I Hate That: I Love You

di damnlouis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intesa Vincente ***
Capitolo 2: *** Il Primo Giorno ***
Capitolo 3: *** I Tornei: Verderio Superiore VS Paderno ***
Capitolo 4: *** Gita In Montagna ***
Capitolo 5: *** Stavo impazzendo all'improvviso? Probabile. ***
Capitolo 6: *** Secondo me sono 12 patate e 20 carote. ***
Capitolo 7: *** Oh no.. I miei ricci sexy, NO! ***
Capitolo 8: *** Qual'è il tuo colore preferito? ***
Capitolo 9: *** Sei troppo dolce quando dormi.. ***
Capitolo 10: *** I’m broken, do you hear me? ***
Capitolo 11: *** Finirò per diventare sterile, con voi due che mi massacrate le parti basse! ***
Capitolo 12: *** Mistero della fede. ***
Capitolo 13: *** Ispiri sesso violento. ***
Capitolo 14: *** Succede che Harry è innamorato di te, Ale. ***
Capitolo 15: *** Quanto può vivere una persona senza cervello? ***
Capitolo 16: *** Harry, ti stanno cadendo le tette. ***
Capitolo 17: *** Chi cazzo è Logie?! ***
Capitolo 18: *** BooBear. ***
Capitolo 19: *** E arriva l'esperto Styles, che di sesso sa tutto ***
Capitolo 20: *** Dai Ele ti perdono, solo perché Harry è il sogno segreto e proibito di ogni ragazza. ***
Capitolo 21: *** Buon dio delle fashioniste, dagli un po' di buon gusto! ***
Capitolo 22: *** Infatti i preservativi servono per scopare scusa a che vuoi che pensino sennò? ***



Capitolo 1
*** Intesa Vincente ***


Domenica 10 Giugno 2012

Tappe.
Unica parola che riuniva due o tre animatori in una tappa, in cui i bambini dovevano superare una prova per andare avanti nel percorso, il cui premio finale era la maglietta della tua squadra. Non avete ancora capito di cosa sto parlando? Oratorio estivo, detto anche CRE (Centro Ricreativo Estivo). Primo giorno del CRE, significava totale casino di gruppi di bambini scatenati e accaldati che urlavano e correvano da una tappa all'altra.
Non pensavo che mi avrebbero messo in coppia con Louis Tomlinson, l'animatore con i capelli sempre spettinati a schiaffo e occhi azzurri cristallini, per preparare la mia tappa.
E fu lì che cominciai ad odiare quell'idiota. Prima di allora, non ci eravamo mai parlati; ognuno si faceva gli affari suoi. Eravamo anche vicini di casa, ma non ci parlavamo molto spesso. Durante gli altri Grest ci eravamo scambiati solo qualche frase come: "Louis, potresti dare un ghiacciolo anche a questo bambino?" oppure "Louis, mi aiuti a tenere fermo questa peste vivente?"; e basta. Louis aveva quei quattro rincoglioniti, che chiamava "amici": Harry Styles, Niall Horan, Zayn Malik e Liam Payne. Harry era il ragazzo, anzi l'animatore più gettonato. Tutte le bambine dai 6 ai 10 anni gli correvano dietro per saltargli addosso e fargli degli scherzetti. Le ragazzine delle medie, non facevano altro che sbavargli dietro e farsi filmini mentali (ci avrei scommesso) pervertiti. Niall era l'animatore più dolce tra tutti. A pranzo faceva il tribis sia della pasta sia di quello che c'era dopo. In questo eravamo molto simili, perchè anche io avevo sempre una fame da lupi. Infatti con lui andavo molto daccordo e alla fine siamo diventati anche migliori amici. Niall non riusciva mai a prendersela con i bambini, anzi riusciva a convincerli a fare i servizi e i giochi finali, senza l'uso della forza. Il suo punto di forza era la dolcezza. Zayn l'animatore più vanitoso di quest'oratorio, si specchiava ogni volta che ne aveva l'occasione, inoltre ci provava con tutte le animatrici carine. Anche Zayn era perseguitato dalle ragazzine delle medie che non facevano altro che sbavargli dietro. Infine c'era Liam... Liam era l'animatore (forse) più responsabile degli altri quattro e di tutti gli altri. Aveva un'aria divertente, ma allo stesso tempo disciplinata e non casinista come gli altri quattro. Diciamo che era quello più normale.
Quell'anno Rosemma (capo dell'oratorio) aveva deciso di farmi approfondire la conoscenza di Tomlinson, mettendomi insieme a lui nella tappa. Avevo cercato inutilmente di protestare, ma Rosemma non sentiva ragioni. Così invitai Tomlinson a casa mia per cercare insieme un gioco che potesse intrattenere i bambini.

<< Allora... uhm... Ale che gioco facciamo? >> Chiese Louis gentilmente. Mi buttai sul divano di casa mia e mi misi le mani tra i capelli, mentre sbuffavo rumorosamente. Lui rimase in piedi, di fianco alla porta d'ingresso. Gli feci cenno che poteva anche sedersi e non rimanere in piedi come un'ebete. Louis si avvicinò titubante verso il divano; alla fine si sedette anche lui.
"Sei tu quello con le idee divertenti, perchè lo sta chiedendo a me?" Pensai mentre lo guardavo di sottecchi. Louis distolse lo sguardo imbarazzato.
<< Non ne ho la più pallida idea... Possiamo prendere spunto dai giochi che ci sono in TV... Tipo "Gira La Ruota" o robe simili... >> risposi, mentre divagavo un pò con la mente. Guardai Louis per vedere che cosa ne pensava e con molta sorpresa, lui era lì, di fianco a me che per poco non scoppiava a ridere. Subito sentii cescere la rabbia e l'adrenalina, la mia espressione s'indurì e la voglia di spaccargli la faccia crebbe.
<< Allora sentiamo quali magnifiche idee hai tu, visto che ridi tanto! >> sbottai, mentre incrociavo le braccia al petto e lo guardavo dritto nei suoi occhi azzurri e cristallini. Subito dopo sentii una scarica elettrica attraversarmi tutta la schiena e lo stomaco mi si contorse, ma (a differenza di un mal di pancia) in modo molto piacevole. Sussultai a quella sensazione improvvisa che avevo provato. Fortunatamente Louis non si era accorto di nulla, infatti sul suo viso si stampò un sorrisetto strafottente.
<< Grazie, ho sempre saputo di avere magnifiche idee! >> disse lui in tono strafottente. Dio, quanto non lo sopportavo! Se non avrebbe smesso di fare il deficiente, giuro che gli avrei tirato un calcio lì, nelle parti basse.
<< Il mio tono era ironico, Louis. >> dissi, sorridendo strafottente. Louis fece una smorfia: segno che si stava arrabbiando seriamente. Sinceramente non avevo mai visto Louis arrabbiato: aveva sempre quel sorriso strafottente stampato in faccia e la battuta pronta per far ridere la gente in torno a lui. Non amava vedere le persone tristi e per questo motivo cercava sempre di tirare su il morale.
Guardai Louis: aveva la mascella serrata e il viso imbronciato, ma allo stesso tempo arrabbiato. I suoi occhi erano diventati di un azzurro acceso e avevano un sguardo duro, come a volermi incenerire all'istante. All'improvviso lo stomaco mi si contorse, ma non in una maniera piacevole e mi sentii morire dentro. Adesso mi sentivo anche in colpa per avergli detto quello che pensavo?
"Perchè? Cosa mi sta succedendo?" Insorsero mille domande nella mia testa, a cui però, non riuscii a dare risposta.
Nella stanza calò il silenzio più assoluto. Nessuno di noi due voleva parlare, tantomeno scusarsi per quello che era successo. Io sicuramente non avrei fatto il primo passo, tanto era il mio orgoglio. Nel frattempo pensai a quale gioco far fare ai bambini. Poi un lampo di genio si fece largo nella mia mente: Intesa vincente.
L'intesa vincente è quel gioco in cui ci sono tre ragazzi, uno seduto e gli altri due in piedi, dietro a quello seduto. Ai due ragazzi in piedi viene data una parola e loro devono formare una frase per far indovinare la parola al ragazzo seduto. La frase però, deve essere detta a parole alternate. Se per esempio, la parola è antipatico; la frase è: "Il contrario di simpatico", detto a parole alternate.
<< Intesa Vincente! >> dissi esaltata. Louis si girò verso di me, confuso e sorpreso da quello che avevo appena detto.
<< Cosa? >> chiese lui ancora intontito.
<< Intesa Vincente, il gioco che faremo alla nostra tappa. >> dissi convinta. Louis mi guardò ancora più confuso, così gli spiegai come si svolgeva il gioco.
<< Okay ci sto. >> disse Louis con un sorriso. Non so il perchè, ma fu spontaneo sorridergli di rimando.

 

______Autrice______

Hooola! questa è una FanFiction che avevo in mente già da un pò. Allora... che ne pensate? Secondo voi è interessante? Fatemi sapere, così vedo se andare avanti oppure no.
Per chi stesse leggendo l'altra mia storia "I Don't Want Get Out With You", non si deve preoccupare: non la lascerò mai in sospeso, perchè mi piacciono troppo Alessia e Riccardo; ormai mi ci sono affezionata.
Vabbè ora mi dileguo, bacioni a tutti :D

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Capitolo 2
*** Il Primo Giorno ***


Lunedì 11 Giugno 2012

 

...Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi azzurri, che scrutavano i miei in cerca di una risposta. In men che non si dica mi persi letteralmente nell'azzurro dei suoi occhi e non riuscii a spiccicare parola. Erano davvero belli. Poi il suo viso si fece sempre più vicino al mio, finchè...

 

Driiiiiiiiin!

 

Il suono della sveglia interruppe i miei sogni e mi svegliai di soprassalto. Mi guardai intorno spaesata: ero ancora nella mia camera, distesa sul letto con una coperta addosso. Erano le otto di mattina, quindi mi alzai e cominciai a prepararmi la colazione, mentre andavo a mettermi la maglietta da animatrice e i pantaloncini corti. Poi andai a truccarmi con un pò di eyeliner e di matita nera. Tornai in cucina e feci colazione con calma. Infine andai a lavarmi i denti e subito dopo, andai a buttare letteralmente giù dal letto mia sorella.
<< Giuliaaaaaaaa! Alzati! >> urlai nell'orecchio di mia sorella. Giulia sussultò dallo spavento e si mise una mano sul cuore.
<< Alessia! Ma sei stupida?! Insomma stavo dormendo beatamente... >> Cominciò a imprecare mie sorella.
<< Scusa, ma se vuoi andare in oratorio ti conviene alzarti >> la interruppi, mentre porgevo i vestiti a Giulia. Lei si ributtò sul letto, ma poi si rialzò, prese i vestiti e si cambiò.
Subito dopo uscimmo di casa e ci ritrovammo sul portoncino del nostro condominio. Mia sorella era troppo occupata a messaggiare con le sue amiche, io invece avevo la testa da un'altra parte; Inciampai e, chiudendo gli occhi, aspettai di cadere sull'asfalto che si stava risdcaldando. Invece dell'asfalto duro, caddi su qualcosa di morbido e caldo, che pareva essere una persona.
<< Ma guardi dove... - cominciò a imprecare una voce, una voce fastidiosa che avrei riconosciuto fra mille. Alzai di scatto il viso e incatenai il mio sguardo a quello di Louis, che si bloccò. - ... cammini. >> Eravamo distanti pochi centimetri, io che mi reggevo a lui per le spalle, mentre lui teneva me per i fianchi. Mi resi conto solo allora di quanto fossero belli i suoi occhi. Quella mattina erano di un azzurro molto acceso, che sembravano quasi blu. Mi sembrò di cogliere una scintilla che si fece rapidamente largo tra i suoi occhi, per poi sparire così com'era arrivata. La mia schiena fu inavasa da dei brividi piacevoli, mentre lo stomaco si riempiva di farfalle. Restammo così per qualche minuto, finchè mia sorella si schiarì la gola, accorgendosi di noi due solo allora.
Io e Louis ci staccammo, colti di sorpresa. Mi ricomposi, schiarendomi la gola e arrossendo violentemente.
<< Jepsen. >> disse Louis, accennando ad un saluto senza trapelare nessuna emozione. Mi aiutò ad alzarmi.
<< Tomlinson. >> risposi al salutocon tono neutro e con un cenno della mano.
<< Ma che carini che siete! >> disse mia sorella, intromettendosi con un sorriso a trentadue denti sulla faccia.

 

Louis' mind
Scesi le scale, mentre il telefono mi vibrava nella tasca dei pantaloni. Presi il cellulare, continuando a camminare senza sapere dove stavo andando di preciso. Aprii il messaggio: era di Harry.
"Louis, oggi di mattina non ci sono... Vengo di pomeriggio. xx" Oh, perfetto! adesso avrei dovuto sopportare Jepsen tutta la mattinata, senza potermi sfogare con il mio migliore amico! Quella ragazza era estenuante. Preso dai miei pensieri, venni colto di sorpresa e una ragazza che inciampò e cadde tra le mie braccia.
<< Ma guardi dove... - cominciai ad imprecare, poi mi bloccai: i suoi occhi verdi smeraldo si incatenarono ai miei. - ...cammini. >>
Eravamo distanti pochi centimetri, io che la tenevo per i fianchi, mentre lei si reggeva sulle mie spalle. Mi resi conto che dove lei aveva appoggiato le mani, la mia pelle stava bruciando; poi, quando guardai intensamente i suoi occhi, sentii dei brividi piacevoli invadermi la schiena e lo stomaco mi si contorse in modo piacevole. I suoi occhi verdi erano così belli, che sarei rimasto a fissarli per sempre. Restammo così per qualche minuto, finchè una ragazzina dietro ad Alessia si schiarì la gola, accorgendosi di noi due solo allora.
Io e Alessia ci staccammo, colti di sorpresa. Mi ricomposi, schiarendomi la gola e arrossendo violentemente.
<< Jepsen. >> dissi, accennando ad un saluto con tono neutro, mentre la aiutavo ad alzarsi.
<< Tomlinson. >> rispose lei al saluto con tono neutro e con un cenno della mano.
<< Ma che carini che siete! >> disse la ragazzina, intromettendosi con un sorriso a trentadue denti sulla faccia. Guardai con aria interrogativa quella ragazzina, mentre Alessia la inceneriva con lo sguardo. Calò il silenzio e l'atmosefera divenne imbarazzante.
<< Ehm... Volete che vi accompagni in oratorio? Tanto dobbiamo andare dalla stessa parte... >> dissi. Alla ragazzina gli si illuminarono gli occhi, mentre ad Alessia gli si spalancavano dalla sorpresa.
<< Assolutamente No! >>
<< Assolutamente Sì! >> Dissero all'unisono. Scoppiai a ridere e cercai di persuadere Alessia. La ragazzina si unì alla mia risata.
<< Dai Jepsen, hai paura? >> le domandai con un sorriso strafottente.
<< Vai a quel paese, Tomlinson >> mi disse lei con un sorriso finto. Sbuffai, alzai gli occhi al cielo con un sorriso e presi in braccio Alessia, incamminandomi verso l'oratorio; anche se era sotto casa. Alessia cercò di divincolarsi inutilmente, perchè aumentai la presa sul suo corpo.
<< Mettimi giù, Tomlinson! >> cominciò ad urlare lei, arrabbiata.
<< E' inutile che ti dimeni, tanto finchè non siamo in oratorio non ti metto giù, Jepsen >> risposi imperterrito. Sarà stata cocciuta quanto vuole, ma io ero più cocciuto di lei. Non l'avrebbe vinta facilmente. La ragazzina ci seguiva senza dire una parola e vidi con la coda dell'occhio che se la rideva. Alessia rassegnata si calmò.
<< Come ti chiami? >> chiesi alla ragazzina. Lei si voltò verso di me e sorrise. Sembrava una ragazzina molto solare.
<< Giulia. Giulia Jepsen >> spalancai gli occhi a quella risposta. Era davvero la sorella di Alessia Jepsen, la ragazza che tenevo in braccio? Giulia aveva i capelli e occhi castani, la pelle chiara e qualche lentiggine sul naso e sugli zigomi. Alessia invece era tutto il contrario: capelli neri, occhi verdi smeraldo e la carnagione era più scura di quella della sorella. Sembrava che fosse abbronzata tutto l'anno.
<< Non sembrate neanche sorelle... >> dissi molto sorpreso.
<< Lo so, ce lo dicono in tanti. >> rispose lei comprensiva.
Senza neanche accorgemene, arrivammo in oratorio. Come avevo promesso, lasciai andare Alessia.
<< Grazie, Tomlinson... Non ho camminato per tutto il tragitto, mi hai fatto un favore >> sorrise strafottente. Cazzo, gli avevo fatto un favore senza accorgemene.
<< Non era mia intenzione farti favori >> risposi acido.
<< Lo hai appena fatto >> rispose lei con quel sorriso strafottente, ma con un tono acido. Risposi con una smorfia.
<< Bene! >> dissi.
<< Bene! >> rispose.
E ci dileguammo verso i nostri amici. Senza volerlo, mi girai inietro e la vidi che si allontanava e andava dalle sue amiche.

 

Alessia's mind
"Giuro che se Tomlinson mi si avvicina ancora, lo castro!" cominciai a pensare. Poi dovetti ritirare il mio pensiero, perchè dovevamo fare la tappa insieme. Accidenti!
Presi quattro sedie che servivano per il gioco, poi cercai la busta con le parole scritte dentro, sia per le elementari sia per le medie. Scelsi come posto per la nostra prova sotto il portico, dove c'erano i due campi da calcio e quello da pallavolo e dove consegnavano i ghiaccioli. Quel posto era sempre all'ombra. Presi le prime due sedie e le sistemai, poi feci per sistemare le altre due, ma una mano mi anticipò e le sistemò. Alzai lo sguardo e mi ritrovai Tomlinson davanti, più strafottente che mai. Lo guardai come se volessi incenerlirlo all'istante.
<< Tomlinson. >> dissi, con tutto il disprezzo che provavo per quell'essere.
<< Jepsen. >> rispose, sprezzante. Non lo degnai neanche di uno sguardo, sistemai il cartello con scritto "Intesa Vincente" e mi sedetti su una delle sedie. Lui mi imitò e si sedette di fianco a me.
<< Senti, che ne dici di fare una tregua solo per fare questa tappa e poi riprendiamo ad odiarci come sempre? >> propose Louis guardandomi con occhi da cucciolo. Ridussi gli occhi a due fessure e alzai un soppracciglio.
<< Ci sto ad una condizione >> dissi.
<< Spara >> rispose.
<< Tu mi starai lontano lo stesso. >> lo stuzzicai.
<< Perchè? >> chiese con tono innocente.
<< Perchè altrimenti ti castro! >> risposi con un sorrisetto strafottente. Lui sbattè più volte le palpebre, fino ad assimilare bene quello che avevo detto.
<< Eh, no! Io ci tengo alle palle! >> disse Louis spaventato e alzandosi, allontanandosi da me; mentre faceva scudo alle sue parti basse.
<< Allora cerca di starmi il più lontano possibile, Tomlinson >> risposi soddisfatta di aver ottenuto qualcosa, ovvero la sua lontananza.

 

Alla fine avevo ottenuto quello che volevo, Louis durante tutta la tappa aveva mantenuto le distanze. Si era solo avvicinato per chiedermi quali erano le parole delle elementari e delle medie e poi ha mantenuto le distanze. Entrammo entrambi nel salone per andare a vedere di quale squadra facevamo parte. Partii dai blu perchè non mi avevano mai messo in quella squadra. Liam Payne, Alison Duncan, Alex Santiago, Jasmine Pettyfer, Betty Sampsot e Max Fincle. Anche quell'anno non ero nei blu. Passai ai rossi. Harry Styles, Mattia McAlley, Niall Horan, Andrea Foster, Amy Hunderson e Lucinda Dixon. Andai a vedere nei gialli. Samantha Walker, Louis Tomlinson, Alessia Jepsen... No, aspetta cosa? Ero nei gialli insieme a quel coglione di Tomlinson?! Adesso potevano anche uccidermi. Con un sospiro andai avanti a leggere gli altri: Zayn Malik, Mary Gostyuk e Cleo Poly. Giusto per curiosità andai a vedere gli animatori dei verdi: Lydia Costner, Kevin Sampsot, David Gostyuk, Sarah Martinez e Austin Carter. Tutti i bambini avevano la maglietta della propria squadra e ne andavano fieri. Subito dopo partì la base dell'inno e salii sul palco per ballarlo.
"Stiamo andando a giocare, a giocare sul prato.
Sotto il sole dorato, nel cielo più blu.
Stiamo andando a cantare, a cantare nel coro
Un accordo maggiore, che è molto migliore se canti anche tu!
Ahhh, sono triste e stanco!
Sono chiuso in un bagno che mi lagno suonando un flamenco
Ahiiii, ho perduto la chiave
Voglio un lascia passare, perchè ho perso la chiave e non ne posso più!
Pa-pa-pa-passpartù, Pa-pa-pa-passpartù
Pa-pa-pa-passpartù, Pa-pa-pa-passpartù
Dietro quella porta, ci sarà una svolta
e non pensarci più, giro e passpartù!..."

Andammo avanti così, finchè non finì la canzone. Scesi dal palco e mi recai dalla mia squadra. Tutti i bambini si sedettero e cominciarono ad incitare le proprie squadre, urlando il proprio colore. Le parole si mischiarono a tal punto che non si poterono più distinguere.
Rosemma richiamò il silenzio.
<< Bene ragazzi. Ora che sapete in che squadra siete andate pure a casa a mangiare. Per chi volesse iscriversi alla gita di domani, fuori ci sono le mamme che organizzano e che ritirano le iscrizioni. Potete andare. >> detto questo, ci congedò tutti. Mi precipitai verso l'ufficio animatori e presi velocemente la mia borsa. Controllai che ci fosse tutto, ma fui interrotta da Rosemma che parlò a tutti gli animatori.
<< Animatori! - tutti si fermarono e calò il silenzio assoluto. - Ricordatevi che stasera ci sarà il torneo degli animatori. Iscrivetevi a calcio e/o pallavolo. >> Prese una penna e chiamò uno ad uno che sport volessimo fare.
<< Jepsen viene con noi a calcio! >> esclamò Mattia, indicandomi. Ma perchè tutti usavano il mio cognome? Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa. McAlley era fissato con l'idea che io fossi brava a giocare a calcio. Rosemma mi segnò nella squadra di calcio. Amy, la mia migliore amica, alzò la mano per essere interpellata.
<< Dimmi Hunderson >> Rosemma le diede la parola.
<< Alessia può giocare anche a pallavolo? E anche Louis... Sono entrambi molto bravi... >> disse lei un pò timidamente. Rosemma acconsentì e segnò sia me che Louis a pallavolo. Poi tutti gli altri si fecero segnare nelle varie squadre.
<< Okay ragazzi, qui alle otto e mezza; intesi? Niente ritardi >>
Andai ad iscrivermi alla gita, arrivai distante pochi centimetri dal bancone, ma una persona mi si parò davanti e arrivò prima di me.
<< Scusami?! >> dissi picchiettando sulla sua spalla. E poi mi ritrovai faccia a faccia con quei occhioni azzurri, che mi scrutavano da cima a fondo. Rimasi un pò sconvolta, ma mi ripresi e cominciai a parlare.
<< Ma chi ti credi di essere? Rispetta la fila, c'ero prima io! >> dissi, guardandolo come se volessi appiccargli fuoco con la forza del pensiero. Peccato che non avevo super poteri, altrimenti Tomlinson starebbe già bruciando.
<< Appunto: c'eri... Adesso ci sono io! >> disse con tono strafottente, prima di rigirarsi e continuare l'iscrizione. Arrabbiata, andai di fianco a lui e lo spinsi via. Louis cadde a terra e si sbucciò un gomito. Lo ignorai e iniziai la mia iscrizione con la signora che mi guardava male.
<< Nome? >> domandò monotona.
<< Alessia >> risposi monotona.
<< Cognome? >>
<< Jeeee... - sentii uno spintone arrivare da sinistra e subito mi ritrovai sul cemento freddo. - psen... Prego, eh Tomlinson! >> dissi ironica. Mi alzai e sentii delle ferite bruciare, ma non mi importava. Louis voleva morire, adesso! Lui si girò e fece il segno "V" di vittoria con le dita, accompagnato da un finto sorriso.
<< Dimmi, tu vuoi morire? >> chiesi, cercando di restare calma. Louis si girò confuso.
<< Cos... >> cominciò a dire, ma mi bastò quella frazione di secondo di distrazione, per assestargli una ginocchiata ben piazzata su Willi. A Louis morirono le parole in gola, strinse gli occhi e fece una smorfia di dolore. Mi sistemai i capelli e ricominciai la mia iscrizione, mentre Tomlinson si accasciava a terra dal dolore.

 

Louis' mind
<< Dimmi, tu vuoi morire? >> chiese, stranamente calma. Mi girai confuso.
<< Cos... >> cominciai a dire, ma mi bloccai perchè mi arrivò una ginocchiata ben piazzata su Willi. Mi morirono le parole in gola, strinsi gli occhi e feci una smorfia di dolore. Alessia si sistemò i capelli e ricominciò la sua iscrizione, mentre io mi accasciavo a terra dal dolore. Cominciai a vedere le stelle, nel frattempo mi morsi la lingua per non urlare. Non potevo dargliela vinta, farle vedere che urlavo di dolore; o peggio ancora piangere di dolore. Diventai pallido in volto e respirai profondamente per cercai di alleviare il dolore.
<< Se non funziona più, mi paghi i danni, Jepsen >> sputai fra i denti con una voce stranamente acuta, non sprezzante come avrei voluto che fosse. Alessia si girò, furente in volto e a quella visione mi spaventai. Non tanto perchè era un mostro, ma perchè ora sapevo quali erano le sue capacità. Non volevo un'altra ginocchiata nelle palle. Si avvicinò, evidentemente aveva finito l'iscrizione, sempre di più al mio volto fino a quando pochi centimetri ci separarono.
<< Non ho paura di te, Tomlinson >> disse lentamente e sprezzante per farmi assimilare bene il concetto. Il mio cuore cominciò a battere forte, mentre i suoi occhi verde smeraldo intenso scrutavano i miei azzurri. Avevo paura? Perchè il mio cuore aveva accellerato i battiti?
<< E per la cronaca, non ti ripago niente. Se non funziona più, ti arrangi perchè te la sei meritata la ginocchiata. >> detto questo, si allontanò da me, prese sua sorella e si diressero verso casa. Calò un silenzo irrazionale e imbarazzante. Tutti mi fissavano, poi ripresero a fare quello che stavano facendo.
Improvvisamente qualcuno scoppiò a ridere dietro le mie spalle. Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa: Harry. Ci mancava solo lui.
<< Louis, amico! Che ti è successo? Dovresti vederti, sei pallido come un fantasma! >> continuò a ridere e a sbellicarsi.
<< Harry potresti aiutarmi ad alzarmi? E smettila di ridere! >> dissi seccato. Harry smise di ridere e mi aiutò ad alzarmi, ma me lo sentivo che tra pochi istanti sarebbe scoppiato a ridere un'altra volta. Invece mi guardò serio in volto.
<< Dai, seriamente: chi ti ha steso? Un ragazzo? Perchè se è così...>>
Cominciò a blaterare, ma lo interruppi parlando sopra la sua voce.
<< Ma secondo te? I maschi si prendono a pugni, non a calci nelle palle! >> sbraitai, ancora dolorante. Cazzo se faceva male.
<< Hai ragione... I calci nelle palle provengono al 100% dalle ragazze. Uhm... devo dire che è il loro punto preferito, dove colpire intendo... >> disse mettendosi delle dita sul mento, con fare pensoso. Wow, Harry che pensa! Sarà da immortalare questo giorno.
<< Comunque... chi è la ragazza che ti ha steso? >> chiese, con uno stranissimo luccichio negli occhi. Gli occhi di Harry erano molto simili a quelli di Alessia. Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
<< Alessia Jepsen >> dissi, sospirando. Harry spalancò gli occhi e un sorriso a trentadue denti gli si stampò sulla faccia.
<< Quella ragazza che ha i capelli neri e gli occhi verdi simili ai miei? Oh, è da stimare! >>
<< Ehy, ma tu da che parte stai! Dalla mia o dalla sua? >> chiesi offeso. Era la prima volta che (forse) Harry non stava dalla mia parte.
<< Beh, c'è da dire che tu la provochi e la stuzzichi in continuazione. - disse e mi sorprese tantissimo. Mi ero perso un pezzo per caso? - C'è qualcosa che non so, Louis William Tomlinson? >> disse, come se si fosse accorto che ci fosse qualcosa sotto. assottigliò lo sguardo e alzò un soppracciglio con aria interrogativa.
<< Non si sta facendo tardi? Andiamo a casa che poi ci sono i tornei. >> lasciai cadere il discorso a metà. Harry scosse la testa e ci avviammo verso casa.

Lunedì sera, cioè i tornei, saranno nel prossimo capitolo...
 

To Be Continued...

 

_______ Autrice _______

 

Allora?? questo è in assoluto il capitolo più lungo che io abbia mai scritto in tutta la mia vita. Vi è piaciuto? dai vorrei alcuni commenti per sapere se andare avanti, se la storia vi piace o se fa schifo (spero di no). Spero che lo recensiate, a presto Ale.

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Capitolo 3
*** I Tornei: Verderio Superiore VS Paderno ***


Lunedì 11 Giugno 2012 (sera)

 

Alessia's mind
"Tomlinson è assolutamente insopportabile! Ma come si permette?" Pensai furibonda. Mia sorella mi seguiva senza dire una parola. Ero talmente arrabbiata che non mi accorsi che eravamo già sotto casa. Di Tomlinson neanche l'ombra. Perfetto, evitavo un'altra sfuriata contro di lui. Aprii la porta di casa e dopo aver salutato (si fa per dire) mia madre, corsi a cambiarmi e a farmi una doccia. Sentii mia sorella e mia madre che parlavano davanti alla porta del bagno, anche sotto il getto d'acqua fredda.
«Ma che ha tua sorella?» chiese preoccupata mia madre.
«Niente... Ha litigato con il ragazzo che le piace, Louis Tomlinson» rispose Giulia tranquillamente. Mi bloccai di colpo e ritornai indietro di qualche passaggio. Lo aveva detto davvero???
«Non mi piace quel cretino!» urlai da sotto la doccia. Giulia e mia madre scoppiarono a ridere. Diedi un pugno contro il vetro e subito dopo lo shampoo mi finì nell'occhio destro e cominciai ad urlare come una pazza.
«Stupido shampoo!!» imprecai, poi mi lavai ripetutamente l'occhio. Dopo uscii dalla doccia, mi avvolsi nell'accappatoio e nell'uscire dal bagno, sbattei il mignolo del piede contro lo stipite della porta.
«Porca tana di Winnie The Pooh!!» urlai dal dolore, abbassai la testa per tastare il mignolo, ma la sbattei contro la maniglia della porta del bagno.
«Ahi! Ma si può sapere perché ce l'hanno tutti con me?» domandai retorica. Poi mi recai in camera per cambiarmi, aprii l'armadio e misi la maglietta da animatrice arancione.
«Tesoro, io e tua sorella usciamo e andiamo a fare la spesa... Tu che fai?» chiese mia madre, affacciandosi alla porta della mia camera.
«Io vado ai tornei degli animatori alle otto e mezza.» risposi cercando i pantaloncini.
“ah, trovati” pensai, prendendo un pantaloncino di jeans e infilandomelo. Poi andai a prendere delle All-Star nere basse. Subito dopo mi ritrovai sotto il portico del mio condominio. Cominciai a correre per arrivare in orario, ma andai a sbattere contro una persona. Seppi già chi era senza averlo neanche visto: Tomlinson. Alzai lo sguardo e incontrai degli occhi blu oceano, non gli occhi azzurri cristallini che mi sarei aspettata. Il ragazzo aveva una chioma bionda ossigenata e un sorriso smagliante.
«Niall!! – urlai eccitata. Gli corsi incontro e gli saltai addosso. Non pensate male, ma lui era il mio migliore amico e non lo avevo ancora visto da quando era cominciato il grest – Come stai?» chiesi ancora tra le sue braccia. Niall scoppiò a ridere e cominciò ad accarezzarmi la guancia.
«Ale, guarda che io c’ero ieri… Solo che non mi hai visto, perchè eri troppo occupata a litigare con Tomlinson.» disse ridendo e imitandomi nel dire Tomlinson. Subito dopo mi unii alla sua risata: era troppo contagiosa. Poi una testa con un ciuffo disordinato che ricadeva sulla fronte e con degli occhi azzurri cristallini si avvicinò a noi.
«Ah, certo... Appena vedi Niall gli salti addirittura addosso... Quando vedi me invece mi saluti con quel tono sprezzante»
«Geloso, Tomlinson?» rispose Niall stuzzicandolo, mentre Louis gli dava una sberla sulla nuca. Niall si massaggiò la parte dolorante. Poi Niall si vendicò.
«Sapete che sareste una bella coppia?» chiese Niall guardandomi dritta negli occhi. Arrossii violentemente, chissà per qual motivo. Poi notai che anche Louis, che stava ridendo, si bloccò di colpo e arrossì violentemente. Rispostai lo sguardo su Niall e cercai di contraddirlo.
«Io…» e mi bloccai. Per la prima volta non sapevo cosa rispondere. Niall sorrise e sparì, poi lo vidi insieme a Styles, Malik e Payne; lasciando me e Louis da soli. Calò un silenzio imbarazzante e irrazionale, quella situazione cominciava a diventare pesante. Louis spezzò il silenzio.
«Allora...uhm... Andiamo? Così ti faccio vedere qualche finta per la partita di calcio.» disse Louis e sorrise. Non avevo mai visto un sorriso così bello. Sentii le farfalle, anzi api che volavano nel mio stomaco. Quelle api punzecchiavano le pareti del mio stomaco, producendo una sensazione piacevole. Non mi ero mai sentita così... Come se mi trovassi tre metri sopra il cielo. Poi ripiombai improvvisamente sulla terra.
«Sì..» annuii e gli sorrisi. Forse quello era il primo sorriso che gli rivolgevo da quando avevo cominciato a parlargli.

 

Louis' mind
«Allora...uhm... Andiamo? Così ti faccio vedere qualche finta per la partita di calcio.» dissi sorridendole. Gli occhi di Alessia si illuminarono di un verde smeraldo acceso e una strana luce si fece largo tra i suoi occhi che durò pochi secondi, per poi sparire.
«Sì..» annuì e mi sorrise. Forse quello era il primo sorriso che mi rivolgeva da quando aveva cominciato a parlarmi. Cominciammo a camminare e avvertii uno strano formicolio alla mano destra. Cercai di ignorarlo, ma poi sentii la voglia di tenerla per mano crescere e aumentare a dismisura. Mi morsi il labbro inferiore, facendo uno sforzo enorme per tenere la mia mano al suo posto. Cercai di distrarmi pensando ad altro, ma riuscivo a sentire la sua presenza e il suo profumo delicato, che non mi era certo di aiuto. Il volto di Alessia si fece largo nella mia mente.
’’Che mi sta succedendo? Perchè continuo a pensare a lei?’’ Pensai cominciando a preoccuparmi. Il cellulare nella mia tasca cominciò a vibrare. Toh, un segno divino. Presi il cellulare dalla tasca e aprii il messaggio: era di Niall.
’’Vi siete già slinguati? Ahahahahaha xD’’ Scossi la testa con un sorriso. Altro che segno divino: quel ragazzo non mi avrebbe lasciato in pace, finchè non avrei ammesso che mi fossi letteralmente innamorato di Alessia. Bè, avrebbe dovuto aspettare a lungo, forse anche per sempre perchè non ero assolutamente innamorato di Alessia.
’’Ahahahahahaha NO. Ma sei fuori di testa? Perchè dovrei baciarla?’’ scrissi velocemente e lo inviai. Mi arrivò un altro messaggio: era di Harry.
’’Louis è inutile che neghi... Ti piace Jepsen, si vede lontano un miglio! ;D’’ A quel punto spensi il telofono scocciato. Perchè continuavano ad insistere che mi piacesse Alessia? Mi girai verso di Alessia e vidi che mi osservava incuriosita. Senza neanche rendercene conto eravamo arrivati davanti al cancello dell’oratorio.
«Pronta per schiacciare Paderno*?» chiesi entusiasta. Alessia scoppiò a ridere e io mi unii a lei.
«Si pentirà di aver solo pensato di vincere contro Verderio Superiore*!» rispose con un sorrisetto malizioso. Poi mi guardai intorno: nel campo grande da calcio di sinistra c’erano i ragazzi di Paderno che si stavano allenando; mentre nell’altro campo da calcio (quello di destra) c’erano dei ragazzi di Verderio Superiore che provavano il tifo e altri che tiravano dei rigori. Nel campo da pallavolo c’erano i ragazzi di Verderio Inferiore e quelli di Robbiate, ognuno nella propria metà e si passavano la palla.
Presi Alessia per mano per portarla nel campo da calcio, ma appena la toccai una scarica elettrica mi attraversò il braccio e sentii un formicolio alla mano. Guardai Alessia e vidi che stava arrossendo e che si stava mordendo il labbro inferiore.
«Oh, scusa» mormorai, mentre le mie guance si coloravano di un rosso acceso e deglutivo rumorosamente. Alessia scosse la testa e poi mi sorrise timidamente.
«Non è niente... Ora andiamo!» disse e cominciò a correre, mi passò di fianco, mi prese la mano e cominciò a trascinarmi verso il campo. Dei brividi piacevoli mi invasero la schiena. Poi arrivammo mano nella mano al campo e Niall ci guardò sbalordito e stordito. Indicò le nostre mani intrecciate e io e Alessia le fissammo. Subito dopo lei sciolse la sua stretta. Il terreno e la punta delle mie scarpe diventarono all’improvviso interessanti. Niall mi prese da parte e cominciò a parlarmi.
«Louis! Vi siete davvero fidanzati?» chiese, con una strana luce negli occhi. Alzai un soppracciglio.
«Nooo! - cominciai a negare. - Magari...» Mi lasciai sfuggire, prima di rendermi conto di quello che avevo detto. Subito dopo abbassai lo sguardo pieno di vergogna e mi morsi il labbro inferiore, sperando che Niall non avesse sentito l’ultima parte. Perchè avevo detto una cosa del genere?
Niall invece, contrariamente a quello che avevo sperato, sentì tutto e di conseguenza sbarrò gli occhi.
«Louis, ti rendi conto di aver appena detto che vorresti essere il suo fidanzato?» disse preoccupato. Alzai di nuovo lo sguardo, senza lasciar trapelare nessuna emozione.
«Scusa, stavo pensando ad un’altra ragazza» mentii sperando che se la bevesse. Niall alzò un soppracciglio, scettico. Aprì la bocca per contraddirmi, ma Alessia mi chiamò perchè la partita stava per cominciare.
«Arrivo!» urlai e salutando Niall con un sorriso strafottente, felice per averla passata liscia.

 

Niall’s mind

Oh, Louis non se la sarebbe cavata così facilmente. Gli sarei stato con il fiato sul collo, finchè non avesse ammesso che Alessia gli interessava e anche parecchio, a quanto pareva. Non capivo perchè si ostinava a dire il contrario. Stupido Tomlinson... Se una ragazza ti piace, cerchi di conquistarla, non litighi in continuazione con lei. Poi scossi la testa con un sorriso, rendendomi conto che Louis era più testardo di un mulo e se diceva che non le piaceva, difficilmente avrebbe cambiato idea. Bè, lo capirà con il tempo.
’’Una battaglia tra muli intestarditi, troppo orgogliosi per ammettere ciò che provano veramente" . Pensai incrociando le braccia e guardando divertito Alessia e Louis, che si posizionavano davanti alla palla a centro campo, per iniziare la partita.

 

Alessia’s mind
Tutti erano pronti e si poteva iniziare. L’arbitro fischiò e Louis s’impossesò della palla. Cominciai a correre verso la porta avversaria, mentre Louis faceva dei giochetti con la palla per superare la difesa; subito dopo la varcò e al posto di tirare e fare goal, me la passò a me. La difesa si sorprese di quel gesto e subito cercò di bloccarmi; ma tirai in porta. Tutto sembrava andare a rallentatore, i tifosi di Verderio Superiore trattennero il fiato fino a quando non videro entrare la palla nella porta. Un boato di fischi, urla e applausi esplose sia dalla panchina, sia dai tifosi. Cominciai a correre verso la mia squadra e tutti mi abbracciarono entusiasti. Poi ritornammo tutti ai nostri posti, per continuare la partita.

 

Guardai il tabellone: casa: 6 sfidanti: 3. Uhm.. Quindi stavamo vincendo. Mancavano meno di cinque minuti alla fine della partita. Due goal li avevo segnati io, tre Louis e uno (miracolosamente da centro campo) Harry. Mamma mia Paderno era scarsissimo! Scossi la testa e continuai a pensare alla partita. La palla c’e l’aveva la difesa di Paderno, che poi passò agli attaccanti. Gli attaccanti avanzarono decisi, mentre io e Louis li aspettavamo per rubargli la palla. Il giocatore si fermò davanti a me per farmi alcuni giochetti con la palla, ma io riuscii a scartarlo e a conquistare palla. Cominciai a correre verso la porta, ma una ragazza di Paderno che era nella difesa, mi falciò nell’area di rigore e mi fece cadere a terra.
«Arbitro! Fallo!» gridò Louis dall’altra parte del campo. L’albitro fischiò e Louis mi aiutò ad alzarmi. Posizionai la palla sul dischetto bianco pronta per battere il rigore.
«Okay, pronta?» Mi sussurò Louis ad un orecchio. La sua voce e la sua vicinanza, mi provocarono dei brividi piacevoli lungo la schiena e le gambe molli. Ma perchè mi sentivo così?!
«Pronta!» risposi carica di energia. L’arbitro fischiò e io presi la rincorsa, poi tirai la palla. Subito dopo chiusi gli occhi per evitare una delusione. Un boato di urla e applausi mi fecero aprire gli occhi, guardai e la palla era dentro la porta. Mi girai verso la mia squadra e vidi che tutti correvano dalla mia parte. Subito dopo mi ritrovai tra le braccia di qualcuno, alzai lo sguardo e incontrai gli occhi cristallini di Louis. Stranamente mi sentii bene tra le sue braccia.
«Abbiamo vinto, Louis!» Urlai felice a Louis. Lui spalancò gli occhi e mi guardò sorpreso.
«Che c’è?» chiesi confusa dall’espressione del suo volto.
«Mi hai chiamato ’’Louis’’ e non ’’Tomlinson’’’ con tono sprezzante» disse con un sorriso. Gli sorrisi anche io.
«Non ti ci abituare» scherzai, poi scoppiammo entrambi a ridere mentre tutta Verderio Superiore ci abbracciava.



 

*Paderno, Robbiate, Verderio Superiore e Inferiore sono quattro paesi piccolissimi dell’Italia del nord (Lombardia). Ho deciso di ambientare qui la storia xD

 

_______Autrice_______

 

Allora? Vi piace? Ahahahahha ci ho messo tantissimo per scriverlo, ma alla fine sono riuscita a partorirlo.
Come avete ben potuto notare in questo capitolo Louis e Alessia non litigano. Vedo che si vogliono molto bene... Ma questa pace non durerà per sempre xD Avete visto?? Per la prima volta Alessia chiama Louis per nome....

Vabbè passiamo ai ringraziamenti: ringrazio xunpodipayne per aver recensito entrambi i capitoli precedenti, ringrazio anche Lalla_95 e Iamcrazylovers per aver recensito il capitolo 2.
Ringrazio anche chi ha messo questa storia tra le preferite, seguite e ricordate.
Spero che recensiate anche questo capitolo, perchè mi piacerebbe sentire il vostro parere e se vi piace o no questa storia :D

Al prossimo capitolooo!! Bacioni, Ale_Carrots xD

 

 

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Capitolo 4
*** Gita In Montagna ***


Martedì 12 Giugno 2012

 

Louis’ mind
...«Ma guardi dove... - cominciai ad imprecare, poi mi bloccai: i suoi occhi verdi smeraldo si incatenarono ai miei. - ...cammini.»
Eravamo distanti pochi centimetri, io che la tenevo per i fianchi, mentre lei si reggeva sulle mie spalle. Mi resi conto che dove lei aveva appoggiato le mani, la mia pelle stava bruciando; poi, quando guardai intensamente i suoi occhi, sentii dei brividi piacevoli invadermi la schiena e lo stomaco mi si contorse in modo piacevole...

 

Una secchiata di acqua gelida mi arrivò sulla faccia, facendomi svegliare di soprassalto. Urlai dallo spavento e cominciai ad asciugarmi la faccia.
«Mamma! Ma ti si è fuso il cervello?» sbraitai isterico contro mia madre. Lei mi guardava con un soppracciglio alzato, con le braccia incrociate intorno al secchio e storse la bocca.
«E’ da tre ore che ti chiamo! Tu mica dovevi andare in gita?» chiese girandosi e andando ad avviare la lavatrice. Mi sbattei una mano sulla fronte e guardando contemporaneamente l’orologio, che segnava le nove meno cinque. ’’Merda! - pensai - Non ce la farò mai!’’ Subito dopo corsi verso il bagno per cambiarmi e vestirmi con la maglietta verde germoglio da animatore e pantaloncini corti. Poi indossai le mie Superga bianche e andai dritto verso la cucina per fare colazione. Corsi verso il bagno per lavarmi faccia, denti e pettinarmi i capelli ancora bagnati. Presi il phon e mi asciugai i capelli un pò alla cazzo. Poi staccai il cellulare dalla carica e mi avviai verso l’uscita. Comincia a correre sempre più veloce per arrivare in tempo, anche se avevo l’oratorio sotto casa. Mi resi conto solo dopo che avevo Alessia di fianco a me che correva anche lei come una pazza. Come me doveva essersi alzata tardi.
«Oh, ma guarda: anche l’orologio in persona si è alzato tardi» la stuzzicai stampandomi un sorriso strafottente sulla faccia.
«Oh, e noto che il bradipo scansa fatiche ci ha degnato della sua presenza!» rispose lei facendomi la linguaccia. Arrivammo davanti al pullman che ci doveva portare in montagna appena in tempo. Salii per primo e mi avviai verso un posto libero. Fui accolto da una spiacevole sorpresa: gli unici posti liberi erano due e... erano vicini. Perfetto: adesso dovevo anche sorbirmi Jepsen. Sono sicuro che Niall c’entrasse qualcosa. Rassegnato mi sdraiai su entrambi i sedili per fare un dispetto sia a Niall che a Jepsen.

 

Alessia’s mind
Salii sul pullman e tutte le bambine mi salutarono. Risposi ai saluti con un sorriso un pò forzato per l’alzataccia della mattina; ma le loro urla festose mi alzarono il morale. Subito dopo il morale mi ricadde a terra: Tomlinson si era stravaccato su entrambi i sedili che prima erano vuoti. Strinsi la mascella e con un respiro profondo mi avviai verso di lui. Tossii per catturare la sua attenzione.
«Vogliamo restare così per tutto il giorno, o mi fai sedere anche a me?» dissi incrociando le braccia, mentre il pullman partiva e Louis faceva il menefreghista.
«Che ti devo dire? ’Chi prima arriva meglio alloggia’» rispose ghignando soddisfatto. Aprii la bocca per ribattere a quel cretino patentato, ma uno scossone mi fece cadere in avanti e... Sì, ancora una volta mi ritrovai tra le braccia di Louis. I nostri volti erano distanti due centimentri, se non meno; e mi ritrovai a fissare i suoi occhi azzurri. Mi ricomposi e Louis mi lasciò sedere di fianco a lui. Mi guardai intorno per vedere se gli altri avevano visto la scena, ma i bambini chiacchieravano e gli altri animatori ascoltavano la musica persi nel loro mondo parallelo. Solo uno si stava (quasi) sbellicando dalle risate: Niall. Appena si accorse che lo stavo fulminando con lo sguardo, mi ammiccò. Scossi la testa. Chissà per quale motivo, ma sentivo che Niall c’entrava qualcosa in tutta questa storia. Buttai la testa all’indietro sul sedile e mi misi le cuffiette dell’ipod nelle orecchie. Poi feci partire la prima canzone che mi capitò a tiro e mi addormentai.

 

Sentii delle risate provenire dal sedile davanti al mio, che mi fecero svegliare dal mio pisolino mattutino. Cercai di alzarmi; ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi teneva stretta a sè e non aveva intenzione di mollare la presa. Aprii di scatto gli occhi e mi ritrovai completamente incollata e spiaccicata a Louis. Le sue braccia erano strette intorno alla mia vita e le mie braccia erano allacciate intorno al suo collo. Le risate aumentarono di numero, mi girai e vidi Niall e Amy con una macchina fotografica in mano. Mi staccai violentemente da Louis e quest’ultimo si svegliò dal mondo dei sogni. Louis si stropicciò gli occhi, mentre io arrossivo violentemente e mi giravo dall’altra parte.
«Che è successo? Siamo arrivati?» chiese Louis con la voce impastata dal sonno. In tutta risposta io arrossii sempre di più (ma sempre girata dall’altra parte), mentre Niall e Amy scoppiarono a ridere definitivamente.
«Che c’è?» chiese ancora Louis confuso. Niall passò la macchina fotografica all’amico senza smettere di ridere insieme ad Amy. A quel punto diventai paonazza in volto e restai girata dall’altra parte per non vedere la reazione di Louis.

 

Louis’ mind
Sentii delle risatine provenire dal sedile davanti al mio, che mi fecero andare nella fase del dormiveglia. Poi sentii che qualcosa, o meglio qualcuno, era sdraiato sopra di me e io... l’abbracciavo? Era un corpo femminile, caldo e... poteva appartenere ad una persona sola: Alessia Jepsen. Cercai di aprire un occhio, ma era come incollato. Quindi era solo frutto della mia immaginazione? No, davvero un corpo era sopra il mio. A dirla tutta non mi dispiaceva quella sensazione. All’improvviso quel corpo si staccò dal mio violentemente, così io mi svegliai completamente stropicciandomi gli occhi. Sentii delle risate provenire dal sedile davanti. Quando aprii gli occhi focalizzai Niall e Amy che ridevano sguaiatamente.
«Che è successo? Siamo arrivati?» chiesi con la voce impastata dal sonno. Alessia era girata dall’altra parte, segno che era imbarazzata. Nella mia mente si fece largo l’idea che io e lei stavamo dormendo abbracciati. Scossi impercittibilmente la testa per scacciare via quel pensiero.
«Che c’è?» chiesi ancora, confuso. Niall mi passò la macchina fotografica, senza smettere di ridere insieme ad Amy. Mi girai ancora verso di Alessia, prima di vedere la foto di noi due abbracciati che dormivamo ignari della situazione. Restituii la macchina fotografica a Niall, deglutendo rumorosamente e sprofondai nel sedile del pullman, arrossendo violentemente.

 

Alessia’s mind
Per tutto il resto del viaggio restai appollaiata sul bracciolo del sedile con la musica a palla nelle orecchie, cercando di non pensare che ero abbracciata a Louis e lui non aveva detto niente. Ogni tanto mi giravo per vedere cosa faceva, ma niente ogni volta lo vedevo girato verso il finestrino e non dava segni di alcuna emozione.

Dopo altri venti minuti passati a soffocare la mia vergogna, arrivammo alla nostra meta, prendemmo i nostri zaini e cominciammo a camminare nel sentierino che portava alla radura. Presi per mano delle bambine che avevano più o meno sette anni e le aiutai a camminare per il sentiero sassoso. Niall davanti a me, portava in braccio un bambino che gli faceva male una gamba. Harry dietro di me aveva due bambine che gli camminavano di fianco e un’altra la portava in spalletta. Quando il sentiero si fece più ripido, Louis venne spinto da Harry e cadde all’indietro e mi venne addosso. Per fortuna riuscii a sostenerlo e non caddi come una patata.
«Louis! Hai un senso dell’equilibrio che è magnifico...» dissi ironica. Lui alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia.
«Senti chi parla... Quella che qualunque cosa fa cade tra le mie braccia!» rispose scocciato, camminando di fianco a me.
«Bè, vedo che non ti dispiace...!» mi sfuggì prima che riuscissi a mordermi la lingua. Louis arrossì, ma mantenne uno sguardo arrabbiato. Di colpo il suo volto assunse un’espressione divertita.
«Allora tu lo fai apposta a cadere addosso a me!» disse puntandomi il dito contro e sorridendo soddisfatto.
«Che cosa? Tomlinson, ma che ti fumi la mattina?» chiesi ironica, mentre scuotevo la testa e mi allonavo da quel tipo pazzoide. Louis non ci mise molto a raggiungermi e a sbarrarmi la strada.
«Togliti» dissi scocciata.
«No.» rispose strafottente.
Mi mossi verso destra e lui fece lo stesso, mi mossi verso sinistra e ancora come prima si mosse nella mia stessa direzione. Mi fermai con le braccia incrociate e un’espressione a dir poco scocciata. Con uno scatto, Louis mi prese in braccio e mi portò così fino alla radura, dove mi mise giù. Mi fermai ad ammirare quello spettacolo: c’era un prato gigante, circondato da alberi, dove c’erano dei fiori appena sbocciati tutti colorati. Tutti i bambini si misero ad urlare e a correre; poi notai una coppia di ragazzi di seconda o terza media. Il ragazzo raccolse un fiore e lo porse alla ragazza da dietro la sua spalla. Ero talmente intenta a fissarli che quando mi trovai un fiore davanti, mi spaventai. Mi girai e mi si parò davanti Louis.
«Che dici... mi perdoni?» chiese con la faccia da cucciolo. Scoppiai a ridere.
«E per cosa?» chiesi avvicinandomi pericolosamente a lui.
«Bè, ecco... per essermi comportato da bambino...» rispose abbassando lo sguardo e porgendomi il fiorellino. Presi il fiore e gli accarezzai una guancia. ’’No, Alessia non perdonarlo è e sarà sempre un bambino viziato e rompipalle!’’ Ed ecco che arriva la vocina rompipalle.
«Perdonato» Gli sorrisi e lui mi sorrise di rimando. Poi fummo interrotti dalla voce di Rosemma che spiegava il gioco.
Iniziammo a giocare a scalpo, un gioco vecchio come il mondo. I bambini avevano un nastro del colore della propria squadra, che fungeva da coda. In pratica bisogna rubare la cosidetta ’coda’ ai bambini delle altre squadre.
Iniziò il gioco e duecentotrenta bambini si mescolarono, così da non capire più quli fossere della tua squadra o di un’altra. Durante il gioco arrivavano bambini dei gialli che continuavano a lamentarsi dei rossi che baravano, tenevano lo scalpo troppo corto e che per prendere lo scalpo ad un bambino usavano la tattica del: ’Tu lo tieni fermo, io gli prendo la coda’. Ogni animatore rispondeva così: ’Io non posso fare niente, devi andare a dirlo a Rosemma’; così Rosemma alla fine del primo round si ritrovò sommersa dai bambini che protestavano contro i rossi. Decise infine che lo scalpo si poteva tenere corto e non si poteva usare la tattica del ’tu lo tieni fermo, io gli prendo la coda’. Da quel momento in poi non ci furono più lamentele.

 

Il gioco lo vinsero i gialli, subito dopo raccogliemmo le nostre cose e ci avviammo verso il pullman, dove mi addormentai tra le braccia del mio migliore amico Niall con la musica nelle orecchie.

 

Louis’ mind
Ero sul pullman seduto di fianco al mio migliore amico Harry, ma qualcosa non mi faceva stare tranquillo. Non riuscivo a stare fermo, mi giravo in continuazione, in cerca di qualcosa, o meglio in cerca di qualcuno. E tutto quello che mi veniva in mente riguardava Alessia.
’Dov’è? Con chi è? Cosa sta facendo?...’ Perchè cavolo mi venivano in mente ste domande? In fondo... chissene frega di cosa stava facendo, no? E allora perchè appena l’ho vista tra le braccia di Niall, lo stomaco cominciò a contorcersi provocando in me una strana emozione? Harry notò che mi comportavo in modo alcuanto strano e alzò un soppracciglio.
«Tutto bene, Louis?» chiese preoccupato.
«Si, si tutto bene...» risposi scocciato, guardando ancora dalla parte di Niall.
«Sei geloso di Niall?» chiese Harry strafottente, guardando dalla mia stessa parte. Spalancai gli occhi e scossi la testa energicamente, come se fosse convincente.
«No, ma che dici?!» negai, con una voce stranamente acuta e fastidiosa e guardando da un’altra parte. Harry alzò il famoso soppracciglio indagatore.
«Mi stai mentendo!»
«Non è vero!»
«Allora perchè la tua voce è acuta e non mi guardi in faccia?!» Decisamente quella conversazione stava prendendo una brutta piega.
«Okay... Se io ammetto di essere ge- mi interruppi... non avevo mai detto quella parola ad alta voce. Mi feci coraggio e proseguii - Geloso, tu la smetteresti di farmi l’interrogatorio?» domandai esasperato.
«Sì!» rispose esaltato e con uno strano luccichio negli occhi.
«Okay... Sono... Geloso» alla fine riuscii a buttare fuori quella parola fastidiosa.
«Finalmente lo ha ammesso, gente!» trillò eccitato. Intanto Niall si era girato dalla nostra parte e ci guardava incuriositi.
«Che cosa ha ammesso? Di essere innamorato di...» cominciò a fantasticare il biondino; ma subito lo interruppi.
«No! Smettila di fantasticare Horan!» dissi scocciato e mi girai dall’altra parte.

 

Harry’s mind
«Okay... Se io ammetto di essere ge- si interruppe, poi proseguì - Geloso, tu la smetteresti di farmi l’interrogatorio?» domandò esasperato.
«Sì!» risposi esaltato.
«Okay... Sono... Geloso» alla fine riuscì a buttare fuori quella parola.
«Finalmente lo ha ammesso, gente!» trillai eccitato. Intanto Niall si era girato dalla nostra parte e ci guardava incuriositi.
«Che cosa ha ammesso? Di essere innamorato di...» cominciò a fantasticare il biondino; ma subito venne interrotto da Louis.
«No! Smettila di fantasticare Horan!» disse scocciato e si girò dall’altra parte. Mi avvicinai a Niall per non farmi sentire da Louis.
«No, ha appena ammesso di essere geloso!» dissi. Finalmente Louis aveva fatto un passo avanti. A Niall cominciarono a brillare gli occhi.
«Scommetto che vorrebbe stare al mio posto!» disse Niall con un sorrisetto strafottente. Poi entrambi scoppiammo a ridere. Louis si girò a guardarci incuriosito, poi si rigirò dall’altra parte.

Venti minuti più tardi arrivammo in oratorio e ognuno se ne tornò a casa propria. Louis e Alessia si avviarono stancamente verso casa. Che carini che sono quei due!

 

 

 

 

Per chi me lo aveva chiesto, ecco a voi Alessia Jepsen :D

 

 

 

 

 

__________ Autrice __________

Eccomiiii!!! Scusate per avervi fatto aspettare! Allora sinceramente a me questo capitolo non mi fa impazzire... mi piacciono solo le parti in cui Alessia e Louis si addormentano abbracciati e quando Louis ammette di essere Geloso! xD
Look at me now! Attention please: devo avvertirvi che il 29 (Domenica) Lugio parto e vado in vacanza due settimane con i ragazzi del mio paese e della mia stessa età. Quindi non potrò portarmi dietro il computer e non potrò nemmeno scrivere il prossimo capitolo di questa storia. Di conseguenza posterò il capitolo (se riesco) dopo l’8 Agosto. Grazie per aver letto, spero che capirete e che non diminuiscano i fan di questa storia :D

Dopo quest’importantissimo avviso, volevo ringraziare IrishHoran_Chan, Lalla_95, JustCris e Horan1994 per aver recensito il capitolo precedente e per avermi fatto i complimenti e ringrazio anche chi ha messo questa storia tra le preferite, seguite e ricordate.

Se non rispondo alle vostre recensioni è perchè sono via, quindi non prendetevela, okay?

Detto questo vi lascio e vado a preparare la valigia... Ciaoo e al prossimo capitolo! Ale_Carrots

 

 

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Capitolo 5
*** Stavo impazzendo all'improvviso? Probabile. ***


Mercoledì 13 Giugno 2012

Alessia’s mind
Come al solito mi svegliai, i preparai e buttai giù dal letto mia sorella. Poi scendemmo giù per andare in oratorio. Facemmo la strada con Tomlinson e appena arrivammo in oratorio notammo che c’erano due ragazze con la maglietta da animatrici che non avevo mai visto e che stavano parlando con Rosemma. Giulia andò dalle sue amiche, mentre io e Louis ci avvicinammo alle due ragazze. Una era mora, occhi castani e carnagione scura, l’altra era bionda, occhi verdi e bianca come una mozzarella.
«Ciao! Voi chi siete?» chiesi alle due ragazze con un sorriso.
«Ciao, mi presento sono Karin e lei è Nicole. Ci siamo trasferite qui da poco e avendo già fatto il corso animatori nel nostro vecchio paese, ci siamo ’iscritte’ qui.» si presentò la ragazza mora. A pelle mi stava già simpatica.
«Ah, ho capito... Io sono Alessia e lui è Louis» mi presentai.
«Louis è... il tuo fidanzato?» chiese timidamente Nicole. Spalancai gli occhi a quella affermazione e arrossii insieme a Louis.
«No! Lui è...- mi interruppi non sapendo bene che cosa dire. - Un ragazzo con cui litigo sempre» cercai di spiegare.
«Venite che vi presentiamo gli altri!» disse Louis entusiasta, mentre ci dirigevamo verso il gruppetto formato dagli altri coglioni e dalla mia migliore amica; che stranamente era abbracciata a Niall. Quando arrivammo anche noi, Liam e Zayn smisero di parlare con Niall e Harry e si imbambolarono a guardare le due nuove arrivate.
«Ragazzi, loro sono Karin -indicai la mora- e Nicole. -indicai la bionda- Karin, Nicole, loro sono Zayn, Liam, Niall e Harry» presentai i ragazzi indicandoli uno ad uno.
«E lei è Amy, la mia migliore amica» indicai la mora che stava abbracciata a Niall. Presi la bottiglietta d’acqua che tenevo in borsa e cominciai a bere le cascate del Niagara, avevo tantissima sete.
«Io e Niall siamo fidanzati!» disse allegra, ma anche un pò come avvertenza per le due nuove arrivate. Appena mi resi conto di quello che aveva detto Amy, sputai tutta l’acqua addosso a Zayn che si trovava davanti a me.
«Ho sentito bene?!» chiesi con un fil di voce, totalmente sconvolta. Tutti scoppiarono a ridere e riuscirono a contagiare anche me. Karin portò Zayn in un bagno per asciugarlo... Avrei dovuto farlo io, ma avevo già capito che tra i due c’era alchimia.

 

Karin’s mind
«Io e Niall siamo fidanzati!» disse Amy allegra, ma anche un pò come avvertenza per me e Nicole. Subito dopo Alessia sputò tutta l’acqua che aveva bevuto addosso a Zayn, che si trovava davanti a lei.
«Ho sentito bene?!» chiese Alessia con un fil di voce, totalmente sconvolta. Tutti scoppiarono a ridere. Ebbi l’impulso di portare Zayn in un bagno per asciugarlo... e così feci. Lo portai in quello che doveva essere un bagno, presi dei fazzolettini e cercai di asciugarli la maglietta.
«Allora... Ti chiami Karin, giusto?» chiese imbarazzato. Sorrisi: per la prima volta un ragazzo che parlava con me era in imbarazzo.
«Sì» risposi guardandolo dritta nei suoi occhi scuri.
«Da che paese... insomma dove vivevi prima?» chiese curioso.
«Casazza»
«E dove sarebbe?» chiese totalmente confuso.
«Provincia di Bergamo.» risposi con un sorriso, divertita dalla sua totale confusione. E poi cominciammo a parlare del più e del meno.

 

Alessia’s mind
Ore 12 = Pranzo! era la parte della giornata che preferivo, perchè ovviamente... si mangia! Io e Niall siamo sempre stati in sfida durante il pranzo: ci sfidavamo a chi mangiava di più. Gli altri ci guardavano come se fossimo impazziti, ma erano anche sorpresi di tutta la roba che riuscivamo a mangiare. Io e Niall eravamo magri come un chiodo, avevamo sempre una fame da lupi e mangiavamo il triplo dei ragazzi. I rossi vennero radunati nel salone per montare i tavoli, mettere le sedie e apparecchiare. Dopo una decina di minuti passati a spassarmela a guardare gli animatori dei rossi, più precisamente Niall, Harry e Amy, a rincorrere i bambini della propria squadra che non volevano apparecchiare; mi sedetti e tenni il posto a quei cinque coglioni più la mia migliore amica e le due nuove arrivate. Niall e Harry si buttarono sulla sedia stancamente.
«Wow... Niall James Horan e Harry Edward Styles senza energie... Chi vi ha ridotto così?» li stuzzicai. Loro sorrisero stanchi.
«Quel Josh mi ha fatto correre in tondo per tutto l’oratorio... Poi si è nascosto in quei spoiatoi pieni di terra e puzzolenti - Niall fece una faccia schifata - infine si è nascosto dietro le siepi» raccontò Harry sconsolato.
«E ti è andata pure bene! A me invece quello schifoso di James mi ha rinchiuso dentro i bagni della torretta con l’inganno! E tutti sappiamo come sono i bagni della torretta...» sputò Horan tra i denti. Tutti facemmo una smorfia di disgusto. I bagni della torretta, famosi per essere sempre sporchi, puzzolenti e pieni di feci. Nessuno è più entrato da quando Billy, un bambino in sovrappeso, due anni fa ha fatto talmente tanta cacca che ha intasato il water, lasciando anche una puzza terribile. Nessuno ha più pulito quei bagni.
Alzai un soppracciglio scettica: Horan non era uno che si lasciava ingannare facilmente a meno che....
«Horan, per caso ti ha ingannato con una busta di patatine?» chiesi, pur sapendo già la risposta. Niall diventò rosso come un peperone e annuì imbarazzato, mentre sprofondava nella sedia. Scossi la testa con disappunto. Subito dopo tutti scoppiarono a ridere.
«Invece a me è andata di lusso! - cominciò a dire Amy - avete presente Edward il ragazzo più figo di terza media? - tutti annuimmo e Niall si vedeva lontano un chilometro che cominciava a diventare geloso - Bè ecco l’ho abindolato e lui si è messo ad apparecchiare!» disse lei orgogliosa. Edward Minch il ragazzo più figo di terza media, alto, castano scuro e occhi color ghiaccio; aveva una cotta per Amy fin dalle elementari e in tutto questo tempo ancora le piaceva.
«Del tipo: tu principessa e lui maggiordomo!» esclamai io. Amy annuì e tutti scoppiarono a ridere compreso il biondino. Di corsa arrivò Zayn e si sedette, ma quando ci sentì ridere fece un’espressione confusa.
«Che mi sono perso?» chiese con un sorriso.
«I capelli» risposi indicando i suoi capelli.
«Che?!» si toccò la testa accertandosi che ci fossero. Subito dopo mi fulminò con lo sguardo. Karin rise sotto i baffi.
«Scherzo, idiota! Ti sei perso uno Styles mezzo morto, un Horan mezzo svenuto e una Hunderson principessa sul pisello» feci un riassunto. Poi Liam gli spiegò meglio tutta la vicenda.
«Ehy Niall! - lo chiamai attirando la sua attenzione - Dopo. Gara. Io e Te. Chi Arriva Per Primo Alla Torta. Ci stai?» chiesi con tono di sfida. Ogni volta era sempre così: io sfidavo Niall e lui (come sempre) accettava. Poi finiva sempre che Niall vinceva la sfida; ma questa volta era diverso: avrei vinto io la sfida.
«Ci sto!» disse Niall stringendomi la mano.
«Oh, no. Ci risiamo...» esclamò Louis sconsolato. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai rumorosamente.
«Che c’è adesso?» domandai scocciata, incrociando le braccia al petto.
«Ogni volta che proponi una sfida, essa va sempre a finire in modo catastrofico.» spiegò sia a me, sia a Nicole e Karin.
«A sì?! - chiesi scocciata - allora rinfrescami la memoria, perchè non mi ricordo nessuna sfida finita in modo catastrofico!» esclamai arrabbiandomi sempre di più.
«Lo farei credimi, ma non vorrei turbare queste due belle signorine» disse con un sorriso strafottente, mentre indicava Nicole e Karin.
«Rinfrescami la memoria, adesso» lo obbligai, ignorando totalmente la sua ultima frase. Louis alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
«E va bene... vediamo una che è finita nel migliore dei modi... Ah, sì! Sfidasti Niall a mangiare più cibo possibile e... come è finita? Ho dovuto portarti in bagno a vomitare tutto il pranzo! E Niall è andato con Liam nell’altro bagno!» esclamò seccato e buttando le braccia in aria.
«Silenzio!» urlò Rosemma nel megafono per zittire tutti i bambini che parlavano/urlavano insieme a me e a Louis che discutevamo.
«Adesso ringraziamo il Signore per questo cibo che ci ha donato, leggendo la preghiera in alto» disse Rosemma. Poi recitammo tutti insieme:’’Signore, benedici noi e il cibo che stiamo per prendere e rendici capaci di condividerlo con chi non ne ha. Amen.’’
«Niente sfida!» ci ammonì Louis. Io e Niall annuimmo a testa bassa. Poi aspettammo che tutti i bambini prendessero da mangiare in modo che dopo potessimo andare noi. Quando si mangia, gli animatori sono sempre gli ultimi a prendere da mangiare. Secondo noi era una regola stupida, tanto di cibo ce ne era a volontà. Prendemmo da mangiare e ci sedemmo al nostro posto. Cominciammo a ridere e a scherzare; riuscimmo anche a contagiare Karin e Nicole con le nostre risate. Dopo aver finito il pranzo toccava ai gialli sparecchiare. Io e Louis cominciammo a radunare i bambini, poi iniziammo a sparecchiare quel porcile. Impilai i piatti del primo tavolo, mentre Louis radunava tutte le posate. Ad un certo punto allungai una mano per raccogliere un piatto che era caduto, ma si scontrò contro un’altra mano. Quel contatto produsse una scarica elettrica che si propagò per tutto il braccio. Alzai di scatto lo sguardo e incontrai gli occhi azzurri acceso e cristallini di Louis.
«Scusa» ci scusammo all’unisono, mentre distoglievamo lo sguardo. Andai a buttare la pila di piatti di carta nel cestino, con le guance in fiamme. Perchè ogni volta che entravo in contatto con il corpo di Louis, sentivo scariche elettriche piacevoli? E perchè subito dopo arrossivo? Infine, perchè trovavo che i suoi occhi fossero... stupendi? No, okay... da quando trovavo gli occhi di Louis fossero stupendi? Per caso stavo impazzendo all’improvviso? Probabile. Malata? Sì, ma di che malattia? La Louis-Tomlinson-Acuta? Scossi la testa per scacciare via quei pensieri e un sospiro e finii di sparecchiare.
Dopo aver finito di sparecchiare, mi buttai su una panchina a peso morto e fissai il cielo. Subito dopo delle mani mi coprirono gli occhi, di conseguenza fu spontaneo sorridere.
«Chi sono?» disse una voce alterata. Scoppiai a ridere, Niall non era neanche capace di fare degli scherzetti.
«Niall» risposi cercando di trattenermi dal ridere.
«Sì, ma non è valido! Com’è che mi sgami sempre?» chiese scocciato.
«Niall tu non sai fare scherzi, è scientificamente provato. In quel campo, Louis è il migliore... Non lo batte nessuno» spiegai tranquillamente. Niall aprì la bocca per ribattere, ma si spaventò dall’arrivo di Louis.
«Sono il re degli scherzi!» si vantò Louis urlando, mentre appiccicava un foglio sulla schiena di Niall e quest’ultimo non si accorse di niente. Niall girò i tacchi e si vide in bella mostra un foglio con su scritto: ’’Baciatemi, sono Irlandese!’’. Dopo che si fu allontanato scoppiai a ridere per la faccia che fece Amy quando gli passò accanto con gli occhi spalancati. Io e Louis ci scambiammo degli sguardi divertiti, poi scoppiammo improvvisamente a ridere per minimo cinque minuti.

 

Il pomeriggio passò velocemente, tra attività, merenda e gioco finale della giornata. Tutti si erano divertiti e per fortuna nessuno si è nascosto per non fare il gioco finale. I blu dovevano fare la pulizia finale, quindi si fermarono in oratorio, presero delle scope e cominciarono a pulire i saloni. Subito dopo c’era la riunione degli animatori, perciò mi appropriai di una sedia a metà fila e stetti ad ascoltare le eventuali prediche che aveva da dire Rosemma.
«Ragazzi, domani chi vuole andare in piscina alzi la mano adesso» disse l’organizzatore delle gite.
Sul foglio segnò:
Zayn Malik, Liam Payne, Amy Hunderson, Niall Horan, Alessia Jepsen, Harry Styles, Louis Tomlinson, Karin Smith, Nicole Hollister e Mattia McAllister.
La sera avrei dovuto prepararmi la borsa per la piscina e provare il costume che mi sarebbe stato meglio.
Quasi alla fine della riunione sentii un bisogno disperato di bere, così dissi a Niall che andavo al bar a prendermi un thè alla pesca. Mi alzai dal mio posto e corsi verso il bar, poi mi lanciai sul frigo sotto e dietro il bancone per prendere il thè e mi dissetai. Non mi accorsi che anche un’altra persona doveva essere entrata per prendere qualcosa.
«Spostati che prendo una coca» disse Louis sgarbato.
«Resta lì che te la passo io» risposi, prima di riattaccarmi alla cannuccia e ricominciare a bere l’oceano Pacifico al gusto di thè alla pesca.
«No, grazie me la prendo da solo» rispose e si chinò davanti al frigo. Subito dopo sentimmo una chiave girare nella porta del bar. Cominciai ad avere un brutto presentimento. Ci guardammo entrambi, ci alzammo di scatto e vedemmo Harry che correva via con le chiavi. Mi precipitai alla porta per testare che quello che avevo visto e sentito era tutto frutto della mia immaginazione. Ma ovviamente non era così. Ero bloccata nel bar con Louis fino alla mattina dopo. A quel punto mi incazzai, sentii la rabbia che mi ribolliva dentro verso quell’essere che poteva anche tenere la porta aperta e avvisare che c’eravamo noi dentro il bar e di non chiudere. Ma no: lui voleva la coca!
«Sei un idiota! Adesso resteremo bloccati qua dentro fino a domani mattina!» gli urlai in faccia avvicinandomi a lui. Ho sempre pensato che i ragazzi fossero stupidi e insensibili. Poi ho conosciuto lui e ne ho avuto la conferma: sono dei completi idioti.
«Ehy, stai calma! Vedrai che non sono andati via...» disse non tanto convinto, ma nel tentativo di farmi calmare. Cosa che mi fece andare di più in bestia. Anzi, mi correggo: sono dei completi cretini. E non è colpa loro, probabilmente è una questione genetica, anche se in effetti dovrebbero iniziare a cercare una cura per questa stupidità dilagante. Insomma, ci sarà pur qualcosa che si possa fare, per evitare che diano aria alla bocca, tanto per dimostrare che sono addirittura in grado di formulare un pensiero coerente. Qui l’unico che riusciva ad essere normale e intelligente era solo Liam.
«Io calma? IO CALMA?!» urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni, mentre mi avvicinavo pericolosamente a lui. Poi inspirai ed espirai nel tentativo di calmarmi un pò.
«Tomlinson sei un totale cretino! Cos’hai nella testa? SEGATURA?!»
«Meglio della segatura che dei topi!»
«Almeno i topi fanno girare gli ingranaggi del cervello e quest’ultimo funziona più del tuo!»
«Allora preferisco essere un’idiota senza cervello che una perfettina maniaca come te!» urlò avvicinandosi a me.
«Bhe, io preferisco essere una perfettina maniaca che un’idiota senza cervello come te!» urlai avvicinandomi a lui. Cinque centimetri ci separavano.
«Sai cosa ti dico? Che sei fottutamente bellissima!» mi insultò urlando.
«E tu sei terribilmente figo!» lo insultai urlando a mia volta. Cercai un nuovo insulto, quando mi resi conto di quello che avevo detto.
Mi rieccheggiarono le ultime due frasi nella testa. Poi guardai intensamente gli occhi cristallini di Louis, lo presi per la maglietta e d’impulso lo baciai.

 

Louis’ mind
«Allora preferisco essere un’idiota senza cervello che una perfettina maniaca come te!» urlai avvicinandomi a lei.
«Bhe, io preferisco essere una perfettina maniaca che un’idiota senza cervello come te!» urlò avvicinandosi a me. Cinque centimetri ci separavano.
«Sai cosa ti dico? Che sei fottutamente bellissima!» la insultai urlando.
«E tu sei terribilmente figo!» mi insultò urlando a sua volta. Cercai un nuovo insulto, quando mi resi conto di quello che avevo detto.
Mi rieccheggiarono le ultime due frasi nella testa. Poi guardai intensamente i suoi occhi verde smeraldo, mi prese per la maglietta e improvvisamente mi baciò. Dopo cinque secondi di shock, appoggiai le mie mani su i suoi fianchi e Alessia in risposta appoggiò le sue mani sulle mie spalle. Il mio cuore stava letteralmente battendo all’impazzata. D’impulso misi le mie mani sotto le sue coscie e la presi in braccio, Alessia di conseguenza mi circondò la vita con le gambe. Poi la appoggiai su un tavolo e la spinsi contro il muro dietro di lei. I respiri si fecero più affannosi, schiusi leggermente la bocca e subito dopo le nostre lingue si toccarono. Poi lei appoggiò una mano sulla mia guancia e... delle chiavi caddero sul pavimento. Ci staccammo entrambi colti di sorpresa e l’immagine di Niall che era rimasto senza parole e letteralmente a bocca aperta, mi si parò davanti. Entrambi arrossimmo violentemente.
«Che ci fate voi qui?» chiese Niall con tono malizioso e facendomi l’occhiolino.
«Potrei farti la stessa domanda» rispondemmo in coro io e Alessia.
«L’ho chiesto prima io» rispose strafottente Niall.
«Ero venuta a prendermi un thè alla pesca» rispose Alessia apparentemente tranquilla.
«E io una coca» risposi anch’io tranquillamente. Anzi mi correggo: apparentemente tranquillo.
«E l’avete trovato l’uno nella bocca dell’altro?» chiese cercando di risultare spiritoso. Poi scoppiò a ridere, prese un pacchetto di patatine e uscimmo tutti e tre da quel posto imbarazzante.

 

 


________Autrice________

 

Ahahahahahhah Oh, mio dio! Cosa ho fatto combinare a questi due? W i Loussia (nome suggerito da xunpodipayne)!! Poi ci sarà uno dei One Direction che s’intrometterà in questa storia d’amore... Ahahahaha si vede che tifo per questa coppia?? Ma ora basta fare spoiler... Ditemi... vi è piaciuto questo capitolo?? Ci sono rimasta un pò male, perchè nell’altro capitolo ho ricevuto solo due recensioni... Ditemi faceva così cagare? ç_ç che tristezza. Comunque mi aspetto molte più recensioni dello scorso capitolo ù_ù Ringrazio chi ha recensito, chi ha messo questa storia tra le preferite, seguite e ricordate; e ringrazio anche per le oltre duecento visualizzazioni... Thank You So Much!!!!

Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e... Alla prossima!
Baci, Ale_Carrots :D *FaccinaCheRide* *MomentoSerietà

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Capitolo 6
*** Secondo me sono 12 patate e 20 carote. ***


Giovedì 14 Giugno 2012

Louis’ mind
Mi svegliai di soprassalto nel bel mezzo della notte. Anzi, era l’alba ma sono dettagli. Mi misi seduto e mi strofinai la faccia, mentre mi sentivo tutto agitato. Perchè? Cosa mi stava succedendo? Subito dopo il ricordo del bacio di Alessia si fece nitido nella mia mente. Ero... Al settimo cielo? Insomma era solo un bacio, eppure... eppure ero esaltato, felice, anzi strafelice, come se mi avessero spedito direttamente in paradiso. Mi ributtai all’indietro sul letto e misi le mani dietro la testa. E perchè ero geloso, quando Alessia era tra le braccia di Niall? Subito dentro di me un velo di gelosia si estese in tutto il corpo. Che fossi innammorato di lei? Impossibile. Insomma litigavamo sempre, ci insultavamo e lei mi menava anche! Stanco di tutte quelle domande a cui non riuscivo a dare una risposta, mi riaddormentai.

 

Alessia’s mind
La mattina mi svegliai che ero tutta agitata. La notte non avevo chiuso occhio e il ricordo del bacio con Louis era inciso nei miei pensieri. Ma perchè cazzo non riuscivo a togliermelo dalla testa? Ma sopprattutto... Per quale motivo lo avevo baciato? Insomma va bene che ha degli occhi azzurri stupendi, il ciuffo che gli ricade sulla fronte gli da un senso di tenerezza, un fisico mozzafiato... Visto? Da quando pensavo che Louis avesse dei pregi? Poi cominciai a riflettere un pò su domande più serie. E se Niall avesse ragione? Io e Louis eravamo davvero innamorati l’uno dell’altra? Mettiamo che sia vero... Allora perchè litighiamo sempre? Insomma se uno è innamorato, non litiga! Sì, ma l’amore non è bello se non è litigarello. Ecco che arriva la voce rompipalle, sempre nei momenti meno opportuni. Zitta, voce del cazzo... sono le mie riflessioni da premio oscar, non le tue. Risposi mentalmente. Oddio adesso parlavo anche da sola? Avevo bisogno di uno psicologo, adesso. Mai sentito parlare degli opposti che si attraggono? Insomma, tu perfettina maniaca e lui un’idiota patentato... Non credi che ci sia dell’alchimia? Continuò la vocina senza darmi ascolto. Non era piuttosto: gli opposti si assalgono? Continuai il discorso.
Lo dici solo perchè non vuoi ammettere che Louis ti piace e hai paura della sua reazione se lo scoprisse. Disse la vocina imperterrita.
A me non piace quel cretino! Urlai nella mia testa esapserata. Poi mi alzai definitavemente dal letto e cominciai a prepararmi la borsa per la piscina. Indossai un costume con il pezzo sopra bianco e la mutanda con un motivo floreale di varie tonalità di azzurro, con sfondo bianco. Poi misi la maglietta da animatore e un pantaloncino corto e uscii di casa, dopo aver svegliato mia sorella.
Arrivai in oratorio puntale e cominciai a guardarmi intorno: di Louis nenche l’ombra. Perfetto, così non dovevo dargli spiegazioni. Sì, ma al ragazzo riccioluto dagli occhi verde smeraldo che si stava avvicinando a me pronto a farmi il terzo grado, avrei dovuto dargli spiegazioni.
«Mi spieghi che cosa hai fatto a Louis? Ieri sono andato a casa sua perchè dovevamo sfidarci a pes, e lui com’era ridotto? A sognare ad occhi aperti... cioè... LUI? LOUIS WILLIAM TOMLINSON CHE SOGNA AD OCCHI APERTI? DA QUANDO?!?» mi urlò in faccia Harry incazzato nero... Abbassai lo sguardo colpevole e pieno di vergogna. Il bacio che avevo dato a Louis aveva scatenato così tanta rabbia? Minchia era solo un bacio!
«Perchè pensi che io c’entri qualcosa?» chiesi a fil di voce, talmente ero spaventata dalla reazione di Harry.
«Perchè tu - mi puntò il dito contro - sei l’unica ragazza di cui Louis si sia innamorato veramente. Sei diversa dalle altre ragazze... Non fai l’oca o la cretina per farti notare. Sei semplicemente te stessa.» ripose calmandosi e addolcendosi un pò. E aveva ragione: non ero mai stata brava a rimorchiare i ragazzi, così decisi che essere sè stessi è la cosa migliore.
«Adesso mi vuoi dire che gli hai fatto, per spedirlo direttamente nel mondo delle nuvole?» chiese facendomi un sorriso. Sospirai e sputai il rospo.
«L’ho baciato...» risposi, consapevole che dopo sarebbe andato in iperventilazione e non avrebbe più ragionato; anche se di norma Harry Styles non ragiona. Sul volto di Harry si manifestarono varie espressioni: sorpresa, confusione e infine totale cretinaggine.
«Tu... cosa?! - chiese sconvolto, anche se aveva capito benissimo. - Scusa un attimo...» disse calmo, prima di avvicinarsi alla fontanella e bere, poi sputò tutta l’acqua che aveva in bocca. Scoppiammo a ridere entrambi. Quando mi girai, vidi che Louis era nella piazzetta a parlare allegramente con una ragazza.
Subito mi salì l'adrenalina e la voglia di sferrare un pugno su quel bel visino dolce che lei si ritrovava. La osservai meglio: aveva un viso dolce come mi era sembrato prima, era di carnagione pallida, i capelli biondi quasi castano chiari, gli occhi verdi/azzurri cristallini in cui ti ci potevi specchiare, una voce simpatica, un modo di fare fine, era molto magra, ma non anoressica e non molto alta. Indossava una mini gonna fuxia a balze molto leggera, un top nero scollato, la schiena scoperta e dei sandali neri col tacco di 15 centimetri stupendi. Mi sembrava..un vampiro. Ecco cosa mi sembrava una succhia sangue dalla pelle marmorea e con un corpo e lineamenti perfetti. Louis la guardava col suo viso cuccioloso che usa per quando deve farsi perdonare e con gli occhi che gli luccicavano, uno sguardo innamorato e felice insomma. Sembrava piacergli e lo stesso si poteva dire della ragazza che se lo stava mangiando con gli occhi.
Subito la mia risata si bloccò, mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime e un’energia incontenibile che aspettava solo di essere scaricata su quella ragazza si distribuì in tutto il corpo. Harry se ne accorse.
«Ale, tutto bene?» chiese, prima di guardare nella direzione in cui mi ero bloccata ad osservare i due.
«Non so... Ho una sensazione strana. E’ come se volessi uccidere letteralmente con le mie mani quella ragazza» risposi con uno sguardo omicida verso quella ragazza. Harry fece un sorrisetto strano.
«Quella sensazione, si chiama gelosia... - disse con un colpo di tosse - uhm, qualcuno qui è geloso» continuò, indicandomi. Adesso lo sguardo omicida era rivolto a lui.
«Io non sono affatto GELOSA!» alzai la voce contro di Harry.
«Sì, e io sono una carota gigante» scherzò Harry.
Il pullman stava per partire e tutti salimmo sul veicolo.

Vidi dei posti liberi sul filone, presi posto al centro e mi misi le cuffiette con la musica sparata al massimo. Harry si sedette di fianco a me sulla sinistra,mentre Niall sulla destra.
Sentii la voce di Niall in lontananza, ma avendo la musica a palla nelle orecchie, non capii cosa aveva detto.
«Eh?» esclamai togliendomi le cuffie.
«Chupa. - rispose Niall, scutendo la testa con un sorriso - Ti ho chiesto se avevi visto Louis con quella nuova» disse guardando la mia reazione. Subito srinsi la mascella e serrai i pugni, tanto che le unghie perforarono la pelle e le nocche diventarono bianche.
«No, hai ragione: non sei gelosa... Sei super gelosa!» disse ironico Harry. Sospirai: Tomlinson mi stava rovinando l’esistenza... Ogni cosa che facevo, lui c’entrava sempre; se non in parte.
«Uffa sempre lui...» mi lasciai sfuggire, mentre Niall e Harry si scambiavano un’occhiata.
«Vuoi delle informazioni su di lei?» chiese Niall eccitato dopo alcuni minuti di silenzio.
«Sputa il rospo» dissi incrociando le braccia.
«Si chiama Elena, ha 19 anni e pare che sia qui in vacanza e che l’abbia ’iscritta’ Louis al cre come animatrice. Louis e Elena si sono conosciuti da piccoli e da allora sono migliori amici. Elena ha una sorella di nome Daniela, la quale ha 17 anni ed è molto carina...» Amy, sentendo quell’affermazione si girò dal sedile davanti e fulminò Niall con lo sguardo.
«Ma mai quanto te, amore!» disse Niall, nel tentativo di correggersi.
«Sarà meglio...» rispose Amy girandosi nuovamente.
Guardammo tutti Niall e poi scoppiammo a ridere, così da far girare mezzo pullman. Poi arrivammo in piscina. Molti animatori e animatrici avevano già il costume sotto, ma alcuni (come Elena e Daniela) dovevano cambiarsi. Noi aniatori prendemmo delle sdraio e ’casualmente’ finii affianco alla sdraio di Louis. Casualmente tra le virgolette, perchè Niall e Harry lo avevano fatto apposta. Scossi la testa e cominciai a togliermi la maglietta, poi i pantaloni e infine le scarpe; rimanendo in bikini.

 

Louis’ mind
Dopo esssere scesi dal pullman, noi aniatori prendemmo delle sdraio e ’casualmente’ finii affianco alla sdraio di Alessia. Casualmente tra le virgolette, perchè Niall e Harry lo avevano fatto apposta. Scossi la testa e cominciai spogliarmi, rimanendo in costume. Mi voltai a destra e rimasi incantato a guardare Alessia in bikini... era davvero bella. Sentii una voce lontana e ovattata che mi chiamava, ma non ci feci caso. Harry catturò la mia attenzione urlandomi nelle orecchie.
«Louis! Ti ho fatto una domanda!» urlò per farsi sentire da me.
«Secondo me sono 12 patate e 20 carote» sparai a caso una risposta.
«Non è possibile...» disse Harry sottovoce, mentre si sbatteva una mano sulla fronte, rassegnato.
«A volte mi chiedo cosa ti passa per la testa...» disse Alessia allegramente. Non aveva intenzione di offendere, anzi l’avevo fatta sorridere con la mia risposta. Le sorrisi sponteanamente.
«Molte cose sconce...» risposi con un sorriso strafottente. ’’Su di te...’’ aggiunsi mentalmente senza rendermi conto.
«E io che pensavo che il più pervertito fosse Harry! Tomlinson ti credevo più maturo» rispose Alessia, provocandomi. Tutti si bloccarono e guardarono Harry annuendo.
«Ehy!» esclamò Harry irritandosi. Subito dopo tutti scoppiarono a ridere.
«Comunque, sembra che comunque abbiamo una nuova arrivata tra gli animatori» cambiò discorso Alessia, guardandomi dritto negli occhi e indicando Elena, che era appena arrivata dallo spoiatoio. Rimasi un pò scosso dai suoi occhi verdi, poi mi ricomposi.
«Sì, lei si chiama Elena Efron e ha 19 anni, è qui con sua sorella Daniela di 17, è la mia migliore amica, ci conosciamo da quando eravamo piccoli perchè veniva in vacanza qui e così le ho chiesto se le andava di fare l'animatrice»
«Piacere» disse Elena, impaurita forse da Alessia. Mentre si stringevano un po' troppo la mano, Alessia si fermò a guardare le sue unghie, affascinata come se non avesse visto niente di simile.
«Piacere, io sono Alessia Jepsen e ho 18 anni - si presentò a Elena - bravo hai fatto bene a farla iscrivere qui» disse, rivolta questa volta a me.
«Certo che ho fatto bene, sono un genio io e poi ci voleva qualcuno di simpatico in questo cre» risposi orgoglioso.
«Cosa intendi dire?» chiese Alessia, con un’espressione totalmente confusa.
«Diciamo che non sei tra le persone più simpatiche, anzi mi stai un po' sulle palle molte volte» risposi senza neanche rendermi conto di quello che avevo detto, con un sorrisetto strafottente stampato in faccia. No, aspetta non era quello che volevo dire! Urlai dentro la mia testa, vedendo i suoi occhi verde smeraldo che si riempivano di lacrime. Le ricacciò indietro e il suo sguardo si indurì. Cazzo ma potevo avere almeno una conversazione normale con lei, senza che ci insultassimo a vicenda?!
«Senti chi parla! Il pirla dagli occhi dolci...» rispose alla mia frecciatina. Mi preparai a risponderlea tono, quando mi resi conto delle ultime parole e... sorrisi, felice di aver sentito quello che avevo appena detto.
 

Alessia’s mind
«Certo che ho fatto bene, sono un genio io e poi ci voleva qualcuno di simpatico in questo cre» rispose orgoglioso.
«Cosa intendi dire?» chiesi, totalmente confusa.
«Diciamo che non sei tra le persone più simpatiche, anzi mi stai un po' sulle palle molte volte» rispose convinto, con un sorrisetto strafottente stampato in faccia. Il mondo mi crollò addosso in un’istante, mentre i miei occhi si riempivano di lacrime. Le ricacciai indietro e il mio sguardo si indurì.
«Senti chi parla! Il pirla dagli occhi dolci...» risposi alla sua frecciatina. Si preparò a rispondermi tono, quando cambiò di colpo espressione e... sorrise, mentre il cuore cominciava ad accellerare i battiti. Aveva un bellissimo sorriso lucente, poteva riportare il sereno in una giornata di pioggia. Tentai di correggermi, tornando in me.
«No volevo dire...»
«Hai detto che ho gli occhi dolci» mi interruppe, avvicinandosi a me. Cominciai a perdermi nei suoi occhi azzurri, andando totalmente in trans.
«E sono anche cristallini...» dissi in un sussurro, tappandomi la bocca subito dopo con lo sguardo basso e le guance in fiamme. Sembrava che tutti i miei pensieri più sdolcinati stessero uscendo senza preavviso dalle mie corde vocali.
«Cosa?» chiese Louis con un sorriso a trentadue denti, mentre mi rialzava il viso con le dita. Cercai di scappare, ormai i nostri volti erano distanti pochi centimetri; ma lui mi trattenne e mi baciò. ’’un Missisippi, due Missisippi, tre Missisippi’’ Contai mentalmente. Si dice che se un ragazzo ti bacia e il bacio dura tre Missisippi, allora è totalmente cotto di te. Senza neanche accorgemene sorrisi sulle sue labbra a quel pensiero. Poi Louis si staccò, completamente frastornato e rosso in volto, si buttò in acqua assieme agli altri. Io invece mi rimisi sul lettino di fianco a Karin a prendere il sole.
«Posso dirti una cosa?» chiese Karin sorridendomi. Io non la stavo ascoltando perchè ero entrata nel mondo delle nuvole, sorridendo come un’ebete. Tutto perchè Louis mi aveva baciata.
«Ale!» ritentò Karin.
«Eh?» ripiombai sulla terra.
«Chupa - sghignazzò Karin - Louis ti ha sparato nel cielo, sembra che tu sia la sua kryptonite. E viceversa. C’è molta alchimia» disse poi seria. Cercai di sprofondare nel lettino, arrossendo violentemente.
«Cambiando argomento... - disse, togliendomi dall’imbarazzo - Sai chi trovo terribilmente figo?» mi spiazzò con le ultime due parole... Subito il ricordo del bacio con Louis nel bar, mi saltò in mente. Sì, perchè prima di baciarlo gli avevo detto che era terribilmente figo. Deglutii rumorosamente.
«Chi?»
«Zayn» disse arrossendo leggermente e abbassando lo sguardo. Ahhh l’amore, che cosa complicata.

 

Nel ritorno Efron si sedette ancora accanto a Louis, con le mie occhiate assassine, mentre Niall non so perchè era accanto a Daniela, Amy invece stranamente tranquilla era accanto a me.

Uscii dal pulman e mi avviai verso casa con mia sorella, Louis e con mio stupore, Elena e Daniela ci stavano seguendo.
«Dove abitate?» chiesi alle due ragazze.
«In una villetta vicino al vostro condominio» Come faceva a sapere dove abitavo? Che glielo abbia detto Tomlinson? Imposssibile..
«Oggi però io non torno a casa» disse Elena, interrompendo i miei pensieri.
«Ah e dove vai a dormire?» chiesi curiosissima.
«A casa di Louis» cosa?????????????? Come a casa di Louis? Nello stesso letto? Nella stessa camera? Com'è possibile? No no non può essere vero. Mi sentii morire dentro, mentre mille pensieri mi riempirono la mente fino a farmi girare la testa.
«Ah.... che bello....» dissi senza entusiasmo.
«Cosa?» mi disse lei.
«Voglio dire....dev'essere una bella esperienza» tentai di correggermi.
«Sì, in un certo senso sì» mi rispose come se non capisse cosa volessi dire. Louis intanto non diceva niente.
«Vabbè, ciao» feci l’indifferente, anche se dentro ero delusa.
«Ciao, Ale» rispose sorridente Louis.

 

Louis' mind
«A.... che bello...» rispose Alessia senza entusiasmo.
«Cosa?» disse lei.
«Voglio dire....dev'essere una bella esperienza» tentò di correggersi Alessia
«Sì, in un certo senso sì» rispose Elena confusa.
Io non dissi niente. Chissà perchè volevo far credere ad Alessia che avrei passato la notte con Elena.
«Vabbè, ciao» ci salutò delusa Alessia.
«Ciao, Ale» la salutai sorridente. Poi scoppiai a ridere letteralmente, dopo che Alessia si fu allontanata abbastanza.
«Perchè ridi?» chiese confusa Elena.
«Non l'hai sentita? Alessia crede che noi dormendo tutti e due a casa mia, andiamo a letto insieme» dissi come se fosse una barzelletta.
«Sì l'avevo capito... E allora perché glielo hai fatto credere senza dirle la verità?» chies ancora più confusa Elena, non capendo dove volessi arrivare.
«Perché voglio vedere che faccia farà domani» risposi, orgoglioso.
«E’ cotta di te lo sai?» disse di punto in bianco Elena.
«Chi, Alessia?» chiesi.
«Sì, Alessia, è totalmente innamorata di te. Si capisce benissimo, non ti stacca gli occhi di dosso» Ero felice di sentirmelo dire, tanto da farmi stampare in faccia un sorriso ebete e da farmi arrossire leggermente.
«Si vede che anche a te piace Alessia...» disse Elena. Subito mi paralizzai: anche a me? Vuol dire che c’era qualcun’altro?
«Perchè hai detto anche a te? A chi interessa di altri?» chiesi arrabbiandomi sempre di più.
«Sembra che anche il tuo migliore amico le va dietro... Ma è solo una mia impressione» disse in sua difesa Elena. Sospirai, aprendo la porta di casa.

 

 

 

*SiScioglieDavantiAllaGif*

 

________Autrice_______

Weeee come state care mieeee?!? Vi sono mancati i Loussia? Ahahahahahaha no vabbè dai a parte gli scherzi, volevo sapere quali pezzi vi hanno fatto ridere a crepapelle, emozionare, piangere ecc, e il motivo (potete anche degli altri capitoli). Sapete mi annoio e e non so cosa fare, quind volevo farvi sta domanda per sapere le frasi che vi hanno fatto ridere, piangere ecc in questi 6 capitoli. Così per sapere :D

Ringrazio come sempre tutti quelli che recensiscono e quelli che hanno messo questa storia tra le preferite, seguite e ricordate. Ahahaha un grazie speciale x Elena Efron, per aver tentato di aprire gli occhi al nostro amato Louis - sonofigoeAlessiaJepsenlosa - Tomlinson.

Ringrazio anche la vera Elena che mi ha aiutato a scrivere questo capitolo e per avermi dato spunto anche per il prossimo. GRAZIE DI CUORE ELE!!! <3 <3

Buona notte a tutti, e al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Oh no.. I miei ricci sexy, NO! ***


Venerdì 15 Giugno 2012
 

 
Elena’s mind
Driiiiiiiiiiiiiiiinnnnnn suonò la mia sveglia, mentre Lottie, le gemelle e Felicity iniziarono a protestare in una lingua a me sconosciuta.
«Dai, ragazze alzatevi che dobbiamo andare in oratorio» dissi, cercando di farle alzare dal letto. Sinceramente non avevo proprio voglia di andare al cre. Quella notte non avevo dormito molto, aveva fatto un caldo terribile e rimanendo tutte e 5 appiccicate non migliorava la situazione, anzi la peggiorava e di molto.
Mi alzai di malavoglia per dare l'esempio alle altre, ma nessuna di loro mi seguì e restarono a ronfare nel letto.
Andai in bagno a farmi la doccia, presi una salvietta e mi avvolsi dentro, poi andai a fare colazione.
La mamma di Louis era già uscita e non sarebbe tornata prima di sera. Erano le otto e mezza di mattina. Che sonno e soprattutto che caldo.
Le 4 sorelle non riuscivano ad alzarsi dal sonno così pensai di lasciarle dormire tutta mattina mentre io e Louis saremmo andati al cre.
Avevo ancora solamente una salvietta addosso: ero talmente stanca che non avevo neanche voglia di vestirmi e poi non volevo svegliare le ragazze che si erano di nuovo addormentate per andare a prendere i miei vestiti. Decisi allora di mettermi almeno l’intimo, per precauzione.
Mi addormentai seduta sulla sedia della cucina con la testa sul tavolo.
Passò un'altra ora. Mi svegliai e..stranamente mi sentivo meglio, riposata.
Erano le undici ormai, il cre era già andato questa mattina e... Louis?
Dov'era Louis? Non l'avevo visto per tutta la mattinata e sul tavolo non c'erano segni del suo passaggio come biscotti sgranocchiati, tazze di latte o roba del genere. Guardai nella camera dove avevo dormito e vidi che le gemelle stavano dormendo alla grossa, mentre Felicity e Lottie stavano chiacchierando, le lasciai fare e passai oltre.
Arrivai davanti alla camera di Louis e bussai.
Niente, nessuna risposta. Provai di nuovo ma nessuno rispose. Allora pensai di provare ad entrare. Le finestre erano aperte e al posto di una rilassante arietta fresca entrava un caldo torrido. Mi precipitai a chiuderla e accesi in ventilatore lì accanto. Probabilmente Louis aveva aperto la finestra sperando che potesse entrare un po' di aria fresca, preferendola al ventilatore portatore di malanni.
Poi mi rivolsi verso il letto di Louis e lo vidi addormentato con un braccio sul cuscino, la testa sul bordo del materasso e l'altro braccio per terra. Era coperto solo da un lenzuolo rosso.
Mi avvicinai e lo chiamai sussurrandogli nell'orecchio, ma niente. Aveva un sonno di piombo. Allora iniziai ad urlare per cercare di svegliarlo.
«Louis, muoviti sono le undici passate!!» gridai con tutta l'aria che avevo nei polmoni. Louis aprì un occhio e si guardò intorno ancora mezzo addormentato, poi capì dov'era e con un balzo saltò fuori dal letto e si mise in piedi a gridare.
«Cosa???? come sono le undici? Ma perché non mi ha svegliato prima? Dovevamo andare al cre!! adesso come faccio!!» io non risposi e rimasi paralizzata a guardarlo. Era lì in piedi come un palo che sbraitava completamente nudo. Mi ero dimenticata che quando aveva caldo Louis preferiva dormire senza niente addosso. Una volta mi aveva detto che preferiva fare così, ma io non potevo ricordarmi tutti i particolari che mi raccontava.
Così mi misi le mani sugli occhi per non guardare le sue parti intime.
«Ma sei stupida? Che cazzo stai facendo?! Adesso giochi anche a mosca cieca?!» disse prendendomi i polsi per cercare di tirare via le mani dalla mia faccia, ma non ci riuscì. Provai a farlo accorgere che lui era completamente nudo.
«Louis....»
«Che c'è? Che hai adesso? Dovevi chiamarmi prima non adesso!!» disse e lo sentii allontanarsi da me. diventai sempre più rossa per la situazione imbarazzante.
«Louis...» riprovai.
«Zitta, non hai il diritto di parlare» disse.
Eh, no quando è troppo, è troppo!! A quel punto non ne potei più e gli risposi a tono.
«Zitta un corno. Ho anche io il diritto di parlare e in questa situazione quello che dovrebbe stare zitto e sprofondare dalle vergogna sei tu!» urlai arrabbiata.
«E perché scusa?» chiese totalmente confuso.
«Ma ti sei guardato cazzo? Ho capito che ti senti figo ma non mi sembra il caso di girovagare nudo per la tua stanza in mia presenza!»
«Cosa...?» poi si accorse che era nudo e diventò rosso come un peperone, forse anche di più e si coprì le parti basse con le mani. Mi guardò con la bocca aperta non sapendo più cosa dire. Era la prima volta che lo vedevo senza la sua solita battuta pronta.
Scoppiai a ridere, mentre lui si nascondeva dietro al letto in cerca dei suoi boxer.
 
Louis' mind
«Louis...» mi disse.
«Zitta, non hai il diritto di parlare» le risposi. Perché non era venuta a svegliarmi prima? Dovevo godermi la faccia di Jepsen quando mi avrebbe sicuramente chiesto di come era andata la notte.
«Zitta un corno. Ho anche io il diritto di parlare e in questa situazione quello che dovrebbe stare zitto e sprofondare dalle vergogna sei tu!»
«E perché scusa?» non capendo cosa intendesse.
«Ma ti sei guardato cazzo? Ho capito che ti senti figo ma non mi sembra il caso di girovagare nudo per la tua stanza in mia presenza!»
«Cosa...?» mi guardai e non mi vidi assolutamente niente addosso. Diventai rosso come un peperone e forse anche di più e mi coprii le parti basse con le mani. La guardai a bocca aperta senza dire niente. Non sapevo cosa dire accidenti.
Lei si mise a ridere, mentre io mi nascosi dietro il letto in cerca dei miei boxer.
«Scusa e tu come ti permetti ad entrare in camera mia coperta solo da una salvietta che ti copre a malapena le tette e che ti arriva appena sotto il culo?» dissi strafottente.
«Prima di tutto modera i termini! E secondo almeno io qualcosa addosso ce l'ho!» rispose irritata mentre ricominciava a diventare rossa. Poi mi alzai e mi avvicinai: non poteva finire così.
Di colpo presi un lembo della sua salvietta e cominciai a tirargliela per fargliela cadere mentre lei protestava.
«Louis piantala!» e detto questo mi arrivò uno schiaffo sulla guancia.
«Aia!!» quanto faceva male. I suoi schiaffi erano come un calcio nelle palle. Mi allontanai da lei almeno di un metro.
Elena, lasciando la salvietta con una mano per picchiarmi, le cadde.
«Chi è adesso quello, anzi quella che si dovrebbe vergognare?» dissi strafottente. Elena mi guardava sorridente... Ma che aveva da ridere? Poi le guardai il corpo e vidi che aveva addosso il reggiseno e le mutande. Merda aveva solo finto di essersi spaventata quando cercavo di toglierle la salvietta.
«Sei sempre tu quello in imbarazzo» e fece un sorriso finto. Poi si girò e uscì dalla camera. Fischiai e il suono rimbombò per tutta la casa.
«Che fisico, Elena!» le urlai.
«I tuoi commenti tieniteli per te!» mi urlò di rimando. Sorrisi, mentre mi vestivo per andare giù a pranzare.
 
Alessia’s mind
Uscii di casa appena finito di magiare accanto a mia sorella. Mentre chiacchieravo con lei vidi Louis e Elena con le rispettive sorelle uscire dal loro appartamento.
Li salutammo e facemmo la strada insieme fino all'oratorio.
Poi le sorelle di Louis andarono a giocare con gli altri bambini come mia sorella, Daniela corse verso Niall fregandosene della fidanzata accanto a lui e Elena venne trascinata via da delle bambine che, già il primo giorno di cre le si erano affezionate.
Io rimasi sola con Louis.
Non parlargli... - ripeteva una vocina dentro di me- A te non importa cosa ha fatto stanotte.
«Come è andata stanotte? Hai dormito bene? Ha fatto molto caldo! Come mai non sei venuto questa mattina?» mi uscirono mille domande tutte insieme senza volerlo. Minchia facevo prima a portarlo in quei telefilm in cui i poliziotti ti fanno il terzo grado.
Louis mi guardò con una faccia strana ma allo stesso tempo divertita.
«Uhm bene. No non ho dormito molto, è per questo che non sono venuto questa mattina» rispose con un’alzata di spalle. Mi stava crescendo la rabbia.
non chiedergli il perché - disse ancora una vocina nella mia testa.
«Perchè?» ecco lo avevo detto.
«Per il caldo e anche perchè ho fatto le ore piccole» mi disse con un sorrisetto soddisfatto. Mi stavo trattenendo a stento dall'arrivargli un calcio nelle parti basse.
«E ti funziona ancora?» ma che minchia di domande fai Ale? Che cazzo ti interessa! Tanto è un’idiota totale...
Louis mi guardò con una faccia da pirla cercando di capire cosa intendessi.
«Ti ho dato tanti di quei calci nelle parti basse....» gli dissi diventando rossa e sempre più irritata. Mi stavo facendo male da sola.
«Aaaa, ho capito. Sì sì, magnificamente» rispose strafottente. Ma che risposta è? Non ce la facevo più avevo bisogno di sfogarmi.
«Sei un coglione» gli gridai contro con le lacrime agli occhi. Non se lo aspettava che gli avrei gridato contro. Adesso ero anche gelosa, perchè ha passato la notte con quell’oca? Perchè?!
«Perché scusa?» chiese non capendo dove volevo arrivare.
«Prima mi baci e poi vai a letto con la prima che capita!» gridai in risposta. Ero fuori di me.
«Primo: sei stata tu a baciarmi e secondo...» partì la canzone ’’When Dem Girls At’’, proveniva dall’altoparlante, che lo interruppe. Significava solo una cosa: stava iniziando ’’radio oratorio’’. Radio oratorio, era un’attività pomeridiana condotta dai ragazzi (ovviamente sotto stretta sorveglianza degli animatori) dove trasmettevano musica e al venerdì intervistavano uno o due animatori per qualche gossip. Entrambi ci bloccammo di colpo, e fissammo l’altoparlante in attesa che cominciasse a parlare.
«Eccoci ritrovati su radio oratorio! Allora oggi abbiamo deciso di intervistare due animatori assetati di gossip...»una ragazza cominciò a parlare attraverso il microfono. A quel punto cominciai a sudare freddo. Speravo solo che non stessero intervistando Amy... Quella ragazza poteva mandarti a monte la reputazione.
«Indovinate un pò?! Accanto a me si trova il bellissimo e seducente Harry Styles - disse con un risolino nervoso la bimbaminchia in calore. Ci mancava solo che dicesse che Harry le faceva scoppiare le ovaie in diretta ed eravamo a posto. - e il dolce Niall Horan dagli occhi blu. Oggi sono qui per raccontarci la prima settimana di oratorio.» Sempre più interessata presi una sedia e mi ci stravaccai sopra, curiosissima di sentire cosa avevano da dire quei due.
«Cosa ho da dire sulla prima settimana di oratorio? Che ne sono già successe di tutti i colori! Chissà le prossime settimane...»rispose Harry ridendo.
«E’ stata una settimana molto movimentata...» rispose invece Niall.
«Che cosa è successo di preciso?»chiese curiosa l’intervistatrice, piuttosto curiosa.
«Mah nulla, sempre i soliti bambini che scappano quando ci sono i servizi, litigi, battaglie con il cibo... eccetera, eccetera.»rispose semplicemente Niall.
«Vi siete divertiti?» chiese ancora la bimbaminchia in calore, non contenta delle risposte precedenti.
«Io sì! Specialmente ieri, quando siamo andati in piscina.» esclamò entusiasta Harry.
«Anche io, ma io mi sono divertito tantissimo in gita.» rispose Niall.
«Ma ora passiamo al gossip... Siete innamorati?» chiese la bimbaminchia eccitata, forse all’idea che Harry fosse innamorato di lei.
«Diciamo che mi sono preso una cotta per una ragazza...» rispose Harry timidamente. Ci avrei scommesso che alla ragazzina in calore le stavano brillando gli occhi.
«Io sono fidanzato con Amy Hunderson... Aspetta, cosa? Harry non me lo avevi detto!» all’inizio Niall rispose seccato, come se gli stufasse quell’argomento... Poi si sorprese per la risposta che aveva dato Harry.
«Si può sapere il nome di questa ragazza?» chiese impaziente l’intervistatrice. Harry rimase zitto, evidentemente non voleva far sapere all’intero oratorio di chi era innamorato.
«Dico solo che è un’animatrice...» rispose Harry balbettando. Siccome la ragazzina non era un’animatrice, si incazzò.
«Ah, sì?! Quanti anni ha? Dove abita? E’ fidanzata?!» cominciò a strillare la bimbaminchia arrabbiandosi sempre di più. Scoppiai a ridere, mentre dall’altoparlante arrivarono solo dei rumori confusi.
«Facciamo una pausa, che ne dite?» disse una voce maschile, prima di staccare il microfono e lasciare solo la musica. Guardai Louis e vidi che aveva la mascella e i pugni serrati. Chissà cosa gli passava per la mente.
 
Louis’  mind
«Ma ora passiamo al gossip... Siete innamorati?» chiese la bimbaminchia eccitata, forse all’idea che Harry fosse innamorato di lei.
«Diciamo che mi sono preso una cotta per una ragazza...» rispose Harry timidamente. Ci avrei scommesso che alla ragazzina in calore le stavano brillando gli occhi. Sì, ma io sapevo di chi Harry si era innamorato. Oh, almeno credevo di saperlo, grazie alle teorie di Elena.
«Io sono fidanzato con Amy Hunderson... Aspetta, cosa? Harry non me lo avevi detto!» all’inizio Niall rispose seccato, come se gli stufasse quell’argomento... Poi si sorprese per la risposta che aveva dato Harry. Strinsi la mascella e i pugni, incazzato nero e geloso come non lo ero mai stato.
«Si può sapere il nome di questa ragazza?» chiese impaziente l’intervistatrice. Harry rimase zitto, evidentemente non voleva far sapere all’intero oratorio di chi era innamorato.
«Dico solo che è un’animatrice...» rispose Harry balbettando. Siccome la ragazzina non era un’animatrice, si incazzò. A quel punto ebbi la conferma: era Lei.
«Ah, sì?! Quanti anni ha? Dove abita? E’ fidanzata?!» cominciò a strillare la bimbaminchia arrabbiandosi sempre di più. Alessia di fianco a me scoppiò a ridere, mentre dall’altoparlante arrivarono solo dei rumori confusi.
«Facciamo una pausa, che ne dite?» disse una voce maschile, prima di staccare il microfono e lasciare solo la musica. Dopo alcuni minuti ripresero l’intervista.
«Ed eccoci ritornati! Allora dove eravamo rimasti? Ah, sì giusto al gossip... Sapete per caso qualcosa della coppia Loussia?» esclamò l’intervistatore. A quell’affermazione spalancai gli occhi: cosa aveva detto? Loussia?
«L-louchè?!» strillò Alessia andando in iperventilazione, come me del resto. Non riuscivo a crederci... Come sapevano di... noi? Restai ad ascoltare con le orecchie tese.
«L-louchè?»esclamarono all’unisono Harry e Niall. Cercai di trattenermi dal ridere. Evidentemente erano sorpresi anche loro.
«Louis Tomlinson e Alessia Jepsen... dai, lo sanno tutti che quei due non si staccano gli occhi di dosso! Insomma, Harry tu sei il migliore amico di Louis e tu Niall tu sei il migliore amico di Alessia... dovreste sapere qualcosa!»esclamò l’intervistatore con una punta discocciatura nella voce.
«Ti dirò la verità, quando quei due stanno vicini è come innescare una bomba a orologeria... solo che con loro non sai mai quando potrà mai scoppiare!» rispose Harry mettendosi a ridere a crepapelle. Un fischio improvviso interruppe tutti: i giochi d’acqua stavano per cominciare. Di conseguenza tutti si precipitarono alle proprie borse per prendere il costume e cambiarsi.
 
Karin’s mind
Sentii un fischio improvviso e mi precipitai alla mia borsa per prendere il costume, come mi aveva detto di fare Alessia. Entrai nel bagno libero e cominciai a svestirmi, buttando alla cazzo i miei vestiti nella borsa. Quando fui pronta uscii con solo addosso la maglia da animatrice e sotto il costume. Passai dall’ufficio animatori e lasciai la borsa sulla scrivania di Rosemma e corsi fuori.
 
Harry’s mind
Corsi giù dalla torretta dove si stava svolgendo l’intervista e andai in ufficio animatori a togliermi le scarpe, altrimenti si sarebbero infradiciate e ci avrebbero messo un’eternità ad asciugare.
Quando entrai nell’ufficio, notai una borsa che non avevo mai visto e qualcosa di rosso che spuntava da essa. Troppo curioso per farmi i cazzi miei, mi avvicinai e notai che era intimo femminile. Presi lo slip e corsi da Zayn per fragli vedere cosa avevo trovato.
 
Zayn’s mind
Ero con un secchio d’acqua in mano, pronto per cogliere in fallo la mia vittima; ma una figura che correva scoordinata e che urlava il mio nome, catturò la mia attenzione.
«Zaaaaaaaaaaaayn!!» urlò Harry sbracciandosi con in mano una roba rossa per farsi notare da me.
«Dimmi Harry!» dissi squadrandolo da capo a piedi, poi mi soffermai su cosa stava tenendo in mano: degli slip rossi da donna.
«Guarda cosa ho trovato!» disse lui tutto esaltato, mentre mi sventolava sotto il naso quegli slip. Li spostai di lato con una mano.
«Harry, è uno slip, anche se non me lo spalmi in faccia...» dissi con una punta di disgusto.
«Tieni, vado a togliermi le scarpe e ritorno» esclamò ad un tratto Harry, lanciandomi gli slip in mano e lasciandomi come un cretino. Deglutii rumorosamente, sperando che Harry tornasse presto.
 
Karin’s mind
Avevo in mano un secchio per poi riempirlo, quando avrebbero aperto l’acqua di tutte le fontanelle.
Cercai Zayn per allearmi con lui contro di Harry, ma quando lo trovai, notai cha aveva in mano una cosa rossa. Spalancai gli occhi e deglutii rumorosamente.
Non saranno mica...- cominciai a pensare, ma il mio brutto presentimento si avverò quando mi avvicinai a lui. - ...Le mie mutande!
Arrivai davanti a lui incazzata come pochi. Come si permetteva di prendermi le mutande? cos’era uno scherzo?! bhè non era affatto divertente!
«Zayn! Brutto pervertito di merda! Come ti permetti di rubare l’intimo altrui? Anzi mi correggo: il mio intimo!» urlai isterica contro di lui.
«Ma io...» cominciò a dire, ma lo interruppi.
«Ma io un corno Zayn! io mica vengo a rubare le tue mutande!» dissi fredda e con uno strattone ripresi le mie mutande, senza troppi complimenti e me tornai a casa.
 
Zayn’s mind
«Zayn! Brutto pervertito di merda! Come ti permetti di rubare l’intimo altrui? Anzi mi correggo: il mio intimo!» urlò Karin isterica contro di me.
«Ma io...» tentai di spiegare, ma lei mi interruppe.
«Ma io un corno Zayn! io mica vengo a rubare le tue mutande!» disse fredda e con uno strattone si riprese le sue mutande, senza troppi complimenti e se ne andò.
Appena sarebbe arrivato Harry lo avrei ucciso. Poco dopo arrivò Harry tutto felice. Cercai di attuare la mia vendetta.
«Zayn le mutande? Dove sono?» chiese interessato. Feci un sorriso finto.
«Le ho restituite alla legittima proprietaria...» dissi ironico. Harry sbarrò gli occhi.
«E tu come facevi a sapere di chi erano?!» chiese sbigottito. Scossi impercettibilmente la testa.
«Sai com’è... Karin è arrivata qua tutta infuriata, quando mi ha visto con le sue mutande in mano!! E ora tu Styles, pervertito che va a frugare nelle borse altrui, ne pagherai le conseguenze!» sbraitai contro di lui. Harry si mise le mani sulla testa e fece una faccia impaurita.
«Oh, no... I miei ricci sexy no!» disse scuotendo la testa. Feci un sorriso maligno.
«Oh, sì...» dissi io, con un sorriso a trentadue denti. Styles scappò via da me urlando e implorando allo stesso tempo di non fare niente ai suoi ricci, mentre io lo inseguivo urlando a mia volta e minacciandolo. 


 



_______Autrice_____
Allora bella gente ho aggiornato! Ahahhaah devo dire che mi sono stradivertita a scrivere questo capitolo... se lo rileggo alcune parti mi fanno stra ridere e il bello è che non so da dove mi escano fuori... Vabbè, cercherò di aggiornare presto!
Ringrazio come sempre tutte le persone che recensiscono e che hanno messo la mia storia tra le preferite, seguite e ricordate! Ma faceva così schifo il capitolo precedente?!?! ufff vabbè mi dileguo.
Posso chiedervi di passare dalla mia sorellina?? è la prima FanFiction sui One Direction che scrive, siate buone xD

You Stole My Heart With Just Look

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Capitolo 8
*** Qual'è il tuo colore preferito? ***



Sabato 16 Giugno 2012
 

 
Alessia’s mind
La mattina mi svegliai tardi, perchè non avevo chiuso occhio. Insomma, cos’era sta storia della coppia Loussia?! Io e Louis non eravamo neanche una coppia e l’unico rapporto che avevamo era sempre condizionato da alti e bassi. Non c’era mai una via di mezzo: gli alti erano i momenti che si manifestavano raramente, mentre i bassi erano quelli che regnavano ultimamente... Ogni volta c’era un litigio e a me dava enormemente fastidio quella situazione.
Sospirai, scuotendo la testa per scacciare via quei pensieri. Mi avvicinai alla finestra con la mia cioccolata e notai che stava arrivando il mal tempo. Speravo solo che non venisse il temporare: avevo letteralmente paura dei tuoni e dei lampi. Lo so che ho diciott’anni tondi, tondi; ma avevo questa paura fissa dei fulmini. Si, quelle scariche elettriche che si scagliano contro il terreno. Sarà perchè una volta al telegiornale ho sentito che una persona era morta per colpa di un fulmine... E da allora, appena arriva un temporale, mi catapulto nel mio armadio fino a quando non smette di tuonare.
Notai che c’era troppo silenzio in casa mia, quindi decisi di cercare mia madre e mia sorella per vedere dove si erano ficcate. Un post-it giallo fosforescente, attaccato al frigorifero, attirò la mia attenzione. Lessi che cosa c’era scritto.
’Ciao tesoro, io e tua sorella siamo andate a Bergamo a trovare l’Alessandra e la Laura... Camilla ha chiesto a Giulia se voleva rimanere lì a dormire, così resteremo via fino a domani sera. Non ti ho avvisato perchè pensavo volessi passare un pò di tempo con il tuo ragazzo... - Alt, alt, alt. il mio ragazzo?! Io non ho un ragazzo! A quel punto mi incuriosii del resto che aveva scritto, così lessi velocemente. - Come si chiama? Lucas? Loris?’
«Si chiama Louis... - sospirai con un sorriso ebete stampato in faccia. Aspetta un attimo... Sorriso ebete? No, non era possibile... - E non è il mio fidanzato!» esclamai indignata. Perchè tutti pensavano che io e Louis fossimo innamorati?! Anzi, lasciamo perdere: non voglio saperlo. Ripresi a leggere quel stramaledetto bigliettino.
Vabbè, comunque sia ci vediamo domani sera! Baci mamy.
P.S.: Non fare porcate con Louis, che non voglio ritrovarmi zia! ;) Baci Giuly.’  Mia sorella era troppo precoce per i miei gusti. Va bene che aveva dodici anni, ma mi sembrava che sapesse tutte ste cose troppo presto... Sarà colpa di quel suo compagno di classe, Andrea se non mi sbaglio. Comunque sia non avrei mai e poi mai fatto porcate con Louis, era troppo odioso con quel suo sorriso strafottente e con quel suo ciuffo spettinato, che gli ricadeva sulla fronte e che gli dava un’aria così dolce... Ale! Ma che sparate stai minchiando?!
Sospirai e cominciai a pensare ad altro, prima di andare in camera mia e accendere il computer. Eseguii l’accesso su facebook e guardai tutte le notifiche.
Uhm, tizio ha condiviso un link, tizia ha condiviso lo stato di una pagina, tizio ha commentato foto di tizia, caio ha aggiornato il suo stato, sempronio ha messo mi piace allo stato di caio... insomma niente di nuovo.
Girovagai in Facebook senza una meta, quando poi mi stufai e spensi il computer.
Nel frattempo andai a farmi una doccia, stressata da tutte le domande che mi ero posta quella mattina durante la colazione. Dopo cinque minuti che ero sotto il getto di acqua tiepida, la porta d’ingresso si aprì. No, frena! La porta d’ingresso era aperta? Uscii velocemente dalla doccia, mi avvolsi in una salvietta totalmente bagnata da testa a piedi e presi il mestolo che mi tenevo per le emergenze. Mi ritrovai in salotto e vidi un ragazzo che evidentemente cercava qualcosa. Strano, ma mi ricordava qualcuno.
Sgranai gli occhi quando mi ritrovai davanti i bellissimi occhi di Lui. Sembravo una pazza maniaca con un mestolo in mano, ecco come apparivo agli occhi di Lui.
Lasciai cadere sul pavimento il mestolo e assunsi una posa più normale, rispetto a quella di Kung-Fu Panda, che probabilmente avevo prima.
«L-louis?» chiesi come una povera scema. Ovvio che è lui cretina, ha gli occhi azzurri cristallini e i capelli mori spettinati... Chi credevi che fosse? Niall?!
Deglutii rumorosamente e arrossii violentemente: no, adesso mi doveva delle spiegazioni. Come si permetteva di piombare in casa mia, mentre io ero sotto la doccia? Ci mancava solo che gli facessi vedere come Madre Natura mi ha fatta ed eravamo a posto. In tutta risposta lui si spettinò, o meglio si aggiustò quel ciuffo che gli ricadeva sulla fronte.
«Che ci fai qui?» chiesi abbastanza imbarazzata e tenendomi la salvietta con fare possessivo... Come se avessi paura che potesse cadere da un momento all’altro. E ricordandomi che potevo almeno mettermi la bianchieria intima, non mi aiutava.
«E’ così di solito che accogli i tuoi ospiti? Se è così... Allora vengo più spesso!» disse facendomi l’occhiolino. Scossi la testa. I maschi... avevano sempre e solo una conclusione, che aveva cinque lettere: S-E-S-S-O.
«Primo: sei tu che sei piombato in casa mia, senza neanche il permesso... Secondo: tu eviti le mie domande!» risposi alterandomi un pò. Louis sfoderò un bellissimo sorriso strafottente e cominciò a ridacchiare.
«Bè ma a quanto vedo ne valeva la pena... Ale te lo ha mai detto nessuno che hai un bel fisico?» e dopo aver detto sta scemenza, fischia. Oddio, manco stesse chiamando un cavallo. Arrossii chissà per quale motivo.
«I tuoi commenti tieniteli per te!» gli dissi in risposta, prima di girarmi e andarmene in camera. Dopo la mia affermazione, Louis fece una faccia strana... forse un misto di confusione e curiosità.
«Per caso copi le battute di Elena?» chiese con uno strano lucciochio negli occhi.
«No, perchè?» chiesi totalmente confusa. Non capivo dove volesse arrivare. Corsi in camera mia per cambirmi, non potevo restare con una salvietta per sempre davanti a Louis. Quest’ultimo mi raggiunse, però restò sulla soglia.
«Non provare ad entrare, idiota!» detto questo gli sbattei la porta in faccia e mi chiudei a chiave, lasciando quest’ultima dentro la serratura per non permettergli di sbirciare.
«In che senso ’’Copio le battute di Elena’’?» dissi, imitandolo e mimando le virgolette con le dita, anche se lui non poteva vedermi.
Presi l’intimo, una maglietta larga e un pantaloncino e li indossai. Usai la salvietta per tamponarmi i capelli e nel frattempo mi avviai alla porta, che spalancai. Louis, evidentemente appoggiato ad essa, cadde per terra come un sacco di patate.
«Ahiia!» esclamò Louis, facendo una faccia dolorante. Scoppiai a ridere per la sua faccia comica.
«Dammi la mano...» dissi porgendo la mano a Louis. Lui strinse la mia mano, subito dopo una scarica elettrica mi passò per il braccio, mentre dei brividi piacevoli mi invasero la schiena. Puntai i miei occhi verdi nei suoi occhi azzurri, di conseguenza le mie guance si velarono di un rosso intenso. Louis sembrò un po scosso, ma alla fine si riprese e fece un sorrisetto sghembo, prima di trascinarmi a terra con lui. I nostri volti si fecero sempre più vicini, fino a quando suonò il citofono insistentemente. Mi rialzai sbuffando all’unisono con Louis e risposi al citofono.
«Pronto?» sbottai scocciata, sperando che non fossero quei rompiballe dei finti-postini che cercavano invano di entrare nel condominio. Rispetto alle mie previsioni, mi stupì sentire quella voce calda e sexy che poteva appartenere ad una sola persona: il ragazzo più sexy dell’oratorio, nonchè il più idiota di tutti insieme al suo migliore amico Tomlinson.
«Ciao Ale, sono Harry - E no, ma va? Che novità. - Mi fai salire? Volevo parlarti...» disse inceppandosi in qualche parola... strano Harry Styles impacciato? Dovrei sospettare qualcosa? Infondo... Negli ultimi due giorni si comportava in modo strano. Chissà cosa aveva da dirmi.
«Va bene, sali» dissi, aprendo il cancelletto e il portoncino. Appena mi girai, vidi Louis che mi guardava con fare curioso... Sapevo già cosa voleva sapere.
«Se lo vuoi sapere, è Harry» dissi, trattenendo a stento le risate per la faccia che fece subito dopo avergli dato la notizia.
«Louis, stai bene? Sembra che hai appena scoperto di essere padre!» esclamai ridendo. Lui si unì alla mia risata.
«Che scema... Vado a nascondermi in camera tua» disse, dirigendosi in camera mia. Sgranai gli occhi. Alt, alt, alt... In camera mia?!
«Perchè?» domandai, deglutendo rumorosamente. Lui fece un sorriso strafottente.
«Perchè se Harry ci vede, si fa delle fantasie!» rispose, come se fosse ovvio; appena prima che Harry bussò alla porta. Aprii con riluttanza, non capivo ancora il motivo della presenza di Harry in casa mia. Quest’ultimo mi sorrise, con una scintilla negli occhi che durò pochi secondi, prima di sparire nelle sue iridi verdi smeraldo.
«Hey Harry... Qual buon vento?» lo salutai sorridente, mentre cercavo disperatamente di nascondere la mia preoccupazione.Louis si è nascosto bene?! Ti prego Dio dimmi di sì!
Harry scoppiò a ridere. Che cazzo aveva da ridere? Uomini... Chi li capisce è bravo.
«Sono solo venuto a salutarti» disse facendo un mezzo sorriso. Questo ragazzo sta male. Sei passato solo per salutarmi? Potevi scrivermi su Facebook, idiota!
«Okay, Harry: qual’è il secondo fine di questa tua visita?» chiesi con il soppracciglio alzato e incrociando le braccia. Harry si morse il labbro inferiore.
«Perchè pensi che ci sia un secondo fine?» chiese cominciando a mangiarsi le unghie. Altro segno strano: Harry non si mangiava mai le unghie.
«Harry... Sputa il rospo» dissi cominciando a ridere per la sua faccia buffa. Harry si rassegnò.
«Okay, ecco il secondo fine di questa visita - cominciò a spiegare con un respiro profondo - Vuoi uscire con me domani?» disse, prima di chiudere gli occhi e aspettare una mia risposta. Rimasi sbigottita dalla sua richiesta. Insomma voleva chiedermi un appuntamento?!
«Per ’’uscire con me domani?’’, intendi che vuoi un’appuntamento con me?» chiesi deglutendo rumorosamente. Non ero abituata a richieste del genere. Insomma il bellissimo e sexyssimo (?) Harry Styles voleva un appuntamento con me?
«Sì... Voglio uscire con te» disse riaprendo gli occhi e puntando le sue iridi verdi nelle mie.
«Okay, va bene! - risposi sorridente. Il motivo per cui avevo accettato? Non lo so nemmeno io. - A che ora e dove?» chiesi euforica. Harry scoppiò a ridere.
«Ti vengo a prendere io alle 16:30... Il posto sarà una sorpresa» disse con quella sua voce calda e romantica, mentre mi faceva l’occhiolino. Poi si avvicinò a me lasciandomi stampato un bacio sulla guancia.
«Okay, allora a domani» dissi, mentre le guance mi andavano a fuoco. Appena chiusa la porta, mi appoggiai ad essa, lascinadomi cadere sul pavimento con un sorriso ebete sulla faccia.
 
Louis’ mind 
«Okay, Harry: qual’è il secondo fine di questa tua visita?» chiese Alessia con il soppracciglio alzato e incrociando le braccia. Harry si morse il labbro inferiore.
«Perchè pensi che ci sia un secondo fine?» chiese Harry cominciando a mangiarsi le unghie. Segno strano: Harry non si mangiava mai le unghie. Strinsi i pugni.
«Harry... Sputa il rospo» disse Alessia cominciando a ridere per la sua faccia buffa. Harry si rassegnò.
«Okay, ecco il secondo fine di questa visita - cominciò a spiegare con un respiro profondo - Vuoi uscire con me domani?» disse, prima di chiudere gli occhi e aspettare una risposta da Alessia. Tirai un pugno sulla scrivania. Insomma voleva chiederle un appuntamento?! Come si permetteva?! Poi cercai di trattenere un urlo di dolore.
«Per ’’uscire con me domani?’’, intendi che vuoi un’appuntamento con me?» chiese Alessia deglutendo rumorosamente.
«Sì... Voglio uscire con te» disse Harry riaprendo gli occhi e puntando le sue iridi verdi in quelle di Alessia.
«Okay, va bene! - rispose quest’ultima sorridente. Cosa?!? Aveva accettato?! - A che ora e dove?» chiese Alessia euforica. Harry scoppiò a ridere.
«Ti vengo a prendere io alle 16:30... Il posto sarà una sorpresa» disse Harry con quella sua odiosa voce calda e romantica, mentre faceva l’occhiolino ad Alessia. Poi si avvicinò a lei lasciandole stampato un bacio sulla guancia.
«Okay, allora a domani» disse Alessia sbigottita da quel gesto, mentre le guance le andavano a fuoco. Appena chiusa la porta, si appoggiò ad essa, lascinadosi cadere sul pavimento con un sorriso ebete sulla faccia. Uscii da camera sua incazzato nero: come poteva accettare una richiesta di appuntamento da Harry - voglio solo scoparti - Styles? Insomma lui non era il ragazzo da una relazione seria!
’Scusa ma a te che te ne frega di con chi esce?’ chiese una fottuta vocina nella mia testa, che avrei tanto voluto ammazzare; solo che avrei dovuto ammazzare me stesso.
Non mi fido di Harry... risposi senza neanche convincere me stesso. Insomma dovevo convincere me stesso e manco ci riuscivo. Che testa di cazzo che sono.
Secondo me sei solo geloso.. esclamò la voce nella mia testa. Ohhhh, ancora? Ma sono tutti fissati che sono geloso! Che palle!
«Che voleva Harry?» chiesi pittosto scocciato ad Alessia. Lei parve ripiombare dal mondo delle nuvole e s’irritò.
«Eh?» chiese, piuttosto scossa dal mio tono di voce. A quel punto mi spazientii.
«Devo chiedertelo in cinese?! - dissi ironico. - Che. Voleva. Harry?!» ridomandai lentamente, come se fosse una ritardata mentale.
«Che. Te. Ne. Frega?!» rispose imitando il mio tono scocciata, prima di girarsi e dirigersi verso la sua camera. La seguii, la feci girare verso di me e la bloccai tra me e la parete della sua camera. Puntai i miei occhi azzurri nei suoi verdi, mentre dei brividi piacevoli mi invadevano la schiena.
«Rispondimi per favore!» esclamai totalmente scocciato. Perchè mi importava così tanto?! Insomma eravamo nemici naturali, non andavamo mai daccordo e ora? Perchè mi interessa se esce con Harry??
«Mi ha chiesto di uscire! Sei contento adesso?!» rispose, avvicinando il suo viso al mio, mentre i suoi occhi si colorarono di un verde intenso.
«E tu che gli ha risposto?» chiesi, anche se sapevo già la risposta. Volevo vedere se mi mentiva? Perchè continuavo a farle domande?
«Gli ho risposto di Sì!» rispose chiudendo le mani a pugno e alzando gli occhi al cielo, come se fosse ovvio. Mi misi una mano sul mento con fare pensoso, ma allo stesso tempo ironico.
«Quindi tu esci con Harry perchè...?» lasciai la domanda in sospeso in modo che lei potesse continuare la frase. In tutta risposta Alessia incrociò le braccia e fece un finto sorriso.
«Quindi tu sei andato a letto con Elena perchè...?» mi imitò, in modo talmente strafottente che mi fece andare in bestia.
«Non cambiare argomento!» le urlai in faccia sempre più accecato dalla rabbia. Alessia rise isterica.
«Io non cambio argomento! Faccio le stesse domande insensat...» Poi un fulmine squarciò il cielo e interruppe la nostra litigata.
 
Alessia’s mind
«Quindi tu esci con Harry perchè...?» lasciò la domanda in sospeso in modo che io potessi continuare la frase. In tutta risposta, incrociai le braccia e feci un finto sorriso.
«Quindi tu sei andato a letto con Elena perchè...?» lo imitai, in modo talmente strafottente che lo feci andare in bestia.
«Non cambiare argomento!» mi urlò in faccia sempre più accecato dalla rabbia. Risi isterica.
«Io non cambio argomento! Faccio le stesse domande insensat...» Poi un fulmine squarciò il cielo e interruppe la nostra litigata.
Deglutii rumorosamente: avevo paura dei temporali.
’’Merda, ma proprio adesso doveva arrivare sto temporale?’’ pensai lamentandomi mentalmente. Non volevo far vedere a Louis il mio lato fragile. Ma senza rendermi conto glielo stavo già mostrando.
«Perchè stai tremando?» chiese un pò preoccupato. Un altro fulmine illuminò il cielo e subito dopo un boato fece tremare la casa. Urlai dallo spavento, mi inginocchiai a terra e mi tappai le orecchie.
«Fallo smettere!» ordinai a Louis, come se lui potesse fare qualcosa. Tremavo e avevo paura, ma non potevo andarmi a nascondere nell’armadio come facevo di solito... Louis mi prese i polsi e mi alzò da terra, poi fece un mezzo sorriso per rassicurarmi.
«Ale... è solo un temporale» mi disse; subito dopo ci fu un’altro boato e con la stessa velocità di Edward Cullen quando salva Bella Swan dal furgoncino, mi fiondai tra le braccia di Louis.
«Ed è proprio dei temporali che ho paura...» ammisi con gli occhi chiusi e la testa appoggiata sul suo petto. Dopo cinque secondi di shok, Louis cominciò ad accarezzarmi la testa come a rassicurarmi.
«Non ti preoccupare: ci sono qua io» disse con voce calda e sexy, che mi fece sciogliere al solo suono.
 
Venti minuti.
Erano venti minuti che ero tra le braccia di Louis a tremare come una foglia sul mio letto. Era impossibile che riuscissi a staccarmi da lui: era una cosa impensabile. Come se le sue braccia attorno al mio corpo o semplicemente la sua presenza fossero la mia droga, di conseguenza non riuscivo a farne a meno. In sostanza: stavo benissimo tra le sue braccia. Mi davano un senso di protezione e conforto inspiegabile.
Il temporale stava cessando, ma essendo ancora impaurita stetti attaccata a Louis come una cozza. Quest’ultimo continuava a farmi dolci carezze sulla testa e le... adoravo? Com’era possibile?
«Va un pò meglio?» chiese Louis, distraendomi dai miei pensieri. Mi sorrise e io giuro che stavo per morire. E il bello era che il motivo non lo sapevo.
«Sì, grazie....» risposi ancora un pò scossa. Ci sedemmo in una posizione un pò più normale, uno davanti all’altra.
«Sei qui da sola?» E te ne sei accorto adesso, idiota? Certo che sono da sola! Quelle brabie baldracche di mia madre e di mia sorella sono andate a Bergamo, lasciandomi qui con il mio presunto ’fidanzato’ (che poi saresti tu). Calma Alessia, inspira ed espira...
«Sì, mia madre e mia sorella sono andate a Bergamo a trovare delle amiche di mia madre e mia sorella si ferma a dormire da una sua amica...» cercai di spiegare senza dare segni di disapprovazione.
«Vuoi che resti qui con te?» chiese facendo un mezzo sorriso. Mi eccheggiarono le sue parole in testa... Intendeva tutto il pomeriggio? E anche tutta la notte? Questo sì che mi rassicurava.
«Intendi pomeriggio e notte?» chiesi titubante... Ti prego dimmi di sì!
«Sì, così non stai da sola in casa...» rispose timidamente, mentre un velo rosa si estendeva sulle sue guance. Mi intenerii a tal punto da acconsentire.
«Che facciamo adesso?» chiedemmo all’unisono. Ci guardammo entrambi negli occhi e poi scoppiammo a ridere.
 
«Uhm... Film preferito?» chiesi, cercando di conoscerlo un pò meglio. Louis ci pensò un pò su, poi gli si accese una lampadina in testa.
«Decisamente Grease! - rispose ridendo. Era così bello quando rideva... Basta! Ale, frena i tuoi pensieri! - E il tuo?» chiese, facendomi un sorriso smagliante.
«Bo... Probabilmente Beastly oppure The Amazing Spiderman...» risposi sinceramente. Restammo improvvisamente silenziosi.
«Qual’è il tuo colore preferito?» chiese Louis di punto in bianco. Rimasi di stucco: nessuno si era mai interessato fino a tal punto.
«Sinceramente non ho un colore preferito, di solito rispecchia il mio umore... Capisci? Cambia ogni volta» risposi guardandolo intensamente negli occhi. Ma Louis non era soddisfatto della risposta, me lo sentivo.
«E adesso che colore è?» chiese, infatti. Sorrisi per la sua cocciutaggine.
«L’azzurro» risposi, senza che il cervello fosse realmente collegato alla bocca.
«Perchè?» chese Louis, con uno sguardo curiosissimo.
«Perchè è il colore dei tuoi occhi» risposi, ancora una volta senza pensare. Louis sorrise e senza che me ne rendessi conto, le nostre labbra erano già attaccate, le une sulle altre.
Il mio cellulare squillò intensamente e vibrò sulla mia scrivania, mi staccai malvolentieri da Louis e andai a rispondere.
«Pronto?!» chiesi scocciata. Chi poteva mai essere all’altro capo del telefono? Insomma doveva per forza disturbarmi? C’è la gente proprio non si rende conto del tempismo che ha.
«Ciao Ale! Sono Lottie, sorella di Louis... - Spalancai gli occhi: Lottie aveva il mio numero di cellulare?! Da quando? - Ecco mi chiedevo che fine avesse fatto mio fratello e dato che tu e lui avete della sintonia... Dov’è finito Louis?!» chiese e mi fece scoppiare a ridere. 



_______Autrice______
 
Allora, bè che dire di questo capitolo... E’ tutto sui Loussia. Mi sono divertita a scrivere la parte in cui Louis e Alessia litigano, quando ho riletto quella parte, stavo morendo letteralmente dal ridere. Ma ora passiamo ad altro!
Anticipazioni: nel prossimo capitolo, oltre ad esserci gli Hassia (Harry + Alessia) con il loro appuntamento, ci saranno anche gli Zarin (Zayn + Karin) che a quanto pare devono chiarire un pò di cose; infine ci saranno i Niela (Niall + Daniela) che se ne staranno soli soletti e... *RulloDiTamburi* i Lole! (Liam + Nicole) così concediamo anche a loro un pò di tempo. Elena? Che fine avrà fatto Elena? Ebbene... da buona amica, resterà con Louis e insieme de combineranno delle belle xD
No, non vi preoccupate: NON ANDRANNO ASSOLUTAMENTE A LETTO INSIEME ELENA E LOUIS XD. Ora potrete dormire sogni tranquilli (?)
Volevo ringraziare tutte le persone che seguono questa storia fin dal principio e recensiscono ogni capitolo.
Per questo capitolo voglio almeno 10 recensioni (eh, lo so ragazze, sono tante! Ma voi non mi fate mai sapere che ve ne pare dei capitoli!). se volete seguirmi su Twittah cliccate sulla parola in blu xD
Vabbè vi lascio e vado a scrivere il seguito, ciaooooo!!!

(Scusate mi ero dimenticata di questa piccola sorpresina xD)

Un pomeriggio noioso come tanti...

 

...Un concorso che cambierà cinque vite...

 

...Un unico sogno condiviso da cinque ragazze...

 

...Incontrare i loro idoli...

 

...I One Direction.

 

«Io a Liam devo chiedergli solo il numero di cellulare, se mi accetta l’amicizia su facebook e anche su twitter e se mi fa un’autografo!»

 

«Devo riuscire a strappare un bacio a Niall!»

 

...E quando li incontrano...

 

«L-louis Tomlinson?!»

 

«Devo urlare...»

 

«Bello? Figo? Sexy? Credimi lo sei Niall!»

 

«Liam sposami ti prego!»

 

«Aaaaaaaa!!! Zayn Malik mi ha appena accarezzato la guanciaaa!!»

 

...Infine qualche curiosità...

 

"Se dovessi descrivere Alessia, usando i componenti dei 1D... Direi che è un mix tra Louis e Niall."

 

"La settimana scorsa Karin mi ha postato su facebook un'immagine che mi ha fatto crepare dal ridere. Una fan chiedeva: "Chi è il più bravo a letto?"; c'era Harry che indicava Zayn e Zayn aveva una faccia del tipo: "Posso spiegare". Sopra Karin aveva commentato: "Grazie Harry dell'informazione, ora so quale dei cinque mi scoperò per primo!". Giuro che mi stavo rotolando dalle risate!"

 

"Il momento che mi ha fatto più ridere, risale ad una intervista che avete avuto nella vostra ascesa nel successo. Non mi ricordo il nome del programma, ma c'era un presentatore troppo simpatico che continuava a prendere in giro Harry perchè era ancora minorenne. Comunque il presentatore fa: "...Ma la cosa che mi ha colpito tantissimo è stata una ragazzina con l'uniforme scolastica che urlava: Harry, Harry! Dammi il tuo spermaa!" e tutto lo studio scoppiò a ridere."

 

Ispirato dai sogni di cinque Directioner...

 

Cos I Can Love You More Than This

di _AleOfficial

 

Prossimamente su Efp

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Capitolo 9
*** Sei troppo dolce quando dormi.. ***



Domenica 17 Giugno 2012
 

 

Louis’ mind
Assurdo ma vero: non avevo dormito molto quella notte. Infatti mi svegliai molto presto, saranno state le cinque di mattina. Tentai di alzarmi ma qualcosa o meglio, qualcuno che dormiva sopra di me, me lo impediva. Il viso di Alessia era appoggiato al mio petto e le sue braccia mi circondavano i fianchi. Sorrisi involontariamente, mentre senza neanche accorgermene le accarezzai una guancia accaldata. Solo dopo notai che era senza il pigiama ed era rimasta in intimo. Il mio braccio sinistro era attorno ai suoi fianchi e la mano accarezzava la pelle calda e morbida; le nostre gambe erano incrociate le une con le altre e ci mancava solo che fossimo una bella coppietta felice.
Alessia si svegliò e notai che aveva delle leggere occhiaie le sfiorai con il pollice.
«Sei troppo dolce quando dormi...» me ne uscii con sta frase, sicuramente neanche pensata due secondi prima.
«E tu che ne sai? Ronfavi come un ghiro!» esclamò lei, scoppiando subito dopo a ridere e tirandomi un pugno leggero sul braccio. La sua risata mi contagiò.
«Veramente sono stato sveglio a guardarti tutta la notte...» ammisi senza neanche rendermene conto. Sì, in effetti era vero, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Non sapevo nemmeno il perchè, ma non riscivo a farne a meno. Come se Alessia fosse la mia qualità preferita di eroina. Oddio adesso rubo anche le frasi di Edward Cullen? Stavo impazzendo, non poteva essere altrimenti.
Alessia abbasò il viso e le guance le si colorarono di un rosso acceso, in contrasto con le sue iridi verdi smeraldo. Sorrisi, mi piaceva troppo quando arrossiva.
«Beh, io... vado a casa, tu devi prepararti per l’appuntamento con Harry e non voglio essere di troppo...» dissi, mentre il mio corpo fu invaso da un’ondata di tristezza e gelosia. Mi alzai dal letto e mi avviai verso la porta con passo strascicato.
«Fermo lì! Tu non vai da nessuna parte... - esclamò Alessia puntandomi il dito contro e lasciando la frase in sospeso. - ... Con quelle occhiaie profonde!» disse, prima di sparire in camera e frugare in una trousse. Ritornò da me con qualcosa in mano... sembrava un rossetto. Oh cristo santo, voleva spalmarmi del rossetto in faccia?!
«Io non lo metto il rossetto!» esclamai impaurito e arretrando lentamente. Alessia guardò confusa prima me, poi il rossetto.
«Che?! Idiota è un correttore, mica un rossetto!» esclamò prima di scoppiare a ridere. E poi mi si sciolse il cuore... Adoravo sentirla ridere, adoravo la sua risata. Poi mi lasciai contagiare dalla sua risata.
Alessia mi prese la mano e mi trascinò in camera sua.
«Seduto!» mi ordinò e io mi sedetti sul letto.
 
Alessia’s mind
Ritornai da lui con il correttore in mano. In tutta risposta, Louis spalancò gli occhi e indietreggiò.
«Io non lo metto il rossetto!» esclamò impaurito e arretrando lentamente. Guardai confusa prima Louis, poi il correttore.
«Che?! Idiota è un correttore, mica un rossetto!» esclamai prima di scoppiare a ridere. Louis si lasciò contagiare dalla mia risata. Lo presi per mano e lo trascinai in camera mia.
«Seduto!» gli ordinai e lui si sedette sul letto ubbidiente. Aprii il correttore e lo alzai all’altezza del suo volto.
«Guardami» dissi in un sussurro, ipnotizzata dai suoi occhi azzurri cristallini che puntavano dritto nei miei. Deglutii rumorosamente e avvicinai sempre di più il correttore sulle sue occhiaie, ma allo stesso tempo non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle sue iridi cristalline. Senza che neanche me ne accorgessi, avvicinai il mio corpo al suo e subito dopo sentii le sue mani calde sui miei fianchi. Dei brividi piacevoli mi invasero la schiena, mentre solo allora mi ricordai di essere solo in intimo. Subito dopo con la mano che tremava, gli applicai il correttore cercando di non sbagliare. Mi ci volle tutto l’auto-controllo del mondo per non pensare ai suoi occhi, alle sue mani e alla distanza dei nostri volti. Mi sentivo stranamente agitata, come se fossi messa in soggezione.
«Ecco fatto» dissi soddisfatta, mentre mi voltavo per sistemare la trousse. Louis mi abbracciò dal dietro e mi baciò una guancia.
«Grazie...» disse con una voce sensuale (?) che mi fece sciogliere al solo ascolto. Perchè mi sentivo così? Perchè lui riusciva sempre a farmi sentire in paradiso?
Girai di scatto il viso e mi ritrovai a due centimetri di distanza dal suo volto. Mi staccai bruscamente, andai ad aprire l’armadio per scegliere i vestiti per l’appuntamento completamente rossa in faccia per l’imbarazzo, mentre Louis rimase in piedi e con fare confuso si grattò la nuca.
 

Nel frattempo tra le vie di Verderio Superiore...
 



Karin’s mind
Erano le dieci di mattina, mi preparai per uscire. Mi vestii, mi truccai e poi uscii di casa e comciai a passeggiare per le vie di Verderio Superiore. Vidi il parco con la scuola elementare Carlo Collodi e mi avviai, ma una macchina nera si fermò proprio davanti a me e un ragazzo mi ci trascinò dentro, tappandomi la bocca per non urlare. Ero spaventata, eppure quel ragazzo mi fece sentire protetta... No, non ero pazza, quel ragazzo aveva davvero qualcosa che mi faceva sentire al sicuro, me lo sentivo.
Appena mi ritrovai seduta sul sedile del passeggero, riuscii a vedere il viso del mio ’’rapitore’’ e... deglutii, cercando di mandare giù quel nodo che mi si era formato in gola.
«Zayn?!» chiesi incredula, mentre partivamo senza una meta precisa.
«Senti Karin, io volevo chiarire con te per quello che era successo venerdì» rispose, cercando un consenso nel mio sgurdo.
«Zayn guarda la strada!» gli dissi indicando fuori dal parabrezza. Lui si girò di scatto e rimise l’auto nella corsia giusta. Sorrise, senza che io sapessi il perchè.
«E comunque non c’è niente da dire...» ripresi il discorso di prima. Zayn scosse la testa.
«No, Karin io voglio spiegarti perchè avevo le tue mutande in mano!» cominciò ad arrabbiarsi e parcheggiò la macchina a lato della strada, spegnendo l’auto.
«Uhm, sentiamo... Perchè sei un pervertito, maniaco sessuale?!» chiesi ironica, mentre incrociavo le braccia e sbuffavo spazientita. Zayn si passò una mano tra i capelli e subito dopo sbattè una mano contro il volante, facendo suonare il clacson. Sussultai dallo spavento.
«Karin, io non c’entro niente, te lo giuro! E’ stato Harry a frugare nella tua borsa senza che io ne sapessi niente e poi mi ha mollato in mano le tue mutande!» spiegò, gesticolando come un matto. No, cioè adesso scaricava anche la colpa su gli altri?? Ma è idiota?!
«Spiegami perchè stai dando la colpa ad Harry adesso... Insomma Zayn non sei un bambino, prenditi le tue resp-» cominciai ad accusarlo, ma lui mi interruppe.
«Non ci credi? Allora chiamo Harry e vediamo se riesce a convincerti!» esclamò, piuttosto arrabbiato, mentre conponeva il numero di Harry. Poi guardandomi con uno sguardo da sfida, mi porse il suo iPhone 4s con la chiamata ad Harry già in corso. Lo porsi all’orecchio, sperando che la versione dei fatti di Zayn fosse uguale a quella di Harry, altrimenti... A chi avrei dovuto credere?!
«Pronto?» chiese una voce metallica, dall’altro capo del telefono. Il cuore cominciò a battermi forte per l’imbarazzo e la paura.
«H-harry? Sono Karin...» dissi in preda al panico e mi interruppi, non sapendo come continuare. Risultato? Silenzio da parte di Harry. Sospirai, presi coraggio e continuai.
«SeistatotuaprenderelemiemutandedallamiaborsaeaportarleaZayn?!?» chiesi tutto dun’un fiato. In tutta risposta Harry scoppiò a ridere.
«Karin, potresti ripetere? Ho capito meno della metà di quello che hai detto...» disse ridendo. Scoppiai a ridere anche io, ma con la differenza che io stavo diventando isterica.
«Sei stato tu a prendere le mie mutande dalla mia borsa e a portarle a Zayn?!?» domandai calmandomi. Harry ammutolì e lo sentii cominciare a sudare freddo.
«Ehm, ecco... S-sì» rispose balbettando. Bingo! Cominciai a fare un balletto stupido, mentre Zayn mi guardava male.
«Bene, tu domani farai una brutta fine!» esclamai, mentre gli attaccavo il telefono in faccia. Guardai Zayn mordendomi il labbro inferiore e mentre mi contorcevo le mani dall’imbarazzo.
«Mi dispiace Zayn... Avrei dovuto cred-» cominciai a scusarmi, ma le sue labbra che si poggiarono sulle mie interruppero le mie scuse. Timidamente appoggiò una mano sulla mia guancia, mentre io presa dall’eccitazione del momento allacciai le braccia intorno al suo collo. Zayn si staccò e mi guardò intensamente negli occhi, subito dopo prese una scatolina e me la porse.
«Karin, io volevo regalarti questa... Insomma per farti capire che...» e si interruppe, non sapendo come continuare. Mi porse la scatoletta e io la aprii lentamente, come se avessi paura del contenuto. Poi curiosissima, tolsi il coperchio e guardai il regalo... Non riuscendo a credere ai miei occhi scoppiai a piangere dalla felicità. Era una ’Z’ incastonata da piccoli diamanti. La presi in mano, scoprendo che era una collana.
«Zayn è... - mi interruppi non trovando delle parole adatte a descrivere quel meraviglioso regalo. - ...Stupenda!» dissi poi infine, mentre lo avvolgevo in un abbraccio. Zayn mi sfilò di mano la collana, aprendo il gancetto.
«Posso?» chiese, lasciando sottointendere che voleva mettermi lui la collana al collo. Annuii e mi girai, tirando indietro i capelli. Poi il metallo del ciondolo venne a contatto con la pelle del petto e non riuscii a resistere a non sfiorarla.
«Sì» dissi di punto in bianco, mentre Zayn armeggiava con il gancetto.
«’Sì’ cosa?» chiese curioso non avendo capito cosa intendessi. Sorrisi, voltandomi verso di lui.
«Sì, voglio essere la tua ragazza» risposi sorridendo da un orecchio all’altro. Zayn sorrise, prima di prendere il mio volto e baciarmi appassionatamente.
 

A casa Efron intanto...
 

Daniela’s mind
Con le cuffie dell’iPod e la musica a palla nelle orecchie, stavo sognando ad occhi aperti sul mio principe azzurro. Insomma era biondo o moro? Occhi chiari o scuri? Alto o media altezza? Chissà...
Qualcuno suonò il campanello e ripiomando sulla terra, andai ad aprire. Le figure di Niall e Harry si materializzarono sulla soglia di casa mia.
«Ehy ragazzi entrate...» dissi, togliendomi le cuffie, spegnendo l’iPod e facendo cenno di entrare.
«Wow... che bella casa!» esclamò Niall sorridendomi. Subito dopo cominciai a perdermi nei suoi occhi blu oceano.
«Ehm... c’è Elena?» chiese Harry, mentre si guardava in giro, nella vana speranza di cogliore mia sorella.
«Sì certo, è su di sopra nella sua camera... Perchè?» risposi con sospetto. Da quando Harry si interessava a mia sorella?
«Perchè oggi esco con Alessia e mi servivano dei consigli...» disse Harry, scappando su di sopra alla ricerca di Elena. Niall intanto ci era rimasto di sasso. Sicuramente si stava chiedendo come fosse possibile che... No, aspetta un secondo: Harry esce con Alessia?! Ma Alessia non era mica innamorata di Louis? Cioè si vedeva lontano chilometri che tra i due c’era feeling...
«C-cioè... Alessia e Harry escono insieme?! E Louis?!» esclamammo all’unisono io e Niall. Poi ci guardammo e scoppiammo a ridere. Rinunciai a capirci qualcosa e scossi la testa.
«Niall posso offrirti qualcosa?» chiesi all’unica persona presente, cercando di essere il più cortese possibile. Niall annuì.
«Un bicchiere d’acqua, grazie... Harry mi ha fatto correre per tutto Verderio!» disse Niall sbuffando divertito.
«Immagino! - risposi ridendo - Solo un bicchiere d’acqua? Sei sicuro? Qui siamo mooolto rifornite di patatine... - Niall alzò la testa di scatto - ... Pop-corn... - si leccò i baffi. - ... Nutella...» dissi, cercando di tentarlo in qualche modo. Era troppo divertente vedere come dipendeva dal cibo molto facilmente.
Niall passò all’attacco, vedendomi con due buste di plastica piene di cibo. Mi rincorse per tutta casa, fino a quando lui riuscì a prendermi e caddi per terra e mi ritrovai sotto di lui. Scoppiammo entrambi a ridere, poi ci interrompemmo e ci guardammo negli occhi. Niall si fece sempre più vicino, fino a quando le nostre labbra furono le une sulle altre. Non so come, ma all’improvviso mi ritrovai sopra di lui a cavalcioni, presa dall’eccitazione del momento.
«Niall, non... p-possiamo» dissi staccandomi improvvisamente da lui. Insomma lui aveva una ragazza, non poteva baciarmi, anche se lo aveva già fatto.
«Sarà una cosa tra me e te... nessuno verrà mai a saperlo.» disse prima di ricominciare a baciarmi. Mi lasciai le angoscie e le paure alle spalle e ricominciai a baciarlo, sempre più vogliosa di lui.
Senza che neanche me ne accorgessi, Niall mi prese in braccio, e mi portò in una camera qualsiasi della mia casa, dove chiuse la porta a chiave. Ricominciammo a baciarci, e ci staccammo solo quando Niall prese i lembi della mia maglietta per togliermela e viceversa. Le sue mani cominciarono a giocare con il laccetto del reggiseno, mentre io cercavo di slacciargli i pantaloni invano. Mi tremavano le mani, ero troppo eccitata all’idea di fare sesso con Niall, ma avevo anche paura... Insomma avevo solo sedici anni, non lo avevo mai fatto in vita mia!
Niall sorrise sulle mie labbra.
«Aspetta, ti aiuto io...» disse con voce sexy, mentre lasciò stare il gancio del mio reggiseno e si slacciò i pantaloni, facendoli cadere a terra. Già che c’era, tolse anche i miei, in modo da restare entrambi in intimo. Solo un pezzo di stoffa ci separava. Ricomnciammo quel gioco di lingue che avevamo interroto prima, mentre ci buttavamo sul letto. Tutto il resto venne da sè. Io non ci pensai più assolutamente. Niall sganciò il mio reggiseno, mentre io gli abbassai lentamente le mutande, fino a quando non le vidi sul pavimento con il resto dei vestiti. A farle compania arrivarono il mio reggiseno e le mie mutande.

  
Dopo alcune ore, l’agitazione a casa Jepsen comincia a farsi sentire... 

 
Alessia’s mind
Che cosa mi metto, che cosa mi metto, CHE COSA MI METTO?! Oh, Cristo santo, help me please!
Louis er sdraiato sul mio letto da alcune ore e l’appuntamento con Harry si avvicinava. Mancavano più o meno... 20 minuti?! Ma siamo impazziti?! Devo sbrigarmi a vestirmi, piastrarmi i capelli, truccarmi...
«Ale, vuoi che ti dia una mano a scegliere cosa metterti?» chiese Louis annoiato sul bordo del letto.
«Trova qualcosa di decente in questo armadio. Intanto vado a piastrarmi i capelli.» mentre mi avviai al bagno e accendere la piastra. Nel frattempo presi la matita blu e l’ombretto azzurro. Cominciai a stendere un velo di azzurro, poi stesi sulla linea della palpebra una linea blu uniforme. Improvvisamente sentii urlare Louis.
«Ma che succede?» chiesi correndo in camera. Vidi Louis con un vestitino azzurro a righe bianche che si allacciava al collo euna cintura nera a vita bassa.
«Questo è stupendo!» disse prima di porgermelo. Alzai un soppracciglio scettica.
«Ti piace solo perchè è a righe?» chiesi incrociando le braccia e sorridendo. Louis annuì. Lo indossai (ovviamente prima feci uscire Louis dalla stanza) e subito dopo mi avviai al bagno.
«Uff, non riesco a piastrare i capelli dietro!» dissi pestando un piede per terra. Louis si avvicinò, mi prese la piastra dalle mani e cominciò a passarla sui miei capelli ondulati, stando attento a non bruciarsi. Quando ebbe finito, mi ridiede in mano la piastra e ritornò in camera mia. Rimasi sbigottita... Louis sa cos’è una piastra? e com’è che sa usarla così bene?
«Se te lo stai chiedendo, so cos’è una piastra e la so usare perchè mia sorella Lottie a volte non riesce a piastrare i capelli dietro... Soddisfatta?» chiese strafottente. No, cos’è adfesso legge anche nel pensiero??
Improvvisamente suonò il campanello. Era sicuramente Harry.
«Dai Louis esci ch devo chiudere casa!» dissi prendendo le chievi. Louis uscì, poi lo vidi andare verso casa sua.
«Ehm... Louis?»
«Sì?»
«Grazie...»
«Di nulla!» rispose, prima di abbassare la maniglia della porta di casa sua. Mi girai e corsi di sotto da Harry.
 
Louis’ mind
Uscii, per poi avviarmi verso casa mia.
«Ehm... Louis?»
«Sì?»
«Grazie...»
«Di nulla!» risposi, prima di abbassare la maniglia della porta di casa mia. Chiusi la porta e salii in camera mia, mentre componevo il numero di Elena sul mio iPhone 4s.
«Pronto?» rispose Elena subito dopo due squilli.
«Elena travestiti da agente 007... Abbiamo una missione da compiere» detto questo chiusi la chiamata, prima di fiondarmi nell’armadio e vestirmi. 
 

To Be Continued....



____Autrice____
Eheheheh... cosa avrà in mente il nostro Louis??? ahahahahahha Lo scoprirete la prossima puntata! zanzanzan!! ahahahah ok basta xD Come avete potuto vedere non sono così cattiva, a sei recensioni ho messo il capitolo. Ma passiamo oltre! Allora come potete vedere, Harry è totalmente cotto di Alessia, e a Louis non va giù questa cosa; ma nonostante questo l'aiuta a prepararsi... Zayn ha chiarito con Karin e si sono ufficialmente fidanzati. Niall e Daniela fanno gli sporcaccioni, mentre Elena se ne sta in disparte, fino a quando Louis non la chiama a fare l'agente 007. Ne vedremo delle belle xD
Allora comicio a ringraziare voi tutte/tutti (?) perchè adoro quando mi scrivete una recensione... Mi fanno davvero mooolto piacere!
Volevo chiedervi di passare dalla FanFic della mia cucciolotta, Karin_Corti: La ragazza che non si innamorava, ora sta amando...
Volevo chiedervi un favore... Visto che su Faisbuk continuo a leggere di FanFic rubate, mi avvisereste se vedete che qualcuno di invidioso mi ruba le mie FanFic?? No, perchè sta cosa mi sta preoccupando... Grazie in anticipo, spero di contare su di voi :D
Ora mi dileguo, vado a scirvere il seguito, ciaoooo!

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Capitolo 10
*** I’m broken, do you hear me? ***



Domenica 17 Giugno 2012 (pomeriggio)
 

 
 

Louis’ mind
 

Uscii, per poi avviarmi verso casa mia.
«Ehm... Louis?»
«Sì?»
«Grazie...»
«Di nulla!» risposi, prima di abbassare la maniglia della porta di casa mia. Chiusi la porta e salii in camera mia, mentre componevo il numero di Elena sul mio iPhone 4s.
«Pronto?» rispose Elena subito dopo due squilli.
«Elena travestiti da agente 007... Abbiamo una missione da compiere» detto questo chiusi la chiamata, prima di fiondarmi nell’armadio e vestirmi diversamente da come ero uscito da casa di Alessia. Indossai una camicia azzurra intenso e i pantaloni neri, poi misi le mie All-star bianche e uscii di casa. Corsi verso casa di Elena e la vidi uscire dal cancello della sua villa. Quando si accorse di me, mi guardò strano, ma allo stesso tempo curiosa.
«Spiegami che cazzo vuol dire: ’Travestiti da agente 007’» disse Elena alzando con la mano destra il suo Samsung Galaxy e indicandolo con l’altra mano.
«Vuol dire che dobbiamo spiare una persona...» dissi restando sul vago, mentre trascinavo Elena nell’unico posto in cui Styles poteva portare Alessia: al parco di Verderio Superiore.
«...O due persone che sono uscite insieme?» chiese Elena guardandomi con un sorriso. Sbarrai gli occhi: lei lo sapeva?
«Tu come lo sai?!» esclamai fermandomi di colpo; di conseguenza Elena mi venne addosso. Quest’ultima alzò gli occhi al cielo.
«Harry è venuto a casa mia stamattina e mi ha chiesto dei consigli per l’appuntamento con Alessia» rispose, come se fosse ovvio. Harry era andato a casa di Elena? Ah, furbo il ragazzo, per non fare figure di merda, va dalla mia migliore amica.
«Uhm... Bene ora muoviti!» dissi, prima di ricominciare a trascinare Elena per la strada. Elena scoppiò a ridere.
«Ah, la gelosia... che brutta malattia» disse Elena mordendosi un labbro, cercando di non scoppiarmi a ridere in faccia.
«Io non sono geloso!» esclamai senza smettere di camminare e guardandomi intorno come un’ossesso.
«Noooo, infatti sei gelosissimo! - cominciò a cantilenare Elena -  Louis è geloso, Louis è geloso, Louis è geloso...» cantò a squarciagola tra le strade di Verderio. Signore e signori, questa è la mia così detta migliore amica.
«Signora! Lo sa che questo ragazzo è gelosissimo?» urlò Elena, attirando l’attenzione di una signora che stava passando dal marciapiede opposto. Mi girai di scatto e tappai la bocca a Elena.
«Vuoi stare zitta? Non lo deve sapere tutto il paese!» esclamai ironicamente. Elena sorrise: avevo appena sottointeso che ero geloso. Minchia Louis, ma vuoi pensare alle frasi che dici prima di parlare?! Vabbè, ciò che è fatto è fatto.
«Allora lo hai ammesso di essere geloso!» esclamò a sua volta Elena. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.
«Sì... - sputai tra i denti, odiavo ammettere di essere geloso. - Ora possiamo andare?!» chiesi imnpaziente di arrivare sul luogo. Elena scoppiò a ridere, scosse la testa e subito dopo annuì.
Arrivammo al parco, con un passo velocissimo da parte mia e strascicato da parte di Elena. Mi guardai intorno ossessivamente, mentre Elena mi guardava malissimo.
«Alessia ti ha mandato decisamente fuori di testa!» commentò a bassa voce, anche se avevo sentito ogni parola.
«Non è vero... E’ solo che mi preoccupo, tutto qui» risposi senza pensare. Elena alzò un soppracciglio con fare indagatore e incrociò le braccia con un sorriso.
«E da quando ti preoccupi per lei? Insomma, mica sei-» cominciò a dire, ma la interruppi.
«Non dire: ’il suo fidanzato’!» esclamai indignato. Elena sorrise e quasi scoppiò a ridere.
«Infatti io stavo per dire: ’la sua guardia del corpo’... Vedi che ti piace? Perchè ti ostini a dire il contrario? Insomma guardati: non saresti qui se davvero non ti importava nulla di lei...» disse Elena comprensiva, mettendomi una mano sulla spalla.
«Mi preoccupo perchè è con Harry... Lo sai anche tu che Harry non è affidabile.» dissi zittendola e non ammettendo obbiezioni. Elena sospirò, rassegnandosi. Subito dopo vidi le figure di Harry e di Alessia, mano nella mano sorridenti che camminavano lungo il viale che portava alle altalene. Spinsi Elena giù, dietro ai cespugli, in modo che non ci potessero scoprire. Il problema era che spinsi Elena troppo forte e quest’ultima cadde a terra.
«Ma cazzo Louis, che hai nel cervello?! Patatine?!» si lamentò Elena guardandosi il braccio graffiato dai rami del cespuglio. Nel frattempo la sua gonna fuxia si spostò, lasciando intravedere le mutande bianche. Subito i miei istinti maschili si fecero sentire.
Ci mancava solo questa, porca di quella puzz-
Una risata mi distrasse e subito mi girai verso quel suono melodioso, che proveniva da Alessia. Tutto intorno si fece buio, mentre solo la sua figura che andava allegramente sull’altalena catturò la mia attenzione.
 
I’m blinded ’cause you are everything I see...
 
Mi venne in mente questa frase, così spuntata dal nulla, come se il mio cervello avesse immagazzinato questa frase per poi formularla al momento opportuno.
E poi la magia si interruppe... Non so come, ma Alessia finì tra le braccia di Harry e entrambe le loro risate si stopparono, mentre si guardavano dolcemente negli occhi. Serrai i pugni, mentre un vuoto incolmabile mi riempì lo stomaco e mentre cercavo di trattenere un urlo. Ma perchè? Perchè mi sentivo così?
Come se fossi deluso, ferito, tradito?
Deluso da chi?
Ferito da chi?
Tradito da chi?
Da Harry? O da Alessia?
Troppe domande, nessuna risposta. Eppure io ero un ragazzo che non si faceva tante domande o problemi. Sicuramente da quando conoscevo Alessia ero cambiato, ma non pensavo di arrivare al punto di essere pazzo.
Un colpo di tosse mi distrasse dai miei pensieri, mi girai di scatto e vidi Elena che indicava la coppietta degli innamorati che si stava baciando passionalmente. Una pugnalata al petto, mentre una lacrima solcava il mio viso. Okay, questo era decisamente strano. Io che piangevo? Da quando?!
«Perchè?!» chiesi più a me stesso che ad Elena. Ero incazzato nero alla vista della coppietta, ma ancora di più con me stesso, perchè avevo mille domande per la testa e nessuna risposta.
Sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla, quella era sicuramente Elena che cercava di consolarmi.
«Perchè sei innam-» cominciò a dire Elena, ma la interruppi, non volendo neanche sentire quella parola.
 
I’m broken, do you hear me?
 
Altre parole che mi correvano in mente, come se fossero il testo di una canzone. Aspetta una canzone? Mi era appena venuta in mente l’ispirazione per la canzone che dovevo scrivere per il gruppo.
Sì, esatto: io, Harry, Niall, Zayn e Liam avevamo formato una band. Scrivevamo canzoni così per divertimento, ma già da un pò volevamo presentarne qualcuna allo spettacolo finale dell’oratorio, quindi ci stavamo seriamente impegnando.
Incurante della reazione di Elena, mi alzai e corsi verso casa. Chiuso nella mia stanza, presi la chitarra, un quaderno e una matita. Chiusi gli occhi, cominciai a strimpellare sulle corde, fino a quando non ne uscì una melodia abbastanza lenta. Senza che me ne accorgessi, cominciai a cantare, sempre più preso dall’ispirazione del momento.
 
I’m broken, do you hear me?
I’m blinded cos you are everything I see
I’m dancing alone
I’m praying that your heart will just turn around
And as I walk up to your door
My head turns to face the floor
Cos I can’t look you in the eyes and say
 

When he opens his arms and holds you close tonight
It just won’t feel right
Cos I can love you more than this
When he lays you down I might just die inside
It just don’t feel right
Cos I can love you more than this
Can love you more tha this

 
If I’m louder would you see me?
Would you lay down in my arms and rescue me
Cos we are the same
You save me butr when you leave its gone again
 

And then I see you on the street
In his arms, I get weak
My body fails, I’m on my knees praying

When he opens his arms and holds you close tonight
It just won’t feel right
Cos I can love you more than this
When he lays you down I might just die inside
It just don’t feel right
Cos I can love you more than this
Can love you more tha this

 
I’ve never had the words to say
But now I’m asking you to stay
For a little while inside my arms
And as you close your eyes tonight
I pray that you willsee the light
That’s shining from the stars above
 


Cos I can love you more than this
When he lays you down I might just die inside 
It just don’t feel right
Cos I can love you more than this
Can love you more tha this

 

Nicole’s mind
Non avevo voglia di restare un solo minuto di più in casa mia, quindi uscii per prendere un pò d’aria fresca. Vagai per un pò senza meta, con il sole che man mano si stava ricoprendo dalle nuvole per il temporale della sera prima, sopra la testa. Poi vidi un bar lì vicino e decisi di entrare lì dentro. Una cosa che non mi sarei aspettata era vedere Liam dietro al banconeche puliva dei bicchieri vuoti.
Mi avvicinai sempre più sorpresa.
«Ciao Liam!» lo salutai, appoggiandomi al bancone. Lui alzò lo sguardo e quando mi vide, gli si stampò un sorriso sulla faccia.
«Ciao Nicole! Cosa posso offrirti?» chiese con fare professionale, asciugando un bicchiere con lo straccio facendolo girare con la mano.
«In realtà niente... Sono passata di qua per caso.» risposi gesticolando con la mano. Mi sporsi per vedere quanta roba aveva ancora da lavare e me ne pentii all’istante: era davvero tanta.
«Vuoi che ti do una mano? Tanto non ho niente da fare...» chiesi gentilmente, ma Liam scosse la testa con disapprovazione.
«Nicole, tu sei una cliente, non puoi aiutarmi!» disse scoppiando a ridere. Che bella risata che aveva... Riuscì a contagiarmi pure a me.
«Scommettiamo che posso?» affermai, mentre con uno sguardo che non ammetteva repliche, girai il bancone e lo raggiunsi. Mi misi i guanti di plastica, prima di cominciare ad insaponare le varie tazzine da caffè. Liam mi guardò stupito, mentre asciugava un’altro bicchiere.
«Come mai lavori anche d’estate?» chiesi dopo un pò di minuti passati in silenzio. Liam alzò le spalle.
«Questo bar è di proprietà di mio padre e quindi... Ogni tanto mi costringe ad aiutarlo. Fortunatamente me lo chiede soltanto il Sabato e la Domenica, anche perchè durante la settimana c’è l’oratorio estivo» rispose, sorridendomi. Abbassai lo sguardo, sentendomi messa in soggezione, mentre le guance mi andavano a fuoco. Sorrisi senza rendermen conto.
«Ehy Nicole, sei sporca qua!» disse Liam, prima di prendere un pò di schiuma e spalmarmela sulla guancia. Scoppiammo entrambi a ridere, mentre anche io prendevo un pò di schiuma e gliela tirai addosso.
«Ah, ma tu vuoi guerra!» esclamò Liam, prima di scattare come un fulmine e poi prendermi in braccio. Cominciai a ridere a crepapelle.
«Liam, mettimi giù!» esclamai in risposta, ma ridendo ancora come una deficiente.
Liam prese una pozza d’acqua, scivolammo entrambi e non so come, ma mi ritrovai sopra di lui, a mezzo centimetro di distanza dal suo volto. Ancora sotto shok, scoppiammo a ridere entrambi, ma poi ci bloccammo di colpo. Mi ritrovai a guardare i suoi bellissimi occhi color miele con delle pagliuzze di castano dorato, mentre tutto andò da sè. I nostri volti si avvicinarono sempre di più, fino a quando le nostre labbra si toccarono. Gli presi il viso fra le mani, mentre lui mi prese i fianchi.
Quando ci staccammo, Liam sorrise, mentre mi scostava una cioccabionda dai capelli e mentre io gli accarezzavo ancora una guancia.
«Sarà meglio ripulire tutto, non credi?» gli domandai, indicando il luogo dietro di me.
«Più tardi...» disse, prima di riprendere il mio viso tra le mani e baciarmi passionalmente.
 
Alessia’s mind
Ero appena stata all’appuntamento con Harry, alla fine era andato tutto bene; eppure… eppure non mi sentivo bene come quando stavo con Lou… Davvero?? Lo stavo pensando davvero? Stavo meglio con Louis che con Harry? Quindi era per questo che gli avevo chiesto di rimanere soltanto amici? Ok ero davvero pazza.
Ero persa nei miei pensieri pazzoidi, quando un scroscione di acqua improvviso mi prese alla sprovvista, così dovetti correre per tutta la strada fino a casa mia. Il punto è che arrivai sotto il portico del cancelletto lavata fradicia. Cercai le chiavi nella mia borsa, ma non le trovai...
Oh merda.
Cercai ancora e ancora più volte, fino a quando mi rassegnai e capii che le avevo lasciate da qualche parte. Ok lo ammetto: le avevo perse da qualche parte.
Improvvisamente il tasto del citofono di casa Tomlinson si accese e il cancelletto si aprì insieme al portoncino.
«Dimenticato qualcosa?» chiese strafottente una voce metallica che poteva appartenere ad una sola persona: Louis Tomlinson.
«Ah-ah mi sto sbellicando Tomlinson» risposi a tono a quell’imbecille, anche se da fuori sembravo una pazza che se la prendeva con il citofono.
«Dai vieni su» disse prima di scoppiare a ridere. No, aspetta cosa? Ha detto: Dai vieni su?
Che cosa vorrebbe dire?!
Salii le scale, fino a ritrovarmi davanti a casa Tomlinson, con Louis appoggiato alla porta con le braccia incrociate. Mi fece segno di entrare e poi sparì in camera sua. Lo sentii aprire e chidere dei cassetti, prima di ritornare da me con un accappatoio e una sua maglietta.
«Vai a farti una doccia, così poi ti riscalderai» disse, dandomi l’accappatoio e poi la sua maglietta. Stupita da quel gesto, mi recai in bagno riluttante. Appoggiai i vestiti bagnati sul calorifero acceso, in modo che potessero asciugare velocemente. Poi, siccome cominciavo ad avere freddo anche se era estate, mi fiondai sotto la doccia bollente, cercando di rilassarmi il più possibile.
Dopo una ventina di minuti, uscii dalla doccia, mi misi l’accappatoio enorme (sicuramente era di Louis) e cominciai ad asciugarmi. Subito dopo presi l’intimo asciutto e lo indossai assieme alla maglietta enorme che mi aveva dato Louis (sicuramente era sua anche quella).
Uscii dal bagno con tutti i capelli bagnati, tanto era estate, e in punta di piedi, attraversai il corridoio.
All’improvviso una voce melodiosa che mi colpì subito allo stomaco per quanto era bella, si diffuse per tutto il corridoio, mentre in sottofondo la chitarra accompagnava la melodia. Una canzone che non avevo mai sentito prima, sicuramente scritta da lui per svago personale. Mi avvicinai alla camera di Louis, mentre le parole della canzone si facevano sempre più distinte.
 
...And then I see you on the street
In his arms, I get weak
My body fails, I’m on my knees praying...
 
Mi affacciai alla porta della sua camera, standolo ad ascoltare mentre cantava dolcemente. Ero come attratta da quella canzone, non riuscivo a farne a meno e senza neanche rendermene conto, entrai completamente nella sua stanza. Mi appoggia al muro e stetti ad ascoltare, fino a quando Louis si accorse della mia presenza, sbagliò accordo e smise di cantare. Imbarazzato, si morse il labbro inferiore, mentre le guance diventarono rosso fuoco.
«No, continua... Era davvero bella» dissi, mentre mi andavo a sedere di fianco a lui sul letto. Dopo essersi schiarito la voce, riprese l’accordo da cui si era interrotto e continuò a cantare.
 
...When he opens his arms and holds you close tonight
It just won’t feel right
Cos I can love you more than this
When he lays you down I might just die inside
It just don’t feel right
Cos I can love you more than this
Can love you more tha this...
 
Appena finì di cantare, Louis si girò e ci guardammo negli occhi. Uno sguardo carico di domande, risposte e forse anche affermazioni; ma erano cose che a parole non si potevano descrivere.
Quasi contemporaneamente, spuntò sul viso di entrambi un sorriso, mentre l’imbarazzo prendeva il sopravvento.
«Vuoi cantarla insieme a me?» chiese poi Louis, porgendomi il foglio del testo tutto scribacchiato e pieno di ghirigori.
«Certo» risposi. Subito dopo Louis cominciò a suonare la melodia, mentre entrambi cantavamo sulle note di More Than This.



 

*Sììì Louis, sei stuprabile lo stesso quando sei preso dall'ispirazione ;) *



*Harry che si dispera perchè Alessia gli chiede di rimanere amici*



____Autrice____
Allora, bella genteee!!! Ho aggiornato! Sinceramente questo capitolo è un po’ triste, non mi piace affatto, anche se è strapuccioso alla fine ;)
E’ SCIENTIFICAMENTE TESTATO CHE:

 

  • NON TI ASPETTAVI CHE AVREI MESSO MORE THAN THIS DENTRO LA STORIA
  • MENTRE LEGGEVI IL TESTO LA STAVI CANTANDO
  • MENTRE LEGGEVI IL TESTO TI IMMAGINAVI I ONE DIRECTION CHE LA CANTAVANO; ANCHE SE è SOLO LOUIS CHE CANTA NELLA STORIA.

Ahhahahahahahahah xD Oddio sclero time (?) Cooomunque, in fb e anche su Efp che alcune storie vengono rubate. Nel caso qualche anima gelosa (?) e senza fantasia (?) mi rubasse la fanfic, me lo direste?! Vi ringrazio tantooo!! :*
RINGRAZIO MOLTISSIMO LE BUONE ANIME CHE LEGGONO QUESTA STORIA E CHE LA RECENSISCONO :D Vi voglio taaaaaanto beneeeeeee!! 
Passate tutte quiii: La ragazza che non si innamorava, ora sta amando
E poi anche quii: Love Love!!!
Sono delle mie due migliori amiche :DAhhhahahahahahahah fatemi sapere, al prossimo capitolooo!! :D  
P.S.: Vi lascio con Louis ;)





 

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Capitolo 11
*** Finirò per diventare sterile, con voi due che mi massacrate le parti basse! ***


Lunedì 18 Giugno 2012
 

Alessia’s mind
 

Seconda volta. Seconda volta che mi addormentavo tra le braccia di Louis. Seconda volta che lo utilizzavo come cuscino e seconda volta che ascoltavo il battito del suo cuore, visto che avevo la testa appoggiata al suo petto.
Insomma tutto si ripeteva. Ci mancava soltanto che mi alzavo dal letto soltanto in intimo come l’altra mattina e avrei cominciato a pensare di essere bloccata in uno spazio temporale, che andava da domenica mattina a domenica sera.
Mi alzai dal letto, cercando di non svegliare Louis, mi stiracchiai e mi guardai intorno. Quella non era la mia camera, no... era quella di Louis. E all’improvviso i ricordi invasero la mia mente, soffermandosi al momento in cui io e Louis stavamo cantando More Than This.
Era stato un momento così... magico? Cioè, io e lui litigavamo incontinuazione e poi bastava una canzone e... il momento diventava magico?
Ma tu stai male... Sul serio Alessia, fatti V-I-S-I-T-A-R-E.
Questo lo sapevo già, cretina...
E come al solito, da quando conoscevo Louis, cominciavo a parlare da sola. Sospirai, persa nei miei pensieri, mentre vagavo per la stanza. Ad un certo punto inciampai, cadendo come un sacco di patate per terra.
«Ahia! Minchia che male...» esclamai, restando ancora nella stessa posizione... Cercate di capirmi, ero ancora sotto shock. Sembravo una mosca spiaccicata a terra.
«Alessia...» sospirò qualcuno, o meglio sospirò Louis. Mi alzai immediatamente da terra, sperando di non aver fatto una figura di merda. Ma poi mi accorsi che Louis non era sveglio, bensì stava parlando nel sonno. Mi avvicinai al letto, cercando di capire cosa stesse dicendo.
Insomma, perchè mai mi ha nominata nel sonno? Ero così inquietante anche nel subconscio?
Quel pensiero subito mi ferì all’istante.
Ma perchè? Non volevo essere un incubo per lui? Scusa, è sempre lui che mi prende per il culo, io mi difendo solamente... Era ovvio che avesse paura di me.
Sbuffai, liberandomi dei miei pensieri e ritornando alla realtà. Non mi accorsi neanche che nel frattempo mi ero avvicinata al suo viso, fissando le sue labbra perfette, curvate in un sorriso.
 
Louis’ mind
«Ma guardi dove... - cominciai ad imprecare, poi mi bloccai: i suoi occhi verdi smeraldo si incatenarono ai miei. - ...cammini.»
 

«Che c’è?»
«Mi hai chiamato ’’Louis’’ e non ’’Tomlinson’’»
 

«Allora preferisco essere un’idiota senza cervello che una perfettina maniaca come te!»
«Bhe, io preferisco essere una perfettina maniaca che un’idiota senza cervello come te!»
«Sai cosa ti dico? Che sei fottutamente bellissima
«E tu sei terribilmente figo
 

«Ma senti chi parla, il pirla dagli occhi dolci...»
«Che cosa?»
«No, volevo dire...»
«Hai detto che ho gli occhi dolci»
«...E sono anche cristallini...»
 

«Sei un coglione!»
«Perché scusa?»
«Prima mi baci e poi vai a letto con la prima che capita!»
 

«Che voleva Harry?»
«Eh?»
«Devo chiedertelo in cinese?! Che. Voleva. Harry?!»
«Che. Te. Ne. Frega?!»
«Rispondimi per favore!»
«Mi ha chiesto di uscire! Sei contento adesso?!»
«E tu che gli ha risposto?»
«Gli ho risposto di Sì!»
«Quindi tu esci con Harry perchè...?»
«Quindi tu sei andato a letto con Elena perchè...?»
                          

«Sei troppo dolce quando dormi...»
«E tu che ne sai? Ronfavi come un ghiro!»
«Veramente sono stato sveglio a guardarti tutta la notte...»
 
Non so che cosa mi fece svegliare in quel preciso momento, fatto sta che aprii gli occhi e, nonostante fosse buio pesto nella stanza, degli occhi verde smeraldo mi stavano fissando.
Alessia si spaventò, indietreggiò e cadde con il culo a terra. In quel preciso istante scoppiai a ridere, accendendo la luce.
«Sono così bello?» chiesi, mentre le tendevo una mano. Alessia alzò gli occhi al cielo e scosse la testa con un sorriso.
«Pfff, ma che dici...» rispose lei, prendendomi la mano e tirandosi su. L’attirai a me e i nostri corpi aderirono perfettamente, mentre una sensazione di possesione verso Alessia si diffuse in tutto il mio corpo.
Se Harry le si avvicina ancora...
Pensai subito, ormai la mia mente viaggiava in un universo parallelo. Ero decisamente cambiato in una settimana, eppure il motivo, la spinta o qualunque cosa essa sia, non riuscivo a capirla.
«Com’è andata ieri con Harry?» chiesi subito dopo, dato che una leggera curiosità si era fatta strada nella mia mente. Alessia parve ripiombare sulla terra e si morse il labbro nervosamente.
«Uhm... bene.» rispose semplicemente, senza guardarmi negli occhi.
Bene?! Soltanto: bene?!
A quel punto la mia rabbia salì alle stelle.
«Bene?! Soltanto bene?! Ma se vi siete anche baciati!» urlai incazzato come pochi. E soltanto dopo mi resi conto di quello che avevo detto.
Merda, forse l’ultima parte non dovevo dirla...
«E tu come fai a saperlo?!» strillò isterica Alessia, sconcertata. Come al solito non sono riuscito a mordermi la lingua in tempo.
«No, ecco io...» cercai di rimangiarmi quello che avevo detto, ma lei mi interruppe.
«Tu mi stavi spiando!» esclamò, puntandomi il dito contro il petto e facendomi arretrare di un passo.
«Non è vero!» cercai di difendermi.
«Sì invece. Altrimenti come faresti a saperlo??» chiese ovviamente.
«Se me lo avesse detto Elena?» tentai, cercando di discolparmi.
«Impossibile. Lei non ne sapeva niente del mio appuntamento con Harry. Tu eri l’unico a saperlo» mi accusò, avvicinandosi pericolosamente a me. Sorrisi strafottente.
«Ed è qui che ti sbagli. Harry è andato a casa di Elena e quest’ultima ha saputo tutto, quindi poi me lo ha detto.» risposi convinto fino al midollo che si sarebbe zittita. Ma avevo cantato vittoria troppo presto.
«Ah, sì? E come mai tu sai che Harry è andato a casa di Elena? No, perchè mi sembra che tu non abbia neanche acceso il cellulare quando ero a casa tua. E poi la tua teoria non sta in piedi, insomma perchè mai Elena avrebbe dovuto pedinarci?» rispose alla mia accusa contro Elena. Alzai gli occhi al cielo.
«Magari perchè è follemente innamorata di Harry?!» dissi retorico, mentre mi avvicinavo periolosamente a lei. I nostri volti erano sempre più vicini e solo allora vidi i suoi occhi erano di un verde smeraldo acceso. Erano così... aveva degli occhi stupendi.
Alessia scoppiò a ridere, riportandomi improvvisamente alla reltà.
«Elena e... AHAHAHAHHA Harry?! AHAHAHAHAH Louis non dirai mica sul serio!» e continuò a ridermi bellamente in faccia, anche quando le venirono le lacrime agli occhi per il troppo ridere. Passarono cinque minuti e lei stava ancora ridendo.
«Hai finito?!» chiesi infastidito, anche se le sue risate mi stavano contagiando. Per tutta risposta lei continuò a ridere, fino a che mano a mano le sue risate diminuirono.
«Comunque... Perchè tu hai baciato Harry?!» chiesi, riprendendo il discorso di prima. Alessia si asciugò le lacrime e mi lanciò uno sguardo assassino.
«E tu perchè sei andato a letto con Elena?!» chiese, mentre nello stesso momento Elena entrò nella mia camera e guardò sconcertata sia me che Alessia, nel sentire l’ultima frase.
«Che cosa?!» esclamò Elena infatti.
 
Elena’s mind
Entrai in casa di Louis e sentii i due piccioncini discutere fin dalla porta d’ingresso. Salii le scale e la conversazione cominciò a farsi più nitida, fino a quando aprii la porta della camera di Louis.
«E tu perchè sei andato a letto con Elena?!» chiese Alessia, mentre entrai nella stanza e li guardai entrambi, nel sentire l’ultima frase.
«Che cosa?!» esclamai, guardando sopprattutto Louis. E poi una lampadina mi si accese nel cervello, e ritornai a quel giorno in cui avevo dormito da Louis e ci eravamo alzati tardi. Quel giorno gli avevo chiesto esplicitamente di non dire cazzate. Questa era una di quelle.
«Louis! Brutto coglione di merda! Che cazzo sei andato a dire in giro?!» urlai e mi avventai su di lui, cominciando a picchiarlo a sangue.
«Ahia! Elena mi fai male!» strillò come una femminuccia.
«E’ proprio quello il mio scopo, idiota!» esclamai continuando a picchiarlo e a fargli male.
«Cioè, fatemi capire bene… E’ una balla?!» chiese Alessia, scoppiando a ridere e buttando la testa all’indietro. Louis approfittò del mio momento di distrazione per scappare dall’altro lato della stanza e prese il cuscino come scudo. Certo perché un cuscino può ripararti tantissimo.
«Louis William Tomlinson! Torna qua!» urlai incazzata nera con quel deficiente. Alessia continuò a ridere, ma dopo un po’ cercò di allontanarmi da Louis. 
«Dai Ele, basta avrà capito la lezione!» disse, prendendomi per il braccio sinistro e cercando di allontanarmi da Louis. Diedi un ultimo calcio a quel coglione e lo beccai proprio lì, su Willy. Un urlo si diffuse in tutta la casa, mentre Louis si accasciava a terra dal dolore e una lacrima gli solcava la guancia.
Io e Alessia ci guardammo senza dire una parola e con il fiato sospeso, fino a quando io corsi in salotto a prendere una sedia, mentre Alessia prendeva del ghiaccio in cucina.
Ritornammo entrambe nella stanza e Louis gemette di dolore.
«Finirò per diventare sterile, con voi due che mi massacrate le parti basse!» esclamò con una voce talmente acuta che non sembrava lui. Ci trattenemmo dal non scoppiargli a ridere in faccia, poi ci avvicinammo, cercando di aiutarlo.
«Guarda il lato positivo: se diventerai sterile, potrai scopare senza precauzioni e niente ragazzine di 16 anni incinte» disse Alessia, porgendogli il sacchetto con il ghiaccio e facendogli l’occhiolino. Louis fece una smorfia.
«Non sono un puttaniere e di sicuro non vado a scoparmi ragazzine di 16 anni... Non sono mica come Harry, che lui va da quelle di 13 anni in su» rispose Louis facendole la linguaccia. Alessia alzò gli occhi al cielo.
«Basta! Cambiamo argomento...» esclamai, prima che si potesse scatenare la terza guerra mondiale.
E poi mi cadde lo sguardo su Alessia e la sua maglietta, che mi era tanto familiare... Era a righe blu su sfondo bianco. Poi capii.
«Che… avete fatto?” chiesi con un sorriso malizioso stampato in faccia, mentre indicavo la maglietta di Alessia. I due piccioncini si guardarono e arrossirono all’istante.
 
Alessia’s mind
«Guarda il lato positivo: se diventerai sterile, potrai scopare senza precauzioni e niente ragazzine di 16 anni incinte» dissi, porgendogli il sacchetto con il ghiaccio e facendogli l’occhiolino. Louis fece una smorfia.
«Non sono un puttaniere e di sicuro non vado a scoparmi ragazzine di 16 anni... Non sono mica come Harry, che lui va da quelle di 13 anni in su» rispose lui facendomi la linguaccia. Alzai gli occhi al cielo.
«Basta! Cambiamo argomento...» esclamò Elena, prima che si potesse scatenare la terza guerra mondiale.
E poi le cadde lo sguardo su di me e corrucciò la fronte alla vista della maglietta che stavo indossando.
«Che… avete fatto?» chiese Elena con un sorriso malizioso stampato in faccia, mentre indicavo la maglietta di Alessia. Io e Louis ci guardammo e arrossimmo all’istante.
«Non è come pensi!» urlai, sbracciandomi, gesticolando come una matta e catturando l’attenzione di Elena, che sorrideva maliziosamente.
«Porcelloni…!» scoppiò a ridere Elena, mentre si alzava in piedi e tirava un orecchio a Louis in modo affettivo.
«Ele, ti giuro che non abbiamo fatto niente!» esclamò Louis diventando rosso come un peperone, mentre levò la mano di Elena dal suo orecchio.
Elena incrociò le braccia e alzò un sopracciglio scettica.
«Sì, certo… e io ci devo anche credere, giusto?» chiese guardando Louis strafottente.
«Elena è vero… Ieri sono tornata dall’appuntamento con Harry bagnata fradicia perché pioveva…» cominciai a spiegare, ma Elena mi interruppe.
«Sì, lo so…» si lasciò sfuggire, prima di tapparsi la bocca. Un momento: lei sapeva?
«Tu… Sai che cosa?» chiesi curiosa. Elena si morse il labbro inferiore, mentre Louis scoppiò a ridere.
«Sei nei cazzi Ele!» esclamò quel demente, dopo essersi ripreso dal calcio nelle palle.
«Stai zitto! – rispose Elena contro Louis – Ok, è inutile che ti menta Ale… In sostanza Louis mi ha costretto a pedinarti» vuotò il sacco, guardando Louis con un sorriso strafottente. Louis sgranò gli occhi e mi guardò allarmato, come un ladro che viene scoperto a rubare.
«Ahhh, poi tu non mi avevi spiato!» esclamai ironicamente, guardando Louis con uno sguardo omicida.
«Louis, sei nei cazzi!» scoppiò a ridere Elena, ricopiando la battuta di Louis. Louis cominciò a torturarsi le mani.
«Ok, ok! Ti ho seguita! – ammise alla fine, sbuffando. – Non mi fidavo di Harry, va bene?!» disse Louis, prima di imbronciarsi e incrociare le braccia. Guardai Elena e scoppiammo entrambe a ridere, mentre mi avvicinavo a Louis. Timidamente lo abbracciai, sorridendo.
«Mi fa piacere che ti preoccupi per me, ma non ce né bisogno» dissi guardandolo negli occhi. Louis sorrise e mi abbracciò di rimando, mentre Elena osservava la scena commossa.
«Awww siete così pucciosi!» esclamò infatti Elena, facendo finta di asciugarsi una lacrima. Io e Louis ci staccammo e arrossimmo violentemente, distogliendo lo sguardo. Mi cadde l’occhio sull’orologio e mi accorsi che eravamo in estremo ritardo.
«Merda! Manca un quarto d’ora alle 9... Louis che cazzo mi metto?!» dissi isterica, facendomi prendere dal panico. Louis e Elena girarono la testa in direzione dell’orologio e si allarmarono anche loro.
«Ale, metti questa maglietta, Ele prendi un pantaloncino dalla camera di Lottie» disse Louis, prima di darmi una maglietta da animatore fuxia di tanti anni fa.
Speriamoche nessuno si accorga che non è mia...
Ci vestimmo,uscimmo di casa e corremmo verso l’oratorio. Fortuna che ce l’avevamo sotto casa.
Arrivammo davanti al cancello ancora, fortunatamente, aperto e facemmo un sospiro di solievo. Entrammo nell’ufficio animatori e mollammo le borse nei nostri armadietti, poi mi sedetti stanca morta su una sedia e cercai di riprendere fiato per a corsa fatta. Louis e Elena si sedettero di fainco a me.
Subito dopo mi accorsi che ero sotto gli occhi di tutti, tutti mi stavano fissando.
«Come fai ad avere questa maglietta? E’ di 6 anni fa! Tu sei anni fa non eri animatrice...» esclamò Niall, puntando il dito contro la maglietta. Sgranai gli occhi, meno male che nessuno se ne sarebbe accorto...
«E l’unico animatore che poteva avere questa maglietta 6 anni fa è...» disse Zayn, facendomi un sorriso strafottente e l’occhiolino. Lo fulminai con lo sguardo e gli mimai con le labbra: le tue sigarette te le ficco su per il culo.
Si scambiarono degli sguardi d’intesa e poi sorrisero tutti maliziosamente.
«Louis!» esclamarono tutti quanti all’unisono. Io e Louis ci guardammo impauriti.
«Ragazzi, è davvero una storia molto buffa...» cominciai a spiegare ridendo isterica, ma fui subito interrotta da Harry.
«Siete andati a letto insieme, vero?» chiese con uno sguardo carico di odio oppure gelosia, non riuscivo a spiegarmelo.
«No, no!» esclamammo all’unisono io e Louis, negando tutto, anche se gli altri erano alquanto scettici.
«Ve lo giuro!» piagnucolai, facendo gli occhi dolci a Karin e a Nicole, sperando che mi credessero almeno loro.
«Ok, per questa volta vi crediamo... Ma, adesso, devo rapire Alessia e raccontargli una cosa...» dissero Karin e Nicole, prendendomi per un braccio e facendomi alzare dalla sedia; ma tirandomi da due parti opposte.
«Ehm, ragazze? - chiesi ad entrambe, che si girarono contemporaneamente verso di me - potremmo andare dalla stessa parte? Non posso dividermi in due...» scoppiammo a ridere tutte e tre, poi ci dirigemmo verso il campo grande da calcio e ci sedemmo per terra, cominciando a spettegolare sul weekend appena passato.

 

 

*Ok, io muoio*

 


 
_____Autrice____
Scusate, scusate, scusate e ancora scusate per l’immenso ritardo, ma non avevo proprio ispirazione per questo capitolo, infatti fa letteralmente cagare >_<
Innanzitutto volevo ringraziarvi per le sette recensioni, mi hanno fatto davvero piacere! Grazie, grazie, grazie davvero :’)
Allora come potete vedere in questo capitolo Alessia e Louis chiariscono, ma Louis le prende da Elena perchè ha fatto credere ad Alessia che loro due erano andati a letto insieme... Che casino vero? ahahahahahah sisi ù.ù
Comunque nel prossimo capitolo i ragazzi nei tornei degli animatori sfideranno Verderio Inferiore a pallavolo e... ne vedremo delle belle ;)
 
Poi che dire... uhm, ah sì, ho fatto questo video con i personaggi di questa storia: http://m.youtube.com/watch?v=GkAepf-qEbU
fatemi sapere attraverso le recensioni cosa ne pensate :D
Volete che creo un gruppo su Facebook, per farmi delle domande? Ahhahahahaha speriamo di sì, così sapete come contattarmi ;)
 
Vabbè ho detto tutto (penso)... Ci vediamo al prossimo capitolo e spero di pubblicarlo presto :D
Baci, Ale :*
 

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Capitolo 12
*** Mistero della fede. ***



Lunedì 18 Giugno 2012 (sera)
 

Alessia’s mind
«Aaaaaaaa, non ci posso credere!» esclamai, applaudendo come una ritardata e guardando la collana di Karin esaltata, mentre tornavamo a casa.
«Ti ha regalato una collana con la sua iniziale! Che dolce!» dissi sorridendole, mentre toccavo il ciondolo con l’indice.
«Magari un ragazzo mi regalasse una collana con la sua iniziale!» disse Nicole, rattristendosi un pò. Mi voltai e alzai un soppracciglio.
«Tu stai zitta, che Liam ti ha specificamente dichiarato che vuole essere il tuo ragazzo!» dissi, sorridendole e tirandole una sberla affettuosa dietro la nuca.
«Ahia! - esclamò Nicole massaggiandosi la testa - E comunque era solo un bacio, secondo me-» cominciò a dire, ma la interruppi.
«Ti correggo, vi siete dati più di un bacio e questo significa che state insieme!» dissi, senza ammettere repliche.
«Allora anche tu e Louis state insieme!» esclamò Karin, indicandomi con gli occhi che brillavano. Sgranai gli occhi a quell’affermazione.
«Che cosa?! Io e quell’idiota?! Ma scherziamo?!» esclamai isterica, con la voce molto più acuta, mentre mi tortutavo una ciocca di capelli.
«E allora perchè vi baciate in continuazione? E poi oggi ti ha anche prestato la sua maglietta...» chiesero entrambe, sorridendo strafottenti.
Ok, questa me la pagherete.
«Io... Non lo so...» risposi sinceramente, abbassando lo sguardo e arrossendo violentemente, guardando l’asfalto.
«Perchè siete innamor-» cominciò a dire Karin, mettendomi una mano sulla spalla, ma la interruppi.
«No! Non sono innamorata di quell’idiota, basta con questa storia!» esclamai, arrabbiata, mentre le guance mi andarono a fuoco e mentre torturavo i miei capelli. Karin e Nicole si zittirono all’istante.
«Scusate... cambiamo argomento..» dissi guardandole e sorridendole.
«Siamo arrivate?» chiese Karin, guardando il mio condomio.
«Sì, e quando fai la doccia, vedi di perdere la collana» le risposi ironica, facendole l’occhiolino e scoppiando a ridere con Nicole. Karin rimase di stucco, poi scoppiò a ridere anche lei.
«Stronza!» esclamò Karin tirandomi una pacca sulla schiena e continuando a ridere per le scale del mio condominio. Arrivate sulla porta di casa, sentimmo improvvisamente delle risate maschili provenire dal portoncino e mano a mano si avvicinarono. Guardai Nicole ed entrambe vedemmo un ciuffo nero che saliva le scale.
Tre, due, uno... mimammo con le dita, prima di sentire Karin strillare.
«Zayn!» esclamò infatti, correndo verso il moro. Zayn, che stava parlando con quel cretino di Louis, si girò sorpreso e accolse a braccia aperte Karin, che quasi non lo spinse giù per terra.
«Ciao, principessa!» disse sorpreso di vedere Karin con noi. Si abbracciaro e poi Zayn mise un braccio intorno alle spalle di Karin, mentre le massaggiava in modo affettuoso il braccio. Io e Nicole ci scambiammo un’occhiata di intesa e subito dopo scoppiammo a ridere.
«Bacio, bacio, bacio!» esclamammo insieme, batendo le mani a tempo. Karin e Zayn ci guardarono arrossendo violentemente, Louis scoppiò a ridere e cominciò a battere le mani anche lui; infine Liam ci raggiunse, correndo sulle scale.
«Che.. mi.. sono.. perso?» chiese Liam tra un affanno e l’altro, dato cha aveva corso. Nicole spalancò gli occhi e arrossì, nascondendosi dietro di me.
«E tu da dove sbuchi?!» chiesi sorpresa di vederlo. Liam si appoggiò al corrimano delle scale e cercò di riprendere fiato.
«Ero.. di sotto... a legare.. la bicicletta..» rispose Liam gesticolando per farsi capire meglio, visto che di fiato non ne aveva più. Nicole si nascose ancora di più dietro di me, mentre io cercavo di non scoppiare a ridere. Piano, piano mi spostai, in modo da lasciar vedere a Liam che Nicole era con noi.
Liam si accorse subito di Nicole e la chiamò, avvicinandosi a grandi passi verso di lei. Nicole avvampò ancora di più e si morse il labbro, poi mi cercò con lo sguardo e appena mi trovò, mi lanciò uno sguardo omicida, mentre io le sorrisi e le feci i pollici all’insù.
Nicole rispose con una smorfia, poi tornò a parlare con Liam.
Spostai lo sguardo su Karin e Zayn e... sì stavano pomiciando, e anche alla grande. Mi venne spontaneo guardare Louis e scoprii che anche lui mi stava guardando, poi scoppiammo entrambi a ridere.
«Fortuna che non ci sono minorenni qui, perchè quei due - e Louis indicò Zayn e Karin - si stanno letteralmente mangiando la faccia» esclamò Louis, poi ridemmo ancora, alle spalle dei piccioncini.
 
Nicole’s mind
«Senti Nicole, volevo dirti che dopo che sei andata via ieri, ho capito di... amarti. Non mi sono mai sentito così, con nessuna ragazza credimi.» disse Liam, dopo aver ripreso fiato. I miei occhi brillavano dall’emozione e stavo sorridendo come un’ebete, me lo sentivo.
«Per ciò ti ho fatto un regalo...» continuò Liam, prendendo una scatoletta con un fiocchetto rosa attaccato sopra. Aprii timidamente la scatoletta e ci trovai un braccialetto con un ciondolo attaccato a forma di cuore, dove c’era inciso: Liam in corsivo. Scoppiai letteralmente a piangere di felicità e abbracciai Liam, poi lo baciai e restammo fermi così, finche non ci staccammo.
«E’... Bellissimo» esclamai, restando senza parole per la sorpresa.
Liam prese il braccialetto dalle mie mani e me lo agganciò al mio polso destro. Poi ci sorridemmo a vicenda, prima di baciarci ancora una volta.
Qualcuno si schiarì la gola, rovinando quel momento magico e poi scoprii che Louis e Alessia stavano a guardare la scena, divertiti.
«Se entrambe le coppie hanno finito...» disse Louis, facendo l’occhiolino. Alessia scoppiò a ridere, mentre io, Liam, Karin e Zayn arrossimmo per l’imbarazzo.
«...Potremmo andare a cambiarci per i tornei... che ne dite?» continuò la frase Alessia, subito dopo tutti scoppiammo a ridere. Ci salutammo tutti quanti e entrammo in casa di Alessia, subito dopo ci dirigemmo verso la sua camera.
 
Alessia’s mind
Entrammo tutte in camera mia, mi girai di scatto, bloccai Nicole e la costrinsi a mettere il braccialetto in bella mostra. Io e Karin lo osservammo, con gli occhi luccicanti e urlammo di felicità, saltellando per tutta la casa.
«Ora non puoi più dire: Oh, quanto vorrei che un ragazzo mi ragalasse un braccialetto!» esclamò Karin, imitando Nicole tutta triste mentre diceva la frase.
Io e Nicole scoppiammo a ridere, mentre ci dirigevamo verso il bagno.
«Ragazze chi va per prima?» chiese Karin, indicando il bagno della mia stanza.
«Ma guarda che in questa casa ce ne sono tre di bagni... Quindi tu - indicai Karin - puoi andare nel bagno di mia sorella e tu - indicai Nicole - nel bagno di mia madre» dissi, portandole nei rispettivi bagni.
«Fate come se foste a casa vostra!» urlai prima di chiudermi nel mio bagno. Cominciai a togliermi la maglietta e subito il ricordo della mattina in cui Louis me l’aveva prestata, invase la mia mente. Appoggiai la maglietta con cura nel lavandino, poi mi spogliai, feci una doccia veloce e misi la maglietta arancione per i tornei. Presi la maglietta di Louis per restituirgliela, uscii dal bagno e chiamai le altre due, poi uscimmo definitivamente da casa.
Trovammo i ragazzi che ci aspettavano sulla soglia di casa mia. Karin andò da Zayn, Nicole con Liam e io restai da sola con Louis, un’altra volta.
«Ehm, Louis...» cominciai a parlare insicura. Perchè Louis mi faceva questo effetto? Perchè tutto ad un tratto la mia sicurezza era sparita?
Louis si girò verso di me e mi sorrise, incitandomi a continuare.
«Ecco, volevo restituirti la maglietta e... grazie per avermela prestata» dissi porgendogli la magietta con un sorriso. Louis si stupì del mio gesto, e sorprendentemente respinse la maglietta, lasciandomela in mano a me.
«Non fa niente, puoi tenerla» rispose con un sorriso.
Che cosa?!
Puoi.
Tenerla.
Mi rieccheggiarono le sue parole nella mia testa, rimasi stupita e confusa dal suo gesto.
«Ma... Perchè? E’ la tua prima maglietta da animatore!» esclamai, non capendoci più niente. Louis scoppiò a ridere.
«Tu ne avrai molta più cura di me» e detto questo mi fece l’occhiolino e dopo mi circondò le spalle con il suo braccio sinistro, mentre affondò la mano destra nella tasca del pantalone.
Stupita, sbalordita e confusa dalle sue parole, ma ancora di più dai suoi gesti, continuai a camminare con la sua maglietta in mano, stretta tra le mie braccia.
Ero ancora persa nei miei pensieri, quando arrivammo in oratorio e tutti e quattro i paesi erano già in fase di riscaldamento.
Misi nella borsa la maglietta di Louis, poi misi la borsa nel mio armadietto nell’ufficio animatori, subito dopo andai nel campo da pallavolo.
Niall, quel demente biondo ossigenato, mi tirò quasi la palla in faccia... Fortuna che avevo i riflessi pronti.
«Bei riflessi Ale!» disse Niall, facendomi l’occhilino. Alzai gli occhi al cielo sorridendo.
«Tu finisci male, biondino!» esclamai, scoppiando a ridere e tirandogli una sberla affettuosa sulla nuca.
C’eravamo quasi tutti, mancavano solo Elena e Daniela, che arrivarono di lì a poco, senza fiato, stanche per la corsa che avevano fatto per arrivare in tempo.
Guardai Elena e subito un senso di colpa mi invase. Sì, volevo scusarmi con lei, per averle dato dell’oca (per non dire quanti insulti le avevo tirato dietro), quando in realtà era una brava persona.
«Elena!» la chiamai, avvicinandomi a lei. Elena alzò la di scatto la testa, stupendosi che proprio io la stavo chiamando.
«Dimmi, Ale» disse lei con un sorriso, incitandomi a parlare.
«Io... Volevo scusarmi con te» cominciai, torturandomi le mani. Elena mi guardò come se fossi matta, poi scoppiò a ridere.
«E di che cosa? Non hai fatto niente di male...» disse sorridendomi e mettendomi una mano sula spalla.
«E invece sì... Ti ho dato dell’oca, senza prima conoscerti a fondo e ne ho dette di tutti i colori-» cominciai a parlare a raffica, non sapendo se mi stava ancora ascoltando, ma Elena mi interruppe.
«E’ normale, tutti abbiamo dei pregiudizi... Sei perdonata» e dopo questa perla di saggezza, ci sorridemmo a vicenda, poi ci abbracciammo in segno di pace.
«Amiche?» chiese lei, porgendomi la mano.
«Amiche!» risposi, afferrando la sua mano e stringendola, come se fosse un patto eterno.
Subito dopo entrammo in campo, tutti pronti per la partita, Elena alla battuta, Niall, Zayn a ricevere sui lati, mentre Karin al centro; infine io, Louis e Liam sotto rete.
L’arbitro fischiò l’inizio della partita, Elena urlò: ’’Per la palla!’’ e spedì la palla nel campo avversario.
Gli avversari ricevettero palla, cercarono di schiacciare, ma io e Louis saltammo formando un muro impenetrabile, che fece rimbalzare la palla contro le nostre braccia, poi cadde nell’altro campo, facendoci guadagnare la palla.
 
Punteggio: 23 - 18
23: Verderio Superiore
18: Verderio Inferiore
 
Il tabellone parlava chiaro: stavamo vincendo, anche se dovevo ammettere che Inferiore non era da sottovalutare.
Ultima battuta per noi, visto che eravamo al Match Point. Tutti stavamo riponendo i nostri sforzi della partita sulle spalle di Karin, che cercava di concentrarsi al massimo per non sbagliare quell’importantissima battuta.
L’arbitro fischiò, Karin lanciò in alto la palla e la colpì, spedendola nel campo avversario.
Tutto, come nella partita di calcio, sembrava andare a rallentatore.
Una ragazza di Inferiore si buttò, riuscendo a prendere miracolosamente la palla, alzandola al ragazzo di fianco a lei, che schiacciò nel mezzo, dove c’era Niall.
Niall fece il bagher, passandomi senza problemi la palla, poi io alzai a Louis e quest’ultimo schiacciò sul lato, una ragazza si buttò, prese la palla, ma la buttò fuori campo.
Tutti i tifosi di Verderio Superiore esultarono, seguito da un scroscio di applausi. Buttai le braccia in aria e urlai, felice, fino a quando due braccia mi circondarono la vita e mi sollevarono da terra, portandomi in giro per tutto l’oratorio urlando.
«Abbiamo vinto, Ale!» esclamò Louis, poi entrambi scoppiammo a ridere. Subito dopo ci fermammo e ci guardammo negli occhi, Louis mi poggiò a terra e mi spostò una ciocca di capelli che mi copriva il volto. Ci sorridemmo, poi ci avvicinammo sempre di più, fino a quando Niall piombò all’improvviso, ancora esultante. Si frappose tra me e Louis e cominciò a scuotermi per le spalle.
«Abbiamo vinto! Abbiamo vinto!» urlò Niall abbracciandomi di getto. Scoppiai a ridere per quanto quella chioma bionda fosse così pazzoide.
«Horan lo so! c’ero anche io in campo!» esclamai, subito dopo scoppiammo a ridere entrambi.
Poi cercai di andare dalle altre ragazze, ma Louis mi si parò davanti.
«Vuoi che ti riaccompagni a casa?» chiese facendomi un mezzo sorriso. Il mio cuore perse un battito, appena Louis sorrise... Aveva un sorriso così bello...
«Certo» risposi, mentre ci incamminavamo verso casa.
 
Karin’s mind
Salutai tutti quanti, dopo la partita e cominciai ad avviarmi verso casa. Quella sera faceva particolarmente freschino ed essendo tutta sudata, si sentiva il doppio.
Mi carezzai le braccia, cercando di riscaldarmi un pò, ma un caldo improvviso mi invase, quando qualcuno poggiò il suo braccio sulle mie spalle.
Mi girai di scatto, trovandomi faccia a faccia con Zayn che sorrideva.
«Ehy, principessa... Vuoi che ti riaccompagni a casa?» chiese, sfoderando quel sorriso che mi faceva impazzire ogni volta. Annuii, incapace di spiccicare parola.
Passò un venticello, che mi fece rabbrividire un pò e Zayn se ne accorse.
«Hai freddo? Tieni, mettitela addosso» disse Zayn, prendendo la sua felpa che teneva nella borsa, porgendomela.
«G-grazie Zayn, ma non ce nè bisogno» risposi, rifiutando l’offerta. Zayn mi guardò come se fossi una sfida.
«Principessa, allarga le braccia» mi ordinò, con un sorriso furbo stampato in faccia, mentre io non capendo dove voleva arrivare gli ubbidii.
Zayn aprì rapidamente la cerniera della felpa e me la fece indossare. Scoppiai a ridere, scossi la testa e gli tirai un pugno affettuoso sul braccio.
«Vieni qui zuccone!» esclamai, buttandomi tra le sue braccia, facendomi coccolare da lui. Zayn mi carezzò la testa.
«Domani ti va di fare un picnick?» mi chiese, lasciandomi un bacio tra i capelli. Alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi color cioccolato, mentre sorridevo come un’ebete.
«Idea perfetta, Dj Malik» esclamai, spettinandogli i capelli. Zayn fece una faccia stupita.
«Come sai di questo soprannome?» chiese, guardandomi dritta negli occhi, cercando una risposta.
«Mistero della fede» risposi, facendogli l’occhiolino. Poi mi accorsi che eravamo davanti a casa mia, così baciai Zayn a stampo ed entrai nel cancelletto.
«Ti amo!» disse Zayn di punto in bianco, rimasto ancora sorpreso.
«Anche io, Zayn» dissi voltandomi e mandandogli un bacio volante. Le guance presero fuoco e un sorriso ebete mi si stampò sulla faccia per tutto il resto della serata.




 

_____Autrice____

Dite la verità, non vi aspettavate che avrei aggiornato così presto vero?? AHAHAAHAH no.

Cooomunque, come potete vedere i ragazzi giocano la partita di pallavolo e vincono anche, quindi andranno alle semifinali :D
Bè che dire? AAHAHHAHAHA ho finito le parole...
AAAAAA un'ultima cosa, prima che ve andiate:
HO CREATO UN GRUPPO SU FACEBOOK PER QUESTA STORIA, NEL CASO AVESTE DOMANDE... CLICCATE QUI PER RICHIEDERE L'ISCRIZIONE.
Ho finito, potete andare a recensire ;)

Baci, Ale <3


 



 

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Capitolo 13
*** Ispiri sesso violento. ***



Martedì 19 Giugno 2012
 

Karin's mind
La mattina mi alzai verso le 9.30 e a passo di bradipo mi diressi in cucina.
Misi sul fuoco la teiera con l'acqua e mi sedetti a tavola. Ero talmente stanca che potevo addormentarmi dentro la mia tazza e restare così per ore.
A risvegliarmi dal mio stato di trance, fu l'arrivo di mio padre che sbatté una mano sul tavolo.
«Buongiorno bella addormentata!» esclamò, facendomi alzare di scatto la testa. Sulla faccia mi si stampò un sorriso sforzato, che forse assomigliava di più ad una smorfia.
"Caro papà, non vedi che stavo meditando sulla mia tazza di the?!"
«Uhm...» fu tutto quello che uscì dalla mia bocca. Mio padre scoppiò a ridere, buttando la testa all'indietro.
«Certo che una mummia ha molta più vitalità di te!» commentò con fare ironico, mentre lo fulminavo con lo sguardo.
«Ieri sono rientrata tardi-» cominciai a spiegare, ma fui subito interrotta.
«Ho notato...» disse mio padre, lasciando la frase in sospeso, come se volesse dirmi qualcos'altro.
«Chi era quel ragazzo che ti ha riaccompagnata a casa?» chiese mio padre, troppo curioso per non farsi i fatti suoi. Subito un sorriso ebete mi si stampò in faccia e ritornai con la mente alla sera prima.
«Zayn...» sussurrai, sospirando trasognata. Poi mi ricordai che dovevo prepararmi per il picnic con Zayn e lasciando mio padre con una scusa, salii in camera e cominciai a frugare nell'armadio.
Mio padre si affacciò alla porta della mia camera e sorrise strafottente.
«Ricordati che io e questo Zayn dovremo fare una luuuunga chiacchierata» disse, dopo scoppiò a ridere, facendo finta di essere malvagio.
«Papà!» esclamai, stupita dalla sua richiesta.
Mio padre mi guardò, senza ammettere obiezioni; così mi rassegnai.
«Va bene, un giorno te lo presenterò» sospirai, sorridendo per la cocciutaggine di mio padre. Presi un vestitino a mono spalla nero e corto, lo indossai e poi mi truccai. Presi la mia borsetta abbinata e poi uscii di casa, aspettando Zayn sul cancello.
«Aspetta qualcuno, principessa?» chiese qualcuno dietro di me. Mi girai e mi trovai di fronte a Zayn, con un cestino da picnic in mano. Indossava uno smoking nero, una camicia bianca sotto, dei jeans stretti e delle converse per staccare dalla formalità del completo. Era semplicemente perfetto. Sorrisi e mi buttai letteralmente tra le sue braccia, poi ci avviammo mano nella mano al parchetto davanti alla scuola elementare.
Zayn stese il telo per terra, poi ci sedemmo sopra di esso, prima di appoggiarci il cibo sopra.
«Che si mangia?» chiesi, con un certo langorino allo stomaco. Zayn scoppiò a ridere.
«Adesso non mi diventare come Niall e Alessia, che sono delle pattumiere!» sorrisi e scossi la testa.
«Per quanto possa mangiare, non arriverò mai ai livelli di quei due!» esclamai, provocando delle risate da parte di Zayn.
Restammo qualche minuto in silenzio, disponendo i piatti, le posate e i vari cibi e bevande che aveva portato Zayn. Cominciammo a mangiare silenziosamente.
«Zayn, mio padre vorrebbe conoscerti e fare "quattro chiacchiere" con te...» dissi di punto in bianco, alzando lo sguardo verso di lui. Zayn, dopo aver assimilato per bene le mie parole, sgranò gli occhi e gli andò per traverso il pezzo di pane che stava mangiando.
"Dio santo, perché gliel'ho detto?!" Pensai tra me e me, mentre gli davo delle pacche sulla schiena.
Zayn bevve un po' d'acqua e dopo essersi asciugato gli occhi lucidi, si riprese.
«Ok, va bene, quando ti riporto a casa, mi fermerò e faremo "quattro chiacchiere"...» disse, mimando le virgolette, mentre mi sorrideva raggiante. Ricominciammo a mangiare, e quando arrivammo alla frutta, mi venne in mente un gioco.
«Ehy Zayn, quanto sei bravo a prendere l'uva al volo?» gli chiesi, prendendo un chicco d'uva tra le dita. Zayn sorrise, prima di leccarsi le labbra in modo provocante. Scoppiai a ridere, poi Zayn prese un chicco d’uva e lo lanciò in aria, io lo presi al volo in bocca.
«Bravissima! Ora tocca a me» disse, preparandosi con la bocca aperta. Presi tre chicchi d’uva e glieli lanciai, ma ognuno prese una direzione diversa.
«Ma così non vale!» esclamò Zayn, prima di prendere un po’ di altra uva e lanciarmela in faccia.
«Ahhh, ma questo significa guerra!» esclamai, prendendo una fetta di torta, mi alzai, lo raggiunsi e gliela spalmai sulla faccia. Poi cominciai a correre lontano da lui.
«Se ti prendo!» esclamò Zayn, alzandosi e prendendo un’altra fetta di torta, poi cominciò a rincorrermi per tutto il parco.
Stremata dalla corsa mi buttai tra l’erba soffice, senza smettere di ridere. Zayn mi raggiunse e senza troppi complimenti, mi spalmò su tutta la faccia la fetta di torta. Smisi di ridere, con un dito presi un po’ di torta sulla faccia di Zayn e la assaggiai.
«Uhm, era buona… Peccato sprecarla in questo modo» dissi, cominciando a togliermi della torta dalla faccia e mangiandomela.
Zayn rise e si tolse anche lui un po’ di torta, assaggiandola.
«Sì, hai ragione è buonissima, ma se non la mangiamo, se la divoreranno le formiche» detto questo, si alzò e mi porse una mano, la afferrai e mi tirai su; poi corremmo mano nella mano verso la nostra amatissima e buonissima torta.
Entrambi cominciammo a divorarla, ridendo come dei matti.

Mano nella mano, io e Zayn ci stavamo dirigendo verso casa. Quasi saltellavo dalla felicità e lo stomaco era invaso dalle farfalle. Ero proprio innamorata di lui.
«Karin! Mi è venuta un'idea! Vuoi venire a casa di Harry?» chiese, con uno strano luccichio negli occhi.
Momento... A casa di Harry?
«Mi spieghi perché a casa di Harry?» chiesi scettica, incrociando le braccia. Zayn scoppiò a ridere, buttando la testa indietro.
«Harry ha una taverna dove ci ritroviamo il mercoledì di ogni settimana e... Beh è una sorpresa» detto questo mi fece l'occhiolino e poi cominciò a chiamare gli altri ragazzi, mentre correva per le strade di Verderio trascinandomi dietro di sé.

Entrammo tutti a casa Styles e Harry ci accompagnò in taverna, subito Niall e Louis si fiondarono sulle loro chitarre, mentre noi ragazze ci sedavamo sui divanetti. Cominciarono ad accordare le chitarre, mentre gli altri si schiarivano la voce.
«Quindi voi... Scrivete canzoni?» chiese sorpresa Elena.
«Esatto. Ed ecco a voi in esclusiva le nostre canzoni» disse Liam, distribuendoci dei fogli con su i testi delle canzoni. Ne lessi alcuni pezzi velocemente e già sapevo che mi sarebbero piaciute tantissimo.
«"Rock Me"? Ok, già mi ispira!» esclamò Alessia, facendo scoppiare a ridere tutti quanti.
«Posso sapere chi l'ha scritta?» chiese Nicole, indicando il testo di "Rock Me" e i ragazzi cominciarono a tossire, guardando tutti Harry, mentre quest'ultimo stava arrossendo dalla vergogna.
«Uhhh e questa? "Little Things"... È stra cucciolosa!» esclamò Alessia, leggendo con gli occhi che le brillavano.
«Quella l'ha scritta Louis» disse Niall facendole l'occhiolino.
Alessia abbassò lo sguardo, arrossendo violentemente mentre si mordeva il labbro inferiore. Louis sorrise sotto i baffi.
Subito dopo mi capitò tra le mani una canzone che s'intitolava: "She's Not Afraid".
«Potete cantare questa? Volevo sentirla..» dissi a Liam, sempre più curiosa dato che il testo mi affascinava moltissimo.
Liam sorrise e guardò Zayn, quest'ultimo non capendo perché l'amico gli sorrideva, si avvicinò e lesse la canzone.
Subito dopo Zayn arrossi violentemente, ingoiando rumorosamente.
«L'ha scritta Zayn, ecco perché è diventato bordeaux...» disse Liam, dando una pacca a Zayn sulla spalla. Tornai a sedermi, mentre gli altri si preparavano a suonare la canzone.
«Yeah, one, two, three, four» Louis diede il tempo, incitando gli altri e anche il pubblico ovvero noi femmine.
«She sneaks out in the middles of the night
Tight dress with the top cut low
She’s addicted to the feeling never getting low
Let it go» cominciò a cantare Harry, facendo sorridere noi ragazze.
«She walks in and the room just lights up
But she don’t want anyone to know
That’s I’m the only one who gets to
take her home
Take her home» seguì a ruota Louis, prendendo il microfono.
«But everytime I tell her that I want more
She closes the door» arrivò Liam, battendo le mani a ritmo.
«She’s not afraid of all the attention
She’s not afraid of running wild
How comes she’s so afraid
of falling in love
She’s not afraid of scary movies
She likes the way we kiss in the dark
But she’s so afraid of f-f-falling in love» e finalmente Zayn cominciò a cantare, noi ragazze ci alzammo tutte in piedi saltellando a ritmo.
«Maybe she’s just trying to test me
Wanna see how hard I’m gonna work
Wanna see if I can really tell how much she’s worth» Niall cantò e Daniela cominciò a saltellare impazzita tutti scoppiarono a ridere.
«Maybe all her friends have told her
Don’t get closer
he’ll just break your heart» cantò Louis, guardando Alessia e lei abbassò lo sguardo sorridendo.
«But either way she sees in me
and it’s just so hard
So hard» Niall prese parola, indicando tutte noi. Noi scoppiammo a ridere.
«Cause every time I tell her how I feel
She says it’s not real» Liam si avvicinò a Nicole, poi la baciò dopo aver finito il suo assolo. Un coro di: "wowww" si diffuse nella stanza.
«She’s not afraid of all the attention
She’s not afraid of running wild
How comes she’s so afraid
of falling in love
She’s not afraid of scary movies
She likes the way we kiss in the dark
But she’s so afraid of f-f-falling in love» Zayn riprese la parola, imitando Liam. Quindi si avvicinò a me e mi fece fare una giravolta, mentre cantava. Dio che voce stupenda!
«What about all the things we said
Talking on the phone so late
I can’t let her get away from me» Harry iniziò a cantare, sorridendo.
«When I say that I can’t do it no more
She’s back in my door» Zayn mi baciò, prima che tutti iniziarono a cantare il ritornello.
«She’s not afraid of all the attention
She’s not afraid of running wild
How comes she’s so afraid
of falling in love
She’s not afraid of scary movies
She likes the way we kiss in the dark
But she’s so afraid of f-f-falling in love»
E terminò la canzone più fantastica che io abbia mai ascoltato.

Ore dopo...

Alessia's mind
Dopo essere tornata da casa di Harry, mi ritrovai
sdraiata sul letto ad annoiarmi e cominciai a fissare il soffitto senza fare niente.
Poi mi venne in mente un'idea: quella sera sarei andata in discoteca con Niall e Harry. Chiamai entrambi e subito dopo cominciai a prepararmi. Indossai un vestito corto nero a mono spalla, abbastanza scollato e attillato. Calzai delle scarpe nere tacco 10 centimetri e subito dopo mi truccai. Uscii di casa e aspettai Niall sulla soglia di casa, dopo cinque minuti arrivò con la sua macchina e ci dirigemmo verso la discoteca.
«Ehy, Ale, come mai così trasgressiva? Da quando ti conosco non hai mai voluto sentire parlare di discoteche..» disse Niall, girandosi verso di me e sorridendomi.
«Niall, caro e innocente Niall... Non posso divertirmi per una volta?» chiesi ironica, pizzicandogli la guancia. Entrambi scoppiammo a ridere e trovammo Harry davanti all'entrata della discoteca. Entrammo e subito una musica a tutto volume ci investì con forza. Sorrisi maliziosamente.
"Ora si che mi divertirò"

20 minuti più tardi...

«Ma sei davvero un ragazzo cariiiiino!» scoppiai a ridere, sorridendo maliziosamente ad un ragazzo che passava dietro di me.
Seduta al bancone del bar, osservavo la gente che affollava la discoteca, mentre bevevo tutto ciò di alcolico mi passava sotto mano.
E si, dopo quattro bicchieri di qualcosa di fortemente alcolico ero già ubriaca.
Vidi Niall e Harry ballare in mezzo alla folla, quindi mi alzai e barcollando li raggiunsi.
«Eeeeeehy sexy lady!» esclamarono entrambi all'unisono a ritmo di Gangnam Style, mentre ballavano scoordinati e con delle bottiglie di birra in mano.
Harry mi palpò il culo, attirandomi a sé. L'equilibrio cominciava a farsi fottere, la mente era annebbiata e non avevo il controllo delle mie azioni.

Louis' mind
Seduto davanti alla scrivania, mentre mi annoiavo su internet e più precisamente su Facebook, notai che ne Harry, ne Niall e nemmeno Alessia erano connessi.
"Strano di solito sono quelli che stanno su anche se si annoiano, dove saranno?" Pensai, cercando di sforzarmi di capire dove potavano essersi cacciati quei tre.
E subito dopo, Harry aggiornò il suo stato dal cellulare, rivelandomi dove fossero finiti anche gli altri due.
"Bingo"
Spensi il computer, mi vestii velocemente e mi precipitai fuori di casa. Misi in moto l'auto e sfrecciai tra le strade, prima di arrivare alla discoteca. C'ero già stato un paio di volte con Harry, anche se non mi ero mai divertito, non so perché ma quella discoteca era noiosa.
Arrivato sul posto, parcheggiai, scesi dalla macchina e entrai nella discoteca. Cercai tra la folla Alessia, Niall e Harry, ma era davvero un'impresa difficile. Una ragazza mora con un vestitino corto mi passò davanti con un bicchiere di vodka in mano e aveva una certa somiglianza con Alessia. La fermai, tirandola per un braccio e appena si girò, mi ritrovai faccia a faccia con i suoi occhi verdi. Era lei, l'avevo travata.
«Porca troia che figo!» esclamò Alessia, sgranando gli occhi e fissandomi.
«Mio dio sei ubriaca fradicia! Tu vieni via di qui, subito!» esclamai guardandola, poi mi girai e cominciai a trascinarla verso l'uscita.
«Che cosa?! Va bene che sei figo, ma io voglio restare qui!» esclamò lei, facendo resistenza e tirando verso l'interno della discoteca.
Ok, devo ammettere che era forte, e mi stava trascinando di nuovo dentro.
«Non fare la cocciuta, esci!» esclamai esasperato, mentre cercavo di ritirarla per un braccio fuori dalla discoteca. Lei si aggrappò al bancone degli alcolici.
«Ho detto che non vogliooo!» urlò lei, sfuggendo alla mia presa, mentre cercava di restare aggrappata al bancone degli alcolici.
Mi stava facendo sudare sette camicie.
Chiusi gli occhi, inspirai profondamente e la presi per il bacino, riuscendo a farla staccare dal bancone e la portai fuori.
«Louis! Mettimi giù!» urlò una volta fuori, mentre mi dava dei pugni sulla schiena.
«È inutile che mi picchi, tanto tu vai a casa, adesso!» esclamai in risposta, mettendola sul sedile del passeggero. Alessia si imbronciò e incrociò le braccia, come una bambina di dieci anni a cui si dice di no.
Sorrisi per quanto fosse buffa e andai a sedermi per guidare fino a casa. Nel frattempo composi il numero di Elena e misi il vivavoce.
«Pronto?» rispose Elena dall'altra parte.
«Ele, sono Louis, sto riportando Alessia a casa ed è ubriaca fradicia...» cominciai a dire, ma fui interrotto da Alessia che prese a parlare con Elena.
«Che palle, mi stavo divertendo, quando arriva lui e mi trascina fuori dalla discoteca!» esclamò lei arrabbiata.
«Louis sei sicuro che sia ubriaca? A me sembra solo incazzata con te...» disse Elena, e me lo sentivo che stava per scoppiare a ridere.
«Si, perché tu non l'hai sentita quando mi ha visto» risposi. Elena riprese a parlare con Alessia.
«Ale, guarda Louis e dimmi la prima cosa che ti viene in mente» spiegò Elena, mentre Alessia annuiva, poi cominciò a guardarmi. Dopo poco si rigirò verso il telefono.
«Mi ispira sesso violento.» disse, prima di riappoggiarsi al sedile dell'auto.
Silenzio da parte di Elena.
«Sí, è ubriaca.» disse. Alzai gli occhi al cielo.
«Ehy!» esclamai fingendomi offeso. Elena scoppiò a ridere.
«Scusa Louis, ma se fosse stata sobria, avrebbe risposto: "è un'idiota!"» rispose Elena, imitando Alessia.
«Comunque ti stavo dicendo che anche Niall e Harry sono in discoteca, potresti andarli a prendere?» le chiesi, anche se sapevo che avrebbe protestato.
«Io?! Ma perché non chiami qualcun altro?» protestò infatti. Contai mentalmente fino a cinque per non perdere la pazienza.
«Perché:
1. ora che Zayn si alza dal letto ed esce di casa per andarli a prendere si fanno le cinque di mattina
2. Nicole, Karin e Daniela non hanno la patente e-» cominciai a spiegarle, ma Elena mi interruppe.
«E Liam?» chiese speranzosa che il compito fosse affidato a qualcun altro. Sorrisi strafottente anche se non poteva vedermi.
«Molto probabilmente starà facendo una tweetcam...» risposi, trattenendomi dal non scoppiare a ridere.
«All'una e mezza di notte?!» chiese scettica.
«Ha fatto di peggio, tranquilla... Una volta l'ha fatta alle 3 e mezza ed è andato avanti fino alle 5 di mattina... Lo abbiamo ritrovato addormentato sul pc con la webcam ancora accesa» dissi scoppiando a ridere, mentre Elena sbuffava.
«Uffa però... Mi devi un favore Louis!» si lamentò ancora, poi chiuse la chiamata.
Mi girai per controllare cosa stesse facendo Alessia e la trovai appoggiata al finestrino che dormiva profondamente. I capelli neri le ricadevano dolcemente sulle spalle, aveva un po' le guance arrossate, forse aveva caldo... Mi scappò un sorriso, mentre ritornavo a guardare la strada.
Arrivammo a casa, spensi l'auto e presi Alessia in braccio. Poi la appoggiai sul mio letto, dopo averle tolto le scarpe e andai a cambiarmi, preparandomi ad una luuuunga nottata di vomito, ci avrei scommesso.

Alessia's mind
Mi svegliai nel bel mezzo della notte con un fortissimo mal di testa e senso di nausea. Mi ritrovai in un'altra stanza che non era di certo la mia... Oddio ero andata a letto con qualche sconosciuto?! Mi guardai intorno, scorgendo una figura di fianco a me. Aveva soltanto i boxer ed era buttato sul letto come se fosse sfinito. Si girò nel sonno e riconobbi il suo ciuffo spettinato che gli ricadeva sugli occhi.
La nausea si fece più forte.
«Louis?» lo chiamai toccandogli una spalla.
«Che c'è Ale?» chiese svegliandosi e mettendosi dritto.
«Dov'è il bagno?» chiesi, alzandomi in piedi di scatto e tappandomi la bocca. Louis si alzò e mi prese l'altro braccio, correndo verso il bagno.

«Bleah, dio che schifo» esclamai, sciacquandomi la bocca con dell'acqua del rubinetto.
«La tua prima sbronza, vero?» disse Louis, appoggiato al muro con le braccia incrociate e un sorrisetto malizioso stampato in faccia.
«Si, le discoteche non fanno proprio per me...» risposi, sedendomi sul gabinetto e appoggiando la testa sul muro dietro.
Subito dopo mi ricordai di Niall e Harry.
«Ma...» cominciai a chiedere, ma Louis mi precedette.
«Tranquilla, sono da Elena... Secondo me la staranno facendo impazzire!» e dopo avermi letto nel pensiero, scoppiò a ridere.
Lo guardai paralizzata: no cioè adesso mi diventa anche Edward Cullen?!
«No, non sono Edward Cullen» la voce di Louis mi riportò alla realtà. Alzai un sopracciglio.
«A me pare proprio di sì» risposi guardandolo dritto negli occhi. Louis sorrise avvicinandosi.
«Dai torniamo a letto...» disse dolcemente, prima di prendermi la mano e riportarmi in camera.
«Aspetta... Quante minchiate ho detto?» chiesi, sperando di non aver fatto figure di merda.
«Domani ti racconto» disse poi scoppiò a ridere.

 
 

 
  

___Autrice___
Scusate, scusate, scusate ancora per il ritardo, ma mia madre mi ha ritirato di nuovo il pc e quindi ho dovuto scriverlo su skynote.
Allora prima di tutto volevo fare gli auguri a Tomlinson (anche se sono in straritardo) che è il protagonista di questa storia, poi volevo augurarvi buon 2013 a tutte!!
Siccome non sono capace volevo chiedere se qualcuna di voi è capace di fare i banner… perché vorrei un banner per questa storia xD
Poi… ehm per chi volesse iscriversi al gruppo di face book dedicato a questa storia clicca qui
Infine ringrazio tutte le ragazze che recensiscono questa storia e la leggono, grazie mille ragazze :’)
Ah, dimenticavo: se volete fare dei disegni di questa storia, postateli nel gruppo ;)
p.s.: siete emozionate che il 7 esce il video di Kiss You? *___*

 




 






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Capitolo 14
*** Succede che Harry è innamorato di te, Ale. ***



Mercoledì 20 Giugno 2012
 


Elena's mind
Dopo la telefonata di Louis, mi vestii borbottando tra me e me... Insomma quando c'era un problema, chi chiamavano? Elena! Sembrava che io fossi la fata turchina che metteva sempre le cose a posto.
Uscii di casa sbattendo la porta, poi entrai in macchina e feci un respiro profondo.
«Calma Ele, calma... Ci vuole calma per guidare» dissi tra me e me, facendo partire l'auto. Subito cercai una stazione radio che trasmettesse buona musica per un po' di compagnia, dato che poi, quando sarebbero arrivati quei due pervertiti, non avrebbero fatto altro che rompere le scatole.
Arrivai a destinazione, quindi scesi dalla macchina e entrai in quella discoteca a cercare quelle teste vuote di Harry e Niall.
Subito un caldo mi avvolse e una sensazione di soffocamento mi prese, ma cercai di resistere.
Niall non fu così tanto difficile da trovare, come al solito era attaccato al cibo e in questa occasione non era da meno. Capii che era ubriaco fradicio quando cominciò a fare letteralmente il bagno dentro i dessert alla panna. Tutte le ragazze lo guardarono i modo pervertito, come se lo stessero mangiando con gli occhi.
Alzai gli occhi al cielo e mi avvicinai a Niall.
«Niall andiamo a casa, eh? Dai fai il bravo bambino...» dissi dolcemente, mentre cercavo di alzarlo dal tavolo del buffet. Niall sorrise maliziosamente, avvicinando il suo volto al mio. Ok, tutto questo sta diventando estremamente imbarazzante.
«E se facessimo follie questa notte?» chiese Niall, ad un centimetro di distanza dal mio volto, mentre appoggiava una mano sulla mia guancia.
Ok Ele mantieni la calma... Sei davanti ad un ragazzo che è completamente ubriaco, non è responsabile delle proprie azioni e sicuramente ha in mente idee poco caste da mettere in atto.
«Niall e se ti dicessi che Daniela ti aspetta a casa? Potrete fare quello che volete, nessun limite» dissi porgendogli la mano, come si fa con i patti o le promesse. A Niall gli si illuminarono gli occhi e un sorriso pervertito gli si dipinse sul volto.
«Let's go crazy, crazy, crazy till we see the sun!» esclamò canticchiando, alzandosi dal tavolo e cercando di pulire un po' il suo vestito, per rendersi presentabile a Daniela.
E uno è sistemato... Ora bisogna trovare il play-boy che tante ragazze desidererebbero..
«Geronimoooooo!!» urlò un ragazzo aggrappato ad una tenda che dondolava avanti e indietro, mentre cercava di imitare Tarzan, facendomi distrarre dai miei pensieri.
E poi riconobbi dei ricci che soltanto lui poteva pettinare in quel modo.
Non può essere...
«Harry! Scendi subito da lì!» urlai, cercando di sovrastare il rumore della musica e cercando di farmi sentire da quell'idiota.
Harry continuò ad ululare come un lupo, divertendosi come un matto, mentre io lo rincorrevo sia a destra che a sinistra. Mi fermai al centro e miracolosamente presi la tenda. Un contraccolpo e finii con il culo a terra, mentre Harry scendeva dalla tenda mezza strappata.
«Yeah, I'm sexy and I know it» esclamò Harry, facendo una mossa sexy e tutte le ragazze intorno gli svenirono ai piedi.
«Soddisfatto?» chiesi con un sopracciglio alzato e con le braccia incrociate. Harry si girò sorpreso nel sentire la mia voce, notando solo allora la mia presenza.
«Elena?» chiese accigliandosi, indicandomi stupito. Alzai gli occhi al cielo.
«No, Stella delle Winx» risposi ironica. Harry a quel punto sorrise maliziosamente avvicinandosi pericolosamente a me.
«Ah beh, nella realtà sei una fata molto più sexy!» disse, ad un centimetro di distanza dal mio volto.
Ma porca troia, perché tutti i ragazzi quando sono ubriachi pensano sempre e solo al sesso?
«Ti prego, dimmi che non stai facendo sul serio!» esclamai, buttando le braccia in aria in preda alla disperazione.
«Si, Stella delle Winx voglio portarti nel mio letto... Chissà, poi magari mi ringrazierai» disse Harry, prendendomi per i fianchi e avvicinandosi sempre di più.
«Tesoro caro, sono io quella che dovrebbe portarti a letto» dissi, facendogli l'occhiolino. Harry si fermò, confuso, corrucciando la fronte e le sopracciglia.
Scoppiai a ridere per la sua faccia buffa.
«Perché Stella?» chiese non capendo. Sorrisi, strafottente.
«Perché dovresti dormire a quest'ora, mica fare l'adolescente in calore che ci vuole provare con tutte» risposi, soddisfatta di avergli chiuso la bocca. Presi Harry e Niall per le braccia e li trascinai fuori dalla discoteca, poi entrammo tutti in macchina, misi in moto e partii.
L'occhio mi cadde sull'orologio che segnava le 2.43 del mattino.
Oh Louis me la pagherai.
«Elena, ti muovi ad arrivare a casa? Devo darci dentro con Daniela!» esclamò Niall spazientito, mentre picchiettava sulla mia spalla.
«Che cosa?! Lei è Elena e non Stella delle Winx?!» Harry mi guardò con gli occhi sbarrati, era un misto di delusione e sorpresa.
«Perché dovrebbe essere Stella delle Winx?!» chiese Niall guardando male Harry, mentre quest'ultimo alzava gli occhi al cielo.
«Perché ovviamente me lo ha detto lei!» rispose Harry alzando la voce contro di Niall. Andarono avanti a batti beccare per tutto il viaggio, poi entrammo in casa e gli preparai i letti. Li misi sotto le coperte e loro si addormentarono profondamente appena si sdraiarono.
Oh si che me la pagherai Louis...

Il mattino seguente...

Niall's mind
Aprii gli occhi lentamente, anche se fu difficile, perché le palpebre parevano incollate. Mi sedetti sul letto, strofinandomi la faccia.
Dio che mal di testa...
Poi cominciai a guardarmi intorno e stranamente quella stanza mi pareva familiare.
Ok, dove cazzo sono finito?
E poi i ricordi riaffiorarono.
Discoteca.
Birra.
Ubriaco.
Oh merda, Harry e Alessia dove saranno?
Mi misi le mani nei capelli, alzandomi di scatto. Subito un senso di pesantezza e di giramento di testa, mi fecero perdere l'equilibrio, così caddi sul letto.
La porta si aprì di colpo, facendomi urlare dallo spavento.
«Niall!» esclamò Daniela, mimando di fare silenzio. Mi tappai la bocca con le mani.
«Daniela, che ci fai qui?» chiesi sorpreso di trovarla in piedi nella stessa stanza.
Daniela mise le mani sui fianchi alzando un sopracciglio.
Sorrisi: somigliava proprio alla sorella.
«Veramente questa domanda dovrei fartela io» disse Daniela sorridendo, anche se io non avevo capito il perché...
La guardai con un punto interrogativo stampato in faccia.
«Niall sei in casa mia, se non ti è chiaro» esclamò Daniela, scoppiando a ridere. Mi guardai intorno e infatti quella stanza mi era familiare...
«Perché questa stanza non mi è nuova?» domandai, guardandomi ancora attorno. Daniela arrossì di colpo e abbassò lo sguardo imbarazzata.
«Oh, ehm...» farfugliò, torturandosi le mani.
Qualcosa mi dice che questa domanda la mette in imbarazzo.
Si morse il labbro, mentre io la guardavo cercando di incoraggiarla a parlare.
«Ecco... Ehm... Questa è la stanza dove io e te.. Insomma hai capito, no?» esclamò girandosi di schiena dall'imbarazzo.
Ahhh... Dove io e lei avevamo fatto sesso... Ecco perché mi era familiare!
«Oh..» mi lasciai sfuggire di bocca, mentre mi mordevo il labbro. Daniela parve illuminarsi.
«A proposito Niall... Io volevo chiederti... Quello che è successo tra me e te è..» cominciò a chiedere, nel frattempo mi alzai e mi avvicinai a lei.
«È attrazione, penso... Daniela quello che è successo non mi è rimasto indifferente, io.. Io ho provato qualcosa-» non riuscii a finire di parlare che Daniela mi zittì baciandomi. Il mio stomaco si contorse in modo piacevole, mi sentivo catapultato direttamente in paradiso.
E devo dire che quella sensazione non mi dispiaceva affatto.

Harry's mind
Mi girai tra le coperte del letto, svegliandomi da un sonno movimentato.
Mi alzai dal letto spaesato, mentre tentavo di mantenere l'equilibrio con la testa che girava a più non posso. Mancavano soltanto i bambini che cantavano: "giro, giro tondo" ed ero a posto.
Uscii dalla stanza e mi ritrovai in corridoio. Stranamente mi era familiare...
«Harry, ti sei svegliato!» esclamò una voce alle mie spalle, facendomi voltare di scatto.
«Elena... Perché sono qui?» chiesi sempre più confuso. Elena sorrise divertita.
«Louis ieri mi ha chiesto di venirvi a prendere... E credimi, non è stata un'impresa facile con te e Niall ubriachi fradici!» esclamò, scoppiando a ridere divertita. Ci dirigemmo verso la cucina per fare colazione. O meglio, io la seguivo e basta, quella mattina non avrei fatto colazione per niente al mondo avevo una nausea e un mal di testa...
«E Alessia?» chiesi, dato che Elena aveva nominato solo me e Niall. Elena si fece seria di colpo.
«È andato Louis a prenderla.. E in questo momento penso che si trovi a casa con lui» disse, non reggendo il mio sguardo infuocato.
Oh ecco avrei dovuto immaginarlo che Alessia fosse con Louis..
Strinsi i pugni sul tavolo, trattenendomi dal non prendere e spaccare tutto.
«Quello che non capisco è perché non ci ha presi dietro tutti e tre, invece di prendere soltanto Alessia» dissi, dopo essermi calmato un po'. Elena alzò le spalle, non sapendo cosa rispondere. Poi prese una tazza e ci versò dell'acqua dentro, preparandosi del the.
«Lo sai che Louis è testardo, impulsivo e troppo orgoglioso... Molto probabilmente non lo saprà nemmeno lui» rispose Elena, appoggiando una mano sulla mia spalla, sorridendomi dolcemente.
«Ti sorprenderesti se ti raccontassi che cosa combini quando sei ubriaco» esclamò Elena scoppiando a ridere e cambiando argomento. Sgranai gli occhi: cosa dovevo aspettarmi? Deglutii rumorosamente, mentre cercavo di prepararmi al peggio.
«Devo preoccuparmi?» chiesi, pregando di non aver combinato qualcosa di grave.
«Direi proprio di si» rispose Elena facendomi l'occhiolino, poi sorrise strafottente, prima di cominciare a raccontarmi le mie avventure strambe.

Louis' mind
Mi alzai dal letto verso le 12 e mezza, stanco come non mai. Avevo passato la notte in bianco, Alessia era andata in bagno tre o quattro volte e subito dopo esausta si ributtava sul letto. Non credo che oggi sarebbe riuscita ad andare in oratorio. Passeggiai per la casa, poi mi ritrovai in cucina, guardai i cereali per la colazione e dopo quella notte mi era decisamente passata la fame.
Tornai in camera mia e vidi che Alessia si era svegliata.
«Ehilà passata bene la notte?» le chiesi strafottente, appoggiandomi allo stipite della porta mentre lei mi stava trucidando con lo sguardo.
Com'era divertente prenderla in giro... E poi le facce buffe che faceva, facevano smattare dal ridere.
«Se per bene intendi passarla a vomitare per ben quattro volte ogni due ore; allora si, ho passato una bella nottata» esclamò sorridendo, alzando gli occhi al cielo. Subito dopo riempì le guance d'aria, poi si lasciò cadere all'indietro, rimbalzando sul materasso del letto. Sorrisi, scuotendo la testa.
«Come ti senti?» chiesi avvicinandomi al letto, sedendomi su di esso.
Alessia si alzò di colpo, mettendosi seduta.
«Niente giramenti di testa, niente nausea... Direi che sono a posto, possiamo andare in oratorio» rispose alzando le spalle, contenta. Poi si alzò dal letto e, saltellando, si diresse verso l'uscita. Ok, è l'unica ragazza che ho visto riprendersi così velocemente da una sbronza.
Presi la maglietta da animatore e mi vestii, poi chiusi casa ed entrai in quella di Alessia, ma lei era già pronta per uscire e si scontrò con me sulla porta di casa sua. Arrossimmo imbarazzati e poi chiuse la porta, prima di avviarci verso l'oratorio.
Arrivati a destinazione trovammo tutti gli animatori che facevano divertire i bambini: Zayn che faceva finta di essere un cavallo, portava in groppa un bambino che si stava ridendo come un matto; Nicole e Elena si trovavano in un "salone di bellezza", sedute su delle sedie disposte a cerchio, mentre delle bambine che le truccavano e le pettinavano i capelli.
Harry invece stava correndo per i campi da calcio, seguito da dei bambini che lo fecero cadere e gli saltarono tutti addosso.
«Fatemi tutto, ma lasciate stare i miei ricci!» urlava divertito, mentre quelle pesti non gli davano ascolto e lo tiravano per la maglia e i pantaloni.
Niall era in salone con Karin e si stavano sfidando a Just Dance 4 sulle note di beauty and beat.
Si lo so, in teoria non dovremmo averla la Wii... Ma noi non ci facciamo mancare nulla.
«Battuto, ancora una volta!» si esaltò Karin, saltando e facendo dei balletti stupidi, mentre Niall si imbronciava.
«È questo telecomando che non prende bene i movimenti!» esclamò Niall sbattendo un piede per terra irritato. Karin scoppiò a ridere divertita
«Ammettilo almeno che non sei bravo a ballare!» disse Karin strafottente. Niall si irritò ancora di più, tanto che gli si vedeva il fumo uscirgli dalle orecchie.
«Non sono come Zayn che si giustifica dicendo: "I ragazzi fighi non ballano"» esclamò Niall, imitando Zayn con tono superficiale. Ok devo ammettere che questa imitazione era perfetta.
«Bella li voglio giocare anche io a Just Dance 4!» esclamò Alessia, correndo e prendendo di mano il telecomando di Niall.
«Karin arrenditi di già, io sono una stella di questo gioco» disse Alessia, provocando Karin. Io e Niall ci sedemmo sulle sedie a fare da spettatori.
«Bene, visto che ti credi tanto brava, balliamo Vivin la vita loca che ha come difficoltà tre» disse Karin con tono di sfida. Le due si guardarono, poi iniziarono a ballare.

«CINQUE STELLE?! MA COME CAZZO HAI FATTO?!» urlò Karin disperata in ginocchio, come se volesse pregare il signore. Alessia si spostò i capelli dalla fronte sudata, con un sorriso strafottente.
«Te l'ho detto: sono una stella di questo gioco» disse facendole l'occhiolino, poi slacciò il laccetto del telecomando e appoggiò quest'ultimo sulla sedia; ma io la fermai per un braccio.
«Dove credi di andare? Adesso ti sfido io cara» dissi con tono di sfida e la guardai intensamente. Alessia non se ne fece un problema, riprese il telecomando e lo allacciò.
Niall e Karin ci guardavano senza dire una parola.
«Oh Tomlinson, ci tieni tanto ad essere umiliato?» mi provocò lei, con tono strafottente. Mi avvicinai pericolosamente a lei.
«Vedremo chi correrà da mammina a piangere Jepsen» risposi, sicuro di me e orgoglioso fino al midollo.
«Che canzone vuoi ballare?» chiese, scorrendo le varie canzoni con i balli.
Ci pensai un po' su.
«Disturbia di Rihanna» dissi infine. Alessia sgranò gli occhi e deglutì rumorosamente. Forse avevo scelto una canzone che non sapeva ballare bene.
Niall scoppiò a ridere con Karin e capii solo dopo il perché.
«Louis sei sicuro? È un ballo da ragazza... Dopo sembreresti gay!» esclamò Niall piangendo dal ridere e quasi non cadde dalla sedia. Mi rassegnai: non volevo fare la figura dell'idiota e se avessi perso avrei fatto una doppia figura.
«Ok allora fai... Got Feeling di David Guetta» dissi e Alessia sorrise... maligna? Ok sinceramente cominciava a farmi paura. Partì la canzone e devo dire che non erano per niente facili i passi.
«Oddio, ma come cazzo si fa?!» esclamai non capendo come fare i passi, guardai Alessia e rimasi letteralmente allibito dalla naturalezza con cui eseguiva i passi.
Ma non mi diedi per vinto e continuai a ballare. Recuperai i punti persi e dopo alcuni minuti finì la canzone.
«Tomlinson preparati a correre da mammina» esclamò Alessia, mentre cercava di riprendere fiato. Mi fece l'occhiolino e risposi con una smorfia, nell'attesa che uscissero i punteggi.
«Pari!» esclamò Karin indicando subito il televisore.
«No, sicuramente ti sei..» cominciai a parlare, poi mi girai e vidi il punteggio: 9690 punti, ovvero quattro stelle.
«COSA?!» esclamammo all'unisono io e Alessia.
«Forza ragazzi tutti a casa! È ora di andare» urlò Rosemma, interrompendo la nostra sfida. Tutti gli animatori corsero al proprio armadietto prendendo la propria roba. Alcuni si fermarono al bancone lasciando le firme per andare in piscina.
«Ehy ragazzi tutti da me oggi?» chiese Harry, richiamando la nostra attenzione. Il mercoledì eravamo soliti trovarci a casa di Harry per comporre, provare o suonare le nostre canzoni.
«Portiamo anche le ragazze?» chiese Zayn, indicando il gruppetto di ragazze che stava uscendo dal cancello.
Dio santo ma Zayn non riusciva a stare un pomeriggio senza Karin?
«Certo, fanno parte anche loro del nostro gruppo» rispose Harry facendogli l'occhiolino. Zayn invitò tutte le ragazze ad unirsi a noi, poi ci avviammo verso casa Styles.

Alessia's mind
Entrati a casa Styles, subito Anne ci offrì la merenda, che mangiammo con voracità, poi frettolosamente ci spostammo in taverna per sentire le canzoni che i ragazzi avevano scritto. O almeno così credevo.
Tutti presero posto, io mi sedetti vicino a Nicole su un divano da quattro posti. «Cantiamo le vostre canzoni?» chiese Daniela eccitata all'idea. Ai ragazzi gli si illuminarono gli occhi.
«Intendete cantare tutti insieme?» chiese Liam guardando tutte noi stupito. Ok solo Daniela voleva cantare, io no di certo.
«Io non canto» dissi alzando le braccia in segno di resa.
«Io mi associo» disse Nicole, prendendomi a braccetto.
«Scherzi? Ma se hai cantato a casa mia!» esclamò Louis, non capendo per quale ragione non volessi cantare. Lo fulminai con lo sguardo e cercai di farlo stare zitto.
«Hai cantato a casa sua?» chiese Niall scettico, indicando Louis. Alzai gli occhi al cielo e annuii.
«Come ci sei riuscito?! - chiese Niall animandosi. - cioè... Ho tentato mille volte di farla cantare e ha sempre rifiutato!» esclamò scuotendo le spalle di Louis. Quest'ultimo non sapeva se essere felice e orgoglioso oppure shoccato dal comportamento di Niall.
«In realtà non ho fatto niente... Stavo suonando, poi lei è entrata nella mia stanza e ha iniziato a cantare con me» confessò Louis, alzando le spalle. Un silenzio tombale scese nella stanza. Niall si fece sempre più agitato.
«Cioè mi stai dicendo che ha cantato di sua spontanea volontà?!» urlò di gioia Niall contro Louis. Ok stava cominciando a esagerare.
«Si, Niall, eravamo soli...» cominciai a dire, mentre Niall quasi faceva i salti di gioia.
«Fantastico...» esclamò Harry interrompendomi, mentre incrociava le braccia e alzava gli occhi al cielo evidentemente infastidito.
«Spiegami qual'è il tuo problema!» esclamai contro Harry, puntandogli il dito al petto. Harry rise ironico.
«Qual'è il mio problema? Sono geloso, ecco il mio problema!» urlò Harry irritato. E poi tutti si voltarono verso di lui stupiti da quello che aveva detto. Elena si teneva la fronte con la mano, si vedeva lontano chilometri che lei sapeva qualcosa.
«Elena sei l'unica che non è sorpresa dalle sue parole... Tu ne sai qualcosa vero?» chiesi voltandomi verso di lei e puntando le il dito al petto.
«Ma se non ho mai parlato con lei, come fa a sapere-» cominciò a dire Harry, ma fu interrotto da Elena.
«Harry non è difficile da capire... Lo vedo da come la guardi e poi ho studiato psicologia... Sei un libro aperto per me.» disse Elena, avvicinandosi a Harry e mettendogli una mano sulla spalla.
«Quindi? Che succede?!» chiesi io, rivolgendomi a tutti quanti. Nessuno seppe rispondermi.
«Succede che Harry è innamorato di te, Ale» rispose Louis, con lo sguardo basso. E dopo questo avrei voluto tanto scavarmi una fossa, per scomparire dalla faccia della terra. Già perché quando i sentimenti che provano per te non sono corrisposti, automaticamente per lui diventi la stronza di turno che ferisce i sentimenti degli altri.
Un silenzio tombale calò nella stanza e io non facevo altro che guardarmi intorno senza sapere bene che cosa dire.
«Harry, io... Mi dispiace» dissi infine, mordendomi il labbro inferiore e uscendo di corsa dalla taverna, scappando a casa mia.


Liam's mind
«Harry, io... Mi dispiace» disse Alessia infine, mordendosi il labbro inferiore e uscendo di corsa dalla taverna. Un silenzio tombale calò nella stanza. Nessuno osava parlare, nessuno osava muoversi. Tutti gli sguardi erano rivolti a Harry, il quale si era seduto sul divanetto con uno sguardo perso nel vuoto.
«Ragazzi andate… non è giornata oggi” sospirò Harry con un sorriso tirato. Tutti ci alzammo silenziosamente, lanciando occhiate preoccupate ad Harry.
Uscimmo di casa e Nicole stava per tornare a casa, quando la fermai per un braccio e l’attirai a me.
«Mmm ma come siamo violenti oggi» disse Nicole prima di baciarmi.
«Dai vieni che sennò facciamo tardi! » esclamai, prendendola in braccio e cominciando a correre verso la mia macchia, per poi sfrecciare verso Milano.
«Liam, mi spieghi dove stiamo andando? » chiese Nicole ridendo. Le sorrisi attraverso lo specchietto, mentre lei mi guardava cercando di capire che cosa avevo in mente.
«Vedrai, ti piacerà» risposi, continuando a guardare la strada.
Dopo un’oretta di viaggio, arrivammo in centro a Milano, dove si sarebbe tenuto il concerto. Feci scendere Nicole dalla macchina, poi facemmo la fila e subito dopo entrammo.
«Oddio, non può essere…» esclamò Nicole con le lacrime agli occhi. L’abbracciai e ci dirigemmo verso i nostri posti.
«Mi hai portata al concerto di Justin Bieber?! Ma io ti amo!! » esclamò Nicole, poi prese il mio viso tra le sue mani e mi baciò passionalmente.
«Tu non sai che fatica convincere Niall che i biglietti erano per me e per te e non per lui!» esclamai, poi scoppiammo entrambi a ridere.
Subito dopo la folla di ragazze cominciò ad urlare vedendo Justin salire sul palco, iniziando il concerto.
Cantò “As long as you love me” e poi “Boyfirend”. Subito dopo cominciò a cantare una canzone che non conoscevo, ma da come Nicole stava piangendo, doveva essere la sua preferita.
«E’ la tua preferita? » chiesi abbracciandola e baciandole la fronte.
«Sì, “Be Alright”… è stupenda» rispose Nicole e subito dopo Justin cominciò a cantare.
«Ooh, Ooh..

Across the ocean, across the sea
Startin' to forget the way you look at me now
Over the mountains, across the sky
Need to see your face and need to look in your eyes
Through the storm and, through the clouds
Bumps on the road and upside down now
I know it's hard baby, to sleep at night
Don't you worry

Cause Everything's gonna be alright, ai-ai-ai-aight
Be alright, ai-ai-ai-aight
Through your sorrow,
Through the fights
Don't you worry,
Cause everything's gonna Be Alright,ai-ai-ai-aight
Be Alright,ai-ai-ai-aight..


All alone, in my room
Waiting for your phone call to come soon
And for you, oh, I would walk a thousand miles
To be in your arms
Holding my heart

Oh I, Oh I...
I Love You
And Everything's gonna Be Alright, ai-ai-ai-aight
Be Alright, ai-ai-ai-aight


Threw the long nights
And the bright lights
Dont you worry
Cause Everything's gonna Be Alright, ai-ai-ai-aight
Be Alright, ai-ai-ai-aight

You know that I care for you
I'll always be there for you
Promise I will stay right here, yeah
I know that you want me too
Baby we can make it through, anything
Cause everything's gonna Be Alright, ai-ai-ai-aight
Be Alright, ai-ai-ai-aight
Through the sorrow, through the fights
Dont you worry
Everything's gonna Be Alright, ai-ai-ai-aight
Be Alright, ai-ai-ai-aight


Through the sorrow, through the fights
Don't you worry
Everything's gonna Be Alright..» anche se sono un ragazzo, questa canzone è stupenda. Baciai la mia ragazza e ci godemmo il concerto.





____Autrice____
Allora bellissime/i (?) ho aggiornato! Sinceramente questo capitolo non mi fa impazzire, a parte la fine pucciosa dei Lole :’)
Bene per quanto riguarda Harry, non vi preoccupate troverà la felicità anche lui, solo che mi serviva che lui soffrisse xD
Cosa ho in mente? HAHAHAH se solo lo sapeste… :’)
Ora vi lascio, ciaooo <3 

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Capitolo 15
*** Quanto può vivere una persona senza cervello? ***


Giovedì 21 giugno 2012

Harry's mind
Guardavo il soffitto da più o meno un'ora circa, ripensando a quello che era successo il giorno prima a casa mia. Non dovevo innamorarmi di lei. Ma come comandare al cuore, di chi innamorarsi? Il cuore è un muscolo involontario.
È successo, punto e basta.
Poi, a volte, ti domandi da quanto e perché ti piace quella persona. E non sai nemmeno risponderti.
Che poi, perché proprio lei? Perché non un'altra ragazza dell'oratorio? Cos'ha lei, che le altre non hanno?
E il bello è che cerchi anche di risponderti, senza alcun successo.
Louis aprì la porta della mia camera, interrompendo i miei pensieri senza senso.
«Disturbo?» chiese, infilando la testa tra lo stipite e la porta. Scossi la testa sorridendo e gli feci cenno di entrare. Louis si accomodò sul letto, di fianco a me.
«Come stai?» chiese, mettendomi una mano sulla spalla. Mi morsi il labbro inferiore, mentre all'improvviso i colori blu del mio tappeto si fecero interessanti.
«Come vuoi che stia? È ovvio che sto male» risposi, alzando lo spalle e guardando da tutte le parti, tranne Louis. Poi mi buttai tra le braccia del mio migliore amico. Ne avevo bisogno. Restammo in quella posizione per vari minuti, poi ci staccammo e io mi ributtai all'indietro sul letto, giocando con la mia pallina verde.
«Ora non puoi più nasconderlo» esclamai di punto in bianco, mentre Louis si girava di scatto verso di me e mi guardava con un sopracciglio alzato.
Certo che non ci arriva...
«Che ti piace Alessia» esclamai sospirando e incrociando le braccia. Per tutta risposta, Louis mi guardò strabuzzando gli occhi, pronto a negare l'evidenza. Aprì la bocca per parlare, ma lo interruppi tappandogli la bocca.
«Non cominciare a dire di no, che sono matto, eccetera, eccetera. Potrai anche nasconderlo agli altri, ma non a me, Louis» sorrisi strafottente, mentre lui alzava gli occhi al cielo, seccato. Tolsi la mano dalla sua bocca e si grattò il mento, pensieroso.
«Perché ti ostini a non ammettere che ti piace?» gli chiesi, questa volta serio, mentre incrociavo le braccia.
Louis sospirò esasperato.
«Oh Harry sta' zitto!» esclamò scocciato, alzandosi in piedi di scatto dal letto. Poi cominciò a girare in tondo per la stanza.
«Andiamo Louis, metti da parte il tuo stupido orgoglio e ammettilo!» mi alzai in piedi pure io e mi posizionai davanti a lui, costringendolo a guardarmi negli occhi.
«Dobbiamo andare in oratorio» fu la sua unica risposta, per sviare l'argomento. Si avviò verso la porta della mia camera, ma gli sbarrai la strada.
«Perché non lo ammetti? Cosa ti costa?» chiesi, guardandolo male, non capendo la sua testardaggine. Louis abbassò il capo, scompigliandosi i capelli nervosamente.
«Perché non sarebbe... La verità» disse poi infine, mordendosi il labbro inferiore, sempre con lo sguardo basso.
Eh no, non ci credevo nemmeno se mi avessero pagato un milione di euro..
«Facciamo così: se tu mi ripeti che non sei innamorato di lei mentre mi guardi negli occhi, io ti lascio stare. Giuro che ti lascio in pace e non torneremo mai più su questo argomento» dissi, porgendogli la mano. Louis alzò lo sguardo, i suoi occhi azzurri puntati nei miei verdi. Aveva uno sguardo di sfida, era talmente sicuro di se, ma ancora non sapeva che avrebbe ceduto.
Perché avrebbe ceduto, ne ero strasicuro.
«Ok Styles, ci sto. - iniziò con un sorriso strafottente, troppo sicuro di se - Io non sono... Non..» si interruppe, non sapendo continuare. Pian piano la sua sicurezza scemò e Louis rimase spiazzato dalla verità. Deglutì rumorosamente, restando in silenzio.
«Qualche problema?» chiesi strafottente, scoppiando a ridere. Louis fece una smorfia, incrociando le braccia seccato.
«Sì, sono innamorato di lei... E... Devo dire che mi piace parecchio...» disse infine, andandosi a sedere sul letto, poi si lasciò cadere la testa fra le mani. Improvvisai un balletto, saltellando per tutta la stanza, mentre cantavo "alleeeeluiaaaa!".
Louis si lasciò cadere all'indietro sul mio letto, mettendo le mani dietro la testa. Fermai i miei festeggiamenti e andai a sedermi vicino a lui.
«Che succede Lou?» chiesi preoccupato. Louis alzò le spalle, senza rispondermi. Mi sdraiai vicino a lui, quando sarebbe stato pronto, mi avrebbe risposto. Bisognava avere pazienza, Louis era un tipo abbastanza orgoglioso, gli veniva difficile ammettere le cose.
«Non lo so... Forse il fatto di averlo ammesso, adesso si concretizzerà fino in fondo e mi da anche fastidio, perché l'odio che provavo per lei, alla fine si è trasformato in amore. Io... Mi sento un'idiota, anche perché lei non ricambierà mai i miei sentimenti e so che soffrirò per questo.» esplose alla fine Louis. Si sedette e una lacrima gli scese sulla guancia, subito se la asciugò, sperando probabilmente che io non l'abbia vista.
«Che cosa ti piace di lei?» gli chiesi, mettendogli una mano sulla spalla. Louis sorrise, con lo sguardo perso nel vuoto.
«Il fatto che sappia tenermi testa, ha senso dell'umorismo e poi è anche un po' pazza» Louis tirò su con il naso, poi, non riuscendo a trattenere le lacrime, scoppiò a piangere. Scossi la testa, sospirando.
«Ehy, Louis, non sei tu quello che deve piangere... Io dovrei allagare la mia stanza di lacrime!» esclamai, tirandogli un pugno amichevole sul braccio. Louis cominciò a ridere e a piangere allo stesso tempo, mentre prendeva un fazzoletto dal pacchetto. Iniziai a ridere anche io con lui, anche perché ridere e piangere allo stesso tempo non era una cosa normale.
Dopo cinque minuti, ci ricomponemmo e smettemmo di ridere.
«Visto che sei innamorato di lei, perché non cerchi di conquistarla?» chiese Louis, asciugandosi le lacrime. Sorrisi, mentre scuotevo la testa.
«Perché so che il suo cuore appartiene ad un altro. Tu piuttosto, perché non cerchi di conquistarla?» gli domandai, mettendomi con le gambe incrociate sul letto e appoggiando la testa sui palmo delle mani.
«Perché, come ho già detto prima, mi odia» rispose semplicemente, con un'alzata di spalle. Scossi la testa, in segno di disapprovazione. Louis intanto torturava i lembi della maglietta soprappensiero. Poi, alzò di scatto la testa, puntando i suoi occhi azzurri nei miei.
«Meglio che non sospetti niente, devo tenere un comportamento ostile con lei» esclamò, alzandosi poi dal mio letto, mentre mia madre irrompeva in camera mia, spalancando la porta all'improvviso.
«Ragazzi! È tardissimo! Correte subito in oratorio!» esclamò mia madre, prima di buttarci fuori di casa.

Karin's mind
«Ale, credi che Zayn si stia stufando di me?» chiesi soprappensiero, incastrando un altra margherita nel gambo.
Nella bellissima giornata di sole, eravamo uscite dall'edificio dell'oratorio e stavamo facendo i braccialetti di margherite con delle bambine, sedute sul grande prato da calcio pieno di fiorellini colorati.
Alessia mi guardò in malo modo, come se volesse tirarmi un pugno in pieno volto. Per fortuna non lo fece.
«Ma ti pare?!» rispose lei, tirandomi una sberla amichevole sul braccio. Sorrisi, mentre infilavo un'altra margherita.
«Boh mi sembra un po' distaccato...» dissi, abbassando lo sguardo un po' triste. Alessia lasciò la sua corolla di margherite ad una bambina e si sedette vicino a me. Mi alzò il viso, poi mi guardò negli occhi.
«Zayn non è mai stato così preso da una ragazza, ovvero da te... Smettila con queste supposizioni» esclamò dolcemente, sorridendomi. Le sorrisi di rimando, poi presi un'altra margherita e la infilai nel gambo.
Toh avevo finito la mia corolla...
Dato che non me ne sarei fatta niente, la regalai alla bambina seduta in parte a me, poi mi alzai ed entrai nel salone dell'oratorio. Alessia mi seguì senza dire una parola.
«Mi spieghi perché pensi che Zayn si stia stufando di te?» chiese Alessia, sedendosi di fianco alla mia sedia. Alzai le spalle, mentre scuotevo la testa. Probabilmente era solo una mia impressione.
«Boh... Forse vuole più affetto da parte mia» risposi, guardando il tavolo.
«Credimi, di affetto gliene dimostri anche troppo.. Karin gli uomini vanno presi per la gola, la maggior parte delle volte» disse, sorridendo e facendomi l'occhiolino.
«Vanno presi anche per il....» lasciai la frase in sospeso, scoppiando subito dopo a ridere. Alessia rimase stupita, guardandomi sbalordita, poi scoppiò a ridere anche lei.
«Ale, ma cosa vai a pensare! Per il naso!!» esclamai, tra gli spasmi delle risate. Alessia cominciò a ridere di più, cadendo dalla sedia. Mi alzai e cercai di rialzarla, ma non ce la feci e continuai a ridere.
«Pota cazzo era inevitabile pensare male, Karin!» esclamò, ridendo come una matta.
Signore e signori ecco a voi due ragazze perfettamente normali, ma con una mente perversa al massimo. E si, facciamo sempre battute perverse. Noi abbiamo la perversione mode on sempre accesa.
«Comunque, parlando di cazzi... Ci avete dato dentro tu e Zayn, almeno una volta?» chiese, calmandosi e abbassando la voce per non farsi sentire. Arrossii all'istante, mentre tenevo lo sguardo basso.
«Ale! Ma sono domande da fare?!» chiesi con voce acuta, guardando da tutte le parti che dalla sua. Alessia sorrise maliziosamente, incrociando le braccia e alzando un sopracciglio.
«Deduco che sia un "no"» disse infine, sorridendo maliziosamente. Ok, no Alessia Jepsen stava sorridendo, la preoccupazione aumentava. Perché quando quella ragazza sorrideva maliziosamente mentre ti fissava, stava architettando qualcosa.. E sicuramente io centravo e sta a vedere, che pure Zayn era di mezzo.
«Vieni andiamo a cercare Elena, ho avuto un'idea» disse alzandosi e tirandomi per un braccio, facendomi fare il giro di tutto l'oratorio.
Dio, ti supplico, aiutami tu.
Dopo aver trovato Elena al "centro di bellezza" di alcune bambine, la trascinammo, anzi Alessia ci trascinò, nel salone principale, dove c'erano i tavoli per sedersi. Prese tre sedie e ci mettemmo attorno al tavolo, pronte ad ascoltare le idee assurde di Alessia.
«Ele, diamo il via al piano: "sedurre Zayn in cinque mosse"» esclamò Alessia, guardando Elena. Entrambe si voltarono a guardarmi con un sorriso malizioso, pronte a esporre le loro idee, che sicuramente mi avrebbero imposto di fare.
RIPETO: DIO, TI SUPPLICO, AIUTAMI TU.

Louis' mind
Il grande orologio circolare segnava l'una in punto. Dopo che i componenti della squadra dei rossi ebbero apparecchiato, prendemmo posto, finendo tra Zayn e Elena, mentre davanti a me si sedette Alessia.
Karin e Niall di fianco a lei chiacchieravano allegramente, mentre Alessia, visibilmente accaldata, si tirò su in una coda alta i capelli neri. Tutto cominciò ad andare a rallentatore, mentre il mio cuore perse un battito. Il mio stomaco si riempì di farfalle, deglutii rumorosamente e cominciai a sudare; andando in iper ventilazione.
Tutto perché il mio oggetto di desideri si stava facendo la coda. Ridicolo. Eppure l'amore era un sentimento così forte che poteva provocare tutto ciò.
«Attento che ti cade la bava» disse Elena, toccandomi con il pollice all'angolo della bocca, facendo finta di asciugare della bava.
Alzai gli occhi al cielo, sorridendo e poi le diedi una spinta leggera e amichevole. Si, peccato che stava volando giù dalla sedia.
«Ma io ti ammaz-» cominciò a dire, partendo all'attacco, ma fu interrotta dalla preghiera che c'era prima del pasto.
Le feci la linguaccia e lei rispose con una smorfia.

Alessia's mind
Dopo che tutti i bambini presero da mangiare, ci alzammo dai tavoli noi animatori e mettendoci tutti ammassati al bancone, prendemmo da mangiare.
Mentre tornavo al mio tavolo, mi persi nei miei pensieri.
Tomlinson continua a guardarmi in modo strano... Che maniaco, mi guarda come se fossi di sua proprietà.. Ma che vuole?!
«Ho una domanda intelligente!» esclamò all'improvviso Harry, facendomi distrarre completamente dai miei pensieri.
Non so di che stavano parlando, ma l'argomento mi incuriosiva tantissimo.
«Attenzione, Harry Styles con una domanda intelligente! Dai spara, questa non me la voglio perdere» mi intromisi nel discorso, pur non sapendo nemmeno l'argomento.
«Quanto può vivere una persona senza cervello?» chiese, appoggiando i gomiti sul tavolo e facendo combaciare le dita. Tutti alzarono gli occhi al cielo, delusi; ma non io.
Avevo una voglia matta di stuzzicare Louis e Harry mi stava offendo l'occasione su un piatto d'argento.
«Non saprei... - comincia a rispondere, voltandomi verso Louis con sorriso strafottente - Tu quanti anni hai?» chiesi a Louis, strafottente.
Un coro di: "ohhhh" si alzò dal nostri tavolo, mentre Louis fece una smorfia, incrociando le braccia.
«Sai che potrei dirtene di tutti i colori, Jepsen?» rispose a tono Louis, tirandosi su dallo schienale della sedia e appoggiando i gomiti sul tavolo.
«Che bello, a me piacciono gli arcobaleni, Tomlinson!» risposi strafottente, facendogli l'occhiolino. Elena, in parte a lui, si mordeva un labbro per non scoppiare a ridere; mentre Niall alla mia sinistra, mi diede il cinque ridendo come un matto.
«Spento, vedi il fumo come sale?» s'intromise Karin, mimando del fumo che saliva, come quello del fuoco dopo che era stato spento.
«Ehi, pensavo stessi dalla mia parte!» esclamò Louis facendo il finto offeso, rivolto a Karin.
«No, mi spiace, sempre al fianco di Alessia» esclamò Karin provocando le risate di tutti i presenti.

Karin's mind
Dopo il pranzo, il pomeriggio passò velocemente e quasi subito si fecero le cinque di pomeriggio.
Tutti i bambini uscirono dall'oratorio con passo strascicato, dirigendosi, chi direttamente a casa, chi dai propri genitori.
Io invece che tornare a casa e rilassarmi, dovevo andare a casa e sedurre il mio uomo.
Minchia, perché avevo aperto bocca? Perché non ero stata zitta e avevo esposto i miei dubbi?
«Eddai Karin, non fare quella faccia, finalmente a Zayn gli partiranno gli ormoni!» esclamò Alessia, facendomi l'occhiolino, posizionandosi alla mia destra. Ci raggiunse anche Elena e si posizionò alla mia sinistra.
«Sì, partiranno sotto terra...» sospirai, con l'autostima sotto zero. Elena e Alessia si scambiarono un'occhiata complice.
«Vedrai che con il nostro aiuto, si ecciterà soltanto a guardarti» entrambe sorrisero maliziosamente, ciò che avevano in testa era qualcosa di molto pervertito.

Zayn's mind
Dopo essermi fatto una bella doccia rilassante, ricevetti un messaggio da Karin che diceva di andare a casa sua.
Che strano, di solito non mi scriveva niente... Oddio, non mi vorrà mica lasciare!
Con quella stupida idea in testa, mi vestii il più in fretta possibile e uscii di casa quasi correndo.
Inciampai un paio di volte durante la strada verso casa di Karin, ma per fortuna arrivai tutto intero.
Stranamente la porta d'ingresso era aperta, così entrai e cominciai a guardarmi intorno. C'era una luce soffusa diffusa per tutta la casa, non si vedeva quasi niente.
Salii le scale e mi ritrovai nella camera di Karin. Anche qui luce soffusa, candele, musica di sottofondo... Oh cazzo.
Karin uscì dalla sua cabina armadio e indossava una canottiera aderente che le arrivava appena sotto il sedere, con una scollatura che lasciava ben poco all'immaginazione e che le faceva risaltare il seno.
Capelli scompigliati, trucco e tacchi completavano l'opera.
Deglutii rumorosamente.
Porca merda mi stavo già eccitando solo a guardarla.
«Se volevi farmi eccitare, ci sei riuscita benissimo!» esclamai, con voce roca, non riuscendo a trattenermi.
«Quella era la prima parte.. Ora viene la seconda» disse, sorridendo maliziosamente, prima di passarsi in modo sensuale la lingua sulle labbra.
Si avvicinò a me con passo sensuale, subito dopo ci ritrovammo sul suo letto, lei a cavalcioni sopra di me e io sotto ancora shoccato da quella sorpresa.
Tutto ciò che successe dopo, potete benissimo immaginarlo.






____ Autrice ___
Eccomi bellissime principeshee (?)
No okay, allora non uccidetemi, è vero sono in stra ritardo, non pubblico da più di un mese e in più è anche cortissimissimo, mi dovrei proprio vergognare *si va a nascondere*
Parlando del capitolo... FINALMENTE LOUIS HA AMMESSO CHE AMA ALLA FOLLIA (?) ALESSIAAAAA HAHAHAHAH
mi ha fatto penare per 14 capitoli, finalmente lo ha capito cazzo ahhahah lol :')
Peccato che Alessia ancora non se ne sia ancora resa conto... Non ancora per lo meno
Ah e Zayn e Karin che fanno mlmlml? HAHAHAH oh god questa parte la dedico alla mia Ciospa Cortinovis lol (Karin lo so che stai leggendo hahaha tvtb )
Vabbe che dire di altro? Vi voglio bene lettori, spero che non vi siate dimenticati di me, altrimenti piango T.T
Ah devo chiedervi: se facessi una storia su Louis e Harry che sono zombie? Ve gusta l'idea? (Non è una Larry)
Ahhahahha fatemi sapere lol
Vi saluto bellissime/i (?)
Ciaooo

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Capitolo 16
*** Harry, ti stanno cadendo le tette. ***


Venerdì 22 Giugno 2012

Alessia's mind
... Le sue mani scesero sui miei fianchi, pronte a prendere il lembi della mia maglietta, per poi buttarla sul pavimento insieme al resto dei vestiti.
Continuavamo a baciarci passionalmente, io con le mani nei suoi capelli castani spettinati, lui che piano piano infilava le mani sotto la mia maglietta, andando a giocare con il gancio del reggiseno.
Staccai le nostre labbra e i suoi occhi azzurri brillavano intensamente, mentre un sorriso smagliante si stampava sul suo volto.
Aspetta: occhi azzurri, sorriso smagliante, capelli spettinati castani...

«Louis!» urlai affannata, alzandomi di scatto sul letto.
Il cuore mi batteva forte nel petto, avevo le gambe molli e ero tutta sudata e accaldata.
Mi guardai intorno, cercando il corpo di Louis, ma poi capii che era stato tutto un sogno. Un sogno talmente vivido da confondersi con la realtà. Eppure il tocco di Louis sembrava così reale.. Un senso di delusione si estese in tutto il mio corpo.
Delusa?
Ero delusa?
Delusa da chi o da che cosa?
Delusa dal fatto che Louis non fosse realmente li con me?
Confusa, mi alzai dal mio letto e andai a cambiarmi, prendendo la maglietta da animatrice e i pantaloncini corti. Subito dopo andai a truccarmi con un po' di eye liner nero e un po' di mascara.
Mi pettinai i capelli senza neanche rendermi realmente conto di come fossero combinati.
Non avevo ancora la testa che ragionava con la realtà che mi circondava. Certo perché la mia mente era ancora persa per i suoi, anzi miei, pensieri...
Era così eccitante, reale e vivido il sogno che avevo fatto, che non riuscivo a non pensare ad altro.
Gli occhi di Louis erano di un azzurro intenso, luminoso, un azzurro in cui ci si poteva nuotare dentro.
Senza nemmeno rendermi conto ero già arrivata in oratorio.
È incredibile di come si perde la cognizione del tempo, quando ci so perde nei propri pensieri.
Entrai nell'ufficio animatori, poi andai verso il mio armadietto e misi dentro la mia borsa.
«Terra chiama Alessia, Terra chiama Alessia!» esclamò Elena, riportandomi alla realtà.
«Scusa non ti avevo sentita arrivare...» cercai di giustificarmi, anche se sapevo che non mi avrebbe creduto.
«Cosa c'è che non va questa volta?» chiese, prendendo due sedie e mettendone una davanti all'altra, dove ci sedemmo sopra.
«Ti è mai capitato di fare un sogno che sembrava talmente reale, da scambiarlo per realtà?» chiesi, torturandomi le mani.
Elena sorrise, annuendo.
«Certo! Sono i sogni che rappresentano i nostri pensieri, le nostre voglie più nascoste che formula il nostro subconscio» spiegò Elena, con fare da professoressa. Okay, si era bevuta l'intero libro di psicologia quella ragazza...
No, aspetta un attimo: "rappresentano i nostri pensieri e le nostre voglie più nascoste"?!
«Cioè io vorrei scoparmi Louis?!» pensai a voce alta, non ricordandomi che Elena era proprio di fianco a me.
Quest'ultima sbarrò gli occhi e aprì la bocca, sconvolta nel sentire le mie parole.
«Che cosa?!»
«...No! Io.. Non.. Ceh...» scoppiai a ridere nervosamente, mentre Elena non muoveva un muscolo, totalmente sconvolta.
«Devo andare, mi chiamano» esclamai, alzandomi dalla sedia e correndo verso il salone principale. Poi, andai a sbattere contro qualcuno, qualcuno che doveva per forza essere un ragazzo, dato il suo corpo muscoloso e la sua altezza.
Ti scongiuro fai che non sia...
Alzai lo sguardo e due occhi azzurri cristallini mi stavano squadrando da capo a piedi.
...Louis.
I suoi occhi si incatenarono ai miei, il mio cuore cominciò ad accelerare i battiti, come se volesse uscire dal petto. Il mondo intorno a noi quasi non esisteva più, solo il suo viso e i suoi occhi erano davanti a me. Il tempo sembrava che si fosse fermato e tutto sembra andare a rallentatore. Come se la Terra smettesse di girare all'improvviso.
Poi una mano che si appoggiò sulla mia spalla, mi fece trasalire e ripiombai nella realtà. Tutto riprese il suo corso, il tempo ricominciò a scorrere velocemente.
Sbattei le ciglia un paio di volte, stordita dalla realtà e mi girai verso il proprietario della mano che aveva appoggiato sulla mia spalla.
Niall sorrideva maliziosamente, mentre lo trucidavo con lo sguardo.
Quanto avrei voluto avere i super poteri, almeno Niall starebbe già bruciando.
«Cosa c'è?!» chiesi scocciata, sbuffando sonoramente. Louis trattenne una risata.
«Quanta ostilità! - esclamò sbuffando. Ahh lui sbuffa?! LUI SBUFFA?! Sono io quella che deve sbuffare non te! - Rosemma ci vuole nel salone» detto questo si allontanò, facendomi l'occhiolino.
Si vedeva che adorava rompermi le balle proprio sui momenti in cui mi perdevo negli occhi di Louis.
Si okay, lo ammetto: stavo annegando nei suoi occhi.
Ci avviammo verso il salone, poi appena sulla soglia, tutti i bambini e i ragazzi erano tutti riuniti in esso.
Rosemma aveva cinque buste in mano, brutto segno: contenevano cinque prove imbarazzanti, ma solo una di queste si mette in atto, dato che ne estraevano sempre solo una. La prova estratta impegnava le quattro squadre e chi vinceva guadagnava 10 punti di vantaggio sulle altre squadre.
Le buste vennero messe in una scatola, poi, dopo averle mescolate per bene, Rosemma estrasse una busta.
«Come tutti sapete oggi c'è la sfida. La sfida estratta è... - pausa ad effetto per aumentare la suspance - dovrete vestire un'animatore maschio, trasformandolo in una ragazza» tutti cominciarono a parlare. I Gialli si riunirono e subito dopo presero Louis per le braccia e lo trascinarono da Rosemma.
«Non mi travesto da donna!» si lamentò Louis cercando di fare resistenza. La stessa cosa fecero i rossi, portando Harry, i verdi portarono Zayn e i blu trascinarono Liam.
Io e Niall scoppiammo a ridere, piegandoci in due dalle risate.
«Harry e Zayn vestiti da ragazza, non posso perdermela!!» esclamai, continuando a ridere.
«Perché Liam e Louis?! Voglio proprio vederli camminare sui tacchi!» esclamò invece Niall, poi le sue risate aumentarono.
«Visto che Alessia Jepsen ride tanto, sarà proprio lei a truccare e vestire il prescelto dei gialli, ovvero Louis Tomlinson» Rosemma si mise entrambe le mani sui fianchi in modo severo, subito smisi di ridere, irrigidendomi sul posto.
Oh no... Che palle!
«E vedo che anche Karin Smith ha una voglia matta di vestire e truccare il prescelto dei verdi, Zayn Malik» Rosemma rivolse tutta la sua attenzione a Karin, che era per terra mentre si contorceva dagli spasmi delle risate. Diciamo che stava letteralmente piangendo dal ridere.
«Ti farò diventare la più figa di tutte!» esclamò Karin, facendo l'occhiolino a Zayn, quest'ultimo alzò il pollice completamente d'accordo.
«Gialli, andiamo! Su in torretta, forza!» urlò Louis, alzando le braccia in alto. Poi tutti i gialli si diressero verso la torretta, io e Louis a chiudere la fila.
«Allora ragazzi, andate a prendere delle stoffe e create una specie di vestito con Samantha e David, io intanto lo trucco» dissi, poi tutti i bambini e ragazzi cominciarono a correre verso la stanza dei costumi.
«Ti prego, non mi impiastricciare la faccia con quei... Cosi.. Insomma quelle robe li» sentii Louis avvicinarsi dietro di me e la schiena fu invasa da dei brividi piacevoli. Mi girai e mi ritrovai faccia a faccia con lui.
«Oh andiamo hai paura di un po' di matita.. - Louis fece una smorfia - Mascara..» sorrisi, per le smorfie di disgusto che faceva.
«Mi vengono i brividi soltanto a pensare a spalmarmi in faccia quella roba» Louis fece una smorfia, scrollando le spalle. Alzai gli occhi al cielo, incrociando le braccia.
«Seduto!» gli ordinai, non ammettendo repliche. Louis si zittì e si sedette sulla sedia dietro di lui. Presi dalla trousse un ombretto bianco perlato, mascara nero, eye liner nero e un po' di blush rosa. Louis cominciò a sudare freddo, e subito deglutì rumorosamente.
«Partiamo dall'ombretto... Chiudi gli occhi» Louis chiuse gli occhi e gli applicai l'ombretto bianco. Poi presi l'eye liner e stesi una linea nera uniforme vicino all'attaccatura delle ciglia.
«Ma è freddo!» si lamentò Louis, percosso da un brivido di freddo.
«E sopporta un po', che maschio saresti altrimenti?» esclamai scocciata. Louis sbuffò e si rilassò quando l'eye liner cominciò ad asciugarsi.
«Sai che il nero ti fa risaltare gli occhi?» me ne uscii con questa frase, mentre lo guardavo sbattere le ciglia.
«Sai che sono un maschio e dopo questa esperienza non mi avvicinerò mai più a questi... Cosi?» disse Louis, incrociando le braccia e sbuffando inorridito dai cosmetici disposti sul tavolo.
«Che brontolone... Apri l'occhio e guarda in su» dissi, con la matita in mano. Louis sbarrò gli occhi.
«Dove vorresti mettermi quella cosa?» chiese lui spaventato e indietreggiando con la sedia.
Oh ma insomma quante storie!
«All'interno dell'occhio!» esclamai, avvicinandomi e facendogli vedere dove andava messa. Louis si alzò in piedi, sempre più spaventato e cominciò a correre, sbattendo la porta.
«Non mi metterai mai quella cosa!» urlò dal corridoio, mentre correva sempre più veloce.
«Sei un fifone! Torna qua!» urlai, prima di inseguirlo con la matita in mano.
Stupidi maschi fifoni dei cosmetici.

Nicole's mind
«Dai Liam non è difficile: devi solo mettere un piede davanti all'altro! Tacco, piede, punta!» esclamai per l'ennesima volta, mentre Liam inciampava ancora con i tacchi alti.
«Ancora non capisco come minchia fate a camminare con questi trampoli!» si lamentò Liam, tenendosi in equilibrio sulla mia spalla, mentre si massaggiava i piedi.
Scoppiai a ridere per la sua goffaggine e scossi la testa.
Maschi.. Si spaventano principalmente davanti a due cose: bellezza e dolore.
Preferirebbero affrontare un uomo alto due metri, piuttosto che portare dei tacchi ai piedi.
«Porco cane, che male ai piedi!»
«Dai sopporta ancora per poco, siamo arrivati in salone» detto questo presi una sedia e ci feci sedere sopra Liam.
«Ahh che sollievo!» esclamò Liam, stravaccandosi sulla sedia.
«Chiudi queste gambe che si vede tutto!» esclamai, tirandogli una sberla affettuosa sul braccio. Liam si sedette un po' meglio, accavallando le gambe come una ragazza.
All'improvviso Louis entrò nel salone correndo con la faccia truccata.
«Louis! Torna qui! Devo metterti la matita!» urlò Alessia, seguendo Louis con una matita nera in mano.
«Mai! È appuntita e farà sicuramente male!» urlò Louis, correndo ancora più veloce.
«Ma che caga sotto che sei!» esclamò Alessia saltandogli addosso e facendolo cadere. Poi, a cavalcioni sopra di lui, riuscì a tenerlo fermo e a mettergli la matita.
«Ti ha fatto male? Non dire di si perché ti arriva una sberla!» disse Alessia avvisandolo. Louis annuì, subito dopo Alessia cominciò a picchiarlo affettuosamente.
«Bruciaaaa!» urlò qualcuno dal salone principale. Aiutai Liam ad alzarsi e ci avviammo verso l'altro salone.
«Se tu non avessi chiuso l'occhio mentre ti mettevo il mascara, a quest'ora non brucerebbe!» esclamò Karin esasperata, entrando nel bagno dei ragazzi.
«Ti prego, aiutami, sto morendo!» piagnucolò Zayn, uscendo dal bagno in lacrime con un fazzoletto sull'occhio.
«Esagerato! Se fossi in una ragazza, un po' di mascara nell'occhio non è niente in confronto alle-» cominciò a lamentarsi Karin, ma subito fu interrotta da Zayn.
«Non nominarle!» esclamò Zayn, arretrando.
«Che cosa amoruccio mio? Le mestr-»
«Blablablablablabla!» esclamò Zayn mettendosi le mani sulle orecchie, mentre correva lontano da Karin. Quest'ultima seguì Zayn fuori dall'edificio.
Liam e Louis scoppiarono a ridere alla sceneggiata di Zayn.
«Sempre il solito... Per lui è tutto catastrofico!» disse Liam, poi scoppiammo tutti a ridere. Poi Louis e Alessia si girarono e squadrarono Liam da capo a piedi.
«Che pezzo di gnocca che sei!» esclamò Louis scoppiando a ridere, prendendo in giro l'amico. Liam incrociò le braccia.
«Voglio vederti a camminare sui tacchi, Louis» disse Liam, mentre Louis si avvicinava ad Alessia.
«Vero che non li devo indossare quei trampoli?» chiese Louis, indicando i tacchi di Liam con sospetto. Alessia lo guardò sorridendo, così Louis sbarrò gli occhi.
Louis tentò di scappare, ma Alessia lo prese per un orecchio e lo trascinò di nuovo in torretta, senza ammettere discussioni.

Elena's mind
«Ma Elena, io voglio mettere in risalto le mie tette!» esclamò Harry, prendendo il suo "seno", per così dire, e portandoselo più in alto, vicino alla scollatura.
«Come vuoi andare in giro? Con le tette di fuori?» chiesi sarcastica, mentre incrociavo le braccia scocciata.
«Dai, voglio solo far girare la testa a quei maschioni che ci sono in salone..» disse Harry tutto esaltato, mentre si attorcigliava un riccio nell'indice.
Questo si è immedesimato troppo nella parte.
«Harry torna in te, ti scongiuro» dissi con le mani nei capelli.
«Ma è così che si comportano le ragazze!» esclamò esasperato, mettendosi le mano sui fianchi.
«No, così si comportano le troie!» esclamai, incrociando le braccia.
«Dici che dovrei mettermi qualche gioiello?» disse Harry, ignorando completamente la mia frase precedente.
«Se non la smetti, ti faccio i buchi alle orecchie con un ago e ti infilo due dilatatori da dieci centimetri!» esclamai scocciata.
«Ma non esistono in centimetri! Esistono in millimetri!» mi fece il verso Harry, con quel l'aria da saputello.
«Vorrà dire che il primo a sperimentarli da dieci centimetri sarai tu!» detto questo, cominciai a rincorrerlo.
Quello sarebbe stato un lungo pomeriggio.

Alessia's mind
«Okay Louis, ora spogliati» dissi, mentre cercavo di slacciare il reggiseno senza togliere la maglia.
«Che stai facendo?» chiese Louis confuso. Scossi la testa sorridendo.
«Ti presto il mio reggiseno da mettere sotto il vestito» spiegai, mentre slacciavo il gancio. Louis cominciò a togliersi la maglietta da animatore e i pantaloni, poi gli porsi il mio reggiseno.
«Sai metterlo?» chiesi, prima di ricordarmi che lui è un maschio. Figura di merda in arrivo!
«Più che altro so slacciarlo...» rispose Louis, prima di fare un sorrisetto malizioso. Alzai gli occhi al cielo e dopo avergli fatto infilare le braccia, gli agganciai al gancetto più largo.
Subito dopo presi un po' di carta igienica e la infilai nelle coppe.
«Quindi... È così che ci si sente ad avere il reggiseno» disse Louis, quasi gasandosi.
«Ti piace così tanto?» chiesi, sorpresa.. Insomma era solo uno stupido reggiseno.
«Si.. Quasi, quasi vado a farmi una chirurgia plastica e divento femmina» esclamò esaltato, mentre lo guardavo male.
«Dai "chirurgia plastica", andiamo a mettere il vestito e i tacchi» dissi prendendolo per un braccio e portandolo nell'aula dove il vestito era già pronto.

«I nostri trasformati vengano sul palco!» disse Rosemma nel microfono. Louis, Harry, Zayn e Liam zoppicarono con i tacchi ai piedi, andando sul palco.
Vari lamenti riguardanti i piedi che facevano male a causa dei tacchi da dodici centimetri, uscirono dalle bocche dei quattro trasformati in donne.
Il bello è che si lamentavano per così poco! Se solo avessero potuto sperimentare il dolore delle mestruazioni..
«Harry ti stanno cadendo le tette» disse Zayn, indicandogli il seno cadente. Harry si girò dalla parte opposta sistemandosele.
«Ehy, non guardare!» esclamò Harry rivolto a Zayn, il quale si stava sganasciando dalle risate.
«Questo vestito è strettissimo, non riesco a respirare!» si lamentò Liam, cercando di allargare il vestito; ma così facendo, si strappò e cadde ai piedi di Liam, facendolo restare in mutande.
«Minchia che fisico!» esclamò Elena in parte a me, prima di fischiare a Liam. Nicole la osservò di sottecchi.
«Sembra che il travestito dei blu abbia perso il vestito... Eliminato!» esclamò Rosemma, prima di invitare Liam a scendere dal palco. La squadra dei blu cominciò a lamentarsi con Liam.
«Passiamo ai rimanenti.. A Harry cadono le tette e Zayn ha da una parte il trucco sbavato... Il vincitore è Louis!» dichiarò infine Rosemma, mentre gli esulti dei gialli riempivano il salone.
Suonarono le campane della chiesa delle cinque e mezza, ovvero l'ora di tornare a casa. I ragazzi erano andati a struccarsi e a svestirsi, dato che non volevano tornare a casa truccati; mentre noi ragazze cominciammo ad avviarci verso il cancelletto.
«Merda il mio reggiseno!» esclamai, battendomi una mano sulla fronte.
«Cos'ha il tuo reggiseno?» chiese Elena, trattenendomi per un braccio.
«La domanda migliore sarebbe: "chi ha" non "cos'ha"...» dissi, mentre mi mordevo il labbro inferiore.
«Vorresti dirmi che quello che aveva Louis sotto il vestito è il tuo reggiseno?!» chiese sorpresa. Annuii non avendo il coraggio di dire una parola.
Uno schiocco di baci, proveniente dalla nostra destra, ci fece girare in quella direzione.
Niall e Daniela si stavano sbaciucchiando in modo poco casto dietro al muro della torretta.
Io ed Elena lasciammo perdere i nostri discorsi sul mio reggiseno e ci avvicinammo cautamente alla coppietta.
Elena, che stava andando su tutte le furie, si schiarì la gola attirando l'attenzione dei due piccioncini.
«Ehm.. Non è come sembra!» esclamò Niall, coprendo Daniela in modo protettivo.
«Ah no? Lei è inciampata mentre mangiava due noccioline, quindi stava per rischiare di strozzarsi e allora tu hai deciso di ficcarle la lingua in gola per salvarla?» chiese Elena sarcastica, incrociando le braccia. Si stava davvero infuriando la ragazza, se aveva incrociato le braccia.
Niall abbassò lo sguardo colpevole, poi sbarrò gli occhi, guardando oltre le nostre spalle.
«Oh merda c'è Amy!» esclamò prima di nascondersi dietro a Daniela.
«Vorresti dirmi che non l'hai nemmeno lasciata?! E ti stai facendo mia sorella?!» Elena stava perdendo la pazienza, il colorito della sua pelle stava diventando rosso dalla rabbia.
«Ehm... Non me la sono solo fatta...»
«Siete andati a letto insieme?!» strillò Elena, diventando sempre più rossa. Niall arrossì violentemente e guardò le punte delle sue scarpe.
«Sei un'idiota Niall» dissi, scuotendo la testa, contraria.
«Niall!» urlò Amy, entrando a passo di carica dentro al cancelletto. Io e Elena la raggiungemmo.
«Amy! Devo raccontarti talmente tante cose che da quando sei stata a casa malata, non ho potuto dirti...» esclamai, sbarrandole la strada in modo da non farla passare.
Elena mimò a Niall: "nasconditi, ti stiamo salvando il culo!", ma l'imbecille non aveva capito che doveva nascondersi da solo, non con Daniela appresso.
«Scusa Ale, ma dopo, ora fammi passare..» disse Amy, cercando di creare un varco tra me e Elena.
«No!» esclamammo all'unisono io e Elena, cercando di fermarla, ma troppo tardi: vide Niall entrare nel salone con Daniela mano nella mano.
«Chi è quella tizia?!» tuonò Amy, indicando Daniela che era appena entrata con Niall nel salone. Corse verso di loro e subito dopo grida, urla, grugniti si potevano sentire fin da dove ci trovavamo noi.
Dopo dieci minuti, Amy uscì dal salone, con le lacrime agli occhi.
«Quell'imbecille mi ha tradita!» urlò, correndo fuori dal cancelletto fino a casa sua.
Penso che non l'avremo più rivista fino alla fine del grest.
Subito dopo, un Niall malmesso uscì dal salone, con un alone nero a circondargli l'occhi sinistro.
«È il minimo che ti meriti, per averla tradita» disse Elena soddisfatta.
«Ehy, Ale, questo è tuo!» Louis comparì alle nostre spalle, con il mio reggiseno in mano. Gli altri ragazzi uscirono nello stesso momento e osservarono la scena da lontano, incuriositi.
«Sventolalo a mezzo mondo, miraccomando!» esclamai, strappandogli dalle mani il reggiseno e cercando di nasconderlo inutilmente.
Tutti scoppiarono a ridere, poi ci dirigemmo ognuno a casa propria

 



____Autrice____
Eccomi qua con un nuovo capitolo tutto per voi.
Dite la verità: vi siete spaventate quando Alessia sogna di andare a letto con Louis vero? AHHAHAHA lol :')
Eh beh che dire del resto? Ahhaha giuro che mi sono divertita da morire a scrivere questo capitolo, con Zayn e il mascara nell'occhio, Louis e la sua fobia per i cosmetici, Liam sui trampoli e Harry che mi diventa quasi una troia AHHAHAHAHAH :')
Anyway BUONA PASQUA A TUTTE LE PRIMCIPESSE!! ❤❤ vi voglio bene lettrici silenziose e lettrice che dicono la loro nelle recensioni :33 Beh che dire di altro? Ringrazio quelle bellissime che hanno recensito quella merdaccia del capitolo 15 e tutti quelli che hanno messo questa storia tra le preferite/ seguite/ ricordate.
Vi amo (?) adios e al prossimo capitolo ❤❤

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Capitolo 17
*** Chi cazzo è Logie?! ***


Sabato 23 Giugno 2012

 

Alessia's mind

Non avevo chiuso occhio tutta la notte. Erano le quattro in punto di mattina e tutto ciò che avevo fatto era rigirarmi continuamente nel letto, mentre il viso di Louis si faceva sempre largo nei miei pensieri.

Perché Louis era sempre al centro dei miei pensieri?

In un attimo, tutto ciò che avevamo passato nelle ultime due settimane si fece largo nei miei pensieri e non potei fare a meno di sorridere come un'ebete.

Pure il sogno che avevo fatto il giorno prima, apparve nella mia mente più nitido e reale, come se fosse stato un ricordo vissuto.
Louis mi aveva sempre fatto uno strano effetto. A volte lo odiavo con tutta l'anima, eppure la maggior parte delle volte non potevo fare a meno di... Di cosa?
Il mio cuore aumentò i battiti, mentre il viso di Louis si faceva largo nei miei pensieri.
“Ti è mai capitato di fare un sogno che sembrava talmente reale, da scambiarlo per realtà?”
“Certo! Sono i sogni che rappresentano i nostri pensieri, le nostre voglie più nascoste che formula il nostro subconscio” spiegò Elena, con fare da professoressa.
Rappresentano le nostre voglie più nascoste…
Fui immediatamente travolta dalla verità.
...Non potevo fare a meno di amarlo.
Certo, mi stava sui nervi, ma poi qualcosa è cambiato, con solo uno sguardo mi faceva scogliere il cuore e il mio stomaco si riempiva di farfalle.
Mi alzai dal letto e presi il cellulare, componendo il numero di Niall, con gli occhi che cominciavano a pizzicare e ad appannarsi a causa delle lacrime.
«Ehy Ale, che succede?» chiese Niall, con la voce ancora impastata dal sonno. Un giorno quel ragazzo mi ucciderà per averlo svegliato a quest'ora. Sì, però mi serviva il mio migliore amico, il mio braccio destro, la spalla su cui piangere.
Presi un bel respiro profondo, mentre una lacrima scendeva lungo la guancia. Aveva sempre avuto ragione, lo amavo, amavo Louis da morire, ero dipendente da lui, Louis era diventato il mio centro. Il centro del mio mondo, del mio universo.
«Lo amo, Niall» sospirai, chiudendo gli occhi. Sentii Niall tirarsi su dal letto, molto probabilmente era sconvolto da ciò che avevo appena detto. Sorrisi amaramente, immaginandomi la scena, mentre altre lacrime scendevano ripetutamente sulle mie guance.
«Sono completamente, incondizionatamente innamorata di quel cretino di Louis William Tomlinson.» dissi, prima che la mia voce fu incrinata dai singhiozzi del pianto.
Avevo giocato con il fuoco e mi ero bruciata. Solo che mi ero bruciata molto più a fondo, non in superficie, dove la ferita era ben visibile e poteva essere curata. Non era una cosa che del semplice ghiaccio, o delle pomate idiote potevano curare. L’unica cura alle mie bruciature era Louis. 
 
«Ma’, voglio le ciambelle al cioccolato… No, minchia, non quelle con su le meringhe colorate, quelle al cioccolato!» esclamai, protestando. «No, cazzo, cioccolato, C-I-O-C-C-O-L-A-T-O!» urlai scandendo bene le parole, mettendomi le mani nei capelli. Cristo, se mi chiedeva ancora le ciambelle alle meringhe, mi parte un pugno sul suo viso, poi vedi come esce il sangue..
«Daiiii cosa ti costaaa?? Voglio le ciambelle al cioccolatooo!» esclamai piagnucolando. Un colpo di tosse da parte di qualcuno. No aspetta: se c’eravamo solo io e mia madre, chi minchia c’era? Il fantasma formaggino? 
Un altro colpo di tosse. Ma chi cazzo eh? Mi guardo intorno spaesata. Non c’è nessuno a parte mia madre che cerca di convincermi a prendere le ciambelle con le meringhe colorate.
«Ale..» qualcuno accanto a me, sussurrò il mio nome, poggiando una mano sulla mia spalla e cominciando a scuotermi lentamente. «Ale?» ripeté la stessa voce, cominciando a scuotermi più velocemente.
«No, con quella troia della Bertelli a spiegare scienze, non ci vado a scuola.» Esclamai, girandomi dall’altra parte. Una risata da parte del fantasma formaggino. Be’ dai almeno mi da ragione, quella è una troia baldracca che da’ 4 senza motivo. Per colpa di sta’ tizia ho il debito in scienze. Sta’ tro…
«Ale, svegliati..» ricomincia a richiamarmi la voce, scuotendomi energicamente. Svegliati? Ma svegliati tu troglodita del… Mi resi conto di avere gli occhi chiusi, così li aprii, ritrovandomi degli occhi blu che mi fissavano intensamente.
«Niall!» urlai, saltando all’indietro spaventata. Niall scoppiò a ridere, buttando la testa all’indietro mentre si teneva la pancia. 
Giuro che adesso lo uccido. 
Mi risdraiai e  presi le coperte, tirandole fin sopra la testa, cercando di riprendere sonno.
«No, no signorina, tu adesso ti alzi da questo letto e usciamo a goderci il sole che c’è fuori!» esclama lui, prendendo i lembi della coperta e strappando quest’ultima da sopra la mia testa. Mugugnai qualcosa di incomprensibile persino a me stessa e scocciata presi il cuscino, poggiandolo sulla mia testa.
Lo ammazzo e faccio finta che sia un incidente.. sì, lo affogo nella turca dell’oratorio, oppure lo sgozzo con i coltelli di plastica che danno per mangiare a pranzo… Anzi! Avveleno il suo piatto di pasta. Poi dovrò sbarazzarmi delle prove ovviamente, ma..
«Insomma, alzati!» cercò di tirarmi per un braccio, ma impuntai i piedi nel materasso e feci resistenza. Entrambi cominciammo a lamentarci.
«No, non mi alzo! Voglio solo affogare la mia disperazione nel gelato al pistacchio mentre guardo film drammatici!» esclamai, cercando di staccare le dita della mano di Niall, che mi stringevano il braccio.
Evvai, mi mancano 4 dita da togliere…
«Tu non affogherai la tua disperazione in niente! Sorridi al mondo e dimentica tutta la disperazione che c’è in te!» esclamò Niall, tirando più forte. Soffocai un lamento, con il braccio che cominciava a farmi veramente male.
Meno 3…
«Niall, non sorrido a un cazzo di nessuno, sono innamorata di un cretino che mi odia e per di più odio il fatto che lo amo. Quindi ora lasciami!» esclamai scazzata, impuntando sempre di più i piedi nel materasso, facendo resistenza. Niall tirò ancora più forte. Sembrava di giocare al tiro alla fune con la differenza che il mio braccio faceva da fune. Tra un po’ mi si stacca il braccio destro e rimane in mano a Niall, me lo sento.
Meno 2...
«Cristo, esci da questo cazzo di letto!» urlò spazientito Niall, trascinandomi lentamente fuori dal mio lettuccio. Sarebbe bello se il letto fosse veramente un cazzo.
Eh no cazzo, mo’ mi hai veramente scartavetrato le ovaie, tu e il tuo “sorridi a sto cazzo di mondo”.
Tirai verso la mia parte, facendogli quasi perdere l’equilibrio.
Meno 1…
Sbeeem.
«Aaaaaa, merda!»
Lo sapevo.
Mi si è staccato il braccio.
Non ho nemmeno il coraggio di aprire gli occhi e vedere Niall che corre per la mia stanza gioendo con il mio braccio in mano.
No aspetta… non sono io che ho parlato.
Aprii prima uno, poi l’altro occhio e appena vidi Niall con il culo a terra e che faceva smorfie di dolore; subito scoppiai a ridere, non riuscendo a trattenermi. 
Presi la mia coperta, cominciando a correre come una matta per casa, inseguita da Niall. Non sapevo nemmeno che ore erano, ma il sole era splendido splendente, perciò potevano già essere le dieci di mattina, come poteva essere benissimo mezzogiorno. Non mi curai nemmeno di vestirmi, era sabato e quindi volevo stare tappata in casa con la mia disperazione e la mia malinconia.
Presi il telecomando e accesi la televisione, poi mi alzai e aprii il freezer e presi la scatola di gelato, con dentro i gusti al pistacchio, nocciola e cioccolato. Poi presi un cucchiaio e cominciai a passarlo sopra al gelato, ottenendo un miscuglio di gusti.
mmm.. buono.
«Wow… sei molto depressa, se mangi tutti i gusti di gelato in una sola volta…» Niall mi abbracciò, appena mi risedetti sul divano. Mi lasciai cullare dalle sue braccia, ero veramente depressa.
«Già…» risposi solamente, continuando a mangiare. Presi il telecomando e cambiai canale, facendo un po’ di zapping. Poi, dato che non trasmettevano niente di interessante, mi fermai a guardare Grachi.
«No, ti prego, Grac-» cominciò a lamentarsi Niall, sbuffando sonoramente; ma lo interruppi immediatamente.
Inculati, quando vengo a casa tua guardiamo i cartoni animati che piacciono a te, mo' siamo a casa mia, quindi si fa quello che dico io.
«Shhhhhh! C’è quel figo di Daniel che sta parlando!» lo zittii, sbattendogli una mano sulla bocca.
“No, Chema, perché noi – indicò se stesso e Grachi – siamo legati. Vedi queste due collane? Sono il nostro simbolo di unione.” Disse Daniel con un sorriso stampato sulle labbra mentre guardava dolcemente Grachi. Entrambi presero il ciondolo delle loro collane tra le dita e li mostrarono ai loro amici. Chema e Mecha in tutta risposta, fecero un gesto sbrigativo come per dire che era una cosa scontata.
"Cugino, noi non abbiamo bisogno di dimostrare il nostro amore con una collana... Noi ci amiamo e basta." Disse Chema con aria da saputello. A quel punto cambiai canale, sentendomi completamente forever alone. Insomma Daniel e Grachi litigano e poi tornano insieme, Mecha e Chema si lasciano, lui va con Katty e poi ritorna da Mecha..
Oh andiamo, è una serie televisiva, è ovvio che si lasciano e poi tornano insieme una cinquantina di volte. 
Il mio subconscio, detto Subby, aveva ragione, è una serie televisiva, poi figuriamoci è anche argentina quindi... Si lasciano e si rimettono insieme almeno 80 volte.
“Io sono Peppa Pig!” oh no… quella troia egoista di Peppa Pig no. Cambiai ancora canale, ma non trovando niente di interessante, la spensi direttamente. Niall, intanto, messaggiava con alcune persone. Okay un po’ tante persone dato tutti gli squilli dei messaggi che arrivavano dal suo cellulare. Non feci in tempo neanche a chiedergli che stesse combinando quel pazzoide, che suonarono alla porta.
Spero solo che non sia quell’idiota di Louis, altrimenti scoppio a piangere.
«Sorpresa!» esclamò Elena, movendo le mani. Manco fosse l’alleluia. Sorrisi, notando che c’erano anche Nicole, Karin e Daniela. Niall prese possesso di Daniela, cominciando a sbaciucchiarla e spingendola sul divano.
«Ricordati che se mi sporchi il divano di sperma, te lo faccio pulire con la lingua!» esclamai, rivolta a Niall. I due si staccarono, si guardarono e le loro guance si infiammarono. Scoppiai a ridere, seguita da Nicole e Karin, mentre Elena, non affatto contenta della situazione che si era creata tra i due, incrociò le braccia, guardando semplicemente da un’altra parte. 
«Comunque.. – iniziò a dire Nicole - Siamo venute qui con una sorpresa che ti piacerà tanto!» Nicole prese la sua borsa e da lì tirò fuori un cd. Nessuna copertina, un cd grigio, senza nessuna scritta sopra. Uffa nessun indizio sul cd misterioso.
Elena introdusse il cd nel lettore dvd sotto la televisione, poi accese quest’ultima sul canale del dvd e aspettò che caricasse. Appena vidi apparire quattro ragazzi, i miei quattro coglioni di ragazzi, urlai a squarciagola. Karin, Niall e Daniela si tapparono le orecchie infastiditi, mentre Elena e Nicole, fissavano lo schermo della televisione abituate dalle mie urla.
Mia sorella, sentendo le mie urla di adorazione, a passo di lumaca si trascinò fuori dalla sua stanza e appena vide lo schermo della televisione, urlò anche lei, correndo dalla nostra parte e accovacciandosi sotto di essa.
«Oh, ciao Giacomino!» esclamò poi Giulia, salutando Niall seduto sul divano con Daniela. 
Come cazzo lo ha chiamato?
Niall squadrò mia sorella tentando di capire perché lo avesse chiamato Giacomino.
«Scusa?!» chiese Niall, visto che non aveva capito. Mia sorella corrucciò la fronte, tentando di capire che minchia stava succedendo. 
«Ohh, scusami Niall, è che somigli tantissimo ad un bambino che c'è all'oratorio e si chiama Giacomo; detto Giacomino.» si illuminò mia sorella, sbattendosi una mano sulla fronte per la figura di merda che aveva appena fatto.
Tornammo a guardare il televisore e le figure di Logan, James, Kendall e Carlos, meglio conosciuti come i Big Time Rush, stavano cantando il loro nuovo singolo nel video musicale. Le prime note di Any Kind Of Guy si diffusero per tutta la stanza, mentre io, Elena e Nicole, imitammo mia sorella e ci sedemmo sotto la televisione con gli occhi che ci brillavano.
 
Louis’ mind
Mi alzai dal letto con ancora un certo senso di confusione causato dal sonno. O forse causato dalla mia testa tra le nuvole. Mi strofinai la faccia, cercando di aprire gli occhi, nel frattempo andai a sbattere contro qualcosa.
«Chi ha messo lo stipite della porta davanti al mio luuungo cammino verso la cucina?» chiesi, aprendo gli occhi assonnati dalla stanchezza. Mia sorella Lottie mi passò davanti, guardandomi in malo modo.
Minchia guaddi?!
«Oh certo, perché tu stavi camminando bellamente quando all’improvviso hanno costruito uno stipite in mezzo alla via per la cucina?» chiese ironica, incrociando le braccia. Mi appoggiai sullo stipite, dato che non stavo in piedi, ma non trovandolo, finii a con il culo a terra.
Forse è meglio se torno a letto, mi sto suicidando solo per andare in cucina…
«E’ una ragazza che ti ha ridotto così. Vero?» chiese Lottie, aiutandomi ad alzarmi e a tenermi in piedi. Mi appoggiò sul letto, dove si sedette anche lei, pronta a farmi l’interrogatorio.
«No.» dissi, cercando di essere convincente, anche se la mia voce era diventata più acuta e mentre lo dicevo guardavo da tutt’altra parte, evitando lo sguardo di mia sorella. Non volevo parlare del mio amore per quella testa calda di Alessia.
Sì, è colpa di Alessia, la ragazza di cui mi sono follemente innamorato, peccato che lei mi odia.
«Louis non mentirmi. Lo vedo subito quando lo fai. Guardi da un’altra parte e la tua voce diventa più acuta.» Mi sorrise strafottente, prima di appoggiarmi una mano sulla mia spalla destra. Mi morsi il labbro inferiore, cominciando a trovarmi in difficoltà.
E’ proprio vero che tra fratelli non si riesce a nascondere nulla.
«Senti Lottie, non ho voglia di parlar-»
«Chiuso, come sempre. Sei una testa dura, non vuoi mai che nessuno ti aiuti con i tuoi problemi. Quando capirai che non puoi sempre contare su te stesso e che alcune volte dovrai per forza accettare il nostro aiuto, anche se ti da sui nervi? Eh? Quando Lou?» esclamò Lottie, sbattendo le mani sul letto. Abbassai lo sguardo, incapace di sostenere il suo. Sorrisi amaramente: aveva fottutamente ragione.
«Alessia.» Sospirai alla fine, mentre mi grattavo la nuca imbarazzato. Lottie alzò la testa di scatto, corrucciando la fronte. Sorrisi, mentre le guance mi andavano letteralmente a fuoco.
Non ha capito…
«Alessia, la ragazza di cui mi sono innamorato.» Dissi, guardandola finalmente negli occhi, mentre le lacrime punzecchiavano i miei occhi; minacciando di uscire.
 
Elena’s mind
Urlai, insieme ad Alessia e Nicole, quando inquadrarono i Big Time Rush.
Che pezzi di gnocchi!
Nicole si alzò in piedi con gli occhi che le brillavano per l’adorazione e appena inquadrarono James, cominciò a sbaciucchiare il televisore.
Come si permette di sbaciucchiare il mio, e sottolineo mio, James?!
«Ehi amica! Levati da Jamie, lui è mio!» esclamai, alzandomi di scatto in piedi e spingendola via dal televisore. Lamentele da parte di Nicole, uscirono dalla sua bocca, così ritornò a sedersi sotto il televisore. Quest’ultimo cominciò a dondolare pericolosamente, così cercai di tenerlo in piedi nel momento esatto in cui inquadrarono Logan con un bel primo piano.
«Elena, leva il tuo culo dal davanti che non vedo Logie!» esclamò scocciata Alessia, dopo aver sbuffato si alzò e si mise ancora più sotto alla televisione, mordendosi il labbro inferiore, con fare provocatorio.
Sì, sta sognando lei e Logan in un bel letto matrimoniale, mentre si baciano e si spogliano piano piano, poi avrebbero fatto cose molto poco caste. Chissà se ha mai fatto filmini mentali su Louis…
«Awww Kendall!» esclamò Giulia, accarezzando il televisore in modo affettivo, mentre guardava il suo idolo con occhi sognanti. Faceva tenerezza, ma era per lo più inquietante. Lo fissava come una maniaca sessuale.
Subito tornai a vedere lo schermo del televisore: i Big Time Rush vennero inquadrati uno dopo l’altro e tutte urlammo a squarciagola (con le lamentele di Karin, Niall e Daniela, che supplicavano di interrompere il video per poter salvare i loro timpani), mentre le nostre mani finirono sul televisore ad accarezzare “virtualmente” i visi dei nostri idoli. Casualmente la mano di Nicole si scontrò con la mia, subito dopo la fulminai con lo sguardo.
Stai toccando il mio, e sottolineo mio, James!
Sembrava che stesse pensando la stessa cosa, dato che sostenne il mio sguardo furente e cominciò a guardarmi male pure lei. Stavo per dirle di levare quella manaccia dal mio James, quando qualcuno spalancò la porta di casa Jepsen all’improvviso.
Ma la porta è sempre aperta in questa casa?!
«Chi ha urlato? C’è un ladro?» disse Louis trafelato, con una mazza da baseball in mano, coperto da solo un pantaloncino che arrivava al ginocchio e delle infradito ai piedi.
Cristo Louis, copriti o se Alessia ti vede così ti salta direttamente  addosso e farete cose molto sconce.
Alessia e Nicole, ancora ignare della situazione intorno a loro perché troppo intente ad ammirare i loro amori nella tv, urlarono di ammirazione.
L’attenzione di Louis fu catturata dalle loro urla e capì che non stavano urlando per nessun ladro, bensì per Logan e James (il mio James).
«E sti tizi?» chiese Louis, con un misto di curiosità e di gelosia. Sorrisi maliziosamente, cercando di non scoppiare a ridere.
Eh, Louis, vorresti che Alessia urlasse appena ti vede, come fa con Logan..
«I Big Time Rush, la boy-band di cui queste quattro pazzoidi – Niall indicò me, Alessia, Nicole e Giulia una ad una; subito dopo alzò gli occhi al cielo. – vanno matte. La cosa chiara è che Alessia stravede per Logan, Elena e Nicole si stanno litigando James da più di dieci minuti e Giulia va matta per Kendall. Prova a scollarle dalla televisione, stanno urlando da quando hanno inserito il dvd nel lettore!» sbuffò Niall, prima di mettere un braccio intorno alle spalle di Daniela e alzarsi dal divano, per poi uscire dalla casa. Louis lo seguì con lo sguardo, con un sopracciglio alzato, non aspettandosi la reazione dell’amico, causata dalle nostre urla.
«Qui mi servono i soccorsi…» disse Louis, prima di sedersi accanto ad una Karin evidentemente scocciata e cominciando a chiamare chissà chi. Me ne fregai e tornai a marcare la mia possessività su James, che da quando mi ero distratta Nicole ne aveva bellamente approfittato.
 
Louis’ mind
«Qui mi servono i soccorsi…» dissi, prima di sedermi accanto ad una Karin evidentemente scocciata e cominciando a chiamare Zayn per Karin (era troppo evidente che era scocciata), Liam per scollare Nicole dalla televisione, Harry per sedurre un po’ Elena e distrarla da questo James; mentre ad Alessia ci avrei pensato io.
Dopo cinque minuti arrivarono Zayn, Harry e Liam di corsa, con ancora il fiatone che usciva dalle labbra.
«Qual… è… l’…emergenza?» chiese Liam, quasi non reggendosi in piedi per la corsa che avevano fatto. Mi avrebbero ucciso, me lo sentivo. Tutti con la fronte imperlata dal sudore cercavan0 di riprendere fiato, senza svenire davanti alla porta.
A proposito: ma la porta di questa casa è sempre aperta?!
Scossi la testa, scacciando i miei pensieri che mi distraevano e basta.
«Eccola l’emergenza» dissi, indicando le quattro ragazze accovacciate sotto la televisione con gli occhi sognanti, mentre ripartiva per l’ennesima volta il video musicale.
Zayn corrucciò la fronte, non capendo che cosa servisse lui in quella situazione. Subito le indicai Karin che si stava annoiando a morte sul divano, giocando a qualcosa con il cellulare per passare il tempo. A quel punto, Zayn corse da Karin, prendendola in braccio e facendole una sorpresa.
Bene e una è sistemata. Ora mancano le altre 4… solo che Giulia non so come scollarla da lì…
«Nicole! Va che divento geloso!» esclamò Liam, con tono scherzoso, mentre si avvicinava alla bionda. Nicole si girò di scatto, alzandosi in piedi e arrossendo violentemente.
«No, vai tranquillo, io ho solo occhi per te, sempre e solo per te… e per Jamie» disse Nicole, mentre le ultime parole si incrinarono per la vergogna. Liam sentì e la sua gelosia cominciò a farsi sentire nell’aria.
«Ehy, Jamie è mio!» esclamò Elena, con una punta di gelosia, mentre fulminava con lo sguardo l’amica.
«E per chi? - chiese sconcertato, con la gelosia che cominciava a corroderlo dentro. – Dai un soprannome a quello lì e non al tuo fidanzato?!» Scena epica, Liam che diventa geloso non è da tutti i giorni. Subito scoppiai a ridere, era troppo divertente vedere Liam che diventava geloso per una cosa così stupida.
«Fossi in te, non riderei tanto, lei – Nicole indicò, con un cenno della testa, Alessia – è completamente ossessionata da Logie» esclamò Nicole, sorridendo strafottente; sapendo che ora la gelosia mi avrebbe completamente preso.
Chi cazzo è Logie?!
«Logie?!» ripetei, con disprezzo nel tono della mia voce. a gelosia ora mi stava invadendo tutto il corpo. Come aveva previsto quella bastarda di Nicole. Infatti sorrise, avendo fatto centro.
«Alessia!» la chiamai, geloso fino al midollo. Dovevo prendere lezioni di autocontrollo della gelosia, non potevo sempre farmi sopraffare dai sentimenti.
Alessia si girò di scatto, sentendo la mia voce, poi sbattè più volte le palpebre, come se dovesse ancora abituarsi alla mia presenza.
 
Alessia’s mind
«Alessia!» mi chiamò una voce, fin troppo conosciuta dalle mie orecchie. Ohccazzo non poteva essere lui. Cioè non doveva essere lui, punto. Nono, che altrimenti gli scoppio a piangere in faccia e dopo sarei diventata una debole.
No Ale, mostrati forte! Cerca di pensare che stai parlando con Niall.
Mi  girai di scatto, poi sbattei le palpebre cercando di non far uscire le lacrime e cercando di abituarmi alla sua presenza.
«Spiegami: chi cazzo è Logie?!» gli occhi di Louis erano di un azzurro acceso, segno che si stava agitando. Non ce la feci a resistere: mi persi nei suoi occhi, cominciando ad annegarci dentro.
Che occhi stupendi…
E poi niente… tutto divenne appannato, le lacrime cominciarono a scendere sulle mie guance, mentre sul volto di Louis si dipinse un’espressione confusa. Ovvio che non poteva capire. Non poteva capire che stavo soffrendo, non poteva capire che ero completamente innamorata di lui.
Così mi alzai e corsi in camera mia, e ci avrei scommesso che tutti gli occhi erano puntati su di me.

«Ma che le hai fatto?!» chiese Zayn, sentendolo avvicinarsi a Louis. Sbattei la porta di camera mia, sentendo le voci ovattate delle mie amiche che mi chiamavano dal salotto.



 

____Autrice____
Ed eccomi qui con il capitolo 17! Si lo so fa letteralmente cagare… sapete da dove sto pubblicando? Dal computer dell’azienda in cui sto facendo lo stage! *non frega un cazzo a nessuno*
Allora qui abbiamo una Alessia decisamente depressa, perché scopre di essere innamorata di Louis; Elena, Nicole, Karin e Niall tentano di consolarla facendogli vedere il nuovo video musicale dei Big Time Rush (ahhhh *sguardo sognante* Looogie… *sospira*) e Elena e Nicole si litigano James HAHAHAH okay.
Comunque… per chi non lo sapesse ho pubblicato su youtube il fic trailer di questa fanfiction *Elena esulta* HAHAAH eccovi il link: cliccate qui.
Per chi ancora non ne sapesse l’esistenza: ecco il link del gruppo su Facebook di questa storia (cliccate qui)
Se ricevo almeno 5 recensioni continuo, altrimenti.. Bo ahahha.
Siete in tanti che seguite la mia storia, perché non vi fate mai sentire? Non vi mangio mica se recensite, anzi... Mi farebbe molto piacere! :)
Perciò vorrei almeno 5 recensioni.
Ultima cosa: passate dalla FlashFic rossa? vorrei sapere che ne pensate, cliccate qui
Ora me ne vado, ho scartavetrato troppo le ovaie. Ringrazio come sempre quelle bellissime ragazze che hanno recensito il capitolo 16 (vi voglio tanto beneee) e tutte le ragazze che hanno messo questa storia nelle preferite – seguite – ricordate.
Baci, Ale

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Capitolo 18
*** BooBear. ***


A Elena e a Nicole, che mi hanno chiesto
entrambe di mettere qualche scena per loro
(la prima pervy, la seconda asdfghjkl).
Spero vi piaccia.

 
Sabato 23 Giugno 2012 (pomeriggio)

 

Alessia's mind

Sono una stupida. Si, lo sono. Sono scoppiata a piangere davanti a quell'idiota di Louis. Ora si starà chiedendo il perché. Dopo verrebbe a chiedermi spiegazioni.
Sentii dei passi avvicinarsi alla porta della camera, dopo alcuni secondi che sembravano interminabili, qualcuno bussò alla porta timidamente.
«Non ci sono, sto dormendo!» esclamai, mettendomi sotto le coperte del mio letto, tirandole su fino alla testa, in modo da nascondermi tutta. Il tizio scoppiò a ridere. 
Oddio, è lui, la sua risata.
«Dai Ale, fammi entrare...» disse Louis, e ci avrei scommesso che stava sorridendo. Presi il cuscino e lo appoggiai sulla testa, per non sentire le sue suppliche. Forse se lo ignoravo, lui se ne sarebbe andato.
Non poteva farsi gli affari suoi per una volta? Chi si fa i cazzi suoi, campa cent'anni.
Ma chi vogliamo prendere in giro? Louis non se ne sarebbe andato fin quando non avesse ottenuto ciò che voleva.
«Okay...» brontolai, alzandomi dal letto e andando ad aprire la porta, chiusa a chiave. Louis alzò lo sguardo, incatenando i suoi occhi ai miei. Una scintilla apparve per qualche secondo nei suoi occhi azzurri brillanti, poi scomparve, così com'era arrivata.
Deve smetterla di farmi crepare con un solo sguardo.
«Non so che cosa sia successo, perché proprio non ne ho la più pallida idea - cominciò a dire Louis, gesticolando freneticamente con le mani. Sembrava in imbarazzo, nel panico più totale. Fortuna che non hai la più pallida idea di cosa sia successo, anche perché non ti dirò mai che sono innamorata di te.. - però non mi sembra il caso di piangersi addosso. Secondo me devi uscire di casa e divertirti un po'. Che ne dici se andiamo tutti quanti al luna park ad Osnago?» chiese Louis, con un sorriso a 360 gradi stampato sulla faccia. Non riuscii a non sorridere e annuii felice.
Oh certo, stamattina a Niall hai fatto passare le pene dell'inferno solo per farti uscire dal letto e ora arriva Louis- Arrivò Subby, sempre a rompere i coglioni, come al suo solito; ma lo interruppi subito.
Oh, ma vaffanculo Subby!
Dopo aver buttato Louis fuori dalla mia stanza, mi vestii e mi truccai leggermente, poi uscimmo tutti quanti da casa. Passammo a prendere anche Niall e Daniela che stavano gironzolando senza una meta e ci dirigemmo con le macchine a Osnago, per andare al luna park.
Prendemmo i biglietti per entrare e la prima giostra che ci si presentò davanti fu la ruota panoramica.
Zayn squadrò la struttura dal basso verso l'alto con riluttanza, prima di deglutire rumorosamente.
«Zayn sei pallido... Sicuro di stare bene?» chiese Liam, prima di mettere una mano sulla spalla all'amico. Karin, ignara della fobia di Zayn, guardò il moro cercando di capire.
«Hai paura dell'altezza?» chiese Karin, con un sorrisetto malizioso che stava nascendo sulle sue labbra. Zayn sgranò gli occhi, prima di negare con un cenno eccessivo della testa.
Tanto duro fuori, ma molliccio dentro, vero Zayn? Muahaha mi sento una stronza.
«No! È che... Preferisco rimanere con i piedi attaccati alla terra ferma.» spiegò Zayn incrociando le braccia. 
Appunto.
Karin scoppiò a ridere, come tutti noi del resto, mentre buttava la testa all'indietro scossa dagli spasmi delle risate.
«Hai paura dell'altezza.» affermò Karin, prendendo alla fine la mano di Zayn tentando di consolarlo, mentre gli sorrideva amabilmente. Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa e subito guardai da un'altra parte.
Mi sta salendo il vomito. Oppure mi verrà il diabete, con tutte queste effusioni che si scambiano in pubblico. Probabilmente prima vomito e poi mi dovranno portare in ospedale, dato che mi verranno entrambi.
«Ale, solo perché tu non hai un ragazzo, non vuol dire che non lo avrai mai.» disse Nicole, mentre guardava con me Karin e Zayn che si sbaciucchiavano in modo poco casto. Dovevo avere una faccia schifata, altrimenti Nicole non avrebbe detto niente.
Sono innamorata di un cretino che mi odia, la vita è dura solo per me a quanto pare; mentre voi avete trovato la vostra anima gemella. Beh certo, a parte Elena, ma scommetto che lei troverà la felicità in un ragazzo che ama e io no. Scommettiamo?
«Sono allergica all'amore, io. Non mi innamorerò mai e se mi innamorerò, lo dimenticherò come ho sempre fatto con tutti gli altri; infine nessun ragazzo si innamorerà mai di me. Fine della discussione.» dissi secca, mentre mi giravo per andare alla bancarella dello zucchero filato. Ne presi uno e lo pagai, poi tornai dagli altri tutta contenta. L'amore non poteva colmare il vuoto che avevo dentro? Bene, arriva lo zucchero filato che risolve tutti i tuoi problemi!
Staccai con l'indice e il pollice un pezzo di zucchero filato, staccandolo a fatica dalla matassa rosa zuccherosa, subito lo avvicinai alla bocca, quando Elena si accorse di ciò che tenevo in mano e gli occhi le cominciarono a brillare, mentre un sorriso semplicemente spaventoso e maniacale si dipinse sulle sue labbra.
Oh, merda.
«Zucchero filato!» esclamò, anzi, urlò la maniaca di zucchero, prima di cominciare a correre nella mia direzione. Urlai e dopo qualche secondo mi ritrovai con il culo a terra, mentre Elena aveva la faccia immersa nello zucchero filato e intanto se lo mangiava tutto.
No, prego eh.
«Ma scusa, non potevi andartene a prendere un altro alla bancarella?!» dissi, mentre mi alzavo tutta dolorante, indicando la bancarella alle mie spalle. Nicole, in parte a me scoppiò a ridere; nel frattempo la fulminai con lo sguardo.
Il mio tessssssssssoro.
«Grazie al cazzo, tu eri già qua con dello zucchero filato!» disse con ovvietà, mentre alzava le spalle.
Ah la bastarda pur di non alzare il culo lo ruba a me, eh?!
«Prego alla figa, ho alzato il mio culo per andarlo a prendere!» esclamai, sbattendo le braccia lungo il corpo, fulminandola con lo sguardo.
Avrei fatto una lettera a dio. Si, per richiedere i super poteri. Almeno tutti mi temono, muahahaha! Okay, sono pazza, ma sarebbe figo avere la vista laser. O a raggi-x. Laser per bruciare le persone che mi stanno sul cazzo che non ho, a raggi-x per vedere cosa portano sotto sotto i ragazzi. Mmm, non è male come idea.
Dovevo aver assunto inconsapevolmente una faccia pervertita a causa della vista a raggi-x, dato che Louis mi osservò in modo alquanto spaventato.
Il primo su cui posso testare la vista a raggi-x potrebbe essere proprio Louis... 
Avevo idee poco caste in mente. Oh si, su quel figo di Louis...
Alessia, ritorna allo zucchero filato!
Giusto, lo succhero- Ehm.. Lo zucchero.
«Elena, brutta baldracca ingrata, ridammi il mio zucchero filato, poi alza le chiappe e vattene a prendere un altro!» esclamai, alzandomi da terra e, a passo da rinoceronte infuriato, mi diressi verso Elena; strappandole il mio zucchero filato dalle sue mani. Lei protestò e tirò dalla sua parte il mio zucchero filato rosa.
Questo.
Significa.
Guerra.
Entrambe continuavamo a tirare lo zucchero filato dalle nostre parti con degli strattoni decisi che ci facevano quasi perdere l'equilibrio, mentre ci insultavamo a vicenda.
«Cretina!» mi insultò, tirando dalla sua parte.
«Cogliona!» la insultai di rimando, tirando dalla mia parte.
«Baldracca!» mi insultò ancora, tirando ancora più forte.
Ah, ma qua si va giù pesante!
«Zoccola!» la insultai, tirando con uno strattone secco dalla mia parte.
«Ragazze...» si intromisero Liam e Louis, cercando di farci smettere, ma nessuna delle due gli diede corda.
«Puttana!» mi insultò ancora lei, tirando sempre più forte.
Poi sono io che ci vado pesante con gli insulti, eh.
Che poi la puttana apre le gambe a tutti i cazzi che incontra, che c’entra con lo zucchero filato?
«Troia!» la insultai, cercando di tirare lo zucchero dalla mia parte.
Quando è troppo, è troppo.
«Ragazze!» ritentarono Louis e Liam, stavolta catturando la nostra attenzione.
«Che c'è?!» esclamammo all'unisono, mentre ci giravamo entrambe visibilmente scocciate verso i due ragazzi. Entrambi avevano due bastoncini con dello zucchero filato appena sfornato dalla macchinetta della bancarella.
Louis, ti amo, punto.
Sì, l’ho pensato sul serio.
«Zucchero filatoooo!» esclamammo all'unisono io ed Elena, lanciando lo zucchero filato che avevo comprato prima per terra e avventandoci sui due poveri ragazzi con lo zucchero filato nuovo, appena sfornato.
«Ah, Ale» disse Elena, abbuffandosi di zucchero filato, mentre cercava di catturare la mia attenzione. Alzai lo sguardo dalla matassa rosa e continuai a masticare.
«Mmm...?» risposi, masticando lo zucchero che avevo in bocca.
Che poi, che cazzo c'è da masticare, se lo zucchero si scioglie in bocca? I grandi perché di Alessia Jepsen.
«Ti voglio bene» disse, sorridendole. Sorrisi e si avvicinò abbracciandomi, mentre i suoi capelli si appiccicavano alla mia faccia.
Awww.
«Anche io» risposi, prima di staccarmi dall'abbraccio e ricominciare a mangiare lo zucchero filato.
«Incredibile!» esclamarono Louis e Liam in coro, prima di restare a bocca aperta.
 
Karin’s mind
Alla fine convinsi Zayn a salire sulla ruota panoramica. Certo, con un po’ di fatica. Okay, lo ammetto: moltissima fatica. Ci sedemmo sui seggiolini e appena partì Zayn deglutì rumorosamente.
«Dai Zayn, non muori mica!» esclamai affettuosamente, mentre prendevo la sua mano destra tra le mie, infondendogli coraggio. Zayn prese un respiro profondo, cercando di pensare ad altro.
Quando scenderemo, mi ucciderà, ne sono sicura.
All’improvviso Zayn urlò, facendomi distrarre dai miei pensieri, mentre si aggrappò a me, rannicchiandosi sul mio petto.
«Moriremo, moriremo, moriremoooo!» urlò Zayn, gettando la testa all’indietro e stringendo di più la presa sulle mie braccia.
Aiha, merda.
Feci una smorfia di dolore, cercando di far intendere a Zayn che mi stava facendo male, ma evidentemente era troppo preso a piagnucolare e ad imprecare contro la ruota panoramica da non notarlo.
«Perché hai aperto gli occhi se hai paura?!» chiesi scocciata, mentre tentavo di staccare la sua presa ferrea dai miei polsi.
Povero, è così spaventato…
«Tu mi hai detto di rilassarmi!» esclamò, piagnucolando ancora di più, poi si mise a pregare, convinto che sarebbe morto.
Chi me lo ha fatto fare?! Chi?!
 
Nicole’s mind
«Ehy, Liam, andiamo nel: “tunnel dell’amore”?» chiesi sorridendo a Liam, che era in parte a me, mano nella mano. Liam guardò nella direzione in cui stavo indicando, poi mi sorrise e annuì, cominciando a correre da quella parte, trascinandomi dietro di sé.
Entrammo in quella specie di barca e partì, mentre Liam metteva un braccio intorno alle mie spalle.
E’ tutto così… romantico, Liam è romantico.
Entrammo nel tunnel e poi il buio.
Buio, subito dopo delle mani cercavano il mio viso e dopo averlo trovato delle labbra premettero sulle mie amorevolmente. Poi i baci diventarono bramosi, richiesti, veloci, desiderosi, fino a far male le labbra.
Dopo minuti che sembravano interminabili, uscimmo dal tunnel e notai che Liam era tutto sporco di rossetto, il mio rossetto.
«Si vede che ci siamo baciati?» chiese Liam, toccandosi la faccia, mentre guardava il suo riflesso in uno specchietto. Scoppiai a ridere, trattenendomi la pancia con le mani e buttando la testa all’indietro.
Noo, vai tranquillo.
«Tranquillo Liam, non se ne accorgerà nessuno» dissi, prima di riprendere il suo viso tra le mie mani e baciandolo nuovamente.
 
Alessia’s mind
Lanciai la pallina con il tentativo di colpire le bottiglie. Sì, una l’avevo presa, mi mancavano le altre due. Mi concentrai sulle altre due bottiglie e presi la mira, ma quando tentai di lanciare, qualcuno bloccò il mio braccio, pre.
«Permetti?» chiese una voce calda e roca, vicinissima al mio orecchio destro. Le gambe cominciarono a tremarmi pericolosamente, mentre deglutivo rumorosamente.
Se non la finisce di piombare così alle mie spalle con quella voce roca, lo stupro qui davanti a tutti, non me ne fotte una minchia.
Calma Ale, inspira ed espira lentamente…
«Cosa vorresti dimostrare? Che io sono una cretinoide che non sa prendere bene la mira?» esclamai, girandomi e mettendo le mani sui fianchi. Quello che non avevo calcolato era che Louis era letteralmente appiccicato a me, così il suo corpo era a stretto contatto con il mio. Tentai di indietreggiare, ma trovando il bancone della bancarella, mi trovai bloccata tra il corpo di Louis e il bancone. Alzai lo sguardo e i nostri volti si trovarono pericolosamente vicini.
Oh cazzo, oh merda, oh porca puttana.
«N-no, volevo s-solo aiutarti a-aah…» balbettò Louis, cercando di formulare una frase concreta. I nostri volti si stavano avvicinando pericolosamente e lentamente entrambi stavamo chiudendo gli occhi. La mente cominciava ad annebbiarsi, nessun pensiero formulato era coerente alla realtà; improvvisamente un colpo di tosse ci interruppe.
Chi cazzo è adesso?!
«Signorina, se lei e il suo ragazzo volete giocare, il gioco si trova da questa parte.» Il proprietario della bancarella ci guardava stizzito, mentre aspettava impaziente che ci muovessimo a buttare giù quelle dannate bottiglie.
Se lei e il suo ragazzo volete giocare…
Un brivido percosse la mia schiena, quando quella frase prese significato nella mia testa.
«Oh, guardi lui non è il mio ragaz-» esclamai, indicando Louis, ma fui subito interrotta dal proprietario, che con un gesto sbrigativo, liquidò la conversazione, non interessandogli se Louis fosse o meno il mio ragazzo.
Ah, bè, bel modo di chiarire e conversare con la gente.
Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa e alzai il braccio prendendo la mira per buttare giù quelle dannatissime bottiglie bianche.
Una mano si appoggiò sulla mia mano che racchiudeva la pallina da tirare, mi girai e mi trovai un Louis sorridente che nel frattempo appoggiò l’altra sua mano sul mio fianco sinistro. Abbassai lo sguardo, sorridendo come un’ebete e allo stesso tempo le mie guance presero fuoco, quindi cercai di nasconderle con i capelli.
Tirammo sta’ benedetta pallina e colpimmo tutte le bottiglie. Il proprietario sembrò essere sollevato e ringraziò mentalmente il cielo, così ci saremmo levati dai coglioni.
Gne, gne, gne, bastardo di merda.
«Scegli un peluches” disse monotono il proprietario, prendendo il cesto dei peluches. Cristo santo, c’e ne erano tantissimi. Poi notai un pinguino troppo tenero e lo indicai, subito il proprietario me lo porse, contento di volersi levare dalle palle me e Louis.
«Che nome gli darai?» chiese Louis, camminando in parte a me, tutto sorridente. Lo guardai corrucciando la fronte: dovevo dargli un nome? Louis non se ne accorse e continuò a camminare dritto davanti a se.
Guardai il pinguino, poi passai a Louis e poi ritornai al pinguino. Sorrisi, mentre le guance mi si velavano di rosa.
«BooBear» dissi infine.
 
Elena’s mind
«Ehi, Harry, andiamo a provare quel gioco la?» dissi, indicando una struttura dove c’era una specie di vasca con dentro l’acqua e una specie di sedia che poteva togliersi schiacciando il pulsante rosso all’interno di un cerchio rosso.
«Pff, la tua mira è talmente scarsa che non riusciresti a beccare il pulsante rosso, per buttarmi in piscina!» mi provocò Harry, cominciando a farmi il solletico. Scoppiai a ridere, sia per ciò che aveva detto, sia perché continuava a farmi il solletico.
Scommettiamo?
«Va bene, allora proviamo!» esclamai, senza fiato. Harry mi prese per il braccio e mi trascinò, fino alla struttura, poi lo fecero salire sulla seggiola sopra la vasca piena d’acqua e mi diedero una pallina in mano.
Sorrisi maliziosamente a Harry, prima di tirare la palla che andò dritta sul pulsante rosso, subito dopo Harry cadde in acqua. Harry riemerse totalmente sconvolto e confuso da ciò che era appena successo, mentre ridevo come una cogliona, scossa dagli spasmi delle risate, buttai la testa all’indietro e nel frattempo Harry uscì dalla vasca, bagnato fradicio.
«Elena, vieni qua! Ho voglia di un bell’abbraccio!» esclamò Harry, avvicinandosi tutto grondante di acqua. Dopo aver cominciato a scuotere la testa, e cercando di allontanarlo, cominciai a correre, ancora con il fiato corto per le risate. Due braccia forti mi circondarono la vita e il petto bagnato di Harry venne a contatto con la mia schiena. Harry mi fece girare su me stessa, poi strinse l’abbraccio e la mia maglietta, a contatto con quella bagnata di Harry, si impregnò di acqua e di conseguenza mi bagnai anche io.
«Lasciami, Harry!» urlai, continuando a ridere contro il suo petto. Appena mi lasciò andare, guardai la mia maglietta e una chiazza di acqua si stava stendendo sempre di più sul tessuto bianco. Il problema, essendo la maglietta bianca, il tessuto stava diventando semi-trasparente, scoprendo il mio reggiseno grigio e mettendolo in bella mostra, dato che si stava impregnando di acqua pure quello.
Guardai Harry, assottigliando gli occhi con fare da sfida. Harry fece un mezzo sorriso come se mi stesse chiedendo scusa e cominciò ad allontanarsi da me, mentre io avanzavo cercando di annullare la distanza fra di noi in modo che non mi sarebbe sfuggito.
«TU! Torna subito qui!» urlai, prima di cominciare a rincorrerlo.
 
Era più di un quarto d’ora che stavo rincorrendo quel rincretinito di Harry Styles, quando poi notai che eravamo tornati a verderio e si era fermato davanti a casa mia.
Perché cazzarola sto minchione si è fermato davanti a casa mia?!
«Posso cambiarmi da te? Ora che arrivo a casa mi prendo una polmonite.» chiese, mentre strizzava la maglietta bagnata fradicia. I capelli ricci gli si erano asciugati un pochino, tutti arruffati sulla testa, e le punte erano più scure, ancora bagnate dall’acqua.
Dice sul serio o mi sta prendendo per il culo?
«Ma io non ho vestiti maschili…» dissi, corrucciando la fronte, cercando di capire dove volesse arrivare.
Quando capirò un ragazzo sarà troppo tardi.
«Senti Harry, facciamo così, resti a casa mia, ti fai una doccia, dormi da me e poi torni a casa, va bene?» dissi, mentre Harry sorrideva soddisfatto.
 
Finii di farmi la doccia in camera di mia sorella ancora in imbarazzo per prima.Devo ricordarmi di non mettere cose bianche quando stava per piovere.
Mi avvolsi in una salvietta bianca e cominciai ad asciugarmi i capelli. Che noia.
«Bene, e adesso..»dissi parlando da sola. Cavolo la crema era in camera mia.Pazienza, tanto Harry probabilmente era ancora sotto la doccia. Sarei entrata ed avrei preso la crema dal comodino.
Uscii dalla stanza, alzai lo sguardo e mi trovai di fronte a Harry che mi stava guardando stupito fuori dalla porta della mia camera.
«E-Ele..»balbettò impacciato arrossendo. Lo copriva solamente una salvietta attorno alla vita.
Non avevo mai visto Harry arrossire. Di solito sembrava sicuro di sé, pervertito ed anche così stupido.
Recentemente però mi sembrava molto dolce, forse ero solamente io che avevo la cattiva abitudine di giudicare troppo presto le persone. Era così carino con l'espressione da “non so cosa fare”, faceva tenerezza.
Sentì improvvisamente una strana sensazione percorrermi tutto il corpo che mi fece sentire bene ed il mio cuore batté più forte.
E se fosse amore? Me e Harry?
Oddio, Harry. Era single, io pure, poteva funzionare, ma mi piaceva veramente?
Si accorse che non spiccicavo parola, quindi mugugnò ancora qualcosa.
«S-scusa non sapevo che saresti uscita, insomma....»
Era così cucciolo. Risentì quella sensazione ed il battito del mio cuore ormai fuori controllo.
Ero agitata, ma per cosa? Io mi agitavo abbastanza velocemente, ma in quel momento non capivo il perché.
Forse era la sua presenza. Solo la sua presenza mi agitava, avevo paura di fare qualcosa di sbagliato, sì, ecco il perché.
Avevo paura di sbagliare, di fare un passo falso che gli facesse pensare cose sbagliate su di me, volevo fargli una buona impressione, le mie stupide solite paure che mi venivano in mente quando....
«Quando mi interessa qualcuno»dissi in un sussurro ad alta voce.
Merda, sicuramente ha sentito.
«Come?»chiese Harry, infatti. Che cazzo gli avrei detto adesso? Quando mi interessa qualcuno… Come gliel’avrei spiegata questa frase senza senso.
Stupida Elena. Cretina Elena. Cogliona Elena.
“I-io.. nulla.. ehm..»arrossii di colpo, notando che mi stava osservando dal suo metro e ottanta.
Minchia se è alto.
Si avvicinò cautamente a me, ora ci separavano pochi centimetri e non riuscivo a capire che intenzioni avesse.
Strinsi forte con la mano la salvietta intorno a me assicurandomi che non sarebbe caduta.
Harry mi prese entrambe le mani tra le sue ed intrecciò le nostre dita tra di loro. Il mio respiro si fece più incontrollato. Avvicinò il suo volto al mio lentamente e mi baciò sulla guancia. Il mio viso era in fiamme, non sapevo che fare. Inoltre il mio corpo si rifiutava di muoversi. Sentivo il suo profumo ed i suoi capelli ancora umidi mi solleticavano leggermente.
La mia stupida salvietta cominciava a farmi i dispetti cercando di cadere a terra.Cercai di affrancarla meglio ma Harry appena tentai di spostarmi mi strinse le mani alle sue impedendomi di muovermi. Staccò le sue labbra di poco e le appoggiò alle mie labbra. Premette appena senza che io reagissi esteriormente. Dentro di me ero in subbuglio invece. Era un'emozione nuova, mai provata e soprattutto non sapevo come comportarmi.
Fece per staccarsi ma non gliene diedi modo in quanto cominciai a muovere le labbra sulle sue istintivamente.
Si riavvicinò ancora di più e le dischiuse cercando in introdurre la sua lingua nella mia bocca in cerca della mia.
Le dischiusi a mia volta ed entrò subito senza tanti complimenti. Si muoveva lentamente ma sembrava acquistare poco a poco sempre più velocità e passione.
Ricambiai in modo passionale ed un po' impacciato. Le nostre lingue giocavano insieme in un misto di tocchi ed intrecci appassionati.
Improvvisamente sentì la mia salvietta birichina scivolarmi piano piano via di dosso. Trasalii impallidendo all’istante.
Continuai a baciarlo facendo finta di niente sperando che non se ne accorgesse ma ahimè si staccò da me.
L'unica cosa che mi copriva era ormai ai miei piedi e sentivo gli occhi indagatori e curiosi di Harry percorrere ogni minima parte del mio corpo. Le mie braccia erano inutilizzabili sotto la sua presa stretta, non riuscivo a muovermi. Tornò a guardarmi in volto. I suoi occhi erano cambiati, erano divenuti più passionali, seducenti, pieni di desiderio. L'espressione era più tesa ed il suo labbro inferiore era sottoposto alla morsa che i suoi denti esercitavano. Deglutii rumorosamente agitandomi maggiormente.
Mi lasciò una mano ed aprì la porta alle mie spalle a cui ero appoggiata, controllando che ci non ci fosse nessuno. Presi velocemente la salvietta bianca a terra e la portai dinanzi a me cercando di coprirmi.
Mi portò dentro e chiuse la porta alle sue spalle.
Harry cercò di spostare l'oggetto morbido dalla presa della mia mano.
«E-elena, v-vuoi…?» cercò di dire Harry, ma le parole gli morirono in gola. Avevo già intuito cosa volesse fare Harry, così subito fui invasa da eccitazione e le mani cominciarono a tremarmi.
Inciampai camminando all'indietro col letto che mi costrinse a sedermici sopra. Harry avanzò ancora verso di me costringendomi ad andare all'indietro fino al principio del letto.
«Sì, Harry, voglio farlo.»
«Sei così eccitante»disse Harry. Gemetti a quelle parole. Si mise a gattoni sopra di me e si avvicinò a mordicchiarmi un orecchio.
Mi baciò sul collo ripetutamente e poi arrivò alla mia mano che reggeva la salvietta, intimandomi di lasciarla andare. Mi morse leggermente la pelle e la mollai la presa non molto convinta, poi Harry la afferrò e la buttò sul pavimento.
Mi baciò in mezzo al seno soffermandosi per qualche secondo. Si spostò più sulla destra cominciando a giocare con essi, mordicchiandoli e baciandoli ripetutamente.
Gemetti di nuovo. Continuò ed il suo respiro cominciò a farsi irregolare. Sentì la sua mano appoggiarsi sul mio ventre e scendere. Sbarrai gli occhi quando il suo tocco si fece sentire nelle mie parti intime. Era così lento e dolce. Subito mi fece emettere un breve acuto urlo. Mi tappai la bocca con l'unica mano libera che avevo.
«Ti piace?»mi domandò con la sua voce roca e sensuale che collaborò ad aumentare il mio piacere.
Merda, merda, merda, era così maledettamente eccitante.
«H-Harry»balbettai, senza fiato. Devo dirgli che sono ancora vergine? Si.. anzi no. No, Meglio che glielo dico.
«Mm?»rispose Harry, sempre con voce roca e sensuale.
Eh, ma così non vale bastardo, non puoi farmi eccitare soltanto parlando.
«N-non l'ho m-mai.... non....»balbettai, mentre Harry continuava a provocarmi piacere, rendendo tutto più difficile. La testa non ragionava più, il mio corpo sembrava immobile e non rispondeva più ai comandi.
Gridai ancora per la sorpresa inaspettata.
«Lasciati andare»mi disse solamente.
Grazie al cazzo, per te è facile dirlo, tu hai più esperienza di me, bastardo!
Si tolse la salvietta di dosso lasciando scoperta la sua… pulsante erezione mezzo alle gambe. Non riuscii a fare a meno di guardarglielo. Capitemi, era la mia prima volta.
Mi aprì ancora di più le gambe e continuò a strusciarsi sulle mie parti intime facendomi rabbrividire piacevolmente. Misi una mano sul suo sedere e spinsi i suoi fianchi più vicini ai miei per farmi sentire maggiormente la sua presenza su di me.
«Impaziente»sogghignò maliziosamente Harry, prima di scoppiare a ridere.Provavo il bisogno di sentirlo dentro di me, e lui scoppia a ridere. Bello, no?
Poco dopo una spinta, una spinta che mi fece diventare lucidi gli occhi, a causa del dolore. Una lacrima scese sulla mia guancia, ma subito un sorriso ebete mi si stampò sulla faccia.
Non sono più vergine.
I suoi muscoli erano tesi, potevo sentire quelli della schiena contratti appena li toccai.Si mosse ancora un paio di volte ed il suo amichetto ingrossato gli provocò un potente orgasmo. Sorrise e si sdraiò accanto a me sfilandomi il suo amichetto.
«Ti è piaciuto?»mi chiese Harry, prima di scostarmi delle ciocche di capelli davanti al viso.
«Sì, mi è piaciuto»dissi ancora ansimante, mentre Harry sorrideva soddisfatto.



    

 
____Autrice____
 
Okay allora 118 visualizzazioni e cinque mi piace al FicTrailer? Ma io vi amoo! No seriamente, vi amo alla follia 
(Per chi volesse vederlo, cliccate qui)
 
Sono in azienda e sto pubblicando da qua (come in questi ultimi tempi lol) e tipo che c’è il mio compagno di stage che ogni volta che va a fumare o va in bagno mi mette le canzoni dei One Direction HAHAHAHH non okay, solo lui può :’)
 
Passiamo al capitolo... Allora questo mi sono divertita di più a scriverlo, dato che vanno al luna park e fanno qualcosa di diverso dalla solita routine casa - oratorio / oratorio - casa.
Come possiamo benissimo notare, qui abbiamo un Zayn succube (oh signur che termini sofisticati hahaha) della sua paura dell'altezza; poi un Liam romanticone sporco di rossetto ahhahahah lol
Che dire di Alessia e Louis? Stanno per mettersi insieme? Mmm io non saprei, sta per arrivare la vera troia della storia, e diciamo che si metterà in mezzo tra i due innamorati AHHAHAHAHA non dico altro, ditemi le vostre ipotesi o nel gruppo su Facebook (cliccate qui per richiedere l'iscrizione) o direttamente nelle recensioni ;)
Ultima cosa: ve lo aspettavate Harry che va a letto con Elena? HAHAHAH okay, forse vi ho sorpreso un bel po' lol
 
Allora ora faccio un po' di ringraziamenti. Prima di tutto ringrazio SellyD che mi ha mandato tremila messaggi personali, ordinandomi di pubblicare HAHAHHA, poi la ringrazio ancora per aver recensito il capitolo 17, insieme a quelle meraviglie di KikkaLoveTommo (che se non continua al più presto la sua storia, comincio a tartassarla di messaggi personali lol), GleekDirectioner (che ha già aggiornato e devo assolutamente andare a leggere, dato che sono drogata della sua ff), Ciuffo 97 (che si è appena iscritta e la prima storia che ha letto è la mia ahhahah adesso mi esalto lol), la mia Ele_Official (che se non va avanti anche lei la meno a sangue) e per finire cha_Directioner (che con le sue recensioni mi fa sempre felice :33). Vi ringrazio tutte quante e spero che recensiate anche questo di capitolo lol
Infine volevo ringraziare i 44 preferiti38 seguite 8 ricordate. Grazie davvero, vi voglio bene
 
Un po' di pubblicita: allora voglio assolutamente che passiate da:
They don't know how special you aresu Louis | di Kikkalovetommo
All you need is a fake relationship, Styles | su Harry | di GleekDirectioner
 
Sono asdfghjkl ** davvero passate, non ve ne pentirete ;)
 
Questo spazio autrice sta durando un'eternità, dai vado, ho finito di scartavetrare le ovaie lol
Ciaoo, bacioni Ale 

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Capitolo 19
*** E arriva l'esperto Styles, che di sesso sa tutto ***


Domenica 24 Giugno 2012

 
Elena's mind
I raggi del sole colpirono i vetri della finestra della mia camera, diffondendosi in tutta la stanza. Strizzai gli occhi per il fastidio e dopo aver aperto prima uno, poi l'altro occhio, mi sedei sul letto. Subito dopo mi resi conto di non avere niente addosso e un braccio era stretto intorno ai miei fianchi.
Mi girai su me stessa, stando attenta a non spostarlo, per non far svegliare chi avevo accanto e mi ritrovai Harry che dormiva profondamente. I ricci gli ricadevano sulla fronte e qualcuno anche sugli occhi, il petto si alzava e si abbassava a ritmo della respirazione, le guance erano arrossate (probabilmente dal caldo) e le labbra rosee e sottili erano schiuse.
Nell'insieme Harry era altamente stuprabile.
Oh cazzo, mi sto facendo condizionare troppo da quella pervertita di Alessia.
Harry cominciò a strizzare gli occhi, prima di sbattere le palpebre e aprire gli occhi, cercando di abituarsi alla luce del sole.
Quando mise a fuoco la mia figura, un sorriso si stampò sulle sue labbra e i suoi occhi verdi si illuminarono, di una strana luce.
«Buongiorno!» esclamai lasciandogli un bacio a fior di labbra. Poi mi girai, mi alzai dal letto, recuperai l'intimo e misi la maglia bianca di Harry.
Oh, profuma.
«Ti sta bene» disse Harry, sorridendo maliziosamente. Mi girai verso di lui, non capendo dove volesse andare a parare.
Ti sta bene? Oh dio, non dirmi che sta giocando a quei stupidi giochetti c'è fanno i bambini-
«Intendo... La mia maglia ti sta bene, mi piace come cade sul tuo corpo» spiegò Harry, mentre le sue guance prendevano colore; avendo notato il punto interrogativo stampato sul mio volto. Arrossii violentemente, mentre mi mordevo il labbro inferiore e sorridevo come un'ebete.
Adesso faccio una figura di merda, me lo sento. O inciampo in cose inesistenti o vado a sbattere contro un muro, per la troppa emozione.
«I-io vado di sotto a fare colazione, ti aspetto giù. - dissi, mettendo un piede fuori dalla porta, poi mi voltai e continuai - ah i miei tornano oggi pomeriggio, quindi dovrebbe esserci solo mia sorella. Vedi di vestirti, o quella salta addosso anche a te.» lo informai, uscendo definitivamente dalla stanza. Sentii Harry raggiungermi subito dopo, quando io ero a metà scala. Mi girai osservandolo.
Oh i pantaloni se li è messi, per fortuna.
«Dai Daniela, dammi la Nutella!» sentii dire da qualcuno.
No frena: chi era con Daniela alle - guardai l'orologio, non sapendo l'ora - 8 e mezza di mattina?! Certo avrebbe potuto farmi la stessa domanda mia sorella, se avesse visto Harry nel mio letto.
Io e Harry ci guardammo, poi, scendendo le scale in punta di piedi (mi sento un agente 007, cazzo), ci dirigemmo verso la cucina, dove c'era un ragazzo biondo che rincorreva mia sorella per tutta la cucina.
Niall. Dovevo immaginarlo che era lui.
«Ehi, buongiorno!» li salutai, entrando definitivamente in cucina e dirigendomi verso la mensola con i biscotti al cioccolato.
«’Giorno» disse semplicemente Harry, cercando di non dare troppo nell’occhio. Si infilò le mani in tasca e si appoggiò allo stipite della porta della cucina, mentre Niall e Daniela lo squadravano da capo a piedi.
Yuhuu ho trovato i biscotti!
Mi girai verso di loro, osservando la faccia stupita dei due piccioncini che continuavano a posare, prima su me e poi su Harry, lo sguardo cercando di capire cosa era successo.
«Maglietta di Harry..» disse Niall in trance, indicandomi con lo sguardo perso nel vuoto.
Sì, Niall puoi farcela.
«Harry solo in pantaloncini» continuò Daniela, anche lei in trance, indicando questa volta Harry. Io e Harry ci guardammo e arrossimmo violentemente, poi tornammo ad osservare i due imbambolati. Presi l’aranciata e la versai in un bicchiere, poi cominciai a bere.
Vediamo quanto ci mettono a capire che siamo andati a letto insieme.
«Siete andati a letto insieme!» esclamarono entrambi all’unisono, dando voce ai miei pensieri. Posai il bicchiere con dentro l’aranciata sul bancone della cucina e cominciai a battere le mani.
«Quanto siete perspicaci, oh!» esclamai, continuando a battere le mani. Daniela mi fulminò con lo sguardo, Harry scoppiò a ridere e Niall si vantò del mio commento, pensando che fosse un complimento.
È un commento sarcastico, Niall.
«Era sarcastico, Niall» Daniela diede voce ai miei pensieri, dando una sberla affettuosa sulla nuca del fidanzato. Niall si massaggiò la parte dolorante e poi alzò le spalle.
Scoppiai a ridere insieme ad Harry e poi andammo tutti e quattro a sederci sul divano.
 
Alessia’s mind
L’ho già detto che odio immensamente la mia prof di scienze? Quella tro… ttola mi ha dato il debito in scienze e ora dovrò passare l’estate a studiarla. 
AHAHHA bella questa, vero? Come se adesso prendessi il libro e mi mettessi a studiarla sul serio.
«Aleeee?» urlò mia madre dalla cucina, cercando di catturare la mia attenzione.
Adesso che c’è?! Stavo per iniziare a ‘studiare’ scienze.
«Ohh, dimmi!» risposi, facendole capire che la stavo ascoltando.
Che palle.
«Visto che devi studiare scienze... – oh no. Quando comincia così è perché ha chiamato qualcuno per aiutarmi a studiare scienze. Solo scienze, le altre materie sono a posto, non sono ritardata. A volte mi chiedo se mia madre pensi che io sia ritardata. – ho chiamato un ragazzo carino che si è offerto di aiutarti. Dovrebbe essere qui a momenti, quindi vedi di prepararti!» Oh, perfetto. L’unica cosa che mi piace dell’ultima frase è ragazzo carino.
Dai almeno quello che mi aiuta è carino.
Fatti forza Ale. Solo due ore e sarai libera.
Mi alzai dalla sedia della mia scrivania e misi una maglia larga con dei pantaloncini, poi mi legai i capelli in uno chignon disordinato e misi le ciabatte comode ai piedi.
Suonarono alla porta e mi precipitai ad aprire, prima finiva questo strazio, meglio era per me.
Il ragazzo è carino, il ragazzo è carino, il ragazzo è carino..
«Louis?» chiesi, appena vidi il ragazzo castano dagli occhi azzurri. Louis mi sorrise dal suo metro e settanta, facendo ombra su di me con la sua altezza.
È sempre stato così alto?
«Posso entrare?» chiese lui, facendo cenno con la testa indicando l’interno di casa mia. Sorrisi e lo feci passare, poi lui si sedette sul divano.
«Però appena arriva un ragazzo carino te ne devi andare che deve aiutarmi a studiare scienze» alzai gli occhi al cielo, sbuffando annoiata solo all’idea di mettermi a studiare scienze. Louis scoppiò a ridere, mettendosi una mano davanti alla bocca.
Cazzo ti ridi?!
«Tua madre mi ha definito ‘ragazzo carino’?» chiese Louis alzandosi dal divano e sorridendo. Alzai un sopracciglio incrociando le braccia.
Solo io non ho ancora capito una mazza?
«Ale, sono io il ragazzo carino che deve aiutarti a studiare scienze» disse Louis avvicinandosi a me, sorridente più che mai. Schiusi la bocca e spalancai gli occhi dalla sorpresa.
Ahh, ora ho capito.
Era evidente che non avevo ancora assimilato il significato delle sue parole.
No, aspetta: COSA?!
Ecco, appunto. Questione di secondi.
Però mia madre su una cosa aveva ragione: il ragazzo è davvero carino. Ma che dico? È uno gnocco stuprabile.
 

***

 
«Ora, comincia a leggere a voce alta» disse Louis, dopo esserci seduti tutti e due vicini sulla scrivania. Troppo vicini per concentrarmi. Inspira ed espira, calmati.
Aprii il libro sulla scrivania, alla pagina 69 - Cristo santo già c'era Louis ad ispirare sesso violento, pure le pagine ora me lo ricordano! - all'argomento degli acceleratori chimici. Le mani cominciarono a tremare, cominciai a sudare freddo per l'agitazione e la presenza di Louis di certo non mi aiutava.
Nemmeno sulle montagne russe ero così agitata e io ho paura delle montagne russe.
Okay Ale, frena tutti gli ormoni che stanno fremendo nel tuo corpo. 
«Okay... L'insieme di tutte le reazioni biochimiche che avvengono in un orgasmo..» iniziai a leggere, bloccandomi subito. Oh merda.
Oh cazzo, oh cazzo, oh cazzo, oh cazzo, ho detto orgasmo, ho detto orgasmo! Sono rovinata, è la fine, mi prenderà per una maniaca sessuale.
Andare nel panico? Oh sì, soprattutto se ti chiami Alessia Jepsen e hai appena fatto una figura di merda, yep.
Fortuna che dovevi tenere i tuoi ormoni sotto controllo.
Ci mancava solo Subby, ma vaffanculo vah.
Andai in iper ventilazione, sperando che Louis non avesse sentito.
«Orgasmo?» Louis si girò guardandomi con quei suoi occhi azzurri da penetrare l’anima.
Eh che cazzo, sempre argomenti di sesso eh!
Ma penetrare l’anima… oh fanculo vah.
Sfortunatamente aveva sentito chiaro e tondo ciò che avevo detto e fece un sorriso malizioso.
Arrossii violentemente e buttai la testa all’indietro per prendere un po’ d’aria, ma persi l’equilibrio, dato che ero seduta in modo strano e caddi a terra, sbattendo la testa.
Ahia la testa, cazzo.
Yeah buddy, doppia figura di merda!
Louis scoppiò a ridere, ma subito dopo si accucciò accanto a me per soccorrermi.
«Ehi Ale, tutto bene?» chiese, alzandomi da terra. Mi massaggiai la nuca facendo una smorfia, poi lo guardai negli occhi per rispondergli. Sì, peccato che era a pochi centimetri da me e mi persi nei suoi occhi azzurri.
Possibile che sia così bello?
«Louis?» signore e signori, so riconoscere la gente, yeah.
Louis aggrottò la fronte mentre sorrideva. Mise una mano sul mio fianco, in modo da sorreggermi e l'altra l'appoggiò dove avevo sbattuto la testa.
Che dolce asdfghjkl.
«Sì?» rispose comunque Louis, anche se sembravo una povera rincoglionita. Che gesto carino da parte sua.
Strinsi nelle mie mani la sua maglia nera, in modo da restare attaccata a lui.
Le sue labbra sottili si schiusero, sorpreso dalla poca vicinanza che ci divideva.
Dio santo se è bello.
«Sei proprio un bel ragazzo» dissi continuando a guardarlo negli occhi. Appunto per il futuro: non perdersi negli occhi azzurri e profondi di Louis e collegare la bocca al cervello, prima di parlare. Alessia sei pregata di ricordartelo, grazie. 
Le guance di Louis si velarono di rosa e sorrise, guardando da un'altra parte.
L'ho fatto arrossire, minchia.
«L'hai sbattuta forte la testa...» disse con un mezzo sorriso, prima di passare una mano sulla parte ancora dolorante.
Dio, è la dolcezza in persona.
«Facciamo una pausa?» chiese lui, prima di staccarsi completamente da me e, dopo essersi assicurato che riuscissi a stare in piedi da sola, si diresse in cucina.
Ma se abbiamo appena iniziato?!
«Di già?! Abbiamo appena iniziato!» scoppiai a ridere e Louis mi seguì a ruota, poi entrammo in cucina a fare una pausa.
 
Harry's mind
Stavamo guardando la televisione da un bel po' di tempo. Più che guardarla, Niall e Daniela si stavano sbaciucchiando da ore ormai.
Ma non gli fanno male le labbra dopo un po'?!
«Bleah, che schifo.» disse Elena, seduta in parte a me mentre guardava disgustata i due piccioncini.
Non è che fanno schifo, ma cazzo, sembrava che non ci fosse altra attività più divertente che continuare a baciarsi. Dovevo aver inconsapevolmente assunto una faccia disgustata mentre guardavo quei due pomiciare dalla mattina alla sera.
«Cià, Harry io vado su a sistemare il mio letto... Vieni con me?» Elena si alzò dal divano e la seguii sorridente, felice di andarmene da quei due succhia-bocca. 
Dai questa ci stava! Succhia-bocca hahaha... Okay non fa ridere.
Entrammo nella sua camera e insieme prendemmo i lembi delle coperte e cominciammo a sistemarli, quando notai una chiazza rossa al centro del materasso.
«Ehm.. Elena?» la chiamai un po' allarmato. Elena alzò la testa e mi diede tutta la sua attenzione. Indicai la macchia rossa con un cenno della testa e lei voltò lo sguardo sul materasso. Sbarrò gli occhi e spalancò la bocca.
«Oddio ho macchiato il lenzuolo, che palle!» Elena si precipitò in bagno a prendere lo straccio e a cercare di togliere la macchia. La seguii per aiutarla.
«Tranquilla, è normale visto che con me è stata la tua prima volta» dissi, infilando le mani in tasca. Elena si voltò di scatto verso di me e mi guardò negli occhi, prima di sorridere maliziosamente.
Che c'è? Che ho detto?
«E arriva l'esperto Styles, che di sesso sa tutto» esclamò, prima che entrambi scoppiammo a ridere.
 
Alessia's mind
«..e dell'uretra che, a differenza di quanto accade nei maschi, sono completamente separati. - cominciò a leggere Louis, poi si bloccò. - Oddio, questa non la sapevo» esclamò Louis, prima di continuare a leggere il paragrafo sull'apparato femminile.
Incrociai le braccia al petto e alzai un sopracciglio saccente.
Pff non ci credo.
«Strano, pensavo fossi informato di questo dettaglio... Hai visto così tante fighe nella tua vita!» commentai ironica, scoppiando a ridere. Louis si girò verso di me, non trovando la mia battuta divertente e si irritò alla mia affermazione.
Eddai scherzavo.
«E tu allora non dovresti studiare l'apparato maschile, visto che ne avrai visti almeno una decina nella tua vita!» esclamò lui, chiudendo il libro con uno scatto improvviso, poi si girò completamente verso di me. Incrociò le braccia con aria superiore, mentre io sprofondavo nella vergogna e arrossivo violentemente. Abbassai lo sguardo e mi morsi il labbro inferiore mentre le guance mi andavano a fuoco.
Il pene di mio cugino di 10 anni, vale?
«Tu... Sei ancora vergine?!» Louis mi indicò scioccato, mentre spalancava gli occhi dalla sorpresa.
La situazione mi sta sfuggendo di mano.
«No!» arrossii ancora di più e guardai da un'altra parte, incapace di guardarlo in faccia. Cominciai a mangiarmi le unghie dal nervoso.
Di male in peggio, proprio.
«Devo dire che sei molto convincente...» disse Louis con tono ironico, mentre sorrideva maliziosamente e mi alzava il viso con le dita.
Stronzo fammela pesare eh.
«E va bene, sono vergine e allora?!» tolsi bruscamente le dita da sotto il mento e mi alzai dalla sedia, per poi dare le spalle a Louis e incrociare definitivamente le braccia.
Ecco l'ho detto. Ora mi sfotterà a vita.
«E allora?! Hai anche il coraggio di chiederlo? Stai per compiere 19 anni e non l'hai ancora fatto!» sentii Louis alzarsi dalla sedia e raggiungermi, per poi posizionarsi davanti a me e allargare le braccia.
Appunto.
«Parli come se fosse una cosa di cui vergognarsi! Non mi vergogno di essere vergine e sai perché? Perché la mia prima volta la voglio fare con il ragazzo che amo, non per divertirmi e basta!» esplosi infine, mentre gli occhi mi si riempivano di lacrime. Uscii dalla mia stanza e andai in salotto, cercando di asciugare le lacrime con il dorso della mano.
Quello che Louis non capiva era che avrei tanto voluto perdere la verginità con lui.
Oddio l’ho detto sul serio. Non ci credo.
Era lui che amavo.
Era lui quello giusto per me.
Era lui che mi faceva sentire in paradiso con un solo sorriso.
Era di lui che mi ero innamorata.
Ma lui non lo sapeva.
E sicuramente non glielo avrei detto io.
«Ehi Ale.. m-mi dispiace, non volevo-» Louis uscì dalla mia camera dopo alcuni minuti e cominciò a scusarsi, ma lo interruppi quasi subito.
«..farmi sentire una merda perché non l’ho mai fatto con nessuno?» continuai la frase al posto suo, incrociando le gambe e le braccia. Louis rise e scosse la testa in segno di disapprovazione. Si sedette accanto a me sul divano e mi asciugò le lacrime con il pollice.
«Se vuoi, puoi rimediare..» disse Louis dopo alcuni minuti di silenzio, mentre mi guardava in modo pervertito. Okay fa decisamente paura.
È lo stesso modo in qui lo guardi tu cogliona.
Ah davvero?
Sì.
Allora mi faccio paura.
Scoppiai a ridere per la situazione imbarazzante e gli tirai un pugno affettuoso sulla spalla, prima di alzarmi e andare in cucina.
Aspetta un secondo: mi ha appena chiesto di fare sesso. Oh minchia, mi sento male.
Velocizzai il passo verso la cucina e cercai di farmi vento con dei fogli sul tavolo, cercando di alleviare il rossore sulle guance.
Respira, Alessia, non puoi morire così.
«Domani giochi a calcio?» Louis mi raggiunse in cucina e si sedette sul bancone, alzando il suo peso con le braccia e sedendosi sopra. Mi girai e, sperando di non avere ancora le guance in fiamme, lo guardai.
Oggi è il 24… oh cazzo domani mi arrivano le mie cose, cazzo, merda, porca troia.
«Ehm, no!» presi un bicchiere e ci versai dentro la coca-cola, mentre mi sedevo sul tavolo della cucina.
Minchia se sono trasgry.
«Perché?» Louis si tramutò nel ragazzo offeso e indifeso.
Eh che cazzo, cosa faccio se mi becco una pallonata sulla pancia? Già mi fa male per colpa delle mestruazioni.. no, non potrei sopportare altro dolore.
Sì, vabbè, ma adesso come glielo spiego?!
Aprii bocca per parlare, quando mia sorella entrò in casa di fretta e furia, sbattendo violentemente la porta. Mi affacciai dalla porta della cucina e la vidi correre verso la sua stanza.
Poca violenza, eh.
«Ciao, eh» le dissi, rivolgendole un saluto ironico. Giulia si girò e fece un gesto sbrigativo con la mano, come se volesse dirmi “ciao”.
Bel modo di conversare con tua sorella.
Questa me la lego al dito.
«Scusa devo prepararmi che alle 8 di stasera ci sono i quarti di finale e Andrea mi ha invitata a casa sua» urlò Giulia dalla sua camera con la porta chiusa, mentre si vestiva.
Ho sentito bene? Andrea?
«È vero che ci sono i quarti di finale!” esclamò Louis battendosi una mano sulla fronte e spalancando gli occhi. Alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia.
I maschi senza il calcio non sono niente.
«Che ne dici se la guardiamo a casa mia tutti insieme? Dai vado a chiamare gli altri!» esclamai avendo un colpo di genio, mentre Louis annuiva vigorosamente.
Presi il cordless di casa e feci il numero di Niall e aspettai che rispondesse.
«Pronto?»
«Ciao Niall, sono Alessia, che ne dici se stasera vieni a casa mia a guardare i quarti di finale?» chiesi tutto dun fiato aspettando ansiosamente una risposta.
Cosa ci vuole a rispondere o sì o no?
«Posso portare anche-»
«Sisi, porta chi vuoi! Se c’è qualcuno dei nostri lì con te diglielo, ci vediamo da me alle 8 meno un quarto. Puntualità, Niall ricordatelo.» esclamai non facendolo finire di parlare e sottolineando la puntualità. Niall scoppiò a ridere e poi mise giù la telefonata.
 

***

 
La partita stava per iniziare, l'Italia stava per entrare in campo. E di Niall ancora nessuna traccia.
Fortuna che gli avevo esplicitamente detto di arrivare puntuale oh.
«Allora! Vi sbrigate o no? Sta iniziando!» urlai impaziente, buttandomi a peso morto sul divano. Louis si sedette in parte a me sulla sinistra e Harry sulla mia destra. Elena prese i pop corn e si sedette in braccio ad Harry come se fosse la sua sedia personale.
Alzai un sopracciglio, guardandoli stralunata.
Che succede qui? Mi sono persa qualcosa?
«Che c’è?» chiese Elena, continuando a mangiare i pop corn.
No ma dico, ti sei vista che sei in braccio a Harry ricci sexy Styles?
Devo farglielo anche notare io no?
«Sono arrivatooo!» urlò Niall appena entrato nel salotto con delle buste e dei cartoni in mano.
«Niall, per fortuna che ti ho detto di arrivare puntuale eh.» dissi ridacchiando e facendolo scoppiare a ridere.
Liam uscì dal bagno e si distese per terra sul tappeto, appoggiando la testa sulle gambe di Nicole che era appoggiata al divano dove c’erano le mie gambe.
«Daai non si può guardare una partita senza la… pizza!» disse Niall sedendosi accanto al me sul divano, facendosi spazio tra me e Harry con cinque cartoni di pizza tra le mani.
«Fatemi sedere vicino la mia ragazza!» esclamò Zayn e cercando in tutti i modi di sedersi vicino a Karin.
«Così quando finirà la partita e voi inglesi avrete perso, avrai una spalla su cui piangere.» rispose lei convinta e facendo delle carezze sulla testa a Zayn. Il moro la prese come una sfida.
«Forse tu, correrai da me piangendo, mia cara.» disse Zayn orgoglioso, prendendo una fetta di pizza dal suo cartone e addentandola come se fosse stato a digiuno da tre mesi.
«Stanno entrando gli inglesi.» disse Niall , con la bocca piena di pizza, sputacchiando da tutte le parti.
Daniela arrivò dalla cucina con altri pop corn e si sedette tra le gambe di Niall, sul pavimento.
«Zitti tutti che c’è l’inno italiano!» dissi gridando insieme ad Elena. Ci guardammo e mettemmo le mani sul cuore e cominciammo a cantarlo, come se fossimo lì tra tutti i tifosi.
«Io tifo l'Italia.» disse Niall.
Gli altri quattro si girarono a guardarlo furiosi, mentre noi ragazze appoggiavamo totalmente la sua decisione.
Bravo biondo, hai capito come funziona.
«Perchè mai?!?» esclamò Harry guardandolo e non capendo la decisione del biondo. Zayn era il più scandalizzato di tutti.
«Tu stai male Niall» gli disse Louis mettendogli la mano sulla spalla. Tappai la bocca a Louis e gli mimai di stare zitto.
Quando l'inno di Mameli finì incominciò quello inglese.
«Ma cos'è 'sto inno? Nah, il nostro fa il cul-» esclamai facendo un finto sbadiglio ma Louis mi tappò la bocca e insieme agli altri quattro cantarono l’inno.
«Porta rispetto, che tanto vinciamo noi» mi provocò Louis, facendomi l’occhiolino.
Elallà manco ci stesse provando con una ragazza, dai.
«Sicuro Tomlinson? Ci scommetto 10 euro che vi facciamo il culo» gli risposi con aria di sfida. Gli altri ci guardarono preoccupati.
Ero molto patriottica quella serata.
 

***

 

«Tanto ai rigori vinciamo noi» dissi convinta. Era più di un’ora che stavamo guardando la partita e nessuna delle due squadre aveva ancora fatto goal.
Cazzo nemmeno uno, uno!
Iniziarono i rigori, dato che avevamo già superato i supplementari e nessuno aveva ancora fatto un goal.
Primo rigore per l'Italia: Balotelli.
Si posiziona, rincorsa, tiro ed è GOAL.
«Ma vieni!! Tomlinson comincia a preparare i soldi, qui c’è aria di vittoria» dissi soddisfatta, mentre avevo la mano aperta già pronta a prendermi i soldi.
«Ma anche no, Jepsen» mi rispose Louis ridendo.
Secondo rigore per l'Inghilterra.
Lo prendiamo. GOL.
Nella stanza si alzarono gli urli dei quattro coglioni, mentre Niall non diceva una parola.
«Ma porca troia!» urlò Elena esasperata.
Montolivo tira.
Fuori. Non è gol.
Altri urli delle quattro scimmie.
Sbuffi da parte di Karin e Nicole.
Rooney si appresta a tirare.
GOL per l'Inghilterra.
2-1 per loro.
«Porca puttana!» urlai questa volta io.
Andrea Pirlo sistema il pallone.
«Dai cazzo Pirlo, metti dentro sta palla!» esclamò Nicole, mentre Pirlo si preparava.
Si posiziona, prende la rincorsa, tira ed è.. goooall!
«Sì, cazzo! Vai Pirlo, dai che ti amo!» urlai saltando giù dal divano.
«Cosa?» chiese Louis scioccato.
Oh poverino non ci crede che sta perdendo.
«Mettetevela nel cu.. - tutti gli occhi erano puntati su di me. - ..cchiaio.»
«Non ti preoccupare Liam ci sono io a proteggerti da quei cattivoni degli Italiani» disse Zayn abbracciandolo. Karin alzò gli occhi al cielo.
Li zittii con un cenno della mano.
Tira un inglese.
Palo.
Non e' gol.
«Evvai! Ha sbagliato!» urlò Elena praticamente attaccata alla tv. Gli altri in silenzio guardavano lo schermo.
Dai che vinciamo.
E Niall... mangiava.
Nocerino sistema la palla.
Fa la finta e GOL.
«Tièèè!» urlò Karin anche lei sotto la televisione al portiere.
Gli altri ancora impassibili.
3-2 per l'Italia.
Un inglese si prepara a tirare, si dice che sia il più forte dei rigoristi.
Parte.
Il nostro portiere la blocca.
«Buffon io ti sposo!» urlai di nuovo con le lacrime agli occhi.
«Pff.» commentò Louis irritato.
Gli altri erano ammutoliti.
3-2 per l'Italia.
L'ultimo rigore, Diamanti.
«Diamanti, se non segni, vengo lì e ti stupro» esclamò Elena, con le mani giunte a mo’ di preghiera. Harry sbarrò gli occhi dalla sua affermazione.
Prese la rincorsa.
'Ed è GOOOOL! GOL! GOL!' urlò il telecronista.
«EVVAIII ABBIAMO VINTOO» urlammo saltando sul divano dove gli altri erano seduti.
«Sgancia i soldi, Tomlinson» esclamai sorridendo.
«Ma non ce li ho!» borbottò lui, guardando nelle tasche.
«Tirali fuori, ora!» commentai ridendo.
«Altrimenti?» chiese Louis, guardandomi con sfida.
«Ti prendo a cucinate!» presi il cuscino sotto al culo di Harry e lo sbattei in faccia a Louis. Subito scoppiò una guerra di cuscini.

 

 


____Autrice____
 
Ce l’ho fatta ad aggiornareee evvai HAHAHH lol
Che ne dite? Vi piace?
Chi si ricordava che la domenica c’erano i quarti di finale?
Dioo io me li ricordo ero in oratorio e stavamo tutti urlando lol HAHAHAHAH
Oggi è l’ultimo giorno che sto in azienda. È finito lo stage *sigh* ç_ç
Non frega a nessuno ma vabbè.
RINGRAZIO QUELLE MERAVIGLIE CHE HANNO RECENSITO E QUELLE CHE LEGGONO SILENZIOSAMENTE, INFINE QUELLE CHE HANNO MESSO QUESTA STORIA TRA LE PREFERITE/SEGUITE/RICORDATE.
 

Passate anche dall’altra mia FF? lol

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Capitolo 20
*** Dai Ele ti perdono, solo perché Harry è il sogno segreto e proibito di ogni ragazza. ***


Lunedì 25 Giugno 2012

 
 
 
Alessia's mind
Il mio pensiero fisso? Louis. Era inutile provare a pensare a qualcos'altro, c'era sempre lui che regnava al centro dei miei pensieri. Ecco come arrivai in oratorio quella mattina: pensando a Louis. Come al solito misi la mia borsa nel mio armadietto nell'ufficio animatori e andai in salone. 
Notai Louis che parlava con una bambina e, senza un perché logico, andai dritta da lui.
«Louis, Louis!» lo chiamai, correndo verso di lui contenta di vederlo subito.  Il moro si girò e capii di aver fatto una figura di merda.
«Tu.. Non sei Louis» dissi. Squadrai il ragazzo: occhi azzurri come il cielo, capelli castani a schiaffo, ma viso completamente diverso. Quello di Louis era maturo, con già degli accenni di barba, mentre il viso del ragazzo che mi trovavo davanti aveva il viso giovane, quasi di un quindicenne. Solo che dal fisico sembrava che ne avesse venti.
«La c'era, ma non mi chiamo Louis. Sono Logan, piacere» il ragazzo mi sorrise raggiante, porgendomi la mano. Sorrisi e strinsi la sua mano.
Porca puttana che figone della madonna. Magari lavora come modello all'abercrombie.
«Piacere Logan, io sono Alessia - mi presentai. - Scusa ma ora dev-» cominciai a dire, quando qualcuno mi interruppe bruscamente, intromettendosi nella conversazione.
«Chi sei tu?» chiese una voce con tono sprezzante, una voce fin troppo conosciuta perfettamente dalle mie orecchie. Logan alzò lo sguardo, corrucciando la fronte.
«Sono Logan... Tu devi essere Louis, Alessia ti stava cercando» disse Logan, prima di dileguarsi e andare a giocare con dei bambini. Il viso di Louis si rilassò e si stampò un bel sorriso smagliante.
Sì ma Louis non puoi farmi morire così.
«Perché mi stavi cercando?» chiese Louis, con una punta di curiosità. I suoi occhi si incatenarono ai miei e da lì non capii più nulla.
Che cazzo ha detto?
«Ale, ci sei?» chiese Louis sventolando una mano davanti alla mia faccia.
Che occhi azzurri stupendi...
«Ohh Ale!» esclamò Louis, scuotendomi per le spalle. Ripiombai sulla terra e stordita mi guardai intorno.
Che figura di merda.
«Che hai detto?» chiesi, passandomi timidamente una mano tra i capelli e cercando di aggiustarmeli, mentre le mie guance si coloravano di un rosso acceso.
Louis scoppiò a ridere fragorosamente e scosse la testa.
«Ti avevo chiesto perché mi stessi cercando» e dopo avermi fatto di nuovo la domanda, sorrise e si passò una mano tra i capelli, spettinandosi il ciuffo.
E che cazzo, allora vuoi che ti salti addosso e ti stupri davanti a tutta questa gente?
«Ah... Non me lo ricordo più, sinceramente» risposi, muovendo velocemente la mano, con fare nervoso. Mi allontanai da lui e corsi verso il salone dove molti bambini stavano ballando.
 
 
Louis' mind
Alessia si allontanò da me e andò nel salone grande a ballare con le altre animatrici e le bambine.
«Eh no, caro Louis, non ci siamo» esclamò Niall, mettendomi una mano sulla spalla, facendomi prendere un colpo.
Cristo santo, che colpo.
«Di che parli Niall?» chiesi scocciato e incrociando le braccia. Mi girai e lo osservai di sottecchi, mentre lui sorrideva maliziosamente.
«Lo vedo come la guardi e credimi, si capisce benissimo che ti piace e parecchio.» scossi la testa con un sorriso, mentre mi mordevo il labbro inferiore.
«Quindi? A lei non piaccio» dissi rassegnato. Niall scosse la testa.
Dove voleva arrivare Niall?
«Ne sei così sicuro? - iniziò Niall. Lo guardai e alzai un sopracciglio - Hai notato che prima si è incantata a guardarti?» sorrise beffardo. 
Beh in effetti, prima mi guardava con sguardo sognante...
Niall esultò e cominciò a saltellare in parte a me.
«Visto? Venerdì alle tre di notte mi ha chiamato e mi ha detto che si è innamorata follemente di te. Preciso che non mi chiama mai a quell'ora. Mai.» Niall cominciò a spiegarmi e a parlare velocemente, quasi facevo fatica a seguirlo. Il mio cuore perse un battito alle sue parole.
Quindi.. È innamorata di me?
«E quindi... Che dovrei fare?» chiesi nervoso, mentre mi mangiavo le unghie. Niall mi guardò malissimo e alzò gli occhi al cielo. 
«Devo anche dirtelo?» chiese Niall scocciato, sbattendo le mani sui fianchi.
Ehm, sì, dimmelo tu.
«Non saprei, lei ti ama, tu la ami... Guardatevi negli occhi e mangiate un bel panino al prosciutto.» esclamò ironico Niall, alzando un sopracciglio. Gli lanciai un'occhiata scocciata.
«Hai fame per caso, Niall?» chiesi, sdrammatizzando un po' la situazione. Niall alzò gli occhi al cielo, mentre sbatteva una mano sul tavolo in parte a noi.
Minchia scusa allora biondo.
«Minchia Louis! Chiedile di essere la tua ragazza! - esclamò scocciato Niall, sbattendosi una mano sulla fronte - va se devo dirglielo io cosa deve fare...» sbuffò Niall, alzando gli occhi al cielo. Poi mi guardò dall'alto verso il basso, corrucciando la fronte.
Beh che c'è?!
«Sei ancora qui?! Cosa aspetti a chiederglielo? Muoviti!» esclamò Niall, spingendomi verso il salone grande. Continuò a spingermi alla cieca, poi mi scontrai proprio con la persona che stavo cercando.
«Ehi Louis» mi salutò, arrossendo lievemente. Arrossii anche io e abbassai lo sguardo, poi guardai a destra e da lontano Niall mi faceva segno di dirglielo.
«Ehm ecco io... Insomma si.. Eh tu..» cominciai a balbettare e arrossii violentemente, non trovando il coraggio. Alessia sorrise divertita dal mio balbettare. Cercai di calmarmi, presi un respiro profondo e la guardai negli occhi.
«Alessia - incominciai - vuoi-» fui subito interrotto da Elena che urlava come una cretina e prese Alessia per un braccio, per poi trascinarla verso l'ufficio animatori.
Elena. Tu morirai. Parola di Louis William Tomlinson.
 
 
Elena's mind
«Hai visto Nicole?! Dio è un mito!» esclamai, battendo le mani come una ritardata. Alessia mi guardò con un sopracciglio alzato, non capendo dove volessi arrivare.
«Ti sei persa Nicole che picchiava una certa Danielle, è una ex di Liam-» cominciai a spiegare, quando delle urla stridule arrivarono fino all'ufficio animatori. Ci girammo verso la porta a vetri e una ragazza bionda tirava i capelli ad una ragazza mora riccia.
«Si stanno ancora menando, vieni!» esclamai esaltata, poi presi per un braccio Alessia e la trascinai fuori dall'ufficio animatori, proprio dove le due si stavano menando. Sbloccai il telefono e feci partire un video.
Amo questi momenti da ricordare.
«Brutta baldracca del cazzo, lascia in pace il mio ragazzo!» urlò Nicole, dando una sberla alla tizia.
Minchia, è violenta la ragazza.
Liam guardava Nicole-la-furia a bocca aperta, come tutti del resto. Chi poteva immaginare che quella ragazza timida diventasse così violenta, per difendere il suo ragazzo?
«Liam, sei sicuro che quella sia Nicole?» disse Harry, indicando la bionda che tra un po' si sbranava la ex di Liam.
Cazzo, mi sta facendo cacare sotto.
«Elena, separiamole muoviti!» esclamò Alessia, correndo verso Nicole e cercando di tenerla lontana da Danielle. Io tenni a bada Danielle, anche se continuava a graffiare per poter picchiare ancora Nicole.
Brutta troia stai ferma, cazzo!
«Danielle, mi dispiace, tra di noi è finita già da molto tempo. Ora sto con Nicole» disse diplomatico Liam, prima di mettere un braccio intorno ai fianchi di Nicole. La bionda per tutta risposta fece la linguaccia a Danielle e quest'ultima ci minacciò di vendicarsi molto presto.
«Elena, se mi diventi così a letto, facciamo sesso tutti i giorni, giuro!» esclamò Harry, facendomi l'occhiolino. Scoppiai a ridere e presi il suo volto tra le mani, prima di baciarlo passionalmente. Harry appoggiò una mano sulla mia chiappa destra e mi venne da sorridere sulle sue labbra.
Un urlo di esaltazione ci fece staccare e dopo aver messo a fuoco, capii che era Giulia Jepsen.
«ELENA E HARRY, ELENA E HARRY, ELENA E HARRY, SPORCACCIONI IN ORATORIO!» iniziò ad urlare per tutto l'oratorio. Cominciammo a rincorrerla per farla stare zitta, ma cristo se era veloce. Gli animatori e i bambini che si fermavano e la osservavano, poi spostavano lo sguardo su di me e Harry e restavano a bocca aperta, altri avevano un sorriso furbo sulla faccia, altri ancora avevano uno sguardo pervertito stampato sul volto.
Alessia si mise davanti a me intralciando la strada per bloccare sua sorella ed evitare che si spargesse la voce.
«Quindi tu e Harry...» disse e simulò un bacio a stampo con le mani. Alzai gli occhi al cielo e sorrisi, arrossendo lievemente sulle guance.
«Oh che palle, siamo solo stati insieme a letto una volta!» esclamai, incrociando le braccia scocciata. 
Elena collega il cervello prima di dire qualsiasi parola.
Perché, che ho detto, scusa?!
Uhm non so, osserva la faccia della tua amica. Poco scandalizzata mi dicono.
«T-tu.. Hai perso la verginità con Harry Styles? Quel Harry Styles che conoscono tutti? Sei sicura?» chiese sconvolta Alessia, rimanendo completamente a bocca aperta.
Ah ecco.
«Si, ed è stato fantastico!» esclamai, mordendomi la lingua troppo tardi. Alessia scoppiò a ridere e si mise ad imitarmi.
«Ohhh è stato fantastico! - Alessia rise ancora più forte, cadendo a terra e percossa dagli spasmi - Dovevi vedere che faccia avevi, sembrava di rivedere le cose sconce che fai con lui!» Alessia non la smetteva di ridere, sorrisi per l'imitazione e scossi la testa. Louis si avvicinò a noi sorridente.
«Con chi fai cose sconce tu?» mi chiese Louis con sguardo curioso. Arrossii e non risposi, tanto lo sapevo che Alessia avrebbe spifferato tutto, come la sorella d'altronde.
«Con Harry!» rispose Alessia al posto mio e scoppiò di nuovo a ridere. Louis si aggiunse alla risata e quasi si mettevano entrambi a piangere dal ridere.
«Ma sbaglio o eri tu quella che diceva: io con Harry?! Ma smettiamola di dire caccate, lui è così immaturo e deficiente!» esclamò Louis, pisciandosi subito dopo dalle risate. Alzai gli occhi al cielo, aveva terribilmente ragione. 
«Dai Ele ti perdono, solo perché Harry è il sogno segreto e proibito di ogni ragazza» disse Alessia, tornando seria anche se aveva un po' di matita sbavata, causata dalle lacrime delle risate. Louis tornò serio di colpo e si girò verso Alessia, con sguardo carico di gelosia.
«Oh senti, lo dicono anche Karin, Daniela e Nicole, che sono fidanzate quindi non fare quella faccia.» esclamò Alessia incrociando le braccia, dopo aver notato lo sguardo di Louis. Louis fece una smorfia.
Oh no, qui si mette male.
«Allora perché non ti sei messa con lui quando ti moriva dietro?» sputò Louis tra i denti, mentre incrociava le braccia al petto indignato. Alessia sussultò, poi arrossì lievemente e abbassò lo sguardo.
«Perché ho un'altro idiota per la testa» disse Alessia, arrossendo ancora di più e mordendosi il labbro inferiore, totalmente in imbarazzo. Louis rimase sorpreso dalla frase di Alessia, poi sorrise lievemente e le sue guance si dipinsero di rosa.
Perché Louis sta sorridendo?! Ma soprattutto: perché sta arrossendo?!
«Scusa Ale, ma devo parlare con Louis - dissi prendendo per un braccio Louis e tirandolo da parte. Lui oppose resistenza - Ora!» esclamai dandogli uno strattone e trascinandolo in un luogo più tranquillo.
«Perché stai sorridendo come un'ebete?» chiesi a Louis, sventolandogli una mano davanti, dato che era rimasto incantato a fissare il vuoto.
Ecciao lo abbiamo perso.
«Allora Niall aveva ragione...» disse Louis risvegliandosi dal suo stato di trance. 
Niall aveva ragione?! Su cosa poi?
«Di che parli Louis? su cosa Niall ha ragione?» chiesi curiosissima, saltellando sul posto. Louis alzò gli occhi al cielo con un sorriso.
«Come al solito, sei troppo curiosa - disse Louis scoppiando poi a ridere e io mi unii alla sua risata. - Niall oggi mi ha detto che Alessia è innamorata follemente (sue testuali parole) di me. E appena adesso lei stessa me lo ha confermato, anche se indirettamente» concluse il suo discorso, compiaciuto per se stesso. Quasi si metteva a farsi i complimenti da solo per aver finalmente scoperto che lei è pazza di lui.
Wow. Mi aspettavo che loro due fossero andati a letto insieme, per la faccia che aveva.
«Io mi aspettavo qualche pettegolezzo più interessante e hot di questa notizia scadente.» esclamai incrociando le braccia e alzando un sopracciglio. Louis sbarrò gli occhi e spalancò la bocca sorpreso.
«Scusa ma questa non è una notizia qualunque, è la n-o-t-i-z-i-a!» esclamò Louis facendo lo spelling, come se fosse lo scoop dell'anno. Alzai un sopracciglio e lo guardai malissimo.
Vai convinto proprio.
«Mi prendi in giro? Ormai lo sanno tutti che voi due vi mangiate letteralmente con gli occhi e vi guardate con uno sguardo pervertito, come a dire che se non ci fosse tutta questa gente ti sarei già saltato addosso, quindi non è una notizia.» esclamai, gesticolando con le mani. Louis aprì leggermente la bocca, non aspettandosi il mio mini discorso.
Oh adesso sei sorpreso?
«Dai Louis, adesso non dirmi che non ti dei accorto di come la guardi. Sembra che vorresti saltarle addosso da un momento all'altro» esclamai, alzando gli occhi al cielo. Louis corrucciò la fronte e incrociò le braccia.
Ah adesso si arrabbia anche.
«Elena tu stai male. Da quando sei andata a letto con Harry, pensi che tutto quello che faccio abbia un secondo fine! - Louis sbuffò scocciato e si passò stancamente una mano sul viso - e comunque voglio chiederle di essere la mia ragazza» concluse infine, arrossendo lievemente con un sorriso ebete stampato sulla faccia.
Bravo Louis, vedo che inizi a ragionare... No aspetta: cosa?!
«Che cosa?! Louis ma sei pazzo?!» sgranai gli occhi, mentre la mia voce diventava quasi stridula. Louis corrucciò la fronte, quasi spaventato dalla mia reazione.
«Perché?» chiese non arrivando alla soluzione. Alzai gli occhi al cielo e incrociai le braccia al petto.
Minchia ma allora vuoi proprio far spaventare Alessia.
«Louis, non puoi andare di punto in bianco da Alessia e chiederle di essere la tua ragazza. Si spaventerebbe e la allontaneresti da te. Chi è quella testa di cazzo che ti ha suggerito di andare da lei a chiederle se vuole essere la tua ragazza?!» chiesi scocciata, gesticolando freneticamente con le mani. Louis scoppiò a ridere e indicò Niall seduto al tavolo che cercava di aiutare i bambini a fare i compiti delle vacanze.
«E te pareva.» esclamai, lasciando cadere le braccia sui fianchi. Scossi la testa con disappunto, poi tornai al discorso, anticipando Louis che voleva chiedermi come fare.
«Louis, non puoi buttarti a capofitto così, devi agire in modo graduale. Prima le chiedi di uscire, poi alla fine dell'appuntamento le chiedi se vuole essere la tua ragazza.» conclusi mettendo le mani sulle spalle di Louis. Louis scosse la testa con un sorriso.
«Pensa se davo retta a Niall... - disse Louis con un sorriso. Chissà a che stava pensando. Poi tornò alla realtà e mi guardò negli occhi un po' confuso - E quindi che dovrei fare?» chiese un po' confuso e allarmato. Calma Louis non devi farti prendere dal panico eh, per fortuna ci sono io. 
Sorrisi maliziosamente e misi una mano sul mento. Louis sbarrò gli occhi, probabilmente aveva paura delle mie idee strampalate.
«Tranquillo Louis. Per fortuna ci sono io» dissi, prendendolo per un braccio e tirarlo verso l’esterno dell’oratorio. Louis alzò gli occhi al cielo.
«E’ proprio per questo che non mi fido» sospirò Louis. Feci una smorfia e gli diedi un pizzicotto. Louis cominciò a lamentarsi per il dolore.
Così impari a non fidarti.
 

______Autrice_____

ed eccomi qui dopo due mesi di vacanza ad aggiornare questa storia. Sisi lo so potete uccidermi per avevrvi fatto aspettare così tanto per questa merduccia di capitolo.
Okay mi avete scoperto: per Logan mi sono ispirata a Logan Lerman, che è un figone della madonna. Sìsì lo so non somiglia a Louis, però mi andava di metterlo dentro ahhahahahaha :')
Ringrazio quelle meraviglie che hanno recensito il capitolo precedente e che hanno messo questa storia tra le preferite – seguite – ricordate.
Premetto che non so quando aggiornerò con il 21esimo capitol HAHAHAHAH aiuto lol
Dai cercherò di aggiornare prestissimissimo u.u
Bacioniii :3 

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Capitolo 21
*** Buon dio delle fashioniste, dagli un po' di buon gusto! ***


Martedì 26 Giugno 2012
 



Alzai lo sguardo e mi incantai ad osservare i suoi occhi verdi luminosi. Una scintilla misteriosa apparve per pochi secondi a contrastare il verde smeraldo, per poi sparire così com'era arrivata. Appoggiai una mano sulla sua guancia, per poi avvicinare il mio volto al suo. Le nostre labbra erano così vicine, pochi centimetri di distanza...



«SVEGLIAAA!» qualcuno urlò, mentre batteva delle padelle per fare più baccano. Mi alzai di soprassalto dal materasso, strizzai gli occhi e cercai di mettere a fuoco la persona che avrei picchiato per avermi svegliato sul sogno più bello.
«Forza Louis! È l'ora di prepararsi per il tuo appuntamento!» misi a fuoco e mi trovai davanti Elena che picchiava ancora le padelle. 
Appuntamento?! Avevo un appuntamento con Alessia?
Poi Elena prese le coperte e le tirò via. Mugolai qualcosa di incomprensibile persino a me stesso e mi rigirai nel letto, mettendomi il cuscino sulla testa.
«Dai Louis! Vuoi o no fidanzarti con Alessia?» esclamò Elena, mettendosi le mani sui fianchi. Bastarono quelle semplici parole a farmi rizzare sul letto con un sorriso smagliante sul volto.
«Sono pronto!» esclamai, alzandomi di scatto dal letto e trovandomi in piedi. Elena arrossì e si coprì il volto.
E adesso che c'è?!
«Porca vacca muccata di nero, devo smetterla di venirti a svegliare la mattina quando stai ancora dormendo» si girò e verso la porta della mia stanza, prendendo respiri profondi. Corrucciai la fronte e mi guardai intorno, cercando di capire a che cosa si stesse riferendo. Poi capii.
«Oh cazzo!» arrossii violentemente e cominciai a correre per la stanza in cerca delle mie mutande. Avevo dormito nudo. Ancora.
Elena scoppiò a ridere ancora girata verso la porta della camera.
Che figura di merda.
«Se dormi così quando ci sarà anche Alessia nel tuo letto, me la ritrovo sverginata e incita allo stesso tempo!» esclamò Elena ridendo come una cretina. Misi le mutande e arrossii ancora di più, per quanto fossi già rosso come un peperone in volto.
«Non la toccherei nemmeno con la punta dell'indice, se lei non volesse fare...»
«Sesso. Si dice sesso» completò Elena la mia frase compiaciuta per se stessa. Scossi la testa con un sorriso.
No Elena, è qui che ti sbagli.
«Eh no, è qui che ti sbagli. Quello che fai tu con Harry è sesso. Quello che fanno Karin e Zayn è amore.» esclamai incrociando le braccia al petto. Elena corrucciò la fronte, aprendo subito dopo la bocca per parlare, ma non uscì nessun suono. Si era persa nel mio discorso.
«Ma scusa non è la stessa cosa?» chiese, terribilmente confusa. Scoppiai a ridere per la sua faccia buffa e scossi la testa.
«No. Fare sesso, significa farlo senza sentimenti; fare l'amore invece-»
«Si si, ho capito» Elena mi interruppe facendo un gesto sbrigativo con la mano come per liquidare la conversazione. Sorrisi: era troppo divertente farla sclerare.
«Mi togli una curiosità?» chiesi, dopo alcuni minuti di silenzio imbarazzante. Elena annuì e sorrise.
«Che cosa siete esattamente tu e Harry? Fidanzati? Amici?»



Elena's mind
«Mi togli una curiosità?» chiese Louis, dopo alcuni minuti di silenzio imbarazzante. Annuii e sorrisi.
«Che cosa siete esattamente tu e Harry? Fidanzati? Amici?» chiese Louis, con un sorriso strafottente sulla faccia.
Già, cos'eravamo io e Harry? Sicuramente fidanzati no, non mi aveva mai detto che mi amava e io non glie lo avevo mai detto a lui, ma non eravamo nemmeno amici. Cioè gli amici non vanno a letto insieme se non per divertimento personale.
E quindi cosa eravamo io e Harry?
«Scopamici.» concluse Louis al mio posto. Spalancai gli occhi e deglutii a fatica.
Oddio. Scopamici. Oddio. Non ci posso credere.
«S-scopamici?» sussurrai a fatica, ancora stordita dalle sue parole e dalla verità. 
«Scopamici, trombamici, amici di letto, chiamatevi come vi pare, ma questo siete.» esclamò Louis, ributtandosi sul letto. Mise le mani dietro la testa per stare più comodo, mentre gustavo il sapore amaro della verità.
Io non amavo affatto Harry. Non era il mio pensiero fisso di ogni giorno, non lo cercavo con lo sguardo per vedere dov'era e in che parte dell'oratorio. Ci baciavamo? Si, ma senza un minimo di passione che ti fa battere il cuore e girare la testa. Non avevo le farfalle nello stomaco appena lo vedevo e non mi spuntava il sorriso ebete quando sentivo la sua voce roca. Non lo amavo, punto. E sicuramente lui non amava me.
«Scopamici.» ripetei con tono neutro mentre avevo lo sguardo perso nel vuoto. 
Un po' sapevo perché lo avevo fatto con Harry. Primo perché non volevo essere la verginella sfigata di turno e secondo... Dai cazzo, è Harry Styles, il ragazzo più figo di questo fottutissimo paesino disperso nella Lombardia!
«Torniamo a parlare del mio appuntamento?» chiese Louis, distraendomi dai miei pensieri. Sogghignai e lo guardai strafottente. Louis spalancò gli occhi e deglutì rumorosamente.
Si ha paura di quello che ho in mente.



Nicole's mind
Passeggiavo per le vie di Verderio superiore, diretta a casa di Liam; dato che nessuno di noi era andato in gita. Dopo aver scoperto che anche Elena aveva fatto sesso con Harry, anche io volevo farlo. Però con Liam, ovviamente. Anche se con Harry non mi sarebbe dispiaciuto, insomma: è Harry Styles porca vacca!
Nicole cara, pensa a Liam che è il tuo fidanzato e non al belloccio secsi.
Ohh che coglioni.
La mia litigata interiore venne interrotta da un messaggio che mi arrivò sul telefono. Mi fermai sul marciapiede e lo aprii, subito una fitta mi trafisse il petto. Gli occhi cominciarono a pizzicare e le lacrime mi solcarono le guance. C'era una foto di Liam e Danielle che si baciavano passionalmente e di sicuro quella foto era stata scattata di recente.
"Non lo vedi? Liam è innamorato di me, stronza xx"
Oh beh ora so chi devo prendere a pugni e sberle. E Liam, quel bastardo che si bacia la sua ex, non la passerà liscia.



Louis' mind
«Louis, posso fare un'esclamazione a dir poco copiata da Real Time?» chiese Elena, osservando come mi ero vestito. Annuii, anche se non ero molto sicuro di ciò che voleva dirmi.
«Ma come cazzo ti vesti?!» esclamò, mettendosi le mani tra i capelli. Corrucciai la fronte e alzai un sopracciglio, incrociando le braccia.
«La parola cazzo non c'era nell'espressione originale» esclamai, facendo il superiore. Elena sbuffò e alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa.
«La parola cazzo è una parola che puoi mettere come cazzo ti pare, dove cazzo ti pare, quando cazzo ti pare. Quindi non scartavetrarmi le ovaie» esclamò Elena, sbuffando e alzando gli occhi al cielo. Sorrisi e scossi la testa. 
Non cambierà mai.
«La maglia a righe rosse, se proprio ci tieni, puoi tenerla; ma la felpa blu elettrico e le bretelle mi fai il favore di toglierteli.» disse risoluta, mentre mi squadrava da capo a piedi. Alzai gli occhi al cielo e mi tolsi la felpa e le bretelle.
«Okay tolte. Volevo essere un po' elegante-»
«Ma tu sei completamente scemo! La felpa non è elegante, le bretelle neppure! Sembrava che stessi andando ad una partita di calcio per soli uomini dove prevalgono rutti e versi osceni che fate solo voi maschi!» esclamò Elena, scuotendo la testa schifata e piegando la felpa e mettendo via le bretelle. Alzai un sopracciglio.
«Buon dio delle fashioniste, dagli un po' di buon gusto!» implorò, alzando le braccia in alto. Poi si mise delle dita sul mento, squadrandomi ancora da capo a piedi. Poi sorrise.
«Anzi vai benissimo così. Basta solo che indossi questa - Elena mi passa una giacca blu scuro, un blu notte, quasi nero - e un paio di all-star bianche. Così sei a posto» Elena incrociò le braccia e sorrise, soddisfatta per il suo lavoro da stilista personale. Indossai la giacca e misi le all-star bianche come mi aveva detto e mi guardai allo specchio.
Minchia sono fantastico e stuprabile.
«Non ti esaltare playboy, ora la devi chiamare e fissare l’appuntamento per questa sera» disse Elena, lanciandomi il telefono e facendomi l’occhiolino. Un sorriso ebete mi si stampò sul volto e chiamai Alessia.
 
Alessia’s mind
Una cosa che proprio non sopporto, è quando mi svegliano nei giorni di riposo ad un orario indecente. Cioè le 12 e mezza di mattina è l’alba! Okay diciamo bellamente che è pranzo inoltrato.
Andai a tentoni sul comodino in parte al mio letto e presi il cellulare che squillava insistentemente, trapanandomi le orecchie.
«Pronto?» biascicai, ancora mezza addormentata sul cuscino, mentre rispondevo alla chiamata.
«Ciao Ale» spalancai gli occhi, deglutendo rumorosamente e mi alzai immediatamente dal letto. Mi passai una mano tra i capelli imbarazzata e mi schiarii la voce, avendo la gola improvvisamente secca.
«Ehi Louis» risposi dolcemente. Le mani cominciarono a sudarmi e arrossii violentemente.
Ahh, ma se si tratta di Louis non te la prendi eh?
Eccerto, Louis è Louis.
Ma che minchia vuol dire, se ti chiama Elena la prendi a mazzate!
Appunto, lei non è Louis.
Tu sei rincoglionita.
Lo prendo come un complimento.
«Ti andrebbe di... Uscire con me stasera?» chiese Louis velocemente e subito dopo trattenne il respiro. Sbarro gli occhi: ho capito bene, oppure sono io che sono innamorata follemente di lui e storpio le frasi?
No cogliona, lo ha detto veramente.
AAAAAAAAAAAAAAAAA, okay aspetta che mi ripiglio.
«Certo, assolutamente si!» risposi di getto, esaltata come pochi. Sentii ridere Louis dall’altra parte del telefono e arrossii. Che figura di merda.
A parte che le fai tutti i giorni le figure di merda.
Taci, demente.
«Cioè, volevo dire.. Sì mi farebbe molto piacere» mi ricomposi e risposi in modo meno esaltato. Sorrisi anche se lui non poteva vedermi.
«Allora vengo a prenderti questa sera alle 7. A stasera!» mi salutò e chiuse la chiamata. Urlai felicissima e cominciai a saltare sul letto come una demente. Mia sorella entrò in camera mia e mi guardò alzando un sopracciglio. Mi schiarii la gola e cominciai a guardarmi in giro per la stanza, completamente in imbarazzo, mentre mi passavo una mano tra i capelli.
«Esci con Louis?» chiese con il suo solito sguardo indagatore. Sbarrai gli occhi e scossi la testa: «No. Perchè me lo chiedi?» esclamai, arrossendo violentemente. Mia sorella scoppiò a ridere, buttandosi sul mio letto, dov’ero ancora in piedi per la mia gioia.
«Ah non so... Continuavi ad urlare: ‘Esco con Louis, sììììììì! Evvaiii!’» Giulia si asciugò le lacrime e mi sorrise strafottente. Deglutii rumorosamente e cominciai a sudare freddo.
Merda.
Anti-sgamo, proprio.
Ti ho già detto di stare zitta.
«Sbaglio o eri tu a dire: Non mi piace quel cretino!» disse Giulia, imitando malamente la mia voce, mentre dondolava le gambe dal letto e mi guardava con un sorriso strafottente stampato sulle labbra.
«Oh ma vaffanculo, esco con chi mi pare io» mandai a quel paese mia sorella e andai verso il mio armadio, scegliendo cosa mettermi. Scavai a fondo, buttando i vestiti all’aria dietro di me. Nel panico composi il numero di Nicole: non sapevo che cazzo mettermi. Misi il telefono tra la spalla e l’orecchio e aspettai che rispondesse, intanto continuavo a cercare.
«Pronto?» chiese Nicole, sbuffando scocciata. Okay le alternative erano due: o aveva litigato con Liam, oppure... aveva litigato con Liam. Si okay, non c’era motivo di essere scocciata se non litighi con il tuo ragazzo, per quello non ho altre alternative in testa.
«Ehm.... Nicole, potresti venire a casa mia? Ho un’emergenza e mi serve il tuo parere...» chiesi titubante, spiegandogli la situazione. Nicole non rispose, evidentemente stava scegliendo che cosa dare la prevalenza: me in panico prima di un appuntamento o qualunque cosa stesse facendo il quel momento.
«Scusa Ale, ma ho una questione più urgente da risolvere.» rispose, sospirando.
«Okay grazie lo stesso» risposi e riattaccai.
Sono nella merda fino al collo.
 
 
Nicole’s mind
«Scusa Ale, ma ho una questione più urgente da risolvere.» risposi, sospirando. Guardai Liam davanti a me in cagnesco, mentre Alessia chiudeva la chiamata.
«Dov’eravamo rimasti? - dissi, guardandolo ancora, mentre tremava dalla paura - Ah, sì.» e detto questo, la mano destra partì senza che me ne rendessi conto. Il volto di Liam rivolto dalla parte opposta, mi fece capire che gli avevo tirato un ceffone e anche bello forte. La mano cominciava a pizzicare e nello stesso momento sulla guancia di Liam si formò un chiazza rossa per l’impatto.
Liam chiuse gli occhi dal dolore. «Questo per aver baciato quella zoccola.» esclamai con le lacrime agli occhi, ma cercando di avere un tono calmo. Liam si massaggiò la guancia completamente sconvolto. Appena fece scendere la mano lungo il suo fianco, gli tirai un altro ceffone.
«Questo per avermi tradito con quella puttana.» Liam si girò e mi guardò scioccato. Corrucciò la fronte e mosse la mano in modo strano.
«Ma non è la stessa cosa che hai detto prima?» chiese timidamente. Grugnii e Liam mise le mani davanti a sé, come se potessero fargli da scudo.
Pff, idiota. Se pensi che quelle ti salveranno dalla mia furia, ti sbagli di grosso.
«No!»
«Ma…»
«Non osare contraddirmi!» urlo contro di lui. Liam fece un passo indietro, io lo raggiunsi subito. Eravamo ancora uno davanti all’altra e avrei voluto tantissimo appiccargli fuoco alla testa. Un altro ceffone. Quello più violento di tutti. Liam si toccò la guancia, incredulo, mentre le lacrime cominciarono a solcarmi le guance.
«Mi fidavo di te.» Dissi, prima di girarmi e andarmene. Liam cercò di fermarmi, ma cominciai a correre e tornai a casa. Sbattei la porta di camera mia e mi accasciai su di essa, cominciando a piangere disperatamente.
 
Alessia’s mind
A quel punto chiamai Elena, dato che Nicole non sembrava intenzionata ad aiutarmi.
«ELENAAA» urlai sul cellulare. Scommetto che si è staccata dal telefono e le ho stordito un orecchio.
Sì, dai, oggi mi sento simpy.
«Cogliona, non ci sento più dall’orecchio destro!» esclamò urlando anche lei a sua volta. Scoppiai a ridere come una rincretinita e mi buttai sul letto.
«Rinomatopraticello?» esclamai, scoppiando subito dopo a ridere. Silenzio da parte di Elena.
«Sì, anche a me piace l’uccello» risponde Elena, probabilmente in quel momento si stava ancora toccando l’orecchio. Scoppiai a ridere ancora. Sì, quella ragazza è davvero pervertita oh.
«Mi aiuti a scegliere un vestito per un appuntamento con Louis?» chiesi speranzosa. Daii, dimmi di sì!
Sì è la pubblicità dell’insalata yeah.
Elena non rispose subito.
«COSA?! Vuoi che ti aiuti ad accogliere un travestito per un combattimento con Louis?!» urlò scandalizzata Elena.
Ma io dico: c’è o ci fa?
«Elena ma che ti sei fumata?» esclamai, buttando le braccia all’aria. Elena scoppiò a ridere.
«Chi mi sono scopata? Ma sei cogliona? lo sai, Harry Styles, dom!» rispose, come se fosse ovvio. Guardai malissimo il telefono e attaccai la telefonata. Okay, si passa al piano B, ovvero fare da sola.
 
 
Cominciai a mettere il mascara, la serata con Louis si avvicinava sempre di più. Stavo andando nel panico: alla fine stavo uscendo con il ragazzo che mi ha fatto sclerare per due settimane intere e adesso… Ero addirittura innamorata di lui.
Mi osservai allo specchio: capelli raccolti in una coda laterale, eye-liner e matita nera a marcare ed evidenziare i miei occhi verdi, vestito azzurro che si allacciava al collo, lasciando scoperta la schiena, ballerine nere e borsa nera. Misi un cerchietto azzurro per contrastare i miei capelli neri e mi osservai un’ultima volta soddisfatta.
Cominciai a camminare avanti e indietro per il salotto con un certo nervosismo, guardando continuamente l’ora sull’orologio della cucina.
«Nervosa?» mia sorella comparve sulla soglia del salotto, con un sorrisetto beffardo stampato sulla faccia. Scossi la testa nervosamente.
«No. Assolutamente. Cosa te lo fa pensare?» risposi a raffica, mentre continuavo a spostare il peso da una gamba all’altra.
Ma quando arriva?
Giulia aprì la bocca per parlare nel momento in cui suonarono il campanello.
«Vado io!» urlai, correndo e buttandomi verso la porta. Giulia scoppiò a ridere e se ne ritornò in camera. Aprii la porta e sorrisi, trovandomi di fronte un Louis sorridente e… bellissimo da togliere il fiato.
«Sei bellissima» disse Louis, guardandomi dall’alto verso il basso. Arrossii e abbassai lo sguardo, imbarazzata.
«Grazie, anche tu» risposi timidamente. Louis fece un cenno del capo e lo seguii chiudendo la porta. Uscimmo dal condominio e ci avviammo verso la sua macchina. Mi aprì la portiera – dio santo che dolce! – e mi sedetti sul sedile del passeggero. Louis mise in moto la macchina, mentre mi contorcevo dalla curiosità del posto in cui mi avrebbe portata.
«Dove mi porti di bello?» chiesi subito dopo, infatti. Louis sorrise e staccò un attimo gli occhi dalla strada.
«Oh vedrai, ti piacerà» e dopo aver detto ciò, mi sorrise e mi fece l’occhiolino.
 
«Ahh!» esclamai, quando Louis arrivò a destinazione. Battei le mani come una ritardata, mentre mi eccitavo solo all’idea di passare la serata in quel meraviglioso posto.
«Adoro il bowling!» esclamai, saltellando sul posto. Poi abbracciai di slancio Louis, il quale rimase un po’ spiazzato. Entrammo nella struttura e Louis prese una pista, poi, dopo esserci tolti le scarpe, iniziammo a giocare.
«Non aspettarti che perda, mio caro, io sono campionessa mondiale di bowling» esclamai, prendendo una palla e lanciandola sulla pista. La palla colpì tutti i birilli e feci strike, mentre Louis spalancava la bocca e fissava i birilli caduti per terra.
«Così mi costringi a tirar fuori il mio lato selvaggio» disse Louis con un sorriso strafottente sulla faccia, poi prese una palla rosa, anzi fucsia evidenziatore.
«Con quella palla?» chiesi, indicando la palla fucsia evidenziatore. Louis gettò un’occhiata alla palla e alzò gli occhi al cielo.
«Precisiamo che il fucsia è un colore selvaggio, tanto quanto il rosso» esclamò Louis, tirando la palla e facendo strike anche lui.
Apperò, bravo il ragazzo.
«Facciamo una scommessa?» chiesi, prendendo una palla per tirare ancora. Louis alzò lo sguardo su di me e sorrise strafottente.
«Spara» rispose Louis, rigirandosi stavolta una palla gialla tra le mani.
«Chi vince verrà servito e riverito dall’altro» dissi, sedendomi accanto a lui. Louis si appoggiò sullo schienale della sedia e mise un braccio intorno alle mie spalle, con un sorriso furbo stampato sulle labbra.
«Allora preparati perché dovrai portarmi, come prima cosa, da mangiare perché sto morendo di fame, poi lav-» gli tappai la bocca e lo interruppi, scoppiando a ridere come una demente.
«E chi ti ha detto che io perderò?» chiesi retorica, ridendo e tirando la palla. Nove birilli caduti, uno solo in piedi. Mi girai e misi le mani sopra i fianchi, notando che Louis stava toccando i pulsanti della pista.
«Ehi bastardo, non vale spostare l’inclinazione della pista!» esclamai, correndo dalla sua parte. Louis scoppiò a ridere e si alzò in piedi, poi gli saltai in spalletta cercando di fermarlo. Entrambi cademmo a terra e iniziammo a ridere come due idioti, mentre le lacrime ci uscivano dagli occhi per il troppo ridere. Subito dopo mi trovai Louis sopra di me che sorrideva bellamente.
Nono, non puoi sorridermi così eh, dopo muoio io oh.
«Se non sei capace di giocare, non dare la colpa alla pista, cara» e dopo aver sottolineato la parola “cara”, mi diede un bacio sul naso. Okay, precisiamo che stavo per morire lì per terra e che cercavo di non arrossire (con scarsi risultati).
Louis si tirò su da me e mi prese le mani, trascinandomi su con lui.
«Louis Tomlinson, te la vedrai molto brutta» dissi a cinque centimetri dal suo volto. Louis sorrise strafottente o soddisfatto (non riuscivo a capirlo) e poi prese la palla fucsia – quella “selvaggia” – e tirò.
 
 
«Louis, giuro che se mi fai cadere, ti trancio le gambe, tutte e tre!» esclamai, mentre mi aggrappavo sempre di più al suo collo, come un’ossessa. Eravamo tornati dal bowling e, dato che avevo vinto, doveva servirmi e riverirmi. Ammetto che mi stavo divertendo un po’. Okay un casino.
«Mah?! Willy no, toglietemi tutto, ma non il mio amatissimo Willy» rispose Louis, facendo il finto offeso. Poi mi inclinò tutta da un parte, rischiando di cadere di faccia sull’asfalto.
«Louis! Stai dritto!» urlai, aggrappandomi ancora di più. Cioè nessuno vuole finire con la faccia sul cemento del marciapiede, ceh.
«Ma è divertente farti spaventare!» esclamò Louis, inclinandomi ancora, stavolta dalla parte opposta. Scoppiò a ridere, mentre urlavo come una deficiente.
«Ho notato che ti diverti!» esclamai, tirandogli una sberla affettuosa sulla guancia. Louis fece finta di avere dolore e mi fece scoppiare a ridere.
Arrivammo sulla porta di casa mia e mi fece scendere, mentre le risate scemarono e il silenzio prese il loro posto.
«Grazie» dissi, di punto in bianco, alzando lo sguardo su di Louis. Lui sorrise e arrossì.
«E di cosa?» chiese Louis, facendo affondare le mani nelle tasche dei pantaloni e abbassando lo sguardo.
«Per avermi fatta divertire. Sono stata benissimo con te» dissi, arrossendo ancora di più, per quanto potessi ancora arrossire. Louis alzò lo sguardo dalle sue scarpe e sorrise sinceramente.
«Anche io sono stato bene - rispose, facendomi l’occhiolino. – Beh allora… Io vado.» disse Louis, fece un cenno con il capo e indicò le scale. Fui presa da uno scatto improvviso.
«Louis, aspetta!» lo fermai, prendendolo per il braccio e tirandolo indietro. Louis era sorpreso, non se lo aspettava.
Bene Alessia e adesso?
Adesso… Non lo so.
Come non lo sai?
D’impulso e con una lentezza assurda, lo presi per il colletto della maglia e lo attirai a me, fin quando le nostre labbra aderirono le une sulle altre. Louis mi prese per i fianchi e prese a baciarmi passionalmente, spingendomi contro la porta. La aprii e ci catapultammo nella mia camera, sempre baciandoci, per tutte quelle volte che avremmo voluto farlo, ma il nostro orgoglio ce lo impediva.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
___Autrice___

Holaaa
Allora eccomi qua lol
Come state, tutto bene?
HAHAHAHAH si, si sono baciati come coppia e potete urlare: “FINALMENTEEEE!”
Okay ieri sono andata a vedere THIS IS US.
Cioè ho riso come una demente, pianto e cantato. Insomma film migliore di quello non c’è HAHAHAH
No mah c’è una parte in cui c’è Niall, Liam e Louis sul pullman e Liam sta parlando, poi Louis lo interrompe e fa: “Chi ha scoreggiato?” e Liam scoppia a ridere e fa: “Niall!” e Louis fa: “Madonna questa è proprio puzzolente! Niall sei stato tu?” e Niall: “Oh avete uno che lo ammette pubblicamente, più di così che volete?” e Liam e Louis che iniziano a ridere HAHAHAHAHAH epica! Lol
No ma sto ancora ridendo da ieri sera lol
Okay torniamo alla fan fiction ahhaha
Nicole e Liam si lasciano… mi dispy un sacco, sinceramente! Sono aperte le scommesse: cosa succederà poi tra i Lole? Scrivetemi su ask o su twitter (trovate i link nella mia bio) lol
Bon ho finito, posso andare.
Ah un’ultima cosa: presto su efp la mia nuova fan fiction, “Il ragazzo perfetto per me”, guardate il fic trailer (cliccate qui)
Okay ora mi ritiro sul serio e vado a rispondere alle vostre recensioni!
Ciaoo :3

 

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Capitolo 22
*** Infatti i preservativi servono per scopare scusa a che vuoi che pensino sennò? ***


 

Mercoledì 23 giugno 2012

«Veramente volevo dirti che ti amo, ma poi mi è venuto spontaneo baciarti.» dissi, disegnando dei cerchi immaginari sul dorso della mano della sua mano. 
Louis trattenne una risata e mi lasciò un bacio tra i capelli, prima di abbracciarmi, ancora più stretta tra le sue braccia. «Ti amo anche io Ale, dalla prima volta che siamo stati costretti a passare ogni singolo minuto insieme» disse Louis e questa volta cercò le mie labbra per stampargli un bacio sopra. 
«Oh certo mi ami, la mia bellezza non risparmia nessuno» esclamai ridendo e mi sedetti davanti a lui, in modo da poterlo guardare in faccia. 
«Dovrò appenderti un cartello con su scritto: proprietà di Louis Tomlinson, guardare e non toccare bello, è roba mia.» scoppiai a ridere e mi sdraiai sul letto, mentre Louis si sdraiava in parte a me. 
«Dovrò fare la stessa cosa, altrimenti se succede come a Liam e Nicole, le tue ex potrebbero saltarti addosso e stuprarti al posto mio.» 
Louis scoppiò a ridere e mi lasciò un altro bacio a fior di labbra. 
«Eleanor, la mia unica ex, vive a chilometri da qui e non credo che vorrebbe sentire ancora nominare il mio nome. - fece una pausa, come se stesse riflettendo su qualcosa. - Ma torniamo a noi. Quindi tu mi trovi stuprabile? Sapevo di essere bellissimo, ma addirittura stuprabile...» chiese e scoppiò a ridere, buttando la testa all'indietro. 
Sbarrai gli occhi e spalancai la bocca senza far uscire nessun suono, dato che non sapevo cosa dire e in più mi aveva pure beccata. 
«Sto scherzando - disse, appena mi vide rossa come un peperone - Se ti fa stare meglio... Anche tu sei stuprabile» esclamò Louis, poi mi fece l'occhiolino. 
È strano sentirlo dire da un ragazzo, di solito sono le ragazze a dirlo. 
Del tipo: “Oddio gli salterei addosso e lo stuprerei!” Non so se ho reso l'idea. 
«Anzi, meglio ancora: ispiri sesso violento» disse Louis, soffocando una risata. 
Sbarrai gli occhi: perché quelle parole le avevo già sentite? «S-sesso violento?» chiesi, con la voce roca. 
E poi i ricordi mi invasero. “Ale, guarda Louis e dimmi la prima cosa che ti viene in mente” “Mi ispira sesso violento.” 
«Ero ubriaca!» urlai sottovoce, come difesa. 
Louis scoppiò in una fragorosa risata. «Gli ubriachi dicono sempre la verità» disse e subito dopo si alzò dal letto, mentre mi prese il panico. 
Dove sta andando?! Non rimane a dormire? 
«Ma... Non rimani qui a dormire?» chiesi subito dopo, dando voce ai miei pensieri.
Louis si voltò verso di me accigliato, poi sorrise. «Okay, vado su a prendere il mio pigiama e arrivo» disse, prima di correre fuori dalla stanza e chiudere la porta d'ingresso. 
Mi spogliai e misi la mia maglia del pigiama senza i pantaloncini, faceva troppo caldo; poi mi distesi sul letto mentre le palpebre mi si chiudevano dalla stanchezza. 
E così, alla fine mi sono innamorata di Louis. 
Se me lo avessero detto due settimane fa, sarei scoppiata a ridere come una cretina. Ma... Eravamo insieme adesso? Ero la sua ragazza? Lui non ha mai detto che io lo fossi e lui non ha mai parlato di essere il mio ragazzo. Oddio tra poco vado in crisi. 
Con quei pensieri contrastanti tra loro, stavo quasi per addormentarmi, quando due braccia mi circondarono i fianchi e un corpo si distese in parte a me. Subito dopo sorrisi e io e Louis ci addormentammo abbracciati.


«Stanno dormendo insieme?!» una voce urlò esaltata dalla cucina, facendomi sussultare nel letto e costringendomi ad aprire gli occhi. 
Oh no chi cazzo è adesso?! 
«Shh Elena! Così rischi di svegliarli!» esclamò mia sorella di risposta. 
Mi sedetti sul letto, strofinandomi la faccia con l'intento di svegliarmi, ottenendo scarsi risultati. 
Che cretina, ci ha già svegliati. 
Mi alzai dal letto, lasciando un Louis cuccioloso e addormentato abbracciare il cuscino. 
Mi diressi verso la cucina e trovai mia sorella, mia madre e Elena a sghignazzare davanti ad un cellulare. 
«Elena Efron - tossii e la bionda si voltò verso di me - che minchia ci fai qui?!» esclamai, mettendomi le mani sui fianchi e facendo la finta sorpresa. 
Elena si illuminò appena mi vide e mi corse in contro per abbracciarmi... Anzi sarebbe meglio dire: strapazzarmi. 
«Sei sana e non incinta?! Avete fatto sesso?! Com'è Louis a letto?! Dimmi: ce l'ha grosso o piccolo?!» cominciò a sparare domande a raffica, quasi neanche respirava. 
Mia madre curiosa quanto lei e mia sorella che se la rideva. Stronza. 
Ma questa è sana di mente? Un, due barra tre mesetti potrebbe farseli in un manicomio. 
«Eh che cazzo, fammi parlare! - Elena si interrompe, mentre prendevo un profondo respiro - Allora: sì, no, non ne ho la più pallida idea e-» 
«Grosso» mi interruppe una voce maschile. 
Mi voltai e trovai Louis appoggiato allo stipite della porta della camera con tutti i capelli spettinati. 
Oh dio, crepo. 
Si avvicinò a noi e poi mi circondò le spalle con il braccio destro. 
«Ma tanto non te lo faccio vedere, Elena» rispose e fece l'occhiolino ad Elena, la quale alzò gli occhi al cielo con un sorriso. 
«Lo so, sempre meglio tentare, no?» Elena alzò le spalle con non calanche e rise. 
Sbarrai gli occhi e tirai una gomitata nel fianco di Elena, mentre quest'ultima si lamentò. 
«Elena e Louis, restate per colazione?» chiese mia madre esaltandosi. 
Elena e Louis guardarono l'orologio appeso alla parete: erano appena le otto, così annuirono e ci sedemmo tutti a tavola. 
«E quindi state, tipo... Insieme, giusto?» chiese Giulia, con un sorrisetto furbo stampato in faccia. 
Arrossii e guardai Louis, io non sarei stata capace di rispondere. 
Non me lo aveva chiesto, ma ci eravamo baciati. Per me potevamo benissimo essere una coppia, come non esserlo! 
«Certo» rispose Louis, mettendomi un braccio sulle spalle e sorridendo a Giulia. 
«E quando avete intenzione di fare...?» chiese Elena, lasciando in sospeso la domanda, appoggiando i gomiti sul tavolo e incrociando le mani. Sapevo già dove voleva arrivare, ormai pensava solo a quello. 
Questa volta oltre ad arrossire, volevo pure sprofondare sotto il tavolo. 
Louis arrossì e deglutì rumorosamente. 
Tirai un calcio a Elena sotto il tavolo, con un'espressione a dir poco scandalizzata.
Elena si lamentò e si massaggiò la gamba colpita. «Semplice curiosità!» si giustificò lei, mentre faceva smorfie di dolore. 
«Eh, vedi di tenere a freno, non solo la curiosità, ma anche le fantasie perverse che ti frullano nella mente 25 ore su 24» rispose Louis, ancora rosso in volto. 
Elena alzò le mani in segno di difesa, mentre scoppiavamo a ridere.
«E avete intenzione di produrre dei nipotini?» chiese mia madre, arrivando con del the caldo, del latte e del ginseng. Okay se prima stavo morendo di vergogna, adesso mi trovate direttamente nel giardino di casa mia a scavarmi una buca. 
«Mamma!» esclamai, completamente rossa in volto. 
Mia madre alzò le spalle, Giulia scoppiò a ridere con Elena e Louis mi guardò con un sorrisetto malizioso sulle labbra. Alzai un sopracciglio e lo guardai malissimo, incrociando le braccia. 
Ma sti stronzoni si sono messi d'accordo?! 
«Che c'è? Adoro i bambini!» esclamò, poi mi lasciò un bacio veloce sulle labbra e scoppiammo entrambi a ridere. «Comunque adesso è troppo presto, se rimani incinta ti strozzo. 
Ma se il padre è Louis va benissimo!» squittì mia madre, quasi si metteva a saltellare per la stanza e ci mancava solo che ci buttava in camera a produrre un nipotino. 
La fissai e arrossii di botto, un altra volta.
Cioè lei non si fida di me, ma si fida di Louis?! Ah no okay. Mamma stronzona che si fida solo del fidanzato. Pff.
«Mamma! Non ho intenzione di rimanere incinta, punto. Ora possiamo finire la colazione? Grazie!» esclamai, facendo ridere tutti e finimmo di mangiare. 
Poi io e Louis ci andammo a cambiare e uscimmo con Elena per andare in oratorio. 
A metà tragitto, Louis mi prese la mano e intrecciò le dita con le mie, mentre mi sorrideva. 
Sorrisi pure io, mentre le guance mi diventavano leggermente rosse. 
Quando arrivammo in oratorio, tutti, e sottolineo tutti, osservavano me e Louis mano nella mano. 
C'era chi aveva la mascella a terra, chi spalancava gli occhi e ci osservava, chi faceva l'urlo di Munch e chi semplicemente corrucciava la fronte. 
Louis staccò la sua mano dalla mia e mi aprì la porta, facendo passare per prima me e poi Elena, subito dopo ci raggiunse e mise il braccio intorno alle mie spalle. 
Sorrisi: voleva che lo sapessero tutti, voleva che tutti guardassero quanto era felice, ne ero assolutamente certa. Nei tavoli, Zayn alzò la testa e ci osservò insieme a Nicole, completamente sconvolti, Liam, Harry e Karin restarono ammutoliti e con la bocca aperta per la sorpresa, infine Daniela e Niall si esaltarono e saltellavano sul posto, come due bambini al giorno di natale.
Nei tavoli, Zayn alzò la testa e ci osservò insieme a Nicole, completamente sconvolti, Liam, Harry e Karin restarono ammutoliti e con la bocca aperta per la sorpresa, infine Daniela e Niall si esaltarono e saltellavano sul posto, come due bambini al giorno di natale. 
Subito dopo Nicole sorrise debolmente e si alzò e si allontanò velocemente dal tavolo. 
Harry ci osservò tristemente e si alzò dal tavolo, seguendo Nicole. Ma che le prende a Nicole? E Harry mica l'aveva superata? 
«Ora ci raccontate tutto!» esclamò Zayn e tutti ci trascinarono al tavolo per farci parlare.

Nicole’s mind

Lo so. Lo so perfettamente che non dovrei essere nello sgabuzzino a piangere come una deficiente. Dovrei essere felice per Alessia e Louis e invece eccomi qua, ad essere quasi invidiosa della loro relazione, perché so che Louis non tradirebbe mai Alessia. 
Liam invece mi ha tradita. 
Mi asciugai le lacrime e tirai un lungo sospiro. Dovevo cercare di calmarmi e respirare profondamente. Poi sentii qualcuno che aprì la porta e si sedette in parte a me e cercai di sistemarmi e di rendermi presentabile. Anche se ormai tutto il trucco era colato sulle guance. 
«Che cos’hai?» mi chiese una voce roca, profonda ed inconfondibile. 
Harry chi altri sennò?
«Niente.» risposi fredda e il riccio in parte a me scosse la testa con veemenza. 
«E “niente” ti fa stare così male da piangere?» Harry raccolse una lacrima che mi stava giusto per scendere e poi mi sorrise. Alzai lo sguardo e feci un mezzo sorriso forzato, poi di slancio lo abbracciai.

Harry’s mind 

Fece un mezzo sorriso tirato e poi si buttò tra le mie braccia. All’inizio rimasi sorpreso dal suo gesto, poi ricambiai l’abbraccio e la strinsi al mio petto, coccolandola leggermente. 
Ma che sto facendo? 
Nicole poi si staccò da me lentamente e si asciugò le lacrime. 
Quando alzò lo sguardo per guardarmi negli occhi, il mio cuore perse un battito. 
Il suo sguardo era magnetico, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. 
Rettifico: che mi sta succedendo? 
«Liam mi ha tradita.» disse all’improvviso e cominciò a guardare altrove, come in imbarazzo. 
«Liam? Liam Payne? Quel Liam che conosco?” chiesi sconvolto, prendendole il viso tra le mani. 
Nicole alzò gli occhi al cielo. 
«Noo. Parlo di Liam James Payne che lavora nel bar di suo padre il fine settimana e che ha 19 anni» rispose lei ironica, incrociando le braccia e io corrucciai la fronte. 
«Ma allora parliamo della stessa persona!»
«Ehh banana, Harry!» Okay mi stava letteralmente prendendo per il culo. 
La guardai e non potei fare a meno di sorridere per la sua strafottenza.

Alessia's mind

Ok, chi aveva dato il permesso a questi curiosoni di fare domande a ruota libera? Non ne posso più!
Mi limitai a sorridere sperando che la finiscano, ma anzi, sembrano ancora più invogliati a sapere tutti i particolari.
Louis sembrò molto orgoglioso di sé e rispondere a tutti senza problemi.
Bravi, andate da lui a fare l'interrogatorio.
La folla andò a riunirsi attorno a Louis e io tirai un sospiro di sollievo.
Che ve ne fotte di cosa ho fatto con Louis e come ci siamo messi insieme, io non vengo mica a chiederlo a voi.
«Allora Louis, lo farete presto vero?» gli chiede ad un certo punto Zayn.
«Ovvio ovvio» rispose Louis sicuro di sé.
Ma che minchia racconta? Un attimo, e se lo volesse fare davvero? Elena! Dove cazzo sta?
Mi guardai in giro cercando la mia amica ma si era come volatilizzata.
Perfetto, quando serve non c'è mai. Adesso a chi chiedo di accompagnarmi a comprare i preservativi?
Mi alzai in piedi e cominciai a girovagare per tutto l'oratorio alla sua ricerca.
Nessuno notò che me ne stavo andando, erano tutti impegnati a stare ad ascoltare Louis e tutte le cazzate galattiche che stava raccontando per stupire ed interessare il suo pubblico di civette.
Almeno ha detto che non abbiamo scopato.
Maschi. Finché sono con la propria ragazza sono docili e paurosi, poi quando si trovano nel loro gruppo di amici minchioni si sentono i più forti e saputelli.

Elena's mind
Alessia e Louis erano troppo presi a rispondere alle domande, nessuno si era accorto che mi ero allontanata per cercare Harry e Nicole.
Perché lui le era andato subito dietro? Coincidenza? Non credo. Qualcosa mi aveva spinto a seguirli, non so bene cosa ma mi è venuto spontaneo. Gelosia forse? Chi? Io gelosa di Harry? Non stavamo nemmeno insieme! Eravamo scopamici.. possibile che quella parola continuava a tornarmi in mente? Mi dava fastidio pensarlo. Avevo fatto sesso con Harry solo perché è il più figo della zona? Insomma, doveva esserci un motivo più sensato.
Volevo perdere la verginità? Ok, ma perché? E soprattutto, perché Louis non se li tiene per se certi commenti.
Mi fermai un attimo per cercare di capire dove andare.
Ecco, li ho persi di vista.
Cominciai a girovagare a caso finché finalmente sentii delle voci provenire dallo sgabuzzino.
Mi avvicinai ed accostai un orecchio alla porta chiusa per sentire qualcosa di più.
Qualche risata, parole dolci di conforto, che stava succedendo?
«Lo hai lasciato?» chiese Harry ad un certo punto.
Chi?
«Sì, più o meno. Gli ho fatto una scenata e me ne sono andata»
«Come l'ha presa?»
«Non gli ho fatto aprir bocca, sembrava stupito»
«Quindi sei single?»
«Sì»
Harry dove vuoi arrivare?
«Bene» disse.
«E tu ed Elena? State insieme?» chiese.
Il mio respiro si bloccò.
Ci pensò un po' su.
Rispondi cazzo!
«No»
Mi sentii mancare. Allora Louis aveva ragione.
«Ma voi avete..»
«Sì, ma non c'è niente tra noi. Lo facciamo per divertimento, senza amore»
Non prova un cazzo per te Elena! Sei solo il suo giocattolo.
Zitta vocina minchiona! Chi ti ha chiesto il parere?
Dovevo farti aprire gli occhi.
Perché la verità fa così male?
«Anche lei la pensa così?»
«Certo, non mi ha mai detto che vuole avere una relazione più seria»
E dovevo chiedertelo io?
«Capisco.. quindi sei libero, cioè puoi andare con altre?»
«Sì»
No che non puoi coglione! Tu scopi con me e basta!
«Elena che ci fai attaccata alla porta?» mi chiese Liam comparendo all'improvviso.
«Ecco.. io..» dissi allontanandomi dalla porta.
«Elena?» chiese Harry uscendo dallo sgabuzzino mentre mi guardava con aria stupita, quasi colpevole.
«Liam?» chiese inviperita Nicole uscendo a passo di carica.
Oh cazzo qui si mette male.
«Che ci fate voi qui?» chiese e mi guardò in malo modo.
No allora, precisiamo che io non ho fatto niente a parte origliare.
«Sono arrivato adesso» sbottò lui.
«Piuttosto voi due che ci facevate chiusi lì dentro?» chiese Liam indicando Nicole ed Harry.
«Chiacchieravamo» disse Harry facendo le spallucce per rilassare la tensione creatasi.
«E di cosa?» chiese Liam sospettoso.
«Non sono affari tuoi! Noi non siamo più una coppia, lasciami in pace!» urlò Nicole.
Nicole è pericolosa quando si arrabbia.
Indietreggiai di qualche passo.
«Mi puoi spiegare il motivo?» alzò la voce Liam.
Liam che alza la voce, questa sì che è una novità.
«Mi hai tradito coglione! Con quella troia di Danielle!»
«Che cosa? Io non.. è stata lei a.. te l'ho già spiegato come stanno le cose! Non è stata colpa mia, devi credermi!» urlò Liam, disperato.
«Certo, come no! Però non mi sembravi molto contrario a quel bacio!» rispose Nicole incazzata come pochi.
«I-io.. Nicole, Danielle non conta niente per me» sospirò Liam infine.
Mi sentii improvvisamente di troppo ed anche Harry sembrava percepirlo.
«Pure io non conto niente per te!» gridò Nicole e se ne andò infuriata seguita da Liam.
No, non lasciatemi qui da sola con Harry.
«Come stai?» mi chiese d'un tratto il riccio.
Ah adesso mi chiedi pure come sto?!
«B-bene» risposi stupita per la domanda.
Di solito non mi chiedeva mai come sto, passava subito all'azione.
«Hai sentito tutto vero?» mi domandò accennando un sorriso per poi tornare subito serio. Sembrava un sorriso nervoso, forzato.
«Già» risposi sospirando.
Non disse altro e fece per andarsene.
«Ti piace Nicole?» chiesi facendolo fermare di colpo.
Si girò verso di me ed aprì la bocca per rispondere ma non ne uscì alcun suono.
Accennai un sì con la testa e me ne andai.
«Io..» iniziò a dire, ma lo interruppi subito.
«Ciao Styles» dissi e me ne andai velocemente via.
Tornai al tavolo dove erano seduti Louis e gli altri ma erano tutti spariti.
Oh perfetto.
Mi voltai e presi a cercarli per l'oratorio finché mi trovai davanti Alessia.
«Finalmente ti ho trovato!» disse saltellando allegramente.
Va beeeeene.
«Mi serve il tuo sostegno morale» disse prendendomi per un braccio e trascinandomi non so dove.
«Scusa?» chiesi confusa.
«Devi venire in farmacia con me»
«Come?»

Alessia's mind
«Devi venire in farmacia con me»
«Come?»
Come sarebbe a dire come? Volando?
«A piedi, come se no?»
«Cretina! Intendevo che non avevo capito! Spiegati, che andiamo in farmacia a fare?» chiese Elena, non capendo il motivo.
Ma spiegati tu!
«Argomento preservativi» sbottai arrossendo.
«E non puoi chiedere a me?»
«Non devo chiedere, devo comprare»
«Mi scusi allora»
Arrivammo di fronte alla farmacia e mi fermai davanti ad ammirarla e mi sentii improvvisamente diventare piccola piccola e impotente.
«Entri tu, vero?» dissi ad Elena che mi stava fissando stranita.
«Che cosa? Io non ci entro a chiedere preservativi»
«Muoviti! Non ti mangiano»
«Oh sì invece, mi guarderanno male pensando a chissà cosa»
«Infatti i preservativi servono per scopare scusa a che vuoi che pensino se no? A una festa di compleanno? Per cosa li vuoi usare? Li gonfi e distribuisci palloncini? È ovvio che ti guarderanno male»
Ok, che cazzo avevo detto?
Una delle tue solite cazzate.
Zitta voce minchioide.
Elena mi guardava allibita e con la bocca aperta pensierosa.
Tornai a guardare la farmacia e la gente che entrava e usciva da quella stupida porta.
«Però non sarebbe una brutta idea» disse la mia amica di punto in bianco.
«Cosa?»
«I palloncini» disse tranquillamente.
Perché? Perché me la sono portata dietro?
«Entra e stai zitta» dissi e cominciai a spingerla verso la porta.
«Ma sei stata tu a..» si mise a ridere.
«Sssstt»
Entrammo e ci mettemmo in fila.
«Guarda i preservativi sono lì» mi disse indicandomi uno scaffale apposito.
Mi avvicinai e diedi un'occhiata.
Allora.. questo è sottile, questo è spesso, questo colorato, quello aromatizzato, l'altro senza lattice, quell'altro ancora ritardante, quello anatomico, poi questo è stimolante, l'altro è classico..
«Questo!» urlò Elena facendomi prendere un colpo.
Mi guardai in giro e noto che tutti, e sottolineo tutti, i presenti nella farmacia ci stavano fissando in modo alquanto sconvolto.
«Che cazzo vuoi?» sbottai paonazza dall'imbarazzo.
«Questi fluo sembrano stupendi»
«Fluo?»
Esistono pure quelli fluo?
«Certo! Guarda, si illuminano al buio, che figata!»
«No grazie» dissi a denti stretti.
Perché non capisci di abbassare la voce?
«Su insomma, sono carinissimi»
No.
«Non li voglio»
«Quelli aromatizzati? Ci sono diversi gusti»
«No, voglio qualcosa di normale, niente di strano e stravagante»
«Ci sono quelli classici» disse senza molto entusiasmo.
Ne prese una confezione e me la mise in mano.
Glieli restituì schifata.
«Non mordono mica» rise lei divertita dalla mia reazione.
«Sì ok, ma tieni tu»
«Non ti ci vedo a scopare. Scusa quando deve mettertelo dentro che fai? Gli chiedi di disinfettarselo per bene prima?»
«Elena Efron!»
«Oh insomma, prendine uno a caso!»
«Voglio quelli normali!» alzai la voce pure io.
«E allora prendi quelli classici ma sono scomodi!»
«E allora quali prendo?»
«Quelli anatomici! Ma se ha il cazzo troppo grosso e lungo non vanno bene!»
«Cosa ne so io se lo ha grosso, lungo, largo, stretto, paffuto, piccolo?»
«Bhé fagli una sega»
«Non voglio fargli una sega!»
«Allora digli di fartelo vedere! Insomma, vieni a comprare dei preservativi e non sai neanche come ce l'ha?»
«Ma vuoi abbassare la voce?»
«Anche tu stai urlando e solo per degli stupidi preservativi! Prendi quelli aromatici per il sesso orale allora!»
«Che schifo! Non voglio succhiarglielo!»
«Ma si può almeno sapere con chi devi farlo?»
«Con Louis! Con chi sennò?»
«Ma vi siete appena messi insieme!»
«E allora? Tu non sei fidanzata con Harry!»
«Ragazze vi serve qualcosa?» ci chiese la farmacista avvicinandosi a noi sorridendo.
«No, grazie» disse Elena.
«Sì, noi vorremmo..»
«Lei vorrebbe» mi corresse Elena indicandomi.
«Io vorrei» dissi io irritata «Una confezione di preservativi ma non saprei quale scegliere»
«Bhé su ogni confezione sono scritte tutte le informazioni in base al tipo i preservativo che scegliete»
«Che sceglie» precisò ancora Elena.
Appena esco la picchio.
«C'è anche un distributore automatico fuori dalla farmacia» ci informò.
Cosa?
«Sì, l'ho visto» disse Elena.
Ripeto: cosa?
«Io no» dissi.
«Fuori da ogni farmaci ce n'è uno» mi informò Elena.
«E non potevi dirmelo prima?» sbraitai.
«Ma hai voluto tanto entrare..»
«Oh vieni con me»
Uscimmo salutando e ringraziando la farmacista dopo aver dato spettacolo e trovai quel cazzo di distributore.
«Quale prendo?»
«Io non ti dico più niente, arrangiati»
Sbuffai e comprai quelli classici.
Tornammo velocemente in oratorio, avevamo perso anche troppo tempo.
«Dove eravate finite?» ci chiese Louis con le braccia incrociate spuntando davanti a noi mentre entravamo.
«Farmacia» disse Elena volatilizzandosi.
Idiota torna subito qui!
«Farmacia? Chi si è fatto male?» chiese lui cominciando a preoccuparsi.
«Nessuno»
«Allora perché..»
«Nulla, hai finito di dare spiegazioni ai nostri amici?» chiesi cominciando a camminare.
«Sì, ma che hai in mano?»
«Niente!»
«Fammi vedere!»
«Non è niente»
«Cos'hai comprato?»
«Niente» cominciai a correre e lui mi inseguì.
«Presa» mi circondò con le sue braccia muscolose e mi portò di peso in un angolino appartato.
Si sedette a terra con le gambe incrociate e mi fece sedere in mezzo alle sue gambe.
Mi prese la scatola appena comprata dalle mani.
«Preservativi?» disse stupito.
«Sì.. ho sentito che lo volevi fare»
«Quando ho detto..»
«Ai ragazzi. “Lo farete presto vero?” E tu: “Certo”»
Mi guardò con la bocca aperta e gli occhi socchiusi mentre cercava di ricordarsi la scena. Poi scoppiò a ridere.
«Ma io scherzavo»
«Che cosa?» dissi arrabbiata. Avevo fatto una figura di merda colossale per niente?
«Sì, ammetto di aver gonfiato un po' le cose mentre parlavo»
«Un po'?»
«Un po' tanto» ammise sorridendo.
«Sei un cretino» dissi ridendo.
«Perché?»
«Perché hai raccontato un sacco di balle e io adesso ho qui dei preservativi che non possiamo usare»
«E chi ti ha detto che non li possiamo usare?» mi fece l'occhiolino.
Oh cazzo.
Arrossii di colpo mentre lo guardavo in quegli occhi azzurri stupendi che sembravano pieni di passione.
«Questi, me li tengo io» rise e se li mise in tasca.
Come gli ci stanno in tasca?
«E che te ne fai?»
«Li metterò sul mio comodino, così quando verrai a trovarmi saranno già lì pronti» disse sorridendomi in modo pervertito.
«E così tua madre avrà il suo tanto atteso nipotino» rise felice.
«Ma col preservativo non..»
«E chi ha detto che li dobbiamo per forza usare?»
Oh porca merda, no, fermatelo, questo mi potrebbe scopare seduta stante.
Louis mi cinse la vita con le sue braccia ed appoggiò le labbra sulle mie, poi le nostre lingue iniziarono a girare vorticosamente.
Ok, forse potrei cedere.




____Autrice____

Okay. HAHHAHAHA
*Schiva le patate, i pomodori, le lattughe, le banane (?) e le angurie (?!)*
Lo so, lo so. Non aggiorno da tipo credo otto mesi. Faccio schifo. Sul serio.
Volevo ringraziare Elena perché metà capitolo lo ha scritto lei e io non voglio per niente prendermi il merito per qualcosa che per metà non ho scritto io. Davvero un ringraziamento speciale va solo a lei, anche perché la parte che ha scritto lei fa morire HAHAHAHAHAHA
Io spero davvero che mi perdonerete perché io vi voglio bene, uhm. AHHAHAHHA 
E così niente Harry va a consolare Nicole e sbabam colpo di fulmine.
Ahha si fa pena come capitolo (solo l'inizio, da metà in poi fa morire perché lo ha scritto la mia elenuccia uhm). HAHAHAHHA 
Cioè boh sto concludendo davvero la mia prima ff pubblicata su efp?! No davvero adesso piango. 
Ringrazio vivamente tutte le ragazze che hanno seguito questa storia, credo che farò un epilogo decente HAHAHAHHAHA 
Oks vi saluto anche perché non so nemmeno se riuscirò a pubblicare dato che internet qui fa letteralmente schifo.
Vabbuò ciao AHHAHAHA vi lovvo❤️

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