Non Posso Credere Che Ci Stiamo Riprovando

di _LostinLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Never Told You That I Love You? ***
Capitolo 2: *** I'm Came Back, Baby! ***
Capitolo 3: *** Carpe Diem ***
Capitolo 4: *** Are You Afraid? ***
Capitolo 5: *** Kiss Me, I'm Better Than Them ***
Capitolo 6: *** That's So Wrong? ***
Capitolo 7: *** Prince And Princess ***
Capitolo 8: *** Do You Remember Us? ***
Capitolo 9: *** You. You are my answer. ***
Capitolo 10: *** I'll Miss You.. But I Can't How To Say It. ***
Capitolo 11: *** A Beautiful Day With You. ***
Capitolo 12: *** Wake Me Up ***
Capitolo 13: *** I Already Miss You ***
Capitolo 14: *** They Won't Stop Us. ***



Capitolo 1
*** I Never Told You That I Love You? ***


Eccomi, ciao a tutti. Sono sempre io, Marta. Sempre con quella band impressa nel cuore, e quelle due mongole di amiche che mi tartassano. Ecco, diciamo semplicemente che Marta (cioè io, LOL) è tornata a milano, anzi sta partendo. Beh, lei deve tornarci con il coro in cui si è iscritta all'inizio della scuola sotto consiglio di Nicole. Anche lei fa' parte di un coro e magia delle magie *rullo di tamburi* per l'inizio dell'estate devono fare un concerto assieme. e chissà come mai sarà proprio Nicole a ospitare la nostra protagonista a casa sua. Casualmente nello stesso periodo i One Direction torneranno per un Meet e Marta potrà di nuovo incontrarli, sempre con Morg e Nic. Non voglio dirvi tutto, ma tanto scoprirete gran parte già dal primo capitolo. Volevo solo rendervi le cose più .. si può dire difficili? beh, forse non in questo caso, ma vi voglio solo preannunciare che marta durante la vacanza dovrà riuscire a "salvarsi la pelle" per una ragione che l'ha un po' scombussolata.. siete curiose? beh, la soluzione è in questo capitolo. se siete sveglie ( e non addormentate sulla tastiera) ci arriverte subito! LOOL
buona lettura cari! :3

"Cosa ti succede Marta?", mi chiese Andrea sedendosi affianco a me. lo guardai mentre si toglieva lo zaino dalle spalle. mi guardò negli occhi e mi sorrise.
"perchè? sono brutta?", chiesi sconvolta.
"no, per nulla. ero solo curioso.", sussurrò prendendomi la mano e giocherellando con l'anello che portavo al dito. guardai le sue dita veloci che sfioravano la mia pelle.
"beh, in realtà sono felicissima.", dissi sistemandomi i capelli dietro l'orecchio. incominciai a tremare dalla felicità. ma dovevo aspettare il bus per tornare a casa, e sembrava ci mettese secoli ad arrivare.
"e come mai?"
"beh, stasera parto per milano."
"con il treno come l'altr'anno?", mi chiese e i nostri sguardi si incorociarono di nuovo. e i ricordi mi balzarono alla mente. l'eccitazione di quando ero arrivata in stazione. l'abbraccio caldo di nicole, e poi le lacrime con morgana. il giro a milano, le compere, il gelato, le risate. e poi mauro, la famiglia delle due beduine, il cane di nicole. e il concerto, quando siamo salite sul palco, le foto, gli autografi, i ricordi. e poi zayn che mi diceva che mi aamva. e le altre lacrime quando ci eravamo dovute lasciare, e il loro ultimo regalo: quel braccialetto con scritto "Easy Dreams". scossì la testa e mi guardai il polso, dove era ancora lì. quel bellissimo braccialetto multicolore che faceva sempre sorridere.
"no, vado coll'aereo."
"ah sì? e come mai?", mi chiese sorridendomi. il vento sferzò sui nostri visi e scoppiammo a ridere. in realtà stavamo ridendo per nulla, solo mi piaceva la sensazione di noi due che parlavamo normalmente. non lo facevamo spesso, e quando succedeva era magnifico.
"vado col coro. ti ricordi che ci sono entrata a inizio scuola? ecco, ora dobbiamo fare una specie di unione di canto. bon, una cosa così e .. dobbiamo farlo con un coro di milano. e andrò a dormire a casa di una delle coriste e starò là per una settimana.", dissi quando mi lasciò la mano. lasciai scivolare la mia sacca per terra e accavallai le gambe, com'ero solita fare quando ero agitata.
"ma oggi è l'ultimo giorno di scuola."; disse quasi lamentandosi.
"lo so, ma tanto dopo di oggi non ci vedremo più, no?"
"ma se volessi chiamarti?", mi chiese.
"lo puoi fare, andrea. sempre."; dissi e lui mi strinse le mani.
"devi proprio partire?", mi guardò con quei grandisismi occhi verdi. e la luce del pomeriggio li faceva ancora più chiari e splendenti.
"andrea, è il mio sogno."
"l'hai già vissuto.", disse si avvicinò a me.
"voglio riviverlo.", sussurrai.
"non ti è bastato una volta?"
"quando ami qualcosa, ne vuoi solo una parte o tutto?", chiesi.
"ma marta .. mi mancherai."; disse poi abbassando lo sguardo, arrendendosi alla cosa.
"andrea, sei un ragazzo fantastico. sei il migliore compagno di classe che una persona possa mai desiderare. e ora sono in seconda superiore, e voglio godermi la vita. è vero: sono già andata a milano ma rivedere morgana e nicole .. è tutto troppo allettante. e poi lo sai, no? i one direction faranno un meet proprio fra cinque giorni. non me lo posso perdere."
"e se riuscissi a convincerti a restare?", chiese con un barlume di speranza negli occhi. feci un sorriso.
"non dirmi nulla, ti prego. perchè ho paura che riusciresti a farmi rimanere. e io voglio partire, più di qualunque altra cosa: io voglio partire di nuovo per milano. voglio seguire di nuovo i miei sogni. voglio che avverirono ancora una volta. voglio sentire l'abbraccio e i baci di nicole e morgana. e le loro voci non da dietro un telefono. voglio vederle, e non da skype. voglio sentirmi a casa ancora una volta."
"casa è dove il tuo cuore si trova, lo sai?", chiese.
"ho lasciato il mio cuore a milano, andrea.", sussurrai.
"ne sei sicura?", chiese ancora.
"sì, l'ho lasciato nelle mani delle mie due migliori amiche. nessuno riuscirà mai a strapparglielo di mano.", dissi e mi sfiorò l'avambraccio destro. guardai il suo pollice che toccava la mia pelle con delicatezza. lui alzò lo sguardo per guardarmi.
" e quindi non ci sentiremo prima di una settimana? ", domandò. annuii. "Mi mancherai." 
"l'hai già detto."
"lo so, e te lo ripeterò.", disse e lo abbracciai forte.
"sei molto dolce.", dissi quando mi lasciò dalle sue braccia. presi la mia sacca e guardai il mio bus avvicinarsi. eravamo solo noi due alla fermata, e andrea avrebbe preso il bus successivo che andava dall'altra parte del paese. mi voltai per guardarlo e il bus si fermò a pochi metri da me. l'autista aprì la porta e si fermò a leggere per un attimo il giornale. io salii sopra e mi sedetti in un posto a caso, vicino al finestrino. guardai andrea alzarsi e infilarsi lo zaino sulle spalle. poi si avvicinò a me e appoggiò la mano sul vetro. io dall'altra parte feci combaciare le nostre mani. certo, lui aveva delle mani moooolto più grandi delle mie, perchè faceva piano da molto tempo. ma era una cosa molto carina. cominciò a parlarmi ma io non ruscivo a sentirlo, poichè avevo le cuffie alle orecchie. chiusi la musica ma ancora non sentivo nulla. poi prese il cellulare in mano, scrisse qualcosa e appoggiò lo schermo al vetro. c'era scritto: "devo dirti una cosa, puoi scendere?"
Ci sorridemmo a vicenda e lasciai la roba lì dov'era. la corriera era mezza vuota e l'autista stava ancora leggendo il quotidiano. mentre camminavo verso la porta anche andrea mi raggiunse. mi fermai all'ultimo scalino e lo guardai. mi sorrise e avvampò di colpo. lo guardai stupita: lui non era per nulla timido, e vederlo arrossire era qualcosa di strano. "cosa succede?", chiesi.
"e se riuscissi a convincerti a restare?", mi chiese di nuovo.
"andrea.. ti ho detto di no.", dissi.
"dammi solo una possibilità.", mi scongiurò.
"sei il mio migliore amico. ti voglio bene e mi mancherai da morire. ma è solo una settimana, lo sai, no? non moriremo."
"ma io sì. io morirò.", disse. scoppiai a ridere. "eddai, lasciami provare."
"dimmi, cosa faresti per convincermi?", chiesi.
"allora, vi muovete voi due?", chiese l'autista dietro di me.
"tempo scaduto.", dissi risalendo gli scalini senza voltargli le spalle. andrea saltò di colpo in avanti e mi prese il viso tra le mani. appoggiò velocemente le sue labbra sulle mie e poi scese prima che la porta si chiudesse. io rimasi in piedi a guardarlo. mi sfiorai la bocca con le dita mentre il bus si allontanava. poi riuscii a recuperare le idee e mi sedetti di nuovo al mio posto. il mio cellulare aveva lo schermo acceso segnalandomi un messaggio. lo aprii subito, era lui: "ti ho mai detto che ti amo?"

"E quindi ti ha baciato?", chiese morgana. ero al telefono con lei, ed io ero nel bagno dell'aereo. mancava meno di mezz'ora all'atterraggio ma mi avevano talmente riempito di messaggi quelle due che non avevo non potuto chiamarle.
"Sì, mi ha baciata. ora sono completamente fusa.", dissi io sconvolta. mi appoggiai allo specchio.
"e ora come fai?", chiese nicole. sì, nicole era a casa di morgana e stavano usando il vivavoce.
"non lo so. non li ho risposto. credo che ora mi odi."
"ma ti ama!", sentenziò morgana.
"che intuito, ragazza."; disse nicole ridendo.
"ehy, basta voi due! aiutatemi, vi prego."
"ma a te piace?", chiese morgana.
"no, sì .. beh forse."
"come forse? o sì o no.", urlò nicole.
"non lo so. a volte lo odio, a volte gli voglio un bene da impazzire. ma non mi è mai passata per la mente l'idea di noi due assieme.",
"non ti piace.";annunciò morgana.
"probabilmente hai ragione.", dissi.
"e diglielo.", disse poi.
"ma poi non saremo più amici come prima. quando gli parlerò, avrò la costante paura che qualsiasi cosa dica aumenti il suo amore per me. è una cosa bruttissima."
"di che sei lesbica!", propose nicole.
"dì che hai un ragazzo!", propose dopo morgana.
"consigli più facili?", chiesi.
"beh, essere lesbiche non è difficile.", disse nic.
"non farò mai la parte della lesbica.", dissi. non che avessi problemi contro di loro, eh .. solo che non mi sentivo lesbica in nessun modo. sperai che stessero scherzando.
"allora trovati un ragazzo.", disse morg.
"certo, vado al supermercato e ne compro uno.", dissi ridendo.
"no, lo conquisti!", disse nic.
"ovvio, perchè c'è una fila di ragazzi dietro di me che vogliono provarci."
"ma nessuno del coro ti piace?", chiese morgana.
"no, nessuno.", dissi.
"ma che palle di te. sei proprio schizzinosa.", disse nic.
"perchè a te piace qualcuno del coro?!", urlai.
"ecco .. su uno ci farei un pensierino."; disse poi. io e morgana scoppiammo a ridere.
"provaci con uno del mio coro.", proprose poi nicole.
"nic, capisco che i nostri cori si devono unire per fare un concerto a fine settimana. ma questo non significa che devo approffondire i contatti."
"approffondire i contatti?", ripetè ridendo morgana.
"okay .. ti troveremo un ragazzo a milano.", disse nicole.
"non è semplice."; dissi io.
"c'è sempre mauro!", urlò morgana. ecco, lo sapevo. usciva sempre fuori con mauro, suo fratello. sapevamo tutte e tre che avevo una cotta per lui. insomma, cotta .. diciamo che lo trovavo .. attraente? sì può dire attraente? beh, era un bel ragazzo. tutto qua. e loro due ci scherzavano sempre sopra. a volte mi infastidiva, a volte solo mi divertiva da impazzire. ridevo sempre quando nicole mi prendeva in giro chiamandolo "il mio futuro marito", anche se in realtà non lo sarebbe mai stato. mi infastidiva solo all'idea che lui fosse più piccolo di me di un anno. però credo che a morgana piacesse l'idea che potessimo imaprentarci.
"no, mauro no.", dissi dopo. credo che con i miei pensieri, non avessi risposto per un buon minuto e mezzo.
" ti sei emozioanta a sentire il suo nome? ", chiese nic ridendo.
" sentite, sono nei casini. ", annunciai. "potreste aiutarmi?" 
"certo, e lo stiamo facendo.", disse morg.
"ho già capito, ora chiamo andre e gli dico che sono lesbica.", dissi. e sentii quelle due ridere.
"eddai non farei l'offesa.", dissero poi in coro.
"solo non voglio ferirlo, mi capite? ma perchè mi sono ficcata in questo guaio?! non potevo stare zitta invece di presentarmi a lui.. maledizione."
"okay, quando arrivi ci organizziamo per bene. riusciremo a tirati fuori da questo guaio. ti voglio bene.", disse morgana.
"ehy, anche io ti voglio bene!", urlò nic.
"ve ne voglio anche io, ragazze. ora devo chiudere però.", dissi e chiusi la telefonata. presi il cellulare e guardai l'ennesimo messaggio di andrea, in cui mi chiedeva come stavo e se mis tava pensando. sbuffai e me ne tornai al mio posto. la ragazza affianco al mio sedilo mi sorrise e io feci lo stesso. il display si accese di nuovo ed era ancora andrea: "Cosa ti succede? Perchè non mi parli più? sei offesa? non mi ami?" .. borbottai qualcosa contro Dio e gli angeli, e poi scrissi velocemente una risposta. era qualcosa del tipo: "No, non sono offesa. sì, cerco di non risponderti più perchè sono sconvolta. e no, non credo di amarti. non so come gestire la cosa, andrea.. è successo tutto di fretta, e io non credo di essere giusta per te. beh, forse tu non sei giusto per me."

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Capitolo 2
*** I'm Came Back, Baby! ***


Scesi di corsa dal pulmino, con le due valigie appresso. Molti altri miei compagni di coro mi seguirono mentre correvo verso l'atrio di quella scuola. era lì il ritrovo, alle otto di sera, subito dopo l'atterraggio dell'aereo, per dividere i ragazzi e dirigerli verso le famiglie che le ospitavano. beh, io sapevo con chi dovevo andare. ero l'unica che venivo ospitata dalla famiglia, ed ero felicissima perchè gli organizzatori ci avevano permesso di "scegliere" un po'. e quando avevamo saputo con chi stavamo facendo lo scambio io ero letteralmente impazzita.
La porta si aprì automaticamente e mi fiondai dentro. l'atrio era pieno di famiglie, molti genitori che stringevano i propri figli. io mi fermai solo per cercare i suoi occhi e quando incrociammo i nostri sguardo lasciai le mie valigie dov'erano. corsi incontro a nicole e lei si avvicinò a me. sembravamo ancora una volta due bambine. ma non ci vedevamo da un anno, e questa volta ci saremmo frequentate di più. e io mi sentivo volare talmente ero felice, e lei aveva un sorriso a 4378356 denti che non riusciva a togliersi dal volto. quando lasciai l'abbraccio, con qualche difficoltà, lei si scansò per lasciare il posto ad un altra figura: morgana. i miei occhi si riempirono di lacrime, poichè non contavo proprio di vederla prima di due giorni siccome aveva detto di essere andata in vacanza. le saltai addosso piangendo mentre lei rideva. nicole scoppiò a ridere e si intrufolò tra di noi. poi facemmo un enorme abbraccio di gruppo.
"ehm, ragazze? forse dovreste ascoltare."; ci avvisò la madre di nicole tentando si scolalrci l'una dalle altre. noi le sorridemmo e presi le mei valigie. ci avvicinammo a due signori piuttosto vecchi, ovvero gli organizzatori di tutto che cominciarono a parlare per una buona mezz'ora di come comportarsi bene, degli orari da seguire, le regole della famiglia da rispettare, e di impegnarsi sempre. quando finì il nome di ogni ragazzo del mio coro venne chiamato assieme alla corrispondente famiglia. sentii un brivido percorrermi la schiena quando il mio nome seguì il cognome di nicole. mi sentivo di nuovo a casa, assieme a quelle due fantastiche ragazze. mi rilassai e il padre di nicole mi prese le valigie. le portò in macchina e ci saltammo tutti dentro. perfino morgana restava a dormire con noi, per quella sera.
"eccoci a casa, di nuovo.", disse la madre di nicole.
"grazie signora. è stupendo essere ritornati.", dissi sorridendole. lei mi ringraziò con un stupendo sorriso e mi lasciò in balia di morg e nic che avevano cominciato a saltare ovunque e pure a strillare. io avevo avuto un ora buona d'aereo per rilassarmi e capire la situazione.
"hai già mangiato?", chiese nicole.
"Ho lo stomaco chiuso.", dissi.
"beh, noi dobbiamo ancora cenare."; disse il padre di nicole.
"allora grazie, ma preferirei non mangiare. se non vi dispiace vorrei ritirarmi un po'."
"è stato un viaggio stancante?", chiese mrogana preoccupata.
"no, l'eccitazione mi sta sconvoglendo.", dissi e risi.
"okay, marta. sai dov'è la stanza di nicole, no?", chiese sua madre.
"sì, signora. prendo le valigie e vi lascio cenare."; dissi afferrando le mie cose e lasciandole nel pavimento della sua camera. poi mi accorsi che c'era un letto in più. era strano, poichè non vi era mai stato.
"sì, lo abbiamo aggiunto per te.", disse nicole affacciandosi alla porta.
"per me? stai scherzando?", chiesi sorridendo.
" beh, l'idea è stata mia! ", urlò morgana. "siccome qualche volta vengo a dormire qui, e poi anche per te .. per non farti dormire sul apvimento per una settimana." 
"wow.. grazie mille.", dissi e se ne andarono sempre ridacchiando. aprii le mie valigie e organizzai le cose per bene, tirando fuori le scarpe e la trousse per i trucchi. quando sistemai i vestiti in pile ordinate mi gettai sul mio letto e guardai il soffitto sorridendo. non ci potevo ancora credere di essere a milano, di nuovo con morgana e nicole. di nuovo a sognare come l'anno precedente. di nuovo a sospirare per gli stessi sogni. a seguire le stesse persone. ero tornata, gente!

"E ora cosa facciamo?", chiese morgana appena svegliata. io ero già in piedi e mi stavo spazzolando i capelli seduta sul letto. nicole, invece, dormiva ancora.
"Non saprei .. è appena iniziata l'estate, tu cosa fai in genere?"
"Non lo so.", disse e scoppiammo a ridere.
"qualcosa che vuoi fare da impazzire?", chiesi voltandomi verso di lei.
"svegliare nic con delle urla.", propose.
"no, facciamo come i One Direction."
"sai a memoria la canzone It's Time To Get Up?", chiese e io annuii. lei mi sorrise divertita. "sai suonare la chitarra elettrica?", chiese dando un occhiata alla chitarra di nicole, appoggiata al muro.
"no, solo quella classica. so che ci sono accordi diversi, ma si può fare."; dissi ridendo e mi avvicinai a prenderla. quando morgana fu vicina a nicole io cominciai a strimpellare e cantammo. beh,e rano le dieci di mattina e anche se non avevamo guidato lontanto per prenderle da mangaire era proprio il momento di alzarsi. nicole saltò giù subito dal letto, spaventata. e quando ci vide scoppiò a ridere mentre noi cercavamo di non gettarsi a terra dalle risate.
"ma cosa succede qui?", chiese il apdre di nic entrando. poi vide noi tre in pigiama, mentre cantavamo una canzone a lui sconosciuta per svegliare sua figlia. quando realizzò le cose si mise a ridere. "beh, è un ottima sveglia.", commentò prima di andarsene.
"siete cattivissime.", disse nic poi.
"lo sappiamo, baby.", dissi chiamandola con uno dei suoi soprannomi.
"taci tata!", mi urlò di seguito lei, usando un altro dei miei nickname.
" ehy, mangiamo? ", propose morgana.
 "sì , e poi?",  chiesi.
"beh, dobbiamo andare a casa di morg poi. mangiamo là e poi andiamo a lezione di canto.", disse nic.
"per me va' benissimo.", dissi riponendo la chitarra e dirigendomi verso la cucina, dove si sentiva il profumo forte di caffè appena fatto.

"mauroo?! ci sei?", chiese morgana dopo aver aperto la porta di casa.
"uhmm..", mormorò uan voce maschile dal salotto.
"okay, restiamo per pranzo, te lo ha detto la mamma?", chiese ancora lei facendo tintinnare le chiavi di casa.
"sì, lo so. ha preparato della parta da mettere in microonde.", disse lui comparendo all'entrata.
"bene."; disse nic. guardai mauro che ancora una volta era solo in boxer. abbassai lo sguardo mentre le mie guancie avvampavano e cercai di distrarmi guardando morgana che gettava le chiavi in un cestino assieme a tante altre.
"ciao ragazze.", disse poi mauro riferendosi a me e nicole. io gli sorrisi.
"  ehy, noi due andiamo in camera mia.  ", disse morgana superando suo fratello.
"  posso venire?  ", chiesi sperando in una risposta affermativa.
"  più tardi.. è una cosa privata. cioè.. non puoi venire, okay? guarda la TV con mauro  ."; disse nic balbettando.
"  oookay.  "; disse lui facendo una smorfia. poi si gettò sul divano e io mi sedetti affianco  a lui. " cosa vuoi vedere? ", chies e facendo zappi ng. si fermò davanti a dun film vecchio in bianco e nero, che parlava di una storia d'amore. sgranai gli occhi e lui rise. " non  è il tuo genere?", chiese cambiando canale.  
 "no, mi piacciono. solo che non è momento."
"sei stata mollata?", chiese a brucia pelo. da quando era così espansivo?
"no, affatto.", risposi.
"hai il ragazzo?", domandò ancora fermandosi a guardare dei cartoni animati.
"non proprio.", dissi sperando che la smettesse con il suo terzo grado. mi sentivo imbarazzata.
"come mai?"
"diciamo che ho qualcuno che .. che mi aspetta a casa.", dissi poi.
"eh?"
"piaccio ad un ragazzo.", sintetizzai in breve.
"ah .."
"e tu?", chiesi.
"io cosa?"
"tu non hai la ragazza?"
"non ancora.", disse e risi.
"sei il genere: sono troppo fico per avere solo una ragazza?"
"no, no. devo ancora trovare quella giusta."
"wow, sembri sensibile."; dissi.
"no, solo dicono che questa frase ha effetto sulle donne."
"beh, direi che non dovresti svelare il segreto però."; dissi scoppiando a ridere. lui mi guardò e mi sorrise.
"com'è che fai di nome?", chiese poi e io gli feci la linguaccia. "dai che scherzo, me lo ricordo eh .."
"immagino.."; sussurrai.
"dai, ti chiami.. uhm, martina?"
"no.", dissi ridacchiando. "però ci sei."
"allora marta.", disse e rise.
"bravo!", gli porsi il pugno e lui sbattè il suo cotnro il mio.
" quanto tempo starai qui? ", chiese.
" credevo lo sapessi: morgana non fa' altro che parlare di questo da settimane." 
" non l'ascolto sempre ."
 "beh, una settimana. ", risposi sorridendo.
" bello, e dove starai? "
"s empre a casa di nic, anche se credo che farò su e giù da casa sua a questa. ", lui sorrise.
 "ti piacerà svegliarti la mattina e vedere questo figo qua. "; disse indicandosi.
" sì, sei proprio il sogno erotico di ogni donna. ", dissi ridendo e lui mi seguì subito. "nella vita basta essere convinti." 
"gne gne.", mi disse poi.
"di cosa state parlando?", chiese mrogana intrufolandosi nella conversazione.
"nulla di particolare.", disse mauro di colpo.
"seee, non mi fido.", disse lei poi.
"sei tu quella che mi ha lasciata con questo maniaco di sè stesso!", urlai ridendo.
"ehy, cosa le hai fatto?"; chiese morg prendendomi per un braccio e alzandomi dal divano.
"io? nulla.", disse granando gli occhi mauro.
"dai, lascialo stare. stavamo solo scherzando.", dissi poi.
"non vi lascerò mai più soli.", disse morg.
"senti, tu vuoi che non lo tratti come una cacchetta insignificante. ci sto provando, ma se non ci lasci parlare come credi che ci riusciamo?", chiesi.
"ehy, io non sono una cacchetta!", diss mauro. io e morgana ci voltammo a guardarlo e scoppiammo a ridere.
"sì, hai ragione. sei proprio un figaccio.";disse morgana rivolto a lui.
"ecco, così mi piace di più.", disse lui.
"ma .. ma è peggio di zayn.", dissi sclerando. scoppiammo a ridere e tutto mi sembrò eternamente fantastico. le nostre risate, il suo volto sorridente, gli occhi luminosi, il sorriso splendente. e le sue mani che stringevano le mie, il suo respiro  caldo che si univa al mio, il suo profumo alla lavanda che la circondava. era tutto esattamente come avevo ricordato. era tutto proprio come avevo lasciato. e ora che ero tornata, non vedevo l'ora di poter rivivere la mia vita. perchè fino a che non le avevo incorntrate mi sembrava di non essere nessuno. poi loro mi avevano accolto nella loro casa, nella loro vita e avevo cominciato a esistere. quando, però, le avevo lasciate credevo che avessi schiacciato il tasto "pausa" e ora mi sembrava bellissimo poter dire di aver premuto il tasto "play".

***AUTRICE***
Eccoci bellissimi e bellissime. come state? tutto bene? :)
beh, il capito è un po' NO-SENSE. beh, direi tanto senza senso. spero che i prossimi siano più belli e sostanziosi. in questo stavo morendo dal ridere per le battute, e le sfottiture su mauro. povero ragazzo ..
recensite, per favore? ve lo chiedo sempre ma non lo fate mai. e ho paura che non vi piaccia la storia. e non lo vorrei mai, credetemi ..
buona serata a tuttiii xx

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Capitolo 3
*** Carpe Diem ***


“s ai una cosa che proprio non mi mancava di milano? ”, dissi entrando in un grande edificio. Nicole mi aveva appena accompagnata e lì si sarebbero svolte le prove di coro. Morgana era restata a casa con mauro, mentre noi due avevamo preso un bus.
 la gente? ”, chiese ridendo e mi prese la mano. Le sorrisi. Ogni volta che ci abbracciavamo, mi sfioravamo mi sentivo più sicura di me. più sicura che quelli sarebbero stato dei giorni perfetti. E rendeva tutto ciò ancora più magico.
 no, quella c’è pure da me. non mi mancava affatto lo smog e tutto questo inquinamento. 
 scusami, ma tu abiti in mezzo ai campi. ”, disse e scoppiammo a ridere. Entrammo in un corridoio e mi ritrovai di fronte molti ragazzi del mio coro, poi notai gli occhi di nic illuminarsi quando guardò in avanti. Cercai di capire dove il suo sguardo era caduto, ma vedevo solo un gruppo di ragazzi che non conoscevo.
 chi è? ”, chiesi guardando uno dei tre ragazzi.
 chi è chi ?”, chiese lasciandomi la mano.
 quello che ti piace.. ”; sussurrai piano. “come si chiama? 
ah, dici marco?”, chiese e subito si tappò la bocca. L’aveva detto talmente ad alta voce che un ragazzo alto con degli stupendi occhi azzurri si voltò e sorrise verso nicole. Lei arrossì.
uhm, mica male.”, dissi squadrandolo. “begli occhi, bel viso .. bel culo:”, commentai.
eddai marta!”, disse e ridemmo.
e di comportamento com’è?”, chiesi.
è divertente e molto gentile.
è intelligente?”, chiesi e lei annuì. “wow, ma è la rincarnazione di Dio. Insomma, è perfetto.”, dissi fissandolo.
“guarda che se lo guardi così me lo sciupi:”, disse e risi.
scusami, hai ragione: è tutto tuo.”, sussurrai passando gli accanto mentre entravamo dentro una sala dove vi erano già il maestro del nostro e del loro coro. Sorrisi a entrambi e loro continuarono a parlare e a passarsi degli spartiti.
è solo un ragazzo ..”, commentò sedendosi su una sedia a caso. Io mi sistemai affianco a lei.
 direi che non è solo un ragazzo se ti sei presa una cotta per lui.” 
 okay, mi piace, contenta? ”, chiese con sguardo truce.
 aspetta.. era a lui che facevi riferimento ieri sera durante la telefonata? ”, chiesi e lei annuì arrossendo. “beh, ho già detto che hai buon gusto, ragazza? 
sì, tata. Lo hai già fatto.”, scoppiai a ridere mentre la sala si riempiva. Marco si sedette davanti di noi due e appena poté si voltò per salutare nic.
"ciao bella.", le sussurrò ma nicole aveva un espressione normale. lo salutò di corsa sperando che il maestro non se ne accorgesse. "ciao, e tu sei?", chiese chiedendo a me.
"mi chiamo marta. tu sei marco?", lui annuì, mi porse la mano e la strinsi. poi si voltò con un sorriso sulle labbra e tornammo a prestare attenzione.
"Bene ragazzi e ragazze. il vostro maestro mi ha detto che vi siete allenati per bene.", disse un uomo alto e con i capelli neri. automaticamente pensai all'insegnante di canto del coro di milano. "che ne dite se cominciamo a prepararci? ognuno sa' le proprie parti, no?", così dicendo cii alzammo tutti e velocemente spostammo le sedie lungo le pareti. ci sistemammo come ci stavano sistemando e io finii con nic nella prima fila, in centro.  durante il concerto dovevamo cantare quindici canzoni. avevamo dovuto impararle gran parte a memoria, anche se avevamo il testo sotto mano. il mio maestro cominciò a passare tra le file lasciando un porta spartiti con dei fogli già sistemati sopra. cominciai a sfogliarli, riportando alla mente il ritmo di ogni singola canzone.
"sappiamo l'ordine?", chiese poi il mio insegnante quando fu calato il silenzio. prese un foglio e cominciò a dire in ordine i titoli e noi seguivamo sistemando i fogli in caso ci fossero stati degli sbagli nel posizionamento. ma filò tutto liscio per me e nicole che dovemmo solo constatare che i fogli sul nostro porta spartito erano nell'ordine esatto. "le prime dieci, lo sapete, sono tutte da cantare assieme. le ultime cinque saranno miste. sapete già i gruppi e i duetti?", continuò. chiamò le ultime cinque canzoni e ogni volta le persone che sapevano che dovevano fare degli assoli alzavano la mano e dicevano il loro nome in modo che potessero venire segnati affianco al titolo. nella penultima canzone nicole alzò la mano da sola, poichè aveva una canzone tutta per sè. era la più brava di entrambi i cori, e io non aspettavo altro che sentirla cantare. quando disse l'ultimo titolo nic alzò di fretta di nuovo il braccio, mentre io timidamente sollevai la mano timidamente. avevamo un duetto insieme. nicole era eccitatissima all'idea di comaprare le nostre voci, mentre io stavo morendo di paura. e stavamo facendo solo le prove.
"benissimo, ora cominciamo. so' che le ultime canzoni sono le più difficili, ma abbiamo molte ore per prepararci e conto che già con i vostri cori, da soli, vi siate esercitati.", disse il maestro di nicole interrompendo il silenzio. quindi afferrò una bacchetta e si sistemò davanti al leggio. battè il tempo e io ebbi solo il tempo per ricordare le prime strofe del testo che la mia voce era già uscita dalle mie labbra, stranamente limpida e sicura.

"sei bravissima.", mi disse nicole quandò, dopo circa tre ore di lezione, potemmo uscire dall'edificio e aspettammo la machcina dei suoi.
"grazie mille. ma lo faccio solo per divertimento."
"beh, dovresti impegnarti di più .. il nostro duetto è l'ultimo, e dovrà essere perfetto.", commentò.
"nic, sei tu la stella qui. io faccio solo da fondo."
"sfondo? con la tua voce direi proprio di no."
"nicole, smettila. tu sie più brava."
"questo lo so .."
"allora taci.", lazitti e poi risi.
"ehy, ragazze. chi aspettate?", chiese ad un certo punto marco, spuntando alle nostre spalle.
"i miei.", balbettò sconvolta nicole.
"ah, ci vediamo domani, quindi?", chiese poi.
"sì, alle undici.", dissi sorridendogli amichevolmente.
" hai una bella voce. ", disse indica ndomi. io sbuffai. "cosa c'è?" 
" sembra che sia l'unica cosa che sapete dire. ", dissi poi.
" era un complimento. ", aggrottò la fronte.
" pensavo di essere qualcosa di più di uan ragazza con una voce bella. ", lui fece una smorfia e mi guardò confuso. "okay, grazie lo stesso." 
"prego cara. e tu nic, ricordami il CD.", disse le baciò la fronte, poi si dileguò tra le gente sul marciapiede.
"lo fa' spesso?", chiesi a nic che aveva gli occhi sgranati e sembrava non riuscisse a respirare. "niiiicole?!"
"come scusa? ero distratta."
"ho notato."; dissi ridacchiando. "lo fa' spesso?", ripetei.
"fare cosa?"
"baciarti al fronte, essere così espansivo, dolce e sensibile?"
"no, è la prima volta.", disse e mi voltai verso dove si era allontanato. "beh, sembra che ci stia provando."
"cosa?!", strillò.
"Carpe Diem.", le risposi ridendo.
"e cosa significa?"
"è latino, baby."
"lo so tata. dimmi cosa significa."
"Cogli l'attimo. significa cogli l'attimo."
"fai lo stesso con quell'andrea tu!", mi rimproverò lei.
"non posso. a me non piace, ficcatelo in testa. se non te ne sei accorta sto cercando un modo per respingerlo senza fargli male."
"cercare un ragazzo prima del tuo ritorno gli farà male."
"ma cos'altro potrei fare? se mi vedesse single ci proverebbe."
" ma se ti ama veramente lo farebbe sempre. "
" no, se mi ama veramente mi lascerebbe vivere la mia vita con LUI. perchè sa' che mi renderebbe felice stare con LUI, e che mi interessa e che non vedo altro. Andrea non credo lo capirà. "
" questo non è amore, questa è una sfida! ", disse ridendo. "è come se obblighi ad un ragazzo di non vedere un cartone." 
"mi stai paragonando a dun cartone animato?", chiesi confusa. in lontananza vidi la macchina dei suoi genitori.
"beh, dico solo che è impossibile."
"dovrò renderlo possibile, allora."
"marta, sii seria. digli semplicemente che non ti piace."
"l'ho già fatto.", dissi e la macchina si fermò davanti a noi due. salutai suo padre.
"e lui?", chiese appena salita in macchina.
"nulla, cioè .. ci prova ancora.", dissi a bassa voce.
"di cosa parlate?", chiese suo padre lanciandoci uno sguardo curioso dallo specchietto.
"di ragazzi, papà.", disse nic.
"ti piace qualcuno?", chiese ancora.
"no.", disse lei.
"sì.", dissi io.
"marta!", mi urlò spingendomi.
"nicole, smettila!", le dissi e scoppiammo a ridere.
"dammi il tuo cellulare.", disse baby tendendomi la mano.
"perchè?", chiesi.
"gli scriverò che non ti piace, ma lo farò con grazia."
"allora dammi il tuo.", dissi io.
"e perchè?"
"devo scrivere ad una certa persona che ti piace.", dissi e risi.
"allora no.", disse ritirando la mano. poi mi guardò  di nuovo. " e vabbene, dammi il cellulare. ", disse mi  porse il suo. lo afferrai velocemente e le diedi il mio. comicniammo a scrivere un a col telefonino dell'altra e quando finimmo, prima di inviare, leggemmo ad alta voce le nostre parole. " comincio io?", chiese. 
"sìsì.", dissi velocemente mentre suo apdre alzava la radio fignendo di non ascoltarci.
"bene, ecco: Ciao andrea. mi ci è voluto del tempo per trovare il coraggio di dirtelo. non sapevo come fare, anche se te lo avevo detto sembra che tu non abbia capito e non voglio ferirti. sei veramente importante per me, lo giuro. solo che non lo sei come tu speri di essere. sei un amico fantastico per me, e non voglio nient'altro. ti voglio bene e spero che la nsotra amicizia duri per sempre."
"oh, mamma nic. che dolce.", dissi e schiacciò il tasto "invia".
"grazie, ma ora leggiamo il tuo."
"okay, senti: ciao marco. un po' mi vergogno a scriverti sul cellulare invece che dirtelo a voce. ma ogni votla che ci provo, o che ci vorrei provare mi sento congelare, la mia lingua si blocca e le parole restano strette tra i denti. ti chiedo perdono se non ci sono mai riuscita, ma non sento più la forza di mentirti. mi piaci. tantissimo. probabilmente non sono la tua ragazza ideale, e non ti piaccio. ma volevo solo dirtelo, solo ti prego di restare amici se non provi gli stessi sentimenti che io provo per te. una ragazza mi ha detto Carpe Diem, e ho capito che era il momento di farlo. mi piaci."
"  oddio,cancellalo. non lo scriverei mai!  ", disse cercando di prendere il mio cellulare ma  ormai avevo già inviato il messaggio. " questa me la paghi .", disse poi. 
"  ehy, però quando si tratta di me va' tutto bene.  ", dissi facendo finta di essere arrabbiata.
"  to', ti è arrivato un messaggio.  "; disse lei. " è di andrea, leggiamolo. ", non ebbi neppure il tempo di a vvinarmi a lei e guardare il display che aveva già cominciato a recitare le sue parole: " marta, lo sapevo di non piacerti. ma quando hai detto che saremmo stati lontani ho sentito una stretta al cuore. e ho dovuto dirtelo. hai presente Carpe Diem? beh, ho dovuto proprio prendere la sitauzione in mano e baciarti. scusami se sono stato affrettato. saremo sempre migliori amici, come abbiamo sempre fatto. ti voglio bene, bellissima. torna presto, mi manchi. "
" oddio, è ancora innamorato. ", dissi disperandomi sul sedile.
" ma nooo, questo affetto lo aveva anche prima? "
" sì. ", dissi.
" ecco, è tornato come prima. ", sorrisi. "e marco?" 
" ah, sì.. il messaggio. ", disis ricordandomene. lo scherzo del cellulare si era acceso, ed era proprio lui.  cominciai a leggere: "ciao nic. ti perdono per il tuo poco coraggio, perchè anche io sono sua vittima. neppure io ho mai avuto la forza di dire alla ragazzo che mi piace un semplcie "ti amo". a volte mi sento in colpa e mi spiace che ci siamo mentiti a vicenda. perchè mi piaci anche tu, da morire." 
" ommioddio ommioddio ommioddioooo, non ci credo. fammi leggere, fammi leggere! ", cominciò a strillare come una bambina.  "nooo, gli piaccio!", disse  mi guardò. mi strinse in un abbracico che quasi mi lasciò senza resp iro.
"bene, tu sei a posto. ed io?", chiesi.
"beh, andrea non ti corre più dietro."
"ma mi sento foreveralone ora .."
"ti troveremo un ragazzo."; disse facendomi l'occhiolino. "la vita è troppo breve per non godersela."

***AUTRICE***
yeee, mi sto specializzando in capitoli NO SENSE. credo che morgana mi picchierà siccome non c'è, mentre lof arà pure nic perchè lei non vuole che si sappia che gli piace sto ragazzo. ahahahah scusatemi, carissime ma dovevo farlo!
nic, ti prego.. non picchiarmi! ç.ç
bene, ora che ne dite di uan recensione recensionuccia piccola piccolina? mi sento come il vicino dei simpson, LOL
buona notte (avete ntoato che l'ho pubbicata prima, oggi?) xx

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Capitolo 4
*** Are You Afraid? ***


Mi svegliai con calma lasciando che il vento dalla finestra mi accarezzasse il viso e che i raggi di sole mi riscaldassero la pelle. Aprii piano gli occhi e mi guardai attorno, riconoscendo la camera di nicole. Mi alzai dal letto, mi cambiai e prima di uscire dalla stanza notai la mia amica che si era accoccolata in un lato del letto e abbracciava il suo amatissimo cuscino con stampata la faccia di louis. Richiusi la porta sperando di non svegliarla e mi diressi in cucina dove sua madre stava preparando del caffè. Appena mi vide mi venne incontro mi abbracciò e mi disse “buon giorno, ne vuoi?”, alzando la caffettiera prima di lasciarla sul fuoco.
no, grazie. Avete del succo?”, lei mi sorrise e si diressi al frigo dove ne tirò fuori tre  bottiglie di plastica.
quale preferisci?”, mi chiese e io guardai le etichette. Scelsi il succo alla pera, in assoluto il mio preferito. Me ne verso in una grande tazza che poi appoggiò davanti a me.
la ringrazio.”, dissi sorseggiandone un po’ mentre lei cercava un pacco di biscotti sulla mensola.
nicole è già sveglia?”, chiese poi.
no, dorme ancora.”, risposi sedendomi.
beh, sono le nove. Quando dovete andare a fare le prove?
alle undici, poi facciamo pausa pranzo con tutti nella mensa e poi torniamo a lavorare fino alle tre.
che faticaccia.”, disse lei ridendo. Mi passò un piatto dove vi erano delle croissant calde. “ti piacciono?”
sì, grazie.”, dissi e ne presi una. ne mangiai un pezzettino e poi la ascoltai parlare.
fra un po’ potresti svegliarla? Io devo andare a lavoro e probabilmente dovreste andarci a piedi.
“va bene, so la strada.”, dissi dopo aver masticato per bene.
ah sì? allora sei libera.”, disse e si voltò a prendere delle tazze da caffè.
in che senso?”, chiesi.
 se vuoi uscire prima puoi farlo. Ti incontrerai con nicole là, no ? 
giusto.”, dissi. “posso?”
capisco che tu voglia stare da sola, cara. Hai già chiamato i tuoi?”, chiese poi.
no, lo volevo fare questa sera.”, dissi.
beh, fallo quando esci, saranno in pensiero.”, disse sorridendomi e poi bevette il caffè.
grazie mille. Vado a cambiarmi.”, finii il succo e mi porta la croissant in camera ma la finii prima di aprire la porta. Mi gettai sulla mia valigia e cercai dei jeans e una maglietta a maniche corte da indossare. Appena ne trovai una me la infilai mentre mi pettinavo i capelli. Finii di vestirmi e mi truccai. Poi presi la mia borsetta e ci ficcai dentro il cellulare ancora spento. Misi le scarpe e dopo una manciata di minuti fui fuori casa. Mi ricordavo perfettamente la strada poiché nicole mi aveva accompagnato anche l’anno precedente in quel luogo una paio di volte, quando doveva finire le prove. Quasi non ci credevo ancora che ora dovevo cantare con lei. attraversai la strada correndo, poiché la macchine a milano sembrava stessero facendo sempre gare di velocità. Nel mio paesino potevi attraversare anche dove non c’erano strisce pedonali senza preoccupazioni, a milano invece rischiavi continuamente la morte se lo si faceva.
ciao mamma.”, dissi dopo aver chiamato il telefono di casa.
oh, amore. Come stai?
benissimo, è tutto bellissimo qua.
come sta’ andando?
beh, le prove vanno benissimo. I genitori di nicole sono sempre gentilissimi. E morgana è divertentissima.
e nient’altro?
cosa devo dirti mamma? Milano è splendente, c’è il sole.
e le macchine.”, disse ridendo dopo aver sentito il rombo di un motore.
e smog.”, dissi e scoppiammo a ridere.
mi manchi piccola.
anche tu mi manchi mamma.”, dissi e mi fermai ad un incrocio. “vorrei che fossi qui, milano è veramente stupenda.”
immagino .. quando tornerai?
perché me lo chiedi? So’ che hai segnato il giorno sul calendario cerchiandolo. Probabilmente starai cancellando le date.”
solo mi preoccupo.
mamma, so badare a me stessa.
ora dove sei?
su delle strisce.”, dissi attraversando la strada.
“e stai parlando con me? oddio, molla giù il telefono!”, risi e mi fermai davanti all’entrata di un parchetto piuttosto misero. C’era una panchina sotto un albero all’ombra. Mi precipitai a sedermi. Ero già accaldata.
ecco, ora sono seduta.
per strada?!”, risi.
no, in una panchina.
ah ..”, sussurrò poi. “chiamami quando hai bisogno, okay? Chiamami sempre. Ci sarò.”
lo so. E da voi come va’?
bene, tuo padre ha i soliti problemi alla schiena e io aiuto tua sorella a studiare per gli esami. Non credevo che l’università fosse così difficile.
per fortuna che tu non ci sei andata.
gne gne.”, disse e io risi. “ora ti lascio, stammi bene.”
lo farò. Ti voglio bene.
anche io, piccola.”, disse e chiusi la telefonata. Una lacrima scivolò lunga la guancia ma la asciugai subito. Era possibile che già  mi mancasse? Se andavo da qualche parte finivo sempre con sentirmi male perché mi mancava.  Mi distesi sulla panchina e cominciai a guardare le foglie dell’albero mosse dal vento. L’aria mi pizzicava il volto ma era comunque una sensazione piacevole.  Lasciai il cellulare in tasca, in silenzioso e chiusi gli occhi per un istante. Nonostante i rumori, l’odore acre del gas e la vista infinita di palazzi milano era così bella così diversa da sembrarmi bella.
Infilai gli auricolari e chiusi gli occhi. l’afa era talmente tanta che mi stava stancando già di mattina. Voltai la testa per vedere un gruppetto di ragazzi che ridevano sul marciapiede. Tre avevano anche un motorino, mentre tra i loro corpi risaltavano due ragazze bionde che mostravano le loro gambe magre e lunghe. Feci una smorfia e tornai a fissare l’albero. Sinceramente questo albero non aveva nulla di speciale, ma era una macchia di verde in un deserto di grigio. Guardai il giorno sul cellulare e mi ricordai che dopo tre giorni i One Direction sarebbero venuti proprio a Milano. Sorrisi al pensiero di poterli rivedere ancora una volta. Di sicuro non si ricordavano di me, nic e morg .. ma noi sapevamo chi erano e questo ci importava. Ci piaceva molto di più l’idea che i loro sguardi avrebbero incrociato di nuovo i nostri. Non volevamo vantarci perché sapevamo che c’erano molte ragazze che dietro a uno schermo del pc si chiedevano se avessero mai assistito al miracolo di poterli vedere, per la prima volta.
  cosa fai?  ”, mi chiese una voce maschile. Mi sembrò un sussurro rispetto alla musica alta che avevo alle orecchie. Aprii gli occhi e davanti al mio viso comparve quello di mauro.
  oddio, che spavento!  ”, dissi sobbalzando. Appoggiai la mano al petto mentre lui se la rideva.
  come stai?  
  male, ho rischiato un infarto.  ”, dissi infilando il cel lulare e le cuffie in tasche. “ c osa vuoi?”, chiesi poi.  
 beh, cosa stai facendo qui?
mi stavo riposando, credo. Alle undici devo andare a coro.
cioè ora.”, disse.
come adesso?!”, chiesi alzandomi e guardando l’orologio al polso.
sei in ritardo?”, chiese.
no di più. I maestri mi toglieranno la canzone, me lo sento. Oddio, e ora come faccio? I vuole mezz’ora per andarci a piedi.
e quindici in moto.”, disse lui.
sì, ma arriverei comunque di cinque minuti di ritardo.
non se conosci le strade e le scorciatoie.
okay, mettiamo che le conoscessi: come lo prendo un motorino?”, chiesi camminando su e giù davanti alla panchina.
io ne ho uno.”, disse sorridendo beffardo.
hai il foglio rosa?”, chiesi.
no, proprio il patentino.”, disse.
oh …”, lo guardai negli occhi.
sì, posso farti il piacere di portarti.
sai dov’è?”, chiesi mentre lo seguivo verso una moto verde e nera. Era proprio figa.
a volte mi capita di dover accompagnare morgana là.
ah, okay.”, dissi e lui saltò sopra la moto. Lo guardai indossare il casco e poi ne prese un altro, e me lo porse. “grazie.”, dissi e lo indossai. Mi aiutò a salire e poi accese la moto. Sentii il motore sotto di me sobbalzare. “ma è sicuro? Possiamo?”, chiesi stringendo la borsa al petto.
sì, si può fare., disse e rise. “sei pronta?”
basta che ci muoviamo.”, dissi e lui partì. Subito mi aggrappai al suo busto e appoggiai la testa tra le sue spalle e chiusi gli occhi. ero già salita su una moto prima, ma non mi fidavo poi tanto di mauro. Infondo era più piccolo di me e in una manciata di secondi trovai altri cento e passa motivi per avere paura di essere in moto con lui.
hai paura?”, chiese dopo aver attraversato un incrocio a tutta velocità.
è possibile.”, dissi e lui rise.
tieniti forte.”, seguii subito il suo consiglio poiché accelerò di colpo e guidò tra una via piuttosto stretta non asfaltata. Alzò in aria un gran polverone ma quando ne uscimmo riconobbi la strada. Mancava poco per arrivare.
ci siamo quasi.”, mi sussurrò.
lo so.”, lo immaginai sorridere. Superò alcune macchine senza rallentare. Si fermò solo alle strisce pedonali quando una comitiva di ragazzi la attraversò. “ti ringrazio.”, dissi.
non siamo ancora arrivati.
lo so.”, dissi e sbuffai. “ma volevo dirtelo.”
ah.. beh, prego. È dovere.
è dovere aiutarmi?”, chiesi aggrottando la fronte.
è dovere aiutare una donzella in pericolo.”, disse e ridemmo.
in pericolo di perdere l’unico assolo che probabilmente farà in tutta la sua vita?”, chiesi.
scommetto che sei brava.”, disse ripartendo.
non lo so.
posso immaginare.
allora non farti illusioni.”, svoltò alla curva e in fondo alla strada riconobbi l’edificio bianco panna dove dovevo fare le prove. Alzai il braccio e guardai l’ora: ero in anticipo di un minuto.
non lo farò, lo prometto.”, quando finì di dirlo si fermò davanti all’entrata. Scesi di corsa e appoggiai la borsa a terra. Lui si tolse il casco e io gettai la testa all’ ingiù e mi sfilai il casco. Facevo sempre così perché mi era più comodo e quando alzai il volto mauro mi guardava a bocca aperta.
cosa c’è?”, chiesi porgendoli il casco e afferrando la borsa.
nu-nulla..”, balbettò. Io scoppiai a ridere.
grazie mille, ti devo un favore.”, dissi lasciandoli un bacio sulla guancia. “ci vediamo questa sera a casa tua!”, dissi correndo sulle scale.
“buona fortuna!”, urlò. Aprii la porta di vetro e quando la richiusi lo vidi lì a fissarmi. Gli sorrisi e tornai a correre nei corridoi.
marta, eccoti!”, disse nicole. “stavi per arrivare in ritardo.”
lo so, ma hanno già cominciato?”, chiesi.
no, però sarebbe stato gradito una risposta.
a cosa?”, sussurrai entrando nella sala sperando che i maestri continuassero a parlare senza accorgersi di noi due che ci sistemavamo ai nostri posti.
alle dodici chiamate.
oh mamma. Avevo il cellulare in silenzioso.”, dissi e mi sistemai i capelli velocemente.
ciao ragazze.”, disse marco e noi due ci voltammo di colpo. I suoi meravigliosi occhi azzurri si fermarono a guardare quelli di nicole, che rapita dal suo sorriso era rimasta a bocca aperta. Ridacchiai divertita.

***AUTRICE***
Pardooooon! Non scrivo da veramente tantissimo tmepo. da martedì? beh, un po' la TV, i compiti, la stanchezza, la non voglia di fare nulla ...
Chiedo scuuuusa, spero mi perdoniante con questo capitoluzzo. :3
e spero che vi piaccia, quiiiiindi: recensite! subito subito! no, dai .. se volete fatelo. tanto ormai ci rinuncio, ci sono sempre le stesse!
buona notte belliiiii xxx

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Capitolo 5
*** Kiss Me, I'm Better Than Them ***


" ecco ragazzi, ora potete pranzare. lasciate pure la sala e andate alla mensa. ", disse il mio maestro con un mega sorriso. io rimasi seduta finchè gran parte della massa si dileguà dietro la porta. poi mi alzai e notai nicole che parlava con marco. si guardavano negli occhi e avevano entrmabi un sorriso radioso. che bella coppia.
" okay, nic. basta fare il pinguino in amore, io ho fame. ", dissi interrompendoli.
" marta! ", si lamentò lei.
" avrete tempo più avanti per sbaciucchiarvi. ", dissi guardando marco.
" come scusa ?", chiese lui sgranando gli occhi.
" giusto! che stupida, il termine giusto è limonare. pardon garçon, ci vediamo in mensa, eh? ", dissi sorridendo poi mi rivolsi a nic: "andiamo, sto morendo!", le presi il braccio e la trascinai via seguendo la folla. 
"a dopo marco ..", gli sussurò lei voltandosi. notai marco che la salutava con la mano. "sei proprio una stronza, eh ..", disse poi.
"scusami, la mia attrazizone verso il cibo è molto più forte della tua per i suoi occhi."
"sono bellissimi, hai notato?"
"sì, blu cielo.", sussurrò entrando in mensa. presi un vassoio sulla pila e lei fece lo stesso. ci incodammo per il cibo.
"no, azzurro mare."
"ma fa' differenza?"
"direi di sì.", disse sorridendomi con la solita faccia da beduino. era proprio cotta ..
"l'unica differenza che vedo ora, è il mio vassoio vuoto rispetto a quello degli altri che è già pieno.", mi lamentai.
"ma tu mangi solamente?"
"ehy, guarda che sei tu la sorella di horan. sei tu quella che mangia di continuo.", dissi prendendo un piatto e un bicchiere. poi nicole mi porse delle posate e lasciai tutto sul vassoio.
"che palle di te.", poi guardò il cibo disposto in bella mostra e sentii la sua pancia brontolare. scoppiai a ridere. "ehy, anche io ho il diritto di morire di fame.", mi fece la linguccia e cominciammo a servirci.

"com'è andata?", mi chiese morgana appena uscii dalla porta. rimasi impalata con la bocca aperta.
"che ci fai quI?", chiesi mezza sconvolta.
"non posso venire a prendervi?"
"beh, potevi avvisare."; dissi e la abbracciai.
"tu quando fai una sorpresa avvisi?", chiese e scoppiai a ridere. che figura ..
"comunque è andata bene."
"ho saputo di nic e marco.", le tappai la bocca.
"sssh.", dissi piano. mi votlai ma nessuno aveva fatto caso a cosa stavamo dicendo. "non deve saperlo nessuno."
"e perchè?"
"richiesta personale di madame nicole.", dissi.
"uhm.. e ora dov'è?", chiese.
"deve parlare di uan roba col maestro per il suo assolo."
"e per il tuo?", chiese.
"diciamo che sta andando come deve."
"e cosa significa?"
"che una strofa è troppo alta e non riesco a prendere le note. i maestri dicono che ci riuscirei se mi impeganssi. ma non tempo per farlo."
"come non hai tempo?"
"la mattina mi diverto con voi, il pomeriggio faccio prove. e quando provo?"
"la sera, mi sembra ovvio.", disse lei ridendo.
" certo, così sveglio metà vicinato. "
" facciamo così: ora sono le tre, andiamo a casa mia e proviamo, ti va'? "
 "ma  lo shopping?", c hiesi. in fodno era quello che ci eravamo deciso di fare.
"un altro giorno.", mi abbracicò forte.
"ma morg ... fra due giorni vengono i ragazzi, e fra cinque io me ne vado."
"ma fra quattro avrai il concerto. e domani e dopo domani non hai prove. giorni liberi, ricordi? abbiamo tutto il tempo del mondo."
"ne sei sicura? non voglio eprdere neppure un secondo con voi."
" anche se .. ", sussurò lei. la guardai aggrottando  la fronte. "mauro mi ha detto di stamane." 
" oh, è successo un gran casino. ", dissi. "intanto usciamo?", chiesi notando che nicole av eva terminato di parlare con il maestro.
"sì, ci raggiugnerà fuori."
"andiamo a piedi?", chiesi mentre attraversavamo il corridoio.
"sì, così dimagriamo!", disse saltando. scoppiammo a ridere. uscimmo e ci sedemmo sugli scalini mentre guardavamo tutti passarci davanti. "ma nicole?", chiese lei votlandosi senza vederla arrivare.
"vado a cercarla, tu resta qua.", dissi e le sorrisi. lei annuì e tornai dentro. vidi i maestri superarmi. tornai alla sala e sentii due voci calme. mi appiattai davanti alla porta e mi sentii una spia per alcuni secondi. dentro c'erano nicole e marco che parlavano di non so cosa.
"sei stata bravissima oggi.", disse lui mezzo arrossendo.
"grazie, anche tu sei stato bravo.", rispose lei abbassando il volto. sorrisi vedendo quanto era impacciata. questa volta non volevo disturbarli, però se la cosa si fosse prolungata avevo già in mente un entrata ad effetto.
"sei bellissima.", sussurrò lui poi. io sgranai gli occhi e lo fece pure nicole. mi trattenni dal ridere.
"grazie.", disse lei. marco le prese le mani con delicatezza.
"sai, capisco cosa ci trovi in quei cinque.."
"i one direction?", chiese lei.
"sì, però non so perchè li vuoi così ardentemente.", ma maledizione! era proprio uan pesisma mossa parlare degli idoli di nicole. cosa ti costava baciarla, marco? uhm, labbra sopra le labbra. non era cosa difficile.
"beh, sono fantastici. e mi rendono felice."
"vorrei essere io la tua ragione dei sorrisi.", nicole avvampò e sorrise intimidita.
"hai già cominciato ..", disse lei. lui rise.
"per fortuna ..", sussurrò poi. "non capisco, però, perchè perdi tempo a sperare di baciarli."
"cercare di baciarli?", ripetè lei.
"sì, insomma  .. bacia me, sono molto meglio di loro.", disse e scoppiò a ridere. mi tappai la bocca per evitare di gridare. stavo per mettermi a ridere e non volevo proprio farmi sentire. tremavo dalla felicità mentre nicole sembrava volesse essere inghiottita dal terreno.
"ehm.. okay.", disse lei e si voltò verso di me per uscire. non mi notò. fece alcuni passi verso la porta e mi organizzai velocemente pensando di correre via ma poi marco le afferrò il braccio. la fermò e poi la cinse la vita con un braccio. nicole spostò il volto giusto in tempo per sentire le sue labbra posarsi su quelel di marco. la vidi mentre arrossiva e lui la stringeva a sè. indietreggiai piano tornando sui miei passi. poi quando fui lontana corsi fuori.
"dov'è nicole?", chiese morgana.
"arriva subito.", dissi io.
"e perchè non ora?"
"sai, è impegnata momentaneamente."
"i n che senso? ", chiese ancora.
" ha da fare. "
" e cosa ?"
" beh .. non saprei speigartelo ."
" ma ha la bocca per parlare quella ragazza! ", si lamentò. "potrebbe usarla per dirti perchè è in ritardo." 
"diciamo che anche la sua bocca è impegnata ..", lei inclinò la testa e aggrottò la fronte. "le sue labbra sono un po' impegnate a baciare quelle di marco."

"e quindi ti ha baciato!", disse radiosa morgana. stavamo camminando verso casa sua, mancavano una manciata di minuti e poi saremmo arrivati.
"sì, ed è stato stupendo.", disse nicole con uno sguardo da imbecille. scoppiai a ridere. "cosa c'è ora?"; chiese lei.
"scusami, ma è stato comico. non ho mai visto una persona così goffa.", dissi.
"hai spiato al mia privacy?", chiese lei gridando.
"beh, diciamo che mi è capitato di passare per lì..", morgana rise.
"mi sento delusa, marta! hai violato dei diritti."
"hai dei diritti?", chiesi e ridemmo tutte e tre.
"okay, ora marco è mio.", disse lei.
"possessiva la ragazza.", coomentò morgana.
"e con louis come la mettiamo? non puoi tradire tuo marito.", dissi io.
"sì può fare invece. lui lo fa continuamente con eleonor e harry. se ci provo una volta io non credo morirà.", disse e ridemmo.
"ma voi ci pensate che fra due giorni li vedremo?", chiesi eccitata. nicole cominciò a saltellare battendo le mani.
" io sono mezza morta al pensiero. ", commentò morgana.
" credete che si ricorderanno di noi? ", domandò nicole. io e morg ci guardammo e scossì la testa.
" non credo .", dissi poi.
" vabeh, abbiamo già avuto tutto dalla vita. ", disse nicole sorridendo. "ho le mie due migliori amiche qui. ho incontrato mio marito, c'ho un caisno di foto con lui, tutti gli autografi e .. e il cibo.", scoppiammo a ridere mentre mrogana la sp ingeva ridacchiando.
"pensi solo a ingozzarti.", disse poi.
"non ti è mai venuta un intossicazione alimentare?", chiesi.
"no.", disse nic.
"beh, c'è una prima volta per tutto.", commentò morgana e risi.
"eccoci a casuccia bella.", disse nic entrando nel parcheggiò del palazzo.
"guarda che è casa mia!", si lamentò morgana.
"ormai è per metà mia.", disse nic ridendo. entrammo superando la porta di vetro e si infilarono nell'ascensore. io mi fermai di colpo.
"ragazze, prendo le scale.", dissi.
"e perchè?", chiese morgana e poi si battè la mano sulla fronte. si scordavano sempre che soffrivo di calustrofobia e che gli spazi chiusi mi opprimevono. odiavo gli ascensori.
"ci vediamo su?", chiese nic. annuii e corsi verso le scale. oramai sapevo come muvoermi in quel palazzo e cominciai a salire i gradini a due a due. morgana abitava all'ultimo piano e già a metà mi stancai. mi fermai al pianerottolo e guardai il cellualre, dove c'era un messaggio. era di nic che mi diceva che erano già entrate e che mi aspettavano.
"maledizione a questa mia paura.", dissi aggrappandomi al corrimano. respirai profondamente e salii le scale ancora più velocemente di prima. passati due minuti bussai alla porta della casa e mi aprirono subito.
"eccoti.", disse nic.
"scusatemi, ma è devastante.", mi lamentai e subito mi gettai sul divano.
"io vado in camera di morgana, raggiungici appena ti riprendi.", disse lei.
"okay!", dissi e chiusi gli occhi. sentivo la fatica prendere il soppravvento, il caldo che mi piegava.
"ODDIO E' ENORME! ALLONTANALO! TI PREGO MORGANAAAAAA!", sentii urlare nicole da due stanze di distante. mi alzai di colpo e corsi nel corridoio. poi una porta si aprì di colpo e comparve mauro. gli sbattei addosso a cademmo entrambi. in aria volarono una ventina di fogli mentre sbattei la testa contro il pavimento.
"oddio marta, è tutto okay?", mi chiese quando riuscii a riaprire gli occhi. sentivo di avere un enorme bernocolo sulla nuca.
"dire di sì." dissi massaggiandomi la testa. mi sedetti a terra cercando di evitare di sentire le grida persistendi di nicole e le risate di morgana. a terra c'era un mare di fogli. mauro mi tese la mano e mi aiutò ad alzarmi.
"sei sicura?"
"sì, non ti preocuppare.", mi guardò con aria da cucciolo. "cosa sono tutti questi fogli?", chiesi raccogliendone alcuni.
"nulla di importante, lascia pure a terra.", disse ma lo ignorai. ne presi alcuni e notai che erano pieni di schizzi.
"li hai disegnati tu?", chiesi continuando a raccogliere altri disegni.
"sì, assieme ad un amico."
"siete bravi.", dissi e gli diedi i fogli. lui li prese e mi sorrise.
"MORGANA! QUESTO NON E' UN RAGNO! E' UN ELEFANTE CON OTTO ZAMPEEE!", gridò ancora nicole. scoppiai a ridere mentre mauro si passava la mano fra i capelli sperando di nascondere un sorriso.
"beh, ci vediamo dopo?", dissi e mi incamminai verso la porta.
"sì, a dopo.", disse accovacciandosi e raggruppando i fogli. cene erano veramente tantissimi.
"continua a disegnare, sei bravo.", ripetei e poi aprii la porta ed entria nella stanza. vidi morgana che con un gioranlino vecchioc ercava di uccidere un enorme rago sulla parte mentre nicole era accoccolata sul letto. stringevo un cuscino al petto e cercava di protegersi usandolo come scudo. scoppiai a ridere sentendo l'ennesimo gridolino delle due ragazze.

***AUTRICE***
oggi ero proprio in vena di scrivere roba stupide. quindi boooh
tante cose stupide a tutti! grazie di leggere, sei meravigliosi!
ringrazio nicole ancora una volta di sorprendermi con le sue stupidaggini. e poi ringrazio i miei followers che proprio sta sera sono arrivati a 1'001 :3
e anche quelli di morgana che l'hanno portata a superare anche lei i mille. e poi ringrazio anche lei, naturalmente.
perchè le ringrazio ora, anche se non è finita la storia?
non avevo detto che stavo facendo cose stupide? beh, ecco ...
buona notteeeee xx

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Capitolo 6
*** That's So Wrong? ***


"Bene marta, ora che hai raggiunto quella cazzo di nota puoi smettere di cantare?", chiese morgana.
"perchè?", domandai tappandomi la bocca. "ho stonato?"
"no, affatto. è slo che è da una buona ora che provi.", disse lei.
"capisco ..", sussurrai e mi lasciai cadere sulla prima sedia libera. nicole entrò in salotto con una lattina di coca cola in mano e mi sorrise.
"finito?", chiese. morgana annuì. "e ora cosa facciamo? sono quasi le cinque.", borbottò.
"usciamo?", chiesi eccitata.
"shopping?", propose ancora morgana.
"io vengo!", urlò mauro dalla cucina.
"come scusa?", chiese sua sorella alzandosi di colpo dal divano.
"mi serve un nuovo cappello.", si scusò lui masticando un panino.
"ma ne hai a migliaia.", disse nic.
"beh, quando ne collezzioni non sono mai abbastanza.", disse e rise. lo guardai e sospirai.
"okay, andiamo?", chiese nic.
"sì.", borbottò un po' arrabbiata morgana. ci preparammo e scendemmo le scale tutti assieme. arrivati al parcheggio mauro prese la sua moto, nic la bicicletta della madre di morg mentre lei prese la sua. io mi sedetti sul portabagagli di morgana, anche se quando lo feci mauro mi guardò un po' deluso. pedalarono e guidarono fino al centro di milano, non poi così tanto lontano, e quando fummo arrivati sotto il duomo apparcheggiammo in una zona apposita. chiudemmo con il luchetto le biciclette e mauro rimase una manciata di secondi in più per chiuderlo meglio.
"e ora?", chiesi.
"c'è una scorciatoia verso i negozi, là.", indicò nicole e subito incominciò a correre. morgana la seguì mentre mauro rimase con me. camminnammo velocemente per non perdere d'occhio mentre le due si rincorrevano.
"ti ho sentita prima.", disse lui.
"ah sì?", chiesi. "beh, che domanda stupida.. ho cantato così ad alta voce..", lui rise.
" anche se alzavo la musica ti sentivo. ", mormorò poi.
" hai attaccato la musica? ", chiesi.
" sì, con cellulare. ", sussurrò. "mentre disegnavo." 
"hai fatto altri di quei bellissimi schizzi?", chiesi.
"sì.. sono stato ispirato.", mi sorrise.
"me li farai vedere?"; chiesi.
"sì, tanto questa sera resti da noi, no?", domandò.
"non saprei, non abbiamo portato la roba."
"morgana mi aveva detto che andavate una manciata di minuti a casa di nicole per prendere le vostre cose e poi sareste venute da lei."
"ah sì?", chiesi e scoppiai a ridere. "Non ne sapevo nulla."
"uh .. scusami.", disse tappandosi la bocca. "forse era un sorpresa."
"tacerò.", gli feci l'occhiolino.
Passammo l'intero pomeriggio che restava a fare compere, beh. io non comaprai quasi nulla poichè non mi potevo permettere molto. nicole si comprò una maglietta, morgana un paio di converse e mauro due nuovi capelli. poi, verso le sette morgtana e nicole entrarono in un negozio e lasciarono me e mauro fuori, dicendoci di aspettare. quando uscirono ci dissero che dovevano restare lì ad aspettare e che avrebbero fatto tardi.
"possiamo andare a casa?", chiese mauro.
"sì, ma prendete una bici.", disse morgana.
"okay.", dissi.
"no, viene con me.", disse mauro. lo guardai e lui mi sorrise.
"ci vediamo per cena?", chiese poi lui. nicole annuì e tornarono nel negozio.
"ti piacciono le sorprese?", chiese mauro quando fummo abbastanza lontani.
"beh, quando la gente non le svela."; dissi e lui scoppiò a ridere.
"allora questa ti piacerà.", disse stringendomi la mano.gli sorrisi mentre i suoi occhi si illuminavano.

"eccoci.", disse fermandosi davanti all'entrata di un parco.
"dove siamo?", chiesi scendendo dalla moto. per poco non inciampai sui miei piedi. mauro rise.
"un po' fuori città, ma non molto distante da casa.",disse evitando battutine divertenti. lo ringraziai mentalmente. mi sistemai i capelli ed entrati nel parco seguendo la stradina di sassi. subito mauro mi seguì e appena potè mi strinse di nuovo la mano. ce l'aveva calda, un po' sudata. ma era una sensazione piacevole. abbassai ilv olto un po' intimidita.
"perchè siamo qui?", chiesi quando la stradina finì e davanti a noi c'era una piazziola dove vi erano dei giochi e alcuni tavolini con sedie.
" per la sorpresa. ", disse lui.
" wow.. mi hai portato in un parco, volevo spignermi sull'altalena? ", chiesi e scoppiammo a ridere.
" No, è per altro. ", disse e mi cinse il fianco con un braccio. mi fece attraversare una collinetta con degli alberi e dall'altra parte c'era uno spiazzo di terra. era verdissimo, con l'erba non tanto bassa. ogni tanto comparivano dei papaveri rossissimi ma dove lo sguardo faticava di più a trovare i particolari sembrava ci fosse un prato rosso. rimasi stupita dalla bellezza di un posto che in fondo era molto semplice. il vento soffiò piano e scosse le corolle dei papaveri.
" è bellissimo. ", dissi e camminai verso l'erba. mi voltai e aspettai che mi seguisse.
" sei sicura? in fondo non è nulla. "
" la tua fortuna è che essendo di in un paese dove si aprezzano le cose semplici, la natura è il dono più bello che il signore ci possa mai aver mandato. ", sorrisi e tornai verso di lui gli baciai la guancia e gli presi le mani. "vieni?" 
" certo. ", mi sorrise e mi seguì. quando cominciai a correre tra l'erba lui fece lo stesso finchè non arrivammo dove l'erba era un po' più bassa. scivolai e cadd a  terra. "ommioddio, stai bene?", mi ch iese. io scoppiai a ridere e annuii. "aspetta..", sussurrò poi. cominciò a pestare il terreno vicino a me. il sole mi colpiva il viso e decisi di chiudere gli occhi e mi rilassai. sentivo solo il rumore dell'erba piegata e i nostri respiri. 
"cosa fai?", chiesi rigirandomi una ciocca di capelli tra le dita. lui mi sorrise e mi tese una mano.
"ho appena finito.", mi aiutò ad alzarmi e quando fui in piedi la testa cominciò a girarmi. "che c'è?", chiese e mi strinse a sè. mi aggrappai a lui e respirai profondamente. chiusi gli occhi e lui mi accarezzò la schiena.
"ora sto bene..", dissi dopo alcuni minuti. appoggiai la mano sulla fronte e cercai di sorridere.
"sei sicura?"
" sì, mi girava solo la testa... cosa stavamo dicendo? ", chiesi e lui indicò il terreno. guardai l'erba piegata e solo dopo un po' mi accorsi che dove ero stata distesa fino a poco prima era il centro di un cuore. sorrisi e allo stesso avvampai. era un cuore fatto perfettamente e noi ci stavamo dentro. mi voltai verso il viso di mauro. mi sorrise e lo abbracciai forte. rimanemmo in silenzio, entrambi col timore di rovinare il momento.
" ti.. ti piace? ", cheise dopo un po'.
" avrei preferito un campo di rose rosse.. ", disis sorridendo.
" in giugno? le rose? ", chiese e scoppiai a ridere.
" lo so che non ci sono però.. ", abbassai il volto. "vabeh, odio le rose rosse io.preferisco quelle bianche."
"beh, forse non è molto romantico.", quando disse l'ultima parola ebbi un fremito. "erano meglio i tulipani."
"no dai. i papaveri sono belli lo stesso.", dissi.
"ma ci fanno le droge.", sussurrò e risi. lasciai l'abbraccio e mi sedetti a terra, sull'erba bassa. lui mi guardò e poi si sistemò di fronte a me. mettemmo entrambi le gambe incrociate e ci guardammo negli occhi per un tempo che mi sembrava infinito.
"grazie mauro.", dissi.
"possiamo provarci?", chiese.
" non saprei, è tutto strano. "
" è perchè sono più piccolo. ", disse e io annuii. "perchè?" 
"mi sembra... sbagliato."
"che la donna è più grande?"
"sì, quello."
"ma non importa, non per me. sai quanti casi sono così?", chiese e mi rpese la mano destra.
"lo so.. ci psoso passare sopra."
"e allora cosa ti turba?"
"siamo lotnai. tu vivi a milano e io a migliaia di km di distanza."
"migliaia? è esagerato marta. e poi l'amore non vede questo. apprezza solo la fiducia e l'affetto."
"mi piaci mauro.", sussurrai poi.
"anche tu."
"allora dammi il tempo di pensare.", dissi lazandomi. "lo so, volevi un bacio o un sì. l'unico problema con me è che non mi sento mai abbastanza. mi sento inferiore. mi sento.. sbagliata, in tutto. e quando amo, io amo epr davvero. non sono pronta ad essere lasciata dopo un mese, non sono pronta a sentirmi rifiutata. in fondo tu non mi conosci ancora bene e ho paura che il tuo amore sia alimentato da fantasie. e non voglio deluderti, in qualsiasi modo. dacci il tempo di maturare e poi saprò cosa dire."
"prima che partirai?"
"sì, prima che partirò."
"per ora siamo amici?", chiese avvicinandosi a me.
"amici che sanno di amarsi l'un altro.", sussurrai e sorridemmo.
"è strano.", disse lui.
"sembra sbagliato.", sussurrai ancora e alzai il volto per incontrare i suoi occhi. mi avvicinai e gli baciai la guancia. "ma per ora credo sia giusto così.", lui rise e mi afferrò. dopo una manciata di secondi mi ritrovai aggrappata alla sua schiena, con le gambe strette alla sua vita.
"e così come ti sembra?"
"mi sembri un idiota.", strillai. lui cominciò a correre verso il suo motorino, sempre tenendomi sulla schiena mentre strillavo ancora. mi lasciò a terra quando gli fummo davanti, mi porse il casco e saltò subito sopra.
"siamo in ritardo, beduina.", disse e risi.
"da quando mi chiami così? era la mia battuta.", dissi quando partì.
"da quando sei la mia amica per cui o preso una cotta."
"vuoi prendere una botta?", dissi io dando uno schiaffo al casco. lui sbandò uns econdo e poi tornò in strada. "mi volevi uccidere!", strilali.
"hai fatto tutto tu cara.", disse e lo abbracciai.
"sei fantastico.", dissi. e per un secondo scordai che lo amavo, e che lui amava me. scordai che ero in vacanza e che ci saremmo diviso subito. scordai che stavo per incontrare i miei idoli. scordai milano e il tempo soleggiato. scordai nicole e morgana che probabilmente erano a casa ad aspettarci, ansiose. scordai i miei che volevano chiamarmi. scordai le mie amiche a casa e andrea per cui ancora provavo rimorso. scordai tutto il resto, tranne mauro. e mi resi conto che se tutto fosse andato male, lo avrei comunque ritrovato come amico. avevo una certa strana sensazione dentro di me che mi diceva che si sarebbe sempre stato. sempre ad aspettarmi in un ritorno. sempre a sospirare per me, per sorridere con me e per accarezzarmi a ogni lacrime.
era sbagliato?

***AUTRICE***
Okay, il capitolo non ha nulla di commentarsi.. tranne che mauro non sa disegnare (credo) e che non mi ama in realtà e che è un gran coglione.
peace and love. ricordate di amare sempre i vostri idoli, di supportali sempre, qualunque cosa succeda. non lasciate che la rabbia prenda il soppravvento e restate calmi. l'amore è molto più importante delle stupidaggini che dicono gli haters. ;)
buona notte xx

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Capitolo 7
*** Prince And Princess ***


"  Ed eccoci qui in diretta dalla camera di morgana per una bellissima e lunga twicam!  ", urlò nicole alla telecamera. io scoppiai a ridere mentre morg si sedette sul letto. io e nic eravamo vicino a terra, e la testa della nostra amica compariva tra le nostre spalle.
"  sono di nuovo qui, come molti abbiate capito..:  ", dissi. " e siamo molto più schiroccate del solito. " 
" ma quando non siamo sceme? ", chiese morg. cominciammo a parlare del più e del meno. dei ragazzi che avremmo di nuovo visto. alcune ragazze ci chiesero alcune cose e domandarono di mostrarci le nostre foto con i one direction. cominciammo anche a parlare con alcune che conoscevamo che ci mandavano tweet velocemente. poi una ragazza inglese si unì per ascoltarci e fummo costrette a parlare un po' inglese per farci capire.era isilarante perchè nicole non lo masticava bene e qualche volta diceva frase per metà italianizzate.
" hazzarola, sono le dieci e mezza. ", dissi guardando l'ora.
" dobbiamo finire? ", chiese nicole guardandomi supplicante.
" beh, io non ce la faccio più. ", sussurrai. "me cala la palpebra!", morgana e nic si misero a ri dere. poi notammo che anche altre ragazze stavano ridando per i commenti lasciati sulla nostra timeline.
"resta, ti prego.", disse mo.
"mi fa' male la testa, e mi duole guardare lo schermo.", disis portandomi una mano alla tempia destra.
"uffa, sempre con le tue emicranie.", borbottò nic. risi.
"eddai, se volete continuate pure. me ne andrò in salotto."; dissi.
"a guardare la tv?", chiese morgana.
"troverò qualcosa da fare. leggerò un libro.", dissi.
"un libro?", chiese nic.
"sì, me ne sono portata uno dietro, per caso non riuscissi a dormire la notte."
"ah.. possiamo sapere il titolO?", chiese morgana dando un occhiataccia divertita alla webcam.
"no.", dissi ridendo. "non potete proprio.", disis alzandomi.
"ci saluti così?", chiese nic facendo il broncio. il suo labbro cominciò a tremare pericolosamente e i suoi occhiani grandi mi guardarono supplicanti.
"ciao bellezze. vi amo, grazie di averci visto. ma io scappo.", lanciai un bacio allo schermo e salutai. andai verso la mia borsa dove ci avevo infilato di fretta la mai roba qualche ora prima quando eravamo tornate a casa di nicole. trovai il libro e fuggi dalla stranza richiudendomi la porta alle spalle. il corridoio era buio senza alcuna luce e il palchè era freddo. camminando sentii il suo scricchiolare sotto i miei piedi nudi. sorrisi ripensando a quel rumore che era così familiare a casa mia, nella mia stanza. entria in salotto e vidi la madre di morgana addormentata sul divano, con una coperta sopra. sorrisi e mi diressi in cucina.
"ciao.", disse il padre di mog quando mi vide. "cerchi qualcosa?", chiese.
"solo un posto tranquillo dove leggere.", sussurrai alzando il libro in aria.
"uhm, posso vedere?", chiese indicandolo. annuii e glielo porsi. lui continuò a sorseggiare il suo the mentre esaminava l'immagine della copertina, poi il retro e in fine lesse la trama. "fantascienza?"
"beh, sì. parla di alcuni algoritmi di einstein.."
"e dov'è ambientato?", chiese curioso.
"beh, a dallas. c'è questa universitaria che scopre queste vecchie carte di calcoli fatti dallo scienziato e cerca di scoprire a cosa servano."
"è interessante?"
"se le piace il genere.", dissi e lui mi porse il libro. sorseggiò il the e mi sorrise.
"sì, direi proprio di sì.", sorrisi e prese un pezzo di carta e si appuntò il titolo del libro. "grazie."
"di nulla.", dissi.
"ora ti lascio.", mi superò appoggiando la mano sulla mia spalla come per salutarmi e poi si dileguò nel corridoio. respirai e mi rilassai. mi guardia attorno ma in quella cucina non vedevo nulla di rilassante e nessuna sedie confortevole. sbuffai e uscii passando per il salotto. superai il divano e me ne tornai nel corriodio con l'idea di dirigermi dalle mie due amiche quando superai la camera di mauro. vidi una luce filtrare dalla porta. sorrisi e bussai piano sul legno scuro. dopo una manciata di secondi la porta si aprì e la figura snella e alta di mauro mi comparve davanti.
"oh, ciao.", disse e sul suo volto comparve un sorriso.
"ciao.", sorrisi.
"entra, vieni pure.", disse spalancando la porta e la luce della stanza mi travolse. socchiusi un po' gli occhi e mi lasciai l'oscurità alle spalle. " scusami, non sapevi che saresti entrata. avrei sistemato  un po'.", dissi arrossendo di colpo e nascondendo alcuni vestiti nell'armadio e infilando delle riviste nei cassetti. scoppiai a ridere. 
"non importa.", dissi sistemandomi una ciocca di capelli bruni che mi era ricaduta davanti agli occhi. "cosa stavi facendo?", chiesi avvicinandomi alla scrivania che era piena di fogli.
"nulla di particolare.", mentì nascondendo la matita da disegno dietro la schiena.
"e questi?", chiese sedendomi sulla sedia girevole e cominciando a sfogliare alcuni schizzi. l'ultimo foglio, quello in alto, era ancora da terminare. "sono bellissimi.", dissi guardandoli velcoemente.
"grazie mille.", disse e si avvicinò a me.
"ma il tuo amico come collabora?", chiesi.
"quale amico?", disse aggrottando la fronte.
"l'amico che ti aiuta.", dissi e lo guardai.
"quale amic- ..", si fermò subito. "ah , lui.", fece un finto sorriso.
"in ci credo! li fai tu da solo!", disis sorridendo. mi alzai di colpo e lo abbracciai. "perchè non l'hai detto, sono stupendi!", dissi.
"sì, okay. se lo dici tu .."
"perchè lo sono, mamma mia!", dissi e presi il blocco intero. "c'è qualcosa che lega questi disegni o sono solo a caso?"
" è.. è una storia. ", sussurrò gettandosi infine sulla sedia e abbassò il volto.
" veramente? ", chiesi guardandoli più attentamente. infatti vi erano delle battute dentro a d ei baloon. "wow, e di cosa parla." 
" beh, leggila. ", mormorò. "io intanto finisco questo schizzo, okay?" 
"no, dai .. non è ancora finito, non posso."
"sì, forse hai ragione.", mi porse la mano e io gli ritornai i fogli. mi sedetti sul letto e lo fissia mentre lavorava. la sua mano si muoveva velcoe sul foglio di carta e aveva un espressione seria. era troppo concentrato per accorgersi che mi stavo avvicinando per osservare meglio i suoi disegni prendere forma e divetare prima personaggi, poi sfondi e battute. "marta, puoi smetterla?", chiese ad un certo punto alzando il capo di colpo.
"cos'ho fatto?", chiesi alzando le mani.
"mi distrai, e poi mi stai sopra la luce.. e non puoi fare qualcos'altro?"
"sì, ma quanto tempo manca alla fine?"
"mi serve tempo. prima che te ne andra avrai una copia.", mi sorrise,
"lo giuri?", chiesi.
"sì così al ritorno potrai leggertelo con calma.", il suo sorriso mi rincuorò e mi gettai sul suo letto. era stranamente comodo e mi accoccolati per leggere. aprii la pagina a cui mi ero fermata a cominciai a leggere le prime righe distrattamente notando che mauro continuava a disegnare. ma dopo un po' fui così concentrata dalla storia che lasciai perdere e la mia curiosità di concentro sulla storia. ero talmente presa che non notai che mauro ogni tanto alzava lo sguardo per osservarmi e poi tonrava a disegnare. poi lo fece sempre più spesso e solo quando mi spostai e lui fece un grugnito di disapprovazione me ne accorsi.
"cosa c'è?", chiesi alzando il viso dal libro.
"potresti tornare di nuovo com'eri prima? solo per una manciata di minuti. eri perfetta come modella.", mi guardò supplicante.
"okay, certo che sei noioso. perchè mi ritrai?", chiesi lasciando in disparte il libro e fissandolo.
"mi serviva uan modella. tu c'eri e sei bellisisma.", scoppiai a ridere. lui sorrise e dopo circa un minuto lasciò il foglio sulla scrivania, lo impilò sopra gli altri e lo infilò in una cartellina.
"posso vedere almeno alcuni?", chiesi e mi sedetti sul bordo del letto. lui mi diede un altra cartellina.
"questi li devo riordinare, sono i migliori.", la presi e la aprii con cautela. guardai il libro che raffigurava un prato. non c'erano colori, tutto bianco e nero e grigio, tranne dei pallini rossi. aggrottai al fronte e presi quello dopo. c'erano due ragazza che correvano sempre sullos tesso prato, sempre puntellato da fiori rossi. poi un altro in cui la ragazza era distesa a terra con gli cochi chiusi e attorno a lei un cuore d'erba. i papaveri sempre evidenti. guardai mauro che abbassò il volto e presi il successivo. il ragazzo e la ragazza si abbracciavano. lo guardai per ricordare l'istante del pomeriggio. sorrisi e ne trovai un altro. questa volta si vedevano prima gli occhi di lui, e poi quelli di lei. quelli della ragazza erano colorati ed erano esattamente come i miei. marroni chiaro, con qualche pagliuzza verde. sorrisi notando la somiglianza. guardai quelli dopo in cui vi erano delle battute ed eranoe sattamente le parole che ci eravamo detti. poi lessi cosa diceva la ragaza "mi sembra... sbagliato." e provai una fitta al cuore. lo avevo veramente detto? chissà come l'aveva presa mauro.. respirai piano e guardai gli altri finchè non trovai l'ultimo in cui il ragazzo sorreggeva sulla schiena lei mentre correva. di colorato c'era solamente il rosso dei papaveri e i capelli bruni della ragazza mossi dal vento. sembrava tutto reale.
"sono bellissimi.", commentai infine quando riposi i fogli dentro la cartellina. la appoggiai sopra l'altra. "hai talento, sei bravo.", dissi e mi avvicinai a lui.
"forse non avrei dovuto..", disse lui.
"cosa? disegnare noi?", chiesi e mi sedetti sopra le sue gambe. questo contatto lo turbò un poco mentre io non ne lasciai peso. sorrisi sperando di farlo rillassare e lui respirò piano.
"sì, ecco."
"no, non mi dispiace affato. mi hai disegnato come se fossi una principessa. sono stupenda.", dissi ricordando i lineamenti dolci della fanciulla. gli occhi perfetti e le labbra morbide.
"ma io ti vedo proprio così.", sussurrò incrociando i nostri sguardi. arrossi ma nonostante la mia vergogna sostenni lo sguardo e poi scoppiò a ridere. "scusami, non avrei dovuto dirlo.", sorrisi e gli baciai la guancia.
"affatto, sei dolcissimo.", dissi e mi alzai. presi il mio libro e guardia l'ora. "sono le undici passate. meglio se vado di là, okay?", chiesi.
"certo, vai pure.", disse turbato ma si alzò e si avvicinò alla porta. "buona notte marta."
"buona notte mauro.", prima di richiudere la portà mi lasciò un bacio della buona notte sulla guancia e io mi intrufolai nella camera di morgana. avevano già chiusi la twitcam e si erano cambiate. io indossai il pigiama e subito ci coricammo. prima di addormentarmi ricordai cosa avremmo fatto il giorno dopo: saremmo tornate a casa di nic, ci saremmoe sercitate per musica e nel pomeriggio avevamo organizzato di fare un giro a milano e qualcos'altro di particolare.

Aprii gli occhi turbata da uno strano rumore. mi alzai dal sacco a pelo e con un piede spostai il mio cellulare che era scivolato per terra. mi avvicinai allo specchio per sistemarmi i capelli arrufati. avevo gli occhi stanchi, ma erano le nove e mezza di mattina ed era ora di alzarsi. sbadigliai e mi stiracchiai guardando morgana e nicole che ancora erano assopite dal sonno. sorrisi e indossai dei pantaloncini neri e una camicietta a scacchi, stile boscaiolo. uscii dalla stanza e mi rifugiai in bagno. uscii dopo una manciata di secondi con un aspetto un po' meno "fantasma" e mi diressi in salotto. era deserto come la cucina.
" forse non sono tanto mattutini: ", commentai versandomi del latte in un bicchiere. oramai i genitori di morgana mi avevano permesso di accedere al frigo e alle dispense quando e come preferivo. sorseggiai il latte fino a quando non notai un biglie ttino lucino sopra un ripiano. "appena puoi sveglia tutta la casa, morgana. e sopratutto tuo fratello. alle dieci devi andare a casa di nicole. io e tuo padre siamo andati a fare la spesa, chiudi la casa. e ricordati di prendere tutto il necessario. un bacione, mamma.", sorrisi divertita. "beh, per  svegliare la casa posso farlo benissimo io.", commentai e finii il latte d'un sorso. lo appoggiai sul lavabo e mi diressi in camera di morgana. presi il mio cellulare e inserii la canzone di taylor swift "you belong with me". abbassai al minimo il volume sperando che bastasse per svegliarle. poi uscii in corridoio e andai in camera di mauro. aprii la persiana e notai il modo strano in cui dormisse. le coperte erano completamente gettate a terra e dormiva a pancia in giù. notai la schiena nuda ma subito scossi la testa e cercai tra i suoi CD qualche canzone che conoscessi e che fosse d olce. quando ne trovai una inserii il CD nel lettore e lo accesi. la canzone partì e rimasi a guardarlo mentre scuoteva la testa infastidito. ridacchiai e uscii dalla camera.
" marta, sei stata tu? ", chiese morgana comparendo  dalla sua stanza. "questo è il tuo cellulare.", disse porgendomelo .
" è stato meraviglioso! " , urlò di colpo nic. "un bellissimo risveglio.", io risi e spensi la  musica.
" perchè eri in camera di mio fratello? ", cheise morg fissando la porta socchiusa.
" ho messo della musica anche per lui. ", sorrisi. "i tuoi sono usciti. alle dieci arriva la mama di nic per portarci a casa sua." 
"ah..", brobottò morgana grattandosi una tempia. "io ho fame.", disse poi e si diresse in cucina. nicole la seguì saltellando.
"chi ha accesso la radio?", domandò mauro entrando in corridoio mostrando il CD che avevo inserito. il suo volto era calmo e mostrana un bellissimo sorriso. i denti erano bianchissimi e splendenti. non riuscii a trattenermi e sorrisi a mia volta. mi guardò e si sfiorò i capelli. "sei stata tu?", chiese.
" sì, ti dispiace? ", domandai.
" no, affatto. sei stata gentile." , sussurrò. "sai, è il mio CD preferito.", risi. 
"non lo sapevo."
"non capisco come tu abbia potuto.", disse mantenedo quel sorriso radioso. era così bello che fui costretta a distogliere lo sguardo.
" giusto. ", suss urrai. "vieni a fare colazione? fra mezz'ora dobbiamo uscire." 
 "chi? ", chiese confuso.
"i o, nic e tua sorella. dobbiamo tornare a casa di nicole.. "
" uh.. e poi cosa farete? "
" ci esercitiamo perchè io non riesco a cantare un pezzo di una canzone. "
" oh, ce la farai marta. "
" lo spero da m orire.", sorrisi e a bbssai il volto. non capivo perchè con lui riuscivo a parlare così dannatamente bene. nel senso che mi sentivo bene, mi trasmetteva tale felicità che rendeva il resto come un rumore di sottofondo. nel mio cazo una canzone, poichè riuscivo ad associare qualsiasi momento a una melodia.
"arrivo adesso, mi cambio e vengo a mangiare.", mi sorrise ed entrò in camera.
"mauro?", lo chiamai. "per i disegni.."
"hai timore che non te li darò?", chiese facendo spuntare la testa. scoppiai a ridere.
"no, vorrei solo chiederti se provi a farli vedere a qualche persona .. no so, esperta? insomma,che faccia questa professione."
"ne conosci qualcuno?"
"di persona? no.", abbassai il volto scoraggiata.
" ma per fare cosa? è solo un hobby. ", lo guardai negli occhi.
" non dirlo neppure per sogno. quando hai un talento non vale la pena di lasciarlo sul comodino. "
 "non è un talento. è solo .. un po' di bravura. ", commentò.
" mauro. look me in the eyes. ", dissi prendend ogli il volto tra le mani. "sei bravissimo. non mandare tutto a puttane perchè sei pigro." 
" non sono pigro. "
" ora sei anche bugiardo. ", dissi e scoppiai a ridere.
"s ei una persona cattiva .", commentò lui facendo una smorfia.
"l o so, e mi piaccio. ", dissi ridendo. "muoviti principino che siamo di fretta." 
"gne gne. principessa del piffero.", commentò e se ne tornò in camera. io scoppiai a ridere.


***AUTRICE***
Ciao a tutti. ecco un nuovo ed ennesimo capitolo. a chi piaciucchiiaaa?
comunque, cosa pensate succederà? vi ricordo che nella storia il giorno seguente incrontrerrano i oned. come credete accadrà?
LOL grazie di leggere, siete i miei principi e le mie principesse. :)
buona notte e sogni d'oro xx

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Capitolo 8
*** Do You Remember Us? ***


" Aspetta, ripetimi perchè ce lo portiamo dietro. ", borbottà morgana fissando mauro che si stava infilando il casco. poi guardò me e nicole che le eravamo davanti,quasi a proteggere involontariamente mauro da un possibile attacco della sorella. aveva gli occhi che sembrava fossero lambiti da fiamme d'odio. ridacchiai per smorzare la tensione, ma ricevetti solo uno sguardo furio so da parte di morg che aveva la faccia rossa. "non lo voglio con noI!", urlò. sentii mauro ridacchiare. 
"e ddai, è solo per questo poemriggio. ", disse nicole. "infondo questa mattina abbiamo fatto tante cose divertenti." 
"sì, ma ora vogliamo fare un giro per milano, con una peste dietro di noi!", si lamentò ancora mrogana.
"basta morg, okaY? lui viene con noi. smettila, i tuoi ce l'hanno affidato."
"ehy, io non ho bisogno di baby sitter. mi sono offerto.", borbottò mauro.
"offerto dopo che i nostri t'hann obbligato.", puntalizzò la sorella.
"non sono un bambino, so' badare a me stesso."
"sei sicuro di non avere bisogno di una baby sitter? posso mostrarti il mio corriculum.", mormorai divertita. morgana scoppiò in una risata mentre mauro mi fece una linguaccia. abbassò il vetro del casco e montò sulla moto. nicole prese la sua bicicletta e ci salì mentre mrogana saliva su quella della madre di nic. io mi sedetti sul porta pacchi e partimmo subito. dopo una decina di minuti fummo di nuovo davanti al mio parco che mi piaceva da impazzire. era sempre enorme come me lo ricordavo e gli alberi lo contornavano. inspirai velocemente l'aria che assaporava di pino e qualcosa di più dolce. forse era la miriade di fiori che puntellavano il campo erboso. appena scesi corsi a buttarmi sotto un albero, all'ombra, sotto gli sguardi dei miei amici. risero quando si stesero affianco a me.
" e ora cosa faremo? ", chiese nicole strignendomi una mano.
" andiamo poi al duomo?" , chiesi. "voglio rivederlo." 
"ancora?", domandò mauro perplesso.
"se lei vuole vederlo lo vedrà.", borbottò morgana per dargli fastidio. mauro fece la linguaccia e tornò a distendersi. mi sistemai i capelli e guardai il cielo limpido sorpa di noi. era così bello sapere che probabilmente i one directione rano già atterrati e che forse erano in giro epr la stessa città in cui mi trovavo. mi faceva impazzire e mi lasciava fuori controllo.
"andiamo.", disse dopo una manciata di minuti.
"e perchè?", chiese nic aggrottando al fronte. "credevo volessi restare qui per un po'."
"lo so, però ho tanto ancora da vedere. e non tutto questo tempo da perdere.", sorrisi alzandomi.
"maddai, quanta fretta.", si lamentò morgana che si trovava bene distesa sull'erba.
"lasciatemi fare solo una cosa.", dissi dirigendomi in mezzo al campo. mauro si alzò e mi seguì curioso. mentre nic e morg solo si sedettero a terra. mi votlai sorridente a guardare mauro che mis eguiva come un cagnolino. scoppiai a ridere e afferrai un soffione chinandomi a terra. "spero che si avveri.", chiusi gli occhi e soffiai in aria contro il soffione. guardai i piccoli pezzettini bianchi volare in aria e alzarsi fino a scomparire. mi voltai epr guardare mauro che faceva lo stesso, con un viso un po' più imbronciato. soffiò con una mano in tasca, quasi fosse l'unica sua speranza. poi alzò lo sguardo e mi fisso. spuntò un lieve sorriso nel suo volto, che però scomparì subito. non mi piaceva vederlo così, forse perchè mi faceva tanto ridere. corsi verso di lui e mi aggrappai alle sue spalle. lui perse l'equilibrio e cademmo a terra. nicole rise mentre morgana strabuzzo gli occhi. l'erba era così alta che non vedevo neint'altro che lui. appoggiò le mani sui miei fianchi e sorrise. mi appoggiai al suo petto e sentii un fremito percorrermi. arrossi leggermente e gli lasciai un bacio sulla fronte. poi mi alzai velocemente lasciandolo a terra. "andiamo?", chiesi correndo verso le bici.
" marta, dimmi una cosa.. ", mi prese di lato morg afferrandomi il braccio. nic si sedette sulla sella della bici e ci guardò. fissai mauro che, di spalle, si sis temava i capelli corti. "ma tu e lui..", disse indicandolo con  il dito. "ti piace?", chiese. sgranai gli occhi e con uno schiaffo le feci abassare la mano. nicole rise. "allora è un sì?", chiese gardandomi. probabilemnte il mio sguardo era supplichevole, ma credo di aver avuto un'espressione spaventata. n on mi sentivo sicura nel dire che mi piaceva. non capivo neppure se mi piaceva, non riuscivo a pensarci. o forse non riuscivo ad ammetterlo a me stessa. feci una smorfia.
"forse..", mormorai piano sperando che nessuno ci sentisse. lei mi sorrise e mi sfiorò la spalla con una mano.
"spero che vada bene."
"vada bene?", chiesi.
"non so se gli piaci.", mormorò fissandolo di sott'ecchi. salimmo sulle bici e quando mauro, dopo alcuni minuti, fu abbsatanzao lontano mi strinsi a morgana.
"gli piaccio.", sussurrai.
"come?", chiese confusa.
"gli piaccio. piaccio a mauro."
"veramente?", chiese lei. "e allroa dov'è il problema? hai uan cotta per lui da più di un anno. provaci, no?"
"n on è così facile, beduina. è più piccolo. "
" uffa conq uesta tua mania dell'età. "
" beh, mi fa schifo pensare di avere unr agazzo più piccolo ."
" non sei diplomatica ."
" ma chissene frega della diplomazia. ", borbottai. "cosa faccio?" 
"provaci.", disse e scoppiò a ridere. "chissà che magarai non ci imparentiamo."
"magari..", dissi fra le risate.


"ecco il gelato ragazze.", disse un signore servendoci dei coni con una pallina ciascuna. maurso avvampò di vergogna, poichè aveva ordinato anche lui ed era stato mischiato per una ragazza. "oh, scusatemi giovanotto."; disse il gelatiere ridendo e gli prose il suo gelato alla vaniglia. lo ringraziò velocemente e ci allontanammo di corsa.
"ma ti è piaciuto?", chiese nic sedendosi sui gradini di fronte il duomo.
"cosa? la parrocchia che mi avete appena fatto vedere?", chiesi. loro scoppiarono a ridere e poi morgana nnuì affondando i denti sul gelato allo fragola.
"sì, mi è piaciuta. è così che vi siete conosciute, no? nicole veniva sempre lì, ed è proprio dietro casa vostra.", dissi guardando mauro e morgana. loro mi sorrisero e io assaggiai il mio gelato alla menta e cioccolata. "beh, è un bel ricordo. eprchè lo chiedete?"
"ero solo curiosa. se un giorno venissi da te, cosa mi mostreresti?"

"credo i migliori negozi. al gelateria, il museo del mio paese.. e poi la scuola e la pizzeria."
"io propongo la pizzeria subito.", scattò lei ridendo. scoppiammo a ridere. la guardai mentre si mangiucchiava il suo gelato alla cioccolata e io mi alzai guardandomi attorno. mi resi conto di come fosse tutto esattamente uguale all'anno precedente. none ra cambiato nulla, tranne un piccolo particolare. anzi, due: il fratello di morgana mi piace e io piacevo a lui; e avevo incrontrato giù i one direction. non potevo sperare in qualcosa di migliore. poi nicole saltò dagli scalini urlando, regendo il suo ipod in mano: "i one direction sono atterrati ieri sera!", urlò.
"  e come non facevamo a saperlo?  ", chiese morgana frustrata.
"n  on lo so, ragazze. ma questo significa che ..  ", dissi voltandomi verso la piazza. "c he probabilmete sono in giro. ", mauro sbuffò ma sembrava quasi divertito. nic ole prese per mano morgana e la trascinò.
"a ndiamo. ", dis se lei. "li voglio vedere." 
" Non abbiamo un cerca persona con un loro campione di sangue. ", mormorò mauro. "le probabilità di trovarli sono minime.", si lamentò ancora. io sbuffai contrariata e cercai di non a scoltare le sue baggianate al riguardo. morgana e nicole cercavano mentalmente di ricordare tutti i posti che probabilmente avrebbero voluto visitare mentre io scendevo sulla piazza e camminavo spaventando un po' i piccioni. quando vidi uno piccolino vicino ad una pozza d'acqua decisi di fare la sciocca e saltargli vicino, sperando di spaventarlo alla grande. cominciai a correre facendo volare altri ma prima di saltargli vicino fui distratta da un altro ragazzo alto che correva verso lo stesso piccione. inchiodammo entrambi prima di scontrarci ma finimmo con sbatteci addosso. chiusi gli occhi e quando li riaprii, con lo sguardo basso, notai il piccione vicino ai nostri piedi. piccolo e spaventato. subito sentii un rimorso epr aver tentato di fare questo stupido scherzo.
"i'm so sorry. really, i just wanted to .." [mi dispiace. veramente, volevo solo ..], disse il ragazzo con voce dolce appoggiando le mani sulle mie spalle. lo guardai negli occhi e il mio sguardo incontrò il suo. subito mi sentii annegare nel profondo dei suoi occhi color cioccolato che, dolcemente, mi guardavano luminosi. aprii piano la bocca per dire qualcosa, ma le parole morirono in sulle labbra e non riuscii a dire nulla.
"ehy, poor kevin! you scared him!" [ehy, povero kevin! l'hai spaventato!], urlò un ragazzo dai capelli marroni, mezzi piastrati e con degli occhi azzurrissimi. mi sentii svenire e mi appoggiai al ragazzo che avevo davanti sperando di non sporcarlo con il gealto. subito le mie ginocchia cedettero all'emozione e il ragazzo dai capelli neri mi dovette sorreggere. prima di svenire mi voltai per guardare morgana che mi correva incotnro. mauro che sgranava gli occhi e nicole che si tappava la bocca epr non strillare. in effetti, non era proprio un bel modo per reincontrarci, non credete, one direction?

"it's all okay?" [è tutto okay?] , chiese niall dopo una manciata di minuti. ero distesa su una panchina, all ombra. attorno a me c'erano i ragazzi e le mie amiche, e mauro che, in disparte, si godeva la scena sorridendo.
"yeah, yeah..", mormorai sedendomi. subito nicole si mise affianco a me e mi strinse il braccio.
"sono loro, ci credi?", disse fissandoli. avevano di certo capito che eravamo fans. forse non avevano realizzato che noi ci eravamo già incontrati.
"ehy, just wait a moment. i remember you .." [ehy, aspettate un momento. mi ricordo di voi], disse zayn portandosi una mano alla fronte. niall ci sorrise mentre liam si sedette affianco e me e mi strinse una mano. rabbrividii al contatto ma mi sentii piena di energie. harry e louis erano vicino a morgana che sebrava euforica. "you.. you are the girl who said me that you love me. the ones of the concert, the last year." [tu.. tu sei la ragazza che ha detto di amarmi. quelle del concerto, l'altranno.], disse poi. mi sentii svenire di nuovo, si ricordava di noi?
"OMG, you remember us." [ommioddio, vi ricordate di noi], disse morgana facendosi aria con la mano. mi alzai subito e abbracciai zayn stringendolo a me. lui rise e mi abbracciò. ci mettemmo a paralre di cosa era successo nel resto dell anno, e scoprimmo alla fine, di aver perso circa tre ore con loro. durante questo tempo ci facemmo delle foto, e pure mauro fu incluso in una. non la smettevamo mai di ridere per certe cose stupide che dicevamo e spesso io venivo derisa del fatto che svenivo sempre più spesso. ma cosa ci potevo fare se ero emotivamente condizionabile?
"you are so lucky, ladis. i don't think that any body else met us so many times." [siete fortunate, ragazze. non credo che nessuna'ltro ci abbia mai incontrato così tante volte.], disse harry. io scoppiai a ridere mentre nic e morgana balbettavano qualcosa. era facile capire quando aprlavano, poichè dicevano le cose lentamente e nel modo più semplice. anche se eravamo dei mostri in inglese, non potevamo permetterci di essere così brave da capire il loro linguaggioe voluto. come se loro potessero capire le parole come "pigliare" e "truzzo" o "cazzeggiare".
"marta, do you remember last year?" [marta, ricordi l'altro anno?] , mi chiese tutto d'un tratto zayn. fui sorpresa che si rivolgesse a me, mentre nicole e mrogana si divertivano con gli altri. mauro messaggiava furibondo con cellulare. forse si stava annoiando.
"how can i forget?" [come posso dimenticare?] , chiesi ridendo.
"i know that you love me so much but .." [so che mi amic tanto ma..]
"please, dont' speak. i know that i'm not you kind of girl, or maybe i am. but i'm so intelligent to understand that you can't stay with a girl so perfect, as i am." [per favore, non dire nulla. so di non essere il tuo tipo di ragazza, o forse lo sono. ma sono abbastanza intelligente da capire che non puoi stare con una ragazza così perfetta, come sono io.] , lui scoppiò a ridere e poi si sedette sulla panchina che era occupata da harry e morgana. io gli sorrisi.
"you're funny, girl" [sei divertente, ragazza] , disse.
"i'm happy that you think so." [sono felice che tu la pensi così.]
"do you know that you are one of the reason because i love my job?" [sai die ssere uan delle ragioni perchè amo il mio lavoro?]
"really? whi i'm so important?" [veramente? perchè sono così importante?] , chiesi sorridendo.
"c'mon, sit here, please." [dai, siediti qui, per favore] , chiese gentilmente indicando el sue gambe. sgranai gli occhi spaventata. lui rise e mi prese il braccio e mi trascinò sulle sue gambe. i ragazzi ci guardarono un istante e poi continuarono a parlare per conto proprio. sentii che discutevano del meet del giorno seguente. "when you told me taht i was perfect fo you, i realize that i dind't know why." [quando mi hai detto che per te ero perfetto, ho capito di non aver itneso perchè.]
"well.. your voice is amazing. you're funny, kind, sweat, smart and maybe a bit lazy, but i love you. you are also nice looking too." [eh, la tua voce è bellissima. sei divertente, gentile, dolce, intelligente e forse un po' pigro, ma ti amo. e sei anche carino.] , lui rise.
"just nice looking?" [solo carino?], chiese.
"okay, beautiful." [okay, bellissimo.] , dissi e scoppiammo a ridere.
"do you have a boyfriend?" [hai un ragazzo?] , chiese dopo alcuni secondi di silenzio tr anoi.
"no, i don't." [no, non ce l'ho]
"really? a beauty girl like you?" [veramente? una ragazza carina come te?], lo spintonai divertita.
"there a boy who asked me.. and an other who is fallen in love with me." [c'è un ragazzo che me lo ha chiesto.. e un altro che è innamorato di me.]
"the one is he?" [è lui?] , chiese indicando mauro mentre lui non lo vedeva.
"... how?!" [come?!] , sgranai gli occhi e lui rise. "how did you know?" [come lo sai?]
"even i'm a boy i understand some things.." [anche se sono un ragazzo certe cose le capisco] , disse facendomi l'occhiolino.
"wow, you're amazing." [wow, sei fantastico], dissi e mi baciò la fronte.
"just try to love." [prova solo ad amare] , sussurrò. "i know that you maybe love us like no body else but we are not your whole life. you need a very boyfriend." [lo so che tu forse ci ami come nessun'altro, ma noi non siamo al tua intera vita. hai bisogno di un vero ragazzo.]
"you're really kind. really, i love ya." [sei molteo gentile, giuro. ti amo] , lui rise.
"i've just told ya to say that you love him." [ti ho appena detto di dire che ami lui] , quasi gridò ridendo.
"yeah, but i can't no say that i love you." [sì però non posso non dire di amarti] , lui mi abbracciò e poi mi lasciò. rimasi stupida dall'eccessimo affetto ma poi mi accorsi che anche niall teneva sotto braccio morgana da un pezzo e che nicole era praticamente avvinghiata a louis come un koala. harry e liam si facevano compagnia stando vicini mentre mauro mi guardava pieno di invidia per zayn. niall portava una maglietta aperta sul petto e dei pantalonida tuta neri. al collo aveva una catenella che raffigurava un animale, emntre ai piedi portava le solite nike azzurre. liam aveva una camicia e dei pantaloncini rossi corti. louis aveva le sue toms verdi ai piedi, dei pantaloncini a scacchi che gli raggiungevano le ginocchia e una t-shirt attilata. harry aveva una camicia nera e dei jeans bianchi. poi mi voltai e sorrisi a zayn, accorgendomi finalemtne di come era vestito. indossava dei pjeans scuri e una canottiera bianca con dei disegni stupidi sopra. i suoi bicipiti abbronzati si rilassavano e si tendevano di continuo e io rimasi un attimo a guardarli. harry se ne accorse perchè mi indicò e scoppiò a ridere.
"she loves your body." [ama il tuo corpo!] , urlò niall. zayn mi diede un bacio sulla guancia e poi scoppiò a ridere.
"ehy .. he's just sexy." [ehy, è solo sexy] , dissi mettendo un finto broncio e incrociando le bracci attorno al petto. liam si avvicinò a me, mi alzò di peso e mi ritrovai fra le sue braccia. scoppiai a ridere. poi mi lasciò a terra e mi fece fare una piroetta. sentii un commento di lois riguardo ai miei capelli lunghi che avevano colpito un occhio di liam mentre stavo girando. infatti quando mi fermai notai liam a terra che rideva come un coglione, ma allo stesso tempo di copriva l'occhio destro con la mano. niall corse d alui per autarlo ma poi finì a ridere quando io gli diedi un calcietto per farlo distrarre. era strano, non credevo si potesse avere così tanta confidenza con delle stars. cond elle eprsone famose, non credevo fossero così .. così ugauli a tutti gli altri. non che credessi avessero poteri magici o sovrannaturali, ma non immaginavo che si divertissero nello stesso modo in cui mi divertivo io. quando mi sedetti a terra, davanti a niall mi accorsi di come sembravano dei ragazzi normali. se non fossero stati famosi, e avessimo vissuto assieme, credo che ci saremmo divertiti un mondo.
"when you have to go?" [quando dovete andare?] , chiese louis dopo una battuta esilarante di liam. la stavo ancora spiegando a nicole quando lo chiese. mi fermai di colpo e feci spalline. morgana rispose per noi, dicendo che non avevamo alcuna fretta. finii di spiegare a nic la barzelletta e cominciò a ridere. harry e zayn risero poichè non c'era arrivata prima.
passammo l'intero pomeriggio che quando furono le sette e mezza, ovvero l'ora di tornare a casa, ci sentimmo un vuoto dentro poichè non volevamo lasciarci. perfino mauro, dopo un po', si era aggregato alle risate e aveva perfinoa ggiunto che alla fin fine erano dei ragazzi divertenti. beh, divertenti perchè stupidi. però erano gentili e sicuri di sè allo stesso tempo. quando magari scivolavo e mi graffiavo erano lì pronti a trascinarmi all'ospedale se ne avevo bisogno. quando il cellualre di nicole suonò tutti noi ci fermammo. e sentimmo al suoneria con al voce di louis e loro non poterono non ridere. lei lo ignorò ridendo sapendo che era la madre. quando risuonò sbuffò infastidita, ma poi si pentì scoprendo che era marco. quindi suonò il mio cellulare e si sentì, invece, la suoneria di liam. lui mi guardò sgranando gli occhi mentre zayn mi fece una linguaccia, forse sperava che avessi usato la sua suoneria. risposi subito ed era la amdre di nic, si scusò per aver chiamato me e le passai nicole. mentre lui si scostò da noi per parlare meglio e mi occupai nel intrecciare i capelli di harry attorno al dito. era rilassante e dopo un po' lui si sedette a terra, vicino a me, spronandomi a continuare. tutti noi ridemmo.
"dobbiamo andare, ragazze.", ci sussurrò nic ridandomi il cellulare. i ragazzi si accorsero della cosa guardando i nostri sguardi. l'unico sollevato era mauro.
"well.. it's late." [beh, è tardi] , cercò di scusarsi liam come per giustificare che anche loro dovevano andare.
"will we see you tomorrow?" [vi vedremo domani?] , chiese niall speranzoso, guardando morgana negli occhi. lei annuì mentre io e nic  urlavamo di sì.
"well.. you had took a lot of photos. you have other autograph now ..." [beh, avete fatto tante foto. avete alri autografi] , indicò harry la mia macchian fotografica e il blocchettò degli appunti che mi portavo sempre dietro, ora pieno delle loro firme.
"  yeah .. but we wil miss you.  " [sì, però ci mancherete.] , disse nic abbracciando forte louis lui ridacchiò e le spettinò i capelli con la mano.
"  thank you for everything.  " [grazie di tutto], disse morgana. finimmo con abbracciarli tutti e poi, finiti i saluti, ci sistemammo senza accorgercene in due file. uan compsota dai ragazzi, e l'altra dalle mei amiche e mauro. abbassai il volto intimorita. mi salutammo ancora una volta, più velocemente e poi ci dirigemmo verso le bici. quando mrogana saltò sulla sua si aspettò che salissi usl porta pacchi ma io rimasi a guardare lo schermo del cellulare. poi, alzai il volto, e davanti a me comparve niall. a morgana si fermò il cuore per lo spavento, ma lui mi prese in parte e riuscì a dire nell'italiano migliore che poteva quel che riusciva.
"  zayn mi ha detto della tua cotta.  " , disse piano  avvicinando il suo volto al mio. " provaci. so che non è un buon consiglio, ma l'amor eè la forza più grande al mondo. ti fa' sentire libero e potente.   se lo ami, e lui ama te.. non ved o cosa dovrebbe ostacolare il vostro amore." , sussurrò poi. mi baciò la fronte. "bless you." [che dio ti benedica].  
"thank you niall. good luck." [grazi niall, buona fortuna], lui mi sorrise e corse verso i ragazzi, dall'altra parte della strada. mauro si voltò per guardarmi e gli sorrisi. nicole e morgana li salutarono e vidi harry e lousi che si bracciavano ridendo. io scoppiai a ridere e saltai sulla moto di mauro. lui mi diede il suo casco e lo indossai velocemente. sorrisi a morgana che non sembrava poi così tanto stupita e mi aggrappai a mauro che partì. urlò alla sorella che avremmo fatto un giro più lungo, ma le promise che saremmo comunque arrivati in tempo. avevo però paura di cosa per lui, significava arrivare in tempo.
"cosa ti ha detto?", chiese ad un certo punto, usciti da milano, fermandosi al alto di una strada dove c'era una panchina di marmo.
"mi ha detto di provare ad amare."
"veramente?"
"sì, in fondo ha ragione. non posso restare zitella per sempre.", lui rise.
"ti assicuro che neppure provando ci riusciresti.", si sedette affianco a me e mi strinse la mano. "quindi hai deciso?", chiese.
"possiamo provarci.", dissi avvicinandomi a lui.
"nonostante sembra sbagliato?", chiese mentre fissava le mei labbra.
"nulla è sbagliato, sei sei affianco alla persona giusta.", lui sorrise e appoggiò le mani sui miei fianchi. mi appoggiai alle sue spalle e prima che me ne accorsi ci stavamo baciando. non sapevo perchè, ma stare con lui mi rendeva tutto semplice. era come respirare. non riuscivo a vedere nulla di complicato, percè il suo sorriso mi accecava e nascondeva il resto. nascondeva i problemi. sorrisi e cercai di scordare il resto. del tempo che era agli sgoccioli e prova a immagianrmi con lui epr sempre. sembrava tutto perfetto. poi il baciò finì e ci allontanammo. non tanto, ma solo quei pochi centimetri da farmi desiderare di sfiorare di nuovo le sue labbra. sorrisi e mi appoggiai di nuovo a lui e questa volta il bacio fu più lento e dolce. sembrava quasi una carezza divina. e mi sembrava di volare.

***AUTRICE***
Bla bla bla .. allora, come va? a em piace questo capitolo anche se .. posso essere sincera? quando ho comicniato al ff avevo na cotta pazzesca per sto ragazzo. non che mi fotta molto di lui, però lo considero ancora un gran figo 8scusa morgana) ma sinceramente questa storia mi sta annoiando. ora non provo pià questi gran sentimenti e mi sembra anche di non riuscire a trasmettere nulla. ho paura che nonv i piacia più, epr questo cerco di immaginare che sia un'altra persona, ma rende tutto confusionario e difficile. quindi, se volete, sarò d'accordo con voi ad eliminare la storia. :)
buona notte principesse mie xx

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Capitolo 9
*** You. You are my answer. ***


"E' il giorno, è il giorno, è il giorno!", urlò nicole. sbuffai e mi coprii con le coperte affondando la testa sul cuscino.
"Dai marta, svegliati!", isse morgana. mi aveva praticamente strillato all'orecchio e io, spaventata, feci un salto e spalancia gli occhi. mi ritovai senza coperte poicè nic me le prese e mi sedetti sul letto. "alle tre c'è il meet, dobbiamo sbrigarci."
"ma che ora sono?", chiesi grattandomi la testa e facendo una smorfia. odiavo essere sveglaita con il frastuono.
"sono le otto e mezza, perchè?", chiese nicole aprendo  l'armadio.
"oddio, ma manca tantisismo tempo!", borbottai gettandomi di nuovo sul letto. morgana rise e mi prese una caviglia.
"ricordi il concerto? sarà la stessa cosa. tanta gente.", disse e ridendo mi trascinò a terra. tenni gli occhi chiusi finchè le mei ginocchia sbatterono contro il palchè della camera di nicole.
"okay, ho capito.", sbottai alzandomi. "colazione?", chiesi.
"già fatta, ci sono brioche e latte sulla scrivania.", mormorò nicole.
"per chi?", domandai sistemandomi al maglietta.
"per te, ovvio.", rise morgana. sorrisi e mangiucchiai seduta sulla sedia, mentre guardavo nicole che sceglieva una maglietta dentro il suo vasto armadio. e fissai morgana tirare fuori da un sacchetto di plastica dei jeans e una camicietta azzurra. quando finii la colazione nicole aveva optato per dei pantaloni bianchi e una t-shirt rossa.
"e tu cosa metterai?", chiese nicole votlandosi. mi alzai e mid iressi alal valigia. tirai fuori dei pantaloncini corti di jeans e una maglietta bianca e verde lunga, che copriva un poco i pantaloncini.
"sei sicura?", chise morgana guardando i vestiti.
"sì, perchè?", aggrottai la fronte preoccupata. cosa non andava?
"abbiamo una sorpresa per te.", disse nic sorridendo. anzi,era euforica. saltò epr tutta la camera e aprì un cassetto sotto il comodino. ne estrasse un pacco viola con un lungo nastro di raso rosso.
"oddio, non serviva.", dissi arrossendo e mi portai le mani al viso.
"oh, sì invece.", disse morgana. le due si avvicinarono e mi porsero il pacco. avvampai ancora id più. quindi lo appoggiai sulla sedia e le abbracciai forte.
"grazie mille.", disis.
"ma non l'hai ancora aperto.", gracchiò nicole.
"beh, qualunque cosa sia, sono sicura che mi piacerà. perchè l'avete scelta voi.", a morgana vennero le lacrime agli occhi mentre nicole rise. mi votlai e mi diressi alla valigia. "ed è per questo che ho dei regali per voi.", dissi inginocchiandomi. gli sguardi di morg e nic ricaddero su due sacchetti di plastica bianca che avevo in mano. "okay, non ho fatto il pacco nè fiocchi nè foglietti vari. ma nonc redo vi importi.", dissi e porsi loro un sacchetto a testa.
"perchè lo hai fatto?", chiese nicole che sembrava un po' offesa.
"e perchè lo avete fatto voi?", chiesi. morgana cercò di parlare ma balbettò solo. nicole rise. "ecco, per lo stesso vostro motivo. quando si vuole bene ad una persona non bisogna avere delle ragioni per dimostrare il proprio affetto. e poi non è nulla di che, solo un pensierino."
"un pensierino?", chiese morgana. "allora anche il nsotro lo consideriamo tale.", disse e rise. mi abbracciò e mi trascinò davanti al mio pacco regalo.
"consideriamolo un regalo per il tuo compleanno."
"a giugno? io festeggio a luglio.", dissi ridendo e mi sedeti appoggiando il pacco sulle gambe.  nicole rise.
"diciamo.. un regalo anticipato.", commentò nic. ridemmo tutte quante.
"chi apre?", chiesi.
"non saprei..", sussurrò morgana.
"apro io.", disse nicole uralndo. amava le sorprese, e ancora di più i regali. sorrisi. apri il sacchetto e ne enstrasse una maglietta nera lunga. la guardò un secondo con sguardo annoiato, come se fosse anonima, poi i suoi occhi si illuminarono. e saltellò sul posto urlando.
"cosa c'è scritto?", chiese morgana curiosa mentre io ridevo.
"c 'è scritto KEEP CALM AND BRING TO ME A CARROT. ", disse e tornò a strillare. morgana rise.
" ti piace? ", chiesi.
" oddio, è bellissima. ", disse nicole e mi abbracciò.
" okay, ora sono curiosa io. ", borbottò morgana. " posso? ", chiese idnicando il suo sacchetto.
"c erto. ", sussurrai e le mi sorrise. ne estrasse una maglietta verde acqua. sorridendo lesse cosa c'era scritto e subito dopo scoppiò in un pianto di felicità. nicole le prese la maglietta di mano e subito dopo aver letto il suo sorriso s'ingrandì.
" oddio marta, è bellissima. "; disse morgana tra le lacrime.
" KEEP CALM AND LAUGH LIKE NIALL HORAN .", sussurrò nicole. "marta, ma dove le hai trovate queste frasi?", chiese. 
"beh, le ho pensate per voi. a morgana piace niall e a te louis. quindi era semplcie la cosa, no?"
"apri il tuo, ora.", disse morgana. sorrise e guardai il pacco. lo aprii con cura, cercando di non strappare la carta ma, naturalmente, ne ruppi alcune parti. poi mi arresi e cominciai a strappare tutto. nicoel rise. tolta la carta, vi era una scatola. respirai piano, e la aprii. all'intenro vi erano due cose. un sacchetto trasparente, piegato con cura e un libretto. presi prima il sacchetto, lo aprii e scoprii che dentro vi era una maglietta azzurra. la alzai e lessi con attenzione cosa vi era scritto "KEEP CALM AND MERRY ONE DIRECTION". scoppiai a ridere ma forse era un misto con lacrime, perchè poi dovetti asciugarmi le guancie. appoggiai la maglietta dentro la scatola e presi il libretto. aveva la copertina color crema con il testo di alcune canzoni de one direction. in fondo c'erano la firma di morgana e nicole. lo aprii e scoprii che era un porta fotografie. lo sgoliai velocemente e notai che le prime venti pagine erano già accupate con delle foto. vi erano tanssime foto di noi con i ragazzi e poi altre erano solo di noi tre. erano un po' sparpagliate a caso, ma sotto, con rigore, vi era la data e a volte perfino l'ora. le ultime cinque pagine erano vuote, ma pronte per essere riempite. sorrisi e lasciai tutto nella scatola che appoggiai a terra vicino ai sacchetti di nic e morgana. mi alzai e le abbracciai. stavamo tutte a tre piangendo, di felicità.

"eccoli, i one direction, tutti per voi, a milano, per un meet & greet!", urlò un uomo al microfono. la pelle si accapponò e i ragazzi sputnarono d auna porta. si sedettero salutando dietro a un bancone. ci ringraziarono con il loro migliore italiano e dopo una manciata di minuti le priem ragazze furono fatte entrare. si diressero subito verso di loro. molte strillavano, altre piangevano. poi c'era chi era calmo e semplicemente sorrideva, e chi invece saltellava sul posto. io, morgana e nicole eravamo eccitate, ma non così tanto da sclerare. avevamo già avuto tutto ciò che potevamo chiedere, perciò ce ne stavamo a parlucchiare tra noi, nella fila. eravamo tra le ultime ma nonc i lamentavamo. li vedevamo benissimo, ed erano splendenti come sempre. sorridevano e ridevano di continuo. parlavano con le fan e cercavano di guardarle negli occhi più a lungo possibile. stavano facendo così tanto, o almeno ci provavano. sapevo quanto fosse difficile per loro cercare di parlare con più di mille ragazze, in un tempo limitato e perfino breve. erano le quattro e mezza quando chisero un pausa. rimasero lì mentre mangiavano delle merendine e bevevano da delle bottiglie. intanto noi directioners cantavamo per loro. si divertivano un mondo e io con loro.
"ma mauro?", chiese ad unc erto punto morgana guardando il suo cellulare.
"ha detto che ci aspetta fuori.", commentai velocemente.
"fuori?", chiese nicole.
"sai, è un centro commerciale. ci aspetta all'uscita principale."
"e quando sarà lì?", chiese ancora.
" mi ha detto che veniva alle cinque e qualcosa. ", morgana mi guardò sgranando gli occhi.
" come fai a saperlo ?", chiese lei. "è mio fratello, dovrei saperlo io." 
"beh, lui è ...", nicole rise e salettlò.
"è il tuo ragazzo!", urlò di colpo. alcune ragazze attorno anoi si voltarono.
"shhh!", dissi. "non è certo"
"vi siete baciati?", annuii piano. "allora siete fidanzati!"
"e tu sei fidanzata con marco?", chiese.
"no, ovvio.", borbottò.
"eppure vi siete baciati.", dissi sorridendo.
"ma ma..", mormorò e poi mi fece la linguaccia. morgana ed io ridemmo.

"ecco ragazze, fra due gruppi tocca a voi.", disse un uomo alto davanti di noi, che era una guardia. noi lo rignrazziammo. la cosa veniva gestita in gruppi da tre. ogni gruppo aveva a disposizione circa un minuto con loro e poi ne arrivava un altro. inq uesto modo tutte potevano avere l'autografo e parlare con loro. abbassai lo sguardo e fissai il CD che stringevo tra le mani. aprii la custodia e tirai fuori la carta, non volevo che firmassero sul vetro perchè sapevo che si sarebbe potuto rovinare e le fimre scomparire. sorrisi quando l'uomo ci disse che mancava ancora un gruppo. "andate."; disse poi. nicole e morgana andarono per prime e io le seguii. i ragazzi appena ci videro sorridero.
"hi girls, how are you?" [ciao ragazze, come state?] , chiese harry.
"fine, thank you." [bene, grazie] , disse morgana. "and you?" [e voi?] , ricevette subito una risposta al unisono. erano felici e divertiti. sorrisi.
"ehy morgana, nice t-shirt." [hey morgana, bella maglietta] , commentò niall indicandola. come d'accordo, avevamo idnossato el magliette che ci eravamo appena regalate. morgana rise.
"i prefer the nicole's one." [preferisco quella di nicole] , disse rideno louis.
"will you merry me?" [mi sposerai?] , mi chiese liam. rimasi pe run secondo bloccata mezza emozionata. poi risi, capendo che si riferiva alla mia maglietta. arrossii e annuii. abbassai lo sguardo e notai i nostri CD belli e autografati.
"siete bellessimi.", disse nicole.
"e voi siete tre splendori.", disse harry. subito noi tre avvampammo. i ragazzi risero.
"ehy marta. how is going with the boy?" [hey marta, come sta' andano con il ragazzo?], chiese zayn.
"oh, he kissed me." [oh, mi ha baciato.] , dissi. louis e harry saltarono dalal sedia e comicniarono a ridere. liam fece degli urletti provocatori. gli feci la linguaccia.
"  i'm so happy for you, girl.  ",[sono veramente felice epr te, ragazza] , disse niall e mi fece l'occhiolino.
  "ragazze, dovete andare."  , disse un uomo pelato vestito di nero. gli sorrisi e presi il mio CD, nicole e morgana presero i propri e guardammo i ragazzi.
"  bye bye morgana, nicole and marta  " [ciao ciao morgana, nicole e marta] , dissero in coro. scoppiammo a ridere. soridemmo mentre, velocemente, nicole si avvicinò al bancone e in inglese disse qualcosa. ma lo fece con così tanta fretta che non riuscii a capire nulla. i ragazzi la ascoltarono attentamente e p oi sorrisero. li sentii dire dei " yeah " e "yes, of course." .. poi le gu  ardie del corpo ci spinsero via. 

"ma cosa gli hai detto?", chiesi quando uscimmo. ormai erano el cinque e mezza ed ero finito tutto. un ondata di ragazze ci travolse ma noi ci dirigemmo verso il il parchetto dove avevamo lasciato el nsotre bici e dove sapevamo che mauro sarebbe venuto a prenderci.
"ho chiesto loro un favore. hanno detto che lo faranno.", disse nicole radiosa.
"ovvero?", domandò morgana.
"nulla di speciale.", borbottò l'altra.
"perfino gli occhi ti sorridono, ovvio che è importante!", dissi quasi strillando.
"lo scoprirete a tempo debito."
"ommioddio ma da quando dici ste cose?", chiese morgana.
"dice cosa?", domandò mauro. senza che ce ne fossimo accorte la sua figura slanciata era comparsa davanti a noi. affianco a lui aveva il motorino parcheggiato. in mano reggeva il suo casco.
"nulla di particolare.", disse nic sperando di sviare la cosa. io sorrisi e mi gettai tra le braccia di mauro che mi strinse a sè. morgana sbuffò e si diresse a prendere la biciletta. nicole la seguì a ruota e tra la folla scomaprvero dalla mia vista.
"ciao bello.", sussurrai.
"ciao bellissima.", disse e appoggiò le sue labbra sopra le mie, con dolcezza.  "ti sei divertita?"
"sì, sai .. non è da tutti i giorni incontrare i propri idoli."
"hai ragione.", sussurrò e mi strinse la mano destra. mi passò il suo casco e saltò in moto. io mi sedetti dietro di lui e subito dopo ci raggiunsero morgana e nicole sopra le loro bici. ero estasiata e avevo un sorriso da ebete, ma probabilmente non si notava grazie al casco. "dove andiamo?", chiese velocemente mauro.
"a casa nostra.", mormorò morgana. "resteranno a  dormire con noi.", i miei occhi s'illuminarono e il mio sorriso si allargò. non capivo perchè, ma più tempo stavo vicno a mauro mi sentivo meglio. anche solo il suo pensiero mi trasmetteva felicità. era questo l'amore? era questo il suo potere magico? beh, se era così voglio essere innamorata per sempre. soffrire per amore, i dolori, le cattiverie.. tutto ciò è ripagato, poi, se sai aspettare. se sai aspettare la persona giusta. se sai aspettare il tanto amato primo bacio, la prima serata, la prima sua risata per una tua qualsiasi battuta. questo era l'amore, ed era qualcosa di meraviglioso. ma mentre volavano sulla strada verso casa mi sorpresi a pensare ai one direction. li stavo pensando con tale intensità che mi accorsi di amarli tantissimo. certo, lo sapevo di amarli. ma non così tanto da poter dire che mi mancavano anche se non li vedevo da forse mezz'ora. era anche questo l'amore? quando ami talmente tanto la persona amata il tempo scorre così veloce che quando non si è con la loro compagnia sembra che l'orologio si fermi? ma pensandoci bene, mi mancava mauro. ero stretta a lui ma mi sentivo come se non ci fosse. perchè pensavo a quando avrei vissuto senza di lui. durante l'estate, fino all'anno seguente. quanto tempo avrei trascorso senza di lui? senza il suo tocco? senza le sue labbra? senza le sue parole sussurrate all'orecchio?
era questo l'amore?
era mancare una persona, anche quando la si stringe tra le proprie braccia?
era questo il dolore?
avere paura di perderla anche se la si stringe tra le proprie braccia?
ma ero io la persona strana in questa via piena di gente?
ero io quella innamorata in questa città?
ma a tutte queste domande avevo una sola, unica, speciale risposta. mi sembrava così scontata ma non inutile. banale ma speciale. era perfetta. perfetta per me.
Mauro. mauro, era la rispsota a tutte le mie domande. perchè senza di lui, io non ero nulla.

***AUTRICE***
Ciao, finalmente ho scritto. sì, lo so. sono lenta e scrivo sempre più di rado. quindi chiedo perdono.
spero vi sia piaciuto, e spero che recensierete. :)
era un po' romantico, però. forse troppo? ma io sono un eterna romanticona, e amo alla follia tutto ciò che faccio e le persone a me care. non mi stancherei mai di ripetere loro quanto gli voglio bene. non smetterei mai di dimostrare il mio affetto. quindi, chiedo pardon se vi ho fatto venire la nausea e il diabete per tutta questa dolcezza.
grazie di tutto, e buona notte xx

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Capitolo 10
*** I'll Miss You.. But I Can't How To Say It. ***


" Eccoci ragazze. ", disse morgana parendo la porta di casa. mauro tossì forte. io scoppiai a ridere. entrai in casa mentre mi sentivo leggerissima. avevo di nuovo incontrato i miei idoli. avevo le mie migliori amiche al mio fianco. il mio ragazzo che mi stringeva a sè. ebbi un fremito. lo avevo appena chiamato fidanzato?
" cosa facciamo ora? ", chiese nicole guardandosi attor no, nel corridoio. "e i tuoi?" 
" tornano tardi. ", disse mau ro sorridendo. "hanno ordinato delle pizze.", disse e lasci ò la mia mano per andare in cucina. lo guardai scomaprire e mi sentii vuota per un istante. poi tornò idnietro con un paio di coche in mano. ce le diede e mi sorrise.
 "io vado in camera a cambiarmi. ", disse morgana. "se volete posso prestarvi dei vestiti. non saranno comodi, ma smepre di queste magliette sudaticcie.", scoppiai a ridere. 
"le nostre bellissime magliette.", si lamentò nic stringendo il bordo della sua. le due scomparvero nella camera di morgana in un paio di secondi. rimasi a fissare gli occhi marroni di mauro, in mezzo al corridoio, con la coca che mi raffredava le mani sudate. lui mi sorrise, mi prese la lattina di mano e la aprì.
"grazie, ma credo che potevo farlo da sola.", sussurrai.
"e perchè non l'hai fatto allora?", chiese sorseggiando la sua coca. gli diedi un buffetto sulla spalla e mi diressi in salotto. lui mi seguì mentre sentivo il suo sguardo che mi superava. "vuoi vedere la tv?", non mi sedetti neppure sul divano e mi guardai per osservare ancora la mobilia così delicata e carina. mi piaceva da impazzire, anche se non sapevo bene perchè.
"non so.", mi voltai. "come sei con i disegni?"
"la storia? beh, bene diciamo."
"potrò vederli un giorno?"
"potrò baciarti un giorno?", scoppiai a ridere. sorseggiò da bere. mi piaceva il modo spigliato di parlare. e come arrivasse subito al dunque, senza tanti giri di parole.
"ci sposeremo un giorno?"
"siamo già arrivati alla proprosta. ho saltato delle parti."
"non mi piacciono i preliminari.", scoppiò a ridere.
" veramente ?"
" no, rendono tutto così romantico .", lasciai la coca sul tavolino e lo abbracciai. poi allontanammo i nostri visi per guardarci negli occhi. infine le nostre labbra si sfiorarono ancora una volta.
" ma un giorno vi staccherete i denti? ", chiese nicole. io e mauro ci staccamo di colpo, mezzi spaventati. arrossii mentre lui si metteva davanti a di  me, quasi a difendermi. nicole rise. "marta, abbiamo qualcosa per vestirti di là. vieni?" 
" sì, arrivo." , borbottai. baciai la guancia mauro e afferrai la cola. corsi da nicole bevendo e subito dopo mi trovai davanti morgana, che brandiva un paio di pantaloncini rossi e una camicietta bianca. mi cambiai mentre loro due si spazzolavano i capelli e parlavamo.
" e marco ?", chiesi ad un certo punto.
"n on so. sembra idnifferente .", disse nic.
" indifferente? mo' lo vado a cercare e lo prendo a botte." , lei rise. "sono seria. sei eprfetta cazzo. se non vede un angelo a due passi da sè è proprio cieco." 
"sei dolcissima tata.", rispose lei.
"no, ora sono seria. dammi il suo indirizzo.", dissi e scoppiarono a ridere. non osavo immaginarle tristi, per questo facevo del mio meglio per farle ridere e sentire a loro agio. speravo sempre di rubare loro un sorriso. perchè meglio dei loro visi solari non c'era nulla.
"dopo lo chiamo.", disse nic e cercò il suo cellulare.
"wow, dopo sembrava un tempo.. un po' più lontanto.", commentò morgana. scoppiai a ridere.
"eccolo!", urlò nic e fuggì in bagno.
"io preparo la pizza. hai mezz'ora di tempo per limonare con mio fratello.", disse morg uscendo dalla stanza. rimasi paralizzata. per metà sconvolta. sgranai gli occhi confusa, poi accettai l'offerta e mi diressi in camera di mauro. bussai piano e aprii la porta. lui era disteso sul letto, mentre si rigirava uno dei suoi cappelli tra le mani. sorrideva come un ebete e quando mi vide si alzò di colpo. si sistemò la maglia e nascose il cappello dietro la schiena.
"quanti misteri ..", sussurrai richiudendo la porta.
"scusami, mi hai spaventato."
"io che ti spavento?"
"non sapevo saresti venuta."
"abbiamo mezz'ora di tempo.", dissi.
"per cosa?", chiese.
"non lo so. cosa stavi facendo?"
"nulla."
"e perchè sorridevi estasiato?"
" stavo pensando.. "
" a cosa? ", chiesi e mi sedetti sul letto. bevetit un po' di coca e notai la sua lattina accartocciata nel bidone affianco alla scrivania.
"a  te. "
"e d ero motivo di tale sorriso?",  annuì. "cavolo, sembravi un deficiente.", risi e lui mi diede un pacca sul la spalla.
"devo finire dei disegni.", commentò poi.
"posso restare?", lui annuì e si sedette alla scrivania. non restai molto a fissarlo e poi fui distratta dagli innumerevoli cappelli di cui faceva collezzione. ne presi uno, azzurro e verde, con il simbolo LA sopra la visiera. lo indossai e mauro mi sorrise. guardai, poi, alcuni CD che possedeva ma oltre a cantanti rap americani non ne consocevo altri. lasciai l'impresa di decifrare il nome di un gruppo e mi gettai sul letto. girai il cappello e affondai la visiera davanti al viso. mauro scoppiò a ridere.
" non riesco a disegnare .", disse poi.
" e perc hè?" 
"c'è uno splendore nel mio letto.", scoppiai a ridere. come sembrava volgare questa frase. mi spostai e lui si inginocchiò davanti al letto. i suoi occhi incrociarono i miei mentre i nostri visi erano allo stesso livello. mi sorrise e afferrò la visiera. ruotò il cappello attorno al capo. ridacchiai e mi prese il viso tra le mani. "mi piaci da morire.", poi chiusi gli occhi e lasciai che la sua bocca tocchasse di nuovo la mia. permisi alle nostre lingue di cercarsi a vicenda. e i nostri respiri si fusero. mi sfiorava il viso mentre io avevo appoggiato le mani sulle sue spalle.

"e quindi chi è sto tipo?", chiese ancora.
"maddai. è solo un amico."
"ti ha baciato."
"l'ha fatto perchè mi ama."
"hai appena detto che è solo un amico.", commentò un po' infastidito mauro.
"ma perchè lo è.", dissi sfiorandogli i capelli.
"ma ti ha baciata."
"prima che stessimo assieme."
"e ora stiamo assieme?", chiese. il mio cuore si fermò. ci credevo veramente? credevo che il nostro amore fosse così grande da poter dire di essere una coppia? non lo sapevo ancora. abbassai lo sguardo per cercare i suoi occhi ma lui guardava avanti. ero seduta sul bordo del letto, lui a terra. le mie gambe erano sopra le sue spalle e la sua testa era appoggiata sulla coperta del letto. poi alzò il viso e mi sentii sollevata a guardare i suoi occhi marroni. così dolci e profondi.
"non lo so.", mormorai.
"io spero di sì."
"lo spero anche io.", dissi e mi abbassai per baciargli le labbra. lui rise.
"ti prego, rifallo."
"cosa?"
"baciami."
"perchè?"
"perchè mi sembrava figo."
"in che senso figo? ti bacio sempre."
"mi sembrava come spiderman."
"io amo spiderman. è il supereroe preferito. ma cosa centra?"
"hai presente quando mary jane bacia peter?"
"ah ... dici la scena del LORO bacio."
"facciamolo NOSTRO.", scoppiai a ridere.
"se vuoi..", sussurrai e mi chinai, di nuovo, per baciarlo. quando ci lasciammo lui sorrise compiaciuto.
"hai dei bellissimi occhi, te l'ho mai detto?", chiese.
"no."
"no non sono belli, o no non te l'ho mai detto?"
"entrambi.", lo guardai.
"bugiarda. sono bellissimi."
"no, sono strani."
"appunto per questo. ciò che ti rende diversa, ti rende bellissima.", scoppiai a ridere.
"dai sono marroni. come i tuoi.", non dissi nulla riguardante al fatto che i suoi erano i più bei occhi che avevo mai visto.
"no. i tuoi hanno pagliuzze verdi e cambiano colore.", scoppiai a ridere.
"sono come la lucetta dei bambini quando hanno paura del buio?"
"possibile.", disse e rise.
"posso darti un soprannome?"
"quale?", domandò curioso.
"beh, ci stavo pensando da un po'. che ne dici di Tesoro?"
"no."
"e Cucciolotto?"
"peggio."
"Pasticcino Mio?"
"sparami."

"Ragazze, buona notte.", ci salutò mauro dalla porta. a morgana venne un colpo mentre nic si coprì con le coperte. io fui l'unica a sorridere e a rimanere incantata dalla dolcezza del ragazzo. gli lanciai un bacio e lui sorrise. "a domattina.", richiuse la porta piano.
"vi odio.", borbottò nicole. "sta superando il limite."
"in che senso?", chiesi.
"dai, è più dolce di una ciambella zuccherata."
"appunto.", sorrisi.
"eddai, è innamorata.", borbottò morgana cercando di coprirmi. poi si gettò nel letto.
" non è una ragione per passare tutto il tempo con lui." 
" vi trascuro ?", chiesi confusa. nicole mi fissò mentre morgana si voltò solo per incenerirmo con lo sguardo. mi portai la mano  alla fronte. "oddio, lo faccio?" 
 "direi di sì, cara .", disse morg.
" scusatemi, non me ne rendo conto." 
" lo so che la vita è tua.. .", disse nicole. "vorremmo esserci però." 
"ma voi ci siete, sempre."
"non mi sembra.", borbottò nic. "quando sei con lui non ci ascolti."
"ma .. c'è troppo poco tempo."
"organizzati.", disse morgana.
"e come?"
"non so, le sere le passi con lui.", sussurra nicole.
"okay, e il resto del giorno con voi.", dissi sorridendo. poi aggrottai al fronte. "ma non è equo."
"ma noi siamo due.", disse nic. si tirò le coperte al mento e chiuse gli occhi. morgana chiuse la luce e mi ritrovai seduta sul sacco a pelo, confusa. in fondo avevano ragione.

"Etccciùùù", Sorrido. Chi aveva starnutito? ma infondo ero ancora troppos tanca per aprire gli occhi e scoprirlo. tutti mi dicevano che ero pigra. forse lo ero, quando ne avevo voglia. "maledizione, per poco che non sporco il foglio.", sussurra una voce maschile. sono così addormentata che solo dopo alcuni minuti mi rendo conto di chi fosse. era mauro. sorrisi i nuovo. sentii degli strani rumori. certo, il suo respiro e poi il lieve russare delle due mie amiche. ma oltre a questi semplici rumori, riuscivo a percepire alcuni uccelli che fischiettavano tranquilli. probabilmente la finestra era rimasta aperta. mi accorsi, poi, di star dormendo in un modo strano. avevo la coperta che mi raggiungeva la vita e un piede fuori. dovevo aver sofferto il caldo durante la notte, cosa di cui non mi stupii affatto. soffrivo troppo il caldo, ultimamente. e per di più a Milano sembrava vermaente di soffocare, forse era perchè non ero abituata.
"hai smesso di disegnare?", sussurrai di colpo. aprii piano gli occhi e mauro sobbalzo facendo cadere la matita. la raccolse subito e si portò il blocco da disegno al petto.
"scusami, non volevo svegliarti."
"diciamo che come starnuti tu, non starnutisce nessuno.", scoppiò a ridere ma subito lo fermai. mi voltai subito verso nicole e morgana. ma non si erano rese conto di nulla. striscai fuori dal letto e mi sedetti affianco a lui. notai che mi stava ritraendo mentre dormivo.
"sei bellissima.", notai i capelli spettinati nel disegno e mi passai la mano sulle ciocche. poi sorrisi sperando di aver sistemato la frangia ribelle.
"grazie.che ore sono?"
"neppure le nove.", disse. sbadigliai. lui mi sorrise e mi baciò la fronte. "devi farti una doccia?"
"sì, forse è meglio.", dico e mi alzo.
"ti serve aiuto?", gli tirò un bugno alla spalla e rido.
"ti conviene andartene prima che si sveglino.", dico e usciamo insieme dalla stanza. ma prima che mi potessi rifugiare in bagno mi blocca sul muro e ci baciamo. dimentico della promessa fatta la sera prima e mi concentro su di lui. mi aggrappo alle sue spalle larghe e premo le labbra sulle sue. lascio che mi sfiori i capelli e permetto alle sue mani di scivolare sul mio corpo. poi si allontana e mi guarda un po' dispiaciuto.
"mi mancherai quando tornerai a casa."
"potrai venire quante volte vuoi.", dico e li prendo una mano, sperando di calmarlo.
"ma non basterà. sarà solo come una "vacanza". anche se esiste internet non ci sentiremo che per pochi giorni all'anno. e per sentirci, intendo sfiorarci veramente."
"allora io attenderò quei giorni sempre. li aspetterò con ansia, come si aspetta il proprio compleanno o la fine della scuola."
"e tu aspetterai me?", abbassai il volto. "aspetterai anche mia sorella e nic, vero?"
"sì, mauro. loro sono tutto per me."
"ma io vengo prima di loro? prima dei tuoi idoli?", e io non sapevo cosa rispondere. non sapevo se mentire, non sapevo se dire la verità. o forse era meglio stare zitta?
"mi dispiace. ma ci sono prima loro.", sembrava un po' arrabbiato. strinse la matita in un pugno mentre teneva il foglia con calma, forse con la paura di strapparlo. gli sfiorai un avambraccio con dito mentre continuavo a parlare: "i miei idoli non valgono quante te. verranno sempre dopo di te. li amerò, però tu sei comunque il mio ragazzo. ma gli amici vengono prima. mi dispiace che la mia migliore amica sia tua sorella. le voglio bene. ma questo non significa che tu non conti quanto lei."
"ti piaccio così tanto?", chiese lui.
"come io piaccio a te."
"no, tu non mi piaci. io ti amo. non me ne sono mai reso conto prima d'ora.", sorrisi dolcemente e lo baciai piano. poi gli accarezzai il viso e scappai in bagno. mi spogliai di fretta lasciando i vestiti per terra e chiusi la porta a chiave. entrai sotto la doccia e mi gettai sotto il getto d'acqua fredda. non aspettai neppure che diventasse tiepida. volevo solo che il rumore dell'acqua coprisse i miei singhiozzi. non sapevo bene per cosa piangevo. forse piangevo perchè avevo scoperto di amare un ragazzo con cui non avrei realizzato nulla. me ne sarei andata nel giro di pochi giorni. l'avrei lasciato col cuore spezzato, o forse sarei stata io quella depressa? chissà se tornando a casa mi sarei sentita di nuovo bene. mi sarebbero mancati tutti quanti. nicole. morgana. il cane. milano. i loro genitori. il parco. il coro. e anche mauro.
non sapevo bene cosa mi sarebbe mancato di lui. probabilmente tutto. dalle carezze ai baci. dai sospiri agli abbracci. dalle sue risate al modo di spettinarmi. mi sarebbe perfino il suo sarcasmo, con cui mi offendeva di continuo. chiusi gli occhi e mi asciugai gli occhi, pur sapendo che non sarebbe servito a nulla. speravo solo che se fosse finito tutto al più presto .. forse non avrei pianto tanto. non avrei sofferto tanto. non ci sarei rimasta così male. ma al solo pensiero di lasciare mauro così, solo per paura di non essere abbastanza.
quando ci eravamo baciati la prima volta, ci eravamo fatti una promessa, in silenzio. di fidarsi l'uno dell'altro. e ora mi sentivo una vigliacca perchè il solo pensiero che avevo era "cosa farò senza di lui, quando ci lasceremo?". sembrava ovvio che non avessimo nessuno speranza. mi appiattii contro il muro e mi passai le mani tra i capelli. quindi pensai a cosa farebbe senza di me. eppure non vedevo le stesse cose che avrei potuto fare io. m'immaginavo che se ne stesse semplicemente davanti alla TV, ad aspettare di uscire con i suoi amici. ebbi un brivido.
ma se funzionasse? smisi di piangere e uscii dalla doccia avvolgendomi con un accappatoio. e se veramente funzionasse? nonostante la distanza, e la sensazione che mancasse qualcosa? sorrisi allo specchio e notai il mio viso un po' sciupato. mi dieid un paio di schiaffetti sulle guancie e risi. non avevo tempo per perdere le mie lacrime. se potevo, se ci riuscivamo.. avrei permesso alla nostra storia di resistere. e l'unica cosa che avrei fatto, in futuro, non sarà piangere per non aver provato. ma piangere perchè mi manca. sapevo che mi sarebbe mancato. avrei voluto dirglielo. dirlo anche a morgana e a nicole. mi sarebbero mancati tutti. solo non sapevo come dirlo.

  ***AUTRICE***  
Merito la fustigazione (?) frustatemi, accoltellatemi, avvelenzatemi!
certo, meglio di no.. ma se siete così arrabbiati perchè non aggiorno da un po'.. eeheh capisco :D
vi chiedo scusa, ma questa settimana è stata veramente HARD. poco tempo e pure poca voglia. giuro che d'ora in avanti aggiorno più spesso. anche perchè ho già un idea per il prossimo capitolo.
buona serata xx

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Capitolo 11
*** A Beautiful Day With You. ***


MI asciugai velocemente e uscii di corsa dal bagno. mi rifugiai in camera dove mi cambiai con le priem cose che trovai. spazzolai i capelli e li raccolsi in una comoda treccia. mi guardai allo specchio per cpaire se ero acettabile poi notai che ero sola in camera. sorrisi e corsi in salotto. nessuno. andai in cucina, allora, dove provenivano un sottile vociare. alla tavola, erano sedute nicole e morgana. quando mi videro mi sorrisero.
"eri in doccia?", chiese morg.
"sì, perchè?", chiesi accomodandomi affianco a loro.
"io credevo fosse mauro.", commentò nic e io scoppiai a ridere.
"nic, a che ora abbiamo coro?", chiesi mangiucchiando un biscotto e fissandola mentre addentava un enorme croissant.
"alle quattro."
"e finite?", domandò morg mentre indica la confettura che colava di lato. nic non riuscì a rispondere e leccò la marmellata. bevetti un sorso di latte e mi lasciai cadere sulla sedia con tranquillità. volevo solo rilassarmi. avevo passato così tanto tempo a preoccuparmi di cosa sarebbe successo nel futuro, che ora la mia unica preoccupazione era il concerto. ma non mi sembrava poi così pericoloso.
"alle otto, circa.", rispose poi.
"e andate a dormire, dove?", chiese ancora morg. subito dopo entrarono i suoi genitori, ancora in pigiama. notai poco che ero l'unica vestita ma nessuno di noi si sentì in imbarazzo. ci salutammo baciandoci sulla guancia e poi si sedettero assieme a noi.
"pensavo che sarebbe stato carino se forse rimaste con noi.", disse suo padre.
"a dormire?", chiese nic.
"certo, perchè no?", disse lui e morgana strillò felice. io sorrisi e li ringraziai.
"cosa succede qui?", chiese mauro entrando in cucina. indossa una maglietta con un fumetto strano, e dei bermuda. non riesco a trattenermi dal sorridere ma abbasso la testa.
"nulla, le ragazze restano qui.", mormorò sua madre festeggiando. finisco presto la mia colazione anche perchè non ho molto appetito e lascio le mei cose sul lavabo. poi nic e morgana fuggono in camera, mentre mauro si rifugia in salotto con suo padre a guardare la TV. decido di aiutare la madre di morg e prendo tutti i piatti e le posate e li sistemo per bene nel lavabo.
"grazie marta.", sussurrò lei pulendo velocemente le tazzine di caffè.
"vuole che asciugo?", chiesi sorreggendo una pezza.
"no, sei ospite.", disse lei sorridendomi. e lascia le cose vicino a sè. ma io non resisto, le prendo e le asciugo per bene. lei sembra gradire ma continua a sporarmi per lasciar perdere. dopo una manciata di minuti finiamo e le porgo lo straccio. "non serviva.", commentò un po' imbarazza.
"non è un problema.", mormorai e torno in camera. nicole e morgana si sono cambiate e stanno decidendo un film da vedere. purtroppo il cielo si era rannuvolato e minacciava di piovere. nessuno si fidava ad andare fuori. e poi faceva anche un po' di freddo, quindi eravamo tutti rimasti bloccati in casa. "quando uscirai con marco?", chiesi a nic mentre lei fa' un salto dallo spavento.
"quando me lo chiederà.", ribattè subito.
"non l'ha ancora fatto?"
"beh ... allora quando dirò sì.", disse lei e torna a fissare lo scaffale pieno di DVD.
"gli hai detto di no?", chiesi sgranando gli occhi.
"forse non sono pronta.", borbotta lei e poi lascia un paio di DVD sul letto.
"e quando sarai pronta? quando sarai in meno pausa?", chiesee stizzita morgana. io rido. nic le fece la linguaccia terminiamo il discorso.
"cosa guardiamo oggi?"; chiesi.
"ecco le scelte..", propose morgana indicando i DVD. li guardo e subito scarto gli horror. "sei una pizza oh ...", commentò lei.
"questo è troppo romantico.", disse nic. io risi guardando morg che ne troglieva altri. ne rimasero solo cinque.
"oddio, titanic no.", dissi e lo metto da parte.
"perchè no? è bellissimo.", disse mrog.
"fa' piangere.", aggiunse nic.
"io non l'ho mai visto. e se fa' piangere è meglio di no, perchè io sono una fontana. e poi mi sembra un po' noioso.", nic rise e acconsentisce. ma chissà come mai, alla fine, per voto generale, sono costretta a vedere proprio titanic. mentre sistemano la lingua io borbottai qualche maledizione.
"cosa c'è?", chiese mauro gettandosi letteralmente sul divano vicino a me. sua madre lo rimproverò e si sistemò sulla poltrona portando due pacchi di popcorn e patatine. probabilmente non avremmo pranzato più tardi, pensai. notai che suo padre usciva di casa, forse per lavoro, e morgana si sedette a terra mentre nic si aggrappava al bracciolo del divano.
"nulla. ma siccome ho pianto per tutti e tre gli spiderman, scommetto che piangerò anche per titanic. nn capisco perchè vogliate farmelo vedere."; borbottai tutti ridono. mi sento per un secondo un po' un idiota e poi rido anche io. passano circa tre ore, e dopo stoppaggi fari per andare in bagno, riempire la ciotola di cibo, rispondere a messaggi, e asciguarsi le lacrime finisce il film. mauro mi abbracciava ridendo mentre ero in lacrime. avevo un pianto sommesso ma non ci potevo fare nulla. che film commovente ..
"mamma mia che reazione.", commentò sua amdre ridendo. io sorrisi leggermente.
"chiedo scusa."; sussurrò e mauro mi bacia la fronte. sua madre ci guarda un po' sbalordita. ci eravamo dimenticati di avvertirla? ma poi fugge via in cucina. è mezzogiorno passato. "e ora?", chiesi al caldo fra le sue braccia.
"io sono libero.", commentò mauro e rido.
"dovremmo provare.", disse nicole.
"lo farmeo questo pomerigigo.", ribattei.
"dai, solo un pochino.", disse lei e non resisto al suo sorriso. morgana prese la pianola e ci mettemmo a fare i "gargarismi" per un paio di minuti. e mauro si aggiunse ma lui strilla solo e mi fece ridere. nicole cantò prima la sua canzone e io feci il miglior coro che posso. quando terminò al sua canzone morgana le chiese di rifarla ma io ero senza respiro.
"e ora voi due assieme.", disse mauro battendo le mani divertito. morgana cominciò a suoanre il pianoforte cercando di seguire le note e cominciai con la mia strofa. cercai di usare la mia migliore voce e quando la terminammo mi sentii realizzzata. nonostante non provassimo da due giorni non ero peggiorata.

"forza marta, dobbiamo andare.", disse morgana tirandomi la manica della maglietta. ma io ero ancora avvinghiata a mauro e non volevo lasciarlo. lei ride. "avete tutto il tempo sta sera."
"lo so, ciao bellissimo.", dissi e lo bacio velocemente poi uscii di casa e mi infilai in ascensore. eravamoo così in ritardo che non mi importava proprio nulla della mia paura. saltammo in macchina quando la madre di morg e nicole erano già sedute. il motore risuonò nel parcheggio mezzo vuoto mentre la pioggia sottile mi colpiva i capelli. appena mi rifugiai nella macchina, questa partì e mi sistemai i capelli umidi. nicole mi pulì la giacchetta di jeans bagnata e ci mettemmo le cinture di sicurezza. dopo neppure mezz'ora fummo arrivati al teatro dove avremmo fatto il cocnerto e da oggi ci hanno autorizzato a provare per abituarci al posto. appena entrammo morgana ci salutò di fretta e noi scappammo verso la sala giusta. eravamo in orario, forse perchè abbiamo corso un po' per strada ma quando aprimmo la grossa porta di legno rosso eranp tutti già in fila per iniziare.
"eccovi.", disse il mio maestro accogliendoci con un sorriso.
"per fortuna siete arrivate.", sentenziò il maestro di nic. sorridiamo entrambe, un po' imbarazzate e ci uniamo al gruppo. cominciammo a riscaldare la voce e io mi guardai attorno.il palco era rialzato rispetto alla sala. vi erano moltissime sedie rosse imbottite rialzate in modo che tutti possano vedere. in alto vi erano altri posti. era tutto decorato con particolari color d'oro e tende rosse. sembrava raso, pensai. dopo essermi distratta abbastanza cominciammo a cantare la solita scaletta, ormai imparata a memoria. era molto carino, invece, tra una canzone e l'altra vedere marco che stringeva per quei pochi secondi la mano di nicole. qualche votla ero tentata di chiedere di essere spostata al suo posto ma poi ci ripensavo sempre, credendo sia una carognata.
"forza nicole e marta. ora tocca a voi. il coro si deve spostare di due passi indietro mentre voi due potete restare lì.", disse il mio maestro. mi passò un miscrofono e lo accese. poi mi diede il permesso di cominciare con un occhiolino e partì la base del piano. poi cominciai ma subito mi sentii emozionata. non avevo avuto tempo di controllare quante persone potesse contenere ma sembravano più di 2'000 posti. mi tremarono le ginocchia. erano posti vuoti, tranne un paio occupati da alcuni genitori o aiutanti. se riuscivo ad avere paura ora durante il concerto sarei stramazzata a terra? sarei svenuta? respirai piano e cominciai a cantare cercando di sorridere.

"e com'è andata?", chiese mauro quando uscii. me lo ritrovai davanti di botto, e senza preavviso mi avvolse in un caldo abbraccio.
"bene, grazie.", sussurrai appoggiando la testa sulla sua spalla. "e tu ti sei divertito?"
"sono uscita con degli amici.", disse lui e mi baciò la fronte. sentii dei bambini fare delle smorfie e allora mi prense per mano e ci allontaniamo. mi voltai giusto in tempo per vedere marco e accarezzava il viso diafano di nicole. sorrisi felice per entrambe. "diciamo che abbiamo trovato da fare.", disse ridendo.
"uhm.. devo preoccuparmi?"
"no, solo che abbiamo trovato un posto dove fare casino."
"devo ingelosirmi?", chiesi ancora e notai la sua moto parcheggiata vicino ad una'altra serie di motociclette. sorrisi notando quanta attenzione ci mettessi.
"per cosa?", mi chiese guardandomi negli occhi. so che abbiamo ancora una manciata di secondi prima che i bambini escano e ci vedano.
10
9

"ci saranno state delle ragazze.", sussurrai. abbassò il capo vedendo che annuisce. "erano carine?", chiesi sapendo che qualsiasi cosa lui dica sarà una bugia. le ho viste, le sue amiche, è sono troppo belle. ad un confronto non reggerei mai.
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7

"no.", disse. ma la sua voce non tremò, e sembrò stranamente sincera.
6
"ah sì?", chiesi curiosa e lo guardai.
"sì, non sono nulla in confronto a te.", mi prense il viso tra le mani e velocemente appoggiai le sue labbra sulle mie.
5
sento il suo respiro caldo che si unisce al mio.
4
le nostre labbra si muovevano e sembravano perfette assieme.
3
le mie mani li circondano il capo e le appoggio sulle spalle.
2
lui mi sfiorò i fianchi con le dita e sorrise.
1
mi lasciò e ci voltammo dando le spalle alla porta. proprio in quel momento si aprì e il vociare dei ragazzi si unì alla confusione del traffico. sorrisi mezza imbarazzata e mauro mi trascinò verso la sua moto. mentre camminiamo mi cinse la vita con un braccio e sentii il mio cellulare vibrare nella tasca. guardai l'ora. erano le otto spaccate, e c'era un messaggio. nicole: "marta, marco mi accompagna a casa di morg. arriviamo fra una quarantina di minuti. ti prego, arriviamo più o meno alla stessa ora, devono credere che abbiamo preso un bus per il ritorno. ti voglio bene." mi voltai per cercare la mia amica ma c'era troppa gente. poi vedi il radiante sorriso di marco tra la folla e dietro di lui, la minuscola figura di nicole. le sorrisi e alzai il pollice. capì al volo che eravamo d'accordo. avvertii mauro del cambiamento di programma e rise. poi mi prese per i fianchi e mi fece votleggiare in aria, facendomi girare. io scoppiai a ridere e allo stesso tempo gli urlai di fermarsi. quando mi lasciò mi aggrappai a lui, con le vertigini, e mi abbracciò. sembra che facesse tutto apposta, per avere più contatti fra di noi. sorrisi e appoggiai il viso sul suo petto, ascoltando il suo cuore battere veloce da sotto la camicia sottile.

***AUTRICE***
tralalalalààà
anche oggi emrito di essere uccisa. lo so, chiedo perdono.
avevo fatto uan promessa e l'ho bruciata. scusatemi, non è da me. ma siccome è finita la scuola, avrò più tempo di scrivere. :)
baci baci, e buona notte!
(non vi chiedo di recensire, tanto so che non lo fate ç.ç)

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Capitolo 12
*** Wake Me Up ***


guardiamo un film, ti prego.”, sussurrai a mauro. Lui aggrottò la fronte.
ancora? Abbiamo visto un film stamane, uno a cena mentre mangiavamo piadina. E pure ora?
ti prego, ti prego, ti pregooo.”, lo scongiurai gettandomi sul suo letto. era comodo, o forse mi piaceva sentire il suo profumo impregnato sul cuscino. Lui sorrise e si sedette a terra, davanti alla televisione che era proprio di fronte al letto. a casa mia non avevo televisione in camera e per era un po’ una novità. Lo guardai mentre maneggiava con dei DVD infilati a caso tra i libri. Mi sistemai la maglietta del pigiama ridendo. In casa, anche se erano le nove e mezza, avevamo già tutti indossavo il pigiama e perfino mauro ne era stato costretto. Aveva dei pantaloncini corti verdi e una canottiera grigia. Mi lasciai distrarre dai muscoli che si tendevano e rilassavano ad ogni movimento. Abbassai il capo e mi appoggiai sulla coperta.
ecco, scegli.”, disse mettendo in ordine una fila di DVD sotto il mio naso. Mi spettinò i capelli e rise. era tutto così facile e divertente. Lessi un paio di titoli ma poi mi gettai su di uno e lo infilai subito per vederlo. “cos’è?”, chiese strappandomi la custodia dalle mani. Io scoppiai a ridere.
anche se non ti piace lo vediamo.”, borbottai.
non ho nulla contro di Shrek … solo, non è un po’ da bambini?
tu sei un bambino cattivo, quindi va bene.”, mormorai. lui rise.
e tu?
io sono la babysitter bella e brava.
accetto.”, accese la televisione e dopo alcuni minuti il film cominciò. Ci distendemmo sul letto a neppure cinquanta centimetri dalla TV. Spostammo i cuscini per metterli sul bordo e appoggiarcisi sopra. I piedi, quindi, si trovavano dove normalmente si doveva trovare la testa. Scoppiai a ridere vedendo l’asino entrare in scena. Probabilmente era il mio personaggio preferito. Era logorroico, come me. ma divertente e scemo. Mauro mi cinse il fianco con un braccio e mi appoggiai a lui. Mi baciò la fronte e poi mi concentrai sul film. qualche volta notavo il suo sguardo posarsi su di me, ma durava per poco poiché ridevo di continuo.

Sentii un braccio estraneo stringermi. Strizzai gli occhi senza aprirli, sperando fosse un sogno. Sentii le dita calde sfiorarmi la pancia e poi tirami leggermente all’indietro. La mia schiena toccò un altro corpo. Rabbrividii. ero mezza accucciata nel letto, sotto le coperte calde. Si stava bene, mentre sentivo la pioggia battere contro il vetro della finestra. Aprii gli occhi e mi ritrovai a fissare il muro bianco, un po’ incrostato dal tempo. Mi spostai una ciocca di capelli da davanti gli occhi e mi sentii di nuovo sfiorare. Cercai con la mano il bordo del pigiama e lo trascinai in basso, costringendo al braccio di mauro di uscire dalle coperte. Lui rise e poi mi afferrò i fianchi.
buon giorno.”, mi sussurrò al orecchio. Poi mi baciò la guancia.
“buon giorno.”, dissi io mentre la sua mano sfiorò la mia. Le nostre dita si incrociarono. Non lo potevo guardare poiché gli davo le spalle ma lo sentivo giocherellare con i miei capelli. Sorrisi. Stranamente il letto era abbastanza grande da farci stare entrambi comodamente. “che ore sono?”, chiesi a bassa voce. Lui si spostò di lato e guardò la sveglia.
le otto e qualcosa.”, sussurrò e poi mi mordicchiò il lobo dell’orecchio. Risi piano, sperando di non farmi sentire.
nicole  e morgana?”, chiesi.
credono che tu sia di là.”
come mai?
“sono andate a dormire alle undici e io le ho detto che stavamo finendo il film. ma tu eri già addormentata.”
dopo devo andare da loro,quindi.”, dedussi sorridendo. Non avevo ancora realizzato di aver dormito con lui.  Le sue dita mi sfiorarono ancora una volta la pancia e cercarono di nuovo la mia mano. Mi baciò il collo mentre sentivo il suo braccio proteggermi. Avevamo le gambe intrecciate ed era strano sentire i suoi piedi freddi. Mi voltai piano e mi appoggiai al suo petto caldo, coperto dalla canottiera. Mi strinse tra le sue braccia e gli baciai il labbro inferiore come per ringraziarlo. Lui sorrise e subito la sua bocca cercò la mia, e quando si incontrarono si unirono in un appassionante bacio che mi lasciò ben presto senza respiro. Quando mi allontanai da lui, quel che bastava per separare i nostri volti, rise sottovoce.
devi allenarti.”, sussurrò ridendo.
“devo fare più apnea.”, dissi.
ti serve aiuto?”, chiese e senza preavviso mi baciò, questa volta solo per pochi secondi. Ridacchiai e mi appoggiai a lui. Sentii la pioggia, fuori, battere sul vetro, sull’asfalto, sul tetto... Potevo quasi sentirne l’odore.

marta, sei uscita subito dal letto. e lo hai già sistemato.”, commentò morgana in salotto. Erano le undici circa, e loro si erano appena alzate. Io ero rimasta per tutto il tempo nel letto caldo di mauro mentre lui era andato a fare la spesa con i suoi. Sapevano per certo, che entrambe erano a conoscenza del fatto  che non ero entrata neppure una volta in camera loro. Ma sorrisi e mi accomodai affianco a nicole, tacendo.
che brutto giorno.”, disse lei sfiorandomi i capelli.
lo so, spero che venga il sole nel pomeriggio.”, commentai.
sta sera avete il concerto.”, balbettò morgana. Cercai di sorridere entusiasta ma sapevo che andava tutto male. Potevo sentire la tensione nella stanza. Appoggiai una mano alla fronte per coprirmi gli occhi. morgana abbassò la testa tra le gambe mentre nicole si voltò a fissare la finestra. Chiusi gli occhi sperando di non piangere, non mi sembrava proprio il momento. Anche se il giorno dopo sarebbe stato l’ultimo. Veramente l’ultimo nostro giorno assieme. Mi sentivo il cuore spezzare, anche se pieno di speranze per l’anno successivo. Mi sentivo come l’anno precedente. Con così tanti sogni da realizzare .. ma ora che li avevamo spuntati tutti? Cosa potevamo fare della nostra vita, ora che tutti i nostri obiettivi erano finiti? Ricordai la chiamata di mia madre, di pochi minuti prima, che mi chiedeva com’era andata la vacanza. Non avevo avuto il coraggio di dirle che volevo restare ancora. Non volevo farle del male. Non avevo avuto neppure il coraggio di dirle di aver realizzato i miei sogni. Avevo paura che la mia vita fosse vuota. Finché non ci pensavo mi sembrava tutto normale. Ancora con la speranza negli occhi. ma ora avevo solo paura, e il dolore mi uccideva. Non avevo più sogni da inseguire, e cosa potevo fare della mia vita ora?
Respirai piano e mi asciugai una lenta lacrima che solcava la mia guancia. “vi prego, piangiamo domani sera, quando ci diremo addio. Non ora.”, dissi e loro si alzarono per abbracciarmi. Nessuno di noi rise, né sorrise. Tacevamo stringendoci corpo contro l’altro, sapendo che il silenzio ci stava distruggendo tutte e tre. Ma avevamo troppa paura di parlare. Parlare per dire cose belle, e farci pentire di avere così poco tempo. Parlare e dire cose brutte, e così piangere. Il silenzio ci stava distruggendo, ma forse era meglio così.

stai bene?”, mi chiese mauro quando mi sedetti a terra, appoggiando la testa sul suo letto. scossi la testa e respirai per calmarmi, ma non sembrava facesse effetto. Lui mi guardò mentre si toglieva la giacca e lanciava lontano le scarpe. Era appena tornato ed ero riuscita a trascinarlo via. Forse lui mi poteva far ridere. Si accovacciò di fronte a me e mi strinse il viso tra le mani, mi baciò la fronte. Mentre lo fece chiudemmo gli occhi. poi sentii una lacrima fredda colpirmi la guancia. Ma non era mia.
mauro ..”, sussurrai piano. Lui si allontano, tacque e mi fissò negli occhi.
“tu sei l’unica.”, sussurrò poi. “avrei dovuto dirtelo migliaia di volte, sai? Avrei dovuto dirtelo ogni stramaledetta mattina. Ti amo.”
anche io ti amo.”, mormorai subito. Mi strinse a sé e senza accorgercene piangevano l’uno sulla spalla dell’altra.
vorrei seguirti. Vorrei venire a casa tua, e conoscere i tuoi. E i tuoi amici, i tuoi professori. Chiunque ti conosca meglio di me.
mauro, tu mi conosci.”, mormorai. Ma mi sembrava une norme bugia.
non mentiamoci. Ci conosciamo così poco, marta .. eppure già ci amiamo.”, disse e sul suo volto comparve un lieve sorriso. Sospirai piano e cercai di aggrapparmi a questo leggero momento di felicità.
un giorno potremo.”, dissi sfiorandogli la guancia per rincuorarlo.
 dovrei tatuarmi la pelle con il tuo nome, per dimostrarti che ti amo. Oppure tirare fuori il mio passaporto e sostituirlo, poiché vecchio. O dovrei prepararti una vasca d’acqua calda e riempirla di bolle, per dimostrarti che ti amo. ”, arrossii. Da dove veniva tutta questa tenerezza? “sei così amorevole. E amo i tuoi occhi, che passano dal marrone al verde in estate. Ti abbraccerò di nuovo, in una stanza fredda.  E un giorno ti dirò di non tagliarti mai i capelli, perché mi piace come ti ricadono sulle spalle. E non saprai mai quanto sei bellissima, per me. a volte penso che forse sono innamorato di te, solo quando mi sveglio e ti vedo sorridere.”, il mio labbro cominciò a tremarmi e lui vi appoggiò la sua mano. Chiuse gli occhi per un istante. “un giorno ti chiederò di farmi una tazza i the, per farmi aprire gli occhi nel migliore dei modi. Lo so che amo Shrek, perché lo a bbiamo già visto dodici volte, ma forse speri in una favola.”, sorrisi.
Non serve tutto ciò per dimostrarmi che mi ami. Ti amo anche quando perdi con i computer games, perché tua sorella ti batte sempre. E mi piaci anche quando se ti rido in faccia non mi dici nulla. Ma ogni giorno mi chiedi se a fine settimana me ne andrò a casa, e taccio. Mi fa’ male solo il pensiero di dirti sì. Ma poi ci sei tu, e cado addormentata tra le tue braccia.”, sussurrai.
 Ma tu non saprai mai quanto sei bellissima, per me. A volte penso che forse sono innamorato di te, solo quando mi sveglio e ti vedo sorridere. Credo che odi l’odore del fumo, per questo cerci sempre di farmi smettere .”, si alzò e si avvicinò ad un cassetto. Lo aprì e ne tirò fuori un sasso. Era a forma di cuore, liscio e brillante. “Vorrei portarti in spiaggia, per camminare sulla spiaggia.”, chiusi gli occhi e m’immaginai il mare, le onde fredde che accarezzano i piedi, e il sole che riscalda la pelle. “E ti farei un pendente con un cuore, che tengo nella mano, e te lo farei indossare attorno al collo  in modo che cada sul petto. E così un pezzo di me sarebbe un pezzo della spiaggia, e cade dove dovrebbe cadere.”, sentii qualcosa di freddo sfiorarmi il collo. Mauro mi alzò i capelli e mi baciò l’orecchio mentre il cuore scivolava sulla pelle.
“mauro …”, sussurrai piano sfiorando il cuore. Aveva creato una specie di sostegno di rame che avvolgeva la pietra e con un gancetto lo aveva legato ad una catenella.
e così ti basterà respirare per sentire il mio cuore di nuovo tuo.”, sorrisi un po’ imbarazzata, ma allo stesso tempo incantata dalle sue parole. “A volte penso che forse sono innamorato di te, solo quando mi sveglio. Solo quando mi svegli. Forse mi sono innamorato di te quando mi hai svegliato.”

***AUTRICE***
ho aggioranto. non mi sembra die ssere stata in ritardo (credo) e quindi oggi niente sberle ùù
spero vi sia piaciuto, a me da morire! il discorso tra mauro e me (marta) sono le parole di Wake Me Up (come avrete capito dal titolo) di Ed Sheeran.
buona notte xx

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Capitolo 13
*** I Already Miss You ***


Mi strinsi a lui forte, mentre mi sembrava fosse l'ultima volta. lasciai cadere la mia borsa di plastica e scesi dalla moto. vidi i suoi occhi illuminarsi quando gli sorrisi. gli diedi il casco e mauro mi prese le mani. mi abbracciò ancora, mentre mi sentivo a disagio. la moto ci ostacolava, e anche ilc asco che stava ancora indossando. per di più non avevo molto tempo. "sono quasi le cinque, dovrei andare.", sussurrai e scivolai dalla sua stretta dolce.
"sei in anticipo.", disse cercando di farmi restare. mi voltai a guardare il teatro, e sospirai. era da pochissimo che aveva smesso di piovere, e volevo solo entrare per paura di bagnarmi. ma volevo anche restare con lui per baciarlo ancora e ancora. lo guardai mentre sospirava sfilandosi il casco. era sempre mozzafiato. "e morgana?"
"arriverà a vederci alle otto e mezza. quando comincia."
"e perchè sei qui?"
"le prove.", sussurrai.
"e nicole?"
"credo sia già arrivata. marco è venuta a prederla prima di te.", dissi e lui rise.
"sono sempre in ritardo?"
"ti pare che mi importi?", chiesi e lo baciai. ma lo lascia quasi subito. raccolsi la mia roba da terra e mi allontanai.
"e dopo?"
"dopo il concerto? andrò a casa di nicole.", dissi voltandomi.
"e domanI?", stavo già salendo le scale quando me lo chiese, con la speranza negli occhi. con la speranza che non dicessi quello che non voleva sentirsi dire. ma oramai dovevo.
"domani parto. con il treno, prima di cena, così sarò a casa prima che sia troppo tardi."
"non si può rimandare?
", chiese.
"no, non posso. mi dispiace.", sussurrai ed entrai senza voltarmi. non volevo vederlo stare male. o forse non volevo che lui mi vedesse stare male? fermai le lacrime e mi diressi verso la sala, mentre notavo dei genitori fermi lungo il corridoio. mi rilassai, e cercai di sembrare normale. lasciai la mira borsa e la giacca in una stanza apposita e seguii il coro.
"marta, eccoti.", mi sussurrò nicole vedendomi. "dov'eri?"
"con mauro, scusami.", cercai di sucsarmi ma lei mi aveva già abbracciato.
"non piangere.."; mi disse piano. la strinsi e affondai il viso sulla sua spalla. chissà come mai, aveva subito afferrato tutto. "ci mancherai, ma per il momento devi solo cantare."
"scherziamo? rischio di crollare in lacrime ogni due minuti.", dico e senza accorgermene marco mi è affianco e mi abbraccia. mi sento estranea a questo corpo.
"marta, sei grandiosa. vedrai mauro più tardi, che ne dici di rendere quest'ultimo giorno con noi il più meravigliso possibile? canta da dio, come fai sempre.", le sue parole sono così rincuoranti che appena mi lascia gli sorrido. lui scappa via verso i suoi amici mentre io e nic ci dirigiamo verso i nostri posti.
"dai, ora cantiamo fino alle sette e mezza. poi ci faranno mangiare qualcosa alla svelta, e poi ci cambiamo e trucchiamo."
"wow .. che bel programma.", dissi e poi scoppiai a ridere.
"forza tutti ai vostri posti.", disse il maestro di nicole.
"siete pronti? ormai manca pochissimo.", disse il mio. sorrisi mentre vidi marco strignere la mano a nicole. nessuno se ne accorse tranne me. tutti annuirono e accennarono un "sì" tremolante per l'eccitazione per la paura.
"ci riuscirò?", sussurrai a nicole un po' intimorita.
"sì, ci riuscirai.", rispose marco prima di lei.
"ci riusciremo tutti.", disse poi nic e mentre lo faceva le dita di marco sfiorarono le mie per poi stringermi la mano per darmi coraggio. sorrisi.

"eccoci ragazze, avete ancora dieci minuti.", disse il maestro aprendo piano la porta, senza gaurdare. metà di noi erano mezze svestite poichè ci stavamo cambiando. le bambine che avevano già terminato erano uscite di corsa. io stavo cercando di infilarmi i pantaloni neri, ma stavo già sudando dal caldo. nicole era alle prese con la sua camicia bianca ma le mani le tremavano così tanto che probabilmente era la terza volta che sbagliava di abbottonarsela. risi e mi avvicinai a lei per aiutarla.
"è tutto okay?"
"è strano, tu sembri calmissima mentre a me cedono le ginocchia."
"vuoi sederti?", chiesi di colpo. lei rise.
"sì, mi siedo vicino allo specchio.", così si allontanò e io indossai la camicia di corsa. "sai che ore sono?"
"quasi le otto e mezza. sappiamo che usciremo in ritardo."
"beh, in realtà siamo in ritardo.", disse e scoppiai a ridere. cominciai a truccarmi mentre lei mi guardava. poi anche lei fu occupata nel sistemarsi la matita e il mascara. infilai le ballerine di corsa e nicole mi sistemò i capelli in una dolce treccia lunga, che mi ricadeva di lato sulla spalla sinistra. lei lasciò i capelli sciolti. respirai piano, davanti allo specchio e cominciammo a canticchiare per riscaldare la voce. mi piaceva sempre farlo, perchèe ra divertente. era buffo sentire le diverse tonalità sommarsi e poi legare. alla fine, con tutte le ragazze presenti, finimmo con cantare una canzone di beyonce. finita fummo chiamate di fuori. uscimmo di corsa e ci dirigemmo nel dietro le quinte del teatro. il sipario era ancora aperto. era tutto un po' buio ma vedevo il viso docle di nicole e quello di marco che la raggiunse per lasciarle un dolce bacio sulle labbra. io mi voltai, finchè non scomparve.
"approposito, siccome manca poco.. che en dici di dirmi cosa hai detto ai one direction prima di andarcene?", chiesi di colpo entrando sul palco mentre il sipario rosso era chiuso. c'era solo una uce che ci permise di sistemarci ai posti giusti.
"non posso dirtelo."
"perchè?"
"ti rovinerei uan sorpresa."
, sgranai gli occhi.
"sorpresa?"
"beh, non so neanche se ci grazieranno di farla."
"farla?"
, chiesi.
"smettila. canta e basta. non pensare.", disse.
"ora sono curiosa.", dissi e le presi la mano.
"marta, non c'è tempo. fra pochissimo non avremo altro tempo che cantare."
"ma perchè fai la misteriosa?
", chiesi ancora.
"ed eccoci, grazie mielle a tutti i presenti. grazie di essere qui.", parlò uno dei nostri maestri e ci zittimmo tutti. ero così eccitata, impaurita, e ora ancora così curiosa che non capivo nulla delle sue parole. tutto il suo discorso mi scivolò addosso e solo quando la luce mi abbagliò gli occhi mi resi conto che era il momento di cantare. il pianista cominciò a suonare e il primo brano e nicole mi strinse la mano più forte. lessi le parole sul foglio nel leggio appoggiato davanti a noi. per la paura avevo già scordato il brano ma subito mi ricomposi.

"a cantare è stata nicole, una tra le migliori cantanti che abbiamo.", disse il suo maestro mentre nicole indietreggiava al suo posto, vicino a me. tremai.
"tocca a noi.", sussurrai. notai ancora la folla che sorrideva e applaudiva pe ril magnifico assolo di nic, che mi aveva fatto venire ancor una volta i brividi. ripensai alla canzone, e mi resi conto che questo concerto non aveva una base. nel senso non cantavamo canzoni cristiane, nè un determinato genere. avevamo cantato solo canzoni che avesse un significato profondo, quasi metà erano riferite a sentimenti profondi e quasi tutte erano accomapgnate dal piano forte.
"non preoccuparti.", disse lei sorridendomi.
"bene, e ora canteremo l'ultima canzone. sempre con nicole, ma con l'aggiunta di una voce. lei fa' parte del coro che abbiamo ospitato.", chiusi gli occhi e non sentii altro. forse dissero anche il mio nome, ma cercai di cocnentrarmi sulla stretta di nicole. marco sfiorò le nsotre mani unite e poi indietreggiò. io e nic ci aviccinammo al bordo, mentre ci porsero due microfoni. i nostri maestri aprlavano ancora mentre con lo sguardo cercavo il viso di morgana e appena lo trovai, a poche file da noi mi rilassai. affianco a lei, c'erano i genitori di nic e i suoi, e poi anche mauro. sorrisi e mi votlai verso nicole.
"sì, ci sono tutti.", abbassai il volto arrossendo un po'. non li avevo cercati prima, per paura di non trovarli. mi resi conto che in fondo non stava andando tanto male. poi nicole spostò lo sguardo più lontano, verso le file centrali, e sorrise. ma non riuscivo a capire chi avesse trovato che la stava facendo felice. la guardai e poi fissai di nuovo il pubblico, forse avrei dato l'impressione di una pazza impaurita. nicole intrecciò le nostre dita e sorrisi. il pianista cominciò a suonare, molti nella platea sorrisero ricordando il titolo della canzone. era Beautiful, di Christina Aguilera, una tra le migliori canzoni che io abbia mai cantato. e a me toccava cominciare, perchè avevo la parte iniziale. per fortuna avevo ben venti secondi di assolo di piano, prima che le mie labbra si aprissero per cantare. apri gli occhi per guardare a caso qualcuno nel pubblico e mi sif ermò il cuore. perchè finalmente capii chi stava gaurdando nicole. nella platea centrale, tra tantissime altre persone, vi erano cinque ragazzi vestiti elegantemente con camicia e giacca. sgranai gli occhi e li fissai. guardai i loro visi mentre loro sorridevano, e li contai ancora. Niall, Liam, Zayn, Harry e Louis. Seduti comodamente. sbattei le palpebre mentre liam mi mimava qualcosa. ma non capivo, ero troppo stordita. nicole mi strinse la mano di colpo.
"scusatela, è emozioanta.", balbettò al microfono. scossi la testa e mi accorsi che avrei già dovuto cominciato a cantare. il pianista ridacchiò e cominciò. questa volta guardai lontano dai ragazzi e mi concentrai.
"don't look at me.", sussurrai piano. mi voltai verso nicole e lei mi sorrise per rassicurarmi.
"Everyday is so wonderful
Then suddenly
It's hard to breathe
Now and then I get insecure
From all the pain
I'm so ashamed

I am beautiful
No matter what they say
Words can't bring me down
I am beautiful
In every single way
Yes words can't bring me down
Ohh no
So don't you bring me down today
", cantai sicura, finalmente. attesi fino a quando non toccò a nicole, ma mi sembrava passare un eternità mentre mi perdevo tra gli occhi dei miei idoli. i miei idoli erano venuto ad ascotlarmi, nicole era andata a chiederglielo. e ora mi sentivo un po' una cogliona, perchè ero riuscita a sbagliare.
"To all your friends you're delirious
You're so consumed
In all your doom
Trying hard to fill the emptiness
The piece is gone
Left the puzzle undone
That's the way it is

You are beautiful
No matter what they say
Words can't bring you down
Ohh no
You are beautiful
In every single way
Yes words can't bring you down
Ohh no
So don't you bring me down today
", nicole cantò la sua parte divinamente, come al solito. senza icnertezze, e notai lo slendere degli occhi nei ragazzi. mi sentii un po' frustrata, perchè none ro brava quanto lei. ma infondo, non avevo nulla da perdere. era solo una canzone, no? sorrisi ringraziando mauro del suo srcasmo che ora mi stava aiutando.
"No matter what we do
No matter what we say
The sun will shine your way
'Cause you are beautiful today

Everywhere we go
The sun won't always shine
But tomorrow's another day
So keep on looking to the sky
", cantammo insieme io e nicole. il coro dietro ci aiutò, mentre io tenevo le note un po' più basse lei facev ail suo assolo perchè era in grado di tenere la sua voce più alta, ed era chiara, e limpida e sicura. cercai mauro nella platea e lo vidi al suo posto, sorridente e fiero. fiero di essere il mio ragazzo? forse il suo sorriso mi diede forza perchè non mi tremarono più le gambe e lasciai la mano di nicole per unirla all'altra, attorno al microfono.
"We are beautiful
No matter what they say
Words can't bring us down
Ohh no
We are beautiful
In every single way
Yes words can't bring us down
Ohh no
So don't you bring me down today
", mentre cantavamo ci spostammo in modo da guardarci negli occhi, io e nicole. ci sentiavamo forse realizzate, ad avere finalmente cantato assieme. sorridevamo entrambe, mentre le nostre voci si alzavano per unirsi e legarsi in un modo perfetto. in quei secondi ringraziai tutto il mondo, delle possibilità che mi avevano dato, e delle speranze che mi ero costruita. e dei sogni finalmente realizzati. mi sentivo piena e realizzata, mentre dicevo ad uan delle mei migliori amiche di essere perfette. e poi pensia a morgana, anche lei era perfetta. com'era perfetta mia madre, che continuava a chiamarmi sempre. e anche benedetta.. oh, benedetta. ci eravamo parlato così poco da quando ero a milano. ma se non riuscivo a dividere il tempo con due ragazze affianco a me, credo avrebbe capito el mie difficoltà. sorrisi pensando al fatto che sapeva della mia cotta per mauro, chissà cosa avrebbe fatto se avesse saputo che stavamo assieme, ora.
"Don't you bring me down today
Don't you bring me down
Today
", cantai. mi sentivo bene. guardai il pubblico, e tutti si alzarono per applaudire. perfino i one direction. abbasai il volto assieme a nicole, che sorrideva. il sipario si chiuse piano, mentre le nostre due figure si mischiavano al buio nel palco. e quando fummo finalmente invisibili, i ragazzi dietro di noi cominciarono ad urlare dalla felicità e fui abbracciata da mille braccia. baciata da mille labbre. e si congratularono con me, mille voci.

"sono usciti tutti."; disse morgana entrando negli spogliatoi. io mi ero solo cambiata i pantaloni e ficcai tutto nella borsa. trascinai fuori nicole e mi imbattei nel petto di mauro. sorrisi e lo abbracciai.
"ti amo.", disse lui e mi baciò. morgana lo staccò da me di colpo. "ehy!", si lamentò lui.
"dovrei cantare più spesso.", dissi ridendo. mi prese per mano e mi guardia attorno. i genitori erano accerchiato nel corridoio ma io cercavo altro. cercavo i ragazzi, i miei idoli. mi sentivo un po' egoista, in realtà. avevo affianco il mio ragazzo, e io pensavo a loro.
"forse, sei sexy quando canti."
"solo quando canto?", chiesi. e lui scosse la testa. risi e gli baciai la fronte. perchè quando ero co lui ridevo così tanto?
"i one direction sono ancora in sala, vi aspettano.", dice lui di colpo. mi volto e lo guardo. "corri, prima che se ne vadano.", faccio un urletto e lo bacio. poi nicole mi prende la mano e corriamo verso la sala. morgana ci segue di corsa e subito ci troviamo di nuovo faccia faccia con loro.
"siete state bravissime.", disse zayn e mi abbraccia. sentire il suo corpo ancora a contatto con il mio mi fa' sentire bene, ma allo stesso tempo un idiota. ora ho un ragazzo, non posso credere di poter provare ancora qualcosa per un altro. beh, per altri cinque.
"grazie.", sussurriamo io e nic, mentre siamo appoggiate ai nostri idoli. morgana è abbracciata a nicole.
"possiamo farci una foto, la voglio metetre su twitter,", disse liam prendendo il suo cellulare. mauro entrò nella stanza sorridendo. in pochi secondi resse il suo cellulare e stringendoci un po' la foto fu fatta. parlammo per una buona mezz'oretta sentendoci complimentare di continuo per la bravura. ma io mi sentivo strana, perchè la più brava era nicole.e forse non mi sentivo poi così gelosa, perchè avevo mauro. e mauro mi stava cingendo al vit acon un braccio, e appena poteva mi lasciava un bacio. credo che niall e hazza ci guardassero un po' incantati. e io non sapevo più come sentirmi, troppe emozioni tutte in un colpo. solo sorrisi e parlai a loro come fossero vecchi amici, chissà come mai, una parte di me, li considerava tale. quando furono costretti ad andarsene ci abracciammo e morgana versò una piccola lacrima. per questo niall fu costretto a dargli il suo numero di telefono e a lei tornò subito il sorriso. promettemmo di non dirlo a nessuno, e scommisi con mauro che il suo futuro "fratellastro" sarebbe stato un cantante. lui la prese sul ridere, ma io dissi sul serio.
"e ora cosa farai?", mi chiese mauro. ero sotto casa di nicole. lei era già salita con marco, che si era messo a discutere con i suoi genitori. accettavano la relazione, nonostante per loro era ancora troppo piccola la loro cara figliola. abbracciai mauro.
"andrò a dormire.", dissi sorridendo. non ora. non era il momento di certi pensieri. "mi mandi un messaggio quando arrivi a casa?", chiesi, lui rimase stupito dal fatto che volessi quasi scaccairlo.
"certo ma.. ci vedremo?"
"domani tutta la mattina, e anche il pomerigigo. e prima di partire."

"e se provassi a fermarti?"
"mi rapisci?
", chiesi ridendo.
"no, ma potrei riuscirci. ti farei restare."
"mauro, l'ultima volta che mi hanno detto la stessa cosa è finita male.
", dissi ricordando andrea.
"ma lui ti ha solo baciato. e ha sperato in una storia a lieto fine."
"e che ne dici se ci lasciamo con un bacio e basta?"

"niente lieto fine?", chiese intimorito.scossi la teste.
" ovvio.. c-certo. anche quello. ", balbettai. "intendevo dire di non sperare, perchè so che ci sarà.", lui sorrise rilassato. 
"e quindi è tutto okay?"
"tutto okay finchè sono qua.", dissi e subito mi pentii. lui abbassò il volto. "possiamo parlarne domani? sono stanchissima."
"rimandiamo sempre."
"perchè non siamo pronti."
"a dirci addio?
"
"direi addio è più corretto di un arrivederci.", sussurrai e mi avvicinai a lui. mauro appoggiò il casco sulla moto e mi abbracciò. appoggiai le mani sul suo petto e cercai di non piangere. le sue dita strinsero i miei fianchi.
"mi mancherai,"
"anche tu.", fu tutto quello che riuscii a sussurrare. mi fermò le lacrime baciandomi la fronte, e poi la guancia.
"sarà difficile."
"non se ci proviamo.",
sussurrai. lui mi sfiorò le labbra con un dito, fermandole da un leggero tremore.
"abbiamo al vita per tentare."
"e per ritrovarci."
"e per riperderci?
", chiese.
"sì, ma poi arriverà il giorno in cui non potremo mai più allontanarci.", questo consolò entrambi e lui appoggiò piano le sue labbra sulle mie. come al solito, le nsotre bocche si modellarono perfettamente le une sulle altre lasciandoci a godere del momento. mi aggrappai a lui, come se fosse l'ultima speranza. l'ultima spiaggia dove andare. l'ultima cosa che veramente valeva per me. lui affondò le dita sulla pelle, ma senza farmi male. sentii il suo respiro caldo sulla pelle mentre mi baciava piano il collo. con le mani gli sfiorai i capelli, sentendoli corti sotto le dita. e poi sfiorai i suoi zigomi pronunciati. mi impressi il momento nella mente in modo che nei momenti tristi mi potessi tirare su di morale pensando ai nsotri baci infinit. e come mi stringeva. e come mi toccava. e avrei ritrovato il sorriso, perchè lui era così perfetto. e forse, non avrei mai pianto, se non perchè mi mancava. ed era strano.. ma già mi mancava.

***AUTRICE***
le poche persone che seguono la storia mi avranno calpestato a morte. me lo merito. quasi un mese senza aggiornare? beh, uccidetemi.
ma fatelo dopo questo capitolo, siccome è il penultimo. almeno potrete vedere la fine ;)
ciao ciao xx

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Capitolo 14
*** They Won't Stop Us. ***


Mi svegliai di soprassalto quando nicole mi tirò il braccio. rise. "dai, devi alzarti.", grugnii qualcosa per maledirla ma subito mi sedetti sul letto e mi stiracchiai. mentre la vista si faceva più chiara notai l'ora sulla sveglia e per poco non gridai.
"nicole, a quest'ora mi svegli? sono le dieci!", mi lamentai afferrando dei jeans e una maglietta.
"vai a fare colazione, poi ti preparerai le valigie.", disse sorridendo ma sapevo che non c'era nulla di divertente. mi vestii di corsa e mi tuffai in cucina dove sua madre mi stava versando del latte.
"buon giorno marta.", disse lei con un bellissimo sorriso.
"buon giorno.", risposi e mi sedetti. in poco tempo mangiai dei biscotti e parlai con suo padre.
"forse è meglio se ti muovi.", disse nicole ridendo. salutai i genitori e la seguii in camera dove epr un bel po' mi aiutò a sistemare le mei cose. decisi che avrei tenuto quei jeans e la maglietta che mi avevano regalato, e che non mi sarei cambiata. presi le mie cose dal bagno ma prima mi lavai i denti. per mezzogiorno avevamo finito e chiusi la seconda valigia con la cerniera mentre nicole vi era seduta sopra. "cosa farai domani?", chiese lei di colpo.
"credo soffrifò pe ravervi lasciato."
"ah sì?"
"beh, non saprei in realtà. credo uscirò con gli amici, non li vedo da un po'.", ma sapevo di mentire. non avrei avuto i coraggio di uscire, perchè loro due erano le uniche a cui volevo bene. oltre benedetta. ecco, avrei potuto chiamare lei. mi mancava da impazzire.
"e mauro?"
"mauro lo amerò sempre.", dissi. in fondo era il mio primo vero ragazzo. come avrei potuto scordarlo?
"e noi?"
"oddio nic, cos'è questo terzo grado? vi adoro, cosa volete sapere? che vi sposerò?"
"ma pensaci .. mi sento un po' esclusa. siccome un giorno sposerai mauro, sarei imparentata con morgana. ma non con me.", sbuffò e io risi. scese dal letto e mi abbracciò.
"nic, non mi sposerò con lui.", dissi.
"e perchè?"
"beh, lo vorrei ma .. non siamo troppo giovani? e poi ci sono tantisisme probabilità che .." che mi dimentichi? che non mi ami più? che io non sia ababstanza? che non ci vedremo più? che decida che non ne può più di senirsi solo via telefono?
"che..?"
"che magari preferisca essere solo conviventi.", dissi di botto, quasi senza riflettere.
"ah .. è possibile.", disse e rise. mi prese per mano e mi accompagnò in cucina. io e nicole avevamo deciso che siccome era l'ultimo giorno dovevamo cucinare noi. e così preparavamo qualcosa della mia regione,e sapevo già che sarebbe stato il pranzo migliore di sempre.

mi gettai sull'erba fresca. sentii morgana ridere e cadde vicino a me. nicole la prese in giro e poi si mise a guardare il cielo azzurro. però da lontano arrivavano grosis nuvoloni neri, densi, e sapevo sarebbe piovuto nel giro di poche ore. erano neppure le tre di pomeriggio, e sapevo che non avremmo potuto giocherellare per molto. mauro mi comparve davanti, coprendomi il sole e il suo viso si illuminò con un grande sorriso. mi tese una mano e io l'afferrai. mi sedetti e lui affianco a me. marco lanciò dei fiori all'aria.
"quanto tempo manca?", chiese nicole senza spostare lo sguardo dalel nuvole. morgana guardò l'orologio.
"alle cinque dobbiamo tornare a casa tua. prenderà la sua roba e i panini. alle sei partirà il treno.", abbassai il volto e guardai le mie mani che giocherellavano con l'erba. quelle di mauro la strappavano. sembrava arrabbiato, ma il suo viso era rilassato. gli baciai una guancia. morgana mi sorrise mentre nicole si gettò tra le braccia di marco. "sapete che ora mi sento foreveralone?"
"eddai morgana .. hai il numero di cellualre di niall.", sbuffai mentre mauro appoggiava la testa sulle mie gambe.
"okay, ci parlo ma .. non ci sposeremo mai.", scoppiai a ridere mentre nicole la spintonava di lato.
"ma ti rendi conto di quel che dici?", s'intromise mauro.
" chissene frega dle matrimonio, puoi parlarci. ", comemntò marco.
" voi siete uomini.. ", borbottò lei.
 "sì, e hanno ragio ne.", disse nicole. ma rco sorrise e la baciò.
"e basta, smettetela.", disse acida lei ma poi rise. ma almeno lei avrebbe sempre avuto il suo numero di cellulare. io no. io non avrei potuto avere mauro per sempre. non mi sarei più svegliata nel suo letto, o mi sarebbe venuto a prendere dopo le lezioni. non sarebbe più successo. e mi mancava solo all'idea. lo guardai mentre sfilava ancora l'erba dal prato. passai le dita tra i suoi capelli e li strinsi un pochino. lui sorrise e mi cercò con lo sguardo. noi potei nons orridere e ci baciammo. morgana, questa volta, si zittì.
 "marta.." , sussurò mauro quando lasciò le mi labbra. io chiusi gli occhi e gr ugnii un "uhmm" mentre las ciavo che i pochi raggi mi colpissero il viso. "io vado vi sprima, sai .. devo finrie ancora i disegni." 
"i disegni?", chiesi stupita.
"sì, vorrei darteli prima che parti."
"ma puoi spedirmeli via posta, dai ..", sussurrai. nicole, marco e morgana ci guardarono.
"no, ci tengo. lo giuro. ti prego, non ti arrabbiare."
"no, non sono arrabbiata. mi fido, voglio solo che tu non arrivi in ritardo."
"lo prometto."
"che non arriverai in ritardo?", chiesi ancora.
"sì, prometto che non sarò in ritardo."

"cazzo, mauro è in ritardo.", borbottò morgana. mi voltai verso di lei e cercai di sorridere. eravamo davanti alla macchina, pronti pwr andare verso la stazione. aveva detto che ci sarebbe stato. e ora sentivo la gente dietro di me salutare i nuovi amici appena fatti. eravamo nella scuola dove avevamo fatto le lezioni di coro e ora mi sentivo quasi un' estranea. aveva detto che sarebbe venuto? e perchè non c'era? respirai piano sperando di non urlare.nicole mi prese per mano.
"non avere paura. arriverà.", disse.
"l'hai detto almeno quattro volte.", borbottò marco.
"certo che sei d'aiuto.", lo incenerì morgana. io scoppiai a ridere mentre nicole lo abbracciava per difenderlo. i miei compagni di coro salirono sul furgoncino bianco o sulle macchine di coloro che li avevano ospitati. io rimasi fuori, finchè un forte vento mi scompigliò i capelli. molte macchine erano già partite mentre i genitori di nicole mi guardavano, e nel silenzio aspettavano anche loro mauro. alzai lo sguardo e vidi il cielo rannuvolato. non c'era più il sole, e sapevo chissà come mai che non sarebbe arrivato.
"andiamo?", chiesi stringendomi nella giacca. nicole mi sorrise intimorita ed entrò in macchina. marco e morgana la seguirono. io rimasi due secondi ancora fuori. non sapevo che fare. e se fosse arrivato nel giro di pochi secondi? e magari sarebbe restato lì ad aspettarmi? ma il treno non mi aspettava. dovevo andare. mi sedetti sul sedile e chiusi la portiera. fissai le porte a vetro e gli scalini che avevo superato correndo in quel giorno caldo. quel giorno assolato in cui il vento non soffiava. e lui mi aveva portato lì. e ricordai come era piacevole sentire le mie mani attorno al suo corpo. la macchian partì e non me ne accorsi neppure.

"ragazze, devo andare ora.", dissi sciogliendo l'abbraccio. la madre di nicole mi sorrise mentre marco mi abbracciò velocemente per poi tornare al fianco della sua ragazza. guardai le mie valigie, a terra, e mi sentii pesante. come se il mio cuore stesse scoppiando di infelicità. e sapevo perchè. vi erano almeno 300 motivi. ma diq uesti i più importanti erano nic, morg e mauro.
"marta, forza.", mi spisne il mio maestro con un bel sorriso in viso. cercia di essere serena ma proprio non ci riuscivo. alzai lo sguardo verso le mie amiche.
"mi mancherete. un mondo.", dissi.
"ma ci saremo sempre.", sussurrò nicole.
"durante gli alti e i bassi.", continuò morgana.
"e non ci lasceremo mai.", sospirai. loro sorrisero e mi abbracciarono. baciai loro le guancie, come facevamo sempre.
"vuoi che lo chiamo?", chiese nicole.
"no, magari è il suo modo per dirmi addio."
"non credo, è mio fratello, lo conosco."
"non importa, è tutto okay.
", mentii. mentii perchè non potevo dire la verità. perchè cioò che volevo, in quel momento, era cercarlo per tutta la città.
"marta, mi sono affezzionata a te. ogni votla che parti è come perdere una figlia. spero di rivederti ancora.", mormorò la madre di nicole mentre morgana scoppiava in lacrime.
"grazie signora.", dissi cercando di restare impassibile alle lacrime. "devo andare, ora.", presi le mie cose e mi voltai. salii sul treno. mi guardai attorno e trovai un posto vuoto, vicino al vetro. mi sedetti e notai che proprio di fronte a me c'erano le ragazze che piangevano. sistemai le mie  valigie e cercai di sorridere per tranquillizarle. ma non riuscivo neppure a tranquillizare me.

Mauro's Pov

Mollai il motorino vicino a tanti altri, e mi presi solo la briga di chiuderlo. ero alla stazione, e troppa gente mi stava attorno. ero tardi, tardissimo. il treno sarebbe partito in meno di dieci minuti, e non ricordavo neppure il binario. "dannazzione, sono un fottuto stupido.", sentenziai sputando le parole tra i denti come una minaccia. mi guardai in giro e decisi che la cosa migliore era correre verso i binari, almeno avrei avuto la possibilità di verderla. anche solo dal finestrino. portia la sacca appoggiandola sulla schine mentre strignevo la stringa. corsi superando la gente. in fondo a chi importava di uno stupido innamorato che correva? quanti ogni giorno facevano la stessa cosa? non ci vedevo più bene, vuoi vedere che mie ro fottutamente e veramente innamroato? così tanto da piangere? sorris, almeno avevo questa convinzione a tenermi comapgnia durante la mia corsa solitaria. sopra l'ultimo binario c'era scritto "venezia" e capii che era quello. corsi ancora più forte, sopprimendo l'idea di raggiugnere il treno saltando da un binario all'altro. i miei occhi trovarono subito nicole e marco, e poi morgana. sospirai più rilassato ma non vedevo nessun'altro apparte una donna. non c'era marta. mi si bloccò il cuore nel petto.
"dov'è lei?", chiesi di colpo.
"è salita.", mormorò nicole.
"sei un coglione, sei sempre in ritardo.", urlò morgana. la ignorai e guardai il finestrino. era lì, che fissava le proprie mani cercando di non piangere. la guardai meglio mentre la pioggia leggera mi cadeva adosso. peggio di così non poteva andare, vero? osservai i lineamente del suo viso e gli occhi che erano color nocciola, questa sera. chissà se avrei potuto rivederli di quel stupendo verde? era strano pensare che succedeva soloq uando c'era tanto sole. e le sue labbra rosee e perfette si mossero in uno strano balbettio. alzai lo sguardo per vedere i suoi occhi fissare i miei. lei saltò dal posto e senza esitare corse fuori dal treno. i suoi occhi erano illuminati e aveva un grosso sorriso. appena uscì rabbrividì un po' per la pioggia ma mi saltò subito addosso per abbracciarmi.
"oddio mauro, credevo non arrivassi mai.", disse lei spingendo la sua testa sulla spalla. ci stringemmo così forte che quais mi mancò il respiro. le baciai la fronte e poi le labbra. sentivo il tempo scorrere e scapparci. sapevo che non avremmo avuto altri momenti così. non avremmo sentito più le nostre bocche sfiorarci, o il profumo dell'altro. e forse neppure il suono del suo respiro. chiusi gli occhi mentre mi sfiorava i capelli e poi premeva dici nuovo le nostre labbra.
"ci sarò per sempre.", dissi mentre lei singhiozzava. aveva così tanto trattenuto le lacrime, ma ora si confondevano con la pioggia. e il ticchettio dell'acqua che tocava terra era solo un suono di sottofondo mentre sentivo le sue parole. mentre mi diceva ancora che mi amava. e io le rispondevo che l'amavo. e sembrava l'ultimo momento nostro. veramente nostro. mi tolsi al giacca della tuta e l'appoggiai sopra le sue spalle. tremava così tanto e singhiozzava di continuo.
"non ci riesco..", sussurrò.
"lo so, sarà difficile. ma ci riusciremo, insieme.", lei accennò un sorriso e mi abbracciò. questo abbracciò mi urtò molto, poichè tra la folla si sentì la voce metallica che annunciava che il treno sarebbe partito presto. la strinsi a me spingendo i nostri corpi l'uno contro l'altro. lei sorrise e mi guardò con quei occhi stupendi che aveva.
"ora so' che anche quando piangi sono più verdi.", lei rise e mi baciò la guancia. affondo le mani nelle tasche dei jeans e ne tirò fuori un foglio stropicciato, piegato e ripiegato.
"ecco.", aggiunse mentre me lo porgeva. io l'afferrai e lo misi in tasca, mentre dalla sacca presi un libricino dove dentro vi erano buste di plastica spesse dove inserire fogli. e dentro c'erano i miei fogli. i fogli con i miei disegni, le nostre speranze e le cose successe. "hai termianto la storia?", chiese.
"per questo sono arrivato in ritardo.", aggiunsi ma sapevo che mi aveva già perdonato.
"marta, devi salire.", gridò infuriato il maestro della mia ragazza. lei si voltò e lui fuggì dentro. si tolse la giacca e me la porse.
"no, tienila. me la renderai più avanti.", sul viso le comparve un enorme sorriso che le illuminò gli occhi. mi baciò per l'ultima volta e inconsciamente la tenni stretta quasi a non farla sfuggire, ma poi fui costretto a lasciarla.e sentii il sentimento più difficile da domare. mi sentivo vuoto senza di lei, ma pieno avendo la consapevolezza di provare veramente quello che stavo provando. perchè quel sentimento non era finto, e non era nascosto. era amore.
vidi la sua figura scivolare velcoe sul sedile e poi il treno si mosse. e mi sentii male. none ro veramente pronto, però, a questo. mi ero aspettato che lei scnedesse dicendomi che non voleva partire, o che io me ne andassi con lei. ma questo succedeva nei film, e non eravamo in un film. il treno si muoveva ancora lento mentre camminavo affianco al vetro. lei aveva appoggiato una mano e io la mia, e solo quel vetro ci divideva. poi il mezzo andò più veloce e fui costretto a correre. non guardavo neppure dove andavo, perchè volevo ricordarmi il suo sorriso e il suo volto. e non riuscivo più a correre, le gambe mi cedevano, mi sentivo troppo pesante per seguirla. e il suo viso si allantonava sempre più dal mio, finchè non vidi più nulla oltre un treno lontano nell'orrizzonte. così lontano da essere un puntino.
presi il foglio che avevo in tasca e lo aprii con cautela. c'era la sua bellissima grafia, non perfettamente ordinata ma semplice e carina. un po' tondeggiante. mi tremavano le labbra mentre leggevo quelle sue ultime parole scritte. scritte proprio a me, a cui aveva dato cuore e anima. e la speranza di rincontrarci un giorno:

Non ho perso tempo qui, ora devo andare ma tu non spegnerti. Scrivi i sogni, così partiremo liberi.
Ti penserò, mi mancherai, ti cercherò da ora, ti aspetterò, piangerò, ma ti amerò ancora.
Non perdere mai l'amore che sei e la forza che non hai mai avuto, ma che abbiamo creato.
Il nostro amore è più forte di quanto credi. Good luck.
Non posso illuderti perchè gli orizzonti non hanno limiti. spero solo di essere ancora una tua speranza.
E lascio un alibi perchè non posso arrendermi. Un giorno saremo il vento, non ci fermeranno.

THE END



***AUTRICE***
tralalalalalàààà
quanti mi uccideranno epr aver finito? in teoria pochi, siccome non cagavate più questa FF. e per questo motivo ho deciso di terminarla il più velocemente possibile ;)
devo fare i ringraziamenti, come al solito.
grazie one direction siete la vita, ma tanto non lo saprete mai. vi amo.
grazie nicole, per sopportare la mia pazzia. e grazie di volermi ancora bene dopo tutto quello che abbiamo passato. e con questo intendo al fatto che non potrò venire da te quest'anno, come invece è la nostra speranza. ma ci sarà un anno in cui verrò, e ti giurò non lo scorderò mai. ti voglio bene.
grazie morgana, di esserci sempre. e di dirmi che sono scema quando sclero. e di dirmi che sclero, quando sono solo scema. ti voglio bene, e non sai quanto.
grazie mauro, per non sapere che esisto. e grazie a dio non mai letto questa ff, perchè altrimenti mi avrei ucciso. e grazie a dio non mi piaci più tanto come prima, altrimenti mi sarei uccisa io. scusa per aver farneticato tanto, e per essermi inventata tutte queste cose. sei sempre un bonnaccio ;)
grazie benedetta, per non essere comparsa in questa ff (?) ahaha no, scherzo. chiedo scusa se non ci sei stata, ma per poco non buttavo fuori dalla scena nic e morg, chissà te come ci saresti entrata. ne scriverò una dove ci sei anche tu, non preoccuparti. grazie di farmi ridere sempre, e di mandarmi così troppe gif di niall mentre è un cucciolo. ti voglio bene.
e grazie mamma, per aver creato uan figa come me che sa' scrivere ùù
aahahhaha okay. buona notte gente, e alla prossima ff xx

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