Neighbors

di Ticket to anywhere
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.1 By chance two separate glances meet ***
Capitolo 2: *** 1.2 By chance two separate glances meet ***



Capitolo 1
*** 1.1 By chance two separate glances meet ***


By chance two separate glances meet
1
.1

Era il giorno peggiore per una ragazza che si accingeva ad entrare nel mondo del liceo: la vigilia del primo giorno di scuola. Lo stesso termine “vigilia” preannuncia attesa e, almeno nel caso di una Kagome che sta per metter piede in un nuovo istituto scolastico, tale attesa portava con sé ansia. Nonostante tutto, però, la ragazza era piuttosto eccitata per ciò che l’aspettava e non vedeva l’ora di scaricare l’eccitazione in compagnia delle sue amiche Eri, Yuka ed Ayami, che dalle medie l’hanno seguita anche alle superiori con la speranza di finire di nuovo tutte nella stessa classe.
Il pavimento era ricoperto di libri e quaderni gettati con noncuranza e su di essi i due fratelli Higurashi parlavano di geometria.
- Oh Sota, come hai potuto scordare di finire i compiti per le vacanze? - sospirò la maggiore.
Il ragazzo si limitò a fare un sorriso imbarazzato e tornò a guardare sul quaderno.
- D’accordo, non importa, l’importante è che hai capito come completare gli esercizi -
- Sì sorellina, grazie - il più giovane le rivolse uno di quei sorrisi sinceri e spontanei che la facevano impazzire.
Il risultato fu che Kagome gli si fiondò addosso, facendogli il solletico quasi fino a farlo soffocare, mentre Sota si dimenava senza convinzione, né speranza di divincolarsi dalla sua presa. Ad interromperli fu una matura voce di donna.
- Kagome - la signora Higurashi irruppe nella stanza - non avevi appuntamento con le tue amiche? -
La ragazza, per tutta risposta, lasciò andare il fratellino come scottata e si alzò in piedi senza dire una parola. Corse nella sua stanza e guardò il grande orologio rotondo affisso alla parete, rimanendo immobile per qualche secondo e ispirando abbastanza da permetterle di urlare.
Le lancette segnavano le 18:15.
- L’appuntamento era... alle 18:00 - pronunciò dapprima in un inaudibile sussurro di preparazione - E’ tardissimo! -
L’urlo finale fece scappare Buio sotto il letto di Sota, mentre lui era ancora steso sul pavimento tappezzato di libri, non ancora ripresosi dalla scenata della sorella.
Lei, dal canto suo, si fiondò fuori dalla stanza con una velocità sovraumana e in pochi secondi era sulla soglia di casa, barcollando mentre si infilava le scarpe.
- Non correre per la strada, tesoro -
Non sarebbe stata costretta a farlo se non fosse stato per suo fratello Sota: ormai era un ometto, non poteva continuare a contare sull’aiuto della sua amorevole sorellina ogni volta che aveva problemi con la matematica. Ed era quello che Kagome stessa gli ripeteva ogni volta che le chiedeva aiuto, ma poi lui la guardava con certi occhi e lei ci cascava e perdeva completamente la concezione del tempo.
- Non preoccuparti, mamma -
La porta di casa Higurashi si chiuse alle sue spalle e Kagome si fermò qualche istante per guardarsi intorno. Non c’era molto da fare, le strade che la portavano a destinazione erano due: quella che prendeva di solito le faceva impiegare più o meno un quarto d’ora. Se la faccio correndo, magari, risparmio cinque minuti, ma non di più, ragionò la ragazza. Si voltò poi verso un vicolo piuttosto stretto. Ecco lì l’alternativa. Mentre si figurava il cammino con la mente, non riuscì in alcun modo ad evitare di percepire l’eco della voce di sua madre: “Non andare mai di là” le diceva “è una strada molto pericolosa!”
Kagome deglutì. Era comunque la scelta più veloce che avesse a disposizione e su questo non vi erano dubbi. Sfilò il cellulare dalla tasca per leggere sul display: 18:18. Emise un sospiro di rassegnazione. Aveva 18 minuti di ritardo ed era appena fuori casa. Non aveva altra scelta: strinse i pugni e si diresse nel vicolo deserto.






***

Il capitolo è finito, andate in pace.


Il titolo di questo capitolo è stato brutalmente rubato dalla favolosa Echoes, dei Pink Floyd <3

Ecco che pubblico la mia prima storia su EFP!*0*
Sono emozzzzzionata <3
Vi dirò solo che è la mia prima storia dedicata a questo stupendo anime che ho ricominciato a vedere di recente e lo A M O ogni puntata di più!*^*
Ah, no, devo dirvi un'altra cosa: il capitolo vi sembrerà un po' cortino, vero? Tranquilli, tranquilli, è tutto normale: in realtà il capitolo integro è fatto da tanti mini capitoli come questo che mi permetteranno di aggiornare più velocemente - sappiate che sono una lumaca v.v
Vedete, infatti, che a sinistra del titolo vi sono due numeri separati da un puntino: il primo rappresenta il numero del capitolo, il secondo il numero del mini capitolo.
Occhei, ho definitivamente finito di annoiarvi.

Spero vi sia piaciuto questo insignificante inizio.
Baci,

Ticket to anywhere.

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Capitolo 2
*** 1.2 By chance two separate glances meet ***


By chance two separate glances meet
1.
2

Kagome avanzava in punta di piedi, con lentezza e discrezione, tentando di non fare alcun rumore. Ebbe modo di costatare che sua madre non aveva tutti i torti a dirle di non passare per di là: non c’era anima viva, solo lei e i sassi ai suoi piedi. Un fruscio alle sue spalle la fece sussultare e rimanere immobile per qualche istante, rigida come una pietra. Sarebbe potuto essere un ladro, o uno stupratore, o un assassino. Lanciò un urlo di terrore quando sentì qualcosa di peloso strusciarsi contro la caviglia. Poi abbassò lo sguardo e non poté credere di aver fatto una scenata del genere per un semplice ed innocuo gattino. Sospirò e si abbandonò sull’asfalto, accarezzando il cucciolo senza reale dedizione.
Se continuo così ci metterò lo stesso un sacco di tempo ad arrivare, pensò tentando di farsi forza e cambiare atteggiamento. Stava per rimettersi in piedi quando sentì una voce distante.

- Cosa è stato? -

Sgranò gli occhi. C’era qualcun altro lì, e questa volta non era un gatto.

- Non ti distrarre! -
Un tonfo.

Fu tentata di correre verso casa e rimandare l’appuntamento, ma una forza opposta dentro di lei voleva vedere, voleva scoprire a chi appartenessero quelle voci. Inutile dire che fu tale forza a vincere sull’altra.
Il vicolo svoltava verso destra e lei avanzò a carponi fino a quel punto, per poi sbirciare le figure di due uomini: uno era piuttosto grasso e aveva un cappello sul capo, ma non si soffermò tanto su quello, quanto sul suo interlocutore. Aveva dei capelli corvini lunghissimi, molto più lunghi di quelli di Kagome e uno sguardo agghiacciante.
- Allora, sei ancora convinto di non volermi dare il portafogli? - chiese quest’ultimo con un sorriso perfido, attirando l’altro per il colletto della camicia.
Kagome cominciò a tremare. Gli occhi sgranati e colmi di terrore e il corpo, pervaso dal desiderio incontrollato di fuggire lontano, era paralizzato.
Il gattino, dal canto suo, era abbastanza tranquillo da avanzare con nonchalance verso l’esterno con un miagolio stridulo, attirando l’attenzione del ragazzo dai capelli corvini.
- Cos...? - Quest’ultimo mutò completamente espressione, notando la figura di una Kagome impaurita ancora adagiata sull’asfalto.
Non seppe dire se la sua sorpresa fu dettata dalla pura bellezza della ragazza che aveva davanti, o dalla sua espressione sgomenta accompagnata ai tremolii che le muovevano il corpo. Forse erano entrambe le cose: l’immagine risultante era una bellezza incorrotta e colma di delicatezza ed ingenuità.
L’uomo ne approfittò per divincolarsi, ma il ragazzo dai capelli corvini non desistette dall’inseguirlo, e un paio di pugni da rissa gli bastarono per metterlo K.O. e recuperare l’oggetto che aveva reclamato poco prima.
- Non farti più vedere da queste parti! - disse piuttosto sereno.
Quando si voltò verso Kagome la vide finalmente in piedi, appoggiata alla parete, mentre stringeva con forza la borsa.
- Non ti avvicinare a me, ladro! - pronunciò tentando di assumere un aria minacciosa.
- L.. ladro? -
- E come dovrei chiamarti? -
Lo sguardo di lei oscillò tra il volto sbalordito di lui e il portafogli che aveva in mano. Lui seguì quello stesso sguardo, per poi guardare di nuovo verso di lei, allarmato.
- Ma no, hai frainteso! - cercò di avvicinarsi sforzandosi di fare un sorriso rassicurante, troppo falso per riuscire davvero a tranquillizzarla.
- Stai lontano da me o chiamo la polizia! -
Lui non ebbe modo di ribattere prima di essere colpito dalla borsa di Kagome, la quale ne approfittò per correre via.
La sua immagine si fece sempre più distante e lui sembrò realmente interessato ad inseguirla.
Si sfiorò la guancia ferita con una smorfia di dolore. Neanche quell’omone era riuscito a fargli un graffio, ma si era fatto colpire da una stupida ragazzina urlante.
Mah, che creda quello che vuole!, pensò tornando ad incamminarsi per la sua strada senza preoccuparsi troppo di lei, ma con il desiderio - ben nascosto dal suo rinomato menefreghismo - di rivederla, magari in circostanze migliori.
 
 

***
Il capitolo è finito, andate in pace.

 
Ora che ci penso, mi sono scordata di fare un paio di premesse che avrei dovuto comunicarvi nel primo capitolo:
1) Non scrivo da SECOLI, quindi giustificatemi se sembro una principiante;
2) Questa storia è scritta con molta leggerezza e senza impegno, al semplice scopo di rimettermi in carreggiata.
Mi sembrava di vitale importanza che anche voi lo sapeste, ecco! Una volta scrivevo molto meglio!^^
Bene, è andato un altro capitoletto, spero vi abbia incuriosito.
Chi sarà mai il ragazzo dai capelli corvini?
 
Baci baci,
Ticket to anywhere

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