Lloyd Dobbler

di MarkmanTaughtMe
(/viewuser.php?uid=153163)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Say Anything ***
Capitolo 2: *** Avrei dovuto farmi i cazzi miei. ***
Capitolo 3: *** Giuro davanti a Dio che sono pazzo. ***
Capitolo 4: *** With Your feet In The Air And Your Head On The Ground ***
Capitolo 5: *** Keep The Faith ***



Capitolo 1
*** Say Anything ***


Lloyd Dobbler


Non c’è niente di fantasioso in questa storia. Seriamente. Nulla. E’ solo cercare di mettere su un foglio di carta una strana sensazione di nostalgia per qualcosa mai vissuto veramente,per dei  posti di cui non ho mai assaporato l’aria, per una sensazione di sicurezza e in un certo senso calore anche se senti i brividi della brezza primaverile che s’infiltra sotto la t-shirt dopo un temporale avvenuto dopo mesi e mesi di gelo. La questione si fa umida.
 
“Sai perfettamente che non ne ho la minima intenzione”
 
“Avanti Frankie, è solo un fottutissimo party per festeggiare il vostro contratto con l’etichetta discografica…Fosse capitato a me non sarei ancora con il culo su questo divano sgangherato,ma sarei in giro con il mio gruppo a farmi figo” mi sorride incoraggiante e forse anche con un’ombra di invidia.
“Lascia perdere il resto,ti prego” continua. “E’ solo tuo padre,non puoi permettergli di rovinarti la giornata così. Sai com’è fatto. Non..voleva intendere di non essere fiero di te. E poi avanti,avresti preferito essere un viziato come Sam,il grassone in fondo a Salter Place? Cavoli,sicuramente a quest’ora avevi la macchina ma non te l’avremmo mai rigata nel giro di 10 minuti” 
 
Mi viene da sorridere. Sto già meglio.
 
Sono tre giorni che non esco, tre giorni a seguito di tre tipi di analisi e prelievi vari. Ho un organismo che funziona a cazzo suo. Lo odio. Se potessi strapparmi le budella in questo momento lo farei.
 
“Mike, sono al verde,non so che mettermi, e sono a pezzi.” Dico con un filo di voce mentre mi accascio nuovamente sul divano dopo uno scarso tentativo di alzarmi. “Ho rilitigato con Neil ieri” mi lascio sfuggire. “Venire per festeggiare cosa? Si cazzo,sarebbe un sogno se la mia musica valesse qualcosa ma bo… Questo non è un gruppo, vorrei poter condividere quello che penso e faccio con degli amici veri.”
“Ma eravate amici strettissimi fino a pochi mesi fa!” 
“Questa cosa dell’etichetta discografica è arrivata in un momento davvero pessimo. Credo che se non fosse successo mi avrebbero buttato via loro” la mia voce si fa sempre più piccola. Stringo le ginocchia al petto.
 
Mike incrocia le braccia e mi scruta sotto i suoi occhiali spessi “Si può sapere che cazzo era successo alla festa di Tim?? Dio,ti ho lasciato un secondo solo e ti ho ritrovato avvinghiato ad un tizio mentre gli collassavi addosso”
 
Lo stomaco mi brontola sonoramente.
 
“Ho baciato Shaun alla festa di Tim” le parole mi escono lentamente mentre fisso con sguardo vuoto il microonde.
 
Silenzio.
 
“Ah” mi fa lui.
 
“Ma. Cioè. Ti piace lui?” è un po’ imbarazzato.
 
“Sai,credo non più di tanto” ammetto io. “Credo solo…di averlo voluto fare,così. Per scherzare. E invece avresti dovuto vedere le loro facce.”
“Ma eri ubriaco”
 
Cosa c’entra?
 
“Mike okay,verrò a questa stupida festa, non capisco proprio come vi vada di organizzare queste cose…Vi ringrazio, sul serio. Dai un bacio a Donna da parte mia e dille che anche un paio dei suoi biscotti mi sarebbero bastati” sorrido al solo pensiero.
Mikey mi sorride di rimando mentre si avvicina alla porta mettendo le cuffie nelle orecchie e infilando il suo lettore mp3 nello zainetto dietro. E’ ingombrante sul serio. Ma niente può dividere Mikey Way e gli Smashing Pumpkins.
 
“Allora a stasera…ah, e cerca di non dare troppo spettacolo questa volta!E’ tornato mio fratello dall’università”.

La porta cigola e si chiude.

Morsa allo stomaco.

Brontolio.
 
-----------------------

 
Ho più gel in testa che idee per come spendere decentemente la serata senza immischiarmi in risse varie. Perché hanno dovuto rinvitare anche questi idioti? Capisco che il mio migliore amico è amico di mezzo mondo,però…
“Fraaaaankie! Ho sentito le prime canzoni del Demo! Cazzo,bella roba amico. Se non fosse che hai una voce da checca”
 
Ah. Ah. Ah.
 
Dove minchia è finito Mikey?? Se riesco a recuperarlo subito magari mi evito queste compagnie. 
Incontro un tipo altissimo con capelli afro. Deve essere il tizio che Mike ha conosciuto a quella cena… Identikit: Alto. Capellone. Segni particolari: Un mostro della chitarra elettrica. Guardandolo mi sento ancora più piccolo. Ripensandoci io più che suonare strimpello. Urlo. Mi sbatto di qua e di là. Violento. Stupro la mia chitarra penetrando,infiltrandomi tra le sue corde con le dita,infrangendo il suo essere così bianca e pudica. Si chiama Checca. Pansy. Ed è come la me. Come la mia voce secondo Pete. 
 
Se mi sentisse un musicista serio mi metterebbe in galera. Tratto il mio strumento come una puttana?
 
“A dire la verità qualche titolo fa proprio pena,ma vai bene così. Beh oddio qualche canzone fa proprio cagare. Però “Trying to escape the inevitable”…
 
Mi correggo, io non uso nessuno! Io amo la mia Pansy. Amo la mia musica. Al massimo sono io la puttana. Gli altri mi definiscono puttana. Sono io ad essere Pansy.
 
Ho già male alla testa. La musica è troppo alta. Ci mancava solo questa Disco Dance ’80.
Mi mancano le mie sigarette. Un flash del caminetto di casa Way. Le ho lasciate lì,vicino il giaccone.
Automaticamente mi sposto dal giardino al salone interno, l’argenteria e le superfici in vetro e in legno strofinate con tanta cura da Donna Way risplendono le luci che vengono dal giardino. Appese merdosamente, aggiungerei.
 
Ogni tanto c’è qualcuno che entra ed esce,per prendere cose dalla cucina o per posare il giaccone. Non riconosco un ombra poco distante. Mi avvicino come un ladro, però cercando di far finta di niente come se fossi in casa mia e mi sporgo per afferrare le mie sigarette quando le ritrovo in mano all’uomo nero sopracitato.
 
Mi sta fregando le ciosbe?
 
“Hem,scusa. Sono le tue?”
 
Ovvio che si,altrimenti non starei qui a fissarti con sguardo assassino.
 
La pelle candida a contrasto con i capelli lunghi e scuri. Le guance sembrano arrossarsi un po’ ma non saprei dirlo con certezza, la luce è poca.
Mi avvicino per prendere il pacchetto dalle sue mani,lui si sforza di non guardarmi. Riconosco solo ora i suoi lineamenti.
 
“Oh,sei tu.” Sentenzio io senza avere altro da aggiungere.
 
Avrò visto questo ragazzo si e no quattro volte,considerando che quasi vivo a spese della sua famiglia. Sempre rintanato in cantina. Ed ora di ritorno dall’università. E’ più alto. O forse sono io che rimango sempre basso.
Finisco di prendere il pacchetto dalle sue mani, poi ci ripenso e gliene offro una. E’ ancora terribilmente in imbarazzo.
 
Cerco un accendino.
 
“Frequenti il corso di Arte mi dice Mike”
“Si…” la sua voce è strana, e suona come nessun’altra.
“Comunque mi dispiace,è casa mia sai com’è…e credevo fossero di Mikey o Ray…”
“Tranquillo”. Continuo ad osservarlo.
Fumiamo in silenzio.
“Comunque…complimenti…per il Demo. Non ho avuto ancora occasione di assistere ad un vostro concerto ma sono sicuro che siete bra-“
 
“Gerard!!Frank!!Ecco dove eravate finiti” Mikey entra come al solito senza bussare.
 
Era risentimento questo?
 
“Comunque…” comincia Mikey stringendo Gerard in un mezzo abbraccio “Devi ancora sapere la novità. Gerard ora che è tornato a Belleville…ha intenzione di metter su una band! E indovina chi ci sarà con lui??”
Nella mia mente ci sono solo le guance arrossate di Gerard e qualche pallottola di fieno che rotola nel deserto.
“Io!” Esclama Mikey con sguardo ovvio. “Sto imparando a suonare il basso e anche molto velocemente! Così finalmente potremmo suonare e provare il brivido di far parte di un gruppo anche noi”.
“E’ splendido!” Dico riprendendomi. “ Allora devo venirvi a sentire…Quanto al tizio capellone in giardino…?”
“Lui è Ray, il ragazzo di cui ti avevo parlato. Ha pensato Gerard ha chiamarlo, non è un genio?” ride mentre scompiglia i capelli al fratello” tra qualche giorno avremo le prime prove tutti insieme! Ah,e il batterista è Matt, il ragazzo dell’autofficina”.
Oh Mike. Tu si che avrai un gruppo con le palle. O almeno avrai affianco delle persone che ti vogliono bene…
“Ora andiamo che ci stiamo perdendo il meglio della festa!” Lascia andare il fratello e sguscia fuori tra le ragazze. 
“Mike mi ha prestato…un bel po’ dei tuoi fumetti. E devo dire che hai decisamente un ottimo gusto.”
Il suo viso si tende in un sorriso.
“Adoro i fumetti…sono andato a frequentare Belle Arti quasi solo per questo.”
“E tutte le Action Figures erano le tue? E i cd che avevi fatto per Mike? Cavoli…” mi sembra di parlare con una di quelle creature leggendarie che sblocchi dopo un po’ di tempo alla Play Station.
Lui ride lievemente e si lascia andare in un fiume di titoli,storie e cd che non vedo l’ora di ascoltare.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Avrei dovuto farmi i cazzi miei. ***


Capitolo 2: Avrei dovuto farmi i cazzi miei.

 
Sospiro.
Mancano 20 minuti alla fine dell’ora. Non ce la faccio più. Dopo ho le prove.
Sbatto la matita sul banco.
Prendo il compasso. Faccio delle incisioni.

Bell rings
I make my escape
It helps a little, but doesn't save

Prendo la borsa e la tiro faticosamente sulle spalle

Beat down's a common thing
It happens every day
Maybe I'm just strange cause I don't change schools
Maybe I like the abuse
Or maybe I'm just like you

Cerco di uscire nel minor tempo possibile da scuola ma sento comunque delle urla arrivarmi alle orecchie. Non avrei dovuto baciare quell’idiota. Davanti a quegli idioti. Che vanno a dirlo ad altri idioti.
Cerco di non voltarmi
Mi arriva uno zaino in faccia,perdo l’equilibrio.

I'll get up off the ground
Stand tall and fight
My eyes don't hurt at all
No,non ho tempo per mettermi a fare a botte.

“VAI A SBACIUCCHIARTI CON GLI ALTRI MASCHIETTI DEL TUO GRUPPO?”

I would rather die

Than be your whipping boy

“Iero, dove te ne vaiii?”

Summer is one day closer


As God is my witness… I will never be a victim again.
 
 
Non posso perdere le prime prove di Mike.
Entro di corsa,in ritardo fiondandomi sul divanetto del garage del mio migliore amico.
C’è anche lui. Comincia a cantare.



Questa
è la fine di Frank Iero.


 
 
Sono le 6 del pomeriggio.
Il sole sta già tramontando. C’è una sorta di viola-rosso nel cielo. Lo osservo,per poi distogliere lo sguardo e darti l’attenzione che meriti. L’attenzione che meritano le tue mani sudate che tremano ancora dall’agitazioei. Oh Dio, non avrei mai voluto metterti a disagio. Neanche fosse venuta la Regina Elisabetta a vederti cantare. Sono solo io. Non vedo ulteriori brutte figure che tu possa fare prima che io ti batta per tempo ed esperienza.
 
Arrossisci se ti chiede qualcosa qualcuno che non conosci bene,per poi sostituire al tuo sorriso uno sguardo che non riesco a decifrare.

Non è perso. Non è neanche fisso. E’. E’ vivo. E allo stesso tempo vuoto. Ray fa una battuta sui capelli di Mike; cristo,sono ridicoli sul serio. Gerard si lascia andare in una risata assurda. Spalanco gli occhi nel sentire un suono simile. Si accorge del fatto, arrossisce nuovamente tirando le guance verso gli occhi,guardando in basso. Porta una mano alla bocca. Si mangiucchia le unghie. Il vento gli sposta di poco la sciarpa avvolta al collo e appoggiata alla spalla. Ha un brivido. In questo momento realizzo anch’io che ho freddo. Nel mio campo visivo appare l’immagine della mia t-shirt gialla. Arrossisco anch’io, e corro dentro a cercare il giubetto abbandonato sul pavimento.



----------

 
 
C’è qualcosa di te che non sopporto? Riesco a far in modo di trovare qualcosa di te che non mi vada affatto bene? Merda,ma sei grasso.

Siamo sul tuo letto.

Cerco di estrarti le cose che ti fanno stare male. Sapevo della storia con quella ragazza. Kate,vero?

“E così…è finita” concludi tu.

Sono a gambe incrociate sulle tue lenzuola.

Ti sto sporcando le lenzuola con le mie Etnies.

Potrebbe esserci della merda sotto.

Ma ti frega qualcosa?

Fissi il soffitto. Guardo fuori dalla finestra: c’è un’atmosfera strana.

Ci sono le nuvole.

Parlami.

Parlami, e parlami ancora.

Okay?

Te ne prego.

Sei le note di questa canzone.

Tossisco, mentre penso a quando ti ho rivisto dopo anni.

Oggi fuori scuola ti hanno visto con me,e tu lo sai cosa ti hanno urlato dietro.

Sono colui che porta merda sulle tue lenzuola, Gerard.

Le candide lenzuola che dovrebbero proteggerti dai tuoi demoni notturni.
Le lenzuola della tua vita.

Ti spio da quando avevo 8 anni,nella tua cantina a disegnare.

E le foto? Dove cazzo dormivi, Gerard?

Sembrava una fottuta camera oscura.

Tutta la tua fottuta vita sembra un immensa camera oscura.

Posso essere una tua foto? Qualcosa di appeso al contrario che gocciola.

Why are you so far away?
 Even when you're standing next to me
You eyes give you away
Telling secrets when your mouth don't feel like talking


Tiri su col naso.

Ti cade una goccia di tempera rossa sulle lenzuola.

La fisso come se fosse colpa mia

Con un gesto impacciato cerchi ti strofinarla via

Mi passa per la mente l’assurda idea di sporcarti le lenzuola con il mio sangue, un modo masochista con cui perdere la verginità.

Sono ancora qui a fissare quella macchia.

Non voglio renderti sporco come me, Gee.

Tu non sei così…tu…non provi queste cose.

Ti accorgi che sono sovrappensiero, e con la minima confidenza che sei riuscito a prenderti in questi mesi ti alzi dal letto e tiri il lenzuolo con tutta la coperta.

Scivolo come un undicenne la sua prima volta al pala ghiaccio

“Frankie avanti,cos’hai?”

Alzo lo sguardo e vedo che i suoi occhi non sono più lucidi dal suo racconto.

Gli sorrido lentamente e poi lo tiro per un braccio,mandando a puttane tutto il suo set di colori

Inciampa tra il mio piede e la coperta e finisce tra le mie ginocchia mentre appoggiato con la testa al mobile io rido liberamente.

La mia risata si spegne man mano che vedo i suoi occhi perdere la luce che gli dava la risata riempiendosi di una luce strana,diversa. La sua espressione si fa seria.

Non ce la faccio più. Sono mesi che mi racconto cazzate. Mesi che aspetto di sciogliere l’enigma delle tue labbra

Socchiudo gli occhi e ti accarezzo gli zigomi,poi la guancia.

Dal tuo mento alzo leggermente il viso, indeciso tra il contemplare la bellezza dei tuoi occhi o quella delle tue labbra.

Annullo la distanza tra noi

Non hai il tempo di arrossire.

Ci baciamo.

Le tue guance sono inizialmente candide…e poi

Ecco la prima macchia.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Giuro davanti a Dio che sono pazzo. ***


Capitolo 3:

 
Prove dei Pencey.

E’ la terza volta in una canzone che sbaglio gli accordi.

Il fatto è che li ho anche scritti io

“Frank, santa merda!” mi urla Shaun mentre tutti si fermano fissandomi.

“Se continui a sbagliare fai impicciare anche me”

Abbasso gli occhi e mormoro delle scuse. Oggi proprio non-

“Non ci stai con la testa!” è ancora irritato.

“Ragazzi credo sia inutile continuare a provare in queste condizioni,è la quarta volta che proviamo a scrivere questa cazzo di canzone per finire il demo. Non ci siamo riusciti in tre settimane e non ci riusciremo neanche oggi”.

Qualcosa mi brucia dall’interno.

So che mi stanno accusando,ma non ho voglia di urlare per poi fare la figura della vittima.

“C’è qualcosa che stona” aggiunge Tim.
“Non capisco bene cos’è,ma in generale andrebbero rivisti tutti gli accordi e la linea melodica.”

Cresce il moto di rabbia.

Strappo il jack dalla mia Pansy e la butto sulla custodia aperta, mentre il rumore acuto del filo scollegato risuona dall’amplificatore dentro tutto il garage.

Rovisto nelle tasche per cercare una sigaretta,l’accendo e mi siedo sul marciapiede. Saranno le sei e mezzo,il sole sta quasi per tramontare.

E’ vero,la mia testa vaga indubbiamente altrove.

Mikey mi ha chiamato solo ieri dicendomi che Jeff, il vecchio proprietario del locale vicino la stazione è andato a sentire il nuovo gruppo dei Way e gli ha dato la possibilità di suonare due o tre pezzi ad inizio serata.

Quasi lo invidio. Io neanche mi diverto più. Questo gruppo doveva essere una scappatoia dalla realtà. Dalla mia realtà. Un gesto estremamente egocentrico per poter contenere l’egocentrismo delle altre persone che ho chiamato per suonare con me. Volevo sentirmi parte di qualcosa.

Ma non sono parte di niente.

Giro tra le mani il pacchetto di Malboro.

Mi ricordano il suo profumo.

E’ così agrodolce.

Gerard stesso è così agrodolce.

La sua voce è alta, in un certo senso dolce ed argentina, ma con un retrogusto graffiante che ti rimane in gola e nel petto anche dopo ne hai respirato una prima boccata. Dio, questa frase era così incomprensibile. Il fatto è che ogni volta che la respiri, che ti entra nelle orecchie e nei polmoni si va a concentrare precisamente in mezzo al tuo petto come un veleno che prima o poi sai che raggiungerà il cuore.

Ma per il resto del tempo te ne stai bellamente lì,ad aspettare che ti contamini tutto.

Morirei del veleno delle sue parole.

Dio solo sa quanto sono belli i suoi testi.

Grazie per il veleno, Gee.

Mi scorre nelle vene ed è l’unica cosa che mi mantiene in vita al momento.

Grazie per avermi morso.

**

Gli occhi mi brillano. Sono bravissimi. Li adoro. Come c’era da aspettarsi erano andati splendidamente.
Le canzoni inedite che hanno fatto sono magnifiche.

La sua voce. I testi, lo stile musicale di Ray, Mike con il suo basso che si prestava perfettamente nel complesso, Matt, il tizio grosso alla batteria, non era proprio niente male: molto veloce e forte allo stesso tempo. Bella scelta Gee. Se non fosse che se la tira come Madonna.

“Okay allora prendiamo… tre, quattro, cinque, sei… facciamo sette birre?”
Annuisco mentre Ray fa il conteggio teste.

Mi mordicchio le unghie e batto le dita sul tavolino mentre aspetto e ascolto gli altri ridere e chiacchierare a proposito della risata.
“E insomma il vecchio Mike aveva un nome addirittura da prima che cominciassimo!” esclama Matt
“E’ stato un flash! Ho ritrovato questo libro, bellissimo tra l’altro, di Welsh e ho visto ‘ Chemical Romance ‘ e…”
“Mike è un genio per trovare i nomi alle band cazzo, vi ricordate quando suggerì il nome per i New London Fire?“

Ah Welsh, eh Mike?
Io invece mi ero ispirato a Salinger…

“ Siamo stati fantastici, è andata decisamente meglio di come mi aspettavo” urla Gerard.
Non ci avevo riflettuto prima, ma era palesemente ubriaco da prima dell’inizio del concerto.

Mentre scherza abbraccia Ray, Matt e suo fratello facendo un brindisi molto strano.
“Aaaa tutti coloro che ci vogliono male eee coloro che ci davano delle checche e…e a tutti i bulli figli di puttana che dicevano che non ce l’avrei mai fatta!”
Si regge a malapena in piedi
“Tre brindisi alla dolce vendetta!”

Ha stile anche da sbronzo,però.

Il mio boccale di birra ghiacciata sta cominciando a bagnarmi le mani, mi riprendo e mando giù tutto; mi sento già meglio. Vederlo ridere, anche se non è cosciente è comunque una bella commedia da osservare. Anche se so che è comunque una messa in scena. So che non è la sua realtà. So che Gerard ha bisogno di bere per sentirsi ‘felice’

“Fraaaankie, non lo fai un brindisi con noi??” Mi si appoggia mentre fa gocciolare la birra di qua e di là.
A sentirlo nuovamente così vicino rabbrividisco, e non solo perché una goccia è appena scivolata dentro la mia t-shirt.

“Dai Gee, andiamo. E’ tardi…” Lui mi abbraccia e scuota la testa ad ogni frase che tento di dire mentre finisco anche il secondo giro di birre.

“Non ho intenzione di sprecare una notte bella come questa, Frankie… ne ho già sperecate abb..abbastanza con te.”

Gli altri sembrano tutte figure sfocate… tutto sembra focalizzarsi nuovamente su Gerard e sul suo viso paonazzo.  Per la prima volta mi passa per la testa la seria possibilità che sotto sotto io possa piacergli.

Mi dà un bacio sulla guancia enfatizzando il rumore dello schiocco delle labbra e gli altri ridono. Arrosisco. Credo, spero che io possa piacergli.

Poi si allontana guardandomi senza interrompere il contatto visivo.

Io senza pensarci di rimando mi avvicino

Se solo non continuasse a scappare…

Lui mi guarda e fa tornare quel suo sogghigno, splendido, inquietante per poi scoppiare a ridere.

Dò un ultimo sorso e anch’io non riesco più a trattenermi e scoppio a ridere.

Non trovo che tutto questo abbia un senso.

Credo semplicemente che mi piaccia.

E lo lascio così.

Non vedo nulla di sano nel fatto che in questo momento mi sta trascinando per un braccio per portarmi fuori.

Nulla di sano nel fatto che credo che le sue labbra si siano scontrate con le mie e che al momento la sua lingua è nella mia bocca e io lo sto respirando a pieni polmoni. Ciò rende tutto più difficile.

Nulla di strano, solo tutto molto umido. O forse è tutto così strano ed irreale che non mi spaventa affatto avventurarmi in qualcosa che spezzi la monotonia della mia sudicia vita.

Ancora niente di sano nel sapere che probabilmente non lo sta volendo coscientemente, niente di bello nel sapere che probabilmente mi sta soltanto prendendo in giro. Che io mi sto soltanto prendendo in giro.

Che il mio cuore al momento sta prendendo a testate la mia cassa toracica ribadendomi ogni fottuta volta di quanto io sia coglione a baciare questo ragazzo che in realtà probabilmente NON MI VUOLE…

Frank fottiti.

No, fottiti tu.

E’ tardi per impazzire. E’ tardi, ho sonno!

No, è presto per andare fuori di testa. Ancora non sono soddisfatto.

Ancora non è soddisfatto il mio ego,ho bisogno di sfogarmi con un cazzo di gruppo.
Ancora non è soddisfatto il mio corpo, ho bisogno di sentire lui dentro di me.
Ho bisogno di morire di felicità con la sua essenza in corpo.

Ancora non è soddisfatto il mio cuore, visto che sa che
Lui non mi ama come lo amo io.



Forse però non è presto e non è tardi. Forse è il momento giusto per farlo di nuovo.
Credo di essere ubriaco,ma pienamente cosciente della mia stupidità e del dolore che mi farà il ripensarci domattina
Ora sono io a prenderlo per il braccio e a mettergli una mano alla base della nuca.
Sta ancora ridendo.
Lo bacio.

 
 
 
 
 
 
Barcollo.

Dopo due ore a smaltire la sbronza e sonnecchiare in macchina di Ray mi alzo, impreco e solo mentre corro in direzione di casa mia realizzo di avere una madre ed una vita da mandare avanti.

“Frank!” mi urla Ray facendomi voltare.

Ormai ha svegliato tutti.
Sembriamo una comitiva di barboni a metà tra macchine scassate aperte e marciapiedi.

“Volevamo dirti…Avrai notato che manca qualcosa per rafforzare il sound, no?”

A malapena il mio cervello dà segni di vita.

C-cosa?


“Frank, abbiamo bisogno di un’altra chitarra. Vuoi unirti al nostro romanticismo chimico?”







Okay, non ho palesemente nulla da fare. 
Il titolo del primo capitolo faceva riferimento al film da cui si ispira la canzone dei Pencey Prep "Lloyd Dobbler", il  titolo del secondo capitolo l'ho scritto a random mentre il titolo di questo terzo fa riferimento ad una frase che il giovane Holden ripete spesso nell'omonimo libro. Spero mh...vi stia piacendo nonostante tutto... E' molto 'confusionaria' ma non mi aspetto diciate che è la migliore ff evaH e non vi dirò neanche che se la mettete tra i preferiti vi dò un biscotto.
Vi ringrazio per tutti i complimenti che ho ricevuto... E tranquilli, io non ho intenzione di pubblicarla se ne ho la possibilità (LOL). Semplicemente ringrazio chiunque stia seguendo questa storia e apprezza un lavoro semplice ma svolto con passione (okay sembra una pubblicità della mulino bianco) sia per la musica dei Pencey Prep e dei My Chemical Romance, sia con stima ed affetto nei confronti dei personaggi stessi. 


Un ringraziamento particolare va a shal0tt (la mia amyketta ìhìhìh) e a Black Mariah, nonchè ottime scrittrici e traduttrici che mi sostengono e soprattutto mi sopportano <3 
Un bacio
XO

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** With Your feet In The Air And Your Head On The Ground ***


Capitolo 4:

 
Sono ancora immobile nei miei insignificanti jeans, con la mia insignificante t-shirt con le mie insignificanti converse coperte di vomito di Gerard.

“Cosa?”

“Hai capito bene…Vuoi unirti a noi Frankie?” La testa di Mikey fa capolino dal sedile.

“Io…beh,amico… siete tipo la mia band preferita…”

Sono alquanto sconvolto e non so perché imbarazzato. Mi sento come una di quelle ragazzine che vengono chiamate a salire sul palco per suonare una canzone con i propri idoli. Mi sento come una ragazzina ad un concerto…dei Green Day forse. Mi sembra di aver visto un live in cui accadeva una cosa simile. Oddio ho anche addosso una t-shirt dei Green Day. Mi copro il viso con le mani mentre gli altri continuano a sghignazzare.

“Ovvio che si” riesco finalmente a dire, non posso fare a meno di sorridere
.
“Whoo-oh!” urla Mikey scuotendo Gerard ancora semi-addormentato.
“Frank è dei nostri!” Urla Ray. “Beh, amico” continua, “Direi che ora è il caso di andarci a fare una doccia… le prove ci sono giovedì pomeriggio, la strada la conosci”

Mi fa l’occhiolino e parte.

Non so perché appena ha detto giovedì il cuore mi è leggermente sprofondato. Oggi è domenica…
 
**
 
Okay sono due ore che tento di studiare scienze, mi entrasse anche solo una parola in testa… Domani ho il compito e, santa merda, devo passare a fare la spesa e andare alle poste per conto di mamma.

E’ lunedì, ed è a lavoro da stamattina. Per poterci mantenere entrambi,poi.

Forse dovrei cominciare a trovarmi un lavoro anch’io…

Ho sentito che ha aperto un nuovo McDonald a Newark, potrei provare a chiedere lì.

“Tesoro, sono tornata!”

Chiudo definitivamente il libro. Mia madre ha bisogno di sentirsi a casa,almeno un po’.

Parliamo del suo lavoro; la stanca molto ma cerca di non darlo a vedere. Poi, come mi aspettavo che accadesse, comincia a chiedermi della scuola.

“Tutto bene…” cerco di chiuderla qui. No way, Frank…No way…

“Sicuro?” insiste lei. “Mi ha chiamato la direttrice oggi, sai? Dice che ti ha tenuto d’occhio all’uscita”

Cosa?!

“Ah si? E perché?” un po’ la cosa mi fa incazzare, ma sono anche curioso.

“Beh…per una volta non mi ha chiamato per dirmi che avevi combinato qualcosa… Mi ha parlato di un gruppo di ragazzi che ti danno fastidio… E’ vero?”

Ma perché cazz- “Mamma ascolta, non è niente. Sono solo un gruppo di idioti che non sanno come passare il tempo.”

“E lo passano così?” dice lei alzandomi il mento, sfiorando una ferita ancora aperta. I suoi occhi sono coperti da un velo di tristezza.

“Sono…sono inciampato” le sorrido.

“Sono inciampato e loro mi hanno preso in giro.  E ne avevano tutto il diritto, avresti dovuto vedere che caduta!” esclamo io.

E’ ancora sospettosa.

“Frank…io…vorrei essere più presente ma il mio lavor-“

“Mamma ma cosa dici, sto benissimo e tu stai facendo di tutto per farci stare bene. Non potrei chiedere di più. Va tutto bene” le sorrido convincente.

Lei riacquista un po’ di colorito.

“Come va con il gruppo? Tutto bene?”

“Oh, ancora non lo so! Ho giovedì le prime prove con loro e-“

“Prime prove? Con i Pencey? Amore, ma non suonate da anni?”

Oh.

“Mamma, giovedì vado a provare con il gruppo di Mikey”

“Ha un gruppo anche lui? Wow! Sono contenta…quindi con il tuo…?”

“Mamma, non credo sia più il caso…loro… non credo vogliano ancora suonare con me…e a dire la verità non so neanch’io se voglio continuare a suonare con loro.”

Lei mi guarda e non chiede altro. La amo appunto perché mi lascia i miei spazi.

“Va bene Frankie. Basta che sia qualcosa che ti fa felice. Se hai qualche problema però, parlamene. Io sono sempre qui. Okay?”

“Okay”.

Il telefono di casa squilla,mia madre va a rispondere per poi passarmi il mio migliore amico.

“Frank, hey! Ascolta… Ho appena parlato con Shaun e sai una cosa? I Chem apriranno per il vostro concerto il mese prossimo!”

I Chem che aprono ai Pencey Prep?

Il gruppo più incredibile dell’attuale scena del New Jersey che apre al mio vecchio gruppo del liceo?

“Wow” riesco solo a dire.

“Non sei contento? Io non sto più nella pelle”

E si sente!

“Dobbiamo assolutamente provare di più, raddoppieremo le prove settimanali! Ah, e porta un quadernino o dei fogli giovedì, perché Gee ha delle idee su alcune nuove canzoni…Sei dei nostri?”

“Sono dei vostri”

Non mento.
 
**
E’ finalmente giovedì, ho tutto l’occorrente con me.

Gerard è fantastico come leader, senza considerare il fatto che è un genio per conto suo. E’ un artista. E’ palese, qui dentro se ne accorgono tutti. Basta vedere come le mani gli tremano dall’emozione mentre spiega il tema di qualche nuova canzone.

Comincio a suonare seguendo Ray, portando però qualche modifica in modo da arrangiarla per conto mio.

Mi piace un sacco. E’ particolare e mi carica moltissimo.

Proviamo per circa due ore e mezza, durante le quali imparo anche le canzoni che hanno suonato sabato. La costruzione, gli accordi… le trovo magnifiche.

“Okay ragazzi, facciamo una pausa che sto sudando come un porco nel deserto”.

Oddio cazzo cazzo cazzo è vero, sono sudatissimo anch’io. Promemoria: non avvicinarsi a Gerard.

“Come ti sembra, Frank?” Mi rivolge finalmente la parola.

“Fantastico. Davvero fantastico.” Sorrido come la ragazzina al concerto dei Green Day. Gesù come sono patetico. Se credevo di essere meglio di una bambina ad un concerto dei Green Day sto prendendo un granchio*.

Perché continuo a ripetere ‘Green Day’ nella mia testa?

Cerco di ricompormi ed assumere un tono virile.

“Cioè…spaccate di brutto.” Oddio così no, eh.

“Nel senso, vi trovo incredibili, il sound, le canzoni, tutto. La tua voce…” Non aggiungo altro altrimenti mi sputtano da solo.

Lui arrossisce leggermente e mi ringrazia, per poi chiedermi il parere su un’altra canzone. Oddio ma non può chiedermi pareri! Ormai sono di parte, cioè. Okay basta.

“Vuoi una coca?” io rispondo di si e lui mi passa la lattina.

“Mh, domanda da un milione di dollari…Meglio la Pepsi o la Coca Cola?”

Io ci rifletto un po’ su.

“Credo la Pepsi. Sai, è più dolce.”

Mi mordo la lingua per quello che ho appena detto.

Internamente faccio l’urlo di Munch.

Ottimo Frank. Ora perché non gli proponi di andare a prendere un tè con le bambole e farvi le treccine?

“Ah, già. E’ vero…”

Proprio in quel preciso momento Matt si sfila la maglia che gli si incastra in testa e mentre cerca disperatamente di uscire da quella morsa letale sbatte e fa cadere un tamburo.

Scoppiamo a ridere e mi esce la Coca Cola dal naso.

Lui mi guarda con le sopracciglia alzate. Magari gli faccio schifo sul serio.

Contro ogni aspettativa mi schizza con la Coca Cola. Senza parole continuo a fissarlo mentre lui ride e tenta di scappare. Lo rincorro.

Ray tra le risate ci guarda e scuote la testa.


Non potrei chiedere di meglio che questa maglietta zuppa e appiccicosa.
 
**
 
“E’ ora” Mike ha una voce solenne e terrorizzata allo stesso tempo.

Mi sembra di essere dentro ad un riadattamento puzzolente di Apocalypse Now.

Si è piastrato i capelli per mezz’ora e continua ad appiattirli. Bah.

Io mi rifiuto categoricamente di guardarmi allo specchio, così per evitare ulteriori danni alla mia autostima. E poi non ho un granchè da sistemare, ho tagliato di moltissimo i capelli e ho solo un orecchino nero, jeans, converse ed una maglietta verde.

Sbircio da dietro le quinte. C’è un bel po’ di gente. Leggera botta allo stomaco.

Dò un altro sorso alla birra che ho in mano nel tentativo di sciogliermi. Niente da fare.

Gerard cammina su e giù. Fin’ora è l’unica cosa che mi irrita seriamente di lui.

“A Knives ricordate di chiudere sincroni non appena sentite ‘throat’, okay?” dice Ray.

Io e Mike facciamo ‘si’ con la testa mentre Matt continua ad innervosirmi battendo le bacchette sul muro e Gerard continua a farmi dare di matto con il suo fare su e giù per la stanza.

Mi massacro le dita nell’attesa. Il maggiore dei Way è attaccato alla terzo bicchiere di non-so-esattamente-cosa,  Mike non è da meno.
 

Manca poco.


 
“Frank, ti amo” fa Gerard mentre mi mette un braccio attorno sulla spalla.
Meccanicamente tolgo la sigaretta dalle labbra e dico
 


“Ti amo anch’io”
 


“Siete i miei due fratellini” afferma contento per poi lasciarsi sistemare i capelli da Mike.

“Ooh sono abbastanza dolce adesso? Aw, grazie Mikey, sicuramente sembrerò una merda al momento”

Io finisco la mia sigaretta mentre Mikey si allontana e Gerard continua a parlare e borbottare cose a caso. Cerco di nascondere la tensione.

Mi avvicino a Gerard che ancora non chiude la bocca e gli soffio il fumo tra il collo e la spalla, lui apparentemente sembra non accorgersene.

 
Mi dirigo verso la stanzetta dove credo siano i Pencey.

Entro e non c’è bisogno che dica niente.

Gli altri mi guardano nervosi.

“Frank, perché non te ne torni con i tuoi nuovi amici? Tanto sembra che ti trovi meglio con loro che con noi,vero?”
 

Ma porca puttana che stronzi di merda.
 

Tiro un calcio ad una sedia mentre torno subito verso la porta ma Shaun mi ferma
“Hai finito di fare il ragazzino ribelle del cazzo? Ti abbiamo ascoltato. Ti abbiamo dato retta per tutto questo tempo, eravamo gli unici amici che avevi. La scuola è quasi finita Frankie-Pansy, ora che intenzioni hai? Noi avevamo un demo da finire,ricordi? Dopodiché farai tutto quel che cazzo ti pare, ma almeno questa storia la vorrei finire decentemente.”
 

Finire?

 
Okay.

 
“Frank dove cazzo vai, tra poco devi cominciare!!” mi urla dietro Tim.

Perché deve essere sempre tutto così dannatamente complicato?!

Eppure Gerard  mi ha detto che mi ama nemmeno cinque minuti fa.


Si, ma era ubriaco Frank. Era ubriaco. Non l’hai visto l’altra sera, ancora a combattere con quella Kate? Cosa cazzo hai intenzione di fare con il tuo cuore Frank?! Gettarlo ai cani o darlo in pasto ad un vampiro?!

Cristo.

Corro fino all’uscita posteriore del locale, ho le lacrime agli occhi.

Cosa dovrei dire? Cosa dovrei fare?

 


Questa è la voce di Ray.

“Frank…è ora”


Ma la piantate di ripeterlo?

Mi strofino gli occhi nascondendo tutto quello che mi brucia buttandoci sopra la cenere dei miei mozziconi di sigaretta.
“Ci siamo noi.”

Non capisco cosa intenda. Non capisco se ha già capito tutta la situazione e mi sta dicendo che loro ci sono per darmi una mano o semplicemente che è il nostro turno di salire sul palco.

Poi però realizzo che entrambe…sono la stessa cosa.

Sorrido e afferro la mano che mi ha allungato.

Questa band è tutto ciò che vale la pena di fare.
 
“Merda Frank,sei stato fantastico!” la voce di Ray sovrasta quasi tutte le altre.

Ho urlato più che potevo; Gerard mi aveva chiesto di fargli da seconda voce,e non potevo essere più contento.

E’ mezzanotte e sono fradicio di sudore in mezzo ad un gruppo di ragazzi urlanti ed ubriachi, a ridere ed abbracciarci, contenti e stupefatti delle emozioni che questa serata ha potuto regalarci.

Gli occhi di Gerard incontrano finalmente i miei,e con questa scusa sono libero di perdermi nelle sue iridi che mi guardano lucide, commosse e allo stesso tempo dilatate dall’ adrenalina.


Non so se è il mio cervello a ronzare impazzito o se sono le amplificazioni alle nostre spalle a fischiare, fatto sta che il suo sguardo mi sembra improvvisamente complice di un peccato di cui attendo il piacere di compiere.

Ancora altre birre e sento la tensione scivolarmi via come fossi stato battezzato da un’acqua purificante, che mi sta scorrendo dal capo fino a bagnarmi la maglietta, infiltrandosi nei jeans.

E’ tutto molto più fresco adesso, o semplicemente hanno aperto delle porte…?

Mi sembra di vedere Mikey che tenta di fare il giocoliere con le ultime bottiglie rimaste,ma è troppo ubriaco per farlo…

Gerard mi si avvicina, e questa volta non riesco a decifrare il suo sguardo

Mikey ride mentre non si accorge che ha perso di vista una bottiglia

Il verde nei suoi occhi è tutto ciò che riesco a vedere

La bottiglia è a mezz’aria

Le sue labbra sono a due centimetri dalle mie

La situazione mi sta sfuggendo dalle mani…

La bottiglia-il pavimento

È troppo vicin-

“CRAAACK!”

La bottiglia si frantuma ai miei piedi, i pezzi di vetro vanno ad infilarsi tra le assi del pavimento dove un attimo prima c’erano i miei piedi.

Avevo fatto un passo avanti.

Sono sulle punte, e sto baciando il mio cantante davanti a tutti.

Non so esattamente perché l’imbarazzo non mi stia suggerendo di togliere la mia lingua dalla sua bocca,ma semplicemente penso che non m’importi più di tanto.

No,non ricorderanno.

“D-Dio Gee…” La sua mano sta strofinando il cavallo dei miei jeans.

Okay, non ci sto ufficialmente capendo più un cazzo.

Il bastardo sogghigna, il suo sguardo sembra quasi folle.

Sono in estasi e allo stesso tempo così impaziente da voler sbattere ripetutamente la testa contro il muro.

Già, il muro. Lo sento mancare contro la mia schiena, si è forse temporaneamente spostato?

A questo punto non ho idea di cosa c’era nell’ultimo drink che mi è arrivato tra le mani.

Cammino sul soffitto, Gee è con me.

Sento l’equilibrio come un qualcosa di totalmente estraneo, il corridoio si fa più largo per poi farsi più stretto.

Sbatto da una parete all’altra ma non mi azzardo a lasciare il braccio di Gerard che mi sta guidando in un corridoio sempre più caldo e buio. Vedo le nostre ombre sul pavimento e i colori si fanno sempre più alterati.

Il suo corpo preme sul mio ed entriamo nuovamente dentro un’altra stanza, e siamo circondati dal cielo; il cielo è tinto di
rosa,giallo,verde,blu e arancione.


E’ tutto il passato viene dimenticato.

E c’innamoriamo.

Ci trasciniamo sulla prima superficie piana disponibile e ci strappiamo i vestiti di dosso; non appena tocco i suoi vestiti essi si colorano di una tinta che sembra provenire dalle mie mani.

Tocco, accarezzo, graffio, mordo il suo corpo nudo che si tinge di colori infiniti.

E c’innamoriamo.

Con una mano sposta tutto ciò che prima era sul tavolo, facendolo cadere a terra.

Il ragazzo che adoro mi prende per i fianchi e mi solleva portando il bacino all’altezza del suo.

Ci sfioriamo.

Socchiude gli occhi mentre ho la bocca sul suo collo.

Lascia che sia anch’io a contagiarti di me. Un po’ di veleno,Gee. Giusto per non dimenticarmi.

E c’innamoriamo.

Sono Frank Iero, e Gerard Way è in piedi su un tavolo davanti a me ad accarezzarmi l’interno coscia a palmi aperti. Siamo coperti di colore, macchiati fin dentro l’anima. Sento ogni singola nota che ho suonato questa sera riaffiorarmi ed uscirmi dai fori della pelle. Una musica chimica ci circonda. Non è più solo la mia.

E’ la nostra.

Gerard entra dentro di me.

Butto indietro la testa.

C’innamoriamo.

E...
sono caduto nella tua rete.






 
 
*Ricorda la citazione di Gerard “Se per un momento  di essere migliore di una ragazzina con una maglietta dei Green Day, stai prendendo un granchio”.

Hemm,si. Ho riadattato un frerard moment del 2003 come fosse stato il primo concerto con i Chem al completo, non chiedetemi perché, semplicemente volevo scriverlo così LOL. Le frasi finali scritte in corsivo sono della canzone Trying To Escape The Inevitable dei Pencey naturalmente. Eh si, Gerard e Frank sono un tantino ubriachi o fatti o quel che vi pare in questo capitolo. Non ho la minima intenzione di promuovere l’alcolismo o l’erba o qualche droga, eh .__. Semplicemente avevo questa visione un po’ “particolare”? per la loro prima volta. La domanda che sorge più ovvia naturalmente è quella che mi pongo anch’io (ma che cazz-?) se Frank e in questo caso soprattutto Gerard aveva realmente intenzione di farlo. Beh, sinceramente direi che tutti i loro sensi sono stati amplificati e un po’ distorti ma che le loro intenzioni sono comunque –anche se in profondità- quelle. O almeno mi piace di pensarla così. E alla fine sinceramente, chissenefrega? <3
Grazie come al solito a coloro che stanno seguendo la storia e che recensiscono, ai miei due ammmmori ShalOtt e Black Mariah ma grazie anche a tutti coloro che silenziosamente leggono e basta <3

XO
M

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Keep The Faith ***



 
La luce del sole mi corrode gli occhi.

“Ghnaaaaaa dai,mamma!”
Riesco a stento a mettere a fuoco mia madre che con aria sadica si allontana dalle finestre della mia camera.
“Non ho idea di che ora tu abbia fatto ieri notte,ma sicuramente dev’essere stata una bella serata!”
Okay, suona un po’ incazzata.
“Ti ho lasciato la colazione in cucina…e comunque potevi almeno metterti il pigiama”

Oh, Dio santo.

Sono semi nudo sotto le coperte.

Dio ti prego fa che non sono tornato a casa in queste condizioni.
Scosto le coperte mentre faccio versi disgustati osservando le varie sostanze appiccicose presenti sui miei jeans –alcol,vomito?-
Mi strofino gli occhi e tolgo definitivamente i pantaloni già mezzi aperti e li butto per terra.
Vado a fiondarmi nella doccia.
Apparentemente il mio corpo non mostra segni di violenze o altro.
Mi è andata bene.
Considerando che i ricordi di ieri sera non sono molto vividi.
Esco e mi asciugo davanti lo specchio del bagno.
Quasi mi lascio scappare un urlo
Tiro la pelle del collo,appena sotto il mio scorpione, per guardare meglio.

Porca troia.

Questo si che è vivido.

SBEM, un flash di milioni di immagini di ieri sera.

Sorriso idiota stampato in faccia.

Beh, dopo di questa posso anche morire.

Mi lascio cadere a peso morto sul letto.
 
**
 
Mi gira laaa teeeesta.
Almeno è domenica.
Questo pomeriggio esco con Mikey, gli avevo promesso di accompagnarlo al nuovo negozio di video game, e sono un tipo di parola.
“Come va il post-sbornia?” mi chiede quando a guardare i suoi occhi accoppati mi viene solo da ridere; io in confronto sembro appena uscito da un centro benessere.
“Beh, lo stai ammirando” sorrido debolmente
“Tra un po’ ci farai l’abitudine “ dice in tono saggio
“Questo è uno sporco lavoro…ma qualcuno dovrà pur farlo!” scoppiamo a ridere ed io gli tiro un pugnetto in testa; come farei senza il vecchio Mike?
“Solo che…riflettendoci…ieri sera non siamo più riusciti a trovarvi… Non che ricordi granchè ma alla fine ricordo che c’era molto spazio dietro la macchina di Ray. Dov’eravate tu e Gee?”
Mi sento un po’ destabilizzato
Come se mi avessero tirato una botta in testa e poi mi avessero sfilato l’asciugamano dopo una doccia.
Sconcertato e nudo.
Cosa devo rispondere?
“Oddio Frank…ma è un succhiotto quello??”
Porto immediatamente una mano sul collo mentre tento di nascondere il segno rosso con i capelli.
“E’ un succhiotto!! Sei stato con qualcuna?? E non me l’hai detto?? E Gee cosa c’entra? No, sai com’è, sarebbe decisamente inquietante sapere che hai fatto qualcosa a tre con mio fratello!”
Sono leggermente sollevato.
Mi ha dato la scusa perfetta.
Eppure…bo. Dovrebbe sapere la verità?
“Frank, sei porpora. C’è qualcosa che devo sapere?”
Poi si blocca.
“C’entra Gerard con il succhiotto?”
Ma sta facendo tutto da solo!
C’entra con il succhiotto? Nel senso, quante opzioni di risposta ho? Devo mettere la crocetta su ‘si, lo ha fatto tuo fratello’ o ‘no, c’entra nel senso che ha obbligato una tizia a farmelo?!’
“Mike…” comincio io.
“Oddio. Frank. E’ stato Gerard?”
Mi volto a guardarlo dritto negli occhi; Dio,Dio,ma è suo fratello…
“Ma cosa dici Mike! Siamo solo andati in un posticino figo con delle ragazze eh…”
Mikey riprende colore e sorride scompigliandomi i capelli: “Ahah!Avrei dovuto capirlo subito…Oh, allora scusami per prima ahah”
Io faccio una risatina nervosa mentre raggiungiamo il negozio,finalmente aggiungerei.
Mike se ne sta una mezz’oretta in mezzo a quelle  scatolette colorate,io lascio vagare l’immaginazione su come saranno tra 10 anni. Magari un giorno inventeranno anche qualche gioco figo a cui piace anche a me giocare. Magari qualcosa su Batman, per ora vado a rimorchio con i fumetti di Mike.
Che sono quelli di Gee.
Dio basta.
Mi strofino gli occhi fino a quasi strapparmi le palpebre per poi quasi sbadigliare in faccia al commesso.
Chiudo immediatamente la bocca.
Ma…è il commesso o…?
“Frank, questo è Pete, un mio vecchiiissimo amico”
Pete in tutta risposta gli fa arrivare un pugno leggero sulla schiena: “Non abbiamo una grandissima differenza d’età,sai!”
Mikey ridacchia
“Non sono riuscito a presentartelo ieri sera, sai? Pete, scusalo ma non riesce proprio a star lontano dalle sue nuove conquiste”
“Ahah, beh, fosse l’unico, vero Mike?”
Pete gli rivolge un’occhiata quasi languida, a me escono quasi gli occhi dalle orbite.
Ma che cazz?!
Mikey toglie velocemente il braccio di Pete dalla sua spalla e sembra arrossire un po’.
Ma da che parte sta giocando questo ragazzo?!
“Beh Frank dai, andiamo…”
Io annuisco e lo seguo mentre rivolgo un cenno a Pete.
Cerco di tenere il passo del mio migliore amico mentre sembra essere partito in quinta.
“Mike! Fermati un secondo”
“Eh?” mi chiede nervoso mentre si allontana ancora di più
“Fermati, porca puttana!”
Lui a metà tra lo scazzato e il disperato si ferma.
Io strofino il piede al marciapiede
“C’è mh. Qualcosa che vorresti dirmi?”
“Io?? Piuttosto tu, che vai a ragazze e neanche mi racconti”
“Lo sai benissimo a cosa mi riferisco”
Mike non mi guarda negli occhi
“Mike…” ricomincio io
“Okayokay cazzo, Dio Frank! Qui nessuno che può farsi i cazzi suoi,eh?”
Io apro la bocca sconcertato ma lui riprende a parlare
“Credo…credo di piacere a Pete. Solo che io…io non sono gay,cazzo! Solo che Pete è davvero simpatico ed è un buon amico…”
“Okay le cose stanno così, Pete ha una cotta per te e tu contraccambi solo che non ti sei mai sentito attratto da un ragazzo prima.”
Mikey mi guarda arrossendo.
Non risponde.
“Senti amico, so cosa vuol dire…non c’è niente di sbagliato in te, okay?”
“Nono ti prego Frank non farmi questi discorsetti da terapia sociale, per favore. Io non sono così confuso. Solo, non lo so. Non voglio essere così. Cioè, se un mio amico fosse gay rimarrei comunque suo amico, cioè, che mi frega? Però immagino bo, debba essere sul serio imbarazzante. E non voglio mettermi in queste situazioni.”
Il cuore mi sprofonda leggermente.
Ormai siamo arrivati a casa di Mike. Mi fermo, poi lo guardo e lo abbraccio per un paio di secondi. Poi ci ripenso e gli lascio un bacio sulla guancia con tanto di lingua per poi scoppiare a ridere.
“Bleeeahh che schifo, Frank!” esclama lui mentre si ripulisce la faccia
“Tu si che sei una vera checca,ahah!” io mi rimetto in piedi per controbattere dopo essermi piegato in due dalle risate e mentre indietreggio sento una presenza a dir poco fredda alle mie spalle.
Mi giro leggermente, è una figura completamente nera, sobbalzo.
E’ Gerard.
Ora è il turno di Mike di ridere.
“Hanno tutti paura del mio fratellone-vampiro allora!” gli si butta addosso e Gerard lo allontana arrossendo.
“Scusami…non volevo spaventarti” spiccica finalmente parola Gerard.
“N-no, non preoccuparti” dico io, sempre più confuso mentre fisso le sue iridi.
Ciao, mondo.
Mikey tossisce.
Dio, sono il mago delle figure di merda, allora.
Rimaniamo in silenzio.
Mikey ci guarda entrambi, Gerard fissa la lampadina del palo della luce, io fisso la cacca di un cane.
Mi chiedo perché a Gee non facciano male gli occhi, dopotutto ce li ha comunque chiari.
Sono di nuovo a guardarlo senza farci caso.
“Frankie, sembra che hai una cotta per Gee” dice Mikey pungente
Sembra volersi vendicare assolutamente della situazione in cui l’ho messo prima.
“Dio, ma cosa dici?!” rispondo automaticamente io pensando a quanto Mike lo stia facendo apposta e a quando mi ha dato della checca.
Gerard sembra abbassare lo sguardo.
“Cioè,non che tu sia brutto Gerard, cioè io…” inciampo tra le vocali e le consonanti fino a prendere a testate il congiuntivo.
Mikey tiene le braccia strette al petto.
Squilla un telefono.
Mike corre dentro ma inaspettatamente è per Gerard.
“Strano, non mi chiama mai nessuno” dice prima di oltrepassare il vialetto di casa sua.
“Se avessi il numero, lo farei io” sputo fuori tutto peggio di un tostapane che scatta
Lui si volta con un leggero sorriso e io porto le mani al viso.
“E’ Toro!!” Urla Mikey dalla finestra
“Ci propongono un tour, di due settimane!!”
Io mi volto cercando lo sguardo di Gerard, illuminato dalla sorpresa.
“Dice che l’altra volta erano venuti dei menagers a sentirsi!! E GLI SIAMO PIACIUTI!!”
Comincio a dondolare come una ragazzina, nonostante non fosse la prima volta che andavo in tour. Questa volta è diverso. Dio,è tutto così diverso.
“Dobbiamo presentarci a Jersey City, domattina! Hanno un piccolo bus tutto per noi!!”
Un altro piccolo colpo al cuore. Domani dovevo andare a sentire una lezione nell’università che volevo prendere a ottobre.
Psicologia.
Così, per poi cominciare a prepararmi per i test d’ingresso…
“Frank, sei dei nostri?”
La sua voce risuona come in un sogno. Non sento altro.
Annuisco mentre sorrido, ma non lo faccio solo per lui.
Non lo faccio solo per Mike o per gli altri ragazzi
Li saluto e corro a casa a prepararmi alla bell’e meglio una valigia nei limiti della decenza.
Rimango a fissare il soffitto per far passare le ore che mi dividono dal mio futuro, pensare di dormire al momento è più difficile che scrivere una canzone.
Mi sono goduto l’alba e mi sono strofinato il corpo per bene sotto la doccia.
Afferro la valigia e scosto i capelli ancora bagnati, credo che ieri sera siano venuti i nonni a trovarci visto che l’altra cameretta, la “stanza degli ospiti” è chiusa.
Evito di fare troppo rumore e cerco mia madre, entrando nella sua camera per salutarla o al massimo lasciarle un biglietto.
La trovo in cucina, quasi ad aspettarmi.
“Hai fatto tardi un’altra volta, Frankie?” mi guarda con sguardo stanco.
“Ho dormito un bel po’ invece” mento io
“Sto uscendo adesso. Forse sarò via per un po’. Per suonare,sai. Come ai vecchi tempi per i Pencey. Solo che questa è la volta giusta, è la band giusta.”
Lei fa un’espressione orripilata “Vuoi dire che stai ripartendo per uno di quei tour? E me lo dici dieci minuti prima?!”
Socchiudo gli occhi reprimendo la sua incazzatura.
Sento i nonni scendere le scale
Beh, meglio di così non poteva andare.
“Dove vai, ragazzo?! Sono le sei del mattino” mi apostrofa nonna mentre scende pesantemente gli ultimi gradini.
Io mi allontano dallo spettro d’azione del suo bastone
“Frank, tra qualche ora devi andare all’università” il tono profondo di nonno mi colpisce come sempre.
Non voglio deluderlo, perciò non riesco a guardarlo negli occhi.
“Devo andare” cerco di reprimere le lacrime.
Un boato di proteste
“Dio, voi non capite! E’…è quello che devo fare”
Finalmente riesco ad alzare lo sguardo. Sento un clacson fuori la porta, e prego tutti i santi e tutti i chitarristi del mondo che sia Toro.
Lo faccio per me.
Con un ultima occhiata alla mia famiglia corro via ed entro nel furgoncino di Ray, mettendo una gamba tra l’amplificazione e mettendomi un basso nel fianco
Le grida della nonna si fanno sempre più esasperate.
“Devi tornare a studiare!!” è l’ultima cosa che riesco a sentire, la sua voce ormai sovrastata dal rombo del furgoncino.
“E’ quello che devo fare” ripeto
Mio nonno, il mio eroe è ancora dentro casa a guardarmi. So che in fondo non lo sto deludendo. Sto seguendo il mio cuore.
No, non lo deluderò.
Abbiate fiducia” sussurro.
Sfrecciamo via da Belleville.
Sento una mano che stringe la mia e mi volto per essere abbagliato dalla luce del mattino mischiata a quella del suo sorriso.
Gli sorrido di rimando.

 
Andiamo via.

 
 
---------------------


Nonostante alcune cose messe a cavolo ho cercato di ricreare un po’ situazioni accadute veramente, ovvero Frank che va via di casa con i parenti che gli urlano “devi tornare a studiare!” e lui che urla a sua volta “Questo è quello che devo fare!” e poi citazioni random tipo Keep The Faith ecc <3
Okay, era da secoli che avevo cominciato il capitolo ma non avevo idee sul come finirlo. Spero bo, vi stia piacendo nonostante quest’ultimo capitolo sia piuttosto insignificante. Grazie a tutti coloro che leggono, seguono la storia e soprattutto quelle che commentano :3  Grazie del supporto e gfdigdfgjd <3 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=982717