Scherzi del destino!

di Erikuccia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una brutta perdita! ***
Capitolo 2: *** Nuova vita! ***
Capitolo 3: *** Scontro... ***
Capitolo 4: *** Non può essere! ***
Capitolo 5: *** Verità! ***
Capitolo 6: *** Un posto speciale! ***
Capitolo 7: *** Giornata tra amici! ***
Capitolo 8: *** Vita pubblica ***
Capitolo 9: *** Spiegazioni in diretta! ***
Capitolo 10: *** Gelateria! ***
Capitolo 11: *** Bacio? ***
Capitolo 12: *** Serata casalinga... ***
Capitolo 13: *** Colazione a letto! ***
Capitolo 14: *** Ospedale... ***
Capitolo 15: *** Cure al dolore! ***
Capitolo 16: *** Divertimento e cattive notizie. ***
Capitolo 17: *** Litigi e nausee ***
Capitolo 18: *** Visita medica e buone novelle! ***



Capitolo 1
*** Una brutta perdita! ***


E' la mia prima fan fiction per cui abbiate pietà!
I primi capitoli sono di stallo per spiegare la storia!
Buona lettura!


Erano ormai passati 10 giorni da quando il funerale del prozio era stato celebrato eppure non riuscivo ancora ad accettare la sua scomparsa; è vero che era molto anziano ma non ero pronta a perderlo. Lui non aveva moglie e tantomeno aveva figli quindi la sua famiglia era composta da mia madre, mia zia, mio fratello Michael, io, mia cugina Rebecca e suo fratello Stefano. Passavamo da lui ogni domenica, io e Rebecca passavamo le ore ad ascoltare le sue interminabili storie, erano sempre le stesse ma la vecchiaia lo portava a ripeterle all'infinito aggiungendo ogni volta qualche dettaglio in più.

Era meraviglioso passare il tempo con lui, nonostante l'età era arzillo e si lamentava sempre che le sue nipoti (ossia mia madre e mia zia) non facevano altro che fargli mangiare "pappette da sdentati" quando lui aveva ancora tutti i denti.

Ora invece non c'era più. Non ci sarebbero state altre domeniche con lui, nessun Natale riuniti tutti intorno al suo albero, nessun altro compleanno passato in sua compagnia ma soprattutto non avrei più avuto quell'uomo forte, invincibile, gentile e meraviglioso che sapeva sempre come farmi sorridere anche nelle situazioni peggiori.

Io e Rebecca avevamo saltato alcuni giorni di scuola ma non potevamo mancare per troppo tempo, eravamo all'ultimo anno del liceo classico e la maturità si avvicinava minacciosa.

Era un giovedì mattina piovoso quando durante la lezione di matematica successe una cosa che mai prima di allora era capitata: sul mio vibrante iphone arrivò un nuovo sms da parte di mia madre. Panico. Non era mai successo che mi inviasse un messaggio durante scuola, cosa altro poteva essere capitato? Aprii il messaggio e mi tranquillizzai all'istante:

CIAO JEN DOPO SCUOLA VENITE QUI A CASA NOSTRA SIA TU CHE REBECCA, LA ZIA è GIA' QUA. DOBBIAMO FARE DELLE COSE. A DOPO MAMMA.

Cosa avremmo mai avuto da fare insieme? Avvertii mia cugina tramite il classico bigliettino alla quale lei rispose con una faccia interdetta quanto la mia.

Fortunatamente anche l'ultima ora passò e dopo i saluti alle amiche ci incamminammo verso casa mia dove arrivammo dopo circa 15 minuti.

-Mamma? Siamo arrivate che cosa è successo?- urlai entrando in casa con Rebecca

-Jen? Reb? Siete voi?- urlò mia madre di rimando, e chi altro poteva essere se non noi?

-Si ma che è successo?- disse mia cugina anticipandomi

Mia zia, mia madre apparvero in entrata.

-Mangerete dopo ora dobbiamo andare dall'avvocato, mi ha chiamato questa mattina dobbiamo andare nel suo studio per l'apertura del testamento dello zio.- disse mia madre prendendo la borsa.

Mi ero completamente dimenticata del testamento e sinceramente avrei preferito non aprirlo, sarebbe stato come poter pensare di avere ancora lo zio, ciò nonostante annuii e lasciai lo zaino accanto a quello che mia cugina aveva già abbandonato sul divano.

Arrivammo nello studio del legale che ci stava per l'appunto aspettando e, dopo averci fatto le sue condoglianze ci fece accomodare sulle poltrone sedendosi all'altro capo della lucida scrivania.

-Allora signore non vorrei farvi perdere altro tempo per cui senza altre cerimonie passerei all'apertura del testamento. Ecco quello che recita:

"Il sottoscritto Giuseppe Marconi, in possesso delle piene facoltà mentali e in completa coscienza di questa stesura ho deciso, in seguito alla mia morte, di dividere tutti i miei averi come segue:

Alle mie uniche due nipoti Sara e Sonia lascio la proprietà della mia casa e dei terreni circostanti da dividersi equamente.

Ai miei pronipoti maschi Michael e Stefano lascio la mia collezione di auto d'epoca della quale potranno entrarne in possesso nel giorno del loro diciottesimo compleanno.

E infine ma non per importanza alle mie pronipoti femmine Jennifer e Rebecca lascio il mio libretto di risparmo, la quale cifra dovranno condividerla equamente tra loro perchè essa possa aiutarle a seguire e realizzare i loro sogni. Fatene buon uso.

A tutti voi infine lascio un consiglio: non permettete mai a nessuno di sbarrarvi la strada, seguite i vostri sogni, siate sempre leali e sinceri, guardate tutti a testa alta, siate coraggiosi e non abbiate paura di provare. Rischiate, sbagliate, correggetevi e rischiate ancora! Solo così potrete vivere una vita piena.

Non piangete per me,

con amore.

Giuseppe Rodolfo Marconi"

L'avvocato appoggiò il foglio sul tavolo e porse a mia madre una scatola di fazzolettini di carta che lei usò per sciugarsi gli occhi.

-La data è quella di questo anno. Le proprietà delle case, terreni e auto sono allegate qui proprio come il libretto di risparmio.- continuò il legale porgendo il tutto a mia zia che prontamente mise in borsetta.

-La ringrazio di tutto signor avvocato, c'è altro oppure possiamo salutarla?- domandò mia madre appallottolando i fazzoletti.

-E' tutto. Ora se potete farmi alcune firme per provarne l'apertura in vostra presenza abbiamo finito. Vostro zio aveva già cambiato i nomi su tutto quindi la burocrazia è ridotta al minimo.-

Mia madre e mia zia firmarono alcuni documenti e dopo le ultime strette di mano uscimmo dallo studio legale per tornare a casa.

Arrivammo a casa in contemporanea a Michael e Stefano che facevano ritorno dalla scuola media.

-Ehy mamma! Zia! Dove siete andate tutte quante?- chiese Stefano

-Ragazzi forza salite in casa, ci sono cose di cui bisogna parlare- intervenì mia madre spingendoli verso l'entrata.

Ci sedemmo tutti sul divano e mia zia lesse nuovamente il testamento per rendere partecipi anche i ragazzi. Come prevedibile anche loro piansero durante le ultime parole. Finita la lettura mia zia estrasse le altre carte dalla borsa e diede a me e a Rebecca il libretto di risparmio a noi destinato. Io e mia cugina ci guardammo e tenendoci per mano aprimmo quel piccolo quadernino. No, non era possibile, c'erano troppi zeri li sopra.

Ci guardammo e riguardammo ma entrambe non credevamo a ciò che era scritto sia in cifra che in caratteri cubitali. Non era possibile che il nostro prozio di avesse lasciato tutto quel denaro. In quel piccolo libretto c'era la bellezza di 50mila euro.

Le nostre madri ci guardarono squotendo la testa.

-Vedete ragazze lo zio metteva in quel libretto ogni centesimo risparmiato, ogni euro per lui era un risparmio da destinare a voi. Noi sapevamo questo, sapevamo già che lui vi avrebbe aiutato a esaudire un vostro sogno molto costoso. Ha sempre risparmiato tutto per riuscire a mandarvi a studiare nella grande los angeles- disse mia madre

Eravamo senza parole, completamente senza parole. Mia cugina e io ci guardammo per qualche istante mentre la consapevolezza di quello che sarebbe stato il nostro futuro si faceva strada dentro le nostre menti. Avremmo studiato in california, la calda e caotica los angeles. 

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Capitolo 2
*** Nuova vita! ***


Anche questo capitolo è di stallo ma la storia sta predendo piede!
Buona lettura!




Erano passati ormai 4 mesi dal giorno del testamento, la maturità era archiviata e il dolore per la perdita dello zio si era lievemente attenuato o per meglio dire ci eravamo abituati a non averlo più vicino. Finalmente dopo documenti e telefonate, dopo aver trovato uno splendido appartamento in affitto e aver fissato colloqui di lavoro arrivò il giorno della partenza.

Io e Rebecca arrivammo all'aeroporto insieme ai nostri fratelli e alle nostre madri che, per tutto il viaggio in auto, non fecero altro che raccomandazioni: "non date retta a chi non conoscete, mangiate, studiate, lavatevi i denti, chiudete la porta a chiave la notte, studiate, siate educate, chiamateci almeno ogni 2 giorni, studiate, non mangiate solo take away, studiate, chiamateci, studiate!"

Fortunatamente il check in ci salvò da quella tortura insistente ma voleva anche dire che era arrivato il momento dei saluti.

Abbracciai stretta mia madre che già singhiozzava e lo stesso fece Rebecca con la sua.

Arruffai i capelli di Michael e Stefano e salutai mia zia sorridendo.

Baciai e abbracciai di nuovo mia madre, presi la mano che mia cugina mi tendeva e procedemmo verso il nostro futuro.

Fu un volo tranquillo, lungo ma tranquillo. Era durato circa 12 ore ma per arrivare dove eravamo ne valse la pena. Fortunatamente, contrariamente alle mie paure, i nostri bagagli arrivarono a destinazione con noi, non so che avrei fatto se i miei adorati rollerblade fossero finiti in qualche paese sperduto nel mondo!

Ci avviammo all'uscita ringraziando il cielo di aver noleggiato una macchina vista la fila di gente che attendeva un taxi.

Caricammo le nostre valige e, dopo aver vinto a "pari e dispari" accesi l'auto e partii alla volta della nostra nuova casa. Reb non smetteva di parlare, indicare e lanciare urletti striduli, non che io fossi da meno ovviamente: ogni persona che vedevo la indicavo credendola famosa.

Sembravamo proprio due bambine chiuse dentro un negozio di giocattoli e dolciumi.

Arrivammo a Brentwood dopo quasi un'ora di macchina e, dopo aver ricevuto le chiavi e un "benvenute a los angeles" dal nostro padrone di casa, entrammo nell'appartamento cariche di borse e borsoni. Girammo tutta casa e puntualmente ci giocammo a "pari e dispari" la camera con il balcone che vinse Rebecca. Nonostante l'eccitazione e la felicità iniziava a farsi sentire la stanchezza del lungo viaggio aereo, così dopo una doccia e aver disfato una prima valigia e aver chiamato le nostre madri crollammo entrambe in un sonno ristoratore. Il giorno seguente avremmo avuto una giornata molto piena: l'iscrizione all'università, shopping, il colloquio per me in un cafè e per Rebecca in una libreria.

Per mia fortuna mia cugina era una persona molto previdente così puntualmente alle 7.30 la sua sveglia cominciò a suonare insistente e, dopo pochi istanti eccola che cominciava a bussare alla porta della mia camera.

-Jenny svegliati dai! Oggi è il primo giorno della nostra nuova vita! Dai dormigliona! Svegliati!- urlava lei.

-Sono sveglia ora arrivo dammi il tempo di vestirmi e arrivo piuttosto vedi di non stare in bagno dei secoli. Vorrei uscire per colazione!- urlai di rimando cercando i miei indumenti preferiti.

-Ok ma tu muoviti e vestiti decentemente per il colloquio quindi niente maglia dei Green Day o chi per loro. Mettiti la camicia ocra e i pantaloni neri con le cuciture in tinta! E non azzardarti a mettere quelle orride all star! mettiti gli stivali neri piuttosto! Io vado in bagno!- concluse severa Rebecca.

Quando ci si metteva sapeva essere peggio di una madre, sospirai sconfitta e abbandonai la mia maglietta verde con il simbolo di American Idiot sul letto per indossare quell'orrida camicia ocra e i pantaloni abbinati. Mi guardai allo specchio, non c'era nulla da fare era veramente terribile quel colore su di me, perchè proprio l'ocra? Sospirai squotendo la testa e mi infilai i miei amati stivali texani, almeno quelli erano stati approvati!

Uscii dalla camera e, come previsto, Rebecca era ancora chiusa in bagno. Possibile che ci mettesse così tanto per lavarsi, truccarsi e pettinarsi? Mi accostai alla porta e cominciai a bussare inconsapevole che quella sarebbe diventata un'abitudine.

Stranamente dopo soli 36 colpi sulla porta mia cugina uscì sbuffando e si chiuse in camera così potei pettinare la mia criniera, lavare le mie zanne e mettermi quel filo di trucco che copriva perfettamente le mie occhiaie.

Uscii dalla stanza da bagno e trovai Reb pronta che mi attendeva battendo il piede, feci una giravolta per farmi ammirare e dopo aver ricevuto la sua approvazione infilai le chiavi e il telefono nella borsa e mi precipitai fuori di casa seguita da mia cugina.

Eravamo in un anticipo calcolato per il colloquio così avremmo potuto fare colazione con calma. Decidemmo di andare direttamente al cafè dove avrei dovuto trovarmi solo 45 minuti dopo in modo da non perdere troppo tempo. Ci sedemmo e ordinammo 2 caffè e 2 fette di torta di more. Ci servì una ragazza molto carina alla quale chiesi se il responsabile fosse arrivato, lei annuì e mi disse che lo avrebbe chiamato subito. Si presentò davanti a me un ometto paffuto, calvo e sorridente.

-Salve, Alyssa mi ha detto che mi cercavi, quindi tu devi essere Jennifer la ragazza italiana. Dico bene? Io sono Ector, il proprietario del locale. Che ne dici visto che sei qui se anticipiamo un po' il colloquio così puoi cominciare oggi stesso!- disse dondolandosi sui talloni.

-Salve, lieta di conoscerla. Si sono Jennifer Bianchi e sarebbe bellissimo poter cominciare oggi stesso!- risposi sorridente. Quell'omino sorridente sembrava molto simpatico per cui calmai il mio stomaco che aveva iniziato a contorcersi per l'agitazione.

-Bene mia cara! Allora vieni ti spiego- iniziò Ector facendomi strada dietro il bancone -vedi? con questo pulsante accendi la caffettiera e invece con quest'altro la spegni. In quel frigo ci sono le bibite e qui le cibarie. Direi che è tutto. Il tuo lavoro è prendere uno di questi blocchi, una penna e scrivere le ordinazioni dei clienti e poi portargliele.- completò frugando in mezzo a delle scatole accatastate accanto al frigo delle bibite.

-Ho già fatto altre volte la cameriera signore- dissi osservandolo.

-Ottimo mia cara ma ti prego chiamami come gli altri non chiamarmi signore, chiamami pure Ector!- esclamò porgendomi un grembiule nero -questo è ciò che dovrai mettere sopra i tuoi indumenti e mi raccomando ragazza mia indossa scarpe comode, qui dentro farai i chilometri. Ci vediamo questo pomeriggio per le 4- e detto questo scomparve nel retrobottega.

Mia cugina mi aspettava vicino alla macchina e iniziò a saltare di gioia quando le raccontai tutto. Poi andammo al cuo colloqui dove, fortunatamente, ottenne il lavoro. Lei avrebbe cominciato la mattina dopo. A seguire facemmo l'iscrizione all'università, io in facoltà di giornalismo e lei di economia e commercio.

La nostra vita stava iniziando.

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Capitolo 3
*** Scontro... ***


Ecco da qui finalmente entra in gioco Jackson!
Buona lettura!



Erano le 3.50 quando, dopo essere stata accompagnata da Rebecca, varcai nuovamente la porta del cafè. Questa volta indossavo un paio di jeans neri e una semplice t-shirt rossa intonata alle all star che portavo ai piedi. i capelli erano come sempre in un "finto spettinato" e ovviamente le meches rosso fuoco spiccavano sul mio nero naturale.

Mi venne incontro la stessa ragazza della mattina che allungò la mano.

-Ciao tu devi essere Jennifer vero? Ector mi ha avvisata che iniziavi oggi. Mi dispiace dirti che parti in un giorno dove siamo solo io e te ai tavoli mentre dietro il bancone a fare tutto da solo c'è il povero Aaron. A proposito io sono Alyssa ma puoi tranquillamente chiamarmi Ally. Vieni ti faccio vedere dove puoi lasciare le tue cose. Parlo troppo vero? Se vuoi puoi fermarmi sai?-

Sorrisi del suo modo di fare, era molto alla mano, saremo sicuramente diventate amiche.

-Non preoccuparti mi piace chi parla molto e anche chi parla poco!- risposi seguendola

-Ottimo! Senti ma di dove sei? O meglio italia dove? Ci sono stata un paio di volte con i miei.- domandò curiosa Ally.

-Io sono nata e cresciuta a milano, ci sei stata?- risposi

-No sono stata a firenze e a roma... prossima tappa milano!- e ridemmo insieme mentre appoggiavo la borsa sull'attaccapanni che mi aveva indicato.

-Pronta per iniziare?- chiese illuminandosi

-Pronta- risposi allacciandomi il grembiule nero

Tornammo nella sala che intanto si stava riempiendo di clienti.

-Dove diavolo vi eravate cacciate? Stavo per chiamare i marines!- sbottò Aaron da dietro il bancone.

-Dai non spaventarla o ci troviamo solo noi due di nuovo! A proposito Aaron lei è Jennifer, Jen lui è A...- iniziò Alyssa ma venne interrotta dal ragazzo piuttosto irritato -Si si piacere sentite ci presentiamo dopo ok? ora portate questa roba a quei tavoli-

E ecco che il mio lavoro iniziava. Era piuttosto faticoso ma dopotutto mi stavo divertendo. Ero perfino riuscita a ricevere delle mance da alcuni clienti e un consiglio da Aaron:

-Ehy piccola- iniziò a dire -se per caso qualcuno ti dice qualcosa di strano o rompe le palle rispondigli a tono! Ector stesso vuole che ci difendiamo in caso di clienti strani!- e mi fece l'occhiolino.
Aaron era un ragazzo alto moro e con gli occhi scuri, muscoloso e sorridente. Carino ma di certo non era il mio tipo.

Erano circa le 9.45 quando entrarono sei persone e si sedettero nel tavolo più nascosto del locale. Guardai i miei nuovi amici e il barman mi fece cenno con il capo di andare a prendere le ordinazioni del nuovi arrivati. Erano 5 ragazzi e una ragazza. Uno di loro non era propriamente un ragazzo ma poco mi importava. Arrivai al tavolo sorridendo, estrassi il blocchetto degli ordini.

-Salve cosa posso portarvi?- chiesi gentilmente

-Magai i menu- disse la ragazza freddamente

-Ve li prendo subito- risposi stizzita, ecco il primo cliente strano della mia carriera di cameriera doveva proprio arrivare il primo giorno? E doveva per forza essere una ragazza? Presi il menu e lanciai un'occhiata a Aaron che per risposta alzò le spalle e sorrise.

Lasciai i menu e tornai al bancone per scambiare due parole con Ally e Aaron vista la situazione momentaneamente calma.

-Ehy piccola se quella rompe fatti valere- mi disse Aaron ridendo

-Già Jenny non fatti mettere sotto- disse Ally ridendo a sua volta

Scossi la testa perplessa e guardai nuovamente quel gruppetto. Erano piuttosto strani.

Un uomo sulla cinquantina insieme a 4 ragazzi sulla trentina e una ragazza snob.

Erano uno diverso dall'altro, forse l'unica cosa che li accomunava era il colore dei capelli.

Quei 4 ragazzi erano mori ma per il resto erano completamente diversi. Uno aveva una cresta stile moicani e improvvisava una batteria con due forchette. Uno al posto dei capelli aveva un cespuglio e un'aria abbastanza depressa. Un altro aveva i capelli poco più lunghi del normale ma delle scarpe talmente abbaglianti da attirare la mia attenzione. L'ultimo invece era sicuramente il più basso, capelli arruffato che avevo notato appena si era sfilato un cappello nero e occhi di un verde intenso.

-Ehy Jen piccola? Mi ascolti?- diceva Aaron colpendomi scherzosamente sul braccio.

-Si?- dissi ridestandomi e prestandogli attenzione

-Va a prendere le ordinazioni- ordinò lui

Mi avvicinai nuovamente al tavolo.

-Era ora- iniziò la ragazza -credevo di doverti portare io le nostre ordinazioni- continuò.

Sospirai e alzai gli occhi al cielo.

-Ditemi cosa vi porto?- dissi con un sorriso tirato

Il ragazzo con la cresta mi guardò e disse -Bhe puoi portarci 5 birre e 5 ottimi muffin grazie!-

Scrissi l'ordinazione e attesi la ragazza che intanto continuava a studiare il menu.

-Lani guarda che non cambieranno le bevande se continui a rileggere la lista- disse il ragazzo con il cespuglio in testa.

-Si...- cominciò quella strana donna -qui non avete nulla da bere che non contenga caffeina, teina,zuccheri, coloranti, che non sia frizzante o alcolica?- concluse fissandomi

La guardai di rimando e con il sorriso più tirato che potevo -Ma certo! Acqua!- risposi scatenando le risa degli altri 5.

-Ragazzina come ti permetti? Tu non sai chi sono io!- cominciò nuovamente lei.

-Dai Lani te la sei cercata.- le disse il ragazzo dagli occhi verdi che poi si rivolse a me -Devi scusarla e per piacere porta birra e muffin anche a lei. Grazie.-

Portai le loro ordinazioni come se nulla fosse successo ma sentivo perennemente lo sguardo dei miei nuovi amici su di me, chissà forse mi ero persa qualcosa.

Dopo un'ora circa il gruppetto pagò e abbandonò il locale.

Si erano già fatte le 11 quando Ector arrivò dicendoci che per oggi avevamo finito. Si complimentò con me per il primo giorno di lavoro e mi disse che quello sarebbe stato il mio orario per il momento.

-Ehy Jen te la sei cavata alla grande! Farai carriera! ahahah- mi prese in giro Aaron

-Si è vero! Diciamocelo ragazzi incontrerò la fama qui!- scherzai facendoli ridere

Dopo qualche minuto, mentre sistemavamo le tazze pulite rientrò quel ragazzo dagli occhi verdi con il cellulare in mano per prendere il cappello che prima aveva dimenticato e, nello stesso momento il mio telefono squillò.

Con l'assenso di Aaron e Ally uscii dal locale per ripondere. Era mia madre che mi chiedeva come stavo ma visto che dovevo finire di lavorare le dissi che l'avrei richiamata.

Con gli occhi ancora sullo schermo del telefono saltellai verso l'entrata ma non mi accorsi che il ragazzo di prima stava uscendo in tutta fretta così mi ci scontrai in pieno facendo cadere entrambi a terra.

Lui si rialzò si scusò velocemente raccolse uno dei due telefono a terra accanto a noi mi aiutò a rialzarmi e scappò via correndo verso la macchina che lo aspettava poco lontano.

Venni subito raggiunta da Aaron e Alyssa che mi aiutò a togliere la polvere dai vestiti e mi diede il telefono rimasto a terra.

-Tutto bene piccola?- chiede il barista divertito

-Si certo cavoli però che botta!- risposi

-Bhe sai io direi che più che incontrare la fama... ti ci sei scontrata con la fama!- disse Ally

-Ha ragione la fama ti ha proprio travolto!- concordo il ragazzo

-Che state dicendo?- domandai stupita

I due di guardarono stupefatti.

-Vuoi veramente dirci che tu non sai chi è quel ragazzo?- chiese la mia amica

-No chi è?-

Aaron mi guardò spalancando gli occhi. -Ehy piccola ma in italia non conoscete la saga di twilight?-

-Si che la conosciamo- risposi secca. Cominciavo a innervosirmi, chi era quel tipo?

-Bhe lui è Jackson Rathbone!- disse Alyssa

-Chi?- domandai confusa

-Jasper!- rispose lei

-Chi? Quello che vuole uccidere Bella nel secondo?- cercai di fare mente locale

-SI!- risposero insieme

-Oh.- fu l'unica cosa che riuscii a dire.

Ora mi davo una risposta per le loro risatine di prima! Stavo per farglielo notare quando apparve mia cugina tutta agitata e incavolata.

-JENNIFER! MA A CHE COSA TI SERVE UN TELEFONO SE NON RISPONDI? E' UN QUARTO D'ORA CHE TI CHIAMO E NON RISPONDI!- urlò

-Oh scusa Reb è solo che avevo tolto la suoneria dopo che mi ha chiamato mia madre- dissi infilandomi una mano in tasca e estraendo il mio iphone -quindi non ho....- ma non finii la frase.

-Non hai?- chiese Aaron

-Ma questo non è mio!- dissi senza fiato

-Che vuol dire che non è tuo?- chiese Rebecca

-Come può essere...- cominciò Alyssa che poi trattenne il respiro indicando me poi il punto dove il ragazzo era salito in macchina e poi il marciapiede dove eravamo caduti.

-NO!- dissi io capendo che intendeva ma ripensandoci poteva essere vero. Entrambi i nostri telefoni erano caduti e gli iphone sono identici.

Guardai i miei amici e mia cugina e, dopo aver guardato nuovamente il telefono che mi ritrovavo esclamai: -Quell'attore mi ha rubato il telefono! Questo è il telefono di Jackson Rathbone!- li guardai nuovamente -E adesso?-

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Capitolo 4
*** Non può essere! ***


Qui le cose cominciano a prendere una piega diversa...
Buona lettura!



Mi buttai sul divano distrutta. Non solo avevo lavorato molto ma avevo pure perso il mio amato cellulare, come era potuto succedere? Come avevo potuto non accorgermi che quello che tenevo il mano non era mio?

Avevo spiegato la situazione a mia cugina e anche lei, esattamente come Aaron e Alyssa non sapeva cosa dirmi di fare così tornammo a casa.

Ed eccola arrivare con due lattine di coca cola e sacchetto gigante di patatine.

-Dai Jay tranquilla vedrai che tutto andrà bene!- mi diceva tra un sorso e l'altro.

Ad un tratto suonò il suo cellulare, era sua madre che voleva sentire come andavano le cose.

-Si mamma- la sentii dire -io sto... che hai detto? cavoli! Scusa mamma ma ora devo andare a dormire e di alla zia di non preoccuparsi che era un nuovo amico di Jenny ok? ciao!- e si raddrizzò sul divano per guardarmi in faccia.

-Dimmi- borbottai depressa

-Tua madre ha provato a richiamarti ma qualcuno continuava a dire che aveva sbagliato numero!- disse eccitata

-E allora?- risposi

-Ma devo spiegarti sempre tutto?- cominciò a dire frustrata -Se ha risposto al tuo telefono vuol dire che possiamo recuperarlo no? Forza chiamati!- concluse

Cavoli, la cosa era sensata, come avevo fatto a non pensarci?

Presi l'iphone estraneo e lo guardai, guardai una Reb sorridente e digitai il mio numero telefonico.

Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Ancora nulla. Scossi la testa per far capire a mia cugina che non rispondeva ma, al quinto squillo, qualcuno accettò la chiamata.

-TU! Ridammi il mio cellulare!- urlò dall'altro capo del telefono

-Ma che dici?- cominciai io irritata -se qui qualcuno ha rubato un telefono sei tu! Quindi non mi interessa come ma vedi di rendermelo immediatamente!- conclusi furiosa.

Mia cugina mi fissava stupefatta così le feci cenno di avvicinarsi e girai il telefono in modo che anche lei potesse sentire.

-Io avrei cosa?- disse il ragazzo per tutta risposta -Non farmi ridere ahahah io rubare il tuo telefono! Per quale strana ragione avrei dovuto?-

-Questo dimmelo tu no?- risposi con il fumo che cominciava a uscirmi dal naso -te lo ripeto, rendimi il mio telefono e nessuno si farà del male!-

-Ok ok rimaniamo tutti calmi ok? Dalle tue foto ho visto che sei la ragazza con cui mi sono scontrato alcune ore fa, dico bene?- domandò molto più gentilmente

-Si esatto! Tu hai guardato le mie foto?- chiesi stizzita

-Dovevo vedere chi eri no?- si giustificò divertito -A proposito bello il pigiama con le paperelle!-

-Ma guarda che cafone!- cominciai -senti dimmi dove e dimmi quando incontrarci, rivoglio il mio telefono, mi sento persa senza!-

-A chi lo dici! In quell'affare c'è tutta la mia vita!- disse tristemente -Domani mattina verso le 11 al "The Groove" ti va bene?-

-Perfetto ci sarò ciao-

-A domani-

E la conversazione finì.

Cominciai a ispezionare quel telefono, mi aveva vista con il mio amato pigiama rosa con le paperelle gialle, non poteva passarla liscia!

-Ma Jen come hai potuto parlare così a Jackson? Insomma hai sentito che voce sexy?- disse mia cugina sognante

-Senti per quello che mi riguarda potrebbe benissimo essere Johnny Depp ma se ha il mio telefono e mi accusa di averglielo rubato gli urlo dietro!- risposi -Ora lasciami fare devo guardare tutte le sue cose sul telefono! Proprio come ha fatto lui con me!-

-Eddai non si fa! Ci saranno foto private!- disse cercando di dissuadermi

-Senti non farmi la morale ok? Per fortuna mi hai cancellato il video dove imitavamo le "banane in pigiama"!- ringraziai sollevata

-Ehm...- borbottò Rebecca

-Perchè tu lo hai cancellato vero?- domandai fissandola preoccupata

-Eravamo brave Jen, non ho avuto il coraggio di cancellarlo- si giustificò

-Ottimo! Speriamo solo che non gli venga in mente di vedere se ci sono video!- brontolai preoccupata, che cosa imbarazzante! -Ecco qui le foto! Ma che bel pezzo di ragazzo! Che occhi e che sorriso! E' gran bello!- ammisi infine

-Guarda se c'è qualcosa di piccante!- chiese Reb avvicinandosi per guardare

-Non saprei ci sono solo foto sue o di una con i capelli verdi. Ma niente baci. Peccato niente gossip!- sbuffai

-SHEILA? Fammi vedere! Non sapevo fossero tornati insieme!- disse lei interessata

-Da queste foto non mi sembrano molto intimi sai? Vediamo i video...-

-Lei è incinta Jen! Come possono non essere intimi?- domandò mia cugina guardandomi in cagnesco

-Ok convinti voi-

-Lui lo ha confermato in un video- concluse lei

-Reb guarda questa foto ok? La data è di oggi. Lei non ha gli occhi felici, neanche un po'. E lo stesso in queste dei giorni scorsi!- dissi studiandola

-Certo che hai un occhio cugina! Non a caso farai la giornalista!- rispose sorridendo -Dai ora andiamo a letto domani io devo lavorare dopo averti accompagnata al tuo appuntamento ovviamente!-

E la serata finì. Mi infiai a letto e mi addormentai con un solo pensiero : incinta di un ragazzo del genere e in nessuna foto degli ultimi mesi sorride nè con la bocca nè con gli occhi, qualcosa non va.

Mi svegliai con le urla di mia cugina convinta che fossimo in ritardo per arrivare al "The Groove". Contrariamente alle sue aspettative invece arrivammo che mancavano più di 20 minuti alle 11. Così optammo per berci un caffè per ingannare l'attesa.

Alle 11 in punto suonò il telefono estraneo che tenevo in tasca così risposi.

-Sai è strano vedere che a chiamarmi sono io!- dissi sghignazzando

-Vero? Io sono arrivato tu dove sei?- rispose allegro Jackson

-Sono allo starbuck con mia cugina...- risposi tranquilla

-Ferma dove sei arrivo- e chiuse la chiamata.

Dopo qualche istante sentimmo la porta aprirsi e vidi il ragazzo dagli occhi verdi entrare, seguito dalla ragazza con i capelli verdi.

-Eccoti qui! Tesoro mio!- dissi guardandolo

-Come mi hai chiamato?- chiese lui sbalordito

-A te non ho chiamato! Ho salutato il mio amato iphone!- spiegai sorridendo

-Oh giusto! Ahahaha Bhe ecco a te! Non preoccuparti l'ho trattato bene!- mi rispose ridendo

Cavoli che sorriso, che voce, che occhi! Ok manteniamo la calma! Con lui c'è la sua ragazza per di più in dolce attesa.

-Ecco il tuo!- dissi porgendogli il telefono e rientrando in possesso del mio.

-Bhe piacere di conoscerti Jennifer!- esclamò allungando la mano -io sono Jackson e tu- continuò osservando mia cugina -tu devi essere Rebecca!- e strinse la mano pure a lei che sbalordita non spiccicava parola.

-Di solito parla non temere- lo rassicurai -ma come conosci i nostri nomi?- domandai sospettosa

-Bhe non si dimenticano due ragazze che ballano la sigla delle banane in pigiama sai?- scherzò Jackson

-Hai guardato anche quello, no!- risposi imbarazzata

-Ahahah oh, scusate non vi ho presentate! Ecco lei è Sheila la mia ragazza che come vedete è in attesa di un bambino!- disse raggiante.

Strinsi la mano di quella ragazza e la osservai per alcuni istati. Ma era solo una leggenda la felicità della gravidanza? A vedere quella ragazza mi sa proprio di si.

Mia cugina tossì attirando la mia attenzione -Jen andiamo o arrivo in ritardo-

-Si andiamo- dissi squadrando con finta malignità Jackson mentre mi infilavo il telefono in tasca scatenando una sua risata. Reb si girò per pagare i caffè ma lui la fermò.

-No no lasciate stare, questa storia è stata colpa mia quindi il minimo che possa fare è offrirvi almeno un caffè!- disse sorridente

-Ma grazie!- dicemmo io e mia cugina in coro facendolo ridere ancora una volta

-Bhe grazie per avermi dato il telefono, non sono molti quelli che lo avrebbero rifatto. Davvero. E le mie foto ora sarebbero dappertutto! Grazie davvero. Per qualsiasi cosa chiamami ok? Ti ho salvato il mio numero, non farti problemi.- concluse osservandomi seriamente

-Grazie anche a te in questo telefono ci sono molti ricordi che non voglio perdere- risposi guardandolo di rimando

Che luce strana aveva negli occhi, quasi volesse farmi capire qualcosa.

Allungò la mano per stringere nuovamente la mia.

-Sarai una grande giornalista, sarai leale. Ricordati Jennifer, qualsiasi cosa, tutto quello che vuoi. Hai capito? Anche se fosse solo voglia di salutare va bene?- ripetè senza staccare gli occhi dai miei.

-Si ho capito lo stesso vale per te!- risposi e sorridendo a Sheila seguii mia cugina che era appena uscita dal locale.

-Reb aspettami!- gridai per farla fermare

-Jenny ma lo hai visto anche tu? E' come se ti avesse chiesto aiuto per qualcosa non credi?- disse lei

-Credevo di essermelo immaginato- dissi -per te che cosa ha cercato di dirmi?-

-Non lo so proprio. Vieni accompagnami a lavoro ok? Poi torno in metro.- concluse.

Ora che riavevo il mio telefono potevo aggiungere alla rubrica i numeri di Alyssa e Aaron.

Chiamai Ally.

-Pronto?- rispose immadiatamente

-Ehy Ally sono io. Jennifer!-

-Ciao! Questo numero è tuo? Lo salvo subito! Hai riavuto il telefono ma come?- cominciò a domandare

-Lunga storia, senti oggi prima del lavoro hai da fare?- le chiesi

-No no se vuoi ci vediamo e poi andiamo insieme a lavoro! Così mi racconti tutto magari a pranzo vuoi?- mi invitò

-Certo dove ci troviamo?-

-Che ne dici tra 20 minuti al "The Groove"?- propose

-OK! Arrivo proprio ora da li! A tra poco!- accettai e chiusi la chiamata

Ci trovammo a parlare della mia avventura per tutta la durata del nostro pranzo da "Burger King". Alyssa faceva mille domande soprattutto su cosa pensavo significasse quello strano atteggiamento che aveva usato per salutarmi quando mi bloccai.

Ally si fermò con me. No, non poteva essere. Li , in quel negozio di accessori per neonati.

La mia amica mi osservò e disse: -Dai magari è un amico no?- ma si rimangiò la domanda quando colei che osservavamo alzandosi sulle punte baciò con passione il ragazzo che le si trovava accanto e le stringeva la mano.

Non credevo ai miei occhi. Ally scattò loro un paio di foto e mi trascinò via. Osservammo quelle foto per alcuni minuti. Non c'erano dubbi.

Quella era Sheila e stava baciando un altro ragazzo.

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Capitolo 5
*** Verità! ***


Ecco un nuovo capitolo!
Buona lettura!




Eravamo sedute su una panchina a bere un caffè e continuavamo a guardare quelle immagini.

-Jen senti andiamo li, magari abbiamo sbagliato e questo non è altro che un bacio fraterno anche se io mio fratello non lo bacerei mai così!- disse per la quarta volta Alyssa.

-Hai ragione, ma cosa vuoi fare?- domandai

-Non lo so, magari ascoltiamo la conversazione no? Mi sento molto una delle "Charlie's angels"- concluse sorridendo

Era bello avere una amica pazza come me e che anche davanti a situazioni critiche non perdeva il sorriso.

-Ok andiamo!- concordai sorridendo a mia volta

Non dovemmo cercarli a lungo, erano nel negozio accanto a quello in cui li avevamo visti.

La mia amica mi prese per mano e mi trascinò dentro. Solo allora mi resi conto che si trattava di un negozio di attrezzatura sportiva. Che fortuna! Almeno avrei guardato che pattini vendevano li mentre mi improvvisavo una delle "Totally spies". Ci avvicinammo come se nulla fosse e, consapevoli del fatto di non poterlo fare, iniziammo a ascoltare la conversazione della coppia.

-Sheily amore non mi piace dovermi vedere con te come se facessimo qualcosa di male!- stava dicendo il ragazzo

-Lo so Marc ma che altro possiamo fare?- lo consolò lei

-Mollalo no? Dopo tutto stiamo per avere un bambino! Questa creatura è mia! Non permetterò a quel texano di toccare mio figlio!- rispose Marc infiammandosi

-Non posso mollarlo così lo sai! E poi è lui che crede che sia suo figlio io non gli ho mai detto che sono incinta di un suo bambino. Lui si fida di me, non sospetta nenche minimamente che ci frequentiamo!- spiegò Sheila baciandolo nuovamente.

Alyssa, come fosse un'agente della CIA immortalò quel nuovo bacio sul suo iphone.

-Certo che sei veloce!- le sussurrai sbalordita

-Grazie ma ora sssssh! O ci perdiamo il discorso- rispose ridendo

Ci rimettemmo all'ascolto continuando a maneggiare i rollerblade che avevamo davanti.

-Senti Marc- disse la ragazza dai capelli verdi afferrandogli una mano e posandosela sul grembo -senti come si muove? questo lo abbiamo creato insieme! E lo cresceremo insieme va bene? Io amo te e lo sai.- concluse

-Allora molla quel babbeo- rispose Marc accarezzandole la pancia

-Presto- acconsentì lei -ora è meglio se vado, aveva le prove fino alle 3 ma spesso torna prima. Ti chiamo appena esce con la personal trainer ok? Ci vediamo qui domani alle 12.- e dopo un ultimo bacio se ne andò.

-Ally è meglio se andiamo anche noi, Aaron ci uccide se non lo aiutiamo da subito!- dissi afferrandola per un gomito e trascinandola fuori.

Fortunatamente lei era arrivata con la metropolitana così andammo a lavoro usando la mia auto a noleggio. Parlammo di ciò che era accadutto e lei mi inviò le fotografie sul mio numero in modo da averle in duplice copia.

Arrivammo a lavoro che Aaron si stava preparando per cominciare il turno.

-Ehy ciao piccole! Come state? Che sono quelle facce?- disse vedendoci entrare

Spiegammo tutto ciò che era successo al nostro amico che ci ascoltava corrugando la fronte.

Quando finimmo il racconto si alzò dallo sgabello e iniziò a andare avanti e indietro con le mani dietro la schiena.

-Aaron tutto ok?- domandai perplessa

-SSSSH! Sto pensando!- rispose agitando una mano in mia direzione. Alyssa alzò gli occhi al cielo.

-Ma certo!- esclamò lui dopo qualche secondo -Jenny tu devi chiamarlo e dirglielo-

-Tu sei tutto scemo- rispose Ally per me

-No invece! Hai detto che ti guardava serio e ripeteva che dovevi chiamarlo per ogni cosa e sapeva della tua facoltà universitaria! E' una conferma che cerca!- concluse fiero di se.

-Cavoli dobbiamo segnarla sul calendario questa data, per la prima volta in vita sua Aaron ha detto una cosa sensata!- scherzò Ally -Sai Jay credo che abbia ragione lui. Chiamalo.- ordinò seriamente.

-E cosa dovrei dirgli? "ciao jackson come va? sai per caso ho delle foto che testimoniano che hai più corna di un cervo"?- dissi sarcastica

-Si!- rispose Aaron

-Ma no!- disse invece la mia amica -lo chiami e gli dici che hai bisogno di parlare con lui e vi date appuntamento da qualche parte!- concluse

-Ehy perchè non al "The Groove" all'ora in cui si sono detti? Lo chiami per le 11.40 e gli dici che è urgente così non avrà il tempo di avvisarla! E poi andrete dove li avete visti così lui vedrà con i suoi occhi!- disse Aaron lasciandoci stupefatte

-Che giornata piena oggi per te amico! Due idee geniali nello stesso giorno e una di seguito all'altra.- disse Ally

-Dai ragazzi io non voglio mettermi in mezzo!- cominciai a lamentarmi

-Fallo o lo faccio io- mi minacciò il barista

-Ok va bene stai calmo!- acconsentii infine -bene andiamo a lavoro ora va!-

Per tutta la serata mi comportai come nulla fosse e tornata a casa spiegai tutto a Rebecca che concordava pienamente con gli altri due.

La mattina seguente venni svegliata dal vibrare del telefono, era un sms da parte di Alyssa.

"FALLO, QUESTA SERA MI RACCONTI. FALLO!"

Sospirando mi alzai, mi vestii e mi sedetti sul divano. Erano le 11.40. Era arrivato il momento di entrare in azione. Presi un bel respiro e chiamai Jackson che rispose al terzo squillo.

-Buongiorno Jennifer! Come andiamo?- domandò allegramente Jack

-Buon...Buongiorno a te Jackson- risposi

-Che hai? Ti senti bene?- chiese apprensivo

-No per niente io... io avrei bisogno di parlare con qualcuno. Urgentemente. E visto che ti eri offerto ho pensato di accettare il tuo invito a chiamarti!- dissi

-Hai fatto benissimo! Dove vuoi che ci troviamo? Vedrai che parlando e mangiando qualcosa ti sentirai meglio.- rispose Jack consolandomi

-Al "The Groove" tra 20 minuti?- chiesi alzando gli occhi al cielo per aver seguito i consigli di quei tre amici, cavoli lui era così gentile e io stavo per spezzargli il cuore.

-Veramente io sto....- cominciò ma lo interruppi -Jackson per piacere è urgente-

-Ok massimo mezz'ora e mi trovi li ok? Non preoccuparti starai meglio! A dopo!- e chiuse la chiamata.

-Già peccato che poi quello che starà male sarai tu bello mio- mormorai infilandomi il telefono in tasca e uscendo di casa.

Alle 12 in punto una lexus nera si fermò proprio di fronte al muretto su cui mi ero seduta a aspettare.

-Sono in ritardo?- chiese Jackson avvicinandosi e togliendosi gli occhiali da sole per guardarmi in faccia -Cavoli ragazza non hai una bella cera. Cosa ti è successo?- chiese infine sedendosi accanto a me.

-Vedi io conosco una persona che è pazzamente innamorata del suo ragazzo, lui dice di amarla ma in realtà ha anche un'altra. Cosa dovrei fare? Dirglielo alla mia amica?- domandai cercando di capirlo

-Bhe vedi se tu nei sei certa e ne hai le prove di questo tradimento allora si devi dirglielo. Non si può tenere un piede in due staffe capisci?- mi rispose accendendosi una sigaretta.

-Ma se poi la mia amica si arrabbia con me?- chiesi ancora

-Bhe chiunque si arrabbi quando sente la verità non è da considerare normale. Meglio una amica sincera che ti sta accanto piuttosto che una che ti dica quello che vuoi sentirti dire- disse guardandomi e buttando fuori il fumo della sigaretta. Cavolo quel gesto lo rendeva veramente sexy. Gli sarei saltata addosso all'istante ma dovevo rimanere calma e capire che dopo quelle ore lui non mi avrebbe parlato mai più visto che stavo per rovinargli la vita.

-Dai Jenny vieni andiamo a mangiare qualcosa- eslamò buttando la sigaretta, scendendo dal muretto e allungando la mano per aiutarmi a scendere. Presi la sua mano ma appena rimessa in piedi la lasciai, quel contatto con la sua pelle era stato incandescente. Aveva una pelle morbida e liscia, aveva un tocco delicato ma forte, fantastico.

-Che ti va di mangiare? Non dirmi sushi perchè non sopporto il pesce crudo- disse mentre ci dirigevamo verso i negozi.

-Veramente preferirei fare una passeggiata se non ti spiace- chiesi timidamente

-Nessun problema! Ma dopo andiamo a mangiare! Non me ne andrò da qui finchè non avremo mangiato e tu neanche!- affermò indossando di nuovo i suoi rayban.

Sorrisi e solo allora notai il suo abbigliamento. Camicia rossa e nera, giacca in pelle, pantaloni neri e stivali texani. Da togliere il fiato.

-Tutto ok?- mi chiese guardandomi sorridente. Ormai eravamo nei pressi del negozio e infatti eccoli li mano nella mano che passeggiavano. Finsi di non aver visto nulla così lo guardai in viso e vidi che sulla guancia sinistra era un po' gonfio.

-Che hai fatto alla faccia? Ti hanno tirato un pugno?- domandai senza pensare

-Ahahah no- disse divertito e guardando proprio nella loro direzione -Questa mattina sono stato dal dent...- ma si interruppe e si fermò di colpo. Li aveva visti. Chiusi gli occhi e sospirai.

-SHEILA!- urlò furioso

-Jack tesoro- cominciò lei spaventata

-Che diamine fai? Sei incinta di mio figlio e ti fai un altro?- continuò Jackson

-Ehy calmino bello quel bambino non è tuo ma mio- si intromise Marc

Poi successe tutto velocemente: Marc era a terra e Jack sopra di lui che lo prendeva a pugni e ne riceveva altrettanti.

Corsi li, non poteva fare certe cose non li, c'erano troppe persone e presto sarebbero arrivati i fotografi.

-Fermati fermati così lo ammazzi- urlava Sheila tra le lacrime, ma Jack non sembrava sentirla e continuava a colpirlo furiosamente. Gli arrivai accanto e gli presi il braccio che aveva alzato.

A quel contatto si voltò di scatto a guardarmi, era furioso e in lacrime.

-Jack no- gli dissi dolcemente -non ne vale la pena. Andiamo dai-

Non so come ma lasciò che lo aiutassi ad alzarsi e sostenendolo lo portai verso la sua macchina. Si fermò solo per guardarla con disprezzo.

-Sarà meglio che per quando torno a casa non ci sia più nulla di tuo. Bada che qualsiasi cosa io troverò di tuo lo brucerò. Fuori da casa mia. Mi fai schifo.- ordinò a una Sheila intenta a aiutare il suo amore ancora a terra.

Lo afferrai per un braccio e lo guidai verso la sua auto.

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Capitolo 6
*** Un posto speciale! ***


Lo sostenni per tutto il tragitto fino alla macchina. Era perfettamente in forze eppure sembrava non riuscire a camminare da solo. Lo feci sedere sul muretto di poco prima e mi misi in piedi davanti a lui. Guardai i danni che si era procurato.

Aveva un labbro sanguinante, le mani distrutte coperte di sangue sia suo che di Marc e il suo occhio sinistro stava diventando nero.

-Andiamo ti porto in ospedale- dissi cercando di farlo rialzare

-No, niente ospedale non mi sono fatto nulla di grave. Non esternamente.- rispose serio

Teneva lo sguardo nel vuoto mentre parlava, sospirai e vidi che poco lontano c'era una fontana, con un po' di acqua gli avrei almeno tolto la maggior parte del sangue quindi cercai qualcosa da usare quando mi ricordai che quella mattina avevo legato i miei capelli con una bandana. La presi e andai a bagnarla, poi iniziai a togliergli i sangue dal volto e dalle mani.

Fortunatamente erano solo tagli superficiali che avevano gia smesso di sanguinare.

Ad un certo punto sentii i suoi occhi addosso proprio mentre gli pulivo la mano destra e non potei fare a meno di alzare lo sguardo incontrando il suo.

-Ho sempre sospettato questa cosa sai?- mi disse

-Mi dispiace Jack non immagini quanto, eri così felice di divetare padre- sussurrai tornando a concentrarmi sulla sua mano.

-Ero felice di una bugia Jennifer, quel bambino sarebbe vissuto in una bugia non in una vera famiglia- mormorò abbassando la testa

-Jack- cominciai facendogli alzare lo sguardo -non è necessario mettere al mondo un figlio per amarlo con tutta l'anima. Tu per quel bambino saresti stato un ottimo padre nonostante tutto.-

-Grazie ma lui ha un padre che lo vuole e non sono io- disse sorridendo forzatamente

-Jackson- dissi guardandolo negli occhi -prima o poi troverai la ragazza giusta e avrete un bambino meraviglioso e tu sarai un padre splendido.- conclusi

-Sei adorabile lo sai?- disse scendendo dal muretto e si accese una sigaretta.

-Devi lavorare oggi?- chiese guardandomi

-Si direi di si- risposi

-Sei venuta in macchina?- domandò senza guardarmi

-Si- dissi e presi dalla tasca le chiavi della macchina

-Ti va se ti seguo fino a casa tua e poi ti porto a lavoro io? E ovvio ti vengo anche a prendere, naturalmente se ti va.- chiese sorridendo imbarazzato e guardandosi la punta degli stivali.

WOW! Avevo sentito bene? Ma certo che mi andava! Ok magari voleva solo qualcuno che gli tenesse compagnia ma per lui questo e altro.

-Certo ma tu non hai da fare?- chiesi arrossendo

-No, non mi va di tornare a casa al momento. Non voglio più saperne di quella. Dai vai a prendere la macchina ti aspetto qui.- rispose Jack

Annuii e velocemente andai alla mia auto e tornai da lui che mi aspettava con il braccio fuori dal finestrino.

Mi seguì fino casa, lasciò che con calma parcheggiassi aspettandomi seduto sul suo cofano.

Al mio ritorno scese e mi aprì la portiera da ottimo gentiluomo del sud.

-Prego signorina- disse sorridente

-Grazie mille- risposi imbarazzatissima. Nessuno mi aveva mai trattata con tanta cavalleria. Era piuttosto imbarazzante oltre che lusinghiero. Allacciai la cintura e lasciai che mi accompagnasse al cafè. Parcheggiò a pochi metri dall'entrata, spense il motore e si voltò verso di me.

-Che orario fai oggi?- chiese Jackson

-Dovrei finire per le 11 e mezza, mezzanotte. perchè?-

-Ti passo a prendere io ok? Magari parliamo un po' no?- disse ammiccante

-Jack non è normale che tu reagisca così lo sai?- mormorai non riuscendo a trattenermi

-Vedi Jenny io credo nel profondo di averlo sempre saputo, mi serviva una conferma, tutto li. Una conferma che tu mi hai dato- rispose accendendosi una sigaretta

Cavoli allora Aaron aveva ragione, tre su tre per lui!

-Guarda che credo salutino te sai?- disse ridestandomi dai miei pensieri

-Come?- risposi intontita

-Quei due li che si sbracciano- esclamò ridendo e indicando fuori dal finestrino

E finalmente capì che intendeva. Alyssa a Aaron erano vicino all'entrata del cafè e cercavano in tutti i modi di attirare la mia attenzione. Sorrisi e li salutai con la mano.

-Ora vado ok?- dissi guardando Jackson

-Ma certo! Alle 11.30 sarò qui ad aspettarti ok?- rispose e, dopo aver appoggiato la sigaretta sul posacenere della macchina si voltò a guardarmi intensamente negli occhi.

-Non potrò mai ringraziarti abbastanza lo sai? Mi hai aiutato a uscire da una situzione sbagliata per molti!- disse allungando una mano per accarezzarmi il braccio -dimmi come posso sdebitarmi Jen-

Si era rattristato e non mi piaceva così misi sottosopra la mia testa per cercare qualcosa di strano da dire.

-Una cosa c'è...- dissi sorridendo mentre mi guardava inclinando la testa -Non dire a nessuno del mio pigiama o peggio ancora di quel video ok?- conclusi facendolo ridere

-Promesso promesso- disse tra una risata e l'altra -Vai ora o quei due finiranno per mangiarsi il fegato dalla curiosità.-

-Di cosa dovrebbero essere curiosi?- domandai prendendo la borsa che avevo tra i piedi

-Hai ragione, diamogli un motivo di curiosità- e così dicendo mi prese il viso tra le mani e mi diede un bacio sulla fronte. -A dopo piccola-

Scesi dall'auto frastornata, era solo un innoquo bacio sulla fronte eppure mi aveva fatto girare la testa. Il suo tocco delicato, il suo profumo leggermente alterato dall'odore della sigaretta, erano una cosa indescrivibile.

Come da lui predetto appena mi avvicinai ai miei amici fui sommersa dalle domande.

-Abbiamo visto quello che abbiamo visto?- chiese Ally

-Credo di si ma dipende da cosa avete visto.- risposi camminando verso l'entrata

-Abbiamo visto Jackson Rathbone accarezzarti un braccio e poi darti un bacio sulla fronte tenendoti il viso tra le mani.- disse Aaron

-Cavoli ma che siete? Due paparazzi?- domandai scherzosamente

-Eddai Jen raccontaci!- mi pregò la mia amica

Non potei non accontentarla così mi sedetti e cominciai a raccontare tutto quello che era accaduto quel giorno. Per mia fortuna appena finii di spiegare il tutto arrivò l'ora di mettersi a lavoro così nessuno dei due potè farmi domande a riguardo.

Contrariamente ai due giorni precedenti quella volta le ore non passavano mai. L'orologio sembrava andare al rallentatore. Dopo la sesta volta che domandavo l'ora a Aaron ricevendo un -sempre quella di prima- come risposta, Ally mi chiese ammiccante:

-Come mai oggi continui a guardare l'ora? Ahahaha Ti manca Jackson per caso?-

-Ma che dici... si vede?- risposi sconfitta

-Si e anche tanto- si intromise il barista

-Resisti dai tra non molto il tuo cavaliere arriva a prenderti! E mi raccomando domani vedi di raccontarmi tutto!- mi derise la mia amica

L'ultima ora fu la più lunga della mia vita ma fortunatamente anche quella passò e, dando l'ennesima occhiata fuori finalmente vidi una lexus nera parcheggiata poco lontano.

-Che aspetti Jen? Vai qui finiamo noi!- disse Alyssa spingendomi verso l'uscita.

La guardai le diedi un bacio sulla guancia e soffiai un bacio a Aaron che mi guardava asciugando un bicchiere. Presi la borsa e fuggii fuori dove ad attendermi trovai Jackson seduto sul cofano della macchina a fumare una sigaretta.

-Fumi troppo sai?- dissi a mo' di saluto

-Lo so infatti dovrei smettere, ma un vizio mi serve! Potrei iniziare con le gomme che dici?- rispose sorridente.

-Non saprei dai spegnila!- mormorai

Saltò giù dal cofano buttò a terra la sigaretta e la spense con il tacco degli stivali.

-Tutto per una bella signorina- rispose imbarazzandomi e lusingandomi.

Come aveva fatto quel pomeriggio mi aprì la portiera della macchina e dopo aver messo in moto partimmo alla volta di... già, dove stavamo andando?

-Ehm Jack?- chiesi timidamente

-Si? Dimmi!- rispose senza guardarmi

-Dove stiamo andando?- domandai guardandomi intorno.

-Non credo che tu abbia mai visto los angeles la notte vero?- disse guardandomi con la coda dell'occhio

-No- concordai

-Bene allora andiamo a vederla!- rispose sghignazzando

Guidò per una buona mezz'ora. Eravamo in mezzo alle colline e non conoscendo il posto non seppi dire dove eravamo diretti. Quando a un certo punto parcheggiò sul lato della strada.

Scese e io feci altrettanto, chiuse la macchina e tenendomi una mano sulla schiena mi guidò sul lato opposto della carreggiata, proprio sulla cima della collina più alta.

Quello che vidi mi lasciò senza fiato. La città era sotto di noi con tutte le sue luci, i suoi locali. In lontananza si vedeva anche l'oceano illuminato dalla luna. Ero senza parole. Mi voltai a guardarlo.

-E',,, è bellissimo Jack.- dissi con gli occhi lucidi dall'emozione

Lui si voltò a sorridermi. -Vero? Questo è il posto che in tutta los angeles amo di più. E' qui che mi rifugio da tutto e tutti.-

-Perchè allora me lo hai mostrato se questo è il tuo posto speciale?- chiesi emozionata

Jackson mi osservò attentamente, guardò nuovamente il panorama, e si mise di fronte a me. Mi stava fissando negli occhi con il suo sguardo magnetico. Mi prese le mani e disse:

-Un posto speciale per una ragazza speciale. Ti conosco da poche ore ma mi sembra di conoscerti da tutta una vita. Al momento non voglio illudere nessuno dei due Jen ma ti prego permettimi di starti accanto, io ho bisogno di una amica ora. E magari più in la qualcosa in più-

Ora si che mi girava la testa. Dovevo prenderla come una dichiarazione? Santi Numi che cosa dovevo fare? Era in attesa di una mia risposta quindi presi tutto il coraggio che avevo.

-Jack, sarei onorata di esserti amica. L'unica cosa che attualmente può esserci tra noi è amicizia. Niente di più per ora.- conclusi

-Non chiedo altro per ora.- concordò lui. Sorrise e si sedette a terra trascinandomi con lui.

Non so quante ore passammo li seduto a parlare di tutto e di niente, so solo che quando aprii gli occhi ero nella sua auto coperta dalla sua giacca, dovevo essermi addormentata e lui mi aveva portata in macchina.

-Ehy bella addormentata siamo quasi arrivati- disse quando mi sedetti dritta

-Scusa mi sono addormentata non era mia intenzione- risposi imbarazzata

-Non scusarti la colpa è mia, non pensavo che eri stanca.- si giustificò

-No no è stato bellissimo da parte tua.- cercai di tirargli su il morale.

-Bhe senti domani che facciamo?- domandò cambiando discorso

Pensai a cosa avremmo potuto fare così mi venne una idea.

-Ehy tu sai pattinare?- chiesi

-Dire che sono capace è esagerato sai?- rispose sorridente

-Dai ti insegno io andiamo?- domandai insistente

-Ma si! Allora passo a prenderti domani mattina per le 10 ok?-

-OK! A domani Jack!- dissi contenta rendendogli la giacca e stampandogli un bacio sulla guancia facendolo arrossire.

Aspettai di vedere la macchina allontanarsi e entrai in casa.

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Capitolo 7
*** Giornata tra amici! ***


Ecco un nuovo capitolo!
Buona lettura!



-Svegliati Jen!-

-Ancora 5 minuti- mormorai

-SVEGLIATIIIII!- strillò Rebecca nel mio orecchio facendomi sobbalzare

-Ma che sei impazzita? Hai deciso di farmi morire di prima mattina?- la rimproverai

-No ma voglio sapere e siccome tra mezz'ora devo uscire per andare a lavoro ho pensato bene di svegliarti!- rispose mettendomi in mano una fumante tazza di caffè

Sospirai e dopo che entrambe ci fummo accomodate sul mio letto iniziai il mio racconto.

Reb ascoltava allibita e dopo che le raccontai della sera precedente battè le mani entusiasta.

-Cugina tu gli piaci!- esclamò

-Cugina tu sei scema!- dissi spingendola scherzosamente

-Dai retta a me Jen! Tu gli uomini non li capisci! Sono scontati! Per cui te lo ripeto cugina tu gli piaci. Ti ha portato nel suo posto speciale!-

-Non saprei Reb, e se si stesse solo leccando le ferite?- domandai scoprendomi preoccupata

-E che importa? Lui ha scelto di stare vicino a te o no?-

-Bhe si...-

-E allora fregatene! Jen se pensi che sia giusto non fare caso a tutto il resto!- disse saggiamente

-Certe frasi te le sogni la notte?- chiesi alleggerendo l'atmosfera

-Mi piacerebbe parlare di dove trovo certe frasi ma vedi faccio tardi a lavoro! A dopo tesoro!-

-Ciao guarda che esco anche io tra non molto ok?-

-Ok baci cugina!-

La sentii sbattere la porta e la macchina allontanarsi.

Aveva ragione, chissene frega se Jack mi vuole vicino solo per non pensare a Sheila, era pur sempre un amico e per un amico questo e altro!

Non mi accorsi del tempo che passava persa come ero nei miei pensieri e mi ridestai solamente quando sentii suonare il campanello. Chi poteva essere?

Aprii la porta e mi ritrovai Jackson davanti che mi guardava sorridendo.

-Il suo pattinatore-autista è arrivato signorina!- disse togliendosi gli occhiali da sole

-Cavoli non mi sono accorta dell'ora! Entra sarò pronta in un attimo!- esclamai spostandomi per farlo passare

-Fai con calma io ti aspetto-

-Grazie, fai come fossi a casa tua. Li è la cucina apri, prendi, mangia e bevi io arrivo!-

-Tranquilla-

Corsi in bagno e mi lavai i denti con una mano mentre con l'altra districavo i nodi che si erano formati tra i capelli. Profumata e pettinata mi precipitai in camera dove infilai un paio di jeans, una t-shirt e le mie allstar. Afferrai i miei amati rollerblade che misi in una borsa e riapparvi in cucina dove lo trovai seduto a giocare con il suo iphone. Al mio ingresso alzò gli occhi e inclinò la testa.

-Pronta?-

-Certo andiamo o per caso ha paura mr rathbone?-

-Paura io?- disse alzandosi, afferrando il suo zaino e precedendomi per aprire la porta -Fai del tuo meglio giovane!-

Risi e insieme uscimmo di casa. Non prendemmo la sua auto ma ci dirigemmo verso uno spiazzo cementato a pochi isolati da casa mia. Dopo aver indossato pattini e protezioni iniziai a girare un po'. Sentivo i suoi occhi addosso così mi avvicinai e, prendendolo per mano lo feci alzare. Era imbranatissimo ma invece di renderlo ridicolo la cosa lo faceva molto tenero.

Continuavamo a girare intondo ma ad un certo punto lui non so come ma perse l'equilibrio trascinando entrambi a terra.

-Ops scusa non volevo! Ti sei fatta male?- disse ridendo

-Tranquillo Jack non mi sono fatta nulla!- risposi alzandomi e lasciandolo li ad arrangiarsi

Pattinai per alcuni metri poi mi girai e lo vidi seduto sul muretto dove avevamo lasciato gli zaini, era stato molto veloce per non essere capace di pattinare. Notai che mi studiava così decisi di fare un po' la scema e cominciai ad andare a zig zag, a saltare e girarmi.

Fu proprio mentre andavo all'indietro che successe l'irreparabile. Non avevo preso bene le misure così inciampai sul gradino che separava l'asfalto dall'erba e caddi all'indietro.

Mi misi subito a sedere. Fortuna che ero caduta dalla parte dell'erba.

In meno di un secondo Jack si inginocchiò accanto a me.

-Ehy ti sei fatta male?- chiese preoccupato

-No no sono tutta intera...credo-

-Muovi gambe e braccia- ordinò

Lo feci, per fortuna nessun dolore particolare.

-Sto bene tranquillo ma come sei arrivato qui così velocemente? Non sai pattinare- lo accusai

-Credi veramente che io non sappia pattinare? Vivo a L.A. da troppo per non saperlo fare- rispose alzandosi e allungando le mani per aiutarmi.

Afferrai le mani che mi porgeva e lasciai che mi tirasse in piedi. Avendo però le ruote ai piedi la cosa non fu semplice e per evitare che cadessi di nuovo mi strinse a lui mettendo entrambe le mani sulla mia schiena. Mi guardò senza staccarsi e disse:

-Che ne pensi se togliamo questi affari e andiamo a mangiare qualcosa? Non so te ma io ho fame!-

-Hai ragione Jack andiamo!- dissi senza fiato.

Appena fummo nuovamente sui nostri piedi ci incamminammo giù per la strada.

-Che dici? Mcdonald's o burger king? Oggi stiamo nei paraggi, ho troppa fame per allontanarmi!- ridacchiò guardandomi

-Direi.... Burger King! E' proprio li guar...-

Non feci in tempo a finire la frase che mi prese per mano e correndo mi trascinava verso il fast food.

-Ma dico Jacky sei impazzito?-

-Scusa!- rispose sghignazzando -Ma quando ho fame perdo la testa!-

Mi tenne la porta aperta e mi fece sedere dicendomi che avrebbe preso di testa sua. Il modo in cui ridacchiava mentre si dirigeva verso il bancone mi lasciò perplessa. Scoprii che cosa gli era passato per la testa appena tornò. Aveva con se 4 confezioni di patatine 4 bibite e 4 giganteschi hamburger.

-Certo che hai fame Jack!- dissi quando si sedette

-Dividiamo in due il tutto. Quindi due a te e due a me!-

-Cosa?-

-Su smettila di fare la difficile e mangia!- esclamò mettendo il vassoio al centro del tavolo

-No no no no no- dissi fingendomi shockata

-Qualcosa non va?- domandò con la bocca piena di patatine

-Come hai potuto non prendere il ketchup?-

Mi guardò ridendo della mia espressione scherzosamente offesa e, dopo essersi dato una botta in testa, si diresse al bancone tornando con quelle che sembravano 30 bustine di ketchup che riversò sul tavolo.

-Dovrebbe bastare no?- disse corrugando la fronte

-Si direi di si-

Mentre addentavo una patatine lui aprì una confezione della salsa che strizzò sulle sue patatine, solo che quando la scosse per farne uscire anche l'ultima goccia mi schizzò direttamente in faccia.

-Ma dico!- eslamai prendendo il tovagliolo

-Scusa! E' stato un incidente!-

-Si si come no.- scherzai pulendomi

-Dai non penserai che l'abbia fatto apposta!- continuò -Se lo avessi fatto apposta avrei fatto così!- e mi schizzò dell'altra salsa addosso -Vista la differenza?-

-Si l'ho notata- dissi -quindi se faccio così anche io- cominciai sporcandolo a mia volta -non è altro che vendetta no?-

Sorrise e, dopo essersi pulito, cominciò a lanciarmi ketchup a raffica costringendomi a alzarmi e proteggermi con il vassoio.

-Ti arrendi splendore?- chiese senza fermarsi

-Si mi arrendo mi arrendooooo!-

-Ottimo ora andiamo dai! Prendiamo un po' di aria!-

Così dopo aver buttato i nostri rifiuti uscimmo in strada e ci sedemmo su una panchina per toglierci le ultime tracce di ketchup.

-Vado bene?- mi domandò serio

Aveva una macchia di ketchup proprio sulla punta del naso così presi il fazzolezzo che avevo in mano e lo ripulii.

-Ora sei perfetto!-

-Tu invece no!- disse mentre bagnava di saliva un fazzoletto e lo avvicinava alla mia guancia. Gli bloccai il braccio.

-Ma sei matto? Neanche mia madre fa più così!- gli feci notare ridendo

-Stai ridendo di me?-

-Assolutamente si!- risposi ridendo di gusto.

Si avvicinò a me e, dopo avermi immobilizzato il viso tra le mani, mi leccò una guancia lasciando di proposito una abbondante scia di saliva.

-Ma che schifo!- urlai.

Mi girai e lo colpii scherzosamente vedendolo ridere

-Jack devi ringraziare che ora devo andare!-

-Uuuuuuh che paura!-

-Vedrai vedrai!- lo minacciai

Tornammo a casa ridendo e scherzando.

-Senti questa sera non posso venire a prenderti, ho le prove con la band!- di scusò mentre saliva sulla sua lexus

-Ok ci vediamo domani?- risposi nascondendo un pizzico di delusione

-Naturalmente! Magari anche per sms no?- mi disse dal finestrino

-Certo! A domani Jacky!-

-Ciao piccola!-

E se ne andò. Stavo rientrando in casa quando mi squillò il telefono.

-Ally!- risposi automaticamente

-Ciao Jen!-

-Tutto ok?- chiesi sentendola preoccupata

-Sono io a dovertelo chiedere!-

-Perchè?-

-Jay ma che avete fatto?- domandò ignorandomi

-In che senso?-

-Jenny ci sono le vostre foto dappertutto!- esclamò

-Cosa?-

-Vieni qui che le vedi-

-Arrivo.-

Chiusi la chiamata. Cavoli c'erano i paparazzi e non me ne ero accorta?

Ed ora che cosa sarebbe successo?

Mi precipitai alla metropolitana e solo allora notai che quasi tutte le ragazze mi guardavano

alcune sorridendo altre con occhi assassini.

Arrivai correndo fino al cafè dove ad aspettarmi c'erano i miei due amici.

-Eccoti finalmente!- esclamò Ally

-Fatemi vedere- dissi senza fiato

Aaron girò il computer verso di me...

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Capitolo 8
*** Vita pubblica ***


-Ma come diavolo è possibile?- domandai stizzita osservando le immagini sul monitor.

Ero stranita, qualcuno aveva fotografato tutta la scena della mia caduta.

-Credo che sia meglio se leggi l'articolo- disse Aaron

Mi concentrai sulle parole scritte per qualche istante.

Non potevo credere ai miei occhi. C'erano evidenziate poche parole:

JACKSON RATHBONE TRADISCE SHEILA

EFFUSIONI PUBBLICHE PER IL GIOVANE RATHBONE CON UNA RAGAZZA SCONOSCIUTA

JACKSON RATHBONE E LE COCCOLE SUI PATTINI

SHEILA HAFSADI TRADITA DAL PADRE DEL FIGLIO CHE PORTA IN GREMBO

E i commenti dei lettori erano molto peggio:

Come si è permessa di mettersi tra loro? Lui sta per diventare padre.

Guardate che sgualdrina!

Le spaccherei la faccia ma come ha potuto? Non ha morale

Che faccia tosta lo avrà sicuramente sedotto

Erano centinaia e tutti simili.

Ally mi prese per le spalle e mi obbligò a guardarla.

-Jen ma cosa è successo?-

-Nulla quello che dicono non è assolutamente vero!-

-Spiegaci!- si intromise Aaron

-Eravamo a pattinare e quando sono caduta mi ha aiutato a alzarmi!-

-E l'abbraccio?- chiese Alyssa

-Non è un abbraccio! Stavamo sui pattini cavolo! Per evitare che cadessi di nuovo mi ha preso tra le braccia per qualche istante! Non c'è stato nulla di nulla!- spiegai isterica

-Cavoli ma non li avete visti i paparazzi?- domandò Aaron entrando su twitter

-No! Ci stavamo solo divertendo un po'! Cosa ne so che nei parchi....-

Ma venni interrotta dal mio amico che, fissando lo schermo disse:

-E non solo li Jay! Guarda!-

Non potevo crederci c'erano anche le foto del nostro pranzo e di quando gli avevo pulito la punta del naso dal ketchup.

-Io non so che dire! Vi giuro che abbiamo solo giocato nient'altro!-

In quel momento il mio telefono cominciò a squillare, era Jackson che chiamava.

-Pronto?- risposi

-Scusa Jen mi dispiace non sapevo ci fossero i paparazzi li in giro a brentwood! Credevo fossero altrove. Perdonami. Passo a prederti e andiamo a chiarire la cosa ok? Dove sei?- disse tutto un fiato

-Jack io devo lavorare...- cominciai ma venni interrotta da Ally -Jenny è meglio se oggi non lavori ti copriamo noi con Ector, lui non controlla i gossip tranquilla!-

-Come non detto Jack, passa a prendermi al locale-

-Aspettami arrivo.-

E la chiamata finì.

-Jay piccola non preoccuparti tutto si sistemerà vedrai!- provò a consolarmi Aaron

-Si calmati! Vedrai che Jackson riuscirà a mettere tutto apposto!-concordò Ally

Sorrisi provando a sembrare sincera.

-Grazie ragazzi! Non so che farei senza voi!-

-Ecco il tuo bello!- disse Aaron indicando un'auto che arrivava a alta velocità e che si fermò perfettamente davanti a me

-Sali Jen andiamo!- lo sentii dire mentre abbassava il finestrino

Salutai i miei amici e montai in aiuto.

-Jen davvero mi dispiace!- si scusò

-Non è colpa tua Jack- dissi cercando di consolarlo -Più che altro non fa piacere essere definita una sgualdrina-

Frenò di colpo e si girò a guardarmi

-Come ti hanno definita? Chi si è permesso?- domandò furioso

-Era un commento di una tua fan calmati Jack-

-No ora basta devono sapere- sbraitò ripartendo

-Jack dove andiamo?-

-Alla monkey house. Chiamo la stampa per domani mattina!- disse serio

-La stampa? Ma che vuoi fare?-

-La sgualdrina non sei tu! Sheila mi ha mentito e tradito. Tu mi stai accanto. Nessuno deve osare dire una cosa di questo genere. Chiaro?-

Si era a dir poco furioso.

Arrivammo dopo circa 15 minuti.

Non ci fu nemmeno bisogno di aprire la porta visto che la ragazza "simpatica" di quella sera ci fu addosso in meno di un secondo. Ci? No mi sbagliavo. Mi fu addosso in un secondo.

-Sei una guasta feste! Una sfascia famiglie!- cominciò a urlarmi contro

-Lani smettila- intervenì Jack accanto a me

-Una come te ha un solo nome! Sei pessima! Hai rovinato tutto! La sua carriera! La sua..- continuò lei

-Ti ho detto di smetterla Lani- disse nuovamente Jack alzando il tono ma quella sembrava non sentirlo

-Tu sei solo una cameriera! Una grandissima p...-

-LANI NON PERMETTERTI SMETTILA CHIUDI IL BECCO!- gridò Jack talmente forte da far uscire la band dalla casa

-TU NON SAI NULLA LANI TIENI QUELLA FOGNA CHIUSA E VEDI DI ANDARE A FARE IL TUO LAVORO.-

-Ma Jackson.- provò a dire Lani

-MA JACKSON NIENTE! TE LO DIRO' UNA VOLTA SOLA OK? STAI AL POSTO TUO E FATTI GLI AFFARI TUOI. QUESTA E' LA MIA VITA PRIVATA RESTANE FUORI!- concluse e, senza lasciarle tempo di aprire bocca, mi prese per un braccio e mi trascinò in casa.

-Loro sono i monkeys.... Ben G Ben J Jerad e Uncle Larry. Ragazzi lei è Jennifer! Ora Jerad per piacere scrivi sul tuo twitter che manderò presto un messaggio per chiarire la cosa. Io intanto vedo di contattare mtv. Credo sia la via più veloce.- disse Jack

-Tieni questo è il numero- si attivò Jerad -dammi il tempo di scrivere e lo posto su twitter-

Jack era già al telefono così io mi ritrovai con Ben G che mi fissava sorridente:

-Vieni Jen dai! Lascia che loro facciano! Vieni giochiamo un po'!- disse

Guardai Jackson, che al telefono attendeva di parlare con il responsabile di trl, e poi seguii Ben in un'altra stanza. Ci sedemmo e parlammo del più e del meno per circa mezz'ora quando ad un tratto entrarono in stanza Jerad e Jackson con aria trionfante.

.Quest'ultimo si sedette accanto a me e mi guardò negli occhi:

-Jen il messaggio di Jerad ha funzionato. Ora le fans vogliono solo che io spieghi.-

-Cosa vuoi fare?- gli domandò Ben

-L'unica cosa sensata Ben! Dirò la verità! Mi dispiace solo che per te ora le cose cambieranno Jenny. Spero che non mi odierai per questo.-

Lo guardai e vidi dai suoi occhi che era veramente preoccupato che potessi avercela con lui.

Mi fece una tenerezza incredibile così senza neanche pensarci e senza badare che nella stanza non eravano soli gli accarezzai una guancia sorridendo.

-Jack non potrei mai odiarti. Mai! Non mi importa se le cose cambieranno. Non importa se la gente mi odierà. Io sarò al tuo fianco!-

Sorrise dolcemente e facendo come in uno specchio mi accarezzò la guancia dolcemente.

-Ehm ehm- tossì Jerad

Fu come svegliarsi da un sogno. Abbassai la mano di colpo e arrossii violentemente, lui invece rimase ad accarezzarmi il viso ancora qualche secondo prima di girarsi verso il suo amico:

-Certo Jerad che sai sempre come rovinare i momenti migliori sai?-

-Scusate ma insomma cominciavo a sentirmi di troppo per cui evitate almeno qui no?- ribattè il giovane scusandosi sghignazzando

-Jack mtv ti aspetta tra un'ora- gridò Ben J dalla stanza d'entrata

-Arrivo-gridò Jackson per risposta alzandosi.

Mi guardò dolcemente mi fece alzare e mi strinse a se.

-Non preoccuparti sistemerò tutto piccola! Aspettami qui con loro ok?- e baciandomi sulla fronte uscì di casa.

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Capitolo 9
*** Spiegazioni in diretta! ***


Ben J e Jack erano usciti da circa 20 minuti.

Intanto io assistevo ai diversi tentativi di Ben G e Jerad di distrarmi. Funzionava a meraviglia!

Ormai avevo il mal di pancia dalle risate. Il momento migliore di quel piccolo cabaret fu quando Ben disse a me e all'amico di rimanere seduti sul divano che ci avrebbe fatto vedere uno spettacolare numero di magia. Arrivò con un asciugamano a fargli da mantello, un cilindro in testa e un mestolo della cucina come bacchetta magica.

Dal cappello estrasse un mazzo di carte e provò a mischiarle in maniera acrobatica finendo per doverle raccogliere dal pavimento.

Ovviamente ogni movimento era accompagnato da un -Vualà!- che non faceva altro che incrementare le nostre risate.

Ma il culmine fu quando fece pescare a Jerad una carta dicendo che avrebbe estratto magicamente la stessa carta dal resto del mazzo.

Buttò le carte nel cilindro e iniziò a passarci sopra la bacchetta magica improvvisata ripetendo parole incomprensibili. Dopo di che mise in ordine il mazzo e dopo aver chiuso li occhi estrasse una carta.

-Ecco! Questa è la carta che hai in mano! Ne sono certo!- disse teatrale

-Ovvero?- domandò Jerad incredulo

-La donna di cuori! Vualà!-

-No no, è il 4 di fiori!- lo corresse l'amico lanciandogli la carta e scoppiando a ridere insieme a me sul divano.

-Ah ah ah non ridete! Le mie capacità di mago ne risentiranno! Siete crudeli!- esclamò lui fingendo un pianto isterico per poi ridere insieme a noi.

In quel momento squillò il cellulare di Jerad che ancora ridendo rispose.

-P...p...ahahaha pronto? ..... Si Jack ci disturbi! ....Davvero? ....ok! Dopo torni o possiamo tenercela? ....Capito! .....Si è forte! Ha già capito che bisogna ridere perennemente dietro a Ben! ....Ti ho detto ok! Ora accendo! A dopo!- e chiuse la conversazione.

-Che dice Jack?- chiesi cercando di ricompormi

-Come sai che era lui?- domandò di rimando Jerad

-Bhe quando si dice "Jack" non si lascia molto all'immaginazione!-

-Giusto! Aahahahah dai accendiamo la tv! E' su trl!-

Accese l'apparecchio giusto in tempo per la sigla iniziale del programma.

Il presentatore disse che per quel giorno avevano un ospite speciale che doveva rispondere ai paparazzi e alle accuse sulla sua vita. Così presentò Jackson che entrò tra le urla delle ragazze presenti in studio.

-Allora ragazze calmatevi! Jackson è qui perchè ha delle cose da dire! Magari dopo ci farà il favore di rispondere a delle domande ma prima direi di lasciarlo parlare ok? Jackson prego fai pure.- disse il presentatore

-Grazie! Volevo parlarvi con il cuore. Se non fosse per voi ragazze io non sarei arrivato dove sono e quindi meritate la verità. Io e Sheila abbiamo rotto. Il bambino che lei porta in grembo non è mio. Era un periodo no della nostra relazione e ci eravamo allontanati molto. Lei scoprì di essere incinta e ci riavvicinammo ma le relazioni ricucite sulle incertezze non funzionano. Lei ha trovato il suo amore in un altro ragazzo e presto avranno un bambino che ameranno con tutto il cuore e che crescerà felice. Io ho trovato un'altra ragazza che per ora però è solo una amica. Eravamo insieme questa mattina ma le effusioni che i fotografi dicono tanto non ci sono state. Stavamo semplicemente giocando insieme, non c'è stato nulla tra noi anche se questi non sono argomenti che voglio piazzare in pubblico.

Ora mi rivolgo alle ragazze che hanno commentato le notizie.

Posso capire che non sapevate della recente rottura tra me e sheila. Posso capire che vi ha colte alla sprovvista. Posso capire che stravedevate per il bambino. Ma non posso ugualmente giustificare nessuno per le parole con cui avete descritto la mia amica.

Jennifer è una ragazza dolce, bellissima e divertente. Stare in sua compagnia mi rende felice. Parlarle mi rende felice. La conosco da poco ma posso garantirvi che è una delle migliori persone che io conosca. Vi sarei molto grato se non usaste parole volgari per descriverla perchè colpendo lei ferite me. Io tengo a ogniuna di voi ma vi chiedo solo di fidarvi di me e delle mie scelte. Non sono un bambino, so quello che faccio e so quello che voglio. Quello che voglio è lei. Non insultatela ve ne prego. Non vi ha fatto nulla. Mi avete sempre sostenuto e ve ne sono grato quindi sostenetemi anche in questo. Molte di voi sul mio profilo di twitter scrivono che vogliono la mia felicità. Bhè lei è la mia felicità. Non è ciò che volevate? Vedermi felice? Ebbene ora lo sono. Grazie a tutte quelle che mi sosterranno anche in questo e che acceteranno la mia scelta. Alle altre che invece non vorranno saperne dico solo che il mio affetto per loro non diminuirà.- concluse sorridente Jack.

Si scatenò il finimondo tra urla e applausi.

Il presentatore impiegò diversi minuti per ripristinare il silenzio e complimentarsi a sua volta con Jackson per il suo discorso.

-Ragazze quello che questo artista ha detto non vale solo per lui ma per tutte le persone famose. Fanno un lavoro che li porta davanti alle telecamere ma fuori dal set o scesi dal palco sono persone normalissime e come tutti noi pretendono la loro privacy, per cui rispettiamoli!- concluse il presentatore scatenando un'altro applauso.

La puntata del programma riprese con il solito ritmo musicale e Jack uscì dallo studio.

Jerad spense la tv e nello stesso istante squillò il suo cellulare.

-Si? Si si abbiamo visto! Sei stato magnifico! .... Lei? Cavoli ora che me l'hai fatta guardare bene sta piangendo! Sarai contento Jack! L'hai fatta piangere! ....Si ti aspettiamo qui!- e la chiamata finì.

Solo allora mi accorsi del bruciore agli occhi e delle lacrime che mi erano scivolate fino alle labbra. Ben mi porse una scatola di fazzolettini.

-Dai non piangere Jen! Non era poi così pessimo come discorso no?- cercò di consolarmi Jerad mettendomi in braccio intorno alle spalle

-Era un discorso perfetto! E non sto piangendo! Sono solo commossa!-

-Si si certo! Commossa...- mi prese in giro Ben

-Dai scemo! Jack è un amore...-

-L'hai sentita Jerad? "jack è un amore"...- riprese prendendomi ancora in giro

L'amico tolse il braccio dalle mie spalle e fece il verso di tanti bacini.

-Smettetela!- esclamai facendo la linguaccia

-Ahahahah ti abbiamo beccata! Ti piace Jackson! Dai a quando le nozze?- continuò Ben

Presi un cuscino e lo lanciai colpendolo in piena faccia e scatenando le risate di Jerad.

-Attento Benny come vedi la micetta graffia!- disse tra una risata e l'altra

-Micetta?- ripetei fingendomi offesa. Presi un'altro cuscino e glielo lanciai contro bloccando le sue risate.

-Ecco così impari- conclusi accavallando le gambe.

Vidi i due ragazzi fissarsi e sorridersi prima di ritrovarmi bloccata sul divano dalle loro cuscinate.

-Ok ok scusate mi arrendooooo!- urlai ridendo

-Ehy Ben tu senti nulla?- chiese Jerad

-No no e tu?-

-Neanche io!-

Riuscii ad alzarmi e cominciai a correre intorno al divano ma entrambi continuavano a colpirmi fino a che non sentii una voce che avrei riconosciuto in mezzo a milioni.

-Ma cosa le state facendo?- disse Jack

-A te cosa sembra?- rispose Ben

-Non preoccuparti Jen ora ci penso io a salvarti!- e così dicendo si buttò in mezzo alla battaglia lanciando cuscini contro gli altri due.

Io ne approfittai e dopo aver tolto l'arma dalle mani di Jerad cominciai a colpirlo.

Fu solo quando Uncle Larry entrò nella stanza richiedendo la calma che la battaglia finì.

Mi lasciai cadere sul divano tra Jack e Jerad mentre cercavo di ricompormi.

-Vedete di sistemare dai! Cosa penserebbero le nostre fans se vedessero questo caos?- disse Uncle Larry

-Dopo il discorso di Jack penserebbero che i due si sono dati da fare!- rispose Ben prendendosi un'ennesima cuscinata dall'amico

In effetti ora che guardavo la stanza non potevo che dare ragione a Larry.

C'erano piume dappertutto, cuscini sparsi per tutto il pavimento e palline di parta a perdita d'occhio.

Jerad si alzò e, dopo aver recuperato dei sacchi neri, ci intimò di aiutarlo a pulire.

Jack mi prese per mano e insieme iniziammo a raccogliere la carta ma anche quel gesto si trasformò presto in una gara a chi riusciva a fare canestro. Ma visto che nessuno di noi 4 era quel che si dice un buon cestista, in poco tempo la stanza si riempì nuovamente di palline di carta.

-Ok ok ora basta!- cominciò a rimproverarci di nuovo Uncle Larry -Qui pulisco io insieme a Lani voi 4 invece... fuori!- concluse sorridente e indicandoci la porta

-Agli ordini!- dissero velocemente Jerad e Ben correndo per uscire

-Andiamo Jen prima che cambi idea e ci faccia pulire tutto con uno spazzolino da denti!- rispose Jack prendendomi per mano e trascinandomi fuori di casa.

Degli altri due ragazzi neanche l'ombra.

-Hai fatto un discorso stupendo Jack davvero!- gli dissi sorridendo

-E' venuto dal cuore, spero davvero di passare molto tempo con te.- rispose guardandosi gli stivali e mettendosi le mani in tasca

-Lo spero anche io- mormorai mordendomi il labbro e facendolo sorridere.

-Senti- cominciò sempre con le mani in tasca e calciando un sasso -ti va un gelato?-

-Certo!-

Finalmente alzò lo sguardo e vidi i suoi bellissimi occhi brillare.

Mi si avvicinò e iniziammo a camminare verso la gelateria del rione. Appena imboccammo il vialetto però tirò fuori una mano dalla tasca e, dopo avermi sorriso, incrociò le sue dita alle mie stringendomi la mano.

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Capitolo 10
*** Gelateria! ***


Arrivammo alla gelateria ancora con le mani intrecciate e io mi godevo al massimo quel contatto con la sua pelle calda.

Mi aprì la porta del locale e mi fece cenno di sedermi a un tavolino mentre lui prendeva il gelato per entrambi. Anche quella volta offriva lui e la cosa cominciava a infastidirmi, avremmo affrontanto questo discorso.

Ed eccolo sedersi di fronte a me con due giganteschi gelati multigusto coperti di panna montata e granella di nocciola.

-Ecco a lei signorina-

-Ma allora tu mi vuoi tutta ciccia e brufoli!-

-Non mi ricordo come continua quella pubblicità mi dispiace! Ma sappi che mi piaci anche perchè non sei una di quelle mangia insalata che si preoccupa di un etto in più!-

-Rilassati Jack stavo scherzando! Non me ne frega nulla se prendo un chilo sai?- risposi arrossendo e focalizzando solo il suo "mi piaci"

-Piccola non diventare rossa o con il calore del tuo viso si scioglierà il gelato!- disse ridendo

Cominciai a mangiare quel gelato scoprendo la stracciatella il cioccolato e la crema.

-Ho indovinato come gusti?- chiese dopo qualche minuto di silenzio

-Hai fatto centro!-

-Bhè una ragazza così dolce non può che amare il gelato più dolce!-

-Grazie- mormorai abbassando lo sguardo

Stava per parlare ma fortunatamente una ragazza alquanto imbarazzata arrivò.

-Ciao...- disse Jack sorridendole

-Scusa se ti disturbo ma ti dispiacerebbe farmi un autografo?- chiese arrossendo violentemente

-Ma certo!-

-Scusa se chiedo ancora ma potrei avere una foto con voi?-

-Ovvio, mettiti qui tra me e Jen così la facciamo bene!- esclamò entusiasta Jackson

-Io?- domandai sorpresa

-Si non hai sentito che ha detto voi e non tu?- spiegò lui sorridente

-Si se non vi da fastidio...- disse la ragazza sempre più imbarazzata

-Ok..- mormorai imbarazzandomi a mia volta

Finalmente la foto fu fatta. La ragazza ringraziò entrambi e arrossendo sempre di più corse via verso le sue amiche che la aspettavano trepitanti.

-Ehy piccola la tua prima foto con una fan! Che ne pensi?- domandò Jack tornando al suo gelato

-Bhè è strano...-

-Ti abituerai!-

-Se lo dici tu....-

-Infatti lo dico io! Ahahah!-

-Senti un po' Jack.... facciamo un discorso serio-

-Dimmi tutto!-

-Per quale strano motivo devi offrire sempre te?-

-Non avevi detto che volevi fare un discorso serio?- domandò sorridendo

-E' serio infatti!- risposi guardandolo ridere

-Vuoi realmente una risposta?-

-Si-

-Ok... perchè si!- disse semplicemente

-Jackson!-

-Ok non agitarti! Senti tu sei una ragazza giusto? E io sono un gentiluomo del sud! Quindi mi comporto come tale! Tutto qui! Soddisfacente come risposta?-

-Si ma non mi convince-

-Senti vuoi darmi del maschilista? Fai pure fatto sta però che tu non spenderai un soldo con me va bene?-

Non risposi ma tornai al mio gelato.

Appena finito uscimmo dal locale e iniziammo a passeggiare tenendoci la mano.

-Ormai sono le 7 Jen.... Volevo chiederti se tu... Se ti va di venire da me. Magari prima passiamo a comprare qualche dvd poi ordiniamo una pizza gigante e ce li vediamo.- mi domandò Jack

-Perchè... perchè no?- risposi

-Ok vieni! Torniamo alla macchina così andiamo a prendere un po' di film!-

Camminammo fino alla sua auto parlando del più e del meno.

-Credevo volessi lasciarla qui! Così avrei potuto...- urlò Jerad vedendoci arrivare

-No mi spiace non puoi guidarla!- rispose Jack anticipando la domanda dell'amico

-Certo che sei un guastafeste! Che dite venite con noi al Viper dopo cena?-

-No questa sera vogliamo stare tranquill Jer! Divertitevi!-

-Lascia rispondere lei no?- intervenne Ben

-Ok... Jen ti va di andare al Viper con questi scemi?- mi chiese Jack alzando gli occhi al cielo

-Bhe non ci sono mai stata... E poi i film possiamo vederli anche domani no?- risposi sorprendendolo

-O magari dopo che torniamo no?- domandò lui

-Perchè no...- dissi facendolo sorridere

-Ok ragazzi ringraziate lei se veniamo con voi!-

-Evvai!!!!- urlarono insieme gli altri due

-Per le 9.45 qui!- disse Jack aprendomi la portiera della macchina

Salì anche lui e partimmo.

Arrivammo alla videoteca dopo pochi minuti di viaggio.

-Che genere di film prendiamo?- chiesi entramdo

-Bhe che ne dici di qualcosa di horror? Ti piacciono?-

-Certo!-

Girammo tra gli scaffali fino a che non fummo d'accordo su un paio di dvd da prendere.

Optammo per un classimo come "The Ring" e un film che nessuno di noi aveva visto "In the Market".

-Senti mi accompagni a casa che almeno mi cambio?- chiesi salendo nuovamente in macchina

-Certo! Intanto io ordino la pizza ok? La mangiamo a casa mia così poi andiamo ok?- rispose Jack mettendo in moto e partendo

-Entri?- domandai una volta arrivati da me

-Ma si dai se non disturbo-

-Ma no che non disturbi scemotto!-

Per risposta mi fece la linguaccia ridendo.

Entrammo e, dopo aver constatato che Rebecca non era ancora tornata, lo abbandonai in balcone per andare in camera.

Che cosa potevo indossare? Perchè Reb non c'è mai quando serve?

Aprii l'armadio e tirai fuori tutto quello che avevo.

Trovai i vestiti che mia cugina mi aveva regalato il Natale precedente.

Una minigonna nera di pelle, un top dello stesso colore allacciato dietro il collo che lascia la schiena scoperta e per finire un paio di stivali.

Dopotutto stavamo per andare al Viper per cui non potevo certo indossare i Jeans.

Arrossendo solo a guardare quegli abiti cominciai a vestirmi.

Dopo essermi truccata, aver semplicemente legato i capelli ed essermi data un paio di spruzzate di profumo andai nel terrazzo dove Jack mi stava aspettando fumando una sigaretta.

Varcai la soglia e come lui mi squadrò da capo a piedi spalancando la bocca e facendo così cadere la sigaretta in terra.

Io arrossii ma nonostante tutto non mi fermai e quando gli fui di fronte feci una piccola giravolta.

-Come sto?- chiesi disinvolta

-Sei.... sei.... sei perfetta.- balbettò spalancando gli occhi

-Grazie! Che dici andiamo?-

Non riuscì neanche a rispondermi e, avendo ancora la bocca averta, si limitò ad annuire seguendomi fuori i casa senza staccarmi gli occhi di dosso.

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Capitolo 11
*** Bacio? ***


Arrivammo a casa sua e fui molto lusingata quando Jack venne ad aprirmi la portiera continuando a ingoiare saliva.

-Vieni... entriamo!- disse

-Ma certo! Jack senti non so te ma io non ho fame tutto il gelato di prima mi ha riempito!-

-E' vero magari... magari quando torniamo mangiamo qualcosa qui da me vuoi?-

-Volentieri!- risposi sorridente

Entrammo nel suo appartamento. Era molto luminoso e arredato molto bene. Mobili moderni si sposavano a meraviglia con pezzi di antiquariato.

-Fai come fossi a casa tua, la cucina è li oppure accenditi la tv o quello che preferisci. Io vado a cambiarmi e torno.- mi disse sorridente iniziando a aprirsi la camicia

Cavoli quanto è sexy.

Annuii e cominciai a gironzolare per la casa.

C'erano moltissime fotografie. Alcune di lui con la famiglia, altre delle sue sorelle ma la maggior parte erano di lui con la sua band.

Fu mentre le osservavo incuriosita che sentii un fruscio alle mie spalle, mi girai spaventata ma mi trovai di fronte solo un bellissimo micio grigio che mi fissava curioso.

-Ma ciao! Tu devi essere Dean!- dissi accarezzandogli la testa

-Sei proprio stupendo sai micetto?- continuai mentre scendeva dal mobile e si avviava verso un mucchietto di giochi.

Lo seguii per giocare un po' con lui, presi un pupazzetto e lo mossi per farglielo prendere con le zampine. Mi sedetti sul divano continuando a giocare con il gatto che però poco dopo corse via sentendo i rumori che provenivano dalla camera di Jack.

Ricominciai a gironzolare per la stanza quando per terra notai dei frammenti di vetro.

Era una cornice che doveva essere caduta da sopra il caminetto.

MI inginocchiai per raccoglierla ma vidi che nel cestino li accanto ce ne erano altre ed era pieno di fotografie strappate. Raccolsi un paio di pezzi rimasti a terra e li guardai.

Ritraevano un sorridente Jackson che accarezzava il ventre gonfio di Sheila.

Ne guardai altre, lui e lei abbracciati sul divano, lui che la stringeva a se, loro su quel pianoforte che suonavano, lei con la chitarra a tracolla,loro due in spiaggia. Erano tutte fotografie di Jackson e Sheila insieme.

Stava soffrendo molto dentro di sè ma non lo dava a vedere. Il mio povero Jack.

-E' una brava attrice no?- disse apparendo dietro di me

-Scusa non volevo invadere...- cominciai rialzandomi

-Non scusarti. Non è colpa tua.-

-E' il tuo passato Jack non dovresti....-

-NO! Quello non è il mio passato! Quella è una bugia! Come ti ho detto è una brava attrice!-

-L'amavi?- chiesi sedendomi sul divano dove si era accomodato

-No, non l'amavo ma credevo portasse in grembo mio figlio. Credevo sarebbe stata la mia famiglia futura. Credevo....- ma si interruppe

Gli presi la mano e lo guardai. Aveva la testa bassa e alcune lacrime gli solcavano le guance arrivandogli fino alle labbra. Mi avvicinai ancora di più a lui e lo strinsi a me. Si lasciò abbracciare e mentre gli accarezzavo i capelli il suo respiro cominciò a rallentare segno che si stava calmando. Doveva avere il cuore a pezzi. Non riuscivo a capirne il motivo ma sentii dentro di me una forte ira crescere sempre di più nei confronti di quella ragazza.

Come aveva potuto fare una cosa di questo genere a lui? Alla persona che avrebbe cresciuto suo figlio. Il ragazzo più dolce dell'universo era suo e lei lo aveva usato e basta.

Doveva pagarla. Non ero mai stata così arrabbiata in vita mia.

-Jack? Stai meglio cucciolo?- domandai sentendolo allontanarsi

-Si. Scusa è solo che non è facile...- disse tentando un sorriso

-Non devi scusarti. La colpa non è tua!-

-Jen vuoi davvero andare al Viper?- domandò dopo qualche istante

-No veramente no, credevo solo che una serata fuori ti avrebbe aiutato.- confessai

-Non li. Quello è il posto dove l'ho conosciuta. Jerad deve esserselo dimenticato.-

-Allora è meglio se stiamo qui no?-

-Ti dispiacerebbe?-

-Bhe il mio vestito non è proprio adatto a un film sul divano ma pazienza!- dissi alleggerendo l'atmosfera

-Cavoli mi dispiace! Ti eri messa così sexy per il locale...- esclamò squadrandomi

-Pazienza Jack dai!-

-No, è uno spreco per un semplice dvd....- disse alzandosi e iniziando a guardare la sua enorme collezione di dischi

-Ecco questo dovrebbe andare!- concluse inserendo il cd prescelto in un sofisticato impianto stereo. Partì una musica splendida che riconobbi come la colonna sonora del film Titanic.

-Non è esattamente adatta all'abbigliamento Jack lo sai?- dissi sorridendo

-Hai ragione ma è adatta a quello che voglio fare io- così dicendo mi porse la mano che afferrai e mi tirò a lui dolcemente facendo aderire i nostri corpi.

Portò le mie mani dietro al suo collo e le sue intorno al mio bacino senza staccare gli occhi dai miei. Il mio cuore ormai andava a mille. Ero completamente in balia di quel ragazzo angelico che mi sorrideva. Presi coraggio e appoggiai la testa al suo petto e lui appoggiò la sua testa alla mia. Se quello era un sogno non volevo essere svegliata.

Eravamo li da chissà quanto tempo, avvolti nella nostra bolla, quando iniziarono a squillare sia il suo cellulare che il telefono di casa.

-Ma che cavolo!- esclamò senza lasciarmi andare

-Rispondi è meglio!- dissi sospirando

-Per piacere tu rispondi al telefono di casa, se è mia madre o comunque qualcuno della famiglia passamelo pure ok? se è altra gente attaccagli in faccia!- borbottò esasperato

Ridacchiando presi il ricevitore

-Pronto?-

-Ciao Ja.... Jennifer?- chiesero dall'altra parte

-Ciao Jerad! Visto che non sei della sua famiglia devo riattaccare!- dissi e senza sentire le sue spiegazioni premetti il pulsante per chiudere la chiamata.

Dall'altro lato della stanza vidi Jackson che faceva la stessa cosa.

-Chi era?- domandò appoggiando l' i-phone sul mobile

-Jerad! Li?-

-Ben!-

Ci guardammo e scoppiammo a ridere entrambi. Erano veramente forti quei ragazzi!

Certo però che avevano rovinato un bel momento!

-Ehy piccola- cominciò Jack prendendomi di nuovo la mano -Dove eravamo rimasti?-

Mi lasciai abbracciare nuovamente godendomi ancora quel contatto.

-Direi qui no?- mormorai sorridendo

Ricominciammo a muoverci con la musica fino a che lui con una mano mi fece alzare il viso e appoggiò la fronte alla mia.

-Sei una persona fantastica Jen lo sai?-

-Anche tu Jack!-

Mi accarezzò la guancia mentre le nostre labbra si avvicinavano sempre di più.

Poi dolcemente.....no!

Suonò il campanello della porta.

Tenendo la fronte appoggiata alla mia sospirò.

-Se sono ancora loro li massacro!- disse mentre il campanello suonava di nuovo

Si allontanò lasciandomi un'ultima carezza sul viso e aprì la porta.

-Era ora! Volevi lasciarci qui per molto ancora?- chiese un irritatissimo Jerad

-Ragazzi che fate qui?- domandò Jack

-Bhè voi non siete arrivati e quando abbiamo chiamato ci avete attaccato il telefono in faccia... A proposito! Tu!!!!- disse il ragazzo indicandomi -Come hai potuto farlo?-

Non feci in tempo a rispondere che Jack prese la parola.

-Perchè avete rovinato un bel momento e ora invece avete rovinato anche l'atmosfera!-

-Cosa abbiamo interrotto?- si intromise Ben G

-La nostra intimità sciroccati!-

-Dai amico non te la prendere! Tanto non ti si fila!- lo derise Jerad

-Sentite volevamo sapere se volevate venire o no al Viper- chiese Ben

-No non veniamo e ora vi sarei grato se ne andaste!- rispose Jackson spingendoli verso la porta e scatenando le mie risate

-Ma che modi Jacky!- disse Jerad ridendo

-Dai ragazzi andatevene!- li pregai immischiandomi

-Oh se ce lo chiedi anche tu dobbiamo aver interrotto davvero qualcosa di grosso Ben!-

-Hai ragione! Dai andiamo oggi suonano i Rock al Quadrato non voglio perderli! E quanto a voi ragazzi... Non fate nulla che io non farei! E divertitevi!- concluse prendendo l'amico sotto braccio e chiudendosi la porta alle spalle.

-Finalmente- disse Jack appoggiandosi con le spalle alle porta

-Dai non prendertela sono divertenti!-

-Si sono i migliori amici che una persona possa volere ma certe volte rompono!-

Si avvicinò nuovamente a me accarezzandomi la guancia e appoggiando la fronte alla mia.

-Ci riproviamo....- mormorò con le labbra a un centimetro dalle mie

Ancora una volta si stava colmando quella poca distanza.... BUM!

-Ma porca vacca! Che diavolo succede?- esclamò allontanadosi

-Dai calmati! Andiamo a vedere cosa è successo.-

Trovammo subito la causa del rumore. Dean saltando sul mobile aveva fatto cadere un condenitore di vetro pieno di candele.

-Per piacere mentre io raccolgo i pezzi più grossi prendi la scopa in cucina? La trovi di lato al frigorifero.- chiese inginocchiandosi

Andai a prenderla ma mentre tornavo sentii nuovamente rumore di vetro rotto e una imprecazione da parte di Jack. Lo trovai ancora inginocchiato accanto ai vetri ma con una mano coperta di sangue.

-Jack!-

-Non è nulla tranquilla è solo un graffio.-

-Non dovevi raccoglierli con le mani.- dissi inginocchiandomi accanto a lui e esaminando il taglio che percorreva l'intera lunghezza del palmo destro

-Non mi sono tagliato raccogliendoli ma per la rabbia.-

-Come?-

-Quelle candele erano di Sheila guarda!- spiegò indicandomi un foglio di carta li vicino

"Queste candele le conserviamo per i nostri momenti speciali amore!Non darle ai tuoi amici! Ti amo Sheila!"

-Oh- riuscii solo a dire

-Sa solo farmi del male- disse strappando il foglio e buttandolo nel cestino

-Vieni andiamo a disinfettare questa mano Jacky-

-Si-

Ci alzammo e andammo in bagno dove gli lavai la ferita con acqua fresca. Trovai il disinfettante e un cerotto. Era un brutto taglio ma non così grave da necessitare l'ospedale.

-Mi dispiace Jen- mormorò mentre gli facevo aderire il cerotto alla mano.

-Di cosa devi dispiacerti?-

-Ho rovinato tutto.-

Lo guardai negli occhi, era veramente triste e la cosa non mi piaceva.

-Non hai rovinato nulla Jack!-

-Si invece! Mi dispiace e non immagini quanto!-

-Fai una cosa per me?-

-Certo! Tutto ciò che vuoi!-

-Stai zitto.-

Così dicendo gli presi il viso tra le mani e finalmente le nostre labbra si incontrarono. Prese

coraggio e cominciò a muoverle dolcemente con le mie. Le mie braccia furono velocemente intorno al suo collo mentre lui mi stringeva a se con le mani intorno al mio bacino.

Mi prese per mano e tornammo in salotto dove si sedette su di una poltrona tirandomi in braccio a lui. Dopo avermi più volte accarezzato il viso ricominciammo da dove avevamo interrotto. 

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Capitolo 12
*** Serata casalinga... ***


12

Eravamo ancora li a coccolarci sul divano quando il suo stomaco interruppe quel magico momento con un sonoro lamento.

-Immagino tu abbia fame- sussurrai divertita

-Già! Però è un peccato interrompere non credi?- disse avvicinandosi nuovamente a baciarmi ma io mi scostai lasciandolo basito.

-Abbiamo tempo no Jack?-

-Certo! Pizza?- domandò sorridendo

-Ovvio! Ma anche una coca grazie!-

-Ai suoi ordini signorina!-

Ridendo scesi dalla sue gambe e, dopo un ultimo veloce bacio, prese il telefono per ordinare la cena. Ero contenta della piega che aveva preso la relazione ma c'era ancora qualcosa che dovevo sapere. Lo faceva perchè sentiva qualcosa per me o perchè non voleva pensare a Sheila? Dovevo assolutamente saperlo. Non potevo lasciarmi andare senza sapere se tra di noi c'erano sentimenti o meno.

Mi sedetti sul divano e poco dopo lui si mise accanto a me.

-Piccola che hai? Non sarai pentita vero?- mi chiese preoccupato

-No no per nulla! Solo che devo sapere una cosa Jack... ne ho bisogno.-

-Chiedimi tutto ciò che vuoi!-

Mi prese la mano e incatenò i miei occhi ai suoi.

-Cosa c'è tra noi? Nel senso... E' passato pochissimo tempo da quando hai rotto con lei...-

-Hai paura che io ti stia solo usando per dimenticarla?-

-Io.... si è così mi dispiace ma ho davvero paura.-

Mi guardò sorridente e mi accarezzò una guancia

-Mia piccola Jennifer come potrei mai? Sei una persona speciale, sei bellissima, dolce, divertente e con te sto bene! Con te sono me stesso, posso essere me stesso! Lo so che magari le cose sono andate troppo velocemente, che ci conosciamo davvero da poco.

Ma quando ti guardo, quando sento la tua voce o quando ridi sento che sono completo.

Se credi davvero che possa usarti allora rallentiamo, aspetterò tutta la vita se necessario ma non ti lascerò andare via da me.-

Non mi aspettavo una risposta del genere, non ne ero preparata. Sentivo gli occhi pizzicarmi e sapevo che se mi avesse detto ancora una sola parola così dolce sarei scoppiata in lacrime.

-Jenny piccola mia. Permettimi di starti accanto, permettimi di tenerti con me. Io credo nel colpo di fulmine e posso garantirti che come i miei occhi ti hanno vista in quel cafè non ho mai smesso di pensarti. Vorrei poterti dire che ho preso il tuo telefono di proposito invece ammetto che in quello cupido e la fortuna mi hanno assistito. Resta insieme a me Jen!-

Ed ecco che le lacrime cominciavano a rigarmi il viso, sorrise e mi passò un fazzoletto con cui mi asciugai gli occhi. Non sapevo cosa dire eppure dovevo dire qualcosa visto che era li in attesa di una mia risposta.

-Si- fu l'unica parola che uscì dalle mie labbra

Si alzò e mi strinse forte a se mentre io mi beavo di quel contatto.

-Cavoli!- dissi a un tratto

-Che succede?-

-Il mio mascara è andato...-

-Ahahahahaha sei stupenda lo stesso sai? Con o senza trucco! Ma dimmi una cosa piuttosto... sei veramente comoda con quei vestiti addosso?-

-No in effetti mi sento abbastanza strana!- ammisi

-Strana o meno sei veramente sexy! Ma forse è meglio se ti metti qualcosa di comodo no?-

-Dai vado a casa a cambiarmi allora!-

-Ma sei matta? Tu non ti muovi da qui! Vieni!- esclamò prendendomi per mano e trascinandomi nella sua camera.

Si mise a rovistare nel suo armadio e ne tirò fuori una camicia, un paio di pantaloncini da calcio oltre che una tshirt nera.

-Ecco! La maglia e i pantaloni sono di mia sorella Kelly dovrebbero esserti giusti o una taglia più grande. Mentre la camicia è mia così la puoi mettere sopra. Resta pure a piedi nudi c'è il parquet nuovo per cui non prendi freddo!-

-A tua sorella non dispiacerà?-

-Ma va! Dai cambiati io intanto metto su un film vuoi? Direi però che sarebbe meglio evitare quelli che abbiamo preso, almeno mentre mangiamo no?-

-Concordo!-

-Lascia pure i tuoi vestiti sulla sedia con i miei!- concluse e uscì chiudendo la porta.

Mi cambiai e dopo aver girato parecchie volte che maniche della sua camicia, tornai in salotto.

Era seduto sul bancone della cucina che mangiava patatine.

-Allora come sto?- domandai facendo una giravolta

-Splendida! Patatine?- rispose lanciandomene un sacchetto

-Dovresti mangiare in maniera più sana sai?-

-Hai detto bene! Dovrei!-

Mi sedetti sul bancone accanto a lui e cominciai a sgranocchiare anche io.

-Che film hai scelto alla fine?- chiesi

-Un classico... Via col vento-

-Scherzi vero?-

-Ovvio! Ahahaha che faccia! Ho messo su 2012 e Titanic. Vanno bene?- disse

-Benissimo! Cavoli mi hai spaventata! Via col vento... che razza di film!-

-Lo hai mai visto?-

-No! E non ho intenzione di vederlo!-

In quel momento suonarono alla porta, mi diede anche il suo pacco di patatine e andò ad aprire.

-Vieni! Presto corri!- urlò dall'entrata

-Che succede?- risposi correndo verso di lui

-Assolutamente nulla ma aiutami no?- disse facendo cenno a due sacchetti che aveva appoggiato sul mobile

-Cioè tu mi fai prendere un infarto per farti aiutare?-

-Si! Ahahahah-

-Scemo!-

-Ahahahahahahaha-

Ci sedemmo sul divano e dopo aver versato due bicchieri di coca cola cominciammo a mangiare.

-Finalmente cibo!- esclamò

-Devo dire ce hai davvero ottimo gusto in fatto di pizza e gelati Jack!- mi complimentai

-Bhe vuoi dirmi a chi non piace la pizza con peperoni e salame?- rispose addentandone uno spicchio e facendo filare la mozzarella.

Non risposi ma bevi un po' della mia bibita.

Fu allora che apparve Dean miagolante e affamato.

-Gli hai dato da mangiare vero Jack?- chiesi

-Certo! E poi ha i croccantini li vicino all'acqua!- disse accarezzandogli il muso

-La pizza gli fa male?-

-No per qualche pezzo no! Meglio però senza condimenti!-

Così gli allungai il bordo che avevo in mano e lo guardai gustarselo.

-Accendo il film vuoi?-

-Ma si dai! Tanto abbiamo finito no?-

-Certo! Senti ti va se preparo un paio di drink?- domandò alzandosi

-Si!-

-Cosa preferisci?-

-Sorprendimi Jack!-

Rise e scomparve in cucina. Lo sentivo muoversi e canticchiare fino a che, dopo diversi minuti, riapparve con due bicchieri.

-Ecco a lei signorina!- disse porgendomene uno

-Cos'è?- domandai curiosa

-Un "Long Island"! Spero ti piaccia!-

-Un drink femminile! Tu che bevi?-

-Da bravo texano cosa vuoi che bevo? Whiskey!-

Spense le luci e mi mettemmo comodi mentre sullo schermo della sua megatv scorrevano i titoli iniziali del film.

Passarono alcuni minuti ma sentivo che Jack non era tranquillo, continuava a muoversi e cambiare posizione.

-Tutto bene?- chiesi

-No!- rispose

-Che c'è che non va? Non ti piace il film?-

-Non è il film che non va! E' che non mi va come siamo messi. Posso fare una cosa?-

-Certo!-

Si alzò e come se fossi un pupazzo mi sollevò spostandomi vicino a lui. Non riuscivo a capire cosa volesse fare finchè non si sedette e non si battè sul petto.

-Vieni qua!- ordinò

Imbarazzata mi appoggiai al suo petto e lui mi circondò con un braccio.

-Ecco ora va bene!- disse incrociando i suoi stivali sul tavolino di fronte e prendendomi la mano. Fece ripartire il film ma io non riuscivo più a seguirlo. Sentivo il battito del suo cuore, il suo pollice che accarezzava il dorso della mia mano e le sue labbra che di tanto in tanto si appoggiavano sulla mia testa. Il suo respiro era tranquillizzante, regolare e profondo.

Erano solo le 23 eppure mi sentivo esausta.

Per me quella giornata era stata lunga e piena di eventi. Non riuscivo a capire come Jack non fosse neanche lontanamente stanco. Ma certo lui era abituato a quella vita e ora che io stavo con lui avrei dovuto abituarmici a mia volta. Volevo sapere che cosa aveva intenzione di fare così sollevai la testa dal suo petto per guardarlo ma lo trovai beatamente addormentato.

Non ero solo io quella stanca allora. Sorrisi e gli accarezzai il viso. Aveva un'aria ancora più angelica mentre dormiva tranquillo. Sciolsi dolcemente le nostre dita e mi alzai. Era ora che tornassi a casa. Non sapevo se svegliarlo per mandarlo a letto ma visto che il divano era piuttosto comodo optai per lasciarlo stare. Andai nella sua stanza e rimisi velocemente i miei abiti. Trovai un foglio e una penna per lasciargli un messaggio.

"Grazie della serata Jack! Sono andata a casa visto che come te ero davvero stanca! Chiamami! Un bacio Jay"

Tornai in salotto e appoggiai il biglietto sul divano accanto a lui. Gli accarezzai nuovamente il viso, gli baciai delicatamente la fronte e uscii di casa chiamando un taxi con il mio iphone.

Appena arrivai a casa trovai mia cugina intenta a leggere un libro. La salutai e lei mi disse che doveva parlarmi di una cosa importante. Mi scusai e le promisi che ne avremmo parlato il giorno dopo visto che in quel momento ero completamente distrutta.

Mi spogliai e indossai la camicia che avevo portato via da casa di Jack, era stata una cosa più forte di me. Non potevo stare lontana anche dal suo profumo. Gliela avrei restituita.... forse.

Mi sdraiai a letto e nel giro di pochi minuti mi addormentai. 

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Capitolo 13
*** Colazione a letto! ***


 

Che cos'era quel rumore, quel ronzio. Feci mente locale e riconobbi la vibrazione del mio cellulare. Mi stiracchiai e lo afferrai.

Era un messaggio di Jack. Mi misi comoda e sorridente lo aprii.

"Scusa scusa scusa scusa non volevo addormentarmi! Mi dispiace tantissimo spero che tu non te la sia presa! Appena ti svegli fammi uno squillo che ti chiamo! Mi manchi. Bacio Jack"

Ma che dolce! Si scusava di essersi addormentato. Era così bello vederlo li completamente rilassato. Un angelo, un momento... il mio angelo!

Mi misi a sedere e stavo per fargli uno squillo quando mia cugina bussò alla porta.

-Jay posso entrare?-

-Certo!-

-Ti ho portato il caffè!-

-Grazie sei un tesoro! Scusami per ieri sera ma davvero ero distrutta! Non avrei mai pensato che la mia vita avrebbe preso una piega simile.-

-A proposito della nostra vita qui....- iniziò a dire Rebecca ma si interruppe guardando la sveglia sul mio comodino.

-Accidenti quanto è tardi! Ne parliamo dopo ok?- continuò alzandosi e correndo fuori dalla camera

-Non so a che ora torno perchè ora chiamo Jack, credo che andremo a farci qualche giro e poi io lavoro oggi!- le urlai senza alzarmi dal letto

-Ne parliamo appena ci becchiamo allora! Bacio tesoro scappo!- gridò Reb e uscì di casa

Sorseggiai un po' il mio caffè e poi feci uno squillo a Jackson.

Dopo pochi secondi il mio iphone cominciò a suonare.

-Cavoli che velocità!- dissi come saluto

-Buongiorno piccola! Sai ero a letto che aspettavo il tuo squillo!-

-Alla fine ce l'hai fatta ad arrivare al letto!-

-Si! Mi sono svegliato e non ti ho trovata, volevo chiamarti ma poi mi sono accorto che erano le 4 del mattino così mi sono buttato a letto. E verso le 7 ti ho mandato il messaggio. Scusami non volevo addormentarmi solo che ero davvero distrutto. Ma potevi svegliarmi!- mi spiegò

-Non scusarti! Anche io ero stanchissima! E no non potevo svegliarti eri così bello mentre dormivi rilassato, sembravi un angelo!- risposi. Al telefono dire certe cose era più semplice!

-Grazie piccola! Senti un po'... hai già fatto colazione?-

-No ho solo bevuto un po' di caffè! Perchè?-

-Perfetto non mangiare altro. Sei vestita?-

-Sono ancora a letto Jack!-

-Allora avevi proprio voglia di sentirmi se non ti sei neanche alzata!-

-Si è vero!- ammisi arrossendo

-Anche io!- confessò di rimando

-Bhè senti perchè non dovrei mangiare? Ho fame!- domandai

-Arrivo tra 10 minuti e non vestirti.-

-Ma sei matto?-

-No ma dimmi non ti va di fare colazione a letto?- chiese malizioso

-Si che mi va!-

-Con me?-

-Certo! Ma a una sola condizione....- dissi divertita

-Quale?-

-Devi portare le ciambelle!-

-Ahahahah agli ordini signorina! A tra poco!-

-Ti aspetto-

E chiusi la chiamata.

Esisteva al mondo ragazzo pù dolce? Non credo proprio.

Come poteva quella li averlo ferito in quel modo orribile? Con che coraggio? Non si faceva schifo da sola?

Mi persi in quei pensieri per alcuni minuti fino a che non fui ridestata dal campanello.

-Jack!- esclamai aprendo la porta

-Eccomi qui con la sua colazione signorina! E con una sorpresina... anzi due!- rispose sorridente porgendomi un sacchetto dello starbuck.

-Quali? Dimmi dai! Sono curiosa!-

-Una è questa!- e da dietro la dietro la schiena tirò fuori una rosa rossa che mi porse

-E' bellissima! Grazie!- dissi entusiasta allungando la mano per prenderla ma lui la spostò dietro la schina di nuovo così lo guardai interrogativa.

-Prima un bacio! Poi la rosa!-

Sorrisi e squotendo la testa lo baciai dolcemente. Lui però con un solo braccio mi sollevò da terra e approfondì il bacio. Mi portò fino al bancone della cucina e mi ci fece sedere sistemandosi tra le mie gambe. Le sue labbra si muovevano decise sulle mie mentre le sue mani mi accarezzavano la schiena e i fianchi. Si staccò da me solo per riprendere fiato.

I suoi occhi ardevano e pochi istanti dopo ricominciò a baciarmi sempre più ingordo.

Ora la sua lingua cercava e accarezzava la mia mentre le mie mani erano tra i suoi capelli.

Le sue mani mi massaggiavano la schiena da sotto la maglia del pigiama ma si fermò appena sentì che mi irrigidii quando arrivò all'elastico dei pantaloni.

-Scusami- dissi appoggiandomi alla sua spalla

-No scusami tu ho esagerato.-

-No non hai esagerato è solo che corriamo troppo.-

-Non preoccuparti piccola! Ma mi mancavi tantissimo!-

-Anche tu Jacky!- dissi e lo baciai nuovamente

-Colazione?- chiese dolcemente

-Certo!-

Ci dirigemmo insieme in camera mia dove io mi lanciai sul letto e lui si sedette accanto a me.

Mangiammo le ciambelle coccolandoci e scambiandoci baci.

-Aspetta- dissi allontanandomi dal suo abbraccio

-Che c'è?- chiese

-L'altra sorpresa?-

-Giusto!- cominciò stringendomi a se di nuovo e prendendo una busta dalla tasca della giacca che si era tolto -ecco a te-

Lo guardai curiosissima e vedendolo sorridere aprii l'involucro.

Erano due biglietti per un imminente concerto di Lady Gaga.

-NON POSSO CREDERCI!- esclamai entusiasta -COME CI SEI RIUSCITO?-

Sorrise e si passò una mano tra i capelli.

-Vedi piccola per farti felice ti porterei anche una stella! Se quello che vuoi è una stella o la luna dimmelo e in qualche modo la prenderò per te!-

Non avevo immaginato una risposta simile così mi lanciai su di lui baciandolo con tutta la passione che avevo in corpo.

-Jack- cominciai guardandolo -come sapevi che mi piace Lady Gaga?-

-Piccola mia ti ho osservata mentre eravamo in quel negozio di dvd, stavi guardando il video dei suoi concerti con aria sognante quindi....- spiegò ma non fece in tempo a finire che lo baciai nuovamente.

-Sei il migliore Jack lo sai?-

-Per così poco? Ma dimmi con chi ci vuoi andare?-

-Ma che domande fai con te!-

-Credevo volessi qualche tua amica o tua cugina!-

-No non potrei andarci con nessuno che non sia tu.-

Questa volta fu lui a baciare me con foga ma fummo interrotti dal suo telefono che suonò.

-Jerad certo che hai un tempismo...- disse stringendomi a se

-Digli che lo detesto!- esclamai appoggiandomi al suo petto

-Dice che anche lui ti adora! Bhe dimmi che vuoi?.... Fare una serata? Quando?.... Perchè no... dai dille pure che va bene! Dobbiamo provare?.... Ok ok arrivo! Anzi arriviamo!- e chiuse la chiamata girandosi verso di me.

-Senti piccola che cosa ne dici di venire a sentirci provare? Sabato facciamo una serata quindi un po' di pratica non ci farà male! Tu vieni vero?- chiese

-Naturalmente! Ah! No mi dispiace io devo lavorare Jack!-

-Oh...- disse deluso

-Dai non prendertela....-

-Certo... senti io ora vado ok? Ti chiamo dopo.-

-Jack cavoli io ho bisogno di lavorare!-

-No non ne hai visto che mi hai detto che li avresti i soldi-

-JACK!- esclami irritata

-Hai ragione scusami! Mi sto comportando da bambino!-

-Ci saranno altri concerti no?-

-Certo! E se non ci saranno in programma lo faremo apposta per te! Che ne dici?-

-Grazie! Ne sarei onorata!-

-Mi perdoni?- sussurrò abbracciandomi

-Non saprei.....-

-Non sapresti? E con questo?- disse prima di baciarmi dolcemente

-Decisamente sei perdonato!- risposi attaccando di nuovo le sue labbra 

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Capitolo 14
*** Ospedale... ***


Erano le 8.30pm del sabato del concerto e io ero a lavoro dopo aver passato la giornata ad ascoltare i 100 Monkeys provare diverse canzoni. Jack era così sensuale mentre suonava e cantava, mi era stato difficile non saltargli addosso e ricordarmi che c'erano anche gli altri ragazzi.

Mi aveva più volte pregato di andare ma poi aveva rinunciato sapendo bene che non potevo. Mi aveva anche promesso che il concerto sarebbe finito per le 11 e che sarebbe venuto a prendermi sicuramente.

Invece ora mi veniva difficile ricordarmi che stavo lavorando.

Alyssa e Aaron se la ridevano della mia sbadataggine ma per loro la serata raggiunse l'apice del divertimento quando un paio di ragazzine mi chiesero di fare una foto insieme a loro.

Cavoli mi aspettavo che succedesse solo quando ero in compagnia di Jackson ma a quanto pare mi sbagliavo.

Finalmente arrivarono le 11.45pm ora in cui era solito arrivare il mio bel attore a prendermi, ma quel giorno guardando fuori non lo vidi. Controllai il telefono, niente messaggi e niente chiamate. Sicuramente era in ritardo per cui tornai alla pulizia del locale insieme a Ally e Aaron. Tutti e tre insieme finimmo di capovolgere le sedie e lavare i pavimenti.

-Finito!- disse Aaron passandosi il dorso della mano sulla fronte

-Si finalmente!- concordai sorridendo e guardai fuori nuovamente rimanendo delusa -Ragazzi ma che ore sono?-

-Mezzanotte e venti. Perchè?- rispose Alyssa

-Perchè Jack non è ancora arrivato- spiegai

-Strano... di solito la sua grossa lexus è qui prima di mezzanotte!- disse Aaron avvicinandosi

-Infatti!- concordai. Estrassi il telefono dalla tasca e provai a chiamarlo. Nessuna risposta.

-Non risponde- dissi -Non è da lui! Se fa tardi avverte almeno con un messaggio!-

-Magari sta guidando no?- domandò Ally

-Ha l'auricolare mentre guida....-

-Può essersi addormentato no?- ipotizzò lei ancora

-E' troppo presto perchè dorma....-

-Chiama un suo amico- propose Aaron

-Hai ragione!-

Feci scorrere l'elenco dei contatti fino al nome di Jerad e pigiai il tasto di chiamata.

Uno squillo.

Due squilli.

Tre squilli.

-Pronto?- rispose infine

-Jerad!-

-Jennifer! Stavo per chiamarti!-

-Tu? E perchè non Jack?-

-Vedi è successa una cosa...-

-Cosa?-

-Li al concerto è apparsa Sheila....-

-E' tornato da lei?-

-Ma sei matta?-

-E cosa allora?-

-Era in compagnia del suo amato...-

-Jerad taglia corto.... Senti dove siete?-

-In ospedale!-

-COSA?-

-Non allarmarti ora Ben arriva a prenderti!-

-Non allarmarmi? Mi dici che siete all'ospedale e non dovrei allarmarmi?-

-Arriva a prenderti ok? Poi ti spiegheremo tutto! A dopo.-

E la chiamata finì.

Mi voltai verso i miei amici che mi guardavano interrogativi e preoccupati. Non sapevo che dire, che fare, che pensare.

-Chi è all'ospedale?- chiese Aaron

-Jerad e gli altri.... credo che Jack si sia fatto male e...- ma le parole mi morirono in gola e scoppiai a piangere abbracciando Alyssa

-Non sarà nulla di grave dai! Non ti ha detto che ospedale? Così ti portiamo li...- mormorò Aaron accarezzandomi la schiena

-No... ha detto che Ben arriva a prendermi!-

-Allora asciugati gli occhi e calmati vedrai che non è nulla di che!-

-Aaron resti tu con lei io devo andare a prendere mia sorella in un locale purtroppo!- disse Ally

-Certo!-

-Jen non piangere dai! Appena sai qualcosa chiamami ok?- esclamò lei poi mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò

-Vedi di ricordarle di dirlo anche a me sai? Sarò un maschio ma ho dei sentimenti anche io!- disse fingendo un pianto

-Scemo!-

-Sai Jay io ti voglio molto bene! Siamo diventati amici da subito e non sai quanto mi faccia piacere! Sono felice che con Jackson tu stia bene dopo tutto è un bravo ragazzo, strano questo è certo, ma un bravo ragazzo!-

-Ti voglio bene anche io Aaron, e posso dire con tutta me stessa che sei il mio migliore amico! Per me ci sei sempre mi fai ridere quando sono triste e mi sostieni sempre!-

-Adesso mi commuovo!-

-Ahahahaha-

-Guarda quella macchina ti fa i fari-

-E' Ben! Vado!-

-Fammi sapere ok?-

-Certo! Grazie di tutto!-

-Corri!-

Salii in macchina e ancora prima che potessi allacciarmi la cintura Ben G partì in quarta.

-Vuoi dirmi cosa è successo?- chiesi

-Sheila e il suo sfigato erano al concerto!-

-E allora?-

-Lui ha visto che tu non c'eri e insieme a lei ne hanno approfittato per insultarti! Dicevano cose orribili che purtroppo per loro sono arrivate all'orecchio di Jack.-

-Che ha fatto?-

-Bhe sai bene che lui non sopporta queste cose e sai bene cosa sei per lui. Per cui prova a immaginare Jenny!-

-Si sono picchiati?-

-Assolutamente si! Prima gli ha detto di finirla, che la descrizione che faceva era quella di Sheila e non la tua. Ma quelli non la smettevano e allora non ci ha più visto e gli ha rovesciato una birra in testa. Quell'altro invece gli ha tirato un pugno!-

-Lo avete portato all'ospedale per un pugno?-

-No lo abbiamo portato all'ospedale dopo che quello gli ha rotto una bottiglia di birra in testa!-

-ODDIO!-

-Calmati non è nulla di grave adesso però ti cerca-

Senza rendermene conto ero scoppiata a piangere e Ben se ne accorse visto che mi passò un fazzoletto.

-Non piangere dai! Avrà mal di testa per un paio di giorni!-

-Il mio amore è in ospedale Ben!-

-Chi?-

-Hai capito bene!-

-Lui lo sa?- mi domandò

-No- mormorai asciugandomi gli occhi

-Perchè non gli dici che lo ami Jen? E' quello che provi no?-

-Si è vero lo amo più della mia stessa vita! Ma non posso dirglielo è uscito da poco da una situazione tragica non sarebbe giusto....-

-Jennifer.... diglielo ne ha bisogno!-

-No-

-Ne riparliamo siamo arrivati. Ti lascio qui davanti. Entra gira direttamente a destra e dovresti trovare Jerad e gli altri.-

-Ok a dopo-

-A dopo.-

Scesi dall'auto e corsi dentro seguendo le istruzioni di Ben.

Fortunatamente vidi subito Jerad ma venni fermata da Lani che non mi permise di proseguire.

-Che cosa ci fai qui?- chiese arrogante

-Il mio ragazzo è li dentro levati!-

-Il tuo cosa? Lui sta con Sheila! Non crederai davvero che un attore, un artista come lui possa davvero volere qualcosa più di una avventura con te!-

-Tu non sai cosa c'è tra me e Jack ora spostati!-

-Jack è un attore, tu sei solo una cameriera!-

La lite aveva attirato l'attenzione di parecchia gente e quindi anche di Jerad che stava venendo verso di noi.

-Io sarò una cameriera ma almeno ho la mia dignità! Io non mi spoglio per vivere!-

-Brutta stronza! Non lo farai di lavoro ma sei una emerita puttana!- disse afferrandomi un braccio.

Venni percorsa da una scossa e mi rividi in palestra mentre facevo kung fu. Non lo praticavo da alcuni anni ma in quel momento mi sentivo come fossi di fronte all'avversario da stendere.

Senza rendermene conto con due soli movimenti mi liberai dalla sua presa e la buttai a terra.

In quel momento arrivò anche Jerad.

-Ben fatto Jenny! Ma come hai fatto?- domandò guardandola rialzarsi

-Kung fu!-

-Fantastico! Bhe ora vieni Jack ti sta cercando. Credo che vogliano tenerlo qui questa notte.-

Mi accompagnò fino a una porta dove, dopo aver fatto un cenno al medico, mi fece entrare.

-Jen?-

-Jack! Jack cucciolo mio sono qui!-

Mi avvicinai al letto dove era sdraiato con i soli pantaloni e piangendo lo abbracciai.

-Piccola attenta rischi di sporcarti con il sangue!-

-Chissene frega! Fatti guardare!-

Mi allontanai per guardarlo bene. Aveva delle garze che gli tamponavano due diverse zone della testa, un brutto taglio sullo zigomo destro e diversi ematomi sul busto.

-Piccola mi dispiace di non averti chiamata per avvertirti che non riuscivo a passare a prenderti.-

-Non importa! Guarda come ti ha ridotto! Jack dovevi lasciarlo dire!-

-No nessuno si deve permettere di dire quelle parole riferite a te! Non è degno di nominarti! Non potevo lasciarlo dire!-

-Perchè no?-

Tentennò per alcuni secondi, abbassò gli occhi poi li incatenò ai miei.

-Perchè... Perchè io ti amo Jennifer!-

OH MIO DIO! Ero senza parole avrei voluto dirgli che anche io lo amavo da impazzire eppure stavo li zitta con le lacrime agli occhi a guardarlo.

Il silenzio venne interrotto dal medico che doveva visitarlo.

Gli mise una benda intorno alla testa e coprì con una garza il taglio sul viso.

-Allora signor Rathbone i suoi amici qui fuori mi hanno detto che lei vive solo quindi la tratteniamo per questa notte. La botta che ha preso sulla testa era piuttosto forte e per i prossimi giorni potrebbero verificarsi dei capogiro.-

-No non resterò qui la notte dottore-

-Signor Rathbone non può rimanere da solo questa notte. Potrebbe avere bisogno di aiuto.-

Ci fu un attimo di silenzio mentre il medico compilava il modulo per il ricovero. Guardai Jack che tristemente si arrendeva alla realtà. Mi guardò con occhi colmi di lacrime e io non resistetti.

-Ci sono io a casa con lui!- esclami lasciando tutti, compresa me stessa, senza parole.

-Lei starà la notte a controllarlo?- mi domandò il dottore

-Si! Starò con lui tutta notte!-

-Bene allora venga le dico cosa deve fare, le do un paio di ricette mediche e dopo può aiutarlo a rivestirsi per andare.-

Seguii il medico in un ufficio dove mi diede tutte le carte, modi e quantità di somministrazione degli antidolorifici e un tubetto di pomata per gli ematomi.

Dopo averlo ringraziato tornai da Jack che non si era mosso di un millimetro.

-Grazie Jen- disse appena entrai

-Per te farei di tutto-

Lo aiutai a mettersi seduto e presi la sua camicia dalla sedia li vicino.

-Jen per quello che ho detto prima..... volevo che tu lo sapessi.-

-Jack....-

-No davvero. Non mi importa quanti anni dovrò aspettare per sentirtelo dire ma li aspetterò!-

-Jack....-

-Sono serio Jen! Non so come e quando ma prima o poi ti farò innamorare di me!-

-Jack!- disse prendendogli il viso tra le mani

-Cosa?-

-Ti amo anche io!-

Mi strinse a se gemendo per il dolore e mi baciò con una passione incredibile.

Ci staccammo da quel bacio che entrambi avevamo il fiato corto.

-E' meglio se andiamo a casa Jen sai?-

-Già! Non mi va di farmi trovare così in un ospedale!-

Lo aiutai a infilarsi la camicia tra un bacio e una carezza.

Lo feci scendere dal lettino e tornammo nell'ingresso.

Dopo aver dato una sommaria spiegazione agli amici ci congedammo e mano nella mano andammo a prendere un taxi per tornare a casa facendo un piccolo pit-stop in farmacia.

Appena arrivati lo aiutai a cambiarsi e a lavarsi.

Provò più volte a sdraiarsi a letto anche appoggiandosi a me ma non riusciva a trovare pace.

Così si mise sul divano appoggiando la testa alla mie gambe.

Gli accarezzai i capelli per quelle che sembravano ore e fialmente intorno alle 4.40 del mattino si addormentò. 

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Capitolo 15
*** Cure al dolore! ***


Erano le 9.30 del mattino. La notte era trascorsa in maniera abbastanza agitata. Si era svegliato circa 6 volte e ogni volta lo avevo fatto riaddormentare tra baci e coccole.

Ora finalmente riposava tranquillo sul divano con dei cuscini a sostenergli la schiena.

Dopo quella nottata non me la sentivo di svegliarlo, così quando squillò il suo telefonino decisi di rispondere io.

-Pronto?- dissi scoprendo di avere la voce roca

-Jenny?- risposero dall'altro lato

-Jerad!-

-Come stai? E Jack?-

-Finalmente si è addormentato.... Ha passato una notte di inferno. Si è addormentato verso le 4 e mezza. Però si è svegliato parecchie volte, poi gli ho dato un antidolorifico così verso le 7 si è rilassato e finalmente dorme da un paio d'ore.-

-Sì è meglio se lo lasci dormire ora! Tu invece? Hai la voce molto stanca, sei rimasta sveglia tutta notte con lui?-

-Si certo! Ma non preoccuparti per me io sto bene!-

-Hai bisogno di qualcosa? Medicinali o altro?-

-No grazie Jerad se vuoi quando si sveglia ti faccio chiamare.-

-No dai magari questo pomeriggio passo a trovarvi-

-Oh posso allora approfittare della tua gentilezza visto che esci-

-Dimmi Jenny!-

-Non me la sento di lasciarlo da solo soprattutto la notte quindi ti dispiacerebbe passare a casa mia a prendere una mia borsa? Chiamo mia cugina e me la faccio preparare.-

-Nessun problema! Te la porto questo pomeriggio ok?-

-Grazie mille!-

-A dopo allora!-

E chiusi la chiamata.

Andai a controllare Jack che fortunatamente dormiva ancora profondamente.

Secondo le indicazioni del medico avrebbe dovuto mangiare leggero per alcuni giorni, così decisi di preparargli qualcosa per quando si sarebbe svegliato.

Aprii il frigo e trovai quello che serviva per preparare un ottimo purè di patate.

Per una buona mezz'ora fui talmente impegnata in cucina che non mi accorsi che Jackson era appoggiato alla porta e mi fissava.

-Ha un aspetto delizioso lo sai?- disse a un tratto

-Jack! Come stai cucciolo?-

-Mi fa male la testa e mi gira parecchio...- confessò sedendosi su uno sgabello

-Devi tornare a riposarti amore!-

-Non riesco a stare sdraiato così lo sai! Mi fa malissimo la schiena...-

-Vuoi fare un bagno caldo? Ti rilassa i muscoli...-

-Ma si dai! Poi puzzo ancora di ospedale....-

-Quando esci cambiamo le medicazioni ok? Te le cambio io!-

-Piccola tu resterai qui con me per un po' di giorni vero?-

-Si ho già chiesto a Jerad di passare a casa mia per prendere delle cose!-

-Fantastico!-

-Tieni- cominciai passandogli un piatto con del purè -mangia questo io intanto vado a prepararti il bagno ok?-

-Grazie piccola mia!-

Sorrisi, gli accarezzai il viso e andai in bagno dove aprii l'acqua calda della vasca.

Versai un po' di bagnoschiuma e lasciai che si riempisse.

Preparai il suo accappatoio e un asciugamano sul mobile accanto. Per farlo rilassare completamente abbassai le persiane per formare una penombra poi tornai in cucina dove stava ancora mangiando.

-Cucciolo andiamo che il bagno è pronto!-

-Arrivo amore!- disse posando il cucchiaio

-Hai mangiato qualcosa?-

-Si praticamente l'ho mangiato tutto! Era ottimo! Sei un'ottima cuoca!-

-Esagerato! Dai vieni che si fredda l'acqua!-

Lo aiutai a togliersi la maglia e i pantaloni. Quando fu solo in boxer uscii dal bagno.

-Se hai bisogno di qualcosa chiamami e arrivo ok?-

-Potresti anche restare sai?- disse provocante

-Meglio di no!-

-Hai ragione non sono abbastanza in forma per sedurti-

-Scemo! Senti ti dispiace se di la metto un po' di ordine?-

-Puoi fare tutto quello che vuoi! Dovresti riposare però!-

-Dopo! Tu ora fatti un bel bagno!-

Uscii appoggiando la porta.

Tornai in cucina e constatai che aveva davvero mangiato quasi tutto quello che avevo preparato per cui sorridendo pulii tutto riordinando.

Nel salotto piegai le coperte e misi a posto i cuscini.

In camera da letto raccolsi tutti i vestiti e li misi nel mucchio delle cose sporche, preparai il letto per Jack e sistemai anche li i cuscini.

Erano ormai 40 minuti che Jack era nella vasca così bussai al bagno per dirgli di uscire.

-Jack ci sei? Devi uscire ora!-

-Entra pure piccola!-

Aprii la porta e lo trovai con l'accappatoio addosso. Aveva i capelli ancora gocciolanti segno che non riusciva a asciugarseli con l'asciugamano visti i lividi sulle braccia.

-Siediti ci penso io ai capelli così cambiamo anche le medicazioni.-

-Grazie amore mio!- rispose sorridente sedendosi su uno sgabello

Aprii le persiane per farmi luce e cominciai a togliergli la benda intorno alla testa.

Fu quando tolsi le garze che coprivano i tagli tra i capelli che cominciò a lamentarsi per il dolore. Con le lacrime agli occhi gettai la medicazione e leggermente cominciai a passargli del cotone imbevuto di disinfettante sui tagli. Sentivo che soffriva dal modo in cui appoggiò la fronte alla mia pancia e mugolò. Misi sia li che sul taglio sullo zigomo la pomata prescritta dal medico e ricoprii con delle garze fermandole con del cerotto a nastro.

Poi spalmai un po' di crema antidolorifica su ogni livido.

-Ecco Jack abbiamo finito!-

-Cavoli che male!-

-Scusami!-

-Non è colpa tua amore!-

-Vieni devi vestirti!-

Lo presi per mano e lo trascinai in camera dove, dopo che si fu infilato i boxer, lo aiutai a mettere una tshirt nera e dei pantaloni della tuta.

Si sedette sul letto tenedosi la testa segno della stanchezza che provava.

-Jack sdraiati dai!-

-No voglio stare un po' con te!-

-Sei stanco devi riposare-

Non rispose ma strinse gli occhi.

-Vado a prenderti una pastiglia Jacky ok?-

-Non ti dispiace vero?-

Andai in cucina, presi il flacone di pastiglie e un bicchiere d'acqua poi tornai in camera.

Si era appoggiato ai cuscini e teneva gli occhi chiusi.

-Ecco qui cucciolo!-

-Grazie piccola!- rispose cercando invano di alzarsi

-Fermo fermo fermo!- esclamai appoggiando il tutto e facendolo sedere

-Grazie non so cosa farei senza te!-

-Tieni prendi una di queste!-

Lo aiutai a bere dell'acqua per ingoiare la pillola e poi lo feci stendere di nuovo.

-Prova a dormire dai!-

-Resta con me!-

-Jack devi riposare....-

-Per piacere!-

Non potevo dire di no quando mi guardava in quel modo così mi sdraiai accanto a lui e, come la sera precedente, cominciai ad accarezzargli dolcemente i capelli.

Mi guardava negli occhi e solo dopo 15 minuti le sue palpebre cominciarono a chiudersi segno che la medicina stava facendo effetto.

-Amore?- sussurrò

-Dormi Jack parliamo dopo-

-Devo dirti una cosa importante...-

-Me la dici quando ti svegli! Fai la nanna!-

-No ascoltami.....- disse con voce sempre più bassa

-Dimmi-

-Io voglio ringraziarti di essere la mia ragazza e voglio ricordarti che ti amo!-

-Ti amo anche io!-

Sorrise a occhi chiusi e sollevò di poco la testa in cerca di un bacio che gli diedi senza pensarci. Gli accarezzai il viso ma mi fermò la mano, la baciò e la strinse nella sua.

Mi tirò a se delicatamente e dopo che si fu assicurato di stringermi a se sospirò soddisfatto.

-Dormi con me piccola!-

-Va bene cucciolo!-

E più stanca di quanto pensassi mi addormentai tra le sue braccia.

Aprii gli occhi e trovai quelli di Jack che mi guardavano dolcemente.

-Scusa piccola ti ho svegliata!-

-No no tranquillo ma che ore sono?-

-Le 18.30-

-Cavoli ho dormito tantissimo! Jerad si sarà incavolato che nessuno gli ha aperto!-

-Calmati amore mio!- disse accarezzandomi il viso

-Ma Jerad?-

-Non preoccuparti di lui è già passato, gli ho aperto io. La tua borsa è li!-

-Tu ti sei alzato? Oddio Jack mi dispiace da impazzire! Devi stare calmo e rilassato!-

-Ssssssh- iniziò a dire -Mi sento benissimo e non dispiacerti piccola mia!-

Stava accompagnando ogni parola con un bacio sul mio viso e a fine frase mi baciò con passione rotolandosi sopra di me. I suoi baci diventavano sempre più focosi e le sue mani vagavano ingorde sul mio corpo.

-Lasciati andare piccola!- diceva tra un bacio e l'altro.

-Jack non so se è il caso sei convalescente-

Mugolò una risposta mentre mi tirava sopra di se e mi sfilava la maglietta lasciandomi con il reggiseno. Lo aiutai a liberarsi della sua tshirt e dei pantaloni.

Mi fece nuovamente rotolare sotto di se e mi sfilò i pantaloni mentre lasciava una scia incandescente di baci sul mio collo. Si mise accanto a me se senza staccare gli occhi dai miei mi tolse l'intimo e cominciò a stimolare la mia femminilità.

Dopo alcuni minuti ricominciò a baciarmi e si posizionò tra le mie gambe.

Intrecciò le mani alle mie e dolcemente entrò dentro di me. Le sue spinte inizialmente erano dolci, leggere ma quando allacciai le gambe al suo bacino cominciò a essere più violento.

Ero in estasi. Dopo alcuni minuti le sue spinte divennero più profonde e veloci così cominciai seguire i suoi movimenti con il mio bacino. Mi guardò negli occhi e dopo un'ultima spinta raggiungemmo insieme l'apice del piacere.

Mi baciò dolcemente e appoggiò la testa al mio petto lasciando che gli accarezzassi i capelli.

Poco dopo si mise accanto a me stringendomi a lui e accarezzandomi il braccio mentre le sue labbra mi baciavano la testa.

-Jen?-

-Si?-

-Ti amo da impazzire!-

-Anche io Jack!-

Rimanemmo in quella posizione per un sacco di tempo fino a che ridendo si alzò.

-Cosa ridi mr muscolo?- chiesi

-Vedi... mi scappa la pipì!-

-Ahahaha corri!-

Rimasta sola pensai a quello che era appena successo e finalmente realizzai l'orrore che mi era sfuggito. Jack non aveva usato protezioni visto che giorni prima mi aveva vista prendere la pillola. Ma con la scusa del lavoro e che lui si era fatto male erano 3 giorni che non la prendevo. Mi misi a sedere con la mano davanti alla bocca.

Cosa avrei fatto ora? 

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Capitolo 16
*** Divertimento e cattive notizie. ***


16

Ero seduta sul divano con addosso solo la camicia di Jack che indossava solo dei jeans e insieme a lui guardavamo la tv.

Non gli avevo detto nulla di nulla sul fatto della pillola, avrei aspettato 4 giorni, esattamente i 4 giorni che mi separavano dal ciclo.

-Piccola che hai? Ti vedo pensierosa!-

-Eh? No no nulla sono un po' così!-

-Non sarai mica pentita vero?- disse spaventato

-No Jack non potrei mai esserlo! E' stato meraviglioso, tu sei meraviglioso!- esclamai

-Tu sei meravigliosa non io! Non hai fame?-

-Si parecchia!-

-Pizza?-

-Non dovresti mangiare pizza....- dissi guardandolo

-Pizza?-

-Jack devi stare leggero....-

-Pizza?-

-Poi magari stai male...-

-Pizza?-

-Se ti dico di si la smetti?-

-Pizza?-

-Per l'amor del cielo pizza ok?-

-Ottimo amore ti amo!- e mi spinse sul divano per raggiungere il telefono e ordinarla

Scossi la testa e sorridendo lo raggiunsi abbracciandolo.

Nello stesso momento suonarono alla porta e Jack mi fece cenno di andare ad aprire, così senza pensare al mio abbigliamento corsi ad aprire.

-Ciao ho dimenticato qui le mie candele..... oh scusa sei tu.... dov'è Jack?-

Non potevo crederci erano li di fronte a me. Sheila insieme a Marc.

-Jack è impegnato posso aiutarti io?- dissi distaccata

-Facci entrare allora- ordinò lui facendo un passo avanti ma lo bloccai mettendomi in mezzo

-Non potete entrare!- affermai

-Jenny amore la pizza l'ho presa al solito gusto.... ma chi è alla porta?- domandò apparendo al mio fianco per poi mettersi allontanarmi dalla porta spingendomi lontano dalla portata di Marc

-Cosa volete?- disse Jack infuriato

-Le mie candele- rispose Sheila senza staccare gli occhi da me

-Le ho buttate ti avevo avvisata e ora addio!- sbottò facendo per chiudere la porta

-Così ti scopi davvero lei ora- disse Marc

Jack si bloccò mi guardò, vidi i suoi muscoli irrigidirsi e spalancò di nuovo la porta.

-Se non ti uccido è perchè non voglio scioccare la mia ragazza hai capito sfigato?- disse inespressivo

-Jack perchè lei?- intervenne Sheila

-Tu taci ok? E per vostra informazione con te avrò fatto qualche scopata ma con lei ho fatto quello che con te non ho mai fatto. Io e lei facciamo l'amore. Io a lei la amo con tutto me stesso. Tu non sei niente confronto a lei. Lei sarà la madre dei miei figli. Tu sei solo una che si approfitta della bontà degli altri. E ora sparite entrambi o finisce male.- e chiuse la porta

Mi avvicinai e gli misi la mano sul braccio.

-Scusa Jen non avrei dovuto mettere in bella mostra la nostra intimità-

-Vieni Jack guardami!- aspettai che alzasse gli occhi -Non hai nulla di cui scusarti. Sono felice che provi quelle cose per me. Ti amo da morire lo sai?-

Sorrise e sollevandomi da terra mi strinse a se baciandomi.

-Jack Jack.....?-

-Dimmi...-

-In salotto ho visto una cosa..-

-Cosa?-

-La playstation....-

-Vuoi giocare?-

-Siiiii!-

Andammo in salotto ridendo e mi sistemai a gambe incrociate sul divano. Mi lanciò un Joypad e cominciò a elencarmi i giochi che possedeva.

Optammo per un gioco di lotta, inserì il disco e si sedette accanto a me.

Scegliemmo i nostri personaggi e il gioco iniziò.

-Yaaaaaaaaataaaaaa!- gridai

-Parata! E ora prendi questo!- esclamò ridendo

-Non oserai colpirmi vero?- domandai fingendomi shockata

-Invece si! Ahahahah-

-Hai colpito una donna!!!!-

-E ora la finisco!!!!!-

-Nooooooooo- gridai lasciando il mio joypad e mettendogli la mano davanti agli occhi

-Non vale non vale!- disse Jack iniziando a farmi il solletico

-No il solletico no!-

-Ahahahahahah-

Mi alzai ma lui mi seguì così cominciai a correre intorno al divano fino a che mi raggiunse e entrambi cademmo a terra ridendo. Mi misi a cavalcioni su di lui e con le ginocchia gli bloccai le mani obbligandolo a terra. Mi allungai e dopo aver ripreso il mio joypad misi ko il suo personaggio.

-Ho vintoooooo!!!!!- esclamai alzando le braccia

Jack approfittò del momento e, dopo essersi liberato, ribaltò la situazione mettendosi sopra di me.

-Hai imbrogliato!- disse ridendo

-Si lo so!- risposi

-Ah allora lo ammetti!!!!!!!- esclamò ricominciando a farmi il solletico

Per mia fortuna suonò il campanello.

-Sei salva per il momento!- disse alzandosi e andando ad aprire la porta

-Ho interrotto qualcosa?- domandò Jerad entrando insieme a Ben che portava la pizza

-Abbiamo pagato noi la vostra pizza stava per suonarti!- concluse

-Jerad non sono mai stata così felice di vederti!- esclamai abbracciandolo

-Ciao bellissima! Vedo che la borsa che ti ho portato non ti è servita! Ma come mai felice di vedermi?-

-Jerad l'hai salvata da una lenta tortura di solletico!- spiegò Jackson

-Ooooh! cosa gli hai fatto?- mi chiese

-L'ho messo ko in un videogame!- risposi

-Allora te la vedrai brutta quando ce ne andremo!- disse Ben ridendo

-Perchè?- chiesi curiosa

-Jack odia perdere!- risposero in coro Jerad e Ben

-Non è vero!- ribattè il mio ragazzo fingendosi offeso

Ridemmo tutti insieme e, dopo aver mangiato la pizza ci buttammo sul divano a giocare con la playstation. Non essendo io pratica giocavo con Jack. Ero seduta in mezzo alle sue gambe e lui teneva le mani sulle mie per indicarmi come giocare.

Questa volta era un gioco di corse automobilistiche dove però si potevano lanciare diversi oggetti per rallentare gli altri giocatori.

Ad un tratto squillò il mio telefono così mi alzai per rispondere.

-Pronto?-

-Ciao Jen!-

-Reb! Come va? Scusa se non ti ho chiamata ma davvero ho avuto un sacco da fare!-

-Senti sei da Jackson?-

-Si certo! Perchè?-

-Perchè devo parlarti urgentemente.-

-Vieni qui allora così scendo e parliamo!-

-Arrivo.-

E chiuse la chiamata.

Tornai dai ragazzi ma mi sedetti su una poltrona invece che con loro di nuovo.

-Jen tutto bene piccola?- mi domandò Jack guardandomi

-Non lo so...-

-Chi era al telefono?- chiese avvicinandosi e lasciando gli altri due a giocare

-Rebecca ma mi è sembrata strana, molto fredda!- spiegai appoggiandomi a lui

-Cosa voleva?-

-Parlarmi! Le ho detto di venire qui così almeno mi dice tutto! Ti dispiace?-

-No hai fatto benissimo!- affermò accarezzandomi la schiena

Jerad e Ben avevano ascoltato la conversazione così spensero il gioco e si avvicinarono alla porta per andarsene.

-Ragazzi noi andiamo allora!- disse Jerad infilandosi in tasca il telefono

-Ma non c'è bisogno!- esclamai

-E' tardi Jenny!- disse Ben e solo allora notai che era mezzanotte passata

I ragazzi diedero un paio di botte sulle spalle a Jack mi soffiarono un bacio e si chiusero la porta alle spalle.

-Piccola stai bene?-

-No, non è normale che lei voglia parlare a quest'ora!-

-Dai rilassati tra poco arriva, la fai salire e parlate! Vedrai che non sarà nulla!- cercò di consolarmi Jack prima di baciarmi dolcemente

Fummo interrotti dal mio telefono che suonava.

-Pronto?-

-Sono sotto casa di Jackson!-

-Sali dai è meglio!-

-Jen....-

-Sali!-

E conclusi la chiamata mentre Jack apriva la porta.

Dopo un paio i minuti sulla soglia fece capolino mia cugina.

-Reb ciao!- esclamai

-Ciao!- rispose fredda

-Ciao Rebecca!- la salutò Jack dalla cucina

-Ciao anche a te!-

-Bè ragazze io vado a fare una doccia ok?- disse lui intuendo che non era aria

Ci lasciò sole e Rebecca cominciò a camminare avati e indietro.

-Che succede Reb?-

-Jen non abituarti a tutto questo!-

-Cosa?- chiesi

-Torniamo in italia!-

-Cosa?- chiesi nuovamente

-Mi hai capita Jennifer!-

-No per niente!-

-Ricordi che prima di venire qui ci eravamo messe daccordo sul fatto che se una di noi non si fosse trovata bene saremmo tornate a casa entrambe? Ebbene io non mi trovo quindi si torna a casa! Ho già prenotato l'aereo!-

-Sei impazzita vero? Io non ho nessuna intenzione di tornare a Milano!-

-Lo avevi promesso!- urlò Rebecca

-Non mi interessa io qui sto bene!-

-Certo ti sei fatta l'attore no?- gridò

-Ma cosa ti prende? Io non rinuncerò a tutto quello che mi sono costruita qui perchè tu non sei riucita a farti una vita!- urlai

-Tu ti saresti fatta una vita? Ti sei fatta un attore! Sei passata per una puttana! Non ti vergogni? Per di più non sei mai a casa! Quindi si torna in italia!-

A quel punto non ci vidi più e, contrariamente a tutti i miei principi, colpii mia cugina.

Lei rispose e cominciò tra noi una vera e propria rissa.

Jack sentì il caos e arrivò di corsa a separarci facendo sedere me sul divano e Rebecca sulla poltrona. Ma lei si alzò di scatto e mi si avvicinò di nuovo.

-Jennifer non ti riconosco più! Sei diventata una persona orribile! Io me ne torno in italia ma voglio vedere che cosa farai tu visto che ho disdetto la macchina e la casa! Buona fortuna Jennifer! E tu- disse guardando Jackson -sei un fottuto cornuto!- e uscì sbattendo la porta.

Crollai sul divano con il viso tra le mani e venni subito raggiunta da Jack che mi strinse a se.

-Piccola non preoccuparti dai!-

-Non devo preoccuparmi? Mi ha lasciato senza casa e senza macchina! Per non parlare di quello che avrà detto a mia madre! Forse Ally vuole cercarsi casa insieme a me!-

-Ferma ferma ferma! Tu hai già una casa!-

-Jack....-

-Ok lo so che ci frequentiamo da poco ma sappiamo entrambi che prima o poi deve succedere per cui qual'è il problema? Vieni a stare qui!-

-Non lo so....-

-Senti tu vieni qui e basta! Ok abbiamo bruciato parecchio le tappe ma va bene così! Io amo te e tu ami me! Che senso ha aspettare?-

Senza lasciarmi tempo di rispondere mi baciò con trasporto, mi prese in braccio e mi portò in camera dove ricominciammo da dove ci eravamo fermati quel pomeriggio. 

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Capitolo 17
*** Litigi e nausee ***


Allora per prima cosa rispondo alla recensione!

@BlackWolfCass hai proprio ragione la cugina è stata davvero tremenda! Vedrai però come si svilupperanno le cose tra Jack e Jennifer! Vedrai vedrai! Grazie per i complimenti! Spero recensirai ancora!


e ora il capitolo!


 


 

Erano passato 3 mesi da quando mi ero trasferita a casa di Jack. Tra noi tutto andava a gonfie vele, si era rivelato il ragazzo più dolce del mondo. Si preoccupava per ogni cosa e stare con lui era come vivere iòn un sogno.

Mia cugina era tornata in italia, mia madre mi aveva chiamata infuriata ordinandomi di tornare immediatamente in italia ma io non avevo ceduto, ero decisa, io non sarei mai tornata a milano.

Il lavoro andava a meraviglia, ogni giorno Jack mi accompagnava e veniva a riprendermi.

Una mattina il mio amore mi svegliò con un solito bacio al caffè e un pacco di ciambelle.

-Giorno piccola! Ecco la colazione!-

-Ciao amore! Senti un po' ma a cosa devo la colazione a letto?-

-Non posso coccolare un po' la mia amata?-

-Ma certo!-

Per un po' mangiammo in silenzio però quando presi la ciambella con la cioccolata non fece le solite storie scherzose.

-Ok Jack cosa succede?-

-Chi ti dice che succede qualcosa?-

-Questa ciambella è al cioccolto e tu non la stai volendo-

-Ok ok confesso.....-

Mi sedetti a gambe incrociate in attesa.

-Oggi arriva la mia famiglia!- disse tutto in un fiato

-COSA?-

-Hai capito!-

-Ma dirmelo prima? Sarei andata dalla parrucchiera poi mi sarei comprata qualcosa di carino... che ne so!-

-No Jen, sei perfetta così!-

Era un amore quando diceva cose del genere così gli accarezzai il volto e lo baciai.

Quella mattina sistemammo casa ma lo vedevo sempre cupo. Avrei iniziato a indagare ma il suono del campanello non me lo permise. Erano arrivati.

Jack andò ad aprire la porta e uno dopo l'altro entrarono tutti i membri della famiglia Rathbone.

-Mamma- cominciò Jackson -papà e sorelle vi voglio presentare Jennifer!-

Suo padre mi si avvicinò sorridente e mi strinse la mano. Sua madre e le sue sorelle invece rimasero a distanza.

-Mia cara- disse il capofamiglia -salutala! Non vedi quanto è carina?-

-No io vedo solo una ragazza che mi ha impedito di diventare nonna!-

-Mamma!- esclamò Jack -Non devi dire certe cose! Lei è perfetta per me! E il bambino non era mio. Poi vorrei ricordarti che sei già nonna!-

-Non mi interessa! Sheila è molto meglio! E se tu fossi furbo figlio mio molleresti questa approfittatrice e andresti a pregarla di riprenderti con lei. Sono certa che questa qui invece si è solo attaccata al tuo conto in banca!-

Avevo sentito abbastanza. Mi odiava e io non avevo ancora aperto bocca.

Presi la borsa e uscii di casa.

-Jen amore....- sentii gridare Jack ma era troppo tardi stavo già andando a prendere un taxi.

Mi feci portare fino a casa di Aaron e, dopo che mi fece salire, cominciai a raccontargli tutto.

Lui ascoltava in silenzio e dopo che mi fui sfogata mi fece notare che il mio cellulare non faceva che squillare. Era Jack che continuava a chiamarmi, avevo 9 chiamate senza risposta.

Rifiutai pure quella e poi spensi l'apparecchio.

-Non credi di esagerare Jen?-

-No sono furiosa! Non voglio sentire nessuno!-

Dopo qualche istante il telefono di Aaron cominciò a suonare.

-Pronto? Ciao Jack! ..... Jennifer?.... No non l'ho vista perchè?.... Se la sento le dico di chiamarti ok?.... Ciao!-

-Grazie sei un amico Aaron!- dissi appena ebbe chiuso la chiamata

-Si ma lo sai vero che è praticamente in lacrime? Chiamalo!-

-Lo farò ma non ora!-

-Jen che colpa ne ha lui se la sua famiglia fa così? Mi ha detto che li ha mandati via! E' disperato ti sta cercando dappertutto! Se a lui vai bene tu cosa ti importa degli altri? Cosa ti importa di quello che dicono gli altri? Lui ha scelto te ha deciso che vuole te! Fregatene del resto!-

-Aaron quella è la sua famiglia! Quella è sua madre!-

-Non credevo avessi una relazione con la sua famiglia! Credevo che l'avessi con lui!-

-Non fai ridere Aaron!-

-Non voglio farti ridere infatti! Devi chiamarlo! Smettila di incolpare lui se la sua famiglia è fatta così! Posso capire che ci sei rimasta male ma non per questo devi fare così con lui!-

-Ti detesto quando hai ragione lo sai?-

-Anche io ti voglio bene!-

-Senti io vado ok? Tu richiamalo e digli che sono andata dove posso stare lontano da tutto e tutti. Grazie Aaron!-

-Come vuoi ciao ciao!-

Uscii da casa del mio amico e andai nel posto che Jack preferisce al mondo. Ormai quello era il nostro posto. Avevamo passato molte ore a coccolarci in quel luogo.

Arrivata parcheggiai e mi sedetti sull'erba vicino all'albero.

Aaron aveva assolutamente ragione. Non potevo incolpare Jackson se la sua famiglia non mi accettava, era ingiusto, sbagliato.

-Amore mio sei qui!- esclamò Jack comparendo al mio fianco

Mi alzai e lasciai che mi stringesse a se.

-Mi dispiace per...- cominciò ma gli posai un dito sulle labbra zittendolo

-Non è colpa tua, mi sono comportata male. Sarei dovuta stare li e ascoltare le loro motivazioni, spigarmi. Ho sbagliato.-

-NO! Assolutamente no! Li ho mandati via! E' imperdonabile il modo in cui ti hanno trattata. Mio padre accetta tutte le mie scelte ma mia madre purtroppo stravedeva per Sheila. Mi dispiace tesoro mio, mi dispiace da morire!-

Non c'era bisogno di altre parole, restai tra le sue braccia per un tempo infinito finchè non sentii il suo stomaco brontolare.

-Fame Jacky?-

-SI! Come rovinare un momento perfetto!-

-Andiamo a mangiare no?-

-Ehm... vedi... quando Aaron mi ha detto dov'eri io ho preso da casa un po' di roba per un piccolo pic-nik romantico!- confessò guardandosi le scarpe

-Sei dolcissimo!-

Sorrise e andò a prendere il tutto dalla macchina. Stese una coperta e cominciammo a imboccarci a vicenda. Non era la prima volta che facevamo una cosa simile ma sentivo il mio cuore battere come un pazzo nel petto. Lo amavo e ne ero certa.

Passammo li tutta la giornata e solo quando fece buio decidemmo di andare a casa.

Quella notte fu piena d'amore. Ci unimmo più e più volte ma senza fretta, senza urgenza.

Fu una notte di passione e dolcezza che durò fino alle prima luci dell'alba quando esausta mi addormentai tra le sue braccia.

-Buon giorno piccola!- mi sussurrò baciandomi dolcemente

-Buon giorno!- risposi baciandolo a mia volta

-Frittelle?-

-Hai cucinato?-

-Certo! Ti vanno le frittelle?-

-Siiiiii!- esclamai alzandomi

Raggiungemmo la cucina ma come sentii l'odore della colazione il mio stomaco cominciò a contorcersi e dovetti correre in bagno a rimettere.

Jack mi teneva i capelli e mi guardava preoccupato.

-Forse ho sbagliato qualcosa non credevo fossero così pessime! Scusami piccola!-

Mi fece sedere e mi lavò il viso con un asciugamano bagnato.

-Non è colpa tua Jack tranquillo! Anzi... ora mi è venuta fame!-

Si, stranamente, come era arrivata la nausea era scomparsa.

-Di certo non le mangiamo le frittelle. Tu mangi dei biscotti!- ordinò e sostenendomi mi accompagnò nuovamente in cucina dove invece dell'odoraccio di prima sentii un irresistibile profumino.

Mi fece accomodare su uno sgabello e velocemente gettò le frittelle nella spazzatura aprendo la finestra per far entrare aria fresca.

-Come hai potuto buttarle? Avevano un odorino così invitante!-

-Niente storie Jen! Ora tu mangi biscotti che sono secchi e bevi del tea piuttosto dolce. Poi ti metti sul divano a riposare ok?-

-Ma non sono malata!-

-Niente capricci!-

-Come vuoi non arrabbiarti!-

Mi servì la colazione sorridendo e quando ebbi finito si mise con me sul divano facendomi da cuscino.

-Forse questa notte ho esagerato un po' Jen mi dispiace!-

-Non azzardarti mai più a dire una cosa simile! E' stata una notte special....- ma non finii la frase che un altro conato mi costrinse a correre nuovamente al bagno.

Jack era accanto a me mentre mi sedevo sullo sgabello dopo aver vomitato anche l'anima.

Ma esattamente come poco prima la sensazione di nausea scomparve.

Il resto della mattinata passò tranquillo anche se lui non smetteva di guardarmi preoccupato. Aveva provato a convincermi di stare a casa da lavoro ma invano. Così mi accompagnò al cafè facendomi però promettere di chiamarlo subito in caso di malessere.

-Senti io vado a trovare Jerad ok? Ti vengo a prendere quando finisci ok?-

-Certo Jacky! Stai tranquillo sto benissimo!-

-Va bene piccola! Non affaticarti troppo ok? A dopo!-

E mettendosi in tasca il bacio che gli soffiai se ne andò.

-Come mai non devi affaticarti troppo?- domandò Ally apparendo al mio fianco

-Lo hai sentito?-

-Certo! Ma che cosa hai? Stai male?-

-No che non sto male! E' solo che questa mattina ho avuto un paio di volte la nausea e sono dovuta correre in bagno a vomitare. Ma lasciamo perdere dai!-

-Sei stata male?- si intromise Aaron

-Si vogliamo metterlo sul giornale?- chiesi irritata

I miei amici si guardarono sorridendo.

-Cosa avete tanto da sorridere?-

-Calmati Jenny che ti prende?- domandò Alyssa

-Mi volete dire che cosa avete da sorridere tanto o no?-

-Niente ma rilassati!- rispose Aaron

Lasciai perdere e mi misi a lavoro. Sentivo che anche loro mi guardavano come se fossi malata e la cosa mi irritava tantissimo.

Fortunatamente arrivò la fine delle ore lavorative e salutandoli freddamente mi diressi alla lexus che mi aspettava.

Quella sera io e Jack andammo a letto presto. Mi rilassai completamente tra le sue braccia e con le sue coccole mi addormentai velocemente.

Mi svegliai per le 8 che lui ancora dormiva. Lo guardai per qualche minuto poi decisi di fargli una sorpresa e preparargli i pancakes che lui tanto adorava.

Mi vestii velocemente e andai in cucina. Aprii il frigorifero per prendere alcuni ingredienti ma esattamente come il giorno prima, sentendo l'odore del cibo, fui costretta a correre al bagno.

-Ancora?- chiese Jack tenendomi i capelli

-Non è nulla!-

-Senti non prendermi in giro ok? Oggi chiamo il medico e tu farai delle analisi.-

-Ma..-

-Niente ma. Ieri ti ho lasciata fare come volevi sperando che passasse ma visto che anche oggi è così si fa a modo mio.-

Mi aiutò a stendermi sul divano e telefonò al suo medico curante. Chiusi gli occhi e lo sentii dire che mi avrebbe portata da lui la mattina seguente a stomaco vuoto per le analisi del sangue e altri esami.

-Jack non c'è bisogno....-

-Non fare storie Jen! Tu devi vedere un dottore! Sono preoccupato ok? Non ti era mai successa una cosa simile!-

-Ok scusa non arrabbiarti!-

-Non sono arrabbiato sono preoccupatissimo piccola! Ti prego fallo per me!-

-Va bene Jack se ti fa stare più tranquillo vedrò questo medico!-

-Ti amo!-

-Anche io!-

Quel pomeriggio mi accompagnò come al solito a lavoro dicendomi che sarebbe venuto a riprendermi. Come sempre.

-Ciao ragazzi! Scusatemi per ieri!- dissi dopo che Jack si fu allontanato

-Figurati come stai oggi?- esclamò Aaron sorridendo

-Anche questa mattina sono stata male. Jackson domani mi porta da un dottore per delle analisi...-

-Fa bene! Ma sempre nausea?- domandò Alyssa

-Si esatto! Mi prende la mattina per circa 10 minuti e poi sparisce!-

-So che non sono fatti nostri ma tu e Jack avete regolarmente rapporti?- domandò ancora

-Si certo! Perchè?-

-Perchè Jen amica mia- disse Aaron -Nausea mattutina, irritabilità e sbalzi d'umore hanno una sola diagnosi!-

-Prego?-

-Magari sei incinta!- esclamò Ally

-Voi siete pazzi! Sarà qualche strano virus! Non posso essere incinta! Prendo la pillola!-

-Un paio di settimane fa ti ho vista prendere delle pastiglie per il raffreddore!- intervenne Aaron

-E allora?-

-Allora certe sostanze contenute nelle pastiglie contro il raffreddore possono alterare se non azzerare gli effetti di altri medicinali, pillola inclusa!- concluse sorridente

-Come lo sai?- chiesi

-Dottor House!- ammise infine

-Guardi troppa tv!-

-Jen non è che abbia tutti i torti sai! Insomma potrebbe essere! Domani ti porto un test! Dopotutto devi solo fare pipì su un bastoncino non sarà complicato!- disse Ally

Non risposi. Poteva essere vero?

Senza pensarci mi accarezzai il ventre.

Ero davvero incinta?

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Capitolo 18
*** Visita medica e buone novelle! ***



Oggi mi sento in forma e piuttosto gentile! IHIHIH
Così posto un'altro capitolo!
Grazie a chi legge a chi segue insomma a tutti!
BUONA LETTURA!


 



Avevo passato la notte in bianco. Non avevo detto a Jack la possibilità della gravidanza. Non volevo agitarlo senza motivo.

Fortunatamente lui aveva scambiato il mio nervosismo per agitazione visto che saremmo dovuti andare dal medico.

-Sei sveglia?- mi chiese dolcemente

-Si-

-So che è molto presto ma per le 7 il dottore vuole farti il prelievo così poi puoi mangiare.-

Mi alzai e mi cominciai a vestire ma mentre infilavo i jeans ecco che come i due giorni precedenti arrivò la nausea obbligandomi a irrompere nel bagno dove Jack si stava lavando i denti. Appoggiò lo spazzolino e mi si inginocchiò accanto accarezzandomi la schiena.

-Vedrai che il dottore ti darà delle pastiglie o qualcos'altro e non avrai più la nausea!-

-Speriamo!- dissi mentre mi bagnavo il viso

Finimmo di prepararci e uscimmo in una los angeles ancora addormentata.

Lo studio del dottor Green era a poco più di 15 minuti di auto.

Ci accolse una infermiera sorridente che mi diede da compilare diversi moduli che restituii poco dopo firmati. Il medico arrivò subito e mi fece accomodare in una piccola stanza per il prelievo lasciando Jack in sala d'attesa. Mi prelevò 4 fiale di sangue.

-Signorina mi spieghi, lei ogni mattina avverte nausee?- mi chiese etichettandole.

-Si sono tre giorni che appena mi alzo sento un forte senso di nausea che mi costringe a rimettere. Ma poco dopo passa.- spiegai

-Potrebbe essere un virus intestinale! Ha altri sintomi oltre questo?- domandò mentre mi misurava la pressione

-No nulla, bhè sono abbastanza irritabile e cambio umore molto facilmente ma non so se possono considerarsi sintomi!- ammisi

-Non dobbiamo trascurare nulla. Lei è la compagna del signor Rathbone dico bene?-

-Si- ma cosa centrava con le mie nausee?

-Avete regolarmente rapporti sessuali?-

-Prego?-

-Avete rapporti sessuali?-

-SI- risposi arrossendo

-E usate protezioni?- domandò compilando delle carte

-Io... io prendo la pillola!-

-Bene prende Yasminelle?-

-No Klaira.-

-Bene possiamo farci raggiungere dal suo compagno. Ho altre domande da farle ma nulla di preoccupante. Servono per poter prendere in considerazione tutte le possibilità e i possibili valori sballati!- mi spiegò aprendo la porta

Andammo in un ufficio dove ci raggiunse anche Jack in pochissimi minuti.

-Piccola tutto bene?- chiese sedendosi e prendendomi la mano

-Si il dottore vuole solo farci qualche domanda- risposi sorridendo

-Allora la sua compagna mi ha detto che prende la pillola ma voi avete rapporti frequenti?- domandò il medico

-Frequenti... non saprei che intende con frequenti?- disse Jack

-In una settimana quanti rapporti avete in media?-

-Più o meno 5....-

-Bene e oltre alla pillola usate altre precauzioni?-

-Noi... non credo sia una precauzione ma solitamente usiamo il coito interrotto- rispose tranquillo mantre io arrossivo come un pomodoro

-Quindi lei non ha mai versato liquido seminale all'interno?- domandò senza perdere tempo

Jack aprì la bocca e arquò le sopracciglia.

-Non lo so, insomma non è che in quel momento ci faccia caso!- rispose imbarazzato

-Giusto bene allora è tutto! Quindi ci vediamo dopodomani con i risultati.-

E dopo aver stretto la mano a me e a Jack ci fece accompagnare all'uscita dalla stessa infermiera di prima.

-Jack?-

-Dimmi- rispose mentre camminavamo verso un bar

-Ma quelle domande?-

-Sono normali piccola! Devono prendere in considerazione ogni cosa!- disse sorridendo

-Ma sono personali!-

-Lo so in effetti sembrava un colloquio per playboy! ahahaha-

-Scemo!-

-Dai andiamo a fare colazione!- esclamò prima di baciarmi e trascinarmi nel locale

Dopo aver mangiato e bevuto stavo molto meglio.

Dopo tutto quelle domande che mi avevano messo a disagio sarebbero servite per scoprire che cosa mi faceva stare male. Chissà magari avremmo scoperto che Aaron e Ally avevano ragione. Approfittammo della mattinata per passeggiare tra i negozi guardando le vetrine.

Comprammo alcuni vestiti ma presto mi venne una fame incredibile e dovemmo fermarci per uno spuntino.

-Non so che mi succeda!- dissi addentando una patatina

-Dai la fame capita piccola!-

-Non a me! Abbiamo fatto colazione fuori solo 3 ore fa!-

-Pazienza dai!- esclamò Jack alzando le sopracciglia e pagando il conto

Ricominciammo a passeggiare ma purtroppo quando io e Jackson andavamo in giro così per le strade tenendoci per mano il tempo volava, così mi accompagnò a lavoro.

-Non affaticarti troppo ok?- disse preoccupato

-No no tranquillo macho man!-

-Macho man? Me gusta! Ahahahah-

-Ciao scemo!-

-Ciao bel culetto!-

-Jack!-

-Ok ok ciao amore!-

Ridendo andai incontro a Alyssa che mi aspettava con un sacchetto di carta sulle gambe.

-Ciao Ally!- la salutai allegramente

-Ciao, ho visto che avete fatto shopping oggi!-

-Come lo sai?-

-Siete su internet!-

-Giusto! I paparazzi! Che hai li dentro?-

-Test!-

-Sei seria?- chiesi guardigna

-Serissima! Vieni andiamo in bagno! Aaron ci raggiunge e ci aspetta fuori!- dichiarò trascinandomi nel cafè

-Senti dai non lo so Ally!- dissi appena fuori dal bagno

-Ti togli i dubbi no?-

-Ok dai leggiamo le istruzioni!-

-Le ho lette prima e mi sono fatta spiegare dal farmacista! Fai pipì sul bastoncino se diventa blu sei incinta se diventa rosa no! Semplice!-

-Non lo so Alyssa....- dissi scoprendomi nervosa

-Vai!- ordinò infine

Entrai nel bagno e seguii le istruzioni. Quando uscii trovai Alyssa che mi aspettava con la mano tesa.

-Dammi qui forza!-

-Senti io non ho aspettative ok?- dissi

-Si ok va bene ora dammi!- esclamò

-Va bene va bene!-

Le diedi il bastoncino e insieme aspettammo i minuti prestabiliti.

-Ok Jen... è il momento!- disse

Ci prendemmo per mano e guardammo.

-Che colore ti sembra?- domandai

-Blu!- esclamò

-Anche tu lo vedi blu vero?-

-Si!-

Era inequivocabilmente blu. Quella linea era perfettamente nitida sullo sfondo bianco a contrasto. No no no doveva esserci un errore. Quel test era sbagliato.

-Vuoi farne un altro?- mi propose leggendomi nella mente

-Quanti ne hai?-

-5-

-Dammeli tutti!-

Feci tutti i test e insieme ad Alyssa aspettai nuovamente.

-Ok è l'ora!- disse

-Guarda tu!-

-Jenny... sono blu! Tutti e 5!-

-Non può essere Ally!-

-Senti Jay uno può fallire, due possono essere difettosi ma sono 5!-

Mi sedetti su una poltroncina e mi presi il viso tra le mani. Come lo avrei detto a Jack?

Era pronto per una cosa simile? E io? Ero pronta?

-Jen stai bene?- chiese Aaron che era appena arrivato.

Non risposi ma indicai con la testa i test li accando che lui ispezionò accuratamente.

-Oh- commentò anche lui senza parole

-Concordo!- dissi sarcastica

-Jen guardami- cominciò il mio amico -questo è quello che Jack aspetta da sempre! Diventare padre! Tu lo renderai padre! Pensa a quella creatura! Renderà te madre! Jenny tu e Jack diventerete genitori! Non esiste gioia più grande! Sorridi! Avete creato una vita!-

Non lo avevo pensato in quel modo, avevo le lacrime agli occhi e senza pensarci mi accarezzai il ventre. Aaron aveva ragione, dentro di me c'era la vita che io avevo creato insieme a Jack.

-Ora che cosa faccio?- domandai

-Oggi hai fatto delle analisi?- chiese Ally

-Si-

-I risultati quando li avrai?-

-Dopo domani!-

-Bene prendili tu da senza Jack, ti accompagnerò io così lui non saprà nulla! E poi potrai dirglielo tranquillamente tu!- disse Alyssa

-Ma Jack ha intenzione di telefonargli domani!-

-Allora c'è una sola cosa da fare!- sentenziò Aaron

-Cosa?- chiedemmo io e la mia amica insieme

-Devi dirglielo questa sera stessa!-

-E come?-

-Guarda nel tuo cuore! Troverai le parole!-

-Come sei saggio!- lo prese in giro Alyssa

-Ogni tanto capita!-

Ridemmo tutti e tre insieme mentre io mi accarezzavo dolcemente la pancia.

Aaron aveva davvero ragione. Dovevo dirlo a Jack.

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