Road

di veros
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Convivenza ***
Capitolo 2: *** L'inizio ***
Capitolo 3: *** Relazioni ***
Capitolo 4: *** Eventi ***
Capitolo 5: *** Casa ***



Capitolo 1
*** Convivenza ***


Il viaggio stava andando per le lunghe, a John cominciavano già a ricrescere i capelli:”sono già di cinque centimetri “ continuava a ripetere da un po’. 
Così, la sua capigliatura ci aiutava a tenere il conto del tempo che stavamo passando lontano da casa: esattamente un mese e due giorni o trentadue giorni, a scelta.
 Il motivo di quel vagabondaggio non era ben chiaro, Anthony continuava ad asserire che il suo scopo era quello di ripulirsi completamente dalla droga in compagnia dei suoi migliori amici e in giro per l’America senza una meta stabilita.
Taylor era, invece, fortemente deciso a godersi il senso di libertà che il vagabondare senza meta poteva offrirgli, così, all’avventura se mai gli si fosse presentata davanti; cosa non di meno importanza, si era deciso a godersi il divertimento sfrenato con Dave, che non faceva altro da oltre un mese che esaltarsi e rimanere in uno stato euforico per ore.
Sembrava fosse regredito allo stadio infantile in cui qualsiasi cosa attirava la sua attenzione, persino un cartello stradale con la scritta “Road To Ruin”  e aveva insistito per prenderlo: lo aveva staccato dal suolo con l’aiuto di Eddie e poi aveva incollato la parte superiore al furgoncino.
 Diceva che sarebbe stato il loro personale porta fortuna. Lucy era d’accordissimo con lui e,anzi, andava d’accordissimo con lui, tanto che avevano finito per condividere il materasso gonfiabile ad una piazza e mezzo che Dave si era portato dietro ma che aveva gonfiato Anthony giusto perché non voleva pensare alla droga.
 Eddie continuava a ridere come un cretino ogni volta che vedeva quel materassino perché diceva che ormai si poteva definire ad acqua dopo tutta la saliva che Kiedis ci aveva sputato dentro per gonfiarlo e, diciamocelo, ci aveva messo pure tanto :dall’alba al tramonto con pause varie perché non si era accorto prima del mezzogiorno che aveva un buco.
 Il sole della California cominciava proprio a farsi sentire, Taylor, che aveva la spogliata molto facile, si era abbronzato moltissimo ed era diventato ancora più biondo, lui si che aveva l’aspetto del classico surfista californiano, il bello della situazione che però non manifestava apparente interesse per quelle “gran fighe” a detta di John che si abbrustolivano sulla spiaggia.
Lui, invece, sì che manifestava il suo interesse e camminava a petto nudo con i jeans lunghi, i piedi nudi, e una delle sue solite camicie a quadri sulla spalla con fare baldanzoso e camminava ciondolando un po’, atteggiandosi da “macho” , guardandosi intorno e sorridendo qualche volta.
Eddie,invece, in quel periodo, usciva raramente dal furgoncino e quando era fuori se ne stava rigorosamente all’ombra di una benedetta pianta a scrivere sul suo block notes personale; preferiva sicuramente i climi nordici e si lamentava del fatto che i suoi capelli lunghi lo facevano morire di caldo.
 Non era un tipo molto estroverso, anche lui veniva da problemi di droga e diceva che scrivere sul suo taccuino lo teneva abbastanza impegnato per non pensare alla dipendenza, perciò girava sempre con una matita dietro all’orecchio e il blocchetto nella tasca posteriore dei jeans.
 Cosa scrivesse rimase a lungo un mistero. Spesso aveva delle brevi conversazioni con Anthony in cui gli spiegava quale era l’atteggiamento giusto da tenere contro la droga: “Tu sei un soldato, sei un americano per bacco, che la forza sia con te! Non devi darla vinta a quella dipendenza, mai e poi mai!” gesticolava molto per rendere meglio il concetto e ogni volta che poteva girava con l’elmetto da soldato in testa per ricordare la lezione ad Anthony.
 Tutti credevano che tra Dave e Lucy ci fosse effettivamente qualcosa che riguardasse non tanto la sfera sentimentale ma solo la semplice e pura attrazione fisica, no.
 Niente di tutto ciò era giusto, niente amore e niente sesso solo amicizia; era cominciata sin da subito: Dave per eccellenza il parlatore numero uno di tutta l’America aveva attaccato discorso e Lucy si era limitata a rispondere sfoggiando il suo bel sorriso. “E che bel sorriso  e che belle tette” aveva detto Taylor in confidenza con Dave.
Non c’era nessun motivo dunque per considerarlo “un frocetto del cavolo” così come lo definiva spudoratamente John facendo lo spaccone e asserendo al fatto che così sbarbato e così biondo non poteva essere altrimenti. Pregiudizi. 
Sia Taylor che Dave coltivavano da un po’ la passione per i basettoni e si lisciavano la faccia apposta per farli vedere bene .
 
 
 

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Capitolo 2
*** L'inizio ***


Dave e Taylor si conoscevano circa dal Gennaio di quello stesso anno, 1997, si erano parlati per la prima volta in un bar di Seattle alle tre e mezza di notte, quando Lucy ci aveva accompagnato Dave per farlo sbronzare per bene e lui tutto sbronzo aveva attaccato discorso con il biondo venticinquenne.
 Avevano parlato “di un sacco di cose che rimangono tali, siccome non le ricordo” diceva Dave, “indicibili” precisava Lucy.
Quella sera Taylor, piuttosto ubriaco, verso le quattro di mattina aveva mostrato alla coppia delle foto in cui era completamente vestito da donna e ci rideva sopra dicendo che era il suo lavoro: “io faccio queste cose, capisci?” e Dave scoppiava in una fragorosa risata, “sono piuttosto figa, un sedere da urlo” terminava sbattendo la mano sul tavolo con gli occhi annebbiati dall’alcol.
 Lucy riconobbe subito la divisa da cameriera del locale per Gay situato esattamente dall’altra parte della strada ed ebbe la sensazione che Taylor fosse, quanto meno, uno strano Gay; ma senza un motivo preciso. 
Il Maggio di quello stesso anno  Anthony Kiedis arrivò da Los Angeles a Seattle con la certezza assoluta che il cento per cento di umidità della città gli avrebbe fatto passare la voglia di sballarsi e gli avrebbe fatto venire dei boccoli da urlo.
Più volte ripeté a Dave che curarsi i boccoli avrebbe sostituito la sua vecchia occupazione di spacciatore drogato e incapace di rimanere pulito; “sproloqui dovuti all’astinenza” ripeteva John quando disgraziatamente ascoltava i discorsi di Kiedis e lui stesso gli dava ragione. 
Da Los Angeles, però, proveniva anche John e si era trasferito con Anthony per lasciare il suo vecchio lavoro da giardiniere, “che sarebbe un modo carino per dire che si prendeva cura di piantine di Marijuana. “ precisava Kiedis.
Non c’era perciò nessun motivo per cui loro due fossero legati alla nuova città e potevano partire con noi senza nessun problema. “Andiamo in California o in Texas o dove volete, io voglio solo divertirmi” insisteva Dave da un po’.
 Lucy si imbucò e insisteva per partecipare al viaggio a tutti i costi e ovviamente John non perse l’occasione per chiedere se ci fosse un posto anche per le sue tette perché diceva che sul furgoncino ci sarebbero state strette.
 Lei non lo considerava proprio, anzi, sì, lo considerava ma solo” tremendamente maleducato e con un aspetto da prostituta.”
 Taylor era così sorpreso del buon gusto di Lucy, tanto che la sua attenzione cominciò a spostarsi dal suo busto alla sua faccia così da renderla molto felice perché finalmente c’era qualcuno, a parte Dave, che la guardava negli occhi mentre parlava.
 Perciò, si chiese verso quale sponda Taylor piegava effettivamente.
 Alla metà di Giugno, a due settimane dalla partenza, si aggiunse al gruppo Eddie Vedder; Lo avevamo trovato per strada, in effetti faceva il benzinaio.
 A dire il vero, ci eravamo fermati al primo distributore che avevamo incrociato sulla strada e lo avevamo osservato   mentre dormiva sopra ad un albero: “strano, è Dave quello con la faccia da scimmia” ci aveva fatto notare Lucy.
Scoprimmo la mattina seguente che il poveretto non possedeva una casa ed era una specie di profugo o qualcosa del genere che stava scappando dal suo spacciatore.
“Anthony, sei tu il suo spacciatore?” chiedeva Dave tremendamente divertito.
 Kiedis, che per redimersi cercava disperatamente di fare del bene al prossimo, volle che Vedder si unisse al gruppo, soprattutto dopo aver scoperto che avevano gli stessi problemi causati dalla dipendenza.
 Si era trasformato in una specie di buon samaritano ambulante con la tendenza ad accogliere i poveri e gli emarginati e se avesse avuto una frusta probabilmente si sarebbe scorticato la schiena pur di non ricadere nel baratro della droga.
 Nel frattempo, la meta prestabilita che  Lucy aveva scelto era la California, John la trovava una buonissima idea “solo per scopare” suggeriva Taylor “e per scopare ancora” aggiungeva Dave.
 Tutto questo rendeva il loro umore particolarmente alto e gioioso a parte quello di John che secondo Eddie teneva il muso anche mentre faceva sesso.
 

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Capitolo 3
*** Relazioni ***


La presunzione di John era molto evidente: “è un ragazzo proprio pieno di sé” ci disse Anthony la prima volta che ce lo presentò “ma è il mio migliore amico” disse alla fine, come a giustificarlo o semplicemente a giustificare la sua presenza al viaggio.
Ultimamente , però, Kiedis si era avvicinato pericolosamente a Eddie e Lucy cominciava a nutrire dei dubbi sul loro “rapporto così stretto” come lo definiva sempre.
 Dave non ci dava tanto peso,anzi, era sempre stato favorevole all’unione omosessuale o di qualsiasi genere questa unione fosse.
 Eddie sosteneva che fosse l’astinenza a spingere Anthony a comportarsi in quel modo “però , l’astinenza non mi ha mai fatto baciare Dave” precisava Taylor ridendo parecchio.
John non ne fu sconvolto o scosso o stupito, probabilmente, sapeva già come fosse Kiedis : “è la persona migliore che io conosca” diceva con orgoglio e Lucy ne era rimasta colpita tanto che, dopo sessanta giorni di viaggio, Frusciante si rimetteva in carreggiata e cominciava a giocare per ottenere un po’ di considerazione da parte di Lucy.
 Dave e Taylor, invece, erano diversi, dimostravano la loro amicizia tutti i giorni, dimostravano quanto il loro affiatamento aumentasse e quanto ci tenessero l’uno all’altro: “ è come se fosse mio fratello minore” ripeteva in continuazione Dave ed Eddie non poteva fare a meno di notare quanto fossero simili.
 Proprio Vedder scriveva sul suo taccuino una specie di diario di bordo, la storia della sua vita con gli altri per capire e capirsi meglio e di loro scrisse: “ sono l’esempio per me, due persone che hanno teso una mano per essere aiutate e l’uno ha preso quella dell’altro”.
Anche Lucy era affascinata da quel rapporto; era affascinata soprattutto da Taylor.
 Nonostante non avesse ancora capito bene cosa a lui interessasse, si sentiva inspiegabilmente attratta “ ma non so in che modo e non so perchè” confidava a Dave.
E lui era diventato il perno intorno al quale si muovevano i suoi due migliori amici ed entrambi si confidavano con lui.
 John, quindi, rimaneva un po’ in disparte, aveva sostituito Eddie ed era entrato nel cerchio della solitudine: “andiamocene di qui, qui non c’è più niente che non mi faccia annoiare” ci aveva detto e noi fummo d’accordo con lui, perciò, partimmo di nuovo.
 Anthony sfruttò l’occasione per farsi crescere un paio di enormi baffi e Taylor aveva fatto esattamente la stessa cosa; “In Texas sono tutti così”ci aveva assicurato.
 Vuoi che fosse per l’immigrazione, vuoi che fosse perché erano passati di moda ma entrambi si resero conto che nessun Texano possedeva un paio di baffi del genere e, anzi, erano per la maggior parte sbarbati.
“Patetico” commentava Anthony.
 Viaggiare da costa a costa fu un impresa titanica soprattutto per il nostro furgone che Eddie risistemò almeno un paio di volte.
 A destinazione, Dave aveva trovato un parcheggio pieno zeppo di nuovi Hippie, gente carica insomma, gente strafatta  e felice che ci aveva pregato di rimanere con loro per qualche tempo; “Il Texas è proprio un posto divertente” ripeteva in continuazione Dave “più di me e Taylor messi assieme” e finiva con un gran sorriso.
 Lucy lo aveva sempre definito una persona  genuina e spontanea, la più vera che avesse mai conosciuto.
 Si erano incontrati la prima volta a Seattle alla festa di un amico comune e Dave,un po’ alticcio, raccontava, ridendo alla grande, di come la sua fidanzata lo avesse lasciato “solo perché frequento della gente come voi, intendo, lasciate che lei dica, per me siete simpatici” e ripeteva le esatte parole con cui la sua ragazza aveva descritto i suoi amici.
 Tutto ciò bastò quella volta ad attirare l’attenzione di Lucy che, ancora non lo sapeva, ma avrebbe stretto con Dave l’amicizia più importante della sua vita, almeno fino a quel momento; anche se a dire il vero quella sera si parlarono solo per qualche minuto.
Era il 1995, precisamente l’Agosto del 1995.
 

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Capitolo 4
*** Eventi ***


Una di quelle sere dei simpatici Texani improvvisarono una danza tipica piuttosto esagitata e Lucy si unì al balletto sfoggiando una minigonna da urlo: “Qui non va di moda coprire troppo le chiappe” ci aveva detto qualche ora prima tornando da una passeggiata assieme ad Anthony.
Taylor non poté fare a meno che sbirciarla di nascosto mentre John aveva studiato un’angolazione tale, che gli permetteva di osservare benissimo tutte le sue curve; non che a lei dispiacesse essere guardata, solo che preferiva i modi indiscreti di Taylor.
 “Su e indietro, mano, piede e tacco” ripeteva Anthony cercando di muoversi decentemente, e aveva coinvolto persino Eddie che più che altro inciampava sui suoi stessi piedi e sbatteva contro gli altri: “come sei abile” lo apostrofava “tu sembri un’ oca frocia, invece” gli rispondeva Eddie indaffaratissimo.
 Dave, come suo solito, parlava, stavolta con una vecchia signora Hippie che si era avvicinata incuriosita dalla danza e discutevano di un tatuaggio, qualcosa che ricordasse a Dave del viaggio e delle persone conosciute; glielo avrebbe fatto lei la sera stessa.
Tutto sommato il tempo aveva ripreso a scorrere velocemente e vivevamo esattamente come avremmo voluto: “On the Road” prendendo in prestito le parole di Taylor.
 Ma la sensazione che quel viaggio avrebbe avuto una fine cominciava ad insinuarsi dentro di noi prepotentemente.
Ci chiedevamo spesso per quanto ce lo saremmo ricordati e se ci saremmo rincontrati in seguito, se la nostra amicizia sarebbe durata per sempre o se l’ultimo giorno nel furgoncino avrebbe coinciso con l’ultimo giorno insieme.
“Friends & Friendship” recitava il nuovo tatuaggio   che Dave portava sul collo sotto forma di due sole “F” maiuscole; “Questo è per sempre” ci disse “e per tutti” continuò.
 Adesso sapevamo che non ci saremmo mai dimenticati.
Tre giorni dopo Eddie si decise finalmente a tagliare i capelli ed a diventare “un uomo quasi serio o un quasi uomo” come amava ripetere Anthony “con addirittura un paio di orecchie!”  e guardava John che, giorni prima, gli aveva confidato che secondo lui, proprio per la mancanza di quelle teneva i capelli lunghi.
 “E come avrebbe fatto a sentirci?” chiedeva Kiedis, “Non lo so, io le orecchie le ho” rispondeva con gran naturalezza  John.
 Dal canto suo Lucy fu molto stupita del nuovo aspetto di Eddie e gli fece una serie infinita di complimenti sottolineando quanto somigliasse molto meno ad un alberello di Natale con i boccoli.
Ma lei desiderava qualcun altro, Taylor per l’esattezza. Vuoi che fossero le stelle e l’atmosfera, vuoi che fosse il momento giusto lui, quella sera, la baciò.
 I giorni seguenti  non li vedemmo più in atteggiamenti simili, ci fu solo un gran gioco di sguardi e qualche sorriso di circostanza.
 “A volte le persone si rendono conto che quello di cui hanno bisogno è solo un po’ di compagnia , talvolta momentanea. Giusto per liberarsi della tristezza causata da chi abbiamo considerato molto importante per noi” scriveva Eddie; e ogni volta terminava rimettendosi in tasca il suo Block Notes.
 

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Capitolo 5
*** Casa ***


Non c’era una data precisa o stabilita per tornare a casa, così come non vi fu una data certa quando partimmo.
  Dave  era solamente stanco della situazione di stallo in cui viveva e di potersi permettere poco e niente con il suo stipendio.
 Decise , quindi, che era ora di utilizzare il denaro risparmiato e “non pensarci” ci disse “perché altrimenti mi viene male, non ho più un soldo” terminava sedendosi demoralizzato nel furgone.
Taylor, dal canto suo, aveva fatto una ben precisa scelta di vita che gli aveva garantito una modesta quantità di denaro, che avrebbe fatto invidia a chiunque nelle nostre condizioni.
 Persino John fu costretto a scendere dal piedistallo ed ammise, parlando con Anthony, che una volta tornato a casa avrebbe dovuto dormire sul pavimento di qualche amico perché l’affitto della sua abitazione era diventato impagabile.
Di certo nessuno di noi all’epoca navigava nell’oro, “sguazziamo tutti nella stessa merda, ragazzi.  E dobbiamo scavalcare una montagna di sterco” ci diceva Eddie con fare scherzoso e sorridente; e sapeva benissimo che se avesse voluto, avrebbe trovato un posto da operaio in quei super festival in cui doveva arrampicarsi sulle impalcature senza imbragatura per sistemare i faretti a trenta metri dal suolo.
 Faceva il benzinaio perché una volta era rimasto appeso a due mani al ferro centrale di uno dei tanti palchi in Virginia ed aveva avuto una paura bestiale, ma al momento attuale non aveva altre possibilità di lavorare.
 Il vero problema era la totale mancanza di titoli di studio utilizzabili per una qualsiasi occupazione normale e rispettabile  e così Anthony si era rassegnato da anni e da anni faceva “la prostituta” , quindi, non aveva motivo di preoccuparsi.
 Però la sua condizione era completamente cambiata nel giro di tre mesi, così come era precipitata quando aveva solo ventisette anni dopo una relazione travagliata, un crollo nervoso ed un abuso di eroina.
Cambiare, per lui, era di obbligo.
Lucy, invece, aveva altri piani, altri programmi:“Quindi, dove sparisci questa volta?”  le chiese Dave, lei sorrise “vado da qualche parte”, “non posso proprio saperlo, dunque?” “no” rispose  con la sua solita espressione dolce e sorridente e buona. 
Era suo solito cambiare spesso città, dopo due anni a Seattle si trasferiva, di nuovo, e avrebbe spedito una lettera a Dave per rivelargli il suo nuovo indirizzo.
Fu solo in quel momento che Taylor realizzò di averla persa e rimase serio per un po’ a fissarla, a guardarla parlare con Dave; avevano costruito un rapporto in quei tre mesi: “per te ci sarò sempre Taylor” gli aveva detto in un momento successivo al bacio, eppure non si erano parlati molto dopo quell’evento,ed era finita così.
Zero parole.
Quindi una volta tornato in città provò quella sensazione di ritorno alla normalità, come se il viaggio fosse stato una lunga parentesi della sua vita e ora potesse ricucire senza problemi il suo rapporto con Lucy.
 Però lei partì.
 Dave, dal canto suo, salutò tutti con enorme gioia quella sera e si diresse verso casa con il suo migliore amico; Anthony contraccambiò il saluto, John mostrò per la prima volta la sua felicità ed Eddie li abbracciò entrambi da dietro ridendo rumorosamente.
 Senza dubbio eravamo persone migliori.
 

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