I sedici anni non sono mai come li vorresti.

di fearlesshippie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #Sedici anni. ***
Capitolo 2: *** #dipendenza. ***



Capitolo 1
*** #Sedici anni. ***



'A sedici anni il mondo non è mai come lo vorresti,è tutto troppo o troppo poco.' 
Lo scriveva lei sul banco di scuola la mattina,lo scriveva sul suo diario la sera.
Iris aveva tutto,un i-pod  e i suoi amici,niente sarebbe potuto essere più bello. 
-Devo trovare un hobby,qualcosa che non mi faccia pensare più di due minuti,un diversivo dai miei sbalzi d'umore.- disse,e si rigirò tra le  lenzuola.
Quella mattina pioveva a dirotto,la notte si era svegliata a causa dei tuoni. La pioggia le faceva uno strano effetto,sarà a causa della sua metereopatia. Ancora non capiva perchè se il cielo era grigio per lei sarebbe stata una brutta giornata,se il cielo piangeva doveva piangere anche lei. Si tirò su e si tolse  le cuffiette dalle orecchie,ma non prima dileggere il titolo della canzone: 'Hey There Delilah' di Plain White T's. Ora sapeva perchè non aveva dormito bene,quella notte. Posò l'i-pod e prese il cellulare per disattivare la sveglia che tra li e due minuti sarebbe suonata; infine si alzò,si tolse i calzini dai piedi e si diresse in bagno per una rinfrescata al volo. Solo dopo essere tornata in camera a prendere la borsa si ricordò di non aver finito neanche quella sera il libro di cui avrebbe dovuto consegnare la relazione di li a due giorni.
La pioggia battè  sul vetro con forza,ricordandole ad ogni goccia che era in ritardo. Un saluto frettoloso ai fratelli insonnoliti,scese di corsa le scale e corse alla  metropolitana.
Cinque minuti dopo passò il treno,infilò l'ultima cabina e cercò posto con lo sguardo; niente,sarebbe rimasta in piedi per le quattro fermate successive. Quindici minuti dopo si trovava fuori dal cancello della scuola,in compagnia di una sua amica,Marthe. -Non sono riuscita a finire il film,neanche il libro. Sono nei casini,Marthe!- dopo un mese di scuola aveva arretrati tanti di quei compiti che il solo pensiero le metteva ansia. Marthe le propose di dare uno sguardo alla sua ,di relazione,nel caso in cui non riuscisse a finire il libro. Marthe sembrava convinta,ma Iris le disse che avrebbe cercato di finire il libro,almeno quel libro.
-Non è pessimismo o noia,è che tutto mi pesa,in questo periodo. - continuò Iris. 
-Te lo dico io cos'è che ti pesa: è l'assenza di qualcuno. Marthe le fece l'occhiolino e scoppiò in un risolino complice. Iris sbuffò,irritata. 
-No,sta' sicura Marthe,non centra niente. - le rispose,brusca. 
La campana suonò e i ragazzi si riversarono nelle proprie aule. 
Entrò nell'aula 7 e prese posto al terzo banco,tenendo l'altro posto occupato con la borsa. Dopo pochi minuti entrò di corsa una ragazza dai capelli biondo chiaro,occhi incatramati di rimmel e una sgargiante,enorme borsa sotto braccio: Rose. Si salutarono con un bacio sulle guance e Rose prese posto affianco a Iris.
Per un'estate intera non si erano potute incontrare perchè Rose era dovuta partire per due mesi; avevano due mesi da raccontarsi,e gli occhi eccitati di Rose rivelavano quanto aspettasse quel momento,ma furono interrotte dall'arrivo del prof di Inglese,il signor Smith,scortato da un ragazzo dai capelli corvini,il quale si guardò attorno fino a incrociare gli occhi di Iris e la salutò con un cenno della mano,si girò e filò nella propria aula.
Iris le fece cenno di aspettare ancora un'ora. Quanto le era mancata la sua amica,quell'estate. Non sopportava di sentire la mancanza delle persone.
Un'ora dopo il professore prese i suoi libri e filò fuori dall'aula,mentre i ragazzi si alzarono e cominciarono a chiacchierare eccitati. Rose cominciò con un resoconto dettagliato delle sue vacanze,riprendendo fiato ogni tanto e gesticolando furiosamente. Iris ascoltava,quando il ragazzo corvino venne incontro furtivamente alle spalle di Rose con una smorfia sul volto sorridente. Rose,accortasi che l'amica si tratteneva dal ridere,si girò di scatto,dando una gomitata al ragazzo,il quale alzò una mano in segno di scusa.
- Ciao Josh-Iris gli sorrise.
-Ciao Iris- Josh le si avvicinò e la baciò sulle guance. -Stasera vengo da te,ok?. - continuò lui con un sorriso e si allontanò per andare dal suo amico. 
Iris lo seguì con lo sguardo mentre Rose riprese il suo monologo. - Secondo me sareste una coppia perfetta,tu e Josh - disse all'improvviso. 
- Scherzi? Lo conosco da sette anni,è il mio migliore amico,punto. - rispose frettolosamente Iris,si girò e si sedette al suo posto. 
-Oh,certo,come se da un'amicizia non possa nascere un'amore,non dire stronzata Iris!- buttò lì Rose. Intanto Josh era in compagnia del suo amico moro e di un altro paio  ragazzi sullo stipide della porta,e discutevano animatamente. All'arrivo del professore tornarono a posto.
Iris aveva capelli castano rame,due grandi occhi verdi,le mani bianche,non le piacevano i ghiaccioli,troppo freddi per i suoi denti sensibili; e Josh quel giorno la guardava,l'ha guardata più del solito,forse aveva voglia di dirle che era bella,che quel giorno era particolarmente carina,ma non l'avrebbe fatto,lui non lo faceva mai. Lei era Iris,solo Iris,nome strano;. Iris era abbastanza alta,vestiva come le veniva,non si preoccupava mai di abbinare la borsa alle scarpe o il tutto al trucco.
Non era brava in niente,non sapeva ne disegnare ne a cucinare,non riusciva neanche ad aspettare che il caffè uscisse dalla macchinetta la mattina,era una di quelle impulsive.














Angolo dello scrittore:
è tratto da una storia vera. 
Il nome Iris può subire cambiamenti,poichè non mi convince tanto. 
xx

 

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Capitolo 2
*** #dipendenza. ***


Forse Iris non sarebbe dovuta essere sotto casa in compagnia di Josh.
Si abbracciarono e le andò via il malumore. Non gli ripeteva abbastanza della sua vita quanto fosse importante per lei,quanto avesse bisogno di lui e del suo caratteraccio. 
- Allora,sorella,cosa facciamo domani pomeriggio?- le chiese Josh mentre ripeteva storia per il giorno dopo. Josh la chiamava sempre sorella,soprattutto quando gli mancava,o solamente quando fingeva di essere geloso. Le voleva bene. E Iris si sentiva una piccola bambina quando era insieme a lui.
Si conoscevano da sette anni,la loro amicizia crebbe in modo molto rapido,si incontrarono,si guardarono,parlarono delle loro vita,mangiarono rumorosamente un pacco di patatine,si guadarono negli occhi tutto il pomeriggio e divennero come fratelli. Il suo cuore pompava solo tra le braccia di Josh,gli occhi le brillavano solo quando lui le sorrideva per sbaglio sulla metro.
Era un mercoledi pomeriggio,fuori ancora pioveva e lei stava bene.
Era una di quelle amicizia instabili e indistruttibili. Josh era il tipo che faceva cadere i libri a terra solo per guardare il culo di qualcuna,aveva occhi grigi,i capelli scomposti,il tipico ragazzo con il sorriso fisso sulle labbra,le cartine dietro l'orecchio destro,la camicia da boscaiolo sbottonata e una canotta bianca sotto,quel tatuaggio sul polpaccio che sembrava essere stato disegnato per lui; camminava scomposto,salutava con un cenno solo,lo potevi trovare in un pub mentre baciava una ragazza,una birra chiara tra le dita. Era il ragazzo che tutte notavano,di cui tutte scrivevano su qualche banco.
 Passarono un'altra ora a ripete nomi stupidi di persone importanti,sorridendo di quella storia stupida che erano costretti a studiare.
- Come vanno le cose tra i tuoi? - buttò li Josh,cercando di tastare piano l'argomento. Iris sorrise.
I suoi avevano da poco divorziato,dopo anni di litigi. Sua madre si era innamorata di un uomo e si vedevano di nascosto, si amavano nelle stanze buie d'ufficio,la mattina faceva una corsa a casa dicendo di essere rimasta bloccata in ufficio tutta la notte. Quante bugie si devono raccontare per amare. 
- Bene,si sta meglio. - mentì Iris. 
- Le omissioni sono comele bugie,Iris...e quindi sei una gran bugiarda. - Josh si piegò sul tavolo per guardarla negli occhi,serio.
Con lui era così,non c'erano spiragli. 
- I miei non sono mai stati innamorati. La loro era solo dipendenza. E' che l'amore è troppo complicato,non lo si può spiegare neanche dopo aver letto i migliori romanzi,con i consigli di psicologi.
- Iris,amare è,è e basta. La dipendenza è non sentirsi abbastanza,è essere in astinenza da qualcosa,o qualcuno,ma non è mai la parola adatta per niente. -sussurrò lui,ad occhi bassi.
Iris era dipendente da Josh,ecco qual'è la parola adatta. Quella sera non scrisse neanche una pagina di diario. 

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