in mano. Andiamo, abbiamo tutta Londra a disposizione!- esclamai. Lei alzò lo sguardo, improvvisamente entusiasta.
-Dici davvero?- chiese. Scoppiai a ridere.
-Certo, vai a vestirti. Oggi si esce!- dichiarai. Con uno squittio di entusiasmo mi baciò la guancia e schizzò in bagno a prepararsi.
 
 


Jenny.
 




Stavamo girando per le strade di Londra ormai da ore ed ero totalmente stremata.
Era una città fantastica, piena di gente allegra e di negozi e locali carinissimi.
-Ehi, io entro qui. Devo prendere qualcosa per Mike.- mi disse Cher, indicandomi un negozio di souvenir.
Annuii.
-Si, ti aspetto qui fuori.- le dissi, crollando sulla prima panchina vuota che trovai. Cher scosse la testa divertita ed entrò nel negozio.
Quel giorno era piuttosto su di giri, aveva chiacchierato senza sosta, allegra, e il sorriso non l’aveva abbandonata nemmeno per un secondo.
Doveva essere successo qualcosa con Liam, probabilmente di notte.
Scossi la testa, scacciando via il pensiero che si era appena formato nella mia testa.
Erano affari loro ed io non volevo per niente immaginare cosa facessero la notte, nello stesso letto.
-Ehi, ciao.- una voce grazie al cielo interruppe i miei pensieri. Mi voltai e mi trovai davanti il ragazzo del giorno prima, Lucas.
Sorrisi, guardando quegli occhi incredibilmente azzurri.
Aveva i capelli sciolti, che gli arrivavano quasi alle spalle, erano mossi e castano chiaro e gli davano l’aria da ragazzo cattivo, che veniva spazzata via però dal suo sorriso allegro.
-Ciao.- gli dissi. Lui si mise accanto a me.
-Che ci fai qui tutta sola?- mi chiese, puntando gli occhi nei miei. Scrollai le spalle e gli indicai il negozio in cui sapevo che mia sorella avrebbe passato il resto della giornata per scegliere un regalo adatto al suo incontentabile amico Mike.
-Mia sorella sta facendo qualche regalo.- lo informai. Lui annuì e tornò a sorridere.
-Allora, come va?- chiese, per fare conversazione. Scrollai le spalle, sempre sorridendo.
Quel ragazzo stranamente mi metteva allegria.
-Tutto bene.- risposi. Lui sorrise, di nuovo.
-Scusa se te lo chiedo, ma non so come ti chiami…- mi informò, un po’ imbarazzato. Scoppiai a ridere.
-Oh, hai ragione.- mormorai, porgendogli la mano. –Jenny.- gli dissi. Il suo sorriso si allargò e mi strinse la mano, incredibilmente morbida e liscia.
-Allora, conosci Harry.- ricominciò. Annuii e il solito sorriso da ebete che arrivava ogni volta che pensavo a lui mi spuntò sul viso.
-Da quanto tempo?- mi chiese, curioso.
Lo guardai e notai solo un innocente interesse nei suoi occhi. Mi strinsi nelle spalle, arrossendo leggermente.
-Da un po’.- mormorai. Lui annuì.
-Scommetto che è sempre lo stesso, non sarà cambiato di una virgola.- mormorò distogliendo lo sguardo e sorridendo amaramente.
Lo guardai.
-Perché ce l’hai con lui, cosa ti ha fatto?- gli chiesi, curiosa di sapere cosa aveva provocato così tanto odio verso il mio Harry.
Lui scrollò le spalle.
-E’ sempre stato uno di quei ragazzi perfettini che se la tirano, non l’ho mai sopportato.- confessò. Lo guardai, scettica.
-Beh, ora non è così. Solo ogni tanto, però è un ragazzo dolcissimo.- tentai di difenderlo. Lui mi guardò e scosse la testa.
-Non fidarti, lo fa perché sei la ragazza del momento. Si comportava così anche quando non era nessuno: cercava di sedurre tutte, per poi aggiungerle alla sua stupida lista di conquiste. Ora che è famoso e può avere tutto quello che vuole è ancora peggio.- mormorò. Deglutii, infastidita dalle sue parole.
-Io non sono la ragazza del momento.- sussurrai, ferita. Lui sorrise a mezza bocca.
-Non volevo offenderti, solo metterti in guardia.- sussurrò. Distolsi lo sguardo e riflettei sulle sue parole.
E se veramente avesse avuto ragione?
Se io ero veramente solo una stupida conquista da fare per aggiungere un nome alla sua lunga lista?
No, Harry non era così.
Lo sapevo, mi voleva bene, me l’aveva dimostrato, e non mi avrebbe mai fatto del male.
-Non è così, io lo so.- sussurrai convinta. Lui fece spallucce e mi sorrise.
-Può darsi. Magari è cambiato e ha trovato quella giusta.- acconsentì, dandomi una spallata giocosa.
Mi lasciai andare ad un sorriso, la morsa che mi stringeva allo stomaco che si allentava.
-Ehi, Jen…- cominciò mia sorella, uscendo dal negozio con una quantità di buste assurda tra le mani.
Si bloccò, quando vide che non ero sola.
La guardai mentre faceva la radiografia a Lucas, osservando stupita i capelli lunghi, probabilmente pensando come me che avesse l’aria da ragazzo cattivo, finché lui non le sorrise e lei si rilassò, lanciandomi un’occhiata sorpresa.
Mi alzai e l’affiancai, aiutandola con le buste.
-Cher, lui è Lucas, un…un mio amico.- le dissi, lui mi fece l’occhiolino –E lei è mia sorella Cher.- li presentai. Lucas si alzò con il suo solito sorriso e le porse la mano, che lei afferrò con decisione.
-Scommetto che lei sta con un altro dei ragazzi,vero?- scherzò. Risi e annuii.
Lui fece una smorfia.
-Peccato.- mormorò, rifilandole una lunga occhiata. Cher arrossì e si schiarì la gola.
-Bene, non voglio sapere di che state confabulando voi due, ma è tardi, sono stanca e dobbiamo tornare a casa.- mi disse. A malavoglia annuii e lei sorrise a Lucas, per salutarlo.
Gli sorrisi anch’io e lo salutai con la mano.
-Ci si vede.- mormorò lui, allontanandosi con il suo splendido sorriso stampato sulle labbra.
-Chi era quello?- chiese Cher, osservandomi attentamente.
Scrollai le spalle.
-Un amico.- risposi semplicemente. Lei mi guardò, alzando un sopracciglio.
-E Harry è a conoscenza di questa tua nuova amicizia?- chiese scettica. Le lanciai un’occhiataccia.
-Certo, lo conosce anche lui.- le dissi sicura. Lei annuì e poi le scappò uno sbadiglio.
-Dai andiamo a casa, non mi reggo più in piedi.- mormorai, prendendola a braccetto.
Lei non protestò e mi seguì, continuando però a scrutarmi in silenzio.
 
 
 


Cher.
 



Dopo aver girato tutti i negozi più famosi di Londra e aver visto tutte le cose che c’erano da vedere, tornammo a casa, completamente stremate, e crollammo a letto, mentre dei ragazzi non c’era nessuna traccia.
Probabilmente rientrarono la sera tardi perché, quando mi svegliai la mattina dopo, erano tutti in cucina mezzi addormentati, ma con la colazione pronta sul tavolo.
Sorrisi, intenerita dal loro gesto: per farsi perdonare della loro assenza, ci avevano preparato la colazione. Anche se la maggior parte dei muffin che avevano preparati l’aveva divorata Niall, dato che il piatto era quasi vuoto e la bocca di Niall completamente piena. Dopo aver dato il buongiorno in generale, afferrai una tazza di caffè, ignorai la testa bionda che avevo davanti e gli occhi verdi di Harry, alla ricerca di Liam, che non vedevo l’ora di rivedere.
Appena incrociai il suo sguardo, sorrisi, sentendomi d’un tratto completa. Lui si avvicinò a passo svelto e mi prese immediatamente tra le braccia, schioccandomi un bel bacio sulle labbra.
-Ciao.- sussurrò.
-Buongiorno.- mormorai con un sorriso, che lui ricambiò.
-Buongiorno, Cher.- mi disse Zayn, gli occhi appesantiti dal sonno, rubandomi la tazza di caffè dalle mani, per berne un lungo sorso.
Lo guardai divertita.
-Che ora avete fatto ieri?- chiesi loro, mentre sorridevo a Niall che si stava stropicciando gli occhi e a Harry che aveva la testa pigramente poggiata sulla spalla di Jenny, che sorrideva divertita da quella scena.
-Siamo rientrati all’una.- rispose Zayn con uno sbadiglio.
-Wow, avete avuto molto da fare, allora.- commentai. Liam annuì e mi cinse i fianchi con un braccio, come a volersi accertare che fossi ancora lì e che sarei rimasta accanto a lui.
-Si, ma oggi abbiamo tutto il giorno libero.- mi informò.
-Già, poi domani mattina l’aereo e finalmente si torna al mare.- mugugnò Harry, ancora ad occhi chiusi.
Sorrisi, non avevo tutta questa voglia di tornare a casa, ma capivo che per loro era più facile stare in quella cittadina sconosciuta, a rilassarsi sulla spiaggia, che nella loro immensa città dove fare qualunque cosa era impossibile, perché la gente li riconosceva e li obbligava ad essere cordiali e disponibili, anche se magari non ne avevano voglia.
-Allora oggi che facciamo?- chiese Niall. Zayn fece spallucce.
-Fosse per me resterei tutto il giorno a dormire.- mormorò sbadigliando. Scoppiai a ridere.
-Se c’era Lou avrebbe sicuramente trovato qualche pazzia da fare.- mormorò Harry, alzandosi.
-Perché, dov’è andato?- chiese Jenny sorpresa, mentre Harry la tirava per un braccio.
-E’ andato a trovare Eleanor.- risposi con un sorriso, anticipando tutti. La bocca di Jenny formò una ‘o’ perfetta, mentre i ragazzi si voltavano verso di me, sorpresi.
Mi strinsi nelle spalle.
-Che c’è? Me l’ha detto lui che ci sarebbe andato.- spiegai. I ragazzi annuirono e scrollarono le spalle, poco interessati.
-Già, e non tornerà prima di stasera.- mormorò Harry, trascinando via Jenny.
-Ehi, dove mi stai portando?- chiese lei. Lui la guardò e le sorrise.
-In camera, voglio recuperare il tempo perso ieri.- sussurrò al suo orecchio, ma io riuscii comunque a sentirlo. Jenny arrossì violentemente e un sorriso da ebete le si dipinse sul volto.
Strinse la mano di Harry e ci guardò.
-Bene, ragazzi. Ci vediamo dopo.- annunciò, seguendo Harry in camera.
Scossi la testa divertita. Quei due, nonostante tutto, stavano davvero bene insieme e, stranamente, non mi preoccupai di quello che avrebbero potuto fare.
Avevano tutti e due la testa sulle spalle.
-Allora, vuoi dirmi perché tu e Lou avevate litigato?- mormorò Liam al mio orecchio, interrompendo i miei pensieri.
Deglutii, mentre tutti gli altri ci ignoravano, intenti a chiacchierare e a decidere come passare quella giornata completamente libera e tutta per loro.
Feci spallucce, avrei tanto voluto dirglielo e liberarmi di quel peso, ma avrei complicato le cose proprio nel momento in cui si erano risolte.
Era inutile dirglielo e farlo arrabbiare, ora che Louis aveva capito da solo che era stato solo uno stupido sbaglio e che non si sarebbe ripetuto mai più.
Fortunatamente, il campanello alla porta mi salvò.
Tutti rimasero immobili, l’unico più sveglio era Liam così, alzando gli occhi al cielo, lasciò perdere la domanda e andò ad aprire la porta.
Se pensavo che tutti i guai erano passati, pensavo decisamente male.
-D-danielle?- balbettò Liam, bloccandosi sulla porta. Niall sembrò sbiancare ancora di più e Zayn mi lanciò un’occhiata preoccupata.
Non capii al volo, perché non immaginavo chi potesse essere questa Danielle.
-Ciao, tesoro!- squittì una voce. Poi una ragazza alta, statuaria e con i capelli ricci, fece il suo ingresso in casa, buttandosi tranquillamente tra le braccia di Liam, che rimase immobile.
-Perché non mi hai detto che saresti tornato? Ti sarei venuta a trovare prima.- continuò a parlare la ragazza, rimanendogli avvinghiata al collo.
-Perché forse non voleva fartelo sapere.- borbottò Zayn, facendosi sentire. Lei sciolse l’abbraccio e si voltò verso di noi, guardando Zayn.
-Sempre molto simpatico, Malik. Piacere di rivederti.- commentò, con un sorrisetto falso che Zayn ricambiò.
-Piacere tutto tuo.- mormorò. La ragazza fece una smorfia, poi si guardò in giro, soffermandosi su di me con aria curiosa.
Liam era imbambolato, continuava a guardarla come se avesse visto un fantasma e un silenzio alquanto imbarazzante era calato nella stanza.
A parte gli sbuffi infastiditi di Zayn, non volava una mosca.
Danielle si voltò di nuovo verso di Liam e gli sorrise, ma lui non ricambiò.
Tutta quella freddezza cominciava ad innervosirmi.
Perché non diceva o faceva qualcosa?
-Lei chi è?- chiese, indicandomi e rifilandomi un sorriso che non fui capace di decifrare.
Zayn si alzò e mi affiancò.
-E’ la ragazza di Liam.- la informò con un sorrisetto soddisfatto.
Arrossii fino alla punta dei capelli, mentre Danielle sobbalzava sorpresa, per poi scoppiare in una risatina.
-Molto divertente, Malik. Sono io la ragazza di Liam, se non lo ricordi.- disse, con un sorriso. Poi spostò lo sguardo su di me.
-Chi sei?- mi chiese. Deglutii, mentre Liam sembrava risvegliarsi da un sonno profondo e fece un passo avanti, passandosi una mano tra i capelli.
Puntò i suoi occhi nei miei, valutando la mia sorpresa e il mio nervosismo e poi si rivolse a Danielle.
-Lei è Cher. Ed è davvero la mia ragazza. Tu cosa ci fai qui?- chiese, cercando di mostrarsi tranquillo, anche se vedevo nei suoi occhi che c’era qualcosa che non andava.
Che in lui si era risvegliato qualcosa che non mi sarebbe piaciuto affatto.
Danielle rimase a bocca aperta, fissandolo per qualche secondo, poi si voltò verso di me riservandomi un’occhiata a dir poco assassina.
-Io…ho saputo che eri tornato, e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere…- cominciò a balbettare lei.
Liam sospirò.
-Ok, direi che è ora che usciamo di scena.- mormorò Niall, lanciando un’occhiata eloquente a Zayn, che rimase fermo, accanto a me, continuando a guardarmi con aria preoccupata.
In quel momento non sapevo neanche io cosa stavo provando, forse ero troppo sorpresa, ma sentivo una paura muta insinuarsi lentamente dentro di me.
Deglutii e diedi una spallata a Zayn.
-Andiamo.- gli dissi, seguendo Niall che stava andando verso il salone.
Zayn annuì e, sotto lo sguardo preoccupato e un po’ nervoso di Liam, feci per uscire dalla cucina.
Ma lui mi bloccò, afferrandomi la mano.
Mi inchiodò con il suo sguardo e un po’ della paura che era venuta a galla scemò, guardando in quegli occhi dolci.
-Va tutto bene, ok?- cercò di rassicurarmi. Annuii e tentai un sorriso.
-Ok.- sussurrai.
Lui annuì a sua volta e mi lasciò andare.
-Danielle, dobbiamo parlare.- lo sentii dire, mentre uscivo dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle.
Deglutii e seguii Zayn in salotto.
Lui mi strinse in un abbraccio.
-E’ tutto a posto, ora si libererà di lei e tutto tornerà alla normalità.- mi assicurò.
Cercai di annuire e di sembrare sicura.
Ma quelle parole scivolarono via come se non le avessi nemmeno sentite.
Avevo paura, paura che il passato di Liam avrebbe preso il sopravvento.
Lei era lì, e avrebbe potuto benissimo portarmelo via e farlo suo come un tempo.
Dalla mia avevo solo la sicurezza che avevo letto negli occhi di Liam e dell’affetto che sapevo provava per me.
Dovevo solo cercare di stare tranquilla e fidarmi di lui.
Tutto sarebbe andato bene, si.







HOOOOLA C:
Vi prego, non ditemi che sono l'unica cogliona ad essersi persa la twitcam di ieri D:
Possibile che ogni volta che ho questo dannato computer spento loro fanno una twitcam?!
Queste sono le ingiustizie della vita u.u
So, ora però sono più attrezzata, perchè ieri il mio papà mi ha portato un PC nuovo #yaaaaay
Poi dici che non lo ami! :3
Quindi ora sto quì tutta figa (?) a scrivere sul mio PC nuovo e spero proprio di non avervi deluso con questo capitolo.
Non so quanto BOOM vi aspettavate, ma avevo detto che non era poi così preoccupante.
E tu, si tu che sai mi sto rivolgendo a te (?)
SMETTILA DI TIRARE AD INDOVINARE.
Non so come fai, ma ci prendi sempre.
Anche questa volta. Ma sono così tanto prevedibile? o.o
Ok,ok, vi lascio in pace.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S. 


Piesse. Faccio un po' di pubblicità, ok? OK.

Allora, ci sarebbe la nuova ff della mia amica, che anche io ancora devo passare a leggere (e probabilmente mi odierà per questo D:), e sicuramente le farebbero piacere qualche recensione in più :)
Link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1245222&i=1

Pooi, tanto per ricordarvelo, ho un'altra ff in corso che ancora non è seguita da tante persone, quindi ne sarei veramente felice se passaste a leggerla :3
Love is just a mess.


E per finire vi lascio anche il link della mia OS che non si è cagata quasi nessuno, tanto per lasciarvi qualcosa da leggere se siete a corto ;)
Come la luna e le stelle.

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Capitolo 27
*** Capitolo 26. ***


Capitolo 26
 
 

Liam.
 
 
 

Appena Cher si chiuse la porta alle spalle, presi un bel respiro profondo e guardai Danielle, cercando di non farmi prendere dal panico, o dalle sensazioni che una volta provavo in sua presenza e che in quel momento rischiavano di travolgermi.
-Che ci fai qui, Danielle?- le chiesi, sospirando. Lei mi guardò e sorrise, facendo qualche passo avanti verso di me. Trattenni il respiro, mentre si poggiava al muro accanto a me, più vicina del dovuto.
-Sono venuta a trovarti.- disse semplicemente –Sarei venuta anche prima se invece che scoprirlo grazie a delle ragazzine che mi hanno scritto su twitter, me l’avessi detto tu, che eri tornato.- continuò.
Sbuffai e la guardai contrariato.
-Perché sei venuta? Pensavo che fosse chiaro come stavano le cose.- le ricordai. Lei fece spallucce.
-Hai deciso tutto tu. Sapevi che non ero d’accordo, sono qui per dimostrartelo.- spiegò. Sbruffai di nuovo e cercai di mantenere la calma e di non urlarle addosso.
-Diavolo, Dan, non ho deciso io! Hai fatto tutto tu, sei tu che sei andata con un altro.- le ricordai, la voce tagliente. Lei mi sorrise, incurante delle mie parole che erano chiaramente d’accusa.
-Anche tu sei andato con un’altra.- mi fece notare. La fulminai con lo sguardo.
-Non provarci, Dan. Non mettere Cher in mezzo a questa storia.- sibilai. Lei sorrise, sprezzante.
-Cher…- mormorò, come se il suo nome fosse un insulto –Davvero stai con quella lì? Preferisci lei a me?- chiese sconvolta, ma conoscendola bene, sapevo che stava fingendo.
Non era mai stata brava a mentire, era un libro aperto per me, e in quel momento capii che si stava comportando così per sembrare forte, però stava soffrendo.
-Danielle, per favore.- la implorai. Il suo scopo era quello di farmi sentire in colpa, faceva sempre così.
Non ci sarei cascato un’altra volta.
Lei scosse la testa e sorrise, avvicinandosi ancora di più.
-Dico sul serio. Non ci credo che tu non provi più niente per me. Tu mi ami ancora, Liam. Lo sai.- sussurrò, ad un palmo dal mio viso.
Mi pulsavano le tempie, ero troppo confuso.
-No, non più. Smettila di confondermi.- sibilai, allontanandomi di scatto. Lei lasciò andare le braccia lungo i fianchi e sospirò.
-Prima o poi cederai. Hai ragione ad essere arrabbiato con me. Ho sbagliato, e mi dispiace. Ti ho già chiesto scusa milioni di volte, lo faccio anche ora. Scusa, scusami Liam. Perdonami e torna da me, ti prego.- implorò, le lacrime agli occhi.
Scossi la testa per l’ennesima volta.
-No, è troppo tardi, Dan. Ora c’è Cher, e io la amo.- dichiarai, le parole che la colpirono facendola rimanere in silenzio.
-Io…ho bisogno di prendere un po’ d’aria, scusa.- mormorai, lasciandola lì ed uscendo di casa, sbattendomi la porta alle spalle.
Avevo bisogno di allontanarmi da lei per rimettere in chiaro le idee.
Ogni volta che mi si avvicinava mi metteva in confusione ed io ero stufo di questo.
Ero stufo, volevo essere felice e tranquillo con la mia Cher.
Basta con Danielle, dovevo metterla da parte una volta per tutte.
 
 


Cher.
 





Sentii la porta di casa sbattere e capii che Liam se n’era andato. Probabilmente aveva bisogno di prendere un po’ d’aria e di riflettere.
Cercai di rimanere calma, anche se ero terribilmente terrorizzata su cosa avesse dovuto riflettere e sulle decisioni che avrebbe potuto prendere.
Zayn si alzò, nello stesso istante in cui Danielle faceva capolino in salone. Le riservò un’occhiata di ghiaccio, mentre lei si sedeva sul divano di fronte a quello in cui eravamo seduti io e Niall.
-Che cosa gli hai detto?- sibilò Zayn, piazzandosi davanti a lei, che fece spallucce.
-Niente, probabilmente la verità che non voleva sentirsi dire, perché è scappato farfugliando qualcosa, come faceva ogni volta che c’era qualcosa che non gli andava a genio.- borbottò. Zayn sbruffò.
-Ho sempre pensato che tu portavi solo guai.- mormorò tra se e se, ma lei lo ignorava, perché fissava me, come a voler trovare i milioni di difetti che sapevo di avere e sbatterli in faccia a Liam e fargli vedere invece quanto lei era perfetta a differenza mia. Niall sospirò e si alzò.
-Bene, mentre voi litigate io vado a cercare Liam, penso proprio che abbia bisogno di un paio di orecchie buone per sfogarsi.- mormorò, lanciando un’occhiataccia ai due che si stavano fulminando con lo sguardo.
Avrei voluto bloccarlo e dirgli che ci sarei andata io, che avevo bisogno di sapere cosa si erano detti e cosa passava per la testa confusa di Liam.
Ma ero troppo scioccata e decisamente codarda per guardare in faccia una realtà che avevo quasi la certezza non mi sarebbe piaciuta.
Mi alzai anch’io, diretta in cucina per prendere un bicchiere d’acqua, mentre i due continuavano a discutere, ma la mia testa era troppo annebbiata per carpire di cosa stessero parlando.
Mentre bevevo il mio bicchiere d’acqua, sentii la porta del bagno sbattere, segno che Danielle ne aveva fatto fuori un altro.
Avevo il brutto presentimento che la prossima a cui avrebbe distrutto tutte le certezze sarei stata io.
Come a volermene dare la conferma, Danielle mi raggiunse in cucina e mi osservò attentamente mentre sciacquavo il bicchiere e lo riponevo molto lentamente nella dispensa, per ritardare il momento in cui avrei dovuto incrociare il suo sguardo.
Lei si schiarì la gola ed io cercai un po’ del coraggio che sapevo era sotterrato in me.
-Allora, tu e Liam state insieme.- cominciò, lanciandomi uno sguardo che aveva un che di perfido.
Mi ritrovai ad annuire, forse l’unica cosa che ero in grado di fare in quel momento.
Non avevo paura di lei o di quello che potesse pensare, la poteva vedere come voleva, io e Liam ci volevamo bene, davvero. Ero semplicemente intimidita, perché lei lo conosceva sicuramente più di me e sapeva molte cose di lui che io probabilmente avrei scoperto con il tempo e avrebbe usato questo a suo vantaggio.
Non sapevo in quale modo, perché ai miei occhi Liam appariva dannatamente perfetto, però la paura che avrebbe potuto dire qualcosa che non mi sarebbe piaciuta, mi sfiorò, facendomi ammutolire.
Lei fece una risatina sprezzante e incrociò le braccia al petto, fissandomi da capo a piedi, quasi disgustata.
-Non ci posso credere.- commentò. Io arrossii e incrociai a mia volta le braccia al petto, per cercare di sembrare un po’ più forte di quello che in realtà ero.
In quel momento l’indignazione ebbe la meglio su tutto: ero pur sempre una ragazza, e lei aveva appena commentato tra le righe il mio aspetto fisico per niente perfetto.
-Non importa cosa tu pensi. E’ così e basta.- risposi decisa, usando il poco coraggio che stava venendo a galla.
Lei rise, di nuovo, e schioccò la lingua.
-Ne sembri proprio convinta.- commentò e per un secondo mi parve di vedere un accenno di dispiacere nei suoi occhi, finché non mi resi conto che stava solo cercando di prendermi in giro e di far crollare quelle poche certezze che avevo, come l’amore di Liam nei miei confronti, che era l’unica cosa che mi dava la forza di stare in piedi davanti a lei a fronteggiarla.
Davanti al mio silenzio, lei rise di nuovo, pensando di avermi spaventata.
-Ecco, pensaci bene. Non è il caso che tu ti innamori di lui, ci rimarresti male e basta.-
A quelle parole sussultai, era arrivata tardi.
Io ero innamorata di lui, da capo a piedi.
E se dirlo a lui era stato difficile, ammetterlo a me stessa fu ancora più complicato.
Quella consapevolezza mi colpì come uno schiaffo e il mio stomaco si strinse in una morsa fastidiosa.
Cercai di riprendermi e di risponderle a tono, non potevo permettere che lei credesse di avermi insinuato dei dubbi.
Io sapevo come stavano realmente le cose, il suo improvviso ritorno non le avrebbe di certo cambiate.
-Quella che ci rimarrà male sarai soltanto tu. Io e Liam stiamo insieme, e ci amiamo.- sibilai. Lei sorrise, sprezzante, le mie parole che scivolarono via come se non le avessi neanche dette.
-Non ci credi neanche tu a quello che dici.- mi fece notare. Io deglutii, cercando di scacciare la fastidiosa sensazione che lei avesse ragione.
-Lo sappiamo tutte e due come andrà a finire: l’estate passerà e lui tornerà qui, a casa, da me. E tu sarai solo uno stupido ricordo.-
Le sue parole furono come una pugnalata dietro l’altra e colpirono tutti i miei punti deboli, portando a galla tutti i dubbi che avevo cercato di sotterrare da quando mi ero resa conto che qualcosa stava cambiando tra me e Liam, quando avevo capito che stava nascendo qualcosa di importante e avevo pensato che era inutile rovinarla con le mie stupide paure.
Ma in quel momento non mi sembrarono poi tanto stupide, considerando che avevo davanti una delle tanti ragioni per cui Liam si sarebbe potuto allontanare da me.
-Non è vero.- balbettai, prima di rendermi conto di sembrare una bambinetta che cercava di negare l’evidente.
Lei scosse la testa, sconsolata.
-Avresti dovuto capirlo prima, non sei fatta per lui, lo rallenteresti e basta e gli renderesti la vita difficile.- mormorò.
-Che vorresti dire?-
Sospirò, come se gli ci volesse un’immensa pazienza a spiegare una cosa talmente facile, ma che ero troppo stupida per capire da sola.
-Non vai bene per lui, tesoro. Non lo conosci neanche, non sei abituata alla sua fama, a stare sotto i riflettori. Quando finirà l’estate e tornerà a casa, non gli ci vorrà molto a dimenticarsi di te. Cosa credevi, che ti avrebbe portato con se qui a Londra?- chiese retoricamente, prima di scoppiare a ridere da sola.
-E’ impossibile, ci sono io qui, per lui. Tutto il mondo lo sa e non prenderebbe bene il fatto che una delle persone più famose del momento se la fa con una campagnola insignificante. Per non parlare poi delle sue fan: loro mi adorano. Come pensi reagirebbero a sapere che Liam mi ha lasciata per una come…te?- concluse, con un’altra smorfia disgustata.
Chiusi gli occhi, decisamente sconfitta e senza niente da dire, senza neanche uno stupido appiglio per poter ribattere.
Aveva distrutto tutte le mie sicurezze,  mettendo in chiaro come stavano veramente le cose e come sarebbero andate in futuro, mandando letteralmente il mio cuore in frantumi.
Poco importava che io amassi lui e che lui amasse me: tutto sarebbe presto finito, lui sarebbe tornato a casa, alla sua vita di prima, dove ci sarebbe stata lei ad aspettarlo.
Ci avrebbe messo poco e niente a dimenticarmi e ad accantonarmi come una stupida storiella estiva.
-Ne sarebbero contente e quando vedranno come lei lo rende felice, capiranno quanto tu non eri adatta.- rispose Zayn, raggiungendoci in cucina e affiancandomi.
Lanciò uno sguardo di fuoco a Danielle, che rimase a bocca aperta, e arrossii capendo che aveva ascoltato tutto, assistendo alla mia umiliante sconfitta.
Schioccò la lingua e senza neanche guardarmi mi afferrò la mano e me la strinse, probabilmente per rassicurarmi.
-Non riesco ancora a capire come abbia fatto Liam a sopportarti per tutto quel tempo.- mormorò. Lei fece una smorfia, ma lui non le permise di ribattere.
-Non gli dirò niente solo perché non voglio che soffra ancora di più per te, che non lo meriti minimamente.- continuò, con sguardo di ghiaccio –Ma tu devi sparire, e ficcarti bene in testa che quella che non fa per lui, sei tu.- concluse.
Lei non rispose e, lanciandomi uno sguardo di fuoco si girò sui suoi tacchi e fece per andarsene.
Sulla porta, si voltò di nuovo verso di noi.
-Bel discorsetto commovente, Malik. Alla fine vedremo chi di noi aveva ragione.- sentenziò, prima di uscire sbattendo la porta.
Sospirai di sollievo e sciolsi la presa, alzando quel tanto lo sguardo verso Zayn per vederlo sorridere rassicurante.
-Lo sai che non devi credere a niente di quello che ha detto, vero?- mi chiese, leggendomi il tormento negli occhi.
Abbassai lo sguardo e feci spallucce. Lo sentii sospirare e si avvicinò, alzandomi il viso per costringermi a guardarlo negli occhi, in quel momento incredibilmente dolci e anche un po’ preoccupati.
-Cher, non dirmi che pensi veramente quelle cose!- esclamò. Per tutta risposta alzai le spalle.
-E’ così, Zayn. Lei ha ragione, prima o poi tornerete a casa e lui non ci metterà tanto ad andare oltre.- borbottai, stupendomi delle mie stesse parole.
Mi sembravano stupide e insensate, ma qualcosa dentro di me mi spingeva a credere che quella sarebbe stata la realtà una volta finita l’estate.
-Tornerà con lei e si dimenticherà di me.- continuai, trattenendo a stento le lacrime che minacciavano di uscire.
Erano le sue parole che mi avevano destabilizzata e costretta a pensare in negativo, cosa che mi risultava molto facile.
Lui sorrise, scuotendo la testa.
-Sai che se lui ti sentisse dire queste cose uscirebbe fuori di testa?- chiese retoricamente. Feci spallucce di nuovo.
-Ascoltami, Cher.- cominciò, alzai lo sguardo verso di lui, attenta alle sue parole.
-E’ vero, alla fine dell’estate noi torneremo qui, a fare il nostro lavoro e probabilmente continueremo a girare il mondo con i nostri tour, ma questo non vuol dire niente. E’ una cosa differente dal legame che si è creato tra te e Liam. Si, probabilmente dovrete stare lontani a lungo, ma conosco bene Liam e so che se potrebbe ti porterebbe con lui in capo al mondo. Davvero, non l’ho mai visto così, credo che lui…credo che ti ami. E fidati, non permetterà mai che questo finisca.- mi assicurò con un sorriso convinto.
Cercai di ricambiare il suo sorriso, con scarsi risultati, la preoccupazione era troppa per poter credere fino in fondo alle sue parole, anche se riuscirono un po’ a sciogliere la morsa che mi stringeva lo stomaco.
Lui capì di non avermi ancora convinta e sospirò.
-Lo so che non mi credi, perché le parole di quella lì ti sembrano più reali e più facili da accettare. Ma lei non ha ragione, non l’ha mai avuta. Io si e ti devi fidare di me.- affermò, sorridendomi di nuovo.
-Grazie, Zayn.- sussurrai, accennando un sorriso, un po’ più tranquilla. Lui scoppiò a ridere e mi tirò a se per stringermi in un caldo abbraccio.
-Stai tranquilla, vedrai che andrà tutto bene.- sussurrò al mio orecchio. Annuii e sciolsi l’abbraccio con un sorriso.
-Ti voglio bene.- gli dissi, sincera. Il suo sorriso si allargò ancora di più e mi scompigliò i capelli.
-Anche io, piccola.- mormorò, facendomi sentire un po’ più leggera.
 
 


Jenny.
 



-Noi due dobbiamo parlare.- cominciai, appena lui si buttò sul letto a peso morto. Mi chiusi la porta alle spalle e lui mugugnò qualcosa, facendomi segno di raggiungerlo. Lo accontentai e mi raggomitolai accanto a lui, che mi strinse immediatamente tra le braccia.
-No, facciamo qualcos’altro…- mormorò.
Mi attirò a se e fece per baciarmi, ma io mi tirai indietro appena le sue labbra si posarono prepotenti e avide sulle mie. Lui mi guardò contrariato, aggrottando le sopracciglia.
-Che c’è?- mi chiese. Lo guardai dritto negli occhi, l’espressione incredibilmente seria.
-Io sono la ragazza del momento, Harry?- gli chiesi, le parole che scivolarono fuori dalla mia bocca con tono quasi disperato.
Il discorso di Lucas del giorno prima rimbombava nella mia testa e aveva fatto in modo che una morsa mi stringesse lo stomaco, senza neanche darmi la possibilità di respirare.
Lui sbarrò gli occhi, decisamente sorpreso da quella domanda che ripensandoci sembrava assurda anche a me.
-Ma che stai dicendo, Jen?- esplose, accennando un sorriso. Scossi la testa.
-Sono seria, rispondi.- mormorai, abbassando lo sguardo. Lui mi mise un dito sotto al mento e mi costrinse ad incrociare i suoi occhi verdi incredibilmente sinceri.
-Chi ti ha messo in testa questa cosa assurda, piccola?- mi chiese sussurrando. Alzai le spalle e lui sospirò.
-Ascoltami bene.- cominciò –Questo pensiero non ti deve neanche sfiorare. Dio, sei la ragazza più importante che abbia mai avuto, come puoi dire…Aspetta.- si bloccò, guardandomi seriamente.
-E’ stato Lucas, vero?- mi chiese.
Merda.
Deglutii e sbarrai gli occhi.
-No, io…-
-Si, è stato lui.- affermò, poi soffocò un grido di frustrazione.
-Quando la smetterà di immischiarsi nella mia vita sarà sempre troppo tardi.- borbottò tra se e se.
-Non importa chi è stato o cosa mi ha detto. Rispondi alla mia domanda. Perché se è così, Harry,  sei ancora in tempo per dirlo. Però, per favore, non prendermi in giro, non lo sopporterei.- sussurrai implorante. Lui mi guardò a lungo dritto negli occhi, scavando nel più profondo della mia anima, leggendomi dentro come non aveva mai fatto nessun’altro.
-Jenny, tu sei importante per me. Molto importante, e non ti lascerò mai. Chiaro? Non permettere ad un idiota di farti venire dubbi inutili.- disse. Con un sospiro tremante annuii e mi lasciai baciare.
Le sue labbra erano morbide e delicate e mi calmarono un pochino, facendomi quasi dimenticare delle parole di Lucas, che aveva cercato di mettermi in guardia in tutti i modi.
Ma io mi fidavo di Harry, se lui mi diceva così, allora potevo stare tranquilla.
Perché avrei dovuto credere alle parole di uno sconosciuto che ce l’aveva con lui per chissà quale motivo?
-Toglimi una curiosità, cosa ti ha detto esattamente?- mi chiese, quando il bacio finì. Alzai le spalle.
-Ha detto che tu cambi più o meno una ragazza a settimana e che avrei dovuto lasciarti, perché sono solo la ragazza del momento.- confessai, per liberarmi di quel peso che sentivo nel petto. Lo sentii grugnire qualcosa, lo sguardo frustrato.
-Lo sapevo, fa sempre così, ogni volta che mi vede con una ragazza.- borbottò.
Lo guardai e deglutii, decisa di non credere alle parole di Lucas e di fidarmi di lui, del ragazzo che in quel momento mi stava facendo battere il cuore più veloce del dovuto.
-Perché? Perché cerca di rovinarti, cosa gli hai fatto?- mi costrinsi a chiedere, la curiosità che mi bruciava dentro.
Era impossibile che quel ragazzo ce l’avesse tanto con lui senza un motivo, doveva pur avergli fatto qualcosa in passato.
Lui sospirò.
-Prometti di non avere reazioni esagerate e di ascoltare tutta la storia?- chiese, guardandomi vagamente preoccupato. Annuii e mi lasciai stringere in un abbraccio, mentre lui fissava il soffitto, perso nei ricordi.
-Era il mio migliore amico, prima che diventassi famoso. Andavamo a scuola insieme, giocavamo a calcio insieme, facevamo tutto insieme.- cominciò.
-Eravamo nella stessa comitiva di amici. E c’era una ragazza.- continuò. Si irrigidì e deglutì.
-Mi piaceva, parecchio, solo che ero troppo timido e poco sicuro di me per dichiararmi.- abbassò lo sguardo su di me, che lo fissavo sbalordita, e accennò un sorriso.
-Si, lo so. E’ difficile da credere, ma sono stato anch’io un bambinetto insicuro.- affermò divertito. Sorrisi e gli feci segno di andare avanti con la storia.
-Così, Lucas fu più furbo di me e le chiese di uscire. Lei accettò e si misero insieme. Io non gli dissi niente, lui non sapeva che a me piacesse e lasciai correre, pensando che mi sarebbe passata presto.- scrollò le spalle e accennò un altro sorriso, un po’ triste.
-Poi, quell’estate, Lucas partì ed io rimasi solo, così come Nicole, la sua ragazza. Cominciammo a passare più tempo del dovuto insieme, dato il fatto che eravamo rimasti soli, e tutte le sensazioni che avevo pensato di aver sotterrato tornarono a galla. Sembrava andare tutto bene, fino a quando un giorno ci baciammo e lei mi disse che era sempre stata innamorata di me ma che non aveva mai avuto il coraggio di dirmelo.- sospirò.
-Quando Lucas tornò, lei lo lasciò e si mise con me. La mia amicizia con lui finì, e poco tempo dopo anche la mia storia con Nicole. Da quel momento in poi Lucas è diventato il mio più accanito nemico e fa di tutto per rovinarmi la piazza con le ragazze. Fine della storia.- concluse, abbassando lo sguardo su di me e sorridendomi.
-Wow.- commentai. Lui fece spallucce.
-Già.- replicò.
-Doveva proprio essere una gran bella ragazza questa Nicole.- commentai. Lui scoppiò a ridere e mi baciò improvvisamente. Lo lasciai fare, presa in contropiede dalla sua veemenza.
-Si, era passabile. Ma tu sei un milione di volte meglio.- sussurrò. Lo colpii con uno schiaffo sulla spalla e lui scoppiò a ridere.
-Idiota.- sibilai. Mi baciò di nuovo e poi si alzò, trascinandomi con se.
-Dove vai, ora?- gli chiesi.
-Di sotto, ho fame e non voglio che tua sorella pensi che approfitti di te.- rispose. Scossi la testa, contrariata.
-Da quando ti interessa cosa pensa mia sorella?- ribattei. Lui fece spallucce e si avvicinò, lo sguardo malizioso, per baciarmi di nuovo.
-Se vuoi, possiamo rimanere qui a fare altro, per me non è un problema.- sussurrò sulle mie labbra. Deglutii e il mio cuore perse un colpo.
No, non ero pronta.
-Andiamo.- mormorai tesa, facendolo ridere. Appena uscii dalla stanza, vidi Cher passare, gli occhi un po’ tristi, seguita da Zayn che sembrava un po’ preoccupato.
-Ehi, cos’è successo?- chiesi, mentre Harry mi afferrava la mano.
Cher alzò appena lo sguardo verso di me, ma fu Zayn a rispondere alla mia domanda.
-E’ tornata Danielle.- disse solo, ma io capii tutto lo stesso.
Da brava Directioner, sapevo tutto della loro vita e quindi sapevo anche che Danielle era la ragazza di Liam.
Beh, almeno finché non era arrivata Cher.
Harry rimase a bocca aperta.
-E…e Liam?- chiese. Cher scrollò le spalle, lasciando di nuovo rispondere Zayn. Sembrava che era diventato il suo portavoce, parlava per lei, forse un po’ troppo sconvolta per mettere in chiaro quello che le passava per la testa.
-Ha parlato con lei, poi è uscito di casa senza dire niente. C’è Niall con lui.- ci informò. Poi Cher sospirò e parve riprendere vita.
-Scusate, io devo..devo stare un po’ da sola.- borbottò. Zayn scosse categoricamente la testa.
-No, da sola non ti ci lascio.- protestò. Lei scrollò le spalle  e mi guardò.
-Stai bene?- le sussurrai. Che domanda stupida.
Lei annuì e accennò un sorriso.
-Ho solo bisogno di pensare un po’, davvero.- mi assicurò. Annuii e poi lei si chiuse in camera, seguita da Zayn che aveva tutta l’aria di essere diventato la sua guardia del corpo.
-Wow.- mormorai, mentre Harry mi trascinava in cucina. Mi misi seduta su una sedia, mentre lui si preparava qualcosa da mangiare.
-Già, ‘wow’ è proprio la parola adatta.- commentò, ancora un po’ sorpreso. Sospirai rumorosamente, riflettendo su tutto quello che era accaduto in quegli ultimi giorni.
-La mia vita si è trasformata in una stupida puntata di beautiful.- commentai dopo un po’. Harry scoppiò a ridere.
-Davvero.- insistetti –Prima Lou bacia Cher, poi ci ripensa e torna da Eleanor, poi incontro questo Lucas che sembra tutto intenzionato a farmi venire dubbi che prima non mi avevano nemmeno sfiorata. Ora ci mancava anche il ritorno di Danielle ad incasinare ancora di più il tutto. - elencai infastidita.
La risata di Harry però venne bloccata da una voce che, secca e decisa, giunse alle nostre orecchie, facendomi capire di aver appena scatenato una tempesta.
-Cosa?!- esclamò Liam, dietro di noi.
Mi voltai verso di lui e tentai un sorriso, mentre Harry sospirava rumorosamente e Niall, accanto a lui, ci fissava con occhi sbarrati.
-Oh, ciao Liam.- lo salutai con la mano.
-Cos’hai detto?- chiese, ignorando il mio saluto, rosso di rabbia.
-Ehm, si, ho incontrato questo Lucas che…- farfugliai. Lui si avvicinò con aria minacciosa, l’espressione furente che strideva sulla sua faccia solitamente dolce.
-Cos’è che ha fatto Louis?- sibilò.
Merda.








HOOOOLA C:
Non so che dire, oggi ho il cervello praticamente spento.
Probabilmente non riuscirò a sparare nemmeno una cazzata delle mie u.u
Prendetevela con il mio allenatore, ieri mi ha praticamente uccisa con quei fottuti affondi, povere le mie gambe non me le sento più D:
Commentiamo il capitolo, che è meglio u.u
MA GUARDA QUESTA STRONZA CHE CERCA DI FAR CROLLARE LA POVERA CHER >.<
Dai, odiamola tutti insieme.
Poi, boh. Zayn è un figo in questo capitolo :3
E..ehm...*tossisce* sta arrivando la tempesta.
LALALA (?)
Purtroppo Jenny non sa tenere la bocca chiusa, povera piccola ingenua :s
Ora scappo, oggi mi sto sul cazzo da sola.
Spero vi piaccia ç.ç
#With love.
-S.

Piiiesse. Passereste a leggere questa meraviglia?
Dai,dai, merita *.*
It's all a balance above the madness

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Capitolo 28
*** Capitolo 27. ***


 Capitolo 27
 

Jenny.
 





Oh, merda.
Oh, merda.
Oh, merda.
-Jenny, rispondi, maledizione!- ringhiò Liam, avvicinandosi. Sbarrai gli occhi, terrorizzata, e Harry scattò, piazzandosi davanti a me.
-Calmati, Liam. Non prendertela con lei.-lo ammonì. Liam lo guardò e piano piano il suo viso tornò ad un colorito normale.
-Ok, sono calmo. Scusa, Jen.- mi disse. Annuii debolmente e Harry si spostò, continuando però a tenere gli occhi puntati su Liam, che sembrava leggermente più tranquillo.
-Jenny, potresti per piacere ripetere quello che hai detto?- chiese, cercando di mantenere un tono di voce normale, ma si vedeva chiaramente che era in difficoltà.
Deglutii, tesa, e feci spallucce.
-L’hai sentito, perché devi farmelo ripetere?- ribattei, non avevo voglia di affondare ancora di più il pugnale.
Lui annuì e la sua espressione si fece di nuovo furiosa.
-Non ci posso credere!- sbottò. Harry sospirò e mi affiancò, poggiandomi una mano sulla spalla.
-E’ stato solo un bacio, Liam. Cerca di non farla tanto tragica.- mormorò, cercando di calmarlo. Liam lo incenerì con lo sguardo.
-Tu lo sapevi.- constatò. Harry annuì.
-E perché non me l’hai detto?- esplose. In tutto questo, Niall era rimasto praticamente a bocca aperta, probabilmente senza niente di preciso da dire, troppo scioccato da tutti quegli avvenimenti.
-Perché…non lo so, Liam. Non mi andava di fare la spia.- balbettò Harry. Liam sbarrò gli occhi e alzò le braccia al cielo.
-Non ci posso credere.- mormorò –Perché devono succedere tutte a me?!- esplose, mettendomi quasi paura.
-Liam, è stato solo un bacio.- ci riprovò Harry. Liam gli lanciò un’occhiata piena di frustrazione.
-Solo un bacio?! Solo?! Il mio migliore amico bacia la mia ragazza e tu cerchi di sdrammatizzare!- lo accusò, poi mi indicò.
-Cosa avresti fatto se avesse baciato Jenny?- gli chiese, probabilmente per fargli capire la gravità della situazione e per intimargli di smetterla di difendere Louis.
Louis, che in quel momento non c’era, probabilmente era con la sua ragazza, e che quando sarebbe tornato avrebbe dovuto dare un po’ di spiegazioni e probabilmente subirsi la sfuriata di Liam.
Tutto per colpa mia.
Harry si ammutolì, sotto lo sguardo di accusa di Liam ed io rimasi in silenzio per non peggiorare la situazione.
-Devo prendere aria, sto per scoppiare.- mormorò Liam, quasi parlando tra se e se, prima di riprendere la giacca ed uscire a grandi passi.
Appena, furioso, uscì di nuovo di casa, cominciavo a pensare avesse la nausea di quel posto, scattai su per le scale.
Entrai in camera di Cher senza neanche bussare e la trovai sul letto, a fissare il soffitto della camera, mentre Zayn era appollaiato su una sedia a guardarla divertito.
Appena si accorsero di me, il fiato corto e l’espressione di sicuro sconvolta, scattarono in piedi.
-Jen, che succede?- chiese Cher, la voce vagamente isterica.
Avevo il fiatone, mi poggiai sulle ginocchia e cercai di respirare e di riuscire a parlare.
-Liam…il bacio…Louis…- farfugliai. Cher mi afferrò per le spalle e mi scosse, guardandomi preoccupata.
-Parla, Jen, non capisco!- esclamò. Presi un bel respiro.
-Liam sa del bacio di Louis. Stavo parlando con Harry e lui è entrato e ha sentito tutto. Scusa, mi dispiace, non sapevo fosse lì…- borbottai, arrossendo.
Lei mi lasciò andare, l’espressione scioccata.
-Oh, merda.- sibilò Zayn, passandosi una mano sui capelli –Che mi sono perso?- chiese.
-Dov’è?- chiese Cher. Deglutii di nuovo.
-E’ uscito.- mormorai.
Cher sembrò risvegliarsi. Afferrò una felpa a caso, probabilmente di Liam, e le scarpe, scattando verso la porta.
-Devo trovarlo. Jen, sai dove può essere andato?- mi chiese. Feci spallucce e scossi la testa.
-Probabilmente al parco qui vicino. Va sempre lì quando ha bisogno di staccare.- rispose Zayn. Cher annuì e mi riservò un’occhiata glaciale.
-Vado a cercarlo. Tu cerca di non fare casini in mia assenza.- sibilò. Annuii.
-Scusa.- sussurrai. Lei scrollò le spalle ed uscì di casa correndo.
L’avevo fatta grossa e se Liam si sarebbe arrabbiato con Cher, magari lasciandola, non me lo sarei mai perdonato.
Sempre che Cher mi avrebbe lasciata in vita.
Appena si chiuse la porta alle spalle tornai in cucina da Harry, che stava raccontando tutto a Niall, ancora a bocca aperta.
-Che mi sono perso, ragazzi?- chiese Zayn, seguendomi.
-Louis ha baciato Cher.- lo informò Niall. Zayn spalancò la bocca.
-Quando?- chiese, Niall fece spallucce.
-Il giorno prima di partire.- rispose. Io mi misi seduta accanto ad Harry, che mi circondò le spalle con un braccio e mi baciò la fronte.
-Merda, e perché non l’ha detto a Liam?- chiese ancora Zayn.
-Perché ha risolto con Cher e si è reso conto che è stato tutto un grande sbaglio e che non sarebbe mai più successo. Era inutile scatenare una tempesta.- rispose Harry.
-Finché non sono arrivata io ed ho rovinato tutto.- mormorai a mezza bocca. Harry strinse la presa.
-Non è colpa tua. Prima o poi l’avrebbe scoperto comunque.- tentò di rassicurarmi. Annuii tristemente, anche se le sue parole scivolarono via senza farmi nessun effetto.
-Qualcosa mi dice che era meglio se questo viaggio non lo facevamo. Sembra che da quando siamo tornati siamo finiti in una puntata di beautiful!- esclamò Niall. A quelle parole, sorrisi.
La pensava esattamente come me.
-Già.- affermò Zayn, crollando su una sedia accanto a noi.
-Spero che si sistemi tutto, non vorrei che si scatenasse una guerra.- mormorò, preoccupato.
-No, Cher sistemerà tutto. Lo so.- risposi io, sicura.
Almeno era quella la mia speranza.
Doveva sistemare tutto, non avrei sopportato il contrario..
 
 
 
 


Liam.
 
 




A passo svelto, mi avviai verso il parco, unico posto tranquillo in quella città caotica, sperando che il cappuccio della felpa bastasse a farmi passare inosservato tra la folla.
In quel momento non volevo né vedere, né parlare con nessuno.
Ero talmente nervoso che se qualche fan mi avesse riconosciuto e avvicinato, non avevo idea di come avrei potuto reagire.
Non ci potevo credere, non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, non da Louis.
Avevo intuito che c’era qualcosa che non quadrava, che provava qualcosa che non doveva provare e che non era solo uno stupido litigio ad averli fatti allontanare.
Ma mai mi sarei immaginato che lui l’avesse baciata.
Mi sentivo tradito, ferito e completamente furioso.
Tralasciando il gesto, per il quale avrebbe potuto trovare milioni di giustificazioni, la cosa che non mi spiegavo era perché non me l’avessero detto.
Come avevano fatto a guardarmi negli occhi, senza riuscire a dirmi che, cavolo, si erano baciati!
Mi buttai sulla prima panchina che trovai vuota, sprofondando la testa tra le mani, cercando di calmarmi e di provare a capire cosa li avesse spinti ad agire in quel modo.
Forse la paura di farmi del male, di scatenare un litigio?
E non era peggio così, che ero riuscito a scoprirlo da solo e oltre che tradito, mi sentivo ferito anche dal loro silenzio?
Una mano che si posò delicata sulla mia spalla mi distolse dai miei pensieri.
Alzai lo sguardo e il mio nervosismo aumentò il doppio.
-Danielle, non adesso ti prego.- le dissi, mentre lei con un sorriso si sedeva accanto a me.
-Che è successo? Sembri sconvolto.- commentò. Scossi la testa, sospirando.
-Non ho voglia di parlarne, non con te.- specificai. Lei fece una smorfia, forse offesa dalle mie parole e mi carezzò un braccio, che ritirai immediatamente.
-Non essere così scontroso, con me puoi parlare, lo sai.- mi disse con voce convincente. La guardai negli occhi, quegli occhi che una volta mi facevano sognare, ma nella mia testa l’immagine di Cher offuscava tutto, anche il sorriso affettuoso che Danielle mi stava rivolgendo in quel momento.
-Perché sei ancora qui? Ti avevo chiesto di andartene e di lasciarmi stare.- le ricordai. Lei fece spallucce, sembrava come se le mie parole le scivolassero addosso.
-Non mi importa, so che non è quello che vuoi veramente.- borbottò. Sospirai di nuovo e la guardai, esasperato.
-Ti prego, Dan, non mettertici anche tu. Sono già troppo confuso in questo momento.- la implorai. Il suo sorriso si allargò ancora di più e si avvicinò.
-No, invece. Tu hai paura, paura di ammettere che mi ami ancora.- disse, sicura di se. Scossi la testa ancora prima che finisse di parlare.
-Pensaci, Liam. Pensa un minuto, ricorda i vecchi giorni, quando eravamo felici. Torna da me.- mi implorò, sfiorandomi la guancia con una carezza delicata. Scossi di nuovo la testa, che mi pulsava dal dolore, troppi pensieri, troppe emozioni contrastanti tutti insieme.
-Non voglio pensarci, ok? Basta, davvero. Ti ho dimenticata, perché devi complicare le cose?- lei scosse la testa, non aveva ascoltato nemmeno una delle mie parole.
Fissava le mie labbra ed io avrei tanto voluto avere la forza per alzarmi da quella dannata panchina e mettere un oceano tra me e lei.
Perché era quello che veramente volevo.
Ma lei non me lo permise.
Si avvicinò di slancio, eliminando tutte le distanze tra di noi e incollando le sue labbra alle mie.
All’istante, un senso di nausea mi invase lo stomaco e la afferrai per i fianchi, allontanandola da me prima che approfondisse il bacio.
-Danielle, no.- protestai, guardandola in modo serio. Lei fece una smorfia delusa e accennò un sorriso, quando un suono strozzato dietro di me, che mi spezzò il cuore, giunse alle mie orecchie.
Chiusi gli occhi.
No.
 
 
 


Cher.
 
 



Corsi più veloce che potevo verso il parco più vicino, guardandomi intorno sperando di vederlo.
Dovevo trovarlo, provare a spiegargli come stavano le cose e sperare che tutto tornasse alla normalità.
Non ne potevo più di tutti quei litigi e incomprensioni, ero al limite.
Quando arrivai al parco, notai subito una testa castano chiaro che mi dava le spalle e che parlava con una ragazza dai ricci folti, che purtroppo riconobbi al volo.
Stavo per avvicinarmi a loro, quando realizzai la scena che si stava svolgendo sotto i miei occhi increduli.
Mentre Danielle si buttava su di lui, baciandolo con una foga che io non avrei mai avuto il coraggio di usare, sentii il mio cuore tremare e un pezzo di esso staccarsi, lentamente, provocandomi un dolore mai provato prima.
Le mani di Liam si strinsero sui suoi fianchi e, proprio mentre pensavo stesse per approfondire il bacio, spazzando via tutto quello che restava del mio cuore scosso da sobbalzi di dolore, la allontanò da se.
Lo sentii mormorare qualcosa, poi gli occhi di Danielle si posarono su di me e notai l’ombra di un sorriso vittorioso sulle sue labbra, sicuramente ancora piene del sapore di quelle di Liam.
Mi scappò un singhiozzo e per poco le mie ginocchia non cedettero, facendomi cadere a terra.
Vidi Liam girarsi lentamente e, quando i suoi occhi dolci si posarono su di me, il cuore riprese a battere forte, come se rimesso in vita dal calore dei suoi occhi.
Lo vidi scattare in piedi, mentre io ero immobilizzata lì, ferma in mezzo al parco, con le persone che mi passavano accanto che mi lanciavano occhiate curiose.
Danielle cercò di trattenerlo per un braccio e lui le lanciò un’occhiata talmente furiosa da spaventare anche me.
-No.- sibilò –Non provare a toccarmi mai più.- le disse, prima di sciogliere bruscamente la sua presa e girarsi di nuovo verso di me.
Si avvicinò, con le braccia alzate, come se fossi una pazza con una pistola in mano, e con gli occhi puntati nei miei, probabilmente nel tentativo di calmarmi.
Ma io non ci capivo più niente.
Mi sentivo strana, come se non fossi più dentro il mio corpo.
-Cher, mi…mi dispiace.- cominciò, arrivando ad un passo da me. Scrollai le spalle e lui sospirò.
-Io…non volevo accadesse. Credimi.- implorò.
-Ora siamo pari, no?- mi ritrovai a mormorare, non ancora del tutto in me. Lui accennò un sorriso.
-Già.- sussurrò. Annuii a mia volta, mentre Danielle, lo sguardo vagamente tormentato, se ne andava via con il suo passo svelto.
Speravo che finalmente se ne fosse andata per sempre, lasciando stare me e Liam.
Sembrava che da quando era apparsa lei, tutta la mia vita fosse andata a rotoli.
-E’ riuscita a baciarti.- mormorai, indicandola. Lui fece un altro passo avanti verso di me.
-Già, e avrei proprio voluto che tu non vedessi.- mormorò sconfitto. Feci spallucce.
-Io ho fatto di peggio.- ribattei, lanciandogli un’occhiata veloce. Aggrottò le sopracciglia, confuso ed io mi strinsi nelle spalle.
-Ho baciato il tuo migliore amico.- confessai.
In realtà non era andata proprio così: era stato lui a baciare me.
Ma poco importavano le parole con cui lo dissi, il fatto era quello e purtroppo non si poteva cancellare.
Il suo sguardo si fece di fuoco e per un secondo ebbi paura che cominciasse ad urlare contro di me, ma poi sembrò calmarsi, rifilandomi solo un’occhiataccia.
-Già, e vorrei proprio sapere perché l’hai fatto. E soprattutto perché non me l’hai detto.- mormorò con voce amareggiata.
Deglutii, pronta ad una bella chiacchierata che sapevo prima o poi avremmo dovuto fare.
-Però vorrei parlarne insieme a Louis. Tu devi dirmi solo una cosa: è il caso che mi preoccupi, tu…tu vuoi lasciarmi?- balbettò.
Per poco non scoppiai a ridere.
E pensare che quei due giorni ero stata tormentata dal terrore che lui ci ripensasse  e mi lasciasse, per tornare con Danielle alla sua vecchia vita.
Sapere che ora era lui ad essere spaventato e che probabilmente di lasciarmi non gli era passato neanche per l’anticamera del cervello, mi fece sospirare di sollievo. Mi avvicinai a lui, accorciando le distanze e gli afferrai una mano.
-Sei un idiota, se pensi questo.- gli risposi. Lui mi sorrise, visibilmente sollevato, e mi attirò a se, stringendomi in un abbraccio.
-Ascoltami, il bacio con Louis è stato solo un errore. Non lo voleva nessuno dei due, è successo e basta. E so che probabilmente non mi crederai, ma è finita lì. Anche per lui, davvero. Abbiamo chiarito e lui è andato da Eleanor, perché ama solo lei…- presi un bel respiro –E io amo solo te.- confessai arrossendo e sentendo il cuore martellarmi furioso nel petto.
Dissi quelle parole con tutta la sincerità possibile, perché le pensavo veramente, e lui sembrò apprezzare e credermi, perché annuì, fissandomi con i suoi occhi incredibilmente dolci.
-Anche io amo solo te, Cher.- sussurrò, bloccando per un secondo il mio cuore –E mi dispiace aver baciato Danielle, io…-
-Lo so che tu non volevi.- lo interruppi, con un sorriso. Lui annuì con vigore e mi strinse in un altro abbraccio.
-Mi dispiace per tutto quello che è successo in questi giorni. Ci siamo solo fatti del male, se l’avessi saputo non ti avrei mai fatto fare questo assurdo viaggio.- mi sussurrò all’orecchio. Gli strinsi le braccia intorno alla schiena, affondando la testa nel suo petto e annuii distrattamente.
-Non importa.- mormorai sulla sua maglietta. Lui mi strinse ancora più forte, come a voler scacciare tutta la distanza che si era messa tra di noi in quei giorni a causa di Danielle.
-Vorrei solo che tutto tornasse alla normalità.- sussurrò dopo un po’. Alzai lo sguardo verso di lui e gli sorrisi.
-Dipende solo da noi.- mormorai. Lui annuì, ricambiando il sorriso.
Mi baciò, come sapeva fare solo lui, come non aveva fatto negli ultimi due giorni, e poi sciolse l’abbraccio, afferrandomi la mano e intrecciando le dita tra le mie.
-Andiamo a casa, Louis dovrebbe tornare presto. Sistemiamo questo e poi giuro che dimentichiamo tutto, come se non fosse mai successo.- mi assicurò. Io annuii e gli strinsi la mano, lasciandomi guidare verso casa con un peso in meno nel cuore, che era tornato a battere forte e vigoroso come faceva solo quando Liam era con me.
Quando rientrammo, trovammo tutti i ragazzi preoccupati che ci tempestarono di domande su cosa fosse successo.
Dopo averli rassicurati e detto loro che era tutto a posto, ci lasciarono soli, andando ognuno nella propria stanza.
Solo Harry rimase con noi, probabilmente perché Jenny, dopo l’ennesime parole di scuse, si era addormentata sul divano, e quindi lui non aveva proprio niente da fare.
In silenzio, per non svegliarla, ci spostammo tutti in cucina. Mi accomodai su una sedia, mentre Harry si avvicinava a Liam, lasciandogli una pacca sulla spalla.
-Mi dispiace non averti detto niente, non volevo impicciarmi.- gli disse. Liam scosse la testa.
-Tranquillo. Hai ragione, tu non c’entravi niente, ho esagerato.- si scusò Liam. Harry annuì e si strinsero in un veloce abbraccio, prima di venir interrotti dal rumore della porta di casa
-Sono a casa!- urlò con voce squillante Louis, sbattendo la porta. Deglutii, un po’ tesa.
-Oh, scusa Jen, ti ho svegliata?- lo sentii mormorare sempre con la sua voce squillante.
Non riuscii a cogliere le parole di mia sorella, sicuramente non molto simpatiche e la osservai mentre faceva capolino in cucina, con la forma del cuscino stampata in faccia. Harry scoppiò a ridere e le si avvicinò, afferrandole la mano.
Nel frattempo ci raggiunse anche Louis.
Harry si irrigidì e gli lanciò uno sguardo eloquente, che lui però non colse.
-Credo proprio sia il caso che tu la porti a dormire.- esclamò ridendo. Harry annuì e, dandogli una pacca sulla spalla, uscì mano nella mano con Jenny, probabilmente diretti in camera.
A quel punto Louis si girò verso di noi.
Il solito sorriso allegro che sembrava averlo abbandonato negli ultimi giorni, risplendeva sul suo viso sereno e rilassato.
L’atmosfera tesa che era nell’aria sembrava non scalfirlo minimamente e non coglieva affatto le occhiate eloquenti che cercavo di lanciargli, mentre Liam, a braccia conserte, aspettava che il suo sguardo giungesse a lui, in piedi accanto al tavolo, la mascella tesa e probabilmente deciso ad aspettare le mosse di Louis, prima di dire qualsiasi cosa.
Appena notò il mio sguardo preoccupato, sembrò capire, perché mi lanciò un’occhiata mista allo spavento e all’indignazione e poi guardò Liam, quasi in preda al terrore.
Sbuffò e si passò una mano sui capelli, sedendosi di fronte a me.
-Ok, cosa è successo?- chiese, guardando Liam. Lui fece un passo avanti e si mise seduto, accanto a me. Gli afferrai immediatamente la mano sotto al tavolo e gliela strinsi, cercando di calmarlo, ma lui fissava Louis.
-Credo che tu mi debba delle spiegazioni.- mormorò. Louis sbruffò.
-Bene. Come hai fatto a scoprirlo?- chiese, con tranquillità.
Evidentemente, essendo per lui acqua passata, non si preoccupava della possibile reazione di Liam.
Però era chiaro che stava bollendo di rabbia e che esigeva spiegazioni al più presto.
Liam cercò di restare calmo, stringendo un pugno e chiudendo gli occhi.
-Louis, sii serio per una volta.- sibilò, riaprendo gli occhi e fulminandolo con lo sguardo.
Lui scrollò le spalle e mi lanciò una breve occhiata.
-Cosa gli hai detto?- mi chiese.
-Tutto.- risposi semplicemente. Lui sospirò e puntò gli occhi azzurri in quelli arrabbiati di Liam.
-Mi dispiace, amico. Davvero, non so cosa mi è preso.- mormorò. Liam sospirò.
-Louis, devi essere sincero, sono stanco di tutte queste bugie.- lo implorò Liam, riportando la voce ad un tono normale, segno che stava cominciando a tranquillizzarsi.
Louis annuì e mi lanciò un’altra breve occhiata.
-Ok, te lo dico. Pensavo di essermi preso una bella cotta per Cher.- cominciò, Liam scattò, ma lui lo bloccò alzando un dito.
-Ma…- riprese, con sguardo serio –Con quel maledetto bacio mi sono reso conto che non era così. Ho fatto una cazzata, e tu hai tutte le ragioni per essere arrabbiato. Però, Liam, credimi, non c’è nient’altro oltre che all’amicizia. Ora lo so e mi dispiace di aver rovinato tutto.- concluse, lanciandomi uno sguardo di scuse. Gli sorrisi e gli feci l’occhiolino.
Liam sospirò rumorosamente.
-Va bene.- mormorò, segno che gli stava passando l’arrabbiatura e che probabilmente già l’aveva perdonato.
-Però perché non me l’hai detto subito?- gli chiese, scuotendo la testa. Louis si strinse nelle spalle, cercando di sdrammatizzare il tutto con un sorriso.
-Perché come tu ben sai, molte volte non penso alle conseguenze dei miei gesti. E poi ero sicuro che tu mi avresti ucciso, prima volevo passare un’ultima giornata con la mia ragazza, che tra l’altro mi ha perdonato.- aggiunse, sorridendo, visibilmente felice.
Scossi la testa divertita, mentre Liam si alzava, con Louis al suo seguito.
-Il problema è che tu non pensi proprio.- lo rimbeccò Liam, accennando un sorriso.
Louis lo notò e si buttò su di lui, stringendolo in un abbraccio da orso.
-Mi hai perdonato?- gli chiese con la voce da bambino. Liam scoppiò a ridere e cercò di sciogliere la presa.
-Si, si. Ma staccati adesso!- esclamò. Louis non lo ascoltò e lo strinse ancora più forte.
-Oh, ti voglio bene, papà.- gli disse. Scoppiai a ridere, proprio mentre gli altri ragazzi ci raggiunsero in cucina e osservarono la scena sorpresi.
-Qualcosa mi dice che si è sistemato tutto.- mormorò Zayn, sospirando di sollievo.
-Era ora!- urlò Niall, buttandosi nell’abbraccio. Gli altri due lo seguirono a ruota, mentre Jenny mi si avvicinava e mi stringeva la mano.
-Mi dispiace di aver scatenato tutto questo.- mi sussurrò. Le sorrisi e feci spallucce.
-Prima o poi sarebbe successo, hai solo accelerato le cose.- le risposi. Lei mi sorrise ed io le baciai la guancia.
-Ehi, asociali, voi non vi unite all’abbraccio?- ci chiamò Niall, con un gran sorriso.
Ridendo, ci avvicinammo ai ragazzi che ci strinsero a loro.
-Quanto mi piace quando ci vogliamo tutti bene.- mormorò Niall, scatenando le risate di tutti quanti.
In quel momento mi sentii veramente felice, e tutte la frustrazione, il nervosismo e il risentimento che in quei giorni avevo accumulato scivolarono via, facendomi sentire di nuovo leggera.








HOLA C:
Si è chiarito tutto *saltella per tutta la casa*
Era ora, non ne potevo più di tutta quella tensione uu
Penso proprio che i prossimi saranno capitoli un po' più tranquilli...
O forse no.
MUAHAHA (?)
Scusate, è il caffè (che tra l'altro neanche mi piace) che fa questo effetto.
Sono stata costretta a berlo perchè non mi reggevo in piedi.
Ho trooooppo sonno #yaum
Aaaah, devo scappare, la pallavolo mi chiama.
Pregate per me che oggi l'allenatore sia buono, potrei mandarlo a farsi fottere da un momento all'altro :')
Spero vi piaccia, ragazze :3
Scusate se c'è qualche errore, non ho davvero tempo per rilegggere.
#Whit love.
-S.

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Capitolo 29
*** Capitolo 28. ***


Capitolo 28
 
 

Cher.
 




Tornare a casa non fu affatto triste come me l’aspettavo.
Prima di partire avevo pensato che quello sarebbe stato un viaggio bellissimo, indimenticabile e che non avrei mai voluto finisse.
Invece, mentre ero sull’aereo, non avevo fatto altro che sperare che il tempo passasse in fretta, per poter tornare nella mia casetta e rilassarmi, senza paura che una qualsiasi Danielle uscisse da fuori un cespuglio e minacciasse di portarsi via il mio Liam.
Liam che avevo lasciato a dormire come un ghiro nel suo letto, l’espressione finalmente rilassata, dopo aver passato due ore a disfare la sua valigia.
Quel ragazzo era un disastro in campo di ordine e vestiti.
Sorridendo mi avviai a passo leggero verso la tavola calda, dove mi aspettava il mio amico, affamato sicuramente di informazioni.
Quasi me lo immaginavo a saltellare dietro il bancone, impaziente, dopo avergli mandato un messaggio per avvisarlo che ero tornata.
Inutile dirlo, mi aveva risposto al volo obbligandomi di raggiungerlo il prima possibile.
Quando arrivai davanti alla tavola calda, ancora aperta e con qualche cliente che sedeva comodamente ai tavoli, Mike mi notò da fuori e si sbracciò, facendomi segno di raggiungerlo alla svelta.
Risi e lo accontentai, entrando e raggiungendolo dietro al bancone.
Lui squittì qualcosa e mi abbracciò di slancio, facendomi ridere ancora più forte.
-Dio, se mi sei mancata, Cher!- esclamò al mio orecchio. Gli baciai la guancia e sciolsi l’abbraccio.
-Si,si, dì che non ne potevi più di fare tutto tu.- lo stuzzicai, afferrando il vassoio pronto che aveva sul bancone e affrettandomi a servire i clienti ad un tavolo lì vicino, che mi ringraziarono con un sorriso.
-Oh, piantala. Neanche torni e già cominci a lavorare?- mi chiese contrariato. Feci spallucce con un sorriso e lui mi fece segno di sedermi.
Lo accontentai, appollaiandomi su uno sgabello, mentre lui mi guardava con occhi luminosi, poggiando il mento tra le mani.
-Dai, racconta.- mi disse, con un sorriso entusiasta.
Ricambiai il sorriso e mi guardai intorno, cercando di prendere tempo, non avevo idea di dove cominciare e sapevo che Mike mi avrebbe reso le cose più facili, cominciando a bombardarmi di domande.
-Non è andata proprio come speravo.- cominciai. I suoi occhi si spalancarono ancora di più.
-Perché che è successo?-
-Sono stati giorni un po’ movimentati, ecco.- mormorai, stringendomi nelle spalle.
-Oh, smettila di girarci intorno e vai al sodo!- esclamò, con espressione impaziente. Cercai di non ridere e cominciai a raccontare.
-E’ tornata Danielle.- cominciai –L’ex di Liam, con tutta l’intenzione di riprenderselo.-raccontandolo a Mike tutto il nervosismo e l’irritazione stavano tornando a galla e strinsi i pugni, cercando di non pensare alle parole crudeli che per un attimo mi avevano fatto dubitare di Liam.
-Dimmi che l’hai presa a calci in culo, mandandola da dove era venuta!- esclamò, quasi urlando. Mi guardai intorno, imbarazzata, e gli feci segno di abbassare il tono di voce.
-La tua finezza mi stupisce sempre di più.- commentai sarcastica. Lui mi fece un sorrisetto.
-Sono pur sempre un ragazzo.- mi ricordò. Feci un gesto con la mano, annuendo distrattamente.
-Comunque, ci ha pensato Liam a farlo.- continuai.
-Si! Adoro sempre di più quel ragazzo!- esclamò di nuovo. Lo guardai divertita e lui arrossì.
-Hai intenzione di farmi parlare o mi interromperai ogni frase che dirò?-
-Scusa, sto zitto.- disse, facendo segno di chiudersi le labbra con un lucchetto. Scoppiai a ridere e lui mi fece segno di continuare, impaziente.
-Beh, diciamo che Liam l’aveva mandata via. Poi però ha scoperto del bacio con Louis, io lo sono andata a cercare e…-
-Aspetta, aspetta. Chi si è baciato con Louis?!- chiese sbarrando gli occhi.
Mi schiaffeggiai la fronte.
-Oh, già. Tu non ne sai niente.- mormorai tra me e me.
-Diavolo, ma quante cose mi sono perso?- chiese. Feci spallucce.
-Non è colpa mia, sembra che tutte le cose peggiori che mi potessero capitare siano successe in questi tre giorni.-
-Beh, che aspetti? Mettimi al corrente di tutto!- esclamò.
Annuii e mi sistemai meglio sullo sgabello, pronta ad una lunga ed estenuante chiacchierata.
 
 
Dopo avergli raccontato tutto per filo e per segno ed averlo pregato di smettere di farmi domande, dato il fatto che avevo la gola secca e che probabilmente il giorno dopo mi sarei svegliata senza voce, lui mi porse una tazza di caffè per farmi riprendere.
Mentre lo sorseggiavo lentamente, lui fissava il vuoto, probabilmente ripensando alle mie parole.
-Quindi, oltre a tutto questo gran casino. Con Liam…- cominciò, lanciandomi uno sguardo che aveva un che di malizioso.
-Con Liam cosa?- indagai sospettosa. Lui arrossì lievemente, fissandomi con i suoi occhioni scuri, che sapevano leggermi dentro meglio di chiunque altro.
-Insomma, ti avevo detto di non tornarmi incinta, però…- cominciò. Arrossii, capendo all’istante dove volesse andare a parare e lo colpii con una botta sulla spalla, facendolo sorridere.
-Oh, Mike, piantala.- gli intimai. Lui continuò a scrutarmi, mettendomi decisamente in imbarazzo.
-Andiamo, non dirmi che non è successo niente.-
-Non sono affari tuoi.- borbottai, evitando di incrociare il suo sguardo. Lui sorrise e batté le mani.
-Allora è successo!- esultò. Gli afferrai un braccio, incrociando le occhiate curiose che i clienti ci avevano rivolto dopo l’acuto di Mike.
-Se urli un’altra volta giuro che ti uccido.- sibilai e lui si calmò –Comunque, no, non è successo niente. Ci sono stati talmente tanti imprevisti che non abbiamo quasi mai avuto il tempo di rimanere soli.- continuai, un po’ infastidita.
-Oh, mi dispiace.- sussurrò, mettendo il broncio.
Gli lanciai un’occhiataccia.
-Comunque chi aveva deciso che dovesse succedere per forza? Non eravamo obbligati.- borbottai.
Lui sospirò e mi guardò contrariato. Evitai il suo sguardo, troppo imbarazzata dal discorso che avevamo cominciato a fare.
Non che non mi sentissi attratta da Liam, anzi, ogni volta che mi era vicino facevo fatica a trattenermi.
Però non si era mai verificata l’occasione di andare oltre a dei semplici baci e non mi sembrava necessario fare tutto di fretta.
Avevamo tempo, insomma.
-Batti il ferro finché è caldo, Cher.- interruppe i miei pensieri Mike, con voce apprensiva.
Lo guardai confusa.
-Che intendi dire?-
-L’estate sta finendo, potrebbero essere le tue ultime occasioni, non farti scappare di mano questo sentimento, approfittane.- continuò. Deglutii, arrossendo ancora di più, mentre il cuore batteva più veloce del dovuto.
-Non sono affari tuoi, smettila di confondermi.- mormorai a voce talmente bassa che forse neanche mi sentì.
-Come vuoi. Io te lo dico perché probabilmente questa sarebbe la volta giusta. Tu lo ami, lui ti ama, perché tirarsi indietro?- continuò ad insistere.
Scrollai le spalle e puntai lo sguardo sulle mie scarpe, mentre le sue parole rimbombavano nella mia testa.
-Ok, cambiamo discorso, mi stai mettendo in imbarazzo.- mormorai.
Lui fece spallucce, chiudendo il discorso.
Mi schiarii la gola e afferrai il pacchetto che avevo lasciato ai miei piedi e glielo porsi.
Gli occhi gli si illuminarono al volo e lo afferrò di scatto, lanciandomi un’occhiata sorpresa.
-E’ solo un pensierino, non aspettarti niente di che.- gli dissi sorridendo, mentre lui cominciava a scartarlo con entusiasmo.
Quando tirò fuori il contenuto, una maglietta dell’Hard Rock che sapevo aveva sempre desiderato, per aggiungerla alla collezione e un portachiavi con la scritta ‘London’ in rosso, cacciò un urletto degno di un bambino il giorno di Natale e fece velocemente il giro del bancone, per stritolarmi in un abbraccio.
-Grazie, grazie, grazie. Sei la migliore amica del mondo, anche se sembri quasi una suora!- esclamò al mio orecchio. Scoppiai a ridere, pizzicandogli il fianco per la sua ultima frase.
Lui scattò e sciolse l’abbraccio.
-Te la sei cercata.- gli dissi divertita, mentre si massaggiava il fianco.
-Oh, non è colpa mia se ancora non sei riuscita ad andare a lett…-
-La vuoi piantare?!- esclamai, tappandogli la bocca, prima che riuscisse ad urlare l’ultima parte della frase, anche se avevo capito benissimo cosa volesse dire.
Lui annuì ed io mollai la presa, mentre lui mi abbracciava di nuovo.
-Grazie, davvero.- sussurrò al mio orecchio. Alzai gli occhi al cielo e ricambiai l’abbraccio.
-Tutto, per te.- risposi. Lo sentii sorridere e poi mi lasciò andare.
-Oh, ecco perché continuavi ad urlare come un’oca starnazzante.- esordì una voce dal timbro burbero.
Mi voltai e sorrisi a Tom, che mi diede un buffetto sulla guancia, mentre Mike gli faceva una smorfia.
-Bentornata, piccola.- mi disse Tom, io gli sorrisi e poi lui lanciò un’occhiataccia al figlio, che continuava ad ammirare la maglia che gli avevo regalato neanche fosse oro.
-Hai finito di urlare? No, dico, hai spaventato i clienti.- lo rimproverò. Mike fece spallucce.
-Stavo accogliendo al meglio Cher.- borbottò. Io scoppiai a ridere, mentre Tom scuoteva la testa, sconsolato.
-Scommetto che con questa accoglienza non le hai fatto desiderare altro che tornarsene a Londra per non vederti mai più.- ribatté, mollandogli una pacca sulla spalla. Lui gli fece una smorfia, che lo fece scoppiare a ridere, per poi sparire in cucina, rivolgendomi un altro sorriso.
-Non lo sopporto quando fa così.- borbottò Mike, ripiegando accuratamente la maglia e riponendola nella busta.
Gli sorrisi.
-Ti vuole bene, ed è un ottimo padre.- gli ricordai. Lui alzò gli occhi al cielo.
-Si,si. Lo dici solo perché non è il tuo.- mormorò. Scossi la testa divertita e balzai giù dallo sgabello.
-Ora vado, ho ancora la valigia da disfare.-
-Oh, già mi lasci solo?- chiese imbronciandosi. Mi sporsi verso di lui e gli scoccai un bacio sulla guancia.
-Dai, tanto domani ricomincio a lavorare, avremo tutto il tempo per stare insieme.- gli ricordai. Lui annuì e mi sorrise.
-Bene, a domani.- affermai, avviandomi verso la porta.
-Ti voglio bene.- mi urlò dietro lui. Mi voltai per fargli una boccaccia.
-Lo so.- gli risposi come mio solito.
Lui scoppiò a ridere, trascinando anche me e poi uscii, diretta finalmente a casa.
 
 
 
Mentre sistemavo gli ultimi vestiti che erano rimasti in valigia, abbandonata da Jenny, che se n’era già andata dal suo Harry, sentii suonare al campanello.
Mi affrettai a scendere le scale, cercando di non cadere e spalancai la porta, ritrovandomi davanti l’unica persona che avevo voglia di vedere in quel momento.
Non appena mi sorrise, il mio cuore prese il via, cominciando a battere furioso e mi costrinsi a rimanere in me, ricambiando al meglio il sorriso.
-Ciao.-
-Ehi, ti sei svegliato.- risposi al suo saluto. Lui annuì imbarazzato e mi mostrò le mani, nelle quali c’erano uno shampoo ed un asciugamano.
-Posso occuparti il bagno? Non so come, i ragazzi hanno rotto la caldaia e la doccia fredda non è nei miei standard di resistenza.- mi disse, con sguardo implorante. Scoppiai a ridere e mi spostai un poco, per lasciarlo passare.
-Certo, vieni.-
Lui entrò ed io chiusi la porta. Non feci nemmeno in tempo a voltarmi verso di lui, che mi afferrò per i fianchi ed incollò le sue labbra alle mie.
Chiusi gli occhi e mi lasciai andare immediatamente a quel bacio che era dolce e caldo come al solito, capace di scatenarmi una tempesta di scosse elettriche in tutto il corpo.
D’un tratto, le parole di Mike mi ritornarono in mente, mentre lui approfondiva il bacio, e il mio cuore prese a battere più forte, chiedendosi se quella fosse proprio l’occasione di cui Mike stava parlando.
Mentre pensavo e ripensavo, non so come, finimmo su qualcosa di morbido. Aprii un occhio per guardarmi intorno e mi resi conto che eravamo finiti nella mia stanza, sul mio letto e in quel momento la bocca di Liam era scesa sul mio collo, succhiando leggermente la pelle e lasciandomi scie di fuoco bollente che mi scatenarono le farfalle nello stomaco.
Mi si bloccò il respiro, mentre lui mi stringeva a se, stendendosi su di me e premendo il suo corpo sul mio.
Sembrava come se il mio cervello si fosse scollegato, non riuscivo a pensare più a niente, solo ai baci infuocati di Liam che mi stavano mandando il cuore in gola.
Finché lui non si staccò, il fiato corto e lo sguardo pieno di desiderio. Puntò i suoi occhi dolci nei miei e mi osservò a lungo.
Io rimasi in silenzio, senza sapere bene cosa fare, poi lui mi sorrise e si tirò su.
Mi imbronciai, non capendo il perché di quella resa, insomma, io non gli avevo detto niente.
Per quanto mi riguardava avrebbe potuto anche continuare, io di certo non avrei trovato né la forza né la voglia di fermarlo.
-Vado a farmi un doccia, non emano proprio un buon odore.- mi sussurrò divertito.
Sorrisi e sbuffai, mentre lui si chinava su di me ridendo e baciandomi dolcemente le labbra.
-Torno subito, sono piuttosto veloce.- mi assicurò, soffiando sulle mie labbra e scatenando qualcosa dentro al mio stomaco, e poi un po’ più giù. Annuii arrossendo e lui mi baciò di nuovo, per poi alzarsi del tutto, lasciandomi lo spazio per riprendere fiato.
Lo guardai sorridente e un po’ imbarazzata, mentre a passo svelto raggiungeva il bagno nella mia stanza e lasciava la porta socchiusa, per continuare a chiacchierare con me. Sprofondai la testa nei cuscini, un po’ imbarazzata, cercando di non buttare l’occhio nello spazio angusto in cui avrei potuto vederlo al naturale.
-Allora, che ti ha detto Mike?- mi chiese, la sua voce un po’ attutita dal rumore del getto dell’acqua.
Deglutii, arrossendo violentemente.
Non ero sicura che volesse sapere proprio tutto quello che mi aveva detto Mike.
-Più che altro ha fatto parlare me, ha voluto sapere tutto per filo e per segno e mi ha fatto promettere di tornarci insieme, un giorno.- gli risposi, cercando di scacciare via quel fastidioso imbarazzo.
Lo sentii ridere.
-Oh, sicuro. Potrà venire quando vuole, siamo pieni di stanze in quella casa.- affermò. Sorrisi.
-Non credo che voglia dividere la casa con cinque ragazzi scalmanati. E poi non so quanto converrebbe a voi. E’ un tipo abbastanza…difficile.- mormorai.
Lui rise, ancora.
-Per me non c’è problema. E ovviamente ci sarai tu a tenerlo a bada.- continuò.
Il mio cuore perse un colpo e non trovai niente di adatto da dire.
Sarei tornata a Londra, da loro, con loro?
Magari per sempre?
No, impossibile.
Loro avevano una vita lì, totalmente diversa da quella che io conducevo qui, sarebbe stata solo una visita di cortesia, tutto qui.
Una visita ogni tanto, sempre che la cosa fosse durata.
-Ehi, ci sei ancora?- mi chiese lui.
-Eh? Si, si. Stavo pensando.- risposi arrossendo.
Lui scoppiò di nuovo a ridere.
-Non farlo troppo, potresti stancarti.- mi stuzzicò.
-Divertente.- commentai, facendolo ridere ancora.
Poi la suoneria del suo cellulare mi fece sobbalzare e lo afferrai, notando una bustina lampeggiare sul display, segno che gli era appena arrivato un messaggio.
-E’ il mio?- chiese.
-Si, un messaggio.- risposi, già pronta a posare il cellulare sul comodino.
-Puoi leggerlo, per favore?- mi chiese, stupendomi.
Non avrei mai pensato che mi avrebbe dato questa possibilità.
Sapevo che non mi nascondeva niente, ma poteva essere chiunque, magari anche qualcosa di personale.
Se mi lasciava leggere i suoi messaggi significava che si fidava di me e non aveva paura di niente, o forse ero io che mi facevo troppi film e per lui era stato una richiesta completamente naturale.
-Certo.- risposi balbettando un po’, riprendendo il cellulare e aprendo il messaggio, curiosa.
 
‘So che te ne sei andato. Ma io sarò sempre qui, quando ritornerai. Ti aspetterò. D. xx’
 
Ancora lei, che provava di nuovo a portarmelo via.
Si sarebbe mai arresa, lasciandoci in pace?
 
 







HOLA C:

Scuuusate per il ritardo, la scuola è iniziata da due giorni e già sono distrutta D:
Lo so, lo so, il capitolo è piuttosto corto e anche un po' noioso, ma l'avevo detto che sarebbe stato tranquillo, no?
Anche se quella stronzetta ancora non si arrende >.<
Vabbè, ma niente è perfetto, ormai si è capito uu
Quiiindi, per farmi perdonare, il prossimo capitolo sarà un po’ BOOOOM.
Succederà una cosa che…
No, forse ve l’aspettate un po’ tutte quante, però comunque rimane BOOM.
Ah, prometto che dopo il prossimo capitolo ne farò uno tutto su Jenny.
So che molte di voi vorrebbero saperne di più sulla coppia Jarry (?), quindi cercherò di accontentarvi ;)
Anche perché tra circa quattro capitoli dovrò mettere il punto per sempre a questa storia #sigh.
Già mi manca D:
So, ora sparisco e vado a studiare biologia ç.ç
Spero vi piaccia :)
#With love.
-S.


Piesse. Per chi non si fosse ancora stancata di me, ho un'altra Ff in corso.
Fate un salto se vi va ;)
Love is just a mess.

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Capitolo 30
*** Capitolo 29. ***


 
Capitolo 29
 
 

Liam.
 
 



-Chi è, Cher?- le chiesi, mentre uscivo dalla doccia.
Infilai i boxer e scossi i capelli, asciugandoli un poco.
Per un secondo mi chiesi se era il caso raggiungerla con solo il minimo indispensabile per coprirmi, però poi il suo silenzio mi incuriosì troppo, facendomi anche un po’ preoccupare, e decisi di ignorare il fatto che sarei potuto sembrare affrettato e l’avrei potuta mettere in imbarazzo.
Infatti, appena uscii dal bagno, la vidi puntare gli occhi su di me e arrossire violentemente, mentre mi porgeva il cellulare.
Mentre lo afferravo le toccai la mano, era bollente.
Per un secondo un pensiero poco casto mi attraversò la mente, poi i miei occhi caddero sul messaggio e tutto fu sostituito da un’improvvisa rabbia e frustrazione.
-Ancora, ma quando la smetterà?- sbottai, spegnendo il cellulare e buttandolo sul letto.
Lei mi lanciò uno sguardo veloce e nei suoi occhi lessi un po’ di tormento. Mi accucciai, fino a far arrivare il mio viso all’altezza del suo.
La guardai negli occhi, inchiodandola con lo sguardo e vidi il sangue colorarle leggermente le guance, come ogni volta che mi avvicinavo a lei.
-Non pensarci.- la pregai. Lei annuì, tanto per farmi contento e cercò di distogliere lo sguardo. Le afferrai il mento con una mano e la costrinsi a guardarmi negli occhi.
-Dico davvero, dimenticala. Io l’ho fatto, puoi farlo anche tu.- le assicurai.
Lei annuì di nuovo, ed io la baciai di slancio, cercando di azzerare il tormento che le leggevo negli occhi.
Era difficile vederla così triste e insicura, soprattutto sapendo che in parte era a causa mia, ma non potevo fare niente per risolvere la questione.
Più che dire a Danielle che per me era veramente finita, non potevo fare niente.
Dovevamo solo sperare che lei si rassegnasse e ci lasciasse in pace una volta per tutte.
Però avevo il vago sospetto che non sarebbe stata così facile la sua resa.
Poggiai la mia fronte sulla sua, gli occhi chiusi, cercando di riprendere fiato.
-Ti prego, dimmi che ti fidi di me.- la implorai.
Le sue mani calde mi strinsero le guance ed io aprii gli occhi, per incrociare i suoi, incredibilmente dolci e sinceri.
-Io mi fido di te, Liam.- sussurrò, soffiando sulle mie labbra. Le sorrisi e lei chiuse gli occhi, per baciarmi delicatamente le labbra.
Non so perché, ma quel contatto scaricò una scossa elettrica che mi percorse tutto il corpo, costringendomi ad afferrarla e stringerla forte, per baciarla con più passione, come se non ne potessi fare a meno.
La sentii sospirare con il fiato corto, mentre ricambiava il bacio, le mani poggiate sul mio petto nudo, la mia pelle bruciante al contatto con la sua.
Sembrava come se una tempesta di ormoni si stesse scatenando dentro di me, ma nonostante tutto il mio cervello rimase attivo e mi fece notare che lei non era così persa come me, che c’era qualcosa che le frullava nella testa e che non le permetteva di lasciarsi andare come avrebbe voluto.
Con un sospiro frustrato interruppi il bacio e lei aprì gli occhi, accennando un sorriso.
Mi tirai su, lasciandole lo spazio per respirare e rotolai accanto a lei, stringendola con un braccio.
-Vuoi dirmi a cosa stai pensando?- le chiesi. La sentii deglutire e lei si accoccolò sul mio petto, chiudendo gli occhi.
-Ha ragione lei.- sussurrò. Una rabbia improvvisa mi travolse e sbruffai, contrariato.
-Si, avrà anche ragione, quando tornerò starà lì ad aspettarmi. Ma questo non vuol dire che io mi butterò tra le sue braccia. Perché nessuno crede che io sia capace di resisterle?- sbottai, sciogliendo l’abbraccio e portando le braccia dietro la testa. Lei si tirò su e puntò gli occhi nei miei.
-Non è questo che intendo. Lo so che tu non tornerai con lei.- puntualizzò.
-E allora qual è il problema?-
-E’ quello che mi ha detto, ha ragione.- bisbigliò, chiudendo gli occhi. Aggrottai le sopracciglia, confuso.
Quando avevano parlato?
E soprattutto, cosa si erano dette?
-Cosa mi nascondi, Cher?- le chiesi. Lei aprì gli occhi e mi fissò.
-Niente, ha solo cercato di spaventarmi. E per quanto tu possa rassicurarmi, so che ha ragione.- ammise, sconfitta. Sospirai e mi tirai su, osservandola attentamente.
-In cosa ha ragione? Parlami, Cher. Per favore.- la implorai con sguardo serio. Lei scrollò le spalle ed evitò il mio sguardo, arricciando le labbra e torturandosi le mani.
-Tu, alla fine dell’estate tornerai lì, a Londra, con i tuoi amici.- cominciò. Provai a ribattere, ma lei mi bloccò alzando un dito, l’espressione incredibilmente seria e sofferente.
-Lo so che non tornerai con lei.- mi anticipò. Sospirai di sollievo, ma sentivo che era in arrivo uno di quei fatidici ‘ma’.
-Ma…- ricominciò, appunto. –Ma io resterò qui, sola, e tu tornerai alla tua vita e…- si bloccò, gli occhi che le si riempirono di lacrime.
Una morsa mi strinse lo stomaco e il mio cuore sussultò, era così difficile vederla soffrire.
-E…?- cercai di spronarla ad andare avanti, a togliersi quel peso, in modo che avrei potuto tranquillizzarla e cacciare via tutte le sue paure.
-E presto ti dimenticherai di me.- concluse, con un sospiro tremante. Mi scappò un sorriso e mi avvicinai, prendendole il viso delicatamente tra le mani e guardandola negli occhi.
-Cosa dici, Cher?- mormorai. Lei fece spallucce ed io le asciugai con il pollice una lacrima che era riuscita a sfuggirle.
-E’ così. La tua vita è talmente frenetica, piena di impegni, che non avrai neanche il tempo per pensare a me. Piano piano ti dimenticherai, lo so.- mugugnò. Le sorrisi e le sfiorai la fronte con le labbra, chiudendo gli occhi.
-Non permetterò mai che succeda, Cher. Tu sarai per sempre nel mio cuore, non ti dimenticherò mai.- affermai, deciso.
Quello era poco ma sicuro.
 
 
 

Cher.

 
 


-Non permetterò mai che succeda, Cher. Tu sarai per sempre nel mio cuore, non ti dimenticherò mai.- sussurrò.
La mia memoria ebbe un guizzo e il cuore sussultò.
Perché mi sembrava di averle già sentite quelle parole?
Dette da lui, poi?
Una consapevolezza amara si fece strada nella mia testa e mi ritrovai ad allontanarmi un poco da lui, osservandolo attentamente.
-Che c’è?- chiese lui –Non mi credi?- continuò, aggrottando le sopracciglia. Scossi velocemente la testa, perdendomi per l’ennesima volta nei suoi occhi.
-No, io…- cominciai, ma un ricordo mi interruppe.
Una scena che balenò davanti ai miei occhi fulminea, reale e dannatamente sconvolgente.
 
 
-Ehi, tu sei quella che ieri mi ha distrutto la pista.- la accusò il bambino, guardandola male.
La bambina annuì e il ragazzino si imbronciò ancora di più.
-Allora che vuoi?- le chiese. Lei sorrise e poté vedere gli occhi del bambino illuminarsi.
-Ti va di costruirne una insieme?- gli chiese, con un altro sorriso. Il bambino parve pensarci su, poi sorrise e le fece segno di sedersi accanto a lui sulla sabbia.
-Allora, quanto la facciamo lunga?- chiese il bambino, ma lei non lo stava ascoltando.
Si limitava solo a guardarlo, come meravigliata.
-Perché mi fissi?- le chiese lui, un po’ timido. La bambina arrossì.
-Perché mi piacciono i tuoi occhi.- confessò. Il ragazzino sorrise, prima di immergere le mani nella sabbia.
-Si, lo so. Me l’hai già detto.- mormorò.
 
 
Ritornai al presente, scuotendo leggermente la testa.
Cominciavo a ricordare.
Quella bambina ero io e quel ragazzino…
Liam?!
Lo guardai, strabuzzando gli occhi, mentre lui mi fissava preoccupato.
-Cher, che succede?- sussurrò, sfiorandomi la guancia.
Quel contatto, mi riportò di nuovo indietro nel tempo e non mi diede modo di rispondergli.
 
 
-Dai, Cher, non avere paura!- gridò il ragazzino, scoppiando a ridere.
-Non ho paura.- rispose lei imbronciandosi e incrociando le braccia al petto. –Fa solo freddo.- si giustificò.
Il ragazzino scoppiò di nuovo a ridere e gli occhi della bambina sembrarono illuminarsi.
-Sei proprio una fifona.- la stuzzicò lui, tuffandosi e sparendo tra le onde.
La ragazzina fece un passo avanti, attenta ad osservare, per vederlo riemergere dall’acqua. Ma così non fu.
I secondi passavano e lei cominciava a preoccuparsi, quando una mano le afferrò la caviglia e la trascinò sotto.
Riemerse tossicchiando, con il ragazzino al suo fianco che si piegava in due dalle risate.
-Stupido, potevo affogare!- strillò lei, lanciandogli un’occhiataccia. Lui smise di ridere e l’abbracciò improvvisamente.
Lei chiuse gli occhi in quel contatto innocente.
-Non l’avrei mai permesso.- sussurrò al suo orecchio.
 
 
Liam mi aveva afferrato per le spalle, preoccupato della mia espressione assente.
-Cher, credimi, per favore. Non finirà, io…- balbettò.
Ma era come se la sua voce fosse ovattata, non riuscivo ad ascoltarlo, a concentrarmi su di lui. Venivo trasportata indietro, verso quella realtà che mi sembrava tanto assurda.
Era lui, il bambino che aveva fatto parte di quasi tutte le estati della mia infanzia.
Era lui, il bambino con cui avevo fatto amicizia, il bambino a cui volevo bene, in cui avevo trovato una persona leale, buona e che ricambiava il mio affetto.
-Liam…- sussurrai, guardandolo negli occhi, senza vederlo veramente.
Davanti a me avevo quel bambino dolce che mi aveva perdonata quando avevo distrutto la sua pista per le biglie.
Biglie…
 
 
-Non andartene, Liam.- sussurrò la ragazzina. Gli scappò un gemito.
-Non voglio, Cher. Non voglio dirti addio.- si lamentò lui tra i suoi capelli. Lei si morse il labbro e dopo un po’ lui si staccò. Si guardarono negli occhi e si sorrisero.
Lei arrossì e distolse lo sguardo. Lui tossicchiò e le porse il piccolo sacchetto di seta trasparente che aveva tra le mani. Lei lo afferrò e lo guardò curiosa.
-Che cos’è?- gli chiese. Lui tirò su con il naso.
-E’ la mia biglia preferita. La più bella che ho.- sussurrò. Lei lo guardò sorpresa.
-Voglio che la tenga tu, così non ti dimenticherai di me.- continuò il ragazzino. Sul viso di lei spuntò un sorriso dolce.
-E così avrò una scusa per tornare, un giorno.- concluse mettendo il broncio. Lei scoppiò nella sua solita risata cristallina, facendo sorridere il ragazzino che sospirò e la strinse in un altro veloce e caldo abbraccio.
-Non ti dimenticare di me, Cher.- le sussurrò all’orecchio. Lei scosse la testa e gli stampò un bacio sulla guancia che le fece venire i brividi.
-No, te lo prometto. Ti voglio bene.- gli disse allontanandosi.
-Ti voglio bene anch’io, Cher.- mormorò.
 
 
Mi alzai di scatto, tremante e Liam sbarrò gli occhi.
-Cher, mi stai facendo preoccupare. Cosa diavolo ti prende?- mi chiese, corrugando le sopracciglia.
-Sei tu…Liam.- sussurrai meravigliata.
-Cosa?- chiese lui.
Poi mi ricordai della biglia.
Si, l’avevo messa nel mio vecchio portagioie, che avevo dimenticato nel fondo del cassetto.
Le prime settimane la tenevo sempre con me, poi con l’andare dei giorni me ne dimenticai, nello stesso modo in cui avevo dimenticato Liam.
Non ci potevo credere, mi sembrava assurdo.
Mi avvicinai al comò accanto al letto e aprii l’ultimo cassetto, in cerca.
Quando la trovai la presi tra le dita e la osservai meravigliata, mentre altri migliaia di ricordi mi passavano per la testa.
Le mani di Liam si posarono delicatamente sulle mie spalle, facendomi sobbalzare. Mi fece voltare verso di lui e mi scrutò attentamente.
-Cosa. Diavolo. Succede?- scandì bene le parole, inchiodandomi con lo sguardo.
Per tutta risposta, gli mostrai la biglia.
-Si, è bellissima. Ma è una semplice biglia, cosa c’entra adesso con…- si bloccò e sbarrò gli occhi.
Quasi vidi la lampadina sulla sua testa illuminarsi, come succede nei cartoni animati, mentre anche lui collegava tutto.
-Cher!- esclamò, togliendomi la biglia dalle dita e lanciandomi uno sguardo stralunato.
Io annuii, un vago sorriso che si faceva largo sulle mie labbra, proprio come sulle sue.
-Ci conoscevamo, Liam. Eravamo amici.- rivelai, stupendo anche me stessa.
-Wow.- fu il suo commento, fissando il vuoto, probabilmente cominciando a ricordare anche lui.
-Allora sei tu.- continuò, con la voce meravigliata. Annuii, con un nodo in gola.
-Ci siamo dimenticati.- sussurrai tristemente, pensando automaticamente che sarebbe successo di nuovo.
Lui sembrò capire.
-Eravamo piccoli, Cher, solo dei bambini e sono passati molti anni. Questo non significa che accadrà di nuovo.- mormorò, leggendomi negli occhi la preoccupazione.
-Si, ma ci volevamo bene. E nonostante le promesse ci siamo dimenticati di tutto, niente mi assicura che non accadrà di nuovo.- sussurrai, gli occhi gonfi di lacrime. Lui mi abbracciò, stringendomi forte.
-Cosa ti ho detto quella volta sulla spiaggia? Perché dobbiamo preoccuparci? Se ci amiamo, viviamo il presente. Non pensare a cosa potrebbe succedere, poi si vedrà.-
Ricambiai l’abbraccio, cercando di ricacciare giù le lacrime, per non essere debole come al solito.
Lui mi afferrò il viso con le mani e mi fece perdere nei suoi occhi cioccolato, che mi avevano davvero colpita dalla prima volta che li avevo visti, tanto tempo prima, e non ero stata un idiota a pensare che li avevo già visti da qualche parte.
Mi sorrise e strofinò il naso contro il mio, fino a far combaciare le nostre labbra, in un bacio dolce e veloce.
-Ti amo, Liam.- sussurrai all’improvviso. Il suo sorriso si allargò e il mio cuore perse un colpo.
-Non smettere mai di farlo.-
Scossi la testa e lui mi baciò di nuovo, con più urgenza, spingendomi verso il letto, dove ci stendemmo uno di fianco all’altra.
Avevo il cuore che batteva a mille e la solita paura mi stringeva lo stomaco in una morsa, ma me ne fregai.
In quel momento c’era solo lui, e il desiderio pressante di sentirlo mio in tutti i sensi.
Sentii la sua lingua premere e cominciare a giocare con la mia, mentre lui scivolava delicatamente su di me e faceva si che il cuore cominciasse a battermi talmente forte quasi come se volesse uscirmi fuori dal petto.
In quel momento sapevo esattamente quello che stava per succedere, ma nonostante tutto scacciai via tutti i dubbi e le paure e chiusi tutti i pensieri fastidiosi in un angolo del cervello, dedicandomi solo alla sensazione di calore che provavo in tutto il corpo.
Le sue mani, fresche e delicate, scivolarono sotto la canottiera, carezzandomi lentamente la pancia per poi risalire lungo i fianchi.
Piccoli brividi mi fecero tremare, mentre le sue labbra morbide non accennavano a separarsi dalle mie.
In pochi secondi si liberò della canottiera che era solo un intralcio e dei pantaloni della tuta che non erano da meno.
Quando entrambi rimanemmo solo con lo stretto necessario per coprirci lui si staccò da me e mi guardò negli occhi, immobilizzando con il suo sguardo dolce e per un attimo insicuro.
-Sei sicura?- mi chiese in un sussurro quasi impercettibile.
Nonostante il terrore mi stesse chiudendo la gola, permettendomi a malapena di respirare, l’amore che provavo in quel momento era più forte e per tutta risposta gli allacciai le braccia dietro al collo e lo baciai.
Non se lo fece ripetere due volte e si preoccupò di eliminare con un gesto veloce tutto quello che era rimasto a separarci.
Ormai eravamo solo noi due, pelle contro pelle.
Cuore contro cuore.
E quando, lasciandosi scappare un sospiro di piacere, unì dolcemente il suo corpo al mio, mi resi conto che non sarei mai potuta essere più felice di così e che Mike aveva ragione.
Non dovevo lasciarmi scappare un sentimento del genere.













HOOOOOLA C:
Aaah, ho il cervello in fumo o.o
Maledetta biologia e maledetta me che ancora provo a studiarla (?)
Ma vi pare che non è passata nemmeno una fottuta settimana e cominciano già a interrogare?
Almeno dovrebbero far passare un mese, o forse due, per farci riprendere il ritmo.
Oh, si u.u
Bene, torniamo a noi.
Che ne dite di questo capitolo, è abbastanza BOOM? :D
Lo so, lo so, ve lo aspettavate un po' tutte.
Si sapeva che prima o poi sarebbe successo, spero che almeno sia riuscita a non deludervi :)
E poi, dopo che finalmente hanno smesso di essere due rincoglioniti, si sono dati alla pazza gioia :')
Ecco, non dovrei dirlo, ma in questo momento mi sento piuttosto in imbarazzo.
Non ho molta esperienza, quindi fate largo all'immaginazione se non vi piace esattamente come l'ho descritto ^^
Ora scappo, devo studiare anche storia dell'arte.
Uccidetemi, vi prego ç.ç
Spero vi piaccia, dolcezze.
Fatemi sapere.
#With love.
-S.

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Capitolo 31
*** Capitolo 30. ***


Capitolo 30
 
 

Jenny.
 



-Allora, tu e Niall pensate al cibo e alle bevande.- ordinai a Louis, che annuì con un gran sorriso.
Poi mi rivolsi a Zayn.
-E tu pensa a rintracciare tutti i vostri amici, gente famosa, cose così.- gli dissi e lui annuì.
Poi mi voltai verso Harry.
-E noi pensiamo ad organizzare il tutto. E la prima cosa che dobbiamo fare è cercare un posto in cui fare questa mega festa.- esclamai.
Harry mi illuminò con un sorriso entusiasta e tutti i ragazzi si misero all’opera scattando. Sospirai, mentre Harry mi afferrava la mano e la stringeva delicatamente.
Ricambiai il suo sorriso e cominciai a pensare ad un luogo in cui organizzare una fantastica festa per il diciannovesimo compleanno di Liam.
Il paese dove abitavo non era proprio grande e le discoteche non si sapeva neanche cosa fossero da quelle parti.
L’unico posto adatto per accogliere decine di persone e farle divertire era probabilmente la palestra della scuola, ma non avevo idea di come ottenere il permesso per organizzare una festa lì, era praticamente impossibile.
Con l’aiuto della persuasiva Cher sarebbe stato tutto più facile, ma lei aveva il compito di distrarre Liam e di tenerlo lontano da noi per tutta la giornata.
Nessuno sarebbe riuscito a farlo meglio di lei, quindi dovevo cercare di cavarmela da sola.
Sbruffai, mentre Harry, tutto sorridente, mi guidava per le vie del paese, tenendomi per mano.
-Allora, io direi di cominciare dalle discoteche. Abbiamo molti amici, quindi ci vuole un luogo abbastanza grande per accoglierli tutti.- spiegò, afferrandosi il mento con una mano e riflettendo. Lo guardai divertita.
-Non ci sono discoteche in questo posto, Harry.- lo informai. Lui sbarrò gli occhi.
-Dici sul serio?-
Annuii e lui sbruffò.
-E dove potremmo farlo?- chiese, più a se stesso che a me. Mi strinsi nelle spalle.
-Non ne ho la più pallida idea. L’unico posto che mi viene in mente è la spiaggia. Ma come facciamo ad organizzare una festa lì?- chiesi retoricamente. Lui sembrò pensarci su, finché non sbatté le mani e sorrise.
-La tavola calda è abbastanza grande, potremo chiedere a Mike!- esclamò. Scossi la testa, ma lui non ci fece caso, troppo entusiasta per la sua idea.
-Si, c’entrerebbero tutti, poi se qualcuno vuole prendere aria, esce e si trova sulla spiaggia. E’ perfetto!- esclamò con un gran sorriso. Sospirai non riuscendo a trattenere il sorriso automatico che si faceva largo sul mio viso alla vista del suo.
-Possiamo provare, ma Tom è un tipo difficile.- lo avvisai. Il suo sorriso si allargò.
-Sono un tipo abbastanza persuasivo, io.- annunciò fiero di se. Scoppiai a ridere e gli pizzicai un fianco.
-Per convincere Tom ci vuole più di un ragazzino sicuro di se.- lo stuzzicai. Lui rise e un lampo di sfida gli attraversò gli occhi, mentre mi afferrava per un braccio e mi attirava a se, per far avvicinare le sue labbra pericolosamente alle mie.
-Tu dici?- soffiò. In quel momento il mio cervello aveva già cominciato a trasformarsi in poltiglia, ma annuii, beccandomi un altro dei suoi sorrisi mozzafiato.
-Quanto vogliamo scommettere?- chiese. Risi.
-Io non faccio scommesse. Non con te.- precisai. Non giocava pulito, non quando si trattava di scommesse. E poi sapevo che sarei comunque andata a perdere, meglio non rischiare.
Lui scoppiò a ridere e mi stampò un bacio sulla fronte.
-Sei una fifona.-
-No, sono solo prudente.- ribattei, facendolo ridere ancora più forte. Poi fece spallucce e sciolse l’abbraccio, senza lasciarmi la mano, e cominciò ad avviarsi verso la tavola calda.
-Beh, vedrai che riuscirò a convincerlo. Niente mi impedirà di fare felice il mio amico.- assicurò con voce da bambino dispettoso. Scossi la testa divertita e lo seguii, sperando che ce l’avrebbe davvero fatta.
Non c’era posto migliore di quello, forse era davvero l’unico in cui potevamo organizzare una festa degna di essere ricordata.
Dopo aver pregato Tom per una mezz’oretta, Harry riuscì ad ottenere la tavola calda per tutta la serata.
Non so cosa gli disse, io me ne stavo seduta al bancone a chiacchierare con Mike, ma quando tornò da me aveva un sorriso a trentadue denti stampato in faccia e il permesso per organizzare la festa in tasca.
Ora dovevamo solo sbrigarci a fare tutto entro la sera, momento in cui sarebbero tornati Cher e Liam da non so dove, e Liam avrebbe trovato la sorpresa.
Per facilitarci il tutto, Tom chiuse appena dopo pranzo la tavola calda e Mike rimase con noi ad aiutarci.
In due ore massimo riuscimmo ad allestire la sala, montano luci colorate e spostando i tavoli tutti da un lato, in modo da poter lasciare spazio ad una sorta di pista da ballo.
Poi arrivarono gli altri ragazzi, ognuno con qualcosa da fare e Zayn con la sua musica e le sue cuffie da dj.
-Che hai intenzione di fare con quei cosi?- gli chiesi, mentre lo vedevo armeggiare con lo stereo proprio nel punto in cui ci sarebbe dovuto essere il dj che lui avrebbe dovuto chiamare.
Fece spallucce e si infilò le mega cuffie che stavo indicando.
-Il dj.- rispose semplicemente. Alzai un sopracciglio.
-E quello che ti avevo chiesto di chiamare?-
Si strinse nelle spalle e sorrise.
-Nessuno è alla mia altezza, piccola. Non ce n’è migliore di me.- dichiarò facendomi l’occhiolino. Scossi la testa, mentre Harry ridendo mi trascinava via per andare a salutare i primi invitati che cominciavano ad arrivare.
Dopo aver intrattenuto più di una conversazione con tutti gli amici che Harry mi presentò, chi famoso e chi no, piombò Niall nella sala con espressione entusiasta e richiamò tutta l’attenzione su di lui.
-Silenzio, silenzio!- urlò con un gran sorriso. Tutti si ammutolirono ed io lo guardai divertita, mentre rosso in viso cercava di riprendere fiato, indicando il cellulare che aveva in mano.
-Cher mi ha mandato un messaggio, stanno arrivando. E lui è anche piuttosto scocciato perché non capisce il motivo per il quale lo sta portando qui.- concluse con una risata contagiosa a cui si unirono tutti gli invitati. Scossi la testa, mentre Harry mi stringeva la mano con un sorriso entusiasta.
-Bene, spengete le luci e cercate di fare silenzio. Sapete come funziona, no? Quando entra sbucate tutti fuori e gridate…- cominciai a voce alta.
Un coro di voci basse sussurrarono la parola ‘sorpresa’ ed io annuii soddisfatta, mentre qualcuno spense la luce e la stanza piombò nel buio più totale. Mi avvicinai ad Harry, che mi passò un braccio intorno alle spalle e mi strinse a se, stampandomi un dolce bacio sulla fronte, che mi fece sorridere automaticamente.
Sentii dei passi e dei mormorii provenire da fuori e il mio sorriso si allargò, mentre qualcuno si lasciava andare ad una risata soffocata.
-Dai, Cher. Andiamo a casa.- borbottò la voce di Liam. Quasi immaginai Cher alzare gli occhi al cielo e tirarlo per la mano.
-Non fare il bambino e aspetta due minuti.- ribatté lei con voce fintamente scocciata. Liam sbruffò e borbottò qualcosa, poi aprì la porta e tutti saltarono fuori gridando –Sorpresa!- con tutto il fiato che avevano in corpo.
L’espressione imbronciata di Liam svanì all’istante.
Spalancò la bocca e ci guardò uno ad uno, gli occhi che gli diventarono lucidi.
Sorrisi, facendo l’occhiolino ad un’emozionata Cher che gli stringeva la mano.
-Dì la verità, non te l’aspettavi, eh?- esclamò divertito Louis. Liam scosse la testa, sorridendo.
-No. E’ il regalo più bello che poteste farmi. Grazie, ragazzi.- mormorò. Scoppiò un applauso e i ragazzi corsero tutti ad abbracciarlo, urlando entusiasti.
Lui lasciò la mano di mia sorella, che mi si avvicinò, guardandoli intenerita, e si lasciò andare all’abbraccio con gli amici.
Tutti gli altri invitati guardavano la scena sorridenti e Liam si preoccupò subito di salutare tutti, abbracciandoli e ringraziandoli per essere qui.
-Bel lavoro, sorella.- si complimentò Cher con sorriso soddisfatto. Le sorrisi e le feci l’occhiolino. Mentre Liam, ancora un po’ emozionato, finiva di salutare tutti e abbracciava per l’ennesima volta i ragazzi, visibilmente felice.
Poi si avvicinò a noi e mi strinse in un delicato abbraccio.
-Scommetto che è stata tutta un’idea tua.- mormorò al mio orecchio. Scoppiai a ridere e gli baciai la guancia.
-Buon compleanno, Liam.- risposi, beccandomi un suo sorriso smagliante. Mi scompigliò i capelli e poi si dedicò a Cher, lanciandole un’occhiataccia divertita.
-Mi hai tenuto in ostaggio tutto il giorno per questo?- la accusò. Lei si strinse nelle spalle e il suo sorriso si allargò.
-Sei stata brava, devo ammettere che l’idea non mi aveva neanche sfiorato.- si complimentò, attirandola a se per stringerla in un abbraccio.
-Lo so, sei fiero di me.- scherzò lei, sventolando una mano in aria. Lui scoppiò a ridere e la zittì con un veloce bacio sulle labbra. Distolsi lo sguardo, più per l’intensa intimità di quel semplice gesto che per altro, ed incontrai subito gli occhi verdi di Harry, che mi fissavano divertiti dall’altro lato della stanza, mentre un paio di suoi amici chiacchieravano con lui animatamente.
Nel frattempo Zayn si era recato alla sua nuova postazione da dj e aveva preso in mano il microfono, richiamando l’attenzione su di se.
-Bene, per cominciare metto un bel lento per i piccioncini.- dichiarò facendo l’occhiolino a Liam, che scosse la testa divertito.
-Auguri Liam!- urlò, scatenando l’applauso degli invitati e facendo partire una canzone lenta. Liam afferrò subito Cher per i fianchi e la trascinò al centro della pista, cominciando a dondolare sul posto con lei.
Come se quello fosse stato un segnale, una decina di coppie li circondarono, cominciando a ballare accanto a loro. Sospirai e guardai le ragazze volteggiare tra le braccia dei loro compagni e mi strinsi le braccia al petto, sognante.
-Mi concede questo ballo, signorina?- una voce roca mi spuntò alle spalle e mi voltai, il cuore ovviamente a mille, per incontrare i suoi occhi verdi e il suo sorrisetto perennemente malizioso.
Mi porse la mano, ed io l’afferrai subito, intrecciando le mie dita alle sue e lasciandomi trascinare nella pista da ballo.
Allacciai le braccia dietro al suo collo e lui fece scivolare le sue mani sui miei fianchi, stringendomi a se e lasciandosi scappare un sorriso furbetto.
Chiusi gli occhi e poggiai la testa sul suo petto, limitandomi a dondolare insieme a lui, il massimo che potevamo fare, essendo entrambi dei pessimi ballerini. Lui mi poggiò un bacio sulla fronte e sospirò.
-Sei stata brava. Sei davvero un portento nell’organizzare feste all’ultimo minuto.- si complimentò. Sorrisi.
-Lo so. Penso proprio che ne farò il mio lavoro.- affermai. Lui rise.
-Faresti carriera.- affermò sicuro. Io annuii e lasciai scorrere il discorso.
In quel momento volevo solo rilassarmi tra le braccia del mio ragazzo e godermi il calore e la sensazione di essere amata, che sapevo sarebbe svanita presto.
Era il compleanno di Liam e quel giorno ero stata talmente occupata ad organizzare la sua festa che mi era quasi passato di mente che questo significava che presto loro sarebbero ripartiti, senza sapere quando e se sarebbero tornati.
Sospirai tremante e la sua stretta aumentò, mentre mi tirava su il viso poggiandomi un dito sotto al mento per guardarmi negli occhi.
-Che c’è?- bisbigliò, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e indugiando con la mano sulla mia guancia.
Scrollai le spalle e mi costrinsi a sorridere.
-No, c’è qualcosa che ti turba, lo sento.- insistette lui, arricciando le labbra. Mi scappò un sorriso divertito e con un dito gli sfiorai le labbra, che si dischiusero al mio tocco.
-Sei bravo.- lui sorrise.
-Ormai capisco al volo ogni tua espressione.- si vantò, drizzando le spalle e lanciandomi uno sguardo fiero. Risi e lui mi fece una smorfia divertita, per poi schioccarmi un bacio veloce sulle labbra.
-Ne vuoi parlare?- mi chiese, guardandomi seriamente. Gli sorrisi e scossi la testa.
-No, è che mi sono resa conto solo adesso che l’estate è finita, tutto qui.- spiegai, la voce che mi si spezzò nell’ultima sillaba. Lui sospirò, un fremito che gli percorse il corpo.
-Lo so.- annuì, il tono vagamente tormentato. Chiuse gli occhi e poggiò la fronte sulla mia.
-Non sai quanto vorrei poter tornare indietro nel tempo.- sussurrò. Annuii e cercai di mandare giù il groppo che mi chiudeva la gola.
-Già.-
Lui sospirò di nuovo e poi aprì gli occhi, verdi più che mai, e li puntò nei miei.
-Non ti perderò, Jen.- promise. Gli sorrisi.
-Tranquillo, non sono spaventata. Sei tu quello che dovrebbe esserlo: se provi a fare qualcosa che non devi fare sai che fine farai.- lo minacciai con un sorrisetto divertito. Lui rise, alleggerendo all’istante la tensione che leggevo nei suoi occhi.
-Oh, si. Penso che diventerò il ragazzo più fedele al mondo.- scherzò.
-Ti conviene.- risposi puntandogli un dito al petto. Lui afferrò ridendo la mia mano, portandosela al viso, per poi baciarla e poggiarla sulla sua guancia.
-Sei importante per me, Jen. Non dimenticarlo mai.- sussurrò. Il mio sorriso si allargò e chiusi gli occhi, alzandomi in punta di piedi per far incontrare le nostre labbra, per sigillare con un bacio morbido la sua promessa.
-Ehi, ehi. Scusami signorina, ma devo rubarti il cavaliere per qualche minuto.- ci interruppe una voce maschile. Alzai lo sguardo infastidita, riconoscendo vagamente uno dei ragazzi che mi aveva presentato Harry qualche minuto prima, senza però riconoscerlo veramente. Harry gli lanciò un’occhiataccia, che lo fece ridere.
-Andiamo, avrai tutto il tempo per stare con la tua ragazza. Dobbiamo organizzare un qualche scherzo per Liam.- esclamò il ragazzo. L’espressione infastidita di Harry mutò subito in entusiasta  e sorrise.
-Oh, questa cosa mi piace.- mormorò. Poi si voltò verso di me e mi schioccò un bacio veloce sulle labbra, prima di sciogliere l’abbraccio.
-Scusa piccola, vado a fare il mio lavoro e poi sono di nuovo tutto tuo.- mi disse frettolosamente. Gli sorrisi.
-Si, vai, vai.- lo allontanai con una spintarella. Lui mi sorrise di nuovo prima di allontanarsi con il suo amico che gli mollò una pacca sulla spalla.
 
 
 
Dopo essere sparito per un’ora buona, passata con gli amici, com’era giusto che fosse, e fatto una manciata di scherzi imbarazzanti a Liam, le acque si erano calmata e la tranquillità era tornata nella sala.
Mi aggiravo con Cher al mio fianco, che blaterava di quanto Liam fosse stato contento del suo regalo, di quello che avevano fatto durante la giornata e cose così.
Però io non riuscivo a restare concentrata perché, dall’altra parte della stanza, proprio di fronte a noi, c’era lui.
Il suo sguardo era fisso su di me, pieno di impazienza, mentre si sforzava di ascoltare quello che Niall gli stava blaterando all’orecchio. Sorrisi e con il mento gli indicai la porta. I suoi occhi brillarono e ricambiò il mio sorriso.
Vidi che zittiva Niall con un gesto della mano e mi avviai verso la porta dicendo a Cher che sarei andata a prendere una boccata d’aria, sicura di averlo al mio seguito.
Uscii sotto la luce fioca della luna e mi tolsi le scarpe, per sentire la sabbia fresca sotto i piedi. Sentii i suoi passi silenziosi dietro di me ma non mi fermai, né mi voltai verso di lui.
Continuai a camminare fino a raggiungere il bagnasciuga e immergere i piedi nell’acqua incredibilmente calda. Puntai gli occhi sulla luna e sobbalzai leggermente, quando due braccia calde mi strinsero la vita da dietro.
Sorrisi, sentendo il suo respiro regolare all’orecchio. Poggiò il mento sulla mia spalla e mi sfiorò il collo con un leggero bacio.
Un brivido percorse velocemente la mia schiena e lui automaticamente mi strinse più forte.
-E’ bellissima.- sussurrai indicando la luna piena con un dito. Lo sentii sorridere e affondare il viso nella mia spalla.
-Non è minimamente paragonabile a te, che sei la bellezza fatta persona.- mormorò. Scoppiai a ridere e mi voltai verso di lui, incrociando il suo sguardo furbetto.
-Cos’è, la versione brutta di Edward Cullen?- lo stuzzicai. Lui arricciò le labbra e si tirò su.
-Vorresti dire che Edward Cullen è più bello di me?- ribatté. Risi ancora più forte e lui mi guardò alzando un sopracciglio.
-Beh, a dire la verità non è molto attraente.- ammisi, il suo sorriso si allargò. –Però il suo rivale non è niente male.- continuai. Lui  si imbronciò e mi lanciò un’occhiataccia, facendomi ridere ancora più forte.
-Maledetto lupo pieno di muscoli.- borbottò tra se e se. Fui costretta a piegarmi in due per quanto stavo ridendo forte.
Lui sbruffò, ma potevo scorgere l’ombra di un sorriso agli angoli delle sue labbra. Mi pizzicò un fianco.
-Dai, smettila.- implorò. Mi calmai e gli scoccai un bacio sulla guancia.
-Sai una cosa?- gli sussurrai all’orecchio. Lui mi guardò con aria curiosa.
-Non mi sono mai piaciuti i ragazzi con troppi muscoli. Sei sicuramente meglio tu.- continuai, beccandomi un suo sorriso soddisfatto. Alzò il pugno al cielo.
-To’, quando torneremo in America gliela farò vedere io a quel Lautner!- esclamò. Cercai di ridere, ma la sua affermazione me lo impedì, facendomi sussultare.
Tutta la dura realtà mi crollò addosso, togliendomi completamente il sorriso.
-Ah, già. Quando partite?- gli chiesi con voce debole. Abbassò lo sguardo verso di me e si rabbuiò.
-Ecco il discorso che volevo tenere alla larga a qualsiasi costo.- borbottò. Lo guardai seriamente e lui sospirò.
-Tra due giorni.-
Quelle parole mi colpirono come uno schiaffo e serrai gli occhi, sentendo un fremito percorrermi il corpo.
Lui mi si fece più vicino, sentii il calore del suo corpo premere contro il mio e far aumentare il battito già incontrollato del mio cuore.
-Non sapevo come dirtelo.- si giustificò. Scrollai le spalle e aprii gli occhi, trovando i suoi a pochi millimetri di distanza.
-Non importa, sapevo che prima o poi questo momento sarebbe arrivato.- sussurrai tristemente. Lui sospirò.
-Quale momento?-
-Quello di salutarci.- mormorai. Lui scosse freneticamente la testa.
-Solo quello di salutarci, vero Jen? Niente di più. Ci diciamo ‘ciao’ e presto ci rivediamo, giusto?- chiese, un lampo di terrore che gli attraversò gli occhi. Presi fiato e lo guardai seriamente. Lui spalancò ancora di più gli occhi, leggendo lo scetticismo nel mio sguardo.
-Quanto presto, Harry? Guardiamo in faccia la realtà: non ci saranno tutte queste possibilità di vederci, quando tu tornerai a casa.- dissi. Lui deglutì nervosamente e scosse di nuovo la testa, stringendomi furiosamente la mano.
-Si, invece. Farò in modo che ci vedremo spesso, non ho intenzione di lasciarti stare.- dichiarò. Nonostante la poca convinzione, mi scappò un sorriso.
-E cosa farai quando partirete per il vostro tour mondiale?- gli chiesi, la voce che si spezzò. Il suo sguardo si addolcì e si avvicinò, sfiorando la punta del mio naso con il suo.
-Non devi preoccuparti di questo.- soffiò. Scossi la testa e cercai di distogliere lo sguardo da quelle iridi incredibilmente verdi che mandavano in tilt il mio cervello.
Ma lui non si lasciò scalfire dal mio pessimismo, era incredibilmente sicuro di quello che diceva.
-Dico sul serio. Il tour non è infinito. Quando torneremo a Londra, tu sarai la benvenuta. Ci sarà sempre un posto per te a casa mia.- affermò. Gli sorrisi e sfiorai delicatamente le sue labbra.
-Anche qui ci sarà sempre un posto per te.- sussurrai a mia volta. Il suo sorriso si allargò, mettendo in mostra le sue fossette.
-Potrei prenderti alla lettera e non ti libererai più di me.- mi avvertì. Sorrisi e affondai il viso nel suo collo, respirando il suo profumo dolce.
-Lo spero.- mormorai contro la sua pelle. Lo sentii rabbrividire e aumentò la stretta.
-Ti amo, Jen.- sussurrò dopo un po’, quasi sovrappensiero.
Mi si mozzò il respiro e mi tirai su di scatto.
La sua bocca si spalancò, così come gli occhi, che mi guardarono con aria sorpresa.
-Wow, l’ho detto davvero.- mormorò, portandosi una mano sulla bocca. Scoppiai a ridere e gli diedi una spintarella giocosa. Lui barcollò all’indietro e, prima di cadere sulla sabbia, mi afferrò per i fianchi e mi portò giù con lui.
-Non pensavo sarei mai riuscito a dirlo.- ammise, tirandosi su leggermente, per avvicinare il viso al mio. Sorrisi e gli facilitai il lavoro, schioccandogli un bacio sulle labbra.
-E io non pensavo che qualcuno l’avrebbe mai detto a me.- ammisi a mia volta, gli occhi lucidi dall’emozione.
Lui sorrise, mettendo in mostra le sue adorabili fossette.
-E tu…non hai niente da dire?- chiese, mordendosi il labbro inferiore, vagamente insicuro.
Il mio sorriso si allargò, avvicinai le mie labbra alle sue e, prima di lasciarmi andare all’ennesimo bacio elettrico, mi fermai.
-Ti amo anch’io, Mr. Styles. - soffiai con un sussurro appena percettibile. Ma lui mi sentì e mi regalò un sorriso a cento watt, prima di attirarmi a se e baciarmi con trasporto.
No, quel sentimento non si sarebbe mai spento.
La fottuta distanza che ci avrebbe separati non avrebbe mai vinto, noi eravamo più forti di lei, in quel momento ne ero più sicura che mai.












HOOOOLA c:
Scusate per il ritardo ragazze, avrei voluto pubblicare prima ma la scuola mi sta uccidendo ç.ç
So, come avevo promesso, ecco il capitolo tutto sulla coppia Jarry.
jkadhodsjd non sono dolcerrimi? :')
Bah, sono un po' giù perchè ho realizzato che mancano pochissimi capitoli alla fine.
Due, o forse tre se riesco ad allungarla un pochino.
Non posso pensarci D:
Biiien, scappo che devo studiare letteratura inglese :s
Non so perchè ma sento che domani quella nana interrogherà me, quindi è meglio che mi metta sotto se non voglio prendere un brutto voto alla prima interrogazione.
Spero vi piaccia :)
Peace, love and LWWY!
Dio, se amo quella canzone *-*
Ah, per qualsiasi cosa, contattatemi su Twittah!
-S.





Piesse. Faccio un po' di pubblicità, ok? Ok.

My missing puzzle piece
Passate a leggerla, merita :)

You can't believe that I'm the girl that you want...
E' bella, divertente e poi l'autrice è una figa, punto.

Poooi, vi lascio il link dell'altra mia ff, che mi piacerebbe passaste a leggere.
Love is just a mess.

Ora sparisco davvero, love u.


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Capitolo 32
*** Capitolo 31. ***


Capitolo 31
 
 

Liam.
 
 



Per quanto lo avevo ignorato e represso nel fondo della mia mente, cercando di tenerlo lontano dai miei pensieri per evitare di rabbuiarmi e rovinare quelle ultime giornate, il momento era arrivato.
Dopo la festa a sorpresa, che mi aveva decisamente lasciato senza parole, emozionato e veramente grato di avere degli amici tanto fantastici, avevo cercato di passare il maggior tempo possibile con Cher, quegli ultimi due giorni.
Il motivo?
Presto sarei ripartito e non ci saremmo rivisti probabilmente per parecchio tempo.
E per quanto Cher cercasse di nascondere la sua malinconia e i suoi pensieri, non ci riusciva del tutto, e spesso diventava silenziosa, gli occhi le si riempivano di lacrime e si stringeva a me abbracciandomi, o afferrandomi la mano, tutti piccoli gesti per sentire la mia presenza che presto non ci sarebbe più stata.
Io cercavo in tutti i modi di tranquillizzarla e di alleggerire l’atmosfera, ma dentro di me sentivo un turbinio di emozioni che ero incapace di controllare e, a dir la verità, non ero molto d’aiuto.
Ormai il momento era arrivato e, mentre cercavo invano di raccattare tutte le mie cose, l’angoscia mi chiudeva lo stomaco e avevo un nodo in gola che mi permetteva a malapena di respirare.
Tra i mille pensieri che non riuscivo a decifrare nella mia testa, solo di una cosa ero sicuro: non volevo partire.
Volevo rimanere lì, con lei, e godermi la mia vita in tranquillità con la ragazza che amavo, senza complicazioni.
Ma, ovviamente, non potevo essere accontentato: i miei amici avevano bisogno di me, facevo parte di una band, di una famiglia, e amavo cantare e passare il tempo con loro.
Non avrei mai potuto mollare tutto, anche se sapevo che un pezzo del mio cuore sarebbe rimasto a lei e che non mi sarei mai sentito completo senza averla accanto.
-Ehi, Liam, ti serve una mano?- la voce tranquilla di Niall mi riscosse dai miei pensieri e mi voltai verso di lui, in piedi sulla porta della mia camera, senza nemmeno la traccia della sua solita aria allegria sul viso.
-Grazie.- sussurrai, mentre mi si avvicinava e mi passava le magliette spiegazzate da buttare in valigia. Lui si strinse nelle spalle e sospirò, a sguardo basso.
-Che c’è, Niall?- gli chiesi. Lui puntò i suoi occhi azzurri nei miei e sospirò di nuovo.
-Non voglio partire.- bisbigliò. Scoppiai a ridere.
-A chi lo dici!- esclamai. Lui mi sorrise debolmente e annuì.
-E’ che si sta troppo bene qui, siamo così tranquilli, rilassati…- cominciò.
-Si, e poi sono sicuro che appena ce ne torniamo a Londra diventerai così musone che rimpiangeremo i giorni prima di venire qui.- concluse Zayn, raggiungendoci in camera. Gli lanciai un’occhiataccia e lui fece spallucce, buttandosi sul mio letto appena rifatto.
-Non credo che rimpiangerete mai quei giorni.- borbottai ripensando a quanto ero irascibile e lunatico, dopo aver scoperto del tradimento di Danielle, e di quanto volevo andarmene da lì per mettere chilometri di distanza tra me e lei. Zayn mi sorrise.
-Sicuramente quando comincerai a deprimerti senza Cher li rimpiangerai anche tu.- rispose facendomi l’occhiolino.
Rabbrividii al sentire quel nome.
Cher.
Non la vedevo dalla sera prima, quando ci eravamo dati la buonanotte con un lungo bacio che mi aveva fatto sperare in qualcosa di più, e già la sua mancanza si faceva sentire come l’aria, non osavo immaginare come mi sarei sentito quando per alleviare quella sofferenza non sarebbe più bastato attraversare la strada e bussare alla porta di fronte alla mia.
Sospirai tristemente e mi rabbuiai. I ragazzi si accorsero all’istante del mio cambiamento d’umore e Niall mi poggiò affettuosamente una mano sulla spalla.
Alzai lo sguardo su di lui, che cercava di sorridermi.
-Perché non vai da lei, a salutarla? Ci pensiamo noi alla valigia.- si offrì. Stavo per rispondere, quando qualcuno si schiarì la gola sulla porta. Mi voltai di scatto, trovandomi davanti Cher, le mani intrecciate tra di loro e le guance rosse, imbarazzata.
Era bellissima.
Mi aprii automaticamente in un sorriso, che lei ricambiò prontamente.
-Ti aiuto io con la valigia.- si offrì, probabilmente ricordandosi di come fossi pessimo a mettere in ordine le cose. I ragazzi alzarono gli occhi al cielo divertiti, afferrando che non era proprio per la valigia che era venuta da me e, tra risate e bisbigli ci lasciarono soli, chiudendosi la porta alle spalle.
Non appena furono usciti, Cher non fece passare nemmeno mezzo secondo.
Prima che me ne potessi rendere conto, si catapultò tra le mie braccia, affondando il viso nel mio petto e stringendomi le braccia intorno alla schiena.
Sorpreso, ricambiai l’abbraccio, lasciandole un bacio tra i capelli e ispirando il suo profumo dolce, che sapeva di fragole.
In quel momento non c’era bisogno di parole, tutto quello che avevamo da dirci ce l’eravamo detto.
Avevamo solo bisogno di stare insieme, di sentire l’uno il calore dell’altra, per imprimerci quella sensazione per non dimenticarla più, quando ci saremmo separati.
Sentii le sue spalle tremare leggermente e istintivamente aumentai la stretta.
-Non andartene.- il suo bisbiglio mi arrivò alle orecchie e un fremito mi percorse il corpo.
-Non dire così, Cher.- la implorai.
Neanche io volevo partire, lasciarla, per non sapere quando l’avrei rivista.
Se anche lei mi pregava di non partire, non avrei resistito a lungo, rischiando di mandare tutto all’aria. Lei scosse la testa, strofinando la fronte contro la mia maglietta.
-Non voglio che tu mi lasci.- sussurrò con voce strozzata.
Serrai gli occhi, quello era proprio il discorso che non volevo affrontare.
Sarei voluto partire vedendola sorridere, sicura del nostro amore e con la promessa che presto ci saremmo rivisti.
Non ce l’avrei mai fatta a lasciarla in lacrime e con il cuore spezzato, non potevo.
-Neanche io, piccola.- bisbigliai –Ma devo.-
Lei sospirò e alzò lo sguardo, puntando le sue iridi verdi su di me.
Sussultai, quando vidi gli occhi riempirsi di lacrime e quando una di esse scivolò giù, lasciando una scia di amarezza sulla sua guancia morbida. L’asciugai con un bacio.
-Come farò senza di te?- chiese.
Sospirai e abbozzai un sorriso.
-Come hai fatto fino a prima di conoscermi. Non sarà così difficile, e poi tornerò presto. Te lo prometto.- le assicurai. Lei chiuse gli occhi e poggiò la fronte contro la mia.
Il suo respiro caldo mi solleticava le labbra e un brivido di piacere mi risalì la schiena.
-Davvero?-
Annuii con vigore e le baciai dolcemente la punta del naso.
-Davvero.- affermai –La prima cosa che farò quando il tour sarà finito, sarà tornare qui da te per non lasciarti mai più.- promisi. Lei annuì, un po’ titubante e poi si aprì in un timido sorriso.
-Ti ho portato una cosa.- annunciò con voce flebile. Sciolse l’abbraccio e frugò nelle sue tasche, mentre io le avvolgevo un braccio intorno alla vita per sentirla vicino a me, come se non ne potessi fare a meno.
Lei arrossì all’istante ma cercò di ignorarmi, tirando fuori dalla tasca un sacchetto di stoffa bianca.
-Che cos’è?- le chiesi, afferrandolo titubante. Il suo sorriso si allargò e si asciugò le guance con i polsi, tirando leggermente su con il naso.
-Qualcosa che ho comprato quando eravamo a Londra.- spiegò, mentre aprivo il sacchetto e rovesciavo sulla mano una collanina d’argento.
La tirai su e vidi che era a forma di mezzo cuore.
Sorrisi, capendo tutto.
-Beh, ecco…So che forse è un po’ esagerato. Ma io ho l’altra metà e…- balbettò, mostrandomi l’altra metà del cuore che aveva in mano.
Il mio sorriso si allargò ancora di più e la interruppi afferrandole la testa tra le mani e baciandola di slancio.
Lei si irrigidì per un secondo, sorpresa, poi si lasciò andare ricambiando il bacio.
-Non è esagerato.- sussurrai sulle le sue labbra –E’ perfetto.-
Lei sorrise e si alzò sulle punte dei piedi per baciarmi di nuovo.
-Così avrai una scusa per tornare, no?- scherzò, ricordandosi delle parole che le avevo detto quando eravamo ancora ragazzini.
Scoppiai a ridere.
-Ovvio. Dovrò tornare per forza, dal momento che metà del mio cuore è tra le tue mani.- risposi allacciandomi la collana sentendo il ciondolo freddo a contatto con la mia pelle calda.
-Vieni qui.- le dissi, facendola girare e prendendole il suo ciondolo dalle mani. Feci passare la collanina intorno al suo collo e la agganciai, indugiando più del necessario.
La sfiorai e poi mi chinai per stamparle un bacio veloce sul collo.
Lei sobbalzò e rise leggermente, la pelle d’oca sulle braccia. Si girò velocemente verso di me e mi allacciò le braccia intorno alla vita.
-Ti amo. Questo non te lo dimenticherai mai, vero?- sussurrò. Le baciai la fronte dolcemente e scossi la testa.
-Non mi dimenticherò mai di nessuno di questi momenti. Tu sei mia, adesso. Sei parte di me e niente farà cambiare le cose.- le assicurai. Lei annuì e mi regalò uno dei suoi dolci sorrisi.
-Bene. Perché io sarò sempre qui per te.- replicò. Le sorrisi di rimando e mi chinai su di lei per baciarla, mettendo fine a quella discussione, per dedicarci solo a noi in quel momento.
Per salutarci come si doveva, fondendo per la seconda volta i nostri corpi in una cosa sola, consolidando il nostro amore e tutto quello che ci avrebbe uniti per sempre.
 
 
Jenny.

 
 
 

Sbruffai scalciando una manciata di sabbia e mugugnai infastidita quando alcuni granelli di essa mi finirono negli occhi.
La risata divertita di Harry alle mie spalle mi fece innervosire ancora di più e mi voltai per fulminarlo con lo sguardo.
Azione che non portai a termine perché, non appena incontrai i suoi occhi verdi, mi sciolsi completamente, la battuta acida che avevo preparato mi morì sulle labbra, che si sollevarono automaticamente in un sorriso.
Lui continuò a ridere e mi afferrò una mano per tirarmi a se.
-Non c’è bisogno che te la prendi con la sabbia, non è lei il problema.- mi ricordò. Cercai di guardarlo male, quando in realtà l’unica cosa che volevo fare era abbracciarlo e riempirlo di baci e lui mi strofinò il pollice sotto gli occhi, per togliermi gli ultimi granelli di sabbia.
-Lo so.- risposi imbronciandomi, strappandogli un altro sorriso.
Mi sfiorò la guancia e mi stampò un bacio veloce sulle labbra, prima di tornare al mio fianco e riprendere a camminare mano nella mano.
Osservai le nostre dita intrecciate e non potei fare a meno di sorridere.
-Vuoi dirmi cos’è che ti preoccupa?-chiese, mentre guardavamo da lontano i ragazzi che caricavano il furgoncino con le loro valigie, mentre Cher tratteneva a stento le lacrime e si stringeva le braccia al petto tenendo gli occhi puntati su Liam.
La indicai e lui aggrottò le sopracciglia.
-Vedi come sta mia sorella?-gli chiesi. Lui annuì.
-Ecco, io non voglio ritrovarmi come lei.-sospirai, per poi riprendere con enfasi –Il fatto che lei è una pessimista cronica, pensa sempre al peggio e sicuramente adesso si sta convincendo del fatto che nel giro di due giorni Liam si dimenticherà di lei. Io lo so che non è così, è per questo che la sto evitando, per non farmi contagiare dal suo pessimismo. Ma niente mi assicura che non potrebbe essere come pensa lei. Voglio dire, tu sei circondato da milioni di ragazze che vorrebbero essere al mio posto e io…- il suo sguardo contrariato mi fece morire le parole in gola.
-Non devi neanche pensarlo questo.-mi ammonì. Deglutii e distolsi lo sguardo.
Lui sospirò rumorosamente e mi mise un dito sotto al mento per costringermi ad incrociare il suo sguardo.
-Ascoltami bene, perché te lo dirò solo una volta.- cominciò. Io tentai di mantenere salda la concentrazione, anche se sentivo di poter annegare da un momento all’altro nel verde smeraldo dei suoi occhi.
-Tu sei tutto per me, in questo momento. E la distanza non cambierà niente. Ho avuto tante ragazze, Jen, ma nessuna è stata mai importante come te, devi credermi. Mi hai completamente rapito, ormai sono nelle tue mani.-sussurrò abbozzando un sorriso, quasi imbarazzato. Lasciai che le sue parole mi entrassero dentro, stampandosi bene in testa, per ricordarle nei momenti in cui avrei sentito più forte la sua mancanza.
-Ok?- chiese, per sentire la conferma della mia sicurezza. Annuii e gli sorrisi.
Lui sospirò di sollievo e mi strinse con un braccio, stampandomi un bacio sulla fronte.
-Bene, così va meglio.- mormorò. Sorrisi di nuovo e poi mi voltai verso i ragazzi, che ci stavano facendo segno di raggiungerli. Mi si bloccò il respiro, mentre Harry mi prendeva di nuovo per mano e mi trascinava da loro, Louis e Zayn già pronti a salire in macchina.
Sospirai tremante, quando Niall mi si fece vicino per stringermi in un abbraccio da orso.
-Mi mancherai, piccola Jen.- mi sussurrò all’orecchio. Soffocai a stento un singhiozzo e gli strinsi le braccia intorno ai fianchi, mentre guardavo Harry salutare Cher, che tratteneva a stento le lacrime.
-Ti voglio bene, biondino.-bisbigliai. Lui rise e sciolse l’abbraccio, per andare anche lui a salutare Cher.
Harry mi fissava, mentre salutavo anche gli altri ragazzi, raccomandandomi di fare i bravi e di tenere d’occhio Harry, in modo da non dover competere con qualche altra ragazza.
Zayn scoppiò a ridere e Louis mi diede una pacca affettuosa sulla spalla, illuminandomi con un sorriso.
-Ci penso io al tuo ragazzo, piccola.-fece una pausa, sorridendo maliziosamente –In tutti i sensi.- precisò, per poi scoppiare a ridere. Mi unii a lui, mentre Harry lo guardava scuotendo la testa divertito.
-Ragazzi, dobbiamo darci una mossa o perderemo l’aereo.- ci riportò alla realtà Zayn. Sospirai e cercai di sorridere, afferrando la mano che mi tendeva Harry e intrecciando le dita alle sue.
-Beh, allora andiamo.-dissi. I ragazzi si rabbuiarono ed io guardai Harry, confusa.
-Non mi piacciono gli addii da film.- borbottò.
-Già, è meglio salutarci qui, sarà meno triste.- si unì Niall con un sorriso dolce.
Capii che non volevano che li accompagnassimo all’aeroporto e una morsa mi strinse lo stomaco, quando mi resi conto che quindi era quello, l’ultimo momento in cui l’avrei visto. Cher mugugnò qualcosa e si strinse tra le braccia di Liam, che aveva un’espressione sofferente stampata in viso.
-Bene, vi lasciamo soli.-sospirò Louis, dando una pacca sulla spalla al biondino che salì in macchina seguito da Zayn. Harry sospirò e mi abbracciò stretta, togliendomi quasi il respiro.
-Sei mia, Jen. Ed io sono tuo, ricordatelo.-mi sussurrò all’orecchio. Annuii e lui mi baciò dolcemente, le sue labbra morbide e calde che indugiavano sulle mie.
Poi si allontanò un poco e mi sorrise, sistemandomi i capelli dietro le orecchie.
Lo osservai bene, cercando di cogliere ogni particolare del suo viso: le adorabili fossette, i denti perfettamente dritti e bianchi, la curva delle sue labbra e le piccole rughe d’espressione ai lati dei suoi occhi, che lasciai per ultimi, annegando in quelle iridi verde-blu come il mare.
Lui sembrò fare lo stesso, fin quando Liam, accanto a noi, si schiarì la gola. Mi allontanai di un passo e affiancai Cher, che mi afferrò subito la mano, stringendola forte.
-Torneremo presto, ragazze.- promise Liam, che aveva occhi solo per Cher.
-Si, e poi ci manterremo in contatto. Ti chiamerò ogni sera.- promise Harry, con sguardo sicuro.
Deglutii e annuii, sorridendo un ultima volta ad Harry, che salì in macchina e non distolse lo sguardo dal mio finchè non sparirono dietro la curva.
Nonostante ci eravamo appena fatti tutte quelle promesse, mentre guardavo il furgoncino arancione allontanarsi torturando la mano di Cher, l’unico pensiero che avevo in testa, maligno, triste e destabilizzante era: quanto ci avrebbero messo a dimenticarsi di noi?










HOOOOOLA c:
sahlkjcaodi Li avete sentiti i ragazzi alla BBC?
Io purtroppo ho fatto in tempo a sentire solo Nialler uu
Dio, quanto è sjdhoalsdkm **
Lo amo, basta.
In realtà sono un po' arrabbiata per la storia di quel concorso, ma quella è un'altra storia e non mi va di innervosirmi di nuovo, quindi passiamo al capitolo.
I know, è abbastanza triste e pesante. E anche più corto del solito.
Solo che scrivere di queste cose è piuttosto angosciante.
Quindi: i ragazzi sono partiti, le ragazze sono mezze depresse e mancano due capitoli alla fine.
Credo di aver detto tutto uu
Ora me ne vado a vedere Lanterna Verde con il mio Ryan Reynolds, che, tanto per farvelo sapere, amo alla follia :3
Hope you like it.
#Whit love.
-S.

Ps. Sorry se ci sono errori, non ho tempo per rileggere :)

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Capitolo 33
*** Capitolo 32. ***


Capitolo 32
 
 
Cher.
 



Quanto ci avrebbe messo a dimenticarmi?
Esattamente quattro mesi, tempo necessario perché il loro tour in America iniziasse e perché le chiamate giornaliere si trasformassero prima in settimanali, per poi scomparire e diventare semplici messaggi. Fin quando anche quelli cominciarono a scarseggiare ed io ero costretta a sapere cosa combinavano dalle notizie che mi dava mia sorella, che prendeva da internet e dalla rare telefonate che riceveva da Harry.
Nonostante tutte le promesse a cui avevo creduto, una parte di me sapeva che sarebbe andata così, quindi non ero neanche tanto sorpresa.
Ero amareggiata, delusa e anche un po’ ferita.
Così cercavo di chiudere Liam e tutti i pensieri legati a lui nell’angolo più profondo della mente e devo ammettere che ci riuscivo anche piuttosto bene: il lavoro e le solite chiacchiere incessanti di Mike davano il loro contributo, impedendomi di viaggiare con la mente e aiutandomi a restare attaccata alla realtà, senza pensare a quello che era accaduto nei mesi precedenti e quello che non accadeva più negli ultimi giorni.
Tipo il cellulare che squillava, o la casella e-mail piena di messaggi.
A distrarmi, poi, ci pensava anche l’imminente atmosfera natalizia e l’allegria di Jenny per le vacanze di Natale appena iniziate.
L’unica nota negativa era che ogni volta che uscivo di casa, i miei occhi andavano a finire sulla porta della casa di fronte alla mia, in quel momento inabitata, e il cuore si stringeva in una morsa che poi non mi abbandonava per tutta la giornata.
E la sera, quando andavo a dormire, era sempre una tortura, perché ogni volta che chiudevo gli occhi vedevo il suo sorriso e ricordavo le sue promesse che erano volate via come se non le avesse neanche dette.
Sbruffando aprii la porta di casa con un piede, le mani piene di buste di spesa.
-Jen, verresti a darmi una mano?- urlai al piano di sopra, da dove sentivo provenire musica e chiacchiere spensierate.
-Arrivo!- urlò in risposta, scendendo velocemente le scale con un sorriso entusiasta stampato in faccia.
Ogni giorno che passava diventava sempre più bella. Il suo sorriso luminoso e la sua pelle liscia facevano invidia a tutte le sue coetanee.
La guardai sospettosa, mentre lei afferrava due buste dalle mie mani e le portava in cucina, canticchiando a mezza bocca.
-Come mai tutta questa allegria?- le chiesi quando riuscii a raggiungerla.
Lei mi lanciò un’occhiata veloce, ma evitò accuratamente di guardarmi negli occhi.
-Non siamo mica tutti musoni come te.- rispose prontamente, stampandomi un bacio in guancia e ricominciando a canticchiare, mentre sistemava la spesa nelle dispense. Aggrottai la fronte e la aiutai, mentre pensavo al motivo di tutta quella spensieratezza.
In realtà ce n’era solo uno, ma quasi non volevo chiederglielo, per poi non dover ammettere che per un’altra volta ero stata ignorata.
-L’hai sentito, vero?- buttai fuori le parole con il poco fiato che avevo. Lei si irrigidì e senza voltarsi annuì debolmente.
-Prima.- sussurrò. Annuii anch’io e mi rabbuiai: per l’ennesima volta Harry l’aveva chiamata, come era giusto che facesse.
La cosa che mi bruciava era che se Harry aveva trovato due minuti per farsi vivo, perché anche Liam non l’aveva fatto?
Cercai di mandare giù il nodo che mi chiudeva la gola con scarsi risultati. Lei si accorse della mia reazione e si voltò all’istante verso di me, lanciandomi un’occhiata dispiaciuta.
-Non pensare quello che stai pensando.- fece un’espressione buffa per la frase che aveva appena tirato fuori e scoppiai a ridere, seguita a ruota da lei.
-Sul serio, è riuscito a chiamarmi chiudendosi in bagno e scappando letteralmente dai manager. Abbiamo parlato per circa trenta secondi.- mi disse dopo essersi calmata. Sospirai e distolsi lo sguardo.
-Trenta secondi sono sempre meglio di  niente.- mormorai a mezza bocca. La sentii sospirare e guardarmi impotente, ormai erano settimane che ero così scorbutica e giù di morale, aveva perso la speranza di farmi tornare il sorriso. Mi si fece vicina e mi abbracciò.
-Non essere triste, sono sicura che appena avranno un attimo di pausa lui ti chiamerà.- mi assicurò –Harry mi ha detto che sta impazzendo senza di te.-
Sciolsi bruscamente la sua presa, lanciandole uno sguardo di fuoco.
-Vedi la differenza? Harry l’ha detto a te. Perché queste cose non posso venirle a sapere da Liam in persona?- sbottai. Lei abbassò lo sguardo, l’ombra di un sorriso sulle labbra, che mi fece innervosire ancora di più.
-Lo trovi divertente? Bene, perché io non capisco proprio cosa c’è da ridere!- urlai, in preda alla frustrazione. Lei tossì per mascherare una risata e mi lanciò un’occhiata come se la sapesse lunga su qualcosa di cui non avevo nemmeno idea.
-Calmati e porta pazienza. Si farà vivo, capisci che sono pieni di impegni, non hanno quasi nemmeno il tempo di andare in bagno!- esclamò. Scossi la testa e strinsi i denti.
-Ti odio quando sei così razionale, vorrei vedere te al mio posto.- borbottai. Lei mi strinse un braccio intorno alle spalle e sorrise raggiante, fin troppo per i miei gusti.
-Vedrai, durante queste vacanze ci divertiremo e accantoneremo questa depressione.- mi assicurò. Scossi la testa esasperata e annuii.
-Ok, ma tu smettila di essere così felice per il fatto che lui ti chiama. E’ snervante.- borbottai.
-Come vuoi.- rispose con un altro luminoso sorriso.
C’era qualcosa che non andava, qualcosa che la rendeva più felice del solito, qualcosa che capii non mi avrebbe detto neanche sotto tortura.
 
 
Due giorni dopo, precisamente la vigilia di Natale, passai a casa di Mike per portargli il regalo che gli avevo preso e mi trattenni un po’ da lui a chiacchierare, mentre mia sorella probabilmente faceva la stessa cosa dalla sua amica Nikki.
Non volevo tornare a casa e trovarla di nuovo vuota, per essere libera di pensare.
Non volevo pensare a lui.
Mentre passeggiavo sulla spiaggia diretta verso casa, con indosso il mio cappellino rosso di lana appena ricevuto in regalo da Mike, mi arrivò il messaggio di Jenny che mi fece intuire vagamente cosa stava succedendo, anche se stentavo a crederci.
Dove sei? Sbrigati a tornare a casa, c’è una sorpresa per te :)
Lessi il messaggio e il cuore mi schizzò in gola, cominciando a battere frenetico.
Non volevo pensarci, non volevo sperarci, ma immediatamente la mia mente era volata a lui e la speranza mi assalì serrandomi la gola e impedendomi di respirare normalmente.
Era una cosa assurda, lui era in America e probabilmente la grande sorpresa di Jenny era il suo regalo di Natale, o qualche altra cosa di minore importanza.
Però non riuscivo a impedire al mio cuore di volare veloce e alle mie braccia di fremere, impazienti di sentire di nuovo quel calore che mi mancava come l’aria.
Affrettai il passo, anche se il vento gelido che tirava nella direzione opposta mi impediva di correre veloce come volevo.
Mi strinsi nella giacca e a testa bassa schizzai per le strade del mio paesino sperduto.
Arrivata all’angolo, la svolta proprio prima della mia via, mi scontrai con qualcuno e barcollai all’indietro. Un odore dolce, che sapeva di fragole, invase le mie narici, confondendomi leggermente.
Ritrovai all’istante l’equilibrio e borbottai qualche parola di scusa lanciando uno sguardo di sfuggita al ragazzo con cui mi ero scontrata, per poi tornare a camminare velocemente.
Svoltai l’angolo e solo dopo qualche passo, il mio cuore si bloccò, inducendo a fermare anche i piedi.
Il mio sguardo si era posato su un furgoncino arancione vagamente familiare parcheggiato nel vialetto di casa mia.
Come un automa, mi girai sui miei tacchi e tornai indietro, girando di nuovo l’angolo titubante.
Quello che vidi davanti a me mi mozzò il respiro e sentii quasi un’esplosione nel mio stomaco, quando realizzai davvero chi mi stava sorridendo.
I suoi occhi color cioccolato erano fissi nei miei, dolci e allegri come sempre, e le sue labbra piene erano sollevate in un sorriso che trasformò in poltiglia il mio cervello.
Agitò la mano titubante, osservandomi attentamente. Sbarrai gli occhi, la gola secca e le farfalle che ballavano la conga nel mio stomaco.
-Ciao.- azzardò.
Il suono della sua voce rimise in moto il mio cuore e mi sbloccai, sorridendo involontariamente, le lacrime che mi pizzicavano gli occhi.
-Hai perso la lingua?- chiese, accennando una risata, dondolandosi sui talloni.
-Sei un miraggio o sei davvero tu?- balbettai confusamente, facendolo ridere.
Il cuore batteva veloce, troppo veloce, faceva quasi male. Ma un dolore piacevole, alleviato dal suo dolce sorriso.
-Sono davvero io.- affermò.
-Liam.-
-Si, Liam.- annuì, sorridendo di nuovo. Poi, titubante, fece qualche passo avanti, fermandosi a qualche metro da me. Puntò gli occhi nei miei, lo sguardo vagamente insicuro, e allargò leggermente le braccia, i palmi delle mani rivolti verso l’alto, in una muta richiesta.
Volevo mostrarmi arrabbiata, avrei voluto urlargli contro che se voleva uno stupido abbraccio, poteva farsi vivo prima, volevo ribellarmi al battito furioso del mio cuore, volevo picchiarlo.
Si, in quel momento avrei tanto voluto tirargli uno schiaffo per fargli capire come mi aveva fatta sentire nelle ultime settimane.
Ma, debole e preda dei sentimenti pressanti che provavo verso di lui, l’unica cosa che riuscii a fare fu raggiungerlo con due passi svelti e lasciarmi stringere tra le sue braccia calde.
Mi lasciai andare lì, nel calore del suo abbraccio, poggiandomi contro il suo petto e respirando il suo profumo dolce.
Lui mi strinse talmente forte da togliermi il fiato, ma me ne fregai, sentendo piccoli brividi risalirmi la schiena, mentre le sue labbra si posavano tra i miei capelli.
Mi strinse a se per qualche minuto, in silenzio, finché allentò un po’ la presa, per guardarmi dritto negli occhi e sorridermi di nuovo, facendomi sentire completa.
-Sono molto arrabbiata con te.- puntualizzai, una volta ritrovato il controllo di me stessa. Però le sue braccia stretta intorno ai fianchi e le sue labbra così poco distanti dalle mie mi impedivano di mostrarmi arrabbiata come veramente volevo.
Infatti lui storse la bocca, per mascherare un sorriso divertito.
-Ma…?-
-Ci dev’essere per forza un ‘ma’?- ribattei, mordendomi il labbro inferiore per trattenere a mia volta un sorriso.
-Si, c’è sempre un ‘ma’.- affermò lui, guardandomi alzando un sopracciglio. Presi un bel respiro e mandai a farsi fottere tutta la frustrazione, il dispiacere e il tormento che avevo provato in quei giorni.
Dimenticandomi dei messaggi mai arrivati e delle telefonate mai ricevute.
Diamine, lui era lì!
E non mi interessava nient’altro.
-Ma… ti amo. E mi sei mancato da morire.- ammisi con un sorriso. Lui sospirò di sollievo.
-Non sai quanto avevo bisogno di sentirmelo dire.- mormorò, prima di avventarsi, letteralmente, sulle mie labbra.
Lo lasciai fare e assaporai il suo sapore dolce, riscoprendo tutte le sensazioni che pensavo non avrei più provato.
Lui mi morse il labbro inferiore e una scarica elettrica mi percorse il corpo, facendomi tremare.
Mi staccai, ansimante, cercando di riprendere fiato e lui poggiò la sua fronte sulla mia, guardandomi dritto negli occhi.
-Mi sei mancata anche tu, non sai quanto.- soffiò. Lo guardai male.
-E allora perché sei completamente sparito?- chiesi. Lui chiuse gli occhi e sospirò.
-Lo so, hai ragione ad avercela con me ed io non ho assolutamente nessuna scusa se non che avevo paura di chiamarti perché sapevo che se avessi sentito la tua voce non sarei più riuscito a fare niente, e non avrei resistito a lungo. Ti prego, scusami. Ti prometto che non accadrà mai più una cosa del genere.- implorò, gli occhi lucidi. Sospirai.
-Altre promesse?- chiesi sarcastica.
Lui sorrise e mi baciò la punta del naso.
-Questa volta sono sincero. E poi non ci sarà neanche più bisogno di uno stupido telefono.- affermò con un sorrisetto furbo.
-Ah, no?-
Lui scosse la testa e si chinò velocemente su di me per rubarmi un altro bacio.
-No, non voglio più sentire la tua mancanza. Ti voglio accanto a me.- disse deciso.
-E quindi?-
-Quindi verrai a vivere a Londra, con me. Se lo vuoi.- disse.
Rimasi a bocca aperta, completamente sorpresa e lui mi sorrise, speranzoso.
-Ma…Jenny, il lavoro…- lui scosse la testa, scacciando le mie parole.
-Non importa, farò tutto quello che vuoi, anche portarmi dietro Mike, ma non voglio più assolutamente passare un minuto senza te.-
Mi brillavano gli occhi, l’idea di andare a Londra, con lui, non mi aveva mai minimamente sfiorata.
Ma d’un tratto mi sembrava un’ottima idea.
-Ti prego, dimmi che tu mi vuoi come io voglio te, e dimentichiamo tutti i problemi.- implorò. Sorrisi e lui sospirò.
-Questa volta è per sempre?- chiesi, guardandolo seriamente. Il suo sorriso si allargò e si chinò su di me fino a sfiorare le sue labbra con le mie.
-Per sempre.- soffiò, per poi sigillare quella promessa con un dolcissimo bacio.
 
 


Jenny.
 
 
Attorcigliai un dito intorno ad un suo ricciolo, mentre lui mi stringeva a se, affondando il viso nel mio collo, facendomi il solletico con il respiro.
Risi e lui mi morse leggermente, tirandosi su per poi baciarmi sulle labbra.
-Dio, basta. Non vi siete staccati nemmeno un secondo!- esclamò disgustato Louis, facendo un smorfia. Harry gli fece una boccaccia e mi strinse ancora di più a se.
Louis alzò gli occhi al cielo e Niall gli diede una gomitata, lanciandogli uno sguardo divertito.
-Lasciali stare, è passato tanto tempo dall’ultima volta che si sono visti.- lo ammonì.
-Si, dobbiamo recuperare un sacco di tempo.- mormorò maliziosamente Harry, prima di avventarsi nuovamente sulle mie labbra. Sospirai quando si staccò e lui strofinò il naso contro il mio, facendomi una smorfia.
-Beh, ci sono sempre le camere d’albergo per fare certe cose.- replicò Louis, con un’altra smorfia.
Zayn scosse la testa e gli mollò una pacca sulla spalla.
-Amico, dì che sei geloso e falla finita.- gli disse divertito. Louis lo fulminò con lo sguardo ed io scoppiai a ridere.
-Ti odio.- borbottò imbronciandosi. Intenerita, sciolsi la presa di Harry e mi alzai dal divano, per andare a sedermi accanto a Louis, passandogli un braccio intorno alle spalle.
-Dai, non ci pensare. Hai sempre Eleanor, no?- lo rassicurai. Lui sorrise e mi abbracciò.
-Piuttosto, raccontatemi un po’ cosa avete combinato. Come si è comportato Harry?- chiesi, lanciandogli un’occhiata di sottecchi.
Lui sbruffò e Louis mi sorrise, sfregandosi le mani.
-Allora, da dove posso cominciare…- mormorò, portandosi una mano sotto il mento e fissando il soffitto, l’aria vagamente divertita –Mh, vediamo, la prima sera era una rossa, poi una bionda e…- un cuscino gli finì dritto in faccia, bloccando le sue parole.
Niall gli fece una smorfia.
-Piantala di sparare cazzate o farai solo infuriare la mia Jen.- gli disse, per poi voltarsi verso di me e sorridermi rassicurante.
-Non ha fatto niente di tutto ciò. Se n’è stato praticamente tutto il tempo appiccicato a me, sembrava la mia ombra e credimi, quando ti dico che non ha fatto altro che parlare di te. Ormai ogni volta che sento il nome ‘Jenny’ mi viene la nausea.- concluse con una smorfia e poggiandosi una mano sullo stomaco. Scoppiai a ridere, seguita a ruota da Zayn.
Louis fece una smorfia.
-La mia versione dei fatti era più divertente. Magari ci scappava anche una rissa e avremmo visto Harry pestato dalla piccola Jenny.- borbottò. Harry gli fece una smorfia e si alzò per raggiungermi. Mi fece alzare per poi farmi accomodare sulle sue gambe. Mi baciò la guancia e fece la linguaccia a Louis.
-Jenny non mi farebbe mai una cosa del genere.- gli disse sicuro. Lo guardai alzando un sopracciglio.
-Dipende sempre da quello che combini.- ribattei. Lui mi sorrise e scosse la testa.
-Io non ti farei mai una cosa del genere. Ci sei solo tu per me.- sussurrò, per poi rubarmi un bacio veloce.
Arrossii fino alla punta dei capelli davanti alla sincerità delle sue parole e sentii la risatina di Niall e Zayn farci da sottofondo.
-Ci sei solo tu per me.- gli fece il verso Louis, per poi sbruffare –Ma che gli hai fatto, Jen? Io rivoglio indietro il mio amico pervertito.- mugugnò. Gli feci l’occhiolino e Zayn mi anticipò.
-Si è solo innamorato.- rispose tranquillo –E non di te, fattene una ragione, fratello.- concluse con un sorriso.
Louis lo guardò male e Niall rise di nuovo, contagiando tutti noi, tranne Harry, che si limitava a stringermi i fianchi e ad annuire, un vago sorriso sulle labbra.
Lo guardai, perdendomi nel verde smeraldo dei suoi occhi e lui mi sorrise, mettendo in mostra le fossette.
-Ha ragione Zayn.- bisbigliò. Mi avvicinai quel tanto che bastava per sfiorare le sue labbra con le mie.
-Lo so.- sussurrai in risposta, per poi baciarlo come si doveva.
Lui mi strinse a se e ricambiò, fin quando non sentimmo sbattere la porta di casa, segno che Cher e Liam erano arrivati, e ci staccammo, lievemente imbarazzati dagli sguardi maliziosi dei ragazzi puntati su di noi.
-Jenny, sappi che ce l’avrò per sempre con te per avermi tenuto nascosto tutto.- affermò Cher, facendo il suo ingresso mano nella mano con Liam.
Mi lanciò uno sguardo furioso, misto alla gioia che provava stringendo quelle dita, ed io scoppiai a ridere.
-Cher!- urlò Louis, scattando in piedi. Cher si aprì in un bellissimo sorriso e si catapultò tra le braccia di Lou, che la strinse ridendo e facendola girare.
-Dio, quanto mi sei mancata!- esclamò. Nel frattempo Liam mi si avvicinò e mi strinse in un veloce abbraccio.
-Grazie per non averle detto niente.- sussurrò.
-Grazie?! Voi eravate d’accordo?- esclamò Cher stupita. Io feci spallucce e le sorrisi.
-Che sorpresa sarebbe stata altrimenti?- chiese retorico Zayn, salutandola con un abbraccio.
Lei sbruffò e alzò gli occhi al cielo, sempre con il sorriso stampato sulle labbra.
-Si, ma non voglio più essere lasciata fuori da queste cose.- borbottò imbronciandosi –Mi siete mancati da morire!- esclamò con le lacrime agli occhi, abbracciando di slancio Niall e Zayn. I ragazzi scoppiarono a ridere e Louis si unì all’’abbraccio, per poi afferrare Liam e trascinarlo con loro.
Harry scattò in piedi.
-E’ uno di quegli abbracci di gruppo che mi piacciono tanto?- chiese entusiasta, saltellando come un bambino. Cher lo guardò e scoppiò a ridere, facendogli segno di avvicinarsi.
-Si, Harry. E muoviti, prima che venga a prenderti a forza.-
Harry non se lo fece ripetere due volte e corse ad abbracciare gli amici, trascinando anche me.
Sorrisi, assaporando quel calore e quella sensazione di famiglia che non avevo mai provato prima.
Eravamo di nuovo uniti, e questa volta sarebbe stata per sempre.








HOOOOOLA C:
Shalalalala (?)
I ragazzi sono tornati :D
Vi confesso che all'inizo volevo che Cher fosse incazzata e che litigasse con Liam, respingendolo.
Però poi la mia anima romantica e sognatrice (?) mi ha fatto cambiare idea ed è uscito fuori così.
Mettiamoci anche che sto leggendo un libro di Nicholas Sparks e quindi i miei eccessi di dolcezza sono giustificati uu
So, questo era l'ultimo capitolooo :')
Sto cercando di mostrarmi felice invece ho un macigno sul cuore che voi non potete neanche immaginare.
Ci sarà l'epilogo e poi fine.
Dovrò mettere fine a questa storia che forse è stata la più importante per me tra quelle che ho scritto.
No, non ci posso pensare D:
Bene, scappo che ho il compleanno della mia migliore amica e devo esercitarmi a camminare sui tacchi se non voglio sembrare un tirannosauro con il raffreddore (?)
Spero vi piaccia, fatemi sapere :)
#Whit love.
-S.

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Capitolo 34
*** Epilogo. ***


Epilogo.
 
 
4 anni dopo, Maggio.
 
 
Jenny.
 
 
 
-Andiamo, Harry, siamo in ritardo!-lo richiamai per l’ennesima volta, scuotendolo. Lui mugugnò qualcosa infastidito e si rigirò nel letto, coprendosi la testa con il cuscino. Sbruffai e cercai invano di acconciarmi i capelli in maniera decente.
Lasciai perdere quando per l’ennesima volta la treccia che avevo cercato di fare si era sciolta, i capelli troppo lisci e ribelli per accettare di restare chiusi e sistemati in una qualsiasi acconciatura.
Decisi di lasciarli sciolti mandandoli a farsi fottere mentalmente e afferrai un cuscino per tirarlo addosso ad Harry, che non aveva la minima intenzione di alzarsi.
-Vuoi alzarti?!- esplosi, guardandolo di traverso, anche se lui non mi poteva vedere perché mi dava le spalle.
-Jen, è domenica. Ho bisogno di dormire.-mugugnò. Sbruffai e gli tirai via le coperte, costringendolo a raggomitolarsi, stringendo le gambe al petto.
-Si lo so, anche io avrei preferito dormire. Non è colpa mia se mia sorella e il tuo migliore amico hanno deciso di sposarsi di domenica mattina.- gli ricordai esasperata.
A quelle parole si tirò su di scatto, lanciandomi un’occhiata stralunata.
-Dici sul serio? Oggi è quella domenica?-chiese. Alzai gli occhi al cielo.
-Si, idiota. A volte penso che hai la memoria come un colino! Come fai a dimenticarti certe cose?-sbruffai. Lui rise e si alzò, afferrandomi di scatto per i fianchi e tirandomi a se.
-Sei tu che mi distrai, piccola.-mi sussurrò. Alzai di nuovo gli occhi al cielo ma non potei fare a meno di sorridere, lasciandogli un piccolo schiaffetto sulla nuca.
-Vai a fare il ruffiano con qualcun altro.-lo rimbeccai. Lui mi fece una smorfia e mi stampò un bacio veloce sulle labbra. Poi si stropicciò gli occhi e sbadigliò. Sciolsi l’abbraccio.
-Vai a lavarti, ti voglio attivo in meno di cinque minuti.-gli ordinai. Lui sbruffò e a passo pesante si avviò verso il bagno.
-Si, mamma.-rispose sarcastico.
Dopo pochi minuti uscì dal bagno solo in boxer e canottiera, lo sguardo appena più vispo, mentre io cercavo per l’ennesima volta di sistemare i capelli, in un ultimo atto di speranza che non era servito a niente.
Sbruffai e decisi di lasciar perdere davvero. Lanciai un’occhiataccia all’armadio.
-Ricordami di odiare mia sorella per avermi costretta a mettermi questo vestito odioso.-sibilai, prendendo con cautela il vestito striminzito rosa pallido nell’armadio, ricoperto da una pellicola di plastica. Lo guardai inorridita e mi preparai ad indossarlo.
Sentii Harry ridere e mi voltai a guardarlo, l’espressione divertita davanti alla mia smorfia di disgusto.
-Dai, non sarà così male. Cher non ha brutti gusti.-tentò di tirarmi su. Gli lanciai un’occhiataccia.
-Si vede proprio che non la conosci ancora bene.-ribattei, nonostante sapevo che stavo dicendo un’assurdità. Da quando ci eravamo trasferite a Londra, i due avevano legato parecchio. Non pensavo che la loro amicizia fosse più forte di quella tra Cher e Louis, perché quella era davvero una cosa particolare, quei due sembravano capirsi solo con uno sguardo, ma ci si avvicinava parecchio.
Nel primo periodo in cui ci eravamo arrangiati, abitando tutti sotto lo stesso tetto, li trovavo spesso isolati a chiacchierare e, nonostante Cher all’inizio lo considerasse solo un ragazzino, andavano parecchio d’accordo, finché non erano diventati ottimi amici.
A volte credevo che lei semplicemente gli fosse grata perché da quando c’era lui io non facevo altro che sorridere.
-Vuoi la mia opinione?-chiese, riscuotendomi dai miei pensieri. Sbattei le palpebre e lui sorrise incoraggiante. Feci spallucce e mi sfilai la maglietta, tirando fuori dalla plastica che lo avvolgeva il vestito di un orribile rosa confetto.
Sarei sembrata una bomboniera, me lo sentivo.
-Certo. Voglio proprio sentirti ridere e sfottere tutto il giorno.-borbottai sarcastica. Lui si morse il labbro inferiore e si accomodò sul letto, allontanando le mie proteste con un gesto della mano.
-Dai, mettilo.-mi incitò. Sospirai e scivolai dentro il vestito.
-Probabilmente sarà un po’ stretto- tentai di giustificarmi, sentendo il sangue cominciare a colorarmi le guance –Cher non ha molto occhio per le taglie, e non ho avuto occasione di provarlo.-
Harry si limitò a sorridere e a scandagliarmi con lo sguardo.
-E poi ha questa scollatura sulla schiena che…-
Il suo sorriso si allargò ed io arrossii sempre di più.
Nonostante ormai vivevamo insieme da quasi tre anni, dormivamo insieme e tutto il resto, provavo sempre un certo imbarazzo quando i suoi occhi si posavano su di me, come se avessi paura di non essere abbastanza. Ma il suo sguardo soddisfatto e pieno d’amore mi faceva ricredere ogni volta.
Con un sospiro tirai su il vestito, che arrivava appena sopra il ginocchio e aveva una scollatura vertiginosa sulla schiena, che avrei dovuto coprire con un copri spalle di un rosa più chiaro almeno all’interno della chiesa.
Allungai il braccio all’indietro, per chiudere la cerniera, ma non ci arrivai. Gli lanciai uno sguardo implorante.
-Mi aiuti?- chiesi.
I suoi occhi scintillanti mi percorsero lenti, partendo dai piedi nudi e arrivando lentamente ai miei occhi che lo scrutavano impazienti.
Appena incrociò il mio sguardo sorrise, un sorriso di approvazione e si alzò, venendomi incontro.
Sostituì la mia mano con la sua e lentamente tirò su la cerniera, indugiando.
-Nonostante il colore non sia dei migliori, sei uno schianto.- mi sussurrò all’orecchio, il suo respiro caldo che mi fece venire i brividi.
-La tua opinione è di parte, lo sai.-ribattei divertita. Lui soffocò una risata e mi posò un bacio morbido sul collo, facendomi sussultare.
-Si, ma questo non toglie che tu sei da mozzare il fiato. Dovrò uccidere ogni ragazzo che posa gli occhi su di te, oggi.- mormorò sconsolato. Scoppiai a ridere e mi voltai verso di lui, allacciandogli le braccia dietro al collo.
-Sei dannatamente dolce, Mr. Styles.-gli dissi arricciando le labbra. Lui mi regalò un sorriso smagliante e si chinò su di me per stamparmi un altro bacio veloce.
-Lo so, sono perfetto.- si vantò. Risi e lo spinsi via.
-Mh, aspetta a parlare. Devi ancora metterti lo smoking.-gli ricordai. Lui fece un gesto annoiato con la mano e roteò gli occhi al cielo.
-Lo smoking non farà che confermare. Oggi cadranno tutte ai miei piedi.- disse sicuro. Schioccai la lingua senza trattenere un sorriso divertito.
-Non direi, dato il fatto che sembrerai un pinguino impacciato.- replicai. Lui scoppiò a ridere e mi scompigliò i capelli, superandomi per dirigersi in bagno.
-Non ne sarei così convinto, se fossi in te.-mi suggerì facendomi l’occhiolino, prima di chiudersi la porta alle spalle.
Scossi la testa, divertita, e cercai di infilarmi le scarpe con i tacchi vertiginosi che, sempre Cher, aveva scelto per me.
Quando mi aveva detto che sarei stata, ovviamente, la sua damigella d’onore, non aveva specificato che avrebbe scelto lei vestito e scarpe.
Almeno mi aveva lasciato libera di scegliere come sistemarmi i capelli, solo che ci avevano pensato loro a decidere come stare, rifiutandosi di farsi sistemare come volevo io.
Sembrava che si fossero alleati tutti contro di me.
Appena Harry uscì dal bagno, vestito e profumato, restai completamente senza fiato.
Stava scherzando, quando diceva che era perfetto, ma quella vista non gli dava tutti i torti.
Il vestito gli cadeva a pennello, mettendo in risalto i suoi muscoli. La collana che gli avevo regalato un paio di anni prima per il suo compleanno scivolava sotto la camicia bianca, aperta fino al secondo bottone, che lasciava intravedere una parte della sua pelle liscia e morbida.
Deglutii, percorrendo il suo corpo perfetto con lo sguardo e sentii le solite farfalle invadermi lo stomaco.
Ero felice che ancora dopo quattro anni le sensazioni che provavo verso di lui non fossero cambiate.
Quando arrivai ai suoi occhi, incredibilmente verdi e leggermente insicuri, sentii qualcosa di caldo riempirmi il cuore e togliermi il fiato.
-Ehi, che c’è? Ti sei morsa la lingua?-chiese lui, cercando invano di fare il nodo alla cravatta.
Scossi la testa e deglutii di nuovo, tentando di tornare in me.
-Sei…Sei bellissimo.- soffiai. Lui scoppiò a ridere, piegando la testa all’indietro, e mi si avvicinò per stamparmi un bacio in fronte.
-Te l’avevo detto.-ribatté, stringendosi nelle spalle. Gli scoccai un’occhiata di traverso che lo fece ridere ancora più forte.
-Mi aiuti a fare il nodo?-chiese, tendendomi la cravatta blu che aveva in mano. Mi strinsi nelle spalle.
-Non ho idea di come si fa.-risposi. Lui parve per un secondo sorpreso, poi si aprì in un sorriso finto incredulo.
-Come sarebbe a dire? Che razza di ragazza sei, non sai fare un nodo ad una cravatta!-esclamò, fingendosi inorridito. Lo guardai male, incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
-Oh, beh, allora vai a cercarti una ragazza che sa farlo.- mugugnai. Lui rise e mi abbracciò di slancio, stampandomi un bacio sulla guancia.
-Ti adoro quando fai la permalosa.-sussurrò al mio orecchio –Stavo scherzando. Non sarai capace a fare il nodo alla cravatta, ma sei brava a fare altre cose.- mormorò lanciandomi un’occhiata maliziosa. Arrossii violentemente e lo spinsi via, imbarazzata.
-Idiota.- sibilai, facendolo ridere.
-Ragazzi!- ci chiamò Niall, bussando alla porta della camera.
Niall era l’unico, assieme a Zayn, che era rimasto nella casa di Londra che avevano comprato tutti insieme, ovviamente insieme a me e Harry, che ci eravamo appropriati dell’unica camera matrimoniale.
Cher e Liam dopo il primo anno avevano deciso di andare in un appartamento solo per loro, così come aveva fatto Louis con la sua Eleanor.
Il suo richiamo fu seguito dalla testolina bionda che si affacciò alla porta, titubante.
-Siete pronti? Siamo leggermente in ritardo.-disse, sorridendo quando i suoi occhi azzurri si posarono su di me.
-Wow, Jen. Sei uno schianto!-si complimentò, entrando completamente nella stanza e guardandomi attentamente. Harry gli scoccò all’istante un’occhiataccia e mi si parò davanti.
-Vacci piano con gli sguardi, biondino.- lo riprese. Niall sorrise e alzò le braccia davanti a se.
-Tranquillo, fratello. Lo so che è off-limits.-  affermò con una risata. Harry si rilassò ed io gli pizzicai un fianco contrariata.
Nonostante la sua gelosia mi lusingasse e mi facesse sentire importante e protetta, a volte la trovavo esagerata, soprattutto quando era rivolta ai suoi, e quindi miei, migliori amici.
Harry capì al volo e mi lanciò uno sguardo di scuse, sorridendo mettendo in mostra le fossette.
Scossi la testa e Niall lo indicò.
-Ancora devi metterti la cravatta?-gli chiese. Lui si strinse nelle spalle e Niall scosse la testa, sconsolato.
-Dai, ora andiamo o Zayn ci lascia qui, ti aiuto io a fare il nodo.- propose, facendoci segno di muoverci. Dopo avermi afferrato la mano, intrecciando le sue dita tra le mie, mi trascinò al seguito di Niall con un sorriso entusiasta che capii era tutto per il suo migliore amico, che stava per fare il fatidico grande passo.
 
 
 
 
 
Se c’era una cosa che mi piaceva fare ai matrimoni, soprattutto a quello, era fare tutto il contrario di quello che facevano gli altri.
Se tutti, quando entrava la sposa, si voltavano verso di lei, per ammirarla in tutto il suo splendore, io non lo facevo.
Nonostante sapevo che l’entrata di mia sorella sarebbe stata una cosa unica, emozionante, irripetibile, io guardai Liam.
Mi piaceva il suo viso quando era attraversato da milioni di emozioni contrastanti e, nell’istante in cui i suoi occhi incontrarono quelli di Cher, sulla porta della chiesa, sul suo viso ci fu un’esplosione di gioia che sarebbe stata da immortalare.
Un sorriso da ebete gli si dipinse sulle labbra e gli occhi gli diventarono lucidi, rischiando di far uscire le lacrime come una fontana.
Quel ragazzo era un pappamolle, emotivo quasi quanto una ragazza.
Appena Cher mi sfilò accanto, però, attirò tutta la mia attenzione e Liam, così come tutto il resto della chiesa, sparì ai miei occhi.
Mia sorella non era mai stata più bella di così.
I capelli lunghi e neri erano raccolti in una treccia morbida che le sfiorava la schiena stretta in un corpetto semplice, bianco, che le fasciava la vita. Il velo lungo era tenuto sui capelli da un cerchietto di perle bianche e il vestito aveva giusto due centimetri di strascico.
Con il precario equilibrio che aveva solo sulle scarpe da ginnastica, immaginai quanto fu difficile per lei attraversare tutta la navata con Mike a braccetto senza inciampare nei suoi stessi piedi.
Mi venne il sospetto che sotto al vestito avesse un semplice paio di ballerine.
Ma non fu il vestito, bellissimo nella sua semplicità, ad attirare la mia attenzione, riempiendomi il cuore di muta soddisfazione.
Era il suo viso, coperto da un minimo strato di trucco, però così bello e luminoso.
Lei era felice, lo si vedeva dalle guance colorate di rosa, dagli occhi che le brillavano e dal sorriso smagliante che aveva sulle labbra.
Nonostante sapevo che dentro di se sicuramente aveva un turbinio di emozioni che le permetteva a malapena di respirare, ostentava così tanta sicurezza e tranquillità da fare invidia.
Era bellissima, ed io ero fiera di avere una sorella così.
La funzione sembrò durare poco, forse perché ero persa tra i miei pensieri e perché i sorrisi maliziosi che Harry mi lanciava, in piedi accanto a Liam, di fronte a me, mi distraevano da quello che stava succedendo.
Quando ci fu il momento del ‘si’ e dello scambio delle fedi, Liam mostrò una sicurezza che non sembrava appartenergli, mentre Cher, che era riuscita a trattenersi fino a quel momento, scoppiò in un pianto silenzioso ed emozionato, riuscendo solo a balbettare tra i singhiozzi la risposta.
Qualche lacrima sfuggì anche a me, così come a Mike, accanto a me, che fece scoppiare un applauso al momento del bacio.
-L’avevo detto io che quei due avrebbero fatto questa fine!- squittì abbracciandomi di slancio. Scoppiai a ridere e ricambiai la stretta, mentre i due freschi sposini uscivano dalla chiesa mano nella mano, sotto una tempesta di chicchi di riso.
Dalla chiesa, ci spostammo subito al luogo del ricevimento e dopo le foto di rito e gli abbracci e le lacrime che non finivano più di mia sorella, Liam la rapì letteralmente dal gruppo di amiche con cui stava parlando e la fece girare sotto il suo braccio, conducendola al centro della pista da ballo. Strinse le braccia intorno ai suoi fianchi e le sussurrò qualcosa all’orecchio, che la fece arrossire.
Poi la musica partì e Cher poggiò la testa sulla sua spalla, lasciandosi guidare in un lento dalle braccia forti e sicure di Liam.
Sospirai felice guardandoli e mi convinsi del fatto che Cher aveva trovato finalmente quello che stava cercando, così come Liam, e che quei due erano davvero perfetti insieme.
Erano il chiaro esempio che il vero amore esiste, che non è solo una favola e che, anche se raro, c’è.
All’improvviso due mani leggere si posarono sui miei fianchi, facendomi sobbalzare. Mi voltai, perdendomi all’istante negli occhi verdi e limpidi di Harry. Gli sorrisi e lui ricambiò all’istante, chinandosi su di me per sfiorarmi le labbra con un bacio.
-Mi offre questo ballo, signorina?-mi chiese, indicandomi la pista da ballo dove, oltre Liam e Cher, c’erano altre coppie, come Louis ed Eleanor, Zayn con una biondina che non conoscevo e Niall che teneva tra le braccia una bambina e la faceva girare facendola ridere.
-Sai, che non sono affatto capace di ballare, vero?-replicai, puntando i miei occhi nei suoi. Lui annuì e sorrise strafottente.
-Dipende tutto da chi guida.- affermò, trascinandomi con se.
-Smetterai mai di essere così sicuro di te?- mormorai quasi tra me e me, mentre lui mi stringeva le braccia attorno ai fianchi e le mie andavano ad allacciarsi dietro al suo collo.
-Nah.-rispose arricciando le labbra, dopo averci pensato un po’. Scossi la testa e lui scoppiò a ridere, baciandomi di slancio.
Poggiai la testa sul suo petto quando si staccò e chiusi gli occhi, rilassandomi.
Lo sentii sospirare.
-Sono felice per loro.- sussurrò. Aprii gli occhi e seguii il suo sguardo, puntato su Liam e Cher, che ridevano e si scambiavano un bacio di tanto in tanto.
Annuii e sorrisi stringendolo forte.
-Si, anch’io.-
Lui ricambiò la stretta e spostò gli occhi su di me.
-Ti amo, lo sai?- chiese, sorridendo quel tanto perché le sue adorabili fossette spuntassero facendomi sussultare e fermare il cuore per un secondo.
Ricambiai il sorriso e sfiorai le sue labbra con le mie.
-Si, anch’io.-ripetei.
 
 


 

FINE


















HOOOOOLA C':
Eeeeee...punto.
Fine, chiuso. Anche questa ff è andata.
Cavolo, pensavo di essermi abituata e che prima o poi mi sarebbe sembrato naturale concludere le storie.
Ma quì sembra che più vado avanti e più peggioro çç
Boh, questa storia è stata veramente importante per me e ho adorato ogni singola persona che l'ha letta.
Quindi voglio ringraziare con tutto il cuore le 87 che l'hanno messa tra le preferite,
le 18 che la tengono tra le ricordate,
e le 97 tra le seguite.
Un grazie enorme, ovviamente, a tutte le anime che hanno recensito.
Chi un solo capitolo, chi tutti quanti, chi solo due-tre e poi ha lasciato perdere.
Grazie ad ogni singola persona che ha aperto il link di questa storia perchè, chi più o chi meno, siete state tutte importanti per me.
Grazie, davvero.
Ora la pianto perchè se no mi metto a piangere :')
Cooomunque, è stato un capitolo un po' così e so che forse qualcuna di voi mi starà odiando perchè l'ho scritto tutto dal punto di vista di Jenny.
Ho voluto farlo così perchè alla fine è completamente incentrato su quei due ammori che si sposano e volevo farlo raccontare da Jenny, in modo da non lasciare la coppia Jarry completamente fuori.
Beh, spero vi sia piaciuto e *rullo di tamburi*
visto che molte di voi me l'hanno chiesto, si. Credo ci sarà un continuo.
Probabilmente sarà sui quattro anni prima del matrimonio, non so.
Poi si vedrà.
Ok, direi proprio che è ora di sloggiare, perchè sto diventando peeeesante.
Quest'ultimo 'hola' è quasi più lungo del capitolo D:
So, spero vi sia piaciuto e che, come me, non dimenticherete mai questa storia.
#With much love.
-S.

Ps. Per chi non si fosse ancora stancata di me, passate all'altra mia ff :)
Love is just a mess.

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Capitolo 35
*** I'm baaaack (piccolo avviso). ***





Ciao, dolcezze!
Si, sono ancora quì a stressarvi, ma giuro che farò in fretta e poi vi lascerò in pace.
Volevo solo dirvi, a chi interessa, che ho pubblicato il seguito di questa ff,
Coming back with you.

Beh, se ne avete voglia, fateci un salto, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate :)
L'avevo detto che non li avrei abbandonati questi ammmori, no?
Ok, ora evaporo.
A presto, spero.
Sara.

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