Again & Again. di jennybrava (/viewuser.php?uid=21140)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. A Dinner With Them. ***
Capitolo 2: *** 2. Guess Who Coming To Dinner: His Girlfriend. ***
Capitolo 3: *** 3. A Dinner With Her. ***
Capitolo 4: *** 4. Guess Who Coming To Dinner: Their Friends. ***
Capitolo 1 *** 1. A Dinner With Them. ***
Again and Again - Cap.1
"Di cene settimanali, amore, team iperprotettivi, sentimenti nascosti e famiglie.
Di un teme, un dobe, un pervertito, un sociopatico ed un una violenta. Di lui e lei.
Perché c'è lei che aspetta, loro che osservano e lui che, semplicemente, deve imparare a perdonarsi.
Perché sono una famiglia."
Questa è una commedia romantica coi fiocchi. Nel vero senso della parola.
L'elemento comico sarà presente, ma in dosi decisamente
inferiori: è una storia più, avvolgente.. diciamo. E
più romantica - per quanto Sasuke e Sakura possano esserlo,
ovvio.
Non ci saranno situazioni al limite del verosimile, folli piani da
seguire, litigi disperati e finali mozzafiato. E' una storia semplice,
che parla della famiglia, del crescere e dello stare insieme.
Forse è anche più noiosa, chi lo sa, ma è
più.. avvolgente, come ho già detto. E più dolce.
Dovrebbe trasmettere serenità e sicurezza. E, cosa eccezionale,
è quasi tutta POV Sasuke.
Il titolo è il nome di una canzone coreana, Again and Again, alle quali lyrics
(dolcissime e significative) si ispira l'intera storia. La canzone fa
parte dell'OST di "Love Rain", un famoso drama coreano che ho appena
finito di vedere.
Spero gradiate questa spruzzata di genuino fluff sul vostro desktop :)
Again & Again.
1. A Dinner With Them.
Lo chiamavano "Yashiki", l'appartamento di Sakura.
Il che non avrebbe avuto neanche molto senso, visto che alla
fine "yashiki" significava "mansione" e quell'appartamento aveva
l'aspetto di tutto meno che di una mansione, ma la prima volta che
Sakura li aveva invitati dentro - quasi due anni prima, quando
trascorsi i diciotto anni aveva decretato di essere abbastanza grande
da riuscire a vivere da sola - una volta che tutti gli scatoloni erano
stati disposti in pile ordinate e un primo oggetto estratto da essi -
la loro foto, che ricordava aver visto Sakura posare sul pavimento e
perdere lunghi istanti ad osservarla - Naruto non era riuscito a
tenere chiusa la sua bocca e aveva urlato "Yashiki!", poco prima che
tutti si voltassero ad osservarlo attoniti.
E così Yashiki era rimasto.
L'appartamento di Sakura era di una grandezza modesta, né troppo
grande né troppo piccolo per una ragazza della sua età -
era quel tipo di appartamento semplice, con un unico ambiente che
comprendeva in sé il soggiorno, la sala da pranzo, lo studio e,
in una modesta parte, anche la cucina. La "camera da letto" non era
altro che un livello rialzato del pavimento, dove stanziava il suo
letto - nascosto da un muro che a sua volta, con una porticina,
conduceva al bagno; degli scaffali colmi di rotoli e libri e una
poltrona.
Sasuke avrebbe saputo descriverne con precisione ogni singolo angolo,
ogni singola fessura e ogni singola crepa presente sul muro,
semplicemente perché non riusciva a ricordare una singola
giornata degli ultimi due anni senza metterci un piede dentro.
C'era quell'enorme vaso, vicino al televisore, di un raccapricciante
color verde che avrebbe dovuto intornarsi agli occhi smeraldini di
Sakura - così almeno avrebbe voluto sua madre, che glielo aveva
propinato come regalo per la sua nuova casa, tempo prima. Sakura era
riuscita a mascherare perfettamente il suo estremo disgusto per
l'oggetto in questione, ed era riuscita a tenerlo in vita per un intero
biennio - non senza danni inestimabili. Sasuke in effetti non ricordava
il numero di volte che Naruto lo aveva fatto cadere, o il numero delle
volte in cui lui stesso lo aveva calciato, solo per il gusto di vedere
quella cosa verde frantumarsi ai suoi piedi. Ogni volta, però,
si ritrovavano a raccoglierne i pezzi e a perdere ore a rincollarli fra
loro, e non era più una novità vedere il vaso oramai
ricomposto con allarmati spazi vuoti dispersi qua e là. Ma ci
avevano fatto tutti l'abitudine.
C'erano le tende appese alle finestre; tende dei più disparati
e cangianti colori. Quelle vicino al letto di lei erano di un
delizioso blu
oltremare, quelle che pendevano sul soggiorno e sulla sala da pranzo
sfumavano da
un delicato viola fino ad una tonalità di verde, mentre quelle
riservate a l'unica vetrata presente nell'angolo cottura erano di un
luminoso arancione. Era un'accozzaglia di colori decisamente
pacchiana, ma ogni volta che Sai, in particolare, lo aveva fatto
notare, Sakura si era sempre limitata a scrollare le spalle e a dire di
trovarle "allegre e carine".
C'erano i libri, e i rotoli: erano così tanti che a volte
straripavano dalle tre librerie e finivano accatastati negli angoli
più impensabili della casa. Sasuke una sera che era entrato in
bagno, aprendo l'armadietto igienico, ne aveva visti alcuni nel
ripiano più alto.
Sakura amava leggere, lo sapevano tutti, ma qualche volta era stato
decisamente inquietante trovarla alle tre di notte che divorava
l'ultimo romanzo acquistato a Kiri. Questo dimostrava apertamente la
sua intelligenza, non c'era alcun dubbio, e il suo desiderio di
imparare nuove cose, ma ciò che veramente l'aveva lasciato a
bocca aperta era stato a venire a conoscenza che lei, oltre alla
lettura, si divertiva a trascorrere il tempo a completare cruciverba.
Niente shopping - anche se già sapeva che Sakura non era quel
tipo di ragazza - o perlomeno uscite con le amiche. Cruciverba e una
tazza di tè. "Tiene allenato il cervello" - aveva detto.
C'era quella crepa sul muro, vicino al tavolo da pranzo: era stata
creata niente di meno che da lui e Naruto, in un giorno
particolarmente storto per entrambi. Dopo le solite frecciatine erano
passati ai fatti e avevano ritenuto giusto ed opportuno iniziare a
darsele di santa ragione nell'appartamento di Sakura quando Sakura era
appena uscita a comprare un paio di di scatole di ramen istantaneo per
pranzare assieme. Erano volati molti insulti, e la carica di mille
Naruto che aveva invaso l'appartamento l'avevano spedito dritto dritto
contro il muro, premurandosi di spaccare la sua testa a metà e
di creare quella vistosa e lunga crepa che tutt'ora lo deturpava.
Sakura si era rifiutata di curarli, ma dopo qualche giorno aveva
accettato le loro scuse. Quando poi erano tornati al suo
appartamento e Naruto aveva chiesto il perché non avesse fatto
riparare la crepa lei aveva risposto che l'avrebbe lasciata così
com'era perché "Non succedeva tutti i giorni che quel Uchiha
Sasuke si spaccasse il cranio contro un muro".
C'erano tante altre cose in quell'appartamento (la collezione di
modellini che li raffigurava in pose decisamente compromettenti, fatti
intagliare appositamente per loro in un villaggio vicino ad Iwa; le
cartoline che a volte le avevano spedito quando erano stati impegnati
in missioni più lunghe di un mese; le molteplici calamite sul
frigorigero, acquistate in ogni singolo viaggio fuori da Konoha; molti
fiori - e sospettava che Ino Yamanaka ne fosse l'artefice), ma
ciò che veramente si distingueva fra quella marmaglia di
cianfrusaglie era la quantità spaventosa di foto.
Era diventata un'altra delle sue numerose ossessioni coltivate in
quegli anni (nata probabilmente fra la mania per il giardinaggio,
quella per il cucito e quella per il decoupage), ma gli
anni passavano e lei non aveva mai smesso di portarla avanti: e
così l'appartamento si era riempito di foto che li ritraevano
nei
momenti più strani ed imbarazzanti possibili. Si passava da una
foto di un Naruto dormiente senza pantaloni e truccato come un clown,
fino a quella di un Sai che tentava di
approcciare una ragazza in modi decisamente insoliti.
Aveva creato anche un album tutto suo, "Il Team Sette negli Anni" - lo aveva intitolato, con un sorriso.
Così, piano piano, passo dopo passo, erano giunti fino a quel
punto. Ora erano cresciuti, erano adulti, e spesso e volentieri, fra le
loro vite caotiche e sempre piene di impegni, trovavano poco tempo per
trovarsi fra loro - come fino a poco tempo prima invece erano soliti
fare sempre. Era successo tutto molto in fretta, a dire il vero; in un
paio di mesi le cose erano cambiate radicalmente, e dei loro pomeriggi
trascorsi a casa di Sakura a godersi il sole non erano rimasti altro che
ricordi. In poco più di sei mesi lui e Naruto erano stati
rispettivamente nominati Capitano e Vice-Capitano degli ANBU, alla
guida di un team formato da loro, Sai e Neji Hyuuga. Sakura aveva preso
in mano le redini dell'Ospedale, affiancata da Shizune, e così
il Team Sette si era ufficialmente sciolto, lasciando libero campo alle
loro personali carriere.
E così erano nati.
[Quegli incontri]
Dalle lamentele di Naruto, che ogni volta piagnucolava di non riuscire mai
a trovare del tempo per vedere la sua Sakura-chan, ai silenziosi
incoraggiamenti di Kakashi, al sorridente assenso di Yamato, alla più disparata ed eclatante
approvazione di Sai - che Sasuke sospettava non avesse capito un
accidenti dell'intera faccenda fino a quando non si era trovato
legato ad una sedia con un piatto davanti.
Andavano avanti da otto mesi, e complici i loro turni, il
mercoledì di ogni settimana era diventato un appuntamento fisso
con Sakura, il suo appartamento e, in particolare, la sua deliziosa,
gustosa e meravigliosa cucina.
<< Sakura-chaan! >> quando la porta si aprì e il
caloroso sorriso di una Sakura ventenne li illuminò tutti e
quattro, Naruto le si precipitò subito addosso, stringendola in
un abbraccio stritolaossa. << Mi sei mancata un sacco,
Sakura-chan! Tantissimo..! Vero.. Teme? Kiri era orrenda come sempre
e.. >>
Era una settimana che non la vedevano, sette giorni tondi tondi.
Solitamente riuscivano a ritagliare qualche ora per la loro amica anche
i finesettimana, il sabato sera - se quei decerebrati dei restati loro amici li
trascinavano fuori a bere per locali - e la domenica mattina, se il
turno di lei era favorevole. Ma questa volta non erano riusciti a
scorgerla neanche in fotografia per sette lunghi giorni, e Sasuke
doveva ammettere che era abbastanza snervante avere attorno quegli
spostati senza Sakura con lui. Per di più Kakashi era stato
spedito in missione con loro, perciò non avevano avuto nemmeno
la sicurezza di averla lasciata in buone mani a Konoha.
Sakura rise, e ricambiò l'abbraccio di Naruto con entusiasmo.
Era il tipo di persona che richiedeva sempre quel genere d'attenzioni,
in fondo. << Sono contenta di rivederti, baka >>
proferì, una volta che si fu staccato da lui, pizzicandogli
affettuosamente una guancia.
Subito dopo abbracciò anche Sai, che ricambiò l'abbraccio
col suo solito sorrisetto snervante. Sakura baciò Kakashi
su entrambe le guance e gli sorrise, quando lui le scompigliò i
lunghi capelli rosa. Quando giunse il suo turno di ricevere il
bentornato - erano stati via una settimana, d'altronde - Sakura si
comportò esattamente come aveva fatto con gli altri due: lo
abbracciò affettuosamente - e lui, ovviamente, non
ricambiò l'abbraccio - e gli scompigliò la frangia dei
capelli, facendolo sbuffare apertamente. A quel gesto rise e gli occhi
le brillarono. << Bentornato, Sasuke-kun >> gli disse,
prima di invitare tutti quanti ad entrare.
Non ce ne fu il bisogno comunque, si erano già tutti accomodati.
***
<< Naruto, spero per te che prima di venire qui tu sia passato da
Hinata-chan >> Sakura emerse da dietro il bancone con in mano la
seconda portata della sera. Che sembrava proprio dello squisito donburi.
Sasuke mai l'avrebbe ammesso a voce alta, ma la cucina di Sakura era
assolutamente divina. Non c'era altro modo per descriverla, quella
ragazza cucinava bene tanto quando curava le ferite. Era.. fenomenale.
Ricordava ancora il momento in cui aveva assaggiato per la prima volta
qualcosa cucinato da lei: era stato ai tempi dei loro giorni da Genin,
in una di quelle frequenti missioni del tutto inutili e prive di
significato. Solitamente si portavano da casa i rispettivi pranzi, ma
quella volta sia lui che Naruto non ne avevano avuto il tempo, e Sakura
si era offerta di condividere con loro il suo bento.
Naruto dopo aver assaggiato il primo boccone, senza troppi giri di
parole e alcun imbarazzo, le aveva chiesto di sposarlo. Lei ovviamente
lo aveva preso a pugni, e solo dopo si era voltato verso di lui con
sguardo speranzoso. Ovviamente lui l'aveva sapientamente ignorata, ma
non per questo aveva smesso di mangiare.
<< Certo che sì! >> Naruto si strofinò le
mani, leccandosi le labbra. << Subito dopo che siamo stati in
ospedale, vero Teme? Quel bastardo di Neji mi ha quasi ucciso.. beh..
però ho visto la mia Hinata-chan! Domani abbiamo un
appuntamento! Finalmente, dopo settimane. Sai da quanto è che
non sto un po' con lei? >>
<< Questo è tutta colpa vostra e delle vostre stupide
missioni >> Sakura, dopo aver servito tutti, si accomodò
nuovamente al suo posto. << Se non foste così impegnati
con tutta quella roba degli ANBU, a quest'ora potresti vedere
Hinata-chan tutti i giorni, Naruto. Sai quanto è triste quando
non sei al villaggio? >>
<< Sono missioni che ci affida l'Hokage, Sakura >> Kakashi
chiuse con un colpo secco il suo libro, nel mentre Sasuke saggiava il
primo boccone del suo piatto, faticando a non rilasciare un sospiro
estasiato. << Non possiamo certo chiederle di smetterla >>
<< Certo che potete! >> protestò lei, sbattendo il
bicchiere sul tavolo. Sai osservò con interesse la crepa creata
da quest'ultimo.
<< Potete inventarvi qualche scusa, che so.. che volete stare un po' coi vostri amici! >>
<< Credi che queste scuse funzionerebbero, Kakashi? >> Sai interrogò il suo sensei.
<< Non ne sono affatto sicuro, Sai >>
<< Non pensate a me? Mi abbandonate sempre qui da sola! >>
rise, questa volta. Stava scherzando, ma era anche vero che un po' si
sentiva affetta dalle loro continue assenze. << Non ho nemmeno
qualcuno con cui uscire! >>
<< Ino? >> Naruto sputacchiò donburi sulla tovaglia.
<< Ah, è sempre impegnata con Shikamaru. E poi la vedo
quasi tutti i giorni a lavoro >> disse, masticando un boccone.
<< Uscirei volentieri con qualche ragazzo se voi non li uccideste tutti prima che mi si avvicinino >>
inforchettò un pezzo di carne con ferocia. Cominciava ad
innervosirsi.
<< Tze >> Naruto sembrò molto indisposto. <<
Ti aspetti che lasciamo che uno di quegli schifosi maiali ti si
avvicini? >>
Sakura sbuffò, roteando gli occhi. << Per la centesima
volta, Naruto >> gli disse. << Avere appuntamenti non
significa.. lasciarmi toccare. Non posso uscire con un ragazzo solo per
andare a divertirmi e ridere un po'? >>
<< No >>
<< Assolutamente no >>
<< Certo che no! >>
<< Hn >> era l'unico commento che Sasuke aveva fatto negli
ultimi venti minuti, e tutti alzarono lo sguardo. Sakura sbuffò
per l'ennesima volta.
<< E' assurdo >> protestò. << Voi uscite, vi
divertite con.. chissà quante ragazze..! E io non posso uscire con
un ragazzo solo perché voi soffrite di qualche strano complesso
maschile! >>
<< Sakura >> Kakashi la osservò dietro la sua
maschera. Seriamente. << Tu sei bella, intelligente, giovane,
dolce e amorevole. E una cuoca provetta. E per di più sei anche il miglior medico di
questo villaggio. E se qualche ragazzo ti si avvicinasse per
approffittarsi di te? Per farti del male? Noi non possiamo permetterlo,
vero ragazzi? >>
Sai annuì, continuando a mangiare. << Personalmente non
troverei, in ogni caso, un motivo per cui i ragazzi dovrebbero
avvicinarsi a te. Non assomigli affatto ad una donna, mostriciattolo
>>
Sakura roteò gli occhi. << Ma non possiamo comunque
permetterlo. Ne va dell'integrità del nostro Team >>
<< Assolutamente! >> aggiunse Naruto. << Non possiamo
certo permettere che qualche schifoso possa venirti vicino,
Sakura-chan! Non fino a quando non avrà la nostra piena
approvazione! Vero Teme? >>
Gli sguardi di tutti si concentrarono sulla figura dell'ultimo degli
Uchiha, che fino a quel momento era rimasto tranquillo e silente al suo
posto.
In realtà Sasuke si era sempre tirato fuori dai quei loro
discorsi, preferendo non partecipare mai attivamente, ma era
altresì vero che non aveva mai fatto nulla per negare una sua
possibile posizione. Alla fine, molto in fondo, anche a lui avrebbe
dato fastidio vedere Sakura sgattaiolare fuori in compagnia di qualche ragazzo sconosciuto.
[Molto molto in fondo]
Non aveva alcuna intenzione di indagare sul probabile motivo, in ogni caso.
Nel dubbio optò per proferirsi in un dignitoso: << Hn >>
Sakura, che per un istante sembrò speranzosa di vederlo
contraddire le opinioni degli altri, sospirò e affondò le
bacchette nella zuppa, storcendo le labbra in una smorfia. <<
Grazie per pensare che qualsiasi ragazzo possa interessarsi a me solo per
la mia posizione o per il mio aspetto fisico >> disse, grondando
sarcasmo.
Kakashi le sorrise, conciliante, ma lei ricambiò il sorriso con
un'occhiataccia poco amichevole. A disagio, il loro sensei, si
grattò una nuca.
Sakura scosse la testa, medita che era decisamente meglio lasciar
perdere la questione. Alzò lo sguardo, e osservò in tutto
il suo splendore Sasuke Uchiha che ripuliva la sua ciotola di donburi,
spazzolando via fino all'ultimo pezzetto di carne. Sorrise.
<< Allora, chi vuole il dolce? >>
***
Dopo cena trovavano sempre qualche scusa per rimanere a gironzolare nel
suo appartamento fino a tarda serata. C'erano state notti in cui erano
anche rimasti tutti e cinque a dormire, quando Yamato era con loro - solo perché avevano
tutti alzato un po' troppo il gomito, bevendo sake e giocando a carte.
Solitamente cercavano sempre qualche nuovo passatempo, quella casa era
piena di giochi da tavolo e cose interessanti da leggere. Sakura si
impegnava sempre per obbligarli a fare qualcosa di produttivo dopo il
bicchierino di liquore digestivo, ma la storia alla fine era sempre la
stessa: Sai avrebbe aiutato la loro amica a rigovernare un po' la
cucina - per quanto potesse farlo - Kakashi si sarebbe disteso sul
divano col suo libro fra le mani, Naruto si sarebbe parcheggiato
davanti alla tv con qualche nuovo videogioco. Lui?
Lui avrebbe ammazzato il tempo leggendo qualche rotolo disperso qua e
là, in attesa che Sai e Sakura si fossero liberati dai loro
impegni domestici. Una volta giunto quel momento avrebbe atteso di
vedere quale sarebbe stata la mossa di Sakura: a volte si sedeva vicino
a Naruto, con Sai, e tutti e tre si ritrovavano ad urlare e
schiamazzare davanti alla tv, in mano i controller della console di
videogiochi che Naruto aveva trasportato lì dentro tempo prima;
a volte era l'unica a sedersi vicino a Naruto - Sai si dirigeva
verso di lui, e Sasuke concludeva la sua serata con lui, giocando a
dama o a shogi.
A volte era lei a venirgli incontro.
Quando succedeva, solitamente gli chiedeva cosa stesse leggendo di
bello, e lui le rispondeva monotonico come sempre, ma le rispondeva. E
aveva sempre pensato fosse abbastanza.
Lei, poi, gli avrebbe chiesto se avesse voluto giocare a qualcosa, lui
avrebbe annuito, e avrebbero sicuramente giocato a shogi.
Silenziosamente.
Lei l'avrebbe lasciato vincere - era un segreto fra loro due - e dopo
tre partite gli avrebbe sorriso e si sarebbe alzata per preparare un
po' di tè.
Quel giorno Sakura decise di parcheggiarsi davanti alla tv solo con
Naruto, e Sai si diresse verso di lui con il suo solito sorriso da
prendere a pugni - Sasuke a volte si chiedeva se quella disposizione
non la decidessero assieme quei due, quando finiviano di lavare i
piatti.
<< Dobbiamo ancora dare il nostro regalo a Sakura >> Sai
non la chiamava mai "mostro" se non in sua diretta presenza, diceva che
trovava divertente vederla arrossire dalla rabbia.
Sasuke si strinse nelle spalle e continuò ad osservare le sue pedine, meditabondo. << Hn >>
Sai lo osservò con curiosità, incrociando le braccia al
petto. << C'è per caso un motivo per cui non sembra
interessarti questo discorso? >> gli chiese, sinceramente
crucciato. << Pensavo che tutto ciò che concernesse Sakura
potesse interessarti >>
Sasuke preferì ignorare la sua ultima frase, che bastò in
ogni caso a fargli alzare gli occhi dalla scacchiera e a freddarlo con
uno dei suoi tanti sguardi omicidi. << Potresti pensare a
giocare? >>
Sai si massaggiò il mento, con aria pensosa. << Allora mi
sbagliavo. Ero convinto che l'argomento 'Sakura' potesse smuovere la
tua attenzione, Sasuke >> sembrava davvero convinto di ciò
che diceva. << Sembra che dovrò trovare altri argomenti
per riuscire a costruire una conversazione con te >>
Sasuke sbuffò, apertamente indisposto: se dalla solita
franchezza di Sai, o dalla sua continua cantilena riguardo Sakura
proprio non lo sapeva.
Non avrebbero continuato a giocare per molto, comunque, perché
era giunta l'ora del tè, e perché - questo era vero -
ancora non si erano dati pena di consegnare allo loro amica il suo
regalo.
Sakura, proprio in quel momento, buttò il controller sul tappeto
e si voltò entusiasta verso di loro. << Chi vuole un po'
di tè? >> cinguettò, sorridendo. Gli occhi le
risplendettero.
Sasuke quasi sorrise: era prevedibile, oramai. Un abitudine radicata,
qualcosa di cui tutti non avrebbero più potuto fare a meno.
Non ce ne sarebbe stato alcun bisogno, in effetti, ma Kakashi scelse
comunque di rispondere, facendo emergere il viso da sotto il suo libro
e tirandosi su a sedere. A quanto pare si era appisolato. << Oh,
volentieri Sakura >>
Sakura gli sorrise dolcemente e si alzò in piedi, spolverandosi
gli shorts e scostandosi una ciocca di capelli dal viso luminoso.
<< Senza zucchero, Kakashi-sensei >> e rise, ancheggiando verso il cucinotto.
Sasuke la seguì con lo sguardo, superando la figura di Naruto
ancora impegnata ad urlare contro lo schermo della tv e quella
insonnolita di Kakashi che si stropicciava l'occhio.
<< Sei una persona contradditoria, Sasuke >> la voce di Sai
tornò a perforargli le orecchie, peggio di una trivellatrice.
Sasuke ringhiò, sibilando volgarità fra sé e
sé. << Pensavo non ti interessasse parlare di Sakura.
Perché se così fosse non perderesti ore a guardarla
mentre- >>
Sasuke, infastidito, scostò immediatamente lo sguardo dalla
ragazza per puntarlo sul compagno di team, che gli sorrideva con la sua
solita aria saccente. << Chiudi la bocca >>
Doveva averlo detto a voce abbastanza alta perché sia Naruto che
Kakashi si voltarono nella loro direzione, perplessi. In particolare
Naruto sembrò abbastanza impensierito dalla suo viso tutto d'un
tratto crucciatosi, al contrario di Kakashi che si limitò a
scuotere la testa, evidentemente abituato a simili comportamenti.
<< Tutto bene, Teme? >> gli chiese.
<< Perfettamente, Naruto >> Sai rispose per lui,
sorridendo, e Naruto sembrò ancora più perplesso, ma
decise di archiviare la faccenda con una scrollata di spalle, prima che
un qualcosa gli illuminasse il cervello e lo spingesse a dimenarsi sul
posto.
Sasuke sospirò quando lo vide avvicinarsi furtivamente, l'aria
di chi stava per dire qualcosa di importante. << Ehi ehi.. Sai, a
proposito, ce l'hai il regalo, vero? Quel coso che hai dipinto a Kiri..?
>>
Sai annuì. << Ti riferisci al dipinto che ho fatto
appositamente per- >> la mano di Naruto gli tappò la
bocca. << Sta zitto! E' una sorpresa! Non urlarlo! >>
Sakura emerse in quel momento dal cucinotto; in mano aveva un vassoio
con un bollitore e cinque tazze dai colori diversi.
Sgargianti. Pacchiane.
<< Che succede qui? >> indagò, sorridendo, mentre
posava il vassoio sul tavolino lì accanto e si adoperava a
preparare il tè, diligentemente.
Naruto si grattò la nuca, improvvisamente a disagio. <<
Non succede assolutamente nulla! Vero Sai? A-Assolutamente nulla..!
>>
Naruto non era mai stato bravo a dire bugie. Sasuke, all'improvviso,
ricordò quando avevano fatto cadere per la prima volta il vaso
verde, e di come per una settimana Sakura non si fosse accorta di
niente, fino a quando non li aveva scoperti ad osservare l'allarmante
spazio vuoto fra il telefono e una pila di libri. Ovviamente Naruto non
era riuscito a mentire, e Sakura non solo si era arrabbiata, ma li
aveva obbligati a rincollarlo.
Sakura sospirò, e piuttosto che perdere del tempo a tirare fuori
le parole da Naruto, si rivolse direttamente al suo sensei. <<
Kakashi-sensei, che succede? >>
Kakashi, uomo meticoloso e pragmatico che era, non si fece alcun
problema a riferire per filo e per segno cosa si stessero sussurrando
fino a poco prima. Chiuse il suo libro e accettò con un cenno
del capo la tazza di tè che Sakura gli porse.
Serviva sempre lui, per primo.
<< Oh, nulla di particolare >> disse. << Non hanno il coraggio di darti il tuo regalo >>
<< Kakashi-sensei!! >> starnazzò Naruto,
profondamente indispettito. Sai continuò a sorridere. <<
Doveva essere una sorpresa! >>
<< Regalo? >> Sakura sgranò gli occhi, e li osservò tutti a turno. << Quale regalo? >>
<< Ma il regalo che abbiamo preparato per te a Kiri, sai >>
Kakashi sorseggiò il suo tè, cerimoniosamente. Sakura nel
frattempo si adoperò per servire Sai e Naruto. << Sai,
credo che adesso sia il momento giusto per tirarlo fuori >>
Sai poggiò la sua tazza sul pavimento, si schiarì la gola, compose qualche sigillo e con un sonoro pop
una valigetta corparve sulle sue gambe. Silenti, lo osservarono mentre
l'apriva e ne estraeva un evidente tela coperta da carta; era ovvio che
si trattasse di un dipinto.
Ce n'erano già tanti lì dentro, in realtà. Appesi
ai muri, ed erano stati tutti dipinti da Sai. Alcune erano nature
morte, con della banale frutta, o con oggetti importanti per loro - in
uno c'era un coprifronte, un paio di guanti, un ventaglio con sopra lo
stemma Uchiha. Degli occhi azzurri sullo sfondo.
Altri erano paesaggi dai toni pastello - il campo d'addestramento, la
vista di Konoha dal Monumento degli Hokage, c'era persino una piantina
di quell'appartamento.
Molti erano ritratti.
Così come le foto, Sakura appendeva ai muri dipinti di loro: non
erano scene di vita quotidiana, però. Sai aveva chiesto spesso
loro di posare per dei ritratti, in gran parte dai toni molto
artistici. Quello più particolare era appeso vicino al letto di
Sakura, e li ritraeva tutti in abito da cerimonia, sdraiati sull'erba,
sotto l'ombra di un albero. Era l'unico dipinto per cui non avevano
posato.
A Sasuke piaceva.
Quando Sai consegnò il quadro nelle mani di Sakura lei lo
osservò con gli occhi sgranati; avrebbe voluto dire qualcosa, ma
come sempre si era ritrovata senza parole.
<< Questo è un regalo di scuse per lasciarti sempre sola
>> Kakashi sorseggiò di nuovo il suo tè.
<< Aprilo, Sakura-chan >> Naruto si sporse verso di lei.
<< Sai l'ha finito giusto ieri, prima di metterci in viaggio. Non
abbiamo neanche avuto il tempo di vederlo! >>
Sakura annuì, ancora senza parole, e prese a scartare lentamente
la carta che ricopriva la tela, le mani tremanti. Furono momenti
carichi di tensione quelli che seguirono, Sakura si prese tutto il
tempo possibile.
Quando finalmente il dipinto fu libero da qualsiasi tipo di carta,
Sakura spalancò la bocca in una buffa "o", e per la seconda si
ritrovò senza nulla di dire, tanto era scioccata.
Suo malgrado, Sasuke si scoprì ad allungare la testa assieme
agli altri, curiosi di vedere cosa aveva colpito così tanto la
loro amica.
E ci fu il silenzio.
Sai aveva dipinto una Sakura di profilo, il viso a forma di cuore
appoggiato su una mano; osservava fuori una finestra, gli occhi
socchiusi da un apparente sforzo. Stava pensando.
I lunghi capelli rosa seguivano il moto di un'immaginaria brezza, e
petali di ciliegio cospargevano l'intera tela.
[Era bellissima]
<< I-Io.. >>
Sasuke tornò al suo posto, e incrociò nuovamente le
braccia al petto: se c'era una cosa che sapeva era che Sai avrebbe
potuto dipingere in quel modo solo Sakura. Non era azzardato affermare
che la considerava l'unica donna della sua vita, proprio per il fatto
che semplicemente lo era.
Anche Sasuke non sapeva cosa dire - e anche se l'avesse saputo non
avrebbe detto comunque niente - perché quel dipinto ispirava
tenerezza e riservatezza al primo sguardo. Era un dipinto privato,
frutto dell'immaginazione dello stesso autore, e sapere che Sai pensava
a Sakura in quel modo lo spinse a chiedersi se per caso conoscesse
anche una diversa sfumatura d'affetto, più intima, più
intensa, che lui tempo prima aveva deciso di rinchiudere nel cassetto
più profondo del suo cuore.
L'amore.
Forse l'aveva letta in qualcuno di quei suoi strani libri.
<< Io.. non so che dire, è.. bellissimo.. >>
balbettò, Sakura, cercando di riprendersi dallo shock. <<
Cioè, non voglio dire che è bellissimo perché ci
sono io, però ecco.. >>
<< Abbiamo capito, Sakura >> ridacchiò Kakashi.
<< Caspita, Sai. Non pensavo ti ci fossi messo così
d'impegno >>
<< Ho letto da qualche parte che le ragazze amano verdersi belle
>> disse, pratico. << Perciò mi sono detto che era
giusto che per una volta anche Sakura si vedesse tale >>
Il sorriso sparì dalle labbra della suddetta, che rimase ad
osservarlo truce per un istante, prima di sospirare, rassegnata.
<< Grazie lo stesso, Sai >> sorrise, così
luminosamente che se fosse stato inverno la neve fuori si sarebbe
sciolta.
Sasuke, che si diede mentalmente dello stupido per aver pontificato
troppo, la osservò mentre scostava il dipinto dalle gambe e
gattonava sorridendo verso Sai, aggrappandosi al suo collo e
abbracciandolo stretto, sotto gli sguardi di Kakashi e Naruto.
Sai le accarezzò i capelli con fare impacciato - Sasuke
pensò che stesse riminescendo qualche consiglio dei suoi libri
su come trattare bene una ragazza - e le sorrise contro l'orecchio.
<< Aaawww, Sakura-chaaan! Così ci fai commuovere! >>
bastò quella frase, e Naruto si precipitò addosso ai due
amici, coinvolgendoli in uno dei suoi oramai familiari abbracci
stritolaossa. << Abbraccio di gruppo! Abbraccio di gruppooo!
>> e finirono tutti e tre stesi sul tappeto, mentre Sakura
scoppiava a ridere e si asciugava con la mano libera gli occhi lucidi.
<< Naruto, pezzo d'idiota.. togliti di dosso! >> la voce di
Sakura avrebbe dovuto suonare minacciosa, ma uscì soltanto
soffocata dal braccio di Sai contro la sua gola.
Quando finalmente trovarono il modo di districarsi da quell'ammasso di
gambe, braccia e mani fuori posto - in un attimo di panico Sakura aveva
strillato come un acquila, quando cinque dita si era posate sul suo didietro - stavano ancora tutti ridendo, i capelli
scompigliati e gli occhi che brillavano.
<< Ma-oh! Sasuke-kun, non ho servito il tuo tè!
>> Sasuke sobbalzò, colto di sorpresa, e cercò di
ricordare cosa fosse appena successo. In un istante fece slittare gli
occhi scuri sulle mani di tutti gli altri, che stringevano tazze
fumanti. << Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace! >>
mormorò, mordendosi le labbra e affrettandosi a riempire la sua
tazza con dell'acqua bollente.
Sasuke non disse niente, non mosse nemmeno un muscolo, ma quando Sakura
gli si avvicinò con espressione costernata sul volto, brandendo
il suo tè, non riuscì a non sospirare e a scuotere la
testa. << Fa niente >> le sussurrò, ma
accettò lo stesso la sua tazza.
Sakura gli sorrise, e decise che il posto vicino a lui sarebbe
diventato il suo nuovo giaciglio. Sasuke la osservò mentre si
accomodava accanto a lui, poggiando la schiena contro il divano sul
quale sedeva Kakashi. Era molto vicina, ma c'erano ancora quei cinque
centimetri che separavano la sua spalla da quella di lei, che gli
sorrise prima di voltarsi verso Naruto, steso sul tappeto a mo' di
angelo, dopo che aveva deciso di spegnere la tv.
<< Non è che ripartite subito domani, mh? >>
mormorò, soffiando sulla sua tazza di tè. << Non
avete altre missioni, vero? >>
Naruto scosse la testa con fare insonnolito. << Naa, vero Kakashi-sensei? >>
Kakashi annuì. << La Godaime ci ha dato un po' di tregua,
Sakura >> disse lui. << Dovremmo riuscire a rimanere al
villaggio per.. una decina di giorni circa >>
<< Ma è fantastico! >> squittì Sakura,
agitandosi sul posto. << Allora questo finesettimana potremmo
vederci! Da quanto è che non facciamo una bella rimpatriata con
gli altri? >>
<< Giusto! Possiamo uscire a bere..! >> la voce impastata
di Naruto intervenne nella conversazione, e Sakura sospirò,
mentre accanto a lei Sasuke sbuffava, roteando gli occhi al cielo.
Lei, che sembrò aver notato la sua grande gioia per l'imminente
rimpatriata, gli rifilò una gomitata sul fianco, facendolo
sbiancare improvvisamente dal dolore. << Oh, andiamo Sasuke-kun.
Sono sicurissima che farà piacere anche a te rivedere gli altri
>>
<< E' così tanto che non stiamo tutti assieme >>
Kakashi annuì per la milionesima volta, e posò la sua
tazza sul tavolino. << Grazie, Sakura >> proferì.
<< Ottimo tè come sempre >>
Lei gli sorrise, riconoscente, e annuì.
Sasuke, osservando lei e il suo sensei mentre si scambiavano le solite gentilezze di ogni
mercoledì, pensò che stava giungendo il momento di
andarsene. Era sempre così in fondo; Kakashi era l'ultimo ad
arrivare ed il primo ad andarsene. Con qualche scusa avrebbe
ringraziato Sakura per la squisita cena, le avrebbe scompigliato i
capelli, li avrebbe salutati tutti quanti dando loro appuntamento per
il giorno dopo in vista del solito allenamento, e sarebbe sparito in
una nuvola di fumo.
Sai era sempre il secondo: avrebbe aiutato Sakura a portare le tazze in
cucina, e le avrebbe asciugate dopo che lei avrebbe lavate. L'avrebbe
ringraziata per la cena, facendola sorridere, e poi le avrebbe detto
che le sue abilità culinarie colmavano ciò che il suo
corpo non aveva in abbondanza - e avrebbe indicato la sua
maglia, guadagnandosi un chop dritto dritto sulla testa.
Sakura poi avrebbe riso, e l'avrebbe accompagnato alla porta,
salutandolo con una mano o con un abbraccio - a seconda di quando
l'avrebbe rivisto.
Lui e Naruto erano sempre gli ultimi.
In realtà anche quella era una situazione che variava, a seconda
di come si concludeva la serata: se la cena era stata particolarmente
abbondante, o se avevano bevuto qualche bicchiere di sake di troppo,
Naruto si sarebbe sicuramente appisolato sul tappeto e a lui sarebbe
toccato l'arduo compito di riportarlo sano e salvo al suo appartamento.
Se invece non fosse stato così, Naruto si sarebbe svegliato di
colpo e sarebbe schizzato fuori in qualsiasi momento
- a volte mentre Sakura e Sai stavano ancora lavando le tazze -
urlando che avrebbe avuto dieci minuti per riuscire a vedere la sua
Hinata-chan.
Lasciando, così, lui e Sakura da soli.
Lui era sempre l'ultimo ad andarsene, semplicemente perché
preferiva fare le cose con calma - se qualcuno non fosse stato
lì a mettergli fretta, e Sakura non gli avrebbe mai detto niente
quando, dopo che Naruto se ne era andato, lui avrebbe chiuso gli occhi
per due istanti, poggiando il capo contro il divano e respirando
lentamente. L'avrebbe aiutata a rimettere a posto i giochi da tavolo,
la console e i libri messi fuori posto, e lei gli avrebbe chiesto se si
fosse fatto curare dopo la missione. Gli avrebbe offerto un'altra tazza
di tè che lui avrebbe sicuramente rifiutato, per cortesia e
vista l'ora tarda. Ma l'avrebbe ringraziata.
Lei l'avrebbe accompagnato alla porta con ancora le braccia colme di
libri o videogiochi, e lo avrebbe salutato come avrebbe salutato Sai o
Kakashi - con la mano, se non avesse avuto una missione il giorno dopo,
o con un breve abbraccio, se non avessero avuto la possibilità
di rivedersi fino alla settimana dopo.
In ogni caso quella era una sera che vedeva realizzarsi la prima
opzione, o almeno questo era quello che sembrava a Sasuke. Dopo che
Sakura aveva chiuso la porta dietro Sai, era sbucata nel salotto e
aveva trovato Naruto che ronfava alla grande sul tappeto e lui che lo
osservava disgustato.
<< Svegliati, dobe >> proferì, calciandolo al fianco. << Dobbiamo andare >>
La risata cristallina di lei gli risuonò nelle orecchie.
<< Credo di aver cucinato troppo, oggi >> rise, incrociando
le braccia dietro alla schiena e sporgendosi a vedere la scena.
<< Hn >> borbottò. << E' colpa del dobe >>
Lei rise di nuovo, e si decise ad avvicinarsi, inginocchiandosi vicino
al volto di Naruto e avvicinando le labbra al suo orecchio.
<< Narutooo.. >> sussurrò. << Svegliatii..!
C'è Hinata-chan che chiede di te, qui fuoriii..! >>
Sasuke sogghignò. << Che colpo basso >>
<< Basso ma efficace >> replicò lei, giuliva.
Il suo colpo basso sembrò funzionare davvero, perché
Naruto spalancò gli occhi e si tirò su a sedere. <<
H-Hinata-chan..! >>
Sakura scoppiò a ridere e Sasuke scosse la testa. << Che
dobe >> commentò, sprezzante. << Alzati, idiota.
Dobbiamo andare >>
<< E non c'è Hinata-chan? >> borbottò,
gonfiando le guance in un broncio adorabile. Sakura gli
scompigliò i capelli, sorridendogli dolcemente. << Niente
Hinata-chan, Naruto >>
Naruto sbuffò, stropicciandosi un occhio insonnolito. << Uffi >>
<< Allora? Come rimaniamo d'accordo? >>
Sakura li aveva accompagnati alla porta, e Naruto aveva scambiato la
sua spalla come un cuscino, perché non appena erano riusciti a
tirarlo su dal tappetto si era immeditamente appoggiato a lui,
biascicando qualche scusa.
<< Tu sei impegnata all'Ospedale tutta la settimana, vero
Sakura-chan? >> mormorò Naruto, contro la sua maglia. Lei
annuì.
<< Allora che ne dici sabato se ci alleniamo assieme? Che te ne pare? Sei sempre via, Sakura-chaaan! >>
<< Potrei dire lo stesso di voi >> replicò lei,
indispettita. << Siete voi quelli che mi abbandonano al
villaggio. Priva di qualsiasi divertimento >> aggiunse. <<
Non posso neanche uscire con qualche ragazzo, shannaro! >>
Naruto agitò una mano, con fare noncurante. << Ah.. ma per quello c'è ancora tempo, Sakura-chan! >>
<< Ho venti anni, razza di idiota >> sibilò, e
Sasuke pensò che Naruto nel corso del tempo aveva sviluppato
istinti omicidi. << Ho venti anni e non ho ancora baciato nessuno
>>
Naruto sembrò essere colto di sorpresa dalla sua reazione, o
semplicemente fiutò il pericolo perché saltò
indietro, rifugiandosi dietro le spalle di Sasuke, che lo
osservò con lo stesso sprezzo che riservava ai peggiori nemici
sul campo di battaglia.
<< Ah, va bene va bene >> Sakura sospirò,
abbandonando le braccia lungo i fianchi. << Sabato, al ponte. Vi
ucciderò tutti >>
Sasuke non dubitò affatto della sua ultima frase.
<< Sasuke-kun, per favore riporta sano e salvo a casa sua questo
idiota così che poi io, sabato, possa ucciderlo >> gli
sorrise amorevolmente.
Sasuke annuì, pomposamente. Fosse mai che non portasse a termine
una simile missione, così importante e significativa.
<< Bene, ci vediamo sabato.. allora! >> sorrise ad entrambi, e scompigliò di nuovo i capelli a Naruto.
Lui annuì, e trascinò fuori Naruto, che si era di nuovo
addormentato con bocca spalancata, sostenendolo per la collottola della
maglia. Appena fuori casa, prima che potessero incamminarsi verso
l'uscita del complesso condominiale, Sasuke si fermò e
voltò il capo verso la ragazza ancora alla porta, un'espressione
più morbida sul viso.
<< Grazie per la cena >> le disse, in un sussurro appena
accennato. Se non fosse stata sera inoltrata, le undici passate, se non
ci fosse stato assoluto silenzio attorno a loro, nessuno dei due
avrebbe sentito l'altro.
Lei sorrise, dolcemente, e gli occhi le risplendettero. << Figurati, Sasuke-kun >>
Sasuke annuì, e si incamminò lentamente lungo il
corridoio, trascinandosi dietro Naruto e non preoccupandosi di
sostenerlo in modo decente, cosìcché i suoi piedi
strusciavano sul pavimento.
Fu solo quando giunsero alle scale e Sasuke si fermò un attimo
per meditare in che modo potesse riuscire a scendere con uno zombie
affianco - e per un attimo l'idea di farlo ruzzolare giù, per
tutti i gradini, non gli sembrò esattamente così pessima
- che sentì il click familiare di una porta chiudersi.
Quasi sorrise, issandosi meglio il braccio dell'amico sulle spalle.
Era sempre così, in fondo.
***
Continua.. ?
QuiC'èGè:
Allora, salve bravi signori e signore. Questa fanfiction è molto dolce.
...
...
A parte gli scherzi, i capitoli saranno dieci (compreso epilogo) e gli
aggiornamenti settimanali. In realtà questa fanfiction avrebbe
dovuto avere il suo trailer, ma il monitor del mio computer ha ben
deciso di impazzire proprio ora, e non andando più io non sono
riusciuta a completarlo in tempo. Ma don't worry, verrà
successivamente aggiunto come bonus :)
Che dire? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, ovviamente. E' un po' una cosa diversa; né comica come Non è la solita commedia scolastica né tragica come Battle Royale. Sta in mezzo, qualcosa con cui allietare le vostre calde giornate insomma.
Alla prossima e.. recensioni no jutsu! ♥
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Capitolo 2 *** 2. Guess Who Coming To Dinner: His Girlfriend. ***
Cap.2
NoteIniziali:
Siamo al secondo :) L'unico appunto che volevo fare è questo,
semplicemente: verso la fine del capitolo troverete la traduzione di
alcuni versi di di "Again and Again" con tanto di collegamento a
youtube ( la "I" di I think)
per ascoltare la canzone. Ora, questo è un esperimento; diciamo
che dovrebbe rendere più poetica l'intera scena e contribuire a
creare l'atmosfera. Nel caso il testo o la cosa in generale vi dia
fastidio provvedete a dirmelo; nel caso vi piaccia continuerò ad
apporre le lyrics ad ogni scena ritenuta adatta.
Buona lettura :)
Again & Again
2. Guess Who Coming To Dinner: His Girlfriend.
<< Non posso crederci. Perché siete così idioti? >>
Sasuke Uchiha non trovò nulla da replicare,
perciò, piuttosto che rimanere zitto e seduto al suo posto, si
proferì in un sonoro sbuffo.
<< Oh, non sbuffare, Sasuke-kun >> Sakura si voltò
verso di lui, lo sguardo intimidatorio. << Questo è anche
colpa tua >>
Era un bel sabato, quel giorno. Gli uccellini cinguettavano, il sole
splendeva in alto, Konoha si era risvegliata allegra e pimpante come
non mai, e loro aveva fissato per quella mattina un allenamento
all'insegna del sudore e del sangue.
Quando Sakura, il mercoledì scorso, aveva giurato che li avrebbe
uccisi tutti non aveva di certo scherzato: era parecchio tempo che non si
allenava con loro, presa com'era dai suoi impegni all'Ospedale, e
quando trovava una giornata libera per farlo finivano sempre tutti e
quattro stesi per terra, ansimando dalla fatica e gocciolando sudore
sull'erba.
Ma il punto non era quello, perché era oramai noto che Sakura
interpretava quegli allenamenti come una sorta di vendetta nei loro confronti (per abbandonarla sempre, diceva) e si
accaniva
sui loro corpi con estrema malignità, tormentandoli coi suoi
sporchi trucchetti degni della eccezionale kunoichi che era. Il punto
era che le battute avevano generato altre battute, gli insulti altri
insulti, e Sakura si era ritrovata estraneata dalla seconda sessione di
allenamento quando sia lui che Naruto avevano iniziato a darsele di
santa ragione, sotto gli occhi di un Sai che aveva partecipato
passivamente e di un sensei che aveva preferito immergersi nella
lettura di un romanzo porno.
Così, in un qualche strano modo, si ritrovavano seduti
dell'ufficio di Sakura, all'ospedale, dove lei li aveva trascinati a
forza quando era parso evidente che non avrebbero più potuto
continuare a meno che non desiderassero tirare le cuoia
anticipatamente.
Tanto per farlo soffrire Sakura aveva preferito prima dedicarsi al
trauma cranico di Sai, alle escoriazioni di Kakashi, per poi passare
alle ustioni di secondo grado che ricoprivano l'addome di Naruto -
merito di un Katon andato a buon fine, pensò sogghignando.
<< Frattura della spalla destra, rottura dei tendini del braccio
sinistro >> Sakura aveva indossato il camice da medico, e dopo
aver bendato le ferite di Naruto si era avvicinato a lui con gli occhi
che brillavano. Di rabbia. << Complimenti, Sasuke-kun >>
<< Provvedi >> le disse lui, secco e spiccio come sempre.
Sakura sospirò e si affrettò a posare le sue mani sul suo
braccio, nel punto dove i suoi tendini erano andati in mille pezzi
mezz'ora prima. << E' possibile che non riusciate ad allenarvi
senza per forza provare ad uccidervi? >> chakra verde
cominciò a lenire il suo dolore e Sasuke si rilassò
appena contro il muro, prima di tornare ad irrigidirsi quando la sua
spalla destra cozzò contro la parete.
<< Ognuno ha il suo stile di combattimento, Sakura-chan >>
Naruto cercò di grattarsi sotto le bende e Sakura lo
fulminò con lo sguardo.
<< Stile di uccisione, vorrai dire >> replicò lei,
secca. << Sai, pensavo che per lo meno tu potessi riuscire
ad estraniarti da questa mandria di trogloditi >>
<< Se mi rifiutassi la cooperazione nel nostro Team ne
risentirebbe >> ribatté lui, gli occhi puntati al soffitto.
<< E tu e Naruto non avete fatto altro che tormentarmi con
quest'ultima per anni >>
<< Bravo, Sai! >> Naruto si aprì in un sorrisone
luminoso, battendo una pacca da togliere il fiato sulla schiena del
ragazzo. Che annaspò da dolore ma fu molto abile a nasconderlo. << E' proprio così che si parla! >>
Sakura, che continuava a iniettare chackra nei muscoli di Sasuke,
roteò gli occhi e si rivolse al suo maestro. <<
Kakashi-sensei, sarebbe carino che tu dicessi qualcosa >>
Kakashi chiuse il suo libro e le sorrise, il volto nascosto dalla maschera. << Cosa vuoi che dica, Sakura? >>
Sakura sbuffò, e tornò a rivolgere completa attenzione a
Sasuke e alle sue ferite, borbottando fra sé e sé qualche
parolina poco gentile.
Quando Sasuke fu certo che ebbe finito, tornò ad osservarla negli
occhi; nel mentre la stanza era piombata nel più assoluto
silenzio. Addirittura Naruto stava zitto. Il che era decisamente
strano.
Capì del perché ci fosse così tanto silenzio
quando Sakura tornò a sorridergli, premurosa, e a massaggiare il
suo braccio con cura - probabilmente per cercare di riattivare il
flusso sanguigno. << Tieni a riposo il braccio per un giorno,
Sasuke-kun >> gli disse, piegandoglielo lentamente e posandolo
sulla sua coscia. << Adesso diamo un'occhiata alla tua spalla
>>
"Dare un'occhiata" non era esattamente il termine giusto, perché
quando gli occhi di Sakura notarono l'allarmante posizione del suo osso
- che sbucava a novanta gradi dalla sua spalla e premeva contro la
pelle - si strinsero in due fessure concentrate. Alzò una mano
per verificare meglio la cosa, e quando le sue dita sfiorarono la sua
pelle arrossata Sasuke faticò a trattenere un gemito di
dolore.
<< Dobbiamo rimetterlo al suo posto, Sasuke-kun >> gli
disse, molto professionalmente. << E farà un po' male
>> aggiunse, cercando il suo sguardo. Sasuke annuì, pronto
e deciso ad affrontare la situazione. Non avrebbe avuto via di scampo,
in ogni caso.
Sakura scroccò le nocche della mano, e prese un respiro
profondo. << Là in fondo, fate silenzio >>
proferì, adocchiando da dietro una spalla Naruto che cercava di
soffocare le risate nel lettino.
<< Conto fino a tre e poi vado, ok? >> Sakura aveva uno
sguardo più apprensivo, questa volta, ma non per questo meno
professionale. Sasuke annuì di nuovo, e prese un respiro
profondo, proprio come lei aveva fatto.
Sentì un suo braccio correre a circondargli la vita, e in un
attimo il corpo morbido di lei si appoggiò del tutto al suo petto,
mentre la mano correva a posarsi sulla sua spalla. Sasuke
deglutì.
<< Uno- >>
Crock.
Il dolore fu così intenso che lo costrinse a soffocare un
grugnito pericolosamente simile ad un gemito contro la stessa spalla di
Sakura, e ad aggrapparsi
col braccio buono al lettino sul quale sedeva, annaspando in cerca di
aria.
Lei si scostò quasi subito, riprendendo ad iniettare chackra
lenitivo contro la sua spalla e solo quando Sasuke fu certo di aver
superato la parte peggiore che si decise ad aprire bocca, e a protestare
contro quello che era appena successo:
<< Avevi detto fino a tre, Sakura >> sibilò, seccato
dal dolore che continuava a percuotergli la parte superiore del corpo.
Sakura non lo guardò nemmeno, troppo concentrata. << Se il
paziente viene colto di sorpresa il dolore è meno intenso
>> gli disse. << E' l'aspettativa che uccide, Sasuke-kun
>>
Sasuke non trovò nulla da replicare, per la seconda volta nel
giro di dieci minuti, e la cosa non potè che farlo impensierire
e dargli incredibilmente sui nervi. Sakura aveva ragione, maledizione,
e lui non poteva contraddirla. Almeno non sul campo medico.
<< Molto bene >> smise di iniettargli chakra. <<
Adesso dovrò fasciarti il braccio. E non dovrai assolutamente
tenerlo a riposo per due settimane >>
<< Cosa? >> la voce gli uscì rauca dallo sforzo e dal dolore.
<< Mi hai capito bene >> disse lei, allontanandosi per
andare a recuperare delle bende. << Non potrai muovere quel
braccio fino a nuovo ordine. Niente allenamenti o missioni, non
è ancora guarito >>
<< Allora curalo >> Sasuke strinse le labbra in una linea
sottile, ringhiando. << Ti avevo chiesto di farlo, se non sbaglio
>>
Sakura tornò ad avvicinarsi, due rotoli di bende fra le mani.
<< Sasuke-kun, io posso rimetterti a posto la spalla, i tendini
e il flusso sanguigno, ma prima che tu riesca a muovere perfettamente quella spalla
dovranno passare due settimane >> ribatté, e si
apprestò a far passare il primo rotolo di bende sotto il suo
braccio, fasciandoglielo completamente.
<< Sakura, io non posso rimanere fermo >> lei roteò
gli occhi al cielo, le bende che adesso circondavano la sua vita.
<< Perciò trova il modo di far muovere il mio braccio,
altrimenti- >>
<< Altrimenti cosa, Sasuke-kun? >> i suoi occhi verdi
lampeggiarono di sfida. << Andrai a lamentarti da Tsunade-sama solo
perché ho fatto il mio lavoro? >>
Sasuke aprì la bocca, ma non trovò nulla da replicare - di nuovo - e
soffiò aria fra le labbra, profondamente infastidito.
<<
Curalo >> sibilò, alla fine.
<< No >> replicò lei, che cominciava a prenderci
gusto. Era come parlare con un bambino cocciuto. << Non posso
farlo. L'osso deve riprendere la sua mobilità da solo >>
aggiunse. << Se tu e Naruto non vi foste massacrati così a
quest'ora saresti liberissimo di fare quello che vuoi >>
A quel punto Sasuke ne ebbe abbastanza, non solo perché la sua
compagna di squadra sembrava divertirsi a torturarlo in quel modo, ma
anche perché dall'altra parte della stanza il dobe che aveva
come amico cercava in tutti i modi di soffocare le risate contro le
mani, il suo sensei sembrava ridere, nascosto dietro quel pornaccio, e
l'altro sociopatico li osservava con interesse.
<< E poi potrebbe farti bene prenderti qualche giorno di riposo,
Sasuke-kun >> la sua voce era tornata allegra e dolce come sempre
e, volente e nolente, Sasuke non riuscì a replicare con
nient'altro - e anche se avesse voluto non l'avrebbe fatto, Sakura era
tornata di buon'umore, e quello era l'importante.
<< Molto bene! >> battè una pacca sulla sua spalla
appena fasciata e lui ululò dal dolore, sotto le sue
risate. << Abbiamo quasi finito, Sasuke-kun. Devo solo scrivere
alcune cose nelle vostre cartelle >>
<< Kakashi >> la voce di Sai accompagnò il suo
sguardo, mentre discretamente seguiva la figura di Sakura che si
dirigeva verso la scrivania. << Ho letto da qualche parte riguardo
questo atteggiamento >> Naruto drizzò le orecchie.
<< A cosa ti riferisci, Sai? >>
<< Al rapporto fra Sasuke e Sakura, ovviamente >> Sakura,
che da brava stava estraendo le loro cartelle dall'armadietto,
rischiò quasi di inciampare nella sua stessa sedia. <<
Però, purtroppo, non sono ancora riuscito a dargli un nome
>>
<< Ah, ma è semplice! Sembrano solo una coppia di sposi- >>
Se lo sguardo avesse potuto uccidere Naruto, che aveva appena aperto
bocca, sarebbe stramazzato al suolo senza possibilità di
salvezza sotto le occhiate inferocite di Sasuke. Sakura, dal canto suo,
sembrava neanche aver notato l'intero siparietto, perché quando
tornò a parlare non c'era né traccia di rossore sul suo
viso o di vago imbarazzo. Sorrideva.
<< Naruto >> cinguettò, posando la penna. << A
proposito di Hinata-chan >> stavano per caso parlando di lei?
<< Ho visto che oggi è venuta a trovarti >>
Sasuke spostò lo sguardo dal suo migliore amico all'unico membro
femminile della loro squadra, sorpreso di sentirla parlare di un simile
argomento in un momento del genere. In realtà a Sakura piaceva
parlare di Hinata, o perlomeno sembrava divertirsi un mondo a stuzzicare Naruto
riguardo alla sua timida ed adorabile ragazza, eppure non c'era alcun
nesso con quello di cui stavano discutendo fino a poco prima.
Solo in quel momento ricordò come, durante l'ora di pranzo,
quando erano ancora al campo d'allenamento, avesse intravisto la
figurina della Hyuuga avvicinarsi timidamente al loro gruppo,
scambiando prima due parole con Sakura per poi farsi condurre da Naruto.
<< Che ne dici di invitarla a cena da noi, questo mercoledì?
>> gli chiese, la voce che pareva una cucchiaiata di miele. A
Sakura brillarono gli occhi di entusiasmo, e non di meno a Naruto, che
si agitò sul lettino.
<< Davvero?! Davvero può venire Hinata-chan? Ehi.. ma..
aspetta! >> il suo entusiasmo sembrò scemare. <<
Pensavo che le nostre fossero cene fra noi e basta, solo noi del team
>>
Sakura scosse la testa e si alzò dalla scrivania, tornando ad
avvicinarsi. << No, sciocco. Sono cene di famiglia >> lo
corresse amorevolmente. << Da quanto è che stai con
Hinata-chan? Cinque mesi? Non credi sia giunto il momento di
presentarla ufficialmente alla famiglia? >> gli strizzò
l'occhio.
<< Davvero? >> Naruto si sporse per vederla meglio. << Davvero davvero, Sakura-chan? >>
Lei sorrise. << Davvero davvero >>
Naruto fece uno slancio verso di lei, abbracciandola stretta, e se non
ci fossero stati il lettino e le gambe di Sasuke sarebbero entrambi
ruzzolati sul pavimento come il mercoledì prima. Sakura
scoppiò ridere, battendo delle pacche sulla schiena di Naruto.
<< Quanto sei idiota, Naruto >> disse, ma sorrideva.
***
In generale Sasuke non aveva nulla contro Hinata Hyuuga; forse la
considerava un po' troppo silenziosa - lui che era sempre così
abituato ad avere chiasso attorno a sé - ma fra tutte le
kunoichi della loro generazione era decisamente quella più
tollerabile (Sakura era un'altra storia) ed era fermamente convinto che
in un moto di disperazione avesse accettato di uscire col dobe,
compromettendo quindi la sua sanità mentale per tutto il resto
della sua vita.
Così, quando la vide arrivare mano nella mano al suo migliore
amico (che mai avrebbe dichiarato tale, in ogni caso) decise che
ricambiare educatamente il suo saluto non avrebbe ucciso nessuno,
quindi rispose con un cenno del capo al suo timido "Sasuke-san",
azzardandosi anche a commentare con qualche frase il discorso
intavolato dai due fidanzati, lungo la strada verso l'appartamento di
Sakura.
Fu Naruto a suonare il campanello, e quando Sakura - una radiosa,
entusiasta e dolcissima Sakura - venne loro ad aprire salutò
prima ed unicamente Hinata, abbracciandola affettuosamente.
<< Ti r-ringrazio molto per l'invito, Sakura-san >>
proferì lei, timidamente, prima di porgerle una elegante scatola
circondata da un fiocco, che Sasuke poco prima aveva appreso contenesse
dei dolcetti.. << Questi sono per te >>
Sakura sembrò colpita dal suo gesto, tanto che tornò ad
abbracciarla nuovamente. << Non ce n'era alcun bisogno,
Hinata-chan >> le disse, ma accettò di buon grado il dono.
<< Ma grazie mille lo stesso! Entra! Entra! Naruto non stare
impalato sulla porta e fai strada alla tua ragazza! Sasuke-kun, chiudi
la porta >> e rise. << Kakashi-sensei e Sai sono già
arrivati! >>
Non appena si furono fatti spazio nel salotto, gli occhi perlati di
Hinata divorarono centimetro per centimetro ogni angolo della casa: dal
vecchio vaso verde, ai ritratti appesi ai muri, alla tonnellata di
libri sparsi qua e là. C'era qualcosa di loro in quella casa,
sempre:
C'era la console di videogiochi di Naruto; c'era qualche album di
schizzi di Sai, quelli più vecchi; c'era qualcuno dei libri di
Kakashi, che Sakura aveva parcheggiato dentro una cassapanca; c'era un
ventaglio, appeso appena sopra il tavolo. Lo stemma degli Uchiha.
<< E' delizioso >> Hinata le sorrise dolcemente, una volta
che si fu data un'occhiata generale attorno. << E' veramente un
appartamento bellissimo, Sakura-san >>
<< Ti piace? Ne sono contenta >> le sorrise di nuovo,
stringendole una mano con fare confidenziale << Accomodati.. fai
come se fossi a casa tua! Mi dispiace che la cena ancora non sia pronta
ma.. Kakashi-sensei, Sai.. Hinata-chan è arrivata! >>
La testa di Kakashi emerse dal divano. << Yo! >>
alzò una mano in segno di saluto. << Hinata, ti trovo in
forma! >>
<< Hinata-san >> Sai le sorrise, seduto al tavolo da pranzo
con in mano un suo blocco per gli schizzi. << Buonasera >>
Sasuke, che aveva preso posto accanto a Kakashi sul divano, osservò come Hinata si indaffarasse per rispondere
educatamente ai saluti dei suoi compagni di squadra, inchinandosi
rispettosamente alla loro presenza e rispondendo alle loro domande con
la sua solita voce timida.
<< Sakura-san >> Hinata si avvicinò al bancone della
cucina, gli occhi perlati che vagavano fra pentole e i piatti
<< Posso darti una mano? >>
Sakura si voltò di scatto, il mestolo in mano e i capelli rosa
legati in una coda. << Cosa..? Oh, no! Certo che no, Hinata-chan!
Sei un ospite in fondo >>
<< Insisto >> e le sorrise.
Con la coda dell'occhio le vide indaffararsi ai fornelli, ridendo e
chiocciando allegramente, e avrebbe perso altro tempo con la sua
osservazione se non avesse colto il suo migliore amico che si
dondolava avanti ed indietro sulla propria sedia, un'espressione trasognante
stampata sul volto.
<< Sei raccapricciante >> gli disse, atono.
Naruto non diede segno di averlo sentito, continuò ad osservare
la sua migliore amica e la sua ragazza con quel viso da prendere a
pugni. Tutto in lui lo incalzava ad attraversare la stanza e a prenderlo
a pugni. Naruto si rivelava sempre un ottimo sacco da box.
<< Sono bellissime >> lo sentì dire, con una voce
così soave ed intensa da far accapponare la pelle. Non ci
riuscì; roteò
gli occhi al soffitto, mentre accanto a lui Kakashi sorrideva al suo
libro. << Sai.. ehi, Sai! Vieni qua! >>
Sai - povera anima - stava abozzando qualcosa su quel suo blocco da
disegno, e al suono della voce dell'amico alzò appena lo sguardo
e lo degnò di quella minima considerazione che si riservava ad un bambino troppo rumoroso.
Naruto gli fece segno di avvicinarsi a grandi gesti, così grandi
ed eclatanti che lo stesso Sasuke si sorprese quando sia Sakura che
Hinata continuarono a cucinare, dando segno di non aver né visto
né capito qualcosa.
<< Sai! Sai! >> Sai sembrò particolarmente
indisposto dalla sua richiesta, ma decise di accontentarlo, alzandosi
in piedi e trascinandosi fino alla sedia dove Naruto si era
accomodato. E quando lui lo invitò a rivolgergli l'orecchio per
potergli sussurrare qualcosa lo fece - che idiota. << Sai..
voglio che tu adesso faccia un disegno di loro due che cucinano. Hai
capito? Un disegno, sì.. uno di quei così lì.. di
Hinata-chan e Sakura-chan, ok? >>
<< Non ce n'è alcun bisogno, Naruto >>
replicò lui, serafico. << Ne ho terminato l'abbozzo di uno
proprio adesso >>
Quella fu la frase che riuscì a farlo sobbalzare, e a far in
modo che Kakashi staccasse l'occhio sano da quel maledetto libraccio e lo
puntasse sulle figure dei suoi allievi, sorpreso.
<< Sasuke >> Kakashi era calmo come sempre, ma sembrava
vagamente perplesso. << Sai ha appena ritratto Hinata e Sakura?
>>
Sasuke non era esattamente senza parole: sapeva che Sai, appena trovava
la sua cosidetta ispirazione, dipingeva o disegnava qualsiasi cosa
potesse avergliela data. Ma non credeva potesse voler ritrarre una
scena così.. normale.
<< Hn >>
Proprio in quel momento, mentre Naruto squittiva sul foglio che Sai gli
aveva appena consegnato, Sakura emerse dal cucinotto, senza grembiule e
coi capelli nuovamente sciolti. << Cosa succede qui? >>
domandò, incuriosita, prendendo a disporre i piatti sul tavolo.
Naruto montò il suo solito sorrisone da trantadue denti.
<< AAAssolutamente niente >> Sakura non gli avrebbe mai
creduto, Sasuke lo sapeva, ma la voce fine di Hinata la distrasse da
qualsiasi possibilità di indagine più approfondita,
obbligandola a tornare indietro per cominciare a servire.
Dieci minuti dopo sedevano tutti al tavolo, pronti ad infilare le
bacchette nella ciotola che avevano davanti: il menù di quella
sera era ramen fatto in casa. Sakura aveva meticolosamente impastato e fritto gli udon, aveva
preparato il brodo e cotto la carne a vapore; le era occorso
così tanto tempo che aveva appena avuto il tempo di farsi una
doccia, prima dell'arrivo dei suoi compagni.
<< Itadakimasu! >>
Il risultato non poteva non essere che delizioso, ma svariati minuti
dopo che tutti avevano già infilato le proprie bacchette e
saggiato la cosistenza degli udon, Sasuke non era ancora riuscito a
prendere in mano le proprie, semplicemente perché con un braccio
fasciato l'impresa riusciva decisamente ardua.
<< Naruto? >> Sakura, che era appena tornata dalla cucina
dov'era andata a recuperare per l'ennesima volta delle salse. <<
Puoi scambiare posto con me? >>
Naruto emerse dalla sua ciotola - col viso sporco di brodo - e la
osservò con la fronte corrugata. << 'erché?
>> biascicò, e Sasuke sospirò sprezzante, quando
vide Hinata affrettarsi a passargli un tovagliolino.
<< Niente storie e cambia posto >>
Naruto sembrò ancora più perplesso, ma non fiatò e
scivolò al fianco destro della sua ragazza, lasciando che Sakura
sedesse sulla sua sedia, proprio al lato opposto di Kakashi - e di
fianco a Sasuke.
Sasuke sembrò ugualmente, se non più, confuso dal
suo gesto: era una regola di casa, Sakura rivolgeva sempre la schiena
alla cucina, e lui sedeva sempre davanti a lei. Con una tavola rotonda
come quella - imposta dallo stesso Naruto, che aveva sottolineato come
quella rettangolare, più comune, potesse portare a prese di
posizione - anche sottigliezze come quelle erano importanti.
Sasuke sentì il gomito di Sakura sfiorare il suo fianco e prima
che potesse solo rendersene conto la mano di lei era sopra la sua, che
aggiustava la posizione delle bacchette e depositava al bordo della
sua ciotola un cucchiaio.
<< Ecco >> gli disse, la voce carezzevole e poco più
alta di un sussurro. << Così potrai mangiare meglio
>> incontrò il suo sguardo, che sorrideva come le sue
labbra.
Quello che seguì fu un silenzio.. imbarazzante. Perché
Sasuke sapeva che tutti i commensali avevano interrotto le proprie
attività - Kakashi stava per interrogare Hinata, e Naruto stava
giusto per fare il solito commento idiota della serata - per rimanere
ad osservare quel piccolo e grazioso siparietto.
Sarebbe arrossito, perché sentì addosso addirittura lo
sguardo incuriosito della Hyuuga - e quello avrebbe potuto spiegare
ogni cosa - ma non successe semplicemente perché la voce di Sai
gli impedì di realizzare quello che era appena successo.
<< Ma allora vo- >> non riuscì a finire la frase che
la mano di Kakashi, che mangiava tranquillamente, era corsa a tappargli
la bocca con una naturalezza da lasciare spiazziati.
Sasuke faticò a non spezzare le proprie bacchette.
<< Sakura-san >> Hinata prese parola timidamente, ma con
garbo e dolcezza. << E' veramente squisito. Io.. Naruto-kun mi
aveva detto che eri un'ottima cuoca, ma non pensavo fossi così
brava >> proferì. << Come fai? >>
Sakura sorrise, civettuola - e Sasuke si domandò se avesse
imparato dalla Yamanaka. << Ti ringrazio >> rispose.
<< Beh.. immagino sia perché mi piace molto cucinare
>>
<< Bando alle ciance! >> Kakashi depositò le
bacchette sul bordo della sua ciotola, mentre un sorrisino birichino
gli si dipingeva sul volto. << Questa è la prima volta che
qualcuno di estraneo al team cena con noi, vero Sakura? >>
Sakura annuì, e sorrise gioiosamente; al suo fianco Hinata
arrossì debolmente, scostandosi una ciocca di capelli scuri dal
volto e chinando il capo rispettosamente. << V-Vi ringrazio
ancora per l'invito! >>
<< Oh, Hinata-chan, non essere così formale! >> la
mano di Naruto corse a circondarle le spalle. << Siamo sempre
noi! >>
<< Che carini che siete >> il sorriso di Kakashi non
lasciava presagire nulla di buono. << A quando il matrimonio?
>>
Infatti.
Naruto, che aveva appena spazzolato la seconda ciotola, rischiò
di soffocare con le bacchette in gola, mentre Hinata arrossì
così tanto che a Sasuke, osservandola, tornarono in mente i
pomodori che era solito comprare nell'alimentari più vicino al
quartiere Uchiha.
<< KAKASHI-SENSEI! >> Naruto, dopo che fu certo di poter
riuscire a respirare correttamente, starnazzò verso il suo
sensei i più improbabili insulti esistenti al mondo.
<< Kakashi, ho letto che i vent'anni sono l'età perfetta
per convolare a nozze >> ovviamente Sai non poteva non intervenire, e
questo aggravò ancora di più la situazione, mandando in
uno stato simile all'iperventilazione Hinata - che continuava ad
osservare le sue mani come in trance - e rischiando, questa volta, di
far soffocare Sakura con l'acqua che stava bevendo.
Sasuke allungò il braccio buono e le battè una sonora
pacca sulla schiena senza neanche darsi pena di controllare fino a dove
l'avesse spinta.
<< G-Grazie, Sasuke-kun >> la sua voce gli giunse ovattata,
con tutto il casino che il dobe e gli altri stavano facendo.
Era una scena decisamente piacevole, e osservando Sakura che si
adoperava a tenere Naruto fermo sulla sua sedia con una mano - in modo
che non decidesse di attentare alla vita del suo maestro un po' prima
del solito - Sasuke colse qualche stralcio di conversazione sopra le
urla - "Hinata-san, mi chiedevo fino a che stadio tu e Naruto
foste arrivati nella vostra relazione" - sentendosi montare addosso
una sensazione simile alla pace.
Mai l'avrebbe ammesso: aveva sempre giustificato la sua presenza a
quelle cene settimanali con la banale e stupida scusa di poter riuscire
a mangiare qualcosa di diverso dal ramen e dai soliti pomodori, quando
in realtà era sempre fra i primi ad arrivare e fra gli ultimi ad
andarsene, semplicemente perché gli piaceva. Perché gli
piaceva stare con loro, - e lasciarsi alle spalle la morte e il
sangue delle sue missioni; osservare il dobe che si soffocava col
cibo, quel pervertito del loro sensei che non poteva fare a meno di
sbirciare il suo libro, quell'altro sociopatico che interrompeva la
cena coi suoi commenti idioti, osservare lei sorridere come se da quel
sorriso fosse dipesa la sua vita.
Perché sedersi a quel tavolo lo riportava indietro di anni,
perché ogni piatto profumava di famiglia e affetto, e
perché in Kakashi rivedeva un padre mai avuto, e in Naruto un
fratello scomparso, e in Sai un compagno di cui fidarsi.
E in lei... la figura sorridente di una madre. [Anche]
E gli bastava chiudere gli occhi per sentirsi tornare bambino, quella
sensazione di calore al petto e allo stomaco, ogni volta che li sentiva
ridere.
Una mano gli pizzicò il braccio, e un paio di (dolcissimi,
luminosi ed intensi) occhi verdi cercarono il suo sguardo. << Vuoi
il secondo, Sasuke-kun? >> sperò che lei non vedesse il
suo viso tormentato dai ricordi del passato.
<< Sì >>
***
Il tè quella sera arrivò più tardi del solito.
Subito dopo cena Sakura ed Hinata avevano impiegato una mezz'oretta per
rigovernare i piatti e pulire la cucina, mentre gli uomini aveva deciso
di dividersi fra la tv e qualche libro sparso qua e là, da bravi e valorosi shinobi qual'erano.
Sasuke come al suo solito aveva impiegato il tempo nella lettura
approfondita di un rotolo di medicina - il funzionamento dei muscoli -
e anche se sapeva che mai avrebbe potuto aspirare nell'apprendere i
jutsu medici così come Sakura, pensava che un poco di cultura
non avrebbe guastato nessuno. Naruto dal canto suo si era parcheggiato
davanti alla tv con Sai, e stava inutilmente cercando di spiegargli le
funzioni dell'ultimo videogioco che aveva acquistato - non che servisse
poi molto.
Kakashi si era appisolato sul divano, e ogni tanto riemergeva dal suo
libro borbottando qualcosa di incomprensibile che negli ultimi minuti
aveva spinto Sasuke ad ignorarlo più che a prenderlo in
considerazione - non era novità, in fondo, che il loro vecchio
sensei se ne uscisse con qualche trovata assurda dell'ultimo istante.
<< E' felice >>
Ecco, quella era una trovata assurda dell'ultimo istante. Sasuke, suo
malgrado, fu costretto a distogliere lo sguardo dal rotolo a farlo
scivolare, lento e con fare disinteressato, sul viso coperto dalla
solita maschera di Kakashi, che lo osservava col suo unico occhio
scoperto. Pur non essendo in servizio continuava ad indossare il
coprifronte.
<< Forse più felice che mai >>
[Non spezzarla. Conservala. Proteggila. Proteggi lei. Rendila felice. Falla sorridere.]
A Sasuke non servì alcun nome per capire a chi si stesse
riferendo, e all'improvviso si ritrovò ad agitarsi sul posto, a
disagio, e quel cantuccio sul divano cominciò a diventare sempre
più stretto.
Parlare di Sakura, con altri, non lo metteva esattamente a suo agio.
Proprio in quel momento lei ed Hinata emersero dalla cucina, e
passarono loro vicino senza neanche degnarli di uno sguardo, tanto
erano prese dalle loro chiacchere. A Sasuke, da bravo ed acuto
osservatore qual era, bastò un'occhiata di sottecchi per notare
le loro mani intrecciate affettuosamente e la loro più che
evidente meta.
Sakura le avrebbe mostrato le foto.
E fu esattamente quello che fece: Sakura condusse la giovane
Hyuuga verso la zona notte, la fece sedere sul suo letto e fra risate,
balbettii imbarazzati e confidenze le mostrò quello che era
"Il Team Sette Negli Anni".
Scorsero assieme le foto otto anni prima, di quando erano appena
dodicenni; ritratti di un'attesa dolorosa e speranza per il futuro - e
Sasuke, un rotolo sulle gambe che oramai era diventato pura
formalità, visto e appurato che la sua mente seguiva altri
discorsi, immaginò si trattasse della manciata di foto che li
ritraeva soli, loro - senza di lui.
Senza neanche volerlo si ritrovò ad osservare il vuoto, e in un
attimo i ricordi del passato - non ricordi felici, non quegli stralci
d'infanzia felice - tornarono a danzargli in mente, inesorabili, come
una condanna a morte.
[Odio. Odio. Odio]
<< Tutto bene, Sasuke? >> aveva stretto i pugni, e neanche se ne era accorto.
La mano di Kakashi, alzatosi a sedere, si posò sulla sua spalla e il suo occhio lo scrutò dentro, accorato.
Sasuke annuì, meccanico, ma non riuscì a racimolare un po' di voce per dare un canale ai suoi pensieri (no no no), e si ritrovò ad osservare il suo sensei con apparente distacco.
In realtà stava gridando dentro, e lo sapevano entrambi.
La presa di Kakashi si allentò, giusto prima che uno strillo
lacerasse l'aria e li spingesse tutti a voltarsi verso la stessa
direzione - ovvero il muro, dove dietro era nascosto il letto di Sakura.
<< Il tè! Ho dimenticato il tè! >>
Naruto si proferì in una sonora pernacchia di scherno, scuotendo
vigorosamente la testa. << La solita Sakura-chan >>
mormorò fra sé e sé, e Sai annuì, compito.
<< O-Oh! Perdonami Sakura-san, ti ho per caso distratto? Posso darti una mano? >>
Sasuke ascoltò per filo e per segno i loro futili chiacchericci,
memorizzò anche i loro passi che tornavano verso la cucina e
cercò di non badare allo sguardo fisso di Kakashi su di lui.
Sapeva che non stava più leggendo, e Sasuke si chiese a che servisse pretendere di continuare a farlo.
<< Che colore vuoi, Hinata-chan? Lilla ti va bene? >>
<< Non.. è di Sai-san quella tazza? >>
<< Oh no, questa è tua! L'ho comprata proprio ieri.. sai,
ognuno deve avere una sua tazza per il té, in una casa. Quella
viola lì è di Ino, e quest'altra viola è di Sai
>>
<< Sei così ingeniosa, Sakura-san >>
<< Per mantenere una casa bisogna esserlo, Hinata-chan >>
Naruto aveva smesso di giocare, tutto d'un tratto, e a Sasuke non
servì molto intuito per capire che - come lui - aveva preferito
stare ad ascoltare quei discorsi - quei discorsi del tutto stupidi,
inutili e privi di significato.
In realtà sembrava che tutti li stessero ascoltando; anche gli
occhi di Kakashi avevano smesso di saettare da una riga all'altra del
suo libro, e addirittura Sai aveva smesso di spippolare sul quel
controller - probabilmente stava cercando di capire il significato
recondito di quelle parole.
<< Quindi sei capace di fare una cerimonia del té? Una vera e propria cerimonia? >>
<< B-Beh, sì.. ma solo quella più semplice. Mia
sorella Hanabi è molto più brava di me >>
[Tazze disposte sul vassoio]
<< Che invidia. Un po' di tempo fa mi ero iscritta ad un corso ma
non sono riuscita a trovare del tempo per via dell'Ospedale e non mi
sono presentata nemmeno una volta. E' stata un vera sfortuna! >>
<< S-Se vuoi posso insegnarti qualcosa io, Sakura-san. Non sono molto esperta, ma me la cavo >>
[Bollitore d'acqua]
<< Lo faresti davvero? Sarebbe fantastico! >>
<< Certo. Mi farebbe davvero molto piacere >>
[Foglie del tè]
Sakura servì come sempre Kakashi per primo, e Hinata si
adoperò a consengnare la tazza al suo ragazzo, che la
ringraziò un incommensurabile numero di volte - gli occhi gli
brillarono addirittura - prendendola per mano e dicendole che sarebbe
stata - testuali parole - una mogliettina perfetta. Hinata ovviamente
rischiò di andare in iperventilazione - troppe novità in
una sola volta.
Sasuke, accantonate per un attimo le vicessitudini di prima,
sogghignò contro la sua tazza fumante e si concesse un sospiro
liberatorio, sotto lo sguardo di Kakashi - che non l'aveva perso di
vista nemmeno un attimo.
<< Quando è che avete la prossima missione, allora?
>> Sakura si servì il suo tè e poggiò la
schiena contro il muro.
<< Tsunade-baachan ha detto che dovremmo avercene una questo
finesettimana, ma non è ancora sicuro. Domani siamo convocati
per i dettagli >>
<< Ma, Naruto-kun... come potete andare in missione se Sasuke-san ha la spalla rotta? >>
Oh.
<< Oh, Kami! >> Naruto sgranò gli occhi. <<
Teme, non ci avevo pensato! E se la vecchia ci desse la missione come
facciamo? Riesci a guarire per venerdì? >>
<< Ovviamente >>
<< Ovviamente no, Sasuke-kun >> Sakura corrugò la
fronte. << Ti ho già detto che non puoi sforzare il
braccio >>
<< Suvvia, Sakura-chan! Il Teme starà benissimo.. n-non ti
arrabbiare ok? E poi non è nemmeno sicuro che Tsunade-baachan ci
dia la missione >>
<< Fate come vi pare >> sbottò lei, decisamente
irritata. << Sasuke-kun, poi non osare venire da me quando
tornerai col braccio in cancrena e dovremo amputartelo >> e detto
questo voltò la schiena e si diresse a grandi passi verso la
cucina, con l'aria di chi decisamente si stava trattenendo dal prendere a
pugni qualcosa.
Hinata balzò in piedi, e li osservò tutti, indecisa sul
da farsi. Prima di correre dietro l'amica. << S-Sakura-san!
>>
Sasuke non le rispose neanche, la ignorò sfacciatamente e
continuò a sorseggiare il suo tè con la massima
naturalezza. Naruto gli scoccò un'occhiataccia di rimprovero,
ma lui non diede peso neanche a quella - preso com'era dai suoi
pensieri.
Se qualcuno avesse prestato più attenzione, però, avrebbe
notato la sua mano sul punto di frantumare la tazza in mille pezzi.
***
Dopo lo spiacevole incidente - che aveva compromesso il bel concludersi
della serata - Naruto fu il primo a decidere che era giunta l'ora di
andarsene.
Scoccate le undici e mezza si alzò dal tappeto e decretò
che si era fatto decisamente tardi e che doveva riaccompagnare Hinata a
casa. Gli addii furono decisamente più piacevoli dell'ultima mezz'ora, e
Hinata salutò educatamente tutti - compreso lui, che fu
nuovamente costretto a rispondere con cortesia al suo breve inchino -
prima di abbracciare Sakura con timidezza e ringraziarla per la
centesima volta. Lei ricambiò il gesto e le sorrise - ma era
evidente che il brio di appena qualche ora prima era stato sotterrato
sotto tonnellate di parole non dette.
<< Devi tornare più spesso, Hinata-chan >> Sakura le
prese le mani fra le sue. << Naruto, promettimi che porterai
Hinata-chan più spesso >>
<< Ma certo, Sakura-chan! >> il jinchuuriki le posò
una mano sulla spalla, un sorrisone ad incorniciargli le labbra.
<< E' stato divertente, vero Kakashi-sensei? >>
<< Assolutamente! >> il ciuffo di Kakashi emerse da dietro
al divano, e Sakura scosse la testa, mentre accanto a lei Hinata si
proferiva in una risatina delicata. << Stammi bene, Hinata! E
salutami Kurenai, appena la vedi! >>
<< Sarà fatto, Kakashi-sensei >> la sentirono dire,
dall'ingresso. Il cigolio della porta fece loro intendere che erano
giunti alla frutta, in un certo senso. << Oyasumi, Sakura-san
>>
<< Oyasumi, Hinata-chan >> disse. << State attenti sulla strada >>
Quando la porta si chiuse Sasuke, pur con gli occhi strategicamente
chiusi, avvertì chiaramente il peso di Kakashi sparire dal
divano, e il secco rumore del suo libro che si chiudeva, assieme allo
stridore della sedia su cui Sai sedeva fino a poco prima.
<< Sarà il caso di andarcene anche noi, Sai? >>
Sakura emerse proprio in quel momento dall'ingresso, sorridendo alla
loro vista e poggiando la spalla contro lo stipite dell'arco. <<
Così presto, Kakashi-sensei? >> ridacchiò, lei.
<< Quando potrò rivedervi? >>
<< Oh, presto.. spero. Ma non preoccuparti, se la Godaime
affiderà loro la missione avrai sempre me con cui stare, no?
>> Sakura scosse nuovamente la testa, divertita. << In ogni
caso non è carino far stare sveglia la mia allieva preferita
così a lungo >>
<< Potresti correre il rischio di diventare ancora più
brutta >> Sai le passò davanti con un sorrisino da un
orecchio all'altro, così irritante da prendere a pugni. Sakura
sbuffò, ma piuttosto che atterrarlo preferì stampargli un
bacio sul naso, al quale lui reagì osservandola interdetto.
<< Non recepisco il significato di questo gesto >> le disse. << Ho letto della
infinita varietà dei tipi di baci, ma sul naso non ho trovato nessuna traccia>>
<< Significa affetto, zuccone >> Sakura sembrò trovare il suo buonumore perduto.
<< Oh, allora io dovrei baciarti sulle labbra? >>
Sakura inorridì, e il suo bel viso si tramutò in una
maschera di disgusto - e Kakashi scoppiò a ridere, battendo la
solita pacca amichevole sulla spalla dell'allievo. << Credo che
Sakura ti ucciderebbe, e Naruto e Sasuke proverebbe- Sasuke, vieni
anche tu con noi? >>
Sasuke annuì, distaccato, e passò loro davanti come se nulla
fosse. Avvertì su di sé lo sguardo altrettanto sorpreso
di lei, che seguì le sue movenze senza abbandonarlo nemmeno un
istante; era sul punto di infilarsi i sandali quando lei parlò,
la voce ridotta quasi ad un sussurro, tanto era timida.
<< Posso.. parlarti, Sasuke? >>
Sasuke sospirò, e il peso che stava meditando di togliersi dalle
spalle (senso di colpa senso di colpa senso di colpa) fuggendo via da
lì il prima possibile, tornò a farsi sentire quando lei
lo chiamò sensa suffisso. E quando Sakura lo chiamava senza
suffisso poteva significare solo una cosa:
Guai.
Stava giusto per meditare su come scampare a quella tortura - lei si
sarebbe sicuramente dilungata su quanto fosse importante la sua
sicurezza, su come non dovesse sforzarsi o chiedere troppo al suo
fisico. Su come dovesse comportarsi più responsabilmente - e
vedeva in una silenziosa preghiera a Kakashi un'ottima via di fuga.
Proprio quando stava per alzare lo sguardo dal pavimento e puntarlo in
quello del suo sensei nella speranza che udisse la sua richiesta
d'aiuto, Kakashi aprì la bocca per sparare idiozie:
<< Oh, allora in tal caso io e Sai ti precediamo >> si
sporse a scompigliarle i capelli, affettuosamente. << A domani,
Sasuke! E.. oh, Sakura, una cena meravigliosa come sempre >> Lei
annuì, e sorrise, saltando in due passi verso la porta e
affrettandosi a chiuderla dietro le loro figure.
Quando la soglia si fu chiusa, e loro se ne furono definitivamente
andati, Sasuke si ritrovò ad osservare la sua piccola schiena, e
la sua fronte poggiata contro la porta - stava sicuramente scegliendo
con cura le parole da rivolgergli.
Non era la prima volta che affrontavano discorsi seri, e nemmeno la
prima volta che rimanevano soli nel suo appartamento - era sempre lui
l'ultimo ad andarsene, in fondo. Per certi versi Sasuke sapeva cosa
aspettarsi da lei - le solite parole, forse - per altri lei riusciva
sempre a metterlo in crisi, il suo comportamento lo confondeva.
Quella sera Sakura decise di sorprenderlo di nuovo, e invece che
proferirsi in mille raccomandazioni la sentì prendere un respiro
profondo:
<< Scusa >>
[Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace]
<< Io.. credo di essermela presa troppo >> la sentì
sussurrare, e notò come la sua mano corse a stringere il pomello
della porta.
Sasuke incassò la testa nelle spalle, lo sguardo sempre basso, e
decise che tornare dentro non avrebbe fatto del male a nessuno.
Così le rivolse le spalle e a passi lunghi e misurati
entrò di nuovo nel salotto, senza dire niente, perché lei
lo conosceva, e sapeva come prenderlo. Lo seguì senza
fiatare, infatti; Sasuke sentì i suoi piccoli passi affrettarsi
a raggiungerlo.
Superò il divano e col braccio buono si chinò a
raccogliere le confezioni dei videogiochi che Naruto aveva lasciato
sparse sul tappetto, rendendo impossibile camminarvici senza per
forza correre il rischio di scivolarvici sopra.
<< Non scusarti >> le disse, gli occhi bassi, la voce sostenuta. << E' stupido >>
Non gli servì vederla per sapere che aveva appena sorriso, forse
intenerita. << Io.. forse sì. Forse è davvero
stupido >> con la coda dell'occhio la vide passarsi una mano fra
i lunghi capelli rosa.
[I think of you again and again
I cannot help it]
Non si dissero più niente, da quel momento: lei si
affrettò a raggiungerlo, mormorando qualche cosa sottovoce, e ad
aiutarlo a rimettere al suo posto ogni singola cosa sparsa lì
attorno. Impilarono tutti i rotoli fra cui Sai aveva curiosato, e i
libri che Sakura aveva mostrato ad Hinata, e rimisero al loro posto
anche i controller e la console.
Quando anche l'ultimo videogioco fu infilato nel mobiletto in legno ai
loro piedi, Sakura smise un attimo di respirare e torturò il
legno su cui aveva appoggiato la mano.
<< Vorrei solo.. >> la sentì sussurrare, così
bassa che Sasuke dovette sforzarsi per sentirla. Si chiese se lo stesse
dicendo a lui, o a se stessa. <<... che tu stessi bene >>
Sto bene - avrebbe voluto dirle. Avrebbe voluto urlare a lei, a Naruto,
a Kakashi e a Sai che lui stava davvero bene, che andava tutto bene, che non
c'era niente di anormale o strano. Che lui stava semplicemente bene.
Ma avrebbe mentito - e lo sapevano entrambi.
Sperava solo che un giorno avrebbe trovato il coraggio di ammetterlo a se stesso.
[I think of you all of sudden.
I laugh]
Sakura sospirò, e tornò a passarsi una mano fra i capelli
- come faceva lui, quando era nervoso - prima di alzare lo sguardo ed
incontrare i suoi occhi, un sorriso che le danzava sulle labbra.
<< Vado a lavare le tazze >>
E mentre lavava le tazze Sasuke non trovò niente di meglio da
fare che tornare a sedersi sul divano - certe volte si domandava se
prima o poi non vi sarebbe rimasto impresso il segno del suo
didietro, visto il numero di volte che vi ci campeggiava sopra.
Quando anche l'ultima tazza fu appesa ad asciugarsi - Sasuke
l'osservò picchiettarne ciascuna, e disporle secondo l'ordine
dei colori. Dalla più chiara alla più
scura. Un'altra delle sue manie - lei tornò a sospirare, ma
si voltò e gli sorrise di nuovo.
<< Vuoi che ti controlli il braccio? >>
[The scent that infiltrated my heart
Still clearly remains real]
Lei l'aiutò a sfilarsi la maglia, e disfò con cura il
bendaggio, cercando di rilassare i suoi muscoli intorpiditi con un
breve massaggio all'altezza del gomito. Quando il suo tocco salì
dal suo petto, chakra verde che cominciava ad illuminarle le dita, fino
alla sua spalla dove si depositò, Sasuke fremette - non era la
prima volta che lo toccava, era sempre il suo medico personale, ma
aveva ancora le mani fredde.
Lei ridacchiò, avvertendo la sua tensione << Scusa
>> gli disse, e congiuse entrambe le mani all'altezza della sua
spalla, che piano piano cominciò a riscaldarsi sotto il suo
tocco delicato.
Lei cominciò a parlare, e Sasuke avrebbe voluto ringraziarla per
aiutare a distrarlo dai suoi pensieri - che non erano esattamente
felici, ma non ritraevano nemmeno situazioni tragiche o da lacrime.
Erano solo dei semplici pensieri, forse anche futili - sul
perché Sakura portasse i capelli così lunghi, o sul
perché gli sembrasse che la distanza fra i loro corpi si stesse
azzerando man mano che passava il tempo. Sul perché lui non
riuscisse a staccare gli occhi dal suo sguardo.
<< Ricordami di ringraziare Naruto >> lo informò.
<< Sento di aver fatto una buona azione oggi, sai? Io ed Hinata
non siamo mai state molto amiche, sai, e beh.. con tutti gli impegni
che abbiamo non ho mai avuto neanche il tempo di prendere un tè
con lei anche solo per parlare, ed è la ragazza del nostro
migliore amico! E' assurdo! >> cercò i
suoi occhi, in cerca di un'approvazione che Sasuke le diede col suo
solito e criptico "Hn" << Sento di essermi avvicinata a lei,
oggi. E' dolcissima, dovresti provare a parlarle, Sasuke-kun. E lei e
Naruto sono assolutamente adorabili assieme >>
<< Mi domando come faccia a sopportarlo >> non
riuscì a frenare la lingua, e la battuta gli scivolò
dalle labbra prima che potesse solo rendersene conto.
Sakura scoppiò a ridere di getto. << E' una persona
mooolto paziente, allora >> aggiunse, e il calore delle sue mani
si spostò sul suo avambraccio. Sasuke notò come il suo
sguardo si addolcì, tutto d'un tratto, e come il chakra contro
la sua pelle fece altrettanto.
<< Lo ama davvero molto >>
<< Aa >>
[Just like saying I love you,
Saying I miss you
It's not been easy to me]
Lei smise di parlare, ma non di iniettare chakra nel suo corpo e
nemmeno di sorridere, e Sasuke si lasciò sfuggire un sospiro
pericolosamente simile ad un gemito - di piacere.
Quando non erano sul campo di battaglia, e quindi quando Sakura non
doveva pensare a salvargli la vita a o curargli qualche squarcio nel
petto, non c'era alcun dolore vero e proprio; e sentire il chakra di lei
che premeva, oltrepassava e leniva la tensione della sua pelle era
semplicemente.. indescrivibile. Era come se gli stessero facendo un
massaggio, era una sensazione simile al lieve e piacevole torpore dopo un bagno alle
terme, o dopo una lunga e pacifica dormita nel proprio letto. Sasuke si
sentiva bene - ed era qualcosa di cui non riusciva a prendere ancora pienamente
coscienza. Di cui aveva... paura.
[Paura. Paura. Paura]
Sakura sembrò percepire il suo repentino benessere perché
cominciò a spostare entrambe le mani verso il suo petto, ed una
luce verde gli illuminò gli occhi, mozzandogli il fiato dalla
sorpresa. Ma non le disse niente, e lasciò che continuasse - pur
sapendo che quella mattina aveva avuto un turno all'ospedale.
Lasciò che lo cullasse con le sue abilità ancora per un
poco.
Solo per un altro poco, si disse, fino a quando il suo stesso corpo glielo avrebbe permesso.
Fino a quando la paura non lo avrebbe attanagliato di nuovo.
[Codardo]
Quando successe, quando con un incredibile sforzo Sasuke si obbligò a separarsi dal suo (carezzevole, delicato, dolce) tocco fu Sakura quella che si sorprese, sgranando gli occhi - le mani che ancora brillavano di verde.
<< Basta così >> le disse, chiudendo gli occhi. La voce che tornava monotonica e distaccata come sempre.
[To me..]
Lei mascherò il suo sguardo ferito con uno di quei sorrisi che
Sasuke col passare del tempo aveva imparato a distinguere
perfettamente. << Va.. bene >> sussurrò, e fece per
muoversi verso le bende, con tutta l'intenzione di bendargli di nuovo
il braccio, ma lui fu più veloce e posò una mano su di
esse, scuotendo la testa. << Faccio da sol- >>
<< Non dire sciocchezze, Sasuke >> sbottò, secca e
perentoria, e Sasuke non trovò di che lamentarsene.
Lasciò che lo toccasse di nuovo, allora, ma questa volta fu
costretto a posare entrambi i pugni sulle ginocchia e a stringerli
così forte che poco dopo divenne così doloroso continuare
a farlo da non riuscire a smettere - e mai avrebbe voluto sapere cosa
sarebbe successo, se non lo avesse fatto.
<< Ho finito >>
<< Hn >>
[Love is cherish for one another]
Le sue mani scivolarono in grembo, seduta ai piedi del divano com'era,
e dopo che l'ebbe aiutato a rinfilarsi anche la maglia - con suo sommo
disappunto - la sentì sospirare.
<< Vuoi del tè, Sasuke-kun? >> quando tornò a
parlare il suffisso era tornato e la sua voce era più dolce, ma
Sasuke percepì lo stesso il suo sforzo.
<< No >> le rispose. << E' tardi >>
Quello era il suo congedo - e lo sapevano entrambi. Era passato troppo
tempo, e lui non avrebbe mai potuto accettare la sua offerta,
perché non poteva. Semplicemente.
Lei lo seguì fino all'ingresso, mascherò nuovamente la delusione con l'ennesimo (finto finto finto) sorriso e l'osservò mentre si infilava i sandali, con incredibile calma.
<< Stai attento >> gli disse, una volta che ebbe aperto la porta e che lui fu fuori, sulla soglia dell'appartamento.
[Non sforzarti. Stai attento. Fallo. Stai attento]
Sasuke annuì - non le avrebbe mai risposto, ma sperava che
fosse abbastanza. << Buonanotte >> mormorò, nel buio
e nel freddo di quel corridoio. Fuori, oltre al corrimano, le stelle
brillavano nel cielo, e il freddo pungente di quella sera di Marzo gli
penetrò nelle ossa come poco prima il chakra di lei aveva fatto.
[Love is being together]
<< E grazie >> di tutto.
Sakura sorrise, e lui ritenne che fosse abbastanza per quella giornata,
perciò mosse le gambe e marciò via, lontano da
quell'appartamento, verso la solitaria Villa Uchiha.
Lei, come tutte le notti, attese che lui raggiungesse la tromba delle
scale per poter chiudere la porta, ma prima che potesse farlo Sasuke la
sentì distintamente sospirare - per la milionesima volta. Ed era
un sospiro diverso dagli altri, era per lui.
Sospirava per lui.
[Teneva duro]
E Sasuke avrebbe voluto ringraziarla solo per quello.
[Love is merely that]
***
Continua.. ?
QuiC'èGè:
Che ve ne pare di questa trovata? Credo abbia anche un nome,
che adesso però non ricordo - il fatto di associare alla
lettura visiva anche la partecipazione di altri sensi. Mi verrebbe in
mente "sinestesia" ma non vorrei cadere in errore - considerando che la
sinestesia è qualcosa di decisamente più esteso - quindi
taglio qui xD
Che dire? Avete conosciuto Hinata-chan, la nostra dolcissima Hinata-chan - e qui voglio precisare una cosa:
Chi segue o ha mai letto una delle mie fanfictions, esclusa Battle
Royale, avrà notato la mia abitudine di dipingere Hinata (ma
anche tutte le altre kunoichi di Konoha) come amica intima di Sakura, e
perciò molto in confidenza con lei. Qui invece ho preferito
apporre di nuovo le formalità che Kishimoto è solito
darci, e aggiungere quel distacco che avrebbero avuto naturalmente.
Così sarà anche per tutti i personaggi maschili e
femminili che verrano introdotti in seguito, esclusa Ino :)
Prima di andarmene vi lascio uno stralcio del terzo capitolo:
"<< Cos'è quello, Sasuke-kun? >> cinguettò.
Sasuke capì a cosa si stesse riferendo e spostò il peso
del proprio corpo prima su un piede e poi sull'altro, a disagio sotto
il suo sguardo indagatorio. << La mia cena >>
Sakura sbatté le palpebre degli occhi. << La tua cena? >>
<< La mia cena, Sakura >> ripetè, stavolta con
più irritazione. Odiava ripetersi, odiava quei giochetti, e lei
lo sapeva bene.
<< Come sarebbe a dire la tua cena, Sasuke-kun? >> la sua
voce campiò repentinamente tono, cominciando ad assomigliare a
quella che era solita usare quando si rivolgeva a Naruto. << Sai
che giorno è oggi, Sasuke-kun? Oggi è mercoledì
>> sibilò, secca e incredibilmente seria. << Il
mercoledì è il giorno in cui ceniamo tutti assieme
>>"
Ringrazio, ovviamente, le persone che hanno recensito lo scorso capitolo. Gentilissime, davvero! Un grazie di cuore :) ♥
Al prossimo giovedì, non mancate.
Recensioni no jutsu!
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Capitolo 3 *** 3. A Dinner With Her. ***
Cap.3
Again & Again
3. A Dinner With Her.
La
prima cosa che vide - oltre alla spropositata e vistosa grandezza del
suo petto; non che fosse il tipo che guardava quelle cose, in ogni caso -
fu il suo sguardo a metà fra il rassegnato e il seccato, e la
piega delle sue labbra - che segnalava gli ennesimi guai in arrivo.
Sasuke Uchiha, comunque, nascose molto bene qualsiasi tipo di sentimento simili alla paura
o soggezione gli avessero messo addosso quest'ultimi, e si
limitò a battere ciglio - osservando l'Hokage in carica che
scrutava lui e i suoi cinque compagni con una evidente espressione di
rimprovero sul viso.
<< Ma Tsunade-baachan >> Naruto tentò di nuovo
l'impossibile. << Cerca di capire..! Sono sicurissimo che il Teme
può farcela benissimo! >>
<< Se ti sentisse Sakura non vivresti abbastanza nemmeno per
pranzare, Naruto >> Tsunade congiuse le mani al mento. <<
Stai sparando un mucchio di sciocchezze - non che solitamente tu dica
cose intelligenti >> e Naruto sbuffò. <<
E' fuori questione >>
Anche Sasuke ci riprovò. << Sono perfettamente in grado di- >>
<< Con una spalla lussata, Uchiha? >> l'espressione di
rimprovero si trasformò in un sorrisino di sfida che Sasuke
trovò estremamente irritante. << Vogliamo andarlo a dire a
Sakura? >>
Naruto si infilò entrambe le mani fra i capelli, pestando per
terra i piedi << Tsunade-baachan! Non puoi! Non puoi dismettere il
Teme e metterci Kakashi-sensei! >> starnazzò. << Il
Teme è il nostro capitano! >>
<< Sasuke non è in grado di affrontare una missione di un
tale livello. Ha un braccio rotto, Naruto. Ci arrivi? O è troppo
difficile la questione? >> Sai, l'unico che fino a quel momento
non aveva preso parola assieme a Neji, sospirò. <<
Fra l'altro credo che Kakashi abbia più cervello di te, Uchiha,
Sai e Hyuuga messi assieme. Geni o non geni >>
<< Tsunade-baac- >>
<< Niente storie. Il capitano Uchiha è dismesso per
quindici giorni, il tempo giusto affinché recuperi le sue piene
capacità fisiche e motorie. Al suo posto subentrerà
Kakashi, che prenderà il ruolo di capitano per la missione di
domani >>
<< Kakashi-sensei è troppo vecchio per queste missioni!
>> gracchiò Naruto, e anche Sasuke cominciò
vistosamente ad irritarsi. Era evidente che neanche una bottiglia di
sake avrebbe fatto cambiare idea a quella vecchia megera,
perché insistere allora?
<< Potrebbe rompersi la schiena
mentre.. che so.. saltiamo fra gli alberi! >>
<< Mi commuove sapere che è questo ciò che pensi di
me, Naruto >> Kakashi chiuse il suo libro e scrutò con
sussiego il suo pestifero e rumoroso ex allievo biondo.
<< Kakashi-sensei! >>
<< Uzumaki, adesso basta >> Tsunade assottigliò
entrambi gli occhi, stringendo la presa delle mani sul rotolo che aveva
appena tirato fuori. << Così è deciso: Kakashi
Hatake, prenderai momentaneamente il posto del Capitano Uchiha in
attesa del suo completo recupero, guidando il plotone numero uno degli
ANBU di Konoha e portando a termine la suddetta missione di rango A
>> gli lanciò il rotolo, che lui afferrò
immediatamente. << I dettagli sono all'interno. La partenza
è prevista per domani, alle nove esatte, davanti alle porte del
villaggio. Nessun ritardatario >>
<< E vi prego, non fatevi uccidere >>
Con quello la Godaime tuonò il suo solito "Dismessi, fuori di
qui!" e tutti loro si affrettarono a sciamare fuori dall'ufficio
dell'Hokage, chi più felice, chi meno. Sasuke non era fra i
primi, e sembrò che anche Naruto lo fosse.
Non che entrambi avessero qualcosa contro il loro sensei - che da parte
sua sorrideva come un ebete, compiaciuto dall'avere finalmente una
missione decente - ma il punto era che il plotone degli ANBU era
qualcosa di loro. Avevano sudato per arrivarci, e passare quegli esami
era stato così massacrante e duro che era stata l'unica volta
nella sua vita in cui si erano pentito di essere diventati i ninja che erano.
<< Bene, allora ci dividiamo >> erano oramai fuori dal
Palazzo, e Neji Hyuuga si voltò verso di loro. << Se
domani sei in ritardo, Naruto, giuro che ti lasciamo qui >>
Naruto sbuffò, ma poi sorrise, con fare imbarazzato. << A
domani >> lo sentirono dire, prima di vederlo marciare via -
probabilmente diretto verso i campi d'addestramento, dove il suo team lo
aspettava.
<< Non siete eccitati, ragazzi? >> scoprirono Kakashi che
sorrideva al suo libro, mezz'ora dopo, seduti all'Ichiraku per pranzo.
<< Finalmente una vera missione col vostro vecchio sensei >>
<< Eri con noi anche la scorsa settimana >>
borbottò Naruto, tragurgitando il suo ramen. Non gli andava
molto a genio non avere il suo miglior amico in missione con lui.
<< Eh, che vuoi che sia! Quella era una missione di spionaggio
>> Kakashi staccò le bacchette e le affondò nella
sua ciotola.
<< Domani andiamo a conciare per le feste qualche balordo. Non
è esaltante? >> e notando come Naruto aveva ricominciato a
mangiare il suo ramen, come Sasuke osservasse il suo con odio -
probabilmente stava cercando di trattenersi dal soffocarlo - rivolse
l'attenzione all'unico membro rimasto. << Non trovi Sai? >>
Sai alzò lo sguardo. << Dipende >> replicò,
lui. << Se per "esaltante" intendi svolgere il nostro lavoro come
ninja, o più semplicemente non avere Sasuke fra i piedi è
qualcosa che dovr- >> anche questa volta il ragazzo non
finì la frase che il suo stesso sensei gli tappò
la bocca con la mano, ridacchiando. << Ma che spiritoso che sei,
Sai >> disse, e Sasuke, perlomeno, riuscì ad apprezzare il
suo futile tentativo di non peggiorargli l'umore.
<< Qualcuno deve informare Sakura, comunque >> Kakashi
riprese a mangiare. << Se non le diciamo niente penso
andrà fuori cervello e quando torneremo non ci preparerà
più da mangiare >>
<< Sia mai! >> sbraitò Naruto. L'apocalisse.
<< Io non posso, eh! Devo andare a salutare Hinata-chan, anche
lei parte col suo Team, oggi >>
<< Nemmeno io >> Sai depositò le sue bacchette al
bordo della ciotola, sazio. << Devo prepararmi per la missione
>>
<< Neanche io >>
<< E quale sarebbe la tua scusa, Kakashi? >> sibilò
Sasuke, appurando come l'apetito gli fosse completamente passato. Non
solo sarebbe stato costretto a rimanere a casa per due settimane, ma i
suoi compagni di team lo prendevano per fesso. Letteralmente.
Non era idiota, lui. Sapeva a cosa stessero mirando, e dire che la cosa non gli piacesse sarebbe stato un eufemismo.
<< Oh, sai, avevo promesso alla mia vicina di cas- >>>
Per un attimo fu tentato dal balzare in piedi e urlargli quel vecchio e
oramai consolidato detto che si erano passati fra loro ("BUGIARDO!");
fortunatamente fu Naruto a farlo per lui, ma dovette ammettere che
senza la voce di Sakura il risultato non era comunque lo stesso.
<< In ogni caso ora devo andare >> Kakashi alzò una
mano verso di loro, in segno di saluto e prima che potessero anche solo
protestare lui era già sparito in una nuvola di fumo.
Sasuke stava cercando di realizzare la cosa: gli ingranaggi del suo
cervello però, quel giorno, sembravano impiegare più
tempo del solito, tanto che sentì solo la sedia di Sai stridere
e la sua voce che diceva "Ora vado anche io. A domani", prima che si
ritrovasse solo triste ed abbandonato con Naruto al suo fianco -
e le bacchette che ancora non avevano toccato ramen.
<< Non ci provare >> lo avvertì, assottigliando gli occhi. << Non ci provare nemmeno, Naruto >>
Ma Naruto lo osservava con quella espressione da cucciolo abbandonato,
quella espressione che in un modo o nell'altro gli risvegliava sempre
qualcosa di più struggente dal profondo del suo cuore - senso di
colpa, forse. [Di nuovo]
Quell'espressione che gli faceva stringere i denti e i pugni;
quell'espressione simile agli occhi di Sakura, che si illuminavano ogni
volta che lo vedeva fare qualcosa di umano con loro; simile al sorriso
appena accennato di Kakashi, quello orgoglioso [Di un padre] che
riservava solo ed unicamente a lui.
Quell'espressione che lo spingeva a chiedersi perché si sentisse
ancora così, nonostante fossero passati anni e lui dovesse stare
bene.
[Odio. Senso di colpa. Odio. Senso di colpa]
Non gli disse più nulla, nemmeno lo salutò quando lui gli
batté una pacca sulla schiena e lo guardò dritto negli
occhi - forse aveva capito.
[Lui capiva]
<< A domani, teme >>
***
Giunse all'Ospedale dopo un quarto d'ora di tragitto a piedi, e
sperò vivamente di trovarla ancora in servizio. Non conosceva
bene i suoi orari, nonostante lei, ogni mese, si premurasse di
appendere il foglio dei suoi turni in ciascuna delle loro abitazioni - in
caso di emergenza, diceva.
Saltò immediatamente la reception, e in particolare la ragazza
che vi sedeva dietro - sapeva per certo che si trattasse di una delle
sue solite ammiratrici - e puntò subito verso il retro della
struttura, alla ricerca dell'ufficio di Sakura - certo che se non
l'avesse trovata lì avrebbe comunque potuto sbirciare i suoi
orari e scoprire a che piano fosse in servizio.
Ebbe fortuna, in ogni caso, perché una volta girato l'angolo del
corridoio sentì due familiari - e femminili - voci che
chiocciavano all'interno, e nel mentre percorreva i restanti metri che
lo separavano dalla porta, udì chiaramente i loro discorsi:
<< Oh, tesoro.. sei così sciatta, così.. non riesco neanche a descriverti >>
<< Parla per te, Ino-pig >>
<< Ma sentila! Esci, Frontespaziosa, esci! >> Yamanaka <<
Perché non esci? O sei sempre qui in Ospedale, o sei con me, o
sei con quei trogloditi dei tuoi compagni di Team! Sai quanti ragazzi
sarebbero pronti a prostrarsi ai tuoi piedi solo per strapparti un
appuntamento? >>
<< Credimi, Ino. Io vorrei uscire, se solo quegli idioti del mio team non mi impedissero di respirare uscirei mol- >>
<< Chi pensi di prendere in giro, Frontespaziosa? Sei una donna..
Kami! Se volessi potresti mandarli tutti all'Ospedale per due settimane
con due pugni, ed uscire con chi diavolo ti pare. La verità
è che tu ancora speri che- >>
Sasuke - che avrebbe decisamente preferito non ascoltare neanche una
sillaba di quella conversazione - manifestò la sua presenza con
un cerimonioso colpo di tosse e con un discreto, ma secco, colpo alla
porta. Entrambe le due kunoichi vennero palesemente colte di sorprese,
così tanto che spinsero Sasuke a domandarsi se sapessero o meno
identificare i diversi tipi di chakra.
<< Oh, ci sono visite >> la bionda Yamanaka prese parola per prima. << E che visite
>> aggiunse, e sia Sasuke che Sakura sospirarono, rassegnati.
L'unica consolazione che Sasuke, d'altronde, trovava in tutta quella
situazione era sapere che la Yamanaka aveva da tempo dismesso la sua
ossessione nei suoi confronti, preferendo riversarla verso quel pigrone
che era Nara.
<< Sasuke-kun >> cinguettò lei,
sventolando una mano.
<< Yamanaka >> sibilò invece lui, a denti stretti,
sperando che lei recepisse il suo tono e se la desse a gambe alla
svelta. << Sakura >> disse, infine, e non volle badare al
repentino cambio di tono che aveva avuto la sua voce.
[Più morbida]
Ino Yamanaka parve recepire il messaggio molto più in fretta di
quanto si aspettasse, e recepì anche altro - con suo sommo
disappunto - perché perse due istanti ad osservare lui e
Sakura, un sorrisino sulle labbra, prima di marciare via. << Ho
capito, ho capito.. il paziente della trecentoquattro.. ci vediamo in
giro, Sasuke-kun! >> sgusciò nel poco spazio fra lui e la
porta << Ma, ha! Frontespaziosa, non pensare che abbiamo finito!
>>
Fu solo quando il ticchettio dei suoi passi sparì del tutto da
quei corridoi che Sasuke sentì la voce di lei dargli dolcemente
il benvenuto e chiamarlo con un sorriso:
<< Come mai qui? >> gli disse, riprendendo a fare quello
che poco prima stava facendo - catalogare le cartelle dei suoi pazienti.
<< Non ti sei rotto anche l'altra spalla, vero? >>
<< Che spiritosa >> sbottò lui, stizzito, prima di
riprendere il controllo della situazione ed infilare la mano buona
nella tasca dei pantaloni. << Gli altri mi hanno detto di dirti
che la Godaime ha affidato loro la missione e che- >>
<< Aspetta! Tsunade-sama ti ha dato la missione anche se- >>
<< Sakura >> questa il volta il suo nome fu ringhiato, con
evidente irritazione. << Se mi lasci finire potremmo evitare
fraintendimenti >> Sakura, presa in contropiede, riuscì
soltanto ad annuire. << La Godaime ha affidato la missione a
tutti, Kakashi è il capitano. Partono domani alle nove. Fino a
giovedì. Devono neutralizzare un gruppo di mercenari. Io sono
esenziato per quindici giorni >>
Sparò tutte quante le frasi con un entusiasmo tale che lui
stesso si chiese come fosse parso agli occhi di lei, che lo osservava
ancora sorridendo.
[Come sempre]
<< Capisco >> Sakura sorrise ancora, e questa volta Sasuke
notò che, perlomeno, era abbastanza sincera. << Beh.. ti
farà bene prenderti qualche giorno di riposo no, Sasuke-kun?
>>
<< Hn >>
Sasuke l'osservò trafficare con una pila di cartelle, andando
avanti indietro dalla sua scrivania all'archivio a muro: avrebbe voluto
chiederle se avesse pranzato, avrebbe voluto chiederle cosa avesse
fatto quella mattina, avrebbe voluto chiederle qualsiasi di quelle
stupide cose che Naruto era abituato a chiederle.
Eppure nemmeno una di quelle affettuose attenzioni abbandonò le
sue labbra e quando vide lei che lo osservava, in attesa di qualcosa,
pensò che l'unica soluzione era andarsene.
[Come sempre]
Prima che potesse girare i tacchi e uscire dalla stanza, però, la sua voce lo fermò di nuovo.
<< Andrai a salutarli, domani? >> gli chiese, e un raggio
di sole che filtrava dalle tende della finesra le illuminò
appena il viso.
[Odio. Odio. Odio]
<< Sì >>
Lei sorrise - di nuovo, e di nuovo. << Allora ci troviamo alla panchina poco prima? >> gli chiese, e Sasuke non seppe cosa lesse nel suo sguardo.
[O non lo volle sapere]
<< Hn >>
[Sorriso]
<< A domani, Sasuke-kun >>
<< A.. domani >>
***
Quel "poco prima" Sasuke lo interpretò come una vaga ed elastica
quindicina di minuti, eppure quando attraversò le vie del parco
e scorse da lontano la figura della pachina (quella panchina),
e non vi vide Sakura seduta sopra, tutto quello che riuscì a
fare fu sbuffare poco elegantemente - attirando l'attenzione del solito
stormo di ragazzine adoranti che lo seguiva di nascosto.
Guarda caso Sakura decise di urlare il suo nome proprio in quel
momento, e Sasuke scoprì un istante dopo che lei era banalmente
in ritardo di una manciata di minuti. << Sei in ritardo >>
le disse.
La vide arrivare di corsa, i capelli rosa che le danzavano sulla
schiena e le guance rosse dal moto. << Ti sbagli >>
rispose, sventolandosi una mano sul viso per farsi aria. << Non
avevamo specificato un orario, quindi ho ragione io >> e la cosa
sembrava piacerle molto, visto il sorrisino soddisfatto che le
incurvò le labbra, subito dopo.
<< Come vuoi >> la liquidò lui, atono. << Muoviti >>
Quel giorno Konoha non era soleggiata come al solito: pesanti nuvoloni
provenienti da nord oscuravano il cielo, e assieme ad esso anche il
sole, trasformando il villaggio in un agglomerato di abitazioni cupe e dall'aspetto
grottesco. Mentre camminavano videro file di scolaretti che
marciavano verso scuola, tenendosi tutti per mano, e Sasuke colse anche
un'ombra di sorriso sulle labbra di lei, alla loro vista.
<< Credo pioverà >> sentenziò lei, quando le
porte del villaggio furono abbastanza vicine da permettere loro di
scorgere il resto del Team Sette sotto di esse.
<< E da dove l'hai capito? >> replicò lui, grondando
sarcasmo. La cosa non piaque a Sakura, che gli rifilò una
gomitata nel fianco, e lui non ebbe nemmeno il tempo di gemere dal
dolore che la voce spaccatimpani del loro migliore amico irruppé
nell'aria di quella mattinata, costringendo entrambi a strizzare gli
occhi dal fastidio.
<< Sakura-chaaaan! >> urlò Naruto, sbracciandosi
nella loro direzione. Quando lo ebbero raggiunto Sasuke lo vide
slanciarsi vero la ragazza e stritolarla nel solito affettuoso
abbraccio. << Non ci avevi detto che saresti venuta
a salutarci! >>
<< E vi lasciavo partire senza nemmeno dirvi di stare attenti?
>> Sakura gli strizzò la guancia, prima di rivolgersi
all'unico estraneo del gruppo e chinare il busto formalmente. <<
Neji-san >>
<< Sakura >> rispose lui, e spostò lo sguardo più a destra. << Uchiha >>
<< Hyuuga >>
Sakura scosse la testa - e Sasuke immaginò anche il
perché. << Allora, Kakashi-sensei, è proprio vero
che sei il Capitano di questa missione? >>
<< Esatto! >> Kakashi si battè un pugno sul petto
con fare orgoglioso, nella mano la maschera d'ANBU. << Non
è fantastico? >>
...
<< Non sei un po' troppo vecchio? >>
Naruto scoppiò a ridere di getto, mentre accanto a lui lo sguardo inespressivo di Sai non si
perdeva nemmeno un istante dell'intera faccenda.
<< Cos'è questa storia, Sakura? Anche tu? Io non sono
vecchio >> replicò Kakashi, pomposamente. << Sono di
sicuro uno shinobi con più esperienza di Sasuke nel campo degli
ANBU >> aggiunse e Sakura si unì alla risata di Naruto.
<< Certo, come vuoi sensei >>
<< Comunque non preoccuparti, Teme >> Naruto sembrava aver
dimenticato il cattivo umore del giorno prima, nella consapevolezza che
per la prima volta il suo migliore amico non sarebbe stato al suo
fianco in missione, e aveva riacquistato il suo solito sorriso
contagioso. << Mentre sistemeremo quei tipi lì
penserò anche a te. Sarà un po' come se fossi con noi,
no? >>
<< Oh, ma non credo che a Sasuke mancheremo, Naruto >> Sai
fece un passo davanti, la maschera al lato del viso. << Sono
sicuro che la compagnia di Sa- >>
Sai decise di intervenire, come sempre, nel momento meno opportuno; e
avrebbe potuto surclassare sulla cosa se non avesse preso a sparare
idiozie su di lui e Sakura, come era solito fare ogni volta che li
vedeva assieme.
La cosa, più che irritarlo, lo metteva incredibilmente a.. disagio.
Non aveva mai voluto capirne il motivo, ma Sakura non sembrava mai
dello stesso avviso. Piuttosto interpretava le osservazioni di Sai in
modo decisamente diverso: ci rideva su, e agitava una mano, con fare
civettuolo.
Fu quello che fece anche quella volta.
[Lei]
<< La compagnia della nostra Sakura è preziosa >>
commentò Kakashi << Sasuke, magari quando torniamo ti
ritroveremo dedito alle faccende domestiche >>
<< Ne dubito fortemente >> replicò lui, caustico, e li sentì ridere uno dietro l'altro.
<< Lo credo anche io >> Naruto si unì al coro di
risate. << Chi non vorrebbe stare con Sakura-chan, in fondo?
>>
<< Oh, io lo so >> Sai alzò la mano, da bravo
scolaretto qual'era. << Ho esattamente una lista di venticinque
nomi di ragazzi che dichiarano apertamente di non essere in alcun modo
interessati a- >>
<< Sai >> Sakura lo interruppé prima che continuasse
col suo monologo da teatro, un sorriso brillante sulle labbra. <<
Quando vuoi che ti uccida? Ora, o magari quando torni? >>
<< Magari dopo, grazie >> anche Sai ricambiò il
sorriso. << Altrimenti rischierei di minare il successo della
missione >>
Sasuke non riuscì a non ruotare gli occhi al cielo, uso oramai a
quei siparietti - che però mai gli venivano a noia. Era
divertente vedere Sai che le prendeva da Sakura; non quanto lo era
quando Naruto era al suo posto - certo. Lo spettacolo di vedere i pugni
di Sakura abbattersi sul volto del suo migliore amico era qualcosa di
comparabile solo al sapore del più succoso dei pomodori in
vendita nella migliore alimentaria del villaggio.
<< Ma ehi-HA! >> sia Sakura che lui sobbalzarono,
voltandosi verso Naruto. << A proposito di chi sta con chi! TEME!
>>
Sasuke gli scoccò un'occhiata profondamente infastidita, di chi
si è appena visto i propri timpani sfondati per l'ennesima volta.
<< Che diavolo vuo- >>
<< Te le ricordi le regole base, vero? >> lo incazò,
puntandogli il famoso dito contro e avvicinandosi. << Te le
ricordi vero!? >>
<< Aaah, le regole base >> Kakashi cascò dalle
nuvole. << Sasuke >> e il suo unico occhio si
assottigliò tanto che Sasuke fremette - il loro vecchio sensei
sapeva ancora essere inquietante, certe volte.
<< Le regole base per tenere i ragazzi lontani da Sakura >>
Sai finalmente diede voce ai pensieri di - quasi - tutti, e Sasuke si
ritrovò senza parole.
Che marmaglia di idioti.
Scorse il viso di Sakura tramutarsi in una maschera di orrore ed
imbarazzo - stava avvampando, perché non erano soli, c'era una
terza persona ad assistere ai loro patetici e assolutamente assurdi
siparietti.
Neji Hyuuga, infatti, li stava osservando con uno sguardo a metà
fra il compassionevole - che Sasuke sospettava fosse rivolto a lui e a
Sakura, le uniche menti sane in un branco di imbecilli - e il
profondamente scioccato. Evidentemente era giunta fino a lui la voce
dell'iperprotettività dei membri maschili del Team Sette verso
la loro unica donna, e di come qualunque individuo di
sesso maschile che si fosse avvicinato a Sakura Haruno con secondi
fini fosse stato inesorabilmente annientato a suon di katana, kage
bushin, chidori e leoncini ammaestrati.
Il punto era prenderne atto.
<< Non permettere che nemmeno quegli infermieri si avvicinino a lei, mi hai capito?! >> starnazzò Naruto.
<< Neanche gli infermieri >> confermò Sai.
Kakashi annuì. << Loro sono la specie peggiore >>
<< Oh mio..
>> Sakura si coprì il viso con una mano, rossa fino alla punta
dei capelli. <<.. io giuro che vi uccido. Tutti. Dal primo
all'ultimo. Anche tu Sasuke-kun >> gracchiò. << Neji-san!
>>
Neji sembrò afferrare la sua disperata richiesta d'aiuto
perché annui seccamente e si controllò l'orologio da
polso, sospirando.
<< Sono le nove esatte >> disse. << Kakashi-sensei, credo dovremmo andare >>
<< Cosa? Oh, sì. Giusto >> schioccò le dita.
<< Ragazzi, salutate Sakura e Sasuke. Si parte >>
<< Ci vediamo >> Sai voltò loro le spalle con
nonchalance, e non aggiunse nulla - forse medito che di battutine
imbarazzanti ne aveva già dette abbastanza.
<< State attenti >> vide Sakura agitare una mano in segno
di saluto, e Naruto contraccambiare sbracciandosi come al solito -
pronti a vederli sparire in una nuvola di fumo da un momento all'altro.
E fu quello che successe, effettivamente - con un pop sparirono in una
pesante nuvola di fumo, diretti nei pressi dei territori dell'Erba; la
voce di Naruto che rimase nell'aria, la sua ultima frase incompleta.
<< Ah.. OH! Mi raccomando, Sakura-chan! Non lasciare il Teme
troppo da solo, che poi diventa triste! Ma..oh, certo, non credo che ne
sarà nemmeno il bisogno visto ch- >>
Restarono ad osservare lo spiazzo vuoto, circondati dalle guardie che
scoccarono loro occhiate incuriosite un gran numero di volte -
evidentemente non era roba di tutti i giorni trovare Sasuke Uchiha e Sakura
Haruno alle porte del Villaggio.
<< Oh beh >> Sakura scrollò le spalle, con un
sospiro. << Sarà meglio che vada ora, Sasuke-kun. Ho un
fuori-turno alle dieci >>
Sasuke la guardò dritto negli occhi, e annuì. << Va bene >>
<< Non provare ad allenarti >> gli sorrise. <<
Riposati, per favore >> aggiunse. << E.. non sparire
>>
[Non farlo]
Lui le promise che non l'avrebbe fatto.
Ma mentiva.
[E lo sapevano entrambi]
***
Sasuke riuscì a
capire ed assimilare il vero significato dell'ultima frase di Naruto
soltanto svariati giorni dopo, trascorso il week-end e giunto il
mercoledì della settimana successiva.
In tutto quel tempo lui Sakura non l'aveva scorsa neanche da lontano -
ma in un certo senso era come se fosse sempre stata con lui. Sapeva per
certo che erano giorni impegnativi all'Ospedale - lei stessa ne aveva
parlato la settimana prima - e per quello non se la prese minimamente
quando non ricevette una sua visita la domenica - era sempre lei a
cercarlo, in fondo; e la domenica era uno dei suoi pochi giorni liberi.
Apprezzò invece i suoi piccoli gesti, quelle attenzioni che prima lo
fecero sbuffare e scuotere il capo, e che poi, al contrario, in quei giorni
solitari divennero parte della suo routine quotidiana: quando il sabato
mattina mattina trovò una cesta di pomodori sulla soglia di casa
sua e un biglietto scritto frettolosamente - "Mangiali tutti, e non osare allenarti",
diceva. (i pomodori li mangiò tutti - furono la sua colazione,
il suo pranzo e la sua cena per i restanti quattro giorni - ma
sgarrò all'ultima sua clausola e si allenò la domenica
mattina); quando quel lunedì rientrò nell'ufficio da ANBU
che condivideva con Naruto e gli altri, e trovò sopra la sua
scrivania un bento - cucinato da lei - avvolto in un fazzoletto, col
solito messaggio infilato dentro - "Mi auguro che tu non ti sia cibato solo di pomodori, Sasuke-kun"
(le avrebbe detto il contrario, appena l'avrebbe rivista. Forse
l'avrebbe anche ringraziata); quando la sera del martedì
trovò una pila di rotoli sull'engawa della sua casa, e una
scatola di takoyaki salati col solito biglietto infilato in mezzo - "Sono i tuoi preferiti. E cerca di impiegare il tempo in modo diverso dall'allenarti (non credere che non lo sappia)"
Svariate volte, lungo quei giorni, si era ritrovato indeciso sulla
possibilità di andare a cercarla, per invitarla a pranzo,
ringraziarla, o solo chiederle come stava. Spesso ci aveva provato, ed
era uscito di casa quasi correndo, deciso; aveva attraversato il
vecchio quartiere Uchiha ed era arrivato a corsa fino al centro
cittadino - per poi tornare indietro sui suoi passi, scuotendo la testa
e dandosi dello stupido.
Fu così che giunse mercoledì, e fu solo quando ebbe
terminato di pranzare che realizzò veramente che giorno fosse
quello.
Era mercoledì, mercoledì, il giorno in cui tutto il Team
Sette si riuniva per cena, a casa di Sakura, per stare assieme e
raccontarsi le novità della settimana. Era il giorno del Team
Sette.
Era il giorno in cui suppostamente avrebbe dovuto cenare a casa di Sakura.
E la cosa non lo avrebbe disturbato, anzi, se tutto fosse stato normale
- se lui non si fosse lussato una spalla e il suo team non fosse partito
senza di lui - avrebbe potuto anche migliorargli l'umore della
giornata. Eppure non c'era nulla di normale in quella situazione, non
in quel momento. Perché non c'era il resto del team con loro.
E Sasuke stava facendo di tutto per convincersi che non era il fatto di
dover restare solo con Sakura a impensierlo così tanto, affatto;
in realtà era semplicemente perché non sapeva se avesse
dovuto o meno andarci.
[Bugiardo]
D'altronde lei non aveva confermato nulla - non che lo facesse, in ogni
caso - e Sasuke non avrebbe avuto torto a supporre che per quella volta
i piani fosse cambiati.
Tuttavia una vocina nella sua testa gli ricordò di come Sakura,
ogni volta che lui, Naruto e Sai partivano, continuasse a cenare lo
stesso con Kakashi; di come lo avesse fatto anche con Sai, le rare
volte in cui non era stato con loro, fuori in missione; di come anche
con Naruto i piani non fossero cambiati.
Il punto era che con lui non era mai successo - semplicemente
perché lui era sempre fuori in missione, e se era a Konoha era
assieme agli altri.
[E ora sei solo?]
Quando le lancette dell'orologio avevano scoccato le sei del
pomeriggio, Sasuke aveva deciso che avrebbe abbandonato del tutto la
questione e si era autoconvinto che, visto che lei non si era
più fatta viva dal giorno precedente, era giusto pensare
che per quella sera non ci fosse nulla in programma.
Avendo costatato di non avere più nessun pomodoro con cui cenare
si era quindi rassegnato all'idea di dover uscire per comprarli - o
perlomeno per cercare qualcosa con cui cibarsi fino al giorno dopo.
L'idea di uscire non lo aveva allettato affatto, in effetti, sopratutto perché fuori stava piovendo.
Sakura aveva avuto ragione nel dire che i nuvoloni del venerdì
scorso non avrebbero portato altro che pioggia: Konoha si vedeva
sommersa dall'acqua da due giorni a quella parte, e la cosa era
decisamente strana perché a Konoha non pioveva mai se non
d'estate, e loro erano in pieno Marzo.
<< Sono cento ryo >>
Sasuke infilò la mano buona nella tasca dei pantaloni ed
estrasse una banconota, buttandola sul bancone e aspettando che il
negoziante gli consegnasse il resto. Quando successe afferrò il
sacchetto e annuì seccamente al "Grazie, arrivederci" del
signore prima di marciare fuori dal negozio.
Alla fine l'alimentaria più vicina al quartiere Uchiha si era
rivelata chiusa per ferie, e Sasuke si era dovuto spingere fino al
centro cittadino pur di comprare un sacchetto di pomodori. E la cosa
non gli aveva certamente fatto piacere; non con quella pioggia
incessante, non con tutta quella gente che si affannava per le vie del
centro sotto i loro ombrelli.
Sasuke, suo malgrado, fu costretto ad aprire il suo - con estrema
difficoltà, visto il suo braccio fasciato - e a riversarsi
nella folla cittadina con un umore così uggioso da rassomigliare
al tempo corrente.
Non seppe quanto tempo passò, e nemmeno quanti metri
camminò prima che una voce femminile lo chiamasse incerta; seppe
solo che fu costretto a voltare appena il capo e a scrutare fra la
pioggia fitta in cerca della sua origine.
<< Sasuke-kun? >>
Fra tutti i posti in cui avrebbe potuto incontrarla Sasuke Uchiha
pensò che quello era decisamente il più improbabile.
<< Sakura >>
Il viso di lei si illuminò immediatamente in un sorriso, pur
essendo bagnata da capo a piedi e pur avendo tutti i capelli incollati
alla fronte e l'espressione di chi sta morendo dal freddo.
<< Non hai l'ombrello >> fu l'unica cosa che riuscì
a dirle, fra le mille che invece avrebbe dovuto e potuto dirle.
Sakura sembrò essere colta di sorpresa tanto che sobbalzò
e si osservò attorno, costatando con lui la veridicità
della sua affermazione. << Er.. no. L'ho dimenticato. E' che ero
di fretta perché stavo cucinando e doveva andare a comprare dei
pomo.. >> adocchiò la busta in bilico sul suo braccio
fasciato. <<... dori >> e sorrise, saputa.
<< Cos'è quello, Sasuke-kun? >> cinguettò.
Sasuke capì a cosa si stesse riferendo e spostò il peso
del proprio corpo prima su un piede e poi sull'altro, a disagio sotto
il suo sguardo indagatorio. << La mia cena >>
Sakura sbattè le palpebre degli occhi. << La tua cena? >>
<< La mia cena, Sakura >> ripetè, stavolta con
più irritazione. Odiava ripetersi, odiava quei giochetti, e lei
lo sapeva bene.
<< Come sarebbe a dire la tua cena, Sasuke-kun? >> la sua
voce campiò repentinamente tono, cominciando ad assomigliare a
quella che era solita usare quando si rivolgeva a Naruto. << Sai
che giorno è oggi, Sasuke-kun? Oggi è mercoledì
>> sibilò, secca e incredibilmente seria. << Il
mercoledì è il giorno in cui ceniamo tutti assieme
>>
[Tutti]
<< Non avrai mica pensato che- >>
Non finì la frase, e Sasuke seppe e capì subito il perché.
Sakura lo conosceva, molto meglio di quanto lui avesse voluto ed
immaginato, e spesso e volentieri capiva cose che gli altri erano del
tutto incapaci solo di captare minimamente. Tutto d'un tratto
l'espressione rigida del suo volto si ammorbidì, e Sasuke lesse
qualcosa nel suo sguardo che bastò a farlo pentire di se stesso.
Per solo aver pensato che loro due, anche soli, non fossero un team.
<< Ti aspetto alla solita ora, Sasuke-kun >> quando
tornò a parlare la sua voce era dolce e gentile come sempre,
forse anche più del solito. << Non fare tardi >>
Sasuke avrebbe voluto fermarla, perché non solo gli aveva rubato
la busta con dentro i suoi pomodori, ma anche perché era corsa
via sotto quella pioggia senza neanche dargli la possibilità di
replicare. O di offrirle il suo ombrello.
Avrebbe voluto davvero farlo, avrebbe voluto davvero
fermarla.
Ma non lo fece.
Come sempre lasciò che fosse la sua mente a prendere il
sopravvento, e si limitò ad osservare la sua figura evanescente
che piano piano spariva, nascosta dalla folla nella strada e dalla
pioggia di quel mercoledì pomeriggio.
***
Non erano ancora le otto quando Sasuke si ritrovò indeciso fra
il suonare o meno il campanello, e la cosa era così ridicola che proprio
non era riuscito a non darsi dello stupido un minimo di dieci volte,
mentre allungava e tirava indietro il braccio, esitante.
Appena tornato a casa aveva avuto il tempo di riflettere sulle parole
di lei, di cambiarsi saggiamente d'abito - l'altro era quasi del tutto
bagnato - e di osservare il suo riflesso nello specchio dell'atrio,
prima di uscire nuovamente da Villa Uchiha e riprendere il tragitto
appena percorso.
<< Entra pure! >> una voce dall'interno, da sopra la musica. << La porta è aperta! >>
Una delle tante particolarità di Sakura era che poteva sapere o
meno della sua presenza in casa, al di là del rilevamento del
chakra, soltanto ascoltando la musica assordante al di là della
porta. Era qualcosa di relativamente fastidioso in effetti - e Sasuke
non immaginava le lamentele da parte dei vicini - ma la rendeva felice,
e contenta - camminare per il suo appartamento, cucinando e
canticchiando il motivetto di turno.
Sasuke sospirò e si diede per l'ennesima volta dello stupido,
aprendo la porta e facendo capolino all'interno dell'ingresso, nella
speranza di vedere la compagna ad accoglierlo. Non fu ovviamente
così, perché Sakura non era lì ma la sentiva
cantare dalla cucina
- e stonava, molto.
Si sfilò i sandali e con passo mogio si apprestò ad
entrare, osservandosi attorno - conosceva ogni particolare di quella
casa, e si chiese perché la stesse guardando come se fosse la
prima volta che vi mettesse piede dentro.
[Come se fosse tutto diverso]
<< Oh, Sasuke-kun! >> urlò Sakura, da sopra la
musica assordante. Lui agrottò la fronte e assottigliò
gli occhi, così visibilmente infastidito che la vide affannarsi
alla ricerca del telecomando per spegnere lo stereo. Quando
riuscì a trovarlo gli rivolse prima un sorrisino di scuse,
dunque avvicinarsi e, con la massima naturalezza - come se non
considerasse in alcun modo il fatto che fossero soli (soli soli soli) - lo spinse verso il tavolo.
<< Come va la spalla? >> lo interrogò, sorridente, cominciando ad apparecchiare.
<< Bene >> rispose di getto lui, osservandola nelle sue movenze. Gli veniva d'istinto, in fondo.
<< Non l'hai sforzata, vero? >> il suo occhio vigile
vagò fra il suo viso e il suo braccio fasciato << So
perfettamente che ti sei allenato >>
Sasuke provo ad incrociare le braccia al petto, con scarsi risultati, e roteò gli occhi al
cielo. << Non sono idiota, Sakura >> la rimbeccò.
<< Voglio davvero che questa spalla guarisca >>
<< Se non ti riposi è ovvio che non guarirà presto
>> ribattè cocciutamente lei. E Sasuke sospirò -
almeno sotto quel punto di vista era tutto normale. E lei non sembrava
molto influenzata dal fatto che fossero soli.
[Lo eri tu?]
<< Quanto sei noiosa >>
Sakura si voltò vero di lui, e Sasuke notò solo in quel
momento che indossava un grembiule tutto pizzi e merletti. <<
Senti chi parla >> borbottò, prima di tornare gioiosa come
sempre. << Comunque ti piacerà quello che ho fatto
>> gli disse, e Sasuke sentì il suo profumo, mentre si
chinava verso di lui per sistemare le posate al loro posto.
La vide tornare di fretta dietro al bancone, ed armeggiare un altro
paio di minuti fra piatti e bacchette, prima che emergesse di nuovo
dalla cucina con in mano una pentola fumante e un sorriso così
dolce che Sasuke per un attimo pensò che fosse tornato al
periodo dove le allucinazioni lo perseguitavano.
Perché per un attimo al volto di Sakura si era sovrapposto
quello di una donna più matura, eppure ancora così bella
da farlo star male e annaspare sulla sedia, cercando di riprendere il
controllo di se stesso e delle sue azioni.
Ed era stato tutto così veloce che neanche aveva avuto il tempo di realizzare la cosa.
<< Tutto bene, Sasuke-kun? >> la sua voce era più
insicura questa volta, e qualcosa gli disse che Sakura aveva notato il
suo repentino cambiamento.
Sasuke non riuscì a non passarsi una mano fra i capelli, e tentò di annuire.
[Menti. Menti. Menti]
<< Cos'hai preparato? >> le chiese, e cercò di sembrare normale, e sperò che lei gli credesse.
Sakura si decise a posare la pentola sul centrino i legno in mezzo alla
tavola, e quando la scoperchiò Sasuke non solo fiutò
l'odore del suo cibo preferito, ma una nuvola di vapore che si
levò in alto davanti al suo naso.
<< Zuppa di pomodoro >> rispose, e Sasuke notò il
suo tono meno brillante - ma si disse che presto sarebbe tornato tutto
come prima. Bastava che lui facesse in modo che succedesse.
[Bastava che mentisse]
<< Coi miei pomodori? >>
Il viso di Sakura tornò ad illuminarsi, questa volta con l'ombra
di un sorriso divertito. << Sì >> cinguettò.
<< Mi pareva giusto >>
Sasuke non le rispose, ma tornò ad annuire e ad osservare i suoi
gesti, e per un attimo si chiese se tutto quello che stava succedendo
fosse vero. Perché per certi aspetti gli sembrava di fluttuare
in qualcosa simile ad un sogno, e non era stato solo l'improvviso
flashback di qualche attimo prima, ma anche la presenza di Sakura che
gli stava riempiendo accuratamente il piatto, con un sorriso sulle
labbra. Era lei che lo spingeva a ragionare in quel modo.
E lei non sembrava minimamente nervosa come lo era lui in
realtà; non parlava, ma sorrideva, e si comportava esattamente
come avrebbe fatto una moglie col proprio marito, al ritorno da una
missione.
Quel pensiero lo colpì forse più duramente della visione
di prima, e potè giurare che Sakura stesse pensando lo stesso
quando incontrò il suo sguardo, e lei tutto d'un tratto smise di
servirgli la cena, bloccando il cucchiaio a metà strada e
perdendosi nei suoi occhi.
Per la prima volta dopo secoli, annate; per la prima volta dopo un tempo inestimabile, quasi eterno, Sasuke la vide arrossire.
Non ricordava l'ultima volta che era successo in sua presenza, forse
anni prima - era tutto molto confuso. Forse perché col passare
degli anni si era abituato a quella Sakura più decisa e meno
sciocca, con una vaga riminescenza della dodicenne che conservava nei suoi (preziosi preziosi preziosi) ricordi di bambino.
Ed ora era tornata ad arrossire.
[Per lui]
E Sasuke non sapeva che pensarne - non aveva la minima idea di come
interpretare la cosa. Non aveva la minima idea di cosa aspettarsi da
lei - di nuovo - e come prepararsi.
[Per difendersi]
<< O-Oh >> lei cercò di mascherare l'imbarazzo con
l'ennesimo dei suoi sorrisi, e con la prima cosa che le passò
per la testa.
<< Assaggia.. forse ho esagerato col sale >>
Sasuke, che nel frattempo aveva afferrato il suo cucchiaio, lo strinse
così forte che le nocche impallidirono, prima che tornassero ad
arrossarsi di nuovo, quando lei si fu allontanata abbastanza per slacciarsi il grembiule e prendere posto.
<< Buon apetito, Sasuke-kun >>
<< Hn >>
Mangiarono in silenzio.
E dopo soli dieci minuti Sasuke pensò che stava rischiando di
impazzire, perché c'era troppo silenzio. Troppo silenzio, e lei
non parlava. Teneva lo sguardo basso, così basso che Sasuke
sentì nuovamente strisciare in sé quell'orrida sensazione
oramai così familiare da spingerlo a scuotere mestamente la
testa e storcere le labbra per il disgusto - (senso di colpa senso di colpa senso di colpa)
[Sakura]
<< Sasuke-kun >> non si sorprese di sentire la sua voce,
piuttosto della sensazione di sollievo che lo pervase subito dopo.
<< Se.. non volevi venire, se non volevi davvero venire senza gli
altri.. io- >>
<< Sakura >> le parole, stavolta, gli scivolarono dalle
labbra d'istinto. << Pensi davvero che sarei venuto contro la mia
volontà? >>
Lei alzò finalmente lo sguardo, e Sasuke osservò i suoi occhi verdi - preoccupati, dispiaciuti, ancora preoccupati.
<< Forse ho sbagliato io a farti venire, Sasuke>> gli disse, e
Sasuke, tutto d'un tratto, capì per quale motivo fosse sempre
Sakura quella a capirlo meglio di tutti. Volente o nolente.
<< Piantala di dire idiozie, Sakura >>
[E' lui, che sbaglia]
Sakura tornò ad abbassare il volto, ancora più costernata
e immusonita di prima, e Sasuke quasi sorrise - per quanto preferisse
la Sakura che gli sedeva davanti, la vecchia Sakura dodicenne, che in
sua presenza arrossiva e pareva più insicura di quanto lo fosse
in realtà, ogni tanto tornava a bussare alla sua mente col
cartello "Ti manca" appeso al collo.
<< E allora perché non parli? >>
Sasuke quasì rischiò di strozzarsi col (delizioso) cibo:
fra tutte le cose che lei avrebbe potuto tirare fuori (traumi
infantili, insicurezze, ricordi del passato), Sasuke si sorprese di sentirla dire una cosa simile. Decisamente.
Lei sembrò notare il suo sguardo eloquente, perché si
affretto ad aggiungere: << E' che.. non riesco a mangiare in
silenzio >> borbottò, lo sguardo basso, e Sasuke solo in
quel momento notò come non avesse toccato cibo. << E
beh, quando ceniamo tutti assieme non c'è mai silenzio >>
tornò a guardarlo, e sorrise, timidamente.
<< E quando sei sola? >>
[Quando ti lasciamo sola?]
Il suo sorriso si inclinò. << Beh.. cerco di cenare fuori.
Coi miei genitori. O invito Ino >> ammise, e sembrò
imbarazzarsi della cosa. << O accendo la televisione >>
Alla sensazione di prima (senso di colpa senso di colpa senso di colpa)
si aggiunse la consapevolezza del numero di volte in cui sia lui che
tutto il loro team l'avevano lasciata indietro, a Konoha, preferendo
sparire in missioni lunghe settimane e settimane - certi che quando
sarebbero tornati l'avrebbero trovata sorridente, pronta ad accoglierli
a braccia aperte.
Sasuke setacciò ciò che rimaneva della sua zuppa.
<< Io.. non sono abituato a parlare mentre ceno, Sakura >>
le disse, e avrebbe voluto che lei capisse che erano gli altri che
parlavano, e che sentirla così silenziosa lo crucciava
più del dovuto.
<< Neanche con.. la tua famiglia, Sasuke-kun? >> le sue
parole furono poco più che un sussurro, e Sasuke si
ritrovò a stringere il cucchiaio per la seconda volta.
<< No >> le rispose, ed era sincero. << Non molto, almeno >>
Sakura annuì, e Sasuke seppe dal suo sguardo che aveva appena
fatto tesoro di ciò che le aveva appena rivelato: Sakura era
così, in fondo. << Capisco >> disse, e riprese a
mangiucchiare la sua zuppa.
***
Il tè quella sera lo presero subito dopo cena, silenziosamente.
Così silenziosamente che Sasuke si chiese se mai avessero
parlato prima - e se davvero avessero così poche (troppe troppe
troppe) cose da dirsi.
Non era Sakura che non provava a parlare, no. Lei più volte
aveva provato a dirgli qualcosa, anche la più stupida che le
passasse per la mente, ma dopo tutte le volte che lui l'aveva respinta
con le sue solite risposte monosillabiche non l'aveva biasimata quando
aveva semplicemente smesso di provarci.
[Era giusto così]
E così, in un batter d'occhio, erano trascorse solo due ore da
quando Sasuke aveva messo piede in quell'appartamento, e tutto d'un
tratto si chiese se - dopo questo - ce ne avrebbe messo di nuovo.
Si era alzato, in silenzio, e con un solo sguardo le aveva fatto capire
che per lui era giunto il momento di andarsene. Visto da un certo punto
di vista sarebbe potuto sembrare un addio, ma gli bastò
osservare il suo blando sorriso per capire che il mattino dopo sarebbe
stato tutto dimenticato, e sarebbero tornati come prima - come se non
fosse successo niente.
Lei lo accompagnò all'ingresso, lo osservò mentre si
infilava i sandali, e aprì la porta per lui - lentamente, quasi
volesse perdere del tempo. E lui marciò fuori, la mano in tasca,
il braccio fasciato - lo sguardo riflessivo, cupo.
Lei provò a sorridergli - e Sasuke le riconobbé anche
quello, e pensò che forse in tutta la sua vita mai avrebbe
potuto incrontrare una persona che riusciva a nascondere così
male le sue preoccupazioni. Sakura era un libro aperto, per lui, e si
chiese se anche lui lo fosse per lei.
Lui la salutò con un cenno del capo - le concesse solo quello -
e le voltò le spalle, diretto verso l'uscita. Come al solito
sentì lei che aspettava che lui raggiungesse le scale per
chiudere la porta, e quando lo fece lui osservò impassibile il
buio che gli era attorno.
Era sempre stato bravo a dissimulare, d'altronde.
Avrebbe
voluto ringraziarla; per le sue attenzioni nei giorni precedenti, per
la cena di quella sera, per il solo fatto di non averlo lasciato solo.
Per il solo fatto di averci provato.
Ma non poteva (maledizione),
non poteva dire niente lui - perché appena alzava gli occhi
rivedeva in lei i tratti dolci di una madre scomparsa, e gli sembrava
di rivivere nel passato - di nuovo.
E per quanto si odiasse quando lo faceva, non riusciva a smettere.
Perché era un codardo, perché aveva paura, perché
dentro di sé - tornando a vagare fra gli immensi corridoi di
Villa Uchiha - rivedeva gli spettri di una vita che mai era riuscito a
lasciarsi alle spalle.
E che mai avrebbe potuto.
Perché lei era il presente, e il futuro.
E anche tutto ciò da cui lui cercava di fuggire.
***
Continua.. ?
QuiC'èGè:
Che dire? Sono assolutamente deliziata dal responso per lo scorso capitolo. Addirittura undici recensioni, siete gentilissimi (:
Qui inquadriamo sempre di più l'insanità ossessiva di
Sasuke, e mi pare ovvio e scontato dire che si senta in colpa e senta
di non meritare in alcun modo la felicità. Sakura è molto
comprensiva, e tiene duro. Ma davvero riuscirà a non fare
niente? Riuscirà davvero ad aspettare che Sasuke si perdoni e
vada avanti?
Vi ringrazio di nuovo, e mi scuso per il giorno di ritardo. Ieri ero al mare e sono stata impossibilitata ad aggiornare xD
Vi lascio con uno spezzone del quarto capitolo:
"<< C'è qualcosa che non va, Naruto? >>
Le chiese lui, perché era la prima volta in otto mesi che Naruto
se ne andava coi propri piedi, se non per correre da Hinata.
Sasuke posò la tazza sul tavolino e chiuse gli occhi, massaggiandosi una tempia.
C'era decisamente qualcosa che non andava.
Li raggiunse appena in tempo, prima che vedesse Naruto scuotere la
testa e sorridere alla loro amica con una dolcezza straziante, che fece
intuire qualcosa a Sasuke - qualcosa di particolare, di diverso.
Lo stesso sorriso che le aveva rivolto prima di dare inizio alla loro battaglia, tre anni prima.
Ciò che successe dopo fece sgranare gli occhi sia a lui che a
Sakura, perché era un gesto talmente significativo che poteva
significare solo una cosa.
[Cambiamenti]"
Ancora mille grazie, al prossimo giovedì! ♥
Recensioni no jutsu!
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Capitolo 4 *** 4. Guess Who Coming To Dinner: Their Friends. ***
Cap.4
- Ad Ale, da voi conosciuta come lastscream. Perché per il suo compleanno merita questo ed altro.
Sei un pezzo di me. ♥
Again & Again
4. Guess Who Coming To Dinner: Their Friends.
Loro erano tornati il giorno successivo.
Era stato un falco ad
avvisarlo, che di primo mattino aveva docilmente picchiettato col becco
alla finestra della sua stanza, destandolo dal suo sonno già
leggero e porgendogli la zampina - aveva trovato un breve messaggio di
Kakashi, scritto così di fretta che per un attimo aveva pensato
fosse successo qualcosa di grave; soltanto per poi leggere che stavano
tutti abbastanza bene e che non c'era nulla di cui preoccuparsi. Non
era esplicita la richiesta, ma lui capì che volevano vederlo -
forse per accertarsi che fosse ancora vivo e non si fosse sepolto in
casa.
Decise che accontentare il
loro desidero non avrebbe ucciso nessuno, e dopo essersi vestito,
uscì di casa con un passo insolitamente affrettato.
Li avrebbe trovati tutti all'Ospedale.
[Anche lei]
Fu così infatti.
Osservando il suo riflesso
nelle pozzanghere, Sasuke Uchiha lasciò che un raggio di sole
gli riscaldasse dolcemente il viso, crogiolandosi un attimo nel suo
tepore mattutino, prima di decidersi a varcare l'ingresso dell'Ospedale
di Konoha - il braccio ancora fasciato, la mano buona ficcata in tasca.
Naruto lo trovò al secondo piano, nella stanza che li aveva
sempre ospitati quando - per un motivo o per un altro - finivano
immobilizzati a letto con qualche gamba rotta o osso spaccato.
Non era solo, però, perché la piccola e gracile figurina
di Hinata Hyuuga - che era tornata dalla sua missione due giorni prima
- gli sedeva a fianco, le mani impegnate nell'accurata scelta delle
mele più mature per essere pelate e mangiate - e Sasuke si
chiese se fosse un abitudine di tutte le ragazze pelare della frutta
ogni volta che i ragazzi di cui erano innamorati finivano in ospedale.
[Come lei]
<< Oh, ehi Teme! >> si sgolò Naruto, non appena lo
vide entrare, chiudendosi la porta dietro di sé. << Come
butta? >>
A lui buttava abbastanza bene - e solo in quel momento si rese conto
del perché Kakashi lo avesse convocato proprio in quella stanza:
Naruto era sdraiato sul suo letto, ma non c'erano pesanti bende a
fasciargli ferite o escoriazioni in tutto il corpo; era la sua gamba ad
essere completamente ingessata, infagottata in un abnorme gesso bianco
sollevato per aria. Dopo lo shock iniziale scorse lo sguardo dall'altra
parte della stanza e vide Sai sdraitato sul suo di letto - e lui
sembrava già più sano e meno ferito. Kakashi sedeva su
una sedia - il solito libro in mano - ma indossava ancora le vesti da
ospedale e aveva un braccio completamente coperto da cerotti.
<< Sasuke-san
>> lo accolse Hinata, con un inchino del capo, a cui lui rispose
frettolosamente, prima di dare fiato ai suoi pensieri con voce secca e
vistosamente ansiosa. << Cosa diavolo è successo qui?
>> disse, e spostò lo sguardo sul suo sensei. << Mi
avevi detto che stavate tutti bene, Kakashi >>
<< Aaah! >>
Naruto si battè una pacca sulla sua gamba ingessata. <<
Non ti preoccupare Teme, mi sono solo slogato la caviglia >>
<< E perché diavolo ti sei fatto ingessare la gamba, allora? >>
Naruto sorrise a trentadue
denti, e Sasuke tutto d'un tratto seppe che stava per sparare una delle
sue solite idiozie. << Oh, perché così tu e gli
altri potete scriverci sopra delle cose carine, no? >>
Sasuke non si diede neanche
pena di rispondergli - la Hyuuga lo avrebbe fatto al posto suo, in ogni
caso - semplicemente perché solo in quel momento notò
l'assenza del loro quarto compagno di squadra.
Neji non c'era, e il letto
più vicino alla porta era completamente vuoto - neanche toccato
a dir la verità, cosa che gli fece presumere che per quella
stanza non ci fosse nemmeno passato.
Che fosse rimasto illeso? Ne dubitava fortemente - in fondo si trattava pur sempre di una missione di livello A.
<< Dov'è Hyuuga? >> proferì, con uno strano e terrificante presentimento che gli ronzava in testa.
Sasuke non era mai stato
bravo a decifrare le emozioni della gente, in particolare di persone
che conosceva appena - Hinata Hyuuga ne era un esempio, eppure
bastò pronunciare il cognome del suo cugino che il suo sguardo
candido fu attraversato da un tale lampo di dolore e preoccupazione che
Sasuke non impiegò più di due secondi per costatare che
qualcosa era successo - e di grave.
Le reazioni di Naruto, Sai
e Kakashi servirono solo come banale conferma ai suoi pensieri:
perché Sai smise di osservare fuori dalla finestra, Kakashi
chiuse il suo libro e il volto di Naruto - prima allegro al solo
vederlo - si adombrò così tanto che Sasuke trattenne il
respiro.
Era successo qualcosa a Neji.
Fu Naruto a parlare, e
Sasuke notò come la sua mano si allungò in cerca di
quella della sua ragazza, che strinse in una presa di conforto.
<< Lo stanno
operando >> disse, la voce rauca dallo sforzo e dalla
preoccupazione. Notando il suo sguardo - e Sasuke non volle immaginare
che tipo di sguardo avesse in quel momento - si affrettò
ad aggiungere: << Era con noi fino all'ultimo, Teme. Sembrava
quello messo meglio, ma quando siamo entrati in ospedale ha avuto un
collasso >> lo vide stringere i pugni. << Non ci hanno
detto niente. Lo hanno solo portato via. Ma starà bene..
>> e in quel momento smise di rivolgersi a lui e posò il
suo sguardo sulla ragazza che gli sedeva a fianco, e che aveva smesso
di sbucciare le mele per chinare il capo e nascondere le lacrime.
<<.. starà bene Hinata-chan, non ti preoccupare. E' uno
forte, lui >>
Sasuke annuì -
assieme ad Hinata - e non riuscì a contraddire nemmeno una sola
delle parole dell'amico: Hyuuga era uno forte, Naruto aveva ragione.
Qualunque cosa gli fosse capitata l'avrebbe sicuramente superata. Ce
l'avrebbe fatta, era sicuro.
Naruto tornò a
guardarlo. << C'è Sakura-chan con lui >> gli disse,
la mano nel frattempo era corsa ad accarezzare i capelli della ragazza.
<< E' lei quella che dirige l'operazione >> aggiunse.
<< Non ci ha curato per questo. E' stata lei ad accorgersi che
c'era qualcosa che non andava con Neji >>
[Sakura]
<< Hai sentito,
Hinata-chan? >> la sua voce tornò incredibilmente dolce,
mentre con fatica cercava di avvicinare il busto alla ragazza, ancora
col capo chino. << C'è Sakura-chan con Neji. Lei lo
curerà. Quindi sta tranquilla, ok? >>
[Lei lo avrebbe curato. Come sempre. Ce l'avrebbe fatta]
Kakashi, tutto d'un tratto,
ritenne giusto ed opportuno intervenire nella conversazione, decidendo
saggiamente di ritirare del tutto il suo libro e di alzarsi in piedi,
stiracchiandosi un braccio con apparente calma.
Apparente - perché
il suo sguardo era così vigile e attento che Sasuke si chiese se
davvero si fosse riposato, nel paio di ore che erano trascorse dal loro
ritorno.
<< Ho avvisato Gai e
gli altri ragazzi >> disse, affondando le mani nelle tasche del
pigiama. << Stanno arrivando. E credo che qualcuno debba loro
spiegare la situazione >>
Sasuke sospirò, e
spostò il peso del corpo prima su un piede e poi sull'altro -
com'era solito fare quando stava prendendo una decisione.
<< Ci penso io,
Kakashi >> intervenne, e lo osservò dritto nel suo unico
occhio. << Sono io il suo Capitano. Spetta a me >>
Kakashi scosse la testa,
fermo. << Non dire sciocchezze, Sasuke >> replicò.
<< Ero io il Capitano in questa missione. Sono io quello che si
sarebbe dovuto accorgere prima del suo stato. Se solo fossi stato
più attento saremmo tornati prima a Konoha e tutto questo si
sarebbe potuto evitare >>
<< Kakashi-sensei,
non dire stronzate! >> ringhiò Naruto, così
all'improvviso che tutto sobbalzarono - Sasuke compreso. << La
colpa non è di nessuno, hai capito?! Neji starà bene,
è questo quello che conta! C'è Sakura-chan con lui, e
Sakura-chan è il miglior medico di questo mondo! >>
Sasuke pensò che
niente avrebbe potuto convincere il loro vecchio sensei della sua
innocenza se non quelle parole, e sarebbero bastate, davvero; eppure
Hinata Hyuuga decise comunque di dare il suo contributo, asciugandosi
le lacrime dal viso e prendendo un respiro profondo.
<< Naruto-kun ha
ragione, Kakashi-sensei >> gli disse, la voce così bassa
da sembrare un sussurro. << Non si deve colpevolizzare. Non
è stata colpa sua >> aggiunse, e questa volta alzò
il capo - e Sasuke capì dai suoi occhi, dal suo sguardo
improvvisamente illuminatosi di determinazione, il perché il
dobe provasse qualcosa per lei.
Kakashi le sorrise - col
suo sorriso, quel sorriso appena accennato, appena visibile sotto la
sua maschera - e si avvicinò a scompigliarle la frangia dei
capelli - e quel gesto non colpì solo Sasuke, ma anche Naruto
stesso, che li osservò come in trance, la bocca spalancata e gli
occhi sgranati.
Kakashi faceva così solo con Sakura.
<< Sei veramente una brava ragazza, Hinata >>
Lei arrossì,
soffusamente e non d'imbarazzo. Ma di gioia, e di orgoglio -
perché finalmente anche Kakashi-sensei aveva dato la sua
approvazione, e non c'era niente che poteva renderla più felice
di quello. Sapere che era un passo più vicino a coloro che il
ragazzo di cui era perdutamente innamorata amava con tutto se stesso.
<< Ma sta comunque a me, farlo >>
Nessuno osò
più protestare, perché Kakashi era sempre Kakashi - e
quando si metteva in testa qualcosa era difficile smuoverlo. Proprio
come i suoi allievi.
Acconsentì, in ogni
caso, che Hinata lo accompagnasse, e quando le porte della stanza
centocinque del secondo piano dell'Ospedale si spalancarono di colpo -
rivelando le figure di un maestro e di due suoi pupilli - Sasuke
sospirò e osservò Naruto con estremo interesse. Kakashi
fu comunque abbastanza accorto e, ignorando le loro proteste,
scortò i membri del Team Gai fuori dalla stanza - e Sasuke lesse
terrore nei loro occhi, oltre che preoccupazione.
<< Voglio mangiare qualcosa >>
Sai era sincero, e pur non
avendo aperto bocca per tutto il tempo puntò il suo sguardo su
Sasuke, con insistenza - e lui ne capì subito il motivo.
Riuscì ad affondare la mano buona nella tasca dei pantaloni che
il suo compagno di Team era già fuori dal letto, e completamente
scalzo apriva la porta - non badando alle proteste di Naruto, che
urlava e starnazzava dal suo posto.
Sasuke non gli disse
niente, ma quando entrambi furono fuori dalla stanza non riuscirono a
non voltare appena il capo, puntando lo sguardo dritto verso la loro
destra.
In fondo al corridoio,
vicino ad una finestra, Kakashi stava parlando e Sasuke colse solo la
mano di Hinata che scattava veloce sulla spalla della ragazza nel
vecchio team di Neji, prima di vedere quest'ultima scoppiare in lacrime
- senza vergogna, o timore. La vide solo aggrapparsi al muro e coprirsi
il viso con entrambe le mani, lasciando che i singhiozzi le
sconquassasero le spalle.
Prima di capire che aveva visto abbastanza.
[Troppo]
Fu solo quando furono
davanti al distributore di merendine al primo piano che Sai
tornò ad aprire bocca , ritirando la sua colazione dall'apposito
vano e attendendo che la macchina gli consegnasse il suo resto.
Quando parlò non lo guardava. << Credo che quella ragazza sia innamorata di Neji-san >>
Sasuke non lo
contraddì, piuttosto si sentì in dovere di annuire
seccamente - pur dubitando del fatto che Sai conoscesse davvero il
significato della parola amore. Ma non gli disse niente, rimase con lo
sguardo fisso sul muro che aveva davanti.
Sperava solo che Sakura ci riuscisse.
E che gli risparmiasse il supplizio di dover aver di nuovo a che fare con la morte.
***
Intorno alle undici
della mattina Hinata era entrata nella loro stanza correndo - e Sasuke
non aveva mancato di notare il vassoio di tramezzini che reggeva fra le
braccia - col viso rosso e il fiato mozzo, urlando qualcosa che aveva a
che fare con "Ino-san" e "Manca poco" e "Dobbiamo andare".
Avevano capito poco e
nulla, ma quello che erano riusciti a capire era bastato
affinché Naruto fosse saltato fuori dal suo letto e avesse
comincianciato a saltellare attorno, in cerca delle sue stampelle e non
mancando di urlargli che doveva assolutamente sbrigarsi. Alla fine
Kakashi e Sai li avevano preceduti, ma Hinata era rimasta per aiutarlo
a portare giù Naruto, al piano terra, nel reparto di medicina
generale dov'era stata allestita la sala operatoria - e ancora non
ricordava come fossero riusciti a farlo camminare senza stampelle, con
una gamba completamente ingessata.
Probabilmente ciò
che vide nel momento in cui tutti e tre misero piede nella sala
d'aspetto non sarebbe mai riuscito a toglierselo dalla mente per molto
molto tempo - forse per tutta la vita.
Aveva assistito a molte
operazioni, si era seduto su una di quelle sedie altre volte -
pochissime, riusciva a contarle sulle dita della mano - e aveva sempre
considerato l'attesa come la più devastante fra le torture che
potessero essere inflitte all'uomo - ancora più crudeli del
verdetto stesso. Si era seduto su quella sedia tre anni prima, una
volta conclusa la guerra che l'aveva visto vittima e carnefice allo
stesso tempo, nella speranza di vedere il suo miglior amico uscirne
vivo e vegeto - il miglior amico che aveva distrutto il proprio corpo
col chakra del Kyuubi solo per poterlo salvare.
Si era seduto su quella
sedia due volte l'anno precedente - e, con suo sommo rammarico, in
entrambe gli era parso di stare quasi per uscirne pazzo dalla troppa
ansia. La prima quando Kakashi era tornato vivo per miracolo da una
missione di rango S, e la seconda quando era toccato a Lei stare male -
ed era stata solo una banale appendicite, ma era bastata a farli
tornare tutti sui loro passi in poche ore, da Suna a Konoha, per starle
vicino anche in un momento simile.
Ma ora era un'altra storia.
Perché un conto era
far parte di quella tortura infinita, e viverne ogni singolo istante,
un altro era esserne solo un mero spettatore. E non era il fatto che
non considerasse Neji una figura significativa nella sua vita - Neji
era un amico, un compagno valoroso e affidabile, e un suo sottoposto di
cui si fidava ciecamente. Ma non mentiva dicendo che non avrebbe
rischiato la sua vita per lui, perché erano altre le persone per
cui l'avrebbe fatto.
[Per cui avrebbe dato la vita]
E osservando Rock Lee che
sedeva per terra, le gambe contro al petto e lo sguardo basso; e
osservando Gai con lo sguardo perso fuori dalla finestra; e osservando
lei, la ragazza dai capelli bruni, Tenten (<< Credo che quella
ragazza sia innamorata di Neji-san >>) che sedeva compostamente
sulla sua sedia, le mani sul grembo e gli occhi bassi, Sasuke avrebbe
voluto trovare qualcosa da dire loro - anche solo a nome del Capitano
ANBU che era.
Ma come sempre tenne la
bocca chiusa e, dopo aver fatto accomodare Naruto accanto ad Hinata,
poggiò la schiena contro al muro e chiuse gli occhi.
E attese.
E non seppe quanto tempo
passò, quante volte sentì Gai percorrere avanti ed
indietro la sala d'attesa, quante volte sentì Naruto sussurrare
parole confuse all'orecchio di Hinata, quante volte incontrò lo
sguardo di Kakashi - nella sua stessa posizione, al muro opposto.
Quanto durò
l'angoscia, perché senza neanche volerlo se ne ritrovò
completamente invischiato, ed intrappolato. Intrappolato in quegli
attimi eterni, in attesa che qualcuno venisse a dare loro una notizia -
o solamente un'occhiata, perché vedesse in che stato erano
ridotti tutti. Quando successe erano passate le dodici da un pezzo, e
nessuno aveva aperto bocca per tutto quel tempo - perso, disperso,
disperato dai rispettivi pensieri.
Fu proprio lei, Sakura, che
varcò la soglia della stanza, una volta che le porte della sala
operatoria si furono aperte e loro, al loro suono, si furono tutti
alzati in piedi - chi precipitandosi in avanti, chi restando indietro,
in disparte. Con più discrezione.
Sakura sciolse i lunghi
capelli dalla costrizione dell'elastico che fino a quel momento li
aveva tenuti raccolti, e Sasuke notò come indossasse l'uniforme
da medico, sotto il camice bianco.
Quando sorrise.
Fu solo quando sorrise che si rese conto che era andato tutto bene.
<< Sta bene
>> disse, e il suo sorriso si allargò, alla vista di
Hinata che si accasciava sulla sua sedia, coprendosi il volto con le
mani e lasciandosi andare in un pianto di gioia. Sasuke, in quegli
attimi, notò come Tenten poggiò il capo contro la parete,
urlando uno "Yokatta!", e come si avvicinò ad Hinata, in preda
all'euforia - abbracciandola.
<< Io... LO SAPEVO!
>> strillò Naruto, e cercò di mettersi in piedi con
scarsi risultati. << Io lo sapevo che quell'idiota non avrebbe
tirato le cuoia facilmente! Lo sapevo io, Kakashi-sensei! >>
Anche Sai parve sollevato,
tanto che si lasciò andare ad un lungo sospiro - o forse era
semplicemente contento dell'idea che non avrebbe più dovuto
sprecare il suo tempo in una sala d'attesa. Lee e Gai furono,
ovviamente, i più teatrali fra tutti: Sasuke, dopo che li aveva
visti abbracciarsi per la terza volta, decise di tornare a rivolgere la
propria attenzione verso la sua compagna di squadra.
<< Era messo male, però >> aggiunse lei, agrottando la fronte.
Sasuke stava per chiederle
maggiori informazioni, ignorando del tutto la vocina che gli diceva di
non parlarle, se non che un concitato rumore di passi e il rumore della
porta della sala di attesa che si spalancava per l'ennesima volta
interruppero le sue parole alla radice. Voltandosi costatò che
erano due le persone ad essere appena entrate, ed entrambe
appartenevano al clan Hyuuga, a giudicare dalle fattezze.
<< Otou-sama! Ko! >> Hinata si fece avanti, teneva Tenten per mano e aveva ancora il volto rigato dalle lacrime.
<< Hinata.. ho
cercato di venire prima che potevo! >> la voce rauca e graffiante
del capoclan degli Hyuuga gli giunse dalle spalle e lo spinse a chinare
rispettosamente il capo, e come lui fecero i restanti membri della
stanza.
<< Non
preoccuparti, Otou-sama. Neji-niisan sta bene.. vero Sakura-san?
>> e Sakura annuì, tornando a drizzare il busto
dall'inchino. E, finalmente, dopo gli attimi di confusione, la sua voce
tornò ad essere padrona dell'intera scena. << Sta bene,
ora. Ma ha rischiato grosso: è arrivato in ospedale con un
estesa emorragia interna. Aveva la milza quasi distrutta e un polmone
perforato, e la ricostruzione è stata abbastanza impegnativa
>> pendevano tutti dalle sue labbra. << Voglio scusarmi per
il ritardo, avremmo certamente fatto più in fretta se non si
fossero presentati tanti problemi, Hiashi-sama >>
<< Scusarvi? >>
Hiashi sembrò sorridere. << Haruno-san, siete un medico
eccezionale. Non so veramente come ringraziarvi >>
<< Sakura! >>
Tenten si fece strada fra la piccola folla e le prese le mani fra le
sue. << I-Io.. veramente.. grazie..! >>
Lei scosse la testa, e le
sorrise. << Non ero l'unica in sala operatoria, Tenten-san
>> le disse. << C'erano anche Ino, e tutti gli assistenti.
Ringrazia anche loro >> gli occhi di Tenten risplendettero di
lacrime. << Se lo meritano >> le sorrise.
<< S-SAKURA-SAAN! >>
Sasuke sobbalzò e in
un battito di ciglia le mani di Tenten - che stringevano quelle di
Sakura - vennero sostituite da quelle di Rock Lee, in ginocchio ai
piedi della ragazza, gli occhi colmi di lacrime. << S-Sakura-san!
Sei veramente eccezionale! Hai.. Hai salvato la vita del mio grande
amico Neji! >> singhiozzò. << Io..! Io non so come
ripagarti! >>
Sakura abbozzò un
sorriso e con uno strattone, dopo che era stato più che evidente
che il ragazzo non avrebbe mollato la presa, se ne liberò
immediatamente. << Err.. non vi è alcun bisogno, Lee-san
>> mormorò. << E' mio dovere come medico, in fondo
>>
Sembrò essere una
risposta abbastanza esauriente, perché Lee non aprì
più bocca e si limitò ad annuire, asciungandosi i
lacrimoni che gli rigavano le guance. << Ora, qualcuno di voi
deve provvedere a firmare alcuni documenti e a- >>
<< Haruno-sensei!
>> chiocciò una voce, e una testolina spettinata
spuntò dalle porte della sala operatoria. <<
Yamanaka-sensei chiede di voi! >>
Naruto scoppiò a
ridere - e Sasuke, osservando Sakura che annuiva e faceva gesto
all'assistente di tornare dentro, ne capì anche il motivo.
<< Ne ne.. Sakura-chan, da quando in qua i novellini ti chiamano sensei? >>
Sakura gli sorrise,
brillante e vittoriosa. << Da quando sono abbastanza importante
da essermi riuscita a fare un nome >> cinguettò, e
tornò a rivolgere l'attezione agli Hyuuga. << Hiashi-sama,
dovreste farmi la cortesia di firmare la liberatoria a nome di Neji-san
per l'operazione, in quanto suo ex-tutore >>
<< Sakura-san, quando potremo vedere Neji-niisan? >> chiese Hinata, timidamente.
Sakura tornò a
sorridere, consegnando un plico di fogli al capoclan degli Hyuuga.
<< Direi che fra check-in, controlli vari e l'attesa
affinché l'anestesia perda il suo effetto.. per le tre del
pomeriggio, Hinata-chan >> rispose. << Ma solo familiari e
amici intimi. Due per volta, è pur sempre convalescente >>
Naruto sbuffò.
<< Ma Sakura-chan! >> lei non lo guardò nemmeno,
appuntando qualche dettaglio nella cartellina che aveva fra le mani.
<< Tu, Naruto, dovresti tornartene al tuo di letto >>
Scoppiarono tutti a ridere,
e anche Sasuke si concesse l'abozzo di un sorriso - sollevato di sapere
che il suo compagno di squadra era ancora vivo e sarebbe stato bene.
[Era andato tutto bene]
***
Tre giorni dopo Neji
Hyuuga era ancora relegato a letto e se non fosse stato per le sempre
più numerose visite che riceveva - sia da parte dei medici che
dei suoi amici - era convinto che sarebbe morto di noia, invece che di
setticemia. Sasuke Uchiha e Naruto Uzumaki erano fra le persone che in
un modo o nell'altro finivano sempre per occupare la sua stanza - dove
un tempo anche Naruto era stato ricoverato, con quel gesso alla gamba,
almeno fino a quando la loro compagna non l'aveva obbligato a
toglierselo a suon di pugni, visto che la gamba non gli si era affatto
rotta.
Sasuke, in ogni caso, non
aveva nulla di meglio da fare la mattina; non poteva nemmeno allenarsi
con quella spalla lussata, perciò gli era parso abbastanza
scontato andare a trovare il suo compagno quasi tutti i giorni - con il
suo miglior amico, che non era certo messo meglio di lui.
<< Adesso prendi un
bel respiro, Neji-san >> la voce da carie del loro medico
personale lo fece sbuffare sonoramente. << Respira, ed ispira,
respira ed ispira.. ecco, così >>
Sakura Haruno sorrise a
Neji con quel suo sorriso mieloso che dedicava solo ai suoi amati
pazienti, lo stetoscopio puntato sul suo petto, gli occhi verdi che
brillavano. << Perfetto, Neji-san! >> esclamò,
ritirando le sue mani e riprendendo la sua cartelletta.<< Le
funzioni cardiache sono normali. Di questo passo sarò costretta
a dimetterti prima del previsto! >> gli strizzò l'occhio.
Qualcuno, in fondo
alla stanza, emise una pernacchia di scherno - e Sasuke non seppe
capire se fu Sai, o Naruto, o Kakashi, che pur essendo stato dimesso
tre giorni prima continuava a dormire in ospedale. E Sasuke sospettava
che lo facesse per sdebitarsi con Hyuuga.
<< Ti ho sentito,
Naruto >> cinguettò Sakura, posando la cartellina e
dirigendosi verso il carrello dei medicinali.
Naruto sbuffò,
saltando a sedere sul letto più vicino a quello di Neji ed
incrociando le braccia dietro alla testa. << Tze..! Tratti Neji
come se fosse una femminuccia! >>
<< Ma a Neji-san non
sembra mica dispiacere, vero Neji-san? >> Sasuke vide Sakura fare
gli occhi dolci al suddetto, che scosse la testa pomposamente.
<< Neji! Non ci
provare nemmeno! >> sbraitò Naruto, puntandogli addosso il
dito. << Non provare nemmeno a pensare a Sakura in quel modo, mi
hai capito?! Stalle lontano! >>
<< Aw, quanto
sei carino quando fai il geloso, Naruto >> Sakura gli si
avvicinò. << Non ti preoccupare, rimarrai sempre il mio
preferito >> questa volta fu Sasuke a trattenersi dall'emmettere
una pernacchia di scherno.
Gli occhi di Naruto si illuminarono di speranza. << Davvero? >>
Speranza che puntualmente
Sakura distrusse col suo ghignetto sadico. << No >>
rispose, e saltellò verso il letto di Neji. << E' Neji-san
il mio preferito >>
<< E perché
Neji-san dovrebbe essere il tuo preferito? >> fu Sai a parlare,
seduto su una sedia, proprio accanto a Sasuke.
Sakura somministrò
qualcosa nella flebo di Neji, che la ringraziò con un cenno del
capo. << Beh, perché non è strano o idiota come voi
>>
<< Questo lo trovo
offensivo, Sakura >> il volto di Kakashi, i capelli scompigliati
e il viso per una volta libero dal coprifronte, emerse dal dietro il
suo libro.
<< Anche io, mphf! >> sbuffò Naruto. << Sei cattiva, Sakura-chan! >>
<< Crudele >> commentò Sai, monotonico come al solito.
Sakura, che stava
controllando le ferite minori sul braccio di Neji, roteò gli
occhi e sospirò. << Non fare caso a loro, Neji-san
>> disse, e non si premurò di tenere la voce bassa.
<< Sono solo un branco di disadattati >>
Quando finì anche il
suo ultimo check-up sulle ferite, Sasuke vide come lo sguardo di lei si
posò sul vaso di fiori posto sul comodino vicino al letto, e
come gli occhi le brillarono. << Sono meravigliosi >>
proferì, sfiorando le calle che componevano il mazzo. <<
Chi te li ha dati, Neji-san? >>
In quell'attimo Sasuke fu
certo di non essere l'unico ad aver notato come i tratti del viso di
Neji si ammorbidirono al suono del nome che pronunciò subito
dopo.
<< Tenten >>
Sakura si voltò ad
osservarlo, un delicato sorriso stampato sulle labbra. << Avrei
dovuto immaginarlo >> proferì, carezzevole, prima che un
baluginio più serio adombrasse il suo sguardo << L'hai
fatta molto preoccupare, Neji-san. Era disperata. Non provare mai
più a fare una cosa simile, capito? >>
<< Giusto! >> sbottò Naruto. << Diglielo Sakura-chan! Digli che è stato stupido! >>
Sasuke preferì far scivolare lo sguardo lontano da quel quadretto, e puntarlo verso un punto a caso fuori dalla finestra.
Non aveva nulla da dire, lui.
***
Fu solo quando li ebbe
cacciati tutti dalla stanza che Sakura decise, anche lei, di andarsene
- in pausa pranzo, pronta a gustarsi il suo bento. Perché se lo
meritava, dopo tutta la faticaccia di quella mattina.
Non perse molto tempo, in
ogni caso; spese solo trenta minuti sul tetto dell'ospedale, osservando
le nuvole - cosa che per un attimo l'aveva fatta ridere, scoprendosi
molto più simile a Shikamaru di quanto pensasse - e guastandosi
i suoi onigiri da sola, perché quello era il giorno libero di
Ino-pig.
Non pensò nemmeno
molto - perché si disse che non ne sarebbe valsa alcuna pena, a
quel punto. Perciò ricaccio in profondità nel suo
cervello qualsiasi tipo di pensiero - bello o brutto che fosse - e
decise di concentrarsi solo negli obiettivi che aveva in mente per
quella settimana.
Uno di quest'ultimi, guarda caso, si presentò subito dopo pranzo.
Si imbatté in Tenten
proprio quando si stava recando nella stanza centocinque al secondo
piano, pronta per la solita visita di controllo all'unico paziente che
vi alloggiava dentro. Ciò che la fece sorridere, pur potendo
solo scorgere le spalle della ragazza, fu il fatto che la suddetta
stesse osservando con uno sguardo a metà fra il rassegnato e il
feroce la mezza dozzina di infermiere che stanziavano davanti alla
porta di Neji Hyuuga, cercando in tutti i modi di spiarvi dentro senza
essere notate.
<< Tenten-san
>> la chiamò, cercando di trattenere una risata. Lei si
voltò subito, e Sakura notò con l'ennesimo sorriso come
imbracciasse un mazzo di fiori made Yamanaka. << Cosa ci fai qui?
>>
<< Oh, sto cercando
di capire se è meglio ucciderle tutte subito o farle soffrire
lentamente >> replicò lei, sardonica, prima di ricambiare
il sorriso con lo stesso entuasiasmo. << Ciao, Sakura >>
<< Aspetta due
minuti. Neji-san se ne accorgerà e le caccerà via senza
farsi troppi problemi >> rise, e assieme lei si spostarono
più vicino alla finestra.
<< Stavi andando a
controllare Neji? >> le chiese lei, adocchiando la cartellina che
aveva fra le mani. Sakura annuì ed intuendo quali sarebbero
state le successive parole di Tenten scosse la testa e le posò
una mano sulla spalla. << Ma non disturbarti, credo che la tua
visita abbia la priorità >> cinguettò, strizzandole
un occhio e sorridendo alla vista del rossore che le imporporò
le guance - sembrava quasi Hinata, in quel momento.
<< A proposito,
Sakura >> una volta che l'imbarazzo fu sparito Tenten
tornò ad assumere la sua solita aria determinata e ben disposta.
<< Io.. non ti ho ancora ringraziata a dovere per ciò che
hai fatto- >>
<< Tenten-san, ne abbiamo già parlato. Non c'è alcun motivo per cui- >>
<< No, lasciami
finire per favore >> replicò e Sakura si ritrovò ad
annuire per la seconda volta, colta di sorpresa. << So che mi hai
detto che avrei dovuto ringraziare anche gli altri, e l'ho fatto. Ma ho
saputo che sei stata tu a dirigere l'operazione, e a salvargli la vita.
E so che Gai e Lee potranno scherzarci sopra, e che probabilmente
quell'idiota di Neji, sapendo com'è fatto, non ti avrà
nemmeno detto un 'grazie', ma.. >> la osservò dritta negli
occhi. << A nome di tutto il team Gai: Grazie, Sakura. Per aver
salvato la vita di Neji. E per aver salvato anche la nostra >>
[Per aver salvato anche la nostra]
<< Non c'è di che >> sussurrò, dolcemente.
<< E se posso fare qualsiasi cosa per aiutarti o- >>
<< Qualsiasi cosa? >>
<< Ah..? Oh, certo! >>
<< Bene, allora tu e
Neji siete liberi mercoledì sera? >> Sakura potè
leggere lo stupore comparso sul viso della ragazza, che aprì e
chiuse la bocca due volte, stupefatta.
<< Liberi..? Beh, sì.. ma perché? >>
<< Ottimo >>
cinguettò Sakura. << Allora a nome del Team Sette invito
te e Neji a cenare con noi. Neji dovrebbe essere dimesso domani, quindi
non dovrebbe esserci alcun problema a riguardo. Mercoledì, alle
otto, al mio appartamento.. sai dov'è, no? Non accetto rifiuti!
>> le disse. << E.. oh, le infermiere se ne sono andate.
Cosa ci fai ancora qui? Neji-san ti sta aspettando, Tenten-san! >>
***
<< Aspetta, tu
hai invitato Neji e Tenten a cena? >> la voce di Naruto gli
giunse strozzata e sorpresa alle orecchie. << E perché
cavolo lo avresti fatto?! >>
Era di nuovo
mercoledì, e Sasuke aveva trascorso gli ultimi due giorni chiuso
in casa, ad osservare il soffitto - eccetto durante le ore di pranzo,
quando il suo migliore amico era venuto a tirarlo fuori a forza,
obbligandolo a mangiare ramen con lui come erano soliti fare.
In quei due giorni Sasuke
aveva cercato di estirparsi dal cervello qualunque pensiero riguardasse
Sakura, ed in particolar modo il fatto che lei lo stesse sfacciatamente
e deliberatamente ignorando - aveva provato a convincersi del
contrario, in effetti, e dopo numerose volte che se lo ripeteva era
quasi arrivato a crederci. Che Sakura fosse troppo impegnata per
mangiare un gelato con lui come aveva fatto con Sai; che fosse troppo
impegnata per passarlo a salutare cinque minuti prima che iniziasse il
suo turno, come aveva fatto con Kakashi; che fosse troppo impegnata per
pranzare con lui, da Ichiraku, come aveva fatto con Naruto.
Che fosse troppo impegnata anche solo per mandargli una cesta di pomodori.
Sasuke non riusciva a
biasimarla, però, e in un qualche strano modo era riuscito anche
a pensare che, forse, le cose erano meglio così com'erano in
quel momento. Che forse era meglio che lei fosse così distante.
[Era meglio così]
<< Sì >>
Sakura sembrò contenta invece, Sasuke lo dedusse dal tono della
sua voce. << E beh, mi sembra anche ovvio il motivo per cui l'ho
fatto, Naruto. Oh, Sai, mi passi la salsiera..? Grazie >>
<< Ovvio
perché Neji-chan proverà di nuovo a mettere le sue
schifose manacce addosso al tuo fragile corpicino?! >>
sbraitò Naruto.
<< Kakashi-sensei, perché Naruto è così stupido? >>
<< Questa >>
Kakashi emerse da dietro al divano. << E' una domanda che
dovresti porgere al Yondaime Hokage e a sua moglie, Sakura >>
<< Kami, Naruto
>> Sakura cominciò a disporre i piatti sulla tavola.
<< Hai davvero pensato che mi piacesse Neji-san? Quando è
così ovvio che a lui interessa Tenten-san, e viceversa? >>
Il silenzio che
seguì fece intuire a Sasuke - e al resto della sala - che,
sì, Naruto Uzumaki aveva interpretato il siparietto fra Neji e
Sakura di due giorni prima in modo decisamente diverso da ciò
che era in realtà. Normalmente Sakura lo avrebbe pestato per
solo averlo pensato, ma oggi era una sera diversa dalle loro solite,
perché avevano ben due ospiti a cena - e un primo appuntamento
da mantenere segreto.
<< A me sembra
una splendida idea >> soggiunse Sakura, questa volta dal
cucinotto. << Potrò vantarmi di aver fatto di loro una
coppia, no? >>
<< Aaah >> Sai,
che aveva preso posto a tavolo, si massaggiò il mento e
osservò la compagna - sembrava aver avuto un illuminazione.
<< Ora capisco perché li hai invitati a cena. Hai una
mente malvagia, Sakura, ho letto spesso di questo tipo di stratagemma
>> Sakura si voltò a sorridergli. << Tenten-san
è la ragazza coi capelli in quella strana acconciatura, vero?
>>
<< Sì, Sai >>
<< Allora è la ragazza molto innamorata di Neji, Sasuke >>
Non fu precisamente il
fatto che avesse detto una cosa simile ad attirare l'attenzione di
tutti, perché Sai non aveva mai fatto mistero con nessuno della
sua patologica franchezza, piuttosto fu il suo semplice nome aggiunto a
fine frase a creare abbastanza scalpore. Tanto che tutti, un istante
dopo lo shock iniziale, posarono lo sguardo su di lui.
Compresa lei.
Sasuke avrebbe decisamente
preferito uscire alla svelta da quella situazione e non vedendo alcuna
via di fuga in nessuna delle sue comuni opzioni, optò per il
solito, ma dignitoso, silenzio.
Fu comunque il campanello a
dare una svolta, lacerando quindi la pesante cappa silenziosa che tutto
d'un tratto era calata su quell'appartemento: Sakura andò ad
aprire, assieme a Naruto, e fra i soliti chiacchericci di benvenuto
riuscirano ad abbandonarli per esattamente cinque minuti - cinque
minuti che Sasuke trascorse sotto esame da parte di Kakashi e Sai
stesso.
<< Ma è
fantastico! >> la voce sinceramente colpita di Tenten
irruppé nel salotto e Sasuke osservò di sottecchi
l'intera scena, seduto sul divano. << Sakura, sapevo che ti eri
trasferita.. ma non pensavo certo vivessi in un così bel posto!
>>
<< Parliamo davvero
così poco, io e te? >> replicò Sakura, e l'altra
scoppiò a ridere, annuendo. << Ragazzi.. guardate chi
è arrivato. Neji-san in carne ed ossa! >>
<< Neji! >>
Kakashi fece lo sforzo di alzarsi in piedi e di dirigersi verso il
ragazzo, le braccia aperte in un gesto di benvenuto. << Come
stai? >>
<< Bene >>
rispose lui, accennando un sorriso. << Veramente bene, ora
>> si rivolse a Sakura. << Grazie ancora per l'invito,
Sakura >>
Lei scosse la testa e agitò una mano, con noncuranza. << Prima di ringraziarmi dovete mangiare >>
<< Dovete
assolutamente mangiare! >> confermò Naruto, con aria
pomposa. << E non ve ne pentirete. Anzi, non ne potrete
più fare a meno, mai mai mai più a meno..! Ehi, Teme!
Piantala di nasconderti dietro il divano e vieni salutare Neji e
Tenten! >> sbottò, voltandosi verso di loro. << E
anche tu, Sai! >>
<< Oh, prima che
me ne dimentichi >> Tenten prese di nuovo parola, e con uno
schiocco di dita apparve fra le sue mani una bottiglia. << Questo
è per te, da parte nostra >> e consegnò la
bottiglia a Sakura. << Beh.. in realtà è da parte
di Neji, perché l'ha portata lui.. però beh, è una
bottiglia di sake >>
<< Il miglior sake di
tutta Konoha, Tenten >> la corresse amorevolmente Neji, seguendo
i ragazzi verso la tavola. Lei sorrise, ma non replicò, e
arrossì quando si accorse dello sguardo che Sakura aveva posato
su di lei.
<< Beh, si mangia? >>
***
Sasuke, dopo
l'iniziale distacco con cui aveva accolto gli ospiti di quella sera,
decise che perdere tempo e rinchiudersi nel solito silenzio da riccio
non avrebbe giovato a nessuno - specialmente a lui, visto che ogni
volta che rimaneva solo, i suoi pensieri finivano sempre con
l'indirizzarsi a lei - e trascorse la cena conversando pacamente con
Neji.
Gli chiese di nuovo
dell'operazione, del termine della reabilitazione e, soprattutto, di
cosa veramente fosse successo in quella maledetta missione - lui gli
rispose che l'operazione era andata davvero bene, e che non risentiva
di nessun effetto collaterale se non il fastidio alle cicatrici che
ancora non si erano completamente rimarginate; gli disse che era
dismesso per una quindicina di giorni, e gli descrisse sommariamente
gli avvenimenti della missione.
Certe volte Sasuke
l'ascoltava davvero, altre volte si ritrovava di nuovo immerso nei suoi
pensieri - e quando succedeva allungava il braccio buono per bere un
sorso d'acqua e nascondere un sospiro.
La cucina di Sakura era
semplicemente afrodisiaca, e anche quella volta non deluse nessuno al
tavolo, compresi gli ospiti; tanto che Tenten le chiese anche di
appuntarle la ricetta precisa del piatto - c'era sushi, quella sera.
<< Tenten-san
>> la voce di Sai risuonò nella stanza, interrompendo uno
di quegli sporadici momenti dove tutti avevano preferito concentrarsi
sul cibo piuttosto che sulle chiacchere. << Volevo chiederti
conferma di qualcosa >>
Tenten alzò il capo. << Dimmi pure >>
Sasuke non fu l'unico a
fiutare guai, perché era raro che Sai si approcciasse a persone
con cui non aveva molta familiarità così direttamente,
senza neanche perdere qualche ora nello studiare la loro
personalità e i loro modi di fare. Sakura e Naruto, infatti, si
irrigidirono nei loro posti e tesero le orecchie.
<< Mi chiedevo se davvero sei la ragazza che è perdutament inna- >>
Ovviamente.
La mano di Naruto
scattò appena in tempo, e pur con tutta la volontà di
questo mondo il calciò che Sakura rifilò nello stinco di
Sai fu abbastanza chiaro agli occhi di tutti.
Il risultato fu che Tenten
aveva addosso un'aria confusa e imbarazzata allo stesso tempo, e un
Neji che cercava di capire qualcosa in più riguardo la
situazione contingente.
Sasuke riuscì anche ad abozzare un sorriso - certe cose non sarebbero mai cambiate.
Sai ci riprovò
quando Sakura stava servendo il secondo - pesce alla griglia in salsa
verde - e questa volte colse di sorpresa tutti, perchè nessuno
fu abbastanza pronto da bloccare o soffocare la sua domanda, e Sakura
rischiò di far spiaccicare la teglia dove riposava il pesce
contro il pavimento - correndo il rischio di ridurre lo sforzo delle
ultime quattro ore in un nulla di fatto.
<< Sakura, mi domandavo se, visto che hai operato Neji-san, non l'avessi visto nudo >> questo era Sai.
<< Ti sembrano domande da fare, razza di pervertito?! >> questo era Naruto.
<< Ottima domanda, Sai. Complimenti per la fantasia >> questo era Kakashi.
<< Ha dei problemi di
socializzazione >> questa era Sakura, che cercò di
smorzare la tensione con una risatina e battendo una pacca sulla spalla
di Sai - non amichevole, vista la reazione del suddetto.
Sai dovette capire
l'antifona, da quel momento in poi, perché smise di porre
domande assurde e rimase in silenzio al suo posto - studiando con lo
sguardo i due ospiti.
A Sasuke quasi dispiacque,
perché senza una degna distrazione gli tornavano in mente quei
soliti pensieri scomodi - e, precisamente, il fatto che la settimana
prima erano stati solo lui e Sakura, a sedere a quel tavolo.
***
Non era il fatto che lei non gli parlasse, a disturbarlo.
Era successo altre volte
che gli tenesse il muso - per motivi del tutto futili, a dir la
verità; come regali di compleanno dimenticati, o scortesie o
bisticci vari - eppure c'era davvero qualcosa di diverso.
Non era il fatto che lei non gli parlasse, a disturbarlo. E che nemmeno lo guardasse.
Semplicemente, non sembrava importarle.
Semplicemente, lei aveva capito qualcosa di troppo grande.
[Per entrambi]
Perché girava per il
suo appartamento con disinvoltura, sorridendo, e trascinando Tenten
dritta dritta verso Neji - obbligandola a sederglisi accanto.
Sakura non sembrava curarsi
di quello che era successo la settimana prima, non sembrava neanche
ricordarsene, e Sasuke in un moto improvviso di stizza si chiese se
fosse lui l'unico turbato dalla cosa.
[Lei conosce. Lei sa. Lei capisce]
Non gli piaceva pensare
così tanto a lei; era come un virus. Gli stava piano piano
infettando il cervello, insinuandosi dentro con la sua voce, facendolo
fremere da capo a piedi - di paura.
Sakura era pericolosa.
La sua vicinanza, il suo
interesse, le sue cure lo erano. E Sasuke non riusciva a non darsi
dello stupido, in continuazione - perché prima diceva che era
meglio così, che era meglio che lei gli fosse distante. Che era
meglio per lui che lei stesse lontana. E anche per lei.
E perché poi finiva col chiedersi del perché a lei non sembrasse più importare.
[Lei sa]
<< Uh. Devo andare >> Tenten osservò l'orologio appeso alla parete.
Sakura non sembrò
l'unica sorpresa, perché anche Naruto distolse lo sguardo dalla
tv - e in particolare dallo sparatutto con cui stava giocando, come al
solito, con Sai.
<< Cosa? E
perché? >> Sakura si alzò dal divano, gli occhi
sgranati. << Non ho nemmeno preparato il tè! >>
<< Mi dispiace
>> Tenten chinò il capo. << Domani ho una missione e
devo prepararmi, e se faccio tardi corro il rischio di non svegliarmi
>> ridacchiò. << Tu resti Neji, vero? In tal caso ci
vediamo venerdì >>
<< No, aspetta >>
Ciò che successe
lasciò un sorriso sulle labbra di Sakura, e coinvolse in una
serie di sospiri tutti gli altri ragazzi - notando la reazione della
loro amica.
<< Sarà meglio che ti accompagni >>
Tenten sobbalzò,
arrossendo appena. << C-Cosa? Oh, no Neji! Non ce n'è
alcun bisogno, davvero. Resta pure, e poi posso benissimo cavarmela da
sola >>
<< Niente storie
>> replicò lui, lapidario, e cominciò ad avviarsi
verso la porta - seguito da una Tenten oltremodo confusa e da una
sorridente Sakura.
Prima che però
imboccassero l'ingresso entrambi si voltarono e chinarono il capo, in
segno di ringraziamento. << Grazie >> proferì
Tenten, sorridendo. << Davvero >>
<< Ci vediamo sabato,
ragazzi >> li salutò Neji, e subito lo seguì un
coro di saluti più o meno entusiasti.
Quando sentirono la porta
d'ingresso aprirsi, Sasuke aguzzò l'udito - e quello che
sentì fu più o meno quello che si sarebbe aspettato di
sentire da parte di lei, e di loro.
Tenten l'abbracciò,
con affetto e gratitudine. << Grazie, Sakura >> la
sentì dire. << Di tutto >>
E poi la porta si chiuse.
E Sasuke si chiese come riuscisse Sakura ad entrare così dentro la gente.
E si chiese se ci fosse già riuscita, con lui.
***
Quella serata non si concluse nel modo che si sarebbe aspettato.
Sasuke pensava che, pur non
essendo stata la cena esageratamente abbondante, il bicchiere di sake
avrebbe spinto Naruto ad appisolarsi sul pavimento com'era solito fare
- certo che Hinata l'aveva già vista quella stessa mattina, e
che non avrebbe avuto alcun motivo per correre via dall'appartamento
urlando come un pazzo.
Invece Naruto non parve
della sua stessa opinione, perché dopo aver spento la
televisione e bevuto la sua seconda tazza di tè osservò
con lui Kakashi e Sai che si alzavano dai loro posti - Kakashi dal
divano, Sai dalla scacchiera che condivideva con lui - e sorridevano a
Sakura, con la stessa gratitudine di ogni settimana dipinta sui loro
volti.
<< Sarà il
caso di andare >> borbottò il loro vecchio sensei.
<< Domani abbiamo un turno al Quartiere Generale >>
Sakura non protestò,
scivolò via dalla sua poltrona e posò il libro che stava
leggendo sul pavimento, drappeggiandosi la sua coperta addosso e
accompagnando i due uomini alla porta.
Sasuke non si
impegnò ad ascoltare le loro parole - troppo preso
dall'osservazione del suo miglior amico: Naruto fissava il tappeto con
estremo interesse, le braccia conserte. Il suo volto non era
esattamente crucciato, e non era neanche sull'orlo delle lacrime,
eppure a Sasuke bastò uno sguardo per capire che c'era qualcosa
che non andava.
Decisamente.
Sakura zampettò di
nuovo dentro il salone quando la porta si fu chiusa definitivamente, e
solo Naruto si voltò verso di lei, accogliendola con l'ennesimo
sorriso caloroso. << E' stata una cena fantaaastica, Sakura-chan
>> le disse, e Sasuke sorseggiò il poco tè rimasto
nella sua tazza, silente.
<< Sono contenta che ti sia piaciuta >> gli rispose, poggiando la spalla contro lo stipite dell'arco.
<< Beh.. >>
Naruto si batté le mani sulle ginocchia e si alzò in
piedi, stiracchiandosi. <<.. sarà il caso di andare, Teme?
>>
Sasuke sospirò, appena, lieve - quasi impercettibile - e annuì secco.
C'era decisamente qualcosa
che non andava, e sospettava di non essere l'unico ad essersene
accorto, perché quando si voltò finalmente nella
direzione di lei la vide osservare con sguardo preoccupato la figura di
Naruto che le si avvicinava, stringendosi addosso la sua coperta.
<< C'è qualcosa che non va, Naruto? >>
Gli chiese, perché
era la prima volta in otto mesi che Naruto se ne andava coi propri
piedi, se non per correre da Hinata.
Sasuke posò la tazza sul tavolino e chiuse gli occhi, massaggiandosi una tempia.
C'era decisamente qualcosa che non andava.
Li raggiunse appena in
tempo, prima che vedesse Naruto scuotere la testa e sorridere alla loro
amica con una dolcezza straziante, che fece intuire qualcosa a Sasuke -
qualcosa di particolare, di diverso.
Era lo stesso sorriso che le aveva rivolto prima di dare inizio alla loro battaglia, tre anni prima.
Ciò che successe
dopo fece sgranare gli occhi sia a lui che a Sakura, perché era
un gesto talmente significativo che poteva significare solo una cosa.
[Cambiamenti]
Naruto le prese la testa fra le mani e le baciò la fronte.
E Sasuke si
sentì di troppo, ma non riuscì lo stesso a distogliere lo
sguardo; osservando Sakura arrossire lievemente e puntare gli occhi
esterrefatti sull'amico, boccheggiando inebetita.
<< Sei una persona
meravigliosa >> le disse, e finalmente, dopo quelli che parvero
secoli, si voltò a guardarlo in faccia. << Andiamo, Teme
>>
Sasuke le passò
davanti senza dirle neanche una parola - chissà, forse lei si
sarebbe aspettata qualcosa, ma la verità era che lui stesso
faceva fatica a nascondere lo stupore e l'inquietante sensazione che
cominciava a strisciargli dentro.
Questa volta non fu lui a
cercare il suo sguardo, e nemmeno le disse grazie; lasciò che
fosse lei ad osservarlo, a cercare una qualsiasi reazione da parte sua.
Lasciò che fosse lei
a guardare la sua schiena, mentre chiudeva dietro di sé la porta
dell'appartamento e seguiva Naruto.
Pronto per un confronto che aveva sperato arrivasse mai.
<< Dobbiamo parlare >>
<< Parla, allora >>
Silenzio.
<< Se non hai intenzione di parlare allora posso tornarmene anche a casa, Naruto >>
<< Cosa è successo fra te e Sakura-chan, la scorsa settimana? >>
***
Continua.. ?
QuiC'èGè:
Vorrei scusarmi per il
mostruoso ritardo con cui posto il nuovo capitolo, ma contrattempi
legati ad EFP mi hanno trattenuto dall'aggiornare quanto prima la
fanfiction - chi mi segue anche su facebook probabilmente
conoscerà l'intera storia, ma per chi non lo sapesse riguarda
uno spinoso caso di ispirazione non concessa. Ovviamente per
correttezza e discrezione (visto che la faccenda non ha ancora avuto
conclusione) non divulgherò nessuna informazione, ma se volete
contattarmi con un MP sarò contenta di spiegarvi la faccenda xD
Inoltre sembra che negli ultimi tre giorni l'HTML mi fosse ostico, mi
è toccato rieditare tutto il capitolo, infatti. .___.
Passando ad altro: contentissima anche del responso per lo scorso capitolo :D Siete tutti gentilissimi! Davvero. ♥
Ho notato che alcuni di voi
pensano che Ino avrà un ruolo cruciale in questa fanfiction,
come in altre mie storie ha avuto. Vi deludo, mettendo subito le cose
in chiaro xD Ino farà solo da cornice come gli altri personaggi;
la storia ruoterà solo attorno al team sette :)
Il prossimo capitolo
sarà molto riflessivo, e avremo finalmente il primo (o secondo?)
tanto agognato confronto fra Sasuke e Naruto. Non disperate, non
basterà questo a far tornare Sasuke sano di mente - ce ne
vorrà un terzo, ma nel frattempo è già qualcosa,
no?
Un assaggio:
"<< Non dire
stronzate, Sasuke! >> la voce di Naruto fu una doccia fredda, un
urlo che venne a destarlo dal suo torpore. La sua figura si
innalzò su di lui, dall'altra parte del tavolo << Non
provare più a dire simili stronzate, mi hai capito?! >> lo
afferrò per la collottola. << Tu.. non hai fatto niente.
Mettitelo in testa. E Sakura-chan.. lei non ce l'ha con te >> gli
disse. << Non potrebbe mai avercela con te, Sasuke >>
[Mai. Mai. Mai]"
Come sempre, grazie mille! Al prossimo venerdì e buon agosto a tutti quanti :D
Recensioni no jutsu!
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