Little girl with vacant eyes, daddy won't be home tonight

di sweetevil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***



Capitolo 1
*** 1 ***



OK OK so che non dovrei imbarcarmi in un'altra storia dal momento che non ho finito la fanfic sui Guns, ma che posso farci? Ho bisogno di condividere con qualcuno queste mie pazzie, non possono mica rimanere a girare nella mia testa per sempre! u.u
Voglio avvisarvi inoltre che anche se la storia promette bene (ho già qualche altro capitolo pronto) i tempi di aggiornamento non saranno velocissimi, credo che metterò un capitolo a settimana, forse meno, ma non ne sono sicura. Sempre se voi siate daccordo. Se vi accorgete che quello che state leggendo è qualcosa di osceno non esitate a contattarmi, sarò ben felice di darvi il mio indirizzo così potete pestarmi a morte. Grazie dell'attenzione (Accidenti che professionalità! mi stupisco di me stessa!XD)
Il titolo della storia è una frase della canzone Misunderstood (che adoro) modificata in quanto il protagonista della storia è una ragazza.





Lei, Hailey Williams 29 anni, californiana, di Los Angeles per essere precisi. Era molto lontana dal classico stereotipo bionda-occhi azzurri che caratterizzava molti ragazzi della west-coast. I suoi capelli erano di un castano scuro, tendente al nero, i suoi occhi verde smeraldo. Viveva da quando era nata nella città degli angeli e anche se aveva viaggiato molto, soprattutto per lavoro e aveva visto luoghi meravigliosi, era fermamente convinta che nessun posto fosse  speciale come la sua città.


Lui, Thomas Lee Bass, in arte Tommy Lee o per gli amici semplicemente T-Bone. Classe 1962, greco naturalizzato statunitense, batterista dei Motley Crue, band famosa tanto per la sua musica tanto per i suoi eccessi, anche se ora come ora potevano dirsi finalmente “puliti”. Infondo avevano tutti una famiglia con tanto di figli al seguito.
Eppure alcuni di loro non ne tenevano proprio tutti in considerazione.
Prendiamo Nikki Sixx ad esempio. Oltre a Gunner, Storm, Decker e Frankie Jean aveva anche un'altra bellissima figlia, avuta in gioventù da una delle sue tante ragazze dell'epoca, con i suoi stessi capelli castani tendenti al nero e i suoi stessi occhi verdi, follemente innamorata della sua città natale, Los Angeles. Il suo nome? Hailey Williams.

Tornando a lei.. possiamo dire che non avesse proprio un bel rapporto con il padre, anzi non ce l'aveva proprio un rapporto con suo padre. Era cresciuta in un sudicio condominio in un quartiere poco raccomandabile, con una madre tossicodipendente che non aveva esitato un attimo a buttarla fuori casa la vigilia dei suoi 17 anni a causa di uno dei loro tanti litigi, forse un po' più violento del solito. Aveva imparato a vivere sulla strada tra i mille pericoli che potevano nascondersi dietro ogni angolo o faccia amica. Aveva imparato a non fidarsi di nessuno, e ad essere invisibile alla maggior parte delle persone che le capitava di incontrare ogni giorno. Non voleva fare conoscenza o amicizia con nessuno, equivaleva a soffrire. Se infatti c'era una cosa che aveva imparato dai suoi genitori (oltre a prepararsi l'eroina, che era diventata parte integrante della sua vita) era che tutti prima o poi ti abbandonano, perciò è meglio che non ti affezioni a nessuno. Loro per primi l'avevano fatto, anche se avrebbero avuto il dovere di starle accanto in tutti i gli aspetti della sua vita.
Hailey tra i 17 e i 21 anni era una tossicodipendente che si guadagnava da vivere con qualche lavoretto qua e là, i soldi che riceveva molto spesso non bastavano neanche per assicurarle un pasto decente, figuriamoci una dose di eroina. Aveva perso il conto delle volte che aveva preferito digiunare per comprarsi quella polverina bianca che le permetteva di evadere dalla realtà per qualche ora.
La svolta avvenne quando aveva 22 anni. Capì che se voleva sopravvivere alla strada avrebbe dovuto escogitare un modo per avere più soldi, trovarsi un posto dove stare e qualcuno che si prendesse cura di lei. Fu con questo pensiero in testa che decise di iniziare a prostituirsi. Era giovane e molto bella, non fu un impresa difficile. Poteva permettersi di tenere anche i prezzi abbastanza alti, in quella zona lei era l'unica al disotto dei trentacinque anni.
A 23 anni era diventata una delle più famose escort della periferia di LA. Spesso si stupiva del fatto che suo padre o i suoi amici non avessero ancora sentito parlare di lei. Chissà, forse era vero che si erano “ripuliti”, erano riusciti a cambiare vita.
Ma allora perché non l'aveva cercata? Perché aveva continuato a fingere che non fosse sua figlia? Non vedeva suo padre da quando aveva sei anni, e anche se lo odiava le mancava da morire. L'ultima volta che lo aveva visto, era sdraiato immobile sul divano, solo successivamente comprese che non stava dormendo ma era in overdose da eroina. Non aveva ricordi felici di lui o sua madre, ma non le importava. Preferiva ricordarsi quasi niente piuttosto che rimanere traumatizzata da due genitori tossicodipendenti che non erano in grado di prendersi cura di loro stessi, figuriamoci di una bambina.
Finalmente quando aveva 25 anni la sua vita cambiò direzione. Conobbe in un caffè quello che poi sarebbe diventato il suo ragazzo e successivamente il suo migliore amico.
Frank Meyer si era laureato da poco in giurisprudenza, e aveva appena cominciato la sua carriera di avvocato in uno studio legale abbastanza noto della città.  All'inizio era particolarmente interessato alla ragazza per via della sua bellezza, ma mentre stavano facendo colazione (che le aveva offerto)  si rese conto che quella della ragazza forte e carismatica non era altro che una maschera. Era stata costretta a recitare la parte della dura per poter sopravvivere, ma sotto sotto era rimasta la ragazzina bisognosa di affetto che era sempre stata. E lui decise di prendersi cura di lei, senza altri fini. Era riuscita a far breccia nel suo cuore in meno di dieci minuti.
Anche a lei piacque fin da subito quel ragazzo biondo che sembrava tanto interessato a lei, e al contrario di tutto quello in cui credeva, sentiva di potersi fidare di lui.
Gli raccontò la sua storia, senza omettere nessun particolare, se non il nome di suo padre.
Frank dal canto suo rimase impressionato dalla forza d'animo e dalla volontà di quella ragazza. Cresciuta con una madre eroinomane che le rinfacciava di essere troppo simile al padre e lui, eroinomane anch'egli che non vedeva da quando era piccola. Poi il vagabondaggio per le strade della città, l'eroina che era entrata insistentemente a far parte anche della sua di vita, la decisione di vendersi per sopravvivere.. non immaginava che quel bel visino potesse averne passate così tante.
Era sempre più convinto della sua decisione di prenderla sotto la sua ala, trovava incredibilmente ingiusto tutto quello che la vita le aveva dato, o non dato. Lui era cresciuto in una famiglia abbastanza numerosa, infatti aveva quattro fratelli, ma l'amore dei suoi genitori per tutti loro non aveva mai vacillato, neppure quando aveva deciso di andarsene di casa per seguire il proprio sogno, loro erano sempre stati accanto a lui. E adesso Frank aveva deciso che sarebbe diventato la famiglia che quella ragazza non aveva mai avuto.
La aiutò con la disintossicazione e poi le trovò un lavoro come segretaria dello studio legale nel quale stava facendo carriera. In poco tempo erano diventati talmente affiatati che era inevitabile lo scoccare della scintilla tra i due. Purtroppo non era durata molto, poco più di un anno, ma in compenso erano diventati sempre più amici, anche se lei aveva lasciato il lavoro come segretaria nel suo ufficio per inseguire il suo sogno di fare la fotografa.
Ebbe successo, i suoi scatti cominciarono subito ad apparire nelle riviste prima americane e poi di tutto il mondo. Le sue fotografie naturalistiche erano diventate famose in tutto il mondo, e questo le aveva permesso di realizzare anche un altro suo sogno: viaggiare. Il suo obbiettivo aveva immortalato le più belle meraviglie della natura, dalla foresta amazzonica alle piramidi in Egitto, dagli iceberg in Groenlandia ai leoni della savana in Africa.
Quando aveva 27 anni sua madre morì a causa di problemi cardiaci dovuti agli anni passati in compagnia di alcool ed eroina.
Si aspettava di vedere finalmente suo padre al funerale, voleva parlargli, fargli vedere che era diventata qualcuno anche senza il suo aiuto, ma la cosa che più desiderava al mondo era riunirsi a lui, poter finalmente affermare che Nikki Sixx era suo padre, avrebbe voluto gridarlo al mondo. Lo odiava per come si era comportato nei suoi confronti, ma era fiera di lui.
E invece lui non si presentò al funerale, lasciandola a piangere su una fredda panchina da sola.
Qualche giorno dopo, forse guidata dall'odio nei confronti del genitore che sembrava crescere a dismisura  nel suo cuore, si fece coraggio e disse a Frank il nome di suo padre. Sorride tutte le volte che ripensa alla faccia che fece quando gli si parò davanti e disse semplicemente “ Nikki Sixx ”. Conosceva la passione di Frank per i Motley Crue e le dispiaceva far cadere in basso uno dei suoi idoli, ma non voleva continuare a tenergli nascosto quel “piccolo” dettaglio.
Frank non ci mise molto a capire il significato di quel nome sussurrato con tanto odio dalla ragazza, sapeva che prima o poi si sarebbe aperta del tutto con lui, e adesso anche quell'ultimo piccolo segreto era stato svelato. Hailey, gli aveva detto che suo padre era un personaggio importante del rock, ma lui credeva che alludesse ad un qualche produttore, non di certo ad una rock star di prima categoria come poteva essere il bassista della sua band preferita.
La loro amicizia non ne risentì negativamente, anzi, se possibile li legò ancora di più.
Hailey aveva finalmente trovato la forza di aprirsi del tutto con lui, Frank da parte sua non aveva perso la stima che provava per Nikki Sixx, ma solo per quanto riguardava la musica, dal punto di vista personale lo considerava un vero verme, uno schifo di persona. Aveva promesso ad Hailey che se mai lo avesse incontrato non si sarebbe fatto prendere dall'euforia e gli avrebbe quantomeno dato un pugno in faccia, tanto lui di avvocati pronti a tirarlo fuori dai guai ne conosceva a decine.
L'occasione non si presentò fino all'anno successivo, quando per festeggiare il ventottesimo compleanno della ragazza organizzarono una mostra fotografica con fini benefici e come soggetti le piccole meraviglie che la natura aveva fatto nascere nelle zone più depresse e povere del pianeta. Lo scatto più ammirato di tutta la serata fu quello che ritraeva una giovane donna Zulu che si accarezza amorevolmente il ventre gravido con sfondo il suo villaggio in fiamme. Le prese una bella paura quella volta, era capitata in Africa per fare qualche scatto alle tribù locali e si era ritrovata nel bel mezzo di uno scontro con la popolazione vicina. Fu una sena agghiacciante, ma non perse l'occasione di scattare delle bellissime foto. Appena tornata a casa fece in modo di inviare risorse utili alla ricostruzione del villaggio, e si assicurò che arrivassero a destinazione. Quell'episodio l'aveva davvero toccata e per un occhio esperto come il suo e quello di qualche altro intenditore presente alla mostra tutto quello che aveva provato in quella circostanza veniva espresso attraverso quell'immagine.
La foto fu venduta per poco più di trecentomila dollari, non era molto in quell'ambito, ma per lei che era diventata fotografa professionista da solo due anni era un bel traguardo.
Mentre stava intrattenendo i vari ospiti famosi e importanti che avevano partecipato all'evento intravide con la coda dell'occhio le ultime persone che si sarebbe mai aspettata di vedere. Nikki Sixx e la sua  ragazza Kat Von D. Non le era mai andato a genio il fatto che suo padre uscisse con una più piccola di lei, anche se solo di un anno. Era convinta che la consapevolezza di avere una figlia di più o meno quell'età avrebbe dovuto portarlo a cercarsi delle compagne più grandi. Ma a quanto pare a lui non importava, o forse come temeva lei, non aveva la consapevolezza di essere padre di una donna quasi coetanea della sua ragazza.
La cercarono, si complimentarono con lei per i bellissimi scatti che aveva fatto, e scambiarono qualche parola, tutto sotto l'occhio vigile di Frank, incredulo della capacità di fingere e di tenersi tutto dentro mostrata dalla ragazza. Per questo forse non lo colpì. Hailey aveva avuto la sua occasione per dirgli tutto, ma se non lo aveva fatto era perché aveva i suoi motivi. Se gli avesse dato un pugno avrebbe dovuto spiegare il perché e lui voleva che fosse lei a decidere il momento più adatto, quando si sarebbe sentita pronta.
Dopo aver ricevuto congratulazioni ancora una volta dalla coppia si congedò da loro con una scusa e corse nel terrazzino nel retro dell'edificio. Tirò su col naso e si asciugò una lacrima con la manica della maglia, mentre con l'altra mano si accendeva una sigaretta. Sentì la porta aprirsi dietro di lei e due braccia forti circondarle la vita. Si girò e lo abbracciò, la sua roccia non l'aveva lasciata sola neanche quella volta.
Dopo l'episodio della mostra non lo vide più, un altro anno era passato e nella sua testa continuavano a ronzare sempre le stesse domande. Come aveva fatto a non riconoscerla? Era convinta che tra genitori e figli ci fosse una sorta di legame indissolubile, che poteva affievolirsi con il tempo, ma mai sparire del tutto. E invece ancora una volta si era sbagliata.
Non solo non conosceva suo padre, ma tutto quello che credeva di sapere di lui era sbagliato.

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Capitolo 2
*** 2 ***






4 Maggio 2010

Quella musica da discoteca si addiceva ben poco a loro tutti, ma gli altri sembravano divertirsi, tra qualche bicchierino e qualche battuta. Lui no. Aveva lasciato un'altra volta la madre dei suoi figli, sapeva che non era la donna giusta per lui, ma aveva continuato a provarci per il bene dei bambini finchè non ci aveva sbattuto contro la faccia, e trovare Pamela nel suo letto con un altro uomo in atteggiamenti ben poco casti era stata una bella botta. Se ne stava da solo al bancone del bar a trangugiare alcolici di ogni tipo per smettere di pensare, non voleva annoiare gli altri con le sue lamentele e le sue paranoie, in più quando era ubriaco se era una serata "no" come quella sarebbe sicuramente diventato insistente, noioso e rompipalle. Quella sera stavano festeggiando il 59esimo compleanno di Mick e rovinarglielo avrebbe significato una bella lavata di testa da parte di Vince, lo sguardo deluso di Nikki e la finta indifferenza al tutto  da parte di Mick, che forse, anzi sicuramente, sarebbe stata la cosa che lo avrebbe fatto star male di più.
L'ultimo drink (almeno per ora), così aveva deciso prendendo in mano il bicchiere di doppio rum che aveva appena ordinato. Poi sarebbe tornato dagli altri indossando la solita aria da strafottente menefreghista che lo caratterizzava. Sapeva che non li avrebbe ingannati, infondo si conoscevano da una vita, ma era abbastanza sicuro che avrebbero tutti fatto finta di niente per passare al meglio la serata dedicata al chitarrista. In più il giorno dopo avrebbero avuto un servizio fotografico e presentarsi con i residui di una sbornia apocalittica non era una buona idea. Conosceva la fotografa solo di nome, era specializzata in scatti naturalistici e all'inizio erano tutti un po' indecisi se ingaggiarla o no, quel lavoro non rientrava nel suo campo, ma Nikki aveva garantito per lei. Aveva detto di aver visto una sua mostra e gli era piaciuta veramente tanto, aveva aggiunto anche che da lei avrebbero dovuto aspettarsi solo il meglio. In più era carina, o almeno le foto che aveva visto in internet la mostravano come una giovane donna abbastanza magra ma con le giuste rotondità al punto giusto. Proprio come piaceva a lui. Chissà, magari non era stata una cattiva idea mettersi in contatto con lei. Nonostante avesse rotto il suo fidanzamento da poco più di una settimana aveva assoluto bisogno di trovarsi un'altra compagna che gli facesse perdere la testa, per dimenticare definitivamente Pamela e innamorarsi di nuovo. Non era più abituato a stare da solo, le storie da una notte non andavano più bene per lui, era alla soglia dei cinquanta e voleva stabilità, una persona che lo aspettasse a casa al ritorno dai tour o dalle giornate di lavoro, qualcuno che ricambiasse il suo sentimento, qualcuno con cui passare il resto della sua vita insomma. Era strano da dire, ma si, Tommy Lee voleva una vita normale e tranquilla. Pensava di meritarsela dopo tutti i suoi trascorsi burrascosi in amore.




La vita notturna di Los Angeles l'aveva sempre affascinata, tutte quelle luci, la musica che fuoriesce dai locali, l'allegria che ti contagia.. eppure quella sera non si sentiva particolarmente allegra. Il suo umore era anzi dei più neri che mai avesse provato. Non perchè fosse arrabbiata con qualcuno, cioè si, ma come puoi sfogarti del comportamento di qualcuno che non sa nemmeno chi tu sia? La risposta l'aveva trovata ascoltando il suo album preferito, non appena le prime note di quel capolavoro dei Guns n' Roses avevano cominciato a diffondersi nella sua camera da letto. Lei non aveva del Nightrain a disposizione, ma qualsiasi tipo di alcolico avrebbe fatto ugualmente effetto.
Circa due settimane prima aveva ricevuto una telefonata in cui una voce maschile le chiedeva se se la sentiva di fare un servizio fotografico alla band di cui era manager, e lei aveva risposto di si senza neanche informarsi di chi si trattasse. Quando poi quella stessa voce le aveva detto che aveva un appuntamento con i Motley Crue per il 5 Maggio alle 9 e trenta del mattino, sarebbe volentieri sprofondata nella sua poltrona di pelle per non emergerne mai più.
Ed ora si ritrovava a girare per le strade della città alla ricerca di un locale che la attirasse, ma conoscendosi sapeva che se avesse continuato in quel modo avrebbe girato a vuoto fino al mattino successivo. Così entrò nel primo locale che vide e si diresse al bar.
Avrebbe potuto scegliere meglio, quella musica da discoteca le faceva venire il mal di testa, per non contare il tipo seduto qualche sgabello più in là che la fissava insistentemente. Decise di ignorarlo, c'erano buttafuori dappertutto, forse un po' troppi per i suoi gusti, ma almeno sarebbero intervenuti se quel maniaco avesse fatto qualche mossa verso di lei.



Tommy era ancora perso nei suoi pensieri quando una ragazza dall'aria scocciata e dalla faccia conosciuta si sedette al bar. Si mise a fissarla per capire dove la avesse vista prima, ma con tutti i capelli che le ricadevano sul viso non era affatto facile. Quando si tirò su i capelli con una matita lasciando ricadere solo qualche ciuffo sulla faccia la riconobbe. Era la fotografa che avrebbero dovuto incontrare il mattino successivo, quella a cui si era interessato da due settimane a quella parte cercando immagini e informazioni su di lei, ma a parte articoli riguardanti il suo lavoro e qualche foto non aveva trovato altro. L'aveva visto, ne era sicuro, ma lo stava ignorando, forse non lo aveva riconosciuto, così decise di avvicinarsi a lei e offrirle qualcosa da bere.



Il tipo che la guardava insistentemente si alzò dal suo sgabello e si sedette in quello accanto al suo. Hailey continuò a far finta di niente, anche se iniziava ad essere spaventata dal comportamento di quello sconosciuto, ma forse le sue erano solo stupide paranoie dovute alla situazone in cui si era trovata, l'idea di rincontrare suo padre l'aveva completamente shockata. Comunque, se avesse anche solo provato ad allungare le mani si sarebbe messa ad urlare, qualcuno tra tutta la gente che c'era sarebbe sicuramente accorso per aiutarla.
- Ehy ciao, posso offrirti qualcosa da bere?- banale, si ritrovò a pensare, avrebbe potuto benissimo trovare una frase migliore per attaccare bottone, se sperava di far colpo così su di lei si era sbagliato di grosso.
- Ho appena ordinato un Long Island, se vuoi puoi pagarmelo- rispose senza neanche guardarlo in faccia, aveva notato dalle braccia scoperte che aveva molti tatuaggi in più indossava dei pantaloni di pelle, quello era sicuramente un rocker e l'unico rocker con cui in quel momento le interessava era Nikki Sixx. Non perchè volesse incontrarlo per dirgli tutta la verità e poterlo finalmente riabbracciare, sicuramente se gli fosse capitato davanti avrebbe finto di non vederlo. Ma proprio non riusciva a togliersi dalla testa quell'uomo che le aveva procurato così tanti guai e dispiaceri.
-Certo! Allora.. hai intenzione di guardarmi prima che la serata finisca oppure non ti interessa sapere con chi stai parlando?- Tommy era sicuro che non lo avesse ancora riconosciuto, era stata tutto il tempo a testa bassa, a fissare il marmo nero del bancone, come se nascondesse chissà quali segreti.
Il comportamento di quella ragazza lo divertiva, sembrava essere tutt'altro che felice di parlare con lui, si era reso conto che anche per lei quella non doveva essere una bella serata, ma oramai aveva attirato la sua attenzione e non si sarebbe liberata di lui tanto facilmente. In più quei ciuffi scuri e un po' spettinati che le ricadevano sul viso stavano velocemente prendendo il posto della chioma bionda della sua ex, almeno per il momento.

Le aveva chiesto di guardarlo. Non sembrava offeso dal suo comportamento poco amichevole, anzi sembrava quasi divertito dalla situazione. Questo era sicuramente un punto a suo favore. Decise che se lui gli avesse pagato il suo drink, alzare lo sguardo e incontrare i suoi occhi era il minimo che potesse fare, glielo doveva, almeno per non risultare scortese. Ma di certo non si aspettava di incontrare quegli occhi. Aveva alzato la testa di scatto e aveva puntato le sue iridi verdi in quelle di lui, voleva metterlo a disagio, sapeva che era questo l'effetto che faceva sugli uomini e non esitava a giocare questa cosa a suo favore ogni volta che poteva. La sua bellezza a volte spaventava le persone, sembrava quasi di un altro pianeta, con la sua pelle chiara, gli occhi smeraldo e la bocca rossa, il tutto contornato dai capelli scuri un po' spettinati che le davano un aria da cattiva.
Ma quella volta fu lei a rimanere a bocca aperta. Non aveva riconosciuto quella voce, nè i tatuaggi sulle sue braccia e si stava maledicendo per questo. Tommy Lee, migliore amico di suo padre, la stava osservando con un sorriso beffardo in faccia, aveva certamente capito il motivo del suo stupore.
Si riscosse quasi subito, ricomponendosi e ritrovando quella spavalderia che aveva mostrato fino a poco prima.
- Sono riuscita ad attirare l'attenzione di Tommy Lee, dovrei esserne felice?- quella domanda era seria, non sapeva se esserne felice o no, se c'era lui in quel locale, c'era anche la possibilita che i suoi compagni fossero da qualche parte in giro.
- Credo di si, voglio dire.. non mi capita tutti i giorni di incontrare ragazze interessanti e carine come te-
Aveva deciso di farle capire subito il suo interesse per lei, così non avrebbe perso tempo se non fosse stato ricambiato o se lei non fosse stata come sembrava. Inoltre tra di loro c'erano si e no vent'anni di differenza, per lui non erano certo un problema, ma lei poteva non essere d'accordo. Le sue paranoie lo stavano portando verso considerazioni sbagliate, infatti la ragazza lo stupì piacevolmente assumendo un'aria maliziosa che Tommy gradì molto.
-Si, forse hai ragione, neanche a me capita tutti i giorni di ricevere un complimento dal mio batterista preferito- si avvicinò un poco a lui mordendosi piano il labbro inferiore guardandolo negli occhi, voleva vedere fin dove si sarebbe spinto, se aveva intenzione di rimorchiarla per quella sera o voleva provarci veramente con lei. Lo aveva sempre ammirato, sia per la sua bravura che per l'amore che aveva sempre dimostrato alla famiglia. Aveva letto dei suoi tentativi di creare una vera famiglia con la madre dei suoi figli, e anche se non erano andati a finire bene lui ci aveva provato. Hailey non cercava un padre voleva un uomo che le stesse affianco e la amasse per ciò che era e non sapeva se Tommy era l'uomo adatto a lei, ma le piaceva, parecchio anche e se lui fosse stato seriamente interessato a lei, bhè di certo non si sarebbe tirata indietro.
-Il tuo batterista preferito eh? Mi lusinghi così. Parlami un po' di te, voglio conoscere colei che si è aggiudicata il compito di farci delle foto e poi tu mi conosci già no? Ah ti avverto, saremo anche adulti, ma non siamo affatto facili da controllare, non hai idea di quanto potrà essere difficile gestirci per il servizio e poi io non sono per niente fotogenico- Aveva cominciato a parlare a vanvera, il servizio era l'ultimo dei suoi pensieri, avrebbe voluto "approfondire" la sua conoscenza in altri modi, ma gli sembrava inopportuno, inoltre non voleva che quella ragazza diventasse un'altra squallida storia da una botta e via. Non sapeva spiegarsi neanche lui il motivo di tutto ciò, ma lei era riuscita ad incantarlo come non gli succedeva da molto tempo.


Parlare di lei? L'ultima volta che lo aveva fatto ricorreva a quattro anni prima, con Frank. Non aveva alcuna intenzione di farlo, preferiva rimanere avvolta nell'alone di mistero che si era creata e poi cosa avrebbe dovuto dirgli? Che era la figlia di un suo compagno di band? Sarebbe sicuramente scappato a gambe levate e avrebbe raccontato tutto agli altri. No, non era il caso.
-Guarda che io non ti conosco affatto. Posso sapere cosa dicono i giornali di te, ma quello non sei tu. È solo l'immagine che ti sei creato o che ti hanno affibbiato. Dicono che sei irresponsabile come un bambino, ma un bambino non sarebbe in grado di prendersi cura dei figli, ne tantomeno di sopportare la vita che fai. È fantastico girare il mondo per fare ciò che più ami, lo so. Nel tuo caso è la musica, nel mio la fotografia, ma sono consapevole che dopo un po' la nostalgia di casa e la stanchezza lo facciano diventare estremamente stressante. E un bambino non potrebbe reggere tutto questo. Quindi posso affermare che non ti conosco affatto- Era brava. Maledettamente brava. Tommy si era reso conto che non voleva parlare di lei. Aveva tergiversato portando l'attenzione su di lui, non riusciva a capire perchè, ma decise di rispettare la sua scelta. Avrebbe aspettato, quella ragazza lo intrigava e non se la sarebbe fatta scappare.



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Capitolo 3
*** 3 ***





La conversazione tra di loro al bancone del bar durò per un bel po', e nessuno dei due si era accorto del tempo passato. Avevano parlato a lungo delle rispettive passioni, e Tommy era  rimasto un po' deluso nello scoprire che la ragazza venerava i Guns n' Roses (solo la formazione originaria, aveva specificato) e che i Motley Crue venivano solo al secondo posto. Aveva intuito che c'era qualcosa che voleva tenergli nascosto, riguardo alla sua vita. Lui si era aperto un po' con lei, per spingerla a fare lo stesso, ma lei aveva troncato sul nascere ogni suo tentativo di scavare dentro di lei. Hailey dal canto suo apprezzava i tentativi del batterista, significava che era realmente interessato a lei, ma non poteva assolutamente raccontargli nulla. Aveva bisogno di Frank, lui l'avrebbe aiutata a trovare un modo per non perdere Tommy senza che venisse a conoscenza della verità.
-Non vuoi proprio dirmi niente eh? Dammi almeno una motivazione, giuro che farò di tutto per capirla e rispettarla- Hailey abbassò lo sguardo, mai come in quel momento le sue All Star tutte strappate e logore le erano sembrate così interessanti. Non voleva offenderlo. Non voleva che lui pensasse che per lei quello era solo un gioco. Ma non poteva parlargli della sua vita.
-È complicato. Non ho una bella storia, preferisco non parlarne, parlare significa ricordare- sperava che a Tommy quella risposta bastasse, ma sapeva che non era così, infatti stava già riaprendo bocca, intenzionato a capire cosa ci fosse di così brutto nella vita apparentemente felice di una giovane donna di successo come lei. Ma in quel momento le arrivò un aiuto proprio dall'ultima persona che avrebbe voluto vedere. Riconobbe subito quella data sulle nocche della mano che si era appena posata sulla spalla del batterista. "1958" l'anno della sua nascita, o forse aveva qualche altro significato per lui, non lo sapeva.
-Allora Tommy, vedo che hai conosciuto la ragazza di cui ti parlavo- sul suo volto si dipinse uno strano sorrisetto -Sai, sono stato io a convincere tutti loro che eri una fotografa con i controcazzi, mi raccomando, mi aspetto dei capolavori non delle semplici foto- si rivolse poi a lei, il sorriso si era allargato leggermente, quasi come se volesse trasmettergli un po' del suo affetto e farla sentire a suo agio. Hailey non sapeva cosa dire, quell'improvvisata l'aveva presa del tutto alla sprovvista, così decise di sorridere e annuire, poteva sembrare poco convinta, ma sperava che fossero abituati a scene del genere, spesso le persone che incontrano delle star si fanno mettere in soggezione e non riescono più a spiccicare neanche una parola. Nikki sembrò non notare l'agitazione della ragazza e si dileguò tra la folla dopo aver dato un'altra pacca sulle spalle al batterista.
Basita. Hailey era completamente basita dal suo comportamento. Non riusciva a capire il motivo della sua intromissione, non aveva detto nulla di chè, non aveva un apparente motivo per presentarsi lì, dire due parole e andarsene.  Non si perse troppo nei suoi pensieri a cercare una ragione logica e razionale. Lui era Nikki Sixx, se voleva fare delle improvvisate senza senso come quella lo faceva e basta, senza tanti perchè. In più Tommy la stava guardando e sicuramente si stava chiedendo perchè era da almeno due minuti buoni che fissava il punto da cui era sparito il suo amico.
-Ehy ci sei? Non credevo che facesse quest'effetto, è vero che è brutto ma non ha mai mangiato nessuno, almeno fin'ora!- scherzò sull'espressione leggermente traumatizzata di lei. Neanche lui aveva ben capito l'intromissione di Sixx, ma aveva lasciato correre, forse voleva solo vedere come era fatta la nuova ragazza a cui lui si era interessato. Quello che più non riusciva a spiegare era il comportamento di Hailey. Con lui non si era fatta troppi problemi e dopo poco tempo si erano ritrovati a chiacchierare come due vecchi amici, Nikki invece l'aveva lasciata senza parole.
-Eh? Si si scusa. È che proprio non mi aspettavo che ci fosse anche lui, mi ha sorpresa, ecco tutto. Sai, lui è il mio bassista preferito. Con una rockstar sola riesco ad avere ancora un po' di contegno, ma due assieme credo sia un po' troppo per il mio povero autocontrollo.. se consideriamo che non siete delle rockstar qualunque, sempre che una rockstar si possa definire 'qualunque', ma siete Tommy Lee e Nikki Sixx dei Motley Crue..  beh allora tutto si complica- Ce l'aveva fatta, l'aveva intontito con quell'assurdo discorso in cui anche lei aveva rischiato di perdersi più volte, ma Tommy sembrava soddisfatto della risposta. Infatti la stava guardando con un sorriso sghembo stampato sulle labbra, estremamente compiaciuto dalle lusinghe velate di lei.
-Adesso scusami, ma è veramente tardi, sono quasi le tre, e sai tra qualche ora ho un appuntamento per un servizio fotografico con delle rockstar, mi hanno detto che non gradiscono molto i ritardi, perciò è meglio che io ora vada a letto. Anche se sono sicura che neanche loro saranno freschi e riposati, sembra che almeno due di loro siano in giro per locali, magari a cercare di rimorchiare qualche bella ragazza al bancone del bar. Ci vediamo eh?- lo salutò con un bacio sulla guancia e scese dal suo sgabello avviandosi verso l'uscita ancheggiando leggermente, non era volgare ma abbastanza eccitante, almeno questo era quello che pensava Tommy, rimasto imbambolato a guardare quel fondoschiena che si allontanava piano piano.
-Interessante eh?- Una voce alle sue spalle lo fece sussultare
-Cazzo Sixx, hai intenzione di farmi prendere un infarto? No perchè se è quello il tuo scopo continua così che sei sulla buona strada!- Era irritante con quel ghigno divertito stampato in faccia e quell'aria da superiore. Dopo tutti quegli anni passati fianco a fianco come fratelli non era ancora riuscito a farlo smettere. Lo sapeva che non lo sopportava quando faceva in quel modo eppure lui continuava. Probabilmente lo trovava divertente.
-Allora, che vuoi?-
-Uh?-
-Si, perchè sei venuto a rompere? E anche prima, che cazzo avevi intenzione di fare?-
-Niente, non sapevamo più dove fossi finito, se eri ancora vivo eccetera eccetera.. Vince e Mick hanno scommesso su di te sai? Vince diceva che eri da qualche parte a scopare come un coniglio con una biondona, mentre Mick non era daccordo. Per lui eri con un bruna- Sorrise al pensiero di quei due pazzi che discutevano sul colore dei capelli della "vittima". Però era triste che non avessero ipotizzato che magari stava solo chiacchierando con qualcuno, che non necessariamente era una donna, o che era uscito per fare due passi. Insomma era stanco di essere considerato ancora un ragazzino arrapato, ma quella era l'idea di lui che si era creata, e lui non aveva fatto nulla per sfatarla, anzi aveva approfittato della cosa utilizzandola più volte come scusa: "Ehy, sono Tommy Lee, sono fatto a modo mio e tu non puoi farci niente!"
-Insomma hai conosciuto la fotografa eh? Che te ne pare?-
-E' simpatica, un po' misteriosa forse, ma non è male. Ha una grave pecca però-
-Pecca? Cioè?-
-I Motley Crue sono solo al secondo posto nella sua classifica personale-
-Ah si? E chi sarebbe più bravo di noi?-
-I Guns n' Roses, ma solo quando c'erano Slash, Duff, Izzy e Steven. Adora anche tutti gli altri album, ma la formazione originaria è la formazione originaria, almeno questo ha detto lei- Guardò Nikki che come lui non era molto daccordo con l'idea della ragazza
-Ok, glielo concedo, erano bravi, non quanto noi questo è sottointeso, ma sapevano il fatto loro. Infondo è giovane, magari è solo una fase di passaggio. Sai quanti anni ha?-
-E' nata il 16 Febbraio dell'81, di notte. Mi ha detto che sua madre le raccontava sempre che quando stava per nascere era sola in casa, dovette chiamare un taxi per andare all'ospedale e una volta arrivata diede il numero di telefono di casa a un'infermiera e le ordinò di chiamare continuamente. Doveva avvertire il padre che stava nascendo. Lui si è presentato due ore dopo la sua nascita, completamente bagnato fradicio perchè fuori pioveva e non si ricordava dove aveva parcheggiato! Ma ti rendi conto? Che schiacciato 'sto tipo!- gli occhi di Nikki fissavano il bicchiere che aveva in mano mentre fingeva di ascoltare Tommy che continuava a parlare di lei, ma la sua testa era altrove. Si ricordava bene quell'episodio, l'ansia che lo assalì non appena una donna al telefono lo informò che la sua ragazza stava partorendo, l'odio verso se stesso per essere uscito con i suoi amici per sbronzarsi e rimorchiare nonostante avesse una ragazza incinta che lo aspettava a casa, tutta l'adrenalina che aveva in corpo mentre correva come un disperato all'ospedale rischiando di farsi ammazzare attraversando strade senza neanche guardare se erano libere o c'erano macchine che viaggiavano, la sensazione di pace che lo pervase non appena mise gli occhi su quel frugoletto che lo guardava incuriosito. Quella ragazza gli era sembrata familiare dal primo istante in cui l'aveva vista, ma non pensava così tanto. Quegli occhi verdi identici ai suoi, la sua espressione di stupore e paura quando li aveva raggiunti al bar. Hailey, la sua Hailey. Che stupido, come aveva fatto a non pensarci prima? Neanche alla mostra di un anno prima l'aveva riconosciuta. E come mai non gli aveva detto niente? Lei era consapevole del fatto che lui fosse suo padre. Era lui quello perennemente ubriaco e fatto tanto da scordarsi la faccia di sua figlia, non lei. Si sentì ancora più in colpa non appena realizzò che molto probabilmente non voleva farsi riconoscere perchè lo odiava, si vergognava di lui. Per questo portava il cognome di sua madre.
-...voglio sondare un po' il terreno, ma credo che ci stia. Se tutto va come il previsto potrei prendere in considerazione di uscire con lei qualche volta, e poi chissà..- Tommy finì il suo monologo con un grandissimo sorriso stampato in faccia, che scomparì non appena si rese conto che le sue parole, non sapeva bene come, avevano fatto infuriare Nikki. I suoi istinti paterni nei confronti di Hailey erano appena rientrati in modalità "on" e sentire che il tuo migliore amico vuole farsi tua figlia, anche se con le migliori intenzioni del mondo, non è affatto piacevole.


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Capitolo 4
*** 4 ***





Aveva fatto un'enorme cazzata e solo adesso se ne stava rendendo conto. Aveva raccontato a Lee le circostanza "particolari" ma abbastanza comiche della sua nascita. Era certa che suo padre gli avesse raccontato qualcosa, e invece lui si era limitato a dire "che cretino". Quindi non sapeva nulla. Ma se lo avesse raccontato a sua volta ai suoi compagni di band? Quanti padri si sono persi la nascita della figlia, presentandosi due ore dopo per di più bagnato come un pulcino? Forse a qualcuno sarà capitato, ma di certo non a tutti in quella data precisa, a Los Angeles e con una figlia di nome Hailey. Non aveva dubbi. Se Tommy avesse parlato Nikki non ci avrebbe messo molto a fare due più due e collegare il tutto. A quel punto avrebbe preteso di rientrare nella sua vita, presentandole false giustificazioni e scuse, che lei non avrebbe accettato. Aveva avuto più di vent'anni a disposizione per risistemare le cose, se doveva farlo ora per placare i suoi sensi di colpa avrebbe lasciato che ci affogasse dentro. Perdipiù neanche Tommy l'aveva riconosciuta, se l'avesse fatto probabilmente non si sarebbe mai azzardato a farle il filo. E pensare che quando era una bambina lui era il suo compagno di giochi.. già, Tommy Lee nel tempo libero si divertiva a pettinare le bambole con una bimba di sei anni. Assurdo eh?
Arrivò a casa quasi correndo, non stava scappando da nessuno, ma a causa della rabbia che provava aveva cominciato a camminare sempre più veloce. Se ne rese conto quando si ritrovò davanti alla porta del suo appartamento con il fiatone. Entrò con qualche difficoltà, come al solito la chiave non ne voleva sapere di far scattare quella serratura. Si tuffò sul divano pensando a Tommy, era stata bene con lui quella sera, avevano parlato, scherzato e riso, non credeva che lo stesso ragazzo che quando era piccola la chiamava "ragnetto rompiballe" e la faceva volteggiare sopra la sua testa fosse in realtà un uomo così.. affascinante?  Era attratta da lui, di questo ormai ne era sicura, doveva capire se il suo interesse era puramente fine a se stesso oppure stava cercando incosciamente di farla pagare a suo padre. Anche se non aveva molto senso. Avrebbe rovinato l'amicizia tra i due e lei sarebbe passata per una semplice puttanella, come quelle che si facevano nei backstage dei loro concerti un po' di anni prima. Non si stupì quando realizzò che le sarebbe dispiaciuto più per l'amicizia tra Nikki e Tommy che per lei, infondo non aveva mai avuto una forte autostima e anche se negli ultimi anni, soprattutto grazie all'aiuto di Frank, aveva smesso di considerarsi un "incidente di percorso" dei suoi genitori, la situazione non era migliorata così tanto.

-Il fatto che continuo a pensare a lui invece di andare a dormire è preoccupante. Cazzo, sono già le cinque e un quarto! A questo punto è inutile che dormo, dovrei alzarmi tra neanche due ore. Meglio che mi faccia una lunga doccia e mi prepari una quantità industriale di caffè- Così dicendo si alzò dal divano. Le capitava spesso di parlare tra sé e sé, ma solo quando era sola. La aiutava a riflettere e la rilassava, le dava come l'illusione di essere in grado di gestire a pieno la sua vita. Aveva spiegato quel suo modo di fare a Frank, che contro ogni sua aspettativa le aveva risposto che effettivamente poteva aiutare le persone che vivono un'esistenza particolarmente caotica. E la sua di vite poteva definirsi caos allo stato puro.
Trascorse circa mezz'ora sotto la doccia e si preparò con una lentezza che avrebbe dato sui nervi a chiunque. Verso le sei e venti era uscita dal bagno, con i suoi jeans strappati addosso, le all star consumate e una canottiera a spalle larghe nera con qualche disegno davanti. Mise a fare il caffè e si dedicò all'operazione trucco. Contrariamente a tutte le ragazze che conosceva non le piaceva passare interminabili ore davanti allo specchio, inoltre poteva ritenersi fortunata, non aveva occhiaie o altre imperfezioni, le bastava la matita nera e un po' di rimmel per piacersi. Bevve il suo caffè seduta sul tavolo, mentre pensava come raccontare la serata precedente a Frank. Doveva dirglielo, lui l'avrebbe aiutata a chiarirsi le idee e le avrebbe suggerito la mossa migliore da fare. O almeno lo sperava. Prese il suo vecchio nokia scassato dalla borsa, non aveva intenzione di cambiarlo, funzionava alla grande. Non aveva videochiamate, fotocamere o accesso a internet, in effetti non era neanche a colori, ma come diceva sempre a Frank: "Chiama, riceve chiamate, invia e riceve messaggi, tutto ciò che un telefono deve fare".
Compose a memoria il suo numero, se avesse controllato l'avrebbe sicuramente trovato tra le ultime chiamate se non proprio l'ultima, ma le piaceva il ticchettio che facevano tasti quando li pigiava. Dopo neanche tre squilli Frank rispose

-Buongiorno, come mai così mattiniere?- riusciva a trasmettere allegria e energia anche attraverso un apparecchio telefonico, uno dei tanti pregi di quel ragazzo, era sempre allegro e ottimista, per lui non esisteva il bicchiere mezzo vuoto, era capace di riuscire a trovare il lato migliore di qualsiasi cosa in tutte le situazioni

-Il servizio fotografico ricordi? Quello con quelli là.. i Motley Crue..-

-Ah si.. Ma.. Quelli là? Come ti permetti?! E poi, sbaglio o ho sentito una nota di disgusto in "Motley Crue"? Ti ricordo che sono sempre la mia band preferita, è come se io ti venissi a dire.. "Slash? Ma se sa a malapena come imbracciare una chitarra!"-

- Non osare! Slash è un mito, IL mito! Sai benissimo che hai appena detto una bestemmia!-

- Si, e mi sto frustando mentalmente per questo, ma almeno ti ho fatta ridere!-

- Già. Senti, ci sarebbe anche un'altra cosa..-

- Devo preoccuparmi? No, perchè dal tono che hai direi proprio di si-

- No, sta tranquillo.. si tratta di ieri sera, ti avevo detto che sarei uscita a fare due passi e magari a bere qualcosa.. ecco ad un certo punto entro in un locale, non era male, se non fosse stata per quella musica che avevano messo, sembrava di stare in una di quelle discoteche frequentate da ragazzini di quindici anni. Ad un certo punto credo che abbiano anche tentato di mixare Sweet Child o' Mine. Ma ti rendi conto? Sweet Child o' Mine! Quasi quasi li denuncio per oltraggio alla musica e tentato omicidio di una delle più belle canzoni d'amore di sempre. Dico io, ma come hanno osat..-

- Senti devi dirmi qualcosa di importante o hai intenzione di continuare a sproloquiare di cose senza senso come la mia vicina di casa, che ti ricordo ha più di settant'anni?-

- Ehm, scusa mi ero fatta prendere dal discorso e..-

- Si, l'ho notato-

- Ok, insomma io entro in questo locale mi siedo al bar e ordino il mio solito long island, quando, ad un certo punto indovina chi si avvicina e mi chiede se può offrirmi qualcosa da bere? Pensa che era già da un po' che mi fissava, ma io non lo avevo riconosciuto-

- Sean?-

- No, quello non credo che abbia molta voglia di rivedermi, l'ho quasi castrato l'ultima volta che ci siamo visti..-

- E' vero, però anche te sei stata esagerata non credi? Lui ha sbagliato a tradirti, ma tu.. cazzo Hailey mi vengono i brividi al pensiero della ginocchiata nelle palle che gli hai dato..-

- Se lo meritava. Ma non distrarti! Vuoi sapere chi? Ok te lo dico che tanto da solo non ci arrivi... rullo di tamburi.. eeeehhhh... Tommy Lee!!! Nientemeno che il batterista della tua band preferita!-

- Tommy Lee? E tu che hai fatto? Ha capito chi sei?-

- Io gli ho detto che avevo già ordinato e che se voleva poteva pagarmelo lui. E comunque no, non mi ha riconosciuta, se lo avesse fatto non avrebbe passato tutta la sera a farmi il filo al bancone del bar!-

- Ci ha provato con te? Ma è vecchio!-

- Ma che dici! Non è vecchio, è solo un po' più..-

- Vissuto?-

- Stavo per dire grande. Ma non è finita qui. Credo di aver fatto una cazzata. Parlando con Tommy, ecco.. non so come, gli ho raccontato tutta la storia intorno alla mia nascita, di mio padre che è arrivato dopo bagnato fradicio intendo. Lui evidentemente non lo sapeva perchè ha detto solo "che cretino" ma se dovesse parlarne con gli altri sarebbe un casino. Aiutami, non so che fare!-

- Bhè se non volevi che ti riconoscessero avresti dovuto tenerti quei particolari per te. Non capisco perchè l'hai fatto, non sei una sprovveduta e non dare colpa all'alcol che lo reggi benissimo, probabilmente un'eredità di tuo padre.-

- Si insieme alla tossicodipendenza. Bell'eredità del cazzo. E comunque non so perchè gliel'ho detto, non ci ho pensato, tutto qui. E poi è arrivato anche lui sai? Ma non ha detto niente, cioè qualcosa sul fatto che è stato lui che ha suggerito il mio nome agli altri, ma niente di più. Ha fatto un'improvvisata e se ne è andato così come era venuto-

- Non so veramente cosa dirti, se non che sono già le sette e mezza e devo andare in ufficio. Tu cerca di non sbilanciarti troppo oggi ok? Studia il suo comportamento, ma fai in modo che non si accorga che lo stai osservando. E poi fatti fare gli autografi, li voglio!-

- Ok capo! Ci sentiamo dopo-

- Si ciao, a dopo. E ricordati gli autografi!-

Riattaccò il telefono e uscì di casa. Sapeva che era presto, ma non aveva alcuna voglia di rimanere tra quelle quattro mura a pensare e fondersi il cervello.La conversazione con Frank l'aveva sollevata un pochino dalle sue preoccupazioni, ma il problema era rimasto. Decise che avrebbe fatto una lunga passeggiata fino allo studio, forse un po' d'aria l'avrebbe aiutata a chiarirsi le idee su come comportarsi con quell'uomo.


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Capitolo 5
*** 5 ***







Tornò a casa con un enorme macigno addosso, voleva rimediare a quella situazione, doveva.
Ma tutti quegli anni di assenza non erano di certo facili da recuperare. Si sentiva estremamente stupido, un perfetto coglione  suggeriva la sua coscienza. Aveva smesso di preoccuparsi per lei quando Gunner era entrato a far parte della sua vita. Certo ogni tanto pensava alla sua bambina, ma non più così spesso. Poi con il tempo e gli altri figli lei era decisamente passata in secondo piano. In quel momento tutti i ricordi che aveva su di lei erano rientrati prepotentemente nella sua testa e  contribuivano solo a farlo sentire più in colpa.
Trovò la casa vuota e silenziosa ad aspettarlo, i suoi ragazzi erano con le loro rispettive madri da qualche giorno. Buttò le chiavi sul mobile nell'ingresso e si diresse in camera. Guardandosi intorno si accorse che non aveva neanche una sua foto appesa, c'erano lui con Gunner e Decker, lui e Storm, sempre lui e Frankie Jean. Qualche foto di tutti loro tutti insieme, ma niente che potesse riguardarla. L'aveva inconsciamente rimossa dalla sua vita.
Salì in soffitta, la luce del neon non era molto potente, ma sapeva dove trovare ciò che stava cercando. In un armadio coperto da un telo c'era una vecchia valigia chiusa con la combinazione numerica. Non dovette pensare affatto a quali numeri inserire. Si trattava della sua data di nascita, 16281, sedici Febbraio 1981. La valigia si aprì mostrandogli tutto il suo contenuto. Vecchie foto, tutte che ritraevano un'allegra bimba coi capelli scuri e gli occhi verdi. In qualcuna c'era anche lui insieme a lei ma nella maggiorparte era sola, mentre dormiva, mentre mangiava, giocava.. iniziò a piangere rendendosi conto di quanti errori aveva commesso con lei, decisamente troppi. Spostò alcune foto impolverate e si accorse che sotto c'era dell'altro.
Un libricino nero, uno dei suoi primi diari. Lo aprì e iniziò a leggere quello che tanti anni fa aveva scritto. Le sue emozioni, i suoi sentimenti, le sue sensazioni, tutto quello che aveva provato e che riguardava lei.


"23 Gennaio 1984                                                                       02:25
Sono tornato a casa a notte fonda, un'altra volta.
Sarah non vuole parlarmi, ma credo che abbia ragione. La lascio sempre sola per stare con i ragazzi, non solo quando dobbiamo lavorare, anche quando usciamo per locali. Dice che sto facendo del male anche a Hailey, non solo a lei. Ma non credo sia vero. Credo che stia usando Hailey come arma per farmi sentire più in colpa. Sa che non farei mai niente che faccia stare male la mia bambina."


E invece l'aveva fatto, se ne era andato lasciandole entrambe sole. Le lacrime ora erano talmente tante da impedirgli di leggere le altre pagine. Se le asciugò con una manica e riprese aprendo un'altra pagina.


"30 Settembre 1985                                              17:00
Prima di rientrare a casa sono passato a prendere Hailey a scuola.
Quella cicciona dell'insegnante non voleva nemmeno farmi entrare. Proprio non ne voleva sapere. Credeva che fossi un maniaco venuto a rapire dei bambini, probabilmente a causa del trucco nero che porto, dei capelli spettinati e degli abiti di pelle. Non mi piace chi mi giudica senza neanche conoscermi. Ho perso la pazienza e sono entrato uguale (l'ho spinta ed è caduta a terra, non riusciva neanche a rialzarsi, ha dovuto chiamare il custode per tirarla su)
Mi ha fatto uno strano effetto quel posto. È immenso e asettico, con tante stanza e corridoi, ma è tutto fatto in miniatura. Sembrava un ospedale fatto da nani per i nani.
Dopo un po' che giravo a vuoto mi sono messo a gridare "Hailey" correndo in qua e la per evitare che quelli che mi correvano dietro mi prendessero. Poi mi hanno preso. Ho visto sbucare da dietro un angolo un poliziotto con la pistola puntata verso di me. Mi sono messo in ginocchio come mi ordinava cercando di spiegare anche a lui che cercavo mia figlia, ma nessuno mi ha ascoltato. Mentre mi tiravano su per mettermi le manette l'ho vista, o meglio, lei ha visto me perchè ho sentito che gridava "papà!" e neanche due secondi dopo mi si è  tuffata addosso. A quel punto quei figli di puttana hanno capito che non stavo dicendo stronzate e mi hanno liberato. Non si sono neanche scusati! Forse non mi meritavo le loro scuse? Hanno sbagliato loro, non mi hanno creduto, eppure invece di dirmi un semplice "scusa" se ne sono andati come se nulla fosse successo.
Fanculo a tutti.
Fanculo a quegli stronzi in uniforme che si credono superiori a me.
Fanculo a quella cicciona che mi guardava con disgusto.
Non voglio che mia figlia cresca in quell'ambiente pieno di pregiudizi, domani le trovo un'altra scuola.
Sarah non sarà daccordo"


Una risata uscì tra i singhiozzi, una risata amara che si spense subito. Doveva parlare con lei, la rivoleva. Era con lei che voleva ridere di quelle disavventure. Non da solo. Si rese conto che rivivere quei momenti che un tempo gli erano sembrati stupidi o insignificanti, se non addirittura odiosi era più bello e allo stesso tempo doloroso di quanto immaginasse. Aprì un'altra pagina un po' più avanti e continuò


"25 Dicembre 1985                                                     20:30
Stavolta ho veramente superato me stesso. Ma non in senso positivo. È da tre giorni che non torno a casa, mi ero temporaneamente trasferito sul divano di Tommy. Dovevamo comporre qualcosa di nuovo, questo è quello che ho detto a Sarah, la verità è che ho passato tre giorni a tirare coca e farmi di eroina. Non potevo farlo a casa mia.
Non voglio che Hailey mi veda in quello stato.
Stamattina Tommy mi ha buttato fuori casa dicendo che era Natale e che dovevo ancora comprare un regalo a mia figlia. Non ho trovato un cazzo. Già mi immaginavo il suo sguardo deluso e le sue lacrime, invece quando ho aperto la porta mi è corsa incontro e mi ha abbracciato ringraziandomi per il regalo. Ho guardato Sarah e nei suoi occhi ho visto tanto dolore e delusione. Non sono un buon fidanzato lo so, la nostra convivenza va avanti solo per Hailey. Sono consapevole del fatto che se non ci fosse stata lei, Sarah mi avrebbe lasciato già da anni, o forse l'avrei fatto io.
Hailey mi ha presentato la sua nuova bambola, Jude. È il regalo per cui mi ha ringraziato. Non so dove Sarah abbia trovato i soldi per una bambola come quella, visto che possiamo a malapena permetterci il cibo sulla tavola, ma la ringrazio per aver scritto anche il mio nome in quel biglietto."


La bambola Jude.. l'aveva rotta una sera che era rientrato a casa ubriaco. Era inquietante con quegli occhi che lo fissavano di continuo. Si era anche arrabbiato con lei per non averla portata nella sua camera. Quella fu la prima volta che Hailey pianse a causa sua. Ne seguirono tante altre e sempre più frequentemente. Fino a quando non prese la decisione di andarsene. Lui non portava soldi a casa, era Sarah quella che lavorava. Tutto quello che lui faceva era sballarsi e rovinare le loro vite. Avrebbero sicuramente vissuto meglio senza di lui. Adesso però non ne era poi così convinto. Sapeva cosa significava vivere senza una figura paterna. Lui odiava suo padre per averlo abbandonato e nonostante questo aveva lo stesso commesso il suo identico errore. Ma a differenza sua, lui avrebbe rimediato, non sapeva come ma l'avrebbe fatto.
Saltò qualche pagina e riprese a leggere


"09 Gennaio 1986
Stamattina Hailey ha trovato una siringa sporca di sangue in bagno. È venuta da me e mi ha chiesto chi è che stava tanto male da farsi una puntura. Mi sono sentito morire quando l'ho vista con quella cosa in mano. Ho iniziato a gridare di lasciarla, di buttarla a terra prima che si facesse  male. L'ho spaventata talmente tanto che la siringa le è caduta di mano e le è quasi caduta su un piede. Era scalza.
Ha iniziato a piangere ed è scappata via. Mi odio per tutto quello che le sto facendo. Hailey ti prego non avercela con me, quando sarai più grande capirai che il tuo papà non è forte come credi e che sta male, tanto male. Ma non fa nulla per guarire. La sola medicina che lo fa stare meglio è la stessa roba che lo ha fatto ammalare. Si chiama eroina. Promettimi piccola mia che non avrai mai nulla a che fare con lei.


Sperava con tutto il cuore che fosse così, che lei avesse mantenuto la promessa. L'aveva vista e si era reso conto che stava bene. Ma prima? Quante cose orribile ha dovuto passare quella povera ragazza? Aveva avuto i suoi stessi vizi e le sue stesse debolezze? Gli stessi vizi e debolezze che aveva anche sue madre? Oppure aveva reagito e si era dimostrata più forte dei suoi genitori?
Con queste domande in testa proseguì la sua lettura


"16 Febbraio 1986                                                 07:40
Hailey ha deciso di buttarmi giù dal letto presto stamattina. Bhè letto.. divano. Mi sono svegliato su questi cuscini che sembrano fatti di legno da quanto sono duri con la mia piccola che cantava saltellando per la stanza.. Dio quanto la amo..

Sono già le 11, abbiamo passato tutta la mattina a giocare con il peluche che le ho regalato per il suo compleanno. Cazzo ma veramente ho regalato a mia figlia solo uno stramaledettissimo peluche? Però sembra felice. Lo vedo dai suoi occhi che brillano. Sono uguali ai miei. Ma i miei non sono così.. vivi. È arrivato Tommy prima, adesso è lui che gioca con lei. Le ha regalato una maglia dei Rolling Stones che si è subito messa. Le sta un po' grande, è veramente buffa"


Lo stesso Tommy Lee che giocava insieme a lei adesso voleva portarsela a letto. Questo lo faceva veramente incazzare. Avrebbe parlato anche con lui. Doveva avvertirlo che Hailey era la bambina con cui giocava vent'anni prima, che non poteva vederla sotto quella luce, lei non era una donna con cui cercare di costruirsi un futuro. Lei era Hailey.
Solo in quel momento si rese conto che non era più una bambina, che era diventata una donna. Lei non avrebbe accettato quasta sua intromissione. Al bar erano in due a flirtare, non c'era solo Tommy. Eppure lei sapeva. Era quello che voleva anche lei? Non poteva mettersi in mezzo. Che diritto aveva lui per farlo? Era suo padre è vero. Ma era il padre che l'aveva abbandonata quando era una bambina, era il padre che non c'era stato quando aveva avuto bisogno di lui. Avrebbe parlato con lei, ma con Tommy avrebbe taciuto. Sarebbe stata lei a dirglielo, se avesse voluto farlo.


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Capitolo 6
*** 6 ***





L'idea di andare allo studio a piedi si era rivelata davvero una pessima idea. Dopo poco che camminava infatti il cielo si era coperto di nubi ed aveva cominciato a piovere. Non una leggera pioggia primaverile, di quelle che ti rinfrescano e non ti importa se arrivi a lavoro con i capelli un po' umidi. Quella era una pioggia torrenziale, una tempesta in piena regola. Presagio della giornata che doveva affrontare? Hailey non lo sapeva. Generalmente non credeva molto in queste cose. Ma quella era una situazione totalmente differente.

Arrivò allo studio tutta bagnata, con la matita che le era colata sugli occhi e i capelli che gocciolavano, ma non poteva negare che fosse bella anche in quel modo. Le si avvicinò con in mano un bicchiere di caffè bollente e si fermò pochi passi dietro di lei non appena si rese conto che stava borbottando qualcosa sottovoce contro la pioggia e il maltempo in generale.

-Fanculo a tutta quest'acqua. Ma dico io, uno sceglie di andare a lavoro a piedi per schiarirsi le idee e cercare di non contribuire a tutto questo cazzo di inquinamento e che succede? Piove! Bel ringraziamento eh! Col cazzo che mi ci freghi un'altra volta! D'ora in poi userò sempre la macchina, mi ci trasferisco in macchina. Cazzo cazzo cazzo! Noo! Mi si è bagnato anche il telefono! E adesso come faccio? Questa è sfiga- Appoggiò il cellulare sul tavolo, forse con troppa forza visto che non appena toccò la superficie liscia la cover si aprì facendo schizzare la batteria lontano.

-Ehm ehm- dei colpi di tosse alle sue spalle interruppero il suo monologo contro il mondo, si girò di scatto imbarazzata per aver parlato da sola per tutto quel tempo.
Tommy era appoggiato al muro della saletta che la guardava, inutile dire che tratteneva a stento le risate.

-Sei davvero buffa sai?- Le si avvicinò porgendole il caffè, sempre con il sorriso stampato in faccia per quella scenetta divertente -Però fossi stato in te, il telefono lo avrei lanciato contro il muro, avrebbe fatto più effetto!- scherzò cercando di tirarle un po' su il morale

-Non mettertici anche tu ti prego, non è davvero giornata. Sono nervosa, non ho chiuso occhio per tutta la notte e in più ci si è messo anche il tempo. Ma ti sembra normale che a maggio diluvi? Ah, grazie per il caffè- si sedette su una delle poltroncine di pelle rossa dell'ingresso. Ogni volta si stupiva di quanto fossero comode, e ogni volta si complimentava con se stessa per l'ottimo acquisto fatto

-Di niente, l'ho rubato a Nikki- Quasi si strozzò con il liquido bollente che stava sorseggiando. Stava bevendo il suo caffè. E se fosse venuto a reclamarlo? “che stupida” pensò “è solo un caffè, ne prenderà un altro, che vuoi che sia. E poi ci sarà abituato a queste cose”

-A che pensi?- si distolse dai sui pensieri e guardò Tommy che la fissava curioso davanti a se. Portava una maglia grigia, anonima, mentre i suoi pantaloni non passavano di certo inosservati. Indossava dei bermuda di cotone con la classica fantasia dei kilt scozzesi, e per completare il tutto le sue converse, una nera e una rossa.

-Penso che dovresti scegliere un altro paio di pantaloni, guarda nei camerini, troverai sicuramente qualcosa di più adatto- finì di bere il caffè mentre lui osservava i suoi pantaloni con disappunto

-Cosa hanno che non va? Sono fichissimi!- sorrise della sua espressione leggermente imbronciata. Aveva pensato molto a lui nelle ore prima, a come se lo ricordava e a come credeva che fosse. Nei suoi ricordi era un ragazzo allegro e simpatico che giocava con lei, crescendo aveva avuto modo di conoscere (attraverso i giornali) il suo lato più stronzo, quello dipendente dall'alcol e dalle droghe. Ma in quel momento davanti ai suoi occhi non c'era né un compagno di giochi né un tossico. Le piaceva quella nuova versione di Tommy, l'uomo adulto e parzialmente responsabile che l'aveva fatta divertire e con cui aveva flirtato la sera prima. Si, era indubbiamente attratta da lui.

-Sinceramente, se avessi voluto un uomo in kilt, avrei chiamato Axl Rose- detto questo Hailey si alzò e sparì in qualche stanza alla ricerca della sua attrezzatura, non prima di aver restituito il bicchiere vuoto al povero batterista che era rimasto un'altra volta a guardare le sue spalle mentre si allontanava.
Diciamo un po' più giù delle spalle.

Non appena sparì dalla sua vista qualcuno sfilò il bicchiere dalla sua mano
-Ah, il mio caffè.. ehi, ma è vuoto!- Nikki rivolse uno sguardo omicida al suo migliore amico in attesa di delucidazioni sul perché avesse rubato e poi bevuto il SUO caffè.
Quella mattina aveva deciso di indossare la sua maschera migliore, per non far insospettire gli altri. Voleva parlarle, ma voleva farlo senza altre persone intorno. In più era curioso di vedere come si sarebbe comportata lei in sua presenza. Ignorandolo? Trattandolo come un estraneo? Avrebbe cercato di fargli capire la verità o avrebbe continuato con quella farsa?

-L'ha bevuto Hailey, è arrivata tutta bagnata e incazzata con il mondo, offrirle un caffè mi sembrava il minimo. A dir la verità l'avevo preso per me, ma poi l'ho vista e..-

-Si si ho capito. Da quando in qua sei diventato un cavaliere?- Aveva fatto finta di nulla,  ma gli bruciava. Bruciava maledettamente tanto il fatto che non potesse sbatterlo al muro e schiaffargli in faccia la verità, lo avrebbe preso volentieri anche a pugni nella foga del momento, ma se lo era vietato. “Ricorda Nikki, non immischiarti nelle cose che non ti riguardano”

-Ma che dici! Ti ricordo che io sono sempre stato un cavaliere con le donne! Ok, non è vero. Può darsi che sia lei a tirare fuori questo lato di me, no? Tommy Lee, l'impavido cavaliere che difende la sua dama a colpi di rullante, timpano e grancassa!-

-Ma vaffanculo!- si girarono a guardare Mick che aveva ascoltato l'ultima parte del loro discorso e che evidentemente non riusciva a vedere Tommy nei panni del cavaliere -Tu? Un cavaliere? Ma non farmi ridere. Non lo saresti neanche se ci trovassimo nel medioevo. Probabilmente faresti il garzone in una qualche bottega, o il giullare di corte-

-Che mi sono perso?- Vince era appena arrivato, adesso che erano finalmente tutti potevano iniziare a lavorare, anche se fino a quel momento l'unico ad aver visto la giovane fotografa era stato il batterista.  Probabilmente era impegnata a sistemare il set, ma Nikki era convinto che quell'assenza era a causa sua.

-Tommy oggi si sente un cavaliere che.. com'è che hai detto? Ah si, che difende la sua dama a colpi di rullante, timpano e grancassa!- Nikki si stava divertendo anche troppo a prenderlo in giro, facendogli il verso e rendendolo ridicolo davanti ai suoi compagni, ma fu interrotto dalla voce di un ragazzo biondo, che non arrivava ai trent'anni, che li ordinava di muovere il culo, visto che il set era pronto.
Interruppero le loro chiacchiere e si voltarono a guardare quel ragazzo che si era rivolto a loro così in malo modo

-Ehm.. no scusate, io non volevo dire in quel modo.. mi ha detto Hailey di dirvi così, lettera per lettera. Insomma, io adoro la vostra musica, siete dei miti, non mi permetterei mai di farlo se non stessi eseguendo degli ordini- Il giovane era evidentemente in imbarazzo, anche se faceva di tutto per non darlo a vedere

A Tommy quel tipo non piaceva. Non era uno dei tecnici dello studio, Hailey gli aveva spiegato che non le andava a genio il fatto che qualcun altro toccasse le sue cose. Prendeva lei i suoi appuntamenti e  allestiva lei il suo set. Insomma voleva essere lei la regina indiscussa del suo piccolo regno. Quindi chi era? Cosa ci faceva li? Ma soprattutto.. era il ragazzo di Hailey?

-E tu chi saresti?-

-Ah, giusto! Mi chiamo Frank, sono un amico di Hay. Mi aveva detto che avrebbe lavorato con voi e non ho saputo resistere alla tentazione di assistere- si presentò stringendo la mano di tutti loro. In realtà era uscito da lavoro perché era preoccupato per lei. Non voleva lasciarla da sola, aveva rifilato quella scusa anche a lei, ma non ci era cascata. Si conoscevano e Hailey sapeva che Frank voleva essere presente per intervenire in caso avesse avuto bisogno di supporto.

Dopo le presentazioni Frank li condusse nella stanza che avrebbe ospitato il servizio. Era stata arredata per l'occasione come fosse l'ambientazione di un romanzo gotico. C'erano tappeti bordeaux un po' ovunque, l'arredamento era in pieno stile barocco, il legno di tutta la mobilia era di un colore scuro, quasi nero, mentre le stoffe erano rosso sangue. Aveva fatto portare delle statue raffiguranti dei gargoyles che erano state messe negli angoli più bui, o attaccate alle pareti.
Erano rimasti tutti stupiti nel vedere quello che la ragazza aveva preparato per loro. Il loro manager li aveva avvertiti che non sarebbe stato un semplice servizio come quelli a cui erano abituati, quella fotografa aveva in mente qualcosa di completamente diverso. Ma non si aspettavano così tanto. Vince e Mick iniziarono a perlustrare la stanza, sedendosi sui divani e studiando ogni più piccolo particolare, tutto quello li affascinava, non vedevano l'ora di vedere le foto che sarebbero venute fuori. Tommy si incamminò verso Hailey, che stava sistemando qualche ultimo particolare, voleva congratularsi con lei per la scelta del tema che aveva fatto, e già che c'era le avrebbe chiesto di pranzare insieme. Nikki invece se ne stava fermo sulla porta, mentre Frank lo studiava di nascosto. Era rimasto shoccato da quello che aveva visto, quella stanza gli ricordava la sua casa di Van Nuys, con tutti quei mostri e l'aria cupa che si respirava. Sarebbe stata indubbiamente una giornata pesante.


Questo capitolo è volutamente più leggero e allegro degli altri, per non rendere la storia troppo triste e drammatica..
ditemi che ne pensate ok?

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Capitolo 7
*** 7 ***





Era estremamente sodisfatta di come aveva allestito il suo set. La fatica di settimane e settimane di lavoro estenuante per riuscire a trovare tutti quei mobili e le decorazioni era stata totalmente ricompensata dall'espressione che aveva visto sulla faccia di Nikki Sixx non appena aveva messo piede in quella sala. Si era prefissa l'obiettivo di sconvolgerlo, e ci era riuscita alla grande. Aveva avuto qualche momento di esitazione, un po' perchè non sapeva quanto fosse appropriata una cosa del genere, aveva paura che avrebbero tutti dato in escandescenza visto che tutti loro avevano passato un po' del loro tempo nella villa di Van Nuys e non erano certo ricordi piacevoli, e un po' perchè, anche se odiava ammetterlo, non voleva che stesse male per colpa sua. Ma era stato lui a fare la prima mossa, quando se ne era andato di casa per non ritornare mai più, e si era convinta che quella piccola vendetta personale (la prima di tante aveva deciso) era accettabile, se non addirittura necessaria.
Ma loro si erano subito mostrati entusiasti della sua scelta scacciando le sue stupide paranoie. Vince curiosava in giro tra i mobili antichi, Mick si era impossessato della poltrona al centro della stanza e Tommy la stava raggiungendo. L'unico immobile era suo padre che guardava con occhi increduli tutta la scena.

-Wow, bell'arredamento. Non mi aspettavo una cosa del genere. A dir la verità non sapevo proprio cosa aspettarmi. Quando ci hanno detto che era qualcosa di diverso dalle solite foto ho cercato di immaginarmi tutti gli scenari possibili, ma di tutti quelli che mi venivano in mente il più probabile era la discarica di rottami. E noi non siamo dei rottami.- Rise dell'espressione seria e convinta che aveva mentre affermava di non essere un rottame. L'immagine che aveva di Tommy nella sua testa era sempre più somigliante ad un bambino, non sapeva spiegare il perchè ma le faceva venire una gran voglia di abbracciarlo e stringerlo a sé. Non solo quello ovviamente, ma gli altri particolari preferiva lasciarli vagare indisturbati nel suo inconscio, almeno per il momento.

-Avevo preso in considerazione anch'io l'idea della discarica, ma poi l'ho scartata. Insomma tutti quegli ammassi di rottami in studio.. sai che confusione? Già sono incasinata di mio, non sarebbe stata una buona idea. Perciò ho optato per qualcosa di completamente diverso. All'inizio pensavo fosse troppo cupo come ambiente, ma mi sbagliavo. Ci state proprio bene! Ma.. non dovevi cambiarti? Mi rifiuto di fotografarti in kilt! Sarebbe come andare ad un concerto heavy metal piena di paillettes e vestita di rosa-

-Uffa.. ma a me piacciono!-

-Non ti ho mica detto di dargli fuoco! Li lasci nel camerino e dopo te li rimetti. Non te li toccherà nessuno. Ci siamo solo io e i Motley Crue in questo studio. A me non piacciono e non credo che gli altri riescano a metterseli. Sei più magro di me!-

-E' tutta una questione di costituzione. Io mangio come un maiale ma non ingrasso neanche di un grammo. A proposito di cibo.. che ne dici di pranzare con noi? Perfavoreee- La guardò fissa negli occhi, con l'espressione da cucciolo abbandonato. Se fosse stato un attore, si ritrovò a pensare Hailey, avrebbe sicuramente vinto un oscar per la migliore intrpretazione.
Era indecisa, non sapeva se era il caso di esporsi così tanto. Aveva paura che Nikki la riconoscesse, significava niente più Tommy, per sempre. E lei non voleva perderlo. Era sempre stato importante per lei, prima come amico, e adesso stava iniziando a farsi spazio prepotentemente nel suo cuore. Non era innamorata, infondo poteva dire di conoscerlo sotto quella luce solo dalla sera prima, ma aveva l'impressione che lui ci tenesse davvero a lei. Per quanto la riguardava, Hay aveva sempre avuto un debole per Tommy, doveva solo capire che significato aveva la strana senzazione di pace e felicità che provava quando si ritrovava con lui. La sua testa continuava a ripeterle che era rischioso, che avrebbe avuto un'altra occasione per rimanere un altro po' di tempo con lui, ma lei aveva già accettato, annuendo a quell'uomo che ora stava guardando curioso tutta la sua attrezzatura, con un sorriso ebete stampato in faccia.

-Però viene anche Frank con noi, gli avevo promesso che avremmo pranzato insieme- Il sorriso di Tommy si trasformò in una smorfia e iniziò a sbuffare

-Non mi piace quel tipo. Ha un nonsoché che mi da fastidio-

-Ma chi? Frank? Ti sbagli, è una bellissima persona, è il mio migliore amico- Tommy notò il sorriso che aveva fatto non appena aveva iniziato a parlare di lui. Si vedeva che gli voleva bene. E gli dava un po' noia, anche se non capiva il perchè. A dir la verità lo sapeva, non gli piaceva che quel tipo le girasse attorno, ma era troppo orgoglioso per poter ammettere che di essere geloso. Perciò si limitò a catalogare come "sensazione insensata e immotivata" quella stretta allo stomaco che provava ogni volta che lui si avvicinava a Hailey
-Gli devo molto, tutto direi. Mi ha insegnato a vivere-

-In che senso?- Si avvicinò di più a lei, stava iniziando ad aprirsi con lui e dentro di se stava esultando di gioia per quella piccola conquista, ma quell'affermazione lo aveva lasciato anche un po' perplesso. Hailey si girò dall'altra parte interrompendo il contatto visivo, per nascondere gli occhi che le stavano diventando man mano sempre più lucidi. Sapeva controllare le sue emozioni, ma un conto era parlare del suo passato con Frank, che sapeva già ogni cosa, totalmente diverso era invece fare quella conversazione con qualcunaltro e per di più con il responsabile delle sue sofferenze a meno di cinque metri di distanza.

-Non è il momento adatto per parlarne, né tantomeno il luogo. Perciò concentriamoci su quello per cui siamo venuti ok? Allora.. io pensavo di iniziare con qualche foto con soggetto singolo e poi passare a quelle di gruppo. Che ne dici?- Tornò a guardarlo con il sorriso di sempre, falso ovviamente

-Penso che sei davvero brava a nasconderti dietro la tua maschera, ma io riuscirò a capire cosa c'è che non va, a costo di starti attaccato ventiquattr'ore al giorno, da oggi per sempre- Lo guardò, era stupita dalla determinazione e la preoccupazone Tommy aveva mostrato nei suoi confronti e anche lusingata.
-E' una promessa?- Sfoggiò la sua espressione più maliziosa, gli si avvicinò e gli sussurrò queste poche parole all'orecchio per poi lasciarlo lì e tornare dal resto del gruppo, dandogli le spalle per l'ennesima volta.

-Ascoltatemi tutti, come ho detto a Tommy vorrei iniziare con qualche scatto singolo, poi vi fotograferò tutti insieme- Era salita sul divano ed aveva raggruppato attorno a sé i quattro musicisti.
Vince e Mick iniziarono ad ammiccare e fare battute rivolte a Tommy e Hailey,  che lei ignorò volutamente, mentre Tommy rispondeva con sorrisetti a destra e a manca. E Nikki?
Il bassista era seduto da solo su uno dei divanetti, che si torturava le mani per non saltare addosso al batterista e riempirlo di pugni.

-Ehy Nikki ma che hai oggi? Sei troppo silenzioso per i miei gusti. Qualcosa non va?- Quando alzò la testa notò che aveva gli occhi d tutti puntati addosso, compresi quelli di sua figlia. Fece vagare lo sguardo sul viso di tutti i suoi compagni, per poi soffermarsi su quegli occhi così identici ai suoi. Hailey lo stava guardando, ma non riusciva a capire cosa pensasse, era indecifrabile. Raccolse tutto il suo coraggio per riuscire a mettere insieme due parole che avessero un senso, almeno per loro due, non era un campione nei messaggi criptati, ma voleva che lei sapesse. Fece per aprire bocca, ma lei lo anticipò

-Dai ragazzi, se stiamo un altro po' qua facciamo notte. Iniziamo con Mick, va bene? Spostatevi tutti infondo alla sala. Ci sono anche degli stuzzichini e qualcosa da bere nella sala accanto, se vi venisse fame o sete. E tu, vai immediatamente a cambiarti quei pantaloni-
Rimase da sola con Mick, lo fece sistemare per bene sulla poltrona e gli passò in viso un velo di trucco, per non dover lavorare troppo sulle foto dopo. Dopo aver finito di sistemare anche le luci prese la sua macchina fotografica e iniziò a scattare. Decise di fotografarlo anche sul divano, su una sedia davanti alla libreria e in compagnia di qualche gargoyles, tutto mentre continuavano a chiacchierare. Mancavano ormai pochi scatti e poi sarebbe toccato ad un altro, quando da dietro al gargoyle a cui era appoggiato Mick spuntò Tommy che faceva delle assurde smorfie, forse per somigliare ad uno di quei mostri di pietra e passare inosservato. Il chitarrista non se ne accorse, gli dava le spalle, ma lei si e iniziando a ridere continuò a scattare. Era divertente, ogni foto una boccaccia differente. Anche gli altri Motley si erano affacciati e se la ridevano, (tranne Nikki, ma questo era scontato) a discapito del povero Mick che doveva mantenere un'espressione seria nonostante avesse un buffone che si grattava testa e chiappe come una scimmia dietro di lui.

Dopo Mick fu il turno di Vince, infatti Nikki non ne voleva sapere di abbandonare l'angolo in cui si era messo per osservare e Tommy non si era ancora tolto i suoi amati bermuda/kilt.
Fece più o meno le stesse foto che aveva fatto a Mick, con l'unica differenza che non vennero disturbati dal batterista, sotto minaccia del cantante, e finirono molto prima.

Con Tommy la cosa fu infinitamente più divertente. Aveva trovato un paio di jeans strappati, decisamente più adatti di quelli che indossava prima e anche se non glielo fece notare, Hailey si accorse che quei pantaloni mettevano maggiormente in risalto il suo lato B, e non poteva non apprezzare la cosa. Dovette fargli molti più scatti di quanti ne aveva fatti agli altri due, perchè a forza di ridere per battute, pose strane o boccacce la maggior parte delle foto veniva mossa.
-Ok Tommy basta, ne abbiamo fatte a centinaia di foto, dopo sceglieremo quelle che sono venute meglio. Adesso vattene da questa stanza, mi hai fatto venire il mal di pancia dalle risate-
Lui non rispose, si limitò a guardarla un ultima volta e ad andare a prendere qualcosa da bere.

"Adesso viene il difficile" pensò Hailey mentre suo padre si avvicinava lentamente. Non smisero un attimo di fissarsi, occhi negli occhi, mentre lei gli diceva come posizionarsi, mentre gli ripassava un po' il trucco sulla fronte, persino da dietro l'obbiettivo non interrompeva quel contatto che si era creato tra di loro.
Ormai ne era certa.
Lui sapeva.



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Ok, chiedo perdono per il ritardo, ma non è colpa mia, rifatevela con Nikki. è colpa di lui e del suo diario se non ho dedicato molto tempo alla fanfiction questa settimana.

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Capitolo 8
*** 8 ***




I'M BACK!!!!!!!!!!! XD


Erano tutti seduti attorno ad un tavolo rotondo, con davanti piatti di ogni tipo, carne, pesce, pasta verdure.. insomma non erano certo tipi che stavano attenti alla linea. Tommy in particolare si stava abbuffando senza ritegno ingurgitando grossi sorsi di birra per inghiottire quello che metteva in bocca. Frank lo fissava shoccato, non poteva immaginare che un uomo potesse mangiare tanto, neanche Homer Simpson avrebbe potuto reggere il confronto. Stavano tutti chiacchierando del più e del meno, i Motley raccontarono qualche aneddoto divertente dei loro tour, come quando avevano incendiato un hotel, o quando Nikki si era portato a letto la moglie di Bruce Dickinson.

-Si, ma lui non lo sapeva! Ci ha chiamato tutti dopo per raccontarci di questa pazza che si era intrufolata in camera sua dalla finestra del bagno. Aveva una faccia quando il giorno dopo l'ha vista accanto a Bruce!- il diretto interessato alzò lo sguardo dal piatto per rivolgere un'occhiataccia a Tommy che si stava prendendo gioco di lui e rimase sorpreso nel vedere che anche Hay stava ridendo. Non era certo una risata rumorosa e scomposta come quelle degli altri, anzi era piuttosto silenziosa.  Ma gli occhi socchiusi e leggermente lucidi, gli angoli della bocca all'insù e la mano sulle labbra come a voler nascondere qualcosa non lasciavano dubbi: stava ridendo. "Allora forse", si disse, "non sarà così difficile come pensavo"
Le risate potevano sentirsi anche da fuori il ristorante, ma non era un problema. Per Seth, il proprietario era un onore ospitare una band di successo nel suo locale, avrebbe senza dubbio dato una bella spinta agli affari.

-Dai ragazzi, noi non vi conosciamo per niente. Raccontateci di voi!- Vince appoggiò le ginocchia ai bordi del tavolo e iniziò a guardare Frank e Hailey aspettando che rispondessero alla sua domanda. Tommy smise di masticare, forse quella volta avrebbe scoperto qualcosa di più su quella ragazza che lo prendeva ogni secondo di più.

Si guardarono per un istante. Non avevano minimamente pensato alla possibilità che volessero sapere qualcosa di più su di loro. Ma ripensandoci era scontato. A nessuno piace lavorare con degli sconosciuti. Frank si schiarì la voce e fece per cominciare a parlare, ma lei lo interruppe. Era stufa di quella situazione. Volevano qualcosa di più su di lei? L'avrebbero avuto. Logicamente non aveva la minima idea di buttare giù una frase come "sono la figlia di Nikki Sixx, quello stronzo che quando ero  una bambina se ne è andato per pensare a se stesso" o cose del genere. Avrebbe raccontato solo piccoli particolari non compromettenti.

-Ma che gentiluomo! Che fine ha fatto "prima le signore"? Se permetti Frankie inizio io-
La guardò sgranando gli occhi, ma nessuno sembrava averci fatto caso. A parte lei, che gli rispose con occhiolino, per fargli capire che aveva la situazione sotto controllo, di non preoccuparsi.

-Allora.. come mi chiamo lo sapete no? Bene. Non c'è molto da aggiungere, ho vissuto con mia madre fino a quando ho compiuto diciassete anni, poi mi ha buttato fuori casa dopo l'ennesimo litigio, non andavamo molto daccordo. Diceva che sono troppo simile a mio padre. Ma io non credo sia vero, insomma lui se ne è andato quando ero piccola e non si è fatto più sentire, io non potrei mai fare una cosa del genere. Forse perchè so che significa essere abbandonata..- i tutti i presenti avevano gli occhi puntati su di lei, tranne Nikki che le lanciava ogni tanto uno sguardo, e poi tornava a fissare il tovagliolo che stava torturando con il coltello. Si sentiva terribilmente in colpa. Per un momento provò rabbia e odio verso la sua vecchia compagna, per ciò che aveva fatto alla loro figlia, mai poi realizzò che lei l'aveva cresciuta da sola e che lui era l'ultima persona al mondo in grado di giudicarla.
Hailey aveva fatto una pausa, non sapeva se raccontare quegli anni che aveva vissuto in strada, di quando era una puttana tossicodipendente. Si vergognava terribilmente per quello che aveva fatto. Non la droga, ormai erano anni che non ne aveva più niente a che fare, e poi tutti loro ci erano passati e sapevano cosa significava. Ma l'essersi venduta.. aver ceduto il suo corpo a squallidi uomini per soldi. No quello non glielo avrebbe mai detto. Si sarebbe portata quel segreto nella tomba. Non voleva che suo padre lo sapesse, ma soprattutto non voleva che Tommy cambiasse opinione su di lei, che la giudicasse per quello che era stata, una puttana.
Prese un profondo respiro e continuò a parlare.

-Da quel momento in poi ho vissuto praticamente per strada, facendo qualche lavoretto.. ho.. avuto dei.. problemi, si diciamo problemi, ma poi  ho conosciuto Frank, mi ha aiutato a riprendere il controllo della mia vita e mi ha offerto un lavoro fino a che non ho deciso di intraprendere la carriera della fotografa-

Adesso Nikki la stava fissando, aveva ascoltato tutto il discorso di sua figlia in silenzio, ma quando aveva affermato di aver avuto dei "problemi" un terribile dubbio si era insinuato nella sua testa. Sperava di sbagliarsi, infondo sono infiniti i tipi di problemi che una ragazza du quell'età può avere, e poi la parola problema non è sinonimo di droga.

-Che tipo di problemi?- Mick rese esplicita la domanda che girava in testa a tutti loro, Nikki lo ringraziò mentalmente per averlo chiesto prima che lo facesse lui. Non sapeva quale avrebbe potuto essee la reazione di Hailey a una domanda del genere. Probabilmente qualcosa tipo "Non ha senso che ti preoccupi adesso, è passato. Avresti dovuto preoccuparti quando ne avevo bisogno, anzi no, se non fossi andato via non sarebbe successo" o perlomeno questo è quello che lui si sarebbe risposto.
Hailey guardò Frank, per cercare un briciolo di coraggio, poi si voltò verso Tommy, ma sapeva che quello che stava per dire non avrebbe avuto effetti su quello che pian piano si stava creando tra di loro. Quindi incatenò i suoi occhi verdi in quelli verdi di suo padre e stringendo la tovaglia tra le mani, fino a farsi diventare le nocche bianche disse una sola parola che ebbe l'effetto di un impatto con un tir per lui:

-Eroina-





Buonasera! Sono tornata!! Chiedo scusa, ma questo non è stato un bel periodo, e non accenna a migliorare, perciò non so quando potrò mettere il prossimo cap. Spero presto comunque!
Lo so il capitolo è corto, ma volevo che finisse così, non aveva senso aggiungere stupidi particolari che avrebbero solo rovinato il capitolo.
Ah, per chi non lo sapesse, il nostro Nikki ha veramente fatto sesso con la moglie di Bruce Dickinson, la leggenda dice che dopo aver scoperto questa cosa il cantante degli Iron Maiden abbia scritto "Tattooded Millionaire"

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Capitolo 9
*** 9 ***





Ed ecco a voi il tanto agognato confronto tra Nikki e Hailey, spero che non deluda le vostre aspettative.
Comunque a me piace molto come è venuto fuori!XD




Era rimasto pietrificato da quella rivelazione. Tutto quello di cui aveva paura, quello che aveva sperato non le fosse capitato, si era rivelato essere vero. Fu in quel momento, mentre Vince e Mick avevano ripreso a parlare con Frank e Tommy stava ridendo con Hailey, che decise di smettere di far finta di nulla. Non ne poteva più di quella situazione. Non solo per il fatto che il suo migliore amico ci stava provando spudoratamente con lei, ma perché non aveva ancora avuto occasione di parlarle. Era sua figlia cazzo, avrebbe dovuto riconoscerla lo stesso istante in cui l'aveva vista l'anno precedente e avrebbe dovuto abbracciarla, dirle che le era mancata terribilmente, baciarle la punta del naso come quando era piccola e accarezzarle i capelli come quando non riusciva a dormire. E invece era stato un coglione. Non solo non aveva capito chi era, ma quando l'aveva riconosciuta non aveva fatto nulla per tentare di ricostruire il loro legame. Non le aveva detto niente quando aveva avuto la possibilità di farlo, come quella mattina durante il set, nonostante fosse palese che entrambi fossero a conoscenza di quella verità. Non poteva biasimarla per non aver fatto nulla, l'aveva ferita lui ed era giusto che fosse lui a fare il primo passo.
Frugò nelle tasche della giacca alla ricerca di una sigaretta e dell'accendino, in quel momento aveva bisogno di fumare. La nicotina lo avrebbe calmato un po', così avrebbe potuto organizzare meglio il discorso, cercare le parole più adatte per dirle tutto quello che sentiva dentro di lui.
Uscì dal ristorante e si appoggiò al muro accanto all'entrata, stava cercando un modo per riuscire ad allontanarla dagli altri, o meglio, per togliergli le grinfie del batterista di dosso, visto che non aveva intenzione di lasciarla sola neanche un attimo. Dopo qualche minuto la porta si aprì e uscì proprio lei.
Si portò la sigaretta alle labbra e la accese. Fece un tiro e sputò il fumo in aria,  poi si girò verso di lui.

-Ho detto agli altri che dovevo parlarti delle foto di stamattina, così non si intrometteranno- la sua voce era ferma, sembrava estremamente sicura di se, ma la mano che teneva la sigaretta la tradiva, tremava talmente tanto che più volte aveva rischiato di farla cadere.

Nikki non era affatto preparato ad un confronto diretto, aveva tante cose da dire, tante cose da farsi perdonare, ma in quel momento l'unica cosa che voleva fare era abbracciarla, stringerla a sé. E così fece. Un passo dopo l'altro si avvicinò il più possibile a lei, gettò la sigaretta a terra e l'abbracciò. La sentì sussultare, sicuramente lei non si aspettava una reazione del genere.

Quando le braccia di suo padre la strinsero e lui appoggiò la fronte contro la sua testa sussultò. Non sapeva neanche lei dove aveva preso il coraggio per uscire e parlargli. Lo stava affrontando e anche se si era immaginata mille volte questo momento e ci aveva fantasticato sopra altrettante volte, quell'abbraccio la spiazzò. In principio fu tentata di ricambiare l'abbraccio, di lasciar scivolare e dimenticare tutto quello che aveva provato, ma poi le tornarono in mente tutte le nottate passate a piangere perché suo padre non tornava a casa, si ricordò del dolore che provava quando i suoi amici che erano fan dei Motley Crue mettevano su la loro musica e lei era costretta ad ascoltare le canzoni che suo padre aveva scritto, la assalì di nuovo la rabbia provata ogni volta che ripensava al fatto che lui non si era più fatto vivo, non aveva mai chiesto sue notizie, non si era mai preoccupato per lei in tutti quegli anni. L' aveva semplicemente dimenticata.
Si irrigidì e lo respinse allontanandolo da sé. Non sembrava sorpreso, sapeva che l'avrebbe fatto. Lo guardò con occhi furenti e colmi di lacrime.

Nikki osservava sua figlia, dopo che lo aveva respinto. Aveva la stessa espressione di quando era piccola e si arrabbiava con lui per una qualche stupidaggine. Ma stavolta non si trattava di una cosa di poco conto. I suoi occhi erano pieni di odio e dolore, ed era lui la causa di tutto. Non sapeva bene cosa dirle, non riusciva a trovare parole in grado di esprimere appieno quello che voleva dirle, ma forse non c'erano. Era un concetto troppo complesso Lui l'amava, l'aveva sempre fatto anche se aveva smesso di pensare a lei. Voleva che tutto si sistemasse, poterla abbracciare e sentire che tutto quello che lui provava era ricambiato.
No, non era un concetto troppo difficile. Era estremamente semplice. Quello che lo bloccava era la paura di essere rifiutato, di sentirsi dire che lo odiava e che era riuscita a dimenticare quel padre che l'aveva lasciata.  Sapeva che era estremamente banale e scontato, ma in quel caso la prima cosa che poteva fare era scusarsi con lei. Avrebbe potuto dirle anche che aveva avuto dei seri motivi per fare quello che aveva fatto, ma entrambi sapevano che era un'egoista e che se ne era andato per realizzare il suo sogno di gloria da solo.

-Scusami.. Mi dispiace. Credimi, vorrei poter fare qualcosa per farmi perdonare, per rimediare a tutti i miei errori, ma so che è impossibile. Comunque non smetto di sperarci- Hay lo stava guardando, l'ira che aveva visto prima nei suoi occhi era ancora là, ma lo stava ascoltando perciò continuò
-Potrei inventarmi mille scuse, dirti che me ne sono andato per il tuo bene, che non ero in grado di fare il padre, ma sappiamo entrambi che sarebbero tutte cazzate. Ho amato ogni momento passato con te, e li amo tuttora. Me ne sono andato perché volevo suonare, sembra stupido e patetico, lo so, ma non era solo un desiderio era una necessità. Stavo lentamente morendo dentro, la musica è la mia linfa vitale e..-

- Non potevi far entrambe le cose? Suonare con il tuo gruppo e la sera tornare da me? Hai idea di cosa ho passato? Di quanto ho pianto perché avevi smesso di volermi bene?-

- Non ho mai smesso di volerti bene-

- Sembrava proprio di si invece! Non ti sei più fatto sentire, non ho più avuto tue notizie. Le poche cose che sapevo di mio padre me le diceva una fottutissima televisione! Sai cosa ho provato quando hanno dato la notizia che eri morto? Io.. Io non so perché ho accettato questo lavoro.. Forse è meglio che torniamo dentro e facciamo finta che non sia successo nulla. È più facile. È doloroso, ma infinitamente più facile- Fece per tornare alla porta, ma di nuovo le braccia di suo padre la afferrarono e la fece voltare verso di lui guardandola negli occhi, adesso pieni di tristezza e sofferenza. Si avvicinò piano al suo viso e toccò lievemente con le labbra la punta del suo naso. Le lacrime iniziarono a scorrere sul viso di Hailey, che si gettò tra le braccia del padre e iniziò a singhiozzare mentre lui le accarezzava piano i capelli per cercare di calmarla.
- Shh.. piccola non piangere. Sono qui adesso, giuro che non me ne andrò mai più. D'ora in poi ti rimarrò sempre accanto, ti sosterrò, prometto che non ti deluderò mai più- Hay alzò lo sguardo fino a incontrare quello del padre, era così carico d'amore che le sembrava di essere tornata bambina, come se nulla di tutto quello fosse mai successo. Tutta la rabbia, l'odio il rancore che aveva provato fino a qualche minuto prima nei suoi confronti era sparita, lasciando posto a tanto dolore e al perdono.

Si perché Hailey aveva deciso. Lo avrebbe perdonato. Aveva aspettato così tanto per questo momento che non approfittarne per colpa del suo orgoglio e del rancore sarebbe stato incredibilmente stupido. Pian piano con il tempo avrebbe trovato il modo di raccontargli tutte quelle cose di cui si vergognava terribilmente tanto, ma non ora. O forse non l'avrebbe mai fatto, infondo che male poteva esserci nell'omettere particolari scomodi della sua precedente vita?
Sciolse quell'abbraccio e si asciugò le lacrime con le maniche, cercando di risistemarsi un po'. Avrebbero dovuto tornare dentro, o gli altri si sarebbero chiesti che fine avessero fatto e non era il caso che Tommy la vedesse abbracciata a lui. Nella migliore delle ipotesi avrebbe creduto che Nikki gli aveva soffiato la ragazza, se invece avesse chiesto spiegazioni sarebbe stato peggio. Era sicura che nonostante l'attrazione tra loro due, lui non avesse alcuna intenzione di avere un legame di quel tipo con la figlia di un suo amico.
Non doveva saperlo, non ancora almeno.
Guardò suo padre cercando di fargli capire le sue paure, non sapeva cosa ne pensasse lui di tutta questa storia, ma era sicura che non ne fosse proprio felice. Poteva capirlo. Ma per lei era importante.

-Non preoccuparti, non dirò niente a quell'idiota. Anche se la cosa non mi va proprio a genio. Però devi promettermi una cosa. Anzi due- Hailey annuì, mentre suo padre le passava un braccio sulle spalle e cominciavano ad incamminarsi verso il ristorante.

-La prima è che voglio che tu glielo dica. Non subito, quando ti sentirai pronta, insomma vedi tu. L'importante è che lo sappia. E la seconda cosa che devi promettermi è che non ti incazzerai con me quando lo riempirò di botte-

- Perché dovresti riempirlo di botte scusa?- in realtà lo sapeva, ma voleva sentirselo dire. Voleva che le dicesse che era geloso di lei, che lei era solo ed esclusivamente sua. Come ogni padre dice almeno una volta alla figlia.

- Perché sta cercando di portarsi a letto mia figlia. E questo non mi piace. Tu sei mia-




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Capitolo 10
*** 10 ***







Lo sguardo di Tommy cadde sui due che stavano rientrando in quel momento. Non sapeva bene perché, ma il loro improvviso affiatamento lo insospettiva un po'. Non che non si fidasse di Sixx, lo conosceva da una vita ormai e si sarebbe accorto immediatamente se anche lui avesse provato quel tipo di attrazione per Hailey, e così non era. Ma il loro comportamento rimaneva comunque strano. Prima si guardavano a fatica e improvvisamente era cambiato tutto. Lei gli sorrideva felice e lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, ma non era lo stesso sguardo che aveva quando incontrava qualcuna che gli piaceva e che voleva far cadere ai suoi piedi. Quello era uno sguardo carico di tenerezza. Non sapeva cosa fosse accaduto là fuori, ma era sicuro che non avessero parlato di semplici foto, non solo almeno. Avrebbe indagato più a fondo, era convinto che il faccia a faccia con uno dei due fosse il metodo più efficace per poter comprendere. Forse Nikki era la persona più adatta con cui parlare, non gli avrebbe mentito, e se anche ci avesse provato lui se ne sarebbe accorto.
Hailey riprese il suo posto al suo fianco e lo guardò sorridendo. Era davvero bella. E lui era sempre più preso da lei. Si rese conto che anche se nella sua testa lei era già sua, nella realtà erano soltanto amici, si piacevano, questo l'avevano capito entrambi ma non c'era ancora nulla di concreto. Doveva agire subito altrimenti sarebbe impazzito. Voleva accarezzare i suoi capelli profumati, toccare il suo corpo e assaggiare le  sue labbra così invitanti.
Perso nei suoi pensieri aveva cominciato a sorridere da solo come un'idiota attirando su di sé l'attenzione della ragazza che lo guardava incuriosita
-Ehy, ma che ti prende?- possibile che quelle poche parole suonassero così dolci alle sue orecchie?
-Ehm.. niente niente.. Senti, dopo ti va se parliamo un po'? Magari da soli?- Non sapeva se era meglio parlare prima con Nikki o con lei, ma pensandoci bene Nikki poteva aspettare, cos'avrebbe mai potuto dirgli di così grave da fargli cambiare idea? E poi magari tutte le sue preoccupazioni erano frutto della sua mente contorta e poco lucida per via della vicinanza di Hailey.
Annuì sorridendo e tornarono a chiacchierare con gli altri, anche se non vedevano entrambi l'ora di ritrovarsi da soli.

Nikki aveva osservato tutta la scena in silenzio. Aveva promesso a sua figlia di non intromettersi ma era più duro di quanto immaginasse, e avevano solo parlato. Non osava pensare a quando li avrebbe visti baciarsi o.. non riusciva neanche a immaginare la sua reazione quando sarebbero finiti a letto insieme. Conoscendo Tommy non sarebbe passato molto tempo e se Hailey gli assomigliava anche solo un pochino il tempo si sarebbe sicuramente accorciato. Molto probabilmente il suo cuore sarebbe collassato, stavolta definitivamente oppure avrebbe ucciso il suo amico per aver “violato” la sua bambina. Ma infondo lui non ne aveva colpa, non sapeva chi fosse in realtà anche se non poteva non considerarlo un'idiota per volersi portare a letto la stessa persona a cui aveva fatto da babysitter e con cui giocava insieme quando era una bambina. La differenza d'età tra i due era troppa, Hay non arrivava neanche a trent'anni e lui ne aveva quasi cinquanta più due figli. Che futuro poteva darle? Lei si meritava una vera famiglia, con dei figli da crescere, qualcuno con cui invecchiare insieme e non che fosse già vecchio quando lei era ancora una donna nel fiore degli anni.
Eppure anche lui ci era passato. La differenza di età tra lui e Kat era maggiore rispetto alla loro ma lui ci aveva creduto lo stesso. Non era passato molto tempo da quando era convinto che lei fosse la donna della sua vita, quella giusta. Kat non si meritava forse di vivere la sua vita al meglio? Non meritava di crearsi una famiglia e invecchiare con l'uomo di cui si sarebbe innamorata? Sapeva che lei voleva avere dei figli, magari non subito, ma li avrebbe avuti. Con il suo stesso sorriso e quegli occhi così profondi. E lui ne aveva già quattro, anzi cinque. Un altro non rientrava nelle sue aspettative.
Anche lui era stato al posto di Tommy, innamorato di una che potrebbe essere stata sua figlia. Eppure in quel momento sembrava una cosa così giusta. E poi ne era sempre stato convinto: l'età non conta. Allora perché non riusciva ad accettarlo? Aveva paura che Hailey rimanesse intrappolata in quella relazione, Tommy cercava una donna per tutta la vita ma forse lei aveva solo bisogno di qualcuno con cui stare per un po', magari per Hay non era ancora giunto il momento di trovarsi un compagno per sempre. Per quanto l'idea di vivere in una favola piacesse a Tommy, non aveva considerato che forse lei non era pronta per il “per sempre felici e contenti”. E quando gli avrebbe detto che era sua figlia? Lui non ne aveva parlato a Hailey, ma sapeva che per il batterista sarebbe stata una cosa inaccettabile. In passato, quando ancora non si erano separati gli aveva spesso ripetuto che la sentiva anche un po' come sua figlia. Il tempo aveva nascosto quel legame, ma non cancellato. Era sicuro che non appena fosse venuto a conoscenza della cosa tutti i sentimenti che aveva provato per lei quando era una bambina sarebbero tornati con forza e probabilmente avrebbero preso il posto di quell'infatuazione che c'era adesso tra di loro. L'amore vero è difficile da distruggere, ma se si tratta solo di un illusione il minimo alito di vento potrebbe distruggere tutto. Era proprio di questo che aveva paura. Non voleva che sua figlia e il suo migliore amico soffrissero. Si sentiva colpevole, perché infondo quella situazione si era creata per colpa delle cazzate che aveva fatto in passato. Se non avesse abbandonato la sua famiglia sarebbero cresciuti tutti insieme, evitando spiacevoli fraintendimenti e casini di dimensioni colossali. Certo la vita che aveva vissuto non era stata affatto male e aveva quattro splendide creature a testimoniarlo, però..
Non sapeva più cosa pensare. Era sicuro che gli stesse uscendo fumo dalle orecchie per i ragionamenti che stava facendo. Come se potesse cambiare qualcosa. Nonostante tutti i suoi “se” Hailey era ancora davanti ai suoi occhi a scambiarsi teneri sorrisi con Tommy e lui rimaneva il coglione con tutto contro. Qualsiasi cosa avesse fatto avrebbe perso. O lei, come era stato o la sua famiglia, con i suoi quattro figli che ignoravano di avere una sorella maggiore.

A quello non aveva ancora pensato. Come avrebbero reagito i suoi figli alla notizia? Gunner e Decker  non l'avrebbero presa male, Gunner probabilmente avrebbe replicato qualcosa sul fatto che le ragazze più carine o sono fidanzate, o sono oche o sono tue parenti. Frankie già se la immaginava a saltellare felice per casa curiosa di conoscerla. Mentre Storm.. era lei che lo preoccupava di più. Come lui era testarda e gelosa delle sue cose, compreso suo padre. Se non le fosse piaciuta dal principio non ci sarebbero più state speranze. Era stato difficile farle accettare anche Kat, nonostante non rivestissero lo stesso ruolo nella sua vita. E per quel che si ricordava di Hailey se qualcuno l'attaccava (come avrebbe sicuramente fatto Storm) diventava una vera furia. Era certamente più pericolosa e cattiva di quando aveva sei anni e si divertiva a sezionare gli insetti, avrebbe costretto la sorella minore a piegarsi in ginocchio e chiederle perdono, non importa se ci avrebbe impiegato due giorni o due anni. Non si sarebbe arresa finché non avrebbe vinto.
E invece i giornali? Cosa avrebbero detto di lei? All'inizio l'avrebbero scambiata per la sua nuova fiamma, già si immaginava i titoli “Nikki Sixx: passione per la fotografia o per la fotografa?”. Sarebbero nate storie incredibili e assurde sulla loro relazione, se poi l'avessero fotografata anche con Tommy sai che casino? Non voleva che la credessero la groupie dei Terror Twins, ce ne erano già state in passato e non erano belle esperienze da ricordare, considerando che lui era sempre collassato per colpa della droga e che Tommy aveva quel.. ehm..  quel qualcosa in più rispetto a lui (e a molti altri), alla fine Tommy era quello che si divertiva con le ragazze e lui quello che combatteva contro i nani nel bagno. Ecco, anche involontariamente era finito a pensare a loro due che facevano sesso. Doveva assolutamente togliersi quell'orripilante immagine da davanti agli occhi, inoltre stava diventando intollerante agli sguardi carichi di dolcezza che Tommy le stava mandando. Se avesse continuato in quel modo, a lui sarebbe venuto il diabete e a fine giornata i Crue avrebbero avuto bisogno di un nuovo batterista.





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Capitolo 11
*** 11 ***






Ok, piccola premessa..
So che è da una vita che non aggiorno la mia storia e farlo con un capitolo così corto probabilmente vi sembrerà una presa in giro.
Posso assicurarvi però che secondo me questo capitolo è perfetto così com'è
Spero solo piaccia anche a voi quanto piace a me!





Il pranzo era trascorso più piacevolmente di quanto Frank e Hailey si sarebbero mai immaginati. Insomma, sapevano entrambi che il confronto diretto era inevitabile, avevano previsto e immaginato i più disparati risvolti della storia, dagli scenari apocalittici in cui Nikki pretendeva di riaverla e metteva da parte T-Bone e i sentimenti che lui e sua figlia provavano l'uno per l'altra a quelli un po' più tranquilli, ma di certo non si aspettavano che finisse così, che Nikki si dimostrasse così comprensivo nei suoi confronti e in quelli del batterista. E poi quella non era proprio la “fine” del loro non-rapporto padre-figlia. C'erano cose che Nikki non sapeva sul conto di quella ragazza e Hailey stava prendendo sempre più in considerazione l'idea di tacere, tenere per sé quel periodo turbolento della sua vita. Era ingiusto nei confronti di suo padre, lo sapeva. Non voleva che ci fossero segreti tra loro, ma quello era troppo, veramente troppo anche per lui. Infondo lei voleva solo dimenticare tutte le notti che aveva passato in letti che non erano il suo, lei neanche ce l'aveva un vero e proprio letto al tempo. Voleva dimenticare quello che era stata costretta a fare per sopravvivere e per mantenere la sua dipendenza. Rabbrividiva se pensava a quante mani sporche e viscide l'avevano toccata, a quante volte aveva mentito a se stessa dicendosi che era la cosa giusta da fare, che non c'era niente di male in quello che faceva, mentre qualcuno che non conosceva neanche il suo nome si divertiva sopra di lei. No, non glielo avrebbe detto. Cosa avrebbe potuto pensare? Probabilmente si sarebbe sentito ancora di più in colpa, e lei non voleva questo. E Tommy? Cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che la ragazza che tanto lo attraeva era non solo la figlia del suo migliore amico, ma anche una ex puttana? Molti dicono che nessuno smette di esserlo. O se ci riesce è solo per poco tempo. La carne è debole, lo sanno tutti e non ci vuole poi molto a tornare indietro. Ma lei era riuscita a sfatare questo mito. Da anni ormai aveva una vita che le piaceva e che adesso considerava perfetta, un lavoro che adorava e un amico che non la avrebbe mai abbandonata. Lei non sarebbe tornata indietro. Ne era sicura. Nonostante questo aveva paura quando le capitava di camminare da sola nelle strade secondarie di quella grande città, se qualcuno l'avesse riconosciuta? James per esempio, sapeva che bazzicava ancora in quella zona. James era stato il suo spacciatore di fiducia, quello che le regalava una piccola dose di eroina dopo che lei gli permetteva di usare il suo corpo a proprio piacimento. Per un po' l'aveva considerata la sua ragazza, ma poi ci aveva ripensato. Non voleva che lei gli attaccasse qualche malattia, non l'aveva persa come cliente, aveva soltanto smesso di frequentarla, anche se le occasioni speciali in cui faceva finta di non aver preso quella decisione non erano affatto rare. Era un ragazzo piuttosto gracile che però sapeva tirar fuori una forza inimmaginabile per un fisico come il suo quando era arrabbiato o completamente fatto. Hailey ricordava bene tutti i lividi che le aveva lasciato sulla pelle, per alcuni mesi era stata costretta a indossare vestiti che le coprissero tutto il corpo, sia per nascondere i segni dell'ago che per coprire i lividi. Non avrebbe attirato molti clienti con un corpo tumefatto.

Erano rientrati nello studio e dopo aver fatto alcuni scatti a tutto il gruppo, con un Nikki molto più sorridente e rilassato si era ritirata nella sua camera oscura per sviluppare tutte le foto che aveva scattato in quella giornata. Fortunatamente non aveva ancora iniziato il processo, perché la porta si aprì improvvisamente facendo entrare la luce. Senza alcun dubbio avrebbe rovinato tutte le foto.

-Ma che..Tommy! Che ci fai qui? Pensavo che fossi rimasto con gli altri di là! Qualcosa non va?- Si era accorta subito che c'era qualcosa che non andava in Tommy, nell'istante in cui era entrato nella piccola stanza senza il suo fantastico sorriso sul volto e gli occhi seri che la guardavano.

-No, è tutto a posto.. più o meno insomma- Fece per interromperlo per chiedergli cosa ci fosse che non andava ma lui continuò a parlare dopo la piccola pausa.
-Senti, non sono un granché con le parole perciò andrò dritto al punto, anche perché non ho voglia di perdere tempo a torturarmi ancora. Tu mi piaci ok? E tanto anche, è per questo che il tuo amico, Frank, non mi andava a genio. Credo di essere geloso. So che è stupido ok? Infondo ci conosciamo da pochi giorni, ma io non posso farci nulla ok? E' sempre stato così. Inutile dire che questo mi ha creato non pochi problemi in passato. Perciò.. ecco quello che volevo dire è che..- aveva fatto tutto quel discorso guardando in basso o comunque cercando in ogni modo di evitare il suo sguardo per paura di qualcosa, non sapeva neanche lui cosa di preciso. Forse di essere respinto? Eppure anche lei aveva partecipato a quel gioco di sguardi e sorrisi che c'era stato durante tutto l'arco della giornata. Non appena posò i suoi occhi su di lei però tutti i suoi dubbi, le sue paranoie sparirono. Lo stava guardando con uno dei più teneri sorrisi che avesse mai visto. Sentì le ali ai piedi e le farfalle nello stomaco in quell'istante e senza pensarci due volte allungò una mano sulla guancia d lei, accarezzandola dolcemente, poi la tirò piano verso di sé fino a che le loro labbra entrarono in contatto. Sentirono entrambi un brivido correre lungo le loro schiene mentre le loro bocche si schiudevano lentamente e le loro lingue entravano in contatto.
Le braccia di Hailey si spostarono sulle spalle di lui, avvicinando ancora di più i loro corpi, mentre le mani del batterista andavano a cingerle delicatamente ma con decisione i fianchi. Avevano voglia l'uno dell'altra, su questo non avevano più dubbi e se non fosse stato per la mancanza di ossigeno non si sarebbero staccati mai più, probabilmente avrebbero approfondito sempre di più quel contatto. Ma non era il luogo adatto. E soprattutto non erano soli. Nella stanza accanto c'era suo padre. Ma in quel momento non era il primo dei suoi pensieri. Riteneva molto più importante quell'uomo davanti a sé, con ancora le mani sui suoi fianchi e gli occhi leggermente umidi persi nei suoi.

Dopo essersi guardati per un po' cercando di capire esattamente cosa pensasse l'altro di quello che era appena accaduto, magari dei ripensamenti che logicamente nessuno dei due aveva si riavvicinarono facendo combaciare ancora le loro labbra e baciandosi, stavolta con più foga. Le mani di Tommy scesero leggermente dai fianchi fino ai glutei, senza però risultare volgare e Hailey intrecciò le sue dita nei capelli di lui, quei capelli che tanto gli piacevano, né troppo lunghi né troppo corti. Giusti per lui insomma. Stavolta però quando si staccarono Hailey si voltò appoggiandosi al bancone dove aveva appoggiato tutto l'occorrente per sviluppare le foto con una strana sensazione addosso. Era senso di colpa quello? Nei confronti di suo padre che se ne stava di là con gli altri ignaro di quello che era successo, anche se sospettava sicuramente qualcosa, o nei confronti di Tommy perché non conosceva veramente la sua identità?

-Che succede? Non stai bene?-

-No no, sto bene, davvero. E' solo che è incredibile per me tutto questo. Cioè, sei una delle persone che ho sempre ammirato fin da quando ero bambina, uno di quelli che ho sempre desiderato conoscere, un mito per me insomma. E adesso mi ritrovo qui, nella mia camera oscura, con te a baciarci. Ancora non ci credo- Si, brava Hailey mentigli fin da subito. Lui si preoccupa per te e tu che fai? Gli rifili la prima cazzata che ti viene in mente. Dovresti vergognarti di te stessa.

-Wow.. non sapevo di farti quest'effetto..- si appoggiò al bancone accanto a lei guardandola ridacchiando -Ma devi farci l'abitudine sai?-

-Lo spero proprio- così dicendo si avvicinò nuovamente a lui, appoggiandosi completamente al suo corpo e coinvolgendolo di nuovo in un appassionato bacio



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Capitolo 12
*** 12 ***


Tommy era sparito da quasi venti minuti in quella che doveva essere la camera oscura di sua figlia e lui non ne poteva più di aspettare che uscisse. Lanciava continui sguardi alla porta di metallo dipinta di rosso nella speranza di vederlo uscire al più presto, ma ancora non era accaduto. Da una parte avrebbe voluto entrare là dentro per vedere cosa diavolo stavano combinando, ma dall'altra era spaventato da quello che avrebbe potuto vedere. Magari stavano solo parlando come buoni amici, ma molto più probabilmente T-Bone le era saltato addosso approfittando del momento. Maledetti pensieri. Non ce l'avrebbe fatta a sopportare tutto quella storia, ne era consapevole. Se Hailey non si fosse data una mossa a raccontargli la verità l'avrebbe fatto lui. Anche perché lei in quel modo si stava prendendo gioco del suo migliore amico. Era agitato, tutti in quella stanza l'avevano notato. Mick e Vince ogni tanto lo guardavano sperando di capire cosa gli passasse per la testa, mentre Frank che era al corrente di tutta la storia non poteva che sorridere. Era un po' sadico da parte sua, ma quello che stava passando Nikki era niente in confronto a ciò che aveva passato Hailey in tutti quegli anni.

Quando finalmente uscirono da quella stanza Nikki tirò un sospiro di sollievo, ma rischiò anche di soffocarsi con la sua stessa saliva non appena notò la mano del suo amico appoggiata sul fianco di sua figlia, quasi a rimarcare il suo possesso su di lei. E poi il sorriso che gli andava da orecchio a orecchio sul suo viso.. si ritrovò a pensare che sembrava più che fosse stato colpito da una paralisi, e infondo infondo (ma non così tanto) un pochino ci sperava. Guardò Hailey e anche lei stava sorridendo.

Ormai non aveva più dubbi, in quella maledetta stanzina con la porta rossa era successo qualcosa.


-Tommy cosa cazzo ti è successo? Sembra tu abbia una paralisi in faccia!- A quanto pare anche Mick la pensava come lui. Il batterista si rabbuiò subito, forse offeso da quello che gli era stato detto, ma molto più probabilmente per fare un po' di scena, T-Bone era molto melodrammatico, avrebbe potuto benissimo diventare un attore.


-Parli tu, che sembra indossi una maschera di cera!- rispose un po' burbero, ma comunque con un tono scherzoso. Sapevano tutti che quello era un tasto delicato per il chitarrista. Era molto provato a causa della sua salute anche se cercava i tutti i modi ( e con ottimi risultati) di non darlo a vedere. E anche loro di conseguenza ne soffrivano.


-Beh, io almeno un motivo ce l'ho, ma tu? La verità Tommy è che sei brutto, lo sempre stato e sempre lo sarai- se c'era una cosa che veramente adoravano di Mick era la sua capacità di sdrammatizzare e di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Una qualsiasi altra persona avrebbe iniziato a piangersi addosso per la propria salute, per quanto la vita fosse stata ingiusta... ma non lui. Lui aveva quella strana e rara capacità di vedere del buono in tutto e di accettare positivamente ogni tiro mancino che la vita avesse deciso di tirargli.

“Perché disperarsi” diceva sempre “magari quando esco di qui un camion mi investirà mandandomi dritto dritto al creatore, e così avrei passato gli ultimi attimi della mia vita a lamentarmi. No, non è da me”


-Io no sono brutto! Vero che non sono brutto? Diglielo anche tu Hay che non sono brutto. Non mi avresti mai baciato se mi trovassi brutto!- E Tommy invece era il solito bambinone.


-Baciati?- Lo sguardo di Nikki rimbalzava velocemente da uno all'altra, come se stessa guardando una partita di tennis.


-Si Sixx, hai presente quando due persone si avvicinano talmente tanto da far toccare le loro bocche, poi le aprono e cominciano a giocare con le loro lingue? Quello si chiama bacio! Vuoi una dimostrazione pratica?- Tommy si avvicino pericolosamente a Nikki, un po' troppo vicino per i suoi gusti, così Nikki si vide costretto a spingerlo via facendolo finire col culo per terra sopra il tappeto bordeaux che arredava la stanza.


-Ma sei scemo? Non avvicinarti mai più a me in quel modo ok?-


Hailey tornò nella sua piccola camera oscura, ridendo tra sé e sé per il comportamento dei due. Erano cinquantenni è vero, ma rimanevano pur sempre i terror twins, quelli che avevano fatto ridere e terrorizzato migliaia di persone, quelli che si capivano con uno sguardo, quelli che non avevano segreti tra di loro. Mentre ora.. ora la situazione era un po' più complicata. C'era lei, la figlia di Nikki Sixx, che flirtava con Tommy Lee. Se per colpa sua fosse accaduto qualcosa tra i due non se lo sarebbe mai perdonato, ma non riusciva nemmeno a lasciar perdere.

Scosse la testa, tutti quei pensieri la stavano distraendo dal suo lavoro.

Si chiuse la porta rossa alle spalle, ma neanche un minuto dopo la sentì di nuovo riaprirsi. Si girò con un sorriso sulle labbra convinta che il batterista fosse tornato a reclamare qualche altro bacio, ma non era lui.

Biondo, e più basso di Tommy, Vince se ne stava appoggiato alla porta mentre la fissava con uno sguardo indagatore e con sulle labbra il sorriso inquietante di chi ha scoperto qualcosa che stai nascondendo. Ad Hailey si gelò il sangue nelle vene, ma nonostante tutto fece finta di niente sfoggiando un finto sorriso e chiedendogli cosa voleva tentando di apparire calma per quanto le era possibile.


-Uh, niente.. volevo dare un'occhiata in giro..-


-Ok, tranquillo fai pure. Ma non accendere la luce ok?- Non me la racconta giusta pensò lei. C'è sicuramente qualcos'altro e vuole tenermi sulle spine. Maledetto ci sta riuscendo!


-Allora?- Vince le si era avvicinato fino a raggiungerla alle spalle, facendola sobbalzare.


-Allora cosa?- Calma Hailey, fa' finta di niente, sei brava a fingere no? E allora fallo!


-L'ha presa meglio di quanto pensavi eh?- oh cazzo.. allora lo sa davvero.. ma come?


-Chi scusa?- continua a far finta di nulla, magari è solo un bluff..


-Guarda che non sono un idiota come quello con cui hai limonato prima. L'ho capito chi sei sai? La piccola Hailey Sixx. Hai il cognome di tua madre però.. ma ti capisco eh! A proposito, come sta tua madre?- Hay non riusciva a capire se quel tono serio e scherzoso allo stesso tempo doveva essere interpretato come una minaccia o no.. in quel momento Vince era un'incognita per lei. Forse mettersi sulla difensiva era la cosa più giusta da fare


-è morta – semplice e diretta. Faceva male parlare di quell'argomento, ma non si sarebbe mostrata debole di fronte ad un possibile nemico. Ancora non aveva capito quali erano le sue reali intenzioni


-Oh.. mi dispiace- sembrava sincero stavolta –Mi spiace veramente. Ci hai detto che non avevate un bel rapporto, ma non immaginavo.. si bhè insomma hai capito no?-


-No, direi di no.-


-Vabbè. Non importa.- Si sedette sulla poltroncina accanto alla sua spettinandogli i capelli con una mano. -L'idiota no sospetta nulla vero? Non l'avrebbe mai fatto se avesse saputo che Nikki è tuo padre- Ma perchè tutti continuavano a chiamarlo l'idiota?


-No, non sospetta nulla. E tu non gli dirai niente. Lo farò io quando sarà il momento giusto-


-E quando sarebbe sentiamo? Dopo che vi sarete perdutamente innamorati l'uno dell'altra e soffrirete da morire entrambi quando ti dirà che è tutto terribilmente sbagliato? Non guardarmi male in quel modo, non gli dirò nulla se è questo che ti preoccupa, dico solo che dopo starete troppo male entrambi. Non sarebbe meglio fermarsi prima che sia troppo tardi?-


Vince aveva ragione, Hay lo sapeva, ma non voleva perdere Tommy. Anche se sarebbe stata male dopo. Si alzò dalla sedia e si appoggiò con la schiena al muro e lo sguardo rivolto al soffitto.

Cosa doveva fare?


-Dai piccola, vieni ad abbracciare lo zio Vince. Sei come tuo padre, vi piace soffrire. Che scemi- Adesso lo riconosceva, lo zio Vince. Le era mancato tantissimo anche lui. Le erano mancati tutti, suo padre, il suo compagno di giochi, Vince che l'aiutava a fare scherzi innocui agli altri e Mick che le faceva le boccacce per farla ridere quando era triste. E Sarah. Sua madre le mancava da morire. Non le aveva parlato per anni dopo che l'aveva cacciata di casa, ma le voleva ugualmente bene. Non aveva fatto in tempo a riavvicinarsi a lei, era morta prima che prendesse la decisione di tornare a casa per vedere come se la cavava. Si malediceva ogni giorno per aver aspettato così tanto.


Sciolse l'abbraccio e guardò Vince che le sorrideva.


-Ti giuro che non dirò niente, tranne a tuo padre, se non si sfoga con qualcuno esploderà prima o poi- più prima che poi pensò Hailey mentre annuiva


-E per qualsiasi cosa non farti scrupoli a chiamarmi anche nel cuore della notte ok? E se per caso quell'idiota dovesse farti soffrire, non preoccuparti, io e Nikki lo uccideremo senza troppi problemi-






So che ormai non ci speravate più, ma invece..  HERE I AM!!!!!!   

questo capitolo fa abbastanza schifo, almeno secondo me, ma ha un non so cosa che mi soddisfa (discorsi senza senso a go-go proprio..)

Un enorme e infinito grazie a BrianneSixx che si è preoccupata per me chiedendommi (in poche parole) se ero viva o morta
Thanks!!!

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Capitolo 13
*** 13 ***




Non appena tornò a casa Hailey si gettò a peso morto sul divano nero di pelle. Quella giornata l'aveva distrutta. Non riusciva a togliersi di testa i baci di Tommy, le parole di Vince e soprattutto il discorso che le aveva fatto suo padre.

Sono qui adesso, giuro che non me ne andrò mai più. D'ora in poi ti rimarrò sempre accanto, ti sosterrò, prometto che non ti deluderò mai più”

Era sincero, l'aveva capito dal suo sguardo. Si sentiva veramente in colpa per come si era comportato con lei quando era piccola ma sembrava pronto a rimediare.

Rimediare cosa poi non lo sapeva neanche lei. Tornare indietro di vent'anni era impossibile, così come rivivere tutte quelle cose che si era perso. L'unica cosa che avrebbe potuto fare era iniziare a comportarsi come un padre, ma a quel punto delle spiegazioni a Tommy sarebbero state obbligatorie..


La suoneria del suo telefono la informò che le era arrivato un nuovo messaggio, interrompendo così il flusso di pensieri che la stavano lentamente portando alla pazzia.

Non conosceva il numero ma dal testo presunse fosse Vince.


Dimmi dove abiti piccola Sixx

Voglio fare due chiacchiere”


Chi altro avrebbe potuto chiamarla “Piccola Sixx”?

Rispose al messaggio e andò a preparare un po' di tè, anche se era il suo ospite avrebbe certamente preferito una bella birra ghiacciata.


Dieci minuti dopo il campanello aveva cominciato a suonare insistentemente sulle note di we will rock you. Sorrise istintivamente, voleva bene a quei ragazzi, gliene aveva sempre voluto ed era bello riaverli finalmente nella sua vita. Il suo sorriso però si spense non appena aprì la porta e si accorse che quello appoggiato con un braccio allo stipite non era Vince, ma Tommy.

Entrò in casa con una nonchalance che non lasciava presupporre nulla di buono e iniziò a guardarsi intorno, scrutando stanza per stanza fermandosi poi in cucina per prendersi una birra da dentro il frigo.

Durante quel piccolo tour immobiliare Hailey era rimasta immobile a fissarlo, sempre con una mano sulla maniglia e la porta aperta.


Aveva paura. Le dava noia ammetterlo, ma aveva veramente paura. Non di dare spiegazioni, sapeva di avere ragioni più che valide per aver omesso quel 'piccolo' particolare, ma della sua reazione. Si sarebbe arrabbiato e avrebbe distrutto casa sua? Se ne sarebbe andato offeso per non tornare mai più? O forse l'aveva subito riconosciuta e si era solo divertito a illuderla quel pomeriggio solo per vedere fino a che punto sarebbe arrivata? Ma allora perché sia Vince che suo padre le avevano lasciato intendere il contrario? La prospettiva di quest'ultima opzione era quella che le incuteva più timore. Perché lei si stava rendendo conto di tenerci veramente a lui, e non come semplice amica.


-Beh? Hai intenzione di startene tutta la sera attaccata alla porta? Mica ti mangio eh! E ti assicuro che vengo in pace, anche se pretendo un po' di chiarimenti- Tommy si era accomodato sul divano allungando le gambe e appoggiando i piedi sul piccolo tavolo da fumo in vetro.


Chiuse la porta e si versò una tazza di tè, sempre guardandolo.


-Immagino tu voglia sapere come mai non ti ho detto nulla. Non l'ho fatto per creare casini, era l'ultima cosa che avrei voluto fare, ma a quanto pare mi riesce molto bene. Chissà magari è qualcosa che ho nel DNA- Sorrise. Era un sorriso triste e arrendevole che fece provare a Tommy un gran senso di colpa. Ma non era lui nel torto.



Dopo aver terminato il servizio fotografico aveva deciso di andare a farsi una birra da qualche parte e aveva praticamente costretto e trascinato Nikki con lui. Era felice per quello che era successo quel pomeriggio, ma voleva anche sapere cosa aveva in testa il suo migliore amico, era dalla sera del compleanno di Mick che si comportava in modo strano. Sembrava che tutto fosse iniziato quando lui gli aveva detto che voleva provarci con Hay.

Erano seduti su dei divanetti di un piccolo pub poco affollato in silenzio e Tommy stava cercando di capire per quale motivo Nikki avesse qualcosa in contrario a una loro possibile relazione. Forse avevano avuto anche loro una storia però finita male? No, altrimenti lui glielo avrebbe detto, e gli avrebbe anche dato delle dritte per conquistarla più facilmente. Sembrava quasi che fosse geloso. Per quale motivo Nikki Sixx era geloso di una ragazza che avrebbe potuto benissimo essere sua figlia?

Spalancò gli occhi e cominciò a tossire per non soffocare con la birra. Guardò Nikki incredulo e dallo sguardo che gli rivolse capì che la sua supposizione era giusta. Quella ERA sua figlia. Si diede dell'idiota un migliaio di volta prima di riuscire a parlare. Provò a scusarsi con il suo migliore amico, a dirgli che non l'aveva riconosciuta subito, e che avrebbe troncato sul nascere quella cosa che stava nascendo tra loro due, ma Nikki lo interruppe. “Ti piace e tu le piaci” aveva detto “Non ho alcuna intenzione di intromettermi, voglio recuperare il nostro rapporto e ostacolare il vostro di certo non mi aiuterà. In più era felice oggi, l'ho letto nei suoi occhi e anche tu lo eri. Sareste una bella coppia se davvero hai intenzione di impegnarti” Il suo sguardo era serio e si capiva che dire quelle cose non gli andava proprio a genio ma avrebbe fatto di tutto per renderla felice anche accettare quella relazione. Prima o poi si sarebbe abituato. “Un ultima cosa: falla soffrire e con me hai chiuso. Te lo giuro sulla nostra amicizia Tommy non sto scherzando. Lei è mia figlia e non sai quanto sia difficile dirti queste cose. Fa un solo passo falso e potrai dire addio a noi due e anche ai Motley Crue” Tommy non aveva mai visto Nikki serio come quella sera. Ma lo capiva, o almeno ci provava. “Nikki, se dovessi farla soffrire non avrei più il coraggio di guardarti in faccia e sarei io il primo ad andarmene per non tornare mai più” Si strinsero la mano e suggellarono questa promessa brindando con le loro birre.




Hailey era rimasta in silenzio e non sapeva più come continuare il discorso. Avrebbe voluto dirgli che non gli aveva detto nulla per paura di allontanarlo, perché era a conoscenza del profondo legame di amicizia che legava quei due. Sapeva che era tutto finito. Che quei momenti di idilliaca felicità che aveva provato con lui nella camera oscura non si sarebbero ripetuti mai più. La tristezza prese il sopravvento e sentì le lacrime colarle sulle guance. Si girò per asciugarsi le lacrime senza essere vista, non le andava di sembrare anche patetica, ma la mano di Tommy, che nel frattempo l'aveva raggiunta, fu più veloce. Prese una lacrima e se la portò alle labbra, poi allungò di nuovo la mano verso di lei, ma stavolta le accarezzò il viso e si avvicinò per poi baciarla dolcemente.

                                                                                                                                                                                                                                                      

E rieccomi!! Spero di riuscire a finire questa ff senza altri intoppi, ma sapete com'è l'ispirazione a volte è proprio una stronza..

Vabbè spero vi sia piaciuto questo capitoletto, non è un granché ma non è stato facile tornare su una storia su cui non lavoravo 

da un bel po' di tempo. fatemi sapere cosa ne pensate ok?

Ringrazio in anticipo chi leggerà

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