Letters to Zayn

di badasscookie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


1.

«Sono grasso?» chiesi a mia sorella, guardandomi lo stomaco allo specchio. Sapevo già come mi avrebbe risposto.
«Certo che no.»
«Ma... ho bisogno di perdere peso, o sono solo-?»
«-Harry.» mi interruppe velocemente «Dai, guardati, sei carinissimo.» Mi strinse leggermente la spalla e andò in camera sua. Lo so, lo so. Un ragazzo preoccupato del suo peso non è la cosa più virile in giro, ma non lo erano neanche i miei folti ricci o le fossette che si formavano sulle mie guance quando sorridevo. Sono sempre stato preoccupato su come apparivo – Mia mamma mi chiamerebbe paranoico,  mio padre vanitoso, io lo chiamo ‘alla moda’. 
Mi buttai sul letto e rimasi fermo, senza fare niente, finché decisi di scendere a prendere del cibo. Ero per certo il re dei programmi di perdita di peso.
«Harry, prendi la posta mentre stai scendendo.» richiese mio padre, e obbedii,  come il piccolo bravo ragazzo che sono. Presi le buste bianche dallo zerbino e le passai al setaccio  pigramente. Bollette, bollette, bollette del telefono. Bleah.
«Padre, è arrivata finalmente! La mia lettera da Hogwarts! È qua!» dissi sarcasticamente entrando nella stanza.
«Sei un tale burlone, figliolo.»
«Lo so. Russel Howard è geloso.»
Diedi a mio padre le bollette, che le sfogliò finché non trovò in mezzo una lettera scritta a mano.
«Chi è ‘Zayn Malik’?» chiese confuso. Ero confuso quanto lui.
«Ci diamo un’occhiata?»  mi porse la lettera un po’ sgualcita, e come aveva detto papà era indirizzata a Zayn Malik.
«Ah, sì, è lo schiavo sessuale di Gemma.» Mio padre mi fece una smorfia «Ah, dev’essere al  Grosvenor Avenue West numero 22 che vive. Perché sai, noi siamo solo Grosvenor Avenue, e alcuna gente sbaglia, come il ragazzo delle consegne.»
Sorrisi a me stesso per essere così intelligente. Mio papà non era divertito da me che constatavo l’ovvio, comunque.
«Vai a portarla indietro, allora.» mi sogghignò ironicamente.
«Ma anche no! Sta nevicando!»  avvolsi le braccia attorno ai miei riccioli, come per proteggerli.
«Mettiti un cappello allora, finocchio!» rise papà. Aveva la tendenza di rinfacciare la mia femminilità senza alcun tatto. «Vai. È una lettera scritta a mano, potrebbe essere importante!»
Feci una smorfia. Odiavo la neve. Faceva diventare i miei capelli orribili, e quel giorno erano anche particolarmente belli. Stupido tempo.
Mi misi gli stivali militari, il giubbotto Jack Wills e il cappello. Ad essere onesti non mi dispiaceva affatto indossare il mio cappello – era caldo ed era buffo se avevi una mente sporca.
Presi la lettera e la spinsi nella tasca,  dopo mi diressi fuori dalla porta. C’era una tempesta di neve, e non sto scherzando. Praticamente corsi giù per la strada, il che fu un’idea orribile perché scivolai e atterrai direttamente sul mio culo.
Questa era bella, Hazza. Molto intelligente. Attraversai la strada e girai a sinistra in Grosvenor AvenueWest. Era totalmente inutile  avere una Grosvenore Avenue West –aggiungetela in Grosvenor Avenue, no? Stupida vita. Stupida vita e stupido tempo. Aprii il cancello del numero 22 e tentai di spingere la lettera nella cassetta delle lettere, ma il perno di metallo non si spostava. Ci provai ancora qualche volta, ma quello non cooperava. Fanculo la mia vita, dovrò consegnargliela personalmente. Suonai il campanello. Nessuno rispose. Suonai di nuovo. Sentii un debole «Sono mezzo addormentato!»  e una porta aprirsi provenire dall’interno. Dopo, lui aprì la porta d’ingresso.
Era più o meno della mia altezza, forse un po’ più basso, e aveva la pelle abbronzata. Indossava una maglietta bianca e una tuta grigia, un ciuffo di capelli neri gli ricadeva come una frangia, anche se probabilmente era solitamente pettinato indietro.
Era, ovviamente, appena uscito dal letto, ma era assolutamente perfetto. E questo proveniva da un ragazzo diciassettenne.
«Come posso aiutarla, caro signore?» disse assonnato, strofinando uno dei suoi occhi marroni. Devo essere rimasto lì a fissarlo, sbavando, per almeno 2 minuti. Si schiarì la gola e spezzò il mio stato di trance.
«Oh, scusa» sorrisi e arrossii vivamente. Gli angoli della sua bocca si arricciarono in un sorriso. «Ehm, una tua lettera è arrivata alla nostra porta» gli mostrai la lettera e lui la afferrò.
«L’hai letta?» chiese ferocemente –rimasi sorpreso dal suo comportamento rigido.
«N-no.» balbettai  leggermente impaurito. Con mia sorpresa e sollievo mi fece un gran sorriso.
«Bene, mi piaci.» disse semplicemente. Non sapevo esattamente cosa rispondere, così rimanemmo in silenzio per un po’, guardandoci a vicenda. Lui probabilmente pensava fosse imbarazzante, io tutto il contrario.
Ognuno dei suoi lineamenti era perfetto –i suoi occhi brillavano di un marrone scuro, i suoi zigomi e la sua mascella facevano sembrare sottile il suo viso cesellato, e le sue clavicole mi stavano facendo impazzire.
Non avevo mai guardato un altro ragazzo e avuto questo tipo di reazione istantanea.
«Stai bene?» rise e mi fissò di nuovo.
«Uh, sì, ci vediamo» guardai altrove malvolentieri e tornai a casa, senza voltarmi  indietro. Non sentii la sua porta chiudersi fino a che non tornai nella mia strada. Appena entrai a casa,  Gemma mi affrontò.
«Hai preso la lettera?»
«Sì»
«Vaffanculo!» esclamò lei, voltandomi la schiena.
«Che problema hai?»
«Lui è il ragazzo nuovo! È tipo la persona  più carina di sempre in tutto l’universo?» Tendeva a fare la fan girl su cose veramente piccole a volte.
«Pensavi fosse carino?» protestai, fingendo di non aver  pensato lui fosse la persona più figa da Frankie Sandford.
«...SI?» si diresse di sopra nella sua stanza a tenere il broncio.
«Lui è comunque troppo piccolo per te!» urlai.

-Nota della traduttrice 
Buonsalve gente, abbiate pietà di me: è la mia prima traduzione. Ho visto questa fanfiction su tumblr, e mi è davvero piaciuta, ho detto 'Perché non provare a tradurla?'. Stupida me. Vi linko qua sotto il blog dell'autrice, se avete correzioni, suggerimenti, critiche e insulti non esitate a recensire. Grazie a chi legge!
http://cyberdyned.tumblr.com/post/20219696549/letters-to-zayn

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.

Thud.
La posta.
Corsi giù per le scale –quasi cadendo – per vedere se n’era arrivata un’altra. Un’altra lettera per Zayn.
Era passata circa una settimana dalla prima volta che l’avevo visto; da allora avevo assunto il ruolo di uno spaventoso stalker. Ero passato davanti a casa sua andando in città, ma non c’era –dopo sono passato ancora mentre tornavo a casa. E l’ho visto. E indossava una giacca Varsity con dei chinos e delle Supra  e degli occhiali da nerd. Ho pensato fosse la persona più figa del creato di sempre, sempre. E, grazie alla mia complice Gemma, abbiamo scoperto che si era trasferito da Bradford, andava nella nostra scuola, aveva diciotto anni  e frequentava l’anno successivo al mio. Il fatto che fosse più grande di me lo aveva fatto diventare ancora più attraente.
Sfogliai le lettere, ed era là. La seconda lettera. Il mio cuore perse un battito quando lessi il suo nome. Zayn Malik. Rilessi l’indirizzo un paio di volte, prima di saltare nei miei stivali e fuori dalla porta. L’aria fredda mi colpì poiché indossavo solo una felpa sottile, ma non mi importava. Volevo solo vederlo da  vicino ancora una volta. Praticamente pattinai  lungo la strada  verso casa sua –il suolo era coperto da uno spesso strato di ghiaccio e neve fresca. L’inverno non era mai stato così ‘invernale’–in qualche modo mi piaceva. Non la neve in sé stessa, ovviamente. Mi ero rovinato i capelli. Stupido tempo.
Imboccai il suo sentiero e suonai il campanello.
Con  mia sorpresa, rispose una bambina. Era bassa e dalla pelle olivastra, come Zayn.  Intuii fosse sua sorella.
«ZAYN!» Un’altra sorpresa fu quanto forte potesse urlare una ragazzina della sua età.
«CHE C’È?» rispose un accento grave. Quelle sole parole mi trapassarono, dandomi le farfalle nello stomaco e un’ondata di calore sul corpo. Mi stavo preoccupando di quanto mi piacesse.
«Uno dei tuoi amici!» chiamò, questa volta a voce più bassa. Sentii una porta aprirsi e chiudersi e il suono distante di Call Of Duty in pausa. Zayn si trascinò giù dalle scale lentamente, prima di guardarmi, dritto negli occhi.
Guardai altrove, prima di potermi perdere in essi.
«Oh, cavolo, sei il ragazzo delle lettere» disse, ridacchiando «Ne è arrivata un’altra a casa tua?»
«Uh, sì» dissi timidamente, ma sorrisi caloroso. Non volevo sembrare un maniaco. Sapevo di esserlo, l’avevo praticamente seguito per cinque giorni, ma non avevo intenzione di darlo a vedere, ovviamente.
«Accidenti. Eppure gli avevo detto il mio fottuto indirizzo... ehm, scusa la mia finezza» si scusò del linguaggio educatamente.  Non credevo fosse così. Non pensavo fosse il tipo ‘gentiluomo’.
«Non preoccuparti, siamo tutti adolescenti qua, quindi...» ridemmo lievemente, in coro. Aveva una risata così carina. Era come un risolino. Rimanemmo lì per qualche secondo a guardarci, come la prima volta. Mi riscossi dalla trance e gli diedi la lettera.
«Grazie, ehm, ci si deve in giro.» sorrise, chiuse la porta e tutto finì. L’avevo visto ancora. Il mio cuore stava battendo più veloce di quanto credessi possibile; fortunatamente lui non l’aveva notato.  Fui contento che non avesse creduto fossi un tipo strano. Improvvisamente,  quando mi voltai per tornare a casa,  la sua voce ritornò nell’aria.
«Aspetta, vai alla Holmes Chapel Comprehensive?» chiese ad alta voce. Mi illuminai.
«Sì» risposi, voltandomi verso di lui.
«Oh, okay, bene. Almeno conoscerò qualcuno. In che classe sei?»
«Non sono del tuo anno» dissi semplicemente, prima di pentirmene completamente. Non mi aveva detto la sua età o roba del genere.
«Come lo sai?»
«Ti, ehm, ho su Facebook» mentii. Non avevo neanche Facebook. Faceva il lavaggio del cervello alle persone, cazzo.
«Ah, okay. Gesù, pensavo fossi una specie di squilibrato» rise, ironico. Ero un fottuto squilibrato, e lo sapevo, ed era terribile. «Ti dispiace se vengo con te la prossima settimana?»
Cosa, tu, il ragazzo più perfetto dell’universo? Il ragazzo con gli occhi e capelli marroni splendenti e i denti bianco brillante?
«Sì, certamente» risposi, mantenendo la calma.
«Fantastico. Scommetto che ottieni tutta la figa che vuoi con quei riccioli, potresti tornarmi utile.» strizzò l’occhio, sorrise e chiuse la porta.
Certo, Zayn, certo. 

-Nota della traduttrice
Ecco qua il secondo capitolo ed ecco ancora il blog dell'autrice. Se volete mandarle un messaggio, posso fare da tramite, basta chiedere.
Ps: recensire non costa nulla.

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Capitolo 3
*** 3. ***


3.
Ero già sveglio da venti minuti quando la mia sveglia suonò alle sei –ed era strano per me, vista la mia solita pigrizia nelle mattine scolastiche. Ma, oggi era diverso –era il primo giorno dopo Natale e sarei andato a scuola con Zayn.  Il mio cuore stava martellando, il mio stomaco stava facendo le capriole e mi sentivo come se non potessi fare a meno di sorridere quando pensavo a lui. All’inizio credevo solo che fosse il ragazzo carino in fondo alla strada e che avessi una piccola cotta per lui. Ma adesso, avevo realizzato che quella era più di una cotta. Adesso mi sentivo come se avessi bisogno di vederlo, tutto il tempo. Era come se volessi dirgli come mi sentivo, ma al tempo stesso non volessi farlo, perché non sapevo neanche come l’avrebbe presa. E non sapevo cosa provavo io stesso.

Penso mi stessi cercando di auto-convincere che non mi stavo innamorando,  perché sapevo che decisamente  non avrei visto la luce alla fine del tunnel.

Mi trascinai fuori dal letto, e dato che avevo regolato la sveglia prima, ebbi tempo di farmi la doccia  e radermi. Anche se non ho veramente bisogno di radermi, perché il mio corpo è poco sviluppato e infantile, come il mio cervello, eccetera, eccetera. Sono uno stronzo con me stesso.

Avevo solo bisogno di apparire al meglio. Per Zayn; tutto era per Zayn.

Mi feci la doccia, asciugai i capelli col phon, usai mezzo barattolo di lacca per renderli impermeabili, indossai i pantaloni della scuola, una maglietta nuova e il mio vecchio maglione scolastico (ero sorpreso che mi stesse, avevo messo su peso per colpa di tutto il cioccolato che avevo mangiato), e in cucina presi il toast dal piatto di mia sorella. Lei  non era in giro, magari avrebbe pensato che l’aveva preso il gatto o qualcosa del genere. Non mi importava, stavo facendo tardi al mio appuntamento. Beh... appuntamento.

Corsi nel mattino freddo e miserabile di Chesire. Anche se non mi importava –volevo vedere ancora Zayn.

Appena girai i tacchi per dirigermi verso casa sua,  urtai il ragazzo in persona.

«Woah, ma cos- oh, Hazza, amico» sorrise e mise una mano sulla mia spalla. Il contatto mandò brividi lungo il mio corpo... beh, quello poteva essere stato il freddo... ma il suo tocco faceva fare le capriole al mio stomaco.

«Ehm, ciao, ehm scusa.»  arrossii come per scusarmi di aver sbattuto contro di lui e averlo quasi fatto cadere e sbattere il suo bellissimo viso a terra.

Oh, per l’amor di dio Harry, sii meno gay, ti spiacerebbe?

«A cosa stavi pensando?» Zayn scherzosamente mi diede una gomitata sulle costole. Fece un po’ male, a dir la verità. Doveva avere qualche muscolo, pensavo. Una tartaruga, forse. Sì, definitivamente aveva un bel corpo.

«Stavo venendo da te,  non pensavo sapessi dove vivevo» mormorai lentamente, lui rise forte.

«Uh, beh, considerando che le lettere erano indirizzate alla mia stessa casa  ma senza ‘west’, ho fatto due più due.» rispose sarcasticamente.

Sono un deficiente.

«Oh, giusto, sono così stupido...» cercai di riderci sopra, e fortunatamente lui ridacchiò con me. Ero un idiota. Tutto di me era patetico.

Proprio mentre un milione di pensieri negativi mi passavano in testa, sorpresi i suoi  occhi a guardare dritti nei miei. Ed erano  ipnotizzanti. Erano profondi e cioccolatosi, e sembravano proseguire per sempre, un milione di storie e pensieri differenti, in unico paio d’occhi. Potevo vedere il mio riflesso in loro. Non riuscivo a trovare in me la forza per spostare lo sguardo.  Erano incantevoli, completamente affascinanti. Fu così finché Zayn parlò.

«Uhm, sì, quindi, per che strada andiamo?»  veloce come un fulmine distolse i suoi occhi dai miei. Sapevo che aveva provato qualcosa, qualcosa che era strano per lui. Amavo ciò. Amavo l’idea di lui che si sentiva al mio stesso modo.

Amavo lui.

«Stavi guardando nei miei occhi.» le parole scivolarono dalla mia bocca come se fossi stato ubriaco o fatto e un sorriso su formò sulle mie labbra. Non sapevo quello che stavo dicendo, ad essere onesti –fortunatamente non aveva notato il mio stato di trance.

Zayn si schiarì la voce nervosamente.

«E-e anche se fosse? Non sarebbe strano, no?» balbettò.

«No» risposi «Non sarebbe strano.»


-Angolo della traduttrice.
Ecco qua il terzo capitolo, sono tornata, yey. Qualsiasi cosa vogliate dire recensite. Alla prossima!

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Capitolo 4
*** 4. ***


4.

Il resto del tragitto verso la scuola fu tortuoso.

Volevo tenere la sua mano o coccolarlo o appoggiare la testa sulla sua spalla –o cose del genere. Volevo vedere come avrebbe reagito. Il fatto che , quando guardavo nei suoi occhi marroni, lui mi guardasse indietro, mi diede la fiducia necessaria  a penderlo sul punto.

L’intera situazione era piuttosto frustrante.

«Ehm, quindi, qual è la mia classe allora?» Zayn sembrava contrariato mentre fissava l’orario sconosciuto. Quando, timidamente, sbirciai sul foglio per vedere se riconoscevo una delle lezioni, la mia guancia sfiorò accidentalmente la sua. Quella si rivelò essere una delle cose più esilaranti che mi siano mai accadute.

«Scusa.» disse. Non reagii. A me non era dispiaciuto. Volevo sfiorare la mia faccia contro la sua, e non rimpiangevo di pensare a quello.

«Hai la Buckley come rappresentante, temo.» dissi calmo.

«...Temo?» l’espressione preoccupata di Zayn diceva tutto.

«Temo. È una vacca.»

Risi allo sguardo vuoto che si formò sul suo viso dopo aver sentito la notizia. Anche la faccia delusa mi faceva venire voglia di attaccarlo.

«Oh... oh, bene allora.» si lasciò sfuggire un sospiro, seguito da una risatina.

Poi ci voltammo verso la C10, che si rivelò essere la classe di registrazione di Zayn.

Quando camminò nel territorio sconosciuto della sua nuova classe, si voltò verso di me un’ultima volta. Mi sentii come una madre orgogliose –anche se sarebbe tanto, tanto sbagliato su molti livelli.

«Quindi, ehm, dove ci incontreremo dopo, durante la pausa?» gli chiesi velocemente.

«...Quand’è la pausa?» sorrisi al suo smarrimento.

«Subito dopo PSHE*. Che hai ora.» Zayn ci mise un secondo per capire completamente.

«Ehm, okay!» rispose fiducioso, trasudando di carisma naturale.

«Ti incontrerò... alla mensa? L’unico posto che conosco, veramente»

«Giusto.»

«Okay.» stemmo  goffamente all’entrata della classe, prima che Zayn mi stringesse il braccio come saluto.

«Buona fortua, amico!» disse alla fine, prima di girarsi verso la stanza. E già mi mancava. Mi presi qualche secondo per guardare la sua nuca mentre lui parlava con qualcuno degli altri ragazzi nella classe, ma me ne andai prima che la gelosia potesse infestarmi.

Quella lezione di PSHE* divenne per me la ‘più lunga fottutissima lezione che ebbi frequentato’. Non avevo bisogno di sapere come ottenere un lavoro, avrei cantato, ovviamente. Stupida scuola. Stupido tempo. Stupida vita.

Fui il primo a lasciare la classe puzzolente quando la campanella suonò. Non avevo neanche socializzato con le persone con cui di solito lo facevo –ero molto chiacchierone durante le lezioni– ma non potevo pensare perché avrebbe dovuto importarmi, se una persona più figa di tutti loro messi assieme mi stava aspettando alla fine della lezione.

Mi avvicinai al vetro della sala da pranzo, i miei occhi che cercavano discretamente ma freneticamente i capelli neri e la figura tonica di Zayn. Ed eccolo là, ancora una volta. Lo ammirai per un paio di secondi, sapete già cosa, il suo viso, i suoi occhi eccetera.  Tutto si illuminava quando lo vedevo. Il tempo era miserabile, il terreno ghiacciato, il cielo grigio, ma Zayn era un luccichio nel nero per me. Nel tempo di una misera settimana mi aveva già cambiato in meglio; o forse in peggio.

I suoi occhi si agganciarono su di me mentre camminavo verso di lui. Era appoggiato con disinvoltura su uno dei pilastri in acciaio che tenevano il portico dell’ingresso dell’edificio, senza nessuna preoccupazione al mondo.

Un sorrisetto si formò sulle su labbra e assunse una posizione ancora più rilassata.  Mi stava di fronte ora –mentre mi avvicinavo potevo elencare le sue caratteristiche: i suoi denti lucenti si stavano mostrando, i suoi capelli mossi dal vento,

 il grande rigonfiamento sporgente dai suoi pantaloni...

..merda.

Una sensazione familiare e non voluta si gonfiò nel mio basso addome. No, no, no, no.

Il mio viso arrossì, i mie mani sudarono. Potevo vedere il sorriso spegnersi dalle labbra di Zayn quando mi fermai davanti a lui. Cercai di persuadere la mia mente che lui era del mio stesso sesso, che ero etero e che non stavo fissando il cazzo di Zayn....

... Gesù Cristo, volevo fare l’amore con questo ragazzo.

Un milione di pensieri mi vennero in mente, come un fiume in piena. I miei pantaloni divennero ancora più scomodi, e diventai inconsapevole di stare in mezzo alla scuola e del rischio che qualcuno potesse vedermi fissare il ragazzo nuovo e avere un’erezione.

Non potevo smettere di ripetermi la parola ‘merda’. Non potevo smettere di immaginarlo disteso in boxer sul mio letto a casa. Non potevo smettere di immaginare il suo corpo sudato sotto di me, a gemere il mio nome nel suo tono roco.

«...Harry, dannazione!» il corpo di Zayn era premuto contro il mio mentre parlava aspramente. Non potevo pensare perché, non potevo pensare –stavo scavando nella sua coscia e lui ovviamente poteva sentirlo. Perché me lo stava lasciando fare?
Cosa sta facendo?

Perché è ancora vestito in questa fredda mattinata invernale?

«Ma che cazzo?»  scattò lui a denti stretti. Ovviamente aveva notato la mia improvvisa crescita in basso. Uhg, scopami.

«Non puoi fare questo nel cortile della scuola!» Mi farei te nel cortile della scuola, amico.

«A cosa cazzo stai pensando, eh?» A te.

«Harry, guardami cazzo.»

E lo feci.

...Mentre forzavo le mie labbra sulle sue.

Davvero non sapevo cosa mi avesse preso. Non farei una cosa del genere con una ragazza, figuriamoci con lui.  Ma la mia mente e la mia coscienza sono andate a puttane  e io stavo baciando un altro ragazzo in pubblico. Avevo perso il controllo solo per un secondo, volevo solo sentirlo, volevo che mi volesse.

Il bacio indugiò per meno di un secondo prima che mi spingesse senza pietà, e la mia schiena cadde sui rimasugli della neve.

«Oh mio dio.» non alzai lo sguardo dal suolo ghiacciato sul quale mi aveva spinto mentre parlava. Tutto quello che sentì furono i suoi passi, i suoi passi veloci in fuga da me. In fuga da un mostro.


*Personal, Social and Health Education


-Angolo della traduttrice

Da quanto tempo! È quasi passato un mese... Oops? Date la colpa alla scuola, alla malattia e a Tumblr. Beh, sopratutto a Tumblr. Questo capitolo non mi è piaciuto molto, si vede? Come al solito ecco il link dell'autrice che cambia url troppo spesso per i miei gusti. 
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Capitolo 5
*** 5. ***


5.
Erano passate circa tre settimane dall’incidente nel cortile della scuola quando stavo lentamente iniziando a  riconquistare autocontrollo. Non mi ero mai sentito così per nessuno prima –neanche quando ero piccolo e ingenuo –il che fu probabilmente il motivo per cui ci misi così tanto a guarire.

La mia mente non poteva comprendere come mi fossi innamorato di qualcuno così profondamente in uno spazio di una mera settimana e mezza, di un altro ragazzo. Era come se avessi avuto un cambio di sesso temporaneo che nessun altro ha notato. Che Zayn non ha notato. Fottuto Zayn.

Zayn aveva fottuto la mia vita un milione di volte. Vorrei non si fosse trasferito qua. Mi faceva sentire come Bella Swan ma meno tipo vampiro e più gracile umano.

Erano quelle cavolo di lettere, no? Se quelle buste non fossero state infilate attraverso la porta in quella mattina gelida, nessuno di noi avrebbe saputo che l’altro esisteva. Vorrei non avesse risposto alla porta in tuta grigia e capelli scompigliati, o non fosse stato così ingannevole da darmi la falsa speranza di un amore corrisposto. Odiavo l’intera situazione. Era orribile, e ammetto che ero completamente straziato.

Mentre nella mia mentre correvano questi pensieri solenni, papà mi chiamò.

«È arrivata un’altra di quelle lettere. Hai voglia di portarla?»

La mia testa scattò al suono della sua voce. Un’altra lettera per Zayn.

Mi alzai dalle coperte soffici del mio letto e mi diressi verso la fonte della voce di mio padre. Non so cosa mi stesse stimolando a farlo –le uniche volte che avevo lasciato i confini della mia stanza nelle scorse settimane erano per il cibo e per andare a scuola –volevo solo vederla per me. Volevo vedere la scrittura familiare e il suo nome sulla superficie della carta.

Mio padre indicò la busta quando entrai nella stanza.

Zayn Malik
22 Grosvenor Avenue
Holmes Chapel
Chesire

Il suo nome mi colpì, come se sapesse che stessi leggendo e mi avesse tirato un pugno in faccia. O forse, forse ero io che mi stavo colpendo per essere curioso sul contenuto della busta. Cazzo, Harry, semplicemente aprila. Voglio dire, Zayn è così perfetto, non avrà niente da nascondere. Ovvio che no.

Prima di darmi la possibilità di cambiare idea, strappai silenziosamente la cima della busta; questa lettera sembrava più pesante delle altre due.

Scivolai quieto nella cucina e cautamente tirai fuori il contenuto, che come mi aspettavo era una lettera scritta a mano. La scrittura corrispondeva a quella della busta, tutto era come avrebbe dovuto essere.

Ma c’era ancora qualcosa dentro, qualcosa più pesante della carta. Capovolsi la busta e caddero fuori foto.
Foto di nudo.

Indietreggiai e mi trovai spalle al muro dallo shock. Non avevo dato una seconda occhiata –non volevo –tutto quello che avevo visto era pelle in eccesso.

Chi cazzo stava mandando foto di nudo a Zayn?
 
Mi avvicinai al bancone, lentamente e le guardai di sfuggita- Quattro foto.

Quattro foto di un ragazzo nudo.

Mi sentii come se stessi per vomitare. Zayn stava ricevendo foto di nudo da un altro ragazzo, e poi mi aveva spinto al suolo quando avevo mostrato segno di essere gay?

Che cazzo sta succedendo?

Presi la lettera da sotto le foto e lessi. Sapevo che davvero, davvero non avrei dovuto.
 
Zayn,
Non so quante volte dovrò scriverti, mandarti delle e-mail e costanti sms, per farti capire che ti amo. So che mi ami, non saremmo stati assieme così a lungo se non lo avessi fatto.
Quante volte devo spiegartelo? È stato tutto uno sbaglio, Zayn. Quello che è successo è stato uno sbaglio, lo sai. Lo sai che non c’è nessuno come te. Che amo te, non lei.
Spero che tu sia felice dove sei. Verrò e ti troverò quando finirò la scuola, potremmo fare un viaggio da qualche parte o qualcosa del genere, non lo so. Non posso essere sicuro di niente finché non mi rispondi. Come posso essere sicuro che tu sia ancora fottutamente vivo?
Tutto questo è così stupido, Zayn. Lo sai che è stupido. Sappiamo entrambi che è stato tutto un enorme equivoco, sappiamo che non possiamo vivere senza l’altro. Io non posso vivere senza di te. Sto cadendo a pezzi senza te, Zayn. Ho smesso di mangiare, non esco più perché so che non sei qui con me. Le notti sono le peggiori –mi sveglio, e tu non sei accanto a me, i ricordi della sera prima non mi balenano più in mente perché non succede mai nulla. Nessuno può darmi quello che tu puoi Zayn.
Se stai leggendo, probabilmente avrai visto anche le foto. Ricordi? Ricordi tutto quello che abbiamo fatto insieme? Tute le notti sotto le coperte? Certo che ricordi, Zayn, come potresti mai dimenticarlo?
Ti amo e ti aspetto.
Sempre, tuo
Liam.
 
Mi ci volle un po’ per capire tutto. Questo era il ragazzo di Zayn? E chi era lei?

Diedi uno sguardo alle foto. Solo una di queste aveva il viso di Liam –il resto era dalle spalle alle ginocchia. Ovviamente andava in palestra, visto che era abbastanza tonico e sembrava anche generalmente forte.  Non  mi sarebbe dispiaciuto nemmeno essere abbracciato da quei bicipiti.

Harry, smettila di avere pensieri sessuali sul ragazzo della tua cotta.

A questo punto, sapevo di essere andato troppo oltre –e davvero non sapevo più cosa fare. Questo era il ragazzo di Zayn. Zayn era gay. Sembrava come se Liam avesse fatto qualcosa di sbagliato, o tradito o qualcosa di simile.

Dovevo dare la lettera a Zayn, era importante, ma era aperta. Non potevo dargliela, perché mi avrebbe detestato ancora di più.

Ma era una scusa per vederlo, per scusarmi.

Dio, mi sento male.

Mi precipitai nell’ufficio di mio padre, al piano superiore con la busta e il suo contenuto stretti in pugno, presi una busta bianca e cercai di falsificare la scrittura di Liam. Sì, speravo avrebbe funzionato. Feci un po’ in fretta, ma mi sembrava lecito, cioè, tutto per vedere Zayn ancora. Il mio stomaco si capovolse al suo nome.

Forzai le foto e la lettera dentro la busta, la sigillai e corsi di sotto.

Avrei afferrato il cappotto, sarei andato da lui, mi sarei scusato, l’ovvio, no? E in un mondo perfetto scoperemmo tutto il giorno.

Ma non sarebbe successo.

Dio, mi sento male.

Praticamente caddi fuori dalla porta, indossando gli stessi vestiti che avevo portato quando gli avevo portato la prima lettera.

L’aria vivace colpì il mio viso arrossato quando camminai verso la sua strada. Ogni passo che facevo mi faceva sentire più nauseato, più colpevole di aver letto la lettera.

Cercai di ricompormi mentre aprivo il suo cancello. Il legno raschiò contro il terreno ghiacciato, facendo un suono stridulo.  Suonai il campanello e rabbrividì in anticipo quando un lieve suono di passi arrivò dall’interno della casa.

Con un scatto della serratura, la porta si spalancò, ed eccolo qua.

Ancora una volta.

I suoi capelli erano disordinati come la prima volta che i miei occhi si erano posati su di lui. Volevo collassare. Era così bello –e non aveva neanche fatto uno sforzo. Indossava dei chinos marroni e un maglione di lana. Volevo davvero, davvero farmelo. Sul posto. Volevo strappargli i vestiti dal corpo.

«Sì?» chiese impaziente. Sì, mi odiava ancora.

Non risposi, mi limitai a consegnargli la busta falsa. Pregai un milione di volte che non se ne accorgesse. Le nostre dita si toccarono leggermente quando la prese dalla mia stretta, mandandomi brividi lungo la schiena.
Afferrò la lettera e la scosse delicatamente, come se la stesse pesando, poi mi guardò sospettoso. Volevo piangere.

«...L’hai letta?»

Sì, volevo piangere.

«N-no, perché avrei dovuto?»  spostai i piedi nervosamente, mantenendo il suo sguardo per cercare e convincerlo che era la verità.

Mi guardò dall’alto al basso. Penso che mi abbia creduto. Non lo so. Volevo solo ritirarmi nel nulla.

Annuì per ringraziarmi. Presi quello come uno spunto per andarmene, e mi voltai verso casa mia.  Potevo sentire i suoi occhi guardarmi andare via, volevo guardare indietro ma decisi di non farlo. Non avrei più guardato indietro. Mi aveva danneggiato e non volevo lasciarglielo fare di nuovo.

«Harry, scusami.» quelle due parole mi colpirono.

Oh, fanculo tutto. 



-Angolo della traduttrice
Yo. Da quanto tempo. Mi scuso davvero, davvero di averci messo un mese a tradurre, ma la scuola è stata stressante nell'ultimo periodo. Ma ora è finita! aha :)
Mi dispiace di avvertirvi che comunque è una fiction incompiuta, l'autrice non sa come continuarla e quindi con i prossimi due  capitoli la fanfiction si concluderà. No, non penso sia il caso che la continui perché abbiamo stili di scrittura molto diversi, penso. Come al solito se avete correzioni fatemi sapere, anche se nessuno lo fa mai. Sigh.
K, bye peeps.
Blog dell'autrice: 
http://cyberdyned.tumblr.com/post/20219696549/letters-to-zayn

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Capitolo 6
*** 6. ***


6.

Stetti lì, radicato su quel punto, senza avere il coraggio di muovermi in caso mi svegliassi da questo sogno perfetto.

«Harry?» la sua voce mi chiamò ancora, e forzai gli occhi chiusi per percepire il suo accento, le sue parole, immaginandolo sussurrarmi cose sporche nell’orecchio. Non potevo più reggere la frustrazione; mi stava uccidendo dentro.

Mi voltai, lentamente. Lui era al cancello, con le guance e il naso rosso acceso dal leggero vento invernale e strizzava gli occhi, fissi su di me.

Non avevo idea di cosa rispondere, così iniziai a camminare verso di lui. Mentre la sua figura si ingrandiva sempre di più, un sorrisetto spuntò sulle sue labbra e i suoi occhi vagarono sul mio corpo –non potei trattenermi dal sorridere di rimando. Davvero non potevo immaginare cosa stesse pensando, non potevo  leggere la sua espressione, tutto quello che sapevo era che era compiaciuto di qualcosa.

Mi fermai a circa 5 pollici da lui. Non accadde nulla –lui non mi, che so, salutò o ammise che ero di fronte a lui. Stette semplicemente lì, guardandomi, con un sorriso sfacciato sul viso. Finalmente ruppe il silenzio.

«Ti va di entrare? Ho bisogno di parlarti.» la sua voce era distante, come se non sapesse cosa stesse dicendo. Le sue labbra erano a malapena separate quando parlò, cosa che trovai con sorpresa estremamente sexy.

«Ehm... Sì» risposi più cortesemente che potei. Lui sorrise e si voltò verso la casa –così lo seguì.

Salì le scale due scalini per volta, così lo copiai, andando più lento di lui per non svenire dalle vertigini di essere in casa sua e dalle vertigini di stare ancora accanto a lui e dalle vertigini di salire le scale troppo velocemente. Mi sentivo come se potessi perderei i sensi sul posto. Non solo si era scusato per qualcosa che avevo fatto io, ma mi aveva anche invitato dentro; e sembrava mi stesse portando alla sua camera da letto.

Quando raggiunsi la cima delle scale, vidi Zayn entrare nella stanza all’estrema destra del pianerottolo. La casa era abbastanza  simile alla mia –vivevamo praticamente sulla stessa strada –ma non stavo facendo molta attenzione.    Tutto quello di cui mi importava era quali eventi sarebbero accaduti nella camera di Zayn.

Camera sua era quella di un tipico teenager; abbastanza disordinata,  il portatile sul pavimento, la Playstation sotto un grande televisore. Le tende tirate gettavano una luce arancione nella stanza.

Lui era seduto a gambe incrociate sul letto. Spostò gli occhi sul punto accanto a lui velocemente, come per dirmi di sedermi –obbedii.

Mi guardò intensamente quando mi sedetti. Pensai che avrei dovuto togliere il mio giubbotto perché faceva piuttosto caldo nella sua stanza. Beh, probabilmente no –probabilmente ero solo io.

I suoi occhi seguirono le mie mani mentre aprivano la cerniera del giubbotto e lo toglievo e si morse il labbro.  Mi stava innervosendo. Aveva la sfacciataggine di sentirsi eccitato da me settimane dopo avermi spinto sul pavimento dopo che io l’avevo baciato.

«Volevo, ehm, scusarmi.» enfatizzò la parola ‘scusarmi’ come se la intendesse davvero –anche se l’aveva detto con un sorrisetto provocante. Volevo farlo stare zitto e fargli togliere i vestiti, ma pensai sarebbe stato meglio accettare le sue scuse prima di farlo. 

«S-sono andato oltre la cosa. È stato stupido.» cercai di convincerlo di essere sincero, ma il sorriso sulle sue labbra mi fecero ridacchiare come una fangirl.

Zayn si chinò verso di me, afferrandomi la vita strettamente.

«Non devi spiegarti, Harry.» mi sciolsi dentro quando mi sussurrò all’orecchio, con una voce che non avevo sentito da nessun ragazzo, figurarsi da lui.

«Non sai cosa potrei farti, Harry. È ovvio che non l’hai mai fatto prima.»  Potevo sentire la derisione nella sua voce. Ero sicuro la sua voce doveva essere seducente, ma il suo tono sembrava duro e dominante. Mi piaceva, cazzo. Semplicemente mi piaceva un casino.

«Se ti togliessi i pantaloni e tu scopassi proprio su questo letto, staresti sdraiato qui e gemeresti da ragazzo dolce quale sei, non è così?» ridacchiò crudelmente. Stavo iniziando a sudare sotto la mia maglia a maniche lunghe e il mio respiro stava accelerando, senza contare la situazione nei miei pantaloni.  Sentivo il bisogno di rivendicarmi in qualche modo –ma le mie abilità seduttive, beh, non esistevano.

«Se pensi sia innocente, allora ti sbagli» Quello era il mio tentativo.

«Non ho mai detto che  fossi innocente, Harry, ho detto dolce...» le sue parole si affievolirono quando affondò i denti nel lobo del mio orecchio, inaspettatamente. Chiusi gli occhi al contatto, mentre lui rideva.

«Sei così facile» lasciò andare il mio orecchio e mi affrontò direttamente;  i suoi occhi bramosi, le labbra separate e un sorriso sporco. Si chinò vicino a me ancora –questa volta i nostri nasi si toccarono.

«Dai, allora.» Ed ero andato.

Forzai le mie labbra sulle sue senza pietà –non mi importava se quelli non erano i suoi piani, è così che stava andando.

Si mosse contro di me, avvolgendo le sue braccia attorno al mio collo e forzando la sua lingua nella mia bocca. Afferrai i suoi fianchi, e lo tirai più vicino a me; facendo scontrare la sua erezione contro la mia. Le sue azioni provavano che era frustrato quanto me.

Le nostre lingue combatterono per un po’, dandomi il tempo di essere certo che stanotte avrei fatto qualcosa che non mi sarei aspettato nemmeno di  pensare di fare.

Beh, non finché Zayn non era saltato fuori.


-Angolo della traduttrice
Okay personcine, questo è il penunltimo capitolo, fra circa una settimana sarà pronto il prossimo e ultimo.
Lo ripeto ogni volta: recensite per piacere.
Blog dell'autrice (che spero finisca di cambiare url ogni due secondi.): 
http://cyberdyned.tumblr.com/post/20219696549/letters-to-zayn

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Capitolo 7
*** 7. ***


7.

Le sue dita strisciarono tra i miei capelli lentamente mentre ci baciavamo con passione –la ferocia si era spenta e mi lasciò esplorarlo. Le sue mani scivolarono rapidamente fuori dai  miei capelli verso la mia schiena coperta, facendomi venire i brividi. Le sue dita slittarono sotto il tessuto della mia maglietta abilmente e lui tentò di dare uno strattone al materiale.

Mi ci vollero un paio di secondi per impormi di staccarmi dalle sue labbra ma alzai le braccia per permettergli di togliere lo strano non necessario. I suoi occhi si spostarono pigramente sul mio petto nudo prima di baciarmi ancora. Il bacio fu corto poiché avevo bisogno di un contatto completo; passai la mano sotto la sua maglietta, e la togliemmo insieme, ovviamente era desideroso di contatto anche lui.

Si  riposizionò, inginocchiandosi su di me e baciandomi il viso invece delle labbra; tracciò baci umidi lungo la mia mascella e strofinò il naso nel mio collo, lasciando lividi nella pelle sensibile. Punse lievemente, ma il piacere lo  superò mille volte e lasciai che un piccolo gemito mi sfuggisse dalle labbra.

Ridacchiò sommessamente nell’incavo del mio collo, prima di iniziare ancora, questa volta più disperatamente.

Lasciò dei segni sulla mia pelle, viaggiando dal collo fino al petto,  succhiando brevemente il mio capezzolo. Mi distesi sul letto, buttando la testa all’indietro per lasciargli fare quello che voleva con me. Zayn andò sempre più in basso con i suoi baci, lasciando una scia sul mio stomaco finché non incontrò l’elastico dei miei boxer che erano visibili sopra i miei jeans. Lo morse leggermente, prima di aprire la cerniera e sbottonare i jeans più lentamente che poteva.

Mi lasciai sfuggire un sospiro acuto, come per avvertirlo di quanto mi stesse stuzzicando. Ma lui sapeva quello che mi stava facendo.

Mi abbassò i pantaloni lungo le cosce e i polpacci prima di toglierli completamente. La mia terribile erezione era in vista ora ed era ovvio quello che stava per fargli.

Inaspettatamente il moro quasi strappò il tessuto rimanente, facendomi ansimare di fronte allo shock di essere nudo sul letto di un altro ragazzo. Ridacchiò, e il respiro mi solletico il membro scoperto.

«Gesù, sei enorme.» risi al complimento sporco, ma non risposi.

Improvvisamente, le sue labbra sono intorno a me, succhiando leggermente la punta. Chiusi gli occhi e affondai i denti nel labbro. Non stavo pensando a nulla, non potevo, era meraviglioso. Gemetti quando mi prese in bocca completamente, senza mostrare segni di soffocamento; facendo scorrere la lingua dalla base all’estremità. Dopo, con mio assoluto disappunto, si staccò da me.

«Ti avevo detto che ti avrei fatto gemere, è quello che fanno i ragazzi come te.» baciò l’interno della mia coscia,  lasciando il mio membro pulsare all’essere lasciato dopo quel breve momento di fantastica tortura.

Lo guardai attentamente, col fiato pesante, mentre lui sbottonava i chinos marroni e li toglieva. Il rigonfiamento che sporgeva era, beh, piuttosto grande.

Il mio cuore sprofondò quando non si tolse i boxer, mi faceva sentire come se stesse facendo quello che voleva con me senza che io potessi giocare. Volevo agire. Presi i suoi capelli, facendolo trasalire e scattare la testa a guardarmi. Zayn sorrise appena, incerto su cosa stessi per fare. Nemmeno io lo sapevo. Probabilmente mi stavo per rendere ridicolo.

Strisciò sul letto cosicché il suo corpo era premuto contro il mio, con la mia mano ancora collocata fermamente tra i suoi capelli. 

Pensai velocemente e lo girai così da essere sopra di lui e succhiai tutta la pelle che trovai nell’incavo del suo collo e sulla spalla.

Il moro gemeva piano, facendomi capire che gli stava piacendo. Succhiai più forte, sperando di lasciare un livido, lasciare un segno che avrebbe ricordato a Zayn di questo.
Mi allontanai dalla sua spalla e guardai il danno. Avevo lasciato segni di un viola brillante dappertutto.

«Scusa.» gli sussurrai nell’orecchio prima di baciargli la guancia. Spostai la mano dal suo petto verso i suoi boxer e la infilai dentro, avvolgendo il suo membro. Lui ansimò come avrei fatto io se fossi stato al suo posto. Iniziai a muovere il polso, lentamente all’inizio, ma prendendo velocità poi. I gemiti si fecero più forti, più forti di com’erano stati i miei.

«Ipocrita.» gli dissi con un sorriso soddisfatto sul viso.

Accelerai il movimento, per soddisfazione di Zayn. La sua espressione divenne sempre più erotica, ovviamente era vicino –l’immagine della sua schiena inarcata e la sua faccia contorta dal piacere mi stimolava sempre più.

Poi disse “fermati”.

Lo guardai, confuso. I suoi occhi erano aperti, la passione nell’aria era svanita e le sue mani tolsero le mie dita dal suo membro.

«Non... Non possiamo Harry, non posso. L’ultima persona con cui l’ho fatto era...» non finì la frase, ma potevo immaginare il nome di chi stesse pensando.

Liam.

Non poteva semplicemente non farlo, no? Non poteva semplicemente terminare questo tanto velocemente quant’era iniziato? Ovviamente poteva. Entrambi avevamo ancora delle grandi erezioni e il fiato pesante. Mi  sentivo usato.

«Harry, mi dispiace.» balbettò lui, alzandosi e mettendosi la maglietta. Stordito, mi rivestii, mettendomi i boxer. Mi stavo calmando, il mio membro si stava calmando, ma mi rifiutavo di credere a quello che stava accadendo. Non potei rispondere al suo tentativo di scuse.

Ero completamente vestito, anche se ancora eccitato in modo ridicolo, ma era ovvio che lui non lo era. Mi guardò negli occhi un’ultima volta prima di premere delicatamente le sue labbra contro le mie. Era un bacio tenero in una situazione che non doveva esserlo.

«C-ci vediamo lunedì a scuola?» mi chiese. Annuii debolmente. Non dissi nulla. Ero deluso, quasi infuriato.

Mi diressi a casa senza guardare  indietro, senza cercare di fare luce a quello che stava accadendo.

Tutto era finito. Così.

Perché?

Cosa c’era di così tanto speciale in Liam?


-Angolo della traduttrice.
Oh dio, ce l'ho fatta, sono arrivata alla fine. Lo so, non è un bel finale, ma non è neanche un finale quindi... Immaginate voi il resto della storia? Qualcuno vuole scrivere il continuo? Prego!
N
on so se si è notato, ma verso metà storia ho perso la voglia e tutto questo è diventato un peso, perciò non penso che tradurrò qualcosa per molto, molto tempo, ahahahah
Come al solito le recensioni sono graditissime e ringrazio la pazienza delle persone che aspettavano il capitolo. Non sono brava a mantenere le scadenze. Oops.
Ciao!

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