Again & Again.

di jennybrava
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. A Dinner With Them. ***
Capitolo 2: *** 2. Guess Who Coming To Dinner: His Girlfriend. ***
Capitolo 3: *** 3. A Dinner With Her. ***
Capitolo 4: *** 4. Guess Who Coming To Dinner: Their Friends. ***



Capitolo 1
*** 1. A Dinner With Them. ***


Again and Again - Cap.1 "Di cene settimanali, amore, team iperprotettivi, sentimenti nascosti e famiglie.
Di un teme, un dobe, un pervertito, un sociopatico ed un una violenta. Di lui e lei.
Perché c'è lei che aspetta, loro che osservano e lui che, semplicemente, deve imparare a perdonarsi.  
Perché sono una famiglia."
Questa è una commedia romantica coi fiocchi. Nel vero senso della parola.
L'elemento comico sarà presente, ma in dosi decisamente inferiori: è una storia più, avvolgente.. diciamo. E più romantica - per quanto Sasuke e Sakura possano esserlo, ovvio.
Non ci saranno situazioni al limite del verosimile, folli piani da seguire, litigi disperati e finali mozzafiato. E' una storia semplice, che parla della famiglia, del crescere e dello stare insieme. 
Forse è anche più noiosa, chi lo sa, ma è più.. avvolgente, come ho già detto. E più dolce. Dovrebbe trasmettere serenità e sicurezza. E, cosa eccezionale, è quasi tutta POV Sasuke.
Il titolo è il nome di una canzone coreana, Again and Again, alle quali lyrics (dolcissime e significative) si ispira l'intera storia. La canzone fa parte dell'OST di "Love Rain", un famoso drama coreano che ho appena finito di vedere. 
Spero gradiate questa spruzzata di genuino fluff sul vostro desktop :)



Again & Again.
1. A Dinner With Them.



Lo chiamavano "Yashiki", l'appartamento di Sakura.
Il che non avrebbe avuto neanche molto senso, visto che alla fine "yashiki" significava "mansione" e quell'appartamento aveva l'aspetto di tutto meno che di una mansione, ma la prima volta che Sakura li aveva invitati dentro - quasi due anni prima, quando trascorsi i diciotto anni aveva decretato di essere abbastanza grande da riuscire a vivere da sola - una volta che tutti gli scatoloni erano stati disposti in pile ordinate e un primo oggetto estratto da essi - la loro foto, che ricordava aver visto Sakura posare sul pavimento e perdere lunghi istanti ad osservarla - Naruto non era riuscito a tenere chiusa la sua bocca e aveva urlato "Yashiki!", poco prima che tutti si voltassero ad osservarlo attoniti.

E così Yashiki era rimasto.

L'appartamento di Sakura era di una grandezza modesta, né troppo grande né troppo piccolo per una ragazza della sua età - era quel tipo di appartamento semplice, con un unico ambiente che comprendeva in sé il soggiorno, la sala da pranzo, lo studio e, in una modesta parte, anche la cucina. La "camera da letto" non era altro che un livello rialzato del pavimento, dove stanziava il suo letto - nascosto da un muro che a sua volta, con una porticina, conduceva al bagno; degli scaffali colmi di rotoli e libri e una poltrona. 

Sasuke avrebbe saputo descriverne con precisione ogni singolo angolo, ogni singola fessura e ogni singola crepa presente sul muro, semplicemente perché non riusciva a ricordare una singola giornata degli ultimi due anni senza metterci un piede dentro.

C'era quell'enorme vaso, vicino al televisore, di un raccapricciante color verde che avrebbe dovuto intornarsi agli occhi smeraldini di Sakura - così almeno avrebbe voluto sua madre, che glielo aveva propinato come regalo per la sua nuova casa, tempo prima. Sakura era riuscita a mascherare perfettamente il suo estremo disgusto per l'oggetto in questione, ed era riuscita a tenerlo in vita per un intero biennio - non senza danni inestimabili. Sasuke in effetti non ricordava il numero di volte che Naruto lo aveva fatto cadere, o il numero delle volte in cui lui stesso lo aveva calciato, solo per il gusto di vedere quella cosa verde frantumarsi ai suoi piedi. Ogni volta, però, si ritrovavano a raccoglierne i pezzi e a perdere ore a rincollarli fra loro, e non era più una novità vedere il vaso oramai ricomposto con allarmati spazi vuoti dispersi qua e là. Ma ci avevano fatto tutti l'abitudine.

C'erano le tende appese alle finestre; tende dei più disparati e cangianti colori. Quelle vicino al letto di lei erano di un delizioso blu oltremare, quelle che pendevano sul soggiorno e sulla sala da pranzo sfumavano da un delicato viola fino ad una tonalità di verde, mentre quelle riservate a l'unica vetrata presente nell'angolo cottura erano di un luminoso arancione. Era un'accozzaglia di colori decisamente pacchiana, ma ogni volta che Sai, in particolare, lo aveva fatto notare, Sakura si era sempre limitata a scrollare le spalle e a dire di trovarle "allegre e carine".

C'erano i libri, e i rotoli: erano così tanti che a volte straripavano dalle tre librerie e finivano accatastati negli angoli più impensabili della casa. Sasuke una sera che era entrato in bagno, aprendo l'armadietto igienico, ne aveva visti alcuni nel ripiano più alto.
Sakura amava leggere, lo sapevano tutti, ma qualche volta era stato decisamente inquietante trovarla alle tre di notte che divorava l'ultimo romanzo acquistato a Kiri. Questo dimostrava apertamente la sua intelligenza, non c'era alcun dubbio, e il suo desiderio di imparare nuove cose, ma ciò che veramente l'aveva lasciato a bocca aperta era stato a venire a conoscenza che lei, oltre alla lettura, si divertiva a trascorrere il tempo a completare cruciverba. Niente shopping - anche se già sapeva che Sakura non era quel tipo di ragazza - o perlomeno uscite con le amiche. Cruciverba e una tazza di tè. "Tiene allenato il cervello" - aveva detto.

C'era quella crepa sul muro, vicino al tavolo da pranzo: era stata creata niente di meno che da lui e Naruto, in un giorno particolarmente storto per entrambi. Dopo le solite frecciatine erano passati ai fatti e avevano ritenuto giusto ed opportuno iniziare a darsele di santa ragione nell'appartamento di Sakura quando Sakura era appena uscita a comprare un paio di di scatole di ramen istantaneo per pranzare assieme. Erano volati molti insulti, e la carica di mille Naruto che aveva invaso l'appartamento l'avevano spedito dritto dritto contro il muro, premurandosi di spaccare la sua testa a metà e di creare quella vistosa e lunga crepa che tutt'ora lo deturpava. Sakura si era rifiutata di curarli, ma dopo qualche giorno aveva accettato le loro scuse. Quando poi erano tornati al suo appartamento e Naruto aveva chiesto il perché non avesse fatto riparare la crepa lei aveva risposto che l'avrebbe lasciata così com'era perché "Non succedeva tutti i giorni che quel Uchiha Sasuke si spaccasse il cranio contro un muro".

C'erano tante altre cose in quell'appartamento (la collezione di modellini che li raffigurava in pose decisamente compromettenti, fatti intagliare appositamente per loro in un villaggio vicino ad Iwa; le cartoline che a volte le avevano spedito quando erano stati impegnati in missioni più lunghe di un mese; le molteplici calamite sul frigorigero, acquistate in ogni singolo viaggio fuori da Konoha; molti fiori - e sospettava che Ino Yamanaka ne fosse l'artefice), ma ciò che veramente si distingueva fra quella marmaglia di cianfrusaglie era la quantità spaventosa di foto.
Era diventata un'altra delle sue numerose ossessioni coltivate in quegli anni (nata probabilmente fra la mania per il giardinaggio, quella per il cucito e quella per il decoupage), ma gli anni passavano e lei non aveva mai smesso di portarla avanti: e così l'appartamento si era riempito di foto che li ritraevano nei momenti più strani ed imbarazzanti possibili. Si passava da una foto di un Naruto dormiente senza pantaloni e truccato come un clown, fino a quella di un Sai che tentava di approcciare una ragazza in modi decisamente insoliti.
Aveva creato anche un album tutto suo, "Il Team Sette negli Anni" - lo aveva intitolato, con un sorriso.

Così, piano piano, passo dopo passo, erano giunti fino a quel punto. Ora erano cresciuti, erano adulti, e spesso e volentieri, fra le loro vite caotiche e sempre piene di impegni, trovavano poco tempo per trovarsi fra loro - come fino a poco tempo prima invece erano soliti fare sempre. Era successo tutto molto in fretta, a dire il vero; in un paio di mesi le cose erano cambiate radicalmente, e dei loro pomeriggi trascorsi a casa di Sakura a godersi il sole non erano rimasti altro che ricordi. In poco più di sei mesi lui e Naruto erano stati rispettivamente nominati Capitano e Vice-Capitano degli ANBU, alla guida di un team formato da loro, Sai e Neji Hyuuga. Sakura aveva preso in mano le redini dell'Ospedale, affiancata da Shizune, e così il Team Sette si era ufficialmente sciolto, lasciando libero campo alle loro personali carriere.

E così erano nati.

[Quegli incontri]

Dalle lamentele di Naruto, che ogni volta piagnucolava di non riuscire mai a trovare del tempo per vedere la sua Sakura-chan, ai silenziosi incoraggiamenti di Kakashi, al sorridente assenso di Yamato, alla più disparata ed eclatante approvazione di Sai - che Sasuke sospettava non avesse capito un accidenti dell'intera faccenda fino a quando non si era trovato legato ad una sedia con un piatto davanti.

Andavano avanti da otto mesi, e complici i loro turni, il mercoledì di ogni settimana era diventato un appuntamento fisso con Sakura, il suo appartamento e, in particolare, la sua deliziosa, gustosa e meravigliosa cucina.

<< Sakura-chaan! >> quando la porta si aprì e il caloroso sorriso di una Sakura ventenne li illuminò tutti e quattro, Naruto le si precipitò subito addosso, stringendola in un abbraccio stritolaossa. << Mi sei mancata un sacco, Sakura-chan! Tantissimo..! Vero.. Teme? Kiri era orrenda come sempre e.. >>

Era una settimana che non la vedevano, sette giorni tondi tondi. Solitamente riuscivano a ritagliare qualche ora per la loro amica anche i finesettimana, il sabato sera - se quei decerebrati dei restati loro amici li trascinavano fuori a bere per locali - e la domenica mattina, se il turno di lei era favorevole. Ma questa volta non erano riusciti a scorgerla neanche in fotografia per sette lunghi giorni, e Sasuke doveva ammettere che era abbastanza snervante avere attorno quegli spostati senza Sakura con lui. Per di più Kakashi era stato spedito in missione con loro, perciò non avevano avuto nemmeno la sicurezza di averla lasciata in buone mani a Konoha.

Sakura rise, e ricambiò l'abbraccio di Naruto con entusiasmo. Era il tipo di persona che richiedeva sempre quel genere d'attenzioni, in fondo. << Sono contenta di rivederti, baka >> proferì, una volta che si fu staccato da lui, pizzicandogli affettuosamente una guancia.

Subito dopo abbracciò anche Sai, che ricambiò l'abbraccio col suo solito sorrisetto snervante. Sakura baciò Kakashi su entrambe le guance e gli sorrise, quando lui le scompigliò i lunghi capelli rosa. Quando giunse il suo turno di ricevere il bentornato - erano stati via una settimana, d'altronde - Sakura si comportò esattamente come aveva fatto con gli altri due: lo abbracciò affettuosamente - e lui, ovviamente, non ricambiò l'abbraccio - e gli scompigliò la frangia dei capelli, facendolo sbuffare apertamente. A quel gesto rise e gli occhi le brillarono. << Bentornato, Sasuke-kun >> gli disse, prima di invitare tutti quanti ad entrare.

Non ce ne fu il bisogno comunque, si erano già tutti accomodati.



***



<< Naruto, spero per te che prima di venire qui tu sia passato da Hinata-chan >> Sakura emerse da dietro il bancone con in mano la seconda portata della sera. Che sembrava proprio dello squisito donburi.

Sasuke mai l'avrebbe ammesso a voce alta, ma la cucina di Sakura era assolutamente divina. Non c'era altro modo per descriverla, quella ragazza cucinava bene tanto quando curava le ferite. Era.. fenomenale.

Ricordava ancora il momento in cui aveva assaggiato per la prima volta qualcosa cucinato da lei: era stato ai tempi dei loro giorni da Genin, in una di quelle frequenti missioni del tutto inutili e prive di significato. Solitamente si portavano da casa i rispettivi pranzi, ma quella volta sia lui che Naruto non ne avevano avuto il tempo, e Sakura si era offerta di condividere con loro il suo bento.
Naruto dopo aver assaggiato il primo boccone, senza troppi giri di parole e alcun imbarazzo, le aveva chiesto di sposarlo. Lei ovviamente lo aveva preso a pugni, e solo dopo si era voltato verso di lui con sguardo speranzoso. Ovviamente lui l'aveva sapientamente ignorata, ma non per questo aveva smesso di mangiare.

<< Certo che sì! >> Naruto si strofinò le mani, leccandosi le labbra. << Subito dopo che siamo stati in ospedale, vero Teme? Quel bastardo di Neji mi ha quasi ucciso.. beh.. però ho visto la mia Hinata-chan! Domani abbiamo un appuntamento! Finalmente, dopo settimane. Sai da quanto è che non sto un po' con lei? >>

<< Questo è tutta colpa vostra e delle vostre stupide missioni >> Sakura, dopo aver servito tutti, si accomodò nuovamente al suo posto. << Se non foste così impegnati con tutta quella roba degli ANBU, a quest'ora potresti vedere Hinata-chan tutti i giorni, Naruto. Sai quanto è triste quando non sei al villaggio? >>

<< Sono missioni che ci affida l'Hokage, Sakura >> Kakashi chiuse con un colpo secco il suo libro, nel mentre Sasuke saggiava il primo boccone del suo piatto, faticando a non rilasciare un sospiro estasiato. << Non possiamo certo chiederle di smetterla >>

<< Certo che potete! >> protestò lei, sbattendo il bicchiere sul tavolo. Sai osservò con interesse la crepa creata da quest'ultimo.
<< Potete inventarvi qualche scusa, che so.. che volete stare un po' coi vostri amici! >>

<< Credi che queste scuse funzionerebbero, Kakashi? >> Sai interrogò il suo sensei.

<< Non ne sono affatto sicuro, Sai >>

<< Non pensate a me? Mi abbandonate sempre qui da sola! >> rise, questa volta. Stava scherzando, ma era anche vero che un po' si sentiva affetta dalle loro continue assenze. << Non ho nemmeno qualcuno con cui uscire! >>

<< Ino? >> Naruto sputacchiò donburi sulla tovaglia.

<< Ah, è sempre impegnata con Shikamaru. E poi la vedo quasi tutti i giorni a lavoro >> disse, masticando un boccone. << Uscirei volentieri con qualche ragazzo se voi non li uccideste tutti prima che mi si avvicinino >> inforchettò un pezzo di carne con ferocia. Cominciava ad innervosirsi.

<< Tze >> Naruto sembrò molto indisposto. << Ti aspetti che lasciamo che uno di quegli schifosi maiali ti si avvicini? >>

Sakura sbuffò, roteando gli occhi. << Per la centesima volta, Naruto >> gli disse. << Avere appuntamenti non significa.. lasciarmi toccare. Non posso uscire con un ragazzo solo per andare a divertirmi e ridere un po'? >>

<< No >>

<< Assolutamente no >>

<< Certo che no! >>

<< Hn >> era l'unico commento che Sasuke aveva fatto negli ultimi venti minuti, e tutti alzarono lo sguardo. Sakura sbuffò per l'ennesima volta.

<< E' assurdo >> protestò. << Voi uscite, vi divertite con.. chissà quante ragazze..! E io non posso uscire con un ragazzo solo perché voi soffrite di qualche strano complesso maschile! >>

<< Sakura >> Kakashi la osservò dietro la sua maschera. Seriamente. << Tu sei bella, intelligente, giovane, dolce e amorevole. E una cuoca provetta. E per di più sei anche il miglior medico di questo villaggio. E se qualche ragazzo ti si avvicinasse per approffittarsi di te? Per farti del male? Noi non possiamo permetterlo, vero ragazzi? >>

Sai annuì, continuando a mangiare. << Personalmente non troverei, in ogni caso, un motivo per cui i ragazzi dovrebbero avvicinarsi a te. Non assomigli affatto ad una donna, mostriciattolo >> Sakura roteò gli occhi. << Ma non possiamo comunque permetterlo. Ne va dell'integrità del nostro Team >>

<< Assolutamente! >> aggiunse Naruto. << Non possiamo certo permettere che qualche schifoso possa venirti vicino, Sakura-chan! Non fino a quando non avrà la nostra piena approvazione! Vero Teme? >>

Gli sguardi di tutti si concentrarono sulla figura dell'ultimo degli Uchiha, che fino a quel momento era rimasto tranquillo e silente al suo posto.
In realtà Sasuke si era sempre tirato fuori dai quei loro discorsi, preferendo non partecipare mai attivamente, ma era altresì vero che non aveva mai fatto nulla per negare una sua possibile posizione. Alla fine, molto in fondo, anche a lui avrebbe dato fastidio vedere Sakura sgattaiolare fuori in compagnia di qualche ragazzo sconosciuto.

[Molto molto in fondo]

Non aveva alcuna intenzione di indagare sul probabile motivo, in ogni caso.

Nel dubbio optò per proferirsi in un dignitoso: << Hn >>

Sakura, che per un istante sembrò speranzosa di vederlo contraddire le opinioni degli altri, sospirò e affondò le bacchette nella zuppa, storcendo le labbra in una smorfia. << Grazie per pensare che qualsiasi ragazzo possa interessarsi a me solo per la mia posizione o per il mio aspetto fisico >> disse, grondando sarcasmo.

Kakashi le sorrise, conciliante, ma lei ricambiò il sorriso con un'occhiataccia poco amichevole. A disagio, il loro sensei, si grattò una nuca.

Sakura scosse la testa, medita che era decisamente meglio lasciar perdere la questione. Alzò lo sguardo, e osservò in tutto il suo splendore Sasuke Uchiha che ripuliva la sua ciotola di donburi, spazzolando via fino all'ultimo pezzetto di carne. Sorrise.

<< Allora, chi vuole il dolce? >>



***



Dopo cena trovavano sempre qualche scusa per rimanere a gironzolare nel suo appartamento fino a tarda serata. C'erano state notti in cui erano anche rimasti tutti e cinque a dormire, quando Yamato era con loro - solo perché avevano tutti alzato un po' troppo il gomito, bevendo sake e giocando a carte.

Solitamente cercavano sempre qualche nuovo passatempo, quella casa era piena di giochi da tavolo e cose interessanti da leggere. Sakura si impegnava sempre per obbligarli a fare qualcosa di produttivo dopo il bicchierino di liquore digestivo, ma la storia alla fine era sempre la stessa: Sai avrebbe aiutato la loro amica a rigovernare un po' la cucina - per quanto potesse farlo - Kakashi si sarebbe disteso sul divano col suo libro fra le mani, Naruto si sarebbe parcheggiato davanti alla tv con qualche nuovo videogioco. Lui?

Lui avrebbe ammazzato il tempo leggendo qualche rotolo disperso qua e là, in attesa che Sai e Sakura si fossero liberati dai loro impegni domestici. Una volta giunto quel momento avrebbe atteso di vedere quale sarebbe stata la mossa di Sakura: a volte si sedeva vicino a Naruto, con Sai, e tutti e tre si ritrovavano ad urlare e schiamazzare davanti alla tv, in mano i controller della console di videogiochi che Naruto aveva trasportato lì dentro tempo prima; a volte era l'unica a sedersi vicino a Naruto - Sai si dirigeva verso di lui, e Sasuke concludeva la sua serata con lui, giocando a dama o a shogi.

A volte era lei a venirgli incontro.

Quando succedeva, solitamente gli chiedeva cosa stesse leggendo di bello, e lui le rispondeva monotonico come sempre, ma le rispondeva. E aveva sempre pensato fosse abbastanza.
Lei, poi, gli avrebbe chiesto se avesse voluto giocare a qualcosa, lui avrebbe annuito, e avrebbero sicuramente giocato a shogi. Silenziosamente.
Lei l'avrebbe lasciato vincere - era un segreto fra loro due - e dopo tre partite gli avrebbe sorriso e si sarebbe alzata per preparare un po' di tè.

Quel giorno Sakura decise di parcheggiarsi davanti alla tv solo con Naruto, e Sai si diresse verso di lui con il suo solito sorriso da prendere a pugni - Sasuke a volte si chiedeva se quella disposizione non la decidessero assieme quei due, quando finiviano di lavare i piatti.

<< Dobbiamo ancora dare il nostro regalo a Sakura >> Sai non la chiamava mai "mostro" se non in sua diretta presenza, diceva che trovava divertente vederla arrossire dalla rabbia.

Sasuke si strinse nelle spalle e continuò ad osservare le sue pedine, meditabondo. << Hn >>

Sai lo osservò con curiosità, incrociando le braccia al petto. << C'è per caso un motivo per cui non sembra interessarti questo discorso? >> gli chiese, sinceramente crucciato. << Pensavo che tutto ciò che concernesse Sakura potesse interessarti >>

Sasuke preferì ignorare la sua ultima frase, che bastò in ogni caso a fargli alzare gli occhi dalla scacchiera e a freddarlo con uno dei suoi tanti sguardi omicidi. << Potresti pensare a giocare? >>

Sai si massaggiò il mento, con aria pensosa. << Allora mi sbagliavo. Ero convinto che l'argomento 'Sakura' potesse smuovere la tua attenzione, Sasuke >> sembrava davvero convinto di ciò che diceva. << Sembra che dovrò trovare altri argomenti per riuscire a costruire una conversazione con te >>

Sasuke sbuffò, apertamente indisposto: se dalla solita franchezza di Sai, o dalla sua continua cantilena riguardo Sakura proprio non lo sapeva.
Non avrebbero continuato a giocare per molto, comunque, perché era giunta l'ora del tè, e perché - questo era vero - ancora non si erano dati pena di consegnare allo loro amica il suo regalo.

Sakura, proprio in quel momento, buttò il controller sul tappeto e si voltò entusiasta verso di loro. << Chi vuole un po' di tè? >> cinguettò, sorridendo. Gli occhi le risplendettero.

Sasuke quasi sorrise: era prevedibile, oramai. Un abitudine radicata, qualcosa di cui tutti non avrebbero più potuto fare a meno.

Non ce ne sarebbe stato alcun bisogno, in effetti, ma Kakashi scelse comunque di rispondere, facendo emergere il viso da sotto il suo libro e tirandosi su a sedere. A quanto pare si era appisolato. << Oh, volentieri Sakura >>

Sakura gli sorrise dolcemente e si alzò in piedi, spolverandosi gli shorts e scostandosi una ciocca di capelli dal viso luminoso.
<< Senza zucchero, Kakashi-sensei >> e rise, ancheggiando verso il cucinotto.

Sasuke la seguì con lo sguardo, superando la figura di Naruto ancora impegnata ad urlare contro lo schermo della tv e quella insonnolita di Kakashi che si stropicciava l'occhio.

<< Sei una persona contradditoria, Sasuke >> la voce di Sai tornò a perforargli le orecchie, peggio di una trivellatrice. Sasuke ringhiò, sibilando volgarità fra sé e sé. << Pensavo non ti interessasse parlare di Sakura. Perché se così fosse non perderesti ore a guardarla mentre- >>

Sasuke, infastidito, scostò immediatamente lo sguardo dalla ragazza per puntarlo sul compagno di team, che gli sorrideva con la sua solita aria saccente. << Chiudi la bocca >>

Doveva averlo detto a voce abbastanza alta perché sia Naruto che Kakashi si voltarono nella loro direzione, perplessi. In particolare Naruto sembrò abbastanza impensierito dalla suo viso tutto d'un tratto crucciatosi, al contrario di Kakashi che si limitò a scuotere la testa, evidentemente abituato a simili comportamenti. << Tutto bene, Teme? >> gli chiese.

<< Perfettamente, Naruto >> Sai rispose per lui, sorridendo, e Naruto sembrò ancora più perplesso, ma decise di archiviare la faccenda con una scrollata di spalle, prima che un qualcosa gli illuminasse il cervello e lo spingesse a dimenarsi sul posto.

Sasuke sospirò quando lo vide avvicinarsi furtivamente, l'aria di chi stava per dire qualcosa di importante. << Ehi ehi.. Sai, a proposito, ce l'hai il regalo, vero? Quel coso che hai dipinto a Kiri..? >>

Sai annuì. << Ti riferisci al dipinto che ho fatto appositamente per- >> la mano di Naruto gli tappò la bocca. << Sta zitto! E' una sorpresa! Non urlarlo! >>

Sakura emerse in quel momento dal cucinotto; in mano aveva un vassoio con un bollitore e cinque tazze dai colori diversi. Sgargianti. Pacchiane.

<< Che succede qui? >> indagò, sorridendo, mentre posava il vassoio sul tavolino lì accanto e si adoperava a preparare il tè, diligentemente.

Naruto si grattò la nuca, improvvisamente a disagio. << Non succede assolutamente nulla! Vero Sai? A-Assolutamente nulla..! >>

Naruto non era mai stato bravo a dire bugie. Sasuke, all'improvviso, ricordò quando avevano fatto cadere per la prima volta il vaso verde, e di come per una settimana Sakura non si fosse accorta di niente, fino a quando non li aveva scoperti ad osservare l'allarmante spazio vuoto fra il telefono e una pila di libri. Ovviamente Naruto non era riuscito a mentire, e Sakura non solo si era arrabbiata, ma li aveva obbligati a rincollarlo.

Sakura sospirò, e piuttosto che perdere del tempo a tirare fuori le parole da Naruto, si rivolse direttamente al suo sensei. << Kakashi-sensei, che succede? >>

Kakashi, uomo meticoloso e pragmatico che era, non si fece alcun problema a riferire per filo e per segno cosa si stessero sussurrando fino a poco prima. Chiuse il suo libro e accettò con un cenno del capo la tazza di tè che Sakura gli porse.
Serviva sempre lui, per primo.

<< Oh, nulla di particolare >> disse. << Non hanno il coraggio di darti il tuo regalo >>

<< Kakashi-sensei!! >> starnazzò Naruto, profondamente indispettito. Sai continuò a sorridere. << Doveva essere una sorpresa! >>

<< Regalo? >> Sakura sgranò gli occhi, e li osservò tutti a turno. << Quale regalo? >>

<< Ma il regalo che abbiamo preparato per te a Kiri, sai >> Kakashi sorseggiò il suo tè, cerimoniosamente. Sakura nel frattempo si adoperò per servire Sai e Naruto. << Sai, credo che adesso sia il momento giusto per tirarlo fuori >>

Sai poggiò la sua tazza sul pavimento, si schiarì la gola, compose qualche sigillo e con un sonoro pop una valigetta corparve sulle sue gambe. Silenti, lo osservarono mentre l'apriva e ne estraeva un evidente tela coperta da carta; era ovvio che si trattasse di un dipinto.

Ce n'erano già tanti lì dentro, in realtà. Appesi ai muri, ed erano stati tutti dipinti da Sai. Alcune erano nature morte, con della banale frutta, o con oggetti importanti per loro - in uno c'era un coprifronte, un paio di guanti, un ventaglio con sopra lo stemma Uchiha. Degli occhi azzurri sullo sfondo.
Altri erano paesaggi dai toni pastello - il campo d'addestramento, la vista di Konoha dal Monumento degli Hokage, c'era persino una piantina di quell'appartamento.
Molti erano ritratti.
Così come le foto, Sakura appendeva ai muri dipinti di loro: non erano scene di vita quotidiana, però. Sai aveva chiesto spesso loro di posare per dei ritratti, in gran parte dai toni molto artistici. Quello più particolare era appeso vicino al letto di Sakura, e li ritraeva tutti in abito da cerimonia, sdraiati sull'erba, sotto l'ombra di un albero. Era l'unico dipinto per cui non avevano posato.

A Sasuke piaceva.

Quando Sai consegnò il quadro nelle mani di Sakura lei lo osservò con gli occhi sgranati; avrebbe voluto dire qualcosa, ma come sempre si era ritrovata senza parole.

<< Questo è un regalo di scuse per lasciarti sempre sola >> Kakashi sorseggiò di nuovo il suo tè.

<< Aprilo, Sakura-chan >> Naruto si sporse verso di lei. << Sai l'ha finito giusto ieri, prima di metterci in viaggio. Non abbiamo neanche avuto il tempo di vederlo! >>

Sakura annuì, ancora senza parole, e prese a scartare lentamente la carta che ricopriva la tela, le mani tremanti. Furono momenti carichi di tensione quelli che seguirono, Sakura si prese tutto il tempo possibile.
Quando finalmente il dipinto fu libero da qualsiasi tipo di carta, Sakura spalancò la bocca in una buffa "o", e per la seconda si ritrovò senza nulla di dire, tanto era scioccata.

Suo malgrado, Sasuke si scoprì ad allungare la testa assieme agli altri, curiosi di vedere cosa aveva colpito così tanto la loro amica.

E ci fu il silenzio.

Sai aveva dipinto una Sakura di profilo, il viso a forma di cuore appoggiato su una mano; osservava fuori una finestra, gli occhi socchiusi da un apparente sforzo. Stava pensando.
I lunghi capelli rosa seguivano il moto di un'immaginaria brezza, e petali di ciliegio cospargevano l'intera tela.

[Era bellissima]

<< I-Io.. >>

Sasuke tornò al suo posto, e incrociò nuovamente le braccia al petto: se c'era una cosa che sapeva era che Sai avrebbe potuto dipingere in quel modo solo Sakura. Non era azzardato affermare che la considerava l'unica donna della sua vita, proprio per il fatto che semplicemente lo era.
Anche Sasuke non sapeva cosa dire - e anche se l'avesse saputo non avrebbe detto comunque niente - perché quel dipinto ispirava tenerezza e riservatezza al primo sguardo. Era un dipinto privato, frutto dell'immaginazione dello stesso autore, e sapere che Sai pensava a Sakura in quel modo lo spinse a chiedersi se per caso conoscesse anche una diversa sfumatura d'affetto, più intima, più intensa, che lui tempo prima aveva deciso di rinchiudere nel cassetto più profondo del suo cuore.

L'amore.

Forse l'aveva letta in qualcuno di quei suoi strani libri.

<< Io.. non so che dire, è.. bellissimo.. >> balbettò, Sakura, cercando di riprendersi dallo shock. << Cioè, non voglio dire che è bellissimo perché ci sono io, però ecco.. >>

<< Abbiamo capito, Sakura >> ridacchiò Kakashi. << Caspita, Sai. Non pensavo ti ci fossi messo così d'impegno >>

<< Ho letto da qualche parte che le ragazze amano verdersi belle >> disse, pratico. << Perciò mi sono detto che era giusto che per una volta anche Sakura si vedesse tale >>

Il sorriso sparì dalle labbra della suddetta, che rimase ad osservarlo truce per un istante, prima di sospirare, rassegnata. << Grazie lo stesso, Sai >> sorrise, così luminosamente che se fosse stato inverno la neve fuori si sarebbe sciolta.

Sasuke, che si diede mentalmente dello stupido per aver pontificato troppo, la osservò mentre scostava il dipinto dalle gambe e gattonava sorridendo verso Sai, aggrappandosi al suo collo e abbracciandolo stretto, sotto gli sguardi di Kakashi e Naruto.
Sai le accarezzò i capelli con fare impacciato - Sasuke pensò che stesse riminescendo qualche consiglio dei suoi libri su come trattare bene una ragazza - e le sorrise contro l'orecchio.

<< Aaawww, Sakura-chaaan! Così ci fai commuovere! >> bastò quella frase, e Naruto si precipitò addosso ai due amici, coinvolgendoli in uno dei suoi oramai familiari abbracci stritolaossa. << Abbraccio di gruppo! Abbraccio di gruppooo! >> e finirono tutti e tre stesi sul tappeto, mentre Sakura scoppiava a ridere e si asciugava con la mano libera gli occhi lucidi.

<< Naruto, pezzo d'idiota.. togliti di dosso! >> la voce di Sakura avrebbe dovuto suonare minacciosa, ma uscì soltanto soffocata dal braccio di Sai contro la sua gola.

Quando finalmente trovarono il modo di districarsi da quell'ammasso di gambe, braccia e mani fuori posto - in un attimo di panico Sakura aveva strillato come un acquila, quando cinque dita si era posate sul suo didietro - stavano ancora tutti ridendo, i capelli scompigliati e gli occhi che brillavano.

<< Ma-oh! Sasuke-kun, non ho servito il tuo tè! >> Sasuke sobbalzò, colto di sorpresa, e cercò di ricordare cosa fosse appena successo. In un istante fece slittare gli occhi scuri sulle mani di tutti gli altri, che stringevano tazze fumanti. << Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace! >> mormorò, mordendosi le labbra e affrettandosi a riempire la sua tazza con dell'acqua bollente.

Sasuke non disse niente, non mosse nemmeno un muscolo, ma quando Sakura gli si avvicinò con espressione costernata sul volto, brandendo il suo tè, non riuscì a non sospirare e a scuotere la testa. << Fa niente >> le sussurrò, ma accettò lo stesso la sua tazza.

Sakura gli sorrise, e decise che il posto vicino a lui sarebbe diventato il suo nuovo giaciglio. Sasuke la osservò mentre si accomodava accanto a lui, poggiando la schiena contro il divano sul quale sedeva Kakashi. Era molto vicina, ma c'erano ancora quei cinque centimetri che separavano la sua spalla da quella di lei, che gli sorrise prima di voltarsi verso Naruto, steso sul tappeto a mo' di angelo, dopo che aveva deciso di spegnere la tv.

<< Non è che ripartite subito domani, mh? >> mormorò, soffiando sulla sua tazza di tè. << Non avete altre missioni, vero? >>

Naruto scosse la testa con fare insonnolito. << Naa, vero Kakashi-sensei? >>

Kakashi annuì. << La Godaime ci ha dato un po' di tregua, Sakura >> disse lui. << Dovremmo riuscire a rimanere al villaggio per.. una decina di giorni circa >>

<< Ma è fantastico! >> squittì Sakura, agitandosi sul posto. << Allora questo finesettimana potremmo vederci! Da quanto è che non facciamo una bella rimpatriata con gli altri? >>

<< Giusto! Possiamo uscire a bere..! >> la voce impastata di Naruto intervenne nella conversazione, e Sakura sospirò, mentre accanto a lei Sasuke sbuffava, roteando gli occhi al cielo.

Lei, che sembrò aver notato la sua grande gioia per l'imminente rimpatriata, gli rifilò una gomitata sul fianco, facendolo sbiancare improvvisamente dal dolore. << Oh, andiamo Sasuke-kun. Sono sicurissima che farà piacere anche a te rivedere gli altri >>

<< E' così tanto che non stiamo tutti assieme >>

Kakashi annuì per la milionesima volta, e posò la sua tazza sul tavolino. << Grazie, Sakura >> proferì. << Ottimo tè come sempre >>

Lei gli sorrise, riconoscente, e annuì.

Sasuke, osservando lei e il suo sensei mentre si scambiavano le solite gentilezze di ogni mercoledì, pensò che stava giungendo il momento di andarsene. Era sempre così in fondo; Kakashi era l'ultimo ad arrivare ed il primo ad andarsene. Con qualche scusa avrebbe ringraziato Sakura per la squisita cena, le avrebbe scompigliato i capelli, li avrebbe salutati tutti quanti dando loro appuntamento per il giorno dopo in vista del solito allenamento, e sarebbe sparito in una nuvola di fumo.

Sai era sempre il secondo: avrebbe aiutato Sakura a portare le tazze in cucina, e le avrebbe asciugate dopo che lei avrebbe lavate. L'avrebbe ringraziata per la cena, facendola sorridere, e poi le avrebbe detto che le sue abilità culinarie colmavano ciò che il suo corpo non aveva in abbondanza - e avrebbe indicato la sua maglia, guadagnandosi un chop dritto dritto sulla testa.
Sakura poi avrebbe riso, e l'avrebbe accompagnato alla porta, salutandolo con una mano o con un abbraccio - a seconda di quando l'avrebbe rivisto.

Lui e Naruto erano sempre gli ultimi.
In realtà anche quella era una situazione che variava, a seconda di come si concludeva la serata: se la cena era stata particolarmente abbondante, o se avevano bevuto qualche bicchiere di sake di troppo, Naruto si sarebbe sicuramente appisolato sul tappeto e a lui sarebbe toccato l'arduo compito di riportarlo sano e salvo al suo appartamento.
Se invece non fosse stato così, Naruto si sarebbe svegliato di colpo e sarebbe schizzato fuori in qualsiasi momento - a volte mentre Sakura e Sai stavano ancora lavando le tazze - urlando che avrebbe avuto dieci minuti per riuscire a vedere la sua Hinata-chan.
Lasciando, così, lui e Sakura da soli.

Lui era sempre l'ultimo ad andarsene, semplicemente perché preferiva fare le cose con calma - se qualcuno non fosse stato lì a mettergli fretta, e Sakura non gli avrebbe mai detto niente quando, dopo che Naruto se ne era andato, lui avrebbe chiuso gli occhi per due istanti, poggiando il capo contro il divano e respirando lentamente. L'avrebbe aiutata a rimettere a posto i giochi da tavolo, la console e i libri messi fuori posto, e lei gli avrebbe chiesto se si fosse fatto curare dopo la missione. Gli avrebbe offerto un'altra tazza di tè che lui avrebbe sicuramente rifiutato, per cortesia e vista l'ora tarda. Ma l'avrebbe ringraziata.

Lei l'avrebbe accompagnato alla porta con ancora le braccia colme di libri o videogiochi, e lo avrebbe salutato come avrebbe salutato Sai o Kakashi - con la mano, se non avesse avuto una missione il giorno dopo, o con un breve abbraccio, se non avessero avuto la possibilità di rivedersi fino alla settimana dopo.

In ogni caso quella era una sera che vedeva realizzarsi la prima opzione, o almeno questo era quello che sembrava a Sasuke. Dopo che Sakura aveva chiuso la porta dietro Sai, era sbucata nel salotto e aveva trovato Naruto che ronfava alla grande sul tappeto e lui che lo osservava disgustato.

<< Svegliati, dobe >> proferì, calciandolo al fianco. << Dobbiamo andare >>

La risata cristallina di lei gli risuonò nelle orecchie. << Credo di aver cucinato troppo, oggi >> rise, incrociando le braccia dietro alla schiena e sporgendosi a vedere la scena.

<< Hn >> borbottò. << E' colpa del dobe >>

Lei rise di nuovo, e si decise ad avvicinarsi, inginocchiandosi vicino al volto di Naruto e avvicinando le labbra al suo orecchio.
<< Narutooo.. >> sussurrò. << Svegliatii..! C'è Hinata-chan che chiede di te, qui fuoriii..! >>

Sasuke sogghignò. << Che colpo basso >>

<< Basso ma efficace >> replicò lei, giuliva.

Il suo colpo basso sembrò funzionare davvero, perché Naruto spalancò gli occhi e si tirò su a sedere. << H-Hinata-chan..! >>

Sakura scoppiò a ridere e Sasuke scosse la testa. << Che dobe >> commentò, sprezzante. << Alzati, idiota. Dobbiamo andare >>

<< E non c'è Hinata-chan? >> borbottò, gonfiando le guance in un broncio adorabile. Sakura gli scompigliò i capelli, sorridendogli dolcemente. << Niente Hinata-chan, Naruto >>

Naruto sbuffò, stropicciandosi un occhio insonnolito. << Uffi >>

<< Allora? Come rimaniamo d'accordo? >>

Sakura li aveva accompagnati alla porta, e Naruto aveva scambiato la sua spalla come un cuscino, perché non appena erano riusciti a tirarlo su dal tappetto si era immeditamente appoggiato a lui, biascicando qualche scusa.

<< Tu sei impegnata all'Ospedale tutta la settimana, vero Sakura-chan? >> mormorò Naruto, contro la sua maglia. Lei annuì.
<< Allora che ne dici sabato se ci alleniamo assieme? Che te ne pare? Sei sempre via, Sakura-chaaan! >>

<< Potrei dire lo stesso di voi >> replicò lei, indispettita. << Siete voi quelli che mi abbandonano al villaggio. Priva di qualsiasi divertimento >> aggiunse. << Non posso neanche uscire con qualche ragazzo, shannaro! >>

Naruto agitò una mano, con fare noncurante. << Ah.. ma per quello c'è ancora tempo, Sakura-chan! >>

<< Ho venti anni, razza di idiota >> sibilò, e Sasuke pensò che Naruto nel corso del tempo aveva sviluppato istinti omicidi. << Ho venti anni e non ho ancora baciato nessuno >>

Naruto sembrò essere colto di sorpresa dalla sua reazione, o semplicemente fiutò il pericolo perché saltò indietro, rifugiandosi dietro le spalle di Sasuke, che lo osservò con lo stesso sprezzo che riservava ai peggiori nemici sul campo di battaglia.

<< Ah, va bene va bene >> Sakura sospirò, abbandonando le braccia lungo i fianchi. << Sabato, al ponte. Vi ucciderò tutti >>

Sasuke non dubitò affatto della sua ultima frase.

<< Sasuke-kun, per favore riporta sano e salvo a casa sua questo idiota così che poi io, sabato, possa ucciderlo >> gli sorrise amorevolmente.

Sasuke annuì, pomposamente. Fosse mai che non portasse a termine una simile missione, così importante e significativa.

<< Bene, ci vediamo sabato.. allora! >> sorrise ad entrambi, e scompigliò di nuovo i capelli a Naruto.

Lui annuì, e trascinò fuori Naruto, che si era di nuovo addormentato con bocca spalancata, sostenendolo per la collottola della maglia. Appena fuori casa, prima che potessero incamminarsi verso l'uscita del complesso condominiale, Sasuke si fermò e voltò il capo verso la ragazza ancora alla porta, un'espressione più morbida sul viso.

<< Grazie per la cena >> le disse, in un sussurro appena accennato. Se non fosse stata sera inoltrata, le undici passate, se non ci fosse stato assoluto silenzio attorno a loro, nessuno dei due avrebbe sentito l'altro.

Lei sorrise, dolcemente, e gli occhi le risplendettero. << Figurati, Sasuke-kun >>

Sasuke annuì, e si incamminò lentamente lungo il corridoio, trascinandosi dietro Naruto e non preoccupandosi di sostenerlo in modo decente, cosìcché i suoi piedi strusciavano sul pavimento.

Fu solo quando giunsero alle scale e Sasuke si fermò un attimo per meditare in che modo potesse riuscire a scendere con uno zombie affianco - e per un attimo l'idea di farlo ruzzolare giù, per tutti i gradini, non gli sembrò esattamente così pessima - che sentì il click familiare di una porta chiudersi.

Quasi sorrise, issandosi meglio il braccio dell'amico sulle spalle.

Era sempre così, in fondo.





***
Continua.. ?







QuiC'èGè:
Allora, salve bravi signori e signore. Questa fanfiction è molto dolce.
...
...
A parte gli scherzi, i capitoli saranno dieci (compreso epilogo) e gli aggiornamenti settimanali. In realtà questa fanfiction avrebbe dovuto avere il suo trailer, ma il monitor del mio computer ha ben deciso di impazzire proprio ora, e non andando più io non sono riusciuta a completarlo in tempo. Ma don't worry, verrà successivamente aggiunto come bonus :)
Che dire? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, ovviamente. E' un po' una cosa diversa; né comica come Non è la solita commedia scolastica né tragica come Battle Royale. Sta in mezzo, qualcosa con cui allietare le vostre calde giornate insomma.
Alla prossima e.. recensioni no jutsu!
 

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Capitolo 2
*** 2. Guess Who Coming To Dinner: His Girlfriend. ***


Cap.2
NoteIniziali: Siamo al secondo :) L'unico appunto che volevo fare è questo, semplicemente: verso la fine del capitolo troverete la traduzione di alcuni versi di di "Again and Again" con tanto di collegamento a youtube ( la "I" di I think) per ascoltare la canzone. Ora, questo è un esperimento; diciamo che dovrebbe rendere più poetica l'intera scena e contribuire a creare l'atmosfera. Nel caso il testo o la cosa in generale vi dia fastidio provvedete a dirmelo; nel caso vi piaccia continuerò ad apporre le lyrics ad ogni scena ritenuta adatta.
Buona lettura :)    

Again & Again
2. Guess Who Coming To Dinner: His Girlfriend.









<< Non posso crederci. Perché siete così idioti? >>

Sasuke Uchiha non trovò nulla da replicare, perciò, piuttosto che rimanere zitto e seduto al suo posto, si proferì in un sonoro sbuffo.

<< Oh, non sbuffare, Sasuke-kun >> Sakura si voltò verso di lui, lo sguardo intimidatorio. << Questo è anche colpa tua >>

Era un bel sabato, quel giorno. Gli uccellini cinguettavano, il sole splendeva in alto, Konoha si era risvegliata allegra e pimpante come non mai, e loro aveva fissato per quella mattina un allenamento all'insegna del sudore e del sangue.

Quando Sakura, il mercoledì scorso, aveva giurato che li avrebbe uccisi tutti non aveva di certo scherzato: era parecchio tempo che non si allenava con loro, presa com'era dai suoi impegni all'Ospedale, e quando trovava una giornata libera per farlo finivano sempre tutti e quattro stesi per terra, ansimando dalla fatica e gocciolando sudore sull'erba.

Ma il punto non era quello, perché era oramai noto che Sakura interpretava quegli allenamenti come una sorta di vendetta nei loro confronti (per abbandonarla sempre, diceva) e si accaniva sui loro corpi con estrema malignità, tormentandoli coi suoi sporchi trucchetti degni della eccezionale kunoichi che era. Il punto era che le battute avevano generato altre battute, gli insulti altri insulti, e Sakura si era ritrovata estraneata dalla seconda sessione di allenamento quando sia lui che Naruto avevano iniziato a darsele di santa ragione, sotto gli occhi di un Sai che aveva partecipato passivamente e di un sensei che aveva preferito immergersi nella lettura di un romanzo porno.

Così, in un qualche strano modo, si ritrovavano seduti dell'ufficio di Sakura, all'ospedale, dove lei li aveva trascinati a forza quando era parso evidente che non avrebbero più potuto continuare a meno che non desiderassero tirare le cuoia anticipatamente. 

Tanto per farlo soffrire Sakura aveva preferito prima dedicarsi al trauma cranico di Sai, alle escoriazioni di Kakashi, per poi passare alle ustioni di secondo grado che ricoprivano l'addome di Naruto - merito di un Katon andato a buon fine, pensò sogghignando.

<< Frattura della spalla destra, rottura dei tendini del braccio sinistro >> Sakura aveva indossato il camice da medico, e dopo aver bendato le ferite di Naruto si era avvicinato a lui con gli occhi che brillavano. Di rabbia. << Complimenti, Sasuke-kun >>

<< Provvedi >> le disse lui, secco e spiccio come sempre.

Sakura sospirò e si affrettò a posare le sue mani sul suo braccio, nel punto dove i suoi tendini erano andati in mille pezzi mezz'ora prima. << E' possibile che non riusciate ad allenarvi senza per forza provare ad uccidervi? >> chakra verde cominciò a lenire il suo dolore e Sasuke si rilassò appena contro il muro, prima di tornare ad irrigidirsi quando la sua spalla destra cozzò contro la parete.

<< Ognuno ha il suo stile di combattimento, Sakura-chan >> Naruto cercò di grattarsi sotto le bende e Sakura lo fulminò con lo sguardo.

<< Stile di uccisione, vorrai dire >> replicò lei, secca. << Sai, pensavo che per lo meno tu potessi riuscire ad estraniarti da questa mandria di trogloditi >>

<< Se mi rifiutassi la cooperazione nel nostro Team ne risentirebbe >> ribatté lui, gli occhi puntati al soffitto. << E tu e Naruto non avete fatto altro che tormentarmi con quest'ultima per anni >>

<< Bravo, Sai! >> Naruto si aprì in un sorrisone luminoso, battendo una pacca da togliere il fiato sulla schiena del ragazzo. Che annaspò da dolore ma fu molto abile a nasconderlo. << E' proprio così che si parla! >>

Sakura, che continuava a iniettare chackra nei muscoli di Sasuke, roteò gli occhi e si rivolse al suo maestro. << Kakashi-sensei, sarebbe carino che tu dicessi qualcosa >>

Kakashi chiuse il suo libro e le sorrise, il volto nascosto dalla maschera. << Cosa vuoi che dica, Sakura? >>

Sakura sbuffò, e tornò a rivolgere completa attenzione a Sasuke e alle sue ferite, borbottando fra sé e sé qualche parolina poco gentile.

Quando Sasuke fu certo che ebbe finito, tornò ad osservarla negli occhi; nel mentre la stanza era piombata nel più assoluto silenzio. Addirittura Naruto stava zitto. Il che era decisamente strano.
Capì del perché ci fosse così tanto silenzio quando Sakura tornò a sorridergli, premurosa, e a massaggiare il suo braccio con cura - probabilmente per cercare di riattivare il flusso sanguigno. << Tieni a riposo il braccio per un giorno, Sasuke-kun >> gli disse, piegandoglielo lentamente e posandolo sulla sua coscia. << Adesso diamo un'occhiata alla tua spalla >>

"Dare un'occhiata" non era esattamente il termine giusto, perché quando gli occhi di Sakura notarono l'allarmante posizione del suo osso - che sbucava a novanta gradi dalla sua spalla e premeva contro la pelle - si strinsero in due fessure concentrate. Alzò una mano per verificare meglio la cosa, e quando le sue dita sfiorarono la sua pelle arrossata Sasuke faticò a trattenere un gemito di dolore.

<< Dobbiamo rimetterlo al suo posto, Sasuke-kun >> gli disse, molto professionalmente. << E farà un po' male >> aggiunse, cercando il suo sguardo. Sasuke annuì, pronto e deciso ad affrontare la situazione. Non avrebbe avuto via di scampo, in ogni caso.

Sakura scroccò le nocche della mano, e prese un respiro profondo. << Là in fondo, fate silenzio >> proferì, adocchiando da dietro una spalla Naruto che cercava di soffocare le risate nel lettino.

<< Conto fino a tre e poi vado, ok? >> Sakura aveva uno sguardo più apprensivo, questa volta, ma non per questo meno professionale. Sasuke annuì di nuovo, e prese un respiro profondo, proprio come lei aveva fatto.

Sentì un suo braccio correre a circondargli la vita, e in un attimo il corpo morbido di lei si appoggiò del tutto al suo petto, mentre la  mano correva a posarsi sulla sua spalla. Sasuke deglutì.

<< Uno- >>

Crock.

Il dolore fu così intenso che lo costrinse a soffocare un grugnito pericolosamente simile ad un gemito contro la stessa spalla di Sakura, e ad aggrapparsi col braccio buono al lettino sul quale sedeva, annaspando in cerca di aria.
Lei si scostò quasi subito, riprendendo ad iniettare chackra lenitivo contro la sua spalla e solo quando Sasuke fu certo di aver superato la parte peggiore che si decise ad aprire bocca, e a protestare contro quello che era appena successo:

<< Avevi detto fino a tre, Sakura >> sibilò, seccato dal dolore che continuava a percuotergli la parte superiore del corpo.

Sakura non lo guardò nemmeno, troppo concentrata. << Se il paziente viene colto di sorpresa il dolore è meno intenso >> gli disse. << E' l'aspettativa che uccide, Sasuke-kun >>

Sasuke non trovò nulla da replicare, per la seconda volta nel giro di dieci minuti, e la cosa non potè che farlo impensierire e dargli incredibilmente sui nervi. Sakura aveva ragione, maledizione, e lui non poteva contraddirla. Almeno non sul campo medico.

<< Molto bene >> smise di iniettargli chakra. << Adesso dovrò fasciarti il braccio. E non dovrai assolutamente tenerlo a riposo per due settimane >>

<< Cosa? >> la voce gli uscì rauca dallo sforzo e dal dolore.

<< Mi hai capito bene >> disse lei, allontanandosi per andare a recuperare delle bende. << Non potrai muovere quel braccio fino a nuovo ordine. Niente allenamenti o missioni, non è ancora guarito >>

<< Allora curalo >> Sasuke strinse le labbra in una linea sottile, ringhiando. << Ti avevo chiesto di farlo, se non sbaglio >>

Sakura tornò ad avvicinarsi, due rotoli di bende fra le mani. << Sasuke-kun, io posso rimetterti a posto la spalla, i tendini e il flusso sanguigno, ma prima che tu riesca a muovere perfettamente quella spalla dovranno passare due settimane >> ribatté, e si apprestò a far passare il primo rotolo di bende sotto il suo braccio, fasciandoglielo completamente.

<< Sakura, io non posso rimanere fermo >> lei roteò gli occhi al cielo, le bende che adesso circondavano la sua vita. << Perciò trova il modo di far muovere il mio braccio, altrimenti- >>

<< Altrimenti cosa, Sasuke-kun? >> i suoi occhi verdi lampeggiarono di sfida. << Andrai a lamentarti da Tsunade-sama solo perché ho fatto il mio lavoro? >>

Sasuke aprì la bocca, ma non trovò nulla da replicare - di nuovo - e soffiò aria fra le labbra, profondamente infastidito.
<< Curalo >> sibilò, alla fine.

<< No >> replicò lei, che cominciava a prenderci gusto. Era come parlare con un bambino cocciuto. << Non posso farlo. L'osso deve riprendere la sua mobilità da solo >> aggiunse. << Se tu e Naruto non vi foste massacrati così a quest'ora saresti liberissimo di fare quello che vuoi >>

A quel punto Sasuke ne ebbe abbastanza, non solo perché la sua compagna di squadra sembrava divertirsi a torturarlo in quel modo, ma anche perché dall'altra parte della stanza il dobe che aveva come amico cercava in tutti i modi di soffocare le risate contro le mani, il suo sensei sembrava ridere, nascosto dietro quel pornaccio, e l'altro sociopatico li osservava con interesse.

<< E poi potrebbe farti bene prenderti qualche giorno di riposo, Sasuke-kun >> la sua voce era tornata allegra e dolce come sempre e, volente e nolente, Sasuke non riuscì a replicare con nient'altro - e anche se avesse voluto non l'avrebbe fatto, Sakura era tornata di buon'umore, e quello era l'importante.

<< Molto bene! >> battè una pacca sulla sua spalla appena fasciata e lui ululò dal dolore, sotto le sue risate. << Abbiamo quasi finito, Sasuke-kun. Devo solo scrivere alcune cose nelle vostre cartelle >>

<< Kakashi >> la voce di Sai accompagnò il suo sguardo, mentre discretamente seguiva la figura di Sakura che si dirigeva verso la scrivania. << Ho letto da qualche parte riguardo questo atteggiamento >> Naruto drizzò le orecchie.

<< A cosa ti riferisci, Sai? >>

<< Al rapporto fra Sasuke e Sakura, ovviamente >> Sakura, che da brava stava estraendo le loro cartelle dall'armadietto, rischiò quasi di inciampare nella sua stessa sedia. << Però, purtroppo, non sono ancora riuscito a dargli un nome >>

<< Ah, ma è semplice! Sembrano solo una coppia di sposi- >>

Se lo sguardo avesse potuto uccidere Naruto, che aveva appena aperto bocca, sarebbe stramazzato al suolo senza possibilità di salvezza sotto le occhiate inferocite di Sasuke. Sakura, dal canto suo, sembrava neanche aver notato l'intero siparietto, perché quando tornò a parlare non c'era né traccia di rossore sul suo viso o di vago imbarazzo. Sorrideva.

<< Naruto >> cinguettò, posando la penna. << A proposito di Hinata-chan >> stavano per caso parlando di lei? << Ho visto che oggi è venuta a trovarti >>

Sasuke spostò lo sguardo dal suo migliore amico all'unico membro femminile della loro squadra, sorpreso di sentirla parlare di un simile argomento in un momento del genere. In realtà a Sakura piaceva parlare di Hinata, o perlomeno sembrava divertirsi un mondo a stuzzicare Naruto riguardo alla sua timida ed adorabile ragazza, eppure non c'era alcun nesso con quello di cui stavano discutendo fino a poco prima.

Solo in quel momento ricordò come, durante l'ora di pranzo, quando erano ancora al campo d'allenamento, avesse intravisto la figurina della Hyuuga avvicinarsi timidamente al loro gruppo, scambiando prima due parole con Sakura per poi farsi condurre da Naruto.

<< Che ne dici di invitarla a cena da noi, questo mercoledì? >> gli chiese, la voce che pareva una cucchiaiata di miele. A Sakura brillarono gli occhi di entusiasmo, e non di meno a Naruto, che si agitò sul lettino.

<< Davvero?! Davvero può venire Hinata-chan? Ehi.. ma.. aspetta! >> il suo entusiasmo sembrò scemare. << Pensavo che le nostre fossero cene fra noi e basta, solo noi del team >>

Sakura scosse la testa e si alzò dalla scrivania, tornando ad avvicinarsi. << No, sciocco. Sono cene di famiglia >> lo corresse amorevolmente. << Da quanto è che stai con Hinata-chan? Cinque mesi? Non credi sia giunto il momento di presentarla ufficialmente alla famiglia? >> gli strizzò l'occhio.

<< Davvero? >> Naruto si sporse per vederla meglio. << Davvero davvero, Sakura-chan? >>

Lei sorrise. << Davvero davvero >>

Naruto fece uno slancio verso di lei, abbracciandola stretta, e se non ci fossero stati il lettino e le gambe di Sasuke sarebbero entrambi ruzzolati sul pavimento come il mercoledì prima. Sakura scoppiò ridere, battendo delle pacche sulla schiena di Naruto.

<< Quanto sei idiota, Naruto >> disse, ma sorrideva.



***



In generale Sasuke non aveva nulla contro Hinata Hyuuga; forse la considerava un po' troppo silenziosa - lui che era sempre così abituato ad avere chiasso attorno a sé - ma fra tutte le kunoichi della loro generazione era decisamente quella più tollerabile (Sakura era un'altra storia) ed era fermamente convinto che in un moto di disperazione avesse accettato di uscire col dobe, compromettendo quindi la sua sanità mentale per tutto il resto della sua vita.

Così, quando la vide arrivare mano nella mano al suo migliore amico (che mai avrebbe dichiarato tale, in ogni caso) decise che ricambiare educatamente il suo saluto non avrebbe ucciso nessuno, quindi rispose con un cenno del capo al suo timido "Sasuke-san", azzardandosi anche a commentare con qualche frase il discorso intavolato dai due fidanzati, lungo la strada verso l'appartamento di Sakura.

Fu Naruto a suonare il campanello, e quando Sakura - una radiosa, entusiasta e dolcissima Sakura - venne loro ad aprire salutò prima ed unicamente Hinata, abbracciandola affettuosamente.

<< Ti r-ringrazio molto per l'invito, Sakura-san >> proferì lei, timidamente, prima di porgerle una elegante scatola circondata da un fiocco, che Sasuke poco prima aveva appreso contenesse dei dolcetti.. << Questi sono per te >>

Sakura sembrò colpita dal suo gesto, tanto che tornò ad abbracciarla nuovamente. << Non ce n'era alcun bisogno, Hinata-chan >> le disse, ma accettò di buon grado il dono. << Ma grazie mille lo stesso! Entra! Entra! Naruto non stare impalato sulla porta e fai strada alla tua ragazza! Sasuke-kun, chiudi la porta >> e rise. << Kakashi-sensei e Sai sono già arrivati! >>

Non appena si furono fatti spazio nel salotto, gli occhi perlati di Hinata divorarono centimetro per centimetro ogni angolo della casa: dal vecchio vaso verde, ai ritratti appesi ai muri, alla tonnellata di libri sparsi qua e là. C'era qualcosa di loro in quella casa, sempre:
C'era la console di videogiochi di Naruto; c'era qualche album di schizzi di Sai, quelli più vecchi; c'era qualcuno dei libri di Kakashi, che Sakura aveva parcheggiato dentro una cassapanca; c'era un ventaglio, appeso appena sopra il tavolo. Lo stemma degli Uchiha.

<< E' delizioso >> Hinata le sorrise dolcemente, una volta che si fu data un'occhiata generale attorno. << E' veramente un appartamento bellissimo, Sakura-san >>

<< Ti piace? Ne sono contenta >> le sorrise di nuovo, stringendole una mano con fare confidenziale << Accomodati.. fai come se fossi a casa tua! Mi dispiace che la cena ancora non sia pronta ma.. Kakashi-sensei, Sai.. Hinata-chan è arrivata! >>

La testa di Kakashi emerse dal divano. << Yo! >> alzò una mano in segno di saluto. << Hinata, ti trovo in forma! >>

<< Hinata-san >> Sai le sorrise, seduto al tavolo da pranzo con in mano un suo blocco per gli schizzi. << Buonasera >>

Sasuke, che aveva preso posto accanto a Kakashi sul divano, osservò come Hinata si indaffarasse per rispondere educatamente ai saluti dei suoi compagni di squadra, inchinandosi rispettosamente alla loro presenza e rispondendo alle loro domande con la sua solita voce timida.

<< Sakura-san >> Hinata si avvicinò al bancone della cucina, gli occhi perlati che vagavano fra pentole e i piatti << Posso darti una mano? >>

Sakura si voltò di scatto, il mestolo in mano e i capelli rosa legati in una coda. << Cosa..? Oh, no! Certo che no, Hinata-chan! Sei un ospite in fondo >>

<< Insisto >> e le sorrise.

Con la coda dell'occhio le vide indaffararsi ai fornelli, ridendo e chiocciando allegramente, e avrebbe perso altro tempo con la sua osservazione se non avesse colto il suo migliore amico che si dondolava avanti ed indietro sulla propria sedia, un'espressione trasognante stampata sul volto.

<< Sei raccapricciante >> gli disse, atono.

Naruto non diede segno di averlo sentito, continuò ad osservare la sua migliore amica e la sua ragazza con quel viso da prendere a pugni. Tutto in lui lo incalzava ad attraversare la stanza e a prenderlo a pugni. Naruto si rivelava sempre un ottimo sacco da box.

<< Sono bellissime >> lo sentì dire, con una voce così soave ed intensa da far accapponare la pelle. Non ci riuscì; roteò gli occhi al soffitto, mentre accanto a lui Kakashi sorrideva al suo libro. << Sai.. ehi, Sai! Vieni qua! >>

Sai - povera anima - stava abozzando qualcosa su quel suo blocco da disegno, e al suono della voce dell'amico alzò appena lo sguardo e lo degnò di quella minima considerazione che si riservava ad un bambino troppo rumoroso.
Naruto gli fece segno di avvicinarsi a grandi gesti, così grandi ed eclatanti che lo stesso Sasuke si sorprese quando sia Sakura che Hinata continuarono a cucinare, dando segno di non aver né visto né capito qualcosa.

<< Sai! Sai! >> Sai sembrò particolarmente indisposto dalla sua richiesta, ma decise di accontentarlo, alzandosi in piedi e trascinandosi fino alla sedia dove Naruto si era accomodato. E quando lui lo invitò a rivolgergli l'orecchio per potergli sussurrare qualcosa lo fece - che idiota. << Sai.. voglio che tu adesso faccia un disegno di loro due che cucinano. Hai capito? Un disegno, sì.. uno di quei così lì.. di Hinata-chan e Sakura-chan, ok? >>

<< Non ce n'è alcun bisogno, Naruto >> replicò lui, serafico. << Ne ho terminato l'abbozzo di uno proprio adesso >>

Quella fu la frase che riuscì a farlo sobbalzare, e a far in modo che Kakashi staccasse l'occhio sano da quel maledetto libraccio e lo puntasse sulle figure dei suoi allievi, sorpreso.

<< Sasuke >> Kakashi era calmo come sempre, ma sembrava vagamente perplesso. << Sai ha appena ritratto Hinata e Sakura? >>

Sasuke non era esattamente senza parole: sapeva che Sai, appena trovava la sua cosidetta ispirazione, dipingeva o disegnava qualsiasi cosa potesse avergliela data. Ma non credeva potesse voler ritrarre una scena così.. normale.

<< Hn >>

Proprio in quel momento, mentre Naruto squittiva sul foglio che Sai gli aveva appena consegnato, Sakura emerse dal cucinotto, senza grembiule e coi capelli nuovamente sciolti. << Cosa succede qui? >> domandò, incuriosita, prendendo a disporre i piatti sul tavolo.

Naruto montò il suo solito sorrisone da trantadue denti. << AAAssolutamente niente >> Sakura non gli avrebbe mai creduto, Sasuke lo sapeva, ma la voce fine di Hinata la distrasse da qualsiasi possibilità di indagine più approfondita, obbligandola a tornare indietro per cominciare a servire.

Dieci minuti dopo sedevano tutti al tavolo, pronti ad infilare le bacchette nella ciotola che avevano davanti: il menù di quella sera era ramen fatto in casa. Sakura aveva meticolosamente impastato e fritto gli udon, aveva preparato il brodo e cotto la carne a vapore; le era occorso così tanto tempo che aveva appena avuto il tempo di farsi una doccia, prima dell'arrivo dei suoi compagni.

<< Itadakimasu! >>

Il risultato non poteva non essere che delizioso, ma svariati minuti dopo che tutti avevano già infilato le proprie bacchette e saggiato la cosistenza degli udon, Sasuke non era ancora riuscito a prendere in mano le proprie, semplicemente perché con un braccio fasciato l'impresa riusciva decisamente ardua.

<< Naruto? >> Sakura, che era appena tornata dalla cucina dov'era andata a recuperare per l'ennesima volta delle salse. << Puoi scambiare posto con me? >>

Naruto emerse dalla sua ciotola - col viso sporco di brodo - e la osservò con la fronte corrugata. << 'erché? >> biascicò, e Sasuke sospirò sprezzante, quando vide Hinata affrettarsi a passargli un tovagliolino.

<< Niente storie e cambia posto >>

Naruto sembrò ancora più perplesso, ma non fiatò e scivolò al fianco destro della sua ragazza, lasciando che Sakura sedesse sulla sua sedia, proprio al lato opposto di Kakashi - e di fianco a Sasuke.
Sasuke sembrò ugualmente, se non più, confuso dal suo gesto: era una regola di casa, Sakura rivolgeva sempre la schiena alla cucina, e lui sedeva sempre davanti a lei. Con una tavola rotonda come quella - imposta dallo stesso Naruto, che aveva sottolineato come quella rettangolare, più comune, potesse portare a prese di posizione - anche sottigliezze come quelle erano importanti.

Sasuke sentì il gomito di Sakura sfiorare il suo fianco e prima che potesse solo rendersene conto la mano di lei era sopra la sua, che aggiustava la posizione delle bacchette e depositava al bordo della sua ciotola un cucchiaio.

<< Ecco >> gli disse, la voce carezzevole e poco più alta di un sussurro. << Così potrai mangiare meglio >> incontrò il suo sguardo, che sorrideva come le sue labbra.

Quello che seguì fu un silenzio.. imbarazzante. Perché Sasuke sapeva che tutti i commensali avevano interrotto le proprie attività - Kakashi stava per interrogare Hinata, e Naruto stava giusto per fare il solito commento idiota della serata - per rimanere ad osservare quel piccolo e grazioso siparietto.
Sarebbe arrossito, perché sentì addosso addirittura lo sguardo incuriosito della Hyuuga - e quello avrebbe potuto spiegare ogni cosa - ma non successe semplicemente perché la voce di Sai gli impedì di realizzare quello che era appena successo.

<< Ma allora vo- >> non riuscì a finire la frase che la mano di Kakashi, che mangiava tranquillamente, era corsa a tappargli la bocca con una naturalezza da lasciare spiazziati.

Sasuke faticò a non spezzare le proprie bacchette.

<< Sakura-san >> Hinata prese parola timidamente, ma con garbo e dolcezza. << E' veramente squisito. Io.. Naruto-kun mi aveva detto che eri un'ottima cuoca, ma non pensavo fossi così brava >> proferì. << Come fai? >>

Sakura sorrise, civettuola - e Sasuke si domandò se avesse imparato dalla Yamanaka. << Ti ringrazio >> rispose. << Beh.. immagino sia perché mi piace molto cucinare >>

<< Bando alle ciance! >> Kakashi depositò le bacchette sul bordo della sua ciotola, mentre un sorrisino birichino gli si dipingeva sul volto. << Questa è la prima volta che qualcuno di estraneo al team cena con noi, vero Sakura? >>

Sakura annuì, e sorrise gioiosamente; al suo fianco Hinata arrossì debolmente, scostandosi una ciocca di capelli scuri dal volto e chinando il capo rispettosamente. << V-Vi ringrazio ancora per l'invito! >>

<< Oh, Hinata-chan, non essere così formale! >> la mano di Naruto corse a circondarle le spalle. << Siamo sempre noi! >>

<< Che carini che siete >> il sorriso di Kakashi non lasciava presagire nulla di buono. << A quando il matrimonio? >>

Infatti.

Naruto, che aveva appena spazzolato la seconda ciotola, rischiò di soffocare con le bacchette in gola, mentre Hinata arrossì così tanto che a Sasuke, osservandola, tornarono in mente i pomodori che era solito comprare nell'alimentari più vicino al quartiere Uchiha.

<< KAKASHI-SENSEI! >> Naruto, dopo che fu certo di poter riuscire a respirare correttamente, starnazzò verso il suo sensei i più improbabili insulti esistenti al mondo.

<< Kakashi, ho letto che i vent'anni sono l'età perfetta per convolare a nozze >> ovviamente Sai non poteva non intervenire, e questo aggravò ancora di più la situazione, mandando in uno stato simile all'iperventilazione Hinata - che continuava ad osservare le sue mani come in trance - e rischiando, questa volta, di far soffocare Sakura con l'acqua che stava bevendo.

Sasuke allungò il braccio buono e le battè una sonora pacca sulla schiena senza neanche darsi pena di controllare fino a dove l'avesse spinta.

<< G-Grazie, Sasuke-kun >> la sua voce gli giunse ovattata, con tutto il casino che il dobe e gli altri stavano facendo.

Era una scena decisamente piacevole, e osservando Sakura che si adoperava a tenere Naruto fermo sulla sua sedia con una mano - in modo che non decidesse di attentare alla vita del suo maestro un po' prima del solito - Sasuke colse qualche stralcio di conversazione sopra le urla  - "Hinata-san, mi chiedevo fino a che stadio tu e Naruto foste arrivati nella vostra relazione" - sentendosi montare addosso una sensazione simile alla pace.

Mai l'avrebbe ammesso: aveva sempre giustificato la sua presenza a quelle cene settimanali con la banale e stupida scusa di poter riuscire a mangiare qualcosa di diverso dal ramen e dai soliti pomodori, quando in realtà era sempre fra i primi ad arrivare e fra gli ultimi ad andarsene, semplicemente perché gli piaceva. Perché gli piaceva stare con loro, - e lasciarsi alle spalle la morte e il sangue delle sue missioni; osservare il dobe che si soffocava col cibo, quel pervertito del loro sensei che non poteva fare a meno di sbirciare il suo libro, quell'altro sociopatico che interrompeva la cena coi suoi commenti idioti, osservare lei sorridere come se da quel sorriso fosse dipesa la sua vita.
Perché sedersi a quel tavolo lo riportava indietro di anni, perché ogni piatto profumava di famiglia e affetto, e perché in Kakashi rivedeva un padre mai avuto, e in Naruto un fratello scomparso, e in Sai un compagno di cui fidarsi.

E in lei... la figura sorridente di una madre. [Anche]

E gli bastava chiudere gli occhi per sentirsi tornare bambino, quella sensazione di calore al petto e allo stomaco, ogni volta che li sentiva ridere.

Una mano gli pizzicò il braccio, e un paio di (dolcissimi, luminosi ed intensi) occhi verdi cercarono il suo sguardo. << Vuoi il secondo, Sasuke-kun? >> sperò che lei non vedesse il suo viso tormentato dai ricordi del passato.

<< Sì >>



***



Il tè quella sera arrivò più tardi del solito.

Subito dopo cena Sakura ed Hinata avevano impiegato una mezz'oretta per rigovernare i piatti e pulire la cucina, mentre gli uomini aveva deciso di dividersi fra la tv e qualche libro sparso qua e là, da bravi e valorosi shinobi qual'erano.

Sasuke come al suo solito aveva impiegato il tempo nella lettura approfondita di un rotolo di medicina - il funzionamento dei muscoli - e anche se sapeva che mai avrebbe potuto aspirare nell'apprendere i jutsu medici così come Sakura, pensava che un poco di cultura non avrebbe guastato nessuno. Naruto dal canto suo si era parcheggiato davanti alla tv con Sai, e stava inutilmente cercando di spiegargli le funzioni dell'ultimo videogioco che aveva acquistato - non che servisse poi molto.

Kakashi si era appisolato sul divano, e ogni tanto riemergeva dal suo libro borbottando qualcosa di incomprensibile che negli ultimi minuti aveva spinto Sasuke ad ignorarlo più che a prenderlo in considerazione - non era novità, in fondo, che il loro vecchio sensei se ne uscisse con qualche trovata assurda dell'ultimo istante.

<< E' felice >>

Ecco, quella era una trovata assurda dell'ultimo istante. Sasuke, suo malgrado, fu costretto a distogliere lo sguardo dal rotolo a farlo scivolare, lento e con fare disinteressato, sul viso coperto dalla solita maschera di Kakashi, che lo osservava col suo unico occhio scoperto. Pur non essendo in servizio continuava ad indossare il coprifronte.

<< Forse più felice che mai >>

[Non spezzarla. Conservala. Proteggila. Proteggi lei. Rendila felice. Falla sorridere.]

A Sasuke non servì alcun nome per capire a chi si stesse riferendo, e all'improvviso si ritrovò ad agitarsi sul posto, a disagio, e quel cantuccio sul divano cominciò a diventare sempre più stretto.
Parlare di Sakura, con altri, non lo metteva esattamente a suo agio.

Proprio in quel momento lei ed Hinata emersero dalla cucina, e passarono loro vicino senza neanche degnarli di uno sguardo, tanto erano prese dalle loro chiacchere. A Sasuke, da bravo ed acuto osservatore qual era, bastò un'occhiata di sottecchi per notare le loro mani intrecciate affettuosamente e la loro più che evidente meta.

Sakura le avrebbe mostrato le foto.

E fu esattamente quello che fece: Sakura condusse la giovane Hyuuga verso la zona notte, la fece sedere sul suo letto e fra risate, balbettii imbarazzati e confidenze le mostrò quello che era "Il Team Sette Negli Anni".
Scorsero assieme le foto otto anni prima, di quando erano appena dodicenni; ritratti di un'attesa dolorosa e speranza per il futuro - e Sasuke, un rotolo sulle gambe che oramai era diventato pura formalità, visto e appurato che la sua mente seguiva altri discorsi, immaginò si trattasse della manciata di foto che li ritraeva soli, loro - senza di lui.

Senza neanche volerlo si ritrovò ad osservare il vuoto, e in un attimo i ricordi del passato - non ricordi felici, non quegli stralci d'infanzia felice - tornarono a danzargli in mente, inesorabili, come una condanna a morte.

[Odio. Odio. Odio]

<< Tutto bene, Sasuke? >> aveva stretto i pugni, e neanche se ne era accorto.

La mano di Kakashi, alzatosi a sedere, si posò sulla sua spalla e il suo occhio lo scrutò dentro, accorato.

Sasuke annuì, meccanico, ma non riuscì a racimolare un po' di voce per dare un canale ai suoi pensieri (no no no), e si ritrovò ad osservare il suo sensei con apparente distacco.

In realtà stava gridando dentro, e lo sapevano entrambi.

La presa di Kakashi si allentò, giusto prima che uno strillo lacerasse l'aria e li spingesse tutti a voltarsi verso la stessa direzione - ovvero il muro, dove dietro era nascosto il letto di Sakura.


<< Il tè! Ho dimenticato il tè! >>

Naruto si proferì in una sonora pernacchia di scherno, scuotendo vigorosamente la testa. << La solita Sakura-chan >> mormorò fra sé e sé, e Sai annuì, compito.

<< O-Oh! Perdonami Sakura-san, ti ho per caso distratto? Posso darti una mano? >>

Sasuke ascoltò per filo e per segno i loro futili chiacchericci, memorizzò anche i loro passi che tornavano verso la cucina e cercò di non badare allo sguardo fisso di Kakashi su di lui.
Sapeva che non stava più leggendo, e Sasuke si chiese a che servisse pretendere di continuare a farlo.

<< Che colore vuoi, Hinata-chan? Lilla ti va bene? >>

<< Non.. è di Sai-san quella tazza? >>

<< Oh no, questa è tua! L'ho comprata proprio ieri.. sai, ognuno deve avere una sua tazza per il té, in una casa. Quella viola lì è di Ino, e quest'altra viola è di Sai >>

<< Sei così ingeniosa, Sakura-san >>

<< Per mantenere una casa bisogna esserlo, Hinata-chan >>

Naruto aveva smesso di giocare, tutto d'un tratto, e a Sasuke non servì molto intuito per capire che - come lui - aveva preferito stare ad ascoltare quei discorsi - quei discorsi del tutto stupidi, inutili e privi di significato.
In realtà sembrava che tutti li stessero ascoltando; anche gli occhi di Kakashi avevano smesso di saettare da una riga all'altra del suo libro, e addirittura Sai aveva smesso di spippolare sul quel controller - probabilmente stava cercando di capire il significato recondito di quelle parole.

<< Quindi sei capace di fare una cerimonia del té? Una vera e propria cerimonia? >>

<< B-Beh, sì.. ma solo quella più semplice. Mia sorella Hanabi è molto più brava di me >>

[Tazze disposte sul vassoio]

<< Che invidia. Un po' di tempo fa mi ero iscritta ad un corso ma non sono riuscita a trovare del tempo per via dell'Ospedale e non mi sono presentata nemmeno una volta. E' stata un vera sfortuna! >>

<< S-Se vuoi posso insegnarti qualcosa io, Sakura-san. Non sono molto esperta, ma me la cavo >>

[Bollitore d'acqua]

<< Lo faresti davvero? Sarebbe fantastico! >>

<< Certo. Mi farebbe davvero molto piacere >>

[Foglie del tè]

Sakura servì come sempre Kakashi per primo, e Hinata si adoperò a consengnare la tazza al suo ragazzo, che la ringraziò un incommensurabile numero di volte - gli occhi gli brillarono addirittura - prendendola per mano e dicendole che sarebbe stata - testuali parole - una mogliettina perfetta. Hinata ovviamente rischiò di andare in iperventilazione - troppe novità in una sola volta.

Sasuke, accantonate per un attimo le vicessitudini di prima, sogghignò contro la sua tazza fumante e si concesse un sospiro liberatorio, sotto lo sguardo di Kakashi - che non l'aveva perso di vista nemmeno un attimo.

<< Quando è che avete la prossima missione, allora? >> Sakura si servì il suo tè e poggiò la schiena contro il muro.

<< Tsunade-baachan ha detto che dovremmo avercene una questo finesettimana, ma non è ancora sicuro. Domani siamo convocati per i dettagli >>

<< Ma, Naruto-kun... come potete andare in missione se Sasuke-san ha la spalla rotta? >>

Oh.

<< Oh, Kami! >> Naruto sgranò gli occhi. << Teme, non ci avevo pensato! E se la vecchia ci desse la missione come facciamo? Riesci a guarire per venerdì? >>

<< Ovviamente >>

<< Ovviamente no, Sasuke-kun >> Sakura corrugò la fronte. << Ti ho già detto che non puoi sforzare il braccio >>

<< Suvvia, Sakura-chan! Il Teme starà benissimo.. n-non ti arrabbiare ok? E poi non è nemmeno sicuro che Tsunade-baachan ci dia la missione >>

<< Fate come vi pare >> sbottò lei, decisamente irritata. << Sasuke-kun, poi non osare venire da me quando tornerai col braccio in cancrena e dovremo amputartelo >> e detto questo voltò la schiena e si diresse a grandi passi verso la cucina, con l'aria di chi decisamente si stava trattenendo dal prendere a pugni qualcosa.

Hinata balzò in piedi, e li osservò tutti, indecisa sul da farsi. Prima di correre dietro l'amica. << S-Sakura-san! >>

Sasuke non le rispose neanche, la ignorò sfacciatamente e continuò a sorseggiare il suo tè con la massima naturalezza. Naruto gli scoccò un'occhiataccia di rimprovero, ma lui non diede peso neanche a quella - preso com'era dai suoi pensieri.

Se qualcuno avesse prestato più attenzione, però, avrebbe notato la sua mano sul punto di frantumare la tazza in mille pezzi.

***



Dopo lo spiacevole incidente - che aveva compromesso il bel concludersi della serata - Naruto fu il primo a decidere che era giunta l'ora di andarsene.
Scoccate le undici e mezza si alzò dal tappeto e decretò che si era fatto decisamente tardi e che doveva riaccompagnare Hinata a casa. Gli addii furono decisamente più piacevoli dell'ultima mezz'ora, e Hinata salutò educatamente tutti - compreso lui, che fu nuovamente costretto a rispondere con cortesia al suo breve inchino - prima di abbracciare Sakura con timidezza e ringraziarla per la centesima volta. Lei ricambiò il gesto e le sorrise - ma era evidente che il brio di appena qualche ora prima era stato sotterrato sotto tonnellate di parole non dette.

<< Devi tornare più spesso, Hinata-chan >> Sakura le prese le mani fra le sue. << Naruto, promettimi che porterai Hinata-chan più spesso >>

<< Ma certo, Sakura-chan! >> il jinchuuriki le posò una mano sulla spalla, un sorrisone ad incorniciargli le labbra. << E' stato divertente, vero Kakashi-sensei? >>

<< Assolutamente! >> il ciuffo di Kakashi emerse da dietro al divano, e Sakura scosse la testa, mentre accanto a lei Hinata si proferiva in una risatina delicata. << Stammi bene, Hinata! E salutami Kurenai, appena la vedi! >>

<< Sarà fatto, Kakashi-sensei >> la sentirono dire, dall'ingresso. Il cigolio della porta fece loro intendere che erano giunti alla frutta, in un certo senso. << Oyasumi, Sakura-san >>

<< Oyasumi, Hinata-chan >> disse. << State attenti sulla strada >>

Quando la porta si chiuse Sasuke, pur con gli occhi strategicamente chiusi, avvertì chiaramente il peso di Kakashi sparire dal divano, e il secco rumore del suo libro che si chiudeva, assieme allo stridore della sedia su cui Sai sedeva fino a poco prima.

<< Sarà il caso di andarcene anche noi, Sai? >> Sakura emerse proprio in quel momento dall'ingresso, sorridendo alla loro vista e poggiando la spalla contro lo stipite dell'arco. << Così presto, Kakashi-sensei? >> ridacchiò, lei. << Quando potrò rivedervi? >>

<< Oh, presto.. spero. Ma non preoccuparti, se la Godaime affiderà loro la missione avrai sempre me con cui stare, no? >> Sakura scosse nuovamente la testa, divertita. << In ogni caso non è carino far stare sveglia la mia allieva preferita così a lungo >>

<< Potresti correre il rischio di diventare ancora più brutta >> Sai le passò davanti con un sorrisino da un orecchio all'altro, così irritante da prendere a pugni. Sakura sbuffò, ma piuttosto che atterrarlo preferì stampargli un bacio sul naso, al quale lui reagì osservandola interdetto. << Non recepisco il significato di questo gesto >> le disse. << Ho letto della infinita varietà dei tipi di baci, ma sul naso non ho trovato nessuna traccia>>

<< Significa affetto, zuccone >> Sakura sembrò trovare il suo buonumore perduto.

<< Oh, allora io dovrei baciarti sulle labbra? >>

Sakura inorridì, e il suo bel viso si tramutò in una maschera di disgusto - e Kakashi scoppiò a ridere, battendo la solita pacca amichevole sulla spalla dell'allievo. << Credo che Sakura ti ucciderebbe, e Naruto e Sasuke proverebbe- Sasuke, vieni anche tu con noi? >>

Sasuke annuì, distaccato, e passò loro davanti come se nulla fosse. Avvertì su di sé lo sguardo altrettanto sorpreso di lei, che seguì le sue movenze senza abbandonarlo nemmeno un istante; era sul punto di infilarsi i sandali quando lei parlò, la voce ridotta quasi ad un sussurro, tanto era timida.

<< Posso.. parlarti, Sasuke? >>

Sasuke sospirò, e il peso che stava meditando di togliersi dalle spalle (senso di colpa senso di colpa senso di colpa) fuggendo via da lì il prima possibile, tornò a farsi sentire quando lei lo chiamò sensa suffisso. E quando Sakura lo chiamava senza suffisso poteva significare solo una cosa:

Guai.

Stava giusto per meditare su come scampare a quella tortura - lei si sarebbe sicuramente dilungata su quanto fosse importante la sua sicurezza, su come non dovesse sforzarsi o chiedere troppo al suo fisico. Su come dovesse comportarsi più responsabilmente - e vedeva in una silenziosa preghiera a Kakashi un'ottima via di fuga. Proprio quando stava per alzare lo sguardo dal pavimento e puntarlo in quello del suo sensei nella speranza che udisse la sua richiesta d'aiuto, Kakashi aprì la bocca per sparare idiozie:

<< Oh, allora in tal caso io e Sai ti precediamo >> si sporse a scompigliarle i capelli, affettuosamente. << A domani, Sasuke! E.. oh, Sakura, una cena meravigliosa come sempre >> Lei annuì, e sorrise, saltando in due passi verso la porta e affrettandosi a chiuderla dietro le loro figure.

Quando la soglia si fu chiusa, e loro se ne furono definitivamente andati, Sasuke si ritrovò ad osservare la sua piccola schiena, e la sua fronte poggiata contro la porta - stava sicuramente scegliendo con cura le parole da rivolgergli.

Non era la prima volta che affrontavano discorsi seri, e nemmeno la prima volta che rimanevano soli nel suo appartamento - era sempre lui l'ultimo ad andarsene, in fondo. Per certi versi Sasuke sapeva cosa aspettarsi da lei - le solite parole, forse - per altri lei riusciva sempre a metterlo in crisi, il suo comportamento lo confondeva.
Quella sera Sakura decise di sorprenderlo di nuovo, e invece che proferirsi in mille raccomandazioni la sentì prendere un respiro profondo:

<< Scusa >>

[Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace]

<< Io.. credo di essermela presa troppo >> la sentì sussurrare, e notò come la sua mano corse a stringere il pomello della porta.

Sasuke incassò la testa nelle spalle, lo sguardo sempre basso, e decise che tornare dentro non avrebbe fatto del male a nessuno. Così le rivolse le spalle e a passi lunghi e misurati entrò di nuovo nel salotto, senza dire niente, perché lei lo conosceva, e sapeva come prenderlo. Lo seguì senza fiatare, infatti; Sasuke sentì i suoi piccoli passi affrettarsi a raggiungerlo.

Superò il divano e col braccio buono si chinò a raccogliere le confezioni dei videogiochi che Naruto aveva lasciato sparse sul tappetto, rendendo impossibile camminarvici senza per forza correre il rischio di scivolarvici sopra.

<< Non scusarti >> le disse, gli occhi bassi, la voce sostenuta. << E' stupido >>

Non gli servì vederla per sapere che aveva appena sorriso, forse intenerita. << Io.. forse sì. Forse è davvero stupido >> con la coda dell'occhio la vide passarsi una mano fra i lunghi capelli rosa.

[I think of you again and again
I cannot help it]

Non si dissero più niente, da quel momento: lei si affrettò a raggiungerlo, mormorando qualche cosa sottovoce, e ad aiutarlo a rimettere al suo posto ogni singola cosa sparsa lì attorno. Impilarono tutti i rotoli fra cui Sai aveva curiosato, e i libri che Sakura aveva mostrato ad Hinata, e rimisero al loro posto anche i controller e la console.
Quando anche l'ultimo videogioco fu infilato nel mobiletto in legno ai loro piedi, Sakura smise un attimo di respirare e torturò il legno su cui aveva appoggiato la mano.

<< Vorrei solo.. >> la sentì sussurrare, così bassa che Sasuke dovette sforzarsi per sentirla. Si chiese se lo stesse dicendo a lui, o a se stessa. <<... che tu stessi bene >>

Sto bene - avrebbe voluto dirle. Avrebbe voluto urlare a lei, a Naruto, a Kakashi e a Sai che lui stava davvero bene, che andava tutto bene, che non c'era niente di anormale o strano. Che lui stava semplicemente bene.

Ma avrebbe mentito - e lo sapevano entrambi.

Sperava solo che un giorno avrebbe trovato il coraggio di ammetterlo a se stesso.

[I think of you all of sudden.
I laugh]

Sakura sospirò, e tornò a passarsi una mano fra i capelli - come faceva lui, quando era nervoso - prima di alzare lo sguardo ed incontrare i suoi occhi, un sorriso che le danzava sulle labbra. << Vado a lavare le tazze >>

E mentre lavava le tazze Sasuke non trovò niente di meglio da fare che tornare a sedersi sul divano - certe volte si domandava se prima o poi non vi sarebbe rimasto impresso il segno del suo didietro, visto il numero di volte che vi ci campeggiava sopra.
Quando anche l'ultima tazza fu appesa ad asciugarsi - Sasuke l'osservò picchiettarne ciascuna, e disporle secondo l'ordine dei colori. Dalla più chiara alla più scura. Un'altra delle sue manie - lei tornò a sospirare, ma si voltò e gli sorrise di nuovo.

<< Vuoi che ti controlli il braccio? >>

[The scent that infiltrated my heart
Still clearly remains real]

Lei l'aiutò a sfilarsi la maglia, e disfò con cura il bendaggio, cercando di rilassare i suoi muscoli intorpiditi con un breve massaggio all'altezza del gomito. Quando il suo tocco salì dal suo petto, chakra verde che cominciava ad illuminarle le dita, fino alla sua spalla dove si depositò, Sasuke fremette - non era la prima volta che lo toccava, era sempre il suo medico personale, ma aveva ancora le mani fredde.

Lei ridacchiò, avvertendo la sua tensione << Scusa >> gli disse, e congiuse entrambe le mani all'altezza della sua spalla, che piano piano cominciò a riscaldarsi sotto il suo tocco delicato.

Lei cominciò a parlare, e Sasuke avrebbe voluto ringraziarla per aiutare a distrarlo dai suoi pensieri - che non erano esattamente felici, ma non ritraevano nemmeno situazioni tragiche o da lacrime. Erano solo dei semplici pensieri, forse anche futili - sul perché Sakura portasse i capelli così lunghi, o sul perché gli sembrasse che la distanza fra i loro corpi si stesse azzerando man mano che passava il tempo. Sul perché lui non riuscisse a staccare gli occhi dal suo sguardo.

<< Ricordami di ringraziare Naruto >> lo informò. << Sento di aver fatto una buona azione oggi, sai? Io ed Hinata non siamo mai state molto amiche, sai, e beh.. con tutti gli impegni che abbiamo non ho mai avuto neanche il tempo di prendere un tè con lei anche solo per parlare, ed è la ragazza del nostro migliore amico! E' assurdo! >> cercò i suoi occhi, in cerca di un'approvazione che Sasuke le diede col suo solito e criptico "Hn" << Sento di essermi avvicinata a lei, oggi. E' dolcissima, dovresti provare a parlarle, Sasuke-kun. E lei e Naruto sono assolutamente adorabili assieme >>

<< Mi domando come faccia a sopportarlo >> non riuscì a frenare la lingua, e la battuta gli scivolò dalle labbra prima che potesse solo rendersene conto.

Sakura scoppiò a ridere di getto. << E' una persona mooolto paziente, allora >> aggiunse, e il calore delle sue mani si spostò sul suo avambraccio. Sasuke notò come il suo sguardo si addolcì, tutto d'un tratto, e come il chakra contro la sua pelle fece altrettanto.

<< Lo ama davvero molto >>

<< Aa >>

[Just like saying I love you,
Saying I miss you
It's not been easy to me] 

Lei smise di parlare, ma non di iniettare chakra nel suo corpo e nemmeno di sorridere, e Sasuke si lasciò sfuggire un sospiro pericolosamente simile ad un gemito - di piacere.
Quando non erano sul campo di battaglia, e quindi quando Sakura non doveva pensare a salvargli la vita a o curargli qualche squarcio nel petto, non c'era alcun dolore vero e proprio; e sentire il chakra di lei che premeva, oltrepassava e leniva la tensione della sua pelle era semplicemente.. indescrivibile. Era come se gli stessero facendo un massaggio, era una sensazione simile al lieve e piacevole torpore dopo un bagno alle terme, o dopo una lunga e pacifica dormita nel proprio letto. Sasuke si sentiva bene - ed era qualcosa di cui non riusciva a prendere ancora pienamente coscienza. Di cui aveva... paura.

[Paura. Paura. Paura]

Sakura sembrò percepire il suo repentino benessere perché cominciò a spostare entrambe le mani verso il suo petto, ed una luce verde gli illuminò gli occhi, mozzandogli il fiato dalla sorpresa. Ma non le disse niente, e lasciò che continuasse - pur sapendo che quella mattina aveva avuto un turno all'ospedale. Lasciò che lo cullasse con le sue abilità ancora per un poco.
Solo per un altro poco, si disse, fino a quando il suo stesso corpo glielo avrebbe permesso.

Fino a quando la paura non lo avrebbe attanagliato di nuovo.

[Codardo]

Quando successe, quando con un incredibile sforzo Sasuke si obbligò a separarsi dal suo (carezzevole, delicato, dolce) tocco fu Sakura quella che si sorprese, sgranando gli occhi - le mani che ancora brillavano di verde.

<< Basta così >> le disse, chiudendo gli occhi. La voce che tornava monotonica e distaccata come sempre.

[To me..]

Lei mascherò il suo sguardo ferito con uno di quei sorrisi che Sasuke col passare del tempo aveva imparato a distinguere perfettamente. << Va.. bene >> sussurrò, e fece per muoversi verso le bende, con tutta l'intenzione di bendargli di nuovo il braccio, ma lui fu più veloce e posò una mano su di esse, scuotendo la testa. << Faccio da sol- >>

<< Non dire sciocchezze, Sasuke >> sbottò, secca e perentoria, e Sasuke non trovò di che lamentarsene.

Lasciò che lo toccasse di nuovo, allora, ma questa volta fu costretto a posare entrambi i pugni sulle ginocchia e a stringerli così forte che poco dopo divenne così doloroso continuare a farlo da non riuscire a smettere - e mai avrebbe voluto sapere cosa sarebbe successo, se non lo avesse fatto.

<< Ho finito >>

<< Hn >>

[Love is cherish for one another]

Le sue mani scivolarono in grembo, seduta ai piedi del divano com'era, e dopo che l'ebbe aiutato a rinfilarsi anche la maglia - con suo sommo disappunto - la sentì sospirare.

<< Vuoi del tè, Sasuke-kun? >> quando tornò a parlare il suffisso era tornato e la sua voce era più dolce, ma Sasuke percepì lo stesso il suo sforzo.

<< No >> le rispose. << E' tardi >>

Quello era il suo congedo - e lo sapevano entrambi. Era passato troppo tempo, e lui non avrebbe mai potuto accettare la sua offerta, perché non poteva. Semplicemente.
Lei lo seguì fino all'ingresso, mascherò nuovamente la delusione con l'ennesimo (finto finto finto) sorriso e l'osservò mentre si infilava i sandali, con incredibile calma.

<< Stai attento >> gli disse, una volta che ebbe aperto la porta e che lui fu fuori, sulla soglia dell'appartamento.

[Non sforzarti. Stai attento. Fallo. Stai attento]

Sasuke annuì - non le avrebbe mai risposto, ma sperava che fosse abbastanza. << Buonanotte >> mormorò, nel buio e nel freddo di quel corridoio. Fuori, oltre al corrimano, le stelle brillavano nel cielo, e il freddo pungente di quella sera di Marzo gli penetrò nelle ossa come poco prima il chakra di lei aveva fatto.

[Love is being together]

<< E grazie >> di tutto.

Sakura sorrise, e lui ritenne che fosse abbastanza per quella giornata, perciò mosse le gambe e marciò via, lontano da quell'appartamento, verso la solitaria Villa Uchiha.

Lei, come tutte le notti, attese che lui raggiungesse la tromba delle scale per poter chiudere la porta, ma prima che potesse farlo Sasuke la sentì distintamente sospirare - per la milionesima volta. Ed era un sospiro diverso dagli altri, era per lui.

Sospirava per lui.

[Teneva duro]

E Sasuke avrebbe voluto ringraziarla solo per quello.


[Love is merely that]




***
Continua.. ?




QuiC'èGè:
Che ve ne pare di questa trovata? Credo abbia anche un nome, che adesso però non ricordo - il fatto di associare alla lettura visiva anche la partecipazione di altri sensi. Mi verrebbe in mente "sinestesia" ma non vorrei cadere in errore - considerando che la sinestesia è qualcosa di decisamente più esteso - quindi taglio qui xD
Che dire? Avete conosciuto Hinata-chan, la nostra dolcissima Hinata-chan - e qui voglio precisare una cosa:
Chi segue o ha mai letto una delle mie fanfictions, esclusa Battle Royale, avrà notato la mia abitudine di dipingere Hinata (ma anche tutte le altre kunoichi di Konoha) come amica intima di Sakura, e perciò molto in confidenza con lei. Qui invece ho preferito apporre di nuovo le formalità che Kishimoto è solito darci, e aggiungere quel distacco che avrebbero avuto naturalmente. Così sarà anche per tutti i personaggi maschili e femminili che verrano introdotti in seguito, esclusa Ino :)
Prima di andarmene vi lascio uno stralcio del terzo capitolo:
"<< Cos'è quello, Sasuke-kun? >> cinguettò.
Sasuke capì a cosa si stesse riferendo e spostò il peso del proprio corpo prima su un piede e poi sull'altro, a disagio sotto il suo sguardo indagatorio. << La mia cena >>
Sakura sbatté le palpebre degli occhi. << La tua cena? >>
<< La mia cena, Sakura >> ripetè, stavolta con più irritazione. Odiava ripetersi, odiava quei giochetti, e lei lo sapeva bene.
<< Come sarebbe a dire la tua cena, Sasuke-kun? >> la sua voce campiò repentinamente tono, cominciando ad assomigliare a quella che era solita usare quando si rivolgeva a Naruto. << Sai che giorno è oggi, Sasuke-kun? Oggi è mercoledì >> sibilò, secca e incredibilmente seria. << Il mercoledì è il giorno in cui ceniamo tutti assieme >>"
Ringrazio, ovviamente, le persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Gentilissime, davvero! Un grazie di cuore :)
Al prossimo giovedì, non mancate.
Recensioni no jutsu!

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Capitolo 3
*** 3. A Dinner With Her. ***


Cap.3
Again & Again
3. A Dinner With Her.










La prima cosa che vide - oltre alla spropositata e vistosa grandezza del suo petto; non che fosse il tipo che guardava quelle cose, in ogni caso - fu il suo sguardo a metà fra il rassegnato e il seccato, e la piega delle sue labbra - che segnalava gli ennesimi guai in arrivo.

Sasuke Uchiha, comunque, nascose molto bene qualsiasi tipo di sentimento simili alla paura o soggezione gli avessero messo addosso quest'ultimi, e si limitò a battere ciglio - osservando l'Hokage in carica che scrutava lui e i suoi cinque compagni con una evidente espressione di rimprovero sul viso.

<< Ma Tsunade-baachan >> Naruto tentò di nuovo l'impossibile. << Cerca di capire..! Sono sicurissimo che il Teme può farcela benissimo! >>

<< Se ti sentisse Sakura non vivresti abbastanza nemmeno per pranzare, Naruto >> Tsunade congiuse le mani al mento. << Stai sparando un mucchio di sciocchezze - non che solitamente tu dica cose intelligenti >> e Naruto sbuffò. << E' fuori questione >>

Anche Sasuke ci riprovò. << Sono perfettamente in grado di- >>

<< Con una spalla lussata, Uchiha? >> l'espressione di rimprovero si trasformò in un sorrisino di sfida che Sasuke trovò estremamente irritante. << Vogliamo andarlo a dire a Sakura? >>

Naruto si infilò entrambe le mani fra i capelli, pestando per terra i piedi << Tsunade-baachan! Non puoi! Non puoi dismettere il Teme e metterci Kakashi-sensei! >> starnazzò. << Il Teme è il nostro capitano! >>

<< Sasuke non è in grado di affrontare una missione di un tale livello. Ha un braccio rotto, Naruto. Ci arrivi? O è troppo difficile la questione? >> Sai, l'unico che fino a quel momento non aveva preso parola assieme a Neji, sospirò.  << Fra l'altro credo che Kakashi abbia più cervello di te, Uchiha, Sai e Hyuuga messi assieme. Geni o non geni >>

<< Tsunade-baac- >>

<< Niente storie. Il capitano Uchiha è dismesso per quindici giorni, il tempo giusto affinché recuperi le sue piene capacità fisiche e motorie. Al suo posto subentrerà Kakashi, che prenderà il ruolo di capitano per la missione di domani >>

<< Kakashi-sensei è troppo vecchio per queste missioni! >> gracchiò Naruto, e anche Sasuke cominciò vistosamente ad irritarsi. Era evidente che neanche una bottiglia di sake avrebbe fatto cambiare idea a quella vecchia megera, perché insistere allora?
<< Potrebbe rompersi la schiena mentre.. che so.. saltiamo fra gli alberi! >>

<< Mi commuove sapere che è questo ciò che pensi di me, Naruto >> Kakashi chiuse il suo libro e scrutò con sussiego il suo pestifero e rumoroso ex allievo biondo.

<< Kakashi-sensei! >>

<< Uzumaki, adesso basta >> Tsunade assottigliò entrambi gli occhi, stringendo la presa delle mani sul rotolo che aveva appena tirato fuori. << Così è deciso: Kakashi Hatake, prenderai momentaneamente il posto del Capitano Uchiha in attesa del suo completo recupero, guidando il plotone numero uno degli ANBU di Konoha e portando a termine la suddetta missione di rango A >> gli lanciò il rotolo, che lui afferrò immediatamente. << I dettagli sono all'interno. La partenza è prevista per domani, alle nove esatte, davanti alle porte del villaggio. Nessun ritardatario >>

<< E vi prego, non fatevi uccidere >>

Con quello la Godaime tuonò il suo solito "Dismessi, fuori di qui!" e tutti loro si affrettarono a sciamare fuori dall'ufficio dell'Hokage, chi più felice, chi meno. Sasuke non era fra i primi, e sembrò che anche Naruto lo fosse.
Non che entrambi avessero qualcosa contro il loro sensei - che da parte sua sorrideva come un ebete, compiaciuto dall'avere finalmente una missione decente - ma il punto era che il plotone degli ANBU era qualcosa di loro. Avevano sudato per arrivarci, e passare quegli esami era stato così massacrante e duro che era stata l'unica volta nella sua vita in cui si erano pentito di essere diventati i ninja che erano.

<< Bene, allora ci dividiamo >> erano oramai fuori dal Palazzo, e Neji Hyuuga si voltò verso di loro. << Se domani sei in ritardo, Naruto, giuro che ti lasciamo qui >> Naruto sbuffò, ma poi sorrise, con fare imbarazzato. << A domani >> lo sentirono dire, prima di vederlo marciare via - probabilmente diretto verso i campi d'addestramento, dove il suo team lo aspettava.

<< Non siete eccitati, ragazzi? >> scoprirono Kakashi che sorrideva al suo libro, mezz'ora dopo, seduti all'Ichiraku per pranzo.
<< Finalmente una vera missione col vostro vecchio sensei >>

<< Eri con noi anche la scorsa settimana >> borbottò Naruto, tragurgitando il suo ramen. Non gli andava molto a genio non avere il suo miglior amico in missione con lui.

<< Eh, che vuoi che sia! Quella era una missione di spionaggio >> Kakashi staccò le bacchette e le affondò nella sua ciotola.
<< Domani andiamo a conciare per le feste qualche balordo. Non è esaltante? >> e notando come Naruto aveva ricominciato a mangiare il suo ramen, come Sasuke osservasse il suo con odio - probabilmente stava cercando di trattenersi dal soffocarlo - rivolse l'attenzione all'unico membro rimasto. << Non trovi Sai? >>

Sai alzò lo sguardo. << Dipende >> replicò, lui. << Se per "esaltante" intendi svolgere il nostro lavoro come ninja, o più semplicemente non avere Sasuke fra i piedi è qualcosa che dovr- >> anche questa volta il ragazzo non finì la frase che il suo stesso sensei gli tappò la bocca con la mano, ridacchiando. << Ma che spiritoso che sei, Sai >> disse, e Sasuke, perlomeno, riuscì ad apprezzare il suo futile tentativo di non peggiorargli l'umore.

<< Qualcuno deve informare Sakura, comunque >> Kakashi riprese a mangiare. << Se non le diciamo niente penso andrà fuori cervello e quando torneremo non ci preparerà più da mangiare >>

<< Sia mai! >> sbraitò Naruto. L'apocalisse. << Io non posso, eh! Devo andare a salutare Hinata-chan, anche lei parte col suo Team, oggi >>

<< Nemmeno io >> Sai depositò le sue bacchette al bordo della ciotola, sazio. << Devo prepararmi per la missione >>

<< Neanche io >>

<< E quale sarebbe la tua scusa, Kakashi? >> sibilò Sasuke, appurando come l'apetito gli fosse completamente passato. Non solo sarebbe stato costretto a rimanere a casa per due settimane, ma i suoi compagni di team lo prendevano per fesso. Letteralmente.
Non era idiota, lui. Sapeva a cosa stessero mirando, e dire che la cosa non gli piacesse sarebbe stato un eufemismo.

<< Oh, sai, avevo promesso alla mia vicina di cas- >>>

Per un attimo fu tentato dal balzare in piedi e urlargli quel vecchio e oramai consolidato detto che si erano passati fra loro ("BUGIARDO!"); fortunatamente fu Naruto a farlo per lui, ma dovette ammettere che senza la voce di Sakura il risultato non era comunque lo stesso.

<< In ogni caso ora devo andare >> Kakashi alzò una mano verso di loro, in segno di saluto e prima che potessero anche solo protestare lui era già sparito in una nuvola di fumo.

Sasuke stava cercando di realizzare la cosa: gli ingranaggi del suo cervello però, quel giorno, sembravano impiegare più tempo del solito, tanto che sentì solo la sedia di Sai stridere e la sua voce che diceva "Ora vado anche io. A domani", prima che si ritrovasse  solo triste ed abbandonato con Naruto al suo fianco - e le bacchette che ancora non avevano toccato ramen.

<< Non ci provare >> lo avvertì, assottigliando gli occhi. << Non ci provare nemmeno, Naruto >>

Ma Naruto lo osservava con quella espressione da cucciolo abbandonato, quella espressione che in un modo o nell'altro gli risvegliava sempre qualcosa di più struggente dal profondo del suo cuore - senso di colpa, forse. [Di nuovo]
Quell'espressione che gli faceva stringere i denti e i pugni; quell'espressione simile agli occhi di Sakura, che si illuminavano ogni volta che lo vedeva fare qualcosa di umano con loro; simile al sorriso appena accennato di Kakashi, quello orgoglioso [Di un padre] che riservava solo ed unicamente a lui.
Quell'espressione che lo spingeva a chiedersi perché si sentisse ancora così, nonostante fossero passati anni e lui dovesse stare bene.

[Odio. Senso di colpa. Odio. Senso di colpa]

Non gli disse più nulla, nemmeno lo salutò quando lui gli batté una pacca sulla schiena e lo guardò dritto negli occhi - forse aveva capito.

[Lui capiva]

<< A domani, teme >>



***



Giunse all'Ospedale dopo un quarto d'ora di tragitto a piedi, e sperò vivamente di trovarla ancora in servizio. Non conosceva bene i suoi orari, nonostante lei, ogni mese, si premurasse di appendere il foglio dei suoi turni in ciascuna delle loro abitazioni - in caso di emergenza, diceva.

Saltò immediatamente la reception, e in particolare la ragazza che vi sedeva dietro - sapeva per certo che si trattasse di una delle sue solite ammiratrici - e puntò subito verso il retro della struttura, alla ricerca dell'ufficio di Sakura - certo che se non l'avesse trovata lì avrebbe comunque potuto sbirciare i suoi orari e scoprire a che piano fosse in servizio.

Ebbe fortuna, in ogni caso, perché una volta girato l'angolo del corridoio sentì due familiari - e femminili - voci che chiocciavano all'interno, e nel mentre percorreva i restanti metri che lo separavano dalla porta, udì chiaramente i loro discorsi:

<< Oh, tesoro.. sei così sciatta, così.. non riesco neanche a descriverti >>

<< Parla per te, Ino-pig >>

<< Ma sentila! Esci, Frontespaziosa, esci! >> Yamanaka << Perché non esci? O sei sempre qui in Ospedale, o sei con me, o sei con quei trogloditi dei tuoi compagni di Team! Sai quanti ragazzi sarebbero pronti a prostrarsi ai tuoi piedi solo per strapparti un appuntamento? >>

<< Credimi, Ino. Io vorrei uscire, se solo quegli idioti del mio team non mi impedissero di respirare uscirei mol- >>

<< Chi pensi di prendere in giro, Frontespaziosa? Sei una donna.. Kami! Se volessi potresti mandarli tutti all'Ospedale per due settimane con due pugni, ed uscire con chi diavolo ti pare. La verità è che tu ancora speri che- >>

Sasuke - che avrebbe decisamente preferito non ascoltare neanche una sillaba di quella conversazione - manifestò la sua presenza con un cerimonioso colpo di tosse e con un discreto, ma secco, colpo alla porta. Entrambe le due kunoichi vennero palesemente colte di sorprese, così tanto che spinsero Sasuke a domandarsi se sapessero o meno identificare i diversi tipi di chakra.

<< Oh, ci sono visite >> la bionda Yamanaka prese parola per prima. << E che visite >> aggiunse, e sia Sasuke che Sakura sospirarono, rassegnati. L'unica consolazione che Sasuke, d'altronde, trovava in tutta quella situazione era sapere che la Yamanaka aveva da tempo dismesso la sua ossessione nei suoi confronti, preferendo riversarla verso quel pigrone che era Nara.
<< Sasuke-kun >> cinguettò lei, sventolando una mano.

<< Yamanaka >> sibilò invece lui, a denti stretti, sperando che lei recepisse il suo tono e se la desse a gambe alla svelta. << Sakura >> disse, infine, e non volle badare al repentino cambio di tono che aveva avuto la sua voce.

[Più morbida]

Ino Yamanaka parve recepire il messaggio molto più in fretta di quanto si aspettasse, e recepì anche altro - con suo sommo disappunto - perché perse due istanti ad osservare lui e Sakura, un sorrisino sulle labbra, prima di marciare via. << Ho capito, ho capito.. il paziente della trecentoquattro.. ci vediamo in giro, Sasuke-kun! >> sgusciò nel poco spazio fra lui e la porta << Ma, ha! Frontespaziosa, non pensare che abbiamo finito! >>

Fu solo quando il ticchettio dei suoi passi sparì del tutto da quei corridoi che Sasuke sentì la voce di lei dargli dolcemente il benvenuto e chiamarlo con un sorriso:

<< Come mai qui? >> gli disse, riprendendo a fare quello che poco prima stava facendo - catalogare le cartelle dei suoi pazienti.
<< Non ti sei rotto anche l'altra spalla, vero? >>

<< Che spiritosa >> sbottò lui, stizzito, prima di riprendere il controllo della situazione ed infilare la mano buona nella tasca dei pantaloni. << Gli altri mi hanno detto di dirti che la Godaime ha affidato loro la missione e che- >>

<< Aspetta! Tsunade-sama ti ha dato la missione anche se- >>

<< Sakura >> questa il volta il suo nome fu ringhiato, con evidente irritazione. << Se mi lasci finire potremmo evitare fraintendimenti >> Sakura, presa in contropiede, riuscì soltanto ad annuire. << La Godaime ha affidato la missione a tutti, Kakashi è il capitano. Partono domani alle nove. Fino a giovedì. Devono neutralizzare un gruppo di mercenari. Io sono esenziato per quindici giorni >>

Sparò tutte quante le frasi con un entusiasmo tale che lui stesso si chiese come fosse parso agli occhi di lei, che lo osservava ancora sorridendo.

[Come sempre]

<< Capisco >> Sakura sorrise ancora, e questa volta Sasuke notò che, perlomeno, era abbastanza sincera. << Beh.. ti farà bene prenderti qualche giorno di riposo no, Sasuke-kun? >>

<< Hn >>

Sasuke l'osservò trafficare con una pila di cartelle, andando avanti indietro dalla sua scrivania all'archivio a muro: avrebbe voluto chiederle se avesse pranzato, avrebbe voluto chiederle cosa avesse fatto quella mattina, avrebbe voluto chiederle qualsiasi di quelle stupide cose che Naruto era abituato a chiederle.
Eppure nemmeno una di quelle affettuose attenzioni abbandonò le sue labbra e quando vide lei che lo osservava, in attesa di qualcosa, pensò che l'unica soluzione era andarsene.

[Come sempre]

Prima che potesse girare i tacchi e uscire dalla stanza, però, la sua voce lo fermò di nuovo.

<< Andrai a salutarli, domani? >> gli chiese, e un raggio di sole che filtrava dalle tende della finesra le illuminò appena il viso.

[Odio. Odio. Odio]

<< Sì >>

Lei sorrise - di nuovo, e di nuovo. << Allora ci troviamo alla panchina poco prima? >> gli chiese, e Sasuke non seppe cosa lesse nel suo sguardo.

[O non lo volle sapere]

<< Hn >>

[Sorriso]

<< A domani, Sasuke-kun >>

<< A.. domani >>



***



Quel "poco prima" Sasuke lo interpretò come una vaga ed elastica quindicina di minuti, eppure quando attraversò le vie del parco e scorse da lontano la figura della pachina (quella panchina), e non vi vide Sakura seduta sopra, tutto quello che riuscì a fare fu sbuffare poco elegantemente - attirando l'attenzione del solito stormo di ragazzine adoranti che lo seguiva di nascosto.

Guarda caso Sakura decise di urlare il suo nome proprio in quel momento, e Sasuke scoprì un istante dopo che lei era banalmente in ritardo di una manciata di minuti. << Sei in ritardo >> le disse.

La vide arrivare di corsa, i capelli rosa che le danzavano sulla schiena e le guance rosse dal moto. << Ti sbagli >> rispose, sventolandosi una mano sul viso per farsi aria. << Non avevamo specificato un orario, quindi ho ragione io >> e la cosa sembrava piacerle molto, visto il sorrisino soddisfatto che le incurvò le labbra, subito dopo.

<< Come vuoi >> la liquidò lui, atono. << Muoviti >>

Quel giorno Konoha non era soleggiata come al solito: pesanti nuvoloni provenienti da nord oscuravano il cielo, e assieme ad esso anche il sole, trasformando il villaggio in un agglomerato di abitazioni cupe e dall'aspetto grottesco. Mentre camminavano videro file di scolaretti che marciavano verso scuola, tenendosi tutti per mano, e Sasuke colse anche un'ombra di sorriso sulle labbra di lei, alla loro vista.

<< Credo pioverà >> sentenziò lei, quando le porte del villaggio furono abbastanza vicine da permettere loro di scorgere il resto del Team Sette sotto di esse.

<< E da dove l'hai capito? >> replicò lui, grondando sarcasmo. La cosa non piaque a Sakura, che gli rifilò una gomitata nel fianco, e lui non ebbe nemmeno il tempo di gemere dal dolore che la voce spaccatimpani del loro migliore amico irruppé nell'aria di quella mattinata, costringendo entrambi a strizzare gli occhi dal fastidio.

<< Sakura-chaaaan! >> urlò Naruto, sbracciandosi nella loro direzione. Quando lo ebbero raggiunto Sasuke lo vide slanciarsi vero la ragazza e stritolarla nel solito affettuoso abbraccio. << Non ci avevi detto che saresti venuta a salutarci! >>

<< E vi lasciavo partire senza nemmeno dirvi di stare attenti? >> Sakura gli strizzò la guancia, prima di rivolgersi all'unico estraneo del gruppo e chinare il busto formalmente. << Neji-san >> 

<< Sakura >> rispose lui, e spostò lo sguardo più a destra. << Uchiha >>

<< Hyuuga >>

Sakura scosse la testa - e Sasuke immaginò anche il perché. << Allora, Kakashi-sensei, è proprio vero che sei il Capitano di questa missione? >>

<< Esatto! >> Kakashi si battè un pugno sul petto con fare orgoglioso, nella mano la maschera d'ANBU. << Non è fantastico? >>

...

<< Non sei un po' troppo vecchio? >>

Naruto scoppiò a ridere di getto, mentre accanto a lui lo sguardo inespressivo di Sai non si perdeva nemmeno un istante dell'intera faccenda.

<< Cos'è questa storia, Sakura? Anche tu? Io non sono vecchio >> replicò Kakashi, pomposamente. << Sono di sicuro uno shinobi con più esperienza di Sasuke nel campo degli ANBU >> aggiunse e Sakura si unì alla risata di Naruto.

<< Certo, come vuoi sensei >>

<< Comunque non preoccuparti, Teme >> Naruto sembrava aver dimenticato il cattivo umore del giorno prima, nella consapevolezza che per la prima volta il suo migliore amico non sarebbe stato al suo fianco in missione, e aveva riacquistato il suo solito sorriso contagioso. << Mentre sistemeremo quei tipi lì penserò anche a te. Sarà un po' come se fossi con noi, no? >>

<< Oh, ma non credo che a Sasuke mancheremo, Naruto >> Sai fece un passo davanti, la maschera al lato del viso. << Sono sicuro che la compagnia di Sa- >>

Sai decise di intervenire, come sempre, nel momento meno opportuno; e avrebbe potuto surclassare sulla cosa se non avesse preso a sparare idiozie su di lui e Sakura, come era solito fare ogni volta che li vedeva assieme.
La cosa, più che irritarlo, lo metteva incredibilmente a.. disagio.
Non aveva mai voluto capirne il motivo, ma Sakura non sembrava mai dello stesso avviso. Piuttosto interpretava le osservazioni di Sai in modo decisamente diverso: ci rideva su, e agitava una mano, con fare civettuolo.
Fu quello che fece anche quella volta.

[Lei]

<< La compagnia della nostra Sakura è preziosa >> commentò Kakashi << Sasuke, magari quando torniamo ti ritroveremo dedito alle faccende domestiche >>

<< Ne dubito fortemente >> replicò lui, caustico, e li sentì ridere uno dietro l'altro.

<< Lo credo anche io >> Naruto si unì al coro di risate. << Chi non vorrebbe stare con Sakura-chan, in fondo? >>

<< Oh, io lo so >> Sai alzò la mano, da bravo scolaretto qual'era. << Ho esattamente una lista di venticinque nomi di ragazzi che dichiarano apertamente di non essere in alcun modo interessati a- >>

<< Sai >> Sakura lo interruppé prima che continuasse col suo monologo da teatro, un sorriso brillante sulle labbra. << Quando vuoi che ti uccida? Ora, o magari quando torni? >>

<< Magari dopo, grazie >> anche Sai ricambiò il sorriso. << Altrimenti rischierei di minare il successo della missione >>

Sasuke non riuscì a non ruotare gli occhi al cielo, uso oramai a quei siparietti - che però mai gli venivano a noia. Era divertente vedere Sai che le prendeva da Sakura; non quanto lo era quando Naruto era al suo posto - certo. Lo spettacolo di vedere i pugni di Sakura abbattersi sul volto del suo migliore amico era qualcosa di comparabile solo al sapore del più succoso dei pomodori in vendita nella migliore alimentaria del villaggio.

<< Ma ehi-HA! >> sia Sakura che lui sobbalzarono, voltandosi verso Naruto. << A proposito di chi sta con chi! TEME! >>

Sasuke gli scoccò un'occhiata profondamente infastidita, di chi si è appena visto i propri timpani sfondati per l'ennesima volta.
<< Che diavolo vuo- >>

<< Te le ricordi le regole base, vero? >> lo incazò, puntandogli il famoso dito contro e avvicinandosi. << Te le ricordi vero!? >>

<< Aaah, le regole base >> Kakashi cascò dalle nuvole. << Sasuke >> e il suo unico occhio si assottigliò tanto che Sasuke fremette - il loro vecchio sensei sapeva ancora essere inquietante, certe volte.

<< Le regole base per tenere i ragazzi lontani da Sakura >> Sai finalmente diede voce ai pensieri di - quasi - tutti, e Sasuke si ritrovò senza parole.

Che marmaglia di idioti.

Scorse il viso di Sakura tramutarsi in una maschera di orrore ed imbarazzo - stava avvampando, perché non erano soli, c'era una terza persona ad assistere ai loro patetici e assolutamente assurdi siparietti.
Neji Hyuuga, infatti, li stava osservando con uno sguardo a metà fra il compassionevole - che Sasuke sospettava fosse rivolto a lui e a Sakura, le uniche menti sane in un branco di imbecilli - e il profondamente scioccato. Evidentemente era giunta fino a lui la voce dell'iperprotettività dei membri maschili del Team Sette verso la loro unica donna, e di come qualunque individuo di sesso maschile che si fosse avvicinato a Sakura Haruno con secondi fini fosse stato inesorabilmente annientato a suon di katana, kage bushin, chidori e leoncini ammaestrati.
Il punto era prenderne atto.

<< Non permettere che nemmeno quegli infermieri si avvicinino a lei, mi hai capito?! >> starnazzò Naruto.

<< Neanche gli infermieri >> confermò Sai.

Kakashi annuì. << Loro sono la specie peggiore >>

<< Oh mio.. >> Sakura si coprì il viso con una mano, rossa fino alla punta dei capelli. <<.. io giuro che vi uccido. Tutti. Dal primo all'ultimo. Anche tu Sasuke-kun >> gracchiò. << Neji-san! >>

Neji sembrò afferrare la sua disperata richiesta d'aiuto perché annui seccamente e si controllò l'orologio da polso, sospirando.
<< Sono le nove esatte >> disse. << Kakashi-sensei, credo dovremmo andare >>

<< Cosa? Oh, sì. Giusto >> schioccò le dita. << Ragazzi, salutate Sakura e Sasuke. Si parte >>

<< Ci vediamo >> Sai voltò loro le spalle con nonchalance, e non aggiunse nulla - forse medito che di battutine imbarazzanti ne aveva già dette abbastanza.

<< State attenti >> vide Sakura agitare una mano in segno di saluto, e Naruto contraccambiare sbracciandosi come al solito - pronti a vederli sparire in una nuvola di fumo da un momento all'altro.

E fu quello che successe, effettivamente - con un pop sparirono in una pesante nuvola di fumo, diretti nei pressi dei territori dell'Erba; la voce di Naruto che rimase nell'aria, la sua ultima frase incompleta.
 
<< Ah.. OH! Mi raccomando, Sakura-chan! Non lasciare il Teme troppo da solo, che poi diventa triste! Ma..oh, certo, non credo che ne sarà nemmeno il bisogno visto ch- >>

Restarono ad osservare lo spiazzo vuoto, circondati dalle guardie che scoccarono loro occhiate incuriosite un gran numero di volte - evidentemente non era roba di tutti i giorni trovare Sasuke Uchiha e Sakura Haruno alle porte del Villaggio.

<< Oh beh >> Sakura scrollò le spalle, con un sospiro. << Sarà meglio che vada ora, Sasuke-kun. Ho un fuori-turno alle dieci >>

Sasuke la guardò dritto negli occhi, e annuì. << Va bene >>

<< Non provare ad allenarti >> gli sorrise. << Riposati, per favore >> aggiunse. << E.. non sparire >>

[Non farlo]

Lui le promise che non l'avrebbe fatto.

Ma mentiva.

[E lo sapevano entrambi]



***



Sasuke riuscì a capire ed assimilare il vero significato dell'ultima frase di Naruto soltanto svariati giorni dopo, trascorso il week-end e giunto il mercoledì della settimana successiva.

In tutto quel tempo lui Sakura non l'aveva scorsa neanche da lontano - ma in un certo senso era come se fosse sempre stata con lui. Sapeva per certo che erano giorni impegnativi all'Ospedale - lei stessa ne aveva parlato la settimana prima - e per quello non se la prese minimamente quando non ricevette una sua visita la domenica - era sempre lei a cercarlo, in fondo; e la domenica era uno dei suoi pochi giorni liberi. Apprezzò invece i suoi piccoli gesti, quelle attenzioni che prima lo fecero sbuffare e scuotere il capo, e che poi, al contrario, in quei giorni solitari divennero parte della suo routine quotidiana: quando il sabato mattina mattina trovò una cesta di pomodori sulla soglia di casa sua e un biglietto scritto frettolosamente - "Mangiali tutti, e non osare allenarti", diceva. (i pomodori li mangiò tutti - furono la sua colazione, il suo pranzo e la sua cena per i restanti quattro giorni - ma sgarrò all'ultima sua clausola e si allenò la domenica mattina); quando quel lunedì rientrò nell'ufficio da ANBU che condivideva con Naruto e gli altri, e trovò sopra la sua scrivania un bento - cucinato da lei - avvolto in un fazzoletto, col solito messaggio infilato dentro - "Mi auguro che tu non ti sia cibato solo di pomodori, Sasuke-kun" (le avrebbe detto il contrario, appena l'avrebbe rivista. Forse l'avrebbe anche ringraziata); quando la sera del martedì trovò una pila di rotoli sull'engawa della sua casa, e una scatola di takoyaki salati col solito biglietto infilato in mezzo - "Sono i tuoi preferiti. E cerca di impiegare il tempo in modo diverso dall'allenarti (non credere che non lo sappia)"

Svariate volte, lungo quei giorni, si era ritrovato indeciso sulla possibilità di andare a cercarla, per invitarla a pranzo, ringraziarla, o solo chiederle come stava. Spesso ci aveva provato, ed era uscito di casa quasi correndo, deciso; aveva attraversato il vecchio quartiere Uchiha ed era arrivato a corsa fino al centro cittadino - per poi tornare indietro sui suoi passi, scuotendo la testa e dandosi dello stupido.

Fu così che giunse mercoledì, e fu solo quando ebbe terminato di pranzare che realizzò veramente che giorno fosse quello.

Era mercoledì, mercoledì, il giorno in cui tutto il Team Sette si riuniva per cena, a casa di Sakura, per stare assieme e raccontarsi le novità della settimana. Era il giorno del Team Sette.
Era il giorno in cui suppostamente avrebbe dovuto cenare a casa di Sakura.
E la cosa non lo avrebbe disturbato, anzi, se tutto fosse stato normale - se lui non si fosse lussato una spalla e il suo team non fosse partito senza di lui - avrebbe potuto anche migliorargli l'umore della giornata. Eppure non c'era nulla di normale in quella situazione, non in quel momento. Perché non c'era il resto del team con loro.
E Sasuke stava facendo di tutto per convincersi che non era il fatto di dover restare solo con Sakura a impensierlo così tanto, affatto; in realtà era semplicemente perché non sapeva se avesse dovuto o meno andarci.

[Bugiardo]

D'altronde lei non aveva confermato nulla - non che lo facesse, in ogni caso - e Sasuke non avrebbe avuto torto a supporre che per quella volta i piani fosse cambiati.
Tuttavia una vocina nella sua testa gli ricordò di come Sakura, ogni volta che lui, Naruto e Sai partivano, continuasse a cenare lo stesso con Kakashi; di come lo avesse fatto anche con Sai, le rare volte in cui non era stato con loro, fuori in missione; di come anche con Naruto i piani non fossero cambiati.
Il punto era che con lui non era mai successo - semplicemente perché lui era sempre fuori in missione, e se era a Konoha era assieme agli altri.

[E ora sei solo?]

Quando le lancette dell'orologio avevano scoccato le sei del pomeriggio, Sasuke aveva deciso che avrebbe abbandonato del tutto la questione e si era autoconvinto che, visto che lei non si era più fatta viva dal giorno precedente, era giusto pensare che per quella sera non ci fosse nulla in programma.
Avendo costatato di non avere più nessun pomodoro con cui cenare si era quindi rassegnato all'idea di dover uscire per comprarli - o perlomeno per cercare qualcosa con cui cibarsi fino al giorno dopo.
L'idea di uscire non lo aveva allettato affatto, in effetti, sopratutto perché fuori stava piovendo.

Sakura aveva avuto ragione nel dire che i nuvoloni del venerdì scorso non avrebbero portato altro che pioggia: Konoha si vedeva sommersa dall'acqua da due giorni a quella parte, e la cosa era decisamente strana perché a Konoha non pioveva mai se non d'estate, e loro erano in pieno Marzo.

<< Sono cento ryo >>

Sasuke infilò la mano buona nella tasca dei pantaloni ed estrasse una banconota, buttandola sul bancone e aspettando che il negoziante gli consegnasse il resto. Quando successe afferrò il sacchetto e annuì seccamente al "Grazie, arrivederci" del signore prima di marciare fuori dal negozio.

Alla fine l'alimentaria più vicina al quartiere Uchiha si era rivelata chiusa per ferie, e Sasuke si era dovuto spingere fino al centro cittadino pur di comprare un sacchetto di pomodori. E la cosa non gli aveva certamente fatto piacere; non con quella pioggia incessante, non con tutta quella gente che si affannava per le vie del centro sotto i loro ombrelli.
Sasuke, suo malgrado, fu costretto ad aprire il suo - con estrema difficoltà, visto il suo braccio fasciato - e a riversarsi nella folla cittadina con un umore così uggioso da rassomigliare al tempo corrente.

Non seppe quanto tempo passò, e nemmeno quanti metri camminò prima che una voce femminile lo chiamasse incerta; seppe solo che fu costretto a voltare appena il capo e a scrutare fra la pioggia fitta in cerca della sua origine.

<< Sasuke-kun? >>

Fra tutti i posti in cui avrebbe potuto incontrarla Sasuke Uchiha pensò che quello era decisamente il più improbabile.

<< Sakura >>

Il viso di lei si illuminò immediatamente in un sorriso, pur essendo bagnata da capo a piedi e pur avendo tutti i capelli incollati alla fronte e l'espressione di chi sta morendo dal freddo.

<< Non hai l'ombrello >> fu l'unica cosa che riuscì a dirle, fra le mille che invece avrebbe dovuto e potuto dirle.

Sakura sembrò essere colta di sorpresa tanto che sobbalzò e si osservò attorno, costatando con lui la veridicità della sua affermazione. << Er.. no. L'ho dimenticato. E' che ero di fretta perché stavo cucinando e doveva andare a comprare dei pomo.. >> adocchiò la busta in bilico sul suo braccio fasciato. <<... dori >> e sorrise, saputa.

<< Cos'è quello, Sasuke-kun? >> cinguettò.

Sasuke capì a cosa si stesse riferendo e spostò il peso del proprio corpo prima su un piede e poi sull'altro, a disagio sotto il suo sguardo indagatorio. << La mia cena >>

Sakura sbattè le palpebre degli occhi. << La tua cena? >>

<< La mia cena, Sakura >> ripetè, stavolta con più irritazione. Odiava ripetersi, odiava quei giochetti, e lei lo sapeva bene.

<< Come sarebbe a dire la tua cena, Sasuke-kun? >> la sua voce campiò repentinamente tono, cominciando ad assomigliare a quella che era solita usare quando si rivolgeva a Naruto. << Sai che giorno è oggi, Sasuke-kun? Oggi è mercoledì >> sibilò, secca e incredibilmente seria. << Il mercoledì è il giorno in cui ceniamo tutti assieme >>

[Tutti]

<< Non avrai mica pensato che- >>

Non finì la frase, e Sasuke seppe e capì subito il perché.
Sakura lo conosceva, molto meglio di quanto lui avesse voluto ed immaginato, e spesso e volentieri capiva cose che gli altri erano del tutto incapaci solo di captare minimamente. Tutto d'un tratto l'espressione rigida del suo volto si ammorbidì, e Sasuke lesse qualcosa nel suo sguardo che bastò a farlo pentire di se stesso.
Per solo aver pensato che loro due, anche soli, non fossero un team.

<< Ti aspetto alla solita ora, Sasuke-kun >> quando tornò a parlare la sua voce era dolce e gentile come sempre, forse anche più del solito. << Non fare tardi >>

Sasuke avrebbe voluto fermarla, perché non solo gli aveva rubato la busta con dentro i suoi pomodori, ma anche perché era corsa via sotto quella pioggia senza neanche dargli la possibilità di replicare. O di offrirle il suo ombrello.
Avrebbe voluto davvero farlo, avrebbe voluto davvero fermarla.

Ma non lo fece.
Come sempre lasciò che fosse la sua mente a prendere il sopravvento, e si limitò ad osservare la sua figura evanescente che piano piano spariva, nascosta dalla folla nella strada e dalla pioggia di quel mercoledì pomeriggio.



***



Non erano ancora le otto quando Sasuke si ritrovò indeciso fra il suonare o meno il campanello, e la cosa era così ridicola che proprio non era riuscito a non darsi dello stupido un minimo di dieci volte, mentre allungava e tirava indietro il braccio, esitante.

Appena tornato a casa aveva avuto il tempo di riflettere sulle parole di lei, di cambiarsi saggiamente d'abito - l'altro era quasi del tutto bagnato - e di osservare il suo riflesso nello specchio dell'atrio, prima di uscire nuovamente da Villa Uchiha e riprendere il tragitto appena percorso.

<< Entra pure! >> una voce dall'interno, da sopra la musica. << La porta è aperta! >>

Una delle tante particolarità di Sakura era che poteva sapere o meno della sua presenza in casa, al di là del rilevamento del chakra, soltanto ascoltando la musica assordante al di là della porta. Era qualcosa di relativamente fastidioso in effetti - e Sasuke non immaginava le lamentele da parte dei vicini - ma la rendeva felice, e contenta - camminare per il suo appartamento, cucinando e canticchiando il motivetto di turno.

Sasuke sospirò e si diede per l'ennesima volta dello stupido, aprendo la porta e facendo capolino all'interno dell'ingresso, nella speranza di vedere la compagna ad accoglierlo. Non fu ovviamente così, perché Sakura non era lì ma la sentiva cantare dalla cucina
- e stonava, molto.
Si sfilò i sandali e con passo mogio si apprestò ad entrare, osservandosi attorno - conosceva ogni particolare di quella casa, e si chiese perché la stesse guardando come se fosse la prima volta che vi mettesse piede dentro.

[Come se fosse tutto diverso]

<< Oh, Sasuke-kun! >> urlò Sakura, da sopra la musica assordante. Lui agrottò la fronte e assottigliò gli occhi, così visibilmente infastidito che la vide affannarsi alla ricerca del telecomando per spegnere lo stereo. Quando riuscì a trovarlo gli rivolse prima un sorrisino di scuse, dunque avvicinarsi e, con la massima naturalezza - come se non considerasse in alcun modo il fatto che fossero soli (soli soli soli) - lo spinse verso il tavolo.

<< Come va la spalla? >> lo interrogò, sorridente, cominciando ad apparecchiare.

<< Bene >> rispose di getto lui, osservandola nelle sue movenze. Gli veniva d'istinto, in fondo.

<< Non l'hai sforzata, vero? >> il suo occhio vigile vagò fra il suo viso e il suo braccio fasciato << So perfettamente che ti sei allenato >>

Sasuke provo ad incrociare le braccia al petto, con scarsi risultati, e roteò gli occhi al cielo. << Non sono idiota, Sakura >> la rimbeccò. << Voglio davvero che questa spalla guarisca >>

<< Se non ti riposi è ovvio che non guarirà presto >> ribattè cocciutamente lei. E Sasuke sospirò - almeno sotto quel punto di vista era tutto normale. E lei non sembrava molto influenzata dal fatto che fossero soli.

[Lo eri tu?]

<< Quanto sei noiosa >>

Sakura si voltò vero di lui, e Sasuke notò solo in quel momento che indossava un grembiule tutto pizzi e merletti. << Senti chi parla >> borbottò, prima di tornare gioiosa come sempre. << Comunque ti piacerà quello che ho fatto >> gli disse, e Sasuke sentì il suo profumo, mentre si chinava verso di lui per sistemare le posate al loro posto.

La vide tornare di fretta dietro al bancone, ed armeggiare un altro paio di minuti fra piatti e bacchette, prima che emergesse di nuovo dalla cucina con in mano una pentola fumante e un sorriso così dolce che Sasuke per un attimo pensò che fosse tornato al periodo dove le allucinazioni lo perseguitavano.
Perché per un attimo al volto di Sakura si era sovrapposto quello di una donna più matura, eppure ancora così bella da farlo star male e annaspare sulla sedia, cercando di riprendere il controllo di se stesso e delle sue azioni.

Ed era stato tutto così veloce che neanche aveva avuto il tempo di realizzare la cosa.

<< Tutto bene, Sasuke-kun? >> la sua voce era più insicura questa volta, e qualcosa gli disse che Sakura aveva notato il suo repentino cambiamento.

Sasuke non riuscì a non passarsi una mano fra i capelli, e tentò di annuire.

[Menti. Menti. Menti]

<< Cos'hai preparato? >> le chiese, e cercò di sembrare normale, e sperò che lei gli credesse.

Sakura si decise a posare la pentola sul centrino i legno in mezzo alla tavola, e quando la scoperchiò Sasuke non solo fiutò l'odore del suo cibo preferito, ma una nuvola di vapore che si levò in alto davanti al suo naso.

<< Zuppa di pomodoro >> rispose, e Sasuke notò il suo tono meno brillante - ma si disse che presto sarebbe tornato tutto come prima. Bastava che lui facesse in modo che succedesse.

[Bastava che mentisse]

<< Coi miei pomodori? >>

Il viso di Sakura tornò ad illuminarsi, questa volta con l'ombra di un sorriso divertito. << Sì >> cinguettò. << Mi pareva giusto >>

Sasuke non le rispose, ma tornò ad annuire e ad osservare i suoi gesti, e per un attimo si chiese se tutto quello che stava succedendo fosse vero. Perché per certi aspetti gli sembrava di fluttuare in qualcosa simile ad un sogno, e non era stato solo l'improvviso flashback di qualche attimo prima, ma anche la presenza di Sakura che gli stava riempiendo accuratamente il piatto, con un sorriso sulle labbra. Era lei che lo spingeva a ragionare in quel modo.
E lei non sembrava minimamente nervosa come lo era lui in realtà; non parlava, ma sorrideva, e si comportava esattamente come avrebbe fatto una moglie col proprio marito, al ritorno da una missione.
Quel pensiero lo colpì forse più duramente della visione di prima, e potè giurare che Sakura stesse pensando lo stesso quando incontrò il suo sguardo, e lei tutto d'un tratto smise di servirgli la cena, bloccando il cucchiaio a metà strada e perdendosi nei suoi occhi.

Per la prima volta dopo secoli, annate; per la prima volta dopo un tempo inestimabile, quasi eterno, Sasuke la vide arrossire.

Non ricordava l'ultima volta che era successo in sua presenza, forse anni prima - era tutto molto confuso. Forse perché col passare degli anni si era abituato a quella Sakura più decisa e meno sciocca, con una vaga riminescenza della dodicenne che conservava nei suoi (preziosi preziosi preziosi) ricordi di bambino.

Ed ora era tornata ad arrossire.

[Per lui]

E Sasuke non sapeva che pensarne - non aveva la minima idea di come interpretare la cosa. Non aveva la minima idea di cosa aspettarsi da lei - di nuovo - e come prepararsi.

[Per difendersi]

<< O-Oh >> lei cercò di mascherare l'imbarazzo con l'ennesimo dei suoi sorrisi, e con la prima cosa che le passò per la testa.
<< Assaggia.. forse ho esagerato col sale >>

Sasuke, che nel frattempo aveva afferrato il suo cucchiaio, lo strinse così forte che le nocche impallidirono, prima che tornassero ad arrossarsi di nuovo, quando lei si fu allontanata abbastanza per slacciarsi il grembiule e prendere posto.

<< Buon apetito, Sasuke-kun >>

<< Hn >>

Mangiarono in silenzio.
E dopo soli dieci minuti Sasuke pensò che stava rischiando di impazzire, perché c'era troppo silenzio. Troppo silenzio, e lei non parlava. Teneva lo sguardo basso, così basso che Sasuke sentì nuovamente strisciare in sé quell'orrida sensazione oramai così familiare da spingerlo a scuotere mestamente la testa e storcere le labbra per il disgusto - (senso di colpa senso di colpa senso di colpa)

[Sakura]


<< Sasuke-kun >> non si sorprese di sentire la sua voce, piuttosto della sensazione di sollievo che lo pervase subito dopo. << Se.. non volevi venire, se non volevi davvero venire senza gli altri.. io- >>

<< Sakura >> le parole, stavolta, gli scivolarono dalle labbra d'istinto. << Pensi davvero che sarei venuto contro la mia volontà? >>

Lei alzò finalmente lo sguardo, e Sasuke osservò i suoi occhi verdi - preoccupati, dispiaciuti, ancora preoccupati.

<< Forse ho sbagliato io a farti venire, Sasuke>> gli disse, e Sasuke, tutto d'un tratto, capì per quale motivo fosse sempre Sakura quella a capirlo meglio di tutti. Volente o nolente.

<< Piantala di dire idiozie, Sakura >>

[E' lui, che sbaglia]

Sakura tornò ad abbassare il volto, ancora più costernata e immusonita di prima, e Sasuke quasi sorrise - per quanto preferisse la Sakura che gli sedeva davanti, la vecchia Sakura dodicenne, che in sua presenza arrossiva e pareva più insicura di quanto lo fosse in realtà, ogni tanto tornava a bussare alla sua mente col cartello "Ti manca" appeso al collo.

<< E allora perché non parli? >>

Sasuke quasì rischiò di strozzarsi col (delizioso) cibo: fra tutte le cose che lei avrebbe potuto tirare fuori (traumi infantili, insicurezze, ricordi del passato), Sasuke si sorprese di sentirla dire una cosa simile. Decisamente.

Lei sembrò notare il suo sguardo eloquente, perché si affretto ad aggiungere: << E' che.. non riesco a mangiare in silenzio >> borbottò, lo sguardo basso, e Sasuke solo in quel momento notò come non avesse toccato cibo.  << E beh, quando ceniamo tutti assieme non c'è mai silenzio >> tornò a guardarlo, e sorrise, timidamente.

<< E quando sei sola? >>

[Quando ti lasciamo sola?]

Il suo sorriso si inclinò. << Beh.. cerco di cenare fuori. Coi miei genitori. O invito Ino >> ammise, e sembrò imbarazzarsi della cosa. << O accendo la televisione >>

Alla sensazione di prima (senso di colpa senso di colpa senso di colpa) si aggiunse la consapevolezza del numero di volte in cui sia lui che tutto il loro team l'avevano lasciata indietro, a Konoha, preferendo sparire in missioni lunghe settimane e settimane - certi che quando sarebbero tornati l'avrebbero trovata sorridente, pronta ad accoglierli a braccia aperte.

Sasuke setacciò ciò che rimaneva della sua zuppa. << Io.. non sono abituato a parlare mentre ceno, Sakura >> le disse, e avrebbe voluto che lei capisse che erano gli altri che parlavano, e che sentirla così silenziosa lo crucciava più del dovuto.

<< Neanche con.. la tua famiglia, Sasuke-kun? >> le sue parole furono poco più che un sussurro, e Sasuke si ritrovò a stringere il cucchiaio per la seconda volta.

<< No >> le rispose, ed era sincero. << Non molto, almeno >>

Sakura annuì, e Sasuke seppe dal suo sguardo che aveva appena fatto tesoro di ciò che le aveva appena rivelato: Sakura era così, in fondo. << Capisco >> disse, e riprese a mangiucchiare la sua zuppa.



***



Il tè quella sera lo presero subito dopo cena, silenziosamente. Così silenziosamente che Sasuke si chiese se mai avessero parlato prima - e se davvero avessero così poche (troppe troppe troppe) cose da dirsi.

Non era Sakura che non provava a parlare, no. Lei più volte aveva provato a dirgli qualcosa, anche la più stupida che le passasse per la mente, ma dopo tutte le volte che lui l'aveva respinta con le sue solite risposte monosillabiche non l'aveva biasimata quando aveva semplicemente smesso di provarci.

[Era giusto così]

E così, in un batter d'occhio, erano trascorse solo due ore da quando Sasuke aveva messo piede in quell'appartamento, e tutto d'un tratto si chiese se - dopo questo - ce ne avrebbe messo di nuovo.

Si era alzato, in silenzio, e con un solo sguardo le aveva fatto capire che per lui era giunto il momento di andarsene. Visto da un certo punto di vista sarebbe potuto sembrare un addio, ma gli bastò osservare il suo blando sorriso per capire che il mattino dopo sarebbe stato tutto dimenticato, e sarebbero tornati come prima - come se non fosse successo niente.

Lei lo accompagnò all'ingresso, lo osservò mentre si infilava i sandali, e aprì la porta per lui - lentamente, quasi volesse perdere del tempo. E lui marciò fuori, la mano in tasca, il braccio fasciato - lo sguardo riflessivo, cupo.

Lei provò a sorridergli - e Sasuke le riconobbé anche quello, e pensò che forse in tutta la sua vita mai avrebbe potuto incrontrare una persona che riusciva a nascondere così male le sue preoccupazioni. Sakura era un libro aperto, per lui, e si chiese se anche lui lo fosse per lei.

Lui la salutò con un cenno del capo - le concesse solo quello - e le voltò le spalle, diretto verso l'uscita. Come al solito sentì lei che aspettava che lui raggiungesse le scale per chiudere la porta, e quando lo fece lui osservò impassibile il buio che gli era attorno.

Era sempre stato bravo a dissimulare, d'altronde.

Avrebbe voluto ringraziarla; per le sue attenzioni nei giorni precedenti, per la cena di quella sera, per il solo fatto di non averlo lasciato solo. Per il solo fatto di averci provato.
Ma non poteva (maledizione), non poteva dire niente lui - perché appena alzava gli occhi rivedeva in lei i tratti dolci di una madre scomparsa, e gli sembrava di rivivere nel passato - di nuovo.

E per quanto si odiasse quando lo faceva, non riusciva a smettere. Perché era un codardo, perché aveva paura, perché dentro di sé - tornando a vagare fra gli immensi corridoi di Villa Uchiha - rivedeva gli spettri di una vita che mai era riuscito a lasciarsi alle spalle.
E che mai avrebbe potuto.

Perché lei era il presente, e il futuro.

E anche tutto ciò da cui lui cercava di fuggire.





***
Continua.. ?





QuiC'èGè:
Che dire? Sono assolutamente deliziata dal responso per lo scorso capitolo. Addirittura undici recensioni, siete gentilissimi (:
Qui inquadriamo sempre di più l'insanità ossessiva di Sasuke, e mi pare ovvio e scontato dire che si senta in colpa e senta di non meritare in alcun modo la felicità. Sakura è molto comprensiva, e tiene duro. Ma davvero riuscirà a non fare niente? Riuscirà davvero ad aspettare che Sasuke si perdoni e vada avanti?
Vi ringrazio di nuovo, e mi scuso per il giorno di ritardo. Ieri ero al mare e sono stata impossibilitata ad aggiornare xD
Vi lascio con uno spezzone del quarto capitolo:
"<< C'è qualcosa che non va, Naruto? >>
Le chiese lui, perché era la prima volta in otto mesi che Naruto se ne andava coi propri piedi, se non per correre da Hinata.
Sasuke posò la tazza sul tavolino e chiuse gli occhi, massaggiandosi una tempia.
C'era decisamente qualcosa che non andava.
Li raggiunse appena in tempo, prima che vedesse Naruto scuotere la testa e sorridere alla loro amica con una dolcezza straziante, che fece intuire qualcosa a Sasuke - qualcosa di particolare, di diverso.
Lo stesso sorriso che le aveva rivolto prima di dare inizio alla loro battaglia, tre anni prima.
Ciò che successe dopo fece sgranare gli occhi sia a lui che a Sakura, perché era un gesto talmente significativo che poteva significare solo una cosa.
[Cambiamenti]"
Ancora mille grazie, al prossimo giovedì!

Recensioni no jutsu!

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Capitolo 4
*** 4. Guess Who Coming To Dinner: Their Friends. ***


Cap.4 - Ad Ale, da voi conosciuta come lastscream. Perché per il suo compleanno merita questo ed altro.
Sei un pezzo di me. ♥




Again & Again

4. Guess Who Coming To Dinner: Their Friends.





Loro erano tornati il giorno successivo.
Era stato un falco ad avvisarlo, che di primo mattino aveva docilmente picchiettato col becco alla finestra della sua stanza, destandolo dal suo sonno già leggero e porgendogli la zampina - aveva trovato un breve messaggio di Kakashi, scritto così di fretta che per un attimo aveva pensato fosse successo qualcosa di grave; soltanto per poi leggere che stavano tutti abbastanza bene e che non c'era nulla di cui preoccuparsi. Non era esplicita la richiesta, ma lui capì che volevano vederlo - forse per accertarsi che fosse ancora vivo e non si fosse sepolto in casa.
Decise che accontentare il loro desidero non avrebbe ucciso nessuno, e dopo essersi vestito, uscì di casa con un passo insolitamente affrettato.
Li avrebbe trovati tutti all'Ospedale.


[Anche lei]

Fu così infatti.


Osservando il suo riflesso nelle pozzanghere, Sasuke Uchiha lasciò che un raggio di sole gli riscaldasse dolcemente il viso, crogiolandosi un attimo nel suo tepore mattutino, prima di decidersi a varcare l'ingresso dell'Ospedale di Konoha - il braccio ancora fasciato, la mano buona ficcata in tasca.

Naruto lo trovò al secondo piano, nella stanza che li aveva sempre ospitati quando - per un motivo o per un altro - finivano immobilizzati a letto con qualche gamba rotta o osso spaccato. 
Non era solo, però, perché la piccola e gracile figurina di Hinata Hyuuga - che era tornata dalla sua missione due giorni prima - gli sedeva a fianco, le mani impegnate nell'accurata scelta delle mele più mature per essere pelate e mangiate - e Sasuke si chiese se fosse un abitudine di tutte le ragazze pelare della frutta ogni volta che i ragazzi di cui erano innamorati finivano in ospedale.

[Come lei]

<< Oh, ehi Teme! >> si sgolò Naruto, non appena lo vide entrare, chiudendosi la porta dietro di sé. << Come butta? >>

A lui buttava abbastanza bene - e solo in quel momento si rese conto del perché Kakashi lo avesse convocato proprio in quella stanza: Naruto era sdraiato sul suo letto, ma non c'erano pesanti bende a fasciargli ferite o escoriazioni in tutto il corpo; era la sua gamba ad essere completamente ingessata, infagottata in un abnorme gesso bianco sollevato per aria. Dopo lo shock iniziale scorse lo sguardo dall'altra parte della stanza e vide Sai sdraitato sul suo di letto - e lui sembrava già più sano e meno ferito. Kakashi sedeva su una sedia - il solito libro in mano - ma indossava ancora le vesti da ospedale e aveva un braccio completamente coperto da cerotti.


<< Sasuke-san >> lo accolse Hinata, con un inchino del capo, a cui lui rispose frettolosamente, prima di dare fiato ai suoi pensieri con voce secca e vistosamente ansiosa. << Cosa diavolo è successo qui? >> disse, e spostò lo sguardo sul suo sensei. << Mi avevi detto che stavate tutti bene, Kakashi >>

<< Aaah! >> Naruto si battè una pacca sulla sua gamba ingessata. << Non ti preoccupare Teme, mi sono solo slogato la caviglia >>

<< E perché diavolo ti sei fatto ingessare la gamba, allora? >>

Naruto sorrise a trentadue denti, e Sasuke tutto d'un tratto seppe che stava per sparare una delle sue solite idiozie. << Oh, perché così tu e gli altri potete scriverci sopra delle cose carine, no? >>

Sasuke non si diede neanche pena di rispondergli - la Hyuuga lo avrebbe fatto al posto suo, in ogni caso - semplicemente perché solo in quel momento notò l'assenza del loro quarto compagno di squadra.
Neji non c'era, e il letto più vicino alla porta era completamente vuoto - neanche toccato a dir la verità, cosa che gli fece presumere che per quella stanza non ci fosse nemmeno passato.
Che fosse rimasto illeso? Ne dubitava fortemente - in fondo si trattava pur sempre di una missione di livello A.

<< Dov'è Hyuuga? >> proferì, con uno strano e terrificante presentimento che gli ronzava in testa.

Sasuke non era mai stato bravo a decifrare le emozioni della gente, in particolare di persone che conosceva appena - Hinata Hyuuga ne era un esempio, eppure bastò pronunciare il cognome del suo cugino che il suo sguardo candido fu attraversato da un tale lampo di dolore e preoccupazione che Sasuke non impiegò più di due secondi per costatare che qualcosa era successo - e di grave.
Le reazioni di Naruto, Sai e Kakashi servirono solo come banale conferma ai suoi pensieri: perché Sai smise di osservare fuori dalla finestra, Kakashi chiuse il suo libro e il volto di Naruto - prima allegro al solo vederlo - si adombrò così tanto che Sasuke trattenne il respiro.

Era successo qualcosa a Neji.

Fu Naruto a parlare, e Sasuke notò come la sua mano si allungò in cerca di quella della sua ragazza, che strinse in una presa di conforto.


<< Lo stanno operando >> disse, la voce rauca dallo sforzo e dalla preoccupazione. Notando il suo sguardo - e Sasuke non volle immaginare che tipo di sguardo avesse in quel momento -  si affrettò ad aggiungere: << Era con noi fino all'ultimo, Teme. Sembrava quello messo meglio, ma quando siamo entrati in ospedale ha avuto un collasso >> lo vide stringere i pugni. << Non ci hanno detto niente. Lo hanno solo portato via. Ma starà bene.. >> e in quel momento smise di rivolgersi a lui e posò il suo sguardo sulla ragazza che gli sedeva a fianco, e che aveva smesso di sbucciare le mele per chinare il capo e nascondere le lacrime. <<.. starà bene Hinata-chan, non ti preoccupare. E' uno forte, lui >>

Sasuke annuì - assieme ad Hinata - e non riuscì a contraddire nemmeno una sola delle parole dell'amico: Hyuuga era uno forte, Naruto aveva ragione. Qualunque cosa gli fosse capitata l'avrebbe sicuramente superata. Ce l'avrebbe fatta, era sicuro.

Naruto tornò a guardarlo. << C'è Sakura-chan con lui >> gli disse, la mano nel frattempo era corsa ad accarezzare i capelli della ragazza. << E' lei quella che dirige l'operazione >> aggiunse. << Non ci ha curato per questo. E' stata lei ad accorgersi che c'era qualcosa che non andava con Neji >>

[Sakura]


<< Hai sentito, Hinata-chan? >> la sua voce tornò incredibilmente dolce, mentre con fatica cercava di avvicinare il busto alla ragazza, ancora col capo chino. << C'è Sakura-chan con Neji. Lei lo curerà. Quindi sta tranquilla, ok? >>

[Lei lo avrebbe curato. Come sempre. Ce l'avrebbe fatta]

Kakashi, tutto d'un tratto, ritenne giusto ed opportuno intervenire nella conversazione, decidendo saggiamente di ritirare del tutto il suo libro e di alzarsi in piedi, stiracchiandosi un braccio con apparente calma.
Apparente - perché il suo sguardo era così vigile e attento che Sasuke si chiese se davvero si fosse riposato, nel paio di ore che erano trascorse dal loro ritorno.

<< Ho avvisato Gai e gli altri ragazzi >> disse, affondando le mani nelle tasche del pigiama. << Stanno arrivando. E credo che qualcuno debba loro spiegare la situazione >>

Sasuke sospirò, e spostò il peso del corpo prima su un piede e poi sull'altro - com'era solito fare quando stava prendendo una decisione.

<< Ci penso io, Kakashi >> intervenne, e lo osservò dritto nel suo unico occhio. << Sono io il suo Capitano. Spetta a me >>

Kakashi scosse la testa, fermo. << Non dire sciocchezze, Sasuke >> replicò. << Ero io il Capitano in questa missione. Sono io quello che si sarebbe dovuto accorgere prima del suo stato. Se solo fossi stato più attento saremmo tornati prima a Konoha e tutto questo si sarebbe potuto evitare >>

<< Kakashi-sensei, non dire stronzate! >> ringhiò Naruto, così all'improvviso che tutto sobbalzarono - Sasuke compreso. << La colpa non è di nessuno, hai capito?! Neji starà bene, è questo quello che conta! C'è Sakura-chan con lui, e Sakura-chan è il miglior medico di questo mondo! >>

Sasuke pensò che niente avrebbe potuto convincere il loro vecchio sensei della sua innocenza se non quelle parole, e sarebbero bastate, davvero; eppure Hinata Hyuuga decise comunque di dare il suo contributo, asciugandosi le lacrime dal viso e prendendo un respiro profondo.

<< Naruto-kun ha ragione, Kakashi-sensei >> gli disse, la voce così bassa da sembrare un sussurro. << Non si deve colpevolizzare. Non è stata colpa sua >> aggiunse, e questa volta alzò il capo  - e Sasuke capì dai suoi occhi, dal suo sguardo improvvisamente illuminatosi di determinazione, il perché il dobe provasse qualcosa per lei.

Kakashi le sorrise - col suo sorriso, quel sorriso appena accennato, appena visibile sotto la sua maschera - e si avvicinò a scompigliarle la frangia dei capelli - e quel gesto non colpì solo Sasuke, ma anche Naruto stesso, che li osservò come in trance, la bocca spalancata e gli occhi sgranati.

Kakashi faceva così solo con Sakura.

<< Sei veramente una brava ragazza, Hinata >>

Lei arrossì, soffusamente e non d'imbarazzo. Ma di gioia, e di orgoglio - perché finalmente anche Kakashi-sensei aveva dato la sua approvazione, e non c'era niente che poteva renderla più felice di quello. Sapere che era un passo più vicino a coloro che il ragazzo di cui era perdutamente innamorata amava con tutto se stesso.

<< Ma sta comunque a me, farlo >>

Nessuno osò più protestare, perché Kakashi era sempre Kakashi - e quando si metteva in testa qualcosa era difficile smuoverlo. Proprio come i suoi allievi.
Acconsentì, in ogni caso, che Hinata lo accompagnasse, e quando le porte della stanza centocinque del secondo piano dell'Ospedale si spalancarono di colpo - rivelando le figure di un maestro e di due suoi pupilli - Sasuke sospirò e osservò Naruto con estremo interesse. Kakashi fu comunque abbastanza accorto e, ignorando le loro proteste, scortò i membri del Team Gai fuori dalla stanza - e Sasuke lesse terrore nei loro occhi, oltre che preoccupazione.

<< Voglio mangiare qualcosa >>

Sai era sincero, e pur non avendo aperto bocca per tutto il tempo puntò il suo sguardo su Sasuke, con insistenza - e lui ne capì subito il motivo. Riuscì ad affondare la mano buona nella tasca dei pantaloni che il suo compagno di Team era già fuori dal letto, e completamente scalzo apriva la porta - non badando alle proteste di Naruto, che urlava e starnazzava dal suo posto.

Sasuke non gli disse niente, ma quando entrambi furono fuori dalla stanza non riuscirono a non voltare appena il capo, puntando lo sguardo dritto verso la loro destra.
In fondo al corridoio, vicino ad una finestra, Kakashi stava parlando e Sasuke colse solo la mano di Hinata che scattava veloce sulla spalla della ragazza nel vecchio team di Neji, prima di vedere quest'ultima scoppiare in lacrime - senza vergogna, o timore. La vide solo aggrapparsi al muro e coprirsi il viso con entrambe le mani, lasciando che i singhiozzi le sconquassasero le spalle.

Prima di capire che aveva visto abbastanza.

[Troppo]

Fu solo quando furono davanti al distributore di merendine al primo piano che Sai tornò ad aprire bocca , ritirando la sua colazione dall'apposito vano e attendendo che la macchina gli consegnasse il suo resto.

Quando parlò non lo guardava. << Credo che quella ragazza sia innamorata di Neji-san >>

Sasuke non lo contraddì, piuttosto si sentì in dovere di annuire seccamente - pur dubitando del fatto che Sai conoscesse davvero il significato della parola amore. Ma non gli disse niente, rimase con lo sguardo fisso sul muro che aveva davanti.

Sperava solo che Sakura ci riuscisse.

E che gli risparmiasse il supplizio di dover aver di nuovo a che fare con la morte.




***



Intorno alle undici della mattina Hinata era entrata nella loro stanza correndo - e Sasuke non aveva mancato di notare il vassoio di tramezzini che reggeva fra le braccia - col viso rosso e il fiato mozzo, urlando qualcosa che aveva a che fare con "Ino-san" e "Manca poco" e "Dobbiamo andare".
Avevano capito poco e nulla, ma quello che erano riusciti a capire era bastato affinché Naruto fosse saltato fuori dal suo letto e avesse comincianciato a saltellare attorno, in cerca delle sue stampelle e non mancando di urlargli che doveva assolutamente sbrigarsi. Alla fine Kakashi e Sai li avevano preceduti, ma Hinata era rimasta per aiutarlo a portare giù Naruto, al piano terra, nel reparto di medicina generale dov'era stata allestita la sala operatoria - e ancora non ricordava come fossero riusciti a farlo camminare senza stampelle, con una gamba completamente ingessata. 

Probabilmente ciò che vide nel momento in cui tutti e tre misero piede nella sala d'aspetto non sarebbe mai riuscito a toglierselo dalla mente per molto molto tempo - forse per tutta la vita.
Aveva assistito a molte operazioni, si era seduto su una di quelle sedie altre volte - pochissime, riusciva a contarle sulle dita della mano - e aveva sempre considerato l'attesa come la più devastante fra le torture che potessero essere inflitte all'uomo - ancora più crudeli del verdetto stesso. Si era seduto su quella sedia tre anni prima, una volta conclusa la guerra che l'aveva visto vittima e carnefice allo stesso tempo, nella speranza di vedere il suo miglior amico uscirne vivo e vegeto - il miglior amico che aveva distrutto il proprio corpo col chakra del Kyuubi solo per poterlo salvare.
Si era seduto su quella sedia due volte l'anno precedente - e, con suo sommo rammarico, in entrambe gli era parso di stare quasi per uscirne pazzo dalla troppa ansia. La prima quando Kakashi era tornato vivo per miracolo da una missione di rango S, e la seconda quando era toccato a Lei stare male - ed era stata solo una banale appendicite, ma era bastata a farli tornare tutti sui loro passi in poche ore, da Suna a Konoha, per starle vicino anche in un momento simile.

Ma ora era un'altra storia.
Perché un conto era far parte di quella tortura infinita, e viverne ogni singolo istante, un altro era esserne solo un mero spettatore. E non era il fatto che non considerasse Neji una figura significativa nella sua vita - Neji era un amico, un compagno valoroso e affidabile, e un suo sottoposto di cui si fidava ciecamente. Ma non mentiva dicendo che non avrebbe rischiato la sua vita per lui, perché erano altre le persone per cui l'avrebbe fatto.

[Per cui avrebbe dato la vita]

E osservando Rock Lee che sedeva per terra, le gambe contro al petto e lo sguardo basso; e osservando Gai con lo sguardo perso fuori dalla finestra; e osservando lei, la ragazza dai capelli bruni, Tenten (<< Credo che quella ragazza sia innamorata di Neji-san >>) che sedeva compostamente sulla sua sedia, le mani sul grembo e gli occhi bassi, Sasuke avrebbe voluto trovare qualcosa da dire loro - anche solo a nome del Capitano ANBU che era.

Ma come sempre tenne la bocca chiusa e, dopo aver fatto accomodare Naruto accanto ad Hinata, poggiò la schiena contro al muro e chiuse gli occhi.

E attese.

E non seppe quanto tempo passò, quante volte sentì Gai percorrere avanti ed indietro la sala d'attesa, quante volte sentì Naruto sussurrare parole confuse all'orecchio di Hinata, quante volte incontrò lo sguardo di Kakashi - nella sua stessa posizione, al muro opposto.
Quanto durò l'angoscia, perché senza neanche volerlo se ne ritrovò completamente invischiato, ed intrappolato. Intrappolato in quegli attimi eterni, in attesa che qualcuno venisse a dare loro una notizia - o solamente un'occhiata, perché vedesse in che stato erano ridotti tutti. Quando successe erano passate le dodici da un pezzo, e nessuno aveva aperto bocca per tutto quel tempo - perso, disperso, disperato dai rispettivi pensieri.

Fu proprio lei, Sakura, che varcò la soglia della stanza, una volta che le porte della sala operatoria si furono aperte e loro, al loro suono, si furono tutti alzati in piedi - chi precipitandosi in avanti, chi restando indietro, in disparte. Con più discrezione.
Sakura sciolse i lunghi capelli dalla costrizione dell'elastico che fino a quel momento li aveva tenuti raccolti, e Sasuke notò come indossasse l'uniforme da medico, sotto il camice bianco.

Quando sorrise.
Fu solo quando sorrise che si rese conto che era andato tutto bene.

<< Sta bene >> disse, e il suo sorriso si allargò, alla vista di Hinata che si accasciava sulla sua sedia, coprendosi il volto con le mani e lasciandosi andare in un pianto di gioia. Sasuke, in quegli attimi, notò come Tenten poggiò il capo contro la parete, urlando uno "Yokatta!", e come si avvicinò ad Hinata, in preda all'euforia - abbracciandola.

<< Io... LO SAPEVO! >> strillò Naruto, e cercò di mettersi in piedi con scarsi risultati. << Io lo sapevo che quell'idiota non avrebbe tirato le cuoia facilmente! Lo sapevo io, Kakashi-sensei! >>

Anche Sai parve sollevato, tanto che si lasciò andare ad un lungo sospiro - o forse era semplicemente contento dell'idea che non avrebbe più dovuto sprecare il suo tempo in una sala d'attesa. Lee e Gai furono, ovviamente, i più teatrali fra tutti: Sasuke, dopo che li aveva visti abbracciarsi per la terza volta, decise di tornare a rivolgere la propria attenzione verso la sua compagna di squadra.  

<< Era messo male, però >> aggiunse lei, agrottando la fronte.

Sasuke stava per chiederle maggiori informazioni, ignorando del tutto la vocina che gli diceva di non parlarle, se non che un concitato rumore di passi e il rumore della porta della sala di attesa che si spalancava per l'ennesima volta interruppero le sue parole alla radice. Voltandosi costatò che erano due le persone ad essere appena entrate, ed entrambe appartenevano al clan Hyuuga, a giudicare dalle fattezze.

<< Otou-sama! Ko! >> Hinata si fece avanti, teneva Tenten per mano e aveva ancora il volto rigato dalle lacrime.

<< Hinata.. ho cercato di venire prima che potevo! >> la voce rauca e graffiante del capoclan degli Hyuuga gli giunse dalle spalle e lo spinse a chinare rispettosamente il capo, e come lui fecero i restanti membri della stanza.


<< Non preoccuparti, Otou-sama. Neji-niisan sta bene.. vero Sakura-san? >> e Sakura annuì, tornando a drizzare il busto dall'inchino. E, finalmente, dopo gli attimi di confusione, la sua voce tornò ad essere padrona dell'intera scena. << Sta bene, ora. Ma ha rischiato grosso: è arrivato in ospedale con un estesa emorragia interna. Aveva la milza quasi distrutta e un polmone perforato, e la ricostruzione è stata abbastanza impegnativa >> pendevano tutti dalle sue labbra. << Voglio scusarmi per il ritardo, avremmo certamente fatto più in fretta se non si fossero presentati tanti problemi, Hiashi-sama >>

<< Scusarvi? >> Hiashi sembrò sorridere. << Haruno-san, siete un medico eccezionale. Non so veramente come ringraziarvi >>

<< Sakura! >> Tenten si fece strada fra la piccola folla e le prese le mani fra le sue. << I-Io.. veramente.. grazie..! >>

Lei scosse la testa, e le sorrise. << Non ero l'unica in sala operatoria, Tenten-san >> le disse. << C'erano anche Ino, e tutti gli assistenti. Ringrazia anche loro >> gli occhi di Tenten risplendettero di lacrime. << Se lo meritano >> le sorrise.

<< S-SAKURA-SAAN! >>

Sasuke sobbalzò e in un battito di ciglia le mani di Tenten - che stringevano quelle di Sakura - vennero sostituite da quelle di Rock Lee, in ginocchio ai piedi della ragazza, gli occhi colmi di lacrime. << S-Sakura-san! Sei veramente eccezionale! Hai.. Hai salvato la vita del mio grande amico Neji! >> singhiozzò. << Io..! Io non so come ripagarti! >>

Sakura abbozzò un sorriso e con uno strattone, dopo che era stato più che evidente che il ragazzo non avrebbe mollato la presa, se ne liberò immediatamente. << Err.. non vi è alcun bisogno, Lee-san >> mormorò. << E' mio dovere come medico, in fondo >>

Sembrò essere una risposta abbastanza esauriente, perché Lee non aprì più bocca e si limitò ad annuire, asciungandosi i lacrimoni che gli rigavano le guance. << Ora, qualcuno di voi deve provvedere a firmare alcuni documenti e a- >>

<< Haruno-sensei! >> chiocciò una voce, e una testolina spettinata spuntò dalle porte della sala operatoria. << Yamanaka-sensei chiede di voi! >>

Naruto scoppiò a ridere - e Sasuke, osservando Sakura che annuiva e faceva gesto all'assistente di tornare dentro, ne capì anche il motivo.

<< Ne ne.. Sakura-chan, da quando in qua i novellini ti chiamano sensei? >>


Sakura gli sorrise, brillante e vittoriosa. << Da quando sono abbastanza importante da essermi riuscita a fare un nome >> cinguettò, e tornò a rivolgere l'attezione agli Hyuuga. << Hiashi-sama, dovreste farmi la cortesia di firmare la liberatoria a nome di Neji-san per l'operazione, in quanto suo ex-tutore >>

<< Sakura-san, quando potremo vedere Neji-niisan? >> chiese Hinata, timidamente.

Sakura tornò a sorridere, consegnando un plico di fogli al capoclan degli Hyuuga. << Direi che fra check-in, controlli vari e l'attesa affinché l'anestesia perda il suo effetto.. per le tre del pomeriggio, Hinata-chan >> rispose. << Ma solo familiari e amici intimi. Due per volta, è pur sempre convalescente >>

Naruto sbuffò. << Ma Sakura-chan! >> lei non lo guardò nemmeno, appuntando qualche dettaglio nella cartellina che aveva fra le mani. << Tu, Naruto, dovresti tornartene al tuo di letto >>

Scoppiarono tutti a ridere, e anche Sasuke si concesse l'abozzo di un sorriso - sollevato di sapere che il suo compagno di squadra era ancora vivo e sarebbe stato bene.

[Era andato tutto bene]




***



Tre giorni dopo Neji Hyuuga era ancora relegato a letto e se non fosse stato per le sempre più numerose visite che riceveva - sia da parte dei medici che dei suoi amici - era convinto che sarebbe morto di noia, invece che di setticemia. Sasuke Uchiha e Naruto Uzumaki erano fra le persone che in un modo o nell'altro finivano sempre per occupare la sua stanza - dove un tempo anche Naruto era stato ricoverato, con quel gesso alla gamba, almeno fino a quando la loro compagna non l'aveva obbligato a toglierselo a suon di pugni, visto che la gamba non gli si era affatto rotta.
Sasuke, in ogni caso, non aveva nulla di meglio da fare la mattina; non poteva nemmeno allenarsi con quella spalla lussata, perciò gli era parso abbastanza scontato andare a trovare il suo compagno quasi tutti i giorni - con il suo miglior amico, che non era certo messo meglio di lui.

<< Adesso prendi un bel respiro, Neji-san >> la voce da carie del loro medico personale lo fece sbuffare sonoramente. << Respira, ed ispira, respira ed ispira.. ecco, così >>

Sakura Haruno sorrise a Neji con quel suo sorriso mieloso che dedicava solo ai suoi amati pazienti, lo stetoscopio puntato sul suo petto, gli occhi verdi che brillavano. << Perfetto, Neji-san! >> esclamò, ritirando le sue mani e riprendendo la sua cartelletta.<< Le funzioni cardiache sono normali. Di questo passo sarò costretta a dimetterti prima del previsto! >> gli strizzò l'occhio.


Qualcuno, in fondo alla stanza, emise una pernacchia di scherno - e Sasuke non seppe capire se fu Sai, o Naruto, o Kakashi, che pur essendo stato dimesso tre giorni prima continuava a dormire in ospedale. E Sasuke sospettava che lo facesse per sdebitarsi con Hyuuga.

<< Ti ho sentito, Naruto >> cinguettò Sakura, posando la cartellina e dirigendosi verso il carrello dei medicinali.

Naruto sbuffò, saltando a sedere sul letto più vicino a quello di Neji ed incrociando le braccia dietro alla testa. << Tze..! Tratti Neji come se fosse una femminuccia! >>

<< Ma a Neji-san non sembra mica dispiacere, vero Neji-san? >> Sasuke vide Sakura fare gli occhi dolci al suddetto, che scosse la testa pomposamente.

<< Neji! Non ci provare nemmeno! >> sbraitò Naruto, puntandogli addosso il dito. << Non provare nemmeno a pensare a Sakura in quel modo, mi hai capito?! Stalle lontano! >>

<< Aw, quanto sei carino quando fai il geloso, Naruto >> Sakura gli si avvicinò. << Non ti preoccupare, rimarrai sempre il mio preferito >> questa volta fu Sasuke a trattenersi dall'emmettere una pernacchia di scherno.

Gli occhi di Naruto si illuminarono di speranza. << Davvero? >>

Speranza che puntualmente Sakura distrusse col suo ghignetto sadico. << No >> rispose, e saltellò verso il letto di Neji. << E' Neji-san il mio preferito >>

<< E perché Neji-san dovrebbe essere il tuo preferito? >> fu Sai a parlare, seduto su una sedia, proprio accanto a Sasuke.

Sakura somministrò qualcosa nella flebo di Neji, che la ringraziò con un cenno del capo. << Beh, perché non è strano o idiota come voi >>

<< Questo lo trovo offensivo, Sakura >> il volto di Kakashi, i capelli scompigliati e il viso per una volta libero dal coprifronte, emerse dal dietro il suo libro.

<< Anche io, mphf! >> sbuffò Naruto. << Sei cattiva, Sakura-chan! >>

<< Crudele >> commentò Sai, monotonico come al solito.

Sakura, che stava controllando le ferite minori sul braccio di Neji, roteò gli occhi e sospirò. << Non fare caso a loro, Neji-san >> disse, e non si premurò di tenere la voce bassa. << Sono solo un branco di disadattati >>

Quando finì anche il suo ultimo check-up sulle ferite, Sasuke vide come lo sguardo di lei si posò sul vaso di fiori posto sul comodino vicino al letto, e come gli occhi le brillarono. << Sono meravigliosi >> proferì, sfiorando le calle che componevano il mazzo. << Chi te li ha dati, Neji-san? >>

In quell'attimo Sasuke fu certo di non essere l'unico ad aver notato come i tratti del viso di Neji si ammorbidirono al suono del nome che pronunciò subito dopo.

<< Tenten >>

Sakura si voltò ad osservarlo, un delicato sorriso stampato sulle labbra. << Avrei dovuto immaginarlo >> proferì, carezzevole, prima che un baluginio più serio adombrasse il suo sguardo << L'hai fatta molto preoccupare, Neji-san. Era disperata. Non provare mai più a fare una cosa simile, capito? >>

<< Giusto! >> sbottò Naruto. << Diglielo Sakura-chan! Digli che è stato stupido! >>

Sasuke preferì far scivolare lo sguardo lontano da quel quadretto, e puntarlo verso un punto a caso fuori dalla finestra.

Non aveva nulla da dire, lui.



***



Fu solo quando li ebbe cacciati tutti dalla stanza che Sakura decise, anche lei, di andarsene - in pausa pranzo, pronta a gustarsi il suo bento. Perché se lo meritava, dopo tutta la faticaccia di quella mattina.
Non perse molto tempo, in ogni caso; spese solo trenta minuti sul tetto dell'ospedale, osservando le nuvole - cosa che per un attimo l'aveva fatta ridere, scoprendosi molto più simile a Shikamaru di quanto pensasse - e guastandosi i suoi onigiri da sola, perché quello era il giorno libero di Ino-pig.

Non pensò nemmeno molto - perché si disse che non ne sarebbe valsa alcuna pena, a quel punto. Perciò ricaccio in profondità nel suo cervello qualsiasi tipo di pensiero - bello o brutto che fosse - e decise di concentrarsi solo negli obiettivi che aveva in mente per quella settimana.

Uno di quest'ultimi, guarda caso, si presentò subito dopo pranzo.

Si imbatté in Tenten proprio quando si stava recando nella stanza centocinque al secondo piano, pronta per la solita visita di controllo all'unico paziente che vi alloggiava dentro. Ciò che la fece sorridere, pur potendo solo scorgere le spalle della ragazza, fu il fatto che la suddetta stesse osservando con uno sguardo a metà fra il rassegnato e il feroce la mezza dozzina di infermiere che stanziavano davanti alla porta di Neji Hyuuga, cercando in tutti i modi di spiarvi dentro senza essere notate.

<< Tenten-san >> la chiamò, cercando di trattenere una risata. Lei si voltò subito, e Sakura notò con l'ennesimo sorriso come imbracciasse un mazzo di fiori made Yamanaka. << Cosa ci fai qui? >>

<< Oh, sto cercando di capire se è meglio ucciderle tutte subito o farle soffrire lentamente >> replicò lei, sardonica, prima di ricambiare il sorriso con lo stesso entuasiasmo. << Ciao, Sakura >>

<< Aspetta due minuti. Neji-san se ne accorgerà e le caccerà via senza farsi troppi problemi >> rise, e assieme lei si spostarono più vicino alla finestra.

<< Stavi andando a controllare Neji? >> le chiese lei, adocchiando la cartellina che aveva fra le mani. Sakura annuì ed intuendo quali sarebbero state le successive parole di Tenten scosse la testa e le posò una mano sulla spalla. << Ma non disturbarti, credo che la tua visita abbia la priorità >> cinguettò, strizzandole un occhio e sorridendo alla vista del rossore che le imporporò le guance - sembrava quasi Hinata, in quel momento.

<< A proposito, Sakura >> una volta che l'imbarazzo fu sparito Tenten tornò ad assumere la sua solita aria determinata e ben disposta. << Io.. non ti ho ancora ringraziata a dovere per ciò che hai fatto- >>

<< Tenten-san, ne abbiamo già parlato. Non c'è alcun motivo per cui- >>

<< No, lasciami finire per favore >> replicò e Sakura si ritrovò ad annuire per la seconda volta, colta di sorpresa. << So che mi hai detto che avrei dovuto ringraziare anche gli altri, e l'ho fatto. Ma ho saputo che sei stata tu a dirigere l'operazione, e a salvargli la vita. E so che Gai e Lee potranno scherzarci sopra, e che probabilmente quell'idiota di Neji, sapendo com'è fatto, non ti avrà nemmeno detto un 'grazie', ma.. >> la osservò dritta negli occhi. << A nome di tutto il team Gai: Grazie, Sakura. Per aver salvato la vita di Neji. E per aver salvato anche la nostra >>

[Per aver salvato anche la nostra]

<< Non c'è di che >> sussurrò, dolcemente.

<< E se posso fare qualsiasi cosa per aiutarti o- >>

<< Qualsiasi cosa? >>

<< Ah..? Oh, certo! >>

<< Bene, allora tu e Neji siete liberi mercoledì sera? >> Sakura potè leggere lo stupore comparso sul viso della ragazza, che aprì e chiuse la bocca due volte, stupefatta.

<< Liberi..? Beh, sì.. ma perché? >>

<< Ottimo >> cinguettò Sakura. << Allora a nome del Team Sette invito te e Neji a cenare con noi. Neji dovrebbe essere dimesso domani, quindi non dovrebbe esserci alcun problema a riguardo. Mercoledì, alle otto, al mio appartamento.. sai dov'è, no? Non accetto rifiuti! >> le disse. << E.. oh, le infermiere se ne sono andate. Cosa ci fai ancora qui? Neji-san ti sta aspettando, Tenten-san! >>



***



<< Aspetta, tu hai invitato Neji e Tenten a cena? >> la voce di Naruto gli giunse strozzata e sorpresa alle orecchie. << E perché cavolo lo avresti fatto?! >>

Era di nuovo mercoledì, e Sasuke aveva trascorso gli ultimi due giorni chiuso in casa, ad osservare il soffitto - eccetto durante le ore di pranzo, quando il suo migliore amico era venuto a tirarlo fuori a forza, obbligandolo a mangiare ramen con lui come erano soliti fare.
In quei due giorni Sasuke aveva cercato di estirparsi dal cervello qualunque pensiero riguardasse Sakura, ed in particolar modo il fatto che lei lo stesse sfacciatamente e deliberatamente ignorando - aveva provato a convincersi del contrario, in effetti, e dopo numerose volte che se lo ripeteva era quasi arrivato a crederci. Che Sakura fosse troppo impegnata per mangiare un gelato con lui come aveva fatto con Sai; che fosse troppo impegnata per passarlo a salutare cinque minuti prima che iniziasse il suo turno, come aveva fatto con Kakashi; che fosse troppo impegnata per pranzare con lui, da Ichiraku, come aveva fatto con Naruto.

Che fosse troppo impegnata anche solo per mandargli una cesta di pomodori.

Sasuke non riusciva a biasimarla, però, e in un qualche strano modo era riuscito anche a pensare che, forse, le cose erano meglio così com'erano in quel momento. Che forse era meglio che lei fosse così distante.

[Era meglio così]

<< Sì >> Sakura sembrò contenta invece, Sasuke lo dedusse dal tono della sua voce. << E beh, mi sembra anche ovvio il motivo per cui l'ho fatto, Naruto. Oh, Sai, mi passi la salsiera..? Grazie >>

<< Ovvio perché Neji-chan proverà di nuovo a mettere le sue schifose manacce addosso al tuo fragile corpicino?! >> sbraitò Naruto.

<< Kakashi-sensei, perché Naruto è così stupido? >>

<< Questa >> Kakashi emerse da dietro al divano. << E' una domanda che dovresti porgere al Yondaime Hokage e a sua moglie, Sakura >>

<< Kami, Naruto >> Sakura cominciò a disporre i piatti sulla tavola. << Hai davvero pensato che mi piacesse Neji-san? Quando è così ovvio che a lui interessa Tenten-san, e viceversa? >>

Il silenzio che seguì fece intuire a Sasuke - e al resto della sala - che, sì, Naruto Uzumaki aveva interpretato il siparietto fra Neji e Sakura di due giorni prima in modo decisamente diverso da ciò che era in realtà. Normalmente Sakura lo avrebbe pestato per solo averlo pensato, ma oggi era una sera diversa dalle loro solite, perché avevano ben due ospiti a cena - e un primo appuntamento da mantenere segreto.

<< A me sembra una splendida idea >> soggiunse Sakura, questa volta dal cucinotto. << Potrò vantarmi di aver fatto di loro una coppia, no? >>

<< Aaah >> Sai, che aveva preso posto a tavolo, si massaggiò il mento e osservò la compagna - sembrava aver avuto un illuminazione. << Ora capisco perché li hai invitati a cena. Hai una mente malvagia, Sakura, ho letto spesso di questo tipo di stratagemma >> Sakura si voltò a sorridergli. << Tenten-san è la ragazza coi capelli in quella strana acconciatura, vero? >>

<< Sì, Sai >>

<< Allora è la ragazza molto innamorata di Neji, Sasuke >>

Non fu precisamente il fatto che avesse detto una cosa simile ad attirare l'attenzione di tutti, perché Sai non aveva mai fatto mistero con nessuno della sua patologica franchezza, piuttosto fu il suo semplice nome aggiunto a fine frase a creare abbastanza scalpore. Tanto che tutti, un istante dopo lo shock iniziale, posarono lo sguardo su di lui.
Compresa lei.

Sasuke avrebbe decisamente preferito uscire alla svelta da quella situazione e non vedendo alcuna via di fuga in nessuna delle sue comuni opzioni, optò per il solito, ma dignitoso, silenzio.

Fu comunque il campanello a dare una svolta, lacerando quindi la pesante cappa silenziosa che tutto d'un tratto era calata su quell'appartemento: Sakura andò ad aprire, assieme a Naruto, e fra i soliti chiacchericci di benvenuto riuscirano ad abbandonarli per esattamente cinque minuti - cinque minuti che Sasuke trascorse sotto esame da parte di Kakashi e Sai stesso.

<< Ma è fantastico! >> la voce sinceramente colpita di Tenten irruppé nel salotto e Sasuke osservò di sottecchi l'intera scena, seduto sul divano. << Sakura, sapevo che ti eri trasferita.. ma non pensavo certo vivessi in un così bel posto! >>

<< Parliamo davvero così poco, io e te? >> replicò Sakura, e l'altra scoppiò a ridere, annuendo. << Ragazzi.. guardate chi è arrivato. Neji-san in carne ed ossa! >>

<< Neji! >> Kakashi fece lo sforzo di alzarsi in piedi e di dirigersi verso il ragazzo, le braccia aperte in un gesto di benvenuto. << Come stai? >>

<< Bene >> rispose lui, accennando un sorriso. << Veramente bene, ora >> si rivolse a Sakura. << Grazie ancora per l'invito, Sakura >>

Lei scosse la testa e agitò una mano, con noncuranza. << Prima di ringraziarmi dovete mangiare >>

<< Dovete assolutamente mangiare! >> confermò Naruto, con aria pomposa. << E non ve ne pentirete. Anzi, non ne potrete più fare a meno, mai mai mai più a meno..! Ehi, Teme! Piantala di nasconderti dietro il divano e vieni salutare Neji e Tenten! >> sbottò, voltandosi verso di loro. << E anche tu, Sai! >>

<< Oh, prima che me ne dimentichi >> Tenten prese di nuovo parola, e con uno schiocco di dita apparve fra le sue mani una bottiglia. << Questo è per te, da parte nostra >> e consegnò la bottiglia a Sakura. << Beh.. in realtà è da parte di Neji, perché l'ha portata lui.. però beh, è una bottiglia di sake >>

<< Il miglior sake di tutta Konoha, Tenten >> la corresse amorevolmente Neji, seguendo i ragazzi verso la tavola. Lei sorrise, ma non replicò, e arrossì quando si accorse dello sguardo che Sakura aveva posato su di lei.

<< Beh, si mangia? >>



***


Sasuke, dopo l'iniziale distacco con cui aveva accolto gli ospiti di quella sera, decise che perdere tempo e rinchiudersi nel solito silenzio da riccio non avrebbe giovato a nessuno - specialmente a lui, visto che ogni volta che rimaneva solo, i suoi pensieri finivano sempre con l'indirizzarsi a lei - e trascorse la cena conversando pacamente con Neji.
Gli chiese di nuovo dell'operazione, del termine della reabilitazione e, soprattutto, di cosa veramente fosse successo in quella maledetta missione - lui gli rispose che l'operazione era andata davvero bene, e che non risentiva di nessun effetto collaterale se non il fastidio alle cicatrici che ancora non si erano completamente rimarginate; gli disse che era dismesso per una quindicina di giorni, e gli descrisse sommariamente gli avvenimenti della missione.

Certe volte Sasuke l'ascoltava davvero, altre volte si ritrovava di nuovo immerso nei suoi pensieri - e quando succedeva allungava il braccio buono per bere un sorso d'acqua e nascondere un sospiro.

La cucina di Sakura era semplicemente afrodisiaca, e anche quella volta non deluse nessuno al tavolo, compresi gli ospiti; tanto che Tenten le chiese anche di appuntarle la ricetta precisa del piatto - c'era sushi, quella sera.

<< Tenten-san >> la voce di Sai risuonò nella stanza, interrompendo uno di quegli sporadici momenti dove tutti avevano preferito concentrarsi sul cibo piuttosto che sulle chiacchere. << Volevo chiederti conferma di qualcosa >>

Tenten alzò il capo. << Dimmi pure >>

Sasuke non fu l'unico a fiutare guai, perché era raro che Sai si approcciasse a persone con cui non aveva molta familiarità così direttamente, senza neanche perdere qualche ora nello studiare la loro personalità e i loro modi di fare. Sakura e Naruto, infatti, si irrigidirono nei loro posti e tesero le orecchie.

<< Mi chiedevo se davvero sei la ragazza che è perdutament inna- >>

Ovviamente.

La mano di Naruto scattò appena in tempo, e pur con tutta la volontà di questo mondo il calciò che Sakura rifilò nello stinco di Sai fu abbastanza chiaro agli occhi di tutti.
Il risultato fu che Tenten aveva addosso un'aria confusa e imbarazzata allo stesso tempo, e un Neji che cercava di capire qualcosa in più riguardo la situazione contingente.

Sasuke riuscì anche ad abozzare un sorriso - certe cose non sarebbero mai cambiate.

Sai ci riprovò quando Sakura stava servendo il secondo - pesce alla griglia in salsa verde - e questa volte colse di sorpresa tutti, perchè nessuno fu abbastanza pronto da bloccare o soffocare la sua domanda, e Sakura rischiò di far spiaccicare la teglia dove riposava il pesce contro il pavimento - correndo il rischio di ridurre lo sforzo delle ultime quattro ore in un nulla di fatto.

<< Sakura, mi domandavo se, visto che hai operato Neji-san, non l'avessi visto nudo >> questo era Sai.

<< Ti sembrano domande da fare, razza di pervertito?! >> questo era Naruto.


<< Ottima domanda, Sai. Complimenti per la fantasia >> questo era Kakashi.

<< Ha dei problemi di socializzazione >> questa era Sakura, che cercò di smorzare la tensione con una risatina e battendo una pacca sulla spalla di Sai - non amichevole, vista la reazione del suddetto.

Sai dovette capire l'antifona, da quel momento in poi, perché smise di porre domande assurde e rimase in silenzio al suo posto - studiando con lo sguardo i due ospiti.

A Sasuke quasi dispiacque, perché senza una degna distrazione gli tornavano in mente quei soliti pensieri scomodi - e, precisamente, il fatto che la settimana prima erano stati solo lui e Sakura, a sedere a quel tavolo.



***



Non era il fatto che lei non gli parlasse, a disturbarlo.
Era successo altre volte che gli tenesse il muso - per motivi del tutto futili, a dir la verità; come regali di compleanno dimenticati, o scortesie o bisticci vari - eppure c'era davvero qualcosa di diverso.
Non era il fatto che lei non gli parlasse, a disturbarlo. E che nemmeno lo guardasse.

Semplicemente, non sembrava importarle.
Semplicemente, lei aveva capito qualcosa di troppo grande.

[Per entrambi]

Perché girava per il suo appartamento con disinvoltura, sorridendo, e trascinando Tenten dritta dritta verso Neji - obbligandola a sederglisi accanto.
Sakura non sembrava curarsi di quello che era successo la settimana prima, non sembrava neanche ricordarsene, e Sasuke in un moto improvviso di stizza si chiese se fosse lui l'unico turbato dalla cosa.

[Lei conosce. Lei sa. Lei capisce]

Non gli piaceva pensare così tanto a lei; era come un virus. Gli stava piano piano infettando il cervello, insinuandosi dentro con la sua voce, facendolo fremere da capo a piedi - di paura.
Sakura era pericolosa.
La sua vicinanza, il suo interesse, le sue cure lo erano. E Sasuke non riusciva a non darsi dello stupido, in continuazione - perché prima diceva che era meglio così, che era meglio che lei gli fosse distante. Che era meglio per lui che lei stesse lontana. E anche per lei.
E perché poi finiva col chiedersi del perché a lei non sembrasse più importare.

[Lei sa]

<< Uh. Devo andare >> Tenten osservò l'orologio appeso alla parete.

Sakura non sembrò l'unica sorpresa, perché anche Naruto distolse lo sguardo dalla tv - e in particolare dallo sparatutto con cui stava giocando, come al solito, con Sai.

<< Cosa? E perché? >> Sakura si alzò dal divano, gli occhi sgranati. << Non ho nemmeno preparato il tè! >>

<< Mi dispiace >> Tenten chinò il capo. << Domani ho una missione e devo prepararmi, e se faccio tardi corro il rischio di non svegliarmi >> ridacchiò. << Tu resti Neji, vero? In tal caso ci vediamo venerdì >>

<< No, aspetta >>

Ciò che successe lasciò un sorriso sulle labbra di Sakura, e coinvolse in una serie di sospiri tutti gli altri ragazzi - notando la reazione della loro amica.

<< Sarà meglio che ti accompagni >>

Tenten sobbalzò, arrossendo appena. << C-Cosa? Oh, no Neji! Non ce n'è alcun bisogno, davvero. Resta pure, e poi posso benissimo cavarmela da sola >>


<< Niente storie >> replicò lui, lapidario, e cominciò ad avviarsi verso la porta - seguito da una Tenten oltremodo confusa e da una sorridente Sakura.

Prima che però imboccassero l'ingresso entrambi si voltarono e chinarono il capo, in segno di ringraziamento. << Grazie  >> proferì Tenten, sorridendo. << Davvero >>

<< Ci vediamo sabato, ragazzi >> li salutò Neji, e subito lo seguì un coro di saluti più o meno entusiasti.

Quando sentirono la porta d'ingresso aprirsi, Sasuke aguzzò l'udito - e quello che sentì fu più o meno quello che si sarebbe aspettato di sentire da parte di lei, e di loro.

Tenten l'abbracciò, con affetto e gratitudine. << Grazie, Sakura >> la sentì dire. << Di tutto >>

E poi la porta si chiuse.

E Sasuke si chiese come riuscisse Sakura ad entrare così dentro la gente.

E si chiese se ci fosse già riuscita, con lui.



***


Quella serata non si concluse nel modo che si sarebbe aspettato.

Sasuke pensava che, pur non essendo stata la cena esageratamente abbondante, il bicchiere di sake avrebbe spinto Naruto ad appisolarsi sul pavimento com'era solito fare - certo che Hinata l'aveva già vista quella stessa mattina, e che non avrebbe avuto alcun motivo per correre via dall'appartamento urlando come un pazzo.
Invece Naruto non parve della sua stessa opinione, perché dopo aver spento la televisione e bevuto la sua seconda tazza di tè osservò con lui Kakashi e Sai che si alzavano dai loro posti - Kakashi dal divano, Sai dalla scacchiera che condivideva con lui - e sorridevano a Sakura, con la stessa gratitudine di ogni settimana dipinta sui loro volti.

<< Sarà il caso di andare >> borbottò il loro vecchio sensei. << Domani abbiamo un turno al Quartiere Generale >>

Sakura non protestò, scivolò via dalla sua poltrona e posò il libro che stava leggendo sul pavimento, drappeggiandosi la sua coperta addosso e accompagnando i due uomini alla porta.
Sasuke non si impegnò ad ascoltare le loro parole - troppo preso dall'osservazione del suo miglior amico: Naruto fissava il tappeto con estremo interesse, le braccia conserte. Il suo volto non era esattamente crucciato, e non era neanche sull'orlo delle lacrime, eppure a Sasuke bastò uno sguardo per capire che c'era qualcosa che non andava.

Decisamente.

Sakura zampettò di nuovo dentro il salone quando la porta si fu chiusa definitivamente, e solo Naruto si voltò verso di lei, accogliendola con l'ennesimo sorriso caloroso. << E' stata una cena fantaaastica, Sakura-chan >> le disse, e Sasuke sorseggiò il poco tè rimasto nella sua tazza, silente.

<< Sono contenta che ti sia piaciuta >> gli rispose, poggiando la spalla contro lo stipite dell'arco.

<< Beh.. >> Naruto si batté le mani sulle ginocchia e si alzò in piedi, stiracchiandosi. <<.. sarà il caso di andare, Teme? >>

Sasuke sospirò, appena, lieve - quasi impercettibile - e annuì secco.

C'era decisamente qualcosa che non andava, e sospettava di non essere l'unico ad essersene accorto, perché quando si voltò finalmente nella direzione di lei la vide osservare con sguardo preoccupato la figura di Naruto che le si avvicinava, stringendosi addosso la sua coperta.

<< C'è qualcosa che non va, Naruto? >>

Gli chiese, perché era la prima volta in otto mesi che Naruto se ne andava coi propri piedi, se non per correre da Hinata.

Sasuke posò la tazza sul tavolino e chiuse gli occhi, massaggiandosi una tempia.

C'era decisamente qualcosa che non andava.

Li raggiunse appena in tempo, prima che vedesse Naruto scuotere la testa e sorridere alla loro amica con una dolcezza straziante, che fece intuire qualcosa a Sasuke - qualcosa di particolare, di diverso.

Era lo stesso sorriso che le aveva rivolto prima di dare inizio alla loro battaglia, tre anni prima.

Ciò che successe dopo fece sgranare gli occhi sia a lui che a Sakura, perché era un gesto talmente significativo che poteva significare solo una cosa.

[Cambiamenti]

Naruto le prese la testa fra le mani e le baciò la fronte.

E Sasuke si sentì di troppo, ma non riuscì lo stesso a distogliere lo sguardo; osservando Sakura arrossire lievemente e puntare gli occhi esterrefatti sull'amico, boccheggiando inebetita.

<< Sei una persona meravigliosa >> le disse, e finalmente, dopo quelli che parvero secoli, si voltò a guardarlo in faccia. << Andiamo, Teme >>

Sasuke le passò davanti senza dirle neanche una parola - chissà, forse lei si sarebbe aspettata qualcosa, ma la verità era che lui stesso faceva fatica a nascondere lo stupore e l'inquietante sensazione che cominciava a strisciargli dentro.

Questa volta non fu lui a cercare il suo sguardo, e nemmeno le disse grazie; lasciò che fosse lei ad osservarlo, a cercare una qualsiasi reazione da parte sua.
Lasciò che fosse lei a guardare la sua schiena, mentre chiudeva dietro di sé la porta dell'appartamento e seguiva Naruto.
Pronto per un confronto che aveva sperato arrivasse mai.






<< Dobbiamo parlare >>

<< Parla, allora >>

Silenzio.

<< Se non hai intenzione di parlare allora posso tornarmene anche a casa, Naruto >>

<< Cosa è successo fra te e Sakura-chan, la scorsa settimana? >>





***
Continua.. ?




QuiC'èGè:
Vorrei scusarmi per il mostruoso ritardo con cui posto il nuovo capitolo, ma contrattempi legati ad EFP mi hanno trattenuto dall'aggiornare quanto prima la fanfiction - chi mi segue anche su facebook probabilmente conoscerà l'intera storia, ma per chi non lo sapesse riguarda uno spinoso caso di ispirazione non concessa. Ovviamente per correttezza e discrezione (visto che la faccenda non ha ancora avuto conclusione) non divulgherò nessuna informazione, ma se volete contattarmi con un MP sarò contenta di spiegarvi la faccenda xD Inoltre sembra che negli ultimi tre giorni l'HTML mi fosse ostico, mi è toccato rieditare tutto il capitolo, infatti. .___.
Passando ad altro: contentissima anche del responso per lo scorso capitolo :D Siete tutti gentilissimi! Davvero. ♥
Ho notato che alcuni di voi pensano che Ino avrà un ruolo cruciale in questa fanfiction, come in altre mie storie ha avuto. Vi deludo, mettendo subito le cose in chiaro xD Ino farà solo da cornice come gli altri personaggi; la storia ruoterà solo attorno al team sette :)
Il prossimo capitolo sarà molto riflessivo, e avremo finalmente il primo (o secondo?) tanto agognato confronto fra Sasuke e Naruto. Non disperate, non basterà questo a far tornare Sasuke sano di mente - ce ne vorrà un terzo, ma nel frattempo è già qualcosa, no?
Un assaggio:
"<< Non dire stronzate, Sasuke! >> la voce di Naruto fu una doccia fredda, un urlo che venne a destarlo dal suo torpore. La sua figura si innalzò su di lui, dall'altra parte del tavolo << Non provare più a dire simili stronzate, mi hai capito?! >> lo afferrò per la collottola. << Tu.. non hai fatto niente. Mettitelo in testa. E Sakura-chan.. lei non ce l'ha con te >> gli disse. << Non potrebbe mai avercela con te, Sasuke >>
[Mai. Mai. Mai]" 
Come sempre, grazie mille! Al prossimo venerdì e buon agosto a tutti quanti :D
Recensioni no jutsu!   

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