The Yummy Mummy Drama

di Angel TR
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo_♥ ***
Capitolo 2: *** I_♥ ***
Capitolo 3: *** II_♥ ***
Capitolo 4: *** III_♥ ***
Capitolo 5: *** IV_♥ ***
Capitolo 6: *** V_♥ ***
Capitolo 7: *** VI_♥ ***
Capitolo 8: *** VII_♥ ***
Capitolo 9: *** VIII_♥ ***
Capitolo 10: *** VIV_♥ ***
Capitolo 11: *** X_♥ ***
Capitolo 12: *** XI_♥ ***
Capitolo 13: *** XII_♥ ***
Capitolo 14: *** XIII_♥ ***
Capitolo 15: *** XIV_♥ ***
Capitolo 16: *** XV_♥ ***
Capitolo 17: *** XVI_♥ ***
Capitolo 18: *** XVII_♥ ***
Capitolo 19: *** XVIV_♥ ***
Capitolo 20: *** XIX_♥ ***
Capitolo 21: *** XX_♥ ***
Capitolo 22: *** XXI_♥ ***
Capitolo 23: *** XXII_♥ ***
Capitolo 24: *** XXIII_♥ ***
Capitolo 25: *** XXIV_♥ ***
Capitolo 26: *** XXV_♥ ***
Capitolo 27: *** XXVI_♥ ***
Capitolo 28: *** XXVII_♥ ***
Capitolo 29: *** XXVIII_♥ ***
Capitolo 30: *** XXVIV_♥ ***
Capitolo 31: *** XXX_♥ ***
Capitolo 32: *** XXXI_♥ ***
Capitolo 33: *** XXXII_♥ ***
Capitolo 34: *** XXXIII_♥ ***
Capitolo 35: *** XXXIV_♥ ***
Capitolo 36: *** XXXV_♥ ***
Capitolo 37: *** XXXVI_♥ ***
Capitolo 38: *** XXXVII_♥ ***
Capitolo 39: *** XXXVIII_♥ ***
Capitolo 40: *** XXXVIV_♥ ***
Capitolo 41: *** XXXVV_♥ ***
Capitolo 42: *** XXXVVI_♥ ***
Capitolo 43: *** XXXVVII_♥ ***
Capitolo 44: *** XXXVVIII_♥ ***
Capitolo 45: *** XXXVVIV_♥ ***
Capitolo 46: *** XXXVVV_♥ ***
Capitolo 47: *** XXXVVVI_♥ ***
Capitolo 48: *** XXXVVVII_♥ ***



Capitolo 1
*** Prologo_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥


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Prologo


Manhattan, 2007

Voi non avete la minima idea di quello che si prova ad essere mamme. Cioè, non proprio mamme, ma incinte ,comunque, fa lo stesso. Stavo dicendo...voi non avete proprio la minima idea di come ci si sente quando, ogni mattina, ti alzi e senti quella sensazione orribile, sgradevole, che ha le dimensioni epiche di una tragedia.
Lo specchio non perdona, il girovita aumenta. La mia bellissima 36!
Il mio ventre sembra quasi una protesi: ha il colore del caffellatte per via delle abbronzature a Miami ed è rotondo, molto rotondo, con l'ombelico che sbuca fuori quasi come un bottoncino di legno pregiato di D&G. La cosa è incredibilmente terrificante.
Direi oscena, quasi. Anche perchè, la gente intorno a me è terribilmente stupida. Sì, stupida, avete capito bene. Sono circondata da un branco di inefficienti, che credono che basti darmi delle pacche sulla schiena per trasmettermi il loro orgoglio.
Eh, no. Io, Madeleine -detta "Mimi"- Force, non ho bisogno delle stupide pacche sulla schiena. Chiedo di più.
Ad esempio, un jet-set per le Maldive che atterri vicino al mio palazzo -cosicché lo possano ammirare tutti- con un bello striscione con su scritto "La Mamma più Bella di tutta Manhattan&Dintorni: Mimi Force. Ti amo, tesoro mio. Firmato JF".
Ah...questo sarebbe un bel modo per ringraziarmi di essere me. Un bel modo per esprimere tutto l'orgoglio che provano per me. Io, Mimi Force -l'ho già detto? Sì, lo so, ma non è mai abbastanza- sono esattamente ciò che una donna incinta vorrebbe essere: Stupenda, affascinante e con il pancione che le dà solo un tocco in più.
Mmmh. Forse un po'troppo in più. Devo chiamare i miei ginecologi. Dove sono nel momento del bisogno? Mi devono fare un massaggio rilassante! Le mie giunture sono decisamente a pezzi.
Tra parentesi: Trinity dov'è diavolo si è cacciata? Non sa che ho tanto da fare?!
Forse voi non sapete chi sono io e questa è a dir poco una blasfemia. Sono la ragazza più affascinante di tutta New York e se vivo a Manhattan è perchè lo sono anche qui. Sono la bionda, dagli occhi verdi come smeraldo e la pelle come panna -anche se adesso è abbronzata- Mimi Force, che di certo non ha bisogno di una tromba con arazzo per annunciare chi è.
Però voi siete talmente ignoranti, sciatti, ed esclusi dalla vita mondana che non sapete neppure di cosa sto parlando.
Ma questo non c'importa!, passiamo ad altro, ovvero alla mia bambina. Lo so che è una bambina. Tutti -e dico tutti- i ginecologi migliori d'America sono passati di qui -sì, di qui. Loro a casa mia.- per controllarmi il pancione e sono tutti dello stesso parere.
Sarà una magnifica bambina! Magnifica, come la mamma e il papà. Sapete chi è il padre di mia figlia? No? Che stupidi! Non meritereste di saperlo ma io ve lo dirò lo stesso!
Benjamin -detto "Jack"- Force. Sì. Siamo sposati. Volete sapere il mio cognome da signorina? Force. Io e Jack siamo fratelli ma questo non è un incesto. Ah, lasciamo perdere. Siete talmente sciocchi che non ve lo dovrei spiegare. Sbaglio o siete tutti Sangue Rosso?
Okay, ricominciamo d'accapo.
Io e Jack siamo legati in un modo speciale, perchè lui è il mio gemello vampiro. Siamo legati sin dal Paradiso, sin dall'inizio della nostra creazione in Egitto. Siamo Azrael ed Abbadon, i gemelli dell'Apocalisse.
Uno completa l'altro e senza l'uno, l'altro è perduto. In poche parole, se allontanate Jack da me, è come se io vi dessi un calcio nel didietro. Rendo l'idea?
Credo proprio di sì.
In ogni caso, io ho avuto tante vite, come Jack e tutti gli altri vampiri qui di questo secolo. Siamo quattrocento ogni volta. Ho ricordi di tutti i secoli che ho trascorso, ma una cosa accomuna tutti noi: Siamo qui per ripagare le nostre colpe, io e Jack soprattutto.
Eravamo dalla parte del Principe delle Tenebre e, poi, dopo esserci schierati dalla parte di Michael -in questo ciclo Charles Force, mio "padre" per voi Sangue Rosso- ci siamo costruiti una flebile pace sulla Terra.
Non siamo mai stati infelici insieme. Cioè...tranne in questo ciclo, tempo fa, ma è una storia passata! E non insistete.
Comunque, il nostro legame è già stato celebrato due anni fa e il nostro matrimonio doveva essere subito dopo ma, dato che Lucifero era risorto, abbiamo rimandato. Adesso è tutto a posto, e siamo sposati.
Poi, siamo andati in Luna di Miele in giro per il mondo: abbiamo visitato posti incantevoli -che già avevamo visto, ma comunque...- e ci siamo divertiti un casino. Pazzesco. Pazzesco è la mia parola preferita, lo sapevate? No?
Adesso io sono incinta e quella sgorbia della Van Alen è meglio che si tolga di mezzo. Ops. Ho detto qualcosa? No, no!
Madeleine e Benjamin Force sono uniti, ancora, anche in questo ciclo! Abbiamo vinto! Pazzesco.


Angolo Autrice
Yeeeaaah XD Mimi è incinta! Marò, l'idea mi è saltata in mente così, mentre pensavo a come popolare questa sezione. E'davvero un peccato che sia così vuota e solo io la popoli.
Fa nulla!XD
Comunque, questa è il continuo di My Wedding Day e l'aggiornerò a vista d'occhio! XD Ho già in mente il prossimo capitolo e c'è ancora il mio "muso" ad ispirarmi.
Narrerò in prima persona per rendere meglio il carattere di Mimi. Tenetevi pronti, perchè m'impegnerò seriamente in questa storia!*_*
Hasta la vista*ò*

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Capitolo 2
*** I_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

1

Meno male che d'allora Jack non ha mai più pronunciato quel nome. Io stavo sempre male quando lo pronunciava, soprattutto nei primi mesi della gravidanza.
Grosse lacrime come gocce di cioccolato rigavano le guancie e Jack si chinava ad asciugarmele e mi faceva sentire ridicolamente coccolata. Però mi piaceva -e mi piace tutt'ora.
Per farsi perdonare, il mio tesoro mi portava la colazione a letto: flapjack, ciambelle al cioccolato, crossaint. Sei, sette, me li spazzolavo come nulla. Tanto io non ingrasso.
Non lo sapevate? I vampiri sono immuni al cibo umano. Potrei andare avanti di cioccolato e biscotti, non prenderei neppure un grammo. Invidiose, eh?
Comunque, allora, però, la sete non si faceva sentire. Sì, perchè noi vampire incinte beviamo più sangue del normale.
Così, adesso che la gravidanza ha raggiunto il quarto mese, mi alzo dal letto -oppure se non sono a letto, sono in giro per i negozi della Fifth Avenue- e accalappio il primo umano che trovo.
Gli umani credono di accalappiare loro a me: che ingenui! Nessuno accalappia Mimi Force. Nessuno tranne Jack. Il mio cuore è sempre più vicino casa.
La bambina, poi, mi ha portato ad essergli così tanto vicino che mi sembra di scoppiare quando Jack non è con me. Ho sempre voglia di urlare.
Adesso che sono stesa sul mio lettone nella villa comprata a Manhattan, mi sto decisamente annoiando. Mi alzo dal letto e percorro i primi metri del parquet di quercia pregiata scalza e infilo li sabot Chanel, mentre sistemo i capelli.
Apro le tende. Fuori è una bellissima giornata, i raggi del sole si allungano timidi per raggiungermi come lacci per scarpe Jimmy Choo e c'è una brezza calda che mi scompiglia i capelli appena sistemati. Lancio una maledizione al vento ma qualcosa mi dice di non rientrare per chiamare il parrucchiere.
Ho decisamente paura che qualcuno mi veda in questo stato.
Mmmh, forse no. In fondo, ieri sera mi sono vestita apposta per l'occasione: la camicia da notte color lavand che fascia il mio pancione e lo fa risaltare ancor di più, Premaman By Dior. Ma non so quale effetto abbia la gravidanza su di me.
Mi spunteranno milioni di brufoli, tipo acne giovanile? Oh mio Dio, orrore. Cosa mi salta in mente?
Meglio rientrare; e poi, il pranzo da Pe Ser mi chiama.
Il fatto che io sia così veloce nel correre ma così lenta nel prepararmi sta iniziando a darmi noia. La bambina reclama cibo: sta tartassando le pareti del mio stomaco con i suoi calcettini. Farà la ballerina da grande.
Sì, la ballerina. I calcettini sono simbolo di piedi pronti al balzo, flessuosi. Lei è di sicuro una ballerina di grande successo. Farà tour in Giappone, toccherà con le scarpine da ballo il teatro di Sarajevo e vincerà l'oro alle Olimpiadi...
Toc toc.
Chi diavolo è a quest'ora? E proprio mentre io mi sto preparando?
<< Piccola, tesoro? >> Trinity. Sbuffando, vado ad aprire la porta.
<< Ciao, Trinity. >> Vedo che sul suo volto si dipinge un espressione ostile. Lo so che è venuta solo per vedere come va la continuità della specie.
<< Sono venuta a trovarti. Volevo vedere come...>> Ecco, l'avevo detto io.
<< Come va la continuità della specie. Va bene. >> Lei mi guarda come se fossi impazzita.
<< La continuità della specie? Ma cosa dici? Io ero venuta per vedere come stavi e per chiederti se tu e Jack volete venire a pranzare da noi. >> Ah.
<< Non so, ma tra qualche minuto ho colazione da Pe Ser. Jack ha prenotato...che carino! Mi ha anche lasciato il bigliettino sul cuscino. >> Lo so che ho assunto quell'espressione, perchè la "mamma" mi sta guardando in un modo tra l'esasperato ed il felice.
Trinity in realtà non è la gemella vampira di Charles. Il suo gemello è morto nella guerra di Roma e Charles, dato che Allegra è in coma, ha deciso di sposarla.
Così vanno le cose qui.
<< Allora ci vediamo dopo. Ricordati che oggi c'è la riunione. >> Mi fa a mo'di saluto lei, per poi girare sui tacchi 12 delle sue scarpine Dior ed uscire da casa mia. La riunione. Ah, è vero. Oggi è lunedì! Io faccio anche parte della Commissione, sapete?
Mmmh...sapete almeno cos'è la Commissione? Okay, farò uno sforzo.
La Commissione è un club esclusivo per soli Sangue Blu. Ci riuniamo là per organizzare feste, ricevimenti, balli ma anche per trattare di questioni più gravi come il Ballo Del Patrizio di quest'anno...
La maggior parte degli ex membri della Commissione furono assassinati due anni fa, dagli Almeida, famiglia reale del Rio de Janeiro. Ci hanno traditi e si sono schierati dalla parte di Lucifero. Così, dopo averci invitati tutti ad una festa, si sono rivelati e hanno dimezzato i membri.
Adesso, dopo una lunga sentenza, ci sono nuovi membri. La Duchesne va avanti, ovviamente, e ci sono sempre nuovi vampiri da presentare.
La mia bambina un giorno sarà una di loro! Che soddisfazione.
Dopo essermi lavata e vestita, chiudo la porta di casa e proseguo verso Pe Ser, che è il ristorante più costoso di Manhattan. Scorgo alcune studentesse che hanno saltato la lezione mentre parlottano felici e spensierate, con in mano un'enorme busta di Gucci.
Appena passo, si girano a guardarmi e m'indicano, iniziando a parlare più a bassa voce. O più propriamente, spettegolare. Io adoro la fama. Adoro che mi si parli dietro, adoro essere famosa e adoro quando le ragazze mi guardano con gli occhi brillanti come stelline degli occhiali Gucci.
Ma, più di tutto, adoro del mio nuovo stato di gravidanza, che tutti -tutti, tutti- i vampiri della Congrega si sono già prenotati il giorno della nascita della mia bambina per venirla a trovare.
Chissà che angelo si reincarnerà in lei? Spero solo non quella vecchiaccia di Cordelia Van Alen o mi sparo, lo giuro.
Devo ancora decidere il nome; ma, in cambio, ho già decine di vestitini griffatissimi per lei. E questo potrebbe bastare, no?
L'aria è fresca e sa di primavera. Gli alberi della Fifth Avenue sono pieni di boccioli che tra qualche mesetto si schiuderanno e io con loro. Tra qualche mesetto -ovvero tra tre mesi- sarò al settimo mese di gravidanza: incinta fino al collo.
Se chiudo gli occhi vedo già me stessa fasciata in veli di chiffon dai colori tenui come la primavera che danzo sulla spiaggia, insieme a Jack. Sì. Sarà fantastico. Sono arrivata da Pe Ser. Non c'è nemmeno bisogno che io dica qualcosa: appena entro, uno stuolo di camerieri mi circonda e mi porta al tavolo vicino ai finestroni, da cui si ha un panorama splendido di Manhattan.
Mi siedo e accavallo le gambe, volgendo lo sguardo verso la Statua della Libertà. E'lontana, e ne vedo solo uno scorcio, una figura resa azzurrognola per via della luce solare. Sono contenta.
Però, lo sarei ancor di più se Jack fosse con me. Chissà dov'è...ha detto che doveva farmi una sorpresa. Ma se non è una sorpresa questa...
Socchiudo gli occhi e la scena si ripassa sull'interno nero venato sanguigno delle palpebre come in un film: lei che scende dal taxi e si dirige verso l'albergo prenotato da Jack.
Chissà fino a dove si erano spinti, chissà quanti baci...Il ricordo mi colpisce ancora come una volta, come uno schiaffo in pieno volto.
Scaccio subito il pensiero con una mano: non ho intenzione di rievocare brutte scene. Un maitrê si è avvicinato e mi porge un capolavoro di frittelle cosparse di panna con varie fragoline come contorno. La Van Alen mi passa subito di mente, e, senza nemmeno tagliare, affetto la prima frittella, ingurgitandola senza degustarla nemmeno.
Sono un po'nervosa, ora e per sfogare il nervosismo, mi butto sulle frittelle, manco fossero d'oro. Le trangugio una dietro l'altra, tanto che un mio vicino di tavolo mi fissa con gli occhi sbarrati. E'un Sangue Rosso. Non mi degno neppure di girarmi a ricambiare l'occhiataccia; non m'interessa di quel che potrebbe pensare, nemmeno se adesso mi colasse un filo di cioccolata giù per il mento.
<< Ehm...signorina? Il mento... >> Mi dice timido il vicino di tavolo, indicando il mio mento. Poco tempo per accorgermi di una gocciolina di cioccolata che cade e cerca di raggiungere la mia balza di chiffon verde-azzurro Prada. La fermo con un dito, un nanosecondo prima che vi si spiaccichi sopra.
Oddio! Ho un filo di cioccolata che mi cola per il mento. Pazzesco.
Lo asciugo subito, grugnisco un "Grazie" verso l'uomo che rimane fulminato, poi spiaccico le banconote sul tavolo e me ne vado dal ristorante. Rifletto su cosa potrei fare, adesso che sono qui nel centro.
Un giro da Chanel? Mmh, no, meglio Dior. D&G! Il mio sguardo viene catturato dalle scritte a caratteri cubitali come api affamate sul miele appiccicoso. Bleah, che schifo di paragone.
Avanzo verso D&G quando i miei occhi baluginano su Jimmy Choo. Jimmy Choo. Scandisco le sillabe come se fossero quattro. Jiiiimmy Choooo.
Io adoro quel benedetto negozio. Ho tutte le paia di scarpe che ha prodotto il venditore.
Entro e subito tiro fuori il portafoglio. Mi porto sempre una scorta di soldi appresso, non si sa mai. Accarezzo delle scarpe brillantinate, ma mi rendo conto che per lo stato dei miei piedi gonfi -orrore- non va bene. Mentre rimango come folgorata da questa considerazione, una commessa mi raggiunge.
<< Madeleine! Che piacere vederla di nuovo! Oh, vedo che la bambina cresce. Bene. Ho un paio di cose qui che potrebbero piacerle... >> A questo servono le commesse. Mi fa immergere in un mondo Premaman di Jimmy Choo che non conoscevo. Questo lato mi piace. Mmmh.
Esco dal camerino con indosso le scarpe più belle da Premaman che abbia mai visto, e scorgo l'uomo del tavolino di prima da Pe Ser che mi fissa. Improvvisamente mi accorgo di aver sete...la bambina mi sfrena.
Gli sorrido.
Questa scena mi ricorda quella di due anni fa, con un uomo che adesso è l'ombra di quello che era prima. Ma questo mi servirà solo per oggi.
Lascio Jimmy Choo e mi avvio verso di lui.
<< Ciao. >>
<< Ciao. >> Risponde lui.


Angolo Autrice
L'avevo detto io che avrei aggiornato subito! XDXDXD
Mi piace raccontare di Mimi incinta°-° Mi fa sentiree come se lo fossi ioO_o
M'immedesimo troppo nel personaggio XD
Vabbhe, tenete d'occhio la storia; potrei aggiornarla da un minuto all'altro! X°
Kizz

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Capitolo 3
*** II_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

2

NYSE Regulation Inc
11 Wall St,
NEW YORK‎ - (212) 656-3000‎

Madeleine Force
Upper East Side, int.4
Manhattan 10001–10292, 6227

21 aprile 2007

Gentile signora Force,

la ringraziamo per la sua lettera del 19 aprile dalla quale comprendo la meticolosità della sua persona. La rassicuro dicendole che la nostra banca sarà altrettanto meticolosa.

E, per questo, le voglio riferire che il conto in banca per sua figlia è stato aperto con successo.

Distinti saluti,

Diane Sandyes
Consulente di banca


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Capitolo 4
*** III_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

3

NYSE Regulation Inc
11 Wall St,
NEW YORK‎ - (212) 656-3000‎

Madeleine Force
Upper East Side, int.4
Manhattan 10001–10292, 6227

25 aprile 2007

Gentile signora Force,

Sono lieta che sia rimasta compiaciuta dalla nostra velocità ed efficienza.

Devo però contraddirla sul progetto "Mimi Force's Bank" per cambiare nome alla NYSE Regulation Inc, dato che la banca è a nome di tutti. E devo anche contraddirla per quanto riguarda il trattamento di favore per i membri della famiglia Force, dato che lei non è più sotto la supervisione del sig. C. Force.

Potrà però, dopo un generoso versamento, disporre del presente trattamento.

Distinti saluti,

Diane Sandyes
Consulente di banca

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Capitolo 5
*** IV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

4

Okay, Mimi, calma. Fai un profondo respiro. Valutiamo i pro e i contro.
Pro: Il conto è aperto. Contro: Nessun trattamento di favore perchè io non sono più sotto la supervisione di Charles. Che idiozia! Sono pur sempre una Force! Credono che io abbia acquisito il cognome! Stupidi Sangue Rosso.
Se non avessimo dovuto fare tutte queste procedure incasinate, adesso avrei ancora il mio favoloso trattamento di favore! Ho bisogno della carta di credito di papà. La lettera di questa Diane dice che dovrò versare un generoso contributo...ma io l'ho già versato! Perchè devo dare i miei soldi a questi qua quando potrebbero servirmi per le scarpe della nuova collezione Chanel?
Pazzesco. Questi qui sono fuori. Mi poggio una mano sul pancione, come a calmare mia figlia. La mia bambina! Almeno ha il suo conto corrente in banca; verrà arricchito ogni giorno, ogni secondo. Mi ravvio i capelli, sbuffando sonoramente.
Mi serve una sigaretta, ma solo quando afferro il pacchetto mi ricordo che non posso fumare. Tutti i migliori ginecologi mi hanno severamente vietato le mie adorate sigarette. Le gettò via in malomodo: non fumare mi rende nervosa.
Vado in cucina e prendo le bistecche; ma anche quelle mi danno la nausea. La piccola inizia a mollare calcioni contro il mio ventre.
<< Hey! >> Esclamò << Questa pancia pochi mesi fa era una stupenda 36! Non me la rovinare! >> Intanto, Pookie si sta letteralmente divorando le mie bistecche.
<< Pookie...quelle erano le mie bistecche. Erano, perchè adesso tu te ne stai ingozzando! >> Non sapete chi è Pookie?
Pookie è la mia cagnetta, è un magnifico esemplare di chow chow. E non dite che i chow chow sono brutti!
Pookie ha l'aspetto leonino, la testa massiccia e l'andatura elegante, proprio come me. Il pelo è giallino come quello di un cappuccino con crema di Pe Ser. E'devota a me soprattutto, ed è calma e silenziosa come un gatto. Mi rispecchia, in fondo.
Tutti i Sangue Blu adolescenti trovano un cane. O meglio, è il cane che segue loro e ci protegge, perchè nel periodo in cui recuperiamo le memorie, siamo molto vulnerabili.
Accarezzo Pookie distrattamente, con la mente sono da Jack. Ritorna sempre tardi, e quando ritorna ha l'espressione di chi gli hanno spiaccicato un gelato sulla camicia Ralph Laurent.
Gli ormoni in questo periodo sono sballati, e gli altri non capiscono, mi trattano come se fossi una pazza tipo la Van Alen Senior da tenere a bada e trattare con condiscendenza.
Tze!, sono loro che non sono buoni, mica io. Io sono solo incinta, ecco. Finisco di spazzolarmi la busta di biscotti e mi fiondo oltre la porta manco fossi inseguita dalle schiere di Lucifero. Avverto un bisogno impellente d'aria fresca: due anni fa non stavo un minuto in casa, ero sempre fuori, buste in mano, vestita di tutto punto.
La mia vecchia vita!
Sento una minuscola assenza all'altezza del cuore, se ripenso ai bei vestitini che potevo permettermi. Non è che adesso sono pentita di essere incinta, no, assolutamente. E'che...una incinta non può indossare minigonne, no? Non può mettere décolleté altissimi. Può solo indossare abiti che risaltino il pancione, come se fosse un punto forza.
Dovevo vedere Trinity oggi, per andare alla riunione.
Ogni lunedì si tiene la riunione della Commissione alla Duchesne, quasi fosse un club formato da soli membri appartenenti alla scuola. Bhe, in effetti lo è.
Pensare che poco tempo fa, ero lì a progettare il Ballo del Patrizio. Adesso devo ri-progettarlo, ma per un'altra generazione, di soli pochi anni in meno a me. In fondo, io ne ho solo diciotto! Già incinta. Dicevo sempre che non lo sarei mai stata. E adesso mi chiedo, dov'è finita quella Mimi Force che era capace di mandare a monte tutto solo per una favolosa festa?
Trinity mi ha raccontato che lei, quando era incinta, era sempre al centro dell'attenzione; partecipava ad eventi mondani e stendeva tutti con la sua grazia da donna incinta. E allora io girovago come un'ossessa alla ricerca dei miei amati eventi mondani.
Ma, ovunque vada, nessuno studente è disposto ad accettare una donna incinta. Dannazione, sono sempre Mimi Force!
Adesso, però, per gli adolescenti sono Madeleine Force, incinta di Benjamin Force. Come se la vecchia Mimi che sballava tutti fosse scomparsa, cancellata in un istante e rimpiazzata con la nuova versione.
Mi sento tradita.
Per i "grandi", invece, sono una dea della fertilità, da venerare.
Chiudo la porta di casa e mi preparo per andare alla riunione, con un respiro profondo.


Angolo Autrice
Questo chap è un po più introspettivo...
Bha, devo fare in fretta: devo guardare ANTM!!! A duplooo x°

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Capitolo 6
*** V_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

5

Non è che io fossi la tipa da mettere i vestiti prima di tutto e la bambina all'ultimo, ma disgustavo quelle mamme geologicamente convinte che i figli dovranno essere allattati fino ai tre anni, al che saranno in grado di dire soavemente << Basta latte, mammina cara. >>
Mia figlia deve crescere in un mondo glamour, al passo con gli altri coetanei.
Lo stesso mondo in cui ho vissuto io. No, vi sbagliate se pensate che sono quel tipo di mamma che impone alla figlia le stesse cose che ha vissuto lei per prima, proprio no. Voglio solo il meglio per la mia bambina.
Il che vuole dire: vestiti firmatissimi, le feste più strepitose, i giocattoli migliori.
Mentre mi beavo dell'immagine della mia bambina in una versione sedicenne circondata dai ragazzi più affascinanti, intercetto Trinity che si avvicina con passo felpato, come una gatta troppo famosa per potersi permettere anche solo un saluto festoso.
Credo di aver preso da lei: io e Trinity siamo simili sotto questo punto di vista. Sono consapevole di essere a prova-paparazzo: top di chiffon primaverile azzurro-verde, jeans Liu Jo, comode scarpe Jimmy Choo dal tacco 10 e occhiali ultimo modello Gucci.
Per questo, mi azzardo ad un'alzata di mano.
<< Trinity, sono pronta, andiamo. >> Lei ricambia con un cenno della testa, fredda come il conduttore del Titanic quando vide l'iceberg che gli stava venendo addosso.
<< Mimi, piccola, la riunione sta per iniziare. Sbrighiamoci. >>
Durante il tragitto, nessuna di noi due osa aprire bocca, congelate come siamo nella nostra apparenza di "belle&impossibili".
Osservo Trinity, la quale si muove fluida nei suoi pantaloni a coste, la camicia sbottonata al punto giusto e i sandali con il cinturino di diamante. Descriverei il suo abbigliamento casuali&chic. Anche lei a prova-paparazzo.
Da quando sono incinta, il suo atteggiamento è cambiato: in casa, quando siamo da sole, è sempre solare, allegra: la mamma che non è mai stata; mentre, in pubblico, è fredda e distaccata, manco fossi un'estranea che le viene contro ballando il twist.
<< Hai prenotato la visita dal ginecologo? >> Chiede improvvisamente Trinity.
<< E'la tredicesima visita; non mi va di proseguire. Sono tutte sciocchezze! >> Ribatto, con leggerezza. Mi sento una farfalla, non sono per niente nervosa. Poi dicono degli ormoni! Che si riguardassero, questi dottoroni.
<< Mimi. >> Lei mi gela con uno sguardo. << Non prenderla così. Potrebbe essere fatale per la bambina. >> Le rivolgo uno sguardo divertito.
<< Ma andiamo!, siamo vampiri. Che può succederci di brutto? >> Ciack!
Mi volto a guardare Trinity con la bocca spalancata come un pesce lesso. Sfoggia delle macchie bianche, come se vi fosse scivolato qualcosa sopra dopo essersi spiaccicato...
<< Questo. >> Ringhia Trinity, cercando di pulire in qualche modo le macchie. Oddio. Solo allora mi accorgo che quella è cacca di piccione. Bhe, non è che noi vampiri siamo proprio immuni a tutto...di certo, non ai piccioni assassini.
<< Pazzesco! >> Sussurro, scuotendo la testa e allontanandomi da lei, quasi fosse malata di lebbra. << Bhe, è fashion! >> Aggiungo, ridacchiando.
Trinity mi guarda come se fossi vestita con una maglia comprata al mercatino della domenica mattina. Mi ricompongo, ma, sotto sotto, sono un po'furiosa con lei: che figura ci facciamo alla riunione?
Okay, chi si frega: tanto è lei ad essere stata colpita e affondata, mica io!
Arriviamo all'incrocio tra Madison Avenue e la Novantaseiesima Strada dove si staglia la Duchesne, un enorme edificio che ricorda una montagna di panna guarnita al cioccolato...Gnam.
La superiamo, diretti al quartier generale di Charles, dove si tengono le riunioni. Entriamo nell'ascensore, scendendo a più metri sotto terra. La nuova assistente, una Sangue Rosso con due occhiaie come borse di cetrioli -non chiedetemi del paragone-, si avvicina.
<< Buona sera, Madeleine. Buona sera anche a lei, Trinity. >> Ho sempre odiato tutti questi formalismi. Preferirei essere accolta con fiumi di champagne. Con tutta la buona volontà, mi sforzo di ricambiare il saluto. La Sangue Rosso non azzarda a commentare il mio pancione, sebbene il suo sguardo lo segua come una sanguisuga che ha appena intercettato un'elefante particolarmente grasso.
Charles mi rivolge un gran sorriso; a stento lo noto. Il mio sguardo vaga tra i posti occupati, cercando due occhi verdi e un lampo bianchissimo di un sorriso. Ma Jack non c'è.
Crollo sulla sedia, un peso ormai distante da quello vecchio, e sbuffo, affranta. Perchè è sempre in ritardo alle riunioni? Charles si schiarisce la gola, lo sguardo fiero con tante rughe che vi ballano intorno, avvolge l'intera Commissione in un freddo abbraccio. Lo so che anche lui sta aspettando Jack per iniziare.
Improvvisamente, le porte dell'ascensore si aprono con uno scatto, facendoci sobbalzare tutti. Chi è questo idiota? Ha messo in serio pericolo la salute di mia figlia! Purtroppo, appena vedo l'idiota, mi pento amaramente della scelta del termine.
<< Scusate il ritardo! C'era traffico. >> Annuncia rosso in viso Jack, pur sapendo che la scusa non regge. Traffico? Ma se i vampiri possono viaggiare talmente veloci da risultare invisibili!
Nessuno osa protestare; Charles annuisce con il capo, segno che la riunione è iniziata.
<< C'è una nuova notizia che devo dirvi; arriva dal Rio. >> Si ferma un attimo, per permettere a tutti di assorbire la notizia. Rio de Janeiro. Un flashback in 3D. Fuoco nero. Stiletti conficcati nei cuori. Vampiri consunti, dissanguati, morsi dai loro stessi simili. Un film horror che si ripercorre all'interno della mia mente, senza fine.
Stop, riavvolgi, ricomincia.
<< Un mio caro amico mi ha informato che si sono verificate delle scosse, lì, ma niente di preoccupante. Comunque, vorrei che i membri più in vista -Benjamin, Edward e Justin- andassero lì a dare un'occhiata. >> Sorride rassicurante a tutti.
E io? Non ero un membro importante? Sono indignata. Gonfio il petto come una gallina e mi volto verso Charles, pronta a sgonfiargli in faccia tutto il mio rancore.
<< Madeleine cara, non ho scelto te perché sei in attesa. Non vorremmo mai affaticarti! >> Sono sconvolta adesso. Credono che io mi possa affaticare? Che qualcosa potrebbe?
<< Ti ricordo che sono Azrael e...>> Charles alza una mano, m'interrompe. Mi ha interrotta! Nessuno m'interrompe quando parlo!
<< Lo sappiamo tutti, Madeleine, ma non ci sembra assolutamente il caso di mandarti a Rio de Janeiro. Vi andrà Benjamin, se proprio ci tieni tanto. >> La mia incredulità diventa rabbia. Io già non lo vedo mai Jack! Me lo vogliono anche portare via? Oh, no, questo proprio no.
<< Jack non può andarsene via! Non può lasciarmi proprio ora! >> Irrompo, alzando di un'ottava la voce. E'stridula, quasi come quella di un'oca che cerca di fare la voce grossa. Charles sbianca come un uovo sodo, appare imbarazzato.
<< Ehm...Madeleine...>> Cerca di calmarmi, conciliante. Ci sono vari colpi di tosse quando apro bocca per replicare. Mi dò una scrollata di capelli, stizzita, e afferro la mano di Jack, talmente forte da fargli fare una smorfia.
<< Jack non verrà. Punto. >>
<< Mimi...è una cosa importante. >> Mi mormora in un orecchio, senza farsi sentire dagli altri. Mi mordo un labbro.
<< Non quanto me. >> Lui sorride.
<< E'per la comunità dei vampiri. >> Vuole convincermi. Stupido carismatico dalla voce suadente. Lo lascio crogiolare nel dubbio, sbattendo le ciglia come una farfalla in fuga.
<< Mmh...può darsi. >> La sua bocca si apre in un sorriso radioso. Accecante.
<< Grazie, tesoro. >> Mi stampa un bacio sulla guancia e si rivolge agli altri membri della Commissione. Sembrano tutti rassicurati e sorridenti.
<< Verrò con voi a Rio. Contateci. >>
Ma, mentre pronuncia quelle parole, sento le viscere attorcigliarsi tra loro, come dei lombrichi che si azzuffano per un filo di terra. Perchè?

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Capitolo 7
*** VI_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

6

Ore 17.01, 11 secondi (calcolati con il mio orologio appena uscito, un tipo giapponese di cui non riesco a leggere il nome.). Central Park, il polmone verde di New York. Poi dicono che non sono una tipa naturalistica!
Di fronte a me, tizi inguainati in tute Juicy Couture di vari colori, blu, rosse, rosa, gialle, arancione, grigie. Gambe muscolose che sforbiciano le mountain-bike blu striate d'argento. Inspiro l'aria pulita.
Ho letto su una rivista per mantenere sano il corpo quando si è in attesa, che bisogna stare molto in mezzo alla natura. E quale luogo migliore di Central Park? Mi sento in piena forma dopo la serata con quel Sangue Rosso americano; era da un bel po'che non avevo un aggregato umano.
Ad una certa età ed in certi momenti, i Sangue Blu devono per forza bere sangue preso in "prestito" dagli umani. Le santarelline ipocrite con me non sono ammesse; ricordo ancora quella...come si chiamava?, ah, sì: Lucy Forbes.
Quanto la odiavo! E la odio ancora.
Provo un profondo disgusto per lei, si faceva troppi scrupoli sugli aggregati umani, quando lei stessa ne conservava a centinaia. Se ripenso a quando l'ho spifferato a tutti nella Duchesne! Che casino. E che goduria! Lucy è letteralmente svenuta.
La Duchesne...quanti ricordi. Se ripenso alla povera Aggie mi vengono ancora le lacrime. Era la mia migliore amica, la mia copia.
Mi ronzava intorno come una laboriosa ape operaia con la sua regina, e faceva tutto nel modo giusto, senza che glielo dicessi io. Mi prestò i suoi jeans preferiti!
Che amica. E poi...è stata uccisa. Da Bliss Llewellyn.
Bliss è solo una vittima, lo so...ma non posso non essere contenta di quando è stata bruciata con il fuoco nero. Schuyler Van Alen ha pianto a dirotto.
Io un po'piangevo e un po'no, non saprei. Non volevo morisse. Ma nemmeno che la figlia di Lucifero restasse in giro, pronta a riencarnarsi in un altro ciclo.
D'allora, di Sangue D'Argento non se ne è mai più parlato.
E'stata messa la parola "Fine", come ad un vecchio film horror di cui tutti hanno aspettato di vedere l'antagonista morire e il protagonista -in questo caso, i protagonisti- trionfare.
Ma basta pensare a Bliss! Fa male alla mia bambina. Potrebbe sognarsela la notte, una rossa riccia alta un metro e ottantuno, slanciata e con un forte accento texano.
Sono stata io ad ucciderla.
Io stessa l'ho incastrata davanti a Charles. Perchè Schuyler l'ha lasciata andare. Ha fatto scivolare la spada di Gabrielle tra le lacrime, perchè non riusciva ad uccidere un'amica. E non riesco a biasimarla.
Quante persone sono morte nell'arco di un anno. Quanti vampiri non torneranno mai più. Laurence Van Alen, Augusta Carondolet, Dylan Ward, Bliss Llewellyn, Priscilla Dupont...questi sono solo alcuni dei nomi dei vampiri dissanguati.
Una lacrima scivola dagli occhi e mi taglia una guancia in due. Mi affretto ad asciugarla, mentre alcuni turisti in canottiera unicolore e denim shorts mi indicano e si coprono gli occhi con le visiere dei cappellini, per non farsi riconoscere, perchè lo sanno che li lincerei.
Gli alberi mi riparano dal sole, come se io l'avessi chiesto sul serio. Il parco è un esplosione di colori: mamme con il passeggino in abitini da cocktail, che mi salutano con la mano. Sangue Blu. Nessuna donna dopo il parto può ritornare subito al suo stato precedente, ma noi Sangue Blu sì.
Ascolto distrattamente i loro discorsi.
<< ...i sonaglini da Tiffany. >> Sta dicendo una di loro, inguainata in uno skinny jeans sdrucito color del cielo. Si aggiusta la spallina del top rosa.
<< La collezione nuova di Tiffany è stupefacente. Devo assolutamente collezionarla tutta! >> Aggiunge l'altra, annuendo.
Tiffany. Tiiiffanyyy. Da quanto non ci vado! Devo, per questione di vita o di morte, farci un giretto. E quelle due mi invidieranno! Peccato che, adesso, sono io ad invidiare loro: con questo pancione, a stento riesco a fare due passi per le scale, prima di inciampare, perchè non vedo un'accidente.
Dov'è finita la mia rinomata grazia? Ma durerà poco, me lo sento. Mimi Force sta per tornare fra voi, gente. In fondo, ho solo diciott'anni e la bambina nascerà tra cinque mesi.
Sospiro; so che nemmeno Tiffany riuscirebbe a calmare i miei sospetti. E'sempre più assente e, così, non riesco nemmeno a controllargli la mente, per vedere se la Van Alen è ancora tra i suoi pensieri.
Ho paura che lo sia. Mi alzo dalla panchina in legno naturale e mi dirigo verso il Metropolitan. Se forse mostro a mia figlia qualche quadro importante, nascerà con una propensione per l'arte e diventerà famosa...
La sede principale del Metropolitan Museum of Art si trova sul lato sinistro di Central Park, sull'Ottantaduesima Strada. Indubbiamente, il mio reparto preferito è quello sull'arte egizia.
Sto per salire le piccole scalinate bianche, quando avvisto una chioma bionda appartenente ad una figura slanciata che tiene posato affettuosamente il braccio intorno alle spalle di una ragazza minuta. Salgo dalle scarpette da ginnastica bianche rattoppate ad una visione terribile di un'enorme casino di indumenti messi uno sopra l'altro -sebbene sia primavera e non c'è tutto questo bisogno di coprirsi- fino ad una lunga e lustra tenda scura come l'ebano.
Scuoto la testa, negando ciò che i miei occhi malati vedono. Quella potrebbe essere un'aggregata umana, mica per forza...no...ma tutto combacia. Le assenze, i ritardi alle riunioni, lo sguardo evasivo...
No. Voglio rassicurazioni. Così, non molto velocemente, li inseguo in punta di piedi, nascondendomi dietro a figure di Cleopatra, una delle mie vite passate, per spiarli furtivamente. E'impossibile non riconoscerli: quei due sono proprio Jack e Schuyler, di nuovo insieme.
Allora tutti i miei sospetti sono confermati! E, improvvisamente mi sento svuotata, triste, confusa, ma soprattutto, furiosa.
Non è bastato che io stessi per essere condannata al rogo? Non è bastato che Charles gli spiegasse più e più volte il nostro ruolo? Non è bastato che ci sposassimo? Non è bastato tutto quello che abbiamo passato, prima e dopo? Soprattutto, non è bastato che io aspetti una bambina? Mi gira la testa e mi rendo conto che io sarei dovuta essere circondata dalle forti braccia di Jack. Quella Schuyler dovrei essere io.
Ed è stato allora che ho cominciato a tornare indietro sui miei passi.

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Capitolo 8
*** VII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

7

NYSE Regulation Inc
11 Wall St,
NEW YORK‎ - (212) 656-3000‎

Madeleine Force
Upper East Side, int.4
Manhattan 10001–10292, 6227

15 giugno 2007

Gentile signora Force,

Sono dispiaciuta nel dover disdire la sua proposta di separazione del conto bancario in comune con suo marito, il sig. Benjamin Force.

Purtroppo, devo riferirle che, senza la firma del sig. Force, mi ritrovo con le mani legate.

Non sono riuscita a leggere le ultime due righe. Potrebbe scrivere più chiaramente, per favore?

Distinti saluti,

Diane Sandyes
Consulente di banca

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Capitolo 9
*** VIII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

8

Orion Associates Inc
275 Madison Ave Fl 35,
NEW YORK‎ - (212) 599-1400‎

Madeleine Force
Upper East Side, int.4
Manhattan 10001–10292, 6227

17 giugno 2007

Gentile signora Force,

La lettera da lei spedita il 16/06/07 mi è arrivata con tutti gli allegati, come da trattato.

Sono molto toccato dal suo caso, ma lei deve sapere che c'è ne sono a migliaia di coppie che stanno insieme dai tempi dell'infanzia e poi dopo si sfasciano, per via di una "sgorbia", come ha chiamato lei la presunta traditrice.

Le foto sono chiare e il resoconto è molto dettagliato. La ringrazio per il generoso contributo e la mancia del "prima" e del "dopo".

Le assicuro che svolgeremo un ottimo servizio.

Distinti saluti

Tom Smeathie
Investigatore privato.


Angolo Autrice
XDDDDDDDDD Ringrazio Dydme per aver inserito questa storia tra le preferite. *ò*

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Capitolo 10
*** VIV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

9

<< Trinity? Cosa ci fai qui? >>
<< Mi hai chiesto tu stessa di badare alla casa, mentre tu sei via. >> Ribatte, irrigidendosi al mio brusco modo di salutare.
In effetti l'avevo dimenticato. Trinity è seduta sul mio divano in pelle, rigida e dritta come un fusto; questo finché mi vede arrivare. Appena ha sentito lo scatto delle chiavi che aprivano la serratura, si è subito placidamente abbandonata alla morbidezza del mio divano. E'un piacevole sollievo per il caldo afoso che gira in questa settimana.
L'ho sentito ieri in televisione, che il tizio del meteo annunciava questa settimana con un misto di terrore e soddisfazione, la felicità superba di chi va a mare e sa che gli altri schiatteranno in città, tra lo smog, il lavoro e la famiglia.
L'ho mandato a quel paese, augurandogli che il mare lo travolgesse, facendolo annegare; ma ho deciso che non era abbastanza. Per fargli uno sbafo, sono subito corsa all'agenzia a prenotare un weekend in California, ad Orange Country. Beccati questa, stupido tizio del meteo.
<< Ah, sì, giusto. Grazie, Trinity. >> Mi scuso e lei si addolcisce. Somiglia ad un caffé amaro dopo cucchiaiate di zucchero.
<< Non importa. Divertiti! Hai bisogno di questa vacanza. >> Annuisco.
Peccato che lei non sa di quanto ne ho bisogno. Il pretesto della superbia del tizio del meteo ha nascosto la vera ragione per cui andò in vacanza: Jack. E'partito poco fa per Rio, tra un frullare di sorrisi accecanti e abbracci falsamente caldi.
Il volo per la California è tra quattro ore, e quindi non capisco perchè Trinity sia già qui. Dovevo controllare le ultime prenotazioni per Rio de Janeiro, con un abile trucchetto rubato dai libri di informatica alla Duchesne, due anni fa.
<< E'ancora presto, però, mamma. >> Faccio quasi uno sforzo per chiamarla "mamma", e lei apprezza con un sorriso consapevole. << Vuoi un Martini? >> Trinity annuisce.
Mentre estraggo le bottiglie dal frigo e verso il contenuto in un bicchiere, i miei pensieri vagano verso Jack. Chissà cosa starà facendo adesso...
<< Tieni. >> Le porgo il calice e lei lo fa roteare, il liquido liscio color pipì che ne segue la circonferenza.
<< Grazie. >> Dice e ne beve un sorso, il mignolo vezzosamente in fuori. Che pacchiana. Mi siedo accanto a lei, osservando famelica il Martini. Mmh, se solo potessi berne un sorso...un piccolo piccolo.
Davanti a me, compare la scena di Trinity che tira fuori la sua spada e taglia in due tutte le bottiglie d'annata e non di Martini. Oddio. Che visione terribile. Non posso permetterlo.
Per la frustrazione, attorciglio le mani tra di loro. Perchè non poteva venire più tardi? Mi alzo dal divano, decisa.
<< Vado nella camera. Devo controllare delle cosucce. >> Trinity mi segue con lo sguardo, incuriosita. So che vorrebbe avere una vista laser per poter vedere lungo i muri e spiare le mie cosucce.
Appena arrivata, afferro il laptop e lo accendo, ticchettando nervosamente sulla tastiera. L'orologio viola di Window Vista sul desktop segnala le 18.15, mentre il calendario in vimini informa che è il 2 Luglio, e che manca un mese alla nascita della bambina.
<< Ultime prenotazioni "Aereoporto Internazionale John F. Kennedy"...2 luglio... >> Mormoro a scatti, mentre batto sulla tastiera, cercando di non farmi sentire da Trinity. So che è maleducazione lasciare gli ospiti nella hall per sbrigare faccende personali, ma questa è davvero troppo importante.
Dopo un facile imbroglio del sistema, la schermata si apre davanti a me come la serratura magica di quel film, Apriti Sesamo o come si chiamava. Davanti ai miei occhi, indicate per ora, minuti e secondi, le ultime prenotazioni del 2 luglio 2007, ovvero oggi.
Jack non ha scampo. E nemmeno la bastarda dei Van Alen.
Scorro l'elenco, fino al nome "Benjamin Force". Nulla. Butto fuori tutta l'aria che ho trattenuto sino a quel momento, per il sollievo. Lei non ha prenotato. Però, il sollievo dura poco. Sarebbe da sciocchi smettere subito di cercare.
Così, torno a scorrere l'elenco dei membri della Commissione, fino al nome "Justin Carondolet". Subito sotto, c'è ne è un altro: "Schuyler Van Alen". Mi mordo il labbro.
<< T'ho beccata, stronzetta... >> Quasi quasi vorrei urlare ma mi trattengo, ficcandomi la prima barretta di cioccolato che vedo in bocca. Ne ho sempre una nascosta in tutte le stanze della casa. Purtroppo, neppure la barretta riesce a consolarmi. La rabbia si trasforma in depressione.
La casa è vuota, senza Jack. Il mio cuore anche è vuoto, senza di lui. Avverto un'assenza in tutta la mia anima e inizio a piangere, in silenzio.

<< Mimi? Tesoro? >> Apro di scatto gli occhi e subito corrono all'orologio. Meno trentadue minuti mancanti alla partenza dell'aereo per la California. Sono rimasta chiusa qua dentro per tre ore e mezza!
Con un balzo, scendo dal letto e chiudo il laptop senza spegnerlo per il corretto procedimento, poi apro la porta con un lieve scatto e la richiudo dietro le mie spalle. Mi asciugo velocemente le lacrime, e mi do delle leggere pacchette per rinsavirmi.
<< Mamma, sono pronta. Andiamo. >> Con orrore mi accorgo che la mia voce è flebile. Trinity mi guarda inarcando un sopracciglio perfettamente spuntato.
<< Tutto apposto? >> Chiede, preoccupata e sospettosa allo stesso tempo. Lei non riesce mai ad essere veramente una mamma, ma la perdono. Il suo affetto misurato mi ha fatto diventare quella che sono oggi, capace di non farmi sopraffare dalle emozioni. Ma per Jack è diverso. Lui è il mio gemello, non può lasciarmi. Non può.
<< Sì. >> Dico, cercando di sembrare convincente. Non funziona. Adesso salta il viaggio per la California! << Sbrighiamoci! E'quasi ora! >> Trinity acconsente, senza fare domande.

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Capitolo 11
*** X_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

10

La sala d'attesa 2A del aeroporto John F. Kennedy è bianca, con delle panchine bianche di plastica dove gente che sbuffa, impiegati che controllano il loro orologio come se fosse un tic.
Sembra lo studio medico di un dottore sottopagato.
Trinity mi squadra nervosamente, come se il mio umore fosse contagioso e fosse saltato dalla sua testa alla sua, lesto come un pidocchio in un parco giochi. Il suo sopracciglio si alza e si abbassa, come le onde del mare.
<< Sei sicura di voler andare? >> Mi chiede, per l'ennesima volta.
<< Sì. >> Rispondo io, per l'ennesima volta. Una cosa brutta dell'avere mamme che si trasformano come i cartoni giapponesi è che lo fanno sempre al momento sbagliato nel posto sbagliato.
Il tizio di fianco a noi si ficca il dito nell'orecchio e manca poco che io vomiti, mentre Trinity l'osserva disgustata.
<< Certa gente... >> La sento borbottare.
Poi, l'altoparlante gracchia una voce metallica: << Il volo New York - California, per le ore 22.00. Tutti i passeggeri sono pregati di disporsi in fila per il ticket. >> Trinity mi porge la mano. Rimango per un attimo scombussolata, ma poi non ci penso molto e la stringo. Lei mi rivolge un'occhiata in tralice.
<< Ma che fai? Le chiavi di casa devi darmi. >>
<< Oh. >> Frugo nella borsa e le consegno le chiavi. Afferro i bagagli -valigie nuove rigide verde mela, rosso ciliegia, nera con inserti di metallo- e seguo la folla, come una papera con la papera più grande, veloce ma goffa per via del carico.
<< Erano proprio necessarie tre valigie? >> Chiede Trinity, alzando il sopracciglio perfettamente spuntato.
<< Uhm, sì, certo. >> Non ci bado nemmeno.
<< Dovrai rimanere solo il weekend in fondo! Dai, dammene due. >> Mi volto. Cosa? Vuole farmi credere che lei, proprio lei che per una settimana bianca si porta dietro quattro valigioni stra-bordanti di roba, dice a me di consegnarle due valigie?
<< Ma mi servono! >> Ribatto.
<< Può essere pericoloso per la bambina. >> Spiega lei, guardandomi fredda, lo sguardo come lame, che in realtà vuol dire "Mi frego della tua roba, ma se per lo sforzo abbortisci, ti uccido!" Che dolce, mia madre.
Però ha fatto centro. L'argomento "Abborto" mi fa abboccare come un pesce lesso e una lampadina si accende nella mente. Ma certo! Come ho potuto essere così sciocca? Svelta come un colibrì, butto in avanti due valigie e mi tengo quella con gli affetti personali.
<< Brava. >> Ma va', che se fosse per te sarei pure potuta schiattare nell'aereo!
<< Okay. Ci rivediamo. >> La saluto, mentre consegno al controllore il ticket.
<< Ciao, piccola. >>
Varco le soglie della porta con le finestre di plastica, trascinando il trolley, e, per un ultima volta mi volto verso Trinity. Mi sta salutando, un saluto freddo e distante, lo sguardo acceso di una volpe quando s'accorge che la gallina è bloccata nel pollaio.
Scaccio via le mie paure, non appena metto piede sul piccolo pulman. Non è che mi farà scoppiare casa? Il pullmanino accompagna i passeggeri vicino all'aereo, grande e bianco.
<< Piano. >> Avvertono gli stewart, mentre ci fanno segno di salire. E'una lotta contro i mulini quella mia contro il trolley: non ne vuole proprio sapere di salire gli scalini da solo. Un signore si avvicina, premuroso.
<< Vuole aiuto? >> Chiede, lo sguardo dolce fisso sul mio pancione. Mi porto automaticamente una mano lì; vuole sapere la data di nascita per poi rubare la mia bambina! Dietro questa facciata amichevole, si nasconde un'abominio!
<< Oh, no, grazie mille. >> Rispondo.
<< Ma no, si figuri, lasci fare a me! >> Insiste lui, afferrando la manica del trolley. L'afferro pure io, e inizio a tirare dall'altra parte, imbronciandomi come un cocker.
<< No! >>
<< Calma! Calma! Signorina, glieli porto io i bagagli. >> Maledetti stewarts: i fatti loro mai? Mi alzo su, i capelli sventolati dal vento forte che si appiccicano al lucidalabbra nuovo di zecca. Pazzesco, questo qui voleva fregarmi la valigia! Tze.
Percorro il corridoio dell'aereo, controllando il bigliettino. Perfetto!, il mio posto è quello vicino al finestrino, così potrò godermi il panorama della California. Ho bisogno di rilassarmi ma è impossibile.
Se chiudo gli occhi, rivedo i loro sorrisi, i loro occhi incatenati l'uno al altro come nel gioco "A chi ride per primo", la stretta affettuosamente intima, più esplicita di una dichiarazione d'amore.
Sospiro profondamente, e butto fuori l'aria, calmando i battiti del mio cuore impazzito. Jack, Jack, Jack...Jack e Schuyler insieme. Afferro la borsetta e tiro fuori un Kit Kat alla mente, scartandone l'involucro rosso con una furia pazza.
Mentre il film si ripercuote all'interno della mia testa, azzanno la barretta, staccandone un pezzo e masticandolo velocemente. L'atmosfera non è delle migliori. Un hostess inizia a gesticolare, traducendo la voce che si ascolta in tutto l'aereo, a prima vista sembra quasi che provenga dall'aereo stesso e i passeggeri annuiscono, giusto per dare l'impressione di star ascoltando.
Appena l'hostess finisce, volto la testa di 90° verso il finestrino. L'Oklahoma. Che schifo.
Le città scorrono sotto il mio sguardo, come agglomerati di formichine laboriose che lavorano attorno al proprio formicaio.
Appena scendo dall'aereo ed entro nell'edificio dell'aeroporto, mi accorgo di un particolare terribilmente importante.
Orrore! Il cellulare non prende! Pazzesco.
Corro oltre l'uscita dell'aeroporto, accompagnata dal piacevole ticchettio dei sognaglini della borsetta. Mannaggia a me che ho i tacchi alti: ma chi me lo ha fatto fare? Una volta uscita, armeggio col cellulare per chiamare Jack. Uno, due, tre, quattro squilli e non risponde.
<< Mimi! >>
<< Jack, tesoro! Che stai facendo? Tutto bene? >> Chiedo, arrotolando il ciondolo della borsa attorno al dito.
<< Sì, certo. Il Conclave è a posto, come Rio. Ma Charles vuole che rimaniamo. Kingsley è qui con i suoi, è all'interno della grotta, dovrebbe richiamare tra poco se ci sono novità. Per questo...dovrei attaccare, Mimi. >> Apro la bocca per dire qualcosa, ma mi resta spalancata e ho la brutta impressione che un moscerino vi ci sia fiondato dentro. Nessuno mi resiste.
<< Che cosa? >>
<< Devo attaccare. >> La frettolosità di Jack mi colpisce, una lama affilata nel mio cuore. Non ha proprio pietà, vero? Perchè Schuyler è più importante di me? Prima era diventata insignificante! Sono diventata talmente brutta con la gravidanza? Talmente brutta da farlo...scappare tra le sue braccia?
<< Jack...>> Ma lui ha già attaccato.
Resto ferma, e sento qualcosa che si rompe all'interno di me stessa, della mia stessa essenza. Osservo il sole che sanguina sul mare cristallino e calmo, accendendolo di riflessi, attraversandoli con lo sguardo manco fossero acqua trasparente.
Invisibile. Qualcuno mi urta bruscamente ma io non mi sposto. Continuo a fissare la scritta "Chiamata interrotta" rosso sul lampo bianco che è il sorriso di Jack e il mio, una foto scattata tempo fa, sulle nevi in Canada.
Una lacrima esplode sul display, proprio dove c'è il verde luminoso dei suoi occhi, lasciando varie increspature. Chissà quanto pesano tutte le lacrime che ho versato per Jack. Sicuramente tantissimo. Mi affretto ad asciugare, ed è solo lì che mi accorgo di quello che dovrei fare.
Dovrei dargli la caccia.
Ma non posso, proprio adesso che sono al settimo mese di gravidanza. Non posso, proprio adesso che la Commissione decide di verificare se le scosse a Rio de Janeiro sono provocate da qualcosa...
Il cellulare trilla di nuovo e io l'afferro, quasi scocciata dal fatto che qualcuno osi chiamarmi qui, adesso, in questo momento.
<< Chi è? >> Ringhio.
<< Ciao, Mimi! >> Risponde allegramente la ragazza all'altro capo del telefono. << Sono Lucy Forbes! Ti ricordi di me? >>
Oh, mio Dio, se mi ricordo di te. Sguattera.
<< Ciao, Lucy. >> Replico, in tono mellifluo << Certo che mi ricordo di te. Come stai? >> Cosa diavolo vuoi?
<< Mi chiedevo se...sapessi che Jack si vede con Schuyler. Li ho proprio incontrati due minuti fa! Che teneri, si tenevano per mano. >> Brutta stronza!
<< Sì, lo sapevo. Stanno recitando una parte di un film. >> Lucy sembra delusa. So che ci gode delle sofferenze altrui, vuole ripagare la mia vendetta alla Duchesne! E'stato più di due anni fa. Gesù!, un attentato.
<< Ah. >> Sorrido, trionfante.
<< E, comunque, non sono fatti tuoi. >> Bam! Attaccato.
Iniziamo bene la vacanza...

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Capitolo 12
*** XI_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

11

La California è un vero toccasana.
Spruzzi cristallini di acqua lanciati da coppiette di teenagers, le nuvolette bianche sembrano batuffoli di panna montata nel gelato a gusto Puffo. E i teenagers innamorati continuano a giocare nell'acqua.
Un momento: parlo di loro come se non ne facessi più parte; ma ho solo diciott'anni!
Avere una bambina è un tacito ingresso nel mondo degli adulti e i compagni con cui te la spassavi poco tempo prima ti guardano come se fossi ormai già una vecchia signora impegnata tra casa-famiglia-lavoro.
Io ero membro tesserato della vita mondana. Che cosa è successo?
Per quanto io sia alla moda e sia stata una principessa fra la mia gente, adesso urto contro un muro fatto di sguardi più espliciti di uno sputo, sorrisi mesti a mo'di scusa e un incredibile -per quanto invisibile- spazio tra me e loro.
Ma è possibile che basti una bambina a dividere una persona dal suo mondo? E loro che sembravano così adoranti, così ammaliati, da me! Tze. Questa è la loro fedeltà.
Tanto sono loro che ci perdono, questo è sicuro; io, Madeleine Force detta "Mimi", non mi faccio abbattere da quattro marmocchi in erba. Ho tante cose a cui pensare! Per esempio...il nome della bambina per esempio!
Voglio un bel nome d'impatto, ma che gli amici possano abbreviare. Mia figlia sarà una ragazza mondana, popolare quanto Kate Moss. Potrei anche chiamarla Kate...no, sarebbe stupidamente da fan e io non sono fan a nessuno. La mia bambina sarà solo sé stessa e questo basterà e avanzerà. Tze.
In quanto ad ignorare i problemi, io sono una vera maestra; meriterei il premio Oscar!
Già m'immagino mentre salgo sui gradini, con i tacchi che affondano nel tappeto rosso, e gli applausi di tutti mentre afferro la statuetta e la sollevo in aria, con un << Grazie! Vi adoro anch'io! >>
Però, adesso, non riesco proprio ad ignorare il crescente peso malinconico -che sicuramente peserà più di quanto pesavo io due anni fa- poggiato candidamente sul mio cuore, come una coperta troppo gelida.
Ho bisogno di vedere un negozio. Avete presente quella calda sensazione di un abbraccio dal vostro fidanzato, e il cuore vi si scioglie come burro sotto il sole? Ecco, è quello che provo io quando vedo la scritta "Chanel" dall'altra parte della strada.
Questo è ciò di cui ho bisogno.
Attraverso il lungomare come un fuggitivo, rischiando di rompermi la caviglia, ma quando vedo il luccichio delle scarpine di Chanel, capisco che potrei anche fare sette metri a rotta di collo (e una volta l'ho fatto; c'era la svendita, non potevo mancare).
Appena entro, cala il silenzio. Tutte le donne si voltano a guardarmi; donne che sembrano uscite da una rivista Armani, con gli occhi nascosti dietro un paio di lenti enormi con protezione raggi UV e raggi laser degli apparecchi dell'antimateria.
Hanno lo sguardo fisso sul mio pancione e iniziano a spettegolare a bassa voce, un mormorio che si diffonde nell'aria tipo sottofondo musicale. Avanzo impettita, più dritta perchè l'orgoglio di essere ancora al centro dell'attenzione mi ha rinvigorita.
<< Ma quella è Mimi Force...? >> Sta dicendo una commessa alla cliente, una tipa alta e bruna con al piede un paio di sandali dal tacco vertiginoso.
<< Già...guardala, è al settimo mese, si vede. Ma dov'è Jack? E'sempre con lei... >> Si scambiano uno sguardo carico di intesa. Vorrebbero che io fossi in crisi con Jack -il che è vero. 1 a 0 per loro.
<< Madeleine! Buongiorno. Credo che queste scarpe potrebbero piacerle. Ma abbiamo anche una vestina Premaman, che le starebbe d'incanto! >>
<< Mmh...credo di sì. >> Cinguetto, alzando gli occhiali Vogue sopra la testa, a mo'di cerchietto.
La commessa s'illumina e mi conduce, quasi saltellando come Bambi, al reparto delle scarpe, dove scatole decorate con svolazzi campeggiano su scaffali altissimi dorati e immacolati.
Mugolo di piacere; quanto adoro Chanel io?! Mi rende felice. Il mondo sembra più buono, e le cose cattive scompaiono, si dissolvono come fumo delle sigarette italiane Malboro.
<< Queste. >> Dico, colta da una rivelazione.
I sandali hanno dei lacci azzurro cielo, intrecciati tra di loro a formare un complicato disegno stile schiava e la zeppa sarà almeno tacco 12. Sui lacci luccicano allegramente degli strass colorati che acquistano riflessi sotto ogni luce diversa.
<< Vedo che non ha ancora perso il suo buon gusto, Madeleine. >> Apro la bocca, indignata. Chi ha osato parlare per dire queste blasfemie? Mi volto, pronta ad azzannare chiunque ma, appena vedo il tizio sulla soglia, mi blocco pietrificata.
Forsyth Llewellyn! Il "padre" di Bliss! Oh mio Dio.
<< Forsyth... >> Dico, gelida e monocorde.
<< Madeleine. >> Risponde lui, con tono altrettanto freddo. E'invecchiato tantissimo dall'ultima volta che l'ho visto. I capelli sale e pepe sono spazzolati all'indietro, e sopracciglia folte a fulmine rendono gli occhi più pazzi che stanchi. Il volto ha l'aria tirata.
Forsyth ci nascose Bliss dall'inizio: sapeva tutto e non c'ha detto nulla. Non ho mai capito perchè. Nella famiglia avevano il Guardiano, che Cordelia Van Alen aveva loro spedito, ma Forsyth e la ex moglie defunta non hanno saputo apprezzare.
Jordan Llewellyn, una bambina a prima vista un po'stramba, cicciotta e anonima, soprattutto se confrontata con la sorellastra, Bliss Llewellyn. Ma Jordan non era odiata solo perchè fosse brutta, no, proprio no. Era odiata perchè rappresentava una minaccia per Bliss, la figlia prediletta dei Llewellyn.
<< Cosa ci fai tu qui?! >> Squittisco, stringendo forte il mio sandalo. Forsyth mi gela con un'occhiataccia.
<< Mi stavo prendendo un periodo di riposo. E vedo che tu fai lo stesso. Non hai perso tutta la voglia di divertirti ed essere sempre al centro dell'attenzione, vero Madeleine? >> Forsyth non mi ha mai perdonato l'uccisione di sua figlia.
<< Non vedo perchè dovrei. >> Ribatto, riducendo gli occhi a due fessure. Anch'io ho abbandonato il "tu", toh! Lui mi squadra come se tutto il mio lusso lo disgustasse.
<< Certo, certo. La saluto, Madeleine. Ah...a proposito. Ha già deciso che nome darai alla bambina? >> Ah! Come osa?! Lo so che è una domanda a tranello, però io sono più furba!
<< No, non so che nome darle. Deciderò con Jack, quando ritorna. >> Ops. Le labbra di Forsyth si piegano in un sorriso malvagio. Gli ho dato pane su cui lavorare! Vorrei poter cancellare ciò che ho appena detto.
<< Quando ritorna? Non è con te, adesso? >> E'talmente affamato della notizia che ha dimenticato le buone maniere.
<< S-sì, certo. >> Balbetto << E'con me! Ma è andato a fare la spesa. A-abbiamo affittato una casa qui, per concederci un lungo periodo, circa quindici giorni. N-noi v-vogliamo...provare un po'come si vive da persone normali! >> Forsyth sembra sul punto di ridere. Okay, lo so che la scusa non regge, ma è la prima cosa che mi è saltata in mente!
<< Sì, mi sembra plausibile. Allora, a presto Madeleine. >> Sembra che se la stia ridendo sotto i baffi. Che diavoleria sta tramando?
<< Eh?! Che cosa intendi con "a presto"? >> Lui si volta e il suo sguardo manda lampi pericolosi.
<< Anch'io ho affittato qui una casa. Verrò a trovarvi presto. >> E senza darmi il tempo di rispondere, varca la soglia del negozio. Seguo la sua schiena avvolta dalla giacca beige, afflitta. Sono fottuta! Quello lì vuole pedinarmi! Devo subito chiamare Jack.
Le tizie di Chanel mi guardano allibite, mentre esco con il dito che compone freneticamente il numero di Jack.
<< Jack? Jack! >> La mia voce è più alta di un'ottava. Lui sembra quasi scocciato.
<< Che c'è Mimi? Sono impegnato adesso. E'talmente importante? >> Annuisco ripetutamente, anche se lui non può vedermi.
<< Sì! Assolutamente! >> Lo sbuffo di Jack è talmente esplicito che mi sento mancare.
<< Ascoltami, Mimi...è davvero più importante del Conclave? >>
<< Puoi contarci! Jack! E'una questione di vita o di morte! Devi subito venire in California! >> Minuto di silenzio.
<< California? Che diamine ci fai in California? >> Inizio a blaterare una spiegazione plausibile.
<< Perchè il tizio del meteo era talmente soddisfatto che lui fosse andato in vacanza e io sarei rimasta a schiattare di caldo a New York, che ho deciso di prendere il primo aereo per la California! >> Altro minuto di silenzio. Due minuti di silenzio. Adesso sono tre.
<< Mimi. Hai presto un'aereo perchè il tizio del meteo andava in California? >> Sembra che stia cercando di farsi dire da una bambina perchè ha rubato le caramelle.
<< Sì. >> Rispondo. Perchè dovrei pentirmi? Volevo fargliela vedere io, a quel tipo!
<< Ah...>> Sospira. << Ti rendi conto dell'infantilità del gesto? >> Ma cos'ha? Sembra quasi che gli abbiano infilato giacca e cravatta e lui si senta un'avvocato. E'talmente serio!
<< Spero che non sia per questo che tu mi abbia chiamato, perchè se sì, Mimi, giuro, io... >>
<< No, no! Ti ho chiamato per un motivo importante! >>
<< E vediamo qual è questo motivo importante. >> Sembra scettico.
<< C'è Forsyth Llewellyn! >> Dico, abbassando la voce e riducendola ad uno squittio spaventato.
<< Chi? >>
<< Forsyth! >> Ripeto, con voce ancora più bassa.
<< Forsyth chi? >> Oddio, Jack! Sei sordo?
<< F-O-R-S-Y-T-H L-L-E-W-E-L-L-Y-N! >> Urlo, disperata. Lo urlo talmente forte che un tipo in bicicletta si volta a guardarmi, stranito. Jack rimane muto per un bel po'. Al telefono, il suono di un clacson mi risveglia. Un momento: che ci fa il suono di un clacson a Rio de Janeiro, al Conclave?
<< Jack? >> Dico, quasi decisa a chiedergli dove diavolo sia.
<< Sì? >> Lui sembra scattare, quasi abbia intuito che il suono del clacson sia arrivato sino alle mie orecchie e potrebbe essere una potenziale minaccia per la sua tranquillità.
<< Dove sei? >>
<< A Rio. >> E'calmo, ma nella sua voce avverto troppa calma. Sta mentendo.
<< A Rio ci sono le macchine? >> Ti conosco fin troppo bene, Jack Force! Non puoi sfuggirmi.
<< Sì, certo. >> Mente spudoratamente, anche davanti ai fatti compiuti.
<< Nelle grotte. >> Replico, sarcasticamente scettica.
<< Non sono in una grotta. >> Guarda tu che bastardo!
<< Bhe, certo che no! Altrimento come mi arriva il suono del clacson! Non mentirmi, Jack. Dove diavolo sei? >> Silenzio. Una voce troppo bassa perchè io riesca a distinguerne la tonalità sta mormorando in sottofondo.
<< Mimi, c'è Kingsley. Devo attaccare. >> Ma così si sta tradendo da solo! Si cava la zappa sui piedi!
<< C-cosa? >>
<< Mimi...capisco che la gravidanza ti sta stressando... >> La sua voce è diventata dolce come una cucchiaiata di miele. Rieccomi a pensare al cibo; il pensiero del cibo mi distrae. << ...ma non puoi accusarmi di non stare insieme al Conclave. Ti rendi conto della gravità delle tue parole? >>
Mi fa sentire come una stupida. Come potrei dubitare della presenza di Jack a Rio? Sta verificando delle scosse di terremoto. E'una cosa estremamente importante.
<< Hai ragione, Jack. >> Mi scuso, senza riflettere.
<< Nulla, Mimi. Ti mando un bacio. >> Il telefono resta muto. La questione di Forsyth è volata via, come un colombo al suono del passo di un bambino cattivo.

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Capitolo 13
*** XII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

12

Possibili nomi della bambina
(lista provvisoria. Aspettare Jack per aggiungerne altri insieme)

Nomi per "A"
1) Aleesha
2) Augusta (in memoria di Aggie)
3) Amethyst
Nomi per "C"
1) Celeste
2) Chantal
Nomi per "D"
1) Daphne
2) Divina (uhm...)
Nomi per "E"
1) Eileen
2) Elizabeth
Nomi per "J"
1) Jasmine
2) Jane
3) Jessica
Nomi per "K"
1) Kate (Kate Moss?)
2) Krystal
3) Kymberly (da maschio!)
Nomi per "M"
1) Margaret
2) Miriam
3) Madeleine (è il mio nome!)
P.S. Quanti bei nomi per "M"!
Nomi per "R"
1) Rachel (la bambina dell'Esorcista?)
2) Regina (la reginetta! Che pacchiano...)
3) Rosalyn
Nomi per "S"
1) Savannah
2) Sissie
Nomi per "V"
1) Vanessa
2) Veronica

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Capitolo 14
*** XIII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

13

Okay. Niente panico. Un bel respiro profondo!
E'una giornata umida e calda. Il sole splende, illuminando ogni facciata di ogni villa, e il mare sembra fatto di zaffiri, tipo quelli dei miei orecchini, e ti ci viene voglia di buttarti dentro, tanto che è bello.
Aspiro l'aria, avvilita. Se solo Jack fosse qui...ma, purtroppo, Jack non è qui.
Sinceramente, nemmeno io so dov'è. Avete presente quella sensazione di panico crescente, quel qualcosa che avreste voglia di strappare dall'anima e buttarla via, lontano, prima che vi possa possedere?
Ecco. Io sto provando questo, mentre pigio contro la porta, con l'occhio schiacciato sullo spioncino.
Forsyth Llewellyn sta bussando e i suoi occhi magnetici sembrano poter vedere oltre la porta. Argh, se mi vede! Jack non se ne è minimamente fregato della mia spiegazione (l'ho richiamato per spiegargli tutto), e quindi, io sono fregata.
<< Madeleine? Benjamin? >> Oddio! Ci sta chiamando! Ma questo qui è proprio fissato?! Non oso fiatare, per paura che il mio alito profumato alla fragola possa filtrare attraverso la serratura della porta e giungere alle narici di Forsyth.
Uno, due, tre, quattro, cinque minuti e Forsyth rimane lì, impalato, immobile, le vene blu che gli circondano gli occhi come gli occhiali Rayban.
Ha bussato proprio mentre stavo facendo il bagno e appena ho sentito lo squillo, ho abbassato il rubinetto e sono riemersa dalle bolle, il meno rumorosa possibile. Mi sento tipo "Agente 007"; possibile che nemmeno una vacanza mi posso godere in santa pace?
Cioè, ho capito che questo si è fissato con il fatto che ho ucciso sua figlia, ma non è che potrebbe darci un taglio? In fondo, era una Sangue D'Argento! Comunque, adesso è inutile che si appende ad un cavillo idiota!
Alzo lo sguardo verso la finestra. Potrei sempre fuggire per lì...
All'improvviso, il cellulare squilla. Terrorizzata, lo afferro e lo butto sotto un cuscino, poi mi ci siedo sopra per attutire il rumore. Scatta la segreteria telefonica. Rabbrividisco: è Jack.
<< Mimi, ritornerò a New York tra due giorni. Fortunatamente, le scosse di terremoto erano solo dovute all'attività naturale della Terra. Non vedo l'ora di rivederti. Ti amo. >> Quasi scaglio per aria il telefono.
Mi ama?! Sì, certo! Soprattutto quando ha prenotato il volo subito dopo Schuyler!
<< Madeleine, lo so che sei lì! Ma Benjamin non era con te? >> Oddio! Oddio! Forsyth. Forsyth! Maledizione, accidenti, accidenti! Ma perchè tutto proprio adesso? La prospettiva del mio bel bagno rilassante scaricata nel WC.
Okay, Mimi, ignoralo. Non è difficile. Tanto, cosa potrebbe dirti?
La decisione sembra perfetta!, bene, andiamo. Pazzesco...afferro il telefono e rispondo prima che scatti la chiamata.
<< Jack? >> Niente. Non sente. << Jack? >> Ripeto, più forte. Sento un brusio. Appiccico meglio il cellulare all'orecchio per sentire.
<< Sei sicuro che...>> Non sento. E'una voce femminile e manca poco che ci svengo.
<< Sì, sono sicuro. >> Questo è Jack. Ha un tono dolce e romantico, quello che usava con me prima di conoscere la Van Alen. I vecchi tempi mi colpiscono il cuore come una lama e una fitta di nostalgia mi fa cedere le gambe.
Deve veramente finire tutto così? Pigio più forte.

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Capitolo 15
*** XIV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

14

<< Schuyler... >>
Lo sapevo. Visto? Tutti i miei sospetti non erano infondati (cioè avevo anche visto sull'elenco e tanto altro)! Jack non ha mai abbandonato veramente la Van Alen.
Gli piace troppo. E'troppo attratto da lei, come lei è attratta da lui.
Inspiro profondamente, continuando ad ascoltare il discorsetto romantico.
<< Jack...lo sai che è troppo sbagliato quello che stiamo facendo? >> Brava stronzetta, lo sai, vero? Ti verrò a strappare quei quattro capelli che hai...
<< Schuyler, ti prego. Conosco il modo per spezzare il legame. >> Eh? Cosa?! Ma è impazzito!? Non esiste un modo per spezzare il legame, almeno che non torni in Paradiso e chiedi a Dio!
Ma questo è impossibile.
Capisco al volo. Jack è in crisi d'identità; ha bisogno di tutto il mio sostegno e di tutto il mio aiuto. Tesoro, sto arrivando!
<< Davvero? Wow...ehm, è decisamente perfetto. >> Stronza.
<< Schuyler...vuoi tu che io stia insieme ad una donna che non amo con un bambino che non ho mai voluto? >>
Piccoli spasmi mi scuotono dalla testa ai piedi. Un bambino che...non ha mai...voluto? Una donna che non ama? Allora...perchè? Come siamo potuti arrivare a questo? Com'è stato possibile?
Ho fatto tutto purchè mi amasse ma per lui non è mai stato abbastanza.
Forse, in realtà, non mi ha mai amata in nessun ciclo. Forse, non mi ha mai amata sin dall'inizio. Abbadon...; non riesco più a fermare le lacrime, resto in piedi mentre le paroline sdolcinate di Jack si ripercuotono nelle orecchie.
<< No, Jack! Non voglio. Resta con me. >>
<< Voglio amarti, Schuyler. >>
<< Anch'io. >> Ascolto gli schiocchi dei loro baci, cercando di capire cosa vogliono fare ma la mia mente non ragiona.
E'come se si fosse rivoltata contro di me, paralizzata. La bocca di Schuyler su quella di Jack. Quelle labbra che per tanto tempo mi hanno sfiorata i capelli, le guance, le mani.
Ho un gruppo alla gola, come un pomodoro ingurgitato intero, bloccato tra le pareti della mia trachea troppo stretta per farlo passare.
<< Jack...non qui. Non davanti a tutti. >> Adesso la stronzetta vuole fare la santarellina!
<< Hai ragione, amore mio. >> C'è un minuto di silenzio, punteggiato solo dai loro respiri pesanti. In una visione improvvisa, immagino che l'alito di Schuyler puzzi così tanto da far scappare Jack, e farlo tornare da me.
Come in un film, sento il mormorio di Schuyler mentre si sposta da un sedile all'altro.
<< Jack...il telefono. La chiamata è ancora aperta. >> Jack sussulta così forte che lo avverto persino io. La sua mano afferra il telefonino, l'ultimo modello di Samsung, l'U700, dotato di fotocamera da 3,2 megapixel e di fotocamera VGA.
Non ricordo nemmeno quanto mi sia costato. Io ne ho un modello uguale. Gliel'ho regalato al nostro compleanno, un regalo identico, come noi.
A volte succedeva che ce lo scambiassimo, e lui si ritrovava con tre chiamate da parte di ragazzi di cui non conosceva il nome e ne era incredibilmente geloso. Dov'è finito quel Jack?
Il fiato ansante di Jack preme sul cellulare. << Mimi? Ci sei? >> Non rispondo. Resto in piedi, a piangere silenziosamente, mentre in un flash si ripassano tutti i momenti dolci passati insieme a Jack.
Non ho mai indietreggiato davanti a nessuno ma questo è davvero troppo. Il tradimento di Jack con la Van Alen! Schuyler Van Alen! Sfottuta sin dalla scuola elementare, adesso si sta tacitamente prendendo la sua vendetta.
Una vendetta fin troppo sottile e fredda. Una vendetta sbattutami in faccia con fin troppa violenza.
Allora mi chiedo: è questo il prezzo da pagare per aver torturato Schuyler e tanti altri come lei in quel modo? E'forse questo l'amaro fardello che sono destinata a reggere sulle spalle?
C'è veramente qualcuno lassù pronto a difendere i poveri? Quel qualcuno che adesso se la sta ridendo e mi sta linciando << E'questo che ti meriti, Azrael! >> Mi stai ascoltando, tu lassù? Portami via tutto...tutto tranne Jack. Ti prego. Non il mio gemello. Non l'amore della mia vita.
Ma mi è mai stato veramente vicino?
Poso il telefono, stile trance da Buddha, abbasso tutte le veneziane, mi accoccolo sul letto e torno indietro nel tempo con la mente.
I ricordi mi assalgono con troppa violenza; aiuto!, cos'è quel vestito schifoso che avevo addosso? L'orrore di Jack e Schuyler passa un attimo in secondo piano. Vestito di pelle di che-cavolo-di-animale? Aspetta. Torniamo alle cose serie.
Abbadon non ha mai dimenticato le Figlie della Luce.
Le ha sempre troppo volute, era una sua soddisfazione personale; un qualcosa a cui lui non poteva resistere. Era come un amato ingresso nel Mondo al di sopra di noi, accolto nella calda luce degli Arcangeli vicini a Dio. Ne è talmente ossessionato da dimenticare me, sua gemella, Azrael.
Ma quale amore vacilla tra due Mondi?
<< Mimi? Mimi! >> La voce di Jack irrompe dal telefono, arriva alle mie orecchie e ne esce, come uno scroscio d'acqua fastidioso. Lasciami in pace, traditore. Non voglio vederti mai più. Mi hai ferita fin troppo.
Come puoi essere così cieco? Come puoi mentire fino a questo punto a te stesso?
Stai guardando il tuo Mondo attraverso uno specchio!, non puoi arrivare dall'altra parte. Ti ritroveresti solo al punto di partenza, con gli occhi in lacrime perchè il tuo obbiettivo è troppo lontano.
E io sono stanca di aspettarti, Abbadon. Sei troppo in ritardo. Sei in ritardo di secoli. Ti sei preso troppo gioco di me e io ti ho amato troppo.
Ti ho dato una figlia; tu non l'hai voluta. Sta bene!, ma non aspettarti mai più niente da me. Quando ti accorgerai dell'errore compiuto, non mi troverai nell'accogliente buio da cui proveniamo.
Scordatelo. E scordati anche il mio amore. Da oggi, per me sei morto.
<< Fottiti, Jack! >> Urlo, improvvisamente. Sei contento? Questo volevi sentire? << Sei libero di andare a fanculo con la Van Alen, se è questo che vuoi! Mi hai sentita? V-A-F-F-A-N-C-U-L-O! Vaffanculo! >>
E'una liberazione. Le voci nella mia testa delle mie vite passate urlano contente, la grinta e la rabbia trattenuta per secoli. Questo momento è come se avessi scoperto me stessa.
<< Mimi! MIMI! No, ti prego! Aspetta! >> Ruggisce Jack ma io non lo ascolto. Anzi, lo ignoro.
<< Jack...finiscila. Non capisci che questo è quello che stavi aspettando? >> Schuyler non è più intimidita ma forte, agguerrita e frettolosa. Prenditelo pure, sgorbia. Ma lui non ti amerà mai, in realtà. E'destinato a me e quando tornerà, per voi sarà troppo tardi.
<< Hai ragione. >> Sussurra Jack. Sono le ultime due parole che sento da lui prima del "Tu-tu" del telefono che si espande nell'aria.
La sua voce svanisce e, con essa, tutta la mia determinazione. La vita che ho conosciuto fin ora viene attaccata fuori, il sottile filo che la teneva in piedi ormai staccato del tutto. Copiose lacrime grosse come budini mi scivolano giù dagli occhi, due pomodori s'incastrano nella gola, veloci come fulmini. Mi alzo e corro verso il bagno.
Poi, vomito tutta la mia tristezza nel water.

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Capitolo 16
*** XV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

15

"La mamma" mi guarda con gli occhioni sporti, grandi come due piattini. Si aspetta qualche altro particolare, magari cose del tipo << Li ho sentiti mentre pomiciavano nell'auto. >>
Ma non è abbastanza ciò che ci siamo detto per telefono?
<< No, Mimi. Un legame non si distrugge così. Se tu lo ami ancora -e lo so che è sì- allora c'è ancora una speranza per voi due. >> Speranze. Me ne ha distrutte fin troppe.
<< Mamma... >> E'la prima volta che la chiamo "mamma". Sono talmente sconvolta che non ci bado neppure << Jack non mi ama. >>
<< Non essere stupida! Jack non può non amarti! Siete legati sin dalla vostra creazione in Egitto. Sai cosa significa? >> Espiro tutta l'aria trattenuta. Come ho potuto aspettarmi che Trinity capisse?
Il suo gemello l'ha sempre amata.
<< E'sempre stato così, in tutti i cicli. Ho guardato ben affondo nelle mie memorie passate. C'erano sempre. >> La mia voce è poco più che un soffio.
<< Ma siete sempre rimasti insieme! Dov'è Charles? Ti chiarirà lui le idee. >> Allunga una mano perfettamente curata a stringermi la spalla. Il suo viso è più preoccupato per ciò che potrebbe succedere che per me.
<< Charles non può fare niente. >> Ribatto, mentre mi ingobbo. Trinity sembra indignata.
<< Michael non può fare nulla? >> S'impettisce tutta, assumendo l'aria di una gallina gonfiata. La osservo bene. E'stata lei a celebrare il legame, nella sua stanza, tra il suono dei fax e il rumore dei clacson.
Un minuto. Charles non c'era quando ci ha benedetti. L'Arcangelo Michel mancava all'appello. E Jack non ha detto nulla. Sembrava quasi impassibile. Scatto dal divano a cinque posti in pelle.
<< Trinity! Ho capito perchè il legame non ha funzionato! Mancava Michael! Michael non ci ha bendetti! >> Parlo talmente in fretta che il mio americano s'imbroglia, diventando incomprensibile.
<< Oh. >> Oh? E'tutto quello che sa dire? In un attimo tutto mi è chiaro. Come ho fatto a non capirlo! Lei faceva parte del piano. Ha aiutato Jack a scappare dal vincolo del legame! Avanzo verso di lei, gli occhi in fiamme.
<< Sei stata tu. >> Muovo appena le labbra. Trinity sembra stupita. Assomiglia ad un baccalà che è stato appena catturato mentre nuotava tranquillo e nemmeno lui sa come. Mi osserva, e allunga una mano a tastarmi la fronte. Teme che io sia malata.
<< Mimi, piccola, stai poco bene. Stai delirando. >>
<< Non osare toccarmi! >> Il mio autocontrollo vacilla. Trinity! Proprio lei! Colei che mi ha generata in questo ciclo. Dovrebbe essere fiera di avermi portata in grembo, e invece guardala come mi ha tradita! Tutti mi hanno tradita! Tutti. E io ci sono cascata, credendo di essere amata da loro.
E'come quando, all'età di 12 anni, ho acquistato quel jeans da D&G, credendo fosse della taglia giusta (la 36) e ne ero sicura, soddisfatta e felice, fin quando ho ho scoperto che corrispondeva ad una 40. Ho attraversato un periodo terribile: mi svegliavo e piangevo perchè ero una 40 e non una 36.
Adesso, mi sveglio e piango perchè non trovo Jack di fianco a me.
E'passato circa un mese dalla telefonata intercettata come una vicina curiosa di Jack e Schuyler. Un mese e Jack non è ancora tornato. Due mesi e io devo partorire. La data è stata fissata per il 16 agosto. Oggi è il 4 agosto.
Inizio mese e fa un caldo tremendo. New York non conosce stagioni di passaggio: o fa caldo o fa freddo. La primavera è un miraggio; e il fatto che quest'anno c'e stata, l'ho considerata come un buon auspicio.
Che stupida.
<< Madeleine Force, non fare i capricci e siediti. >> Il tono di Trinity è freddo ed esigente. Il classico tono che usava quando, da bambina, mi avvicinavo alla porta dell'ufficio di papà, chiedendo attenzioni.
Il classico tono che usava quando mangiavo troppo gelato.
<< Okay. >> Acconsento. Mentre mi siedo, la squadro, con rabbia mal repressa.
<< Ti stai stancando troppo. >> Mi avverte, sospirando. << E questo non va bene. Tra poco nascerà la bambina. Non farla nascere stressata come te. >>
La visione di mia figlia che nasce con il peso di tutto quello che ho subito negli ultimi mesi mi inorridisce. In effetti, Trinity non ha torto. Ho letto su una rivista per mamme che se le mamme subiscono degli stress troppo forti, il bambino nascerà violento.
Mi calmo subito. << Mia figlia non nascerà stressata! >> Nascerà una bellissima bambina -ovviamente, da me e da Jack cosa può mai nascere?- intelligente, acuta, forte come una leonessa.
<< Lo spero. >> Replica Trinity fredda, mentre beve la sua tazza di aranciata con 0 calorie, il mignolo vezzosamente in fuori. Oddio, il gesto della Van Alen Senior. Mi sporgo per abbassarle il mignolo.
<< E'il gesto della vecchiaccia. >> Mi spiego, quando lei mi rivolge uno sguardo in tralice. Fa spallucce e continua a bere, altera ed irraggiungibile, come un'aereo nel cielo. Devi solo sperare che atterri, quando lo desidera, per poterlo toccare e vedere.
Trinity è così.
<< Non m'interessa se lo faceva anche Cordelia. Ciò non è affar mio. Tu, piuttosto. Vuoi chiamare Charles? >> E'tornata fredda e distaccata. Con un grugnito, alzo la mia mole dal divano e m'incammino, stanca e goffa come una lumaca, per prendere il telefono.
<< Charles? Sono io, Mimi. Devi venire subito. >> Non gli do il tempo di rispondere. Attacco, lanciando un'occhiataccia a Trinity. << Va bene, adesso? >>
<< Direi di sì. >> M'immagino mentre la strozzo. << Comunque, >> Continua << sarà la dottoressa Pat a farti nascere la bambina. Abbiamo prenotato un parto in acqua con fiori di loto e massaggi in varie zone del corpo. >>
<< La dottoressa Pat?! >> E'impazzita, spero. Io avevo prenotato da un ginecologo famosissimo in tutto il mondo, l'ultima frontiera per le donne incinte!
<< Sì. >> Risponde lei, inarcando un sopracciglio. << Ho sciolto io l'appuntamento dal dottor Beverly. Tutte prenotiamo dalla dottoressa Pat. >> Per tutte, intende noi vampire.
<< Ma...! >> Tento di ribattere, ma vengo fermata dal suo dito affusolato.
<< Niente ma. >> Si alza, con un movimento elegante. << Ci vediamo il 16, alle ore 15.30. Sii puntuale, mi raccomando. >> Poi, in un gesto inaspettato, si avvicina e mi dice:
<< Non pensare a Jack. Se la vedrà Charles. >> Detto questo, gira i tacchi e si dirige verso la porta. Vado alla finestra per guardare la Mercedes di Trinity accelerare sulla strada, e mi sembra che la casa sia più sola, mentre la mia fonte di autostima e freddezza, di impassibilità e di indipendenza, parte via per tornarsene dal suo finto-amore.
Anche Trinity mi lascia sola, come Aggie, Bliss, altre amiche e, colpo di grazia, Jack. Non so come, ma mi sembra di non ricordare altro.

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Capitolo 17
*** XVI_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

16

Per essere stata una tragedia, non è stata poi così rumorosa. Voglio dire: non ho urlato come fanno milioni di donne, che somigliano a degli antifurto impazziti.
Il parto in acqua è stato più facile di quel che sembrava, e potevo sempre azzannare un fiore di loto, abbaiare insulti contro le massaggiatrici, incolpare quella vecchia decrepita della dottoressa Pat.
Ma non l'ho fatto.
Mmh... forse, per una piccola prima parte del parto. Forse per qualche mezz'oretta. O forse, per tutto il parto.
Quando la bambina è nata, tutto il personale che mi ha assistita ha sospirato di sollievo.
Io mi sono accasciata contro la vasca. Ho chiesto con voce stridula per tutto il tempo di darmi degli antidolorifici, ma non sono stata ascoltata.
Così, sono stata piuttosto fiera di me di averli fatti sudare, a quei quattro idioti di là. Se lo sono meritati, che cacchio. Poi, quando hanno cacciato la bambina, mi sono per un attimo paralizzata.
Era brutta, proprio bruttina.
Strillava come un'aquila ed era grinzosa, rosea come una Bubble-gum, e avvolta da una viscida coperta trasparente che era la mia placenta. Sulle infermiere ha avuto, invece, l'effetto contrario.
Erano deliziate e hanno trillato << Che bambina deliziosa! >>, mentre la prendevano in braccio. De gustibus, come diceva quel poeta di cui non ricordo il nome. L'hanno portata via da me, e mi hanno guardata come se si aspettassero che scoppiassi stile bomba atomica, invece sono stata contenta.
Non ce la facevo più a vedere quell'esserino così orribilmente brutto. Mi faceva senso.
Poi, mi hanno consigliato di dormire. E io l'ho fatto.
Al mio risveglio, sono stesa su un lettino circondato da tendine rosee, e sul mobiletto accanto, un vaso di fiori. Faccio per afferrarlo, ma il mio braccio non ubbidisce.
<< Il...vaso...di...fiori... >> Dico. Ih! Che orrore. La mia voce sembrava quella di una vecchia in procinto di morte. Un'infermiera apre le tendine, mi rivolge un'occhiata sospettosa ed afferra il vasetto.
<< A Mimi. Firmato JF. >> Legge e il suo sguardo si addolcisce. Pensa che siamo una bellissima coppia innamorata. Bhe, si sbaglia. Io non amo Jack Force. Che stupido, si è pentito ma se crede che bastino quattro roselline...
L'infermiera chiude le tendine, improvvisamente, poi ne fa capolino con un altro vaso di fiori. Questo qui è un esplosione di colori: rosso delle rose, bianco delle gardenie, giallo dei girasoli, rosa dei tulipani.
<< Complimenti, signorina Force. Hai superato te stessa con questa bambina, tesoro! Firmato KM. >> L'infermiera legge, mentre sul suo viso si forma un'espressione accigliata. Rilegge più attentamente, sottovoce.
Signorina Force. J. Force. Tesoro mio.
<< Ops! Il vaso di prima era di suo fratello! Lei non è sposata, vero? >> Sono più confusa di com'ero prima. Mi mordo un labbro. So di chi è quel bigliettino.
<< Oh...io...veramente... >> Tento di spiegare ma l'infermiera si para con le mani, come se si aspettasse che le saltassi addosso per avere tirato delle conclusioni sbagliate, veloce come un ghepardo.
<< No, no, non si preoccupi! >> E scappa via, veloce come una shopaholic davanti ad un vestito del mercatino.
In effetti, per chi non conosce la storia, tra questi due biglietti sicuramente crederebbe che un semplice "A Mimi" non eguagli un "Complimenti, signorina Force." ed un "Tesoro mio".
<< Ma...! >> Resto immobile, con lo sguardo sul bigliettino, posato come l'arma del delitto sul comò. La grafia dritta, precisa e graffiante è quella di Kingsley Martin. Kingsley, il dolce Kingsley...
Che diavolo vuole 'sto mezzo scemo? Cosa vorrebbe dire con questo stupido biglietto? E quest'enorme mazzo di fiori? Ma che si crede? No, no, no! Scio', scio'! Non si farà perdonare così in fretta. Quello che mi ha fatto mi è ancora impresso nella memoria: io non perdono!
<< Kingsley Martin... maledetto...stupido...idiota... >> Sibillo.
La tendina si apre di nuovo e io interrompo la mia sfilza d'ingiurie contro lo stupido Venator. Sulla soglia delle tendine rosa confetto, si staglia l'imponente figura di Charles, che sorride alla vista dei due vasi di fiori.
<< Vedo che hai ricevuto ben due vasi! >> Esclama, come se avessi vinto la lotteria. Lo fulmino.
<< Che vuoi dire? >>
<< Quello più grande è di Jack, scommetto! >> Povero illuso.
<< No...! >> Cerco di anticiparlo ma lui ha già afferrato il biglietto.
<< KM? Kingsley Martin? >> Fa, accigliato come l'infermiera.
E'l'espressione standard per chi credeva una cosa e invece se ne scopre un'altra tra le mani. Mi lancia un'occhiata interrogativa, più esplicita di un'urlo: "Che diavolo ci fa un biglietto di Kingsley da te?".
<< Già. >> Come sono amareggiata. << Non mi chiedere come! Non ho idea di cosa passi nella testa di Kingsley. >> Charles cammina avanti e indietro per la saletta.
<< E Jack? >> Chiede e per tutta risposta, il mio indice punta il vasetto di roselline con il minuscolo bigliettino attaccato in malo modo.
<< Q-quello? >> Sembra che Charles stia per soffocare.
Oddio, non è tempo di andare nella terza fase del ciclo, Charles.
<< Ma Kingsley è a...giusto! E'tornato da Rio qualche giorno fa! >> Mi accascio contro il morbido cuscino.
<< Jack... un vasetto minuscolo. Non mi è venuto a trovare. Sai cos'è successo? >> Giocherello con il bordo delle lenzuola di seta del letto.
<< Sì. >> Il tono grave di Charles mi fa sobbalzare. Se nemmeno lui sa come fare...sono proprio fregata. Lo guardo, in attesa di una risposta ma lui resta in silenzio. Inizio a tremare.
<< Allora? >> Esclamo, quando il mio nervosismo sale a mille.
<< Non lo so. Ho tentato in tutti i modi di farlo ragionare ma non mi ha ascoltato. Credevo che ti avesse mandato lui quel vaso enorme e, invece, ti ha spedito solo un minuscolo vasetto. >>
Sussulto. Allora quel vasetto lo ha mandato solo per tenere buono Charles! Sento il magone.
<< Jack è strano in quel ciclo. Non ha mai vacillato così tanto; non è mai andato fino in fondo. >> Continua Charles << Mimi...dovrai dargli la caccia. >> Scuoto la testa.
<< No, la caccia no... >> Mi accorgo con orrore che la mia voce è rotta dai singhiozzi. Mentre piango, Charles mi dà delle leggere pacche sulla schiena, come quando ero bambina.
<< Su, su, Mimi. >> Mi rincuora e sono sicura che, se potrebbe, mi abbraccerebbe, circondandomi con le sue braccia forti e possenti. Poi si stacca, come se si fosse scottato.
Non alzo lo sguardo; sono abituata a questi strani cambi d'umore. Jack li aveva sempre. Le sue crisi d'identità...strano come prima odiavi una cosa e poi arrivi a volerla, quasi ossessionata.
<< Buongiorno. >> La voce di Charles è fredda, sembra voglia proteggermi, come la mamma papera con i suoi piccoli.
<< Hey, Mimi! Su con la vita. >>
Questa voce mi fa alzare subito la testa. Lo vedo. Registro i suoi capelli neri, il suo abbigliamento stile CD rock, il suo viso stupendo, l'aura maliziosa e sexy che emana e diffonde per aria, stile profumo Chanel n°5.
Sulla soglia, appoggiato contro le tendine come se fossero i muri della Duchesne, c'è Kingsley Martin, che mi fissa dritto negli occhi. Poi, tipico di lui, mi strizza l'occhiolino.


Angolo Autrice
Hey! XDXDXD Finalmente qualcuno! Ti ringrazio ma ovviamente i colpi di scena non finiscono °ò°
A duplo, spero questo chap di piaccia*-*
Bacio**

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Capitolo 18
*** XVII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

17

In tutti questi anni, anche se sembrava diverso, io non mi sono mai veramente messa in ghingheri per i ragazzi con i quali uscivo. Io mi mettevo in ghingheri solamente per Jack e non m'interessava del tizio che sbavava se mio fratello non mi guardava.
E meno male che era così; perchè da quando ho celebrato il mio legame con Jack, nessuno mi ha più osservata con quell'interesse maschile. Avete presente quegli sguardi che vi fanno sciogliere il cuore?
Ecco; io non ne ho più ricevuto uno da un maschio-vampiro che non fosse Jack, e questo non m'importava.
Non so se il legame mi avesse resa proprietà privata; so solo dirvi che d'allora ho iniziato a curarmi anche di meno, a vestirmi meno appariscente, cercando abiti che si adattassero al corpo che cresceva.
Io amavo Jack e lo amo tuttora. Ma nessun vampiro ha mai osato avvicinarsi tanto a me, pur sapendo del mio legame. Quindi, ciò renderà ancora più pazzesco la pazzia commessa da Kingsley.
Dove eravamo rimasti? Al fatto che lui fosse entrato nella mia saletta, scostando le tende e poggiandovisi come se fosse ancora a scuola, al quasi-svenimento di Charles e alla mia rabbia mista a sorpresa.
Kingsley non è cambiato di una virgola in questi due anni. Bello, atletico e malizioso, osserva l'austera sala bianca come se avesse paura di entrare in contatto con qualcosa che non sia la sua giacca.
Io stringo forte l'orlo delle mie lenzuola, quasi volessi strapparle. So che tutto ciò che dice Kingsley è come un cappotto firmato acquistato in un mercatino: credi che sia vero finché non controlli l'etichetta e ti accorgi che c'è scritto "Made in China".
Anche Kingsley era made in China.
Furbo quanto una volpe, spietato quanto un'aquila...ops, mi sa che gli sto facendo troppi complimenti.
Lo squadro con un'occhiataccia, facendo scorrere il mio sguardo dai capelli neri, talmente rizzati per via del gel che sembra che abbia infilato le dita nella corrente, col ciuffo ribelle, il suo sguardo attraente da divo di Hollywood, il corpo che trasuda sicurezza, la postura fiera e presuntosa da principe-ranocchio.
Kingsley Martin. Mi ha quasi fatta finire bruciata al rogo.
Ma, per quanto lo odi, non riesco a fermare l'attività fremente del mio stomaco. Piccole farfalle fanno mille giravolte, provocandomi lo stimolo del vomito. Un volto così bello non si vede tutti i giorni.
Eppure io dovrei esserci abituata.
<< Cosa diavolo vuoi, Kingsley? >> Abbaio e lui indietreggia, divertito.
<< Ehi, Mimi! Non vedevo l'ora di ammirare la neo-mamma. Volevo sapere come stavi e, in effetti, noto che sei arzilla come sempre, eh? >> Ed è quest'ultima frase finale a far muovere la mia lingua come una lama affilata da un bambino curioso.
Che ne sa lui di come sto? Che ne sai lui della tresca di Jack con Schuyler? Crede di poter tirare il verdetto ancora prima di avermi vista muovere? Afferro la fune che mi ha lanciata implicitamente, e tiro con tutte le mie forze.
<< Tu credi? >> Lo provoco, arricciando un labbro. Charles sembra inorridito dalla mia reazione, come se mi avesse appena visto mentre sbaciucchiavo Kingsley.
<< Ah, no? >> La bella faccia di Kingsley sembra accendersi per la sorpresa. Oh, no. Ha fatto quell'espressione.
Kingsley ha cento tipi di espressioni ma c'è ne sono tre che fa più di continuo, come per far imprimere nella mente delle sue vittime solo quegli stati d'animo e poi sorprenderle con una delle sue molteplici facce.
1) Espressione maliziosa, del tipo "Perchè non ce la spassiamo, baby?"
2) Espressione fintamente dispiaciuta, del tipo "Oh, no, mi dispiacere...(no, in realtà non me ne frega per niente)."
3) Espressione da lavoro, del tipo "No, ragazzi, qui non si scherza: è una cosa seria."
Ecco, adesso ha fatto la seconda espressione.
Mi viene voglia di strappare la sacca col sangue blu, infilata nel mio braccio come lo stuzzicadenti negli spiedini, e scagliargliela in faccia. Vedere la sua espressione sbigottita mentre la sacca gli esplode in faccia sarebbe un godimento.
<< Ah, no! No, per niente! Credi che io stia bene?! >> Prendo fiato e mi gonfio come una gallo pronto al combattimento, però mi fermo un'attimo prima di scendere in campo. Non gli darò questa soddisfazione, proprio no.
Non mi vedrà soffrire e piangere davanti a lui, se lo scorda.
<< Sì... >> Sembra confuso. Sono sicura che si sta chiedendo se sono nel pieno delle mie facoltà mentali.
<< Bhe...hai perfettamente ragione! >> Strillo, e con grande orrore mi rendo conto di risultare isterica. Kingsley inarca un sopracciglio, poi scuote la testa, infine si siede sul mio letto, la bocca così vicina al mio orecchio che ne avverto il fiato profumato di mentina.
<< Lo spero! Comunque...come hai chiamato la piccola opera d'arte? >> La piccola opera d'arte. Che ruffiano.
<< ... >> Ops. In effetti, non ho ancora deciso il nome. << Non lo so. >> Rifletto, e per una volta sono sincera. << Avevo stilato una lista l'altra volta, e volevo scegliere con Jack ma... >> M'interrompo e fisso Kingsley, i suoi occhi grandi che assorbono ciò che sto dicendo come la mia spugna D&G.
Perchè diavolo gli sto raccontando della lista? Che cavolo può interessarsene lui? Ma, mentre continuo a blaterale della lista, gesticolando come una diva del cinema muto, succede qualcosa di inaspettato.
<< Posso aiutarti io. >> Dice, e la sua voce così morbida, così sincera, così decisa ma al tempo stesso sul punto della ritirata, mi conquista. Il dolore della perdita di Jack mi colpisce all'interno del rene. Il rene?
<< Ahi...! >> Maledetto mal di schiena! Kingsley scatta, poggiandomi una mano sui reni doloranti e aiutandomi a poggiarmi sul cuscino morbido.
<< Mmh... grazie, così va meglio. >>
<< La perfetta Mimi Force viene attaccata dal malvagio mal di schiena che le impedisce di rispondere al Venator Kingsley Martin...il quale aspetta -e aspetterà- una sua risposta. >> Recita Kingsley, canzonatorio.
Vorrei grugnire qualcosa ma dalla mia bocca esce un sospiro orgasmico, di quelli che facevo quando Jack mi baciava. Kingsley mi guarda, divertito e sorpreso. Charles è paralizzato; la vecchiaia comincia a farsi sentire.
<< E così, Mimi Force risponde. Credo che la sua risposta sia molto convincente, signorina Force! >> Nonostante tutto, non riesco ad evitare alla mia bocca di piegarsi in un sorriso, che maschero subito con una smorfia d'orrore.
Poi mi accorgo perchè Charles è così impallidito. Mi ha chiamata "signorina" e non "signora" Force, come scritto nel biglietto. E qui non posso credere sia un'errore di distrazione: lo ha fatto apposta. Mi irrigidisco.
<< Signora Force, non signorina. >> Lui mi rivolge un'occhiata buffa.
<< E il signor Jack dov'è, eh? >> Avverto la nota di sarcasmo nella sua voce e provo un'impeto di indignazione. Chi si crede di essere per rivolgersi a Jack in questo modo? Preparo le parole ma, in un lampo, mi rendo conto che ciò che voglio difendere è ciò che per primo mi ha tradito.
Vorrei veramente difendere Jack a spada tratta. Vorrei veramente vedere Jack che entra con un mazzo di fiori enorme e si precipita addosso a me, come in un film, con Kingsley che rimane a bocca asciutta.
Lo vorrei, sul serio.
Ma, anche dopo aver contato i fatidici tre secondi, ciò non accade, e mi ritrovo a fronteggiare la dura verità. Jack è con Schuyler. Ed io sono da sola, con Kingsley che mi mette alla prova nel momento più difficile della mia vita.
<< Benjamin è in Australia. L'ho spedito io. >> Mi sento quasi commossa. Charles! Il caro vecchio papà; vorrei quasi abbracciarlo dalla gioia. Che intervento regale! Che scusa intelligente! Adesso capisco da chi ho preso.
<< Già, già. >> Affermo io, temendo che per Kingsley non sia abbastanza. Annuisco col capo, talmente forte che i capelli mi sbandano avanti al viso.
Ma Kingsley non è convinto.
<< Ah, sì, certo. >> Dice, infatti, come se stesse parlando con un bambino capriccioso.
Ed è qui che capisco quanto sia grave ed evidente il tradimento di Jack; talmente evidente, che persino Kingsley Martin lo nota. Mi scruta con i suoi occhioni scuri, ed io annego nel suo mare di petrolio.
Sembra che mi stia dicendo: << Per cosa diavolo ti sprechi tanto per Abbadon, Azrael? >>


Angolo Autrice
No, no, questo è un grande spoiler XD Kingsley avrà un ruolo fondamentale;
io non ho ancora deciso il nome della bambina, infatti non l'ho messo. Sarei indecisa tra Margaret ed Elizabeth, oppure Celeste. Mi serve qualcosa di elegante, retrò, ma che si possa abbreviare risultando moderno e frizzante. Tipo: Margaret -> Maggie; Elizabeth -> Lizzie.
Aiutamiiiii Didyme XDDDDD
Kizz **

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Capitolo 19
*** XVIV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

18

Orion Associates Inc
275 Madison Ave Fl 35,
NEW YORK‎ - (212) 599-1400‎

Madeleine Force
Upper East Side, int.4
Manhattan 10001–10292, 6227

20 agosto 2007

Gentile signora Force,

sono molto dispiaciuto nell'affermare i suoi sospetti. Come può vedere dagli allegati, suo marito Jack Force ha delle relazioni extraconiugali; anzi, direi, una relazione.

Abbiamo indagato sui dati della signorina ed è risultato "Schuyler Van Alen, età: 17 anni, residente a Riverside Drive, sulla Centesima Strada."

Le alleghiamo queste foto e le comunichiamo i nostri più sentiti dispiaceri.

P.S. Abbiamo saputo della nascita della sua bambina. Tanti auguri! Sappia che anche senza un padre, lei sarà comunque una madre fantastica.

Distinti saluti,

Tom Smeathie
Investigatore privato.


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Capitolo 20
*** XIX_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

19

Incredibile come la gente riesca sempre a farti sentire peggio. Calpestano il tuo umore manco fosse cacca. Credono davvero che porti fortuna?
Bha, stupide credenze.
Da quando Kingsley è venuto a trovarmi in ospedale, sono cambiate parecchie cose. O nulla, dipende dal punto di vista. Kingsley mi ha aiutata, molto.
Mi ha aiutata a scegliere il nome della bambina, a firmare tutti quei documenti e cose varie di cui non ho ancora realizzato l'utilità, mi ha ascoltata e mi ha rincuorata.
Lui c'era quando l'infermiera mi ha portato mia figlia imbacuccata in una scadente e terribile tutina rosa confetto; lui c'era quando mia figlia ha iniziato a strillare come una pazza appena uscita dal manicomio,
e lui c'era quando, mentre le scostavo la maglia della tutina -di nascosto dell'infermiera, ma quella tuta era veramente de trop- ho notato una voglia a forma di margherita. Sarà perchè, durante il periodo che non c'era Jack, mi sono ingozzata di caffè mentre guardavo le margherite ondeggiare dolcemente al vento primaverile.
E così abbiamo deciso di chiamarla Margaret.
Avrei voluto metterle come secondo nome "Aggie" ma Kingsley mi ha detto che Aggie non andava ricordata con il nome del suo ultimo ciclo, ma per l'angelo che ormai era morto.
Charles mi ha detto che Margaret era stato il nome nel penultimo ciclo della figlia di Lucifero. A me è fregato poco o nulla; se è per questo, allora nessuna dovrebbe chiamarsi Rachel, o Rosemary, o Samara...
Cioè, che sciocchezze sono queste? E poi Margaret Force fila dannatamente bene. Maggie Force. Anche questo fila bene.
Sono tornata a casa mia, ma Kingsley viene sempre a farmi visita e se ne va all'ultimo secondo, ad un passo dall'oscenità dell'orario, quando il coprifuoco che dovrei impostare come fedele moglie è ormai scattato da tempo.
Trinity me lo ha fatto notare stamattina, quando sono andata da Tiffany, alla faccia di quelle due mamme Sangue Blu che scorsi a Central Park.
<< Mimi, tesoro, non noti che stai passando un po'troppo tempo con quel Martin? >> Ho affilato lo sguardo.
<< E Jack non noti che passa ormai mesi con quella Van Alen? >> Ho ribadito, nel suo stesso tono da "mamma chioccia preoccupata e attenta ai particolari"
<< Sono solo due mesi. >> Mi ha fatto lei, e, sotto gli strati di lifting, la faccia si è afflosciata per l'indignazione. Ho deciso di lasciar perdere e ne ho parlato con Kingsley. Lui si è fatto una bella risata.
<< Trinity Burden Force che si fa scrupoli per una scappatella? >> Mi sono sentita ferita. Io non stavo facendo una scappatella con nessuno!
<< Mmh... >> Ho incrociato le braccia. Lui mi ha circondato le spalle con un braccio muscoloso, frutto di tanti inseguimenti ed allenamenti.
<< Dai, Mimi, stavo scherzando. Ma non negare che c'è qualcosa tra di noi. >> Ha detto.
Qualcosa tra di noi. Qualcosa tra me e Kingsley. L'ho osservato attentamente. Lui si è avvincinato. Fortunatamente, puntuale come una sveglia, Margaret si è messa a strillare. Kingsley si è allontanato, lentamente, lanciandomi un'occhiata del tipo "Alla prossima occasione".
Ma io sono stata ben contenta di avere una scusa da usare per potermi allontanare da lui.
Non ha il profumo caldo e selvaggio di Jack. Il suo è freddo, controllato, pungente come il pino. Kingsley Martin non è Jack Force. Non è Abbadon. E per me, può anche andarsene a quel paese.


Angolo Autrice
Questo chap un po'introspettivo, da qui inizia il ruolo di Martin.
IL nome l'ho scelto; alla fine ho optato per quello che avevo in mente fin dall'inizio.
NE vedremo delle belle*-*
Vadox°°°

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Capitolo 21
*** XX_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

20

<< Dici m. >>
Margaret guarda Kingsley con una delle sue occhiatone buffe, di quelle che sanno fare solo i bambini, dolci, innocenti, che potresti anche lanciargli un'imprecazione, loro continuerebbero a guardarti in quel modo.
<< Dici m. >> Lei allunga le braccine verso Kingsley, imprigionando alcuni ciuffi di lustri capelli neri nelle sue manine paffute. Emette un suono buffo, e sorride, rivelando i molari da cui s'intravedono i primi dentini.
Kingsley si libera con grazia dalla stretta infernale di Margaret, senza essere brusco. Miracolosamente, lei non piange. Sporgo la bocca. Perchè con me piange e con lui no?
Kingsley ha delle doti innate con i bambini.
L'altro pomeriggio eravamo a Central Park e stavamo passeggiando lungo il laghetto artificiale. Volevo far vedere a Margaret le paperelle che vi nuotavano, ma lei ha iniziato a dibattersi ed ha lanciato un'urlo pazzesco.
Com'è possibile che un'esserino di appena sette chili riesca ad emettere un'urlo così pazzesco? Mi ha quasi stonata.
Ma Kingsley, appena l'ha presa in braccio e ha mormorato due paroline, l'ha fatta rilassare talmente tanto che dei paparazzi ci hanno chiesto come facessimo ad avere una bambina tanto tranquilla.
Quel "facessimo" mi ha fatta irrigidire. Ho afferrato il bordo della maglietta e l'ho appallottolata in due nodi. Non c'è nessun "facessimo". Ho lasciato correre. Kingsley sembrava allegro, invece.
<< Dici m. >> Cerco d'invogliare Margaret, accovacciandomi vicino a Kingsley.
Nonostante Margaret sia una tipetta piuttosto indipendente e cocciuta -si capisce da chi ha preso, vero?-, lui adora ogni suono che esce dalla boccuccia, ogni passo, passi preziosi dei suoi cinque mesi di vita.
Come se la bambina fosse anche sua. Come se il padre non fosse Jack, ma lui.
A volte vorrei gridargli << Ma che ci fai qua? Che diavolo vuoi? E come ti permetti di cercare di prendere il posto di Jack? >> Poi, però, mi ricordo che è Kingsley, e, infondo, gli piace pensare che Jack sia scomparso per sempre.
<< Dai, Mag. Fai uno sforzo: Miiimiii. Dici Mimi. >> Lo scandisce fino ad aumentare il numero delle sillabe. Miiimiii. Vuole farle pronunciare il mio nome. Che carino.
Da quando Margaret è nata, Kingsley è ormai diventato una presenza onnipotente nella nostra famiglia, tipo il sostituto del padre. Ieri ho declinato il suo invito. C'è un limite alle volte in cui Kingsley può girare per casa, facendo affezionare Margaret.
Io non voglio che la mia bambina si convinca che Kingsley sia suo padre. Non lo è, proprio no. Lui è solo una presenza, giusto per far divertire Margaret nei pomeriggi grigi, di quelli dove t'intristisci solo scostando le tende.
<< Maggie, guarda la mia bocca: M-i-m-i. >> Margaret prova ad acchiappargli il dito. E'difficile trovare un'uomo con le mani perfette. Evidentemente Margaret ha dei bei gusti.
<< Proprio non le va di parlare. Uffa, Mag, dai! Se parli, ti do questo! >> Appena Margaret intercetta la forma rotonda del biscotto al cacao, sembra trasformarsi, stile Julia Roberts in Pretty Woman.
<< M...m. >> Kingsley applaude, estasiato.
<< Brava, Mag! Solo cinque mesi e già dici "m"! Questa bambina è una futura Einsten. >> Arrossisco. L'altra mattina, siamo andati a comprare alcuni DVD e libri per stimolare le capacità intellettuali di Margaret.
A che cosa servono poi 'sti DVD non l'ho capito, ma Kingsley ha detto che sono molto importanti.
Così, abbiamo comprato Baby Einstein e qualche altro DVD dove bambini con la bacchetta che illustravano alla lavagna dei numeri facevano bella mostra in copertina.
Ho già effettuato l'iscrizione alla Duchesne, tanto per essere sicuri. Una ciocca di capelli mi viene brutalmente tirata.
<< Ahi, Mag! >> Lei ricambia l'occhiata, con quell'espressione dolce e -che, se l'avrà ancora tra qualche anno, definirei "da pesce lesso"- e io resto incantata. Incredibile credere quanto l'amore che provi per tè stessa può trasferirsi in un batter d'occhio ad un'essere che conosci da soli cinque mesi.
Kingsley mi circonda le spalle con un braccio, gesto che provoca nella mia mente perversa lo scatto di un flash-back. Lui che tenta di baciarmi. Margaret che strilla, salvandomi da quella tentazione dettata solo dal nervosismo del momento.
Mi stavo giocando l'ultima possibilità per riconquistare Jack.
Un brivido mi corre per la schiena. Posso ancora rivedere lo sguardo di Kingsley quando mi sono allontanata da lui: sicuro e calmo, di chi è convinto di quel che succederà.
<< Mi. >>
<< Brava! >> Drin drin.
<< Oh, il telefono. Tu continua pure, io vado a rispondere. >> Sento lo sguardo di Kingsley che mi perfora la schiena. Mi sta fissando, lo so.
<< Pronto? Oh, ciao, papo! >> Papo. Non pronunciavo questa parola da quando avevo cinque anni.
<< Ciao, piccola! Come sta la mia nipotina? >> Ah. In questi ultimi tempi, sembra che i Sangue Blu mi chiamino solo per sentirsi dire: << Margaret sta bene. >> Persino su Vogue è uscito un'articolo sulla mia bambina.
Sembra che sia già famosa quanto la mamma. Per non parlare dei soprannomi: Mag, Maggie, Margarette, Margherita, persino Margot. Oh Dio! Mag e Maggie okay, ma il resto...
<< Mimi? >> La voce metallica dall'altra parte sembra preoccupata.
<< Sta bene. >> Rispondo automaticamente. Non è questo che vogliono sentire? << Kingsley sta...sta giocando con lei. >>
<< No, Mimi, non intendo Maggie. Voglio sapere tu come stai. >> Oh. Punto dolente.
<< Sto una meraviglia! >> Sono una maestra dell'autoinganno; se voglio ignorare una cosa e convincere a me stessa della veridicità della cosa, devo parlarne con gli altri, chiunque.
Sentire le loro approvazioni, accompagnate da confortanti cenni di testa dalle messe in pieghe perfette, mi fa sentire meglio. Più felice. Più sicura. Più convinta del mio ruolo, come se mi fossi svegliata da uno strano sogno.
Ma a volte, succede che mi senta come se vivessi in uno strano sogno, uno strano sogno-specchio, dove tutto è perfetto solo in superficie, però, se guardi, ci sono un sacco di graffi sul mio mondo. Lo ignoro. Forse sono solo stupide impressioni.
Tutto è cambiato da quando c'è Kingsley. La superficie laminata non ha più graffi. Con Kingsley sono me stessa. Gli lancio un'occhiata piena d'affetto. Come mi dispiace non poterlo accontentare! Ma io amo Jack. E nessuno potrà mai sostituirlo.
<< Mimi...non puoi imbrogliare tuo padre. >> Sbuffo, soffiandomi dagli occhi il ciuffo, che ormai è arrivato a circondarmi il viso. E'da due anni che non lo taglio.
<< Dai, Charles... >> Ruoto gli occhi, e Kingsley intercetta le parole che ci stiamo scambiando al telefono.
<< Salutami Charles. >> Dice, mentre fa saltare Margaret sulle sue ginocchia.
<< No, credimi, sto benissimo. Adesso scusami, devo preparare la pappina a Maggie. Ci sentiamo più tardi. >> Attacco, senza dargli il tempo di rispondere. Resto per un po'immobile, scossa, di spalle perchè non voglio farmi vedere da Kingsley. Ricaccio indietro le lacrime. Lo devo a Maggie.
<< Ehi, Mimi, cosa voleva Charles? Chiedere per l'ennesima volta come stava Mag? >>
<< Ah-ah. >> Ruoto su me stessa, sorridendo. O, almeno, fingendo di sorridere.
Io lo so che Jack tornerà da me. Io lo so che Jack tornerà da me, io lo so che Jack tornerà da me. Vorrei ripeterlo come una pazza a "C'è posta per te", quello stupido programma italiano che Charles mi ha registrato su Sky.
Ma non lo faccio. Mi accoccolo, invece, vicino a Kingsley, prendendo Maggie in braccio e facendomela sedere sulle ginocchia. La osservo, le sistemo la tutina, piccoli gesti che lei non manca di apprezzare, schiacciando una manina paffuta sulla mia guancia.
<< Mi. >> Gorgoglia e io non posso fare a meno di stringerla forte a me.
E'l'unica cosa che mi resta di Jack, il frutto di un'amore a senso unico, una strada dove provi ad andare controsenso ma le altre macchine ti vengono contro e tu sei costretto ad indietreggiare.
Una mano mi si poggia sulla spalla. << Mimi? Stai bene? >>
<< Sì...sì. >> Mi esce una voce bassa, sommessa, da bambina. Forse è perchè Kingsley è l'unico su cui posso contare e, invece, mi rifiuto di farlo. Mi rannicchio più vicino a lui.
<< Ehi, piccola... >> La sua voce è così rassicurante...ci farei un CD e lo inciderei come ninnananne per bimbi. << Stai piangendo. >> E'sorpreso, ma calmo, sembra che un po'se lo aspettasse.
<< Oh... >> Riesco a dire solo questo, mentre grosse goccioloni di liquido cristallino mi scivolano lungo le guance, esplodendo sui capelli scuri e profumati di Maggie.
E'per lei che ho preso questa decisione, alla fine.


Angolo Autrice
Sì, lo so, ho il brutto vizio di scrivere tre capitoli alla volta, ma questa volta ne scriverò uno! Anche perchè devo scendere XD
In effetti, Didy, avevo intenzione di chiamarla Elizabeth perchè così era diverso dagli altri. Ma Margaret mi affassssscinava troppo*.*
Grazie per le belle recensioni*ò* Kizzz virtuali, alla proxima*_*

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Capitolo 22
*** XXI_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

21

Affondo il coltello nella torta al cioccolato, producendo un rumore ovattato. Margaret mi osserva, morbosamente affascinata, con gli occhioni celesti spalancati. Sta appollaiata al sicuro in braccio, felicemente coccolata.
<< Mmh, no, no, Maggie, sei ancora troppo piccola per mangiare la torta. >> L'ammonisco sottovoce, troppo paurosa per alzare il tono davanti a Charles e Trinity, in compagnia di Kingsley.
<< Io ne voglio un po'. >> Dichiara. E quando mai. Poggio una fetta su un piatto di plastica.
<< Eccoti servito, Mr. Martin. >> Lui mi allunga scherzosamente un buffetto, gesto che fa spalancare gli occhi a Charles. Trinity, un labbro ricoperto di zucchero filato, gli dardeggia un'occhiataccia.
<< Kingsley, caro, dove abiti? >> Kingsley ghigna. Alzo Maggie all'altezza della bocca, soffocando una risata. Non gliela darà vinta facile, me lo sento. Kingsley è una spina nel fianco per i miei.
<< Qui vicino. >> Trinity storce il naso, fintamente sorpresa.
<< Davvero? >> Fa', con la sua vocina da usignolo. I suoi occhi sono da attrice di Oscar, però Kingsley sa che, se potesse, Trinity lo ucciderebbe.
<< Già. >> Maleducato. M'interesso improvvisamente al ditino di Maggie, affondato nei morbidi strati di cacao della torta. Per non ridere, devo affondare il viso tra i suoi capelli.
<< Mimi, piccola, hai notizie di Jack? >> Chiede la mamma, puntando il suo sguardo verso di me. E'sincera, una maschera falsa, come se Jack non fosse mai scappato dalla Van Alen.
Mi agito, a disagio. Come ha il coraggio di chiedermi se ho notizie di Jack? Certo che non ce le ho! Kingsley le scocca un'occhiataccia attraverso il vetro della bottiglia di vino d'annata. Fosse per lui, non nominerebbe mai Jack. Dovrebbe essere probito, dovrebbero creare una legge con uno slogan del tipo "Don't Talk About Jack Force", a parere suo.
<< Non di certo, madre. >> Commento, fredda.
M'irrigidisco.
Lei torna al suo vino, leggermente offesa. Gli occhi scuri di Kingsley la colpiscono, feroci. Sa quanto male mi fa; ma, soprattutto, sa quanto mi ricordi Jack. E, a lui, questo non sta bene.
<< Adesso Margaret ha sei mesi, giusto? >> Annuisco, felice di cambiare argomento.
Incredibile quanto il tempo passi velocemente, quando i tuoi bambini sono neonati. Sembra che abbia preso il jet-lag, e tutti gli eventi ti corrono addosso, schiacciandoti sotto il loro peso pazzesco.
Trinity e Charles non mi lasciano più sola in compagnia di Kingsley. Mi hanno severamente vietato di incontrarlo da sola, soprattutto senza Margaret. Hanno paura che io tradisca Jack. C'è una cosa, una cosa che mi punge la lingua, che vuole uscire con tutta la rabbia che covo da mesi.
E non pensate a me? Quante volte Jack ha tradito me?
Mi mordo un labbro, per non aprire bocca. Quel che ne uscirebbe sarebbe catastrofico: Charles sarebbe colpito da un'infarto e Trinity sverrebbe sul colpo. Troppo rischioso. Maggie mi tira i capelli, gorgogliando contenta. Che dolce, la mia bambina.
<< Mmh... >> Finora Charles non aveva spicciato una parola.
I gesti finora eseguiti sono stati roteare la tazzina, osservare Margaret, ascoltare i discorsi lasciati alleggiare per aria, come nuvoloni che presagiscono temporali. Quindi, adesso che ha detto "mmh", tutte le teste si voltano verso di lui, aspettandosi un discorso da Regis.
Invece, tutto ciò che fa, è sistemarsi la giacca, spazzando pilucchi di lanugine immaginaria. Gli occhi si soffermano su Kingsley, la persona che più attrae lo sguardo nella sala.
E'vestito in versione mattiniera, camicia Ralph Laurent infilata in comodi pantaloni a coste, con una cravatta che gli pende al collo come un cappio colorato. L'unico oggetto che spezza la monotonia dei colori.
Ho sempre adorato il modo di vestire di Kingsley, anche preferendo quello di Jack. Nei miei sogni più intimi, ho pensato che ,se avessi avuto un maschietto, avrei voluto che somigliasse un po'a Kingsley.
Ma ho avuto una femmina, e spero che somigli a me. O forse, ad Aggie.
<< Oggi vado a fare compere da Saks Fifth Avenue. Sembra che abbia portato proprio 'sta mattina la collezione nuova. >> Adoro sapere che le collezioni primavera-estate iniziano già a marzo! Voglio anche comprare qualche cosa per Maggie, quindi ho bisogno di un po' -okay, forse abbastanza- dollari.
<< Sì, io ho già dato un'occhiata. >> Afferma Trinity, bevendo un sorso di vino.
Non fa gesti. Non riesco a capire se la collezione le sia piaciuta o no.
<< Cosa ha messo? >> Kingsley mi scocca un'occhiata buffa. So di sembrare famelica ma, bhe, ecco, io... ho bisogno della nuova collezione di Saks Fith Avenue. Assolutamente. E'una questione di vita o di morte.
<< Shorts, magliettine, camicette, polo, cappellini, occhiali, stivaletti leggeri... >> Fremo per l'attesa.
<< Non essere così vaga! Precisamente? >>
<< Shorts di jeans scambiato, tasche decorate; camicette a quadri imbrillantinate, verdi, rosse, gialle, arancioni... >>
Che svogliatezza! Pff!
<< Pazzesco! Mamma... >> I miei occhi lampeggiano. << Stiamo parlando della nuova collezione di Saks Fifth Avenue. >>
<< Lo so. >> Ma guardala! Continua a far finta di nulla. Osserva la manicure, reputandola più importante della collezione nuova. Blasfemia! Una risatina soffocata nel calice riempito di vino. Un suono buffo, un "Mi".
<< Ancora non sa dire "mamma"? >>
<< Certo che lo sa dire. Dai, Mag, facciamole vedere. Dici "mamma". >> M'indica con l'indice, come se Maggie potesse capire al volo. La cosa sorprendente è che lei capisce.
<< Mam...ma. >> Kingsley applaude e la prende in braccio, rinchiudendola in una calda prigione affettuosa.
<< Bravissima, Mag. Hai visto, nonna? >> Parla rivolgendosi a Margaret, e ciò mi riempie di rimpianti. Perchè non l'ho baciato quando ho potuto? Perchè mi sto trattenendo così tanto? E perchè Jack non è Kingsley?
Sono confusa. Non so più chi amo veramente.
Un raschiare di sedie.
<< Mimi, piccola, noi andiamo. >> Trinity mi scocca un bacio sulla fronte, imitata subito da Charles. Girano i tacchi, il ticchettio delle Chanel nuove di Trinity che produce un piacevole rumore sul pavimento di linoleum della cucina.
Non è fuori luogo in questo ambiente elegante.
Solo quando sono fuori la soglia, dopo aver chiuso aggraziatamente la porta, mi rendo conto di un piccolo particolare: solo Charles ha mosso un cenno con la testa verso Kingsley.
Lui sembra non infischiarsene, e stende le lunghe gambe sul tavolo, rilassandosi. Mi siedo accanto a lui, tirando su col naso. Stringo forte Maggie, seduta sulle mie ginocchia come protezione, più esplicita del certificato di matrimonio.
<< Non ti hanno salutato. >> Mi lamento, giocherellando con i sonaglini Tiffany. Kingsley emette un suono strano, a metà tra uno sbruffo e un ghigno.
<< E chi se ne frega. >> Porta la mano alla bocca, coprendo uno sbadiglio.
<< Non... >> M'interrompo. Chi sono Charles e Trinity per poter decidere di quanto tempo Kingsley possa passare a casa mia? Che ne sanno loro di quanto soffro per via del tradimento di Jack?
<< Mmh? >> Scuoto la testa.
<< Nulla. Non te ne andare. Cioè...non farlo solo perchè te lo hanno detto Charles e Trinity. Chi se ne frega di loro!>> Kingsley si volta, inchiodando i suoi occhi scuri nei miei.
<< Sai perchè ti ammiro, Mimi? Perchè, nonostante una bambina, nonostante il tradimento di Jack, nonostante tutti questi anni, tu non sei cambiata; ma hai imparato a moderare il tuo carattere, e questo ti rende onore. >>
Resto paralizzata. Nessuno mi aveva mai detto delle cose simili. Nessuno mi aveva mai guardata in quel modo (apparte Jack, ma vabbhe...). Non riesco a comporre una frase, la mia mente è in subbuglio più totale.
<< Non sono poi tanti anni... > Borbotto, non sapendo che altro dire. Subito mi mento di queste parole, perchè Kingsley torna il tipo scherzoso e sbruffone. Addio, serietà e discorsi commoventi.
<< Certo. Solo due. >>
Restiamo immobili, troppo presi dal momento di poco prima, impigliati nel nostro mondo di pensieri. Maggie dice un'altra parolina, ma Kingsley non reagisce. Lui ha fatto il primo passo; adesso, tocca a me.
Solo che non so se sono pronta.


Angolo Autrice
Oooops x°D
Direi che Kingsley è piuttosto svelto! XDXD
Sai cos'è, Didyme, che Mimi ama pazzamente Jack e non riesce a concepire l'idea di tradirlo, sebbene, nei suoi pensieri più intimi, qualche volta l'ha fatto. Purtroppo, l'amore rende ciechi!
Ma se fosse stata una storiella, Mimi lo avrebbe mandato a quel paese da mo' XDDDD Uffff, Mimi non si fa mettere i piedi in testa...per il suo gemello, però, fa un'eccezione.
Kizzzzz, *-*

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Capitolo 23
*** XXII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

22

Le pile di vestiti, sparsi sul pavimento e in vari posti impensabili, sembrano ricoprire l'intero spazio della mia camera. Stropicciati, buttati per terra come se fossero stracci per pulire la pipì di Pookie, sembrano guardarmi in malo modo.
Okay, Mimi, diamoci da fare.
Non sarà poi così difficile decidere cosa buttare e cosa tenere, vero? Chiudo gli occhi, nell'assurda speranza che quando li riapro, gli abiti prendano vita e si sistemino da soli.
Strizzo forte gli occhi. Uno, due, tre. Socchiudo un'occhio, lasciando intravedere solo una fessura di stanza; gli abiti sono ancora in posizioni ambigue, sul pavimento, uno sopra l'altro.
Sbuffo, irritata, e ne afferro un paio, scagliandoli sul letto. Una T-shirt si alza, rivelando il cartellino fatale: Miss Sixty, collezione primavera-estate 2005, taglia 22, corrispondente ad una 36 italiana. Costo: 90.25$.
Sollevo uno skinny jeans da terra, e ne seguo le cuciture, severamente. Non mi lascerò incantare dalla gamba dritta e affusolata, il bottoncino incastonato perfettamente, le tasche ricamate, il jeans sdrucito, scambiato...stop.
Lo getto nell'angolo sormontato da un cartellino "Da Buttare", scritto in rosso e rosa. Poi, però, ci ripenso. Un giorno potrebbe andare a Maggie...Oddio. Un jeans usato e strausato -tipo due volte- alla mia bambina? Dell'estate 2005? Blasfemia!
Sto diventando una riciclatrice! Pazzesco.
Oh. Scorgo un lampo di tacco, lacci di cotone azzurro. Una zeppa tacco 12, la mia preferita. La prendo delicatamente, per paura di sfregiarla. Lacci a nodo alla caviglia, spuntata, plateau di paglia intrecciata. Perfetta. Anche adesso!
Mmh.
Ho un vago ricordo di questa zeppa, infilata per una serata in riva al mare con Jack. No. E'da buttare. Non voglio avere nemmeno un ricordo di lui, nemmeno se questo ricordo è rappresentato da una zeppa Juicy Couture.
La lancio nell'angolo delle cose da buttare, senza guardarla e rischiando di colpire un mobile. E'pazzesco quante cose ti ritrovi a buttare dopo la gravidanza. Prima ero una 36; adesso, una 40. Devo subito andare alla palestra.
Subito dopo questo scarto d'immane importanza e fatica. Mi scosto i capelli dagli occhi. Restano ancora... circa... cinquecentoventi vestiti, tra T-shirt, jeans, shorts, accessori, gonne, costumi e scarpe.
Uno scatto nella serratura. Non vado nemmeno a vedere chi è: sono troppo impegnata nel mare dei miei vestiti.
<< Ehilà, Mimi! >>
<< Kingsley! Vieni subito, mi serve una mano. >> Ah, sia benedetto il cielo! Kingsley arriva serve al momento giusto.
<< Wow, quanti vestiti. Ma non mi sorprende. Immaginavo avessi qualche immensità del genere. Sai che potresti vestire tutti i bambini poveri del Congo? >> Sbuffo.
<< Risparmiami le tue prediche e aiutami. >>
Vestire tutti i bambini poveri del Congo? Mi paralizzo, fulminata da un'idea pazzescamente meravigliosa. Sono un genio o cosa? Ruoto sulla suola bianca di gomma delle sneaker in denim D&G, puntando Kingsley con un dito.
<< Un'asta! Sarebbe perfetto! Un'asta per i bambini. Regalerò tutti i vestiti alle associazioni e vestirò milioni di bambini nel Congo! >> Compio una giravolta, sognante.
<< Sarebbe una buona idea ma... a quale bambini andrebbe questo? >> Afferra la zeppa Juicy Couture. Spalanco gli occhi.
<< Quella andrà ad una bambina sfortunata; le porterà fortuna, me lo sento. >> Annuncio. Nella mia voce c'è traccia di nostalgia. Kingsley l'avverte, ma non fa commenti.
<< Bhe... in effetti, tutta questa roba andrà ai bambini. >> Scherza, ciondolando uno shorts bianco. Mimo una risata.
<< Ah-ah, molto divertente. >> Attraverso la sala, allungando la gamba per evitare di colpire le preziose reliquie di un passato ormai andato. Le lucide farfalle ricamate sulle sneaker sembrano voler scappare da tutti quei ricordi dolorosi.
<< E quelle scarpette? Persino le sneaker D&G? Mimi, non c'è proprio freno alla tua pacchianeria. >> Mi volto, lanciandogli un'occhiata del tipo "Che-cosa-hai-detto?"
<< Scusa, ripeti? >> Lui ghigna, divertito.
<< Pacchiana. Ti ho dato della pacchiana. >> Gli lancio una T-shirt "I Love NY", prendendolo dritto in faccia.
<< Io non sono una pacchiana. Tu lo sei, che giri con la limousine bianca. >> Kingsley sbarra gli occhi, somiglia ad un bambino appena sorpreso a rubare caramelle in un negozio di dolci.
<< Quando mai ho girato con una limousine bianca? Ho la Kawasaki Ninja, mica la limousine! >> Mi appare un rombo di motori, la fiammata blu del turbo, il lucido rivestimento che ricopre quell'ammasso di aggeggi che Kingsley manovra perfettamente.
<< Io ti ho visto girare sulla limousine. Quando sei andato a visitare la famiglia reale. >> Ammicco.
<< Ma quella era la loro limousine! >> Si difende Kingsley. M'illumino.
<< Mi ci porterai un giorno? >>
<< Mimi, sei impossibile. A proposito, dov'è Maggie? >> Ottima scusa per allontanarsi dal pasticcio di vestiti. Gli lancio un'occhiataccia, prima di indicargli il piano di sopra.
<< Nella culla. Dorme. >> Mi sembra di vedere la sua testa ancora qui e il resto del corpo fuori dalla soglia, come nei cartoni animati Looney Tunes.
<< Vado a vederla. >>
<< Svegliala e ti ammazzo, Kingsley Martin. >> Scoppia a ridere, un'armonia che non finirei mai di ascoltare.
<< Ma se è una bambina adorabile! >>
<< Si, si. Una palla adorabile. >> Borbotto. << Vorrei vedere se tu l'avessi ogni minuto e secondo della tua giornata cosa faresti... >> In effetti, però, Kingsley l'ha ogni minuto e secondo della sua giornata. I passi aggraziati di Kingsley saltano le scale. E'già sulla soglia, con Maggie aggrappata al suo collo, stile koala.
E, infatti, Maggie somiglia davvero ad un koala in questo momento.
Ha gli occhi chiari cerchiati dalle occhiaie, dovute alle ore piccole di ieri sera, i capelli scuri arruffati dietro le orecchie, il viso tondo dalle guanciotte arrossate esprime disappunto. Credo che non le andasse di essere svegliata.
<< Guarda, Kingsley, non ha proprio voglia di restare in braccio a te. >> Allungo le mani per prenderla ma lei si rannicchia sul petto di Kingsley, lanciandomi un'occhiataccia.
<< Ehi! >> Ma tu guarda!, la mia bambina preferisce lui a me.
<< Diglielo, Mag, io e te siamo una coppia inseparabile. >>
<< Oh, bla bla! >> Scimmiotto io, scuotendo la testa. Ritorno sui miei passi, buttando ormai quasi tutti i vestiti. << Se vuoi, è rimasta una fetta di torta di ieri. E'nel forno, prendila. E dà il latte a Maggie! >>
<< Maggie farà sette mesi il 16 marzo. Domani. >> Annuisco.
<< Già. Sembra ieri che era agosto. >>
<< Mimi, ti vedo ingrassata. >> Un bum tipo incudine del martello sulla testa. Eh? Ingrassata? Ovvio! Ho avuto una bambina nella pancia, sai?
<< Che cosa? >> Urlo, afferrando un tacco 12 Chanel. Lui indietreggia, posizionando Maggie avanti da protezione. Lei gorgoglia, inconsapevole del tacco.
<< Scherzavo! E'ovvio che sei ingrassata un pochino. Era solo una scusa per convincerti a venire in palestra con me. Che ne dici? >> Mi rilasso, lasciando cadere il tacco. Non mi va che mi si ricordi del mio aumento di due taglie buone.
<< Mmh...okay. >> Kingsley sorride, poggia Maggie su una morbida maglietta grigia Calvin Klein, e avanza, scavalcando le pile di vestiti con destrezza.
<< Perfetto! >> Esclama.
Poi, prima che io possa dire qualcosa, mi tira a sé e mi stringe forte, in un vortice di profumo di pino, emozioni contrastanti fra di loro e un'immensa, grande gioia, mi sento sicura come un cagnolino tra le braccia del suo padrone.


Angolo Autrice
Now, the show can begin! XD
Si, anch'io sto adorando Maggie, sebbene sia frutto della mia immaginazione O_o
Voglio anche fare una piccola storia su di lei, ambientata quando lei avrà 15 anni, ma quando lei avrà 15 anni, sarà il 2022 O_o Vabbhe, bando agli anni lontani!, è una storia, di certo non influirà sul resto del mondoO_O XD
Non è geniale l'idea dei bambini del Congo? *-* Se Mimi donasse tutti i suoi vestiti, potrebbe salvare un paese intero O_o

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Capitolo 24
*** XXIII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

23

Caritas Internationalis
777 United Nations Plaza,
New York‎ - (212) 286-8939‎

Madeleine Force
Upper East Side, int.4
Manhattan 10001–10292, 6227

18 marzo 2008

Gentile signora Force,

la ringraziamo veramente tanto per la sua più che generosa offerta, e per tutti gli abiti che ci ha spedito. Serviranno sicuramente ai poveri bambini del Congo.

Lei è veramente altruista. Speriamo che questo possa aiutare questi bambini, e che altre persone prendano esempio da lei.

Distinti saluti

Sabrina Tower
Dirigente Caritas


Angolo Autrice
Non so sinceramente se è così che si fa, ma spero di sì °-° Baci baci °-°

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Capitolo 25
*** XXIV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

24

Lista spesa di Mimi
P.S. usare anche i soldi di Jack. Beccati questa!

Con i soldi di Jack:
Pantaloni bianchi Miss Sixty tg.40 (orrore!): 120,05$
Jimmy Choo rosse: 1.020$
Canotta con strass e scollo all'americana Gas: 52$
Da Chanel: 402$ 530$
Bermuda di jeans Miss Sixty (di nuovo tg.40): 145$
Top di chiffon Miss Sixty: 98$
Rossetto Chanel: 40$

Con i miei soldi
Tracolla D&G: 50$


Angolo Autrice
Primo sfregio per Jack°-°

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Capitolo 26
*** XXV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

25

Legame: Il legame tra gemelli vampiri è molto complesso, antico. Trovare il gemello è l'evento più felice che può succedere ad un vampiro; esso rinnova la vita stessa, il sangue blu, ed è fonte di forza e nutrimento. Senza il gemello, un vampiro è incompleto. Solo quando un vampiro trova il proprio gemello, riacquista tutte le memorie e tutti i poteri.
Il legame si celebra con un breve corteggiamento e una presentazione pubblica al Ballo dei Quattrocento e sarà in quel momento che i due vampiri verranno legati con le loro spade e la benedizione del Regis, dell'Arcangelo Michael.
Postilla A.03: Nel caso che l'Arcangelo Michael non dovesse esserci per motivi personali o non, il legame non sarà ufficiale e, pertanto, invalido.
Postilla B.05: la pena per un vampiro che tradirà il gemello o la gemella, è data dalla natura del vampiro stesso. Nel corso del tempo, sarà sempre più debole e perderà tutte le memorie e i poteri, arrivando alla disintegrazione del sangue stesso.

Da La storia del legame, a opera di Lawrence Winslow Van Alen. La data non è riportata sul documento.

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Capitolo 27
*** XXVI_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

26

Tiffany. Barneys. Valentino. Yves Saint Laurent. Ah! La Fifth Avenue è assolutamente il mio ambiente, un posto dove non può succedere nulla di brutto. Maggie si guarda intorno, dal basso della sua carrozzina.
Un caldo lunedì d'inizio aprile, la riunione non si svolgerà al solito posto. Per organizzare il Ballo d'Autunno, che si terrà tra almeno sei mesetti o forse più, la Commissione inizia i preparativi da inizio aprile.
Accarezzo una guancia liscia e rosea di Maggie. Tra qualche anno, anche lei parteciperà a questo evento.
Ciòe...qualche anno...
Cerco di concentrarmi sulle varie insegne, per scovare quella del Tea Box Cafe. E' lì che i membri della Commissione hanno deciso d'iniziare ad organizzare il Ballo. Mentre spingo il passeggino sul marciapiede liscio e privo di fosse, per un'attimo, giurerei di aver visto una chioma liscia e lustra color ebano.
Schuyler qui? Ma no. Se non ha nemmeno i soldi per comprare da Barneys!
Scuoto la testa, ma il mio istinto mi dice tutt'altro. Sto diventando paranoica. Dovrei dare la caccia a Jack per quello che sta facendo. A pensarci bene, tra uccidere Schuyler e dare la caccia a Jack, preferisco la prima opzione.
Sbircio tra le vetrate bianco fumé delle caffetterie, finché non individuo dei svolazzi pitturati su un'insegna bianco elegante. Dicono "Tea Box Cafe". Sospiro.
<< Buongiorno, Madeleine. Come sta la piccola Margot? >>
<< Margaret non Margot. >> Correggo, con un sorriso indolente.
Avverto uno sguardo omicida su di me e alzo gli occhi per capire di chi sia. Oh! Forsyth! Oddio, è vero! Ho chiamato mia figlia con la penultima reincarnazione di Bliss!
<< Ah. Così si chiama Margaret... >> Dice lui, monocorde. Oddio, sembra voglia ucciderla. Tiro fuori Maggie dal passeggino e la posiziono al sicuro sulle mie ginocchia.
Lei, incurante di tutto, osserva curiosa tutti i membri con gli occhioni celesti. Sorride, mettendo in mostra le gengive e gli zigomi tondi come mele.
<< Che dolce. >> Fa Charles, accarezzandole il mento. << Vogliamo iniziare? >> Sguardi timorosi ed esitanti volano tra l'ellisse della Commissione, come aeroplanini di carta. Lo so chi stanno aspettando.
Jack.
<< Per me, possiamo anche iniziare. >> Taglio tutti con lo sguardo, orgogliosa di me. Che impressione avrò fatto! Fiera e sicura, proprio una yummy mummy. Beccatevi questa, so stare anche senza Jack. Non ho bisogno di lui per crescere mia figlia.
<< Certo, Madeleine. >> Un tono conciliante, di quello che si usa con i pazzi.
Mi scrutano, dubbiosi. Credono che, tra un po', mi metta a saltare sul tavolo, oppure a piangere, come se dietro la facciata sicura si nasconda una Mimi smarrita che solo pochi eletti conoscono.
Si sbagliano di grosso se vogliono vedere lo spettacolo di me che scoppio in lacrime proprio davanti a loro.
Che si fottano.
Mimi Force non piange davanti a nessuno, tanto mento per uno stupido scappato via con una sciacquetta che compra gli abiti ai mercatini dell'usato.
<< Benissimo. Il Ballo dell'Autunno. >> Struscio avanti la sedia, preparandomi ad una presenza professionale.
<< Ballo d'Autunno, Madeleine cara... >> Ops. Prima gaffe.
<< Ballo d'Autunno, certo, certo. Allora, dove si terrà questa volta? >> I loro occhi si spalancano, schizzando fuori come palline da golf.
<< Sempre all'American Society, a Park Avenue. >> No, non ho dato esattamente l'impressione di essere professionale e sicura. Sto solo sembrando una stupida rincoglionita.
<< Va bene, a Park Avenue... ma sempre lì? >> Che noia! Sempre allo stesso posto. Va bene che è super, però...
<< Madeleine, è una tradizione! >> Adesso il tono di Elisa Dupont è quasi isterico.
Quant'è diversa dalla vecchia Elisa di due anni fa! Nel tempo, Elisa, da timida teenager, è diventata una leader indiscussa, la copia spiaccicata di sua zia, Priscilla Dupont, morta nell'attacco di un Sangue d'Argento.
<< Okay. Una tradizione. >> Che diamine di stupida tradizione è questa? Okay, niente panico. Sangue freddo, Mimi. Per lo meno, c'è Maggie che appara la situazione.
L'ho vestita splendidamente apposta: scarpine Converse, vestitino giallo limone griffato Baby Dior.
<< Dunque... >> Riprende Elisa, ignorandomi volutamente, come se fossi un cane completo di pulci che le sta facendo le feste.
La mia pazienza ha un limite, come c'è un limite alle volte in cui qualcuno osa ignorarmi. Maggie avverte il mio nervosismo, e alza la testolina scura, gli occhi a punti di domanda.
<< Io direi di non fare il solito buffet. >> Propongo, accarezzandole i capelli.
<< Ehm...il buffet è sempre stato lo stesso. >>
<< E perchè non cambiare? >> Questa tradizione inizia a darmi i nervi. Cosa c'è di male nel cambiare un po'di cose? Non voglio che mia figlia mangerà la stesse cose che ho mangiato io diciotto anni fa!
<< Perchè-è-una-tradizione, Madeleine. >> Ripete Elisa, scandendo le parole. Accartoccia un tovagliolo piegato, irritata. Lo so che lo è perchè quello è il suo modo di calmare il nervosismo.
<< E' una tradizione, Mimi, non cercare di cambiarla. >> Mi consiglia Charles, posandomi una mano sulla coscia, cercando di frenarmi. Mi sistemo il ciuffo dietro l'orecchio, lanciando ad Elisa un'occhiata assassina. Trinity mi sta guardando come se fossi impazzita. Si china per sussurrare qualcosa all'orecchio di Charles. Riguarda me, ne sono certa.
<< Pazzesco... >> Borbotto tra me e me. E'inutile che discutiamo per organizzare questo Ballo d'Autunno, allora! Se deve essere uguale in tutto e per tutto, perchè diamine sono qui a perdere tempo? E'assurdo.
Mi alzo, strusciando la sedia sull'erbetta sintetica. Tutte le teste si voltano verso di me. Ricambio le loro occhiate, sfidandoli. Che parlino bene o male di me, sempre mi fanno pubblicità.
<< Io vado. Non posso rimanere qui a perdere tempo per organizzare un ballo che è rimasto sempre lo stesso da anni. Ho una famiglia a cui badare, io. >> Che sfuriata! Tiro su col naso, mi fremono le narici dal nervosismo. Che stupidi!
Nessuno parla. Nessuno si muove.
Raccatto Maggie nel passeggino ed esco dal bar, attraversando la strada soddisfatta. Quando c'è uno scontro, io sono sempre pronta. Mentre mi dirigo verso casa, mi ritrovo a rimpiangere i tempi in cui c'era Lawrence Van Alen a capo della Commissione.
Un tiepido vento primaverile. Un'anno fa ero incinta di quattro mesi. Adesso Maggie ne deve compiere otto, il 16 di questo mese. Sono emozionata. Otto mesi! Già otto. Pazzesco.
Gli alberi dei marciapiedi della zona Upper East Side si colorano di rosa, e i primi fiori iniziano a arrampicarsi sui rami. E'la promessa di abitini colorati, prendisole scollati, zeppe e capelli sciolti al vento.
<< Ehilà, Mimi! >> Faccio un salto indietro. Oddio! Da quando in qua Kingsley entra in casa mia senza che ci sono io? E chi gli ha dato il permesso di spaventarmi in questo modo?
<< Kingsley! >> Lui esibisce un sorriso beffardo.
<< Ti ho spaventata, eh? >> Tiro su col naso. Kingsley torna serio.
<< Sei andata alla riunione? >> Annuisco, troppo impegnata a sfilare Maggie dalla carrozzina per parlare. Si è affezionata, ormai. Fosse per lei, ci dormirebbe.
<< E cosa hanno fatto? >> Kingsley si ostina ad escludermi dall'elenco dei membri della Commissione. Da quando a lui lo hanno raccattato tra gli ultimi nella lista dei Venator, per "indisponibilità di servizio", ha tagliato corto con la Commissione.
<< Abbiamo organizzato il Ballo d'Autunno. >> Rispondo canzonatoria, mentre piazzo sotto il naso di Maggie un biberon.
Ho smesso di allattare da un po', seguendo passo passo la dieta del dietologo più famoso di tutta Manhattan. Seguendola alla lettera, sono subito dimagrita. Sarei dimagrita comunque, ma ho voluto dare un piccolo aiuto al mio corpo...
<< Divertente! >> Commenta Kingsley, nel mio stesso tono. Credo proprio che seguirò il suo esempio: smetterò di andare alle riunioni.
<< Sai una cosa? Non andrò più a quelle stupide riunioni. Mi hanno trattata come se fossi una pazza da tenere a bada. >> Tiro su col naso, indignata. Maggie beve tranquilla il suo biberon, gli occhi puntati su Kingsley. Le accarezzo una guancia.
<< Ahi ahi, Azrael che non si presenta alle riunioni... eri un membro della Commissione. Credo che questa non ne sarà molto contenta. >> Ghigna, beffardo.
<< E chi se ne frega. >> Wow! Da sfida. E'una sua espressione. La usa talmente tanto che ormai il mio lessico se ne è impadronito, tipo piovra.
<< Brava, Mimi, è così che si ragiona! >>
<< Sì, sì, lo so, lo so. Sono una genia. >> Due braccia mi circondano la vita, un soffio nell'orecchio, il lampo di un sorriso bianchissimo. Brividi che percorrono la spina dorsale.
<< Io e te potremmo essere una grande coppia... >> Ehm...no, io amo Jack, grazie. Ridacchio nervosamente. Persino io avverto la presenza di una nota stridula nel mio tono, vigliacca, paurosa, fuori luogo come una papera in mezzo a dei cigni.
Avvicina le labbra al mio collo, sfiorandolo. Chiudo gli occhi. Un flash di capelli ebano contro il biondo di Jack, lui che l'abbraccia, protettivo, incantato. Come ha potuto tradirmi?
Kingsley inizia a baciarmi, piano, pronto a tirarsi indietro ad un mio rifiuto.
Strizzo più forte gli occhi, per impedire che il film si ripeta di nuovo. Ma succede. Lui lo ha fatto. E'accaduto sul serio. Quindi, perchè io non dovrei farlo?
Chiodo scaccia chiodo.
Al pensiero di Schuyler che bacia Jack con irruenza mentre io ascolto tutto al telefono a loro insaputa, ricambio il bacio di Kingsley, più per disperazione e ripicca che per altro. Forse per garantire un futuro a Maggie. Per farla vivere serenamente.
Un rimbombo nella mia testa. Cos'è? Una nuova invenzione? Oppure l'effetto del bacio di Kingsley? No. E'la porta. Stanno bussando. Kingsley stacca con delicatezza le sue labbra dalle mie. Evito il suo sguardo. Ringrazio chiunque stia bussando, e vado ad aprire.
Oddio.
Forse non avrei dovuto ringraziare tanto.
<< Buongiorno, Madeleine. Se non c'è Benjamin, vorrei parlare con lei. >>
Come un generale pronto a mettere in riga i suoi soldati più indisciplinati, sulla soglia c'è Charles Force, di spalle a Elisa Dupont. E nessuno dei due ha uno sguardo che promette qualcosa di buono...


Angolo Autrice
Quando il gioco si fa duro...°-° Questa volta Mimi sarà costretta a fare quattro chiacchiere serie, a fronteggiare il problema "Kingsley o Jack", e il tradimento del gemello con Schuyler.
Povera MimiO_O" Quasi mi sento in colpa x°°°°
Bhe, Didyme, in effetti...lo scempio che Mimi ha fatto a Jack con i soldi...x°°°
Al prossimo chap*-*
Baci **

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Capitolo 28
*** XXVII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

27

Aprile. Secondo me è uno dei mesi più belli dell'anno. I fiori che sbocciano, il cielo sereno, il sole che splende, illuminando le facciate dei palazzi e rendendo l'Upper East Side ancora più bella del solito.
Ah, dolce aprile!
Peccato che, proprio dopo la mia figura da Wonderwoman-io-non-sono-voi-e-faccio-quello-che-dico-io, ho un po'fatto incazzare Charles. Quindi, ricapitolando, cosa proprio guasta questa splendida giornata d'aprile? La visita di Charles Force mentre Kingsley Martin sta approfittando della mia disperazione post-fuga di Jack.
Perfetto.
Non so veramente cos'abbiano da dire, infondo non è che ho detto chissà cosa: avevo da fare e...sono dovuta correre subito a casa. Insomma, ho una famiglia a cui badare, io!
Il nervo che pulsa sulla fronte solcata di rughe di Charles, però, non sembra pensarla così.
<< E'questo ciò a cui dovevi badare? >> Mi domanda, a bassa voce, in modo che possa sentirlo solo io. I suoi occhi freddi sembrano evitare il mio sguardo. Oh! Si vergogna di me. Blasfemia!
Elisa misura a passi il soggiorno. Somiglia molto ad un segugio. Chissà che faccia farebbe se glielo dicessi...Apro bocca per parlare, ma in quel momento, spunta Kingsley, con indosso solo il jeans.
Sembra che abbia scambiato la mia casa per un hotel, e sul viso galleggia l'estrema espressività della tranquillità.
Oh mio Dio! Chi gliel'ha detto di spogliarsi? Ma cosa diavolo gli è saltato in mente!? Pazzesco. Mi ritrovo in una gabbia di matti. Sull'orlo della disperazione, mi stringo la testa tra le mani, nascondendo la vista di Kingsley con i capelli. Elisa ha appena cacciato un'urlo.
<< Ops. >>
Ops? Ops!? E'tutto quello che sa dire? Non oso commentare: potrei aggredirlo.
<< Madeleine Force! Come osi tradire il tuo gemello?! >> Charles si è gonfiato come un salvagente per bambini e il collo si è acceso di rosso, come se avesse ingoiato un peperoncino intero.
Ma è il finale che mi convince a sollevare gli occhi e a ritrovare l'orgoglio.
<< Ah! Sono quindi io la traditrice? >> Abbaio, alzandomi di scatto dal divano. Da che mondo è mondo, se l'uomo tradisce la donna non fa nulla, ma se a tradire è la donna... << Ma come ti permetti? Proprio tu! Proprio tu! Dovresti sapere come mi sento, Michael! >>
Charles è diventato paonazzo. Beccati questa!
<< La mia situazione non quadra... >> Lo fermo, alzando di più il tono.
<< La tua situazione non quadra? La tua situazione non quadra? Ma davvero? Sai da quanti anni Abbadon mi mette le corna con quella puttana di Gab... >>
<< Non osare parlare di Gabrielle in questo modo! >> Adesso da paonazzo è diventato viola.
<< Sì, okay! Gabrielle non c'è mai stata, ma Schuyler sì! Nonostante io le abbia parlato! E tu osi dire che Abbadon ha tutto il diritto di tradirmi e io devo rimanere con una figlia a carico senza che voi facciate un cazzo?! >>
Piccole scosse scivolano lungo le mie gambe. Non sono mai stata così furiosa in vita mia. Tutta la rabbia che avevo covato dentro di me è scoppiata, come un vulcano. Come può papà farmi questo? Proprio lui!
<< Noi stiamo facendo qualcosa! Azrael, noi stiamo tentando di far raccapezzare il tuo gemello, ma quello non ne vuole capire! >> Stupide scuse. Non ci casco, grazie.
<< Ah, sì? Ah, sì? E'questa l'unica cosa che sa fare la Commissione? Dire che sta facendo qualcosa quando in realtà non sta facendo niente? >>
Margaret si mette a piangere.
<< BASTA! >>
La carica della discussione mi ha lasciato con il fiatone. Ho ancora puntato l'indice contro Charles, i capelli piovuti come detriti dopo scosse di terremoto scomposti sulla faccia, e gli occhi lampeggiano di una furia omicida.
Charles sembra sul punto di sguainare la spada, con la mano portata al fianco e le zanne in fuori. Elisa ha le mani sul viso. Ma la voce che ci ha fermati tutti è quella di Kingsley.
E'furioso. Non so se per la discussione o per l'idea che Charles sta movendo.
<< Mimi ha sofferto abbastanza. Uscite fuori. Subito. >> Il dito indica la porta e il tono non ammette repliche. Gesù! E'proprio un angelo. Charles ed Elisa restano immobili, pietrificati.
<< Venator Martin, da Regis, io... >>
<< In questa casa non hai il ruolo di Regis e mi sembra che tu mi abbia relegato in fondo alla lista per "indisponibilità di servizio". >> Kingsley fa dardeggiare gli occhi scuri in cui baluginano rancore e amarezza.
La risposta tagliente fa sobbalzare Charles, come se avesse ricevuto uno schiaffo.
Resta senza parole. Poi, senza guardare né me né Kingsley, gira i tacchi e se ne esce, sbattendo la porta. Gli occhi di Elisa rimbalzano come palline da tennis da me a Kingsley, prima che le gambe sottili corrano verso l'uscita.
Ma questo è davvero Kingsley Martin?
Il ragazzo che una volta mi ha condannata al rogo?
Lo fisso, con la bocca aperta tipo pesce lesso. Lui tira un gran sospiro, buttando fuori tutta la rabbia e l'indignazione. La postura eretta e fiera si ammoscia, reduce da un combattimento pesante. Ma ha vinto. E questo è l'importante.
Balzo dal divano, una molla di pelle che mi fa finire dritta dritta tra le braccia di Kingsley. Lui mi circonda, affondando la testa fra i miei capelli. Li avevo lavati stamattina, in vista della riunione.
<< Mi dispiace, Mimi. >> Sussurra, baciandomi sulla testa.
<< E di che? >> Ribatto io, altrettanto a bassa voce, ma le lacrime che gli bagnano la camicia mi tradiscono. Non posso crede che sto piangendo per degli stupidi commenti! Loro non capiscono nulla... nulla...nulla.
<< Calma, calma. E'tutto passato. >> La voce rassicurante è come una ninnananna, e il sonno si impadronisce della mia mente. E'un'afrodisiaco.
<< Mmh... >> Mi sento leggera come una piuma, come se mi stessi sollevando da terra... Un momento. Io mi sto sollevando da terra. Oddio!
<< E'ora di riposare, principessa. >> Mmh, principessa... adoro essere chiamata così.
<< Kingsley! Rimettimi giù! >> Lui ride.
<< Non ci penso proprio. Prima sembravi una pazza; non voglio che ti ritrasformi in quella maniera con me. Vado a calmare Mag: si è presa un bello spavento, sai? >> I sensi di colpa m'invadono ed abbasso lo sguardo. L'ho sentita bene prima. Stupido Charles! Ha fatto svegliare la mia bambina! Forse si è presa un trauma per la vita e la notte si sveglierà urlando!
<< Sì, vai. >> Mi posa sul letto, mi stampa un bacio sulla fronte e sale di sopra. Mi lascio cadere a peso morto sul letto, stanca morta come se avessi appena corso i 100 metri.
Puff!
Annuso profondamente la coperta. E'intrisa di vecchi ricordi, rotolamenti scherzosi tra le lenzuola fresche di bucato, e baci scambiati come una coppia di sposini novelli.
Mi raggomitolo su me stessa, mentre lacrime solitarie mi tagliano in due le guance. Che cos'ho fatto per meritarmi questo? E'realmente così che deve finire? Qualcuno si butta sul letto, con un buffo rumore.
<< Ehi, Mimi... dai, non piangere. >> Scuoto la testa. Io non voglio piangere, ma non riesco a fermare le lacrime. << Lascia perdere quel coglione di Jack e resta con me. Io ti darò la felicità. Sono stanco di vederti soffrire al fianco di Abbadon ad ogni ciclo. >>
Ad ogni ciclo?
Le lacrime si arrestano di colpo, scandalizzate. No, torna indietro un momento. Non può essere. Davvero ha detto ad ogni ciclo? Il ticchettio del grande orologio comprato da Tiffany è l'unico a rompere il silenzio.
<< Che...cosa...vuoi...dire...ad...ogni...ciclo? >> Riesco a dire, a metà tra lo sconvolto e le lacrime. Kingsley tira un profondo sospiro, preparandosi a raccontare una lunga storia.
<< Mi sa che hai un lieve ritardo, mia cara Azrael. Torna indietro con la mente. Vedrai che Jack non era l'unico ad essere innamorato di un'altra. Ma tu...tu cercavi solo un'aiuto per superare quei momenti. Non lo hai mai tradito sul serio. Quell'aiuto ero io. >>
Non ce la faccio a guardarlo. Sono troppo sconvolta. Mi tornano in mente le parole di Charles: << Mimi, come hai potuto tradire tuo gemello? >> Forse era a questo che si riferiva? Forse Michael ha sempre saputo?
Ora si ritorce tutto contro di me. Non sono più io la vittima, ma Jack.
O, forse, siamo tutt'e due le vittime, vittime di un'unione sbagliata.
Ma no. Ma cosa sto pensando? Se guardo nei miei ricordi, vedo sempre me e Jack felici, contenti, uno più pazzo dell'altro. Kingsley sta mentendo. E'un bugiardo! Ciò che dice è una blasfemia.
Sta forse insinuando che anch'io tradivo Jack, sotto sotto, e poi facevo la parte della santarellina? E, se anche fosse vero, com'è possibile che siamo sempre rimasti insieme?
Alzo lo sguardo, abbastanza piena di scene familiari e calde come coperte, per poterlo fermare.
<< E allora com'è possibile che io vedo sempre il legame fatto e compiuto, e io e Jack felici mano nella mano? >> Rispondimi a questa se ce la fai, Venator Kingsley Martin. << Sei un Venator, no? E, allora, dimmi la verità. >>
Kingsley sospira di nuovo. Aha! Frecato. Invece, comincia a parlare, ad occhi chiusi.
<< Sono sempre stato io a portarti sulla strada del legame. Ero come un Conduit, con la differenza che ero un vampiro, che ti amavo sul serio. Ti amavo -ti amo ancora- e volevo la tua felicità, sebbene fosse accanto ad un altro uomo. >> Prende fiato. Io non oso parlare. << Tu stavi con me, ma quasi solo per ripicca. C'era ben poco d'amore per me, solo il 19%. Il resto, era riservato ad Abbadon. Ma tu soffrivi. Soffrivi quando lo vedevi andare dietro alle Figlie della Luce, come un cagnolino, e, così, ti rifugiavi da me. Poi, dopo un po', il legame veniva celebrato da Michael. >>
No.
No.
Non è vero. Vorrei tapparmi le orecchie con le mani, ma il mio corpo non mi ubbidisce, quasi fosse distaccato dal cervello.
<< Ma voi... voi lo avete celebrato il legame, non è vero? >>
Alza lo sguardo, nascosto come un'uccellino dalle foglie di un ramo d'albero, speranzoso o forse triste, non so. Non me la sento di dirgli una bugia. Vorrei parlare ma le parole mi muoiono prima di uscire fuori.
<< A...sì...ma...Michael non c'era. >> Kingsley sbarra gli occhi. Bhe? Quando io ho accusato Trinity di aver tramato perchè Michael non ci fosse a benedire il nostro legame, lei mi ha accusato di delirio.
<< Mimi...hai mai letto "La storia del legame"? >> Arrossisco. Non è che non volessi leggerlo...è che non potevo.
Cioè, quando mi ero decisa a leggerlo, mi sono accorta che Armani aveva messo i saldi. Così ho valutato le due cose e ho deciso che Armani era decisamente più importante.
<< No. >> Mi esce una voce debole, bassa, arrochita. Mi spavento. Oddio! La voce di una morta. Kingsley mi circonda le spalle con un braccio muscoloso. Non provo neppure a fermarlo: non riesco proprio a mandarlo via, non ho le forze.
Sono debole, una pianta lasciata appassire in vista di un'uragano e potrei essere spazzata via all'istante, nell'occhio del ciclone.
<< Ah...Mimi. Il legame non è valido, allora. >> Sembra il testamento di morte. Santo Iddio! La verità s'insinua piano piano nel mio cervello, come un serpente che striscia tra le piante, pronto a mordere la preda.
<< Che...cosa? >>
<< Già. >> Annuisce lentamente. << Dovresti celebrarlo ora, prima che sia troppo tardi. >>
<< Ma...Michael...adesso...è furioso con me e... >> Kingsley mi guarda, compassionevole.
<< Non farlo, Mimi. Resta con me. >>
No. Non posso. Jack è il mio gemello, la mia vita, il mio amore e Margaret ne è il frutto. Non posso abbandonarlo proprio ora.
Scuoto la testa, cacciando via l'idea.
<< No. No. Kingsley...non posso. Mi dispiace. >> Faccio per alzarmi, mi sento afferrare per un braccio. Gli occhi di Kingsley sono calmi, controllati, ma nel fondo riesco a leggervi la tristezza di essere stato rifiutato l'ennesima volta in tutti questi secoli.
<< Adesso sei troppo debole. Aspetta. Hai bisogno di rilassarti. Non hai amiche. Non hai chi ti sostenga. La Commissione ti si è rivoltata contro. Charles ti ha rinnegata. Non puoi proprio adesso. >> Mi siedo di nuovo accanto a lui.
Raccatto l'eventualità di scappare nell'angolo più remoto della mia mente, dove l'amore di Kingsley trastulla timidamente i pezzi del mio cuore spaccato.


Angolo Autrice
Sentito? Che litigata!O_O
Wow, grazie Ivy*_* in effetti mi chiedo pure io xkè questa zona sia così desolata. La serie Sangue Blu ha talmente tanto da offrire che è impossibile non amarla! *_*
@ Didyme: Mimi è così moderna xD e gli altri così all'antica. Ma se si va contro corrente si akkiappano le botte, tuttavia...ci deve essere qualcuno che si decida a far valere le proprie idee, no?
Ringrazio chiunque legga questa storia e chiunque tifi per Mimi e Jack.
Grazie.

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Capitolo 29
*** XXVIII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

28

15 aprile 2008

Caro papà,

Mi dispiace per come mi sono comportata l'altra volta, ma spero che ti capisca i motivi che mi hanno spinta a farlo. Sto apprendendo parte del mio passato che, con Jack, non ricordavo.
Tu sapevi di Kingsley Martin, non è vero?
Tu comprendi le mie ragioni, vero? Tu che ami una donna che ti ha rinnegato ed ora giace in coma. Come ti sei sentito quando la tua gemella ti ha ufficialmente rifiutato?
Io lo so perchè il legame non ha avuto effetto. Perchè tu non eri lì a benedirci.
Per favore, papà, torna... mi serve il tuo aiuto. Devi celebrare il legame o io e Jack non saremo più...



Angolo Autrice
La letterina di Mimi°_° Si è interrotta se notate.

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Capitolo 30
*** XXVIV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

29

Se c'è qualcosa che mi fa proprio arrabbiare, quella cosa è quando i tuoi ti ignorano volutamente, e sono arrabbiati con te mentre tu dovresti essere arrabbiata con loro.
Kingsley mi dice di lasciar perdere; ma parla facile lui!, chissà dove sono i suoi genitori. Mi sta dicendo di lasciar perdere anche ora, di lasciar suonare il telefono, perchè non è abbastanza importante. Non quanto gli strilli di Maggie, almeno.
Un minuto di silenzio. Osservo il cordless trillare vivacemente nella sua poltrona di plastica, come se stesse ballando un two-step. Allungo una mano per afferrarlo, poi mi ritraggo.
Li ho cercati per tanto tempo, mettendo da parte il mio orgoglio, lasciando smussare gli angoli difficili del mio carattere. Ma loro non hanno risposto alle mie chiamate, loro non hanno apprezzato il cambiamento.
E, adesso, vogliono che io accetti la chiamata? Eh, no, se lo scordano. Sono pur sempre l'indomita Mimi Force, e dei loro strilli d'aiuto mi faccio un baffo. Maggie urla più forte.
<< Kingsley, falla smettere, ora! >> Strillo, al limite della pazienza. Lui mi lancia un'occhiata buffa, del tipo "Sei tu la mamma, dovresti essere tu a calmarla", come quelle vecchie baby-sitter le quali lavoro è poltrire sul divano di casa, bicchiere di limoncello alla mano.
<< Non rispondere. >> Mi avverte, prima di sparire al piano di sopra, dileguandosi come un'ombra.
Resto sola, un tête-à-tête con il telefono rosa.
Inizio a girarci in tondo, avendone quasi paura, come se potesse scoppiare da un momento all'altro. Poi, mi rizzo. Kingsley vuole che io non risponda, sebbene sia un mio dovere.
Vedo chiaramente il nome "Charles Force" sul display colorato del cellulare. Lo so che devo rispondere ma Kingsley mi ha detto...chi si frega di quel che ha detto Kingsley?
Perchè diavolo dovrei lasciarmi condizionare da lui? Perchè eseguire i suoi ordini? Per apparire più bella ai suoi occhi? Per rendermi più desiderabile? Mi chiedo se tutto questo abbia un senso, alla fine.
Mi sento stranita.
Ma poi mi pento di aver pensato male di lui, perchè alla fin fine è Kingsley, ed è davvero troppo strano pensare a lui come ad un manipolatore. Tendo la mano verso il cordless, lo afferro, e lo porto all'orecchio, sospirando profondamente.
<< Oh, Mimi, sei tu. C'è ancora Kingsley da te? >> Charles è talmente agitato che la sua voce sembra quella di una trombetta un po'rotta.
<< Kingsley? >> Mi sento indignata. Perchè diavolo ha chiamato al mio numero se voleva Kingsley?
<< Passamelo. Subito! >> Non è un ordine, è una preghiera, una supplica. Per un'attimo, esito. Devo veramente passargli Kingsley? Lui sta badando a Maggie...e se poi me lo portano via?
Oh...per una parte sarebbe meglio, molto meglio. Kingsley non c'è mai stato così tanto in nessun altro ciclo, e, adesso, rischia di compromettere il mio legame. Il legame? Mi chiedo se ci sia mai veramente stato un qualcosa che assomigliasse vagamente alla parola "legame".
Dio! E'per la salute del Conclave? Per la Commissione? Per una nuova missione? Perchè sto esitando? Le mani mi fremono, si muovono da sole verso l'aggancio. Con uno sforzo, riporto il cellulare all'orecchio.
<< Okay. Kingsley! >> Lui scende di corsa, mi guarda, poi guarda il telefono e fa una smorfia.
<< Charles? >> Annuisco, tendendogli il cordless. Kingsley l'afferra. Ma non risponde subito: attiva il vivavoce. Inarco un sopracciglio.
<< Kingsley! Abbiamo bisogno di te! Qui, a Manhattan...alcuni Venator hanno avvistato una ragazza parecchio somigliante a Bliss Llewellyn, figlia di Lucifero e Gabrielle, uccisa da Madeleine Force tre anni fa. >>
Mi sento mancare. Bliss? Come può essere? L'ho uccisa io, ho ucciso io Lucifero, colpendo dritto con la spada di Michael al suo cuore.
<< Ma... >> Sta per obbiettare Kingsley, ma Charles lo ferma.
<< Ascolta: Allegra Van Alen è rinvenuta tempo fa, ricordi? Poi si è riaddormentata. Ma, prima di riaddormentarsi, è andata a visitare le sue due figlie. Mimi non l'ha uccisa. Ha semplicemente reciso il legame tra Lucifero e Bliss. >> C'è dolore nella sua voce. << Ascoltami: tu devi andare alla corte di Francia, dove si trovano Schuyler Van Alen e Benjamin Force. Devi trovarli...e scoprire che cosa stanno seguendo. >>
Ho salvato Bliss Llewellyn.
Ho salvato un'amica.
Ma ho salvato anche Schuyler Van Alen. E'l'ultima cosa che riesco a pensare, prima di sbattere con la testa per terra, rovesciando la ciotola con il preparato della torta allo yogurt.


Angolo Autrice
OH MIEI DEI! OH MIEI DEI!!!!Ho letto l'Eredità di Schuyler e mi sono sentita talmente commossa che ho pianto*____________*E'STUPENDO!!! STUPENDO!!!! C'è anche uno spinoff che uscirà per Bliss, Wolf Pact -o pack, nn ricordo XD- e un altro Keys to the Repository, il 4 giugno 2010. Mentre, l'Angelo Corrotto, 5°libro, uscirà il 5 ottobre 2010.
Almeno, per l'America.
DEEEI!!!
Ah...un'ultima cosa: ho messo un'immaginetta all'inzio della ff, al prologo. Andatela a vedere: ditemi cosa ne pensate*___*
P.S. tutto quello scritto in questa ff corrisponde a ciò scritto sul libro, tranne per alcune parti, assolutamente inventate.
Il continuo di questa saga, City Of Angels, però , è un'opera puramente inventata dalla fantasia perversa dell'autrice. (Si salvi chi può!XD)

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Capitolo 31
*** XXX_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

30

<< Mimi? Siamo arrivati. >>
Alzo gli occhi verso l'ospedale, sontuoso ed immacolato, come se fosse uno Stato a sé. L'Ospedale. Bel titolo per un film! Potrei diventare famosa...uno schiocco di dita. Sbatto gli occhi, le ciglia ripassate dal mascara si appiccicano l'un l'altre.
Maledetto Kingsley che non mi ha dato il tempo di passarlo bene. Si vede che a lui non freghi molto di quanto possa sembrare bella; deve essere solo lui il magnifico della situazione.
<< Così, dobbiamo provare a parlare ad una morta vivente. >> Dico, annoiata, guardandomi un'unghia. Kingsley mi assesta uno scappellotto scherzoso.
<< Ehi. E'Allegra Van Alen, non una morta vivente. >>
Mi volto, di scatto.
<< E'la giusta punizione per aver tradito il suo gemello. >>
Dio, è squallido. Le mie parole sono piene di rancore, piene di rabbia e Kingsley si allontana, ferito dal mio sguardo pungente come fosse uno scorpione e tagliente come mille lame affilate.
Non è una cosa cattiva da dire, no, proprio no. Allegra Van Alen se l'è meritato; Gabrielle se lo è meritato. E non mi importa che è la più forte e potente della Congrega, che è la Virtuosa, l'Incorrotta.
Ma ,per me, è più corrotta di un Sangue D'Argento.
Scendiamo dalla limousine, e io sfilo gli occhiali da sole, per poter guardare meglio l'ospedale. Non è proprio cambiato dall'ultima volta che ci sono andata. Ne approfitterò per far dare una controllatina a Maggie. Mi avvio, senza aspettare Kingsley. Non lo faccio per vergogna! La mia frase è giusta. Certo, lei può svegliarsi quando lo vuole, ma è un fattore esterno.
Allegra Van Alen -Gabrielle o chi sia- è in coma, in bilico tra la vita e la morte.
E, presto, Jack la raggiungerà nel sontuoso ospedale.
Perchè io andrò con Kingsley, a Parigi, e lì, darò la caccia a Jack, fosse l'ultima cosa che faccio.
Jack dovrà morire.
<< Mimi, ci sei? Ehi...Mimi, amore...perchè piangi? >> Ecco. Arriva Kingsley e rovina il mio momento di gloria, fintamente determinata e forte, proprio come Azrael dovrebbe essere. E, invece, eccola qua, a piangere per il suo gemello , quando lui se la spassa con la Mezzosangue.
<< Non sto piangendo. >> Gli do le spalle, per non farmi vedere mentre mi asciugo le lacrime.
<< Sei sicura di voler andare a sondare se Allegra è sveglia? >> Che stupido! Ho creduto per un attimo che avesse capito cosa mi tormentava. Crede che abbia paura di vedere Allegra. Ma chi se ne frega!
Entriamo e il mio sguardo viene subito rapito dall'arredamento multicolore e pieno di oggetti bizzarri.
La dottoressa Pat ci vede, ci fa un sorriso falso come la volpe che tenta d'ingannare il topo, e ci viene incontro, facendo scudo alla camera di Allegra con il suo corpo impaccato nella camicia bianca da medico.
<< Signor Martin! Signorina Force! Benvenuti! A cosa devo questo piacere? >> Faccio una smorfia.
<< Dobbiamo vedere la signora Van Alen. >> Dico, tirando su col naso. La vecchia pazza diventa paonazza (ho fatto rima! Wow! Sono un mito!)
<< Ehm...la signora Van Alen è molto stanca... >> Mi rizzo. Io e Kingsley ci scambiamo un'occhiata. Allora Allegra è sveglia?
<< Dottoressa, dobbiamo vedere Allegra Van Alen. Adesso. >> Kingsley ha tirato fuori il suo distintivo e lo sta sventolando come un...come un...sono alla ricerca di un paragone orribile ma tutto quello che mi viene è: come un torero con il suo fazzoletto rosso.
Invidio Kingsley, ed arrossisco fino alla radice dei capelli biondi. Come fa ad essere così persuasivo, determinante? Quel suo sguardo duro e forte lo rende ancora più sexy.
Oddio! L'ho pensato sul serio! L'ho detto sul serio! Kingsley Martin è sexy. Lo mimo più volte con le labbra, sentendomi libera e felice.
<< Hai detto qualcosa, Force? >> Mi chiede Kingsley. Mi blocco immediatamente ma continuo a sorridere, somigliando ad una cretina. E, probabilmente, affianco a Kingsley Martin, lo sto diventando sul serio.
<< No. Proprio no, Martin. >>
La dottoressa Pat ci lascia passare, bianca, cinerea. Avanziamo verso la stanza di Allegra, svelti ed efficienti; tutto quel che riesco a pensare è che io e Kingsley siamo una grande squadra. Il mio sorriso si allarga.
<< Ti stai divertendo, Force? >> Chiede lui, facendo breccia nei miei pensieri.
<< Molto. >> Lo rispondo a tono. Tze, ho imparato a rispondere alle sue battutacce. Arriviamo davanti alla stanza e ci fermiamo a prendere fiato. Sono nervosa ma non voglio darlo a vedere.
Così, tiro in fuori il petto come una gallina e Kingsley ridacchia.
Gli scocco un'occhiataccia severa, come una professoressa di matematica che becca il suo alunno mentre copia i compiti. Però, tiro fuori l'aria, segnando un punto a suo favore. Perchè m'interesso tanto?
<< Sei pronta, Force? >>
<< Sì. >> Certo. Certo. Certo...Vacillo. Forse. Non sono pronta a vedere ciò che c'è in quella stanza. Stiamo per chiedere ad Allegra Van Alen cosa ne è stato della figlia Bliss Llewellyn.
Con un calcione poderoso, Kingsley spalanca la porta, senza frantumarla, però. Tiro un fischio di disapprovazione: io avrei potuto far meglio. Ma mi zittisco subito quando vedo la persona seduta sul letto.
Allegra Van Alen ci sta fissando, i bei capelli biondi sparsi in ciocche disordinate davanti ai luminosi occhi verdi tagliati all'orientale. Mi agito, stringendo bene i pugni. Ha i miei stessi colori. Copiona.
<< Gabrielle. >> Commento, rigida ed acida. Lei inclina il capo ma fa altrettanto.
<< Azrael. >> Restiamo lì a fronteggiarci, l'una contro l'altra, rigide nei nostri rancori seppelliti negli angoli più remoti. Non le ho mai perdonato cos'ha detto a Schuyler. E non glielo perdonerò mai.
Ma, adesso, devo sapere cos'ha detto a Bliss, dopo che le ho conficcato la spada nel cuore.
<< Allegra! >> Saluta allegro -che cacofonia!- Kingsley, sventolando una mano a mo'di saluto. Allegra lo inchioda con i suoi occhi verdi, di una tonalità più calda della mia.
<< Araquiel. >> Ha chiamato Kingsley con il suo vero nome, Araquiel, l'Angelo del Giudizio. Che freddezza. Però, non posso mentire a me stessa: non mi aspettavo un'accoglienza migliore dopo tutto quello che ho pensato di lei.
Kingsley non si fa buttare giù. << Sono contento che ti sei risvegliata, di nuovo! >> Allegra assottiglia lo sguardo.
Forse sa di cosa vogliamo chiederle.
<< Basta: non siamo qui per darti il bensvegliata. >> Ah! Sono libera! Azrael non si tiene mai tutto dentro: se ha qualcosa da dire, lo dice in faccia. << Quindi, ti diremo subito cosa vogliamo sapere: la missione di Schuyler e Jack. Ma, soprattutto, che fine ha fatto Bliss Llewellyn. >>
<< Non cambi mai, vero Azrael? >> Eh? E allora? Non ti ho chiesto mica se sono cambiata o no, secondo il tuo parere!
<< Infatti. >> Affermo.
L'aria si surriscalda. Il silenzio viene sbaragliato solo dalle pale del ventilatore al soffitto. I muscoli sono pronti all'azione, osservo Allegra in ogni suo movimento, riesco a percepire persino il battito di palpebra.
Mi preparo ad attaccare, quando, tutto ad un tratto, Allegra rilassa il viso teso, come peracotta, regalandomi un sorriso.
<< Ne sono contenta. E'di una come te che ha bisogno Abbadon. E'molto insicuro di questi tempi. >> Ma che fa? Prima incoraggia la figlia e poi incoraggia me? Da che parte stai, Gabrielle?
<< Ma Abbadon è con Schuyler, a Parigi. Ed... >>
Non dirle niente, Mimi!
Ho abbassato per un'attimo la guardia, e Kingsley è entrato nella mia mente, inviandomi telepaticamente un'avvertimento. Giusto. Se Allegra sapesse, potrebbe avvertire la figlia del nostro arrivo.
Ma sembra così tranquilla lì in quel letto, così pura. Come potrebbe un'essere così benefico trarre in'inganno un'angelo come...Azrael. Scuoto la testa. Io sono l'Angelo della Morte e, di certo, non sono l'angelo di cui più si fida Gabrielle.
<< Dicci cos'hai detto a Bliss. >> La incito. Stiamo perdendo troppo tempo; se crede di far appiglio sulla storia di Jack, si sbaglia. Mi frega meno di una cicca. Lei sorride, e poi inizia a parlare.
<< Bliss è partita per una missione. Dimentichi, dolce Mimi, che sono passati solo tre anni dall'apertura del primo cancello? Che Lucifero in persona è tornato? >>
Si acciglia. << La Commissione ti ha tanto oscurato la mente, Azrael? >>
Resto interdetta.
<< E Ja...volevo dire, e Schuyler? >> Allegra sorride, comprensiva.
<< Ha una missione molto pesante. Anzi, direi che ne ha due. >> Quell'allusione, più esplicita di un bacio tra i due, mi ferisce. Restringo le barriere di protezione, indietreggiando istintivamente contro Kingsley.
<< Hai una figlia, Mimi...Margaret Force. Sono felice che hai chiamato tua figlia come la penultima reincarnazione della mia secondogenita. >> Il suo sorriso non ha nulla di falso. Mi accosto ancor di più contro Kingsley, che mi circonda la vita, come a proteggermi, sebbene lì davanti ci sia Gabrielle.
<< Azrael...il tuo destino è al fianco di Abbadon, non dimenticarlo. I legami non si recidono così facilmente. Mia figlia Schuyler se ne andrà da sola, poi, per la sua strada. >>
E'seria. Sicura, ma al tempo stesso dolce e comprensiva.
E forse è proprio per questo che inizio a piangere. Lacrime grosse come i biscottini con cui si decorano i pandoro a Natale, mi bagnano il viso e mi scuotono il corpo.
<< Non piangere, Azrael. Il tuo amore vincerà su ogni cosa. >>
Quest'ultima frase m'infonde coraggio, smetto di piangere.
Perchè è davvero impossibile pensare a tutti i secoli in cui io e Jack abbiamo coronato l'amore e poi voltarsi avanti e baciare le labbra di Kingsley.


Angolo Autrice
Questo chap mi piace particolarmente*_*
Il ruolo di Allegra è strano, ma credo di aver preso in pieno il carattere*_*
Baci**

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Capitolo 32
*** XXXI_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

31

Okay, ammetto che ho detto alcune scemenze. Va bene, tante. Un po'troppe. Ma, cercate di capirmi! Il mio gemello mi stava rifiutando, Lucifero era tornato, e io ero così sola.
Mi sentivo come una sirena nella rete del pescatore bavoso: in trappola. Così, non ho aspettato altro che la Commissione sparasse la prima sciocchezza: Lucifero depennato; i Sangue D'Argento morti.
E non ho controllato quando la mia spada si è infilzata nel cuore di Bliss: pensavo di averla uccisa per sempre. Invece, ho reciso il legame che aveva con Lucifero. Sono una genia o cosa?
Se chiudo gli occhi, il salvataggio di Schuyler si proietta all'interno della mia mente, stile film dell'orrore. Il ripiano passa dal Leviatano a Schuyler, sempre più vicino. E Jack mezzo svenuto per terra che implorava la salvezza di lei.
Non ho potuto far altro che assecondarlo.
In fondo, meglio Jack che mi tradisce o meglio Jack morto e distrutto per sempre? Non potrei mai...
<< Ehi? Mimi? >> Kingsley. Non avrei mai immaginato che per me potesse significare tanto. La luce. Qualcuno che mi amasse sul serio. Piccoli brividi mi scuotono e cerco la sua mano fresca, come un riparo.
Kingsley, Kingsley, Kingsley. Il suo nome scandisce i battiti del mio cuore. Sono veramente una cattiva gemella? Non è stato prima Jack a recidere il legame? Non lo ha sempre voluto?
Affondo le unghie nella carne. Kingsley ritrae la mano, come se, attraverso i brandelli di rabbia sotto le mie unghie, potessi infettarlo per sempre.
<< Come sei di cattivo umore! Non sei felice che la tua amica Bliss è viva e vegeta? >> Mi fa sentire come una cattiva bambina che non è felice della vittoria della sua migliore amica.
Borbotto qualcosa al riguardo e, poi, con un brontolio di malumore, gli volto le spalle e rivolgo lo sguardo al finestrino. Il cielo è sereno e azzurro come il mio vestitino Prada, e il sole splende sorridente.
Gli lancio un'occhiataccia: se non sono contenta io, non lo deve essere nessuno.
<< Mimi...non devi per forza ammazzarti così. Scappiamo insieme. >> Mi volto di scatto. E'impazzito? Ma l'alternativa mi tenta come una bistecca al sangue. Sì, sì, sì! Lo voglio!.
Chiudo gli occhi.
Se li riapro tutto sparirà, ne sono certa. E ci saremo solo io e Jack, innamorati, nel Paradiso.
Nessun Sangue D'Argento. Nessun Lucifero in agguato, stile "Anaconda 2". Lasciateci in pace; io volevo solo essere felice. E'così difficile far innamorare ad ogni nuovo ciclo il proprio gemello?
Siamo solo noi ragazze a essere scacciate, a dover subire l'umiliazione ed il rifiuto? A vedere il nostro cuore spezzato in mille pezzi, mentre torniamo con la coda fra le gambe a casa, zitte e mute?
No.
<< Io... >> Come faccio ad accettare? Come faccio a cancellare secoli d'amore e di vita, di esperienze, di eventi, solo per questa infatuazione di un solo ciclo?
Mi dici come posso, Kingsley?
<< Mimi, è per te stessa. >>
Combatto contro la ragione ed il cuore. Cos'ha scelto Jack? Il cuore. Non ha seguito il proprio dovere. Ecco cos'era per lui: un dovere. Non amore. Solo un qualcosa che gli era stato imposto; forse un tempo mi amava...o, forse, mi ha sposata solo per dimenticare Gabrielle.
E io ci sono cascata, come una pera cotta. Traggo un profondo sospiro. Kingsley ha la faccia ammosciata, cosa non da lui. Gli dirò no, lui farà fermare la macchina e io scenderò. Tirerò avanti.
Poi, mi appare la visione di una bambina dagli occhi celesti e i capelli color cioccolato fondente: la mia Maggie. Ed è lì che decido.
C'è un limite a quanto posso aspettare.
C'è un limite a quanto posso resistere.
C'è un limite alla mia pazienza. C'è un limite al mio senso d'amore. E c'è un limite anche alle volte in cui Azrael può piangere e disperarsi per Abbadon.
Ho deciso.
Reciderò il legame per sempre e sposerò Araquiel, Kingsley Martin, o chiunque esso sia. Se continuerò così, distruggerò me stessa e il futuro di Margaret. Devo cambiare; anche se mi farà male.
Devo cambiare: anche se le memorie ed il sangue mi pulseranno talmente tanto da farmi svenire. Devo cambiare.
Per me e per mia figlia.
<< Hai ragione. >> Lo tiro a me e lo bacio. Milioni di farfalline mi ronzano nello stomaco, bum bum bum. L'euforia della decisione presa mi ubriaca di felicità, resto stordita ancora, come se mi fossi scolata dieci bottiglie di vodka.
Mi sento un po'in colpa. All'interno delle mie palpebre, c'è il lampo di un sorriso brillante, il luccichio di fili d'oro che tanto amavo accarezzare: Jack. Svanisci! Svanisci! Spingo il ricordo in fuori, ma quello ritorna, e si ripete, come un nastro difettato.
Una frenata. Io e Kingsley sbalziamo lungo il divanetto della limousine, finendo uno sopra all'altro. Cosa diavolo è stato? Lui sorride, già riesco a vedere i suoi pensieri. Ma io mi ritraggo: questo è già troppo. Dammi il tempo di abituarmi.
<< Cos'è successo? >> Mormoro. Cambia frequenza radio, Mimi, cambia frequenza radio! Kingsley si raddrizza, sul viso un'espressione di palese disappunto.
<< Una brusca frenata, che ne so... >> Dice, in tono disinteressato, e ritorna subito con la sua bocca che s'abbarbica lungo il mio collo, appiccicosa come un polipo. Non so se la cosa mi disgusti o no.
<< Mmh...Kingsley... >> Allontanati...
<< Mmh, Mimi? >> Non si stacca. Non è Jack, non è Jack! Sta zitto, stupido Sangue.
<< Continua. >> Sorrido, vittoriosa, sentendomi fiera ed orgogliosa di me.
Sì! Posso farcela ancora. Esausta per lo sforzo quasi fisico della decisione, ricambio il bacio quasi violentemente, dimentica di Allegra, di Schuyler, di Bliss e dei Sangue D'Argento.
Chiudo gli occhi ma non viene alcun ricordo. C'è solo il bianco, vivace e luminoso come i teli per il mare e i cristalli splendenti del Paradiso.


Angolo Autrice
Welà! Mimi sembra aver finalmente deciso, per una volta buona! Ho ripreso da l'eredità di Schuyler xkè mi sembrava strano che in due anni già fosse tutto finito XD
Ringrazio Didyme che mi segue*-*

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Capitolo 33
*** XXXII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥
Dedicato a Kattiva97. Grazie per la storia <3

32

L'odore di profumo Chanel n°5 aleggia nell'aria, ma serve a nascondere la puzza del sudore, più che altro. Mi guardo intorno, rapita. Attrezzi sviluppatissimi fanno bella mostra sul pavimento in legno.
Una rete da squash. Squash! Amore mio, vita mia!
Attraverso una vetrata, scorgo persone piegate in posizioni yoga. Indossano canottine avvitate ed espressioni concentrate sui visi. Pilates! Il vecchio buon Pilates. Questo mi ridarà forma in poche settimane.
Ritornerò una bellissima 36!
Quasi svengo dall'emozione.
<< Ehi, Mimi, sei contenta di essere tornata in palestra? >> Un lampo di bicipiti sviluppati e gonfi come meloni. Capelli appiccicati alla fronte, ma che sottolineano solo la bellezza dei suoi occhi scuri.
Kingsley avanza verso di me con la felpa gettata sulle spalle come un sacco di patate, un sorrisetto stampato sul viso. Tutte le ragazze presenti nella palestra si voltano a guardarlo, vittime del suo fascino. Ghigno. Ciondolo un po'; non vorrei cedere subito.
<< Mmh...direi di sì. >> Il suo sorriso si allarga.
<< Bene. Allora...direi di iniziare, no? >>
<< Certamente! >> Mi circonda le spalle con un braccio, e mi conduce alla sala dove si sta svolgendo la lezione di Pilates. L'allenatore si ferma, poi saluta Kingsley come se fosse una celebrità.
Interessante. Ha contatti, il ragazzo. Le ragazze iniziano a confabulare: mi hanno riconosciuta; e il fatto che io stia insieme ad un ragazzo che non sia Jack -e che sia un Sangue Blu- le fa agitare dall'emozione.
Vogliono far crollare il mio rapporto, assetate di gossip quale sono. Che stupida; il mio rapporto con Jack è già crollato. Perchè nasconderlo?
<< Mimi! Che piacere rivederti in palestra! Come sta la piccola Maggie? >>
<< Bene! >> Stringo la mano di Kingsley, che ricambia, stringendomela forte come una salsiccia.
<< Ah! Ehm... >> L'allenatore si agita, imbarazzato, mentre il suo sguardo frulla da me a Kingsley. Posso quasi vedere i meccanismi del suo cervello che si mettono in moto. << E'...? >>
Mi osservano tutti. Il silenzio regna sovrano, nessuno osa fiatare. Poi mi viene un'idea fantastica. Se annunciassi a tutti il mio fidanzamento con Kingsley, qualcuno sicuramente lo direbbe ad un paparazzo.
La notizia finirebbe spiaccicata su un giornale tipo Chic, Gossip, Mine e altri, e Jack resterebbe di merda. Un sorriso scintillante e maligno guizza sul mio viso, un presagio che tutti colgono.
<< Sono fidanzata con Kingsley, già. >> Annuncio, guardando tutti dall'alto, a mo'di sfida.
<< Ah! >>
Iniziano tutti a parlottare, uno sciame di api impazzite. Mi volto verso Kingsley, per scrutare la sua espressione. Ma lui non ha niente di strano, anzi. Mi cinge la vita con un braccio e mi sussurra all'orecchio: << Allora ti sei decisa ad accettarlo! >>
<< Già. >> Tiro su col naso. Si fermano tutti. Sì! Guardatemi. Sono felice, anche senza Jack. << Vogliamo iniziare? >> Dico, nonostante la lezione sia già iniziata da un pezzo.
<< Ehm...s-sì, certo. >> Mentre prendo posto di fianco a Kingsley, sento gli occhi di tutti che mi seguono, come se fossi puntata da un riflettore solitario.
Ricambio le occhiate. Sono felice: ho un fidanzato, una bambina e ho appena fatto uno smacco a Jack. La vendetta è un piatto che fa servito freddo.
Poi, mi giro verso Kingsley ed ammicco. E direi che questa vendetta deve essere proprio un gelato.


Angolo Autrice
Secondo smacco a Jack XD
Spero che questo chap vi piaccia ù.ù Credo che Mimi non parteciperà alla guerriglia, xkè ha una bambina ed ha delle responsabilità, lei ù.ù
Mica può lasciare la figlia per andare a cercare Lucifero, eh!ù.u
XD

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Capitolo 34
*** XXXIII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

33

<< Pronto, Mimi? >>
<< Chi è? >> Rispondo, mettendo una mano davanti alla cornetta per non far sentire il mio sbadiglio. Dalle tende filtra una luce gialla come un tuorlo d'uovo.
<< Sono io! >>
<< Io chi? >>
<< Nicole! >> Ah. Nicole. La mia nuova amica. Rotolo sul letto, ancora mezza addormentata, sbuffando un po'. Cosa vuole a quest'ora?
<< Ehi, che ne dici se stasera usciamo? Sai, credo che tu abbia bisogno di un po'di relax. >> Uh? Io? Relax? Ma questa sta fuori! Io sono rilassata al massimo. Mi sa che non ha capito bene io chi sono.
Però la prospettiva di un'uscita con una ragazza che conosco appena mi entusiasma. Mugolo un po', lasciandole il privilegio del dubbio. Butto un braccio all'altra parte del letto, come a riempire il vuoto di solitudine.
Kingsley è partito per cercare Bliss. La Commissione mi ha vietato di andarci perchè ho una bambina. Che palle.
Perciò, una bella uscita è proprio ciò che ci vuole.
<< A che ora? >>
<< Alle 20.00! Al club privato, sulla Fifth Avenue. >> Trilla, contenta. Mi sento contenta anch'io e batto le mani. L'allegria è contagiosa, direi.
<< Perfetto! Ci vediamo là. >>
Come metto giù la cornetta, Maggie irrompe con un urlo degno di una sirena dell'autoambulanza. Sospiro: fortunatamente ho attaccato, altrimenti che figura ci avrei fatto! Strofinandomi gli occhi, poggio i piedi infreddoliti sul tappeto e afferro le lenzuola, cercando di sistemare il letto alla bell'e meglio.
<< Sto arrivando, Mag! Chiudi quella ciabatta! >>
Corro come posso, impedita dalle ciabatte che sguazzano a destra e a sinistra come le zampe di una papera. Pookie m'intercetta correre e, non molto contenta di essere stata svegliata per un nonnulla, inizia ad abbaiare, trotterellandomi dietro.
Ci mancava solo lei.
Salgo al piano di sopra, ed entro nella cameretta di Mag. I mobili in vimini riflettono la luce del sole splendente, illuminando il disappunto sul viso di Maggie. L'afferro dalla culla e la dondolo un po', per farla calmare.
Appena regge tra le manine paffute le orecchie di Pookie, si tranquillizza ed inizia a gorgogliare, felice. Tiro un sospiro di sollievo; a volte i pianti dei bambini ti fanno pentire di averli creati.
Una ciocca di capelli mi viene strattonata, simbolo che l'osservazione non è piaciuta a Maggie.
Uno scatto alla porta. Oddio! Ma non mi lasciano proprio in pace questa mattina. Ciabatto -di nuovo- al piano di sotto, con Maggie appollaiata contenta. Trinity, in canotta e jeans, mi sorride.
Sto per avere un'infarto.
Canotta e jeans? Solo questo? Veramente? E'proprio Trinity, quella? Non è che è un ladro travestito da lei?
<< T-Trinity? >> Boccheggio. Persino il mio pigiama è più alla moda di lei.
La sua canotta sembra tendersi verso di me per strangolarmi. Evidentemente è di una marca famosa...ma no, è la cosa del negozietto low cost. Che oscenità.
<< Ciao, piccola! Ti ho svegliata? >> Sembra raggiante e riposata. Mi acciglio.
<< No... >> Lei inclina il capo. Proprio non si rende conto del suo abbigliamento?
<< Mimi, ti piace come sono vestita? >> Mi prende in giro?
<< Per nulla. >>
Scoppia in una risata argentina, buttando i capelli folti all'indietro. Oddio. Trinity si è drogata.
<< Lo sapevo! Sai, questo jeans è all'ultima moda. E l'abbinamento canotta bianca-shorts è veramente favoloso di questi tempi. >> Oddio. Adesso mi sento io la cafona sfigata tagliata fuori dalla moda dalla maternità.
Poi noto qualcosa di strano. I suoi occhi brillano. Strano...cos'è successo?
<< Mamma...come mai sei così felice? >> Chiedo, cauta. Ho paura che da un momento all'altro scoppi a piangere. Non si sa mai.
<< Sapessi... >> Ma come? Sapessi tu! Lucifero è ancora in giro e lei ancheggia contenta e felice. Credo che proprio abbia sbagliato momento per essere così gioiosa.
<< Mamma, Lucifero è ancora in giro. >> Lei agita una mano, come ad allontanare il pensiero.
<< Lascia perdere, piccola. Lucifero è un problema risolvibile. >>
<< Come mai allora stai così? >>
Pronuncia una sola parola: << Jack. >>
M'irrigidisco. Mag affonda un dito tra i capelli di Trinity. Mi alzo, giusto per cambiare argomento e chiedo: << Vuoi un po'di thè? >>. Lei mi afferra per un braccio e mi guarda.
<< Non fare così, Mimi. >>
<< Non fare così come? >> Ribatto, acida. Lei toglie il braccio, come scottata.
<< Siediti. Credo di dovertelo dire...ma devi sederti e stare calma. >>
<< Okay, prima prendo il the. >> Mi avvio, cercando di calmarmi. Non mi riguarda, non mi riguarda. Perchè diavolo m'interessa tanto? Poi m'infurio con Trinity. Perchè me l'è venuto a dire? Ma che cosa, poi?
Perchè devono rovinare la mia serenità? Perchè? Perchè? Ci godono? Loro che ne sanno di quel che vuol dire essere tradite dal proprio gemello?! Il thè bolle, e io lo tolgo all'ultimo istante.
<< Eccomi. >> Dico, servendo il thè.
<< Siediti. >> Mi siedo, preparandomi all'inevitabile. << Jack si sposa. >>
Cerco di assumere un'atteggiamento composto. << Bene. E io che devo fare? >> Ma la mia voce mi tradisce. Come le mani e le gambe. Tremo. Si sposa? Allora ha letto l'articolo? Mi scosto una ciocca di capelli dietro le orecchie. Trinity mi osserva.
<< Ti rendi conto dell'articolo? >> Mi dice, come un'accusa. Questo è davvero troppo. C'è un limite alle volte in cui posso subire. Mi alzo da tavola e indico la porta.
Un deja-vu.
<< Fuori. Non sono qui per subire le tue prediche. Se questo mi dovevi dire, bene, l'hai detto, ora esci fuori. >>
Trinity mi osserva ad occhi sbarrati, come palline da tennis. Non è più così raggiante. Ha lo sguardo triste di una mucca. Non osa alzarsi, come se non avessi mai parlato.
<< Fila. >> Dardeggio un'occhiataccia. << C'è un limite...c'è un limite alla mia pazienza. Fuori. >>
Sembra che si sia paralizzata. E'cerea quando si alza e finalmente esce, senza salutare, senza dire niente. Mi siedo, tremante, e bevo la mia tazza di thè. Ma si è raffreddata e l'allontano, disgustata.
Ho proprio bisogno di uscire.
Maggie lancia via la tazzina, con un gorgoglio. << Mi. >> Sbuffo, mentre la raccolgo. Uno squillo al telefono. Quasi quasi lancio un'urlo. Mi affretto ad afferrarlo e quando sento la voce dall'altro capo mi tranquillizzo.
<< Ehilà, Mimi! Come va la vita a New York? >> Kingsley. Salvezza.
<< Ti amo! >>
<< Eh? Ho sentito bene? >> Annuisco, anche se lui non può vedermi.
<< E'venuta quella stronzetta di Trinity. >>
<< Stai bene? >> LO sa che quando viene Trinity succede qualcosa di brutto.
<< Sì. >> Dico, ma nella mia voce colgo una nota isterica. Possibile che non riesca a dimenticare Jack?
<< No. Racconta. >> Sparo tutto d'un fiato.
<< Jack si sposa. >> Kingsley tira un fischio.
<< Con la Van Alen? >>
<< Sì. >> Mormoro.
<< E a te che ti frega? >> Kingsley s'infiamma. Oddio, adoro quando mi dà sollievo.
<< Hai ragione! >> Ma le lacrime che scorrono lungo la guancia dicono tutt'altro. Kingsley sospira, dall'altro lato del telefono.
<< Mimi...vengo da te, se vuoi. >> Pronto ad abbandonare anche le ricerche per me. Ricerche che salveranno i Sangue Blu. Jack non lo ha mai fatto.
<< No. Posso farcela. Resta lì. Altrimenti Maggie che futuro avrà? Ti amo. >> Attacco.
Adesso diamoci da fare per l'uscita. Quando Mimi Force deve uscire, deve essere sempre la più bella di New York. <

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Capitolo 35
*** XXXIV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

34

Nicole fa ruotare il calice, abbandonandosi contro lo schienale del divanetto in pelle. Mi lancia un'occhiata ammirata, prima di rivolgersi al maître, impalato davanti al tavolo come un palo della luce.
<< Cosa prendi, Mimi? >> Mi chiede, quasi si sentisse in dovere di darmi la precedenza. Scruto il menù, poco convinta. La dieta che sto seguendo m'impone di non mangiare carboidrati...
<< L'insalata di patate. >> Dico, colta da una rivelazione. E'buffo: due o tre annetti fa, la stessa insalata di patate allo stesso ristorante, il Pe Ser. E'sera tardi e dall'enorme vetrata di fianco al nostro tavolo si scorge una magnifica vista notturna di Manhattan.
Io amo questa città.
<< Anch'io! >> Trilla Nicole, contenta. Le lancio un'occhiataccia: come si permette di ordinare il mio stesso piatto? Va bhe, in fondo se ordina le stesse cose, significa che mi vuole emulare.
<< Mimi, ho saputo che ti sei fidanzata con Kingsley Martin! >> M'irrigidisco. Tasto dolente. << Ma...il tuo gemello? >>
Jack. Mi ero imposta di non pensare a lui, nemmeno per rievocare il lampo del suo sorriso lucente. Starà in un'albergo stringendo la sgorbia della Van Alen tra le sue braccia, ma, in realtà, alle prese con un'assenza a forma di gemella?
Ma che me ne importa a me?
E poi, perchè ci penso tanto? Sbuffo, infastidita dal solo fatto che Nicole l'abbia menzionato. Farsi i fatti suoi no, eh? Nicole indietreggia, come se avesse paura di un mio scatto, stile cobra.
Mi sforzo di sorridere. << E'acqua passata. >> Lei spalanca gli occhioni blu. Per una brava Sangue Blu non è concepibile lasciarsi con il proprio gemello. Ma è facile quando il proprio gemello è fedele e ti ama per davvero.
<< Come va con il tuo, invece, di gemello? >>
Le chiedo, cercando di cambiare in fretta argomento, agitata dalla piega dolorosa che ha preso la conversazione. Nicole osserva l'estremità delle mie labbra piegarsi dall'insù all'ingiù, incuriosita. Strizzo gli occhi, come se potessi utilizzare la malia su di lei. Dimenticalo! Dimenticalo!
<< Mmh, bene, certo. >> Sembra poco convinta. Inarco un sopracciglio. Cosa c'è? Non sono l'unica ad aver problemi con il proprio amore paradisiaco? E'forse diventato di moda separarsi dal proprio gemello?
O è sempre successo, ma è stato sempre mascherato dalla Commissione, troppo paurosa per accettare, come un segreto sporco, tipo la sala del Block 122 dove venivano portati gli adolescenti svenuti per i troppi alcolici ingurgitati.
Nicole beve lentamente l'ultimo sorso del drink, con gli occhi annebbiati, persa nei suoi pensieri oscuri. Interessante. E poi dicono che sono un'arrampicatrice sociale!
Ma guardatele, tutte queste Sangue Blu. Hanno tutte dei segretucci sporchi. Nicole avrà già un pargoletto? O ha aspettato, consapevole della falsità del suo amore eterno e incapace di mettere al mondo un bambino solo per la continuità della specie?
In fondo, non sono nostri. I bambini, intendo.
All'età di quindici anni il loro sangue si rivelerà, e loro scopriranno la loro vera identità. Sangue Blu. Vampiri. Angeli reincarnati.
Chiamateci come volete.
E, davanti ai nostri occhi ormai indifferenti, smetteranno di chiamarci "mamma" o "papà".
Anche Maggie un giorno farà la stessa cosa? Anche lei mi volterà le spalle, incurante di tutto l'affetto che le ho dato durante l'infanzia? E a me mancherà? Forse sarò come tutti i non-genitori?
La farò studiare alla Duchesne, la farò diventare una patita di trucco, vestiti e moda, la invoglierò a cercare il proprio gemello? Il mio compito sarà poi finito lì, giusto?
<< Hai un bambino? >> Nicole emette un sussulto, soffocandosi quasi con il sorso di drink. Riflette bene prima di aprire bocca.
<< Sì. Si chiama Jamie. >> Un maschio, quindi. Mi sforzo di sembrare cordiale.
<< E...quanti anni ha? >> Tentenna. I suoi occhi scappano dai miei, quasi avesse paura di rivelare qualche cosa poco ortodossa. Fa per schioccare le dita, voltando la testa, ma io la fermo. << Dai. >> La invoglio.
Lei si ferma, fa un profondo respiro e poi sputa: << Cinque. >> Gesù! Adesso Nicole ne ha diciannove come me, questo vuol dire che cinque anni fa ne aveva quattordici, ovvero prima della scoperta della sua vera identità...
<< Con chi l'hai fatto? >> Nicole sembra sul punto di piangere.
<< Non con il mio gemello. >> Pazzesco! Sta più rovinata di me. Cioè, non precisamente. Almeno, il suo gemello la ama, vero? Vero?
<< E...lui? >> Chiedo, cercando di non sembrare affamata di pettegolezzi sulla vita privata. Possibile che sia tanto arrabbiata con Jack da trovare soddisfazione -quasi sollievo- nel vedere che gli altri hanno problemi simili?
<< E'sempre un po'stranito, ma si è abituato abbastanza bene. Stiamo cercando di averne un altro di bambino...sai, in modo da bilanciare la situazione. >> No, non capisco.
Non si bilancia la situazione in questo modo. Io ho lasciato Jack ma non ho intenzione di avere un figlio con Kingsley. Sarebbe sciocco e patetico. Nicole si stiracchia, e la maglietta si alza di qualche centimetro, rivelando la pelle ambrata.
<< E Margaret? >> Chiede ma non c'è interesse nei suoi occhi. Sì, è solo per rivolgere la piaga verso di me. Alzo lo sguardo: tieni fuori Maggie da questa storia. Vuole lo scoop? Bene, lo avrà.
<< Jack è un brutto stronzo traditore di merda. >>
Svuoto, tutto d'un fiato. Ho la testa alleggerita per via del troppo liquido ingurgitato. Non mi fa effetto l'alcol, ma se ne prendo troppi, la mia lingua diventa più sciolta e tagliente del solito.
Nicole spalanca gli occhi, che schizzano fuori dalle orbite come palline da tennis. Non credo che si aspettasse che la famosa Mimi Force, l'indomabile Lady Force, rivolgesse certe parole all'amore della sua vita.
Trovo improvvisamente molto interessante il calzino colorato che spunta dall'orlo alzato dei pantaloni di Nicole. Sento il suo sguardo indagatore su di me. Mi sta studiando, vuole cogliere qualche segno, qualche incertezza.
Mi raddrizzo.
Non ho nessuna incertezza. Non voglio Jack. Non voglio più uccidermi per lui. Nicole si schiarisce la gola, sa che il discorso su Jack è concluso. Si agita nel suo pantalone a coste da vera ex-alunna della Duchesne.
<< Un altro drink? >> Dice, con un sorriso dolente, sollevando gli zigomi poco alti. La studio. In fondo, siamo due Sangue Blu traditrici del nostro stesso amore. Abbiamo qualcosa in comune. Ma sì. Credo che diventeremo amiche.
Sorrido. << Certo che sì. >>
Quando finisco l'ultimo alcolico -che se stessi ancora allattando, la dottoressa Pat mi ucciderebbe- Nicole si alza dal divanetto.
<< Devo vedermi con Gregory. >> Gregory. E'il nome che hanno i banchieri, gli impiegati, un nome che appiopperesti ad una persona noiosa, di quelli che si vestono con blazer beige e cravatta azzurro cielo.
Non è esattamente il tipo che ho immaginato per Nicole.
La imito. Anch'io ho un'appuntamento: con mia figlia Maggie.
<< E'stato bello uscire con te, Mimi! >> Dice, con un tono troppo entusiasta. Riecco la Nicole fanatica di inizio uscita. Mmh. Che sia imbarazzata per i troppi segreti buttati al vento? Che abbia paura degli sguardi degli altri clienti, oramai consapevoli del suo imperdonabile tradimento?
<< Anche per me è stato bello. >> Dico, ricambiando il suo stesso tono.
Ci separiamo ad un certo punto della strada, io diretta a casa, lei chissà dove. Mi stringo nel giubbotto di jeans, sentendo già la mancanza di Maggie. Possibile che sia diventata talmente borghese?
Il classico tipo di donna che ho sempre disprezzato? Non ero io quella che diceva, rivolta ai non-amici: << Anche quando avrò un figlio, verrò sempre qui! >>, no? Era un'altra Mimi Force, quella? In tre anni sono invecchiata di venti.
Il rumore del club è incredibile.
La musica assordante si riversa sui marciapiedi, dove un flusso incredibile di adolescenti griffati si stanno riversando dentro, con le loro tessere firmate e gli assegni da quattro cifre.
Li guardo, colta da un'incredibile nostalgia. Anch'io ho fatto parte di quel flusso di adolescenti. Anch'io scuotevo la chioma, ed entravo, guardando tutti dall'alto in basso. Anch'io ero una piccola ma grande regina. Chissà a chi ho passato la corona. Spero sia almeno un degno successore.
<< Ma quella è...Mimi Force! >> Improvvisamente, un mormorio si riversa per tutto il flusso, come uno sciame d'api. Alzo lo sguardo. Saranno sicuramente attratti da me per via dell'articolo sul giornale.
Sicuramente qualcuno dei miei vecchi amici va ancora al club. Si ricorderanno di me...oppure no?
<< Mimi! Mimi! >> Un'orda di sedicenni impazziti, come davanti al loro cantante preferito, avanza verso di me, agitando le braccia, estasiati. Mi sento in delirio. Un'ondata di orgoglio si riversa dentro di me.
Allora si ricordano ancora di Mimi Force!
Li guardo tutti; si aspettano qualcosa. Ma, incredibilmente, contro ogni logica, non so cosa dire. Non so come comportarmi. Cosa diceva la vecchia Mimi Force a tutti i suoi fans? Non lo ricordo.
Chiamo le memorie: non li pensavo nemmeno.
Adesso, però, non pensarli sarebbe stupido e da pazzi: ormai non appartengo più a questo mondo, sono solo una vecchia veterana, come gli ex del Wrestling, acclamati come eroi e leggende, ma fuori uso.
Prendo spunto da loro; tiro su col naso. Il mio vecchio gesto preferito! Mi sento riportata indietro di tre anni. Vorrei entrare dentro e ricominciare a ballare, riprendere da dove mi ero fermata e non finire più.
Ma il dovere mi chiama.
<< E'stato bello rivedere il vecchio club. >> Dico, sperando che sia una frase da Mimi Force. Ho indovinato: gli adolescenti si agitano, reclamano un'autografo. << Ci rivediamo! >>
Saluto come una bambina, chiudendo le dita sul palmo.
Quando mi volto, i ragazzi hanno lo sguardo eccitato di un cane che ha appena visto il padrone entrare dalla vecchia porta, come se la vecchia Mimi Force, in realtà, non avesse mai lasciato il palcoscenico del Dante Inn.


Angolo Autrice
Yatta!*_*
Non so quando finirò questa storia: ma sono contenta di starla continuando. Ringrazio Didyme *ò* adoro essere seguita da una ragazza entusiasta delle boiate che scrivo come te*_* xD Kiss kiss*_*
By Angel ù.ù

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Capitolo 36
*** XXXV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

35

Quando apro la porta di casa, Kingsley mi accoglie con un'imitazione di Jack veramente penosa.
<< Mimi, anima mia! >> Lo osservo buttarsi ai miei piedi con un'espressione fintamente adorante. A dirci la verità, è proprio uguale a Jack. Mi sento una stupida: come ho fatto a non capirlo molto prima?
<< Kingsley, mio amato! >> Ricambio l'imitazione, aprendo le braccia. Kingsley mi si butta tra le braccia, continuando la recità da quattro soldi.
<< Mi sei mancata! Sarei potuto morire! Oh! >> Finge di collassare e io casco sotto il suo peso.
<< Quanto sei pesante! >>
<< Potenza, mia cara Force. >> Dice, ammiccando.
Dio, quanto mi è mancato il suo sorriso! Non posso crede che sia già tornato. Non era a cercare Schuyler o Bliss? E, invece, eccolo qui! A casa mia. Da me. E'tornato da me perchè mi ama, perchè non c'è nulla che valga la pena di essere visto, toccato, e tutto il resto appresso più di me.
Mi sento realizzata e lo abbraccio forte, cingendogli il collo con le braccia. Al bando l'orgoglio! Tanto l'ho buttato via anni fa per Kingsley Martin. << Mi sei mancato! Sei tornato per me! >>
Kingsley ridacchia, forse consapevole che mai Jack avesse fatto una cosa del genere per me. << Ehi, non ti esaltare, Force. Sono sempre io, l'odioso Kingsley Martin che ti ha fatta quasi bruciare al rogo. >>
Gli mollo un buffetto.
<< Ci ha pensato la mezzosangue Van Alen a salvarmi. >> Nella mia mente, rivedo Jack che corre da lei, disperato, a pregarla di salvarmi. Anche lì stava fingendo? Anche lì, in realtà, amava Schuyler?
Una sventolante mano mi risveglia dai sogni di Jack e Schuyler che ballano un tango -che ovviamente finisce con la caduta clamorosa di Schuyler.
<< Ehi, Mimi? Ci sei? >>
Sbatto le palpebre, come farfalle in fuga. << Sì, sì. >>
Se solo fosse facile auto convincersi di stare bene. Il ricordo ha risvegliato in me strane sensazione. Sensazioni che vorrei rinchiudere in un barattolo per poi buttarlo via, il più lontano possibile.
Kingsley non è convinto della mia risposta ma non insiste. Lui sa a chi sto pensando quando ho questo sguardo assente; sebbene sia la mia terapia, deve ancora imparare come curare questa malattia chiamata "Jack".
Gli lancio un'occhiata affettuosa. Come farei a non volergli bene? Lui è stato l'ossigeno, l'arcobaleno dopo la tempesta. Che poi sotto a questa tempesta c'ero io che ballavo allegramente, è da tralasciare.
<< Ho dato il biberon a Maggie. >> Dice Kingsley distrattamente, mentre apre un sacchetto di patatine alla paprika.
<< Bravo! >> Maggie! Povera cucciola. Non le ho dato il biberon da...da quando sono uscita con Nicole.
<< Con chi sei andata a far baldoria? >> Chiede, lanciandosi una patatina in bocca.
<< Con Nicole Springlow. >>
Lui inarca un sopracciglio. << Nicole Springlow? Quella con il figlio avuto prima della scoperta della sua identità? >>
Sussulto, lanciandogli un'occhiataccia. Non mi va che si parli male di Sangue Blu fuori dal coro, dato che lo sono io per prima. Mi sento in dovere di difenderle. Kingsley alza le mani.
<< Scusa, scusa! Come preferisci che dica? Quella con un figlio avuto per immacolata concessione? >> Non posso proprio evitare all'angolo della mia bocca di piegarsi all'insù. E di ridere, come una studentessa stupida.
In effetti, io dovrei essere una studentessa stupida. Peccato che i miei anni totali mi danno una marcia in più.
<< Ti ho fatta ridere! Ammettilo. >> Kingsley mi butta delle patatine addosso. Sono scioccata.
<< Kingsley Martin! Ho appena lavato! >>
<< Quando? >>
Rifletto attentamente. << Un giorno fa. >> Kingsley mi scocca un'occhiata incredula, del tipo "Non dire bugie, Mimi!" << Va bene...sei...forse sette, ecco. >>
Ride. << Una settimana fa! Sei incredibile. Dovresti assumere una domestica, sai? >>
<< No! Mi danno fastidio! Mettono le mani nella mia roba! >> Scatto, inorridita dalla visione di una domestica scaltra che ruba tutti i miei diamanti, oppure rovista nella mia biancheria firmata.
<< Come sei permalosa, Force. >>
<< Come sei stupido, Martin. >> Sbuffo. Sembriamo una coppia di sciocchi. Lo guardo dritto negli occhi. Sono scuri, profondi, gli occhi di un tizio che sa bene qual è il suo posto nel mondo. La cosa più bella, più eccezionale e pazzesca è la venatura argentea che gli circonda la pupilla.
Sorrido dolcemente. << Hai degli occhi stupendi. >>
Lui sembra un'attimo confuso, come se fosse stato appena colpito da un pallone, ma poi si raddrizza e riassume l'aria maliziosa del solito Kingsley. << Più belli di tutti? >>
So che con tutti intende anche Jack. Esito un'attimo. Sotto il suo sguardo prudente ed indagatore nascosto dalla vena ironica, mi passo la lingua sulle labbra secche. << Sì. >>
Kingsley si rilassa. Ho superato la prova. Sorride. << Direi proprio di sì, Force. >>
<< Comunque, com'è andata con la ricerca di Bliss? >>
<< Bene! Sta cercando i mastini dell'inferno, i lupi! >> Mmh.
<< Interessante. >> Dico, cercando di celare la mia leggerissima -ma proprio leggera leggera- preoccupazione per Bliss.
<< Non è più una Sangue Blu. >>
Sputo. << Che cosa?!? >>
Kingsley annuisce. << Già. Adesso è vulnerabile a tutto. Ma Gabrielle dice che ce la farà, quindi... >>
Roteo gli occhi. Gabrielle, Gabrielle, sempre e solo Gabrielle! Kingsley nota il mio sguardo e dice: << Non essere dura con lei. Sa quello che fa. >>
Alzo la testa di scatto, piccata. << Forse tu non sai quello che successe tempo fa! Dio chiese a me, Gabrielle, Michael ed Uriel di raccogliere sette manciate di terra dalla base dell'Albero della Vita nel Giardino dell'Eden.
Loro realizzarono che solo tre di loro potevano presentarsi al Signore con due manciate, mentre l'ultimo avrebbe potuto prendere solo una manciata. Michael e Uriel immediatamente iniziarono a discutere su chi avrebbe dovuto portare due manciate, e chi avrebbe dovuto portarne solo una. Gabrielle cercò di mediare tra i due, ma cadde nell'argomento anche lei.
Mentre i tre arcangeli erano così distratti, io me ne andai a prendere le sette manciate di terra per conto suo, le misi in una borsa, e le portai a Dio da solo. >> Concludo con un sorriso astuto. << Furba, no? >>
Kingsley fischia, ammirato. << Okay, ma questo cosa centra? >>
Mi abbandono contro lo schienale del divano. << Che non ti puoi fidare di Gabrielle. Prima dice una cosa, fa tutta la santarellina, ma alla fin fine è proprio come tutti gli altri. >>
<< Ascoltami, Mimi. >> Kingsley s'inginocchia di fronte a me. << Io sono tornato per te. Questa faccenda non m'interessa più. Voglio starti vicino. Non potrai combattere nella battaglia finale; e non scuotere la testa. Lo sai bene. Adesso hai altre responsabilità. >>
Gli lancio un'occhiataccia.
<< Quindi tu dici che devo stare a guardare mentre degli stupidi incapaci lasciano che i Sangue Blu vengano eliminati, spazzati via dalla terra? >> Dico, tirando su col naso.
Kingsley scuote la testa. << No. Se la caveranno, vedrai. >>
Scatto dal divano, frustrata. << E tutto il lavoro che abbiamo fatto io e Abbadon per guadagnarci la pace? Tutti i sacrifici, tutte le tentazioni, tutti i dolori e tutti i secoli? Dove vanno? A fanculo? Buttati via in un'attimo? >>
Sono furiosa ma subito mi calmo quando noto l'aria triste di Kingsley. Che sciocca! Ho messo di mezzo Jack. E'stata davvero una discussione sfiaccante. Le mie giunture sono saltate.
<< Andiamo a dormire. >> Dico, dirigendomi verso la camera da letto. Ma quando mi giro per vedere se mi sta seguendo, noto che Kingsley ha lo sguardo triste di una mucca.


Angolo Autrice
Sì, Mimi vuole lottare ù.ù E'FOCOSA, lei ù.ù
P.S. La storia raccontata sui quattro arcangeli è vera. Non è di mia invenzione ma è tratta da un brano del Corano, trovato su Wikipedia in sintesi ^_-
Besos*_*

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Capitolo 37
*** XXXVI_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

36

6/06/08

Cara Mimi,
so di averti ferita, ma devi scusarmi.
So di essere scappato come un vigliacco, un anno fa, ma devi scusarmi.
So di aver sbagliato tutto, di aver rovinato il legame di una vita...di secoli e secoli e anche di più, ma devi scusarmi. Non sono pentito di averti lasciata per Schuyler, perchè lei è allegra, è solare, lei è ciò che ho sempre desiderato.
Mi devo scusare se ti ho ingannata per tutti questi secoli; sai che ti ho amata sempre meno di quanto mi amassi tu. Ma tu non hai mai rifiutato il tuo dovere, e sei sempre stata al mio fianco.
Però, adesso che hai trovato Kingsley Martin sai come ci si sente a stare con qualcuno che non ami?
Spero che potrai capirmi e perdonarmi,

Tuo fratello, Jack


Angolo Autrice
La letterina insulsa di Jack -.-"

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Capitolo 38
*** XXXVII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

36

Lista spesa di Maggie
(usando esclusivamente i soldi di Jack)

Tutina Petit Bateau. $500.
Scarpette Converse. $219.
Abitino rigato. $800.
Scarpette Baby Dior. $1.014.
Altre scarpette Baby Dior (casomai quell'altro paio si dovesse lavare). $950.
Polo Petit Bateau. $354.
Jeans Baby Dior. $799,99.
Ombrellino parasole Petit Bateau. $151.
Costume da bagno Baby Dior. $64,45.


Angolo Autrice.
Direi che è una bella risposta alla lettera di Jack, non è vero? ^^
Lui si è anche dimenticato di menzionare Maggie, quindi-.-

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Capitolo 39
*** XXXVIII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

38

Sono le quattro e dodici di notte. Mi rigiro nel letto, come un topo intrappolato da un gatto grassone. Non capisco proprio perchè non sono ancora nel mondo dei sogni.
Aguzzo la vista, e tutt'attorno diventa più chiaro, manco avessi acceso una lampadina d'ultima generazione.
Maggie dorme tranquilla nella sua culla, con l'orsetto minuscolo che le ha comprato Kingsley. Ormai lei è convinta che sia lui suo padre.
Le lancio un'occhiata affettuosa, cercando di nascondere il panico. Kingsley non è suo padre. E un giorno dovrà scoprirlo. Kingsley...come posso aver detto una simile sciocchezza, prima?
Kingsley che gioca con Maggie; Kingsley che sorride, un lampo di luce nell'oscurità. Kingsley, il mio arcobaleno dopo la tempesta.
Com'è possibile che mi sento così stordita, se in realtà non faccio niente dalla mattina alla sera?...No, pazzesco. Kingsley mi sta facendo diventare una vittima. Sbuffo.
<< Ehi, Mimi. Sei sveglia? >>
Mimo un russare profondo, come quello che faceva Charlie quand'ero bambina (ed io ero convinta che stesse avendo un'infarto e correvo piangendo per casa!).
Sento Kingsley ridacchiare. << Non mi freghi. >>
In realtà sono ancora un po'restia a lasciarlo entrare nel letto. Così mi alzo, e colgo un lampo offeso negli occhi di Kingsley, così veloce che se avessi sbattuto le palpebre me lo sarei perso.
Ma chi si crede di essere?! Io, Mimi Force, faccio aspettare i maschi. Anche quelli come Kingsley Martin. Ehm...va bene, lo abbiamo già fatto tempo fa, ma tempo fa non avevo una figlia! Quindi, praticamente non conta.
Tiro su col naso. << Che vuoi? >>
<< Siediti. Dobbiamo parlare. >> Oddio, cosa vuole? Non mi siedo, come una bambina capricciosa.
<< Voglio prima sapere cosa. >> Alzo il mento, con un'aria dignitosa, per quanto me lo possa permettere il pigiama rosa della nonna e le pantofoline con i coniglietti che spiccano in un sorriso a due denti.
<< Madeleine Force >> Inizia Kingsley, fissando i suoi occhi nero-argento nei miei. Al buio, ritorna quasi della sua vecchia natura. Un Sangue D'Argento. Per un attimo, la paura mi paralizza.
E se fosse ritornato come prima?
Poi, Kingsley s'inginocchia, afferrandomi le mani in una presa morbida ma decisa.
Oddio, sento la pipì che scappa. Non chiedermi nulla, non chiedermi nulla! << Vuoi tu... >>
<< Ueeeeeee!! >>
Sono talmente contenta che quasi quasi me la lascio scappare. Sfuggo dalla presa di Kingsley, mi dirigo veloce come un fulmine -per quanto le pantofoline me lo permettano...l'ho già detto?- e sollevo Maggie tra le braccia.
Durante questa tregua, ho il tempo di pensare a ciò che ha appena detto -o iniziato a dire- Kingsley. Le cose vanno prese di petto. Tiro un sospiro, e mi giro.
<< Cosa stavi dicendo? >>
Kingsley accende la luce, e io riesco a vedere bene la sua espressione. Era divertita, per niente confusa o arrabbiata. Poi capisco. M'indica una busta. << E'dell'avvocato di Benjamin. >>
M'irrigidisco. Maggie smette di piangere.
<< Cosa dice? >>
Kingsley mi fissa profondamente. << Non l'ho aperta. >>
Un moto di gratitudine, merita di essere baciato. Gli passo Maggie, e strappo la busta il più velocemente possibile, come una donna appena uscita dal manicomio.
Scorro le lettere elegantemente scritte, la classica grafia dell'avvocato serioso, con completi grigi e cravatte di improbabili fantasie, che indossa occhiali non cerchiati.
Cortesi saluti, alla classica "Egregia sign.ina (signorina?) Force", fatture, strane scuse, e distinti saluti. La getto via, fuori dalla finestra. Kingsley va a guardare, mentre quella svolazza, come la civetta bianca di Harry Potter.
<< Perchè l'hai buttata? >>, mi chiede.
<< Niente di importante. >>, rispondo. Lo cingo per la vita e gli sussurro << Non m'interessa niente di Jack Force e del suo stupido avvocato. >>
Kingsley ridacchia. << Ah, cara Force, lo so che io sono ormai parte di te. >>
Una sensazione si scuote. Kingsley lo sa. Immagino una vita alle Bahamas, io e lui stesi sotto il sole, con Maggie che costruisce castelli di sabbia troppo complessi per una bambina normale.
Gli sorrido, un sorriso caldo, e lui ricambia. Perchè sa che sta giocando a ricostruire i pezzi del pazzle per ricomporre il mio cuore.


Angolo Autrice
Quant'è durata la mia pausa? Tantissimo. Perdonate se questo capitolo non è ironico come gli altri, ma mi servirà un po'per riprendere la mano. Love, Angel

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Capitolo 40
*** XXXVIV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

39

<< Mimi, calmati. >>
Guardo Charles sbuffando. Crede sul serio che io sia così stupida? Batto la punta del mio stivaletto country-chic (nuovo, marca low cost. Kingsley mi prende in giro dandomi della nuova modaiola).
<< Charles!,avanti, dimmi dove sono andati Jack e Schuyler. >>
<< Di nuovo, Mimi? Guarda che è una questione molto seria. Riguarda il Conclave. >> Ma chi se ne frega del Conclave!
<< Non m'interessa una cicca del Conclave. Pretendo che tu mi dia ora e subito la città, l'indirizzo e la casa, nonchè il nome della vecchia, dove alloggiano i due piccioncini. >> Pronuncio l'ultima parola come se avessi bevuto un succo di limone.
In effetti, prima ho steso una maschera al limone sul viso -proprietà purificanti- e una goccia mi è andata a finire sulla lingua.
Charles indietreggia, urtando contro la sedia in vimini dal costo di sei cifre. Mi guarda come il gatto di Shrek. Peccato che è poco somigliante, con quei capelli grigio ferro e l'abito impeccabile.
<< Mimi, ti ripeto, non lo so! >>, dice di nuovo, con un lamento stridulo da usignolo strozzato. Kingsley ridacchia ed interviene.
<< Non sei più il Regis. Ti conviene confessare. >> Con un ghigno, mostra lo scintillio abbagliante delle sue zanne. Le lucida ogni giorno con l'affarino per lucidare le scarpe bianche. Me lo ha confessato ieri.
Ma funziona. Charles sbarra gli occhi come acini di uva troppo cresciuti.
Non fa esattamente un bell'effetto.
Quello è il nonno di Maggie, della mia calda Maggie che sa di plumcake al cioccolato. Lei, però, quando spalanca gli occhioni, assomiglia ad un gattino particolarmente affettuoso, mentre Charles ricorda più un pesce palla spaventato.
Il paragone non gli fa giustizia, vero? Mmh...
<< Saint-Tropez! Saint-Tropez! >>. Mi giro in tempo per vedere Kingsley che ha afferrato il vecchio per i capelli, rovesciandogli la testa all'indietro.
Dio, come sporge il pomo d'Adamo! Quello di Kingsley non è così evidente. Se avessi sbattuto le ciglia, avrei perso lo spettacolino delle zanne di Kingsley che si avvicinano al collo di Charles.
<< Dillo di nuovo. >> Wow. Sembra una fotocopia di The Ring al maschile! Che figo!
Evidentemente a Charles un po'di sale in zucca è rimasto, perchè ripete più chiaramente: << Saint-Tropez! >>. Ha sputato il rospo! L'ha fatto sul serio! Stringo la mano di Kingsley più forte. Ma lui, non contento, rincarra la dose.
<< E...? >>
<< Non posso dirvi il nome! >>, starnazza Charles, come un'oca.
Okay, sono un po'crudele...ma godo troppo nel vederlo così terrorizzato! Tieni!, te lo sei meritato. Insomma, mi ha tenuto all'oscuro della relazione di Jack con Schuyler! E poi ha avuto la faccia tosta di venire a riferirmi, tutto contento, del loro matrimonio.
Anzi, ha mandato Trinity.
Mille volte più vigliacca di lui.
<< Perchè? >>, fa ancora Kingsley, con il suo tono cattivo...e decisamente sexy. Quello è il mio King! Tesoooro!
Ma Charles non sembra affatto trovarlo un tesoro. Lo guarda come una trota che è stata afferrata dall'orso e sta per essere mangiata pezzettino per pezzettino.
Prima la testa...
<< Dillo! >>
...poi il resto del corpo.
Con un ringhio -io sono saltata l-e-t-t-e-r-a-l-m-e-n-t-e- Kingsley scaraventa Charles dall'altra parte della sala. Il rumore eccheggia nel buio.
I sotterranei della Force Tower hanno l'incredibile pregio di essere praticamente isolati dal resto del quartier generale, un complesso di edifici d'acciaio e vetro anti-missile (sisi, avete capito bene: non anti-proiettile, anti-missile. Insomma, c'è una star in questo mucchietto di palazzine!).
<< Non lo so! Non lo so! >> Ormai Charles è allo stremo. Michael. Michael sconfitto. Siamo veramente nei guai, allora.
<< Si che lo sai! >> Kingsley si scaglia di nuovo su Charles, ma lui riesce ad evitare la botta. Lui si alza e guarda una parte indefinita nel muro, poi, orrore degli orrori, punta gli occhi spaventati su di me. << Dillo! Dillo! >>
Okay. Adesso Kingsley mi mette paura. Nei suoi occhi c'è la scintilla d'argento. Spara, Charles, spara. Spara se vuoi vivere, maledizione.
Il vecchio rimbambito coglie il messaggio, evidentemente, perchè alza le mani in segno di resa. Faccio un bel sospiro di sollievo, soddisfatta mio malgrado.
<< Va bene, va bene. Mimi... >>, mi guarda e io avverto una sorta d'onore. Mi sta nominando Regis...lo sento...(anche se so che non è possibile, ma Michael è sempre Michael). << Ricordi Drusilla? >>
Certo che la ricordo. Una stronzetta, proprio come Schuyler Van Alen. << Sono da lei. Si chiama, ora, Isabelle D'Orleans. >>
Nooo! Sono dall'ochetta rossa! Ma che diamine! Ai tempi di Roma mi divertivo a stracciarle i vestiti, tagliandoli a forma di "Lascia stare Valerio", Jack all'epoca. Le parole incise nel taglio erano puramente casuali, ovviamente.
Tiro su col naso. << Perchè da lei? >>, chiedo.
Questa volta Charles è più veloce a rispondere. << Perchè già dall'inizio, Isabelle aveva provato una certa simpatia nei loro confronti. >>
<< Il Ballo dei Vampiri...in Francia... >>. E'poco più di un sussurro, ma Kingsley lo coglie e mi lancia un'occhiata interrogativa, del tipo "Cosa ci facevi là?"
<< Già. Ricordi, Azrael? >>
So bene che Charles si riferisce a molti anni fa, quando io ero venerata come una dea -anche se lo sono tutt'ora- ma non me ne importava un fico secco. Avevo occhi solo per Abbadon. Che errore incredibile! Se solo avessi saputo che cosa sarebbe successo secoli dopo, forse sarei girata sui miei tacchi 30 (si, solo 30) e sarei fuggita nella folla impazzita.
Mi aspetto una lacrima, o qualsiasi gesto del mio corpo fuori controllo, perso nei ricordi.
Ma non succede nulla. Mi sento semplicemente come una mela lasciata a marcire, e poi piantata senza pietà nel terreno per essere coltivata di nuovo. Per rinascere, di nuovo.
<< Kingsley...andiamo. >>
Mi volto per afferrargli la mano, e nel momento che lui la tiene ben stretta, capisco che, forse, quella coltivazione azzardata è andata a buon fine, e, dopotutto, la mela che ne è uscita è bella rossa.


Angolo Autrice
Ero in vacanza!XD Me come back.
Grazie Didyme perchè recensisci sempre!
Problemi col pc, che il mio è mezzo morto.
S.O.S.
Baci, by Angel

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Capitolo 41
*** XXXVV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

40

Il porto di Saint-Tropez è preso d'assalto da milioni di turisti, con cappellino e zainetto, che fotografavano il mare cristallino. Ne sono davvero tanti: spagnoli, giapponesi, italiani, inglesi, e, come me, americani. I miei compaesani sono riconoscibilissimi: alti, con spalle larghe e sorriso brillante, scattano foto alle loro famiglie piuttosto che al porto.
Sapevate che a Saint-Tropez c'è un porto che fa invidia al mondo intero?
Una volta, qui c'era un bel traffico di vino, legno e pescato.
Ricordo che in una delle mie passate vite, il tempo che trascorrevo al porto era pari quasi a quello che trascorrevo davanti allo specchio. Purtroppo, però, non c'è più nulla da acquistare, è per tutto l'anno il tranquillo mare del porto offre riposo ad enormi yatch che appartengono esponenti del Jet set internazionale.
Mi guardo intorno. Quante vacanze ho fatto in Costa Azzurra? Troppe per contarle.
Con chi?
Ah, sì.
Cerco di scacciare Jack dalla mente, ma ormai ha preso posto sul mio cervello, si è seduto lì e non se ne vuole più andare.
Eh già. Quando ci si mette, è proprio terribile. Il problema è che lui è qui, e starà mangiando croissants, pains au chocolat, e la quiche, deliziosa torta salata francese, con lo sgorbio Van Alen che ,tanto, mangia mangia e non ingrassa.
A volte vorrei che questa regola non esistesse, così la Van Alen sarebbe una balenottera e Jack non la vorrebbe più. Però, la legge della logica s'impone. Anch'io sarei una balenottera, a suon di dolcetti e tortine alla marmellata che ho mangiato...Mmh...
Meglio di no.
<< Ehi, Mimi. Da dove iniziamo? >>
Kingsley. Mi ero dimenticata di lui. Ci uniamo alla folla di turisti sciamanti, rischiando di essere fotografati a nostra volta. Qualcuno mi indica con il dito. << Quella è Mimi! Mimi Force! La figlia del magnate Charles Force! >>
Una volta mi avrebbe fatto piacere. Adesso mi dà solo fastidio. Vorrei farli sparire con una bacchetta magica, puff!, e via, così stiamo solo io e Kingsley e possiamo dedicarci alla ricerca. E'già abbastanza difficile senza che ci si mettano loro.
Isabelle D'Orleans. Drusilla. O come diavolo si chiamava una volta.
Credo di odiarla più di allora. Mmh...non dite che odio tutte. L'odiavo solo perchè anche lei ci provò con Jack, Valerio all'epoca. Mentre Kingsley non mi ha mai tradita. Gli rivolgo uno sguardo pieno d'affetto. Ma forse perchè nemmeno ti conosceva, dice una voce nella mia mente.
In effetti, solo in questo ciclo la stupida Azrael si è resa conto che Abbadon se ne fregava altamente di lei. Così ha rivolto lo sguardo altrove ed eccolo lì, Kingsley Martin. A guardarlo non diresti neppure che è americano. Lancio uno sguardo ai miei compaesani, sorridenti ed amorevoli.
Non somiglia per niente, no, proprio no.
Kingsley sembra uscito da un CD rock inglese: camicia bianca larga infilata alla cieca nei pantaloni stretti di pelle neri. Con quella cravatta di sbieco e i mocassini, fa proprio un figurone. Che orgoglio!
Mi trafigge con lo sguardo argenteo. Dopo che ce ne siamo andati da un Charles terrorizzato (sul serio, era veramente fuori! Kingsley ci è andato pesante, eccome!), gli ho ordinato un caffè doppio con panna e fagotti alla crema pasticciera che lui tanto ama. Per farlo calmare, capite a me.
Lui mi ha detto...
<< Mimi, non posso più sopportare questa vita. >>
Ho sospirato, e gli ho lanciato uno sguardo supplicante. << Kingsley!...Non posso... >>
<< Non puoi cosa? Abbandonare i pericoli o abbandonare Jack? Dimmelo, Azrael. >> Sembrava arrabbiato, ma non ci ho dato peso, come se fosse una scottatura: una sfregata e via, tutto passa.
<< Kingsley, io sono qui per Bliss. >>, ho detto, tutta accaldata. Mettere di mezzo Bliss non è stata una buona mossa. Infatti...
<< Ma Bliss non è a Saint-Tropez, Mimi. >> Battuta.
Ma dopo una buona discussione, i caffè hanno funzionato e Kingsley ha acconsentito a partire.
Riprendo il filo del tempo prima di sbattere contro ad un palo. Giusto in tempo o il segno rosso non sarebbe stato un bel biglietto da visita per quella sgualdrina e traditrice, brutta idiota di una Drusilla.
O Isabelle. O...al diavolo!
<< Siamo arrivati. >>, dice Kingsley e io alzo lo sguardo. Umpf! Nemmeno la metà del mio palazzo!
<< E'grande. >>, commenta lui, inarcando un sopracciglio. Faccio spallucce.
<< Non quanto casa mia. >>, ribatto, tirando su col naso. Avanzo prima di lui, e lo sento ridacchiare. Evidentemente, starà pensando a quanto sono snob, presuntuosa eccetera, eccetera...senza pensarci troppo, busso forte al portone. Inizio a contare.
Uno.
Due.
Tre.
Quattro.
Busso di nuovo, più forte. E inizio il conto d'accapo.
Uno.
Due.
Tre.
Busso prima del quattro. << Mimi... >>. Kingsley da dietro mi raggiunge e mi mette una mano sulla spalla, come a fermarmi. Faccio un profondo sospiro. Lo ignoro e ricomincio il conto.
Uno.
Due.
Tre.
Alzo il pugno chiuso -chiuso abbastanza che le mie unghie mi si conficchino nel palmo. Ma qualcuno è più veloce di me. Il grande portone si apre, e io trattengo il fiato, prevedendo la reazione di Jack davanti alla mia faccia, preparandomi un discorso veloce ma coinciso che lo blocchi, lo spezzi in due.
Peccato che quella sull'uscio della porta non sia proprio per niente il mio Jack.
Prima che possa succedere qualsiasi cosa, Kingsley mi ha già afferrata per la vita, forse prevedendo un mio scatto rabbioso, forse, non so. Schuyler è già scappata via con un'urletto da stupida, troppo paurosa per affrontarmi. E proprio davanti a me è apparsa Isabelle D'Orleans, Drusilla, con le braccia ricoperte di morbido chiffon incrociate al petto e un'espressione rabbiosa di un bulldog sul volto.
Come in un flashback, mi rivedo correrle dietro con la spada sguainata, urlandole insulti e chiamandola ad alta voce. Sapevo del tradimento e sentivo in me la voglia di vendetta, non come la voglia di gelato al cioccolato che poi passa, no.
Sete di sangue.
Fame di uccidere.
<< Azrael. >>, mi apostrofa lei, alzando il mento, come in un gesto di sfida. Mi passo la lingua sulle labbra, pregustando l'immagine di me che le stringo le mani attorno al collo ingioiellato. Non sono mai stata così violenta con un Sangue Blu. Ma per Jack...Jack mi fa perdere la testa. Ecco, l'ho detto! Jack mi fa perdere la testa. Kingsley no...o non del tutto.
Riprendo il controllo. Che mi ero detta? Semplice e coincisa. Veloce e pungente.
<< Isabelle, tesoro! Da quanto tempo! >>.
Sì!
Mi amo, semplicemente. Il mio tono è sarcastico ma zuccherato. Solo Mimi Force può fare certe cose e passarla liscia. Vero, Isabelle? Avanti, fammi entrare..
<< Già, da quanto! >>, risponde lei, più sarcastica di me.
Fammi entrare, Isabelle, ORA!
<< Ti dispiace farmi posto? Ero venuta qui per una vacanza, e ho pensato di farti una visita...voglio entrare. >>
Credi di farmi scema, Azrael?.
Sussulto.
Lei sorride.
Dovrò impegnarmi se voglio entrare.


*
*
*
Angolo Autrice
Graaaaaazie! Che bello sapere che ci sei ancora!*Q*

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Capitolo 42
*** XXXVVI_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

41

<< Oh! Kingsley!...O meglio, Gemello. Sai che non ti avevo proprio notato? >>. E così, quella stupida Isabelle/Drusilla -o come diavolo si chiama, ripeto- si rivolge a Kingsley, lasciandomi un'attimo di stucco.
Vuole farmi stare al suo gioco! Sa che se si rivolge male a me, ha sempre un supporto, anzi due: Jack e Schuyler.
I piccioncini. I beniamini di tutti. Puah.
<< Cara Drusilla! Devo dire che sei ancora in forma, dopo tutti questi anni! >>, ribatte Kingsley non un'occhiolino malizioso. Lo odio. Non li faceva solo a me quegli occhiolini adorabili?
Isabelle inizia a fare delle stupide smancerie: gli tocca il braccio, poi si ritrae, ride buttando la testa all'indietro, e scuote i lunghi capelli con la mano.
Alla lunga, rompe di brutto. Devo inventare qualcosa per farla smettere. Non che io abbia paura che mi porti via Kingsley, assolutamente no. So che il suo cuore è mio, solo mio, mica ho bisogno di rassicurazioni!
E'solo che quella tipa mi ha dato sempre così tanto fastidio...che, adesso, ho voglia di ficcarle uno straccio di Max&Co in bocca, tanto per vedere come reagisce.
<< Isabelle...trovo la tua casa assolutamente deliziosa. >>, sta dicendo Kingsley. Cerco di penetrare nella sua mente, ma l'ha bloccata. Dentro di me, mi sciolgo. E bravo Martin! Credevo l'avesse dimenticato.
<< Davvero, Kingsley? Allora, perchè non entri?! >>. Visto? Lo dicevo io che Kingsley è solo mio. Non avevo bisogno di prove, eh.
Kingsley mi lancia uno sguardo, talmente veloce che se avessi guardato da un'altra parte me lo sarei perso.
Un battito di ciglia.
Isabelle non se n'è accorta. Che il piano parlantina-fascinosa-di-Kingsley-Martin abbia funzionato? (Non che io avessi ideato un piano di questo genere giusto per rivedere ,per un millesimo -ma proprio millesimo- di secondo, Jack.)
Seguo Kingsley su per le scale d'ingresso, ammiro stucchevolmente l'arredamento neo-barocco (senza apprezzarlo sul serio. Troppo pacchiano.), e anche se so che Isabelle non ci casca, parlo lo stesso. Ma poi Kingsley mi fa cenno di stare zitta. Mi fermo indignata. Ehi! Sono sempre Mimi Force.
Porta rispetto, bello.
Tappa quella mente, Force. Ma come hai fatto a entrare tra i Venator, eh?
Oddio!
Merda.
Allora Isabelle ha sentito ogni mio pensiero? Gesù. Tiro su col naso. Peccato che il recupero ,per altro dignitoso, della mia mente mi fa incespicare in un gradino. Isabelle cinguetta qualcosa che somiglia molto a "Problemi di vista dovuti all'età, Azrael?". Non le bado. In verità stavo ammirando una statuetta barocca. Devo ricordare di comprarne una, quando torno a Manhattan.
Uh! Guarda che carina quella fontanella d'argento al centro dell'ingresso!
Mimi? Ma cosa diavolo stai facendo?
Uh! E smettila! Ammiro le meraviglie di Isabelle. Voglio anch'io una casa così.
Ieri hai detto di volere una casa come la villa di Saint-Tropez.
Beh, ho cambiato idea.
Mimi...siamo qui in missione. Dobbiamo prendere Schuyler. Sai, no, cosa succede se trovi Abbadon, vero? Lo sai che dovrai...
Zitto. Taci. Stai zitto. Scrollo le spalle, ma me ne pento immediatamente, perchè colgo l'ombra di risentimento negli occhi di Kingsley. Lo sguardo triste di un cocker. Stupida, stupida, stupida! Ma cosa mi salta in mente?
Ehi, Kingsley. Scusami., gli invio mentalmente.
Non importa. Pensiamo alla missione.
<< Eccoci qui! Questo è il posto dove accolgo gli ospiti... >>, Isabelle ridacchia ed indica con un gesto del braccio l'ampio salone. << Ti piace, Kingsley? >> Vi piace, non Ti piace!, vorrei correggerla. Evito, però, appena colgo il viso ammosciato di Kingsley. Sembra invecchiato di dieci anni. Sarà per la mia frase?
Sarà perchè penso ancora a Jack? Ma cosa posso farci io?
Siamo stati insieme per secoli, anzi, cosa dico!, molto, ma molto, di più. Non può chiedermi di cancellarlo così, dal nulla. Cioè, voglio dire: se a voi chiedessero di dimenticare dalla vostra mente il primo amore (anche se sicuramente non capirete mai -a meno che voi non siate Sangue Blu- cosa significhi quel legame che abbiamo io e Jack.)
Alzo gli occhi per fare un sospiro, e...
Oh mio Dio!
Che soffitto! Wow! Questo è quello che chiamo io "un soffitto", di quelli con la S maiuscola. Certo che la sgualdrina si tratta bene...
Mimi! Meno male che non ti ha sentita!.
Ops. Scusate, mi ero lasciata andare. Kingsley ha un tono molto divertito, quando dice: << Vorrei ricordarti, cara Drusilla, che questo è un vero lusso, troppo per noi. >> Eh? Troppo lusso? Ma che sta dicendo? Io ,una cosa del genere, me la ritrovo davanti in uno schiocco di dita!
Lei ridacchia. << Oh, Kingsley, sapessi che per te niente è mai troppo! E poi, al bando i convenevoli: chiamami...Isa! Come mi chiamano tutti i miei amici. >> Okay, mantieni la calma, Mimi. Sta davvero esagerando. << Ma, prego, accomodat...evi. >> E con questo, mi lancia uno sguardo divertito. Quasi trionfante, come se lei avesse Kingsley, come se lei fosse la splendida Mimi Force, ovvero me. Quell'espressione è come una rivelazione per me. In un'attimo, si apre un cielo di opportunità.
Io dovrei avere quello sguardo.
Io dovrei guardarla dall'alto in basso.
Io dovrei flirtare spudoratamente con il suo compagno, facendola sentire una cacca scamazzata da uno stivale D&G. (Non che io mi senta una cacca scamazzata da uno stivale D&G.)
Questo è davvero troppo. E'la classica goccia che fa traboccare il vaso. Blocco la mente, acuisco i sensi, mi stringo più forte al divano, e...
<< Madeleine, cara, il bagno è la seconda porta a destra. >>
Alzo lo sguardo e vedo la faccia astuta di Isabelle, fintamente preoccupata. Ma come? Non si notava che mi stavo infuriando? Forse la verità è una. Forse la verità è che troppo tempo è passato da quando Azrael incuteva timore alla sola alzata di un sopracciglio, o al solo battito di una delle quattro paia di ali.
Oh, pensavo fosse questo..
Non dirlo neppure, Madeleine Force!
Perchè, altrimenti che mi fa?
Fa che non ti fa vedere Schuyler! E'al piano di sopra, l'ho vista con la coda dell'occhio. E'molto veloce...come la madre.
Uh, Gabrielle, sempre lei!. Per carità! Quel nome è come l'orrido per le mie delicatissime orecchie! Quando la fa scendere? Ho voglia di combattere. E nel momento che lo dico, mi accorgo di sentirlo sul serio. Voglio dire, quella voglia di alzarmi, correre con la spada sguainata, e trasformarmi se necessario...sì!
E'questa la vera Azrael!
Raffredati, Force. Dobbiamo andare con cautela. Lascia fare a me.
Certo che è noioso fargli fare tutto, però...
<< Non vorrei disturbare, ma è maledettamente maleducato da parte mia... >>
<< Non organizzare una festa in tuo onore! >> ...è dannatamente bravo. Oh, sì. Le orecchie mi si drizzano. Festa? Quale festa? In nostro onore?! Stavo giusto per iniziare un'amabile conversazione puramente tecnica -tipo, il tema della festa e gli abiti da indossare- quando un maggiordomo in livrea irrompe nell'idilliaca sala.
<< Signora... >>, le si avvicina e io arrossisco. Non sa che è maleducato bisbigliare all'orecchio? Ma deve essere qualcosa di veramente importante, perchè Isabelle si drizza e spalanca gli occhi, in un modo teatrale. Adesso somigliano a due biglie blu, di quelle che io e Jack lanciavamo sotto i banchi di scuola, divertendoci come pazzi.
<< Kingsley...c'è una persona che vuole parlarti. >> Mi guarda in faccia, in un modo veramente impertinente. << Da solo. >>, aggiunge, facendomi andare ancor più in bestia. Ma chi si crede di essere?
<< Kingsley... >> Sussurro, in un soffio.
E'Schuyler. Ti dirò com'è andata...
Lo guardo allontanarsi con Isabelle, fino a quando non resta una macchiolina della sua camicia nera rockabilly. E mi sento sola come un cane.


Angolo Autrice
Come back with this mission about meeting Schuyler!
Olè! Cosa ve ne pare? Ringrazio Dydme, si, Mimi farà scema Isabelle. Mimi fa scema tutti U_U
Besos
by Angel

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Capitolo 43
*** XXXVVII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

42

Mi concentro, cercando di escludere l'ambiente lezioso e barocco intorno. Ho bisogno di tutta la tranquillità possibile. Ecco!, ci siamo.
<< Schuyler. >>
Lei indossa un vestitino nero, e non più gli abiti rattoppati del mercatino. Si vede che Drusilla-Isabelle si è data da fare.
<< Ciao, Kingsley. Novità? >>
Lui inarca il sopracciglio. << No, non direi. Tu, piuttosto? >>
<< Oh >>, ride << Sì, direi di sì. E immagino che tu vorrai saperle. >> Gli occhi azzurri scintillano divertiti.
Ci gode! Sgorbia.
Appena Kingsley è di sopra, mi stiracchio sul divano. Le mie gambe sono totalmente bloccate e mi sento il sedere dolorante. Credo di non essere molto abituata a stare seduta su un divano di oro intarsiato. Ho bisogno di alzarmi.
E così faccio, peccato che, quando i miei tacchi toccano terra -o meglio, toccano il marmo- il maggiordomo-dai-capelli-unti-alla-Severus-Piton mi fulmina con lo sguardo. Mi blocco immediatamente.
Trattengo il fiato.
(Vorrei specificare che il mio blocco improvviso non è dovuto allo strano senso di obbedire, quanto più allo sguardo acquitrinoso del tipo e all'effetto che fa sulla sua orribile faccia. Ma perchè Isabelle -o Drusilla- non si è presa la briga di prendere un maggiordomo più affascinante, oltre che tutta questa roba costosa? Le erano finiti i soldi? Tze! E pensare che Jack aveva dato della nuova ricca a me)
<< Desidera, signor...ina? >> Ohh! Questa me la paga! Che brutto...!
<< Certo, un Manhattan. >> Tiè! Tu stai qua, e io sono di Manhattan. Persino a Saint-Tropez devo mantenere i miei rapporti con la patria.
Kingsley è di sopra che parla con Schuyler-la-Sgorbia. Quanti anni ha adesso? 17? 18? Non ricordo. Mi mantengo in contatto con lui tramite la telepatia, ma è difficile che lui riesca a proiettarmi anche le immagini.
Nonostante ciò, ci prova e ci riesce alla grande. Io posso fare di meglio!, tze.
Sì, certo, come no, Force. 'Sta attenta, piuttosto che crogiolarti sugli allori.
Sì...sì. Ero attenta, che pensate!
<< Ebbene, piccola Van Alen, cos'hai da raccontarmi? >> Oh! Stupido Kingsley! Sta flirtando! Con lei! Con la Van Alen! Oddio. Come Jack.
<< Il Conclave è fallito, Kingsley. La Commissione è a pezzi: ciò che ne è rimasto sono quattro componenti scarsi. >> Oh! Che vuole dire? Che io, Mimi Force, non sono abbastanza in gamba da tenere in vita la Commissione?
E va bene. Ha ragione. Siamo rimasti in quattro gatti.
<< Acuta, Schuyler. Come mai sei venuta qui, allora? >>
Lei si sistema meglio, e si sporge verso Kingsley. << Perchè Isabelle mi aiuterà. Io ho intenzione di eliminare Lucifero e lo farò. >> Ne è convinta, la bambinetta.
Kingsley ascolta, molto attento. Sono convinta che è una sua dote di Venator. Ecco!, ecco perchè Schuyler sta parlando come un'usignolo. << Ma per farlo ho bisogno dell'aiuto di altri vampiri. >> Il suo sguardo lampeggia in quello nero-argenteo di Kingsley.
Argh!
Vuole il nostro aiuto. Ma sentila. E'venuta a supplicarci.
<< Dimmi cosa hai intenzione di fare, e io lo farò. >>
Osservo il liquido denso del cocktail. Ha un sapore secco, non riesce a rinfrescarmi la gola. Mi sento come se un grosso tappo mi ci fosse caduto dentro e io proprio non riesco a farlo uscire. Ne butto giù un altro sorso con un fatica. Sono convinta che il maggiordomo-con-i-capelli-unti sta godendo come un matto.
Ti prego ,Kingsley, fa'in fretta.
Mimi, ho bisogno di tempo! Schuyler sta dicendo tutto! E sinceramente il suo piano non mi sembra poi così sbagliato, anzi, è molto ragionevole.
Da quando in qua la chiama Schuyler? E da quando in qua prende anche le sue difese? Ha pure detto che ha costruito un piano sensato, per di più, ragionevole! Schuyler non è ragionevole. Oh! La sto chiamando per nome anch'io! No!
Ho contratto la Schuylerite!
Gesù. Chiamate un medico, per favore.
Un cameriere entra e posa con grazia sul tavolino di cristallo dei piattini sui quali ci sono deliziosi dolcetti. Sospiro con nervosismo. Non mi sento tranquilla. Per qualche strano motivo, ho il terrore che Kingsley possa passare dalla parte di Schuy...ops, la Sgorbia, volevo dire.
Prendo un tartufo al limone spolverato di crema e lo addento. Mmh. Delizioso. Una goccia di panna mi cade sulla gonna. La guardo. Un secondo, due. Ma chissene!, continuo a mangiare il dolcetto, poi un'altro ed un'altro ancora.
Il maggiordomo mi guarda con gli occhi spalancati così, come i piattini sui quali le briciole dei dolci cadono tranquille.
<< Che c'è? >>, sbotto, con la bocca piena.
In qualche modo, mi sento fiera di me stessa. E sapete una cosa? Non ne voglio proprio sapere di Schuyler e di questa storia. Per ora, penso a mangiare i miei dolcetti.


Angolo Autrice
Dopo un po', rieccomi. E'che sto scrivendo un'altra storia e questa qui è un po'complicata. la parte con Schuyler devo ricostruirla meglio.
Baci baci x Didyme by Angel xD

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Capitolo 44
*** XXXVVIII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

43

Schuyler ha un colorito migliore rispetto a quando frequentava la Duchesne. Mi ricordo che, girando nei corridoi, mi chiedevo se fosse merito del trucco di un qualche stilista non ancora scoperto o il fatto che non dormisse la notte.
Ho sempre optato per la seconda ma questo è superlativo, direi! Jack invece ha sempre ammirato la pelle bianca. Allora perchè diamine diceva che ero splendida dopo cinque ore no stop passate sotto al sole caldo di Southampton?! E'sempre stato così idiota o si è rivelato soltanto adesso? Qualche shock? Criptonite?
Veramente un mistero.
Direi anche che la tendina nera come cacca di corvo è sempre la stessa. E quelli li chiamano capelli fluenti?! Tze! Cento volte meglio i miei. Il viso è semplicemente out, come si suol dire. E'passato di moda, insomma! Quei lineamenti si portavano ai tempi della mia trisnonna: le bambole-assassine di porcellana coi vestitini ricamati e pizzi&merletti.
E poi è bassa.
Cioè!, voglio dire, io sono 1 metro e 75, quella sarà massimo 1 e 63!
Semplicemente blasfemo.
Questa piccola orrida ragazza -perchè è una piccola orrida ragazza- sta continuando a parlare con fervore a Kingsley, senza nemmeno lasciargli il tempo di aprire la bocca -per altro splendida. Perchè uno ha una bocca così bella se la usa solo per sparare cazzate? Mi spiegate il senso?!
Per farti incazzare, Force.
Oh mio Dio, siamo tornati ai tempi di "Force." Direi che questo è semplicemente de tròp. Su forza, Kingsley, datti una mossa e fammi capire il piano di Schuyler la Sgorbia. Sento la risatina smorzata di Kingsley nella mente. Scommetto che si diverte a farsi i fatti miei.
Lei ha i vividu occhi azzurri spalancati, come se volesse far capire meglio la gravità del fatto.
<< Ti prego, Kingsley. Se non mi aiuti tu...e Azrael... >>
Eeeeh?! Sputo il succo di frutta che sto bevendo, in una fontanella arancione che si spiaccica sul pavimento con uno Splash! Il maggiordomo-coi-capelli-unti sembra essere sul punto di collassare. Oddio. Non dovrò mica portarmi una morte sulla coscienza?
Ah, no. Pazzesco!
Ma poi come osa chiamarmi Azrael?! Col mio vero nome! Ma...ma...è...semplicemente...pazzesco! Ma tu guarda come osserva Kingsley con quegli occhi che sembrano il mare inquinato! Scommetto che un sacco di pesci ci sguazzano stramazzati nella mente pazza di quella sgorbia.
Basta. Questo è troppo.
Mi alzo dal divano in oro massiccio -ahi! Il sedere.- e senza indugi mi dirigo verso il piano di sopra, ignorando bellamente il maggiordomo che mi grida dietro come uno a cui hanno appena investito il biglietto del Superenalotto.
Vedo in rosso tanto sono incazzata. Mi è proprio salito il sangue alla testa!
Penso a Maggie, a casa, che gioca con le bambole di pezza con i fili rossi intrecciati che fanno da capelli, le MyDoll o come si chiamavano, non ricordo. Penso a Jack e all'esperienze che abbiamo condiviso insieme.
Schuyler me lo ha portato via.
E penso a Kingsley, presenza solida come una roccia, fonte di abbracci e battute scherzose e pungenti, a volte scostante, ma sempre pronto ad afferrarmi prima che io precipiti nel vuoto. Schuyler non mi porterà via proprio lui, no.
Questa volta non resterò a guardare fidandomi dell'Abbadon dei secoli addietro. Quello non è più il mio Jack. Non credo nemmeno che lo sia mai stato, per piacere!
E questa volta non farò andare Kingsley in guerra per ritrovarmelo diverso al mio fianco, oppure di non ritrovarmelo mai più e di poter soltanto immaginare la luce scherzosa in quegli occhi con l'indelebile sfumatura argentea; e il pensiero di vederlo al fianco dell'Abominio, quella luce scherzosa negli occhi ormai spenta dal fuoco dell'Inferno.
Spalanco la porta con un gesto deciso.
Stammi a guardare, Jack!
<< Tu! >>, ringhio, riducendo gli occhi a due fessure (per poter evitare loro l'orrore di guardare quella Sgorbia)
Schuyler sobbalza. Kingsley si volta con un'espressione dolce. Lo sa cosa ho pensato, lo ha avvertito ancora prima che formulassi il pensiero. Spero che non abbia anche colto le ultime parole, lanciate come un guanto di sfida. Butto un'occhiata. No, non ha sentito.
Meglio così.
<< Cosa ci fai tu qui? Non avevo chiesto di non farti entrare? >>, starnazza Schuyler la Sgorbia coi Capelli Di Cacca Di Corvo. (Troppo lungo come appellativo?)
Sbuffo. << Credi davvero che un maggiordomo e una vecchia centenaria possano fermare Azrael? Un'Azrael incazzatissima, aggiungerei per la tua salute. >>. Stringo ancora di più gli occhi, per darmi un'aria minacciosa.
<< Ma...ma...! Kingsley? >>, si volta a guardarlo.
Blasfemo! Cerca aiuto da lui! Si aspetta veramente che lui mi calmi e la salvi? Ma che si crede? Questa è peggio del Mondo di Patty.
Per un'attimo, però, ho il terrore che Kingsley lo faccia sul serio. Davvero, l'ho pensato: me ne vergogno, perchè lui, invece, mi fa un'occhiolino e afferra Schuyler per le braccia, bloccandola. Fisso i miei occhi in quelli di Schuyler. Fa'che funzioni, ti prego, fa'che funzioni!
E alla fine succede come dico io. Funziona. Schuyler cade addormentata, e Kingsley la riversa piano sul pavimento. Alzo il mento, vittoriosa. Ho vinto! Io vinco sempre..
<< Non dire quattro se non l'hai nel sacco, Azrael! >>
Ma no! Ma dai! Sospiro.
Era troppo fico per farlo finire così, non è vero? Adesso deve intervenire la buona fatina per salvare la povera addormentata sul pavimento di marmo. Drusilla ha spalancato la porta, con un'espressione furibonda sul viso (studiata per ore ed ore davanti allo specchio, ne sono sicura), e ora mi guarda come se volesse uccidermi.
Immagino lo voglia sul serio.
<< Come vedi, tesoro, ti posso fare scema! >>, cinguetto. Oh! Mi amo. Guarda come arrossisce di rabbia quella vecchia!
<< Io non direi, Azrael. >>, sussurra a denti stretti.
Sta letteralmente fumando di rabbia! A dir poco splendido!
Ah-ah!
Come ci godo.
<< Credo che tu abbia esagerato col fard rosso, Drusilla! Ti consiglio di calmarti, o potresti avere un infarto, data l'età... >>, assumo un'espressione fintamente preoccupata.
Ottima imitazione, Force.
Ah! Si vede da chi ho preso. Mi volto a guardare Kingsley e, mentre lo guardo, capisco che non mi abbandonerà mai. Con un'incantesimo di sonno abbatte le guardie, poi si china a raccogliere Schuyler e ,con un balzo agile, salta dalla finestra.
Mi giro, per confrontarmi a tu per tu con Isabelle-Drusilla. All'epoca tentò di fregarmi Jack.
<< Hai trovato un nuovo compagno, Azrael? Giusto, la tua anima gemella ti ha abbandonato! >> Sta cercando di provocarmi. Vuole farmi innervosire, ma non ha capito che ormai Jack non mi fa più nulla: è solo un ricordo, un'insieme di esperienze ed emozioni che ho rinchiuso in una bottiglia e l'ho buttata a mare. E'lontana. E'via da me.
Non mi appartiene più.
Imito Kingsley: con un'ultimo ghigno sprezzante, saluto Drusilla e mi lancio dalla finestra. Atterro e una mano mi tira da una parte.
<< Stiloso quell'atterraggio, Force. >>
Rido. << Lo sai che odio quando mi chiami così. Chiamami Mimi e basta. >>
Lo guardo a lungo.
Se non ci fosse stato lui questo non sarebbe stato possibile.
E'così che vieni a sapere che il tempo a volte non conta nulla, è solo come una sveglia mezza rotta che suona l'allarme troppe volte. Il tempo è tanto, ma è come polvere: tanti granelli che alla fine formano solo un piccolo mucchietto. Ed è così semplice spazzare via questo mucchietto di emozioni, esperienze, sensazioni, felicità, appagamento, serenità.
Polvere.
Chiudo gli occhi ed è come polvere che l'immagine di Jack mi si forma nella mente.


Angolo Autrice
Yatta!
Sono risorta.
Credo che l'ultimo pezzo è veramente significativo, anche per me. Un po'per tutti, immagino.
Hai ragione Didyme; però io, anche se non ci crederai, adoro Schuyler! xD Incredibile, eh?

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Capitolo 45
*** XXXVVIV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

44

Una calda, caldissima, giornata. Lo so per di certo perchè per le strade si riversano milioni di ragazze avvolte in leggerissimi, coloratissimi e cortissimi vestitini di cotone, e mentre parlottano fitto fitto tra di loro, uomini d'affari costretti nei loro completi giacca e cravatta imprecano al iPhone di ultima generazione.
E io li osservo.
Oh! Quella ha i capelli completamente sudati! Che orrore.
Insomma, si, lo so, non è da tutti potersi permettere l'aria condizionata nel taxi. E, precisiamo, io posso...solo che non lo utilizzo! Ma non perchè non voglia, sia chiaro. E'giusto perchè preferisco stare stretta a Kingsley con il pretesto della moto e godermi l'aria estiva a 100km/h che mi scompiglia i capelli appena lavati dal parrucchiere.
Saint-Tropez è meravigliosa, peccato che non possa godermela ancora per molto. Insomma, Drusilla sarà furiosa, no? Adesso si starà imbellettando con qualche trucco Dior o cos'altro da 20 dollari e passa a lucidalabbra, per far sbollire l'ira.
Che meraviglia!
Mi sento realizzata.
Quella tipa guardava Kingsley manco fosse un bocconcino prelibato...a proposito di bocconcini prelibati, i suoi erano veramente deliziosi. Sul serio! Anche se inizio a sentire un certo mal di pancia...non è che erano avvelenati?
Io e Kingsley ci stiamo dirigendo all'aeroporto. Stiamo facendo tutto nella massima segretezza, poichè i tirapiedi di Drusilla -e magari anche Charles- ci stanno alle calcagna. Stringo più forte Kingsley, scostando il viso dal suo giubbino di pelle.
Non ho idea di come con più di 30° lui abbia ancora addosso questo patetico giubbino e non abbia un rivolo, una goccia di sudore in fronte. Una, dico. Ma che ha apposta del sangue, l'acqua minerale? Eh, insomma.
Oh. Con questo vento mi si appiccicano tutti i capelli al lucidalabbra, ed è davvero poco chic, così torno a rifugiarmi nel buio che è il giubbino di Kingsley.
<< A cosa pensi, Force? >>, mi chiede lui. Ancora Force?! Ma non se lo toglie il vizio, eh?
<< Voglio tornare a casa. >>, sussurro. Che state pensando? Nostalgia di casa? Io? Ma no, nemmeno un po'!...e va bene, lo ammetto. Ma veramente poco. Mi mancano i negozi Chanel, Dior, mi manca la collezione di scarpe Jimmy Choor, mi mancano le scampagnate da Tiffany e i picnic da Prada.
Ma, soprattutto, mi manca la mia Maggie.
Chissà come starà adesso! Non la sento da tanto.
Intanto, Kingsley ha rallentato la marcia. Lascia un freno della motocicletta per poggiarmi una mano sul ginocchio libero da ostacoli come calze o jeans firmati. << Ti manca, eh? >>
<< Togli la mano, mi sporchi la pelle. Ho appena passato una crema da 40 dollari, sai? >>, ribatto, nonostante desideri con tutta me stessa che tenga ferma la mano sul ginocchio. E lo fa.
<< Sei veramente una perfettina, Force, lo sai? >>
Senza che io possa avere il tempo di ribattere, spegne la moto e scende. Siamo arrivati. Era ora! Alzo la gamba e scendo dalla moto, con una giravolta. Tento di fermare il sorriso che mi sta spuntando, provocato dalle occhiate prolungate del mio gentilissimo -sul serio!- cavaliere.
Non mi ha aiutata a scendere, e, bhe, questo è quello che si merita!
Tiè! Sciacquati gli occhi.
<< Allora, andiamo? >>
<< Sei contenta, non è vero? >>. Sorrido. Sì, lo sono, e tantissimo. Ora che ho scoperto il segreto di Jack e Schuyler, mi sento più leggera, come se un macigno mi fosse scivolato dal cuore e fosse caduto in testa ai due piccioncini, schiacciandoli.
Tiro su col naso.
Mentre camminiamo, il calore mi investe in tutta la sua potenza, lasciandomi in uno strato disastroso che la vetrata infame dell'aeroporto non mi risparmia.
Oddio! Guarda quei capelli! E il vestito! Qui ci vuole un'operazione d'urto. Dov'è il bagno? << Ehm...Kingsley, vado un minutino al bagno! >>
Per tutta risposta, lui inarca un sopracciglio.
Corro veloce alla toilette, e una volta dentro, chiudo la porta e sorrido. Ah. Caldo, stimolante, soddisfacente rifugio per tutte le ragazze in stato estetico veramente devastante.
Il bagno.
Prima di sistemarmi davanti allo specchio, do un'occhiata in giro. Insomma...non vorrei farmi vedere da qualcuno in questo stato. La mia voglia di farmi bella è anche un fattore materno: se la mia Maggie mi vedesse in questo modo, che tipo di impressione le darei?
Che trauma infantile le lascerei?
Mi guardo, mentre nella mia mente sfrecciano immagini conturbanti, come un'articolo su una rivista per neo mamme sul quale appare un nuovo trauma infantile: vedere la propria madre in stato estetico mostruoso.
Mi rassetto il vestito, do una scossa ai capelli, mi asciugo le lacrimuccie provocate dal vento sferzante, ed esco dal bagno, finalmente sicura del mio aspetto. E'qualcosa di rasserenante, confortante, un'ancora di salvezza nei tempestosi momenti di crisi.
Ho ancora paura per me e Kingsley, e Maggie. Ho ancora voglia di Jack. Mi sento ancora legata ai miei doveri di Sangue Blu, ma mi sembrano irrilevanti se confrontati con i miei doveri di mamma.
Quando prendo la mano calda di Kingsley, i miei timori si acquietano.
Poi alzo lo sguardo.
Oh mio Dio. Per tutte le Sgorbie -è un nuovo fantastico motto!
Una fila chilometrica si para dinanzi a noi.
Tra chi è appena atterrato e tra chi sta partendo, la gente che si ammassa nell'aeroporto è davvero tanta, così tanta che mi sento soffocare. E in mezzo a questo caos, qualche intelligentone che ha osato chiamarmi era davvero l'ultima cosa che ci voleva.
Cerco di prendere il cellulare dalla borsetta, ma le persone mi urtano, facendomi perdere l'equilibrio. Più di una volta mi aggrappo a Kingsley, che si sta divertendo da matti mentre la gente mi butta per aria.
<< Pazzesco... >>, sospiro quando noto chi è che mi sta chiamando. Trinity! Mi decido a rispondere sotto lo sguardo impaziente di Kingsley. << Pronto? >>
Dal telefono mi giunge una voce isterica: << Mimi! Pronto, pronto! Tesoro? >>.
Oh mio Dio, che si dia una calmata! Questa sua isteria mi dà sui nervi. E poi cosa c'è da urlare?
Decido di provare con la tecnica del "Sono calma io, ti calmi anche tu": << Sì, Trinity, sono io, calmati. >>
Ma niente. Non si calma manco sotto sedativi.
<< Mimi, la cara Isabelle ci ha appena riferiti la maniera assolutamente indecorosa con cui ti sei comportata con lei! >>
Ma certo cara Trinity, e lei ti ha riferito il modo in cui difende e protegge i cari piccioncini? Ma non era contro il codice di leggi dei Sangue Blu? Che fine ha fatto? Quando riguarda un membro alto della casta, tutto è scritto sulla carta e nessuno ha mai letto -e sentito- nulla?
Pazzesco.
Mi viene quasi voglia di staccarle il telefono in faccia, tanta è la rabbia; e sto anche per farlo, se non fosse che Kingsley mi ferma e mi fulmina con lo sguardo argenteo. Dio, come sono belli i suoi occhi.
Ok, lo so che non c'entra proprio nulla, però...è giusto per dire qualcosa.
<< Dove sei adesso, Mimi? >>
Eh, vabbhe! Questa è davvero da stupidi. Crede che io glielo dica? Crede che sia talmente sciocca ed ingenua? Insomma! Inarco un sopracciglio e tiro su col naso per mostrare tutto il mio sdegno, nonostante lei non possa vedermi (che peccato, così potrei azzannarla!)
<< Proprio non posso dirtelo... >>, la stuzzico, giusto per vedere che effetto fa.
<< Azrael! Non scherzare su queste cose! Ciò che stai facendo è davvero contro ogni legge di noi Sangue Blu! >>, sbraita come un bulldozer imbufalito.
Mmh...direi un'effetto devastante!
<< Davvero, Trinity, credi che io te lo direi? No. E se questo era tutto quello che volevi dirmi, allora la chiamata finisce qui. Ciao! >>
Mmh, il brivido dell'essere diretti. Mentre io parlavo, Kingsley mi guidava attraverso la giungla di passeggeri, controllori, hostess e stewart. Ci sediamo ai nostri posti tranquillamente, in classe A. Una voce rassicurante annuncia la partenza del volo Saint-Tropez - New York.
Finalmente si torna a casa.


Angolo Autrice
Si lo so, niente di che. E'n capitolo transitorio...scusate la pausa LUNGHISSIMA. e ringrazio tantissimissimo Didyme che non smette mai di seguirmi! P.S. Sai che a febbraio esce il 5°della saga?*_______*

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Capitolo 46
*** XXXVVV_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

45

Candide nuvole a forma di scarpa marchiata Jimmy Choo e a forma di jeans Diesel volteggiano nella mia mente vuota. Mi danno una sensazione di sicurezza mentre poggio il piede, infilato nel mio nuovissimo e bellissimo sandalo del colore di una bell'arancia succosa, sul linoleum dell'aeroporto John Fitzgerald Kennedy.
Mano nella mano con Kingsley, mi guardo attorno, quasi non vedessi le belle sedioline in sala d'attesa e le eleganti hostess con i capelli raccolti in un grazioso chignon da un secolo.
Con gli occhi schermati dai miei sfavillanti -si,davvero favolosi! E dovreste sapere il prezzo: solo trecentocinquanta dollari! Un'affarone!- occhiali scuri, mi sento protetta e al sicuro, al riparo dagli sguardi indagatori della gente...sembrano voler dire: << Chi è quella zingarella con indosso un'abito preso al mercatino? >>.
E'davvero terribile, sapete? Ma come si permettono?!
Ho tanta voglia di sfilarmi gli occhiali e urlare : << E allora? Sono sempre io, la favolosa Mimi Force. E posso permettermi di indossare abitini del mercatino! >>. Eppure...
Qualche mese fa non mi sarei neppure permessa di uscire di casa con indosso la tuta di Juicy Couture. Ma da quando Kingsley mi ha rapita, sono davvero cambiata. Accidenti a quel fascino da rockstar.
Al mio fianco, lo sguardo divertito di Kingsley mi trafigge, facendomi arrossire. Sembra sentire ogni mio pensiero. Mi tasto i capelli, in un'improvvisa rivelazione: per caso mi ha messo una cimice in testa? Avete presente, quelle che usano nei film di spionaggio...
<< Non preoccuparti, dolce Force, non hai niente tra i capelli...oh!, è un po'di cacca d'uccello quella? >> Cosa?!
Cacca d'uccello?
No, cioè. Questa è davvero terribile. Gli lascio subito la mano e, spingendolo lontano, lancio un urletto prima di coprirmi i capelli con le mani.
<< Vedi, caro Kingsley, persino gli uccellini sentivano la mia mancanza, qui a New York...mancavo loro talmente tanto che hanno pensato di darmi la bentornata lasciandomi un regalino sulla testa. >> Lui mi guarda sbalordito.
<< E il regalino sarebbe cacca d'uccello? >>, chiede, soffocando le risate. Gli mollo uno scappellotto.
<< Mica potevano regalarmi una borsa Prada, rimbambito! >>.
Tiro su col naso. Stiamo per varcare le porte scorrevoli dell'aeroporto. Tra un po'usciremo...e finalmente, potrò rivedere ciò che tanto mi mancava di questo posto. La luce del sole è forte e si getta tra i capelli di Kingsley, illuminandoli d'oro. Mi si stringe forte il cuore. Gli stringo più forte la mano mentre usciamo.
Inspiro forte.
New York.
Sono di nuovo a casa.
Sposto lo sguardo dal taxi che ha appena parcheggiato ad una ragazza dai lunghi rossi capelli fluenti con un vestitino scollato molto alla moda che corre per raggiungerlo; dal dalmata che fa molto Carica dei 101 ben stretto al guinzaglio da un'anziano tranquillo all'uomo d'affari in giacca e cravatta con un Iphone in mano e gli occhiali enormi a coprirgli il volto tirato dallo stress; e poi le luci, i suoni, gli odori, i clacson delle auto e dei taxi, gente che chiacchiera e ride, gente seduta al tavolino di un bar che allunga le gambe nude a cercare un contatto, ragazze che cammino a passo veloce nonostante i tacchi 12, al collo un foulard di seta, con le bustone dei grandi negozi ben strette tra le mani curate, in viso un'espressione soddisfatta.
Espiro.
New York.
Quanto amo New York.
Driin, driin. .
L'incantesimo si spezza. Tiro su col naso, impreco e afferro il cellulare, pigio sul tasto e ringhio: << Qui Mimi Force! Cosa volete? >>
Ma la voce all'altro capo del telefono sembra non notare questo mio tono sgarbato: << Mimi cara! Tesoro! Sono la mamma! Quando sei tornata? >>
Evita accuratamente di usare la seconda persona plurale: dolcissima. Inarco un sopracciglio e abbaio: << Kingsley ed io abbiamo appena messo piede su una strada newyorkese. Faremo il pit stop per un taxi e ritorneremo dritti a casa. >>
Ma "la mamma" non desiste. << Ma no! Veniamo a prendervi noi! >>
Muori, Trinity. << Non preoccuparti, Trinity, sappiamo benissimo la strada di casa. Saremo lì in un battibaleno! >>
K.O. Mimi wins.
<< Assolutamente no! Veniamo noi! >> Eh? Ma che vuole? Non è mai stata così insistente.
<< Ti ho detto di no! >>, abbaio io, afferrando il bavero del giubbotto di pelle di Kingsley -ma non sente caldo, no?
<< Stiamo già venendo! >>, cinguetta soddisfatta e vittoriosa, ma docile, accomodante e sdolcinatamente attenta e felice come quelle madri chiocce che preparano premurose la colazione al figlio quarentenne e gli sistemano i mutandoni nel cassetto.
Quand'è troppo è troppo!
<< Se osi solamente farmi scorgere un'abbaglio di quella vostra stupida macchinetta, ve la faccio saltare in aria. Siete avvisati! >>, ringhio. Ah, quant'è bella la mia voce quando m'arrabbio! Dovrei farlo più spesso...
<< Oh, va bene. >>, sospira metallica la voce delusa di Trinity, << ma fate attenzione... >>, poi riattacca.
Mi volto verso Kingsley, uno punto interrogativo negli occhi. Lui ha le guance gonfie; poi schiatta a ridere. Lo guardo indignata.
<< Senti, ma come ti permetti di ridere?! Sei per caso impazzito? >>
<< Molto convincente, Force! >>. Si sta piegando in due dalle risate. Pesto i piedi per terra.
<< E smettila di chiamarmi Force! Ricomponiti. Dobbiamo chiamare un taxi. >>
Sollevo il braccio fino a formare un angolo retto, convinta che solo con la forza della mia aurea un taxi si fermerebbe all'istante. << Taxi! >>, grido.
Ma, grazie agli sproporzionati occhiali che mi coprono il viso, al vestito sciatto e ai Sandali Senza Marca (li ho soprannominati così), un taxi mi supera a tutta velocità, senza nemmeno degnarsi di rallentare un po', e schizzandomi addosso una quantità industriale d'acqua piovana.
Solo a New York piove anche in piena estate; e solo a New York l'acqua appena mandata dal cielo -che trova divertente l'idea- può trovare un posto dove annidarsi per colpire gli ignari passanti.
Kingsley, al quale ho affidato l'ingrato compito di trascinare le valigie, ride senza vergogna. << Guarda e impara, Force. >>. Fa un passo avanti, superandomi, solleva gli occhiali da sole sulla testa, si stampa sul viso quell'aria da duro-che-si-sente-figo, e imita il mio gesto: il braccio solleva a formare un perfetto angolo retto.
Quasi quasi spero che lo investa un lago d'acqua piovana.
Non fregatelo, non fregatelo, non fregatelo, prego nella mia mente con una vocina strozzata e crudele. Ma, a differenza di com'era successo con me, il primo taxi che passa si ferma proprio accanto a lui e una seducente ragazza con un paio di shorts attillati scende dalla macchina con grazia.
Sfoderando una fila di denti super bianchi, domanda: << Dove vi porto? >>, ma è chiaro che si sta riferendo solo all'Attira Troi...ops, Taxi davanti a me.
<< Manhattan, Upper East Side, vicino al Central Park, grazie. >>, dice Kingsley con una voce da stallone da prestazioni a 5 stelle. Un po'lo invidio. E'lui che mi ruba la scena quando andiamo ad un locale, ad un concerto...be, lo confesso va bene?, da qualsiasi parte.
Lei annuisce, la coda di cavallo oscilla dolcemente avanti e indietro e quasi mi aspetto che si allunghi a dismisura per legare Kingsley e trascinarlo nella macchina con sé, come un mostro marino con i virili marinai.
Per marcare il territorio, afferro Kingsley per la manica del giubbotto; pessima mossa. La vipera mi lancia un'occhiataccia piena di disapprovazione. Sembra volermi dire: << Ehy, stracciona, hai sbagliato mossa. Sei mica la sua bimba? >>
Kingsley scuote il braccio, e lei approva con un sorrisetto soddisfatto. Ma poi lui si china per sussurrarmi all'orecchio un << Cos'è, Force, paura? Non eri tu la più bella del Reame? >> e cingermi la vita con lo stesso braccio che io avevo afferrato come una bimbetta che ha paura di vedere il papà scappare via.
E tutto passa.

Giro la chiave di casa nella toppa della porta, e più che questa si apre, più la mia immagine prende forma nello specchio, simile ad un'incubo.
Oh mio Dio, è pazzesco. Sono veramente un disastro!
Ho i capelli sciolti -non li ho legati, stupidamente- e questi si sono arricciati sulla schiena, selvaggi. Il prendisole è sporco e di pessima qualità; ma l'ho comprato insieme a Kingsley, e per me vale più di un vestito Chanel. I sandali sono carini nel complesso ma non hanno nessun marchio che li distingua quando alzo il piede dal marciapiede.
Malgrado ciò, dopo lo shock iniziale, riconosco nel mio aspetto qualcosa di veramente incredibile, che non ho mai avuto prima. Che non riesco ad individuare. C'è, ma non so dove. Mi avvicino allo specchio e osservo i miei occhi iniettati di sangue. Sono splendenti. Brillano di una luce vivida, gioiosa, felice.
Ecco cos'era. La felicità.
Il mio viso, nonostante sia lucido dato l'improvvisa mancanza di prodotti a tre cifre anti-lucidità, è radioso e dolce, privo di quell'aria snob e altera che mi contraddistingueva prima di Kingsley. Dovrei inaugurare il "prima-Kingsley" e il "durante-Kingsley". Spero di non dover mai inaugurare il "dopo-Kingsley".
Eh, be...non ci sarà! Questo è certo, sicuramente!
Mi giro verso l'oggetto dei miei pensieri, e gli sorrido felice. Lo amo. Più lo guardo e più mi rendo conto che quell'aria maliziosa e la sua strafottenza adesso fanno parte anche di me, e che dietro c'è nascosta una dolcezza e un'amore spropositato, visibile solo a chi lo merita.
Ed è per questo che ha aspettato tanto prima di mostrarmi il suo vero volto. Kingsley è Araquiel, l'Angelo del Giudizio, l'Angelo dei due Volti. Luce e tenebre si fondono in lui. Appunto.
Forte della sua vicinanza, riesco a trovare la voce per annunciare il nostro arrivo nel migliore dei modi: << Trinity! Charles! >>, annuncio, posizionandomi sotto l'arco dell'ingresso dell'enorme salone e tirando su col naso. Mi sono ritrovata.
I due angeli sono seduti sul divano ad isola, e ci danno la schiena. Non appena la mia voce raggiunge i loro sensibilissimi padiglioni auricolari, sussultano. Con un'aria da film dell'orrore -ma non sono così male!- si girano contemporaneamente verso di noi, con estrema lentezza.
Subito sul volto di Trinity si stampa un sorriso falsissimo che dice "Non sono felice che siete qua, ma faccio finta!". << Mimi! Sei tornata! >>. Corre ad abbracciarmi, ignorando completamente Kingsley.
<< Buongiorno, signora Force. >>, saluta lui serafico, ma malizioso con quel suo sorriso sghembo. Oddio, quanto lo amo quando fa così.
<< Ehm...buongiorno, signor Martin... >>, borbotta goffamente Trinity. Ha perso il suo smalto da perfetta padrona di casa: non sa come gestire un ospito come Kingsley Martin.
Rimaniamo così, immobili, finché un pianto non squarcia l'aria.
Maggie.
Maggie...Maggie, Maggie! La mia Margaret, la mia bambina!
<< Dov'è?! Maggie! Amore della mamma, sto arrivando! >>, urlo, dimenticando le altre persone nella sala.
Correndo, arrivo alla porta della bambina e la spalanco, con un sorriso enorme, gli occhi affamati di lei, il cuore che batte nella speranza di vederla in questo preciso momento. Ma quando vedo la culla oscurata, mi irrigidisco, sorpresa, e apro la bocca.
Una figura alta e muscolosa, così fuori posto nella camera arredata con mobilio rosa e legno chiaro da bambina, è chinata sulla culla. Una figura che trasmette l'essenza più oscura del mondo, la stessa che trasmette -o dovrebbe, per essere precise- la mia anima.
Quando gira il volto verso di me, il mio cuore manca un battito.
Due occhi verdi mi trafiggono, audaci ma impauriti, come quelli di un bambino ribelle colto a rubare caramelle. Due occhi verdi che conosco fin troppo bene. Gli stessi occhi verdi che vedo quando mi ammiro allo specchio.
Jack.




Angolo Autrice
Sono finalmente tornata xD Ho l'ispirazione e tra due capitoli finirò la storia.
Voglio ringraziare chi mi ha seguita fin qui nonostante le mie luuuunghiiiissime pause.
Besitos, Angel <3

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Capitolo 47
*** XXXVVVI_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

46

Jack è cambiato.
Non è più il bel bamboccione della Duchesne, quello che giocava a Lacrosse, aveva i voti più alti, si vestiva sempre in giacca e cravatta, e si tirava i capelli all'indietro con il gel, e un po'di saliva nei momenti più critici.
Adesso è tornato il guerriero celeste dei bei tempi, quando ancora mi prometteva amore eterno e distruggeva legioni intere solo per vedermi contenta. Quando ancora la Sgorbia-Capelli-Di-Cacca ancora non esisteva.
Secondo me, quella è nata con il solo scopo di starmi tra i piedi. Mi ha rubato Jack come una bambina ruba il giocattolino alla sua amichetta del cuore, solo perchè lei non ce l'ha.
Con i suoi occhi verde caccola e i capelli che hanno tutta l'aria di non vedere acqua e shampoo da molto tempo, mi rendo conto di aver evitato una bella fregatura. Come sempre, Mimi Force si prende il meglio.
Oddio. E'una goccia di sangue quella che è caduta sul pavimento?
<< Ciao, Mimi. >>, fa lui, la voce roca e profonda. Evidentemente ha la tosse, poverino.
Fa per muoversi, ma poi si trattiene. Si sente un'orribile spiaccichio, simile a quello che si sente dopo aver schiacciato uno scarafaggio.
Vorrei urlare. Mi fa un po'senso vederlo con delle cose non identificate addosso, così sporco e terrificante nella camera pulitissima della mia bambina. Avrà gli stivali zozzi di melma ultraterrena!
Mi trattengo dal prendere la scopa rosa di Maggie e picchiargliela in testa.
<< Vorresti per piacere toglierti quei cosi sporchi? La stanza della bambina è stata appena lavata. >>. Lui spalanca gli occhi, sorpreso. Cioè, vorrei dirgli, qua sono io che comando e tu devi toglierti quegli stivali schifosi! Chissà quante volte La Sgorbia glieli ha sfilati con quelle sue manine zozze.
Rabbrividisco.
Non so cosa mi disgusta di più, se l'obbrobrioso atto d'amore di Schuyler-Cacca-Di-Corvo verso Jack, o gli stivali, sporchi di Schuyler, di Jack.
Vorrei concludere al più presto questo incontro.
E poi mi chiedo: chi diavolo l'ha fatto entrare a questo tizio qui dentro? Chi l'ha fatto avvicinare a Maggie? Mi viene un'ispirazione.
<< Togliti da vicino la culla, Jack. La piccola potrebbe spaventarsi. >>. Spaventarsi è poco! Le potrebbe venire un'infarto! E'abituata a bella gente, non a guerrieri così poco conformi al Codice di Abbigliamento&Puizia.
<< E'mia figlia! Non può spaventarsi! >>, ribatte lui, allargando le braccia. Immagino che schizzi sporcizia dappertutto, ma non succede fortunatamente. Comunque, da quando ha le braccia staccate dal corpo, sento uno strano odorino.
Ma da quanto non si lava? Pazzesco. Quando era sotto la mia ala protettiva, era sempre limpido e pulito e ben vestito; da quando è sotto le sottane della Sgorbia, è molto peggiorato. Guardate! Si vede da subito chi è la migliore tra me e lei.
La migliore tra me e lei..
Forse Jack non c'entra nulla. Forse è solo una competizione tra me e Schuyler, una competizione immaginaria, una cosa che va avanti solo nella mia testa da genia.
<< Jack...Maggie ti avrà visto due o tre volte in tutto il suo anno di vita. E, visto il tuo enorme cambiamento, non credo ti riconoscerà. >>
Jack indietreggia, come un'ubriaco in piena sbronza.
<< Mimi...so che sei molto ferita...so che è stato molto brutto da parte mia lasciarti... >>, ha il tono del guerriero in punto di morte << ma ho il diritto di vedere Margaret e tu non puoi negarmelo.>>. Sul "tu" mi arriva uno schizzo di saliva in faccia. Gesù, che schifo.
<< Jack, io credo che tu abbia un po'frainteso la situazione... >>, inizio a dire, ma Jack m'interrompe.
<< No, Mimi! Io so che tu mi ami, ma... >>
Sento dei passi, degli stivali lucidati con l'apposita spazzolina, degli stivali su cui brilla il logo Harley Davidson, stivali che salgono le scale che portano alla camera di Maggie.
La porta si spalanca, e una voce roca e sexy, molto diversa da quella di Jack, enuncia: << Ehi, tesoro, ho prepa.... oh. L'altro Force! La famiglia è al completo! Ehi, bello, stai lontano dalla culla che quella bambina potrebbe morire se ti vede. Sembri la brutta copia di Brad Pitt nell' "Iliade". >>
Jack è bloccato, con la bocca aperta come quella della scimmia di Paul Frank: orrendamente uguale.
Sta proprio facendo la figura del fesso.
E'venuto qui tutto sicuro di sé, impettito e con la voce grossa, solo perchè ha affrontato qualche sicario di quella vipera di Isabelle. Non si sarebbe mai aspettato che mi sarei dimenticata in fretta di lui.
Kingsley torna a rivolgersi a me: << Ti aspetto di sotto, mia futura moglie! >>. Poi fa l'occhiolino a Jack e richiude la porta con una grazia incredibile. Mia futura moglie! Tze! Si vede che fa il gallo nel pollaio per via di Jack! Ma io non sono una gallina e non aspetto nessun gallo canterino.
Proprio ora che li ho avuti sotto i miei occhi, mi accorgo della differenza tra Jack e Kingsley. Il primo, così simile ad un ranocchio mascherato da principe azzurro in armatura da combattimento, giusto per far vedere quanto sia potente; il secondo, più rilassato, più rock, più scherzoso, pronto a prendermi in giro e il secondo dopo a portarmi a Parigi per guardare il cielo stellato insieme.
Ma soprattutto, pronto a prendersi le responsabilità delle sue scelte, cosa che Jack non ha mai fatto.
Sollevo il mento: non sono per nulla intimidita dal suo sguardo arrabbiato e tradito.
<< Sei cambiata, Mimi. >>, osserva Jack, squadrandomi dalla testa ai piedi. << Sei davvero cambiata. >>, ripete farfugliando, come se volesse farsi entrare questo strano concetto bene in testa.
<< Già. >>, rincaro la dose. Voglio vederlo sussultare. Voglio fargli capire che anche senza di lui posso vivere. Il bello è che è lui che senza di me non può proprio andare avanti! Che fregatura, mio caro Jack!
<< Bene. Sembra che ognuno abbia trovato la sua strada. Io affronterò i Sangue D'Argento. Sono pronto ad affrontare Lucifero stesso. >>
<< Coraggioso. >>, lo scimmiotto. Lui mi fulmina con lo sguardo. Di rimango, io gli rido in faccia.
<< Hai dimenticato chi sono io, Mimi? >>, mi sfida lui, gonfiando il petto come una gallina.
<< No, Abbadon. Ho appena scoperto chi sei: un fallito, un povero scemo. Non mi servi! E adesso che abbiamo concluso la nostra amorevole discussione, mi sa che puoi anche andartene.
Come vedi ho Kingsley, che non sarà il più grande guerriero dei Cieli, ma che è il più grande fidanzato di tutti i tempi. E mi ama, Jack, mi ama, come tu non hai mai fatto.
Eppure non è fatto della mia stessa essenza. Eppure...ha resistito per tanti anni, da solo, aspettandomi, reggendomi ed aiutandomi, e consolandomi anche, Jack. Un po'come hai fatto tu con Gabrielle prima e Schuyler poi, non è vero?
Ama Maggie come se fosse sua figlia nonostante non lo è! E c'è stato, Jack. Ha rifiutato tutti i suoi doveri celesti per starmi accanto. Abbiamo combattuto Jack, mentre tu te ne sei fregato di me e di tutti gli altri, andandotene a spasso con la Van Alen! >>
Oh! Fa proprio bene sfogarsi. Sento il sangue che è affluito al viso. Gesticolo mentre parlo, mentre gli occhi di Jack si fanno sempre più affilati.
<< Basta! >>, m'interrompe, la voce potente che fa svegliare Maggie e la fa piangere. << Tu non sai nulla! >>, continua, coprendo le urla di Maggie con le sue. << Tu non sai proprio nulla! Non ti sei mai accorta che amavo Schuyler? Allora sei solo una stupida ragazzina snob!
Credevi di avere il mondo ai tuoi piedi, me compreso!
Credevi che per tutti questi secoli, io non mi fossi scocciato di te, delle tue manie? In questo ciclo eri molto diversa dagli altri! Mi sembravi un'altra.
Non eri più Azrael.
Anche gli altri erano diversi, tu non eri l'unica eccezione...ma eri quella che mi bruciava di più. Non potevo credere che anche Azrael si fosse rammollita in quel modo! >> Rammollita! Io! << E poi è arrivata Schuyler, così coraggiosa, così attenta. Ha capito subito che c'era qualcosa che non andava e che la Commissione stesse solo nascondendo tutto. >>
<< Ma per favore! Ma se hai fatto tutto quel casino solo per aggiungerla alle tue conquiste! >>, dico io, ridendo.
<< Sicuramente era meglio di te! Mi faceva divertire di più! >> , ruggisce lui. Ohhh! La piccola Sgorbia lo fa meglio di me! Questa è bella. Devo assolutamente dirlo a Kingsley!
Mi scopro a non temere il confronto tra me e Schuyler. So chi ha la meglio, in tutto.
E sono io.
<< Forse eri tu che non eri poi così buono. Sai, sei scaduto un po', caro. >>
Jack sta fremendo. Vuole trasformarsi per caso?
<< Stai fermo, stupido. Se ti trasformi farai del male alla bambina. >>, lo avverto freddamente.
Lui si calma.
<< Allora. >>, conclude, con il fiato ansante per la discussione. Sta diventando vecchio, povero Jack. Già affanna. Già ha gli acciacchi dell'età!
<< Allora, chiamerò l'avvocato per il divorzio. Sarà semplice. Comunque, non c'è stato nessun legame tra me e te. Era tutto fasullo, me l'hanno detto. >> Mi sento come Lady Diana quando scoprì che gli altri nel palazzo coprivano il suo maritino che la tradiva con l'amante. << Lo ammettevano. Ti coprivano. L'importante è che ci fosse quella facciata che desse agli altri vampiri un po'di sicurezza. >>
Lui annuisce, sicuro di sé. Non mi teme più. Ha Schuyler ed è lei che vuole per sempre.
<< Questa facciata non ha più senso, ormai. Finirà presto e tutti saremo liberi. >>. Il mio tono è duro e freddo. Gesù, come sono brava!
<< Molto bene. >>
<< Allora puoi andartene. >>
<< Infatti, me ne vado. >>
Mi supera a testa alta, senza degnarmi di uno sguardo, aprendo e chiudendo la porta con le movenze di un guerriero glorioso. Sospiro, sono fiera di me. Oddio non vedevo l'ora che uscisse dalla camera!, portandosi via il tanfo di guerra e gli stivali sporchi di melma e di Schuyler Van Alen.

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Capitolo 48
*** XXXVVVII_♥ ***


~The Yummy Mummy Drama_♥

47

Let me take you to Rio...
Fly on the ocean like an eagle, eagle
then we can chill in my gazeebo

Para ter um amor e um pouquinho de Rio
Onde a paixão é o riso de alguém
Vou te dar calor e um carinho de ritmo
Todo meu amor por natureza vem, vem


:-Senhora! Senhora bonita!-
Mi giro sui tacchi, cercando di avere la mia miglior espressione da toro imbufalito, ma so che fallirò miseramente. So già che con loro perdo in partenza.
I quattro bambini mi si affollano attorno alle gambe, continuando a strepitare in portoghese -personalmente io lo capisco; sapevate che conosco tutte le lingue del mondo? Sono Mimi Force, gentaglia.
:-E va bene...questa volta vi accontento, vi porto alla base. Anzi, a casa nostra.- Lancio una fugace occhiata a Kingsley, che sorride. Il suo sorriso da so-che-hai-un-cuore-e-pure-tenero; il sorriso che mi fa venir voglia di dare un pugno alla sua faccia da ebete figo. Però lo lascio stare perchè non vorrei dare un cattivo esempio a questi bimbi (e non è perchè Kingsley mi abbraccia sempre dopo che ho fatto la carina con loro, no no.)
:-Muito obrigados, muito obridagos!-, mi ringraziano loro.
:-Não hà de que-, rispondo io (vedete com'è perfetto il mio portoghese?). Persino Kingsley mi guarda meravigliato: il mio accento è da far sbavare i newyorkesi snob. A questo punto penso che dovrei sbavare io stessa del mio accento...ehm, no. Meglio di no.
In fondo, è normale che adesso chiunque incontri mi scambi per una del posto: sono qui da quasi un'anno. Ormai la mia pelle è diventata dorata.
Tiro fuori lo specchietto: Dio, come sono esotica. Gli occhi verdi sulla pelle scura sono davvero da sballo. Potrei sembrare una brasiliana. Quasi quasi mi tingo i capelli. Un bel castano cioccolato: l'inizio di una nuova vita.
Tutte le donne quando vogliono cambiare vita si tingono i capelli. Ugh. Io ho sempre detto di non voler essere "tutte le donne". Però devo ammettere che mi piacerebbe...mmh...magari Kingsley mi chiamerà "a minha senhora bonita"...dimenticheremo l'inglese! Sììì!
:-Kingsley!- lo chiamo :-Ti piacerebbe se mi tingessi i capelli? Dici di sì, stupido.-
:-Dipende dal colore.-
:-Castano cioccolata. Magari con i riflessi biondi...-, inizio a fantasticare: mi vedo già su una spiaggia di Rio con il vento che mi scompiglia la mia nuova, fantastica capigliatura.
Lui mi lancia uno sguardo divertito :-No. Sembrerebbe come se avessi strisce di escrementi lungo i capelli.-
Gli scaglio lo specchietto contro. :-Tu hai la cacca nei capelli, animale!-
Kingsley si ferma, poi mi raggiunge a grandi passi. Ha l'odore di chi non si lava da giorni. Inspiro a lungo e sto per fargli una battutina pungente quando lui mi spiazza :-Come mai vuoi tingerti i capelli?-
Oddio, come prende le cose sul serio! :-Davvero, Mimi. Vuoi restare qui in Brasile?- Oh. Beh...avevo tenuto conto di un ritorno a Manhattan, per me era scontato; ma ora che ci rifletto...insomma, non sento la mancanza dell'Upper East Side. Non sento la mancanza di nessuno.
Tutti quelli di cui ho bisogno sono qui, accanto a me.
:-Sto bene qui...a Rio.-
:-Vuoi fare la Venator per sempre?- Negli occhi, gli brilla una luce. So che è una domanda a trabocchetto. Se faccio la Venator mi lascia: gli uomini non amano le donne più forti di loro! Oddio. Gli prendo la mano e dico :-Tesoro...sai che resterò a casa tra torte e servizi da sballo.-
Kingsley ride. :-Per una volta, sii seria.-
Uff, sa che odio fare la seria. Serietà=Maturità=Vecchiaia. E io non sono vecchia! :-Va bene. Vorrei fare la Venator. Non proprio per sempre ma...per un lungo periodo.-
Lui mi scruta attentamente.
Sa di quanto avrei voluto uccid...ehm, discutere con Jack. E sa del nostro "incontro" nella camera di Maggie. Reggo il suo sguardo, lo sfido. "Avanti, prova a dire che Mimi Force è nel torto. Quel coglione che ci ha provato tanti anni fa ha perso il lavoro e ora chiede la carità sotto casa mia, Martin."
:-Non sto dicendo che sei nel torto. E la carità a casa tua non vengo a chiederla:- dice con uno scintillio negli occhi :-casomai chiedo qualcos'altro.-
:-Ti farei dormire a terra, nemmeno nella cuccia del mio cane.- tiro su con il naso casomai non avesse inteso bene.
Scoppia in una risata. Mmh, forse non lo farei dormire a terra...e nemmeno nella cuccia del cane. Guardatelo: il classico tipo da "ehi, baby, sono bello e so che mi cadrai ai piedi".
Bla bla bla.
Ridi ridi, Martin.
:-Non mi faresti dormire a terra, non da solo almeno.- chiarisce. 1 a 0 per la caccola. :-Ma anche io voglio restare a Rio. E fare il Venator. E stare con te e Maggie.- Questa volta il suo sguardo è tenero, come quello di un coniglio a cui dai la carotina. Mi lascio andare. Sono stanca di fare la preziosa, di sprecare tante energie per non dargli soddisfazione. E'troppo stancate e io ci tengo alla mia salute.
:-Anche io.- dico, finalmente.
Lui mi prende per mano e, mentre mi giro per chiamare i bambini (:-Senhores, senhores, obrigados, obrigados!-), ci dirigiamo a casa.
Che a chiamarla casa, ci vuole coraggio.
E'una baracca con una camera, un bagno e un soggiorno-corridoio. Avete presente The Sims Fuori Tutti, la cosa sfondata che quel tizio chiamava casa?(io non sceglievo mai la tizia che aveva la faccia tosta di portare il mio stesso nome.) Ecco, uguale.
Ma noi ci stiamo benissimo.
I bambini si divertono e per loro è una villa in Florida. E poi Maggie li adora. Ormai cammina -ha già il portamento da modella della madre, orgoglio!- e quindi può tirare i riccioli della bimba con la canotta-di-Hello-Kitty (gliel'ho regalata io: era un'insulto agli occhi quella cosa sporca...del Real Madrid, poi. Oddio.)
:-Eis-nos aqui!- Eccoci!
Inspiro l'aria di casa. Odora di...casa.
Ha le pareti color crema e il pavimento odora di limone (il mio detersivo preferito per lavare a terra ha questo odore, ma Kingsley crede che siano i miei poteri magici, sshhh!, non ditegli niente!). I piatti sono ordinati dentro le credenze. Il bagno splende.
Da quando ci siamo trasferiti in Brasile, ho preso la fissa della pulizia. Prima, sarei inorridita se qualcuno mi avesse messo la pezza in mano e lo spruzzo dall'altra, ma quando siamo arrivati qui, non c'era più nessun domestico: dovevamo vedercela da soli.
Così, vincendo il disgusto dell'antiesteticità dei guanti blu, ho imparato la difficile arte dei servizi. Essì: sembra una sciocchezza, ma all'inizio è complicato. Poi, dopo le sudate, e dopo i primi tentativi -non ho fallito miseramente!- è arrivata la soddisfazione del vedere la casetta pulita e ordinata.
E'una baracca, Trinity e Charles vomiterebbero la loro elegante bile a vederla, ma è casa mia. Anzi, nostra.
I bambini si lanciano dentro e, a turno, io e Kingsley li laviamo per bene. Ci siamo proprio affezionati a loro.
Tra schizzi e spruzzi, io e Kingsley ne usciamo talmente sporchi da doverci lavare anche noi. Non siamo più i folli vampiri che per un vestito spenderebbero un migliaio di dollari -a proposito, ormai ho dimenticato a quanto corrisponde un dollaro qui.
Ora i soldi li mettiamo da parte; facciamo i Venator senza essere pagati. Ma non ho intenzione di farlo ancora per molto: vorrei trovarmi un lavoro qui. Magari aiutare i bimbi come i quattro che ora infestano casa mia -però sono tranquilli, devo essere sincera.
Mi guardo intorno: i brasiliani stanno giocando con Maggie, che non ha più addosso le scarpine Baby Dior, semmai un paio di sandaletti presi al mercatino di Rio, e che è diventata bilingue.
Ricorda l'inglese (ricorda anche Jack; e Trinity e Charles. Ma Kingsley non lo sa). Al mio fianco, l'oggetto dei miei pensieri mi circonda la vita con un braccio.
Io sorriso e gli poggio la testa sulla spalla.
Questa, ormai, è la mia famiglia.
Siamo in tanti, non siamo certamente ricchi, e non indossiamo vestitini firmati o scarpe Liu Jo, viviamo in una casupola, ma quello che abbiamo ce lo siamo guadagnato con la fatica e il sudore.
E a me sta bene così.


Angolo Autrice
Arrieccomeeee!!! Finitaaaa!!!!=D
Avevo detto di un matrimonio? No, sarebbe stato banale.
Ho preferito fare così: Mimi è finalmente cresciuta.
E'un'altra Mimi, quella che la De La Cruz ci ha fatto scorgere in qualche libro. Non la ricca viziata.
E'una guerriera, ma anche una donna dal cuore grande.
E che dire di Kingsley? ;)
E i bimbi io li ho trovati adorabili.
Per me, questo dovrebbe essere il finale per lei e Kingsley u.u
Com muito carinho, Angel <3

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