You're my sun so shine on me

di irresistyles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** capitolo 1 ***


Capitolo 1   
 

                                                                                                                                                                                                         "I've tried playing it cool
                                                                                                                                                                                                  but when i'm looking at you
                                                                                                                                                                                                                 I can't ever be brave
                                                                                                                                                                                            'cause you make my heart race"
                                                                                                                                                                                   One thing - One Direction
 

 
 
                                                    
-"Muoviti, sveglia che è tardi...."
-"Sì sì ecco...."-
dissi con voce ancora impastata dal sonno visto che mi ero appena svegliata e non nel modo migliore che si possa desiderare.
Questo è il prezzo da pagare quando non si sente la sveglia, quindi ormai mi dovevo svegliare...il mondo mi chiamava.
 
Scesi giù dove c'era mia madre seduta per fare colazione...non sono una tipa che mangia molto quindi presi solo un latte macchiato, che prima di andare a scuola andava più che bene.
 
Di corsa salì di nuovo su. Non sapevo neanche io da dove la tiravo fuori tutta quell'energia di prima mattina. Entrai nel box della doccia e mi lavai  in pochi minuti così subito mi asciugai e uscì per vestirmi sempre in gran fretta...non che la scuola distasse molto ma non mi andava di fare tardi...sono una di quelle persone che odia arrivare in ritardo e se ci arrivo mi scoccia.
Misi un paio di jeans chiari con sopra una t-shirt verde mela e ai piedi le mie immancabili converse bianche basse...le adoravo. Ritornai in bagno e mi pettinai tenendo i capelli sciolti e liberi al vento...misi solamente un po di matita nera e poco mascara....non sono una di quelle che adora conciarsi come un ornitorinco....vivevo nella mia semplicità.
 
Ancora non mi sono presentata!
Mi chiamo Ashley, vivo a Londra con mio padre e mia madre, ho 15 anni e sono al primo anno di liceo linguistico...e sì adoro le lingue, soprattutto l'inglese....posso dire che l'inglese, il canto e la musica sono la mia vita...non riesco a starci senza. Sono una ragazza abbastanza normale, mi considero nella media...non altissima ma neanche bassa...circa 1,70, non magrissima ma di certo non un barile...diciamo che ho le mie forme, ho i capelli lunghi e castani e un po mossi ma tendenzialmente lisci.
I miei occhi sono verdi con sfumature  marroni e ho delle ciglia lunghe....altre cose di me? ah si odio le tute e...ah ecco questo argomento è un po complicato ma che ci posso fare?
 
Nella classe affianco c'è un bellissimo ragazzo con il quale non ho mai parlato ma che mi piace abbastanza...l'unica nota negativa è che in molte gli vanno dietro e di certo non viene da me dato che aveva 18 anni e io 15, figuriamoci se si mette a notare una piu piccola pero io ci spero sempre.
 
E' bellissimo e anche se non ci ho praticamente mai parlato mi ispira molta simpatia...è perfetto...ha degli occhi stupendi che vanno dal verde al blu col  cambiare dal tempo o della luce, dei ricci bellissimi.
 
Io non  ho mai amato i ricci ma i suoi sono qualcosa di unico, a volte lisci a volte super ricci e adornano i suoi bei lineamenti...ha un sorriso da togliere il fiato, stupendo e il tutto contornato da due splendide fossette.
 
Non era proprio amore ma ci si avvicinava molto o forse non lo distinguevo visto che non ero mai stata innamorata, so solo che ogni volta che lo vedo il cuore mi sale in gola, divento un pomodoro vivente e  mi sciolgo solo vedendo il suo sorriso.
Starei ore a guardarlo...è perfetto nella sua semplicità...oltre a tutto questo e al suo bellissimo nome non sapevo piu niente...già il suo nome...Harry Styles, un nome degno di lui.
 
Comunque, passando ad altre cose anche se starei tutto il giorno a parlare di lui...ho una migliore amica, la migliore che si possa desiderare...la conosco sin dalla nascita, siamo praticamente sorelle se non di piu...la adoro, era la mia compagna di gioie ,tristezze, paure, ansie, avventure...tutto. E non potevo chiedere di piu!
E' una ragazza bellissima e per fortuna siamo in classe insieme, non so cosa farei senza di lei....la mia Eleanor.
Scesi giù a gran velocita tant'è che a mia madre prese un colpo vedendomi arrivare cosi all'improvviso da dietro. Presi in fretta e furia la borsa di scuola  e corsi verso la porta e mia madre mi seguì.
Dovevo fare in fretta anche perchè mia madre doveva andare presto al lavoro e non volevo farla arrivare tardi.
Entrata in macchina presi un respiro profondo e presi le cuffiette per rilassarmi.
 
-"Che corsa eh?"disse mia madre con un sorriso.
-"Sapessi, ho corso piu oggi che in tutta la mia vita"dissi io .
-"Potevi muovere le chiappe"- ecco le sue frecciatine che ricomparivano come al solito.
-"Ehi,io mi sono sbrigata ma mica è colpa mia se la sveglia non suona" dissi fingendomi offesa, d'altronde ero abituata a quelle sue battutine sarcastiche, non potevo prendermela.
-"Si ok"- disse infine.
 
Era bello il rapporto che avevo con mia madre, potevo dirle tutto senza preoccupazioni, lei mi avrebbe sempre ascolatata e avrebbe sempre cercato di aiutarmi...era splendida anche se non risparmiava il piu delle volte a provocarmi con le sue fracciatine ma che dovevo fare...ormai dovevo tenermela ahaha .
 
Infilai le cuffie nelle orecchie e mi immersi nella musica mattutina, faceva sempre bene ,a qualsiasi ora...era un iniezione di energia per me,anche meglio di un caffè .
Arrivai davanti al portone di scuola e per fortuna la campanella non era suonata da molto. Così mi diressi in classe ma la prof non c'era ancora, salutai tutti ma Eleanor non c'era cosi andai alle macchinette, forse l'avrei trovata lì a prendersi un caffè....infatti,eccola lì .
 
-"Ehi tu...è ora di arrivare?
-"Scusa El non ho sentito la sveglia stamattina"
-"Ok sei perdonata...abbracciami".
La abbracciai come mi disse lei....quella ragazza sprizzava gioia da tutti i pori  e stare con lei mi faceva sentire bene...ancora nell'abbraccio si irrigidì.
-"Ehi El cos'hai?" chiesi sentendomi stringere molto forte.
-"Il tuo riccio...a ore 3".
-"Ohhh...dove dove?" dissi tutta euforica.
-"Non urlare o ti prende per scema"
-"Ehm si,scusa" -mi ricomposi frettolosamente.
 
Lo vidi finalmente...era perfetto, anche oggi. Indossava dei pantaloni beige che gli stavano divinamente, una maglia bianca col collo a V e le converse bianche....si avevamo le stesse scarpe, qualcosa lo avevamo in comune
Lui faceva il classico ma era già al quarto anno mentre io appunto ero solo al primo.
-"E' bellissimo" dissi con sguardo sognante ammirandolo ma attenta a non sbavare, ovvio.
-"Si, è un bel ragazzo"
-"Ehi è mio"dissi con tono fintamente offeso. Sapevo che non le interessava.
-"E chi lo tocca"disse lei stando al gioco.
-"Ti adoro"
-"Anche io ma ora entriamo in classe che sennò la prof ci mangia vive, sai quanto rompe quella"-disse con voce scocciata.
-"Lo so bene, una volta mi ha fatto la ramanzina solo perchè volevo andare in bagno"dissi ricordando.
-"Oh si ,quella volta ahahaha"
-"Tu ridi, io dovevo andare in bagno....per fortuna mi so contenere"
-"E sì"
 
Detto questo entrammo in classe e per nostra sfortuna questa volta la prof di storia era già entrata. Non mi era molto simpatica né lei, né la materia che insegnava ma sempre meglio di latino, quello lo odiavo. Andavo bene a scuola e la cosa che mi scocciava è che in latino avevo un misero sei, non che la cosa mi dispiacesse,ovvio ma non ero abituatata ai sei...la mia media era abbastanza alta e quella materia odiosa rovinava tutto.
 
-"James vai a chiudere la porta per favore"- disse quell'acida della prof con quella voce da cornachia che si ritrovava.
-"Sì ecco"-così dicendo si alzò ma prima che chiudesse la porta intravidi i ricci di Harry mentre andava in bagno...ho già detto che è bellissimo?
 
 
 
Spazio autore:
 
Ehi ciao a tutte...questa è la mia prima ff ma io spero che questo primo capitolo che più che altro è una specie di prologo vi sia piaciuto e che sia stato scorrevole come lettura.
Qui abbiamo introdotto un pò la situazione e i personaggi...mi piacerebbe sapere cosa ne pensate sia in modo positivo che negativo quindi fatemi sapere che mi fa piacere :) .
Nel prossimo capitolo si entrerà pian piano nel vivo della storia quindi vi aspetto.
Alla prossima.
 
xx Ale

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Capitolo 2
 



"Hey, I just met you
and this is crazy but here's my number
so call me maybe"

Call me maybe - Carly Ray Jepsen


                                                                                                                                                                                   

Finalmente la giornata era finita...quattro ore di scuola bastano e avanzano e due ore di storia non aiutano di certo....stavo quasi per addormentarmi ma non è colpa mia se la prof spiega con quella voce così calma e insopportabile che ti fa addormentare e poi se spiega le cause della guerra persiana ancora meno. Penso che la dovrebbero contrattare per far dormire i bambini irrequieti...si se la caverebbe alla grande.

Tornata a casa mangiai pochissimo, giusto un pò di insalata e andai su a fare i compiti. Per fortuna ne avevo pochi e finii subito. Mia madre ancora non era tornata, sarebbe tornata verso sera, come al solito del resto. Detti da mangiare anche al cane, Fonsi. Lo so è un nome strano ma mi piace. E no, non c'entra niente con le patatine.
Appena finii di mangiare decisi di portarlo a fare una passeggiata al parco, tanto non avevo niente da fare.  Avrei comunque dovuto portarlo dopo quindi era lo stesso.

Presi il guinzaglio e lo legai. Stranamente c'era bel tempo ed è cosa rara qui a Londra...camminai per un pò fino a che arrivammo al parco. C'erano bambini che giocavano felici, ridevano e scherzavano...alcuni che facevano a gara a chi andava piu in alto con l'altalena. Sorrisi d'istinto....devo essere sincera, non amo molto i bambini soprattutto quelli capricciosi e insolenti ma ce n'erano alcuni che addirittura mi facevano sorridere. Forse perchè mi ricordavano la mia infanzia. Fonsi tirava quindi mi alzai dalla panchina dove mi ero seduta e ripresi a camminare tra gli alberi...erano bellissimi i parchi di Londra o almeno a me piacevano... ma non penso ci sia qualcuno a cui non piacciono. Puoi rinchiudertici dentro per ore perchè c'è una calma e una tranquillità che non si trova facilmente. L'aria filtrava dentro di me e sentivo l'aroma degli alberi e dei fiori invadermi. I bambini venivano a giocare ma io ci entravo per rilassarmi oltre che per portare il cane. Non mi stupisco che appunto, Londra,sia meta di cosi tanti turisti. E' davvero una bellissima città...piena di vita per le strade e di pace e serenità nei parchi.

Passato un quarto d'ora vidi un ragazzo seduto su una panchina che stava messaggiando probabilmente, visto che aveva un cellulare in mano.
Aspetta,aspetta....aveva i ricci e non dei ricci normali, quei ricci...oddio era lui.
E ora cosa faccio? non posso mica restare qui impalata...mi prendono per un palo dell'enel sennò...ehm pensa Ashley pensa...oh c'è una panchina li vicino...ok mi siedo lì...devo mandare un messaggio a Eleanor per dirgli chi ho incontrato.

-"Ehi El indovina un po chi ho appena incontrato al parco mentre portavo a spasso Fonsi"
-"Ehm...il riccio?"
-"Siiiii"
-"Bé sono contenta per te"
"E solo questo mi dici? che faccio?"
-"Non lo so"
-"Non posso parlargli"
-"Non lo so, vedi tu"
-"Bei consigli che dai"
-"Lo so xD "

Staccai e  mi misi ad accarezzare Fonsi giusto per non restare immobile.
Vabbè ormai che dovevo fare?...se si accorgeva che rimanevo lì a guardarlo mi avrebbe preso per una stalker quindi mi alzai intenta ad andare a casa....Fonsi pero tirava dall'altra parte...perchè ora fa cosi?
-"Dai che dobbiamo andare a casa...non tirare" - dissi non troppo forte...ma neanche tanto piano.
Bene ora mi avrebbe preso anche per pazza per colpa del mio adorato cane pensando che parlassi da sola o che  mi fossi fumata come minimo 3 canne...in questo momento lo stavo odiando.
-"Non tirare, dobbiamo andare a casa". -ritentai.
Possibile? tirava ancora, assurdo....non potevo urlare, non davanti a Harry...non mi andava di fare una figuraccia della quale mi sarei pentita per tutta la vita.

Oh cavolo il mio adorato cane mi stava tirando verso Harry. No, no, no.
-"Stai fermo, non tirare"
Menomale almeno occupato com'era al telefono, che poi chissà  cosa stava facendo, non si stava accorgendo di me.
Oh cavolo se tira ancora giuro che lo uccido....oddio noooooooooo...troppo tardi...sono finita addosso a Harry, facendo una figuraccia colossale davanti al ragazzo che mi piace che come minimo vedendomi a scuola ora mi avrebbe derisa per tutti gli anni del liceo. E tutto per colpa  di un cane...assurdo.
-"Oddio oddio scusa, non l'ho fatto apposta." - dissi tentando almeno di scusarmi.
-"Ehm...non fa niente"- notavo che non gli facesse proprio piacere.
Oh cavolo...però.... mi ha parlato, Harry Styles mi ha parlato anche se in questa circostanza molto strana e insolita...e imbarazzante.
-"Aspetta mi levo subito, non ti sei fatto male vero?" - da dove prendevo il coraggio di parlargli non lo so neanche io, vabbè meglio così.
-"No,non ti preoccupare"- ora mentiva anche per non farmi sentire in colpa.
-"Scusa veramente non volevo ma il mio cane tirava e..."
-"Mi sei finita addosso"
-"Esatto"
-"Bello il tuo cane"- stava provando a fare conversazione? con me? dopo tutto quello che era successo?
-"Ehm...grazie"- risposi un pò stranita.

Sorrise e si mise ad accarezzare Fonsi.
-"Un beagle giusto?" mi chiese interessato.
-"Si"
Ora adoravo il mio cane anche se avevo fatto una figura di merda stratosferica andando a finirgli addosso...ma....ma ci stavo parlando!!!
-"Come si chiama?" -mi chiese.
-"Fonsi"
-"Strano nome ma è bello...Fonsi" -ripetè il nome come per convincersi.
-"Si infatti è un pò strano ma anche a me piace"

Alzò lo sguardo verso di me e mi tese la mano
-"Harry"
-"...Ashley,piacere"
-"Piacere mio"
Sorrisi.
-"Non ci siamo gia visti?"
-"Ehm... - ora che gli dico?, glielo dico che siamo nella stessa scuola o no? ok ok respira, si glielo dico.
-"Forse a scuola? " chiese lui riflettendo
-"Ah forse "- dissi io  fingendomi un pò incerta.  Come se non lo sapessi dove ci siamo visti, pff.
-"Classe?"
-"Sono al primo anno...linguistico".
-"Io quarto,classico"-come se gia non lo sapessi .
-"Forse ci siamo visti a scuola...in effetti hai una faccia familiare"- direi più che familiare, ma mi limitai a pensarlo.
-"Ahaha quindi sei più piccola...eppure non sembri, cioé, si sembri piu piccola ma non cosi tanto".
-"Ehi, non vado mica all'asilo" - dissi fingendomi offesa.
Rise di gusto alla mia affermazione così risi anche io con lui.

-"Come mai qui tutto solo?" -mi azzardai a chiedergli.
-"Semplicemente non mi andava di stare a casa...oggi viene il fidanzato di mia sorella e non è un tipo molto simpatico...per lo meno a me.
-"Oh capisco...quindi hai una sorella?" - ora sapevo una cosa in più su di lui, sembrava volerle molto bene.
-"Si piu grande...tu?"
-"Io sono figlia unica...sono venuta qui per non annoiarmi a casa, i miei non ci sono spesso e ho approfittato per portare Fonsi .
-"Bé ora non mi sto annoiando"
Oddio cosa ha detto? vuol dire che stare con me è piacevole? se era un complimento ci era riuscito alla grande.  Arrossii .
- "Ne sono contenta"- ma dove trovavo la forza per rispondergli così?
-"Si anche io"
Ma lo fa apposta? abbassai lo sguardo a quell'affermazione così semplice eppure così importante per me.
-"Ti va di fare una passeggiata? se vuoi lo porto io Fonsi, ho un pò più forza di te e penso che cosi tiri meno". Si stava offrendo a portare Fonsi, che carino.
Risi e arrossii per la richiesta che mi aveva fatto...io che faccio una passeggiata con Harry? non posso chiedere di piu dalla vita.
-"Se ce la fai..." - azzardai io
-"Vuoi mettere in dubbio la mia forza?" domandò piccato ma tuttavia ironico.
-"Non sto dicendo questo "- risi divertita dalla scena che si era venuta a creare.
-"Ok lo porto io"- disse poi disse tendendo la mano per farsi dare il guinzaglio.
-"Va bene ma sta attento che tira tanto e se scappa è un problema"- mi raccomandai io porgendoglielo.
-"Stai tranquilla"- mi rassicurò.
-"Va bene, mi fido"- dichiarai infine.
Sorrise...di nuovo...quanto poteva essere bello quando sorrideva? e quando stava fermo e...ok sempre ma quando sorrideva era veramente perfetto.
-"Sì, tira..."
-"E io che ti ho detto?"
-"Sì ma ce la faccio a portarlo"
-"Sei veramente testardo"- sembravamo quasi amici di vecchia data.
-"No, sono solo forte"
-"sì, ok"- dissi io provocandolo.
-"Ehi..."- ecco la reazione.
Ridemmo.
-"Allora...tu abiti da queste parti?" -domandò.
-"Sì,  qui vicino...a circa 5 minuti"
-"Quindi piu o meno siamo vicini...anche io abito qui vicino"
-"Oh...eppure non ci siamo mai visti"- come avevo fatto a non accorgemene?
-"Infatti"
-"Sicuro che ce la fai a portarlo?"
-"Sì sì non ti preoccupare"
-"Ok"
In quel momento mi squillò il cellulare.
-"Ehi Ashley"
-"Oh, mamma...ciao"-cosa voleva adesso?
-"Ciao, dove sei?"
-"Stavo portando Fonsi, sono al parco"
-"Ok torna a casa...deve venire zia a cena"
-"Oh e quando l'ha detto?"
-"Adesso"
-"Come sempre le cose in anticipo"- dissi leggermente infastidita e pò acida.
-"Lo so,  appunto mi devi aiutare."
-"Ok ora vengo"
Ma proprio ora doveva venire? proprio ora che stavo portando Fonsi con...Harry? un momento peggiore? no eh?
-"Devi andare?"- mi chiese quasi rattristato.
-"Sì"
-"Oh sì, ecco Fonsi...."- si chinò ad accarezzarlo e mi diede il guinzaglio. "Se vuoi ti accompagno"
-"Non ti preoccupare"
-"No dai vengo"
-"Ok grazie Harry,sei molto gentile"
-"Prego, per così poco." - sorrise poi come solo lui sapeva fare.
-"Grazie comunque"
Dopo poco arrivammo a casa mia.
-"Bé sono arrivata...è stato un piacere Harry"- e lo era stato davvero.
Sorrise.
-"Ciao allora"
Stavo per aprire la porta quando lui si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia...io arrossii visibilmente.
-"Ciao....ah ecco...a che piano sei?" - non poteva riferirsi casa mia visto che era una villetta.
-"A scuola? "
-"Sì"
-"Piano terra."
-"Oh, anche io, allora sicuramente ci vedremo."
-"Certo...ciao allora"- a parole non dimostravo tutto il turbine di emozioni che si scagliò in quel momento dentro il mio stomaco.
-"Buona cena"
-"Anche a te e grazie di tutto...ancora scusa"
-"Di niente...ci vediamo"
-"Certo...ciao"

Così aprì la porta e non appena entrai realizzai tutto quello che mi era successo oggi...avevo incontrato Harry, quell'Harry...aveva accarezzato e portato a spasso il mio cane, avevamo passeggiato insieme, mi aveva accompagnato  gentilmente a casa, siamo praticamente vicini e in piu mi ha dato un bacio sulla guancia....questo giorno è da ricordare. Sì, assolutamente.
La piu bella giornata della mia vita...non era ancora ora di cena quindi salutai mia madre, slegai Fonsi e andai in camera mia...dovevo chiamare Eleanor per raccontarle tutto di questa splendida giornata.
-"Ehi El tu non sai cosa mi è successo oggi"
-"Cosa?"
-"Allora sono andata a portare Fonsi al parco e ho incontrato Harry"
-"Bè si,questo lo so e poi...? "
-"Fammi parlare"
-"Ok ok"
-"E allora mi sono seduta in una panchina lì vicino mentre lui stava messaggiando,solo che volevo tornare a casa altrimenti mi  avrebbe preso per scema stando lì seduta tre ore senza far niente ma Fonsi è andato nella direzione opposta quindi gli sono caduta addosso.
Intanto la sentivo fremere...era contenta per me ed io agitatissima e non ancora consapevole di tutto quello che mi era successo.
-"E quindi dopo che mi ha detto che non si è fatto niente si è messo ad accarezzare Fonsi e lo voleva portare lui quindi lo ha portato e abbiamo passeggiato insieme ma poi mia madre mi ha chiamato perchè oggi  deve venire a cena mia zia, che poi dico io momento peggiore no eh? Comunque ha insistito per accompagnarmi a casa e ha detto che sicuramente ci vediamo a scuola e....prima di andarsene del tutto mi ha dato un bacio sulla guancia tu non puoi capire quanto sono felice in questo momento, sono euforica, ancora non ci credo e tutto grazie a Fonsi, dovrebbero farlo santo quel cane.

-"Oddio Ash sono felicissima per te, ti vorrei abbracciare ma non posso... vedrai domani quando arrivi a scuola sempre che non ci sia qualcunaltro che lo faccia al posto mio." -commentò divertita.
-"Magari..."
-"Quindi non vuoi che sia io ad abbracciarti?" - disse fingendosi offesa.
-"Ma certo che voglio, ti voglio un bene dell'anima ma certo se ci fosse qualcun'altro non rifiuterei di certo"
-"Mi ritengo offesa"
-"Domani ti abbraccio fortissimo ,vedrai ...ma ora devo andare prima che venga  mia zia.
-"Ok allora ci vediamo domani a scuola, ti voglio bene"
-"Anche io "

Così attaccai e scesi , mia zia era già arrivata quindi ci misimo a mangiare  e tutto sommato fu una bella serata...poi quando se ne andò  me ne andai di sopra a dormire con un sorriso da ebete stampato in faccia...ero felicissima.

Spazio autrice:

Ciao a tutte, io non so come ringraziarvi per le 3 seguite e 1 preferito, per alcuni questi numeri saranno piccoli ma per me visto che è la mia prima storia è tantissimo.
Grazie mille anche alle 2 bellissime ragazze che hanno recensito, le ragazze che mi hanno dato dei consigli molto utili e una mia carissima amica che mi ha aiutato a postare nello scorso capitolo <3 .
Sono veramente molto felice che vi sia piaciuta e spero di migliorare man mano che la storia vada avanti.
Penso di aver scassato già abbastanza quindi mi dileguo...
Vi adoro e mi farebbe molto piacere se mi faceste sapere che ne pensate di questo capitolo.
Nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa :)
Al prossimo capitolo
Loves ya
xx Ale

P.S : io domani parto quindi aggiornerò fra due settimane.

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Capitolo 3

“Girls, girls, girls
I just can’t say no
Never see them coming
I just wa – wa – wa – wa – watch the go
Take control, making me sweat girl, run that show
Is them girls girls girls I just can’t say no
Houston I think we got a problem
Can’t say no – Conor Maynard
 

 
La mattina dopo mi alzai presto...stavolta avevo sentito la sveglia quindi mia madre non fece neanche in tempo ad entrare nella mia per svegliarmi lei.
Ero tutta allegra e pimpante già di prima mattina...cosa rara per me. Di solito quando mi alzavo ero abbastanza suscettibile...era incredibile quanto quel ragazzo potesse far bene al mio umore.
Andai giù ancora in pigiama e preparai la colazione sia per me che per mia madre...per mio padre no perché era già andato al lavoro. Ci andava molto presto quindi di mattina eravamo solo io e mia madre. Andai su per svegliare mamma e la trovai appisolata con i capelli arruffati davanti alla faccia...era davvero una bella donna e si teneva in forma . A volte ci litigavo ma le volevo davvero bene. Mi avvicinai cautamente a lei in punta di piedi e mi chinai leggermente sussurrandole all'orecchio di svegliarsi.
-“Ash sei tu?” mi chiese con la voce ancora impastata dal sonno.
-“si mamma...dai svegliati sennò fai tardi, la colazione è di sotto.”
-“l'hai preparata?”
-“si che c'è da sorprendersi?”
-“sicura di stare bene?”
-“sei sempre la solita, anche appena svegliata...non apprezzi neanche i miei sforzi”- dissi fingendomi offesa.
-“ehm...bè allora grazie tesoro, scendo subito”.
-“ok, vengo anche io con te”.
-“va bene”.
Così scendemmo a fare colazione.                                                                                                                            Entrai in doccia e uscii dopo neanche 5 minuti. Mi avvicinai al guardaroba ancora in intimo e scelsi i vestiti da mettere. Misi dei pantaloni con il cavallo basso neri, sopra una canottiera bianca con una croce leopardata al centro e un cardigan, mentre ai piedi delle superga bianche. I capelli leggermente mossi li raccolsi in una coda alta, un po’ di matita e via...ero pronta.
Mentre ero per le scale avvisai mia madre...
-“Ehi mamma io ho fatto, andiamo...”
-“ehm guarda io oggi non ti posso accompagnare...”
-“e io come faccio?” dissi senza farla finire un po’ innervosita dalla sua affermazione.
-“se mi fai finire magari!...stavo dicendo che ti deve accompagnare tuo cugino” – concluse infatti.
-“perchè è tornato?” – chiesi con un sorrisone stampato in viso.
-“si” – disse solo.
-“che bello, sono felicissima”.
Avevo un bellissimo rapporto con mio cugino, aveva solo 3 anni più di me e non lo vedevo già da un po’ perché i suoi erano separati ed era andato a vivere con il padre.
-“Aspetta quindi è venuto a vivere da zia?”
-“si...quindi da ora in poi ti accompagna lui”
-“evvai!” – esultai io.
Quel biondino era come il fratello che non ho mai avuto, si chiamava Niall...appena vedeva del cibo faceva piazza pulita ma gli volevo tanto bene anche se a volte approfittava del fatto che mangiassi poco per papparsi anche il mio di cibo...ero davvero contenta che lui ora fosse qui.
Dopo pochi minuti suonarono alla porta e io mi avventai per aprire con un sorriso a 32 denti stampato in viso.
Appena vidi Niall sulla soglia della porta lo abbracciai senza lasciarlo respirare.
-“ehi ehi cosi mi stritoli” – disse sorridendo.
-“mi sei mancato tantissimo”.
-“anche tu Ash, ma ora dobbiamo andare a scuola”.
-“aspetta mi sono persa qualcosa...dobbiamo?”
-“ehm...si...mi sono iscritto alla tua stessa scuola”.
-“veramente?? sono felicissima...ti ricordi di Eleanor vero?
-“certo che mi ricordo di lei, è da tanto che non la vedo”.
-“già...da piccoli giocavamo sempre insieme”
-“bei tempi…” – disse ricordando.
-“già...ma ora tu sei di nuovo qui, è questo l’importante “
 
-“aspetta la scuola è a destra vero?”
-“sì sì e poi tutto dritto”.
Dopo pochi minuti arrivammo e con Niall mi diressi verso il cancello che ancora doveva aprire e lì incontrammo El puntuale come una sveglia svizzera.
-“El!” - esclamai dandole un forte abbraccio.
-“Ash!” – esclamò a sua volta mentre veniva stritolata.
-“Ehi El!” - questo era Niall.
-“Niall” – disse lei sorpresa alla vista di Niall.
-“si proprio lui visto? ha sorpreso anche me stamattina contenta?”.
-“si certo...da quanto tempo...aspetta ma quindi tu ora vieni a scuola con noi e vivi qui?”
-“eh già...così saremo come ai vecchi tempi”.
-“ma quindi in che classe sei ora?”- chiesi io
-“ehm...4r se non sbaglio” – disse un po’ confuso.
-“cosa??”- esclamammo io ed Eleanor all'unisono...cioè in 4r c’era Harry, vuol dire che mio cugino Niall doveva stare in classe con il ragazzo che mi piaceva ovvero Harry???
-“cos'è tutta questa preoccupazione?” è solo una classe. Certo per lui è solo una classe…una normale e banalissima classe come qualunque altra.
-“non è solo una classe è la classe”- disse El soffermandosi su la.
-“e cos'avrebbe di strano quella classe”- chiese mio cugino di rimando.
-“ehm...” – ero un po’ titubante e sviai il suo sguardo.
-“sputa il rospo Ash...puoi dirmelo.” – mi rassicurò lui.
-“uhm...ok...si insomma in quella classe c'è...”
-“il ragazzo che piace ad Ash”- finì Eleanor.
-“abbassa la voce”.
-“ah ecco perché”- disse Niall
- “Che vuoi dire con ecco perchè?” me ne uscì io leggermente piccata.
-“No niente...solo che adesso capisco perchè avete fatto quella faccia”
-“ ah”
-“ e com'è questo tizio?” mi chiese Niall fin troppo interessato ma con una faccia un pò gelosa o meglio protettiva.
- “lo vedrai dopo” - dissi io con il suo stesso tono.
-"ok" - disse infine un pò più calmo.
 
Varcammo tutti e tre la soglia della porta non appena sentimmo il trillo della campanella suonare.
Niall si era già iscritto quindi doveva solo entrare nella sua nuova classe che appunto era affianco a quella mia e di Eleanor.
 
Io ed El accompagnammo Niall nella sua classe ma restammo fuori dalla porta con lui così che non appena fosse entrato qualcuno sarebbe entrato anche lui. Intanto Niall ci spiegò come mai aveva deciso di tornare.
-" Sono tornato perchè il posto dov'ero non mi piaceva e anche se mio padre non mi faceva mancare niente e mi sono sempre trovato bene con lui non mi piaceva la gente del posto...avevo solo qualche amico occasionalmente, solo nelle feste o a volte per uscire ma niente di che.
Inoltre lì pioveva sempre, non che qui a Londra il tempo sia migliore ma almeno qui ho delle persone a cui voglio bene. Certo avevo mio padre ma era sempre al lavoro così mi ritrovavo chiuso in casa ogni giorno e mi ero stufato di quella situazione...è per questo che sono tornato. Mi fa piacere vederti dopo così tanto tempo Ash...sei sempre la stessa e anche tu El. "- mi sorrise. Quanto poteva essere dolce quel ragazzo?!?
 
- " ti voglio bene cugino" - me ne uscì io commossa dalle sue parole...qui non si sarebbe annoiato di certo!
Detto questo mi avvolse in uno dei suoi abbracci da orso. Sentivo il suo odore di pino selvatico invadermi le narici e il suo calore riscaldarmi.
Mi lasciò arruffandomi i capelli e io sbruffai facendo il broncio
 
- "ora che c'è?"
- "mi hai scombussolato tutti i capelli!"
Lui rise e cercò alla meno peggio di riaggiustarmeli.
- "faccio io...voi uomini non siete capaci di fare niente"- disse El.
-"io so fare molte cose invece" - si difese mio cugino.
- "e queste cose sarebbero mangiare, dormire e andare in bagno? oh scusa ho dimenticato guardare la tv! " - scherzò El.
 Niall sbuffò rumorosamente e se ne uscì con -" è questa la concezione che voi ragazze avete di noi...e poi...se anche fosse?
-" ti sei smentito da solo"- El sorrise all'affermazione del biondo e si mise a ridere mentre cercava di sistemarmi i capelli.
-"grazie" - esordii io non appena ebbe finito.
-"ora almeno stai bene" - ammiccò guardando Niall.
Lui alzò gli occhi al cielo.
 
In quel momento alcuni studenti entrarono nella sua classe seguiti poi dal professore che però si fermò un attimo sulla porta.
 
-" Tu devi essere il nuovo studente" – esordì il professore porgendogli la mano.
-"ehm...si sono io" - disse lui stringendogli la mano.
-"bene, ora ti presento alla classe...io sono il professor Smith, docente di matematica.
 
Wow matematica alla prima ora, che pesantezza.
 Il professore entrò in classe e fece cenno a Niall di seguirlo.
-"Poi mi dici chi è" - mi disse solamente prima di seguirlo e dileguarsi...probabilmente si riferiva a Harry, non l'avevo ancora visto...chissà se oggi sarebbe entrato.
Sospirai al pensiero.
Eleanor mi strattonò prendendomi per la mano e dirigendosi invece in classe nostra. Forse era un pò tardi.
Entrammo in classe nostra ma la professoressa non c'era ancora per mia fortuna.
 
La lezione stranamente stava passando velocemente ma io non stavo neanche ascoltando.
Tutt'un tratto però sentì la voce della prof chiamarmi così mi ricomposi in fretta visto che mi ero messa un pò "comoda" sulla sedia.
-"si?" risposi solamente io.
-"dovresti andare nella classe affianco a chiamare un mio alunno visto che devo parlargli"
-"ehm… che classe?" - proprio quella classe? pensai.
-" 4 r"
-"ah"-  dissi io mentre il mio povero cuoricino non la smetteva più di battere forte...non l'avevo visto oggi ma solo l'idea di poterlo incontrare mi faceva andare su di giri.
-" e chi devo chiamare?"
-"Styles"- spalancai gli occhi a quell'affermazione così indifferente della prof.
Per lei era una cosa indifferente ma a me cambiava la giornata. Le mani mi incominciarono a tremare e il fiato cominciò a mancare.
El, che era dall'altra parte della classe mi guardò subito dopo e mi sorrise ma io non feci niente incapace di muovere solamente una gamba.
Stava passando troppo tempo e la prof se ne accorse...forse voleva che ci andassi subito.
-"Allora?"
-"Ehm...adesso?"
-"E quando allora?" per lei era una cosa talmente normale.
Avevo paura di non riuscire a muovermi talmente forte era l'emozione...anche se ieri era successo tutto quello che era successo vederlo era sempre qualcosa di sconvolgente per me.
Non so neanche come feci ma mi alzai e mi avvicinai alla porta, prima di aprirla però la prof mi disse di dirgli che doveva venire da lei.
Eleanor mi guardava fiera ma io le mandavo sguardi sos (?).
Presi un piccolo respiro e mi decisi finalmente ad aprire quella maledetta porta.



Spazio autrice:
 
Buongiorno a tutte, finalmente sono tornata e ho internet! Yeeeee
Questo capitolo l’ho scritto un po’ qui in Italia e un po’ in aereo… è un po’ di passaggio quindi non succede molto però compare Niall! E presto compariranno tutti ma un po’ alla volta. A me non piace molto questo capitolo però spero che voi apprezzerete.
Volevo dirvi anche che l’altra volta ho pubblicato 2 capitoli in 2 giorni ma la pubblicazione non sarà così tempestiva anche per gli altri capitoli anche perché non ne ho molti pronti.
Ora ho l’astuccio, le penne e l’agenda dei 1D!!! sono bellissimi *^*
Come al solito ringrazio chi preferisce|segue|legge e basta...  e anche alle splendide ragazze che hanno recensito,veramente tante grazie. Mi farebbe davvero piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate della storia. #muchlove
Alla prossima belle carrots <3
 
 Ale
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Capitolo 4


“I open my eyes
And now all I wanna see
Is a sky full of lighters
A sky full of lighters”
Lighters- Bruno Mars feat Eminem



Aperta la porta la richiusi all’istante ed Eleanor mi lanciò uno sguardo confuso facendo labbruccio.
Arrivai davanti alla classe di Niall ed Harry e prima di aprirla mi fermai un attimo prendendo un ultimo respiro  .
Proprio quando mi ero decisa ad aprire mi ritrovai la porta in faccia così feci due passi indietro lamentandomi  dal dolore e toccai il mio  naso per controllare non ci fosse niente di rotto.
Mi ero concentrata solo sul dolore e non avevo ancora visto chi era quell’imbecille che mi aveva dato la porta addosso.

Alzai lo sguardo per replicare ma mi bloccai appena vidi Harry con una faccia abbastanza mortificata e vedendo che era lui ogni mia eventuale replica non poteva che placarsi.
Lui non sapeva che dire così se ne uscì con uno: -“scusami, non volevo!”
Era carino mentre cercava in ogni modo di dire qualcosa di convincente così che sorrisi senza neanche rendermene conto.
-“Non ti preoccupare” – lo rassicurai. Inutile dire che se non fosse stato lui gli avrei riversato addosso tutto il mio odio.
-“Non hai niente di rotto vero?” – mi chiese tutto preoccupato.
-“No, no sto bene”.
-“menomale…aspetta tu sei la ragazza di ieri…ehm…Ashley! – disse ricordandosi.
-“wow ti sei ricordato il mio nome”
-“come potrei dimenticarlo?”
Arrossii lievemente a quell’affermazione anche se non sapevo per certo cosa stesse a significare o almeno a cosa alludesse.
-“ehm…dovevi entrare?” – mi chiese, forse imbarazzato.
- “veramente stavo cercando proprio te”.
-“ah…” – disse solamente.
-“si insomma ti voleva la mia prof…non so cosa deve dirti, mi ha mandato a chiamarti.” – gli spiegai velocemente.
-“Ah ok.
-“visto…alla fine ci siamo incontrati…” – affermò.
-“ehm si…infatti” – sorrisi goffamente.

Aprii la porta  della mia classe e dietro di me Harry la chiuse.
-“Eccolo” – dissi alla prof.
-“Oh bene…Styles,  ti volevo chiedere un favore.”
-“Ehm cosa?” – chiese Harry mentre io tornavo a sedere.
-“Bè mia figlia si deve trasferire in questa scuola a breve quindi ti volevo chiedere se potevi aiutarla ad ambientarsi nella prima settimana visto che in questa scuola sei abbastanza popolare.” – spiegò la prof. Mi salì il cuore in gola…è se la figlia era bellissima? In più dovevano stare a contatto per una settimana intera!
Iniziai a torturarmi le mani per il nervoso aspettando la risposta di Harry mentre invece El mi mandava un occhiata un po’ preoccupata ma poi si girò e si schiarì la voce per attirare l’attenzione della prof…e ora cosa voleva fare?
Rimasi a fissarla con il cuore che mi salì in gola…ora cosa doveva dirle?

La professoressa ed Harry si girarono infatti.
-“Cosa c’è Calder?”
-“E se li accompagnasse anche Ashley?”
I0 sbarrai gli occhi a quell’affermazione della mia migliore amica. Ma cosa le salta in testa? I grilli canterini di Pinocchio forse? Ok che mi piaceva ma se la figlia era un’arpia come la madre?

-“Visto che è una ragazza l’aiuterebbe molto ad ambientarsi e credo che in 3 sia meglio che in 2.” – spiegò Eleanor prontamente.
Io intanto la guardavo incenerendola con lo sguardo mentre lei tanto tranquillamente si girò verso di me sorridendo.
La prof la guardò incuriosita per poi ricominciare a parlare.
-“Si penso sia una buona idea…e tu Styles…ci stai?”
-“Ehm si certo.”
-“Bene, Judy si trasferirà fra due giorni quindi mettetevi d’accordo per stare con lei ed accompagnarla da ogni parte mentre è qui a scuola. Direi anche di accompagnarla a scuola, il primo giorno, poi vi darò l’indirizzo mentre per gli altri giorni me ne occuperò io”
Non mi diede neanche il tempo di rispondere o replicare che disse ad Harry di andarsene.
Uscì così dalla porta per rientrare in classe sua ma prima mi lanciò uno sguardo…un po’ confuso.

*
All’uscita raggiungemmo Niall che ci aspettava al cancello.
-“Ciao Niall” – lo salutai con un sorriso falsissimo visto che ancora pensavo a quello che era successo prima.
-“Ehi Ash che hai?”
-“Niente, assolutamente niente ma forse Eleanor ti sa dire qualcosa.” – dissi squadrandola.
Lei di tutta risposta sbuffò rumorosamente.

-“El che ha fatto?” – chiese poi mio cugino.
- “Senti ti ho solo aiutato” – si rivolse a me infastidita.
-“ma neanche me lo hai chiesto!”
-“e quando lo facevo visto che eri dall’altro capo della classe? E poi sai benissimo anche tu che non me l’avresti lasciato fare”
-“potrà anche essere ma non fa differenza, potrò anche stare con lui per una settimana intera ma c’è anche quella Judy “

-“ok ragazze io ci non sto capendo niente”
-“succede che fra due giorni la figlia della nostra professoressa e a quanto ho capito anche la tua si trasferirà in questa scuola e la prof ha chiesto ad Harry di farla ambientare così Eleanor ha avuto la brillante idea di dire alla prof che la aiuterò anche io…non che l’idea sia una schifezza perché stare una settimana intera a contatto con Harry è bellissimo ma ci sarà in mezzo anche quella e speriamo non sia acida come la madre… il punto  però è che dovremmo dare retta a quella e sicuramente si attaccherà ad Harry come una cozza. Capito ora?”

-“aspetta aspetta quindi quello che ti piace è Styles?”
-“abbassa la voce…e comunque si”
-“oh…capito”
-“bè non penso sia una così cattiva idea” – replicò Eleanor a braccia conserte.
-“ok…forse no…scusa El”
Mi scusai con lei, alla fine l’aveva fatto per il mio bene ma la maggior parte delle volte agivo senza pensare e tutto mi è sempre ricaduto addosso perché me ne sono sempre pentita. A volte le cose si risolvevano ma altre no…come quella volta, be ma ormai era storia passata.
-“va bene ma penso che ora ti devi mettere d’accordo con lui”
-“è un ragazzo simpatico”
-“perché ci hai parlato?” – chiesi io sgranando gli occhi.
-“be si”
-“ah”- commentai  solamente.

In quel momento vidi Harry passarmi vicino e Niall salutarlo con una pacca sulla spalla…da quando erano così…legati? Era solo un giorno cavolo! Ma non mi dispiaceva.

-“Ehi Harry!”
-“Niall!” –  lo salutò anche lui con una pacca lieve sulla schiena.
-“Ehi Ashley conosci Niall?”
-“ehm sì…da un bel po’ a dire il vero” – feci una piccola risata pensando che era più che molto tempo che ci conoscevamo visto che era mio cugino.
Niall si voltò verso di me e forse notò i miei occhi adoranti verso Harry visto che fece una faccia strana…protettiva forse, fatto sta che mi avvicinò a lui mettendomi una mano sul fianco e sorridendo…diamine non era mica mio padre!
Harry a quel gesto di Niall  abbassò lo sguardo   ma lo rialzò subito cercando un argomento di conversazione per far sparire il momento imbarazzante che si stava creando.

-“oh capito…senti scusa ancora per prima”
-“non ti preoccupare…non si è mica fratturato il naso, non è niente”
-“ok…”
 Ancora che si preoccupava…non potei fare a meno di sorridere per la sua preoccupazione.
Lanciai uno sguardo a Eleanor e poi a Harry… -“Lei è Eleanor, la mia migliore amica”.
Lei sorrise e gli porse la mano che lui subito afferrò .
-“piacere “ – disse lei
-“piacere mio “-aggiunse poi Harry.
“senti poi la prof mi ha dato l’indirizzo quindi  dobbiamo andare a prendere sua figlia dopodomani mattina ,come facciamo?” – mi chiese.
-“quindi dobbiamo andarla a prendere solo dopodomani giusto? Secondo me la poteva benissimo accompagnare quell’acida della madre!
-“no solo dopodomani per –farla ambientare meglio-“ disse citando la prof facendo le virgolette con due dita.
-“ok”
-“ti vengo a prendere a casa?”
-“uhm…va bene”
-“quella tipa abita lontano?”
Lui rise –“prendiamo la metro visto che nella moto non ci entriamo in 3”-aggiunse poi.

-“non mi fraintendere, non sono così pigra…è solo per sapere se dovevamo fare il giro di tutta la città che non è poi tanto piccola.” – spiegai soffermandomi sulla parola piccola.
Rise ancora e io cercai di guardarlo male ma era abbastanza impossibile.
-“se volete vi accompagno io in macchina”- disse intromettendosi Niall.
-“non ti preoccupare amico…comunque io ora devo andare, ciao ragazzi”
-“Ci vediamo domani Niall”- disse lasciandogli un ennesima pacca sulla spalla.
-“Ciao Ashley”- mi disse sorridendomi e lasciandomi poi un bacio sulla guancia.
-“Ciao…ehm…Eleanor”- disse sorridendo e lei sorrise di rimando.

Salutati tutti uscì dal cancello.


-“aspetta Ash lui non sa dove abiti” – disse ignaro di tutto mio cugino.
Io abbassai lo sguardo arrossendo leggermente.
-“non ti preoccupare Niall, lo sa bene” – ammiccò Eleanor lanciandomi un occhiatina.
Mio cugino la guardò con  sguardo interrogativo.
-“diciamo che più o meno mi ha riaccompagnato a casa dopo che io gli sono andata addosso con Fonsi ieri.” – spiegai molto brevemente anche se mi guardava come se stessi dicendo la più grande cavolata che esistesse.
-“è una lunga storia” – replicai infine e così parve rassegnarsi.

Tornai a casa dopo che Niall mi ebbe riaccompagnato.
Mangiai velocemente e salii in camera accendendo il computer ed entrando successivamente nel mio account di facebook.

Nuova richiesta di amicizia.


Spazio autrice:

Ehi ciao a tutte carrots!
Finalmente sono tornata…scusate se aggiorno dopo così tanto tempo ma sono ripartita senza preavviso e poi sono anche stata male! Come faccio a stare male in piena estate?!? Inoltre sto finendo di scrivere il capitolo 5. E scusatemi se c'è qualche errore :)
Ok passando al capitolo:
ve lo aspettavate che Ashley si sarebbe presa la porta in piena faccia? Ahahha…che dite Niall è troppo protettivo? E Harry avrà capito che Ashley altro non è che la cugina di Niall ? xD
lo scoprirete nel prossimo capitolo…vi ho lasciato un po’ di suspence eh.
Vi volevo dire inoltre che piano piano compariranno tutti, don’t worry.
Ma ora passo ai ringraziamenti…grazie a tutte quelle fantastiche ragazze che recensiscono perché, credetemi per me la vostra opinione è molto importante e anche a chi preferisce, segue oppure legge e basta…grazie mille!
Ci vediamo al prossimo capitolo…ciaoooo!

Ale <3



P.S vi lascio con questa bellissima foto ^-^


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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


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Capitolo 5

I would go through all this pain
Take a bullet straight through my brain
Yes I would die for you baby,
But you won’t do the same
Grenade – Bruno Mars

 

 

 
Ok ora dovevo solo aprire la notifica e avrei visto chi fosse .
Aprii la notifica e vidi che la richiesta l’aveva mandata…Harry! Wow Harry mi aveva mandato la richiesta cavolo, proprio lui…non gliel’avevo mandata io prima per paura di sembrare stupida ma ora non mi dovevo più preoccupare. Aveva fatto tutto lui.
Bene. Richiesta d’amicizia accettata.
Controllai anche le altre notifiche ma mi stufai subito perché erano tutte richieste di giochi che io odiavo quindi controllai solamente le persone che erano in modalità on in chat…Eleanor e Niall non c’erano, neanche Harry. Il mio viso si rabbuiò un’ attimo però anche se fosse stato on non avrei saputo che dirgli…forse avrei potuto parlargli della figlia della prof. No basta scuola.
Nuova notifica…era Niall che mi aveva taggato in un suo stato.
“Voglio un panino”
Mi misi a ridere così commentai con un “fattene uno!”
L’ho detto io che è un pozzo senza fondo…. In Irlanda l’avranno preso per il pozzo di San Patrizio!
Un suo commento: “cattiva, fammelo tu”
Io: “le mani le hai apposta”
Lui: “sei malvagia”
Io: “ne vado fiera ahaha!”
 
Nuova notifica: Harry mi aveva mandato un messaggio!
Aprii la chat e lessi…era on, sorrisi e mi morsi un labbro.
Diceva : Ciao Ash! :)
Mi aveva chiesto l’amicizia di sua spontanea volontà e mi aveva anche salutato in chat e con una faccetta felice! Che carino.

-“Ehi Harry!”
-“Come va?”
-“bene e tu?
-“tutto a posto”

Bene ora si faceva difficile e il ‘che fai’ mi sembra  troppo scontato. Mmh.Trovato.
-“così hai conosciuto Niall…”
-“si, è simpatico”
-“almeno si fa qualche amico oltre a me ed El qui”
-“già, si è trasferito da poco no?”
-“si ma ci conosciamo da tanto tempo”
-“è un bravo ragazzo”
-“sembra un po’ geloso xD” – scrisse poi.
-“è un po’ troppo protettivo a volte ma lo adoro lo stesso xD”
-“mmh…anche Eleanor è simpatica, si chiama così no?”
-“sì sì…è una pazza! Ma anche a lei voglio bene”
-“quindi anche tu hai la Miller come professoressa”
-“sì…lascia perdere non la sopporto!”
“è pesante e noiosa”
-“bè speriamo che la figlia sia diversa”
“già ahahaha”
“si vede che Niall ti vuole bene” – continuò
-“sì :)”
“e da quanto tempo state insieme?”
-“cosa?? Io e Niall insieme?
-“non è così?
-“Niall è mio cugino!”
-“oh…ho appena fatto una figura di merda”
-“ahahha”
-“bè in effetti era più grande di te”
-“cosa vuoi dire? Che io sarei troppo piccola per lui?” – cosa voleva dire con questo? Che io e lui non saremmo mai potuti stare insieme solo per 3 anni di differenza? Cosa saranno mai?
 Forse così sembravo  un po’ aggressiva però…prima il mio cane gli è andato addosso, ora io aggressiva…mi avrebbe preso per un cane con la rabbia o per una di quelle  fisioterapiste russe che invece di farti un massaggio sembra che più che altro ti picchino! Sì, sono abbastanza inquietanti quelle russe soprattutto se si sfogano con  la tua schiena mente ti fanno un “massaggio”.
Però glielo dovevo chiedere, almeno così mi sarei tolta il dubbio.

-“no assolutamente, sono solo 3 anni non 40 e comunque non ha importanza l’età, tu sei una bella ragazza.”
Lo aveva detto veramente? Aveva detto che ero bella? E che l’età non contava? Almeno mi ero tolta ogni dubbio e mi ero beccata anche un complimento, quanto era dolce quel ragazzo.
-“sembrava tanto una frase da film ahahaha”
-“sono romantico io u.u”
-“ok….io bella? Ma mi hai vista bene?”
-“io penso che sei tu che non ti sei vista bene…se fossi brutta non te lo direi, ma sei bella!”
Io non mi vedevo bella ma solo dicendolo, Harry era stato dolcissimo…mi vedeva bella! Ero entrata in uno stato di trance ed ero un po’ imbarazzata, per fortuna  non mi poteva vedere…
-“grazie Harry”
-“ figurati, è vero ;)”
-“che fai?” – continuò.
-“ascolto della musica e tu?”
-“anche io, che musica ascolti?
-“Simple Plan, Summer paradise”
-“adoro quella canzone”
-“anche io! Mi piacciono tantissimo i Simple Plan”
-“anche a me”
-“tu che ascolti?” – chiesi
-“Payphone dei Maroon 5”
-“adoro anche loro”
-“vedo che in fatto di musica andiamo abbastanza d’accordo”
-“essì” – bene, abbiamo anche gli stessi gusti in musica.
-“una cosa, come hai fatto a sapere il mio cognome?”- visto che un dubbio me l’ero levato ora me li dovevo levare tutti.

-“ehm…ti lascerò col dubbio xD” – ma come con il dubbio, lo devo sapere porca carota lessa!
-“non è giusto” – risposi solamente.
-“scusa ma ora devo proprio andare”- mi lasciò così, con quella frase, interrompendo il nostro discorso…e poi…dove doveva andare? Forse sarebbe andato da una delle tante che gli andavano dietro, sì perché anche io sono una delle tante…o magari faceva volontariato per i senzatetto! Che cosa dolce, si era di sicuro così…o forse no.  Non potevo mica chiedergli dove andava, poi sembravo possessiva…
-“va bene, ci sentiamo allora”
-“certo, ciao Ash :)”
-“ciao Harry :)"
Dopo un po’ chiusi Facebook per fare i compiti che per fortuna non erano tantissimi.
 
Ancora pensavo alla precedente conversazione con Harry…sembrava parecchio curioso sulla fantomatica relazione tra me e Niall. Era buffo il fatto che lui credesse che io stessi con Niall...
Ora che ci pensavo però era da un bel po’ che Harry non era fidanzato, eppure le ragazze che gli correvano dietro c’erano. Era un mistero quel ragazzo. E riguardo al cognome o l’aveva saputo dalla professoressa oppure mi aveva trovata fra gli amici di Niall…probabile.
 
Dopo un po’ mi stesi sul letto rilassandomi col suono della musica…era veramente straordinario l’effetto che aveva la musica sulle persone…poteva farle scatenare, farle rattristare oppure farle rilassare e in questo momento io mi stavo rilassando. Poteva anche far variare l’umore.
A disturbare quel momento di relax e pensieri profondi fu lo squillo del telefono. Mi alzai lentamente da letto per non cadere e poi corsi giù per le scale. Arrivai al telefono  e udì la voce di mia madre.
-“Ashley”
-“si mamma?”
“senti io stasera torno un po’ più tardi quindi volevo passare in panetteria ma non posso…potresti andarci tu?”
-“va bene, ci vediamo dopo”
-“va bene, grazie. A dopo.”
Dovetti posticipare il mio momento di relax per andare in panetteria così spensi lo stereo e uscì di casa.
 
Le strade erano  quasi vuote anche se non faceva tanto freddo visto che eravamo a metà Aprile ed alcuni giorni si poteva stare anche con le magliette a maniche corte.  Molta gente sicuramente era al lavoro e i bambini erano già rientrati a casa. C’erano solo persone che portavano i cani a fare una passeggiata o donne che andavano a fare la spesa. Poi naturalmente al centro c’era più vita.
Il vento mi scompigliava leggermente i capelli ma c’era comunque un po’ di sole. Camminai lentamente per quelle strade ascoltando il fruscio delle ultime foglie che cadevano e si muovevano al solo tocco leggero del vento.

C’erano anche  coppie di vecchietti seduti sulle panchine per godersi quei pochi raggi di sole. Sorrisi involontariamente. Era bello come ancora il loro amore resistesse così tanto e come si guardassero con quello sguardo intenerito e pieno d’amore. Io non credevo molto nell’amore, pensavo che fossero rari i casi in cui quello vero trionfasse e non finisse invece con divorzi o separazioni causate per lo più da incomprensioni oppure la solita scusa “non andavamo più d’accordo” o “mi trascurava”. Pensavo che dopo il matrimonio l’amore che si provava si perdesse di vista a causa del lavoro o della casa e quindi non c’erano più i momenti in cui una coppia poteva godere solamente della presenza l’uno dell’altra. Quindi forse più che nell’amore non credevo nel matrimonio. Sì, forse era così.
Mancavano pochi metri così mi levai quei pensieri dalla testa e prosegui per la mia strada.


 
Spazio autrice:
Ciao a tutte…scusate per l’assenza ma questo capitolo è stato abbastanza difficile da scrivere  visto che non avevo idee,  l’ho riscritto anche 2 o 3 volte ma ancora non mi piace…mi fa abbastanza schifo , soprattutto il primo pezzo! Quindi scusate ancora . Avete visto il nuovo banner? Vi piace? Ringrazio mio cugino che me lo ha fatto…a me piace tantissimo! :D
Diciamo che più o meno Ashley me la sono immaginata come Ashley Greene ma voi immaginatela più giovane xD


Passando alle cose importanti…avete visto ieri i ragazzi alle Olimpiadi? Sono stati semplicemente stupendi, fantastici, meravigliosi ecc…non ci sono parole per descriverli! Quando ho sentito “na na na na…” già stavo impazzendo…sono molto orgogliosa di loro…hanno fatto tantissima strada, da X factor sono andati a finire ai Giochi Olimpici *-*…e poi avete visto il ciuffo biondo di Malik? Bellissimo! E poi Niall che ha indicato proprio la telecamera italiana…oh mio dio! Ancora sto sclerando per quanto erano asfghkghjabvj. E poi WMYB ha fatto un anno!!! :DD
Ok basta che altrimenti questo spazio diventa più lungo del capitolo. Nel prossimo capitolo c’è una sorpresina e poi arriverà la figlia della prof…chissà come sarà xD.


Grazie a tutte le ragazze che hanno messo la storia fra le seguite e le preferite e naturalmente a chi recensisce! Mi fate morire ahahaha. Grazie mille. Grazie anche a chi legge e basta :)
Mi farebbe davvero piacere sapere che cosa ne pensate del capitolo quindi mi lasciate una recensione per favore? Potete raccontarmi anche altre cosecome se avete visto i ragazzi, che effetto vi hanno fatto…non lo so, quello che volete. Ancora grazie! :D
Ciaoooo

Ale <3

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P.S eccoli ieri...sono splendidi! *-*... aghjskbhfhj

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Ecco Harry prima di andare alla festa per festeggiare l'anno di What makes you beautiful...amo questa foto ahahahah *notare il rubinetto* xD

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


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Capitolo 6

 
I've been chillin' out on a star with my 5 star view.
 I wanna get so far that I see you Boo.
 reaching into the jar for a dream come true. I skipping the sky.

Over the moon – Cher Lloyd
 
 

 
Proseguì per la mia strada. Svoltai l’angolo e mi trovai davanti l’insegna della panetteria…la panettiera era una donna molto simpatica, di solito quando ci andavo con mia madre era sempre molto gentile. Era una donna robusta e  sulla sessantina…in effetti mi conosceva da quando ero bambina.
Svoltato l’angolo vidi subito l’insegna della panetteria con un po’ di ruggine vista la costante pioggia di Londra.
Entrai ma non vidi nessuno così mi affacciai oltre il bancone per vedere se ci fosse qualcuno però mi dovetti ricredere.
A breve sarebbe arrivato qualcuno visto che ogni volta che una persona entrava c’era una musichetta che dava il benvenuto.
-“Arrivo” – quella voce non sembrava di Rose…era più…come dire, giovane.
Se non conoscessi Rose avrei subito pensato che fosse il figlio magari, che l’aiutava col lavoro ma io sapevo benissimo che il figlio era all’università in questo momento.
Dopo pochi secondi persi a guardarmi le scarpe arrivò un ragazzo tutto infarinato…aspetta un attimo…era Harry!
 
Restai lì impalata a cercare qualcosa da fare o da dire…ero letteralmente scioccata e mi sentivo anche in colpa per aver pensato che fosse uscito con qualche ragazza anche se non faceva neanche il volontario per i senzatetto.
Ecco cosa doveva fare, lavorare in panetteria.
Aprii la bocca ma non sapevo cosa dire così cercai di formulare una frase sensata.
-“Panettiere! – esclamai ancora sotto shock.
-“Ashley! – disse con un tono sorpreso.
Mi guardava negli occhi come per cercare qualcosa da dire ma neanche lui parlava anche se non poteva essere sotto shock visto che era normale che la gente entrasse in panetteria per comprare il pane!
 
-“Che ci fai qui?” – mi chiese con un tono abbastanza normale.
-“ ehm…ecco…io volevo…il panettiere….cioè il pane” – dissi correggendomi all’istante…la mia bocca faceva brutti scherzi!
 
Lui rise fragorosamente…ecco bene, ci si metteva anche lui a farmi sentire in imbarazzo, chinai subito il capo per l’imbarazzo sperando che non fossi diventata rossa per la mia battuta, ma lui rideva ancora.
 
-“Bene…allora vuoi il pane o il panettiere? –  chiese ammiccando ancora fra le risate. Mi chiedevo quale senso potesse avere quella frase, si capiva che avevo sbagliato, tutti sbagliano no? Avevo paura però che parlando avessi detto altre stupidaggini e che quindi avessi fatto altre figuracce.
-“…il panettiere...il pane!” – mi corressi subito e portai la mano davanti alla bocca come per impedirgli di dire altre idiozie, altra figuraccia.
 
Rise di nuovo…che risata bellissima…era così cristallina e spontanea, solo con una risata persi un battito, sembravo una povera idiota.
Sbuffai perché anche se era lui odiavo essere presa in giro…ed era normale che dicessi stupidaggini visto il momento e la situazione.
 
Smise di ridere per poi guardarmi con tenerezza.
 
-“Bene, ti prendo il pane.” – disse sottolineando pane e mentre lo fece rise leggermente.
 
Io diventai lievemente rossa ripensando alla mia battuta di prima.
Quando ritornai di un colore normale parlai.
 
-“quindi lavori qui…”
-“già”
-“sei bello infarinato, panettiere” – diedi voce ai miei pensieri accorgendomi subito di quello che avevo detto. Oh merda.
 
Lui si girò subito e sorrise sornione.
-“Se è per questo anche quando non lo sono.” – disse lui.
-“modesto il ragazzo” – dissi con una punta d’ironia. Risi leggermente.
Anche lui rise, di nuovo.
 
-“quindi è qui dove dovevi andare…non c’è Rose?”
-“si era qui che dovevo venire, Rose ultimamente non è più attiva come prima quindi visto che gli serviva aiuto mi sono offerto io, ma mi paga eh”
-“capito”
 
Fra poco sarebbero state le 6 e il negozio avrebbe chiuso quindi dedussi che il turno di Harry non era molto lungo.
 
-“Non dura molto il tuo turno…”
-“be no…Rose sa che studio quindi mi ha assunto a patto che lavorassi solo per due ore…sai mi conosce da quando ero piccolo.”
 
-“capisco…anche io la conosco da tanti anni”
“come mai vieni tu a comprare il pane?” – mi chiese sorridendo.
“mia madre è al lavoro e dato che ritorna tardi oggi lo ha chiesto a me”
Mugugnò qualcosa in segno di assenso.
-“senti Ashley…fra 15 minuti stacco dal lavoro quindi non so, ti va di andarci a prendere un caffè dopo? Così ci possiamo mettere d’accordo per domani.”
Mi guardò in attesa di una risposta. Realizzai il tutto prima di dargli una risposta.
-“ehm…certo va bene.” – sorrisi.
-“ti aspetto fuori?” – chiesi.
-“se vuoi resta qui.”
-“va bene, allora resto qui.”
Mi sedetti su uno sgabello vicino al bancone aspettando che Harry finisse il turno.
-“uhm…il pane! Tieni.”
-“giusto il pane”
Mi alzai dallo sgabello per prendere il pane che Harry mi porgeva. Quando lo presi mi sorrise dolcemente. Alzai l’angolino della bocca per ringraziarlo. Ormai con tutto quello che era successo al pane non ci pensavo neanche più.
-“Quant’è?” – chiesi.
-“non ti preoccupare”
-“no dai. Non c’è bisogno che me lo paghi tu.”
-“prendi il pane”
-“va bene ma la prossima volta pago doppio.”
-“sei cocciuta a quanto vedo.”
-“già”
Sorrise…e io con lui.
 
A interrompere quel momento fu una signora anziana.
 
-“giovanotto ancora qui sei?”
-“bè si ma fra un po’ chiudo signora Brown”
-“e lei è la tua ragazza? Hai dei bei gusti giovanotto, complimenti!”
Mi stavo trattenendo dal ridere per l’affermazione della signora. Harry guardò la signora perplesso e poi guardò me e rise anche lui.
-“No signora, lei non è la mia ragazza, è un amica.”
 
La signora ci rimase un po’ male ma poi riprese all’attacco.
-“guarda che non ti devi vergognare…è una bella ragazza, sai anche io una volta ero bella, è per questo che mio marito scelse me e non quella bisbetica di Lucy  Turner.” – disse la signora con un tono altezzoso, doveva odiarla un bel po’ quella Lucy  Turner.
 
-“Ma signora, si fidi non è la mia ragazza e se lo fosse non me ne vergognerei per niente.”
Arrossii e non poco per l’affermazione di Harry…che dolce!
-“inoltre signora sono più che sicuro che quella Lucy  Turner  non sia minimamente paragonabile a lei”- concluse.
 
-“bè allora mi dispiace per te ragazzo…non sai che ti perdi!”
La signora mi guardò e si rivolse poi a me.
-“ragazza…stanne certa, cadrà ai tuoi piedi.”
Io le sorrisi non sapendo cosa dire e invece Harry guardava me e sorrideva.
 
-“Bene…io vado giovanotti, la prossima volta voglio vedere più movimento” – e con questa affermazione uscì trionfante dalla panetteria.
 
Io e Harry ci guardammo non sapendo che dire.
-“quella signora non si arrende facilmente eh.” – dissi io per non cadere in un silenzio imbarazzante.
-“già” – disse e poi rise leggermente.
 
-“ma…tu esci così? Intendo tutto infarinato?”
-“no mi devo ripulire un po’ ma ci metto poco.”
-“va bene.”
 
Guardò fugacemente l’orologio accorgendosi dell’ora, che era quella di chiusura.
 
-“Ashley intanto che io mi ripulisco puoi spegnere tutto e chiudere le serrande? Eccoti le chiavi.” – si chinò a prendere le chiavi che evidentemente erano sotto il bancone. Me le porse.
-“certo. Quindi ti aspetto fuori quando chiudo.”
-“mmh..sì”
 
 
Spensi la cassa e tutte le luci faticando un po’ a trovare gli interruttori.
 
-“Ora arrivo” – gridò Harry dallo stanzino dove si stava cambiando.
-“ok…io vado a chiudere le serrande”.
Uscì dalla porta e dopo che capì come si faceva chiusi le serrande.
 
Dopo 2 minuti uscì Harry cambiato, non più infarinato. Scosse i capelli con una mano e non potei fare a meno  di pensare a quanto fosse bello.
-“grazie” – mi sorrise.
-“di niente.”
-“andiamo?”- chiese poi.
-“ok”
 
Dopo poco trovammo una caffetteria e decidemmo di entrare lì.                                     
Il posto era parecchio illuminato e le pareti azzurre davano un senso di serenità e calma.
Ci sedemmo a un tavolo accanto alla finestra. Dopo poco arrivò una cameriera che più che altro sembrava una bambola: bionda tinta, occhi azzurri, sorriso alla barbie molto falso…
Aveva il menù in mano pronta a servirci le nostre ordinazioni.
 
-“ciao ragazzi, che vi porto?”
-“io prendo un caffè lungo e tu Ashley?” – si girò verso di me in attesa della mia risposta.
-“io prendo un cappuccino.”
-“va bene…vi porto tutto subito.”
-“grazie” – risposi.
 
-“Bene Ashley…quindi domani ti passo a prendere sotto casa, poi prendiamo la metro e arriviamo a casa di…Judy, poi da lì prendiamo il pullman o la metro di nuovo e arriviamo a scuola va bene?”.
-“certo, perfetto.”
Quella Judy anche se non la conoscevo mi dava già un senso di fastidio e non era un buon segno.
 
-“ ma non la dobbiamo riaccompagnare a casa vero?” – mi accertai.
-“no no la madre la macchina cell’ha”
-“ah ecco”
-“dopo ti accompagna Niall?”
-“non lo so.”
-“se vuoi possiamo prendere la metro di nuovo, non ci mettiamo tanto.”
Sorrisi radiosa.
-“va bene!” – forse con troppo entusiasmo aggiungerei.
 
La cameriera barra finta barbie arrivò con le nostre ordinazioni e le mise sul tavolo.
-“Ecco a voi, cappuccino per te e caffè lungo per il bel giovanotto” – disse ammiccando…ora ci provava anche con Harry?!? Mi dispiace per te bella ma ci sono prima io!
 
Se ne andò (finalmente) e si girò un attimo per guardare ancora Harry, peccato che io le avessi regalato uno sguardo di ghiaccio facendole intendere di stare alla larga.
Bevemmo il tutto fra una chiacchierata e l’altra. Harry oltre che bello era un ragazzo molto simpatico e spiritoso. Mi piaceva passare il tempo con lui.
 
Sentii lo squillo del mio cellulare così mi distolsi dalla conversazione prendendolo dalla tasca sotto lo sguardo curioso di Harry.


 
Ehilààà belle ragazze!
 
Come state? Io tutto bene…ci ho messo un po’ ad aggiornare, scusate, ma almeno avete scoperto cosa doveva fare Hazza! Yeee.
No veramente scusate, volevo postare sabato ma sono andata al pigiama party di una mia amica e non ho dormito per niente….i stayed up all night! Così quando sentirò Up all night potrò dire di averlo fatto ahaha.
Quindi potete dedurre che il giorno dopo ero stanca morta, sembravo uno zombie! Anyway ho postato oggi e spero che il capitolo vi piaccia…come pensate che sarà Judy? Io lo so!! ( capitan ovvio)
Avete visto che Louis ha perso 3 punti dalla patente? Ahahha…prima lo fermano perché va troppo piano e ora per la troppa velocità…Lou non ti regoli!
Grazie per tutte le belle recensioni che mi lasciate ogni volta! Mi fa davvero piacere sapere quello che pensate della storia e mi sprona ad andare avanti!
Grazie anche a chi mette fra le seguite e le preferite e anche a chi legge e basta naturalmente :D
ho ricevuto tabte visite ^^

Se mi lasciate una recensione mi fate tanto tanto felice sapete??
 
Ok io vado, alla prossima bellissime :D
Alla prossima
Ale <3



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P.S: ma quanto sono belli quiiii *O*
 
 
 

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


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Capitolo 7

To the sky flying high take me to the moon
Day or Night we don't have to say a word
Coz you make me feel like I'm Intoxicated, Toxicated
The Cab – Intoxicated
 

 
Presi il cellulare sotto lo sguardo curioso e attento di Harry.
Guardai lo schermo per vedere chi era: Eleanor.
Ma proprio ora doveva chiamare quella ragazza? Un altro momento non l’aveva?
Scocciata accettai la chiamata e risposi.
 
-“Ash! Ma dove sei? Non ti sei fatta più sentire!”
-“oh ciao El…ti posso chiamare più tardi? Sai, ora sono occupata”
-“ehm sì ma con il ricciolo come va?”
-“sì tutto bene, mamma me lo ha detto”
-“Ash non ti sto capendo”
-“sì sì tranquilla dopo lo faccio”
Cercavo di farle capire che non era il momento più adatto per una conversazione ma lei proprio non capiva! Harry mi guardava ancora…avrei dovuto inventarmi qualcosa se avesse chiesto.
-“oh oh ho capito tutto!” – tirai un sospiro di sollievo a quell’affermazione. Forse ora mi avrebbe lasciato prima di combinarne una delle sue.
-“sei con il riccio eh?” attenta a non farlo sbavare allora” – ma quanto poteva essere scema? Misi una mano sulla fronte per l’esasperazione..
-“bene allora ti lascio con lui…tanto ti cadrà ai piedi”
-“convinta tu”
-“ma cosa dici ? guarda che gli piaci un casino e poi…”
-“bene allora ci sentiamo dopo El .”
Attaccai il telefono in faccia alla mia migliore amica per non fargli dire altre cavolate che avrebbero potuto farmi vergognare.”
 
Riposi il cellulare in tasca e misi le braccia sul tavolino del bar.
-“bene cosa stavamo dicendo? Scusa per l’interruzione eh”
-“non ti preoccupare”
-“sai El con i suoi…problemi”
Lui rise e poi mi guardò.
-“bene se vuoi possiamo andare…vado a pagare.”
-“ah no no pago io ora”
-“quanto sei testarda”
Io risi.
-“lo so, fidati lo so.”
-“allora vengo con te”
-“va bene”
 
Andammo tutti e due al bancone per pagare, speravo che non ci fosse quell’arpia truccata a più non posso.
 
Presi dalla borsa il portafoglio e mi girai verso il bancone anche se ancora non c’era nessuno.”
 
Ecco che arrivava qualcuno….come non detto, ecco la barbie.
“ciao ragazzi”
-“si come vuoi” – meglio sbrigarsi.
Harry salutò gentilmente mentre io volevo arrivare al sodo.
-“Allora quant’è?” – chiesi in maniera molto sbrigativa.
-“bè sono 2,60 ma visto che il giovanotto è con te facciamo che offre la casa.”
-“no io voglio pagare.”
-“non preferisci che offra la casa?”
-“ma ci senti o hai ancora qualche residuo di silicone anche nelle orecchie? Ho detto che voglio pagare.”
Lei si ricompose in un attimo e mi guardò male, io la guardai con sufficienza.
Harry intanto tratteneva le risate a stento.
-“tieni, sono anche giusti così non perdi tempo a fare i calcoli”
-“guarda che io sono brava in matematica”
-“aha e io sono Barack Obama”
-“senti toglimi una curiosità quanti anni hai?” – le chiesi…secondo me era una vecchia tutta rifatta, era anche possibile che avesse 80 anni.
-“non si chiede l’età a una donna”
-“ah perché tu sei una donna? Oddio in che mondo siamo finiti? Tu sei una barbie fatta male non una donna! Sei un ammasso di silicone non una donna! Dicendo così offendi tutte le vere donne! Vergognati!”
-“dai Ash andiamo via” – Harry voleva mettere fine alla mia conversazione amorevole con la cameriera ma non aveva capito che veramente volevo sapere quanti anni avesse. Forse voleva andare via per non scoppiare in una risata compulsiva.
 
Lei si ridestò e mi guardò.
-“tu ti chiami Ash come l’allenatore dei pokemon?”
Guardai Harry per capire se facesse sul serio o se fosse veramente stupida.
Mi girai lentamente verso di lei con un’ espressione leggermente schifata in volto.
-“ma tu sei cretina o cosa? Ash viene da Ashley idiota! – ora che ci pensavo era la prima volta che Harry mi chiamava così, mi aveva sempre chiamata Ashley. Sorrisi per poco perché veramente quell’ammasso di silicone aveva un cervello bacato.
 
-“Ok Harry andiamo via.”
Feci per girarmi ma l’ammasso di silicone con la sua voce cantilenante mi fece girare.
-“comunque ho 32 anni.”
-“ora capisco…sai la vecchiaia ti sta consumando i pochi neuroni che già avevi…lo dico per te, fatti curare e cercati un vecchio come te, è meglio. Ciao cara…ah e attenta ai conti, possono bruciarti il cervello!”
Le rivolsi il sorriso più falso che potevo e me ne andai con Harry al seguito.
 
Non si contenne più e scoppiò a ridere ma io rimasi molto seria, pensavo veramente che fosse un idiota.
Si stava piegando in due dalle risate.
-“oddio mi ha fatto morire ahahahaha”
-“se lo meritava”
-“ok basta, mi fa male la pancia”
Risi anche io. Bè forse avevo un po’ esagerato ma quella era un arpia in cerca di giovani carni da divorare”.
 
Dopo poco ritornammo a casa tutti e due. Ritornammo insieme visto che eravamo vicini. Prima accompagnò me e poi andò a casa sua che era più avanti rispetto alla mia.
 
-“allora a domani Ash” – sorrisi, era già la seconda volta che mi chiamava con un diminutivo…voleva dire che c’era più confidenza fra noi due.
-“a domani alle 8 allora”
Mi sentivo in imbarazzo, lui restava lì e io non sapevo che dire così d’istinto gli diedi un bacio sulla guancia che lui ricambiò subito.
Feci per entrare a casa ma lui era ancora lì, forse aspettava che entrassi.
Entrai dentro e mi girai verso di lui.
-“buona sera Harry”
-“ciao”
Così chiusi la porta e sorrisi per il ricordo della giornata.
 
-“Ash sei tu?”
-“si mamma”
-“hai comprato il pane?” – già il pane, ancora ridevo.
-“sì, certo”
-“bene”
-“ecco il pane mamma” – emisi un risolino…grazie al pane ero uscita con Harry e avevo avuto una piccola discussione con quella cameriera/barbie/vecchiaccia. Ridevo ancora, chissà se Harry ci pensava ancora. Mi morsi il labbro.
 
*
Prima di andare al letto mi arrivò un messaggio: Niall.
 
Buona notte cucciola, ci vediamo domani a scuola, Niall xx
 
Risposi subito. Che dolce il mio bel cuginetto.
 
Notte piccolo  biondo irlandese, a domani  Ash xx
 
*
La mattina dopo mi svegliai di soprassalto e non sapevo neanche il perché…mi sentivo come…in ritardo (?)
 
Mi avviai subito al piano di sotto per  vedere se mia madre ci fosse. NON C’ERA. Questo voleva dire che era già andata al lavoro, di conseguenza doveva essere tardi e io non potevo fare tardi proprio oggi.
 
Corsi di nuovo su e mi avventai sulla povera sveglia per vedere che cavolo di ora fosse. Erano già le 7:40!!! Ciò significava che dovevo fare tutto di corsa oppure avrei fatto molto tardi.
 
Mi trascinai subito in bagno e mi feci la doccia velocissimamente, sempre se esisteva questo vocabolo.
Mi vestii in quattro e quattr’otto. Misi una maglia blu scuro con dei jeans chiari e ai piedi le supra blu che mi aveva regalato Niall. Indossai anche un cappello visto che faceva un po’ freddo fuori. Scesi giù in tutta fretta, ormai non avevo neanche più il tempo di fare colazione così preparai la borsa.
 
Suonò il campanello…sicuramente era Harry.
Andai alla porta per aprire e mi trovai Harry tutto sorridente.
-“Buongiorno” – lo salutai
-“Ehi”
-“entri un attimo? Devo finire di preparare la borsa”
-“certo”
 
Finii subito di preparare  la tracolla e andai verso Harry che mi aspettava allo stipite della porta. Dio era meraviglioso.
-“possiamo andare”
-“allora andiamo”
 
Aprii la porta e uscimmo.
 
-“fa freddo oggi eh?” – mi chiese.
-“oggi sì…e pensare che l’altro ieri ero a maniche corte.
Lui sorrise impercettibilmente.
 
Ci avviammo verso la metro che non era distante da casa.
Arrivammo e comprammo i biglietti. Oggi potevamo entrare in seconda ora proprio perché dovevamo accompagnare quella tizia…bè non era mica tanto  male entrare più tardi.
La metro arrivò dopo poco così salimmo…era abbastanza affollata ma di meno rispetto a quella delle 7. Dopo avrei anche dovuto chiamare mia madre per chiederle perché non mi avesse svegliato…potevo rischiare di fare tardi! Ci avrei fatto ci conti, oh sì!
 
Io e Harry parlammo del più e del meno durante il viaggio finchè non arrivammo a destinazione. Che brutta cosa andare a casa di un professore, per fortuna era già al lavoro, cioè a torturare i poveri ragazzi.
 
Arrivammo davanti alla porta…era veramente una bella casa, almeno esteriormente. Guardai Harry facendogli capire che doveva suonare il campanello. Lui capendo suonò.
 
Deglutii.
 
Dopo poco tempo uscì una ragazza di circa la mia età, non era molto alta ma era abbastanza magra. Portava una minigonna molto attillata. Cioè chi mette una minigonna con questo freddo e soprattutto per andare a scuola?. Inoltre portava una magliettina attillata anche quella, di un rosa shock e con una scollatura enorme. Non mi sarei sorpresa se a momenti le fosse uscito il seno da quella sottospecie di maglietta. Portava anche dei tacchi, anche quelli rigorosamente rosa shock. Perché le persone normali per andare a scuola in metro si mettono i tacchi, certo. Era bionda e si vedeva che aveva messo chili e chili di schiuma voluminosa e di trucco. E come poteva avere il rossetto se non rosa? Naturalmente.
La madre era una suora di clausura con problemi nella gestione delle rabbia e acidità cronica e invece la figlia era una troia.
Si sistemò i suoi bellissimi capelli, si certo come no, e ci tese la mano.
“ciao ragazzi io sono Jude ma potete chiamarmi Judy”
Harry le afferrò la mano cordialmente così anche io con riluttanza la afferrai e mi presentai.
-“io sono Ashley”
-“piacere, sono sicura che diventeremo grandi amici” – ci guardò tutti e due.
Io le rivolsi il sorriso più falso che potessi fare.
Sì contaci, se vuoi vengo anche a fare shopping con te in un sexy shop, perché ero sicura che lei i vestiti li comprasse lì.
Illusa.
 
Ciaooooooo bellezze!

Come va? Tutto bene?.
Il capitolo stavolta è luuungo ed è tutto per voi che siete delle pazze! 22 recensioni totali vi rendete conto? Sono tantissime per me! E 5 allo scorso capitolo :’)
Appena ho iniziato a scrivere questo capitolo mi si è rotto il pc -.-“ così l’ho riscritto sul pc di mio padre ma poi mi si è cancellato per metà e l’ho dovuto ri-riscrivere! Quindi…amatemi xD l’ho fatto anche perché c’era una ragazza, non faccio nomi ( OneD_Iloveyou) xD che mi avrebbe uccisa se non avessi postato oggi ahahha.
Avete visto che Zayn si era cancellato da twitter ma poi è ritornato per noi? *-*
E il nuovo singolo? *-* il nuovo video sembra moooolto bello.
Ringrazio chi ha messo la storia fra le seguite/preferite/ricordate/legge e basta/recensisce. Grazie davvero.
Mi lasciate una recensione? Mi fa davvero piacere sapere cosa ne pensate ;)
Al prossimo capitolo :D
 
Ale <3



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awwww Styles *O*

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


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Capitolo 8

Wait till the warm-up's underway
Wait till our lips have met
Wait till you see that sunshine day
You aint seen nothin yet
The best is yet to come, and baby wont it be fine
The best is yet to come, come the day your mine
The best thing is yet to come – Michael Bublè
 
 

 
Così Jude uscì di casa e ci dirigemmo insieme verso la metro.
Non era molto distante da casa sua  così ci mettemmo poco ad  arrivarci.
Nel cammino quella sorrideva sempre, dico io ma cosa cavolo ridi? Hai una paralisi facciale per caso? Vabbè, certa gente…
 
-“così ehm…quanti anni avete voi? – chiese Jude.
Rispose prima Harry, a me non interessava rispondere ma lo dovevo fare per forza.
-“18”
-“e tu Ashley?”
-“15”
-“uhm bene…io 16, devo fare il secondo anno.”
Evvai! Non dovevo averla in classe mia…bè forse non ci sarebbe stata lo stesso visto che sua madre è la professoressa della mia classe però vabbè.
 
Arrivammo alla metro…bene, significava che fra circa 20 minuti saremmo arrivati  a scuola. Però dovevamo entrare in seconda ora quindi dovevamo anche aspettare altri 20 minuti in compagnia della dolce donzella.
 
Quando salimmo c’era un bel po’ di gente e trovammo solamente due posti liberi così Harry fece sedere me e Jude vicine.
 
-“Ashley…non pensi che non faccia poi così tanto freddo per mettere il capello?” – cosa??? Veniva a dire a me che non faceva tanto freddo contando che fuori facevano sì e no 10 gradi visto che a Londra il tempo era costantemente variabile? Casomai era lei che aveva confuso Londra per Rio de Janeiro mettendosi quella gonnellina!
 
La guardai scioccata ma poi le rivolsi un sorriso tanto smagliante quanto falso.
 
-“Bè sai Judy, io sono un po’ freddolosa invece tu sei calorosa o meglio sempre calda a quanto vedo…in effetti fanno solo 10 gradi fuori! Che sarà mai? Dovevo fare come te, hai fatto proprio la scelta giusta a metterti quella minigonna e quella maglietta,” – le sorrisi.


-“già, domani tienilo in conto”
-“certo che lo farò” – povera stupida, pensava davvero che facessi sul serio? Si capiva che era una battuta sarcastica ma evidentemente il suo QI non era abbastanza elevato, per non dire che non lo aveva proprio. Che idiota.
 
-“è proprio carino il maglioncino che porti Harry, anche se non fa freddo” – Ma era davvero idiota o non lo faceva apposta? Non faceva freddo? Questa ragazza stava proprio male.
 
-“Adesso dovrò iniziare da capo, spero che siano tutti simpatici.”
-“e perché te ne sei andata dall’altra scuola Jude?” – chiese Harry stavolta.
-“bè perché le ragazze in quella classe erano molto cattive e stupide, dicevano che ero una stupida, vi rendete conto? – oh si che me ne rendo conto, povere ragazze- “
Harry si limitò ad annuire, magari era nella mia stessa situazione.
-“oh capisco…bè si dovevano essere proprio stupide.”
-“tu si che mi capisci Ashley” – sì, certo contaci.
 
-“poi sapete io non capisco proprio a cosa serva la storia, voglio dire a cosa mi serve sapere cosa combinavano quelli prima di me? È una cosa inutile. Non capisco proprio come mia madre possa insegnare quella materia. Non mi entra proprio in testa.”
 Oddio che idiota…come potevo sopportarla ancora?!? Come?!?
 
-“Io penso che invece sia una materia utile anche se a volte un po’ noiosa.” – commentò Harry. Sorrisi a quell’affermazione.
 
-“anche il mio ragazzo mi diceva così e poi mi ha lasciato “ – abbassò leggermente il capo come se quello che aveva detto la toccasse,  forse si erano lasciati da poco. Povero ragazzo.
 
-“bè sai Jude a volte è utile aprire la mente invece che le gambe.” – commentai sarcastica.
Lei annuì come se avessi detto una cosa veramente rilevante e importante. Insomma, come se avessi scoperto un nuovo continente mentre invece avevo detto una cosa più che ovvia.
 
Dopo pochi minuti arrivammo a destinazione così camminammo fino a scuola…per fortuna non mancava molto per entrare.
Accompagnammo Jude in segreteria così che sapesse la classe in cui doveva stare.
 
-“bene signorina Richardson…la sua classe è il 2E, al secondo piano.
-“ok ti accompagnamo o vai da sola? – chiese Harry.
-“mi potete accompagnare?” – roteai gli occhi…non vedevo l’ora di togliermela di torno.
-“va bene” – commentò Harry.
Così salimmo subendoci il ticchettio dei tacchi a spillo di Jude.
Arrivammo davanti alla sua nuova classe.
 
-“allora ci vediamo Jude.” – disse Harry non molto interessato.
-“sì certo” – rispose lei raggiante.
Si sporse verso di lui per dargli un bacio sulla guancia. Ok mi serviva una mazza da baseball.
 Poi si avvicinò e lo diede anche a me.
-“ciao allora.”
-“sì ciao”
 
Così io e Harry andammo giù per andare nelle nostre classi.
 
-“Allora, come ti è sembrata Jude?” – mi chiese Harry. Mi misi a ridere
-“cosa c’è? – mi chiese anche lui ridendo appena.
-“oh niente…è una ragazza molto intelligente no? “ – risposi con un filo d’ironia.
Anche lui rise –“però è simpatica dai.”
-“povero il ragazzo che l’ha dovuta sopportare.”
-“dai non è così male.” – cercava di distogliermi dalla mia idea?
-“non penso proprio.”
-“va bene. Dobbiamo andare in classe. Allora ti aspetto fuori dalla tua classe all’uscita ok?”
-“ok”
Lui si fermò visto che ormai eravamo arrivati davanti alla sua classe.
-“Ok Ashley, ci vediamo dopo allora ok?”
-“certo, a dopo.”
 
Detto questo mi diede un bacio sulla guancia ed con un ultimo sorriso si richiuse la porta alle spalle.
Entrai anche io e affrontai le pesanti ore di lezioni che mi aspettavano. Non avevo lezione di storia, cioè con la madre della dolce pulzella dai facili costumi , per fortuna.
Passarono così tutte le ore fino alla ricreazione così io ed Eleanor andammo verso la porta e ci fermammo un attimo lì prima di uscire.
 
-“allora Ash com’è quella Judy?”
-“conta che è uscita di casa con minigonna, tacchi a spillo, e magliettina super attillata e scollata,  tutto rigorosamente rosa shock.”
Eleanor sbarrò gli occhi e poi alzò l’indice verso di me.
 
-“solo una parola…troia” – mi disse El.
-“già ma qualche frecciatina gliel’ho lanciata solo che lei non l’ha colta…che ingenua.”
 
In quel momento arrivò Niall.
-“hey ragazze!”
 
Io lo abbracciai di scatto mentre El si limitò a baciargli le guance.
 
“Allora com’è la figlia della Phillips?” – mi chiese Niall curioso.
 
-“è una t…tanto brava ragazza” – dissi non appena la vidi comparire da dietro. E ora che voleva ancora?
 
-“ciao Jude? Cosa ci fai qui? – le chiesi fingendo un sorriso.
-“bè ero venuta a chiamare te e Harry per uscire in cortile.”
-“oh capisco.”
-“loro chi sono?” – chiese.
-“lui è mio cugino, Niall e lei la mia migliore amica, Eleanor”. – spiegai indicandoli.
 
Lei sorrise e si avvicinò pima ad uno e poi all’altra per salutarli meglio lasciandogli lo stampo del luci da labbra sulle guance che dovettero pulire.
 
-“io sono Jude ma chiamatemi Judy” – esordì lei guardandoli.
Anche loro sorrisero ma più per cortesia che per altro.
-“gli stavo proprio parlando di te.” – dissi io.
-“cose buone spero”
-“certo certo.” – contaci.
-“chiamiamo Harry allora.”
Mi prese per mano e mi portò davanti alla porta della sua classe, che poi come sapeva dove fosse? Sicuramente era stata la bisbetica della madre a dirglielo.
 
Non si fece problemi ad entrare così senza dire niente prese per mano anche lui che era rimasto un po’ contraddetto.
Uscimmo dalla sua classe e ci portò tutti e due verso il cortile dove si fermò.
 
-“ma cosa fai?” – le chiesi io.
-“vi ho portati fuori” – disse lei come se fosse la cosa più normale del mondo.
“Senti Ashley non è che mi potresti dare il numero di tuo cugino? Sennò provvedo io eh”
Avevo sentito bene? Ci stava provando con mio cugino? Pazza.
 
-“ehm oggi non mi sono portata il cellulare e non lo so a memoria, mi dispiace.” –  piccola bugia, mi dispiace proprio tanto.
 
-“va bene…in questo caso…” – in questo caso cosa?
 
Si girò verso me ed Harry e poi sorridendoci andò dentro.
Prima ci porta fuori come cani e poi ci lascia qui?
Io ed Harry ci guardammo ancora increduli. Poi io gli feci cenno di andare dentro per vedere cosa stesse combinando la tizia.
 
La vidi che parlava con Niall, che schifo.
 
*
-“ciao, ti chiami Niall vero?”
-“si perché?”
-“bè sai, se ti va un giorno di questi potremmo uscire io e te”  - no per favore, qualcuno mi dica che avevo sentito male.
 
Niall si guardò intorno quando lei continuò il suo monologo.
-“questo è il mio numero.” – estrasse un foglietto dalla tasca della minigonna e lo porse a mio cugino. Si portava anche i bigliettini con il suo numero??
-“mi dai il tuo?” – continuò
 
Lui glielo dovette dare. NO, non la volevo vedere appiccicata a MIO cugino.
 
-“allora ci sentiamo, ciao biondino!” – lo salutò lei. BIONDINO? Solo io lo potevo chiamarlo così.
 
Sentimmo il trillo del campanello che stava a significare la ripresa delle lezioni, purtroppo.
Jude venne verso di noi e diede un bacio sulla guancia prima a me e poi a Harry.
-“ci vediamo” – detto questo se ne andò non facendoci spiccicare neanche una parola. Mi limitai ad alzare e agitare la mano in segno di saluto e lo stesso Harry.
 
Salutai mio cugino ed Harry e con El rientrai in classe.
 
*Finirono tutte le ore finalmente.
-“Bene Ash, io e Niall andiamo a casa allora, poi ci sentiamo.”
-“va bene, ciao.”
La abbracciai poi andai verso la classe di Harry aspettando che uscisse.
Uscirono tutti ma di lui non ce n’era traccia. Aspettai altri due minuti ma dopo andai al bagno dei maschi per controllare se si trovasse lì. Non c’era neanche lì. Non potevo neanche chiamarlo dato che, purtroppo, il suo numero non lo avevo.
Per scaramanzia entrai nella mia classe, magari era venuto a cercarmi ma non c’era. Ero un po’ preoccupata ma mi costringevo a stare calma.
Ormai dopo aver cercato dappertutto mi decisi ad andare a casa da sola e a piedi, ciò significava che sarei arrivata a casa dopo mezz’ora ç_ç .
 
Uscì scocciata e amareggiata verso il cancello ma non feci neanche 3 passi che me lo ritrovai lì davanti. Avevo una faccia sia sorpresa che arrabbiata ma alla fin fine non potevo essere arrabbiata con lui.
-“ecco dov’eri” – esordì lui.
-“è mezz’ora che ti cerco!”
Lui rise.
-“ma io ti aspettavo fuori.”
-“e io dentro come mi avevi detto”
Risi anche io.
-“facciamo una cosa…” – disse lui.
Io lo guardai in attesa di una risposta.
-“dammi il telefono.” – tese una mano in attesa che glielo avessi porto.-“perché ti devo dare il mio telefono?”
-“tu dammelo”
-“ok “ – glielo diedi confusa su quello che dovesse fare.
Lo smanettò un po’ e poi me lo porse con un sorriso.
Io lo guardai scettica.
-“cosa hai fatto?” – gli chiesi.
-“ho salvato il mio numero in rubrica così la prossima volta non impieghi ore a cercarmi. – Oddio avevo il numero di Harry! Sicuramente mi brillavano gli occhi e la mia faccia aveva assunto il colore di un pomodoro ma poco importava.
-“oh…” – dissi solo quello.
-“dici solo questo?” – mi incalzò lui.
-“e cosa dovrei dire?”
-“non so, dammi il tuo così ti salvo il mio” – sorrise.
-“bene, allora dammi il tuo” – sorrisi. Lui me lo diede subito così salvai il MIO numero sul SUO cellulare.
-“ecco tieni”
Cercò nella rubrica.
-“ti sei salvata solo con Ashley?”
-“bè sai, il mio nome è quello”
-“oh ok” – rise beffardamente e mi sorse un dubbio.
-“perché tu come ti sei salvato?” – chiesi mentre prendevo il mio cellulare.
-“oh…normale perché?”
-“non so, sembri strano.”
Aprii la rubrica, controllai subito ma il nome Harry non risultava così scorsi l’intera rubrica e notai un nuovo nome: ‘bomba sexy’. Risi sguaiatamente.
-“bomba sexy?? Sei serio?” – chiesi tra le risate.
-“ lo sono” – annuii con faccia fintamente convinta ma in realtà sapevo che aveva ragione.
-“bene andiamo?” – cambiò argomento.
-“si dai”
Così ci incamminammo di nuovo verso la metro ma dovemmo aspettare un’ora per quella seguente visto il tempo che avevamo perso.
 
*
-“ma tu non farai tardi al lavoro adesso?” – gli chiesi innocentemente.
-“no, oggi non lavoro”
-“oh”
-“lavoro solo il lunedì, il mercoledì e il venerdì”
-“capisco”
-“senti Ash…se per te non è un problema domani possiamo andare a scuola insieme.”
-“certo”- esultai forse un po’ troppo contenta- vieni da me alle 7 e prendiamo la metro?”
-“io veramente pensavo di andare in moto”
-“hai la moto?”
-“già ma non la prendo sempre.”
-“forte! Mi piacciono le moto”
-“bene allora passo alle 7 e mezza?”
-“va bene”
 
Continuammo a parlare finchè non arrivammo a casa.
 
*
Entrai in casa e trovai Niall ed Eleanor in salotto mentre guardavano la partita molto animatamente.
 
-“vai vai vai” – urlava Niall.
-“siiiiiiii” – esultò Eleanor alzando i pugni in aria.
-“goooooooal” – continuò Niall.
Io guardavo allibita.
Mi schiarii la voce per farmi notare, infatti loro si girarono.
 
-“oh ciao Ashley”
-“no fate come se foste a casa vostra”
-“lo stiamo già facendo” – disse Niall sorridendo strafottente.
-“restate a pranzo?” – chiesi.
-“quando si parla di mangiare…” – disse Niall.”
-“certo” – disse invece Eleanor.
 
Così ci misimo a mangiare delle pizze che ordinai.
 
Weeeeeeeeeeppa!!
 
Ciao bellissime! Come va??
Ma siete serie??? 8 recensioni? 8!!!! Sono tantissime, grazie mille!
Ci ho messo un pochino ad aggiornare perché volevo farlo più lungo e succoso per ringraziarvi, poi lo stavo mettendo ieri sera ma ho avuto dei problemi con efp.
Btw volevo dirvi che fra un po’ di capitoli arriva un nuovo personaggio moolto importante, uno dei ragazzi, secondo voi chi è? E che ruolo avrà? Si accettano scommesse xD.
Forse Liam mi ha risposto nella twitcam!! Waaaa.
Grazie a tutte quelle bellezze che hanno recensito lo scorso capitolo e a chi mette fra le seguite, preferite o ricordate. A MASSIVE THANK YOU!
Mi lasciate una recensione?? Mi fate tanto felicee.
Ciaoooooo, baci :*
 
Ale <3



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Aww che bello che sei Harold *_____*

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


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Capitolo 9:

And I'm free,
Free fallin, fallin,
And I'm free,
Free fallin, fallin
Free fallin – John Mayer

 
 
 
 
Dopo pranzo io, Niall ed Eleanor ci mettemmo a parlare.
-“ma poi Jude ti ha chiesto il numero? – chiese Eleanor a Niall fra le risate
Niall abbassò il capo e poi annuì.
-“ma perché glielo hai dato?”
-“bè perché non mi andava di fare lo scortese.”
-“tu vedi di non farti piacere quella troia” – convenni io.
Niall rise di tutta risposta.
-“e non ridere!” – lo sgridai ridendo.
-“e ti dovrei prendere sul serio?”
-“certo!”
-“si ok, ora le domande le faccio io” – mi guardò come se fosse un poliziotto.
-“allora, cosa ti ha detto quando siete usciti in cortile Harry?” – chiese lui come un assatanato di gossip.
-“uhm…niente di che – risposi annoiata dalla domanda- solo che domani mi accompagna a scuola in moto!” – esultai poi.
-“wohoooo” – esclamò Eleanor con un sorriso a 32 denti.
 
*
 
La sera dopo cena Eleanor se ne andò.
 
-“allora…cosa facciamo ora cuginetta?”
-“non lo so, proponi qualcosa”
-“uhm, vediamo…andiamo a fare un giro in macchina?”
-“va bene” – risposi.
 
Così ci avviammo alla porta.
-“uhm giusto!” – esordii io.
-“cosa? – chiese Niall confuso.
-“devo avvertire mamma.”
 
Mi avvicinai alle scale ma non mi andava di salire .
-“mamma io esco con Niall !” – gridai.
-“ok non tornare tardi” – rispose lei allo stesso modo.
 
Così uscimmo e andammo in auto.
 
-“destinazione?” – chiese Niall.
-“cosa sei un navigatore? Non lo so Niall, improvvisa”.
-“ok” – rispose lui sorridendo furbo.
Io lo guardai scettica ma non ci feci molto caso.
 
Andammo verso Piccadilly Circus per fare un giro ma poi cambiammo rotta.
 
-“bene, Ashley hai il coraggio di scendere e andare a chiedere a quella signora laggiù – disse indicando – se sia disposta a rispondere a delle domande?” – chiese mio cugino.
-“e quali sarebbero queste domande?” – chiesi io stavolta.
-“devi dirgli che stai facendo un sondaggio per scuola sulla quantità di prostitute in questa via.”
Io sbarrai gli occhi.
-“per poi fargli capire che la prostituta è lei”
-“ok che ha una minigonna che non copre proprio tutto e una maglietta non proprio coprente ma non posso insultarla così! Non è mica Jude! – risposi.
-“quindi non ne hai il coraggio…” – disse lui fintamente dispiaciuto guardandomi con una faccia da cane bastonato.
-“ehi non ho detto questo!” – esordii.
 
Non potevo tirarmi indietro, così scesi dalla macchina senza preavviso e raggiunsi la signora con un sorriso. Solo ora mi accorgevo di non avere né carta né penna così improvvisai prendendo il telefono.
 
-“scusi signora”
La signora si girò.
-“posso rubarle due secondi? Sa, dovrei fare un sondaggio per la scuola e penso che lei sia proprio la persona giusta.”
-“uhm certo”
-“bene…secondo lei ci sono troppe prostitute in questa via?”
-“bè non ce ne sono moltissime ma ecco, quelle che ci sono non sono proprio gradite.” – mi rispose lei.
-“e perché a lei danno fastidio?” – chiesi.
-“bè è abbastanza fastidioso dire ogni volta a mio figlio che sono signorine che aspettano l’autobus.”
-“ lei porta anche suo figlio con sé?” – chiesi io fingendomi sconvolta.
-“se lo devo portare a casa dei suoi amici sì”
-“povero bambino”
-“mica gli dispiace di andare dai suoi amici”
-“e mi dica, lei lo porta al lavoro con sè?”
-“be a volte si…magari quando non ha scuola e non lo posso lasciare da nessun’altro”
-“signora non me lo aspettavo da lei!”
-“cosa?”
-“non è una bella cosa far sapere a suo figlio piccolo certe cose”
-“ma cosa?”
-“e ora dov’è suo figlio?”
-“a casa a dormire.”
-“uhm…bene signora, grazie di tutto e buon lavoro! Però se alza un po’ la gonna avrà più clienti” – conclusi io facendole l’occhiolino.
Lei che capì mi mandò in un posto molto visitato.
Salii in macchina.
-“questa me la paghi.” – dissi a Niall.
Rise sommessamente e io mi unii a lui.
 
-“bene allora tu ora scendi dove sono quei ragazzi e ci provi col biondino fingendoti gay” – dissi io con tono di sfida.
-“no Ashley, tutto ma questo no”
-“quindi non ne hai il coraggio” – dissi fingendomi dispiaciuta usando il suo stesso tono di prima.
-“ti odio” – disse.
-“anche io ti voglio bene” – dissi ridendo.
Scese dalla macchina dirigendosi verso il gruppetto.
-“ehi ciao” – salutò lui.
Loro si girarono un po’ confusi.
-“ehm ciao…ci conosciamo?” – chiese un ragazzo moro niente male.
-“ehm sai hai veramente dei bei capelli, sono anche simili ai miei.” – si rivolse al biondino.
-“ma poi quelle scarpe! Sono deliziose!” – disse facendo una vocetta da gay mentre gesticolava. Io non riuscivo a non ridere. La scena che avevo davanti agli occhi era davvero comica.
Il biondo lo guardava preoccupato.
-“senti io ti do il mio numero ma tu fatti sentire tesoro, ci conto” – disse al biondo mentre gli  metteva un bigliettino nella tasca dei pantaloni . Infine gli fece un occhiolino e gli mandò un bacio in aria.
Mentre veniva in macchina sculettò un pochino. Quando rientrò io ancora ridevo. Avevo le lacrime agli occhi.
-“sì tu ridi…io ho dovuto fingere di essere gay”
-“la parte ti è venuta molto bene, sicuro di non esserlo veramente?” – chiesi scherzando.
Lui mi guardò in cagnesco mentre metteva in moto la macchina.
 
Mi riportò a casa salutandomi con due baci sulle guance.  Ritornò in auto e andò via.
Rientrai in casa, mia madre e mio padre erano già a letto così in punta di piedi salì le scale attenta a non fare rumore.
 
*

Il giorno dopo fui molto veloce a prepararmi, stranamente.
Harry arrivò con 2 minuti di ritardo ma vabbè, può succedere a tutti.
Non fece in tempo a suonare il campanello che ero già fuori.
-“andiamo?” – chiesi.
Lui rimase un attimo interdetto ma poi andò verso la sua moto, era bellissima.
-“questa è la tua moto?” – chiesi per assicurarmi. Ho già detto che era bellissima?
-“sì” – rispose lui con un velo di orgoglio.
-“è stupenda”
Lui sorrise.
Prese due caschi dal porta oggetti e me ne porse uno.
 
-“tieni, mettilo.”
 
Presi il casco dalle sue mani e lo misi come mi aveva detto lui.
Se lo mise anche lui e poi salì sulla moto.
-“dai sali”
Io annuii e salì.
-“aggrappati a me”
-“ok ma tu vai veloce eh”
Lui rise.
-“che c’è?” – chiesi innocentemente.
-“di solito le altre ragazze dicono vai piano non vai veloce”
Risi anche io.
-“semplicemente non sono uguale alle altre” – risposo io.
-“lo so, ora aggrappati però”
Mi aggrappai a lui e potei notare i suoi addominali leggermente scolpiti, poggiai la testa sulla sua spalla.
Il suo corpo emanava calore e mi inebriavo del suo profumo alla menta. Mi strinsi a lui maggiormente come se stessi per morire e lui fosse la mia unica ancora di salvezza. Potei vedere con la coda dell’occhio che sorrise.
-“allora vado veloce eh…pronta?”
-“certo…quando vuoi”
Detto questo accellerò di colpo.
-“sicura di non avere paura?”
-“macchè!”
-“va bene”
 
Facemmo il giro più lungo per andare a scuola ed eravamo solo a metà strada.
Di colpo la moto si fermò. Harry provò a rimetterla in moto ma niente, ci riprovò ancora. Niente.
-“cazzo!”
-“Harry, che succede? – chiesi preoccupata.
-“la moto non parte!”
-“cazzo!” – esclamai io.
-“e ora che facciamo?” – chiesi poi.
-“niente…la dobbiamo lasciare qui e andare a scuola a piedi…oppure non ci andiamo”
-“ok parcheggiala…però preferisco la seconda opzione”
Lui rise leggermente e poi parcheggiò la moto.
 
-“poi la verrò a riprendere in qualche modo”
-“va bene”
-“allora…siamo ancora a metà strada da scuola e sono già le 8 meno 5 quindi…” – esordì lui lasciando la frase in sospeso.
-“quindi non andiamo a scuola…semplice” – dissi io con naturalità.
-“già” – mi sorrise.
 
Oddio che sorriso che aveva…ogni volta che lo faceva sorridevo anche io ma non per cortesia o per altro, perché mi veniva istintivo…come se ogni suo sorriso mi rendesse felice.
Era un ragazzo veramente stupendo…ogni cosa che faceva era stupenda.
Lo conoscevo da poco ma per me era già importante, un pezzettino del mio cuore.
Come tutti i puzzle…se non hanno tutti i pezzi , non sono completi.
Ecco, era questa la parola giusta…io senza di lui mi sentivo incompleta.
Come la nutella senza il pane, come il latte senza i cheerios, come una fetta biscottata senza la marmellata, come Tom senza Jerry, come Niall senza il cibo…vabbè ci siamo capiti.
 
-“bene, dove andiamo Ash?”
-“uhm…non lo so, in uno di quegli autobus a due piani su cui vanno i turisti?” – proposi io.
-“va bene”
-“se non ti va no eh”
-“no no mi va, non ci sono mai salito”
-“ok”
-“certo che sei proprio sfigato però eh” – continuai io.
-“eggià” – mi rispose  lui sorridendo.
 
*
 
Dopo una bella camminata arrivammo in centro e salimmo su uno di quegli autobus. Ci vivevo da tutta la vita a Londra eppure non ci ero mai salita. E’ assurdo come i turisti che visitano la mia città abbiano visitato quasi più cose di me!
 
Salimmo al piano di sopra anche se il cielo si stava incupendo, ma poco interessava. Mi sarei bagnata se fosse piovuto.
C’erano tanti turisti nonostante non fosse ancora estate…chi cinese, chi tedesco, chi spagnolo ma soprattutto giapponesi.
 
Passammo davanti al Big Ben, al London Bridge, al London Eye e quando fummo arrivati a Piccadilly Circus scendemmo e passeggiammo per i negozi.
-“Harry, Harry  entriamo qui” – gli dissi indicando il negozio Abercrombie.
Non so perché ma mi piacevano le magliette che vendevano lì.
 
Gli mostrai una maglietta blu con la scritta bianca Abercrombie &  Fitch sopra.
-“ti piace?” – chiesi io speranzosa.
Lui annuì.
-“provatela” – mi invogliò.
-“ok”
 
Uscii dal camerino con indosso la maglietta e mi trovai Harry davanti che aspettava.
-“allora?” – chiesi dubbiosa.
-“ti sta bene” – disse solo.
-“ti sta bene nel senso ‘uhm sì carina ma indosso fa schifo ’ oppure ‘ ti sta talmente bene che ora tutti ti correranno dietro, cosa che tra l’altro non succederebbe mai ‘ ?” – chiesi.
Lui rise fragorosamente e poi ritornò con gli occhi su di me.
-“ti sta bene nel senso che con quella maglietta sei bellissima” – mi disse in tutta onestà sorridendo un po’ imbarazzato.
Mi stavano brillando gli occhi e non sapevo cosa dire…era stato così…così…dolce!
Pregai Dio che le mie guance non fossero diventate più rosse del ketchup del Mc Donald’s.
-“sicuro?” – chiesi con la voce che mi tremava.
-“certo”
Io sorrisi e non dissi più niente, entrai in camerino a cambiarmi.
 
Uscii e feci cenno ad Harry di andare alla cassa. Pagai la maglietta e uscimmo.
-“Ash entriamo qui” – mi esortò mostrandomi un negozio di dischi.  Annuii ed entrammo.
 
C’erano tantissimi dischi…di tutte le epoche e di tutti i generi che potessero esistere.
Lui andò spedito verso un disco e io gli andai dietro.
-“John Mayer eh?” – chiesi io notando il cd che aveva fra le mani.
-“sì…Free fallin’ è la mia canzone preferita di tutti i tempi.” – mi spiegò.
-“ la ascoltavo sempre con mio padre da piccolo e per me è molto importante.” – continuò.
-“capisco”
Vidi il suo sguardo rabbuiarsi tutt’un tratto.
-“ehi Harry cos’hai?” – chiesi preoccupata e comprensiva.
-“no, niente”
-“dai dimmelo…se no fosse niente non ti saresti rattristato all’improvviso”
-“è che… - prese un respiro – a volte mi manca mio padre…anche se lo vedo ogni tanto mi ricordo che in passato passavo molto temo con lui e…mi manca. E ora ti sembrerò un coglione.”
 
Lo abbracciai forte.
-“ehi calmo tu non mi sembri per niente un coglione…mi sembri solamente un ragazzo dolce e con un gran cuore. Sono sicura che anche tu manchi a tuo padre.” – gli dissi.
Lui sorrise riconoscente alle mie parole ma era ancora un po’ giù di morale nonostante tutto.
-“e dimmi,  perché non lo vedi molto?” – chiesi anche se immaginavo la risposta.
-“i miei hanno divorziato quando io ero piccolo. Mi sarebbe piaciuto passare più tempo con lui ma purtroppo non è stato così. Voglio un gran bene a Robin, il compagno di mia madre, ma non colmerà mai il vuoto che mi porto dentro. Ora lui è a Holmes Chapel e da molto piccolo ci vivevo anche io. Non lo vedo molto spesso, quindi questa canzone per me è molto importante e sarà sempre così.” – mi rispose lui.
 
Non sapevo tutte queste cose e vedevo che anche se era passato molto tempo Harry non lo aveva superato del tutto. Vedevo che quando pensava a lui soffriva e vederlo star male faceva star male anche me.
 
Misi la faccia nell’incavo del suo collo inebriandomi ancora del suo profumo. Lui posò a sua volta la testa sulla mia spalla.
Avendomi raccontato la sua storia e la sua sofferenza in un certo senso mi sentivo più vicina a lui.
Non era una parte di lui che mostrava a tutti e gli ero riconoscente di averla mostrata a me.
Si faceva vedere forte ma solo perché aveva sofferto troppo e non voleva soffrire di nuovo. Lo capivo dal suo sguardo.
Mi teneva a sé come se io potessi togliergli tutte quelle pene e incertezze che gli affollavano la mente.
Mi staccai leggermente sentendo qualcosa di bagnato sulla spalla.
Aveva versato qualche lacrima. Avevo una morsa allo stomaco…non potevo vederlo così, mi sentivo impotente.
Gli asciugai una lacrima che gli rigava il viso e gli poggiai una mano sulla guancia.
-“ehi…ci sono io qui” – gli dissi.
Lui piano si avvicinò al mio viso. Mi stavo perdendo in quegli occhi così profondi. Quelle labbra così soffici e vellutate erano a 5 centimetri da me e stavo per non essere più cosciente delle mie azioni.  Ero sicura che fosse solo debolezza per la situazione che gli si era presentata quindi a malincuore mi staccai da lui che fece finta di niente e si tirò indietro.
 
-“invece la mia canzone preferita è Your Song” – cambiai argomento.





 
Macciaoooooo!
 
Ciao bellissime…so che ci ho messo un po’ ad aggiornare ma in questo capitolo sono successe un bel po’ di cose no?
Poi sono stata un po’ impegnata perché il 10 è iniziata scuola -.-“
Voi l’avete già iniziata?
Poooooi avete visto i VMA???? 3 premi cavolo!!! 3.
Poi domani è il compleanno di Niall *-*
GRAZIE a chi ha recensito lo scorso capitolo…siete fantastiche, un grazie speciale a FutureMrsStyles che mi ha fatto morire con la sua recensione <3
Grazie ancora a chi mette fra le seguite, ricordate e preferite perché mi fate capire che alla fine non scrivo tanto male.
GRAZIE!
Eeeee ultima cosa ma non meno importante passate dalla ff di una mia amica:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1253965&i=1 e recensite :D.
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto con una recensione.
Al prossimo capitolo carote!
 
Ale <3


 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***



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Capitolo 10


You look around each corner
Hoping that she's there
You try to play it cool perhaps
Pretend that you don't care
But it doesn't do a bit of good
You got to seek 'til you find
Or you never unwind

 
 
 
 
 
 
 
Andammo verso i dischi di Elton John dopo un imbarazzante silenzio. Non sapevo davvero cosa fare o di cosa parlare…e a quanto vedevo neanche Harry che era ancora imbarazzato per prima. Forse se l’era presa per il fatto che l’avessi rifiutato ma sapevo che per lui era solamente un momento di debolezza e per quanto quel ragazzo mi potesse piacere non volevo essere presa in giro…sapevo che se mi fossi lasciata baciare poi non mi sarei sentita in pace con me stessa. Per me avrebbe significato molto ma per lui? Non sarebbe significato niente, e io non volevo che fosse così.
 
-“e quindi la tua canzone preferita è Your song…-“ – mi chiese Harry per non ricadere nel silenzio.  Domanda banale visto che glielo avevo appena detto ma …va bè.
-“uhm…sì” – no dai che grande risposta. Una risposta da grande filosofa. Chi mai avrebbe risposto così? Che idiota!
 
Dopo aver girato per un altro po’ nel negozio uscimmo.
 
-“bene ora cosa facciamo?” – chiesi io.
-“non lo so…è già mezzogiorno e mezzo…mangiamo?”
-“va bene…qui vicino ci dovrebbe essere un Mc Donalds”
-“ok andiamo lì”
 
Dopo aver camminato per un po’ cercando il fast food lo trovammo all’angolo della strada.
 
-“eccolo” – esclamai indicandolo.
-“sì eccolo”
 
Dopo quello che era successo non avevamo parlato molto e non volevo che la confidenza che avevamo si fosse distrutta per…quello. Mi tornò alla mente il suo abbraccio di pochi minuti fa. Quella presa così salda, mi sentivo protetta fra le sue braccia possenti. Se ci pensavo potevo ancora assaporare il suo profumo alla menta misto a mele verdi. NO! Non volevo rinunciare a tutto quello! Volevo ancora inebriarmi del suo profumo, sentirmi protetta. Non poteva affievolirsi tutto per quella stupidaggine. Dovevo fare qualcosa, ma non sapevo cosa.
Non potevo di certo andare da lui e dirgli : ‘ ehi Harry, sai il quasi bacio di prima no? Io lo vorrei davvero tanto un bacio da te ma non posso perché so che per te non sarebbe la stessa cosa capisci? Però non voglio perdere la tua amicizia!’ . Sarebbe stato un discorso stupido.
 
Entrammo al Mc Donalds e cercai di togliermi dalla testa tutte le mie paranoie. Magari lui non se stava facendo neanche un problema mentre io invece mi stavo scervellando.
Andammo alla cassa per vedere cosa ordinare.
Harry prese il portafoglio e notò che lo stavo guardando male. Sapeva che non volevo che pagasse tutto lui ma nonostante il mio orgoglio avrei dovuto accettare visto che non mi ero portata il portafoglio dato che in teoria, dovevamo andare a scuola - a questo punto non sapevo davvero cosa pensare. Forse sarebbe stato meglio se fossimo andati a scuola almeno non ci sarebbero stati quei momenti imbarazzanti, però non avrei saputo tante cose su di lui… e poi diciamocelo: non c’era Jude a fracassare le ovaie che mica era tanto male. No ok, era decisamente meglio non essere andati a scuola -.
 
Lui rise leggermente vedendo il mio sguardo.
-“stavolta pago io” – mi disse
-“ricorda…solo perché non ho il portafoglio.”
-“e dai, sono io il ragazzo”
-“sì ma questo non è un appuntamento” – affermai io seria.
-“e chi te lo dice?” – mi chiese lui di rimando.
A quelle sue parole boccheggiai non sapendo cosa dire…avevo sbarrato gli occhi.
Cosa voleva dire ora questo? Che per lui era un appuntamento? Mi ripresi.
-“no Harry non lo è…questo si chiama fare sega non appuntamento, aggiorna il tuo vocabolario.” – sbottai.
-“bè penso che nel dizionario non ci sia l’espressione ‘fare sega’ “ – controbbattè lui.
-“e chi te lo dice?” – chiesi usando la sua stessa battuta.
Lui scosse la testa e si passò una mano sulla fronte con fare teatrale alchè io risi.
 
Mi resi conto solo in quel momento che i signori che c’erano davanti a noi nella fila non c’erano più e che quindi toccava a noi…e chissà da quanto. La cassiera ci guardava con una faccia strana…voglio dire ma che ‘micchia guaddi’ ?
 
Diedi uno schiaffetto sul braccio di Harry per fargli notare che toccava a noi. Lui mi guardò senza capire e poi quando gli feci cenno capì.
Guardo la cassiera con la faccia da pesce lesso e fece un passo avanti.
 
-“ciao” – salutò la cassiera facendo un pallone con la gomma da masticare che aveva in bocca.
Io alzai un sopracciglio.
-“allora cosa ordinate?” – chiese con aria annoiata. Come se non la pagassero per la ‘grande fatica’ che stava facendo. Un po’ di grinta dai!
-“io un Mc crispy bacon menù” – disse Harry.
Poi la tizia guardò me.
-“io un Mc Chicken menù”
-“grande, piccolo o medio? – chiese con aria di sfida.
Posai una mano sul bancone saldamente.
-“medio” – dissi usando il suo stesso tono. Ma chi si credeva di essere? Non poteva essere come tutte le sue colleghe, carine e con un sorriso che partiva da un orecchio e finiva all’altro? Che problemi aveva? Ma guarda questa, tutte a me toccavano.
 
Si girò verso la cucina e andò a prendere i nostri menù con un andatura decisamente lenta.
Dopo minimo 5 minuti tornò da noi.
-“ecco a voi” – ci disse posando con molta poca grazia i nostri menù sul vassoio.
Mi spazientii abbastanza. Ok che ci trattava come alieni, ok che ci metteva 4 ore a camminare, ok che ci faceva raffreddare il pranzo ma che ci buttava i menù sul vassoio no! Mai rovinare le patatine fritte ad Ashley Cooper.
-“sai io preferisco le patatine fritte, non il purè.” – dissi schioccando la lingua.
Presi le patatine dal vassoio facendole vedere come le aveva ridotte. Erano anche fredde.
-“guarda…queste patatine sono fredde…e anche schiacciate quindi ora me ne vai a prendere un altro pacchetto ok?” – dissi sventolandole le patatine sotto il naso.
-“chi ti credi di essere tu mocciosa? Io lavoro sai?”
-“appunto che lavori, voglio un altro pacchetto”
-“queste ti ho dato e queste ti tieni.”
-“queste mi tengo un corno…se ti piacciono fredde e spiaccicate te le mangi tu! Per cosa ti pagano? Per buttare le patatine su un vassoio? In questo ci sono bravi tutti.”
Lei si mise una mano sul fianco e mi guardò con aria superiore.
-“senta signora le potrebbe dare un altro pacchetto?” – tagliò corto Harry.
Io lo guardai e poi guardai la cassiera.
-“glielo dico per l’ultima volta: mi dia un altro pacchetto altrimenti me lo prendo io. A lei la scelta.” – spiegai chiara.
-“si e vediamo come te le prendi mocciosa?”
-“mocciosa ci chiami tua sorella.”
Detto questo andai verso la porta di servizio e la sorpassai. Le diedi una fiancata e buttai il mio pacchetto nell’immondizia. Lei sbarrò gli occhi. Se pensava che non lo avrei fatto davvero si sbagliava di grosso. Harry mi guardava sbalordito, era già la seconda figuraccia che gli facevo fare, povero.
Presi un altro pacchetto e  lo misi accuratamente sul mio vassoio.
La cassiera tentò di prendermi per il braccio ma io la strattonai. Anche l’altro cassiere che c’era di turno mi guardava. Bè non c’era tanta gente, forse perché la maggior parte non era ancora uscita da scuola.
 
Uscii dalla porta di sevizio con Harry al seguito , e con il vassoio naturalmente, ci dirigemmo a un tavolo.
Io ridevo sotto i baffi, forse ero stata troppo intraprendente ma…era questione di principio e poi sembrava che a Harry non dispiacesse.
Mi sedetti e lo stesso fece lui, solo che dall’altro capo del tavolino.
-“scusa” – dissi abbassando il capo.
-“di cosa?” – mi chiese lui curioso.
Alzai il capo “– di farti fare figuracce ogni volta-“
Lui rise leggermente.
-“ok forse hai un po’ esagerato ma neanche a me piacciono le patatine schiacciate…voglio dire, sei forte”
-“no no scusa, veramente” – ero davvero mortificata.
-“perdonata”
Sorrisi a quell’affermazione guardandolo dritto negli occhi felice.
Mi accarezzò una spalla e poi prese a scartare il suo panino.
 
Sembrava che l’argomento ‘quasi bacio’ fosse stato dimenticato…e forse era meglio così.
 
Iniziai a mangiare il mio panino e lo stesso Harry. Quel ragazzo era stupendo anche quando mangiava, possibile?
 
Finii il panino e iniziai le patatine. Sorrisi ripensando alla scenata che avevo montato, Harry parve capire perché anche lui sorrise.
 
*
 
Finimmo di pranzare, a me faceva un po’ male la pancia ma dettagli.
Cavolo non avevo pensato alla giustifica da fare per il giorno dopo! E ora chi lo diceva a mia madre? Avrei dovuto spiegarle che avevo marinato la scuola con il ragazzo che mi piaceva perché gli si era rotta la moto.
Avrei falsificato la firma. Semplice.
 
-“cos’hai?” – mi chiese Harry notandomi pensierosa.
-“no niente, pensavo al fatto che domani dovrò falsificare la firma di mia madre.” – risposi io di getto.
-“uhm giusto, tu sei minorenne” – disse emettendo un risolino mentre mi scompigliava i capelli scherzosamente. – mi stava prendendo in giro.
-“sì sai com’è,  non ho ancora 18 anni come te quindi mi devo ancora preoccupare di queste cose” – dissi sorridendo falsamente.
-“eggià…sei piccolina”
Io di tutta risposta lo guardai male assottigliando gli occhi.
-“dai,  lo sai che scherzo” – disse lui sorridendomi.
-“ah ecco” – dissi mettendo le braccia conserte e poi sorridendo.
 
-“Senti ma adesso cosa facciamo? Voglio dire con la moto” – chiesi.
-“potremmo andare da un mio amico qui vicino che poi ci riporterebbe a prendere la moto e portarla dal meccanico.” – disse lui guardandomi.
-“ok, dove si trova questo tuo amico?”
-“a due isolati da qui.” – spiegò lui.
-“va bene, andiamo” – risposi io.
 
Camminammo un po’ fino ad intravedere una palazzina abbastanza grande all’angolo della strada.
Girammo e ci trovammo davanti al palazzo. Harry suonò il citofono.
-“chi è?” – chiese una voce dall’altra parte del citofono.
-“ehi, sono Harry”
-“oh ciao…ora ti apro” – disse il ragazzo.
 
Davanti a noi c’era un ragazzo abbastanza alto con degli occhi di un  blu intenso e capelli castani ma leggermente tendenti al rossiccio. Quando mi vide sembrò sorpreso, poi si scansò dalla porta per farci passare. Mentre entravo gli sorrisi e lui mi fece un cenno di saluto con la mano.
Ci fece accomodare sul divano mentre lui si sedeva su una poltrona di fronte a noi.
 
-“ah lei è Ashley” – disse rivolgendosi all’amico di cui ancora non sapevo il nome.
-“e lui è Conor” – disse rivolgendosi a me stavolta.
Conor mi sorrise e poi mi tese la mano che io afferrai subito.
Era un bel ragazzo, senza dubbio.
 
Harry si mise seduto meglio e posò i gomiti sulle gambe.
-“senti Conor , mi si è rotta la moto quindi non è che potresti accompagnarci fino a lì e poi al meccanico?” – chiese sfacciatamente.
-“ok, se vuoi posso vedere se riesco ad aggiustartela io” – spiegò lui semplicemente.
-“grazie, sei  un grande.” – disse Harry sorridendogli riconoscente.
Io non sapevo che dire quindi non parlavo. Si vedeva che si conoscevano da tempo.
-“sai Ashley, lui prima veniva alla nostra scuola” – mi disse Harry vedendomi un po’ spaesata.
-“quindi ora vai all’università?” – chiesi io.
-“sì, studio lingue orientali”
-“bello” – esclamai io
-“già…mi sono sempre piaciute.”
-“quindi lingue del tipo giapponese, cinese, coreano ecc giusto?” – chiesi
-“sì, ti piacciono?”
-“il giapponese un po’ ma non lo so parlare” – gli spiegai.
-“capisco.”
-“quanti anni hai?” – mi chiese.
-“quindici e mezzo tu?”
-“20…è il primo anno all’università”
-“ah quindi sei uscito solo l’anno scorso”- constati io.
-“sì” – affermò lui.
-“sei carina” – disse poi.
Io alzai il sopracciglio –“prego?”
-“no dico, sei carina”
-“ehm…grazie.” – dissi arrossendo leggermente.
Lui sorrise ammiccante.
Cazzo sorridi? Ma poi come se ne era uscito? La gente è strana.
Io abbassai la testa sbarrando gli occhi e Harry mi guardò .
 
 
*
 
 Conor si alzò di scatto, poi prese una giacca dall’appendi abiti mettendosela.
-“allora, andiamo?” – chiese con evidente fretta.
Era proprio strano quel ragazzo, prima era calmo e pacato chiacchierando e poi scattava da nulla e in più aveva anche fretta.
-“ok” – disse Harry alzandosi anche lui.
Mi alzai anche io e andai verso la porta. Conor si appoggiò allo stipite aspettando che io ed Harry uscissimo. Ci stava letteralmente cacciando,  mancava solo che ci prendesse a calci e avrebbe completato l’opera. Mah, chi lo capiva a quello.
 
Scendemmo di fretta e furia, neanche ci stessero venendo dietro dei ninja per ucciderci, diamine.
Ci avviammo verso la macchina di Conor e partimmo a tutto gas.
 
In meno di 10 minuti, grazie alla guida sfrenata di quel pazzo, arrivammo dove avevamo lasciato la moto.
 
-“fammi vedere questa moto” – sbottò Conor sbrigativo.
Ci si avvicinò esaminandola.
-“penso sia il motore.” – disse lui dopo averla scrutata a lungo e pulendosi le mani.
Harry annuì convinto.
 
-“sai, penso che sia meglio chiamare il meccanico e farlo venire.”
-“tu non ce la fai ad aggiustarla?” – chiese Harry
-“ehi io studio lingue orientali, non faccio il meccanico” – disse Conor strafottente
-“sì ma te ne sei sempre inteso di motori no?” – chiese Harry con lo stesso tono dell’amico.
-“vedrò quello che posso fare.” – disse infine sospirando.
 
 
 
 
 
 
 
 
Let’s go crazy, crazy, crazy…
 
Ciao! Come state? Finalmente sono tornata
Non uccidetemi, lo so che sono in ritardissimo, scusate ma non è stato un bel periodo e poi c’è anche la scuola che mi stressa…quindi scusatemi ( di nuovo).
D’ora in poi credo che pubblicherò con meno frequenza ma non preoccupatevi, non sparisco e non ci metterò tantissimo.
Quindi come sta andando scuola? A me abbastanza bene.
Ma li avete visti i ragazzi al Chatty  Man show con Alan? Io stavo morendo ahahaha.
Poi Liam e Danielle che si sono lasciati?  Mi dispiace per Liam D: si vede che sta male.
Il nuovo video poi è qualcosa di stupendo *-*
 
Coooomunque  parliamo del capitolo, avete visto Conor? Immaginatelo come Conor Maynard. Simpatico no? xD
Ma ora passiamo ai ringraziamenti
Grazie a tutte quelle bellissime persone che hanno messo la storia nelle preferite, seguite e ricordate. E quelle 2 stupende ragazze che mi tengono negli autori preferiti *-* vi amo!
E naturalmente grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo e anche a chi legge soltanto :D
Ci tengo a precisare che la ragazza del banner, cioè Ashley Greene è ispirata alla protagonista e non a me…inoltre ho ricevuto 3 recensioni negative che sono contro il regolamento quindi se volete segnalare fate pure. Io apprezzo anche le critiche ma quando sono costruttive e mi aiutano a capire quello che sbaglio…se sono per insultarmi senza motivo, no. Ok mi dileguo perché sto facendo un poema.
Come sempre fatemi sapere che ne pensate del capitolo :D
Alla prossima
 
Ale <3




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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Scusate per il ritardo, davvero. Leggete giù. Per compensare ho scritto un capitolo lungo lungo lungo. ;)
P.S Ashley chiama Conor roscio non perché abbia i capelli rossi ma perché gli piace chiamarlo così.





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Capitolo 11

 

 

No apologies
He’ll never see you cry
Pretend he doesn’t know
That he’s the reason why
You’re drowning, you’re drowning, you’re drowning
 
                                                                                                                                                             

 
Mi stavo sinceramente stufando del comportamento di quel ragazzo e della sua sfacciataggine. Sembrava una donna in menopausa, cambiava atteggiamento ogni 2 minuti. Ma soprattutto doveva riparare la moto, cosa che non stava facendo. Gli aveva fatto solamente qualche giro attorno e aveva affermato che non era capace di aggiustarla. Neanche avesse i raggi x!
Sbuffai esasperata e il diretto interessato mi guardò confuso quando con passo pesante lo raggiunsi e mi misi a braccia conserte di fronte a lui.
-“allora…perché non provi a capire il problema di questa dannata moto e riaggiustarla?” – gli chiesi scocciata ma con un pizzico di speranza nella voce indicandola.
Intanto Harry era rimasto dietro e ci guardava curioso e anche lui speranzoso.
-“ pensi che non lo abbia già fatto?” – mi incalzò alzando un sopracciglio e guardandomi con disappunto. Sfacciato.
-“esatto, l’unica cosa che hai fatto è stata girare attorno alla moto. Non ci hai neanche provato.” – dissi con tono stranamente calmo ma gesticolando con le mani dal nervoso.
Lui schioccò la lingua contro il palato –“senti ragazzina, tu non capisci niente quindi taci” – esordì avvicinandosi maggiormente e squadrandomi dall’alto in basso. Questo no eh. Mi stava anche mancando di rispetto, di bene in meglio per la mia, già precaria, pazienza.
Mi stava seriamente facendo imbestialire e se avesse continuato non sarei più stata responsabile delle mie azioni o delle mie parole, davvero. Nonostante il suo comportamento cercai però di mantenere il controllo stringendo i pugni e quasi conficcandomi le unghie nei palmi delle mani.  Non valeva  neanche la pena arrabbiarsi.Sì certo, parla quella che già si sta innervosendo. Chiusi gli occhi contraendo la mascella e contenendo il nervosismo che ogni volta che parlava si irradiava progressivamente in tutto il mio corpo. Li riaprii di scatto pronta ad aprire bocca per ribattere, forse il mio piccolo rituale avrebbe funzionato. Dovevo ammettere di non essere una persona proprio paziente.
-“se devo essere onesta penso di essere più matura di te comunque potresti cercare di riaggiustare la moto, almeno provaci.” –addolcii il tono della voce, forse così mi avrebbe ascoltato e soprattutto mi avrebbe dato retta una volta per tutte. La frecciatina però non poteva mancare.
Lui indietreggiò un po’ e si girò cauto verso la moto scrutandola a fondo. Quando si girò, con la massima lentezza per tentare di rallentare la consapevolezza del suo errore mi guardò storto rendendosi appunto conto che quello che dicevo, o meglio che quello che la ragazzina che non capiva niente diceva aveva un senso. Sì, mi aveva dato fastidio, ora però era il suo turno di essere infastidito. Dopo avermi fissato per dei secondi che mi parvero ore con stizza e disprezzo guardò Harry, forse per cercare un punto di appoggio e di supporto ma lui al contrario di quello che pensava ricambiò con sguardo truce e questo mi fece sorridere soddisfatta e vittoriosa . Ora siamo pari caro Conor . Il mio orgoglio si fece sentire.
Sbuffò sonoramente e si avviò nuovamente nella direzione della moto, ancora rotta. Se non fosse davvero stato capace di aggiustarla avremmo dovuto portarla dal meccanico che fra poco avrebbe chiuso, quindi conveniva che si sbrigasse. Mi girai verso la sagoma del riccio che avevo dietro e che mi aveva fissata per tutto il tempo della discussione e vidi la sua mascella serrata e le nocche bianche a causa dei pugni chiusi, segno che si stava innervosendo e non poco.  Magari non voleva fare scenate perché era suo amico e se anche lui avesse detto qualcosa, nervoso com’era e con il carattere di quell’altro non avrebbe concluso niente, sempre se il roscio avesse idea di come si aggiustasse una moto s’intende. E poi gli stava facendo un “favore”.
In quel preciso istante pensai che io e Harry eravamo diversi. Nel senso che io ero impulsiva e a volte agivo senza pensare, la maggior parte delle volte me ne pentivo purtroppo. Lasciavo tutto all’istinto e non ascoltavo la mia testa. A volte a malapena mi trattenevo e ci perdevo, perché rimuginavo per giorni e imprecavo contro me stessa, emi odiavo. Quando ero con lui però c’era qualcosa che mi faceva riflettere, a volte. Perché le altre volte perdevo subito le staffe a causa della mia… gelosia. L’avevo ammesso, io ero gelosa , vabbè della cameriera del bar e persino di Jude, ma non di Conor. No, di lui no.    Lo detestavo e basta. Harry invece era molto più calmo, pensava prima di agire e non si lasciava condizionare dall’istinto. Era più maturo e mi rallegrai di poterlo avere accanto, come amico certo. Mi chiedevo se anche lui potesse farsi trascinare dall’istinto e poter diventare geloso. Impossibile dar sempre retta alla testa, a volte si deve seguire l’istinto e il cuore. Mi chiedevo se un giorno lui avrebbe mai provato quello che io sentivo per lui. Quando mi era accanto sentivo il cuore battere forte come un tamburo, lo stomaco aggrovigliarsi e poterci sentire marciare dentro un intero esercito. E non c’era niente che potessi fare per fermarlo. Mi portava su un altro mondo. Il mio mondo, quello dove il suo sorriso era tutto ciò che lo illuminava e ciò che mi teneva ancorata a terra era la sua voce, la più bella sinfonia che avessi mai ascoltato. Molto meglio di Verdi, Beethoven e Mozart. Mi stavo innamorando e il processo era irreversibile, non si poteva fermare e soprattutto non c’era scelta.  Sapevo di non essere perfetta, mi definivo tutto il contrario ma per lui potevo esserlo. Potevo essere perfetta per lui e sapevo anche che non sarebbe stato facile ma ci sarei riuscita. Avevo bisogno di lui. Ero intossicata da lui ed avevo ammesso a me stessa che mi stavo innamorando.
 

‘cause I see sparks fly whenever you smile
Get me with those green eyes ,baby, 
as the lights go down.
Give me something that’ll haunt me 
when you’re not around
 

Quando ero con lui mi dimenticavo di tutto, anche della sua mancanza. Non c’era giorno in cui non pensassi a come mi aveva lasciata, senza niente, non mi aveva detto nulla e non mi aveva neanche salutato. Volevo odiarlo ma non ci riuscivo.
 Raccolsi tutto il coraggio che avevo in corpo e mi avvicinai al riccio sistemandomi i capelli all’indietro e cercando di non guardarlo troppo per non arrossire. Se l’avessi guardato negli occhi sarebbe stata la fine, ne ero consapevole. Erano come whiskey, più li vedevi e più te ne ubriacavi e più non riuscivi a starne alla larga.
 Mi distolsi dai miei pensieri e cercai di sorridergli mentre mi avvicinavo e mi posizionavo esattamente di fronte a lui. Eccole lì le farfalle e il black out nel mio cervello.
-Allora? Sicuro che ne è capace?- chiesi innocentemente.
-“A volte prima di andare all’università aiutava suo zio in officina quindi suppongo di sì ma…non lo so” – si passò una mano fra i ricci e riconobbi la traccia di un mezzo sorriso sul suo volto. Quanto avrei voluto toccarli io quei ricci, così morbidi, profumati…
Li scosse un po’ e gli sorrisi.
-“Sennò proviamo ad andare da un meccanico no?” – cercai di sdrammatizzare.
-“ormai stanno per chiudere e comunque non sarebbe quello il problema…è che…dovrei andare a scuola con la metro e non è molto vicino da casa mia”
-“sì, tu abiti un po’ più in là rispetto a casa mia però l’altra volta l’abbiamo presa…dai una soluzione la troviamo” – gli dissi infondendogli coraggio e lui mi rivolse un sorriso raggiante. Possibile che quando stavo con lui mi sentissi un’ebete? Non potevo fare a meno di sorridere…era un’azione quasi meccanica.
-“l’altra volta mi sono dovuto alzare molto presto però.” – disse ovvio e non potei fare a meno di ridere.
-“ che c’è, è vero!”- rispose trattenendo una risata dopo essersi accorto di ciò che aveva detto.
-“tua madre non si arrabbierà, voglio dire si è rotta da sola” – cambiai argomento.
Mi scrutò con i suoi occhi verdi e curvò un angolo della bocca.
-“bè no, almeno spero” – si grattò la nuca.
Dopo circa un’ora Conor era ancora lì che cercava di aggiustare quella dannata moto, io ero a braccia conserte e Harry vicino a me non faceva altro che sbuffare. Dopo 20 minuti il roscio si alzò scrollandosi la terra dai pantaloni e pulendosi le mani, poi con passo sicuro si avvicinò a noi e guardò Harry dritto negli occhi senza neanche prestare attenzione alla mia presenza.
-“Senti Harry io ci ho provato ma…non so cos’abbia quella stupida moto ok? Quindi io ora me ne vado, ci vediamo – curvò di poco le labbra e Harry annuì sconsolato dandogli una pacca sulla spalla, poi si rivolse a me.
-“ciao Ash” – mi salutò con stizza e io lo salutai con altrettanta simpatia.
Si girò allontanandosi e ci lasciò lì come due idioti, e senza una moto. Non sapevo che dire, ero spiazzata…da dove era uscito quel ragazzo? Di sicuro era la persone più strana che avessi mai conosciuto. Decisi di non toccare l’argomento per non infierire, se a me aveva dato fastidio figuriamoci al riccio. Mi piaceva quel soprannome, era carino.
Harry prese a calciare i sassolini che si trovavano sull’asfalto per la frustrazione mentre a me venne un’idea. Presi il cellulare dalla tasca componendo il numero di mio cugino e lo avvicinai all’orecchio. Gli chiesi di raggiungerci lì dove ci trovavamo e dopo un paio di minuti fu lì alla guida della sua auto.
 
Salimmo in macchina lasciando la moto parcheggiata, e dopo che Harry gli ebbe raccontato tutto Niall propose di accompagnarlo a scuola il giorno dopo così non avrebbe dovuto prendere la metro che a quanto avevo capito non amava particolarmente. La moto l’avrebbe portata dal meccanico il giorno dopo. Un’altra manciata di minuti e fummo davanti casa di Harry, leggermente diversa dalla mia. La facciata del palazzo completamente bianca , il tetto in ardesia con leggeri riflessi azzurri e annidata tra le caotiche strade di Londra. L’unica cosa che differenziava il suo palazzo dal mio erano i contorni delle grande finestre, mentre i miei erano neri i suoi erano completamente candidi. Mi abitava abbastanza vicino ma a piedi ci volevano almeno 10 minuti per arrivare.
 Ringraziò mio cugino e lo salutò con una pacca sulla spalla, poi venne il mio turno e mi lasciò un dolce bacio sulla guancia. Amavo quel contatto, anche se veloce. Era una sensazione stupenda poter sentire le sue labbra a contatto con la mia pelle e sarebbe stato ancora meglio sentirle sulle mie labbra, ma mi accontentavo.
 
Il giorno dopo quando scesi in cucina trovai Niall di spalle che divorava un twix e prima che divorasse anche l’altro mi ci fiondai e lo acchiappai spaventandolo. Lui fece una smorfia contrariata e stupita dopo essersi ripreso dallo spavento e prese a farmi il solletico sapendo che non lo sopportavo. Mi dimenavo ma lui non mi lasciò fino a che non riuscì più a respirare normalmente. Aspettai che il mio respiro si regolarizzasse e andai da lui che si era seduto in salotto, con il mio twix.
-“Sei uno stronzo!” – esordii, e lui mi fece la linguaccia.
-“Buongiorno eh” – mi salutò e stavolta a fargli la linguaccia fui io, mentre lui sorrideva imperturbabile. Assottigliai gli occhi.
-“buongiorno, mamma è già andata al lavoro?” – lui annuì e poi mi ricordai di una cosa.
-“Niall, la giustifica!” – dissi con l’agitazione nella voce. Dovevo falsificarla come mi aveva consigliato Harry il giorno prima.
-“falsificala no?”- mi rispose con ovvietà.
-“è difficile da falsificare quella di mamma, dai provaci tu” – in effetti era un susseguirsi di linee  incomprensibili e non aveva una forma precisa.
-“lascia qua” – disse porgendo una mano dove avrei dovuto lasciare il libretto.
Dopo un paio di tentativi riuscì a farla alla meno peggio…almeno un po’ ci assomigliava.
-“dai che dobbiamo andare a prendere Harry” – mi ricordò lui.
-“giusto!”
 
Niall parcheggiò la macchina e scendemmo dirigendoci nelle nostre rispettive classi, Harry con lui e io da sola. Prima di entrare però abbracciai mio cugino baciandogli la guancia con tanto di schiocco, poi sorrisi ad Harry e lasciai un bacio anche a lui. In classe trovai la mia migliore amica seduta sopra il mio banco che appena mi vide mi stritolò in un abbraccio, il professore non era ancora arrivato.
 
A ricreazione portai Eleanor fuori e raggiungemmo Niall che era già nel piazzale. Camminammo per un po’ e stranamente non incontrai Jude, per fortuna. Non avevo voglia di vederla, era insopportabile.
Continuavamo a ridere e a scherzare andando verso il retro della scuola. Niall si stava strafogando con un panino comprato poco prima nel bar della scuola, non aveva fondo. Io invece mi stavo deliziando del mio twix, alla fine il mio caro cugino me ne aveva lasciato uno.
 
Mi irrigidii di colpo sgranando gli occhi e focalizzando ciò che si presentava davanti a me, il fiato mi si mozzò in gola…
Non riuscivo a emettere nessun fiato e sentii il cuore paralizzarsi a quella vista.
Non riuscivo a crederci, non poteva essere vero.
Ma non potevo dire niente giusto? Chi ero io per prendermela?
Solo una stupida ragazza che era rimasta fregata e che ora non poteva reggere il peso di quella situazione che le si era parata davanti agli occhi.
Strinsi i pugni fregandomene di lasciare il segno delle unghie nei palmi.
Volevo solo andare via da lì ma non riuscivo a muovermi, sentivo le gambe pesanti come se improvvisamente fossero diventate di piombo.
Per non parlare del mio cuore, era diventato un macigno ed era pronto a stritolarsi stretto da una morsa.
Erano passati pochi secondi ma a me sembrava un’eternità.
I sentimenti si mescolavano veloci in un mix doloroso e mortale per il mio cuore. Rabbia, tristezza, frustrazione, nervosismo e impotenza si susseguivano irradiandosi dentro di me.
Sentivo lo sguardo di Eleanor e Niall addosso, come biasimarli…mi stavo sgretolando, stavo cadendo in mille pezzi e loro non potevano fare nulla per aiutarmi.
Sentivo gli occhi pizzicare e le guance farsi bagnate a mano a mano.
Non volevo farmi vedere così, non volevo farmi vedere debole ma tanto lui non mi avrebbe vista.
Era troppo impegnato a divorare la faccia di quella bionda, la stessa che mi aveva chiesto il numero di Niall e che ora era avvinghiata a lui.Troia.
Mi asciugai velocemente le guance, ormai il mascara era sicuramente sbavato ma non me ne importava nulla. Tirai i capelli all’indietro e camminai velocemente verso l’interno dell’edificio lasciando lì tutto ciò che potesse farmi male. Mi chiusi in bagno e cacciai fuori le lacrime, per fortuna erano tutti rientrati e nessuno mi poteva sentire. Mi sentivo una stupida. Pregai che non mi avesse vista. Ora dovevo solo fingere che non fosse successo niente e morire dentro, in solitudine.
Le mani mi formicolavano e la voglia di prendere a schiaffi  quella puttana non mancavano di certo. Dal primo momento che l’avevo vista non l’avevo sopportata, e non mi sbagliavo.
Sentii bussare alla porta del bagno, mi ricomposi un attimo schiarendomi la voce.
-“occupato” – esalai.
-“Ash…come stai?” – riconobbi la voce di El titubante mentre mi faceva la fatidica domanda.
-“bene no? Sto benissimo.” –la voce era tremolante ed era più che evidente che stessi piangendo. Non potevo mentire con lei, era inutile, mi conosceva alla perfezione.
-“posso entrare?” – mi chiese.
Io annuii anche se non poteva vedermi e sussurrai un debole ‘sì’. La porta piena di graffiti e scritte si aprì scoprendo la figura esile di Eleanor che si sbrigò a richiuderla alle sue spalle.
Sorrise amaramente vedendomi in lacrime mentre io cercavo invano di ricacciarle indietro.  Si rannicchiò al mio fianco e con il pollice mi cancellò una lacrima che scendeva imperterrita sulla mia guancia.
-“ehi, Niall è fuori.”
-“digli che può andare in classe”
-“è preoccupato anche lui”
-“non ce n’è motivo”
-“parla la ragazza in lacrime” – nascosi una risata.
-“mi sento una merda” – mi decisi a parlare.
-“lo so.”
-“io non…come…quella troia” – neanche riuscivo a parlare, bene.
-“Ash…calma, non devi piangere per lui, se non si è reso conto di te e preferisce quella…tizia vuol dire che non ti merita ok? Sei una ragazza fantastica e sai anche tu che quella è una puttanella da due soldi. Vuole lei? Che se la tenga stretta, troverai di meglio.”
-“ma voglio lui!” – sembravo una bambina capricciosa con la differenza che non volevo un giocattolo, volevo solo indietro il mio cuore perché ormai quel ragazzo me lo aveva rubato e lo stava calpestando brutalmente perché io mi sentivo rotta, frantumata, sgretolata. Come poteva stare con…quella? cosa dovevo fare per piacergli, la troia?!? Spiacente ma non lo avrei mai fatto, non mi sarei finta qualcun altro. Forse El aveva ragione.
-“So che vorresti che ci fosse lui a consolarti ma…vado bene lo stesso?” – mi chiese dolce.
-“El…l’ho superato, davvero” – lei mi sorrise intenerita. Davvero l’avevo superato? A volte mi mancava ma non ci facevo più tanto caso, era un pezzo di me e se ne era andato ma ora non era il momento per pensarci.
Mi alzai di scatto asciugandomi dalle guance le ultime lacrime e la mia migliore amica mi aiutò a rendermi per lo meno presentabile visto che avrei dovuto resistere altre 2 ore. Non sapevo davvero come avrei fatto. Dovevo essere forte. Niall intanto era già rientrato.
Rientrai in classe liquidando il professore con la scusa che non mi sentivo bene. Mezza verità. Dentro non mi sentivo per niente bene.
 
*
 
Quando uscii, davanti al cancello trovai Niall che mi rivolse un sorriso incoraggiante e io di tutta risposta gliene rivolsi un altro,finto.
 
Se lo avessi incontrato non avrei davvero saputo cosa dirgli o con che faccia guardarlo. Non ne ero in grado. Era una missione impossibile.
Andai verso mio cugino e lo stritolai in un abbraccio pieno di tante parole che in quel momento non ero in grado di esprimere. Lui ricambiò la stretta accarezzandomi la schiena e mi lasciò un bacio fra i capelli. Mi serviva solo quello. Mi dava conforto e non chiedevo di più. Anche quando eravamo piccoli Niall mi proteggeva da tutto e da tutti, era come un fratello e fra le sue braccia mi sentivo come in una bolla che non poteva essere scalfita o danneggiata.
Eleanor era dietro di me con le mani sulla borsa e non sapeva cosa fare o come comportarsi. Mi dispiaceva per lei, e per Niall, ovvio. So che stavano male per me e che si sentivano impotenti e sapevo anche che Eleanor non vedeva l’ora di mettere le mani addosso ad Harry, ma non poteva fare niente, lui voleva la bionda, mi sarei dovuta arrangiare e farmi da parte ma in quel momento non potevo proprio, era più forte di me. Solo a ripensarci mi veniva da piangere ma…dovevo essere forte. L’immagine di Jude avvinghiata a Harry mentre si scambiavano saliva appassionatamente quasi mangiandosi la faccia mi era rimasta impressa e più ci pensavo più avevo voglia di strappare le extension a quella bionda ossigenata e la cosa che mi faceva più rabbia era che non potevo perché…non ne avevo ragioni. In effetti io per Harry non ero nessuno ,e faceva male.
Pur non volendo mi staccai da Niall e mi girai nella direzione dove si trovava la mia migliore amica rassicurandola con un mezzo sorriso, anche se forzato. Dopo tutto non era la fine del mondo giusto?
Avevo resistito quando un pezzo di me se ne era andato, potevo farcela, col tempo avrei dimenticato e lo avrei superato. E allora perché mi sentivo morire?
Vidi mio cugino boccheggiare, non capendo mi girai verso la direzione nella quale stava guardando e di nuovo mi si presentò l’immagine di quella mattina, non potevo sopportare oltre ma come prima non riuscivo a muovermi. Dopo qualche scambio di sorrisi,schifo, vidi il riccio dirigersi verso di noi. Salutò Elanor e Niall e poi si avvicinò a me. Mi baciò la guancia con le stesse labbra che pochi secondi prima stavano baciando le schifose labbra di Jude ma io non ricambiai infatti si ritirò, un po’ stranito ma non disse niente.Non potevo più stare a contatto con lui, non volevo, non ce la facevo. Una volta avevo letto di qualcuno che aveva detto ‘Non puoi soffrire per qualcuno che non ti appartiene’, che grande cazzata.
-“Andiamo no?” – esordì Niall, rivolgendosi anche all’essere riccio a pochi passi da me. Andare dove?
Vedendo la mia faccia perplessa si spiegò meglio.
-“accompagniamo Harry e poi andiamo a casa, a te serve un passaggio El?”
Cosa stava dicendo l’altro essere biondo a pochi passi da me? Io non potevo. No no no no. Non poteva farmi questo. Mi odiava? Era l’unica soluzione.
Sbarrai gli occhi mentre Eleanor scuoteva la testa per rispondere alla domanda posta da mio cugino .Harry dovette notare il mio sconcerto perché mi chiese se stessi bene.
Boccheggiai per un attimo ma poi mi decisi a parlare – “sì certo è che…ehm…volevo fare quattro passi, voi andate, io torno a casa a piedi”
-“ma è lontana casa da qui Ash!” –gli rivolsi un’occhiataccia. Possibile che oggi mio cugino non sapeva stare zitto? Avevo voglia di strangolarlo.
Preso in contropiede il riccio si offrì di accompagnarmi ma io lo liquidai con una scusa. Sapevo anche io che casa era lontana ma…non potevo reggere, no.
Aspettai che i due salissero in macchina per salutare El e avviarmi verso casa. Bene, mi aspettava una bella camminata ma camminare faceva bene alla salute no? E a me stava a cuore la mia salute. Patetica.
Per fortuna avevo messo delle scarpe comode.
Presi le cuffiette dell’ i-pod infilandomele e lasciando che la musica rimbombasse nelle orecchie così da coprire il flusso dei miei pensieri. Almeno mi avrebbe rilassato un minimo. Eravamo solo io e lei, il resto stava al di fuori e come diceva la canzone che stavo ascoltando ero in un castello di vetro. Ero solo una crepa in quel castello.

 
Take me down to the river bend
Take me down to the fighting end
Wash the poison from off my skin
Show me how to be whole again
Fly me up on a silver wing
Past the black, where the sirens sing
Warm me up in a nova’s glow
And drop me down to the dream below’
Cause I’m only a crack in this castle of glass
 
 

 
Sentì il cellulare vibrare nella tasca e lo presi guardando il nome impresso nello schermo illuminato.
Nuovo messaggio: Harry










 
 
 
SCUSATE
 
Ciaoooo, lo so che sono in terribile ritardo ma ho dei validi motivi, scusatemi *fa la faccia tenera*. Il fatto è che  avevo iniziato a scrivere un pezzo del capitolo ma sono rimasta bloccata, non avevo ispirazione quindi ho lasciato un po’ perdere per ritrovarla (?). Solo che poi è stato un brutto periodo e ci si è messa anche la scuola, avevo interrogazioni e compiti in classe tutti i giorni! Poi sono partita e sono stata via per un po’ quindi scusate se non ho risposto ad alcune recensioni. Però il lato positivo è che mentre ero via mi sono ispirata. Il potere del viaggio lol . Ne è uscito fuori questo e non ne sono molto soddisfatta ma non so perché, l’ho letto un milione di volte cambiando e riaggiustando ma più di questo non ho potuto fare, non lo so fatemi sapere voi cosa ne pensate, non mi abbandonate :’( . Sono successe troppe cose, il concerto, il disco, il compleanno di Lou,  il video di Kiss you *.*. Passate bene le feste?
Parliamo del capitolo, avete visto la sorpresa eh, cosa succederà ora? Avanzate ipotesi e sentitevi libere di dirmi quello che pensate o quello che vorreste che succedesse. E chi sarà la persona che ad Ashley manca e che è andata via? E cosa dirà il messaggio? Lo scoprirete.  Come sempre grazie delle recensioni, almeno quelle che ho letto, a chi segue, ricorda o preferisce e chi mi ha messo negli autori preferiti! siete dei tesori. Continuate a recensire e a farmi sapere cosa ne pensate di questo capitolo, per me è importante. Siamo arrivate a 60!!!
Bene io vi saluto, ci sentiamo nel prossimo capitolo che in fase di elaborazione, l’ho già iniziato. Vi voglio bene :D

Ale

P.S andate a vedere la mio bio e mi dite cosa ne pensate? :)



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Capitolo 12
*** capitolo 12 ***


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Capitolo 12
 
 

So i’ll keep running into the rain
Heart first head second time away
I’ll keep running, running away
With my heart there for you to take
 

 
Mi rigiravo il cellulare tra le mani da un pezzo ormai, non sapendo cosa rispondere al messaggio di Harry. Come poteva proprio lui mandarmi un messaggio del genere? Lui che mi aveva provocato la tristezza e tutte quelle lacrime che ancora mi ostinavo a ricacciare indietro.
 
 

Come stai? Ti ho vista strana prima. Per qualsiasi cosa io ci sono. Harry xx     
 

Lui c’era per qualsiasi cosa, bene allora avrebbe incominciato a prendersi a schiaffi da solo. Davvero non si rendeva conto che era causa sua la mia “stranezza”, come l’aveva definita lui? E cosa avrei dovuto rispondergli? Che stavo a meraviglia?
Proprio ora che mi ero in un certo senso sfogata con la musica mi faceva ripensare alla questione? Alla fine però se lui era felice con quella  sottospecie di barbie vivente chi ero io per rovinare tutto? Forse era bene farmi da parte. Come aveva detto Eleanor c’è ne sono tanti altri in giro per andare dietro proprio a lui. Rassegnarsi era l’unica cosa da fare, dovevo essere felice per lui anche se avrebbe fatto male all’inizio. Dovevo almeno provarci, ci sarei riuscita. Forse l’autoconvincermi stava facendo effetto, sentivo che potevo spaccare tutto, ero reattiva. Potevo distruggere una macchina con il solo pensiero, saltare sugli alberi, da uno scoglio.
Ok l’autoconvincersi non stava funzionando e con la mia descrizione sarei sembrata una copia uscita male di Edward Cullen. Forte essere un vampiro però, con tutti quei poteri, i canini… si ok basta. Harry Styles mi faceva decisamente male, stavo delirando. Investire la bionda non sarebbe stata una cattiva idea però… no, avrei rischiato la prigione. Ma perché stavo facendo discorsi insensati nella mia mente?
Oh, dovevo ancora rispondere al messaggio.                                                                                                           Incominciai a digitare frettolosamente sulla tastiera del cellulare per poi cancellare tutto un paio di volte. La mia indecisione si ripercuoteva sul cellullare e ci sarebbe mancato poco che lo avessi buttato per terra frantumandolo in mille pezzi.
 

Non ti preoccupare, sto bene.

 
Guardai il messaggio per un po’ prima di decidermi ad inviarlo, mordendomi il labbro inferiore per l’indecisione. Alla fine avevo dato una risposta semplice, quasi banale, una bugia, mentre lui era stato dolce. Sì come no, proprio dolce a calpestarmi il cuore e i sentimenti e poi mandarmi uno stupido sms.Cinico.
Continuai a camminare immergendomi nelle parole della canzone che ormai si erano impresse nella mia mente, come un tatuaggio.

So make me fall in love
Even if i get hurt
I’ll be the only fool in the world
Just make me fall in love
In love, in love, in love..

 
Ed era proprio così, nonostante tutto io non mi pentivo di essermi innamorata di Harry. E di sicuro ero la più stupida al mondo perché mi facevo del male da sola sapendo che lui non ricambiava. Ero solo io che lo amavo, lui non amava me. Avrei dovuto farci l’abitudine ma in realtà non era una cosa semplice. Desideravo con tutto il mio cuore e anima che i sentimenti che provavo venissero ricambiati, ma qualcuno li aveva rubati e tenuti con sé. Faceva male ma l’unica cosa che mi bastava in quel momento era continuare ad amarlo. Mi sarei mai abituata a quella parola che era marchiata a fuoco nel mio cervello? Amare.
Ogni giorno scoprivo qualcosa di lui che inevitabilmente mi ci faceva legare di più . Sapevo di essere masochista, ogni giorno mi innamoravo di più. Di tutte le sue piccole cose, i suoi pregi, i suoi difetti che a parer mio lo rendevano ancora più unico, tutto.
Le tenere fossette che gli si creavano ai lati della bocca ogni volta che sorrideva, quelle magnifiche iridi verdi che ti scrutavano l’anima, i capelli ricci inevitabilmente scompigliati ma sempre perfetti che si ostinava a scuotere. Il suo essere sempre così dolce e comprensivo nonostante tutto, le sue battute senza senso alle quali rideva solo lui…ogni singola cosa. Ogni sua più minuscola, piccola particella, amavo tutto di lui.
Un sorriso comparve sulle mie labbra mentre affrettavo il passo per cercare di arrivare prima a casa. Mia madre era ancora al lavoro quindi non avrei dovuto dare spiegazioni per il mio ritardo. Erano passati già 20 minuti, non mi importava. La mia mano si spostò velocemente sui miei capelli, cercando di domare le ciocche ondulate.
 
*
 
Quando arrivai a casa non mangiai. Avevo il pranzo in frigo, dovevo solo riscaldarlo al microonde ma avevo un vuoto all’altezza dello stomaco che mi impediva di mangiare quindi preferii rimanere a digiuno. Trascinai i piedi su per le scale e quando arrivai davanti alla porta della mia camera la aprii richiudendomela alle spalle e buttandomi a peso morto sul letto. Non avevo voglia di vedere nessuno, avevo solo tanta voglia di correre via e scappare da tutto. Le cuffiette erano ancora nelle orecchie così alzai il volume al massimo stendendomi a pancia in su. Chiusi gli occhi affondando la testa nel cuscino e lasciando ricadere una mano fuori dal letto a penzoloni.
Mi sentivo ferita, persa e tradita, sì non stavamo insieme però mi sentivo tradita nell’orgoglio. La cosa triste era che non c’era nessuno a salvarmi perché l’unico che poteva farlo era colui che aveva provocato tutto ciò. Perché quanto più vuoi dimenticare una cosa più quella ti si riversa contro?
Sentii il cellulare vibrare ripetutamente dentro la tasca , controvoglia mi tolsi le cuffiette e lo  presi rispondendo, senza neanche guardare chi era.
-“pronto?”
-“Ashley? – riconobbi la voce di mia madre dall’altra parte della cornetta.
-“si mamma?- risposi senza nessuna euforia.
-“sei a casa?” – alzai un sopracciglio.
-“certo, dove dovrei essere?”- chiesi confusa.
“mi ha chiamata Niall e ha detto che sei andata via a piedi, perché non sei tornata con lui?” – perché Niall non si faceva i fatti suoi una volta?
-“perché volevo prendere un po’ d’aria” – le rifilai la stessa scusa che avevo dato anche ad Harry.
-“va bene. Comunque dopo passa”
-“chi passa?”- chiesi confusa.
-“tuo cugino” – sbuffai.
“ok, ciao mamma”
Attaccò senza neanche rispondere, poco importava.
Già aveva fatto lo sbaglio di accompagnare Harry a casa, perché mi doveva complicare la vita? Non gli avevo mica fatto qualcosa di male per meritarmi tutto ciò. Non si sapeva proprio fare i fatti suoi quel ragazzo.
Almeno non sarebbe passato subito quindi avrei avuto un po’ di tempo per rilassarmi e scacciare via la tensione. Gettai il cellulare sul comodino con noncuranza e mi girai dall’altro lato del letto, guardando la finestra. I raggi che filtravano dalle tende mi arrivavano sul volto illuminandolo di una luce fioca. I rumori della città mi arrivavano ovattati alle orecchie ma mi infastidivano lo stesso. Afferrai le cuffiette e le misi nelle orecchie scegliendo la riproduzione casuale dal mio i-pod.
Mi rannicchiai stringendo le ginocchia al petto e facendomi colpire dal sonno. Piano le palpebre si fecero pesanti e la vista offuscata, poi chiusi gli occhi cercando di non pensare a niente e mi addormentai.
-
Mugolai qualcosa di incomprensibile quando sentii la porta di casa sbattere, in risposta mi girai dall’altra parte tenendo ancora gli occhi chiusi e mi coprii con il lenzuolo fino al viso, lasciando ricadere qualche ciocca di capelli al di fuori. Poco dopo sentii qualche passo al piano di sotto. Ero ancora mezza addormentata così ipotizzando che fosse mia madre ricaddi nel mio sonno, troppo stanca anche solo per confermare la mia teoria.
Mentre ancora dormivo mia madre entrò in camera mia e sorridendo mi coprii per bene nella calda coperta, poi mi lasciò un tenero bacio sulla fronte e uscì cercando di non fare troppo rumore per non svegliarmi.
-
Strizzai piano gli occhi riabituandomi alla luce soffusa dell’abat-jour  posizionata sul comodino che non mi spiegai per quale motivo fosse accesa, dato che ricordavo bene di non averla utilizzata. Mi strofinai gli occhi con le punte delle dita così da avere una visione più nitida. Girai la testa verso la finestra notando che entro poco si sarebbe fatto buio, non che a Londra ci fosse tutto questo sole, intendiamoci, ma ipotizzai che fosse passata almeno un’ ora da quando mi ero addormentata cullata dalla musica. A quel pensiero mi accorsi di avere ancora le cuffiette nelle orecchie così impacciatamente le tolsi e le appoggiai sul comodino. Sbadigliai, possibile che avessi ancora sonno? Sentii dei passi giungere ovattati alle mie orecchie, stavolta però non provenivano dal piano di sotto, mi sembrava fossero abbastanza vicini così decisi di rigirarmi nel letto e fare finta di dormire.
La porta della mia stanza si aprii piano e avvertii il suono di alcuni passi avvicinarsi, poi il peso di qualcuno gravare sul mio letto. Non mi girai, non mi mossi, non fiatai.  Quel qualcuno spostò una ciocca dei miei capelli che ricadeva ribelle sul viso, poi scese con la mano sulla guancia carezzandola piano, quasi sfiorandola, come se avesse paura di rompermi, come se avessi bisogno di protezione e delicatezza, come se non meritassi di essere scalfita.
Aprii prima un occhio e poi l’altro, sbattendo le palpebre un po’ di volte. Posai la mia mano su quella che ancora mi carezzava dolcemente la guancia. Quando mi girai riconobbi una chioma bionda e due occhioni color ghiaccio scrutarmi sorridendo appena. Tenevo ancora la mano poggiata sulla sua che a sua volta era sulla mia guancia.
-“Ben svegliata” – mi salutò Niall allargando le labbra in un sorriso.
-“Ehi” – gli risposi con la voce impastata dal sonno e togliendo la mano per poi metterla sul materasso e farmi forza per tirarmi su.
Scossi leggermente i capelli con una mano rendendomi conto di averli tutti arruffati, già immaginavo che aspetto potessi avere. Sicuramente ero inguardabile, ma tanto era mio cugino, non dovevo far colpo su nessuno.
-“Mamma mi aveva detto che saresti passato”- dissi senza preavviso. Non mi andava di prendermela con lui per ciò che era successo, o almeno non in quel momento.
Lui annuì assentendo.
-“Dovevi dirmi qualcosa?”
Lui parve sorpreso ma non esitò a rispondere –“In realtà sì”.
-“cosa?” – lo incalzai io.
-“bè ehm…- si grattò la nuca, segno che era preoccupato, o nervoso –“ ecco, Harry prima ti ha vista strana…”- lasciò la frase in sospeso. Di nuovo quel nome si faceva spazio nella mia mente. Storsi la bocca non volendolo neanche sentir pronunciare, evidentemente se ne accorse perché deglutì a vuoto ma ancora una volta non capii il perché. Non poteva essere una cosa tanto brutta, speravo.
-“e quindi Niall?” – mi stavo irritando, volevo sapere cosa doveva dirmi perché dal modo in cui si stava comportando non mi sembravano belle notizie.
-“e quindi…ha detto di uscire tutti insieme per farti svagare” – concluse velocemente.
-“tutti insieme chi, Niall?” – roteò la testa guardando da un’altra parte, evidentemente era quello il tasto dolente, ciò che non fremeva dalla voglia di dirmi.
-“io, te, lui e…Jude.” L’ultimo nome fu quasi un sussurro ma lo sentii lo stesso perché per me fu come un urlo in mezzo al deserto.
Mi irrigidii cercando però di non farlo vedere troppo.
-“e tu cosa gli hai detto?” – quasi mi sorpresi del tono pacato che utilizzai per fare quella domanda.
-“che te lo avrei chiesto.” – rispose lui cercando i miei occhi con lo sguardo, neanche lui si aspettava quella reazione.
-“uhm, ho capito” – assentii senza rispondere  però, alla proposta. Era scontato che non avrei accettato, se lo avessi fatto non sarebbe andata a finire bene.
Sgranò gli occhi. No, non se l’aspettava per niente quella reazione da parte mia. In realtà anche io ero parecchio sorpresa, di solito non sarei stata così  ‘calma’. Boccheggiò un po’ pensando alla prossima domanda da pormi, io semplicemente guardavo le coperte che in quel momento erano più interessanti, decisamente più interessanti. Alla fine una domanda me la pose.
-“Ci verrai?”- chiese stupito. Forse dalla mia pacatezza e compostezza aveva capito ben altro. Mi ero comportata così perché….bè non lo sapevo neanche io perché, forse per non fare scenate. Ma di una cosa ero più che certa, non lo avevo fatto perché sarei uscita con loro. Non se ne parlava.
-“certo…che no” – risposi alzando un sopracciglio –“mi pare ovvio” – aggiunsi.
Niall scosse la testa prendendosela fra le mani.
-“mi dovevi dire solo questo?”- mi informai cercando di non guardarlo negli occhi.
Lui si ricompose mettendosi meglio a sedere e guardandomi poi con una strana espressione in volto, sembrava quasi nostalgica.
-“sì, solo questo”
Di solito avere mio cugino a casa mi faceva piacere ma in quel momento mi dava un po’ fastidio, non sapevo neanche io esattamente il perché ma…era così.
Mi sentivo sottopressione e come in dovere di uscire con loro, mentre invece non ne avevo la minima voglia. Così mi decisi a tagliare corto.
Scostai le calde coperte dal mio corpo e poggiai i piedi a terra alzandomi, avvertendo la freddezza del suolo. Lentamente camminai verso il guardaroba che si trovava di fronte al letto aprendolo e afferrando una borsa qualsiasi.
-“Senti Ash, lo so che è difficile dopo quello che hai visto ma cerca di andare avanti altrimenti sarà peggio e soffrirai di più.”- Mi disse, credendo di consolarmi.
-“ Lo so Niall, ma lasciamo perdere quest’argomento. Almeno per il momento, per favore.”- Posi fine al discorso, non avevo la minima voglia di parlarne, volevo solo evadere da quella trappola che si era creata intorno a me.
-“ Ok scusa. Dove stai andando?”- Sapevo che me lo avrebbe chiesto, ma non sapevo neanche io dove stavo per andare.
-“ Vado a fare un giro. Torno tra un po’, tu resta pure se vuoi.”- Risposi velocemente.
-“ Va bene, stai attenta.  Io allora resto per vedere la partita, adoro il tuo schermo gigante!”- Sorrise come un bambino
-“ Fai pure, ci vediamo più tardi.”- Gli lasciai un bacio sulla guancia e scesi al piano inferiore, presi le chiavi dal tavolo e uscii velocemente, richiudendomi la porta alle spalle.
Avevo bisogno di svago, di non pensare al mattino passato, di liberare la mente da tutti i pensieri negativi, avevo bisogno d’aria. Camminai per circa mezz’ora, poi svoltai l’angolo e passai davanti al luogo dove tutto ebbe inizio, dove avevo incontrato QUELLA persona. Mi fermai di colpo ricordando quel pomeriggio di primavera, e gli occhi si riempirono di lacrime.
*
Alzò lo sguardo verso di me e mi tese la mano.
-"Harry"
-"...Ashley, piacere"
-"Piacere mio"
Sorrisi.
-"Non ci siamo già visti?"
-"Ehm...- ora che gli dicevo?, potevo dirglielo che frequentavamo la stessa scuola oppure no? Presi un respiro inspirando profondamente l’aria.
-"Forse a scuola? "chiese lui riflettendo.
-"Ah forse "- risposi io  fingendomi un pò incerta.  Come se non lo sapessi dove ci eravamo già visti.
 
*
Abbassai la testa, e una piccola lacrima bagnò la mia guancia destra. Dovevo smetterla, lasciarmi tutto alle spalle, dovevo riprendere in mano la mia vita, ricomporre i pezzi del mio cuore e della mia anima e tornare me stessa. Mi girai di scatto e iniziai a correre, solo per allontanarmi da quel parco e andare in qualsiasi altro posto che non fosse stato quello.
Dopo cinque minuti di corsa mi ritrovai davanti a uno Starbucks, così entrai decisa a prendere qualcosa di caldo da bere . Mi avvicinai al bancone e ordinai velocemente.
-“ Un caffè mocha per favore.”-
-“ Come si chiama signorina?”- Mi chiese un ragazzo dai capelli corvini. Dalla carnagione scura capii che aveva origini orientali. Era tremendamente alto e di certo era un bel ragazzo.
-“ Ashley.”- Sorrisi sinceramente. Prese un bicchiere vuoto scrivendoci sopra il mio nome con un pennarello.
-“ Va bene, spostati di là, il tuo caffè sarà pronto fra qualche minuto.”- Mi sorrise di rimando. Era un sorriso timido ma lo faceva diventare ancora più bello di quanto già non fosse e la spontaneità dei suo gesti era disarmante.
Mi spostai all’altro bancone come mi aveva detto e dopo neanche tre minuti la mia ordinazione fu pronta, presi il mio caffè mocha con entrambi le mani e mi andai a sedere ad un tavolo, vicino alla finestra.
Avvicinai la tazza alle labbra prendendo a sorseggiare lentamente attenta a non scottarmi quando partì una canzone dalla radio del locale.
 

Who will love you?
Who will fight?
Who will fall far behind?

 
Mi rattristii immediatamente. Pensavo di essere forte e invece qualsiasi cosa che sentivo, che facevo veniva ricollegata a lui nella mia mente, e faceva male. Tutto mi riportava immediatamente  a quel maledetto bacio che si erano dati davanti ai miei occhi . Avevo detto che me la dovevo far passare e invece sembravo  solo una povera stupida.  Ma perché? Perché proprio lui? Perché mi ero dovuta innamorare di Harry Styles che mi considerava solo  come un’amica – se ero almeno quello per lui-.
Lei l’avrebbe mai amato come facevo io? Avrebbe mai combattuto per lui come avrei fatto io? Lui sarebbe mai stato il suo tutto? Queste erano le domande che mi frullavano per la testa, a cui non sapevo dare una risposta.
Non credevo possibile però che le tremassero le gambe quando lo vedeva o che il suo stomaco si aggrovigliasse quando la toccava. Come era possibile che le importasse di lui conoscendolo solamente da pochi giorni? Non me lo spiegavo.
Qualcuno evidentemente si accorse del mio turbamento perché sentii dei passi farsi più vicini. Avvertii la sagoma di qualcuno dietro di me e una grande mano poggiarsi sulla mia spalla. Inizialmente non capii chi fosse , poi parlò.
-“Ehi tutto bene? Hai qualche problema?”- Era il ragazzo della cassa.
-“ Sì sì tutto bene, non ti preoccupare.”- Non mi andava di raccontare i fatti miei ad un perfetto sconosciuto.
-“ Ok scusami, non volevo essere inopportuno, tanto meno invadente. Comunque se vuoi parlare fai pure, io sono qui.”-  La sua proposta mi lasciò non poco indifferente, non sapevo proprio che dire. Da una parte non mi sembrava opportuno raccontare i miei problemi ad una persona che avevo appena conosciuto e che a dirla tutta mi sembrava strano facesse già l’amico ma dall’altra pensavo che fosse molto dolce da parte sua preoccuparsi di una stupida ragazza incasinata,  non era da tutti, questo era ovvio.
-“ Beh grazie.”- Accennai un sorriso.
-“ Di niente. Comunque piacere, sono Zayn.”- Mi porse la mano. Io la afferrai stringendola e pronta a presentarmi a mia volta.
-“ Piacere, io sono…”- Non mi lasciò finire visto che mi interruppe.
-“ Sì, lo so. Tu sei Ashley, me lo hai detto prima.”- Rise sotto i baffi.
-“ Ah sì, è vero.”- Scappò una piccola risata anche a me rendendomi conto della mia scarsa memoria. Già non ricordavo più di avergli detto il mio nome.
-“ Ehi ti ho fatto ridere, è già un inizio.”- mi sorrise sinceramente questa volta. Osservai il suo sorriso per pochi secondi, era splendente.
-“ Sì, ma era solo una risatina. Per tirami su il morale ci vorrebbe molto di più. Solo la musica riesce a capirmi, rispecchia il mio stato d’animo in ogni attimo, in ogni situazione, come in questo momento”- Lo smontai.  Mi rattristii di nuovo alle sue parole, cavolo.
-“ Ash non mettere di nuovo il muso… Perché non mi dici che ti è successo? So di essere un estraneo per te ma oltre al cameriere sono un bravo psicologo, o almeno per gli altri perché per me stesso sono pessimo.”- Ammiccò lui con un sorrisino spavaldo.
-“ Idem per me. Il problema è… la canzone che trasmetteva la radio.  Mi ricorda terribilmente il ragazzo che mi ha appena spezzato il cuore, anzi, tutto mi ricorda lui. E’ frustrante sai?                           Il fatto è che avevamo legato molto, poi è arrivata una troia che non sembrava essere per niente interessata a lui e invece stamattina li trovo nel cortile a baciarsi appassionatamente mentre io camminavo tranquilla, sai da quand’è che lo conosce? Pochissimi giorni e tu ti chiederai perché lo so, è che io e lui avevamo il compito di portarcela dietro dato che la madre è la nostra professoressa – non che io e lui andiamo nella stessa classe, ma abbiamo questa professoressa in comune- ci aveva chiesto di farlo. Poi la figlia si è dimostrata identica alla madre, una stronza. Ma forse più stronzo è lui visto che ha cercato di baciarmi. E poi non ha mai fatto notare il suo interesse per ‘quella’ quindi puoi capire quanto io mi sia sorpresa, è stato bruttissimo”- Dissi queste cose tutte di fretta, gesticolando con le braccia senza neanche prendere fiato. Lui rimase un momento, come dire… scosso. Non lo biasimavo, sembravo una pazza. Mentre parlavo non mi resi neanche conto che lui si era seduto nella sedia di fronte alla mia.
-“ Okay, mi dispiace. Questa ragazza deve essere davvero stronza come hai detto tu.  Però anche questo ragazzo che ti piace non è proprio un santo.”- Disse il tutto con una tranquillità disarmante, si poteva leggere il dispiacere nella sua voce.
 -“ No, non è affatto un santo. Solo pensavo fosse… diverso.”-  Scossi la testa e chiusi gli occhi poggiando la testa su un palmo.
Lui sembrò ricordarsi qualcosa dato che si ricompose improvvisamente sulla sedia.
“A quanto ho capito ti piace la musica no? Quindi anche l’arte in generale giusto?” – mi chiese spiazzandomi. Non capivo cosa c’entrasse con tutta quella questione.
-“sì certo, ti ho detto che è l’unica che riesce davvero a capirmi. Penso sia l’unico modo di esprimersi veramente. Ma non capisco cosa c’entri tutto questo con..”
-“ Senti, tra un quarto d’ora stacco, ti va di andare a vedere una cosa artistica?”- Mi propose interrompendomi per la seconda volta da quando l’avevo conosciuto.
-“ Artistica?”- Chiesi confusa.
-“ Sì, alcuni non la considerano così, ma io voglio sapere che ne pensi tu.”- mi spiegò restando però sul vago, senza spiegare realmente.
-“ Va bene. Andiamo a vedere questa strana arte.”-  Mi sorrise, poi si alzò aiutandosi con i pugni poggiati sul tavolino in legno. Sparì dietro al bancone lasciandomi interdetta e maledettamente confusa, nonostante non riuscissi a vederlo per bene riuscì a scorgere la sua cresta corvina. Mi allontanai un po’ dal tavolo con la sedia riuscendo a notare che stava parlando con un uomo, probabilmente il proprietario. Passarono più o meno quindici minuti , i quali impiegai per finire il mio caffè. Poi tornò fuori, lasciò il suo grembiule sul bancone e mi si avvicinò di nuovo con passo deciso.
-“ Allora, andiamo?”- mi chiese sistemandosi la camicia.
-“ Certo.”- Mi alzai lasciando degli spicci sul tavolo e uscimmo dalla caffetteria.
 
 
 
 
Ehiiiiii!
Ciao bellissime! Scusate ancora una volta il ritardo ma in questo periodo non avevo voglia di scrivere e sinceramente penso che sia meglio un capitolo scritto con voglia che uno scritto tanto per.  Ho potuto aggiornare solo oggi visto che domani non posso perché parto per Londra dfghjkl.
Non so più che scrivere quindi niente, fatemi sapere che ne pensate del capitolo, ora c’è anche Zayn dfghjsdf. GRAZIE a chi recensisce/preferisce/segue/ricorda/ legge e basta e un GRAZIE speciale a quelle splendide 7 persone che mi hanno messo fra gli autori preferiti!
Al prossimo capitolo! c:
p.s questo è il mio  twitter ( cliccateci sopra)



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