Alla prossima, Eva.

di FraonMars
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione. ***
Capitolo 2: *** Cinque luglio duemiladodici. ***
Capitolo 3: *** Primo agosto duemiladodici. ***



Capitolo 1
*** Prefazione. ***


Prefazione

Ho vissuto giornate indimenticabili, momenti che mai cancellerò dalla mia mente. Ho passato pomeriggi interi a ridere con la mia migliore amica, mattinate a litigare con la mia famiglia e notti intere a piangere.
Mi sono chiesta, è normale tutto questo?
La risposta non l’ho trovata, ma ho pensato di poter risolvere qualcosa scrivendo tutto.
Si esatto, come in una specie di diario, solo che questo non è segreto.
No, questo stupido documento verrà letto da molti, o comunque da qualcun’altro oltre me stessa.
Perchè? Non so. Forse per accontentare quella voglia di condividere cose che di persona mai riuscirei a raccontare.

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Capitolo 2
*** Cinque luglio duemiladodici. ***


Cinque luglio duemiladodici.

Tre giorni fa era il mio compleanno.
Quindi anni sono passati veloci portandosi via gioie, dolori e sentimenti che ancora non sto distinguere.
Ho deciso di vivere il sedicesimo in maniera diversa, anche se ancora non so come.
Mi chiamo Eva e odio il mio nome. Basta dirvi ‘puttana eva’ per farvi capire.
Come ho già detto ho 16 anni, vivo in Italia, al nord. Non sono ricca ne povera, non vivo nei milioni ma mi accontento di avere una bella famiglia e una camera tutta mia.
Non sopporto le persone che se ne escono dicendo ‘non ho soldi’ nel momento in cui si parla di comprare un regalo o di spendere soldi per la benzina, quando queste vestono firmato e cambiano taglio ogni due settimane.
Amo la mia migliore amica più di chiunque altro e sto aspettando che arrivi quel ragazzo che riuscirò ancor di più. Se non arriverà, credo che diventerò lesbica e andrò a letto con lei.
Non ho mai avuto una storia seria, dico molte parolacce al giorno e bestemmio ogni qual volta mi agito troppo. Non sono alta e magra e non ho dieci in condotta.
Ho i capelli biondi e no, non sono una gallina.
Ho deciso di scrivere queste cose di me perchè credo siano le principali cose che fanno di me quello che sono. Se preferivate leggere qualcosa del tipo ‘ciao, mi chiamo Eva ho sedici anni vivo in Italia e sono bionda’ (stile velina che arriva sculettando dicendo di voler fare l’avvocato), beh, questa non è la storia adatta.


Facebook in questo momento mi sta dicendo ‘Account non disponibile al momento’ e si, la bestemmia è partita.
L’unica cosa che mi consola adesso è l’idea che tra un’ora o poco più sarò in negozio a scegliere il mio regalo di compleanno. Probabilmente sarà un fottuto telefono che desidero da tempo e che sostituirà quella specie di aggeggio elettronico che posseggo ora.
Fino a pochi minuti fa stavo guardando un horror, ‘Il mistero di Rookford’ per la precisione, assieme a quella che ai tempi delle elementari definivo ‘migliore amica’.
E’ strano come con lei mi senta ancora a mio agio, niente sembrava cambiato nonostante fossero passati mesi dall’ultima volta in cui ci eravamo viste.
Per evitare di scrivere ancora cose a vanvera credo sia il caso di fermarmi e aspettare che qualcuno di voi commenti quello che ha appena finito di leggere.


Alla prossima (se ci sarà), Eva.

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Capitolo 3
*** Primo agosto duemiladodici. ***


- Primo agosto duemiladodici.

Già agosto, merda.
Un mese e qualche giorno e ricomincia la scuola.
Vabbeh, non ci penso. Questo mese passato è stato intenso, devo dire. Pieno di sorprese, belle e brutte, e giornate passate a ridere per i motivi più assurdi.
Ho pianto il giorno del mio compleanno, ho riso la sera dopo alla festa per un’altro compleanno, ho bevuto, ballato, nuotato, mi sono bruciata e sono andata a fare shopping con quella sfigata di amica che mi ritrovo (con amore, ovvio).
Dovrei lamentarmi? Nah, ma che gusto ci sarebbe?
Non starò qui a scrivervi dei miei lamenti, no. Non credo che nessuno di voi abbia voglia di leggerli.
Vi racconterò quindi della mia giornata di oggi.
Avete presente la sensazione terribile che vi prende quando venite svegliati alle undici e mezza del mattino proprio nel momento più bello del sogno che state facendo?
Ecco, così è iniziata la giornata.
Dopo aver insultato mia sorella per quello che aveva appena fatto mi sono alzata dal letto, sudata e stanca. Il bagno sembrava più lontano del giorno prima, come tutte le mattine poi.
In tv c’erano le vecchie puntate dei Cesaroni e io ovviamente mi sono messa a rivederle.
Il pomeriggio è arrivato presto, troppo presto. Fuori si moriva di caldo e dopo la giornata al parco acquatico del giorno prima avevo zero voglia di andare in spiaggia.
Verso le tre, quando ormai avevo programmato la mia giornatina-ozio, mi è arrivato un messaggio da Chiara che mi chiedeva di andare con lei in biblioteca.
Inizialmente le mie dita avevano composto un NO, ma poi le ho cancellate. In fondo biblioteca significava pace e aria condizionata.
‘Ok, ci troviamo li tra mezz’oretta.’
Le sei li dentro erano arrivate lentamente. Ho passato la maggior parte del tempo a fissare di nascosto una storica coppietta del mio paese che era seduta nel tavolo al piano inferiore e cazzo, erano perfetti. (Si vedeva sotto, si.)
‘Li vedi?’, mi chiedeva Chiara.
‘Sisi, belli come sempre. Però dai, troppo mielosi.’
Troppo mielosi. Ecco, questa è la frase che mi ha tontonato per tutta la sera.
Perchè l’avevo usata?
Lo pensavo veramente o ero solo gelosa?
Si insomma, sono la classica coppietta di innamorati. Lei più piccola e al primo amore, lui un pò più maturo ma assolutamente perso di lei.
Sono arrivata alla conclusione che era tutta invidia, si.

Alla prossima, Eva.

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