Wherever you will go.

di itsfedej
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Awkward! ***
Capitolo 2: *** Or something. ***
Capitolo 3: *** Is it a date? ***
Capitolo 4: *** Drink-drunk ***
Capitolo 5: *** You're a bit pesky but... ***
Capitolo 6: *** Going crazy! ***
Capitolo 7: *** Ask me something! ***
Capitolo 8: *** It's flawless! ***
Capitolo 9: *** Crazy. ***
Capitolo 10: *** P stands for Problem. ***
Capitolo 11: *** What the hell is going on? ***
Capitolo 12: *** Where have you been? ***
Capitolo 13: *** I'm sorry. ***
Capitolo 14: *** I cross my heart and I hope to die. ***
Capitolo 15: *** You suck. ***
Capitolo 16: *** Mistake ***
Capitolo 17: *** Wrong ***
Capitolo 18: *** Chance ***
Capitolo 19: *** Things I love about you! ***
Capitolo 20: *** 3 words ***
Capitolo 21: *** Goodbye my love ***
Capitolo 22: *** Empire state of mind. ***



Capitolo 1
*** Awkward! ***


Salve, sono qui con una nuova fan fiction! L'ispirazione mi è venuta mentre cercavo di fare un riposino questo pomeriggio!
Spero vi piaccia xx



Con l’iPod nelle orecchie e la musica a palla questo viaggio stava diventando anche qualcosa di divertente. Il rumore dell’aereo però non mi permetteva di rilassarmi completamente, e questa era una delle tante cose negative. Dove stavo andando? A New York, lì ci saremmo imbarcati su una meravigliosa nave da crociera e saremmo di nuovo sbarcati sulle Bahamas. Che bello, vero? Peccato che io non ci trovavo niente di così affascinante o divertente. Poi, passare due settimane insieme ai miei senza avere neanche un secondo di libertà? Sarebbe sembrata una prigione.

«Informiamo i signori passeggeri che fra pochi minuti atterreremo all’aeroporto di New York e da lì partiranno alcuni autobus che vi porteranno fino alla nave.» disse la voce dell’hostess. Era una donna alta, abbastanza magra. Anche io avrei sognato di farla, ma mamma diceva che ero troppo bassa. Qual era il problema? Esistono i tacchi!

Appena atterrammo si misero tutti ad applaudire. Certo, con le cose che si sentono in giro stavano semplicemente ringraziando il Signore che erano sani e salvi.
Scendemmo e prelevammo le valigie che arrivarono quasi subito. Poi, un altro viaggio: il pullman. Con tutti i mezzi che c’erano, proprio quello che io odio maggiormente dovevano utilizzare? Salii e continuai ad ascoltare la musica. Lei era l’unica che mi capiva in quei momenti.
 
«Tesoro ascoltami un attimo, tu inizi a salire e noi ti raggiungiamo poi perché dobbiamo fare una specie di check-in, d’accordo?» chiese mia mamma tutta preoccupata. Non riuscivo a capire cosa c’era di così strano.
«Va bene, io inizio a impossessarmi della camera e magari, già che ci sono, faccio un party di benvenuto!» esclamai per prenderla in giro. Lei mi spinse con il gomito e mi fece uno di quei sorrisi che faceva solo quando voleva dimostrare che mi voleva bene.
 
Mamma e papà avevano divorziato. Ero piccola, avevo circa cinque anni e non riuscivo ancora a capire bene quello che stava succedendo. Ora, all’età di diciotto anni capivo qualcosa di più. Si erano rimessi insieme il giorno del mio settimo compleanno e ci erano rimasti fino ad ora. La loro era stata una storia d’amore un po’ complicata, con diversi ostacoli tra cui la suocera di mia mamma.
Io con l’amore non avevo un rapporto migliore. Mi ero innamorata, ero stata insieme a questo ragazzo però poi lui mi aveva tradita perché forse non ero alla sua altezza. Che novità!
 
Entrai nella camera della crociera. Voi direte, da New York alle Bahamas, quanto ci vuole? Bhe, questo viaggio sarebbe durato un paio di giorni. Poi saremmo stati due settimane alle Bahamas e poi di nuovo lo stesso viaggio. La camera era divisa in due parti: la camera da letto dei miei e la mia camera. E tra queste due stanze c’era un piccolo soggiorno con un divano e un piccolo televisorea plasma. Mi affacciai al balcone e vidi il mare. Mare, solo mare. Era infinito, lo adoravo.

Aprii la porta per andare a sbirciare in giro e colpii una persona. Chiusi subito la porta per la vergogna, il viaggio stava iniziando proprio bene! Poi, con la coscienza che mi stava mangiando dentro la riaprì e vidi un ragazzo in piedi che si toccava la tempia sinistra. Mi avvicinai e cercai di sembrare gentile: «Hey, tutto bene?» domandai. Lui alzò il viso e mi guardò negli occhi. «Diciamo di sì» disse lamentandosi ancora per il dolore. Tolse la mano dalla tempia e si vedeva proprio bene che c’era un bernoccolo enorme. «Mi dispiace tantissimo, non ti avevo visto e… mi dispiace!» esclamai sincera. Lui sorrise: «Dai non ti preoccupare! Solo, avrei voluto conoscere una ragazza così bella in un altro modo…» disse infine facendomi arrossire. 

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Capitolo 2
*** Or something. ***


Salve, ho fatto più in fretta del solito a scrivere questo capitolo, infatti è un po' cortino D:
Spero vi piaccia lo stesso xx



Era bello, sì, non c’era nulla da dire contro questo. Però, non mi sembrava un bravo ragazzo. O almeno, dallo sguardo sembrava un rubacuori. E io odiavo questi tipo di ragazzi. Avevo già sofferto troppo.
«Mi dispiace davvero tanto, non so che altro dire.» esclamai, facendo un mezzo sorrisetto.
«Ripartiamo da zero, vuoi?» chiese lui.
«D’accordo. Io sono… sono Melissa! Ma puoi chiamare Meli o come ti pare»
«Melissa? Come mai questo nome?»
Dico, sono domande da fare? Cosa gliene frega a lui?
«Mio padre ha origini italiane e ha detto che questo nome gli piaceva da quando era piccolo…» dissi cercando di stare calma.  «Figo! Comunque io sono Nicholas. Ma mi puoi chiamare Nick, Nicky o come ti pare!» sembrava mi avesse fatto il verso.
 
Mamma entrò in camera sbattendo la porta. «Già mi fanno innervosire!» disse passandosi una mano tra i capelli. Era una specie di tic nervoso. «Cos’è successo questa volta?» domandai. Intanto presi la valigia e iniziai a mettere a posto un po’ di vestiti e biancheria intima negli armadi. «Mah, indovina? Hanno detto che alle Bahamas non ci hanno dato la camera che volevamo!» urlò. Scoppiai a ridere e mi sdraiai sul letto. Dovete sapere che, essendo nata in una famiglia benestante, sentivo spesso queste lamentele da parte di mia madre. Se voleva qualcosa la doveva ottenere subito. Se qualcosa non le andava bene si infuriava e faceva di tutto per cambiare le cose. Qualche volta mi dava sui nervi, non riuscivo a sopportarla!
«Mamma ma sei scema? Io pensavo chissà cosa fosse successo. E ora?»
«Ora ce l’hanno cambiata e finalmente abbiamo la camera che affaccia sul mare!» sorrise.
Mare. Io stavo guardando il mare. Poi stavo uscendo. Porta. Ragazzo. Ed ecco che, non so neanche io il perché, il mio pensiero andò subito al ragazzo… come aveva detto di chiamarsi? Nick? Vabbè, qualcosa del genere. Alla domanda “la prima cosa che guardi nei ragazzi?” avrei risposto, come sempre, gli occhi. Questa volta però di lui mi aveva colpito tutto. Dalle labbra, dal viso, dai capelli, la sua voce, il suo modo di fare…
«Meli, tesoro, ci sei?» disse mamma facendomi tornare al presente.
Io mi girai e annuii. Poi ritornai a fare quello che avevo interrotto.
 
A cena scendemmo tutti e tre insieme, proprio come una volta. Papà aveva indossato un maglioncino di cashmere con un paio di jeans, molto giovanile. Mamma invece si era messo un vestito da sera fantastico e lei se lo poteva permettere visto il fisico che si ritrovava. Diceva di voler fare la modella…anche se ormai era vicino ai cinquanta. Io invece, siccome volevo tenere tutto pulito per le Bahamas mi ero messa un paio di jeans e una camicetta. Appena mi sedetti al tavolo, mi guardai intorno e vidi subito il ragazzo riccio. Panico. Mi fece l’occhiolino e mamma si mise a fissarmi.
«Hai già fatto conoscenze?» domandò mamma facendomi arrossire.
Mi coprii con le mani e salutai Nick. «Diciamo di sì. Ma è stato solo un incidente, cercherò di rimediare.»
 
E dovevo anche muovermi. Quel ragazzo si era impossessato della mia mente. Chissà se era così anche per lui…

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Capitolo 3
*** Is it a date? ***


Eccomi qui finalmente!
Spero vi piaccia, continuate a recensire xx



Le Bahamas erano un sogno. Sembrava proprio il posto che Lana Del Rey aveva descritto nella sua canzone: “Heaven is a place on Earth” ed eccomi qui. L’albergo era proprio sul mare. La camera era stupenda, molto grande, con una camera tutta per me e una camera per i miei genitori. Nella mia c’era una libreria vuota che potevo riempire con i miei libri. Poi c’era una scrivania dove avrei potuto mettere il pc se avessi avuto bisogno di parlare con qualche mia amica. Infine, il letto era come quello delle principesse: enorme e morbido.
Il terrazzo era qualcosa di magnifico: pieno di piante colorate e avrei scommesso qualunque cosa che la mattina il sole batteva proprio lì sopra.
Il viaggio in nave mi aveva completamente scombussolato. Ve lo ricordate Nick? Non si era più fatto vivo da quella serata al ristorante. Perché i ragazzi dovevano fare sempre così?
Mentre cercavo una risposta preparai la borsa per scendere in spiaggia: asciugamano, iPhone, cappello di paglia e indossai un costume color verde acqua e sopra mi misi un vestito corto. Mamma diceva sempre che ero scostumata, ma perché? Se avevo un bel fisico, perché non metterlo in mostra? C’erano persone che lo facevano per stare al centro dell’attenzione ma io volevo semplicemente andare al mare. C’era qualcosa di male?

In spiaggia i lettini e l’ombrellone erano prenotati. Mi sdraiai e presi le cuffiette per stare più tranquilla. Era mattina e il sole batteva forte.
Poi, mentre “call me maybe” stava andando, una persona mi toccò la spalla. «Scusa, questo posto è occupato?» chiese una voce maschile. Ma cazzo, non lo sai che è tutto prenotato? Mi voltai. «Non lo s-» mi bloccai. «Nick?» chiesi trovandomelo davanti. Ecco, sembrava troppo bello e facile averlo perso di vista sulla nave, pensai. «Tu dici?» chiese ridendo. Che simpaticone! «Ti ho persa di vista sulla nave, ho avuto qualche piccolo incidente…» confessò. «Del tipo?» «Soffro un po’ di mal di mare e avevo incidenti, capiscimi, ogni volta che attraversavo il ponte principale!» appena finì la frase scoppiai in una risata che fece girare tutte le persone sulla spiaggia. Che sfigato! «Comunque stasera c’è una festa sulla spiaggia per noi giovani, come benvenuto! Ci andrai?» chiese. Ormai si era comodamente seduto sul mio sdraio senza aver chiesto il permesso. «Non sapevo neanche che ci fosse.» «Ora lo sai, allora ci vieni?» «Mmmmh, c’è da bere?» «Credo di sì» «Allora verrò!» sorrisi. Avevo raggiunto il mio obbiettivo: uscire con lui.
 
Perché avevo portato due valigie che pesavano entrambe 30kg ma non avevo niente da mettermi per la sera? Succedeva sempre così. Sicuramente avrei indossato il costume, non si sa mai, magari vogliono fare una nuotata in pieno oceano a mezzanotte. Ma sopra? Vestitino o pantaloncini? Dilemma.
Alla fine decisi di andare per il vestitino: color azzurro come i miei occhi e abbastanza corto. Ma tanto sapevo che non sarei stata l’unica.
 
«Sei meravigliosa!» esclamò Nick. Mi sentivo in imbarazzo. Lui indossava i pantaloncini che facevano anche da costume e una polo a tinta unita. E pensai che ero stata stupida ad aver perso tutto quel tempo davanti allo specchio. «Ti devo presentare una persona!» disse e mi mise la mano sulla schiena per dirigermi da questa misteriosa persona.
Mi ritrovai davanti a uno splendore unico: capelli corti a spazzola e scuri, occhi marroni bellissimi, alto, magro, muscoloso. «Lui è mio fratello, Joe!» disse Nick e l’unica cosa che mi venne da dire era “complimenti alla mamma”. «Piacere, sono Melissa!» cercai di sorridere anche se ormai ero persa nel colore intenso dei suoi occhi. 

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Capitolo 4
*** Drink-drunk ***


Avete visto come sono stata veloce? :D
Spero vi piaccia anche questo capitolo xx



La spiaggia era piena di ragazzi. Appena si scendeva dalle scale di legno che portavano direttamente sulla battigia, sulla destra, c’era un tavolo allestito di roba da mangiare come se a cena non ci fossimo abbuffati abbastanza. Nick mi aveva seguito per tutta la serata mentre il fratello, Joe, se ne andava un po’ per i cavoli suoi. Avevo tante di quelle domande nella testa…
«Vuoi da bere?» «Sì grazie, un sex on the beach!»  dissi e Nick restò a guardarmi.«Che succede?» chiesi infine. «No niente, avevo capito un’altra cosa. Vado e torno!» si girò e si incamminò verso il tavolo. Mai una volta che beccavo un ragazzo che non pensava solo al sesso. Mai una volta.
Tornò dopo cinque minuti. «Ecco a te!» esclamò porgendomi il bicchiere con dentro il drink. Lui aveva preso lo stesso. Andammo a sederci sulle sdraie che erano state messe appositamente per la festa.
«Non conosco nulla di te» disse, mi voltai e gli sorrisi. Forse era meglio così, avrei voluto rispondere. «C’è tempo» esclamai. Lui sorrise e si sedette più vicino. Sentì le guance che andavano in fuoco e c’erano due opzioni: o era il drink o era Nick che mi faceva questo effetto. Mi alzai di colpo e vidi tutto che mi girava, non ero più tanto abituata. Mi avvicinai al tavolo dove davano da bere e presi un altro drink, così, per dimenticare l’imbarazzo.

Dopo cinque bicchieri interi, persi completamente il controllo di me stessa. Girovagavo per la spiaggia senza conoscere o riconoscere nessuno. Chissà dov’era Nick, dove si era cacciato! Avevo bisogno di lui. E Joe? Da come si era presentato mi sembrava un ruba cuori quindi era sicuramente a letto con qualcuno.
Mi appoggiai a una sdraio perché vedevo girare tutto. Poi la musica. Le luci. La gente che ballava.
 
Joe’s POV;
Come al solito avevo perso di vista mio fratello. La cosa preoccupante è che in situazioni come queste si metteva sempre nei guai e dovevo arrivare io a fare l’eroe per parargli il culo. Solo che eravamo in vacanza cavolo, poteva risparmiarmi! E poi non avevo voglia di lasciare la festa, era divertente! Più delle ultime a cui ero andato.

Vidi in lontananza dei tizi che si avvicinavano ad una ragazza piuttosto combinata male. Secondo me aveva bevuto più stasera che in tutta la sua vita. Mi avvicinai piano e sentii che si stava lamentando, forse perché quei ragazzi le stavano addosso, o forse perché voleva essere lasciata in pace. Però poi vidi che stava piangendo e il tono della voce si stava alzando.
«Via di qui, che cazzo state facendo? Mollatela!» urlai presentandomi davanti ai tre individui. Uno cercò di darmi un pugno ma il suo amico lo bloccò. «Stiamo solo conoscendo questa bella ragazza!» disse il più alto indicando la ragazza ormai completamente sdraiata sulla sabbia. Poi un colpo di fulmine: quella ragazza l’avevo già vista! Era l’amica di Nick! Melissa forse…
«Mi sembra però che lei non gradisce questa cosa quindi sparite. ORA.» dissi cercando di essere il più convincente possibile. I ragazzi si guardarono e poi tolsero il disturbo andando a disturbare da un’altra parte. Ma la gente non aveva una vita?

Dopo dieci minuti Nick mi raggiunse avendo ricevuto la mia chiamata. «Cos’è successo?» chiese preoccupato mettendosi in ginocchio sulla sabbia per vedere meglio la sua amica. Che poi, amica? Siamo sicuri? Bho.
«Ha fatto colpo, solo che lei non lo sa. Diciamo che tre bei ragazzi ci stavano provando spudoratamente ma come puoi vedere lei non sa neanche più chi è. Quanto l’hai fatta bere?» domandai infine. Lui alzò lo sguardo, «Non l’ho tenuta sott’occhio, avevo una cosa da fare.» disse un po’ misterioso. «Vabbè, porti tu questa donzella in camera sua o la lasciamo qui?» «Che ore sono?» «Quasi le due!» dissi sorridendo sapendo che l’avrei messo in difficoltà. «Cazzo! Come la porto in camera? I suoi mi tranciano!» esclamò infine toccandosi i ricci. «Dai scemo muoviti, portala in camera nostra!» «E’ una camera doppia, dove la faccio dormire?» «Con te cretino! Vuoi farla dormire sul divano per caso? Dov’è fino il mio fratellino galantuomo?» dissi facendolo diventare rosso. Prese Melissa per un braccio ma poi capì che la “manovra” che voleva fare era impossibile. Così la prese per la vita e se la mise in braccio. «Tu che fai?» «Resto ancora un po’, so badare a me stesso. Non come la tua amichetta!» e non riuscii a finire neanche la frase che mi ritrovai Nick davanti pronto a darmi un pugno. 

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Capitolo 5
*** You're a bit pesky but... ***


Eccomi di nuovo qui! Mi sono divertita un sacco a scrivere questo capitolo, spero piaccia anche a voi (:
E grazie a tutte quelle che recensiscono xx


Quando mi svegliai mi accorsi subito che quella non era la camera dove avevo appoggiato le mie cose il pomeriggio prima. Mi voltai a destra e vidi una figura familiare ma mi spaventai e tirai un urlo.
«Che? Che cosa succede?» chiese alzandosi di colpo. Cercai l’interruttore della luce per vedere il faccia la persona e appena lo trovai scoprii che era Nick. «Che cosa ci fai tu qui? Anzi, che cosa ci faccio io qui?» domandai perplessa. Non mi ricordavo nulla della sera precedente e a quanto pare erano passate un paio di ore dalla mezzanotte. «Eh sai…» iniziò Nick ma lo bloccai subito. «Ho bevuto, ci siamo baciati, non ho capito più nulla e abbiamo…scopato?» chiesi quasi tremando per la lampadina che mi si era accesa in testa. «Ma sei scema? Sei ancora ubriaca? Hai bisogno di dormire ancora un po’?» «Rispondi alla mia domanda!» «No, non ti preoccupare. Non ti ho sfiorata neanche con il pensiero!» sorrise. Tirai un sospiro di sollievo e mi lasciai ricadere sul cuscino. «Allora cos’è successo? » «Da dove inizio? Siamo arrivati alla festa, hai iniziato a bere come se avessi un motivo per farlo, del tipo che ti dovevi dimenticare di qualche problema, io mi sono allontanato e stavi per essere stuprata da alcuni tizi che ti avevano presa di mira. Fortuna che c’era mio fratello!» rispose facendomi l’occhiolino. Fratello…fratello…fratello…«Ah sì, Joe?» domandai un po’ confusa. «Esatto!» «E ora dov’è?» «Non ne ho idea, ma è abbastanza grande e vaccinato da cavarsela anche da solo!» «Eh okay, era solo una domanda!» «Sì scusami, non è stata una delle serate più divertenti della mia vita!» disse chiudendo la conversazione.

Sapete una cosa? Mi ero completamente dimenticata che ero venuta in vacanza con i miei genitori e che loro non sapevano che fine avevo fatto. La forza di alzarmi in quel momento da letto del riccio era davvero poca. Dopo aver spento la luce rimasi ad ascoltare il respiro di Nick, non so perché, ma mi trasmetteva sicurezza. Mi voltai dall’altra parte dandogli le spalle per cercare il telefono, ma dove l’avevo lasciato? Mi rigirai cercando di fare meno rumore possibile. «Hey?» dissi all’orecchio di Nick. Lui fece un verso che, secondo me, voleva dire tipo “sì?”. «Sai dov’è il mio cellulare? Non mi ricordo dove l’ho messo!» dissi sorridendo come se volessi anche scusarmi per averlo svegliato di nuovo. «Mmmmh non ricordo di averlo visto, prova a usare il mio per chiamarti. Poi se è urgente chiama direttamente con il mio» concluse porgendomi il suo iPhone. Aveva una cover davvero divertente: un pianoforte. «Tu suoni?» chiesi mentre digitavo il mio numero. «Sì!» «Il piano?» «Perspicace!» «Dai scemo!» «Suono anche la batteria e la chitarra, se lo vuoi proprio sapere» disse assonnato. Povero, gli dovevo un favore grande come un casa. Intanto cercai di rintracciare il mio telefono senza avere risultati. «Cazzo, l’ho perso!» mi misi le mani nei capelli. Non solo i miei mi avrebbero ucciso perché non ero tornato in camera ma avevo anche perso il cellulare! «Mi farai dormire stanotte?» «Scusami, adesso sparisco!» mi alzai dal letto ma Nick mi bloccò prendendomi il braccio. «Stavo scherzando, torna indietro!». Mi voltai e mi buttai di nuovo sul letto. Sapevo che questo l’avrebbe fatto un po’ infuriare ma mi divertiva. Presi di nuovo il suo iPhone e mandai un messaggio a mamma: “Sto bene, non vi preoccupate! Domani mattina vengo direttamente a fare colazione con voi!” inviai e ci addormentammo entrambi nel giro di pochi minuti.
 
Nick POV;
Non mi aveva lasciato tranquillo neanche un secondo, fortuna che si era addormentata! Era davvero una rompipalle ma…mi piaceva.
***
Drin drin drin, ci mancava solo la sveglia!
Dove aveva messo il cellulare? Lo cercai ovunque e poi vidi lo schermo che si illuminava sul comodino alla sua destra. Mi avvicinai e le passai sopra senza farla svegliare ma lei si voltò e ci trovammo a cinque centimetri l’uno all’altra. La guardai negli occhi anche se la luce era debole in quella stanza visto che il sole era appena sorto. Non sapevo cosa fare. Ero attratta da lei e se l’avessi baciata non mi sarei sicuramente pentito. Però, se lei invece non avesse ricambiato? Ci sarei rimasto di merda.
Mi allontanai, «Scusami. E buongiorno!» esclamai. «Buongiorno anche a te!»   

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Capitolo 6
*** Going crazy! ***


Woho, ho fatto più in fretta che potevo u.u
Stamattina mi sono alzata e magicamente avevo il capitolo pronto! :D
Buona lettura xx



Perché? Perché si era fermato? Perché non mi aveva baciata?
Domandai a me stessa il perché di quello che era successo dieci minuti prima mentre scendevo le scale e raggiungevo i miei nel salone dove servivano la colazione.
Forse non era attratto da me? Non gli piacevo? E perché mi stavo facendo questi complessi?

Arrivai alla fine delle scale ed entrai nella sala; mi girai intorno per cercare il tavolo dov’erano seduti i miei genitori e appena li vidi mi avvicinai a loro.
«Buongiorno!» dissi, cercando di essere più convincente possibile. Mamma mi guardò, «Dove diamine eri finita?» domandò poi. Mi sedetti vicino a papà e iniziai a spiegar loro cos’era successo, ovviamente inventando la maggior parte delle cose. «Sapete ieri alla festa? Ecco, ho conosciuto un gruppo di amici e abbiamo un po’ bevuto e siccome ero stanchissima ho…ho dormito in spiaggia. Faceva un po’ freddino ma sono stata bene e ora sono qui!» sorrisi. Papà iniziò a fissarmi con uno sguardo che non avevo mai visto. «E’ la verità?» «Giuro!» risposi e mi accorsi che avevo le mani sudate. Mi succedeva quando mentivo, e non succedeva spesso. Mi alzai e mi avvicinai al tavolo, presi un cornetto alla nutella e una tazza di caffè-latte.
 
Mamma e papà decisero di andare a farsi un giro fuori dal villaggio e volevano portarmi con me ma non avevo minimamente voglia, quindi rimasi sola. Preparai la borsa con gli asciugamani, la crema e l’olio solare, gli occhiali da sole e un costume di ricambio giusto per far vedere che la borsa non era vuota.

La spiaggia era deserta, ancora meglio! Guardai un po’ in giro per vedere se c’erano i due fratellini che mi avevano, in un certo senso, salvato la vita la notte precedente. Io e Nick ci eravamo lasciati con un “buongiorno” quella mattina e non c’era cosa peggiore.
«Bubu!» «Sei pazzo?» urlai trovandomi Nick dietro che mi aveva fatta spaventare. Si sedette sul MIO sdraio e iniziò a fissarmi. «Che c’è?» «Sei bellissima!» «Non dire cazzate» «Dico solo la verità!» concluse. Menomale che ero al sole e non si accorse che ero diventata rossa dalla vergogna. Quasi nessuno me l’aveva mai detto. Sì, avevo un fisico che faceva paura perché ero abbastanza magra e alta però…non ci trovavo niente di mozzafiato in questo. I miei capelli erano mossi, di un colore indefinito visto che sembravano sia biondi che castani e avevo gli occhi azzurri. La cosa che odiavo di più era il mio sorriso.
«Che fai stasera?» mi domandò. «Non ne ho idea, perché?». Non rispose e non riuscivo ad afferrare quello che voleva dirmi. Rimasi in silenzio e iniziò a creare piccoli cerchi con il dito sulla mia pancia. Potevo sopportare tutto, ma questo mi mandava fuori di testa. Avrei seriamente voluto baciarlo da testa a piedi. Continuò a disegnare cerchi e a fare percorsi a zig-zag, sempre sulla mia pancia. «Potremmo farci un giro sul lungo mare, ti va?» «Sì, però non andiamo tardi.» «No, ti porto a vedere il tramonto.» sorrise, mi stampò un bacio sulla guancia e sparì.    
Ero arrivata alla conclusione che…forse mi piaceva davvero.                                             

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Capitolo 7
*** Ask me something! ***


Vi devo dare la fantastica notizia che sto andando molto in fretta e che ho scritto anche i capitoli successivi perchè ho tanta ispirazione :D
Quindi leggete e recensite in fretta che li posto tutti u.u
Besos xx


Mi guardai allo specchio: indossavo un vestitino corto con una cintura color beige sotto il seno. Forse non era proprio da “passeggiata sul lungomare” però mi piaceva ed ero sicura che sarebbe piaciuto anche a lui.

Avevo trovato il mio iPhone nella borsetta che quella sera avevo dimenticato in camera, fortunatamente. Così il cazziatone me l’avevano fatto solo perché ero sparita per tutta la notte.

«Come siamo belle!» disse Nick vedendomi, mi diede un bacio sulla guancia e scendemmo insieme in spiaggia. «Posso farti una domanda?» «Certo» «Perché mi hai fatto questa proposta?» «Bhe…» iniziò toccandosi i ricci, «Ho dormito con te stanotte ma non so praticamente nulla della tua vita, e sai, non è da tutti i giorni dormire con una sconosciuta.» sorrise. Effettivamente aveva ragione: neanche io sapevo nulla di lui.
«E quindi facciamo un gioco?» «Esatto. Io ti faccio delle domande e tu rispondi. Poi, solo se desideri, puoi farle tu a me.» annuii e mi accorsi che era un lunghissimo lungomare.
«Allora, per iniziare, so come ti chiami di nome ma non so il tuo cognome!» «Non ti perdi nulla, non ti preoccupare! Sono Melissa Green. E neanche io so il tuo, avanti, sputa il rospo!» «Ma il tuo turno e dopo!» «Eddai!» «D’accordo. Jonas. Nicholas Jerry Jonas!» scoppiai a ridere, quasi non mi tenevo in piedi e non sapevo perché il suo secondo nome mi faceva così ridere. «Cos’hai?» chiese un po’ in imbarazzo. «No niente, è che mi fa ridere il tuo secondo nome…io ne ho solo uno!» afferrò la risposta e continuò con le domande. «Scuola? Ti piace?» «Nick ascolta, seriamente vuoi sapere come vado a scuola? So dove vuoi arrivare quindi taglia corto!» gli feci l’occhiolino. «Va bene signorina. Sei fidanzata?» «Oh, vedi? No, odio l’amore e spero che a quel bastardo che mi ha fatto soffrire gli taglino il suo caro amichetto così smetterà di fare il figo.» dissi tutto d’un fiato, alterata. Odiavo parlare di lui. «Aww, penso di aver capito. Sei una dura!» «Solo quando ce n’è bisogno!» «E quindi non hai intenzione di innamorarti più?» «Non lo so, se deve succedere lo accetterò.» «Credi nel destino?» «Più che nel destino, credo nel caso.» sorrisi e lui mi fece segno di sedermi accanto a lui sul bagnasciuga. Il sole stava tramontando e colorava il mare di un rosso-arancione che rendeva l’atmosfera molto romantica. Ripensai un secondo alle domande che mi aveva fatto fino ad ora ed ero felice di essere lì, con lui. «Ora posso fartene alcune io?» chiesi e lui annuì. «Va bene. Allora, da quanto suoni?» «Ah allora non eri ubriaca fradicia ieri notte!» disse e gli tirai una gomitata, ridemmo. «Scemo!» «Scherzi a parte, suono da quando sono piccolo. Mi piace anche cantare e volevo mettere su una band con i miei fratelli ma sono successe un po’ di cose e ora è diventato un po’ complicato.» «Non hai solo Joe come fratello?» «No, siamo in quattro. Kevin, che è il primo, è sposato da un paio d’anni. Poi c’è Joe, ci sono io e il piccolo Frankie» sorrise e da quello capii che erano molto affiatati. Sarebbe piaciuto anche a me avere una sorella o un fratello ma era troppo impegnativo da quello che dicevano sempre i miei. «Bene. E hai la ragazza?» «Se avessi avuto la ragazza non avresti dormito con me l’altra notte!» «La smetti di fare riferimenti all’altra notte?» «Perché?» «Perché mi metti in imbarazzo!» dissi mettendomi le mani davanti alla faccia e piegandomi sulle gambe. Scoppiò a ridere e mi cinse col suo braccio muscoloso. «Ah, vai a anche in palestra?» «Quando ho tempo!» esclamò con l’aria di un omaccio. «Tu cosa fai nel tempo libero?» «Leggo, ascolto musica, dormo, leggo, ascolto musica e dormo.» «Divertente!» gli tirai una gomitata al petto e lui si piegò ridendo. «Mi sa che non ti alleni da un po’!» «Stai mettendo in discussione i miei muscoli?» «Solo un pochetto!» «Ah sì? Vieni qui che ti faccio vedere io!» rispose e iniziò a farmi il solletico. Non so come faceva a sapere che scoppiavo a ridere come una pazza quando me lo facevano. Ridevo fino allo sfinimento, in certi momenti non riuscivo neanche a respirare. Mi alzai liberandomi dalle sulle braccia e corsi cercando di non essere presa. Nick mi raggiunse, mi fece cadere e si sdraiò su di me. Voi penserete “e ora si baciano, come nei film”. No, in quella posizione riuscii a ricambiare il “favore” facendogli il solletico e Nick rotolò finendo nel mare. Mi alzai in piedi e scoppiai a ridere. «Sei una sagoma!» «Scema!» «Scema a chi?» entrai in mare andandogli contro cercando di prendergli la testa e farlo andare sott’acqua. «Scherzavo dai!» disse in un misto di risata e serietà. «D’accordo, ti perdono.» gli sorrisi e uscimmo dall’acqua. «Hai fame? Ti porto in un posticino romantico.» «Sei pazzo? Non ci fanno entrare così conciati!»

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Capitolo 8
*** It's flawless! ***


Ho lasciato il meglio per dopo :D


«Forse hai ragione!» disse ripensandoci. «Dobbiamo per forza mangiare?» «Meli, sembri anoressica. Se tu fossi la mia ragazza ti porterei a mangiare fuori ogni sera o cucinerei io.» esclamò spiazzandomi. Stavamo camminando per asciugarci i vestiti e rimasi a bocca aperta. Avevo capito bene o l’acqua che mi era entrata nelle orecchie mi aveva fatto sentire una cosa per un’altra? «Tenero.» «Cosa?» «No, dicevo che sei tenero.» dissi arrossendo. Ma perché? Ero io a fare un complimento a lui ed era lui che doveva arrossire, non io, maledizione! «E tu sei bella.» «Ora ti cresce il naso!» «Ma smettila! Perché hai l’autostima a zero?» «Se fra due settimane saremo ancora così…amici, te lo dirò.» «Perché non me lo dici ora?» «Perché sono timida, non so se te ne sei accorto. E non dico i miei problemi ad un bel ragazzo che ho appena conosciuto!» esclamai acida. Era questa una delle cose che odiavo di me: l’acidità. La maggior parte delle volte, anche se non lo volevo, rispondevo in modo acido come le l’altra persona mi avesse detto chissà cosa.
«Scusami, non è facile», Nick si avvicinò e mi abbracciò. Sì, era proprio questo che mi serviva, bravo Jonas! «Senti, lo so che ci conosciamo da poco però…se vuoi sfogarti io sono qui!» «Sembra tanto una scena da film» «E invece è la realtà. Ci siamo io e te, su questa spiaggia, con indosso vestiti fradici e scambiamo quattro chiacchiere.» e con quelle parole conquistò in poco tempo tutta la mia fiducia.
«Che facciamo?» «Torniamo al villaggio ma rimaniamo in spiaggia. Almeno lì, nessuno ci prenderà per pazzi con i vestiti bagnati che vanno avanti e indietro sul lungomare!» gli feci l’occhiolino e lui annuì.
 
Ci sdraiammo sulla spiaggia dopo aver trovato, miracolosamente, due asciugamani su delle sdraie. La spiaggia era vuota ma si sentiva il frastuono provenire dal ristorante, dalle piscine e dalla discoteca che stavano preparando per quella serata.
«Guarda quante stelle!» disse indicando il cielo. Alzai lo sguardo e le vidi, piccole ma tutte vicine. Sorrisi e lui se ne accorse, «Ti piacciono?» «Da morire!» «Sai, una cosa che non ti ho detto è che a casa ho un enorme telescopio e da piccolo, con papà, lo usavo spesso!» «Meraviglioso» esclamai sorridendo. «Guarda» ne indicò una, «Quella è la mia preferita. Si chiama Denise. Cioè, l’abbiamo fatta chiamare noi così.» «Perché?» «E’ il nome di mia mamma. L’anno scorso ha fatto 50 anni e abbiamo deciso di farle un regalo un po’ diverso, fuori dal comune.» «Wow, è fortunata ad avere dei figli come voi!» lui arrossì. OH FINALEMENTE anche lui arrossisce, pensai.
Si voltò mettendosi su un lato e iniziò a fissarmi: «La tua paura più grande?» ci pensai un po’ sopra e poi risposi: «Rimanere sola. Non riuscirei a sopportarlo. La tua?» «Ho paura dei cambiamenti. Odio vedere una persona che cambia da un giorno all’altro senza motivo.» rispose.

Si avvicinò e io mi voltai capendo già cosa avrebbe fatto ed ero più che d’accordo. Risi e lui mi sorrise. Si mise sopra di me e mi sfiorò le labbra, prima una volta, poi una seconda ma alla terza volta alzai la testa e gli diedi un bacio. Non era rude come penserete. Era un misto tra dolcezza e determinatezza. Poi, ancora mentre ci baciavamo, iniziò a toccarmi i capelli ed era la cosa che adoravo di più in assoluto. Risi di nuovo e lui si staccò, «Io non ti lacerò mai sola.» «E io non cambierò mai.» esclamai e mi baciò di nuovo, facendo incontrare anche le nostre lingue.

Era tutto così…perfetto. Tutto così semplice, meraviglioso.
Continuammo a baciarci e sembrava che il tempo si era fermato.

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Capitolo 9
*** Crazy. ***


Eccomi qui (:
Spero che questo capitolo non sia noiso D:
Buona lettura xx




Mi svegliai di soprassalto. Ero nel mio letto ed entrava un filo di luce dalla finestra. Mi alzai e guardai l’iPhone: erano appena le sette del mattino. Avevo fatto un incubo, sì, era stato proprio brutto. Avevo sognato che la storia con Nick era tutta una balla e che lui mi avrebbe lasciato da lì a poco…anche se effettivamente non stavamo proprio insieme. O almeno, non ne avevamo parlato. Dopo il bacio eravamo rimasti lì, abbracciati, a guardare il cielo poi ognuno nella propria camera.
 
Bussarono alla porta. Mamma e papà erano andati a fare colazione e sicuramente si erano dimenticati qualcosa. Aprii la porta, «Ch-che ci fai qui?» domandai. «Sono venuto a chiederti se scendevi a fare colazione con me» sorrise, «Ma va tutto bene?» «Sì. No. Stanotte ho fatto un incubo e sinceramente sto ringraziando il cielo che tu sia qui ora.» lui si avvicinò e mi abbracciò. «Tranquilla!» sorrise di nuovo.
Scendemmo e vidi da lontano i miei genitori ad un tavolo vicino al banco dell’acqua. Fermai Nick con un braccio. «Ti va se ti presento i miei?  Perché se mi beccano mi uccidono. Avevo detto loro che non sarei scesa» «Presentarmi i tuoi?» «Sì, da amici!» dissi apposta per vedere la sua reazione ma lui si limitò ad annuire. Mi avvicinai lentamente e mi stavo già facendo i filmini mentali: i miei si sarebbero infuriati perché avrebbero capito che era con lui che avevo passato quella notte e si sarebbero fatte mille domande tipo “saranno andati a letto insieme?” “sono fidanzati?” e bla bla bla.
Attirai l’attenzione con un colpo di tosse e i miei si voltarono, «Oh ciao tesoro!» esclamò mamma. «Buongiorno! Volevo farti conoscere una persona» indicai Nick, «E’ un mio amico» sorrisi e lui allungò la mano per stringerla a mia mamma e mio padre. «Ah ora è così che si chiamano? Amici? Non più fidanzati?» disse mio padre ed ecco la prima figura di merda. Ma perché non riusciva a farsi i cazzi suoi per una santa volta? «No papà, siamo amici e basta.» dovetti ammettere anche se infondo volevo essere più di un’amica per lui. «Sono Nick!» finalmente riuscì ad entrare nella conversazione.
 
Finalmente riuscimmo a liberarci dai miei e ci appartammo a fare colazione. Io presi una tazza di caffè con una brioche al cioccolato e Nick solo un cappuccino.
«Mi dispiace» «Per cosa?» «Che ti hanno messo in imbarazzo! Fanno sempre così, non avrei dovuto presentarti a loro…» dissi addentando la brioche. «Non ti devi preoccupare! Anche io ti avrei presentato ai miei se fossero venuti con me ma purtroppo o per fortuna c’è solo mio fratello Joe!» «Ah già, ma che fine ha fatto?» domandai. «Devi sapere che è venuto alle Bahamas con me solo perché voleva fare tante foto. Sai, lui ha questa passione!» «E tu perché sei venuto?» lui rimase un attimo in silenzio cercando la risposta, «Mamma e papà mi hanno regalato questo viaggio per il diploma!» «Ti sei già diplomato?» «Sì perché? Tu no?» mi nascosi dietro la tazzina del caffè, «Mmmh sono piccola, mi manca ancora un anno!» dissi un po’ in imbarazzo. Non sapevo perché mi stavo comportando così ma anche se pensavo che l’amore non avesse età sapevo che ci sarebbero stati, in un possibile futuro, parecchi problemi. «E andrai all’università?» «Sì, ho mandato la domanda a un paio di università e vedrò…»
Io invece avrei scelto di rimanere nei dintorni di New York visto che era la città più grande vicina a me. Magari, con un miracolo, mi avrebbero preso alla Columbia e mi sarei potuta trasferire.
 
Passammo tutta la mattinata insieme vicino alle piscine.
«Nicholas se mi butti in acqua io…» non feci neanche in tempo a finire la frase che mi ritrovai in acqua e subito dopo si tuffò anche lui. Andammo entrambi sotto e, come i bambini di dieci anni, facevamo i cretini salutandoci. Poi però gli ho preso il viso e l’ho baciato. Un bacio sotto l’acqua, stupefacente. «Sei pazza!» disse ridendo appena tornato a galla. «Può essere!» risposi cercando di risalire sul bordo. Salì anche lui e si sedette vicino a me abbracciandomi. «Mi piacciono le pazze, sai?» «Ci staresti con una pazza?» «Ti racconto una cosa» iniziò, «Un giorno ero in piscina in un villaggio bellissimo, con una ragazza bellissima ma un po’ pazza che ad un certo punto mi ha chiesto se mi piacevano le ragazze pazze non sapendo che avevo una fidanzata pazza.» «Sei fidanzato?» lo bloccai, perplessa. «Scema, sei tu.»
Fidanzata pazza. Ero la sua fidanzata ed ero pazza. Pazza di lui. 

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Capitolo 10
*** P stands for Problem. ***


Scusatemi se è un po' corto ma ho deciso di concluderlo così perchè era pieno di novità!
Grazie per tutte le recensioni e per quello che dite <3
Buona lettura e al prossimo capitolo xx




Nick POV;
Mi trovavo bene con Melissa, era una ragazza stupenda ma avevo una cosa in sospeso. Non con lei ovviamente, ma con un’altra ragazza e mi sarei dovuto dare una mossa perché si sarebbe saputo da lì a poco.

«Heilà fretellino, oggi hai da fare?» domandai a Joe vedendolo entrare in camera. «Dipende, cos’hai in mente?» «Solo…dovresti stare con Melissa.» «Perché mai?» «Perché devo fare una cosa e non mi va di lasciarla da sola con i suoi…» «E’ grande, Nicholas. Non ha bisogno di me!», mi inginocchiai davanti a lui, «Ti scongiuro» feci anche gli occhi dolci e lui accettò. «Ma dimmi un po’, tu cosa devi fare?» «Poi ti spiego, mi sono messo in un casino enorme.». Fortunatamente Joe non fece più domande e lo convinsi in poco tempo cosicché poté andare a fare colazione con Melissa. Non ero geloso, anzi, gli dovevo tanto per quello che stava per fare.
Io mi vestii velocemente e uscii cercando di non passare dalla camera di Melissa e di attraversale il corridoio che dava alla sala da pranzo correndo.

Dove mi stavo dirigendo? Dal mio più grande errore. Non era proprio lei l’errore ma era stata colpa mia perché mi ero spinto fin qui per riconquistarla e avevo finito per innamorarmi di un’altra. Non fraintendetemi, non sto giocando a nessun gioco con Melissa.
Attraversai la spiaggia e mi diressi verso il retro del villaggio dove alloggiava lo staff. Aprii la porta che cigolava cercando di fare il meno rumore possibile, attraversai due camere e finalmente arrivai davanti a quella che dovevo aprire per trovarmi davanti alla diretta interessata.
Bussai. «Nicholas!» disse aprendo la porta e correndo ad abbracciarmi. «Hey!» fu l’unica cosa che mi venne da dire. «Sono un po’ di giorni che non ti fai vedere. Avevo capito che eri venuto qui per me…» «Lo so, ho avuto degli imprevisti.» «Questi imprevisti si chiamano Melissa?» «Tu…come fai a conoscerla?» «Per tua sfortuna sono capitata sul piano della sua camera proprio quando stavate andando a fare colazione, l’altra mattina. E siccome da lì a poco avrei dovuto sistemare la sua camera mi sono detta: “perché non conoscere questa dolce ragazza che, a quanto pare, sta con Nick”?» esclamò un po’ nervosa. Ecco, ero nella merda fino al collo. Ma perché ero così stronzo?
«Non è come pensi.» «E allora com’è?» «Mi sono innamorato, ma non è stata una cosa volontaria.» dissi per difendermi. Lei si sedette sul letto ad una piazza che si trovava infondo alla camera.
«Nicholas, ascoltami: abbiamo passato cinque anni insieme, credo di conoscerti bene. » «Mi dispiace» «Tu lo stai facendo apposta!» «Perché dovrei?» «Perché sono scappata!» disse alzando la voce, poi continuò: «Perché sono andata via da un giorno all’altro senza dare spiegazioni.» «Io ti ho aspettato, tu dovevi farti viva. Ora non posso fare più nulla.» lei prese un respiro profondo e poi si alzò. «Sparisci.» disse con un tono moderato. «Ma io ero venuto per chiarire!» «SPARISCI NICHOLAS!» esclamò.
 
Che cazzo di casino avevo combinato. Se avessi avuto un minimo di coraggio mi sarei buttato nel mare, affogandomi e facendomi del male per quello che avevo combinato. Ora nessuna delle due poteva essere felice. Melissa avrebbe scoperto tutto e mi avrebbe mollato e ormai Emily, la cameriera, non mi avrebbe più parlato. 

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Capitolo 11
*** What the hell is going on? ***


Eccomi qui, ho fatto in fretta uu
Ora vi dico che se prima mi amavate, ora mi odierete fino a star male ahaha
Vi giuro che nei prossimi capitoli si aggiungerà tutto u.u
xx



Avevo passato una mattinata favolosa con Joe, il fratello di Nick. Si assomigliavano, si vedeva. Avevano quasi lo stesso carattere anche se Joe era più aperto e scherzoso e alcune volte Nick era un po’ nel suo mondo.
«Cosa prendi per pranzo?» «Oh no, non ti preoccupare. Mi alzo io!» «Ma figurati, tu resta qui.» sorrisi arrendendomi. «D’accordo. Allora…cotoletta e patatine. La pasta mi resta sullo stomaco poi!» dissi ridendo e lui mi guardò perplesso. «Sei consapevole del fatto che sei magrissima? Se cadi, ti spezzi.» «Ha detto la stessa cosa Nick, si vede che siete fratelli…» «Sì ma io sono più bello!» «E modesto!» aggiunsi.
Pranzammo insieme e poi passammo il pomeriggio in spiaggia a prendere il sole e parlare, parlare, parlare.
La cosa che non mi era molto chiara era dove diamine si era cacciato Nicholas. Joe mi aveva raccontato che doveva fare una cosa per i suoi genitori ma non avevo ben capito. Poi, perché non mi aveva avvisato il giorno prima? Così mi sarei organizzata anche io e non avrei fatto scomodare Joe che ora, quasi sicuramente, si stava annoiando ad ascoltarmi.
«Joe!» «Dimmi» «Non so che fine abbia fatto tuo fratello ma ti ringrazio per avermi tenuto compagnia oggi» esclamai e lui si alzò dalla sdraio. Si sedette sul mio e io mi alzai di colpo sorridendo. «Figurati, le amiche di Nick sono anche le mie!» si avvicinò e mi abbracciò.
 
Nick’s POV;
Avevo rovinato tutto, ma perché ero così rincoglionito eh? Ero caduto con la testa per terra da piccolo per caso? Forse avrei dovuto chiedere a mia mamma.
“Trova un modo per stare bene con te stesso” dissi tra me e me cercando un modo per rendere felice Melissa. Emily era una stronza e sapevo che me l’avrebbe fatta pagare ma non sapevo come.
Dovevo tornare da lei, quello stesso pomeriggio per chiarire. Quella mattina mi aveva buttato fuori dalla stanza ma sarei tornato con le palle a dirle quello che pensavo.
 
Bussai nuovamente alla porta e lei riaprì. «Non» dissi bloccando la porta con il piede, «Non chiudere la porta! Dobbiamo parlare, una volta per tutte.», mi  fece entrare e chiuse la porta facendo un rumore assordante. Ecco, era incazzata nera.
«Io sono venuto fin qui per TE, mi sono attraversato mezzo stato per TE. Quindi ora, chiariamo le cose. Mi sono innamorato, cosa devo fare? Mi vuoi uccidere per questo? No, perché dovrei farlo prima io per quello che TU hai fatto a me. Sono rimasto a casa giorni e giorni a piangere per te. Chiedi a Joe non ci credi!» «E’ venuto anche lui?» disse addolcendosi. «Sì, e l’ho dovuto lasciare con Melissa per venire a parte con TE.» e lei prese a pugni il cuscino che aveva di fianco. «Sempre questa Melissa!» «Lasciala perdere per un attimo!» «Nicholas, io dovevo andarmene. I miei erano lontani da me, io avevo bisogno di un lavoro e mi sentivo…fuori posto.» «Fuori posto? Mia mamma ti ha accolta come una figlia!» dissi ma lei per azzittirmi mi diede un bacio sulle labbra. Poi si allontanò e poi me ne diede un altro. Poi un altro ancora e…
 
Tirai giù tutti i santi che c’erano in cielo. Volevo rinchiudermi in una stanza e morire di sete e di fare. Coglione, stronzo, coglione, stronzo, coglione, stronzo. 

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Capitolo 12
*** Where have you been? ***


Eccomi :D
Mi dispiace dirvi che il capitolo è un po' piccolo ma non vi preoccupate uu
E siete un po' arrabbiate con Nick ahaha
Al prossimo xx



Mi alzai dal letto senza fare rumore. Emily stava dormendo e non la salutai neanche, presi i miei vestiti e corsi fuori da quella maledetta stanza. Mi vestii in fretta. Non volevo neanche pensare a quello che era successo, cercavo di guardarmi intorno per non beccare Joe e Melissa, camminavo svelto finchè non entrai di nuovo nel villaggio. Salii in camera, mi feci una doccia sperando che tutta la colpa sarebbe stata spazzata via, purificandomi e dimenticando.
Scesi in piscina e non li trovai, poi andai in spiaggia e vidi che si stavano divertendo in mare.
 
Meli’s POV;
Vidi Nick da lontano come un miraggio! «Heilà!» agitai le braccia per farci vedere e lui sorrise. «Ciao!» disse quasi freddo. C’era qualcosa che non andava. «Tutto okay?» «Sì certo, ora vado a spogliarmi così vengo in mare con voi» esclamò e si diresse verso il lettino.
«Tuo fratello è sempre così…lunatico?» chiesi e lui si mise a ridere, «Da quasi 20 anni» risposi e io rimasi con gli occhi spalancati.
Entrò in mare e mi baciò a stampo, poi si fece una nuotata per non avere freddo nell’acqua. «Allora, cosa avete fatto di bello senza di me?» «Dunque…abbiamo fatto colazione, pranzo, siamo venuti qui e ora stiamo con te!» risposi guardando Joe. Mi aveva tenuto compagnia, ma Nick non l’avrebbe passata liscia. «Wow!» esclamò avvicinandosi a me, «Dopo ho una sorpresa da farti» sussurrò nel mio orecchio e gli diedi un altro bacio. «Va bene, ma poi mi spiegherai dove eri finito!» sorrisi. Passammo il resto del pomeriggio a schizzarci acqua, prenderci in giro, fare capriole in acqua e poi finalmente andammo a cena. Per quella sera avevo scelto un vestitino semplice, color verde acqua, con un paio di sandali color argento e avevo portato una borsetta minuscola solo per metterci dentro l’iPhone. Mamma e papà erano usciti dal villaggio ed erano andati a mangiare una grigliata di pesce in un ristorante non molto lontano da lì.
 
«Allora, cos’hai fatto oggi?» domandai a Nick. Eravamo di nuovo in spiaggia, da soli. Era stupefacente vedere come a quell’ora non c’era nessuno lì. Nick si avvicinò e iniziò a baciarmi il collo ma cercai di resistere, «Avanti, sputa il rospo!» «Ma è una sorpresa» «E allora dimmela» lui si staccò dal mio collo e si buttò sulla spiaggia. «C’è qualcosa che non va?» «No, nulla!» mi appoggiai di fianco a lui e iniziai a toccargli i capelli. Chissà se anche a lui faceva l’effetto che faceva a me.
«Meli, ho passato metà giornata a…cercare una stella da dedicarti!» esclamò e mi alzai di colpo. «Che?» domandai per paura di aver capito male. «Ho “comprato” una stella, per te.» disse e gli presi il viso per baciarlo. Fu un bacio davvero lungo. «Però, non sono riuscito a farmi dare il certificato quindi ti dovrai accontentare della mia parola!» «Sei fantastico, davvero.» esclamai quasi con le lacrime agli occhi.

Si mise sopra di me e iniziò a baciarmi tutta. 

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Capitolo 13
*** I'm sorry. ***


Lo so, rompo troppo perchè aggiorno ogni giorno ma non riesco a resistere guwogiuet
Amo leggere le vostre recensioni ghriugeiotth
Vi amo davvero xx



Erano passati un paio di giorni, avevamo fatto sempre le stesse cose e ci eravamo davvero divertiti. Joe era simpaticissimo e vedevo ancora Nick perplesso in qualche momento ma poi gli passava subito.
 
«Vieni con me» mi prese la mano e mi portò in un posto non molto lontano di dove eravamo. Vidi una tenda color rosso e rimasi bloccata. «Che succede?» domandai perplessa. «L’ho fatta mettere per noi» rispose e mi emozionai tutta. L’aveva fatto per noi, noi due. Io e Nick. Melissa e Nick.
Corsi ad abbracciarlo e mi prese in braccio, circondai le mie gambe intorno alla sua vita e iniziammo a baciarmi. Ma quei baci avevano un sapore strano, diverso. Eppure, mi aveva reso contenta solo con una tenda. Entrammo e mi ritrovai davanti a una deliziosa cenetta a lume di candela. «Hai cucinato tu?» «Sì, te l’avevo detto che ero bravo. Ora però sarai tu a giudicare!» «Mmmh non vedo l’ora!» dissi accomodandomi su un cuscinetto. «Vuoi un po’ di vino?» «Nicholas sei pazzo? Mi andrà tutto in testa, poi mi rincoglionisco» lui scoppiò a ridere e prese la bottiglia di acqua. Era questo, era questo che stava preparando. Quando era sparito per tutta quella mattina, quando era assente con il pensiero…c’era qualcosa migliore di questa? Un ragazzo perfetto, una cena perfetta, in un posto perfetto! Tutto perfetto, non l’avrei mai ringraziato abbastanza per avermi reso felice come nessuno mai.
Sentii un rumore che batteva sulla tenda e misi fuori la testa: stava piovendo. «Che sfiga, dobbiamo rientrare?» «E perché?» «Sta piovendo!» «E secondo te, io non avevo previsto tutto questo? Non ti preoccupare, la tenda terrà. Possiamo dormire anche così» disse e mi avvicinai per baciarlo a stampo. «Mi mancherai…» esclamò ad un certo punto. Mi voltai, «Anche tu, ma ci vedremo. Dobbiamo vederci! Non può essere una storiella estiva, lo sai?» lui annuii e mi mise la ciocca di capelli dietro l’orecchio. «Sei bellissima stasera» mi sussurrò nell’orecchio. «Solo stasera?» dissi ironicamente. «No, sei sempre bellissima!» esclamò. Iniziò a baciarmi sul collo fino ad arrivare al seno. Gli presi il viso e lo baciai, le nostre lingue diventarono un tutt’uno. Mi fece sdraiare ad adagio sui cuscinetti dove cinque minuti prima eravamo seduti a mangiare la deliziosa cena. Mi avvicinai al suo orecchio mentre lui mi slacciava lentamente la cerniera del vestito, «Comunque…la cena era ottima!» esclamai e lui mi morse il labbro inferiore. Gli tolsi la camicia senza fare caso ai bottoni che erano volati, perché l’avevo completamente strappata dal suo petto. Volevo essere…sexy. Continuammo a baciarmi, alla fine lui mi sfilò il vestito, io i pantaloni. Poi il reggiseno volò dall’altra parte della tenda e il resto della biancheria venne tolta velocemente. Si mise sopra di me, e iniziò a spingere. Sentivo un po’ di male ma non glielo dissi per paura che si sarebbe fermato. Diventammo una cosa sola e in quel momento ero felice. Fu questo che “coronò” il nostro amore che in poco tempo era diventato qualcosa di importante e grande.
 
Nick’s POV;
 
Mi svegliai e mi accorsi che eravamo entrambi coperti da un lenzuolo sottile. Mi voltai verso sinistra e la trovai lì, che dormiva tranquilla dopo una notte decisamente meravigliosa. Non mi ero mai sentito così vivo. Neanche quel pomeriggio con…Emily. Mi faceva senso dire quel nome perché lo associavo subito a quello sbaglio. Melissa era una dea bellissima. Mi aveva reso davvero felice quella notte.
Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai a bassa voce: «Scusami. Ti amo.»

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Capitolo 14
*** I cross my heart and I hope to die. ***


Eccomi qui di nuovo, felici? (:
Spero che questo capitolo non sia troppo corto ma neanche troppo noioso D:
Si iniziano a capire un po' di cose ma con il prossimo vi lascerò senza fiato!
Buona lettura xx



La mattina seguente mi svegliai con dolori qua e là. Avevo la schiena a pezzi, forse per colpa della sabbia scomoda o del venticello che aveva tirato per tutta la notte. Vidi Nick che si era già svegliato e mi stava toccando i capelli, «Buongiorno» dissi con voce assonnata. Lui si avvicinò e mi stampò un bacio sulle labbra, «Buongiorno a te meraviglia!» «Per colpa tua non riuscirò ad alzarmi da qui» «Perché?» «Ho dolori dappertutto» dissi e si mise sopra di me in un nano secondo, quasi non me ne accorsi. «Se vuoi possiamo rimediare…» «Come?» «Ti porterò in braccio fino alla tua camera!» disse sfoggiando quel sorriso così perfetto.  Avrei ricordato quella nottata come la prima volta anche se purtroppo non lo era davvero. Avevo perso la verginità qualche anno prima con un ragazzo che era mezzo ubriaco che mi aveva fatto dei complimenti e ci ero cascata con tutte le scarpe.
«Andiamo a fare colazione o la faccio portare qui?» «Andiamo noi, ma mi devi portare in braccio!» dissi sottolineando la promessa che aveva appena fatto. Ci vestimmo e Nick chiamò il responsabile della spiaggia per far sbaraccare tutta la tenda e la roba che avevamo lasciato dentro. Nick mi prese in braccio e mi portò fino al ristorante.
 
 «Allora piccioncini, cosa avete fatto ieri sera?» chiese Joe facendoci segno di sederci al tavolo con lui. Nick lo fulminò con gli occhi e Joe scoppiò in una risata che, per la prima volta da quando lo conoscevo, mi fece sentire a disagio. «Che c’è?» domandò Nick dandogli una gomitata, «No niente, sono felice per voi» sorrise e finii la sua colazione. Quella mattina non avevo molta fame, presi solo un po’ di caffè per svegliarmi completamente. Sinceramente, sentivo che c’era qualcosa di strano. Non in Joe, non in Nick ma in me. Scossi subito la testa per mandare via quel pensiero e continuammo a parlare finchè Nick non mi accompagnò in camera dove i miei genitori lo fermarono per fargli domande sulla serata: «Allora giovanotto, dove hai portato mia figlia stanotte?» domandò papà. Nick mi mise di nuovo per terra e appena papà aprì bocca decisi che dopo quei cinque minuti Nick mi avrebbe mollato. «Signore siamo andati a cena fuori e siamo stati svegli tutta la notte a parlare per…conoscerci» disse Nick mentendo ma mamma e papà abboccarono subito, fortunatamente. Gli diedero una pacca sulla spalla come per dire “prenditi cura di lei” e poi sparirono. «Mi vieni a prendere fra mezz’ora?» «Sì, veramente volevo portarti da una parte» disse lui e mi eccitai tutta, mi piacevano le sue sorprese. Chiusi la porta ed entrai in doccia.
 
Nick’s POV;
Entrai in camera e mi accorsi che Joe era lì. Dovevo dirglielo, avevo un peso sullo stomaco che quasi mi toglieva il respiro. «Joe…» «Dimmi fratellino!» «Sono andato a letto con un’altra.» lui si alzò di colpo, «Un’altra che non è Melissa?» «Sì.» risposi e vidi Joe che rimase a bocca aperta e per un secondo avrei dato qualunque cosa purché mi desse un pugno per atterrarmi completamente, ma non lo fece. «Nicholas! Che cazzo hai combinato?» «E’ successo l’altro giorno, quando vi ho lasciati da soli per tutta la mattinata…» «E con chi sei andato a letto?» «Emily Wood.»

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Capitolo 15
*** You suck. ***


Salve salvino!
Mi dispiace che scrivo capitoli molto brevi ma lo faccio anche per tenervi sulle spine ):
Vi prometto che i prossimi saranno di almeno 600 parole u.u
Buona lettura e non mi uccidete xx



Emily’s POV;
Avevo visto Nick e Melissa insieme sulla spiaggia l’altra notte e avevo capito tutto al volo. Solo che nessuno mi prendeva per il culo, tantomeno Nick Jonas. Decisi di dire tutto a Melissa, in modo da dare una lezione ad entrambi.
Entrai in camera di Melissa, come ogni mattina, per sistemare la stanza. Questo lavoro aveva dei pro e dei contro ma in quel momento ringraziai il cielo di essere una dipendente di quel villaggio. Quando sono scappata di casa non sapevo dove andare e presi il primo volo per una destinazione sconosciuta e così mi ritrovai alle Bahamas. Che tristezza vero?
In camera non c’era nessuno. La doccia era appena stata usata e i letti erano disfatti. Con me, oltre alle solite cose, portai una penna e un foglio. Così mi sedetti sul divano nel salotto e iniziai a scrivere:

 
Cara Melissa, non credo saprai mai chi sono.
Ti scrivo perché devo informarti di una cosa: Nick Jonas non è la persona che pensi. È bugiardo, falso, manipolatore, cerca di rimediare facendo il possibile per renderti felice ma una sveltina a letto con un’altra non può essere spiegata e perdonata in questo modo. Quindi, ti chiedo, per il tuo bene, di chiedere al tuo ragazzo quello che è successo un paio di pomeriggi fa quando tu evidentemente eri all’oscuro di tutto e lui si è arrampicato sugli specchi per darti delle spiegazioni.

 
Non firmai neanche, chiusi la lettera a quattro e la appoggiai sul comodino di fianco al letto di Melissa. Poi sistemai la camera e uscii cercando di fare l’indifferente.
 
Melissa’s POV;
«Oggi non stai con quel ragazzo…come si chiama? Nick?» domandò mamma mettendo la chiave nella serratura della porta. «Sì, però ci vediamo direttamente in spiaggia.» sorrisi ed entrammo. Mi buttai sul letto, ero stranamente stanca anche se era una settimana e mezza che mi rilassavo. Già, mancavano pochi giorni e la vacanza si sarebbe conclusa. Poi cosa ne sarebbe stato di me e Nick? E Joe? Quando li avrei rivisti?
Mi misi su un lato e vidi qualcosa che spuntava dal comodino. Mi misi seduta sul letto e trovai una lettera. Pensai che magari Nick mi aveva scritto qualcosa di super sdolcinato invece…
Lessi la lettera tutto d’un fiato e quando arrivai all’ultimo punto volevo sprofondare. Era uno scherzo magari, che giorno era? Forse il giorno dei contrari? Rilessi la lettera sperando di trovare parole diverse ma non cambiarono per niente. Il fatto è che non capivo. Chi mi aveva scritto la lettera? E perché Nick non mi aveva detto la verità? E poi…cosa voleva dire “sveltina a letto”?
La testa mi stava scoppiando. Avevo troppe domande e nessuna risposta. Mi alzai barcollando, non volevo crederci. Non ero arrabbiata, solo delusa. Sarei diventata furiosa davanti a una falsa spiegazione di Nicholas.
 
«Ciao!» dissi presentandomi in spiaggia, Joe non c’era e Nick stava prendendo il sole. «Ciao amore» esclamò avvicinandosi al mio viso ma mi scansai. Vidi che era confuso e aspettai la famosa domanda. «Che succede?» chiese. Eccola, pensai. «Cos’hai fatto un paio di pomeriggi fa quando mi hai mollata con tuo fratello?» «Te l’ho detto» «Non ti credo.» «Meli? Ti ho detto la verità.» «Ah sì? Ne sei sicuro?» domandai cercando di tirargli fuori la verità. Iniziavo ad irritarmi e se non avesse risposto entro pochi minuti gli avrei messo le mani addosso. «Mi viene da dire solo una cosa…» dissi quasi con le lacrime agli occhi, «Fai schifo.» conclusi.

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Capitolo 16
*** Mistake ***


Buooooongiorno!
Posto velocemente perchè ho un sacco di fare in questi giorni e infatti mi scuso con le persone che mi stanno linkando i capitoli nuovi ma vi giuro che appena trovo un momento li leggo e recensisco tutti (:
Questo capitolo è un po' noioso ma troverete una piccolissima sorpresa che non piacerà a tutte 
Buona lettura bellezze xx



«Ti posso spiegare» esclamò Nicholas alzandosi dalla sdraio. «Non c’è proprio niente da spiegare, mi hai presa in giro» «Non è vero!» mi prese il braccio e cercai di liberarmi. «Lasciami stare! E vatti a scopare la tua amichetta.» mi voltai per andarmene, «Melissa aspetta!» urlò stoppandomi. Mi si avvicinò e cercò di accarezzarmi il viso ma gli tirai uno schiaffo e camminai velocemente verso l’entrata dell’hotel. Ormai le lacrime scendevano come cascate ma cercavo di non farmi vedere debole.
 
Me lo sarei dovuta aspettare: un ragazzo così perfetto, bello, simpatico, dolce, gentile…tutta apparenza. E dovevo fare un discorsetto anche con Joe che sicuramente sapeva tutto e teneva la bocca chiusa per parare il culo al suo fratellino stronzo.
Non riuscivo a crederci. Era tutto uno scherzo, tutta una persa in giro. Cercai di togliermi dalla testa la cosa dell’innamoramento perché sì, io mi ero innamorata di lui perché pensavo fosse diverso invece mi sbagliavo. E mi odiavo per questo, molto più di quanto odiavo lui.
 
«Tesoro tutto bene?» domandò mamma a cena. Avrei voluto rispondere di no, che stavo uno schifo perché Nick mi aveva tradito e io ci ero ricascata, «Sì, sono solo un po’ stanca ma menomale che fra poco torniamo a casa!» esclamai mostrando un sorriso finto. Mi voltai e vidi Nick e Joe che parlavano, quasi urlavano. Nick continuava a guardare dalla mia parte e io cercavo di non calcolarlo. Vidi Joe alzarsi con la coda dell’occhio e farmi segno di andare da lui in bagno. Gli dissi di no con la testa ma lui insistette. Mi alzai, «Vado un attimo in bagno», i miei annuirono.
 
«Che vuoi?» «Perché sei così acida?» «Ah perché non così acida? No niente, tuo fratello è solo uno stronzo patentato che non ha fatto altro che mentirmi. E tu non sei da meno!» dissi spingendolo verso il muro. «Io? Non ho fatto niente!» «Appunto, non mi hai neanche detto che Nick mi stava prendendo in giro.» «Non lo sapevo, ti giuro! Me l’ha detto stamattina anche a me!» disse con tono convincente ma avevo le palle girate quindi mi voltai, aprii la porta «Sparite, non vi voglio vedere mai più.» uscii e tornai al tavolo dai miei.
 
Passai la serata buttata sul letto a fissare il soffitto. Avevo sbagliato con Joe, dovevo assolutamente parlargli e chiedergli scusa. Ma non sarei mai e poi mai andata nella loro camera.
Sentii da lontano un baccano e delle luci così mi affacciai dal terrazzo e vidi che c’era una festa in spiaggia. Indossai un vestitino blu e scesi sperando di trovare il fratello giusto.
 
«Melissa!» urlò Joe da lontano alzando la mano per farsi vedere. Presi un respiro e mi avvicinai. «Non pensavo di trovarti qui» dissi e lui sorrise, «Eppure…eccomi qui. Non dovevi mica non rivolgermi più la parola?» «A proposito…mi dispiace per oggi a cena, non volevo. Solo che vorrei cancellare tuo fratello dalla faccia della terra e me la sono presa anche con te!» «Non ti preoccupare!» si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia, «Vuoi qualcosa da bere?» disse poi e io annuii.
Un drink qui, un drink là, un drink su e giù. Guardai il tavolino dove eravamo seduti e c’erano sei bicchieri di cui 3 suoi e 3 miei. Vedevo doppio praticamente.
 
Joe’s POV;
Era bellissima. Nicholas doveva essere pazzo per averla persa così facilmente.
Eravamo entrambi ubriachi, non connettevamo più. Vidi Melissa avvicinarsi e prendermi dolcemente il viso prima di sfiorare le mie labbra con le sue e cadere nel suo bacio. 

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Capitolo 17
*** Wrong ***


Salve!
Allora vorrei precisare delle cose: sono una persona e fortunatamente sono dietro un pc perchè so che con questo capitolo avreste voglia di strozzarmi ahaha
Mi dispiace davvero, però mancano qualcosa come 2/3 capitoli e vi giuro che si sistemerà tutto al meglio u.u
Dai non vi arrabbiate ç_ç vi voglio bene xx



Mi prese per i fianchi e feci un cerchio con le mie gambe intorno alla sua vita. Eravamo rientrati perché alla festa c’era troppo baccano l’unico problema era che eravamo ubriachi fradici e che stavamo salendo in camera. Iniziò a baciarmi il collo, poi il seno e poi tornò su alle mie labbra. Non capivo più niente. In quel momento non sapevo neanche chi stavo baciando: Joe o Nick? Nella mia testa c’era un casino bestiale e l’unica cosa che sapevo era che odiavo Nicholas.
Joe mi buttò sul suo letto e si mise sopra di me continuando a baciarmi e nel giro di pochi minuti eravamo entrambi nudi, proprio come mamma ci ha fatto. Quando entrò dentro di me l’unica cosa che riuscii a fare fu piangere, ma non per il male quanto per quello che mi aveva fatto Nicholas. Non sarei mai voluta scendere ai suoi livelli eppure stavo facendo l’amore con un altro che peraltro era anche suo fratello. Come avrebbe reagito?
 
Mi addormentai, quasi subito, vicino a Joe che aveva il cuore a mille. Fortunatamente la mattina dopo la sbronza era passata, peccato che ero ancora nuda vicino al fratello del mio…ex fidanzato. Tirai verso di me il lenzuolo e rimasi a fissarlo. Non mi ricordavo quasi nulla della sera prima, solo i suoi baci e la puzza di alcool in spiaggia. Coprii il viso con le mani, mi veniva da piangere. Mi alzai dal letto senza fare rumore, raccattai la biancheria intima e i vestiti e sgattaiolai fuori.
 
Joe’s POV;
Mi svegliai, toccai alla mia destra ma mi accorsi che non c’era nessuno. Alzai la testa per avere una prospettiva completa della camera e per un secondo pensai che era stato tutto un sogno. Anzi, lo speravo. Non per Melissa ma per Nick che già era nella merda e non l’avrebbe conquistata facilmente. Glielo dovevo dire? Dovevo stare zitto? Mi avrebbe disconosciuto come fratello? Dovevo prendere una decisione.

Sentii il rumore dei passi provenire dal salotto e pensai che Melissa era ancora lì fin quando non vidi i ricci di Nick apparire da dietro alla porta. «Con chi eri stanotte?» domandò e sentii il cuore fermarsi. Volevo sprofondare, dovevo inventare qualcosa sul momento. Il problema era che non sapevo dire le bugie e avrei solo peggiorato le cose.
«Nick» dissi cercando di trovare il tono adatto, «Ecco ero ubriaco…» continuai e lui mi fece segno di stare zitto, forse aveva capito tutto. «Joseph, te lo chiedo per l’ultima volta: con chi eri stanotte?» domandò di nuovo con un tono diverso, piuttosto incazzato. «Mi dispiace.» esclamai sperando di non dover dire altro. Lui indietreggiò, «Nick davvero, mi dispiace!» «Tu. Tu ti sei portato a letto la MIA fidanzata che scommetto era ubriaca almeno la metà di quanto lo eri tu. Ti sei scopato Melissa mentre io dormivo tranquillamente nell’altra stanza.» disse con aria sconvolta. «Mi dispiace» «Non è vero! Dillo che era questo il tuo scopo, avanti!» «Non è colpa mia se ha il cuore spezzato perché sei uno stronzo che le ha messo delle corna che sono grandi come l’Empire!» urlai cercando di fargli capire la situazione, non l’avevo fatto apposta, era successo.
 
Nick’s POV;
Ero a poco di due metri da Joe e lo volevo strozzare ma la colpa era solo mia. Forse Melissa si sentiva sola, usata e tante altre cose. Mi sentivo una merda, l’avevo fatta sentire uguale a come aveva fatto quel ragazzo che le aveva spezzato il cuore e si era portato via il suo sorriso.
Mi voltai e chiusi la porta sbattendola. 

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Capitolo 18
*** Chance ***


Potete picchiarmi, questo capitolo è minuscolo ma volevo lasciarvi un po' con il fiato sospeso :D
Quindi, leggerete in fretta u.u 
Il prossimo capitolo potrebbe essere il migliore di tutti buahaha 
Buona lettura xx



L’unica cosa che riuscivo a fare era piangere. Piangevo di notte e piangevo di giorno. Ormai era da un po’ di ore che non uscivo dalla mia camera. Persino i miei genitori si erano dimenticati di me lasciandomi lì senza neanche dirmi qualcosa, senza neanche consolarmi. Ma me lo meritavo? Avevo fatto una cosa sbagliata, bruttissima, orrenda. Però Nick sì che se lo meritava. Mi aveva mentito, dal primo giorno che ci eravamo incontrati. Era un continuo, cercava di rendermi felice con dei piccoli regali che però non avrebbero mai colmato il mio dolore. Mancavano pochi giorni e non l’avrei mai più rivisto…come si dice? Un amore estivo. Ma non era quello il mio scopo. Io volevo portarlo con me, per sempre, avrei voluto continuare questa storia. Avevo sbagliato qualcosa?
 
Nick’s POV;
Mi voltai e vidi che stava piovendo. Mi girai nel letto un paio di volte prima di scendere e prendere la decisione che avrebbe cambiato la mia vita.
«Joe» dissi entrando in camera sua e non trovandolo. Corsi verso il salotto ma niente. Un senso di nausea si impossessò di me. Pensai subito che era tornato da Melissa, evidentemente non avevo più speranze di riconquistarla. Mi buttai sul divano e pensai a qualcosa che l’avrebbe lasciata senza parole.
 
Joe’s POV;
Ero uscito dalla camera senza farmi vedere da Nick che stava ancora dormendo. La pioggia non smetteva di cadere infatti l’hotel era pieno di gente visto che sia le piscine che la spiaggia erano inaccessibili. Non sapevo dove stavo andando e perché, ma c’era ancora un speranza. Piccola ma c’era.
Bussai alla porta della sua camera e mi accorsi che ci stava mettendo un po’ ad aprire, magari non c’era. Poi però venne ad aprire e quando me la trovai davanti il mio cuore fece un salto. Cercai di scacciare quel pensiero dalla testa perché non ero andato lì per sbattermela ovunque ma per parlare.
«Ciao!» dissi cercando di sorridere, lei mi fece entrare. «Ciao Joe…» «Sono venuto a parlarti» «Dell’altra sera?» «Anche» dissi nervosamente. Mi toccai più volte l’orecchio destro, era una specie di tic. «D’accordo» ci accomodammo e mi schiarii la voce per sembrare il più serio possibile. «Abbiamo sbagliato l’altra sera» «Sì lo so, non c’era bisogno di venire fin qui per dirmelo.» «No, non ti inacidire.» esclamai calmandola. «Scusami, abbiamo fatto una grande stronzata!» «Già, e sono qui a dirti che Nick l’ha scoperto» «Cosa?» urlò alzandosi di colpo dal divano e facendo avanti e indietro con le lacrime agli occhi. «Non sapevo stesse dormendo in camera sua, cioè attaccata a dove noi stavamo…ecco» «Cazzo! Potevamo pensarlo, sai, non è che uno va a dormire in spiaggia!» «Hai ragione ma non so se te lo ricordi: eravamo ubriachi.» sbuffai, forse avevo fatto male ad andare lì. Si sedette di nuovo ma aveva le gambe che le tremavano. «Ascoltami,» le misi una mano sulle gambe «io sono qui anche per dirti che Nick è davvero pentito per quello che ha fatto, credo dovresti dargli una chance.» «Joe, mi dispiace ma no.» «Lui l’ha data a te, ma deve solo trovare il modo di dimostrarti che ci tiene!» esclamai ma evidentemente non riuscii a convincerla visto che dopo cinque minuti ero di nuovo fuori dalla sua porta senza una risposta. Nick mi avrebbe sicuramente ucciso. 

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Capitolo 19
*** Things I love about you! ***


E' prestissimo e io sto postando questo capitolo che è, per me, spettacolare. 
Sono molto fiera di me u.u
Ma non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni :D
Come promesso, buona lettura xx
PS: sono 800 parole quindi dovete essere fieri di me!



La visita di Joseph mi aveva lasciata abbastanza senza parole. Perché non era venuto Nick? E comunque io non volevo perdonarlo, perché un conto era la scappatella che mi sono fatta io con il fratello per rabbia ma lui non aveva motivo. Eppure, la mia testa diceva una cosa e il mio cuore un’altra.
Mamma entrò in camera con un sorriso a 32 denti, chissà cos’era successo. Se avrebbe parlato di maternità, cioè il fatto che stava arrivando un bambino giuro che avrei preso il primo aereo e me ne sarei andata non so dove lontano da lei.  «Tesoro, ho una sorpresa che ti farà rinascere» disse e mi lasciai cadere sul divano. «Cosa?» «E’ arrivata una lettera dall’università!» mi alzai di scatto, sorpresa. «Quale università?» «Quella di New York!» «E ci sono buone notizie?» domandai sperando in un “sì” che era quello che mi serviva in quel momento. «Assolutamente! Sei stata presa, potrai partecipare alle lezioni da settembre!» esclamò e andai in giro per tutta la stanza saltellando, ero la ragazza più felice dell’universo. In quei pochi minuti di gioia mi dimenticai di tutti i momenti brutti che avevo passato nell’ultimo periodo. «Sono molto fiera di te…poi c’è un’altra sorpresa!» «Cioè?» «Ti abbiamo preso anche un appartamento a New York così potrai stare lì senza che vai e torni tutte le volte. Ovviamente c’è una stanza in più per quando verremo a trovarti, cara!» corsi ad abbracciarla, finalmente indipendente! «Grazie, siete i miglior genitori dell’universo!» esclamai e all’abbraccio si unì anche papà.
 
Nick’s POV;
«Dov’eri finito?» «Ero andato a pararti il culo ma per tua informazione non ha funzionato. Devi fare qualcosa!» «Di cosa stai parlando?» «Melissa, cretino!» disse nervoso. «Cosa le hai detto?» «Che eri pentito, che volevi un’altra chance ma ha chiaramente detto che vuole rimanere stupita e solo allora ti perdonerà. Ovviamente niente dichiarazioni di matrimonio stupide o cazzate varie!» «Cosa dovrei fare?» «Inventati qualcosa, Nicholas! Svegliati, fra pochi giorni torniamo a casa.» esclamò e il cuore si fermò. Pochi giorni e dovevo aggiustare tutto. Pochi giorni e non l’avrei vista anche se ormai ci avevo preso l’abitudine, era quasi una settimana che non la vedevo.
«Consigli?» domandai ma quel simpaticone di mio fratello fece una smorfia, «Solo…stupiscila!»
Non dormii per tutta notte. Dovevo trovare qualcosa, qualcosa di maledettamente perfetta che l’avrebbe riportata da me. La dovevo fare ri-innamorare anche se avrei scommesso qualunque cosa che non si era ancora dimenticata di me. Neanche Joseph Adam Jonas ci sarebbe riuscito e niente mi avrebbe fermato.
Guardai l’ora, erano le 3:45 del mattino, era il momento giusto. Mi alzai, indossai la prima cosa che trovai davanti e…
 
Melissa’s POV;
Quando mi svegliai mi accorsi che finalmente aveva smesso di piovere. Mancavano esattamente due giorni alla fine di questa vacanza che mi aveva letteralmente distrutta. Da lì a poco sarei andata a vivere a New York, in un nuovo appartamento e in una nuova scuola che stava a significare una nuova vita! Sarei ripartita da zero.
Mi vestii in fretta e scesi le scale per andare a fare colazione ma qualcosa attirò la mia attenzione: Nicholas.
«Procedi e poi gira a destra.» disse sorridendo. Non avevo idea di cosa volesse fare, ma ubbidii immediatamente a quello che mi disse. Sentii i suoi passi dietro di me e la questione un po’ mi spaventava ma c’era qualcosa che mi spingeva a camminare finchè non mi trovai davanti ad un muro bianco con un miliardo e mezzo di scritte. Non mi ero mai accorta di tutto questo prima.
«Che cosa significa?» mi voltai chiedendo a Nick che stava ancora sorridendo. «Avvicinati e leggi.» disse e così feci.
Penso che ricorderò quel momento fino alla fine dei miei giorni. Su quel muro c’erano scritte tutte le cose che lui amava di me. Iniziai a leggere e maledetti il momento in cui decisi di scendere senza borsa, quindi, senza fazzoletti.
“Amo il tuo sorriso” “Amo la tua risata” “Amo il tuo carattere anche se qualche volta diventi acida” “Amo quando parli di te” “Amo quando mi fai domande sulla mia vita” “Amo i tuoi occhi e il tuo sguardo” “Amo sfiorare le tue labbra color fragola” “Amo i tuoi capelli tra le mie dita” “Amo la tua bellezza interiore ed esteriore” il muro era pieno di queste scritte così e in poco tempo mi ritrovai con le lacrime che mi rigavano il viso. Poi, in rosso in basso a sinistra c’era un’altra scritta, forse la più importante: “E odio il fatto che ti ho tradita. Sei la miglior cosa che mi sia mai capitata, mi perdoni?” mi voltai e corsi ad abbracciarlo. Mi mancava stare tra le sue braccia. La stretta fu così forte che quasi mi tolse il respiro ma appena me ne liberai le nostre labbra si riunirono, si ritrovarono. Sembravano passati secoli dall’ultima volta. 

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Capitolo 20
*** 3 words ***


Uh è presto ma sto già postando, che novità u.u
Grazie mille per tutte queste recensioni :D
Vi voglio bene e buona lettura xx



Entrammo in camera sua sicuri del fatto che eravamo soli perché Joe aveva rimorchiato una quella stessa mattina mentre io piangevo per quello che aveva fatto Nick per me.
Ero in braccio a lui e continuava a baciarmi il collo e risalire verso le mie labbra: mi era mancata da morire quella sensazione. Ero stupida, non pensavo di riuscire a perdonarlo così velocemente però mi aveva proprio colpita e non potevo fare altro.
Andò a sbattere contro il letto a una piazza e mezzo e mi sdraiai su di esso poi lui si mise sopra di me e continuò a baciarmi senza sosta. Via vestiti, via biancheria intima e finalmente quei i nostri due corpi che sembravano calamite si unirono per diventarne uno solo.
 
Mi svegliai e mi accorsi che era quasi ora di pranzo così scossi Nick e lui aprì gli occhi. «Sei bellissima e mi sei mancata come l’aria» «Anche tu, Jonas. Ti devo dire una cosa…» «Dimmi» «Ho pensato che saremmo partiti senza dire niente» lui si avvicinò a me e l’abbracciai. Mi sentivo sicura tra quelle braccia muscolose. «E secondo te io non avrei fatto nulla?» «Non lo so, speravo in qualcosa ma non potevo leggerti nella mente!» lui scoppiò a ridere e gli stampai un bacio in bocca.
Restammo ancora un po’ abbracciati poi decisi di parlargli di quello che mi aveva detto mamma: «Fra due giorni finirà tutto» «Lo so ma ti prego non pensiamoci» «Nick io…io andrò a New York» si alzò di colpo e si appoggiò alla spalliera del letto, «Cosa?» «Sì, mi hanno preso all’università e i miei mi hanno comprato un appartamento lì» dissi abbassando lo sguardo, sapevo che non avrebbe reagito bene visto i chilometri che ci separavano. «Prima eravamo più vicini mentre ora…chissà per quanto non ci vedremo» «Non dirlo neanche!» «Devo! Come faccio a venire a New York ogni weekend anche? Io ho bisogno di te ogni minuto di ogni giorno.» mi alzai e raccolsi la mia roba per terra per poi indossarla. «Sapevo che avresti detto così» «Non te ne andare così però, abbiamo appena fatto pace!» disse sbuffando e tornai indietro, mi sedetti accanto a lui e gli accarezzai il viso. «Anche io ho bisogno di te ma non puoi chiedermi di rinunciare al mio sogno» «Mi dispiace, scusami» si avvicinò e mi baciò, con più tenerezza e determinazione.
 
Nick’s POV;
Le nostre labbra si staccarono, «Ti posso chiedere una cosa?» domandò. «Cosa?» «Perché mi hai tradita?» eccola, lì la volevo. Sapevo che prima o poi me l’avrebbe chiesto, però non pensavo che me l’avrebbe chiesto subito dopo aver fatto l’amore. «Ti spiegherò tutto ma togliti quel vestito, stai meglio senza» esclamai e come risposta ricevetti uno spintone. Salì di nuovo sul letto e si appoggiò sul mio petto.«Praticamente lei è una mia ex, ma non tanto ex. Nel senso che è scappata un paio di mesi fa e l’ho voluta raggiungere qui per chiarire perché se n’è andata senza dirmi la motivazione e sai, stavamo insieme da un sacco di tempo quindi era mio diritto saperlo» mi schiarii la voce e iniziai ad accarezzarle i capelli, «Ed ero venuto qui anche per riconquistarla. Ma poi sei spuntata fuori tu e quindi lei, che lavora in questo hotel come cameriera, doveva sentire per forza quello che avevo da dire ma le cose si sono complicate e alla fine lei ha capito male e siamo finiti a letto insieme!» lei alzò il viso e mi fissò, «Siete finiti a letto? Che svelti che siete stati» disse con tono sarcastico. Le sorrisi per ammorbidire di più la situazione. «Potevi dirmelo, prima di quella notte in spiaggia, poi della tenda, eccetera eccetera!» esclamò e aveva perfettamente ragione. Feci spallucce perché non sapevo che dire e lei mi strinse forte.
Decisi che era arrivato il momento giusto, di solito lo dicevo anche senza sentimento per esempio la prima volta ad Emily ma con lei ci ero andato piano. Mi avvicinai al suo orecchio, «I-io ti amo, Melissa.» ci guardammo per un secondo negli occhi, vedevo che i suoi erano lucidi e nel giro di pochi secondi sarebbe scoppiata a piangere, mi piaceva quando lo faceva perché era un modo di sfogo. «Ti amo anche io, Nicholas»

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Capitolo 21
*** Goodbye my love ***


HA! Siamo arrivati proprio alla fine, sono molto contenta che vi sia piaciuta questa fanfiction (:
Sono grata di tutte le vostre recensioni e di tutti i vostri commenti su twitter!
Grazie mille a tutte, buona lettura xx


PS: scusate se ho postato due capitoli in un giorno solo ma non resisto a leggere le vostre recensioni gwhgiuoerio <3


Dire “ti amo” a Nicholas mi aveva dato una certa sicurezza. Non l’avevo mai detto a nessuno perché sapevo che me ne sarei pentita quasi subito eppure ora mi sentivo competa. Era diventato il mio punto di riferimento e anche se mancavano 24 ore alla partenza sapevo che questa relazione non sarebbe finita.
 
Mamma  stava preparando le valigie e le avrei dato volentieri una mano ma non avevo la testa in quel momento. Sarei andata a pranzo con Nick e Joe per l’ultima volta in quell’hotel e magari li avrei convinti a farsi un giro a NY ogni weekend così ci saremmo potuti vedere e magari mi avrebbero fatto conoscere gli altri membri della famiglia visto che ormai conoscevano benissimo i miei genitori.
«Allora, cosa farai all’università?» domandò Joe, eravamo al secondo. «Medicina. Ti dirò che non ero sicura della scelta finchè non hanno accettato la mia domanda!» «Fantastico così quando mio fratello diventerà vecchio potrai curarlo tu!» esclamò, non aveva molto senso la cosa. Però ci pensai un po’ su a questa cosa…diventare vecchia con lui. Con il mio primo amore. Una cosa da film. «Scemo!» esclamò Nick dandogli una spinta. Il pranzo andò bene, poi dovetti tornare in camera per fare la mia di valigia visto che mamma si stancava troppo a farla. Diedi un tenero bacio a Nick sulla bocca e abbracciai Joe poi presi l’ascensore e salii al secondo piano.
«Tesoro, dai fai la valigia» «Dobbiamo per forza andarcene?» domandai anche se sapevo già la risposta. «Melissa» iniziò mamma facendomi segno di sedermi accanto a lei sul mio letto, «Lo so che è difficile lasciarlo andare, ma sono sicura che vi rivedrete» «Tu non capisci, io lo voglio accanto a me ogni giorno! Non solo nei weekend…» «Ci vorrebbe un miracolo!» concluse alzandosi dal letto e lasciandomi da sola in camera. Le lacrime non tardarono a scendere come piccole cascate, giusto per facilitare la situazione. Mi alzai e presi dall’armadio tutti i miei vestiti per poi buttarli, nel verso senso della parola, nella valigia.
 
«Melissa corri senò perdiamo il traghetto!» urlò mamma da fuori la porta della camera. Passammo per la  reception a ridare le chiavi, li ringraziammo per il perfetto servizio e poi uscimmo.
 
Nick’s POV;
Vidi Melissa da lontano e le corsi in contro abbracciandola e prendendola in braccio, avete presente il bacio tra i due protagonisti di “Le pagine della nostra vita”? Ecco, proprio così. Sentii le lacrime che le rigavano il viso e che andavano a finire sul mio. Non sapevo cosa dire o cosa fare, niente ci avrebbe portati nello stesso posto, dovevamo per forza dividerci.
 
«Amore, ascoltami, fra quanto parti per NY definitivamente?» lei si staccò da me e mi guardò, aveva gli occhi gonfi. «Una settimana, resterò lì per un paio di mesi e poi qualche settimana prima dell’inizio delle lezioni faccio un salto da mamma e papà per salutarli.» rispose e poi ritornò nella posizione in cui era prima, cioè abbracciata a me.
 
“I passeggeri sono pregati di salire sulle rispettive navi: per andare a Miami a destra e per andare nel Texas a sinistra”
 
Fantastico, pensai. Neanche sulla nave insieme.
Le presi il viso e poi portai vicino al mio, «Melissa» iniziò a piangere, «Tesoro, guardami. Ti amo, okay? Ci rivediamo presto, te lo prometto. Non ci sarà momento in cui non ti penserò.» mi avvicinai e le diedi un lungo bacio sulle labbra. «Nick, ti prego non dimenticarti di me. Ti amo come non ho mai amato nessuno, non mi lasciare, resta sempre con me anche se con il pensiero!» esclamò e l’abbracciai più forte che potevo. Poi però era arrivato il momento di dividerci…
Abbracciò Joe e gli disse qualcosa nell’orecchio, poi avrei obbligato Joe a dirmelo. Infine venne di nuovo da me e mi baciò, un’altra volta come se fosse la prima.
 
La vidi allontanarsi, salire sulla nave, aveva le lacrime che le scendevano delicatamente sul viso. La guardai ancora, forse per l’ultima volta. 



THE END?
 

Prima di lasciarvi, volevo dirvi che questa fanfiction è 
Preferita da 9 persone - ricordata da 2 - seguita da 17
Vi amo ! 

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Capitolo 22
*** Empire state of mind. ***


Dopo avervi spaventato a morte, ecco a voi l'ultimissimo capitolo di questa fanfiction.
Sinceramente? Sono abbastanza fiera di quello che ho scritto, l'ho riletto e posso dire di aver fatto un buon lavoro!
Spero comunque di pubblicare fanfiction migliori di queste andando avanti (:
Vorrei ringraziarvi uno ad uno per aver recensito questi capitoli e anche per essere stati insieme a me e ai protagonisti fino alla fine!
Vi voglio bene e buona lettura xx




Una settimana dopo

Quando dicono che New York è la città più bella del mondo non mentono, anzi, do loro ragione. Avevo appena messo piede lì e me n’ero già innamorata. Con me era venuta solo mamma perché papà doveva lavorare visto che era mancato per due settimane dal lavoro. Prima di andare nel mio nuovo appartamento passammo la giornata a fare shopping sulla 5th Avenue, come nei film.
Non vedevo Nick da una settimana e dubitavo che sarebbe successo prima di un mese. Mi aveva mandato qualche messaggio ma non si era sbilanciato tanto a dirmi quando sarebbe venuto a trovarmi.
 
«Allora, pronta ad entrare nel tuo nuovo appartamento?» domandò mamma prendendo le chiavi dalla sua borsa. Presi un respiro e poi risposi, «Prontissima!»
Aprì la porta e mi trovai davanti ad un enorme salone che faceva anche da cucina. Sulla destra c’era un mega divano e davanti a questo c’era una televisione a plasma. Dall’altra parte invece c’era la cucina al completo con un tavolo a isola, proprio come piace a me. Avevano speso tanto, dissi tra me e me. «Vuoi vedere la camera?» chiese di nuovo mamma e annuii. Attraversammo il corridoio che portava a due camere da letto e ad un bagno. Strano pensai, perché non mi aveva portato prima a vedere il bagno? Poi capii.
Entrammo in camera e mi trovai davanti una figura scura, con un sorriso stampato in faccia, i capelli ricci e in mano una busta. Non sapevo se urlare, piangere, essere felice. So solo che gli corsi contro e lo abbracciai più forte che potevo. «Nick, che ci fai qui?» «Sorpresa!» esclamò, si avvicinò e mi sfiorò delicatamente le labbra per poi baciarmi come aveva sempre fatto. «Sei qui di passaggio?» «Non proprio» intervenne mamma. Mi voltai verso di lei con un punto di domanda sulla mia faccia, «Che?» «Diciamo che…mi hanno preso alla Columbia e che i tuoi hanno accettato la proposta di trasferimento qui.» esclamò Nick e mi lasciai cadere sul letto a peso morto.
New York, appartamento, Nick Jerry Jonas, da soli, università, insieme.Troppe notizie per quella mattina. Mi alzai di scatto e corsi ad abbracciare entrambi.
«Cazzo sì, mi stai dicendo che vivremo insieme? In questo appartamento? E mi stai dicendo che i miei hanno accettato la situazione?» «Sì» «AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA ti amo ti amo ti amo ti amo ti amo» dissi rivolgendomi a Nick e andando a baciarlo. Poi mi voltai verso mamma, «Grazie, anche a papà. Siete i genitori migliori del mondo!» esclamai.

«Te l’avevo detto» la sera poi, dopo che mamma era andata a dormire nell’altra stanza, Nick si avvicinò al mio orecchio, sussurrandomi delle cose: «Te l’avevo detto» ripeté. Mi voltai, «Che cosa?» «Che sarei venuto con te ovunque saresti andata. Che non ti avrei mai lasciata. Che saremmo stati sempre insieme!»
 
Non me l’aspettavo proprio, soprattutto il trasferimento di Nick. Era quello giusto, lo potevo definitivamente dire. A 18 anni avevo trovato l’amore della mia vita. 


Grazie ancora, non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni per l'ultimo capitolo!
E se volete, nella vostra recensione, linkate le vostre fanfiction così potete farvi recensire e così io posso ricambiare
Alla prossima xx

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