Teach me how to love

di TrustInBieber
(/viewuser.php?uid=196331)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vi presento Veronica Clide ***
Capitolo 2: *** Come home to me ***
Capitolo 3: *** I was born to love you ***
Capitolo 4: *** Tu sei la futura sposa di Justin, vero? ***
Capitolo 5: *** Una bambolona gonfiabile ***
Capitolo 6: *** Viva le arance! ***
Capitolo 7: *** Sai perchè Dio ha creato un solo mento? ***
Capitolo 8: *** Pluto o Pippo? ***
Capitolo 9: *** Lagazza Giapponese essele svenuta! ***
Capitolo 10: *** Mi insegni a baciare? ***
Capitolo 11: *** Tu normalmente ordini pancakes alle 3 di mattina? ***
Capitolo 12: *** D'ora in poi, chiamatemi Sorĉistino! ***
Capitolo 13: *** Airi significa 'pera' in Giapponese ***
Capitolo 14: *** Japanese Garden Bridge ***
Capitolo 15: *** Sei incinta?! ***
Capitolo 16: *** Un cucciolo di balena è più grande di tutto l'albergo ***
Capitolo 17: *** Promettimi che non morirai, ti prego! ***
Capitolo 18: *** Jack, donna, re, asso! ***
Capitolo 19: *** Capitan Ventosa ***
Capitolo 20: *** Allora, Kendra, l'hai provata l'ultima ceretta per le gambe? ***
Capitolo 21: *** Devi essere un generale, perchè le mie parti sono scattate sull'attenti. ***
Capitolo 22: *** E se noi fossimo tutti una storia? ***
Capitolo 23: *** Se vostra madre e la vostra ragazza stessero affondando, voi chi salvereste? ***
Capitolo 24: *** Ti sei scrocchiato le dita! ***
Capitolo 25: *** Ti amo davvero ***
Capitolo 26: *** Non ti amo ***
Capitolo 27: *** Mi presti il bagnoschiuma? ***
Capitolo 28: *** Costantemente con una tazza di caffè in mano ***
Capitolo 29: *** Lo voglio. ***



Capitolo 1
*** Vi presento Veronica Clide ***


"Veronica, stai ferma, per favore." Mia madre sospira mentre mi mette la crema sulla schiena.
"Mamma, fa male!" Affondo il viso nel cuscino e cerco di trattenere le lacrime. La sento sospirare ancora mentre ricomincia a massaggiarmi più gentilmente la schiena.
Un altro giorno, sempre stesso padre. Violento, severo, traditore, alcolista. 
"Lo so, tesoro, lo so." Mia madre si alza e posa il tubetto di crema sul comodino. "Cerca di riposare. Se hai bisogno, chiamami." Annuisco e mi bacia i capelli, poi esce dalla stanza. 
Mi rigiro lentamente e mi ritrovo a fissare il soffitto, come faccio da anni, ormai. Ogni sera, dopo essermi ritrovata le impronte delle mani di mio padre su tutto il corpo. 
Fortunatamente non tocca mia madre, anche se non so per quanto possa andare avanti così. Prende antidepressivi da quando mio padre, perdendo il lavoro, ha iniziato a bere senza sosta.
Forse è stato proprio l'alcool che l'ha reso quello che è, ma non penso sia la causa di tutto.
Mi giro verso la finestra e chiudo gli occhi, cercando di non spiaccicare parola per non svegliarlo. Dorme nell'altra stanza, ma sente tutto. Preferisco evitare di essere sbattuta contro il tavolo ancora una volta.

"Mamma, che stai facendo?" Scendo le scale la mattina seguente e trovo mia madre che fa le valigie.
"Ce ne andiamo, Veronica. Vai a preparare le tue cose." Mi dice, buttando tutti i vestiti alla rinfusa dentro una delle tre valigie che vedo per terra.
"Che cosa?" Rimango sulle scale, incerta se correre a fare le valigie per andarcene il prima possibile, oppure cercare di riportare mia madre alla realtà.
"Andremo a stare da una mia amica. Le ho spiegato la situazione, rimarremo da lei per un po'." Mi fa cenno di tornare in camera e lo faccio, chiudendomi la porta alle spalle. 
Prendo le due valigie da sotto il letto e ci butto dentro l'intero armadio, più tutte le cose di cui non posso fare a meno. Il telefono suona e lo prendo dal comodino, leggendo il nome della mia migliore amica sul display. 
"Dimmi, Kai." Rispondo, continuando a tirare dentro la valigia tutto ciò che ho sottomano.
"Oggi usciamo, Ronnie! Preparati, passo a prenderti tra un'ora."
Oddio. "Ehm, oggi non posso. Scusa."
Sbuffa. "Perchè no?"
"Ecco, devo uscire con mia madre. É importante."
"Beh, allora usciamo stasera. Non puoi dirmi di no!"
"Va bene. Ora devo andare, ci sentiamo stasera." Riattacco velocemente e mi siedo sul letto. Qualche minuto dopo la porta della mia camera si spalanca.
"Veronica, tutto bene?" Mia madre si siede accanto a me.
Annuisco leggermente. "Si. Dove andiamo?"
"Los Angeles." Mi alzo in piedi velocemente.
"Che cosa?!"
Sospira. "Tesoro, lo so che è un grosso cambiamento, ma non possiamo rimanere nel New Jersey. Più lontano andiamo, meglio è."
"Mamma, non posso lasciare tutti i miei amici!" Mia madre si alza.
"Ce ne andiamo tra un'ora, Ronnie. Cerca di essere pronta." Detto questo, esce dalla stanza, chiudendo la porta. 

Ci sediamo ai nostri posti sull'aereo. Non ho salutato nessuno, non ne avevo la forza. 
Mia madre e mio padre mi hanno fatto trasferire così tante volte, che non ormai non ricordo neanche più dove sono nata.
Non posso sopportare un altro cambiamento così grande. Trasferirsi dall'altra parte dell'America, cambiare la mia vita in soltanto un giorno e abituarsi alle nuove persone è più difficile di quanto sembri. 
"Ronnie, passami la borsa." Passo la borsa a mia madre e lei la infila nello scompartimento sopra le nostre teste, poi si siede accanto a me. "Allora, sei pronta?"
Faccio spallucce. "Farebbe qualche differenza se dicessi di no?" 
Mi passa un braccio intorno alle spalle, facendo attenzione a non premere troppo. "Tesoro, è per il tuo bene, lo sai. Non posso continuare a vederti stare male ogni sera."
"Lo so, ma ormai ero abituata, mamma." Affondo il viso nel suo petto e lei mi abbraccia, accarezzandomi i capelli.
"Lo so che è difficile, ma non sarà poi così male. La casa della mia amica è grande, e ha un figlio, che tu conoscerai sicuramente."
"Perchè lo conoscerò sicuramente?" 
"Beh, si chiama... Aspetta." Fa una pausa apposto. "Oh, si, mi ero dimenticata il suo nome. Si chiama Justin Bieber." Mi allontano velocemente da lei e la fisso scioccata.
"Tu sei amica della madre di Justin Bieber?!"
Ride. "Vedo che l'umore è migliorato."
"Mamma, stai scherzando? Non sono dell'umore per scherzare." Appoggio la testa al finestrino rotondo e chiudo gli occhi.
"Poi vedrai con i tuoi occhi se sto scherzando o no. Piuttosto, sai dov'è finito il mio cellulare?"
Rido. "Non riesci a non perderne uno al mese?"
"No, sembra proprio di no. La tecnologia mi disprezza."
"Si, l'ho notato." Sorrido, scuotendo la testa. 

Atterriamo a Los Angeles circa otto ore dopo. Fa un caldo bestiale, e giuro che sto per sciogliermi.
"Dai, andiamo. Pattie dovrebbe essere fuori." Dice mia madre, avviandosi verso l'uscita. Appena fuori, alzo la testa, vedendomi circondata da palme. Anche all'aeroporto ci sono le palme? Ok, va bene.
"Mamma, dov'è che abitano?" Mi fermo accanto a lei mentre cerca il suo telefono nella borsa.
"Eh, non so, Ronnie. É per questo che ha detto che sarebbe venuta a prenderci." Fa spallucce e finalmente lo tira fuori, accendendolo. 
"Papà ha chiamato?" La guardo. Scuote la testa e si porta il telefono all'orecchio.
"Pattie, ciao, sono io. Si, siamo qui fuori. Uscita 9? Ok, arriviamo. Ok, grazie." Chiude la chiamata.  "Sono all'uscita 9."
"Sono?! No, non posso farmi vedere in questo stato!" Mi siedo sulla valigia e tiro fuori dalla borsa la cipria, il mascara e il lucidalabbra.
"Ronnie, stai scherzando? Sono esausta, e ho bisogno di una doccia. Andiamo!"
"No! Quello è sempre e comunque Justin Bieber, ed è un ragazzo con cui vivrò!" Sbuffo. Possibile che non capisce niente?
"Appunto, sai quante occasioni avrà di vederti struccata e spettinata?"
"Mamma, la prima impressione è quella che conta. Ok?" Ride. Qualche minuto dopo rimetto tutto nella borsa e ci avviamo fino all'uscita 9. 
"Pattie!" Mia madre sorride alla donna appoggiata a una Mercedes nera. E la Madonna!
"Ehi, Jenna." Pattie sorride e abbraccia mia madre, poi si toglie gli occhiali e mi sorride. "Tu devi essere Ronnie, vero? Dio mio, quanto sei cresciuta."
Mi consoce? "Eh, si, sono io." Sorrido. 
"Quanti anni hai, ora?"
"Ehm, 17."
"Bene, mio figlio ne ha giusto 18." Pattie e mia madre ridono, mentre io sorrido leggermente. Che cosa imbarazzante. "Ah, si, ecco." Apre il bagagliaio della sua auto e aiuta mia madre a infilarci dentro tutte le valigie. 
"Ma non c'era tuo figlio con te?" Mia madre si volta verso Pattie, che scuote la testa.
"No, lui è a casa. C'è il suo manager. É andato a prendere da bere." Pattie fa spallucce. Bene, mi sono truccata per niente. "Dai, entriamo in macchina." Facciamo come dice. "Allora, com'è stato il volo?"
"Molto turbolento." Mia madre alza gli occhi al cielo.
"Davvero?" Mi giro verso di lei.
"Tu dormivi, è logico che non hai sentito niente." Ridacchio. La portiera dell'auto si apre e un uomo si siede al volante.
"Salve, sono Scooter." Si gira verso di noi e sorride, accennando un saluto con la mano.
"Jenna. Lei è mia figlia, Veronica." Mia madre ci presenta. Oddio, ma perchè dice il mio nome per intero? Sospiro e infilo le cuffie dell'iPod nelle orecchie.
Pattie ride. "Sei proprio come Justin. Anche lui è sempre con le cuffie, non riesci a metterti in contatto con lui. Manco fosse un alieno." Rido. Questa poi. 

Arriviamo a casa di Pattie circa una mezz'ora dopo. La loro casa è enorme, santo Dio.
Mi tolgo le cuffie. "Quindi, vivremo qui?"
Mia madre annuisce. "Sembra di si."
"JUSTIN!" Urla Pattie, uscendo dall'auto. Eh, Dio. La porta di casa si apre qualche minuto dopo, e Justin esce. 
"Mamma, non sono sordo!" Dice, scendendo le scale.
"Loro sono Jenna e Veronica." Pattie ci indica, prendendo una valigia.
"Chi è chi?" Justin si avvicina a noi.
"Io sono Jenna." Dice mia madre. "Vado ad aiutare Pattie, scusate." Si allontana, lasciandoci soli. Che cosa imbarazzante.
"Beh, tu devi essere Veronica?" Mi porge la mano e faccio uno scatto all'indietro. Alza un sopracciglio. "Tutto bene?"
No, cazzo! Pensavo volessi picchiarmi. "Si, tutto bene." Sorrido e gli stringo la mano. "Ronnie."
Annuisce. "Beh, ti mostro la casa." Mi fa segno di andare avanti e mi segue. "Allora, la sala, cucina, sala da pranzo, palestra, stanza della musica o come si chiama. Andiamo di sopra." Lo seguo al piano di sopra, guardando le foto appese ai muri. "Allora, la tua camera è quella in fondo a destra. Vuoi vederla?"
Annuisco. "Certo." 
"Quindi..." Incomincia, e so già dove vuole andare a parare.
"Si." Annuisco.
"Mi dispiace." Faccio spallucce e apre la porta della mia futura camera.
"Woah." Dico, guardandomi intorno.
"Ti va bene?" Mi affianca.
"Stai scherzando? É... Enorme!"
Ride. "Se vuoi ne abbiamo di più piccole.
"No, no. Questa mi piace. Voglio questa."
Sorride. "Bene, allora. Ti lascio sistemarti. Se hai bisogno, la mia camera è di fronte alla tua." Ah, ecco. Esce e chiude la porta. 
Prendo la rincorsa e mi butto sul letto, sprofondando nel materasso. Oddio! Ora soffoco. Mi rialzo faticosamente e mi ricordo che non ho ancora acceso il telefono. Lo prendo dalla borsa e lo accendo, poi lo sblocco. Trovo una ventina di chiamate perse da Kai. Non la richiamo. Sarebbe inutile, ormai.
Mi alzo e apro le porte del balcone, uscendo fuori. C'è un giardino enorme davanti a me, e un campo da basket. Della serie: poco ricchi, mi dicono.
"VERONICA! VIENI QUI!" Urla mia madre dal piano di sotto. Fantastico. Vado giù e la vedo sulla soglia della porta con le mie valigie in mano. "Queste non si portano su da sole, sai?"
Rido. "Ok, scusa." Ne prendo una e la porto su, poi porto su l'altra e infine l'ultima, lasciandole tutte accanto al muro. Non ci penso neanche a disfarle adesso. Mi ributto a letto. Dio, che male alla schiena...

AYO C:
Never undersestimate a girl, gets everything she wants, she's never gonna stoooooooop!
Vanessa Hudgens ._.
Ok, ok, me ne vado.
Visto che è solo il primo capitolo, fa schifo, ma è pieno di pause per introdurre il perchè sta male, perchè si trasferiscono e tutto il resto, e dovevo renderlo almeno un po' così, altrimenti non capivate niente. ._.
Minchia, oggi la mia amica mi ha tartassata con i One Direction D:
Ormai non li sopporto più, Dio mio.
Ok, me ne vado c:
PEACE&LOVE, .
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Come home to me ***


Vado al piano di sotto dopo essermi fatta una doccia e asciugato i capelli. Stranamente, l'aria fuori è fredda, il che non è certo una cosa normale per una città come Los Angeles.
"Ehi." Faccio un salto appena sento la voce di Justin dietro di me. Ride. "Scusa, non volevo spaventarti."
"Ho... Dei tic. Sai, riflessi." Faccio spallucce e mi giro, vedendolo con la chitarra in mano. "Cosa fai?"
"Vado a suonare." Fa spallucce. "Vieni con me?"
"Dove?"
"Fuori." Annuisco. "Andiamo." Va al piano di sopra e io lo seguo.
"Andiamo in camera tua?"
"No, fuori. Sul tetto." Ah, si, certo. Come non pensarci subito?! Finalmente arriviamo sul tetto.
"Io... Ehm, ho paura dell'altezza." Dico, mordendomi un labbro.
"Dai, vieni." Mi prende la mano e mi aiuta a scendere, poi ci sediamo. "Tu suoni?"
"Solo il piano."
"Davvero? Tipo cosa?"
"Mhm, la conosci 'River flows in you'?"
Annuisce. "Si. L'ha scritta... Yuruma, una roba del genere."
Rido. "Yiruma. E si." Sorride e inizia a strimpellare. "Cosa suoni?"
"Tu conosci 'Come home to me'?" Mi guarda, continuando a suonare tranquillamente. Io che mi spezzo anche le dita quando ci provo. Mah.
"No, in realtà." Mi sposto i capelli dagli occhi. "Me la canti?"
Ride. "Sicura?"
"Si!" Sorrido. Ricomincia a suonare dall'inizio.
"Come home to me, come home to me, back into my arms, home where you belong..." Passa qualche minuto e finisce la canzone.
"L'hai scritta tu?"
"No, ma mi piace." Fa spallucce e posa la chitarra. "Mi dici di te?"
"Come se già non sapessi tutto." Sospiro, giocando con una pietra.
"Beh, so solo che tuo padre ti ha messo le mani addosso. Non so il tuo colore preferito, nè cantante, nè film. Forza, abbiamo tempo prima di cena."
Sospiro. "Beh, il mio colore preferito è il nero, il mio cantante preferito... Non so, ma quella che mi piace di più per ora è Jessie J. Film... 'Titanic'."
"Ovviamente." Ride, passandosi una mano tra i capelli.
"Beh, e tu?" Gli do una leggera gomitata.
"Odio ogni film sdolcinato, ovviamente. E Michael Jackson è il mio cantante preferito."
Annuisco. "Sono stata a un suo concerto. C'erano fans che svenivano ovunque."
Ride. "Si, immagino." Cala il silenzio per un po'. Davanti alla casa ce n'è un'altra con tutte le luci accese. Vedo una bambina saltare in braccio a suo padre e lui che le spettina i capelli. 
Fantastico. Dovevano proprio vivere davanti a una famiglia felice? Bene. Perfetto.
"Ehi, tutto ok?" Justin mi mette un braccio intorno alle spalle, avvicinandomi a lui.
"Si. Tutto ok." Faccio spallucce leggermente. Segue il mio sguardo, poi sospira.
"Vuoi tornare dentro?"
"No, ma se vuoi puoi andare." 
"Scherzi? Non ti lascio qui a morire di freddo." Rido e inizia a giocare con i miei capelli. É la prima volta che un ragazzo che non sia il mio migliore amico, riesce ad avvicinarsi a me così tanto.
Ho 17 anni e ho avuto un solo ragazzo, quando avevo 14 anni. A 17 anni non ho avuto il mio primo bacio, il ballo della scuola, da anni non lascio nessuno dormire da me, e mio padre non mi ha mai lasciata andare a dormire dalle mie amiche.
Ho avuto una delle infanzie peggiori, direi. Un'infanzia che è finita troppo presto.

"Mamma, dove accidenti ho messo il pettine?!" Cammino dentro la sua stanza, avanti e indietro, cercando di sistemarmi il cespuglio che ho in testa.
"Non so, Ronnie. Tu hai fatto le tue valigie, dovresti saperlo." Mia madre si sdraia a letto e sospira, chiudendo gli occhi. "La prima notte in anni che riuscirò a passare dormendo."
Alzo gli occhi al cielo. "Tu non dormirai se non trovo la mia spazzola!"
"Prendi la mia, Dio santo."
"No! La mia ha una lumaca stampata sopra. Voglio la mia spazzola!" Sbuffo, poi esco dalla sua camera e vado nella mia. Inizio a rovistare tra i vestiti ancora nelle valigie e tra le cose sparse sulla scrivania, sedia e pavimento.
Prima o poi metterò in ordine questo macello. Mi arrendo. Mi butto a letto e fisso il soffitto. É di un blu molto chiaro, molto diverso dal giallo pallido che avevo nel New Jersey. Questo è più rilassante, grazie a Dio. Qualcuno bussa alla porta.
"Vieni dentro." Sbadiglio e mi metto a sedere, appoggiandomi lentamente contro il muro dietro al letto. Dio, che male. 
Justin compare alla porta e apre la bocca per parlare, poi si guarda intorno e la chiude, poi la riapre. "Mia madre ti ucciderà, nel vero senso della parola." Scuote la testa ridendo.
"Beh, domani metto a posto. Stavo cercando la spazzola."
"Aspetta, quella con una lumaca sopra?" Balco in piedi.
"Esatto! L'hai vista?"
"No." Sorride.
"Oh." Mi siedo sul letto. Aspetta. "E come fai a sapere che c'è una lumaca sopra?"
Ride. "É di sotto. Comunque, pensavo, domani mia madre vuole andare a fare un giro, o come lo chiama lei, 'un'esperienza culturale tra la natura e l'uomo' in campagna. Vieni con noi o rimani qui?"
"Penso che vengo. Se trovo qualcosa da mettere."
Torna a fissare il pavimento. "Penso che troverai qualcosa. Vuoi la spazzola?"
"Si!"
"Te la porto."
Sospiro. "Justin, solo perchè sono stata sbattuta contro tutti i muri e mobili della casa, non vuol dire che non posso andare al piano di sotto e prendermi una spazzola, sai?"
"Lo so, ma visto che stavo andando giù... Era solo per fare prima." Fa spallucce. "Te la porto o no?"
"In quel caso." Sorrido e lui ride, uscendo. Alzo la testa e fisso lo sguardo sul soffitto di nuovo. Kai mi ha chiamata ancora un po' di volte, ma non le ho mai risposto. Prima sparisco, prima lo accetterà.
Qualche minuto dopo Justin torna. "Tieni." Mi porge la spazzola.
"Grazie, sei la mia salvezza."
Ride. "In ogni senso. Buonanotte."
"Notte." Sorrido e lui esce. Inizio a pettinarmi i capelli, poi li lego in una treccia disordinata e mi ributto a letto. Speriamo di dormire.

Si, dormire un tubo. Sono le 4 e sono sveglia come un gufo. Sto seriamente pensando di accovacciarmi su un ramo e gufare per tutto il resto della notte.
Mi rigiro. E mi rigiro di nuovo. E ancora una volta. Non so più in che posizione dormire.
I lividi e i graffi sono talmente recenti e profondi che mi fa male anche solo respirare. Non perdonerò mai mio padre per essersi comportato così.
Per aver portato mia madre all'esasperazione.
Per avermi rotto un braccio tre volte negli ultimi tre anni.
Per avermi lanciata giù dalle scale mentre tentava di baciarmi e io l'avevo accidentalmente picchiato.
Non perdonerò mai quella persona che mio padre è diventato. 
Sobbalzo appena sento un tuono diffondersi fuori dalla finestra. Lentamente scivolo fuori dal letto ed esco dalla mia stanza, andando in quella di mia madre. Chiudo piano la porta e mi infilo nel suo letto, accoccolandomi a lei. Si sveglia e si muove un po'.
"Ronnie? Che ci fai qui?"
"Ci sono i tuoni, non riesco a dormire." Sospiro. Inizia ad accarezzarmi i capelli e mi bacia la fronte.
"Sono qui, stai tranquilla." Mi addormento in pochi minuti, con lei che mi canticchia sottovoce 'How to save a life'.

OH. MIO. DIO.
Posso amarvi? Si, vero?
Cazzo, si!
Cioè, in un solo giorno ho avuto 119 visite e 5 fottute recensioni! *-*
Sto morendo xD
Grazie a tutte!
Scusate se non vi piace il capitolo D:
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** I was born to love you ***


"Ronnie, lo prendi tu il cestino con il cibo?" Pattie sbuca dalla cucina e mi sorride.
"No, lo prendo io." Justin prende il cestino prima ancora che possa rispondere e va a metterlo in macchina.
Mia mamma sorride. "É proprio un bravo ragazzo." 
Pattie ride. "Mi sono impegnata. Allora, andiamo?" Annuiamo e usciamo fuori, entrando in macchina.
"Mamma!" Justin abbassa il finestrino.
"Si, lo so, lo so." Pattie sospira e accende la musica.
"No, no, no. La quattro." Justin sbuffa. "Possibile che non lo sai ancora?"
"Scusami tanto, Justin!"
"Fa niente." Sorride sarcasticamente, poi si volta verso di me. "Ti piace Drake?"
"Ehm... No."
"Lil Wayne?"
"No..."
"Chris Brown?"
"Insomma..."
"Nicki Minaj?!" Chiede, sull'orlo di una crisi di nervi.
Rido. "No, la detesto." Si batte una mano in fronte.
"Devo insegnarti la musica. Ok, quando torniamo vieni in camera mia e non ne esci finchè non sai rappare."
Rido. "Contaci, Justin." Scuoto la testa.
"Oh, fidati di lui. Una volta ha tirato dentro un suo amico e l'ha lasciato andare solo dopo otto ore." Pattie scuote la testa e gira l'angolo, accelerando.
"Che cosa? Otto ore? No, non ci provare." Mi giro verso Justin e lui ride. 
"Dai, non sarà così male. Chris è una bomba, Lil Wayne è decente."
"E Nicki Minaj?"
"Beh, lei è figa, chissene frega della musica." Fa spallucce e io rido.
"Justin Drew Bieber! Rispetto per le donne!" Pattie alza gli occhi al cielo.
"Si, mamma." Annuisce. "Allora chi ascolti?"
"Mhm, Akon, Jason Derulo, Simple Plan, Beyoncè-" 
"Basta, ti sposo solo perchè ti piace Beyoncè." Rido.
"Figlia mia, sei a Los Angeles da due giorni e già ti sposano?" Mia mamma si gira e scuote la testa.
"Ehi, tanto viviamo già insieme." Justin fa spallucce tranquillamente.
 
"Ok, e se andassimo a mangiare Giapponese?" Justin incrocia le braccia. Stiamo camminando da una buona mezz'ora in mezzo al bosco.
"Sushi?" Lo guardo.
Annuisce. "Cazzo, se è buono."
"Justin!" Pattie sospira.
"Mamma, ho 18 anni!" Justin alza gli occhi al cielo. "Non l'hai mai provato?"
Scuoto la testa. "No."
"Beh, dobbiamo rimediare. Mamma, mangiamo Giapponese stasera."
Pattie fa spallucce. "Tanto paghi tu."
"E ti pareva." Justin sbuffa e noi ridiamo. Qualche minuto dopo ci sistemiamo.
"Andate a raccogliere legna." Dice mia madre, facendo cenno a me e Justin di alzarci.
"Per fare che?" Justin alza un sopracciglio.
"Per costruire Pinocchio!" Dice Pattie.
"Mamma, smettila di fare del sarcasmo. Hai 35 anni, fatti una vita." Justin scuote la testa e Pattie spalanca la bocca.
"Sei in punizione."
"In Italia sono ufficialmente maggiorenne, non puoi mettermi in punizione."
"Finchè sei sotto il mio tetto, comando io!"
"Vai così, Pattie! Fagli vedere chi comanda!" Mia madre e Pattie si danno il cinque. "Ronnie, andate. Forza, via."
"Andiamo, dai." Justin si alza e io lo seguo.
"Davvero dobbiamo raccogliere legna?"
"Ma figurati, volevano farci stare da soli."
"Oh." Annuisco. "Perchè?"
Ride e mi mette un braccio intorno alle spalle. "Sei così innocente. Conosci il sesso?"
Sbuffo. "Ovviamente."
"Ecco. Sai chi fa sesso?"
"Due fidanzati?"
"Ecco, e sai chi li fa diventare fidanzati?"
"Ehm... Aspetta, sono confusa. Di cosa stiamo parlando?"
Ride. "Hai presente quando nei film i genitori dicono 'Andate al supermercato' quando il frigo è pieno?" Annuisco. "Stessa cosa qui. Hanno un piano."
"Oddio, no."
"Oddio, si." Ride. "Allora, che facciamo?"
"Riguardo a cosa?"
"Qui, in giro. Che facciamo?"
"Tu che vuoi fare?" Lo guardo.
"Inseguire i calabroni." Fa spallucce.
Scoppio a ridere. "Sul serio?"
"Ovviamente no!" Scuote la testa. "Andiamo in cerca di un Big Foot?"
"Dai! Non ne ho mai visto uno!" Ride ed entriamo dentro il bosco. 
"Allora, cosa facevi in New Jersey?" Mi chiede, facendomi cenno di passare davanti a lui.
"Ehm..." Evito di sbattere contro un albero. "Beh, cose normali. Tu cosa fai, di solito?"
"Esco, vado a fare interviste, prove concerti, cene fuori, meetings." Fa spallucce tranquillamente. "Attenta." Mi prende per un braccio, impedendomi di inciampare in un ramo.
"Grazie." Mi sposto i capelli dalla faccia. "Quanto spesso hai le interviste?"
"Mhm, diciamo una o due volte a settimana." Dice. "Ne ho una domani, dovresti venire."
"Dici?"
"Ovvio." Sorride. "Conosci Ellen?"
"Di nome." Annuisco.
"Beh, domani potresti conoscerla di persona, se venissi."
"Beh, non so, ci-"
Mi interrompe. "Sarà divertente, e non ti preoccupare. Non ti perderò di vista e tu non ti perderai." 
Sorrido. "Va bene, allora."

"Mamma, smettila! Smettila! Oddio santo." Justin sbuffa appena sua madre inizia a lanciargli addosso vari sassolini. "Che ti ho fatto?!"
"Mi hai fatto ascoltare le tue canzoni fino alla nausea durante il tragitto verso casa!" Dice Pattie, alzando gli occhi al cielo e aprendo la porta di casa. Ridacchio.
"Ehi, non ridere, tu." Justin mi lancia un'occhiataccia e inizia a farmi il solletico.
"Oddio! No, dai!" Rido, fermandogli le mani.
"Ragazzi, sapete che domani dovrete pulire la casa, vero?" Mia madre ci lancia un'occhiata.
"Cosa? Perchè?" Mi fermo e Justin fa lo stesso.
"Noi andiamo fuori. Justin, porta Ronnie con te da Ellen, poi tornate qui. Non portarti nessuna ragazza dietro." Pattie fa spallucce e insieme a mia madre si avvia verso la cucina.
Mi giro verso Justin. "Ragazze, eh?"
"Che c'è, sei gelosa?" Ride, spettinandomi i capelli.
"Estremamente." Faccio un sorriso sarcastico.
Ridacchia. "Dai, devo insegnarti la musica, andiamo." Mi prende delicatamente per un braccio e andiamo in camera sua. "Siediti." Indica il suo letto e io mi ci butto sopra.
"Che facciamo?" Chiedo, prendendo il suo iPod dal comodino e scorrendo le canzoni. Madonna, ne ha poche, mi dicono. Lo rimetto sul comodino mentre Justin continua a cercare qualcosa.
"Che ne dici di una notte focosa?" Mi fa l'occhiolino. Spalanco la bocca e lui ride. "Sto scherzando, Veronica. Ti faccio ascoltare una cosa."
"Oddio." Mi alzo e lo raggiungo. Vedo una pila di dischi davanti a me, neanche fossimo in un negozio di musica. "Uh, hai i Queen!"
"Ti piacciono?" Mi guarda, incerto.
"Ovvio! A chi non piacciono?!" Prendo il disco e accendo lo stereo.
"Fai pure, non è la mia camera." Justin fa spallucce sarcasticamente e va a sedersi. Metto 'I was born to love you' e mi siedo accanto a lui, rigirandomi il disco tra le mani. "Non hai poi gusti così pessimi."
Rido. "Con gusti pessimi intendi Michael Jackson, i Queen, Green Day, Aerosmith, i Beatles, Maroon 5 e altri?"
"Beh..." Fa una pausa. "Va bene, i tuoi gusti non fanno poi così schifo." Ridacchio.
"Già, neanche tu." Faccio spallucce.
"Ehi! Come ti permetti, io sono un cantante!" Alza gli occhi al cielo e mi butta sul letto, per poi sdraiarsi accanto a me. "Ti va di fare una cosa?"
"Tipoo cosa?" Lo guardo.
"Abbiamo dei vicini abbastanza anziani qui accanto, voglio prenderli un po' per il culo. Mi hanno rotto i coglioni con Beethoven." Sbuffa e io scoppio a ridere.
"Che vuoi fare?"
"Vieni." Si alza e io lo seguo fuori. Entriamo nella camera di Pattie e poi nel suo bagno. "Prendi tutte le creme che riesci a trovare, io prendo la carta igienica." Indica in giro e io faccio come dice.
"Ok, ma dove metto tutta questa roba?" Gli chiedo dopo aver raccolto tutti i flaconi di crema.
"Ehm, si, aspetta qui." Annuisce e esce fuori. Qualche minuto dopo torna. "Tira." Apre una borsa e io ci tiro dentro le cose. "Andiamo." Usciamo e andiamo al piano di sotto.
"JUSTIN! RONNIE! LA CENAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!" Urla Pattie. Justin si batte una mano in fronte.
"Mamma, siamo qui..." Dice poi. Pattie sbuca dalla sala pranzo.
"Oh, ciao! Che fate con il borsone?" Alza un sopracciglio.
"Ehm, stavamo andando a... Cacciare. Vero, Ronnie?" Justin mi guarda e io annuisco ridendo.
"Si, esattamente. Stiamo facendo pratica." Faccio spallucce.
Mia madre affianca Pattie. "Per che cosa? Dio, ma chi vi capisce, voi adolescenti? Basta che non tornate con il borsone pieno di porno." 
"Provaci solo, Bieber." Pattie punta l'indice verso Justin.
"Mamma! Caccia- Ah, non importa. Arriviamo subito." Mi prende per mano e mi tira fuori di casa.
"Andiamo a caccia? Ma sei serio?!" Lo guardo e lui ride, facendo spallucce.
"Non mi è venuto in mente niente di meglio, Ronnie." Raggiungiamo la casa dei suoi vicini e ci nascondiamo.
"Hai un piano?" Lo guardo.
Annuisce. "Non farci scoprire."
"E sarebbe quello? Dai, Justin." Rido, prendendogli la borsa di mano. "Che facciamo?"
"Ricopriamo la loro porta d'ingresso e vetri di crema." Dice, poi ci avviciniamo lentamente alla loro casa. 
Inizio a spalmare la crema sulla porta, mentre Justin si occupa delle finestre. Se ora i paparazzi lo beccassero, Justin dovrebbe dire addio al suo piano infallibile.
"Per sapere, da quanto lo volevi fare?" Mi giro verso Justin che sta spruzzando la crema sui vetri. 
"Da circa tre mesi!" Dice, e io rido. "Che ridi? Non puoi capire la mia esasperazione, Ronnie. Sono riusciti a portarmi al manicomio." 
Scoppio a ridere. "Davvero?"
"Si! Non puoi capire cosa ho provato in questi mesi." Scuote la testa e butta il flacone di crema vuoto nel borsone. Circa una decina di minuti dopo, abbiamo finito.
"Bene, ora andiamo a mangiare, sto morendo di fame." Dico, avviandomi verso casa. Justin mi segue ed entriamo di nascosto.
"Vado a posare la borsa, tu vai a mangiare." Mi dice, andando di sopra. Entro in sala da pranzo e mi siedo a tavola.
"Dov'è Justin?" Pattie alza un sopracciglio.
"Oh, ehm, è... Su. Ehm... Si, è su." Annuisco e sorrido, incominciando a mangiare.
"Ci state nascondendo qualcosa?" Mia mamma mi guarda, masticando il pezzo di carne.
"Chi? Noi? Ma va!" Le do una leggera pacca sulla spalla. "Justin ama molto gli animali. I pettirossi, soprattutto."
"Ma non abbiamo pettirossi, qui intorno." Pattie mi guarda stranita.
"Insomma, ama gli animali in genere." Faccio spallucce e mangio. Justin ci raggiunge poco dopo.
"Justin, si può sapere dove sei stato?" Pattie scuote la testa.
"No." Justin sorride.

Il mattino dopo mi sveglio sentendo le urla di Pattie e mia madre.
"VENITE SUBITO QUI, RAZZA DI MOSTRICIATTOLI!" Grida Pattie, salendo le scale. Io e Justin ci ritroviamo in corridoio, mezzo addormentati.
"Mamma, ma ti sembra il caso di urlare? Sono le otto..." Justin si sistema i capelli e incrocia le braccia.
"Che cosa avete fatto alla casa dei vicini?!" Sua madre incrocia le braccia e ci guarda. "Lo sapete che sono anziani! Non possono prendersi attacchi così!"
Justin sbuffa. "Mamma, non abbiamo mica messo dei serpenti nel giardino, su. Non farla così lunga." Dice, allungando la mano per riaprire la porta di camera e tornare a dormire.
"Entrambi..." Si aggiunge mia madre. "Adesso andate a pulire tutto, chiaro?"
"E poi vi cambiate e andate da Ellen. E stasera vengono i nonni, Justin. É meglio per voi che questa casa sia come l'ho lasciata." Aggiunge Pattie.
Justin annuisce. "Bene, ora possiamo tornare a dormire?"
"No! Fuori a pulire, coraggio!" Tuona Pattie, e io e Justin scoppiamo a ridere, ritornando nelle nostre camere. Mi cambio velocemente e mi lego i capelli, poi vado al piano di sotto.
"Pronta?" Chiede Justin, mostrandomi le spugne e il cestino pieno di cose per pulire.
Scuoto la testa. "Dovevo immaginarlo che non sarebbe finita bene." Ride e usciamo, andando verso la casa dei vicini. Ci aspettano a braccia conserte.
"Signorini! Spero sappiate che cose del genere non si fanno! Siete proprio maleducati!" La donna anziana scuote la testa amareggiata.
"Ah, la gioventù di oggi è sprecata! Non sanno più come divertirsi, con tutte quelle cose che hanno!" Il marito la appoggia.
"Esattamente, Dwain. Quando noi avevamo la loro età, raramente ci facevano uscire di sera, figuriamoci cremare le case della gente!" 
"Per l'appunto, mia cara. Ormai la gente non ha più rispetto per la quiete pubblica." L'uomo scuote la testa e sospira.
"Spero che un giorno si rendano conto che noi abbiamo combattuto per il Paese, invece di stare sdraiati sul divano a guardare stupidi film!" La moglie lo incoraggia. Io e Justin ci guardiamo.
"Ti va di passare una settimana in punizione?" Mi chiede, sorridendo.
"Si, mi va." Sorrido, e qualche secondo dopo annaffiamo con la manichetta i due vecchietti, che, spalancando la bocca, corrono via e si rintanano in casa.
"Ben fatto. Ora puliamo, però." Scuote la testa e ridiamo. 

AHOLA C:
Mi scuso per non aver messo il capitolo prima D:
Non avevo idee, e avevo la prima parte già da un giorno o due. 
Comunque, spero vi piaccia, e vi ringrazio INFINITAMENTE per le 8 recensioni! *-*
Che ne dite, facciamo una prova?
Se raggiungo cinque recensioni, posto il 3 c:
Vi consiglio di ascoltarla quella canzone dei Queen. *-*
Sono uno dei miei gruppi preferiti, li adoro. :3
Vi voglio bene,

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tu sei la futura sposa di Justin, vero? ***


Dopo aver finito di pulire, chissà come, tutte le finestre e la porta, ritorniamo in casa. Pattie e mia mamma sono già uscite, perciò siamo soli.
"Devi cambiarti?" Mi chiede Justin, tutto d'un tratto.
"Eh?" lo guardo.
"Chupa." Sorride.
Gli tiro un leggero pugno. "Per che cosa?"
"Hai detto 'Eh?', e di so-" Lo interrompo.
"Per cosa devo cambiarmi!"
"Ohh! Per Ellen." Fa spallucce.
"Non so, che mi metto?"
"Ah, questo non lo so. Basta che non vai nuda o in costume da bagno." Dice tranquillamente. Lo seguo al piano di sopra.
"Voglio una maglia degli Iron Maiden." Sbuffo, incrociando le braccia. 
"La trovi nel mio armadio. Vado a farmi una doccia, tu fai quello che devi fare. Ken viene a prenderci in due ore."
"E chi è Ken?" Alzo un sopracciglio.
"Il marito di Barbie." Sorride, andando in bagno. Rimango spiazzata. Ah, giusto, la maglietta. Frugo nel suo armadio e finalmente trovo la maglia, poi torno in camera mia. Mi faccio una doccia veloce, poi mi cambio, mettendo un paio di leggins neri e la maglia degli Iron Maiden, più un paio di ballerine nere. 
Quando torno al piano di sotto, Justin non c'è ancora, quindi mi butto sul divano e accendo la TV. Vedo solo calcio, calcio, calcio, baseball, CALCIO. Dio santissimo! Spengo la TV e faccio un giro per la casa. Mamma mia, è enorme. Da dentro anche più che da fuori. Direi che ha una dozzina di camere, e nonostante questo, è accogliente come poche. Forse dipende dal fatto che su ogni parete ci sono ritratti di famiglia, e su molti mobili ci sono vasi di fiori. Nessun diamine di fiore è appassito.
Quando mia madre cercava di far crescere dei fiori, chiedeva sempre consiglio a qualcuno, e finiva che ci metteva talmente tanta acqua che quest'ultima trasportava giù il vaso, facendolo cadere per terra. E dico, succedeva sempre.
Prendo una foto dal cornicione del caminetto e guardo Justin, Jazmyn, Jaxon, Jeremy e Pattie sullo sfondo. Mi sa che è recente, visto che Justin ha già la cr-
"Che fai?" Sento una voce alle mie spalle e salto in aria, lanciando la cornice con la foto. Justin la afferra senza scomporsi, poi ride. "Ma che hai? Non mordo mica."
Mi porto una mano sul cuore. "Se io dicessi parolacce, sai quante te ne avrei dette, ora?" Prendo un respiro e lui ridacchia.
"Non dici parolacce?" Alza un sopracciglio.
"No, di solito no. Allora, andiamo?"
"Manca mezz'ora, Ronnie." Fa spallucce e torniamo in sala. "Che vuoi fare?"
"Arrampicarmi e gridare come Tarzan." Dico a me stessa.
Justin si gira. "Cosa?" Chiede divertito.
"Volevo dire che mi piace molto la melanzana." Sorrido e lui mi fissa.
"OOOK." Annuisce lentamente, poi si siede sul divano. Mi siedo accanto a lui.
"Dici che tua mamma lo scopre che abbiamo bagnato i vicini?" Gli chiedo, mentre lui accende la TV.
"Si, lo scoprirà sicuramente. Quei coglioni non si fanno mai i cazzi propri." Sbuffa, facendo spallucce.
"Che vuoi dire?"
"Che rompono, sono pettegoli. Ogni tanto mi chiedo se non siano dei paparazzi travestiti." Alza gli occhi al cielo.
Scoppio a ridere. "Davvero, Justin? E chi si travestirebbe da vecchio per spiarti?"
Mi fa l'occhiolino. "Un casino di ragazze."
"Eh, beh, si." Annuisco, convinta. Ride.

Sto fissando il bodyguard di Justin da qualche minuto. L'avevo visto in foto, occasionalmente, ma non mi era mai sembrato così... Così... Così grande. Lui mi sorride e mi porge la mano.
"Piacere, sono Kenny." Dice pimpante.
Lo continuo a fissare, inconsapevole della mia mano che stringe la sua. "Ronnie." Sussurro.
L'omone scoppia a ridere. "Justin, che le hai detto su di me?"
Justin fa spallucce. "Niente di niente. Non mi sembravi un argomento importante di cui trattare, Ken." Mi fa cenno di entrare nella Mercedes e mi segue, poi Kenny chiude la portiera e si siede al volante, partendo.
"Sei pronto, amico?" Chiede a Justin, svoltando qualche angolo prima di fermarsi al semaforo.
"Si, direi di si." Annuisce quest'altro. "Ellen ti piacerà. É fuori di testa come poche, ma ti piacerà." Mi sorride.
"Oh, si, ci credo. Le dirò ciao e mi dileguo, ok?" Sorrido.
Ride. "No, maddai, perchè?"
"Perchè sarà imbarazzante. Cioè, siete tutti famosi e io so-"
Mi interrompe. "Ronnie, solo perchè c'è gente famosa, non devi farti condizionare da questo. Sei perfetta così, ok?" Mi scompiglia i capelli.
Sbuffo. "Grazie, ci avevo messo mezz'ora a legarli così."
"Meno male che li ho spettinati." Sorride. "Sciolti sono più belli." 
"Uhh, ma guarda Bieber che flirta!" Kenny ride dal volante.
"Ken, non farti licenziare, dai." Justin scuote la testa ridendo mentre io cerco di liberare i capelli e legarli normalmente di nuovo. 
Arriviamo allo studio di Ellen in una mezz'ora, più o meno, e Kenny mi apre la portiera. "Voilà, Mademoiselle." Sorride.
Ridacchio. "Il tuo Francese è pessimo, Kenny."
Sbuffa. "Allora me lo insegnerai tu."
"Uhh, ma guarda Hamilton che flirta! Forza, andiamo." Justin mi mette una mano sulla schiena e mi porta avanti. "Ken, stai dietro di lei, non voglio che si faccia male."
"Ci penso io, amico." L'omone annuisce e ci segue lentamente, lasciandoci abbastanza spazio per respirare. 
"JUSTIN! JUSTIN! JUSTIN!" è l'unica cosa che sento, lo giuro. A parte "JUSTIN, GUARDA QUI!" e "JUSTIN! CHI É LA RAGAZZA?!"
"Non farci caso, sono tutti pazzi." Justin scuote la testa, poi si gira verso Kenny. "Portala dentro, firmo qualche autografo e vengo."
"Sei sicuro?" Kenny lo guarda incerto. Beh, ci sono almeno un centinaio di ragazze qui intorno, ci credo che è incerto.
"Si, tranquillo." Annuisce, e Kenny mi porta dentro. 
"Allora, com'è che abiti con Justin?" Mi sorride, mostrando i denti bianchissimi. Cazzo, usa Mentadent!
"Ehm, mia mamma e io ci siamo trasferiti dal New Jersey." Faccio spallucce leggermente, fissando la gente che corre di qua e di là per truccare e finire il set.
"Ah, capito. Rimanete qui a lungo?"
"Non so, penso che mia madre prenderà una casa, prima o poi. Ma ci trasferiremo comunque, di nuovo." Mi siedo e sospiro. Dio, che rumore.
"Come mai? Ha uno stile di vita vagabondo?" Si siede accanto a me e io rido.
"Si, diciamo che può essere chiamato così." Sorrido. Oppure uno stile di vita scappa- da- papà- finchè- sei- viva. 
Ridacchia. "Beh, spero che Justin si comporti bene con te, oppure gli faccio una lavata di testa e vedi come cambia atteggiamento."
Rido. "No, è bravo. Mia madre lo adora."
"E tu non ci sbavi sopra?" Alza un sopracciglio.
"Oddio, no. Non penso sarebbe igienico." Scuoto la testa. Ridacchia. "Sbavo in camera mia."
Scoppia a ridere. "Sei il mio idolo, ragazza!" Mi da il cinque e ridiamo.
"Che succede qui?" Justin entra, sistemandosi i capelli.
"Stavamo parlando di te." Kenny fa spallucce. Ecco, e ora mi smerda! Cavolo, parolaccia!
"Si, beh, ovviamente. Tutti parlano di me." Justin sorride e Kenny lo spinge via leggermente.
"Allora, aspetti qui?" Gli chiede infine.
Kenny annuisce. "Si, spierò un po' la zona in caso di un attacco di bisonti."
Justin e io alziamo un sopracciglio. "Bisonti?" Chiedo, confusa.
"Le fan di Justin. Sono pazze quando lo vedono! Sembrano dei bisonti inferociti." Scuote la testa e noi ridiamo.
"Si, vabbè. Ronnie, vieni con me." Justin si incammina e io gli cammino affianco.
"Dove andiamo?" Gli chiedo, cercando di evitare tutta la gente che mi passa accanto.
"Ti faccio conoscere Ellen." Dice, poi mi sposta davanti a sè. In qualche minuto la troviamo, intenta a farsi truccare.
"BIEBER!" Ellen si alza all'improvviso, correndo ad abbracciare Justin.
"Oddio, cavolo." Justin la abbraccia. "Hai tutta la cipria sul naso, vai via!" La spinge via delicatamente e Ellen ride.
"E tu sei?" Mi sorride.
"Ronnie." Le porgo la mano e lei la stringe.
"Piacere di conoscerti. Bieber, è la tua nuova fiamma?" Fa l'occhiolino a Justin, che alza gli occhi al cielo.
"Si, esattamente. Ogni volta che vengo qui ho una ragazza diversa." Le sorride sarcastico.
"Ohh, avremo di che parlare!" Ellen ride.
"No, no, aspetta! Io sta-" Ellen lo interrompe.
"Devo tornare al trucco, scusate. La risolviamo dopo." Da una pacca sulla spalla di Justin e si allontana.
"Bene." Annuisce leggermente il tizio famoso accanto a me. "Sono fottuto, mi perseguiterà per tutta la vita."
Rido. "Così impari ad essere sarcastico."
Sbuffa leggermente. "Non te la prendere tanto alla leggera. Ti chiamerà fuori, sai?"
Spalanco gli occhi. "Che cosa?!" Ride.

"No, no, no!" Scuoto la testa, pienamente convinta di non voler uscire fuori dalle tende. Insomma, dal backstage, come lo volete chiamare. Tende mi sa di una cosa che mi tiene al sicuro, ecco. 
"Non ti mangerà, stai tranquilla." Kenny ridacchia, appoggiandosi al muro e incrociando le braccia.
"Sarà imbarazzante! Non voglio nemmeno pensare a tutte le domande che farà!" Sbuffo, incrociando le braccia e mettendomi accanto a lui.
Finora Ellen ha chiesto delle domande a Justin, ma erano legate più al suo nuovo album e tour, e se voleva andare a vedere Tokyo, o cavolate del genere, ma so che sta per arrivare qualcosa di compromettente. Dio santo, voglio andarmene. Perchè mi ha convinta a venire? Oh, mamma. Oddio! E se mio padre mi vede? NO! Non può sapere dove siamo, porca miseria!
"Ben tornati da Ellen!" La voce pimpante di Ellen saluta di nuovo le telecamere. Oh, cavolo. "Bene, come saprete già, qui con noi c'è il solo e unico, Justin Bieber!" Urla, urla, e ancora urla. Poi ridono. "Allora, Justin, ti ricordi quel discorsetto nel backstage?"
"Oh, si, ovviamente. Come dimenticarlo." Justin dice, e lo vedo sorridere sul monitor che c'è nel backstage.
"Bene, che ne dici di riassumere un po' la vicenda?" Ellen gli sorride. 
"Va bene." Justin si siede più comodamente. "Allora, nel backstage c'è una mia amica, e Ellen pensa che io sia fidanzato con una ragazza diversa ogni volta che vengo qui. Insomma, ha fatto un casino e ha capito male." Tutti ridono.
"Non è assolutamente vero, Bieber!" Ellen incrocia le braccia, fingendosi offesa. "Come puoi dire questo della tua donna preferita?"
"Non mi sembra di aver parlato delle mie Beliebers." Justin sorride e tutte le ragazze del pubblico si aprono in un melodrammatico "AWW!" che dura qualche secondo. 
"Oh, smettila di flirtare, ragazzo." Ellen ride e scuote la testa. "Che ne dici, la incontriamo questa tua... Amica?"
No, no, no, no, no! Ti prego, di' di no! "Certo, perchè no. La vado a prendere." Oh, caspita! Justin!
Kenny ridacchia. "Non puoi scappargli, cara." Mi spettina i capelli.
Justin entra nel backstage. "Ehi, vieni fuori?" Mi sorride.
"Justin, non posso!" Sussurro.
"Dai, non ti uccidono, te lo prometto." 
"No, vedi... Io, cioè, ci siamo trasferiti qui per scappare da mio padre! Non sa dove siamo, e così potrebbe scoprirlo." Dico, passandomi una mano tra i capelli con fare nervoso.
Annuisce lentamente. "Si, hai ragione. Non deve accadere." Sorride ed esce. "Non se la sente di uscire." Dice soltanto, sedendosi di nuovo.
"Beh, allora perchè non ce ne parli tu? Come vi siete conosciuti?" Ellen gli sorride.
"Ecco, diciamo che sua madre e mia madre sono molto amiche, e lei passerà un po' di tempo a casa mia." Justin fa spallucce leggermente. Un altro coro di "AWW!" esplode tra il pubblico, facendo ridere sia Justin che Ellen. Oddio, che figura di cavolo!

Sono con la testa sotto il cuscino da un'ora o di più. Ricapitoliamo: ho fatto una figura del diavolo mentre fissavo Kenny, poi ho fatto una figura del diavolo quando non sapevo chi cacchio fosse Carly Jepsen o come si chiama, e poi ho fatto una figura del diavolo colossale quando ho rifiutato di uscire da Ellen.
Mi sparo, ho deciso. 
Qualcuno bussa alla porta. "Ronnie, sei ancora viva?" É Justin. 
Oddio, e ora che dico? Ma che accidenti vuoi dire? É logico che sei viva! Posso risolverlo, quello. "Si, per lo meno, penso di si."
Ride. "Posso entrare? O puoi uscire?"
"Mhm, non penso che farò questo grande sacrificio di aprire la porta, sai?"
"Se entro dalla finestra?"
Rido. "Lo faresti?"
"Ovvio. Sono preoccupato per te, sarà un'ora che non esci da lì." Lo sento appoggiarsi leggermente alla porta.
"Sono un disastro, Justin." Sbuffo, uscendo da sotto il cuscino ed aprendo la porta. Alza un sopracciglio.
"Perchè?"
"Perchè ho fatto delle figure di... Merda colossali." Sospiro, ributtandomi sul letto. Si siede accanto a me.
"Ma smettila, non è successo niente. Dovevo immaginarla la storia di tuo padre."
Annuisco leggermente. "Mi dispiace.
"Non dirlo neanche." Mi abbraccia e gioca un po' coi miei capelli, poi mi lascia andare. "Mi racconti un po' di lui?"
Sospiro e mi metto a sedere, giocando con il cuscino. "Che vuoi sapere?"
"É sempre stato così?" Mi guarda.
"No, ha iniziato dopo che ha perso il lavoro." Faccio spallucce leggermente. "Non sapeva cosa fare tutto il giorno, quindi ha iniziato a prendersela con me quando uscivo. Ho smesso di avere una vita sociale, praticamente.
"Mi dispiace..." 
"Non dirlo, non mi piace quando la gente prova pena per me. Non sono mica morta, dai." Mi alzo dal letto e apro la finestra, poi mi risiedo. 
"Non è pena, Ronnie. Mi dispiace davvero. Ti rimarrà il segno per un bel po'." Dice tranquillamente.
"Già, penso di si."
"Beh, sei uscita con ragazzi, cose così?"
Oddio, è imbarazzante. "Ehm, si. Una volta. Quando avevo 14 anni."
"Aspetta, sono tre anni che non esci con ragazzi?" Mi fissa scioccato.
"No, si, beh, uscivo con i miei amici, ma non ho mai avuto un... Ragazzo ragazzo." Faccio spallucce. "Dio, scommetto che stai pensando che sono una sfigata." Mi nascondo la faccia nel cuscino.
"Figurati, hai avuto una vita di merda e ne sei uscita con un carattere così. C'è da invidiarti, Ronnie." Mi accarezza dolcemente la schiena e io sospiro.
"JUSTIN! RONNIE! SIAMO A CASAAA!" Urla mia madre dal piano di sotto.
"Pronta per afforntare i miei nonni?" Mi chiede, alzandosi dal letto.
"Per fare altre figure di merda? No, grazie, preferisco restare qui." Scuoto la testa e mi sistemo meglio sul letto. Ride e mi prende in braccio.
"Vuoi portarti dietro il cuscino per comforto?" Mi chiede, indicando il cuscino che tenevo in mano.
"Si." Annuisco, e lui mi porta giù ridendo.
"Ehi, fin- CHE É SUCCESSO?!" Mia madre ci corre incontro.
"Woah, calma!" Justin indietreggia, lasciandomi giù. Stringo a me il cuscino e vedo due sagome con facce raggrinzite sorridermi.
"Che ti è successo? Stai bene? Sei svenuta? Perchè tieni in mano in cuscino?" Mia madre mi tocca la fronte, poi le guance e alla fine mi mette le mani sulle spalle.
"Ero stanca." Faccio spallucce.
"Jenna, vieni qui e aiutami a finire di preparare la cena!" Pattie la chiama dalla cucina e mia madre sospira.
"Dimmi se stai male." Mi dice, baciandomi la fronte, poi va in cucina.
"Nonni!" Justin sorride e abbraccia entrambi, che ridacchiano.
"Bambino mio!" Dice sua nonna, spettinandogli i capelli. Madonna, bambino. Un figo assurdo, oserei dire. Comunque. 
"Nonni, lei è Ronnie, resterà qui per un po'." Dice Justin, allontanandosi da loro e indicandomi.
"Oh, tu sei la futura sposa di Justin, vero?" Sua nonna mi raggiunge lentamente e mi prende la mano, scuotendola leggermente.
Spalanco la bocca. "Che cosa, scusi?!"
Ridacchia e mi abbraccia, stritolandomi. "Siamo così contenti che Justin abbia messo la testa a posto!"
"Cara, lei è solo una sua amica, vieni." Il nonno di Justin stacca la moglie da me e la abbraccia leggermente. "Su, cara, va tutto bene."
La nonna lo guarda malissimo. "Hai fumato di nuovo, vero, Bruce?" 
Il nonno sbianca in volto. "Si, ma lo sai che non resisto!"
La donna in rosso scuote la testa, amareggiata. "Non ti faccio più i calzini di lana, Bruce! Avevi detto che avresti smesso!"
"Ma ho smesso!" Si difende il marito, alzando le mani in segno di resa. "É che la pipa mi cerca!" La nonna di Justin scuote la testa. "Diane, tesoro mio panciuto, ti prego!" Il nonno la segue in sala e io e Justin li fissiamo finchè non spariscono.
"Ok... Quanto è stato imbarazzante da uno a dieci?" Justin si gira verso di me.
"Osiamo, dai. Facciamo un bel mille?" Gli sorrido e lui ride.
"Già, quanto è vero." Scuote la testa, poi spalanca gli occhi. "Nonna! Smettila!" Corre in sala e ferma la donna in rosso dal picchiare suo marito con un ombrello.
Dove ha preso l'ombrello? E cosa mi aspetterà mai, stasera? Oh, mamma.

Kksdosandkfjbasdofnpodjfadn c:
Sono tornata, per vostra sfortuna ._.
E ho anche scritto questa merda, per vostra sfortuna ._.
Mi sono messa a ridere quando ho dovuto far dire a Ronnie che non dice parolacce.
Non mi sono mai sentita più bugiarda di ora D;
Comunque :3
Se qualcuno vuole -ovviamente no D; -, su Twitter mi trovate come @outoftowngrill.
Se volete Facebook, -ovviamente no di nuovo ._. -, messaggiatemi c:
E poi, boh. Penso di aver finito. :3
Spero vi piaccia, e ODDIOMIO grazie per le recensioni! *-*
Vi voglio bene :3
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Una bambolona gonfiabile ***


Fisso sconcertata Bruce e Diane mentre si prendono a forchettate tra di loro, ignorando il pezzo di carne che hanno nel piatto.
Seriamente, da dove viene questa famiglia? Sono pazzi!
"Ehi." Justin mi da una leggera gomitata. Ok, ha appena visto che fissavo i suoi nonni.
"Ehm, si?" Lo guardo, tentando di sembrare normale. Sento un 'Ahia!' provenire da Bruce e mi volto di scatto, vedendo Diane impugnare anche il cucchiaio.
"Ehm, mi passi il sale?" Chiede Justin, tanto concentrato quanto me sulla scena. Noto che anche mamma e Pattie non stanno mangiando ma fissando i due guerrieri.
"Si." Prendo una boccetta e gliela passo. Se ne versa un po' sulle verdure mentre io cerco di spostare lo sguardo.
"Dio, che schifo!" Sbotta Justin, allontanando il piatto.
"Justin Drew Bieber!" Lo rimprovera Pattie, posando la forchetta. Ha fermato perfino Bruce e Diane, wow.
"Ronnie, quello era zucchero!" Justin mi guarda esasperato.
Ridacchio. "Scusa. Ma che ci fa lo zucchero, qui?"
"É per il caffè di dopo." Scuote la testa. "Mamma, ehm..."
"Si, butta." Annuisce lei, e Justin si alza, sparendo in cucina. Che casino.
"Bruce! Allora, posa quella forchetta e inizia a mangiare, prima che ti insegua in lungo e in largo con un altro ombrello." Diane scuote la testa e sospira, iniziando a mangiare.
"Allora... Ehm... Come vi siet-" Mia madre viene interrotta da un urletto.
"Ho ingoiato un ossicino!" Dice Bruce, e Diane si alza per picchiargli dolcemente la schiena, mentre quell'altro tossisce.
"Che sta succedendo?" Justin torna in sala da pranzo - o cena, in questo caso - e si risiede accanto a me.
"Credo che tuo nonno abbia ingoiato un ossicino." Sussurro, continuando a mangiare in silenzio.
"Ah, si, succede sempre. Ormai penso sia immortale." Scuote la testa e si prende un altro po' di verdure. "Spero di no, altrimenti mi tocca sorbirmi le sue storie con ragazze per altri mille anni."
Ridacchio. "Storie su ragazze?"
Annuisce. "Esattamente alle 3 di pomeriggio, quando gli capita, mi chiama per parlarmi di una certa Rebecca, che per quanto ne so è morta e sepolta." Fa spallucce.
"Oddio, che cosa tenera!" Sorrido.
Sbuffa leggermente. "Se vuoi provare, te lo presto per tutto il giorno al comodo prezzo pari a zero." Rido e ricominciamo a mangiare. 
"Bruce! Ma allora, smettila di rovistare tra quelle verdure come se stessi rovistando tra la spazzatura!" Diane alza gli occhi al cielo e inizia a mangiare tranquillamente.
"Hai una famiglia molto... Legata, Pattie." Mia madre tenta un sorriso in direzione della donna, che ridacchia.
"Penso sia l'età, Jenna." Fa spallucce tranquillamente. 
"Signorina! Quale età, eh? Smettila di parlare a tavola e mangia, su." Diane la minaccia con la forchetta e Justin e io scoppiamo a ridere.

"Nonno, dai, smettila." Justin scuote la testa appena Bruce ci prende e ci fa sedere sul divano, sedendosi di fronte a noi.
"Allora, parliamo un po' di noi. State già provando la convivenza?" L'uomo sorride, spostandosi gli occhiali, sulla testa.
Justin spalanca gli occhi. "Che cosa?!"
"Si, beh, sai, vivendo insieme." Bruce fa spallucce. "Insomma, la convivenza non è facile per niente. Guarda me e tua nonna, Justin."
"TI HO SENTITO!" Urla Diane dalla sala da pranzo. 
"Cavolo!" Suo nonno si alza e si siede in mezzo a noi sul divano. "Beh, allora, come sta andando? State progettando di spiccare il volo?"
"Si, come i piccioni." Annuisco e Justin ride, passandosi una mano sulla fronte e appoggiando il gomito sul bracciolo del divano.
"Oh, come i piccioni? I piccioni volano?" Suo nonno alza un sopracciglio. "Per quanto mi riguarda, rompono solo le palle e cagano in testa."
"Oddio, nonno! Su, vai... A fumare, vai." Justin gli da una pacca sulla spalla.
"Ah, ma vi ho raccontato di Rebecca?!" Bruce si illumina, sedendosi di nuovo davanti a noi. Justin si lascia cadere sulle mie gambe.
"Nonno, hai sbagliato fuso orario." Dice sbadigliando, poi si rigira.
"Ahia, Justin." Gli picchio piano la spalla e lui ride.
"Bene, io e Rebecca ci siamo conosciuti quando avevamo 4 anni. Siamo stati in campeggio insieme, e io mi ricordo di essermi preso una pallonata in faccia, sapete?" Scuote la testa amareggiato.
"E poi?" Lo incalzo.
"Ronnie!" Justin mi guarda severo. Ridacchio.
"E poi siamo diventati sempre più amici. Quando siamo tornati dal campeggio ho scoperto che quel cane che continuava a corrermi dietro, era suo."
"E quindi hai preso un cane che inseguisse Rebecca e avete iniziato a correre insieme per la maratona che si sarebbe svolta due mesi dopo. Nonnooo! Lasciaci in pace!" Sbuffa Justin, prendendo un cuscino e mettendoselo sulla faccia.
Il nonno ridacchia. "Su, su, Justin. Vai a divertirti con la tua Barbie."
Alzo un sopracciglio. "Tu hai una Barbie?!" Lo guardo.
Lui sospira. "No!"
"Si, invece! Una bambolona gonfiabile con una bella sesta." Muove le mani avanti e indietro di fronte al suo petto, e io spalanco la bocca.
"Pervertito! Scendi immediatamente!" Spingo Justin dalla sua parte del divano.
"Ma non è vero! Nonno! Che accidenti stai dicendo?!" Justin guarda Bruce esasperato.
"Si, è vero, figliolo! Su, su, ammettilo. Non c'è niente di male per un ragazzo di 18 anni! Si deve provare tutto nella vita." Il nonno sorride beffardo.
Justin si nasconde il viso nelle mani. "Nonno, sei fuori di testa. NONNA!" Urla, alzandosi dal divano e andando in sala da pranzo.
"Ops!" Il nonno si porta le mani sulla bocca. "Io devo scappare al Polo Nord! Ci vediamo, signorina!" Mi sorride e si alza, correndo via. 
"BRUCE!" Diane esce dalla sala da pranzo con un calzino in mano. "Vieni subito qui!" Corre dietro a suo marito e Justin si risiede accanto a me.
"Allora, usciamo domani?" Mi sorride.
Eh? Cosa? Spalanco la bocca. "Io... Cioè, non penso sia una buona idea, sai?"
Alza un sopracciglio. "Perchè no?"
"Beh, noi viviamo insieme, sarebbe ina-" 
Mi interrompe. "Oddio, no. Mi sono espresso male. Intendo, esci con me e i miei amici?"
"Ohh!" Annuisco leggermente. "Va bene." Faccio spallucce.
Sorride. "Bene. Conoscerai quei cretini che non ti lasceranno stare un attimo."
"Ok, dovrebbe spaventarmi?"
Ride. "Un po'. Ryan è fuori di testa, Taylor ancora di più."
"Taylor è... Un ragazzo?"
"No, ragazza. É fissata coi capelli, ti avverto."
"Che cosa?" Instintivamente mi tocco una ciocca di capelli e lui ride.
"No, tranquilla, non te li strappa." Annuisco leggermente.
"Bruce! Cosa ti ho detto sul toccare le foto con le dita sporche di tabacco?!" Diane passa accanto a noi, tenendo un Bruce leggermente incavolato per mano.
"Diane, stavo solo cercando un accendino!" Sbuffa.
"Dove? Nel cassetto con i documenti?!"
"Si, come sai che non c'è? Magari Justin fuma e l'ha nascosto lì dentro!" 
"Justin, tu fumi?!" Diane si ferma di colpo e Justin si batte una mano in fronte.
"No, nonna, non fumo."
"Sei sicuro? Fammi vedere la mani, coraggio." La donna in rosso molla la mano del marito e si avvicina a noi. Justin le fa vedere le mani.
"Contenta?" Le chiede.
La nonna annuisce lentamente. "E allora perchè accidenti cerchi un accendino in una casa dove nessuno fuma?!" Torna dal marito e continua a trascinarlo in cucina.
"Senti, ma i tuoi nonni hanno preso qualche... Non so, medicina?" Chiedo a Justin. 
Ridacchia. "Non so. Quando sono in Canada, cerco sempre dei flaconi di droga nei loro cassetti."
"Magari era quello che tuo nonno cercava tra i documenti."
"Oddio." Scuote la testa. "Beh, io vado a letto. Ci vediamo domani." Annuisco e lui si alza, sparendo al piano di sopra.
Il mio telefono suona. "Pronto?"
"DOVE CAZZO SEI FINITA?!" Oddio, è Kai. Perfetto.
"Ehi..."
"Ehi un cazzo! Ti rendi conto che ti abbiamo cercata fino all'esaurimento! Pensavamo fossi fottutamente morta!"
"Eh, che tragica!" Alzo gli occhi al cielo e mi alzo, andando di sopra. Mi chiudo in camera. "Mi sono trasferita, Kai."
"E dove?!"
"A Los Angeles." Sospiro, buttandomi sul letto.
"Aspetta, non c'è campo. Dove?"
"A Los Angeles!"
"Oh, santo Dio. Sei seria?" Sbotta, e la sento chiudere la finestra.
"Si, Kai. Non volevo salutare nessuno, scusa."
"Ma sono la tua migliore amica! A meno che tu non te ne sia trovata un'altra bionda e finta." Sbuffa.
Ridacchio. "No, sei sempre tu, però ormai sono andata. Non torneremo indietro."
"Lo immaginavo. Tuo padre lo sa?"
"No, e non deve sapere dove siamo per nulla al mondo, hai capito?"
"Si."
"Kai!"
"Si, ho capito! Stai tranquilla, non dirò niente a nessuno."
"Ok, grazie." Annuisco leggermente. "Ti devo dire una cosa pazzesca."
"Spara!" Ride.
"Vivo con Justin Bieber."
"CHE COSA?!"
Ridacchio. "Si, lo so.
"Oddio! Sul serio? Che figata! Stronza, sei fortunata." 
Rido. "Si, penso di si. Vado a letto, ci sentiamo."
"Basta che non ignori le mie chiamate di nuovo." Sospira.
"Non lo farò. Ti voglio bene."
"Anche io, Ronnie. Notte."
"Notte." Stacco la chiamata e spengo le luci, poi mi cambio e mi giro verso la finestra, addormentandomi. 

ODDIO, ODDIO, ODDIO! *-*
I Tokio Hotel stanno FINALMENTE registrando le canzoni per il nuovo album!
Cazzo, dal 2009 non fanno più niente D:
Comunque, spero che il capitolo vi sia piaciuto, e ringrazie le sante anime che hanno recensito quello di prima :3
Vi voglio taaaaaaaaaaaanto bene c:
Che ne dite, ce la facciamo a fare almeno cinque recensioni per questo, anche se fa schifo? :')
Grazie.
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Viva le arance! ***


"Ronnie, sei pronta?" Justin entra nella mia camera.
"Si, quasi." Annuisco.
"Ti aspetto giù." Esce dalla camera e mi siedo sul letto, sospirando. 
Giocherello un po' con il telefono e infine lo butto nella borsa, prendendo gli occhiali da sole e scendendo al piano di sotto.
"Mamma?" Chiamo, affacciandomi in cucina. 
"Dimmi, tesoro." Mi guarda.
"Senti, papà ha chiamato?"
"No, ho cambiato numero ieri. Non penso che ci troverà più."
"Ma non hai pensato che... Beh, stando qui, con Justin, scoprirà dove siamo? Voglio dire, lui è famoso, sicuramente i paparazzi faranno il loro dovere."
Mia mamma sospira e mi accarezza i capelli. "Stai tranquilla, non ti farà più del male. Vivi la tua vita e divertiti, ok?"
Annuisco leggermente e suonano al campanello. "Ronnie!" Chiama Justin. 
Sospiro. "Ok, vado. Ciao." La abbraccio e raggiungo Justin all'ingresso.
"Porca trota!" Un tizio spalanca la bocca e la caramella che mangiava gli cade giù.
Justin alza gli occhi al cielo. "Ronnie, lui è Chaz. L'altro è Ryan."
Il biondo mi si avvicina, sorridendo. "E tu devi chiamarti Bellissima, vero?"
"No, solo Ronnie." Rido, stringendogli la mano. 
"Ah, che peccato." Sospira tristemente e io ridacchio.
"Allora, avete finito? Possiamo andare?" Il tipo mezzo pelato ci guarda, alzando un sopracciglio.
"Dove andiamo?" Chiede Chaz, girandosi.
"Dobbiamo passare a prendere Taylor e Maddie." Justin esce e io e Chaz lo seguiamo fuori.
"Allora, che ne dici se usciamo insieme?" Chaz mi sorride, camminandomi affianco.
"Ed ecco che Chaz si rimette a flirtare." Ryan scuote la testa.
"Amico, solo perchè sono arrivato prima di te, non vuol dire che mi devi rovinare il momento!" Sbuffa il biondo. "Justin, ho il vantaggio su di lei."
"Si, col cavolo. Prova solo a toccarla e ti uccido." Justin mi prende delicatamente per un braccio e mi sposta accanto a lui.
"Ehi, ma non vale, così!" Chaz alza gli occhi al cielo. "Non è giusto, ti becchi sempre le ragazze più carine."
"Amico, sono single da quattro mesi, sai?" Justin lo guarda.
"Sentite, solo per dire, non dovrei essere d'accordo io?" Alzo una mano e Chaz ridacchia.
"Hai ragione, Nini."
"Nini?" Alzo un sopracciglio.
"Ronnie è troppo da... Da... Si, beh, lo usa anche Justin. Devo renderlo speciale, il tuo nome." Mi sorride.
"Uhm, ok." Faccio spallucce.

"Io sono Maddie!" Una ragazza dai capelli neri mi salta addosso, abbracciandomi di getto. 
Oddio. "Ronnie." Le sorrido. Si allontana e una ragazza bionda mi viene incontro.
"Io sono Taylor! Adoro i tuoi capelli, posso tingerli di blu?"
Sbianco. "Che cosa?!"
Ridacchia. "Maddie non mi lascia toccare i suoi."
"Ci credo!" Sbuffa la mora. "L'ultima volta che hai cercato di arricciarmeli, mi sono ritrovata come un barboncino che è stato collegato a una presa elettrica!" Ridiamo e ci sediamo al tavolo del bar. 
"Allora, da dove vieni?" Mi chiede Taylor, sedendosi accanto a me.
"Dal New Jersey."
"Davvero?!" Si illumina. "Anche io! Mi sono trasferita tre anni fa, mio padre e mia madre hanno litigato e mia madre se n'è andata." Fa spallucce. "Tu come mai?"
"Diciamo... Stesso motivo." Sorrido.
"Oh, mi dispiace."
"Fa niente."
"Ehi, io ti consiglio di prendere il succo alla banana!" Chaz mi sorride. "É buonissimo!"
"No, il frappè al mango!" Tenta Ryan, e Maddie gli da un colpetto sul braccio.
"Non ascoltarli, prova il frullato di bambù!" Mi sorride.
"Ragazzi, lasciatela stare, su." Justin gira pagina sul menù e continua a leggere.
"Io ti suggerisco di provare l'acqua, ma tu fai come vuoi." Taylor fa spallucce e io rido. Qualche minuto dopo il cameriere ci porta gli ordini e se ne va.
"Dove andiamo, oggi?" Chiede Maddie, sorseggiando il suo frullato di bambù. Non sapevo neanche che esistesse!
"Potremmo andare in centro, ma c'è troppa gente di Sabato." Chaz fa spallucce, poi mi sorride. "Allora, usciamo insieme?"
"Mhm, se vuoi..." Faccio spallucce.
"Bene! Allora... Che ne dici di Martedì sera?"
"Ok." Sorrido, poi mi concentro di nuovo sulla cannuccia che stavo mordicchiando.
"Così... Piaci a Somers, eh?" Maddie mi da una leggere gomitata.
"Non penso." Rido, facendo spallucce.
"Oh, non chiede mica a tutte di uscire." Sbuffa, continuando a bere.
"Ah, no?"
"No." Scuote la testa. "Una ragazza gli va dietro da circa un anno, e ancora non l'ha notata." 
"Chi è?" Alzo un sopracciglio.
Fa spallucce. "Una tipa che va a scuola con noi." Annuisco.
"Ragazze, smettetela di ignorarci." Ryan ci lancia un'occhiataccia.
"Ronnie, posso farti una treccia?" Taylor mi sorride, posando il suo bicchiere di succo sul tavolo.
"Uhm, ok?" Faccio spallucce e lei si alza velocemente, posizionandosi dietro di me e iniziando a intrecciarmi i capelli. 
Justin scuote la testa. "Ti abituerai, è più strana in inverno, solitamente."
"É vero! Ti ricordi quando le ho chiesto di tagliarmi i capelli e mi sono ritrovato una cresta sul lato?" Chaz sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
"Si, è indimenticabile!" Justin ride. 
"Taylor?" Chiedo.
"Si?" Mi sorride da sopra.
"Che mi stai facendo?"
"La treccia!"
"Sei sicura?"
"Si!" Sorride, poi continua. Oddio.

"TAYLOR!" Mi prendo il cespuglio che ho in testa in mano e lei ridacchia.
"Scusa! Volevo davvero farti una treccia!" Sospira tristemente. "Sono un disastro, non diventerò mai una parrucchiera."
"Magari potresti esercitarti sui cavalli." Justin fa spallucce.
"No!" Taylro sbuffa. "Non ci penso neanche a ridurmi a quello stato! Voglio essere una parrucchiera, non uno scherzo della natura."
"La prossima volta comprati una testa enorme di Barbie e prova lì." Continua Ryan, sorridendo come un ebete.
Taylor gli da un pugno sulla spalla. "Stronzo, ringrazia me che hai ancora i capelli."
"Si, ti ringrazio per non avermeli più toccati." Sorride e noi ridiamo.
"Ragazzi, abbiamo un problemino..." Maddie ci viene incontro, mordendosi il labbro.
"Che c'è?" Chaz la guarda.
"Beh, ecco, Ryan è finito nel cassonetto della spazzatura." Maddie incrocia le braccia e tutti ci giriamo, vedendo la testa di Ryan sbucare dal cassonetto blu.
"Senti." Justin si volta verso di me. "Che ne dici se fingiamo che tu non abbia mai incontrato questi coglioni qua?"
Rido. "Che ne dici se andiamo ad aiutare Ryan?"
"Nah, è abituato alle figure di merda." Fa spallucce tranquillamente. Ci sediamo sulla panchina insieme a Taylor.
"Justin, po-" Tenta di parlare, ma Justin la interrompre.
"No, non puoi toccarmi i capelli."
Taylor sbuffa e incrocia le braccia. "Ro-"
"No, grazie." Sorrido.
"Ma siete stronzi, Dio!" Alza gli occhi al cielo e io e Justin ridiamo. "Non diventerò mai una parrucchiera di Hollywood."
"Se continui a incasinare i capelli alla gente, no." Justin fa sapllucce.
"Al mio tre, tiriamo!" Dice Maddie, aiutata da Chaz. "Uno, due, tre!" E tirano fuori Ryan, cadendo per terra sotto il suo peso.
"Alzati, Ryan!" Sbotta Chaz, spingendolo per terra.
"Si può sapere come sei finito lì dentro?!" Maddie si alza e si pulisce i pantaloni, lanciando varie occhiataccia a Ryan.
"Non lo so! Stavo leggendo una scritta!" Sbuffa l'altro, facendo spallucce.
"Ma come ti viene in mente di leggere le scritte su un bidone della spazzatura, stupido?!" Maddie gli da uno schiaffo sul braccio e viene verso di noi, buttandosi sulla panchina. "Dio, ucciderò quel coglione, prima o poi."
"Ti aiuto." Annuisce Justin.
"No! Prima fatemi rasare la testa, poi fate ciò che volete!" Taylor ci guarda supplichevole e tutti la fissiamo scioccati.
"Dio, che schifo." Sussurro, e Justin e Maddie ridono. 
"Ryan! Stai lontano da me, che schifo!" Chaz corre via, isneguito da un Ryan che tiene in mano la buccia di una banana. Dove sono finita?!

"Allora..." Justin mi da una leggera gomitata e io lo guardo. "Ti piace Chaz, eh?"
Rido. "No, non proprio."
"Allora perchè ci esci?" Alza un sopracciglio.
"Perchè sarebbe maleducato dirgli di no." Faccio spallucce.
"Uhm, capito. Penso." Annuisce lentamente.
"Tu perchè non esci con qualcuno?"
Ride. "Con chi? Sono tutte ossessionate e mi fissano come se fossi un alieno." 
Ridacchio. "Trovati una come Selena, che sia famosa."
"Preferisco rimanere single a vita, che trovarmi un'altra ragazza famosa." Scuote la testa.
"Perchè?"
"Non so, è troppo difficile mantenere una relazione quando sei sempre lontano l'uno dall'altro." Fa spallucce leggermente ed entriamo in casa. 
"Capito." Annuisco, chiudendo la porta dietro di me.
"Mamma?" Justin guarda in cucina, poi torna all'ingresso. "Niente, siamo soli. Pizza?"
Annuisco. "Si, vado a cambiarmi." Salgo le scale ed entro in camera mia. Prendo i leggins e una canottiera e mi cambio, poi scendo di sotto.
"Ti ho preso una pizza normale, non avevo lo sbatti di andare a cercarti per chiederti che pizza vuoi." Mi dice Justin appena mi siedo sul divano accanto a lui. 
Rido. "Fa niente, è l'unica pizza che mi piace, quella normale." 
"Benone, sono un genio." Rido.
"Ovviamente." Accende la TV. "Cosa guardiamo?"
"Uhm, non so. C'è 'Miss March'." Fa spallucce.
"Che è?"
"Una ragazza fa la coniglia di Playboy per pagare le cure al fidanzato caduto in coma mentre stava per fare sesso con lei." Spiega velocemente, alzando il volume della TV.
"Non ci sono scene porno, vero?" Lo guardo.
Ride. "No." Scuote la testa. "Purtroppo." Aggiunge, sdraiandosi sul divano e mettendo la testa sulle mie gambe.
Inizio a gicoare con delle ciocche dei suoi capelli, arrotolandole intorno al dito varie volte. Qualche minuto dopo suonano alla porta e Justin si alza. 
"Tu prendi le coche, io le pizze." Mi dice. Annuisco e lo seguo. Apre la porta e vediamo un vecchietto sorridente davanti a noi.
"VIVA LE ARANCE!" Urla, poi ci tira un secchio d'acqua addosso. Ma è il vicino! La moglie esce da dietro un albero e corre via insieme al marito, ridendo.
"Justin?" Guardo quel ragazzo accanto a me.
"Ronnie?" Mi guarda. 
"Dimmi che non ho appena visto un vecchietto di 70 anni che ci spruzzava acqua addosso."
"Hai appena visto un vecchietto di 70 anni che ci spruzzava acqua addosso." Annuisce leggermente. "E ora ci vendicheremo."
"Ma perchè faccio le domande?!" Mi batto una mano in fronte e lui ride. 

Standing in the light of your halooooo, I got my angel now ;)
Ciao, bella gente! :3
Oggi sono rincoglionita più del solito ._.'
Onestamente parlando? Non ho idea di come fare perchè questi due si piacciano .___.'
Cioè, avevo una cosa in mente, ma non funziona.
Ho bisogno di consigli.
Spremetevi le meningi e tirate fuori qualcosa! c:
Oppure sclerate nelle recensioni, che mi fate venire in mente un casino di cose per la storia, siccome non programmo mai il finale.
Detto questo, dico solo che potrebbe non esserci un lieto fine. 
Già, D:
Ok, me ne vado, ora che ho finito di spoilerare é.è
Vi voglio beeeeeeeeeeeeene!
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Sai perchè Dio ha creato un solo mento? ***


Ecco, lo sapevo che non dovevo dare retta a Justin quando mi diceva che sarebbe andato tutto bene.
Lo sapevo che non potevo fidarmi del suo piano infallibile per vendicarci dei vicini, che, poveretti, avendo 70 anni, saranno già morti a casa per lo sforzo di correre da casa nostra a casa loro. 
Lo sapevo che alla fine sarebbe andato tutto al contrario di come Justin aveva previsto.
Per l'appunto, siamo seduti fuori casa come due coglioni, perchè il nostro infallibile inventore di piani ha dimenticato sul tavolo le chiavi di casa, e le finestre sono tutte chiuse, ovviamente. 
Almeno sembra che il piano abbia funzionato: appendere bottiglie piene d'acqua alle porte e alle finestre, e una sull'albero davanti alla loro cucina. 
"Allora..." Comincio, spezzettando l'ennesimo filo d'erba che mi è capitato casualmente nelle mani, visto che siamo seduti sull'erba.
"Allora..." Continua Justin, giocando con il telefono.
"Si può sapere perchè ti sei portato dietro il telefono e non le chiavi?!" Lo guardo, alzando un sopracciglio.
"Scherzi?!" Mi fa vedere l'iPhone nero. "Non posso uscire senza, che succederebbe se ci fosse un'emergenza?!"
"L'emergenza siamo noi chiusi fuori, Justin!"
Ride. "Dai, non è così male, su." Si guarda intorno nel buio e fa spallucce. "A parte che c'è un uomo che ci fissa."
"Che cosa?!" Mi giro di scatto e Justin scoppia a ridere, cadendo sull'erba. "Dio, se dicessi parolacce, dove ti manderei."
"A quel paese?" Mi sorride, tirandomi per un braccio e facendomi cadere accanto a lui.
"Molto più lontano." Sbuffo, fissando il cielo. "Contiamo le stelle?"
"Se proprio vuoi."
"Non voglio." Faccio spallucce.
"Facciamo un gioco." Propone, sdraiandosi sul fianco.
Lo imito. "Spara, dai."
"Quindici domande per conoscerci meglio, ok?"
"Justin, a me basta comprare un giornalino per conoscerti meglio di quanto ti conosca tu." Scuoto la testa e lui ride.
"Ok, allora chiedo io?"
"Vai, tanto peggio di così non potrebbe andare." Faccio spallucce. 
"Dove sei nata?" 
"New Jersey, ho sempre vissuto lì."
Annuisce. "Sei mai stata all'estero?"
"Si, quattro volte: Italia, Londra, Francia e Australia."
"Dio santo!" Sbotta, facendomi ridere. "Ok, prossima domanda: qual è il tuo ragazzo ideale?"
Sbuffo. "Occhi marroni, capelli biondo scuro, alto... Uno normale, insomma." 
"Ok, prossima." Ci pensa un po' su, poi sorride. 
"Non mi piace, Justin." Scuoto la testa e lui ride.
"Esci con Chaz solo perchè ti dispiace dirgli di no, oppure perchè ti piace un po'?"
"Uhm, direi la prima. Ma non è brutto." Faccio spallucce.
"See, diciamo che è... Decente."
"Decente?"
"Si, beh, accettabile, dai." Rido. "Sai che dovremmo trovare un modo per rientrare in casa, invece di stare a parlare sull'erba?"
"Si, lo so. Sei tu che ti sei messo in testa di fare domande."
Ridacchia e si alza, aiutandomi. "Forza, cerchiamo qualcosa per aprire la porta."
"Tipo una chiave." Bofonchio tra me e me e lui ride. Iniziamo a cercare una chiave di riserva tutto intorno alla casa, senza trovarla.
"Ho un'idea." Esordisce Justin.
"Lascia stare!" Dico, allontanandomi. "L'ultima volta che hai avuto un'idea, non è finita tanto bene." Mi indico intorno.
"Ti lancio dentro la tua camera e tu mi apri la porta." Sorride.
Alzo un sopracciglio. "Non ci pensare neanche, Bieber. Un'altra."
Sbuffa e incrocia le braccia. "Ok, vediamo." Si guarda intorno. "Possiamo dormire dai vicini."
"Intendi dire da quelli che abbiamo spruzzato d'acqua?" 
Scuote la testa. "Hai ragione, non va bene."
"Ma davvero?" Dico sarcastica e lui ride, alzando gli occhi al cielo.
"Ok, ho capito."
"Poveri noi." Mi siedo sugli scalini e appoggio la schiena al muro, sbadigliando. 
"Se fossimo Tarzan, sarebbe tutto molto più semplice." Justin si siede accanto a me. "Hai freddo?"
"Sto morendo di caldo, Justin."
Ridacchia. "Spogliati."
Gli picchio il braccio. "Stai attento, Bieber."
"Justin."
"Bieber."
"Justin!"
"Bieber!"
"Clide."
"A me piace Clide." Sorrido e lui alza gli occhi al cielo. "Ehi, che hai? Hai la Bieber Swag tu, no?"
Ride. "Touchè." Ridacchio. "Cazzo!" Sbatte la testa al muro e chiude gli occhi.
"Che c'è?"
"Ho i photoshoot, oggi!" Sbuffa, poi si passa una mano tra i capelli.
"Ecco, ottimo giorno per restare chiusi fuori. Domani avrai le occhiachie, ha!"
Ride. "Posso coprirle con il photoshop, ha!"
Sbuffo e incrocio le braccia. "Non è giusto, non me ne va bene una."
Ridacchia e mi passa un braccio intorno alle spalle. "Guarda il lato positivo, Ronnie."
Lo guardo. "E quale sarebbe?"
"Sei chiusa fuori con Justin Bieber. Niente che ti piacerebbe fare?" Sorride.
"Si." Sorrido di rimando. "Andare a dormire!"
"Aspetta, oi! Con me?!"
Alzo gli occhi al cielo. "No, da sola, preferibilmente, ma sei hai paura del buio, puoi venire."
Ride. "No, grazie." Scuote la testa. "Ho voglia di gelato."
"Oddio." Mi nascondo il viso nelle mani.
 
"Justin, non puoi svegliare Kenny per farti venire a prendere alle tre di mattina!" Sibilo, guardandomi intorno.
"Ho svegliato Scooter per molto meno, Ronnie." Fa spallucce e si porta il telefono all'orecchio. "Ken? Si, lo so, sono le 3. E quindi? No, non sto dormendo! Sto scrivendo le mie memorie!" Alza gli occhi al cielo. "Ma che cazzo stai dicendo? Sei serio? No, ok, bene. Vieni a prenderci, voglio un gelato."
"Justin!" Sbuffo, incrociando le braccia.
Mette il vivavoce. "Dai, Ken, su!"
"No! Bieber, te l'ho già detto la scorsa volta quando volevi trascinarmi fuori dal letto alle quattro per andare a comprare il nuovo disco di Beyoncè!"
Guardo Justin ridacchiando. "L'hai fatto davvero?"
"Si, beh, era l'ultimo!" Alza gli occhi al cielo. "E comunque, ora è diverso! Ronnie è con me."
"E quindi? Ciao, Ronnie!" Mi saluta Kenny.
"Ciao, Ken!" 
"Ehi, smettetela di flirtare, voi due." Justin sbuffa. "Ken, ti pago il doppio."
"Voglio 6000 dollari."
"E col cazzo!" Sbuffa Justin.
"Notte, Bieber."
"Ok, 6000!" Justin alza gli occhi al cielo e Kenny ridacchia.
"Sarò da voi in dieci minuti." Dice, staccando. Justin scuote la testa.
"La mia guardia del corpo mi ricatta." Dice, e ci sediamo di nuovo. 
 
"Allora, cioccolato, lampone, vaniglia e fior di latte." Justin sceglie i gusti del gelato e Kenny e io ci appoggiamo alla parete. Per l'ennesima volta ringrazio Dio per averci ricordato di metterci jeans e una maglia senza orsetti, nel mio caso.
"Ecco qua, signor Bieber." La donna dietro il bancone gli porge l'enorme coppetta di gelato. "Offre la casa, vada pure."
"Oh, perfetto!" Justin sorride e usciamo dal negozio. Si siede tranquillamente su una panchina e incomincia a mangiare, poi nota che lo stiamo fissando. "Ne volete anche voi?"
"Ma si può sapere perchè diavolo siete fuori di casa?!" Sbotta Kenny, portando le braccia al cielo.
"Perchè qualcuno ha dimenticato le chiavi e si è portato dietro il telefono." Sospiro, incrociando le braccia.
"Beh, se non avessi avuto il telefono, a quest'ora nessuno di noi starebbe mangiando il gelato, no?" Bieber fa spallucce tranquillamente.
"Ma solo tu stai mangiando il gelato!" Dice Kenny, poi si siede e fa quelle mosse tipiche di Yoga, o roba simile. "Ok, calmiamoci tutti."
"Solo tu non sei calmo. Prendi un po' di gelato, ti aiuterà a rilassarti." Justin sorride e Kenny lo incenerisce con lo sguardo. "No, ok, scherzavo."
"Lo sai, vero, che in teoria dobbiamo svegliarci tra quattro ore e siamo fuori? Se lo scopre tua madre, sono morto." L'omone scuote la testa disperatamente e io mi siedo sul bordo di un vaso pieno di piante.
"Ma se andassimo in albergo?" Propongo, ed entrambi si alzano e mi abbracciano di colpo, facendomi cadere dentro il vasone.
Scoppiano a ridere. "Scusa, Ronnie." Justin mi aiuta a uscirne e io gli lancio un'occhiataccia, pulendomi i jeans.
"Andiamo?" Chiedo infine, prendendo la coppetta di mano a Justin.
"Ehi!" Sbuffa quello, incrociando le braccia. "Era pure gratis!"
"Mi hai chiusa fuori di casa."
"Ok, goditi il gelato." Mi sorride velocemente e io ridacchio.
"Andiamo, bambini." Kenny ci fa cenno di seguirlo.
"Ho 18 anni!" Sbuffa Justin, alzando gli occhi al cielo.
 
"Salve, vorremmo due stanze per stanotte, per favore." Dice Justin, picchiettando sul tavolo con la carta di credito.
"Certo. Ne abbiamo due al diciasettesimo piano, se vuole." L'uomo dietro il bancone sorride, guardandoci. "Quanto siete carini, è la vostra prima notte insieme?"
Io e Justin ci guardiamo, poi torniamo a guardare l'uomo. "Come, scusi?" Justin alza un sopracciglio.
"Si, voglio dire, i vostri genitori sono a casa e voi volete... Consumare il vostro rapporto in un albergo da 2500 dollari a notte?"
"Ma si faccia un po' i fat-" Justin mi tappa la bocca con la mano.
"Si, esattamente. Ora, si sbrighi a darci quelle camere, per favore. La mia guardia del corpo è piuttosto arrabbiata, e non vorrei mai che rovesciasse l'albergo in stile King Kong." Justin indica Kenny dietro di noi, che sta scegliendo le cartoline nel negozio di souvenir.
L'uomo ridacchia e annuisce. "Ok, paga con la carta di credito?"
"Si." Justin gli porge la carta e l'uomo la passa in una specie di macchinetta, poi gliela da indietro. 
"Perfetto, signori. Potete andare, stanze 403 e 404." Ci da due chiavi e io e Justin andiamo a prendere Kenny.
"Amico, non sei di aiuto." Gli dice Justin, prendendolo per un braccio e trascinandolo verso l'ascensore. Le porte si aprono ed entriamo.
"Ma non soffrivi di calustrofobia?" Chiedo a Justin, che si aggrappa a un palo.
"Si, appunto, ma non intendo fare diciassette piani a piedi." Fa spallucce leggermente.
"Justin?" Apre gli occhi e mi guarda. "Ti piace Tokyo?"
"Eh?" Alza un sopracciglio.
"Sai perchè Dio ha creato un solo mento?" Gli sorrido.
"No, perchè?"
"Perchè non poteva fare altrimenti!"
Ride scuotendo la testa. "Certo, bella."
"E sai qual è l'ultima di Gesù?"
"No."
"La ù!" 
Kenny scoppia a ridere. "Questa la dirò domani a Scooter!" Ridiamo e le porte dell'ascensore si aprono.
"Siamo arrivati?" Justin guarda fuori attentamente.
"Si." Lo prendo per un braccio ed usciamo.
"Oddio, grazie." Mi abbraccia, stritolandomi.
"Mollamiii!" Gracchio, e lui ride, staccandosi. 
"Ken, la tua è la 404." Dice, dando la chiave di camera a Kenny. "Ci vediamo domani, grazie."
"De nada, amigo. Notte, ragazzi." Dice, trascinandosi verso la sua camera. Justin e io troviamo la nostra qualche secondo dopo, entrandoci.
Mi butto velocemente sul divano, tirando un sospiro di sollievo. "Siamo arrivati!"
"Ehm, abbiamo un piccolo... Problemino." Mi dice Justin, tornando dalla camera da letto. 
Mi metto a sedere. "Quale, ora?!" Mi fa cenno di seguirlo e io lo faccio. Arriviamo in camera.
"Abbiamo un letto matrimoniale." Dice soltanto.
"Io dormo dal lato della finestra."
"Ma no!" Sbuffa, incrociando le braccia. "No, ci dormo io!"
"No! Tu mi hai lasciata chiusa fuori di casa, ora arrangiati!"
"Ho pagato per la stanza!"
"Ho avuto l'idea dell'albergo!"
Ci pensa un po' su. "Sarebbe arrivata anche a me, prima o poi."
"Si, quando saremmo già stati a casa."
"Beh, comunque mi sarebbe arrivata." Fa spallucce e io mi butto sul letto. Si sdraia accanto a me. "Tu non tiri calci mentre dormi, vero?"
"No, tu?"
"No."
"Bene."
"Già." Silenzio assordante. "Parli nel sonno?"
"No, tu?"
"No."
"Bene."
"Già." Silenzio assordante numero 2.
"Russi?!" Chiediamo allo stesso momento, mettendoci a ridere.
"Io no." Justin fa spallucce.
"Nemmeno io." Annuisco, poi mi stiracchio. "Io dormo, buonanotte."
"Posso confessarti una cosa?" Mi chiede piano, mentre io cerco di raggiungere il comodino per spegnere la lampada.
"Dimmi." Annuisco.
"Ho paura di dormire in posti nuovi." Dice piano, giocherellando con le dita.
"Che cosa?" Lo guardo.
"Ho paura di dormire in posti nuovi." Ripete, alzando un po' la voce.
"Justin, non capisco, parla più forte."
Sbuffa. "Ho paura di dormire in posti nuovi!
Oh. "E... Che facciamo?"
"Mi abbracci?"
Rido. "Justin, hai 18 anni, fai sul serio?"
"Si." Si mordicchia il labbro.
Sospiro e scuoto la testa. "Va bene, basta che non mi butti giù dal letto."
Sorride. "Grazie!" Si sdraia accanto a me di nuovo e mi tira più vicino a sè, per poi affondarmi il viso nei capelli e sospirare. "Buonanotte, Ronnie."
"Notte." Spengo la luce in qualche modo e mi addormento, giocando con i suoi capelli. Sembra un cucciolo quando dorme. Un cucciolo di Justin Bieber, ecco.
 
I'M FEELING LIKE A STAR, YOU CAN'T STOP MY SHINE ;)
Yo, I'm riding solooooooooooooooooooooooooooooooo.
xD Ok, ciao :3
Beh, si stanno avvicinaaaaaaaaaando :')
Spero che ne siate contente, visto che mi avete urlato di farli finire insieme D:
Adesso so come fare. ;)
EEEEEEEEEEEEEE, mi sono appena mandata un messaggio da sola c:
#FOREVERALONE.
I'm solo, I'm riding solo, I'm riding solo, I'm riding solo, solo! 
Sono ossessionata con quella canzone, cazzo!
Ma ci credete che mi sta venendo l'esaurimento a forza di non far dire parolacce a Ronnie?
Vi giuro ._.
Ok, me ne vado :3
CAZZO, 12 RECENSIONI *-*
Voglio premettervi una cosa: ho già scritto i prossimi 4 capitoli, E, ci sarà il famoso bacio, sia tra Chaz e Ronnie che tra Ronnie e Justin.
Contente? YEAH ;D
Ascoltate 'Beautiful' di Megan Nicole.
Non è famosa, ma ha fatto la cover di 'What makes you beautiful' e 'How to love'. É bravissima c:
Ok, peace, !
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Pluto o Pippo? ***


Qualcuno bussa alla porta della stanza e io e Justin ci sediamo di colpo.
"Che sta succedendo?" Chiedo, guardandomi intorno. "Aspetta... Siamo in un albergo?"
"Si." Justin annuisce, saltando giù dal letto. Lo seguo e apriamo la porta, trovandoci Pattie, mia mamma, Kenny e Scooter davanti. Oh, mammina, salvateci!
"JUSTIN DREW BIEBER." Inizia Pattie.
"Mamma, basta anche solo Justin." Dice questo, e li lasciamo entrare.
"Si può sapere che accidenti vi è successo?!" Sbotta mia madre, guardandoci.
"Ecco, siamo andati a buttare fuori la spazzatura." Justin fa spallucce e Pattie inarca un sopracciglio.
"Justin, tu non porti fuori la spazzatura neanche di giorno, perchè dovresti farlo di notte?"
"Volevo farti una sorpresa, mammina." La abbraccia e noi ridiamo.
"Va bene, per questa volta passa." Pattie alza gli occhi al cielo. "Forza, andiamo a casa. Vi cambiate a andate fuori."
"Dove andiamo?" Chiedo.
"Ai photoshoot." Risponde Scooter, e io e Justin li seguiamo fuori. Quando arriviamo all'entrata, il tizio che ci ha dato le chiavi ci fa l'occhiolino, e fermo Justin dal mostrargli il dito medio.
"Stai bravo." Dico, tirandolo fuori. Entriamo in un'altra Mercedes che ci porta a casa.
"Sbrigatevi, forza." Dice Scooter, e io e Justin corriamo al piano di sopra, facendo la gara a chi arriva primo. Vinco.
"Tiè." Gli faccio la linguaccia e lui ride. Entriamo nelle nostre camere. Mi lavo la faccia, mi rifaccio il trucco, mi pettino i capelli e mi cambio, poi torno al piano di sotto.
"Ma si può sapere come avete fatto a dimenticare le chiavi?" Mia mamma mi guarda, appoggiata alla porta d'ingresso con le braccia incrociate.
Scuoto la testa. "No, non si può. É un segreto federale, mamma." Scoppiano a ridere.
"JUSTIN DREW BIEBER!" Urla Scooter, poi alza gli occhi al cielo. "Quel ragazzo ci mette più di un branco di ragazze, a prepararsi."
"Sono pronto, sono pronto." Dice Justin, scendendo le scale con una spazzola in mano. "Andiamo?" Ci guarda. Usciamo di nuovo di casa.
"Noi andiamo in centro. Non fate cretinate, capito?" Pattie ci guarda attentamente e io e Justin annuiamo, entrando in macchina di nuovo.
"Perchè ti sei portato dietro una spazzola?" Guardo Justin.
"Per cantare." Mi sorride sarcasticamente, poi inizia a pettinarsi i capelli. 
"Kenny, sappi che sei nei guai anche tu per averli aiutati." Dice Scooter, dando un colpo al braccio di Kenny.
"Basta che Justin mi paga." L'omone fa spallucce e Scooter si gira verso di noi.
"Bieber, quanto gli devi?" Chiede a un Justin intento a farsi la cresta senza gel.
"Fanculo." Sbuffa, arrendendosi. "Ehm, credo 6000 dollari."
Scooter sbianca. "Continua a buttare soldi così, ok?"
Justin sorride. "Se proprio insisti."
Scooter scuote la testa. "Justin, seriamente, datti una calmata con lo spendere."
"Senti, o dormivamo fuori, o dormivamo in albergo. Se vuoi puoi pagare tu, la prossima volta." Justin fa spallucce.
"Non ci deve essere una prossima volta!" Dice Scooter esasperato. "Non dormirete più fuori."
"Beh, speriamo!" Dico io, alzando gli occhi al cielo. Entrambi ridono.
 
"Justin, siediti e fissa l'obiettivo, non ti concentrare sulla foto di una Beyoncè quasi nuda!" Dice Amie, che sarebbe la fotografa, a quanto ho capito.
"Ma è Beyoncè!" Justin sbuffa, sedendosi sulla sedia. 
"Si, e io sono Amie Jones, prestami attenzione, Bieber." Dice, iniziando a scattare una serie di foto.
"Quel ragazzo è più vanitoso di Dan." Scooter scuote la testa e io e Kenny ridiamo. "Vado a prendere da mangiare, chi vuole?"
"Io!" Alzo la mano velocemente.
Ridacchia. "Cosa vuoi?"
"Un panino, per favore."
"Ok, per te, Ken?" Scooter guarda l'omone, intento a scrivere un messaggio sul Blackberry.
"A me basta un caffè, grazie." Dice, e Scooter se ne va. "Ah, fanculo!" Sbotta Kenny, sbuffando.
"Che c'è?" Lo guardo.
"Questi telefoni hanno i tastiti più piccoli di una formica!" Alza gli occhi al cielo e io rido.
"Ti aiuto?" Mi siedo accanto a lui.
Sorride. "Puoi scrivere a mia madre che farò tardi per cena, stasera?"
Annuisco. "Certo." Gli prendo il telefono di mano e scrivo il messaggio, inviandolo. "Ecco fatto." 
"Sei la mia salvezza." Sospira e io rido.
"Veramente sei tu che hai salvato me e Justin dal morire assiderati." Faccio spallucce e lui ridacchia.
"Si, beh, hai ragione. Sono Superman." Sorride fiero e io rido, annuendo. Justin mi prende per mano e mi tira dietro di sè.
"Che fai?" Chiedo, mentre lui mi abbraccia.
"Mi ami?" Mi chiede. 
Spalanco la bocca. "Che cosa?!" Un flash. Mi giro verso Amie che sorride.
"Perfetto! Grande, Justin." Sorride, alzando il pollice in segno di ok.
Scuoto la testa e guardo Justin che ride. "Che hai fatto?!"
"Mi serviva una foto con una ragazza che era sorpresa di vedermi." Fa spallucce, lasciandomi andare.
"Avvertimi, potevo tranquillamente liberare le emozioni e fissarti come una stupida." 
Scoppia a ridere. "Perchè, tu sei ossessionata?"
"No, per niente, ma almeno non mi facevi rimanere con la bocca spalancata." Ridacchia e io alzo gli occhi al cielo.
"Ecco il tuo panino, Ronnie." Scooter mi porge il mio pranzo.
"Ehi, non è giusto, lo voglio anche io!" Justin guarda Scooter.
"Vai a prenderlo. Non potevi mica interrompere il photoshoot per chiederti che panino vuoi." Scooter fa spallucce.
"Andiamo, dai." Justin mi tira leggermente dietro di sè, uscendo fuori dallo studio.
"Dove andiamo?" Chiedo, tentando di dare un morso al mio panino.
"Ho fame, voglio cibo." Dice semplicemente e io rido. "Perchè ridi?"
"Sembravi uno di quegli analfabeti che dicono i nomi senza articoli, tipo: spaco botilia, amazo familia."
Scoppia a ridere. "Certo, Ronnie." Annuisce leggermente, poi ci fermiamo davanti a un bar. "Secondo te quei vecchietti l'avranno presa l'acqua?"
"Non posso dirtelo." Scuoto la testa e do un morso al panino.
Justin mi guarda. "Perchè no?"
"Perchè non lo so." Faccio spallucce e lui ride.
"Ha senso, ha senso." Annuisce, poi guarda i panini. "Non ho ispirazione."
"Justin, sono panini, non sono canzoni."
"Si, ma... Cioè, prosciutto e funghi?" Mi guarda.
Arriccio il naso. "Ok, forse sarebbe meglio... Un hot dog."
"Già, ma non ho voglia di uscire." Sbuffa, poi fissa il mio panino.
"No." Scuoto la testa.
"Un morso!"
"No!"
"Dai!"
"No!"
"Ti pago!"
"Scooter ti ucciderà." Scuoto la testa e lui ride.
 
"Mamminaaa!" Chiama Justin appena entriamo in casa. Silenzio di tomba.
"La mammina non c'è." Dico, prendendolo in giro.
Ride. "Hai fame?"
"No, ho mangiato."
"Già, ora ricordo: sei tu quella che mi ha fatto morire di fame." Sbuffa.
"Oh, esagerato. Dopotutto sei ancora vivo, no? Cioè, sei qui." Faccio spallucce.
"Si, touchè, ma è uguale." Alza gli occhi al cielo. "Quando esci con Chaz?"
"Martedì sera, perchè?"
"Così, per sapere. Ora so quando posso derubare la tua stanza."
"Ehi!" Gli lancio un'occhiataccia e lui ride, sparendo la piano di sopra. Vado in sala e mi butto sul divano, sospirando.
"Fa caldo." Justin torna e si siede su una poltrona.
"Sai com'è, siamo a inizio Luglio." Faccio spallucce e mi stiracchio.
"Sai che mi hai fregato il divano?"
"Eh?" Lo guardo.
"Il divano..." Indica l'incanto su cui sono sdraiata comodamente. "Prima lo possedevo io."
"Beh, ora non più." Sorrido e lui mi fa la linguaccia. Rido. "Molto maturo, Justin."
"Lo so." Mi fa l'occhiolino e io alzo gli occhi al cielo.
"Non avevi fame?" Gli chiedo.
Annuisce. "Si, ma non ho voglia di cucinare."
"Fatti portare una pizza."
"Mal che vada, arriveranno di nuovo i vecchi a tirarci acqua addosso." Sbuffa, incrociando le braccia.
Rido. "Si, beh, capita."
"Già." Annuisce. "É colpa tua!"
Mi metto a sedere. "Che cosa?!"
"Se tu non avessi assecondato le mie idee, non saremmo mai rimasti chiusi fuori casa, nè avremmo dovuto pulire la loro, e ora starei mangiando!"
"Aspetta, che c'entra il cibo?" Alzo un sopracciglio.
"Il cibo è sacro, quello c'entra sempre." Fa spallucce e io rido.
"Sai che domani è Lunedì?"
"Si, oggi è Domenica, quindi domani è Lunedì." Annuisce, pensando. "Perchè?"
"Così, tanto per informarti." Faccio spalluce e mi ributto sul divano. "Che facciamo?"
"Giochiamo al gioco dell'oca." 
"Io perdo sempre al gioco dell'oca." Sbuffo.
"Appunto, un motivo in più per giocare." 
 
"Avevi detto che perdi sempre!" Sbuffa Justin, lanciando i dadi sul pezzo di cartone.
Rido. "Si chiama bluff, Justin." 
"Ma quello vale per il poker!" Alza gli occhi al cielo.
"Si, beh, e quindi?" Faccio spallucce.
"Mhm." Incrocia le braccia e mi guarda.
Scoppio a ridere. "Dai, non te la sei mica presa, vero?"
"Noo, figurati." Fa spallucce.
Sorrido. "Bene! Allora, inizi tu o inizio io?"
Chiude il pezzo di cartone, prende i dadi e tira tutto dentro la scatola, spingendola sotto il divano. Mi affaccio dall'altra parte.
"Justin, la scatola ora è qui." Dico, indicando la parte dietro del divano. Si affaccia pure lui.
"Non me ne va bene una, oh." Scuote la testa e io rido.
"Giochiamo al gioco delle scimmie?" Chiedo.
Alza un sopracciglio. "Non devi appenderti al balcone o fare strani versi, vero?"
"No. Ma ce l'hai il gioco?"
"E che ne so! É mia madre quella ossessionata con i giochi da bimbi." 
Scoppio a ridere. "Quello delle scimmie è divertente." Faccio spallucce. "Oppure possiamo andare a fare i cruciverba."
"Ecco, facciamo i cruciverba, va." Fa spallucce e ci alziamo, andando in cucina e sedendoci al tavolo. "Allora..." Inizia, prendendo in mano una matita e il giornalino. "Sette lettere, ultimo pianeta."
"Nettuno."
"No, Urano."
"Ma ti sembra che Urano abbia sette lettere?!" Lo guardo.
"Oh..." Annuisce, e io rido. "Non ridere." Sbuffa, scrivendo il nome. "Aspetta, ho un'idea." Si alza e sparisce, tornando qualche minuto dopo con un altro giornalino. Si risiede.
"Che cos'è?" Chiedo.
"É un giornalino con cruciverba per bambini." Fa spallucce e io scoppio a ridere, nascondendomi il viso tra le mani. "Allora, cominciamo o vuoi morire ridendo?!"
"Ok, ok!" Rido. "Ci sono."
Annuisce. "Allora: cinque lettere, il migliore amico di Topolino."
Ridacchio. "Pluto."
"Pluto è un cane."
"Il cane è il migliore amico dell'uomo."
"Ma Topolino è un topo." Mi guarda confuso.
"Pippo?"
"Ma Pippo... Non so, no." Scuote la testa.
"Perchè no?"
"Perchè è più grande, ed è stupido! Non puoi avere un migliore amico stupido."
"Il mio migliore amico si è tuffato in piscina con la tuta da sci." Dico, facendo spallucce.
"Allora, Pippo?" Mi guarda sorridendo e io rido.
"Metti quello." Faccio spallucce. 
Scrive e continua a leggere. "Cosa causa la felicità, cinque lettere." Ci pensa un po' su. "Soldi!" Sta per scrivere e io lo fermo.
"Non è vero!"
"Si, invece. Io sono ricco e felice."
"L'amore, Justin!"
Alza un sopracciglio. "Preferisco i soldi, grazie."
Ridacchio. "No, niente soldi."
"Allora cibo!"
"Cinque lettere."
"Cibos!" Scoppio a ridere e scuoto la testa.
"Passiamo a un'altra, forza." Gli prendo il giornalino di mano e leggo la domanda. "Sinonimo di parlare a vanvera, undici lettere."
"Rompere le palle."
Ridacchio. "Si, certo. No."
"Uhm, farneticare." Fa spallucce. Conto le caselle.
"Justin!" Dico di colpo, facendolo sobbalzare.
"Che c'è?!"
"L'hai azzeccata, complimenti!"
Mi lancia un'occhiataccia. "Cattiva." Rido. 
 
BELIEVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE <3
I don't know how I got here, I knew it wouldn't be easy, but your faith in me was so clear, it didn't matter how many times I got knocked on the floor, you knew one day I would be standing tall, just look at me now :')
Giuro, quella canzone mi fa venire i brividi, soprattutto quando dice 'Just look at US now'.
Almeno a lui importa dei suoi fan ._.
E...
#DEMILOVATORULES. 
Ok, detto questo, ricapitoliamo un po' la cosa: le parole del cruciverba sono vere D:
Oggi io e un mio amico ci abbiamo messo tipo mezz'ora a finirne uno -_-'
Parlando di intelligenza superiore xD
Ah, giusto: avrei un favore da chiedervi c:
Una mia amica ha inizato a scrivere su questo sito, e io la sto aiutando.
Se vi va (spero di si!), passate a leggere la sua fanfiction :3
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1168532
Rendereste contente sia me che lei <3
Boh, vado.
Spero che il capitolo vi sia piaciutooo, e vorrei tante belle lecensioni :3
*Quando è dolce Bieber quando sorride*
Me ne vado! D:
XOXOXOXOXOXOXOXOXOXOXOXOXOXOXO, Gossip Boy. :3
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Lagazza Giapponese essele svenuta! ***


"CHE COOOSA?!" Justin si precipita al piano di sotto, svegliandomi di colpo. Oddio, il buon giorno si vede dal mattino.
Sarà un giorno schifoso, ecco. Mi trascino fuori dal letto, mi lavo, mi vesto e vado al piano di sotto, stropicciandomi gli occhi assonnata.
"Che succede?" Chiedo, entrando nella sala da pranzo dove Justin, Pattie e mia mamma stanno seduti al tavolo.
"Oh, buongiorno." Justin sorride.
Eh. "Giorno." Mi siedo accanto a mia mamma. "Che succede?"
"Devo andare in Giappone tra tre giorni." Risponde quello, intento a scrivere qualcosa sul telefono. Lo posa qualche secondo dopo e sbuffa, lasciando cadere la testa sul tavolo. "Cazzo, idea poco saggia." Alza gli occhi al cielo, rialzandosi.
"Justin!" Sbotta Pattie.
"Scusa." Justin si passa una mano tra i capelli. "Ma non ho voglia! É estate, santo Dio! Voglio stare a casa e dormire tutto il giorno."
"Ma se ti svegli alle 8, Justin." Lo guardo, incarcando un sopracciglio.
"Beh, ma poi dormo sul divano guardando 'Spongebob'!" Si difende velocemente e io ridacchio.
"Dai, Justin, è solo per una settimana, non è grave." Pattie fa spallucce tranquillamente, alzandosi per andare in cucina. "E poi, non hai sempre voluto vedere Tokyo?"
"Si, ma... Cioè... Insomma, ma che palle!" Bieber alza gli occhi al cielo. 
"Ti divertirai, le Giapponesi sono carine." Dico, stiracchiandomi sulla sedia.
Justin si mette a sedere di colpo e mi sorride. "Ronnie?"
"Eh?" Mi lego i capelli in una coda disordinata e mi abbandono alla fedele sedia.
"Sai che improvvisamente ti voglio taaanto, ma taaaaaaanto bene?" Mi sorride.
"Uhm, ok. Fai una cosa molto carina, grazie." Sorrido.
Ride, poi mi prende la mano, guardandomi. "Ronnie, voglio farti una proposta che non potrai mai rifiutare."
"Non intendo uscire di nuovo alle 3 di mattina." Scuoto la testa velocemente.
Scuote la testa. "No, qualcos'altro."
"Non giocherò al gioco dell'oca perchè tu abbia la rivincita."
Ridacchia. "No, un'altra cosa." Sorride allegramente e io guardo mia mamma.
Lei fa spallucce. "Che c'è? Io non leggo mica giornalini su di lui, come posso sapere che ha?"
Rido. "Non vale così, però." Dico, girandomi verso Justin. "Beh?"
"Vieni con me a Tokyo?" E in un battito di ciglia si alza e si inginocchia davanti a me, facendomi gli occhioni dolci.
"Che cosa? Sei impazzito? Neanche se mi paghi!" Scuoto la testa. "E non mi pagare, Scooter ti ucciderà sul serio."
Ride. "Dai, per favore? Che ti costa, prendila come una bella vacanza orientale."
"Sai, 24 ore di aereo, mi costa!" Faccio spallucce e mi alzo, andando in cucina e prendendo una bottiglia di succo dal frigo. Chiudo l'anta e mi ritrovo Justin davanti. "Oddio!" Salto indietro.
"Dai, Veronica!" Mi segue in sala da pranzo e ci sediamo di nuovo. "Jenna, su, dille qualcosa!" Guarda mia mamma, che fa spallucce.
"Risolvete il dilemma da soli, ragazzi." Dice, alzandosi e sparendo al piano di sopra. Pattie torna da noi e posa la tazza di thè sul tavolo, sedendosi.
"Allora, che hai deciso, Justin?" Chiede, bevendo un sorso mentre guarda il figlio, ancora intento a fissare me.
"Ci vado solo se viene anche Veronica." Dice, incrociando le braccia. 
Sbuffo. "Ma a che ti servo a Tokyo? Starai tutti i giorni in qualche camera a fare interviste, e io non ho voglia di stare seduta lì."
"Preferisci stare seduta qui?" Mi chiede tranquillamente.
Ci penso un po' su, poi annuisco. "Si, qui posso guardare la TV. Non so ancora il Giapponese, e non rientra nei miei progetti futuri, impararlo."
Sospira. "Ronnie?"
"Che c'è?" Apro la bottiglia di succo e ne verso un po' nel bicchiere.
"Ora te lo chiederò seriamente, ok? Qualsiasi sia la tua risposta, a me andrà bene." Mi sorride.
"Ok." Sorrido.
"Allora, vuoi venire con me a Tokyo?"
"Justin..." Faccio una pausa a effetto. "No."
"Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego!" Sospira e io rido.
"Ma non doveva andarti bene?"
"No! Non mi va be- Mamma!" Sbuffa, guardando Pattie.
"E io che posso farci, scusa? Ha 17 anni, può decidere da sola!" Fa spallucce.
"Si, ma tu ne hai 35, sii adulta, su!"
"Ok." Pattie annuisce, poi mi guarda sorridendo. "Tesoro, fai quello che vuoi tu."
Sorrido. "Grazie, Pattie."
"Ma porca di una miseria, trasmigro in Africa e divento un power ranger, fuck the world." Justin si alza e se ne va in sala, sbuffando ripetutamente. Io e Pattie ridiamo.
"Allora, ci andrai?" Mi chiede Pattie.
"Ovvio!" Alzo gli occhi al cielo. "Non mi perderei Tokyo per nulla al mondo." Ride annuendo. 
 
"GRAZIEEE!" Justin mi abbraccia, spostandomi di qua e di là, stritolandomi.
"Justin, non respiro!" Ridacchia e si allontana.
"Che figata, ok. Andrò a Tokyo!" Sorride, tornando a sedersi sul divano. "Ora zitti, c'è 'Spongebob'."
Pattie alza gli occhi al cielo. "Non vuoi portarci anche Chaz e Ryan?"
Justin si gira verso di lei con gli occhi spalancati. "Stai scherzando, vero?"
"Beh... No?" Pattie inarca un sopracciglio.
"Ok, ricapitoliamo." Justin si siede più comodamente e io mi sistemo accanto a lui. "Quando siamo andati a New York, Chaz e Ryan hanno corso nel Central Park per due ore, inseguendo Jessica Alba!" 
Pattie e io ridiamo. "Oddio, me lo ricordo!" Pattie scuote la testa. 
"Quando siamo andati a Miami, Chaz e Ryan si sono seduti al sole, sperando di finire abbronzati come i tipi di 'Baywatch', e alla fine hanno passato due giorni a letto con le scottature perfino sui denti!"
"Noo! Dov'ero io?!" Pattie sbuffa, incrociando le braccia.
"Oh, e questo non è il meglio." Justin scuote la testa, ricominciando. "Quando siamo andati a Roma, Chaz e Ryan hanno iniziato ad arrampicarsi tra i buchi del Colosseo, emettendo ruggiti come i leoni di miliardi di anni fa e picchiandosi con spade di plastica, urlando ai passanti di tenersi alla larga dalla loro casa!"
Pattie ridacchia. "Ok, forse è meglio se viene solo Ronnie." Annuisce, poi mi guarda. "Tu non ti arrampichi, vero?"
"No, altrimenti cado sicuro." Faccio spallucce e lei ride, annuendo. 
"Oh! In Giappone le ragazze mi faranno un massaggio!" Sorride Justin, applaudendo.
"Justin, quello è in Thailandia." Scuoto la testa.
"Oh! In Giappone Ronnie mi farà un massaggio!" Sorride, abbracciandomi.
"Si, contaci." Rido, stiracchiandomi. "Che facciamo oggi?"
"Domani esci con Chaz." Justin fa spallucce.
"Si, ma quello è domani. Oggi, che facciamo?"
"Possiamo andare in biblioteca." Si alza e da il telecomando della TV a Pattie.
"Che facciamo lì?" Lo guardo, inarcando un sopracciglio.
"Ehm, pensavo di leggere un po' di cose su Tokyo."
"Justin Drew Bieber, tu non andrai in biblioteca per cercare saloni di massaggio a Tokyo!" Pattie alza gli occhi al cielo e io e Justin ridiamo.
"Dai, mamma!" Justin scuote la testa. "Pensi davvero questo di me?"
"Si." La donna annuisce e Justin sbuffa.
"Va bene, come ti pare. Ma Ronnie se lo può pur far fare un massaggio, no?"
Pattie mi guarda, poi scuote la testa. "Andate, e tornate prima di cena."
"Dai, su, sbrigati! Abbiamo poco tempo!" Justin mi fa cenno di alzarmi.
"Justin, sono le 3 di pomeriggio."
"Appunto! La biblioteca è grande, le scelte di saloni ancora di più. La vita è breve, su, dai, coraggio!" Mi sorride. Scuoto la testa e mi alzo, seguendolo fuori.
 
"Justin, stai parlando sul serio?" Lo guardo appena prende due vocabolari di Giapponese e mi trascina al tavolo di legno, sedendosi.
"Si, serissimo." Mi porge un dizionario e prende l'altro, aprendolo a una pagina a caso. "Allora, grazie lo so dire..."
"Justin, non puoi memorizzarti il Giapponese in due ore." Allontano il dizionario e appoggio le braccia sul tavolo, infilandoci la testa dentro.
"Secondo te le ragazze mi diranno ciao?" Mi chiede, sfogliando attentamente le pagine.
"Penso che ti grideranno una cosa tipo: 'Sposami e scappiamo insieme in Scandinavia ad allevare tarantole e procioni e a mangiare Ricolaaa!', ma forse un ciao di mezzo ci sarà." Faccio spallucce e lui scoppia a ridere.
"Ti immagini se mi dicono una cosa del genere?" Mi guarda. "E io come faccio a capirlo? Cioè, per me sarà una roba tipo: fubasidfyuastydkfbhaasgbdjfkjhn."
Rido. "Tu non sei a posto." Scuoto la testa e mi rimetto seduta composta. 
"Allora, mi aiuti?"
"A fare che?"
"Mi fai le domande e io cerco di risponderti in Giapponese."
Annuisco lentamente. "Posso farti una domanda?"
"Spara."
"Come faccio a sapere se mi rispondi correttamente se non so il Giapponese?"
Minuto di silenzio per la lingua morta di Justin. Ah, no, si è ripresa.
"Ho un piano." Mi prende per mano e mi trascina fuori dalla biblioteca, sotto lo sguardo incuriosito della donna dietro al bancone.
"Beh, qual è questo mitico piano?" Lo guardo.
"Cercami una Giapponese, forza." Dice, guardandosi intorno.
Spalanco gli occhi. "Come, prego?!"
"Si, dai! Mi serve, è urgente."
Scuoto la testa. "Non ho in-"
Mi interrompe. "Guarda, ce n'è una! Parlale!" Mi spinge delicatamente verso una ragazza che sta parlando al telefono e rientra nella biblioteca velocemente.
"Posso aiutalti?" Mi chiede la ragazza, spegnendo il telefono e guardandomi.
"Io, ecco, uhm, tu sei Giapponese?"
"No, io Cinese." Mi sorride, facendo spallucce. "Mi dispiace, magali plova con qualcun'altla." Se ne va e Justin esce di nuovo.
"Era Cinese." Faccio spallucce, sedendomi sul muretto e incrociando i piedi, muovendoli avanti e indietro.
"Uffa." Justin incrocia le braccia. "Ecco!" Mi indica furtivamente una ragazza.
"Justin, quella è Spagnola!"
"Ma no, ha gli occhi a mandorla!"
"Ma sono gli occhiali!"
Sbuffa. "Non ti va mai bene niente, Dio."
Scuoto la testa e mi passo una mano tra i capelli, poi la appoggio sulla sua spalla. "Justin, vuoi che torniamo a casa? Ti preparo una camomilla e ti fai un bel rip-
"Ok, lei è Giapponese, ne sono sicuro! Vai!" Rientra nella biblioteca e io sbuffo, avvicinandomi alla ragazza. "Ciao, tu sei Giapponese?"
Sorride. "Si, pelché?"
"Ecco, mi servirebbe un aiuto per una cosa, potresti venire un attimo?"
Annuisce. "Si, ma ho poco tempo." Mi segue dentro la libreria. "Allola, cosa posso fa-" Si interrompe quando vede Justin. "Quello è Justin Biebel!" E BAM, è a terra.
"Lagazza Giapponese essele svenuta!" Dico, e Justin scoppia a ridere.
"Vai a cercare un'altra ragazza Giapponese per svegliare questa, forza!" Mi spinge di nuovo fuori dalla biblioteca.
Sono sicura che a momenti arriveranno i poliziotti a portarmi in gabbia.
Se continuo a fare entrare ragazze Giapponesi nella biblioteca e loro non escono, penseranno che le sto prostituendo.
Oddio.
Sospiro e mi guardo intorno.
Ecco cosa succede quando decidi di accompagnale una popstal a Tokyo!
 
Baby, senorita, mon cheri, please, be my little lady, my little lady. ;)
Mi amor, you're the one, I adore yaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.
Ok, premetto il fatto: questo capitolo è a puro scopo demenziale, non intende offendere nessuna ragazza Giapponese o Cinese, nè tantomeno la loro cultura o fatti del genere.
Assolutamente imparziale, ok?
Minchia, ho avuto una giornata di merda! -_-'
Della serie che vuoi buttarti giù da un ponte e atterrare in faccia a qualcuno! 
Dio, che ujdcfhjaqn 'dfuitdfbkwqgfujlbkwd.
Beh, non voglio contagiarvi, perciò vado :')
Grazie, come al solito, a TUTTE, proprio TUTTE voi :3
Dio, se potessi, vi farei incontrare Justin, per ringraziarvi é.è
Vi voglio bene, chicas.
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Mi insegni a baciare? ***


"To the window, to the wall!" Canticchio, raccogliendo le mie cose dal pavimento della mia stanza. Mi rialzo e mi guardo intorno. Ma non c'era una scrivania qui da qualche parte?! Mhm
"Ciao!" La porta di camera mia si spalanca e mostra un Chaz che sorride.
"Oh, ciao, che ci fai qui?" Mi sposto i capelli dalla faccia e lancio i vestiti nel bagno, chiudendo la porta velocemente e facendo finta di niente.
Ridacchia e indica il bagno. "Fai le pulizie d'estate?"
Sorrido. "É un po' un casino."
"Già." Sorride, annuendo. "Beh, come stai?"
"Io? Bene. Tu?"
"Benone, giù c'è Ryan. Vieni?"
"A fare che?"
"A stare con noi. Stiamo per giocare a basket." Fa spallucce.
Annuisco. "Ok, solo un secondo."
Sorride e mi sposta un ciuffo di capelli dagli occhi. "Non vedo l'ora di poterti baciare, stasera."
Spalanco la bocca e lui ridacchia. "Uhm, ok, ora esci, però." Ride e se ne va. 
Questo è pazzo! Prendo il telefono dal comodino accanto al letto ed esco, chiudendomi la porta alle spalle. Vado al piano di sotto ed esco in giardino, vedendo Justin, Ryan e Chaz giocare a basket. 
Ok, dai, non sarà poi una cosa così grave, no?
Cioè, posso chiederglielo senza risultare... Stupida?
No, ovviamente no!
Ok, ora torno indietro e mi butto giù dalla finestra.
Perfetto, piano realizzato. Sto per girarmi quando Ryan si sbraccia.
"Ronnie! Ciao!" Mi sorride.
"Ciao..." Accenno un sorriso, poi ci ripenso.
O forse glielo potrei chiedere?
Dai, non sarà... Si, lo sarà.
Vabbè, al massimo mi dirà di no e io andrò a fucilarmi, giusto? 
Si.
Ok, vai così, Ronnie! Prendi coraggio e affronta le tue paure. 
"Justin?" Lo chiamo. Afferra la palla e si gira verso di me.
"Dimmi."
"Ehm, posso parlarti un attimo?" Mi passo nervosamente le dita sul braccio.
"Torno subito." Lancia la palla a Chaz e mi raggiunge. "Stai bene?"
"Si, si. Vieni qui." Gli prendo la mano e me lo tiro dietro. "Ho bisogno di un favore."
"Ok, dimmi." Incrocia le braccia.
"Ecco, io... Tu... Puoi insegnarmi a baciare?" Mi mordicchio il labbro.
Spalanca gli occhi. "Eh?!"
Sospiro. "Ok, è imbarazzante, me ne vado." Mi giro ma mi prende per un braccio.
"Non sai baciare?" Mi chiede piano.
"Uhm, no. Te l'ho detto, non ho mai avuto un ragazzo." Faccio spallucce leggermente.
Ci pensa su un attimo. "Ok, andiamo." Mi fa cenno di entrare in casa, poi si gira verso Ryan e Chaz. "Torniamo subito." Dice, poi mi prende per mano e mi tira al piano di sopra. 
Entriamo in camera sua e lui chiude la porta alle nostre spalle, facendomi cenno di sedermi sul letto accuratamente fatto, altro che il mio. 
É imbarazzante che un ragazzo abbia la camera più ordinata di una ragazza!
"Perchè vuoi che ti insegni a baciare proprio ora?" Mi chiede, sedendosi davanti a me.
"Ehm, Chaz ha detto che vuole baciarmi stasera." Faccio spallucce, poi sospiro. "No, senti, è una cosa imbarazzante, possiamo fare finta che non te l'ab-"
Mi interrompe. "Chiudi gli occhi, rilassati, e segui i miei movimenti, capito?" 
Annuisco leggermente e chiudo gli occhi. In pochi secondi sento le sue labbra sulle mie. 
Oh, Gesù.
Sono morbide.
Cioè, si, so che sono morbide, ma sono morbidissime, cavolo!
Mi mette una mano sul fianco, avvicinandomi a sè, poi inizia ad approfondire il bacio.
Dio buono, ho dato il mio primo bacio!
Oh, ma chissene frega! Ho dato il mio primo bacio a Justin Bieber! 
La sua mano si posa delicatamente sulla mia guancia, avvicinando il mio viso al suo. Sento il suo respiro appesantirsi un po', e si stacca di colpo, fissandomi.
Si alza scuotendo la testa. "Sai baciare." Dice, poi va alla porta. "Se Chaz ti bacia, segui lui. Capito?"
Annuisco. "Gr-"
"Prego." Esce fuori, sbattendo la porta. Rimango a fissarla, ancora seduta sul letto, poi mi alzo e vado in camera mia, ricominciando a pulire. 
 
"Allora, dove andiamo?" Chiedo, seguendo Chaz per le vie di Los Angeles. Spero solo che non si perda!
"Ora vedrai." Mi sorride, prendendomi per mano e iniziando a muoverle avanti a indietro. "Quindi... Ti piace vivere con Justin?"
Faccio spallucce. "Si, mi trovo bene."
Annuisce. "Bene." C'è un po' di silenzio, poi riprende. "Ti tratta bene?"
"Si, perchè?"
Fa spallucce. "Così, era per parlare." Sorride.
Sorrido di rimando. "Ok."
"Ecco, siamo arrivati." Dice, spostando una tenda. Mi fa andare avanti a mi segue, tenendo una mano sul mio fianco. 
Davanti a me vedo un tavolo apparecchiato per due, e una ragazza in un angolo con due menù. Sul tavolo c'è una tipica tovaglia rossa e bianca a quadri, due piatti, posate, vaso con una rosa e tutto il resto. 
"Ti piace?" Mi chiede, sorridendo.
Annuisco. "Si. L'hai fatto tu?"
"Beh, Taylor ha aiutato, diciamo." Ridacchia, muovendo la sedia per farmi sedere. Si siede davanti a me e... Aspetta, Taylor?!
"Che ci fai qui?" Le chiedo appena mi porge il menù.
"Chaz aveva bisogno di aiuto per dirti cose romantiche, così sono qui per aiutare." Sorride, dando il menù a Chaz. "Allora, che vi porto da bere? Abbiamo acqua e succo all'arancia."
"Ma non ti avevo detto di fare la spessa?!" Chaz alza un sopracciglio, guardando Taylor.
"Senti, mi hanno chiamata per acconciare i capelli a una ragazza per il suo matrimonio, non rompere! Ringrazie che sia qui." Sbuffa lei, incrociando le braccia.
"Ma ti pago!"
"E allora?!"
"Vabbè, vai." Le fa cenno di andare e io rido, aprendo il menù.
"Questa si che è una scelta." Dico, leggendo 'Pollo arrosto con patate fritte' sull'unica pagina del menù.
Chaz ridacchia. "Si, non avevo voglia di farlo tutto troppo romantico. Sarebbe stato... Scontato."
"A me piace così." Sorrido, posando il menù.
"Già! Oddio, grazie a Dio." Tira un sospiro di sollievo e io rido. "Così, ho saputo che vai a Tokyo con Justin, domani."
Annuisco. "Già." 
Taylor ritorna. "Posso prendere i vostri ordini?" Chiede, tirando fuori il Blackberry e sorridendoci.
Chaz si batte una mano in fronte. "Taylor, vai via e portaci il cibo!"
Taylor sbuffa e gli mostra il medio. "Razza di ingrato." Dice, poi mi sorride. "Sei bellissima!"
"Grazie." Rido, e lei torna dentro l'edificio.
"Oh, questa è la mia casa." Dice Chaz, indicando le mura intorno a noi. "Siamo nel giardino."
Mi guardo intorno. "É grande, cavolo."
"Si, ma non come quella di Justin." Fa spallucce. 
"Si, beh, lui può permettersi la Casa Bianca, a questo punto della sua carriera." Faccio spallucce e lui ride.
"Dopo ti va di fare una passeggiata?"
"In spiaggia!"
Ride e annuisce. "Ovvio."
Finiamo di mangiare circa un'ora e mezza dopo, continuamente interrotti da Taylor che ci chiedeva se volevamo il desserto, ovvero il gelato alla panna. 
"Ti sei divertita?" Mi chiede di punto in bianco, sedendosi sul tronco di un albero rotto. Mi siedo accanto a lui.
"Si, non è stato sdolcinato come pensavo. Taylor è stata fantastica." Rido, e lui sbuffa.
"Non le darò i cento dollari che vuole." 
Ridacchio. "A cosa le servono?"
"Vuole comprarsi una piastra per arricciarsi i capelli. Ha deciso che userà i suoi, d'ora in poi."
"Ma va?!"
Ride e annuisce. "Si, l'ho convinta." Fa spallucce. "Beh, ma non parliamo di lei, parliamo di noi."
"Parliamo di noi." Lo guardo.
Silenzio di tomba.
"C'è molto da dire." Annuisco convinta e lui ride.
"Beh, spero che ci sarà di più la prossima volta che usciamo." Dice, facendo spallucce tranquillamente, poi mi prende la mano e inizia a giocherellare con uno dei miei braccialetti. "Voglio dire, se vorrai uscire di nuovo."
"Ehm, penso di si. Vedremo." Sorrido, appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Bene." Mi abbraccia e inizia a giocare con i miei capelli. "Non ti manca New Jersey?"
"No." Rispondo, e forse troppo velocemente, visto che si allontana e mi guarda.
"Stai bene?" Chiede preoccupato.
Annuisco. "Si, benissimo. Scusa, è che non mi piace parlare di prima."
"Come mai?"
"Ecco, diciamo che ci sono stati vari problemi, e mia madre e io ci siamo trasferite."
Annuisce. "E tuo padre non è venuto con voi?"
Mi mordo il labbro e guardo giù, prendendo un ramoscello e iniziando a giocarci. "No, lui è... Morto." Oddio, ma che sto dicendo?
"Oh, mi dispiace." Mi stringe a sè, accarezzandomi la schiena. "Quanto tempo fa è successo?"
"Più o meno tre anni fa." 
E questo è vero.
Mio padre è morto quando è diventato quel mostro che è adesso.
"Non volevo ricordartelo, scusa." Mi bacia i capelli.
"Fa niente." Mi allontano e mi alzo. "Camminiamo?"
Annuisce. "Certo." Mi sorride, mettendomi il braccio intorno alle spalle. 
 
Mi riporta a casa una mezz'ora dopo, più o meno.
Oddio, ora mi bacia.
E io che faccio?
E lo baci, stupida!
Si, giusto. 
Chaz mi sorride e mi sposta la frangia dagli occhi. "Mi sono divertito stasera."
Oddio, un'altra di quelle cose romantiche dei film.
Sorrido. "Si, anche io."
Si avvicina e posa le sue labbra sulle mie, iniziando a muoverle lentamente. Mi cinge la vita con le braccia, avvicinandomi a sè, poi si stacca e mi da un ultimo bacio.
"Divertiti a Tokyo." Mi dice, prima di allontanarsi definitivamente.
Annuisco. "Divertiti a Los Angeles." 
Ridacchia. "Si, ci proverò. Ci vediamo quando torni." Sorride, girandosi per andarsene. Apro la porta di casa e vengo accolta dalle luci dell'ingresso e dal rumore della televisione in sala. Chiudo piano la porta. 
Justin compare, tirando un sospiro di sollievo. "Ma si può sapere dove sei stata fino a quest'ora?!" Mi chiede, alzando un sopracciglio.
Pesco l'iPhone dalla borsa e guardo l'ora, poi guardo Justin. "Justin, sono le dieci e mezza."
"Appunto! Non puoi stare fuori fino a quest'ora senza avvertire nessuno!" Mi abbraccia di colpo, accarezzandomi i capelli.
"Ma stai bene?" Gli chiedo, e lui si allontana.
"Si. Com'è andato l'appuntamento?"
"Uhm, bene."
"Ti ha baciata?"
"Si."
"Com'è stato?"
"Normale."
"Normale in senso bello, o normale in senso brutto?"
"Com'è quello brutto?"
"Tutto saliva e nulla più."
Arriccio il naso. "Che schifo." Ridacchia. "No, è stato... Direi bello." 
"Bello? Sei sicura? Non è che volevi dire brutto e ti si è storta la lingua?"
"No, Justin! Ma che hai?"
Sospira. "Niente. Andiamo a dormire, dobbiamo svegliarci presto, domani."
Annuisco. "Ok. Potevi anche andare prima, sai? Tanto avevo le chiavi."
"No, ti aspettavo. Non si sa mai."
"Si..." Annuisco leggermente. "Ero addirittura fuori con il tuo migliore amico, chissà cosa poteva succedere." Scuoto la testa.
Ride. "Per l'appunto. Ok, vai. Buonanotte."
"Notte." Salgo le scale mentre lui torna in sala a spegnere la TV. 
Chiudo la porta di camera mia e mi butto sul letto, prendendo fiato. Dio, che serata. Il mio telefono vibra e lo prendo, aprendo il messaggio.
'Buonanotte, splendore. :) Chaz.'
'Buonanotte. :)'
Spengo il telefono e seppellisco la faccia sotto i cuscini, stiracchiandomi sul letto pigramente.
Mi addormento prima di potermi cambiare.
Perfetto. 
 
I WANNA DAAAAAAANCE, AND LOOOOOOOOOVE! ;D
J.Lo, Yo! D:
Ok, niente di particolare, a parte...
OH MIO DIO! IL BACIO JONNIE! <--- LOOOOOOOOOOOOOOOOOL xD
E il bacio CONNIE! :D
Ok, sto impazzendo ._.
É che le vostre recensioni fanno un effetto diabetico, e il diabete fa sclerare D:
Ok, me ne vado, ho capito D:
Vi voglio bene, grazie come al solito! <3

E un po' di spoiler per uno dei prossimi capitoli, siccome dovrete aspettare ancora un po' per loro due insieme :3
Sono brava, dai :3
Buon spoilerare c:


Si siede sulla sedia in mezzo al palco e Dan gli porta la chitarra, andando di nuovo da Alfredo e dicendogli qualcosa.
Mia mamma si siede accanto a me, bevendo la sua coca cola. "Non sono mai stata a un concerto di Justin Bieber. Voglio vedere com'è."
"Penso che sarà come ogni altro concerto, mamma. Sai, cantano, ballano, si muovono e basta." Faccio spallucce e lei ride.
"Lo so, ma Justin deve essere speciale." Mi fa l'occhiolino.
"E perchè?"
"Beeeh, perchè è il tuo ragazzo?" Mi da una leggera gomitata e io alzo gli occhi al cielo.
"Smettila di dirlo!" Sbuffo, e lei ride.
"Ma dai, è carino. É un bravo ragazzo. Ti tratta bene?"
"Perfettamente, direi."
Sorride. "Si vede. Non ti ho visto ridere così da un bel po'."
"Chissà perchè." Mugugno, giocherellando con le chiavi.
Mi accarezza i capelli. "Vedrai, andrà tutto bene." Annuisco.
Justin inizia a suonare la chitarra, aggiustandosi l'auricolare varie volte.
"Ehi, per il concerto ne voglio un altro, questo è una merda!" Dice, voltandosi verso Scooter.
"Beh, a parte che spara parolacce a go go, ma vabbè." Mia mamma scuote la testa e io rido.
Justin si risiede sulla sedia e ricomincia a suonare.
"Baby, I'm here, I'm here to stay, I ain't going nowhere, I know you're scared, cause you've been hurt, baby, it's alright. Lost in your eyes everytime that you look in mine, I promise to be all that you need, I won't leave you baby, no, cause I just wanna love you..." Mi sorride, poi continua a guardare le luci di fronte sè. 
"Ti ha sorriso! Oh, mio Dio! Ti ha sorriso!" Mia mamma applaude allegramente, attirando l'attenzione di Justin, Scooter, Dan e Alfredo, che ridono.
"Mamma..." Mi batto la mano in fronte e scuoto la testa.
Ridacchia. "É ora di andare a ordinare il vestito da sposa." 
"Mamma!" Sbotto, alzandomi dalla sedia. "Me ne vado." Scuoto la testa e vado a prendermi da bere.
 
Ora sparisco :3
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Tu normalmente ordini pancakes alle 3 di mattina? ***


Saliamo sull'aereo verso le 11 di mattina, e prendiamo i posti in prima classe, ovviamente. Justin e io ci sediamo negli ultimi due sedili, lasciando andare avanti Scooter e Kenny e mia mamma e Pattie. 
La cosa più strana di oggi?
Justin non mi rivolge parola, a meno che non sia per dire 'Ok' e 'Come vuoi'. 
"Ragazzi, avete fame?" Pattie si gira, guardandoci.
Justin scuote la testa e si infila le cuffie dell'iPod nelle orecchie, appoggiando la testa al sedile.
"No, grazie." Faccio spallucce e giocherello con il telefono, guardando fuori dalla finestra. 
La macchina che sposta la scala se ne va, lasciando l'aereo alla sua corsa di routine. Infatti qualche secondo dopo inizia a girare, prendendo velocità. 
"Hai parlato con Chaz, oggi?" Mi chiede all'improvviso Justin, togliendosi le cuffie e guardandomi.
"No, dovevo?" Lo guardo.
Fa spallucce. "Non so." Annuisco.
La conversazione si ferma lì per qualche ora, ovvero più o meno fino alla sera, quando ormai è impossibile sopportare il silenzio, almeno per me, visto che Justin è sicuramente abituato ai voli lunghi come questo.
Penso dovrebbe andare in un monastero dalla calma che dimostra!
Accidenti a lui.
"Che farai a Tokyo?" Chiedo, tamburellando sul telefono con le dita.
"Ho delle interviste, poi qualche presentazione, una specie di concerto, cose così." Fa spallucce e continua a fissare il vuoto.
"Justin, perchè non mi parli?" Lo guardo, tirando il telefono nella borsa.
"Ma ti sto parlando." Alza un sopracciglio.
"No, voglio dire, è da ieri che sei strano." Sospiro, facendo spallucce. "Se ho fatto qualcosa che non va, dimmelo."
Scuote la testa. "Non hai fatto niente, stai tranquilla. Sono solo un po' stanco, e so già che sarà una settimana faticosi." 
Annuisco leggermente. "Ok." 
"Beh, che ne dici di raccontarmi di ieri?" Mi sorride.
Faccio spallucce. "Siamo stati a casa sua, ha organizzato una specie di cena nel suo giardino e Taylor era la cameriera."
Ride. "Taylor ha bisogno di soldi, vero?"
Annuisco ridendo. "Si. Poi siamo andati in spiaggia, e poi mi ha riaccompagnata a casa."
"E ti ha baciata sulla spiaggia?"
"No, di fronte alla porta."
Annuisce. "Sembra perfetto."
Faccio spallucce leggermente. "Non so, era tutto... Da film, ecco. Preferirei qualcosa di più originale."
"Tipo?" Alza un sopracciglio.
"Mhm, non lo so, ma non sempre mangiare." Sbuffo. "Posso anche mangiare a casa, non ho bisogno che qualcuno mi offra la cena fuori."
Ride. "Si chiama romanticismo, Ronnie."
"No, si chiama sceneggiatura da film!" Ride e scuote al testa.
"Si, come vuoi tu." Fa spallucce.
"Tu dovresti uscire."
"Con chi?"
"Con una ragazza che ti piace."
"La ragazza che mi piace è... Beh, diciamo che non so ancora se mi piace, però sembra che sia impegnata."
"Come si chiama?"
"Chi?"
"La ragazza, no?"
Ridacchia. "Ehm, non posso dirtelo."
"Perchè no?" Alzo un sopracciglio.
"Perchè poi dovrei ucciderti." Mi spettina i capelli e io rido.
 
"Woah!" Guardo in alto e vedo solo luci, palazzi, cielo e aerei.
"Ti ci abituerai." Justin mi mette un braccio intorno alle spalle e andiamo verso una macchina che ci aspetta.
"Questa volta non dimenticherò di fare foto, potete giurarci!" Kenny stringe i pugni e sghignazza, e noi ridiamo.
"Basta che non dimentichi la macchina fotografica sul tavolo di un bar come la scorsa volta." Scooter fa spallucce e si sistema accanto a mia madre.
"Sareste carini come coppia." Dice Justin, indicando mia madre e Scooter. Entrambi si guardano, poi si allontanao.
"Ok, imbarazzante." Sussurra mia mamma, spostandosi un ricciolo dalla fronte.
"Anche voi due sareste carini come coppia." Scooter imita Justin, indicandoci.
"Si, lo penso anche io." Justin fa spallucce e mi spettina i capelli. "Vero?" Mi guarda.
Rido. "Si, ovviamente." Sorride. 
"Allora non vi dispiacerà condividere una camera." Pattie fa spallucce. "Tanto l'avete già fatto quando siete evasi da casa."
Io e Justin ridiamo. "Non era una vera e propria evasione." Justin alza gli occhi al cielo.
"É vero. Qualcuno ha dimenticato le chiavi." Lo guardo e lui sorride innocentemente.
"Ma si può sapere che ci facevate fuori di notte?" Mia mamma ci guarda, spostando lo sguardo da me a Justin. "Non è che avete qualcosa tra di voi?"
"Che cosa?!" Sbotta Justin. "Ma porca miseria, anche il tizio dell'albergo!"
"Il tizio dell'albergo cosa?!" Scooter si fa inaspettatamente interessato alla conversazione, preferendola al suo laptop.
"Ha pensato che fosse la nostra prima notte insieme e che siamo fuggiti dai genitori." Fa spallucce Justin, guardando fuori dal finestrino. Kenny, mia mamma, Pattie e Scooter scoppiano a ridere, rotolando sui sedili di pelle, e io e Justin sospiriamo.
"Non è divertente, su." Dico, incrociando le braccia.
"Si, invece!" Scooter si batte una mano sulla pancia, scuotendo la testa. "Mamma mia, ma perchè stavo dormendo?!"
"Perchè non mi rispondi mai quando ti chiamo!" Sbuffa Justin.
"E ora capisci perchè! Anche se 6000 dollari non farebber male, Bieber."
"CHE COSA?!" Pattie fissa Justin, scioccata.
"Mamma, o così, o dormivamo fuori." Justin fa spallucce.
"Suonavate alla porta, no?!"
Io e Justin ci guardiamo. "Dovevamo arrivarci, Ronnie." Scuote la testa e io ridacchio.
 
Entriamo nell'hotel - a cinque stelle, ovviamente -, e andiamo verso la reception, lasciando i bagagli ai consierge.
"Salve, abbiamo prenotato cinque stanze." Dice Scooter, tirando fuori la carta di credito. Mi appoggio a Justin, che mi abbraccia.
"Stanca?" Mi chiede.
Annuisco. "Voglio solo andare a dormire e non fare nient'altro."
"Ti capisco." Ride, giocando con i miei capelli.
"Allora, voi due dormite insieme o dormi con tua mamma, Ronnie?" Pattie si gira, guardandomi.
"Come vuole Justin. É lui che deve riposare, non io." Faccio spallucce.
"No, dorme con me. Non ho intenzione di rimanere da solo in camera." Justin prende la chiave che penzola dalle mani di Kenny. "Andiamo?" Mi guarda.
"Ma non sappiamo il piano." Sbadiglio, portandomi una mano alla bocca.
"Si, giusto, ventunesimo." La tizia dietro il bancone sorride.
"Ok, notte." Justin fa un cenno di saluto e andiamo all'ascensore. "Ventun piani. Ok, non sono poi molti." Dice, appoggiandosi al muro appena le porte dell'ascensore si chiudono. 
"Ma non puoi farti inventare una bomboletta che ti fa volare fino al ventunesimo piano?" Gli chiedo, e lui scoppia a ridere.
"Che cosa?!" Mi guarda.
"Massì, non mi dire che non hai mai visto i film tipo... 'Mission Impossible'." Faccio spallucce. "Come sono vestita?"
"Eh?" Alza un sopracciglio.
"Descrivi come sono vestita, forza." Mi indico e lui prende un bel respiro.
"Ok, allora: canottiera blu, gonna di jeans, ballerine." Dice velocemente.
"Ok, e come sono i capelli?"
"Sciolti." 
"Hai imparato il Giapponese, allora?"
Scuote la testa tristemente. "A mala pena so dire grazie. Quella cazzo di ragazza Giapponese non ha funzionato."
Scoppio a ridere. "Si, appunto. E mi hai fatto fare delle figure che... Non ne parliamo, dai." Scuoto la testa.
"Dai, dillo. Che figure ti ho fatto fare?" Sghignazza.
"Brutte!" Sbuffo, incrociando le braccia. Ride e mi abbraccia.
"Quanto siamo carine, non diciamo parolacce." Mi prende in giro, e io gli picchio la schiena.
"Zitto, tu sembri uno scaricatore di porto." 
Ridacchia. "Si, sono un uomo."
"Si, quello ti fa proprio uomo. Ricordati che hai paura degli ascensori." Mi allontano e gli sorrido sarcasticamente, uscendo dalla cabina.
"Ehi!" Mi segue fuori. "Questa è una fobia!" Rido. 
"Dov'è la nostra camera?" Chiedo, guardandomi intorno.
"Beh, siamo alla 509, e la nostra è la 517." Dice, guardando i numeri sulle porte. Alla fine raggiungiamo la fine del corridoio e troviamo la camera.
Entriamo, e in un secondo le luci si accendono automaticamente, accecandomi. Dio santo! 
"Allora, saranno stati abbastanza intelligenti da prendere due letti?" Chiede Justin, entrando in camera, poi ne esce scuotendo la testa.
"No?" Rido
"No." Fa spallucce.
"Aspetta." Mi fermo, costringendolo a fermarsi davanti a me. "Significa che dormirai abbracciato a me di nuovo?!"
Ride e mi da un buffetto sulla guancia. "Esattamente." Sorride.
Mi batto una mano in fronte. "Io vado da mia madre." Dico, girandomi e riprendendo la borsa.
Ride e mi afferra per i fianchi. "No, dai, non andare." Mi bacia la guancia e si allontana. "Allora, che vuoi fare?"
"Non so, possiamo vedere i cartoni Giapponesi." Faccio spallucce, sedendomi accanto a lui sul tappeto, siccome il divano non gli piaceva. "Lo danno 'Doraemon', qui?"
"Danno che?" Justin mi guarda confuso.
"Noo!" Mi porto una mano alla bocca. "Non dirmi che non guardavi il cartone con il gatto blu a forma di palla!"
Scoppia a ridere. "No, non lo guardavo."
Gli prendo il telecomando di mano, scuotendo energicamente la testa e iniziando a cambiare canale. Miracolo! Lo trovo. "Goditelo, Bieber. Fatti una cultura."
Ride e si sdraia, appoggiandomi la testa sulle gambe. Inizia a giocare con una ciocca dei miei capelli mentre fissa lo schermo della TV.
Il mio telefono suona, ti pareva, no?! 
"Justin, mi passi la borsa?" Si allunga e la prende dalla poltrona, passandomela. Tiro fuori il telefono e rispondo a Chaz. "Ehi."
"Ciao, splendore. Siete arrivati a Tokyo?"
"Si, siamo in albergo. É pazzesco." Mi guardo intorno.
Ridacchia. "Sono contento che ti piaccia. Quando torni usciamo?"
"Ehm, non so, Chaz." Dico piano, e Justin mi guarda, smettendo di giocare con i miei capelli.
"Come mai? Se non ti sei divertita, basta che me lo dici. Posso org-"
Lo interrompo. "No, no, mi sono divertita, è stato bello. Ci penso, ok? Sono molto stanca ora, non capisco niente di ciò che sto dicendo."
Ride. "Ok, ti lascio dormire, allora. Justin dov'è?"
"Sdraiato sulle mie gambe." Dico, guardando gli occhioni enormi della popstar.
"Oh... Perchè?"
"Perchè?"
"Si, perchè è con te?"
"Siamo in stanza insieme."
"Ah..."
"Già. Beh, ora vado. Ci sentiamo."
"Si, buonanotte, splendore."
"Anche a te." Stacco la chiamata.
"Che voleva?"
"Mi ha chiesto perchè sei con me."
"Perchè siamo a Tokyo insieme?" Alza un sopracciglio con fare ovvio.
Rido. "No, intendevo dire perchè sei in stanza con me."
"Minchia, già geloso." Sbuffa, rigirandosi verso la TV. "Non lo biasimo."
"Eh?"
"Niente." Fa spallucce, ricominciando a torturare la mia ciocca.
 
"Ronnie, svegliati." Justin mi muove piano e io apro gli occhi.
"Che c'è?" Muguno, nascondendo la faccia nel cuscino.
"C'è un drago che ci guarda fuori dalla finestra." Dice piano, e io rido.
"Molto divertente, Justin." Mi stiracchio e vedo l'ora. "SONO LE 3 DEL MATTINO!" Mi metto a sedere e lui sobbalza. Arrivano dei pugni dalla stanza affianco.
Justin ride. "Sono serio, girati." Mi fa cenno di girarmi e lo faccio, vedendo un piccolo drago verde di peluche che ci guarda da fuori.
Spalanco la bocca. "Ma che accidenti è?"
"Un drago, Ronnie." Dice Justin, ovvio.
Alzo gli occhi al cielo. "Grazie, Justin. Ma perchè è lì?"
"Quello non lo so. Puoi andare a chiudere le tende, per favore?" Mi chiede, sporgendo il labbro inferiore.
"Mi hai svegliata solo per questo?" Gli chiedo, alzando un sopracciglio.
Sorride. "No. Chiudi le tende, poi ti dico."
Mi alzo dal letto e vado a chiudere le tende, poi mi ributto accanto a Justin. "Beh?"
"Ho ordinato i pancakes, ne vuoi un po'?"
Aggrotto la fronte. "Scusa, tu normalmente ordini pancakes alle 3 di mattina?"
Fa spallucce. "Ho il jet leg e non sono più stanco, perciò... Si." Annuisce.
Scuoto la testa e mi rigiro dall'altra parte. "Buonanotte."
Ridacchia e appoggia il mento sul mio braccio. "Ti va di andare in piscina?"
"Ma che diavolo stai dicendo, Justin?! Hai la funzione Batman attiva?!"
Scoppia a ridere, cadendo sul letto accanto a me. "Dio, era pessima!"
"E allora perchè stai ridendo?"
"Perchè a forza di superare tutti i jet leg, mi sono rincoglionito ripetutamente." Sbuffa, e io ridacchio. "Allora, vuoi i pancakes?"
Sbuffo e mi metto a sedere. "Va bene, tanto ormai mi hai svegliata."
"Bene, e poi andiamo in piscina."
"Oddioooooooooooooooooooo!" Mi ributto a letto e lui ride.
 
You're angry, I know thisThe world couldn't care lessYou're lonely, I feel thisAnd you wish, you were the bestNo teachers or guidanceAnd you always walk aloneYou're crying at night whenNobody else is home

- Pink.

Quella canzone descrive la mia vita alla perfezione O.o''
Cooooooooooooooooomunque :3
Ho aggiornato: il capitolo mi fa completamente schifo, lo giuro, a parte magari l'ultima parte che è decente.
Inoltre, dovevo renderlo un po'... Uhm, tristino xD
Insomma, Justin è geloso e Ronnie esce con un altro!
Come può! D:
Ok, ho detto abbastanza cazzate.
Siamo al capitolo 11, no?
Bene: dal prossimo capitolo le cose saranno più movimentate :3
Ora sparisco ._.
HO LA CONNESSIONE! YEAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! 
Felicità! Sedersi sul letto, aprire il computer! Felicità! Saper di avere, connessione senza censure! ;)
Ok, basta, me ne vado -_-'
Vi voglio bene, chicas.
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** D'ora in poi, chiamatemi Sorĉistino! ***


"Non ci credo che stiamo entrando in una piscina senza permesso." Sbuffo, tenendo la mano di Justin che cammina tranquillamente.
"Beh, devi abituarti. Se stai con me, non dormirai mai." Fa spallucce.
"Perfetto." Mugugno, sistemandomi i capelli.
Apre una porta e mi fa entrare, poi ne apre un'altra, e un'altra ancora. Infine entriamo in una piscina ENORME. 
"Eccoci arrivati." Dice, prendendomi in braccio.
Lo fisso. "No."
"Si."
"No."
"Si."
"Just-" Vengo interrotta dal rumore dell'acqua che schizza appena ci casco dentro. Ma brutto... Idiota! Riemergo e gli lancio un'occhiataccia.
Ride. "Sei carina bagnata."
"Ma sparati." Mi siedo sul bordo della piscina e lui mi raggiunge. "Ma porca miseria, la maglia bianca!"
"Tanto hai il costume." Fa spallucce.
"Si, però... Tu perchè non ti butti?" Lo guardo.
"Mica sono scemo, l'acqua è fredda." Ride, dandomi un altro buffetto sul naso. Starnutisco e lui ride. "Salute."
"Grazie." Mi guardo intorno, poi torno a Justin. "Posso fare una cosa?"
"Vai." Annuisce. Sorrido e lo spingo dentro l'acqua, facendolo ridere.
"Grazie." Sorrido, battendomi le mani come a togliere la polvere. Mi prende per i fianchi a mi tira giù, posizionandomi di fronte a sè e mettendo le braccia sul bordo dietro di me.
"Non vale farlo mentre sono distratto, io mi aspettavo una domanda." Dice, e io rido.
"Lo so, è per questo che l'ho fatto. Se no non sarei mai riuscita a buttarti giù." Faccio spallucce. Mi prende le braccia e se le mette intorno al collo, per poi cingermi la vita con le braccia. "Che stai f-"
"Zitta un attimo." Dice, guardandomi per qualche secondo, poi si avvicina e posa le sue labbra sulle mie, avvicinandomi a sè. 
Sento le sue mani che scivolano sulla mie schiena, ormai mezza scoperta dall'acqua, e il suo respiro contro il mio. Mi prende in braccio, spostando le mie gambe intorno alla sua schiena, continuando a baciarmi.
Ma che diavolo stiamo facendo?!
Mi stacco di colpo e salto giù, guardandolo scioccata. Non può baciarmi!
"Tutto bene?" Mi chiede preoccupato.
"No!" Sbotto. "Non va bene per niente! Mi hai baciata!"
"Si..." Annuisce.
"Non puoi farlo!"
"Perchè?" Alza un sopracciglio.
"Perchè... Perchè il tuo migliore amico è uscito con me! Non puoi fregargli la ragazza che gli piace."
Alza gli occhi al cielo. "Ronnie, non puoi uscire con lui!"
"Perchè no?!"
"Perchè ti ferirà! Perchè ti ha portata a quella cena a casa sua, e scommetto che nel menù c'erano pollo arrosto e patate fritte, vero?"
"Si, e quindi?"
"E quindi l'ha fatto con altre ragazze, che dopo il primo mese sono state molto educatamente mandate a fanculo." Sto in silenzio, e lui lo prende come un buon momento per riavvicinarmi a sè. "Devi stare con me." Dice, appoggiando la sua fronte contro la mia.
"É per questo che sei così strano da quando sono uscita con Chaz?"
Annuisce leggermente. "Si, penso di si."
"Che cretinata, Justin." Mi allontano di nuovo, facendolo sospirare. "Non possiamo stare insieme."
"Perchè no?"
"Perchè viviamo insieme!"
"Appunto, sarebbe tutto molto più facile! Non dovrei dirti che ti chiamerò e non dovrai passare la notte da sola al telefono casomai non lo facessi, pensando chissà cosa e a quelle ragazza con cui potrei essere." 
Scuoto la testa. "Justin, torniamo in camera. Facciamo finta che non sia mai successo, ok?"
Scuote la testa anche lui. "Si, certo. Quindi siamo solo amici? Fingerai che ciò che è successo, non c'è mai stato?"
"Che problema hai con l'essere solo amici?" Lo guardo, incrociando le braccia.
"Il mio problema con l'essere solo amici, è che devo guardarti con qualcun altro che non ti merita, specialmente sapendo che potrei trattarti molto meglio." Fa una pausa, poi annuisce. "Ma si, restiamo solo amici." Mi fa un sorriso falso ed esce dalla piscina. "Forza, torniamo in camera."
Sospiro ed esco, seguendolo. Non mi rivolge una parola, e infine entriamo in camera e ci cambiamo, poi ci sdraiamo.
"Justin?" Sospiro, scuotendo leggermente la sua mano.
"Che c'è?"
"Non arrabbiarti con me, non me lo merito." Sussurro piano, e lui si rigira, spostandomi i capelli bagnati dal viso.
"Non sono arrabbiato." Dice, facendo spallucce leggermente. "Sono solo... Non so, triste?"
"Non esserlo, ci sono molte altre ragazze che puoi avere, non devi per forza fossilizzarti su di me, sai?"
Ride. "Ovvio che lo so, non sono stupido. Però ora ci sei tu."
Sospiro e mi passo una mano sulla fronte. "E Maddie?"
"No."
"Taylor?"
"No."
"Ok, non so, chiunque altro?"
"Tu?"
Sospiro. "Justin..."
"Lo so." Annuisce lentamente, poi si avvicina e mi bacia la fronte. "Dormiamo, forza."
"Posso dormire accanto a te o devo tenermi a distanza?" Gli chiedo.
"Puoi fare ciò che vuoi." Sorride. Mi rannicchio accanto a lui e mi abbraccia, accarezzandomi la schiena con movimenti circolari. 
 
Sono le quattro, e io sono ancora sveglia. Sono uscita dalla camera per lasciarlo dormire e sono uscita in balcone, fissando le luci della città.
Dai, ma non è possibile che io gli piaccia.
Non sono il tipo di ragazze che piace ai ragazzi!
Sono il tipo di ragazze che è loro amica, che da consigli idioti e che accetta di fare scherzi alle due di notte, rimanendo chiusa fuori casa.
Ecco cosa sono.
Non è normale, santo Cristo!
Sospiro e mi siedo su una sdraio, guardando il soffitto del balcone sopra il nostro.
E se sta solo scherzando?, il che è probabile, visto che lui è famoso, ricco, figo e voluto da mezzo mondo.
E io?
Io sono... Io.
Niente di più.
Quasi quasi me ne torno in piscina e passo la notte in acqua.
Magari mi sciolgo come le streghe.
Ecco! Sono una strega!
Sono una strega che fa stare male un ragazzo che milioni di ragazze vorrebbero far stare bene!
Porca di quella capra.
Vado in comune e mi faccio cambiare il nome all'anagrafe: Strega Veronica Clide.
Perfetto, suona anche bene.
E se lo traduci in qualche lingua, tipo in Esperanto, viene ancora meglio: Sorĉistino
Da ora in poi, chiamatemi Sorĉistino!
Mi batto la mano in fronte.
Devo trovarmi un hobby, invece di mettermi pensare alle quattro di mattina.
Potrei andare ad allevare fagiani in Messico.
 
É imbarazzante. 
E fuori piove!
Perfetto. 
Scooter, Pattie, mia mamma e Kenny fissano me e Justin, incapaci di spiaccicare parola.
Justin non mi parla proprio. Ah, no, mi ha detto un buongiorno, stamattina, che sarà stato tipo mezz'ora fa.
Non poteva non dirlo, visto che gliel'ho detto prima io!
"Mi passi il succo?" Mi chiede all'improvviso. Toh, parla! Gli passo la bottiglia. "Grazie."
"Justin, stai bene?" Pattie inarca un sopracciglio, guardandolo.
Justin annuisce e beve un sorso di succo. "Sto benone."
"Sembri giù." Continua sua madre.
Fa spallucce tranquillamente. "Penso sia il jet leg. Mi passerà tra poco."
"Ragazzi, avete dormito stanotte?" Scooter ci lancia delle occhiate interrogative, e io mi affretto a mettermi in bocca un pezzo di briosche.
Non parlerò.
Annuisci e sorridi, cavolo! 
No.
"Si, più o meno." Risponde il biondo accanto a me. "Che ho da fare, oggi?" Chiede.
"Uhm, un'intervista, e poi devi andare alla stazione radio per un'altra." Scooter fa spallucce.
"Ma passerò tutta la settimana in giro?" Justin sospira, passandosi una mano sugli occhi.
Ma ha dormito?!
"No, avrai uno o due giorni liberi, Justin." Questa volta è Pattie a rispondergli. "Però sei venuto qui per lavorare, non per una vacanza. Dovresti sapere che sarà pesante."
Justin annuisce. "Si, lavoro. Lo so." Si alza da tavola. "Allora, andiamo?"
"Ma non abbiamo finito." Kenny sporge il labbro inferiore in avanti.
"Ok, vado a prendere un po' d'aria." Justin se ne va, lasciandoci soli.
Tutti si voltano verso me, e io cerco di evitare di incontrare i loro sguardi. Gioco con il piattino della tazza di caffè, girandolo come se fosse un volante.
"Ronnie, che è successo?" Pattie mi riporta alla realtà.
La guardo. "Come, scusa?"
"Cos'è successo? Ieri era molto più contento di trovarsi qui. Sembra che gli abbiano detto che non ha più gel per capelli, da quanto è triste."
Ridacchio. "No, non lo so." Faccio spallucce.
"Speriamo solo che si riprenda prima dell'intervista, o inizieranno ad appioppargli di nuovo cose su Selena e la loro rottura." Scooter scuote la testa.
"Ma hanno rotto mesi fa, Scott. Non penso parlino ancora di loro." Kenny fa spallucce e beve il the.
"Lo so, ma sai come sono i giornalisti. Sempre in cerca di scoop che mettono le persone in cattiva luce." Scooter si alza da tavola. "Dai, andiamo. Non vorrei che si buttasse solo un pullman, nel frattempo."
"Ehi, bada a come parli, è sempre mio figlio." Pattie gli lancia un'occhiataccia e si precipita fuori velocemente.
Mia mamma scuote la testa. "Non è che avete litigato e l'hai mandato a quel paese?"
Rido. "Mamma, non abbiamo litigato, non l'ho mandato a quel paese e non ne so niente. Chiedete a lui." 
Dio, sono una bugiarda! Oh, Gesù.
"Beh, andiamo o facciamo tardi." Kenny si mette gli occhiali e raggiungiamo l'uscita dell'albergo.
Vedo Justin che parla con Pattie, poi sospira e scuote la testa. Pattie lo abbraccia e gli dice qualcosa. Appena ci vedono si allontanano, e Justin accenna un sorriso.
"Possiamo andare?" Chiede, allontanadosi da una delle colonne dell'albergo. Annuiamo ed entriamo nella macchina blindata che era parcheggiata di fronte all'entrata. O uscita. Ma come cavolo le chiami le porte per uscire o entrare?
Bah, le chiamerò uscitrate, ecco.
 
Maybe if I act like, thaaaaaat,
That guy would call me baaaaaaaaaaaack,
Porno paparazzi, girls,
I don't wanna be a stupid girl ;)

Pink regna u.u
Sono fissata con le sue canzoni D:
Ok, a parte questo: in questo capitolo - come avete notato, perciò non so perchè lo scrivo D: -, ci sono per lo più i sentimenti di Justin. ._.
E sono anche ben evidenti.
Nel prossimo capitolo intervista e radio *-*
Stranamente il prossimo capitolo mi piace, perciò spero che piacerà anche a voi D;
Me ne vado, chicas.
KJSDGOBOASLòDFJUASYDJFNAS  14 RECENSIONI *---------------*
Oddio, mi piacerebbe riaverne altrettanete :3
Ma anche 1 va bene D: xD
Ok, vi voglio bene, bye.
<3 


 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Airi significa 'pera' in Giapponese ***


Entriamo dentro un'enorme stanza, arredata in tipico stile Giapponese. Al centro vedo un divano, un tavolino e una poltrona, sulla quale è seduta una donna troppo alta, troppo magra, troppo bionda e troppo sorridente.
"Salve." Si alza sorridendo e ci saluta con un cenno della mano.
"Noi aspettiamo fuori." Dice Scooter, riaprendo la porta dalla quale siamo entrati. "Non flirtare con la donna, Bieber."
Justin ride. "Ronnie, resti con me?" Mi guarda, e prima che possa anche inventarmi una risposta, mi prende per mano e mi tira con sè verso il divano.
La donna sorride. "Mi chiamo Airi, che in Giapponese significa 'pera'." 
Scoppio a ridere involontariamente e lei mi lancia un'occhiataccia. "Scusa, è che il mio nome in confronto al tuo è stupendo!" Dico, scuotendo la testa.
"Ronnie." Justin mi da un leggero colpo sul braccio, poi sorride alla pera. "Scusala, ha bevuto molte Redbull per colazione."
Airi annuisce, sorridendo. "Allora, vogliamo cominciare?" 
Justin annuisce. "Certo."
"Ho sentito che sei qui per promuovere il nuovo album, vero?" Lo guarda, e giuro che si sta mordendo il labbro. Ma che cavolo?!
"Si, si-"
Lo interrompe sorridendo. "Scusa un attimo, devo tirare fuori il registratore." Dice, affondando le mani nella borsetta. Ne tira fuori un calzino e io e Justin incliniamo la testa verso destra, guardandola.
Quando finalmente lo trova, sorridendo lo appoggia sul tavolino che divide me e Justin dalle sue gambe chilometriche e bianchissime. 
"Vai pure avanti, Justin." Gli sorride
Giuro che se continua, non se lo ritroverà più quel sorriso.
"Stavo dicendo che siamo arrivati qui ieri sera. Sarà una settimana impegnativa." Justin fa spallucce tranquillamente e prende una ciocca dei miei capelli, iniziando a giocarci.
La pera mi lancia un'occhiataccia. Ma che vuoi?! Sei vecchia! Si volta verso Justin.
E sorride.
E che ca... Volo.
"Hai qualche concerto da fare, qui a Tokyo?" Gli chiede, e Justin annuisce.
"Si, ne avrò uno in un paio di giorni. Sarà divertente, le fan Giapponesi sono stupende, mi danno carica." Sorride.
"Bene!" La pera applaude allegramente, tirandosi giù la gonna troppo rosa, troppo corta e troppo stretta. "Allora, che piani hai per quest'estate? Quando hai detto che cominci il tour?"
"Verso la fine di Agosto. Per il resto penso che passerò l'estate a Los Angeles, uscirò, farò cose che ogni diciottenne fa." Justin fa spallucce e la pera annuisce.
"Quindi uscirai anche con ragazze?" Gli fa l'occhiolino e Justin ride.
"Si, ovviamente."
Eh?!
"Bene, bene. C'è qualcuno che ti piace tra tutte le tue numerose amiche?" Gli chiede, sedendosi composta ed accavallando le game da cavalla.
Puledra non suona così bene, oh!
"Mhm, si, direi di si." Justin annuisce leggermente, facendo spallucce.
"E come si chiama?" 
Justin ride. "Non posso dirtelo, ma è bellissima. É davvero stupenda."
La pera barra cavalla sorride, annuendo. "Beh, ti auguro buona fortuna. Sono sicura che cadrà ai tuoi piedi come tutte."
Come te, vorrai dire?
Justin sorride. "Non penso, Aria."
"Airi." Lo corregge velocemente, sorridendo.
"Quello ch'è." Le sorride e la pera scuote la testa.
"Beh, chi è la ragazza con te?" Mi guarda, alzando un sopracciglio.
Quella che ti sta mentalmente prendendo per il culo da quando hai iniziato l'intervista. Piacere, Veronica.
"É una mia amica, mi ha accompagnato qui." Justin mi mette un braccio intorno alle spalle e la cavalla si irridigisce.
No, ma è seria?! Cavolo, si chiama abuso di minori, stupida!
"Ah." Annuisce. "Bene." Sorride, poi scuote la testa. "Come ti chiami, bellezza?"
Ma vaffanculo.
"Veronica." Dico, e lei annuisce.
"E dimmi, ti piace Tokyo?"
"Si, è una bella città. É movimentata, e trovi le pere dietro ogni angolo." Sorrido, e Justin scoppia a ridere, affondando il viso tra i miei capelli.
Airi ridacchia sarcasticamente. "Simpatica, la tua amica." Dice, rivolgendosi a Justin.
"La migliore." Justin ride, riemergendo dai miei capelli, poi sorride a Airi.
 
"Hai completamente smerdato quella ragazza, si può sapere come hai potuto?" Justin mi sta facendo la ramanzina mentre aspettiamo che gli altri arrivino.
Non fa sul serio, visto che ha le braccia incrociate a un sorrisetto divertito stampato in faccia.
Faccio spallucce e continuo a giocare con un filo delle tenda. "Lei voleva molestarti."
Scoppia a ridere, passandosi una mano sulla fronte. "Ronnie, tutte fanno così."
"Senti, ne ho viste di giornaliste, e credimi se ti dico che nessuna donna si metterebbe mai una cintura al posto della gonna! Neanche se si veste appena sveglia!"
Ridacchia. "Gelosa?" Alza un sopracciglio.
Sbuffo. "E di cosa?"
"Di me?"
"No." Incrocio le braccia e lui sorride, aprendo le sue. Sospiro e mi faccio abbracciare.
"Tanto a me piaci tu, pera o no che sia." Mi dice, baciandomi i capelli. 
Rido e gli do uno schiaffo sulla schiena. "Simpatico." Sbuffo. "Quella giornalista mi ha odiata da quando mi ha vista."
Ridacchia. "Ma no, non ti ha odiata."
"Si, invece. Quando mi hai abbracciata ha addirittura chiuso le gambe."
Scoppia a ridere. "Dio, sei paranoica."
"No, sono una donna."
"Bellissima donna." Quasi mi corregge, baciandomi la guancia. 
Mhm. Ok, è stata davvero al cosa più dolce del mondo! IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP!
 
Justin si mette i Ray Ban e fa cenno a Kenny di avvicinarsi. "Ken, portali dentro, faccio qualche autografo e vengo."
Kenny guarda preoccupato la folla. "Sei sicuro, amico?"
"Si, sicuro. Andate, dai." Justin annuisce e Kenny ci conduce dentro all'edificio dell'intervista.
Mi butto su una poltrona e Kenny fa lo stesso, massaggiandosi le gambe.
"Dio, che fatica. Mannaggia a Justin e alla sua fobia degli ascensori." Sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
Rido. "Non è stato poi così male."
"Si, specialmente quando ha iniziato a correre e ci incoraggiava a diventare salutisti." Mugugna, appoggiando la schiena alla poltrona.
Pattie si mette davanti a noi. "Allora, venite con noi?"
"Dove?!" Kenny alza lo sguardo, disperato, e io rido.
"Al McDonald's. Abbiamo fame." Fa spallucce tranquillamente.
"Non ci penso neanche." Kenny scuote la testa. Pattie guarda me.
"Ehm, no. Grazie dell'offerta, però." Sorrido e lei ride.
"Vi portiamo qualcosa?" Chiede ancora.
"Chicken nuggets!" Dico, mettendomi a sedere di colpo.
"Anche per me, donna." Kenny annuisce e sospira, tirando in fuori la lingua. "Vado in bagno." Dice, alzandosi. Justin entra nell'edificio e prende il posto di Kenny.
"Justin, cosa vuoi dal McDonald's?" Pattie lo guarda.
"Cibo e un palloncino viola, grazie." Le sorride. Pattie ride e segue mia mamma e Scooter fuori.
Sospiro, fissando la parete bluastra davanti a me. Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti pre-
"Ne possiamo parlare, ora?" Chiede Justin.
Ma porca miseria, ti ho pregato, Dio!
"Ehm, di cosa? Ah, si, dei tuoi fan! Sono fantastici! Ho anche visto una che teneva un pomodoro con la tua faccia dipinta sopra!" Sorrido e lui ride.
"Un pomodoro?" Alza un sopracciglio.
"Si, ma forse era una mela. Non ne sono sicura." Faccio spallucce. 
Sorride, poi torna serio. "Sai che non è di questo che voglio parlare."
"Ah, no?" Lo guardo e lui scuote la testa. "Beh, allora parliamo della pera? Ti piace di più come frutto?"
Ride. "Ronnie, sii seria, per favore."
"Sono serissima!" Incrocio le braccia, offesa.
Sospira e si passa una mano tra i capelli. "Voglio parlare... Del bacio."
"Quale bacio?"
"Il nostro bacio."
"Noi abbiamo avuto un bacio?"
"Si."
"E quando?"
"In piscina."
"Oh, devo essermelo perso!" Sorrido, sbattendo una mano sulla coscia. "Non hai il replay, vero?"
Ride. "Ti chiedo solo una possibilità, Ronnie."
Sospiro. "Justin, ne abbiamo già parlato."
"No, tu mi hai continuamente detto di no, non ne abbiamo parlato."
Alzo gli occhi al cielo. "Esagerato. Te l'avrò detto una volta."
"Veramente tutte le volte che te l'ho chiesto."
"Mhm." Mugugno, giocherellando con un filo dei pantaloncini.
Mi prende la mano e mi guarda. "Solo una possibilità. Se non ti piacerà stare con me, potrai lasciarmi."
Lasciarlo. In senso che io devo lasciare lui? In senso che una come me, deve lasciare una popstar? Una popstar che milioni di ragazze vogliono?
Cavolo, questo si che è un onore e un privilegio!
Mi da un colpetto sulla coscia, riportandomi alla realtà. "A che pensi?"
"Al mare." Butto lì, facendo spallucce.
"Ti ci posso portare, se vuoi."
"A Tokyo non c'è il mare."
"Però ci sono gli aerei per andarci." Sorride, e io spalanco gli occhi.
"Tu mi porteresti al mare?"
"Se ti metti con me, anche domani."
"Ma... Io... Tu... No."
Sospira. "Perché no?"
"Lo sai il perché."
"No, so una cazzata sul perché, e non vale." 
Mi passo una mano tra i capelli, cercando di ritardare sulla risposta il più possibile. Una donna esce da una camera con vetri come muri e sorride.
"Justin, vieni dentro." Dice.
DIO! Hai esaudito le mie preghiere!
Dovevi farlo prima, ma grazie comunque.
Justin si alza. "Ne riparleremo all'albergo, Veronica."
Aggrotto la fronte. "Chiamami Veronica ancora una volta, e vedi che inciamperai." Ride ed entra nella stanzetta, abbracciando la donna di prima.
Qualche minuto dopo gli altri tornano dal McDonald's, sedendosi accanto a me. 
"Tenga, signorina." Mia mamma mi porge la scatoletta dei chicken nuggets e la coca cola, tornando a sedersi.
Tutti mi fissano. Di nuovo. Faccio finta di niente e comincio a mangiare.
"Ronnie, sai cos'ha Justin?" Mi chiede Pattie di nuovo, e io mi sbrigo a ficcarmi l'intero chicken nugget in bocca.
"Io?" Chiedo poi, con la bocca piena. Scuoto velocemente la testa.
"Sei sicura? Come ha fatto a cambiare umore in una notte?" Sospira, scuotendo la testa tristemente.
"Secondo me sta per avere il ciclo." Annuncia Kenny, facendo spallucce. Scooter gli da un colpetto sul braccio.
"Zitto, amico. Ne abbiamo già troppi di idioti che pensano che sia gay e tutte ste cazzate." Dice, alzando gli occhi al cielo.
"Se lui è gay, io sono Michael Jackson." Mugugno, bevendo un sorso di coca cola. Mi guardano.
"Sai cos'ha?" Mi chiede Scooter, e io sbuffo silenziosamente.
"No! Non so cos'ha! Magari è stanco, magari non danno il suo programma preferito in TV, magari è inciampato ed è caduto, magari gli fa male la gola, forse ha la febbre, potrebbe aver mangiato un fungo e odia i funghi, potrebbe aver toccato un cicles sotto un tavolo. Io ci rimango male per giorni dopo averlo fatto." Faccio spallucce. "E io voglio mangiare, dannazione! Datemi tregua!" Mi alzo e mi allontano, sedendomi dall'altra parte.
Mi fissano preoccupati, inarcando le sopracciglia.
"Passiamo in farmacia al ritorno, ok?" Mia mamma guarda Pattie, e lei annuisce.
"Sicuramente." Dice, poi tornano a mangiare.
 
Salto sul letto, scansando le grinfie di una madre preoccupata che cerca di farmi bere qualcosa.
"Veronica! Ho detto siediti e bevi questo! É per la tua salute!" Mi dice, cercando di acchiapparmi. 
Tutto questo accade sotto lo sguardo divertito di Justin, che sta appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate e ci guarda.
Corro via dalla stanza e mi nascondo dietro il divano.
"Veronica, smettila di fare la bambina! Questo ti aiuterà a calmarti! Non voglio che ti venga un'altra crisi come alla stazione radio!" Mi dice mia madre, tenendo in mano una bottiglietta marroncina.
"Hai avuto una crisi alla stazione radio?" Justin alza un sopracciglio, divertito. 
"No! Mamma, cavolo! Bevitela tu quella roba! Non la voglio, vai fuori!" Alzo gli occhi al cielo e guardo mia mamma.
Mia madre sbuffa e chiude la bottiglietta. "Va bene!" Sbotta. "La cena è alle 8 come sempre, non fate tardi." Dice, prima di uscire dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.
Justin mi si avvicina e mi prende per i fianchi, baciandomi la guancia. 
"Esci con me?" Mi chiede, facendo scendere le labbra lungo il collo.
Lo spingo via delicatamente. "No."
Alza gli occhi al cielo. "Ho un'idea."
"Spara." Mi butto sul divano e sospiro. 
"Domani passi l'intera giornata con me." Si siede accanto a me, appoggiando un braccio sullo schienale del divano.
"Come se non l'avessi fatto oggi." Faccio spallucce.
"No, solo con me." Si corregge.
"Solo con te?!" Lo guardo scioccata e lui ride.
"Si. Cosa c'è di male?" Mi chiede, alzando un sopracciglio. 
"Uhm, niente." Sorrido, grattandomi il braccio nervosamente.
"Ronnie, non ti stupro mica, sai?"
Ridacchio. "Si, lo so."
"Bene. Allora smettila di immaginarti chissà cosa. Usciamo, ti faccio vedere la città. Tutto qui." Dice, alzandosi dal divano. "Vado a farmi una doccia." Esce dal salotto e io affondo il viso nelle mani.
MA PERCHÉ A ME?!
 
Well, I've heard there was a secret chord, David played and pleased the Lord, but you don't really care for music, do ya?
Sono fissata con quella canzone *-*
É tipo skfuawshfbikndfjhas ._.'
Ok, a parte questo: ho riscritto questo capitolo DUE volte, perchè continuava a cancellarsi.
FUCK.
E ho riscritto il capitolo che racconta l'uscita QUATTRO volte, perchè continuavo a togliere la casella di Google Chrome e di conseguenza la storia -__-'
Comunque, l'ho perfezionato molto, perciò è ok :')
Spero vi piaccia, girls.
Vi voglio bene, <3

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Japanese Garden Bridge ***


"Ronnie, svegliati o giuro che ti butto dentro la doccia!" La voce di Justin mi fa sedere di colpo, facendolo ridere.
Lo guardo. "Ma che vuoi?" 
"Dobbiamo uscire. Forza, vai a lavarti, vestirti, prendi gli assorbenti che ti servono e andiamo."
Gli tiro un cuscino in faccia. "Non ho bisogno di assorbenti!"
Sorride. "E cosa intendi usare, scusa? Le foglie di fico?"
Alzo un sopracciglio. "Ma perchè pens- Non lo voglio sapere." Scuoto la testa, scendendo dal letto e andando in bagno.
Mi faccio la doccia, mi lavo i denti e asciugo i capelli, poi mi trucco. Torno in camera e vedo Justin sdraiato sul letto ad occhi chiusi.
"Senti, uhm, ti dispiacerebbe uscire così mi cambio?" Gli chiedo, tenendomi l'asciugamano saldo intorno al corpo.
"Sto sognando Beyoncè, shh." Mi fa un cenno con la mano.
Incrocio le braccia senza dire niente. Qualche secondo dopo Justin apre un occhio, scendendo velocemente dal letto.
"Voi donne siete pericolose quando state così." Dice, uscendo e chiudendo la porta dietro di sè.
Rido e mi vesto, optando per pantaloncini e camicia a quadri, poi prendo la borsa, gli occhiali da sole e il telefono, andando nel salotto.
"Allora, andiamo?" Chiedo, vedendo Justin che dorme sul divano.
Si alza velocemente e sorride. "Certo." Prende le chiavi della camera e gli occhiali, poi mette un braccio intorno alle mie spalle ed usciamo.
Quando arriviamo nell'ingresso dell'albergo, vediamo Kenny che sta appoggiato a un muro con gli occhi chiusi.
"Ehi." Justin gli da un colpetto sul braccio e Kenny salta in aria, facendoci ridere.
Lancia un'occhiataccia a Justin. "Siete pronti?"
"Si." Justin annuisce.
"Ehi, no, aspettate. E la colazione?!" Guardo i due con occhi supplichevoli e loro ridono.
"La facciamo fuori, bellezza." Justin si mette gli occhiali e seguiamo Kenny fuori dall'albergo, incamminandoci.
"Perchè non prendiamo la macchina?" Chiedo a Justin appena mi tira a sè per non farmi finire in un tombino.
"Perchè così posso passare più tempo con te." Mi sorride. "Vedrai cosa ti perdi non stando con me."
Alzo gli occhi al cielo. "Manie di protagonismo, mi dicono."
Ride. "No, solo convinzioni personali." Fa spallucce. "Comunque, per oggi sei mia, basta pensare al resto."
"Non è che ne vado pazza dei marchi come 'mia' o 'tua', sai? Mio padre ha fatto la sua buona dose di... Propritario, diciamo."
"Ma io non sono lui. Sono diverso, e di conseguenza ti tratterò diversamente." Mi dice, prima di baciarmi la guancia.
Sospiro, scuotendo la testa. "Ti stai cacciando in grossi guai, Justin. Sono più complicata di un rebus."
Ridacchia. "Mi piacere correre rischi." Rido e alzo gli occhi al cielo.
 
Ok, mi sono ufficialmente persa, posso ammetterlo. Non ho la più pallida idea di dove siamo, anche perchè tutti questi palazzi sembrano sempre gli stessi.
"Hai degli occhi stupendi, sai?" Mi dice a un tratto, e io mi strozzo con la cannuccia che stavo mordicchiando.
"Ehm, sono solo due palle con due palline più piccole, sai?" Faccio spallucce e lui ride.
"Bel modo per rovinare un complimento."
Sorrido. "Tu hai un bel sorriso."
Sbuffa. "Questo lo so."
Scuoto al testa. "Bel modo per rovinare un complimento." Ride.
"Oddio!" Urla Kenny dietro di noi, e io e Justin ci giriamo.
"Che c'è?" Justin alza un sopracciglio.
"C'è lo zucchero filato! In Giappone hanno lo zucchero filato!" Dice l'omone, indicando lo stand dove un tizio Giapponese fa lo zucchero filato arancione.
Justin scuote la testa. "Amico, un po' di dignità, per favore." Dice, poi spalanca gli occhi. "Oddio! Ma quello è un palloncino a forma di Spongebob!"
Alzo gli occhi al cielo. "Ma dove sono finita?" Sbuffo, incamminandomi. Vengo sollevata da due forti braccia che mi girano e mi tengono su.
"Ciao." Justin mi sorride e io rido.
"Non possiamo stare così, Justin."
"Perchè no?"
"Perchè penseranno che sei un maniaco!"
Sorride. "No, penseranno che sono il tuo ragazzo, ed è ciò a cui aspiro." Mi dice, poi mi da un leggero bacio sulle labbra.
"Ehi, voi due!" Grida Kenny, e Justin si gira, costringendomi a guardare dall'altra parte.
"Che c'è, ora?" Gli chiede, dandomi uno strattone per tenermi su. Mi aggrappo al suo collo in preda al panico e lui mi accarezza piano la schiena con una mano.
"Me lo prendete lo zucchero filato o devo fare tutto da solo?!" Vedo l'omone incrociare le braccia, riflesso nelle lenti nere dei Ray Ban di Justin.
Justin fa spallucce. "Penso che dovrai arrangiarti da solo, Ken." Dice, prima di rigirarsi. "Allora, sappia, signorina, che questo passaggio le costerà qualcosa." Dice, e io gli tolgo gli occhiali.
"Quello che ti pare. Sto benone qui sopra." Dico, provandomi gli occhiali di Justin e mettendogli addosso i miei. Ride.
 
Mi sto addormentando... Mi sto addormentando, lo giuro. Justin mi sta portando in braccio da circa mezz'ora, e ogni tanto mi risveglia dandomi quei tipici strattoni per tenermi su. 
Appoggio la guancia sulla sua spalla e inizio a giocare con i suoi capelli, cercando di trovare uno scopo alle mie gambe.
O un senso all'imparare a camminare da così piccoli.
Cioè, io a un anno e mezzo avevo ben altre cose da fare, molto più importanti!
E invece? E invece ho iniziato a correre e inciampare.
Mannaggia ai pannolini Pampers e al loro: 'Nasce, cresce, corre'.
Justin ride e mi spettina i capelli. "Sei comoda?"
"Non immagini quanto." Mugugno, richiudendo gli occhi. Ed è vero, Gesù! 
Sotto tutti questi bicipiti, addominali, tricipiti, quadricipiti e sedicipiti, c'è un comfort assoluto, tipico dei divani Ikea o di Poltrone Sofà.
Mamma, che meraviglia. 
E tiene anche caldo.
Una stufa umana che emana calore!
"Beh, peccato che devo metterti giù, vero?" Mi dice, fermandosi di colpo. Mi aggrappo a lui con le braccia e le gambe, facendolo ridere.
"Non mi mettere giù! Giù è brutto, giù ci sono i germi." Dico, facendogli i grattini sulla schiena come un gattino.
Ridacchia. "Ti riprendo quando usciamo, ok?"
"Usciamo da dove?"
"Beh, dal Japanese Garden Bridge."
"Dal che cosa?!" Lo guardo e lui ride.
"Un parco, Ronnie, è un parco." Dice, mettendomi giù, poi si gira per scovare Kenny. Gli fa cenno di avvicinarsi a noi. "Vieni con noi?"
"Ma dove?" Kenny, intanto, si è comprato il suo zucchero filato. Non un bastoncino, no, lui è originale: ne ha presi cinque!
"Al parco, Ken!" Justin alza gli occhi al cielo, prendendogli un bastoncino di mano e dandomelo. "Goditelo." 
Rido. "Grazie." Dico, iniziando a mangiare.
"Mhm, si, vengo." Annuisce, poi ci pensa su. "E mi devi cinque dollari per quello." 
Justin ride e mi prende per mano, avviandosi dentro il parco. Mi guardo intorno, cercando di sembrare il meno meravigliata possibile, ma vedo solo: verde, verde, arancione, verde, rosa, verde, verde e arancione ancora.
Seriamente, che accidenti fanno qui dentro? É più verde di un grillo! 
"Ehi." Justin mi cinge la vita con un braccio, avvicinandomi a sè.
"Eh?" Lo guardo.
"Ti piace?"
Sorrido. "Si. Molto meglio della tua stazione radio."
Ride. "Ne ero sicuro." Annuisce, poi fa cenno a Kenny di andare dietro di noi, lasciandoci soli. "Andiamo." Dice, prendendomi di mano il bastoncino senza più zucchero filato e buttandolo nel cestino.
Mi guida attraverso una porta ad arco, poi mi fa andare sotto degli alberi, e infine, quando è soddisfatto della ginnastica artistica che mi ha fatto fare, mi tira, fermandomi gentilmente.
"Ok, siamo arrivati." Dice, appoggiando la schiena a uno dei tipici alberi Giapponesi, quelli con i fiori bianchi e rosa che profumano fino a Los Angeles.
"Dove?" Lo guardo appena mi tira a sè, cingendomi la vita con le braccia. 
"Ehm, qui." Dice, guardandosi intorno. Scuoto al testa.
"Si, hai le idee chiare, Justin." 
Ride. "Le ho, su quello che voglio." Mi sposta un ciuffo di capelli dal viso. "E voglio te."
Sospiro. "Ricominciamo?"
"E chi ha mai finito? Ti ho solo dato un po' di tregua."
Rido. "Justin, dai, per favore." 
"Ronnie, dammi una possibilità. So come renderti felice, basta che mi dai modo di provartelo."
Mi passo una mano tra i capelli nervosamente. "Lo sai che è sbagliato, Justin."
"Non è sbagliato. Tu con Chaz, quello è sbagliato. Tu con chiunque altro che non sia io, quello è sempre sbagliato. Non puoi dirmi di no con la scusa che viviamo insieme. É stupido!"
"Non è solo per quello, Justin!" Sospiro, spostandomi i capelli dagli occhi.
"E allora dammi un buon motivo, Veronica!"
"Ro-"
"Ronnie, lo so!" Annuisce, alzando gli occhi al cielo.
"Justin, sarà imbarazzante!" Dico, scuotendo la testa leggermente. "Se un giorno ci lasciassimo, sarebbe una cosa orribile vederci ogni giorno, no?"
"Cazzo, se già parti col presupposto che rompiamo, Veronica." Incrocia le braccia. "Non stiamo neanche ancora insieme."
Sospiro e guardo il tronco di un albero. "So già che non funzionerà, Justin. Non so cosa devo fare con un ragazzo, non ne ho mai avuto uno."
"E non vuoi cominciare?" Mi guarda, prendendomi la mano e incastrando le sue dita tra le mie. Sto in silenzio. "Veronica, dipende da noi, ok? Sta a noi far funzionare tutto, niente è scritto, non esiste quella merda di cosa chiamata destino, ok? Tutto accade per un motivo. Dipende tutto da noi." 
Alzo gli occhi al cielo. "Ma perchè non puoi semplicemente... Non lo so, trovarti qualche ragazza di quelle che ti muoiono dietro? Sono un casino, Justin! Ho un padre che darà la caccia a me e mia madre."
"Mi piacciono i casini e i problemi." Dice soltando, e io rido. "Seriamente, Ver- Ronnie." Mi guarda. "Non posso vederti stare con Chaz. Non ti merita, cazzo, lo capisci?"
"Non ho mai detto che starò con Chaz, Justin." 
"Beh, è così che finirà, Veronica." Sbotta, sospirando. "Prima o poi starai con lui, se non ti prendo prima io. Oppure starai con qualcun altro, ma non con me."
"Prendermi?!" Mi allontano da lui e lo guardo. "Ma cosa pensi?, che sia una preda o una palla?"
Scuote la testa. "No, non mi sono espresso bene."
"Si, puoi giurarci." Annuisco, incrociando le braccia. "Voglio tornare in albergo." Dico, incamminandomi verso l'uscita.
Mi prende per il polso e mi gira, fiondandosi sulle mie labbra. Indietreggio di qualche passo, ritrovandomi con la schiena appoggiata a un altro albero.
Ma quanti alberi ci sono, qui?!
Si allontana dopo qualche secondo, tenendomi il viso tra le mani. "Io ti ho insegnato a baciare, e io ti insegnerò ad amare. Nessun altro." Mi dice, prima di lasciarmi un altro bacio, poi si allontana definitivamente. "Andiamo." Dice, uscendo da quella specie di trappola per ragazze che vogliono essere baciate da ragazzi psicopatici.
Justin è... É... É strano, ecco!
 
Mi infilo quel cavolo di wurstel in quella cavolo bocca, e bevo quella cavolo di acqua da quel cavolo bicchiere dopo aver incavolatamente masticato quel cavolo di pezzo di quel cavolo di wurstel.
Sono arrabbiata.
No, peggio!
Sono furiosa! 
Sono completamente fuori di me!
Ma è possibile che non danno 'Mr. Bean' in Giappone?! 
Lui è la mia droga, non posso stare una settimana senza di lui!
Sbatto la testa contro il tavolino del salotto, sperando di non rincretinirmi quando la TV che non fa vedere 'Mr. Bean'. 
Dai, cavolo! 'Mr. Fagiolo'!
"Ehi, che stai facendo?" Justin si siede accanto a me e mi ferma.
"Non danno 'Mr. Bean' in TV!" Dico, guardandolo esasperata.
Alza un sopracciglio. "E... Quindi?"
Spalanco la bocca e mi alzo, prendendo un cuscino e tirandoglielo addosso. "Ma come quindi?! Come puoi dire solo 'E... Quindi?'?!" 
Ride e mi prende per i fianchi, ributtandomi giù e facendomi appoggiare la testa sulle sue gambe. "Non mi sembra una cosa così grave." Dice, giocando con i miei capelli.
"Lo è!" Sbuffo, fissando il soffito. 
"Beh, così abbiamo modo di parlare." Dice tranquillamente, prendendomi in braccio e facendomi sedere su di lui, tenendo le mie gambe intorno alla sua vita.
"JUSTIN!" Mi catapulto all'indietro e lui ride, tenendomi con le mani sulla mia schiena. 
"Voglio..." Mi bacia la spalla. "Che..." Il collo. "Tu..." Mandibola. "Sia..." Guancia. "Mia." Dice poi, premendo leggermente le sue labbra contro le mie.
Ma... Momento, perchè lo lascio baciarmi?
Così, domanda per pura curiosità. 
Justin schiocca le dita davanti al mio naso e io sobbalzo, aggrappandomi alle sue spalle. Ride. "A che pensavi?"
"Io? Io non penso. Non so neanche chi sia questo signor Penso. Tu lo conosci? Già, neanche io. Non è mai passato per l'anticamera del mio cervello." Dico, alzandomi in fretta da Justin e andando in camera, buttandomi sul letto.
Mi raggiunge pochi istanti dopo, sdraiandosi accanto a me. "Non è giusto."
"Cosa?" Lo guardo.
"Che tu debba vivere con me, avendo tutte queste idee sul giusto e sbagliato. Mi sembra una presa per il culo."
Sospiro. "Justin, lo sai come andrebbe a finire. Ci stancheremmo l'uno dell'altra, e finirà tutto." Gioco un po' con le sue dita, e alla fine lui le incastra tra le mie.
"Non potrei mai stancarmi di una ragazza che rimane chiusa fuori con me alle 2 di notte e non mi rinfaccia la cosa ogni giorno." Dice, accarezzandomi il palmo della mano. 
Scuoto la testa. "L'avrebbe fatto qualsiasi fan che hai."
Fa spallucce. "Forse, ma l'hai fatto tu."
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli, guardando il drago di peluche fuori dalla finestra. "Se... Io accettasi..." Guardo Justin. "Cosa succederebbe?"
"Probabilmente passerei la notte a baciarti."
Rido. "E mi terresti sveglia di nuovo?"
"Ehi, mica sei rimasta sveglia tutta la notte, quando siamo rimasti chiusi fuori."
"Beh, però quasi." Faccio spallucce e lui ride. "Facciamo così." Mi sdraio sul fianco e lui fa lo stesso. "Solo per domani, puoi fare finta che io sia la tua ragazza."
"Questo include il baciarti, abbracciarti, tenerti per mano e tutto questo in pubblico?"
Ci penso su. "E Pattie e mia madre?"
"Ah, che vadano a viversi la loro vita." Fa spallucce.
Rido. "Va bene, puoi farlo in pubblico."
Sorride. "A partire da domani?"
Annuisco. "E a finire con domani." Preciso, facendolo ridere.
Allunga una mano per prendere il suo iPhone dal comodino, poi lo rimette giù. "Parlami per altri due minuti." Mi dice.
"E che ti dico?" Alzo un sopracciglio.
"Qualsiasi cosa. Basta che mi tieni sveglio."
Ci penso su. "Sai che i panda mangiano i bambù?"
Scoppia a ridere. "Oh, santo Dio." Scuote al testa. "No, io vado a dormire."
Rido. "Ma dai! Non puoi sconcertarti per così poco!" Alzo gli occhi al cielo e gli punzecchio il braccio.
"Stai attenta, stanotte potresti ritrovarti senza cuscino." Dice, stiracchaindosi leggermente. 
"A che ti serve il mio cuscino se dormi sulla mia pancia?" Scuoto la testa. Ride e si mette a sedere, sollevandomi leggermente la maglietta, poi mi punzecchia la panchia. "Maniaco!" Rido, colpendo la sua mano e abbassandomi la maglietta.
"La tua pancia è morbida." Fa spallucce e mi tira a sè, tirandosi su e appoggiando la schina contro i cuscini. Mi cinge la vita con le braccia.
"Vuoi dire che sono grassa?" Lo guardo.
"No, voglio dire che sei morbida." Sorride, baciandomi la guancia. "Anche la tua guancia è morbida." Scoppio a ridere e lui riprende il telefono. "Oh, ma guarda un po'." Dice, posandolo di nuovo.
"Cosa?" Gioco con uno dei suoi braccialetti finchè di colpo non mi ritrovo seduta su di lui, Dio sa come.
"É mezzanotte, il che significa che è già domani." Sorride, prima di baciarmi. Fa scivolare le mani fino al fianchi e le ferma lì.
Non riesco a credere che sono pochi giorni fa non sapevo baciare, e ora sono seduta su una popstar di fama mondiale a baciarlo!
 
Ma quanto cazzo è lungo questo capitolo?! O.O''
Scusate se mi esprimo a parolacce, ma non sono ancora abituata al fatto che Ronnie non dice parolacce e io devo mantenere un suo carattere, in qualche modo D:
Anche se mi vendico facendo di Justin uno scaricatore di porto, muhahahaha ;)
Ok, devo smetterla di farmi le canne sul serio .___.
Ragazze, passate e recensite questa storia, per favore? :')
A me piace tanto.
Autrice: AdryLovesBieber :3
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1153538&i=1
E
 poi guardate questo video: http://www.youtube.com/watch?v=ianCy-kjVyc&list=UUQFvuGmxBmv-c_irVda7mwg&index=1&feature=plcp
M
i sento demoralizzata più che mai, ora D:
Non voglio più uscire di casa, santo cazzo.
Comunque, GRAZIE A TODOS! *-*
Vi voglio bene, tanto, tanto, tanto! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Sei incinta?! ***


Mi sveglio appena sento una mano che accarezza il mio braccio, lentamente e con movimenti circolari.
Apro un occhio, poi apro l'altro, e infine tuffo il viso nel cuscino. "Perchè sei sveglio a quest'ora?" Chiedo a Justin. 
"Per guardarti dormire. Arricci il naso." Mi risponde, prima di fermare la sua mano e prendere la mia, incastrando le nostre dita.
Riemergo dal cuscino. "Che cosa?" Chiedo, schiacciando una guancia contro il morbido incanto sui cui la mia testa è appoggiata.
Ride e mi bacia la guancia. "Alzati, bellezza. Dobbiamo andare."
Mi siedo lentamente e mi liscio i capelli con le mani, guardandomi intorno. "Ma andare dove?"
"Ho dei meet and greet in città." Dice, prendendo il suo telefono dal comodino, poi mi lancia un'occhiata. "Ah, e tu parli nel sonno."
"E che cosa dico?"
"Che sono figo da paura." Fa un sorrisetto.
"E tu spari cavolate anche da sveglio, Bieber." Alzo gli occhi al cielo e lui ride, uscendo dalla stanza.
Faccio la solita routine, stavolta impiegandoci un po' meno tempo per non far tardare Justin. Mi trascino fino in sala e Justin alza un sopracciglio.
"Cos'è quel muso?" Mi chiede, abbracciandomi.
"Sono stanca, mi hai atrofizzato le labbra." Mugugno, passandogli le braccia intorno alla vita.
Ride. "Ma dai, ti ho solo baciata per una mezz'ora."
Mi allontano e lo fisso. "Io direi un'ora e mezza!" Ride e mi da un bacio.
"Andiamo, dai. Scooter si incazzerà a morte se ritardiamo." Prende le chiavi e usciamo dalla stanza, andando giù nel ristorante per fare colazione.
Ci avviciniamo al tavolo e gli sguardi di tutti e quattro finiscono sulle nostre mani, che ovviamente sono unite. 
Perfetto: interrogatorio stile CSI: via!
"Che cosa sta succedendo?!" Scooter indica le nostre mani.
"Io lo sapevo che c'era sotto qualcosa!" Mia mamma da un colpetto al tavolo.
Pattie spalanca la bocca. "Ecco perchè eri così giù!" Dice, poi alza un sopracciglio. "Ma non ha senso essere tristi perchè stai con qualcuno!" 
Prima di rispondere, io e Justin ci voltiamo verso Kenny, che sta tranquillamente mangiando. Alza la testa e un sopracciglio.
"Che c'è? Io lo sapevo già che si piacciono, ieri sono stati più attaccati di due cozze." Fa spallucce e continua a mangiare.
Ci sediamo. "Non stiamo insieme." Precisa Justin, spalmando il burro sul pane. Faccio lo stesso.
"E perchè vi tenete per mano?" Mia mamma ci scruta confusa. Povera, quanto la capisco.
"Perchè..." Justin fa una pausa. "Stiamo provando a stare insieme."
"Ah..." Pattie annuisce, poi scuote la testa. "Che vuol dire provando?!"
Justin si batte una mano in fronte. "Mamma, dai, sono le 8, ne parliamo dopo." Dice, iniziando a mangiare.
Non apro bocca per tutta la durata della colazione, evitando il più possibile gli sguardi di mia mamma e Scooter. 
Quando finalmente finiamo di mangiare, ci alziamo e usciamo fuori, entrando in macchina.
Justin mette il suo braccio intorno alle mie spalle. "La smettete di fissarci come se fossimo alieni?" 
Pattie alza un sopracciglio. "Ma... Cioè, dai..." Indica prima Justin, poi me, poi scuote la testa, rassegnata.
"Io lo sapevo, l'ho sempre detto che si piacciono, fin dal giorno dell'albergo." Kenny fa un sorriso contento e applaude.
"Tu, zitto." Justin gli punta il dito contro e Kenny si ammutolisce. "Allora, cosa c'è da fare a parte i meet and greet?"
"Uhm, hai... Ecco..." Scooter guarda velocemente sul suo telefono. "Tu hai... Uhm..."
"Scott!" Sbotta Justin, facendomi sobbalzare, siccome avevo la testa comodamente appoggiata al suo petto. "Scusa." Mi dice, baciandomi i capelli.
"Ma voi due vi... Insomma, baciate?" Pattie ci guarda e Justin tossisce leggermente.
"Mamma, è imbarazzante, fatti i fatti tuoi." Dice, prima di voltarsi di nuovo verso Scooter, che annuisce lentamente.
"Ecco, devi andare a fare un'altra intervista, e questa volta... Ehm, si." Dice, mettendo via il telefono.
"Ok." Justin apre un braccio, mentre l'altro è intorno alle mie spalle e pende giù. "Cosa c'è che non va?"
"Beh, non avremmo mai pensato che voi due vi sareste messi insieme." Mia mamma fa spallucce leggermente.
"Perchè no?" Chiede lui.
"Perchè, abitando sotto lo stesso te-"
Justin interrompe velocemente sua madre. "Sono stanco di sentire quella merda, non c'entra niente che viviamo insieme. Non siamo parenti, è legale."
Sbadiglio leggermente. "Justin, stai zitto. Più parli, più la tua voce rimbomba." Dico, richiudendo gli occhi. Inizia a giocare coi miei capelli.
"Secondo me si sposeranno." Annuncia Kenny, e io quasi cado giù dal sedile.
"Ma chi?!" Lo guardo, tenendomi a Justin.
"Uhm, Obama e Michelle." Fa spallucce.
"Ma loro sono già sposati, Ken." Scooter scuote la testa, alzando gli occhi al cielo. 
 
"Ciao, tesoro." Justin sorride alla bambina che gli va incontro e la abbraccia, prendendola in braccio. "Come ti chiami?"
"Stephy." Dice lei, mordicchiandosi l'unghia. "Tu sei bellissimo!"
Justin ride. Beh, devo dire che ha una bella risata. Non l'ho mai notata finora, ma è... Bella. Melodiosa.
Oh, ma che sto dicendo?
Le Redbull fanno male, ecco cosa.
"Foto o autografo?" Le chiede, mettendola giù.
"Foto e poi mi firmi la foto!" Dice Stephy, e tutti scoppiano a ridere.
"Va bene, possiamo farlo." La prende per mano e la fa sedere sul tavolo, sedendosi accanto a lei e facendola sedere su di lui. "Sorridi, splendore." 
Un'altra bambina si avvicina e Justin prende in braccio anche lei. "Sono Amanda!" Dice la bimba, abbracciando Justin.
Mia mamma mi affianca. "Allora, che sta succedendo tra di voi?" Mi chiede, sedendosi accanto a me.
"Eh?" Chiedo distrattamente, continuando a fissare Justin e Amanda che parlano. 
"Ronnie!" Mi schiocca due dita in faccia e io sobbalzo.
"Mamma, che c'è?!" La guardo, alzando un sopracciglio.
Sbuffa. "Te l'ho appena chiesto!"
"Beh, non ero attenta!" Dico, facendo spallucce.
"Che c'è tra te e Justin?"
"Un tavolo." Indico il tavolo in mezzo a me e Justin e mia mamma ride.
"Intendo... Come persone. Sentimenti, feeling, chiamali come vuoi." 
Alzo un sopracciglio. "Feeling? Mamma, non cercare di essere alla moda, ti prego."
Ride e mi spettina i capelli. Scooter si avvicina a noi e si siede accanto a me.
"Qualsiasi cosa tu abbia fatto a Justin, continua a farla!" Mi guarda severo e io rido.
"Non gli ho fatto nie- Ah, si. L'ho aiutato a fare qualche scherzo, ma a parte quello..." Faccio spallucce. "Nient'altro."
Ridacchia. "Ma no, dico... Come di feeling."
"Ma ce l'avete con 'sto feeling, oh!" Mi alzo dalla sedia. "Vado a prendere aria." Dico, allontanandomi e andando verso l'entrata. 
Pattie mi viene dietro. "Ehi, posso chiederti una cosa?"
"Si, dimmi." Sorrido, appoggiandomi al muro appena esco fuori dall'edificio.
"Stai solo giocando con Justin o ti piace davvero?" Mi chiede piano, mordicchiandosi il labbro.
Spalanco gli occhi. "Ehm, cosa?"
"Si, beh, dopo Selena è un po'... Ecco, diciamo che non ci crede poi tanto nelle relazioni, perciò... Non vorrei che tu stessi solo giocando."
Oh, cavolo. E ora che le dico? Non posso dirle che ho dato il permesso a suo figlio di essere il mio ragazzo per oggi, o si?
NO! Oddio, che le dico?
"Ehm, Justin mi piace veramente." Sorrido. COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSA?! E questa da dove mi è venuta?!
Pattie sorride e mi abbraccia. "Sono contenta per voi. Mio figlio ha scelto bene, questa volta. Vedo che è felice."
Ridacchio nervosamente e la abbraccio. "Si, grazie..."
Mi sento una MERDA.
E ho anche detto una parolaccia.
Sono un mostro di persona.
Sono un mostro!
Basta, vado a seppellirmi da qualche parte.
Pattie si allontana. "Oh, spero di non averti messa in imbarazzo!" Ride.
Sorrido. "Affatto." Faccio spallucce. "Uhm, io... Torno dentro." Dico, ritornando nell'edificio. Mi fermo accanto a mia madre. "Mamma?"
"Dimmi, tesoro."
"Potresti comprarmi lo scotch mentre torniamo in albergo, dopo?"
Mi guarda, inarcando un sopracciglio. "E perchè mai?"
"Così la smetto di sparare cazzate!"
Spalanca gli occhi. "Hai... Detto... Cazzate?!"
Ridacchio. "Si, ma non succederà più."
Annuisce sconvolta. "Ehm, di cosa stai parlando?"
"Niente, però ne sparo troppe, ultimamente. Voglio il nas-"
"Buongiorno." Oddio. Justin mi bacia la guancia e mi cinge la vita da dietro.
"Vi lascio soli." Mia mamma sorride e se ne va. Justin mi fa sedere sul tavolo, sistemandosi in mezzo alle mie gambe.
"Che ti ha detto mia madre?" Mi chiede, inarcando un sopracciglio.
Fisso la parete dietro di lui. Molto interessanti quelle macchie di caffè. "Uhm, niente." Sorrido.
"Sei una pessima bugiarda. Forza, spara." 
"Io, lei, tu, noi..." Ma che cavolo sto dicendo?!
Alza un sopracciglio, confuso. "Che cosa?"
"Belle le rane, eh!" Sorrido, saltando giù dal tavolo e abbracciandolo. "Mi sei mancato!"
"Ronnie, ero nella stessa stanza, lo sai, vero?" Mi chiede, accarezzandomi la schiena.
"E quindi? Non eri vicino a me, perciò mi sei mancato!"
Ride. "Ah, certo. Ora ha senso."
Mi allontano e sorrido. "Ora che fai?"
"Ho una pausa." Dice, sedendosi al mio posto e prendendomi il viso tra le mani, baciandomi. 
Oh, porco cavolo.
Ecco i sensi di colpa, ecco i sensi di colpa, ecco i sensi di co-
Si stacca e mi guarda, corrugando la fronte. "Che hai?"
"Eh?"
"Non ricambi il bacio."
"Ah, no?"
"No."
"Ehm... Si. No. Cioè, forse."
"Ronnie, cosa cazzo sta succedendo?" Mi guarda, inarcando un sopracciglio.
"Niente! É che baci così bene che non volevo interrompere."
Sorride divertito. "Per quel che ne so, bisogna essere in due per baciarsi, Veronica."
Sbuffo, alzando gli occhi al cielo. "Ronnie, santo Cristo!"
Ride. "Come ti pare. Allora, me lo dici che hai?"
"Gli occhi!"
"Gli occhi?"
"Il naso?"
"Eh?!"
"Chupa!" 
Dio, sto sclerando.
"Oddio, mi stai facendo rincoglionire." Scuote la testa, passandosi una mano sulla fronte. 
"Justin! La pausa è finita!" Urla Scooter, rientrando nella stanza e scoprendo che c'era silenzio. Arrossisce imbarazzato. "Scusate, ragazzi." Dice.
Justin si volta di nuovo verso di me. "Ne parliamo in macchina, Veronica."
"Smettila di chiamarmi Veronica!"
"Tu dimmi che hai."
"Sai che mi piace quel nome? É esotico!"
Ride. "A dopo." Mi da un bacio e torna dalle fan, mentre io mi abbandono alla sedia. 
Mi sto scavando la fossa da sola.
Ma chi ha detto che a me non piace, lui?
Cioè, forse mi piace anche, ma... Come cavolo faccio a saperlo?!
 
Tamburello nervosamente con le dita sul finestrino della macchina, aspettando che Justin e Scooter entrino dopo aver finito di parlare con un tizio che li ha fermati di fronte allo Starbucks Giapponese.
Patti alza un sopracciglio. "Tesoro, ti senti bene?" Mi chiede.
Sorrido e annuisco. É tutto lì il segreto. Sorridere e annuire quando qualcuno ti chiede se stai bene. Ci crederanno senza neanche chiederselo due volte. 
Stronzi infami.
Comunque. Tiro fuori l'iPhone dalla tasca e tamburello sul display. 
Posso imparare a suonare mentre sono fuori, santo Dio! Muovetevi!
Cioè, no, aspetta! Non entr-
I miei pensieri vengono interrotti dalla portiera che si apre e Justin e Scooter entrano.
"Non mi fermerò mai più a prendere un caffè." Dice Justin, avvicinandomi a sè. Vedo Pattie che sorride contenta mentre guarda fuori dal finestrino.
Affondo il viso nel collo di Justin, sospirando.
Sono uno schifo di persona, sono uno schifo di persona, sono uno schifo di persona! 
"Ehi, tutto ok?" Mi sussurra Justin all'orecchio.
"Voglio morire." Mugugno.
"Aspetta, non capisco se parli così." Dice, allontanandosi un po'.
"Ho detto che voglio abortire." Ma che ca-
Spalanca gli occhi. "SEI INCINTA?!" Sbotta, facendo girare tutti.
Mi batto una mano in fronte. "Non sono incinta! Dio, no!" Alzo gli occhi al cielo. 
"Oddio." Justin si mette la mano sul cuore, tenendo stretto il caffè nell'altra. "Oddio, mi serve della camomilla." Da il caffè a Kenny che lo prende più che volentieri.
Ridacchio. "Scusa." Lo abbraccio, sentendo le sue vene pulsare. 
Povero!
"Mi hai fatto venire un colpo, Veronica."
"E porca miseria!" Sbotto, facendolo ridere.
"Ragazzi, avete intenzione di ignorarci ancora a lungo o volete renderci partecipi?" Chiede Scooter, sorridendo.
"Ok, aspettate." Justin fa cenno di aspettare e si fionda sulle mie labbra mentre mi stavo tranquillamente controllando le doppie punte. 
Almeno ho avuto tempo di scoprire che non ne ho, cavolo. Mi spinge leggermente giù sul sedile.
"WOHO! Caffè e porno gratis, deve essere il mio giorno fortunato!" Esclama Kenny, faccendo scoppiare me e Justin a ridere. "Cavolo, è ora che diventa incinta!" Ci allontaniamo per vedere Pattie, Scooter e mia mamma dargli dei colpi sul braccio.
"Voi due, evitate di scatenare gli ormoni, qui. Capito?" Mia mamma ci punta il dito contro e noi annuiamo.
"Mi stavo controllando i capelli!" Mi difendo, facendo spallucce.
"Mi ha detto telepaticamente di baciarla." Justin sorride.
"Fidati, Justin, i nostri cervelli non sono sulla stessa frequenza. Tu sai cantare, io ho la voce che va bene per stare seduta al mercato e urlare di passare che ci sono i calzini nuovi." Lo guardo e tutti scoppiano a ridere. 
 
Dopo l'ennesima intervista, alla quale non ho preso parte, difendendo il mio diritto dell'essere donna e di poter decidere per me stessa, siamo tornati all'albergo.
"Ragazzi, la cena è alle 8, non fate tardi." Scooter ci guarda sospettoso.
Justin alza gli occhi al cielo. "Non la stupro, state tranquilli!" Dice, prima di tirarmi dentro l'ascensore. Appena le porte si chiudono, mi abbraccia e mi appoggia a un muro, baciandomi. 
"Hai detto che non mi stupri!" Dico, allontanandomi.
"Ehi, devi pur distrarmi dall'ascensore, no?" Sorride. Sbuffo.
"Non vale usare questa scusa." Alzo gli occhi al cielo e lui ride, baciandomi di nuovo.
Mi prende in braccio, tenendomi su con le mani sulle mie cosce. Eh, Gesù.
"Ho sentito il bip delle porteee!" Mi stacco leggermente.
"Ma se siamo al decimo piano, Ronnie!" Sbuffa, allontanandosi.
"Ci sono le telecamere." Dico, guardando in alto.
Mi imita, poi mi guarda di nuovo. "E allora? Le ho puntate addosso ogni giorno, non mi fanno niente."
Alzo gli occhi al cielo e lo spingo via gentilmente. "Stai bravo, e stai a posto."
"Se avrò una crisi di panico, giuro che darò la colpa a te." Incrocia le braccia e io rido, facendo lo stesso. 
Aspettiamo il bip dell'ascensore in silenzio, continuando a guardarci a vicenda. 
"Aspetta!" Dico, alzando l'indice.
"Che c'è?" Justin alza un sopracciglio.
"Nell'inter-" Mi blocco. "Ho capito tutto, cavolo!"
"Ohh." Annuisce confuso. "Questa si che è una notizia." 
Ridacchio e usciamo dall'ascensore. Apre la porta qualche secondo dopo ed entriamo. Butta le chiavi su un comodino e sospira, togliendosi la maglietta e tirandola sul letto.
Si, certo. 
Com'è che ora sono cieca? 
Sto. Impazzendo. 
"Stavo pensando..." Mi trovo le sue labbra sulla spalla e sobbalzo. "Tra poco è finito il giorno." Dice, appoggiandoci sopra il mento.
"Eh, già." Annuisco leggermente, cercando di non sentirmi colpevole di aver illuso non solo lui, ma anche Pattie!
"Ho una domanda." Dice infine, staccandosi e sedendosi sul letto.
Fisso il suo petto. "Si, ma... Ecco... Non so dove sia il mio cervello ora, la prego di riprovare più tardi."
Ride e mi tira a sè per la mano, facendomi finire addosso a lui appena si sdraia. "Che ne dici di darmi un anno di prova, invece di un solo giorno?"
Rido. "Justin, lo sai già come la penso."
"Se ti compro una casa?"
Spalanco gli occhi. "Ma stai zitto, Bieber. Scooter ti ha quasi ucciso per i 6000 dollari!" 
Sospira e mi bacia, tenendomi i capelli fermi con una mano. Qualcuno bussa alla porta e Justin sbuffa, spostandomi gentilmente sul letto, poi si alza e esce dalla stanza. Mi stiracchio per bene, fissando il soffitto di un verde chiaro.
Ma chi l'avrà messo il drago fuori dalla finestra?
Mhm. 
Torna qualche minuto dopo, sdraiandosi accanto a me.
"Chi era?" Chied.
"Kenny. Voleva sapere se usciamo con loro al teatro delle ombre." Risponde, abbracciandomi.
"E tu hai detto di si?"
"No."
"Perchè no?!"
"Perchè, fino a prova contraria, oggi scade a mezzanotte, e io voglio stare solo con te."
Sospiro. "Ma il teatro..."
Ridacchia. "Vuoi andarci?"
"Si!" Sorrido, mettendomi a sedere.
"Glielo diciamo a cena, allora." Dice, alzandosi dal letto. "Vado a farmi una doccia." Entra nel bagno e chiude la porta dietro di sè. 
Però...
Non è...
Così...
Male...
 
Ma sparati, Veronica!
L'hai illuso e ora dici che non è così male?
MA VAI A FARTI FRIGGERE!
Perfetto, e parlo da sola. 
 
Genteeeeeeeeeeee! :3
Grazie a voi DUE delle mie storie sono tra le più popolari su Justin! *-*
Per ringraziarvi vi posto questo capitolo di merda, così mi odiate D;
Seriamente, l'avevo già scritto e sto scrivendo questo adesso ._.
Insomma, la coppia JONNIE o JERONICA si sta leeeeeentamente formando :')
Visto che sono 15 capitoli che aspettate xD
Ok, primo: vi piace Veronica o la cambio? ç.ç
Secondo: come dovrei chiamare la coppia? Jonnie o Jeronica?
Sinceramente Jeronica mi piace un casino *-*
Terzo: OH, MIO DIO. Voi guardate le Kardashian?! Giuro, sono stupende *-* jdbfhoisfhuskdnllh
Quarto: non ho più niente da dire, se non GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE!
Cioè, seriamente! 
Insomma, sono... Hiouhsdpfjhipfuhqapeuirfhieowrufhoskfjpih! ._.
Ok, me ne vado :')
JSDOIFUSJDKHF CIAO GENTE :3 <3



Questa è Veronica xD ._.

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Un cucciolo di balena è più grande di tutto l'albergo ***


Ci sediamo sulle poltrone rosse di pelle e la ragazza che ci ha guidati fin qui esce, richiudendo piano la porta.
"Ma perchè mi sono fatto convincere?" Justin si nasconde il viso nelle mani e io rido.
"Perchè mi vuoi bene, veeero?"
Sorride. "Si, esatto. E tu non me ne vuoi abbastanza da darmi una possibilità."
"Non ricominciare!"
"M-"
"No!"
"Ma i-"
"No!"
Sbuffa e incrocia le braccia. "Va bene."
Sorrido. "Grazie."
"Però non è gi-"
"Justin!" Alzo gli occhi al cielo e lui ride.
"Volevo solo stare da solo con te, non mi sembra di aver chiesto tanto." Sospira, mordicchiandosi il labbro.
"Possiamo stare da soli domani notte, e anche... Beh, insomma. C'è tempo." Faccio spallucce.
"Ma solo oggi posso baciarti." Mi guarda e io sospiro.
"Sta iniziando." Dico, indicando il telo dietro al quale si muovono due figure. Mi prende per mano e mi fa alzare, facendomi sedere sulle sue gambe.
"Così è decentemente accettabile." Dice, e io rido, appoggiando la guancia sulla sua spalla. "Ma porca troia, non è giusto che hai accettato quando avevo da fare." Alza gli occhi al cielo. "Non ho potuto viziarti."
"Infatti non dovevi." Faccio spallucce e mi stiracchio, circondando il suo collo con le braccia.
"Ma oggi lavoravo, santo cazzo. Non potevo stare con te."
"Ora stai con me. Zitto prima che ti spedisca a Los Angeles senza biglietto aereo."
Ridacchia e mi bacia la guancia. "Non voglio che finisca."
"Neanche io, la storia sembra divertente."
"Già..." Sussurra. "La storia." 
 
Quando finisce sono mezza rincretinita, ancora peggio di quando sono venuta qui.
A parte la musichetta classica che in certi punti scoppiava in un rock da Green Day, ma... Porca miseria, le luci erano spente, la musica bassa, i mvoimenti di quei piccioni, o qualsiasi cosa fossero, era calmante.
In poche parole: ho dormito tutto il tempo.
"Andiamo, Justin! Andiamo! Vedrai che sarà divertente, sarà una cosa da raccontare!" Justin mima la mia voce e io rido, alzando gli occhi al cielo.
"Stai bravo, non era tanto male."
"Ci credo, hai dormito!" 
"Ma tu no." Sorrido. "Quindi puoi riassumerlo per me."
"Scordatelo." Scuote la testa velocemente. "Non passerò altre due ore di tortura per riassumerti quella roba."
Rido. "Quanto sei brontolone, mamma mia."
"Come hai detto, prego?!" Mi prende in braccio stile sposa nel bel mezzo della strada, camminando tranquillamente. "Scusa se volevo stare con quella che doveva essere la mia ragazza.
"Justin, sai che sono le undici, vero? Manca un'ora alla fine, puoi sbizzarrirti."
Sorride. "Davvero?"
"Si, ma entro certi limiti."
"Perfetto! Mamma, cazzo, quando arriviamo all'albergo?!" Sbotta, e Pattie scuote la testa.
"Mai, se continuate a rompere le scatole così!" Dice, e Justin mi mette giù, prendendomi per mano. 
Seguiamo gli altri fino all'albergo ed entriamo, ricevendo le nostre chiavi. Quando arriviamo in camera mi butto sul letto, esausta.
"Ehi, ho trentasette minuti." Dice Justin, sdraiandosi accanto a me.
"E vuoi utilizzarli per cominciare a dormire, vero?" Sbadiglio, accoccolandomi a lui.
"No, non era esattamente quello il mio piano..." Mugugna, e io rido. "Però non vale, Ronnie."
"Che cosa?"
"Non puoi essere la mia ragazza per un giorno, e aspettarti che io non provi a baciarti quello dopo."
Sospiro. "Se ti dicessi che mi è piaciuto essere la tua ragazza?"
Mi guarda. "É vero o stai cercando di consolarmi?"
Mi metto seduta. "No, è vero. Però resta il fa-" Mi interrompe baciandomi.
Bene, penso che non gli interessi sentire la parte ragionevole del mio cervello, o sbaglio?
"Me lo ripeterai dopo il fatto della casa." Dice, poi riprende.
Lo stacco piano e lui sbuffa. "Justin, sto parlando sul serio."
"Si, anche io. Smettila con questa cosa della casa, è monotona. O dimmi che non vuoi stare con me affatto, o dimmi che vuoi. Non è difficile, ti chiedo di sapere cosa provi per me, Ronnie." Mi guarda, allontanandosi.
Gioco con il lembo della mia maglietta, poi sospiro. "Non lo so cosa provo per te, Justin." 
"Non lo scoprirai certo continuando a dirmi che non possiamo stare insieme, Ronnie. É così che le persone scoprono cosa provano per l'altro: mettendosi insieme a quella persona."
"E se non funziona?"
"Se non funziona si lasciano, prendono strade differenti, restano amici, fanno quello che vogliono." Fa spallucce leggermente e tira fuori il telefono, spegnendolo e posandolo sul comodino. 
Mi mordicchio il labbro, poi mi tuffo sul cuscino. "Dio, ma perchè è tutto così complicato con voi ragazzi?"
Ride e si sdraia accanto a me. "Benvenuta nel mondo, piccola." 
Mi metto le braccia sotto la testa, fissando i lineamenti del volto di Justin. Cavolo, da vedersi in foto sembra perfetto, ma dal vivo è una cosa indescrivibile. 
Sul serio, è praticamente perfetto. Anzi, senza il praticamente. 
Se Da Vinci l'avesse dovuto dipingere, gli sarebbe venuta fuori una cosa più bella di Monna Lisa, e Monna Lisa è un quadro stupendo, santi Dei. 
"La smetti di trapassarmi a raggi x?" Mi chiede Justin, e i miei occhi saettano sui suoi.
"Non lo stavo facendo!" Dico velocemente, sdraiandomi sulla schiena. "Però non è giusto."
"Che cosa?" Alza un sopracciglio, guardandomi.
"Che... Beh, tutto. Non è giusto tutto. O non è giusto niente, come vuoi intenderlo." Faccio spallucce e lui ride. 
"Di che accidenti stai parlando, Ronnie?" 
"Ma che ne so." Sospiro. "É tardi e tu mi stai chiedendo di dirti cosa provo per te, quando non so neanche cosa potrei provare per un cucciolo di cane, o gatto, o lepre, o balena."
"Un cucciolo di balena è più grande di tutto l'albergo: ti garantisco che proveresti terrore." Si mette a sedere e io lo imito. 
"Ok, ma resta il fatto che è un cucciolo."
"Si, beh, teoricamente parlando, si." Annuisce. "Non stavamo parlando di balene, comunque."
Rido. "Justin, me lo stai rendendo complicato."
"Tu me lo hai reso complicato da quando sei uscita con Chaz!" Sbotta, alzandosi di colpo dal letto.
Lo guardo mentre si toglie la maglietta. "Ok, supponiamo che... Noi stiamo insieme."
Mi guarda, incrociando le braccia. "E?"
"E... E..." Cosa stavo dicendo? Ah, si. Uhm... "Justin, mettiti una maglia!" Sbuffo, passandomi una mano tra i capelli. Ride e se ne mette una bianca. "Ecco, stavo dicendo che... Beh, cosa diciamo a tutti quelli che sono nelle altre camere?"
Spalanca gli occhi. "Dobbiamo dirlo a tutti quelli che stanno nelle altre camere?! Ma ci saranno almeno 2000 stanze in questo albergo, Ronnie!"
Rido e gli tiro un cuscino addosso. "Sai cosa voglio dire, scemo."
Si siede accanto a me. "No, e non lo voglio sapere. So che voglio te, e so che prima o poi ti avrò, in qualche modo. Ma sarebbe tutto più semplice se tu mi dessi il via libera, così posso stare con te senza sentirmi uno stronzo perchè ti obbligo."
Sbuffo. "Da quando ti importa?"
"Da... Ora." Sorride. "Sono stanco. Se non arriviamo a una conclusione, allora andiamo a dormire subito. Ho il concerto domani." Dice, sdraiandosi vicino a me.
Beh, dai, in fondo mi sono divertita, lui è dolcissimo, mi fa ridere, mi tratta bene ed è pure figo.
Non ho niente da perdere, quindi... 
"Ok, ti do il via libera." Dico, e lui apre un occhio.
"Che scherzo è questo?"
Rido. "Madonna, ma non ti va bene niente!" Alzo gli occhi al cielo e lui ridacchia, tirandomi sopra di sè.
"Posso presentarti come 'La mia ragazza'?" Mi chiede, e io annuisco.
"Si, però aggiungi il mio nome alla fine." Faccio spallucce e lui ride.
"Andiamo a dormire." Mi da un bacio e io rotolo accanto a lui, mentre lui spegne la luce. 
 
"No!" Rido, tirandogli addosso la maglia.
Sbuffa. "Dai, non ti chiedo molto."
"Justin, non ti dirò cosa mi ha detto tua madre. Punto! Andiamo giù, ho fame." Prendo il telefono e lui mi segue sussurrando varie parolacce.
"Non voglio segreti tra te e mia madre. Mi potete uccidere in due, in quel modo." Dice, chiudendo la porta.
Rido. "Era proprio quello di cui parlavamo. Stavamo complottando un modo per ucciderti." Scuoto la testa e lui ridacchia, dandomi un bacio.
"Io lo sapevo, vedi?" Fa spallucce e mi prende per mano.
Arriviamo al ristorante e come al solito di sediamo, e questa volta nessuno fa più caso alle nostre mani.
"Sapete che il 67% delle relazioni finiscono perchè l'uomo è stanco di aspettare che la donna finisca di prepararsi per uscire?" Pattie alza gli occhi dal giornale e ci guarda tutti.
"E con chi va poi, scusa? Con una spogliarellista?" Scooter scuote la testa e noi ridiamo. "Ah, Justin, hai il concerto stasera."
"E che faccio per il resto della giornata?" Chiede lui, bevendo il the.
"Mhm, penso che tu abbia le prove dalle 4. Per il resto, puoi fare quello che vuoi." Poi mi sorride. "Penso di sapere cosa vuoi fare."
"Scooter!" Pattie gli colpisce il braccio con il giornale e noi ridiamo.
"Oddio, odio quando in bagno ci sono solo tre cabine." Kenny si siede al tavolo e sbuffa. "Sono rimasto ad aspettare dieci minuti perchè se ne liberasse una."
"Potevi mirare e farla fuori dalla finestra." Mia mamma fa spallucce e io scivolo sulla sedia, sperando di nascondermi il più possibile.
Che cosa imbarazzante.
Finiamo di fare colazione e andiamo nell'ingresso dell'albergo. 
"Beh, che facciamo?" Kenny guarda tutti noi, mentre Justin si siede su una poltrona.
"Possiamo andare a dormire?" Chiede Bieber, lasciandosi andare alla poltrona.
"Non puoi dormire in una città come Tokyo, Justin!" Mia mamma scuote la testa.
"Ma ho sonno!" Justin alza gli occhi al cielo e mi prende la mano, facendomi sedere sopra di sè.
"Avete dormito stanotte?" Chiede Scooter, alzando un sopracciglio.
"No." Justin sorride. "Abbiamo inseguito i ragni su per le pareti come Spiderman." Scoppiamo a ridere e Justin alza gli occhi al cielo.
"Allora, che facciamo?" Chiedo, appoggiando la schiena al petto di Justin.
"Possiamo andare al Japanese Garden Bridge." Propone mia madre, tenendo una guida turistica in mano.
Eh, aspettate: il libro con la guida turistica, precisiamolo.
"Noo, non cammino fino a lì." Dico, scuotendo la testa velocemente, poi mi giro verso Justin. "Mi porti in braccio di nuovo?"
Ride e mi da un bacio. "Se vuoi." Sorride.
"Andiamo al Japanese Garden!" Dico, alzandomi velocemente e prendendo Justin per mano, tirandomelo dietro.
"Come mai sei così felice?" Chiede Scooter, guardandomi divertito.
"É un parco stupendo!" Dico, facendo spallucce. "Allora, andiamo a piedi." Annuncio.
Sento Kenny ruggire e mi giro. "Ma è lontano!" Dice, sporgendo il labbro inferiore. "Comoda, tu! Ti sei fatta il viaggio in braccio a Justin!"
Justin ridacchia, prendendomi in braccio di nuovo. "Dai, andiamo." 
"Puoi fare il servizio taxi alle fan." Dice Pattie. "Sai quanti soldi guadagneresti? Più di tutti quelli che guadagni quando pubblichi album." Ridiamo.

Questo è un YOOOO meno Yo del solito D:
Mi sono rotta il polso mentre giocavo a basket con quel coglione -_-'
Quiiiiindi, sto facendo una fatica pazzesca per scrivere questo pezzo xD
Insomma, spero che vi piaccia il capitolo :')
Finalmente stanno insieme, per la felicità di tutti! YEAH!
Il prossimo capitolo è lunghetto ._.
Quindi preparatevi :'3
Grazie a tutte, bellezze che recensiscono e mi sopportano e seguono e preferiscono la storia xD
Ora me ne vado D:
<3

 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Promettimi che non morirai, ti prego! ***


Quando arriviamo, Pattie e mia mamma corrono in bagno, mentre io, Kenny e Scooter rimaniamo all'entrata ad aspettarle. 
"Ma non pesa?" Chiede Scooter, indicandomi.
"Nah, è leggera. Poi mi fa i grattini alla schiena." Justin fa spallucce e da uno strattone per tenermi su. Scooter ridacchia.
"Vorrei anche io qualcuno che mi facesse i grattini." Scuote la testa.
"Prendi mia mamma!" Dico, girandomi e facendo quasi perdere l'equilibrio a Justin.
Scooter ride. "Dici? Li fa bene?"
"I grattini? Si." Sorrido.
Justin ride e mi gira il viso, dandomi un bacio a stampo. "Non parlava di quello."
"E di che cosa?" Chiedo, alzando un sopracciglio.
"Ehm, dei biscotti." Fa spalluce, dandomi un altro bacio. 
"Ma non sei ancora stanco?" Chiede mia mamma, appena lei e Pattie tornano dal bagno.
"No." Justin fa spallucce. "Mi tiene caldo." Ridono.
Appoggio la guancia sulla sua spalla e ricomincio a giocare con la sua collana di Stewie Griffin.
Mi sembra di aver sentito che gli è costata 10.000 dollari, o giù di lì.
Bah.
"Oddio!" Sobbalzo appena Justin mi da un altro strattone e lui ride.
"Scusa." Dice soltanto.
"Se peso mettimi giù."
"No, tranquilla." Fa spallucce e io gli tolgo gli occhiali come avevo già fatto l'altra volta. 
"Allora, cosa canterai al concerto?" Gli chiedo, allungandomi per staccare un rametto dall'albero.
Si ferma per lasciarmelo fare. "Non è un vero e proprio concerto. É solo una specie di anteprima. Canto due o tre canzoni e torniamo in albergo."
Annuisco, pensando. "Quindi... Hai finito per questa settimana?"
Ride sarcastico. "Come no. Domani ho i photoshoot."
"Ma ne hai già avuti a Los Angeles." Alzo un sopracciglio.
"Me ne servono altri, bellezza." Dice, dandomi un bacio. "Ti stanno i bene i miei occhiali."
Sorrido. "Lo so, per questo diventano miei."
Ride. "Ladra." 
"Ehi, tu mi lasci fare." Faccio spallucce.
"Voi due, smettetela di essere asociali e venite immediatamente qui!" Pattie si gira verso di noi e io salto giù.
"Che c'è?" Chiede Justin appena raggiungiamo gli altri.
"Vogliamo un gelato, andate a prendercelo voi?" Mia mamma sorride benevola. Si, benevola un tubo!
"Ehm..." Justin ci pensa su. "No." Scuote la testa e mi prende per mano, oltrepassando gli altri.
"Ehi! Non è mica giusto!" Ci urla dietro Scooter.
Justin ride. "Stasera dormiamo in un altro albergo."
"Cosa? Perchè?!"
"Perchè Scooter ci romperà i coglioni tutta la notte." Dice, facendo spallucce.
"Oh, perfetto." Annuisco leggermente e lui mi mette un braccio intorno alle spalle.
 
Justin si siede sulla sedia in mezzo al palco e Dan gli porta la chitarra, andando di nuovo da Alfredo e dicendogli qualcosa.
Mia mamma si siede accanto a me, bevendo la sua coca cola. "Non sono mai stata a un concerto di Justin Bieber. Voglio vedere com'è."
"Penso che sarà come ogni altro concerto, mamma. Sai, cantano, ballano, si muovono e basta." Faccio spallucce e lei ride.
"Lo so, ma Justin deve essere speciale." Mi fa l'occhiolino.
"E perchè?"
"Beeeh, perchè è il tuo ragazzo?" Mi da una leggera gomitata e io alzo gli occhi al cielo.
"Smettila di dirlo!" Sbuffo, e lei ride.
"Ma dai, è carino. É un bravo ragazzo. Ti tratta bene?"
"Perfettamente, direi."
Sorride. "Si vede. Non ti ho visto ridere così da un bel po'."
"Chissà perchè." Mugugno, giocherellando con le chiavi.
Mi accarezza i capelli. "Vedrai, andrà tutto bene." Annuisco.
Justin inizia a suonare la chitarra, aggiustandosi l'auricolare varie volte.
"Ehi, per il concerto ne voglio un altro, questo è una merda!" Dice, voltandosi verso Scooter.
"Beh, a parte che spara parolacce a go go, ma vabbè." Mia mamma scuote la testa e io rido.
Justin si risiede sulla sedia e ricomincia a suonare.
"Baby, I'm here, I'm here to stay, I ain't going nowhere, I know you're scared, cause you've been hurt, baby, it's alright. Lost in your eyes everytime that you look in mine, I promise to be all that you need, I won't leave you baby, no, cause I just wanna love you..." Mi sorride, poi continua a guardare le luci di fronte sè. 
"Ti ha sorriso! Oh, mio Dio! Ti ha sorriso!" Mia mamma applaude allegramente, attirando l'attenzione di Justin, Scooter, Dan e Alfredo, che ridono.
"Mamma..." Mi batto la mano in fronte e scuoto la testa.
Ridacchia. "É ora di andare a ordinare il vestito da sposa." 
"Mamma!" Sbotto, alzandomi dalla sedia. "Me ne vado." Scuoto la testa e vado a prendermi da bere.
"Ehi, ragazza!" Kenny mi raggiunge, prendendo una bottiglietta d'acqua.
"Ehi." Sorrido. 
"Allora, emozionata?" Mi chiede, sedendosi. Mi siedo accanto a lui.
"Direi di si. Non ho mai visto un suo concerto."
Spalanca la bocca. "Neanche in TV?!"
"No." Rido, facendo spallucce. "Non avevo tempo."
"Ohh, chiaro." Annuisce, bevendo un sorso d'acqua. "Ti ha detto quali canzoni canterà?" 
"No, ha detto che ne canterà due o tre, poi ce ne andiamo."
"Cazzo, speriamo!" Sbotta, poi si copre la bocca con la mano. "Non dire a Pattie che l'ho detto."
Scoppio a ridere. "Tranquillo. Dopo tutte quelle che dice Justin, non penso si scandalizzerebbe tanto, comunque."
Ridacchia. "Si, Justin ne spara un casino. Grazie a Dio si trattiene davanti alle fan."
"Ah, si?"
"Si, sembra che non voglia che siano maleducate." Fa spallucce e io annuisco.
"Intelligente."
"Già." Ridiamo. 
"SCOOTER! Porca puttana, che cazzo di auricolare è questa merda?!" Justin posa la chitarra e va nel backstage. Vedo Pattie scuotere la testa e rido.
"Alla faccia della finezza." Kenny ridacchia, alzandosi. "Beh, devo andare a lavorare, stranamente."
Rido. "Ok, divertiti."
"Questo lavoro sarebbe perfetto per quei maniaci che amano fare sesso con le ragazzine." Si ferma, pensadoci su, poi scuote la testa. "Ignorami, non ho dormito molto." Dice poi, andandosene. 
Torno da mia madre e mi siedo. "Hai finito di sognare?"
"Insomma." Fa spallucce. "Comunque sar-"
La interrompo. "Mamma, seriamente, hai 36 anni, datti una calmata!" Alzo gli occhi al cielo e lei ride.
"Si, scusa, hai ragione." Annuisce.
"A te piace Scooter?" La guardo e lei sputa l'acqua che stava bevendo.
"Che cosa?!" Mi guarda, inarcando un sopracciglio. 
Ridacchio. "State sempre insieme."
"Parla quella che sta con Justin." Scuote la testa e ridiamo. "Comunque, no."
"Ah, no? Sareste una bella coppia." Annuisco leggermente, mordicchiando il tappo della bottiglia. 
"SCOOTER BRAUN, TI UCCIDO! Te lo giuro!" Justin corre dietro a uno Scooter che cerca di scappare nel backstage.
"Che sta succedendo?" Chiede mia madre, seguendoli con lo sguardo.
"Ah, che ne so." Faccio spallucce. 
Justin acchiappa Scooter e gli da un pugno sul braccio, sparandogli qualche parolaccia sottovoce. Scooter scoppia a ridere e Justin alza gli occhi al cielo. Va da Alfredo e prende il palo con il microfono, mettendosi al centro del palco.
"Cominciamo con 'Believe' o 'Thought of you'?" Chiede poi, sistemandosi l'auricolare.
"Partiamo con 'Thought of you', amico." Dice Dan, prendendo la chitarra dal muro. Justin annuisce. 
"Girl, I've been fooled by your smile! I was mistaken by the way you love me! We let it straight for a while, yeah, but you deceived me, you convinced me yeah..." Toglie il microfono dal palo e inizia a camminare. 
Mi abbandono alla sedia, sospirando. Dio, ma perchè non posso mai rimanere in albergo a farmi una dormita che dura dalle 24 alle 25 ore? 
Cioè, pura curiosità.
Non è giusto, non sono io quella che deve cantare di fronte a ragazzine che sbavano al solo pensiero di vederlo!
"Cause I'm in love with the thought of you!" La voce di Justin mi riporta alla realtà e mia mamma ridacchia.
"Cavolo, che acuto!" Dice, scuotendo la testa. "Io quell'acuto lo faccio solo se mi infilano un palo in culo."
Spalanco la bocca. "Mamma! Ma che stai dicendo?!" La guardo sconvolta.
Rivoglio mia mamma!
Ride. "Dai, non scioccarti, è divertente andare in giro con Pattie."
Scuoto la testa. "Dove andate ogni volta che uscite?"
"Ehh, delfino curioso." Mi fa l'occhiolino e torna a guardare Justin.
Ok.
Voglio andarmene da quella casa di pazzi.
 
Oddio, oddio, oddio santissimo!
Salvatemi!
C'è gente che corre da ogni santa parte: fotografi di qua, truccatori di là, parrucchieri a sinistra, gente normale che non serve a niente: FUORI DA QUI!
Seriamente, è terrificante.
Mi fermo accanto a Kenny, unico posto sicuro in quel momento.
Ride. "Che c'è?, ti spaventa un po' di folla?"
Annuisco leggermente. "Perchè diavolo corrono tutti? Mancano dieci minuti e Justin è perfetto come sempre."
"Eh, ci sono le ultime cose da aggiustare." Fa spallucce. "Vuoi vedere una cosa?"
"Dai!" Sorrido e lui ride. Mi fa cenno di seguirlo e lo faccio, arrivando ai tendaggi che dividono il backstage dal palco. 
Apre una tenda e guardiamo fuori, vedendo l'intera popolazione femminile del Giappone. Spalanco la bocca e ritorno dentro velocemente.
"Quelle sarebbero un paio di persone davanti a cui Justin dovrebbe esibirsi?!" Chiedo, fissando Kenny con occhi spalancati.
Ride e annuisce. "Non sono poi così tante."
"Si, ci sono poche persone con un'infinità di teste!" Alzo gli occhi al cielo e lui scoppia a ridere. 
"Piccina, non sei ancora abituata." Mi abbraccia, dandomi dei colpetti sulla schiena. "Ti abituerai: prima o poi ti sembrerà anche divertente che tutti urlano il nome di Justin come se fossero nel pieno di un orgasmo."
Mi gratto la fronte. "Ecco chi ha contagiato mia madre."
"Cosa?" Mi chiede, inarcando un sopracciglio.
"Penso di assomigliare a mia madre!" Sorrido velocemente.
Ridacchia divertito. "Ok, bella notizia! Almeno sai di non essere adottata."
Eh? "Già." Sorrido, annuendo. 
"Tu suoni?" Mi chiede poi, sbirciando fuori dalle tende.
"Ehm, si. Il piano." Faccio spallucce e lo imito, mettendomi accanto a lui.
Vedo tutte le ragazze che preparano le fotocamere, i telefono, le videocamera e qualsiasi altra cosa che potrebbe immortalare Justin sul palco.
"Secondo me Justin è più spaventato di noi all'idea di uscire là fuori." Dico, richiudendo velocemente le tende e tirando Kenny via da lì.
Ride. "No, è abituato a molto di più."
"Si..." Annuisco. "Beh, più di così." Faccio spallucce e incrocio le braccia.
"Woah, arriva." Dice Kenny, facendomi segno di girarmi.
"Chi?" Mi giro e vedo Justin con al seguito truccatori e parrucchieri.
"Ragazzi, basta, dai. Mi sto intossicando." Dice, facendo loro cenno di andarsene. I cinque tizi che lo circondavano se ne vanno tristemente, mentre Justin prende il microfono da Pattie e la abbraccia.
"Stai attento, non cadere dal palco e non toccare nessuna ragazza! Capace che ti uccidono." Pattie scuote la testa velocemente e Justin ride.
"Lo so, me lo ripeti ogni volta." Justin si allontana e la tira dietro di sè, venendo verso di noi. "Ehi." Mi sorride.
"Tu sei pazzo! Promettimi che non morirai, ti prego! Non voglio dormire da sola in quella camera col drago!" Lo abbraccio di colpo e tutti e tre ridono. 
"Tranquilla, l'ho fatto altre volte, sai?" Dice sarcasticamente quel tipo a cui sto stringendo addirittura il pancreas. "Ahia, Ronnie, allenta la presa." Mugugna, allentando le mie braccia intorno a lui.
"Scusa." Sospiro, allontanandomi. "Non morirai, vero?"
Ride. "Cercherò di evitarlo." Fa spallucce e mi attira a sè, stampandomi un bacio. "Andate via." Dice, facendo cenno a Pattie e Kenny di andarsene con la mano.
Loro lo guardano offesi. Io ridacchio e appoggio la schiena a un muro, giocherellando con le dita di Justin.
"Ehi." Mi alza il mento con un dito. "Che hai?" Inarca un sopracciglio.
"É che... Non so, cioè, sono terrificanti. Ma dico, le hai viste? Metà di loro hanno delle facce che non hanno neanche i lottatori di sumo." Incrocio le braccia.
Scoppia a ridere, gettando la testa indietro. "Oddio, non posso neanche parlare e vuoi che rida?" Scuote la testa.
"Perchè non puoi parlare?" Alzo un sopracciglio.
"Faccio qualche minuto di totale silenzio prima di uscire sul palco." Fa spallucce e mi tira di nuovo a sè, baciandomi.
"Bella scusa." Dico contro le sue labbra e lui sorride, tenendomi il viso tra le mani.
"Voi due, smettetela di condividere la saliva!" La voce di Scooter di interrompe.
"Tu si che sai come rovinare un bacio, Scott. Delicatezza, portami via." Justin si allontana, alzando gli occhi al cielo. 
Scooter ridacchia e si avvicina a noi. "Allora, hai tutto pronto?"
Justin alza la mano con il microfono, indica l'auricolare e i vestiti. "Sono pronto."
"Bene." Scooter annuisce, poi prende un grande respiro.
"Nervoso?" Gli chiedo, e lui annuisce velocemente.
"Si. C'è un casino di gente, là fuori." Dice, sbirciando, poi torna dentro. "Justin, stai attento e non ti avvicinare troppo al bordo del palco."
"Ma che avete tutti, oggi?" Justin alza gli occhi al cielo. "É un concerto come tutti, non ci sono bombe atomiche."
"Però ci sono le ragazze, che sono molto più pericolose, quando ti vedono." Scooter fa spallucce e Justin ridacchia.
"Quando dico 'Justin', voi dite 'Bieber'!" Dan esce sul palco, introducendo il concerto come sempre. "JUSTIN!"
"BIEBER!"
"JUSTIN!" 
"BIEBER!"
"Porno." Sussurro io, e Scooter e Justin ridono.
"Preparati a vedere reggiseni volanti." Mi dice Justin, prima di darmi un bacio e uscire sul palco.
"Oddio, è andato." Scuoto la testa e Scooter ride, mettendomi il braccio intorno alle spalle.
"Non può cantare da qui dietro, altrimenti gliel'avrei lasciato fare molto più che volentieri." Dice, portandomi via verso le altre tende, dove troviamo Pattie, mia mamma e Kenny.
"Stanno letteralmente impazzendo!" Dice mia madre, sbirciando tra le tende. Mi unisco a lei e vedo tutte le ragazze che scattano foto.
"Se lanciano di nuovo qualche perizoma, giuro che vado fuori io." Dice Pattie, incrociando le braccia. Ridiamo e lei scuote la testa. "Alcune ragazze dovrebbero darsi un certo contegno. É comunque mio figlio, popstar o no."
"Dai, tranquilla, tanto non se li porta mica a casa, no?" Mia mamma le accarezza il braccio.
"Cavolo, lo spero!" Sbotta la donna, e noi ridiamo. 
Vedo Justin che si mette al centro del palco e fa qualche segno a Dan, che annuisce e inizia a suonare, seguito da Alfredo. 
"I don't know how I got here, I knew it wouldn't be easy, but your faith in me was so clear..." Inizia a cantare, e le ragazze urlano come se fossero prese a pugnalate.
Dio, che rumore assordante.
"Vuoi questi?" Kenny mi si avvicina, porgendomi dei pezzi di cotone. 
Annuisco e me li ficco nelle orecchie. "Grazie." Dico.
Ride. "Prego." Fa spallucce. 
Sarà lunga.
 
L'avevo detto che sarebbe stata lunga!
Stiamo tornando a casa dopo un'ora e mezza di concerto, che doveva durare a mala pena quaranta minuti!
Cioè, ma se una persona è stanca, lasciatela andare, non continuate a urlare 'Di nuovo!' in una lingua che neanche Mr. Bean capisce!
Cavolo santissimo!
Justin ridacchia. "Tutto ok?" Mi chiede, abbassandomi le braccia che stavo tenendo incrociate da quando siamo usciti.
Annuisco. "Perfettamente. Ho le orecchie che fischiano, i piedi che non mi reggono più e ho anche fame!"
Ride. "Cosa vuoi mangiare?"
"Qualsiasi cosa. Anche tu vai bene."
"Oi!" Si sposta velocemente e io rido, ritirandolo a me.
"No, scherzavo." Appoggio la testa al suo petto e sospiro, camminando a occhi chiusi. Mi prende in braccio stile sposa e mi bacia i capelli.
"Dormi, ti sveglio per mangiare quando arriviamo in albergo." Mi dice, e io circondo il suo collo con le braccia.
"Grazie." Mugugno, richiudendo gli occhi e appoggiando la guancia sulla spalla. 
Arriviamo, come dice Justin, circa un'ora dopo, anche se a me sembrano due minuti.
Traballo fino al letto della nostra stanza e ci cado sopra, senza prestare attenzione ai capelli che mi sono volati in faccia.
"Cosa ordino?" Chiede Justin, sedendosi accanto a me.
"Cibo!" Dico, mettendomi a sedere di colpo. "Qualsiasi cosa che sia mangiabile. E buona, preferibilmente."
"Sushi." Sorride.
Alzo un sopracciglio. "Sei sicuro che sia buono?"
"Sicurissimo. Dai, vai a cambiarti, io ordino." Mi da un bacio ed esce dalla stanza.
Mangerò pesce crudo in Giappone.
 
OH CRISTO! 
Mi dispiace tantissimo di non aver aggiornato D:
Non riuscivo a trovare un santo minuto -_-'
Tra le ripetizioni di matematica e il cambiare scuola...
Vabbè, GRAZIE MILLE PR LE 28 RECENSIONI!
Quando le ho viste mi è venuta una crisi xD
Grazie mille <3
Ho detto che il capitolo è lunghetto D;
Sparisco, ciao belle <3

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Jack, donna, re, asso! ***


"Mamma, no! Smetti- Mamma!" Alzo gli occhi al cielo e mi nascondo dietro a Justin, che ci osserva divertito.
"Dai, Ronnie, vieni! É soltanto una parrucca!" Mia madre mi rincorre mentre io giro intorno a Justin.
"Ehi, ehi, ehi!" Justin alza le braccia. "Io non c'entro, spostatevi verso Kenny. Ha una circonferenza più grande."
Kenny gli lancia un'occhiataccia. "Mi stai dicendo che sono grasso, Bieber?"
"No, Hamilton. Sto dicendo che hai una corconferenza più grande." Justin gli salta sulla schiena e Kenny spalanca gli occhi.
"Bieber, pesiamo un po', eh?" Lo guarda mentre lo trasporta in giro per le strade di Tokyo.
"Sono tutti muscoli, Ken." Justin salta giù e io mi sistemo l'enorme treccia lungo la spalla. Mi abbraccia di colpo.
"Santi capperi!" Dico, appendendomi alle sue spalle.
Ride. "Mi mancavi."
"Ti sei fiondato su Kenny e mi hai lasciata sola. Ci credo che ti mancavo." Faccio spallucce. 
Ridacchia e mi prende in braccio, baciandomi ripetutamente e giocando con il lembo della mia meglietta.
"Ehi, solo per dire, ho la gonna." Salto giù e lui sorride, abbracciandomi.
"Andiamo, bellezza." Mi trascina dietro di sè e raggiungiamo gli altri, che nel frattempo si sono allontanati.
"Che facciamo per il resto della giornata?" Chiedo, passando un braccio intorno alla schiena di Justin.
"Possiamo rimanere in albergo, oppure andare a prendere un gelato, o fare un giro." Scooter fa spallucce e raggiungiamo la Mercedes che ci aspettava fuori dall'edificio dei photoshoot.
"Justin!" Pattie salta davanti a noi e Justin sobbalza.
"Oddio, che c'è?!" Le chiede, facendole segno di entrare in macchina.
"Quando torniamo a Los Angeles, vengono Jazzy e Jaxon." La donna sorride mentre infila il telefono nella tasca.
"Oddio, oddio, oddio!" Justin applaude. "Sii, finalmente, cazzo!" 
"Justin!" Sua madre alza gli occhi al cielo e noi ridiamo.
"Cavolo, era ora! Non li vedo da mesi!" Justin appoggia la schiena al sedile e sorride, poi mi guarda. "Li adorerai, sono stupendi." Mi sorride.
"Ehm, io dovrei... Incontrarli?" Inarco un sopracciglio.
"Non vedo l'ora di vederli!" Dice mia madre, sorridendo.
"Ti piaceranno, Jenna. Sono un po' pestiferi, ma alla fine hanno 5 e tre anni." Pattie fa spallucce. "Sono adorabili."
"Una volta Jazzy mi ha vomitato in testa." Kenny incrocia le braccia e alza gli occhi al cielo appena scoppiamo a ridere.
"Tu le hai fatto solletico appena appena mangiato!" Dice Justin, facendo spallucce.
"Beh, lei mi era saltata addosso! Cosa dovevo fare?!" L'omone guarda fuori dalla finestra, offeso. Ridiamo.
Circa un'ora dopo arriviamo all'albergo ed entriamo. Pattie e Scooter si infilano di soppiatto nell'ascensore con me e Justin e sorridono.
Justin inarca un sopracciglio. "Beh?"
"Siamo al vostro stesso piano!" Pattie applaude sorridendo.
"Si..." Justin annuisce e preme il tasto. "E quindi?"
"E quindi andiamo in ascensore insieme!" Scooter fa spallucce.
"Siete strani." Scuoto la testa e affondo il viso nell'incavo del collo di Justin. Mi abbraccia e mi bacia i capelli.
"Lo sapevo!" Pattie salta in aria e io sobbalzo, sbattendo la schiena contro una parete dell'ascensore.
"Sapevi cosa?!" Dico, guardandomi intorno.
Ride. "Che vi sareste baciati! Scott, mi devi 30 dollari, forza!" Allunga la mano verso Scooter, che sbuffa e tira fuori il portafoglio.
Justin incrocia le braccia. "Scott, non mi avevi detto di non sprecare soldi stupidamente?"
Scooter ridacchia. "Tua madre mi ha costretto, e sai com'è."
"Ehi!" Pattie gli tira un pugno sul braccio e Scooter se lo massaggia velocemente.
"Volevo dire che sei una bella donna, e con le palle!" Dice, e scoppiamo a ridere appena Pattie gli mostra il dito medio.
"La tua educazione è andata a farsi fottere, mamma." Annuncia Justin, riattirandomi a sè.
"Justin!" Pattie alza gli occhi al cielo e scuote la testa. "Devi frequentare un corso di bon ton e diventare educato come Ronnie."
Justin sbuffa. "Credimi, mamma. Lei pensa più parolacce di quante io ne dica."
Rido annuendo. "É vero. Solo che mio padre non mi permetteva di dirle, quindi..." Faccio spallucce.
"Aww." Pattie mi accarezza il braccio. "Non te lo permetto neanche io, comunque." Sorride e io rido.
Io e Justin entriamo nella nostra stanza, richiudendo la porta. Appena entriamo in camera, qualcuno bussa alla porta. 
"Vado io." Dice Justin, e io mi butto sul letto. Prima o poi dovrei tirarlo dentro quel piccolo drago di peluche. 
Justin torna dentro con Kenny, buttandosi sul letto accanto a me.
Inarco un sopracciglio. "Che fai qui?" Guardo Kenny.
"Pattie e tua mamma mi hanno spedito per controllarvi." L'omone fa spallucce e si butta su una poltrona.
Guardo Justin che fa spallucce. "Non me lo chiedere." Dice, abbracciandomi. 
Lo respingo velocemente, indicandogli Kenny con gli occhi. "No."
Justin ride. "Dai, Ronnie, stai dicendo sul serio?"
"Si!" Sussurro, alzandomi dal letto e aprendo la finestra. Tiro dentro il drago di peluche e mi ributto a letto.
"Ragazzi, fate come se non ci fossi, eh!" Kenny ci sorride allegro e continua a fissarci.
Justin alza gli occhi al cielo, mi prende il peluche di mano e lo tira addosso a Kenny. "Dai, esci da qui."
"Perchè?" Kenny ci fa l'occhiolino e Justin gli mostra il dito medio. 
"Perchè vogliamo stare soli. Forza, se facciamo sesso la sentirai di sicuro." Dice, facendo spallucce.
Spalanco la bocca e picchio Justin. "Pervertito!" Ride.
"Ragazzi, non posso lasciarvi da soli. Siete adolescenti, ormoni impazziti, se-"
Justin lo interrompe velocemente. "Ken, fuori!" 
Kenny si butta sul letto velocemente. "Giochiamo a carte, gente."
"E chi ha le carte?" Chiedo, sedendomi accanto a lui.
Justin collassa sul letto e si copre il viso con le mani. "Devo trovarmi altra gente con cui uscire."
Io e Kenny ridiamo e Justin sospira, rimettendosi a sedere, sistemandosi il cuscino sotto la schiena.
"Forza, chi ha le carte?" Chiede infine.
Kenny tira fuori un blocchetto di carte. "Giochiamo a cosa?"
"Tiriamo le carte in avanti. Chi ha la carta più alta, sceglie cosa fare." Dice Justin, prendendogli il mazzo di carte dalle mani.
"Inizio io!" Kenny salta in aria e Justin mischia le carte.
"Forza, pesca." Gli dice, tenendo il blocchetto davanti a lui.
Kenny si sfrega le mani, tirando fuori la lingua. "Forza, Goku! Dammi forza!" Urla, prima di prendere una carta. Sbuffa. "Un dieci."
Justin mi indica il mazzo e io prendo una carta. "Ok, jack." 
La popstar prende una carta e sorride. "Ho vinto."
"E che hai?" Gli chiedo.
"Ho un asso." Fa spallucce e butta le carte sul comodino.
"Ma l'asso è il più basso!" Si lamenta Kenny, alzando gli occhi al cielo.
"Stai scherzando?" Justin ride. "Jack, donna, re e asso." 
"No! Asso è il più basso!" Sbuffa Kenny. "Cinque, quattro, tre, due e asso!"
"Oddio, ma smettila! Lo sanno tutti che l'asso è il più alto, andiamo!" Justin si stiracchia sul letto.
"Justin, no!" Kenny si alza velocemente e tira fuori il telefono, scrivendo qualcosa. Mi sdraio accanto a Justin, che mi circonda la schiena con un braccio.
"Beh?" Justin inarca un sopracciglio, guardando Kenny. 
"Ecco!" Kenny gli porge il Blackberry e Justin legge velocemente, per poi ridere e scuotere la testa.
"Ken, fai sul serio? Ci sono almeno mille siti su cui dicono cose diverse." Dice, facendo spallucce. "E ho ragione io: caso chiuso. Vero, Ronnie?"
Ci penso un po' su. "Cosa faresti se vincessi?"
"Ti bacerei e coccolerei e abbraccerei e giocherei con i tuoi capelli e ti amerei e ti darei tutto ciò che vuoi." Mi sorride.
"Ken, ha ragione Justin!" Mi metto a sedere e metto la testa sul petto di Justin, mettendomi le sue mani nei capelli. Entrambi ridono. 
"Non è giusto." Dice Kenny, fingendosi triste. "Io che volevo passare un po' di tempo con voi. Siete così simpatici!"
Justin sorride. "Kenny..." Dice, facendo una piccola pausa. "Smettila di fare il ruffiano e vai fuori. Non ti compro il costume da pirata di Jack Sparrow."
Scoppio a ridere, rotolando sul letto. "Kenny, tu vuoi cosa?!" Chiedo, guardando Kenny.
Sbuffa e incrocia le braccia. "Non prendetemi in giro! Devo rendermi figo, no? Le fan di Justin mi adorano perchè sono estroverso!" Si mette in una posa e ci sorride, per poi saltellare fuori dalla camera da letto. Sento la TV accendersi in sala.
"Ti prego, buttami giù dalla finestra e fai finta che sia stato un incidente." Justin nasconde il viso tra i miei capelli e io rido.
"Non dovevi giocarci coi miei capelli?" Gli chiedo, tirando qualche ciocca dei suoi.
"Mhm, che ne dici dei baci per compensare la mancanza di accarezzamento dei capelli?" Mi sorride e mi da un bacio a stampo, per poi continuare a lasciarne sulla mia guancia e mandibola, fino ad arrivare al collo. 
"Justiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!" Rido e mi allontano. "Fa solletico."
Sorride. "Dai, torna qui." Mi riprende e attacca le sue labbra alle mie.
"VI SENTO ANSIMARE!" Urla Kenny dalla sala, e io scoppio a ridere, allontanando Justin.
"Dai, stai bravo." Dico, dandogli un colpetto sul braccio.
"Ma... Non ti ho baciata tutto il giorno." Mi solleva un po' la maglietta e accarezza la pancia. "Aspetta, hai un piercing all'ombelico?!" Si mette a sedere di colpo, fissandomi lo stomaco.
Rido. "Si, non lo sapevi?"
"Questa è la faccia di uno che sa tutto, eh?!" Si indica il viso mentre ha gli occhi spalancati. Rido e lo tiro giù con me.
"Com'è facile scioccarti." Dico, affondando il viso nel suo collo appena si sdraia sul fianco.
"Parla quella che non vuole che la baci perchè Kenny scazza dalla sala." Mugugna, accarezzandomi la schiena. Rido.
 
Il mio telefono suona, svegliandomi di colpo. Mi metto a sedere e lo prendo velocemente, sperando che non abbia svegliato Justin.
Aspetta, ci siamo addormentati? Bene, stanotte che faremo?
"Ehi, Kai." Sussurro, uscendo dalla stanza e andando in sala. 
Spalanco gli occhi alla vista di un Kenny mezzo morto sul divano, con un wurstel in bocca e il telecomando spappolato sulla fronte. Do un'occhiata alla TV e vedo Amy Winehouse che si sistema i capelli.
"VERONICAAA!" Urla Kai dal telefono, riportandomi alla realtà.
"Si, ci sono!" Dico velocemente, andando a chiudermi in balcone.
"Che stai facendo?!" Mi chiede.
"Scusa, dormivo. Come va?" Mi siedo sul dondolo e guardo le luci di Tokyo. Ormai è tramonto.
Sembra uno di quei paesaggi che dipinge sempre quell'occhialuto ad Art Attack.
Com'è che si chiama? Ah, si, Giovanni. Ecco, uguale.
Quando vuole farsi figo e far vedere che sa dipingere i colori del cielo al tramonto, riempie il foglio di grattacieli neri e ci aggiunge un arancione misto al giallo, e poi si sente figo come Matt Damon.
Eh, le convinzioni di certa gente non portano a nulla di buono.
"RONNIE!" Urla di nuovo Kai, e io sobbalzo.
"Si, scusa!" Mi batto una mano in fronte.
"Senti, se non vuoi parlare con me, basta che me lo dici, sai?"
"No, è che mi sono immersa in Art Attack. Dicevi?"
"Che sto bene, anche se manchi a tutti. Tu come stai?"
"Ehm, bene. Sto bene. Mi mancate anche voi."
"Vuoi notizie su tuo padre?" Mi chiede di colpo, facendomi sedere di scatto.
"Ehm, si."
"Beh, sembra sia andato in una clinica specializzata per alcolisti. Credo sia a New York."
Annuisco, pur sapendo che non può vedermi. "Ah..."
"Già." Fa qualche secondo di silenzio. "Come va con Justin? State insieme, no?"
"Come lo sai?!" Mi alzo di colpo e cammino avanti e indietro.
Ride. "Ronnie, ha al seguito più paparazzi di quanti ne abbia Obama, dai!"
Mi passo una mano tra i capelli. Cavolo! "Ah, già." Mi appoggio al muro e sospiro. "Kai, mio padre ha detto niente prima di andarsene?"
"No, l'abbiamo saputo solo perchè Mr. Corset ci ha detto che stanno vendendo la tua casa." Dice piano, e sendo un tonfo sordo nello sfondo.
"Ah, ok. Beh, uhm, ok. Grazie, Kai." Sussurro, coprendomi il viso con una mano. 
"Stai bene, Ronnie?" Mi chiede velocemente.
"Si." Mi rialzo a fatica dal muro e prendo un bel respiro.
"Ehi, sei qui." Justin esce in balcone. "Dobbiamo andare a cena."
Annuisco. "Kai, devo andare. Ci sentiamo poi."
"Oddio, di' ciao a Justin da parte mia!" Urla e io rido.
"Penso ti abbia sentito." Dico. "Ciao, ti voglio bene."
"Ti voglio bene anche io! Ciao, Justiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin!"
Justin mi guarda interrogativo. "Ciao." Dice, facendo spallucce. Metto il telefono in tasca e sospiro. "Ok, ora dimmi che hai." Mi prende per mano e mi fa sedere sul dondolo.
"Eh?" Inarco un sopracciglio.
"Sei pallida, Ronnie. Stai bene?" Mi mette la mano sulla fronte.
"No, si, sto bene." Sorrido e mi alzo, prendendolo per mano e tirandomelo dietro. Do un colpetto sul braccio di Kenny, che cade giù, svegliandosi.
"Che c'è? Dobbiamo partire?" Sbadiglia, alzandosi.
"Si, per la cena. Andiamo a spiccare il volo, coraggio." Sorrido e mi avvio fuori dalla stanza. 
Arriviamo al ristorante dell'albergo e ci sediamo. Mia mamma mi guarda preoccupata.
"Tesoro, tutto bene?" Mi chiede, prendendomi la mano.
Annuisco. "Si, tutto a posto." Sorrido e comincio a mangiare, giocherellando con la forchetta.
Mio padre è a New York. Il che significa che è abbastanza lucido per poter venire a Los Angeles.
E se riesce davvero a curarsi? 
Cioè, se è abbastanza in sè per andare a curarsi, allora significa che potrebbe aver scoperto di me e Justin.
Oddio, che schifo di cosa.
Mi passo una mano tra i capelli nervosamente, ascoltando distrattamente gli altri che parlano di Dio sa cosa.
E se mio padre ci trova?
Ah, ormai ci avrà trovate di sicuro. Penso sia abbastanza inutile cambiare il numero di telefono quando ti vedono sui giornali e in TV.
Ma perchè mi sono cacciata in questo pasticcio?
E perchè cazzo mia madre ha deciso di trasferirsi a casa di una cazzo di popstar?!
"Ehi." Justin posa la forchetta e mi prende per mano. "Torniamo subito." Dice, alzandosi e portandomi con sè. Ci fermiamo all'entrata e Justin si appoggia a un muro.
"Che facciamo qui?" Chiedo, incrociando le braccia e guardandomi intorno.
"Si può sapere cos'è successo?" Mi prende il viso tra le mani, avvicinandomi a lui.
Cavolo, che occhi. Potrei letteralmente affogarci dentro. Scuoto leggermente la testa. Che sto pensando, santo Dio?!
"Che vuoi dire?" Lo guardo.
"Che sussurri parolacce una dopo l'altra. E credimi se ti dico che non è normale." Fa spallucce leggermente.
Spalanco gli occhi, allontanandomi un po'. "Dicevo parlacce?!"
"Si. Non sapevo ne conoscessi così tante, sai?" Sorride divertito, poi torna serio. "Che è successo?"
Mi passo una mano tra i capelli. Tanto vale dirglielo, no? 
"Ecco, ehm... Mio padre... É a New York. Kai dice che ha deciso di andarci per i suoi problemi di alcolismo..."
"E quindi? É un bene, no?" Mi guarda confuso.
Annuisco. "Si, ma non voglio che sappia niente di me e mia madre. Se ci tro-" Vengo interrotta dalle sue braccia itorno a me.
"Ehi, non vi succederà niente, te lo prometto." Mi bacia i capelli e mi accarezza la schiena.
"Se ci trova siamo morte, Justin." Dico piano, asciugandomi velocemente le lacrime prima che mi veda piangere.
"Shh." Sospira, fermandomi la mano che continuava a tremare. "Te lo prometto: avrete guardie del corpo che vi seguiranno ovunque. Stai tranquilla, sarai al sicuro." Annuisco leggermente e si allontana, prendendomi il viso tra le mani. "Voglio il sorriso che mi piace, forza."
"Mhm." Mugugno piano e lui ride, premendo le sue labbra sulle mie.
"Forza, torniamo a mangiare." Dice, prendendomi per mano e tirandomi dietro di sè.
"Tutto ok?" Chiede Scooter, appena ci sediamo.
"Si, è solo stanca. Domani rimaniamo in albergo, Scott." Justin fa spallucce e continua a mangiare.
Scooter annuisce. "Va bene. Pensavo di farvi rimanere qui, infatti, visto che partiamo la sera."
"Oh, domani torniamo a casa?" Sorrido, e lui annuisce.
"Si, abbiamo finito. É stata una settimana orribile." Sospira, bevendo un po' d'acqua. Annuiamo tutti e continuiamo a mangiare. 
Finiamo una mezz'ora dopo, e mia madre mi tira subito in disparte, incrociando le braccia.
"Ascoltami bene, Veronica: sei mia figlia, ti conosco bene e so che c'è qualcosa che ti preoccupa. Forza, spara."
"Mamma, sto bene. Sul serio, sono solo stanca. E ho parlato un po' con Kai, prima. Mi manca, tutto qui." Faccio spallucce. So che la convincerà questa versione.
Ci pensa un po' su, per poi annuire e abbracciarmi. "Mi dispiace di averti portata via così, tesoro." Dice, accarezzandomi i capelli.
"Tranquilla, so che l'hai fatto per noi. Poi non si sta così male a Los Angeles." Faccio spallucce e lei ride.
"Già, Justin è perfetto per te." 
Mi allontano e alzo gli occhi al cielo. "Chi ha mai nominato Justin?"
Ridacchia e mi da un buffetto sul naso. "Oh, andiamo, sappiamo entrambe che intendevi lui."
Incrocio le braccia. "Ogni tanto mi chiedo se non mi leggi nella mente."
Scoppia a ridere. "Ma va, stupida. Sono solo tua madre, è normale che ti capisca. In fondo dovevo sempre indovinare perchè cavolo piangevi quando avevi un anno. Ci ho fatto l'abitudine." 
Sorrido. "Grazie."
Fa spallucce. "Dovere, donna." Rido e qualcuno mi abbraccia da dietro.
"Ti dispiace se ti rubo tua figlia?" Chiede Justin, guardando mia madre.
Lei alza le mani in alto in segno di resa. "Stavo andando via. Riposatevi, non rimanete svegli fino a domani."
"Tranquilla, crollo appena raggiungo il letto." Faccio spallucce e seguo Justin su per le scale. "Aspetta, non usiamo l'ascensore?"
"Nah, non ho voglia. Facciamo ginnastica. Penso di essere ingrassato di mille chili a forza di prenderlo." Fa spallucce.
Alzo gli occhi al cielo e lo guardo mentre cammina. "Si, certo, e i chili sono spariti nel nulla." Dico piano, mordicchiandomi l'unghia. 
Mi guarda. "Hai detto qualcosa?"
Sorrido. "No." 
Torniamo in camera e mi prende in braccio, portandomi in camera e gettandomi delicatamente sul letto.
"Ho un'idea." Annuncia poi, spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
"Vai." Lo guardo, sorridendo.
"Torniamo in piscina." Sorride e io scoppio a ridere.
"No. L'ultima volta non è finita molto bene."
"Beh, l'ultima volta ti ho baciata."
"Appunto."
"Ma ora posso farlo legalmente, sai?" Mi acchiappa per i fianchi e mi tira sopra di sè, dandomi un bacio e circondandomi la vita con le braccia. "Cazzo, ho fame."
Rido. "Abbiamo appena mangiato, Justin."
"Ho voglia di pancakes."
Mi batto una mano in testa. "Ci risiamo." Ride e mi bacia il naso.
 
AYEEEEEEE :D
Mi dispiace DI NUOVO per l'attesa D;
Giuro che il prossimo capitolo ci sarà già domani :')
Se ricevo un po' di recensioni :D
Da 28 siamo passati a 21 D:
Coooooooomunque, boh. Spero il capitolo vi sia piaciuto c:
Grazie a todos quelli che seguono e recensiscono :')
ALSO: chi di voi va al concerto a Bologna? Io si :D Potrei incontrare qualcuna di voi *-*
<3
EEEEEEEEEEEEEH, visto che molte me l'hanno chiesto, ho fatto un account di Facebook :3, visto che quello che ho ora è pieno di amici -_-''
Voilà :3 http://www.facebook.com/julia.ok.37
Ciao belle :3

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Capitan Ventosa ***


"Tenga, splendore." Justin mi porge un biscotto della fortuna e io sorrido divertita.
"Sul serio? Credi ai biscotti della fortuna?" Glielo prendo di mano e lo spezzo, tirandone fuori il foglietto. 
"Che c'è scrittooo?" Justin mi appende le braccia intorno al collo da dietro.
"Hai a disposizione un desiderio, esprimilo in dieci secondi." Leggo, per poi ripiegare il bigliettino.
Justin mi gira e mi da un bacio. "Voglio che tu rimanga con me per tanto, tanto, troppo tempo."
Sorrido. "Dovevo esprimerlo io, il desiderio."
"Nah, hai detto 'Hai'." Fa spallucce e mi bacia la fronte. "Dai, saliamo."
"Avete finito?!" Pattie ci guarda esasperata e io e Justin ridiamo, salendo sull'aereo. 
"Che avete fatto?" Ci chiede mia mamma, mettendosi la coperta addosso.
"Le ho dato un biscotto della fortuna." Justin fa spallucce e si siede, facendomi sedere accanto a sè.
"Che c'era scritto?" Mia mamma mi sorride.
"Che dovevo esprime un desiderio in dieci secondi, ma Justin mi ha fregata!" Sbuffo, incrociando le braccia.
Tutti ridono e Justin fa spallucce. "Ehi, io ho desiderato una cosa romantica."
"Cioè?" Scooter si affaccia dal sedile di fronte e Justin alza gli occhi al cielo.
"Ma farvi i cazzi vostri, di tanto in tanto?" Sbuffa, appoggiando la schiena al sedile. "24 ore di aereo. Uccidetemi."
"Ehi, sei con me, giusto?" Gli spettino i capelli e lui sorride, baciandomi.
"Giusto." Sorride. "Che vuoi fare durante il volo?"
"Ehm, dormire." Ride. 
"Non vale così." Sospira, passandosi una mano sulla fronte. "Ok, giochiamo a carte?"
Faccio spallucce. "Meglio di niente."
"KENNY!" Urla Justin, facendomi sobbalzare dallo spavento.
Un Kenny mezzo addormentato sbuca dalla poltrona davanti. "Che c'è, amico?"
"Passami le carte." Justin allunga la mano e Kenny gli da il mazzo, prima di girarsi. "A cosa giochiamo?"
"Qualsiasi cosa. Ruba mazzetto." Mi metto una gamba sotto il sedere e mi giro verso di lui.
"Ah, io sono un mago a quello." Sorride divertito, iniziando a mischiare la carte.
Circa un'ora dopo, ovvero dopo un'ora di partita in cui Justin diceva più parolacce di Lil Wayne e Busta Rhymes messi insieme, finiamo di giocare.
"Ti detesto. Ti giuro, non voglio più giocare con te." Justin incrocia le braccia e io continuo a ridere, scuotendo la testa.
"Oddio, adoro batterti!" Gli prendo le carte di mano e le mischio. "Un'altra partita?"
"No." Mi lancia un'occhiataccia e io ridacchio. 
"Come siamo suscettibili, Justin." Faccio spallucce e gli consegno il mazzo. "Allora che facciamo?"
"Un altro gioco." Dice semplicemente.
"Ok, tipo... Non so." Lo guardo, sperando in un'illuminazione. "Porca miseria, quanto sei bello!" Sbotto, prima di spalancare gli occhi e mettermi la mano davanti alla bocca.
Scoppia a ridere allegramente, portandosi le ginocchia al petto.
Sbuffo. "Smettila! Non è divertente, non volevo dirtelo!" Alzo gli occhi al cielo. 
"Oddio, mi serve aria, cazzo!" Si piega in due e appoggia la fronte alla poltrona davanti a noi.
"Oh, spero ti venga un colpo!" Sbuffo, incrociando le braccia. 
Qualche minuto dopo si calma, passandosi le mani sul viso. "Ok, ci sono."
"Buongiorno." Sbotto, guardando fuori dal finestrino. Ma quant'è bella quella nuv- Aspetta, ma è... Che cavolo ci fa un gabbiano attaccato all'ala?! 
Scuoto il braccio di Justin e lui si avvicina. "Che c'è?"
"C'è un gabbiano morto attaccato all'ala dell'aereo!" Dico, e Scooter e Kenny si buttano di colpo a vedere fuori.
"Oh, mio Dio! Che schifo!" Kenny tira in fuori la lingua e si risiede composto, mentre Scooter ridacchia.
"Che schifo." Infilo il viso nel collo di Justin e lui mi abbraccia.
"Che facciamo? Non posso sopportare altre 22 ore." Sospira, e io sorrido.
"Io te l'ho detto: dormire fa bene, fa fare plin plin, e i-"
Mi interrompe. "Ma non era l'acqua che faceva fare plin plin?" Inarca un sopracciglio.
"Si, ma quando dormi la vescica lavora, e poi... Non so, vai in bagno." Faccio spallucce.
"Ecco perchè la gente va in bagno appena si sveglia!" Sorride, e io mi batto una mano in fronte.
"Devi passare più tempo sui libri, Justin. Credimi!" Scuoto la testa e lui ride, facendomi sedere su di sè.
"Sei bellissima." Dice, prima di darmi un bacio e riabbracciarmi, appoggiandomi a lui. 
Sbadiglio. "E ora dormiamo, così divento più bella."
"Non penso sia possibile." Fa spallucce tranquillamente, lasciandomi comunque addormentarmi.
 
Mi stiracchio appena usciamo dall'auto che ci ha lasciati nel centro di Los Angeles.
"Dio, che meraviglia!" Dice Scooter, abbracciando un albero. "Los Angeles, palme, spiaggia, caldo, sole, ragazze in pantaloncini e una sesta di tette!"
Pattie e mia mamma gli danno pugni sul braccio, alzando gli occhi al cielo. Camminiamo lungo le stradine, fermandoci almeno un migliaio di volte perchè Justin faccia gli autografi, e alla fine raggiungiamo il centro commerciale.
"Non ho ben capito perchè ci siamo venuti a piedi." Dico, guardando mia mamma e Pattie.
"Io non ho proprio capito perchè ci siamo venuti." Dice Justin, buttandosi a sedere su una panchina.
"Devo compare l'intimo, Justin." Pattie fa spallucce e Justin spalanca gli occhi.
"Che cooosa?! No! Che schifo, mamma!" Si copre il viso con le mani. "Dio, mi hai rovinato i sogni per sempre."
"Qual era il tuo sogno?" Gli chiede Pattie, divertita.
"Accompagnare la mia ragazza a scegliersi quella merda, ma ora... Dio, avrò la sua faccia stampata." Scuote la testa e si alza, passandosi una mano tra i capelli. Noi ridiamo e lui alza gli occhi al cielo.
"Noi andiamo nei negozi di intimo, voi fate pure i giri che volete." Dice mia mamma. Abbiamo lasciato Kenny e Scooter andare via, rimanendo in quattro.
"Allora, dove andiamo?" Guardo Justin, che si siede sulla panchina di nuovo e mi fa segno di sedermi accanto a lui. "Quindi?"
"Se scappassimo e tornassimo a casa a dormire?" Mi chiede sorridendo, e io rido.
"No, non sono più stanca. E sono solo le 4, perciò vedi di trovarti qualcosa da fare. Se vai a dormire e non dormi stanotte, ho il vago presentimento che mi terrai sveglia." Mi alzo e lo tiro verso le scale mobili. 
"Ma dove vuoi andare? Shopping è una roba per ragazze Los Angelesiane, sai? Tu sei New Jerseyana." Mi abbraccia e mi bacia i capelli.
Rido. "Quindi vuoi dire che mi vesto male?"
"No, voglio solo dire che senza vestiti staresti meglio." Fa spallucce e io spalanco la bocca, allontanandomi di colpo e dandogli un pugno sul braccio.
"Lo dico a tua madre!" Gli punto il dito contro e lui ride.
"Va bene." Fa spallucce.
Inarco un sopracciglio. "Aspetta, davvero?"
"No, per niente!" Scuote la testa. "Non dirglielo, sul serio. Mi lancerà fuori di casa."
"Ma hai una casa tua!"
"Si, ma non ho voglia di stare lì da solo." Fa spallucce e io scuoto la testa.
"Ok, penso che tu debba visitare qualche dottore, sai?" Mi incammino lungo uno dei tanti corridoi del centro commerciale e Justin mi solleva da terra.
"Ritiralo, prima di diventare un ficus." Dice, fermandosi a un enorme vaso con dentro un alberello e facendomi stare sul bordo.
Rido. "Non è un ficus, Justin."
"É un alberello che assomiglia a un ficus, e qualsiasi alberello che sia verde, abbia foglie e un tronco, per me è un ficus." Fa spallucce tranquillamente e mi mette le mani sui fianchi.
"Sono più alta di te!" Sorrido, spettinandogli i capelli.
Ride. "Torna con i piedi per terra, montata." Mi aiuta a scendere e ricominciamo a camminare. 
Un tizio vestito in mutande di Superman ci passa accanto, sventolando quella roba che usi per sturare il cesso. Come diavolo si chiama? Ah, vabbè: il punto è che c'è un tizio, al centro commerciale, che cammina in mutande di Superman sventolando quel non so come si chiama in mano! 
Spalanco la bocca, seguita da Justin e da tutti quelli che stavano comodamente seduti sulle panchine o uscendo dai negozi.
"Che cosa..." Justin non finisce la domanda, siccome il tizio torna indietro e gli sorride.
"Salve, lei è Justin Bieber, vero?" Gli domanda, stringendogli la mano velocemente. 
La scena è piuttosto comica: c'è una popstar che ha 50 milioni di fan, che sta a bocca spalancata davanti a un tizio che indossa mutande di Superman.
Solitamente, non dovrebbe essere il contrario?
Ah, ma chissene frega di Justin Drew Bieber! C'è lo sturacessi! Lo voglio anche io!
Capitan Ventosa! Yeah!
Senza aspettare una risposta da parte di Justin, che probabilmente non sarebbe neanche arrivata, il tizio gli porge una penna e un blocchetto di fogli, sorridendo.
"Lo fa un autografo per mia figlia, per favore?" Chiede a Justin, incrociando le braccia nell'attesa.
"Io... Penso di aver perso le mie facoltà mentali." Mugugna Justin, scrivendo il suo nome sul foglio e riconsegnando tutto al tizio.
"Grazie, lei è davvero gentilissimo!" Capitan Spiderman lo Sturacessi gli sorride di nuovo. 
"Posso chiederle perchè va in giro in mutande?" Chiedo piano, inarcando un sorpacciglio.
Il tizio sbuffa. "Ma perchè dovete sempre avere un motivo per fare qualcosa di strano?!" Sbotta, saltando sopra la panchina. "Questo è un mondo libero! Ognuno di voi, tutti voi, potete tranquillamente andare in giro tenendo in equilibrio un fagiolo in testa! Fatelo perchè vi va, perchè vi rende felici!"
"Ma lei è felice quando tiene in mano uno sturacessi?" Chiede Justin, pensieroso.
L'uomo salta giù e scuote la testa. "No, mia moglie mi ha fregato tutti i vestiti mentre mi cambiavo, e questa è l'unica schifezza che sono riuscito a trovare. Scusate, vado a bucare le gomme della sua macchina!" Correi via mentre ci saluta con la mano, andando a sbattere contro una vetrata.
"Ahia, cazzo." Justin fa una leggera smorfia, poi mi tira dietro di sè. "Io voglio andarmene da qui!"
Rido. "Dai, era... Originale."
"No, era... Era... Era indescrivibile, ecco!" Scuote la testa. "Seriamente, è l'unica cosa che non avrei mai pensato di vedere in vita mia. Mai!"
"Ehi, never say never, no?" Gli do un leggero pugno sul braccio e lui ride.
"Si, ma che schifo, Cristo santo!" Tira in fuori la lingua. "Ed era... Non so, che schifo, tutto molle!"
"Perchè?, tu guardavi lì?!" Mi fermo e gli lascio la mano.
"Perchè?, tu dove guardavi?" Mi guarda, inarcando un sopracciglio.
"Io volevo lo sturacessi, stupido!" Alzo gli occhi al cielo e lui ride.
"E io parlavo di quello, infatti!" Sorride innocentemente e mi riprende per mano. "É stata la conversazione più imbarazzante che abbia mai avuto." Dice poi, scuotendo la testa.
"Facciamo finta di non averla mai avuta." Gli porgo l'altra mano.
Ride. "La sto già stringendo la tua mano, e accetto." Mi stringe l'altra mano, e in un secondo mi ritrovo tra le sue braccia dopo una piroetta.
"Stai impazzendo, Justin." Rido, mentre mi ritira a sè quando cerco di andarmene. 
"Balliamo." Dice tranquillamente, facendomi fare un giro su me stessa.
Inarco un sopracciglio. "Stai scherzando, vero?" 
"No." Sorride, prendendomi per i fianchi e attirandomi a sè.
"Noo!" Rido. "Io non ballo davanti a tutti in un centro commerciale."
"Dai, fai finta che non ci sia nessuno." Fa spallucce e io guardo tutta la gente che ci guarda. Parte 'Domino' di Jessie J e io scuoto la testa.
"Non puoi farmi questo, Jus-" Mi interrompe e mi fa fare un giro su me stessa, prima di farmi ritornare da sè. "Just-"
"Zitta e balla." Ride. Affondo il viso nel suo collo mentre quelli intorno iniziano ad applaudire e ad unirsi a noi.
CHE. COSA. IMBARAZZANTE! 
"Dai, andiamo." Mi sussurra all'orecchio circa un minuto dopo, e ci facciamo strada tra la gente che balla.
"Ti giuro che me la pagherai!" Sbotto, sistemandomi i capelli che si sono spettinati quando Justin ha perso la pazienza e mi ha praticamente fatto lo sgambetto perchè iniziassi a muovere i piedi.
Il risultato? Sono quasi caduta e mi sono aggrappata a lui, facendo strisciare i capelli sulla sua spalla.
Sembro un gatto elettrostatico, ora!
Ride e mi passa un braccio intorno alle spalle. "Dai, non era così male. Inoltre, nessuno ti guardava, no?"
Ci penso un po' su. Beh, in effetti ha ragione. "Si, ma è stato comunque imbarazzante!" Ride. "Finirai sui giornali, Bieber. Goditelo!"
Sorride. "Anche tu finirai sui giornali. Saremo due coglioni che ballano in un centro commerciale."
"Se c'erano i paparazzi dietro di noi, allora avranno sicuramente ripreso Capitan Ventosa, giusto?" Inarco un sopracciglio.
Ride. "Capitan che cosa?!"
"Ah, non puoi capire." Scuoto la testa sorridendo. "É un fenomeno quell'uomo."
"Certo." Justin annuisce, visibilmente poco convinto.
Tiro fuori il telefono e vado su YouTube, digitando 'Sturacessi'.
Scoppio a ridere, andando a sbattere col fianco contro una vetrata di un negozio. "Oddio! Crepo!" 
Justin mi guarda scioccato, sconvolto, terrorizzato e confuso. "Eh?" Chiede infine.
Gli passo il telefono. "Guarda il terzo video, ti prego!"
Mi lancia un'occhiata interrogativa e prende il telefono. "Come smontare un WC in allegria." Annuisce leggermente, ridandomi il telefono. "Tu sei pazza."
Rido. "Ti prego, compriamo un manuale per smontare un water!" Collasso sulla panchina e prendo dei bei respiri. 
Justin si siede accanto a me, accarezzandomi la pancia. "Tranquilla, va tutto bene. Prendi fiato."
Faccio come dice, facendo lunghi respiri. "Ok, ci sono." Annuisco.
"Tutto ok?" Inarca un sopracciglio appena mi risiedo composta.
Annuisco e lo abbraccio. "Ciao!"
Justin mi cinge la vita con un braccio. "Ciao." Fa una pausa. "Sei ancora viva?" 
Rido. "Si, si. Andiamo." Annuisco, alzandomi. Si incammina affianco a me.
"Spero che qualcuno abbia fatto un video di te." Dice poi, e io gli tiro un leggero pugno.
"Così mio padre mi trova e mi ammazza." Sorrido e lui mi prende in braccio, stile sposa.
"Nessuno si avvicinerà a te." Dice.
"Neanche mia mamma? Penso che non le piacerà scoprirlo." Scuoto la testa e lui ride, mettendomi giù.
 
Corro giù per le scale e mi fermo in cucina, fermando Justin, mia mamma e Pattie dal mangiare.
Mi guardano, finchè Justin decide di rompere il silenzio. "Ronnie?"
Sorrido. "Ho una notizia! Justin, ti piacerà. Abbiamo un'occupazione insieme per stasera, visto che non hai più sonno."
Annuisce lentamente. "Ok, dimmi."
Faccio qualche saltello sul posto. "Ho intasato il water, possiamo smontarlo in allegria!" Dico, e tutti sputano in avanti ciò che mangiavano.
"Sei impazzita?!" Justin si alza e corre al piano di sopra, entrando nel primo bagno che c'è, poi esamina quello della sua stanza, uscendo trionfante. "Il mio è a posto, per il resto non mi interessa. Torno a mangiare." Si fa spazio tra me, Pattie e mia mamma e torna giù.
Pattie mi guarda scioccata. "Perchè hai intasato un water?!"
"Perchè c'era Capitan Ventosa!" Faccio spallucce e scompaio al piano di sotto, sedendomi accanto a Justin e cominciando a mangiare.
Pattie e mia mamma si siedono al tavolo di nuovo, fingendosi indifferenti.
"Penseremo dopo allo sturarlo." Dice Pattie, facendo spallucce.
"Ti fa male l'aria del centro commerciale, piccola." Justin mi mette una mano sul ginocchio, stringendo piano.
Mia mamma spalanca gli occhi. "L'ha chiamata piccola!" Guarda Pattie, scuotendola per le spalle.
Pattie ride, annuendo. "Lo so, lo so, c'ero anche io! Che carini!"
"Si, sono stupendi!" Annuisce mia mamma, e iniziano ad applaudire, mentre io e Justin ci alziamo piano e scappiamo al piano di sopra.

Ciaaaaaaaaaaaaao :3
Nsdfsukfyi allora, molte di voi vanno a Bologna (Mi dispiace davvero per quelle che non vanno :( Ma come dice lui, le fan che non lo hanno ancora incontrato, sono le più speciali :D), quindi, boh, spero di incontrarvi tutte lì, meraviglie *-*
A proposito, qualcuno di voi ha Kik o WhatsApp o qualsiasi merdaccia del genere? :') 
Ok, a parte questo: il video dello sturacessi esiste davvero! Sono letteralmente morta dalle risate quando l'ho visto xD
Ed è pure in Italiano :3
A parte questo, vado ad ascoltarmi Taylor Momsen ksdjbfisadkfjasd Che figa quella ragazza, Cristo *-*
Sciao, bellezze. <3

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Allora, Kendra, l'hai provata l'ultima ceretta per le gambe? ***


Justin si butta accanto a me sul divano e mi prende le mani, sorridendo.
"Che hai?" Inarco un sopracciglio.
"Stasera ti porterei sulla luna." Sorride, e io ridacchio.
"Quanto sei do-"
Mi interrompe. "Ma è piena." Fa spallucce, mi frega il telecomando e cambia canale.
Incrocio le braccia e sbuffo. "Stronzo."
Ride. "Giusto, buongiorno." Mi bacia la guancia e mia mamma e Pattie entrano in sala.
"Ragazzi, oggi vengono Jazzy, Jaxon e Jeremy." Annuncia Pattie, prima di porgerci due ciotole con il gelato dentro.
"Che figata, che figata, che figata!" Justin si mette a sedere di colpo. 
"Justin, non vuol dire che puoi di nuovo sfidare Jazzy a chi mangia più hot dog." Pattie gli lancia un'0cchiataccia. 
Mi giro verso Justin. "Hai fatto a gara con tua sorella?!"
Ridacchia, facendo spallucce. "Non sapevamo che fare, nevicava e non potevamo uscire. Cosa potevamo fare?"
"Uhm, non so, guardare la TV? Leggere? Giocare al gioco dell'oca?"
Ci pensa un po' su. "Hai delle idee molto originali, Ronnie." Sorride.
Mia mamma sorride. "Stavo pensando che sono ancora giovane, di conseguenza potrei fa-"
La interrompo velocemente. "Mamma, niente figli, per favore."
"Non ti piacerebbe avere un fratellino? O una sorellina?" Mi chiede, inarcando un sopracciglio.
"Ehm... No, affatto." Faccio spallucce e sbadiglio. "Io vado a dormire, voi fate quello che volete."
"Justin, vai a preparare la stanza dei bambini." Dice Pattie, indicando le scale.
Justin sospira. "Perchè non posso farlo dopo?"
"Perchè dopo ci sarà 'Spongebob', e rischio di essere buttata fuori casa se ti dico qualcosa." Pattie fa spallucce ed esce dalla sala.
Justin ride, alzandosi. "Ok, touchè." Mi prende per mano e mi tira dietro di sè.
"Ma io devo incontrarli? Non è che posso dormire in giardino mentre sono qui?" Gli chiedo piano.
Ride. "Perchè dovresti?"
"Ecco, non piaccio molto ai bambini." Faccio spallucce.
Mi guarda, inarcando un sopracciglio. "Che cosa fai?!"
Alzo gli occhi al cielo. "Ecco, quando abitavo ancora nel New Jersey, c'era il fratello di una mia amica, e mentre giocavamo a fare i giocolieri... Ecco, gli ho accidentalemente lanciato un birillo in testa. La storia si è sparsa ovunque e non ho più visto bambini piccoli in giro."
Scoppia a ridere. "Cazzo, sei un pericolo ambulante!"
Sbuffo. "Zitto, tu hai cercato di uccidere Jazzy a colpi di hot dog!"
"Beh, quello era diverso!" Ride, per poi aprire una stanza. "Mi aiuti a sistemarla?"
Mi guardo intorno, vedendo un casino pazzesco. "Da quanto non viene ordinata?!"
Ci pensa un po' su. "Ecco, diciamo da... Uhm, un anno? É così da quando se ne sono andati."
Spalanco la bocca. "Io vado a dormire. Divertiti, Justin." Esco dalla camera e mi fiondo nella mia, buttandomi sul letto.
Quindi dovrò incontrare Jazzy, Jaxon e Jeremy? Ha, no.
 
"No! Justin, non ci provare neanche!" Mi fermo dietro al mio letto, lanciando un'occhiataccia a Justin, che tiene in mano una pistola ad acqua.
"Forza, vieni giù o ti ritrovi bagnata!" Incrocia le braccia, tenendo la pistola a penzoloni.
Alzo gli occhi al cielo. "Posso buttarmi fuori dalla finestra e farai finta che non mi hai mai conosciuta, dai!"
Ride e lascia giù le braccia. "Conto fino a tre, Ronnie."
"Stai scherzando?" Inarco un sopracciglio.
"Uno." Comincia. Ok, non sta scherzando.
Mi guardo velocemente intorno, pensando a cosa fare. Ok, posso scappare direttamente fuori dalla camera, no? Si! 
Veloce, veloce, veloce, velo-
"E siamo a tre." Justin mi punta contro la pistola e mi ritrovo fradicia in meno di cinque secondi.
Spalanco la bocca, spostandomi i capelli dalla faccia. "Sei... Sei... Sei qualcosa di brutto, ecco cosa sei!"
Ride e getta la pistola sul mio letto. "Forza, andiamo." Mi prende per mano e mi butta sulle spalle, portandomi giù.
"Lei deve essere Ronnie, vero?" Un uomo ride e Justin mi mette giù.
"Te ne pentirai, Bieber!" Gli do un leggero pugno, poi sorrido all'uomo. "E lei deve essere Jeremy." Gli porgo la mano.
La stringe ridendo. "Cosa ti ha fatto mio figlio?"
"Oh, mi ha solo sparato." Faccio spallucce e Jazzy si butta addosso a me.
"Ciaooo!" Squittisce, abbracciandomi di colpo. Probabilmente non sa dei birilli, vero?
"Ciao." Sorrido, spettinandole i capelli.
Salta giù. "Justin ci ha parlato molto di te!"
Inarco un sopracciglio. "Davvero?"
Ride. "No, ma di solito lo dicono sempre nei film." Fa spallucce e saltella via, mentre Justin scuote la testa esasperato.
"Lui è Jaxon." Indica il bambino con i capelli biondi che si mangia la testa di un velociraptor.
Mi abbasso al suo livello e lui ride. "Perchè hai i capelli bagnati?"
"Beh, tuo fratello è un diciottenne a cui piace molto giocare con l'acqua, perciò dopo potremmo spingerlo in piscina, che ne dici?" Sorrido.
Applaude allegramente. "Justin in piscina, Justin in piscina!" Urla, e noi ridiamo.
"Vado ad aiutare tua madre con il pranzo." Jeremy lascia Jaxon nelle mani di Justin e sparisce.
Justin si gira verso di me, lasciando andare Jaxon. "Allora, non è stato così male, no?"
"Sarebbe stato meglio se fossi stata asciutta!" Incrocio le braccia e guardo Jaxon saltellare via.
"Beh, io ho contato fino a tre." Justin fa spallucce e mi prende per mano, attirandomi a sè e baciandomi.
"JUSTIN SI É TROVATO UNA NUOVA RAGAZZA!" Urla Jazzy, e ci stacchiamo velocemente.
"Ehi, non avevi le Barbie nella valigia?" Le chiede Justin, e gli occhi di Jazzy si illuminano.
"Si! Ora le prendo e giochiamo tutti insieme!" Urla, correndo via. 
"Non dirmi che inventa teatrini." Guardo Justin, che annuisce.
"Si. E io non sono mai Ken, santo cazzo." Sbuffa, conducendomi in sala. Rido e ci sediamo sul tappeto, guardando Jaxon che morde un angolo del tavolino.
Jazzy torna, sedendosi davanti a noi e aprendo un baule rosa shocking, tirando fuori le bambole. Ne porge una a me, una a Justin e una a Jaxon, che inizia a morderle la testa, sputandola fuori velocemente a causa dei capelli.
"Ok, io mi chiamo Kendra!" Annuncia la bambina, sedendosi composta. "Ronnie, tu sei Ellie, e Justin... Non so, tu sarai Puta."
"Perchè Puta? Puta non mi piace, suona male." Justin scuote la testa. "Posso fare Ken?"
Jazzy alza gli occhi al cielo. "No, santa caspiterina! Ti ho già detto migliaia di volte che Ken è una donna! Non puoi fare una donna!"
"E ora cosa sto facendo?!" Justin alza la Barbie dai capelli viola e sospira.
"Beh, lei è sempre più uomo di Ken." Jazzy fa spallucce e io rido, appoggiando la schiena al divano. Justin fa lo stesso, mentre Jazzy tira Jaxon accanto a lei.
"Facciamo finta che sono tutte andate a fare shopping!" Annuncia allegramente, prendendo le gambe della Barbie bionda e muovendole.
Rido e Justin mi guarda. "Che hai da ridere?"
"Ecco, lei ha cinque anni e gioca con le Barbie." Dico, annuendo. "Ma io ne ho 17 e guardo ancora 'Barbie e lo Schiaccianoci'!" 
Ride. "Io guardo 'Spongebob'." Fa spallucce e Jazzy lo tira per la manica.
"Allora, voi due! Sappiate che divento cattiva se non giocate!" Sbuffa, incrociando le braccia.
"Ci conviene giocare." Sospira Justin, facendo camminare la Barbie accanto a lei. "Allora, Kendra, l'hai provata l'ultima ceretta per le gambe?" Chiede a Jazzy, imitando la voce di una donna rincoglionita.
"No, e tu? Ho sentito anche che danno i lucidalabbra nuovi da Douglas! É meglio sbrigarci! E poi ho visto un tipo carino che vende salse tonnate!" Jazzy ridacchia, divertita.
Justin si lascia cadere per terra. "Non posso essere realmente arrivato a questo livello." Sussurra, mentre Jazzy e io ridiamo.
"Allora, Puta? Ti piacciono le salse tonnate? Potremmo ordinarne un pacco, magari è il tizio carino che ce lo porta!" Continua la bambina, mentre Justin si da le Barbiate in testa.
"Si, si, fatti portare il pacco." Annuisce, e Pattie, mia madre e Jeremy entrano in sala.
"Ok... Justin, perchè stai tenendo in mano una Barbie?" Chiede Pattie, inarcando un sopracciglio.
"Perchè Jazzy vuole giocare!" Sbuffa lui, alzando gli occhi al cielo.
"Io vado a prenotare una visita da uno psicologo, tu stai pure qui a giocare. Vuoi per caso una tazza di the, tesoro?" Gli sorride, e Justin le lancia un'occhiataccia.
"No, nemmeno morto." Dice poi, prima di prendere Jazzy in braccio e alzarsi. "Andiamo a mangiare hot dog?"
"Si!" Jazzy lascia cadere la Barbie, mentre Pattie corre a prendere il telefono. 
Compone velocemente un numero, rimanendo poi ad aspettare. "Salve, parlo con Michael Edwards? Si, si, ecco, vorrei prenotare una visita per mio figlio."
"Mamma!" Justin si precipita a prendere la cornetta.
"Si! Soffre di qualche disturbo adolescenziale, e ha una ragazza! Non vorrei che la ragazza venisse contagiata, sa com'è?" Pattie lo tiene lontano con la mano, e vedo Jazzy che continua a ridere. "Si, domani va benone! Ok, alle 4, allora! Salve!" Riaggancia e Justin si appoggia alla parete.
"Ora ho capito perchè ho preso una casa per me." Sussurra, prima di portare Jazzy in cucina.
Jeremy si siede accanto a me, sorridendo. "Allora, da quanto state insieme?"
"Sa che non lo so?" Faccio spallucce, districando i nodi della Barbie.
Ride. "Deduco da poco, eh?"
Sorrido. "Già." Annuisco, posando la Barbie e stiracchiandomi.
"Beh, sono sicuro che mio figlio saprà renderti felice." Dice, prima di alzarsi ed aiutarmi. "Ora andiamo a mangiare, coraggio."
Lo seguo fino in cucina, dove vedo Justin che da da mangiare a Jazzy. "Ma quanto sei carino." Sorrido, sedendomi accanto a lui.
Mi lancia un'occhiataccia. "Jazzy ha detto che mi taglierà i capelli se non lo faccio."
Rido. "Lo farebbe?"
"Oh, si." Annuisce velocemente, prima di ficcare il cucchiaio nella bocca della sorella.
 
"No, guardiamo 'Spiderman'!" Justin prende il telecomando dalle mani di Jazzy.
"MAMMAAA!" Urla la bimba, correndo via. Justin si butta accanto a me.
"Basta, voglio essere un uccello e partire per le Bahamas." Dice, sospirando e cambiando canale.
"Ma a me fa schifo questo film!" Alzo gli occhi al cielo e lui mi fissa scioccato.
"Tu essere no più mia ragazza." Annuncia, prima di prendermi per i fianchi e iniziare a farmi il solletico.
Scoppio a ridere. "No, Jus- Oddio! No, ti prego!" Cerco di divincolarmi, e alla fine cado per terra.
Ridacchia. "Funziona sempre con le ragazze." 
Gli mostro il dito medio e mi siedo accanto a lui. "Mi stai trasformando in una ragazza volgare."
"Trasformare te in una ragazza volgare? Non penso di poter campare così a lungo, Ronnie." Scuote la testa e io rido.
"Che stronzo, Dio santo." Alzo gli occhi al cielo. "Possiamo guardare 'Cenerentola'?" Sporgo il labbro inferiore in avanti.
"No, mai nella vita. L'ho visto almeno una decina di volte." Alza il volume alla TV.
"Per favore?" Gli faccio i grattini sul braccio.
Mi guarda, pensando. "Solo a una condizione."
"Spara!" Sorrido.
"Stanotte dormi con me e guardiamo tutti i film di 'Saw'."
Spalanco la bocca. "Guarda pure 'Spiderman', che è un film stupendo!" Sorrido, e lui ride, abbracciandomi.
"No, ormai abbiamo deciso." Cambia canale e trova il cartone, buttando il telecomando sul tavolino.
"Sii!" Jazzy torna in sala e si butta di peso su di noi, accoccolandosi.
Justin la tira per le gambe, facendola sdraiare completamente su di noi. "Ecco, scimmietta."
Jazzy ride e gli prende la mano, inziando a mordicchiargli il dito. "Cenerentola è bella quanto te, Ronnie!"
Arrossisco. "Uh, eh, uhm, ehm... Grazie." Sorrido.
Passiamo circa due ore a guardare il cartone, con Jazzy che continua ad arrampicarsi o su di me, o su Justin, per poi lasciarsi cadere sulle nostre gambe. Insomma, ci usa come scivoli, ecco. Jaxon sta comodamente sdraiato sull'altra gamba di Justin, mentre questo gli fa il solletico, facendolo ridere. É rotolato giù un paio di volte. Jeremy e Pattie sono abbracciati sull'altro divano, mentre mia mamma sta abbracciata a un cuscino.
"Sapete che sarete voi a metterli a letto?" Annuncia Jeremy, guardando me e Justin, intenti a bloccare la furia dei due cicloni.
"Ah, si? Perchè?" Chiede Justin, acchiappando un Jaxon che era saltato dal bracciolo del divano. 
"Perchè noi usciamo. Justin, domani hai lo psicologo." Pattie ridacchia, e Justin sbuffa.
"Pensavo stessi scherzando, mamma." Incrocia le braccia, e Jaxon non perde l'occasione per arrampicarsi su di lui di nuovo.
"Infatti, scherzavo. Però una visita non ti farebbe male." La donna fa spallucce. "Ora zitti, c'è la fata!" Ci fa cenno di stare in silenzio e guarda la TV.
Jeremy lancia un'occhiata esasperata a Justin, che fa spallucce. "Io non posso farci niente."
Il padre alza gli occhi al cielo. "Abbiamo bisogno di una serata di soli uomini, figlio."
"Quanto hai ragione." Justin tira Jaxon e lo prende in braccio, mentre io continuo a fermare Jazzy dal togliersi tutti i vestiti.
"Ah, mi arrendo." Collasso sul divano e Justin ride.
"Così presto? Pensa che resteranno qui per un po' di giorni." Mi dice tranquillamente, prima di mettere giù Jaxon e fare segno a Jazzy di scendere dalle mie gambe.
"Sono adorabili." Dico, appena questi corrono via, inseguendosi su per le scale. 
Justin mi fa appoggiare la testa sulle sue gambe, accarezzandomi lo stomaco. "Lo so, te l'avevo detto."
"Ma sono due tornadi, santo Dio." Alzo gli occhi al cielo e lui ride. "No, seriamente. Anche tu sei così."
"Ehi!" Mi lancia un'occhiataccia.
"Oh, è vero!" Pattie gli sorride, mettendosi a sedere. "Si sposano! Si stanno sposando!"
"E questa cogliona perde di nuovo la scarpetta." Jeremy alza gli occhi al cielo e si mette un cuscino in testa. "Justin, domani giochiamo a basket e lasciamo le donne a cucinare."
"Perfetto, ci sto." Justin annuisce e io mi siedo sulle sue gambe, infilando il viso nel suo collo. "Sei stanca?"
"No, esausta." Faccio spallucce e mi stiracchio. "Che ore sono?"
"Ehm... Oddio, le 5." Mette l'iPhone accanto a noi e mi abbraccia.
"Ma voi due vi baciate mai?!" Sbotta mia madre, sbuffando.
"Eh?" Justin inarca un sopracciglio.
"Si, santo Dio! Non vi baciate mai! Ormai ho gli occhi fuori dalle orbite a forza di controllarvi!" Incrocia le braccia e scoppiamo a ridere.
"Ok, questo è strano." Annuisco, e sentiamo un boato dal piano di sopra.
"Cazzo!" Justin mi mette giù velocemente e corre al piano di sopra. Qualche minuto dopo scende, tenendo in braccio Jazzy e Jaxon.
"Che hanno fatto?" Chiedo, appena si siede accanto a me.
"Ecco..." Si passa una mano tra i capelli. "Diciamo che dovrai dormire con me per molto tempo."
"Che cosa hanno fatto?!" Mi alzo e lui ride, facendomi sedere su di sè.
"Hanno rotto il tuo letto." Fa spallucce tranquillamente.
"JAZZY E JAXON!" Pattie si alza dal divano e i due bimbi scoppiano a ridere, correndo via dalla madre.
"Domani ti compriamo un letto nuovo, stai tranquilla." Mia mamma fa spallucce.
"No! Perchè dovete comprarle un letto? I letti sono scomodi, fanno schifo." Justin scuote velocemente la testa. "Può dormire su di me."
"Ayo, amico! Calma gli ormoni." Jeremy gli lancia un cuscino addosso e lui ride.
"Zitto, papà. Tu sei ancora così con mamma." Fa spallucce e Jeremy arrossisce.
"Non sono fatti tuoi, Bieber!" Dice poi, alzandosi. Ridiamo. 
 
"Dici che riusciremo a mangiare qualcosa?" Chiede Justin, intento a fermare le mani di Jaxon per dargli le patate.
"Non so." Faccio spallucce. "Ma abbiamo tutta la notte. Dovevamo guardare tutti i 'Saw', no?"
Sorride annuendo. "Giusto. Jaxon, su, non abbiamo tutto il giorno!" Sbuffa, infilando la patata in bocca al biondino. "Oddio, ti ringrazio."
Jazzy ride e mastica lentamente il pezzo di pizza. "Domani possiamo andare al parco? E in spiaggia? E al centro commerciale?"
"Certo." Annuisco, tirandola un po' più su.
"Dove dormiamo?" Chiede ancora.
"Nella stessa camera dell'anno scorso." Justin si alza e fa sedere Jaxon sul tavolo, continuando ad incucchiaiarlo.
"Ma non è giusto! Papà ha cambiato camera, voglio cambiarla anche io! Non voglio dormire con Jaxon!" Jazzy incrocia le braccia. 
"E dove vorresti dormire?" Justin la guarda.
"Con te!" La bambina sorride e Justin ride, alzando gli occhi al cielo.
"Mi dispiace, il letto sarà occupato per un po'." Fa spallucce e posa il piatto, prendendo Jaxon in braccio. "Forza, tempo di lavarsi i denti." Lo porta al piano di sopra, lasciandomi con Jazzy.
"Tu sposerai mio fratello?" Mi chiede a un certo punto, e io soffoco con l'acqua che bevevo.
"Eh?!"
Ride e salta giù, prendendomi la forchetta di mano e ricominciando a mangiare. "Ti piace mio fratello, quindi dopo un po' vi sposerete e vivrete come Cenerentola!"
"Ehm, a differenza che io ho le scarpe che mi stanno." Sorrido, alzandomi dalla sedia. Mi segue in cucina.
"Quindi ora vivete già insieme." Annuisce leggermente e mi porge il piatto.
"Ehm, direi di si." Annuisco.
"Siete carinissimi!" Squittisce, saltellando sul posto.
Rido e la prendo in braccio. "Grazie. Andiamo a metterci il pigiama?" 
Annuisce. "Ne ho uno giallo con la faccia di Titty!" Sorride e io la porto su. Entriamo nella stanza e Justin e Jaxon sono entrambi sdraiati sul letto, abbracciati.
"Dici che dormono?" Guardo Jazzy, che allunga il collo per poi annuire.
"Si, dormono. E penso che Jaxon stia soffocando." Salta giù e salta sul letto, svegliandoli entrambi. 
"Jazzy, stai buona." Justin la prende per la caviglia e lei cade, accoccolandosi accanto a lui.
"Ronnie, vieni qui anche tu! Si sta caldi!" Jazzy sbuca da sotto il braccio di Justin.
Rido. "Meglio di no."
"Dai, vieni." Justin allunga la mano e io sospiro, sdraiandomi accanto a loro.
"Ora si che sembriamo una famiglia felice!" Jazzy ridacchia e si attacca a me. Intanto Jaxon si butta addosso a Justin.
Perfetto, sto soffocando!
E muoio anche di caldo, santo Dio.
 
"Ehi, voi due." Una mano scuote sia me che Justin, e entrambi ci mettiamo a sedere, vedendo Jeremy di fronte a noi.
"Che ore sono?" Mi guardo intorno, e scopro che siamo ancora nella stanza di Jazzy e Jaxon.
"Mezzanotte." Jeremy controlla l'ora, poi sorride. "Almeno stanno dormendo."
Justin guarda i fratelli. "Dio, voglio andare a dormire." Si alza e mi prende per mano. "A domani, papà."
"Buonanotte." Sorride, per poi coprire i bimbi con una coperta. 
Appena entriamo in camera sua, Justin si tuffa a letto, mettendo la testa tra i cuscini. Mi sdraio accanto a lui, accarezzandogli la schiena.
"Quindi, niente 'Saw'?" Gli chiedo sarcasticamente.
Balza a sedere. "Si! Guardiamo tutto. Forza, vai a prendere da mangiare, io metto il film." Sorride e io alzo gli occhi al cielo.
"Ma sei stanco!" Sbuffo, e lui ridacchia, dandomi un bacio.
"Mai abbastanza per 'Saw'." Fa spallucce e si alza, mentre io mi trascino al piano di sotto.
Sbadiglio prendendo il cartone di pizza e tirando fuori i tranci, infilandoli nel microonde. Tamburello sul bancone, guardando fuori dalla finestra.
"Ehi." Una voce alle mie spalle mi riporta alla realtà.
"Oh, ciao." Sorrido e Pattie tira fuori una bottiglia d'acqua dal frigo.
"Non avete mangiato?" Inarca un sopracciglio e tiro fuori i piatti dal microonde.
"Abbiamo dato da mangiare a Jazzy e Jaxon, poi siamo svenuti sul letto." Faccio spallucce e lei ride.
"Beh, io torno a letto. Non state svegli tutta la notte." Mi accarezza un braccio e se ne va, mentre io torno di sopra.
"Finalmente!" Sbotta Justin, tranquillamente giocando con il telefono.
Gli lancio un'occhiataccia. "Potevi farlo tu, visto che hai così tanta fretta!"
Sorride. "Mi mancavi tu."
Alzo gli occhi al cielo. "Se tu non fossi così dolce, faresti una fine peggiore."
Ride e mi fa spazio, prendendo il suo piatto. "Sei pronta?"
"No." Faccio spallucce e lui ride, premendo play.
"Tieniti pronta." Mi mette un braccio intorno alle spalle e io sospiro, cominciando a mangiare e cercando di evitare di vedere ogni scena.
Odio tutti i film di 'Saw'. Non dormo per notti intere, santo Dio!
 
Eeeeeeeeeeilà :')
Como estas? :')
É un capitolo di demenza assurda: troppo lungo, troppo noioso e troppo stupido.
Scusate D:
Solo che sono piena di cose da fare, e non voglio farvi aspettare troppo >.<
Penso che arriverò a zero recensioni 3:
Ora vado, sparisco, evaporo, mi dileguo :3
Oddio, avete visto gli One Direction alle olimpiadi? *-* Zayn col ciuffo biondo euofysfhkdujasmpodfy.
E Harry che morirà con le sue converse bianche. D; 
Wjgwpwiofwd, Liam e Niall che hanno i capelli simili a quelli di Ciasteeeeeeeeen! ;D
Eeeee, stavo pensando...
Vorrei scrivere un'altra fanfiction, sempre con Justin, ma diversa.
Cioè, è su due migliori amici che... Insomma, è un po' un casino.
Comunque, ditemi se volete il primo capitolo, così lo posto :3
Cercherò di aggiornare ogni sera, sennò ogni due giorni. 
Vi voglio bene.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Devi essere un generale, perchè le mie parti sono scattate sull'attenti. ***


Mi sveglio di colpo. Ecco, o è la pizza, o è quella cavolo di gamba che si è segato via in quella camera.
Justin dorme tranquillamente, ovviamente. Anzi, più che tranquillamente. Sta stritolando il cuscino.
Rimango scioccata all'idea che avrebbe potuto abbracciare me in quel modo.
Ok, da questa sera pregherò sempre prima di andare a letto, ho deciso.
Mi guardo intorno, e il fatto che l'enorme stanza è illuminata solo dalla luce della luna, non aiuta per niente.
Ti prego, fa' che quel mostro senza testa sia solo un qualcosa, ti prego!
BOOM! Oddio, viene dalla cucina! Oddio, oddio, oddio! 
Salto in aria e scuoto il braccio di Justin con molta, troppa foga.
Apre un occhio, scombussolato. "Che c'è?"
"Ho sentito un rumore." Sussurro, guardandomi intorno. 
"Mhm, Ronnie, sarà stata la pioggia. Torna a dormire." Si tira su la coperta e richiude gli occhi.
"Justin, secondo te la pioggia è entrata in cucina a prepararsi un sandwich?!" Sbotto, alzandomi dal letto.
Ridacchia. "Piccola, sei paranoica. Non è niente, vieni qui." Mi tira giù con sè e mi abbraccia, nascondendo il viso tra i miei capelli.
Fisso un po' il soffitto, prima di rimettermi a sedere e svegliando Justin di nuovo.
"Justin, c'è qualcuno di sotto. Andiamo a vedere." Dico piano.
Sospira. "Ma chi vuoi che ci sia, Ronnie?" 
"Non lo so, è per questo che andiamo a vedere!" Sbuffo, alzandomi.
Scuote la testa e si alza. "Dio, ma perchè capita a me?" Mi segue fuori e lo attacco al muro.
"Shh! Fai piano, magari è un assassino!" Ci penso un po' su. "Ancora peggio, magari è qualche fan assatanata!"
Ride e alza gli occhi al cielo. "Dai, facciamo veloce e torniamo a dormire." Mi prende per mano e lo spiaccico al muro, facendolo camminare piano.
"Dio, e se moriamo?" Sussurro.
"Non moriremo."
"E se ci rapiscono?"
"Non ci rapiranno."
"E se ci stuprano?!"
Ride. "Ronnie, dai, sii seria: siamo in una casa con le porte blindate, e abbiamo almeno una decina di allarmi. Chi vuoi che sia così cretino da rischiare la vita?"
Ci penso un po' su. "Ehm, Osama Bin Laden." Sorrido e lui scoppia a ridere.
"Piccola, penso che lui sia andato via da un po'."
"E se ci ha messo una bomba in casa?"
Scuote la testa e mi prende il viso tra le mani, dandomi un bacio. Ma un beeel bacio! Eh, Cristo! Si allontana qualche secondo dopo.
"Sei più calma?" Aggrotta la fronte.
Annuisco lentamente. "Si, penso di si."
"Bene. Terminiamo questa missione e torniamo a letto."
Una volta scese le scale, giriamo e sento qualcosa in cucina. Ecco, e ora moriamo.
"Cristo santo, chiama la polizia!" Sbuffo piano, e Justin ride.
Ci avviciniamo, ovviamente con me che tiro Justin indietro, e sbirciamo nella cucina. Spalanco gli occhi alla vista della persona davanti a me.
"Papà?!" Justin inarca un sopracciglio, guardando un Jeremy in boxer, intento a prepararsi i pancakes. Ho capito da dove ha preso Justin, ora.
Si gira di colpo. "Oddio!" Prende un asciugamano e se lo mette sulla... Zona. "Che ci fate svegli?!"
"Ecco... Ronnie ha sentito un rumore e mi ha buttato giù dal letto." Justin fa spallucce e prende un pancake, dandomelo.
Gli lancio un'occhiataccia. "Fai sul serio? Tu coi tuoi stupidi film mi hai rovinato la vita!" Corro al piano di sopra e li sento ridere. 
Mi tuffo a letto e sbuffo. Che palle, Cristo santo! Cos'ho fatto di male?! La porta si apre lentamente, per poi chiudersi piano. Justin si inginocchia davanti a me, togliendomi i capelli dal viso.
"Ehi, tutto ok?" Mi chiede.
E ha anche il coraggio di chiedermelo?! "No." Sbotto velocemente.
Sospira. "Mi dispiace se ti sei spaventata."
"Vaffanculo. Tu e i tuoi pancakes e tutti i tuoi antenati che ti hanno trasmesso la passione."
Ridacchia. "Dai, non fare così." Mi sposta un po' e si sdraia accanto a me, prendendomi tra le braccia. "Vuoi guardare qualche cartone per calmarti?"
Sbuffo. "Battiti un cocomero in faccia, Justin."
Mi bacia i capelli. "Ho un'idea." Si alza.
"Hai davvero intenzione di lasciarmi qui da sola?!" Mi metto a sedere e lui ride.
"Stai tranquilla, torno subito." Esce dalla stanza e io alzo gli occhi al cielo. Bel ragazzo, cavolo!
Qualche minuto dopo torna, accende la TV, infila un disco nel DVD, mi porge una ciotola piena di dolci e si siede accanto a me.
"Mi perdoni?" Mi sorride, baciandomi la guancia.
"Prima vediamo che film hai messo." Faccio spallucce e comincio a mangiarmi gli orsetti di gelatina. "Oddio!" Balzo a sedere appena leggo 'Lily e il vagabondo'.
Ride. "Allora?"
Mi tuffo tra le sue braccia. "Si, si, si! Cazzo, si!"
"Woah, che affetto." Mi bacia i capelli e rotolo di nuovo accanto a lui, rimanendo tra le sue braccia. Mi infilo un pugno di orsetti in bocca e inizio a masticare come una mucca.
"Come sai che mi piace il film?" Lo guardo, e lui fa spallucce.
"Piace a quasi tutte le ragazze. Direi che è per la scena della pasta, specialmente." Dice tranquillamente.
Sbuffo. "Certo. Come a voi ragazzi i porno piacciono solamente quando fanno sesso."
"Piccola, il porno è sesso." Sorride e io gli tiro un pugno. "Ahia, fai male!"
"Così impari. E non sono piccola." Alzo gli occhi al cielo e lui ride.
"Sei piccolissima, infatti." Mi prende la ciotola di mano e mi butta sotto di sè, cominciando a baciarmi. 
"VOI DUE!" Due pugni arrivano dall'altra stanza. "SMETTETELA DI SUCCHIARVI I POLMONI E DORMITE!"
Rido, allontanando Justin. "Penso sia tua mamma, sai?"
"Ne sono sicuro." Sorride e mi bacia ancora. "Ma è lei che ci chiede continuamente se ci baciamo o no, quindi accontentiamola." Rido e mi afferra per i fianchi, tenendomi ferma.
"Il film!" Gli do qualche leggero schiaffo sulla schiena e lui mi ferma le mani. Ok, non avrò risposta. Arrendiamoci.
 
"Jazzy, ti vuoi sbrigare?!" Justin sospira e si appoggia allo stipite della porta.
"Non mi mettere fretta!" Urla Jazzy dal piano di sopra, e io rido, tenendo Jaxon in braccio.
"Ragazze." Justin sbuffa e io gli picchio il braccio. "Che c'è?"
"Cos'hai contro le ragazze?" Gli lancio un'occhiataccia.
"Mi fate girare due co-" Guarda Jaxon e si blocca. "Due coriandoli, quando dovete prepararvi."
"Amo i coriandoli! Possiamo comprarne un po'?" Jazzy saltella giù per le scale, con la sua borsetta di Dora L'esploratrice.
"Non penso ce ne siano. Forza, esci." Justin apre la porta e usciamo tutti e tre, lasciandolo chiuderla.
"Dove andiamo?" Chiede Jaxon, mangiando una ciocca dei miei capelli. Che schifooo!
"Al parco, poi in spiaggia, p-" Jazzy viene interrotta da un Jaxon urlante.
"ODDIO! UNA LUCERTOLAAA!" Si arrampica più su e mi stringe il collo con le braccia.
"Jax, non è tanto stupida da fare tutta la salita su Ronnie per venire a mangiarti, sai?" Justin lo prende in braccio e tira dietro anche me, siccome i miei capelli erano in mano a Jaxon.
"Ahia, ahia, ahia!" Sibilo, e Justin ride.
"Scusa." Scioglie la presa di Jaxon e io sospiro, sistemandomi i capelli. Jazzy mi prende la mano e sorride.
"Hai le extensions come Selena?" Mi chiede, e Justin alza gli occhi al cielo.
"Ehm, no." Sorrido. "Sono veri."
"Sono bellissimi! Justin, posso tingermi i capelli di biondo?" Guarda il fratello, che scuote la testa.
"Non penso mamma sarà d'accordo." Fa spallucce.
"Possiamo dirle che mi hai buttata dentro a un carrello con gelato alla vaniglia sciolto!" Jazzy saltella e noi ridiamo.
"Stai attenta alla strada, Jazzy." Le dice soltanto, e Jazzy annuisce.
"Voglio comprarmi un castello di carte. Justin, mi compri un castello di carte?" Lo guarda e Justin si passa una mano tra i capelli.
"Sul serio? Che cosa ci fai?"
"Beh, ci gioco, no?!" Jazzy alza gli occhi al cielo e io rido.
"Ehi, ha ragione lei." Faccio spallucce e Justin mi mette un braccio intorno alle spalle, dandomi un bacio veloce, prima di acchiappare Jazzy.
"Che ti ho detto?" La guarda, tenendola per mano.
"Stare attenta alla strada." Annuisce la bambina.
"Bene, allora fallo. Non costringermi e prenderti in braccio." La lascia andare e Jazzy cammina davanti a noi.
"Jazzy è cattiva! Jazzy è cattiva!" Jaxon sale sulle spalle di Justin e inizia ad arruffargli i capelli.
"Domani vengono gli altri a casa." Dice Justin, dondolando Jaxon che ride allegramente.
"Chi?" Inarco un sopracciglio. "Ah, Chaz e gli altri?"
Annuisce. "Non dire il nome di Chaz per primo." Sbuffa.
Rido. "Perchè no?"
"Perchè stai con me."
"E quindi?"
"Beh, prima tendevi a essere sua, ora sei mia e non dici il suo nome per primo." Fa spallucce. "Jazzy, ca-" Alza gli occhi al cielo e mi da Jaxon, correndo a prendere Jazzy. "Allora, o stai in braccio a me o cammini piano. Quale scegli?"
"Cammino piano!" Urla Jazzy, divincolandosi.
"Non voglio ripeterlo una seconda volta." La lascia giù e sospira, tornando da me. "Scusa."
"Niente." Faccio spallucce e Jaxon si aggrappa a me, sbuffando.
"Io ho i capelli più corti di te!" Mi dice, sorridendo.
Rido. "I tuoi sono più belli, però."
"É vero!" Ridacchia, saltando giù e correndo da Jazzy. La prende per mano e dondolano insieme. Justin fa lo stesso con me, avvicinandomi a sè.
"Vuoi sentire un segreto?" Mi sorride.
"Vai!" Sorrido.
"It's you and me, I know it's my destiny." Sorride.
"Qua-"
Mi interrompe. "Dragon Ball!" 
Scoppio a ridere e gli tiro uno schiaffo sul braccio. "Sei uno stronzo. Eri più romantico prima che accettassi di essere la tua ragazza." Ci penso su un attimo. "Ecco, ora ti lascio e rit-" Mi interrompe con un bacio, poi mi prende in braccio.
"Non mi lasciare, non sopravviverei." Sorride, spettinandomi i capelli.
"Esagerato." Rido. "Seriamente, sei senza cuore!" 
"Eh, me l'hai rubato, che devo farci?" Fa spallucce e mi da uno strattone.
Ridacchio come una psicopatica. "Che cosa dolce!"
Sorride. "Hai visto?, posso ancora essere romantico."
"Ecco, devi." Gli bacio la guancia e mi aggrappo a lui. "Quante ne sai, ancora?"
"Di che cosa?"
"Di queste cretinate."
"Mhm, un bel po'."
"Dimmele!" 
Ride. "Non abbiamo una vita così lunga, piccola."
"Dimmene alcune!" Sbuffo, giocando con i suoi capelli.
"Dai, ma sono stupide, e sdolcinate a palla." Scuote la testa.
"Beh, dai! Ne voglio sentire un po'."
Sospira. "Va bene." Ci pensa un attimo. "Ho perso l'orsetto, dormiresti con me?"
Scoppio a ridere. "Oddio, era pessima! Dimmi che non l'hai mai usata con nessuna ragazza." 
"No, è da coglioni." Fa spallucce e io rido. 
"Ancora, dai!"
"Mhm..." Pausa, pausa. "Spero che sai fare la respirazione bocca a bocca, perchè mi togli il fiato."
Mi batto una mano in fronte. "Ancora, dai!"
"Ronnie, è imba-"
"Ancora!" 
Sbuffa. "Ok, basta che non mi tiri qualche pugno dopo questa."
"Vai!"
Sospira. "Vuoi fare Matematica? Aggiungiamo un letto, sottraiamo i tuoi vestiti, dividiamo le tue gambe e moltiplichiamoci."
Scoppio a ridere e gli faccio quasi perdere l'equilibrio. "Ok, pessima! Una peggiore di questa non c'è, vero?"
"Eh, lo dici tu." Scuote la testa.
"Dimmene un'altra e andiamo!"
"Sei sicura?"
"Si!"
"Peggio per te." Fa spallucce. "Devi essere un generale, perchè le mie parti sono scattate sull'attenti." Salto giù e lui ride.
"Maniaco! Pervertito! Stai lontano da me!" Gli tiro uno schiaffo sul braccio e lui mi acchiappa.
"Ehi, sei tu che me lo hai chiesto." Fa spallucce e mi da un bacio. "Tu quante ne sai?"
"Un po', ma sono romantiche, non sessuali." Sbuffo e lui sorride.
"Forza, dimmene qualcuna." Dice, prendendomi per mano.
"Ok..." Sospiro. "Sai che siamo nati senza vestiti?"
Ridacchia. "Non sessuali, eh?"
"Ehi, non è sessuale! É solo... Ok, sto zitta." Sbuffo.
Ride. "Ancora una."
"Credi nell'amore a prima vista? O devo passarti davanti ancora?" Faccio spallucce.
Sorride. "Questa era carina."
"Oh, certo, non era agli standard del tuo generale." Alzo gli occhi al cielo e lui ride.
"Nulla è all'altezza di quello." Fa spallucce e fischia, attirando l'attenzione di Jazzy e Jaxon. "Venite qui." Gli corrono incontro e Justin mi lascia la, mano.
"Dove andiamo?" Chiede Jazzy, saltellando sul posto.
"Siamo al parco, basta che non vi allontanate troppo, capito?" Le dice, spettinandole i capelli. 
"Si!" Jazzy prende Jaxon per mano e lo tira dietro di sè, andando su quel coso che va su e giù.
Tiro Justin fino alle altalene e ci sediamo. Guardo Jazzy far prendere culate a Jaxon e rido.
"Dobbiamo portare i due al cinema, stasera." Mi dice Justin, giocando con le mie dita.
"Che guardiamo?" Lo guardo e lui sospira.
"Quel gattone enorme e arancione. Ehm... Non so come diavolo si chiama. Felix. Gelix. Insomma, quello." Alza gli occhi al cielo e io rido.
"Per me va bene." Faccio spallucce. "Basta che non mi sveglio di nuovo."
"Hai paura di un gatto?" Ride, alzandosi e tirandomi con sè.
"Beh, non si sa mai." Faccio spallucce. "Il mio migliore amico è andato all'ospedale dopo aver giocato con il suo gatto."
Mi guarda, inarcando un sopracciglio. "Uhm, interessante. Non penso che un gatto virtuale possa farti molto."
"Ai bambini piace." Faccio spallucce.
Ride. "Si, direi di si. É una cazzata assurda, ma vabbè."
"A me piace 'Megamind'!" Sorrido, saltellando.
"Sul serio? Ma è una merda!"
"Ehi, stai attento!" Gli punto il dito contro e lui alza le mani in segno di difesa. 
"Scusa." Sorride, e Jaxon salta davanti a noi.
"Gelato!"
"Non puoi mangiarlo, Jax." Justin scuote la testa.
Il bimbo sporge il labbro inferiore in avanti. "Perchè no?"
"Perchè mamma ha detto di no. Dov'è Jazzy?"
"Sull'altalena. Non è giusto!" Sbuffa, incrociando le braccia.
"Lo so." Justin annuisce. "Lo prendiamo stasera al cinema, ok?"
Jaxon sorride. "Ok!" Corre via urlando.
 
ODDIO ODDIO ODDIO!
Pensavo di aver aggiornato due giorni fa!
Oh, Cristo. Sono pessima D;
Comunque, capitolo di passaggio, al prossimo i quattro vanno al cinema :3
Hliudfkdj, ok, sono lieta di informarvi che la storia finirà al capitolo 37. :3
Perciòòòòòòòòò, siamo quasi alla fine D;
Anzi, io lo sono, visto che ho scritto fino al 25. Oh, mamma.
Coooooooooomunque, ho cancellato la storia nuova, non mi convinceva, ma ne posterò un'altra oggi :3
GRAZIE A TUTTE QUELLE CHE CONTINUANO A LEGGERE E RECENSIRE NONOSTANTE IO NON AGGIORNI OGNI GIORNO COME PRIMA.
Mi dispiace davvero, ragazze :( Tengo a questa storia un casino, perchè Ronnie mi rispecchia e Justin è uguale al mio migliore amico.
Spero non la abbandoniate D;
#MUCHLOVE alla Justin, e SWAGGY! :D
Sciao belle <3

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** E se noi fossimo tutti una storia? ***


Justin si appoggia al bancone e si mette la testa fra le mani, mentre Jazzy saltella di qua e di là, cercando il cartone più grande per i popcorn.
"Jazzy, dai, il film sta per iniziare!" Jaxon incrocia le braccia e sospira. 
Jazzy prende uno di quei bicchieroni e lo da al barista, che lo riempie velocemente di popcorn e lo porge di nuovo a lei. Justin paga e ci avviamo verso la sala di riproduzione, prendendo i nostri posti.
"Posso sedermi su di te?" Jazzy mi sorride e io annuisco, lasciandola arrampicarsi. "Sei morbida!"
Rido. "Grazie, credo." 
"Jaxon, cavolo, stai fermo!" Justin ferma le mani del biondino e lo mette a sedere normalmente.
"Mamma ha detto di non dire parolacce davanti a noi!" Jaxon tira fuori la lingua e Justin ride.
"Come fai a sapere che è una parolaccia?"
Jaxon ci pensa un attimo. "Beh, non dici nient'altro a parte parolacce." Fa spallucce e io scoppio a ridere.
"Io adoro questi due." Dico, scuotendo la testa.
Mi pizzica leggermente il braccio. "Non ridere, prima o poi prenderanno per il cu-" Si blocca. "Curry?"
Rido. "Curry?"
"Beh, preferisci cucchiaino?!" Sbuffa. 
"Justiiin! Facciamo batti batti le manine!" Jazzy si mette a sedere di colpo e alza le mani.
"Sul serio? Jazzy, ho 18 anni..." Justin sporge il labbro inferiore in avanti.
Jazzy scuote la testa. "Sei mio fratello, e qui non ci sono ragazze che devi impressionare!"
"E Ronnie cos'è?" Bieber inarca un sopracciglio.
"Beh, tanto è già pazzamente innamorata di te. Dalle tregua e lasciala staccarsi un po'." La bambina fa spallucce e io mi strozzo con la coca cola.
"Io sarei che cosa?!" Guardo Jazzy che ride.
"Maddai, non so chi sorride di più quando siete insieme, se tu o lui!" Jazzy fa spallucce e inizia a giocare con Justin, che scuote la testa.
Sono scioccata! Sono... Sono... Sono completamente scioccata!
Che cosa sarei io?!
Del tipo: io, innamorata di una popstar? Ha, come no. Bellissima idea, molto carina e invitante, ma... No. Proprio no. Assolutamente no.
Eh, che cavolo! No, giusto? Ovvio.
 
"Ehi, che hai?" Justin mi da una leggera gomitata e io sobbalzo.
"Io? Cos'ho? Ecco, uhm, una maglietta, i piedi, i gomiti, un pancreas, reni, orecchie..." Faccio spallucce. 
Ride. "É la terza coca cola che bevi." 
"E quindi?" Inarco un sopracciglio.
"Beh, sai, o stai cercando di ucciderti il fegato, o sei particolarmente nervosa e stai cercando di uccidere i pensieri."
"Facciamo che sto cercando di dissetarmi." Sorrido e continuo a mordicchiare la cannuccia.
Ho il cervello che sta fumando canne, da quanto sono rincoglionita.
E sto dicendo sul serio: sto impazzendo.
Dovrebbero impedire ai bambini di parlare, creano delle interferenze assurde tra il cervello di una diciassettenne e la realtà!
"Ronnie, mi accompagni in bagno?" Jazzy mi scuote leggermente.
"Si, andiamo." Metto giù la coca cola e scendiamo le scale, poi usciamo dalla sala ed entriamo nel bagno. 
"Torno subito!" Jazzy corre via e si chiude nel bagno, mentre io mi guardo allo specchio. Sono sorpresa di trovare la pelle rosa invece che marrone, a forza di tutte quelle coche.
Devo prendermi dei tappi per le orecchie, la prossima volta che esco con lei.
"Sono pronta!" La bambina si lava le mani, prende la mia e mi trascina indietro in sala. Ci sediamo di nuovo e riprendo la coca cola.
"Non è giusto!" Jaxon incrocia le braccia.
"Che cosa?" Gli chiede Justin.
"Perchè Ronnie accompagna Jazzy in bagno e io devo essere accompagnato da un altro ragazzo?" Il biondino sbuffa e alza gli occhi al cielo. 
Io, Jazzy e Justin spalanchiamo la bocca. Porco cane, ma ha si e no 3 anni! Come fa a pensare già alle ragazze?!
"Tu questa notte mi fai vedere i tuoi giocattoli, ok?" Justin gli accarezza i capelli e Jaxon ridacchia.
"Ho una cosa rosa e lunghissima! É liscia, poi vibra!" Sorride applaudendo allegramente.
Justin spalanca gli occhi. "Dove accidenti l'hai presa?!"
"Ecco, un'amica di papà lo aveva in borsa quando è venuta a casa nostra." Fa spallucce.
"É vero!" Jazzy annuisce e mi prende la coca cola di mano, bevendone qualche sorso. "Quella donna era così stupida! Assomigliava a Selena, sai?" Guarda Justin.
Justin scuote la testa. "Jazzy, basta con Selena. Jaxon, appena torniamo a casa, mi dai quel vib- Ehm... Vibromassaggio."
Jaxon ridacchia. "Ecco perchè mi piace tanto metterlo in bocca! Vibra e fa solletico!"
Justin si batte la mano in fronte e sospira, mentre Jaxon continua a guardare il cartone. Jazzy si arrampica su me e Justin e va a sedersi accanto al fratellino, ridacchiando di qualcosa.
"Mio fratello di tre anni ha un vibratore." Justin appoggia la testa sulla mia spalla e io rido.
"Già, sembra di si." 
"E io non ce l'ho! Lo voglio anche io." Incrocia le braccia. "Me ne compri uno?"
"Io?!" Lo guardo.
Annuisce. "Si, tu. Sei la mia ragazza, devi farmi regali del genere." Sorride.
"Non ci penso neanche." Scuoto la testa. "Io non compro vibratori."
"Beh, io non posso entrare in un negozio per oggetti porno! Sai quanti paparazzi farebbero foto?" Sospira, scuotendo la testa.
"Il che ti fa rimanere un bravo ragazzo." Gli spettino i capelli e lui ride.
"Si, fuori di casa." Fa spallucce e io rido.
"Stai bravo, ci so- Si sono addormentati." Indico Jazzy e Jaxon che dormono l'uno sull'altro. 
"Ci tocca portarli a casa in braccio." Justin sbuffa e io rido.
"Io prendo un'altra coca cola e porto quella, tu ti arrangi." Faccio spallucce.
"Non vale. Ti tengo sveglia stanotte." 
"Non posso dormire sul divano?"
"Ehm, no."
Sbuffo. "Tanto mi terresti sveglia comunque. Ho saputo che alle 3 di mattina danno i nuovi episodi si 'Spongebob'!" Esclamo, prima di coprirmi la bocca con la mano.
Sorride soddisfatto. "Ah, davvero?"
"No!" Scuoto velocemente la testa e lui ride.
"Non sono così idiota da rimanere sveglio fino alle 3 per una spugna. Lo registro." Fa spallucce. Annuisco leggermente.
"Questa è un'idea."
"Ne vuoi sentire un'altra?"
"Spara."
"Smetti di bere la coca cola!" Mi prende il bicchierone di mano e lo infila in uno di quei buchi delle poltrone.
Circa venti minuti dopo usciamo, con Jazzy in braccio a Justin e Jaxon in braccio a me. 
Ridacchio. "Jaxon russa."
"Già. Beata te che non l'hai sentito quando aveva l'influenza." Justin scuote la testa e sistema Jazzy nelle sue braccia.
Si sveglia di colpo. "Sono a Narnia!" Ridiamo.
"No, sei a Los Angeles." Justin fa spallucce.
"Oh..." Jazzy si guarda intorno. "Beh, non è così male." Infila il viso nel collo di Justin e si addormenta di nuovo. 
Quando arriviamo a casa, dopo i vari risvegli di Jaxon e Jazzy, li mettiamo velocemente a letto e si spiaccicano l'uno contro l'altro, abbracciandosi. 
Come sono carini!
"Andiamo, dai." Justin mi prende per mano e usciamo dalla stanza. "Ho fame."
"Tu sei pazzo!" Alzo gli occhi al cielo e lui ride.
"Dai, andiamo giù." Mi trascina al piano di sotto e mi siedo al tavolo della sala da pranzo, girando le pagine di un giornale.
Quanto è comodo il giornale, potrei addormentarmici sopra. Ma che cavolo di ore sono? Sbuffo e tiro fuori il telefono, controllando l'ora. Cavolo, le 11! Oddio, Gesù.
Justin torna al tavolo con un piatto di pasta e comincia a mangiare, prendendomi il giornale di mano.
"Mentre tu cresci mangiando, io vado a farmi una doccia." Mi alzo dalla sedia.
"Aspetta, possiamo farla insieme." Sorride e io gli do uno schiaffo sul braccio.
"No, pervertito." Alzo gli occhi al cielo e salgo al piano di sopra, entrando nel bagno della mia stanza.
Bagnoschiuma, bagnoschiuma, bag- Eccolo! Lo prendo dal cassetto e mi infilo nella vasca.
Mezz'ora dopo mi ritrovo a tirare in aria tutte le cose della mia stanza per trovare il mio phon. 
Ma dove accidenti l'ho messo? Tralasciamo il fatto che il letto sembra essere stato cavalcato da bisonti sovrappeso.
"ROOOOOOOOOOOOOOOOOONNIE!" Urla Justin, e subito sento Pattie urlargli di stare zitto perchè ci sono Jazzy e Jaxon che dormono. 
Bieber entra nella mia stanza, inarcando un sopracciglio appena vede il disordine.
"Si, si, lascia stare." Gli faccio cenno di non dire niente e finalmente scovo il phon da sotto il letto. "Trovato, piccolo bastardo!"
"Stai... Parlando con un phon?" Justin mi guarda confuso.
"No, sto maledicendo un phon." Faccio spallucce. Vado velocemente in bagno e lo attacco alla spina.
"Quando sarai pronta per andare a letto?" Mi cinge un fianco con la mano.
"Non verrò a letto con te!" Alzo gli occhi al cielo.
Inarca un sopracciglio. "Perchè no?"
"Perchè stiamo insieme da quanto?, quattro giorni?" Sbuffo, incrociando le braccia.
"Ma abbiamo già do-" Si blocca, scuotendo velocemente la testa. "Ronnie, parlavo di dormire!"
Che figura... "Ah..." Annuisco, rigirandomi verso lo specchio. Lo vedo ridacchiare. "Comunque tra poco."
"Sarebbe dire tra cinque minuti o in due o tre ore?" Mi chiede, sedendosi sul bordo della vasca.
"Ehm, direi la seconda. Sai, i capelli lunghi sono difficili da gestire." Faccio spallucce.
"Già." Annuisce, poi mi guarda divertito.
"Che c'è?"
"Niente." Fa spallucce.
"No, dimmi!"
"Beh, se non vuoi venire a letto con me, vedi di abbottonarti meglio la maglietta." Si alza, mi bacia la guancia e sparisce dal bagno.
Sbuffo. Stronzo.
Qualche minuto dopo mi butto nel letto accanto a Justin. "Sai, stavo pensando a una cosa."
"Che cosa?" Si sdraia sulla pancia e mi guarda.
Gli accarezzo i capelli, ormai senza gel. "E se noi fossimo tutti una storia?"
Inarca un sopracciglio. "Cosa?"
Mi sdraio sul fianco. "Se io, te, la nostra vita... Se tutto questo fosse scritto da una psicopatica che non sa che altro fare?"
Ci pensa un po' su. "Intendi dire che potremmo essere una storia inventata?"
"Si." Annuisco.
"Sai che ti dico?" Mi accarezza un braccio, sorridendo.
"Cosa?" Ora ne spara una delle sue, lo so.
"Se questa fosse una storia, avrei costretto l'autrice a farti mettere con me al primo capitolo." Sorride, poi mi da un bacio. E chi se l'aspettava. "Andiamo a dormire, dai." 
Annuisco e mi giro dall'altra parte, sentendo il suo petto premere contro la mia schiena. "Notte."
"Notte, piccola." Appoggia la fronte sulla mia spalla e sospira.

AYEEEEEEEE! :3
Cristissimo. Ma sapete che non so come cazzo farli litigare?! Ugh.
Vabbè.
Insomma, ho aggiornato con questa merdaccia di capitolo.
Le recensioni stanno calando D:
Mi sento sola.
Demoralizzata.
Completamente abbandonata D:
Nah, scherzo. :')
EEEEEEEEEEEEE AVANTI TUTTA!
Basta, me ne vado. Quello che mi fa ripetizioni di Matematica mi ha addirittura chiamata sul telefono per parlarmi di una roba di Ruffini D:
Cristissimo.
Ah, si: ricordatevi di passare dalla mia nuova storia, se vi va (:
Wanna play a game?
Sciao, bellessssse :3

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Se vostra madre e la vostra ragazza stessero affondando, voi chi salvereste? ***


"Mi dispiace, amore mio, ma devo andarmene da questa casa. Ma ti amerò per sempre, fino alla fine dei miei giorni. Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, lo gi-"
"Justin..." Lo interrompo.
"Non so come riuscirò a sopravvivere per così tanto tempo senza di te. So che non sarà facile, ma-"
"Justin!"
"Si?" Mi guarda.
"Staccati dall'XBOX." Alzo gli occhi al cielo.
Sbuffa e posa giù la console. "Non mi fai neanche salutare la mia ragazza."
"Sai che è un maschio?" Alzo la console e guardo sotto. "Si, guarda, c'è una piccola linguetta."
"Ma no, c'è un buco. E il disco sarebbe il maschio."
"Quindi il maschio entra tutto nella femmina?"
Annuisce convinto. "Ovvio. É la XBOX, non lo XBOX."
"Ma non suona per niente bene." Scuoto la testa.
Fa spallucce. "A me va benone. Io la amo, lei mi ama, stiamo tutti bene."
"Si, a parte me che vengo tradita." Sbuffo e lui ride.
"Andiamo, piccola." Mi prende per mano e usciamo di casa.
Arriviamo a casa di Ryan, o almeno penso sia di Ryan, qualche minuto dopo. Ovviamente Justin è diventato sportivo, quindi la sua macchina sta prenderndo polvere nel garage. Dio mio.
"Ehiii!" Ryan mi salta addosso, stritolandomi in un abbraccio. "Il Giappone fa bene, sei più bella di prima!" Mi sorride.
Rido. "Grazie. Tu sei sempre uguale." Faccio spallucce.
"Quindi non sono bello?" Sporge il labbro inferiore in avanti.
"Amico, è la mia ragazza." Justin gli da un pugno sul braccio ed entra in casa.
Ryan ridacchia. "Geloso, eh?"
"Non so, prima baciava l'XBOX." Faccio spallucce e lo seguo dentro casa.
Maddie corre da me, sorridendo. "Grazie, grazie, grazie!"
"Eh?" Inarco un sopracciglio.
"Non ti sei messa con Chaz! Dio, grazie!" Mi abbraccia velocemente.
"Oh, prego. Credo." Sorrido e lei saltella sul posto.
"Mi ha chiesto di uscire, finalmente!" Sorride.
Justin appare accanto a noi con un grissino in bocca. "Pollo e patate?"
"Si!" Maddie sorride.
"Buona fortuna." Le da una pacca sulla spalla e va via.
Maddie inarca un sopracciglio. "Cosa vuole dire?"
"Ehm... Ah, non so. Devi chiederlo a lui." Sorrido e ci avviamo verso la sala. Chaz, Ryan e Taylor si stanno sfidando a Mario Cart.
"Ragazzi, fate pena!" Taylor scoppia a ridere appena vince con Peach.
"Che palle!" Chaz tira il joystick per terra e incrocia le braccia.
"Yo, yo! Non siamo tutti ricchi come Justin! Non posso comprarmi un milione di joystick!" Ryan si alza velocemente e raccoglie il joystick dal tappeto, mentre io mi siedo accanto a Taylor.
"Ehiii!" Mi abbraccia sorridendo, poi si stacca e parte di nuovo con Peach. "Come è andata in Giappone? Deduco bene, leggendo tutti gli articoli su te e Justin. Siete così carini, insieme! Insomma, ora dovrai abituarti a essere su ogni giornale, rivista e tutto il resto, ma sarà divertente! E p-" Justin le mette una mano sulla bocca.
"Tay, tappati." Dice, sedendosi accanto a me.
"Ma devo pur sclerare, no?! Maddie ha cominciato a scassarmi le palle da quando ve ne siete andati!" Sbuffa la ragazza, alzando gli occhi al cielo e spaparazzandosi su di noi per girare con la macchina di Peach. 
"Ehi! Dicevi che non ti importava!" Maddie alza gli occhi al cielo, sbuffando.
"Beh, renditi conto che hai passato due ore e mezzo a descrivermi quanto è fantastico che non ha le doppie punte!" Taylor fa spallucce e salta in aria. "Ho vinto! Ryan, mi devi un panino. Forza, vai." Fa un balletto e Ryan sbuffa, alzandosi dal divano e sparendo in cucina.
"Quindi, state insieme?" Chaz guarda prima me, poi Justin.
Justin annuisce. "Si. E tu con Maddie, eh?" Gli lancia un'occhiataccia.
Chaz fa spallucce. "Sembra di si." Annuiamo.
"Ehi, qualcuno gioca o devo sfidare quello scimmione?!" Taylor sbuffa, alzando gli occhi al cielo. 
"Gioco io." Prendo il joystick e scelgo Super Mario.
"Una sfida tra ragazze. Questa è da vedere." Ryan si precipita a sedersi e io e Taylor partiamo.
"No! No, no, no! No! Non puoi farmi questo! Non vale tirarmi banane addosso, brutto stronzo!" Taylor si alza in piedi sul divano e io rido.
"Sono una ragazza, Taylor." Dico, prima di girare.
"Si, ma nel gioco sei Super Mario, e Super Mario è un fottuto bastardo di merda!" Sbotta lei, saltellando.
"Alla faccia della finezza, Tay." Ryan ridacchia, mettendo il piatto con il sandwich sul tavolo.
"Ti odio! Non gioco più! Che schifo!" Taylor si butta a sedere sul divano e prende in mano il panino.
"La mia ragazza è un mostro!" Justin spalanca gli occhi, fissando lo schermo della TV.
"Questo è perchè non ha mai gareggiato contro di me!" Chaz prende il joystick da Taylor. "Forza, donna. Fammi vedere quello che sai fare." 
Rido, facendo spallucce. "Per me va bene."
"Stai attenta, Chaz inizia a lanciare vasi se perde." Maddie fa spallucce e si stiracchia.
"Bene, iniziamo!" Il biondo salta in aria e partiamo. Qualche secondo dopo c'è un vaso per terra. "Cazzo! Io lo sapevo che le donne non devono immischiarsi nei momenti tra uomini!"
"Infatti! Imparano tutti i trucchi!" Ryan sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
"No, siamo sempre state più intelligenti di voi, ragazzi." Taylor fa spallucce e il suo telefono squilla. "Mamma, ciao! Si, stiamo bene. Oh, davvero? Forte! Non vedo l'ora. Ok, ciao." Riattacca. "Oggi andiamo a mangiare!"
"Perchè?, gli altri giorni cosa fai?" Justin inarca un sopracciglio, alzandosi dal divano.
Taylor ridacchia. "Andiamo a mangiare con una donna con cui avrò un colloquio!"
"Congratulazioni!" Sorrido, abbracciandola.
"Sarà fortissimo!" Sorride, applaudendo. Justin ritorna con una bottiglia d'acqua in mano.
"Quindi diventerai parrucchiera?" Le chiede, rimettendo il braccio intorno a me.
"Si!" Taylor annuisce velocemente. "Sarà bellissimo, non vedo l'ora!"
"Poi verremo da te a farci i capelli e ce li farai gratis, vero?" Maddie ridacchia.
Taylor sbuffa. "Come no! Mi serve un lavoro per guadagnare soldi, non per offrirvi tagli gratis!"
"Beh, ma io non devo pagare molto, giusto?" Ryan si indicala testa quasi pelata. "Insomma, a che mi serve?"
"Tu ti devi fare crescere i capelli, sembri una palla da bowling da quanto è lucido il tuo cranio." Taylor fa spallucce e noi scoppiamo a ridere. 
"Stronza." Ryan le lancia un'occhiataccia e Taylor sorride.
"Allora, vogliamo rimanere qui dentro tutto il giorno o usciamo?" Maddie si alza dal divano.
"Beh, usciamo. Troverò forza per battere Ronnie quando torniamo." Chaz fa spallucce e usciamo di casa.
"Dove andiamo?" Chiedo, appoggiandomi a Justin.
"Uhm, io voglio andare al centro commerciale." Taylor mi guarda. "Sai che un castano chiaro ti andrebbe propri-"
"No." Scuoto la testa.
Sbuffa. "Non posso neanche dare consigli!"
"Me li vuoi tingere, non mi stai dando consigli!" Alzo gli occhi al cielo e lei ride.
"Mi conosci già così bene!" Sorride, abbracciandomi, poi si stacca. "Ryan, intanto ti compriamo una parrucca stile Lady Gaga."
Ryan fa una faccia schifata. "Ehm, quale stile, esattamente? Cambia più tagli lei che io mutande!"
"Che schifo, Ryan!" Justin alza gli occhi al cielo e noi ridiamo.
"Beh, è normale! Sono un ragazzo, la mia puzza è la mia mascolinità!" Ryan fa spallucce.
"Ecco perchè sei l'unico a non avere una ragazza." Dico io, e gli altri ridono.
"Amico, ti ha fregato." Chaz gli da una pacca sulla spalla e Ryan fa spallucce.
"Nessuno mi apprezza veramente." Sospira teatralmente. Ridiamo.
 
Alzo gli occhi al cielo. "Justin, staccati, ti prego!"
"No!" Justin abbraccia la figura in cartone di Megan Fox e scuote la testa. "É mia, solo mia! Non puoi farci niente!"
"Ehi, è inutile." Chaz viene accanto a me. "Si attacca a quella roba ogni volta che veniamo qui."
"Ehi, stai lontano dalla mia ragazza, prima che ti tiri Megan addosso." Justin gli lancia un'occhiataccia.
Chaz apre le braccia. "Fallo, ti prego! Magari sono fortunato e mi colpisci anche!" Scoppiamo a ridere.
"Sai che stiamo insieme, vero?" Maddie gli da un pugno sul braccio e io prendo Justin per mano, tirandolo.
"No, lasciami morire qui, ti prego!" Mi picchia leggermente la mano.
"Justin, ti compro il vibratore che volevi tanto!" Gli sorrido.
Ci pensa un po' su. "Nah, Megan è abbastanza." Sorride. 
Alzo gli occhi al cielo. "Tu hai seri problemi, lasciatelo dire." Ride. "Bene, tornati a casa ti prendo l'XBOX, visto che ormai hai Megan."
Si stacca velocemente e mi abbraccia, spingendomi qualche passo indietro. "Non oseresti." Mi lancia un'occhiata 'minacciosa'.
"Ah, dici? Ho staccato il poster di Leonardo Di Caprio dalla parete della camera di mia mamma quando non mi ha fatto il the." Faccio spallucce.
Mi guarda scioccato. "Sei malefica!" Rido.
"Andiamo?" Ryan ci tira addosso una delle tante caramelle che si era comprato e noi annuiamo.
"Andiamo nel negozio di dischi?" Taylor saltella accanto a noi, con la quarta Redbull in mano. "Sono superattiva!"
"Chissà perchè." Dice Justin sarcasticamente.
'Superman' di Taylor Swift parte a palla e Taylor spalanca gli occhi. "Quella cantante si chiama come me! Oddio mio!" Salta su una panchina e comincia a saltare.
"Tay, Tay, Tay, andiamo, coraggio." Ryan le prende la mano e la aiuta a scendere.
"Io adoro questa donna! Scrive le canzoni della mia vita! Lei è un mito! Lei è un idolo! Lei è perfetta!" Urla, attirando l'attenzione di tutti.
Justin si copre il viso con la mano. "Devo cambiare amici, sai?"
Rido. "L'ho scoperto."
"QUELLO É UN POSTER DI DAVID ARCHULETAAA!" Urla Maddie, prendendomi per mano e correndo via. "Oddio, lo voglio! CHAZ!"
"Non mi stai seriamente chiedendo di prenderti il poster di un altro ragazzo, vero?" Le lancia un'occhiata.
"Si, cazzo! É un figo della Madonna! Lo voglio!" Maddie applaude.
"Cos'è successo alle ragazze, oggi?!" Ryan riporta Taylor da noi dopo averla staccata da una porta di un negozio.
"Ricordati che Justin si è attaccato a una Megan Fox di carta." Dico io, facendo spallucce.
"Beh, ma quello è normale, ormai non ci facciamo più caso." Ryan ride, tenendo ferma la ragazza.
"Ehi! Di carta o no, rimane figa e scopabile." Justin fa spallucce e gli tiro un pugno.
"É finita!" Incrocio le braccia.
"La coca cola? Ne vuoi un'altra?" Mi sorride, e io alzo gli occhi al cielo.
"Penso parlasse di voi due, amico." Chaz gli da una leggera gomitata e vedo Maddie che esce dal negozio con il poster che voleva.
"Me lo appena sopra il letto, così me lo guardo mentre-" Comincia, e tutti la interrompiamo.
"Non vogliamo saperlo, credici." Chaz le mette la mano sulla bocca e sorride convinto.
"Ehi, aspetta, noi due in senso noi due?!" Justin mi guarda.
"Alla buon'ora." Rido.
Spalanca gli occhi. "No! Non puoi lasciarmi." Mi abbraccia. "Mi serve un preavviso di ventiquattro ore, un motivo valido, un barattolo di Attack e un ultimo abbraccio."
Inarco un sopracciglio. "A cosa ti serve l'Attack?"
"Beh, me lo spalmo sulla schiena, tu mi abbracci e rimani mia." Sorride, dandomi un bacio.
"Chaz, se tu fossi romantico solo la metà di Justin, non dovrei ma-" Interrompiamo Maddie di nuovo.
"Non vogliamo saperlo!" Urliamo in coro e lei ride.
"Non volevo dire masturbarmi, stupidi!" Sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
"E cosa?" Ryan inarca un sopracciglio.
"Mangiare cioccolato! Sapete, per la dolcezza!" Fa spallucce tranquillamente. "Andiamo." Dice, avviandosi verso un altro negozio. Io e gli altri la guardiamo.
"Dite che è seria?" Chiede Taylor, e tutti scuotiamo la testa.
"Ovviamente no. Le ragazze pensano solo a quello." Chaz fa spallucce, poi spalanca gli occhi. "Tesorooo! E se mi travestissi da David, mangeresti cioccolato con me?!" Urla, inseguendo Maddie. Ridiamo e li seguiamo.
"Ho una domanda!" Urla Taylor di colpo, facendoci sobbalzare.
"Spara." Ryan sbadiglia e si guarda intorno. "Che palle il centro commerciale, ragazzi."
"Zitto." Taylor gli da un colpo sul braccio. "Ecco, se vostra madre e la vostra ragazza stessero affondando, chi salvereste?" Guarda Ryan.
Lui apre le braccia. "Che c'è? Io neanche ce l'ho una ragazza! Salverei mia madre, lei mi lava i vestiti e cucina per me." Sorride.
Taylor si volta verso Justin, che smette di masticare il cicles. "Illuminaci, Bieber."
"Io?" Justin si indica. "Io non so, la mia ragazza è un pezzo di cartona da Forever 21, non posso fare molto."
Gli do uno schiaffo al braccio. "Stronzo."
Ride. "Non vi lascerei avvicinarvi all'acqua." Fa spallucce.
Taylor sbuffa. "Non funziona così. Ne devi salvare una per forza."
Justin ci pensa un po' su. "Vale sostituirne una con Ryan?"
"Ehi!" Ryan alza gli occhi al cielo e noi ridiamo.
"Spara, hai cinque secondi per dare una risposta soddisfacente, senza offendere né Ronnie, né tua madre!" Taylor inizia a tamburellare sull'orologio da polso.
"Oddio santo." Justin si passa una mano tra i capelli. "Ok, salverei mia madre e affogherei con Ronnie."
Posso sciogliermi?
Si, vero?
Si.
Sciolta.
"É la cosa più dolce che qualcuno mi abbia mai detto!" Lo abbraccio di colpo e lui ride.
"Bene. Nessun altro può dirlo, sei mia." Mi bacia i capelli.
Taylor inizia a singhiozzare. "Voglio un ragazzo che affoghi con me!" Sbuffa.
"Non è più romantico se ti salva?" Le chiedo.
"No, poi dovrei sopportarlo per un bel po'. Stiamo insieme per qualche giorno, poi affoghiamo insieme. É romanticissimo, dovrebbero farci un film con questa idea." Sorride, e io, Justin e Ryan scuotiamo la testa.
"Smettila di bere Redbull, Tay. Ti fa male la caffeina." Justin le prende la Redbull di mano e la tira nel cestino.
"AAAHHH!" Taylor si mette le mani nei capelli, poi lancia un'occhiataccia a Justin. "Preparati, Bieber. É guerra."
"Oh, cazzo." Justin salta su una panchina e Taylor lo rincorre. 
Rimango con Ryan. "Fanno sempre così?"
"Oh, molto peggio, di solito. Una volta Justin le ha buttato via la coppetta vuota del gelato e lei si è messa a rincorrerlo fino al parcheggio." Fa spallucce e io rido, camminando affianco a lui. "Sui giornali hanno scritto che c'era una fan assatanata che voleva la sua anima!" Scoppia a ridere e io lo seguo.
"Questo potrebbe anche corrispondere alla realtà." Rido, annuendo.
"Ti ha detto di quando siamo rimasti chiusi nel bagno degli uomini con altri cinque persone perchè le ragazze volevano entrare? É stata una cosa imbarazzantissima." Scuote la testa e io ridacchio.
"Ci credo. Vi siete divertiti?"
Mi lancia un'occhiataccia. "Come no. Siamo rimasti seduti sul pavimento per cinque fottute ore!" Rido e Justin e Taylor iniziano ad ammazzarsi su una panchina.
"Ronnie, non ti dispiace se uccido il tuo ragazzo, vero?!" Mi urla Taylor, cercando di fermare Justin dal farle il solletico.
"Se ci riesci!" Faccio spallucce ridendo.
"Noo! Ai fianchi noo!" Taylor cade per terra e Justin si rimette seduto. 
"Così impari a toccarmi i capelli!" Le dice, prima di alzarsi e raggiungerci. "Dove sono Maddie e Chaz?"
Io e Ryan ci guardiamo. "Oh... Forse Chaz si è travestito da Dave." Ryan fa spallucce.
"David." Lo correggo.
Fa spallucce di nuovo. "Stessa roba. É gay."
"Perchè ogni ragazzo che è più figo di voi deve essere gay?" Alzo gli occhi al cielo.
"Ehi, aspetta un attimo, nessuno ha mai detto che è più figo di noi." Dice Justin con fare ovvio. "Anche perchè, è impossible essere più figo di me."
"Sempre convinzioni personali?" Sorrido, ricordando la volta in Giappone.
Ridacchia. "No, questa volta sono manie di protagonismo."
Alzo gli occhi al cielo. "Resta il fatto che David è carino e non è gay."
"No." Ryan scuote la testa. "Questo non lo accetto. É troppo anche per una ragazza." Rido.
 
"Ma dove eravate finiti?!" Sbotta Taylor, vedendo Chaz e Maddie all'uscita del centro commerciale.
"Qui! Non vi trovavamo e pensavamo che foste già usciti." Chaz fa spallucce.
Ryan e Justin ridono sarcasticamente. "Amico, eravamo con due ragazze, in un centro commerciale. Quanto presto volevi che uscissimo?" Justin fa spallucce.
Io e Taylor lo picchiamo. "Zitto, che hai perso a una sparatoria contro di me." Dico, dandogli un bacio sulla guancia.
"Ti ho solo lasciata vincere, piccola." Fa spallucce. 
"Quindi avresti deciso di rimanere a 37 punti mentre io ne avevo 489?" Rido, e lui sorride.
"Si, perchè li vali tutti." Mi da un bacio e gli altri sbuffano.
"Ricominciamo, santo Dio." Taylor si appoggia a un palo.
"Hanno continuato così per tutte e due le ore!" Ryan appoggia la testa sulla spalla di Taylor e sbadiglia.
"Non è vero! Solo per un'ora e 28 minuti. Ho messo il timer." Justin tira fuori l'iPhone e tutti scuotiamo la testa. "Che c'è? Almeno così non rompete le palle."
"Dai, andiamo." Taylor mi prende per mano e io tiro Maddie dietro di me.
"Dove?" Chiede Maddie velocemente.
"Beh, a casa! Dovete aiutarmi a scegliere cosa mettere per la cena di stasera!" Dice con fare ovvio, e io e Maddie ci guardiamo preoccupate.
"Sarà una cosa lunga, Ronnie." Mi dice Maddie, prendendomi a braccetto.
"Oh, ci credo." Sospiro rassegnata, mentre i ragazzi parlano di baseball.
Una volta arrivate, Taylor ci tira in camera sua e lascia i ragazzi al piano di sotto a giocare alla WII a 'Giulia, passione stilista'. 
Maddie e io ci buttiamo sul letto, mentre Taylor ci rovescia l'armadio addosso.
"Bleah! Ma che cos'è?!" Alzo un vestito a fiori color prugna.
Taylor ridacchia. "Me l'ha regalato mia zia. Non l'ho mai messo."
"Forse dovresti buttarlo." Suggerisce Maddie, prendendomi il vestito di mano e tirandolo sul pavimento. "Prossimo."
Passiamo così un'ora e mezza, e alla fine Taylor sceglie di andare in jeans. La ucciderò, lo giuro.
"Bene, ora capelli!" Urla la ragazza in jeans, sedendosi davanti allo specchio.
"Per questo non ti serviamo, e io ho sete." Maddie si alza dal letto e mi tira al piano di sotto. Raggiungiamo i ragazzi in sala e scoppiamo a ridere, notando che stanno dormendo tutti.
"Allora, io sveglio il mio, tu svegli il tuo." Mi dice Maddie, e io annuisco.
"E chi sveglia Ryan?"
"Ah, lui si sveglierà sentendo Chaz urlare." Fa spallucce e io ridacchio. Mi avvicino piano a Justin, inginocchiandomi davanti a lui.
Che cucciolooo! Lo lascerei così tutto il giorno, se non dovessimo andare a casa.
Gli accarezzo la guancia, e lui si muove un po', continuando a dormire.
Eh. Lo rifaccio, e stavolta apre gli occhi. "Diventerai la mia nuova sveglia." Sorride, e io rido.
"Dai, alzati, dobbiamo andare a casa." Dico, e lui mi riprende la mano, rimettendosela sulla guancia.
"Continua." Mugugna, rimettendosi a dormire.
Scuoto la testa. "Justin, dai, è tardi."
"Che ore sono?" Chiede, sotterrando la mia mano nel collo.
"Uhm, le otto." Guardo l'orologio, poi lui.
Si alza di colpo. "Cazzo, di già?"
Annuisco. "Si, di già."
Si guarda intorno, scombussolato. É una scena comica! "Noo, non ho voglia." Si ributta sul divano.
"AIUTO!" Urla Chaz, tentando di aggrapparsi al divano mentre Maddie lo tira giù.
"Ha, la mia ragazza mi accarezza per svegliarmi!" Justin gli fa la linguaccia e Chaz gli risponde col dito medio. "Cattivo." Justin mi tira sul divano accanto a sè. "Ho bisogno di affetto, il mio migliore amico mi ha mandato a fanculo." Dice.
Rido e gli accarezzo i capelli. "Dai, ho fame."
"No." Mugugna.
"Devo farmi la ceretta."
"Amen."
Sbuffo. "Ho sonno!"
"Dormi con me." Mi bacia la guancia.
"Ho il ciclo." Tento l'ultima. Si mette a sedere e cade giù dall'altra parte del divano.
"No! Che schifo, stai lontana da me!" Si alza velocemente e si allontana.
Rido. "Stavo scherzando, ma visto che sei in piedi, possiamo andare." Mi alzo dal divano. "Ciao, ragazzi."
Maddie sorride, accovacciandosi su Chaz. "Ciao! E non fate figli, non siamo pronti per essere zii, ancora."
Justin alza gli occhi al cielo. "Credimi, non intendo fare sesso con lei quando c'è un fiume di sangue."
Scuoto la testa. "Ho detto che stavo scherzando!"
"Provalo!" Mi punta un dito contro.
"E poi sono io quella paranoica, eh?" Gli prendo la mano e usciamo dalla casa di Taylor.
"Quindi mi hai svegliato per nulla?" Mi chiede, mettendomi il braccio intorno alle spalle.
"Si. Però ti ho svegliato con una carezza, non lamentarti." Faccio spallucce.
Ride. "Si, penso che mi accontenterò." Sorrido.
Arriviamo a casa e Pattie e mia mamma ci aspettano davanti all'ingresso, con le braccia incrociate.
"Si può sapere dove accidenti siete stati?!" Comincia Pattie, guardandoci.
"Mamma, eravamo fuori con gli altri." Justin fa spallucce.
"Potevate dirci quando tornate, no?!" Mia mamma continua.
Sospiriamo. "Non siamo mica tornati a mezzanotte, dai." Alzo gli occhi al cielo.
"Mhm." Mia mamma scuote la testa.
"Bene. Visto che non ci avete dato vostre notizie, ora andate ad annaffiare le piante in giardino." Pattie fa spallucce e sorride. "Jazzy e Jaxon sono a dormire, non fate rumore."
"Perchè dormono così presto?" Inarco un sopracciglio.
"Hanno passato la giornata in piscina, sono stanchi." La donna prende il giacchetto. "Noi usciamo, andiamo al concerto dei Green Day."
"Andate al concerto di una rock band?!" Justin spalanca gli occhi.
"Si. Cosa c'è di strano?" Mia mamma incrocia le braccia. "Non penserete mica che siamo vecchie, vero?"
"No! Ma cosa stai dicendo, Jenna?!" Justin ride e le prende per le braccia, spingendole fuori. "Ciao, divertitevi, tornate a casa senza droga e non tirate le magliette su per farvi vedere. Notte." Sbatte la porta e le sento urlare varie parolacce, poi se ne vanno.
"Tuo padre?" Guardo Justin.
Fa spallucce. "Penso sia andato con loro. Adora i Green Day."
Annuisco. "Capisco. Beh, andiamo ad annaffiare le piante."
"Noo." Mi prende per i fianchi. "Abbiamo la casa tutta per noi e dobbiamo annaffiare le piante?"
"Teoricamente ci sono anche Jazzy e Jaxon." Inarco un sopracciglio.
Sorride. "Possiamo nasconderli tra i cespugli, poi li riprendiamo."
Rido. "Sei un pessimo fratello."
"Ehi, è colpa tua. Se tu non fossi così bella, probabilmente riuscirei a concentrarmi su qualcosa. In Giappone ho pure stonato un paio di volte."
"Ah, certo, ovviamente per colpa mia." Salgo su per le scale con lui al seguito.
"Si, sentivo la tua presenza. Mi rendi nervoso." Fa spallucce.
Rido. "Sei dolce, ma non funziona."
Sbuffa. "Posso essere la cosa più dolce che tu abbia mai visto in vita tua."
"Ah, si?"
"Si. Ricoprimi di zucchero e leccami, poi vedrai." Sorride.
Scoppio a ridere. "Che schifo, Justin!" Alzo gli occhi al cielo e lui ride.
"Che c'è? Lo zucchero è dolce, io sono dolcissimo. Fai la somma!" 
Scuoto la testa. "Vai a farti una dormita, è meglio." 
"Dobbiamo annaffiare le piante." Mi prende per mano e mi tira di nuovo al piano di sotto.
Usciamo dalla porta sul retro e Justin prende il tubo verde scuro, aprendo l'acqua.
"Ti divertirai." Mi dice, porgendomi un altro tubo.
"Ah, si?" Inarco un sopracciglio.
"Beh..." Sorride, spruzzandomi l'acqua addosso. "Si."
"Ti uccido! Mi sono fatta la doccia ieri!" Alzo gli occhi al cielo e lo bagno. Ride.
"Beh, io devo farla oggi, perciò possiamo farla insieme." Fa spallucce e ci mettiamo ad annaffiare le piante.
"Bei tentativi, Bieber." Scuoto la testa.
Mi sorride. "Mai belli quanto te."
Che dooolce!
"Senti, ho cambiato idea. Posso leccarti senza che tu ti cosparga di zucchero?" Gli sorrido.
Scoppia a ridere. "No, che schifo." Ridacchio. 

AYEEEEEEE :D
Allora, ho deciso già come finisce questa storia, e...
Non vi dico niente :3
Ma so già che mi odierete. Tantissimo. TANTISSIMISSIMO! D:
Oppure non ve ne fregherà niente perchè questa storia fa cagare skufansmpdik D:
Comunque, ho deciso che torno a postare un capitolo al giorno, ma solo se recensite.
Ora sparisco, e scusate se ci sono errori, ma non ho avuto tempo di ricontrollare :3
Sciao bellesse <3

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Ti sei scrocchiato le dita! ***


"Noi dobbiamo fare cosa?" Guardo Justin, mangiando un gambo di sedano.
"Dobbiamo... Ecco, andare in un posto." Fa spallucce leggermente.
Inarco un sopracciglio. "Con uno yacht?" Domando perplessa.
Annuisce nervosamente. "Si. Ora, vai a prepararti. Forza, dai. Forza e coraggio, che la vita è un passaggio!" Mi prende per le spalle, mi gira e mi spinge lentamente verso le scale.
"Sei sicuro di stare bene?" Lo guardo, aggrottando la fronte.
Sorride, stampandomi un bacio sulle labbra. "Si, benone. Forza, dai. Dobbiamo andare in un'oretta." 
Annuisco e salgo le scale, andando in camera mia. Prendo dei jeans neri dall'armadio e una maglietta verde scuro, buttandomi tutto addosso, infine mi faccio una disordinata treccia e la lascio cadere sulla schiena. Quando torno al piano di sotto, Jazzy, Jeremy e Jaxon sono davanti alla porta d'ingresso, sorridendo.
"Sono pronta." Salto giù dall'ultimo scalino. "Dov'è quel tizio che mi ha messo fretta e ora non c'è?" Mi guardo intorno.
"Oh, Justin?" Jeremy sorride più di prima. Ok, è spaventoso.
"Si." Annuisco. 
"Sta... Sta facendo qualcosa. Si, sta facendo qualcosa di molto importante. Molto, molto importante. Ma non pensiamo a lui! Pensiamo a te! La vita è lunga, è una giornata meravigliosa, la vita ti sorride!" Mi posa un braccio intorno alle spalle e mi tira fuori. Jazzy e Jaxon ci seguono.
"Senti, qui c'è qualcosa che non va." Mi sposto lentamente. "E fate schifo a fare finta di niente, lasciatelo dire."
Ride, dandomi una pacca sulla spalla. "Non è niente. Andiamo solo in un posto con uno yacht. Che c'è di male?" Mi sorride.
Faccio spallucce. "Che avete organizzato tutto di punto in bianco e non so dove stiamo andando? E che starò su uno yacht? E che non c'è una ragione ben precisa per questa fuga?"
Jaxon mi salta in braccio, mordendomi la spalla. "Andiamo a fare una gita!"
Ah. Justin esce, tenendo in mano il telefono. "Tutti pronti?" Ci guarda, chiudendosi la porta alle spalle.
"No! Non sono pronta! Voglio sapere cosa accidenti sta succedendo!" Incrocio le braccia.
"Dai, piccola, te lo spiego dopo." Justin mi prende per mano e mi tira dietro di sè.
Metto le radici. "Non mi muovo da qui. Devo pur sapere dove stiamo andando. Pensa che lo yacht affonda? Mia madre e Pattie potrebbero salvarci, però non sanno dove siamo!"
Justin ride e mi prende in braccio, lasciandomi dondolare sulla sua schiena. "Se lo yacht affonda, saremmo nel bel mezzo dell'oceano, quindi non potrebbero fare niente comunque."
"Per quanto ti sembrerà incredibile, questo non mi rilassa per niente." Sbuffo, lasciandomi caricare in macchina.
Sorride e mi da un bacio. "Lo so. Jazzy, Jaxon, cintura. Forza."
Jaxon sbuffa. "Non mi piace la cintura! Mi sento claustrofobico con la cintura."
Jeremy alza gli occhi al cielo e gliela allaccia, poi fa lo stesso con Jazzy, e infine sbadiglia. "Justin, si può sapere perchè siamo svegli alle 6 di mattina?"
"Appunto!" Mi volto verso Justin, che sale in macchina e mette in moto tranquillamente.
"Perchè c'è la vista migliore, lo yacht è prenotato per le 6.20, non fa caldo e non riuscivo a dormire."
"E quindi hai deciso di svegliarci tutti?" Inarco un sopracciglio.
"Io dormivo!" Si lamenta Jazzy, masticando la sua merendina tranquillamente. "E stavo anche sognando Brad Pitt."
"Tu stavi sognando che cosa?!" Jeremy la guarda sconvolto.
"Non cosa, papà. Chi!" Jazzy alza gli occhi al cielo. "Devo proprio insegnarti tutto? 'Cosa' si usa solo con le cose, 'chi' si usa per le persone. Dai, prima dei miei 6 anni ce la faremo." Gli da una pacca sul braccio e io e Justin scoppiamo a ridere. 
"Io adoro tua sorella." Scuoto al testa, passando in rassegna tutti i CD che ha in macchina. Opto per Pink e metto 'Stupid Girls'.
"Adoro quella canzone!" Sbotta Jazzy, dando la merendina a Jaxon e iniziando a muoversi convulsamente sul sedile posteriore.
Jeremy la guarda, scuotendo la testa. "Non gliel'ho insegnato io." Dice, appena Jazzy inizia a fare il movimento con la pancia stile Shakira.
"Ovvio che no! Me l'ha insegnato quella strana donna che ha dato la banana rosa a Jaxon!"
Justin per poco non perde il controllo dell'auto. "Papà, inizia a controllare i giocattoli che quella donna lascia a casa vostra."
"Perchè?" Jeremy inarca un sopracciglio.
Ok, troviamo un modo fine per dirglielo. "Serve per causare piacere alle donne." Dico io, e Justin scoppia a ridere, passandosi una mano sulla fronte.
"Pessiam, Ronnie. Pessima." Dice, scuotendo la testa.
"Non doveva essere una battuta, infatti." Gli picchio piano il braccio.
"Aspettate tutti!" Jeremy alza le mani in aria. "Con 'Serve per causare piacere alle donne', intendi... Intendi..." Mi guarda.
Annuisco. "Si. Intendo intendo." Sorrido.
"Jazzy! Smettila immediatamente di fare quello che stai facendo! Dovresti colorare i libretti con Scooby Doo!"
Jazzy sbuffa e incrocia le braccia. "Non ci penso nemmeno! Quella è roba vecchia, è per Jaxon. Io sono già grande."
"Dormi con la lucina accesa, Jazzy." Le dice Justin, e lei si allunga per picchiargli il braccio.
"Non è vero! Spione!" Dice, e noi ridiamo. "Dirò a mamma che mangi ancora pancakes nel bel mezzo della notte!"
Justin si morde il labbro. "Abbiamo un accordo. Papà, è già grande, lasciala fare la macarena con gli organi."
"Oddio mio." Jeremy si batte una mano in fronte. "Non posso crederci. Non mi poteva capitare una famiglia normale."
 
Salgo sull'enooorme yacht, cercando di non inciampare in niente. 
Eh, cavolo! Ti pareva!
Vengo sorretta dalle braccia di Jeremy. "Stai attenta, rischi di spaccarti qualche osso, qui sopra."
"Già, grazie." Borbotto, mentre Justin scende con Jazzy e Jaxon.
"Ok, può andare." Dice al tipo al timone. Quello annuisce e parte, mentre io mi sdraio sul divano di pelle bianco.
"Che fai? Non puoi dormire." Justin si siede accanto a me.
"É morbido, è comodo, è soffice ed è fresco. Posso eccome." Mugugno, allungandomi.
Ride. "Dai, ti ho portata qui per vedere il paesaggio e tu mi ringrazi così?"
"Se vuoi puoi dormire accanto a te." Dico, per poi sbadigliare.
Ci pensa un attimo. "Ok, può funzionare." Dice, prima di sdraiarsi dietro di me e circondarmi con un braccio. "Sai, abbiamo delle cabine..."
Che gioia. "Era un'informazione essenziale per la mia vita." 
Ridacchia. "No, pensavo..." Inizia di nuovo.
"Mi fa piacere." Mi metto il suo braccio sotto la testa.
"Ma..." Sbuffa. "Dai, hai capito, no?"
Si. "No." Non ti renderò la vita facile, Bieber.
"Dai, tipo... Non so..." Si mette a sedere e si abbassa su di me, dandomi vari baci sul collo. "Come la vuoi mettere? Moltiplichiamoci? Esploriamo i meandri più nascosti del nostro essere? Visitiamo il tuo tempio?"
Scoppio a ridere. "Il mio cosa?!"
"Tempio. Se vuoi grotta, oppure anche solo vag-" 
Gli copro la bocca con la mano, ridendo. "Ho capito, ho capito." 
Mi da un bacio. "Vuoi approfittarne? Ho sentito che le camere sono insonorizzate, e hanno il lucchetto. E i letti sono morbidi."
"E com'è il pavimento?" Sorrido.
Si morde il labbro. "Non so, non sono mai arrivato al livello del pavi-"
Scoppio a ridere, coprendo il suo viso con le mani. "Justin, stavo scherzando. Non intendo fare niente sul pavimento."
Ride e sposta le mie mani dal viso. "Davvero. Iniziare la giornata facendo l'amore ti calma i nervi."
"I miei sono calmi." Rido, per poi allontanarmi e mettermi a sedere.
"Allora, che facciamo?" Jeremy batte la mani una volta, come per incitarci.
"Giochiamo a nascondino!" Urla Jaxon, lanciando in acqua un pezzo di corda. Il tipo al timone scuote la testa, sospirando.
"Non rompete niente." Ci avverte, prima di girare il timone. 
"Papà, conti tu!" Dice Jazzy, muovendo convulsamente la gamba di Jeremy, intendo a messaggiare con qualcuno.
"Eh?" Alza lo sguardo.
"Conti tu!" Ripete Jazzy ancora, prima di prendermi per mano. "Andiamo! Papà, fino a 50!"
"Io non so contare fino a 50!" Urla Jaxon, saltellando di qua e di là.
"Infatti non devi contare tu, mostro." Justin lo prende in braccio. "Forza, inizia a contare, papà."
Jeremy sbuffa e si siede sul divano, portandosi le mani sul viso. "Uno, due, tre..."
"Andiamo!" Sussurra Jazzy, tirandomi dentro le cabine. Justin mi affianca e mi da una leggera gomitata.
"Pensa a cosa potrebbe succedere qui dentro." Dice, e gli tiro una sberla sul braccio.
"Grazie, ora non riuscirò a nascondermi dietro a un divano senza pensare a te." Alzo gli occhi al cielo e lui ride, baciandomi la guancia, poi prendiamo strade differenti.
"Sotto il letto!" Urla Jazzy, e io rido.
"Lì ci troverà subito. É il primo posto dove andrà a cercare." La prendo in braccio e ci infiliamo sotto il tavolo, lasciando cadere la tovaglia fino a terra.
"Ma qui ci beccherà!" Borbotta Jazzy, sistemandosi in mezzo alle mie gambe. 
"Sicuramente dopo Justin e Jaxon." Affondo il viso nel suoi capelli. "Hai uno shampoo alla menta?"
"Si!" Dice sorridendo. "É buonissimo. Ne ho una quarantina a casa." 
"Wow." Rido, abbracciandola.
Appoggia la testa sulla mia spalla. "Tu e Justin avete intenzione di sposarvi? Voglio fare la bambina che porta gli anelli!"
"Che?!" Spalanco gli occhi e lei ride.
"Siete così carini insieme. E mio fratello è innamorato, perciò..." Fa spallucce. 
"Ah, si?" Inarco un sopracciglio.
Annuisce. "Si, si capisce subito."
"E da che cosa?" Oh, si. Questa si che è bella. 
"Quando è innamorato, ha l'abitudine di scrocchiarsi le dita mille volte al giorno." Dice tranquillamente.
"Non l'ho mai vis-" Mi copre la mano con la bocca.
"Shh! Papà è qui!" Sussurra, togliendo la mano.
Mannaggia. Proprio ora che stava venendo il bello!
"Sto arrivaaando! Sono la Strega Farfallina, vi darò tanti dolcetti se venite fuori? Bambiiini!" Urla Jeremy e Jazzy affonda il viso nelle mani, ridendo piano.
"Papà è così bambino, a volte!" Dice poi, scuotendo la testa.
Eh...
 
"No, tu prendi questo e io prendo qu- No, aspetta. Non funziona." Justin prende il piatto dalla mia mano e me ne da un altro, poi prende un altro piatto e sospira. "Neanche così funziona."
Mi passo la lingua sulle labbra. "Senti, e se facciamo una cosa?"
Mi guarda. "Tipo cooosa?"
Gli do una sberla sul braccio. "Se portiamo a tavola un piatto per volta, invece di portarli tutti e cinque?"
Annuisce dubbioso. "Si, mi sembra un'idea accettabile." Dice poi, appoggiando i piatti sul tavolino. Qualche minuto dopo siamo seduti a tavola.
Ci credete che ho controllato Justin tutto il giorno per vedere se si scrocchia le dita?
Seriamente, quella bambina e le sue affermazioni mi manderanno al manicomio!
Crac.
Oh, Cristo.
Non è possibile.
Si è scrocchiato le dita?!
"Ti sei scrocchiato le dita?" Guardo Justin.
Inarca un sopracciglio. "No, ho spezzato un grissino."
Lascio andare il respiro, non so se sollevata o meno. "Ok. Bene. Sono buoni i grissini. E scrocchiarsi le dita fa male. Da vecchio le avrai tutte... Blah." 
Ride. "Stai bene?"
"Ovvio!" Sorrido, infilandomi una patata in bocca e masticando piano.
"Justin, ce lo dici dove stiamo andando?" Chiede infine Jazzy, pasticciando col cibo.
"Su un'isola. C'è uno zoo bellissimo." Fa spallucce, mangiando un grissino.
Niente dita, yo!
"Andiamo allo zoo?!" Jaxon salta in piedi sulla sedia, fissando Justin.
Jeremy lo rimette a sedere. "Si, Jax, andiamo allo zoo. Ma tu non vieni con noi se non finisci tutte le patate."
"Va bene! A me piacciono le patate!" Sorride il biondino, ricominciando a mangiare.
"Sono io, o da quando ho scoperto del vibratore, tutto ciò che Jaxon dice mi sembra pervertito?" Justin mi guarda e io rido
Faccio spallucce. "Sinceramente non ho tempo per fare attenzione anche a quello, ora."
"E a cosa stai facendo attenzione?" Aggrotta le sopracciglia. Ma quanto sei carino. 
"Sai che hai gli occhi come quelli di un cerbiatto?" Mi porto la mano alla bocca appena realizzo di averlo detto davvero.
Scoppia a ridere, appoggiando la schiena alla sedia. "Ah, si? Dimmi di più, andiamo."
Alzo gli occhi al cielo. "Avrei dovuto solo pensarlo. Non ti montare." 
Ride. "Come sono gli occhi di un cerbiatto?"
"Grandi, marroni, da cucciolo." Faccio spallucce.
"Quindi... Ho gli occhi da cucciolo?" Sorride.
Sbuffo. "No." 
Sporge il labbro inferiore in avanti. "E adesso?"
Rido. "Justin, finisci la cena, oppure non vieni allo zoo."
"Ma ho pagato io!" Dice, sedendosi composto.
"E quindi? Scommetto che ti divertirai molto a rimanere chiuso nelle tue cabine insonorizzate." Sorrido.
Si lecca le labbra. "Se rimani con me, allora si."
Gli picchio il braccio. "Sei un sessuomane!" Ride. 
 
"Cheee fai?" Justin si siede accanto a me sulla poppa dello yacht.
"Guardo il paesaggio che volevi tanto che guardassi." Dico, facendo spallucce.
Mi mette un braccio intorno alle spalle. "Io ho un paesaggio più bello."
"Ah, si? Dove?" Lo guardo.
"In camera!" Sorride.
Rido e alzo gli occhi al cielo. "Ma che hai oggi?"
Sbuffa. "Ma che hai capito? La TV, scema. C'è un documentario sull'Alaska."
"Ahh, ora si che è chiaro." Annuisco. "Ok! Vada per la TV. Dove sono Jazzy e Jaxon?"
Si alza e mi aiuta. "Papà li sta mettendo a dormire." Annuisco.
Entriamo in una delle camere e mi butto sul letto, mentre Justin richiude la porta alle sue spalle e si toglie la maglietta. Ah, li so i tuoi piani! 
Ma prima dovrai scr-
CRAC.
No, ok, questo non poteva essere un grissino. 
Mi metto a sedere di colpo. "Ti sei scrocchiato le dita!" Gli punto il dito contro.
Inarca un sopracciglio. "Si... E quindi?"
"Mi ami!" Oddio. Mi butto a testa in giù sul cuscino. "Non dovevo dirlo!"
Ride e si siede accanto a me. "Non avevo in programma di dirtelo così, però... Si, ti amo."
Allontano un po' il viso dal cuscino e lo guardo. "Ragazza di... Di... Che hai detto?"
"Che ti amo." Fa spallucce e mi accarezza i capelli.
Oh, Cristissimi. Aiutatemi, vi prego. "E quando e come avevi intenzione di dirmelo?!"
"Beh... Ecco, allo zoo ci sarebbe stata una scimmietta che ti avrebbe dato un foglietto, ma..." Sospira. "Non penso servirà."
Sorrido e lo abbraccio, buttandolo giù. "Ti amo anche io."
Sorride. "Aspetta, come lo sai ch-" Si blocca, poi sbuffa. "Jazzy e la sua bocca." 
Rido. "Si. Quella bambina è un amore. Penso di volere una figlia così, in futuro."
"Potremmo farla." Dice, cominciando a darmi baci sul collo. 
"Forse. Non adesso, però." Gioco con una ciocca dei suoi capelli.
"Però ora potremmo esercitarci per farne venire fuori una bellissima. Che ne dici?" Si allontana e mi guardo.
Mi mordo il labbro. Dovrei? Massì. "Giuri che le camere sono insonorizzate?"
Annuisce. "Giuro."
"Ok." Mi bacia prima che possa aggiungere qualcosa. 
 
AYEEEEEEEEEEEEEEEE! :D
TOH VI HO ACCONTENTATE D:
Dio, che cosa imbarazzante. Non sono brava con le scene di sesso, perciò, non so, guardatevi qualche video con una canzone romantica e immaginateli xD
Scusate se non ho postato ieri, ero fuori città.
Comunque, gracias a todos per le recensioni (:
Siete fantastiche (:
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Ti amo davvero ***


Sto tranquillamente cercando di mettere il burro sul pane, quando Jazzy se ne esce con una delle sue.
"Papà, posso farmi un piercing all'ombelico?" Chiede sorridendo.
Jeremy scuote la testa, sospirando. "Ovviamente no, Jaz. Sei troppo piccola."
La bambina sbuffa. "Se io sono piccola, allora Jaxon con'è? Un girino?" 
Scoppio a ridere, poi do un morso al pane. "Sai, farsi un piercing all'ombelico fa male."
"Tu ce l'hai?" Mi chiede emozionata. Annuisco e lei sbuffa. "Papà, vedi? Ce l'ha anche Ronnie!"
"Ronnie ha 17 anni!" Sbuffa suo padre, alzando gli occhi al cielo. 
"E allora? Scommetto che Justin si è innamorato di lei per il piercing!" Incrocia le braccia, alzandosi. "Ho scoperto il tuo piano, sai?"
Jeremy inarca un sopracciglio. "Ah, si? Ti dispiacerebbe mettere a conoscenza anche il suo inventore?"
Jazzy si aggiusta la gonna. "Tu vuoi che io rimanga una zitella a vita, vero? Vuoi che diventi lesbica, così non avrò un uomo più importante di te nella mia vita! Tu mi vuoi sola, circondata da ventisette coccodrilli che si mangeranno i miei avanzi una volta che morirò di solitudine!" Scappa via.
Wow, che bambina melodrammatica. Potrebbe wincere in Award se solo si impegnasse nella carriera d'attrice.
"Si può sapere che è successo? Jazzy è corsa a piangere sotto la sedia." La voce di Justin mi risveglia. Mi bacia i capelli. "Buongiorno, piccola."
"Si, notte." Mi batto una mano in fronte mentre si siede. "Buongiorno, Justin."
Ride e si versa del latte nel bicchiere. "Allora? Che è successo?"
"Tua sorella vuole farsi fare un piercing all'ombelico, e io le ho detto di no." Jeremy fa spallucce. "Ah, si. Diventerà lesbica e verrà mangiata da ventisette coccodrilli - poi farò una ricerca per vedere dove si possono comprare-, dopo che è morta di solitudine."
Justin tossisce, posando il bicchiere. "Che cosa? Che cazzo ha mangiato?!"
"NON DIRE PAROLACCE!" Jaxon batte un pugno sul tavolo, poi torna a giocare con il telefono di plastica che ha tra le mani.
"Dai, sul sero?" Justin lancia un'occhiata preoccupata a Jaxon. "Perchè ha il telefono delle Bratz?" Chiede infine, guardando Jeremy.
Quello scuote la testa. "Mi ha costretto a comprarlo. Io gli avevo consigliato un velociraptor a tre teste."
Ridiamo e finiamo di fare colazione, ascoltando attentamente Jazzy urlare con disperazione assoluta 'MI FARÒ CRESCERE LE UNGHIE COME I GATTI E A CASA TI STRAPPERÒ TUTTE LE TENDE!'.
Ok, quella bambina ha qualche problema.

"Tutto ok?" Sento delle mani calde sui fianchi e lancio in aria il wurstel gigante, guardandolo cadere in acqua.
Mi sporgo leggermente. "Perfetto. Ora penseranno che qualche pirana ha staccato il... Tu sai cosa, a qualcuno."
Ride e mi bacia una spalla. "Sei strana e mi stai evitando. Va tutto bene?" Mi chiede, appoggiando il mento sulla mia spalla e circondandomi la vita con le braccia.
Certo. Benissimo. A parte il fatto che mi sono svegliata nuda, con una popstar nuda al mio fianco, e che ho dovuto scalare la libreria per prendere la maglietta che era finita, chissà come, sul lampadario.
Si, a parte questo, penso di avere ancora un briciolo di sanità mentale, che se ne andrà se anche solo osa tirare fuori la questione di stanotte.
Ok, probabilmente ne sto facendo un dramma, ma trovarsi attaccata a un Justin Bieber senza nulla addossa, è probabilmente il peggior incubo e il più bel sogno del mondo.
"Tutto a posto!" Dico, allontanandomi in fretta dalla sua presa. "Ora vado a... A spazzare. Per terra. Sai, bisog- Bisogna rifare il letto! Oddio, corro. Tu non venire, eh! É una cosa per donne. Gli uomini lo sfasciano e le donne lo rifanno. Stai qui, beviti una birra." 
Incrocia le braccia e mi guarda divertito, passandosi la lingua sulle labbra. "Non posso bere alcolici."
Ah, no è problema mio. "Beh, bevi un succo alla mela. Di quelli che ha Jazzy, per esempio."
"Non condivido affatto la sua arguta proposta, signorina Veronica Clide." Jazzy esce dalla cabina, indossando gli occhiali stile nerd di Justin. Sono un po' grandi per lei. "Come ben sapete, sono una ragazza molto colta, mia cara Ronnie." Mi prende per mano e mi fa accomodare sul divano. "Sentiamo, che ha da dire a sua discolpa?"
"Eh?" Inarco un sopracciglio.
La bambina alza gli occhi al cielo. "Il succo si sente offeso dalla sua proposta poco casta!"
Poco che? "Eh?!" Ripeto.
Jazzy ride e si toglie gli occhiali. "Sono io! Ma non mi riconosci?" Ride, dandomi un buffetto sul braccio.
Mi alzo dal divano. Vi ricordate di quel giorno in cui la sanità mentale di Ronnie andò a farsi un giro? Si, beh, anche io.
"Vado a rifare il letto." Annuncio, sparendo poi nella cabina.
"Jazzy, si può sapere che accidenti stai facendo?" Sento Justin chiederle.
"Cerco di provare a papà che sono grande abbastanza per il piercing!" Sbuffa la bambina.
"Ok, io vado da Ronnie, tu stai... Qui. E non toccare niente." Le dice Justin.
Aspetta. Va da Ronnie? Da me? Ok, oddio. Corro verso l'armadio e mi ci tuffo dentro, chiudendo velocemente l'anta dietro di me.
"Ronnie?" Sento la voce di Justin.
Ti prego, non trovarmi. Non trovarmi o giuro che urlo.
Che cosa imbarazzante. Ho 17 anni e mi sto nascondendo dal mio ragazzo.
Con cui ho dormito nuda.
Con cui ho fatto molto più che dormire, ma l'ho fatto comunque nuda.
"Ronnie!" Lo sento sospirare. 
Se ora mi viene voglia magicamente e misteriosamente di starnutire come in tutti i film, mi incavolo.
Oh, si, che mi incavolo!
"Che fai nell'armadio?" Guardo in alto e vedo Justin.
"Shh, sto complottando una fuga per Narnia." Prendo l'anta e la richiudo.
La riapre subito. "Dai, esci di lì." Dice ridendo. Mi porge la mano e mi aiuta ad alzarmi. "Si può sapere che hai?"
"Mamma mia! Here we go again!" Gli prendo la mano e faccio un giro su me stessa. "Waterloo! Promise to love me forever more!"
"Ragazzi! Siamo arrivati!" Urla Jeremy da fuori.
"Oh, Cristo. Sant' Antonio, San Francesco, San Marco, San Michael Jackson, vi ringrazio!" Corro fuori prima che Justin possa aggiungere qualcosa.
"Jaxon, non ti allontanare da me, chairo?" Dice Jeremy al biondino, ancora intento a giocare col telefono.
"Si, papino." Annuisce lui, poi si blocca. "No, aspetta, cosa? Ma ci sono le bambine carine!"
Seriamente, che sta succedendo in questa famiglia? Deve essere uno scherzo. Ma uno bello grande, eh!
Sussulto appena sento un braccio intorno alle spalle. "Andiamo?" Justin mi guarda.
Mi abbasso e mi scosto lentamente. "Ho l'erpes." Dico velocemente.
Inarca un sopracciglio. "Ma non ti ho baciata."
"Infatti." Annuisco, mordendomi il labbro. "Ce l'ho sulla spalla. Non abbracciarmi, potresti prendertela."
Mi guarda divertito. "Ronnie, c'entra per caso quello che è successo stanotte, con il tuo comportamento?"
Indietreggio lentamente. "Ovvio che no! Cosa te lo fa pensare?" Rido nervosamente. "Io vado, ok? Tu... Fai quello che vuoi. Ma fallo da solo. Io ho già abbastanza cose per la testa. Sai, la testa di una donna è un profondo oceano di segreti."
"Ma non era il cuore?" Sorride.
"Eh?" Scuoto la testa leggermente. "Senti, complicati la vita da solo!" Dico, prima di saltare giù dallo yacht.
Prendo un bel respiro. Ronnie 1, Justin 236482793824387284367899.
Siamo a buon punto, dai. 

Sospiro. "Sai, è abbastanza difficile ignorarti se mi abbracci." Borbotto, mangiando una nocciolina.
Justin ride. "Non devi ignorarmi, sei la mia ragazza." 
"E quindi? Voglio la mia privacy. Molta privacy." Mugugno, cercando di allontanarmi. Mollamiii!
Mi tiene per i fianchi. "Veronica, cosa diavolo ti prende?" Mi gira verso di sè.
"Mangia le noccioline." Gli sorrido, dandogli il bicchierino di plastica, poi mi allontano velocemente.
Oddio, devo conviverci. A meno che io non decida di scappare di casa, cosa poco probabile, devo convivere con il fatto che Justin Drew Bieber mi ha vista nuda.
Aye, finesse.
Jeremy ridacchia. "Come mai scappi da Justin?"
Lo guardo. "Io? Scappo da Justin? Noo, gli ho solo dato le mie noccioline. Lui ama le noccioline, vero?"
Fa spallucce e tiene Jaxon per mano. "Non penso, non l'ho mai visto mangiare noccioline in tutti i suoi 18 anni di vita."
Sorrido. Ha fatto sesso e non ha mai mangiato noccioline? "C'è sempre una prima volta."
Ridacchia. "Allora, ti piace lo zoo?"
"Si, molti animali. Molto grandi. Davvero molto grandi." Annuisco velocemente.
Scoppia a ridere. "Sei strana."
Spalanco gli occhi. "Io?! Non sono io che dico che ci sono bambine carine e che voglio un piercing all'ombelico!"
Scuote la testa, sorridendo. "Non ricordarmelo. Sono appena riuscito a calmare Jazzy."
"Come ti ha ricattato, questa volta?" Inarco un sopracciglio.
Ridacchia. "Devo leggerle tre favole ogni seria per i prossimi cinque mesi."
"Alla faccia dell'essere grande!" Rido, scuotendo la testa. Ride anche lui. 
"Tu, io, parlare. Ora." Justin mi prende per un braccio e mi trascina via delicatamente. Mi fa sedere su una roccia, proprio in mezzo alle piante.
Mi sembra tanto di essere una di quelle statue con cui puoi fare la foto ricordo. Guardo Justin, fingendomi confusa.
"Di che cosa vuoi parlare?" Sorrido innocentemente.
Si inginocchia davanti a me. Se mi chiede di sposarlo, lo ricatto anche io. "Si può sapere che hai? É tutto il giorno che cerchi di evitarmi, e... Mi manchi." Si morde il labbro. 
Ohh, che dolce. Gli manco. Controllo l'ora sul display del telefono. "Sono solo le due di pomeriggio. Non è tutto il giorno."
Mi guarda male. "Sono serio. C'entra stanotte?"
Si. "No."
"Allora cos'è?" Mi accarezza la coscia dolcemente.
Bella roba. Ora che mi invento? "Ehm... Ho il ciclo."
Si allontana di colpo. "No, ok, questo non dovevo saperlo."
Sorrido. "Lo so."
"Aspetta..." Si lecca le labbra. "Non puoi avere il ciclo."
"E perchè mai?" Sbuffo, incrociando le braccia. "Ora le donne non hanno neanche la libertà di avere il ciclo quando vogliono!"
Ride. "L'hai avuto qualche settimana fa, Ronnie."
"E come lo sai?!" Spalanco gli occhi, lasciando cadere la braccia lungo i fianchi.
Fa spallucce. "Non è importante."
"Sai anche quando sta per arrivarmi? Così mi preparo e mi porto i pampers dietro."
Ride di nuovo. "Tra circa due settimane. Comunque, non stavamo parlando di questo."
"Vero." Annuisco. "Vuoi un rametto di betulla?" Spezzo un rametto dell'albero accanto a me e glielo porgo.
Mi guarda, scuotendo la testa. "Voglio sapere cosa c'è."
Sbuffo, guardando giù. "É... Imbarazzante."
"Che cosa?" Chiede confuso.
Mi mordo il labbro. "Tu... Io... Noi... Stanotte..."
Appoggia la fronte sulle mie gambe. "E io che pensav- Aspetta, cosa?" Si rimette seduto composto e mi guarda.
Alzo gli occhi al cielo. "Si, dai! É imbarazzante, punto e basta. Cioè, mi hai vista nuda!"
"E quindi?!" Inarca un sopracciglio.
"Quindi che! Cavolo, mi sembra una cosa abbastanza imbarazzante!" Alzo gli occhi al cielo.
"Fammi capire bene." Si alza in piedi di nuovo. "Tu mi stai evitando perchè stanotte ho fatto l'amore con te?"
Annuisco leggermente. "Devi capirmi-"
Mi interrompe. "No, onestamente non capisco. Ti amo, ma non capisco." Scuote la testa, sospirando. "Wow, pensavo ti fidassi di me." Dice, per poi andarsene. 
Sospiro. Perfetto, quello che mi serviva. Mi alzo anche io e raggiungo Jeremy e Jaxon, mentre Justin cammina davanti con Jazzy in braccio.

Stiamo cenando. Cioè, insomma. Non ho toccato il cibo neanche una volta. Justin è in cabina, e non penso che uscirà.
"Sai cos'ha Justin?" Mi chiede Jeremy, cercando di fermare Jaxon dal tirare gli asparagi da tutte le parte. Ne schivo uno, abbassandomi di colpo.
"Ehm, no." Mento, rimettendomi seduta composta.
Scuote la testa. "Non l'ho mai visto rifiutare la cena." Oh, perfetto. Sono anche la causa del suo rifiuto per la cena.
Ottimo. Mi gratto leggermente il collo, spostando via il piatto. "Non ho molta fame, vado... A vedere che ha." Mi alzo.
"Sei sicura? Non penso che potrai trovare da mangiare nel bel mezzo della notte." Jeremy mi guarda.
Annuisco. "Si, sono sicura. Buona fortuna." Indico Jaxon e Jeremy scuote la testa, ridacchiando.
"Anche a te. Justin è più testardo di un mulo." Sospiro e mi dirigo in cabina. Trovo Justin disteso sul letto che guarda la TV.
Un programma serio.
Molto serio.
No, sul serio, è un programma serio: è un documentario sull'estinzione delle tigri bianche, o qualcosa del genere.
Mi sdraio accanto a lui e lui si sposta un po', sospirando. Si lecca le labbra e si batte leggermente il telecomando sull'altra mano.
"Justin?" Dai, provarci non costa nulla, no? Non risponde. "Justin, dai, non ignorarmi."
Si gira verso di me con una faccia sconvolta. "Non ignorarti?!" Si mette a sedere di colpo e spegne la TV.
Oh, merda. Ahia, ho detto una parolaccia. Lo guardo mentre tira il telecomando sulla poltrona nell'angolo della stanza.
Mi guarda di nuovo. "Come puoi pretendere che io non ti ignori dopo che tu mi hai ignorato tutta la mattina?!"
"Justin, io avevo un motivo per ignorarti!" Mi metto a sedere anche io.
Alza gli occhi al cielo. "Ah, si? E ti sembra un motivo intelligente?"
Sospiro. "Beh... Si?" Lo guardo.
Si alza dal letto. Ok, forse no. "Veronica, seriamente, quale cazzo è il tuo problema? Mi ignori perchè abbiamo fatto sesso?!"
Si, cavo- Aspetta. "Sesso?!" 
Si blocca di colpo. "Non volevo metterla così."
Rido divertita. "No, ovviamente. E come volevi metterla? A novanta gradi?"
Inarca un sopracciglio. "Sai anche le posizioni?"
Alzo gli occhi al cielo. "Sei un coglione! Era solo sesso, vero? Hai detto una cazzata quando hai detto che mi ami. L'hai fatto solo per portarmi a letto!"
"No, sai che non lo farei mai, Ronni-"
Lo interrompo. "Non me ne frega niente di quello che so, visto che, ovviamente, non so mai abbastanza." Scuoto la testa e mi alzo dal letto.
"Ron-"
Lo interrompo di nuovo. "Vai fuori, Justin."
"E dove cazzo dormo?!"
"Ah, non so, ti daranno un letto in cambio di un 'Ti amo'." Sorrido sarcasticamente.
Alza gli occhi al cielo. "Smettila di dire così. Ti amo davvero."
"Oh, certo." Sorrido. "L'ho visto. Sesso qui, sesso lì. Beh, l'hai avuta la tua notte di sesso. Ora fuori."
Si avvicina a me. "Non sono io quello che ti ha ignorata, stamattina. Se non me fregasse niente, non avrei provato a capire cosa non andava."
Incrocio le braccia. "Ora l'hai capito. Vuoi un premio? Magari, non so, c'è un Award anche per le prese per il culo? Saresti uno dei probabili vincitori."
Sospira, passandosi una mano tra i capelli. "Va bene, come vuoi. Dormirò fuori." Dice infine, uscendo dalla cabina. Chiudo la porta a chiave e mi butto sul letto.
Ho detto più parolacce oggi di quante ne abbia mai dette in tutta la mia vita.
Ma non me ne frega.
Justin mi ha mentito. 
E va bene. Vada a farsi fottere col suo 'Ti amo' e con la scimmietta col foglietto.
Stronzo!
Mi rigiro nel letto e chiudo gli occhi, sospirando.

AYEEEEEEEEEEEE C:
Solo 15 recensioni? D:
Dio, ma state diventando sempre meno... :/
Comunque, non potevano essere tutte rose e fiori, dai.
Con le vostre minacce di suicidarvi e uccidermi, mi avete fatto cambiare tutta la fine delle storia D:
Ora devo riscrivere ogni capitolo, perciò non so quanto spesso posterò.
Il 4 ho l'esame di Matematica, perciò incrociate le dita. D:
A parte questo, tra poco la storia finisce, mi sembra anche prima del 37simo capitolo (:
YITUFYGUHILKLPORIYTUYIGUHILJOçKLP.
Ora vado. Ah, vi dispiacerebbe passare dalla storia di una mia amica? (:
La sto aiutando a scriverla, perciò... Ci farebbe piacere se passaste :3
Ecco qua: Pubblicità
Sciao, bellesse (: <3

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Non ti amo ***


"No, mi rifiuto di andare. Non voglio avere niente a che fare con Justin Bieber. Mai più. MAI più." Incrocio le braccia e guardo mia madre.
Lei sospira. "Ronnie, si può sapere che è successo sullo yacht? Avete litigato?"
"Capitan ovvio!" Sbotto, per poi coprirmi la bocca con la mano. "Mi dispiace, non volevo."
Scuote la testa, facendomi cenno di lasciar perdere. "Non so cosa è successo e so che non me lo dirai, se non vuoi, però dobbiamo andare con lui."
"Perchè? Non ha una sua vita? Non ho una mia vita?" Alzo gli occhi al cielo mentre raccolgo la giacca di pelle.
Justin scende le scale, bello pronto. "Ron-"
"Vaffanculo." Gli sorrido, poi esco fuori di casa e raggiungo la sua macchina, appoggiando la schiena alla portiera.
Pattie esce, con al seguito mia madre e Justin. "Tesoro, che è successo?" Mi accarezza un braccio.
"Niente, sono solo un po' stanca." Faccio spallucce.
Justin sblocca le sicure della macchina e io entro nel sedile posteriore, scostandomi per fare spazio a mia madre. Appoggio la testa al finestrino e chiudo gli occhi.
É passata una settimana, e Jazzy, Jeremy e Jaxon sono tornati in Canada. 
E io odio Justin Drew Bieber.
Beh, odio è una parola grossa. Diciamo che... Sono completamente riluttante all'averlo accanto.
Molto riluttante, onestamente parlando.
"Quanto devo rimanere lì?" Chiede Justin a Pattie.
Pattie fa spallucce. "Finchè Scooter non ti dice che puoi andare. Io e Jenna andiamo a fare shopping."
Mi stacco dal finestrino. "Che cosa?! Non voglio rimanere lì da sola!"
Mia madre mi da un leggero colpo sul braccio. "Ronnie, comportati bene."
"Oh, io mi comporto benissimo. É qualcun altro che non tiene abbastanza alle persone." Faccio spallucce.
Justin mi lancia un'occhiata dallo specchietto retrovisore. "Se l'altra persona ci teneva davvero, non avrebbe passato la mattinata ad ignorare l'altra persona."
Sbuffo. "Se l'altra persona fosse stata sincera, allora nessuno si sarebbe trovato in quella situazione. Ora taci e guida." Alza gli occhi al cielo ma non risponde.
Pattie e mia madre si lanciano varie occhiate, e Pattie parla per prima. "Ragazzi, questa storia sta andando avanti da una settimana. Si può sapere che avete?"
"Niente." Diciamo all'unisono io e Justin.
Stavolta subentra mia madre. "Non sembra niente. É chiaro che avete litigato, ma perchè?"
"Non abbiamo litigato. Ci stiamo prendendo una lunga, lunghissima pausa di riflessione. Che durerà per un bel po'." Faccio spallucce tranquillamente e tiro fuori il telefono, controllando l'ora. Le 9 di mattina.
Non sopporto Justin.
So che non c'entra, ma ormai ho un orario fisso: lo dico ogni cinque minuti.
Pattie sospira. "Siete sicuri di essere in grado di risolverla da soli?" 
"Ovviamente. Siamo grandi abbastanza." Dice Justin, e io alzo gli occhi al cielo.
"Le persone grandi non vanno a sparare cazzate sui loro sentimenti!" Sbotto, e mia madre sbianca.
"Veronica! Cos'è questo linguaggio?!" Mi guarda severa. Sospiro.
"Scusa." Borbotto, prima di tornare a guardare fuori dal finestrino.
Non sopporto Justin.
 
Qualche minuto dopo essere arrivati dove Justin doveva fare le prove per il concerto, mamma e Pattie se ne sono andate allegramente, cinguettando di scarpe, borse e sciarpe.
Bene, perfetto. Mi siedo su una sedia davanti al palco e tiro fuori il telefono, cominciando a giocare a Fruit Ninja.
Sono ufficialmente intenzionata ad ignorare la presenza, il profumo, la voce, l'ombra e perfino il respiro di Justin.
Fermamente convinta. Gli Stati Uniti sono un Paese libero, no? Ecco, sono una cittadina libera.
Perfetto. Importasse qualcosa, sarebbe anche meglio.
Comunque. Fottuta banana che non riesco mai a tagliare! Mannaggia alle bombe.
Se solo la bomba fosse la te-
"Ehi, possiamo parlare?" Justin si siede accanto a me.
Inarco un sopracciglio. "Ancora? Pensanvo che la cosa fosse chiara, ormai. Non voglio più parlarti."
"Beh, viviamo insieme, che ti piaccia o no, perciò si, direi che parliamo." Mi prende il telefono di mano e gli tiro un pugno sul braccio.
"Avevo quasi battuto il mio record!" Incrocio le braccia e lui alza gli occhi al cielo.
"Smettila di comportarti così. Ok, ho sbagliato parola, ma non vuol dire che non ho provato niente, Ronnie."
"Ma spara meno cazzate, Justin." Mi alzo dalla sedia e vado a prendermi una bottiglia d'acqua.
Mi segue, ovviamente. Manco fossimo in un film sdolcinato. "Ronnie, dammi un'altra possibilità."
"Ah, dici che dovrei?" Lo guardo sorridendo. "Ok, allora ora ti do un'altra possibilità. Torniamo a casa, torna tutto come prima. Baci qui, baci lì, occasionali frasi dolci, e poi BAM!" Batto le mani.
"Siamo andati a finire contro un autobus?" Inarca un sopracciglio.
Alzo gli occhi al cielo e gli passo accanto. "No, idiota."
"E allora cosa?" Mi segue di nuovo e si siede accanto a me.
"Ma non dovevi cantare?" Sbuffo, bevendo qualche sorso d'acqua.
"Ho cinque minuti liberi." Fa spallucce.
"Fantastico. Perchè non vai a fare altro, allora? Non sei desiderato, qui." Faccio spallucce e mi stiracchio. Dio, mi fanno male le gambe.
"Desiderato o no, voglio la mia ragazza indietro." Mi prende la mano e io mi allontano.
"Justin, smettila. Non voglio più parlarti. Ti sembrerà esagerato e quant'altro, ma davvero: non voglio più parlarti. Finisce che ti esce fuori qualche altra cavolata e ci rimarrei peggio. Vai a cantare, fai quello che devi fare. Lasciami in pace." Allungo la mia mano. "Il telefono, per favore."
Sospira e tira il mio telefono fuori dalla tasca della giacca, ridandomelo. "Non finisce qui, Ronnie."
"Non siamo in un film, Justin. Non mi puoi rapire per poi farmi casualmente innamorare di te." Alzo gli occhi al cielo e sblocco il telefono.
"Non devo farti innamorare di me. Mi ami già." Fa spallucce alzandosi.
"Vai convinto, Justin." Scuoto la testa e ricomincio a giocare a Fruit Ninja. 
Justin sale sul palco e prende il microfono. Lo sento sospirare, poi parte la musica, e Justin apre le prove con Be Alright.
Kenny si siede accanto a me, masticando un biscotto al cioccolato. "Come stai?" Mi sorride.
"Benone, tu?" Poso il telefono sulla sedia accanto.
Fa spallucce. "Preferirei essere a casa a dormire, ma sono qui. Ed è il trentaduesimo biscotto che mangio."
Rido. "Il cioccolato fa solo bene, stai tranquillo." Gli accarezzo il braccio, poi mi lego i capelli in una coda disordinata. "Allora, hanno già deciso quando inizia il tour?"
Fa spallucce di nuovo. "Non so, e non mi interessa, francamente. Finchè non sono costretto a proteggere quel ragazzo dalle fan urlanti, cerco di rilassarmi e non pensarci."
Annuisco. "Già, hai ragione." Sospiro.
"Voi avete litigato?" Mi guarda poi, inarcando un sopracciglio. "Sai, non vi ho più visti abbracciati."
Faccio spallucce. "Siamo... In realtà non so dove siamo."
Ridacchia. "Alle prove del suo concerto." Rido e gli picchio piano il braccio. "No, sul serio. Che è successo?"
"Penso che non abbia funzionato." Dico semplicemente, giocando con la bottiglia d'acqua.
Kenny finisce il biscotto e prende un bel respiro. "Succede a tutti."
Annuisco. "Succede a tutti." 
Justin riparte con Die In Your Arms. Ma sono io o sembra che abbia scelto canzoni che potrebbero essere dedicate alla nostra rottura?
Mi sembra stupido, ecco.
Soprattutto perchè...
Non me ne fre- Ok, me ne frega, ma non mi frega.
Kenny emette un rutto. "Oddio, Ken!" Rido, alzando gli occhi al cielo.
Ridacchia. "Scusa, ragazza. La mia pancia ha bisogno d'aria."
"Ho notato." Rido, prendendo il telefono. "Vado-"
"No, no, no. Tu non vai da nessuna parte, da sola." Scuote la testa e mi afferra gentilmente il braccio.
"In bagno..." Finisco la frase. "Se proprio vuoi, puoi accompagnarmi."
Mi lascia andare velocemente. "Vai. Tutto per te!" Rido e mi allontano.
Trovo il bagno e mi ci chiudo dentro, fissando il mio riflesso allo specchio.
Ok, sono più pallida della mozzarella e mi sento uno schifo.
Ho mangiato così tante patatine fritte in questa settimana, che potrei andare avanti a digiuno per i prossimi tre mesi.
Mi sciacquo il viso e sbadiglio. Voglio tornare a letto, e anche subito.
Esco dal bagno, sbattendo contro Alfredo. "Oh, scusa." Ridacchia.
"Niente." Gli passo accanto e torno a sedermi accanto a Kenny.
"Sai, penso che nella vita passata ero una donna." Annuncia, e io sputo in avanti il niente che avevo in bocca.
"Che hai detto?!" Lo guardo.
Ride. "Si. Sai, ogni tanto ho degli sbalzi d'umore di quelli che le donne hanno durante il ciclo, mangio la cioccolata quando sono depresso per amore, guardo film sdolcinati come I giorni della nostra vita e Titanic e piango alla vista di un cucciolo di cane senza zampe."
Ok. Ken, hai la febbre. "É la confessione più strana che qualcuno mi abbia mai fatto." Scuoto la testa.
Sbuffa. "No, sul serio. Secondo me nella vita passata sono stato tipo... Non so, Marilyn Monroe. Oppure... Non so, ma di sicuro una donna."
Annuisco convinta. "Certo, certo."
"Tu chi pensi di essere stata nella tua vita passata?" Mi guarda.
E ora che dico? Sorrido rassicurante. "Un canguro. Vorrei tanto prendere a pedate Justin, adesso." Scoppia a ridere.
 
Arriviamo a casa sette, e ripeto, sette!, ore dopo. Sette ore dopo.
Sette!
Quattro più tre.
Otto meno uno.
Dieci meno tre.
Cinque più due.
Sono. Sfinita.
Mi butto sul divano e Justin si siede sulla poltrona, accendendo la TV. Grazie a non so quale Dio, non ha provato a parlarmi per tutte e sette le ore.
Il che mi porta a una sola conclusione: non mi lascerà dormire stanotte.
Eh, si. Perchè non hanno ancora aggiustato il letto, e Justin ha messo il veto sulle altre stanze da letto.
E Pattie, poverina, è succube di suo figlio.
"Ragazzi, venite qui!" Urla mia madre dalla cucina. Oddio, che c'è ora?
Mi alzo faticosamente dal divano e Justin mi segue in cucina. "Che c'è?" Chiedo, guardando Pattie e mia madre. Sorridono. 
"Vi abbiamo comprato qualcosa." Sorride Pattie, tenendo qualcosa dietro alla schiena.
"Che cosa?!" Sorride Justin. Calma, ragazzo.
"Chiudete gli occhi e tirate fuori le mani." Annuncia mia madre. Justin e io facciamo come ci ha chiesto.
Qualche secono dopo sento un clic, e qualcosa di freddo intorno al polso. Apro gli occhi e mi trovo... Ammanettata a Justin?! "Mamma!" Sbianco completamente.
Mia madre sorride. "Pattie e io siamo stanche di tutte queste continue liti, perciò rimarrete ammanettati finchè non risolvete le cose pacificamente."
"Vuoi dire con un mio pugno sul suo naso?" Sorrido fiduciosa.
"Veronica." Mia madre mi lancia uno sguardo di rimprovero.
"Mamma, è una pazzia, devo ballare sul palco! Come diavolo faccio?!" Justin alza le nostre mani ammanettate.
Pattie fa spallucce. "Non è un nostro problema, Justin. Ora, tornate in sala. E oggi mangiamo fuori."
"Perfetto." Sbuffa Justin, avviandosi verso la sala. Lo seguo cocciutamente.
Mi siedo sul divano, costringendolo a sedersi accanto a me. "Sappi che è tutta colpa tua."
Mi guarda. "Come sarebbe a dire che è colpa mia? Non sono io quello che ti ha ignorata."
"Non sono io quella che ha detto che era solo sesso!" 
Alza gli occhi al cielo. "Ce l'hai ancora con me per quello?! Minchia, Ronnie. Ho sbagliato parola, ero incazzato! Non faccio attenzione a ciò che dico."
"Ah, davvero?" Capitan ovvio.
Sbuffa. "Si, davvero. Se tu non mi avessi ignorato, non saremmo mai arrivati a litigare."
"Così avresti conservato il tuo preziosissimo segreto." Sorrido raggiante.
Mi da una leggera sberla sul braccio. "Smettila, sono serio."
"Anche io. E in tutta serietà, non me ne frega niente. Non voglio avere nulla a che fare con te." Faccio spallucce e sospiro. "Prendi il telecomando."
"Prendilo tu." Fa spallucce.
"Sei più vicino tu!" Alzo gli occhi al cielo.
"Rischio di fare sesso anche con il tavolino, se lo raggiungo." Sorride sarcastico.
"Sei uno stronzo." Sbuffo, alzandomi.
"Che tu ami." Mi rinfaccia.
Mi siedo e gli tiro un pugno sul braccio. "Non ti amo."
"Quindi per te è così facile smettere di amare una persona? Basta che dica una parola sbagliata e per te si merita l'inferno?" Mi guarda mentre io accendo la TV.
Faccio spallucce. "No. Ma tu sei un caso particolare."
"Oh, mi sento onorato."
Gli faccio un sorriso. "Dovresti. C'è un posto speciale per gli stronzi come te." Sbuffa e si gira verso la TV.
 
"Smettila di tirare la mia mano!" Alzo gli occhi al cielo e mi infilo un pezzo di pollo in bocca.
"Smettila di tirare la mia!" Mi dice Justin, tirandomi la mano per mangiare.
Sbuffo. "Mamma, togliete queste manette. Sul serio, risolveremo tutto."
Mia mamma sorride. "No." Dice poi, continuando a mangiare.
"Ci stanno guardando tutti." Borbotto, poi tiro la mano di Justin e mangio un altro pezzo di pollo.
"E che cazzo!" Sbuffa Justin, guadagandosi un'occhiataccia da Pattie.
"Modera il linguaggio, Justin." Gli dice.
Justin alza gli occhi al cielo. "Mamma, è ridicolo. É infantile, stupido e completamente inutile."
"Perchè parli di te in terza persona, Justin?" Lo guardo scioccata.
Mi lancia un'occhiataccia. "Non mi sembravi tanto scontenta mentre ti st-" Gli tiro addosso un pezzo di pane, facendolo ammutolire. "Wow, e poi sono io quello infantile."
Gli mostro il dito medio e mia madre alza gli occhi al cielo. "Ragazzi, smettetela. Si può sapere come siete passati dai baci al tirarvi pane addosso?"
"É lei che mi tira il pane addosso!" Justin mi indica e continua a mangiare tranquillamente.
"Mamma, voglio avere la mia mano indietro!" Mi lamento, scuotendo la mano e scuotendo quella di Justin.
"Oh, Cristo santo, la vuoi smettere? Sto cercando di mangiare." Sbotta lui, guardandomi male.
"Ma quanto sei dolce. E pensare che fino a una settimana fa mi dicevi che mi amavi." Sorrido sarcasticamente.
"Fino a una settimana fa tu non mi ignoravi." Fa spallucce tranquillamente.
"Oh, vuoi ricominciare con questa storia e sentire per la millesima volta perchè ho ragione io?!" Alzo gli occhi al cielo.
"Forza, illuminami." Prende il pane e ne stacca un pezzo.
Sospiro e continuo a mangiare in silenzio. Non ne vale la pena, ormai ci ho perso gusto a litigare con lui.
Pattie scuote al testa, sospirando. "Avrei scommesso un milione su voi due."
"Avresti fatto male." Borbotta Justin. Appoggio la schiena alla sedia e allontano il piatto. "Che fai?" Mi guarda.
"I cazzi miei." Sbotto, e mia madre mi lancia un'occhiataccia.
Justin alza gli occhi al cielo. "Torna a mangiare."
"Non ho fame." Faccio spallucce.
"Non m'interessa, non andremo a casa finchè non finisci di mangiare. Non sarai la mia ragazza, ma non ho intenzione di vederti saltare i pasti." Dice, per poi muovere le sua mano e tirarmi su.
Stronzo. Prendo la forchetta e inizio a spostare il cibo da una parte all'altra del piatto.
Pattie schiarisce la voce. "Tesoro, potresti finire la cena? Sai, c'è Dr. House in TV, non voglio perdermelo."
Annuisco di malavoglia. "Va bene."
"Perchè a lei dai retta e a me no?!" Justin mi guarda.
"Perchè tu sei uno stronzo." Faccio spallucce tranquillamente.
"Parla quella che mi ha ignorato tutta la mattina." Mugugna.
Oddiooo! E basta con questa storia, cavolo!
"Dovresti metteri quella frase come segreteria telefonica. 'Salve, avete chiamato Justin Bieber. Non sono momentaneamente disponibile, perchè la mia ex ragazza, a cui ho mentito, mi ha ignorato tutta la mattina. Lasciate un messaggio.'."
"Justin, su cosa le hai mentito?" Pattie lo guarda. Aspetta, se ne rende conto solo ora?
"Niente, mamma." Borbotto Justin, continuando a mangiare.
"Eh, no. Perchè non glielo diciamo, Justin? In fondo, è sempre tua mamma." Gli sorrido.
Ci pensa un po' su, poi sorride. "Mamma, quando siamo stati sullo yacht, ho fatto l'amore con Ronnie. Il giorno dopo mi ha ignorato completamente, e poi sono venuto a scoprire che la cosa la imbarazzava. Durante la lite, ho accidentalmente detto che abbiamo fatto sesso, lei se l'è presa e ora siamo a questo punto."
Sono con la bocca spalancata. Non pensavo l'avrebbe detto sul serio!
"AVETE FATTO CHE COSA?!" Urla mia madre, attirando l'attenzione di mezzo ristorante.
"Jenna, shh!" Dice Pattie tranquillamente. 
"Ha omesso la parte di quanto mi ha detto che mi ama. Mentendo, ovviamente." Sorrido anche io.
"Non ti ho mentito, porca puttana!" Sbotta Justin, lasciando cadere la forchetta. "Voglio andare a casa." Dice infine, prendendosi la testa tra le mani.
"Non ho finito di mangiare." Faccio spallucce tranquillamente.
Mi lancia un'occhiataccia. "Sbrigati, prima che ti infili quel pollo su per il naso."
"Quanto siamo dolci." Alzo gli occhi al cielo.

OKEEEEEEEEEEEEEY.
So che mi odiate. Lo so, credetemi che lo so! D:
Ma alla fine di Agosto ho avuto gli esami, poi sono successi dei casini con la mia famiglia, sono finita in ospedale per un paio di giorni, ho cambiato scuola e sono finita in classe con gente che odio, e ora sono qui.
Mi dispiace tantissimo! :/
Comunque, il prossimo capitolo verrà postato tra tre giorni. GIURO SU JERRY! ._.
Mi dispiace tanto, e grazie a TUTTI quelli che leggeranno questo capitolo dopo due mesi e recensiranno. 
Scusate.
<3

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Mi presti il bagnoschiuma? ***


Il mio telefono suona mentre sto per entrare a fare una doccia. 
Saltello fino al bancone. 
Mannaggia, è l'unico momento che posso avere da sola, senza Justin, senza la sua mano che sbatte casualmente ovunque. 
Prendo il telefono. Numero sconosciuto. Alè!
"Pronto?" Mi siedo sulla tazza del water.
"Ciao." Dice una voce.
"Ciao. Chi sei?" Che cosa idiota. Ora mi dirà 'Morirai tra sette giorni!'.
"Che stai facendo?" Continua.
Eh? "Sto guardando la TV."
La voce ridacchia. "Ah, si? E che stai guardando?"
"Um, Sex and the city." Butto lì. Un maniaco.
"Ah. E quale parte ti piace di più? Sex o city?"
"Eh?!" Spalanco la bocca.
Ridacchia di nuovo. "Che cosa hai addosso?"
"Um, tuta da ginnastica con mutandoni della nonna e un maglione antistupro." Ma che idiota è questo, ora?
"Mhm, interessante. E sotto cos'hai?"
Aspetta un attimo. Mi alzo dal water ed esco dal bagno. "Sotto? Sotto ho il pavimento." Dico piano, tentando una voce seducente.
Sgattaoiolo piano piano fuori dalla mia stanza e raggiungo quella di Justin.
"Molto divertente." Fa una pausa. Chissà se c'è Justin in camera. "E dimmi, ti piace la panna?"
"La panna?" Questo è fuori.
"Si, la panna. Quella da leccare." Tenta di nuovo.
"No." Sputo lì. "Anzi, sono allergica. A ogni cosa che sia fatta di panna."
"Oh, io penso che a te piaccia la panna. Con le fragole." 
Alzo gli occhi al cielo. "No, sono allergica!"
"E allora ti piace il cioccolato? Quello liquido, da versare, spalmare, leccare, succhiare." Dice piano.
Spalanco la porta della camera di Justin. "Ma che cazzo stai facendo?!"
Tira in aria il telefono e si mette a sedere di colpo sul letto. Grazie a Dio è vestito e niente sta... Eruttando dall'erezione.
"Ma che cosa vuoi?!" Sbuffa, alzando gli occhi al cielo.
"La vuoi smettere di farmi chiamate porno?" Gli lancio un asciugamano in faccia e alzo gli occhi al cielo.
Sbuffa. "Dannazione. Chaz mi aveva assicurato che non avresti scoperto la mia voce."
"Infatti, ma ho scoperto il tuo cervello. Smettila!" Richiudo la porta.
"EHI!" Urla da dentro.
La riapro. "Che vuoi, Bieber?"
"Me la potresti portare della panna?" Sorride.
Do un'occhiata intorno. "Stai scherzando, vero?" Dico, vedendo tutte le foto di Megan Fox appese ai muri.
Fa spallucce e si ributta a letto. "No. Ormai non stiamo più insieme. La vita è lunga, così come Jerry." 
"Chi è Je-" Mi blocco. "Ah, si. Pervertito." Esco di nuovo dalla stanza.
"LA PANNA!" Mi urla.
Lo ignoro e torno nel bagno di camera mia, sbattendo la porta. Entro nella doccia e sbuffo.
Non è possibile.
Come potevo stare con lui?
E con Jerry, soprattutto.
"Ehi, mi presti il bagnoschiuma?" 
Salto in aria e cado per dentro la vasca appena la voce di Justin si avvicina a me. "Ma che cosa ci fai- Come sei entrato?!"
"Dalla porta." Fa spallucce. "Allora, me lo presti?"
"Vai fuori di qui! Oddio mio, esci!" Grazie a Dio la tendina della doccia non è trasparente. É bianca con delfini rosa sopra.
I gusti discutibili di Pattie.
Ridacchia. "Se vuoi ti lavo la schiena?"
Gli lancio un'occhiataccia. "Sparite. Tu, jerry, il tuo ego, la tua perversione e... E..."
"E?" Sorride, incrociando le braccia.
Mi allungo e prendo la bottiglia del bagnoschiuma. "E questo."
Sorride. "Grazie." Lo prende tranquillamente e si avvia verso l'uscita. "Bel culo."
"Sparisci!" Gli tiro addosso la spugna e lui ride, uscendo.

"Perchè mi stai fissando da cinque minuti?" Metto via il telefono e guardo Justin.

Fa spallucce leggermente, mangiando una patatina. "Hai il reggiseno verde."
"E quindi?" Inarco un sopracciglio.
"É lo stesso che avevi sullo yacht." Dice soltanto.
Aggrotto la fronte. "Tu ti ricordi che reggiseno avevo sullo yacht?"
Alza gli occhi al cielo. "Ovviamente. Ci ho messo quindici minuti per togliertelo perchè ti dimenavi."
Incrocio le braccia. "Avevi le mani gelate."
Allunga le braccia sul tavolo. "Ok, facciamo una scommessa."
"Che genere di scommessa?" Lo guardo mentre bevo la mia coca cola. La prossima volta devo ricordarmi di non prenderla col ghiaccio.
"Se riesci a trovare dieci cose che odi di me, allora ti lascio stare." Annuncia.
Annuisco dubbiosa. "E se non ci riesco?"
"Allora mi dai un'altra possibilità."
Rido. "Davvero? É così che ti fai perdonare?"
"No, ma con te non c'è altra scelta." Fa spallucce tornando a mangiare. "Ci stai?"
Ci penso un po' su. "Ci sto."
"Non vale inventare e non valgono cose idiote." Allunga la mano.
"Cose idiote tipo cosa?" Inarco un sopracciglio.
Fa spallucce. "Non so, tipo la marca di gel per capelli che uso, i programmi che guardo."
"Difendi subito Spongebob, eh?" 
Ride. "Si o no?"
Sospiro. "Non ho molta scelta." Stringo la sua mano.
"Bene. Comincia col primo fatto." Si siede composto sulla sedia.
Ci penso su. Oddio, e ora? Um. "Ecco, odio... Odio quando parli con la bocca piena."
"Non lo faccio mai!" Dice, masticando la patatina.
Lo fisso per qualche secondo. "Ma davvero?"
Fa spallucce. "É una cosa da uomini."
"É una cosa da porci."
"I porci sono comunque maiali maschi." Dice tranquillamente. "Poi? Secondo motivo?"
"Odio quando entri nel bagno mentre sto facendo la doccia!"
Ride. "É successo una volta ed era urgente."
Alzo gli occhi al cielo. "Odio quando continui a preoccuparti dei tuoi capelli come se in loro risiedesse la ragione della tua vita."
"Beh, teoricamente." Annuisce. "Loro mi fanno figo."
"Ma fammi il piacere, Bieber. Ciò che ti rende figo è che sbatti contro le porte di vetro e ti compri il tuo disco da solo per trovare il biglietto d'oro."
Ridacchia. "Ci tenevo. Ci sono rimasto male."
"Perchè non mi dici tu qualcosa che odi di me? Se riesci a trovare dieci cose, allora torno con te."
Inarca un sopracciglio. "Davvero?"
"Si." Annuisco, incrociando le braccia. Psht, se mi ama come dice, non troverà niente.
"Allora, la prima cosa è quando ti mangi le unghie. Lo odio. Seconda cosa: gli uggs che porti ogni tanto. Odio quegli stivali. Terza cosa, odio quando mi dici che Spongebob è per bambini, quarta cosa, odio quando mi tratti come se fossi un idiota. Quinta: quando ti metti a sbattere la penna sul tavolo. Sesta: quando ti incazzi senza un motivo preciso. Settima: quando vuoi avere sempre ragione. Ottava: quando ti metti a parlare velocemente quando sei nervosa. Nona: sei cocciuta e testarda oltre ogni limite. Decima: quando non mi dici la verità."
Lo fisso senza sapere che dire. "Wow."
"E nonostante tutto quello, ti amo, e sarei pronto a sopportarlo pur di stare con te." Sospira infine. 
Prendo una patatina dal mio piatto e la immergo nella maionese. Wow. E ora? "Um... Serve più maionese."
Justin spinge una confezione di maionese verso di me. "Ecco."
"Grazie." Sussurro, prendendola e rigirandomela tra le mani. "E comunque non sono testarda."
"Oh, si che lo sei. E molto." Fa spallucce.
"No, non lo sono! Esprimo solo il mio diritto sull'avere ragione!" Alzo gli occhi al cielo.
Ride. "Ovviamente. Ora, dato che ti ho detto dieci motivi-"
"Di cui uno non valido."
Alza le mani. "Va bene. Odio quando ti controlli continuamente il trucco. Può andare?"
Faccio spallucce leggermente. "Può andare." 
"Puoi perdonarmi? Penso di essere stato abbastanza sincero."
"Oh, fidati, lo sei stato eccome. Non penso che qualcuno mi abbia mai detto tutto questo." Dico piano.
"Preferisco dirtelo che tenertelo nascosto. Non sei perfetta, non sono perfetto, nessuno lo è. Il punto è che io ti accetto con le tue imperfezioni e tutto il resto, e tu dovresti farlo con me, se mi ami."
"Quindi la tua è stata solo un'imperfezione?" Alzo lo sguardo.
Fa spallucce. "Un'imperfezione di una mia imperfezione. Non mi esprimo bene quando sono arrabbiato."
"Già."
Stiamo in silenzio per un po'. Non so neanche cosa pensare, a questo punto.
"Andiamo a casa." Dice Justin, alzandosi da tavola.
Pattie e mia madre ci hanno buttati fuori di casa perchè volevano passare una giornata di relax.
"Ok." Mi alzo e lo seguo fuori.
Circa una mezz'ora dopo arriviamo a casa ed entriamo.
"Che cosa  cazzo..." Justin si guarda intorno.
Ci sono decorazioni ovunque. Soffitto, scale, divani, muri, lampade.
Tutto in verde.
Mia madre esce dalla sala ridendo, poi ci vede e si rabbuia. "Che ci fate qui, ragazzi?"
"Che cosa... Cosa..." Tenta Justin.
"Cosa cavolo avete fatto qui dentro?"
Mia mamma sorride nervosa. "PATTIE!" Urla poi.
Un'allegra Pattie salta fuori dal salotto. "Ehi, Jenna! In sala ci sono i salatini! L'hai capita?" Scoppia a ridere.
"Mamma?" Justin inarca un sopracciglio e attira l'attenzione della donna. "Sei... Ubriaca?"
"Noo, tesoro!" Pattie sorride. "Sono solo molto felice. É una festa tra amici, quindi voi due andate di sopra e vi chiudete in camera. D'accordo?"
Io e Justin annuiamo e saliamo le scale. "Perchè stanno festeggiando?"
"Non ne ho idea." Mi blocca e si affaccia dalle scale, vedendo la gente in sala. "Oddio, ma sono tutti uomini!"
Scoppio a ridere e mi appoggio al muro con la schiena. "Oddio, fanno una specie di addio al nubilato?"
Justin mi guarda sconvolto. "Eh, no, eh. Qui no. Mia madre non vedrà nessun... Nessuno spogliarello. No." Scende le scale ma lo blocco.
"Eddai, lasciale stare. Si divertono." Faccio spallucce e tiro dietro di me un Justin che cerca di mettere radici sulle scale. "Justin, dai!"
"Ok, se mi dai un bacio e se torni con me, potrei provare a non pensare di ordinare un kamikaze dal Pakistan."
Inarco un sopracciglio. "Non lo faresti comunque."
"Hai ragione, ci sono anche a Los Angeles." Fa spallucce e io rido.
"Idiota." Alzo gli occhi al cielo. "Aspetta. Tu non puoi farmi ridere. Io sono arr-"
Si fionda sulle mie labbra e mi spinge fino alla camera, sbattendo la porta dietro di noi. "Lo so." Dice.
"Sei un-"
"Lo so."
"E sei un-"
"So anche quello."
"Ti odio."
"Ti amo anche io."

OH, HEIDI, HEIDI, HEIDI, OH, OH.
Ciaooo, belle fanciulle :3
Sono super mega extra contenta di sapere che ci siete ancora e che avete aspettato pazientemente (con minacce di morte nella posta!) il continuo xD
Spero non vi deluda. :')
Siccome la storia finisce presto, questi due devono fare pace.
Ammetto che ho scritto con una pervertita al telefono, ossia #xciastenpanda.
Andate assolutamente a vedere la sua storia. Dovrebbe mettere il capitolo nuovo domani.
É stupenda asdfghjkl. :3
Comunque, crazzie a tutte per esserci ancora con me. :)
Sciao, bellesse. <3

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** Costantemente con una tazza di caffè in mano ***


"Ciao, piccoli. Sapete che papà vi vuole tanto, tanto bene? Ma tantissimo." Justin appoggia l'orecchio sulla mia pancia e io rido.
"Justin, smettila." Alzo gli occhi al cielo.
"Purtroppo però non posso tirarvi fuori con la forza." Sospira con fare teatrale.
"Justin." Scuoto la testa.
"Vostra madre è stata tanto stronza quando ha deciso di tenervi tutti lì dentro, senza condividere." Sbuffa.
Scoppio a ridere e gli picchio la spalla. "Smettila!"
Si mette a sedere. "Cazzo, erano gli ultimi due biscotti al cioccolato che c'erano!"
"Idiota! Sta iniziando Spongebob, vai a vederlo." Gli indico lo schermo della TV.
Fa spallucce. "Non posso vedere Spongebob senza esattamente due biscotti al cioccolato, che, guarda caso, hai mangiato tu."
"Come sono crudele." Ridacchio, alzandomi con fatica dal divano. 
"Aspetta, dove vai?" Mi guarda confuso e mette in pausa la TV.
"Devo andare in bagno." Faccio spallucce.
"Ma questo è il nostro momento di Spongebob. Lo guardiamo insieme da due anni, non puoi lasciarmi così." Inarca un sopracciglio.
"Justin, hai vent'anni! E questi..." Indico la mia pancia. "Danno calci. E sono anche forti."
Sorride e mi raggiunge, mettendo le mani sulla mia pancia. "Ma non è vero!" Sbuffa.
Scoppio a ridere. "No, sul serio, devo andare in bagno." Sposto le sue mani e salgo le scale.
Non rotolare, non rotolare, non rotolare.
Ancora due settimane, poi sono libera.
Se sopravvivo al parto, il che non mi sembra una possibilità.
Ho praticamente letto ogni articolo di madri morte mentre davano alla luce un figlio.
E io ne dovrò dare alla luce due!
Due!
E passerò il resto della mia vita perennemente stanca, con delle caviglie da fare invidia agli elefanti, delle occhiaie orribili e costantemente con una tazza di caffè in mano.
Sbuffo e tiro lo sciaquone, poi torno al piano di sotto. Mi butto a sedere sul divano. "Che crudeltà essere incinta."
Justin ride. "Non è tanto male. A parte per quando ti svegli di notte per vomitare." Annuisce leggermente.
"Justin, io non dormo di notte per vomitare!" Alzo gli occhi al cielo.
Ridacchia e mi abbraccia. "Abbiamo già visto questo episodio."
"Ovviamente. Sono nove mesi che non facciamo altro che guardare Spongebob e comprare tutine rosa e blu." Scuoto la testa leggermente e cambio canale.
"Beh, a Christian piacerà il rosa." Fa spallucce.
"Ancora non capisco perchè Evelyn debba avere le tutine blu." Lo guardo.
"I nostri figli saranno originali." Dice tranquillamente. "Oh, c'è Leone, il cane fifone!"
"Oh, hai vent'anni!" Sorrido, fermandomi sul canale col cartone.

"Maddie!" Urlo dal piano di sotto, alzando gli occhi al cielo. 
"Sto arrivando, dammi tregua!" Urla di rimando. 
Tiro fuori il telefono e controllo l'ora.
Chaz mi prende per un braccio e mi trascina in cucina. "Devo chiederti una cosa."
"Ok, spara." Incrocio le braccia.
Si passa la lingua sulle labbra. "Ecco, mi stavo chiedendo... Dici che sarebbe troppo scontato se... Ecco..."
"Chaz, non ho tempo!" Alzo gli occhi al cielo.
"Giusto! Ok, um, sarebbe troppo scontato se chiedessi a Maddie di... Sposarmi. Stasera. A cena."
Spalanco gli occhi. "Eh?"
Sospira. "Ci sto pensando già da un po', e ora che ho l'occasione, e ci sarete tu e Justin... Pensavo di farlo." Fa spallucce leggermente.
"No! É fantasti- Oh, mio Dio!" Lo abbraccio.
"Fidanzato ore tre." Justin ci passa accanto a prende una bottiglia d'acqua dal frigo.
"Chaz chiederà a Maddie di sposarlo!" Batto le mani come una foca.
"Oh, davvero? E quando?" Justin mi mette il braccio intorno alle spalla.
"Stasera. A cena." Chaz prende un respiro. "Speriamo accetti."
"Ovvio che accetta! Se non accetta, puoi sempre portarla a Las Vegas, farla ubriacare e alla fine sposarla." Faccio spallucce.
"La mia ragazza." Justin ride e Maddie viene giù.
"Eccomi, in tutta la mia bellezza!" Fa un giro su se stessa e noi applaudiano.
"Ok, adesso andiamo." Chaz la prende per le spalle e la spinge fuori di casa. Entriamo nella macchina di Justin e parte.
"Se c'è qualche ragazzo carino nei paraggi, avvisatemi." Maddie sbadiglia e si stiracchia.
"Pardon?" Chaz si gira dal sedile anterione e Maddie ridacchia.
Gli da un leggero colpo sulla spalla. "Ma io pensavo a te, sciocchino!"
"Come no." Lui scuote la testa. "Puoi anche smetterla di appendere poster di Orlando Bloom nella nostra stanza da letto. E nel bagno. E nell'armadio."
Maddie alza gli occhi al cielo. "Ringrazia che non appendo poster di Justin senza camicia."
"Ehi!" Le picchio il braccio e loro ridono.
Arriviamo al ristorante e usciamo dall'auto. "Ciao." Justin mi bacia la guancia.
"Dove vai?" Gli afferro il braccio.
Ride. "Era un saluto, sto qui."
Annuisco. "Sarà meglio per te. Oddio, non vedo l'ora che le chieda di sposarlo!" Squittisco appena entriamo nel ristorante.
"Ma chi?" Maddie prende delle noccioline e Chaz mi lancia un'occhiataccia.
"Um, ecco, recentemente io e Justin ci siamo appassionati a Friends, e Monica e Chandler non vogliono decidersi a sposarsi, quindi... Già." Annuisco, poi indico il nostro tavolo. "Andiamo?"
Annuiscono e arriviamo al tavolo, prendendo i nostri posti. Un cameriere vestito di giallo ci porta i menù e scrive cosa beviamo, poi se ne va.
"Allora, che fate questo Natale?" Chiede Maddie, guardando me e Justin.
"Famiglia." Justin fa spallucce leggermente mentre sfoglia le pagine. "Voi?"
"Probabilmente anche noi. Anche se non so se mi conviene volare fino in Grecia per vederli. E ho sentito che ci saranno terremoti." Maddie fa spallucce. "Chaz, che mangi?"
"Cosa?" Chaz sobbalza e ci guarda.
"Cosa mangi?" Ripete lei.
"Oh, io? Um, prendo gli spaghetti all'arrabbiata." Annuisce lui.
"Sicuro? L'ultima volta non è finita bene." Maddie ridachia. "Per me." Sbuffa poi.
"Che è successo?" Prendo un pacchetto di grissini e ne tiro uno fuori.
"Diciamo che abbiamo dovuto cambiare le lenzuola quattro volte quella notte." Fa spallucce e Chaz si nasconde il viso nelle mani.
"Oddio, Maddie! Perchè hai dovut- Hai promesso che non l'avresti detto!" Sospira, battendo la testa contro il tavolo. Noi ridiamo.
Ordiniamo e Chaz prende un bel respiro, tastandosi le tasche dei jeans.
Ora ha perso l'anello.
E lì sarebbe una figata.

Abbiamo appena finito di mangiare.
Ho stretto la mano di Justin durante tutta la cena, nella speranza che Chaz raccogliesse quel dannato coraggio e si inginocchiasse.
No, non è successo.
Sono passate due ore, non è successo niente e sono abbastanza sicura che la mano di Justin non avrà circolazione per un po'.
"Ronnie, la mano." Sussurra Justin.
La mollo. "Non ci credo. Sono passate due ore. Due! Due ore." 
Ride. "Non è finita la cena, manca il dolce."
"Ha nascosto l'anello nella torta? Se ha nascosto l'anello nella torta, lo uccido. É la cosa meno romantica che esiste." Alzo gli occhi al cielo.
Annuisce leggermente. "Vado a parlare un attimo con il proprietario del ristorante. Chaz mi ha chiesto di organizzare l'atmosfera."
"Ok." Annuisco. "Oh, e digli anche della torta!" Annuisce e si alza, sparendo.
Maddie mi guarda sorridendo. "Ciao!"
"Ciao!" Saluto. "Allora..." Guardo Chaz.
Evita il mio sguardo. "Allora..." 
Rimaniamo in silenzio finchè Justin non torna. "Cos'è questo silenzio?" Facciamo spallucce. "Tutto bene?"
"Tutto perfetto!" Sorride Chaz, battendosi le mani sulle gambe. Justin annuisce.
Gli picchio piano il braccio. "E se l'anello non è nella torta? Oddio, non dirmi che verrà qualche idiota di un altro tavolo e farà finta di far cadere un anello e poi si crea tutta una recita tipo: 'Oh, mi scusi!', e a quel punto Chaz dirà: 'Non si preoccupi, mi serviva proprio un anello!'." 
Justin sospira. "Vado un attimo in bagno." Si alza e sparisce di nuovo.
"Va tutto bene?" Maddie inarca un sopracciglio.
"Non so." Faccio spallucce.
"Lui non ha mangiato gli spaghetti all'arrabbiata, vero?" Mi guarda.
Rido. "No. Ma qualcuno che gli ha mangiati dovrebbe sbrigarsi a fare qualcosa." Mi gratto casualmente il naso.
Chaz da qualche colpo di tosse. "Perchè ci mette così tanto?" Sbuffa piano, controllando l'ora.
"Chi? Il cameriere?" Sorrido speranzosa.
Scuote la testa e mi fa cenno di lasciar perdere. "No, no. Um, vado in bagno." Si alza e sparisce.
Maddie e io ci guardiamo, poi lei alza le mani. "Non guardare me, i ragazzi sono strani." Annuisco ridendo.
Qualche minuto dopo tornano e si siedono tranquillamente. "Eccoci qui." Sorride Chaz.
Scuoto leggermente il braccio di Justin. "Mi è venuta un'altra idea!" Sorrido.
Mi guarda incerto. "Ok, quale?"
"C'è l'orchestra. Ora, immaginati quanto sarebbe imbarazzante se il cantante si fermasse nel bel mezzo di una canzone e dicesse: 'Abbiamo una sorpresa per una persona speciale, e vorrei che tutti vi voltaste nella direzione del tavolo 37 per vedere una proposta di matrimonio degna di questo nome!'. Sarebbe imbarazzante. Io morirei." Scuoto la testa.
Justin si passa una mano sulla fronte. "Ho dimenticato di avvertire di spegnere la luce." Sospira, alzandosi e andandosene di nuovo.
Aspetta...
Mi porto una mano alla bocca.
Oh, no...

Justin chiude la portiera dell'auto dopo avermi fatto scendere. Insomma, nessuno si è dichiarato.
Nessuno.
Nessuno.
Nessuno.

Lo seguo in casa e richiudo piano la porta, appoggiando la schiena contro di essa. "Justin?"
Si gira verso di me. "Dimmi."
"Ecco, come mai... Chaz non le ha chiesto di sposarlo?" Mi mordo leggermente il labbro.
Fa spallucce e si toglie la giacca di pelle. "Forse non era il momento giusto." Sale le scale velocemente e sento la porta del bagno chiudersi.
Mi giro e sbatto la testa contro la porta diverse volte.
Sono una cogliona!
Salgo le scale e entro in camera, buttandomi sul letto.
Qualche minuto dopo Justin entra in camera e inizia a sbottonarsi la camicia.
"Secondo te ci proverà di nuovo?" Mi metto a sedere.
Annuisce. "Forse."
"Tu..." Mi mordo il labbro. "Ci proverai di nuovo?"
Mi guarda. "Probabilmente." Sorride.
Annuisco leggermente, giocando con le mie dita. Chissà se era nella torta. "Era nella torta?"
"Si." Sospira, appendendo la camicia sulla sedia.
Porca trota, non fissare. "E... Il tipo di un altro tavolo?" Annuisce di nuovo, appoggiandosi alla parete. "E... L'orchestra." Annuisce.
Sbuffo e mi nascondo il viso nelle mani. 
Non ci credo che ho rovinato tutte e tre le proposte!
"Sono una pessima fidanzata." Mi butto sul letto e Justin ride.
"Mi conosci bene, tutto qui." Fa spallucce tranquillamente e si inginocchia davanti a me, prendendomi le mani e tirandomi su a sedere.
"Oddio, me lo stai per chied-"
"Smettila!" Ride.
Sorrido. "Scusa." Alzo le mani e sospiro. "Però non fare tutto un poema stile Shakespear. E non promettermi che mi amerai per sempre."
Annuisce leggermente. "Vuoi fartela da sola la proposta?"
Rido. "No, ok, vai." Annuisco, tornando seria.
"Ronn-" Scoppio a ridere, interrompendolo. "A questo punto!" Ride, alzandosi.
"No, no, no! Voglio la proposta!" Mi passo una mano sulla fronte. "Scusa, è solo che mi immagino tutte le scene di film." Scuoto la testa e torno seria. "Ok, vai."
"Pronta?" Annuisco e si inginocchia di nuovo. "Da qua-" Scoppio a ridere e mi butto sul letto.
"Non ce la posso fare." Rido, coprendomi il viso con le mani.
Justin si sdraia sopra di me. "Sposami."
"Ovvio." Sorrido, dandogli un bacio. "Quindi Chaz e Maddie erano una copertura?"
"Si. E devo a ognuno di loro 300 dollari." Fa spallucce e mi bacia la guancia, per poi sdraiarsi accanto a me.
Mi metto a sedere. "Dov'è l'anello cioccolatoso?" Sorrido.
Ride e si alza, prendendo una scatolina dalla tasca dei jeans. Si inginocchia e mi prende la mano, infilandomi l'anello sull'anulare.
"Wow." Lo fisso. "Perchè proprio blu?"
"Mi piaceva." Fa spallucce.
Annuisco. "Piace anche a me." Lo abbraccio.
Mi sposerò! 

SERDFTGYHIJLPFOSUIDHSDGUIYBG.
OLÉ! ;)
Studierò Cinese da Lunedi! ;)
Oh, la, la. :)
Comunque, col prossimo capitolo... Questa storia est finì! D:
Cazzo, mi dispiace più di quel che pensavo, troia banana. 
Comunque, sono contenta che la maggior parte di voi sia rimasta con me durante i miei scleri e le mie lamentele, e sopratutto durante i due mesi c:
Graciasssssssssss. Oh, meglio: Xièxiè! c;
Sciao, bellesse. 

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** Lo voglio. ***


"Mamma!" Urlo dal camerino, cercando di abbottonare il corpetto. Sospiro e mi guardo allo specchio.
Sembro... Sembro... Sembro una sogliola. Mi appiattisce il seno già inesistente, così sembro una tavola da stiro.
Perfetto, direi!
Mia mamma entra nel camerino sorridente. "Dimmi, tesoro."
"Mi aiuti con i bottoni?" Alzo i capelli e lei mi viene dietro, iniziando ad abbottonarlo.
"Sei nervosa?" Ridacchia piano, sedendosi poi sulla sedia accanto alla mia.
"Mi stanno sudando le mani." Sbuffo. "Ed è il quarto asciugamano che uso, non ce la faccio più. Sposarsi fa schifo!" Alzo gli occhi al cielo e lei ride.
"Beh, io mi sono sposata due volte." Fa spallucce.
"Si, lo s-" Mi blocco. "Aspetta, cosa, cosa, cosa?"
Due volte? Eh, cavolo.
"Lascia stare." Mi fa cenno con la mano di lasciar perdere e si guarda intorno. "Hai bisogno di qualcosa di blu!"
"Ho la forcina per i capelli." Mi indico la testa. "Mamma, se mi viene un infarto?"
Scuote la testa ridendo. "Non ti verrà niente. E Justin è bellissimo, quello smoking gli sta da Dio. Beh, ecco, la giacca."
Inarco un sopracciglio. "Perchè, che fine hanno fatto i pantaloni? Non dirmi che ha fatto come l'amico di papà che si è infilato la torta in tasca ed è scappato!" Mi alza velocemente dalla sedia e cammino in tondo per la stanza.
Mia mamma si alza e mi mette le mani sulle spalle. "No, ma ha i jeans. Sono neri, ma sono jeans. Non sai quanto è sclerata Pattie quando l'ha visto. Taylor ha cercato di aggiustargli i capelli, ma lui le ha tirato la piastra addosso, così la tua damigella ha un occhio blu."
Faccio spallucce. "Avevo bisogno di qualcosa di blu e di nuovo, ecco qui."
Ride e scuote la testa. "Allora." Mi passa le mani sulle braccia e io prendo un bel respiro. "Oh, e Ryan e Chaz si sono ubriacati."
Annuisco. "Perfetto."
"E Maddie ha cercato di farli tornare sobri con della camomilla."
La guardo. "E quindi?"
"Ecco, stanno dormendo." Spalanco gli occhi. "Ma stanno dormendo in prima fila!"
"Ma sono i testimoni di Justin!" Mi guardo intorno e prendo l'inalatore, facendo dei respiri profondi.
Questi due anni di preparazione del matrimonio mi sono costati la salute mentale e ben quindici chili.
E circa sei mesi di notti insonni.
"Dai, ti divertirai! Tuo padre è svenuto quando ci siamo sposati." Fa spallucce e prende la boccetta del profumo, facendomi segno di alzare la testa.
Lo faccio e mi spruzza una quantità eccessiva di profumo sul tutto il corpo. "Sembro un fiore di Chanel." Arriccio il naso.
Sorride e mi da uno schiaffo sulla guancia. 
Spalanco la bocca e mi premo la mano contro la pelle. "Ma sei impazzita?!"
"Ti senti meglio?" Sorride contenta. "Ti sei dimenticata dell'ansia?"
"No! E ora ho anche una guancia rossa!" Mi guardo allo specchio e ci sbatto contro la testa un po' di volte, finchè mia madre non mi ferma.
Taylor e Maddie entrano nel camerino. "Oh, la, la! Che schianto!"
"Oh, si, è ubriaca anche Taylor." Annuisce mia mamma. "Comunque ti aspetto fuori."
"Si, vai." Mi butto a sedere sulla poltrona di pelle rossa e tengo la gonna del vestito nelle mani.
Maddie si siede di fronte a me. "Allora? Come ci si sente? Sei nervosa? Se fossi te, sarei nervosa. Insomma, è un passo importante. Certo, meno importante dell'avere figli, e tu a quello hai già pensato. Ti fa ancora male la pancia? Sei sicura di riuscire a camminare? Magari dobbiamo portarti una sedia a rotelle!"
Inarco un sopracciglio. "Sto bene, ma accetto la sedia."
Ridacchia. "Tay, smettila di sniffare i gelsomini!" Le tira addosso una spazzola e la colpisce nell'altro occhio.
"Ahia, cazzo!" Sbotta quella, coprendosi il viso. Sbuffa. "Mi servirà la cera del museo di Madame Tussaud per coprirmi i lividi, ora!" 
Ridiamo e Pattie entra, facendomi segno di alzarmi. "Evelyn e Christian sono seduti accanto a Jaxon e Jazzy."
Annuisco leggermente e prendo un respiro, alzandomi dalla poltrona. "Sto impazzendo, lo giuro." Mi asciugo le mani di nuovo.
"Ho il borotalco, aspetta!" Maddie prende la sua borsa e ne tira fuori sei flaconi.
Aggrotto la fronte. "A cosa ti servono sei flaconi di borotalco?"
"Ecco, sono di Taylor. Voleva far finta che vi sposate a Dicembre e ha iniziato a versare la polvere sui capelli di Justin."
Scoppio a ridere. "Allora il livido è giustificato!"
"Dai, dammi le mani." Mi dice velocemente.
Allungo le mani e Maddie ci svuota sopra il flacone, costringendomi ad allontanarmi. "Tu sei fuori. Justin penserà che sono morta e sono diventata un fantasma."
Ride e mi massaggia le mani. "Ok, ho finito. Aspetta, hai qualcosa qui." Si avvicina al mio viso e mi tira uno schiaffo.
"Ma siete impazziti tutti oggi?!" Mi tengo la guancia e mi allontano da lei.
"É un porta fortuna." Fa spallucce, poi mi porge i tacchi.
Scuoto la testa. "No, non li metto."
Continua a tenderli verso di me. "Forza."
"No."
"É ora."
"Non è ora." Scuoto la testa con fare convinto.
"Non costringermi a buttarti il borotalco addosso, andiamo!" Incrocia le braccia.
Sbuffo. "Va bene." Le prendo le scarpe dalla mano e mi siedo, mettendoli ai piedi. "Ancora non capisco perchè io debba indossare i tacchi se ci sposiamo sulla spiaggia."
"Perchè è elegante!" Borbotta Taylor, saltando giù dal tavolo dei dolci. "Buona la torta alle fragole. Quanta ne hai mangiata?"
"Circa otto pezzi." Mugugno, alzandomi e seguendo Maddie verso l'uscita. "Oddio, oddio, oddio!"
"Niente scleri! Non è il momento!" Pattie mi lancia un'occhiata e sorride. "Ma che carina!" Fa una pausa. "Tutti in riga, soldati!"
Maddie e Taylor si mettono davanti a me, e io dietro di loro.
Il padre di Justin entra e sorride. "Sei bellissima." Mi abbraccia.
"Grazie." Sorrido e si mette accanto a me. Gli passo il braccio intorno al suo.
"Sei nervosa? Emozionata? Felice? Stressata?"
"Nervosa." Annuisco leggermente. "Sono sicura che cado. Oh, sì, che cado."
Ridacchia. "Ti tengo." Mi bacia i capelli e sento l'orchestra iniziare a suonare.
"Oh, mio Dio." Sussurro appena Maddie e Taylor escono. 
Eccoci, ci siamo.
Non svenire, non svenire, non svenire, non svenire.
Prendo un bel respiro appena capisco che è il mio momento.
"No, aspetta, non ce la faccio." Blocco Jeremy e mi sposto un po', passandomi la lingua sulle labbra.
Mi guarda preoccupato. "Hai cambiato idea?"
"No, ma..." Mi guardo intorno. "Mi tremano le mani."
Ride. "Andiamo, dai. Andrà tutto bene, finirà prima che tu possa dire 'Lo voglio'." 
"Minchia, questo mi conforta." Annuisco.
"Attenta al linguaggio." Mi da una leggera sberla sul braccio e io sorrido.
"Andiamo." Dico infine.

"Vuoi tu, Justin, prendere Veronica Clide come tua legittima sposa, e onorarla e rispettarla finchè morte non vi separi?" Il prete guarda Justin, io guardo Justin, tutti guardano Justin.
E Chaz mangia.
Ora dirà di no.
Ovviamente dirà di no.
Oh, mio Dio, che figura di merda.
Ho nominato il nome di Dio invano!
Andrò all'inferno.
Ho nominato l'inferno davanti alla Bibbia!
Sono orribile.
"Lo voglio." Annuisce Justin.
"Eh?" Sbotto. Tutti ridono e il prete mi lancia un'occhiataccia.
"Signorina, si contenga, per piacere." Scuote la testa.
"Ma si contenga lei!" Alzo gli occhi al cielo.
"Continuiamo." Sospira. "Vuoi tu, Veronica, prendere Justin Bieber come tuo legittimo sposo, e onorarlo e rispettarlo finchè morte non vi separi?"
"Aha." Annuisco. "Cioè, si, lo voglio."
Il prete sospira e sento gli altri ridacchiare. "Con il potere conferitomi dalla Chiesa, io vi dichiaro-"
"Devo andare in bagno!" Urla Christian. Scoppiamo a ridere e Jeremy lo prende in braccio, andando via velocemente.
"Con il potere conferitomi dalla Chiesa, io vi dichiaro-"
"Mamma, mi fa male la gamba!" Urla Evelyn.
"Shh, tesoro." Sento mia madre dirle, e poi la prende in braccio.
"Allora." Sospira in prete. "Con il potere conferitomi dalla Chiesa, io vi dichiaro-"
"Cazzo, il gelato!" Sbotta Chaz.
"E porca puttana!" Il prete lancia a terra la Bibbia. "Baciatevi e facciamola finita, ho i biglietti per la partita di box delle 5!" 
Lo fissiamo sconcertati e lui ci fa cenno di continuare.
Prima che possa anche solo obiettare sul fatto che ha urlato parolacce davanti a mia figlia, Justin preme le sue labbra sulle mie.
Sento gli altri che applaudono, poi ci allontaniamo.
"Ok, arrivederci a tutti, andate con Dio." Il prete si toglie la tunica e corre via in pantaloncini.
"Salve, signora Bieber." Justin mi bacia i capelli.
"Eh?" Lo guardo. "Ah, si, ciao." Sorrido.
Ride e alza gli occhi al cielo. 
"Mamma!" Evelyn mi corre incontro e mi salta in braccio. "Possiamo tornare a casa ora? C'è Spongebob in TV!"
"Tale padre, tale figlia." Alzo gli occhi al cielo.
"Papà, voglio i palloncini che ha il nonno!" Urla Christian, correndoci incontro.
Jeremy gli corre dietro. "Non sono palloncini!"
"Devi smetterla di portarti dietro i preservativi, Jeremy." Scuoto la testa e lui fa spallucce.
"Non si sa mai che io abbia una seconda opportunità con Pattie."
"Che orrore." Borbotta Justin.
Ridiamo.

"Ok, e non fate troppo sesso. Il sesso fa male. E non voglio altri nipoti per ora." Pattie ci abbraccia.
"Va bene." Diciamo insieme io e Justin.
"E divertitevi!" Sorride mia mamma, dandoci un abbraccio. "E portateci regali."
"E tanto cibo! In Italia hanno il cibo buono!" Chaz ci fa l'occhiolino.
"Io voglio qualche vestito firmato!" Taylor saltella su e giù. "Oppure un make up molto coprente."
Justin ridacchia. "Scusa."
Taylor fa spallucce. "Non importa. Dai, andate e non fracassateci i coglioni, vogliamo mangiare la torta."
"Va bene, va bene. Ci vediamo tra due settimane." Prendo in braccio Evelyn e si aggrappa a me. 
"Mammina, torna presto!" Dice nei miei capelli.
"Ti chiamerò ogni sera." Le bacio le fronte e la metto giù, poi abbraccio Christian, mentre Evelyn corre da Justin.
Qualche minuto dopo saliamo in macchina e il tassista parte verso l'aeroporto.
"Allora, qual è la città che vuoi visitare di più?" Mi chiede, passandomi il braccio intorno alle spalle.
"Um, Firenze." Annuisco. "E poi Venezia, e infine Cagliari."
Justin ride. "Staremo in albergo almeno qualche volta, vero?"
"Ovvio, tutte le notti." Sorrido e mi stiracchio. "Ma finchè non arriviamo lì, io dormo."
"Ehi, non posso passare dodici ore da solo." Mi prende per i fianchi e inizia a farmi il solletico.
"Noo! Lasciami sta- Justi- Ohh." Alzo gli occhi al cielo e lui ride, baciandomi la guancia.
"Di' che bacio meglio di te."
"Come faccio a saperlo? Non mi sono mai baciata. E tu sembri abbastanza soddisfatto."
Sbuffa. "Io fingo."
Rido e lo spingo via, rimettendomi a sedere. "Bacia meglio Chaz."
"Che stronza."
"Ti ho sentito." 
Ride.

Entriamo nella camera dell'albergo di Bari e mi guardo intorno. 
É stupenda, sia la camera che la vista fuori.
Justin posa le valigie e chiude la porta a chiave, mentre io vado fuori in balcone.
"Ehi, posso dormire accanto alla finestra?" Mi chiede Justin da dentro.
"No!" Gli urlo di rimando.
Lo sento sbuffare e ridacchio.
É tutto perfetto.
Justin mi raggiunge qualche minuto dopo e mi abbraccia da dietro, dandomi un bacio sulla guancia.
"Allora, due settimane, solo io e te, da soli, in un Paese così romantico..." Appoggia il mento sulla mia spalla. "Che potremmo mai fare?"
Mi giro e sorrido, mettendogli le mani sulle spalle. "Pensi quello che penso io?"
Sorride annuendo. "Ovvio."
Andiamo in cucina, prendiamo un pacchetto di noccioline e torniamo fuori.
"Al tre, ok?" Mi dice, aprendo il pacchetto.
"Ok." Prendo una manciata di noccioline.
"Ok. Uno, due, tre." Iniziamo a lanciare noccioline in testa alla gente e ci nascondiamo.


L'Amore consiste nell'essere cretini insieme.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ed è FINITA.
Oh, Cristissimi.
Non so se sono felice o no.
Insomma, sì, lo sono, perchè era diventata difficile da scrivere, e da una parte non lo sono, perchè mi ero affezionata D:
Comunque, non ho fatto il finale che volevo, ovvero dove lei veniva uccisa dal padre...
E il padre è rimasto in clinica per alcolizzati.
Alcune mi hanno scritto che avrei dovuto risolvere la faccenda tra i due, ma penso che se l'avessi fatto, allora sarebbe andato tutto fin troppo bene.
Insomma, le cose non si risolvono in 29 capitoli, giusto?
Ok, me ne vado D:
Grazie  A TUTTE quelle che sono rimaste con me da Luglio e che hanno continuano a recensire i capitoli, anche quelli più merdos, e a quelle che mi hanno fatto ridere nei momenti peggiori, e a tutte quelle che mi hanno minacciata di morte.
Davvero gentili :')
E, questo detto, vorrei anche informarvi di una storia che io avrei cominciato... 
Ahem, si trova sul mio profilo. :3
Can you keep a secret.
Non ho voglia di mettere il link, perciò...
Mi farà male mettere 'Completa' ora che pubblicherò il capitolo, cazzo.
Comunque, spero che nessuna di voi sia così vomitevolmente romantica da volere un matrimonio con damigelle che si vestono di rosa confetto.
Sayonara, bellesse.
Lagazza Italiana andale a letto. :)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1150506