Atelophobia

di Roxanne1236
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brachilogia. I ***
Capitolo 2: *** Brachilogia. II ***
Capitolo 3: *** Brachilogia. III ***
Capitolo 4: *** Brachilogia. IV ***
Capitolo 5: *** Brachilogia. V ***
Capitolo 6: *** Brachilogia. VI ***
Capitolo 7: *** Brachilogia. VII ***
Capitolo 8: *** Brachilogia. VIII ***
Capitolo 9: *** Brachilogia. IX ***
Capitolo 10: *** Brachilogia. X ***
Capitolo 11: *** Brachilogia. XI ***
Capitolo 12: *** Brachilogia. XII ***
Capitolo 13: *** Brachilogia. XIII ***
Capitolo 14: *** Brachilogia. XIV ***
Capitolo 15: *** Brachilogia. XV ***
Capitolo 16: *** Brachilogia. XVI ***



Capitolo 1
*** Brachilogia. I ***


Cosa ci faccio qui? In mezzo ad una pista da ballo piena, forse troppo. Mi domando cosa pensavo quando mi lasciai convincere dalle mie amiche ad andare in una discoteca. E' di solito il luogo di maggiore divertimento per gli adolescenti. Io non ci trovo nulla di bello in una musica assordante che fa ballare migliaia di ragazzi su una pista troppo stretta. Decisi di uscire dalla folla di persone che mi spingevano addosso ad altre persone. Non feci intempo ad avvisare le mie amiche che ero già fuori. Mi sono ritrovata in un campo di calcio, che fa parte del locale; qualche gruppo di ragazzi ballava anche ì fuori, altri pomiciavano con le ragazze. Mi sento così a disagio, non trovo un posto nel mondo, ma sono sicura che questo non lo è, e questi abiti succinti non mi appartengono, almeno non stasera. Ed ora non mi resta che attendere la fine di questa serata, che sembra non arrivare mai. 24 Ottobre. Roxanne.

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Capitolo 2
*** Brachilogia. II ***


Il tempo passava indistintamente. Giorni, ore, minuti erano troppo convenzionali per i miei gusti. Ero in stazione, aspettando un treno che mi avrebbe portata dall'altra parte della città. Andavo a fare acquisti con Jenny, una mia cara amica, forse l'unica con cui parlavo ed ero me stessa. Il cielo era plumbeo, ma nonostante ciò, ero di buon umore quel giorno. Ricordo quanto ci divertimmo, Jenny ed io, era tanto tempo che non stavo così bene. Ma oggi è diverso. Sono alla stessa stazione, e si sta facendo buio ed ho dimenticato quella felicità di qualche tempo fa. Lo so, mamma, hai ragione, non devo stare in questi posti quando diventa buio. Un lampione si è acceso, la gente corre per salire su un treno che sta per chiudere le porte e sta per lasciare la stazione. Chissà dove va quella signora vestita elegantemente, o quel ragazzo con i pantaloni strappati e le cuffie grandi. Una cosa è certa, loro almeno hanno trovato un posto nel mondo. Mi alzo dalla panchina e mi avvio verso casa. Non mi va di andare da altre parti. 18 Dicembre. Roxanne.

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Capitolo 3
*** Brachilogia. III ***


Il Natale passò, così come l'anno finì, ma io ero sempre la stessa Roxanne, ed il sole nella mia vita non c'era ancora. Ma in un attimo tutto cambiò; quando comparve il mio sole tutto divenne diverso, iniziai a vedere le cose in maniera diametralmente opposta a come le vedevo prima. Comparve dopo qualche settimana cheandai in stazione. Fu il destino a farci incontrare subito dopo la fine di un anno per me catastrofico; ero in giro per la città con Jenny, ed incontrai Jean con un ragazzo, in un angolo di una strada affollata. Quando lo vidi non capii cosa provai; mi sorrise e mi strinse la mano. "Sono Daniel", mi disse, con una voce che avrei ben presto dimenticato. Non posso di certo, però, dire la stessa cosa del suo nome. "Piacere, Roxanne" gli risposi con un filo di voce. Jean mi disse qualcosa che non ricordo, e poi lei e Daniel se ne andarono per la loro strada, mentre io rimasi a fissare la vetrina di un negozio. "Rox?" Jenny mi stava tirando verso quel negozio. "Si Jenny, scusa, vengo." La seguii con il pensiero proiettato alla visione di quei capelli biondi e di quei profondi occhi verdi che mi avevano cambiato la giornata. La cosa buffa è che ancora non sapevo che mi avrebbero cambiato la vita. 3 Gennaio. Roxanne.

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Capitolo 4
*** Brachilogia. IV ***


Non dormo. Ormai è una settimana che passo le notti insonni. Penso a Dan. Dal giorno in cui ci conoscemmo, iniziammo a parlare in chat; parlavo anche tanto con Jean, le rivelai che Dan mi piaceva, e lei subito mi disse che lui ricambiava. Questa cosa mi sconvolse, mi sembrò troppo bella x essere vera. Parlare con Dan mi fa stare bene, dà un senso alle mie giornate; la cosa che adoro di più è il fatto che è timido ed un pò riservato. Lo scriverei su tutti i muri. Roxanne si è innamorata di Daniel. Oddio, l'ho davvero pensato. Innamorata. Penso a quella sequenza di lettere e mi rendo conto di quanto più grande di me sia quell'universo in cui mi sono precipitata. E mi è anche venuta la febbre questa settimana; sono stata a casa nella perenne attesa di parlare con lui. Ma ecco che incombe nei miei pensieri un rumore. Sento una voce rotta dal pianto che parla; è lei, la persona più importante nella mia vita. Ti prego, non piangere, mamma. Non so perchè lo fai, ma vorrei poter eliminare ogni causa della tua tristezza. Ti abbraccio semplicemente perchè dirti qualcosa, qualunque cosa, sarebbe una banalità. Non che un abbraccio non lo sia, ma insieme possiamo affrontare il mondo. 10 Gennaio. Roxanne.

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Capitolo 5
*** Brachilogia. V ***


Ricordo la sua mano che stringeva la mia, e poi il suo braccio che cingeva dolcemente la mia spalla. Era così bello, ieri sera. Quando l'ho visto mi tremavano le gambe, ero terrorizzata di avvicinarmi a Dan, lo guardavo da lontano. E' venuto poi vicino a me , e abbiamo inziato a parlare di svariati argomenti. Mi ha presa per mano, portandomi in un mondo a me sconosciuto, forse perchè solo le anime felici possono entrarci. Forse è proprio lì, il mio posto nel mondo, accanto a lui. Torno a me, ed al mio libro di versioni, ma non riesco a tradurre nemmeno un rigo che già mi perdo nei miei pensieri. Sono nata sbagliata per questo mondo, ma non per lui, perchè sto inspiegabilmente bene con Dan, mi sento a casa. L'ho sempre immaginato, il periodo in cui ci si innamora. Sentivo le mie amiche parlarne, ma ho sempre tenuto le distanze dagli altri umani. Avevo però comunque una vaga idea dell'ansia che si ha anche per le cose più banali, come uno stupido messaggio sul cellulare. Ma non avevo mai neanche lontanamente figurato quella fervida attesa che dà crampi allo stomaco, quell'inettitudine a fare qualunque cosa che non implichi in qualche modo lui, ma soprattutto quella strana aritmia del battito cardiaco. Mentre volo con l'immaginazione, arrivando fin dove abita Daniel e figurandolo in una casa sconosciuta a fare chissà cosa, il tempo scorre e non mi accorgo che il cellulare aveva emesso un suono, se non dopo una buona mezz'ora che continua a lampeggiare. Sembra chiamarmi: 'Roxanne, c'è un messaggio', mi direbbe, se potesse parlare. Prendo il cellulare e leggo il mittente. Daniel. Le mani iniziano a tremarmi, e mentre gli rispondo realizzo che c'è una differenza abissale da come le avevo immaginate, queste emozioni, e che in fondo non è poi così male innamorarsi. 16 Gennaio. Roxanne.

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Capitolo 6
*** Brachilogia. VI ***


Diciassette. Secondo la tradizione è un numero sfortunato, ma io sono sbagliata anche in questo. Non credo a fortuna e superstizioni, sono solo invenzioni stupide della mente umana. Diciassette sono gli anni che compio oggi. Si può rinascere a Diciassette anni? Tra auguri e falsi sorrisi la giornata passa velocemente a scuola. Anche oggi, come ormai da due settimane, non aspetto altro che parlare con Dan. Mi ha chiesto di vederci in settimana. A casa ritrovo la nonna, che mi ha comprato una torta. Quando spengo le candeline vedo quel fuoco che va dissolvendosi pian piano far brillare gli occhi di un'anziana signora che ha trovato un posto nel mondo, ma che quel posto è andato via troppo presto. Torno alle mie candeline e si, penso al mio desiderio. Ma per far avverare un desiderio non servono fuochi di candeline che si dissolvono, soffioni o stelle cadenti. Serve un pò di coraggio che manca a tutti. Si, e proprio quel coraggio oggi mi scorre tra le vene mentre digito parole semplici su un freddo display, "oggi ti andrebbe di uscire con me?". Si, l'ho chiesto a Dan. Mi sento molto a disagio a guardare parole che non sarebbero mai uscire dalla mia bocca. Perchè poi? Tanto sono sempre io che lo pronuncio. La stessa Roxanne che non sa chi è, dov'è il suo estro. Dan sembra entusiasta di tale proposta. Mi ritrovo anche io, solo ora, in un essere umano; faccio le stesse cose che un tempo giudicavo stupide, che fanno le ragazze alla mia età, e da una parte sono quasi totalmente inetta al farle, ma dall'altra sono sicura che da qualche parte c'è un posto in cui io sarò la vera Roxanne. Mentre penso a ciò, dopo aver attentamente esaminato i miei abiti e tutti gli altri indumenti, mi infilo quella felpa rossa, tanto semplice quanto calda e volo verso di lui. 20 Gennaio. Ore 16.14 Roxanne.

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Capitolo 7
*** Brachilogia. VII ***


Le mie mani tremano mentre sono alla ricerca di una canzone che plachi il mio nervosismo. Tento di respirare profondamente mentre guardo fuori dal finestrino del treno e vedo il sole calare. In un attimo mi trovo a pochi passi dall'uscita della stazione, sento le gambe che stanno per cedere, ma poi mi fermo e cerco ancora invano di calmarmi. Roxanne, Daniel è lì a pochi passi da te, lo stai per raggiungere. "Ciao Roxanne, auguri." Gli occhi verdi di Dan mi fanno arrossire e balbetto un timido 'grazie'. Mi dà un bacio sulla guancia e ho un sussulto quando sento le sue labbra carnose tanto calde sfiorare la mia gelida guancia. Dove mi porta? Vedo la strada scorrere sotto i miei piedi, e sento la sua fredda mano afferrare dolcemente la mia. Camminiamo silenziosi mano nella mano; non ho bisogno di trovare futili argomenti di cui parlare con lui, perchè nel nostro silenzio, guardandoci l'un l'altra, ci facciamo mille discorsi. Mi ritrovo con lui in una metropolitana. Dove stiamo andando? Deve avermelo detto, ma ero troppo persa nei suoi occhi perchè quest'informazione potesse essere conservata nei miei ricordi. Camminiamo tutto il pomeriggio, sento una risata uscire dal mio cuore. Chissà cosa deve avermi detto perchè adesso rido con tutta me stessa, senza quella superficialità con cui faccio di solito; le risate non mi provenivano dal cuore da molto tempo, forse da quando ero bambina. Siamo di nuovo in metro, questa volta per tornare indietro; Daniel ora mi abbraccia, ma non troppo forte. Arriviamo in una strada affollata, ma inizia a piovere, così entriamo in un negozio di libri ed hardware, e stiamo finchè il cielo non sorride dopodichè il silenzio cala di nuovo su di noi mentre torniamo verso la piazza in cui mi devono venire a prendere i miei genitori. Daniel si ferma, fermando anche me. "Roxanne, oggi sei bellissma." Le mie pallide guance si colorano di un rosso fuoco ed il calore invade tutto il mio corpo. Abbraccio Daniel e lo faccio. Gli dico che mi piace, inizio a blaterare, e ascolto le mie parole. "Fin dal primo momento... ti trovai subito bellissimo.. e poi.." Appena finisco di parlare sento le labbra di Dan premere contro le mie. Mi sta baciando, mi sta dando uno di quei baci che non dimenticherò mai. Roxanne, ricordati di respirare. Mentre lo bacio mi accorgo che lo sto stringendo più forte e che il mio estro sta uscendo fuori. Gli sto dando la mia anima e la sto conoscendo. Si, e anche quando ci stacchiamo e comincio a parlare, comincio a conoscere la vera Roxanne; ora tutto sembra avere una giusta collocazione, anche quel sampietrino che fuoriesce un pò. E' perfetto così, come questo momento in cui sto facendo tardi, ma cammino comunque lentamente con Daniel e parlo, rido, e dopotutto, non mi sento così sbagliata per il mondo. Roxanne.

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Capitolo 8
*** Brachilogia. VIII ***


E' mattina, ed oggi il sole è alto nel cielo. Mi alzo lentamente, oggi è sabato e non vado a scuola, e avvicino la tazza alle mie labbra. E' calda, come il respiro di Dan; non lo vedo dal giorno del mio compleanno. Ha però preso a chiamarmi a casa, ed ogni squillo del telefono è un sussulto, e sentire la sua melodiosa voce al telefono mi imbarazza tantissimo, ma sono diventata quasi dipendente da essa. E' davvero troppo, per me; troppo bello per il mio imperfetto fisico, troppo dolce per la mia cinica mente. "E se non fosse vero? Se fosse solo un'illusione?" La mia amica cinica si riifuita perfino di rispondermi, tanto ritiene fuori dal mondo questa domanda. Ma Jenny, lo sai che io sono fuori da questo mondo, che non lo capirò mai, perchè non sono perfetta. Non come te, che calcoli tutto alla perfezione, che sei tanto attenta ai minimi particolari e che ci stai bene, forse troppo in questo mondo. Forse ti invidio un pò; ma oramai non m'interessa questo mondo; è lui, il mio mondo. "Roxanne? Mi rispondi?" Mia madre mi catapulta di nuovo, forzatamente, in questo mondo. Cosa mi ha chiesto?! "Roxanne?! Dove hai la testa? Vuoi scendere con me?" Mamma, dove ho la testa, mi chiedi. Ce l'ho fuori di qui, in un cuore, mamma; nel suo cuore. "Certo, andiamo." Mi infilo una giacca e mi lascio trasportata via dalle mura della mia casa al suon degli AC/DC. 22 Gennaio. Roxanne.

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Capitolo 9
*** Brachilogia. IX ***


Sono sotto casa di Jenny, perchè Dan è in ritardo. Indosso un vestito nero e gli stivali nuovi; busso al portone, entro nel palazzo e sento della musica ad alto volume. Possibile che..? No, Rox, la festa a cui devi andare alla festa non è la tua, e soprattutto, non è a casa di Jenny. Come mi sono sbagliata nel pensarlo. Entro in casa di Jenny e sento un urlo di massa. "Sorpresa!" urlano tutti in coro. Rimango a bocca aperta, abbraccio tutti. Non ci posso credere! Nessuno aveva mai fatto una cosa del genere per me! E poi lo vedo. Non Dan, Josh, il mio migliore amico; abita così lontano, eppure stasera è qui, per me. E poi vedo tutte quelle persone, di classe mia, quelle con cui passo l'estate, tutte qui per festeggiare me. Ed infine vedo Dan sbucare da dietro un muro; com'è bello stasera, non lo ricordavo così bello. La serata passa veloce, forse troppo. Una cosa è certa: non passerà mai dal mio cuore. Ricorderò ogni singolo istante, dai balli in cui mi sono lasciata andare, agli attimi con Dan, alle risate con Josh, alla mia felicità. Son so se ero mai stata così felice. Tutti erano lì, a celebrare un altro compleanno di una persona estremamente imperfetta, e a rendere almeno quella piccola parte della mia vita, perfetta. 22 Gennaio. Roxanne.

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Capitolo 10
*** Brachilogia. X ***


Lo guardo senza mai stancarmi di ammirare ogni suo particolare che lo rende straordinariamente bello. Guardo i suoi lineamenti anche se sotto la sua felpa sono un pò difficili da scorgere, e guardo i suoi occhi pieni di verde che risplende sempre, ogni volta che mi guarda. 
No, è davvero inconcepibile per me una tale bellezza perfetta con una persona così imperfetta quale sono io. Ogni singola parte di me trasmette quell'imperfezione asimmetrica tanto odiata da me; io, Roxanne, uno sbaglio del mondo, con lui, Dan, una piccola perfezione, un universo armonico. Ricordo ancora quando mio padre disse a gran voce "sei stata il più grande sbaglio che abbia mai fatto", era arrabbiato, sì, ma quelle parole fratturarono il mio cuore, che ancora non è riuscito a guarire da questa farita, e, per di più, la mia memoria tanto errata, che non riesce ad immagazzinare tante, troppe cose, stranamente ricorda alla perfezione queste parole, come se lo facesse proprio per ferirmi, per puntare il coltello ancor più a fondo nella ferita. Ho sempre pensato che forse era davvero una forma di autolesionismo inconscio, per correggere a limiti impensabili la mia imperfezione, ma rimanendo perennemente delusa perchè non mi apparterrà mai la perfezione. 
 
"Ehi, Rox, cosa pensi?" mi scuote Dan, riportandomi in paradiso. 
"Niente, Dan." Gli premo dolcemente le mie labbra alle sue e lo stringo, forse troppo forte per essere un normale abbraccio. Deve aver capito qualcosa, ma fortunatamente tace. 
[26 Gennaio] 

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Capitolo 11
*** Brachilogia. XI ***


Un'altra giornata grigia, ascolto la musica mentre siedo nel pulmino che mi porterà a scuola. Lui non c'è ora, e non ci sarà per ancora 4 giorni , è partito. Chissà cosa starà facendo adesso; mi perdo in un pensiero rivolto a lui e alla sua dannata perfezione, ed uno squarcio si apre dentro di me. Mentre mi levo la giacca e prendo posto in classe sento un groppo in gola; ora lui avrà trovato un'altra perfezione, sarebbe così bello poter sognare veramente un futuro con lui, ma la mia imperfezione impedisce anche questo. Un brivido percorre la mia schiena, nel ricordare la sua mano fredda, e al pensiero che quella  mano potrebbe stringere un'altra mano, non la mia. Ma cos'è quest'ossessione, questa paura?  Non mi sembrava che l'amore la producesse; devo esser sbagliata anche in questo. 
 
"Roxanne? Sveglia, il professore ti ha chiamata alla lavagna." Mi sveglia dal trance Jenny. Da quanto tempo stiamo facendo matematica? Perchè ho altri libri sul banco? Fortuna che sono brava in matematica, e alla lavagna me la cavo bene e torno al mio posto, guardando Jenny allucinata; lei mi sorride e strappa un foglio dal suo quaderno a quadretti con accuratezza, poggiandolo sul mio banco. 
"Se proprio devi pensare ad altro, almeno fingi di seguire." Le sorrido. Grazie, Jenny, ti voglio bene, avrei voluto dirle, ma il copione della nostra amicizia non prevede gesti d'affetto, perchè siamo fin troppo sicure del bene che ci vogliamo per sentire l'esigenza di dimostrarcelo.
2 Febbraio.
 
Roxanne. 

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Capitolo 12
*** Brachilogia. XII ***


Il sole è più forte del solito stamane. Fa troppo caldo per esser fine inverno, qualcuno ha addirittura azzardato indossando magliette a mezze maniche; si sente un lontano cinguettio di uccelli dalla finestra mentre mi infilo un vestitino a righe e le calze. La mia imperfezione fa a pugni con l'armonia di questa giornata; attendo con ansia che Dan arrivi, potrò finalmente riabbracciarlo. Mentre lo aspetto, guardo fuori dalla finestra e vedo tante piccole armonie in quella piazzetta, tanti baci scambiati che volano via, ed una leggera brezza scompiglia i miei capelli. Sento la mia pelle bianco latte irradiarsi d'un rosso fuoco; lo vedo camminare fra quegli alberi e mi fiondo verso la porta di casa e poi giù al portone.
Lo stringo forte, più forte che posso e non so lasciarlo, nè tantomeno lui vuole farlo. 
"Mi sei mancato" riesco finalmente a dirgli. Tutto qui, Roxanne? E cosa ne è stato di tutti questi pomeriggi, spesi in pensieri, in paure? Dove son finiti tutti i discorsi che ti eri ripromessa di fargli? 
In una sola parola, via. Sì, sono andati via, come se la mia anima non avesse abbastanza spazio per contenere anche quelli; lo guardo, ma nemmeno i miei occhi riescono a trasmettergli tutto quello che ho dentro. 
Sbagli Roxanne, come sbagli. Sbagli a pensare e a non urlargli, urlare al mondo, tutto l'amore che provi per lui; sbagli ad essere cinica, a tenere queste distanze, ad andarci coi piedi di piombo. Devi lasciarti andare, devi, senza esitare, senza se e ma. 
So soltanto urlare dentro me, so sentirmi ridicola di dirgli il mio amore, e so imbarazzarmi solo.
 
"Rox, è successo qualcosa?" Nota tutto, Dan, anche il minimo mutamento nel mio sguardo. 
"Niente, Dan, è che io ti amo." Quelle ultime parole risuonarono al mio cuore in maniera armonica perchè erano per Dan, non potevano essere rivestite dal solito alone di imperfezione, parlavano della mia anima a lui, anche se in maniera molto, troppo riduttiva.
"Ti amo anch'io Roxanne." 
 
Mi baciò e fu un bacio lungo che mi portò in una dimensione atemporale, facendomi dimenticare tutto, anche come respirare. Mi mancò ancora la forze nelle gambe e per reggermi avvinghiai le mie braccia al suo collo; mi trasportà in una dimensione perfetta, in cui ogni cosa girava per il verso giusto, anche la mia memoria che era venuta meno in quel momento, era in perfetta armonia con quel bacio. Io ero in perfetta armonia con quel bacio. 
6 Febbraio.
 Roxanne

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Capitolo 13
*** Brachilogia. XIII ***


Jerèmy era lì, inerme, davanti a Roxanne e Daniel, nascondendo la verità anche a sè stesso dietro un falso menefreghismo. 
Jerèmy fu l'unico ragazzo che piacque davvero a Roxanne prima di Daniel; era stata segretamente innamorata di quel ragazzo strano per due anni, finchè poi conobbe Daniel.
Quando Roxanne lo vide, quel giorno, ebbe una scarica di tensione che comportò quel leggero tuffo al cuore concesso a tutti una volta ogni tanto; Jerèmy la guardò stralunato ed in un secondo lei ricordò tutto, quei due anni di ammirazione da lontano e quei pochi bei momenti in cui parlò con lui.
Jerèmy la guardò allontanarsi con Daniel; la lasciava andare via un'altra volta, proprio come fece qualche tempo prima, mandò un'occasione via, ma capì di aver sbagliato, e non poteva sbagliare un'altra volta; i treni passano una volta sola, e solo in casi davvero speciali due.
Tentò però di ingoiare quel nodo in gola che aveva sapore di rimpianto. Col suo fare menefreghista, camminò ciondolando fino al motorino del suo amico per tornare con lui a casa, ma c'era qualcosa che lo bloccava, una spina dentro di sè era conficcata ed adesso era arrivata al suo cuore, penetrando quei muri di ghiaccio che lo circondavano. 
Quella spina doveva togliersela, o sarebbe rimasto per sempre con quel dubbio, e quel giorno era il momento migliore per farlo. Si era già infilato il casco ed era salito dietro l'amico ma sapeva che non era ancora troppo tardi, che poteva tornare da lei. 
"John, fermati!" Urlò Jerèmy. 
6 Marzo, ore 18.10

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Capitolo 14
*** Brachilogia. XIV ***


L'amico fermò di botto il motorino, provocando un sordo rumore con le ruote ed infastidendo i passanti, e facendo bloccare la macchina dietro di loro di colpo. 
"Che diavolo fai, Jerèmy? Dove stai andando?" Chiede John, stordito. 
"Devo andare!" urlò Jerèmy, ormai lontano. Correva contro il tempo, ed arrivò alla stazione dove aveva incontrato qualche minuto prima Roxanne e Daniel e si fiondò sulla banchina e trovò il treno che stava per chiudere le porte; ci si precipitò dentro e, facendosi spazio in mezzo alla folla, andò per i vagoni alla ricerca di Roxanne fin quando vide quell'anima smarrita inerme, seduta su un freddo sedile, anche se fece attenzione a non farsi vedere. E così passò un viaggio in treno, guardando la sua chioma irradiata dai raggi del sole che penetravano il treno ed arrivavano diritti su quell'essere imperfetto per farle risplendere quei capelli di un colore non così naturale. 
Il viaggio in treno sembrò a Jerèmy durare anni, ma finalmente scorse Roxanne alzarsi. Scese alla sua stessa fermata, ma lei ancora non si era accorta della presenza angelica che la seguiva. Jerèmy afferrò il polso di Roxanne stringendoglielo, e lei si girò di scatto, ora quasi conscia di chi le avesse stretto quel fragile osso, come se avesse avvertito la sua presenza; però quando lo vide si mostrò molto sorpresa e tentò invano di sembrare infastidita, ma le si leggeva negli occhi che era felice di averlo incontrato. 
Roxanne guardò Jerèmy ed i suoi capelli scompigliati per via del vento, della corsa che il fiatone, che ancora aveva, lasciava intuire, del casco quando era sul motorino con John. 
"Ciao, Roxanne." disse Jerèmy, con aria sicura, anche se il rossore in volto tradiva il suo imbarazzo. 
"J-J-Jerèmy, che ci fai qui?" La voce di Roxanne assunse un tono grave ed era tremolante, ma cercò di non farlo notare e di autocontrollarsi, anche questa volta invano. 
Jerèmy, non lasciando il polso di Roxanne, la trascinò dolcemente su una panchina ed iniziò a parlare; buttò giù un vomito di parole che piombarono nel cuore di Roxanne.
Parole che qualche tempo prima avrebbe dato tutto per sentire. 
6 Marzo, ore 18.45

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Capitolo 15
*** Brachilogia. XV ***


Erano passati due anni da quando Roxanne si era innamorata di Jèremy. Quel giorno sarebbe stato il suo triste e solitario secondo anniversario se non fosse stato per Dan. Guardava ancora quella esile figura colpita dai raggi di un sole che pareva tardo a tramontare; erano passati due anni e Jèrermy s'era reso conto dell'esistenza di Roxanne per di più le stava anche dicendo che si era innamorato di lei. No, Jèremy, non è meglio  tardi che mai. Ogni lasciata è persa. 
Ma perchè proprio ora?
Proprio adesso che sono di nuovo felice, innamorata.
Cosa c'entra lui con la mia felicità? Ormai nulla.
rima ci avrei giurato e messo la mano sul fuoco, lui per me era tutto.
Ma ora amo Daniel,
e voglio Jèremy fuori dalla mia vita.
No, sciocca. Lo sai benissimo che non lo vorrai mai fuori dalla tua vita.
Ma cazzo, Roxanne, ora hai Daniel, DEVI cacciarlo. Devi. Mi hai sentito?? 
Erano ancora seduti sulla panchina della stazione a parlare osservando l'ultimo saluto quotidiano del sole. Parlavano di tutto, come vecchi amici che dopo essersi persi di vista per lungo tempo si rincontravano quasi per caso, e prendevano a raccontarsi di quel che ne è stato delle loro vite reciprocamente, anche se Roxanne sotto sotto sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontare quell'argomento più delicato, motivo per cui Jèremy era lì con lei. 
Roxanne continuava a fissare i capelli di Jèremy che mentre lui parlava compivano un leggero movimento ed era molto attratta da quella sorta di moto ondulatorio; il colore era il medesimo dei capelli di Dan.
Dan! Sciocca, devi parlargli di Dan!
Cosa fai ancora qui vicino a lui? Aspetti che si dichiari ancora e che ti baci o forse ti sembra il caso di piantarlo in asso e correre da Dan?
Smettila di pensare a Dan osservandolo!

Ma era più forte di lei ricordare tutto, non riusciva a bloccare quelle immagini che le comparivano nella mente mentre il disagio cresceva gradualmente. E al contempo una forza ancor più grande le teneva nel cuore, così come nella mente l'immagine di Dan, anche alla visione dello stesso Jèremy. 
Jèremy tentò di sfiorarle la mano.
Roxanne rimase un attimo impietrita, ma non esitò e la scostò. La posta in gioco era troppo alta perchè ella potesse anche solo esitare. 
6 Marzo, ore 19.20

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Capitolo 16
*** Brachilogia. XVI ***


Resosi conto di quel che aveva fatto, quasi fosse tornato alla realtà, Jèremy si alzò di scatto e fece per andarsene. 
Non andare. Non andare, Jèremy. Ti supplico. 
Mentre Roxanne bramava il suo ritorno, Jèremy era già vicino al treno; doveva osare, Roxanne. Niente aveva più importanza di quel momento; non era mai stata brava nel ballo, ma quel tango andava ballato fino in fondo. Mai declinare l'invito di un angelo, mai, specie se è per un ballo come quello. Niente aveva più importanza in quel momento. 
Vai, Roxanne. Corri contro il tempo e parla con Jèremy. Daniel capirà, è il tuo futuro. 
"Jèremy!" Urlò Roxanne appena salita sulla banchina; il treno era quasi arrivato, e la ragazza correva fin quando non raggiunse la figura esile ed angelica di Jèremy; gli prese la mano e tirò un respiro profondo. 
"Lasciami parlare." Esordì. "Tu sai quel che ho penato per te, fin da quando ero ancora al secondo anno, e se ti devo dire la verità, ammetto che un certo effetto me lo fai ancora adesso; fino a poco tempo fa non credevo di poter rivivere quelle sensazioni che ho provato in silenzio per te, e che ti ho taciuto finora. Ma mi sbagliavo, e di grosso: è arrivato quasi come per una seconda chance del destino Daniel, ed ho riscoperto me stessa ed il fatto che ho un cuore che non è solo un muscolo pulsatore ma che desidera amare ed abbandonarsi ad un altro cuore pronto ad accoglierlo. Sembra strano, lo sembrava anche a me, ma è stranamente fantastico ed, in parte a malincuore, devo andar via da te e devo proseguire per la mia strada, ormai lontana da te. Il mio cuore ora appartiene ad un altro e perdere Daniel ora sarebbe uno dei più grandi sbagli, e non me lo perdonerei mai."
"Ma allora che senso ha questa conversazione? Perchè mi hai inseguito e non mi hai lasciato andare se dici che devi andar via da me?"
"Jèremy, sto facendo uno sbaglio, e ne sono pienamente cosciente, ma gli addii non sono mai una cosa giusta." 
"E allora..?" 
Roxanne non volle ascoltarlo, e lasciandogli la mano fece per andarsene; Jèremy non glielo permise, le bloccò bruscamente il polso e la tirò a sè. Ella andò a sbattere contro il suo torace ed imbarazzatissima si ritrasse, come se avesse provato il più bello e proibito dei piaceri. 
"Questo però devi concedermelo, e glielo posso spiegare anche io al tu ragazzo, ma se proprio deve essere un addio, che sia un addio degno di tale nome."  Le stampò un bacio sulle labbra tremanti, dopodichè con la sua aria angelica si avviò verso il treno fermo e andò via da lei. 
Roxanne rimase a guardare il treno sulla banchina, sforzandosi di pensare lucidamente e di odiare lui e quel maledetto gesto che l'aveva fatta impazzire; ma era più forte di lei non odiarlo, non avrebbe mai potuto, ed era inutile mentire a se stessa. Di una cosa era certa, che non amò quel gesto quanto amava Dan.
Dan! Ed ora come faccio? Possibile che combino sempre casini?! Sono sempre la solita, e sto anche facendo tardi. 
Uscendo dalla stazione memore di quel che era successo, quasi sconvolta, non riuscendo ancora a crederci, Roxanne corse a casa; sfiorava ancora quelle labbra immolate, che realizzarono il suo più grande desiderio latente. 
A Daniel penserò quando torno, ora è troppo tardi. 
Era in trance, ma andò via. Lasciò quella stazione, ed insieme ad essa, una parte del suo cuore che le pesava troppo per poter stare in mezzo alla gabbia toracica. Mandò via quel demone angelico che aveva posseduto il suo cuore per troppo tempo. 
[6 Marzo, ore 19.20] 

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